It's a London thing

di Liberty_helena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Premetto che questa storia è "scritta/ideata" a quattro mani...si sà, quando una persone, o meglio due, non hanno una cippa da fare, si mettono a pensare ad una FF. Era da tanto che volevo scrivere una storia sui ragazzi, però non avevo mai l'ispirazione giusta...forse mi serviva solo un piccolo aiuto ad ideare la storia...va beh..non mi dilungo troppo! Ecco a voi il prologo, fatemi sapere cosa ne pensate!! :)


Prologo

Luglio 2010


“Ste…sono nei casini!” - fu la prima cosa che dissi alla mia amica, non appena mi rispose al telefono.
“Cosa succede??” - mi chiese lei preoccupata. Il mio tono di voce non prometteva niente di buono, ma forse neanche la mia amica – “è successo qualcosa di grave con tua madre?”
“ehm…non so bene come dirtelo…però no! Niente con mia madre…o almeno finché non scopre niente…” – dissi quasi sussurrando – “ ti ricordi quando ti raccontai che ero uscita con alcuni amici??”
Fu così che raccontai alla mia amica come mi ero cacciata nei guai. Il suo aiuto non tardò ad arrivare, nel giro di un paio di settimane organizzammo tutto. Decidemmo di partire per Londra, infondo era da sempre il nostro sogno, e perché non cogliere la palla al balzo e andar via nel momento del bisogno? Ovviamente non partimmo del tutto alla cieca. Stephanie, la mia amica, aveva dei contatti a Londra grazie al lavoro che faceva suo padre. Perciò li chiamammo e loro si offrirono gentilmente di ospitarci per qualche giorno, in tanto che cercavamo una nostra sistemazione.
Nessuno sapeva il reale motivo della nostra partenza, a parte alcune persone di cui ci fidavamo. Dicemmo a tutti che avevamo deciso di cambiare aria e di voler buttarci in questa avventura.
Devo ammettere che fummo davvero fortunate, Josh (l’amico del padre di Stefy) ci accolse come se fossimo di famiglia. Nel giro di qualche settimana trovammo un bel appartamento in centro, non era molto grande, ma per due persone era perfetto. Iniziammo così a cercare lavoro, cosa che si rivelò abbastanza complicata. Alla fine finimmo a fare le cameriere in un ristorante, finché un giorno, passando davanti ad un locale notammo la scritta “VENDESI”.
Forse è meglio che mi presenti, mi chiamo Elena ed ho 18 anni. La mia amica, Ste, è un “miscuglio” di origini, ha 19 anni ed abita a Montecarlo. Come ci siamo conosciute? Un caso del destino e interessi comuni. Da giorno di quella telefonata cambiò tutto nelle nostre vite…e non fu per niente facile abituarsi al cambiamento.

Hel&Stefy

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Image and video
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Ecco qui il primo capitolo...non avete dovuto aspettare tanto! In questo primo capitolo si inziano a capire un po' di cose...ma non fatevi tranne in inganno...la storia vera e propria inizierà nel prossimo! Ora...buona lettura!! E fateci sapere cosa ne pensate :)
(il banner qui sopra è stato fatto da Giulia, @____giuls)

Capitolo 1

Aprile 2012

“Ti rendi conto che sono quasi 2 anni che viviamo qui?” – mi disse Stefy mentre uscivamo dal locale – “è assurdo come il tempo passi velocemente quado si è felici” – aggiunse. “parli a me di tempo che passa? Ahahah me ne rendo conto ogni giorno guardando London, mi sembra solo ieri quando mi resi conto che stavo iniziando una nuova vita, e che non avrei più dovuto pensare solo a me stessa” – dissi abbassando un pochino il tono di voce.

 Io e Stefy vivevamo a Londra da quasi due anni, e non penso che un’avventura come la nostra potesse essere meglio di quella che era diventata la nostra realtà.  Avevamo rischiato tutto per aprire un locale, il Paz Club, che stavano vendendo per fallimento, ci avevamo lavorato tanto, prima solo noi e poi, pian piano, assumendo altre persone. Inizialmente era stato davvero duro, i vari debiti per pagare la restaurazione, l’acquisto di tutti gli strumenti, i mobili e ovviamente i vari fornitori. Per nostra fortuna Josh ci aveva dato una mano, era diventato come un  padrino per noi. Però tutti i nostri sforzi vennero ripagati quando inaugurammo il locale. Forse perché era già conosciuto, forse perché stavamo simpatiche, iniziammo ad avere delle entrate regolari, niente di speciale, però ci bastavano ad andare avanti. Finché un giorno, non molti mesi dopo che avevamo aperto, ricevemmo un’offerta davvero interessante.

*flashback*

15 Settembre 2010

*squillo del telefono*

“Paz Club buongiorno, sono Helena” – dissi alzando il telefono dell’ufficio.

“buongiorno, sono Simon Cowell, parlo con la proprietaria del locale? – mi disse una profonda voce maschile.

“si, sono una delle due proprietarie…mi dica!” – mi sembrava di aver già sentito quel nome da qualche parte, ma in quel momento non riuscivo a ricordare.

“La chiamo perché vorrei sapere se fosse possibile affittare il locale per una serata.” – mi disse lui.

“Si certo, nessun problema! Vorrei avvertirla che il locale non è molto grande e non in una zona centrale della città…ci tengo a precisare.” – dissi. Non era la prima volta che chiamavano per affittare il locale e poi annullavano perché o troppo piccolo o scomodo da raggiungere per troppe persone.

“ Si, lo so! È proprio per questo che ho chiamato lei! – disse cordialmente – “forse è meglio che le spieghi tutto nel dettaglio…come ho detto sono Simon Cowell, produttore del noto talent show x factor. La contatto perché vorrei organizzare una piccola festa  per tutti i concorrenti che sono passati alla fase finale del programma, però non vorrei  che fuori dal locale si appostassero paparazzi o persone curiose. Vorrei organizzare una serata il più tranquillo possibile, per questo ho pensato al suo locale. Che dice, crede sia possibile?” – mi disse calmo.

In quel momento pensai che fosse tutto un sogno, com’era possibile che fosse tutto vero??

“possibile? Certo! Non penso capiti molto spesso di ricevere una telefonata del genere! Quando avrebbe bisogno del locale?” – dissi emozionata, ma mantenendo una parvenza di calma.

“per il 3 ottobre…se non è un problema vorrei venire un giorno di questi per vedere il locale e pensare a come organizzare l’evento..” – disse Simon.

“il 3 ottobre…” – dissi mentre controllavo l’agenda – “ perfetto! Non abbiamo programmato nulla per quella serata. Si senta libero di venire quando vuole! Se viene verso l’ora di pranzo può parlare sia con me che con l’altra proprietaria” – gli dissi.

“perfetto! Allora vengo dopodomani all’ora di pranzo…va bene?” – mi chiese con tono allegro. Non ero l’unica felice per quell’affare.

“va benissimo…allora a dopodomani signor Cowell!” – risposi. Meglio chiamarlo per cognome, prima di evitare figuraccie.

“a dopodomani Helena…e mi chiami pure Simon! Arrivederci”

Quel tipo era davvero alla mano. Ora che avevo capito chi fosse, mi ero anche ricordata che sembrava sempre un uomo altezzoso, ma mi dovevo ricredere.

Appena vidi Stefy le raccontati tutto della chiamata e dell’imminente visita. Anche lei era felicissima, era la nostra occasione per affermare il locale.

L’incontro con Simon andò benissimo, se al telefono era stato gentile, di persona era ancora meglio! Avevamo parlato un sacco di come organizzare la festa, come disporre i vari tavoli e le poltrone, ma lui si interessò anche alla nostra vita personale. Cosa ci avesse spinto ad aprire un locale e soprattutto come mai lo avessimo fatto così lontano da casa.

Arrivò finalmente la grande sera per il Paz Club, dire che eravamo elettrizzate era poco. Simon arrivò prima di tutti, come mi aveva accennato nel pomeriggio. Controllammo insieme un ultima volta tutto quanto, e rimanemmo soddisfatti del risultato. Se tutto fosse andato secondo i piani, quella sarebbe stata solo la prima delle tante feste organizzate da Simon nel mio locale. Pian piano iniziarono ad arrivare anche i vari artisti e i giudici del programma. Io e Stefy ci presentammo a tutti, sembravano davvero simpatici e poi, avevamo praticamente tutti la stessa età…

“Helena, Stefy..vorrei presentarvi uno dei gruppi che seguirò durante il programma” – ci disse avvicinandosi a noi con un gruppetto di 5 ragazzi – “ragazzi, loro sono Helena e Stefy, le proprietarie del locale…ragazze loro sono:  Louis, Harry, Liam, Niall e Zayn” – disse indicando i ragazzi da destra a sinistra.

Ci stringemmo tutti le mani e poi uno di loro, credo fosse Louis, insistette per fare una foto con noi dicendo:

“sareste le prime persone con cui facciamo una foto come gruppo…magari tra qualche tempo potreste essere molto invidiate! “ – disse scoppiando a ridere, e contagiando tutti noi.

Simon ci scattò la foto con il telefono di Louis e poi si allontanò per parlare con altre persone, lasciandoci lì tutti e sette un po’ in imbarazzo.

“sarà maschio o femmina?” – disse ad un tratto il ragazzo riccio…penso fosse Harry.

“cavolo…mi dicono che hai tatto amico!” – lo rimbeccò Liam. Il suo nome mi era rimasto in mente, forse per quel suo strano taglio alla Justin Bieber, o per la sua aria da ragazzo con la testa sulle spalle. – “non è il modo migliore per iniziare una conversazione…soprattutto se non sei sicuro della situazione!”

“beh..non sono proprio così sprovveduto Liam! Ho osservato!” – disse in modo serio Harry.

“hai osservato?” – gli chiesi – “sono curiosa di sapere come hai fatto a stabilire se fossi incinta o meno” – dissi un po’ con aria di sfida. Non mi era mai piaciuto chi mi osservava attentamente. E questo mio fastidio era aumentato da quando ero incinta. Insomma, cosa c’era di così strano in una ragazza incinta?

“beh…per prima cosa non stai bevendo nulla..” – iniziò titubante.

“potrei essere astemia!” – risposi acida.

“poi…” – continuò un pochino intimorito – “metti sempre la mano sulla pancia, come a proteggerla…e quando lo fai sorridi” – finì così il suo discorso, sotto gli occhi stupefatti di tutti quanti.

