La nuova (e temporanea?) assistente bibliotecaria

di LadyDenebola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Nuovo lavoro ***
Capitolo 3: *** Ricordo dell'ultimo sguardo ***
Capitolo 4: *** Non tutto il male vien per nuocere ***
Capitolo 5: *** Vampiri ***
Capitolo 6: *** Passeggiata con sorpresa ***
Capitolo 7: *** Gli allenamenti ***
Capitolo 8: *** Sulla torre ***
Capitolo 9: *** Halloween ***
Capitolo 10: *** L'insegnante di duello ***
Capitolo 11: *** Un po' di scompiglio ***
Capitolo 12: *** Giro di pattugliamento ***
Capitolo 13: *** Il parco di notte ***
Capitolo 14: *** Diagon Alley ***
Capitolo 15: *** La festa ***
Capitolo 16: *** Chiamiamoli... incidenti sul lavoro ***
Capitolo 17: *** Solo un caffè ***
Capitolo 18: *** Buon compleanno! ***
Capitolo 19: *** Indecisione ***
Capitolo 20: *** Mai un attimo di pace! ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Hogwarts ***


 Note: tutti personaggi, ad esclusione di Violet e qualcun altro che comparirà più avanti, appartengono a J.K.Rowling (per loro fortuna! XD).

"Bentornata a casa, Violet!"

A quel pensiero, Violet si guardò intorno con un sorriso a trentadue denti, gli occhi traboccanti lacrime di gioia. L'immensa Sala d'Ingresso era proprio come se la ricordava, con la maestosa scalinata di marmo che aveva percorso chissà quante volte, fino a pochi anni prima. Lì dov'era lei, davanti il portone di quercia, Violet poteva sentire già il vocio confuso e allegro dalla Sala Grande. Il banchetto d'inizio anno stava per cominciare... e lei stava ancora lì in piedi a sorridere come un'ebete!

Come scossa da una scarica elettrica, Violet s'affrettò ad entrare nella grande sala dove i tavoli delle quattro Case già erano carichi dei succulenti manicaretti degli elfi domestici, mentre gli studenti, nelle loro divise nere, correvano su e giù chiamandosi a gran voce e scambiandosi notizie sull'estate appena passata.

A quella vista Violet non riuscì a trattenere una lacrima, che si sbrigò ad asciugare; aveva quasi dimenticato quegli istanti di gioia in cui riabbracciava i suoi amici, pronta ad un nuovo anno a Hogwarts. Ma, dopotutto, era proprio per tornare a Hogwarts che aveva accettato il posto di assistente bibliotecaria, ora che quella simpaticona di Madama Pince iniziava ad avvertire i primi acciacchi.

Violet raggiunse il tavolo degli insegnanti, dove prese posto – con non poco nervosismo – ad una delle estremità, come le era stato inidicato dalla Preside McGranitt, che le scoccò un sorriso d'incoraggiamento. Violet continuò a guardarsi intorno estasiata, come una matricola che veniva per la prima volta a Hogwarts, ma anche un po' disorientata: la Sala Grande vista dal tavolo degli insegnanti sembrava molto più... grande che vista dal tavolo dei Serpeverde.

Cominciò lo Smistamento, che sembrl durare un'eternità per lo stomaco di Violet che resisteva su una pizza buttata giù sul treno e ora protestava indignato. Quando il professor Vitious portò via il Cappello Parlante, la McGranitt si alzò in piedi e – come accadeva con Silente – gli studenti smisero all'istante di parlare.

<< Bentornati a Hogwarts >>esordì la McGranitt. << Prima di iniziare il banchetto, vorrei ricordare a tutti gli oggetti proibiti del signor Gazza... >>

Violet rise tra se e se, rivivendo un dejavù di almeno sette anni prima, cosa che le impedì di accorgersi dell'uomo che era sgattaiolato da una porticina dietro il tavolo nel posto vuoto accanto alla McGranitt. Fu solo quando notò gli sguardi stupiti e i mormorii di molti ragazzi che Violet si voltò.

Lo vide, ma non riuscì comunque a credere ai propri occhi.

Severus Piton sedeva alla destra della preside, i lunghi capelli corvini che gli incorniciavano il volto scarno e la veste – anch'essa nera – impeccabile come ricordava lei.

Notando come ormai tutti fossero più interessati al "nuovo" arrivato che ai 515 oggetti confiscabili di Gazza, la McGranitt si schiarì la voce e annunciò:<< E ora, vorrei chiedervi di dare il bentornato al professor Piton, che ha accettato di riprendere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure >>

Le parole della McGranitt caddero nel silenzio più assoluto. Poi, come un sol uomo, gli studenti esplosero in un applauso entusiata, Grifondoro compresi. Era anche naturale, pensò Violet. Piton, la "pedina indispensabile per sconfiggere Voldemort", com'era stato definito da molti giornali, era finalmente tornato a Hogwarts. Ma perché solo sette anni dopo la morte di Voldemort, Violet non lo sapeva. Sapeva soltanto che era felice, felice perché anche lui era lì, il suo Direttore, che non vedeva da quando aveva dovuto lasciare la scuola perché Nata Babbana.

Durante il banchetto Violet chiacchierò con la Sprite, cercando di evitareil contatto con i suoi abiti perennemente coperti da macchioline di terriccio, anche se gettaca fin troppo spesso occhiate furtive a Piton. E quasi si strozzò col vino – finalmente s'era liberata del succo di zucca! - quando lo sorprese a guardarla con curiosità.

Piton si era accorto solo in quel momento che al tavolo c'era un elemento nuovo. Dopo sette anni vi aveva ritrovato le stesse facce, ma quella ragazza lo spiazzò.

Era molto giovane per gli standard del corpo docenti di Hogwarts, e lì per lì Piton si domandò cosa ci facesse una studentessa seduta al loro tavolo. Aveva capelli castani lisci che le sfioravano le spalle; i suoi occhi castani si sottrarono a quelli di Piton con una timidezza che lui aveva già visto. E di colpo ricordò una diciassettenne che si guardava intorno sconsolata e spaventata, costretta dagli eventi a lasciare Hogwarts. Ricordò come i loro occhi si fossero incrociati prima che lei distogliesse in fretta i propri e si lasciasse scortare dalla McGranitt nel suo ufficio per prendere la Metropolvere...

La McGranitt intercettò lo sguardo di Severus, ma lui s'affrettò a parlare d'altro, consapevole che Minerva volesse spiegargli cosa ci faceva quella ragazza lì. Ma lui voleva informarsi dalla diretta interessata. 

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Capitolo 2
*** Nuovo lavoro ***


Salve a tutti! So che Violet può sembrare un po'...ehm diciamo strana, ma cercherò di spiegare il suo carattere e quello che le passa per la testa nei vari capitoli. Buona lettura^^


<< ... E quando qualcuno deve prendere in prestito un libro devi segnarlo in questo registro, senza dimenticarti del titolo, l'autore, lo scopo della consultazione, il nome e la Casa dello studente... >>

Violet, che si era scollegata dalla realtà già dopo cinque minuti da quando Madama Pince aveva iniziato a darle dritte sul lavoro in biblioteca, fece un salto indietro quando la Pince posò con grazia elefantiaca un tomo alto almeno quindici centimetri sul tavolo. Violet lo fissò a bocca aperta: già per il solo fatto di essere bassa doveva sedersi su uno sgabello magicamente rialzato, per consultare e scrivere su quel coso avrebbe dovuto improvvisarsi professionista di free-climbing!

<< ... E senza il permesso autenticato di un professore, l'accesso alla Sezione Proibita è severamente proibito! >>

"Ma va?"pensò Violet mordendosi la lingua per non dirlo ad alta voce. Metà delle cose che le aveva detto la Pince le ricordava dai tempi in cui era una studentessa, e l'altra metà era talmente ovvia che Violet aveva a malapena ascoltato.

<< Se è tutto chiaro >>concluse la Pince con un sorriso acido, << puoi cominciare sistemando quei libri, cara >>

Violet annuì con un sospiro. Quasi si pentiva di aver osato invadere il regno inviolabile di Madama Pince, che non si preoccupava minimamente di nascondere il proprio disprezzo per quell'assistente, di cui, come ripeteva ogni tanto, non aveva affatto bisogno. Ma Violet era decisa a ignorarla: viveva a Hogwarts, la pagavano – certo, una miseria – e le piaceva leggere. Come primo lavoro in attesa di qualcosa di meglio era un buono inizio. Inoltre attaccava facilmente bottone con gli studenti, che andavano da lei soprattutto per lamentarsi dei professori e della scarsa pazienza della Pince.

Dopo pranzo Violet stava seduta al banco della biblioteca mentre la Pince vagava dietro chissà quale sperduto scaffale, quando una voce che non sentiva da tempo la fece sobbalzare e quasi cadere dallo sgabello.

<< Rosenao? >>

Violet si rimise in equilibrio e chiuse il libro che stava leggendo per guardare Piton, in piedi davanti a lei che la fissava con la sua solita espressione indecifrabile.

<< B-buon pomeriggio >>balbettò Violet. Non lo vedeva da quando se ne era andata, e anche quando era tornata per finire gli studi, Piton ancora era alle prese con tutti quei processi dai quali poi era stato assolto. In fondo lei aveva sempre saputo, o quantomeno sperato, che era innocente, e aveva sempre voluto rincontrarlo per dirglielo, ma ora le parole le si smorzarono in gola.

Rimasero semplicemente a fissarsi in un silenzio che si faceva sempre più imbarazzante.

<< Lavori qui, allora? >>le chiese Piton, inespressivo come al solito.

<< Sì, sono l'assistente di Madama Pince >>annuì Violet, leggermente indispettita. "Un come stai, come va? no, eh?"

<< Perché? >>

Violet sgranò gli occhi. Che razza di domanda era? Ricordava che Piton non era certo tipo da conversazione, ma... dai, le ormai era una donna, poteva anche sforzarsi a chiacchierare un po'... o era pretendere troppo?

<< Sei sempre stata una ragazza brillante, Rosenao, perché perdi il tuo tempo in una biblioteca? >>. Be', almeno aveva capito di doversi spiegare meglio. Era sempre stato im tipo perspicace.

<< Be', mi piacciono i libri, e poi... ehm... sentivo nostalgia di Hogwarts >>Violet arrossì. Si era appena resa conto di quanto fosse ridicolo il motivo per cui era tornata. E dall'espressione di Piton capì di non essere l'unica ad averlo pensato.

<< Rosenao, vuoi buttare la tua vita chiusa qui dentro? >>commentò sprezzante Piton.

Violer arrossì indignata.

<< E lei, invece? >>sbottò.

Piton alzò un sopracciglio, e poi se ne andò, lasciandola lì come una stupida.

 

All'ora di cena Violet era ancora di cattivo umore. Non solo aveva dovuto sopportare le critiche e i commenti tutt'altro che positivi della Pince, ma ancora le bruciava per Piton. Che cavolo di modo era di ripresentarsi, dopo tutto quello che era successo? Era stato il suo Direttore, quando le insegnava la chiamava per nome, era addirittura gentile! E adesso la trattava come una Tassorosso qualsiasi?! E lei che aveva sempre aspettato il momento in cui l'avrebbe rivisto. Che stupida!

Violet quella sera mangiò con le spalle rivolte con decisione verso Piton, l'idiota. Avrebbe anche potuto chiederle qualcosa, tipo cosa aveva fatto dopo la scuola, come se l'era cavata durante l'ascesa di Voldemort, o che altro... Forse il morso di Nagini l'aveva inviperito ancora di più, va' a capire...

Tutta l'euforia della sera prima era insomma andata a farsi benedire, e Violet quasi azzannava il cibo, sotto lo sguardo perplesso della Sprite che comunque evitò – per sua fortuna – qualsiasi osservazione. Voltata così com'era, però, Violet non poté accorgersi che Piton ogni tanto la guardava con interesse. Fu solo quando si alzò per andarsene che Violet si degnò di guardarlo di sfuggita.

"Ma chi se ne importa!"pensò mentre saliva alla sua stanza al terzo piano, pestando i piedi a terra. "Dovrebbe interessarmi il giudizio di un... un... un eroe?"

<< Dio, che patetica >>sbuffò scuotendo la testa. Certo che le importava del giudizio di Piton, le era sempre importato. E pensare che lui l'aveva trattata come se fosse ancora una ragazzina sentimentale invece che una collega la straniva più di ogni altra cosa.


 

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Capitolo 3
*** Ricordo dell'ultimo sguardo ***


 

Per calmare i nervi Violet bevve in un sorso una bella dose di pozione soporifera, che ormai sapeva preparare anche a occhi chiusi, tanto aveva difficoltà ad addormentarsi. Sperò soltanto che non diventasse un'abitudine... e se Piton l'avesse fatta innervosire altre volte? Ok, adesso iniziava a degenerare seriamente. Se faceva così già il primo giorno, ad Halloween sarebbe andata in analisi.

La pozione fece immediatamente effetto. Violet si addormentò nel giro di pochi minuti, e di colpo tornò a pensare alla notte in cui se ne era andata. O stava già sognando?

Era novembre del suo settimo anno. Erano le unidici e mezzo di sera, e per i corridoi soffiavano aliti gelidi che facevano accapponare la pelle. Ma non era quello a farla star male. Aveva paura? No. Cioè, c'era anche quella, sarebbe stata un'incosciente a non essere spaventata.

Violet aspettava nervosa in cima alle scale che portavano ai sotterranei, il baule con tutte le sue cose accanto a lei. Alla fine era arrivato anche il suo turno. Doveva andarsene. Da quando Silente era morto i Mangiamorte si erano impossessati della scuola, e la vita s'era fatta davvero dura per Mezzosangue e Nati Babbani; quelli che non si erano ritirati durante l'estate o che non se ne erano andati subito erano diventati le cavie preferite dei Carrow nelle loro lezioni.

Violet aveva cercato di resistere. Per lei era molto più difficile che per i ragazzi delle altre Case: era una Serpeverde, e i suoi compagni non erano certo famosi per la loro tolleranza. A essere onesti, gli amici di Violet l'avevano sempre protetta, nessuno di loro l'aveva lasciata sola al suo destino, in quelle settimane. Ma lei ormai era arrivata al limite. Dopo aver scampato per miracolo una punizione con Alecto Carrow, si era lasciata convincere dalla McGranitt a tornare a casa finché le acque non si fossero calmate.

E così adesso Violet aspettava proprio la McGranitt, in cima alle scale. Continuava a tendere le orecchie nel caso in cui uno dei Carrow le si presentasse davanti e la cruciasse come punizione per stare fuori dal letto a quell'ora. Come era successo anche con gli altri ragazzi che si erano ritirati, anche la partenza di Denebola era segreta.

"Sembra che debba evadere"pensò Violet con amarezza. Non era giusto! E Piton non aveva fatto nulla per impedire tutto quello... "Scema. È lui a comandare adesso, e subito sopra Piton c'è Voldemort. È già tanto se non mi ha lanciato qualche maledizione già dal primo giorno!"

Un rumore di passi dal basso la atterrì. A quell'ora soltanto i professori stavano in giro, e dai sotterrani non poteva che emergere lui. Violet cercò di restare calma mentre Piton si bloccava, palesemente sconcertato nel trovarla lì. Ma quando i suoi occhi si posarono sul baule, sul suo volto balenò un lampo di comprensione.

Violet teneva lo sguardo basso. I Serpeverde erano convinti che Piton era un Mangiamorte, lei invece ancora non riusciva a capacitarsene; credeva ancora che Piton stesse coi buoni. Mah, col senno di poi Violet capì di aver voluto solo autoconvincersi, perché dentro di sé aveva sempre creduto a quello che i Grifondoro continuavano a ripetere sul suo Direttore.

Piton stava ancora lì, impalato a fissarla. Violet, non osando aprir bocca, si scansò di più come se fino a quel momento gli avesse impedito di passare. Per fortuna la McGranitt si decise ad arrivare, e Violet si azzardò a lanciare un'occhiata a Piton. Lui la stava ancora osservando; aveva un'espressione strana... sembrava stesse cercando di rimanere impassibile, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che sembrava dispiacere e rabbia. Violet distolse in fretta gli occhi da quelli neri di Piton. L'avevano sempre affascinata, ma in quel momento la spaventarono soltanto.

La McGranitt mormorò qualcosa, e Piton annuì, sempre in silenzio. Violet si lasciò accompagnare dall'anziana professoressa che continuava a ripeterle parole di conforto, anche se la sua voce tremava.

Arrivate nel suo ufficio, la McGranitt fece entrare Violet nel caminetto spento e le porse un barattolo dove c'era ancora qualche manciata di polvere verde.

<< Abbi cura di te, Rosenao >>sussurrò la McGranitt.

Violet fece un cenno con la testa, incapace di parlare. Stava lasciando Hogwarts, e forse per sempre, senza aver potuto rivedere tutti i luoghi che le erano diventati così familiari in quegli anni...

<< Professoressa, quando combatterete contro di lui... >>cominciò, ma la McGranitt scosse la testa con impazienza.

<< Non devi preoccuparti di questo. Limita i contatti col mondo magico, o tu e la tua famiglia verrete raggiunti prima di quanto pensi. Quando sarà tutto finito, potrete ritornare tutti >>

Violet capì che ormai era inutile prender tempo. La McGranitt la guardava con insistenza, e lei alla fine lasciò cadere un pugno di polvere ai suoi piedi, urlando l'indirizzo di casa. Fiamme verdi la avvolsero con un ululato spaventoso, e lei fu risucchiata lontano dall'ufficio della McGranitt.

 




Hola! Eccomi di nuovo qui! Stranamente, sto aggiornando più in fretta di quanto mi aspettassi, per la vostra gioia XD Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la storia, vuol dire che non sta uscendo così malaccio (per essere la mia prima fanfic "lunga" su HP). A presto!^___^

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Capitolo 4
*** Non tutto il male vien per nuocere ***


 

<< In ritardo di dodici minuti, Rosenao >>fu il buongiorno di Madama Pince. Se non fosse stato per quel suo sorriso velenoso, sarebbe stata anche convincente, tanto aveva parlato con un tono falsamente bonario.

<< Non succederà più >>bofonchiò Violet prendendo posto sullo sgabello che fluttuava dolcemente a mezz'aria. Aveva due belle borse sotto gli occhi che neanche il trucco magico riusciva a nascondere, e l'aria più stravolta di chi si prepara agli esami Mago.

<< Oh no, cara, devi riporre i testi che sono stati restituiti >>aggiunse la Pince non appena Violet si fu messa comoda.

La ragazza guardò sgomenta una decina di libri – tutti molto voluminosi – impilati alla sua sinistra; erano talmente alti che all'inizio li aveva scambiati per una specie di colonna. Madama Pince la osservava ancora sorridendo.

"Ti piacerebbe vedermi rinunciare già al secondo giorno, vero?"

<< Lo faccio subito >>Se possibile, Violet sfoggiò un sorriso ancora più falso della Pince e, estratta la bacchetta, fece levitare i libri davanti a lei.

Il problema era che, come avrebbe dovuto immaginare, ciascun libro andava sistemato in una parte diversa della biblioteca. E la biblioteca di Hogwarts non era di certo come quelle babbane. Aveva schiere e schiere di scaffali alti fino al soffitto, corridoi di libri che si incontravano a formare quasi un labirinto, e poi c'era la minaccia costante di incontrare la Pince. Ad ogni angolo avevi l'impressione di vedertela sbucare davanti, con quell'aria da avvoltoio, che ti faceva un interrogatorio sul perché e il percome stavi girovagando là dentro, come se fosse innaturale per uno studente fare delle ricerche in biblioteca.

Violet cercò di impiegare il più tempo possibile a riporre tutti quei volumi, purché fosse rimasta lontana dal suo simpatico capo.

Alla fine però trovò anche il ripiano dell'ultimo libro che, guarda caso, era proprio quello in cima. Non c'è che dire, lei e la fortuna non sarebbero mai state amiche...

Stringendo sotto il braccio il volume – un vecchio libro di Rune – Violet s'arrampicò con la mano libera sulla scala, che traballò minacciosa.

<< Ehi, la Pince mi ha detto che il vocabolario di Rune Antiche sta da queste parti >>esclamò una ragazza riccia due metri più in basso.

Violet, che già stava sudando sotto il peso del libro e tremava per lo sforzo di reggersi a quella vecchia scala, sporse appena il capo per leggere i titoli dei libri attorno a lei.

<< E non poteva venire lei, visto che ho da fare? >>

La riccia alzò le spalle.

<< Ha detto che le assistenti devono essere pronte a rispondere a qualsiasi richiesta >>disse, << e che in questo modo ti saresti ricordata meglio dove stanno tutti i libri >>

<< Oh, certo, infatti non avevo notato quella targhetta a caratteri cubitali dove c'è scritto "Sezione di Rune Antiche"! >>esclamò sarcastica Violet. Individuò un volume gigantesco che aveva tutta l'aria di essere un dizionario, fece muovere la scala in quella direzione, ma quella urtò contro il piede della studentessa. L'urto di per sé non fu violento, ma Violet già riusciva a tenersi a malapena in equilibrio su due pioli, con il libro che iniziava a scivolarle da sotto il braccio. Quando arrivò lo scossone, il libro scivolò via e lei, nel tentativo di riprenderlo, si sbilanciò verso il basso, trascinandosi dietro tutta la scala.

La studentessa urlò per il dolore e la paura e corse via. Violet ebbe appena il tempo di vederla scappare prima di chiudere gli occhi, pronta all'impatto col pavimento. Udì la scala cadere con un rumore scricchiolante di legno spezzato.

Poi uno sbuffo spazientito.

Violet aprì gli occhi e quasi urlò per la sorpresa. Galleggiava a pochi centimetri dal pavimento di pietra; i capelli che le cadevano davanti al viso le impedivano di vedere altro, ma era sicura di aver riconosciuto quella voce. Posò le mani a terra e si rialzò.

<< Ti sei fatta male? >>le domandò Piton, la bacchetta ancora in mano.

Violet scosse la testa ringraziandolo a bassa voce. Fra tante persone che stavano lì dentro doveva essere salvata proprio da lui? Ma soprattutto, aveva assistito a tutta la scena?

"Speriamo di no, chissà che faccia avevo. Un'assistente bibliotecaria che cade mentre prende un libro... che professionalità"

Con un altro gesto della bacchetta Piton riparò la scala e la fece tornare al suo posto, e in quel momento sopraggiunse anche Madama Pince, accompagnata dalla ragazza riccia.

<< Disastro ambulante! >>esclamò la Pince furiosa. << Volevi distruggere...ihhhh! >>

Puntò l'indice per terra, a pochi centimetri dai piedi di Violet. Il libro che doveva rimettere a posto giaceva spaginato e con l'angolo d'ottone della copertina sbucciato. Se non era morta cadendo, Violet lo sarebbe stata adesso. La Pince la guardava con furia omicida, come se le avessero rapito il suo unico figlio. Raccolse il libro e lo accarezzò mentre gli occhi, ancora puntati sulla sua assistente, si riempivano di lacrime.

<< Incosciente! Irrispettosa! Vandala! >>urlò.

<< Ma basta un colpo di bacchetta >>protestò Violet, che iniziava ad averne abbastanza di quella sceneggiata da telenovela. Inoltre, Piton ancora non se ne era andato, e, anche se gli dava le spalle, Violet già si immaginava la sua espressione divertita. Quasi quasi veniva a lei da piangere.

Dai, doveva darsi un contegno!

Estrasse la bacchetta e la puntò contro il libro, ma Madama Pince strabuzzò gli occhi e balzò indietro come se Violet avesse voluto dargli il colpo di grazia.

<< Cosa vuoi fare, vandala? Questo è un libro antico! >>urlò.<< Sapevo che in mano a un'inesperta non era al sicuro, sapevo che non eri portata per un compito del genere... Basta, non puoi lavorare qui! Stasera stessa andrò dalla preside per farti rimuovere! Se non sei capace, non puoi continuare a far danni! >>

<< E' stato il mio primo errore! >>ribatté Violet indignata. << E se era così convinta che non fossi in grado di rimettere a posto quel suo bel libro, allora avrebbe dovuto farlo da sola! >>aggiunse alzando la voce.

La Pince sbiancò. Sembrava un vero avvoltoio pronto a tirar fuori gli artigli. Violet poteva anche dire addio al suo lavoro nuovo...

<< La signorina Rosenao ha fatto del suo meglio per salvare quel libro, Pince >>intervenne Piton. Violet si voltò di scatto; Piton era tutto tranne che divertito dalle sue disgrazie, anzi, guardava la Pince con espressione più seria del solito. << E' addirittura caduta da una considerevole altezza. Se mi permette, ci penserò io a sistemare il libro >>

La Pince ci pensò su per alcuni secondi, e alla fine, con un gesto seccato, consegnò il libro a Piton. Poi si allontanò borbottando contro gli studenti e gli incapaci. La ragazza riccia esitò un istante, ma prima che se ne andasse Violet le tirò giù il dizionario che aveva causato tutto quel trambusto.

Fu solo allora che rimase da sola con Piton.

<< Grazie >>mormorò per la seconda volta, senza guardarlo.

<< Figurati >>replicò secco l'uomo.<< Ancora sei decisa a lavorare qui? >>

<< Non posso darla vinta alla Pince >>rispose Violet senza riuscire a trattenersi.

Gli angoli della bocca di Piton si arricciarono.

<< Bene. Quindi saresti in grado di trovarmi un libro di pozioni di terza classe? >>

<< Certamente! >>esclamò Violet, cogliendo la palla al balzo. Era la sua occasione per fargli vedere che non stava sprecando il suo tempo.

Per fortuna, quando era ancora una studentessa aveva passato pomeriggi interi là dentro, tanto da ricordare alla perfezione dove si trovava ogni singolo reparto, senza aver bisogno delle indicazioni della Pince. Nel giro di pochi minuti consegnò a Piton il testo che cercava.

<< Avevo capito che era tornato a insegnare Difesa contro le Arti Oscure >>disse all'improvviso Violet mentre tornavano al banco e lei segnava, sotto lo sguardo ancora inviperito della Pince, tutti i dati del libro in prestito.

<< Avevi capito bene >>

<< E allora a cosa le serve? >>

Piton alzò il sopracciglio: non ricordava che quella ragazza fosse così... insolente. O quantomeno, ricordava che non era mai stata un tipo che ti intontiva di chiacchiere o domande del genere.

<< Devo registrarlo qui sopra >>aggiunse allora Violet, cogliendo correttamente i pensieri di Piton.

<< Oh. Madama Chips mi ha chiesto di prepararle delle pozioni curative complesse, e qui dentro sono contenute tutte le indicazioni >>Piton gettò un'occhiata alla bibliotecaria, che stava tornando a pattugliare i corridoi. << Ami a tal punto questa scuola da sopportare un lavoro del genere? >>

Violet alzò lo sguardo sorpresa. Ma perché era così fissato con il suo lavoro?!

<< Quando ho finito gli studi sentivo di non essere ancora pronta a lasciare definitivamente Hogwarts >>spiegò con calma, << né sapevo cosa volessi fare nella mia vita, così mi sono informata e ho saputo che la preside cercava un'assistente per la Pince. Non è una gran cosa, lo so, ma è un lavoro tranquillo che mi permette di stare ancora un po' di tempo a Hogwarts e intanto di capire qual è la mia strada >>

Violet cercò di mantenere il suo sorriso impassibile di fronte all'espressione di Piton che, da parte sua, doveva essersi convinto di avere davanti una ragazzina ancora molto, molto sentimentale.

"Fantastico"

<< Se ne sei convinta >>commentò alla fine Piton, e con quelle parole se ne andò, spiazzandola ancora una volta nel giro di soli due giorni.

"Be', almeno adesso mi ha parlato un po' di più"pensò Violet e, inconsapevolmente, ringraziò il libro che quasi le aveva fatto rompere l'osso del collo. 

Olè rieccomi qui! Contenti/e? Insomma, per vostra gioia e fortuna questi giorni non sono rimasta senza far niente ma sono andata avanti con la storia, quindi preparatevi ad aggiornamenti frequenti (salvo sorprese). Buona lettura e grazie mille a chi mi segue!^__^

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Capitolo 5
*** Vampiri ***


Hola a tutti/e! Ebbene sì, alla fine anch'io mi sono fissata con i vampiri (sarà che ho appena finito Dracula ^^), ma vi avevo avvertito che non sapevo ancora come si svilupperà la storia, anche se adesso inizio ad avere un'idea "fissa". Ma questo lo vedrete in seguito (purtroppo per voi XD). Buona lettura!^____^  

Dopo quel giorno, tuttavia, Violet non ebbe altre occasioni per parlare con Piton, né, a dire la verità, nessuno dei due sembrava ricercarle. Violet ogni tanto lo sorprendeva a sbirciarla durante i pasti, con la solita espressione indecifrabile, per poi tornare a scrutare tutta la sala. Violet non sapeva proprio che pensare. Molto probabilmente non gli aveva fatto una buona impressione, perché altrimenti non si spiegava come mai Piton chiacchierava come una persona civile con gli altri professori e ignorava lei. Ogni tanto Violet pensava di farsi avanti per prima, anche con un banale argomento di conversazione... ma poi perché era così ossessionata da lui?!

Gli altri professori scambiavano volentieri due parole con lei, dandole anche consigli sui luoghi più tranquilli dove rifugiarsi a leggere un po', quindi che le importava se Piton non voleva parlarle?

<< Dove sono i manuali di Incantesimi che avevo poggiato qui? >>sbottò Madama Pince strappandola ai suoi pensieri.

Violet la fissò ancora imbambolata, prima di risponderle con freddezza:<< Li ha portati con lei mentre andava a cercare l'Enciclopedia sui Vampiri >>

La Pince sbuffò incollerita.

<< Enciclopedia che tra l'altro non si trova al suo posto! Ed è già richiesta da quindici studenti! Cara >>sorriso falso di routine, << cerca nel registro chi è stato l'ultimo a prenderla, di sicuro ce l'ha ancora lui >>

Non appena si fu allontanata per riprendere i manuali di Incantesimi Violet le fece una linguaccia e iniziò a sfogliare il registro, di nuovo pensierosa. A Difesa erano già arrivati ai vampiri... con un sorriso triste ripensò a quando, sette anni prima, fra i Babbani c'erano stati misteriosi casi d'omicidio e qualcuno aveva ipotizzato si trattasse di vampiri. Lei aveva temuto per la sua famiglia, ma per fortuna non le era mai capitato di incontrare un vampiro, buono o cattivo che fosse.

<< Alyssa Potier >>lesse. Era lei la ragazza a non aver ancora restituito l'Enciclopedia. << Serpeverde del settimo anno. Bene, adesso dovrò anche andare a cercarla! >>Fece per scendere dallo sgabbello ma s'arrestò.

Piton era appena entrato in biblioteca e, con passo deciso, le si avvicinò porgendole un vecchio libro che Violet riconobbe all'istante.

<< Come nuovo >>disse. << Mi ci sono voluti alcuni giorni a causa di alcuni test che ho dovuto correggere >>Alzò le sopracciglia in un gesto di disappunto. << Pensavo che gli studenti fossero più interessati alla Difesa dalle Arti Oscure che alle Pozioni, eppure ho riscontrato in loro una eguale indifferenza >>

<< Era un test sui vampiri? >>domandò Violet.

<< No, quello è fissato per la prossima settimana. Sono proprio curioso di sapere cosa ci scriveranno >>sospirò Piton rassegnato.

<< Sì, stanno tutti cercando l'Enciclopedia sui Vampiri che, a proposito, è in mano ad una studentessa Serpeverde >>. Violet esitò. << Professore, non potrebbe chiedere a quella ragazza di riportarla in biblioteca? >>

Piton la fissò incredulo prima di dire con freddezza: << Rosenao, non è affar mio se uno studente trattiene più del dovuto un vostro libro >>

<< Pensavo solo che avesse più occasioni di me di vederla. A lezione >>aggiunse Violet in fretta, sentendosi incenerire dallo sguardo di Piton.

<< Se è tanto importante va' a cercarla, Rosenao. Dovresti ricordare la strada per i dormitori di Serpeverde, no? >>

<< Certamente >>sospirò Violet, e così mezz'ora più tardi si ritrovò a scendere fino ai sotterranei. Per quanto fosse stata una Serpeverde non le era mai piaciuto starsene là sotto, le aveva sempre dato l'impressione di trovarsi in trappola. E infatti, quando era una studentessa, passava il suo tempo libero nel parco o in giro per il castello.

