I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

di _KHProminence_
(/viewuser.php?uid=192643)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gente che, saputo il tuo cognome, crede tu sia fatto di cioccolato ***
Capitolo 2: *** Come gestire il tuo disastroso fratello gemello tendente all'altra sponda ***
Capitolo 3: *** Il tuo migliore amico che ci prova con te ***
Capitolo 4: *** Una promettente Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di abbandonare tutto e diventare un ballerino classico professionista ***
Capitolo 5: *** I tuoi genitori che decidono di mollare tutto e partire per la Luna ***
Capitolo 6: *** Scoprire di avere la fantasmagorica capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un fratello in grado di inventare alfabeti segreti improponibili ***
Capitolo 7: *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -prima parte- ***
Capitolo 8: *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -seconda parte- ***
Capitolo 9: *** Il professore di biologia che sussurrava ai rospi ***



Capitolo 1
*** Gente che, saputo il tuo cognome, crede tu sia fatto di cioccolato ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune


 -Prologo-

--->Gente che, saputo il tuo cognome, crede che tu sia fatto di cioccolato<---

Salve a tutti. Il mio nome è Roxas Khinder, e sì, so già a cosa state pensando ora che avete letto il mio cognome: “Oh ma sarà mica lo stesso Kinder dei cioccolatini?” E bene ... no. Mi dispiace aver distrutto le vostre aspettative, ma se aveste letto con attenzione il mio cognome, vi sareste accorti che tra la K e la I c’è una H. State tranquilli, non ve la predente se avete sbagliato … molti dementi (senza offesa per nessuno) in passato hanno fatto errori molto più gravi di questo.
Vi faccio l’esempio che ricordo meglio: il giorno che conobbi il mio migliore amico, quando avevo circa tre anni. Il mio primo giorno d’asilo, mi si presentò davanti uno strambo bambino dai folti capelli rosso fuoco e dagli occhi verdi come il moccio ( si lo so, sono molto romantico nelle descrizioni). Questo tipo mi si piombò davanti dicendomi che si chiamava Axel  Hockins e dopo la sua presentazione, io, da bambino educato e cordiale quale ero e sono (anche se non sono più un moccioso come allora), allungai la mia mano verso di lui e mi presentai a mia volta, rivelandogli il mio nome e cognome. Non riuscii a pronunciare la R finale che quell’idiota urlò qualcosa del tipo “un Kinder cioccolato formato gigante!”, mordendomi un braccio.
Io mi infuriai tantissimo e  quel giorno pronunciai anche la mia prima parolaccia (ah…bei tempi quelli)…

-Brutto cretino sono un bambino vero, fatto di pelle e ossa come te!-

Axel sembrò quasi dispiaciuto da ciò che gli avevo detto…  non perché gli avevo dato del cretino, ma perché gli avevo rivelato di non essere fatto di cioccolato. Perciò (non dimenticherò mai la sua reazione, perché dimostra che in tredici anni che lo conosco non è cambiato di una virgola ed è sempre stato un povero stupido), inclinò la testa su un lato e sbatté più volte le palpebre (quasi come se gli avessi detto che Babbo Natale non esiste o che in realtà la fatina dei denti non era altro che il suo peloso e rozzo papà che, prima di sfilargli il dentino da sotto il cuscino, gli infilava un dito nel naso per controllare se era sveglio) e con gli occhi pieni di lacrime, mi disse che gli stavo dicendo una bugia.
Allora io, da bambino che ama essere lasciato in pace, estrassi dal mio zainetto un Khinder Bono e glielo porsi dicendogli di accontentarsi. Lui mi saltò al collo e mi disse che da quel giorno io e lui saremmo stati amici per sempre.
Ora sono sicuro che nelle vostre testoline vi starete chiedendo “ma cosa caz… cioè, cosa cavolo è un Khinder Bono?”. Bhe, dovete sapere cari lettori, che mio padre fin da bambino sapeva che il suo cognome aveva qualche somiglianza con il nome di una prestigiosa e famosissima azienda di prodotti dolciari, perciò decise che per diventare anche lui un ricco imprenditore, avrebbe creato una linea contraffatta di cioccolatini Kinder. Aveva copiato le idee originali già esistenti, modificandone un po’ solo i nomi e le ricette. Per esempio un Kinder Bueno diventava, appunto, un Khinder Bono, un ovetto Kinder, diventava un cubotto Khinder e un Kinder cioccolato, diventava un Khinder mocciolato. Inoltre, per le scatole dei suoi prodotti, mio padre non usava foto di inquietanti ragazzi dai sorrisi esagerati, ma foto di donne in abiti succinti o quasi nude, o di uomini palestrati perfetti, perché il mio papà era convinto che per fare in modo che i suoi prodotti avessero successo, prima di conquistare i bambini con i dolci, doveva attirare l’attenzione dei genitori che avrebbero dovuto acquistarli. In più non credeva nell’immagine fantastica e quasi irreale che tutte le pubblicità davano ai cioccolatini. Egli infatti credeva che la miglior pubblicità veniva fatta dalle persone comuni. Perciò i protagonisti dei suoi spot, non erano sportivi bellissimi e famosissimi, ma gente comune come prostitute, zingari ed extracomunitari senza permesso di soggiorno.
La sua linea ebbe molto successo e divenne un imprenditore così ricco e famoso che, per il trentesimo compleanno di mia madre, comprò una stella, che faceva parte della Costellazione di Orione, e le diede il suo nome (romantico no?).
Comunque, chiudiamo questa piccola parentesi sulla fama di mio padre e torniamo alla mia biografia.
Ho sedici anni e frequento la terza al Liceo Scientifico. Sono un ragazzo normale: ho capelli biondi, che tengo sempre acconciati in una fantastica cresta, ho occhi così azzurri da fare invidia al cielo e  ammetto di non essere molto alto ma sono lo stesso molto, ma molto bello e anche leggermente muscoloso. Per quanto riguarda il mio carattere sono simpatico, allegro, divertente, solare, intelligente e… sono praticamente perfetto … ah, quasi dimenticavo, sono anche molto modesto.
Purtroppo però, la mia vita non è così perfetta come lo è la mia persona. Ho tanti problemi che mi tormentano (come tutti gli adolescenti d’altronde),  perciò ho deciso di sfogarmi scrivendo questo diario e numerando i tredici problemi fondamentali che affliggono la mia vita.

 

 

NdA

Salve gente! :D
Dopo tanto tempo che scrivo, correggo, leggo e rileggo, ho finalmente deciso di pubblicare questa nuova fic.
Ho deciso di scrivere qualcosa di, diciamo, comico, perché avevo voglia di qualcosa che faccia sorridere e dovreste vedere la faccia di mia sorella quando mi vede sorridere come una deficiente davanti al computer mentre scrivo ... e poi, come dico sempre, mi piace l’idea di far sorridere le persone
:).
Comunque, a proposito di mia sorella, devo ammettere che è grazie a lei se ho cominciato a scrivere questa storia, anzi più precisamente del suo saggio di danza perchè dopo circa due ore e mezza di musica classica, mi è venuta questa, oserei dire, illuminazione … quindi se questa storia sarà uno schifo è tutta colpa della musica classica u.u.
Ora tornando alla storia, ammetto che questo primo capitolo è piuttosto breve ma gli altri saranno più lunghi.
Spero che questo inizio vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che leggeranno e che recensiranno e tutti coloro che leggeranno e basta
:).
Saluti e a presto
:)
.

_KHProminence_

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Come gestire il tuo disastroso fratello gemello tendente all'altra sponda ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

Problema 1     

--->Come gestire il tuo disastroso fratello gemello tendente all’altra sponda<---