“tu sei un maniaco…” – dissi sconvolta. Era vero tutto quello che aveva detto, ma visto che era la prima volta che ci vedevamo, voleva dire che non aveva fatto altro che squadrarmi da quando ci eravamo presentati…e non mi piaceva – “ora..se non ti dispiace, vado in ufficio…così almeno la smetterai di analizzare i miei movimenti!” – dissi ancora più acida.

Purtroppo Stefy non poteva aiutarmi, era dovuta andare a sistemare qualcosa al bancone, quindi l’unica scusa che trovai fu quella di rifugiarmi nello studio. Feci per allontanarmi ma Louis mi fermò prendendomi la mano.

“mi dispiace…davvero! A volte Harry per cercare di piacere a qualcuno esagera, però non lo fa con cattiveria!” – mi disse dolcemente, mentre mi lasciava la mano.

“dispiace a me…” – dissi, rivolgendomi anche ad Harry – “quando lavoro sono nervosa, e non mi piace che la gente mi osservi…comunque sarà una bambina, London” – detto questo mi dileguai, lasciando lì i ragazzi a guardarsi tra loro.

*fine flashback*

Hel&Stefy

Se volete dirci cosa ne pensate della storia, potete scrivercelo anche su twitter, siamo @JaysLucertolone e @StephyUK

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo!! :) In realtà avrei potuto postare stamattina...ma a causa di vari preparativi per la mia (sono Elena) partenza per Londra, avevo delle cose da fare...poi quell'ebete di Liam (insieme ai suoi compari) ha cercato di uccidermi con la sua live (e ci stava riuscendo, visto che mi stavo per cadere in bagno ahahah) va beh...non mi perdo in inutili discussioni! Ringrazio tutte le persone che hanno commentato i capitolo precedenti! è fantastico leggere quello che pensate della storia...quindi...fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo! Un bacione a tutte!!

Capitolo 2

 

“holaaa mi stai ascoltando???” – mi disse Ste passandomi una mano davanti alla faccia – “a cosa stai pensando?”

“ehm…ehm….si, scusa! Mi era tornata in mente la telefonata di Simon e a come tutto è cambiato” – dissi tirando fuori le chiavi per chiudere il locale.

“quello si che è stato un col…” – Stefy fu interrotta improvvisamente da un ragazzo.

“siete le proprietarie del locale?? Dovrei chiedervi un favore! Avrei bisogno di un posto per nascondermi…ho almeno una ventina di paparazzi che mi seguono…” – disse tutto d’un fiato.

“scusa?” – dissi con un’espressione sbalordita.

“vi giuro che vi spiegherò tutto…ma potete farmi entrare?” – disse quasi supplicandoci.

“ook..” – disse Stefy prima di ri-aprire la porta e far entrare il ragazzo, subito seguito da noi. – “ora spiegaci per bene!”

“dovevo andare in un locale con gli altri..solo che sono uscito tardi da casa e quindi li stavo raggiungendo da solo…soltanto che mi sono perso…e poi dei paparazzi mi hanno visto ed hanno iniziato a seguirmi… mi è morto il telefono e quindi non riesco a chiamare i ragazzi per farmi venire a prendere…non è che potrei  usare il vostro telefono?? Sono disposto a pagare!” – disse.

“si…tieni” – dissi porgendogli il mio telefono – “l’unica cosa che non capisco è come mai i paparazzi ti seguissero..” – dissi in modo innocente.

“voi non sapete chi sono?” – disse sbalordito. Osservò le nostre espressioni e poi continuò – “sono Harry..Styles! Faccio parte dei One Direction…sapete chi sono?

“ahh…credo di aver visto alcune vostre foto…” – disse Stefy – “però non ti avevo proprio riconosciuto!” – disse quasi dispiaciuta.

“vuoi dire che fai parte di quel gruppo di X Factor? – dissi – “ oh..si…in effetti sembri tu…”

Harry era senza parole, molto probabilmente era la prima volta che qualcuno non lo riconoscesse, almeno da quando erano diventati famosi. Ci guardò ancora per qualche secondo e poi digitò velocemente un numero di telefono. Scambiò alcune veloci frasi con il suo interlocutore e poi mi porse di nuovo il telefono.

“saranno qui tra una decina di minuti al massimo…non ero così distante come credessi dal locale” – disse quasi soddisfatto di sé stesso.

“va bene…prima arrivano, prima potremo andare a casa!” – dissi impaziente. Non volevo essere scortese…ma volevo tornare a casa il prima possibile, ero piuttosto stanca quella sera.

“dai Hele..tanto c’è Megan a casa! Stai tranquilla..non sarebbe la prima volta che facciamo tardi J” – disse Stefy, cercando di calmarmi. “allora…” – disse, questa volta rivolgendosi ad Harry – “i “ragazzi” con cui ti dovevi vedere..sono gli altri componenti del gruppo?”

“ehm…si…perché?” – chiese un po’ dubbioso.

“no..niente..mi sta venendo in mente un’idea..e mi sarebbe piaciuto esporla a tutti” – rispose con semplicità.

Avevo una mezza idea di dove volesse arrivare ed ero d’accordo. Il gruppo era davvero conosciuto, e chiedergli di venire al locale a suonare sarebbe stato fantastico. Noi potevamo pure ignorare chi fossero, ma ero abbastanza sicura che ci fossero parecchie persone disposto a tutto, pur di vederli. Mentre osservavo la mia amica che parlava con Harry, ebbi come un deja vu…mi sembrava di averlo già visto, oltre che su un giornale. Le sue espressioni non mi erano nuove, il modo in cui si toccava i capelli e come sorridesse maliziosamente. Era come se ci fossimo già incontrati, ma non riuscivo a capire quando.

“tutto ok?” – mi chiese Harry quando vide che lo stavo osservando.

“sisi…scusa…è che ho la sensazione di averti visto da qualche parte…ma non ricordo proprio quando possa essere successo! Devo averti confuso con qualcun altro.” – dissi facendo un mezzo sorriso.

“mi ricorderei perfettamente di due ragazze come voi se ci fossimo già incontrate” – disse facendomi l’occhiolino. Odioso, pensai.

In quel momento sentimmo qualcuno bussare alla porta del locale. Mi diressi a vedere chi fosse e vi trovai 4 ragazzi che mi guardavano sorridendo. Pensai che fossero gli amici del caro Harry ciprovocontutte Styles.

“prego…entrate pure!” – dissi gentilmente.

“grazie” – mi dissero in coro. – “sei sempre il solito Styles!” – proseguì uno di loro.

“non è stata colpa mia, Liam! Che ne sapevo che c’erano dei paparazzi ad aspettarmi?” – cercò di discolparsi.

Liam, quel nome mi era familiare…anche se non sembrava la stessa persona. Ad un tratto notai una macchiolina sul collo. Non potevano essere loro!

“Liam..?” – dissi incerta – “aspettate…”

Tutti si girarono verso di me, compresa Stefy, con un espressione interrogativa sul volto.

“voi non sarete i 5 ragazzi che ci presentò Simon due anni fa…non potete essere voi! – dissi, quasi più a me stessa che a loro. – “siete così diversi…”

“due anni fa? Per caso parli di una festa fatta in un locale?” – disse quello con i capelli scuri, tirando fuori il telefono e cercando qualcosa. Quando la trovò la fissò per alcuni istanti e poi guardò me e Stefy sbalordito.

“cosa ci siamo persi?” – disse il biondino, con un accento che sembrava tutto, tranne che inglese.

“ecco perché mi sembrava di esserci già stato in questo locale…è dove zio Simon ci ha portato a festeggiare, prima che iniziasse il programma vero e proprio! – aggiunse il moro.

Il ragazzo con il telefono in mano lo girò, mostrandoci una foto scattata proprio al locale…ben due anni prima! Infatti era ben in evidenza la mia pancia...dopotutto ero al quinto o sesto mese, non ricordavo con precisione.

“ecco perché ho la sensazione di conoscerti!” – dissi puntando il dito con Harry.

Lui si sentì quasi colpire ed arrossì di colpo al ricordo del nostro primo incontro. Però il tutto durò un secondo, perché tornò subito a sorridere e disse.

“beh…ecco perché non ti avevo riconosciuta…sei ancora meglio di prima! Come sta la bambina? London..giusto? – disse sfrontato.

“come fai a ricordarti che aspettavo una femmina…e soprattutto il nome?” – dissi, quasi accusandolo come se fosse uno stalker.

“te l’ho detto..mi sarei di certo ricordato di voi se ci fossimo già visti! Non puoi biasimarmi se non ti ho riconosciuto subito…dopotutto sei molto cambiata!” – disse semplicemente, ricollegandosi al discorso che avevamo fatto in precedenza.

“ti prego..Helena…perdonalo! a volte parla tanto per sentire la sua voce…e non fa caso al modo in cui dice le cose..” – disse quello che doveva essere Louis.

Si era formato uno strano triangolo, Harry che mi guardava con un sorrisetto “innocente”, io che gli sarei voluta saltare addosso per cercare di cancellarglielo dalla faccia e Louis in mezzo, che sembrava cercasse di calmare la situazione guardandomi negli occhi. Non riuscivo a capire come un ragazzo così dolce, potesse essere amico con un deficiente come Harry Styles.

“va bene..” – dissi ad un certo punto – “Ste, tieni le chiavi…io vado a casa! Ragazzi è stato un piacere rivedervi…” – dissi avviandomi verso la porta – “devo pur tornare da mia figlia!”

Salutai con un abbraccio tutti, tranne Harry, visto che avrei potuto cercare di strangolarlo xD, e mi diressi verso la porta.

“sei sempre d’accordo per la serata?” mi chiese Stefy.

“sisi…parlane tranquillamente con loro. Poi fammi sapere cosa decidete!” detto questo uscì dal mio locale.

Era la seconda volta che vedevo i ragazzi, ed era la seconda volta che “scappavo” da Styles. Dire che quel ragazzo mi faceva saltare i nervi era riduttivo. Come si poteva essere così pieni di sé?

Hel&Stefy


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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Premetto una cosa: scrivere questo capitolo non è stato semplice! Sia perché non sapevo bene come strutturalo (e cosa scriverci) e sia perché è la prima volta che scrivo una parte così lunga dal punto di vista di un'altra persone. Che se poi fosse una persona inventata ci starebbe...ma visto che la persone in questione è piuttosto reale (infatti mi aiuta con la storia) è stato un pochino più complicato...ma penso di esserci riuscita.