Arrivata davanti il muro di pietra spoglio che era l'entrata della sua vecchia Sala Comune si ricordò di non conoscere la parola d'ordine.

"Che cavolo! Piton poteva anche dirmela!"

Iniziò a camminare avanti e indietro sparando parole a casaccio, di quelle che potevano funzionare solo per la sua ex Sala Comune.

<< Salazar... Purosangue... Marchio Nero... Superbia... Fieri di non essere Tassorosso... no, eh? >>Violet ci pensò un po' su. Era convinta che le altre Case avevano parole d'ordine più semplici, tipo "peace and love" per Tassorosso, "sapere è potere" per Corvonero e il nome di qualche liquore per Grifondoro, considerando quanto piaceva alla Signora Grassa alzare il gomito. Ma anche loro Serpeverde erano abbastanza prevedibili!

<< E dai! >>esclamò spazientita. << Buio... Orgoglio... ehm, Voldemort? >>

<< Cosa?! >>

Violet si voltò spaventata. Un ragazzo di neanche vent'anni, alto, molto alto, bon i capelli biondi che gli arrivavano alle spalle, la fissava con gli occhi sgranati.

<< Perché hai pronunciato quel nome? >>esclamò lui.

<< Io... be', non ha importanza >>borbottò Violet, imbarazzata. <>

<< Non ci penso nemmeno! >>replicò sdegnoso il ragazzo, incrociando le braccia. << Chi sei? >>

<< Violet Rosenao, l'assistente di Madama Pince. Sto cercando una ragazza di Serpeverde, mi deve ancora restituire un libro >>

Il ragazzo la studiò in silenzio col tipico cipiglio Serpeverde, anche se era ancora piuttosto pallido per aver sentito il nome di Voldemort. Possibile che la gente avesse ancora paura di quel maledetto nome?

<< Chi è questa ragazza? Posso portartelo io, il libro >>

Violet glielo spiegò. Il ragazzo la fece allontanare con le mai sulle orecchie perché non sentisse la parola d'ordine, e tornò due minuti più tardi con l'Enciclopedia sui Vampiri.

<< Quanta segretezza >>commentò Violet. << Anch'io ero una Serpeverde, sai? >>

<< Già, magari di quelli che si sono rifiutati di difendere Hogwarts durante la guerra >>sbottò il ragazzo, e se ne andò senza neanche un ciao.

Quando ritornò nella Sala d'Ingresso già illuminata dalle candele fluttuanti, Violet si sentì chiamare. Una ragazza con lunghi boccoli scuri e un trucco pesante agli occhi la raggiunse di corsa.

<< Quell'Enciclopedia mi serve >>disse senza preamboli.

<< Alyssa Potier? >>Violet ricambiò lo sguardo diffidente. << Non sai che dopo trenta giorni bisogna restituire i libri? >>

<< Ma io non l'ho ancora consultato tutto >>

<< Serve anche agli altri >>tagliò corto Violet, ma Alyssa la trattenne per la camicetta.

<< Mi serve ancora >>ripeté. Non la stava pregando: la sua era una pretesa bella e buona.

"La tipica Serpeverde figlia di papà"pensò Violet con disprezzo.

<< È la regola >>disse liberandosi dalla sua presa.

Alyssa sfoderò la bacchetta e urlò: << Accio! >> e l'Enciclopedia le volò tra le mani.

Violet la imitò, ma aspettò a lanciare un qualche incantesimo. Non poteva attaccare una studentessa, sennò addio lavoro... Alyssa sembrò capire i suoi pensieri perché sorrise trionfante. A quella vista Violet si indispettì di più. Mandò al diavolo le regole e richiamò a sé il libro. Poi, agitando minacciosa la bacchetta, disse: << Non provare a recuperarlo. Conosco più maledizioni di te >>

Alyssa la guardò con odio, ma decise di andarsene senza opporre resistenza. Con enorme soddisfazione, Violet riconsegnò l'Enciclopedia a Madama Pince, ignorando le sue lamentele su quanto tempo ci aveva messo per riprenderlo. Ma tutto quell'accanimento per i vampiri aveva incuriosito Violet, che decise di prendere qualche lettura. Dopo cena, sdraiata sul suo letto davanti ad un fuoco scoppiettante, Violet sfogliò "A cena con i vampiri", "Fratelli di sangue" e altri libri del genere. I vampiri erano gli unici esseri magici a non averla mai interessata molto, e infattti scoprì di non ricordare praticamente niente su di loro.

Aveva iniziato a leggere da poco quando bussarono alla sua porta. Con orrore, si ritrovò davanti Alyssa accompagnata da Piton, che sembrava scocciato.

<< Professore, la signorina mi ha portato via un libro che stavo usando per preapararmi al suo test >>esordì Alyssa senza staccare gli occhi da Violet, che arrossì e spostò lo sguardo su Piton.

Lui ricambiò con crescente antipatia, e l'imbarazzo di Violet aumentò visto che indossava una semplice vestaglia da notte che le arrivava più sopra delle ginocchia.

<< La signorina Potier aveva superato i giorni a disposizione per leggere quel libro >>replicò con voce comunque ferma. << Quel testo serve anche ad altri ragazzi >>

<< Lo so >>rispose Piton. Guardò Alyssa, che si era fatta livida e lo fissava come se l'avesse tradita. << La signorina Potier, spesso, vuole sentirsi ripetere le cose all'infinito, finché non accetta la sconfitta >>

Alyssa fissò entrambi con odio ma sotto lo sguardo di Piton preferì restare zitta e andarsene. Piton tornò a Violet, il volto un po' più rilassato.

<< Non volevo disturbarti, ma Potier sa essere davvero insopportabile. Se avesse fatto una brutta figura davanti a me avrebbe lasciato perdere >>disse.

<< La ringrazio. Quando me la sono ritrovata davanti ho temuto che non me ne sarei più liberata >>.Violet sorrise, di nuovo in imbarazzo.

Piton gettò uno sguardo alla stanza calda alle sue spalle, poi a Violet stessa, che evitò i suoi occhi mentre la squadrava da capo a piedi.

<< Stavi dormendo? >>

<< Cosa? Oh. No, leggevo... ehm, un libro sui vampiri >>rispose Violet.

<< Non sapevo ti interessassero >>ribatté Piton sorpreso.

<< È per curiosità, sa, ultimamente vanno così di moda >>spiegò Violet.

<< Certo, voi ragazze vi lasciate ammaliare subito dai vampiri >>commentò Piton con tono di sufficienza. << Sembra quasi vogliate cadere fra le loro braccia e, anche quando ormai siete sull'orlo del precipizio, non avete abbastanza forza di volontà per ribellarvi. Cosa d'altro canto inutile, data la forza sovrumana dei vampiri >>

Violet lo ascoltò incredula. Ma chi si credeva d'essere?!

<< Non so che tipo di ragazze conosce lei, ma le assicuro che non tutte si lasciano "ammaliare", per quanto uno possa essere affascinante >>sbottò. << E la nostra forza di volontà spesso è superiore a quella di voi uomini! >>

<< Davvero? Ad esempio? >>

<< Le Veela. Anche senza sentire il loro canto, a voi uomini basta guardarle per non capire più niente >>

<< In presenza delle Veela è sufficiente tapparsi le orecchie >>ribatté Piton con un sorrisetto. << E gli uomini di cui parli tu, Rosenao, sono quei ragazzini che in vita loro non hanno mai visto una donna formosa. Un uomo adulto ha in genere più autocontrollo. Voi donne invece, qualsiasi sia la vostra età, vi lasciate stregare dai vampiri. Perfino una donna anziana con un vagone di esperienze alle spalle si lascerebbe mordere >>

<< Be', le assicuro che non è il mio caso >>disse Violet, domandandosi perché diavolo stesse lì in piedi, in camicia da notte, a discutere con Piton di vampiri.

<< Buon per te >>replicò Piton che, da parte sua, sembrava divertirsi. << Perciò, se mai dovessi incontrarne uno non cercheresti in nessun modo di attirare la sua attenzione, giusto? >>

<< Non vedo perché dovrei. So che ci sono vampiri che hanno accettato di convivere con gli umani, ma la prudenza con loro non è mai troppa. Non rischierei di provocarne uno per tutto l'oro del mondo >>

<< Spero per te che tu abbia ragione. Comunque, fra poco dovrò iniziare il mio giro di pattugliamento, quindi buonanotte, Rosenao >>

<< Ancora pattugliate il castello? >>esclamò Violet. << Pensavo che ormai non ci fossero più pericoli >>

<< Il vero pericolo qui sono i ragazzini che hanno voglia di farsi due passi nel cuore della notte >>fece Piton. << Ma tu, per sicurezza, dormi con le finestre chiuse. Non vorrei ti ritrovassi uno strano pipistrello in camera >>


 

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Capitolo 6
*** Passeggiata con sorpresa ***


Ben ritrovati a tutti!!! Ancora un grazie di cuore a chi continua a seguirmi, vi chiedo ancora un po' di pazienza, i capitoli più "interessanti" arriveranno fra poco, prometto^^  

Il vento faceva tremare i vetri delle finestre delle aule e nei corridoi soffiavano sottili spifferi che si insinuavano nei vestiti facendo rabbrividire gli studenti. Ottobre era ormai arrivato, e il parco di Hogwarts era pavimentato da un tappeto di foglie rosse, gialle e marroni.

Violet adorava sentirle scricchiolare sotto i piedi e sedersi sotto una quercia a leggere mentre i ragazzi passeggiavano chiacchierando e godendosi quelle ultime giornate di sole.

Era un sabato pomeriggio di metà ottobre e Violet, che si stava godendo il suo giorno libero – con sua gioia Madama Pince l'aveva cacciata con la scusa si voler riordinare da sola la biblioteca – colse delle voci furiose poco lontano da lei. Alzò gli occhi e vide Alyssa e il biondo Serpeverde camminare litigando ad alta voce. Ad ogni passo il tono di Alyssa si faceva sempre più acuto mentre lui sembrava non voler farsi sentire.

<< Stai sempre lì a controllare quello che faccio, neanche fossi mio fratello maggiore! >>

<< Be', scusa tanto se mi preoccupo perché la mia ragazza alle due di notte se ne va a spasso per il castello senza dirmi niente! >>

<< E allora? Mica dobbiamo stare sempre appiccicati! >>

<< No, ma non devi neanche startene appiccicata a tutti i ragazzi che ti si avvicinano! Che razza di fidanzata sei? >>

Alyssa divenne più rossa di una pluffa e lo piantò lì. Il suo ragazzo parve sollevato di essere lasciato in pace, diede un'occhiata in giro e notò Violet, che tornò di corsa a leggere.

Ma un attimo più tardi lui le si sedette accanto e, gettato uno sguardo al suo libro, disse scocciato:<< Anche tu fissata con i vampiri? Quello stupido test di Piton ci ha fatto impazzire tutti >>

<< E com'è andato? >>

<< Eccezionale >>il ragazzo alzò le spalle, annoiato. Evidentemente per lui non era una novità prendere bei voti. << Ma Alyssa dovrà impegnarsi di più. Ha fatto tante storie per quell'Enciclopedia e poi prende "Accettabile" >>

<< Si vede che ha altri interessi >>commentò Violet senza riuscire a trattenersi.

<< Già >>Il ragazzo arrossì irritato. Trascorsero alcuni secondi di silenzio teso, poi lui aggiunse: << A proposito, io mi chiamo Will Eder. Quindi tu lavori con la Pince? >>disse ammirato. << Negli ultimi anni ha avuto altre assistenti, ma è riuscita a farle andar via nel giro di tre settimane. Come fai a resistere? >>

<< Amo Hogwarts. Tu invece come fai a resistere con una ragazza come Alyssa? Da quel poco che ho visto, non mi sembra un tipo tranquillo >>

<< Mi ha chiesto lei di metterci insieme, e all'inizio la cosa mi sembrava interessante >>rispose Will. << Io però non vado con le altre. Ormai ce ne stiamo tutti e due per i fatti nostri ma, finché non rompiamo ufficialmente, non mi sta bene che se ne va in giro di nott con qualcun altro >>

<< Naturale >>replicò Violet che intanto si chiedeva perché Will fosse partito a razzo a farle tutte quelle confidenze. << Allora fa' tu la prima mossa. A Hogwarts ci saranno ragazze più... diciamo simpatiche di lei >>

Will ridacchiò.

<< Sì, dovrei farlo >>Si alzò e si guardò intorn. << Adesso vado. Non vorrei che Alyssa ci vedesse insieme. Ti odia già. Se ci vedesse ora penserebbe che mi vuoi tutto per te >>

<< Ehm, ed è anche gelosa?! >>

<< No, solo molto viziata e possessiva >>rispose semplicemente Will, andandosene.

 

Le giornate si accorciarono e già alle quattro del pomeriggio le torce nei corridoi si accendevano, ma la strada per i sotterranei rimaneva comunque più buia e fredda di ogni altra parte del castello.

Violet s'affrettò verso l'ufficio di Piton domandandosi perché si ostinava a tenerlo laggiù quando l'aula di Difesa si trovava piani e piani sopra. Arrivata davanti la sua porta Violet alzò la mani per bussare, ma quella si aprì e ne uscì nientemeno che Alyssa.

"Eh, ma che persecuzione!"pensò Violet. E di sicuro era stato un pensiero reciproco.

Alyssa tuttavia sfoggiò un sorriso furbo, si abbottonò un paio di bottoni della camicia, si sistemò i boccoli e se ne andò via ancheggiando.

Di colpo, Violet provò l'impulso di tornare di sopra. Sentiva una rabbia inspiegabile montarle rapidamente dentro. Fece per andarsene, ma Piton doveva averla scorta dalla porta socchiusa perché venne ad accoglierla con sguardo interrogativo.

<< Il suo libro >>disse Violet, asciutta, porgendoglielo. << E perdoni il disturbo >>

<< Tutto bene? >>Piton la trattenne prima che potesse fare un passo.

Violet gli rispose con uno sguardo eloquente, ma lui parve non capire. Violet non aveva nessuna voglia di dargli spiegazioni, perciò lo lasciò salutandolo in fretta. Impiegò meno tempo del solito a risalire nella Sala d'Ingresso, e quasi si scontrò con un gruppo di ragazzi, fra cui Will, che sembrava inviperito quanto lei. Ma, quando la riconobbe, il suo volto si rilassò un poco.

<< Ciao >>la salutò. << Hai visto? Il prossimo sabato si può andare a Hogsmeade >>

<< Davvero? >>Violet ci mise un po' a elaborare la notizia, e quando l'immagine di Mielandia prese il posto di quella di Alyssa, sentì la rabbia scemare. << Ma è fantastico! Sono secoli che non ci torno! >>

<< Ma tu mica devi aspettare come noi studenti >>osservò Will, perplesso. << Puoi andarci quando vuoi, no? >>

<< Ah? >>Effettivamente, Violet non aveva mai considerato la possibilità, ora che ci lavorava, di poter uscire dai confini di Hogwarts ogni volta che voleva. Per nascondere l'imbarazzo aggiunse: << Be', Madama Pince mi ha dato molto da fare, spero che questo sabato non faccia storie >>

<< Bene! Possismo andarci tutti insieme, allora! >>esclamò Will indicando i suoi amici, fra i quali, notò Violet, c'erano anche dei Grifondoro e Corvonero.

<< Ehm, sì, magari ci incontriamo lì. Può darsi che la mattina avrò da fare >>

L'idea di andare a Hogsmeade in compagnia era allettante, pensò la ragazza mentre tornava in biblioteca, ma non poteva andarsene in giro con ragazzi che avevano sette anni meno di lei!

E, neanche a farlo apposta, il sabato successivo Madama Pince trovò il pretesto di tenerla chiusa in biblioteca fino all'ora di pranzo con la scusa che doveva aiutarla a riordinare la sezione di Incantesimi.

"Vecchi strega! Guarda caso, l'unico giorno che ha bisogno di me è quando voglio andare a Hogsmeade!"pensava Violet correndo giù per la strada spazzata dal vento che portava al villaggio.

Per fortuna, la passeggiata le fece tornare il buon umore. Visitò tutti i suoi negozi preferiti, trascorrendo addirittura un'ora dentro Mielandia per scegliere i dolci da spedire a casa.

Mentre percorreva le strade chiedendosi se fosse il caso di fermarsi un po' ai Tre manici di scopa incrociò un gruppo di studenti che andava nella direzione opposta. C'era anche Will, che però non la vide.

Entrata nel pub, Violet cercò con lo sguardo un tavolo libero, ma quel giorno perfino gli avventori abituali avevano ceduto il posto ai ragazzi che finalmente si godevano qualche ora lontano dai libri.

<< Ehi! >>

Violet si voltò. Leggermente ansante, Will le sorrideva e indicava col capo un tavolo vicino al bancone. Violet era talmente disorientata che lo seguì subito. Era tornato indietro – e da solo – per bere qualcosa con lei?!

<< Cos'hai comprato di bello? >>le chiese lui tutto allegro, notando le buste di Mielandia.

<< Oh >>Violet si riscosse dalle sue fantasticherie, << solo qualche lecca-lecca frizzante alla mela, i bon bon di zucca e miele, gelatine tuttigusti+1 e tre o quattro cubotti di cioccolato >>

Will la fissò a bocca aperta, prima di scoppiare a ridere.

<< E vuoi mangiarti tutta questa roba? O la porti a Madama Pince, così forse s'addolcisce un po'? >>

<< Sono per i miei e mia sorella >>spiegò Violet. << Sono Babbani, perciò non sono abituati a dolci del genere. Avrei preso anche le Cioccorane, ma quando ne fece assaggiare una a mia mamma quella le saltò addosso, e lei per poco non è corsa via urlando >>

<< Ahahahahahah! La stessa reazione dei miei, quando gliele ho portate la prima volta, però poi gli sono piaciute >>

<< Ma allora anche tu sei...? >>

<< Un Nato Babbano, sì >>Will annuì. << Ma ho fatto delle ricerche, e sembra che il bisnonno di mia madre fosse un mago >>

<< Wow, io non mi sono mai sforzata di cercare le mie origini magiche >>osservò Violet, accigliata.

<< In realtà è stata Alyssa a convincermi. Quando seppi di essere un mago questo mi bastava. Lei invece ha voluto a tutti i costi che cercassi nel mio albero genealogico >>

<< Era così importante, per lei? >>

Will alzò le spalle.

<< E' una ragazzina viziata. Se si fissa con qualcosa ti tormenta finché non fai come dice lei >>

<< State ancora insieme? >>

<< No >>rispose Will con indifferenza. Schioccò le dita per chiamare Madama Rosmerta, che si avvicinò un po' infastidita, e disse: << Un Whiskey Incendiario e una doppia Burrobirra allo zenzero >>

<< Ma io non volevo il Whiskey >>replicò Violet quando Madama Rosmerta ormai si era allontanata dietro il bancone.

<< Infatti è per me, ma ordinandolo con un Burrobirra Madama Rosmerta penserà che lo berrai tu >>

<< E pensi che te lo lascerò bere? Sei uno studente! >>

<< Lo bevo ogni volta che diamo una festa >>

La barista tornò coi bicchieri e Will, nel momento in cui lei si girò per andarsene, fu più rapido di Violet e afferrò il Whiskey.

<< Tranquilla >>le disse, esasperato dalla sua espressione, << se non reggessi bene l'alcool non lo prenderei >>

<< Spero solo di non doverti riaccompagnare a Hogwarts sulle spalle >>borbottò Violet assaggiano la burrobirra. << Comunque, come mai l'hai ordinata allo zenzero? >>

<< Boh, a tutte quelle che conosco piace così >>Will ridacchiò vedendo le guande di Violet arrossarsi ad ogni sorso. << Era da tanto che non la bevevi? >>

<< Già. Da quando ho preso il Mago ho passato più tempo fra i Babbani che nel mondo magico >>

<< Come mai? Pensavo che dopo il Mago uno cercasse lavoro o facesse corsi di specializzazione >>

<< E' così >>rispose Violet. << Ma i miei volevano che riflettessi anche sulla possibilità di lavorare fra i Babbani. E poi, ancora non avevo le ideee molto chiare >>aggiunse a bassa voce. << In questi anni mi sono arrangiata facendo la commessa e dando ripetizioni estive a giovani maghi, poi la McGranitt mi ha proposto di lavorare in biblioteca. Non potevo non accettare >>

<< E sei ancora indecisa? Anche i maghi hanno un sacco di lavori interessanti, sai? >>

<< Volevo insegnare Incantesimi >>buttò lì Violet, e si preparò alla risata di Will. Ma quella non venne.

<< E cosa aspetti? >>esclamò lui. << Chiedi alla McGranitt! Dovrebbe mancare poco alla pensipne di Vitious, e lui stesso dice che eri davvero brava >>

<< Ha detto così? >>esclamò Violet, ma subito si rabbuiò.<< Dovrei convincere i miei, e a loro ancora non è andata giù che ho dovuto trascorrere così tanti anni lontano da casa >>

<< Ma che ti frega! Provaci! >>sbottò Will.<< Prima pensa a ottenere il lavoro, poi ti preoccuperai di dove vivere >>

<< Ci penserò >>gli assicurò Violet, sentendosi più sollevata. Will era il primo, dopo i suoi genitori, al quale aveva confidato il suo desiderio di diventare insegnante, ma le critiche dei suoi l'avevano fatta desistere in fretta.

Trascorsero il resto del pomeriggio a chiacchierare di ogni tipo di cosa, finché alle cinque, Will si ricordò di dover rientrare.

Le strade di Hogsmeade erano già illuminate da alti lampioni, l'aria si era fatta èoù secca e già molte persone si affrettavano a rincasare. Violet e Will camminavano svelti, Will che borbottava a mezza voce che Gazza gli avrebbe rotto le scatole per il suo ritardo.

Usciti dal villaggio, si resero conto di essere soli. Tutti gli studenti dovevano essere già rientrati. La salita che portava a Hogwarts, immersa in un buio silenzioso, li fece rabbrividire. Senza perdere tempo, Violet e Will la risalirono quasi correndo.

A metà strada Violet, lo sguardo fisso sulla sagoma punteggiata da tante luci che era Hogwarts, notò con la coda dell'occhio uno scintillio alla sua destra. Si bloccò e portò la mano alla bacchetta. Anche Will si fermò e si accorse della massa scura che cercava di confondersi coi cespugli al lato della strada.

Fu un attimo.

La figura uscì allo scoperto, puntando su Violet che gli lanciò uno Stupeficium. La massa scura quasi non s'accorse dell'incantesimo. Balzò su Violet scagliandola a terra e facendola rotolare per qualche metro, per poi inseguirla su quattro zampe con un ringhio famelico.

<< Impedimenta! >>strillò Will. Il getto di luce colpì la bestia dritto in mezzo alla schiena, illuminando una massa di peli irti.

Con un brivido di terrore, Will riconobbe un lupo mannaro. L'incantesimo non gli aveva fatto niente, ma ora che s'era accorto anche di Will il lupo sembrava indeciso fra le due prede.

Violet si riscosse in fretta e, ancora semistesa a terra, evocò in silenzio un patrono. Un'aquila argentea volò via dalla punta della sua bacchetta, diretta verso il castello come un uccello spettrale. A quella vista il lupo mannaro si ricordò di Violet e, con un ringhio di soddisfazione vendicativa, le balzò addosso.

Violet arretrò scagliandogli contro incantesimi misti a maledizioni, con l'unico effetto di rallentarlo soltanto. Era talmente spaventata che provò anche con la Maledizione Cruciatus, ovviamente invano.

Will cercava di distogliere l'attenzione del lupo da lei urlandogli contro; non immaginava che una creatura del genere fosse così robusta...

<< Sectumsempra! >>urlò agitando con furia la bacchetta.

Un taglio profondo si aprì sulla zampa sinistra anteriore. La prima vera ferita che erano riusciti ad infliggergli. Per un terrificante momento, il lupo s'arrestò a guardare il sangue colargli fra i peli. Violet e Will tremarono all'unisono, inchiodati lì dov'erano nonostante sapessero che il lupo si stava preparando alla vendetta...

Con un lampo negli occhi scuri, il lupo mannaro si voltò verso Will, in piedi in mezzo alla strada, il cuore che gli batteva dolorosamente e il cervello ormai inceppato...

<< Impedimenta!Confundo!Crucio! >>urlò Violet. Il lupo la ignorò e avanzò a passi pesanti su Will, che non osò muoversi.

Disperata, Violet raccolse una grossa pietra sul ciglio della strada e la lanciò sulla testa del lupo. L'urto lo riscosse, e la besta cambiò nuovamente obiettivo, stavolta però con ferocia. Cambiò tattica e s'avventò subito sulla ragazza che, con un urlo, provò a scansarlo...

Un lampo di luce biancastra, e il lupo rimase un attimo sospeso nel mezzo del balzo. Poi ricadde con un tonfo pesante sollevando terra e polvere.

Violet lo osservò senza fiato, inebetita.

Piton si chinò su di lei.

<< Sei ferita? >>

Violet scosse piano la testa. Sollevato, Piton evocò delle funi per legare il lupo mannaro svenuto e si voltò poi verso Will intimandogli di accompagnare Violet in infermeria. Nessuno dei due obiettò e, meno di quanto s'aspettavano, raggiunsero il castello.

<< Ma cosa vi è successo? >>strillò Madama Chips.

Violet e Will si guardarono per la prima volta alla luce da quando avevano lasciato Hogsmeade. Entrambi avevano i capelli arruffati per la lotta e i vestiti sporchi. Nessun taglio o ferita, però.

Quando ebbe ascoltato la loro esperienza, Madama Chips li visitò con cura, ciascuno dietro un separè, e quando ebbe finito tirò un sospiro di sollievo.

<< Per fortuna siete riusciti a impedire a quel lupo di mordervi! Adesso aspettatemi qui, vi porto della cioccolata calda >>

<< Ci è andata bene >>commentò piano Will. << Non avevo mai visto un lupo mannaro >>

<< Neanch'io >>mormorò Violet.

La porta dell'infermeria si aprì lasciando entrare Piton, che si diresse subito su di loro. Violet s'affrettò ad assicurargli che stavano bene.

<< E quel lupo mannaro? >>chiese.

<< Ho chiamato degli agenti del Ministero perché lo tengano in custodia finché non torna umano. Comunque >>Piton guardò Will con severità, << cosa ci facevi ancora fuori? Dovevi essere al castello entro le diciassette >>

<< Abbiamo perso la cognizione del tempo >>borbottò il ragazzo.

Piton lo fissò, e Violet sapeva quanto avrebbe voluto punirlo senza però togliere punti a Serpeverde.

<< Ma era con me >>intervenne.

<< E con ciò? >>fece Piton accigliato.

<< Era in compagnia di un adulto, mi assumo io la responsabilità... >>

<< Tu non ti assumi un bel niente, Rosenao! >>sbottò Piton.<< Avete corso un pericolo mortale e non sapevi come difenderti. Se vi fosse successo qualcosa, altro che responsabilità! >>

Violet non replico. Solo ora si rendeva conto di quanto era stata impotente davanti a quel lupo mannaro. Solo Will era riuscito a ferirlo, seppur di poco.

<< Quel lupo era troppo forte, i nostri incantesimi gli rimbalzavano addosso >>intervenne Will.

<< Ragion per cui, Will, se proprio devi attardarti fuori è bene che tu stia con qualcuno che ha le capacità per affrontare qualsiasi tipo di situazione e pericolo. E adesso va' >>

Will lanciò un'occhiata preoccupata ai due mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Violet stava a testa china, incapace di guardare il professore. In quel momento si sentiva a disagio quanto una scolaretta che non aveva ripassato la lezione del giorno.

<< Dovresti esercitarti di più >>disse Piton.<< Alla tua età non puoi non saperti difendere. Può darsi che la prossima volta non verrà nessuno ad aiutarti >>

<< Lo so. Ma il patrono era l'unica soluzione... per me >>

<< Ho visto. Così non va, Rosenao. Non perdere tempo e allenati >>

Violet s'azzardò ad alzare lo sguardo nell'istante in cui Piton se ne andava. Si sentiva inutile e stupida, e il pensiero che aveva perso tutto quello che aveva comprato a Mielandia la buttò ancora più giù. Ma, quando Madama Chips tornò con due tazze di cioccolata calda fumante e trovò solo lei ad aspettarla, la faccia che l'anziana donna fece riuscì a strapparle una risata. 

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Capitolo 7
*** Gli allenamenti ***


 

La notizia dell'attacco del lupo mannaro si diffuse così in fretta che, il lunedì successivo, arrivata in biblioteca Violet trovò una vera folla di ragazzini del primo e del secondo che la bombardarono di domande. Tutta quell'attenzione però la demoralizzò quando le chiesero perché non era riuscita a sconfiggere il lupo da sola. Ripensò alle parole di Piton; forse era il caso di trovarsi un'aula vuota e allenarsi dopo il lavoro. Lavoro che, dopo che aveva confessato a Will di voler insegnare Incantesimi, adesso non la attirava più come prima.

Nel pomeriggio Violet consultò gli orari delle lezioni e trovò libera l'aula di Storia della Magia. Si sentiva un po' ridicola, ma d'altra parte Piton aveva ragione: doveva diventare più forte. Così trasfigurò un banco in un lupo e si preparò al combattimento.

Era più difficile di quanto s'aspettasse. Anche se non era vero, quel lupo l'aggrediva con una ferocia che all'inizio la terrorizzò. Provò su di lui tutti gli incantesimi che conosceva, compresi i più elementari, anche se più d'una volta rischiò che le mordesse un braccio.

Andarono avanti fino all'ora di cena. Violet ritrasformò il banco e scese nella Sala Grande. Al tavolo di Serpeverde scorse Will, che ricambiò lo sguardo con eloquenza, e accanto a lui vide una miagolante Alyssa. Reprimendo una smorfia disgustata, Violet prese posto.

Dopo cena però decise comunque di andare dall'amico.

<< Stai bene? >>gli chiese subito.

<< Io sì. Che ti ha detto Piton l'altra sera? >>

Violet esitò.

<< Nulla di particolare >>

<< Non dire cavolate. Era arrabbiatissimo. Che t'ha detto? >>

<< Che devo allenarmi >>sbottò Violet a bassa voce. Gli amici di Will erano in ascolto.

<< E lo farai da sola? Possiamo farlo insieme, se ti va >>propose lui.

<< Be' >>Violet ci pensò un po' su. Dopo quello che avevano passato, anche a lei sembrava la cosa più ovvia da fare. << Non è una cattiva idea! >>

<< Fantastico! Ehm >>Will lanciò un'occhiata ad Alyssa, che stava per lasciare il tavolo di Serpeverde. << E' meglio se vado, è tutta la sera che non mi molla. Per l'allenamento ti vengo a cercare io in biblioteca >>

Nonostante la prosettiva di esercitarsi con qualcun altro, Violet non poteva fare a meno di sentirsi un po' a disagio per quell'interesse che Will le stava mostrando così, all'improvviso, soprattutto dopo la rottura con Alyssa.

Ma quella non fu l'unica sorpresa.

Il giorno dopo Violet venne svegliata da un insistente beccare alla finestra, prodotto da uno dei gufi della scuola. Quello rimase sul davanzale mentre le porse la zampa, alla quale teneva legato un grosso pacco. Perplessa, Violet non trovò alcun biglietto. Lo aprì e vi trovò gli stessi dolci che aveva comprato a Mielandia, solo in quantità maggiori.

"Quello scemo!"pensò, felice e imbarazzata insieme, e corse subito a spedirli a casa.

Quel giorno, stranamente, Madama Pince non le tenne il fiato sul collo, impegnata com'era a sorvegliare un gruppetto di ragazze del quarto che chiacchieravano a voce un po' troppo alta. Verso l'ora di pranzo, Will la raggiunse.

<< Andiamo? >>esordì. << L'aula di Difesa s'è appena liberata, e ho il resto della giornata libero >>

<< D'accordo >>.Violet andò da Madama Pince, china su uno scaffale con l'orecchio teso a cogliere ogni parola delle studentesse del quarto. << Signorina, oggi dovrei andar via prima >>

<< Shhh! >>sibilò la Pince, irritata. << Vai, vai, tanto non ho bisogno di te >>

Violet corse trionfante da Will, e cinque minuti più tardi entrarono nella classe di Difesa. Will sfogliò il proprio libro e disse:<< Penso sia meglio partire subito dagli incantesimi d'attacco. Potremo simulare un duello >>

<< Senza esclusione di colpi, però >>aggiunse Violet.

