A Summer Night's Dream

di shesnameless
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** It's time to get up Beth. ***
Capitolo 3: *** Life in a day. ***
Capitolo 4: *** What that fuck?! ***
Capitolo 5: *** First day on the job. ***
Capitolo 6: *** I'm sorry Liam. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


A Summer Night's Dream.

Prologo.

 


Buio. Non riuscivo a capire dove mi trovavo dato che avevo gli occhi chiusi, potevo solo sentire lo scroscio dell'acqua e della musica in lontananza: un suono armonioso di violini e delle risate chiassose..
Avvertivo uno strato soffice sotto il mio peso, magari ero seduta su un prato.
Un leggero venticello mi scompigliò i capelli, ma il caldo si poteva avvertire lo stesso, era quasi soffocante, mi mancava perfino l'aria.
Un profumo di gardenie mi colpì improvvisamente in viso. Dio, amavo quei fiori, inspirai bene.
Non mi ero resa conto di essere rimasta ancora con gli occhi chiusi, così li aprii.

Davanti a me si presentava un'immensa distesa verde. Allora non mi sbagliavo, ero davvero seduta su un prato.
Approfittai per guardarmi meglio intorno. Mi girai e trovai una casa, o meglio, una reggia: era enorme, dall'aspetto sapeva di casa antica; intorno c'erano altri edifici, casate antiche direi, nel centro invece vi presentava un'enorme fontana con vicino delle strane statue.
Non avevo mai visto niente di simile in vita mia. Tutto sembrava così fiabesco, tutto così..'irreale'. 
Che strano, ricordo di essermi addormentata sul letto, e adesso mi trovavo su un prato enorme..
Mi grattai involontariamente la testa. 
Mi sentivo strana.. Cercai di mettere a fuoco quel luogo per capire se ci fossi già stata, ma la verità era che non avevo la benchè minima idea di dove mi trovassi. Decisi di alzarmi, e mi accorsi che non ero vestita come al solito, avevo addosso un vestito medievale, stile 500', supposi: era blu a balze, lungo, di una stoffa leggera, svolazzante, aveva una forma morbida con dei ricami sul petto e sulle braccia. Decisamente troppo per i miei standard.
 
"Signorina Elizabeth!"
Vidi una donna grassottella, stava correndo verso di me goffamente. E adesso chi era questa? La prima cosa che notai fu il vestito: lungo rosa, bombato sotto, con dei merletti alle estremità; aveva anche uno strambo cappello con sopra un enorme fiore viola. Non ero l'unica conciata in quel modo, che sollievo.
Dopo una breve corsa finalmente arrivò, si stirò il vestito con le mani, si ricompose e mi guardò con uno sguardo severo.
"Signorina elizabeth..." prese fiato reggendosi il petto, sembrava affannata, mi fece anche un po' di tenerezza a dirla tutta. Intanto io ero rapita da quel suo capello.
“Perché non è dentro con gli altri?” domandò tutto d'un fiato. 
“Eh?” 
la guardai preoccupata, come se le stessi dicendo 'sei una pazza, donna torna da dove sei venuta'.
Roteò gli occhi, e riprese di nuovo fiato.“C'è in corso un ballo in maschera, e voi non potete scappare così! Il figlio del re d'Inghilterra vi stava chiedendo un ballo e lei è scappata!”  gesticolò infastidida. 
Scappata? Mi ci ero ritrovata da sola sopra quel prato! Figlio del re d'Inghilterra? Ma che...Mi irritai e non poco, un senso di panico si fece largo in me.
Feci un risolino isterico. "Senti non so come.." iniziai.
"No signorina, niente scuse! Adesso rientrerete dentro e niente storie. Ricordatevi che siete una principessa." terminò con tono risoluto. Girò le spalle e se ne andò.


Una cosa? Rimasi sbigottita. Mi avvicinai alla fontana, e mi sedetti sul bordo.
Dove ero capitata? Sei in una reggia idiota, ok.
Perché avevo questo vestito addosso? Starai a Versailles.
Chi mi ha portato qui? Forse hai preso una macchina del tempo e ti sei catapultata nel mondo di Lady Oscar?
Ma soprattutto, perché ero questo? Una principessa.
Non sapevo che cosa fare. Iniziai a torturarmi il labbro. 
Volevo strapparmelo da dosso quel vestito.
Odiavo le principesse, i principi, i castelli e tutte quelle cose idiote e stupide a loro legate. 
Insomma era sicuramente un sogno, non esistevano quei posti nel mondo reale, almeno così credevo io. Ma che stavo dicendo? Eravamo nel ventunesimo secolo, SVEGLIA, era ovvio che fosse un sogno.
 
D'un tratto un rumore distolse i miei stupidi pensieri e catturò la mia attenzione: qualcuno stava camminando sul brecciolino e si avvicinava a me.
Mi voltai di scatto e vidi.. un ragazzo.
Rimasi incantata per quanto era bello. Una belezza sconvolgente. Lo osservai meglio, e, era vestito come un.. 'principe'? Rimasi a fissarlo muta.
Tutta la preoccupazione di prima era scomparsa con il suo arrivo. I suoi passi lo portarono davanti a me. Forse nemmeno lui mi aveva mai vista. Forse voleva capire perché ero lì. Forse.
Non disse una parola, ma non distolse lo sguardo dal mio nemmeno per un attimo. Non ero intimorita da quell'atteggiamento, forse troppo sfacciato, ma a me piaceva guardarlo e non dispiaceva nemmeno a lui, a quanto pare. Guardarlo mi faceva sentire..'spensierata'.

"Perché sei qui?" sussurrò dolcemente lui.
Che voce melodiosa, pensai. Un momento, ce l'aveva con me? Sul serio? 
*Ah certo, mi sono trovata sdraiata sul tuo prato immenso, una donna mi è corsa appresso e mi ha detto che sono una principessa e che sono scappata da un certo figlio-del-principe-d'inghilterra, ma è tutto okay, sicuramente sto sognando quindi non preoccuparti questione di minuti e il mio migliore amico verrà a svegliarmi così tolgo il disturbo.* di certo non potevo dirglielo, tutto quello era troppo esilarante anche per me.
Perciò non risposi e rimasi in silenzio.
Non ricordavo di essere stata così silenziosa dai tempi dell'elementari, quando ero ancora un angioletto innocente. Silenzio. 'Che cazzo Elizabeth, p a r l a' ordinai a me stessa. Non ce la facevo, era più forte di me.
Era come se la mia lingua non ricevesse ordini dal mio cervello: io le dicevo di fare qualcosa e lei non faceva assolutamente un bel niente. Era irritante. Volevo prendermi a sberle da sola.
Distolsi lo sguardo.Era meglio così, penserà che io sia una mezza psicopatica o cose del genere, non lo biasimo. Credo che forse si era reso conto del mio disagio nello stargli vicino ma credo che non riuscisse a capire bene il motivo, non lo capivo nemmeno io, figuriamoci.
Avevo la gola secca, ed ero molto tesa. Mh, brutto segno, si.
Che sciocca, la beth che conosco non è così, dice sempre quello che pensa, non si scioglie, è fredda, schietta, e soprattutto reagisce.
Scossi la testa, era ora di finire quella pagliacciata, dovevo andarmene. Mi alzai di scatto e andai verso quella reggia illuminata.

D'un tratto sentii qualcosa tirarmi per il polso "Elizabeth." mi richiamò.
Mi si fermò il cuore. sapeva il mio nome?
Mi girai lentamente. Il mio sguardo si posò prima sulle nostre mani intrecciate, poi su i suoi meravigliosi occhi. Mi stava anche sorridendo, e proprio quell gesto mi scaldò il cuore in un istante. Non sapevo il motivo, ma dovevo ammetterlo: era davvero tantata dal baciarlo.
Sentivo un'attrazzione visibile tra me e lui.
"Ehm..." l'unico verso che riuscii a emettere dopo un'eternità. Applauso per Beth. Wow, mi ero superata, non c'è che dire.
Ero una ritardata di dimensioni cosmiche.
Il senso di colpa mi pervase, non sapevo nemmeno il motivo. Grandioso, non riuscivo a gestire le mie emozioni e mi sentivo smarrita.
Ma che merda di sogno era quello?
Cercai di non pensarci e ritornai a guardalo.
Mi stava sorridendo con un sorriso quasi.. triste? Avvicinò piano il suo viso al mio annullando quasi del tutto le distanza che c'era tra noi. Io rimasi ferma immobile, così come mi trovavo. Unii le mie mani con le sue e me le baciò dolcemente.
Il mio cuore martellava nel petto.
Sembravamo una di quelle coppiette smielate da film: lui il principe perfetto e io la damigella persa completamente da i suoi modi di fare. Non riuscivo a smettere di guardarlo.
Ero attratta da lui, no ero davvero partita. 
Abbassò lo sguardo “Non importa sai?” sussurrò “Sarò per sempre qui, ti aspetterò anche per sempre, l'eternità non mi spaventa. Se vorrai ti lascerò anche andare, se è quello che vuoi, se questa è la tua felicità ma..” si fermò come se non ce la facesse più a parlare, sembrava che volesse autoconvincersi di quelle parole, ero sicura che non pensasse davvero quelle cose. Non c'era un perchè, lo sentivo e basta. Stavo per chiedergli il senso di quella frase, chissà se la mia lingua avrebbe collaborato..
Fece una pausa, alzò lo sguardo e notai che aveva gli occhi lucidi "Ti Amo."  
Oh. mio. Dio. Tutto questo era troppo. Un principe mi aveva appena detto che mi amava? Perfetto.
Calma, tutti sognavano una cosa così da sempre no? Certo, tutti tranne me. Ma idiota com'ero non capivo il significato di quelle parole. Era come..un addio? Volevo capire.

“Io..” non mi fece terminare, mi prese il viso e mi baciò. Un bacio infinitamente dolce, che mi spiazzò del tutto.
Tutto si era fermato.
Anche i violini smisero si suonare, anche lo scroscio dell'acqua si fermò, le risate.. regnava il silenzio.
Mi girava la testa.
Mi strinse più a lui e mi trovai appiccicata sul suo petto. Più lui approfondiva il bacio e io più volevo baciarlo, baciarlo e baciarlo ancora.
Sembrava una droga.
Sentivo solo il sapore delle sue labbra e del mio cuore che accellerava di battito.
Era una sensazione bellissima, serei rimasta così per sempre, tre le braccia di quel principe senza-un-nome.
Finito il bacio ci staccammo, ero ancora abbracciata a lui. Sorrisi dolcemente con gli occhi chiusi.
Lo annusai, aveva un profumo buonissimo. Beh se quello era un sogno, era favoloso. Non ero una fan sfegatata di principi e principessine, ma volevo davvero baciarlo, anche se era un principe, non mi importava. Dopo tutto lui mi ha voluto baciare e io l'ho assecondato, per non dire che mi era piaciuto da morire. 
Era successo tutto troppo in fretta.
Dovevo sapere il suo nome, volevo saperlo.

Aprii gli occhi, e il sorriso di poco prima si spense subito.
Rimasi impalata: davanti a me non c'era lui ma un altro, totalmente diverso, ma pur sempre bellissimo. E adesso chi era questo? Tutte queste creature scese dall'Olimpo le dovevo trovare io? 
Non mi sfuggì però il ghigno che aveva dipinto sulla faccia, quasi strafottente. "Non sarai mica dispiaciuta, vero?" mi domandò con un velo d'arroganza. 
Strabbuzzai gli occhi. Perché l'altro non c'era più? 'L'altro' certo, perchè non sapevo il suo nome, e tutto per colpa di questo qua.
Lui intanto studiò la mia reazione, forse aveva capito il motivo del mio stupore.
Mi divincolai “Dov'è?" gli lanciai uno sguardo di fuoco, aveva capito.
Si avvicinò pericolosamente a me con fare sicuro, indietreggiai ma mi trattenne.
"Lasciami." ringhiai.
Mi guardò negli occhi "Non lo vorresti davvero." sorrise convinto.
 
Mentre faceva pressione sui miei bracci per tenermi ferma, si avvicinò "Beth non è lui quello che vuoi." soffiò a pochi centimetri dal mio viso.
Non potevo muovermi.
"A si? E tu chi saresti il pricipino cattivo che gli fa la guerra?" chiesi sarcastica.
"Smettila."
"Lasciami." ripetei.
Fece un risolino ironico "Non ci penso proprio." Volevo prenderlo a schiaffi, veramente, e l'avrei anche fatto se non fossi stata immobilizzata da lui.
Lo guardai in faccia "Ma chi ti credi di essere? Eh?"
Ricambiò il mio sguardo, e sorrise divertito.
Anche lui era di una bellezza fuori dal comune. Non saprei dire esattamente chi fosse il più bello tra i due.
Con una lentezza indaudita si avvicinò piano al mio orecchio e sussurrò “Elizabeth, forse non l'avrai capito, forse non lo capirai mai, dopo tutto questo tempo.. sei una cieca, e mi fa male, mi logora, mi uccide, mi uccidi con tutto questo." le sue parole mi colpirono.
Rimasi un attimo ferma a pensare su quello che mi aveva detto. Non riuscivo a capire e mi spaventava. 
Lo guardai interrogativa, aveva uno sguardo quasi.. stanco. Mi strinse più forte a lui, ormai la distanza tra noi era minima. Si avvicinò piano al mio viso fissandomi, io non proferii parola.
Ad un certo punto avvertii le sue labbra all'angolo della bocca. 
Buio. Non capii più niente.
Respiravo piano. Mi riguardò negli occhi, poi molto cautamente scese giù per baciarmi il collo scoperto.
Mi stavo lasciando andare. 
Sentii il suo respiro caldo su di me. Avevo la pelle d'oca. I suoi baci erano lenti e mi stavano uccidendo pian piano.
Non mi divincolavo più, rimasi ferma. Perché rimanevo ferma? 
Anche il suo profumo mi inebriò del tutto, lo sentivo dentro i polmoni, e il mio primo istinto fu quello di chiudere gli occhi, un'altra volta.
Non volevo muovermi.
"Chi sei?" domandai con un filo di voce.
"Chiunque tu vuoi che io sia."

