For Lovers Only

di _fedss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A Sofia.
Noi siamo la stessa persona che vive in due zone diverse dell’Italia.
Sono contenta di condividere il mio defibrillatore con te.
PERCHE’ STAI NASCONDENDO UN NANO NELLA CALZAMAGLIA?!
 

For Lovers Only
*Capitolo 1*

 

L’attore si sdraia sul letto della sua grande suite.
Porta le mani dietro alla testa e si rilassa. Lancia un’occhiata fuori dalle vetrate, Parigi gli piace, gli da un senso di pace e tranquillità. La torre Eiffel illuminata di sera lo fa impazzire.
Si passa una mano tra i capelli e sospira sollevato, forse anche un po’ dispiaciuto.
Il giorno dopo lascerà l’albergo al centro della città dell’amore. La vacanza non finirà però, si trasferirà al lussuoso hotel nel parco divertimenti Disneyland.
- Amore, che ora è?
Sente la voce della compagna arrivare da dentro il bagno. Gira la testa verso il comodino e guarda l’orologio.
- Quasi le nove, fra poco dobbiamo andare a cena.
- Ok, io sono quasi pronta, tu intanto preparati.
Lui è pronto da mezzora, ma rimane in silenzio. Perché le donne ci mettono sempre così tanto?
Quando, finalmente, la fidanzata entra nella stanza, lui si alza velocemente dal materasso e si sistema i capelli. Poi la guarda e sorride, malizioso.
Quel vestito le sta bene, ma lui la preferisce senza.
- Allora, come sto?
- Sei splendida, andiamo.
 
Escono dall’albergo indossando entrambi un paio di grandi occhiali.
Non vogliono che qualche paparazzo gli rovini la vacanza, anche se sono già stati fotografati. Insieme, mano nella mano, all’uscita del casinò di Monte Carlo, qualche giorno prima.
- Dove vuoi andare, dopo cena?
- Una passeggiata per Champs Elysées, ti va bene?
- Ancora shopping, ma non ti sei stufata?
La circonda con il braccio e lei ride. Insieme, abbracciati, si dirigono al Jules Verne, il ristorante panoramico situato al secondo livello della Torre Eiffel.
Nathan è un uomo megalomane. Fa le cose in grande, lui.
 
La cena passa tranquilla. Tra ratatouille, gaufre e  creme brule, i due si concedono qualche buon bicchiere di vino. Si tengono la mano sopra al tavolo, come una vera coppia di innamorati.
Ma sono innamorati realmente l’uno dell’altra?
L’uomo se lo chiede da due settimane. La donna non sembra far caso ai dubbi che invadono la mente del compagno.
Quando escono dal ristorante, un fresco venticello li accoglie, scompigliando leggermente i capelli di entrambi. Lei si sistema velocemente, cercando uno specchietto nella borsa.
Lui non ci fa caso e anticipa le sue mosse.
- Sei bellissima così.
La circonda nuovamente con il braccio e le lascia un dolce bacio sulla guancia.
Poi cominciano a passeggiare, piano, senza fretta. Una volta a Champs Elysées, si fermano a guardare le vetrine, di tanto in tanto. Lei è molto interessata ai costosi abiti esposti nei negozi, lui no. Ma finge e gli riesce bene. Del resto è un attore.
Mentre camminano, Nathan si chiede che cosa sta facendo.
Perché ha portato lei a Parigi e non l’altra.
Suzanne si accorge che l’uomo che la sta abbracciando vorrebbe essere ovunque meno che lì. Sa bene che sta pensando ad un’altra donna, sa bene a quale donna sta pensando.
Ma rimane in silenzio. Nathan le piace, non ha nessuna intenzione di lasciarselo scappare.
Si stringe più a lui e disegna con le dita affusolate ghirigori sulla sua schiena. Lo guarda, maliziosa e riesce a strappargli un sorriso. Entrambi sanno che i “dopo cena” sono la parte migliore della loro relazione.
 
 
- Adesso amore, ci facciamo una passeggiata per Champs Elysées.
- Va bene.
L’attrice sorride e prende la mano del fidanzato, che gliela stringe affettuosamente.
Passeggiano per la via più lussuosa di Parigi parlando del più e del meno. Lui la fa ridere in continuazione, lei cammina spensierata.
Sta bene, adesso. Con Mark, ha ritrovato un po’ di quella felicità che Nathan le aveva portato via. Non era stata colpa dell’uomo, certo. Era lei quella che non si era fidata ed aveva mandato a puttane il bel rapporto di due anni. Ma lui non ci aveva messo tutto l’impegno che una storia richiede.
Era un bambino, un donnaiolo, anche se con lei era sempre stato fedele. Erano innamorati, lo si leggeva nei loro occhi.
Lei comunque, voleva un uomo al suo fianco, non un ragazzo poco cresciuto.
E forse la sua vecchia fiamma non era riuscita ancora a maturare.
Stana le aveva viste le foto in compagnia della sua nuova fidanzata. Le faceva ancora male vederlo con altre, anche se era passato un anno dalla loro rottura.
Però, aveva fatto finta di niente, sopportando la morsa allo stomaco in silenzio e serrando le mascelle.
Adesso c’era Mark al suo fianco, non doveva più pensare a Nathan.
Sa che anche lui è in Francia. Ma la Francia è grande e spera con tutta se stessa di non incontrarlo. Il suo cuore non reggerebbe alla vista di una nuova oca bionda che lo tiene per mano. O peggio, che lo baci sulle sue labbra, morbide, umide, soffici ..
- Stana!
- Mmm?
Mark la riporta con i pensieri al presente.
Non può, anzi, non deve pensare al suo ex mentre è in compagnia del fidanzato. Deve smetterla.
- Tutto bene?
- Si, scusa. Ero sovrappensiero …
Lascia la frase in sospeso e riprende a camminare. Si ferma subito, però, bloccata da lui. L’attira a se e la circonda con le braccia, lasciando scivolare le mani fino al suo fondoschiena.
In mezzo alla via trafficata, la bacia con passione, fregandosene della gente, come due ragazzini innamorati.
O almeno, lui è innamorato. Lei no. Non ne è sicura ma il fidanzato già lo sa.
Fa finta di niente, tuttavia. Stana è un dono del cielo, non se la lascerà portare via. Non di nuovo.
 
 
- Nathan, guarda!
- Cosa?
Lo fa avvicinare ad una vetrina, indicandogli una collana. Diamanti.
- Non è magnifica?
- Si, magnifica – risponde lui scocciato.
Suzanne capisce che non è aria questa sera, il compagno non è in vena di fare regali e spendere soldi inutilmente.
Mugugna un flebile “Ok” e abbassa lo sguardo, triste.
Cosa ha lei che io non ho?
Nathan è dispiaciuto, non vuole far soffrire la donna, ma proprio non ci riesce ad essere sereno e felice.
Prova a tirarle su il morale, comunque.
L’abbraccia forte e le da un bacio sulle labbra. Poi le indica una vetrina dall’altra parte della strada e dice:
- Ho visto una collana più bella di questa in quel negozio. Bellissima, perfetta per te.
Il sorriso torna sul volto della donna mentre gli occhi le si fanno più luminosi.
Spruzza felicità da ogni poro.
Camminano mentre lui le sussurra qualcosa all’orecchio. Il suo sorriso si fa sempre più malizioso e sono così persi nelle loro fantasie che non si accorgono della coppia che si sta baciando di fronte a loro.
Non fanno in tempo ad alzare gli sguardi che ci vanno a sbattere contro.
- Oh mamma mia, Nathan! Mi hai fatto andare a sbattere contro questi ragazzi!
- Scusa Suz, non stavo guardando …
 Finisce la frase in un sussurro perché ha alzato gli occhi.
Stana è davanti a lui, la bocca arrossata, gli occhi lucidi e le dita della mano destra intrecciate a quelle di Mark Polish.
Può giurare di aver sentito il suo cuore farsi in mille pezzi.
La guarda, gli occhi sbarrati, le mani gli tremano così tanto che è costretto a chiuderle in un pugno.
Lei è immobile, trattiene quasi il fiato, non ci può credere.
Rimangono a fissarsi per un tempo che sembra infinito. I loro sguardi parlano per loro. Rabbia, delusione, anche paura. Paura di un confronto, paura di doversi chiarire.
Non hanno ancora le risposte che entrambi vogliono, il tempo passato distanti è tanto ma nessuno dei due ha ancora riflettuto abbastanza.
Nessuno dei due vuole definitivamente mettere la parola fine alla loro storia.
- Uh Nathan, ma non è la tua collega?
Chiede la Freeman riportando tutti sul pianeta Terra con i pensieri. La sua voce è fredda, tagliente. Quasi disprezzante, a causa della vicinanza col nemico.
- Ehm, si.
La bionda porge la mano prima a Stana, poi al compagno di fianco a lei.
- Quanto è piccolo il mondo – commenta sarcastica.
Stana fa fatica a stringerle la mano, i suoi occhi sono ancora incatenati a quelli azzurri di Nathan. Non riesce a staccarsi da quello sguardo, le è mancato perdersi in quel profondo blu.
Nathan distoglie gli occhi per primo, andandoli a posare su Polish.
Gli porge la mano, cordiale. Il suo sorriso è finto, Stana lo sa bene, lo conosce. Gli altri no.
- Tu sei Mark, vero?
- Si. Nathan, giusto?
- Esatto.
Anche Mark è in guardia. Sa che Nathan è innamorato perso della sua fidanzata. Sa che anche lei prova qualcosa per lui. Tutta questa vicinanza tra i due è pericolosa, deve portarla via, alla svelta.
L’attrice canadese non ha ancora aperto bocca, il silenzio che si è venuto a creare è imbarazzante.
Decide di prendere in mano le redini della situazione.
- Cosa ci fai qui? – chiede rivolta a Nathan.
L’intervento dell’oca bionda riesce a smontare subito la sua determinazione.
- Vacanze. Un po’ di relax farà bene ad entrambi – risponde al suo posto Suzanne stringendosi di più a lui ed afferrandogli la mano.
- Vero, amore? – gli chiede poi con un tono decisamente troppo smielato che nemmeno l’uomo ha mai sentito.
- Ehm, già – balbetta lui in imbarazzo.
Stana è rossa, la gelosia la sta divorando.
- E tu, invece? – le chiede Nathan freddo, - Sei venuta a visitare i set dove avete girato il vostro film?
Lei lo guarda con disprezzo, scuotendo leggermente la testa.
- Se non mi sbaglio, il letto di una camera d’albergo era il set principale.
Non gli è mai andata giù. Tutte quelle scene di sesso in quello stupido film lo hanno sempre infastidito. Erano già fidanzati, lui e Stana, quando For Lovers Only era stato girato. Lei gli aveva spiegato che era tutto finto e lui ci aveva anche creduto. Ma quelle carezze, quei baci, quelli no. Quelli non erano finti.
Era lavoro, lo sapeva, ma lo seccava lo stesso.
- Sei un’ ipocrita – gli sussurra.
- Ok, noi siamo in ritardo, dobbiamo proprio andare. Scusateci.
Mark le afferra la mano e la trascina via.
Un ultimo sguardo carico di rabbia tra i due canadesi, poi lei si volta e si stringe al fidanzato, allontanandosi da lì.
 