Will sorrise ed estrasse la bacchetta così velocemente da coglierla di sorpresa. Senza aprir bocca le lanciò un Petrificus Totalus, e Violet cadde contro un banco, rimanendo in bilico, incapace di muoversi. Will ridacchiò.

<< Così è troppo facile >>commentò.<< Piton dice sempre che in un duello si deve contrattaccare subito con un Sortilegio Scudo >>e sciolse l'incantesimo.

Violet scivolò per terra ma, il volto arrossato per la vergogna, attaccò Will con un sortilegio che provocava un violento solletico, tanto che il ragazzo cadde in ginocchio scosso da singulti che gli impedivano perfino di formulare parole sensate.

<< Expelliarmus! >>gridò infine Violet, e osservò soddisfatta il proprio risultato.

Will si rimise in piedi ancora sorridente.

<< Brava >>commentò, suadente. << Accio! >>

Andarono avanti finché non si fece buio e i morsi della fame non fecero venir loro le vertigini.

<< A proposito >>disse Violet prima di separarsi in Sala Grande.<< Grazie per i dolci >>

Will aggrottò le sopracciglia.

<< Dolci? >>

<< Sì, quelli di Mielandia. Non fare il finto tonto, Will >>

<< E secondo te in questi giorni ho potuto pensare di comprarti dei dolci? >>rise lui, e la lasciò lì a elaborare la notizia.

 

Mancava una settimana ad Halloween e al suo famoso banchetto, e nell'aria si respirava un senso di attesa che però Violet non riusciva a condividere.

Lei e Will si esercitavano ogni giorno, non appena uno dei due era libero, anche solo per mezz'ora, nonostante Violet insistesse perché Will dedicasse il suo tempo libero anche agli amici e allo studio.

<< Se ci pensi, tutto questo mi tornerà utile ai Mago di Difesa e Incantesimi >>disse lui un giovedì sera mentre mettevano a posto i banchi prima di andarsene.<< E per i miei amici non c'è problema, li vedo in Sala Comune e ogni tanto organizziamo qualche festa, la notte >>

<< Come fai a non crollare? >>esclamò Violet. << Io, fra gli allenamenti e la Pince, mi reggo a stento in piedi! >>

<< Molla quel lavoro >>replicò sereno Will, << e chiedi a Vitious di prenderti come sua assistente >>

Violet non rispose. Ultimamente Madama Pince la stava caricando di lavoro anche se in quel periodo la biblioteca non era molto frequentata, ma Violet sapeva che era una nuova tattica per costringerla a dimettersi.

Arrivarono ai piedi delle scale che avrebbero portato Violet in camera sua.

<< Dai, sono sicuro che Vitious non ti dirà di no >>la incoraggiò Will prima di darle la buonanotte e prendere al volo una scalinata che aveva cominciato a spostarsi.

"Will e Piton hanno ragione"pensò Violet dieci minuti più tardi, le braccia poggiate sul bordo della vasca da bagno, "dovrei lasciare la Pince a cavarsela da sola. Tanto a me non ne viene niente. Se Vitious mi accettasse al suo fianco resterei comunque a Hogwarts"

Quando andò a dormire Violet si era quasi convinta ad andare da Vitious, il giorno dopo. Se avesse potuto assistere alle sue lezioni avrebbe anche potuto migliorare la sua difesa...

 

...La neve scendeva con grazia nel giardino già coperto da uno spesso manto ancora immacolato. Il pomeriggio volgeva al termine e l'aria era immobile. Tutti stavano già al caldo nelle proprie case, anche perché la neve era talmente alta che uscire con l'auto sarebbe stata un'impresa.

Violet se ne stava seduta sul divano a osservare la neve quando il cielo si colorò per una frazione di secondo di verde e un'esplosione fece tremare tutta la casa. Nel quartiere si sollevarono urla angosciate.

Violet corse alla finestra, e si lasciò sfuggire un gemito. Una villetta dall'altra parte della strada era semidistrutta, la facciata e un lato erano crollati, e il Marchio Nero troneggiava sui resti del tetto.

<< Cos'è successo? >>urlò sua madre correndole incontro, ma Violet l'allontanò dalla finestra.

<< Aspetta qui, sta' lontana da porte e finestre, vado a prendere papà ed Eyr >>soffiò.

<< Ma cosa... >>

<< Dobbiamo andarcene! Sono qui! >>urlò Violet correndo giù nell'ingresso. Aveva sentito il portone aprirsi. Riafferrò suo padre costringelo a restare dentro prima che potesse aprirlo del tutto. Sapeva che voleva correre ad aiutare i loro vicini. << Papà, non perdiamo tempo, dobbiamo andarcene! >>

<< E dove? >>

Violet afferrò un soprammobile mentre risalivano in salotto e mormorò:<< Portus locomotor >>

Sua sorella Eyr aveva raggiunto la madre, che intanto stava gettando soldi e cellulari in una borsa.

<< Toccate questo soprammobile, fra venti secondi vi porterà nella nostra casa al mare >>

Le urla per strada si fecero più acute. Un secondo lampo verde illuminò da fuori il salotto come una spettrale luce al neon. Violet guardò suo padre, pallido quanto doveva esserlo lei.

<< Vi raggiungerò subito >>mormorò concitata. << Cercherò di portare con me tutte le persone che posso. Voi non uscite di casa. Farò subito! >>

Il soprammobile si illuminò di una vibrante luce azzurra e, prima che potessero afferrare Violet, i suoi genitori e sua sorella scomparvero. 

Note: olè! Un altro cap. andato, com'era? (Siate sinceri e clementi XD). Comunque, questa ormai dovrebbe essere la frequenza con cui aggiorno (il condizionale è d'obbligo:P) quindi abbiate pazienza fra un cap. e l'altro XD Ma comunque grazie ancora di cuore!!!^____^

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Capitolo 8
*** Sulla torre ***


 

Violet sobbalzò violentemente come se l'aria fredda della notte l'avesse schiaffeggiata. Le ci vollero alcuni secondi perché si rendesse conto di non stare più nel suo letto ma sulla soglia di una stanza circolare, con una scala a chiocciola che saliva nel buio. Due finestrelle alte e strette ai piedi della scala erano l'unica fonte di luce.

"Oddio! Sono diventata anche sonnambula?!"

Non aveva la più pallida idea di quanto si fosse allontanata dalla sua camera e, come se non bastasse, non aveva con sé la bacchetta. Violet esitò. Non riusciva neanche a riconoscere quel posto. Ma ormai si era completamente svegliata, tanto valeva salire la scala per orientarsi.

Emerse su un terrazzino scoperto, e la vista che offriva la lasciò senza fiato.

Si trovava in una torretta posta più in basso rispetto alle altre, tanto che il castello si estendeva tutto intorno a lei. La sagoma nera delle guglie e delle torri più alte che la circondavano e sovrastavano risaltavano contro il cielo sereno e, dalla sua posizione, Violet riuscì a scorgere qualche albero della Foresta Proibita. Restava però il fatto che non riusciva ancora a capire in quale ala del castello era finita.

Una tenue luce si riversò alle sue spalle, atterrendola più di quella stessa situazione. Aggrappata alla ringhiera del terrazzo, Violet si voltò e riconobbe, con un misto di sollievo, imbarazzo e spavento, Piton.

Per un attimo rimasero a fissarsi, chiedendosi entrambi cosa ci facesse lì l'altro. Poi Piton alzò come al solito un sopraccigilio e disse:<< Non pensi non sia la stagione più adatta per starsene qui fuori in camicia da notte? >>Si sfilò il proprio mantello e glielo porse.<< E' successo qualcosa? >>aggiunse con un tono più apprensivo.

<< In realtà no >>rispose Violet, imbarazzata.<< Stavo dormendo e... e mi sono risvegliata qui >>

<< Io stavo pattugliando i corridoi e ti ho vista venire da questa parte, ma non ti sei accorta di me. Ho pensato che qualcosa non andasse così ti ho seguita, però un rumore mi ha distratto e ti ho perso di vista finché non ti ho sentito salire le scale >>

<< Sì, volevo orientarmi un po', ma è la prima volta che vengo qui >>ammise Violet.

<< Siamo al sesto piano >>Piton si appoggiò alla ringhiera, al suo fianco.<< Quindi sei sonnambula? >>

<< Non mi era mai successo, prima >>borbottò la ragazza evitando il suo sguardo e concentrandosi invece su un pipistrello che svolazzava poco lontano. Poi aggiunse, lentamente:<< Stavo sognando... anzi, era un ricordo... del giorno in cui i Mangiamorte arrivarono nel mio quartiere. Feci scappare i miei in una casetta che abbiamo al mare, ma rimasi lì e riuscii a salvare due famiglie prima che i Mangiamorte scappassero all'arrivo degli Auror >>

<< Hai rischiato molto >>

<< Dovevo aiutarli. Sono persone che conosco da quando sono piccola >>

<< Non ti sto rimproverando. Sei stata molto coraggiosa. E anche l'altra volta...Will mi ha detto che hai mantenuto i nervi saldi >>

Violet sorrise amaramente.<< Scappare sarebbe stato inutile quanto gli incantesimi che stavo usando >>Si strinse di più nel mantello, prese un respiro profondo e chiese:<< Professore, lei come sta? >>

Piton si voltò verso di lei, stupito.

<< Ho seguito ogni cosa, dopo che ho lasciato Hogwarts, e anche dopo essere tornata mi sono tenuta informata sul suo processo >>spiegò Violet.

<< Sto bene, e forse più di quanto meriti >>rispose Piton tornando a guardare il vuoto.<< E non mi aspettavo l'offerta di Minerva di tornare a insegnare >>

<< Non dovrebbe. Lei ha fatto molto contro Voldemort >>Violet notò Piton tremare leggermente e disse, timidamente:<< E' stato molto coraggioso. Non tutti avrebbero fatto sacrifici come lei >>

<< I miei "sacrifici" sono nulla in confronto a... ad altro >>replicò Piton che, inspiegabilmente, si era irrigidito.

Per un po' nessuno parlò, ciascuno immerso nei propri ricordi.

<< Ho cercato di proteggervi quanto ho potuto, quand'ero preside >>mormorò il professore dopo qualche minuto,<< ma dovevo stare attento a non destare i sospetti dell'Oscuro Signore. Ricordi quando Alecto Carrow voleva punirti perché sei Nata Babbana? Chi pensi l'abbia convinta che io ti avrei punita più duramente? >>

Violet lo guardò sorpresa e grata insieme. Iniziava a capire solo adesso quanto Piton si fosse dato da fare per tutti loro. E cosa aveva ottenuto in cambio? Solo odio e disprezzo.

<< Mi dispiace per quello che ha passato >>mormorò.

Piton parve voler parlare. E invece si limitò a fare un gesto che Violet non s'aspettava. Le diede un buffetto, anche se un po' impacciato.

<< Allora >>disse, con più allegria,<< quand'è che farai domanda per Incantesimi? >>

<< Come fa a saperlo?! >>

Piton ridacchiò, ma stavolta era una risata genuina, priva di ogni sarcasmo.

<< Legilimanzia. Sai cos'è, vero? L'ho appena usata >>

<< Ecco, pensavo di andare da Vitious o dalla McGranitt domani >>

<< Ma ami così tanto Hogwarts? Non preferiresti stare con il tuo ragazzo? >>

Violet aggrottò la fronte, del tutto impreparata a una domanda del genere.

<< Amo questo posto, così come penso anche lei >>spiegò con una certa freddezza,<< e comunque non sono legata a nessuno >>

<< Ricordo che ti vedevi con quel Sam Piere >>

<< E' acqua passata >>tagliò corto Violet con un sorriso forzato. Avrebbe tanto voluto rigirargli la domanda, ma si trattenne: aveva sentito che, nella lotta contro Voldemort, Piton era stato guidato da un immenso amore per la madre di Harry Potter. Erano solo voci, ma al momento Violet non si sentiva sicura di chiedergli conferma. E, all'improvviso, le tornò in mente una cosa.

<< A proposito, cosa ci faceva Alyssa Potier nel suo ufficio? >>

Piton corrugò le sopracciglia nello sforzo di ricordare.

<< Intendi quando mi hai portato il libro? Quel giorno ho ricevuto i ragazzi che hanno preso meno di O ai miei ultimi test, e Potier è una di loro. Perché me lo chiedi? >>

<< Curiosità >>borbottò Violet trattenendo un sorriso ed evitando gli occhi di Piton per timore che usasse di nuovo la Legilimanzia. Sapeva che la stava tenendo d'occhio e, anche se quel muro che Piton sembrava aver eretto nei suoi confronti all'inizio della scuola fosse venuto meno, Violet si sentiva a disagio adesso più che un mese prima.

<< Hai combattuto anche tu a Hogwarts? >>le chiese lui dopo un po'.

Violet annuì con vigore, e Piton vide il suo volto accendersi d'orgoglio.

<< I miei amici volevano restare a difendere la scuola, così li ho pregati di chiamarmi quando fosse arrivato il momento. Quando i Mangiamorti scoprirono che eravamo di Serpeverde avrebbero voluto consegnarci a Voldemort perché ci punisse in persona, ma ce la siamo cavata tutti. Poi >>aggiunse Violet più lentamente,<< era quasi l'alba... ci eravamo fermati a riprendere fiato, e c'erano anche la McGranitt e Shackebolt. Arrivò un Patronus-Lontra. Diceva che lei era stato attaccato nella Stamberga Strillante e che stava per morire. La McGranitt e Shackebolt esitarono, e sinceramente non so cosa li abbia spinti a correre ad aiutarla. Ci proibirono di seguirli, ma al banchetto che la McGranitt organizzò a fine semestre spiegò a tutti ogni cosa su di lei. Lei era stato trasferito al San Mungo, e quando si è ripreso è iniziato subito il processo >>Violet gli sorrise.<< Meritava di essere prosciolto >>

Piton la fissò, apparentemente interdetto, poi ricambiò il sorriso.

<< Grazie >>

Il cielo a est iniziò a tingersi di un indaco venato d'oro e l'aria si fece più pungente. Decisero di rientrare e quando arrivarono davanti la camera di Violet e Piton le sfilò il mantello, le venne la pelle d'oca.

<< La prossima volta che vorrai farti una passeggiata notturna non scordarti bacchetta e mantello >>disse lui.

<< Me lo ricorderò >>rise Violet e rimase a guardare Piton allontanarsi con passo silenzioso, il mantello ondeggiante alle sue spalle.<< E grazie dei dolci! >>

Piton si girò, nient'affatto meravigliato, e, prima di voltare l'angolo, le rivolse un leggero inchino.


 


 



Rieccoli qui! Contente/i? Finalmente il mistero dei dolci è stato svelato (ma dove, se mi hanno sgamata subito XD). Ma era davvero così ovvio? Io avevo messo Will apposta per farvi venire il dubbio, e invece solo io e Violet avremmo potuto avere dei dubbi...Però anche voi che maliziose che siete ù__ù XD Comunque come al solito vi ringrazio tutte/i (ma 'sta fanfic attirerà pure qualche ragazzo?), alla prossima!^___^

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Capitolo 9
*** Halloween ***


 

Il venerdì mattina Violet si alzò di buonora nonostante fosse tornata a letto alle sei passate, e andò subito nell'ufficio della McGranitt.

La preside stava sistemando alcuni plichi e l'accolse con un sorriso.

<< Signorina Rosenao, come mai qui?Spero non voglia lasciarci >>

A quelle parole la risolutezza di Violet vacillò.

<< Voglio restare >>assicurò,<< ma dipende da lei, professoressa. Vede, mi chiedevo... >>Tacque; nonostante la McGranitt fosse una persona giusta continuava a incuterle una certa soggezione. Prese un bel respiro e proseguì:<< Il mio desiderio è insegnare Incantesimi e mi chiedevo se potessi assistere il professoe Vitious nelle sue lezioni >>

La McGranitt la studiò con severa attenzione senza batter ciglio, e a Violet ricordò una civetta. Infine, la preside sorrise.

<< La tua è una proposta interessante e ammirevole. Ne parlerò subito col professor Vitious, ma intanto continua il tuo lavoro in biblioteca >>

Violet la ringraziò di cuore e corse via sentenfosi leggera come una piuma, e perfino i rimproveri mattutini della Pince non intaccarono il suo buonumore.

A cena, però, la McGranitt sembrava non aver esaurito le sorprese, almeno per Violet. Prima che i ragazzi lasciassero la Sala Grande si alzò.

<< Come tutti sapete >>esordì,<< mancano pochi giorni ad Halloween. Anche quest'anno terremo il consueto ballo, e mi sento in dovere di ricordarvi che, anche se sarà una serata di svago, dovrete tutti mantenere un atteggiamento consono alla nostra scuola. Spero di essere stata chiara >>concluse la preside con un velo di minaccia.

<< Da quando in qua si tiene un ballo di Halloween? >>chiese Violet alla Sprite mentre gli studenti si alzavano e il chiacchiericcio rinvadeva la Sala.

<< Oh, solo da tre anni. Minerva ha pensato, e non posso darle torto, che ai ragazzi fa bene un'occasione del genere, di tanto in tanto. Strano che non ci avesse già pensato il professor Silente >>

Violet guardò la McGranitt e, accanto a lei, Piton, certa che anche lui si stava chiedendo cosa diavolo aveva avuto in mente la preside quando aveva lanciato l'idea del ballo.

Quei pochi giorni che li separavano dal 31 ottobre volarono. Violet e Will continuavano ad allenarsi ad ogni pausa, e pian piano le loro tecniche di duellanti si andavano affinando.

<< Che stress questo ballo! >>esclamò Will la sera del 30 mentre si univano alla calca per entrare in Sala Grande.<< Katya non fa che ripetermi che dovrò indossare la cravatta. Ma è Halloween! Speravo che quest'anno la McGranitt ci permettesse di travestirci, e invece ci ha concesso solo una maschera >>

<< Una maschera?! >>Violet si fermò così di colpo che un paio di ragazze le rovinarono addosso.

<< Sì, di qualsiasi tipo tu voglia >>spiegò Will aiutandola a rialzarsi.<< Ma, per il resto, dobbiamo vestirci eleganti >>All'improvviso scoppiò a ridere. << Ma ti immagini se uno si presenta in frac e con la maschera di Spiderman? >>

Violet rise, ma una volta sedutasi fu colta dall'ansia. Già doveva presentarsi da sola a quel ballo, e adesso doveva pensare anche a una maschera. Guardò accigliata la McGranitt, che chiacchierava serenamente con Lumacorno.

"Di sicuro tutte queste idee gliele avrà date Silente in sogno"

Il giorno dopo passò in un'eccitante e febbrile attesa. La biblioteca rimase vuota e alla fine anche Madama Pince decise di lasciar andare Violet prima della chiusura.

La ragazza corse in camera e tirò fuori il suo abito da cerimonia, color lilla e molto semplice. Con un paio di colpi di bacchetta sfrangiò la gonna e le maniche e vi applicò una cinta nera sotto al seno. Poi passò alla maschera. Ci aveva pensato tutto il giorni e alla fine aveva deciso per una semplice mascherina che le avrebbe coperto gli occhi, di un lilla poco più scuro e decorata con arabeschi dorati. Nel complesso il risultato era carino, dai.

Alle otto meno dieci Violet scese nella Sala d'Ingresso, dove già si erano riuniti centinaia di ragazzi, da quelli del primo stretti l'uno all'altro, impacciati e nervosi, a quelli del settimo che si facevano largo con disinvoltura. Era uno spettacolo bizzarro vederli vestiti eleganti ma col volto nascosto da maschere incredibili. Non erano come quelle di Halloween che usavano i Babbani. C'era chi indossava il muso di un dragone rosso con tanto di criniera aranciata, chi si era fatto crescere lunghi baffi e barba d'argento al modo di Silente, chi aveva trasfigurato il proprio viso per sembrare un pavone, una tigre siberiana, un falco...

Violet avanzò a fatica oltre il portone.

La Sala Grande era stata trasformata in un'immenso antro con le pareti coperte da minuscole stelle. Festoni aranciati piroettavano pigramente nell'aria e le solite zucche giganti illuminate dall'interno da candele multicolori sfioravano il soffitto. Il cielo era sereno, così che sembrava di stare all'aperto.

Il centro della Sala era sgombro per lasciare il posto ad una pedana sopraelevata. Lungo le pareti erano sparsi tavolini da quattro o sei. Il tavolo dei professori stava al suo posto, su un'altra pedana. Gli insegnanti si erano già seduti, e nessuno di loro era mascherato. Violet s'affrettò ad abbassarsi la mascherina sul collo.

<< Pensavo che dopo il Ballo del Ceppo non avrei più preso parte a una cosa del genere >>fu il primo commento di Piton, perché Violet gli si sedette accanto – nell'unico posto rimasto libero.

<< Temo dovrà stringere i denti, visto che è diventata un'abitudine annuale >>replicò.

Nel giro di cinque minuti tutti si erano accomodati e poterono iniziare a mangiare. Violet però era molto più presa dai travestimenti degli studenti che dal cibo. Era sorprendente quanto alcuni di loro fossero riusciti a mascherarsi in modo così convincente.

<< Signorina Rosenao, Minerva mi ha detto della sua intenzione di insegnare Incantesimi! >>strillò il professor Vitious dall'altra parte del tavolo, e tutti si voltarono all'unisono verso Violet, che annuì appena.<< Sarei lieto di prenderla con me come assistente, anche dalla prossima settimana, se per lei va bene! >>

<< Cos... ma certo! >>esclamò lei.<< Non so come ringraziarla! >>Ma, non appena i professori furono tornati ai loro piatti, si sentì stringere il polso da una mano gelida.

<< Mia cara >>le sussurrò la Cooman,<< sei proprio sicura di voler intraprendere questa strada? Sono giorni che consulto le foglie di té e continuo a vedere una nube scura incombere su una giovane vita. Lascia che ti spieghi: la nube ha la forma di un piccolo lampo, simbolo della magia, degli incantesimi, e accanto a essa c'è una stella, segno di una vita giovane e non ancora adulta. Cara, rifletti sulla tua decisione! >>

Violet cercò di allontanarsi da quegli occhi ingigantiti dagli occhiali mentre sentiva il polso perdere sensibilità sotto la mano ghiacciata della Cooman.

<< Grazie dell'interessamento, professoressa >>si sforzò di essere cortese,<< ma sono sicura che è questo ciò che voglio >>

<< Ma mia cara, non puoi ignorare i segni! Forse la troverai una pratica futile, ma la lettura delle foglie di té non si è mai rivelata fallace! >>

<< Ora basta, Sibilla >>intervenne Piton.<< Violet ha deciso e si assumerà ogni responsabilità. Se dovessimo cambiare strada perché sospettiamo ci siano dei pericoli resteremmo sempre fermi >>

La Cooman tacque e riprese a mangiare lo stufato.

<< Grazie >>mormorò Violet a mezza bocca. Piton rispose con un breve cenno del capo.

Una volta terminata la cena un brivido di impaziente attesa percorse la Sala e la McGranitt invitò tutti ad accogliere le Sorelle Stravagarie che salirono sulla pedana centrale sotto gli applausi e le urla degli studenti, che scattarono in piedi già alla prima nota.

Osservando i ragazzi ballare, chi volteggiando con la partner chi più scatenato, vestiti con colori diversi dal nero delle divise, Violet ammise che l'idea della preside era azzeccata e rimpianse che non le fosse venuta prima. Vedendo alcune coppie provò una fitta di nostalgia al ricordo di Sam, il suo ex, subito scacciato quando le arrivò la voce di Piton.

<< Tu non balli? >>

<< Non ho un partner >>

<< Pensavo ti invitasse Will >>commentò Piton con una schiettezza che la lasciò senza parole.

Violet cercò di riprendersi in fretta.

<< Will è troppo giovane per me. Ed è solo un amico>>

<< Nulla vi impediva di venire come amici >>

<< Probabilmente non era interessato, neanche come amico >>sbottò Violet. Piton non si scompose ma si limitò a tornare a scrutare la Sala.

Dopo neanche cinque minuti Violet iniziò ad annoiarsi, a starsene così seduta senza far niente, così decise di fare due passi.

La sera era limpida e fredda. Per l'occasione il parco era stato abbellito con lampioncini fluttuanti a forma di zucca intagliata e con panchine dove via via molte coppiette andavano ad appartarsi.

Violet decise di deviare per un sentiero meno trafficato e un po' più selvaggio, che scoprì condurre direttamente alla Foresta Proibita. La costeggiò soprappensiero. Ripensava a Piton e a come avesse cambiato atteggiamento da un giorno all'altro. Forse aveva capito che doveva trattarla come una collega – più o meno – ma tutta quell'insistenza sul suo ex e su Will la spiazzava. O forse, più semplicemente, Piton si era trovato a corto di argomenti...

"Eppure ne avrebbe di cose da raccontare"

Violet alzò lo sguardo su Hogwarts, e un brivido le percorse la schiena. All'inizio del sentiero si ergeva una figura ammantata di nero, il volto coperto da una maschera a forma di muso di lupo così realistica che Violet non si sarebbe stupita di sentire uscirne un ringhio.

Lo sconosciuto non sembrò trovarla degna di interesse. Avanzò a passo lento, volgendo la testa di qua e di là come ad esaminare il paesaggio. Per un folle momento Violet pensò si trattasse di Piton, ma non ricordava di avergli visto una maschera.

Non era comunque affar suo, poteva trattarsi di un altro membro della scuola.

Violet riprese a passeggiare lungo il margine della Foresta Proibita, la mano stretta attorno alla bacchetta sotto il mantello, e allo stesso tempo sentiva le foglie secche scricchiolare al passaggio dell'altro, cosa che la fece tremare ancora. Sentiva addosso i suoi occhi, ma non osava fronteggiarlo.

Un ululato selvaggio si levò dal cuore della foresta e Violet, memore del lupo mannaro, si allontanò di corsa dagli alberi e sfoderò la bacchetta. Ma ottenne tutto un altro risultato.

Lo sconosciuto scoppiò a ridere di fronte alla sua reazione, e rise così di gusto da essere costretto a sfilarsi la maschera rivelando un giovane volto scavato, circondato da lunghi capelli neri che ricadevano in riccioli appena accennati sul petto.

<< Lo trova divertente? >>sbottò Violet, abbassando il braccio.

<< Mi perdoni,on era mia intenzione deriderla>>Lo sconosciuto si ricompose e si inchinò profondamente, ora rivolgendole un sorriso cortese.<< In effetti, non si dovrebbe mai ridere delle paure altrui. Lei teme i lupi? Se è così, devo scusarmi ancora, per il mio travestimento >>

<< Non ho paura dei lupi >>replicò Violet, stupita da tanta galanteria.<< Ma quell'ululato mi ha colto alla sprovvista, tutto qui >>

<< Allora va bene >>Le labbra rosso vermiglio dell'uomo si curvarono in un sorriso ancora più ampio.<< Permette che mi presenti? August Purblack >>

<< Violet Rosenao. Non l'ho mai vista a Hogwarts >>

<< Naturale, è la prima volta che torno qui dopo molto tempo >>ribatté August affabile.

<< E posso sapere cosa fa qui, per giunta mascherato come gli studenti? >>chiese Violet con impazienza. Si sentiva quasi ipnotizzata dal sorriso di quell'uomo, eppure non poteva non provare anche una sorta di disagio.

<< Visita di cortesia. Lei è un'insegnante? >>

<< Be', non proprio...E la preside sa del suo arrivo? >>

<< Dovrebbe? >>rise August, e la sua risata si fece più forte davanti lo sgomento della ragazza.<< Mia cara signorina, come avrei potuto varcare la soglia di Hogwarts senza il consenso della preside?Sa, volevo rivedere il parco, ma temevo di disturbare molte giovani coppie, perciò ho deciso di venire da questa parte. Temo però di aver disturbato anche lei. Se vuole, la lascio sola. Ci incontreremo presto >>Si inchinò ancora e, mentre si allontanava, si risistemò il muso di lupo sul volto.

Quando scomparve alla vista, Violet provò una strana sensazione, come se si fosse appena risvegliata da un lungo sonno. Si sentiva la testa talmente confusa che dubitò di aver visto August.

Forse doveva dormire di più.

 


 Rieccomi qui!!!Allora, innanzitutto buon ferragosto (anche se in ritardo), secondo grazie ancora per aver scelto la nostra compagnia, spero il viaggio sia stato di vostro gradimento...ehm no, non era questo XD Spero però che il cap. vi sia piaciuto, altrimenti per i rimborsi rivolgetevi alla mia segretaria (ok, basta c***te u___u). Alla prossima!^____^

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Capitolo 10
*** L'insegnante di duello ***


 

Fortuna aveva voluto che Halloween cadesse di sabato, così che il giorno dopo gli studenti poterono dormire fino a tardi. Anche Violet si alzò a mattino inoltrato, ma a metà strada per la Sala Grande incrociò il professor Ruf che le comunicò con la solita flemma che dovevano recarsi subito in sala insegnanti. Violet, che temeva qualche novità spiacevole, restò sorpresa nel ritrovarsi davanti lo sconosciuto della sera prima.

<< Colleghi, vi presento August Purblack. Resterà con noi per qualche tempo come maestro nel Club dei Duellantii. In questi anni ha ricevuto molte iscrizioni, perciò ho ritenuto opportuno porvi a capo un esperto >>spiegò la McGranitt.

August fece un inchino.

<< Sono davvero felice per quest'opportunità. Non vedo l'ora di lavorare con i vostri studenti >>

Piton, notò Violet, non sembrava invece tanto contento. Aveva le labbra strette come per impedirsi di fare commenti pungenti e scrutava diffidente August che, da parte sua, se ne era accorto e sembrava goderne. Ma, un attimo dopo, vide Violet e le andò incontro.

<< Mi auguro che la sua passeggiata, ieri, sia stata piacevole quanto la mia >>esordì,<< anche se avrei preferito continuarla in sua compagnia >>

<< Così forse mi avreste detto cosa dovete fare realmente a Hogwarts? >>replicò Violet, ma sorrideva.

<< Ma ve l'ho detto. Sono qui su invito della preside per fare un favore alla sua scuola >>August la scrutò con attenzione.<< Ancora non ho capito cosa fa qui una ragazza così giovane, però >>

<< Finora ho lavorato in biblioteca ma da domani sarò l'assistente del professor Vitious >>

<< Esperta di Incantesimi di Difesa o Attacco? >>

Violet esitò, ripensando alla lotta col lupo mannaro.

<< In realtà, devo perfezionare entrambi >>ammise alla fine.<< E' anche per questo che assisterò alle lezioni di Vitious >>

August annuì, e parve sul punto di chiederle qualcos'altro quando venne chiamato da Lumacorno che aveva tutta l'aria di non volerlo lasciare andare prima di una mezz'oretta. Dietro di loro, seduta in disparte a sfogliare una rivista, stava la Cooman. Continuava a lanciare occhiate furtive ad August, e una volta guardò con intensa gravità anche Violet, che si sentì gelare il sangue al ricordo di quel che le aveva detto la sera prima.

"Ma dai, è sempre stata una catastrofista"si disse mentre lasciava la sala professori"Piton ha ragione, non devo farmi intimorire"

Quella domenica volò via, e già molti ragazzi iniziavano a lamentarsi di essere ancora stanchi. Anche Violet si sentiva fiacca e stranamente la prospettiva di dover iniziare un nuovo lavoro non l'eccitava per niente. August non era comparso né a pranzo né a cena e nessuno al di fuori degli insegnanti pareva sapere del suo arrivo.

Durante i pasti Violet si era sentita comunque stretta tra gli sguardi della Cooman, che continuava a fissarla come se dovesse accaderle qualcosa da un momento all'altro, e di Piton, che aveva ripreso il suo solito cipiglio.

Il mattino dopo però Violet realizzò finalmente di avere un nuovo lavoro. Si alzò più presto del dovuto, e solo per ritrovarsi seduta sul bordo del letto con l'armadio spalancato senza niente di adatto da mettersi. I professori di Hogwarts vestivano sempre con una certa sobrietà, e lei mica poteva presentarsi in classe in jeans come in biblioteca!

Le lezioni stavano per cominciare quando Violet sfrecciò in Sala Grande per buttar giù una tazza di caffè e correre nell'aula di Incantesimi dove alcuni ragazzi del terzo stavano già prendendo posto. Violet si fermò ansante e si risistemò, chiedendosi se non fosse il caso che Vitious si presentasse un po' in anticipo per spiegarle cosa avrebbe dovuto fare. E infatti il minuscolo professore le venne incontro tra la calca che si faceva sempre più fitta.