Il primo problema riguarda l’ambiente in cui vivo, più precisamente la mia bella famigliola. Mio padre, Arthur Khinder è, come avrete capito, un imprenditore sfondato di soldi, mentre mia madre, Elen, è una mite e dolce casalinga (che però quando si arrabbia diventa peggio del re spartano Leonida nel film 300); poi ci sono io, il miglior figlio che ogni genitore spererebbe di avere, e infine c’è lui … la pecora nera della nostra famiglia, la spina nel fianco dei Khinder, il disastro che neanche i Maya furono in grado di predire … mio fratello gemello Sora.
Per fortuna siamo eterozigoti e quindi non ci assomigliamo quasi per niente. Io ho capelli biondi e lui castani, io ho una carnagione chiara e lui sembra che si sia addormentato sotto un lettino abbronzante, io sono intelligente e lui è stupido, io sono bello e lui è inguardabile, io sono leggermente timido e lui è esageratamente schietto, io ho successo con le ragazze e lui … bhe ora vi spiegherò tutto.
Poverino, all’inizio non credevo fosse tanto male. In realtà, mi vergogno quasi a dirlo, ma ero molto legato a lui e ricordo con orrore tutte le volte in cui abbiamo fatto il bagnetto insieme o abbiamo condiviso il letto per intere nottate. Non so bene quando sia nato questo “disprezzo” nei suoi confronti. Forse esisteva già nei remoti angoli della mia mente fin da quando eravamo bambini. Infatti lui era il figlio preferito, quello che aveva i giocattoli più belli e quello che dopo cena, anche se non mangiava tutte le verdure, riceveva la porzione di gelato più grande di tutti. Io se non mangiavo tutte le verdure il gelato me lo potevo solo sognare di notte. Ce, vi rendete conto? Privare un bambino di cinque anni della sua porzione di gelato, è come privare un qualsiasi essere umano dell’ossigeno che respira! Comunque, dopo questo piccolo sfogo, tornerò al succo principale della storia che, per chi non lo avesse capito, è l’orientamento sessuale di mio fratello.
Finite le medie, io decisi che avrei frequentato il liceo senza neanche tenere in considerazioni gli altri istituti (francamente non so neanche il perché di questa esclusione … forse perché i miei avevano entrambi frequentato un liceo e mi avevano inculcato anche a me queste strambe idee… mah …). Avrei solo dovuto decidere se scegliere lo Scientifico, il Classico o il Linguistico, perciò andai per esclusione: il Linguistico, per le materie che mi offriva, non mi allettava molto anche se non era proprio da scartare a priori, dato che lì c’era un’alta percentuale di ragazze e in una classe di 20 persone, di cui 18 sarebbero state femmine, non era male essere l’unico ragazzo bello e single; ciò nonostante odiavo le lingue, perciò, a malincuore, decisi di eliminarlo tra la lista dei candidati. Il Classico lo misi nella lista solo perché mia madre si era convita che la mia sensibilità era perfetta per quella scuola, ma io credevo che mi avrebbe rammollito e poi questo Greco non è che mi attirasse molto, in più, già avrei dovuto studiare una caga… cioè volevo dire, una cavolata come il Latino, non volevo rimbecillirmi troppo su pagine, libri, volumi infiniti di versioni e frasi.
Per queste ragioni, e anche per sollecitazioni da parte del mio migliore amico, scelsi lo Scientifico anche perché, come vi accennavo prima, Axel frequentava la seconda di quell’Istituto e avremmo potuto vederci più spesso, ma non avremmo mai potuto studiare insieme e non avrei neanche mai potuto chiedergli qualche aiuto perchè era (ed è tutt’ora) un asino patentato che è arrivato al quinto anno solo perché esercita un certo fascino sulla professoressa di Latino, la signorina Larxene Slut, con la quale è stato a letto più di una volta. Infatti un nome una garanzia, dato che “Slut” in inglese significa proprio “sgualdrina”, e una che regala voti perché un ragazzo è un mago del letto, non può essere altro, almeno a mio parere. Adesso sono sicuro che voi direte “Ora che ci hai spiegato la tua ardua scelta della scuola, vuoi dirci cosa caz…cioè, cosa accidenti centra tutta sta storia con tuo fratello Sora?” E bene, adorati lettori, centra eccome. Dovete sapere cari amici, che quello stron… cioè quello sciocchino del mio fratello gemello, aveva scelto di frequentare l’alberghiero, ma quando venne a sapere che io avrei frequentato la stessa scuola del suo migliore amico Riku Silver, un anno più grande di noi, convinto che io potessi in qualche modo rubargli il suo prezioso amico, decise di cambiare scuola e frequentare la stessa che avevo scelto io. Ora, vi sembra normale? Credete davvero che io avrei anche solo pensato di provare a diventare amico di un tizio dai capelli argento e dalla stessa simpatia di un palo? Ma anche no!
In realtà qualche tempo fa mi rivelò il vero motivo per cui aveva scelto la mia stessa scuola.

-Vedi Roxas, in realtà non ho modificato la mia scelta perché avevo paura che tu potessi rubarmi il mio migliore amico, ma perché volevo stare il più possibile insieme a Riku e controllare tutte le ragazze che gli girano intorno.-
-Scusami Sora, ma non riesco a seguire il filo del tuo discorso … dove vuoi andare a parare?-
-Ecco fratellino, la verità è che … sono geloso delle ragazze che ci provano con Riku perché credo di provare per lui qualcosa di più forte di una semplice amicizia
.-

Quelle parole mi sconvolsero … e sono serio. Basta, volevo rompere qualunque rapporto di parentela con quello svitato dai capelli castani. Mi stava dicendo che era fro…cioè, fino… va bhe insomma, gay? Non potevo crederci! Avevo ragione a dire che era la pecora nera della famiglia!
Ciò nonostante una cosa mi tranquillizzava. Lui provava quelle cose, ma di sicuro Riku non lo ricambiava. Era molto freddo e distaccato con me e non lo conoscevo bene, ma mi sembrava un tipo apposto, uno di quelli a cui piace fare giochetti sconci con le povere ragazze che gli capitano a tiro. Si, era sicuramente così. Riku gli avrebbe parlato e avrebbe fatto capire al suo migliore amico che loro non potevano essere più di tanto, perché era … si insomma sbagliato!
E invece no. Riku ricambiava i sentimenti di Sora. Mi disse che non sapeva il perché. Forse per i suoi morbidi capelli che profumavano sempre di fragole, o per i suoi magnifici occhi blu oppure … va bè, per un insieme di cose melense e sdolcinate che non vi sto a raccontare perché potrebbero cariarvi i denti (e i dentisti al giorno d’oggi costano cari).
Quello che mi lasciò più perplesso è che pochi giorni dopo la rivelazione del Silver, a cui Sora mi aveva pregato in ginocchio di chiedergli se ricambiava i suoi sentimenti, (poiché aveva paura di fare una figura di mer … cioè una brutta figura, mandò me a chiederglielo e io, da bravo piccione viaggiatore porta messaggi, acconsentii mettendomi definitivamente in mezzo … che idiota che sono certe volte …), la ragazza più gno … volevo dire, la più bella del nostro corso, Kairi Gloss, chiese a Sora di uscire con lei e lui si rifiutò dicendole che c’era già una persona che occupava l’unico posto nel suo cuore. Cioè, non sapeva ancora se il tizio di cui era cotto lo ricambiava e lui aveva il coraggio di rifiutare quello splendore!? Non ci potevo davvero pensare e poi come faceva quella ragazza ad essere attratta da quel microbo e non da me! Cosa aveva al posto degli occhi, due ovetti Kinder forse? (giusto per rimanere in tema con il nostro cognome).
Comunque avevo ben altro per la mente, ovvero l’omosessualità di mio fratello.
Cosa sarebbe successo se quel tradizionalista, nazista, razzista di nostro padre avesse scoperto una cosa del genere? Quali nefaste e terribili ire si sarebbero abbattute sulla nostra casa se avesse scoperto che il suo figlio prediletto era gay?
Al solo pensiero di queste domande che si contorcevano nella mia mente e alla paura dell’ira di mio padre, (che sarebbe potuta essere anche peggiore di quella di Medea nei confronti di Giasone), decisi di dissuadere mio fratello da quei pensieri omosessuali, dicendogli che Riku mi aveva risposto che lui nei suoi confronti  non provava altro che una forte amicizia, quasi una fratellanza. Niente di più e niente di meno.
Ero convito di aver fatto la scelta giusta. Avrebbe sofferto un po’ ma almeno lo avrebbe fatto solo lui senza portare giù nel suo abisso tutta la nostra famiglia.
I giorni successivi per mio fratello furono terribili. Non veniva più a scuola, non mangiava, non dormiva, non voleva vedere nessuno, né i nostri genitori, né soprattutto Riku. Lo vidi solo io per due o tre volte in una settimana, perché mi chiedeva di portargli acqua, cibo o per svuotargli il secchio dove faceva i suoi bisogni durante quella clausura. Forse vi chiederete perché feci queste cose dato che prima ho detto di odiarlo. L’ho fatto perché in parte la sua pazzia sclerotica era anche colpa mia. Si chiuse nella sua stanza per quindici giorni giocando con due bambole: una che raffigurava lui e l’altra che raffigurava il suo amico Riku. Non immaginate che cose immonde faceva fare a quelle due bambole. In realtà dipendeva dai giorni. Quando era preso da una irrequieta passione, gli faceva fare le cose più sconce che anche il peggior pervertito sulla faccia della Terra non poteva neanche immaginare; quando invece era travolto dalla rabbia più incontenibile, sottoponeva quella povera bambola del suo migliore amico alle pene più atroci. Diceva che lo faceva sentire meglio e contento lui, potremmo dire, contenti tutti, anche se c’era una persona che sentiva più di tutti la sua assenza e che non era per niente contenta. Io dal canto mio, dovevo convivere con un piccolo senso di colpa, ma non avere quell’impiastro castano in mezzo ai piedi per più di due settimane, non mi dispiacque poi così tanto. Ciò nonostante a causa delle numerose e continue pressioni di Riku, decisi di combinargli un incontro con Sora. Ciò che odiavo di più di quel tizio dai capelli argentati era proprio la sua insistenza. Da quando mettevo piede nel cortile d’ingresso della scuola la mattina, fino a quando prendevo la corriera per tornare a casa all’orario di uscita, avevo costantemente una sanguisuga dai capelli strani che mi borbottava qualcosa del tipo “non sai quanto mi manca tuo fratello, non sono mai stato così tanto tempo lontano da lui” oppure “spero che il ricambiare i suoi sentimenti non lo abbia scosso” e ogni volta che vedevamo un cane, o un albero, o un cane che faceva pipì su un albero, quel tizio mi ripeteva sempre di quanto Sora adorasse le mele e giocare a palla avvelenata (collegamenti alquanto azzeccati non trovate?). Insomma quella situazione stava diventando insostenibile e non ne potevo più di aver quel tipo in mezzo ai coglio… cioè tra i piedi, perciò un giorno che i nostri genitori non c’erano perché erano andati a trovare quella baldrac… cioè quella vecchiaccia di mia zia all’ospedale, feci venire Riku a casa nostra in modo che potesse chiarirsi con mio fratello (anche se poi avrei dovuto subire la loro ira per aver mentito spudoratamente sui sentimenti di Mr. Silver).
Arrivati a casa, bussai alla porta di Sora, che come al solito stava facendo l’unica cosa che faceva da quindici giorni a questa parte, ovvero giocare con quelle due inquietanti bamboline.

