Stones Taught me to fly.

di Emily OneDirection
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** A Girl not for clothes. ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Stones Taught me to fly.

 

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Prologue

 

Diedi un ultimo sguardo alla mia bambina.

Si voltò verso di me con lo zaino in spalla e mi mandò un bacio. Ricambiai il gesto e la vidi allontanarsi.

Mi toccai il pancione ripensando a quando ero giovane e a come avevo incontrato il padrone della mia Isabella e della piccola Darcy che era ancora nel mio grembo.

“Sta crescendo.” Mi sussurrò lui nell’orecchio.

Mi scostai una ciocca da avanti al viso. “Infondo starà solo poche settimane da tua madre.” Cercai di sembrare meno nostalgica.

La prima figlia che avevo avuto dieci anni prima stava andando via da me per delle settimane. Stava veramente diventando grande.

Mi sfuggì una lacrima. Lui me la asciugò.

“Ti amo” Gli dissi. “Anche io.” Rispose.

Lo baciai delicatamente e dopo mi voltai. Mi afferrò un braccio e mi girai cadendo per l’ennesima volta nei suoi occhi.

“Ti ricordi come ci siamo conosciuti? La nostra storia?” Annuii e mille ricordi riaffiorarono nella mia mente.

Belli e brutti che fossero mi rendevano felice. Lui era lì.

 

 

Diciassette anni prima.

 

 

Camminavo per quei corridoi come fossero la passerella di una sfilata trasgressiva. Io ero l’immagine della trasgressione.

I miei alti tacchi neri facevano rumore costringendo tutti a voltarsi quando passavano, ma qualcuno rimaneva a fissarmi invece di tornare a fare le sue cose.

Ne ero leggermente compiaciuta.

Aprii l’armadietto e sentii qualcuno che si buttava ‘delicatamente’ su quello accanto. “Malik che stai facendo?” Domandai trattenendo una risata.

“Sembravo un elefante?”

“Un po’. Come sta Kimberly?” Chiesi con un ghigno furbo ripensando a ciò che le avevo messo nel pranzo pochi giorni prima.

“Nausea, mal di pancia, giramenti e febbre alta. Tutto normale. Dicono si sia presa l’influenza.” Stupido Jawaad non capisci nulla.

Presi i libri e richiusi quella scatola di metallo, poi ricominciai a camminare. Sentivo che mi seguiva ma sparì quando girai l’angolo.

“Come te la passi, Em?” Mi domandò Niall. Sfoderai un grande sorriso ma non diedi risposta.

Mi appoggiai al muro. Louis mise il braccio accanto a me e mi venne col viso a pochi centimetri. Rifiutai il tentativo di baciarmi.

“La solita Emily Clarke.” Borbottò allontanandosi. La campanella suonò ed entrai nell’aula.

Passai vicino al ragazzo già seduto al primo banco. “Sei già qui, Payne?” Lo stuzzicai.

Fece un’espressione di disprezzo e subito dopo prese il libro di Letteratura Inglese.

 

 

Michi’s Corner

 

Come state mie lettrici?

Ho deciso di scrivere l’ennesima storia e spero che questa vi piaccia.

Indovinate chi è il padre di Isabella e Darcy?

Lo scoprirete continuando a leggere.

Eccovi Isabella ---> http://twilightreality.weebly.com/uploads/3/4/3/9/3439501/2961167.jpg

Eccovi Emily ----> http://celebrity-wallpaper.in/wp-content/uploads/2012/02/Kristen-Stewart-wallpapers-looking-sad-on-dark-background-2012-1600x1200-1024x768.jp

Un Bacio. Michi

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Capitolo 2
*** A Girl not for clothes. ***


 

Stones Taught me to fly.

1 .  A Girl not for clothes.

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Qualcuno bussò alla porta dell’aula e io ringraziai il cielo perché dopo un’ora col professor Molina non se ne reggeva un’altra.

“Avanti” La sua voce potente mi fece sussultare. Payne ridacchiò. Sbuffai.

Un ragazzo alto entrò in classe come se quei suoi passi fossero controvoglia. Lo erano sicuramente. 

“Mi scusi professor Molina se l’ho disturbata…” Cominciò il ragazzo. Aveva una voce profonda, seducente. Tirai fuori uno dei miei ghigni.

Con la coda dell’occhio vidi che Liam stava scuotendo la testa scocciato.

“Si, mi hai interrotto. Sei nuovo?” Lo fermò il prof. Odiavo quel suo odioso fare da persona superficiale. Il riccio annuì. “Sei studioso?” Fece un’espressione strana.