 

 



 










 

SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Non scappate, sarò breve uu
Bene presentiamo la nostra storia: la nostra protagonista è Beth, ovvero 'Elizabeth', ma la conosceremo meglio nei capitoli seguenti.
Iniziamo con un sogno che porta a un'epoca lontana, Beth fa un incontro abbastanza strano con questi due qua, mah.
L'idea del sogno ci è venuta così, ci si è accesa la lampadina in pratica, ma questo è un passaggio fondamentale.
E no, non abbiamo descritto i principi, ma c'è un perché lalalaaa.
Aggiorneremo al più presto, voi intanto fateci sapere se vi fa schifo o cosa, così capiremo se dobbiamo continuare o no e.e ahahahaha
baci pipol <3

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Capitolo 2
*** It's time to get up Beth. ***


It's time to get up Beth.

 

DRIIIIIIIIIIIIIIN. DRIIIIIIIIIIIIIIN. TOCTOOOOC. TOCTOOOOC. DRIIIIIIIIIIIIIIN. 

"Beeeeeeeeeeeeeth."
"Mhhhhhh."
Stavano gridando\suonando\bussando alla porta, e in più squillava la sveglia del cellulare. Oddio. 
Ma quanto era bello dormire?
Mi accoccolai sringendo le coperte.. Sapevo benissimo chi era, ma ero troppo pigra per andare ad aprirgli, e poi ero ancora immersa nel mondo dei sogni..

TOC TOOOOOOOOOC. TOCTOOOOOOOOOOOC.
Correggo: mi stava buttando giù la porta.
Sbuffai.
"Oggi è una bella giornata siiii, una bella gioooornataaaaaa, oh yeaaaaa nananaaaaaaa, BEEEEEEETH APRIII" canticchiava e fischiettava anche. Esasperata, con un gesto rapido staccai la sveglia e mi misi seduta sul letto.

Sbadigliai e mi alzai con gli occhi semichiusi cercando a tastoni la porta d'ingresso. Intanto continuava a bussare incessantemente. 
Ora lo ammazzo. Già avevo il mal di testa. Non ci posso credere, quel minchione ha rovinato un sogno che meriterebbe dieci premi Oscar.

"AHIAAAAAAAA!" presi in pieno con la testa la porta semichiusa della mia camera. 
"Il cielo é blu,e le rose sono rosseeeeeee" suonava a intermittenza quel dannato campanello, corsi da lui mentre massaggiavo con una mano la parte lesionata. D'un tratto mi girò la testa e andai a sbattare con la faccia adosso al muro.
"Porca merda" sibilai.
"Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeth." DINDLON DINDLON DINDLON DINDLON.
"E UN ATTIMO CAZZO!" urlai aprendo e ritrovandomelo davanti che mi sorrideva divertito.
Era Niall, quel cazzone del mio migliore amico, che mi sventola in faccia una bustina bianca.
"CAZZO NIALL MA TI DROGHI?" urlai sconvolta. "Che ti è successo?!" chiese allarmato guradandomi la mano che reggeva la testa.
"Ho sbattuto la testa alla porta e... non cambiare discorso stronzo!" mi scocchiò un rumoroso bacio sulla guancia ed entrò. Rimasi impalata lì dov'ero, altrimenti l'avrei strozzato con le mie stesse mani. Non mi diede nemmeno il tempo di parlare che si diresse verso la cucina, chiusi la porta e lo seguii.
"Coglione che non sei altro, guarda che ci sento, potevi suonare un’altra volta no?!" gli strillai in faccia. Appoggiò la bustina sul tavolino, si tolse la giacca e l'appoggiò sulla sedia. "Scusa dolcezza, volevo solo farti innervosire un po’ a prima mattina." disse facendo un espressione come per dire ’che c’è di strano?’.
"La tua dolcezza mi stupisce ogni giorno di più, IMBECILLE."
"Ahh se non ci fossi ioo.." disse come se la sapesse lunga.
"Vedi, vedi questo?! Me l'hai fatto fare tu!" indicai la parte colpita. 
Si fermò a guardare il danno, avevo un graffio e mi faceva pure male. "Oh.. Mi dispiace piccola." cercò di non scoppiarmi a ridere in faccia.
-Mi dispiace un cazzo Niall.- aprii lo sportello della cucina dove c'era la scatola delle medicazioni per trovare un po' di disinfettante.
"Dai non fare così, oggi è una bellissima giornata, non senti il profumo dell'estate?" chiese annusando l'aria tutto contento.
Mi toccai la pancia "Io sento solo puzza di pesce, non dovevo cucinarlo ieri sera, non l'ho nemmeno digerito.."
Si mise a ridere "Sai beth? Sono felice." sorrise tutto contento.
Alzai lo sguardo "Ma va? Non lo sapevo, hai solo urlato 50 volte 'oggi è una bella giornata' prima di entrare." trovai il disinfettante e lo misi sopra un batuffolo.
"E la verità, sono felice."
"Bene." 
"Sai almeno perché sono felice Beth?"
"Dovrei?!"
"Dovresti." rispose tutto impettito.
Non lo capivo quando faceva così, sul serio. Per di più se era mattina, quando non elaboravo una merda di pensiero sensato.
D'improvviso mi si accese la lampadina.
"Aaaaaaah è vero, oggi rivedrai i tuoi vecchi amici, come dimenticare tale 'evento'." dissi scocciata mentre strofinavo piano il batuffolo sopra la tempia. Bene adesso si che non mi avrebbe cagata più.
Scattò alla parola 'vecchi amici' "Non vedo l'ora Beth! Vieni con me all'aereoporto?" enfatizzò.
Che cosa? "Stai scherzando?" Sta scherzando?
"No, perchè?" chiese dubbioso.
"Non li voglio conoscere i tuoi amici Horan, da come me li hai descritti sembrano dei mezzi pazzi psicopatici." Mi aveva raccontato un sacco di volte di questi suoi amici, si erano conosciuti al liceo, andavano in classe insieme: diciamo che ora so a memoria tutte le loro avventure scolastiche ed extrascolastiche perchè Niall li idola come una teenager impazzita. Ne avevo il vomito. 
"Ma stavo scherzando! E poi loro sono cresciuti! Eddaaai Beeeethh" mi fece il labbruccio.
"No." chiusi la scatola delle medicazioni e la rimisi apposto.
"Ti preeeegoooo" si mise in ginocchio e mi supplicò con le mani giunte.
Sbuffai, odiavo quando faceva così "Ci penserò,ok?"
"Io amo Elizabeth Richards." iniziò a saltellare sul posto.
"Si certo, certo." 
"Guarda un po', ti ho portato la colazione: cornetto con panna e nutella, il tuo preferito! Poi dici che non ti penso!" disse con il suo solito sorrisino ebete tutto gioioso.
"No, il TUO preferito." ribattei nervosa.
"Dai intanto che preparo due cappuccini vai a rifarti il letto, questa casa è un porcile" disse guardandosi intorno con aria schifata.
"Sta zitto Horan. Sta zitto." girai le spalle e mi avviai in camera mia.
Io e lui ci punzecchiavamo sempre, eravamo come una coppia di vecchietti, come cane e gatto, ma era fondamentale per me e lo adoravo. Ci eravamo conosciuti due anni fa qui, a Los Angeles. 
Prima abitavo in Irlanda, ma non faceva per me. Inoltre con i miei non c’è stato mai un gran bel rapporto, entrambi si sono risposati quando avevo 15 anni: mia madre con Gerard, un pittore francese, e mio padre con una donna inglese, Jane. 
Quando i miei genitori si lasciarono, mia madre accompagnava sempre il suo nuovo compagno alle mostre di quadri per motivi di lavoro, non aveva molto tempo per me, così decisi di andare a vivere con mio padre, con la sua compagna, e con suo figlio, ma non me la presi più di tanto. 
Mi trovavo bene con loro, e sopratutto con il mio fratellastro: eravamo inseparabili, era il mio punto di riferimento. Ma quando lui se ne andò a Londra, perché aveva vinto una borsa di studio, mi ritrovai sola. Ormai più niente mi tratteneva lì, così a 18 anni non ci pensai due volte a trasferirmi, anche se non avendo un obbiettivo ben preciso, con la mia migliore amica Juliet. E Niall fu il primo a conoscere qui, mi ci trovai subito in sintonia, amavo passerarci del tempo insieme sopratutto in questa caotica città. Amavo Los Angeles in tutto e per tutto.

Arrivata davanti la porta rimasi a fissare la stanza, sbarrai gli occhi. Il caos che si presentava difronte a me era immane: magliette per terra, panni da stirare, jeans ammucchiati in un angoletto.
 Storsi la bocca, Niall non aveva tutti i torti. Non sapevo da dove iniziare. Magari avrei chiesto a Juliet di aiutarmi a ripulire casa un giorno di questi.. Era meglio rifare solo il letto. 

Rifatto il letto ritornai in cucina e trovai lui seduto che beveva un cappuccino fumante. Mi sedetti vicino a lui e incominciai a mangiare un cornetto in silenzio. La cosa più piacevole che c'era da fare con Niall era proprio consumare la colazione: lui non parlava, lo vedevi solo mangiare con gusto, era rilassante.
"Sono le otto meno un quarto, alle otto devi stare a lavoro. Sei in ritardo." sbiascicò tranquillamente mentre guardava attento la televisione e azzannava un cornetto. Non sclerava più, si era calmato, meglio.
"Si, ma la padrona ha detto che per oggi andava bene alle otto e un quarto, tanto tu attacchi alle 8 e mezza.." cercai di essere convincente. Comunque si, lavoravo nello starbucks nel centro, a cinque minuti di macchina da casa, e Niall lavorava con me. Non era un granché ma nemmeno tanto male.
Si girò verso di me "Non dire le bugie allo zio Niall, zio Niall ci resta male se dici le bugie" esclamò con un tono da orso yoghi.
"Non è vero.." mi scappò un sorriso e lui se ne accorse.
"AH AAAAH! Ti ho fregata Richards." aggiunse.
"Si, si certo." risposi farfugliando per poi tornare a mangiare.
"Comunque, com’è andato quel colloquio ieri?" mi chiese curioso finendosi il cornetto.
"..Eh?" mugugnai con il boccone pieno guardandolo. Avevo sicuramente sulla faccia un'espressione idiota, me lo sentivo. Ma di che colloquio parlava?
Rise "Non dirmi che ti sei dimenticata." mi canzonò.
"Di prima mattina non penso, quindi non scassare e parla." enunciai mentre mi alzai per prendere un tovagliolo. Stavo rigirando la frittata, perché non mi ricordavo mai le cose? Merda.
"Sei proprio una rincoglionita."
"Senti perché non ti fai un giro e non rompi le palle a qualcun altro? Per esempio la tua ragazza? Ecco, lei ti sopporta, non io. Lei è quella calma: non io. Hai sbagliato persona" quasi mi strozzai.
Sbuffò "La mia ragazza, ovvero la tua migliore amica, la pensa come me. E poi sarò anche odioso, ma senza me saresti persa. Ammettilo." aggiunse con tono ovvio.
"Si è vero, come farei il mio scassa palle vicino al mio fianco? Non credo che potrei sopravvivere." ironizzai. Scuoteva la testa in continuazione mentre beveva beatamente il suo cappuccino.
"Horan se non la smetti ti faccio vomitare quello che hai appena ingurgitato, dimmi che colloquio" Mi guarò scandalizzato "Quello che avevi ieri con il capo della gelateria, idiota!"
Sbiancai. Avevo un colloquio per una nuova gelateria-yogurteria aperta pochi giorni fa, Niall me lo aveva detto una settimana fa, e io, come tutte le cose, me ne ero dimenticata.
"Ah!..Ehm..si" mi grattai la testa in cerca di qualche scusa plausibile. "Non ci sei andata." terminò soddisfatto.
Sbuffai "Oh Niall, ma ti stai un po’ zitto e mi fai finire?" 
"Vorresti dire che ci sei andata?" mi sfidò.
"No però.."
"Appunto." Sbraitai. "Ci vado oggi pomeriggio, okay? Non mi sono... ricordata."
"Come sempre d'altronde! Non so se sei ancora in tempo, ieri era l'ultimo colloquio, magari ha già preso qualcun'altro.." lo sentii dire.
"Tranquillo, vuol dire che dovrò ancora sopportare quella bisbetica della padrona." dissi arresa.
"Mh.. mai dire mai Beth!"
Che scena ridicola. Scoppiamo a ridere, e non resistetti all’impulso di abbracciarlo così mi buttai su di lui.
"E’ tardi, vado a prepararmi, tu intanto non mi svuotare la credenza, se ce la fai insomma." Gli schioccai un rumoroso bacio sulla guancia.
"Sbrigati scimmia."
"Ok tarzan" salii frettolosamente in camera mia sentendolo sghignazzare da lontano.Optai per una t-shirt bianca, pantaloncini di jeans e superga bianche. Decisi di lasciarmi i capelli sciolti, non mi andava di truccarmi quella mattina, così presi i miei ray ban e la borsa. Mi guardai velocemente allo specchio: avevo un fisico esile, capelli mossi lunghi fino alle spalle, occhi marroni, nasino a patatina e avevo alcuni tatuaggi sul corpo. Sarei sembrata adorabile a tutti, certo a tutti quelli che non mi conoscevano, ecco.
"Andiamo?" strillai mentre scendevo rapida le scali, ma non ottenendo nessuna risposta corsi da lui e gli tirai le orecchie. Stava sulla poltrona a guardare.. i puffi. 
"Dio santo, Niall hai quasi diciannove anni!" esclamai esasperata.