-Sora sono Roxas … posso entrare? Ho una sorpresina per te.-

Sapevo che alla magica parolina sorpresina, quell’idiota di mio fratello avrebbe aperto la porta, perché era esattamente come un bambino troppo cresciuto … e poi amava le sorprese. Aprì la porta di scatto con un sorriso tipico di un bambino curioso, sorriso che però, alla vista del suo amico, svanì in un batter d’occhio. Tentò di chiuderci la porta in faccia, ma Riku velocemente infilò il suo piede in modo da bloccarla. Sora indietreggiò e l’altro entrò lentamente nella sua stanza, sbattendomi oltretutto la porta in faccia! E in più piuttosto violentemente! Per questo odio fare i favori alle persone, perché poi non ti mostrano quasi mai un minimo di riconoscenza!
Non osavo pensare a quanto si sarebbero detti e soprattutto a cosa avrebbero fatto, ma ero troppo curioso perciò aprii leggermente la porta in modo da poterli spiare … maledetta la mia curiosità!

-Sora ma che ti prende? Perché non vieni più a scuola?.-

Chiese Silver avvicinandosi a mio fratello che si era seduto a gambe incrociate sul suo letto e che aveva dipinto sul volto un ridicolo broncio che Riku trovava incredibilmente adorabile e tenero.

-Lo sai benissimo perché! Non fingere di non saperlo!-

A quelle parole mi sentii responsabile, ma, non so perché, non riuscii a trattenere una piccola risatina. Forse per la soddisfazione di essere riuscito a combinare un così grande intrigo.

-Avanti Sora, non fare il bambino e dimmi cosa ti prende. Prima vengo a sapere che provi certi sentimenti per me e poi … puff, svanisci nel nulla.-

Quel tipo si era avvicinato pericolosamente a mio fratello posandogli una mano sulla gamba, anzi più precisamente nell’interno coscia e io rabbrividii letteralmente … cosa sarebbe successo ora?
Sora osservò per un po’ la mano del suo amico sulla sua gamba e arrossì leggermente, poi rialzò lo sguardo e con fare arrabbiato, si levò di dosso la mano del suo amico imbronciandosi nuovamente.

-Sono svanito perché ci sono rimasto male, ecco tutto. –
-Ci sei rimasto male per cosa?.-
-Come per cosa? Perché non ricambi quei miei “certi sentimenti”.-
-Ma non è vero. Io ho detto a Roxas che ti ricambiavo e che stavo solo aspettando il momento più opportuno per dichiararmi.-

-D…Davvero? A me invece ha detto che tu non mi vedi che come un tuo amico, o al massimo come un fratello ma … niente di più-
-No Sora, ti giuro che per te vorrei essere qualcosa di più.-

Quello che avvenne dopo preferirei evitare di raccontarlo. Non vorrei traumatizzare voi lettori come sono rimasto traumatizzato io. Comunque potete immaginarlo. Riku ha baciato Sora e un bacio tira l’altro fino a diventare qualcosa di più … ecco … importante e osceno per i miei gusti.
Quel pomeriggio fu il migliore dell’intera vita di mio fratello Sora e il peggiore della mia. Per fortuna abbiamo stanze separate che ancora più fortunatamente sono lontane tra loro. Ma il loro gemiti mi perseguitarono per l’intero pomeriggio.
Per grazia ricevuta però, verso le quattro di quel pomeriggio di fuoco, venne a casa mia Axel che era il mio migliore amico, che a differenza di quello di Sora era normale (almeno così credevo). Hockins (mi piace chiamare la gente per cognome … mi fa sentire importante) mi propose di uscire e io ovviamente accettai. Qualunque cosa pur di lasciare quella casa piene di fro… cioè, persone tendenti all’altra sponda.
Ma durante quella passeggiata capii di aver un altro grande problema.

Nda

Si comincia con i problemi! :D
Spero, come al solito, che il capitolo vi sia piaciuto e di non essere stata ecco … prevedibile.
Insomma uno dei problemi di Roxas non poteva non essere Sora, ci devono per forza essere diatribe familiari nella vita di un’adolescente, soprattutto se quest’adolescente non è altro che un tipo dai capelli biondi, occhi azzurri, fissato con il gelato al sale marino e soprattutto che si chiama Roxas! :D Ok, basta, faccio la persona seria … come si può non essere seri davanti ad una storia d’amore tormentata come quella tra Riku e Sora… peggio che Romeo e Giulietta (anche se qui non muore nessuno e finisce tutto, potremmo dire, bene).
In oltre volevo fare un piccolo appunto… quelli tra parentesi sono sempre pensieri di Roxas, solo che sono … come potrei definirli … diciamo che sono pensieri o riflessioni più profonde del nostro protagonista.
Comunque ringrazio davvero moltissimo tutti coloro che leggono la mia storia e coloro che la hanno inserita tra le seguite e le preferite. Un ringraziamento stramega grande a tutti coloro che mi hanno recensito, mi avete resa davvero felice :’).
Bhe, al prossimo problema allora :D.
Saluti e a presto
:).

_KHProminence_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il tuo migliore amico che ci prova con te ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

Problema 2

--->Il tuo migliore amico che ci prova con te<---

Io e Axel andammo a passeggiare nel parco che si trovava nel centro della città. Andavamo sempre lì quando avevamo voglia di fare quattro passi.
Ero molto fortunato perché consideravo quel tipo strampalato dai capelli rossi, il migliore amico che si potesse desiderare. Ero molto affezionato a lui, ma occhio a non fraintendermi, gli volevo bene si, ma non a i livelli a cui Sora voleva bene a Riku.
Axel Hockins era un vero mito. Lo consideravo quasi un modello da imitare. Era il più fico della scuola, tutte le ragazze erano cotte di lui e non solo le nostre compagne. Sarà per il suo insolito colore di capelli, o per quel fisico scolpito o per quei occhi verde smeraldo che solo incrociandoli una qualsiasi donna si scioglieva come un ghiacciolo sotto il rovente sole di agosto, ma niente e nessuno riusciva a resistergli, persino io! Infatti ogni qualvolta avevamo una discussione alla fine riusciva sempre a spuntarla lui, riuscendo sempre a convincermi di fare le cose più assurde e malsane … e non chiedetemi come ci riuscisse perché neanche io ne ho la minima idea.
Inoltre era l’unico che mi dava ottimi consigli e di cui mi fidassi cecamente. Infatti fu l’unico a cui parlai del “problemino” di mio fratello. Ero sicuro che sarebbe stato comprensivo e che mi avrebbe suggerito come gestire quella situazione visto che certe volte era davvero saggio …

-Ahahahah … non ce l’ha faccio più, rischio di farmela addosso, ahahah … ho le lacrime da quanto ho riso e non riesco a respirare, ahahah…-

Questa fu la sua reazione quando gli dissi ciò che era successo a Sora. Scoppiò in una risata senza fine, piegandosi in due e cadendo sulla soffice erba che circondava il laghetto del parco nel quale eravamo soliti passeggiare.

-Axel devo dirti una cosa … piuttosto brutta.-
-Rox, amico, mi spaventi. Cosa è successo?-
-Vedi ho scoperto che … che mio fratello è gay!-
-Cosa? Mi prendi in giro?-
-Vorrei, ma purtroppo è la realtà.-

Queste furono le parole che ci scambiammo … E poi lui scoppiò a ridere come vi ho detto.

-Vedi amico io non ci trovo nulla di male nell’omosessualità di tuo fratello. Perché ti cruccia così tanto questa storia?-

Non dimenticherò mai quella domanda. Anche perché fu l’origine del problema numero due (in più come diamine parlava? “Cruccia” ma che razza di parola è? Neanche il cadavere in putrefazione del nonno di mio nonno avrebbe usato una parola del genere!).
Eravamo seduti sulla riva del laghetto. Lui dopo circa mezz’ora d’orologio, (giuro, dopo trenta minuti esatti, mi colpisse un fulmine … anzi, mi colpisse un cuscino in questo momento se non è la verità) smise di ridere e si sdraiò con le braccia dietro la testa sospirando, socchiudendo gli occhi e proferendo quelle maledette parole.
In realtà non sapevo cosa mi desse tanto fastidio di quella scelta di Sora, è solo che … mi faceva un po’ senso anzi… proprio schifo. Se uno nasce uomo va con le donne, non con gli uomini! (Si lo so ho una mentalità un po’ chiusa e ridotta, ma io la penso così quindi tenetevi per voi i vostri insulti).

-Bhe sinceramente non so esattamente cosa mi dia tutto questo fastidio, so solo che mi fa un po’ schifo ecco tutto.-

Prima di rispondermi e dirmi certe parole che mi risuonano tutt’ora nella testa, mi si avvicinò e cinse la mia povera vita con una delle sue possenti e sudice braccia. Si avete capito bene, sudice. Chi gli dava tutte queste confidenze eh? Finché si trattava di una maledetta pacca sulla spalla, o un abbraccio di quelli che si danno i ragazzi quando fanno gol durante una partita di calcio, ben venga, ma non spingiamoci troppo in là! Ma lui lo fece lo stesso.

-Schifo eh? Io credo che tu sia solo invidioso perché tuo fratello ha un forte e robusto maschione da baciare e tu no … ma se vuoi a questo si può porre rimedio.-

Mi si avvicinò terribilmente e pensai volesse farmi lo stupido scherzo “ti rubo il naso”, per farsi rincorrere e farci fare la tipica figura dei due coglio… cioè, la figura degli idioti che si rincorrono ancora come due bambini nonostante avessero cinquant’anni per gamba (si fa per dire naturalmente).
E invece no, lui voleva baciarmi. Riuscii ad evitare quell’unione per circa un decidecimo di secondo, nell’esatto istante in cui stava per premere le sue labbra sulle mie. Non avevo mai baciato nessuno lo ammetto, ma non volevo darlo a lui il mio primo bacio, soprattutto non volevo darlo ad un ragazzo!
Perciò dopo aver evitato il bacio, scappai via e Axel cadde in avanti con la faccia nell’erba, dato che non si era accorto della mia fuga.