- Si può sapere cosa ti è preso? – gli chiede Suzanne.
- Niente, torniamo in albergo.
Lasciano la via senza parlare, si tengono timidamente la mano.
Suzanne non vuole fare domande inopportune.
Nathan non ha le risposte per qualsiasi tipo di domanda.
Arrivati in hotel, l’uomo è ancora pensieroso e lei capisce che ha bisogno di distrarsi.
Va in bagno e quando esce è completamente nuda. Nathan è seduto sul letto, ancora vestito e guarda fuori dalla vetrata, il cielo, le stelle.
Si siede a cavalcioni su di lui che non si è accorto del suo ingresso.
Gli prende il viso tra le mani e lo bacia. Poi abbassa una mano e gli slaccia il bottone dei jeans.
- Quest’espressione triste non si addice al tuo adorabile faccino. Lascia che ti tiri su il morale.
 
 
 
 
 
Angolino di Fede :
A grande richiesta, signore e signori, torno con una long Stanathan.
Oggi mi sembrava il giorno perfetto per pubblicare.
Dopo le foto di Nathan con la donna delle pulizie (ehm, fidanzata volevo dire) arrivo io a risolvere la situazione.
Certo, non l’ho risolta molto con il primo capitolo, ma le cose si sistemeranno u.u
Grazie a Cristina, che ha pazientemente letto in anteprima.
Vi lascio, ho voglia di gelato.
Al prossimo, baci,
Fede.
 
P.s. per la felicità di Sofi alzerò il rating :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


*Capitolo 2*

 
Si rigira nel letto agitata. L’incubo che sta facendo l’aveva tormentata fino a pochi mesi prima, ogni notte. L’aveva lasciata in pace da un po’. Adesso è tornato.
- Non andartene, ti prego.
Sussurra frasi senza senso, alternate a questa. Suda freddo, si muove convulsamente.
Mark si sveglia di soprassalto, svegliato da un braccio della donna che gli è arrivato in faccia. Si erano addormentati abbracciati. Lui aveva provato ad accarezzarla, aveva voglia di fare l’amore con lei.
Stana, invece, non era dell’umore giusto, quindi si era inventata una scusa banale per allontanarlo.
La scuote leggermente, accarezzandole il viso sudato e scostandole i capelli appiccicati alla fronte.
- Amore …
- Non andartene, ti prego. Non andare via.
- Sono qui, non me ne vado.
- Non andare di nuovo via. Questa volta rimani per sempre.
Mark corruga la fronte. Lui non se ne era mai andato. Era stata lei a scegliere l’attore canadese al suo posto. Lui avrebbe sempre scelto lei e non se ne sarebbe mai andato.
- Stana, è un incubo. Io non ti ho mai lasciata e non lo farò mai.
Continua ad accarezzarla finché lei non apre gli occhi. Poi sussurra:
- Non andare Nathan, non questa volta.
Tutto si fa più chiaro agli occhi dell’uomo. Si alza di scatto dal materasso e la donna si sveglia.
Guarda il fidanzato in piedi davanti a lei e sbarra gli occhi. Capisce di aver fatto un errore madornale ma non sa come scusarsi.
Si mette seduta, prendendosi la testa tra le mani. Mark esce dalla stanza e si affaccia al balcone. Rimane appoggiato alla ringhiera per diversi minuti, Stana non sa cosa dire.
- Mark …
Nessuna risposta da parte dell’uomo che fissa il parco sotto di se.
- Vieni dentro, per favore. Parliamone.
- Non c’è niente da dire – dice lui rimanendo in terrazza, con un tono di voce talmente basso che Stana fa fatica a sentire.
Si alza dal letto e lo raggiunge fuori. Lui ha sentito il rumore dei piedi nudi che camminavano, ma continua a far finta di nulla. Lo abbraccia da dietro, dolcemente. Non lo ama ma gli vuole bene. E di certo, farlo soffrire non è nelle sue intenzioni.
- Sei innamorata di lui, ancora?
Non vorrebbe mentirgli, ma deve farlo.
Spera tanto che, a forza di dire bugie, queste, diventeranno verità.
- No. Nathan è una storia passata, non significa più niente per me. Lo sai, quante volte te lo devo ripetere?
 - Continui a ripetermelo ma poi ti smentisci, sempre!
Si gira di scatto scostandola violentemente. Alza il tono della voce. È frustrato e non si è accorto di aver colpito Stana al volto con la mano, involontariamente. L’anello che tiene al dito medio l’ha graffiata.
Lei si porta una mano al volto, dove appare lentamente un leggero segno. Gli occhi le si riempiono di lacrime.  
- Amore, scusa. Davvero, non volevo colpirti – le dice.
L’attira verso di se in un abbraccio e continua a baciarle ed accarezzarle la piccola ferita. È mortificato.
- Scusa, davvero. Sono stato un coglione. Era solo un sogno, non dovevo prendermela così tanto.
Lei alza il volto ed annuisce, asciugandosi le poche lacrime che le scorrono sulle guance.
Lui non perde tempo e le cattura le labbra con le sue.
Rientrano ed arretrano verso il letto baciandosi. Quando Stana tocca il materasso con le caviglie si allontanano e Mark le sfila la camicia da notte.
Si lasciano cadere sul letto, lei sotto, lui sopra.
Non vuole fare l’amore con un uomo mentre i suoi pensieri sono rivolti ad un altro.
Ma non ha scelta. In fondo, è lei che ha complicato le cose. È lei che ha voluto rovinare tutto con delle scuse banali. Per paura, diceva. Paure infondate, non esistenti.
Scuse banali agli occhi di un uomo innamorato veramente.
 
- Mi dici cosa ti prende, Stana?
- Niente, Nathan!
La guarda di traverso, leggermente offeso.
- Non mentire, non a me.
Lei sbuffa, scocciata.
Nathan le piace ma quella relazione la sopprime. È sicura di aver confuso i sentimenti con il lavoro. Non sa di essere innamorata realmente, lo scoprirà solo più in là, quando ormai sarà troppo tardi.
- Chi sei tu per dirmi quello che devo o non devo fare?
Lui la guarda ancora, questa volta sconcertato dal comportamento della donna. Dal comportamento della sua fidanzata.
- Come chi sono … Noi siamo …
Non sa cosa dire, lo lascia sbigottito lo sguardo freddo di lei. Poi, finalmente, trova le parole.