"E con questo? A me piacciono i puffi. NON PUFFI SIAM COSIIII’, NOI SIAMO PUFFI BLUUUU, PUFFIAMO SU PER GIU', DUE MELE E POCO PIUUU' LALALALALALAA." rispose cantando. Iniziammo a ridere.
"Sarei io poi la rincoglionita." urlai e lo buttai giù dalla poltrona.
"EHI, ce la faccio da solo!" mi disse rialzandosi da per terra. Presi al volo il mio pacchetto di lucky strike e le chiavi della macchina, e uscimmo finalmente da casa.
Entrammo in macchina, il mio gioiellino. Una mini couper nera, comprata grazie all'aiuto dei miei e con i risparmi che avevo messo da parte da alcuni anni. Dire che l’amavo era poco, per lo più ne ero gelosissima.
"Posso guidare?" mi domandò, facendomi gli occhioni dolci. Stronzo.
"Pft, Scordatelo." 
"Eddaiii, ce l’ho la patente!" disse con tono lamentoso come avesse tre anni.
"Infatti non riesco ancora a capire come hai fatto. Il guidatore esperto della formula uno, che ha tamponato un vecchietto due mesi fa. No, Niall." lo presi in giro e misi a moto.
"Sei proprio scorbutica lo sai? Ma che hai il ciclo stamattina?" chiese storcendo la bocca.
"Te lo meriti. Oggi hai rovinato un sogno a dir poco affascinante e.. strano." quello era l'aggettivo più adatto si. "Che?" domandò sorpreso. "Stavo sognando, e tu mi hai interrotto." esclamai offesa.
"E anche questa sarebbe colpa mia?" chiese stufo.
"Emh.. fammi pensare.. Si."
"Ti ho solo svegliata, come tutte le sante mattine Beth, e poi che sognavi di così meraviglioso? Me per caso?" scherzò facendomi ridere. Pensai di non dirglielo, ma tanto con lui era impossibile tenerselo per se, mi avrebbe torturata per tutta la giornata. Così raccontai quell'incontro surreale con quei due tizi misteriosi.
"..E poi l'altro mi ha detto, 'chiunque tu vuoi che io sia'. Fine." dissi dubbiosa al ricordo di quei tipi. Non mi ricordavo nemmeno i loro volti, che merda di sogno.
Dal nulla, scoppiò in una fragorosa risata.
Mi girai verso di lui con fare tetro "Che cazzo ti ridi? Hai visto una scimmia in mutande?" sbottai.
"..Ma chi erano questi?" disse ancora con le lacrime agli occhi, neanche avessi raccontato una barzelletta, ma a quanto pare per lui lo era.

Che felicità. Sapevo dove voleva andare a parare: mi prendeva sempre in giro perchè ero una un po' strana, quasi sempre con la testa fra le nuvole.
Lo guardai storto, risentendolo ridere.
"No, nemmeno mi ridordo i loro volti." dissi sincera.
"Oddio, Beth Richards é unica." ironizzò, come se ce ne fosse bisogno.
"Non é colpa mia, dai la colpa al mio subconscio, ha fatto tutto lui." esclamai risentita.
Arrivati parcheggiai il mio splendido veicolo quattro ruote, e scendemmo insieme.
La mattina era sempre così: la solita routine con affianco quella specia di scimma del mio migliore amico. Mi avvicinai per pizzicargli una guancia e lui mi scompigliò i capelli, più di quanto lo fossero già.
"Andiamo caccola."
"Andiamo cacca."

 

 


SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Non ho scritto nel prologo che questa ff é gestita da due persone: io e la mia amica. Giada e Bea, piacere :3 lol
Se non avevate capito perdonateci cwc
Allor, questo è il primo capitolo! Bello? Brutto?
Che ve ne pare di Beth? Un po' acidella? ahahah povero Niall che la deve sopportare çç
Fateci sapete cosa ne pensate con qualche recensione, dai non mordiamo c: *incita la folla*
Scriveteci anche 'ciao, fa schifo' almeno sappiamo che ci cagate ewe
Se lo farete vi regaleremo un panda :3 *occhi dolci* 
Scherzo é importante davvero, vogliamo saperee *u*
Ok, basta.
Si ringrazia in particolare   Life in technicolor  perchè ci ha cagate il prologo *w* #muchlove
*TATATA PUBLICITA'* PASSATE A LEGGERE QUESTE FF: 
 Everytime you look my way 
Summer and dreams
BACIONI GENTEEEE <3

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Capitolo 3
*** Life in a day. ***


Life in a day.





“Così non va bene, non va affatto bene! La colazione devi portarla calda e prima al signor Smith! Non puoi fare tardi, sai che ogni mattina ha una riunione e tu ti ci presenti sempre quando sta iniziando! Credi che non lo sappia?! Credi che io sia stupida eh?!” 
Eccola là, la proprietaria del bar, la signora 'Clement' (che poi di clemente non aveva proprio nulla), una mora mezza rifatta che si credeva dio sceso in  terra, perché gestiva lo 'Starbucks' di Los Angeles. E che sarà mai?' pensavo sempre io. Era la mia padrona, e si, mi stava rimproverando come al solito. Volevo tapparle la bocca con un cactus.
La ignorai. Quello che riuscivo a sentire era solo 'Blah Blah Blah'. Intanto mi impegnavo a pulire il bancone. Quanto fiato sprecato.
Mi si parò davanti. “Mi stai ascoltando signorina?”
Alzai lo sguardo “Che c'è?!” 
“Non accetterò più questo tuo comportamento infantile e stupido. Se lavori, lavori per bene."
“Non è colpa mia se l'ufficio si trova dall'altra parte della città!” dissi esasperata.
“Potresti anche arrivare in orario la mattina!” era incorreggibile quella donna.
“Per 5 minuti di ritardo non muore nessuno, chi cazzo si presenta qui alle 8?!” dissi arrogante mentre la fissavo con cattiveria.
“Niall non sarà in orario la mattina, ma almeno è scattante quando gli dico di fare una cosa” fece altezzosa lei per poi guardasi le unghie ricostruite. 
Odiavo quel tipo di persone: avevano tutto, potevano tutto, erano arroganti ed egoiste. Pensavano solo all'apparire, e non alle cose concrete della vita. 'Che vita sprecata' pensai. Per non aggiungere che ce l'ha sepre avuta con me, non ci ho mai dato peso, ma non ce la facevo più adesso.
“Senti sai che ti dico?" Alzai di un'ottava la voce "Appena trovo un cesso di lavoro che soddisfi le mie esigenze e mi dia soddisfazioni me ne vado da qua, sono stufa.” mi levai il grembiulino e lo appoggiai sopra un tavolo a caso. Me ne andai sbattendo la porta d'entrata attirando l'attenzione dei clienti.

Cazzo se era pesante quella donna, non potevi tardare di due minuti che subito ti aspettava là per attaccarti come un cane rabbioso. Odiavo essere comandata. Poi non ero una che ti stava ad ascoltare in silenzio, se ti dovevo mandare a quel paese lo facevo subito, senza ripensamenti.
Mi sedetti sulla panchina lì vicino e mi accesi una sigaretta. Aspirai profondamente e incominciai a pensare. Non meritavo quella sgridata. Quella papera non mi avrebbe mai scoraggiato, non l'avrebbe fatto nessuno. Volevo andarmene da lì. Quanto avrei voluto avere quel colloquio..
Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
“Allora?”
“Allora cosa Niall?” sputai velenosa.
“Ti sei calmata?” mi domandò con un'aria da cretino.
Non risposi, ero nervosa, lo sapeva bene. Volevo solo finirmi quel dannato pacchetto di sigarette in pace.
Si sedette vicino a me “Lo sai com'è fatta, lasciala perdere, e poi quel vecchietto del signor Smith ti adora, anche se gli porti la colazione 10 minuti più tardi.” continuò e sorrise.
Sorrisi anche io. Quel vecchietto mi adorava era vero. Era un grande imprenditore della California, direttore di una ricca azienda di moda gestita dai figli. Erano circa 3 mesi che gli portavo la colazione e mi è stato da subito simpatico. Quando andavo da lui addirittura mi faceva entrare nella stanza delle riunioni, e si vantava con i suoi colleghi che nessuna ragazza è stata così gentile nei suoi confronti. Gentile io? Nah, però con quello Smith tiravo fuori una  gentilezza mai avuta; forse perché i vecchietti mi facevano una grande tenerezza, ed era anche per questo che mi innervosivo quando quella civetta mi rimproverava.
“Vuole solo trovare un pretesto per sbarazzarsi di me” dissi semplicemente.
“Dai, non fare così, e poi oggi hai il colloquio con quello della gelateria..” disse facendo il vago.
Un momento. Avevo sentito male. Mi strozzai quasi con il fumo. “cc-cosa?”
“Alle 3.” disse con nonchalance mentre si stirava con le braccia in aria e sbadigliava.
Non potevo crederci, avevo ancora quel colloquio, quindi avrei potuto ancora farcela.
Avevo gli occhi lucidi. “Oh Niall! Sei stato tu a convincerlo non è vero?” Iniziai ad abbracciarlo e a dargli bacetti sulle guancie.
“Uhp, solo un po'..” disse impacciato mentre ricambiava l'abbraccio.
“Ti sarò riconoscente per tutta la vita, voglio andarmene da qui il prima possibile” dissi tutta febbricitante. Mi sarei presa quel dannato lavoro e avrei mandato a quel paese quella papera. 
“Hey bambolina, aspetta” -mi frenò lui- “prima ci parli, cioè discorso maturo da persona civile e adulta, poi se ti prende lavori e non farai mai tardi, cioè ti alzerai prima e sarai a lavoro in perfetto orario, chiaro? Non farmi fare brutte figure, mi sono impegnato per farti avere questo benedetto colloquio.” era serio.
“Che c'è? Hai venduto il tuo corpo a qualche sconosciuto Horan?” domandai divertita.
“AH AH, divertente beth. Mi raccomando.” 
“Ma ccerto dolce muffin imbottito.” dissi io tutta smielosa mentre ero ancora abbracciata a lui e mi finivo la sigaretta.
“Non sto scherzando.” mi guardò negli occhi.
Tirai fuori il fumo “Oddio ho capito Niall, che palle che fai.” sbuffai e lanciai con un gesto secco il mozzicone.
"e poi rilassati, andrà.. tutto liscio come l'olio." dissi con un tono autoconvincente.
Sorrise, e mi strinse a se “So che ce la farai, devi solo prenderti le tue responsabilità.”
“Prenderò le mie responsabilità.” affermai decisa mentre poggiavo la testa sulla sua spalla.
“Così mi piace la mia bad girl.” mi schioccò un veloce bacio sulla guancia.
Sorrisi “Non chiamarmi in quel modo.” 
“Ma tu sei la mia bad girl!” allargò le braccia con fare ovvio.
Scossi la testa, infondo aveva ragione. Ero la ribelle Elizabeth Richards, che si ubriacava e che amava i tatuaggi. Che paura.
Rimanemmo così per 10 minuti ad osservare la vita della caotica Los Angeles davanti a noi. Quando staccavamo dal lavoro facevamo sempre quello: guardavamo LA in tutta la sua bellezza, si era bellissima. Era pomeriggio e il cielo era di un azzurro intenso, un aereo passava tra le nuvole... mi ricordai una cosa.
“Oddio horan, come faccio a venire all'aeroporto con te se vado al colloquio?” Non gli avevo detto di si, ma solo 'ci penserò' quindi più si che no, quindi per lui era un 'si' assicurato. Però mi dispiaceva, Niall era così contento che lo accompagnassi, sapevo che ci teneva tanto, ma mi ero dimenticata anche di questo.
“Tranquilla Beth, vado solo non ti preoccupare.” disse sorridendomi.
“Sicuro?” 
“Si davvero, fai questo colloquio e punto.” Mh, un po' ci era rimasto male lo sapevo, ma non potevo rimandare quel colloquio, dovevo andarci o avrei perso la mia opportunità.
“Ok, andiamo a casa, per oggi abbiamo finito tarzan.” 
Presi la macchina e lo riaccompagnai a casa sua. 