-Hey Rox! Dove vai?.-

Mi sentii urlare mentre correvo via.

-È tardi, devo tornare a casa o mio madre scatenerà Sparta … e sai cosa intendo!.-

Mi inventai una scusa banale, ma volevo andare via a tutti i costi.
Ma che diavolo stava succedendo in città? Era per caso scoppiata in città una feroce epidemia di frociag … volevo dire, di omosessualità? Prima Sora, poi Riku e ora Axel.
Andiamo, quei due avrei anche potuto accettarli, ma Axel proprio no! Si era fatto tutte le ragazze più belle della scuola e anche la professoressa più sexy mai esistita, perché ora aveva fatto quella scena? Ah! Ma certo! Forse scherzava, certo era ovv … no, purtroppo non poteva essere così. Conosco quel tipo dai capelli rossi da una vita e so riconoscere quando scherza e quando è serio. Quindi le opzioni erano due: o mi prendeva altamente per il cu… cioè in giro, oppure si era stufato delle femmine e voleva provare qualcosa di … di diverso.
Quella notte non chiusi occhio. Non facevo altro che pensare alla scelta di mio fratello,  a cosa sarebbe successo se i miei avessero trovato il loro figlio prediletto incollato alle labbra di quel tipo, (di cui oltretutto avevano una grande considerazione!) e in più, non riuscivo a fare a meno di pensare a quel gesto di Axel. Non riuscivo a togliermi dalla testa quei suoi meravigliosi occhi verdi, quei guizzanti muscoli scolpiti, quei fantastici capelli color del fuoco più vivo e quelle labbra … un’ attimo, ma che caz… che cavolo mi trovavo a pensare … cosa mi stava succedendo? Mi stavano contagiando anche a me? Mi sarebbe mai potuto piacere Axel, ma soprattutto, mi sarebbe mai potuto piacere un uomo!? Forse tutti gli strani avvenimenti di quei giorni mi avevano scosso talmente tanto, da portarmi addirittura ad uno stato di infermità mentale. Si, doveva per forza essere così, perciò decisi che avrei approfittato di un ponte che facevamo a scuola e avrei passato un paio di giorni da solo in casa, cercando di evitare ogni forma di contatto umano soprattutto con il mio gemello, con il suo ragazzo e con quel pazzoide del mio migliore amico, con la sola compagnia di qualche giornaletto spinto che mi avrebbe ricordato che sono un adolescente in preda agli ormoni.

 

Quei due giorni di solitudine mi fecero proprio bene. Riuscirono a schiarirmi le idee e mi aiutarono a riprendermi dai vari shock a cui fui sottoposto nei giorni precedenti (Ero convinto che neanche l’elettroshock mi avrebbe aiutato ma a quanto pare mi sbagliavo). Ciò nonostante il ritorno a scuola fu traumatico. Axel mi seguiva ovunque, rivolgendomi attenzioni troppo pesanti che a me non piacevano per niente. Mi abbracciava troppo spesso, (come se fossi il peluche con cui dorme) mi dava stupidi e melensi baci sulle guancie e in più metteva le sue sconce e luride mani in posti dove solo io dovrei avere il privilegio di infilarle. Non sapevo cosa fare. Più mi ribellavo e più lui insisteva, e poi non so come facesse ma riusciva a farmi quelle orribili cose senza che nessuno si accorgesse di niente.
Per fortuna però, (o per sfortuna, in base ai punti di vista), una nuova disgrazia si abbatté sul nostro gruppo di amici e Axel si distolse un po’ da quelle gravose attenzioni che mi rivolgeva.
Anche se fino ad adesso ho parlato solo di lui, non pensiate che il tipo dai capelli che sembravano un fuoco d’artificio rosso uscito male, sia il mio unico amico. Certo, non sarò il ragazzo più popolare della scuola, ma ho una quantità discreta di grandi amici. Axel è quello con cui passo più tempo in assoluto, ma la nostra combriccola al completo comprende circa dieci elementi più Riku e quel finoc… e mio fratello Sora. Oltre a me e al tipo dai capelli strambi, ce n’era uno che è la fonte del mio problema numero tre: Demix Waterson, detto anche “lo scemo del villaggio” ma non perché fosse un idiota che non capisce un caz… cioè che non capisce niente,(bhe, un po’ anche per quello), ma soprattutto perché era colui che riusciva sempre a sdrammatizzare in qualunque situazione e che era in grado di far ridere anche un becchino mentre allestiva il funerale di sua madre. Inoltre aveva davanti a sé una promettente carriera da musicista, dato che era il chitarrista più bravo che io abbia mai sentito suonare, ma nonostante ciò, non avevamo tenuto in considerazione che Demix non era solo un musicista, ma anche un essere umano (anche se piuttosto stupido) e che come tale, è in grado di compiere errori, sbagli e, diciamolo, enormi cazzate…

 

Nda

Tadadadà … ecco a voi comparire quasi per mangia il problema numero 2! XD
Non so come la pensiate voi, ma a me questa storia piace davvero molto, mi diverto un  sacco a scriverla
J.
Non ho niente di particolare da dire su questo capitolo… quindi oggi scoccerò poco limitandomi a ringraziando tutti coloro che leggono la storia, coloro che la hanno inserita tra le seguite e le preferite e tutti coloro che mi recensiscono, grazie non sapete quanto mi rendete felice :D.
Saluti e al prossimo problema del povero Roxas :D.

_KHProminence_

 



 


 




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una promettente Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di abbandonare tutto e diventare un ballerino classico professionista ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

Problema 3

--->Una promettete Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di abbandonare tutto e diventare un ballerino classico professionista<---

Demix era veramente un genio della musica. Nell’intera scuola era considerato come il Mozart della musica Rock. E’ come se il ritmo (accompagnato da una buona dose di stupidità) gli scorresse nelle vene. Spesso veniva ingaggiato per fare delle serate in alcuni Night Club e faceva tutto da solo, perché oltre al saper suonare, era anche un cantante piuttosto bravo e non aveva alcuna band o gruppo di sorta. Lui si “cantava e suonava da solo” come ci diceva sempre lui. Pensate che poco tempo fa un famoso produttore di una casa discografica lo aveva contattato per fargli registrare un demo. E quello fu il principio che diede origine al mio problema numero tre.
Il nostro Waterson aveva tutto della Rock Star a mio parere. L’aspetto, la bravura e una simpatia che avrebbe catturato anche le vecchiette depresse che danno da mangiare ai piccioni nei parchi.
E come tutte le Rock Star di successo, arriva un periodo in cui l’ispirazione ti abbandona del tutto e ti prede una inconsolabile depressione.
Il nostro amico ebbe un successo discreto con il suo demo e perciò il produttore gli propose di incidere il suo primo vero album che avrebbe dovuto avere tredici canzoni più un bonus track.
Le tredici canzoni non furono un problema … ma quel caz… cioè, quel maledetto bonus track fu una catastrofe su ogni fronte che travolse nella sua furia anche me e quell’altro malato, imbecille, idiota, megalomane, pervertito e altre cose orribile che ora non mi vengono in mente, dai capelli rossi (scusatemi ma sono troppo arrabbiato per fare il suo nome). Non so perché ma quello svitato cantante riteneva me e … voi sapete chi, le sue muse ispiratrici. Non credo che essere una musa fosse proprio una definizione adatta, ma lui stava così bene con noi che gli bastava prendere la chitarra in nostra presenza per tirare giù pezzi da disco di platino.
Ma per il bonus track non fu così. Si era messo in testa che doveva essere qualcosa di assolutamente grandioso, eccezionale, strepitoso, una canzone che sarebbe dovuta risuonare milioni e miliardi di volte negli Ipod di tutti i ragazzi del mondo: dalla Francia al Kazakistan, dall’America all’Azerbaigian … insomma, ovunque.
Le sue canzoni avevano sempre come tema il “viviamo la vita intensamente, perché ne abbiamo solo una e non possiamo sprecarla!” insomma le solite strofe che ti suggeriscono di non fare altro che cazzeg… cioè di divertirti.

-Voglio che il mio bonus track sia qualcosa di più profondo, qualcosa che tutti i ragazzi innamorati possano dedicare alle ragazze a cui tengono-

Come se non bastasse, si era anche innamorato. Un giorno io e PedoBear (non voglio ancora menzionare il suo nome), stavamo giocando a carte nel giardino di casa mia e ad un certo punto vedemmo sbucare dall’angolo della strada, un tipo completamente rosso a causa della corsa, dagli occhi blu e i capelli tirati su sempre pieni di gel. Subito gli chiedemmo cosa gli fosse accaduto e lui ci raccontò di un magico e fatale incontro …
Mentre passeggiava nel parco, immerso nei suoi profondi e intensi pensieri,(ovvero ciò che avrebbe mangiato per cena) il nostro Demix non si era accorto della presenza di una piccola valigetta di pelle marrone posta accuratamente in un angolino della strada, che però, finì per finirgli magicamente tra i piedi, il come ciò avvenne lui lo descrisse come “un segno del destino voluto da un folletto fatato di nome Scott” (povero demente… era concio proprio male… ora vedeva anche gli esseri magici svolazzargli intorno… altro che droga o fumo, Demix sarebbe stato più normale completamente fatto di eroina o sulla soglia del coma etilico).
Comunque, a causa di questo spiacevole incidente, il nostro amico cadde violentemente sui ciottoli del viottolo e si trovò a sanguinare da una narice.