- Sono l’uomo che ti ama, Stana. Che ti sta succedendo?
La vede scuotere leggermente la testa e ridere. Una risata debole, quasi isterica.
- Succede che tutto questo è sbagliato!
- Sbagliato? Come puoi dire “sbagliato” ? Stiamo insieme da più di due anni e non ti sei mai comportata così. Non hai mai definito la nostra relazione “sbagliata”. Cosa ti prende?
E’ disperato. Negli occhi di lei il gelo, in quelli di lui il terrore.
- Non è colpa tua, ok?
Lui continua a non capire. Non risponde.
- Sono io – continua l’attrice. – Forse ho confuso i sentimenti dei nostri personaggi con quelli di noi due. Non avevo intenzione di farti soffrire ma ...
Prende un profondo respiro poi si fa coraggio.
- Deve finire.
- CHE COSA?
Gli poggia una mano sul petto, cercando di calmarlo, invano. Non ha le spiegazioni che lui vuole.
- Hai capito bene, Nate. La nostra storia … deve finire.
Nathan si volta e le da le spalle. Abbassa la testa, spiazzato. Non dice una parola anche perché non ne ha più. Sono bloccate in gola e proprio non vogliono uscire.
Poi si volta, e la guarda negli occhi, con una serietà che poche volte ha mostrato.
- Bene.
Il cuore della donna ha un tuffo.
Cosa si aspettava? Lacrime e preghiere? Magari anche in ginocchio.
Il canadese è orgoglioso quanto lei, non ha messo in conto che avrebbe potuto accettare la sua decisione remissivo, senza ribattere.
- Solo “bene”?
- Non so che altro dire, sul serio. Il tuo comportamento mi ha lasciato a bocca chiusa, cosa che succede raramente. Hai preso la tua decisione da sola, senza parlarne, senza spiegarti. Evidentemente, non ti fidi di me abbastanza da espormi i tuoi problemi.
- Non è così …
- Allora cosa?! C’è un altro uomo?
Lei scuote la testa, di nuovo.
- No, nessun altro. Solo che tutto questo mi sembra sbagliato e …
Questa volta è lui a ridere amaramente.
- Ti sembra … Sai cosa c’è, Stana? Mostri al pubblico una donna che non sei! Il mondo non gira tutto intorno a te, è ora che te lo metti bene in testa! Non inizi una storia con un uomo solo perché ti sembra che lui ti piaccia o non la finisci quando ti sembra sbagliato! Magari lui potrebbe avere dei sentimenti, potrebbe essere innamorato …
Poi sussurra:
- Potrebbe soffrire.
Le fa un male immenso vederlo così. Gli sta facendo del male, non vorrebbe, non sa nemmeno il perché del suo comportamento.
Sta per dire qualcosa quando il telefono le squilla.
Lo prende dal tavolo e guarda lo schermo. Lui anche riesce a scorgere il nome.
Mark.
- Ora è tutto più chiaro.
- No, Nathan. Lui non c’entra niente!
- Non fa niente, mi sembra di aver capito – dice, quasi ironico.
Prende la sua giacca che ha lasciato sul divano e si avvia verso la porta. Lei continua a chiamarlo.
- Nathan …
Non si volta e continua a camminare.
Testa bassa, mani strette a pugno. Occhi lucidi.
Non deve assolutamente mostrarsi così fragile. Deve mostrarsi superiore e indifferente. Ma sa di non riuscirci bene.
- Nathan, ti prego …
- Perché dovrei ascoltarti? – le chiede una volta davanti la porta fermandosi. – Tu, a me non hai ascoltato. Hai preso la tua decisione e basta. Ora io prendo la mia.
Apre la porta.
- Hai ragione tu, Stana. È stato un errore, uno sbaglio. Che non doveva essere commesso ma è successo. Ora puoi stare tranquilla, non accadrà mai più.
Esce da quella villa sulla riva di Los Angeles abbandonando lì il proprio cuore. Martoriato e consumato da una relazione che sembrava perfetta prima di rivelarsi un totale disastro.
Gli ultimi rumori che sente prima dello sbattere della porta, sono i singhiozzi della donna e l’ennesimo “ti prego”.
 
Si sveglia di soprassalto, sudato.
Ha il fiatone come se avesse corso ma non è quello il motivo.
Aveva smesso di sognare il loro ultimo litigio prima della separazione. Ora l’incubo è tornato e non sa il perché.
O forse si. Il perché è lei. L’ha rincontrata e  si è reso conto di quanto le sia mancata.
Pensava di averla chiusa quella ferita, quel cassetto nella sua testa con scritto il suo nome.
E invece no. È tuttora lì.
E fa male. Fa ancora dannatamente male.
Si volta verso la donna bionda che dorme al suo fianco e sospira, passandosi una mano tra i capelli. È stanco, non ne può più.
Più volte ha sperato di aprire gli occhi e trovarsi a fianco a quella giusta.
Più volte lo ha desiderato.
Più volte è rimasto deluso.
Ma non si vuole arrendere. Non ha ancora perso tutte le speranze.
La ama ed è sicuro che lei ricambi.
Afferra il cellulare appoggiato al comodino e digita velocemente un messaggio. Poi sceglie il destinatario e preme invio, senza pensarci due volte.
Lui deve sapere.
 
“Sei felice, adesso, con lui?”
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


*Capitolo 3*

 
Fissa il telefono da più di dieci minuti.
Mark è uscito lasciandola ancora assonnata in quel groviglio di lenzuola bianche per andarsi a fare una corsetta. Lo fa sempre dopo aver fatto l’amore, lei è abituata.
Il telefono che segnalava un messaggio l’ha svegliata definitivamente.
Con la testa sotto il cuscino ha afferrato il fastidioso i-Phone e se lo è portato davanti al viso, alzando di poco il capo.
Poi l’ha letto. Il suo cuore ha perso un battito e un senso di nausea si è impossessata di lei.
Non sa cosa fare.
La verità sarebbe qualcosa del tipo : La mia felicità sei tu, oppure, Non posso essere felice senza di te.
Ma il suo orgoglio le impone di rimanere lucida e determinata. Fredda e distaccata, come si è sempre mostrata a lui.
Lo manda a farsi fottere, per una buona volta, quel maledetto orgoglio e digita una risposta veloce.
Quando ha finito la rilegge, titubante se premere invio o no.
 
“Felice, si. Ma non è questa la felicità che mi serve … e che voglio adesso.”
 
Una risposta che lascia intendere diversi significati, starà a lui, poi, interpretarla nel modo giusto.
Lascia partire il messaggio con il dito tremante, dubbiosa.
Poi posa nuovamente il telefono sul comodino e si dirige in bagno. Ha intenzione di farsi una doccia per togliersi di dosso il sapore dell’uomo che … dell’uomo che?
Quel messaggio di Nathan l’ha fatta vacillare ancora di più.
Voleva toglierselo definitivamente dalla testa. Voleva finalmente vivere una storia d’amore con un uomo che non fosse lui.
Ma adesso sa di non riuscirci. Sa che è lui l’uomo che vuole.
Se ne è resa conto. Impossibile non farlo.
Mentre faceva l’amore con Mark, pensava a Nathan.
Quando faceva l’amore con Nathan, non aveva mai pensato a nessun altro uomo, se non a quello che aveva sopra.
O sotto, le piaceva comandare con lui.
Si perdeva nelle sue pietre azzurre, che si facevano più scure nei momenti di passione.
Si aggrappava alle sue possenti spalle e gli baciava i pettorali, così perfetti, così virili.
Gli mordeva maliziosamente la gola per poi lasciarci un bacio delicato, giusto per alleviare quel tenero dolore che gli aveva procurato.
Quanto spesso erano finiti nel letto dell’uno, o dell’altra, a completarsi e a legarsi.
Con Nathan fare l’amore era pure divertente.  Faceva casino, la faceva ridere e per farlo stare zitto Stana  gli schiacciava  sulla bocca il cuscino.  
Si raccontavano barzellette fino al mattino, e  si divertivano quando lei, puntualmente,  gli correggeva un qualche congiuntivo sbagliato. E come si incazzava quando Nathan l’abbracciava, non si era tolto l'orologio e la graffiava.
Si dicevano buonanotte più di cento volte ma lui non riusciva a dormire, la fissava, poi si muoveva e la svegliava.
“Lasciami dormire, Nathan.  Ti prego..”
“Sei bella.”
Lei si voltava e ricominciavano.
Sembravano due adolescenti alla prima cotta. Mai stanchi di accarezzarsi, di assaporare  i rispettivi sapori. Mai stanchi di amarsi.
Eppure, ad un certo punto, lei non era più felice.
Lo amava? Si, tanto.
Si era stufata della loro storia? Forse questa era la spiegazione più plausibile.
Lo ama ancora? Incondizionatamente.
Esce dalla doccia più rilassata. Pensare a lui le fa sempre bene.
Si avvicina al letto avvolta da solo un telo bianco e vede il telefono che lampeggia. Il suo cuore sussulta e minaccia di uscire dal petto.
Lo prende e legge il messaggio.
Sorride e lascia scivolare una lacrima per la guancia.
 
“Mi manchi.”
 
Digita velocemente la risposta, senza esitazione.
Si, sono proprio due ragazzini alle prese con il loro primo vero amore.
 
“Anche tu.”
 
 
- Amore, quanto rimaniamo a Disneyland?
Suzanne gli prende la mano e si appoggia alla sua spalla. L’auto che li sta portando al parco divertimenti non è una limousine, ma è di sicuro molto comoda e lussuosa.
- Non lo so, Suz – le risponde dolcemente.  - Ho prenotato per tre notti, ma possiamo rimanere anche di più, se vuoi.
- Non hai impegni questa settimana? Pensavo dovessi tornare a Los Angeles …
Lui prende un profondo respiro, poi risponde.
- Avevo un impegno con il cast di Castle, ma posso anche saltarlo.
Lei si alza dalla sua spalla e lo guarda, curiosa. È un tacito invito a darle spiegazioni ma Nathan non risponde. Quindi glielo chiede, senza frasi troppi scrupoli.
- E’ per lei, vero?
Non sa veramente cosa rispondere, l’attore. È stufo di mentire, è quello che fa da quasi due mesi a quella povera donna.
- Assolutamente, no.
Lei sorride, ingenua, non consapevole che i pensieri del suo fidanzato sono rivolti proprio a quella lei.
Arrivano al parco divertimenti dopo un’oretta di viaggio.
Lei ha sonnecchiato, lui non ci ha nemmeno provato a chiudere occhio.
Ha voglia di mandarle un altro messaggio, ma sa che sarebbe la cosa sbagliata da fare, in questo momento.
Quando scendono dall’auto, il panorama magico li accoglie ed entrambi non possono fare a meno di sorridere.
- Posiamo le valigie in camera e  iniziamo subito con i giochi, quelli pericolosi però – dice lui emozionato come un bambino.
Lei scuote la testa e lo guarda maliziosa.
- Vuoi solo posare le valigie in camera? Non vuoi subito testare la comodità del letto?
Lui, invece, la guarda male.
- Ma non riesci a pensare ad altro?
- Raramente.
- Dai, andiamo.
La trascina per il braccio e si fa guidare dai fattorini alla loro suite.
Posano velocemente i bagagli e si cambiano. Suzanne si da una rinfrescata, lui indossa vestiti più comodi e pochi minuti più tardi sono di nuovo nel parco.
Nathan non ha paura che qualche fan possa riconoscerlo. In questo momento vuole solo divertirsi e non pensare a nient’altro.
Iniziano dagli Studios, fortunatamente la Freeman ha indossato scarpe comode, altrimenti non sarebbe riuscita a stare al passo del compagno, che vuole provare ogni gioco.
Passano dalla ruota panoramica, alle montagne russe. Dalla casa degli orrori alle tazze che girano.
Poi è il momento dell’ascensore.
Lei ha una paura tremenda, lui non vede l’ora.
Si siedono in questo ascensore che molto lentamente inizia a salire, si allacciano le cinture e lei gli afferra la mano.
Ha paura e Nathan la guarda dolcemente.
Tutto sommato è una bella ragazza, anche simpatica a dirla tutta.
Ma non è lei, quante volte se lo deve ripetere?
L’ascensore arriva in cima per poi riscendere a tutta velocità. Urlano tutti, l’attore canadese si sta divertendo come un pazzo.
All’ora di pranzo si infilano in un fast food e ordinano da mangiare.
Si siedono ad un tavolo in disparte, tanto per non dare nell’occhio, ma poi qualche fan li scorge e si avvicinano timidi.
Nathan non ha problemi. Firma autografi e si fa scattare foto. Sorride fino a quando sente qualcuno chiedergli:
- E Stana? Dove è Stana, Nathan?
La bionda lo vede agitarsi e gli si avvicina. Gli poggia una mano sulla spalla e gli sussurra all’orecchio:
- E’ meglio andare a riposare, ora.
Come un bambino si fa guidare in camera da letto. Non ha tempo di dire una parola che Suzanne si fionda su di lui, famelica.
Passano dal letto al pavimento, dal tappeto al divano.
Non sono sazi della loro passione, entrambi scaricano in quel rapporto tutte le proprie frustrazioni.
 
