Against the Sun, we're the Enemy.

di Hey_Ashes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dead Flies in the Summertime ***
Capitolo 2: *** Duck tape Scars on my Honey. ***
Capitolo 3: *** They Leave Us All Behind. ***
Capitolo 4: *** Blood they wash in the Money ***



Capitolo 1
*** Dead Flies in the Summertime ***


Allora, c'è immediatamente da precisare che questa piccola, adorabile meraviglia non è mia, bensì di quel tesoro di Valiencepoison che mi ha permesso di tradurla.
Qui trovate la storia originale:  
http://my-chemical-fic.livejournal.com/506355.html
Ora, c'è da dire che forse come traduttrice non sono granchè ma sto facendo del mio meglio per tradurre nel modo più fedele possibile ed ho già dei capitoli pronti e lavoro a questa traduzione abbastanza incessantemente (forever alone...) quindi spero di portarla avanti con una certa frequenza. Mi rendo comunque conto che il modo di scrivere risulterà un pò ingessato, ma lasciate che ci prenda la mano c.c

Disclaimer: I personaggi non appartengono nè a me nè all'autrice della storia (per adesso...)

Enjoy!


 

-Chapter 1-
Dead Flies in the Summertime.

 

*Party Poison*


"Non credere a ciò che dicono."

 

Poison portò lo sguardo verso il sole morente, i capelli di un rosso fiammeggiante ricadevano disordinati sul volto pallido.

Guardò alla sua sinistra, e Kobra stava facendo lo stesso, con un'espressione vacua sul volto. Aggrottò la fronte, socchiudendo leggermente gli occhi.

"Giusto. Quindi non l'hai mai fatto?" chiese suo fratello voltandosi verso di lui guardandolo confuso.

"Mai. Cioè, non nel modo in cui ti hanno detto. Credo che abbiano gonfiato la cosa, sai come sono fatti Ghoul e Jet. Eri probabilmente troppo piccolo per ricordare come è andata veramente, se devo essere sincero." Rispose Poison, tornando a fissare il sole.

La sua mente scivolò nella distrazione ancora una volta, mentre con gli occhi esaminava l'ambiente circostante. Il deserto intorno a lui lo intrigava ogni giorno come se fosse la prima volta. Qualcosa di diverso catturava sempre la sua attenzione, anche quando i suoi compagni sembravano iniziare a trovare noioso il fatto di vedere sempre la stessa, vecchia sabbia. Per Party Poison, era diverso. Un semplice fiore di cactus rallegrava la sua giornata, dimostrando che se persino i fiori potevano sopravvivere a tutta quella merda, anche lui poteva. Gli dava sempre quel briciolo di speranza che gli serviva per arrivare al termine della giornata: lui odiava sentirsi abbattuto.

Suo fratello invece non si era mai lontanamente buttato giù in tutta la sua vita: la sola idea lo infastidiva.

"Devi dirmelo, Poison! Ora che hanno di nuovo tirato fuori questa storia non puoi lasciarmi qui col dubbio per sempre!" Disse Kobra infastidito, con un ghigno subdolo stampato sul volto perfetto. "Una donna. Più te. Più l'estate. Questi elementi potrebbero portare ad una vasta gamma di diverse circostanze."

"Oh, zitto. E' acqua passata, sono andato avanti! Sentire il suo nome o conoscere la sua storia non ti condurrà a niente. Fa parte del passato, ormai." Ribattè velenosamente il maggiore, per poi ritrovarsi a fissare il sole per l'ennesima volta. Una ciocca di capelli sporchi gli ricadde sugli occhi, costringendolo a scuotere la testa innumerevoli volte per rimandarla a posto.

"Pfft." Sibilò l'altro, accennando un diniego con la testa.

Il rosso si ritrovò ad ascoltare i suoi pensieri, che parevano agire come un'entità a parte nel suo cervello. Adesso la verità è accettabile, ma Kobra non deve sapere niente di questa storia, mai. Il dolore adesso si può iniettare, Dio, fa che non mi succeda di nuovo. Il processo è il progresso, la situazione è critica. Per Lei la fede non è disponibile, al momento. Le vite diventano incredibili, i Killjoys non muoiono mai.

 

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*
Fun Ghoul*


Zona 6. In cielo nemmeno una nuvola, sfortunatamente. Ghoul sospirò: gli mancava il tipico clima americano. Nel deserto c'è troppo sole e troppa poca...varietà di paesaggio. Gli mancava l'ora di punta, gli uccellini che erano soliti cagare sui suoi vestiti stesi, i tassisti che non si preoccupavano di quanto spericolata fosse la loro guida. Gli mancava la vita di prima. Ma il passato è passato, pensò, portando la sua bandana a stelle sulla bocca, fermandola con un doppio nodo dietro la nuca. Si passò una mano tra i capelli scuri e sospirò di nuovo. Più vicino si trovavano a Battery City, più nervoso si sentiva. Probabilmente era dovuto a Lei. Scosse la testa, cercando di scacciare il pensiero: dev'essersi spostata al difuori della California, qualsiasi siano le condizioni del “Fuori”. Si domandò come potesse essere diventato il New Jersey. O l'Inghilterra. La Better Living stava controllando anche loro? Non gli era dato di conoscere la risposta.

Tagliò il contatto coi suoi pensieri quando vide Party Poison e Kobra Kid camminare verso di lui, con il sole che ne disegnava le ombre alle spalle. Il rosso pareva un sogno. I suoi capelli gettavano un'ombra vibrante suoi suoi occhi profondi, e le parole non potevano descrivere quanto bella apparisse la sua pelle: come quella di una bambola di porcellana. Una voce sofferente nel suo cuore gli disse: No, Ghoul. Hai avuto la tua possibilità, poi è arrivata Lei e hai rovinato tutto. Vai avanti, fattene una ragione.

"Ghoul. Ghoul?" Ripetè Poison schioccando le dita innumerevoli volte davanti alla sua faccia. Ghoul sobbalzò, senza realizzare che stava fissando quel bellissimo uomo da fin troppo tempo. Arrossì imbarazzato. Poison rise. Risata che dentro la sua testa risuonò come una bella melodia. Kobra alzò un sopracciglio in direzione del più basso: si era probabilmente reso conto che le cose iniziavano a farsi strane, e chiese se qualcuno avesse visto Jet. Il moro tirò un sospiro di sollievo, ma poco dopo i suoi pensieri arrivarono ad un'ulteriore svolta: dov'era Jet? Andava sempre a farsi un giro senza avvertire, era ridicolo. Il più grande scrollò le spalle, suggerendo di iniziare a cercarlo. Sì indirizzò verso Oriente, con il fratello più giovane a fianco. Ghoul si incamminò subito dietro, osservando ogni passo del compagno dai capelli rossi.

Esci dalla mia testa, Poison. - Disse il suo cuore - perchè sai, sta diventando abbastanza insopportabile.

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*
Jet Star*


Jet era abbastanza contento di starsene seduto, mentre il sole tramonta lentamente, cercando di preparare un fuoco da far trovare pronto agli altri, ad essere sinceri. Un soffiò di vento lo colpì in faccia, scompigliandogli i capelli ricci. Si passò una mano sul viso, stringendo i denti: non era abituato a quelle condizioni climatiche, e sapeva che con quel vento non sarebbe stato in grado di creare nessun tipo di fiamma. Sospirò, buttando a terra la scatola di fiammiferi e si distese sulla sabbia, lo sguardo rivolto al cielo cremisi. La vita non era male. Viveva camminando sul filo del rasoio,una cosa che aveva sempre voluto fare. Era decisamente meglio che lavorare in una libreria del Jersey. Era andato a trovare degli amici in California, quando accadde il disastro. Chiuse gli occhi, bloccando il flusso dei pensieri: non gli piaceva pensarci. Ma sì, si era svegliato con l'unico sopravvissuto tra i suoi amici e due sconosciuti, in un campo di terra bruciata, con elicotteri e furgoni bianchi ovunque. La dannata BLI era dappertutto. Svegliò gli altri e iniziarono a correre, non sapendo dove andavano né da dove venivano, ma avevano la sensazione che restare in California non fosse una buona idea. Adesso sapeva che anche gli altri erano sopravvissuti, e che vivevano senza emozioni. Lo rattristava. La Better Living aveva anestetizzato ogni sentimento possibile, rinchiudendo i cittadini dentro Battery City, facendogli credere di essere felici e di amare la propria vita. Ma loro non stavano vivendo, lui si. Il suo amico era Fun Ghoul, che sì, aveva un nome normale prima dell'accaduto, ma l'idea di vivere un'esistenza “normale” era ben lontana dalla realtà, ora come ora. Non riusciva nemmeno a ricordare quale fosse, il suo nome.

