Nuovo anno... Nuova vita

di babykit87l
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa di Strano ***
Capitolo 2: *** Un Rapporto Diverso ***
Capitolo 3: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 4: *** Cambiamento (parte prima) ***
Capitolo 5: *** Cambiamento (parte seconda) ***
Capitolo 6: *** Conversazioni ***
Capitolo 7: *** Scoperta ***
Capitolo 8: *** Di notte accade di tutto ***
Capitolo 9: *** Incidente o Destino? ***
Capitolo 10: *** Dubbi e incomprensioni ***
Capitolo 11: *** La verità fa male ***
Capitolo 12: *** Contraddizioni ***
Capitolo 13: *** Confusione e nuovi cambiamenti ***
Capitolo 14: *** In vino veritas ***
Capitolo 15: *** Consapevolezza e chiarimenti ***
Capitolo 16: *** Tu e Io ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***
Capitolo 18: *** Solo per voi ***



Capitolo 1
*** Qualcosa di Strano ***


LIVING
Nuovo anno... nuova vita

 
Capitolo 1 -  Qualcosa di Strano

POV HANAMICHI
Sono passati pochi mesi da quando è finito, almeno per noi, il campionato nazionale. Eppure mi sembra sia passato un secolo, forse perché mi sento più maturo, mi hanno dimesso dalla clinica e quest’anno frequenterò il secondo anno di liceo. Inoltre, ormai, anche col basket va bene, sono talmente migliorato che vado anche più d’accordo con la Kitsune, il ché è già di suo straordinario… però devo dire che la cotta per Haruko non mi è ancora passata (sarà forse anche grazie alle lettere che ci siamo scambiati durante il periodo di convalescenza), certo ora mi controllo di più, non faccio più lo scemo ogni volta che la vedo, però mi piace ancora parecchio e penso che impegnandomi seriamente potrei davvero riuscire a conquistarla.
Bhè sono davanti a questa scuola che mi sta dando davvero tantissimo, hanno detto che al secondo anno cambiano le classi quindi ora vado a vedere quali saranno i miei compagni… allora Haruko Akagi (non posso crederci ho la possibilità di starle vicino tutti i giorni)Yohei Mito, toh c’è pure Takamiya e… no è una condanna!!! C’è pure quella maledetta Kitsune di Rukawa. Che palle!!! Si ci vado più d’accordo però ancora non mi va molto a genio… Vabbè mi hanno detto che in classe dorme sempre, speriamo che in questo modo non mi rompa le scatole.
- Oh no c’è un do’hao nella mia classe- ecco appunto
- Spero tu non stia parlando di me brutta Kitsune malefica ora ti faccio vedere io-
SPONK
- Ahia Gorilla ma tu che ci fai qui non ti eri diplomato l’anno scorso, adesso dovresti essere all’università non qui al liceo!!!-
- Idiota… purtroppo per te e per i tuoi compagni di squadra deficienti sarò il nuovo aiuto coach- mi dice tutto pomposo
- Ma l’anno scorso non avevamo l’aiuto coach, dillo che in realtà non ti fidi di me Akagi avanti… Tu non pensi che io possa essere un buon capitano… Ma allora perché hai dato a me questo incarico whaaaaaaaaaap- ma come piagnucola Ryota…
Questi continuano così per un pò poi tutti si dileguano nelle loro classi.. me compreso.
 
***
Come previsto durante le lezioni il volpino dorme senza sosta... sembra come se lavorasse tutta la notte e la mattina debba recuperare il sonno perso. È tutto cosi tranquillo fino al suono della campanella che determina la pausa pranzo... meno male ho una fame!!!!
Mi dirigo verso il terrazzo con Yohei e Haruko, ma l'aria sembra un tantino tesa... che strano!!! Voglio dire è da stamattina che Yohei e Haruko non fanno che lanciarsi strani sguardi. Che abbiano litigato?? Spero di no, ma comunque devo cercare di farli sciogliere un po' anche perché sto praticamente parlando solo io, raccontando ciò che facevo in clinica ma ormai sono a corto di argomenti e loro continuano a stare zitti.
- Emmh... ehi Yohei tu invece che ha fatto in tutto questo tempo senza di me??
- Oh bhè vedi io...-  Perché balbetta?? Che mi sta nascondendo??
- Sai Hanamichi ho fatto la domanda per diventare il secondo manager della squadra e mi hanno presa- interviene Haruko che improvvisamente si ridesta da quel silenzio che finora ho visto solo in Rukawa
- Davvero?? Che bello... così ci vedremo spessissimo- Ecco finalmente una bella notizia.
Continuiamo a parlare così per tutto il tempo della pausa pranzo con Yohei che dice due parole in fila e sempre come se avesse una pistola puntata alla testa e Haruko che sembra aver preso 8 caffè tutti insieme per come parla concitata. Mi sembra di essere mancato per un secolo intero. È tutto uguale in apparenza ma in realtà noto che è tutto completamente cambiato, a partire dai miei stessi amici.
La giornata continua comunque tranquilla tra le varie lezioni e finalmente arriva il momento che ho tanto sognato quando ero in clinica: la mia entrata in palestra. Velocemente arrivo prima degli altri nello spogliatoio per cambiarmi e corro in palestra dove però mi accorgo di non essere il primo... Già, quel volpino è qui e sembra sia arrivato anche da parecchio. Lo vedo correre da metà campo verso il canestro, saltare e schiacciare con una potenza incredibile... Cavolo è eccezionale!!! È davvero migliorato tantissimo con la Nazionale Juniores. Si lo so cosa pensate: Hanamichi deve essere impazzito se pensa questo di Rukawa, ma ve l'ho detto sono maturato e adesso riesco ad ammettere che lui è bravo e sicuramente ha più esperienza di quanta ne possa avere io, il che lo rende più forte di me... Non ve l'aspettavate vero??
- Ehi volpe ma tu che ci fai già qui?-
Lui si gira e capisco subito che non mi aveva sentito arrivare perché ha avuto un lampo di stupore negli occhi. Ovviamente è durato un secondo si e no. Tant'è che si riprende subito e mentre raccoglie la palla a bordo campo mi risponde, col suo tono senza espressione.
- Io vengo sempre qui prima degli altri- Non aggiunge altro... non è cambiato per niente. Almeno in apparenza.
- Ah certo... Capisco che è suggestiva la palestra completamente vuota con solo il rumore della palla che sbatte sul parquet-
- Nh- Mi sembra di aver parlato al muro, mi dà pure le spalle... però so come attirare la sua attenzione.
- Sai per un po' non potrò allenarmi insieme a voi- E noto che ha teso il collo ad ascoltare, anche se non vuole darlo a vedere, continuando a palleggiare e a guardare il canestro davanti a sé.
- Devo fare un allenamento speciale per riprendermi perché, anche se adesso sto bene, non posso fare eccessivi sforzi, sai per precauzione. Certo è solo per un periodo e poi dovrò fare un allenamento extra per migliorare e raggiungere di nuovo lo stesso livello degli altri- E faccio una pausa. Voglio vedere se dice qualcosa.
- Non scomodarti tanto il mio non lo raggiungerai di certo... Dovresti allenarti minimo dieci anni per raggiungere il mio livello di adesso, e nel frattempo, io sarò migliorato ancora- Beccato, sapevo che non sarebbe rimasto indifferente a questa notizia... mi ha addirittura detto un'intera frase.
E so che quel che dice è solo per provocarmi, ma non ci riesce. Ormai ho capito che è il suo modo di fare e che non lo fa con cattiveria, ma solo come difesa personale. Il perché poi ancora non lo capisco.
- Bhè però così è come il cane che si morde la coda-
- Nh, già-
E rimaniamo un po' così. Eppure, ecco che torna la sensazione di stamattina con Yohei e Haruko... mi sembra diverso anche se continua ad allenarsi. Io allora prendo una palla e comincio a farla rimbalzare un po', tanto per sciogliere i muscoli. Fino a che...
- Dovresti allenarti con qualcuno più esperto e che sia imparziale e diretto e che non abbia paura di sgridarti quando sbagli anche se fai l'aria truce-
- Io non faccio l'aria truce... Il mio è lo sguardo assassino-
-  Mph d'ohao è uguale-
- Ok secondo te chi sarebbe all'altezza di questo compito?- Spero non dica se stesso. Già me lo dovrò sorbire il prossimo anno come capitano. Non voglio avere un'anteprima.
- Nh non lo so... Il Gorilla o Mitsui-
- Già... Bhe vedrò se sono disponibili-
Vorrei chiedergli il perché di questo suo interessamento nei miei confronti ma non faccio in tempo, perché arrivano tutti gli altri, che cominciano a farmi le feste e a chiedermi del mio periodo in clinica. Poi comincia all'allenamento.
Ed è qui che la sensazione strana si concretizza: io sono a bordo campo e comincio gli esercizi che mi ha prescritto il medico, gli altri cominciano a palleggiare e a fare stretching ma ciò che più mi fa strano è Rukawa. Non fa altro che guardarmi per tutto il tempo del mio allenamento speciale. Lo fa di sottecchi, quando nessuno lo guarda, ma sento il suo sguardo su di me... Come se volesse parlarmi ma non lo fa e continua il suo allenamento, ignorando tutti. Ne sono certo qualcosa sta cambiando, se non è già addirittura cambiato. Non capisco cosa però. Eppure sembrano tutti normali. Forse sono io che sono cambiato. O magari sto diventado paranoico e sto impazzendo. Di una cosa sono sicuro però: quest'anno sarà completamente diverso. Totalmente nuovo.

 



Angolo autrice: allora spero che questo primo capitolo vi abbia invogliato a continuare a leggere, vedrete che lo sviluppo della storia sarà imprevedibile. Spero di aver reso i personaggi abbastanza IC, so che Hanamichi non è proprio come nel manga ma ho pensato che in fondo è passato un anno e l'incidente con il relativo periodo di riabilitazione in clinica lo abbiano cambiato, poichè si sa che queste cose fanno maturare. Detto ciò spero vi piaccia e mi raccomando commentate pleaseeeeee!!!

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Capitolo 2
*** Un Rapporto Diverso ***


Capitolo 2 – Un Rapporto Diverso

POV KAEDE
Oggi ricomincia la scuola. Strano ma vero, non vedevo l'ora. Sarà che forse così lo rincontrerò, dopo questi mesi in cui lui era in clinica e io alla Nazionale Juniores. È cambiato tutto da quella partita contro il Sannoh. Da quando l'ho visto partire quel giorno per andare in clinica, mi sono reso conto di quanto in realtà sia stato importante il nostro rapporto. Certo era davvero strano, pieno di litigi e offese.. e botte.  Quel rapporto però ci ha permesso di migliorarci, anche solo per far vedere all'altro quanto eravamo più bravi. E poi... beh si, ok lo ammetto... ho scoperto durante il ritiro con la Nazionale che lui mi piace... nel senso stretto del termine. Come ho fatto a capirlo?? Per questa mia scoperta devo dire grazie a Sendo. Sì, perché siamo diventati grandi amici, ci siamo confidati tutto: sentimenti aspirazioni hobbies. Ovvio che il tutto sia partito da lui, che appena arrivati in albergo ha voluto stare in camera con me e ha subito cominciato a parlarmi cercando di instaurare un rapporto, anche perché lì era molto dura, nessuno guardava in faccia l'altro pur di farsi notare dai manager. Alla fine ho ceduto. Beh anche io avevo bisogno di una faccia amica ogni tanto, non sono mica di ferro. Così ora, lui è il mio migliore amico. Mi ricordo ancora quella sera in cui mi ha fatto capire cosa provo per Hanamichi.
 
FLASHBACK
Dormitorio Nazionale Juniores. 23:30
Siamo appena tornati dalla cena e ora siamo in camera con una bottiglia di Cognac rubata qualche giorno fa dalla cucina. Credo che l'alcool stia già facendo effetto perché mi gira la testa e mi viene da ridere non so nemmeno io per quale motivo. Akira ha cominciato a chiacchierare blaterando cose senza senso.
- Lo sai credo che quel Yukasama mi voglia portare a letto- Dice semi serio col sorriso da deficiente.
- Intendi fare sesso??- Chiedo io bevendo poi un gran sorso direttamente dalla bottiglia. Siamo totalmente ubriachi ormai.
- Sì e sai che ti dico?? Credo proprio che lo farò... in fondo è carino no?-
- Non lo so- Stiamo un momento in silenzio, continuando a bere alcool.
- Scusa ma vuoi andare a letto con uno appena conosciuto? Allora non ti lamentare se ti dicono che sei un hentai che si concede a tutti- Lui mi guarda con la faccia imbronciata e mi risponde ridendo.
- Non a tutti.. solo a quelli carini-
- Quanto sei stupido- Rispondo ridendo anche io. Prendo la bottiglia e la alzo in aria
- Brindiamo a tutti i ragazzi che ti farai perché saranno carini-
- Giusto... cin cin- e beviamo un sorso dalla bottiglia che ormai è quasi finita
- E a te invece piace qualcuno?- Mi chiede Akira con uno sguardo malizioso.
- Beh non lo so... c'è una persona che mi interessa ma mi odia e mi guarda sempre male-
Sendo mi fa alzare lo sguardo fino a incontrare i suoi occhi e poi mi dice...
- Stai parlando di Sakuragi?- Credo di essere arrossito perché comincia a ridere fino ad arrivare alle lacrime.
- Non ci posso credere quel tonto di Sakuragi?-
- No.. Cioè si ma... Tanto che importanza ha? Lui mi odia te l'ho già detto-
- E allora? Ti arrendi così?- Mi guarda con lo sguardo allibito.
- Beh ma cosa dovrei fare?-
- Mmmh provarci per esempio? Secondo me qualche chances ce l'hai-
- No anche perché non è gay lui è innamorato di “Harukina cara”, la sorella di Akagi-
- Ehm no, secondo me no... Lui lo crede ma non lo è. E poi fidati solitamente chi dice di odiare senza un motivo valido pensa, magari nel subconscio, tutto il contrario- E beve un altro di nuovo un altro sorso
- Tu dici?? Comunque preferisco rimanere in questa situazione, almeno adesso ci parliamo in modo civile-
- Cavolo sei proprio innamorato cotto eh??-
- Oddio è vero... accidenti sono innamorato di Hanamichi Sakuragi-
- Dai brindiamo alla tua scoperta- E continuiamo a bere fino a che nella bottiglia non ne rimane nemmeno un goccio.
FINE FLASHBACK
 
Quella sera ci siamo ubriacati talmente tanto che il giorno dopo siamo rimasti in camera... Ossia in bagno con un mal di testa terribile e con lo stomaco in completa rivoluzione. Ci siamo ripromessi che non berremo mai più così tanto o almeno io non credo di farlo, anche perché ho notato che non lo reggo molto.
Ed ora eccomi qui davanti scuola a controllare la mia aula e... toh, ma guarda un po’: Hanamichi Sakuragi sarà nella mia classe quest'anno. Ovviamente non posso mica far capire agli altri ciò che ne sono felicissimo, perciò mi limito alle solite battute che lo fanno sempre infuriare... Però sembra un po' diverso... Come se fosse maturato. Un momento. Cosa ho detto?? No non può essere... Il fatto che mi piace mi sta facendo rincretinire. Si deve essere così. Lui non è maturato altrimenti non sarebbe più la scimmia rossa.
Alla fine entriamo tutti nelle nostre aule e io posso finalmente dedicarmi al mio hobby preferito: dormire.
 
***
Naturalmente non ho seguito una sola lezione in tutta la mattinata e appena suona la campana mi volatilizzo tra la folla di studenti e corro in palestra, per fare qualche tiro prima che arrivino gli altri. Sono talmente concentrato sulla palla e sul canestro davanti a me che non mi accorgo che dietro di me è arrivato qualcun altro e non uno qualsiasi... ma lui.
- Ehi volpe ma tu che ci fai già qui?-
Mi rivolge questa domanda con naturalezza come fossimo amici di vecchia data. Io rimango un po' sorpreso, ma mi riprendo subito. Ha uno strano sguardo negli occhi, così diverso dall'ultima volta che ci siamo visti.
-  Io vengo sempre qui prima degli altri-
- Ah certo... Capisco che è suggestiva la palestra completamente vuota con solo il rumore della palla che sbatte sul parquet- Già questa è una cosa che riesco a capire. Paradossalmente lui, che ha iniziato a giocare a basket solo qualche mese fa per una stupida infatuazione e non conosceva nulla di questo sport, è l'unico che riesce a capire ciò che sento. È così strano. Però non so cosa rispondere così mi limito al mio solito mugugno.
- Nh-
- Sai per un po' non potrò allenarmi insieme a voi... Devo fare un allenamento speciale per riprendermi perché, anche se adesso sto bene, non posso fare eccessivi sforzi, sai per precauzione. Certo è solo per un periodo e poi dovrò fare un allenamento extra per migliorare e raggiungere  di nuovo lo stesso livello degli altri-
Cavolo non sapevo fosse così grave.. mentre lo dice sento i muscoli fremere dalla rabbia per quello che gli è successo. Mi rendo conto che per lui deve essere pesante questa cosa. Figurarsi voleva fare una partita di allenamento quando non sapeva nemmeno che mentre corri devi palleggiare, ora sarà una tortura per lui dover fare un allenamento in disparte dagli altri. Vorrei risollevargli il morale in qualche modo. Forse con una battuta.
- Non scomodarti tanto il mio non lo raggiungerai di certo... Dovresti allenarti minimo dieci anni per raggiungere il mio livello di adesso, e nel frattempo, io sarò migliorato ancora-
Ora mi aspetto che esploda e cominci a prendermi a pugni ma invece risponde alla mia frase con altre parole.
No, stamattina avevo visto giusto, anche se non volevo ammetterlo. Hanamichi Sakuragi è davvero maturato. Mentre mi parla mi guarda con quello sguardo così diverso da quello che aveva l'anno scorso che non riesco a sostenerlo così appena finisce di parlare, mi giro e riprendo a tirate e lui fa altrettanto.
Non so perché ma questo silenzio mi sta pressando e quasi mi toglie il respiro così decido di parlare, di dire una qualsiasi cosa che rompa questo silenzio.
- Dovresti allenarti con qualcuno più esperto e che sia imparziale e diretto e che non abbia paura di sgridarti quando sbagli anche se fai l'aria truce-
E lui cosa fa? Mi sorride e mi risponde. Oh Kami cosa gli hai fatto al ragazzo che mi piaceva?? Perché me l'hai portato via dandomene indietro uno così diverso da lui? Speravo maturasse l'anno scorso, perché vedevo che sprecava tempo a blaterare di essere un genio invece di allenarsi e cercare di migliorare, ma questo Hanamichi sembra così diverso da quello che ho visto andare via mesi fa. O forse sono io che sono cambiato. Non lo so.
Continuiamo questa strana conversazione ancora un po', poi vedo che mi guarda in modo strano. Vorrei chiedergli il perché di questo suo comportamento e di questi suoi sguardi ma non faccio in tempo perché arrivano tutti gli altri, che cominciano a congratularsi con lui per la sua ripresa e a chiedergli del periodo passato in clinica. Poi comincia all'allenamento e lo vedo mettersi a bordo campo per iniziare degli esercizi di riscaldamento diversi da tutti gli altri.
Io prendo la palla e comincio a palleggiare e tirare dalla linea dei tre punti. Non dura molto però. Sento come una forza che mi spinge a guardarlo ma non posso farmi notare dagli altri cosi quando nessuno mi guarda sposto lo sguardo verso di lui mentre per il resto dell'allenamento uso solo la coda dell'occhio. Come vorrei parlargli e dirgli ciò che provo. Ma non posso. Mi odierebbe ancora di più, anzi mi disprezzerebbe e io questo non lo sopporterei, a dispetto di quello che dice Akira Sendo. Così rimango qui col mio solito atteggiamento e lui lì con i suoi esercizi.

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Capitolo 3
*** Nuove sensazioni ***


Capitolo 3 – Nuove sensazioni

POV HANAMICHI
Kami come sono stanco. È un mese ormai che va avanti così: la mattina a scuola il pomeriggio allenamento speciale e, quando gli altri se ne vanno, allenamento extra per riprendere e mantenere ciò che ho imparato l'anno scorso. Solo che quando ho iniziato non avevo messo in conto la stanchezza che potevo accumulare a lungo andare. Eh già... alla fine il consiglio di Rukawa l'ho seguito e ho chiesto a Mitsui  di aiutarmi (già... quel teppista alla fine si è fatto bocciare. Beh tanto meglio per la squadra) e lui ha accettato. Certo, non pensavo sarebbe stato così intransigente, è quasi peggio di Akagi. Per ogni tiro che sbaglio ne devo fare altri tre in più... calcolando che ne devo fare circa 150 al giorno, e ne sbaglio più o meno un quarto, praticamente ne devo fare il quadruplo... o il quintuplo?? Vabbè non sono mai stato bravo a fare i conti. La cosa peggiore e che mi fa alquanto innervosire, è che con noi rimane ad allenarsi anche Rukawa e Mitsui ogni volta che sbaglio mi dice “brutto deficiente guarda come lo fa Rukawa... cerca di imparare da lui” e questo proprio non lo sopporto. Sembra lo faccia apposta a dirmi così. Mi fa saltare i nervi. Accidenti a quel volpino. Sarebbe molto meglio senza che si mettesse lì a far vedere quanto è bravo e a far notare quanto io sia scarso rispetto a lui. Inoltre condisce le sgridate di Mitsui con qualche Do'aho o idiota.
Ad ogni modo ormai l'allenamento speciale è finito. Ieri è stato l'ultimo giorno, sono andato dal medico e mi ha detto che è tutto ok, che la schiena è apposto e posso tornare a quello che facevo prima. L'unica cosa che si è raccomandato è che faccia attenzione a come cado ed evitare di sbattere contro oggetti troppo appuntiti come sedie o tavoli. Così oggi riprendo l'allenamento con tutti gli altri. Peccato che quello extra debba invece continuare... uffa!!!
Appena suona la campanella della pausa pranzo vado in terrazzo dove trovo la mia armata che sta già mangiando... però noto subito che mancano Haruko e Yohei... che strano!!! Si perché la sensazione che qualcosa sia diverso e che loro mi stiano nascondendo qualcosa non è ancora svanita... mi sembra di essere all'interno di quel film “The Truman Show” dove tutti ti guardano e sanno perfettamente tutto quello che fai e che dici ma tu non sai nulla di quello che accade intorno a te. I rapporti con Yohei però sono tornati quasi alla normalità. A volte è come l'anno scorso tutto chiacchiere e risate. A volte invece si comporta di nuovo come il primo giorno di scuola di quest'anno. Chissà cos'aveva quel giorno che rispondeva a monosillabi, neanche fosse il fratello della volpe.
Parliamo un po' del più e del meno con gli altri... ma passa il tempo e non si vede l'ombra né di Yohei né di Haruko.
- Ma voi sapete dove sono Yohei e Haruko?-
- Ehm Haruko è in palestra per delle cose per la squadra- Risponde un po' tentennante Noma.
- E Yohei?- Insisto io.
- Oh eccolo- Stavolta è Takamiya a parlare.
- Ciao ragazzi scusate il ritardo sono dovuto andare dal prof di inglese-
- E ci hai messo così tanto??- E lui rimane un po' esterrefatto da questa mia domanda. Possibile che non se l'aspettasse? No dico è mezz'ora che è suonata la campana e i prof sanno che la pausa pranzo è l'unico momento libero e di relax che abbiamo noi studenti e dura solo un'ora.
- Ecco si beh comunque vuole vedere anche te sai per il test che hai saltato per via della clinica- E cambia discorso ma non glielo faccio notare e anzi faccio finta di niente..
- Uff che palle... vabbé ci andrò domani oggi non ce la faccio proprio-
E poi il silenzio. Cavolo, è di nuovo scesa quell'aria tesa che si crea ogni volta che si comincia a parlare con lui. Mi sento sempre a disagio quand'è così. Non so come comportarmi. Poi sentiamo la porta aprirsi. Stiamo per intimargli di andar via, che è zona nostra, soprattutto adesso che non siamo più matricole, ma rimaniamo zitti. È solo Rukawa. Lui ci vede, ci gira intorno e si mette da una parte, appoggiato alla ringhiera, a mangiare il suo panino. Mi dà fastidio il fatto che si comporti così. Non è normale che un ragazzo di 17 anni se ne stia in disparte senza proferire parola con nessuno, senza un amico. Così gli vado vicino per vedere la sua reazione ma quando sono a un passo da lui non riesco a trattenermi.
- Ehi perché sei qui?- Dico forse con un po' troppa irruenza
- Pensavo fosse un luogo pubblico- Mi risponde con quella sua aria saccente.
- Certo che lo è ma possibile che stai sempre da solo?- Mi accorgo che rimane un po' confuso dalla mia domanda. Mi rendo conto da solo che la domanda non c'entri niente col fatto che lui sia qui.
- E a te che te ne importa scusa? Non sono mica affari tuoi!- Ecco appunto. Sento dal tono di voce che è seccato.
- Lascia perdere è meglio. Andiamo ragazzi- Gli altri rimangono un po' allibiti ma seguono il mio ordine. Così ce ne andiamo. Non è che sto scappando, sia ben chiaro. Il fatto è che sono troppo stanco e non mi va di fare a botte con lui.
 