I primi due giorni a Disneyland passano veloci.
Il resort offre loro tantissime comodità. Dalla piscina alla SPA. Il casinò è sempre aperto per i due, come i lussuosi ristoranti.
Si stanno divertendo, entrambi. Forse, un giorno, il loro rapporto potrebbe finalmente evolversi.
Potrebbero smetterla di cercarsi solo per delle sane sedute di sesso. Potrebbero diventare qualcosa di più che due amanti clandestini.
 Entrano nella hall dell’albergo abbracciati e si siedono sugli sgabelli davanti al piano bar per un aperitivo.
Ordinano entrambi qualcosa di leggero e parlano con il barista. Ha riconosciuto Nathan ma non vuole infastidirlo. Vuole solo scambiare due chiacchiere.
Suzanne si scusa e si alza per andare in bagno
Quando è solo, Nathan si porta il bicchiere alle labbra e si volta verso le vetrate per ammirare il paesaggio. Il castello viola dona al panorama qualcosa di magico.
Sta per ingoiare l’alcolico quando quello che vede lo fa strozzare.
La bella e la bestia stanno entrando nell’hotel, abbracciati, trascinando due bagagli dietro di loro.
Li guarda, non ci può credere.
Vorrebbe alzarsi e nascondersi ma non riesce a togliere gli occhi di dosso da Stana. Non fa in tempo a voltarsi che incrocia il suo sguardo.
Legge prima il terrore e poi l’imbarazzo negli occhi di lei.
Abbassano il capo insieme e lui si defila velocemente, lasciando una mancia sul bancone.
Torna in camera e accende il cellulare.
L’aveva spento per non cadere in tentazione di scriverle nuovamente, pensava non fosse la cosa giusta da fare.
Ora , invece, sente un immenso bisogno di poterla riavere tutta per se.
Quegli occhi verdi gli fanno sempre lo stesso effetto. Il formicolio che dalla punta dei piedi gli è arrivato fino alle orecchie, non l’ha ancora abbandonato.
 
Cosa ci fai qui?”
 
La risposta non tarda ad arrivare.
Potrei farti la stessa domanda.
 
Non sa che parole usare, ha paura di sbagliare ed allontanarla, di nuovo.
 
Dobbiamo parlare.
 
Adulti ingenui.
 
“Io non ho niente da dirti.”
 
Questa risposta lo lascia spiazzato. È proprio lui quello che ha bisogno di risposte, non il contrario.
 
Dovresti essere la prima ad aver qualcosa da dire. Non mi hai mai spiegato.”
 
“Camera 348, stasera tardi.”
 
“Non mancherò.”
 
“Non avevo dubbi.”
 
Chiude il telefono giusto in tempo per l’arrivo della fidanzata.
- Nathan, che fine hai fatto?
- Scusa Suz, non mi sentivo bene.
Lo guarda apprensiva e gli si siede accanto sul letto.
- Vuoi rimanere qui?
- No, ora sto meglio. Usciamo, ci sono ancora un paio di giochi fighi che voglio provare.
E’ un bambino.
Un tenerissimo bambino.
 
 
 
 
Angolino di Fede :

Sono a 230 tweet inviati a Nathan con scritto “I love you.”
Mi sono presa giusto una piccola pausa per pubblicare il terzo capitolo.
Non mi fa impazzire, ma sta a voi giudicare.
Anche recensioni negative, ho proprio bisogno di sapere se vi piace.
Torno a rompere le scatole al mio Teddy.
Deve sapere che esisto u.u

Sofi, sei unica.
Grazie Cris.
Baci,
Fede.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


*Capitolo 4*



Quando Nathan si volta per la decima volta verso il comodino, l’orologio segna le undici e mezza.
Lentamente, provando a non far rumore, si alza dal letto e scivola via dalla presa della donna bionda, accoccolata fino ad un attimo prima sul suo petto.
Raccoglie i boxer da terra e se li infila, per poi indossare un paio di jeans e una semplice maglietta nera a mezze maniche.
Esce dalla stanza con le scarpe in mano per non essere sentito. Lancia un ultimo sguardo a Suzanne che dorme tranquilla e richiude la porta dietro di se.
Un sospiro dispiaciuto prima di dirigersi alla camera 348.

Stana decide di farsi una doccia. È sicura che Nathan non le farà visita, non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da quella piovra bionda che chiama ragazza.
Esce cinque minuti più tardi rilassata. Si lega sopra al seno il telo bianco e si stende sul letto. Non fa in tempo a poggiare la testa sul cuscino, che qualcuno bussa lievemente alla porta.
Il suo cuore sussulta ma non vuole illudersi.
- Mark … non dovevi andare al casinò con i tuoi amici e passare una notte da … - 
Non finisce la frase perché ha aperto la porta.
Nathan è davanti a lei, gli occhi puntati sulle sue gambe nude, la bocca quasi spalancata.
L’imbarazzo è tanto, la tensione quasi visibile nell’aria.
- Posso … posso entrare?
Stana sorride dolcemente. Le è sempre piaciuto vederlo così impacciato e non l’uomo sicuro di se che si mostra al pubblico.
Lo lascia passare e poi gli indica il divanetto bianco. La suite è grande e non si ritrovano in situazioni imbarazzanti. Sarebbe stato impossibile parlare seduti sul letto.
Meglio usufruire di ogni confort che l’albergo mette a disposizione.
- Aspettami qui, vado a cambiarmi – sussurra lei per rompere il silenzio agghiacciante che si è creato.
- Puoi anche rimanere così, non ho problemi. Anzi …
Decide di chiudere la bocca quando Stana gli rivolge un’occhiata assassina. Sono sempre gli stessi. Non smetteranno mai di stuzzicarsi e giocare.
Quando l’attrice si chiude in camera inizia a vestirsi molto lentamente. Cerca di perdere tempo, giusto per riordinare tutti i pensieri nella sua mente.
Si sta dando della stupida per averlo invitato in camera sua, ma è troppo felice per averlo rivisto. Da solo. Così vicino. Non accadeva da tempo.
Quando torna in salotto lo trova tranquillo, che si guarda intorno.
Gli si siede di fronte, sulla poltrona, anch’essa bianca.
Distanza di sicurezza.
- Dove è?
Nathan rompe il silenzio sorridendo, ma la sua mascella è contratta.
Stana fa finta di non capire.
- Chi?
- Mark, il tuo fidanzato.
- Ah … è al casinò con il fratello e degli amici. Ha detto di non aspettarmi alzata, farà tardi.
- Mhh, abbiamo tempo.
Un’altra occhiataccia da parte della donna che lo fa sorridere.
- Ti trovo bene.
- Anche io.
Distoglie lo sguardo per paura di perdersi in quegli occhi azzurri ipnotizzanti.
Eccetto un’adorabile ruga appena pronunciata al centro della fronte, è sempre lo stesso. Non è cambiato di una virgola.
Naso irregolare, non perfetto ma affascinante.
Sopracciglia folte al punto giusto, occhi azzurri come l’oceano.
Labbra carnose e dannatamente attraenti.
- Ti piace quello che vedi, è?
La riporta alla realtà facendola sorridere leggermente.
- Cosa hai fatto alla guancia? - le chiede notando la leggera escoriazione sullo zigomo.
- Mark mi ha colpita.
- Cosa?!
Fa per alzarsi dal divano alterato, ma lei lo tranquillizza.
- Non l'ha fatto apposta, stavamo discutendo e mi ha scansata. L'anello che porta al dito mi ha graffiata.
- Mhh, perché litigavate?
- Parlavamo di te.
- Ah ..
Poi, la fatidica domanda.
- Perché te ne sei andata?
La morsa che le stringe lo stomaco si fa sempre più forte, quasi a toglierle il respiro.
Lo sguardo ferito dell’uomo che le sta davanti, la fa stare ancora più male. Prova una tristezza immane nel vederlo così addolorato.
- E’ complicato …
- Non è complicato, sei tu che lo hai reso tale.
Lei sospira, stanca.
- Nate …
- Sai, nessun' altra donna mi chiama Nate nel modo in cui lo fai tu. È adorabile.
È incredibile la capacità che l’uomo ha nel toglierla dall’imbarazzo. Appena nota le sue guance farsi più rosse e il balbettio che non riesce a nascondere, cambia discorso il tempo giusto per farle riordinare i pensieri e tirare due grossi respiri.
- E’ stato difficile prendere quella decisione – inizia lei.
- Perché l’hai presa?
In risposta riceve solo silenzio.
- Sai … io non l’ho mai capito. Me lo sono chiesto tante di quelle volte, Stana, che ho perso il conto. Più volte ho cercato un errore che avrei potuto commettere durante i due anni in cui siamo stati insieme … Più volte ho riflettuto, ma non sono mai arrivato ad una conclusione.
Gli occhi dell’uomo sono quasi lucidi, ma non se ne vergogna. Non ha problemi nel mostrare a lei una parte così vulnerabile di se.
Stana continua a rimanere in silenzio.
- Non ti ho mai tradita. Ti ho sempre trattata come la cosa più preziosa che la vita mi abbia potuto offrire – elenca tenendo il conto sulle dita. – Ti coprivo di attenzioni ma non sono mai stato un uomo particolarmente geloso o …
- Nathan! – Stana lo interrompe bruscamente.
- Non mi amavi?
L’attrice non riesce a resistere a quegli occhi da cucciolo, così si alza e gli si avvicina timidamente. Si posiziona davanti a lui e gli poggia una mano sulla guancia.
Nathan prende la mano e se la porta alle labbra, ci lascia un tenero bacio e sospira.
Poi si alza ed evitando la presa di lei, si dirige verso la porta.
- Ho capito – dice fermandosi davanti l’ingresso dandole le spalle. – Non vuoi ancora parlarne. Ma sappi che io non starò qui ad aspettarti per sempre …
Sta per aprire la porta quando la maniglia gli sfugge dalle mani.
Stana lo ha raggiunto e ha poggiato una mano sulla porta bianca.
Lui non ne può più di questo continuo cambiamento della donna. L’ afferra per le spalle e la spinge contro il muro, intrappolandole il corpo tra lui e la parete.
Tiene le mani aperte accanto al suo volto, è in gabbia.
- Adesso, guardami negli occhi e dimmi che non provi più niente per me.
Lei sorride, avvicina il volto a quello dell’uomo e ad un soffio dalle sue labbra sussurra timidamente:
- Ti amavo e ti amo ancora.
Lui sorride di rimando e in un attimo la sua bocca intrappola quella della donna.
All’inizio è solo un toccarsi deciso di labbra, poi, Nathan, prova a superare ogni barriera mordendogli quello superiore per poi accarezzarglielo con la lingua.
Quando il contatto si approfondisce, brividi di piacere percorrono le schiene di entrambi, non hanno bisogno di respirare, sono una l'ossigeno dell'altro.
Nathan scende sul collo della donna, facendosi strada a piccoli morsi, causandole un tenero dolore che subito dopo viene alleviato dalle leccatine audaci dell'uomo.
Stana ride divertita quando le mani di lui salgono sotto la leggera canottiera a brandirle il seno.
L'attore scosta il viso dalla pelle della donna solo per guardarla seriamente negli occhi.
Lei annuisce come per dargli il permesso e in un attimo la bocca di Nathan è di nuovo sulla sua.
Si staccano dal muro e arretrano verso la camera da letto.
Lei si lascia scivolare sul materasso, con lui sopra.
Qualche risata e parecchi sospiri prima dei gemiti poco sommessi.