<< Signorina Rosenao, è pronta? Non dovrebbe avere problemi con una classe del terzo, è un livello intermedio, per cominciare va bene >>disse senza riprendere fiato, e la spinse dentro senza tante cerimonie.

<< Allora ragazzi, fuori le bacchette! Spero abbiate studiato l'Incanto del Sole. Prima però vi presento la signorina Violet, che ci aiuterà durante le lezioni. Non esitate a rivolgervi a lei per qualsiasi cosa >>

Violet accennò un sorriso nervoso sotto gli sguardi curiosi e – o era una sua impressione? - intimidatori dei Corvonero e Serpeverde, che tuttavia decisero di ignorarla mentre seguivano le indicazioni di Vitious e di disponevano a coppie.

<< Rosenao, tu aiutami a correggere chi sbaglia. Cominciate! >>

L'Incanto del Sole era un comodo espediente per prendere tempo nei combattimenti, visto che permetteva di abbagliare l'avversario quel tanto che bastava per dargli il colpo di grazia o fuggire.

Violet rimase colpita dalla precisione di molti ragazzi. Erano degni di essere Corvonero e Serpeverde anche se, notò Violet, questi ultimi colpivano con un'efficacia da fare invidia al miglior sicario. Un Serpeverde piccolino abbagliò il compagno e ne approfittò per lanciargli anche un Petrificus Totalus.

"Precoce, il ragazzo..."

Presa da quei due Violet quasi non s'accorse di una ragazzina che le scagliò addosso l'Incanto, ma aveva urlato troppo e Violet con un semplice fendente lo respinse e mandò quell'impudente dall'altra parte dell'aula.

<< Mi dispiace! >>urlò Violet correndo a rimetterla in piedi.<< Era solo un Sortilegio Scudo >>
<< Era fortissimo! >>replicò ammirato un ragazzo.

<< Anche tu insegnerai al Club dei Duellanti? >>le chiese un altro.<< Stasera c'è la prima lezione >>

<< Davvero? >>esclamò Violet ripensando ad August.

<< Gli avvisi sono comparsi stamattina in bacheca >>spiegò la ragazzina, ancora barcollante.<< In Sala Grande alle nove, ma non c'era scritto chi insegnerà >>

<< Voi, smettetela di chiacchierare! >>interloquì Vitious battendo le mani.<< Rosenao, falli lavorare! >>

La lezione volò via senza altri incidenti, ma essendo l'unica di Incantesimi del giorno Violet si ritrovò a passeggiare per il castello senza una meta precisa. Dopo cena rimase nelle vicinanze della Sala Grande così come molti altri ragazzi in attesa del primo incontro del Club dei Duellanti.

August Purblack emerse a sorpresa dai sotterranei. Il silenzio piombò nella Sala d'Ingresso e per un lunghissimo secondo la scena perve restare sospesa mentre August volgeva gli occhi grigio-verdi sui presenti, un sorriso ferino che gli increspava le labbra.

<< Ricordavo che l'appuntamento fosse in Sala Grande >>disse alla fine con quella voce amabile e, come se si fossero risvegliati all'improvviso, gli studenti entrarono nella sala.

Violet aggrottò le sopraccigilia, ma August le fece cenno di seguirlo.

<< Alloggia nei sotterranei? >>gli domandò subito lei.

<< Sì, sono così tranquilli senza il viavai degli studenti >>. August lanciò un'occhiata critica ai quattro tavoli ancora al loro posto. Con un semplice colpo di bacchetta li rimpicciolì per poterseli infilare in tasca ed evocare una lunga pedana.

I ragazzi si radunarono su entrambi i lati anche se sul volto di molti Violet scorse una traccia di preoccupazione. August si arrampicò sulla pedana, la misurò a grandi passi e poi evocò un immenso drago di fiamme che strisciò rapido fra gli studenti facendoli disperdere con urla isteriche prima di dissolversi in volute di fumo. Era stato tutto così veloce che perfino Violet faticava a credere che fosse realmente accaduto.

<< Mai arretrare di fronte al nemico >>scandì August, e la Sala Grande di rifece silenziosa.<< Mai abbassare la guardia. Avrei potuto uccidervi tutti con un sol gesto e ancora vi stareste chiedendo come ho fatto. A nessuno di voi è venuto in mente di combattere. Questo vuol dire che dovremo prima lavorare sul vostro coraggio. Poco male, sarà interessante. Chi vuole cominciare? >>

Molti, anche del settimo, impallidirono e arretrarono. Era come se attorno ad August ci fosse un alone di pericolo. Lui non si spazientì e si voltò verso Violet, che era rimasta ferma sotto la pedana. Se l'era aspettato, e non poteva nemmeno tirarsi indietro.

Raggiunse August, la bacchetta stretta in pugno, all'erta. Non le era piaciuto affatto quel trucchetto del dragone...

<< E' pronta? >>le domandò August con voce suadente.

<< Sto aspettando solo lei >>

I ragazzi trattennero il fiato mentre August e Violet attaccavano contemporaneamente. Violeti si era limitata ad un semplice Stupeficium, ma lui aveva fatto comparire una chimera. Urla si levarono tra il pubblico, ma Violet non le sentì tanto rimase orripilata da quel corpo di leone con la testa di una capra che gli spuntava sul dorso e un serpente a mò di coda.

La chimera stava tesa sulle zampe, gli occhi di un verde palude su di lei. Le ricordava sgradevolmente il lupo mannaro...

La chimera balzò in avanti sputandole addosso un getto di fiamme, che Violet spense con un potente colpo d'acqua. Quella si rialzò in fretta e tornò all'attacco, stavolta schivando tutti gli incantesimi che Violet riusciva a lanciarle. Con un brivido di terrore la ragazza se la vide a pochi centimetri dal volto.

<< Petrificus Totalus! >>

La chimera evitò nuovamente l'attacco e la testa di leone affondò le zanne nell'avambraccio di Violet. Altre urla, e Violet cadde incespicando, la bacchetta rotolò via e la chimera saltò giù dalla pedana.

I ragazzi le fecero largo strillando e spintonandosi nel tentativo di sfuggirle. Qualcuno però sfoderò la bacchetta e si fece coraggiosamente avanti mentre August osservava dall'alto. Ma nessuno di loro aveva mai avuto a che fare con una chimera. Quella girò lentamente su se stessa, le narici feline e caprine frementi e la coda serpentesca che fendeva minacciosa l'aria. Sembrava godere del terrore che stava suscitando...

Ci fu un'esplosione che fece tremare i vetri delle lunghe finestre e la chimera scomparve. Gli studenti ci misero qualche istante prima di accorgersi che l'aveva richiamata August. Violet, che era rimasta per tutto il tempo per terra, gli occhi puntati sulla bestia, guardò ora August, il cui sguardo era posato sull'ingresso della Sala Grande. Anche gli altri si voltarono.

Piton teneva sollevata la bacchetta, dalla cui punta usciva ancora un sottile fumo. Era spaventoso. I suoi occhi mandavano lampi e guardava con furia omicida August. Il quale, tuttavia, era semplicemente – e incredibilmente – irritato.

<< Cosa le dà il diritto di interrompere la mia lezione? >>sbottò.

<< Lei chiama lezione attaccare gli allievi con la magia oscura? >>

<< Non penso sia la persona più adatta per sindacare i miei metodi, professore >>

<< Molto bene >>Piton guardò gli studenti e indicò loro con un gesto secco la porta.<< Tornate nei vostri dormitori. Per oggi basta così >>

Violet si rialzò massaggiandosi l'avambraccio sanguinante. Piton l'aveva individuata, ma non voleva guardarlo in quel momento. August la prese delicatamente per il polso ed esaminò la ferita con una strana scintilla nello sguardo. Qualche goccia di sangue gli colò tra le dita mentre la rimarginava.

<< Non volevo far del male a nessuno >>mormorò.

<< Cosa voleva dimostrare? >>ringhiò Piton che ormai aveva raggiunto la pedana.

<< Volevo insegnare ai ragazzi come controllare i nervi, e qualcuno ci stava anche per provare finché non è intervenuto lei >>ribatté August nello stesso tono.

Piton strinse convulsamente le dita attorno alla bacchetta, ma August non batté ciglio. L'atmosfera era talmente pesante che Violet si aspettava che uno dei due scagliasse un Avada Kedavra da un momento all'altro.

<< Violet, va' anche tu >>sibilò Piton, e lei non osò opporsi.

Ma, uscita dalla sala, rimase dietro la porta socchiusa e udì distintamente Piton:<< Sapevo che Minerva sbagliava a chiamarla qui. Di tutte le persone che ci sono sulla terra lei è la meno adatta a insegnare qualcosa >>

<< Detto da lei... e poi, ci sono stati dei precedenti. Io non sono il primo né sarò l'ultimo, professore. Teme che possa ferire gli studenti, non è così? Ma chi sa dire chi è più pericoloso fra noi due? >>

Violet sussultò e corse a nascondersi dietro un'alta colonna in cima alla scalinata di marmo mentre i passi di Piton percorrevano la Sala Grande. Quasi non respirò mentre il professore tornava scuro in volto nei sotterranei. Qualche secondo dopo comparve anche August. Rimase un attimo pensieroso, poi scrollò le spalle e andò fuori.

Violet riuscì a scorgere solo la sua figura scura stagliarsi contro la nebbia della notte prima che il portone di quercia gli si richiudesse alle spalle.


 



Note: olè, rieccomi qui! Scusate l'attesa,ma mi ci è voluto un po' per scrivere questo cap. (spero ne sia valsa la pena ^^). Come sempre ringrazio tutti voi che mi seguite, che commentiate o no, siete tanti e questo mi fa davvero piacere ^____^ Al prossimo cap.! (come al solito, portate pazienza XD)
 Ps: ancora auguri a Gaia_raggiodiluna_Piton =)! Pps: prima che mi dimentico, l'Incanto del Sole me lo son inventato (ma dai?), però volevo togliermi la soddisfazione di inventarmi un incantesimo tutto mio XD.

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Capitolo 11
*** Un po' di scompiglio ***


 

<< Geniale! Semplicemente geniale! >>

<< Abbassa la voce, o Vitious ci rimprovererà >>sibilò Violet gettando un'occhiata al professore, ma quello era impegnato a tener d'occhio un paio di Grifondoro che non riuscivano a districarsi da un incantesimo mal riuscito.

<< Però è stato forte >>continuò allegramente Will.<< Anche se poi Piton si è arrabbiato >>

<< E aveva ragione, dopotutto. Che razza di idea usare una chimera! >>sbottò Violet.<< E adesso ti decidi a usare la Freddafiamma? >>

<< Ok ok >>Will si rimboccò le maniche e puntò la bacchetta contro un falò in miniatura sul suo banco, e quello si illuminò per un attimo di azzurro.

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata, poi Violet prese un bel respiro e infilò un dito in mezzo alle fiamme. Avvertì un lieve pizzicore, come una sorta di solletico. Ritirò la mano con un sorriso.

<< Ben fatto! >>

<< Ne dubitavi? >>rise Will.

La campanella annunciò la fine delle lezioni pomeridiane, e Violet e Will si attardarono in classe con la scusa di aiutare Vitious a riassettare.

<< Magari i suoi metodi non sono come quelli degli altri, ma in genere gli allenamenti nei duelli sono sempre stati noiosi >>continuò il biondino. Nel giro di una notte sembrava aver sviluppato un'ammirazione infinita per August Purblack.

<< Oh sì, infatti non mi sono annoiata per niente, ieri sera >>borbottò Violet ripensando al morso della chimera.

Will parve indovinare i suoi pensieri, perché disse:<< Era pur sempre finta. Non sei rimasta ferita veramente >>

<< Sì invece >>Violet fece svanire anche l'ultimo falò e Vitious li congedò.

<< Ma Purblack ti ha guarito subito, no? >>fece Will impaziente.<< Senti, pensavo...potremmo allenarci direttamente con lui. Se continua a fare di testa sua potrebbe insegnarci seriamente come difenderci dai mostri. Noi da soli non sapremmo neanche come evocarla, una chimera >>

<< Sapevo che l'avresti detto >>commentò Violet con un sospiro rassegnato.

Gli occhi di Will si accesero.

<< Dai, sarà interessante! E la prossima volta mi offrirò io volontario >>

Violet annuì distrattamente. Aveva individuato Piton già seduto al tavolo degli insegnanti. Ma di August neanche l'ombra, come al solito. Lasciò Will al tavolo di Serpeverde, ma quando prese posto accanto alla Sprite notò lo sguardo cupo che Piton le rivolse.

"Non sarà ancora incavolato per ieri sera?"pensò accigliata Violet iniziando a mangiare."Come se quello che è successo fosse anche colpa mia"

Sciaguratamente, era proprio così.

<< Allora >>fece la Sprite, e Violet ebbe il presentimento che un simile preludio stesse per anticipare una bella stoccata,<< ho saputo che ieri sera ti sei data da fare con il nostro collega >>

A Violet andò quasi di traverso il boccone di tacchino che aveva in bocca. La Sprite le diede qualche pacca sulla schiena contemplandola con un sorriso un po' incrinato. Quando Violet fu fuori pericolo continuò:<< Devo essere sincera, però. Adesso che sei l'assistente di un professore devi essere più responsabile. Se un collega usa metodi poco ortodossi che mettono a repentaglio la sicurezza dei ragazzi devi opporti >>

<< Ha...ha ragione >>balbettò la ragazza con gli occhi ancora pieni di lacrime.<< Pensavo che quella chimera se la sarebbe presa solo con me >>

<< Oh, l'ha fatto, a quel che dice Severus >>

Lo sguardo colpevole di Violet le bastò come conferma, e la Sprite le diede momentanemante tregua.

<< Ha chiesto a Minerva di licenziarlo >>

Violet sentì la rabbia montarle dolorosamente addosso, ma preferì non lasciarla sfogare subito.

<< E tutti voi siete d'accordo? >>

<< Intendi me e gli altri insegnanti? Be' >>la Sprite arrossì un po',<< non abbiamo approvato la scelta di August, ma Minerva si è rifiutata di licenziarlo. D'altronde ci sono già stati professori che hanno portato vere creature oscure a lezione. Sarebbe ingiusto licenziarlo per aver evocato una chimera, tu che ne pensi? >>

<< Ha ragione >>rispose Violet strofinandosi inconsciamente il punto in cui quel mostro l'aveva morsa. Tornò a guardare Piton, e continuò anche quando lui ebbe colto il suo sguardo. Si scrutarono per alcuni secondi senza lasciar trapelare alcuna emozione, mentre attorno a loro nessuno si accorgeva di quel contatto.

Fu Violet a romperlo decidendo di lasciare la Sala. Ma era appena arrivata a metà della Sala d'Ingresso che avvertì dei passi rapidi alle sue spalle. Affondò automaticamente la mano nelle pieghe della veste per recuperare la bacchetta, ma la voce gelida di Piton la inchiodò lì dov'era.

<< Sta' calma, non ti attaccherò >>

<< Bisogna sempre stare all'erta >>replicò Violet rilassandosi ma lanciandogli un'occhiataccia. Le aveva fatto prendere un colpo!

Piton la ignorò e continuò a osservarla, tanto da disorientarla. Non pareva volerle dire qualcosa: era come se avesse voluto continuare a guardarla come aveva fatto a cena.

<< Allora? >>sbottò alla fine Violet, un po' troppo aggressivamente.

<< Volevi dirmi qualcosa, prima? >>
<< Certo che no, altrimenti l'avrei fatto >>

Piton socchiuse gli occhi, irritato. Il volto di August balenò nella mente di Violet così improvvisamente che lei barcollò, prima di rendersi conto che Piton aveva usato la Legilimanzia.

<< Non devi angosciarti troppo >>commentò lui,<< pare che Minerva abbia ereditato da Silente la tendenza a concedere una seconda opportunità alla gente >>

<< Tutti hanno diritto a una seconda occasione >>replicò freddamente Violet,<< qualsiasi cosa abbiano fatto >>

Gli occhi di Piton mandarono un lampo.

<< Puoi pensare questo di me, ma ti consiglio di non generalizzare >>

<< Potrebbe provare a spiegarsi? >>

<< Potrei, ma non ne ho voglia >>Piton ghignò davanti il volto di Violet che si faceva sempre più paonazzo per l'irritazione.<< Ti dico solo questo, però: evita di ritrovarti in situazioni... pericolose quando sei con certa gente >>e se ne tornò in Sala Grande, lasciandola senza parole.

 

Le giornate si erano drasticamente accorciate e scorrevano monotone fra le lezioni quasi quotidiane di Incantesimi, anche se Violet non rimpiangeva affatto le ore passate gomito a gomito con Madama Pince in biblioteca. Certo, ogni tanto era lei a beccarsi gli incantesimi mal riusciti dei ragazzi al posto di Vitious, ma almeno aveva l'opportunità di esercitarsi. Anche perché quelle lezioni la stancavano talmente tanto che dopo il primo incontro non era più andata al Club dei Duellanti.

Will ne era diventato membro insieme a quasi tutti quelli del suo anno e le raccontava sempre come andavano gli allenamenti. Violet non si stupì quando le disse che August continuava a evocare creature mostruose.

<< In compenso non abbiamo più paura come all'inizio, o almeno non tutti >>concluse Will un pomeriggio mentre girovagavano per la biblioteca.

<< L'importante è che nessuno si faccia male >>Violet strizzò gli occhi alla ricerca di un manuale di incantesimi che Vitious le aveva chiesto di cercargli.

<< Purblack ha tutto sotto controllo. E poi, dalla prossima volta inizieremo a duellare fra di noi >>

<< Quindi finora è andato avanti con quella storia del coraggio? >>

<< Sì, e ha detto che è soddisfatto per come abbiamo imparato a controllare i nostri nervi così in fretta >>annuì Will.<< In effetti, se ci pensi, c'è voluto meno di un mese >>

<< Sì, e contando che ci sono incontri due volte alla settimana è davvero poco >>scherzò Violet tirando giù dagli scaffali un pesante volume ricoperto di polvere.

<< Be', Purblack deve comunque allenare una cinquantina di ragazzi. Verrai domani sera? >>

<< Sì, se non vengo Confusa da un altro ragazzino del quarto >>

Tornarono da Madama Pince, che ormai non si dava più la pena di riservare a Violet il suo solito sorriso ipocrita. Anche se quando l'aveva vista entrare in biblioteca era diventata più pallida di un fantasma, come se avesse temuto di doverla riprendere come assistente.

<< Da assistente a... assistente >>disse la Pince registrando il libro di incantesimi.<< Un vero salto di qualità >>

<< Ha ragione, considerando per chi faccio l'assistente >>replicò tranquillamente Violet, piantando lì una Madama Pince fumante di rabbia.

<< Secondo me, un giorno di questi ti avvelenerà >>rise Will una volta che si furono allontanati.

<< E ci riuscirà. Piton di sicuro le darà il miglior veleno che ha >>borbottò Violet, realizzando all'improvviso che erano secoli che non parlava con Piton. Da quella sera nella Sala d'Ingresso non le aveva più rivolto la parola, né si divertiva più a fissarla durante i pasti. Ed effettivamente ormai erano quelli i momenti in cui potevano vedersi.

<< Piton? >>ripeté Will senza capire.<< Figurati, perché dovrebbe sprecare le sue provviste con te quando ha tutti i Grifondoro da togliere di mezz... >>

Violet lo guardò, ma Will fissava esasperato qualcuno davanti a loro. In mezzo alla ressa di ragazzi che uscivano dall'ultima lezione del pomeriggio videro Alyssa Potier ridacchiare in compagnia di August.

<< Non sarai geloso? >>esclamò Violet.

<< Macché! È solo che... guardala, è senza vergogna! È un professore! >>

Violet si morse la lingua per non dire quello che da tempo pensava di Alyssa. Quello che la stupiva di più era il fatto che August non se ne liberasse come avrebbe fatto un qualsiasi insegnante. Sembrava anzi gli piacesse stare in quella compagnia...

<< Ora che ci penso, pare abbia molto successo fra le ragazze >>aggiunse Will.<< Stanno sempre lì a parlare di lui. Sarà anche per questo che gli iscritti al Club sono aumentati da un giorno all'altro >>

<< Be', ha il suo fascino >>commentò Violet senza pensarci, e arrossì subito sotto lo sguardo di Will.

<< Piace anche a te? >>

<< Non ho detto questo! >>replicò lei con voce acuta.<< Come potrebbe piacermi? L'ho visto solo un paio di volte >>

<< D'accordo, allora >>fece Will anche se sembrava ancora sospettoso.<< Quindi domani sera verrai a vedere il nostro affascinante Purblack in azione? >>

<< Non lo so. E ora fammi portare questo da Vitious >>

Quando passarono accanto ad August e Alyssa già un altro paio di ragazze del sesto si era avvicinato tutto sorridente e ammiccante. Violet colse lo sguardo fugace che August le rivolse al di sopra delle loro teste, e si sentì venire la pelle d'oca. Non sapeva se fosse una sensazione gradevole o no, ma le rimase addosso tutta la sera. Passò tutto il giorno seguente a chiedersi se andare o no all'incontro del Club ed evitò Will perché sapeva che ce l'avrebbe trascinata a forza, questa volta. Ma poi, si chiese Violet, perché si stava facendo tutti quei problemi?!

Fu così che dopo cena si appostò accanto alle scale che portavano ai sotterranei in attesa di Will e dei suoi amici: non voleva ripresentarsi da sola.

<< Benritrovati a tutti! >>esordì August con il suo solito sorriso gentile dall'alto della pedana.<< Come vi avevo promesso, oggi inizieremo con i duelli corpo a corpo. Mi mostrerete cosa sapete fare, senza farvi troppo male, possibilmente >>

Parecchi ragazzi risero. Rispetto al primo incontro c'era un'atmosfera molto più rilassata, anche se qualcuno ogni tanto si scambiava sguardi nervosi.

<< Allora, facciamo così. A coppie salirete qui e combatterete per una decina di minuti >>continuò August.<< Usate tutti gli incantesimi che volete, purché non siano Maledizioni Senza Perdono. Chi comincia? >>

Alyssa Potier e una sua amica saltarono subito in piedi come se si fossero sedute su delle molle e raggiunsero August sulla pedana. Si squadrarono per qualche secondo, le labbra ancora curvate in un sorriso compiaciuto per essere le prime a esibirsi, poi cominciarono. Dopo appena due minuti di bacchette svolazzanti e saltelli a destra e sinistra, Alyssa e la sua amica già avevano il fiatone.

<< Non hanno mai duellato in vita loro >>bisbigliò Will.

Anche August se ne era accorto perché fece salire subito un'altra coppia, molto più interessante. La serata passò così, e Violet pian piano si rilassò pensando che forse non sarebbe stata costretta a prendere parte a qualche prova strampalata. Tra l'altro, August non sembrava essersi accorto che c'era anche lei.

<< Andiamo noi due? >>le propose Will dopo che anche la quinta coppia aveva finito.

<< Per stasera credo che passerò >>

<< Cosa? Sei venuta solo a vedere? Non volevi migliorare? >>esclamò lui accigliato e, prima di darle il tempo di rispondere, la prese per mano e la trascinò in pedana.

<< Chi si rivede! >>la salutò allegramente August.

Violet gli sorrise debolmente maledicendo intanto Will. Si sentiva gli occhi di tutti puntati addosso.

<< Will, vi andrebbe di mostrarci qualcosa di... mmm, interessante? >>chiese August. Will lo guardò perplesso, e così anche Violet.

<< Cosa intende per interessante? >>gli chiese lei, ripensando immediatamente alla chimera.

<< Voi due avete affrontato un lupo mannaro, giusto? Perché non duellate come se stesse lottando con lui? >>

Violet e Will si guardarono. Era quello che avevano sempre cercato di fare.

All'unisono sollevarono le bacchette e iniziarono. Will era migliorato, e parecchio anche. Le lanciava incantesimi quasi senza riprendere fiato, e alcuni Violet non li aveva mai sentiti nominare mentre tentava di contrattaccare con qualcosa di più "interessante" di un Sortilegio Scudo.

<< Dai, impegnati! >>esclamò Will spazientito prima di un altro Stupeficium deviato.<< Senza esclusione di colpi, ricordi? >>

Violet sorrise.

<< Come vuoi tu >>ed evocò una lunga fune animata che strisciò rapida attorno alle caviglie di Will come un serpente privo di muso.

Will tentò di bruciarla, ma quella gli fece perdere l'equilibrio e lo sbatté pesantemente a terra. Fu in quell'istante che un lampo argentato balenò davanti ai loro occhi. Con un fendente velocissimo Will era riuscito a tagliuzzare la corda e a rimettersi in piedi.

<< Va bene così! >>urlò August frapponendosi fra loro a braccia larghe.<< I dieci minuti sono passati. Avanti i prossimi! >>

<< Bravo, Will! >>esclamò Alyssa quando lui e Violet si furono riuniti ai Serpeverde. Will le sorrise in risposta ignorando le sopraccigilia inarcate di Violet.

<< Lascia perdere Alyssa >>le sussurrò mentre una coppia del quarto faceva volare scintille verdi sopra le loro teste.<< Hai visto? Piton è venuto ad assistere >>

Violet sussultò e scrutò la Sala Grande finché non trovò Piton seminascosto nell'ombra, appoggiato allo stipite della porta. Non riusciva a vedere la sua espressione, ma Violet sapeva che teneva d'occhio August.

<< Fa sempre una strana faccia quando sente nominare Purblack >>aggiunse Will guardando nella stessa direzione.<< Non capisco perché gli stia così antipatico >>

<< Non si fida dei suoi metodi, tutto qui >>disse Violet, anche se iniziava a considerare quell'atteggiamento un po' troppo eccessivo. Con un tuffo al cuore si chiese se Piton fosse già presente quando avevano duellato lei e Will.

<< Bel combattimento, anche se contro un mago più esperto saresti stata davvero in difficoltà >>sussurrò una voce al suo orecchio.

Violet si voltò lentamente e si ritrovò quasi naso contro naso con Piton. Se l'era aspettata, un'uscita del genere.

Piton tornò a osservare August, che l'aveva subito visto. Entrambi impallidirono – per quanto fosse possibile per loro due – ma distolsero in fretta lo sguardo. Violet fece finta di niente: aveva capito che con Piton era meglio evitare discussioni su August.

<< Il vecchio insegnante di Duello non permetteva simili cose >>osservò Piton mentre un ragazzo rotolava violentemente giù dalla pedana.

<< E infatti al Club non ci veniva quasi nessuno. August invece li fa combattere senza limiti, come nella realtà >>

Gli occhi di Piton mandarono un lampo.

<< "August"? Già siete così in confidenza? >>

Violet si voltò indignata e stupefatta insieme, ma Piton se ne andò senza aggiungere altro, lasciando la Sala inosservato tanto i ragazzi erano concentrati sul duello.

<< Che voleva? >>domandò Will mentre attorno a loro si sollevava un'ovazione per la fattura ben riuscita di uno dei duellanti.

Ma Violet quasi non ascoltava: le pulsavano le orecchie e si sentiva fremere tutta per la rabbia. Decise in un istante. Piantò lì Will e corse di fuori, con l'ira che le montava ad ogni passo. Imboccò come una furia le scale che conducevano ai sotterranei e raggiunse Piton a metà del corridoio sottostante.

Lui si girò quando udì i suoi passi rapidi e la guardò interrogativo. Violet si fermò a qualche passo da lui, ansante, le fiaccole appese ai muri che le illuminavano il volto furioso. Trascorse qualche secondo, poi Piton chiese, tagliente:

<< Hai intenzione di parlare o sono libero di andarmene? >>

<< È lei che dovrebbe parlare, o meglio, scusarsi >>ringhiò Violet.

<< Se te la sei presa per quella frase devo dedurre che avevo ragione? >>

<< Certo che no! Come si permette? >>urlò Violet.<< Come osa insinuare che io... solo perché l'ho chiamato per nome come farebbe qualsiasi collega con... >>

<< Interessante >>la interruppe Piton.<< Un'assistente che si ritiene collega del capo di un club scolastico... Spero tu non mi veda allo stesso modo o potrei offendermi >>

Violet ammutolì, anche se sentiva un milione di parole premerle contro la bocca per insultare Piton.

<< Pur non essendo un mio collega se la prende tanto >>sibilò invece.

Piton sbatté le palpebre, ma Violet non riuscì a decifrarne l'espressione.

<< Hai ragione >>mormorò alla fine lui,<< e vedo che i miei sforzi sono vani >>

<< Quali sforzi? >>Violet ripensò di colpo a quello che le aveva detto dopo il primo incontro del Club.<< Vuole tenermi lontana da Purblack? >>

Piton non rispose ma, come si dice, chi tace acconsente.

<< Perché? >>esclamò Violet ritrovando l'aggressività di prima.

<< Perché è pericoloso >>ribatté Piton con altrettanta forza,<< e quando te ne accorgerai sarà troppo tardi! >>

Violet sbuffò.

<< Non mi usi per giustificare il suo odio verso quell'uomo >>

Con uno scatto improvviso, Piton la raggiunse fino a sovrastarla. Ma quando parlò la sua voce era talmente sottile da sembrare un soffio gelido.

<< Sei già abbagliata dal suo fascino, anche se forse provi a negarlo. Io ti ho messo in guardia, ma non posso obbligarti a fare qualcosa contro la tua volontà. Adesso sta a te decidere >>

Con un ultimo, scuro sguardo, Piton se ne andò e Violet rimase lì in mezzo al corridoio ancora tremante, anche se ormai non sapeva più per quale motivo.


 

Note: rieccomi qui, scusatemi, ma non mi ero dimenticata di voi, solo che ho avuto troppe cose da fare ^^ Comunque, lasciamo stare i convenevoli, spero che questo nuovo cap. vi sia piaciuto ^^

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Capitolo 12
*** Giro di pattugliamento ***


Benritrovati a tutte/i!!! Per farmi perdonare la lunga assenza dell'altra volta ho aggiornato subito, contenti? (eh, come no!) Premetto che stavolta non sono responsabile di quello che combineranno tutti i personaggi coinvolti, quindi eventuali lamentele o punizioni fisiche riservatele a loro, io non c'entro nulla ù___ù Detto ciò, vi lascio al capitolo, buona lettura!!!^__^  

Violet entrò senza fiato in sala professori dove trovò ad attenderla tutti gli insegnanti, Gazza e Madama Chips.

<< Ho appena ricevuto il suo messaggio... >>Violet notò le loro espressioni gravi.<< E' successo qualcosa? >>

<< Sì. Il Ministero stamattina mi ha informato che nei dintorni di Hogsmeade si aggira un branco di lupi mannari, fra i quali anche quello che ha attaccato te e Will Eder, Violet >>disse la McGranitt.

<< Cosa vuol dire che "si aggirano"? Credevo che i lupi mannari quando non sono trasformati fossero persone comuni >>esclamò Violet.

<< Il Ministero ritiene che questi siano sostenitori di Fenrir Greyback e che vogliano contaminare quante più persone possibili >>spiegò la McGranitt.<< Perciò, anche da umani andrebbero a cercare le loro possibili vittime per poterle attaccare con la luna piena >>

Violet si sentì le gambe molli. August si accorse del suo pallore e si affrettò a cederle la sua sedia.

<< Dovremo sospendere le gite a Hogsmeade e informare gli studenti >>disse Vitious.

<< Sospenderemo le gite, ma non voglio ancora dire nulla ai ragazzi. Non voglio terrorizzarli. Il Ministero dovrebbe risolvere la questione in fretta >>La McGranitt sospirò e Violet provò un'infinita pena per lei: sembrava non ci fosse un attimo di tranquillità per quella donna.<< Il Ministro ci ha comunque chiesto di collaborare. Essendo una scuola, è probabile che Hogwarts sia nelle mire di quei lupi. Aumenteremo le pattuglie notturne. Violet, devo chiedere anche a te di aiutarci >>

<< Ma certo >>rispose Violet, anche se un po' troppo in fretta. Ma, dopotutto, quello della McGranitt era pur sempre un ordine...

<< Bene! Cominceremo da stasera alle nove. Pomona e Horace saranno i primi fino a mezzanotte, poi Violet e... August, potresti partecipare anche tu? >>

<< Sarà un onore, per me >>replicò August con entusiasmo.

In quel momento, Violet avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Era arrossita quando August le sorrise contento e intanto non aveva potuto ignorare la faccia che aveva fatto Piton, seduto proprio di fronte a lei. Sembrava pronto a strangolarli col solo sguardo.