***
Finalmente è arrivato il momento di andare in palestra. Il resto della giornata è andato bene, anche se non ho visto Haruko. Accidenti però, se continua così non avrò mai l'occasione di stare con lei e cercare di farle capire ciò che provo nei suoi confronti. Vabbè meglio non pensarci... oggi è il primo giorno che mi alleno con gli altri. Voglio, anzi devo fare bella figura visto che le matricole di quest'anno non mi hanno ancora mai visto giocare. E poi voglio far vedere al signor Anzai quanto mi sono impegnato per riprendermi. Non voglio deluderlo.
Arrivo negli spogliatoi per cambiarmi e ovviamente la Kitsune è già qui. Perché non mi sorprende? Non so perché ma tra noi c'è tensione da quando sono tornato dalla clinica.
Continuiamo a cambiarci in silenzio. Lui mi guarda con la coda dell'occhio, come se volesse controllarmi. È tutto il mese che va avanti così. Ma cos'ha da guardare? Oggi sono veramente un fascio di nervi, ho la sensazione che succederà qualcosa. E questo mi rende insopportabile tutto quello che fa.
- Che hai da fissare?- Dico rabbioso
- Che?? Ma se non ti stavo nemmeno guardando- Ha anche il coraggio di negare l'evidenza.
- Si come no... guarda che ti ho visto mentre giravi lo sguardo-
- No affatto... ma che hai manie di persecuzione forse?- Fa anche lo spiritoso. Vuole mandarmi fuori di testa.
- CHE COSA??? Io sto benissimo ok?- Gli urlo in faccia. Lui però rimane impassibile.
- Va bene... non ti scaldare-
Ok. Oggi sono decisamente insofferente. Forse è l'agitazione per l'allenamento. Si deve essere così. In effetti ho i muscoli in tensione. Accidenti. Mi sento sempre come se dovessi dimostrare qualcosa, quando c'è lui nei paraggi. E non capisco perché. In fondo non siamo neanche amici. O forse si. A modo nostro. Ahhh mi si sta fondendo il cervello con tutte queste paranoie. Basta. Adesso devo pensare solo al basket. Oddio così sembro proprio la Kitsune.
Vabbè nel frattempo sono arrivati anche gli altri della squadra, che si cambiano, e tutti insieme entriamo in palestra.
- Oh oh oh ragazzi ben arrivati- Però il nonno è già qui. E chi l'avrebbe mai detto.
- Vieni qui Hanamichi. Ascoltatemi tutti: oggi Sakuragi ricomincia l'allenamento con tutti gli altri perciò ho deciso che farete una partita: matricole contro secondo e terzo anno. Mi raccomando impegnatevi come fosse una partita vera. Ovviamente prima dovete riscaldarvi un po'. Buon allenamento ragazzi.- Prende e si mette seduto con la sua bella tazza di thé.
Vedo Haruko che si avvicina, che carina vestita così, con la tenuta da palestra. Anche se devo ammettere non mi fa più l'effetto che aveva l'anno scorso. Forse è così quando da cotta diventa amore. No so.
- Hanamichi come sono contenta che torni ad allenarti con gli altri-
- Già no vedevo l'ora. E comincio proprio con una partita d'allenamento, come avevo sognato- Rispondo con un sorriso a 45 denti. In effetti sono davvero al settimo cielo per questa cosa.
- Beh sono stata io a proporre al signor Anzai di farti ricominciare così. Ho pensato ti avrebbe fatto piacere-
- Ed è così, grazie. Ora però devo andare a scaldarmi altrimenti che figura ci faccio con le matricole-
- Ok. Buon allenamento allora- Mi incoraggia lei col sorriso sulle labbra. In fondo l'ha sempre fatto.
Così faccio un po' di stretching  e qualche tiro a canestro e poi comincia la partita.
Fischio d'inizio. Palla ai veterani. Ryota prende la palla e comincia a correre verso il canestro. Le matricole cercano in tutti i modi di fermarlo ma lui prontamente la passa a Mitsui che si ferma fuori dall'area, subito marcato da... com'è che si chiama quello lì?? Ah si Kyoshi. Mitchi accenna un tiro da tre ma all'ultimo secondo quando l'altro è già in aria pronto a stopparlo, abbassa la palla e la passa a Rukawa che segna con un tiro da manuale. Primi due punti a noi. La partita continua per un po' così, con noi in vantaggio di circa 10 punti. Anche io riesco a segnare qualche punto e a fare alcune belle azioni, ma sono un po' preoccupato per la schiena e così alcune volte lascio perdere e passo la palla.
A un certo punto Yasuda è marcato da più punti e non può muoversi così gli faccio cenno di passarmela. Vedo che sta andando nel panico e mi lancia la palla un po' troppo forte, facendola andare fuori campo, così comincio a correre per prenderla e vedo affianco a me Rukawa che è corso nella mia direzione. Prendo la palla, che rientra in campo subito presa da Ryota che continua l'azione, ma... sento che qualcosa non va. Mi scontro con Rukawa e atterro male. Di schiena. Con il volpino sopra di me. Lui alza lo sguardo e i nostri occhi si incrociano. E di colpo il mondo intorno a noi svanisce. Intorno a noi è vuoto. I nostri visi sono talmente vicini che posso sentire il suo respiro fondersi col mio. Ma dura solo un attimo. Lui si alza e mi tende una mano. La scanso via e mi alzo per conto mio. Non perché non accetti il suo aiuto ma perché sono totalmente scosso. Ho il cuore a mille che sembra quasi voglia scoppiare. Non so cosa mi stia succedendo. Mi sento tremare. Nemmeno davanti ad Haruko ho mai provato sensazioni simili. Lui è ancora qui vicino a me e mi guarda. Credo che anche lui sia confuso su ciò che è successo poco fa. Ma come al solito è il primo a riprendersi.
- Tutto ok?- Non ho neanche la forza di rispondere ma devo, altrimenti chissà che penserà.
- Ehm si...- C'è come un magnete che attira i nostri sguardi e li incatena l'uno all'altro. Poi l'incantesimo viene  spezzato dalla voce di Miyagi che ci riporta alla realtà.
- Ehi voi due che fate? Non è mica time out... Forza tornate in campo- Io faccio un passo per rientrare ma  Rukawa mi blocca.
- Veramente Sakuragi è caduto di schiena... Forse è meglio che vada in infermeria- Ryota sembra un po' dubbioso però preferisce evitare di farmi fare ulteriori sforzi e accetta.
- Ok accompagnalo tu allora... Ma poi tornate qui e fate un po' di riscaldamento in più. E tu Hanamichi fai un po' di quello speciale che facevi fino a ieri. Ora andate forza-
Così usciamo dalla palestra. C'è un silenzio di tomba quasi fino all'infermeria. Non capisco perché sia voluto andare via dalla palestra. Non è da lui.
- Perché hai detto la balla della schiena?-
- L' aria in palestra era diventata irrespirabile-
- Già... l'ho notato anch'io-
Arriviamo davanti all'infermeria. Lui si blocca e mi spiazza come fa sempre da un mese a questa parte.
- Tu stai bene con la schiena no?-
- S-si- Rispondo un po' titubante.
- Che ne dici di una boccata d'aria su in terrazzo?- Non so cosa rispondere ma poi qualcosa mi dice che sarebbe meglio di no per evitare la situazione di imbarazzo creatasi prima. Perciò rifiuto, torniamo in palestra e riprendiamo l'allenamento come se non fosse successo nulla. Dentro di me però sono in tumulto. Mi sento strano, come avessi preso la scossa. Che sta succedendo?

 

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Capitolo 4
*** Cambiamento (parte prima) ***


Note dell'autrice: vorrei solo tranquillizzare sul fatto che anche se per ora il personaggio di Sendo è marginale, più in là sarà più approfondito, in questi primi capitoli però ho voluto dare più spazio ai protagonisti della mia storia, ovvero Hanamichi e Rukawa. Buona lettura!!!

Capitolo 4 – Cambiamento (parte prima)

POV KAEDE
Oggi sono davvero sfinito. Sono sul letto a pensare a quanto questa giornata sia stata... Strana. Oggi ho provato sensazioni che prima immaginavo soltanto: la consistenza della sua pelle, il suo respiro. Certo l'ho già sentito altre volte ma non avevo mai fatto caso ai dettagli, prima di scoprire che in realtà mi piace. Sono ancora talmente stordito da questo turbinio di emozioni che nemmeno riesco ad addormentarmi. Il che fa capire quanto tutto ciò sia fuori dal mio controllo.
Sto ancora pensando alla scena di oggi pomeriggio che quasi non mi accorgo che mi hanno suonato alla porta. Così vado ad aprire e mi ritrovo davanti la faccia sorridente di Akira Sendo. Ancora non capisco come faccia a sorridere sempre. Non è riuscito ad avere uno sguardo un po' più serio nemmeno quando non sono passati al campionato nazionale per colpa nostra. È proprio un ragazzo strano. Forse però è per questo che siamo riusciti a legare tanto. Ora è qui davanti con una palla in mano come fa quasi tutti i pomeriggi ormai. Ebbene si, ci alleniamo insieme dopo gli allenamenti in palestra. Ma non facciamo solo quello: parliamo di tutto, ci confidiamo, o almeno lui chiacchiera e fa domande e io annuisco o diniego. La cosa bella è che lui mi accetta così come sono. Non mi costringe a parlare o si allontana se io non rispondo. Ascolta i miei silenzi e aspetta che io parli, se ne ho voglia. E mi sono talmente tanto abituato alla nostra amicizia che non credo riuscirei a farne a meno.
- Allora mi fai entrare o devo rimanere sulla porta?- Mi riprendo dai miei pensieri e mi accorgo che siamo ancora qui davanti alla porta di casa : lui fuori e io dentro.
- Oh ma certo scusa - lo faccio entrare e andiamo in camera mia, sdraiati sul letto come ogni volta che dobbiamo parlare di cose importanti o personali.
- Oggi sono proprio stanco- Gli dico appena poggio la testa sul cuscino
- Come mai? Ti sei allenato più del solito?-
- Più o meno-
- No aspetta… C'entra Sakuragi vero?- Io non capisco come faccia a sapere sempre quello che mi succede. Eppure ho sempre pensato e mi hanno sempre detto che sono un ragazzo inespressivo. Mah, è davvero un mistero. O forse semplicemente lui vede al di là della mia espressione e di ciò che mostro in superficie. Comunque non rispondo alla sua domanda, perché so che ha già capito che ha centrato il segno.
- Mmmh è successo qualcosa tra voi?? oh Kami Sama vi siete baciati?? No, non avresti quell'espressione... allora che è successo?? Dai parlami voglio sapere tutto, ogni minimo dettaglio ok??-
È incredibile: è più eccitato di me all'idea che possa esserci stato qualcosa tra di noi. Si vede proprio che è un amico sincero. È felice per me. A volte mi chiedo come farei senza di lui, proprio non lo so.
- È stata davvero una giornata un po' particolare, strana direi- Inizio a raccontargli tutto ciò che è successo, senza escludere nulla, dalla mattina fino al momento dello scontro e anche più tardi- E ora sono completamente confuso e agitato. Che faccio??- 
Lui rimane zitto per tutto il tempo. Lo so gli sembrerà strano sentirmi parlare così tanto, ma con lui mi riesce naturale. Ho imparato a esprimere ciò che provo proprio con lui, alla Nazionale Juniores. E abbiamo mantenuto questo rapporto. Però sembra deluso dal mio racconto.
- Wow non ti avevo mai sentito parlare così tanto-
- Dai non fare l'idiota. Che ne pensi??- Ci pensa un attimo, guardando in su, poi mi risponde.
- Aspetta, fammi capire un momento: mi stai dicendo che non è successo nulla?-
- Beh proprio nulla non direi... Aki non eravamo mai stati così vicini... perciò ora che faccio?? Come mi comporto??- Mi guarda. Sospira. E poi risponde come fosse la cosa più naturale del mondo.
- Non devi fare niente. Comportati come sempre. Fa finta che non sia successo nulla.... Anche perché non è successo nulla in realtà-
- Nh- Non ne sono molto convinto. Non credo capisca cosa ho provato. Però ha ragione devo comportarmi come sempre, altrimenti capirà tutto e io non voglio. Preferisco lasciare le cose come stanno, piuttosto che peggiorarle. Perché lo so: lui mi odierebbe ancora di più se sapesse dei miei sentimenti.
- Perché lui Aki?? Accidenti, perché mi dovevo innamorare proprio di Hanamichi Sakuragi?-
- Quindi lo ami-
- Non lo so... Forse amore è un po' troppo. Tu ti sei mai innamorato finora?- Ci pensa un po' prima di rispondere.
- No, credo proprio di no... Ho sempre provato solo attrazione per il ragazzo con cui uscivo-
- Mai?? Nemmeno la prima volta? Ma sei uscito con tantissimi ragazzi com'è possibile-
- Te l'ho detto... Sai credo di non essere mai arrivato a quel punto. Io ho sempre agito nella stessa maniera: appena mi piace una persona mi accerto che sia gay e poi gli chiedo di uscire, poi arriva il sesso, due, tre, quattro volte e poi chi si è visto s'è visto. Ognuno per la sua strada. Vedi, non faccio in tempo ad innamorarmi che è già finito tutto-
- Non hai mai avuto il batticuore, il respiro corto per qualcuno?-
- No. Anche se... C'è una persona che mi attira come mai nessuno prima- Aspetto qualche secondo che me lo dica ma rimane zitto.
- Chi??-
- Mitsui- Oh Kami non ci posso credere... Quel teppista. Però rimango zitto e lui capisce che sono un po' sorpreso dalla notizia.
- Si lo so, non te l'aspettavi-
-Già... Scordatelo. Lui sta già con Kogure. Non c'è speranza lo sai vero?-
- Certo che lo so. Per questo cerco di non pensarci e mi concentro sul basket e la pesca-
Sorride mentre lo dice ma so benissimo che un po' gli fa male. E so di essere stato parecchio duro con lui, però non voglio che s'illuda. E so che lui farebbe lo stesso per me.
Passano pochi minuti in cui rimaniamo in silenzio, sdraiati sul letto a fissare il soffitto. Poi si gira verso di me.
- E ora che ne dici di andare ad allenarci un po' al campetto?- Mi chiede mentre si alza dal letto.
- No Aki, oggi proprio non ce la faccio. Sono morto di stanchezza-
- Uff.. Va bene per oggi non fa niente ma domani... -
- Sì sì, ci alleniamo ok-
- Bene io allora vado. Voglio andare comunque al campetto a fare qualche tiro. E mi raccomando segui il mio consiglio per ora ok?? Per te sarà una grande cosa ma per lui e per gli altri no-
-Grazie... E mi dispiace se ho ti ho detto quelle cose su Mitsui, ma lo dico per te-
- Certo, lo so. Sai Kacchan sei proprio il mio migliore amico, sei come un fratello per me e ti voglio proprio bene-
- Anch'io- Mi sorride e poi se ne va.
Io rimango ancora un po' qui a pensare fino a che non arrivano i miei e anche l'ora di cena.
 
***
Stanotte non sono riuscito a dormire. Pensavo e ripensavo a ieri, alle sensazioni che ho provato e a quello che ha detto Sendo. Arrivo a scuola in bici con ancora gli occhi chiusi e filo subito in classe accovacciandomi sul banco, per non vederlo quando arriva. All'inizio dell'anno ero contento di sapere che saremo stati in classe insieme. Adesso non lo so più.
Appena lo vedo entrare, metto la testa fra le braccia e faccio finta di dormire
- Ehi il volpino è ancora in coma?? Ma come fa a dormire così tanto??- Lo sento dire.
Ma io in realtà non sto affatto dormendo, anche se sono stanco morto. Se sapesse l'effetto che ha su di me, chissà come reagirebbe.
Il resto della giornata passa tranquillo, se così si può dire visto che non ho chiuso occhio, anche se facevo finta. Calcolando che ieri ero stanchissimo per l'allenamento e non ho dormito tutta la notte... alle 4 del pomeriggio sono praticamente più morto che vivo. Mi trascino fino allo spogliatoio dove con molta lentezza, mi cambio ed entro in palestra dove gli altri sono già arrivati, rossino compreso. Comincio a fare stretching poi prendo una palla e faccio qualche tiro libero. Qualche minuto dopo, Miyagi ci dà le coordinate dell'allenamento e tutti insieme passiamo le nostre tre belle ore. Alla fine, ormai sono le 20:30, se ne vanno praticamente tutti, eccetto i soliti due che rimangono per l'allenamento extra e me ovviamente. So che non dovrei oggi, dato che non mi sento in gran forma ma voglio allenarmi. Rimaniamo per un po' così aspettando che gli altri se ne vadano definitivamente poi Mitsui parla.
- Senti Sakuragi io oggi non posso restare perché ho una cena di famiglia che non posso saltare perciò ti lascio le cose da fare e semmai... Rukawa ci pensi tu?- Si rivolge a me. Accidenti no. Oggi no. Sono troppo stanco e tra l'altro non mi reggo neanche in piedi. Ho un mal di testa pazzesco. Non credo riuscirei a reggere anche le lamentele di Hanamichi.
- Ma veramente io...- ma non faccio in tempo a finire la frase che lui è praticamente già fuori dalla porta
- Ok grazie giuro che ti pagherò. Fagli fare i tiri dalla linea dei tiri libero e magari fallo marcare un po'. Il come decidilo tu. Allora  io vado ciao ciao-
Così rimaniamo io e lui faccia a faccia da soli con la palla in mano. Sono io a spezzare questo silenzio.
- Ok allora cominciamo dai... mettiti sulla linea dei tiri liberi- Lui nemmeno mi ascolta e inizia a lamentarsi.
- Uff non ci ha dato neanche il tempo di ribattere quel mentecatto-
- Senti se non ti va lasciamo... Perdere... ok??- Faccio persino fatica a parlare.
- Sicuro di stare bene? Hai una faccia così pallida-
- Si.. N-non ti preoccupare... Ora mettiti sulla linea dei tiri liberi forza-
Lui si mette lì e comincia a tirare. Ovvio che ogni due o tre che infila ne sbagli almeno uno. Poi mi viene in mente che un buon modo per riuscire in questi tiri è farlo al buio. Così spengo le luci. E lui ricomincia lamentarsi.
- Ehi si può sapere che diavolo stai facendo? Non si vede un accidente-
- Lo so- Sospiro - Ma se riesci... A centrare il canestro al buio... Alla luce sarà un gioco... Da ragazzi-
Lui mi guarda sospettoso. Non capisco perché non si fidi di quello che dico.
- È solo un allenamento...  In fondo... Che ti... Che ti costa?-
- Mmmh va bene, proviamo-
Riprende la palla e ricomincia a tirare. Io cerco di dargli delle dritte. Però sto sempre peggio.
- Devi piegare di più le gambe.. E tenere... Le braccia più ferme- Comincio ad avere anche il fiato corto. Non mi sento affatto bene. Vedo che ascolta i miei consigli e ne infila altri due. Poi la vista mi si annebbia. Riprende la palla e tira di nuovo. Sento le gambe cedere. La sua voce in lontananza mi chiama. Poi il buio totale.

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Capitolo 5
*** Cambiamento (parte seconda) ***


Capitolo 5 – Cambiamento (parte seconda)

POV HANAMICHI
Mitsui mi ha mollato qui con la Kitsune. Non ci ha dato neanche il tempo di dire “ok” oppure “no”. Pazienza. Mi disturba solo il fatto che così sarà lui a darmi una mano, a dirmi cosa sbaglio e cosa no. Dopo l'episodio di ieri mi sembra abbia cercato di evitarmi tutto il giorno, solo adesso che siamo soli in palestra pare voglia starmi vicino. Certo, mi dice soltanto come devo mettere mani e gambe ma è già qualcosa. Mi metto come suggerisce lui e tiro. Purtroppo ne sbaglio uno ogni due o tre e lui ogni volta mi corregge. Anche perché siamo al buio. Prendo la palla e tiro di nuovo: entra nel cerchio e mentre lo fa sento un rumore strano venire dalla porta, ma non ci faccio molto caso. Cavoli non vedo granché.. lui e le sue idee assurde. Certo è che se è così bravo perché usa questi metodi, io non sono da meno. Però mi sembra non stia molto bene. Ha il respiro affannoso come se fossero ore che lavora e in più è pallidissimo. Eppure dice che è tutto ok. Non mi convince, ma non dico nulla e faccio ciò che dice. Non voglio irritarlo, dovesse poi farmela pagare con allenamento triplo. Sto tirando a canestro e appena la palla entra nel cerchio sento un tonfo alle mie spalle. Mi giro e lo vedo lì steso a terra. Mi avvicino chiamandolo ma sembra svenuto. Trema e respira a fatica. Accidenti e ora che faccio. Gli metto una mano sulla fronte e mi accorgo che è bollente. Deve avere la febbre almeno a 39. Cerco di scuoterlo ma non dà segni di vita.
- Rukawa... dai svegliati... cerca di riprenderti- Oh Kami non risponde. E ora che faccio??? Forse dovrei chiedere aiuto. Cerco di aprire la porta ma mi accorgo che è chiusa. Oh no ci hanno chiuso dentro, ecco cos'era quel rumore di prima. Ma come è possibile?? Mi avvicino di nuovo a Rukawa che ancora trema. Cerco di scaldarlo ma è tutto inutile. Devo coprirlo con qualche cosa. Lo prendo in braccio e lo appoggio su uno dei materassini. Dove posso trovare qualcosa per coprirlo? Ah, lampo di genio: il club di teatro. Così lo lascio qui in palestra e mi avvio verso il club. Ovviamente c'è il lucchetto ma questo non mi ferma. In fondo è per una buona causa. Scardino la porta ed entro. Mi guardo in giro in cerca di qualcosa e finalmente trovo una coperta. Penso proprio che andrà benissimo. Così torno indietro e noto che la situazione non è migliorata per niente. E meno male che era tutto a posto. La prossima volta che fa finta di niente e scopro che in realtà sta malissimo, gli do un pugno in faccia.
Lo copro come meglio posso e gli resto vicino finché non riprende i sensi.
- Mh- Finalmente apre gli occhi.
- Ehi ti sei ripreso. Come ti senti?-
- Ma dove siamo?-
- In palestra. Ci hanno chiuso dentro-
- Ah... Ho freddo-
- Certo, hai la febbre-
- Ma cosa è successo?-
- Come? Non te lo ricordi? Ci stavamo allenando e sei svenuto. Tremavi ed eri bollente. Così sono andato al club di teatro a prendere un qualcosa per coprirti. Perché non me l'hai detto che stavi male?-
- Pensavo di farcela-
Rimaniamo un po' in silenzio, ma poi è lui a parlare di nuovo.
- Hai detto che siamo chiusi dentro??-
- Si. Volevo chiedere aiuto prima ma la porta è chiusa-
- Come hanno fatto a non accorgersi che eravamo qui?-
- Non lo so. Forse hanno visto la luce spenta e avranno pensato che non ci fosse nessuno... Ma non possiamo rimanere qui tutta la notte. Fa freddo e tu hai la febbre-
- Non fa niente davvero. Me ne sto qui tranquillo con la coperta e vedrai che domattina starò di nuovo bene-
- Dai vieni qui- Mi avvicino a lui e gli passo una mano sulle braccia e sulle gambe. Lui mi guarda con una faccia stupita e mi chiede che cosa sto facendo
- Cosa credi stia facendo? Ti sto riscaldando, così la febbre passa più in fretta-
- Grazie- Gli sorrido.
Pian piano si rilassa e chiude gli occhi. Poco dopo mi accorgo che si è addormentato. Certo che ha proprio un bel viso, soprattutto quando è così rilassato. Senza nemmeno accorgermene la mia mano passa dalle braccia alla guancia. Con il dito disegno il suo profilo e arrivo alla bocca. La disegno con la punta. Mi sento come ipnotizzato. Quasi mi viene voglia di baciarla.
Aspettate un attimo... ma che ho detto?? Baciarlo?? NO NO NO. Primo: lui è Rukawa. Secondo: è un maschio. Terzo: io non sono gay. No dev'essere la fame, che mi fa parlare così. Si, la fame e la stanchezza. E poi a me piace Haruko. O almeno credo. Ma cosa dico?? Certo che mi piace Haruko. O forse no. Perché sono così confuso adesso? Che mi sta succedendo?? Ho il cuore che mi va a mille. Il fatto è che sono spaventato perché mi sto accorgendo che provo sensazioni nuove
Non devo pensarci. Avrò tempo domani o anche più avanti. Ora devo solo pensare al fatto che sono rinchiuso qui senza riscaldamento ne cibo.
Mi sdraio accanto a lui e guardo sul soffitto, cercando di addormentarmi. Ma non ci riesco. Ho troppi pensieri in testa. Poi mi volto di nuovo a guardarlo. Mi attira come una calamita accidenti. Rimango così a pochi centimetri dal suo viso non so nemmeno per quanto tempo. Lentamente lo vedo aprire gli occhi. Mi guarda fisso senza parlare e annulla la distanza fra noi. Ci stiamo baciando. Beh forse non è un vero e proprio bacio. È più uno sfioramento di labbra. Una leggera carezza. Ed è un'esplosione di emozioni. Non mi sono mai sentito così prima d'ora. Nemmeno con Haruko. Il cuore sembra scoppiarmi in petto. Le gambe mi tremano. Sento caldo. Poi mi rendo conto di quello che sta succedendo e forse anche lui. Mi ritraggo subito e lui fa altrettanto. Velocemente mi alzo in piedi e raggiungo la porta che dà verso l'interno della scuola. Mi giro verso di lui e lo vedo ancora lì sdraiato, ma la sua espressione è un po' strana, non riesco a capire cosa stia pensando. Devo sbloccare questa situazione. Devo dire qualcosa.
- Ehm vado a farmi una doccia- Mi giro e vado via dalla palestra.
Appena la pelle tocca l'acqua calda, sento tutta la stanchezza scivolarmi via. Nel frattempo ripenso al bacio. Oh Kami che strana sensazione. È questo ciò che si prova quando le proprie labbra toccano quelle dell'altra persona? Il mio primo bacio. Pian piano mi rendo conto che ho sprecato il mio primo bacio con lui. Io volevo darlo ad Haruko. No, è tutto sbagliato. Non dovrei provare queste sensazioni. Non avrei dovuto stare qui bloccato. E soprattutto non avrei dovuto dare il mio primo bacio a Rukawa.
- Beh tecnicamente non è un vero bacio- Mi sento dire alle mie spalle.
Mi volto di scatto e me lo ritrovo davanti. Da quanto tempo è qui? E soprattutto come fa a sapere a cosa stavo pensando? Forse ho parlato ad alta voce.
- È uguale... è comunque la prima volta per me-  Gli rispondo con fare saccente. Devo pur difendere la mia posizione – E poi che fai ascolti le conversazioni degli altri?-
- Mph primo stavi parlando da solo, perciò non è una conversazione. Secondo ho aperto la porta sbattendola, se sei sordo non è colpa mia-
Mi ha preso in contropiede. Effettivamente ero talmente assorto nei miei pensieri che non l'ho proprio sentito.
- Che sei venuto a fare qui?- Chiedo mentre mi asciugo e mi rivesto.
- Sono venti minuti che sei qua dentro pensavo fossi cascato nella doccia-
- Ah-ah-ah divertente-
Finisco di vestirmi sentendomi costantemente il suo sguardo addosso. Ma perché si comporta così? Si può sapere che gli prende?
Poi mi accorgo di avere fame. Probabilmente anche lui. Così glielo chiedo.
- Un po'. Qui però non c'è niente da mangiare. Come facciamo?-
- Proviamo ad andare in mensa magari riusciamo a trovare qualcosa di commestibile lasciato da oggi-
- Vuoi dire avanzi? Vuoi farmi mangiare degli avanzi?-
- Beh direi che in questa situazione non puoi fare lo schizzinoso e prendere quello che c'è. Sempre meglio di niente no?- 
- Mh. Se lo dici tu-
Con fare calmo ci addentriamo verso l'interno della scuola e arriviamo davanti alla mensa. Chiusa.
- E ora?- Chiede lui.
Mi viene da ridere. Si vede proprio che è uno calmo e tranquillo, figlio di un ricco. Si atteggia tanto, ma alla fine si vede che non ha l'anima del teppista.
- Scardiniamo il lucchetto ed entriamo-
- Ma è illegale... non lo possiamo mica fare. E se ci beccano?-
- Ah volpe volpe... ascolta: prima di tutto non sanno che siamo qui. Seconda cosa dobbiamo mangiare. Terzo l'ho fatto anche prima, per la coperta. E comunque se rompiamo qualche vetro penseranno che siano stati i ladri-
lui mi guarda con gli occhi un po' sbarrati, per quanto la sua faccia inespressiva glielo permetta ma mi lascia fare e in due minuti netti siamo dentro a cercare qualcosa da mettere nello stomaco.
- Ti è successo altre volte di rimanere bloccato da qualche parte?- Mi chiede, girato di spalle.
- No però so come ci si comporta in situazioni del genere: senza luce e in un posto chiuso- Nemmeno mi risponde e continua a cercare. Poi mi viene in mente che lui ha ancora la febbre.
- Come ti senti? Stai meglio rispetto a prima?-
- Un po'... Riesco a stare in piedi e non tremo più perciò... Si, sto meglio. Ma credo che la febbre non mi sia ancora passata- Mi metto davanti a lui e gli poggio una mano sulla fronte. È ancora molto caldo ma in effetti la temperatura deve essere scesa almeno un po'.
Non riusciamo a trovare niente così ce ne torniamo in palestra sdraiati sul materassino. L'uno accanto all'altro. Con la coperta presa dal club sopra di noi. Io mi lascio andare, mi rilasso finalmente, e alla fine crollo nel sonno.
 
***
Un raggio di sole mi illumina il viso e gli occhi, svegliandomi. Ho la schiena a pezzi dopo la nottata di ieri. Mi sento ancora un po' stordito da ciò che è successo. Non capisco le sensazioni che sto provando, sempre più forti, e solo in sua presenza. Mi volto e lo vedo affianco a me. Esattamente nella posizione in cui ci siamo addormentati ieri. Mi avvicino e gli controllo la febbre. Si è sfiammata, ma sicuramente sarà ancora debole, visto che non abbiamo toccato cibo. Non so nemmeno che ore siano, ma dobbiamo alzarci e cercare di uscire di qui. Piano lo scuoto evitando un suo pugno.
- Ehi Kitsune svegliati, forza dobbiamo uscire da qui-
Lui apre piano gli occhi, mi guarda e si alza. Senza dire una parola ci muoviamo in direzione dell'uscita e quando vediamo il custode aprire le porte sgattaioliamo fuori. Davanti al cancello insisto per accompagnarlo a casa. Vedo che non si sente ancora bene e mi sentirei in colpa se dovesse svenire di nuovo per strada. Ovviamente il tragitto è nel silenzio più totale, fino che lui non parla e si stavolta mi sorprende sul serio
- Ti va di fermarci da qualche parte a mangiare? Mi sento un po' debole e ho bisogno di cibo-
Ci penso un secondo ma so già che la mia risposta è si: anche io sto morendo di fame.
- Ok. Dai conosco un posto dove cucinano benissimo- E lo trascino in questo chiosco dove ordiniamo del ramen. Il cuoco ci guarda con tanto d'occhi ma a noi non interessa. Mangiamo finalmente un pasto, da ieri all'ora di pranzo, e tranquillamente riprendiamo il tragitto verso casa sua. Rimaniamo zitti fino a davanti casa sua.
- Io abito qui- È proprio una bella casa. E soprattutto è enorme, rispetto alla mia.
- Wow che bella casa che hai-
- È dei miei. Per me è anche troppo grande-
- È proprio vero: chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane. Beato te che hai una casa così. Tutta la mia è praticamente solo il tuo ingresso-
- Esagerato-
- Beh ora devo andare. Ho bisogno di un po' di relax prima di tornare a scuola. Tu pensi di andarci oggi?-
- Non credo... Penso che un giorno di riposo totale non possa farmi male. Ci vediamo domani-
- Ok allora riposati. E la prossima volta che fingi che vada tutto bene quando palesemente non è così, ti prendo a pugni ok? Anche se stai malissimo e non ti reggi dritto in piedi-
- Hai ragione.-
Piano mi incammino verso casa quando mi sento richiamare. Mi volto e lui è davanti il cancello.
- Grazie per stanotte-
- Ma figurati. Mi hai fatto spaventare sai?-
Ci guardiamo per qualche secondo. Poi lo saluto e stavolta torno a casa. Che nottata.