- Avevi detto che questo errore non l'avresti commesso mai più.
Stana parla all'improvviso, dopo diversi minuti in cui entrambi hanno mantenuto il silenzio, osservando il soffitto.
Lui, sdraiato sul suo ventre, le lascia qualche dolce bacio intorno all'ombelico. Lei, intanto, gli accarezza pigramente i capelli.
- Lo consideri ancora un errore? - le chiede Nathan.
- Mhh, non penso ...
- Non pensi? Mi aspettavo un no deciso, non un non penso.
Si volta verso di lei rimanendo appoggiato al suo ventre e la donna ride, maliziosa.
- Forse dovresti convincermi un altro po', per non farmelo considerare più un errore ...
- Ah, si?
- Già .. 
- E come, amore? - un bacio sull'ombelico, - Spiegami.
- Innanzitutto, vieni qui sopra.
Sbatte una mano sul cuscino vicino a lei e lo invita a salire.
Lui non si fa attendere e torna su.
Questa volta è Stana che vuole dettare i tempi, quindi si siede a cavalcioni su Nathan.
Si china a baciarlo. Sulle labbra, sul collo, torna al lobo dell'orecchio e poi scende nuovamente sulla gola. Sul petto, sul torace e poi sempre più giù verso un piacere maggiore.
L'uomo, appoggiato alla spalliera del letto, è in balia dei movimenti di lei, quando entrambi sentono la serratura della porta che scatta.
Fanno in tempo a scostarsi e a coprirsi con le lenzuola, che Mark fa il suo ingresso nella stanza, ubriaco.
- Stana!
- Mark!
Il gemello Polish guarda deluso Stana, per poi posare gli occhi carichi di rabbia su Nathan, che intanto si è alzato e si sta vestendo velocemente.
Barcolla mentre cammina, arriva all'attore canadese e gli tira un pugno in pieno volto.
Il naso inizia a sanguinargli ma non fa in tempo a rispondere alla provocazione, che Mark esce velocemente dalla camera, sbattendosi la porta alle spalle.
- Mark, aspetta!
Stana prova a fermarlo mentre si infila un pantalone.
- Stana, che fai? - Nathan la guarda curioso, non pensava che lei corresse dietro all'altro.
- Nathan, vai via.
Gli guarda il naso sanguinante e scuote la testa, triste.
- È meglio - dice prima di uscire dalla suite.
Si è pentita, di nuovo.
 
Angolino di Fede :
L’Italia va in semifinale ed io, con la maglietta del mitico Balotelli addosso, aggiorno con un leggero ritardo.
Scusatemi tantissimo, pensavo che durante l’estate sarebbe stato più facile scrivere e invece mi sbagliavo!
Fra un falò sulla spiaggia e una festa, tra un viaggio e l’atro, scrivo questa storia sulle note dell’i-Phone, che continua ad impallarsi per i 500 tweet inviati a Nathan.
Grazie, comunque, a tutti quelli che gli scrivono di rispondermi, siete degli amori *-*
Vado a dormire, domani mattina mi aspetta un treno all’alba!
Baci,
Fede.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


*Capitolo 5*
 




L'uomo che vaga per i corridoi dell'hotel, non ha l'aria di una persona che ha appena fatto sesso con la donna di cui è innamorato.
Anzi, sembra stia male.
Addolorato e soppresso da una verità che lo sconfigge.
Ora è sicuro che anche lei lo ama. Ne è certo. Ma ha anche la certezza che lei non lo vuole.
Non si fida ancora di lui, o almeno non abbastanza da iniziare una relazione seria.
Il continuo di quella che un anno prima proprio lei ha voluto interrompere.
Nathan si ferma davanti alla porta della sua suite e tira fuori dalla tasca dei pantaloni la chiave magnetica.
La infila piano per non fare troppo rumore e fa scattare la serratura.
Quando entra, l'ingresso è immerso completamente nel buio, mentre la camera da letto è leggermente illuminata.
A passo incerto entra nella stanza e ciò che vede non lo sorprende più di tanto.
La lampada sul comodino è accesa.
La donna bionda, sveglia, se ne sta con le braccia incrociate davanti al petto e la schiena appoggiata alla spalliera.
Sguardo severo e non poco scocciato.
- Finalmente, mi chiedevo quanto ci avresti messo.
Parla ironicamente, nessuno l'ha informata di dove il compagno fosse andato, ma è certa di saperlo.
Non ha bisogno di farselo dire, l'ha vista l'attrice canadese, quel pomeriggio, nel loro stesso albergo.
- Dobbiamo parlare - dice lui con voce profonda e maledettamente seria.
Suzanne quasi ride, nervosa.
- Non c'è proprio niente da dire!
Si alza di scatto, furiosa. Si avvicina minacciosa all'uomo e gli lascia uno schiaffo sulla guancia.
Poi, nota il naso di Nathan sporco di sangue.
- Ti hanno anche picchiato?
L'attore non risponde, continua a guardarla negli occhi.
- È stato il fidanzato, vero?
Ancora nessuna risposta.
- Tu non ti rendi conto, Nathan! Stai diventando ridicolo per una donna che nemmeno ti vuole!
- Come ... come fai a saperlo?
Lei scuote la testa e continua a guardarlo con disprezzo.
Anche una punta di dispiacere, però, nei suoi occhi.
- Mi sembra chiaro. Se lei ti avesse voluto, non saresti qui, adesso. Avrebbe cacciato quell'altro e non te. Tu non ti saresti fatto scrupoli a tornare e mi avresti mandato un messaggio con scritto che era finita. Mi avresti però pagato la camera per almeno altri due giorni, tanto per sembrare un gentiluomo.
La ramanzina sembra finita ma poi urla prima di entrare nel bagno e sbattersi la porta alle spalle:
- Ma sappi che chi tradisce una donna non può nemmeno essere considerato un uomo!
Nathan non ribatte.
Prende un fazzoletto e si pulisce per bene il naso.
Gli duole tutto il viso, fino all'occhio sinistro. Ma non è quello il dolore più grande.
Sente più male al petto, a sinistra, all'altezza del cuore.
Si spoglia lentamente e, rimanendo in boxer, si infila sotto le lenzuola.
Non vuole dormire, non prova nemmeno a chiudere gli occhi per paura che quei brutti sogni che l'hanno tormentato per tanto tempo, tornino a fargli visita.

Quando il sole entra nella suite dalla grande vetrata, l'uomo già sveglio si stropiccia gli occhi, stanco.
Si pente subito del gesto perché sia il naso che la guancia e l'occhio sinistro sono indolenziti.
Non si preoccupa di cercare Suzanne, sa già che non la troverà.
Nota, però, un bigliettino sul tavolo del piccolo soggiorno.
Si alza e si avvicina, lo prende con mani quasi tremanti. Non voleva far soffrire quella donna. Ha fatto l'esatto contrario.