“Vai a sederti accanto alla signorina Clarke.” Ordinò. Compiaciuta spalancai le gambe e mi appoggiai col gomito al tavolo. Si voltò per cercarmi. Alzai l’altra mano.

Appena li notai precipitai nei suoi immensi occhi verdi. “Oh” Fece lui e si avviò verso il banco accanto al mio. Mi avvicinai e gli sussurrai all’orecchio un ‘Ciao, io sono Emily’.

Ricambiò con un solare sorriso, poi mi appoggiò la mano sulla gamba. “Harry” Replicò.

Annuii togliendo la sua mano dal posto in cui era e notai che tutti ci guardavano ignorando il professore di Letteratura che come un ebete spiegava a vuoto.

“Scusi, signor Molina!” Urlai facendo voltare tutti di scatto prima che lo facesse lui. Risi compiaciuta.

“Si, Emily?” Sbuffai. Mi alzai e andai verso la lavagna. “Che cavolo stai facendo?”

Presi il cancellino e glielo lanciai addosso. “In presidenza!” Strillò mandandomi per l’ennesima volta nel medesimo posto. Presi i libri e uscii da lì.

Sospirai mentre mi avviavo da Sophie.

“Ehi Soph!” Esclamai mentre mi sedevo sulla poltrona di fronte alla scrivania. Mi zittì.

“Non devi chiamarmi così.”

“Facciamo in questo modo. Tu mi sospendi per due settimane e vieni a prendere Mandie ogni mercoledì dalle quatto fino alle sette. Continuerò a tenere il tuo segreto.” La ricattai.

Rimase a bocca aperta ma non ribatté. “Perché fino alle sette?” Domandò.

“Lavoro dalle quattro alle sette sorellona.” Spiegai a ‘la preside’. “Ehm, fammi rimanere fino alla fine dell’ora di Molina.” Aggiunsi. Non volevo andar via subito. Annuì non potendo far nulla.

Cominciò a picchiettare sulla scrivania. “Come sta Mandie?”

“Lo sapresti se venissi a trovarla più spesso. Ricordati che è la tua sorellina più piccola.” Risposi scontrosa. Abbassò lo sguardo.

“Da quando sono morti mamma e papà ho perso il controllo della mia vita.” Cercò di giustificarsi. Sbuffai.

Rimasi fino alla fine dell’ora cercando una posizione comoda su quella poltrona. Al suono della campana mi precipitai fuori senza salutare.

Incrociai lo sguardo di un pakistano seduto con le mani nei capelli neri come la pece.

“Sei una vera ribelle, Emmy.” Mi stuzzicò. Al solo sentire il soprannome mi fiondai addosso a lui tirandolo per la camicia.

“Come mi hai chiamata?” Mia madre mi chiamava in quel modo.

Scosse la testa arrendendosi e uscii da quell’inferno il prima possibile.

 

 

Presi per mano Mandie e la portai a scuola. Le scoccai un bacio sulla guancia e rimasi a guardarla mentre si allontanava. Sospirai.

“Hai una figlia?” Sentii una voce profonda venire da dietro. Scoppiai a ridere.

Indicai verso l’entrata della scuola elementare. “Quella è mia sorella” Spiegai. Mi voltai per poi perdermi nei suoi occhi verdi.

Mi prese una mano e ci avvicinammo. “Ribelle ma con un cuore…mi piace.” Mormorò. Sorrisi per poi piegare la testa da un lato.

“Ciao.” Lo salutai per poi allontanarmi a passo lento.

Era il classico ragazzo convinto di far cadere tutte ai suoi piedi. Si sbagliava. Dovevo essere io a sedurlo.

“Stai bene anche con questi vestiti!” Strillò riferendosi a quei due stracci che mi ero messa per non far sfigurare la mia Madlene (Mandie).

Non mi voltai, non gli domandai il motivo della sua presenza in quel posto, non gli risposi. Me ne andai. Camminai verso la mia Mini.

Una ragazza non si giudicava dal modo di vestirsi o quello di presentarsi. Nessuno sapeva com’ero veramente, chi ero veramente. Forse Zayn, un tempo.

 

 

Cheque my flow

 

‘Vas Happenin’? Che ne pensate di questo capitolo?

Vestiti di Emily ‘sorella maggiore’  quello azzurro --> http://www.bonprix.it/prodotto/abito-di-chiffon-con-cintura-nero-rosa-antico-grigio-959815/?type=image

Sophie--> http://1.bp.blogspot.com/-AIu_p1Fe6D0/TkBdHDMunuI/AAAAAAAAAF0/ceBHB0JG1rM/s1600/herbal-essence-leighton-meester1.jpg

Un bacio e tante recensioni. Michi

 

 

 

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