-Ma porca tro…-
-Ti sei fatto male?-

Subito la visione di un angelo dai lunghi e delicati capelli biondi e dagli intensi occhi blu, gli fecero dimenticare l’inarrestabile emorragia che gli fu provocata da quella caduta.

- No, no sto bene … anzi benissimo … e solo che qualche stupido idiota ha lasciato questa inutile valigetta in mezzo alla strada.-
-Mi dispiace che il mio preziosissimo kit di colori e tempere racchiusi in una prestigiosa pelle di daino ti abbia fatto inciampare.-

Quando Demix capì di aver insultato la ragazza più bella che avesse mai visto, non seppe più cosa dire. Sarebbe voluto scomparire o magari morire dissanguato, dato che la narice non accingeva a smettere di perdere sangue.

-Ecco io … non … sapevo che…-

Furono le uniche cose che riuscì a stento a balbettare.

-No, sta tranquillo, non fa niente. Vieni che ti do una mano a fermare il sangue.-

Non avevo mai visto Waterson in quello stato. Stringeva ed annusava in continuazione uno stupido fazzoletto ricamato che gli aveva dato quella tipa che mi sembrava aveva detto che si chiamasse Neminà, Minanè… ah! Naminè.(Si ammetto di avere una memoria da triceratopo … si insomma una memoria del caz… cioè scarsa.)
Ci disse che quell’inutile pezzo di stoffa era il suo pegno d’amore per lui. Che era il simbolo del loro amore. Sembrava davvero un babbeo, faceva stupide risatine, sbatteva gli occhi come un’ebete e sospirava ogni cinque secondi sussurrando qualcosa di melenso e in un pessimo francese del tipo “Ah l’Amour, que belle chose l’amour”. Quando Demix diceva quelle cose Axel (ah no! Maledetto me che ho proferito quel terribile nome, ora sarò colpito dalla maledizione dello scarafaggio ruubino, che mi farà diventare la lingua blu e mi scioglierà tutti gli organi interni e che… ok, ci do un taglio, credo di star esagerando leggermente), si girava verso di me guardandomi con uno sguardo malizioso del tipo “ presto anche tu conoscerai l’amour”. Se sto caz… sto cavolo. Ne avrebbe dovuto aspettare di tempo se credeva che avrei provato amore verso di lui.
Comunque, tornando al problema fondamentale cioè Demix, la scadenza per la consegna dei quattordici brani era ormai alle porte e il bonus track non era ancora pronto. Quell’idiota aveva il cervello in pappa a causa di quella biondina e le uniche cose che riusciva a scrivere erano cazz… stronz… cavolate tipo “ amore bello come un fiore, cuore che batti con ardore” e sempre quelle stupide quattro parole che si ripetevano per circa cinque vomitevoli strofe. Non mi era mai capitato di odiare una canzone di Demix, perciò la cosa era seria … e non scherzo.
Sapevamo quanto il nostro amico tenesse a quel disco, anche se ultimamente non lo dimostrava poi così tanto, ma sapevamo che era così. Perciò io e Axel provammo a scrivere da noi il bonus track, quanto poteva mai essere difficile? … ma sapete, in realtà non è per niente facile scrivere una canzone, soprattutto se devi scriverla con un megalomane che usa le chitarre per definirsi (come diceva lui) Caz-zilla.
Inoltre non dovevo sopportare solo quell’uso altamente scorretto di un innocente e indifeso strumento musicale, ma anche le attenzioni di PedoBear di cui siete già a conoscenza. Tutte le strofe che riusciva a creare con la sua contorta e pervertita mente, avevano come soggetto me come suo oggetto del desiderio, o il mio sedere che secondo lui era da mordere. Ero disperato! Quel tipo era davvero incontenibile e assurdo e alla fine la canzone che uscì dalle nostre sfinite menti fu qualcosa del genere:

Il sole sta mattina sembra un’arancia
Che fa venire fame alla mia pancia
Roxas è tutto da baciare
Ma solo io lo posso fare.

(È inutile precisare che le ultime due strofe venivano fuori da Axel.)

Quindi capimmo che l’idea di scrivere noi il bonus track era da scartare. Perciò, decidemmo di escogitare un modo per far perdere a Demix il suo interesse per Naminè, spezzargli il cuore e farlo infuriare. Si sa che le migliori canzoni vengono fuori quando un cantante ha una furia incontenibile ed ha bisogno di sfogarsi! Perciò escogitammo un piano diabolico e perfetto allo stesso tempo. Axel era imbattibile anche in questo. Riusciva a tirare fuori le idee più diaboliche e contorte che chiunque potesse immaginare. Il Diavolo in persona si sarebbe inchinato davanti ad una sua tremenda pensata.
Il nostro genio aveva un amico, Terra Background, un tipo niente male, dai capelli castani piuttosto disordinati, gli occhi azzurri e la carnagione leggermente abbronzata. Uno dei tanti fichi con cui Axel girava quando aveva voglia di rimorchiare qualche ragazza. Questo tipo gli doveva un favore per non so quale motivo (a proposito di un ramo appuntito e un costume da bagno … bho, francamente non mi interessa ciò che combinano quei due malati) e il mio amico ritenne che questa era l’occasione per riscuotere quel favore.
Naminè ogni pomeriggio alle sei in punto, era sulla panchina del parco che affacciava sul lago, intenta a disegnare qualcosa di indecifrabile su un enorme album da disegno che teneva sulle sue ginocchia.
Volete sapere cosa stavamo escogitando? Ora ve lo spiego.
Un venerdì pomeriggio a circa dieci giorni dalla scadenza per la consegna dei brani, io, Axel e Demix andammo a passeggiare nel parco dove era solita andare anche Naminè. Andammo verso le cinque e mezza quindi praticamente mezz’ora prima l’arrivo della ragazza. Il pervertito era in contatto telefonico con il suo amico Terra che aspettava l’arrivo di Naminè all’entrata del parco.
Alle sei meno cinque il nostro Background, scorse una piccola e delicata figura bionda che indossava un immacolato vestito bianco. Fu colpo di fulmine.
Terra si innamorò perdutamente della ragazzina bionda che a sua volta fu letteralmente fulminata da quell’aitante ragazzone.
Camminando e conoscendosi, arrivarono fino alla panchina di Naminè dietro la quale vi era un’enorme albero, dietro cui eravamo seduti noi tre : il bellissimo biondino, il rosso malato e il cotto cantante.
Quando sentimmo i due parlare, ci sporgemmo leggermente per spiarli cercando di trattenere Demix che stava letteralmente per esplodere.
Fu una scena memorabile.
Erano lì sulla panchina. Si guardarono intensamente per circa dieci minuti e poi si scambiarono un passionale bacio che durò circa il doppio del tempo. Quando il nostro amico vide che Terra appoggiò le sue labbra sulla bocca della sua amata, si alzò di scatto e infuriato corse verso i due.

-Ma Naminè come hai potuto tradirmi così? Credevo che tra noi ci fosse qualcosa di grande! Mi hai anche dato questo fazzoletto come pegno d’amore!-

La ragazza era completamente confusa e sconvolta, anche perché si ricordava vagamente di Demix … ma soprattutto per come le si era presentato davanti. Infatti nel suo scatto furioso, il nostro amato cantante non si accorse di essere rimasto completamente in mutande (mostrando all’intero parco e compagnia i suoi meravigliosi e virili boxer con unicorni rosa, arcobaleni colorati e il folletto Scott).
Waterson era solito indossare pantaloni che gli lasciavano scoperto praticamente i tre quarti del sedere, anche perché gli piaceva indossare jeans che erano circa tre taglie in più alla sua.
Io e Axel scoppiammo a ridere furiosamente, mentre Terra chiuse gli occhi e scosse la testa in segno di dissenso.
Imbarazzato e con il cuore spezzato, Demix schizzò via come uno scoiattolo a cui hanno appena pestato la coda.
Purtroppo però, il piano che avevamo escogitato non ebbe i risultati che speravamo.
Demix si chiuse in casa per tre giorni senza vedere nessuno, chiuso in camera sua, al buio, guardando giorno e notte stupide e insulse telenovela venezuelane mangiando chili e chili di gelato e piangendo alle scene d’amore, come se fosse una ragazzina a cui il ragazzo che le piaceva tanto le ha dato due di picche.
Il quarto giorno, io e Axel lo andammo a trovare portandogli una riserva industriale di gelato al puffo (come facesse a mangiare quantità assurde di quella disgustosa roba zuccherosa non lo abbiamo mai capito, lui ci diceva sempre che lo faceva come segno di solidarietà verso Gargamella che nella sua povera esistenza non era mai riuscito a catturare un singolo Puffo … si, so cosa state pensando, e vi rispondo che avete ragione … è un’idiota, ma eravamo suoi amici anche per questo).
Quando ci aprì la porta, ci ritrovammo davanti una sottospecie di mozzarella zombi in pigiama, con delle borse sotto gli occhi da fare invidia ai marsupi dei canguri e dei capelli che sembravano un nido di cicogne.
Non aveva toccato uno strumento, l’unico oggetto che aveva toccato in quei giorni che facesse un suono era lo sciacquone del ces… cioè del water.