Non cercarmi Nathan, anche se so che non hai intenzione di farlo.
Forse, alla fine, è meglio così.
Ci siamo divertiti insieme, ma nella tua mente c'era sempre lei.
Me ne sono accorta, sai?
Quando stavi con lei eri sempre più felice, molto più di quando stavi con me.
Non renderti ridicolo per una donna che non ti vuole.
Vuol dire che non ti merita.
Non si è ancora accorta di quanto bravo e speciale tu sia.
Spero sinceramente per te, che se ne accorga presto.
Spero di rivederti in futuro più sereno.
Ah, quella collana che hai detto era perfetta per me, l'ho comprata e messa sul tuo conto.
Consideralo un regalo per farti perdonare.
Suz.


Sorride mentre legge le ultime parole.
In fondo, non era male quella donna.
E poi il sesso con lei funzionava davvero bene.
Ma adesso basta. Ora è il momento di diventare un uomo più serio e più maturo.
Si dirige in bagno e si guarda allo specchio.
Il naso è sporco di sangue secco. L'occhio e lo zigomo sono anneriti. Leggermente viola con qualche sfumatura di blu.
Ha un bel dritto quel Polish.
Si infila sotto la doccia e mentre l'acqua scorre sul suo corpo, riflette.
Non sa quale sia la cosa migliore da fare adesso. Lei non lo vuole e Nathan non ha più le forze per farle cambiare idea.
Quella donna l'ha sfinito, e non solo a letto.
Dopo dieci minuti buoni ha preso la sua decisione.
Dolorosa, ma l'ha presa.
Va in stanza a cambiarsi, poi scende nella hall, per parlare con il personale.



Eccolo lì.
Seduto su uno sgabello davanti al bancone del bar.
Gli fa quasi pena. Anzi, no. Non proverebbe mai pena nei confronti dell'uomo che gli ha portato via la donna. Solo rabbia.
Ma adesso deve mettere da parte il passato, l'orgoglio e vivere il presente.
Ha chiesto alla reception se l'avessero visto e se Mark avesse lasciato l'albergo quella notte.
Gli hanno risposto di no, che l'uomo era rimasto tutta la mattinata al bar, dopo aver litigato con quella che pensavano fosse la fidanzata.
Gli si avvicina ripugnante, non è ancora sicuro di quello che sta per fare. Ma lo deve fare per lei.
- Mark ...
L'uomo non lo sente, continua a fissare il fondo del bicchiere che si rigira tra le dita.
Si siede sullo sgabello accanto e attira la sua attenzione.
- Polish!
Mark si gira verso Nathan e lo guarda male.
- Uh guardate chi ci onora della sua presenza! - alza il tono della voce e quelle poche persone che fanno colazione si voltano a guardare i due uomini.
- Sta notte, questo bastardo è andato a letto con la mia fidanzata!
È ubriaco.
Sta cercando di metterlo in imbarazzo, provocandolo, ma Nathan non risponde.
- Mark, cerca di calmarti.
Gli poggia una mano sulla spalla ma Polish la scosta con violenza.
- Cosa vuoi?! - tuona.
- Scusarmi, con te. Ma soprattuto, farti sapere che non è colpa di Stana.
- Che vuol dire? Mi pare fosse consenziente anche lei ...
- Si .. Io .. Certo.
Mark lo guarda male, di nuovo.
- Ma non è questo il punto. Stana se ne è pentita subito - aggiunge subito sconsolato.
- L'ha fatto perché si è lasciata prendere dal momento, ma ... Lei non prova niente per me. Tiene a te molto più di quanto pensassi ...
Sospira e si alza.
- Ah, Polish ...
Mark si gira verso di lui.
Non fa in tempo ad aprire bocca che Nathan gli tira un pugno sul naso.
- Non farla soffrire - aggiunge prima di andarsene, sotto lo sguardo sbalordito dei pochi presenti.



La scena che si presenta ai suoi occhi in questo momento, lo fa stare ancora più male.
Dopo aver passato l'intera giornata nel casinò, alle sei ha deciso di uscire per andare a fare una passeggiata nel parco divertimenti.
È tornato un'ora dopo e quello che vede adesso all'entrata dell'albergo, lo fa morire dentro, di nuovo.
Mark Polish sta mettendo due valigie in macchina, velocemente.
Più in alto, da una terrazza, Stana lo guarda e piange, piano, timidamente, coprendosi una mano con la bocca.
Gli fa un male immenso vederla soffrire per un altro uomo, ma non può rimanere lì con le mani in mano.
Sale le scale e le si avvicina da dietro.
La chiama.
- Stana ...
Lei si gira e quando lo vede smette di piangere.
Gli occhi le si illuminano.
Sorride.
 
 
Angolino di Fede :
Sono una che preferisce farsi perdonare lentamente, non risolvo i problemi in un capitolo solo, come avrete capito anche dalle altre mie FF u.u
Spero vi piaccia e un immenso grazie a chi continua a leggere e recensire.
Mi fate proprio felice :’)
Baci,
Fede.
 
P.s. Cris! Butta subito quella bambola woodo con il mio aspetto, mi fai male!
Ahi, ahi, ahi, non mi punzecchiare!
Ahia! Nemmeno quello! Ahia! 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


*Capitolo 6*

 
Gli fa un male immenso vederla soffrire per un altro uomo, ma non può rimanere lì con le mani in mano.
Sale le scale e le si avvicina da dietro.
La chiama.
- Stana ...
Lei si gira e quando lo vede smette di piangere.
Gli occhi le si illuminano.
Sorride.
 
- Mark, aspetta!
Lui si volta di scatto, furioso
Sono in mezzo alla hall del grande hotel ma a nessuno dei due sembra interessare. I toni delle loro voci si fanno più alti.
- Lo sapevo che provi ancora qualcosa per quello lì!
Stana abbassa lo sguardo.
- Forse tu non te ne rendi conti, o semplicemente non vuoi farlo, ma quando lo guardi, o parli di lui, ti brillano gli occhi!
- Lasciami spiegare …

- Cosa mi devi spiegare, eh? Come mi hai tradito con il tuo ex?
Lei non ribatte, ma questa volta lo guarda negli occhi.
- Si, ti ho tradito e mi pento di averlo fatto. Ma non mi pento di essere stata con Nathan di nuovo.
- Non capisco …
- Se tornassi indietro nel tempo, riandrei con Nathan, ma solo dopo averti detto che fra noi due non potrebbe funzionare.
- Ah … e da quanto tempo te ne sei accorta?
- Non voglio mentirti ancora, quindi sarò sincera.
Prende un profondo respiro e continua a guardarlo negli occhi, l’uomo sembra essersi calmato. Lo sapeva che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato.
- Lo so dall’inizio. Non ho mai smesso di amarlo, volevo solamente riuscirci. Riuscire a farlo uscire dal mio cuore e dalla mia mente, pensavo che con te sarebbe stato più facile.
- Quindi, mi hai usato solamente per smettere di pensare ad un uomo?
- Ti ho sempre voluto bene, però …
- Il problema è proprio questo, Stana! Tu mi vuoi bene, io ti amo!
La voce di Mark si incrina leggermente e l’attrice gli si avvicina. Gli poggia una mano sulla guancia e gli asciuga una lacrima che è scappata al suo controllo.
- Ci ho provato, Mark, sul serio – gli sussurra. – Volevo riuscire ad amarti pure io … Ma non ci riesco.
Polish annuisce, consapevole che lei non sarà intenzionata a riprovarci.
Le prende il palmo della mano un attimo prima poggiato sul suo viso e lo bacia.
Poi si allontana di un passo.
- Voglio solo sapere una cosa.
Stana annuisce, in attesa della domanda.
Ma quella che lui le pone la lascia senza parole, non aveva pensato alle conseguenze delle sue azioni.
- Prima di correre da me, cosa hai detto a lui?
Sottolinea l’ultima parola con disprezzo, Nathan non gli è mai andato a genio. Non solo perché in realtà già sapeva che era nel cuore della sua ragazza, più che altro lo ha sempre visto come un uomo poco maturo, pronto sempre a giocare e mai ad essere serio.
Non vuole lasciare la donna che ama nelle mani di una persona così.
- Gli ho detto di andarsene.
- Bene, come credi l’abbia presa?
- I-io, io non lo so ..
- Stana – le si riavvicina e le prende il viso tra le mani, - è la seconda volta che succede. Da quello che mi hai raccontato, anche la prima volta lo hai mandato via, facendogli credere di esserti pentita. Non pensi che abbia rinunciato a te, dopo questa notte?
- Io non ci avevo pensato …
- Forse si è stufato di essere mandato via … Forse pensa che tu non lo vuoi … Forse pensa che tu sei corsa dietro a me per scusarti e per farti perdonare …
- Io non ci avevo pensato – ripete scuotendo la testa.
- Oppure, magari, ti ama così tanto da continuare a provarci …
Lei annuisce, è quello che pensa anche lei. Anzi, quello in cui spera anche lei.
- Ti auguro di essere felice, Stana – gli lascia un lungo bacio sulla fronte e si allontana.
Stana lo segue con lo sguardo fino a che l’uomo non sparisce nel bar dell’albergo.
Si avvia verso la sua suite sperando di trovarci Nathan ancora dentro ma quando arriva lui non c’è.
Un bigliettino, però, è attaccato alla spalliera del letto. Un post-it tagliato velocemente dal blocchetto che il resort mette a disposizione.
La calligrafia ordinata di Nathan riempie l’intero foglietto.
 
“E’ stato bello pensare, anche per un solo istante, che sarebbe potuto durare per sempre.
Ti amo,
Nathan.”