<< A stasera >>la salutò August quando la McGranitt li congedò.

Violet cercò di non pensare ai lupi mannari e in effetti, mentre aiutava Vitious a spiegare ai bambini del primo l'Incantesimo di Levitazione, non era quella la sua preoccupazione più grande.

Era trascorsa una settimana dal suo faccia a faccia con Piton. Dopo la rabbia iniziale Violet si era calmanta e aveva potuto analizzare la situazione con razionalità. Ma i risultati non erano rassicuranti. Che Piton odiasse August dal suo arrivo era chiaro anche ai sassi, il motivo era ancora ignoto, ma la cosa più strana era la sua insistenza nel volerlo tenere lontano da lei.

"È pericoloso... Ma non ha senso! Figuriamoci se la McGranitt assume gente pericolosa!"

E allora che voleva Piton? Violet ci si scervellava ogni ora, con l'unico effetto di diventare sempre più ansiosa ogni volta che incrociava l'oscuro professore. E certo che da quella sera faceva di tutto per stargli alla larga. Però aveva continuato ad andare al Club, pur sentendosi un pochino in colpa.

Poco prima di mezzanotte si avviò verso il settimo piano, dove la Sprite e Lumacorno li stavano aspettando. Il pensiero che qualche anno prima andarsene in giro di notte era un'avventura mentre ora non doveva più preoccuparsi di essere scoperta la faceva ridere. Arrivò all'appuntamento più rilassata di quanti si aspettasse, e lei e August iniziarono il loro giro.

All'inizio nessuno dei due parlò. Da qualche giorno Violet si sentiva a disagio con August, visto l'effettivo successo che aveva col gentil sesso di Hogwarts. Anzi, a Violet non erano sfuggite le occhiate che parecchie ragazze le lanciavano durante gli incontri del Club, e Will le aveva raccontato che secondo alcune era la preferita di Purblack. Insomma, si stava scatenando un bel casino senza che lei avesse fatto qualcosa.

<< Siete preoccupata? >>August la guardò comprensivo.<< So quanto possono essere pericolose certe creature >>

<< Parla dei lupi mannari? >>fece Violet cadendo dalle nuvole.

<< Sì... non pensava a loro?>>

August si fermò, lo sguardo fisso sul muro davanti a loro dove stava appeso un arazzo consunto.

<< Cosa c'è? >>chiese Violet, nervosa.

<< Giurerei di aver visto qualcuno entrare lì >>August indicò il muro.

<< Oh sì! >>Violet ricordò di colpo e scoppiò a ridere.<< Quella è la Stanza delle Necessità. Si trasforma in base a quello che le chiediamo >>

<< Be', sono entrate due persone... direi studenti >>rispose August lentamente, e rise a sua volta.<< Dovremmo fare finta di niente? >>

<< Sarebbe imbarazzante entrare ora >>replicò Violet oltrepassando la Stanza così che ad August non rimase altro da fare che seguirla.

La notte era tranquilla, ma ogni volta che passavano davanti una finestra e vedeva gli alberi lontani della Foresta Proibita, Violet tremava dalla paura. Guardò August.

<< Insegnerà ai ragazzi come difendersi dai lupi mannari? >>

August sorrise.<< Quello è compito di Piton, io devo insegnare a duellare >>

<< Gli incantesimi alla fine sono gli stessi. E a Difesa Contro le Arti Oscure non si possono usare come al Club >>
<< Vedremo. Oppure vorrebbe che insegnassi a lei come difendersi? >>agiunse August con tono furbo.

<< No. Tutti dovrebbero sapersi difendere. Ero con Will quando fui attaccata, e anche lui ha bisogno di diventare più forte >>

August annuì. Scesero, e l'unica cosa interessante che accadde fu la comparsa inaspettata di un fantasma che attraversò il corridoio non curandosi di loro.

<< Che cosa faceva prima di venire qui? >>chiese d'un tratto Violet.

<< Viaggiavo. Poi ho deciso di fermarmi un po'. Ci riposiamo un attimo? >>

Si appoggiarono al davanzale di un'ampia finestra e rimasero ad osservare la luna crescente sulla Foresta. Violet guardò di sottecchi August. La penombra gli donava, facendo risaltare gli occhi scuri e le labbra rosso sangue. Senza rendersene conto, Violet si incantò ad osservarlo quando un suono simile a una risatina le fece gelare il sangue.

Scrutarono il corridoio debolmente illuminato dalle torce, le bacchette alzate. La risatina echeggiò di nuovo, seguita da un sibilo acuto.

Un vaso di porcellana colpì Violet con così tanta violenza da mandarla contro il muro e si schiantò a terra. Una scheggia riuscì a tagliarle i jeans e ad aprirle un taglio nella caviglia. August lanciò una fattura nell'oscurità, e un ometto ghignante se ne andò via ridendo come un pazzo.

<< Pix >>borbottò August. Si chinò e fece per prendere la caviglia di Violet, ma lei si scansò, imbarazzata.

<< È tutto a posto >>mormorò cercando di non lasciar trapelare il dolore dalla voce.

<< È piuttosto profondo >>notò August riprovando a prenderla. Anche Violet si chinò e si affrettò a curarla, ma lui la fermò.<< Lasci fare a me. Non lascerò segni >>

Violet si rassegnò. In un batter d'occhio la ferita si rimarginò come se non ci fosse mai stata, eccezion fatta per i jeans strappati e sporchi di sangue.

August rialzò lo sguardo su di lei.

<< Signorina Rosenao... >>

Violet non seppe se fu la sua immaginazione o un gioco di luci, ma colse un bagliore negli occhi di August prima che lui inclinasse la testa e posasse le labbra sulle sue. Violet spalancò gli occhi. Ebbe l'istinto di ritrarsi, ma si trovava stretta fra il muro e August, e si sentiva incredibilmente debole. La testa iniziò a girarle tanto che dovette abbassare le palpebre. Sentiva il respiro rapido di August e le sue mani le cinsero la vita.

Fu in quel momento che tornò in sé e si alzò di scatto. Quel gesto parve ricondurre August alla realtà. Sbatté le palpebre come stordito e si rialzò a sua volta.

<< Mi perdoni >>disse piano chinando il capo in segno di scusa.<< Non so cosa mi sia preso >>

<< No? >>fece Violet con voce flebile. August rialzò la testa, ma lei ne evitò lo sguardo. Era così sconvolta che era un miracolo se non era caduta un'altra volta.

<< Mi dispiace, non avrei dovuto >>insisté lui.

<< Ma l'ha fatto >>Violet si allontanò da lui con tutta la disinvoltura che poteva ostentare.<< Continuiamo. Io scendo ai primi piani. Sono quasi le tre e ancora non abbiamo finito >>

Se ne andò a passo rapido, e più che ispezionare i corridoi li attraversò come una sonnambula. Si sentiva la testa pesante. Il sapore delle labbra di August ancora impregnava le sue, e lei non poteva non rabbrividire di piacere al ricordo di quei pochi, surreali secondi.

"No!" si disse cercando di recuperare lucidità."Mi ha preso per una di quelle che gli vanno dietro?"

Alle tre in punto arrivò in Sala Grande, dove l'aspettava la McGranitt.

<< E August? >>chiese subito lei.

<< Ci siamo separati per fare prima. Comunque, è tutto tranquillo >>

<< Bene. Ti ringrazio, Violet. Va' pure a riposare >>

Violet la salutò e filò dritto in camera, ben sapendo che quella notte non sarebbe riuscita a dormire. 

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Capitolo 13
*** Il parco di notte ***


 

<< Che faccia! Non dirmi che anche tu devi fare la ronda notturna, adesso! >>esclamò Will esaminando le occhiaie di Violet la mattina dopo.

<< Eh? Ah,sì... tocca anche a me >>bofonchiò Violet intontita. Aveva dormito sì e no un'ora, e anche in quel breve tempo il suo sonno non era stato sereno. Quando si era alzata le sembrava che quello che era successo la scorsa notte era solo un sogno, tanto le pareva impossibile che August potesse interessarsi a lei. Senza che lei si fosse accorta di niente, oltretutto! Aveva sempre considerato le voci delle studentesse su di lei come dettate da una gelosia immotivata, e invece pareva ci fosse un fondo di verità...

Per un po' Violet aveva pensato di saltare la colazione e andare difilato in aula di Incantesimi, ma poi si era ricordata che August non mangiava mai in Sala Grande, e infatti non c'era neanche quella mattina. Non aveva nessuna voglia di vederlo, soprattutto dopo averlo piantato in asso dopo che l'aveva baciata. Solo ora capiva di essere stata troppo precipitosa, ma cos'altro avrebbe potuto fare? L'aveva baciata senza preavviso e poi le aveva anche detto "mi dispiace"?!

<< Oh, ma mi ascolti? >>sbottò Will, e l'afferrò per impedirle d'essere travolta da alcuni Corvonero in ritardo per la prima lezione.

<< Scusami, ma ho dormito pochissimo >>si giustifiò Violet con uno sbadiglio.

<< Almeno tu puoi dirmi perché sono aumentati i giri di controllo dei prof. E ci hanno sospeso i finesettimana a Hogsmeade? >>

<< Non posso >>tagliò corto Violet. Ci mancava solo che facesse sapere a tutta la scuola che a Hogsmeade erano arrivati i lupi mannari.<< E comunque, tu come fai a sapere che sono aumentati i nostri giri? La McGranitt non ne ha parlato >>

<< Lo stava dicendo Alyssa, che stanotte Lumacorno quasi l'ha beccata mentre se ne andava a spasso con il suo nuovo amichetto >>spiegò Will.

Violet lo ascoltò appena. Si era accorta solo allora che erano arrivati davanti l'aula di Difesa. Cercò di dileguarsi ma Piton era già lì. Lo salutò, a disagio, evitando i suoi occhi. Il ricordo di August le tornò prepotentemente, slealmente in testa.

<< Dentro >>intiml Piton a Will. Scrutò Violet e, prima che lei potesse squagliarsela, chiese:<< Com'è andata stanotte? >>

<< Bene >>balbettò lei.

<< È successo qualcosa? Era la prima volta che eri di pattuglia >>

<< Tutto a posto >>Violet si guardò intorno in cerca di una via di fuga, consapevole che Piton non la perdeva d'occhio.<< Ehm, dovrei proprio andare. Il professor Vitious mi starà aspettando >>

Corse via senza dargli il tempo di dirle altro, e solo quando fu arrivata in classe realizzò che Piton le aveva riparlato dopo giorni. Con una vena d'isterismo, Violet si chiese se lui e August non si fossero in realtà messi d'accordo per farla impazzire.

Nei due giorni seguenti evitò accuratamente entrambi, finché Will non le si presentò davanti chiedendole di accompagnarlo al Club.

<< Perché non vuoi venire? È l'unica occasione che abbiamo per esercitarci come si deve! >>

<< Stasera ho il giro, non mi voglio stancare >>

<< Ma dai, prendi una pozione Occhi Aperti ed è fatta >>disse Will strattonandola.<< Te la presto io, la uso per studiare >>

<< No, Will, non è il caso... >>

Il biondino si arreso, così quella sera Violet pattugliò i corridoi con la Sprite, e fu anche piuttosto piacevole trascorrere qualche ora a chiacchierare con un'altra donna. Terminarono all'una in Sala Grande dove trovarono nientemeno che Piton e August, il primo scuro in volto come al solito, il secondo apparentemente tranquillo. Entrambi si voltarono quando Violet e la Sprite scesero la scalinata di marmo, e Violet non poté non maledire la McGranitt per quell'accoppiamento, e quando c'era lei, per giunta!

<< Di sopra è tutto tranquillo, ma di solito è a quest'ora che i ragazzi escono >>disse la Sprite.

Piton e August annuirono e si allontanarono in silenzio. Violet augurò la buonanotte alla Sprite e tornò in camera. Si stava per mettere il pigiama quando gettò un'occhiata distratta fuori dalla finestra.

La luna piena definiva ogni singola ombra nel parco, e con un tuffo al cuore Violet vide una figurina attraversarlo con circospezione. Non perse tempo a chiamare Piton e August, e nel giro di cinque minuti uscì nella notte gelida di inizio dicembre e si spostò verso la capanna di Hagrid.

Arrivata in vista dell'orto coperto da una leggera brina scorse l'ombra accucciata dietro un paletto isolato. Facendo attenzione a non far rumore Violet puntò la bacchetta in quel punto mormorando:<< Lumos >>

La luce improvvisa fece sobbalzare una sedicenne che cercò di fuggir via, ma Violet riuscì ad afferrarrla e bloccarla. Quella si divincolò ma, una volta accortasi che non era stato un professore a sorprenderla, si rilassò.

<< Mi hai spaventata! >>soffiò.

<< Sei Kate di Grifondoro? Cosa fai qui fuori? >>

<< Io... dovevo vedermi con un ragazzo >>rispose Kate. La guardò supplichevole.<< Non mi consegnerai alla McGranitt, vero? >>

Violet sospirò.

<< Solo se tu e il tuo amico ve ne tornerete al castello. Fa troppo freddo qui fuori, ed è anche pericoloso >>

Kate aprì la bocca per ribattere, ma un lungo, cupo ululato dall Foresta Proibita soffocò le sue parole. Lei e Violet si guardarono spaventate, e Kate si convinse finalmente a tornare dentro. Violet la seguì a qualche metro di distanza.

Il lupo ululò ancora, e Kate spiccò una corsa che in breve la fece sparire alla vista. Violet si voltò verso la Foresta, il cuore che le martellava. Il vento sembrava avvicinare i suoni, o era solo una sua suggestione?

Un odore acre che già aveva sentito le pizzicò il naso.

Violet alzò la bacchetta e scrutò le tenebre. Ne era certa: non era sola.

Il lupo si era azzittito. La stava studiando al ripare dell'oscurità, Violet poteva quasi scorgerne gli occhi gialli in mezzo ai cespugli...

Fu questione di secondi. Violet udì dei passi felpati venire verso di lei, e da dietro gli alberi più vicini emerse un lupo mannaro completamente trasformato, i peli ritti sul dorso e le fauci spalancate.

Violet non era impreparata. Il suo incantesimo lo respinse a metà del tragitto, scagliandolo molti metri più in là. Ma il lupo non si perse d'animo. Si rialzò e balzò di nuovo in avanti, schivando le sue fatture. Violet saltò di lato per evitare che l'atterrasse.

<< Incarceramus! >>urlò.

Lunghe e spesse funi si avvolsero attorno al lupo, inchiodandolo a terra. Ansante, Violet lo guardò incerta, non sapendo se dovesse anche Schiantarlo, per sicurezza. Il lupo ringhiava e mordeva l'aria, rotolandosi alla ricerca di un modo per liberarsi delle corde.

<< Signorina Rosenao! >>

Violet si voltò, e non seppe se essere felice o di nuovo spaventata all'arrivo di August e Piton, il quale si affrettò a evocare una museruola sul muso del lupo.

<< Sta bene? Abbiamo incontrato la signorina Leaf che ci ha parlato di un ululato >>esclamò August guardandola con apprensione.

<< Sto bene, sono riuscita ad evitarlo >>li rassicurò Violet.

<< Bel lavoro >>

La voce colpita di Piton sorprese così tanto Violet che lei non poté fare a meno di guardarlo, ma lui si rivolse a August.

<< Contatti il Ministero. Io resterò a guardia del lupo >>

August corse al castello. Il lupo mannaro continuava ad agitarsi e, nonostante fosse diventato inoffensivo, Violet preferì arretrare di qualche passo.

<< Cosa facevi qui? >>le domandò Piton, ancora concentrato sul lupo.

Violet gli raccontò di aver visto Kate e di averla seguita, e con suo sollievo Piton non fece osservazioni sul fatto che non li aveva chiamati.

<< Questi ragazzini >>borbottò invece, più a se stesso.<< Non so cosa gli stia prendendo. Quand'ero studente io non eravamo così avventati >>

August ritornò accompagnato da una piccola squadra di uomini del Ministero, che legarono il lupo con nuove corde e li ringraziarono per averlo preso.

<< Nessuna notizia degli altri? >>chiese loro Piton.

<< No, ma è chiaro che ormai preferiscono la scuola a Hogsmeade. Aumenteremo i controlli ai confini >>

<< Ho avvertito anche la Preside >>disse August una volta rimasti soli.<< Ha detto che verrà personalmente a rafforzare le protezioni sulla scuola >>

<< Allora aspettiamola >>replicò Piton.

Violet avrebbe voluto tornare dentro, ma sapeva che la McGranitt avrebbe voluto vedere anche lei lì fuori, perciò attese con Piton e August, nel cuore della notte e nel parco di Hogwarts.

"Assurdo! Dev'essere uno scherzo"

La McGranitt li raggiunse con aria più grave del solito.

<< Non mi sarei mai aspettata che potessero entrare così facilmente! Per fortuna sei riuscita a fermarlo, Violet. Severus, August, voi tornate a scuola. Ho chiesto a Horace di coprire il lato sud. Basteremo noi due, qui >>

<< È sicura di non essere ferita? >>domandò August mentre rientravano nella Sala d'Ingresso.

<< Quel lupo non mi ha neanche sfiorata >>

August però aveva ancora un'espressione preoccupata. Violet cercò di non ripensare al loro bacio, anche perché Piton era ancora lì.

L'accompagnarono fino in camera, nonostante Violet insistesse di non aver bisogno di una scorta, ma quei due ignorarono ogni sua resistenza.

<< Stasera non c'era, al Club >>notò all'improvviso August.

<< Non volevo stancarmi prima del mio turno >>rispose semplicemente Violet.

<< Certo ha dimostrato d'aver fatto grandi progressi >>

Violet gli sorrise in risposta pur continuando ad evitarne lo sguardo. Per fortuna era arrivata.

<< Be', grazie >>balbettò, ancora senza guardarli.

<< Grazie a lei >>replicò dolcemente August.

Prima di chiudersi la porta alle spalle Violet lanciò un ultimo sguardo a quell'improbabile coppia, ma né Piton né August si voltarono.

Era senza parole. In presenza di August Piton non le aveva più detto nulla, e August, da parte sua, si era comportato con la massima disinvoltura.

Cosa doveva pensare?

 

Il giorno dopo, nel giro di poche ore di lezione, a Hogwarts si era sparsa la voce che nella Foresta Proibita vivevano i lupi mannari, anche se nessuno poteva dire di esserne certo. Kate Leaf aveva raccontato di aver sentito gli ululati insieme a Violet e, ricordandosi che lei già si era imbattuta in un lupo, molti studenti durante Incantesimi le chiesero conferma.

Violet non sapeva che fare. La McGranitt aveva deciso di non parlarne ai ragazzi, e a lei dispiaceva dover mentire. Fortunatamente ci pensò Vitious a negare tutto. Ma Violet avrebbe preferito mille volte mentire che affrontare l'incontro con Piton e Purblack voluto dalla Preside quel pomeriggio.

La McGranitt li aveva convocati per informarli che non c'erano stati altri progessi con gli altri lupi mannari e, sfortuna delle sfortune (o beffa delle beffe), per annunciare che da quel momento avrebbero pattugliato i corridoi insieme. Tutti e tre. Violet, August e Piton.

"La prossima volta mi faccio sbranare"decise Violet accettando impassibile il nuovo ordine. Come lei, anche gli altri due non lasciarono trapelare nulla e si separarono con una naturalezza così simulata che perfino un troll se ne sarebbe accorto.

<< Pattuglierete da mezzanotte alle tre del mattino. So che sarà faticoso, ma forse così questa situazione finirà prima >>aveva detto la McGranitt.

Quindi adesso avrebbe passato tutte le sue notti, e qualcosa le diceva che sarebbero state tante, con l'uomo che l'aveva baciata a tradimento e con l'uomo che odiava quest'ultimo per motivi ancora sconosciuti, e non perché l'aveva baciata (ci mancava solo che Piton venisse a saperlo!). Tutti e tre insieme appasionatamente a cercare lupi mannari dentro e fuori Hogwarts. Quasi quasi Violet rimpiangeva le ore passate a lavorare con Madama Pince. Almeno all'epoca doveva stare attenta solo su un fronte.

Un momento... Ora, passi che August non avrebbe dovuto prendersi certe confidenze (non che poi le fosse proprio dispiaciuto, però...), ma davvero le importava della reazione di Piton se l'avesse scoperto?

"Be', se mi ha rotto le scatole solo perché andavo al Club, adesso potrebbe anche lanciarmi un bell'Avada Kedavra"

<< Violet! >>

Will si fermò davanti a lei col fiatone, ma lo sguardo che le rivolse era molto serio.

<< Cos'è questa storia del lupo mannaro? Quella Leaf dice che l'avete sentito stanotte >>

<< Abbiamo sentito un ululato, ma poteva trattarsi di un lupo comune >>

<< Davvero? >>fece Will scettico.

<< Ti sembro una che dice bugie? A proposito, ehm... com'è andata al Club? >>

<< Alla grande! Sono riuscito a lanciare un Petrificus Totalus su tre persone contemporaneamente! >>esclamò Will mentre riprendevano a camminare.<< La prossima volta cerca di esserci anche tu, però >>

<< D'accordo >>sorrise Violet.

Scesi in Sala Grande per la cena Violet non poté non notare gli sguardi che molti studenti le lanciavano. Al tavolo di Grifondoro scorse Kate Leaf parlare animatamente con i suoi vicini, e tutti si voltarono poi verso di lei.

<< Questa storia finirà >>commentò la Sprite come se avesse letto nella mente di Violet,<< e senza che i ragazzi vengano a saperne qualcosa >>

<< Forse sarebbe meglio dirglielo >>disse Violet.<< Silente ci disse di Voldemort >>

<< Minerva avrà i suoi buoni motivi per tenerli all'oscuro. Preghiamo solo che gli altri lupi mannari non abbiano voglia di farsi un giretto qui come il loro amico >>
Violet si attardò anche quando ormai molti ragazzi già erano tornati nei dormitori. Sapeva che avrebbe dovuto riposare prima del turno, ma stranamente non si sentiva affatto stanca.

<< Mia cara >>le sussurrò la Cooman che, senza che Violet se ne fosse accorta, era scivolata nel posto accanto a lei,<< ho saputo di stanotte. Quanto sono contenta che non ti sia fatta nulla! Sto consultando le carte, sai, e non sono affatto rassicuranti. Ti dissi che un pericolo incombe su una giovane vita, e dopo stanotte non puoi negare che sto parlando di te >>

Violet la guardò a disagio, non sapendo come replicare. La Cooman estrasse dalla larga manica del vestito coperto di perline un mazzo di tarocchi che iniziò a mescolare.

<< Lascia che ti predica il futuro >>sussurrò con voce mistica.<< Sarà questione di attimi >>

<< D'accordo >>si rassegnò Violet.

La Cooman si mise dritta sulla sedia ed estrasse tre carte: le stelle, gli amanti e l'appeso.

<< Le stelle rovesciate...cara, non sei riuscita a cogliere una buona occasione...Gli amanti. Non sempre il loro significato è così ovvio. Forse sei attratta da qualcuno e presto questa attrazione diventerà anche spirituale? No? Be', è comunque positiva. E ora passiamo all'ultima >>La Cooman fece avanti la carta dell'appeso, e rimase meditabonda.

<< È...ehm, grave? >>chiese Violet.

<< È un periodo difficile e pieno di difficoltà, questo >>spiegò lentamente la Cooman, le sopracciglia aggrottate.<< Vuoi reagire d'istinto, ma così peggiorerai la situazione. Dovrai stringere i denti e attendere >>

<< Grazie, farò tesoro di quello che mi ha detto >>sorrise Violet scattando in piedi.

Non aveva mai seguito Divinazione, quando era studentessa, e anche adesso trovava che fosse soltanto una perdita di tempo. Da tempo dubitava delle capacità della Cooman, che tutt'al più poteva fare "predizioni" partendo da quello che vedeva o intuiva. Ma se era così, cosa aveva intuito su di lei? Ripensandoci, le tre carte che aveva estratto non sembravano tanto casuali...

"Però è inutile pensarci troppo"si disse Violet sistemandosi il mantello prima di scendere a mezzanotte."Il problema adesso è chiarire con August. Se dovremo lavorare insieme non potrò continuare a ignorarlo"

Tuttavia, quando arrivò in Sala Grande e vi trovò già Piton che la misurava a grandi passi, la sua determinazione vacillò.

<< Sei nervosa? >>le domandò lui.

Violet lo guardò senza capire.

<< Forse avresti preferito essere esclusa dai pattugliamenti, dopo la seconda aggressione >>spiegò Piton.<< Sembri una calamita per le creature pericolose >>

<< Almeno ieri ce l'ho fatta con le mie sole forze >>ribatté Violet.

<< Già. Sembrava quasi una lezione di Purblack, vero? Scontrarsi con un mostro per testare coraggio e abilità magiche allo stesso tempo >>

Violet si limitò ad alzare le spalle. Piton era già sul piede di guerra prima ancora che August arrivasse. Con un brivido, Violet si chiese come avrebbe fatto a sopravvivere tre ore a notte con quei due...

August emerse dai sotterranei con aria disinvolta, e Violet provò a non essere troppo imbarazzata.

<< Visto che siamo in tre potremmo dividerci >>esordì Piton annoiato.

<< Allora io potrei occuparmi del parco >>propose August.

<< D'accordo. Ci rivediamo alle tre in sala professori. Violet >>Piton si rivolse a lei mentre August usciva in una notte che preannunciava neve,<< tu controllerai i piani superiori, io starò nei sotterranei e nell'ala della biblioteca >>

Si separarono. Da una parte Violet si sentiva enormemente sollevata: meglio vagare sola che con loro. Ma così doveva rimandare il suo discorsetto con August. Che poi, "discorsetto" era una parolona. Doveva semplicemente dirgli che aveva sbagliato a scappare e che fra loro due non ci sarebbe stato altro che amicizia. Eppure, rifletté Violet mentre controllava nelle aule del quarto piano, lui non pareva farsi tutti quei problemi. Era come sei avesse perfino dimenticato di averla baciata. Se non fosse stato un tipo ansioso, anche lei sarebbe riuscita a fare finta di niente!

Man mano che i minuti passavano Violet si era rilassata fin quasi a non pensare più ad August, e in compenso le tornò il terrore dei lupi mannari che scorazzavano liberi alle porte di Hogwarts. Ma, a ripensare a come era riuscita a sconfiggere quello della notte precedente, Violet poteva dirsi ottimista: almeno non si lasciava più paralizzare dalla paura.

Arrivò in un'ala del castello che aveva frequentato poco, anche di giorno, e per un attimo le ci volle qualche secondo per orientarsi. Era un corridoio con un'unica porta che Violet non riuscì ad aprire ma che, quando l'ebbe superata, le lasciò addosso una sgradevole sensazione. Era come se, passando davanti a quella porta, Violet avesse attirato l'attenzione di chi c'era dentro spingendolo a tenerla d'occhio. Era solo una sua fantasia, lo sapeva bene, perché se pure si fosse trattato di un fantasma quello si sarebbe fatto avanti. Però non riusciva a togliersi di dosso l'impressione di essere osservata. Accelerò il passo. Magari era semplicemente Pix che voleva prenderla in giro, ma a Violet non andava di essere usata un'altra volta per il tiro a bersaglio.

Imboccò una stretta rampa di scale che iniziò a spostarsi prima che lei potesse arrivarne alla fine. Con un balzo, Violet atterrò nel corridoio sottostante dal quale si scorgeva una tenue fiammella dietro l'angolo. Senza voltarsi indietro, Violet si mosse in quella direzione e si ritrovò in un corridoio più piccolo ma illuminato da torce.

Piton uscì da un'aula quando la sentì arrivare e la guardò sorpreso.

<< Cos'è successo? >>

<< Io... >>Violet si accorse solo allora di avere un po' di fiatone,<< ecco... Niente >>

Piton alzò un sopracciglio, ma lei resistette: non poteva dirgli che si era spaventata per...nulla.

<< Qui non c'è nessuno, e di sopra? >>

<< Nessuno >>ripeté Violet.<< A quanto pare, stasera sono rimasti tutti nelle proprie Case >>

<< Lo spero per loro. Dopo i venti punti che ho tolto a Grifondoro per la passeggiatina della signorina Leaf dovrebbero restarsene buoni per un po' >>borbottò Piton.

Guardò fuori dalla finestra i primi fiocchi di neve che andavano ammassandosi sul davanzale.

<< So che dovrei essere l'ultimo a dirlo, ma le persone che seguono idee malate come quella di Greyback andrebbero rinchiuse subito >>disse.

<< Potrebbero essere Mangiamorte anche loro? >>azzardò Violet.

<< No, Greyback era l'unico lupo mannaro marchiato. Questi sono soltanto dei fanatici >>

Anche Violet guardò il parco che iniziava a coprirsi di una soffice e ghiacciata coltre bianca. Un pipistrello volò davanti ai loro occhi per poi mimetizzarsi nell'oscurità.

<< Ascolta >>disse d'un tratto Piton,<< nonostante tu non voglia seguire i miei consigli, fa' comunque attenzione. Qualsiasi cosa accada >>

Violet assentì, anche se non sapeva cosa dire. In realtà, tutta quella preoccupazione che Piton mostrava iniziava a contagiare anche lei. Un bagliore attirò i loro sguardi, ed entrambi trasalirono nel vedere sottili fasci di luce danzare in corrispondenza dei cancelli. Senza dirsi nulla, Piton e Violet corsero in quella direzione.

Quando arrivarono trovarono August alle prese con tre lupi mannari. Questi gli giravano attorno facendo scattare le zanne, mantendendo però una certa distanza mentre August non li perdeva d'occhio, la bacchetta sollevata.

All'arrivo di Violet e Piton i lupi mannari quasi non cambiarono posizione, come se fossero stati ipnotizzati da August. Violet fece per Schiantarli, ma l'incantesimo le morì sulle labbra. Uno alla volta, i lupi mannari si accucciarono a terra e smisero di ringhiare. August continuava ad osservarli, e intanto dalla sua bacchetta fuoriuscirono lunghe funi che si avvolsero indisturbate attorno a loro.

<< Chiami il Ministero, professore >>furono le uniche parole di August.

<< Posso controllarli io >>obiettò Piton.

<< Rispondono solo a me >>replicò August.<< Non appena sarò abbastanza lontano riacquisteranno il controllo delle loro menti. È più sicuro che resti io >>

<< Molto bene >>Con un gesto rapido Piton spedì il suo Patrono al castello prima di seguirlo di corsa.

Violet osservava ancora i lupi mannari legati davanti a lei. Era semplicemente allibita.

<< Avrei dovuto immaginarlo >>sussurrò lentamente,<< che lei è un vampiro >>

Ecco a cosa si era sempre riferito Piton. Di colpo, tutto le sembrò così ovvio che era assurdo che non se ne fosse accorta fin dall'inizio.

August si limitò a sorriderle come sempre.

<< Credevo glielo avessero detto: tutti i professori lo sapevano già. Ma manterrà il segreto con gli studenti, vero? >>aggiunse, più serio.<< Molti genitori potrebbero avere qualcosa da ridire >>

<< Non gli darei torto >>ribatté Violet.<< È sempre circondato da gruppi di studentesse: e se un giorno non riuscisse a controllarsi? >>

August la guardò sorpreso, ma Violet non si pentì delle sue parole. Iniziava a vedere tutto – bacio compreso – sotto una nuova luce.

<< So controllarmi >>rispose piano lui.<< Non cedo all'istinto di fronte alle donne, anche se, a voler essere corretti, neanche gli uomini sarebbero al sicuro. Se la Preside mi ha offerto questo lavoro è perché sa che può fidarsi di me e che non aggredirei mai i suoi alunni >>August socchiuse gli occhi, e il sorriso scomparve dalle sue labbra.<< L'altra sera però ho voluto testare il mio autocontrollo. Non so cosa sarebbe successo se non si fosse allontanata, ma la ringrazio per averlo fatto. Non nego di sentirmi attratto più da lei che dalle altre persone che vivono qui, ma a forza di stare insieme così spesso potrei avere difficoltà nel controllarmi. Sarà meglio stare lontani per un po' >>

Violet annuì, più stordita di quanto non fosse stata in vita sua. Non sapeva se dover provare paura o sollievo, ma almeno la questione del bacio si era risolta.

Piton tornò accompagnato dalla McGranitt e dalla squadra del Ministero, e Violet assistette alla stessa scena della notte prima, anche se aveva la testa da un'altra parte. Quasi non ascoltò le parole della McGranitt, sollevata che la storia dei lupi mannari si fosse conclusa tanto in fretta, né si curò di Piton e August mentre rientravano.