Grazie a chi ha recensito e chi mi ha fatto sapere anche su twitter cosa ne pensate :D

Il capitolo in generale non mi fa impazzire...ma ci sono alcune parti che mi piacciono, l'ultima in particolare perché mi sono ispirata ad un telefilm, che non penso conosciate, btw si tratta di queer as folk. Un bacione a tutti <3


Capitolo 3

Stefy’s pov

I ragazzi non si fecero più vivi dopo quella sera, forse a causa dei loro tanti impegni. Infatti avevo letto che dovevano andare negli Stati Uniti per promuovere il loro album, e dopo in Australia. La loro carriera stava davvero andando bene.

Tutto procedeva normalmente nelle nostre vite. L’unica cosa un po’ bizzarra era il fatto che Helena era costantemente attaccata al telefono a messaggiare. Vi chiederete perché bizzarra? Beh…perché da quando eravamo arrivate a Londra lei non aveva instaurato nessun rapporto con il sesso opposto. Non che fosse un asociale. Ma il fatto di avere una figlia la portava a tenere tutti ad una certa distanza. Spesso la sera organizzavo di uscire con alcune ragazze che avevamo conosciuto, ma lei 3 volte su 4 rifiutava. Quella sera, però, dopo ore di preghiere, riuscii a convincerla a chiamare la baby-sitter e a venire con me e le altre ragazze in un locale. Sarebbe stata una serata per sole ragazze.

“allora…sei pronta per la grande serata??” – chiesi ad Helena.

“si dai! È da tanto che non esco…una serata diversa mi serve proprio!” – mi rispose sorridendo. Era il momento giusto per chiederle con chi messaggiasse così spesso.

“ehm…senti Hele…ma…come mai ultimamente sei sempre attaccata al telefono??” – chiesi cercando di sembrare il più innocente possibile.

“nessun motivo in particolare…ho ricominciato a sentire un..una vecchia amica di Milano” – disse alzando le spalle. Non mi convinceva per niente, ma tanto sapevo che non sarei riuscita ad estorcerle nulla. Quando non voleva parlare era più testarda di me.

“oh…bello! Mi fa piacere J” – risposi stando al suo gioco.

Finalmente arrivò l’orario di chiusura. Non era stata una giornata pesante, però non vedevo l’ora di uscire di lì. Ci eravamo portate il cambio al locale, così, non appena finimmo di controllare le ultime cose e sistemare la sala, ci andammo a cambiare negli spogliatoi. Una volta pronte ci dirigemmo alla macchina per raggiungere le nostre amiche.

“eccovi finalmente!!” – ci disse Alice, quando scendemmo dall’auto. – “Olive è già dentro che ci aspetta! Abbiamo incontrato un paio di amici…spero che non vi dispiaccia”

“nessun problema!” – dissi entusiasta. Quella sera avevo voglia di divertirmi…e si sa, con dei ragazzi in circolazione è sempre meglio!”

“si…nessun problema J” – aggiunse Helena.

Entrammo e ci dirigemmo al tavolo che avevamo prenotato. Lì trovammo Olive con due ragazzi, uno moro ed uno con dei capelli castano chiaro. Quest’ultimo colpì subito la mia attenzione, perché non appena si voltò verso di noi, vidi che aveva degli occhi azzurri/verdi veramente belli.

“ragazzi loro sono Stefy ed Helena..”- disse indicandoci – “ragazze…loro sono Paul e Lee”.

Ci stringemmo la mano educatamente e poi ci sedemmo dall’altra parte del tavolo. Il ragazzo con gli occhi chiari si chiamava Lee…oltre ad essere carino aveva anche un bel nome. L’altro, Paul, non appena ci sedemmo iniziò a guardare Helena (cosa che a lei dava fastidio), cercando di stabilire un contatto visivo. Ma lei continuava a sviare guardando ovunque, tranne che lui.

Iniziammo a chiacchierare del più e del meno, anche Helena si sciolse un po’, tanto che quando i ragazzi ci proposero di ballare accettammo tutte con piacere. E fu lì che lo vidi.

Stavo ballando guardando un po’ in giro, quando notai degli occhi chiari difficili da dimenticare. Lo guardai per qualche secondo. Sembrava come se il mondo fosse sparito e ci fossimo solo noi due nel locale. Ad un tratto i nostri sguardi si incrociarono, fu tutto molto veloce, ma fu come ricevere una scossa che partiva dal cervello e finiva dritta ai piedi, lasciando una strana sensazione per tutto il corpo. Possibile che fosse davvero lui? Credevo fossero partiti per l’America…e poi, se è davvero lui, come mai è qui? Credevo non frequentassero locali troppo conosciuti.  Mentre mi arrovellavo il cervello guardai di nuovo nel luogo in cui avevo incrociato quegli occhi, ma non c’era più nessuno. Evidentemente mi ero immaginata tutto. Avevo così voglia di rivederli, che mi immaginavo le cose. Lee catturò la mia attenzione chiedendomi se volevo qualcosa da bere.

Tornammo tutti al tavolo e riprendemmo a chiacchierare del più e del meno.

“provate ad indovinare chi è stato al locale qualche sera fa?” – dissi ad Olive ed Alice.

“qualcuno di bello e famoso?”- chiese Alice.

“molto! E sono sicura che sapete anche chi sono…vi dico solo che sono inglesi!” – continuai.

“i Coldplay?” – chiese Olive – “abbiamo letto delle news che sono qui a Londra..”

“nope…diciamo che sono un po’ più piccoli…ma sono un gruppo..” – ero visibilmente emozionata.

“non dirmi che sono i One Direction…” – disse Olive. – “sono degli idioti quei 5…”

“perché dici così? Non sono così male come sembrano…almeno di persona” – dissi.

“li abbiamo intervistati una volta…” – iniziò Alice – “ti ricordi Olive?” – la ragazza annuì -  “non ho mai sentito attentamente le loro canzoni…ma di persona sono veramente assurdi! Non riescono a stare seri per più di due minuti…è stata una delle interviste più dure che abbiamo mai fatto!” – finì Alice.

“non faccio fatica a crederlo…” – disse Helena – “però non sono tutti “pessimi”…alcuni di loro sono simpatici”

“non so se lo sapete…ma vennero nel nostro locale prima di iniziare x factor” – dissi sorridendo.

“OMG quanto vi invidio ahahahah” – disse ironicamente Alice. Adoravo il suo modo di fare. Era la dolcezza in persona, ma quando voleva sapeva essere stronza.

“quindi questi pezzi di fighi faranno qualcosa al locale?” – mi chiese Olive.

“hanno detto di sì…però devono ancora farci sapere quando. Sono un po’ presi in questo momento..però mi hanno promesso che appena saranno liberi c’è lo faranno sapere..” – dissi, poi mi ricordai di una cosa – “Hele, te lo avevo detto che avevo dato anche il tuo numero hai ragazzi?” – le chiesi voltandomi verso di lei…che “stranamente” messaggiava.

“scusa? Oh…si si! Me lo hai detto la sera stessa, quando sei arrivata a casa.” – mi disse un po’ distratta. L’unico modo per scoprire con chi parlasse era leggere i suoi messaggi, ma quando lasciava il telefono in giro era sempre bloccato, e non ero mai riuscita a capire la password…e poi non avrei mai fatto una cosa del genere. Penso.

La serata stava ormai volgendo al termine, i ragazzi si offrirono di accompagnarci a casa, nopi però avevamo la macchina, quindi rifiutammo.

“però non sparite…vero?” – disse Paul – “potremmo rivederci ancora! Che dite?”

“mmm…per me va bene! Quando volete passate pure al locale, 10 min li troviamo sempre per parlare con gli amici” – dissi. Sperando che fosse Lee quello a venire al locale, e non Paul. Non so perché, ma mi stava sulle palle. Ci scambiammo i numeri e poi ci separammo fuori dal locale.

Alice e Olive erano due delle nostre migliori amiche. Erano state tra le prime persone che avevamo conosciuto lì. Avevamo avuto da subito un’intesa speciale. Erano con noi anche il giorno in cui nacque London. Quel giorno fu memorabile!

*flashback*

Dallo sguardo che ci stava dando l’infermiera, probabilmente pensava fossimo tutte lesbiche. Eravamo quattro ragazze, di cui una incinta.ma importava poco di quello che pensava. Helena aveva bisogno di aiuto, tutta la gravidanza era andata bene, ma ultimamente aveva spesso dei crampi. Forse dovuti al fatto che stavamo lavorando parecchio.

Beh, in quella circostanza Olive e Alice furono fondamentali, il loro sangue freddo mi impedirono di picchiare l’infermiera che ci guardava quasi con ribrezzo. Mi sembrava di essere tornati ai agli anni ’50.

“siete solo voi ragazze? Non c’è il padre?” – chiese l’infermiera.

“no! Ed ora la prego di aiutarci, prima che la mia amica partorisca qui! Per educazione non le dico cosa me ne faccio dei suoi pregiudizi…” – le dissi.

“dai Ste…calmati! Ora questa infermiera gentile ci darà una mano…vero?” – disse Olive, rivolgendosi all’infermiera.

Fu così che Helena venne portata “via” per farla preparare. Ci chiesero chi sarebbe entrata con lei e si propose Olive, visto che era quella più calma.

E fu così che diventammo amiche nel vero senso della parola, dopotutto un parto è un evento importante, se non unisce quello…cos’altro lo può fare? ahahah

*fine flashback*

Hel & Stefy

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Eccomi qui...con il nuovo capitolo. Ci ho messo un po' a scriverlo, più che altro perché tra una cosa e l'altra non  riuscivo a trovare il tempo e poi perché non ero in vena di scrivere....ma pensiamo positivo! Il capitolo è finalmente qui!!!!
In questo capitolo succede qualcosa...ma non vi voglio dire cosa ahahah (sono cattiva lo sò) però diciamo che forse inizierete a capire un po' i vari rapporti che ci sono con i ragazzi. Vi dico solo di  fare attenzione ad un particolare riguardo London, perché vi servirà per capire una cosa più avanti!! Prima di leggere vorrei ringraziare tutte le persone che seguono questa storia, leggere ed ascoltare i vostri commenti è fantastico! <3
Detto questo vi lascio al capitolo...anzi...prima vi saluto, visto che domani parto e starò fuori tutta la settimana...indovinate un pochino dove vado? Ebbene si! Passerò la settimana a Londra...quindi ci sentiremo al mio ritorno!! bacioneeeee

*ultima nota: le parti in azzurro/blu sono discorsi in italiano, leggendo capirete perché :)

Capitolo 4

Era tutto pronto per il grande evento. Avevamo organizzato la miglior festa di halloween di sempre, almeno a parer mio. Avevamo fatto pubblicità in tutta la città, e grazie ad Olive ed Alice, eravamo riuscite a pubblicare un annuncio nella rivista per cui lavoravano. Con tutta quella pubblicità ci aspettavamo un bel po' di gente. Ovviamente tutti avrebbero dovuto indossare una maschera adatta all'evento.
"si prospetta una serata fantastica!" - mi disse Stefy - "ci saranno anche Paul e Lee...hanno detto che passavano almeno a salutare.."
"mmm...ok..." - dissi. Non é che non mi interessasse, ma ero ancora presa dagli ultimi preparativi . Volevo che fosse tutto perfetto. Inoltre ci sarebbe stata anche London quella sera, e quindi volevo prendere ogni precauzione per la sua sicurezza. Avevo fatto "allestire" un piccolo spazio per lei ed altri bambini che sarebbero venuti, in modo da non dovermela portare in giro con il guinzaglio.