Sommerso tra i suoi pensieri, non si era accorto che si era già fatto buio, e che la temperatura era calata vertiginosamente. Decise di tentare di nuovo con il fuoco, e dopo tre tentativi il bastardo cedette, accendendosi. Tornò a distendersi con un sorriso soddisfatto, riprendendo il suo viaggio a ritroso nei ricordi.

Gli altri due erano fratelli. Party Poison e Kobra Kid. Wow, che coppia. Non aveva mai visto niente di simile a loro: due essseri umani, o meglio, Killjoys, così diversi ma allo stesso tempo così simili. Li chiamava “Ossimori”. Quando erano fuggiti si erano resi conto di essere al difuori della “Zona di Sicurezza” di Battery City e all'interno delle zone, gravemente danneggiate dalla catastrofe. I furgoni erano impossibili da vedere, ma le luci degli elicotteri erano ben visibili al disopra della città, e Poison gli disse che non potevano tornare indietro, e che se la sarebbero dovuta cavare da soli. All'inizio Jet si sentì confuso, ma adesso capiva: potevano anche essere sconosciuti, ma da quel momento in poi avrebbero dovuto cambiare i loro nomi, il loro aspetto e i loro vestiti e vivere nel rischio. Ma un rischio divertente. Non sarebbero dovuti tornare finchè la BLI non fosse caduta. Solo Dio sapeva quanto ci sarebbe voluto.

Si tirò su appena sentì il suo nome venire chiamato da voci a lui familiari.

"Qui, ragazzi! Ho acceso un fuoco!" urlò in risposta, ed agitò le braccia in direzione delle voci per essere visto. Gli altri tre gli corsero incontro dopo averlo visto, e Jet sorrise ad ognuno di loro.

Si rilassò, felice di notare che non avevano avuto a che fare con alcun Draculoide da almeno due giorni. E si sentiva tranquillo, ma un pensiero continuava a martellargli il cervello: Abbiamo a che fare con una cooperazione in progresso, le persone muoiono durante il processo. Scrivilo per quelli che vogliono andarsene, canta per il mondo. Vivi per loro, la tua missione è aiutarli. L'arte è l'Arma.

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*Kobra Kid*


Kobra estrasse il suo blocco e la sua penna, ed iniziò a scrivere: aveva un talento per questo genere di cose, prima del disastro. E l'aveva ancora. Prese il blocco da Dr. D, quando giunsero alla sua stazione radio. Voleva diventare un musicista, e lo desiderava ancora adesso, ma sapeva che era impossibile a meno che la BLI non crollasse. E anche in quel caso, restava una speranza abbastanza vana. Ma provava ancora gioia nello scrivere testi da far cantare a suo fratello. Fissò le parole nel suo palmo, strizzando gli occhi a causa della luce fioca fornita dal fuoco di Jet, ascoltando le voci e le risate degli altri. Per una volta, si sentì felice. Un sorriso lampeggiò sul suo volto, ed iniziò a canticchiare a bocca chiusa, evidentemente più forte di quanto pensasse: se ne accorse quando udì gli sghignazzi degli altri tre. Li mandò a farsi fottere ed abbassò lo sguardo, iniziando a ridere tra sé e sé.

"Cos'hai scritto stasera, eh Kobe?" Chiese Poison prendendo il blocco dalle mani del fratello per poi leggere velocemente il testo "Roba forte!" Esclamò per poi iniziare a cantare il pezzo ancora incompiuto. "From mall security, to every enemy, we're on your property standing in V formation, you run the company, fuck like a Kennedy, I think we'd rather be burning your information, make no apologies, it's death or victory, on my authority; crash and burn, young and loaded, let's blow an artery, eat plastic surgery, keep your apology, give us more detonation." Cantò, seguendo una melodia uscita dal nulla, e tutto andò a posto da sé, tutto funzionava. Kobra portò lo sguardo verso Ghoul, che fissava incantato suo fratello in un moto di ammirazione che lo fece ridacchiare. C'era qualcosa in quel ragazzo, Kobra però non riusciva a spiegarsi cosa.

Poison sorrideva al pezzo di carta, le labbra incurvate verso destra. "La adoro, K, ma manca un po' di semplicità."

Il fratello lo guardò interrogativo.

"Del tipo?" Domandò poi.

"Una specie di melodia, come il beat di una base, ma con la voce. Capisci cosa intendo? Tra le varie strofe. Del tipo, non lo so, Da-da-da da, dadadadada, da-da-da, da?" Suggerì per poi scoppiare a ridere per la ridicolezza della sua creazione.


"No, è del tutto sbagliato! Qualcosa come like la-la-la, la, lalalalala, la-la-la, la!" Affermò Jet, gesticolando per lasciar intendere quanto geniale pensava che fosse la sua idea.

"Nah, non funziona molto bene." Disse Ghoul. E improvvisamente il suo volto s'illuminò: "Fermi, fermi! Ce l'ho! Na-na-na na, nanananana, na-na-na, na!" Canticchiò saltellando emozionato, con un sorriso puerile sul volto.

"Carino, Ghoul, mi piace. Na, na-na na, na-na na, nananananana na, na-na na, na-na na, nananananana na, na-na na, na-na-na, na-na-na, na-na-na na-na-na, na-na na, nananana..." Continuò a cantare, e Kobra scoppiò a ridere. Una cosa che non succedeva da secoli.


"Oh, zitti e cantate con me!" Gridò Poison raggiungendo il suo obbiettivo, facendo unire gli altri al suo canto.

Era un momento che meritava di essere ricordato: un giorno senza Draculoidi, senza problemi, tranne la donna che Ghoul e Jet continuavano a nominare a proposito di suo fratello. Apparte quello, tutto era perfetto, e il giorno successivo meritava di essere iniziato con la giusta carica.

Purtroppo, avrebbe dovuto tenere in considerazione altri possibili problemi in arrivo.

Un pezzo spiegazzato di carta giunse a loro trasportato dal vento. Poison riuscì ad afferrarlo prima che finisse nel fuoco. Lo aprì pieno di curiosità e lo fissò, mentre la felicità svaniva dal suo viso. Jet lo scosse gentilmente per il braccio, domandandogli cosa ci fosse che non andava. Il rosso non si mosse. L'uomo con i capelli ricci ritentò, portando l'altro a voltarsi lentamente verso di lui, le labbra che formavano mute la lettera 'D'. Il terrore si fece strada sul volto di Jet, che si avvicinò velocemente a Ghoul per sussurrargli qualcosa all'orecchio. Anche l'espressione del moro si tramutò da serena a spaventata. Prima che il pezzo di carta, scivolato via dalle dita del fratello, potesse volare di nuovo via col vento, venne afferrato da Kobra, che lesse velocemente le parole traballanti:


'Lanciato come un proiettile. Vesti come una cellula dormiente(*). Preferirei andare all'inferno che essere in purgatorio. E voi, Killjoys? Hah, siamo mosche morte d'estate, dolcezze. D'

Guardò i ragazzi terrorizzati, in piena confusione. La faccia del fratello aveva pressappoco raggiunto lo stesso colore dei capelli. Lo vide stringere pugni e denti, i muscoli facciali e del corpo in tensione, in un'espressione che non aveva mai visto. Si alzò e pronunciò quattro parole con la voce più piena d'odio che aveva mai sentito uscire dalle labbra di suo fratello:

"Dove sei Destroya."

Kobra guardò Party Poison. Nella sua testa adesso si affollavano più domande e ancora più confusione. Il maggiore prese un respiro profondo, ed urlò forte, probabilmente tanto forte da essere sentito anche nella Zona 10:

"DOVE SEI DESTROYA!?"