Casa di Horan era a 5 minuti dal bar, abitavamo vicini, solo che la sua stava dall'altro lato della strada. Arrivati, decisi di salire anche io.
Juliet non era ancora tornata dall'università. Già lei andava all'università, scelta saggia e più che comprensibile se volevi crearti un futuro. Voleva diventare medico e si stava impegnando davvero molto, aveva quasi finito gli esami. Era una ragazza con la testa sulle spalle e poi era un'amica d'oro, sempre pronta a darti consigli: paziente, premurosa, responsabile, c'era sempre. Insomma il mio opposto. Era perfetta per Niall.
Ero partita con lei quando arrivammo qui, non conoscevamo nessuno e la cosa ci elettrizzava. In quel periodo anche Juliet voleva essere un irresponsabile, ci stavamo dando alla pazza gioia con festini, ragazzi, mare. Come si dice: giovani ed irresponsabili. Ma poi è arrivato Horan e tanti cari saluti al bel divertimento sfrenato. Lei ha messo la testa a posto, e io sono rimasta l'irresponsabile.
Non feci in tempo ad aprire la porta che già mi buttai a peso morto sull'enorme divano bianco in salotto. “Niall, Juliet a che ora ritorna?” Sbadigliai.
“Credo tra pochi minuti.” rispose mentre si sdraiava vicino a me. Chiuse gli occhi. Era stanchissimo in confronto a me, si era pulito tutta la cucina da solo, povero ciccio. 
Avevo ancora una buona mezz'ora di riposo, amavo quel divano, ci facevo certe dormite... “Te l'ho detto mai che amo il tuo divano?” chiesi sorniona.
“Tutte le volte che ti ci butti sopra..” non finii la frase che aprirono la porta. 
“Aiutatemi sono carica di busteeeeeee!” un urlo.
Ci voltammo e trovammo vicino all'ingresso la mia migliore amica. Juliet. Fisico magrolino capelli biondi e lunghi, occhi azzurri, una bambolina di porcellana rispetto a me.
Io e Niall ci guardammo in faccia interrogativi, stava sulla porta stracarica di buste della spesa.  A quel cretino gli brillavano gli occhi, mi misi a ridere schiaffeggiandomi la faccia arresa.
“Che fate li impalati idioti, AIUTATEMI!” disse mentre cercava di non far cadere le buste. Ecco la piccola Juliet vicina ad una crisi di nervi. 
“Non ci penso proprio, mi sto rilassando. Horan vai tu, fai il fidanzatino premuroso su.” mi accoccolai meglio sul divano.
Niall sbuffò “Devo proprio?” chiese con aria supplichevole a Juliet.
“HORAN. QUI. SUBITO.” urlò lei.
Sbarrò gli occhi “Ok, OK, ma che avete tutte il ciclo oggi?” corse da lei.
Scoppiai a ridere, Juliet lo guardava malissimo. Presero tutte le buste e le portarono in cucina. 
Rimasta da sola nel salotto vidi un vaso rosso pieno di gardenie sul tavolino. Come un flash mi si ripresentò in mente quello strano sogno.
Rabbrividì, Bleah, principi e principesse, peggio dei cartoni della Disney. Il bello era che anche io ero una principessa.
L'unica cosa accettabile è stato quel ragazzo, il primo, no vabbe anche il secondo non era male... AH! non ricordavo i loro volti, giusto. 
Scacciai quei pensieri e accesi il televisore su un discovery channel, era meglio non pensarci.  Stavano trasmettendo un documentario sulle foche che mangiavano i pinguini per nutrirsi. Rimasi scandalizzata.
“Coffè Coffè Coffe per la signorina Beth” Niall fece il suo ingresso canticchiando.
"TARZAAAAAN GUARDA COSA STANNO FACENDO!" indicai paurosa la scena tragica nel televisore.
Niall fece una 'O' muta con la bocca "MA-MA-SONO DEI MOSTRI! NON POSSONO UCCIDERE QUEI INNOCENTI PINGUINI!"
"TARZAN FONDIAMO UN CLUB IN ONORE DEI PINGUINI!" suggerii.
"DACCORDO SCIMMIA." fece finta di asciugarsi una lacrima e mi diede il cinque.
 Mi rizzai con la schiena e presi la tazzina. Lo guardai con aria innocente “Sei troppo gentile, guarda che divento dolce anche io poi.” sbattevo le ciglia ritmicamente. 
Si girò verso di me ridendo “Non ci credo nemmeno se mi paghi”.


“Però!” dissi io guardando sorpresa tutta quella roba sul tavolino. C'era roba di ogni tipo: cioccolata, coca cola, pane, zucchero, caramelle, patatine, pop corn, gelato, biscotti, merendine.. 
Era Juliet che faceva la spesa a casa. lo riteneva stressante, perché ogni volta si caricava come una mula. Povera, aveva tutto il mio sostegno morale.
“Si è tanta, ma ho dovuto farlo, questo cannibale mi ha svuotato il frigo.” disse mentre guarda Niall di sottecchi.
Mi girai verso di lui “Dovresti contenerti maialino Horan.” dissi io facendo la finta acida.
“Non ci posso fare niente se ho fame.” rispose con aria da saputello.
Trattenni una risata. Possibile che avesse sempre fame? Ah giusto lui era Niall Horan. "Beth, josh mi detto che tra 2 settimane c'è la festa in spiaggia che facciamo ogni anno, ti ricordi no?"
"Si, mi ricordo." risposi scocciata. Pensava davvero che mi dimenticassi di tutto?
"Ecco bene, dobbiamo organizzarci per i preparativi, INSIEME." sottolineò.
"Ma certo horan, quando mai ti ho lasciato solo con i preparativi?" chiesi retorica mentre finivo di rimettere a posto la spesa.
Fece finta di pensarci "Emh.. aspetta... TUTTE LE VOLTE."
"C'era stato quasi sempre un imprevisto." risposi vaga.
"SI CERTO, mi lasciavi l'ultimo giorno come un coglione da solo, io che mi ammazzavo, mentre TU stavi con i ragazzi."
Trattenni una risata, era vero. Gli davo buca per stare con i bei fighi invitati e me la svignavo. Si lo so, ero pessima. 
"... mh dai quest'anno ti do la mia parola."
Mi guardò meravigliato "Davvero?" 
"Si zuccone, prepareremo tutto insieme: chiameremo il DJ, ordineremo cibo e bevande, e metteremo apposto la sala e potr..."
Si illuminò in volto "Il mio amico che verrà oggi è un dj, magari posso chiederglielo!"
Rimasi sorpresa "ma chi Kamikaze?"
"Eddai beth" mi riprese.
"Okok, chiama chi ti pare, hai anche qualche amico canterino? Così suona piano bar." non trattenni la risata e mi segui anche lui.
"Senite, perché non potremmo cercare di avere un'estate normale invece?" domandò Juliet di punto in bianco.
CHE? CHE COSA HA DETTO?
"Cioè?" chiesi io confusa dalla domanda.
"Magari rimandare questa festa e fare qualcosa di nuovo, ecco." 
Io e Niall la guardammo in faccia sconvolti. Quella festa era un rituale, si DOVEVA fare ogni anno, come buon inizio dell'estate. Ci saremmo sentiti male tutti senza.
"Perché?" chiese Niall.
Intanto girai intorno al tavolo per prendere una sigaretta dalla borsa e mi avviai vicino alla finestra che si affacciava sulla strada.
Si rivolse a lui "Beh, sai com'è, io vorrei andare al mare, abbronzarmi, stare con te, non voglio recuperare Beth mezza ubriaca per la città." 
Ecco la solita ramanzina. 
Alzai un sopracciglio "oh è grazie tante, ci sono anche io qua." risposi acida con la sigaretta in bocca.
"Io ho un progetto, non so tu cosa ne pensi: cenetta romantica io e te soli soletti.." continuò lei come se non avessi detto niente tirando a se Niall guardandolo con uno sguardo da gatta morta.
Diabete a mille. Ho bisogno di insulina. "Oh ma per favore, Horan mandala al diavolo." dissi schifata.
"Dai ammmore, ti preeego." lo supplicò lei.
Niall intanto sembrava sperduto, poi mi guardò. Con lo sguardo gli feci capire che era 'no' n.o. no. 
"Amore un'altra sera ok?" chiese affettuoso lui baciandola sulla bocca. GO HORAN GO.
"Uffa che palle io volevo stare con te, non ti sentirai solo?"
"Beh no, ci andrò con Beth." CIUCCIATI IL CALZINO.
Storse la bocca "Ci vai con questa stronza?"
"Senti Juliet perché non vai a fare in culo?" chiesi con finto sarcasmo.
Mi lanciò uno sguardo assassino. Finalmente mi ha cagata.
"Ok,Ok, calmiamoci ragazze, non dovresti andartene tu?” horan.
“Mi stai cacciando?” chiesi acida.
“Stupida, devi andare lì non ti sto cacciando.”
“Horan caro, dillo se vuoi rimanere solo con Juliet a fare porcate, non mi scandalizzo mica.” dissi sorridendo maliziosa guardando la reazione di Juliet.
Lei si fermò a guardarmi stupita “Ma sei scema?”
Scoppiai a ridere "E voi siete due cretini.” li indicai.
“Juliet non la capirò mai la tua amica.” disse più a se stesso che a lei.
Parlando del più e del meno era passata già una buona mezz'ora “Vado a holliwood, non mi cercate, cià.” 
“Dove vai?” mi chiese Juliet.
“Al colloquio con quello della gelateria nuova.”  era meglio Holliwood.
“Ah quella in centro.. ” 
“Ci sei già andata?” 
“Si ci sono passata per prendere il treno, è davvero carina, scommetto che avrà successo qui.”
“Mh capito, vado adesso, ci vediamo domani.” mi avvicinai a lei e le schioccai un bacio sulla guancia, per poi darlo anche al mio migliore amico.
“In bocca al lupo scema!” mi urlò lei mentre mi avviavo frettolosa all'uscita.
Mi seguii Niall dietro la porta “Mi raccomando Richards: se non ti prendi questo lavoro ti strappo i capelli.” disse tutto emozionato con aria sognante.
Mi misi a ridere, sicuramente stava già immaginando la scena.
“Tu non toccherai mai i miei capelli.” dissi orgogliosa mentre me li lisciavo con una mano.
“Te li staccherò tutti.” lo guardai storto.
Scesi le scale e lui come risposta mi mandò un bacio volante.
Arrivata di sotto presi la mia mini e sfrecciai verso il centro.
 

Ero un po' nervosa, dovevo ammetterlo, ma questo era dovuto dal fatto che comunque facevo sempre delle dolci e carine figure di merda durante i colloqui di lavoro. 
PER ESEMPIO: un giorno quando ne feci uno per un ristorante rovesciai un'aragosta sopra la testa di un signore... brutti momenti. Ma questa era una gelateria quindi no problem, no? Al massimo avrei schiacciato un cono su qualche testa.
In radio intanto trasmettevano “Payphone” dei Maroon 5, amavo quella canzone, mi calmò un po' e iniziai a canticchiarla.
Scattò il rosso,mi fermai.
C'era traffico, merda merda merda. 
La gelateria dalle indicazioni di Niall si trovata 'quasi' nel centro di Los Angeles, si affacciava più verso il mare, ma comunque era vicina agli altri locali. Sapevo come arrivarci, conoscevo LA a memoria, ma di questo passo sarei arrivata in ritardo anche per uno stupido colloquio, perfetto. 
Intorno a me si svolgeva la solita vita californiana: gente che pattinava, gente che andava al cinema, gente che slinguazzava sulle panchine, e poi la stragrande maggioranza andava in spiaggia, a godersi quel ben di dio che solo la California poteva riservarci. Quasi quasi li stavo invidiando, mi ricordava tanto me e juliet due anni fa.. IDEA: avrei chiesto a quei due smielati se saremmo potuti andare al mare un giorno di questi. 
Intanto per favorire il mio sistema nervoso le macchine dietro di me suonavano i clacson in continuazione. "Porca puttana che si suonano? Non vedono che è rosso?!" Sbraidai da sola. Sarei uscita da quella macchina e avrei spaccato a tutti il cofano con un martello. Si ero molto paziente. 
Squillò il cellulare.
"Ringraziate il tizio che chiama che vi ha salvato il culo." 
Sconosciuto.
Adesso anche i numeri sconosciuti rompevano le palle? Risposi lo stesso.
“Pronto?”
“Richards, sei molto sexy con quei pantaloncini, sai? Esci con me stasera?” era lui. 
Sorrisi “Riconoscerei la tua voce anche se cambiassi sesso, Liam.” risposi ovvia.
“Aaaah ma così non vale, ormai lo sai che solo io posso farti questi scherzi è normale che non ci caschi”
“Infatti cambia copione, e comunque come sai che indosso i pantaloncini?” wow, era un mago sapeva che portavo davvero i pantaloncini.
“Ho tirato a caso..”
Aggrottai le sopracciglia “Dovrei crederci?”
“..boh fai te.”
"Idiota.” 

“Sei sempre più dolce”
“Lo so” dissi convinta.
Soffocò una risata “Allora non sono bravo con le sorprese, eh?”
“Direi che fai cagare i piccioni stitici.” 
“Ti sorprenderò.”
“Vedremo.”
“Vedremo.”
Scattò il verde, meglio riattaccare, con la fortuna che avevo mi avrebbero fatto un multa.
“Senti mr. simpaticone, ora devo riattaccare ci sentiamo dopo, ok?”
“Ok cacca, non dimenticarti di me.” disse tutto dispiaciuto.
“Sai che non potrei mai amore mio.” avevo un tono da presa per culo.
“Non sfottere Beth.”
“Ciao cazzonee.”
Riattaccai.
Sorrisi al pensiero di Liam. Liam era.. Liam. Non potevi descriverlo, non c'erano parole per lui. Lui era tutto. Era il mio sole. Sorrisi al quel pensiero e ripartii più sicura di me.
Arrivai e parcheggiai. Scesa dalla macchina vidi l'insegna 'Yogurtaland'.



vlvl

MA SALVE GENTE *-*
Ieri avete visto i tca? Noi si, ci siamo addormentate alle 5, però n'è valsa la pena, sono stati belli quest'anno, poi i ragazzi hanno vinto *u* *balla la conga*
(non vi diciamo cosa abbiamo fatto quando è partito il loro video, è meglio.)
MA, ecco il nuovo capito! 'era ora' direte, ma questi giorni è stato il nostro compleanno, e abbiamo avuto parecchi impegni. CHIEDIAMO PERDONO çç
ALLOOOORA, che ve ne pare? Beth ha ancora il colloquio per il lavoro alla gelateria, evvai. Così avrà ancora una possibilità. Lei è un caso perso, si è capito, però speriamo bene lol
*E' arrivata una telefonata da Liaaaaaaam* -mute come una tomba- u.u
Comunque ringraziamo le persone che hanno recensito e messo la storia tra le seguite. #muchlove
Vogliamo sapere i vostri pareri, quindi 
recensite recensite recensite :3
Al prossimo capitolo pipol (tra pochi giorni promesso) <3

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Capitolo 4
*** What that fuck?! ***


gg
What that fuck?!