-Demix non puoi ridurti così per quella sciacquetta … sono sicuro che se ha preferito quello Yeti  a te, è perché non ti merita.-

Cercai di consolarlo io… 

-Certo è sicuramente così… lei non ha preferito Terra perché è bello, aitante, muscoloso, fascinoso … -

Axel certe volte era la persona più inopportuna del mondo … non so se le faceva a posta … ciononostante lo aveva fatto piangere di nuovo …

-Non stare a sentire quel cretino Dem … -
-Grazie Roxy … ti voglio bene anche io…-

Diede per una seconda volta la dimostrazione di quanto fosse inopportuno … aveva ricominciato a fare il gatto morto mandandomi baci al volo e formando uno stupido cuore con le mani …
Comunque cercai di non dargli troppa importanza e sbuffando mi girai nuovamente verso il nostro amico in lacrime …

-Dai Demix! Pensa a quando sarai una rock star di successo e quella tipa si accorgerà di aver buttato via la più grande occasione della sua patetica vita … si sentirà anche peggio di come stai tu ora … quindi ora fatti una bella doccia, perché puzzi come un cadavere in putrefazione, vestiti, pettinati e scrivi quel caz… cioè quel benedettissimo bonus track…-
-No … è inutile Rox … ho deciso di abbandonare lo spietato mondo della musica …-

Disse mettendosi in piedi davanti a noi, asciugandosi le lacrime e puntandoci due occhi pieni di determinazione.

-Ho deciso che diventerò … un famoso ballerino di danza classica …-

Io e il mio folletto aiutante dai capelli rossi ci girammo istintivamente l’uno verso l’altro guardandoci con aria stranita pensando qualcosa del tipo “ ma che caz… che cavolo sta dicendo questo idiota?”
Axel si alzò e gli avvolse un braccio al collo, chiudendo gli occhi e agitando il dito stile consigliere dai mille successi (dai mille insuccessi a mio parere).

-Demix, amico, sono sicuro che sei ancora sconvolto per questa storia … vedrai che mangiando un bel gelato al sale marino, e non quella mer… quello schifo blu che ti ostini ad ingurgitare, ti schiarirai le idee e ti metterai a scrivere questo maledetto bonus track…-
-No basta, non voglio mai più sentir parlare di musica, chitarre, CD e soprattutto bonus track, voglio diventare un ballerino professionista come Billy Eliot …-

Disse il cuore spezzato, liberandosi del braccio di Axel e avvicinandosi alla finestra, incrociando le mani in segno di preghiera e rivolgendo lo sguardo al cielo iniziando ad intonare la stupida canzoncina di Cenerentola …

-I sogni son desideri, di felicità … tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente e il tuo sogno realtà diveraaaaaaaaaaaaaa…-
-OK Basta, dacci un taglio!-

Gli urlai io per richiamare l’attenzione di Cenerentolo… poi mi calmai e con la mia tranquillità e gentilezza di sempre cercai di dissuaderlo da quel ridicolo sogno …

-Razza di imbecille, ma di cosa stai parlando!
Già sento la presentazione che faranno nei teatri per introdurti …
“Datemi una D di Demente,
una E di Esasperante,
una M di Mangiacaccole,
una I di Idiota,
e una X di X favore vai al lavorare …
signori e signore ecco a voi quel brutto coglione di Demix Waterson, che crede di poter buttare via la sua vita a causa di una troietta che gli ha dato due di picche!”-
-Wow Rox… niente male, potresti scrivermela su un foglietto così non me la scordo?-

Mi alzai di scatto e cercai di scaraventarmi addosso a quel cogl… a quello stupido, ma Axel mi prese per i fianchi e mi bloccò e anche se mi dimenavo con tutte le mie forze, non riuscivo a liberarmi da quella micidiale stretta …
Così in quel momento tutti erano felici … Demix per la sua nuova carriera e AxelPedoBear perché poteva stringermi a sé … tutti felici tranne me, che al ritorno a casa avrei dovuto fronteggiare un nuovo grande problema … e ora mi viene spontaneo chiedermi … perché caz…cavolo capitano tutte a me?

 

 

 

 

NdA

Tra tutti i problemi che ho scritto fino ad ora, questo è uno dei miei preferiti :D.
Vediamo un po’ … il nuovo problemino di Roxy consiste in un Demix che vuole buttare via fama, gioie e ricchezze perché ha avuto una delusione d’amore … poverino che vita difficile e travagliata xD … sinceramente non so perché ho optato per la carriera di ballerino classico, ma francamente ce lo vedo Demix in calzamaglia, body nero e scaldamuscoli xD.
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito almeno un po’
:).
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e seguono la storia e tutti coloro che la recensiscono… mi rendente la personcina più felice del mondo :’).
Saluti e al prossimo problema del nostro Roxas preferito :D.

_KHProminence_ 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I tuoi genitori che decidono di mollare tutto e partire per la Luna ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune


Problema 4

--->I tuoi genitori che decidono di mollare tutto e partire per la Luna<---


Quando tornai a casa ero fuori di me. Tutto mi stava sfuggendo dalle mani: la mia amicizia (se così si può ancora definire) con Axel, la carriera di Demix e soprattutto la storia di Sora e Riku.
Più di una volta i miei stavano per trovarli insieme a pomiciare e più di una volta io ero riuscito, non so bene in che modo, a distrarli per non fargli scoprire la relazione clandestina del mio gemello. Se non altro, da quando dovevo salvaguardare l’integrità di quei due froc… cioè quei due “buoni amici”, dovevo in qualche modo attirare le attenzioni dei miei genitori, ottenendo così le apprensioni che non avevo mai ricevuto (bhe in parte sì, ma in quantità piuttosto modeste, misere e penose).
All’inizio non pensavo fosse male essere costantemente sotto i riflettori dei nostri genitori, fino a che non scoprii che l’unica persona normale della famiglia era proprio (e soprattutto esclusivamente) il sottoscritto.
Quella sera, quando mi ritirai dalla casa di quel cogl…quel demente di Demix, trovai entrambi i miei genitori seduti uno di fronte  l’altra, nella nostra sontuosa sala da pranzo, che di solito veniva adibita solo per occasioni importanti come incontri con personaggi di rilievo o il compleanno di Sora (wow, non lo ho insultato, allora devo essere veramente sconvolto ..)che poi era anche il mio, ma questa è solo una piccola sfumatura.
Sta di fatto che se i miei genitori si trovavano lì, senza alcun ospite e senza mio fratello, voleva poter dire un’ unica cosa… avevo combinato un casino. E già, quando i miei dovevano farmi una di quelle ramanzine con i controfiocchi, dovevano stare comodi e soprattutto in posizione strategica in modo da potersi suggerire cosa dire senza che la povera e inconscia vittima (cioè io), sapesse cosa confabulassero.
Il primo a parlare fu la figura che porta i pantaloni in famiglia … ovvero mia madre.
Non fraintendetemi, non è che mio padre vada in giro con gonne o kilt scozzesi, è solo che, quando c’era da riparare un tubo che perdeva, o quando c’era da prendere decisioni importanti, ma soprattutto quando c’era da fare una ramanzina a qualcuno, la mia dolce e tremenda madre era la migliore. Non ho mai capito come facesse, ma quando la mia “amorevole”(ahahah amorevole… si come no, che grande battuta) genitrice doveva farti una predica, riusciva a rinfacciarti di tutto, riusciva a farti sentire veramente una merd… cioè una … no, cioè niente, stavolta devo dire le cose come stanno … e mia madre riusciva a farti sentire una vera merda. Era capace di farmi sentire in colpa anche quando ero innocente e non avevo combinato niente; per questo odio le prediche dei miei quando sono insieme … perché mio padre poi, da bravo sostenitore quale è, riesce sempre a girare il coltello nella piaga in modo che da un confronto con loro, ne uscissi sempre distrutto e completamente a pezzi; non che loro mi picchiassero, non hanno mai alzato un dito contro di me, ma le loro parole potevano essere così taglienti, da ucciderti lentamente e dolorosamente. Perciò forse avrei preferito un paio di frustate con la cinghia sulla schiena, e chi s’è visto s’è visto, perché posso garantirvi cari amici, che certe volte le parole sono peggio dei gesti violenti.
Comunque, ero abbastanza scazzato quella sera, quindi, qualunque cosa mi avrebbero detto, mi sarebbe entrata da un orecchio e mi sarebbe allegramente uscita dall’altro.
Come vi ho detto prima, a parlare cominciò prima il boss della famiglia (che per chi non se lo ricordasse è la mia dolce, adorabile e bastar…madre).

-Roxy, piccolo amore della mamma, siediti qui vicino a noi-

Tipico di quella donna perfida … prima ti addolciva falsamente con la carota e poi SBADABAM! Ti colpiva con una frusta spessa come un manganello.
Poi, quando il capo gli diede il permesso di parlare, continuò mio padre…

-Abbiamo avuto una chiamata dalla scuola che non ci è piaciuta molto e vorremmo delle spiegazioni …-

Ecco, lo sapevo, quel vecchiaccio di Ansem il bidello aveva fatto la spia… la spia su cosa vi starete chiedendo ora … deludo sin dal principio le vostre malsane idee. Scommetto che starete pensando che abbia beccato me ed Axel nel bagno mentre io ero succube delle molestie di quel pazzoide dai capelli rossi … ah, non pensavate questo … oh ecco, bhe comunque non era questo che temevo che spifferasse (anche perché non è mai successo sia chiaro..), ma avevo paura che quel tizio, che insisteva perché lo chiamassimo il “saggio” (si, di sto caz..), rivelasse ai miei genitori che aveva beccato Sora e Riku che facevano le loro cose sconce nel bagno, per di più non in quello dei ragazzi ma in quello delle ragazze!!!
Quindi la cosa era doppiamente grave (e strana a mio parere).
La fortuna dei due fu che anche Ansem era … si insomma … finoc…gay.
Mi sono sempre chiesto come mai io non lo abbia mai capito.
Infondo era piuttosto evidente anche perché aveva alcuni modi di fare piuttosto effeminati, ma ho sempre creduto che lo facesse apposta per scherzare (bhe, però uno che va in giro con del rossetto rosso, sculettando in un modo assurdo tanto che temevamo gli potesse partire il cul..il sedere da un momento all’altro, e che ammicca ad ogni professore sotto i settant’anni, in effetti dovrebbe destare più di un sospetto …). Perciò, avevano un valido alleato dalla loro parte.
Comunque a quanto pareva, non era quella la motivazione per cui mi avevano chiamato a colloquio. Il mio problema fu che purtroppo l’anno scolastico stava finendo e avevo due materie in cui non eccellevo particolarmente e che mi stavano causando non pochi grattacapi.