 

(*)N.d.A. Non sono per niente sicura di quale sia la corretta traduzione di questa frase, dal momento che anche le varie traduzioni su internet danno diverse interpretazioni. Essendo una frase non molto chiara e abbastanza equivoca ho optato per questo significato, che mi sembrava il più adatto. Se qualcuno ne conosce uno migliore mi faccia sapere!

Come avrete notato segnalo i punti di cui non sono molto sicura con un asterisco, chi volesse darmi una mano sappia che i suggerimenti sono ben accetti!
Avrete anche fatto caso al fatto (cacofonia a gogo...) che all'interno della storia pullula di citazioni dell'album Danger Days. Ora, è abbastanza difficile tradurle lasciandogli il senso più veritiero possibile e senza comunque intaccare la scorrevolezza del testo, capitemi, sono in crisi c___c

Lo sapevi che donare affetto ti allunga la vita di un secondo? E allora lasciami una recensione, così io sono felice e tu vivi un momentino in più :3
xoxo
Ash

 

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Capitolo 2
*** Duck tape Scars on my Honey. ***


Non ha avuto un gran riscontro, ma non per questo mi fermo! *mormorio scontento da parte del pubblico*
Ho già dei capitoli pronti, quindi non vi libererete di me tanto facilmente lalalal a 
 ♥
Enjoy!
 

-Chapter 2-
Duck tape Scars on my Honey.

 

*Kobra Kid*



Kobra non dormì bene quella notte..

Si ricordò del fratello che urlava a pieni polmoni, non preoccupandosi di eventuali Draculoidi che avrebbero potuto trovarsi in zona. Continuava a ripetere lo stesso nome, la sua voce che diventava sempre più roca e alta, le guance rosse come i suoi capelli. Non lo aveva mai visto così arrabbiato in vita sua.

"DESTROYA! DESTROYA!" Era la parola che arrivava alle sue orecchie come un pugno ogni volta che veniva pronunciata.

Ci fu un momento in cui Poison tirò fuori la pistola dalla fondina, iniziando a sparare alla cieca nell'area circostante, colpendo soltanto cactus. Ghoul e Jet dovettero togliergli la pistola e bloccarlo per un braccio ciascuno, nel tentativo di calmarlo. Crollò a terra, esausto, totalmente senza voce. Jet si inginocchiò accanto a lui ed iniziò a parlargli, mentre Ghoul si occupò dello shock riportato da Kid alla vista del proprio fratello in quello stato.

"Kobe, Io-" Inizò. Ma non potè finire, e sospirò pesantemente. Si sedette accanto al compagno e cercò di consolarlo meglio che potè.


 

Kobra Kid voleva delle risposte.

"Chi è Destroya."

"...Una donna." Esitò l'altro.

"Perchè sta mandando a puttane la salute mentale di mio fratello?!"

 

Il moro sospirò di nuovo.

"E' una donna da dimenticare. Poison sta esagerando, Kid, andrà tutto...bene." Il biondo notò che l'altro non lo stava guardando negli occhi.

"Dimmi che cazzo sta succedendo, Ghoul!" Urlò perdendo la pazienza. Suo fratello significava tutto per lui, avevano un legame troppo forte per essere spezzato, e ora non sapeva niente di questa Destroya. Non avrebbe dormito finchè non avesse trovato una risposta in modo da poter aiutare Party Poison.

"Kid, non voglio più ripeterlo, Destroya è un brutto ricordo che non deve essere riportato alla luce. Né per me, né per tuo fratelo è tantomeno per Jet. Lascia perdere!" Rispose con esasperazione crescente, seppellendo la testa tra le mani.

Kobra Kid sospirò, nascondendo il volto dietro le mani e chiudendo gli occhi, cercando di capire i pensieri del fratello.

Questi figli di puttana hanno qualcosa da nascondere. Per l'amor di Dio, Poison, ti dimostrerò quanto ti voglio bene. Possiamo uccidere le tue preoccupazioni. Possiamo ucciderle, se ci proviamo.

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*Jet Star*

"Poison, guardami! Lei non è qui!" A questo punto Jet stava letteralmente urlando in faccia all'amico, in modo che questo lo ascoltasse, ma l'amico sembrava sempre più sull'orlo dell'esaurimento.

"Destroya è vicina. Chi altro avrebbe potuto farlo? Solo lei può fare in modo che il fottutissimo vento porti un biglietto fino a qui!" Rispose rigidamente il rosso, fissando la sabbia ai suoi piedi.

"Party Poison. Guardami." Ripetè Jet.

Poison si voltò a guardare il suo migliore amico.

"Non ci stiamo nascondendo come insetti: siamo all'aperto, e possiamo facilmente essere individuati e presi come bersaglio. Torna al campo, figlio di puttana." Disse addolcendo le ultime parole con un sorriso accennato ed una strizzata d'occhio. Il rosso si guardò intorno, ruotando velocemente la testa a destra e a sinistra innumerevoli volte, mentre Jet entrava nella “modalità allerta”. Entrambi notarono con orrore quattro figure incappucciate che venivano verso di loro in sella a motociclette di diversi colori. Dietro di loro si scorgeva un'enorme fiamma arancione, che continuava a crescere a dismisura. Si potevano udire urla e sirene, accompagnate da luci lampeggianti individuabili ovunque. Sarebbero risultate visibili persino dal cielo, o da qualche miglia di distanza da dove si trovavano.

"Jet, dammi la mia fottutissima pistola!" Strillò Poison, ottenendo come risultato che l'amico gli lanciasse l'arma senza esitazioni. La prese al volo, con una sola mano, ed iniziò a sparare colpi indirizzati agli individui che si avvicinavano cavalcando le moto dai colori sgargianti. Pessima mossa. Le quattro figure risposero al fuoco, ferendo Jet alla spalla sinistra. Il moro urlò di dolore, ma fece comunque del suo meglio per stringere i denti e combattere il bruciore pungente dovuto allo sparo. Ma più le figure incappucciate si avvicinavano, meno dei loro colpi andavano a segno. Che cazzo stava succedendo? E dove cazzo erano Kobra e Ghoul? I Killjoys avevano bisogno di essere insieme e di pararsi il culo a vicenda, in un momento del genere!

"Merda, Jet!" Urlò il rosso, e tutto quello che Jet fece fu sparare più rapidamente, mentre ancora più proiettili di luce colorata piovevano su di loro, e mandando ancora meno tiri a segno. Che diavolo succedeva? Sembrava che i proiettili deviassero la loro traiettoria di proposito!

"Jet!" Urlò di nuovo. Jet si sentiva confuso: perchè i colpi non centravano i bersagli? Era come se ci fosse una sorta di repulsione magnetica che agiva deviandoli.

Si bloccò, come congelato.

Awh, Ray dolcezza, perchè hai lasciato che rischiassero di colpire il mio prezioso Party? Tesoro mio, non credo in te, non credo in Dio, non credo nella fortuna, e non credo nell'amore. La pagherai, baby. Oops, attenzione Toro, o forse dovrei dire Jet Star? Guardati dal campo magnetico: la sua forza potrebbe farti male. Continua a correre, Motorbaby. Tornerò presto.

Le ultime parole che Lei gli aveva detto gli frullarono nel cervello. Aveva usato il suo vero nome. Non ricordava nemmeno quale fosse, prima che quel ricordo che credeva ormai sotterrato tornasse a galla.

"Jet!"

Ma si ricordava bene di cosa Destroya fosse capace.


 

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*
Fun Ghoul*


Ghoul e Kobra sentirono l'esplosione, e le loro mani corsero istantaneamente alle loro pistole. Perchè i ribelli si stavano muovendo nel mezzo della notte? Ghoul non poteva vedere niente, apparte la fiammata a diverse miglia da loro. Venne stordito dalla confusione mentale non appena si alzò, dopo aver chiesto a Kid di fare lo stesso. Non riuscivano a vedere né a capire dove Jet e Poison si trovassero. Respirò profondamente e strizzò gli occhi, cercando di focalizzare cosa stesse succedendo.

Gli altri avrebbero dovuto aspettare, avrebbero potuto cavarsela da soli per una volta.

"Kobe, basta domande, sembra che ci siano guai di cui dobbiamo occuparci." Mormorò, e stroncò sul nascere un'obbiezione del biondo con un gesto stizzito della mano.