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Capitolo 6
*** Conversazioni ***


Note dell'autrice: Eccomi qui con un nuovo capitolo. Scusate se è passato un pò di tempo ma ho avuto problemi con il programma di word ç___ç Beh spero che vi piaccia e come sempre... commentate!!

Capitolo 6 – Conversazioni

POV KAEDE
Sono qui davanti casa e guardo Hanamichi andare via. È stata la nottata più lunga della mia vita. E anche la più bella finora. Non conoscevo questo suo lato protettivo e mi piace da matti. Sono stanco morto credo che dormirò anche di più del normale. Chissà se si saranno accorti che non sono tornato ieri sera. Apro la porta e mi ritrovo davanti i miei che mi guardano con una faccia tra il serio e l'arrabbiato e le braccia incrociate sul petto. Si credo proprio che se ne siano accorti. Prevedo già una discussione per stanotte e sinceramente con tutto quello che ho passato non mi va proprio così biascico un “buongiorno” superandoli e incamminandomi per le scale. E ovviamente i miei cominciano a parlare.
-  Ti sembra questa l'ora di tornare?- Comincia subito mia madre.
-  Il tuo amico... Quel Sendo era preoccupatissimo per te-
Ah ecco... è per questo che erano preoccupati. Non certo perché non sapevano dove fossi o se mi fosse successo qualcosa di grave.
- Ma si può sapere dove sei stato? Noi tra pochi giorni dobbiamo partire per dei viaggi di lavoro a Tokyo, lo sai e abbiamo tantissimi impegni. La notte dobbiamo dormire e se tu fai così ci fai passare la notte in bianco-
Beh certo c'è anche l'egoismo che li spinge ad essere preoccupati per me.
- Mi dispiace. Sono rimasto bloccato a scuola. Ci hanno chiuso dentro a me e ad un mio amico-
Loro mi guardano un po' sospettosi, come se non credessero a quello che dico. E questo mi fa infuriare perché io non ho mai dato loro una preoccupazione, non ho mai mentito, ma loro comunque non si fidano di me. Continuo a salire le scale e quando sono praticamente in cima, mi giro.
- Ah dimenticavo stanotte sono anche svenuto e avevo la febbre a 39 perciò adesso me ne vado a letto a riposare e non andrò nemmeno a scuola, perché sono decisamente provato-
Non do loro neanche il tempo di assimilare la notizia che me ne vado in camera mia e mi butto sul letto.
In realtà non riesco a dormire: ho mal di testa e ho sicuramente ancora la febbre. Mi metto sotto le coperte e chiudo gli occhi. Penso ancora a stanotte. Lui affianco a me a riposare. Lui che mi tocca la fronte per sentire la temperatura. Nel frattempo sento la porta aprirsi. Non apro gli occhi ma so che è mio padre dalla sua camminata.
- Eravamo davvero preoccupati Kaede-
- Nh- non mi va nemmeno di parlare adesso. Lo sento avvicinarsi e accarezzarmi i capelli come quando ero piccolo. Mi fa stare bene questo gesto e poco a poco mi giro e mi metto seduto di fronte a lui.
- Stai bene ora?-
- Si, più o meno... Mi sento parecchio debole- Lui mi poggia la mano sulla fronte per sentire la temperatura. Che strano quando lo ha fatto Hanamichi ho provato una sensazione totalmente diversa.
- Credo tu abbia ancora qualche linea di febbre.... Va bene, rimani pure a casa oggi. Chiamo io la scuola e li avverto che non ci vai-
- Grazie- Si alza dal letto e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
Mi sento distrutto. Soprattutto psicologicamente. Non credevo di poter provare sensazioni simili. Poi la stanchezza prevale e scivolo tra le braccia di Morfeo.
 
***
Mi risveglio che è già pomeriggio. Piano piano apro gli occhi e per poco non muoio di infarto. A pochi centimetri dal mio viso mi ritrovo quello di Akira che mi guarda incazzatissimo. Chissà perché poi.
- Ma dico sei scemo... Mi hai fatto prendere un colpo-
- E tu mi hai fatto arrabbiare... E molto- Me ne sono accorto.
- Io...perché?-
- Non ricordi?? Dovevamo vederci ieri e invece mi hai dato buca. Di nuovo. Ti ho aspettato fino alle 9 di sera e non ti sei fatto vedere. Ero preoccupatissimo. Poi ho pensato che non te ne fregava nulla, così me ne sono tornato a casa mia. Grazie bell'amico sei-
Oh Kami, poverino. In effetti mi sono completamente dimenticato che dovevamo vederci ieri. Sospiro cercando le parole giuste per farmi credere. Perché so che sembra una balla quello che è successo ieri notte.
- Senti so che non mi crederai ma sono rimasto chiuso a scuola- Lui mi guarda un po' sospettoso e io mi chiedo perché la gente quando parlo non mi crede mai. Accidenti. Così aggiungo quel particolare che mi farà perdonare.
- Con Hanamichi- E i suoi occhi si illuminano solo all'idea di quello che potrebbe essere successo.
- Ok. Ti perdono- dice con calma, ma io lo vedo che freme dalla voglia di sapere tutto – Ora però voglio sapere come, dove, quando, perché, insomma tutto quello che è successo. Ah me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa prima o poi. E sono sicuro che stavolta qualcosa è successo vero?-
- Più o meno-  così gli racconto dell'allenamento. Del mio malore. Di come si è preso cura di me. Di quello che ho provato e di quella specie di bacio, diciamo sfioramento di labbra.
- Oh Kami Sama è una cosa fantastica-
- Dici?-
- Assolutamente. Accidenti hai fatto passi da gigante in soli due giorni. È incredibile. Si vede che la mia presenza aiuta-
- Scemo! Però sai pensandoci bene... Credo che tu avessi ragione. Forse non è poi così etero come dice di essere- Mi fa così strano pensare al fatto che lui sembra più felice di me per quello che succede con Sakuragi.
- Beh io te l'avevo detto e poi ricordati che io ho il radar cerca gay... bip bip quello è gay... bip bip quello no-
E ci mettiamo a ridere. Poi decido che mi sento abbastanza bene da poter uscire a fare qualche tiro al campetto. Anche per farmi perdonare un po' da Akira. In fondo sono due giorni che viene e gli do buca.
 
***
Siamo rimasti lì tutto il pomeriggio fino a tardi a giocare. Mi piace giocare con lui. Mi fa esaltare, ed è una cosa che non tutti riescono a fare. Forse è per questo che è il mio migliore amico.
Mentre torniamo verso casa mia, stanchi e un po' sudati, comincio a pensare a Sakuragi e a ciò che provo per lui. Dopo ieri notte dovrei essere contento e lo sono, ma c'è qualcosa che mi preoccupa. Devo avere un espressione davvero strana perché Akira si ferma di colpo.
- Ma che cos'hai? A che pensi?- Forse dovrei chiedere cosa ne pensa lui di tutta questa storia.
- Senti Aki, secondo te con Hanamichi come andrà a finire?-
- Beh se continua così secondo me potreste anche mettervi insieme. Ma perché me lo chiedi?-
- Non lo so... Il fatto è che ho una strana sensazione, come se dovesse succedere qualcosa di brutto o che mi farà stare male. Boh non lo so magari ho solo paura che lui mi respinga-
- Di questo non ti devi preoccupare. Sono più che sicuro che tu gli piaccia, anche se ancora non lo sa. E poi ricorda “chi disprezza compra”-
- Come fai ad esserne così sicuro? Io ho mille dubbi e un vortice di pensieri in testa-
- È normale. Tu ne sei innamorato è ovvio che non riesci a vedere le cose in modo imparziale, ma io, che invece vi guardo dall'esterno, noto come ti guarda e come si arrabbia davanti a un tuo commento. Poi però ti rimane vicino e si prende cura di te se stai male. Questi sono segni di come lui tenga a te, anche se, ti ripeto, lui ancora non se n' è accorto. Ma se ne accorgerà e anche presto, perché ci sarai tu ad aiutarlo-
- Wow è incredibile… Hai fatto un discorso stupendo.. E serio anche-
- Ahahaha divertente-
- Forse hai ragione. Non riesco a vedere la cosa dal giusto punto di vista. Ci sono troppo dentro per avere una visione chiara della faccenda. Grazie-
- Ma figurati- Nel frattempo siamo arrivati davanti al cancello di casa mia. Ci salutiamo e lui comincia ad avviarsi verso casa sua. Poi si gira mi sorride e mi dice...
- Sono sicuro che tutto si aggiusterà e comunque ci sarò sempre io a consolarti se ti farà soffrire. Lo sai che sei il mio migliore amico no?-
Io annuisco e lui riprende la sua strada. Ora mi sento un po' meglio. Chissà perché però questa sensazione non mi è passata. Ho un bruttissimo presentimento.

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Capitolo 7
*** Scoperta ***


Capitolo 7 – Scoperta

POV HANAMICHI
È passato poco più di un mese da quella notte in palestra. Abbiamo cercato di evitarci in tutti i modi, riuscendoci quasi sempre. Certo in palestra era un po' più difficile, e spesso siamo finiti a litigare, pugni e calci annessi. Mi sembra come se il mondo si stesse sgretolando molto lentamente intorno a me. I miei amici mi guardano sempre in maniera strana. Haruko quasi non mi parla più, per non parlare di Yohei: mi guarda con un espressione di pietà e poi mi rivolge appena la parola. Come se avesse fatto qualcosa di sbagliato... mah. Ho mille pensieri in testa.
Almeno mi rimane il basket, ormai siamo quasi al campionato nazionale. Mancano due partite: Shohoku- Shoyo, Shohoku- Kainan, e quest'ultima è domani. Ci stiamo impegnando tutti tantissimo, ormai gli allenamenti sono tutte partite in vista delle ufficiali. L'unico problema è il caldo. Ci saranno 30°  fuori, e dentro la palestra forse anche di più. Fortunatamente oggi l'allenamento è finito prima e ora siamo tutti nelle docce a rigenerarci.
- Ah ragazzi, che stanchezza... Fa troppo caldo.. Rimarrei qui sotto tutta la sera- Dico mentre l'acqua mi scivola fresca sulla pelle bollente.
- Si magari, ma purtroppo non possiamo rimanere tanto tempo sotto l'acqua.. Il preside non vuole per via dei fondi, perciò sbrigatevi a lavarvi ok?- Mi risponde Miyagi. Cavoli se l'ha preso sul serio il suo ruolo di capitano. L'anno scorso cazzeggiava con noi, quest'anno invece è diventato peggio del gorilla, se possibile. Non usa i pugni (anche perché ammettiamolo non ci arriva, per via dell'altezza) ma in compenso ci fa sgobbare più del dovuto. Insomma si fa rispettare.
- Ragazzi che ne dite di andare a mangiare qualcosa- Propone Yasuda. Si è proprio sciolto rispetto all'anno scorso. Forse perché ormai è all'ultimo anno e non ha superiori. Beato lui.
- Beh non so voi ma io non posso, mi vedo con la mia armata... Offrono loro e non posso rifiutare... Sapete com'è quando mi ricapita di mangiare gratis??-
- Perché pagano loro?- Mi chiede Mitsui.
- Mah dicono di essere riusciti a entrare al Pachinko e hanno vinto un bel po' di soldi e vogliono festeggiare andando a cena fuori-
- Wow buona cena allora… Io se fossi in te mi ingozzerei fino a scoppiare-
- Certo perché sei un maiale, io invece che sono sofisticato mi comporterò da vero signore-
- Ehi ma come ti permetti di darmi del maiale eh?- E mi dà un pugno in testa. Vabbè me lo sono meritato e mentre faccio l’offeso massaggiandomi la testa, tutti si mettono a ridere, eccetto il solito asociale. Lo osservo e mi chiedo come si faccia ad essere così, a non ridere mai, a non far mai due chiacchere con nessuno. Mitsui intanto continua a parlare con gli altri.
- Io invece vengo volentieri ci vuole proprio una cena al ristorante dopo gli allenamenti da carcerati- Battutina nei confronti di Miyagi.
Alla fine accettano tutti... Beh più o meno. Ovviamente Rukawa rifiuta. Si inventa la scusa del “sono stanco e preferisco riposare ed essere pronto per le partite” come se gli altri invece no. Peggio per lui, si perderà una bella serata sicuramente. Anche se io non ci vado so per certo che gli altri si divertiranno. Anche io avrò il mio divertimento, con gli altri quattro scemi, che mi ritrovo come amici.
Piano piano tutti finiamo di prepararci. Ci salutiamo, anche se io evito accuratamente Rukawa. Gli altri si danno appuntamento alle 20 davanti ad un locale nella parte alta della città. Io vado verso casa, per posare la sacca e la borsa di scuola, mentre Rukawa se ne va verso casa sua in bici. Da solo.
 
***
- Sapete ragazzi sono proprio contento di questa serata... Mi mancava stare così con voi. Pensavo non mi voleste più come amico-
- Scherzi?? Sei il nostro migliore amico- Mi risponde Yohei.
Siamo in un ristorante nella zona più ricca della città, mezzi ubriachi. Me soprattutto, in fondo ho detto che sarei stato un signore con il cibo, non con il vino. Alla fine non sono nemmeno andato a casa a posare la sacca della palestra. Si sono fatti trovare davanti scuola e mi hanno detto che non c'era tempo. Forse volevano stare di più con me dopo questo periodo in cui siamo stati lontani e ci siamo visti poco.
- Ehi Hana dopo perché non andiamo in qualche bar e continuiamo la serata? Ti va??-
- Veramente sarei parecchio stanco... Se non vi dispiace possiamo fare domani. E poi chi lo sente quel nano malefico se stanotte non dormo un po' e mi presento in questo stato??-
- Già... Ma adesso come va agli allenamenti?- Mi chiede Okusu
- Tutto apposto... In fondo sono un genio ahahahahahahahhaah- Ridiamo tutti.
- Già ma intendevamo con la schiena... Fai sempre a botte con Rukawa. Non ti fa male??-
- Ah quello... No, va bene. Ma non fatemi ricordare Rukawa. Quello proprio non lo sopporto. Quell'aria da “io sono meglio di tutti gli altri e non me ne frega di nessuno” mi fa saltare i nervi-
- Dai lascia perdere. Ehm ragazzi io intanto vado perché... Ehm sono stanco e voglio andare a casa-
Yohei che vuole andare a casa?? Oh no ecco di nuovo la sensazione strana di questo periodo. Perché?? Forse sono solo su di giri per il saké bevuto. Mah.
- Di già?? Vabbè allora veniamo anche noi. Pure io sono stanco morto- Dico io alzandomi.
Così pagano il conto e ci incamminiamo verso casa. Tutti tranne Yohei però. Ma dove va?? Mentre gli altri se ne vanno, io faccio finta di dimenticarmi qualcosa al ristorante e cambio strada, seguendo il mio migliore amico. Se così lo si può ancora definire. Camminiamo per un po' tanto che a un certo punto penso pure che mi abbia scoperto, fino a che non arriviamo nella zona vicino scuola. Forse si è dimenticato qualcosa lì. A questo punto i miei sospetti si sciolgono come neve al sole. Che idiota che sono stato, ha ragione Rukawa quando dice che sono un Do'aho, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce. Come ho fatto a non fidarmi di Yohei. Decido che visto che ormai sono fuori mi farò un giro nel quartiere residenziale. Mi è sempre piaciuta questa zona. Mi sarebbe piaciuto vivere qui: una bella villetta con giardino e anche vicino scuola. E invece mi ritrovo a dover vivere in un minuscolo appartamento di periferia e farmi anche un sacco di chilometri per venire a scuola. Giro l'angolo e mi ritrovo praticamente davanti casa di Haruko. Non me n'ero nemmeno accorto. È un po' tardi altrimenti avrei suonato. Arrivo quasi davanti al cancello e sento delle voci. Forse non è troppo tardi.
- Hai parlato con Sakuragi?- Ehi mi ha nominato. Chissà magari ha capito che mi ama e vuole mettersi con me.
- No, non ce la faccio. Come posso dirgli che stiamo insieme eh? Te l'ho detto che a lui piaci e poi io sono il suo migliore amico gli darei un dolore troppo grande- Questa è la voce di Yohei.
Rimango qui imbambolato e sento il cuore farmi male. Com'è possibile?? No, devo aver capito male. Magari è l'alcool che ho bevuto a farmi questo effetto. Mi avvicino al cancello e li vedo. Yohei e Haruko abbracciati. Che si baciano. La  vista si annebbia e le gambe stanno cedendo. Mi sento male.
Mi sembra che il mondo stia per crollarmi addosso. Scappo via. Non voglio vederli. Non voglio sentirli. Vorrei sprofondare nel vuoto e non tornare più. Ora capisco l'atteggiamento di Yohei da quando sono tornato dalla clinica. Chissà da quanto va avanti la loro storia. E io che credevo di essere paranoico. Mi sento ingannato e preso in giro. Che idiota sono stato.
Senza nemmeno rendermene conto entro in un bar. Devo avere una faccia sconvolta perché il barista non aspetta nemmeno la mia ordinazione che mi mette davanti un short di tequila, nonostante essendo minorenne sarebbe illegale, ma forse il mio aspetto lo inganna. So che non dovrei bere, ormai sono uno sportivo ma ne ho proprio bisogno. Così lo bevo tutto d'un fiato sperando che il dolore che ho dentro svanisca, ben sapendo che non succederà. Il barista continua a versare fino a che il bar non chiude. E io sono totalmente ubriaco. Inizio a camminare, sbandando e gridando il mio disprezzo per la legge che obbliga i bar a chiudere così presto. In realtà sono le 2:00 passate e la gente mi urla contro di stare zitto perché vuole dormire. Ma non me ne frega nulla. Sto troppo male e sono troppo ubriaco per realizzare che non dovrei comportarmi così. Non so come mi ritrovo davanti casa di Rukawa. Chissà se dorme o no. Ho bisogno di parlare con qualcuno e la sbronza che mi sono preso mi permette di suonare alla sua porta.
Non risponde nessuno. Sicuramente dormono. Continuo a suonare fino a che non vedo una luce accendersi e la porta aprirsi. E appena lo vedo crollo su di lui.

 


Note dell'autrice: lo so che questo capitolo è un pò cortino però in realtà fa da collante per il prossimo capitolo.. Spero vi sia comunque piaciuto e che continuiate a leggere la storia che da qui in avanti si svilupperà in maniera inmprevedibile ^___^ 

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Capitolo 8
*** Di notte accade di tutto ***


Capitolo 8 – Di notte accade di tutto

POV KAEDE
Sono a casa da solo. I miei sono partiti di nuovo. Pensandoci forse non avrei dovuto rifiutare l'invito di stasera. Magari mi sarei divertito. E non l'ho fatto perché Hanamichi ha detto no. Li per li non mi andava ecco. Perché cerco di autoconvincermi. Sono del tutto sicuro di quello che ho fatto. Anzi ora li chiamo e dico che verrò anche io. Cavolo non ho neanche un numero. Accidenti mi rendo conto ora che sono proprio un asociale, conosco i miei compagni di squadra da più di un anno e non ho nemmeno i loro numeri di telefono. Beh pazienza è destino che non debba andare a quella cena.
Mi sdraio sul divano e accendo la tv cercando qualche cosa da guardare ed evitare così la noia. Che palle non c'è niente che possa interessarmi. Vabbè quasi quasi prendo il pallone e vado a fare due tiri nel campetto qui vicino. Anche se ormai è notte fonda. Guardo l'orologio e mi rendo conto che è l'una passata. Non mi ero accorto dell'orario. Forse per oggi è meglio finirla qui con l'allenamento, in fondo mi sono allenato anche con Akira quando sono tornato da scuola. Si, credo proprio che me ne andrò a letto.
Salgo le scale e vado in camera mia. Non mi va di mettermi il pigiama, anche perché fa un caldo pazzesco. Rimango allora in canottiera e boxer e mi sdraio. Sono parecchio stanco ma di sonno nemmeno l'ombra. Continuo a rigirarmi nel letto cercando di chiudere almeno gli occhi. Ma non c'è niente da fare rimangono sbarrati, come due finestre senza serrande. Guardo l'orologio... le due passate accidenti!!! Butto la testa sotto il cuscino, deciso a dormire per forza, quando sento il campanello suonare. Mi alzo a sedere sul letto. Chi cavolo va a casa della gente a quest'ora??? Fortunatamente per questo idiota sono più sveglio che mai, così scendo al piano di sotto, mentre questo pazzo continua a suonare. Cosa pensa che sia davanti alla porta in attesa che qualcuno bussi? Apro la porta e… È una visione quella che vedo o è un sogno?? Hanamichi Sakuragi davanti la porta di casa mia. Appena mi vede mi viene incontro e appoggia la testa sulla mia spalla. No, non può essere un sogno questo calore che sento in tutto il corpo e il suo respiro caldo sul mio collo. Rimaniamo in questa posizione per qualche secondo (che a me sono sembrati ore) poi riprendo la lucidità e mi scosto da lui.
- Che ci fai qui??- Il tono della mia voce non è uscito scocciato come avrei voluto.
- Io... - Non finisce la frase che si mette a piangere. Non l'ho mai visto così. Ma che sarà successo??
- Entra dai... Ecco qui sul divano- Mentre lo porto in soggiorno mi accorgo che deve aver bevuto un casino, prima di arrivare qui. Mi sta salendo la nausea e il suo alito è sparso per tutta la stanza. Lo faccio sedere e mi siedo anche io accanto a lui.
- Ehm allora che...  È successo??- Voglio saperlo visto che è così sconvolto ed è venuto a casa mia a quest'ora. Meno male che i miei non ci sono. Mentre lui è lì sul divano mi alzo e vado a prendere un bicchiere d’acqua con una fettina di pane per fargli smorzare l’effetto dell’alcool, sperando che funzioni. Glieli metto sul tavolino davanti a lui, che un secondo dopo mette in bocca, mentre io torno a sedermi vicino a lui. Rimaniamo in silenzio qualche minuto. Voglio aspettare che si riprenda un momento e che parli di sua spontanea volontà. E così succede.
- Io... Credo di aver bevuto.. Un po' troppo stashera- Già, me ne sono accorto. Biascica anche le parole. Però rimango zitto e lo lascio parlare a ruota libera.
- Oggi ho shcoperto una cosa bruttissima- Escono ancora alcune lacrime. Poi si gira verso di me.
- Mai hai avuto la sensazione che qualcosa non andasse per poi scoprire che ti hanno tradito??-
- No, perché??- Azzardo una domanda.
So che avevo detto che lo avrei lasciato parlare ma se continuiamo di questo passo, nemmeno tra due settimane mi dirà perché è qui e come mai è così sconvolto.
- Mi è successo esattamente questo. E il mio migliore amico. Capisci??- Veramente no.
- No eh?? Beh il mio migliore amico, Yohei Mito hai presente? Sta con Haruko, la ragazza che mi piace da due anni. Ti rendi conto?-
- Oh cavoli... Poverino- Forse non avrei dovuto dirlo ad alta voce.
- Già mi sento male...Come ha potuto farmi una cosa del genere?- Non si è accorto che il “poverino” era rivolto a Mito.. meglio così.
Poi lui si gira di nuovo verso di me e mi abbraccia. Che situazione surreale. Se ci vedesse qualcuno penso che scoppierebbe a ridere.
Che bella sensazione però. Sento le sue braccia intorno alla mia vita e la sua testa  appoggiata al petto. Senza nemmeno accorgermene lo abbraccio anche io e lo stringo di più a me. Mi lascio totalmente andare. Forse non se ne rende nemmeno conto della situazione, ma non me ne frega niente. Ora voglio solo sentire il suo calore che mi avvolge. Dopo un po' lui alza la testa e senza darmi il tempo di ragionare... mi bacia. È un sogno. Deve esserlo. Non è possibile che tutto questo stia accadendo davvero. Sento le sue labbra premere sulle mie e la sua lingua accarezzare la mia. Troppo bello per essere vero. Lui fa scendere le sue mani dalla vita ai pantaloni e cerca di infilare la mano sotto la mia canottiera. Solo ora mi accorgo di quello che stiamo facendo e mi allontano. Occhi negli occhi. I miei decisamente sconvolti. I suoi un po' delusi.
- Io... Non credo che dovremmo andare avanti- Mi pentirò di questa cosa ma se deve succedere voglio che lui sia più che sicuro che voglia farlo con me.
- Perché?? So che lo vuoi- Quanto è vero.
- Perché hai bevuto e so che tu non vuoi veramente- Idiota idiota idiota che sono.
- Oh si che lo voglio- Si sporge di nuovo verso di me. Col suo peso mi fa sdraiare sotto di lui.
- E poi si sa che chiodo schiaccia chiodo... E io ho bisogno di un po' di calore umano... Anche se sei un ghiacciolo vivente, scommetto che sotto sotto non sei così freddo vero??- Questa cosa mi fa male. Per lui sarei solo un ripiego. Perché vuole farmi questo?
- No, ti prego così non voglio- Lo dico mentre mi bacia il collo e mi accarezza il petto.
-Shhhhh... tranquillo mica ti voglio violentare- Riprende le mie labbra e le succhia mettendomi di nuovo la lingua dentro. No so quanto ancora riuscirò a resistere sotto questa tortura. Accidenti per essere uno che non ha mai avuto la ragazza sa proprio baciare. Sarà un altro dei suoi talenti.
- Sei ubriaco-
- Mmmh il tuo amichetto qui giù non è della tua stessa opinione- Mi dice mentre cerca di togliermi i boxer. Non vorrei lasciarmi andare ma ormai ogni sprazzo di lucidità che poteva esserci in me sta svanendo sotto le sue labbra. Devo concentrarmi su qualcosa che mi distragga da lui. Ci penso un attimo e poi mi viene in mente che siamo sul divano. È vero che i miei non ci sono ma potrebbero arrivare di sorpresa e beccarmi qui con lui. Ecco dobbiamo spostarci da un' altra parte, lui riprenderà la lucidità e tornerà a tormentarsi per quella sciacquetta.
- Non possiamo farlo qui... I miei potrebbero rientrare.. Perché non andiamo in camera mia?- Dico a fatica alzandomi da sotto di lui. Hanamichi accetta e io gli faccio cenno di seguirmi in camera.
Mi segue e sento il suo sguardo famelico dietro le mie spalle. Saliamo le scale e appena chiudo la porta mi butta sul letto e riprende a baciarmi. I suoi propositi non sono scemati per niente. Appena le sue mani si intrufolano sotto i boxer la mia mente va in corto circuito. Pazienza se domani tornerà tutto come prima. Non mi importa se domani mi odierà e mi insulterà. Adesso sento solo la sua bocca sulla mia e le sue mani che mi toccano ovunque.
Le nostre lingue lottano un po' tra loro. Le sue mani cercano di togliermi i boxer e io facilito il tutto alzando il bacino. Nel frattempo io gli sbottono i pantaloni. Hanamichi si stacca da me e si spoglia. Anche io mi tolgo la canottiera e nel giro di pochi secondi siamo entrambi nudi uno davanti all'altro. Riprendiamo a baciarci ma stavolta sono io a condurre il gioco. Inverto le posizioni e inizio a baciarlo un po' dappertutto: il collo e la clavicola e poi più giù verso il petto. Afferro uno dei suoi capezzoli con i denti e inizio a succhiarlo fino a che non diventa turgido. Faccio la stessa cosa anche all'altro e sento Hanamichi che mugugna e sospira di piacere. Continuo il mio percorso e arrivo all'ombelico dove affondo la lingua e ormai il mio “amante” urla di volere di più. Così decido che non ce la faccio più nemmeno io e salto a piè pari tutto il resto e mi dedico alla sua virilità. Lo guardo un momento rendendomi conto che dopo un anno e mezzo che lo conosco e mi ci faccio la doccia tutti i giorni non mi ero mai accorto di quanto fosse dotato. E mi chiedo come non abbia fatto a trovarsi mai nessuna prima. Davanti alla mia immobilità si mette a sedere sui gomiti chiedendomi cosa stia aspettando, lo guardo un momento negli occhi e poi mi chino su di lui e lo prendo in bocca. Lecco il suo membro dalla punta allo scroto e risalgo. Bacio la punta mentre Hana mi chiede di più. Così succhio e pompo sempre più velocemente. Avanti e indietro e intanto lui mi prende la testa per cercare di raggiungere l'orgasmo. E alla fine lo sento irrigidirsi e riversarsi dentro la mia bocca. Penso di non aver mai assaggiato nulla di più buono. Hanamichi alza lo sguardo e mi accarezza il viso. Con una botta di reni mi fa cambiare posizione e inizia a baciarmi partendo dal collo. Vuole fare la stessa cosa che ho appena fatto io con lui. Sento la sua lingua calda bagnarmi il petto e gli addominali seguendo una specie di linea immaginaria arrivando fino all'inguine. Mentre fa tutto questo lo guardo con gli occhi un po' annebbiati. Kami quanto è bello. Vedo però che ha un momento di incertezza e credo ci abbia ripensato. Così prendo la sua mano e mi metto un suo dito in bocca. Poi mi giro a pancia in giù sperando che non si alzi e mi molli qui come un cretino. Lui invece capisce e inizia a baciarmi la schiena. Baci piccoli e veloci. Su tutta la spina dorsale. Mi sta facendo impazzire. All'improvviso sento il suo dito insinuarsi dentro di me. Mi sta preparando. Allora non è così impreparato come pensavo. Assolutamente no, sa perfettamente cosa deve fare. Piano piano le dita aumentano, fino a che non ce la faccio più e gli chiedo di prendermi. E non mi fa attendere oltre. Con un po' troppa foga toglie le dita e infila la sua virilità, di nuovo dura, dentro di me e io quasi svengo dal dolore. Si ferma per qualche istante per farmi abituare a lui e quasi scompare quando Hana prende il mio membro in mano e comincia a muoverlo. Andiamo avanti un po' così. Lui dentro di me e la sua mano che mi masturba. Alla fine lui viene dentro di me e quando il suo seme mi invade vengo anche io. Mi sento totalmente svuotato. Con più prudenza di prima Hanamichi mi libera e si sdraia affianco a me. Entrambi abbiamo il fiatone. Ho il cuore che va a mille e ho paura che la magia creatasi tra di noi prima svanisca e tutto torni come prima. Mi giro verso di lui per chiedergli come sta ma vedo che ha già chiuso gli occhi e noto che il suo respiro si è fatto pesante. Mi avvicino di più a lui e mi metto la testa sulla sua spalla. E comincio a pensare. Mi chiedo come mai abbia voluto tutto questo. E immagino la reazione che avrà domani. Perché mi sono lasciato coinvolgere, non avrei dovuto. So che mi farà soffrire, non mi ero mai donato a nessuno prima d'ora. Questo mi ha reso debole. Lui potrebbe davvero distruggermi. E io non potrei fare assolutamente nulla per fermarlo.