Scesi e vidi l'insegna della gelateria. Yogurtland. Calma beth andrà tutto bene, basta che non andrai in escandescenza, che non manderai a fuoco il locale, che non litighi con il padrone, e tutto andrà a meraviglia. Ok, ero molto tragica. 
Entrai Haloa?”  
Silenzio. 
C'è nessuno?”
Silenzio tombale. I ladri stanno arrivando a rubarvi tutti i gelati uhuuuu” 
Non arrivava nessuno.  
Diedi un'occhiata intorno: il muro era bianco con dei disegnini fantasiosi di gelati e frappè, sul lato destro c'erano anche delle poltrone rosse che si riunivano al centro a dei tavolini bianchi lucidi per mangiare del gelato quando si era in compagnia sicuramente. Tutto era arredato con gusto, niente da ridire. Anche le vaschette dei gelati con il gelato dentro erano lì.
Mi avvicinai al grande divano rosso e mi ci spaparanzai sopra. Avrei aspettato anche tutto il pomeriggio se fosse stato necessario. Insomma, qualcuno doveva pure venire. 
Ehm ehm” tossirono. 
Mi girai e trovai un uomo sulla quarantina, alto e brizzolato. Era vestito con una tuta, perciò supposi che fosse l'uomo delle pulizie, non era la donna delle pulizie? Vabbè questo era uomo. 
Oh, salve” mi alzai. 
La gelateria è ancora chiusa, se vuoi un gelato passa tra un'oretta, per il frappè dovrai aspettare stasera.” puliva le poltrone con uno spruzzino e un panno bianco. 
No cioè, era proprio fuori strada. No senta, non sono venuta qua per il gelatino” dissi io quasi sarcastica. Quasi, perché l'altra parte era un po' incazzata. Per chi mi aveva preso? Per un'adolescente 'ritardata' che voleva il gelatino anche se fuori c'era una scritta bella grossa con scritto “CHIUSO”? A quei livelli non ci ero ancora arrivata fortunatamente. 
Alzò lo sguardo su di me “Ah no?” 
No” ribattei ovvia. 
Allora che cosa vuoi?” 
Tossii Sono venuta qui per il colloquio con il capo della gelateria.. dove posso trovarlo?” mi guardai intorno per cercare l'ipotetica figura di questo benedetto capo. 
Sono io.” disse quello là dietro di me. 
Sbarrai gli occhi, non ci potevo credere. Era lui. prima figura di merda con il mio (forse) futuro capo. 
Go Beth, go.  
Rimasi un attimo ferma mentre ripensavo alla figuraccia fatta poco prima, poi mi risvegliai. Cacciai una risatina idiota, dovevo recuperare in qualche modo, se ce l'avrei fatta insomma. 
Mi avvicinai a lui “Oh molto piacere, Beth Richards” gli strinsi la mano. 
Beth?” chiese scettico. 
Beth è il mio diminutivo, mi chiamo elizabeth” dissi con noncuranza. 
Allora elizabeth.." bene, questo già mi chiama Elizabeth, e no eh. Odiavo chi mi chiamava Elizabeth, solo Liam poteva farlo. 
Beth.” lo corressi. 
Si, beh, hai esperienza in questo settore?” Ma che domande erano? Ora anche per fare la gelataia devi essere specializzata? 
Non credo che ci voglia una laurea nel mettere un po' di gelato sopra un cono” risposi scettica. 
Lui ricambiò la mia battuta con sguardo accusatorio. Che avevo detto di sbagliato? 
Si strinse nelle spalle “Okaaay.. chi ti ha mandato qui?” domandò mentre abbassò lo sguardo su alcuni moduli. 
Un mio amico mi ha detto che c'era questo colloquio per un lavoro in gelateria, così... non mi sono tirata indietro” dissi cercando di essere esauriente. 
Sembrava molto preso da quei fogli, credo che non mi stesse nemmeno a sentire. Tutti io li trovavo questi oh. 
Capisco...” sciveva qualcosa sul cellulare. 
Silenzio. Incrociai le braccia. 
Ok ne avevamo ancora per molto? 
Hai già un lavoro?” riprese. 
Rimasi un attimo sorpresa dalla domanda. “Lavoro nello Starbucks del centro da quasi due anni..” risposi dubbiosa. Si ok, ma che c'entrava?
"E quanti anni hai?"
Storsi la bocca "Venti." 
E come mai vorresti lavorare in un gelateria?” 
Voglio lavorarci, non le basta?” chiesi quasi irritata. Uno dei miei tanti difetti era quello che perdevo subito la pazienza. Non mi resi conto che stavo picchiettando il piede per terra, se ne accorse e sorrise beffardo. Che si rideva? 
Mi guardò “E se ti dicessi che abbiamo già un'altra persona?” era serio. Mi stava prendendo in giro? Questo era decisamente troppo. 
Mi sta prendendo in giro?” chiesi innervosita. Molto innervosita. 
Affatto” rispose tranquillo. 
Calma Beth, calma. Ti sei solo catapultata qui per fare questo dannatissimo colloquio con questo deficiente che ha già un altro a lavorare. Calma. 
Lei ha già un altro a lavorare e mi ha fatto tutte queste cazzo di domande?” chiesi cercando di mantenere la calma. Allora questo era veramente ritardato. 
Mi guardò sorpreso, forse non si aspettava quel tipo di risposta, beh non mi conosceva, se mi stava prendendo per il culo non me ne sarei rimasta zitta. 
Mi sorrise “D'accordo Elizabeth, sei assunta.” 
Ehm? Che? Ero assunta. Aprivo la bocca in cerca di qualcosa da dire e la richiudevo. Ero felice si ma anche sorpresa, prima mi aveva detto che c'era già un altro a lavorare, adesso invece il lavoro era mio. Si ma rimaneva il fatto che mi ha presa per il culo alla grande. Sorrisi scettica. 
Allora grazie.. ehm?” EHM?? non sapevo il nome di quell'uomo. Seconda figura di merda. Stava diventando un per caso un vizio? 
Mi chiamo james, e sono il tuo capo. Vediamo di dettare un po' di regoline signorina prima di cominciare, ok?” 
Roteai gli occhi. sapevo cosa intendeva. 

Allora a domani Beth!” sorrideva a 4780349033 denti. 
Sisi a domani.” usci di corsa fuori. ADDIO, no a domani. Presi la macchina per tornare a casa. Quel James mi aveva spiegato tutto: quando attaccavo, quando staccavo, a che ora era la mia pausa pranzo, come funzionava la cassa (ma quello lo sapevo già) e quant'altro. 
Tutto tranquillo, ma poi finita l'allegra chiacchierata se n'è uscito con un 'perchè non diamo una bella pulitina al locale ELIZABETH?'. 
Già Elizabeth, perché no? Cosa c'è di meglio nel pulire un locale da sola? Avevo la schiena a pezzi, cazzo. Lui era uscito per andare da qualche parte, avevo fatto tutto io. E questo non era nei patti, nemmeno me li pagherà questi straordinari, figuriamoci. Avevo i nervi a fior di pelle. 
Era tornato da poco e l'ho congedato subito. Non mi andava di litigare anche con il mio nuovo capo. Mi conoscevo troppo bene, gli avrei fatto ricordare tutti i suoi parenti defunti.



Tornata a casa mi infilai direttamente sotto la doccia fresca. Uscita mi fece uno chignon disordinato e mi misi una maglietta larga scura e una slip per stare comoda.
Erano le 9. Avevo fatto tardi anche quella sera. Pensai di cucinarmi al volo della pasta alla carbonara, avevo bisogno di carboidrati. 
Così apparecchiai per me e accesi la televisione in attesa che la pasta cuoceva. Intanto mi affacciai sul balcone di casa mia e mi accesi una sigaretta. Ero distrutta, la schiena non la sentivo più, dannato James e i suoi giri di parole. Alzai lo sguardo aspirando: da lì riuscivo a vedere tutta Los Angeles, era da mozzare il fiato. Vivere al quattordicesimo piano di un palazzo aveva i suoi vantaggi. Era piena di luci, così grande. Per me era la città più bella del mondo. Ne ero innamorata. Quella sera era così tranquilla, così silenziosa, era piacevole.Ne avevo davvero bisogno. Io e il silenzio. Il silenzio ed io. Mi rilassai piano aspirando lentamente il fumo. Che pace.
TOOOC TOOOOC
CHI E' LA MERDA CHE HA SUONATO. VOGLIO UCCIDERLO. VOGLIO DECAPITARLO. VOGLIO SPARARGLI. ORA. Che dio reprima questi istinti omicidi.
Mi diressi di corsa alla porta fumante, chiunque era volevo farlo fuori. “MA CHE CAZZ...” mi frenai di botto. Ma che dico, ho tirato un freno a mano a 200 all'ora.
Ciao Beth.”
Sbarrai gli occhi “LIAM?!” non realizzai per un momento. Magari stavo sognando.
Si Liam chi sennò?” mi chiesi lui indagatore con un sorrisino.
Rimasi immobile e lo guardai da capo a piedi, era bellissimo. Dall'ultima volta che ci siamo visti non era così.
ODDIO LIAAAAAAAAAAAAAAM!” mi catapultai su di lui facendolo barcollare. Era lì. Dopo un anno lo stavo abbracciando, non potevo crederci. Un'anno fa ero partita per Londra per vedere come stava, come si trovava all'università. Adesso era lì.
Ehi ehi ehi, anche tu mi sei mancata.” mi strinse a se.
ODDIO LIAM, IO, CIOE' MI SEI MANCATO DA MORIRE, NON ME L'ASPETTAVO” stavo piangendo dalla felicità. Oddio io non piangevo mai.
Anche tu mi sei mancata Beth, tantissimo e poi te l'ho detto che avrei fatto...”
Liam zitto zitto zitto, voglio solo abbracciarti, ce la fai a non parlare per un minuto?” chiesi in lacrime felice.
Si mise a ridere “Ok sorella abbracciami quanto vuoi” allargò di nuovo le braccia e mi buttai su di lui felice.
Mi era mancato da morire il mio fratellino. Anzi, fratellastro, il figlio di Jane la moglie di papà, già era proprio lui. Era un anno che non lo vedevo, e un anno era tantissimo per me, un'eternità. 

Eravamo rimasti tutta la sera a parlare di lui, che cosa ha fatto in questo ultimo periodo a Londra, e ho scoperto che si stava laureando come avvocato, ne rimasi alquanto sorpresa. Mancavano pochi esami, sapevo che Liam era un secchione nato. Ero davvero felice per lui, almeno si sarebbe creato una posizione stabile. Papà e Jane stavano bene, anche loro erano orgogliosi di Liam, chi non lo sarebbe stato?
Allora,a te come va la vita?” 
La vita? Come sempre Liam, uno sballo.” 
Cioè?” chiese.
Cioèè.. ho trovato un altro lavoro”
Ah, quale sarebbe?”
efvlateria..”
Eh?”
GELATERIA.”
"Tuo padre e mia madre lo sanno?" Eccolo lì, papy Liam pronto all'azione.
"Perchè dovrebbero saperlo Liam? so badare a me stessa." dissi calma.
"Certo Elizabeth lo so benissimo che sai badare a te stessa, ma magari tenerli aggiornati su quello che fai non sarebbe male." 
Sorrisi dolcemente "Liam voglio bene a mio padre e a tua madre, davvero, ma ho bisogno dei miei spazi, lo sai."
Mi sorrise "Certo che lo so. Comunque hai la mia benedizione: le gelaterie mettono pace, mi sento felice quando ci vado!” disse con aria felice.
Mi stava prendendo per il culo? No perché volevo capirlo. Lo guardai male.
Che c'è?” domandò confuso. Cambiai espressione lo guardai da capo a piedi. Indossava una camicia di jeans con i pantaloni chiari e delle nike bianche. Sembrava così.. maschio? “Sei più figo payne.” dissi ammiccando.
Oh ma davvero?” sorrise impacciato e si avvicinò al lavandino.
Mh già,ce l'hai una fidanzata? Perché se ce l'hai io sono gelosa, sappilo.” replicai scherzosa mentra asciugavo i piatti.
Già ce l'ho.” disse rassegnato.
AH, e come si chiama la soggetta?” chiesi con un pizzico d'interesse.
Danielle.”
Salutamela.” Si mise ad asciugare i piatti anche lui.
Te la farò conoscere.” 
Mah.. meglio di no”  dissi scettica.
Perchè?” 
Perchè.. sai che Juliet fra poco si diploma?” sviai il discorso. 
Davvero?” chiese emozionato. Lala ti ho fregato Payne. Liam ha sempre avuto una cotta per Juliet, ma solo io lo sapevo. Una volta gli ho organizzato anche una specie di incontro spciale in un locale per i miei 18 anni (chiamatemi cupida), ma poi la cosa è andata a morire quando lui è partito per Londra. 
Già sono contenta per lei, si è sacrificata molto questi mesi. Ma è sempre la solita stronzetta tranquillo.” 
Ah come te allora” mi spintonò.
Ammiccai Lo prendo per un complimento” 
ceerto.. e Niall come va?” Liam era anche uno dei migliori amici di Niall, quando è andato a Londra Niall frequentava la stessa scuola, perciò frequentava anche Liam quelle scimmie dei suoi vecchi amici. Un senso di nausea si fece largo in me al pensiero. Horan doveva smettere di parlarmi di loro. Mancava poco che me li sognassi la notte senza volto. Mi immobilizzai.
Mi senti scuotere “Hey tutto bene?” domandò preoccupato. 
Mi ripresi “.. sisi, è che Horan mi ha riempito la testa di un mucchio di cazzate, non ce la faccio più a sentirlo.” gesticolai con finto divertimento senza rendermi conto di quello che avevo detto.
E cioè?” chiese divertito. 
Merda. Mi ero scavata la fossa con le mani.  Dovevo dirglielo? Dovevo dirgli che oggi Niall è andato a prendere i suoi amici, nonché amici di liam, all'aeroporto? Mi avrebbe rincretinito anche lui? 
Mi passai una mano sulla fronte “ehm...” Pensa Beth, pensa. 
Ehm?” mi imitò.
Me ne pentirò, lo so. 
E' andato.. a prendere in aeroporto i vostri amici oggi..” mi grattai la fronte.
Rimase un attimo a pensarci Quali amici?” 
....ehm, quelli del liceo” dondolai sui talloni. TI PREGO FA CHE NON SCLERI.
Sbarrò gli occhi “CHE COSA? GLI AMICI DEL LICEO? DELLA BROMLEY? MA CHE STAI DICENDO?” 
Ecco quello che volevo evitare. 
Ok ci vado piano così non si emoziona (?) 
Mh si -tossii- oggi pomeriggio è andato a prenderli, dovevo andare anche io, ma avevo il colloquio cos..” 
Mi saltò addosso e prese il mio viso tra le mani ODDIO BETH TI RENDI CONTO? LI RIVEDRO'!” urlava eccitatissimo. Ecco un'altra teenager che li idolava. UH CHE NERVI. 
Mi divincolai “Si ok stai calmo Liam, ci ha pensato già qualcun'altro a rincoglionirmi con sti tizi, non ti ci mettere anche tu.” presi una sedia e mi misi seduta.
Anche lui ne prese una e si mise seduto difronte a me, mi fissava negli occhi concentrato “BEH MI E' VENUTA UN'IDEA.” 
Cioè?” sbadigliai. 
Andiamo da Niall ci saranno sicuramente anche loro! Posso comprare qualcosa da bere o da mangiare! Oppure andare in qualche locale, insieme! Andiamo!” si alzò contento per dirigersi alla porta. 
Mi fermai a metà sbadiglio e lo rincorsi “DICO MA SEI IMPAZZITO? NIALL E JULIET STARANNO DORMENDO, GUARDANDO UN FILM.. FACENDO COSE IMBARAZZANTI -azzardai- NO LIAM.” lo strattonai davanti la porta.
Ma perché non mi sono stata zitta? Ecco il pentimento che arrivava piano piano. 
DAII BEETH, SONO SOLO LE.. -guarda l'orologio- MEZZANOTTE!” Mezzanotte che cosa vuoi che sia? 
EMBE' A MEZZANOTTE SECONDO TE QUELLI STANNO SVEGLI PER TE? LIAM CHE TI SEI FUMATO? NIALL STARA' GIA' RUSSANDO.” 
No, quelli staranno festeggiando, manco solo io! Ti prego, ti prego ti prego portami da loro!” chiese supplichevole. Ma quello era davvero Liam? No perchè stava sclerando come una bimbominchia.
LIAM CAZZO RIPIGLIATI, E' TARDI VAI A DORMIRE.” strillai e mi avviai in camera mia esterrefatta.  
NO, io ci voglio andare.” mi seguì. Oddio ma perché da 'adorabile' è passato a 'ragazzina esaurita'? 
Allora ci vai da solo perché io sono stanca morta e voglio dormire. Buona notte.” Strinsi i denti e mi buttai sul letto alzando la coperta per coprirmi tutta la testa.
Ah è così? Non vuoi portare tuo fratello dai suoi migliori amici? Eh? Sai mi deludi Beth così, vengo qui per rivederti, faccio la strada per te,ho i miei impegni ma io vengo lo stesso, e tu? Tu che fai? Mi dici che i  miei amici sono qui e non mi ci porti nemmeno! BEH GRAZIE ME NE RICORDERO'! E poi n...” 
LIAM HO SONNO, POSSO DORMIRE? POSSO?!” urlai isterica. 
Mi guardò male BUONA NOTTE.” sbatte la porta. 
Rimasi come una deficiente a fissare la porta incazzata. Che palle, era appena arrivato e già ci stavo litigando, ECCHECAZZO. Tutta colpa di quei babbuini dei loro amici. Strinsi i pugni. E' ma se li avrei incontrati gli metterò le mani addosso quanto è vero iddio. Già li odiavo. 
 “Allora vogliamo dormire qui o c'è in allestimento un circo?!”Adesso anche i vicini rompevano le palle. 
Mi alzai di scatto e mi diressi verso la finestra “SI FACCIA I CAZZI SUOI LEI.” Sbattei i vetri e mi rimisi a letto. Ero molto gentile lo so.