Iniziarono a correre, sperando di incontrare gli altri due lungo la strada, ma i più grandi parevano non avere intenzione di farsi vedere, e loro a malapena riuscivano a distinguere dove andavano a causa dell'oscurità della notte. Udirono urla ed esplosioni, prima di realizzare che Poison era corso via subito dopo aver letto il biglietto e che Jet era andato con lui. Merda.

"Ghoul.. abbiamo davvero intenzione di scappare e lasciarli qui? Noi non lasciamo nessuno indietro, siamo una squadra."Insistette cocciutamente Kobra, suonando quasi come un bambino.

"Dovremo farlo, se non li troviamo!"

"Ma si preoccuperanno se non ci troveranno qui quando tornano!"

Il moro respirò profondamente, cercando di contenere la rabbia che iniziava a montargli dentro. Kobra era fottutamente irritante, a volte.

"Kobra. Pistola alla mano e vediamo di risolvere questa questione. Quei due staranno bene, scommetto che si tratta di qualche draculoide e qualche ribelle che hanno ingaggiato una lotta da qualche parte, niente che li metterà in pericolo." Rispose duramente, ma guardando la zona in fiamme, inizò a dubitare delle proprie parole. Chi avrebbe potuto ingaggiare un combattimento a fuoco così grande e di una durata tale?

Desiderò che lui non avesse posto quella domanda, perchè aveva una risposta.

Merda, Destroya. Come aveva potuto non pensarci?

Dobbiamo proteggere questo pianeta, non cazzeggiare, Ghoul, è la tua ultima possibilità per salvare Poison da quella stronza. Non puoi permetterti di prendertela comoda.

La sua espressione terrorizzata fece preoccupare Kobra all'istante, che chiese subito cosa stesse succedendo.

Fun Ghoul guardò il più giovane.

"Dobbiamo trovare tuo fratello. Ora.

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*Party Poison*

Destroya possedeva l'abalità di controllare gli elementi. Dio solo sa come, ma poteva farlo. Pioggia, vento, fuoco, terra, Lei poteva fargli fare ciò che voleva, ma entro certi limiti: non faceva prendere fuoco le persone per il gusto di farlo, ma certamente avrebbe potuto, se ne avesse avuto voglia.

Poison strinse i denti e rabbrividì al solo pensarla, poi urlò il nome del compagno ancora una volta. Jet aveva smesso di sparare, limitandosi a fissare le persone che venivano loro incontro. Aveva probabilmente realizzato che il fuoco rimanesse acceso per così tanto tempo per mano di Destroya, che stava anche controllando il vento per fargli mancare i bersagli, Dio solo sa come! Sentì la rabbia montargli dentro, accompagnata dalla voglia di schiaffeggiare quella cagna. Erano passati sei fottutissimi anni. Sei anni da quando era scomparsa ma aveva continuato ad aggirarsi per le varie Zone. Fece una smorfia, pensando alle ultime cose che Lei gli aveva detto.

Non mi piace essere sola. Avresti dovuto darmi amore, Poison. Non ne ho bisogno, ma un giorno tornerò, prenderò quello che voglio dal tuo cuore e lo terrò in una borsetta. O in una scatola, al massimo. Hai un sorriso adorabile, ma comprati una qualche motivazione: ti stai perdendo l'elemento mancante per far fuori questi bastardi. Fai fuori la gioia con me e non tornare mai indietro, non andare mai a casa! Tu non hai bisogno di loro, hai bisogno soltanto di me, tesoro. Mi rimpiangerai se ti lascerò.

Lui aveva urlato che non l'avrebbe mai amata.

Zitto, e dammi un sorso(*). Possiamo lasciare questo mondo, lasciarcelo tutto alle spalle, non vedi che puoi scappare con me ogni volta che vuoi? Ti manterrò salvo dentro. Ma le persone muoiono tra le fiamme. A quei ragazzini non importa se stai bene, dolcezza, loro non credono in noi. Ma non lascerò mai che qualcuno si prenda il meglio di me. Sono così sola. Vieni e manda affanculo il mondo intero con me. Ci rincontreremo quando il sole diventerà nero, Killjoy. Le luci si stanno spegnendo, e la festa è finita.

E' strano quanto il ricordo fosse nitido nella sua testa, come se fosse stato ieri. Lei aveva sempre parlato in modo strano, con troppe metafore e modi di dire che insieme non avevano assolutamente senso. Parlava brevemente di qualcosa e poi saltava a qualcosa di completamente diverso, cambiando soggetto ancora e ancora. Non riuscivi mai a starle dietro.

E mentre era immerso in questo stock di ricordi, si era dimenticato delle figure minacciose che avanzavano verso di lui, e che sia lui che Jet avevano smesso di sparare, entrambi presi da pensieri profondi su quella fottutissima Destroya. Era ridicolo persino sprecare cellule cerebrali per lei: rimpiangeva anche solo lasciarla passare per l'anticamera del cervello, cazzo! Stava ancora pensando a Lei. Realizzò che non stava ancora sparando, e tornò in sé non appena focalizzò lo sguardo sulle figure che continuavano a farsi più vicine attimo dopo attimo, ed uscì dal suo stato di trance.

Jet, cazzo, spara!" Urlò. Ma era troppo tardi. Vide qualcosa passargli vicino al volto e conficcarsi nella spalla di Jet, che cadde a terra in modo quasi istantaneo, ripetendo con tono lagnoso la parola “Frank”. Frank? Cacchio, si era scordato a chi appartenesse quel nome, ma sapeva che si trattava di qualcuno di importante per l'amico. Era passato così tanto tempo da quando avevano cambiato le loro identità. Lottò con sé stesso per ricordare quale nome fosse di chi.

Scosse la testa e invocò gli altri due Killjoys, domandandosi perchè cazzo non avessero già sentito i suoi richiami.

Ma era troppo tardi. Vide un proiettile dalla strana forma schizzare verso di lui e colpirgli il braccio sinistro. Cadde a terra quasi a rallentatore, e l'ultima cosa che vide fu una donna che lo sovrastava, che rivelò dei capelli di un blu acceso una volta dopo essersi calata il cappuccio dalla testa.


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Mi scuso adesso per eventuali errori ma no, dopo il lavorone per tradurlo non ho davvero avuto le palle di rileggerlo .___.
Ringrazio quel tesoro del mio Frank () per aver recensito  e spero che qualcuno di voi segua il suo esempio e___e *prende mazza da baseball*
No vabè scherzo, ma ormai lo sapete che una recensione mi fa sempre piacere.
xoxo
Ash

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Capitolo 3
*** They Leave Us All Behind. ***


Tadannn! Vabbè, dai, fate almeno finta di essere felici di vedermi :3
Ringrazio le poche persone (poche ma buone!) che hanno recensito i capitoli precedenti, in particolare xCyanide che mi ha fatto anche pubblicità e, aw, la sua fic è la meraviglia, quindi leggetela e_e e poi un ringraziamento grande ande ande va anche alla mia Frankie (te l'ho detto che avrei continuato a nominarti <3) che se non aggiorna la sua fic le infilo un flacone intero di supposte lei-sa-dove. <3

Enjoy!


 

-Chapter 3-
They Leave Us All Behind


 

*Fun Ghoul*

"Che cazz... Ghoul!" Gemette Kobra, ma era troppo lontano per essere sentito, dal momento che il moro aveva già iniziato a correre: non sapeva dove fosse, ma sentiva il bisogno di trovare Poison prima che lo facesse Lei. “Merda, merda, merda.”Sperava solo che non fosse troppo tardi.

Udì ed ignorò il richiamo di Kid alle sue spalle, riuscendo a pensare solo al ragazzo dai capelli di fuoco: perchè aveva dovuto scappare via e far scoppiare un tale casino? Era colpa di Destroya. Lei era la causa di tutto. Bhè, tutto tranne il disastro. Dannazione, Lei era più o meno il motivo per la quale dovevano restare confinati nelle Zone. Ma non voleva sprecare più un solo pensieri per lei, non prima di aver portato Poison lontano dalla sua portata.

"Poison dove cazzo sei!?" Gridò, ma non ricevette risposta. Continuò a correre verso la zona abbandonata dove il fuoco brillava.