Note dell'autrice: vi prego abbiate pietà... è la mia prima lemon in assoluto, finora non ho mai scritto scene hot, per cui siate clementi ç____ç Spero comunque che questo colpo di scena vi sia piaciuto. E come sempre, se vi va, commentate!!

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Capitolo 9
*** Incidente o Destino? ***


Capitolo 9 – Incidente o Destino?

POV HANAMICHI
Mi sento tutto intorpidito, come se un macigno si fosse poggiato sopra di me e io non riuscissi a toglierlo. Ho ricordi molto confusi della notte appena trascorsa… Ho visto Yohei e Haruko baciarsi… Vuoto… Ero in un locale a bere... Vuoto... Sono a casa di Rukawa, credo in lacrime e totalmente ubriaco… Vuoto… Ci siamo baciati e… Oddio… L’abbiamo fatto.
Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo sul petto Rukawa che dorme tranquillo su di me e siamo completamente nudi. Ma che ho fatto?? Io non sono gay e poi gli ho anche dato la mia prima volta… E pensare che sognavo sarebbe stata con Haruko. Accidenti.
Beh devo comunque spostarmi da qui, così scosto lentamente Rukawa cercando di non svegliarlo e velocemente mi rivesto ma non credo di essere stato abbastanza attento perché lo vedo aprire gli occhi e guardarmi, con uno sguardo assonnato e tranquillo che su di lui non avevo mai visto. Sembra addirittura gentile.
- Che fai?-
- Mi rivesto non lo vedi?- Gli rispondo freddamente. Lui guarda l’orologio posto sul comodino.
- Ma è ancora presto torna a letto no?- mi dice mentre si alza a sedere sul letto.
- Senti io non posso più restare qui dopo stanotte-
- Già a proposito di questo…- Non so cosa voglia dirmi ma non mi interessa. Così lo interrompo prima che possa dire qualsiasi cosa che possa spiazzarmi o che lo illuda.
- No non dire niente ok? Io non sono gay. Ieri notte ero sconvolto e avevo bevuto: è per questo che è successo tutto… cavoli era anche la mia prima volta-
- Se non fossi gay non saresti arrivato a tanto- afferma sicuramente deluso da ciò che ho detto.
- No, il fatto sai qual è? Che mi fai schifo perché hai approfittato di una mia debolezza per portarmi a letto-
- No non è vero non mi abbasserei mai a fare una cosa del genere- Ma io non voglio ascoltare così mi volto e scendo le scale velocemente.
- Hanamichi aspetta…- Lo sento dire mentre scappo da quella casa e soprattutto da lui.
So di averlo ferito anche perché in realtà non so neanche se ci credo a quello che ho detto, forse non volevo dire davvero quelle cose, o almeno non proprio tutto, ma soprattutto non volevo dirle con quel tono… Ma non ce l’ho fatta, mentre parlavo mi è salita una tale rabbia che non sono riuscito a trattenermi. Ora mi sento uno schifo. Come finirà questa storia?
 
***
Sono arrivato a scuola di fretta e furia. Ho dolori dappertutto, non pensavo che il sesso facesse così male.
Non so come comportarmi. Possibile fossi davvero tanto sconvolto e ubriaco da andare a letto con lui? No, è impossibile!!! Kami che ho fatto??? Sono così confuso... E ho la testa che mi scoppia.
Ora mi ritrovo davanti alla palestra completamente vuota... Per forza sono le 6:30 del mattino!!
Entro e mi siedo sul parquet cercando di fare mente locale su ciò che è successo ieri e su come comportarmi, sia con Rukawa che con Yohei.... Non so se ce la farò a guardare ancora in faccia il mio migliore amico dopo quello che ho visto. Come ha potuto farmi una cosa del genere? Come?? Per non parlare di Haruko. Accidenti pensavo davvero di poter avere qualche chances con lei e invece... Ma perché proprio il mio migliore amico???
Oh Kami sono troppo confuso... Per colpa loro sono anche finito a letto con Rukawa... Rukawa... quel volpino pervertito che mi ha irretito e ha approfittato della situazione.
Però non credevo fosse gay.... Anche se effettivamente così avrebbe senso il fatto che non si fili mai nessuna ragazza...
...
...
Oh mio Dio io con lui mi ci faccio la doccia tutti i giorni!!! Nooo che schifo... Accidenti a lui!!!! Anche se nessuno se n'è mai accorto. E va bene è bravo a mascherare tutto quello che prova.
No, non proprio tutto: la delusione che ha provato quando stamattina me ne sono andato dicendogli quelle cose non è riuscito a mascherarla completamente, anche se c'ha provato. Ma lui ha approfittato di me, del fatto che fossi sconvolto e avessi bevuto. E a me quel genere di persone fanno davvero schifo... E non le sopporto. Se poi ci si mette anche il fatto che non lo sopportavo già in precedenza, ciò che provo adesso è decisamente il triplo!!!
E pensare che avevamo cominciato a instaurare un rapporto un po' più civile. Forse saremmo anche potuti diventare amici.. Ma no, lui deve rovinare tutto. Perché?
Rimango qui seduto sotto il canestro finché non sento la voce di qualche ragazzo che è appena arrivato così mi alzo e raggiungo l'entrata della scuola. Senza che nessuno mi veda entro subito in classe. E appoggio la testa sul banco. Non so quanto riuscirò a fare stamattina, sono praticamente morto, quello che è successo ieri notte è ancora impresso in maniera vivida nella mia mente. Non ho nemmeno fatto colazione e mi viene da vomitare. Mi sento uno straccio. Ho il cuore che batte così forte da farmi male. Sono agitatissimo. E soprattutto ho paura di incontrare Yohei. Vedo i miei compagni di classe arrivare e sedersi ai proprio posti. E lo vedo davanti alla porta parlare tranquillamente con gli altri poi quando si accorge che lo sto fissando mi sorride e mi raggiunge. Che stronzo. Come fa a guardarmi negli occhi e a non sentirsi una merda? Che verme bastardo.
- Ehi Hana come va? Passata la sbronza di ieri?- Annuisco senza dire una parola. La notte passata con Rukawa mi ha contagiato il suo atteggiamento. Mah.
- Mmmmh credo proprio di no... Sembri un fantasma.. Ma non hai dormito per niente stanotte?- Per colpa tua no. E mi prende pure per il culo. Mi verrebbe voglia di spaccargli la faccia, ma poi dovrei dare spiegazioni che non mi va di dare perciò faccio un cenno con la testa a indicare così così.
- Accidenti stare vicino a Rukawa ti fa male.. Mi sembri lui- Eh no... Questo è troppo. Così gli do una bella testata in fronte e mi risiedo.
Sto per appoggiare la testa sul banco quando lo vedo arrivare e sedersi vicino a me. Mi guarda truce e poi si appoggia sul banco per dormire. Devo averlo proprio ferito stamattina. Poggio anche io la testa sul banco e quando sto per appisolarmi un po' sento la sua voce.
- Sai, anche se non mi vuoi ascoltare, ti voglio dire una cosa. So che sei sconvolto e ti capisco. Capisco anche la tua reazione di stamattina e non me la sono presa, ma dovremmo parlare lo stesso di quello che è successo. Perché io non ho fatto nulla. È partito tutto da te. Perciò quando ti sarai calmato, dobbiamo parlare. Mi trovi sempre in palestra o sul tetto. Tanto lo so che mi verrai a cercare-
È stato solo un sussurro. Nel mio orecchio. Ma a me sembra che abbia urlato. E ho il cuore che va a mille. Gli altri non si sono accorti di nulla. E lui è tornato al suo posto con le braccia conserte pronto a dormire.
Ho un tumulto di pensieri in testa. E non mi va di parlare con lui. Cosa dovremmo fare  una seduta psicologica e analizzare le cause che hanno portato alla notte di ieri? Ma anche no. Non andrò da lui una seconda volta.
E non voglio parlare nemmeno con Yohei. So che se adesso dovessi parlare con lui gli direi tutto quello che provo e lo ammazzerei di botte. Non voglio essere espulso da scuola per colpa sua. Così perderei anche il basket e non andrei ai campionati nazionali. Ormai mi sono appassionato a questo sport. Non posso perderlo. Ho deciso. Da adesso in poi mi concentrerò sulle partite e sul campionato. Almeno così non penserò a tutto questo. Ed eviterò tutti e due. Anzi tutti e tre. Perché anche Haruko c'entra in tutta questa storia. Perché da quello che ho potuto intendere da quella conversazione, nonostante fossi piuttosto sbronzo, lei pretende che sia lui a dirmelo, quindi non ha neanche il coraggio di dirmelo lei. Vigliacca. Mi fanno schifo tutti e tre.
 
***
Arriviamo davanti all'albergo che ci ospita. Cavoli è enorme. Devono aver avuto un sacco di fondi quest'anno per permettersi tutto questo. Forse è meglio che spieghi come stanno le cose. Sono passate due settimane da quella famosa notte. Io come mi ero prefissato mi sono concentrato sul basket e ho ignorato il più possibile sia quei due sia Rukawa. Grande successo da una parte. Dall'altra un po' meno. Beh non è mica facile, stando in squadra insieme. E poi mi ha praticamente tampinato. Sicuramente non si aspettava che non andassi da lui per chiarire. In realtà non ho il coraggio nemmeno di guardarlo in faccia. Ogni volta mi ritorna in mente la scena di quella mattina, noi due sdraiati uno sull'altro nudi. Rabbrividisco ogni volta. Va bene, si, sono un codardo. Sfiderei chiunque nella mia situazione a non comportarsi come me. Ma torniamo al racconto... Insomma con la scusa del basket (che poi tanto scusa non è) mi sono dedicato anima e corpo nell'allenamento. Abbiamo disputato le due partite che ci mancavano e devo dire siamo andati proprio bene! Non solo ci siamo qualificati per il Campionato Nazionale ma siamo arrivati anche primi. Grazie ovviamente al mio enorme talento che, come ho già detto, per evitare di pensare ad “altro” ho cercato di sviluppare ancora di più. E ammettiamolo sono rimasti tutti stupiti, Rukawa compreso. Il Ryonan invece è arrivato secondo, e quest’anno per la prima volta in 17 anni il Kainan non partecipa, si vede che la mancanza del loro capitano li ha  penalizzati parecchio; inoltre le loro matricole, al contrario delle nostre, non erano dei fenomeni al pari di Maki o me, il vero genio del basket. Vabbè evitiamo i deliri di onnipotenza. Insomma fatto sta che ora siamo in un albergo di Hiroshima dove disputeremo le partite del campionato.
- Ok ragazzi adesso decideremo le stanze e daremo le chiavi. Perciò tutti qui dai- Alle parole di Ryota ci raggruppiamo vicini per sapere.
- Allora ovviamente tutte le matricole dormiranno insieme perciò ora Ayako vi darà tre chiavi. Mi raccomando non perdetele per favore-
- Yasuda, Kakuta e Shiozaki, voi che siete al terzo anno, sarete in camera insieme-
- Ecco tenete, avete una sola chiave ragazzi- È Ayako a parlare.
- Ishii Sasaoka e Kuwata vi ho messo in camera insieme visto che siete al secondo anno tutti e tre- Passaggio di chiavi. Anche in questo caso è una sola.
- Io e Mitsui dormiremo nella stessa stanza- Aspettate un momento.. NO!!!
- E io?- Chiedo sperando di aver intuito male e di aver fatto male i calcoli.
- Tu con Rukawa. Così forse riuscirete a legare un po’- Più di quanto abbiamo già fatto?? Ed ecco che torna l'immagine sul letto. No no no. Via via via.
Non dico niente però. Lo guardo in cagnesco ma non rispondo. Voglio far vedere che sono una persona più matura quest'anno. Niente scenate da pazzo.
- Finalmente un'occasione per parlare- Mi si è avvicinato alle spalle e nemmeno me ne sono accorto.
- Scordatelo- E mi giro verso le camere.
- Idiota- È un sussurro ma io l'ho sentito. Cosa crede che a questa distanza non lo senta?
Arriviamo in camera e subito mi approprio di uno dei due letti. Metto a posto le cose della valigia e mi sdraio sul letto, il tutto sotto lo sguardo della volpe che non mi stacca gli occhi di dosso.
- Perché mi fissi?-
- Perché hai scelto il letto senza chiedermi nulla?-
- Cos'è tuo per caso?-
- Perché mi stai evitando?- Ecco che parte all’attacco, come immaginavo.
- E tu perché... Perché rispondi sempre con una domanda?- Non sapevo cos'altro dire. E a quanto pare nemmeno lui. È leggermente spaesato.
- Perché tu invece non rispondi e cambi argomento?- Cavoli si è ripreso.
- Perché non sono affari che ti riguardano. E adesso voglio riposare un po' se non ti dispiace. E anche se ti dispiace fa lo stesso-
- Bene-
- Bene- E si sdraia anche lui girandosi dall'altra parte.
Mi rendo conto che tra noi c'è una tensione che si può tagliare con un coltello, ma mi fa una tale rabbia che non ce la faccio a far finta di niente. Certo è un po' stressante così, ma non posso farci nulla. A pensarci bene è iniziato tutto da quando ho deciso di ignorarlo. E da allora lui mi dà il tormento. Immaginatevi quindici giorni così. Prima o poi finirò pazzo o morto.
In effetti questa situazione non è congeniale nemmeno per la squadra. È vero che ognuno gioca bene da solo, ma quando si tratta di gioco di squadra tra noi scoppiano scintille. E finiamo sempre per litigare anche sul campo. Insomma rischiamo di essere espulsi e non mi va affatto.
 
***
Detto fatto. Abbiamo ricevuto un giorno di sospensione. Diciamo che il litigio non è stato solo verbale questa volta. Ci siamo menati di brutto. E tutto per un passaggio sbagliato di Miyagi. Lui si è arrabbiato. Io sono intervenuto. Abbiamo cominciato a litigare. E poi è partito il primo pugno. Da lì il delirio, ci hanno fermato in quattro. Punizione: sospensione di un giorno. Adesso siamo in camera. Ci hanno appena medicato e c'è un silenzio tombale, eccetto qualche sospiro ogni tanto. È ovvio che in tutto ciò ci guardiamo di sottecchi. O almeno io lo faccio.
- Un giorno intero di sospensione. Due partite- Non pensavo potesse parlare per primo.
- Già. Anzi... Pensavo peggio-
- tze- Sospiro.
Silenzio.
- Io invece pensavo che mi saresti venuto a cercare- Lo dicevo che se l'aspettava.
- No-
- Perché?-
- Perché non voglio parlarne-
- Dovremmo-
- Assolutamente no. Senti facciamo finta che non sia mai successo. Come se quella notte non ci fosse mai stata-
- Prima o poi dovrai affrontarlo-
- Può darsi... Ma ci penserò allora. Adesso no. Non ce la faccio. Per ora voglio solo dimenticare e tu devi accettarlo che lo voglia o no- Altro silenzio
- Ok-
- Come prima?- Ci pensa un attimo prima di rispondere.
- Si- È stato solo un sussurro ma chiarissimo.
Ha lo sguardo basso ma posso vedere che ha gli occhi lucidi. Mi dispiace che possa stare male, davvero, ma anche io sto male e per ora è troppo dura per me, soprattutto con Yohei. Quando sarà il momento, chiarirò la situazione con tutti e due. Ma devo essere pronto. E ora è chiaro che ora non lo sono. Per niente.

 



Note dell'autrice: allora non so se sono riuscita a descrivere bene le sensazioni di Hanamichi in un momento tanto delicato. Ho cercato di tratteggiarlo a metà tra quello che era nel manga e quello che è adesso, spero di aver reso che, nonostante sia maturato, certi atteggiamenti non sono cambiati del tutto e un minimo di immaturità ancora c'è in lui. Inoltre per quanto riguarda Rukawa, potrebbe sembrare che nei confronti di Hana sia un po' OOC ma penso che dopo una nottata come quella passata tra loro, il suo atteggiamento dovesse irrimediabilmente cambiare e che certe sensazioni, sentimenti ed emozioni, anche per una persona come lui, siano impossibili da mascherare bene, poi certo è visto tutto dal puto di vista di Sakuragi.
Beh spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^__^
A presto

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Capitolo 10
*** Dubbi e incomprensioni ***


Capitolo 10 – Dubbi e incomprensioni

POV KAEDE
Un mese e due settimane. Quarantacinque giorni. Vorrei dire anche quante ore sono ma perderei un sacco di tempo e con la matematica non vado d'accordo. In ogni caso è un mese e due settimane che io e Hanamichi non ci parliamo. Dalla sospensione quando abbiamo deciso che saremmo tornati come prima di quella notte, tra noi si è creato una specie di muro. E so di averlo creato io. Ma l'ho fatto perché sono deluso da lui. Non vuole affrontare la situazione? Perfetto ma non mi deve più cercare. Basta.
Tra l'altro per colpa sua non mi sono goduto nemmeno la vittoria del campionato. Perché alla fine l'abbiamo vinto, anche se non ho giocato quelle due partite di sospensione. Il Ryonan invece si è classificato decimo, però non è male per essere stata la loro prima volta. Quando siamo arrivati a scuola, ci hanno accolto con applausi e striscioni di congratulazioni. È stato deciso che la coppa la custodirà la scuola affianco a una nostra foto tutti insieme con la maglia della squadra e il capitano con la coppa in mano.
Ora sono a casa a rilassarmi un po'. E come al solito qualcuno suona alla porta. Vado ad aprire e mi ritrovo Akira con un cappellino da festa e la trombetta in bocca.
- Sia lode all'eroe trionfatoreeeeeeee. Congratulazioni!!!!!!-
- Grazie- Rispondo mentre chiudo la porta da cui lui è entrato senza nemmeno chiederlo.
- Scusa se sono venuto solo ora a farti i miei complimenti, ma essendo stato il primo anno che approdavo al Campionato Nazionale ho avuto un sacco di impegni. Comunque hai fatto faville in campo. Anche se lo spettacolo più bello è stato quando ti sei preso a botte con Sakuragi, anche se non so perché. Certo un giorno di sospensione è stata tosta... Cavoli immagino cosa hai provato vedendo gli altri della tua squadra giocare... Io impazzirei. Ehi ma che cos'è quella faccia? Dovresti essere al settimo cielo e invece sembri un cadavere- Ah finalmente se n'è accorto. Sembrava una macchinetta da come parlava.
- Lo so... Non riesco a godermela questa vittoria. Paradossalmente ero più contento l'anno scorso di quest'anno-
- C'entra Sakuragi e quella scazzottata vero?- E io annuisco.
- Che è successo?-
- Ok questa cosa avrei voluto dirtela un sacco di tempo fa ma non ne ho avuto l'occasione e comunque non mi andava di parlarne-
- Ok dimmi- E io gli racconto tutto da quella notte al perché della scazzottata e tutto il periodo del campionato.
Ora aspetto la sua risposta. Vedo che ci sta pensando. So che la situazione è complicata e lui lo capisce.
- Cavolo... Certo hai fatto un bel passo avanti-
- Non sei offeso perché non te l'ho detto subito?-
- Ma figurati. Dovevi metabolizzare tutti gli eventi prima. E comunque questo conferma anche la mia tesi sulla sua omosessualità. Te l'avevo detto no?-
- Già... Quindi non sono pazzo a pensare che non si sarebbe spinto tanto oltre se non fosse stato gay, giusto??-
- Ah novellino, sai mi fai tenerezza, sei ancora così inesperto… Senza alcun dubbio non l’avrebbe fatto. Io credo però che dovresti dargli un po' più di tempo-
- Cioè?-
- Non tampinarlo. Non guardarlo male. Non insultarlo quando fa qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Se lo vedi rabbuiato chiedigli cosa non va, cercando un modo per stargli vicino nel momento difficile senza farlo sentire oppresso e farti trattare male da lui. E soprattutto... non rispondere alle sue provocazioni!-
- Sarà un'impresa titanica per me-
- Ooooh andiamo... Se veramente ti interessa tanto devi fare un po' di sforzi-
- Si ma lui mi fa saltare i nervi- Akira mi guarda malissimo – E va bene ok... Ci proverò. Tra l’altro ho notato una cosa strana gli ultimi giorni a Hiroshima-
- Cosa?- Quanto gli piacciono i pettegolezzi a questo ragazzo. È impressionante.
- Ho visto Mito con quell’oca della Akagi appartarsi dietro una porta, dopo un po’ li ho visti uscire e fare finta di niente-
- Pensi che lo facciano per Sakuragi?-
- No penso più per Akagi, non credo lo sappia-
- Non è proprio il tipo di persona che vorrebbe per la sorella vero?- Io annuisco- Ma è un teppista?-
- Un po’-
- Ti credo allora. Vabbè senti, perché ora non andiamo un po' al parchetto a fare due tiri a canestro?-
Accetto. Dopo quello che mi ha detto devo pensare un po' e il modo migliore che conosco è giocando fino a sfinirmi.
Arriviamo al parchetto senza parlare e facciamo una partita a due che dura circa un'ora e mezza. Sono praticamente morto. Senza fiato. E totalmente confuso. Ma anche Sendo non deve stare tanto bene. Ha giocato come se volesse dimenticare i suoi problemi. Lo dico perché, in fondo, lui è come me. Ecco perché andiamo tanto d'accordo. Adesso siamo sdraiati sull'asfalto davanti al canestro.
- Bella partita- Dice lui.
- Lo dici solo perché hai vinto-
- Noooo.. Ok, si lo dico per quello-
- A te va tutto bene vero?- Aspetta un po' a rispondere.
- Sì, più o meno-
Mi alzo a sedere e lo guardo. Lo sapevo che aveva qualcosa che non andava. Ormai  lo conosco.
- Che succede?-
- Beh diciamo che forse ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare. Soprattutto per ciò che provo io in realtà-
- Cioè?-
- Ok... Durante il campionato, una sera, sono andato a letto con Koshino- Mi guarda sperando in un conforto, ma non credo di poterglielo dare anche perché...
- Chi?-
- Come chi? Koshino il mio compagno di squadra- Io lo guardo continuando a non capire chi è.
- Accidenti Ru il numero 6- Illuminazione.
- Ah, adesso ho capito chi è-
- Certo che sei veramente incredibile-
- Dai lo sai che non faccio molto caso a queste cose.. Comunque non capisco quale sia il problema? Come se non fossi mai andato a letto con qualcuno...-
- Il problema è che... Credo di averlo illuso... Cioè mi piace come ragazzo, ma non mi voglio mettere con lui-
- E lui si?-
- Beh veramente credo che lui pensi proprio questo... Cioè che stiamo insieme-
- Oh accidenti... E allora parlagli-
-  È che non vorrei ferirlo... E poi diciamo che è successo tutto perché... Cavolo mi sa che mi sto innamorando-
- Oh Kami non dirmi di Mitsui? E poi che c'entra questo con quell'altro?-
- Ho visto Mitsui con quel Kogure e mi sono ingelosito- Ma che...
- Idiota- Non ce l'ho fatta a non dirlo ad alta voce.
- Lo so... Che devo fare?-
- Tronca tutto-
Nel frattempo siamo arrivati davanti casa mia. Ci salutiamo e lui se ne va. Mentre rientro in casa penso alle nostre situazioni. Quanto siamo complicati. Sarebbe tutto così facile se potessimo fare come vorremmo.
 