Erano le 19.00 quando le persone iniziarono ad arrivare. Lentamente il locale si riempì, ma non era quel tipo di folla che impediva lo spostamento da un punto all’altro.

“porteresti qualcosa da bere al dj?” – dissi a Mark.

“si certo! Ah…Stefy ti cercava…sembrava un po’ allarmata…” – mi disse mentre si allontanava.

Iniziai a cercare la mia amica, lei non si preoccupava per cose futili, quindi doveva essere successo qualcosa di serio. Ci misi un po’ a trovarla visto che correva da una parte all’altra per passare le ordinazioni.

“ehi..Mark mi ha detto che mi cercavi…tutto bene??” – le chiesi quando riuscii a fermarla.

“ehi…ti stavo cercando ovunque!” – disse un po’ allarmata – “sono passata dalla zona bambini e non ho visto London…solo che non sapevo se fosse con te o meno…”

“come non hai visto London?! Era lì 10 minuti fa quando sono andata a vedere come stava!” – dissi. Iniziavo a preoccuparmi sul serio.

“io sono stata lì poco fa e non l’ho vista…sicura che non ti abbia seguita?” – mi disse guardando in giro.

“non lo so! Con tutta la gente che c’è avrei potuto benissimo non notarla…vado a cercala! Se la vedi legala ad una sedia dietro al bancone finché non arrivo!” – dissi allontanandomi.

Iniziai a guardare ovunque, chiedendo a chiunque mi trovavo davanti. Nessuno sembrava aver notato una bambina di due anni che girava per un locale. Come cavolo era possibile?? È vero che era piccola…ma si noterebbe!! Stavo per andare in escandescenza quando notai dei capelli ricci castani. Mi diressi verso quel punto e, finalmente, trovai mia figlia con…

“LONDON!” – urlai per farmi sentire – “quante volte ti ho detto che quando sei qui non devi andare in giro da sola?! Ci hai fatto venire un colpo! Sia a me che a zia Stefy!” – dissi tutto d’un fiato quando mia figlia si girò verso di me.

scusa mamma…ti ho seguito per dirti una cosa…ma non mi hai sentito :(” – mi disse venendo verso di me.

potevi aspettare…tanto sarei tornata dopo poco, come ho sempre fatto. Lo sai benissimo che quando ci sono delle feste qui devi rimanere nella zona bambini e spostarti solo con noi…” – dissi. Ero talmente concentrata su mia figlia che non avevo neanche fatto caso a chi c’era lì con lei. Non solo mi aveva disubbidito seguendomi, ma stava anche parlando con degli estranei. – “inoltre sai che non devi parlare con gli estranei!

mi volevano aiutare a trovarti…hanno detto che ti conoscono…” – disse.

Solo in quel momento guardai in faccia i ragazzi che c’erano dietro London, con tutti i ragazzi che ci potevano essere nel locale, con chi si fermava lei? Proprio loro!

“posso dire che non ho capito niente di quello che è appena successo?” – disse Liam con uno sguardo confuso – “non sono pazzo, vero? Hanno parlato in un’altra lingua..no?” – chiese agli altri, quasi per confermare di non essere del tutto fuori di testa.

“tranquillo! Stavo parlando in italiano…preferisco che London conosca entrambe le lingue. Magari un giorno torneremo in Italia…anche sono per una visita” – dissi sorridendo.

“sei italiana?” – disse Niall – “non si direbbe!! Io adoro tutto quello che riguarda l’Italia!”

“non so se prenderlo come un complimento o no” – dissi scoppiando a ridere – “però si..lo sono, anche se sono ormai due anni che vivo qui :)”

“posso avere un saluto degno di essere chiamato tale o continuerai ad ignorarmi per tutta la serata?” – mi disse Louis sorridendo.

“stavo parlando con i ragazzi…non volevo essere maleducata per salutare te! Ahahah”  - dissi mentre andavo verso di lui per abbraccialo – “ma cosa ci fate qui? Non avete paura dei paparazzi?”

“ti avevo promesso che sarei passato! Quando ho detto ai ragazzi dove andavo sono voluti venire anche loro…perché dovremmo preoccuparci? Non stiamo facendo niente di male…per ora… - disse, voltandosi verso Harry e Zayn mentre diceva l’ultima frase.

Le loro espressioni erano indescrivibili, come se fossero stati beccati con le mani in un barattolo di nutella.

“cosa?? Voi vi siete messi d’accordo per stasera?” – disse Harry, cercando di cambiare discorso – “non ci hai mai detto che vi sentivate…io credevo messaggiassi con Eleanor…”

“io messaggio con Eleanor…questo non mi impedisce di parlare anche con Hele!” – disse serio.

“su Louis! Lo sai che Harry è geloso..ahahah” – disse Zayn.

“alla fine sono sempre io a passare per l’idiota della situazione…pff” – disse incrociando le braccia – “cambiamo discorso! Devo ammettere che ti assomiglia molto tua figlia, tranne per il colore degli occhi…”

Non appena pronunciò quella frase mi irrigidii di colpo, stringendo più forte la mano di London.

“vero…” – dissi semplicemente – “vado a chiamare Stefy…le farà piacere vedervi!”

“posso rimanere con loro? *_*” – mi chiese London facendomi gli occhioni da cucciolo.

Non sapevo se fidarmi o meno, infondo erano quasi degli sconosciuti, a parte Louis, così lo guardai per cercare una conferma.

“vai…tranquilla! La tratteremo come una principessa!” – mi disse sorridendomi dolcemente. Sarebbe stato capace di sciogliere qualsiasi cuore quel ragazzo. Un sorriso del genere scaldava l’animo, portando chiunque a sorridere a sua volta, fidandosi di lui.

Forse era stato proprio per questo che mi ero fidata subito di Louis, nonostante sembrasse un eterno bambino…e forse in realtà lo era…sapeva farti provare quel senso di sicurezza che ognuno vorrebbe. Era questo quello che avevo provato il giorno che avevo ricevuto il primo messaggio. Lo guardai ancora negli occhi e poi mi allontanai per andare a chiamare Stefy.

“non hai ancora trovato London?” – mi chiese quando mi vide.

“sisi..tranquilla! vieni…ci sono delle persone che ti vogliono salutare..” – dissi facendole il segno di seguirmi.

“persone? Per caso sono arrivati Lee e Paul?” – mi chiese speranzosa. I due ragazzi avevano detto che sarebbero passati, ma per ora non si erano ancora visti. – “perché se son…”

S’interruppe di colpo quando vide che i ragazzi non erano due, ma ben sì 5. A quella vista spalancò gli occhi incredula.

“vista la tua espressione deduco che neanche tu sapevi che Louis ed Helena si erano messi d’accordo..” – disse Niall quando la vide.

“Louis e chi?? No non sapev….aspettate! era con lui che messaggiavi continuamente??” – mi chiese stupita – “perché non me lo hai detto?” – mi chiese voltandosi verso di me.

“bho…non ho ritenuto necessario dirtelo…” – dissi innocentemente.

Stefy mi lanciò uno sguardo tutt’altro che risoluto, anche se non ne capivo il motivo. Non  sarà stata mica arrabbiata con me perché mi sentivo con uno dei ragazzi…o almeno speravo. Dopo questo momento un po’ imbarazzante ci sedemmo tutti insieme sui divanetti che c’erano nel locale a chiacchierare. O almeno noi parlammo, mentre Harry e London continuavano a giocare tra di loro, scherzando come se si conoscessero da tanto tempo.  Harry era completamente a suo agio, sembrava che nella vita non facesse il cantante, ma il baby-sitter.

“mamma posso portare Harry a vedere la zona giochi?” – mi chiese ad un tratto London.

“non devi chiederlo a me…ma non penso che lui voglia venire…” – dissi.

“perché no?” – s’intromise Harry – “ a me farebbe piacere!” - mentre diceva questo prese la mano di London – “andiamo principessa!”

Dire che mia figlia fosse vanitosa non rendeva l’idea, non appena la chiamò così le si illuminarono gli occhi e iniziò a camminare con il mento in su. Scoppiammo a ridere tutti a quella scena.

Poco dopo sentimmo qualcuno litigare. Non vedevamo dove stesse succedendo il tutto, ma potevamo capire che si trattava di due ragazzi. Ti pareva che non si mettevano a litigare. Pensai. Ci muovemmo tutti insieme per cercare di raggiungere il luogo dello “scontro” e vi trovammo…

“Paul! Harry! Che cosa succede???” – chiesi mettendomi tra di loro. Harry aveva London in braccio e lei si stringeva forse al suo collo, come se fosse spaventata da Paul.

“questo…Paul è sbucato dal nulla insinuando che stessi cercando di rapire London…che assurdità!” – mi disse Harry.

“credevo che non lasciassi tua figlia a chiunque!” – disse Paul rivolgendosi a me – “a mala pena posso parlarci io quando vengo a trovarti…”

“si vede che non si fida di te..u.u” – s’intromise Harry stringendo la bambina.

“tu stai zitto!” – gli risposi – “e tu vieni con me! Non mi piace dare spettacolo!” – dissi indicando Paul.

Rimasero entrambi spiazzati dalle mie risposte. Forse credevano che avrei dato ragione ad uno o all’altro. Ingenui. Lasciai tutti lì ed andai con Paul nell’ufficio per non dover urlare per farci sentire a vicenda.

“1..” – dissi girandomi verso di lui – “non provare mai più ad insinuare che io lasci mia figlia a chiunque! 2. Se London era con Harry è perché ci è voluta andare lei! 3. Mi fido del suo amico, e se mi dice che è affidabile con i bambini allora ci credo! 4. Non mettermi mai più in condizione di doverti buttare fuori dal locale…non mi piacciono queste sceneggiate, e soprattutto non mi piacciono quando vengo tirata in ballo!” – dissi puntandogli il dito contro.