Vide una pistola blu e una gialla ai suoi piedi, tra la polvere.

Destroya. No, non questa volta. Non avrà la parte migliore di me. Non riuscirà mai a portarmelo via. Non può aver...


 

*Kobra Kid*



Fun Ghoul cadde in ginocchio, i pugni stretti, singhiozzando. Kid non sapeva cosa fare: voleva confortare il suo amico, ma non sapeva se fosse la cosa giusta. La sua mente era affollata da differenti emozioni e pensieri, e si domandava perchè Jet e Poison avessero lasciato lì le loro armi: il primo ordine di suo fratello era stato: "Tieni la pistola sempre carica e non lasciarla mai. Trattala come una parte del tuo corpo o qualche stronzata del genere.” Il sole aveva iniziato a sorgere, combattendo l'oscurità come se si trattasse di un demone ed illuminando in modo tennue la il terreno sabbioso. Kobra abbassò la pistola e notò qualcosa di inusuale: una ciocca di...capelli blu? La mise al sicuro nel taschino del giacchetto logoro, in caso si fosse trattato di qualcosa di importante.

Guardò Ghoul ancora una volta, e sospirò: Il suo amico era silenzioso, ora, ma continuava a fissare il terreno con la testa serrata tra le mani.

"G.. Ghoul?" Lo chiamò, pur non sapendo realmente cosa dire se l'altro avesse risposto.

"Quei porci sono dietro di me. Vogliono portarmi via ciò che amo." Fu il borbottio che uscì dalle labbra del moro.

Kobra lo guardò, sotto shock. Che?

"Cosa?"

"Sono anche dietro di te."

Il biondo scosse la testa, confuso.

"Kobra, sali in macchina. Guida sempre dritto. Ma prima prendi la pistola. Non farmi domande, ti spiegherò tutto quando saremo arrivati." Disse poi, ritrovando un tono fermo. Il più giovane annuì, e mormorò un “Si” non molto convinto. Fece come gli era stato detto, e prese posto sul sedile del guidatore. L'amico si sistemò su quello del passeggero, ed un momento di silenzio seguì lo scatto della chiusura delle portiere.

"Che cazzo stai aspettando, guida." Lo incitò in tono neutro.

Il biondo fece ancora una volta come gli era stato ordinato, iniziando a guidare.

Il fuoco ardeva ancora, ma le urla non si sentivano più. Probabilmente erano tutti morti, pensò Kobra. Non era questo che facevano, dopo tutto? La BLI aveva già sparato o bombardato chi aveva avuto il coraggio di ribellarsi o di sostenere i Favolosi Killjoys. Spezzava il cuore, pensare a tutte quelle persone innocenti che credevano nella libertà, nelle emozioni, in quello che il mondo sarebbe realmente dovuto essere, morte. Era una cosa malata. Un'altra cosa: dov'erano gli altri due? Avrebbe giurato che fossero stati presi, “pizzicati”, o chissà che altro. Non l'avrebbe permesso. Era Mikey Fucking Way, e non avrebbe mai -aspetta, cosa? Kobra era sorpreso da quello che il suo cervello aveva appena “detto”. Mikey...quel nome suonava così familiare, ma non riusciva a ricordarsi a chi appartenesse.

"Destroya è difficile da scovare. Cambia continuamente il colore dei suoi capelli, i suoi lineamenti, i vestiti. Devi beccare i suoi seguaci. Sono tre." Disse il moro di punto in bianco, interrompendo la sua riflessione.

"Ok. E sono loro che hanno preso mio fratello e Jet?" Replicò.

"Yep. Bullet Embrace. Neon Angel. Playground Eye. E ovviamente Destroya. Se c'è una cosa che devi sapere di lei, è che farà di tutto per ottenere cosa vuole. Non cedere mai ai suoi giochetti, o non tornerai mai più te stesso. Ho imparato dai miei errori." Mormorò con gli occhi fissi sulla strada. "Dobbiamo aggirare la città. Passiamo da dietro, e continuiamo sempre dritti. Dovrebbe esserci una base da quelle parti."

"Non vuoi vedere se c'è qualche sopravvissuto? Potrebbe esserci qualcuno di ancora vivo, non credi ci servano rinforzi?" Chiese Kobra, con una leggera esitazione nella voce.

"No. Nessuno può essere sopravvissuto alla fiamma che Destroya ha provocato. È un dato di fatto." E quella fu l'ultima cosa che il moro disse durante il tragitto.

La mente di Kobra Kid era annebbiata. Il fatto di essersi chiamato con un nome diverso lo aveva mandato totalmente nel pallone. E non gli era ancora del tutto chiaro chi fosse Destroya. Perchè non ne aveva saputo niente, prima? Suo fratello non gli aveva mai nascosto niente...perchè questa volta si? E poi, come facevano Jet e Ghoul a saperlo, se prima del disastro non si erano mai incontrati? Doveva essere successo negli ultimi sette anni, o qualcosa del genere. Ma avrebbe dovuto saperlo! Perchè non riusciva a ricordare nulla? Tutto questo lo stava mandando ai pazzi.

Non ci lasceranno indietro, siete pronti, ovunque voi siate?

"Stanno venendo per voi."

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*Party Poison*


Una serie di parole gli fluttuavano in testa.

"Otto gambe sul muro, dai di gas, uccidili tutti! E strisciamo, e strisciamo..."

Flotte di sillabe e lettere.

"Fai una X sul pavimento..."

Incatenate alla sua testa, facendogli il lavaggio del cervello.

"Oh, lascia che ti parli dell'uomo triste. Stai zitto, e fammi vedere le tue mani da jazzista. Ricordi quando eri un matto? Pensavi di essere Batman! E sei arrivato alla festa con una tanica di benzina..."

Una cantilena uscita dal nulla, che non sapeva quando si sarebbe fermata.

Era un inferno.

I suoi pensieri erano annebbiati: stava sognando o era tutto reale? Qualsiasi cosa fosse, era un incubo in ogni caso.

C'era una donna. Era nella sua testa. Non voleva uscire. Era lì, sempre lì, costantemente. I suoi capelli erano di un verde brillante, accecante. I suoi occhi di un lilla ancora più stordente, se possibile. Il sorriso bello in un modo inumano, tanto da fare paura. La figura asciutta, scolpita, tanto perfetta quanto pericolosa. Gli parlava, gli diceva che sarebbero potuti scappare, lasciarsi tutto alle spalle e cantare di chi avessero lasciato indietro. Lui piangeva, dicendole di no, che avrebbe fronteggiato tutto il dolore che gli spettava per tornare a casa, anche se lei non glielo avrebbe mai permesso. Lei lo immobilizzava e rideva, dicendogli di essere realista.

"Non vuoi che ti faccia del male, vero Poison?" Ridacchiò, mostrando il suo sorriso irresistibile. "Ti dirò come finisce tutta questa storia: i bravi ragazzi muoiono, e quelli cattivi vincono. Ma puoi stare con me ed io ti terrò in salvo. Tieni duro e non guardarti indietro, tesoro. Saremo indistruttibili." Gli accarezzò il viso e baciò il suo collo, mentre le lacrime continuavano a solcare il viso di lui. Urlava un nome: 'Frank'. Cosa significava per lui quel nome? Lo schiaffeggiava ogni volta che quel nome usciva dalle sue labbra, e gli diceva di non parlare di altri in sua presenza. Lui opponeva resistenza, ma lei era troppo forte per essere combattuta fisicamente. Continuava a piangere, per la paura e per il dolore, odiando quella donna con un impeto talmente bruciante che avrebbe potuto sciogliere il sole, eppure il suo cuore non riusciva a detestarla, come se lei avesse fatto un incantesimo d'amore permanente al suo cuore. Una sensazione orribile.

-

"Poison, amico, svegliati..." Poison si svegliò, trovandosi davanti il viso preoccupato di Jet. "Stavi avendo un incubo: piangevi e urlavi-" E smise di parlare, come se volesse dire qualcosa ma non ne fosse capace. "Party, sei in un posto che -ne sono sicuro- non ti piacerà,ma devi sapere che io sono qui: non devi avere paura. Solo, non...lo sai." Sospirò.