***
 
Dopo il discorso di Akira ho provato a ripensare a come si sono evolute le cose tra me e Hanamichi. A come siamo finiti. È peggio dell'anno scorso quando ci insultavamo. Perché almeno c'era un minimo di rapporto tra di noi. Ora invece è come se non esistessimo l'uno per l'altro. Quanto vorrei che ci ripensasse. Vorrei che affrontasse la situazione come ha sempre fatto.
Arrivo davanti a scuola e lo vedo parlare tranquillamente con il suo gruppo di amici. Sicuramente con loro due avrà chiarito. Deve averlo fatto per forza, non può davvero far finta di nulla dopo l'accaduto. Lui non è così falso. O almeno penso. Deve aver sentito il mio sguardo su di lui perché si volta verso di me. Serio. Poi si gira di nuovo verso gli altri con il sorriso. Perché ce l'ha con me in questo modo? Dovrebbe avere quest'atteggiamento verso quei due, non con me. Credo proprio che Akira abbia ragione, devo fare come dice lui.
Entriamo tutti nelle nostre aule e io mi metto subito al mio posto. Ok devo cercare di fargli capire che io sono qui ma senza il mio solito sguardo o con qualche battutina pungente. Lo vedo entrare e mettersi seduto di fianco a me, come al solito.
-Ciao- Dico io per primo. Non mi sembra di essere stato scortese.
- Ciao- Beh almeno non mi ha tolto il saluto.
Per tutta la mattina non mi rivolge nemmeno uno sguardo e anzi sembra attento alle lezioni. E continua così per tutta la giornata. Anche adesso che siamo in palestra ad allenarci.
Evita di starmi vicino il più possibile, appena vede che sono libero chiede agli altri in campo di marcarmi, anche se dovrebbe farlo lui. Quest'atteggiamento mi dà sui nervi ma devo sforzarmi di non innervosirlo e di non guardarlo male. Devo seguire il consiglio di Sendo. E quando Kaede Rukawa si mette in testa qualcosa la ottiene. Sempre. Eccetto lui, che avendo un carattere, per certi versi, simile al mio mi tiene testa. Cavoli ma proprio di Hanamichi Sakuragi dovevo innamorarmi??
L'allenamento continua fino a che Miyagi decide di smetterla e tutti si avviano verso gli spogliatoi, Hanamichi compreso. Io invece decido di rimanere un altro po' ma non perché voglia davvero allenarmi ancora, in realtà non mi va di vederlo fare la doccia. Lo so che è un tantino infantile ma non ce la faccio. Ho paura delle mie reazioni corporee e non voglio che gli altri se ne accorgano. Così rimango qui fino a che non vedo che tutti sono andati via. Così entro tranquillo nello spogliatoio e vedo che invece l'unica persona che non volevo vedere è rimasta. Si sta finendo di vestire. Poco male vuol dire che mentre mi farò la doccia lui se ne andrà e io non dovrò vederlo. Che situazione complicata accidenti!!!
In pochi minuti mi lavo e mi vesto. Prendo la sacca e mi avvio verso l'uscita ma qualcosa mi blocca. Sento Hanamichi parlare. Poi un altra voce. Chi è?? Mi avvicino alle porte e do un occhiata. È quel suo amico, Mito. So che non dovrei ma non me ne frega niente, ora voglio solo ascoltare quello che si dicono.
- Si lo so, ma sai ho un sacco di impegni e poi ho avuto il campionato e quello prende tantissimo tempo-
- Immagino. È che ti devo dire una cosa e so che non la prenderai bene... Ma io non l'ho fatto di proposito davvero...  È successo e basta. Non ho pensato alle conseguenze te lo giuro-
- Accidenti! E di cosa si tratta? Cos'è, Haruko si è fidanzata con un altro?- Come se non lo sapesse già.
- Ecco... Si... Più o meno... È quello-
- E tu sai chi è vero? Perché sei un vero amico giusto?- Però così lo sta facendo sentire proprio una merda.
- Sì... Sì, so chi è- Lui gli fa cenno di continuare. E poi arriva la batosta.
- ..... Sono io- Lo sussurra ma il vuoto della palestra mi permette di sentirlo comunque.
I suoi occhi sono diventati vitrei per un momento. Deve aver ricevuto un colpo al cuore. Come quello che ho provato io quando mi ha detto che era stato un errore e che era solo mia la colpa di quello che era successo. Bene ora me ne posso anche andare a casa. Mentre mi incammino, penso. Mi dispiace che ora lui stia soffrendo ma anche io sono stato male per lui ma ha continuato comunque con il suo atteggiamento. Perciò ora voglio vedere come se la cava.
Torno a casa veloce e mi metto tranquillamente sul divano a guardare una vecchia partita di basket dello scorso campionato. Mi sto rilassando anche se i pensieri sono ancora rivolti ad Hanamichi. Dopo un po' decido di andare a letto perché mi sono accorto che in realtà non ho visto nemmeno un quadro della partita.
Mentre sto salendo le scale sento il campanello. Ma chi è che va nelle case della gente a quest'ora? Poi un pensiero si fa strada nel mio cervello. E se fosse...
Decido di andare ad aprire e mi trovo davanti lui. D'istinto gli chiudo la porta in faccia. E sento la sua voce.
- Dai fammi entrare... Ho bisogno di parlare con qualcuno- Sta piangendo.
Non voglio aprirgli ma subito mi vengono in mente i consigli di Akira e riapro la porta. Stava davvero piangendo. Non dovrei per rispetto ma poi non sarei io perciò gli tiro una piccola imbeccata.
- Ah adesso vuoi parlare?- Sospira.
- Ok, lo so, sono stato uno stronzo... Ma ero spaventato. Mi sono sentito perso- Mi guarda sperando di farlo entrare. E la mia sicurezza svanisce di colpo. Come può una persona rendermi così debole??

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Capitolo 11
*** La verità fa male ***


Note dell'autrice: vorrei scusarmi per l'attesa così lunga ma sono stata piuttosto incasinata e non ho potuto aggiornare, sorry!!! Però eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, spero vi piaccia ;) E come sempre.. commentate!!

Capitolo 11 – La Verità fa male

POV HANAMICHI
Abbiamo vinto il campionato. Che bella sensazione. Peccato che a me risulti un po' amara. Quello che è successo quella notte e la chiacchierata, dopo la scazzottata durante quella partita, ancora mi tormentano. In più oggi torniamo a scuola e dovrò affrontare Yohei e Haruko. Loro non sanno che io so, perciò dovrò far finta di niente, far finta che oggi sia un giorno normale come tutti gli altri.
Ora sono davanti scuola. Vedo tutti questi ragazzi che entrano tranquilli, senza grandi pensieri in testa, così diversi da me. Mi sento risucchiato in un oblio e non so come fare per risalire. Tutte le mie certezze, tutta la mia sicurezza, tutto quello che sono sempre stato è svanito e ora rimane solo un grande vuoto e un punto interrogativo... Chi sono??
Mentre penso mi avvio verso l'entrata e già vedo qualcosa che non mi piace. Tutto il Gundai, Yohei compreso è lì davanti e mi fanno cenno di avvicinarmi a loro. E io lo faccio mettendomi la maschera del burlone sempre sorridente che ormai sono abituati a vedere.
- Ehi ciao ragazzi-
- Hana ciao-
- Allora non me li fate i complimenti per aver vinto i Campionati Nazionali??-
- E perché dovremmo? I complimenti li facciamo a Miyagi che ha portato la squadra alla vittoria-
- ah ah ah divertente se non ci fossi stato io col cavolo che la squadra avrebbe vinto. È solo merito mio-
- Già è per questo che ti sei fatto sospendere per un giorno intero? ahahahahahaha-
- No idioti, l'ho fatto per dar spazio anche agli altri, poverini. Altrimenti non ci sarebbe stato spazio per loro-
E tutti ridono. Me compreso. Mi fa male tutto questo ma non voglio che le cose cambino. O meglio che cambino perché sono stato io a tirarle fuori. Voglio vedere fino a che punto arriva. Fino a quando reggerà questa commedia. Se davvero è da quando mi sono fatto male l'anno scorso vuol dire che è praticamente un anno e non posso credere che ancora non me l'abbia detto. Pensavo di conoscere il mio migliore amico ma, se è così, forse devo rivalutare il significato della parola amico.
All'improvviso mi sento osservato e mi giro. Rukawa mi sta guardando. Anzi sarebbe meglio dire fissando. E mi dà un fastidio incredibile. Mi accorgo che lo sto guardando male così decido di voltare lo sguardo verso i miei amici e riprendo a sorridere. So che sbaglio a comportarmi così, che lui in realtà ha ragione a dirmi che dovrei affrontare la situazione. Chiarire almeno con lui. Ma non posso. Mi fa venire i nervi solo a guardarlo. Preferisco ignorarlo, come ho sempre fatto.
Suona la campanella e tutti ci avviamo verso le porte d'entrata e verso le nostre aule. Quando entro lui è già li al suo banco. Gli passo vicino col mio solito sguardo e mi metto seduto. Ovviamente non ha mai distolto gli occhi da me tanto che mentre passo lo sento salutarmi. Strano. E insolito. Che accidenti avrà in mente adesso? Mah. Beh tutto si può dire di me tranne che sono maleducato, perciò gli rispondo al saluto e mi siedo. Da ora in poi non lo calcolerò più.
 
***
Tutta la giornata passa tranquilla. Fin troppo tranquilla. Ho come la sensazione che succederà qualcosa oggi, anche se non so cosa. Arrivo negli spogliatoi e mi cambio per l’allenamento. Appena metto piede in palestra, vedo tutta l’armata davanti al portellone che dà sul giardino. Cerco in tutti i modi di evitare Rukawa, anche quando dovrei marcarlo. So che mesi fa ho detto di essere maturato e che invece il mio comportamento di adesso tutto fa vedere tranne la maturità, ma è più forte di me. Sono troppo confuso, ho bisogno di capire chi sono. Ho bisogno di fare chiarezza, in fondo sono solo un ragazzo di 17 anni, un’età che già di per sé porta scompiglio, se poi ci aggiungiamo quello che è successo la situazione si complica ancora di più. Mi sento così confuso, non riesco a pensare ad altro e mi sento agitatissimo, mi viene voglia di vomitare. Perché doveva succedermi una cosa come questa? A me, che sono sempre stato sicuro di tutto. Adesso è come se mi mancasse la terra sotto ai piedi. Sono talmente distratto che quasi non mi accorgo che la partita è finita e io ho giocato da schifo. Svelto vado subito negli spogliatoi, voglio levarmi di dosso queste sensazioni così strane, tanto ormai ho finito tutti i miei esercizi, anche quelli extra con Mitsui, e posso rilassarmi un po’. Tra l’altro vedo che Rukawa è rimasto in palestra ad allenarsi, probabilmente anche lui sta cercando di evitarmi. Meglio così. Mi butto sotto il getto dell’acqua bollente e cerco di non pensare; devo però essere rimasto più di quanto immaginassi perché gli altri sono già andati tutti via, così con molta calma comincio a vestirmi, dietro di me sento dei rumori e quando mi giro ecco che si materializza la mia persecuzione. A quanto pare è ancora qui e deve ancora farsi la doccia; quel ragazzo è impressionante, si allena a livelli quasi maniacali, troppo esagerato. Beh peggio per lui, se si ammazza di fatica non è un mio problema. A questo punto mi sbrigo, non vorrei che cominciasse a parlarmi, visto che in mia presenza la lingua gli si scioglie sempre. E pensare che di solito non parla mai, ma allora perché con me lo fa sempre? Non lo sopporto, accidenti! In pochi minuti mi vesto e senza asciugarmi la testa, in fondo fa ancora caldo, nonostante sia già ottobre, esco dallo spogliatoio e passo per la palestra. Lì con mia grande sorpresa ci trovo Yohei che fissa il canestro da sotto l’area e sembra mi stia aspettando. Chissà cosa vuole, forse è questo quel qualcosa di cui ho avuto la percezione in tutta la giornata.
- Che ci fai qui?- Dico io mentre lo raggiungo a metà campo.
- Ehi, ti stavo aspettando- Sembra a disagio. Ti credo con quello che mi ha fatto, troppo è tranquillo.
- Come mai? Che succede?- Cerco di essere il più normale possibile, anche se sento la rabbia salirmi.
- Niente è che è tanto che non stiamo un po’ insieme, non ti vedo quasi più-
- Si lo so, ma sai ho un sacco di impegni e poi ho avuto il campionato e quello prende tantissimo tempo- Lo vedo rabbuiarsi. Per un attimo mi dispiace per lui, deve sentirsi davvero una merda, ma poi ripenso a quello che ha fatto e a come si è comportato, e ritorno sui miei passi. Non posso cedere adesso, non può passarla liscia così. Che strano, ripensandoci, nonostante anche lei mi abbia ferito, non riesco ad essere arrabbiato con Haruko. In fondo non sapeva nulla dei miei sentimenti non posso avercela con lei per qualcosa che ha fatto inconsapevolmente. Ma Yohei, il mio migliore amico, lui si che sapeva, anche fin troppo bene.
- Immagino. È che ti devo dire una cosa e so che non la prenderai bene... Ma io non l'ho fatto di proposito davvero... È successo e basta. Non ho pensato alle conseguenze, te lo giuro- Quindi vuole confessare. Certo non mi aspettavo l’avrebbe fatto adesso. Che ipocrita! Non ha pensato alle conseguenze? Come è possibile una cosa del genere? Certo che c’ha pensato ma se n’è strafregato, è questa la verità. Egoista bastardo.
- Accidenti e di cosa si tratta? Cos'è Haruko si è fidanzata con un altro?- So che non dovrei fare così. So che dovrei dirgli che già so tutto ma voglio vedere come me lo dice e le sue espressioni mentre lo dice.
- Ecco... Si... Più o meno... È quello- Balbetta ed è in imbarazzo. Sento che tra un po’ potrei esplodere.
- E tu sai chi è vero? Perché sei un vero amico giusto?- Lo guardo fisso negli occhi, a mò di sfida. Voglio metterlo alla prova, voglio farlo stare male come sono stato male io. Perché da lui mi aspettavo tutto ma non questo. Una pugnalata fisica sarebbe stata meno dolorosa.
- Sì... Sì, so chi è- Gli faccio cenno di continuare. Adesso dovrà dirmi che è lui. Prende un respiro profondo, come se cercasse un po’ di coraggio, poi parla.
- ..... Sono io- Rimango impietrito. Ha abbassato lo sguardo e con un sussurro mi ha dato il colpo di grazia. Penso che se non lo sapessi già, sarei svenuto dal dolore. Mi è mancato un battito. Mi sento morire. Ho aspettato tanto che me lo confessasse e ora non so che fare. Sospiro e cerco di fare la persona matura, nonostante tutto.
- Da quanto?- Lui rimane senza parole- Da quanto tempo state insieme?- Ripeto chiarendo la domanda.
- Hana io…- Non lo faccio continuare. Deve rispondermi, non fare giri di parole.
- Da quanto tempo state insieme, tu e Haruko?- Scandisco bene ogni parola, alzando il volume della mia voce.
- Quasi un anno- Sento una rabbia furente salirmi fino al cervello. Vorrei picchiarlo, fino a farlo sanguinare. Fino a farlo svenire, ma non lo farò. Lo guardo con disgusto.
- La nostra amicizia è finita- Prendo e faccio per andarmene. Lui cerca di bloccarmi. Mi tira per un braccio.
- Ti prego aspetta un momento. Parliamone un momento-
- E lasciami- la mia voce tuona intorno a noi- Mi fai schifo Yohei. Un anno. Un anno e non hai mai avuto le palle di dirmi una parola. Ti consideravo come un fratello. Mi sono sempre confidato con te. E questo è il modo in cui mi ricambi? Sapevi quanto tenessi a lei, sapevi che cercavo di dirle cosa provavo. E pensare che volevo confessarle tutto. Pensa un po’ che idiota! Avrei fatto una figura di merda e magari c’avresti anche goduto non è vero? Ti saresti fatto delle grasse e grosse risate alle mie spalle, non è così?- Ormai sono un fiume in piena, mesi e mesi di rabbia e delusione represse che sbottano tutte insieme. Lui cerca di ribattere ma non lo faccio parlare. Non voglio sentire una parola proferire dalle sue labbra. Sarebbero solo scuse e giustificazioni.
- Non cercarmi mai più. Io per te sono morto, così come lo sei tu per me- Lo strattono via e me ne vado.
Ora ho proprio bisogno di rimanere da solo. O forse no.
 
***
Sono in giro da un sacco di ore. Mi sento vuoto e deluso. Ho pianto tantissimo seduto in un angolo di un bar. Volevo bere ma poi ho pensato che l’ultima volta che è successo, ho fatto qualcosa decisamente fuori dal mio controllo e vorrei essere lucido, in questa situazione. Che schifo di anno che sto passando. Pensavo sarebbe stato tutto completamente diverso. E invece ho perso il mio migliore amico, la ragazza che mi piaceva (strano, mi è venuto naturale usare il tempo passato), per non parlare del fatto che non so più chi sono e il rapporto con Rukawa si è complicato ulteriormente. Già, lui è stato una vera scoperta. Non immaginavo fosse gay, tantomeno che gli potessi interessare. L’ho trovato anche molto cambiato a livello caratteriale, più, come dire, umano. Mi viene quasi da sorridere. Deve essere piuttosto tardi perché il barista si avvicina e mi dice che il locale sta chiudendo, così pago il caffè che ho bevuto e me ne vado. In un frangente simile fino a qualche tempo fa ne sarei andato a parlare con Yohei ma ora non so da chi andare. Non so con chi sfogarmi. Le lacrime spingono di nuovo per uscire e io non ho la forza di trattenerle. Inizio a camminare e come in un deja vu mi ritrovo di nuovo davanti casa sua. Non so se ho il coraggio di suonare il campanello, in fondo non posso pretendere nulla da lui. L’ho trattato malissimo e ora, di sicuro, ce l’ha con me. Però è anche l’unico che conosce tutta la storia e potrebbe capirmi. Rimango davanti alla porta per un po’ pensando a come pormi per evitare che mi sputi in un occhio, cosa più che lecita. Così mi faccio coraggio e suono. In pochi secondi sento la porta aprirsi, mi guarda piuttosto seccato e richiude la porta. Sto troppo male per fare l’orgoglioso e andarmene, ho troppo bisogno di sfogarmi.
- Dai fammi entrare... Ho bisogno di parlare con qualcuno- Dico con la voce rotta dal pianto. Devo proprio fargli pena perché mi riapre la porta.
- Ah adesso vuoi parlare?- No, forse non è pena ma rabbia ciò che lo ha spinto a riaprirmi. Sospiro e prendo il coraggio di chiedergli scusa.
- Ok lo so, sono stato uno stronzo... Ma ero spaventato. Mi sono sentito perso- Ora, devo fargli davvero pena, perché si fa da parte e mi fa entrare. Certo che ha proprio una bella casa, mi fa accomodare sul divano.
- Allora? Di che vuoi parlare?- Va subito al sodo. Come immaginavo.
- Ho parlato con Yohei. Mi ha detto tutto. Non sai che male mi ha fatto sentirgli pronunciare quelle parole- Dico asciugandomi gli occhi. Lui rimane in silenzio per qualche secondo poi cerca di confortarmi. E la cosa mi stupisce non poco.
- Mi dispiace. Però almeno ha finalmente trovato il coraggio di dirtelo no? Smetterà di essere falso-
- Non avrà nemmeno più occasione di esserlo. Con me ha chiuso- Il rancore e la delusione nei suoi confronti sono ancora vivi e non riesco a mascherarli.
- Adesso parli così perché stai male ed è normale ma vedrai che poi ti passerà, e farai la pace con lui-
Non so perché ma c’è qualcosa che mi attira di lui. Mi sento a disagio a provare queste cose che non so nemmeno come definire. L’unica cosa che so è che voglio approfondirle, per poter capire chi io sia e come dovrò comportarmi.
- Mi dispiace per come ti ho trattato, ma vedi… Il fatto è che ora sono confuso e non so cosa devo fare- Anche lui è a disagio, lo vedo e lo percepisco.
- Non fa niente, questo genere di cose sconvolgerebbe chiunque-
- Anche te?-
- Tsk… Certo. Che ti credi, non sono mica di ferro, o gomma- A questo punto faccio qualcosa che non mi sarei mai aspettato di fare. Lo bacio. Rukawa però mi scosta da lui. È chiaramente confuso, non se l’aspettava. Non me l’aspettavo neanche io.
- Perché mi ha baciato?-
- Io.. Non lo so. Aiutami a capire a chi sono, perché provo cose che non mi so spiegare e non so come gestirle- Lui mi guarda e poi riprende a baciarmi. Poi si scosta e mi fa cenno di seguirlo. Deve essere successo anche l’altra volta perché ho di nuovo quella sensazione di deja vu. Arriviamo in quella che, presumo, sia camera sua e riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.
 
***
Non posso credere che sia successo. Sono totalmente sconvolto. Una cosa è certa però, non sono più la persona che credevo di essere. È tutto totalmente diverso, strano e confuso. Ormai non posso più fingere che nulla sia cambiato, devo affrontare la situazione e capire chi sono veramente. Non credevo che sarebbe successo. Sono sempre stato sicuro di tutto nella mia vita, anche nelle situazioni peggiori riuscivo a inquadrare tutto, mentre ora è fuori dal mio controllo. Devo chiarire con me stesso e con Rukawa che ora dorme accanto a me. Se ripenso a poco fa non posso crederci. È stato… Bello! Accidenti, non credevo fosse così il sesso. Stavolta almeno me lo ricorderò e ho fatto bene a non bere, come invece è successo l’altra volta. Mi viene in mente Yohei e a come sono finito in questa situazione. Probabilmente ha ragione Rukawa, alla fine ci chiariremo e faremo pace. Ora però mi sento ferito e non posso lasciarmelo alle spalle. Sento il mio “amante” che si muove vicino a me, si gira e apre gli occhi.
- Sei ancora qui?- Io annuisco. Sembra sorpreso, forse si aspettava la scena dell’altra volta.
- Non hai intenzione di scappare di nuovo?-
- No. Però devi darmi tempo, perché ho la testa troppo ingarbugliata- Stavolta è lui ad annuire. Nel frattempo io mi alzo e inizio a vestirmi.
- Ho bisogno di farmi una doccia e di cambiarmi la divisa per cui torno a casa adesso. Ci vediamo a scuola- Lui rimane in silenzio e mi incammino. Arrivato alla porta della sua camera mi volto.
- Non voglio far finta che tutto questo non sia mai successo, però non farmi pressioni. Se non è un problema ti chiedo di aspettare che ti cerchi io, vorrei che rispettassi i miei tempi-
- Certo, non è un problema. Io aspetto se però quest’attesa non sia solo una scusa per scappare-
- No, non lo è, davvero- Rukawa annuisce di nuovo e io esco da quella casa. Ora più che mai ho bisogno di stare solo con i miei pensieri.

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Capitolo 12
*** Contraddizioni ***


Capitolo 12 – Contraddizioni

POV KAEDE
È passato più di un mese da quella notte e la successiva mattina. Come mi ha chiesto ho cercato di lasciargli spazio e di aspettare che fosse lui a cercarmi. E così è stato. Dopo due giorni in cui ci siamo evitati accuratamente, all’uscita dall’aula, all’ora di pranzo, mi ha preso il braccio e fatto cenno di raggiungerlo sul tetto.
 
FLASHBACK
Salgo su come mi ha chiesto. Chissà cosa vuole. Non è possibile che abbia già preso una decisione, anche se lo spero. Perlomeno mi toglierò quest’ansia di dosso. Il non sapere cosa succederà non mi è mai piaciuto, io sono uno che si organizza preventivamente, non lascio mai che le cose scorrano senza che io le abbia già calcolate. Apro piano la porta e mi ritrovo lui davanti, mani in tasca che mi sta aspettando.
- Siamo soli?- Chiedo io. Non vorrei che qualcuno ci sentisse parlare.
- Si. Ho minacciato di morte tutti quanti per evitare che salissero- Io annuisco. Meno male, possiamo parlare senza essere disturbati.
- Come mai mi hai fatto venire qui?- Devo saperlo, non posso più aspettare.
- Ti avevo detto che ti avrei cercato io no?- Sorride e sembra tranquillo.
- Si ma non pensavo l’avresti fatto così presto- Sospira.
- Lo so, ma vedi… Mi sono reso conto che l’essermi allontanato da Yohei, mi ha allontanato anche da tutto il gruppo. Hanno provato a farci chiarire ma, quando hanno visto che io non volevo collaborare, credo abbiano scelto Yohei- Io lo guardo in silenzio, aspettando di sapere dove vuole arrivare- Non dico che ti ho cercato perché sono solo, sia ben chiaro. Il fatto è che vorrei cercare di capire come andare avanti e loro non possono aiutarmi- Fa una pausa di pochi secondi che a me sembrano ore- Ma tu si-
Io rimango stupito e interdetto perché in pochi centesimi di secondo sento le sue labbra sulle mie e un calore inaspettato accendersi in tutto il corpo. Non so cosa vuole fare, ma mi spinge verso il muro e mi blocca lì. Non ho vie di scampo in questo momento ma non mi importa, è la sensazione più bella della mia vita. Nemmeno il basket mi fa sentire così. Inizia a sbottonarmi la giaccia della divisa e a frugare sotto la maglietta. Vuole un contatto pelle a pelle, e anche io. Rispondo con altrettanta foga, cercando di mettergli una mano sotto la maglia bianca quando sentiamo un rumore venire da dietro il portellone. Stanno bussando cercando di uscire qui sul tetto, ma la porta è bloccata. Ci interrompiamo, con il fiato corto e l’eccitazione ancora visibile sui nostri volti. Cerchiamo di ricomporci, ci sistemiamo le divise e ci scambiamo uno sguardo decisamente strano. Il mio è pieno di dubbi e confusione, non capisco perché questo gesto improvviso. Il suo è imbarazzato e forse pentito. Non so, magari è solo la mia immaginazione. Si avvicina a me, mentre da dentro ancora bussano e cercano di aprire la porta. Mi tira un cazzotto dritto in faccia. Io lo guardo cercando di capire che cavolo sta facendo.
- Così sembrerà che abbiamo chiuso la porta perché volevamo menarci- Mi spiega. A questo punto io gli sferro un pugno sullo stomaco. Mi sorride e piano va ad aprire la porta. Poi si gira verso di me mentre di fronte ci sono dei ragazzi sicuramente del terzo anno.
- Non provare a provocarmi mai più- Prende e se ne va. I ragazzi entrano sghignazzando sul fatto che me ne ha date si santa ragione. Come si sbagliano, non sanno minimamente quello che è successo qui. Prendo e anche io mi avvio verso la mia aula.
FINE FLASHBACK
 
Da allora mi cerca spesso, quasi tutti i giorni e ogni volta finiamo sempre per fare qualcosa, che sia un semplice bacio o magari di più. E ogni volta vorrei che non finisse mai, ma dobbiamo stare attenti per cui ci interrompiamo sempre. Solo ogni tanto viene a casa mia quando i miei non ci sono. So che la situazione che si è creata è strana, in fondo non stiamo insieme però andiamo a letto insieme. E non siamo amici perché continuiamo a litigare, soprattutto in palestra. È una situazione che mi sfinisce, non riesco più ad essere concentrato nemmeno nel basket. E pensare che l’anno scorso volevo andarmene. Ora sono in casa da solo a leggere una rivista di sport, quando sento suonare il campanello. Con calma ed estrema lentezza scendo le scale e vado ad aprire. Io spero sia lui ma mi trovo davanti Akira. Sono un po’ deluso in realtà.
- Che faccia allegra- Lo faccio accomodare.
- Non credevo fossi tu-
- Già pensavi fosse Sakuragi vero?- Annuisco mentre saliamo su in camera mia.
- Vuoi andare a fare due tiri al campetto?- Gli chiedo sperando dica di si. Ho proprio bisogno di staccare con cervello e non pensare a lui.
- No, perché da tre settimane, ogni volta che vengo, tu cerchi il modo di evitare di parlare e io te l’ho permesso perché pensavo che ti servisse del tempo ma ora basta. Tu oggi mi racconti per bene come sta andando-
- Sei proprio curioso eh?- Mi guarda storto.
- No, idiota. È che sono preoccupato per te- Lo guardo e capisco che in fondo ha ragione. Forse parlarne con qualcuno che possa davvero capirmi può farmi bene. Così gli racconto di queste ultime settimane, di come ogni volta mi trascina in bagno e negli spogliatoi della palestra quando non c’è nessuno e di tutte le volte che è venuto a casa mia. Akira se ne sta in silenzio ad ascoltare. Quando termino il mio racconto interviene.
- Fammi capire una cosa: lui dice che ha bisogno di tempo per capire chi è, come si deve comportare e poi viene a letto con te per un mese di fila?- Io annuisco- Ok ti rendi conto che ti sta sfruttando vero? Che usa questa scusa per fare i suoi comodi e non prendere una decisione? Dimmi che te ne accorgi e che te ne freghi perché è l’unico contatto che riesci ad avere con lui, ti prego-
- Mi ha chiesto di dargli spazio ed è quello che sto facendo-
- Kacchan non funziona così. Devi costringerlo ad una scelta, non può andare avanti così e sai perché? Perché in questo modo l’unico che ci rimetterà sarai tu- Cavolo ha ragione, ma non ho la forza di fermarlo.
- So che è difficile ma se non ha intenzione di fare alcunché te lo deve dire e non lasciarti così sulle spine ad aspettare un suo segnale. Non va bene-
- Lo so- Rimaniamo in silenzio per qualche minuto. Io lo guardo e noto che ha qualcosa di diverso, come se gli fosse successo qualcosa. È strano che non abbia già cominciato a raccontare. Così glielo chiedo.
- In effetti qualcosa è successo. Vedi in queste ultime settimane non ci siamo visti ne sentiti granché però ho grandi novità-
- Ovvero?- Lui sospira chiudendo gli occhi.
- Ho iniziato a uscire con Mitsui- Io rimango a bocca aperta. Ma che diavolo è successo in tutti questi giorni.
- Scusa ma non eri andato a letto con il numero 6 della tua squadra?- Lui mi guarda poi inizia a raccontare.
 