Piton si offrì nuovamente di accompagnarla in camera mentre August si congedò appena furono nella Sala d'Ingresso. Nessuno dei due parlò per tutto il tragitto, finché alla fine Violet non si decise a chiedere:

<< Perché non mi ha detto da subito che August è un vampiro? >>

<< Pensavo te ne saresti accorta da sola >>rispose Piton, un po' perplesso.<< Hai letto così tanto sull'argomento che credevo non ti ci volesse un mese per capirlo >>

Violet era così stanca che non replicò, anche perché non voleva ammettere che Piton aveva ragione. Aveva letto tanti di quei libri sui vampiri e poi non ne aveva riconosciuto uno che viveva nella sua stessa scuola.

<< A domani >>la salutò Piton una volta arrivati.

Violet si buttò pesantemente sul letto, la mente che lavorava frenetica. August era un vampiro e Piton aveva sempre cercato di tenerla lontano da lui perché lei non se ne era accorta subito...

Violet guardo la sveglia sul comodino: erano le tre passate. Di lì a poche ore avrebbe avuto Incantesimi. E magari da quel momento avrebbe dovuto preoccuparsi soltanto delle lezioni, finalmente.


 


Note: e va bene, ci avevate scoperto fin dall'inizio! Quasi quasi non volevo ammettere che August è un vampiro, solo per non darvi soddisfazione u___u  Ma a parte questo, vi è piaciuto il cap.? Spero di sì! E intanto vi ringrazio ancora per i commenti passati e per aver sopportato un altro capitolo di follie (quelle scaturite dalla mia mente malata). Alla prossima e un bacio a tutti/e!!!^___^

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Capitolo 14
*** Diagon Alley ***


 Buon pomeriggio a tutti! Vi lascio subito al nuovo capitolo senza rompervi troppo, ma prima voglio darvi una bella notizia: la fine (della storia, intendiamoci) dovrebbe essere abbastanza vicina se i miei calcoli sono esatti. Quindi sopportate ancora per un po', la tortura non durerà ancora a lungo. Buona lettura! ^___^

 

 

A Hogwarts si diffuse un senso di piacevole attesa, ora che mancava una ventina di giorni a Natale. La vicenda dei lupi mannari si era risolta senza che i ragazzi ne venissero a conoscenza, così che le loro preoccupazioni più grandi continuavano ad essere i test di Piton e degli altri.

Nei giorni che precedettero Natale una calma pari a quella degli esami di giugno calò sulla scuola. Gli studenti del settimo e del quinto avevano almeno un test al giorno, ma anche gli altri anni erano sotto pressione. Violet ricordava perfettamente di esserci passata a sua volta, ma a forza di ascoltare i ragazzi lamentarsi o di vederli ripassare aveva finito col farsi contagiare da quell'alone di stress. Fu per questo che tirò un sospiro di sollievo quando la campanella annunciò la fine dell'ultima lezione di Incantesimi.

Il giorno dopo sarebbe tornata a casa fino a gennaio, come tutti, così corse in camera a finire le valige.

La mattina dell'antivigilia scese in sala professori a riconsegnare un libro a Vitious, ma vi trovò August seduto a leggere la Gazzetta. Si salutarono con naturalezza, ma la voce di August la fermò prima che potesse lasciare la stanza.

<< Va via anche lei? >>

<< E lei no? >>

<< Devo ancora decidere >>rispose August con una scrollata di spalle,<< ma forse me ne andrò anch'io. Non resta nessuno per il Club >>

Violet si limitò a fare un cenno con la testa, un po' a disagio. Era da tanto che non si ritrovava da sola con August.

<< Ho riflettuto, in questi giorni >>continuò lui con lo stesso tono tranquillo.<< Ci siamo tenuti a distanza per il suo bene, però mi dispiace non poter avere alcun contatto con lei >>

Violet lo guardò stupita.

<< È stato lei a proporre di stare lontani. E comunque, questo non significa che non avremo dei contatti. Dobbiamo solo evitare di stare insieme troppo tempo >>

August parve sollevato. Le si avvicinò e le afferrò la mano, per poi posarvi sopra le labbra.

<< In questo caso, le auguro buon Natale >>

"Ma perché gli ho detto quelle cose?!"si rimproverò Violet, seduta ad aspettare il treno sulla banchina affollata dagli studenti vocianti e stipata da bauli e gabbie. Si voltò al fischio acuto dell'Espresso che si avvicinava sferragliando a velocità ridotta mentre i ragazzi iniziavano a raccogliere le loro cose.

Con un ultimo sguardo a Hogwarts che si stagliava contro il cielo che minacciava altra neve, Violet provò un misto di sollievo e malinconia.

Quelle vacanze le ci volevano proprio.

 

Ma dopo neanche tre giorni si ricredette. Se Violet aveva pensato di potersi rilassare e godersi la tranquillità familiare dopo mesi di assenza si era sbagliata di grosso.

Gli occhi chiusi, si lasciò cadere sul letto. Era incredibilmente esausta per una che doveva godersi le vacanze di Natale senza il pensiero di studiare.

Non appena aveva messo piede in casa sua madre l'aveva trascinata in cucina ad aiutarla con i dolci, che come al solito raggiungevano una quantità industriale; poi avevano passato i due giorni seguenti dai parenti vari, così che Violet riuscì a stare cinque minuti da sola in camera solo la sera del 26.

Mentre disfaceva il baule ascoltando la radio sua sorella Eyr fece capolino sulla porta mangiucchiando una cioccorana.

<< Questa era l'ultima >>esordì facendone sparire la testa in un boccone,<< quando le ricompri? >>

<< Appena andrò a Diagon Alley o a Hogsmeade >>rispose Violet estraendo dal baule vestiti che aveva dimenticato di essersi portata dietro.

<< Andiamoci domani, allora! L'ultima volta che sono stata a Diagon Alley ancora non prendevi il Mago >>esclamò Eyr con entusiasmo.

<< Domani voglio riposare >>replicò subito Violet.

<< E dai! Se usi la Materializzazione ci vorrà un attimo! >>

<< Dopodomani >>rilanciò Violet con tono definitivo.

E infatti l'indomani si ritrovò in salotto ad aspettare Eyr, il portafoglio carico di galeoni, chiedendosi ancora perché avesse ceduto. Essere l'unica strega in famiglia significava anche far vedere alla sorella luoghi che su di lei non esercitavano più molto fascino, tanto vi era abituata. Ma Eyr adorava tutto ciò che riguardava i maghi, e adesso che aveva Violet a casa non poteva farsi sfuggire l'occasione di un giretto nella via più famosa dello shopping magico, Materializzandosi oltretutto.

<< State attente e non riportatemi quelle disgustose merendine che vi vanno star male >>raccomandò loro madre, alludendo alle Merendine Marinare Weasley, che una volta Violet aveva comprato per farle provare a Eyr, col risultato che quella aveva saltato una settimana di scuola.

In un baleno, Violet e sua sorella si ritrovarono in una larga via acciottolata circondata su entrambi i lati da negozi. In lontananza spiccava il bianco edificio della Gringott. Eyr rise dalla gioia, e Violet l'afferrò prima che potesse gettarsi a capofitto in mezzo alla folla che andava e veniva con pacchetti e oggetti strani sotto braccio.

<< Stammi vicino, una come te se si perde qui dentro non la ritrovano più >>

<< Ok >>rispose distrattamente Eyr guardandosi intorno entusiasta mentre passeggiavano e indicando ogni cosa che la incuriosiva – praticamente tutto.

Violet rise fra sé e sé, ricordando che aveva reagito nello stesso modo quando c'era stata la prima volta, e rimpiangeva che sua sorella non fosse una strega come lei, almeno per quelle cose fuori dall'ordinario che nel mondo Babbano non si trovano.

Visitarono tutti i negozi, solo perché Eyr si togliesse lo sfizio di vedere da vicino tutti gli animali nel Serraglio Stregato e farsi fare un abito su misura da Madama McClan. Gran parte della mattinata passò nel negozio dei Weasley, dove non era mai entrata, e anche Violet dovette fare uno sforzo per non comprare parecchie cose.

<< Oddio! Me la compri? >>gridò Eyr indicando un mucchietto di Puffole Pigmee che si erano avvicinate tutte al vetro della gabbia per farsi ammirare.

<< Ti ho già regalato il vestito >>disse Violet guardandole a sua volta con desiderio.<< Non posso spendere tutto il mio stipendio con te >>

<< Buongiorno, graziose signorine, a Natale prezzo speciale sugli articoli "Magia Babbana" >>annunciò George Weasley comparendo al loro fianco.

<< Sono trucchetti che conosciamo da sempre >>replicò Eyr.<< Non c'è uno sconto sulle Puffole? >>

<< Eyr! >>sibilò Violet.

George Weasley ci pensò un po' su, poi sorrise bonario.

<< Dal luccichio nei tuoi occhi deduco che non sei una strega, vero? Per te, le Puffole vengono 15 galeoni >>

Eyr guardò implorante la sorella che, senza via di scampo, portò mano al portafoglio, diminuito di volume nelle ultime ore, e quando uscirono dai Tiri Vispi Weasley Eyr stringeva in braccio una Puffola color lilla.

<< Ricordami di restare a Hogwarts, la prossima volta >>sospirò Violet.

<< Va benissimo! Così avrò la scusa per andarci! >>

Lasciarono per ultimo un bel negozietto di dolci, filiale di Mielandia, dove si sbizzarrirono entrambe e uscirono con tre buste cariche di torroncini, cioccorane e tutti i dolci dei maghi che piacevano a Eyr.

Era pomeriggio inoltrato e stava ricominciando a nevicare quando passando davanti al Ghirigoro Eyr trascinò dentro sua sorella. La libreria era silenziosa e poco affollata. Eyr iniziò a girovagare in mezzo agli alti scaffali leggendo incuriosita i titoli dei libri mentre Violet sfogliava soprappensiero il primo libro che le era capitato in mano.

Fu la voce di sua sorella a riscuoterla. Seguendola, Violet arrivò nell'ala dedicata alle Creature Magiche dove vi trovò Eyr che stava chiacchierando nientemeno che con August Purblack. Vedendola arrivare, August la salutò con gioia, come se non si vedessero da secoli.

<< Appena ho visto la signorina Eyr ho capito che eravate sorelle, vi somigliate molto >>spiegò.<< Non l'ho mai vista a Hogwarts, però >>aggiunse perplesso.

<< Violet è l'unica strega in famiglia, i Babbani li ha lasciati a me >>rise Eyr mentre la Puffola le passeggiava sulle spalle.

<< E le mostra i nostri luoghi? Molto premuroso da parte sua >>August sorrise a Violet.

<< Sì, ma è da tanto che siamo in giro >>cominciò lei, con il presentimento che, se non se ne fossero andate via subito, la giornata avrebbe preso un'altra piega.

<< Allora posso invitarvi al Paiolo Magico prima che torniate a casa? >>esclamò August senza perder tempo.

<< Magari! Non ci siamo ancora passate >>Eyr si fece subito avanti con uno sguardo che fece capire a Violet che ogni resistenza sarebbe stata inutile.

Cinque minuti dopo si sedettero tutti e tre nella grande e affollata sala del Paiolo Magico, addobbata per Natale. Eyr non smetteva di guardarsi intorno estasiata, suscitando la curiosità di August.

<< Ha lo stesso sguardo di un bambino che viene a Diagon Alley per la prima volta >>sussurrò all'orecchio di Violet.

<< Be', anche se c'era già stata non potrà mai abituarcisi >>spiegò Violet, un tantino nervosa. L'ultima cosa che voleva era che August potesse interessarsi a Eyr, ma quella era talmente presa da ciò che le accadeva intorno per pensare ad altro.

August tuttavia si comportò come una persona qualsiasi, chiacchierando e chiedendo a Violet come avesse trascorso il Natale, e lei stessa dovette ammettere che nel complesso fu un incontro piacevole. Ma, quando notò lo sguardo incantato che Eyr rivolse al loro compagno, decise che era arrivato il momento di andarsene.

<< Di già? >>protestò sua sorella.

<< Mamma e papà si staranno chiedendo dove siamo finite >>ringhiò Violet con uno sguardo eloquente, ed Eyr, a malincuore, si alzò.

August insistette per offrire loro le burrobirre e per accompagnarle nella stradina londinese fuori dal Paiolo. Era calata la notte e tirava un vento gelido. Lui tuttavia aveva l'aria di uno che si sveglia da un lungo sonno ristoratore. Con un gesto fulmineo, si inchinò prima a Eyr e poi a Violet, con un secondo baciamano che la fece arrossire.

<< Ci rivediamo a Hogwarts, allora? >>

<< Sì... e grazie, per le burrobirre >>Violet afferrò Eyr e insieme si Smaterializzarono nel corridoio di casa.

<< Wow! >>ridacchiò subito Eyr.<< Quindi quello è un professore? >>

<< Certo che lo è, non l'hai sentito quando stavamo al Paiolo? >>

<< In realtà non ricordo nulla di quello che ha detto >>rispose Eyr, confusa. Scosse la testa e guardò Violet con un sorriso furbo.<< È carino, eh? >>

<< E tu sei la rovina dei miei risparmi! >>ribatté Violet, e fu sollevata quando loro padre venne ad accoglierle, imbronciato che avessero fatto così tardi.

Nei giorni che seguirono Violet riuscì a dimenticare l'incontro con August, occupata com'era a passare quanto più tempo poteva con la sua famiglia e gli amici. Ma la sera del primo gennaio arrivò anche troppo presto.

Violet stava finendo le valige e intanto cercava di afferrare la Puffola che stava tentanto in tutti i modi di rintanarsi nella sua borsa quando sua madre comparve sulla porta.

<< Violet, sei pronta? >>chiese trovandola che emergeva da sotto il letto con la Puffola, stretta fra le mani, che provava a liberarsi a morsi.<< Hai fatto? Ti sono venuti a prendere >>

<< Come "mi sono venuti a prendere"? >>sbottò Violet.

Eyr irruppe nella stanza, eccitatissima.

<< È quell'August! >>Prese impaziente la Puffola per permettere alla sorella di risistemarsi.<< Ha detto che ti accompagna lui a Hogwarts >>

<< Non ci credo! >>esclamò Violet senza fiato. Afferrò il baule e la borsa e scese di volata nel salone del piano terra, dove vi trovò August e suo padre che conversavano abbastanza civilmente.

Violet avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere la propria faccia in quel momento. August aveva la solita aria gentile e rimase in disparte mentre lei salutava Eyr e i genitori, ancora rigida per lo stupore. Poi, August si offrì di portarle il baule.

Una volta che ebbero messo qualche metro fra loro e la casa, Violet si preparò a fronteggiarlo.

<< Perché è venuto? >>

<< Non avevo niente da fare, e gli studenti sono tornati quasi tutti >>August le rivolse uno sguardo sorpreso e dispiaciuto.<< Volevo farle una cortesia, tutto qui >>

Violet tornò a guardare davanti a sé. Una macchina li superò mentre continuavano a camminare nel viale deserto.

<< E come torneremo? >>

August studiò le case che li circondavano. Molte erano illuminate, ma non c'era nessuno a guardare fuori dalla finestra, così estrasse dalla tasca un semplice astuccio e ne porse l'estremità a Violet.

<< L'altro giorno non ho potuto dirglielo, ma penso che non abbia più nulla da temere da me. Quando le ho detto che mi sento attratto da lei non volevo spaventarla. Mi farebbe piacere se tornassimo a chiacchierare come prima >>

Violet annuì con un gesto secco e si concentrò sull'astuccio: sentiva già quell'alone di fascino che emanava August aleggiarle attorno.

<< Mancano pochi secondi >>disse lui, e aveva appena finito di parlare che la Passaporta si attivò trasportandoli direttamente sulle scale di pietra di Hogwarts.

Il portone di quercia era spalancato per lasciar entrare gli ultimi ragazzi che stavano rientrando dalle vacanze. Molte teste femminili seguirono August, ignorando Violet, ma nella confusione nessuno volle curarsi di loro.

In quei giorni d'assenza le cose non erano cambiate affatto. Vitious cercava di raggiungere la Sala Grande andando controcorrente, e Pix sorvolava la folla con aria annoiata, controllato a vista da altri professori.

Arrivati a fatica in cima alla scalinata di marmo dove il torrente di studenti si disperdeva, Violet afferrò l'altra maniglia del baule.

<< Da qui posso fare da sola >>

August aprì bocca per ribattere, ma lei non gliene diede il tempo e si mise in coda dietro ad un gruppetto di Tassorosso. Quando passò accanto a Piton gli sorrise con la massima disinvoltura, ma lo sguardo che lui le rivolse le fece capire che li aveva visti sin dal momento in cui avevano varcato il portone di quercia. Violet ebbe l'istinto di dire qualcosa, ma Piton era già tornato a controllare la Sala d'Ingresso e a lei non restò altro da fare che lasciarsi trascinare via dalla fiumana di ragazzi.


 

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Capitolo 15
*** La festa ***


L'atmosfera delle feste ancora si aggirava fra gli studenti, che seguivano senza alcun interesse le lezioni fatta eccezione quelle di Difesa dove Piton non ammetteva distrazioni. Violet da parte sua tentava di farli lavorare, visto che lo stesso Vitious sembrava avere la testa ancora in vacanza.
Le lezioni erano ricominciate solo da pochi giorni quando la notizia che il Club dei Duellanti avrebbe riaperto risvegliò tutti dal torpore. Come al solito, Violet cercò di dileguarsi prima che Will o addirittura August venissero a cercarla e a trascinarcela a forza.
August poteva anche dire che sarebbe riuscito a controllarsi davanti a lei, ma il problema era che Violet aveva scoperto di essere fin troppo sensibile al suo fascino di vampiro. Se avesse abbassato la guardia sarebbe diventata una preda facilissima, e diventare un vampiro non rientrava fra i suoi interessi. Fu per questo che evitò accuratamente di presentarsi al Club, anche perché sapeva che Piton ci sarebbe andato per controllare August. Nonostante la faccia che aveva fatto quando l'aveva vista tornare con lui, Piton si era comportato come nulla fosse, o almeno così sembrava a lei, dato che non ci furono occasioni per stare insieme più di cinque minuti.
Insomma, Violet avrebbe anche potuto dire che era tornata la normalità se non avesse avuto la certezza di attirarsi la sfortuna da sola, in quel modo, visto che ogni volta che sembrava esserci un attimo di pace succedeva qualcosa.
Era pur vero che durante le vacanze le studentesse avevano sviluppato un interesse, se possibile, ancora più grande per August, col risultato che, ogni volta che incrociava un gruppo di ragazze, Violet lo sentiva nominare almeno due o tre volte. Fortuna che ci pensava Piton a tenerlo d'occhio al Club, o si sarebbe sentita in dovere di andare a vedere di persona. Ma le lezioni di Incantesimi erano tornate al loro ritmo sfrenato che la stancava più di prima, tanto che, anche volendolo, Violet non avrebbe mai potuto restare sveglia oltre le undici di sera.
E infatti, una notte di metà gennaio fu svegliata da un martellare pressante alla porta che quasi le fece prendere un colpo. Bacchetta alla mano, Violet aprì di uno spiraglio, e la porta fu spalancata scaraventandola dentro e lasciando entrare due figure che si affrettarono a richiudersela dietro.
<< LUM...! >>
<< Zitta! >>
Una mano corse a tapparle la bocca e un'altra a bloccarle il polso. Violet prese a scalciare, ma poi riconobbe la voce di Will nel buio.
<< Shhh! Sta passando Piton. Se ci becca ci fa fuori! >>
Violet si calmò e tese le orecchie. Le parve di sentire dei passi frettolosi sorpassare la camera e allontanarsi nel corridoio. Attesero un'altra manciata di secondi, poi una nuova voce mormorò: << Lumos >> e Violet finalmente vide Will, che ancora la teneva bloccata, e il suo amico Michael.
<< Scusaci >>mormorò Will lasciandola andare,<< ma questa era la stanza più vicina >>
<< Che cavolo ci fate in giro a quest'ora? >>sibilò Violet, la voce ancora impastata dal sonno.
<< Avevamo organizzato una festa nella Stanza delle Necessità, ma a metà strada abbiamo incrociato Piton  >>spiegò Michael guardando incuriosito la stanza.
<< E non potevate farla nella Sala Comune? >>
<< Ci sono anche ragazzi delle altre Case >>Will appoggiò l'orecchio alla porta, concentrato.<< Aspettiamo un altro po', forse si è appostato alla fine del corridoio e ci sta aspettando >>aggiunse con un brivido.
<< Non se ne parla nemmeno! Adesso uscite e ve ne andate alla vostra stupida festa! Non voglio essere coinvolta >>sbottò Violet.
<< Ce ne andiamo, ce ne andiamo. Dacci solo un minuto >>
Violet sbuffò, ben sapendo che, sul piano fisico, non sarebbe riuscita a prevalere visto che Will e Michael insieme formavano un armadio a quattro ante. D'un tratto, sul volto di Michael comparve un'espressione allarmata.
<< E le altre? >>sussurrò a Will.<< Alyssa, Marika e Susan? >>
Will gli restituì lo sguardo.
<< Cavolo! Erano con noi! Dove si saranno nascoste? Se Piton le scopre sospenderà tutta Hogwarts! >>
Entrambi guardarono Violet, che capì al volo.
<< Scordatevelo! Non ci vengo a cercarle! Magari si sono nascoste in qualche aula >>
<< Ti prego, se Piton vede te puoi sempre dirgli che hai sentito un rumore e sei andata controllare >>la supplicò Will.
<< Ho detto no! Quanto ci scommettete che quelle tre sono già arrivate nella Stanza delle Necessità? >>
<< Non sopravvalutarle >>replicò Michael.
Will aprì cauto la porta e sbirciò fuori, poi fece gesto di via libera, e Michael trascinò Violet dietro di loro, senza alcuno sforzo e ignorando le sue proteste.
<< Giuro che faremo tutto quello che vuoi, ma aiutaci e riprenderle o saremo tutti nei guai >>sussurrò.
<< Be', non mi state lasciando molta scelta >>ribatté Violet irritata, strofinandosi le braccia per scaldarsi ora che aveva lasciato il caldo della sua camera.<< Dove le avete viste l'ultima volta? >>
<< Al piano di sotto >>rispose Will precedendoli con passo felpato.<< Che facciamo? Andiamo tutti lì? >>
<< Voi andate >>tagliò corto Violet,<< le cercherò io, e se invece sono già alla festa mandatemi un messaggio >>
Pazzo di gioia, Will le diede un bacio sulla guancia e corse via insieme a Michael. Per tutta risposta, Violet diede un calcio ad un povero vaso innocente che si trovava nel corridoio, e andò a cercare la rampa di scale più vicina.
"C'è sempre quell'Alyssa in mezzo, ma possibile?" pensava senza curarsi di non fare rumore. "E tutte queste feste che fanno! Ci credo che a lezione crollano!"
Setacciò da cima a fondo tutto il secondo piano, ogni traccia di sonno svanita mentre borbottava tra i denti tutte le maledizioni che riusciva a concepire.
Aveva appena deciso di tornarsene a letto quando percepì voci lontane. Tese le orecchie e con un tuffo al cuore distinse voci femminili giovani. Violet si avvicinò a passo di marcia, pronta a far prendere ad Alyssa e alle sue amiche un bello spavento.
<< Davvero, professore, non riuscivamo a dormire. È per questo che siamo venute qui a prendere un po' d'aria fresca >>stava dicendo Alyssa.
<< Signorine, risparmiatevi ogni sforzo della vostra fervida fantasia e ditemi dove sono gli altri >>disse August.
Le tre Serpeverdi trattennero il respiro.
<< Altri? >>ripeté Marika.<< Crede che volessimo vederci con qualcun altro? >>
<< Noi stavamo per tornarcene a letto >>aggiunse Susan.
<< Certo, dopo essere arrivate fin qui senza il minimo rumore >>completò sarcastico August.
<< Be', Hogwarts di notte è così affascinante >>replicò Alyssa con voce morbida.
Calò un silenzio palpabile, e Violet ebbe un fremito involontario. Svoltò l'angolo dal quale era rimasta ad ascoltare, facendo trasalire le tre ragazze che sbatterono le palpebre guardandosi stordite.
<< È ora che ve ne torniate davvero a dormire >>disse tranquilla.<< Ci sono altri professori in giro, e vi garantisco che se vi trovano non saranno clementi come noi >>
Alyssa, Marika e Susan si scambiarono un ultimo sguardo prima di obbedire. Una volta che il rumore dei loro passi fu scomparso Violet tirò un sospiro di sollievo.
<< Meno male che è riuscita a convincerle >>esordì August.
Violet lo guardò con occhi di fuoco.
<< Perché io non ero impegnata a incantarle >>
<< Non è colpa mia se quelle ragazze sono delle civette >>replicò sereno lui.
<< Le stava incoraggiando! Con quella sua aria da uomo misterioso che sa che piace a molte studentesse. Se proprio non riesce a controllarsi eviti di incontrarle! >>
<< Non sono io quello che dovrebbe restare nel proprio Dormitorio. Ho sempre vagato di notte e non smetterò per paura di incontrare dei ragazzini che vanno a spasso >>rispose August, ora molto più infervorato.<< E lei? Pattuglia i corridoi in pigiama? >>
<< Stavo... >>cominciò Violet, ma si interruppe prima di tradire Will e gli altri.<< Ho sentito dei rumori e ho pensato di andare a controllare >>
August sembrò crederle. Si affacciò ad una finestra, la fronte aggrottata, poi disse:<< È uscita fuori solo quando ha pensato che le avrei attaccate, non è così? Mi ero accorto di lei da quando è arrivata >>
<< E mi ha fatto uscire allo scoperto?! >>
<< Ha fatto tutto da sola, signorina, quando Alyssa ha parlato >>
Qualcosa nel tono di August fece arrossire Violet, e lei si affrettò a precisare:<< Sono intervenuta per proteggere quelle tre e non perché... mi avesse dato fastidio l'atteggiamento di Alyssa >>
August scoppiò a ridere e la guardò divertito, ogni traccia di rabbia già svanita dal suo volto.
<< Temevo fosse gelosa >>
<< Si sbagliava >>Violet ripose la bacchetta e si guardò attorno nel corridoio vuoto.<< La lascio alla sua passeggiata, allora >>
<< Aspetti >>La voce di August le impedì di fare un altro passo. Era stata imperiosa e dolce allo stesso tempo, e Violet si sentì d'un tratto priva di energie, come se fossero bastate quelle parole a indebolirla.
<< Voglio andare a dormire >>disse, e si stupì di quanto esausta suonava la sua voce.
<< E io voglio che capisca una volta per tutte che non farei mai del male agli studenti >>disse August posandole le mani sulle spalle.<< Né a lei >>aggiunse sfiorandole la pelle del collo con le labbra.
Violet ebbe una fugace visione del loro bacio, e un tremito le percorse la schiena. Da qualche parte remota della sua testa una vocina le urlò di allontanarsi.
August rialzò appena la testa e mormorò:<< Ecco, vede? Neanche un morso >>
Violet voltò il capo dall'altra parte con quel poco d'autocontrollo che le restava. August le diede un altro bacio alla base del collo, incapace di nascondere un brivido…E una luce improvvisa si riversò nel corridoio. Entrambi trasalirono e i loro respiri tornarono regolari.
August lasciò andare Violet mormorandole un'infinità di scuse, e Piton entrò nel cono di luce.
Gli bastarono gli sguardi colpevoli di Violet e August per fare due più due.
<< Ero convinto di trovare degli studenti >>disse con voce incolore, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.<< Be', vi lascio a quello che stavate facendo >>
<< Stavamo cercando anche noi degli alunni >>disse August.
<< Veramente? >>replicò Piton, mortalmente calmo.<< Non sapevo foste di turno anche voi, stanotte. O meglio, che lei fosse in giro come sempre me lo aspettavo >>aggiunse gettando un'occhiata sprezzante ad August,<< ma credevo che tu non dovessi pattugliare più, Violet >>
<< Ho sentito dei rumori, perciò sono scesa a vedere. E qui ho trovato August >>balbettò lei ben sapendo che Piton non l'avrebbe bevuta.
E infatti i suoi occhi neri scintillarono nella semioscurità.
<< Basto io per quei ragazzi >>disse, e li superò senza degnarli di un altro sguardo lasciandoli in un silenzio imbarazzato.
<< Forse è meglio che vada >>disse piano August.
Violet annuì distrattamente e fece per tornare a sua volta in camera quando, fatti appena due passi, si voltò di scatto e rincorse Piton.
<< La tua camera non si trova qui >>osservò lui una volta che Violet l'ebbe raggiunto in cima a una rampa di scale.
<< Volevo dirle che... ha frainteso, prima >>ansimò lei.
<< C'era ben poco da fraintendere >>
<< Mi creda, non è come sembra >>Ma Violet tacque quando Piton le afferrò il mento con la mano libera e lo costrinse a guardarla negli occhi.
<< Avevi detto che gli saresti stata lontana >>sibilò.<< E invece gli sei andata dritta dritta fra le braccia, pur sapendo cosa rischi. La prossima volta non verrò a salvarti >>
Violet non ebbe il coraggio di replicare neanche quando Piton le lasciò il mento, il respiro affannoso per la rabbia.
<< Ci ho provato in tutti i modi >>disse,<< a questo punto, fa' come vuoi >>
Violet lo vide scomparire nel buio delle scale. Si appoggiò al muro dietro di lei e si lasciò scivolare lentamente a terra, ancora tremante, le lacrime che iniziavano a bruciarle gli occhi.
 