ma siaaaaaaao lol
questo capitolo è nullo, cioè non mi ispira boh, ma dovevo scriverlo ASSOLUTAMENTE.
Beth ha avuto il lavoro yeeee *saltella*
Liam è andato a LA per rincontrare la sorella che gli mancava taaanto. dolcee ** 
Già Liam  è il fratellastro di Beth, ed è amico di Niall e dei babbuini. *sono perfida lo so* 
Io e le mie idee geniali <3

Prometto che sarò più veloce ad aggiornare il prossimo capitolo senza farmi troppe pippe mentali, yo.
Lasciate un commentino se volete <3
(se qualcuno volesse pubblicità mi mandasse un messaggio che gliela faccio)
Bacioni stelle :3 

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Capitolo 5
*** First day on the job. ***


gg
First day on the job.





"...hai capito tutto?" si strofinò il viso James.
Annui "Certo, devo solo cercare di essere veloce quando troverò una marea di gente altrimenti si incazzeranno, facile." sbadigliai. Ero seduta/sdraiata sulla poltrona rossa, erano comodissime perchè non approfittarne? No ok, non avevo chiuso occhio la notte precedente, quindi avevo sonno. Liam mi aveva fatto venire i sensi di colpa (come previsto) con tutta quella storia dei migliori amici: che non si vedevano da tanto tempo e bla bla bla. Cazzate. Poteva benissimo aspettare il giorno dopo per andarli a trovare, non sarebbe mica finito il mondo. Mi ero alzata senza nemmeno guardarmi intorno per casa, e me ne andai al lavoro. Insomma ero incazzata, non mi aveva fatto chiudere occhio.
Mi trovai una mano in faccia che sventolava "Heeey, ci sei?" James.
Mi risvegliai "Si capo, ero in trans." dissi annoiata.
"Allora, è importante che tu sia veloce, oppure si creerà un mucchio di gente intorno a te e non ne uscirai più." rispiegò velocemente.
"Bene." mi limitai a dire. Era tutta la mattina che mi aveva dato consigli e istruzioni su come comportarmi su 'quel' posto di lavoro. Dalle 7 alle 10. Ero un'incapace si, ma non fino a quel punto. Mi aveva scambiato per un'imbranata.
"Ok ok?" rispose tutto contento.
"Si James, OK." confermai esausta.
Sbattè le mani strofinandosele "Iniziamo." disse concentrato. 
Mi alzai dalla poltrona controvoglia "Che devo fare?"
"Ora, vatti a mettere il grembiule e la cuffia." mi indicò lo stanzino. Frena, frena, FRENA. Cosa avevo sentito? CUFFIA?
"CHE COSA? IO NON METTERO' UNA CUFFIA PER LAVORARE." dissi agitata.
Mi guardò negli occhi "Non fare la bambina."
Feci una finta smorfia di dolore "Ti prego, ti prego, il grembiule si.. ma la cuffia non ce la faccio." lo pregai inutilmente. 
"Te la metti punto e basta. Tra 5 minuti apro e voglio vederti pronta. Niente storie. FILA." uscii dalla porta.
Perfetto. Una cuffia era quello che ci voleva. Una bella cuffia di merda sopra i miei capelli era il top. Ero troppo gelosa dei miei capelli, troppo. Non c'era un'altra soluzione? Credevo che non servisse una cuffia per lavorare in una gelateria. Vivevo su un altro pianeta, si lo sapevo.
Respirai. Era solo una cuffia. CHE PALLE QUANTE PARANOIE. BETH SE VOLEVI FARE LA MANTENUTA NON VENIVI A LAVORARE PERCIO' VAI. Senza ripensamenti mi avviai in quello stanzino e indossai grembiule e cuffia compresa. Non osai guardarmi allo specchio e uscii di corsa altrimenti ci avrei ripensato.

Mi trovai dietro la cassa. Vidi james che da fuori apriva la saracinesca e le porte. Stavamo per aprire e io avrei svolto il mio lavoro da gelataia. Ansia.
Aperto tutto entrò dentro e acese tutte le luci. Osservandola illuminata era davvero da mozzare il fiato quella gelateria.
"Allora?" chiese lui.
"Allora cosa?" 
"Sei pronta?" ero pronta? Non lo sapevo nemmeno io.
"Ssi." meglio auto convincersi.
"Andrà tutto bene vedrai." cercò di incoraggiarmi.
"Certo" feci un sorriso forzato. Infondo ero davvero agitata, speravo davvero che quel lavoro mi avrebbe dato delle soddisfazioni a partire da subito.
Sentii improvvisamente il suono della porta che si apriva. 5 bambini avevano fatto il loro ingresso e si stavano dirigendo verso il bancone. Oh merda.
"Ssalvee.." salutai.
"Salve, vorremmo 5 coni gelato da 2 dollari." chiese il bambino magrolino con un lecca lecca in mano.
"Mh si, cosa ci volete sopra?"
"Io cioccolato e pistacchio." iniziò il primo bambino.
"Io limone e fragola" il secondo.
"Io fiordilatte e nocciola" il terzo.
"Io menta e caffè" il quarto.
"Io solo melone" il quinto.
"Mmhh.. okayy" mi diregevo 'incauta' verso i coni, ne presi un alla volta per poi metterci sopra i gusti che mi avevano elencato poco prima. Non ero molto abile, anzi ero una lumaca, ma con il passar del tempo sarei diventata brava, lo sapevo.
Glieli consegnai e presi i soldi che mi avevano dato, poi li salutai.
James intanto mi guardava da vicino la porta con aria sospettosa.
"Allora?" chiesi soddisfatta.
"Allora cosa?" richese lui."Come sono andata?!"
"..non c'è male" rispose scrollando le spalle.
"Non c'è male? Solo' non c'è male? Fammi i complimenti capo, non ho mai messo del gelato sopra un cono in vita mia. Questo è il lavoro che fa per me.” scandii con fierezza.
Cosa ti devo dire? Che hai vinto il premio Oscar?” chiese scettico.
Mi ci farò la mano, sta tranquillo" dissi sicura di me.
"Oh e chi si agita?" rispose sarcastico. 
"Buona seraaaa" ora un gruppo di nonne si avvicinava al bancone.
James si avvicinò al tavolo per prendere il suo cellulare e una cartellina gialla "Adesso è meglio che vada, devo sbrigare un po' di faccende.” si fermò “mi raccomando Richards.. buon lavoro" si raccomandò prima di andarsene. 
"Tranquillo capo" imitai il gesto di un soldato.
Mi rivolsi sorridente alle vecchiette davanti a me "Allora, desiderate?"

Erano quasi le 7 e fra un quarto d'ora avrei staccato. Ero un po' stanca dovevo ammetterlo. Lasciai un attimo la cassa e mi andai a sciacquare la faccia in bagno per rinfrescarmi un po'. Il pomeriggio passò così. Era venuta parecchia gente devo dire, Juliet aveva ragione, avrebbe fatto davvero successo 'yogurtland'. Piano piano me la cavai anche con le ordinazioni, che sollievo. Guardai velocemente le ultime chiamate sul cellulare: zero. Wow, Niall non mi aveva fatto nemmeno una chiamata oggi, ne un messaggio, niente di niente. Certo, sicuramente era troppo impegnato con i suoi amici. Perchè mi facevo queste strane idee in testa? Sarà stato impegnato, ecco. Strinsi i pugni. Al diavolo, mi asciugai la faccia e tornai al mio posto. Appena alzai lo sguardo non c'era più nessuno Rimaneva solo una donna.
"Buonasera!" salutò cordialmente lei.
"sera.." dissi svogliata.
"signorina il cono solo con il caffè" chiese sorridente. Tutti erano di buon umore tranne me.
"D'accordo" andai sicura con la paletta ma mi resi conto che era finito.
"emh signora il caffè è finito, se vuole aspettare un minuto che vado a prenderlo.." 
"si certo, faccia pure." mi rispose sorridente.
Andia nel retro, dove c'erano già preparate le vaschette nuove di gelati.
Presi sicura la vaschetta del caffè e mi avviai fuori quando ad un tratto..
BOOOOOM. Un tonfo.
"Signorina è tutto ok?" mi chiese la signora preoccupata da fuori.
"merda.." dissi a denti stretti. Ahia. Mi faceva male il culo.
Avevo perso l'equilibrio e sono scivolata con il culo per terra. Finale? La ciotola mi era caduta sopra ed ero cosparsa di gelato al caffè.
"Signorina si sente bene?" Urlò la donna. 
Umh, minchia statti zitta, ero già nervosa di mio.Mi alzaii barcollante. "sisi non si preoccupi vengo subito da lei." urlai per farmi sentire. Ero apparentemente calma. Diamine perchè cadevo sempre e mi facevo male? Dovevo prendere corsi di equilibrio, posturale, qualche cazzo di cosa che mi mantenesse dritta e stabile.
Mi guardai in torno, avevo fatto un bel casino per terra e dovevo pulire. Dovevo trovare qualcosa per pulire il pastrocchio. Girai per tutta la gelateria in cerca di uno scopettone, andai nello sgabuzzino magari era lì. niente non c'era. Nel bagno? nemmeno. Nel retro? Idem.
"Non c'è un cazzo di scopettone dentro questa gelateria?!" imprecai ad alta voce.
"Cercavi questo?" qualcuno sussurrò vicino al mio orecchio.
Quel gesto mi fece sussultare tanto che mi cadde per terra la cucchiaia del gelato ancora pulita. Alzai lo sguardo e trovai.. un ragazzo. Ce l'avevo vicino alla faccia dato che non si era spostato dalla posizione in cui si trovava prima.
La cosa che incontrai per prima furono i suoi occhi: occhi blu, chiari come il cielo. Rimasi a guardarli per un paio di secondi, poi mi risvegliai da quello stato di trans in cui mi trovavo. Lui sorrideva divertito. 