 
Sente le lacrime farsi strada nei suoi occhi e non ha nemmeno le forze per farle tornare indietro.
Chiude la porta della stanza e si butta sul letto.
Il cuscino sa ancora di lui, lo afferra e ci affonda il viso dentro, riuscendo a stento a soffocare il suo pianto disperato.
 
Il mattino dopo gli occhi le fanno male per tutte le lacrime che hanno versato.
Va davanti allo specchio e nota come si è ridotta. Entra nella doccia e quando esce è più rilassata, ma il dolore e la consapevolezza di averlo perso, continuano a stringerle il cuore.
Si veste ed esce.
Sta per andare a fare colazione quando devia il percorso e si affaccia dal grande balcone dell’hotel.
Riesce a vedere Mark che infila le borse in un auto, deve essere entrato durante la notte nella loro suite ed aver preso la sua roba e i suoi bagagli.
Inizia a piangere quando pensa che poco prima, forse, anche Nathan era partito e non l’avrebbe rivisto fino alle riprese della nuova stagione.
Adesso è sola in quel posto, senza nessuno dei due uomini che la amano, ma soprattutto, senza l’uomo che ama anche lei.
Continua a piangere tenendosi una mano davanti alla bocca, quando si sente qualcuno chiamarla.
Si volta e automaticamente le lacrime si interrompono.
Sorride.
 
 
- Nathan …
L’attore canadese le si avvicina ma continua a tenere lo sguardo basso.
Farfuglia qualcosa, poi, a voce bassa. È quasi impossibile sentire cosa dice.
- A me dispiace .. i-io non dovevo .. è stato uno sbaglio e ora lui … e tu …
- Nathan!
Finalmente alza lo sguardo e Stana può notare i lividi che si sono formati sul suo viso.
Sussurra leggermente:
- Oddio, cosa ti ha fatto …
Nathan accenna un sorriso forzato e le si avvicina di più.
La guarda finalmente negli occhi e trova il coraggio di parlarle, quello che pensava avesse perso.
- Stana, io non mi pento di quello che ho fatto. Se potessi, tornerei nella tua camera d’albergo altre mille volte! Ma no, cosa dico! Dieci milioni di volte!
Lei inizia a sorridere davanti a quella tenerezza, continua a ripetersi che lo ama.
- Ti bacerei e farei l’amore con te per tutta la vita, tutto il giorno, tutti i giorni! Ti amo e ti vorrei solo per me! Anche tu mi ami, me lo hai detto, ma non mi vuoi perché non ti fidi abbastanza di me e questo fa ancora più male!
Stana gli prende il viso tra le mani e continua a sorridere.
- Nate …
- No, aspetta, fammi finire – sussurra. – Adesso, vederti qui che piangi per un altro uomo, mi fa un male tremendo, ma non posso fare finta di niente. Tu, per me sei importante  e ..
Continua a parlare impacciato, mangiandosi le parole come un bambino, e Stana non può smettere di sorridere.
- Nathan …
- Gli ho dato un pugno stamattina, ma confronto a quanto ha fatto male a me, non è niente ..
- Nathan …
- Mi dispiace ma dovevo farlo e poi se tu sarai felice con lui ..
- Nathan …
- Potrei esserlo anche io, basta vederti sorridere per me è una gioia e …
- Nathan!
Si interrompe di colpo quando la donna lo chiama per l’ennesima volta. Gli fa paura quando assume quel tono di voce.
- C-che c’è?
- Non è per Mark che stavo piangendo …
- Ah, e allora per … - si interrompe quando Stana gli lancia un’occhiataccia. – Scusa, continua.
- Stanotte, quando me ne sono andata dalla stanza, non ti ho mandato via perché mi sono pentita. Assolutamente, no.
- Ah, io pensavo …
Un’altra occhiataccia.
- Qualsiasi cosa pensavi, era sbagliata. Ti amo, ieri sera te lo ho anche detto più di una volta se non mi sbaglio …
- Si, una anche mentre mi stavi …
Gli poggia una mano sulla bocca con l’intenzione di farlo stare zitto.
- Me lo ricordo bene, è inutile dirlo ad alta voce.
- Sono un bambino, ho rovinato tutto ... Ma allora perché te ne sei andata? – le chiede mentre le dita di lei sono ancora poggiate sulle sue labbra.
- Avevo solo intenzione di scusarmi con Mark e dirgli che era finita, definitivamente.
- Vi siete lasciati …
- Si, gli ho detto che amo un altro.
- Chi? – chiede con gli occhi vispi, il tono di voce malizioso.
- Un bambino – sussurra Stana avvicinandosi ancora di più a lui e passandogli le braccia dietro al collo.
Mentre gioca con i suoi corti capelli, la distanza fra i due corpi si fa del tutto assente.
- Uh, ho appena detto di essere un bambino …
- Già, e io amo i bambini …
- Se vuoi rimango bambino per tutta la vita.
- Mhh, preferisco di no …
Si avvicinano lentamente, fino ad unire le loro labbra in un bacio carico di amore.
Lenti, quasi giocosi, si assaggiano le labbra a vicenda, assaporando l’uno il sapore dell’altra e godendo per l’essersi ritrovati, di nuovo.
Si baciano finché entrambi non si sentono mancare il fiato e si scostano, leggermente, per guardarsi negli occhi. Fronte contro fronte.
Stana allunga la mano e afferra quella di Nathan.
Incrociano le loro dita che sembrano formare un incastro perfetto.
- Questa scena, mi ricorda tanto qualcosa – sussurra Nathan ancora appiccicato alle sue labbra.
- Mhh, cosa? – chiede lei distratta continuandogli a baciare ogni centimetro di pelle del viso.
- Ci baciamo, tu mi prendi la mano, mi porti in camera …
Stana non risponde, si impossessa nuovamente delle labbra dell’attore.
- Ma dai! La fine di “Always”, no? – continua Nathan pensando che la compagna non abbia capito.
La donna continua a non rispondere e si scosta dalla sua bocca, inizia a camminare trascinando dietro di se un uomo confuso.
- Dove andiamo? – le chiede.
- Andiamo a rigirarla.
 
 
 
 
Angolino di Fede :

Non so se il prossimo sarà l’ultimo, devo decidere :\
Questo è per tutto lo Stanathan da Ricovero.
Scusate, vi ho fatto prendere un infarto, spero di essermi fatta perdonare :3 ♥

Fede.
Super Mario io ti amo sempre e comunque.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


*Capitolo 7*

 
Lo spinge addosso alla porta della suite, senza dargli il tempo di tirare fuori la chiave magnetica.
Si impossessa nuovamente delle sue labbra.
Sono così calde e morbidi che non se ne vuole più staccare.
Così invitanti che non può più farne a meno.
Una droga.
Tutto dell’uomo la attrae.
Non c’è niente da fare.
Non può più resistergli.
- Stana, siamo nel corridoio – le sussurra lui sulle labbra, prima di un altro bacio carico di passione.
- Apri, veloce!
Sorride nel vedere la foga della donna. Poi, fa come gli è stato ordinato.
Entrano nella stanza frettolosi, vogliosi di consumare il loro amore di nuovo, senza attendere altro tempo.
Quando arrivano in camera da letto e Stana si lascia scivolare sul materasso con Nathan sopra, lui si ferma un attimo.
La osserva per bene e rimane incantato.
I capelli un po’ arruffati, le labbra gonfie e particolarmente arrossate. Gli occhi leggermente lucidi.
È una visione.
- Ti amo – le dice prima di lasciarle un bacio sul naso.
Lei sorride,  si lascia accarezzare il viso e poi risponde.
- Anche io.
- Non scappare questa volta, ti prego.
La voce dell’uomo è rotta dall’emozione e la sta addirittura pregando.
Stana rimane colpita dalla sua fragilità, le fa quasi tenerezza.
- Non scapperò mai più.
Si sorridono.
Gli occhi di entrambi sono carichi di desiderio, brillano di una luce nuova, la stessa che avevano perso da quasi un anno.
Si assaggiano di nuovo, lentamente, senza più fretta. Consapevoli che il tempo a disposizione, adesso, è tanto.
Le loro lingue si sfiorano, prima timide, poi più audaci, continuando a giocare fino a quando il bisogno di ossigeno diventa indispensabile per entrambi.
Le labbra di Nathan abbandonano la sua bocca per scendere sul collo. Non riesce a staccarsi del tutto da lei.
Con le mani, le sfila la maglia e riesce finalmente, a sentire la pelle liscia e morbida della donna sotto le dita.
Dopo che le ha sganciato anche il reggiseno, fa volare l’inutile indumento per la stanza, per poi scendere a stuzzicarle i seni ed il ventre. Le lascia una scia di baci roventi intorno all’ombelico e poi risale, impossessandosi nuovamente delle sue labbra.
La sta facendo impazzire.
Stana ha gli occhi chiusi e, remissiva, si abbandona al piacere che lui le sta procurando, stringendo le lenzuola fra le mani.
Nathan alza lo sguardo e la vede in balia del piacere. Del piacere che lui le sta facendo provare.
Si sente orgoglioso.
È sua e si fida talmente tanto di lui da lasciarsi andare, da lasciare tutto nelle sue mani.
In un attimo, ogni indumento che li separa, scivola via, lasciandoli nudi, lui sopra di lei, senza imbarazzo.
Nathan si tiene sulle braccia, i palmi delle mani aperti ai lati del suo viso e, lentamente, entra in lei, temendo di farle male ma, soprattutto, per assaporare questo momento.
Ogni volta è come la prima, non crede di aver provato emozioni così forti con nessun’ altra donna che ha frequentato.
 