Lui rimase senza parole, mi fissò per qualche secondo e poi se ne andò senza dire niente. Rimasi un po’ a guardare la porta sbalordita e poi mi diressi di nuovo dai ragazzi. Avevo sistemato un’idiota…ora dovevo sistemare l’altro. Il caso volle che quando arrivai io, arrivò anche Megan a prendere la bambina. Una volta salutata mi voltai verso Harry.

“non so quando te lo sia immaginato, ma io non mi fido di te Styles! Ma mi fido di Louis e di mia figlia…è per quello che lei è potuta venire con te!” – dissi squadrandolo dalla testa ai piedi.

“io ho semplicemente detto che non ti fidavi di lui…e da quanto ho visto è così…” – disse scrollando le spalle.

“non ti intromettere in cose che non conosci! Non sai niente di me, di Paul ne tanto meno di London…quindi fammi il piacere di non sputare sentenze a caso! – dissi acidamente. Ero davvero incavolata, e difficilmente succedeva.

“dai..basta..”- s’intromise Louis – “Harry…Hele ha ragione, non dovresti intrometterti in cose che non conosci… - disse guardando lui – “Hele però non essere così severa con lui…se avesse saputo che poteva darti fastidio non l’avrebbe fatto”

Hel & Stefy

Se volete dirci cosa ne pensate su twitter, siamo @JaysLucertolone e @StephyUK
GIULIA! Mi rivolgo a te...se mi dici ancora che scrivo capitolo corti ti picchio! ahahahaha love you xD

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Eccomi(ci) qui con il nuovo capitolo...rispetto alla velocità con cui ho postato i primi capitoli devo ammettere che ci ho messo un po' a postare...ma giuro che non è stata colpa mia!! Appena tornata dalla mia fantastica vacanza mi sono trovata a casa 3/5 dei one d...seee magari ahahahah...no, 3/5 dei miei nipoti e quindi non avevo mai un attimo per mettermi al pc a scrivere, perché in definitiva dovevo solo comporre le frasi, visto che il capitolo era già formato nelle nostre teste. Però meglio evitare di dilunguarmi troppo :)
Vorrei ringrazie tutte le persone che hanno letto e recensito il capitolo precendente :D vedo che neanche a voi stà molto simpatico Paul (come a Stefy dopo tutto ahahahah) ma fidatevi di me, non farà parte della storia ancora per molto ;)
Detto questo vi lascio al capitolo...che sarà una sorpresa anche per la mia co-autrice, perché mentre scrivevo mi sono venute un paio di idee per renderlo più interessante...spero vi piaccia!! Un bacione a tutte voi!!

ps. in questo capitolo ho voluto mettere una traccia sonora, cosa abbastanza nuova, ma visto l'argomento e visto che mi sono fissata con quella canzone, ho voluto metterla :)




Capitolo 5

La festa andò più che bene, nonostante i vari “problemi” che si erano creati. Tutti i clienti erano rimasti soddisfatti, anzi, ci chiesero se avremmo ripetuto l’evento, quindi sul fronte lavorativo tutto andava bene. Il fronte personale, invece, sembrava una semi catastrofe. Paul non si era ancora fatto sentire dopo che lo avevo “sgridato”, mi sembrava un bambino che non vuole affrontare la situazione. Con i ragazzi, invece, avevo instaurato un bellissimo rapporto, a parte Styles ovviamente. Avevo iniziato a conoscere anche gli altri componenti del gruppo, e dovevo ammettere che non erano per niente male. Infine c’era Stefy. Da quando aveva “scoperto” che mi ero sentita con Louis  era diventata un po’ distante, ed ogni volta che si toccava l’argomento ragazzi s’innervosiva.

Stefy’s Pov

Mi ero inventata una scusa per andare via qualche giorno dal locale. Dissi ad Helena che volevo andare a trovare i miei genitori a Montecarlo, ma in realtà non mi mossi da Londra, cambiai solo zona, in modo da non farmi vedere. Perché fare questo? Perché ogni volta che la vedevo prendere il telefono per rispondere ad un messaggio mi veniva voglia di lanciarglielo fuori dalla finestra. Non sono mai stata una persona gelosa, ma vedere come lei iniziasse a legare con Louis mi dava fastidio…che mi stessi segretamente innamorando di lui? (talmente segreto che non lo sapevo neanche io)…non so…l’unica cosa che sapevo era che avevo bisogno di un paio di giorni per schiarirmi le idee e Londra era la città perfetta per farlo. In qualche modo trovavi sempre un “angolo di mondo” in cui potevi passare le giornate. È vero, era una città abbastanza chiassosa, soprattutto in certe zone, ma non l’avrei scambiata con niente al mondo. Ormai era casa mia.

Per quei giorni avevo affittato una camera all’Holiday Inn hotel a Camden, era uno dei posti in cui sicuramente nessuno sarebbe venuto a cercarmi. Avevo organizzato tutto in modo che non dovessi inventarmi scuse per non essere portata all’aeroporto, perciò appena Helena uscì con London per andare al locale io mi avviai verso la stazione metro più vicina per arrivare a Camen Town. Una cosa bella di quella zona, oltre ai modi eccentrici delle persone che ci vivono, è che nessuno fa domande.

Era sabato mattina, uscii dall’hotel per andare a far colazione allo Starbucks vicino. Ero intenta a bere il mio caffè quando mi sentii toccare sulla spalla. Quando mi girai, inizialmente, pensai che fosse qualcuno che avesse sbagliato persona, ma osservandolo bene intravidi degli occhi verdi nascosti dietro gli occhiali da sole (nonostante fuori minacciasse di piovere) ed un sorriso che molto difficilmente si dimentica.

“Harry..?” – dissi a bassa voce, lui mi fece cenno di sì con la testa – “vuoi sederti?” – gli chiesi.

“volentieri, grazie :)” – disse spostando la sedia davanti a me – “cosa ci fai da queste parti? Non è un po’ fuori “mano” dal vostro locale?” – mi chiese.

“sono in “vacanza”…però potrei farti la stessa domanda…cosa ci fai qui? E così presto per di più!” – gli risposi.

“mi piace passeggiare per queste vie…è più facile passare inosservati e quindi riflettere…” – mi disse abbassando gli occhi sulla sua bevanda.

“vedo che la pensiamo allo stesso modo…sono qui proprio per lo stesso motivo, tranne che io ho affittato una camera per un paio di notti…” – risposi.

“ci sono problemi con Helena?” – disse sporgendosi un pochino verso di me.

Come era possibile che avesse capito subito che centrava lei? Potevo avere mille problemi…ma no! Lui aveva subito centrato il punto. Forse era davvero una persona migliore e più attenta di quello che credeva Hele.

“i casi sono due…o mi hai spiato per tutti questi giorni, oppure non lo so…come hai fatto a capire subito che centrava lei?” – gli chiesi appoggiandomi per bene allo schienale e incrociando le braccia.

“ahahahahah ti posso assicurare che non ti ho seguito…ma credo che abbiamo qualcosa in comune noi due, oltre all’aver scelto la stessa zona di Londra per nasconderci ahahahah” – mi rispose, seriamente divertito. Gli feci dunque segno di continuare, ero interessata a quello che pensava – “beh…siamo accomunati dall’essere “gelosi” di un nostro amico..nel tuo caso amica..e guarda caso il mio amico si sente con la tua amica e viceversa..non so se hai capito…” – disse aggrottando le sopracciglia.

“è piuttosto contorto…ma hai centrato il punto! È solo che io non so se sono davvero gelosa di lei…e poi non ne capisco il motivo…” – dissi alzando le spalle.

“tu lo conosci benissimo il motivo! È solo che non sei ancora pronta ad ammetterlo…neanche a te stessa! Ma tranquilla, lo capirai! Anch’io ci ho messo un po’…e devo ammettere che non mi è ancora chiaro al cento per cento…ma so che tutte le mie flippe mentali dipendono da una persona…” – disse semplicemente.

Devo ammettere che mi “spaventava” un pochino il fatto che io ed Harry avessimo lo stesso problema, nello stesso momento.

“E lei cosa consiglia di fare dottore? Intendo per riuscire a venirne a capo?” – chi chiesi in modo quasi serio.

“semplice…evitare di pensarci! Tutti i problemi avranno una risposta prima o poi, e fidati, di solito è più facile risolversi senza starci a pensare tanto…è come quando non ti viene una parola, più tenti di ricordarla, più lei ti sfugge…però appena smetti di pensarci: eccola che arriva!”  - mi rispose sorridendo.

“mi sembra un ottimo modo…avrei solo una piccola cosa da aggiungere :)” – gli dissi.

“e sarebbe?” – mi chiese curioso.

“visto che abbiamo lo stesso problema perché non evitiamo insieme di pensarci? Devo ammettere che dalla prima volta che ti ho visto ho sempre cercato un modo per riuscire a conoscerti meglio :)” – dissi.

“sono più che d’accordo con la tua idea! Si sa che divertirsi in due è sempre meglio che farlo da soli…ti propongo un bel giro per le vie del Candem Market!” – disse ammiccando.

Fu così che ci alzammo e ci avviammo verso il mercato pronti a passare una fantastica giornata.

In quelle ore parlammo di tutto, del nostro passato, delle nostre speranza per il futuro, dei nostri gusti in fatto di: vestiti, musica, cibo ragazzi/e. Era come se ci conoscessimo da sempre, anche se in realtà ci stavamo conoscendo per bene solo in quel momento. Di fianco a me non avevo il famoso Harry Styles, ma semplicemente Harry, il ragazzo che lavorava in una panetteria ad Holmes Chapel. Ci facemmo centinaia di foto, una più buffa dell’altra ridendo come matti. Dire che Harry era il ragazzo che tutte desideravano era riduttivo, sapeva far ridere come pochi ed era un vero gentlemen. Helena si sbagliava alla grande sul suo conto (come chiunque lo giudicava senza conoscerlo), beh tanto meglio per me! ;)

Per concludere quella splendida giornata andammo a mangiare da Nando’s, visto che era vicino al mio hotel, e furono inutili tutte le proteste che feci per poter pagare la mia parte.

“eccoci qui…” – mi disse una volta arrivati all’albergo.

“eccoci qui…grazie per la splendida giornata” – si creò uno strano imbarazzo tra di noi, come se il nostro fosse stato un appuntamento ed ora fosse arrivato il momento del bacio della buonanotte.

Mi sporsi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia, ma all’improvviso lui si spostò facendo combaciare le nostre labbra. Rimasi un momento spiazzata ma poi ricambiai il bacio. Fu breve, ma intenso. Le nostre lingue iniziarono a giocare tra di loro, come se non aspettassero altro che quel momento. Quando ci staccammo rimanemmo a guardarci per qualche istante, senza sapere bene che dire.