FLASHBACK (POW SENDO)
Dopo che sono andato a letto con Koshino, mi sono sentito un po’ in colpa con lui. È un ragazzo così dolce e tenero, non volevo illuderlo. Una sera siamo rimasti da soli in palestra e gli ho parlato, spiegandogli che in realtà non ero innamorato di lui, che non ero proprio interessato da quel punto di vista e gli ho chiesto scusa. Chiaramente si è arrabbiato da morire, mi ha insultato, dicendomi che sono uno stronzo, il che è vero, che non so rispettare le persone e mi prendo gioco degli altri. Io l’ho lasciato sfogare e non ci siamo parlati per una settimana. Accantonato il capitolo Koshino, ho iniziato ad andare ad allenarmi in un campetto nella parte alta della città, dove c’era la rete intorno e il canestro non era tutto sgangherato. Uno di quei giorni, prima di iniziare con il palleggio, mi sono fermato in un bar lì vicino e ho visto Mitsui seduto al tavolo. L’ho guardato e mi ha riconosciuto facendomi cenno di andare da lui, così mi sono messo seduto e ho ordinato un caffè. Abbiamo iniziato a parlare.
- Che ci fai qui?- Mi ha chiesto stupito
- Sono venuto perché c’è il campetto qui di fronte-
- Ti alleni qui?-
- Si, faccio qualche tiro, sai il campetto vicino casa mia è tutto rotto e non mi piace granché-
- Quindi non abiti in questa zona?-
- Nooo figurati non me lo posso permettere- Mi ha guardato non capendo- È troppo caro-
- Capisco. Io invece abito qui dietro- Mi ha risposto candidamente.
- Ma qui dietro c’è solo una villa enorme- Speravo di aver interpretato male ma non è così.
- Si è casa mia-
- Wow.. Beh beato te, sei fortunato- Ha fatto spallucce, come fosse una cosa da niente.
-  E dimmi che ci fai tutto solo in un bar?- Gli ho chiesto ancora e lui si è rabbuiato un po’.
- Così, diciamo che avevo bisogno di tranquillità-
- Posso chiederti come mai?- Lui ha sospirato e per un attimo ho temuto che potesse dirmi di farmi gli affari miei ma poi mi ha guardato e ha ripreso a parlare.
- Tu sai che sono gay vero?- E io ho annuito- E che ho un ragazzo?- Ho annuito ancora- Bene diciamo che abbiamo discusso e che già da un po’ ci sono dei problemi- Io sono rimasto in silenzio e poi gli ho detto che se avesse avuto bisogno di sfogarsi avrebbe potuto parlare con me, che sono un buon ascoltatore. Devo avergli ispirato fiducia perché ha iniziato a raccontarmi del fatto che ultimamente non si vedevano più così spesso per via dei vari impegni, soprattutto di Kogure che va all’università, che da quando non è riuscito a passare il terzo anno, si sente frustrato e un po’ oppresso da questa situazione e che questo lo ha portato a litigare con lui di continuo perché Kogure, a quanto pare, non riusciva a capirlo come avrebbe dovuto e a sostenerlo come Mitsui vorrebbe. Io ho ascoltato senza fiatare, non volevo sembrare uno che si erge a chissà chi che dispensa consigli e giudica come se la sua vita fosse perfetta. Alla fine ci siamo salutati e pensavo fosse finita lì, invece abbiamo iniziato a vederci in quel bar tutti i giorni e dopo ad allenarci insieme in quel campetto ed era tutto perfetto, una sintonia che non ho mai avuto con nessuno. Qualche giorno fa è venuto lì e mi ha detto che aveva lasciato Kogure. All’inizio sono rimasto un po’ stupito dalla notizia e gli ho anche chiesto se fosse stato proprio necessario rompere definitivamente, ma poi lui è stato così, come dire, deciso e sicuro che ho accettato la cosa; poi mi ha chiesto di uscire e non potevo rifiutare, non potevo rinunciare a questa occasione, mi piace troppo questo ragazzo e così ho accettato e da due giorni usciamo insieme.
FINE FLASHBACK (POW SENDO)
 
Ok. Sono rimasto letteralmente a bocca aperta. Insomma Mitsui e Kogure erano “la coppia”, quella a cui aspiravo se avessi mai trovato qualcuno.
- Allora che ne pensi?- Mi chiede dopo qualche secondo.
- Io… Non so che dirti, cioè… Cavolo-
- Che dici, faccio bene?- Spera sicuramente nel mio sostegno.
- Prima devi rispondere a una domanda: ti piace sul serio Mitsui?- Ci pensa su qualche secondo poi risponde.
- Si, da morire. Non ho mai provato nulla del genere con nessuno, mi tremano le gambe, il cuore mi batte talmente veloce quando lo vedo e mi sorride che ho quasi paura che possa esplodere. Potrebbe anche essere quello giusto- Sembra sincero mentre lo dice. Anzi ne sono sicuro, non mi mentirebbe così spudoratamente su un argomento come questo.
- Allora fai bene- E lui mi abbraccia forte. Aveva proprio bisogno di essere accettato da me.
Decidiamo di andare al campetto sulla spiaggia per fare qualche tiro, poi ci salutiamo e lui cerca di convincermi ancora a parlare con Sakuragi.
- Prometti che cercherai di fargli prendere una decisione?-
- Nh- Rispondo io annuendo con la testa.
- Vabbè io allora vado… Mi raccomando non farmi stare in pensiero, lo sai che per me sei come un fratello no?-
- Si, anche tu-
È davvero una persona affettuosa. Non pensavo di potermi affezionare tanto a un tipo come lui. Forse è proprio vero che gli opposti si attraggono, anche in amicizia.



Note dell'autrice: di questo capitolo non sono proprio sicura,  non è scritto come gli altri, come avete potuto notare al suo interno ho inserito anche i pensieri di Sendo, perché volevo dargli un po' di spazio e non sapevo in che altro modo inserirlo. Spero comunque che vi sia piaciuto ^.^ ma vorrei davvero sapere cosa ne pensate, sia in positivo che in negativo, in modo da potermi migliorare.... Vi prego recensite ç__ç

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Capitolo 13
*** Confusione e nuovi cambiamenti ***


Note dell'autrice: allora sono passati solo due giorni ma eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo. In questi giorni mi sento particolarmente ispirata per cui mi raccomando date un' occhiata alla storia perchè credo che aggiornerò più velocemente ^__^ Spero vi piaccia anche questo capitolo e se ne avete voglia recensite pure, sia in negativo che in positivo, che sia però costruttivo ok? Alla prossima

Capitolo 13 – Confusione e nuovi cambiamenti

POV HANAMICHI
In quest’ultimo anno, la mia vita è stata totalmente stravolta dagli eventi. Non so più chi sono. Non mi parlo più con Yohei, il mio ormai ex migliore amico. Non mi parlo più con il mio gruppo di amici storico. Ho iniziato un rapporto con Rukawa, che nemmeno io so definire. Non so come faccia ad accettare questa situazione. Io se fossi in lui mi sarei già mandato a quel paese e invece lui continua ad accogliermi tutte le volte, il che in realtà è peggio perché, con la confusione che ho, il suo atteggiamento mi spiazza. Sono due mesi che va avanti così e io non so cosa fare. So che ha ragione quando dice che io non mi comporterei così se fossi come sono sempre stato convinto, però magari è solo un momento e potrei incontrare qualcuna che mi faccia perdere la testa e allora vorrebbe dire che questa è solo una sbandata tipica dell’adolescenza e basta.
Ora sono fuori da scuola a prendere un po’ di fresco prima di andarmene a casa. Sono seduto su una panchina con la sacca degli allenamenti ai piedi. In queste ultime settimane, anche se la scuola è chiusa per le vacanze di fine anno, continuiamo ad andare in palestra ad allenarci, per non perdere il ritmo. Sento dei rumori dietro di me, mi giro e vedo Sendo che si avvicina a me e si siede al mio fianco.
- Che ci fai qui Porcospino? Lo sai che è lo Shohoku vero?- Lui sorride, come sempre. È come se avesse una paresi questo ragazzo, però lo sguardo è diverso.
- Certo che lo so. Mi devo vedere con Mitsui ma visto che c’ero e avevo bisogno di vederti ne ho approfittato e sono venuto qualche minuto prima-
- Con Mitsui?- Lui annuisce
-Voi due uscite insieme? Aspetta un momento, vedermi? Cos’è vuoi carpire i segreti del grande genio del basket?- Gli dico io mantenendo questa mia aria, nonostante ormai quasi non ci creda più nemmeno io.
- No, non per questo- Sorride più convinto- Ti devo parlare- Diventa serio. Il che è strano e mi dà da pensare. Che sarà successo per togliere la maschera della felicità a un tipo come lui?
- Non so come dirtelo, per cui lo dico e basta, così come viene, pazienza se ti arrabbi e ti offendi- Sembra parli più a se stesso che a me.
- Non credo tu ti stia comportando in maniera corretta- Non ci sto capendo nulla.
- Che intendi scusa?- Gli chiedo io allora.
- Ti stai comportando da stronzo con una persona che non se lo merita affatto- E qui capisco. Eccome se capisco. Mi chiedo solo come fa lui a saperlo.
- Non so di cosa parli- Voglio vedere se si riferisce davvero a quello che penso io oppure ad altro.
- Certo che lo sai. Sai di chi parlo. Non far finta di non capire- Rimango zitto qualche secondo guardandolo dritto in faccia poi rispondo.
- E va bene. E come fai tu a sapere cosa è successo?-
- Vedi ci confidiamo a vicenda, per cui io so tutto. Ti ripeto stai facendo lo stronzo e non se lo merita-
- Da quando ha bisogno di un avvocato difensore?-
- Non ne ha bisogno infatti, sono io che ho voluto parlarti, perché questa situazione non va bene affatto. Te ne stai approfittando e lui te lo permette perché, anche se tu non te ne accorgi, dato che sei un idiota, a te ci tiene e non vuole perderti, ma non ci si comporta come stai facendo tu-
- Ma che ne sai di quello che sto provando io eh? Non immagini nemmeno quanto stia male io-
- Ah no? Tu dici? Ci siamo passati tutti Sakuragi, ogni omosessuale ha dovuto fare i conti con questo. Nessuno però, te lo assicuro per esperienza personale, c’ha mai marciato sopra facendone una scusa per fare i propri comodi- Allora anche lui è gay. Non ne avevo idea.
- Non è così. Non sto facendo i miei comodi alle sue spalle, per niente. Sto solo cercando di capire-
- E questo è il tuo modo di capire? Ti do un consiglio, perché vedo che ne hai proprio bisogno. Quando si è confusi il modo per capire chi si è non è andare a letto con un altro, piuttosto meglio rimanere da soli. Se però hai bisogno di qualcuno, ed è normale che tu ne abbia credimi, con quel qualcuno ci devi solo parlare, non scopare. Solo il dialogo aiuta e non ti rendi nemmeno conto di quanto lui in questo sia perfetto- Io lo guardo confuso perché sì, forse devo parlare con qualcuno, ma non capisco come Rukawa potrebbe essere perfetto per parlare. Lui deve aver capito dal mio sguardo perché mi risponde senza che nemmeno debba porre la domanda.
- Rukawa sa ascoltare se tu hai bisogno di parlare. Altrimenti puoi anche rimanere da solo, a volte anche la solitudine aiuta a chiarire con se stessi- Il suo viso è di nuovo rilassato e mostra il suo solito sorriso.
- Ora devo andare. Tanto ci vediamo domani alla festa di fine anno a casa di Mitsui no?-
- Si certo. Ma perché vieni anche tu?-
- Eh si. Pensa a quello che ti ho detto- Mi saluta con una stretta di mano poi si gira. Fa qualche passo poi torna indietro.
- Non dirgli che sono venuto a parlarti o si infurierà con me e non mi parlerà più- E stavolta se ne va davvero.
Chissà forse ha ragione, continuare in questa situazione non è per niente salutare, ne per me ne tantomeno per lui. Mi incammino verso un campetto che conosco, ho bisogno di rilassarmi un po’ e l’unico modo è diventato quello di fare qualche tiro a canestro. Se me l’avessero detto alla fine delle medie che mi sarei innamorato di questo sport gli avrei dato una testata in fronte, e invece adesso non posso più farne a meno. Rimango a giocare fino a tarda notte poi decido di tornare a casa, ho bisogno di dormire un po’, magari domani vedrò le cose sotto il giusto punto di vista e saprò cosa fare.
 
***
Ok, l’idea di dormire è andata a farsi fottere nel momento in cui ho appoggiato la testa sul cuscino. Le parole di Sendo continuavano a girarmi in testa appena chiudevo gli occhi. “Con quella persona ci devi solo parlare non scopare” questa frase mi sta facendo impazzire. “Puoi anche rimanere da solo, a volte anche la solitudine aiuta a chiarire con se stessi” forse dovrei davvero chiuderla qui con Rukawa, magari da solo riuscirò a capire meglio. Ormai è praticamente giorno così decido di alzarmi. Ho deciso di chiudere qui tutta questa storia, non sto risolvendo nulla continuando a temporeggiare. Mi preparo ed esco. Direzione: casa di Rukawa.
Il tragitto mi sembra lungo chilometri ma appena vedo davanti a me la villetta il tempo è volato e ho come l’impressione di averci messo un millesimo di secondo ad arrivare qui. Ho il cuore che batte all’impazzata e ho lo stomaco in subbuglio, non ho nemmeno fatto colazione oggi. Faccio dei respiri profondi per farmi coraggio poi suono il campanello.
Attendo qualche minuto, tanto che penso non ci sia nessuno in casa, poi la porta si apre e vedo Rukawa con solo dei pantaloni lunghi e una canotta addosso e mi rendo conto che effettivamente è proprio un bel ragazzo. Noto anche il fatto che in casa sua non ci sono mai i genitori, forse per questo è venuto su in modo tanto chiuso e riservato.
-  Hanamichi… Che ci fai qui a quest’ora?- Mi dice con l’aria ancora piuttosto assonnata. In effetti sono le 7:30 del mattino. Come fa a rimanere con quei quattro stracci addosso? Quasi nevica e fa un freddo tremendo.
- Scusa dell’orario però devo parlarti- Il suo sguardo si fa più concentrato, come se questa mia frase lo abbia svegliato del tutto.
- D’accordo entra pure- Mi fa cenno di entrare in casa ma so che se dovessi accettare non riuscirei a dire tutto quello che mi sono preparato nella mente. Devo chiudere questo circolo vizioso prima che sia troppo tardi.
- No, preferisco rimanere qui, altrimenti finirei per non dire nulla- Fa cenno che gli va bene con la testa ed esce sul portico di casa chiudendosi la porta alle spalle.
- Che mi devi dire?- Mi chiede mentre si siede su una panca, che non avevo mai notato prima.
- Non hai freddo così?- Lui fa spallucce, come se non gli interessasse.
- Cosa dovevi dirmi?- Il suo sguardo è serissimo. Forse ha capito qualcosa. Faccio qualche altro sospiro, chiudendo gli occhi e cercando le parole più adatte.
- Ecco, stanotte ho cercato di fare un po’ di chiarezza su questa situazione- Non gli dico che ho parlato con Sendo, come promesso- E mi sono reso conto che… Non possiamo andare avanti così-
Lui mi guarda in silenzio, poi annuisce e mi esorta a continuare.
- Io credo di dobbiamo finirla qui- I suoi occhi si aprono di più impercettibilmente.
- Perché?- Non c’è tono nella sua voce che faccia trasparire quello che prova davvero, ma io lo so cosa prova.
- Perché io voglio capire davvero cosa mi sta succedendo e continuando così non riuscirò a capirlo. Ho bisogno di stare solo, questo nostro “rapporto”, se così lo vogliamo definire, non fa bene a te, ne tantomeno a me. Mi dispiace, io ho capito che ti piaccio… E anche tu… Non mi sei indifferente, questo l’ho capito. Non vorrei però che fosse solo una sbandata e che poi torni tutto come prima, a quel punto tu soffriresti ancora di più e non voglio. Insomma per capire chi si è si deve parlare, non scopare, come facciamo noi- Le parole di Sendo in effetti sono più che vere. I suoi occhi diventano per un secondo di ghiaccio. Poi tornano come prima.
- È vero se vuoi capire chi sei devi parlare con qualcuno, ma quel qualcuno potrei essere io-
- No, perché io ti piaccio e se dovessi raccontarti delle cose, magari anche su delle ragazze, non credo potresti capirmi. Poi mi rendo anche conto che, ad ora, io mi sento, come dire, attratto da te e non riuscirei nemmeno a parlare liberamente. Lo capisci vero?-
Ha abbassato lo sguardo e mi fa cenno di sì con la testa. Si è alzato in piedi e va verso la porta di casa. Appena mette la mano sulla maniglia mi dice che va bene e che ora è meglio se vado. Così lo saluto mi scuso ancora per tutto e me ne vado.
Ora devo svuotare la mente e fare i conti con tutte le sensazioni e le emozioni che provo. Solo così capirò davvero chi sono.

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Capitolo 14
*** In vino veritas ***


Note dell'autrice: eccomi qui, come avevo già annunciato, con un nuovo capitolo della storia, a soli due giorni di distanza dall'ultimo aggiornamento, mi meraviglio di me stessa ^___^ Spero vi piaccia e se vi va, come sempre, recensite, sia in positivo che in negativo.

Capitolo 14 – In vino veritas

POV KAEDE
Mi chiudo la porta alle spalle. Mi accascio a terra e poggio la testa sulle ginocchia. Mi sento a pezzi. Ho appena parlato con Hanamichi, lui ha deciso di stare solo e ha troncato i rapporti con me. Gli ho detto che va bene ma non ne sono sicuro. Anzi, non mi va bene per niente, ma ho voluto fare quello maturo che capisce la situazione e l’ho mandato via. Le lacrime iniziano a scendere sul viso, le ho trattenute ogni volta in questi mesi ma ora che è finito tutto, non riesco a fermarle e loro prepotenti sono iniziate e scendere. Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione? Dovevo continuare con il mio atteggiamento scostante da ghiacciolo, non sarebbe successo nulla e io ora non starei così male. E invece no, ho voluto fare l’idiota e mostrarmi come un ragazzo “normale” così ho potuto provare le sensazioni più brutte della mia vita. E Sendo deve averci parlato sicuramente e lo ha spinto a lasciarmi. “Insomma per capire chi si è si deve parlare, non scopare, come facciamo noi” è la tipica frase che direbbe Akira, di certo deve avergliela suggerita lui. Perché ha dovuto parlarci? Perché si è immischiato? Era meglio come stavamo prima, almeno avevo un rapporto con lui e invece adesso sono di nuovo solo. Rimango appoggiato alla porta ancora qualche minuto poi mi alzo e mi butto sul divano. Le lacrime sembra non vogliano smettere di uscire ma nemmeno io ho voglia di interrompere il loro cammino sul mio viso.
Rimango sdraiato qui per non so quanto tempo, ormai anche le lacrime si sono fermate, non mi rendo nemmeno conto che è arrivato il pomeriggio e ho saltato persino il pranzo, finché non sento il campanello suonare, così a fatica mi alzo, come avessi un macigno sulle spalle, e mi dirigo davanti alla porta di casa. So già chi è quando apro la porta, mi guarda con il suo solito sorriso, ha ragione Sakuragi quando dice che ha una paresi facciale.
- Ehilà!! Che faccia da funerale, stai male?- Mi chiede.
- Nh- Non mi va neanche di parlare.
- Non mi fai entrare?- Io mi sposto e lo faccio accomodare in casa. Non voglio trattarlo male prima di sapere se davvero è stato lui, non vorrei saltare a conclusioni sbagliate e poi dover chiedere scusa. Io odio chiedere scusa.
- Perché sei qui?- Questo non vuol dire che però non possa essere freddo nel parlare.
- Così, ci sono le vacanze di fine anno e ho pensato che sarebbe stato carino approfittarne per un allenamento tra di noi, per divertimento- Sembra non si sia accorto di nulla. Da questo punto di vista è davvero tonto.
- Nh, non mi va-
- Ma si può sapere che cos’hai? Possibile che debba sempre cavarti le parole di bocca?- Vabbè tanto vale affrontare subito l’argomento, come si dice “tolto il dente, tolto il dolore” no?
- Stamattina Sakuragi è venuto a parlarmi- Il suo sguardo diventa più interessato.
- Mi ha detto che vuole restare da solo. Mi ha mollato- Lui sospira.
- Beh tecnicamente non ti ha mollato, visto che non stavate insieme. Insomma andare a letto insieme non è stare insieme- È così che cerca di consolarmi, sapendo cosa provo per lui?
- Certo detto da uno che si scopava persino i muri se avevano dei buchi è veramente incredibile. E sentiamo da quando sei diventato un esperto di rapporti?- Ovviamente non se l’aspettava e rimane un attimo interdetto.
- Ok capisco che sei deluso e che ci stai male, ma trattare male me non risolve nulla- Non fa trapelare nulla. Bene allora mettiamo tutte le carte in tavola.
- Sai c’è una frase che mi ha detto che continua a ronzarmi nelle orecchie e non vuole andare via. Vuoi sapere qual è?- Akira annuisce- “Per capire chi si è si deve parlare e non scopare”. Ti suona familiare?-
Vediamo se la provocazione sortisce il suo effetto. Akira abbassa la testa, poi chiude gli occhi. Come immaginavo è lui che l’ha convinto. Sento una rabbia crescermi dentro che se fosse di più una testa calda lo ammazzerei di botte.
- Certo che mi suona familiare e ho capito dove vuoi arrivare. Posso spiegarti però-
- Cosa mi devi spiegare? Ti sei intromesso quando ti avevo chiesto di non farlo e per colpa tua ora non ho più un rapporto con lui-
- Ma di quale rapporto parli? L’unica cosa che facevate era scopare e non era salutare soprattutto per te-
- E allora? Me la sarei cavata benissimo-
- Beh io volevo aiutarti, non è colpa mia se Sakuragi è un idiota e invece di capire che doveva parlare con te, si è allontanato. Anzi gli avevo persino detto che tu eri perfetto come ascoltatore-
- A quanto pare non ha funzionato e ora l’ho perso. Sai che c’è, la prossima volta fatti gli affari tuoi, visto che ne hai di casini da risolvere, pensa a quelli e non ai miei-
- Bene allora non c’è nemmeno bisogno che rimanga qui. Quindi me ne vado- Si gira pronto ad andarsene, quando è davanti alla porta di casa, si gira di nuovo.
- So di aver sbagliato, che non avrei dovuto impicciarmi ma l’ho fatto in buona fede. Volevo aiutarti. Pensaci bene prima di rovinare la nostra amicizia-
- Non me ne frega niente- Lui rimane stupito delle mie parole. So che non è così ma ora sono decisamente arrabbiato e non voglio vederlo. Preferisco che se ne vada.
- Se cambi idea mi trovi da Mitsui per la festa di fine anno di stasera. Ci saranno tutti. Fa come vuoi- Adesso esce davvero e si chiude la porta alle spalle.
Mi butto sul divano con la testa schiacciata sul cuscino. Che schifo di giornata. Vorrei dimenticare tutto quanto. Poi mi viene in mente che quando Sakuragi è venuto da me era ubriaco da far paura e il giorno dopo non ricordava quasi niente della sera prima. Forse anche io potrei fare la stessa cosa. Così mi decido e vado ad aprire il mobiletto degli alcolici di mio padre e prendo tutte le bottiglie che trovo. Gin, rum, tequila, vodka, whisky, brandy. Prendo tutto quello che mi capita a tiro. Apro la prima bottiglia e inizio a bere. All’inizio mi fa un po’ schifo, il sapore è fortissimo e mi brucia la gola. In fondo non sono abituato a bere alcolici, sono uno sportivo, e per un momento ci ripenso e sto per posare la bottiglia ma poi mi passano davanti agli occhi tutte le immagini della giornata di oggi e mi scolo un altro sorso. Nel giro di qualche ora ho perso il ragazzo di cui mi sono innamorato e il mio migliore amico. Alzo la bottiglia a mo’ di brindisi e torno a bere. Complimenti Kaede.
 
***
DLIIIIIIING… DLIIIIIIIING…
Il mio dito si appoggia al campanello e continua a suonare aspettando che qualcuno mi apra la porta. Dovrei essere davanti casa di Mitsui, dove c’è una festa a cui sono stato invitato quindi ho tutto il diritto di essere qui, ma allora perché nessuno mi apre la porta?
Lo ammetto, sono totalmente ubriaco e nella follia dell’alcol ho deciso di andare alla festa di Mitsui dove sicuramente ci sono anche Sakuragi e Sendo. Se fossi stato sobrio probabilmente sono sarei venuto ma il miscuglio di alcolici mi ha dato coraggio e ora sono qui.
Suono ancora alla porta e finalmente qualcuno mi apre ed è il padrone di casa.
- Rukawa ciao! Non sapevo saresti venuto- È piuttosto sorpreso di vedermi.
- Già, avevo deciso di non venire, ma poi ho cambiato idea ed eccomi quaaaa. Buon fine anno- dico alzando il braccio in segno di brindisi con una bottiglia in mano che non so nemmeno io cosa contenga.
- Grazie. Sei ubriaco- È chiaramente in imbarazzo nel vedermi in queste condizioni.
- Nooo, solo un pochino. Perché che problema c’è? È una festa no? E allora io bevo- Lo aggredisco biascicando le parole. Ormai sono fuori dal mio controllo e la cosa sinceramente non mi dispiace per niente.
- Ok tranquillo, entra e vieni in salone siamo tutti lì- Io faccio quello che mi dice e appena entro nella stanza vedo che ci sono tutti, persino il gruppo di Hanamichi.
- È arrivato anche Rukawa. Ora siamo al completo- Dice mentre tutti gli altri tornano a fare quello che stavano facendo. Tutti tranne le due persone che mi hanno ridotto in questo pessimo stato, ovvero Sakuragi e Sendo. Quest’ultimo si avvicina a me.
- Sei venuto alla fine- Ancora non si è accorto che sono ubriaco.
- Già perché non dovevo? L’invito ce l’ho-
- Si, cavolo sei totalmente sbronzo. Ma che hai fatto?-
- Visto che è una festa ho deciso che potevo godermela un po’. Perché è vietato?- Mi guarda preoccupato.
- No, però l’alcol non è la soluzione migliore, lo sai questo vero?- Io mi avvicino a lui con uno sguardo che vorrei fosse fulminante ma non sono sicuro sia venuto bene.
- Non me ne frega niente. Fatti gli affari tuoi- Cerco di scandire le parole ma non ci riesco. Devo aver bevuto troppo. Lui mi guarda arrabbiato poi se ne va a parlare con gli altri. Io invece rimango dove sono, mi siedo su una sedia e continuo a bere osservando gli altri. Allo scoccare della mezzanotte tutti si scambiano gli auguri di buon inizio anno e mi rendo conto di quanta falsità c’è in questa stanza. Hanamichi nonostante non parli con il suo gruppo è tranquillo e chiacchera allegramente con Miyagi e Mitsui. Quest’ultimo poi è assurdo, parla e scherza anche con Kogure, che non ha idea del fatto che il suo carissimo ex esce con Sendo. Per non parlare di Mito e di quell’oca della sorella di Akagi che non si filano l’uno con l’altro se non lanciandosi ogni tanto qualche occhiata suadente, sicuramente per non incombere nell’ira del Gorilla. Gli unici più corretti in quest’orda di falsi e ipocriti sono solo Akagi, Ayako e Miyagi, che proprio adesso stanno dicendo a tutti che si sono finalmente messi insieme e tutti stanno facendo loro le congratulazioni. Poi sento Hanamichi parlare e dire loro che lo sapeva che sarebbe successo e che spera di trovare presto anche lui qualcuno come ha fatto Miyagi e quando quest’ultimo gli risponde che avrebbe dovuto cercare una ragazza molto paziente e comprensiva che lo sopporti, il mio cervello va in blocco e senza più pensare alle conseguenze di quello che potrei dire, continuando anche a bere, sbotto.
- Congratulazioni ai piccioncini allora!- Tutti si girano a guardarmi. Io punto gli occhi su Hanamichi e inizio a parlare- Sono veramente contento che tutti abbiano trovato l’anima gemella, Miyagi con Ayako, tra l’altro siete l’unica coppia che mi piace davvero, poi ci sono Mito e quella lì, la Akagi, che coppia assurda lui, tanto intelligente si è fatto ammaliare da un paio di occhi, neanche tanto belli e da un paio di tette, neanche tanto grandi, beh si dice che l’amore è cieco, caspita qui è un detto più che appropriato. Cavolo mi sa che ho rivelato un segreto, ops- Interviene Mitsui cercando di farmi stare zitto.
- Rukawa, dai adesso smettila, vieni a sederti- Cerca di prendermi per un braccio ma io non voglio. Finalmente sto dicendo tutto quello che mi sono tenuto dentro da un anno e voglio continuare.
- Lasciami… Primo non mi toccare, secondo cos’è hai paura che dica a tutti che stai uscendo con Sendo? È questo? Perché hai paura che lo scopra Kogure? Chi se ne frega potevi pensarci prima- Mi giro di nuovo verso Hanamichi che mi guarda tra l’arrabbiato e il dispiaciuto, ed è uno sguardo che non sopporto, soprattutto se rivolto verso di me- Perché mi guardi così? È perché ti sei reso conto che se sto così è colpa tua?- Sento qualcuno, non so chi, chiedere perché colpa sua e io rispondo, non pensando che così lo metto in una situazione decisamente critica e di disagio- Ho fatto finta di stare bene e di fregarmene ma pensa un po’? Non è così. Mi ha fatto male il tuo comportamento. Non si va a letto una persona, farle credere che c’è una speranza e poi mandarla a quel paese perché dopo due mesi ancora non hai capito che sei gay. Perché sei gay, prima o poi dovrai ammetterlo con te stesso, sei gay. E la cosa incredibile e peggiore è che hai una tempistica perfetta, dato che adesso è il mio compleanno. Tanti auguri a voi di buon capodanno e tanti auguri a me- Brindo bevendo ancora un sorso dalla bottiglia alcolica. Tutti rimangono senza parole. L’aria non solo si è fatta tesa ma è carica di un silenzio pensate e pieno di domande da chiarire. Io vorrei ancora dire qualcosa ma Sendo e Mitsui mi prendono e mi portano via da quella stanza, mi portano in una camera da letto e appena poggio la testa sul cuscino, mi addormento, o più precisamente svengo. Ho decisamente bevuto troppo. 