L'incubo del rosso era diventato reale. Si era svegliato nella stessa stanza di un bianco asettico del suo sogno, ma Jet era sdraiato accanto a lui, con le braccia e le gambe legate da cinghie, la faccia solcata da tagli e ferite, il dolore nascosto sotto due pesanti occhiaie.

"Jet.. non dirmi che sono...-"

"Qui? Oh tesoro, non essere stupido. Certo che sei qui, e sono così felice che tu lo sia." Disse una voce, e Poison vide con orrore Destroya che usciva dall'ombra, con una mano sulle labbra comprendo il solito sorriso sulla sua cazzo di faccia.

"Hey bellezza. È molto che non ci vediamo. Lascia che il tuo cuore resti al lato oscuro, lo accoglierò con piacere, mio caro." Disse, mentre la sua voce fin troppo dolce invadeva la stanza. Jet notò i suoi pugnali, mentre Poison osservava la scena tra l'incredulo e l'inorridito. Era sempre la stessa, tranne per i capelli e gli occhi, che erano rispettivamente blu e color ambra. Era veramente spaventato e senza parole. Pensieri terribili gli affollarono la mente al solo vederla. Si stava avvicinando a lui, lentamente, come nel suo sogno, e lui iniziò a piagnucolaree di terrore, implorandola di lasciarlo in pace mentre le lacrime già si affollavano agli angoli degli occhi. Jet lo guardò con compassione, mentre l'amico stava già crollando. Ma non poteva muoversi, così come neanche l'altro.

Ti prego. Gridò la sua testa. Non voglio vivere nel terrore di cosa diventerei se tu mi controllassi. Lasciami stare.

"
Ogni tuo urlo è una risata per me, Poison." Era troppo vicina adesso, ma il rosso non poteva fuggire.

"Che tu sia pronto o no, lo farò di nuovo."

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*Jet Star*

"Portatelo fuori, voglio stare da sola con Poison. Inibitelo o qualcosa del genere, ma non uccidetelo: cercate di ottenere qualche informazione interessante. Grazie, Angel." Disse la stronza nel suo auricolare, e il cuore di Jet perse un battito. Il suo amico era pietrificato, ma non poteva farci niente, non poteva muoversi. La sua rabbia era indescrivibile, a questo punto.

Un uomo ed una donna entrarono nella stanza, e lo obbligarono ad alzare le mani. Si rifiutò, e sputò in faccia ad entrambi. Non la presero molto bene. L'uomo gli mollò un pugno nello stomaco, e la donna lasciò un calcio ben assestato sulla sua testa. Gemette di dolore, mentre la testa doleva come se stesse per staccarsi. L'uomo gli prese la testa tra le mani e la fece scontrare con la sua.

"Riproviamoci. Mani in alto." Ripetè candidamente. Jet accettò la sfida: sputò di nuovo in faccia all'uomo, e ridacchiò tra se e se, vedendo il viso del suo interlocutore farsi rosso di rabbia. Ma se ne pentì amaramente quando un altro colpo lo raggiunse, lasciandolo agonizzante.

"Oh caro Bullet, sembra che Jet Star non voglia avere a che fare con noi." Disse l'uomo sorridendo amabilmente alla donna. 'Bullet' ridacchiò, e una volta raggiunto il corpo agonizzante di Jet, steso a terra, gli assestò un calcio nello stomaco.

"Ops, scusa." Rise in modo femmineo. Jet sentì la voglia bruciante di prendere quella risata a pugni.

"Alzerò i miei cazzo di pugni. Sulla tua faccia." borbottò a sé stesso, al contempo terrorizzato dal dolore che costavano quelle parole nell'uscire dai suoi polmoni.

"Sembra che dovremo usare le cattive." Bullet sogghignò, tirando su con forza il corpo mal ridotto di Jet e passandolo all'uomo come fosse un sacco di patate. Il movimento improvviso gli tolse il fiato per un attimo. L'uomo aprì la porta con un calcio, e una volta uscitò lasciò ricadere il suo corpo sul pavimento, provocandogli un ulteriore blackout fisico e mentale. Gli ordinò di alzarsi, ma semplicemente non ne aveva le forze. Lo scagnozzo di Destroya rise malignamente, e tirò su il riccio ancora una volta, salendo un paio di scalini, per poi lanciarlo direttamente alla donna dietro di lui, che lo afferrò al volo per farlo cadere a terra pochi attimi dopo. Urlò, agonizzante, ma pareva che i due si divertissero molto a giocare a “acchiappa e lascia” con il loro prigioniero.

Se lui soffriva tanto, non poteva immaginare come si sentisse Poison che si trovava solo nella stessa stanza col suo più grande terrore. Rabbrividì al solo pensiero, e pregò silenziosamente che Ghoul e Kobra li trovassero in fretta e che uccidessero chiunque fosse coinvolto in quella storia. Chiuse gli occhi e sperò che Ghoul riuscisse a sentirlo: non aveva mai pregato, dopo il disastro. Aveva semplicemente smesso di credere. Ma in questo momento, aveva bisogno di un po' di speranza: chissà come sarebbe andata a finire.

Ti odio, Destroya. Pensò.

Spero che tu muoia.

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Dai, si comincia ad intuire qualcosa. A grandi linee. Molto grandi, ok. Ma è questo il bello!
E voglio trovare taaaaaaante recensioni, perchè vi voglio bene a tutte <3
xoxo
Ash

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Capitolo 4
*** Blood they wash in the Money ***


-Chapter 4-
Blood they wash in the Money.

*Jet Star*

Cazzo, la testa gli faceva male da morire. Cercòdi guardarsi intorno, ma tutto quello che riusciva a vedere era oscurità. Nient'altro. Perchènon riusciva a vederci? Poi immediatamente una luce enorme lo abbagliò, ed udìmigliaia di urla. Abbassòlo sguardo sulle sue mani, e vide che i suoi guanti di pelle erano scomparsi. Al loro posto, la sua amata chitarra. Wow, era mancata. Era talmente occupato ad ammirarla (molto, molto vicino a darle un bacio, per essere onesti) che non si accorse del qualcuno che ripeteva il suo nome da diversi minuti. Aspetta. Poison? I suoi capelli erano neri. Che diavolo...? Perchèera lìcon lui? Le luci divennero progressivamente piùforti, e vide il resto della banda attornarlo. Ghoul aveva il vecchio taglio di capelli. Quello prima del disastro, per intenderci. Kobra aveva i capelli castani e portava gli occhiali.
...occhiali!? Woah, qualcosa non andava. Il campanello della memoria cominciòa suonare, ma non riusciva a capire di che razza di ricordo si trattasse. Non aveva mai incontrato Kobra, o Poison, prima del disastro. Perchèerano lì, ora? Conosceva Ghoul, sapeva che un tempo portava i capelli a quel modo, ma cosa ci facevano i fratelli lì? La testa gli faceva male.
"Ray! Cristo, dobbiamo iniziare a suonare, svegliati! Bulletproof heart, okay?" UrlòPoison per sovrastare le urla, sbracciandosi anche in direzione degli altri-

"Gravity, don't mean too much to me, I'm who I've got to be.." Erano le parole che Poison stava cantando, difronte ad una folla enorme. Perchèlo aveva chiamato Ray? Anche Destroya lo aveva fatto. Era il nome che continuava a rimbombargli in testa, ma perchè? Eralui questo Ray? Era il suo nome prima della catastrofe? Che pensieri strani. Troppo.

"We had our runaway scarves, got a photograph dream on the getaway mile.." Le sue dita scorrevano tranquille sulle corde, come se fosse naturale. G, A, D. Iniziòa chiedersi come conoscesse tutta quella roba. Tutte quelle persone stavano cantando la stessa canzone, agitando i pugni al cielo. Dio, era una sensazione incredibile, qualsiasi cosa stesse succedendo. Era il membro di una band formata dalle persone con cui stava piùvolentieri al mondo, ma erano tutti diversi. Giàil fatto che la musica fosse reale, e viva...lo trovava esilarante. La musica era proibita, a Battery City. Fottutamente ridicolo. Si sentiva cosìbene mentre suonava melodie ora sconosciute (dove cazzo le aveva imparate?) e desideròche durasse per sempre.

"How can they say, Jenny won't you come back home?" Comunque, chi era Jenny?