“vuoi salire in camera per parlare ancora?” – dissi all’improvviso. Lui mi guardò e poi annuì.

Arrivammo alla reception per avvisare del cambiamento, per fortuna avevo preso una camera doppia, quindi non c’era bisogno di far tanti cambiamenti. Una volta in camera mi cambiai per prepararmi a dormire, mentre lui si spogliava, rimanendo soltanto in boxer. L’ho già detto che quel ragazzo era perfetto?

Ci mettemmo sotto le coperte e parlammo ancora per molto, finché non mi addormentai sul suo petto, mentre lui mi accarezzava i capelli.

Hele & Stefy

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Voilà!! Ecco il nuovo capitolo!! Ci ho messo poco questa volta a scriverlo :) Come mi ha già detto la mia cara collega è un po' triste, ma che ci possiamo fare...mica tutti i giorni si può uscire con Harry! ahahahahah
Scherzi a parte...voglio ringraziare tutte le belle personcine che leggono e recensiscono la storia :)
Vi dico solo che in questo capitolo compare un "nuovo" personaggio...ci sarà a chi starà simpatico o antipatico ;)
Detto questo...buona lettura :D




Capitolo 6


Direi che ero sconvolta dalle foto che avevo davanti era riduttivo. Non tanto per quello che ritraevano, ma più che altro per il fatto che ero stata presa in giro. Stefy mi aveva mentito. Per quale motivo poi? Harry Styles? Ovviamente lei era libera di vedere e scopare con chi voleva, ma perché mentirmi?
"Buongiorno!" - disse una voce alle mie spalle. Parli del diavolo...
"Buongiorno.." - dissi in modo freddo - "come stavano i tuoi genitori?"
"tutto bene..abbiamo passato un week end tranq..." - la interruppi prima che finisse.
"certo che hai un bel coraggio! Per quanto tempo avevi intenzione di tenere in piedi questa stronzata?" - dissi sbattendole in faccia il giornale - "se volevi passare un week end "hot" con Styles non c'era bisogno di inventare palle!" - dissi arrabbiata.
"oh..." - fu la sua risposta.
"oh? Forse speravi che nessuno vi vedesse...beh, mi dispiace! Vi è andata male!" - aggiunsi.
"mi spieghi perché ti incazzi tanto? A te Harry neanche interessa...e onestamente non ho intenzione di ricevere ramanzine da te! Non ti devo spiegazioni!" - mi rispose. Iniziava ad alterarsi anche lei.
"mi incazzo perché non sopporto la gente che mi mente! Lo sai bene! Mi incazzo perché preferirei non dover vedere la sua faccia ogni due giorni! È vero non mi devi spiegazioni...ma non penso di meritare anche menzogne...per una cosa così stupida, poi!
"quindi io non posso vederlo perché a te sta sulle palle? Ragionamento molto maturo da parte tua! E comunque non è stato pianificato...ci siamo incontrati per caso e abbiamo passato la giornata insieme! Tranquilla...non è successo nient'altro!" - mi disse in tono acido.
"non dico che il mio sia un ragionamento maturo...anzi, non lo è affatto! È dettato soltanto da risentimento e paura nei suoi confronti... - dissi abbassando un po' la voce.
"risentimento e paura? Ma se non lo conosci affatto! Non hai fatto altro che attaccarlo per qualsiasi cosa dicesse da quando ha messo piede in questo locale e nelle nostre vite..." - disse seria.
"tu non capisci! Tu non puoi capire perché non c'eri!" - dissi con le lacrime agli occhi. Ecco l'effetto che mi faceva Styles. - "tu non lo hai visto in faccia, e per quanto io abbia dei ricordi confusi di quella notte, mi ricordo alcuni dettagli..."
"ma cosa centra tutto questo con lui? Non è Harry il padre di London! Non è possibile che sia lui!" - rispose.
"Harry è come lui! Hanno lo stesso colore degli occhi...la stessa pettinatura...e da quanto mi è giunto alle orecchie, forse anche la stessa abitudine di ammaliare chiunque e poi buttarlo via...non dico che Harry sia il padre di London, ma lui me lo ricorda così tanto! E preferirei mille volte non averlo in giro, per evitare che a qualcuno salti in mente qualche strana idea! - dissi quasi tutto di un fiato. Ormai le lacrime avevano iniziato a scendere. Ogni volta che ripensavo a quella notte non riuscivo a fermare le lacrime, e da quando i ragazzi erano entrati a far parte delle nostre vite ormai era un'abitudine.
Forse Stefy non si era mai accorta delle notte insonni che avevo passato negli ultimi mesi. Quando con qualche scusa facevo dormire London con me, osservandola e sperando che quella bambina, fin troppo sveglia per la sua età, iniziasse a fare domande strane riguardo suo padre. Magari convincendosi che fosse proprio Harry, visto il modo in cui avevano legato così velocemente, e perché no, vedendo che il loro colore degli occhi era quasi identico.  Infonfo lo aveva notato anche Harry la prima volta che l'aveva vista: "Devo ammettere che ti assomiglia molto tua figlia, tranne per il colore degli occhi…”, erano state queste le sue parole. In quel momento avevo temuto che gli scappasse qualcosa di più, ma aveva lasciato tutto in sospeso.
"London è troppo intelligente per andare a pensare cose del genere! Le hai spiegato, le abbiamo, mille volte che il suo papà è in Italia...perché dovrebbe credere che Harry sia suo padre? Sii ragionevole Helena! - mi disse.
"Non voglio essere ragionevole!" - l'attaccai - "Farò di tutto per proteggere mia figlia da qualsiasi idea bizzarra e persone che vanno e vengono! Non voglio che Harry s'intrometta ancora nella mia e nella sua vita!"
"quindi io non posso vederlo perché tu ti stai facendo paranoie inutili? Scusa ma non mi sembra giusto..." - mi disse incrociando le braccia.
"Tu puoi vederlo quando e come vuoi...ma non portarlo a casa, o al locale o in qualsiasi posto ci sia London!" - detto questo presi la borsa e mi avviai verso l'uscita - "ora se permetti, ho bisogno di prendermi mezza giornata..."
"cosa? Questo tuo comportamento è da immaturi! Non ho intenzione di discutere ancora con te per questa cosa...ne riparliamo quando avrai collegato di nuovo il cervello.." - disse dandomi le spalle.
"proprio tu parli di comportamento immaturo?? tu che hai praticamente smesso di parlarmi dopo aver scoperto che mi sentivo con Louis...come se me lo fossi portato da qualche parte di nascosto..." - detto questo uscii senza darle il tempo di rispondere.
Vagai un po' per le strade inglesi, non sapendo bene dove andare. Era quasi l'ora di pranzo, quindi non c'erano ancora molte persone in giro. Potevo tranquillamente permettere a tutte le lacrime che avevo di scendere indisturbate, nessuno che potesse vedermi, nessuno che facesse domande. Senza accorgermene mi ritrovai sulla metropolitana, non mi ero accorta neanche in che direzione l'avessi presa, sapevo solo che era la "picadilly line". Ero assorta nei miei pensieri quando sentii il nome della fermata a cui ero arrivata. Scesi e inizia a camminare. Conoscevo la strada, l'avevo fatta un paio di volte, ma mai da sola. Potrei dire che mi "risvegliai" dal mio torpore quando mi trovai davanti ad un cancello nero che dava su un enorme giardino. In lontananza si vedeva una casa enorme, ricordava un po' lo stile della dimora dei Salvatore in The vampire diaries. Perché ero lì? Non sapevo neanche se fosse a casa, anzi, molto probabilmente era da qualche parte per lavoro.
"scusi...tutto bene? cerca qualcuno?" - mi chiese il guardiano avvicinandosi.
"ehm...si...io...ehm...vorrei sapere se Louis è in casa..." - gli risposi un po' imbarazzata.
"Louis? Il componente della band?" - mi chiese. Annuii semplicemente. - "mi dispiace ma non posso dare queste informazioni!"
"ma non sono una fan! Sono una sua amica! - gli dissi. Ma lui mi guardò alzando le spalle. Decisi allora di chiamarlo.
TIrai fuori il telefono e cercai nella rubrica il suo nome facendo partire la chiamata. Uno squillo...due...tre...quattro. O era impegnato oppure non voleva rispondere...finché..
"pronto?" - disse una voce femminile dall'altra parte della cornetta. Controllai di aver composto il numero giusto.
"pronto? Chi parla?" - chiesi. Non è che avevano rubato il telefono a Louis? Impossibile l'avevo sentito giusto un'ora prima.
"dovrei chiederlo io! Visto che sei tu che chiami il mio fidanzato!" - disse tra un misto di infastidito e acido.
"oh..scusa...tu dovresti essere Eleanor...sono un'amica di Louis...Helena..." - non mi aveva parlato molto della ragazza, ma mi bastava fare due più due.
"oh...sei la ragazza del locale? Quella con una figlia?" - disse un po' rilassata. A quanto sembrava Louis aveva parlato di me alla sua fidanzanta, peccato che non avesse fatto il contrario. Buffo.
"si..esatto...non è che potrei parlare con lui? O è occupato?" - chiesi per evitare di allungare troppo la conversazione.
"in questo momento è sotto la doccia..per quello che ho risposto io.." - perfetto Helena, l'hai chiamato proprio dopo che hanno scopato. Complimenti per il tempismo! pensai. - "però se vuoi gli lascio un biglietto dicendo che hai chiamato...stavo giusto per andare via.." - disse. Ed io dovrei crederci.
"se non fosse importante non lo chiederei...sono fuori casa sua, però il guardiano non mi fa passare perché pensa sia una fan...ed io ho urgente bisogno di parlare con uno del gruppo per motivi di lavoro...non è che potresti farmi entrare tu? - la scusa del lavoro poteva essere abbastanza credibile.
"si...oh, guarda...è appena uscito dalla doccia, te lo passo!" - disse passando il telefono. Di sottofondo sentii dei baci e lei che diceva: "io vado tesoro...ti amo!" - "pronto?"
Direi che stavo per saltare sentendo la sua voce era poco.
"ehi...scusa se ti disturbo...ma speravo potessi rubarti 5 min per parlare..." - dissi un po' in imbarazzo. In quel momento vidi una ragazza mora che usciva con la macchina e si fermava davanti al guardiano.
"certo! Vieni pure...sono a casa, ti ricordi come arrivarci?"  - mi disse felice.
"sono già qui fuori...solo che avevo problemi ad entrare, il guardiano non crede sia tua amica...oh aspetta! - dissi coprendo il telefono - "mi ha appena dato l'ok per entrare, deve aver parlato con la tua ragazza. Arrivo" - dissi chiudendo la chiamata.
Passai davanti alla macchina della ragazza e la ringrazia. Non so perché non mi sembrava molto felice di avermi fatto passare. Forse sperava di poterlo evitare, nascondendo il fatto che avessi chiamato. Poco mi importava.
Ci misi un po' ad attraversare tutto il cortile, era davvero enorme. Ripescai tra i messaggi le indicazioni che mi aveva scritto proprio Louis per arrivare al suo "appartamento". Per fortuna lo trovai subito e quando bussai alla porta mi trovai un bello spettacolino davanti agli occhi.
"ehii...come mai da queste parti?" - mi disse un Louis sorridente, ancora con i capelli bagnati dalla doccia e con addosso solo un pantalone della tuta.
Altre persone si sarebbero sciolte sbavando davanti a quella visione (e devo ammettere che piaceva anche a me), ma in quel momento non feci a caso a come era messo, lo raggiunsi e lo abbracciai iniziando a piangere contro il suo petto. Lui mi strinse a sua volta, iniziando ad accarezzarmi i capelli e chiedendomi cosa fosse successo. Rimanemmo lì per un tempo indefinito, finché Louis non mi condusse verso il divano, su cui si sedette, facendomi sdraiare ed appoggiare la testa sulle sue gambe, continuando ad accarezzarmi. Non mi chiese nulla. Mi lasciò sfogare semplicemente, sapendo che quando sarei stata pronta gli avrei raccontato tutto.