Note: buona domenica a tutti! So già cosa mi direte:che palle 'sto August sempre in mezzo e Piton che non fa niente (tra l'altro, lo sto pensando anch'io XD). Ma anche stavolta è andata così, August si lascia prendere dal momento quando c'è Violet. A parte questo, vi ringrazio in anticipo perché state continuando a leggere, mi fa davvero molto piacere ^____^ Alla prossima!!!^__^ PS: mi sono accorta che il titolo non c'entra molto, se vi aspettavate una vera festa vi chiedo scusa...però vi assicuro che alla fine Will e gli altri hanno festeggiato fino all'alba u___u





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Capitolo 16
*** Chiamiamoli... incidenti sul lavoro ***


Note: un giorno di pioggia August e Piton incontrano Violet per caso... no, aspetta, ho sbagliato storia! Ma questo cielo nuvoloso mi fa pensare a Kiss me Licia >.< Tra l'altro, qualche mattina fa mi sono ricordata che qualche annetto fa (forse anche una decina d'anni fa) iniziai una fanfic con Severus e una studentessa che, non mi vorrei sbagliare, si chiamava proprio Violet. Coincidenze? (No, si chiama fantasia limitata, cara mia). Ok, vi chiedo scusa per avervi fatto perdere tempo, vi lascio al nuovo capitolo e mi raccomando continuate a seguirci (manca poco alla fineeeeee!) ^___^



La stagione delle verifiche aveva ripreso il consueto ritmo, e anzi adesso che le feste erano finite i test venivano assegnati con una cadenza quasi quotidiana, tanto che il livello di stress fra gli studenti stava raggiungendo nuovi picchi.
I ragazzi ormai approfittavano sempre più delle lezioni di Incantesimi per lamentarsi con Violet e chiederle consigli, e anche Will da qualche tempo era diventato suscettibile.
<< Che faranno quando avremo i Mago?! Non ci faranno neanche dormire! >>esclamò un pomeriggio scagliando via la penna d'oca e abbandonandosi sul tema di Trasfigurazione.
<< Pensa che per te sono gli ultimi sforzi >>lo incoraggiò Violet sfilandogli da sotto il rotolo di pergamena per controllarlo.
<< Meno male! Però mi mancherà il Club. Purblack è in gamba, anche se se la tira >>Will rialzò la testa.<< Però questa settimana non ci sono stati incontri >>aggiunse perplesso.
<< Purblack vorrà lasciarvi le sere per studiare. A proposito, fra poco comincia Incantesimi. E qui >>concluse Violet restituendogli il tema,<< ti sei confuso: per cambiare forma alle orecchie devi fare un movimento rotatorio >>
<< Grazie! >>esclamò Will correggendo in fretta e sbrigandosi a seguirla.
Il resto della classe era già arrivato ma nessuno aveva voglia di ascoltare Vitious, che tentava di riportare il silenzio.
<< Dovranno stare attenti oggi, con l'Everte Statim >>disse a Violet. Si rimboccò le maniche e sparò in aria qualche petardo leggero, e i ragazzi s'azzittirono.<< Disponetevi in coppie. Oggi vedremo se avete assimilato l'Everte Statim. Useremo dei cuscini perché l'urto è molto potente. Concentratevi! >>
I Grifondoro e i Serpeverde si divisero in coppie, ma Alyssa Potier si fece avanti senza partner, così Vitious l'accoppiò con Violet. Le due si guardarono solo per un secondo prima che Alyssa sollevasse la bacchetta.
Al segnale di Vitious ci fu un coro di << Everte Statim >>
Come gli altri, Violet fu sbalzata a terra. L'incantesimo di Alyssa era stato così forte da farla rotolare oltre il cuscino. Si rialzò massaggiandosi la testa. Alyssa cercò di trattenere un sorrisino e Violet dovette anche ascoltare Vitious farle i complimenti.
<< Questo lo userò la prossima volta al Club, che ne dici, Rosenao? >>esclamò Alyssa mentre si sistemavano per il secondo turno.
<< Fa' pure >>replicò Violet indifferente. Non le era sfuggito lo sguardo malizioso dell'altra, ma se Alyssa pensava d'ingelosirla si sbagliava di grosso. Lei e Purblack si evitavano da giorni da quella notte, e Violet non si pentiva affatto di quella scelta. Il problema era che, adesso che sapeva che August era un vampiro, temeva potesse perdere il controllo con gli studenti soprattutto visto il fascino che, consapevolmente o no, esercitava su molti di loro.
Al termine della lezione Violet era letteralmente ammaccata. A cena continuava a percepire lividi su tutta la schiena tanto che non riusciva a sedersi per bene, e quando lo spiegò alla Sprite quella le suggerì di chiedere una pomata in infermeria. Violet non se lo fece ripetere due volte; andò da Madama Chips… solo per scoprire che non aveva nulla per toglierle i lividi.
<< La tua partner non ha una buona mira, visto che non hai centrato il cuscino neanche una volta >>commentò esaminandoli.
<< Sì, me ne ero accorta >>replicò Violet risistemandosi il maglioncino.
<< Il professor Piton avrà comunque qualcosa >>continuò Madama Chips.<< Va' da lui >>
Richiusasi la porta dell'infermeria alle spalle Violet restò nei paraggi, indecisa. Da quando Piton l'aveva sorpresa con August non avevano più parlato, né lei aveva il coraggio di guardarlo anche se, in qualche sprazzo di lucidità, si diceva che tutti quegli scrupoli erano inutili. Non doveva mica rendere conto al suo ragazzo. Ma il pensiero che Piton era convinto che le piacesse farsi affascinare da August la faceva stare peggio.
Una nuova, intensa fitta alla schiena la strappò a quei pensieri. Non aveva molta scelta: se voleva dormire avrebbe dovuto chiedere davvero aiuto a Piton.
Fu con passo di lumaca che arrivò al suo ufficio. Bussò, senza ottenere risposta. Sapeva che Piton non poteva stare in Sala Grande, l'aveva visto andar via prima di lei... Magari era già andato a dormire.
"Sì, ma dov'è che dorme uno come lui?"
Nei sotterranei non c'erano molti luoghi e, anche se vi aveva passato sette anni, Violet non aveva la più pallida idea di dove potesse trovarsi la stanza di Piton. Prese a vagare per corridoi stretti e umidi, e quasi quasi cominciava ad abituarsi alle fitte che le davano i lividi quando riemerse su una rampa di scale dove si trovava una sola porta, diversa da quella delle aule. Prese un bel respiro e bussò.
"Lo sapevo!" si disse, arresa, quando Piton le venne ad aprire e strabuzzò gli occhi nel ritrovarsela davanti.
<< Ha qualcosa per curare lividi? Dittamo o altro? >>chiese subito lei.
<< Che ti sei fatta? >>
<< Chiamiamoli incidenti sul lavoro >>
Piton la squadrò per un istante prima di farle cenno di entrare. Stupita, Violet lo seguì in un'anticamera con un camino scoppiettante e qualche poltrona al centro, i muri coperti da basse librerie sulle quali erano posati barattoli di varie dimensioni. Piton ne prese uno senza esitazione.
<< Allora >>disse voltandosi verso di lei,<< dov'è che ti sei fatta male? >>
<< Alla schiena, ma posso fare da sola >>s'affrettò a dire Violet.
Inutile dire che Piton alzò il sopracciglio e fece finta di non aver sentito.
<< Siediti >>
<< Ma... >>
<< Non hai motivo di vergognarti >>la interruppe lui imperturbabile.<< Se durante un combattimento ti ferissi in un punto che in genere non mostri e l'unico a poterti curare fosse un uomo cosa faresti? >>
<< Che razza di paragone >>borbottò Violet, e si sedette su una poltrona.
Piton svitò il barattolo.
<< Il maglione >>sbuffò.
Se non fosse stata voltata di spalle Violet non avrebbe mai saputo come nascondere il rossore che le imporporò le guance mentre alzava il maglioncino e Piton si chinava ad esaminare le ecchimosi. Con un brivido, sentì la sua mano spalmarle delicatamente una sostanza fredda, e immediatamente il dolore si alleviò.
<< Potevi stare più attenta >>
<< O forse avrei dovuto atterrare su un materasso invece che su un piccolo cuscino >>
Piombò il silenzio. Violet tentava di restare impassibile, e in realtà non fu tanto difficile ora che il fastidio procuratole dai lividi andava scemando. Era l'intera situazione ad atterrirla, però. Piton non disse altro e lei si chiedeva se fosse il caso di iniziare una conversazione. E su cosa, d'altronde? Vista la reazione di Piton l'ultima volta che erano stati tanto vicini forse era meglio evitare rischi. Dopotutto, si dice "Non stuzzicare il can che dorme", no?
<< Sei contenta del tuo lavoro? >>le chiese senza preavviso Piton.
<< Cosa? Ah sì, è molto più gratificante che stare con la Pince >>rispose Violet senza pensarci.<< Cioè, ci sono più cose da fare... >>
<< Lo so >>Dal tono, sembrava che Piton avesse sorriso.<< Ma se vorrai continuare con Incantesimi dovrai indossare un'armatura, o ti ritroverai così conciata dopo ogni lezione >>
<< È così grave? >>
<< Be', finora ho contato sette lividi >>
“Complimenti, Alyssa” pensò amaramente Violet.
<< Posso chiederle una cosa? >>
<< Mh-mh >>
<< Quando ha iniziato a insegnare le è piaciuto subito il suo lavoro? >>
<< Sì, in fondo avevo sempre voluto farlo. Silente lo sapeva, e fu anche per questo che mi diede quest'opportunità, a prescindere dal fatto che fosse una copertura per l'Oscuro Signore >>Piton tacque un attimo, poi aggiunse con voce più cupa:<<  Non seguire mai chi ti ammalia, potresti ritrovarti a fare cose di cui ti pentirai a vita >>
<< E lei dovrebbe smetterla di rimproverarsi >>aggiunse Violet.<< Quel che è fatto, è fatto >>Avvertì la mano di Piton fermarsi per una frazione di secondo, ma forse fu solo una sua impressione perché riprese subito a massaggiarle un livido particolarmente ostico.
<< Finito >>
Violet si ricompose e lo ringraziò. Si sentiva rinata.
<< Vai al Club? >>le chiese Piton con noncuranza mentre lei si alzava per andarsene.
<< Non ci vado più da tempo, mi basta Incantesimi >>rispose lei tentando di suonare serena.<< E da qualche sera non ci sono più incontri >>
Un lampo di comprensione balenò negli occhi di Piton, che comunque si avvicinò alla porta senza un’altra parola.
<< Voleva che gli stessi lontana >>disse piano Violet, ben sapendo che Piton avrebbe colto subito l’allusione.
<< Se non l'avessi ancora capito, le giovani sono le prede preferite dai vampiri. Secondo te perché controllo le sue lezioni? >>replicò subito Piton.<< E sì, volevo questo. Purblack forse si controllerà con le studentesse, ma tu non sei né una studentessa né un'insegnante. Non ha motivo di farsi scrupoli con te. E infatti non mi sbagliavo >>concluse con voce più tagliente.
Violet arrossì indignata e imbarazzata insieme.
<< Quella notte non è successo niente >>disse.<< Ci eravamo davvero incontrati per caso >>
<< E sempre per caso ti sei ritrovata fra le sue braccia? >>esclamò Piton di getto. Violet tacque e anche lui attese qualche secondo, come per volersi calmare, e disse, ora con tono più distaccato:<< In realtà questi non sono affari miei, non sei una studentessa e perciò non sono tenuto a proteggerti. Se vuoi vederlo fallo, non preoccuparti di quello che potrei pensare o dirti >>
Piton aveva colto nel segno, ma non aggiunse altro, limitandosi ad aprire la porta. A Violet non restò altro da fare che andarsene.
Quella notte dormì malissimo e quando scese per la colazione il giorno dopo, in una mattina tempestosa, si sentiva più stanca e demoralizzata di quanto potessero sentirsi gli studenti in tempo d'esami.
Arrivata nella Sala d'Ingresso la trovò affollatissima. I ragazzi si accalcavano attorno alla bacheca, mormorando. Probabilmente erano stati ripristinati i fine-settimana a Hogsmeade, ma dalle facce dei ragazzi doveva trattarsi di qualcosa di più serio. Incuriosita, Violet si avvicinò per leggere e riuscì a farsi largo in mezzo ad un gruppo di alti Corvonero del quinto anno. C'era un unico avviso, e non parlava di Hogsmeade:A seguito delle dimissioni dell'insegnante, gli incontri del Club dei Duellanti verranno sospese fino a data da decidere.
 
 

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Capitolo 17
*** Solo un caffè ***


Note: son tornata! XD Be', mi sono resa conto che l'appuntamento con Violet&Co. è diventato settimanale per la vostra gioia XD Cosa succederà ora che il bel (e sfacciato, direi) vampiro se ne è andato? Leggete e commentate! Io, come sempre, vi ringrazio già adesso! Buona lettura!^____^


Le porte delle aule tremavano, fumi inaspettati aleggiavano nei corridoi, parole incomprensibili riempivano l'aria, come accadeva in un giorno qualsiasi a Hogwarts. Violet schivò un cancellino richiamato da un Tassorosso del quarto che si stava esercitando con gli Incantesimi d'Appello col resto della classe. Un tuono vicino fece tintinnare i vetri alle finestre mentre la pioggia batteva, incessante da quasi un mese.
Quando la lezione finì Vitious spedì Violet a restituire un manuale in biblioteca e lungo il tragitto la ragazza incontrò Will, trafelato.
<< Devo trovare un libro sulle Trasfigurazioni umane-animali, pare siano molto richieste ai Mago >>esclamò mentre si facevano largo a fatica in mezzo alle centinaia di studenti.<< Ormai studiamo e basta, non c'è neanche il Club a distrarci >>
Violet annuì senza replicare. Ogni tanto Will si lamentava ancora della soppressione del Club dei Duellanti, dopo che August se ne era andato senza alcun preavviso. A Hogwarts erano circolate le voci più disparate sul motivo delle sue dimissioni, ma solo la McGranitt pareva conoscere quelle reali. Quali che fossero, però, Alyssa Potier non si era fatta scrupoli nell'ipotizzare che Violet fosse coinvolta.
<< Avrà dato troppo fastidio a Purblack, così lui se n'è andato >>sussurrò un giorno incrociandola in un corridoio nello stesso momento in cui passava la Preside, così che Violet non poté farla tacere con una bella maledizione. Fortunatamente però, la fantasia degli studenti di Hogwarts era talmente vasta che l'ipotesi di Alyssa suonava così banale da essere presto dimenticata.
Ciò non toglieva che Violet stessa non riusciva a spiegarsi la decisione di August. Will e molti altri si erano lamentati della chiusura del Club, e Will era ancora più contrariato dall'indifferenza che mostrò Violet.
<< Va bene che non ci andavi più, ma Purblack era davvero in gamba! >>
<< Cosa pretendi? Che entri in depressione perché se ne è andato? >>sbottò Violet, stanca di parlare sempre di quell'argomento.<< Neanche a dire che fosse una materia d'esame, con o senza il Club avreste comunque usato la magia >>
<< Non è questo il punto >>fece il biondino, impaziente,<< era un modo per sfogarci e migliorare. Non sai quanti sono diventati bravi grazie a Purblack >>
<< A me sembra che vi sfoghiate anche da Vitious, visto che l'altro giorno avete quasi distrutto la lavagna >>osservò Violet.
Will sbuffò, deluso che Violet non condividesse il suo dispiacere, ma quando si ritrovarono davanti a Madama Pince fu talmente occupato a farsi cercare il libro di Trasfigurazione che si dimenticò del Club.
E poi, rifletté Violet in quei giorni, non era vero che la partenza di August la lasciava indifferente, era solo che non voleva parlarne troppo per evitare altre chiacchiere. Più che altro si era concentrata su Piton, che non aveva avuto reazioni visibili, ma Violet poteva giurare che fosse contento – o almeno meno acido – ora che non doveva più tenere d'occhio un vampiro.
<< Scusa, potresti aiutarci? >>
Violet si voltò. Stava passeggiando per i corridoi quando un Corvonero del primo anno si era affacciato dall'aula di Difesa e la guardava supplichevole.
<< Potresti spiegarci la fattura contro i Folletti Marini? Non l'abbiamo capita molto, e Piton voleva che gliela mostrassimo oggi >>spiegò il bambino.
<< Certo >>Violet lo seguì in aula, dove i Corvonero e i Grifondoro tirarono un sospiro di sollievo quando lei iniziò a mostrare come eseguire la fattura.
<< Quindi dovete fare questo movimento, simile a una stoccata... un po' più veloce... ok, e tenete sempre gli occhi sull'obbiettivo >>
<< Grazie! >>esclamarono i ragazzini, grati, ma il sorriso scomparve presto dai loro volti. Violet si raddrizzò e si girò verso la porta, dove trovò Piton.
<< Volevano qualcuno con cui esercitarsi prima che lei arrivasse >>si affrettò a spiegare.
Piton non batté ciglio, ma tanto bastò per far tornare gli studenti ai loro posti e far capire a Violet che era ora d'andar via.
Tutto sommato, la vita era tornata tranquilla: i ritmi erano sempre frenetici ma adesso Violet non doveva più preoccuparsi d'incrociare August nei luoghi e nei momenti meno opportuni. Anche il tasso di uscite notturne era calato, a detta di Will, visto che le ragazze non potevano più sperare di imbattersi in August. Ma il motivo era anche un altro: la McGranitt aveva ripristinato i finesettimana a Hogsmeade, quindi gli studenti poterono tornare a godersi ore spensierate di giorno e lontano dal castello. Senza contare che San Valentino si stava avvicinando e molti già facevano progetti.
<< Sai, ora che ci penso è un bene che Purblack se ne sia andato >>disse un giorno Will.<< Le ragazze si sono ricordate che esistiamo anche noi! Ma che aveva quello lì per piacere così tanto... >>
<< Chissà >>fece Violet con voce neutra.<< Anche tu organizzi qualcosa per il quattordici? >>
<< Sì >>Inaspettatamente, Will arrossì.<< Mi vedo con una ragazza di Grifondoro >>
<< E chi è? >>
<< Natalie del settimo anno >>rispose Will facendosi bordeaux.
<< Mmm, è in gamba... Però se i Serpeverde e i Grifondoro iniziano a mettersi insieme non so proprio dove andremo a finire! >>
<< È solo un appuntamento >>ribatté Will con un filo di voce. Violet la smise di tormentarlo.
Le parole dell'amico però le rimasero impresse mentre incrociava gruppetti di ragazze su di giri in vista di San Valentino, tutte ansiose per cosa avrebbero indossato, dove sarebbero andate e se era meglio regalare i Cioccalderoni Bollenti o i Fagottini di Cuori. E i ragazzi finalmente erano tornati a occupare un posto fisso nei loro pensieri.
<< Questo è sempre un periodo critico >>commentò Madama Bumb il venerdì sera in sala professori, sfogliando svogliatamente il Settimanale delle Streghe.<< Filtri d'Amore e Incanti Dolci dappertutto >>
<< Anche fra le squadre di Quidditch >>aggiunse Piton con una smorfia.<< Stamattina ho sequestrato alla nostra Cacciatrice un sacchetto di Cioccalderoni pieni di Amortensia >>
<< Quanto sono sconsiderati >>Madama Bumb scosse la testa e lanciò uno sguardo di sottecchi a Violet, come se si aspettasse un comportamento simile anche da lei. Violet le restituì un'occhiata innocente e tornò a sistemare i registri di Incantesimi. Dopo un po', la professoressa si stancò del giornale e decise di andare a dormire.
<< Fatto >>sbuffò Violet riponendo anche l'ultimo registro.
<< Vai a Hogsmeade, domani? >>le domandò Piton alzandosi a sua volta.
<< Mi piacerebbe, ma dovrei andarci da sola >>rispose lei mentre si incamminavano lungo i corridoi silenziosi.
<< Potremmo andarci insieme. Domani anche noi abbiamo il finesettimana libero >>
Violet lo guardò, sentendosi arrossire inspiegabilmente.
<< Domani è San Valentino >>borbottò.
<< Ah. L'avevo dimenticato. Se hai già un impegno... >>
<< No no... sono liberissima >>s'affrettò a rispondere Violet.
<< D'accordo. Allora andiamo prima di pranzo? >>
<< Certo >>
Fu soltanto il mattino seguente, quando una calma piatta scese su Hogwarts dopo che gli studenti erano andati via, che Violet realizzò conchi avrebbe trascorso la giornata. Un panico implacabile si impossessò di lei mentre iniziava a tirar fuori vestiti su vestiti, chiedendosi cosa diavolo avrebbe dovuto indossare. Jeans e maglione? No dai, già li metteva a lezione… Ci voleva qualcosa di più adatto per quel... cos'era? Un'uscita fra amici?
"Se Piton mi considera sua amica la fine del mondo è davvero vicina" pensò Violet gettando nell'armadio un paio di jeans strappati e pieni di toppe. "Accidenti a lui! Riesce sempre a farmi venire una crisi di nervi!"
Alla fine scelse un vestito blu pervinca corredato di un cinturino argentato, giusto in tempo per raggiungere Piton nella Sala d'Ingresso. Lui come sempre indossava abiti scuri, ma sembrava molto più cortese del solito. La differenza con l'uomo delle ultime settimane era immensa: aveva davvero voglia di chiacchierare mentre scendevano a Hogsmeade, e così Violet riuscì a rilassarsi.
La neve iniziava a sciogliersi anche se l'aria restava ancora molto fredda, perciò decisero all'istante di ripararsi ai Tre Manici di Scopa. Il locale era più che affollato e rumoroso; ragazzi e ragazze andavano e venivano da un tavolo all'altro, ordinando Burrobirre e ogni specialità di Madama Rosmerta. Violet e Piton arrivarono inosservati in un angolo più isolato, anche se molti abitanti del villaggio che incrociarono salutarono Piton con calore.
Violet sorrise tra sé. Sapeva che gli stavano ancora dimostrando la loro gratitudine per quel che aveva fatto nella guerra contro Voldemort.
<< Buongiorno! >>li salutò allegramente Madama Rosmerta.<< Cosa vi porto? Oggi prepariamo la nostra Cioccolata dell'Amore, con aroma di fragola >>
<< Ehm... preferisco una crema di nocciola >>rispose Violet lanciandole un'occhiata eloquente, e solo allora la barista riconobbe Piton. Arrossì e tossicchiò, ma lui ordinò un caffè come se non avesse sentito le sue parole.
Per allontanare l'imbarazzo Violet studiò la sala. Le pareti erano addobbate con ghirlande di rose e sotto al soffitto, come una leggera nebbiolina, galleggiavano coriandoli rossi a forma di cuore. E poi, fra i tavoli gremiti di studenti, Violet intercettò lo sguardo di Alyssa, insieme a un'amica e due ragazzi. Alyssa disse qualcosa, e gli altri tre si voltarono verso Violet, che si ricordò immediatamente delle voci su di lei e August.
Madama Rosmerta tornò con la crema e il caffé, pagati entrambi da Piton.
<< Non avrebbe dovuto >>disse Violet cercando nel portafoglio.
<< Non tirar fuori neanche mezzo zellino o potrebbe essere l'ultima cosa che fai >>l'avvertì lui.
Violet gli lanciò un'occhiataccia e lasciò perdere.
<< Cosa guardavi prima? >>
<< Avevo visto una persona >>mormorò Violet. Colse gli sguardi e i sorrisetti di altri studenti. Di colpo si sentì un'idiota per aver accettato di andar lì con Piton. Adesso avrebbero anche detto che non ci aveva messo molto a rimpiazzare August...
Piton parve capire cosa stava accadendo nella sua testa. Si guardò intorno con assoluta nonchalance e fulminò tutti quelli che li stavano osservando. Come se ci fosse stato un silenzioso passaparola, i ragazzi decisero di ignorarli.
<< A Hogwarts ci sono sempre stati pettegolezzi >>disse Piton, calmo,<< ma ti assicuro che non circoleranno voci distorte su oggi >>
<< Non mi preoccupavo di quello >>mentì Violet.
Piton ghignò da dietro la sua tazza fumante di caffè.
<< E fai bene: non c'è nulla di strano se due insegnanti passano qualche ora insieme >>
Violet alzò lo sguardo stupita.
<< Ti ho osservato, l'altro giorno: eri così serena mentre spiegavi a quei ragazzi >>aggiunse lentamente lui.<< E sei riuscita a far entrare nelle loro teste la fattura contro i folletti in pochi minuti! >>
<< Non ho fatto nulla di grandioso >>
<< Quello che volevo dire è che potresti continuare come insegnante a tutti gli effetti >>
<< Parla sul serio? >>
<< Rosenao, se volessi prendermi gioco di te lo farei tranquillamente a scuola >>ribatté Piton.
<< Un semplice "sì" sarebbe bastato >>rispose Violet, ma sorrise.
Il pomeriggio volò più in fretta di quanto Violet si sarebbe aspettata. Usciti dal pub passeggiarono nelle viuzze che ricordavano un bel paese ancora nel periodo di Natale, con i lampioni coperti da una leggera brina e la neve ammucchiata ai lati delle strade. Molti studenti avevano iniziato a tornare al castello quando Violet e Piton si sedettero su una panchina nella piazza, che offriva una bellissima visuale di Hogwarts.
Osservandola, Violet sentì svanire lo stress degli ultimi tempi.
<< Resterei qui per tutta la vita >>mormorò.
Piton seguì il suo sguardo e sorrise.
<< Hogwarts è perfetta se non hai un posto in cui tornare >>
<< Lei non ha mai pensato di lasciarla? >>
<< L'alternativa è una casa che odio da quando ero piccolo. Qui a Hogwarts è cominciato tutto, e ho molti bei ricordi. Ci ho sempre vissuto... e ora che ci penso, ci sono quasi morto >>
Violet lo guardò con la coda dell'occhio. Piton era ancora concentrato sul castello.
<< E non ha nessuno da cui tornare? >>chiese lei a voce bassa, come temendo di farsi sentire.
<< E tu? Preferisci restare qui invece che trovarti un ragazzo fuori da Hogwarts? >>
<< A molta gente è capito di trovare l’amore qui >>ribatté Violet, un po’ piccata.<< Non eviti la domanda, però >>
Piton sorrise amaramente.
<< Pensi sul serio che possa avere qualcuno da cui fare ritorno? Con la storia che ho chi vorrebbe avvicinarmi? >>
<< Ma ha dimostrato a tutti che è sempre stato dalla nostra parte! >>
<< Sì, dopo aver provocato la morte della donna che amavo >>replicò Piton senza enfasi, decidendosi a guardarla, e a Violet si strinse il cuore nel vedere il suo volto attraversato dal dolore.
<< Mi dispiace >>sussurrò,<< non volevo essere indiscreta >>
Piton si raddrizzò e la guardò come se l'avesse riconosciuta solo in quel momento.
<< Non sei indiscreta >>borbottò.
Gli ultimi studenti stavano risalendo, piccoli come puntini, la strada verso Hogwarts. Il sole era ormai tramontato e l'aria si era fatta molto più fredda e pungente. Piton si alzò.
<< Rientriamo anche noi >>
Lungo la strada per il ritorno non parlarono molto. Violet si rimproverava di aver fatto quelle domande personali e non se la sentiva di cominciare un altro discorso, e lei e Piton si salutarono in mezzo al brulicare degli studenti che tornavano nelle loro Case.





 

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Capitolo 18
*** Buon compleanno! ***


Note: a voi ogni commento ^___^



Il giorno dopo Violet si alzò ripensando all'uscita con Piton, ma il ricordo scomparve subito quando lesse il messaggio che Vitious le aveva spedito, chiedendole di sostituirlo per alcune lezioni mentre era via. Con un vago senso di panico Violet sfogliò gli appunti del professore chiedendosi di cosa diavolo avrebbe potuto parlare con gli studenti.
<< Già al lavoro? >>le chiese Will scovandola nell'aula di Incantesimi che, essendo domenica, era vuota.
<< Poi ti dico... Com'è andata ieri? >>
<< Bene >>Dalla sua voce Will lasciò trapelare una certa soddisfazione.<< Tu invece... ti sei vista con Piton? >>
<< Già lo sanno tutti? >>
<< Allora è vero?! E come mai? >>esclamò Will sedendosi di fronte a lei sulla cattedra.
<< Come mai cosa? >>sbottò Violet.
<< Come mai quest'appuntamento? >>ripeté Will, petulante.<< Mi sono perso qualcosa? Magari la notte che abbiamo dato quella festa? >>
<< L'unica cosa che hai perso è il cervello! E quella notte non ho incontrato nessuno >>
<< E da quando Purblack è nessuno? Alyssa ha detto che sei comparsa mentre chiacchieravano >>replicò Will deciso a metterla con le spalle al muro.
<< L'avevo dimenticato >>
<< Sì, vabbè... AHIA! Ma che ho detto di male? >>urlò Will massaggiandosi il braccio colpito da una fattura fulminea di Violet.
<< Nulla, ma mi stai facendo perdere tempo >>
Trascorsero alcuni minuti. Violet sfogliava con furia gli appunti di Vitious e Will si lamentava a mezza voce.
<< Ora che mi ricordo >>disse lui quando fu sicuro di essere fuori pericolo,<< ma il 22 non è il tuo compleanno? >>
<< A quanto pare >>borbottò Violet senza alzare lo sguardo.
<< Festa? >>domandò Will con voce furba e suadente.
<< Non usarmi come pretesto per un'altra festicciola >>sibilò Violet scorrendo le note sull'ultima lezione.<< Non voglio nulla, e se solo combinerai qualcosa ti riempio di fatture come quella di prima >>
La minaccia parve funzionare. Nei giorni che seguirono Will non nominò più feste e affini e Violet era talmente occupata a fare la supplente che non pensava ad altro. All'inizio aveva pensato che non sarebbe stato molto diverso dal fare l'assistente, e infatti si sbagliò di grosso. Era come se adesso i ragazzi la vedessero come una nuova Vitious, per cui la sua autorità – se mai ne aveva avuta – veniva simpaticamente ignorata e lei doveva fare una bella fatica ad attirare l'attenzione. Senza contare che molti ragazzini dei primi anni erano più sfacciati adesso che non prima; Violet dovette minacciarli con un drago in miniatura che li controllava dall'alto di una libreria per farli stare buoni.
Ma questo non le impediva di essere vittima di qualche incantesimo maldestro almeno due volte a lezione. Le supplenze la prendevano così tanto che si ricordò del suo compleanno la sera prima, quando un gufo le consegnò a cena una lettera.
<< Cattive notizie? >>le chiese la Sprite cercando di sbirciare.
Violet la guardò un po' accigliata. Da qualche tempo la Sprite era diventata molto più impicciona... o forse si annoiava soltanto, chissà...
<< I miei mi chiedono se domani festeggio il compleanno a casa >>rispose.
<< Bella idea! Tanto qui cos'hai da fare? È anche domenica... chiedilo a Minerva >>
Violet annuì e andò subito dalla Preside, che le diede il permesso di assentarsi, con la promessa che sarebbe comunque tornata la sera successiva dato che Vitious sarebbe stato ancora assente il lunedì dopo.
Tornata in camera Violet preparò frettolosamente una piccola valigia e si tuffò nel letto, ignorando gli appunti di Incantesimi in bilico sul comò.
Durante la notte le sembrò di fare una miriade di sogni strani e confusi, intrisi di ogni sorta di forme e colori come un caleidoscopio. Rimase a pensarci su anche quando si svegliò, continuando a tenere gli occhi chiusi per recuperare meglio quei sogni. E invece percepì qualcosa di estraneo attorno a lei. Le ci volle qualche secondo prima di accorgersi di un profumo morbido e sensuale che la circondava come un alone.
Violet spalancò gli occhi e balzò a sedere. Nella penombra della stanza distinse le sagome di tanti fiori sulla testiera del letto. Perplessa, con un colpo di bacchetta sollevò le tende.
<< Ma che...! >>
Mazzi di orchidee bianche e rosa, camelie bianche, non-ti-scordar-di-me, malvarosa e rose muscose correvano non solo lungo la testiera ma anche attorno al comodino, sulle mensole e lungo la porta, contornandola. L'aria era pregna dei loro profumi. Dopo essersi ripresa – e ci mise cinque minuti buoni – Violet aprì la finestra prima che tutti quegli odori le dessero alla testa.
La tenue luce del mattino si posò sulla porta, e solo allora Violet vide un biglietto posato fra i petali di un non-ti-scordar-di-me:
Spero che i fiori siano di tuo gradimento. S.P.
Una risatina nervosa le uscì dalle labbra prima che riuscisse a controllarsi. Tipico di Piton, usare giri di parole – "e giri di fiori!" - perché non riusciva a pronunciare una semplice frase come "buon compleanno".
Voci e rumori lontani scossero Violet, che si ricordò di dover tornare a casa. Scesa in Sala Grande vi trovò solo pochi studenti mattinieri fra cui Will che le consegnò un pacchetto contenente un album fotografico con la copertina stregata: le farfalle stampate sopra si muovevano con le loro ali variopinte sulla piccola superficie azzurra.
Ma al tavolo delle autorità Violet non trovò chi cercava.
<< Buon compleanno, cara! >>la salutò affettuosamente la Sprite.
<< Grazie >>Violet guardò la sedia vuota di Piton, oltre la McGranitt.<< Ehm... Sa dov'è il professor Piton? Volevo chiedergli un consiglio per una pozione prima di andarmene >>
<< È già andato via e penso che starà fuori tutto il giorno: aveva il mantello da viaggio >>
Violet sbuffò in direzione della sedia vuota, ma si concentrò sulla colazione dato che voleva tornare a casa prima possibile. Lo avrebbe ringraziato quando sarebbe tornata...
Nelle ore che seguirono riuscì effettivamente a dimenticarsi della sorpresa di Piton grazie alla festa che Eyr le aveva organizzato a casa con i suoi amici. Il tempo volò via e prima di quanto Violet avesse voluto si fecero le dieci di sera.
<< Devo rientrare a Hogwarts >>sospirò chiudendo il portone dietro l’ultima amica rimasta. Salutò i suoi e si smaterializzò davanti al cancello coi cinghiali alati.
Hogwarts era molto più silenziosa e deserta ora che non c’era più il Club dei Duellanti con le urla degli studenti che rimbombavano fino alla Sala d’Ingresso.
Violet risalì con calma il corridoio in cui aveva visto August l’ultima volta, e si arrestò con un brivido di paura. Dietro l’angolo di fronte a lei c’era qualcuno. Si avvicinò cauta e quasi urlò quando l’ombra le si parò davanti, simile a un pipistrello, e Violet pensò davvero si trattasse di August. Ma non appena l’ombra si fu spostata alla luce della luna che penetrava da una finestra, la ragazza tirò un lungo sospiro di sollievo.
<< Ti sei spaventata? >>le domandò Piton.
<< Non mi aspettavo di trovarla qui >>rispose Violet.<< Però volevo incontrare proprio lei. Ecco… >>
<< Ho scelto i fiori giusti? >>l’anticipò lui.<< Ho sentito Will che diceva che oggi è il tuo compleanno, ma non conoscendo i tuoi gusti ho scelto i fiori. A voi donne piacciono, no? >>
<< Erano stupendi >>balbettò Violet.<< Volevo dirglielo stamattina >>
<< Ho dovuto assentarmi >>Piton distolse lo sguardo, un po’ a disagio.<< Sai, ho incantato quei fiori perché non appassiscano, ma ora che ci penso il loro profumo sarà pesante. Se ti dà fastidio… >>
<< Be’, forse è un pochino forte, però a me piace >>ribatté la ragazza, sentendosi a sua volta imbarazzata.<< E’ di pattuglia anche stasera? >>
<< In realtà avevo bisogno di riflettere. E tu? Sei stata fuori? >>
<< Sì, anche se la McGranitt ha voluto che ritornassi presto. Domani ho lezione >>
<< Bene >>Sempre con quell’espressione curiosa Piton indicò il corridoio dal quale Violet era arrivata.<< Allora ci vediamo domattina >>
<< Sì… e grazie ancora! >>esclamò Violet mentre lui la superava rapido.
A metà del corridoio però vide Piton fermarsi e rigirarsi lentamente, con lo sguardo di chi sta cercando di prendere una decisione in fretta. Tornò indietro in pochi passi e Violet ebbe solo il tempo di guardare i suoi occhi scuri prima di ritrovarsi fra le sue braccia, le labbra catturate dalle sue.
Stettero così per un tempo che parve loro infinito, finché un rumore lontano non li riscosse. Col fiato un po’ corto, Piton scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio di Violet, che gli posò la testa sulla spalla, tremando così tanto che Piton la strinse più forte a sé.
<< Vieni >>sussurrò lui prendendola per mano.
Fecero una strada più lunga per la camera di Violet, concedendosi dolci pause ogni volta che i loro sguardi si incontravano, e anche quando furono arrivati attesero un po’ prima di separarsi.
Piton si chinò a sfiorare le labbra di Violet gettando un’occhiata alla stanza dietro di lei, ancora pregna del profumo dei fiori.
<< Allora >>mormorò, << buonanotte >>
Anche Violet si guardò indietro. Con un sorriso afferrò Piton per la veste e gli sussurrò all’orecchio:<< E’ ancora presto per dormire >>
 