Jet portòlo sguardo verso il suo migliore amico e sorrise. Kobra sembrava tranquillo, nel suo elemento naturale, mentre Ghoul saltava ovunque, si rotolava per terra...Dio, non lo vedeva cosìfelice da tempo. Poison era il cantante. Si sarebbe potuto dire che amasse ogni singolo momento di quello spettacolo, cantando con il cuore in mano, giocherellando col microfono...assurdo. E in modo positivo.

"Is this our destiny? This world is after me, after you.." Wow, che ironia

"Away from here." E la canzone finì. Jet sentiva l'adrenalina a mille. Sorrise e scosse la testa, facendo sìche la massa informe di capelli che si ritrovava ne seguisse il movimento. La sua capigliatura afro! Gli era mancata: avevano cominciato ad appiattirsi, negli ultimi anni. Toccòla matassa di capelli con le dita e il suo sorriso divenne ancora piùgrande, trasformandosi poi in una risata a se stesso. Amava quella vita: non sapeva per quanto sarebbe durata ma non poteva fregargliene di meno, dal momento che era sicuramente meglio che ritrovarsi rinchiuso in una cella con la sola dolce compagnia di Destroya.

"Grazie, e buonanotte! E ricordate: cantate per i ragazzi e cantate per le ragazze.”Disse Poison per poi mandare un bacio alla folla e scendere dal palco. Lo seguì.

"Ragazzi èstato fottutamente fantastico! Dove siamo, comunque?" Chiese il riccio, rimbalzando ovunque come una pallina di gomma

"Ray, calmati, dobbiamo tornare in camerino." Ribattèil rosso -adesso moro.

Percorsero diversi corridoi di un bianco asettico, prima di giungere ad una porta con su appiccicata una foto. Wow. Era una loro foto. Era una cosa malata, assurdo, erano fottutamente famosi!

Appena tutti furono entrati Ghoul chiuse la porta a chiave, con un'espressione seria sul volto.

"Siediti, Ray." Ordinò, indicandogli una sedia lìaccanto. Confuso, Jet fece come gli era stato detto, ancora non del tutto abituato a sentirsi chiamare Ray.

"Senti, dobbiamo dirti alcune cose." Disse con la stessa espressione seriosa.

"Vai avanti..." Rispose Jet- Ray, impaziente.

"Tutto questo non èreale, non abbiamo tempo per le recite. Ray, questo èciòche eri un tempo. Ci hanno riempito di stronzate: pensavamo di non conoscerci, ma invece ci conoscevamo eccome. Destroya si èdivertita con i nostri ricordi usando qualcuna delle sue droghe e ci ha fatto pensare di non esserci mai incontrati prima del disastro, cosìcome ha incasinato altre cose. Vattene. Vattene, cazzo. Alzati e vai!" Stava urlando, adesso. Ma che cazzo...? Gee stava bene sul palco, adorava quello che faceva. Aspetta...Gee? Cristo, tutto stava tornando a galla. Gee...era l'abbreviativo di cosa?

"Cosa sta succedendo? Cosa intendi?" Tutti sembravano preoccupati, e stavano svanendo lentamente.

"Ray, usa la tua voce ogni volta che provano a  zittirti."

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Il volto di Kobra si trasformòin quello di Bullet Embrace, quello di Ghoul mutòin Neon Angel e Poison adesso era quel bastardo di Playground Eye. Gli risero in faccia quando si svegliòurlando, sudato ed esausto. Era un cazzo di sogno. Stavano giocando con la sua testa, gli stronzi.

"Hey piccolino.  Qualcuno ha avuto un brutto sogno, mh?" Disse la stronza, la stessa che si era divertita a passarselo con Neon Cuntangel come se si fosse trattato di un bambolotto.

"Che Dio lo benedica, Bullet. Esprimi un desidero mentre la tua infanzia muore, Toro. Ti sta scivolando tutto dalle dita, ah." Disse, ammiccando alla donna con le sopracciglia, che per risposta fece risuonare la sua voce irritante in una risata.

Gli importa soltanto se puoi sanguinare. Stringi i denti, affronta il dolore e annientalo. Puoi sopravvivere a tutto questo Jet Star. Hai bisogno di quel nome per farcela.

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*Party Poison*

"Sai, Bellezza, esattamente qui, esattamente adesso, ovunque, in Battery City, ci sono dei piccoli bambini." Sussurròal suo orecchio Destroya, accarezzandogli i capelli. Giaceva accanto a lui, e non poteva fare niente per allontanarla. Aveva solo voglia di piangere.

"E questi bambini hanno qualcosa che non va. Ogni giorno a mezzogiorno, alzano le braccia e aprono i loro piccoli palmi sporchi, come piccoli pugnali al cielo. Come se fossero posseduti. Credo di sapere perchè, tesoro. "Si inumidìle labbra ed iniziòad accarezzargli il fianco.

"Vogliono i Killjoys. Hanno formato una specie di banda: vogliono essere come voi, hanno visto la vostra ribellione in tv. Ti amano tanto quanto me. " E gli baciòil collo dolcemente. Lui non si era mai sentito cosìa disagio, e desideròdi morire lìe subito.

"E anche altre persone erano lì. Sai cosa gli èsuccesso?" Domandò, con le labbra che sfioravano il lobo del rosso, che morse delicatamente poco dopo.

"Sono morti. Ed ècolpa tua, dolcezza. Ma io posso salvarti. Posso portarti via con me e la BLI non ti daràmai piùfastidio. Potremo stare insieme per sempre. Puoi salvarti stanotte, giusto? Sbagliato. Saròil tuo detonatore, tesoro." E la sua mano scivolòlentamente al cavallo dei suoi pantaloni. Dio, no.

"Canta per me, baby. Canta fino ad impazzire."

 Fermati. No. Ti prego.

"Avanti tesoro, non hai parlato molto. Lo sai che la tua voce mi eccita." La sua voce era terribilmente sensuale. Ma non poteva pensare una cosa del genere: era la fottutissima Destroya, per l'amor di Dio!

"Avanti, saròla tua ragazza androide..." La mano della donna era nei suoi pantaloni ora, scorrendo velocemente sul suo membro. Cristo, non poteva muoversi: i suoi polsi e le sue ginocchia erano ancorati al lettino. Le lacrime si affacciarono agli angoli dei suoi occhi: non poteva sopravvivere ad una cosa del genere. Non di nuovo.

"Non. Canterò. Per. Te." Sussurròstringendo i denti e tentando disperatamente di non eccitarsi al tocco di Destroya.

"Oh, lo farai, mio piccolo Killjoy. Canterai fino a sputare fuori il tuo fottuto cuore per me, per i ragazzi, per le ragazze. Non era il tuo cavallo di battaglia, questa frase, una volta?" Si pietrificò, resiprando pesantemente. Cosa?

"Di cosa stai parlando?"

"Eri una maledetta superstar. Ma ècome se non lo sapessi, ovviamente. Ricordi quando ci siamo incontrati, dopo il disastro? Ti ho dato le pillole per il filtraggio della memoria. Ho cambiato una parte dei tuoi ricordi. Èstato abbastanza divertente, per dirla tutta. " Ridacchiò, muovendo la sua mano su di lui con velocitàcrescente, facendolo trasalire. "Ora canta per me.”

"Non sono il cantante che vuoi, non quello di cui stai parlando. Stai giocando con me." Ribattè, lottando il piùhe poteva ma non riuscendo in qualche modo ad evitarsi di inarcare i fianchi verso la mano della donna.

"Oh, giocheròcon te molto presto non preoccuparti..." Rise, baciandogli il collo con passione.

Voleva solo vomitare.

"Oh fanculo, baciami, animale!" Gridòpremendo con forza le proprie labbra su quelle del ragazzo per poi arrampicarsi su di lui e strusciare il bacino contro quello del suo prigioniero. No.

"NO!" Urlòquando venne nella sua mano. Lacrime salate,iniziarono a scendergli lungo le guance: non voleva che lei lo controllasse di nuovo, era successo fin troppe volte, prima.