-Abbiamo saputo che da un po’ di tempo hai alcuni problemi con l’ inglese e con la biologia… è giusto, oppure la segreteria ha sbagliato famiglia Khinder?-

Magari cercava il signor Kinder cioccolato e avevano davvero sbagliato numero.
Per mia sfortuna non fu così. Avevano contattato il dolcetto giusto, dolcetto che presto sarebbe diventato una chiazzetta squagliata sul tappeto di camoscio irlandese, calpestata e sbiascicata dall’ira funesta dei miei (più esattamente della belva che io oso definire madre).
Il danno era che i miei genitori e il preside Xemnas erano molto amici, ma non amici ai livelli normali del tipo “ci si invita a cena” o “si va a fare una partita a bocce lungo la spiaggia vicino alla discarica comunale”, no, ai livelli loro, ovvero assurdi e malsani.
Ogni mattina, pomeriggio, sera dovevano sentirsi per telefono o messaggiare attraverso le chat dei social network più disparati solo per dirsi cazza… cavolate tipo “cosa hai mangiato oggi”, “quante volte sei andato in bagno”, “quanti veli di carta igienica preferisci” … in più, ogni qualvolta quel tipo veniva a cena a casa nostra con sua moglie, (una certa Fifa, no…quello è il gioco di calcio che mi ha regalo mia zia per Natale … ah! Tifa, era Tifa il nome della moglie del preside), si chiudevano in due stanze diverse per comunicare con la stupida PictoChat del Nintendo DS (ebbene sì, da adulti e vaccinati facevano le stesse caz.. idiozie che persino Sora aveva smesso di fare da almeno due anni … chattare con quella ridicola opzione per quella stupida console portabile, con una distanza di appena dieci metri gli uni dagli altri, quando bastava semplicemente aprire una porta e parlarsi, a mio parere non è una cosa molto normale … soprattutto quando chattavano dalla stessa stanza!)
Comunque non riuscivo esattamente a capire quale fosse il così nefasto e orribile misfatto che gravava sulla mia pagella. Non avevo insufficienze gravi, va bè se togliamo il 2 nel compito scritto di inglese, il 3 nell’interrogazione e il 4 nella ricerca di biologia … ok, come non detto. Ero nella merda più totale.

-Ma adorata madre- adularla in situazioni come queste è la cosa migliore che uno possa tentare di fare- a tutti capitano delle defaillance non credi? Riuscirò a recuperare tutto, vedrai, ho molti crediti, e poi papà parla l’inglese meglio della sua lingua madre e mi aiuterà a capire dove sbaglio, in oltre per la biologia potrà aiutarm…-

Ma le adulazioni non servirono a molto perché mia madre mi gelò con un’occhiataccia e mi ghiacciò ancora di più con le sue parole.

-Signorino Khinder- odio quando mi chiama per cognome perché o è supermegastraiper incazzata o vuole mettermi in ridicolo facendomi sentire un coniglio Pasquale versione gigante- non puoi sempre contare sugli altri e inoltre con quei stupidi crediti che hai racimolato potrai solo pulirtici il…-
-Cara, so che sei molto arrabbiata, ma non essere volgare ti prego…-

Ecco, era arrivato il damerino della situazione. Cercava sempre di fare il diplomatico della famiglia anche se di diplomatico aveva ben poco, dato che, come vi ho già detto, è un uomo con ideologie piuttosto chiuse … in più è l’unica persona normale, anzi diciamo che è l’unica persona con due gambe (perché mio padre non ha niente di normale a parte avere due occhi e due gambe), che quando si infuria riesce a tirare giù il mondo senza parolacce, citando personaggi mai visti e mai sentiti e interpretando monologhi che alla loro fine ti fanno dubitare persino di sapere di che sesso sei.
Vi state chiedendo come? Ma che ne so, comunque non è questo il punto, il punto era dove voleva arrivare mia madre.
Cosa voleva dire che non potevo sempre contare sugli altri? Io che sono cresciuto in un branco di lupi in mezzo ad una foresta, dove se non cacci non mangi o vieni mangiato, perché i miei genitori umani erano troppo impegnati a cambiare il pannolino al mio gemello? Troppo melodrammatico forse? Già, in effetti forse la storia dei lupi è un po’esagerata, ma comunque non è neanche la mia teatralità il punto a cui sto cercando di arrivare.

-Mamma ma io faccio sempre tutto da solo, ho sempre fatto tutto da solo, quando avevo 6 mesi mi cambiavo già il pannolino da solo!-

Primo, grande errore.

Cosa osai dire… mi sarei preso a schiaffi in faccia finche il mio volto e le mie mani fossero divenute una cosa sola!

-Ma non dire assurdità Roxas! Come credi che tu sia nato è? Ti sei concepito, generato, cresciuto e partorito da solo forse! Hai sempre avuto bisogno dell’aiuto dei tuoi genitori!-

Ma che cazz… cavolo stava dicendo? Il troppo cioccolato di mio padre gi aveva dato alla testa forse? Come poteva dire una cosa del genere, vi rendete conto!? Mi stava riaffacciando che per nascere ho avuto bisogno di loro? Ma è una cosa assurda! Giuro che a quella enorme (e qua ci vuole) cazzata, non potei fare altro che alzare la voce.

Secondo, grandissimo errore.

-Ma cosa cavolo sbottoni mamma? L’avermi dato la vita non vuol dire avermi prestato il tuo aiuto!
Aiutarmi sarebbe significato medicarmi il ginocchio quando quel coglione del tuo figlio prediletto mi ha fatto cadere dalla bici, oppure soccorrermi quando sempre quell’idiota di Sora mi ha spinto nella piscina olimpionica facendomi quasi annegare perché non sapevo nuotare… aiutarmi sarebbe significato semplicemente prestarmi una piccola attenzione quando portavo a casa un dieci di matematica e mi chiudevo in camera mia a piangere per la vostra indifferenza!-

Addio a tutti, è stato bello conoscervi. Lascio i miei risparmi al canile giù al fiume, il mio Ipod a Demix e i miei videogiochi ad Axel, queste sono le mie ultime volontà testamentarie. Perché testamento dite? Perché, con quella sfuriata, mi ero, come si suol dire, scavato la fossa da solo e in più programmato anche il funerale.
Mio padre sembrò profondamente colpito dalle mie parole perché, con mia grande sorpresa, voleva avvicinarsi a me per abbracciarmi, ma quella arpia lo fermò puntandomi nuovamente i suoi occhi pieni di dissenso in faccia.

-Non osare parlare di tuo fratello in quel modo!-

Ma come? Tutto qui? Tante parole buttante al vento per sentirsi nuovamente inferiore a quella caccola castana?
In più mio padre non si voleva avvicinare a me per abbracciarmi, ma per andare a prendere un barattolo di gelato all’olio d’oliva e salmone nel congelatore (si, gusti di mer…gusti schifosi ma per uno che lavora circondato dal cioccolato, dopo un po’ ne avrà due pall..scatole piene). Con fare spossato e massaggiandomi le tempie, poiché avevo un mal di testa assurdo, provocato forse dalle troppe sfuriate del giorno (di solito non sono una persona che si arrabbia facilme… ahia! Che caz..maledetto foglio di mer…che non sei altro figlio di put… ora ti strapperò in mille pezzi!! Ahahah ora non potrai più ferirmi con le tue punte aguzze stupido e inutile pezzo di carta… emm … ok forse ho l’incazzatura leggermente facile, ma quel foglio mi ha sfregiato un dito!);  comunque, tornando a quell’interminabile colloquio, dopo che mio padre ebbe il suo gelato e si sedette sulle ginocchia di mia madre a mo’ di rimbambino rintronato di cinque anni, continuarono a parlare.

-Comunque d’ora in poi sia tu che quel cucciolo di Sora dovrete sbrigarvela da soli-

Quelle parole proferite dalla bocca di mio padre, mi suonavo un po’ di maledizione o presagio... Avrebbero mai lasciato il loro adorato cucciolo in balia dei mali del mondo e in balia dell’euforia di Riku? A quanto pare sì.

-Domattina io e tuo padre partiremo per andare a fare un po’ di pubblicità alla nostra azienda che purtroppo negli ultimi tempi non ha riscontrato molto successo-

Che quella robaccia non fosse molto popolare questo si sapeva, ma che addirittura dovessero intraprendere un viaggio per fare pubblicità… ma partire per andare dove poi?

-Se vossignoria  mi consente… partire per andare dove?.-
-Ma che domande Roxy-
Disse mio padre sbiascicando quella putrida e schifosa roba congelata- per la Luna è ovvio.-

Che? Ma di cosa parlava quel vecchio rimbambito? Volevano andare sulla Luna? Era uno scherzo, lo era per forza, che senso aveva fare pubblicità su quello stupido satellite? Magari ci sarebbe stato un incremento di acquirenti extraterrestri che magari avrebbero pagato di più data la lontananza. Comunque cercai di contenere tutti il mio stupore e cercare di rimanere il più apatico possibile…(cosa che non riuscì come avrei voluto… andiamo, era una cosa che avrebbe sconvolto chiunque! Persino Patrick Stella nonostante la sua innata stupidità, sarebbe rimasto sconcertato dalla “brillante idea” di quegli esperti del marketing).