Fateci sapere cosa ne pensate!
Un bacione
Hele & Stephy

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Ciaoooooo a tutti!!!!!!!! Eccoci di nuovo qui con il nuovo capitolo...lo so, un tempo ero più veloce a scrivere, ma ultimamente sono successe varie cose che mi hanno rallentato...perdonatemiiiI!!! ç_____ç Posso definire questo capitolo di passaggio, perché comunque "serve" a spiegare alcune cose che non sono risultate molto chiare nei capitoli precedenti.
Ringrazio tutte le persone che leggono e recensiscono questa FF...grazie infinite!! <3
Ora vi lascio al capitolo...fatemi sapere!! ;) 
Mentre scrivevo, ho ascoltato a ripetizione questa canzone
http://www.youtube.com/watch?v=aV2pLPjTriQ ...non chiedetemi perché proprio questa, ma mi piace! Buona lettura!! :D

 




Capitolo 7


“mi dispiace…” – dissi una volta che mi fui calmata, sedendomi di fianco a lui.
“di cosa? Non dire idiozie..se non puoi sfogarti con me quando hai bisogno, che razza di amico sarei?” – mi rispose facendo un mezzo sorriso – “piuttosto…ti va di dirmi che cosa è successo?”
“ho litigato con Stephy per una cavolata…e l’ho attaccata con motivazioni irrazionali e stupide…” – dissi.
“continua…ti ascolto..” – disse incitandomi a parlare.
Rimasi ancora un momento a guardarlo negli occhi, perdendomi per un secondo in quell’azzurro limpido come una giornata estiva.
“me la sono presa con lei per le foto che sono uscite sul giornale stamattina, quelle di lei ed Harry…l’ho accusata di avermi mentito per vedersi con lui…quando so benissimo che non l’avrebbe mai fatto, anzi…lei ovviamente si è arrabbiata, dicendomi che non sono affari miei con chi si vede…ed anche questo è giusto, però quando mi ha chiesto perché secondo me non dovrebbe vederlo, facendolo entrare nelle nostre vite, non le ho detto tutta la verità…le ho ripetuto per l’ennesima volta la storia che ho deciso di raccontare a tutti riguardo al….padre di London…” – dissi guardando il pavimento, abbastanza imbarazzata da quello che stavo raccontando.
“cosa intendi per la storia che racconti a tutti? Le cose non sono andate come mi avevi raccontato tempo fa?” – disse perplesso.
Feci un sospiro, come se stessi andando al patibolo, e decisi di raccontare la verità, almeno per una volta. Prima o poi sarebbe successo, non sarebbe durata per sempre la storia della festa a cui mi ero ubriacata ed ero finita a letto con “qualcuno”. Mi vergognavo di quello che era accaduto, e forse per questo non l’avevo mai raccontato a nessuno, neanche alla mia migliore amica. Però di Louis sapevo di potermi fidare, non mi avrebbe giudicata, anzi, visto che il suo migliore amico era la “causa” dei miei problemi, avrebbe potuto aiutarmi. Decisi di fidarmi, così mi sedetti meglio sul divano, e sempre guardando in basso iniziai a raccontare.
“due anni fa..ormai quasi tre, andai a questa festa di amici. Credo fosse per il compleanno di qualcuno, questo non me lo ricordo, però mi ricordo per certo che c’era lui. Matteo. Un bel ragazzo con degli occhi verdi smeraldo, capelli castani ricci tenuti abbastanza corti da non sembrare spettinati, ma lunghi abbastanza per definire ogni ricciolo. Non so cosa avesse di speciale, ma fin dalla prima volta che l’avevo visto mi aveva attratta in qualche modo…”
“fin dalla prima volta? Vuoi dire che lo conoscevi?” – disse interrompendomi.
“…si…lo conoscevo, ed anche piuttosto bene. Tanto che credevo di essere innamorata di lui. Fu per questo, ed anche per il troppo alcol, che decisi di andare a letto con lui quella sera. Mi ha fatto sempre sentire un po’ speciale…ma credo di aver capito che usasse le stesse tecniche con tutte. Ogni tanto, dopo qualche festa, veniva da me e si vantava di come fosse stato facile conquistare qualche ragazza per divertirsi. Lui stregava tutti con il suo sguardo e il suo viso quasi innocente…quando scoprii di essere incinta andai da lui per cercare di capire cosa fare. Speravo mi aiutasse, ma lui mi rise semplicemente in faccia, dicendomi che potevo fare quello che volevo, lui non voleva nessuna responsabilità. Era come se fosse stata solo colpa mia quello che era successo. Non gli avevo mai parlato dei miei sentimenti per lui, e non so cosa mi spinse a farlo in quel momento, ma credo sia stato l’errore più grande che abbia commesso, oltre ovviamente quello di credere che fosse una persona diversa. Lui mi rispose con una frase del tipo:   Non ci vidi più, gli tirai uno dei miei schiaffi più forti e me ne andai. Ero sola e non sapevo cosa fare. Non sapevo se tenerlo, abortire o spararmi. Cosa che sicuramente avrebbe fatto mia madre se lo avesse scoperto. Così telefonai a Stephanie e in poco tempo decidemmo cosa fare. Non le ho mai raccontato di Matteo, le ho sempre detto che era uno sconosciuto…” – dissi asciugandomi le poche lacrime che ancora mi solcavano il volto.
“perché lo hai raccontato a me..?” – mi chiese dolcemente, alzandomi il viso con due dita.
“perché ho deciso di fidarmi di te…e per farti capire, almeno in parte, perché ho così tanti problemi con il tuo migliore amico…” – gli risposi.
“Harry?” – annuii semplicemente – “devo ammettere che hanno delle caratteristiche simili…ma ti posso assicurare che lui non sarebbe mai in grado di fare quello che ha fatto quel bastardo!” – mi disse guardandomi dritta negli occhi.
“lo so…o meglio, non lo so…perché mi sono fermata all’aspetto esterno, e alle voci che ho sentito, senza darmi modo di conoscerlo. Lo so che è sbagliato. Ma da quella volta ci sono rimasta scottata, parecchio. Ed avevo promesso a me stessa che non avrei mai più abbassato la guardia nei confronti dei ragazzi di bell’aspetto, che hanno la nomina di latin lover. Ripeto, lo so che è sbagliato…che è infantile e tutto…ma tu come ti saresti comportato al mio posto? Non era per proteggere solo me, ma anche London. Non voglio che un mio errore ricada su di lei.” – dissi.
“tu hai ragione..in parte. Però ti fidi di me e quindi credimi quando ti dico che Harry è di tutto tranne che un ragazzo cattivo. Ci sono un sacco di voci che girano su di lui, e circa 3/4  sono delle cavolate. Harry è il ragazzo più onesto, gentile, dolce, divertente e tenero che abbia mai conosciuto.  Nonostante sia più piccolo, a volte quando parliamo sembra lui il maggiore. Darei la mia vita per lui, e lui farebbe lo stesso per me. Per lui è importante che le persone a cui tiene stiano bene, e le proteggerebbe ad ogni costo, anche se questo vuol dire mettersi in cattiva luce perché magari è stato scortese. Dagli un’occasione, datti la possibilità di conoscerlo. Non te ne pentirai!” – mi disse.
Louis aveva gli occhi lucidi, era incredibile quanto fosse legato a quel ragazzo. Si conoscevano da due anni, ma sembrava fossero amici da una vita. Probabilmente conoscevano ogni particolare uno dell’altro. Come potevo non credergli?
“lo farò…una possibilità non si nega a nessuno :)” – dissi sorridendo.
“brava! E poi devi chiarire con Stephy! Fidati di lei, sono sicuro che non ti giudicherà!” – disse facendomi l’occhiolino.
Come poteva essere sempre tutto così semplice con Louis?
“ti ringrazio di cuore per tutto! Per avermi fatto sfogare e per avermi aiutato! Sentiti libero di auto-invitarti quando vuoi a casa per una cena” – dissi alzandomi dal divano.
“ti ho già detto che lo faccio con piacere!” – disse alzandosi a sua volta – “che ne dici di anticipare la cena al pranzo, e di cucinare qui? Ti offrirei io il pranzo..ma sono negato a cucinare, è Harry il cuoco di casa!”
“mi stai dando libero accesso alla tua cucina?” – dissi squadrandolo.
“certo! Non ti so dire cosa troverai, ma sentiti libera di prendere tutto quello che ti serve!” – disse avviandosi verso la cucina.
Lo seguii e rimasi senza parole per la grandezza di quella stanza, tutta arredata con tutto quello che un cuoco professionale potesse volere. Una volta ripresa dallo stupore iniziai a curiosare tra i vari scaffali e armadietti per trovare quello che mi serviva. Nel frattempo continuai a parlare con Louis mentre mi guardava “lavorare”. Visto la figura magra che avevo fatto al telefono con la sua ragazza, gli chiesi di parlarmi un po’ di lei. L’osservai. Non mi sembrava davvero felice di stare con lei, ne parlava come una cosa normale, monotona. Non volli diventare troppo curiosa, così evitai di fare domande troppo indagatrici. Ma era sicuramente più preso quando mi parlava di Harry.
“ecco qui!” – dissi mostrando a  Louis la semplice pasta al sugo che avevo preparato – “non è niente di speciale…ma potevo scegliere tra il sugo o la marmellata di pesche, ho optato per questo ahahah”
“credo di preferire la tua scelta! Aspetta che ti prendo i piatti” – mi disse andando a prendermi due piatti fondi.
Ci sedemmo così al tavolo quadrato ed iniziammo a mangiare tranquillamente.
“questa pasta è davvero buona!” – mi disse ad un tratto alzando lo sguardo dal piatto.
“non dire così…non è niente di speciale..” – dissi guardandolo a mia volta.
“ahahahahahahahah” – Louis mi scoppiò letteralmente a ridere in faccia.
“co-cosa succede??” – dissi imbarazzata.
“tu…tu…ti sei sporcata con la salsa..aspetta che te la tolgo..” – disse avvicinandosi a me con il tovagliolo in mano.
Mi si avvicinò lentamente, pulendomi il lato della bocca dove era rimasto il sugo. Rimanemmo così,  a guardarci negli occhi. Non capivo cosa stesse succedendo, ma vedevo il viso di Louis che lentamente si avvicinava. Eravamo a pochi millimetri di distanza quando..
“Louiiiiiis sono tornato!” – disse qualcuno entrando in cucina.