Non poteva respingerla, doveva rimanere lìdisteso e soffrire mentre lo baciava e lo scopava come fosse stato una bambola, piangendo e chiudendo gli occhi per cercare di fermare quella tortura. Come faceva a sapere del suo passato? Aveva provato a combinare qualcosa con Kobra, come duo, ai tempi in cui (per quanto si ricordava) non sapeva neanche suonare Sweet Home Alabama con la chitarra. Per questo non ce la fecero. Ma gli piaceva cantare. Cercòdi allontanare quei pensieri provando a comporre un testo nella sua mente.

Sing it for the ones you that'll hate your guts, sing it for the deaf, sing it for the blind..

Faceva troppo male.

Every time that you lose it sing it for the world.

Sperava che finisse.

Use your voice every single time you open up your mouth.

Spalancògli occhi: suonava familiare. Troppo.

"Baciami, dolcezza."

Poison rifiutò.

"Ho detto baciami, o te ne pentirai." Disse gelidamente prima di mollargli un pugno ben assestato nello stomaco e schiaffeggiarlo. Ahi, si ricordòche Destroya aveva una certa attitudine per la lotta. Perchèquella stronza doveva essere cosìmalvagia ma allo stesso tempo (sfortunatamente) cosìbella? Era come se fosse l'antagonista perfetta. Bhè, lo era.

Non poteva descrivere come si sentisse al momento. Era stato praticamente violentato e torturato. E in piùgli mancavano suo fratello, il suo migliore amico e Ghoul. Si sentiva a pezzi, voleva essere da tutta un'altra parte e non dove si trovava in quel preciso istante, faccia a faccia con il suo terrore piùgrande.

Qualcuno mi salvi. Siete i cocci rotti della mia vita, ma ho bisogno di voi adesso. Piùche mai.

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*Kobra Kid*



"Vedi Mikey? Puoi scrivertelo sul braccio, èuna figata!" Gli disse suo fratello maggiore quando aveva circa sette anni. Stavano parlando di tatuaggi temporanei, o cose del genere. Ah, la vita spensierata dei bambini...èstranissimo quanto le cose cambino quando si cresce. Essere chiamato Mikey era giàabbastanza strano. Piano piano, i suoi ricordi tornarono a galla. Era strano: cose che non ricordava fossero mai esistite ora fluttuavano nella sua testa come se fossero sempre state lì.

"Gee, rallenta! Non riesco a starti dietro!" Aveva gridato mentre suo fratello correva via. Gee...

"Non posso rallentare, non ti aspetterò!" Aveva riso in tutta risposta, correndogli intorno agitando le braccia come un tarantolato.

"Fermatiiii!" Aveva piagnucolato con la sua famosa voce altalenante.

"Non posso fermarmi perchèsto ballando, sciocchino!"  Ridacchiòprima che il minore cadesse e si sbucciasse il ginocchio. Sobbalzò, quando ricordòil dolore: le cose fanno piùmale, a distanza di tempo.

"Va tutto bene Mikes, sono qui, mi prenderòcura di te." Disse, e si inginocchiòper pulire alla meno peggio dal sangue il ginocchio scorticato del fratello.

"Stai attento: quando crescerai, useranno il sangue per lavarci i soldi. Mi prometti che non ci cascherai?"

Il piùpiccolo era confuso, e si limitòad annuire a ciòche gli era stato detto.

--

"Kobra, posso cercare di mettermi in contatto con Dr Death dal tuo comunicatore?" DomandòGhoul, con gli occhi fissi sulla strada davanti a loro e i pugni ancora stretti.

"Uhm si, certo..." Rispose, non piùabituato a sentirsi chiamare Kobra dopo il suo viaggio nei ricordi.

Frugònella tasca della giacca con una mano e tiròfuori l'oggettino metallico. Lo passòal compago che annuìin segno di ringraziamento e iniziòa digitare il numero di Dr D.

"Site con me, Doctor Death Defying. Tutto bene, bambini?" Disse la voce bassa e familiare.

"Qui Fun Ghoul, Doctor, con Kobra Kid." Rispose.

"Dove sono gli altri due scapestrati?"

"Destroya..." Riuscìsolo a esalare

"Dimmi che non sei serio, Ghoul."

"E' un casino, lo so. Non sappiamo cosa cazzo fare..." Non riuscìa trattenersi dallo scoppiare in lacrime. Merda.

"Ghoul, modera i termini, e calmati. Non ècolpa vostra, quella èpeggio di uno Scarecrow. Èdifficile persino nascondervi da lei e i suoi scagnozzi. State lontani da lei e dalla sua grande palla di radiazione che comunemente chiamiamo Sole. Si sta rivoltando contro noi tutti, e non dobbiamo scordarci degli elementi che puòcontrollare. Rischiamo di affondare: siamo i suoi nemici numero uno. A chiunque riusciràa catturare verràfatto un lavaggio del cervello. Manipolazioni. Cose del genere."

Kobra clhiuse gli occhi e respiròprofondamente. Quello che Defying diceva aveva a malapena senso, a volte.

"Dovremmo provare a cercarli?"

"No, Ghoul, venite qui, dritti come fusi. Èun ordine. " E Dr Death chiuse la chiamata.

Love,  love, love won't stop this.

Altri ricordi di infanzia.

I'll keep you safe tonight.

Dio, gli mancava suo fratello.

Count to seventeen and close your eyes.

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*Fun Ghoul*


La verità era, che non importava quanto facesse male: era ancora innamorato di Destroya. Ma qualche anno prima era saltata fuori, incasinando tutto. Aveva flirtato con lui e lo aveva avuto, per poi fare la stessa identica cosa con Poion. 

"Possiamo scappare come se fosse ieri, Ghoul, tesoro, siamo i bambini di ieri. L'abbiamo fatto una volta e possiamo farlo di nuovo, non m'importa." Gli aveva detto prima di lasciare il deserto, sei anni prima.
Pensava che non l'avrebbe reincontrata mai più.
Si erano conosciuti al liceo, quando erano compagni di banco (non poteva ricordarsi quale fosse il suo vero nome, nella loro vecchia vita), ed erano cresciuti insieme. In fretta. Forse troppo in fretta. Erano scappati insieme il penultimo anno per iniziare una nuova vita insieme, e tutto era perfetto. Crebbero, si sposarono, ebbero due bambine. Due bellissime bambine. Scosse la testa, allontanando il pensiero delle sue bambine costrette a crescere a Battery City senza una mamma o un papà.
Ma il “vero amore”era solo un rimpianto. Il giorno del disastro vennero separati,  (ed èa questo punto che incontròi Killjoys ), ed era uscito devastato da quell'esperienza. Doveva andare avanti, in qualche modo. Ed èciòche fece: doveva solo vedere cosa il domani gli avrebbe serbato.
Ma un anno dopo la rincontrò. La sua anima gemella perduta, e se ne innamoròperdutamente una volta ancora. Era bella in un modo pericoloso, ma pareva essere piùinteressata al suo amico dai capelli rossi, stavolta. Diede di matto.
No, non voleva che altri ricordi di quel periodo tornassero a galla, e decise di distrarsi con Kobra.
"Kobra, tuo fratello staràbene. Staranno bene tutti e due, fidati di me.”  Le bugie fanno male.
"Mh." Fu l'unica risposta che ottenne.
Kid assomigliava a suo fratello per molti versi: l'espressione del viso di quando stava morendo dentro ma non voleva darlo a vedere, per esempio. Era assurdo quanto simili fossero.  Ah, Poison. Negli ultimi anni si era innamorato di lui poco a poco, ma per colpa di quella maledetta non aveva avuto alcuna possibilità.
Sei un colpo al cuore con i capelli tinti di nero.


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Ciao! Comincio col dire che non sono Hey_Ashes, ma sono xCyanide. Ash mi ha chiesto di mettere il capitolo perchè è in vacanza.
Allora, io questa parte la amo davvero e spero la amiate anche voi, anche perchè la cara ragazza che la sta traducendo è davvero bravissima... e anche pervertita, ma tralasciamo (sono reduce da un discorso sull'intro di Prison live, scusatemi LOL)
Ora... io direi che siccome lei vi adora talmente tanto da assoldare qualcuno per mettere il capitolo e non lasciarvi a bocca asciutta, voi dovreste essere così tanto gentili da lasciarle una recensione e farla contenta, che dite??

Alla prossima, xCyanide (nelle vesti di Hey_Ashes)

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