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Capitolo 15
*** Consapevolezza e chiarimenti ***


Capitolo 15 – Consapevolezza e chiarimenti

POV HANAMICHI
Rukawa è stato appena portato via. È stato come uno tsunami di forza dieci e come tale ha provocato danni incredibili. Sono tutti sconvolti, a tratti fissano me, di sicuro la notizia più strana, a tratti invece Mito e Haruko e di sicuro guarderebbero anche Sendo e Mitsui se fossero ancora qui. Nei primi minuti nessuno parla, poi Akagi si gira verso Haruko e le chiede spiegazioni.
- Fratellone volevo dirtelo, te lo giuro, ma non sapevo come l’avresti presa-
- E tu Mito che mi dici?-
- Mi dispiace, Akagi davvero, abbiamo sbagliato a non dirtelo- Il capitano li prende per un braccio a tutti e due e li porta fuori, probabilmente vuole parlare con loro da soli.
Nel frattempo Sendo e Mitsui sono tornati e sento che discutono con Kogure che si sente giustamente ferito e preso in  giro.
- Pensavi che mi sarei arrabbiato? So che mi hai lasciato per motivi diversi da lui, per cui perché non dirmelo?-
- Hai ragione, il fatto è che non volevo che pensassi che sono una persona superficiale perché sto già uscendo con un’altra persona-
- Vedi questa cosa mi ferisce, perché pensi che non avrei capito?-
Continuano a discutere ancora. Per fortuna nessuno ancora mi ha interpellato. È come se fossi davanti a un televisore a vedere uno di quei programma in cui la gente litiga di continuo. Li osservo e rimango in silenzio, finché non sento qualcuno che mi dà una pacca sulle spalle, così mi giro e mi ritrovo davanti Ayako e Ryota con uno sguardo un po’ confuso. Il primo a parlare è Miyagi.
- Ma che è successo?- Siamo tutti un po’ in imbarazzo. Io faccio spallucce e non so cosa rispondere così interviene Ayako, di sicuro l’unica che ha sempre avuto un rapporto diciamo d’amicizia con Rukawa.
- Quello che ha detto è vero?- Già dimenticavo che è anche molto intelligente e non le sfugge nulla.
- Beh… Si e no- Mi guardano come a chiedere maggiori spiegazioni.
- Ok diciamo di si ma non è come può sembrare- Metto subito le mani avanti.
- Hanamichi tranquillo non ti stiamo giudicando. È che è strano vedere Rukawa in quello stato e volevamo sapere come ci è arrivato- Appena sento le parole di Ryota mi sciolgo e racconto a grandi linee il perché dell’exploit di Rukawa, tralasciando tutte le cose negative e i particolari più intimi. Ora aspetto cosa mi dicono visto che finora sono rimasti zitti. Miyagi parla di nuovo per primo.
- Certo la tua reazione è stata piuttosto singolare però se vuoi la mia opinione ha ragione lui. Non vai a letto con un ragazzo se non hai pulsioni omosessuali-
- Io mi sento tanto confuso e sto male ogni volta che ci penso-
- Posso farti una domanda?- Finalmente saprò cosa pensa anche lei visto che finora è rimasta in silenzio.
- Quando sei con Rukawa stai bene? Ti senti a tuo agio?- Ci penso qualche secondo, poi annuisco.
- Beh allora forse è già questa una risposta. Se non fossi gay staresti a disagio no? Perché non cerchi di goderti questo momento e basta, piano piano vedrai che la situazione ti sarà più chiara-
- Io ho paura che sia solo un momento passeggero, che magari domani mi sveglio e mi innamori di qualche ragazza e allora che dovrei fare? Far finta che tutto questo non sia mai avvenuto e tornare a come ero prima?-
- No.. Ma perché cerchi di fasciarti la testa ancora prima di essertela rotta?-
- Non lo so… Voglio prima fare chiarezza e ora vado a prendere una boccata d’aria ok?-
- Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare io sono qui- Mi dice a questo punto Miyagi. È davvero un amico.
- Grazie- Rispondo uscendo fuori.
 
***
L’aria è gelida e quasi nevica. Sospiro cercando di inspirare più che posso. Mi guardo intorno in questo giardino immenso e non molto lontano da me vedo Akagi che litiga con Mito e la sorella. Peggio per loro, non bisogna mai fare le cose di nascosto, prima o poi vengono scoperte. Akagi torna dentro furioso e così anche Mito. Solo Haruko rimane lì ancora qualche momento, poi si gira, mi vede e a questo punto mi raggiunge.
- Ciao. Possiamo parlare?-
- Certo- Rispondo in maniera fredda.
- So che sei arrabbiato sia con me che con Yohei e mi dispiace tantissimo- Faccio spallucce per farle capire che non me ne frega niente del fatto che è dispiaciuta. Mi hanno fatto troppo male.
- Senti ma è vero quello che ha detto Rukawa?- Annuisco. Sembro lui in questo momento ma non ho molta voglia di parlare per cui evito quando posso.
- Immagino tu sia confuso e che questa confusione sia, in parte, per colpa mia, vero?-
- Beh si la colpa è tua e di Mito, siete stati falsi e ipocriti nei miei confronti-
- Mi dispiace, erano mesi che volevo dirtelo ma Yohei diceva che voleva farlo lui perché eri il suo migliore amico e così sono rimasta zitta. Non avrei dovuto-
- Vabbè non fa niente, non ce l’ho così tanto con te, è che mi sono sentito preso in giro-
- Lo so…Quindi sei confuso?-
- Un po’. Non so più chi sono-
- Certo che lo sai. Tu sei Hanamichi Sakuragi e sei un campione di basket- Questa ragazza riesce sempre a mettermi di buon umore, anche se dovrei essere arrabbiato con lei è talmente positiva e dolce che non riesco ad avercela con lei. Le sorrido.
- Grazie, ma è una cosa un po’ più profonda- Lei sembra pensarci su.
- Io so come puoi capire chi sei- Si avvicina, si alza sulle punte e mentre i suoi occhi si chiudono, le sue labbra toccano le mie. Rimango un po’ spiazzato da questo gesto, però chiudo gli occhi anche io e cerco di godermi il momento. Qualcosa però non va e capisco che, anche se l’ho desiderato tanto, non è come me l’aspettavo. Non provo nulla. O almeno non quello che dovrei provare.
Quando le nostre labbra si separano, apriamo entrambi gli occhi, lei mi sorride cercando uno sguardo complice, che però non avrà da me.
- Allora? Ti ho chiarito le idee?-
- Eh si-
- Sai con Yohei non va tanto bene. Forse non è il ragazzo giusto- Ho capito male? Vorrebbe mettersi con me?
- Ah si?- Lei annuisce e continua a sorridere- però non credo di essere nemmeno io quel ragazzo- Rimane un po’ stupita e mi chiede perché.
- Perché mi hai davvero chiarito le idee… E Rukawa aveva ragione-
- Cioè?- Mi guarda come se stessi per dire un eresia. Il suo sguardo è schifato e questo mi rende ancora più certo.
- Hai capito perfettamente ma non voglio dirlo per prima a te. Il primo deve essere lui. Glielo devo- Le do un bacio sulla guancia, le sorrido e torno in casa. Mentre mi allontano la sento dire che sto sbagliando e che mi pentirò della mia decisione ma che lei a quel punto non ci sarà più. Prima di aprire la porta finestra la guardo e scuoto la testa, un po’ amareggiato dal suo comportamento, poi entro dentro.
Alcuni sono già andati via, come Miyagi e Ayako, alcuni del mio vecchio gruppo di amici e molti della squadra. Sono rimasti solo Akagi e Mito, che a quanto pare stanno chiarendo, Kogure e Sendo, che sta aiutando Mitsui a riordinare. Mi avvicino a loro e chiedo dov'è Rukawa. Mi risponde Mitsui.
- È di sopra, ti accompagno- Mentre saliamo inizia a parlare
- Sai non mi aspettavo che fossi capace di essere così bastardo-
- Ho intenzione di rimediare-
- Lo spero, sai una volta che ci si accetta per quello che si è, le cose diventano molto più semplici e si vive meglio-
- Sì immagino sia così- Lui annuisce e nel frattempo siamo arrivati davanti ad una stanza.
- Eccoci. È qui dentro-
- Grazie, di tutto-
- Non c’è di che. Mi raccomando, non fare lo stronzo- E mi sorride. Io sorrido a lui. Poi entro in camera.
Mi avvicino al letto e mi siedo sul bordo. Lui si gira verso di me e apre gli occhi.
- Ciao. Ti sei ripreso?- Mugugna annuendo. Deve aver bevuto davvero troppo.
- Ah la mia testa… Ma dove siamo?- Mi chiede poi dando uno sguardo alla stanza.
- In una camera a casa di Mitsui, sei praticamente svenuto a causa dell’alcool-
- Non mi ricordo nemmeno come ci sono arrivato in questa casa- È chiaramente confuso e stordito.
- Perciò non ricordi nulla di quello che è successo?- Voglio essere certo per potergli raccontare tutto.
- Perché che ho fatto?- Rimango un momento senza parole. Sicuramente non è abituato a bere perché altrimenti qualcosa dovrebbe essere rimasto nella memoria. Insomma con me succede sempre.
- Beh diciamo che hai detto a tutti che Mito e Haruko stanno insieme e a quanto pare il Gorilla non ne era a conoscenza, che Mitsui si vede con Sendo e…- Mentre parlo lo guardo cercando di fargli capire.
- Oddio non dirmelo- Mi interrompe lui, capendo esattamente cosa sto per dire.
- Che io e te siamo andati a letto insieme, già-
- Accidenti-
- Oh andiamo non preoccuparti non è stato poi un disastro completo-
- Che intendi?-
- Mi sono reso conto stasera di quanto ti abbia fatto soffrire e mi dispiace. Non sapevo nemmeno che Capodanno sarebbe stato il tuo compleanno, altrimenti non ti avrei mai detto quelle cose stamattina, davvero… E poi questa serata disastrosa è stata, come dire, illuminante- Lo guardo negli occhi.
- Continuo a non capire- Mi rendo conto che anche se non lo dà a vedere è impaziente di sapere e speranzoso che quello che crede di aver capito sia ciò che sto per dirgli.
- Vedi, prima ero fuori in giardino e ho parlato con Haruko. Si può dire che abbiamo chiarito, più o meno. Mi ha chiesto spiegazioni riguardo a quello che avevi detto e poi per aiutarmi a capire mi ha baciato. In realtà voleva che capissi che ero etero e che sarei potuto stare con lei se avessi voluto-
- Aspetta un momento… Ti ha baciato?-
- Già ma è qui che è scattato qualcosa perché vedi quando ho sentito le sue labbra sulle mie non ho provato nulla. Pensavo che con lei avrei visto i fuochi d’artificio, avrei sentito il cuore battermi a mille e un’eccitazione fuori dal mio controllo ma non è stato così. E di questo sono certo perché queste sensazioni le ho già provate una volta… Con te, quando ci siamo baciati la prima volta e se devo essere sincero anche tutte le altre, ma non volevo ammetterlo perché non avevo mai baciato nessuno prima e adesso mi sono reso conto che se non ho avvertito queste cose con Haruko, che era la ragazza dei miei sogni, allora questo vuol dire solo una cosa-
- Cosa?- Mi chiede alzandosi sui gomiti. Io ci metto un po’ per dirlo.
- Sono gay. Accidenti è la prima volta che lo dico ad alta voce-
- Fa un certo effetto eh?-
- Già. Che mi dici?-
- Non lo so. Non so che dire- È incredulo e noto che trattiene a stento l’emozione.
- Io invece lo so… Tu mi piaci Kaede, davvero- A questo punto prendo il suo viso tra le mani e lo bacio. Stavolta sì che vedo i fuochi d’artificio, sento battere il cuore a mille e un’eccitazione che non riesco a controllare. Quando ci stacchiamo siamo ormai a corto d’aria, ci guardiamo negl’occhi e mi sdraio vicino a lui, che mi guarda un po’ dubbioso.
- Che c’è?- Gli chiedo allora io- Pensavo che avresti fatto i salti di gioia-
- Sei sicuro? Non è che adesso pensi questo e poi un giorno ti svegli e decidi che non più così?-
- Certo che sono sicuro-
- No perché altrimenti conosco una serie di torture che vorrei sperimentare- Io rido divertito.
- Mi fa strano pensarlo, devo ancora abituarmi alla situazione ma quando prendo una decisione di solito non cambio idea, lo sai- Lui annuisce e si sdraia su di me.
Continuiamo a baciarci poi inizio a spogliarlo e lui fa lo stesso con me. Quando ormai siamo completamente nudi lo guardo profondamente e gli chiedo di prendermi. Rukawa è stupito, finora non è mai successo ma voglio dimostrargli che sono convinto al 100% della mia decisione e questo penso sia il modo migliore.
- No è troppo presto per te- Lo guardo fisso negli occhi.
- Ehi io voglio fare l’amore con te e voglio sentirti davvero… So che la prima volta fa male però è questo che voglio- Lo bacio ancora e gli sorrido. Sembra pensarci un attimo poi riprende a baciarmi e mi fa sdraiare.
Mi bacia ovunque fino ad arrivare alla mia eccitazione, in pochi minuti lo prende in bocca e inizia a pompare finché non vengo, a questo punto si stacca e in modo molto attento mi volta. Torna a baciarmi leggero sulla schiena e sento le sue dita che piano mi penetrano cercando di farmi abituare. Quando ormai sente che sono pronto toglie le dita e con tutta la calma possibile mi penetra. Sento un dolore così lancinante che per un momento vorrei togliermi di qui e andarmene ma poi dopo qualche lenta spinta iniziale sento il mio membro stretto fra le sue mani e il dolore sparisce per lasciare spazio ad un’ eccitazione sempre crescente, mentre lui continua a muoversi lentamente e a darmi piccoli baci sul collo. Quando ormai mi sono del tutto abituato sento che prova a muoversi un po’ più velocemente e io lo lascio fare. Bastano poche spinte e sento che viene dentro di me e a questo punto anche io vengo di nuovo nella sua mano. Rimane ancora un po’ dentro, poi con una innaturale delicatezza esce e si sdraia accanto a me. Siamo totalmente spompati ma comunque felici. Restiamo in silenzio solo per poco perché sono io a interrompere questa quiete tra noi.
- Buon compleanno Kaede. Ti piace il mio regalo?-
- È il miglior regalo del mondo- Io gli sorrido poi chiudo gli occhi. Vorrei addormentarmi ma sento di nuovo la sua voce.
- Però sarebbe ancora meglio se facessi una cosa per me- Mi ha incuriosito così gli chiedo cosa dovrei fare.
- Devi chiarire con Mito- Questa cosa non mi piace per niente.
- No-
- Perché no?- Certo che è insistente il ragazzo.
- Perché non voglio chiarire-
- Beh allora con me hai chiuso- Lo guardo stupito- Io non voglio un ragazzo che ha dei conti in sospeso- Quando si impunta non lo sopporto- E poi considerando che è grazie a lui se hai scoperto di essere gay e ci ha fatto trovare, credo che dovresti dargli una seconda chance- Io sbuffo mentre lui mi guarda con uno sguardo talmente serio che alla fine cedo.
- E va bene… Chiarirò con lui. Strano che con me parli tanto mentre di solito non tiri fuori neanche una parola- Lui fa spallucce come se la cosa non lo toccasse- Ora me lo fai un sorriso?- E lui sorride, per la prima volta. Ed è bellissimo. Finalmente chiudiamo gli occhi e lasciamo che Morfeo ci abbracci.
 
***
Apro gli occhi, allungo il braccio e mi rendo conto che Rukawa non c’è, deve essersi già alzato. Curioso per uno che dorme anche in piedi essere già sveglio. Con calma mi alzo, anche perché sono del tutto indolenzito e mi fa ancora male, mi rivesto e mi guardo allo specchio e incredibilmente mi vedo diverso, in qualche modo migliore. Mi rendo conto solo adesso che la mia sfrenata ricerca della ragazza giusta era un modo per non affrontare la questione e non ero mai soddisfatto di me e forse inconsciamente allontanavo io stesso le ragazze che mi piacevano. Ora invece, anche se ho ancora la testa in subbuglio per tutto ciò, mi sento decisamente meglio, è come se avessi tolto un macigno dal petto e mi sento finalmente leggero e libero.
Scendo al piano terra cercando gli altri, questa casa è immensa, e dopo aver girato praticamente tutto il piano trovo la cucina dove ci sono Mitsui e Sendo, che a quanto pare è rimasto qui a dormire, davanti al lavello con in mano una tazza, e Rukawa, seduto al tavolo, che sta mangiando. Cavolo non l’ho mai visto mangiare con una tale voracità, sembra che non mangi da giorni. Entro e si girano a guardarmi.
- Buongiorno- Dico allegramente. Sendo e Mitsui mi rispondono mentre Rukawa fa un cenno con la testa.
- Sei disgustoso. Così ti strozzerai- Gli dico. Non posso vederlo che ingurgita a quel modo. Lui ingoia il boccone poi mi risponde.
- Per colpa tua ieri non ho mangiato e in compenso mi sono ubriacato. Devo recuperare-
- Ok, allora mangia, magari con più calma però- Mugugna qualcosa di incomprensibile che preferisco non sapere.
- Allora tanto per sapere, state insieme?- Ci chiede Mitsui a bruciapelo.
- Ma che razza di domande fai eh baciapiselli? E poi che te ne frega eh?- Dico al limite dell’imbarazzo.
- Rukawa? Tu che dici?- Continua imperterrito. E lui ovviamente annuisce.
- Bene! Ora che abbiamo chiarito facciamo che la serata di ieri non sia mai avvenuta?- Fa allora Sendo.
- Facciamo invece anno nuovo vita nuova. Quello che è successo ieri è passato e ricominciamo daccapo ok?-
- Ok- Rispondiamo io Rukawa e Sendo.
A questo punto quest’ultimo e Mitsui se ne vanno in camera a prepararsi mentre noi due usciamo per tornare ognuno a casa propria. Rimaniamo in silenzio sfiorandoci di tanto in tanto le mani e quando arriviamo davanti casa sua, ci salutiamo.
- Allora… Ci vediamo domani- Mi dice lui guardando ovunque tranne che me.
- Non mi fai entrare?- Chiedo un po’ in imbarazzo. Non l’ho mai fatto ma dopo stanotte voglio cominciare ad essere più audace.
- Veramente ieri mi hai promesso una cosa- Sospiro.
- Non so se ce la faccio-
- Tira fuori le palle- Mi dice cl suo solito tono, poi mi dà un veloce bacio e entra in casa, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi qui fuori.
Sinceramente non mi va di tornare a casa così faccio un giro della città ma alla fine mi ritrovo davanti scuola. È un peccato che non sia aperta almeno la palestra avrei fatto volentieri due tiri. Così mi siedo sulla panchina e rimango un po’ a pensare a come mantenere la promessa a quello che ormai si può chiamare koibito, ma ho la testa vuota e allora riprendo la strada di casa. Quando sono già nel mio quartiere, nel campetto dietro il mio palazzo vedo Mito seduto su una panchina, mi faccio coraggio e mi avvicino, sedendomi poi accanto a lui.
Restiamo in silenzio, io di certo non ho intenzione di parlare. Lui invece non sembra della stessa opinione.
- So che sei arrabbiato con me e a ragione… Però non possiamo buttare tanti anni di vera amicizia così-
Io continuo a guardare davanti a me senza aprire bocca.
- Mi dispiace che sia successo ma non pensavo di farti tanto male- A questo punto non posso più stare zitto.
- Non hai la più pallida idea di quanto mi abbia devastato questa cosa. È stato come un pugno dritto al cuore- Parlo piano scandendo bene le parole.
- Davvero? Ma come?- E va bene, visto che ci siamo parlerò e chiariremo la faccenda. Poi non voglio più avere niente a che fare con lui.
- Mi ha fatto fare cose che non avrei mai immaginato e fatto provare emozioni che non credevo possibili. Ma non sono affari tuoi questi-
- Invece si perché tu sei la persona più importante della mia vita, sei come un fratello per me- Appena pronunciate queste parole la mia furia cresce senza che possa fermarla e sbotto urlando.
- Come un fratello? No, non è vero. Un fratello non avrebbe mai, e dico mai, fatto quello che hai fatto tu con me. Sai cosa mi ha fatto davvero male? La tua ipocrisia e falsità! Quando ho scoperto che stavi con Haruko, ce l’avevo con tutti e due ma poi ho capito che in realtà lei non c’entrava nulla perché in fondo anche se sapeva che mi piaceva era una cosa molto vaga e non sapeva quanto era profondo il mio sentimento, ma tu si. E mi ha fatto male sapere che, non solo te ne sei fregato, ma mi hai anche preso per il culo facendomi credere che tra voi ci fosse solo amicizia-
- Non è colpa mia se mi sono innamorato-
- Non è perché ti sei innamorato Yohei. È perché non hai avuto le palle di dirmelo subito. Certo mi sarei arrabbiato all’inizio ma poi avrei capito perché l’amore è un sentimento che non si può controllare. Invece hai fatto finta di nulla e hai continuato facendomi sentire un perfetto idiota, che è talmente stupido da non essersi accorto di ciò che accadeva. Ti ringrazio di questo davvero. Dopo i mesi passati in clinica era proprio quello che mi ci voleva. Sei stato solo un vigliacco e non me l’aspettavo. Mi hai davvero deluso-
Lui è rimasto in silenzio tutto il tempo con la testa bassa.
- Guarda non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia. Basta così. Con me hai chiuso-
- No aspetta.. Hai ragione sono stato un vigliacco, ipocrita e falso. Il fatto è che non volevo farti soffrire e invece ho fatto peggio. Ho rovinato le cose. Però non ho mai voluto farti sentire un idiota, non l’ho mai pensato anche quando mi parlavi di Haruko anzi mi sono sempre sentito a disagio e in colpa, davvero. Io ti chiedo scusa, perdonami per quello che ho fatto. Mi manchi troppo e non ce la faccio proprio a stare senza di te. Io ti voglio davvero bene Hanamichi- Sentendogli dire queste cose, non posso non pensare che ha ragione. Manca anche a me, però il dolore e la delusione sono troppo vive dentro di me.
- Non dico che dobbiamo tornare a essere esattamente come eravamo prima, ma almeno riparlarci di nuovo. Ricostruire pian piano il rapporto tra noi. Che ne dici?- Sembra quasi una supplica la sua. Poi mi vengono in mente le parole di Kaede e così cedo.
- Non provare mai più a fare una cosa del genere-
- Mai. Te lo prometto- Ci abbracciamo e sentendo il suo calore mi sembra di essere tornati bambini- Ora prima parlavi di Rukawa vero? Ti va di dirmi cosa è successo con lui? Perché anche se non ci parlavamo mi sono sempre reso conto che qualcosa non andava. Poi dopo quel suo sfogo assurdo ho capito che era più grande di quello che sembrava dall’esterno-
- Già. Beh che sono stato a letto con lui lo hai saputo- E inizio a raccontargli tutto quello che dal primo momento avrei voluto dirgli. Dalla prima notte a ieri. Gli parlo anche del bacio di Haruko e lui mi conferma che tra loro c’è tensione ma anche che ha intenzione di mettere le cose apposto perché di lei è davvero innamorato. E alla fine quando ci salutiamo siamo tornati esattamente come ci eravamo lasciati. Quanto mi è mancato Yohei. Kaede aveva proprio ragione.

 


Note dell'autrice: allora eccoci con un altro capitolo... Insomma ci sono state grandi novità che spero vi siano piaciute. Come sempre se vi va di farmi sapere cosa pensate di questo capitolo o della storia in generale non esitate e recensite ^___^ E preparatevi perché... Stiamo arrivando alla conclusione della storia.
 

Mi raccomando non mancate per il gran finale!!!