Quando si sveglia è sdraiato a pancia in sotto, il capo affondato nel cuscino, le braccia aperte sul letto.
Volta leggermente il viso e si accorge che Stana è lì, poggiata su un gomito, che lo guarda. Con una mano gioca con i suoi capelli e sorride.
Sorride anche lui, per poi alzarsi leggermente ed avvicinarsi a lei.
Fa uno sforzo immane, è stanco morto, ma ha voglia di baciarla di nuovo. Quelle labbra sono perfette, sembra che lo chiamino.
Stana non parla.
Si lascia baciare, non riuscendo a trattenere un leggero gemito di piacere.
L’attore sorride e si scosta da lei, quel tanto per guardarla negli occhi.
- Buongiorno – sussurra lui.
Si sdraia nuovamente, cambiando posizione, supino per far sedere la compagna a cavalcioni su di lui.
Una volta sopra, inizia ad accarezzarle le cosce nude, non coperte dalla corta camicia da notte che ha indossato.
- Buongiorno – risponde lei, abbassandosi per baciarlo nuovamente.
In un attimo la passione riprende il sopravvento, le loro lingue si incontrano, le mani di Nathan vagano sul corpo della donna, senza sosta.
- Nate …
Non risponde Nathan, troppo impegnato a farla impazzire.
Lo prende per un orecchio ridendo, riuscendo finalmente a liberarsi dalla sua presa.
- Ahi! – esclama lui indignato. Poi più tranquillamente le dice:
- Dovrei trovare una parola di sicurezza anche io, come Castle …
Stana ride di nuovo, più forte e Nathan pensa di non aver mai sentito suono più bello di questo.
La guarda mentre si alza e va a cercare nella valigia di lui qualcosa.
- Che fai? – le chiede.
- Ho sentito il tuo telefono squillare prima, è quasi mezzogiorno e non hai risposto. Magari qualcuno si potrebbe preoccupare ..
Lo trova e vede sei chiamate perse. Tutte della stessa persona.
- Chi è?
- E’ Andrew – risponde Stana sorridendo. – Ti ha anche mandato un messaggio.
- Leggilo tu, non ho le forze per arrivare fino a lì – dice prima di ributtare la testa all’indietro, sul cuscino.
- Ok, allora … - lo apre ed inizia a leggere a voce alta. – Dice che lunedì dobbiamo essere sul set per le foto promozionali, che deve darci i copioni e che a breve inizieranno le riprese. Dice anche di salutarmi e … - spalanca la bocca. – Di provare bene per l’inizio della nuova stagione?! Nathan!
Lui si copre la faccia con il cuscino, non riuscendo a trattenere una risata che fa indignare ancora di più la donna.
Lancia il telefono nella valigia e si mette davanti al letto, braccia incrociate sul petto, sguardo di fuoco.
Nathan sbircia con un occhio da sotto il cuscino e ride, di nuovo.
- Come fa a saperlo? – gli chiede.
- Non lo so, avrà immaginato …
- Mhh – non è convinta della risposta. – E cosa è questa storia dell’inizio della stagione? Come mai io non so niente?
- Ehm … Diciamo che ho chiesto ad Andrew una cosa, e lui sembra abbia accettato …
- Cioè? – incalza Stana, battendo il piede ritmicamente per terra.
- Ok, quando glielo ho chiesto non stavamo ancora … cioè, non avevamo fatto pace e …
- Ho capito, quindi?
- Bhè, gli ho chiesto di iniziare la puntata nello stesso modo in cui è finita Always
- Cosa?!
E’ terrorizzata dell’idea. Con Polish era successo, per For Lovers Only, ma adesso con Nathan è diverso. È il suo fidanzato. Deve far finta di far sesso con lui di fronte a tanta gente che non risparmierà battutine, allusioni e cazzate varie?
No, non è pronta.
- Amore – Nathan prova a tranquillizzarla. – Non sarà difficile, anzi, adesso, ci sarà meno imbarazzo fra di noi! E poi avremo un sacco di tempo per provare …
Riesce a strapparle un sorriso ma anche a ricevere una camicia in faccia.
- Non pensi ad altro – gli dice, tornando sul letto e poggiando la testa sul suo petto.
- Non è vero – smentisce lui. – Penso anche che sei la donna più bella del mondo e che ti amo da impazzire.
Si gira e lo bacia. Poi si alza di scatto.
- Dove vai, adesso?
- Vado a lavarmi e a cambiarmi. È l’ultimo giorno a Disneyland, ho voglia di fare qualche altro gioco.
- Va bene – dice lui sconsolato.
Aveva in mente altri piani per la giornata, ma fa di tutto per vedere la sua fidanzata felice.
E poi ha un’idea.
 
Passeggiano per mano fra i prati, hanno fatto più volte ogni gioco presente nel parco.
In alcuni, Nathan sembrava terrorizzato, Stana si divertiva a guardarlo urlare per la paura.
Sono le sei di sera quando l’uomo trascina la compagna sotto la ruota panoramica. Dice qualcosa al ragazzo che fa partire la giostra senza farsi sentire da lei, poi salgono su un gabbiotto.
Guarda il panorama estasiata, Stana. Rare volte ha visto spettacoli così belli.
- Ti devo dire una cosa – le dice Nathan, prendendola da dietro per i fianchi e appoggiando il viso nell’incavo del suo collo. Le lascia un bacio sulla clavicola, aspirando avidamente il suo profumo.
Poi la fa voltare e la guarda negli occhi.
- Ti amo, Stana, non sbaglierò più con te …
Lei sorride ma non lo interrompe.
- Voglio veramente, che questa volta duri per sempre. Ho intenzione di portarti sull’altare tra qualche anno. Ho intenzione di avere dei figli con te, ho intenzione di invecchiare con te! – esclama euforico.
Stana non può far altro che annuire, le brillano gli occhi.
- Dammi la possibilità di tenerti stretta a me, non prendere iniziative senza prima consultarmi e rivelami ogni tua preoccupazione - continua.
Annuisce di nuovo e gli butta le braccia al collo.
Con gli occhi lucidi si avvicina alle sue labbra e lo bacia, per poi staccarsi il minimo indispensabile per riuscire a dirgli che questa volta è sicura, che non scapperà di nuovo.
Un altro Ti amo prima che Stana si accorge di un piccolo particolare.
- Siamo fermi – gli dice allontanandosi preoccupata e guardando di sotto.
Nota che tutte le cabine della ruota sono vuote, sotto la giostra, una folla enorme lì sta osservando, con lo sguardo rivolto verso l’alto.
- Ehm, si, lo so …
Si volta a guardarlo, inarcando le sopracciglia.
- Lo sai?
- Si, volevo avere un po’ di tempo per noi e … ehm, ho fatto chiudere la giostra, ho chiesto di fermarla proprio mentre eravamo quassù.
- Ah … bene. E adesso possiamo scendere? Sai, non mi sento sicura …
- Non dirmi che hai paura …
- Ehm, no … solo non vorrei rischiare.
- Va bene, ma prima devo chiederti un’ultima cosa.
Si avvicina nuovamente a lei e inizia a baciarle il collo, poi sale a mordicchiarle il lobo dell’orecchio e parla con le labbra contro la sua pelle.
Stana è scossa da brividi di piacere, ma prova a rimanere lucida.
- D-dimmi ..
Un bacio sul collo.
- Stavo pensando …
Un altro bacio.
- Che magari potremmo non tenere la cosa nascosta.
Un altro bacio ancora, sta tentando di convincerla facendola impazzire.
- E’ inutile … tutti sospettano di noi … tutti ci sperano …
Stana lo stacca dal suo collo e lo guarda, negli occhi, seria. Lui si aspetta un no deciso ma la sua risposta lo lascia a bocca aperta.
- Non avevo intenzione di tenere la cosa segreta, tranquillo.
- Mhh, quindi andremo insieme alla presentazione della quinta stagione?
Stana lo bacia sulle labbra, di nuovo, poi fa segno di si con la testa.
- Perché no?
 
 
 
 
Sono passati due mesi.
Stanno insieme, felici, non lo sanno tutti.
Ovviamente ne è al corrente tutto il cast, se ne sono accorti subito quando i due hanno fatto la loro comparsa sul set il primo giorno di riprese.
C’era una nuova magia nell’aria, fra i due.
Questa sera c’è la grande festa. Fra due settimane verrà trasmessa in America la tanto attesa prima puntata della quinta stagione.
Alla premiere ci sono tutti.
Il cast, i tecnici, i creatori e gli sceneggiatori. Il regista, ma soprattutto i fan.
Uno alla volta, i protagonisti, attraversano il tappeto rosso, fermandosi a firmare autografi e a farsi scattare foto.
L’eccitazione è palpabile nell’aria, ma il vero delirio scoppia quando una limousine si ferma all’entrata, davanti al red carpet.
Nathan Fillion scende, un sorriso enorme sul volto. Con il papillon fa proprio una bella figura.
Si dirige all’altro lato della macchina e apre la portiera.
I fan rimangono paralizzati quando dall’auto scende Stana, da la mano al compagno che gliela bacia e, insieme, si avviano verso la folla urlante, in trepidazione.
Nathan le cinge la vita con un braccio, Stana arrossisce un po’, ma non se ne preoccupa.
E’ felice, adesso.
E non ha intenzione di rovinare di nuovo questa felicità che sono riusciti a creare, insieme.
 
 
Ogni lieto fine non è altro che un nuovo inizio.
 
 
 
Angolino di Fede :

Anche questa, finita!
Non sono dell’umore adatto per pubblicare, ma l’ho promesso e io le mantengo sempre, le promesse :)
Bhè, che dire.
Grazie mille!
A tutti quelli che hanno letto e recensito.
A chi ha letto pazientemente le anteprime aiutandomi con i miei numerosi blocchi.
A chi inventa soprannomi orrendi (ehm, *colpo di tosse* Agata!).
A Diletta e a Sofia.
A chi mi aiuta con le questioni di cuore.
A Eleonora, Simo, Cris e Donatella.
Grazie mille, davvero ♥
 
Alla prossima, un grosso bacio,
Fede.

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