Chi sarà mai??? Lo scopriremo nel prossimo capitolo!!
Hele & Stephy

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Ok...direi che chiedo umilmente perdono è poco! Sono passati quasi due mesi da quando ho postato l'ultimo capitolo...però è stata davvero dura, ci ho provato più volte a mettermi al computer a scrivere il nuovo capitolo, ma ogni volta fissavo la pagina bianca senza ispirazione, qualche tempo fa avevo anche buttato giù qualcosa, ma mi faceva abbastanza schifo, così stasera mi sono messa d'impegno e ho scritto il nuovo capitolo tutto d'un fiato (in fatti ho qualche problema a sentirmi ancora il fondo schiena, visto che si è integrato alla sedia ahahahah) Va beh..bando alle ciance...vi lascio alla lettura, sperando che vi piaccia! :D



Capitolo 8


Erano passati un po' di giorni dal quasi bacio con Louis, e non avevo ancora avuto il coraggio di affrontarlo, nonostante i numerosi messaggi. Per fortuna avevo chiarito con Stephy non appena ero tornata al locale, quindi almeno un problema era stato risolto. Era venerdì, mi ricordavo che i ragazzi mi avevano detto che sabato sarebbero partiti per gli Stati Uniti per alcuni concerti, e sarebbero stati via almeno un mese. Non volevo che la situazione rimanesse così, ma non riuscivo a trovare il coraggio di parlare con lui.
"devi parlare con lui! Infondo non è successo niente!" - mi disse Stephy, esasperata dalle mie pippe mentali.
"ma come faccio? Anche se riuscissi a parlare con lui non riuscirei più a guardare in faccia Harry..avresti dovuto vedere la sua espressione.." - risposi abbassando la testa.
"di Harry ti preoccuperai inseguito, e poi..fino a qualche giorno fa non volevi neanche pronunciare il suo nome! Ora devi chiarire con Louis, avete legato troppo per mandare tutto a rotoli per una sciocchezza! Almeno tu hai fatto succedere/non succedere tutto dentre le mura di casa..non sei su tutte le riviste scandalistiche in cui dicono che ti sei portata a letto uno di loro...:)" - mi disse.
"in effetti..però guarda il lato positivo.." - le dissi.
"e sarebbe?"
"hai portato un po' di pubblicità gratuita al locale" - dissi scoppiando a ridere.
Lei mi guardò per un po' e poi scoppio a ridere con me. Era tanto che non ridevamo insieme per delle sciocchezze. Tra una cosa e l'altra ci eravamo un po' perse di vista, nonostante passassimo quasi 24 su 24 h insieme. Mi decisi così a chiamare Louis, per fortuna era in pausa, infatti sentivo in sottofondo le voci degli altri 4 che ridevano e scherzavano. Nessuno dei due voleva parlare dell'argomento al telefono, così ci mettemmo d'accordo per vederci al locale appena si fosse liberato dal lavoro.
Non appena misi giù la chiamata Stephy mi fece un applauso:
"visto..non era così difficile! ahahah" - disse.
Concordai e poi entrambe tornammo al lavoro, io con i conti e lei a controllare il bar e la sala.
Erano quasi le 15.30 quando Louis fece la sua apparizione al locale, volevo strangolarlo.
"me lo potevi dire che non riuscivi a liberarti prima, ci saremmo organizzati per dopo..ora devo andare a prendere London all'asilo!" - dissi puntandogli il dito addosso.
"lo so..lo so...però quando mi son reso conto dell'ora ho trovato una soluzione..." - disse facendo la faccia d'angelo.
"e sarebbe?"
"Harry!" - disse semplicemente.
Strabuzzai gli occhi e rischiai di soffocarmi con la saliva quando arrivò il riccio. Ed io che pensavo che sarebbe stato semplice chiarire tutto.
"ehi...tutto bene?" - mi chiese Louis, mettendomi una mano sulla schiena.
"ehm..sisi..tranquillo..andiamo?" - dissi cercando di non guardare Harry.
Salutai Stephy e mi avviai con le due "guardie" verso l'asilo di London.
"il mio piano è: andiamo a prendere London, poi andiamo al parco, e mentre Harry gioca con lei noi possiamo parlare..non sono un genio?" - disse gongolando.
"peccato che l'idea è stata mia..." - disse Harry.
"ehi! Avevi promesso che non l'avresti detto!" - disse Louis.
"siamo sicuri che io non stia andando al parco con 3 bambini? ahahah Di chiunque sia stata l'idea, è stata un'ottima idea! London sarà felice di rivedervi..erano giorni che mi chiedeva di voi" - dissi sorridendo ad entrambi.
Stranamente, comportarmi in modo normale, ovvero non aggressivo, con Harry era  semplice. Molto probabilmente era grazie alla discussione avuta con Louis, in qualche modo vedevo il ragazzo riccio con occhi diversi, o forse iniziavo a vederlo per la prima volta.
Arrivammo poco prima dell'apertura dei cancelli, quando London uscì e vide chi c'era con me, quasi scappò dalle mani della maestra per catapultarsi da noi.
"HARRYYYYY LOUIIIIIIIS" - urlò lanciandosi tra le loro braccia.
"hei piccolina! Come stai? - disse Louis.
"benissimo!! :D" - disse dando un bacio a Louis e poi andando da Harry per fare lo stesso.
"non mi saluti a me?" - dissi incrociando le braccia.
"ceeerto! Sei la mamma più brava del mondo!" - disse sporgendosi verso di me.
"davvero?!" - dissi prendendola.
"già! Perché mi hai fatto questa sorpresa! :D"
Era così semplice far felice mia figlia, bastava farle passare un po' di tempo con quei ragazzi.
"allora sarai felice di sapere che oggi passerai un po' di tempo con Harry al par.." - non riuscii a finire la frase che London mi strinse le sue braccine intorno al collo.
"credo che sia d'accordo con la nostra idea ahahah" - disse Louis.
"mi sa anche a me ahahaah" - concordò Harry.
Una volta ripresa dalla sorpresa, ci avviammo tutti verso il parco che c'era vicino la scuola, facendo una piccola sosta a comprare un gelato per far merenda tutti quanti.
Una volta arrivati, Harry e London andarono a giocare vicino le varie giostrine, mentre io e Louis ci sedemmo su una panchina non molto distante a parlare. Tutto quello che temevo potesse succedere, non successe. Ci fu un po' di imbarazzo all'inizio, ma alla fine riuscimmo a chiarirci senza problemi. Era stato soltato un momento di confusione, causato dalle molte confessioni che c'erano state.
"ehi..non sembra anche a te di essere una coppia sposata, che porta i figli al parco?" - disse ad un tratto Louis.
"O.O..sicuro di star bene? ahahahah" - dissi.
"sisi certo! Però non ti sembra una scena da film? Dove i genitori sono seduti mentre i bambini giocano?" - continuò.
"ehm...si..tranne che tu non sei un genitore..ed Harry è troppo grande per essere un "nostro" probabile figlio..non trovi?"- dissi.
"in effetti..ahahahahah"
Scoppiai a ridere con lui, come si potevano avere certe idee?!
"Loooouiiiissss giochi un po' con me?" - disse ad un tratto London, correndo verso di noi - "Harry ha detto che vuole sedersi un po'.:"
"certo! Arrivo!" - disse correndole incontro e prendendola al volo.
Harry prese il posto dell'amico di fianco a me. Chiuse un momento gli occhi per riprendere fiato.
"vuoi dell'acqua?" - gli chiesi.
"hai dell'acqua con te?" - disse quasi con gli occhi che brillavano.
"certo! Ho imparato per esperienza che è meglio avere sempre dell'acqua dietro, in caso decida di andare al parco con London" - dissi, porgendogli la bottiglia di acqua.
Ne bevve un bel sorso e poi me la restituì.
"ti sarò grato a vita! Credevo che la vita con i ragazzi fosse faticosa, ma rincorrere una bimba di 3 anni è difficile! Sembra non stancarsi mai!" - disse guardando verso le giostre.
"lo so..i bambini di quell'età sembrano alimentati ad energia solare..instancabili...però ogni tanto è bello correrle un po' dietro. Lo trovo quasi rilassante.." - dissi guardandomi intorno.
"mi tratti in modo diverso." - non era una domanda la sua, era una semplice affermazione.
"lo so..e mi dispiace di non essermi comportata così con te fin dall'inizio. Ti ho giudicato e "cancellato" conoscendo di te solo il tuo nome, e le voci che giravano sul tuo conto.." - dissi, guardandolo negli occhi questa volta.
"mi fa piacere che tu mi stia dando un'altra occasione :)" -disse.
"in realtà...in realtà è la prima che ti sto dando...spero di fare la cosa giusta, e che Louis abbia ragione su di te :)"
Lo guardai un momento e poi gli sorrisi, forse per la prima volta, e lo vidi fare lo stesso. Notando le piccole fossette che si formavano ai lati della bocca, e trovandole davvero carine.
Avevo sbagliato tutto sul conto di Harry? Avevano ragione Stephy e Louis? Lo avrei scoperto solo con il tempo, ma avevo la sensazione che quel pomeriggio avrebbe cambiato di molto la mia vita e quella di mia figlia.

Hele

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