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Capitolo 19
*** Indecisione ***


Note: buongiorno ragazzuole mie! Ho visto che avete apprezzato il passo in avanti di Sev (e direi che era anche ora che si svegliasse!), quindi vi lascio subito al nuovo cap., che, se ho fatto bene i miei calcoli, dovrebbe essere il penultimo. Detto questo buona lettura!!!^____^



Avete presente quella sensazione di incredulità quando qualcosa che desideravate finalmente accade? Sapete che è successa però una parte di voi è ancora convinta che si sia trattato di un sogno.
Fu così che Violet si svegliò, avvolta nelle sue coperte. Si mosse appena quando percepì attraverso le palpebre la luce mattutina, e capì subito che qualcosa non andava. O meglio, che qualcuno mancava.
Si mise seduta con uno scatto, di colpo sveglissima. Era sola.
“Possibile che abbia sognato?”
Chinandosi sul cuscino ogni dubbio svanì; l’odore di Piton era ancora forte, al di sopra di quello dei fiori, tanto che Violet poteva sentirselo ancora addosso.
Decise di prepararsi in fretta e scendere per la colazione. Non voleva credere che Piton avesse solo voluto divertirsi, non era il tipo… A meno che non soffrisse di sdoppiamento della personalità. Be’, quale che fosse stato il motivo per cui non l’aveva trovato accanto a sé al suo risveglio, Violet l’avrebbe scoperto. Ed eventualmente punito.
Al tavolo dei professori non c’era, cosa che fece passare definitivamente Violet dalla perplessità alla rabbia vera e propria.
<< Dov’è Piton? >>sbottò alla professoressa Sinistra che si stava alzando in quel momento.
Quella guardò l’orologio.
<< Sarà già andato in classe: sono quasi le nove >>
<< Bene >>ringhiò Violet versandosi una tazza di caffè nero. Stupida lei ad essersi alzata così tardi… e vigliacco lui che già se l’era data a gambe.
“Ma ti beccherò” promise Violet azzannando una brioche e lanciando occhiate omicide e una coppietta che si stava scambiando effusioni prima di separarsi per le lezioni.
<< Qui dentro la bocca si usa solo per mangiare! >>abbaiò, e i due piccioncini corsero fuori sotto lo sguardo accigliato degli ultimi professori rimasti in Sala Grande.
Man mano che scorrevano le ore Violet passava dall’ira all’ansia al pensiero di come avrebbe affrontato Piton. Riuscì a vederlo – e da lontano – solo a fine pomeriggio dopo che l’ultima lezione fu terminata. Violet lo individuò in mezzo a un corridoio affollatissimo. Senza pensarci due volte gli andò dietro e lo raggiunse davanti la sala professori.
Piton ostentò indifferenza mentre entravano. Violet non osò parlare davanti agli altri, così perse tempo riordinando dei libri mentre uno alla volta gli insegnanti scendevano a cena.
Piton alzò lo sguardo su di lei con l’aria di chi è stato braccato.
<< Sono un idiota >>borbottò.<< Non volevo lasciarti così >>
Violet attese. Piton prese un respiro profondo e continuò:
<< Quando mi sono svegliato, stamattina, e ti ho visto dormire mi sono sentito tremendamente in colpa. Non avrei mai dovuto farlo >>
<< Non c’è niente di sbagliato in quello che abbiamo fatto >>replicò Violet.
<< Sì, invece! Una ragazza come te merita di meglio. Un uomo più giovane, più… normale >>Piton si strofinò l’avambraccio sinistro dove era ancora visibile il Marchio Nero, poi mormorò lentamente, come se le parole gli uscissero a fatica:<< Ho amato solo una volta in vita mia, ma sono stato capace di farmi disprezzare dalla donna che amavo. E a causa mia è morta >>
<< Ma adesso è diverso >>osservò Violet.<< Allora c’era Voldemort e lei… lei ha sbagliato, ma ha imparato dal suo errore. Lei è cambiato… sono sicura che non rifarà gli stessi sbagli >>
Piton scosse la testa.
<< Non potrei mai costringerti a stare con un assassino come me. Ti conosco da una vita. Eri una ragazza pura e sei una donna pura. E io non sono alla tua altezza >>
<< Ma non mi sta costringendo!>>Violet sentì la rabbia tornare. Che razza di discorsi erano?!<<  Lei sa di essere cambiato, tutti lo sanno >>Di colpo, un dubbio atroce la pervase.<< C’è dell’altro, vero? Lei ancora ama Lily Potter. Io sono stata solo una distrazione. Poteva dirlo subito invece di dire tutte quelle belle cose >>
<< Tu non sei una distrazione! >>esclamò Piton avanzando di un passo.<< Per chi mi hai preso? Se avessi voluto distrarmi pensi che ci avrei messo così tanto a… dichiararmi? >>
<< E allora ha paura di amare >>concluse Violet sforzandosi di controllare la voce.<< O ha paura di offendere la memoria di Lily? >>
<< Sei fuori strada >>
Violet sentì i nervi crollare, ma si costrinse a mantenere la calma.
<< D’accordo >>disse piano aprendo la porta.<< Come mi ha detto lei tante volte, non posso costringerla. Le do un consiglio, però. Tagli i ponti col passato o non si godrà mai il presente >>E gli richiuse la porta in faccia.
 
Marzo arrivò e passò senza grandi novità. La vita a Hogwarts era pacifica come sempre, salvo qualche calderone fuso a Pozioni e le crisi isteriche degli studenti cui la Cooman non mancava di predire una fine atroce. Vitious era tornato, con sollievo di Violet, anche se, adesso che non aveva più la mente perennemente preoccupata per gli incantesimi maldestri dei ragazzi, lei si ritrovò a pensare fin troppo spesso alla notte passata con Piton. E questo non faceva che sballottarla tra la depressione e un bizzarro desiderio di vendetta, con l’effetto che Violet aveva preso a sfogarsi sugli allievi tanto da essere temuta – guarda un po’ – alla pari di Piton.
Intanto il Vigliacco – era il soprannome più carino che Violet gli aveva trovato – la evitava accuratamente, in sala professori e durante i pasti. Era come se l’avesse rimossa dalla memoria, come se a Hogwarts non ci fosse nessuna Violet Rosenao.
All’inizio Violet l’aveva assecondato, ma a lungo andare la cosa iniziava a diventare ridicola. Perfino gli altri professori avevano notato quel cambiamento e la stessa Sprite le aveva chiesto spiegazioni, per poi rimangiarsi ogni domanda davanti l’espressione di Violet.
<< Sai, voi donne siete davvero strane >>osservò Will un pomeriggio di metà aprile mentre Violet lo aiutava a ripassare Trasfigurazione nel porticato affollato di ragazzi che studiavano o chiacchieravano.
Lei lo incenerì con lo sguardo.
<< Cioè? >>
<< Be’, prima ci allontanate e poi vi arrabbiate perché non vi veniamo a cercare >>rispose lui scuotendo la testa.
<< Potresti essere più chiaro? >>
<< Natalie l’altro giorno mi ha quasi mandato a quel paese – e mi sto ancora chiedendo il perché – poi stamattina è venuta e mi fa “Sono secoli che non ci vediamo! Perché non mi sei venuto a cercare?” >>Will guardò l’amica con aria vagamente terrorizzata.<< E’ normale, secondo te? >>
<< Forse voleva vedere se saresti tornato da lei. Ti ha allontanato solo per metterti alla prova >>
<< Ma è da folli! >>esclamò Will, sgomento.<< Prima pensavo che ad essere strana fosse Alyssa, ma a quanto pare lo siete tutte! >
<< Non generalizzare >>sbuffò Violet reggendogli davanti uno specchio perché potesse cambiarsi meglio colore ai capelli.
<< Sì che generalizzo! Anche tu ormai non si capisce cos’hai. Ieri hai quasi affatturato Marika! >>
<< Be’, stavamo provando le controfatture >>
Will la guardò con le sopracciglia inarcate in una perfetta imitazione del Vigliacco.
<< Guarda che me ne sono accorto. Se non vuoi parlarne va bene, ma inizi a spaventarmi. Qualcuno ti ha fatto arrabbiare? >>
Violet scosse la testa e guardò i capelli di Will diventare di un bel verde lucente.
<< Per il topless di Morgana! >>urlò Will balzando in piedi mentre Violet e qualche altro ragazzo scoppiavano a ridere.<< Dovevano diventare neri! Sembro una ranocchia! >>
<< Be’, fatti baciare da Natalie, magari torni normale >>
Con un colpo di bacchetta Will risistemò il danno e si controllò allo specchio.
<< Tornando a prima >>disse rivolgendo all’amica uno sguardo terribilmente serio,<< ce l’hai con qualcuno? >>
<< Con nessuno in particolare >>rispose Violet ricomponendosi.
<< Sicura? >>
<< Will, adesso inizi a… >>Le parole le morirono in gola. Piton le stava facendo cenno di raggiungerlo dall’altra parte del porticato, dove c’era meno gente.
<< Volevo parlarti >>esordì lui. Si assicurò che gli studenti li stessero ignorando e continuò:<< Volevo che sapessi che per me quello che è successo non è stato…>>Si interruppe mentre un paio di Tassorosso li superavano di corsa.
Violet sbiancò.
<< Non mi deve alcuna spiegazione >>si affrettò a dire.<< In fondo, siamo entrambi adulti, no? >>
<< Non mi sono comportato proprio come un adulto, in questi giorni >>replicò piano Piton.<< E ci ho messo un po’ a capirlo. E tu hai tutte le ragioni per essere arrabbiata >>
Violet scrollò le spalle senza sapere cosa dire. Anzi, non sapeva da dove cominciare. La pena di replicare le fu comunque risparmiata da Piton, che sembrava intenzionato a recuperare tutte le conversazioni che non avevano avuto nell’ultimo mese e mezzo.
<< Mi hai detto >>proseguì,<< che sono ancora legato a Lily. Il mio amore per lei è grande, non lo nascondo. Ma come hai detto tu non posso vivere nel passato. Ho fatto tutto quello che ho potuto per far sì che non fosse morta invano. Adesso posso dire che non ho più nessun obbligo verso di lei >>
Violet ebbe l’impressione che ogni parte di lei smettesse di funzionare. Piton si guardò ancora intorno, imbarazzato.
<< In questi mesi mi… sono accorto di essermi affezionato a te >>mormorò tentando di recuperare l’antica impassibilità.<< Quando quel Purblack è venuto qui ho temuto per te come per qualsiasi altro studente, ma poi vedevo che continuava a starti appiccicato… e non riuscivo a sopportarlo >>Con quello che parve uno sforzo enorme, Piton tornò a guardare Violet.<< Forse è tardi, e tu hai tutti i motivi per mandarmi al diavolo ma... siamo ancora in tempo per… noi due? >>
Violet sbatté le palpebre. Il suo cuore tornò lentamente e quasi dolorosamente a battere mentre lei elaborava le parole di Piton che, da parte sua, la guardava col fiato sospeso.
Poi, come se temesse di vederlo fare di nuovo marcia indietro, Violet annuì, incapace di parlare.
Piton sorrise radioso e l’abbracciò. Le loro labbra si trovarono e il mondo attorno a loro scomparve…
Fu quando si resero conto dell’innaturale silenzio che li circondava che si separarono. Gli studenti nel portico li stavano fissando, paralizzati nel mezzo delle loro attività. L’unico rumore era il mite soffiare del vento fra le mura del castello.
<< Perché non continuate quello che stavate facendo? >>domandò Piton con voce mortifera.
I ragazzi distolsero in fretta lo sguardo, e alcuni lo fecero così velocemente da farsi male al collo, e ripresero a chiacchierare senza osare fare allusioni su quanto avevano appena visto.
Violet ridacchiò e si lasciò guidare via da Piton, verso il parco al tramonto.





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Capitolo 20
*** Mai un attimo di pace! ***


<< Non me lo sarei mai aspettato, sul serio >>commentò Piton accarezzando i capelli di Violet che gli aveva posato la testa sul petto, una sera d’inizio estate.
<< Ancora non ci credi? >>
<< Ero convinto ti piacesse Purblack. Dove c’era lui c’eri anche tu >>
<< So che potrebbe suonare banalissimo, ma ci incontravamo davvero per caso >>obiettò Violet senza sollevare la testa, lasciandosi cullare dal respiro regolare dell’altro.
<< Pensa se ti avesse morso >>disse all’improvviso Piton con voce pensosa.<< Avrei dovuto tenere d’occhio anche te, una piccola vampira maldestra che si incendia la gonna senza neanche sapere come ci è riuscita >>
<< E’ successo due settimane fa! Per quanto ancora vuoi rinfacciarmelo? >>
<<… e che quando si è alzata stamattina ha allagato metà bagno >>proseguì implacabile Piton.<< In confronto a te, Purblack è un tipo affidabile e quasi noioso >>
<< Be’, se la metti così sembro un disastro ambulante >>
<< E’ quello che ha pensato anche la vasca da bagno >>
<< Quante storie per un po’ d’ acqua in più >>bofonchiò Violet.<< Volevo sbrigarmi a far uscire l’acqua calda e mi sono fatta prendere la mano >>
Un colpetto alla porta li fece sobbalzare e Piton andò ad aprire reprimendo uno sbuffo. Violet rimase distesa sul letto ad ascoltare distrattamente la McGranitt dirgli qualcosa, concitata. Seguì una pausa. Poi Piton disse:
<< Hanno già allertato qualcuno? >>
<< Squadre Cattura-lupo sono già arrivate a Hogsmeade, dice il Ministero. Temono però che possano venire qui, come l’altra volta >>
<< Vuoi ristabilire turni di sorveglianza supplementari? >>
<< Per stanotte no: voi professori domani dovete presiedere agli esami. Ma sono fiduciosa: abbiamo difese maggiori rispetto allo scorso autunno. Volevo solo metteri al corrente >>
<< Ti ringrazio, Minerva. A domani >>
<< Cos’è successo? >>esclamò subito Violet quando Piton tornò da lei.<< Ancora lupi mannari? >>
<< E’ maleducato origliare… ma te l’avrei comunque detto >>
<< Come hanno fatto a farseli sfuggire di nuovo? >>
<< Stavolta è solo uno. E, ti faccio notare, quei lupi devono vivere liberi come chiunque altro, a meno che non facciano del male a qualcuno >>osservò Piton sdraiandosi al suo fianco.
Violet si voltò verso di lui, accigliata.
<< Come fai a essere così tranquillo? >>
<< Hai sentito anche tu Minerva: la scuola è ben protetta. Domani sarà luna piena, ma gli studente se ne staranno tutti qui fino alla prossima settimana. Perciò, il rischio che si imbattano in quel lupo è molto basso >>
Violet però non riusciva a calmarsi al ricordo di essersi trovata faccia a faccia con un lupo mannaro per ben due volte. Piton notò il suo turbamento. Le cinse la vita con le braccia e la baciò mormorando:
<< L’ultima volta ti sei data tanto da fare per scovarli, adesso lasciamo che sia il Ministero a occuparsene >>
<< Tanta leggerezza non è da lei, professore >>scherzò Violet cedendo ai suoi baci.
Piton sorrise e la spinse giù.
<< Sei tu che hai una cattiva influenza su di me >>
 
Il giorno seguente trascorse nella lentezza esasperante tipica del periodo d’esame, ma trattandosi dell’ultimo giorno c’era anche una prudente eccitazione in vista della fine delle prove. Quando gli studenti posarono definitivamente le piume e riposero le bacchetta, quel pomeriggio, il castello stesso sembrò tirare un lungo sospiro liberatorio.
I corridoi si riempirono in fretta di chiacchiere vivaci, sebbene alcuni ragazzi stessero ancora pensando ai test. Altri invece già si proiettavano nel clima di vacanze tanto agognato.
Seduta ai piedi di una scalinata poco trafficata, Violet li vedeva sfilare con un sorriso sulle labbra, e una fitta di tristezza le strinse il cuore al pensiero che di lì a una settimana Hogwarts avrebbe chiuso.
<< Cosa fai qui? >>la salutò Will che stava passando in quel momento con i suoi compagni.
<< Aspetto Severus >>rispose Violet con naturalezza, anche se colse lo sguardo che si erano scambiati due ragazzi alle spalle dell’amico.<< Come sono andati gli esami? >>
<< Uno schifo! >>bofonchiò Will prima di beccarsi uno schiaffo sulla nuca da Michael.
<< Non dargli retta, Violet. Questo rompiscatole fa sempre il modesto anche se sa di essere il migliore. Il professore gli ha fatto anche i complimenti >>
<< Macché! Mi ha chiesto di mostrargli l’Alohomora, ma la piuma che stavo facendo levitare è arrivata fino al soffitto invece che restare sospesa davanti a me >>si lamentò Will.
<< Se non la smetti, stasera ti affogo nell’idromele >>lo minacciò Marika.
<< Idromele? >>ripeté Violet spostando lo sguardo dall’uno all’altra.<< E dove lo prendete? >>
<< Ehm, ecco, noi pensavamo… >>cominciò Will con evidente panico.
<< Di farcelo prestare giù, dalle cucine >>concluse Michael.
<< Quindi darete una festa? >>
<< Sì, qualcosina fra noi Serpeverde, sai >>disse Will.<< Per festeggiare la fine degli esami >>
<< E starete in Sala Comune? >>
<< Certo >>rispose all’unisono tutti quanti.
L’arrivo di Piton impedì a Violet di indagare a fondo e diede ai ragazzi la scusa per andare via. Violet poteva anche essere ingenua, ma non aveva dimenticato gli atteggiamenti elusivi degli studenti quando organizzano qualcosa all’insaputa degli insegnanti. E Will e i suoi amici non erano stati tanto bravi da non destarle dei sospetti. Ne parlò con Piton, che scosse la testa con rabbia rassegnata.
<< Per fortuna dobbiamo sopportare solo qualche altro giorno >>disse.
<< Posso controllarli da sola >>disse Violet mentre scendevano a cena.<< Tu riposa pure >>
Piton provò a opporsi, ma alla fine Violet l’ebbe vinta. Dopo mangiato si appostò ai piedi della scala di marmo dall’altro lato della Sala d’Ingresso in modo da non essere vista da chi saliva dai sotterranei. Non era passato molto tempo che emerse Will, da solo.
Il ragazzo risalì di corsa la scala di marmo. Violet s’affrettò a seguirlo cercando di non fare rumore. Si stava chiedendo dove sarebbero arrivati quanto si accorse che erano diretti al settimo piano. Degli altri, però, nessuna traccia.
“Dovevo immaginarmelo” pensò Violet quando Will si fermò davanti al muro accanto all’arazzo di Barnaba il Babbeo e l’ingresso della Stanza delle Necessità prendeva corpo.
Ma, inaspettatamente, Will si girò verso di lei, divertito.
<< Volevi imbucarti? >>gridò.
<< Da quanto mi avevi scoperta? >>esclamò Violet raggiungendolo.
<< Da subito. Avresti dovuto usare un incantesimo d’elusione. Ricordatelo, la prossima volta >>
<< Dove sono tutti? >>sbottò Violet.
Erano entrati in una grande stanza priva di mobili e… di persone. L’unico oggetto presente era il ritratto di una ragazza giovane dall’aria fragile, che Violet riconobbe all’istante. Will guardò l’amica, indeciso.
<< Senti, mi prometti che non ci denuncerai a Piton? >>
<< Cos’avete in mente? Andate a Hogsmeade? >>
<< Vogliamo festeggiare ai Tre manici di scopa. Ecco, lo sapevo che ti saresti arrabbiata >>esclamò Will mentre lei strabuzzava gli occhi.<< Nessuno se ne accorgerà, se starai zitta. Abbiamo affittato una stanza – Michael si è trasfigurato per farlo – e rientreremo prima di colazione. Tu però non dire niente, ok? >>
<< E gli altri? Non dirmi che sono già lì >>
<< Sì, sono andati mentre stavamo ancora a cena >>Will scostò il quadro e si arrampicò nel passaggio che nascondeva. Violet lo afferrò per la maglietta.
<< Non dovete uscire dal castello! >>
<< Staremo attenti >>tagliò corto il ragazzo.
Violet cercò di tirarlo indietro, ma la sproporzione fra loro era tale che Will la trascinò per qualche passo prima di riuscire a scrollarsela di dosso.
<< Will, è pericoloso! >>
<< Non hai niente di meglio da fare? Tipo passare la serata con Piton >>disse lui, secco.
<< C’è un lupo mannaro in giro! >>
Will scoppiò in una risatina di scherno.
<< Neanche i bambini si lasciano più spaventare da una scusa del genere >>
<< E’ la verità! >>esclamò Violet, indispettita che Will non la prendesse sul serio. Gli raccontò dell’ultima volta che i lupi mannari si erano aggirati a Hogsmeade fino ad arrivare a Hogwarts. Quando terminò il racconto, Will si voltò lentamente versi di lei, terrorizzato.
<< Madama Rosmerta non ce l’ha detto, quando abbiamo prenotato l’altro giorno >>
<< Si è saputo solo ieri. Will, devi tornare indietro! >>Violet lo afferrò per un braccio costringendolo a fermarsi.<< Torna al castello, io cerco gli altri >>
<< Non ti daranno mai retta >>sbottò lui riprendendo a camminare più in fretta.<< Però la nostra idea è restarcene ai Tre manici di scopa. Lì non correremo pericoli >>
<< Non dovreste comunque starci! >>
Ma Will non l’ascoltava più. Erano emersi alla Testa di Porco sotto lo sguardo burbero di Aberforth Silente.
<< Brutta notte per andarsene a spasso >>commentò.
Nonostante le serate si fossero fatte più calde, Hogsmeade era deserta. Per le strade non c’era anima viva, e mentre le attraversavano rapidi Violet notò molte persone spiare fuori da dietro le tende delle loro case.
Con un brivido, Violet scrutava nei viottoli bui che superavano, la bacchetta sfoderata e i nervi tesi, e per questo andò a sbattere contro Will che si era fermato di colpo. Il ragazzo accennò davanti a loro, in direzione della fine della strada oltre i Tre manici di scopa. Anche nell’oscurità Violet individuò una grossa massa accucciata.
<< Manda un messaggio al castello >>soffiò.<< Io cerco di allontanarlo >>
Avanzò di qualche passo, quel tanto che bastava per provocare il lupo e fargli sollevare la testa. Quasi con disinvoltura Violet scivolò nel vicolo che precedeva il pub, che costeggiò fino ad arrivare sul ciglio del villaggio. Il lupo mannaro si voltò con lentezza quando se la ritrovò dietro, attese alcuni secondi e poi si decise a seguirla, indolente.
Violet camminava all’indietro, le gambe tremanti, incespicando appena ma senza osare togliere gli occhi di dosso dalla bestia. Quando le case di Hogsmeade furono abbastanza lontane si fermò, ed altrettanto fece il lupo.
“Coraggio, Violet. La prima volta ti ha messo in difficoltà, ma la seconda l’hai battuto tu. Adesso devi chiudere in bellezza”
Una folata di vento spazzò la strada e, come se quello fosse stato il segnale, il lupo scattò.
Il primo Stupeficium di Violet andò a vuoto e lei fu costretta a balzare di lato. Il lupo aveva saltato con troppa foga così che atterrò un metro oltre il punto dal quale Violet si era allontanata.
<< Petrificus Totalus! >>
Il lupo scansò anche quell’attacco e balzò a zanne scoperte. Atterrò Violet, ma lo slancio era stato troppo forte da farlo ruzzolare via. Violet urlò. Nel momento in cui il lupo veniva allontanato da lei dalla forza del balzo, sentì un dolore lancinante percorrerle tutto il corpo. Rialzandosi s’accorse di un taglio aperto sul braccio.
<< Stupeficium! >>
Il getto di luce rossa planò a tre metri dal lupo, che si rialzò con un ringhio esasperato, e Violet capì che si era stancato di giocare con lei. Scattò in avanti, a quattro zampe… e un fascio di luce bluastra lo colpì alla schiena facendolo rotolare per parecchi metri oltre Violet.
<< Ho un deja vù! >>urlò Will emergendo dal buio.<< Sectumsempra! >>
Il lupo scartò di lato e tornò subito all’attacco, schivando a zigzag gli incantesimi congiunti di Violet e Will. I due si separarono all’ultimo secondo, e quello atterrò nel vuoto. Poi si fermò e sollevò il muso per fiutare l’aria.
Michael e altri amici di Will erano appena arrivati, pronti a combattere. Il lupo scoprì le fauci come a invitarli a farsi avanti, e loro non si fecero pregare. Attaccarono nello stesso istante. Il lupo si appiattì sulla strada e i loro incantesimi cozzarono e presero direzioni diverse. Violet scansò una fattura, e il lupo ne approfittò per balzarle addosso.
Violet urlò di dolore e paura sentendo il suo peso premerla a terra e l’odore di sangue e pelo sporco inondarle le narici.
<< STUPEFICIUM! >>
Cinque lampi rossi fecero tremare l’enorme corpo del lupo mannaro, lo sollevarono e lo scagliarono lontano.
Il fiato mozzo, Violet si lasciò rimettere in piedi da Michael, che tuttavia fissava – come gli altri – Piton.
Il professore li stava guardando uno ad uno con una furia tale che Violet non si sarebbe stupita se i ragazzi avessero preferito essere finiti dal lupo piuttosto che affrontare l’esplosione di Piton.
<< Cosa fate qui fuori? >>scandì lui con voce glaciale.
Will gli confessò l’idea della festa e, pur essendo più alto di Piton, sembrò farsi minuscolo sotto il suo sguardo.
<< Tornate ai Tre manici di scopa. Aspettatemi lì. E guai a chi proverà a tornare al castello senza di me >>
Atterriti, Will e gli altri fecero per allontanarsi, ma rimasero inchiodati lì dov’erano. Il lupi si stava rimettendo in piedi, le zampe malferme, ma con uno sguardo di vendetta omicida.
Violet e Piton corsero in avanti.
<< Stupeficium! >>
<< Incarceramus! >>
Il lupo piombò a terra una seconda volta. Spesse funi lo fasciarono come una mummia, anche se il sesto Schiantesimo l’aveva messo definitivamente al tappeto.
<< Andate! >>sibilò Piton ai ragazzi. Poi sparò in aria con la bacchetta alcune scintille rosse.<< Quelli del Ministero saranno qui a momenti >>Lui e Violet si guardarono e, senza dirsi una parola, si abbracciarono.
<< Ahi! >>urlò Violet afferrandosi il braccio. Si era completamente dimenticata della ferita. Piton la esaminò con un velo d’ansia negli occhi, ma riuscì a rimarginargliela con un sol gesto.
<< Andiamo a recuperare quei piccoli disgraziati. Poi ti porto da Madama Chips >>
Tutto il settimo anno di Serpeverde li aspettava col fiato sospeso, nella stanza dei Tre manici di scopa. Il racconto del lupo mannaro li aveva spaventati, ma mai quanto l’apparizione di Piton, momentaneamente offuscata dall’avventura di Will e gli altri.

Violet rimase in disparte mentre Piton riversava su di loro tutta la sua ira, con urla da far tremare il pavimento e, con ogni probabilità, da far passare loro ogni voglia di festa per almeno un anno.
Violet non lo ascoltava. Il braccio le pulsava ancora un po’ e si sentiva la testa pesante. Prese confusamente nota di stare alla larga da Hogsmeade per qualche tempo, magari la prossima volta si sarebbe anche fatta gli affari suoi… Ma almeno, l’aveva avuta vinta lei, col lupo mannaro...
 
Quando Violet riaprì gli occhi la prima cosa che vide fu un soffitto vagamente familiare. Fu l’odore di erbe medicinali a farle capire che si trovava in un letto in infermeria.
Si mise seduta e Piton, che fino ad allora aveva sonnecchiato appoggiato al bordo del letto, si svegliò con un sussulto.
<< Come ti senti? >>le domandò subito. Alla luce della candela Violet poteva vedere quant’era preoccupato.<< Sei svenuta all’improvviso. Ti ho portato subito qui… pensavo che quel lupo ti aveva infettato… invece Madama Chips ha detto che hai solo perso un po’ di sangue >>
Non le diede neanche il tempo d’aprir bocca che l’abbracciò. Tremava.
<< Ehi >>mormorò Violet tentando di suonare spensierata.<< Guarda che sto bene >>
<< Lo so >>Piton la guardò dritto negli occhi, ma era chiaro che non riusciva a trovare le parole.<< Dovevo controllarli io, quegli incoscienti… Non sopporto l’idea di averti fatto rischiare così >>
<< Chi se l’aspettava che avrei incontrato quel lupo proprio stasera? Anche se ammetto di avere un certo fascino per le creature pericolose >>
Piton fece un verso strano, come se avesse soffocato una risata. Violet si guardò intorno nell’infermeria. Erano soli.
<< Devo per forza passare la notte qui? >>
<< Direi di no. Madama Chips ha insistito che rimanessi finché non ti saresti svegliata >>Piton si alzò e si stiracchiò, guardandola severo.<< L’altro giorno mi hai chiesto perché ho aspettato sette anni prima di tornare a Hogwarts >>
<< Ma non mi hai risposto >>ricordò Violet mentre lasciavano l’infermeria.
<< Be’, non è chiaro? Torno dopo sette anni e mi ritrovo a fare la guardia a vampiri e ad adolescenti scalmanati… e a fare da accalappiacani >>sbottò lui con una vaga nota di sgomento nella voce.
<< Una cosa positiva però c’è stata >>osservò Violet.
Piton sorrise e le passò un braccio attorno la vita.
<< E quale sarebbe? >>mormorò sfiorandole il collo con le labbra.
Violet gli restituì lo sguardo languido e gli mordicchiò giocosamente il labbro inferiore.
<< Ho imparato a tener testa ai lupi mannari >>
  
                                                                                                                    End



 

Note: ebbene sì, eccoci arrivati alla fine... Un po' mi dispiace, ma era ora che questi due si godessero un po' di pace, no? Allora? Come vi è sembrato quest'ultimo cap.? Spero vi sia piaciuto ^^ Volevo ringraziare tutti, ma soprattutto tuttE, che hanno letto e seguito la storia fino alla fine, ringrazio tutte le ragazze che hanno commentato spronandomi a continuare la fanfic. Grazie mille a tutte!!! Ps: vi ringrazia anche Violet, che se la storia fosse rimasta inconclusa non si sarebbe mai messa con Sev XD Pps: ancora non lo so, ma potrei fare un seguito (muahahahahahah non mi stancherò mai di tormentarvi!).
Ancora grazie e alla prossima!!!^____^


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