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Capitolo 16
*** Tu e Io ***


Note dell'autrice: allora, inizialmente pensavo che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo della mia storia ma mi sono talmente appassionata nello scriverla e mi avete sostenuto con talmente tanto affetto che ci sarà un capitolo extra a conclusione di questa longfic. Spero vi piaccia ^__^ Detto ciò vi auguro una buona lettura!!!
A presto
Babykit


Capitolo 16 – Tu e Io

POV KAEDE          
Mi sveglio e mi ritrovo Hanamichi che dorme di fianco a me. Mi giro per guardarlo e non posso fare a meno di pensare che sia meraviglioso. Non posso credere a quello che è successo stanotte, non avrei mai potuto prevedere che ci saremmo messi insieme, non dopo la conversazione di ieri mattina. E invece è successo e ho il cuore a mille, se fossi solo un po’ più espansivo mi metterei a urlare, ma anche solo un sorriso, che non riesco proprio a mascherare, va bene. Dopo qualche minuto passato a osservarlo dormire mi alzo, devo assolutamente mangiare, mi gira ancora la testa e mi sento debole. Cercando di fare il minor rumore possibile mi vesto ed esco dalla stanza. Appena chiudo la porta mi ritrovo un corridoio ampio e decine di stanze, vorrei andare in bagno ma non so qual è, anzi in realtà non so proprio dove rigirarmi. Quello che si diceva di Mitsui allora era vero, è proprio un discendente della dinastia reale. Eppure non si dà arie, beh meglio così a me quel genere di persone non piace per niente. Inizio ad aprire un po’ tutte le porte e finalmente trovo il bagno. Oh Kami sama è enorme, con tanto di yakuzi e poltroncine!! Mi guardo allo specchio e devo dire che il mio aspetto non è proprio dei migliori, ho il colorito di un cadavere e delle occhiaie enormi sotto gli occhi. Guardo il grande orologio attaccato al muro e mi rendo conto che sono le tre del pomeriggio, un record persino per me. Esco e scendo al piano di sotto cercando la cucina e quando la trovo, noto che Sendo è già lì che sta trafficando ai fornelli per preparare la colazione. Mi avvicino a lui e rimango in silenzio, lui appena mi vede fa finta di nulla e continua ciò che sta facendo. In fondo non posso pretendere nulla, dopo che ieri l’ho trattato a quel modo, eppure nonostante ce l’abbia con me, mi dà il buongiorno, sapendo che io invece non riesco a mandare giù l’orgoglio. È davvero una persona eccezionale, devo ammetterlo, e forse proprio per questo farò uno sforzo e gli chiederò scusa.
- Passata la sbronza?- Annuisco. È freddissimo mentre mi parla. Mi fa strano perché non è mai stato così.
Lo vedo che mi guarda di sottecchi. Di sicuro vorrebbe che parlassi però non so che dire, anzi più che altro non so come impostare il discorso. Come al solito però lui mi tira fuori d’impaccio ed è di nuovo lui a parlare.
- Bene, per lo meno non farai di nuovo il coglione come ieri-
- Lo so, ho fatto una sciocchezza-
- Già- Il suo tono è nervoso. Lo sento che è proprio arrabbiato con me.
- Non avrei dovuto-
- Direi di no- Cavolo perché non dice “Vabbè non preoccuparti” e torniamo come prima?
- Ti ho trattato male-
- Non me ne frega niente di quello- Non è per quello che è arrabbiato? Perché no? Non capisco.
- E allora perché?-
- Vuoi saperlo davvero?- Annuisco di nuovo- Sinceramente mi hai deluso- Come?
- Non capisco-
- Ho capito perfettamente che eri arrabbiato con me perché mi sono intromesso e per questo ti ho chiesto scusa e ho lasciato che ce l’avessi con me perché avevi ragione di esserlo. Quando però ti sei presentato qui ubriaco da far schifo e hai fatto quella scenata, mi ha sinceramente dato fastidio-
- Perché ho detto di te e Mitsui?-
- Lo vedi? Non capisci- Scuote la testa- Ti sei comportato come un ragazzino immaturo che fa storie perché le cose non vanno come vuole lui, non hai avuto la forza e la maturità di affrontare la situazione di petto e cercare di sistemare le cose. Questo comportamento mi ha deluso, ti credevo diverso- Queste parole mi hanno investito come un camion in corsa. Non mi aspettavo un discorso del genere. Devo rimediare assolutamente.
- Mi dispiace. Io… Mi sono successe talmente tante cose che non ho saputo gestirle. Mi sono sentito sopraffare dalla situazione. Ho agito così perché volevo abbandonarmi agli eventi e non pensare più a nulla, volevo dimenticare tutto. Scusami. Non volevo deluderti-
- Avresti potuto parlarne con me. Tu lo sai che io ci sono sempre. Perché non l’hai fatto?-
- Avevamo litigato e in quel momento non volevo parlare con te-
- Sei pentito?- So che questa è solo un modo per punirmi e che è decisamente una domanda retorica però da lui lo accetto. Perché lui è il mio migliore amico.
- Certo che lo sono- A questo punto mi sorride.
- Bene era questo che volevo sentire. Ora, prima cosa: Buon Compleanno!! Avrei un regalo ma è a casa per cui appena ci vedremo in questi giorni te lo do. Seconda cosa… Che è successo con Sakuragi?- Sapevo che me l’avrebbe chiesto e, dopo averlo ringraziato degli auguri, con poche parole gli racconto quello che è successo stanotte. Lui mi ascolta interessato e a fine racconto rimane a bocca aperta.
- Wow e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe bastato un solo bacio a districare sto casino. Sono molto fiero di te. Complimenti- È tornato a essere il vecchio Akira Sendo di sempre.
- E a te come va con Mitsui?-
- Oh gli va benissimo- Chi ha parlato è proprio Mitsui che è arrivato in cucina giusto in tempo per sentire la mia domanda. Forse è il caso che mi scusi anche con lui, gli ho rovinato la festa e ho dormito in casa sua, arrecandogli non poco disturbo sicuramente.
- Mitsui io…- Lui mi interrompe subito.
- Non preoccuparti, non è successo niente. Se mi avessi distrutto casa allora ti avrei spaccato il culo, scusa il francesismo, ma ti sei sfogato a parole e quindi va bene così. Ah a proposito, tanti auguri!- Mi dice sorridendo.
- Ok, grazie-
- Ehi hai fame? Vuoi fare colazione?- Mi chiede Akira.
- Sì in effetti sono digiuno da l’altro ieri sera-
- Bene, allora serviti pure- Risponde Mitsui aprendo l’enorme frigorifero a due ante. Io mi avvicino e guardo tutto quel cibo. Sono sempre più stupito di quanto quel teppista sia schifosamente ricco, però ne approfitto e prendo una caraffa con del succo d’arancia, il latte da mettere nel caffè, burro e marmellate varie. Poggio tutto sul tavolo e prendo un sacchetto di brioches che vedo sul mobile affianco al frigo e dopo aver preparato tutto inizio a mangiare. Stavo davvero morendo di fame.
- Alla faccia, non ti ho mai visto mangiare così- Commenta Akira. Io faccio spallucce mentre ingoio un’intera fetta biscottata spalmata di marmellata di ciliegie.
- Ma Sakuragi dov’è?-
- Sta ancora dormendo. Non mi andava di svegliarlo- Mi sorridono entrambi.
Rimaniamo ancora a parlare poi vedo Hanamichi entrare e prendere una tazza di latte e caffè, mentre mi dice che potrei strozzarmi se non mangio più piano. Io gli rispondo che mi piace il fatto che si preoccupi per me ma mi rendo conto di averlo detto con talmente tanto cibo in bocca che non si è capito nulla, anche lui non mi risponde e forse è meglio così. Mi sono reso conto adesso che sarebbe stato troppo smielato e non è proprio da me. Rimaniamo ancora lì mentre Mitsui e Sendo ci chiedono del nostro rapporto e alla fine decidiamo che dobbiamo lasciarci il passato alle spalle e ricominciare tutto daccapo. A me sta più che bene, questo nuovo anno sarà decisamente migliore. Mentre loro vanno a prepararsi, io e Hanamichi andiamo via e quando arriviamo davanti casa mia, io gli ricordo della promessa di ieri, gli do un bacio veloce e entro in casa, senza lasciargli modo di replicare. Appena mi chiudo la porta alle spalle vedo sul mobile affianco alle scale un piccolo pacchetto con sopra un bigliettino che riporta il mio nome. Deve essere il regalo dei miei. Apro il biglietto e leggo il contenuto.

“Kaede, tesoro, tanti auguri!!
Ci dispiace non essere lì con te per il tuo compleanno. Visto che la tua bici è sempre distrutta abbiamo pensato a questo regalo. Speriamo che ti piaccia e mi raccomando sii prudente!
Con amore
Mamma e Papà
Ps: l’oggetto dove inserirle si trova in giardino sul retro”

Guardo dentro la scatolina e vedo un paio di chiavi, immagino sia una macchina ma poi, appena arrivo in giardino, vedo una moto nuova di zecca. Mi rendo conto che i miei proprio non mi conoscono, come se potesse fregarmi qualcosa di un veicolo del genere. Avrei preferito un pallone autografato da Karim Abdul Jabbar piuttosto che una moto, tra l’altro non la so nemmeno guidare e se mi conoscessero almeno un po’ saprebbero che darmi una moto è decisamente pericoloso, visto che mi addormento anche sulla bici.
Scontento e decisamente amareggiato mi butto sul divano e ripenso alla notte scorsa. L’unica nota positiva di questo compleanno è stato Hanamichi, non posso credere che adesso stiamo insieme. Dopo quest’anno passato posso dire che forse ne è valsa la pena soffrire così e stare male, perché adesso c’è lui con me. Nonostante non abbia dormito e non abbia recuperato il cibo non mangiato ieri, sono pieno di energie così prendo il pallone e vado al campetto nel parco e mi rilasso allenandomi un po’. Palleggio, tiro in sospensione e tiro in terzo tempo. Continuo così per un po’ e mentre la palla entra nel cesto sento qualcuno dietro di me che applaude. Mi giro chiedendomi chi possa essere, visto che è il primo dell’anno. Un uomo sulla quarantina, capelli e occhi castani taglio occidentale, piuttosto alto, mi guarda e continua a battere le mani
- Complimenti! Sei davvero molto bravo- Il suo accento è sicuramente straniero.
- Grazie- Rispondo riprendendo la palla in mano.
- Posso presentarmi o preferisci che aspetti qui la fine del tuo allenamento?- Senza dire una parola mi avvicino a lui, metto il pallone nella sacca e lo guardo fisso negli occhi.
- Bene, mi chiamo Eric Bresnon¹, faccio parte del team dei Boston Celtics. Li conosci?- MI chiede mentre mi porge un bigliettino da visita. Annuisco.
- Sono un talent-scout assunto da Danny Ainge² in persona per scovare nuovi talenti e tu hai un gran talento-
- Grazie-
- Figurati. Come ti chiami ragazzo?-
- Rukawa. Kaede Rukawa-
- Piacere di conoscerti. Quanti anni hai?- Mi fa un sacco di domande perché non mi dice che vuole e basta?
- 17-
- Vai ancora a scuola quindi?- Annuisco.
- Fai il secondo anno?- Ancora? Ma quando la smette? Annuisco di nuovo.
- Allora il prossimo anno sarà l’ultimo, molto bene-
- Perché?- A questo punto la domanda è d’obbligo.
- Ascolta, io sarei qui in vacanza ma il tuo talento è speciale e non posso permettere che se lo prenda qualcun altro. Io ti voglio nei Boston Celtics il prossimo anno. Ti presenterò al coach e vedremo di farti entrare in squadra. Ti avverto subito che non giocheresti come titolare almeno all’inizio ma faresti una grandissima carriera. Certo dopo la fine della scuola sia chiaro- Mi dice sorridendo. Io l’ho lasciato parlare e ho ascoltato attentamente quello che mi ha detto.
-  E come faccio a sapere che non è una trappola?-
- Hai ragione ad essere diffidente. Mi piace. Facciamo così: io tra una settimana torno a Boston, ne parlo con il coach e ti farò contattare da lui personalmente, conosci il signor Rivers³ vero?-
- Si però non mi basta una telefonata-
- Sei un osso duro eh? Ottimo, questo spirito è proprio quello che ci serve in squadra. Allora farò in modo che venga qui, così ti vedrà anche giocare e sarà ancora più convinto di te. Ci stai?-
- Va bene-
- Perfetto. Non vedo l’ora che tu finisca la scuola per portarti a Boston, vedrai sarà meraviglioso. La squadra è eccezionale e tutti molto ben disposti a nuovi membri. Non sei contento Kaede Rukawa?-
- Vedremo- Mi sorride come se avesse capito tutto, anche se in realtà non ha capito proprio nulla, poi si gira e se ne va, ancora col sorriso stampato in faccia.
Rimango in mezzo al campetto e penso alla conversazione di poco fa. Mi rendo conto che se è davvero come dice quel tizio, sono stato appena reclutato da una squadra professionistica dell’NBA. Non posso crederci.
Prendo la sacca e inizio a correre verso casa. Ho un’ adrenalina da scaricare che nemmeno io sapevo di avere.
 
***
Arrivo correndo davanti casa e noto che c’è qualcuno nel portico. Mi avvicino e vedo una testa rossa, con le braccia sui fianchi e la faccia rivolta verso l’alto, aspettando sicuramente che qualcuno gli apra.
- Hanamichi?- Sono davanti alle scalette e non si è ancora accorto di me. Si gira e mi sorride.
- Pensavo fossi in casa-
- Sono andato a fare due tiri al campetto nel parco. Non dovevamo vederci domani?- Non gli dico dell’incontro che ho avuto, voglio essere sicuro che non sia una fregatura. È troppo presto per montarsi la testa.
- Si è vero ma sono qui perché ho una notizia importante e non potevo aspettare- Ha uno sguardo strano.
- Cioè?- Sono un po’ perplesso.
- Ho chiarito con Mito- È soddisfatto mentre lo dice, ma non sono molto convinto.
- E come faccio io a sapere che non mi stai prendendo in giro?- I suoi occhi mi dicono che si aspettava questa reazione da me.
- Hai ragione, non ti ho dato modo di fidarti di me- Io annuisco- Allora sappi che quando sono tornato a casa, l’ho trovato lì dietro che mi aspettava, abbiamo parlato e, non dico che siamo tornati come prima perché è troppo presto, ma almeno ci parliamo di nuovo- Lo guardo negli occhi per vedere se mente o no.
- Ok diciamo che ti credo- Dico allora col mio solito cipiglio, mentre lo supero e apro la porta di casa.
- Bene… Posso entrare?-
- Puoi restare- Mi sorride ed entra.
- Posso farti una domanda?- Annuisco- Per caso vivi da solo?- Sono stupito della domanda e gli chiedo perché.
- Non vedo mai i tuoi genitori-
- Lavorano molto fuori città, non ci sono quasi mai-
- Capisco-
Ci sediamo sul divano e lui si accoccola su di me. Restiamo per un po’ così, poi non resisto, gli prendo il volto tra le mani e lo bacio. Lui ricambia immediatamente e continuiamo finché non è lui a staccarsi da me.
- Sai, avrei un po’ fame-
- Ok allora ordiniamo qualcosa al take away- Mi guarda storto.
- Non hai niente dentro casa?-
- Si qualcosa c’è ma non so cucinare- Sorride.
- Lo faccio io. Sono un genio anche in quello- E ride come solo lui sa fare. Così lo punzecchio, in fondo non si cambia così radicalmente in una notte.
- Non è che mi avveleni?- E mette su un broncio, con fare offeso.
- Beh io sono ancora vivo mi pare e mi cucino da solo tutti i giorni- Vorrei chiedergli come mai ma non faccio in tempo perché si alza da me e va in cucina.
- Allora io non so dove sono tutte le cose, per cui facciamo che io ti dico cosa mi serve e tu me lo passi ok?- Mi dice mentre apre il frigorifero e inizia a tirar fuori praticamente tutto quello che c’è.
- Cioè dovrei farti da assistente?-
- Diciamo che sarai il mio schiavetto personale, che ne dici?- Mi risponde con una faccia da schiaffi.
- Te lo permetto solo perché ho fame anche io-
- Si come no- Ride.
In poco tempo prepara una Yaki Udon e degli Yaki Tori° degni di un ristorante, ma non glielo dico, questo ragazzo tende a montarsi un po’ la testa; nel frattempo io ho apparecchiato e nel giro di mezz’ora siamo a tavola a mangiare e mi rendo conto di quanto sarebbe bello poter vivere questa situazione nella quotidianità di tutti i giorni. Mangiamo in silenzio sfiorandoci ogni tanto e guardandoci negli occhi tutto il tempo, siamo un po’ imbarazzati.
Quando finiamo di mangiare, lui si mette a sistemare, lo lascio fare perché è una cosa che mi affascina e mentre è davanti al lavello a lavare i piatti io mi avvicino e lo abbraccio da dietro. Smette per un attimo di lavare e appoggia la testa all’indietro sulla mia spalla. Il mio cuore batte all’impazzata e il tempo sembra essersi fermato e non ho idea di quanto sia passato fino a che non gli do un bacio sul collo e lui sembra destarsi, riprende a lavare e io mi scanso, sedendomi su una sedia. Quando è tutto pulito e al suo posto, saliamo in camera mia e ci sdraiamo sul letto abbracciati. È una sensazione meravigliosa, non credevo di poter provare delle emozioni tanto forti all’infuori del basket, eppure è così.
Sono poggiato sul suo petto e percepisco il suo cuore che batte forte, sento che batte all’unisono con il mio e con il loro ritmo potrei anche addormentarmi ma a quanto pare Hanamichi non è della mia stessa opinione.
- Mi sento davvero bene- Sussurra come se con la sua voce potesse rovinare l’atmosfera creatasi.
- Anch’io-
- Quest’anno è stato allucinante, non trovi?-
- Già-
- Se me lo avessero detto che ci saremmo messi insieme non ci avrei mai creduto-
- Nemmeno io-
- Quindi stiamo insieme?-
- Direi di si- Ride. Ed è una cosa bellissima.
- Posso chiamarti Kacchan?- Ci penso su un attimo. Così mi ci chiama solo Akira. E adesso lui è il mio koibito.
- Mmmh… Ok. Posso chiamarti solo Hana?-
- Assolutamente sì- Mi bacia e sento la sua lingua insinuarsi nella mia bocca. Lo lascio fare finché non ci ritroviamo senza fiato e allora ci stacchiamo. Abbiamo deciso che stasera non avremmo fatto nulla, vogliamo prenderci tutto il tempo necessario. Abbiamo bruciato tutte le tappe di un rapporto sano e dobbiamo recuperare. A me sta bene, voglio godermi tutte quelle piccole cose che rendono duraturo e unico un rapporto.
Alla fine ci addormentiamo, abbracciati l’uno all’altro, sicuri e felici finalmente di essere chi siamo. Solo me e te. Solo Noi.
 

 


 Note sul capitolo

¹ Eric Bresnon è un nome di fantasia

² Danny Ainge è un ex cestista, allenatore di pallacanestro e dirigente sportivo statunitense, oltre che ex giocatore di baseball. Attualmente è general manager dei Boston Celtics, nella NBA.

³ Doc Rivers è un ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense, attualmente coach dei Boston Celtics.

° Yaki Tori costituisce un piatto tipico della cucina giapponese e sono degli spiedini di pollo; Yaki Udon sono un tipico piatto della cucina giapponese, saltati con gamberi e verdure costituiscono un ottimo piatto invernale, da gustarsi caldissimo e fumante.

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


Capitolo 17 – Epilogo

Due ragazzi camminano per la strada, uno ha i capelli rossi, sguardo allegro e solare, l’altro  dai capelli nero corvino occhi ancora assonnati e seri, apparentemente indifferenti l’uno all’altro, ma in realtà molto più intimi di ciò che dimostrano. Si sfiorano le dita di tanto in tanto, anche se il loro desiderio è quello di potersi tenere per mano, ma per discrezione camminano vicini senza toccarsi. Sono tranquilli mentre con la divisa della scuola si dirigono verso l’istituto dove studiano, non sapendo che ciò che li attende non era un qualunque giorno di scuola.
La calma prima della tempesta. Così potevano essere definiti quei primi giorni dell’anno che anticipavano il rientro a scuola. Rukawa e Sakuragi, finalmente consci dei loro sentimenti l’uno per l’altro, avevano vissuto quei giorni come fossero in  un idillio, avevano dormito insieme, mangiato insieme e avevano fatto l’amore come non era mai successo prima. E ora, ancora insieme, stanno andando a scuola. Arrivano davanti al cancello dove ci sono già tanti ragazzi in attesa del suono della campanella, segno che devono entrare ognuno nella propria aula per l’inizio delle lezioni. Appena mettono piede all’interno del cortile tutti gli sguardi si posano su di loro, alcuni denotano disprezzo, altri sono più indulgenti ma nessuno che sia rivolto altrove. I due ragazzi si guardano a vicenda cercando di capire il perché di tutta quell’attenzione nei loro confronti, rimangono immobili sul posto, non sapendo cosa fare, finché non vedono Mito andare loro incontro.
- Ehi ciao! Ma che succede perché ci guardano tutti così?- Chiede Sakuragi, con un sorriso un po’ tirato.
- Ragazzi è successo un casino. Il tuo sfogo alla cena di Capodanno ha fatto esplodere una bomba-Risponde rivolgendosi a Rukawa.
- Cioè?- Chiedono all’unisono  i ragazzi. Il loro tono è decisamente preoccupato.
- Alla cena c’erano anche quelle tre pazze con le maglie Ru Ka e Wa e stamattina hanno messo in piazza tutto quello che è successo, una delle tre deve avervi seguito perché sta circolando una foto, in cui voi due vi baciate-
- Cosa?- Sono entrambi sconvolti. La loro relazione spiattellata così davanti a tutti.
- Dobbiamo fare qualcosa. Yohei chiama gli altri e andiamo a far star zitte quelle oche. E tu vieni con noi, sai essere piuttosto minaccioso, anche senza bisogno di parlare- Il moro sbuffa ma decide di collaborare, ne va della sua vita privata.
In pochi minuti si radunano sul terrazzo della scuola per decidere il loro piano d’azione.
- Eccoci qua… Allora Hanamichi che pensavi di fare?- Mito chiede appena sono tutti vicini.
- Beh ecco io…-
- Non hai detto che avevi un piano?- Interviene Rukawa.
- No, ho detto che avremmo fatto in modo di mettere a tacere la cosa-
- E come scusa? Andiamo lì e le prendiamo a pugni? Così ci espelleranno di certo- Ragiona Takamiya.
- Ma no, panzone deficiente… intimidiamole- Risponde infastidito il rossino.
- Cioè?- Domandano tutti in coro.
- Andiamo lì da loro e diciamo che se non la finiscono con questa storia le picchiamo a sangue-
- No, così daremo ancora più nell’occhio- Riflette Rukawa.
- A che pensi allora?- Hanamichi lo sollecita a parlare. Rukawa ci pensa su qualche secondo.
- Ho un piano, però mi devi seguire e fidarti di me senza fare domande-
- Non è che così ispiri tanta fiducia, sai?- Rukawa lo guarda storto.
- Però va bene mi fido e facciamo quello che vuoi tu-
- Hana sei sicuro? Un  anno fa avresti fatto tutto l’opposto di quello che proponeva lui e adesso lo segui cecamente, senza neanche sapere cosa ha in mente?- Si intromette allora Mito, preoccupato per il suo amico, da poco ritrovato.
- Beh un anno fa non lo conoscevo così bene e non era il mio ragazzo per cui sì, facciamo come dice lui- E il suo sguardo mentre parla si lega a quello di Rukawa.
 
***
La tensione nell’aria è alle stelle, mentre i due assi dello Shohoku passano, si sentono bisbigli ovunque. Arrivano davanti una delle bacheche dove è appesa la foto incriminata che li ritrae nel loro momento più intimo. Lo chiamano il “bacio della vergogna” e a mostrare il tutto ci sono le tre leader del Rukawa Shitenai con ancora indosso le magliette Ru, Ka e Wa, come fossero delle annunciatrici tv o peggio delle battitrici all’asta, che speculano sui rapporto altrui, senza avere alcun diritto di giudicare. Appena si presentano lì davanti le tre audaci ragazze, si posizionano davanti a mò di protezione del loro lavoro, chiedendo con tono acido e saccente con quale coraggio si presentano davanti a tutti e come fanno a non vergognarsi. Una delle tre aggiunge persino, con la grazia che si ritrova, che il fanclub è sciolto, ché non si può essere ammiratrici di un bugiardo che si crede un gran figo ma in realtà è solo un “finocchio”, marcando più del dovuto sull’ultima parola. I ragazzi le lasciano parlare, aspettando il momento propizio per agire, ma i loro sguardi valgono più di mille parole, nei loro occhi si legge il fuoco della rabbia verso quelle persone che insultano senza cognizione di causa credendosi piuttosto detentori della verità.
-Hai finito?- Chiede fulminandola Rukawa, che non ha bisogno di braitare per incutere terrore negli altri.
- Non mi fai paura sai?- Lo guarda a mò di sfida, tentandolo anzi di provocarlo.
- Hai finito?- Ripete con tutta calma ma con lo stesso tono.
La ragazza rimane zitta e torna vicino alle altre, sentendosi un po’ più piccola.
Rukawa si guarda intorno, ci sono praticamente tutti gli studenti dello Shohoku radunati intorno a lui.
- Volete qualcosa di cui parlare? Bene- Detto ciò si sporge verso Sakuragi, incredibilmente rimasto zitto per tutto il tempo, prende il suo volto tra le mani e lo bacia. Davanti a tutti. Senza vergogna. Gli occhi di Sakuragi si sbarrano per lo stupore, poi ricambia chiudendoli e lasciandosi trasportare dal momento. Dopo i primi secondi di silenzio incredulo, un boato sovrasta tutti i rumori intorno a loro. Nessuno si aspettava una reazione simile. Tutti fanno commenti, alcuni positivi altri, la maggioranza molto crudeli, ma straordinariamente piano piano la folla si svuota e ognuno torna nella propria aula, in attesa della lezione. Quando i due ragazzi si staccano si guardano intorno e sono rimasti le tre ragazze, il gundai di Sakuragi e quelli della squadra. Hanamichi è imbarazzato, Rukawa invece sembra il solito ghiacciolo a cui scivola tutto addosso. Gli amici del rossino gli vanno incontro e gli sorridono, contenti che lui abbia trovato la persona giusta, chiunque essa sia. Ayako sorridente dà una pacca sulla spalla a Rukawa mentre gli altri fanno battutine, alcune anche un po’ spinte, su quanto tempo ci avessero messo quei due a capire di amarsi e a mettersi insieme, ma sinceramente contenti per loro. Poi, dopo aver staccato la foto dalla bacheca, ognuno torna nella sua classe per seguire le lezioni del giorno.
A fine giornata, dopo gli allenamenti, Rukawa e Sakuragi si ritrovano al centro della palestra. Sono entrambi ancora in abbigliamento sportivo e sono uno davanti all’altro, palla in mano.
- Dai che aspetti? Non avrai mica paura di scontrarti con il genio del basket?- Chiede con il sorriso sulle labbra, il rossino.
- Figurati… E poi genio di cosa? Dei dementi vorrai dire?- I loro occhi incollati l’uno all’altro.
- Baka è così che si tratta il proprio ragazzo? Me la pagherai-
E la partita inizia. L’uno contro l’altro. L’uno con l’altro. Insieme. Sicuri del loro rapporto. Perché adesso nessuno potrà mai dividerli. 

Fine.

 


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Capitolo 18
*** Solo per voi ***


Capitolo extra: Solo per voi

Siamo giunti alla fine di questa fanfic. Sinceramente non credevo di poterci riuscire, avevo iniziato a scrivere questa storia parecchi anni fa  e riprenderla è stata dura e devo tutto a voi che mi avete sempre sostenuta fin dal primo capitolo. Senza di voi non avrei mai concluso questa storia, mi avete incoraggiata a continuare e a migliorarmi. Mi siete stati tutti di grande aiuto e ogni volta mi avete dato la forza e fatto rinascere in me la voglia di scrivere. Spero di avervi almeno un po’ intrattenuto con la mia storia. 

In particolare grazie a Fliss90 che è stata la prima a recensire e mi ha dato la carica a continuare. Grazie

Grazie a Rebychan, sempre puntuale con le sue recensioni e che nel tempo è sempre stata presente. Grazie

Grazie a Xedite, la cui recensione è stata precisa e dettagliata. Grazie

Grazie a Crisia con le sue recensioni sempre piene di brio. Grazie

Grazie a Ninabanquo per la costanza di aver letto tutti i capitoli e avermi lasciato le sue recensioni. Grazie

Grazie a genioincompreso, per aver seguito letto  e recensito la mia storia quando era ormai avviata ed aver espresso sempre la sua opinione. Grazie

Grazie a Bakakitsune per le sue recensioni simpatiche che mi hanno saputo strappare più di un sorriso. Grazie.

Grazie a nami78 per avermi seguita e recensita con pazienza, visto che la storia era già avviata. Grazie

Grazie a D_Dya  per aver recensito a storia già iniziata e avermi incoraggiata a continuare a scrivere. Grazie

Ringrazio inoltre chi ha letto questa storia pur senza farsi sentire o senza apprezzare troppo,  chi l’ha inserita tra le preferite e le ricordate, ringrazio chi con pazienza mi è stato vicino sempre. Questo capitolo è per voi, per il vostro sostegno e per il vostro affetto.

SIETE STATI MERAVIGLIOSI!

GRAZIE DI CUORE DAVVERO!!

Un abbraccio grandissimo

Babykit

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