"Ehm si certo, grazie." dissi senza rendermene conto.  Presi lo scopettone dalle sue mani per poi continuare il mio lavoro.
"Prego" rispose sorridendomi lui rimanendo a guardarmi da un angolo mentre lavoravo. Oddio ma possibile che a Los Angeles debbano esserci dei fighi così? Diamine non mi ci sarei mai fatta l'abitudine. E poi quei occhi. Dio. E il sorriso? *Stavo sorridendo di te che sei completamente cosparsa di gelato, idiota.* pensai tra me.
Finito di pulire il pavimento, diedi il gelato alla signora che aspettava fuori ma di un altro gusto. Mi diressi verso lo stanzino per cambiarmi e darmi una ripulita. con la testa ero da tutt'altra parte. Questo mr occhi cielo si presenta con lo scopettone in mano e.. UN MOMENTO, quello chi diamine era? presi la borsa e uscii di corsa.
Girai per il locale ma non lo trovai. E NO ora doveva uscire fuori.  Mi girai e lo trovai ancora che mi guardava compiaciuto. ECCOLO.
"Chi cazzo sei!?" gli puntai un dito contro.
Incrociò le braccia al petto. "Ah adesso mi chiedi chi sono? Prima eri tu, o qualcun'alra?"
"Rispondimi. Ora." 
"Come non sai chi sono io?" Rise di gusto. Una risata cristallina, travolgente.
"Dovrei?" alzai le spalle.
Smise di ridere "Sono venuto con quello che ti ho dato, potresti immaginarlo." concluse ovvio.
"Mh, l'uomo delle pulizie?" tentai. Un altro uomo delle pulizie, magari questa volta era davvero lui, certo.
"No! Certo che no! Ma ti pare?"  chiese con disappunto. Beth a intuito sei proprio una merda. Beh, almeno così ho la certezza che non posso fare la veggente. Comunque sia, non poteva stare lì, anche se era un figo, ma James era stato severo a riguardo e dovevo fare come diceva lui.
"Lo sai che se il mio padrone sa che sei qui che girovaghi per il locale, mi sbatte fuori?! Così nemmeno i straordinari di ieri mi paga!"
"Dai non penso sia così stronz.."Non lo feci finite di parlare "allora devi andartene. qui non ci puoi stare."
"e perchè?" fece una faccia da cucciolo. ok, non ti sciogliere Beth, no. 
Assunsi un'aria quasi severa "non so chi sei, ti ritrovo qui che mi passi lo scopettone e girovaghi per il locale, beh io non me lo immagino chi tu possa essere, quindi ciao, smamma." cercai di spingerlo fuori invano. mi piangeva il cuore. Stava per aprire bocca quando...
"Elizabeeeeeth"
Sbiancai. Merda James era tornato. Guardai in faccia il tizio che stava per aprire bocca ma gliela tappai subito, lo attirai a lo trascinai vicino a me. Mi misi a vedere dove era James. Lo intravidi nello sgabuzzino. Bene, via libera. 
Camminai spedita verso l'uscita con quello sotto le mie mani che si dimenava."mmlaschiamvfvc" 
"Sta zitto idiota." Gli diedi una spinta e lo buttai fuori.
"allora hai finito tutto?" domandò James uscito dallo stanzino.
"Ehm?! Ehm si! E' tutto ok, no?" Fiuuuu, per un pelo.
"Hey ma sei impazzita? Stavo per sfracellarmi per terra!" Urlò quel ragazzo dentro il locale, mentre si massaggiava la mani.
Cazzo. Lo guardai furiosa ma non dissi una parola. 
Presi James per le spalle senza che se ne accorgesse "senti dimmi una cosa: dimmi chi è quel tizio prima che lo uccida." lo girai indicandolo.

"Perché che ti ha detto?" rideva. Che si rideva dico io.
"Ha detto che dovrei sapere chi sia.. ?" risposi chiaramente confusa.
Intanto lui si avvicinò a noi.
"scusami tanto, occhi cielo, sto parlando con il mio capo e se non ti dispiace dileguati." gli feci tutti i segni possibili inimagginabili con lo sguardo di andarsene, mentre james lo guardava.
"Hey calma ragazza, ti perdono solo perchè sei tu." sorrise ammiccando. Allora era cretino?
Alzai un sopracciglio. "Zitto Louis, tranquilla, lui è mio figlio." concluse James.
Feci una risata idiota senza smettere di guardarli "Ah ah che bella battuta capo, dai dimmi chi è questo." cercai di non ridere, gli scrollai una spalla scherzosamente.
Loro mi fissavano quasi seri. Vi prego, ditemi di no.
Mi cascò la mascella. "Lui è tuo figlio?!" 
"Esatto" rispose il tizio dietro di noi. Rieccomi puntuale con la figura di merda giornaliera. Sentii la suoneria del cellulare del capo e si allontanò un po' per rispondere. "Scusate ragazzi” si girò verso quel louis -tua madre- sibilò. Intanto il figlio gli fece un cenno con il capo.
Mi girai a guardarlo e lo squadrai da capo a piedi. Era davvero bello: portava una maglia a mezze maniche nera, un pantalone rosso, e delle superga bianche uguali alle mie. I capelli disordinati gli cadevano sulla fronte. Non trovai un difetto a quel ragazzo. Poteva benissimo fare il modello, nulla da ridire. 
"..Wow."
Sorrise divertito. Dio che sorriso. "Tranquilla è tutto ok, comunque piacere Louis." mi afferrò la mano.
"Beth" risposi ricambiando la presa mollemente. 
"Come mai lavori nella gelateria di mio padre?" tutti con la stessa domanda.
Sorrisi "Deve esserci per forza un perché?" chiesi mentre cercavo le sigarette nella borsa.
Esitò un po' "No beh.." squillò il cellulare rispose subito. Intanto mi misi seduta su una panchina.
"hey!.. si so della festa... aaaah tra due settimane? Fantastico!.. Sabato?... Si porterò qualcuno tranquillo...” Bene potevo osservarlo meglio da lì. Accesi la mia amata sigaretta. Strano non avevo fumato per tutto il pomeriggio, avevo stabilito il mio record. Mi soffermai a guardare sul suo lato b, e dio mio che lato b. “..spargerò la voce non ti preoccupare. D'accordo ci sentiamo." riattaccò.
Trovai lo sguardo di quel ragazzo su di me. Perché mi stava fissando? Oddio, forse mi ha sgamata mentre gli guardavo il culo. 
"Vuoi?" indicai il pacchetto. Dio io non offrivo sigarette a nessuno, stavo diventando pazza.
"No grazie, non fumo." rispose semplicemente.
"Ok, meglio." ripresi.
"Il fumo fa male Elizabeth." disse con aria da saputello per poi mettersi seduto vicino a me. La predica no, già bastavano Juliet e Niall.
"Anche le altre cose fanno male, e non chiamarmi 'Elizabeth' ti prego, lo detesto." risposi e mi girai verso di lui.
"Sembri un mio amico" si portò una mano sui capelli e se li scompigliò un po'. Cazzo che affascinante.
"davvero? Perchè?" 
"dice le tue stesse cose, sul fumo voglio dire."
"mmh certo." conclusi per poi riprendere a fumare.
Silenzio. Era quasi imbarazzante. Ero a corto di parole, motivazione: i tipi di ragazzi come lui mi mandavano gli ormoni a puttane.
Il mio cellulare che squilla.
-pronto?-
-amoreeeeeeeeeeee- niall. Ah Niall, una boccata d'aria.
-Sono. Diventata. Sorda. Grazie. A. te.-
-scusa non volevo- disse con tono dispiaciuto.
-dammi una motivazione per non ucciderti.-
-cucino una torta per la festa!-
-ma non andrà a male? mancano due settimane-
-la metterò nel freezer no?-
-Ahh..-
-No Idiota, le uova vanno prima sbattute poi va aggiunto lo zucchero!-
"con chi ce l'hai?" chiesi.
"con zayn, sta facendo un casino in cucina. Non oso immaginare quando tornerà Juliet quante me ne dirà."
Zayn. quindi Harry. quindi anche Liam, quindi anche Louis
-Di al tuo amico idiota che le uova si separano prima di mescolarle con lo zucchero.- risposi acida.
-Ok tranquilla, glielo riferirò.- lo sentii ridere. -comunque, tu cosa porterai?-
-Qualcosa che abbia a che fare con il gelato, James mi darà sicuramente qualche idea. Mancano ancora due settimane. Però credo che Joe ne sarà felice, alle sue feste non c'è mai qualcuno che porta qualcosa di dolce.- Sbirciai verso Louis mi stava guardando con uno strano sguardo.
-D'accordo piccola, devo riattaccare adesso..- -Zayn si sta strozzando con l'acqua, portagli dell'acqua!- urlò qualcuno.
Senti una voce dall'altro capo del telefono. Omiodio, ma chi era questo scemo? Si stava strozzando con dell'acqua e chiedevano altra acqua. Stavo per scoppiare a ridere.
-emh?..-
-Piccola devo andare ciao!- Sbrigò a dire prima di riattaccare. 
Rimasi col cellulare attaccato all'orecchio ancora perplessa."Vai alla festa di Joe?" mi chiese curioso quel Louis. Mi riportò alla realtà. 
Ma che gli importava a lui? "Si ci vado... perché?" perché me l'aveva chiesto?
"beh.. ci vado anche io ecco."
"Davvero?" ero sorpresa. Stavo per dirgli 'Vieni con me baby' No, riprendiamoci.
Esitò un po' "Già...con chi ci vai?" si alzò dalla panchina e si rimise apposto la maglietta.
"Credo.. con qualche amico.." risposi imbambolata nel guardarlo. Ma che cazzo stavo dicendo? Io ci andavo con Niall!
Alzò lo sguardo su di me e mi sorrise dolcemente "Bene, adesso devo andare Beth, mi aspettano." Prese la giacca nera e la indossò "Ci vediamo..” ci pensò un istante “presto.”
"Ok Louis" Ci conto. lo vidi allontanarsi fino a scomparire.  Mi alzai anche io dalla panchina e presi la macchina. Dovevo chiarire con una persona.


Ok ciaaaaao lol

Lo so, lo so, è un po' di tempo che non aggiorno, dio santo, avete ragione.
però sapete che c'è? Questa storia non mi ispira più di tanto, e nemmeno l'ho iniziata lol #sonostupida
                                                                                             comunque ringrazio di cuore chi l'ha messa tra le seguite e chi lascia recensioni, siete  importanti <3
E' ARRIVATO BOO BEAAAAR FBFOGODGb *w* E' il figlio del capo! Siete contente? Io si uu
Comuunque, non so se lasciarla o meno, ci penserò (?)
Vi amo tutti <3

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Capitolo 6
*** I'm sorry Liam. ***


I'm sorry Liam.

Poggiai le chiavi di casa sopra la mensolina dell'ingresso ed entrai dentro. Chissà se avrei trovato Liam. Quando me ne ero andata a lavoro non mi sono guardata intorno per casa; poi lui non mi ha nemmeno lasciato un messaggio, non mi ha chiamata, cioè non mi ha cagata minimamente. Ho provato a chiamarlo io, ma aveva il telefono staccato, quindi non so dove possa essere, non avevo la sfera magica IO.  O Forse era da Niall....

"BU!"

Zompai misi una mano sul cuore "Deficiente!" gli diedi uno schiaffo sulla spalla. Era Niall che mi aveva fatto un scherzo e che rideva divertito reggendosi il petto. 

"Ti stai divertendo?" chiesi arrabbiata, cercai di regolarizzare il battito. Lui se la rideva a più non posso, non smetteva proprio, era rosso in viso.

"Dov'è Liam?" chiesi guardandomi intorno ignorando le sue risate.

"In-n camera." rispose contenendosi. Si era chiuso in camera adesso? Mi stava ignorando semplice. Io non avrei retto questa situazione. Era una giornata che non ci parlavamo? Bene, a me sembrava un secolo. Dovevo inventarmi qualcosa per chiarire... ma cosa?

"AHAHAHAAH ODDIO BETH DOVEVI VEDERE LA TUA FACCIA! AHAHAHAHAH" riprese a ridere Niall.

Il mio sguardo si posizionò su di lui -Horan sei un idiota.- terminai stranita e me ne andai in cucina. Dio che amico cretino mi doveva capitare.

Mi chiusi in cucina e subito mi balenò un testa un'idea: Avrei preparato il polpettone e delle zucchine ripiene per cena. Ero molto brava a cucinare,  Jane, la mamma di Liam, era una chef ,mi aveva insegnato alcuni trucchi del mestiere, e quindi me la cavavo abbastanza bene. Poi il polpettone era il piatto preferito di Liam. Dovevo chiarirci, perciò perché non farlo se non preparando il suo piatto preferito? Lo so ero davvero pessima, ma non avevo altre idee poi non c'era molto tempo per elaborarle. Condito il polpettone lo misi in una padella a fuoco basso e aspettai che si cuocesse, ora mancavano le zucchine.

"Hey Beth." entrò il mio migliore amico in cucina tutto felice mettendosi vicino a me. Era vestito abbastanza fighetto, per venire a casa mia.

Alzai un soppraciglio "Hey Horan, ti è passata la ridarella?" domandai acida.

"si.." sghignazzò di nuovo in silenzio, lo fulminai con gli occhi e tornai a cucinare. "I miei amici sono a casa mia." Ah, eccolo lì, mi pareva strano che non me li avesse ancora menzionati.

"L'avevo intuito" risposi calma nascondendo il nervosismo. Cavolo era tutta colpa di quei cretini se avevo litigato con Liam. 

Lui scrutò il mio sguardo e intuii che qualcosa non andava "...mh, qualcosa non va?" domandò.

Riflettiaaamo: Potevo dirgli che i suoi amici mi stavano già praticamente sulle palle, senza nemmeno averli conosciuti? 
Opzione A: Diglielo con una dose di nonchalance.
B: Diglielo e digli anche che ne avevi le palle piene di questi tizi, così litigherai anche con lui.
C: Non dirglielo, vestiti alla diabolik, presentati a casa s
ua e falli fuori in un colpo solo.
..Nah.

"Ho litigato con Liam." dissi sincera. Sciacquai per bene le zucchine. 

Annui "Lo so."

"Ecco sai tutto."

Mi guardò comprensivo "Liam è fatto così Beth, è coccolone, vuole bene a tutti. E' normale che ha reagito così, non li vede da due anni." GNEGNE. Tolsi le zucchine dall'acqua e cominciai a tagliarle con troppa enfasi.

"Si, tu parli bene -TAGLIA- non ti sei beccato una sclerata da parte sue a mezzanotte, -TAGLIA- mentre urlava per tutta casa 'OODDIO NON CI POSSO CREDERE ODDDDIOOO' sprizzando felicità da tutti i pori. -TAGLIA- poi ero stanchissima perché il mio capo mi ha fatto pulire tutto il locale, -TAGLIA- e poi ho mandato a quel paese il mio vicino di casa perché ha urlato se ci fosse in allestimento un circo!" -TAGLIA- dissi tutto d'un fiato. Ah mi ero liberata. 

"Abbassa la voce!" mi ammonì mettendomi una mano sulla bocca.

Mi liberai "E non ho chiuso occhio tutto la notte perché il tuo AMICO, -TAGLIA- mi ha fatto venire i sensi di colpa!" parlai con un filo di voce strozzato.

-TAGLIA- "DANNAZIONE." mi scivolò il coltello per terra. Mi ero fatta un taglietto.

"Che c'è?" urlò agitato.

"Mi sono tagliata." mi succhiai il sangue che c'era sul dito. 

"Fammi vedere." si avvicinò.

"Tranquillo è solo un taglietto." dissi flebile.

"Stai attenta Beth e che cavolo!"

Non gli risposi e misi a cuocere anche le zucchine angustiata.  Ero davvero nervosa.

Guardò le padelle dietro di me "Che stai cucinando di buono?" chiese con la bava in bocca. Il solito.

Risi "Zucchine ripiene e polpettone, il preferito di Liam, così posso 'ricattarlo' con questo stasera a cena, anche se non è il massimo delle idee." ammisi. Alzai il coperchio e girai il polpettone con la paletta. Mmmm che profumino..

"aahh.. mmhh..." Niall si massaggiò il collo nervoso. Intuii che qualcosa non andava.

"Horan che c'è?" chiesi svelta volendo centrare il punto.

Sentii la porta aprirsi dietro di me. Mi voltai verso Liam. Notai subito che era vestito elegante: portava una giacca nera, con un pantalone beige, dei mocassini chiari, e una camicia celeste chiara. Gli sorrisi cordiale. 

"Liam stasera ho fatt.."

"Beth stasera non ci sto, esco." mi intercettò lui. 

Beth stasera non ci sto, esco.

Beth stasera non ci sto, esco.

Beth stasera non ci sto, esco.

"CHE COSA?" urlai strozzata. Niall fece un' espressione terrorizzata.  

Mi guardò con aria interrogativa "Ho detto che stasera esco" rispose distaccato.

Vi prego, mio fratello che fa il distaccato e freddo con me non lo posso accettare. NON LO POSSO A C C E T T A R E. 
Aprii il frigorifero e prese una bottiglietta di coca-cola tutto disinvolto. Ma dove andava vestito così? NONONO dovevo parlargli, Dio santo che casino.

"Nononono tu non esci. Scordatelo proprio!" gesticolai allarmata. Io dovevo parlargli merda.

"E perché non dovrei? Scusami Beth, usciamo con i nostri amici, posso oppure mi leghi a un palo?" Chiese ironico. UN MOMENTO: LORO USCIVANO CON I LORO AMICI. Capii il senso della frase. Ditemi che questo è tutto uno scherzo non riuscito. 

Mi fermai e guardai Niall di sottecchi "Tu.. Tu?!" gli puntai un dito contro adirata. Diamine, perché Niall non mi aveva detto che uscivano che quei babbuini dei loro amici?! Ahh, volevo picchiare qualcuno.

Lui di risposta indietreggiò vicino al muro. "Io-io.."

"AAAH sta zitto che è meglio." Vaffanculo sempre quelli di mezzo, sempre.

 "Andiamo." il riccio si rivoltse a Niall.

"Dove andate?! Liam rispondimi." chiesi con un velo d'ansia. Liam mi guardò scocciato, prese Niall e lo trascinò fuori.

"Liaaaaaam" lo richiamai alzando la voce dietro la porta e lo fermai da dietro. Lui si fermò.

"Liam.. dobbiamo parlare." mi sistemai il ciuffo dietro l'orecchio agitata.

Lui mi guardò poi si rivolse a Niall "Va giù intanto." Lui annui "Cciao Beth" mi salutò il biondo. Il mio saluto il non arrivò e scese le scale di corsa.

CIAO COGLIONE.

"Non c'è niente da dire Elizabeth." tornò a parlarmi arrabbiato. Lo conoscevo, era davvero arrabbiato. 

"Si invece, dove vai stasera?" chiesi impertinente.

"Io non ti devo dire niente." puntualizzò.

"Io si" ci riprovai.

"Devo andare" terminò.

Lo presi per la giacca "Liam.. per favore parliamo." lo supplicai.

Sospirò "Non ho voglia di parlarti, o qualsiasi altra cosa. Tu non sai quanto loro siano importanti per me. Non li ho visti per due anni, e tu che fai? Te ne freghi altamente, non ti importa un accidente Beth, NIENTE come sempre. Rimani sempre la solita egoista." mi guardò deluso.

Quelle parole mi ferirono, eccome se mi ferirono. Facevano più male di uno schiaffo in pieno viso. Sentirsi dire da Liam che si era egoisti, cattivi, o quant'altro, da una persona come lui, così buona e sincera, era la cosa più brutta che poteva esistere.  Rimasi senza parole. Aveva ragione lui: cosa avrei fatto se non avessi visto Niall o Juliet per due anni? Sarei corsa da loro anche alle 4 di notte, ecco cosa avrei fatto. Invece io sono riuscita solo a negarglieli. Mi sentivo una vera merda.

"Liam.. mi dispiace." riuscii a dire abbassando lo sguardo sulle mie scarpe che in quel momento si fecero molto interessanti, Non avrei retto il suo suardo. Mi sentivo troppo in colpa.

Si girò senza nemmeno guardarmi e se ne andò di corsa.

Ma quanto schifo potevo farmi? Liam era venuto qui per me, e io come lo ripago? Litigandoci.
Rimasi sull'uscio di casa da sola per una buona mezz'oretta. La gente del condominio usciva ed entrava rimanendomi a fissare, ma non me ne importava più di tanto. Speravo invano che Liam tornasse a che mi abbracciasse come aveva fatto la sera precedente, sorridendomi e chiedendomi come andasse la mia vita, scherzandoci su. Ero una sorella di merda, ecco quello che ero. Liam aveva perfettamente ragione: Ero solo un'egoista. Dannata me, volevo prendermi a schiaffi da sola.

Sentii il mio cellulare squillare.

Nemmeno potevo insultarmi da sola?! Ritornai dentro controvoglia. Lessi sul display il nome di chi mi cercava.

James. Sbuffai sonoramente. Anche quando ero a casa doveva rompermi le palle questo?! Ero indecisa se rispondergli o meno, e ci pensai su un attimo. Bah meglio rispondere, non si sa mai.

Misi il vivavoce "Pronto?" risposi fredda.

"Hey Beth." Non riconobbi la voce, non era di James.

"Chi è?" chiesi sospettosa.

"Come chi è? Non mi riconosci?" sentii una risata dall'altro capo del telefono.

Louis. Sorrisi impercettibilmente. Aspetta, perché mi stava chiamando con il cellulare di suo padre? Che fosse successo qualcosa?

"Ahh emh, ciao Louis, come mai questa chiamata?" mi grattai la testa e chiusi la porta d'ingresso. E andai in cucina per vedere se la cena pronta. Tanto rimanere fuori non ne valeva più la pena..

"Così, volevo sentirti, perché ti dispiace?" Mi rilassai un po', ok però questo stava davvero fuori come il padre.

"Ma tu fai così con tutte le ragazze, Louis?" chiesi divertita.

"Perché non ti piacciono le mie tecniche di abbordaggio?"

"Ma.. - cercai le parole giuste- tu chiami una ragazza con il numero di tuo padre, dimmi se questo non è antico." mi misi a ridere.

Sentii ridere anche lui "Hey! Non sono antico, è solo che ho rubato il cellulare a mio padre per chiamarti.."

Per chiamare me? Ohsignore. Il principino Occhi cielo che chiama me.

"Ti consiglio di ridare il cellulare a tuo padre prima che ti uccida." sviai il discorso ridendo. Assaggiai quello che avevo preparato con la forchetta, era cotto, così spensi il tutto.

"Hai ragione, ma ho perso il mio numero di cellulare, potresti prestarmi il tuo?" Lo sentii ridere. Era un modo carino per chiedermi il numero? 

"Certo che sei davvero intelligente, potresti salvartelo proprio in questo momento dal cellulare di tuo padre." dissi con franchezza.

"Ma io non voglio prenderlo dal cellulare di mio padre, voglio che sia tu a darmelo."

Oh.

Oddio adesso mi sciolgo. Elizabeth torna in te. Nessun ragazzo -e ripeto nessuno - mi ha chiesto il numero così, in un modo così.. dolce, ecco. Forse perché tutti quelli che mi piacevano erano dei stronzi patentati, ma sorvoliamo. 

"Emh, ookay occhi cielo -gli dettai il numero-  sei felice adesso?"

"Adesso si" lo sentii rispondere con entusiasmo. "come mi hai chiamato?" 

Non l'avevo detto ad alta voce vero? "Ehm.." Beth stai zitta, non lo devi dire.

Suonarono alla porta. Liam. No era diverso: speravo troppo che era Liam. Cazzo Beth, no Liam. Liam no. No.

"Senti occhi cie.. emh Louis ora devo andare." dissi svelta però un po' dispiaciuta.

"Oh.. ok, ci vediamo domani a lavoro?" Lui lavorava lì?

"Certo, a domani Louis."

"A domani Beth." A domani occhi cielo. Beth esci da questo corpo.

Chiusi la chiamata felice. Mi aveva fatto piacere la sua chiamata, e ci conoscevamo da.. 4 ore? Ok non stavo bene, ma daltronde non lo sono mai stata. Aprii la porta.

"Che ci fai tu qua?" c'era Juliet, sola, praticamente ammutolita e bianca in viso. Segno che aveva litigato con qualcuno.

"Fammi entrare." disse cupa.

Annui facendola accomodare in cucina, visto che la cena era pronta. Lei si mise seduta senza dire una parola. 

Io intanto presi i piatti e li impiattai mettendoli sul tavolo dove c'era Juliet che mi aspettava. Era ora di cena, avremmo cenato insieme.

Mi misi seduta e mangiammo in silenzio. Che bel quadretto eh? Io pensavo a Liam e di quanto poco mi importasse degli altri, al mio egocentrismo, e di quanto mi facessi schifo,- e chi più ne ha più ne metta- lei invece.. La guardai in faccia ma non trasmetteva nulla di positivo. Che bella cosa: loro si stavano divertendo, in non so quale locale di Los Angeles, e noi a fare le depresse, mi pare giusto.  Finita la cena rimanemmo sedute senza dire una parola. Dovevo chiederle il perché di quella visita.

"Vuoi dirmi che succede o..?" chiesi stufa. Speravo con tutto il cuore che almeno lei non mi mandasse a quel paese.

Lei alzò il viso sul mio ancora scossa "E ME LO CHIEDI? QUEI COGLIONI DEGLI AMICI DI HORAN ECCO CHE SUCCEDE." sbaitò.

AAAAH, che due palle questi. Che diamine avevano combinato?

"Dai dimmi" dissi scocciata. Già ne avevo abbastanza di Niall ora anche Juliet mi doveva parlare di loro. Se davvero era successo qualcosa, era qualcosa di molto grave, dato che lei era un tipa abbastanza apprensiva. 

Lei fece una smorfia innorridita  "Non ne voglio parlare Beth, anzi se vedo Horan lo picchio così mi tolgo questa spina nel fianco, AH e anche 'quelli là'" marcò schifata il quelli là.

"Dai dimmi" mi avvicinai a lei calmandola. Cioè possibile che in un giorno questi ci hanno sconvolto così la vita? 


"Ho litigato con Niall, casa è un casino, è tutto sottosopra, quei due.. -cercò di trovare un aggettivo giusto che li descrivesse, ma si arrese - sai come sono fatta, no?" si liberò.
Ah era per quello, chissa che credevo io. "Si lo so, ma cerca di stare calma." Quei due? Ma non erano tre?
Respirò profondamente. "Posso rimanere a dormire qui stasera?" mi chiese con uno sguardo triste.
Mi addolcii "Certo cretina, ma me lo chiedi?"
Sorrise "Grazie mille Beth." Mi abbracciò. Horan sei nei guai.



ciaooooooo *u*
Ok ecco il nuovo capitolos. Ho aggiornato presto come promesso uu
 Fa un po' schifetto in effetti, però dovevo metterlo in mezzo per staccare un po' di avvenimenti futuri (?)

Allor, Liam è arrabbiato con Beth, lei ce l'ha con i suoi amici.
Juliet ha litigato con Niall e ce l'ha anche lei con i babbuini. Poveri loro :c

Louis che chiama Beth con il cellulare del padre *nocomment* AHAHA lol

Non c'è molto da aggiunge in questo capitolo a dire il vero, quindi aspettate il prossimo che sarà movimentato uu
Ah, fatemi sapere cosa ne pensate :3 Baci guiz <3

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