-  Come? Sulla Luna? Ma state scherzando, cosa andate a fare sulla Luna? Avete messo anche il vostro cervello in quella putrida cosa che osate definire gelato all’olio d’oliva e salmone?-
-Prova ad immaginarlo figliolo “i coniugi Khinder  partono per la Luna con una scorta di cibo che consiste unicamente in cioccolatini Khinder disidratati”… la NASA impazzirà e verrà subito ad acquistare la nostra speciale linea per gli astronauti e in più magari potremmo incontrare qualche alieno che comprerà tutti i nostri dolci…-
-Sì e che dopo verrà sulla Terra e ci distruggerà tutti per vendicarsi di aver assaggiato una schifezza come quella roba che tu osi definire cioccolato… andiamo, ma avete sentito cosa avete appena detto? È una cosa assurda! E poi, chi manderà avanti la tua azienda, chi si occuperà della casa e di noi … ma soprattutto … chi cambierà il pannolino a Sora!?-
- L’azienda di papà sarà in mano a tua zia Aqua finché non torneremo, quindi di questo non dovete preoccuparvi, per il resto, è proprio questo che intendevo con il “dovete imparare a cavarvela da soli”. Il nostro shuttle partirà domani mattina alle 8:30 e perciò vi diamo il permesso di saltare la scuola per venirci a salutare.-

Mia madre si era finalmente alzata dalla sua posizione da statua, quella che assumeva ogni volta che voleva farti capire che l’imperatrice sovrana indiscussa della casa e della famiglia era lei… solo lei… solo, esclusivamente ed unicamente lei (e che ciò che diceva era legge, più importante della Costituzione stessa, e che presto o tardi anche il Capo dello Stato si sarebbe inchinato davanti a lei, e sarebbe diventata monarca assoluta di tutta la Nazione… certe volte mi sembrava tanto quel topolino bianco e basso di quel cartone delle due pantegane che volevano conquistare il mondo.) Alzandosi dalla sua postazione, fece cadere mio padre (che invece mi sembrava l’altro topolino, quello alto e stupido)che era ancora seduto sulle sue ginocchia, e poiché aveva il barattolo del gelato in mano, cadendo se lo rovesciò completamente addosso. Perciò mia madre lo prese in braccio, proprio come si fa con i bambini che fanno i capricci (chissà da dove la aveva tirata fuori tutta quella forza dato che mio padre peserà circa il doppio di lei che invece è molto esile) e uscirono dalla stanza per andare a finire di preparare le valige dato che, se avevo capito bene, sarebbero stati via per più di sei mesi e sarebbero forse tornati per le vacanze di Natale.
Prima di andare via però, sempre con mio padre sulle sue spalle che urlava “Sono il re del mondo” con un braccio alzato stile Superman, la mia dolce e tremenda madre, si girò nuovamente verso di me, puntandomi i suoi occhi azzurri simili ai miei, in faccia…

-Naturalmente mi aspetto che sia tu a dire della nostra partenza a Sora… non riuscirei a guardarlo nei suoi occhioni blu e dirgli che non ci vedrà per più di sei mesi … mi si spezzerebbe il cuore…-

Punizione finale per i miei due errori stupidamente commessi.

Detto ciò, lei e Supertonto, mi lasciarono da solo, in quella enorme stanza piena di fronzoli e fesserie… solo con i miei pensieri, le mie imprecazioni e con un nuovo problema da affrontare.




Nda

Hey là!

Questo capitolo è in ritardo e in più è assurdo e terribile T.T
Sono un’autrice fallita e me ne dovrò fare una ragione…
Perdonate la lunga assenza ma mi è capitata una cosa bruttissima in questi ultimi giorni e credevo che non mi sarei mai ripresa, che avrei abbandonato tutto, ma ho riflettuto a lungo ed ho capito che amo troppo questo sito e tengo troppo alle mie storie per abbandonarle.
A tutti possono capitare dei periodi brutti, momenti difficili da superare, imbattersi in ostacoli che ti sbarrano la strada e ti rendono difficile continuare il tuo viaggio verso la felicità… Ma una grande persona che ora non c’è più mi diceva sempre che, nonostante tutto, la vita va sempre avanti, che con un po’ di forza di volontà e un po’ di coraggio tutto si può superare, anche la perdita più triste e sconfortante, anche il momento più nefasto e oscuro, anche il periodo più brutto e deprimente… e per farlo c’è bisogno non solo di persone che ti amano e ti sostengono ma anche delle cose che ti piacciono e ti fanno stare bene.
Ringrazio tutti voi che mi seguite perché ora più che mai per me è davvero importante, quindi ringrazio di tutto cuore anche chi solo ha aperto questa pagina e ha voluto perdere un po’ di tempo leggendo ciò che la mia testolina bacata ha tirato fuori.
Chiedo perdono per il momentino triste e angoscioso in quella che sarebbe una storia comica.
Di nuovo un grazie speciale a tutti voi che mi seguite e recensite la storia, perché come ho già detto, per me è davvero importante :)
J.
Saluti e a presto (perché nonostante tutto continuerò a rompere ;) )

_KHProminence_



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scoprire di avere la fantasmagorica capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un fratello in grado di inventare alfabeti segreti improponibili ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

Problema 5

--->Scoprire di avere la fantasmagorica capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un fratello in grado di inventare alfabeti segreti improponibili<---

Un martello? No, troppo leggero.
Un manganello? No, troppo banale.
Una fiamma ossidrica? No, troppo alla Axel.
Di Cosa sto parlando? Semplice! Di un modo per UCCIDERMI!
Perché uccidermi? Semplicemente per il fatto che non ce la faccio più, capitano tutte a me cazz… cioè, diamine!
Ora mi toccava anche sorbirmi i piagnistei di quel babbuino su due zampe di mio fratello, perché, mammone com’è, ero sicuro che alla notizia della partenza dei nostri, non avrebbe fatto altro che piangere, disperarsi, urlare, implorare e io non potevo fare a meno di cadere nella tentazione di  suicidarmi o di farlo fuori.
Bhe, forse sarebbe stata meglio la seconda opzione … non avrei mai potuto privare il mondo della mia splendida persona.

Purtroppo non potevo neanche tirarmi indietro, mia madre era stata categorica (quella megera, antipatica, rompiscatole … non la sopporto quando si impone!), dovevo essere solo, esclusivamente ed unicamente io a preoccuparmi di informare Sora del loro lungo (e stupido) viaggio.
Fortunatamente, grazie al mio acuto ingegno, escogitai un modo per non dirglielo direttamente, in modo che così non avrebbe capito ciò di cui volevo metterlo al corrente.
In poche parole avrei ubbidito a mia madre e non mi sarei dovuto sorbire le lamentele del babbuino! Avrei preso due colom… no, due fagian … due acquil.. due falc… come cazz… come diamine diceva quel proverbio? Va bhe in somma avete capito… con un piccolo raggiro avrei imbrogliato due persone ( forse imbrogliato è una parola grossa … diciamo che avrei accontentato due persone).
Scommetto che volete sapere qual’era la genialata che avevo nel mio grande e laborioso cervello … la mia idea era quella di … rullo di tamburi …

Raccontargli una favola!

Cos’è questo vociare deluso? Era un’idea eccezionale! Più volte vi ho detto che mio fratello gemello è un bambinetto troppo cresciuto e con troppi peli, che si lascia abbindolare da cose futili come il gelato, le caramelle, o gli insulsi cioccolatini di mio padre … e si sa che i bambini amano le favole …
In più vi svelerò un segreto di cui siamo a conoscenza in pochi, ovvero io, i miei genitori, Riku, il macellaio, il fruttivendolo, Ansem, Axel e bo forse anche altra gente, ma sicuramente non più di cinquanta anime…
Fin da quando io e mio fratello (anche se io molto più precocemente di Sora che credo lo usi ancora) abbiamo smesso di usare i pannolini e abbiamo cominciato a dormire nei lettini singoli delle nostre stanzette, nostra madre e nostro padre ci leggevano una storia prima di andare a dormire. Di solito a me mio padre leggeva i resoconti finanziari (o cose simili) della sua azienda, mentre mia madre leggeva a Sora favole come quelle dei fratelli Grimm.
La sua favola preferita era Alice nel Paese delle Meraviglie e per anni (e tutt’ora) mia madre ha letto quella maledetta storia a mio fratello prima di dargli la buona notte. Gliela legge persino adesso che, a sedici anni suonati, sa leggere abbastanza bene per arrivare almeno alla fine della prima pagina … Quel babbuino ormai la sa a memoria! Anticipa persino le battute prima che mia madre possa leggerle!
Comunque non è questo il segreto. Quello che non dovete dire a nessuno è che se qualcuno non legge quella storia a mio fratello prima di andare a nanna lui … bhe, lui fa la pipì a letto.

All’inizio credevamo che questo disturbo di Sora fosse normale, dato che era un bambino piccolo.
Quando ha cominciato a crescere però ci è cominciato a venire il dubbio che non fosse una cosa del tutto normale e ci siamo convinti che soffrisse di qualche rara malattia che lo faceva essere particolarmente … incontinente. Dopo un po’ di tempo, notammo che i laghetti gialli venivano a crearsi ogni qual volta non gli venisse letta quella stupida storiellina della bambina rintronata, il bruco drogato, il gatto inquietante e la regina migliore amica di Saw.
Comunque, tornando al mio piano, decisi che prima mi levavo questo sassolino dalla scarpa, prima avrei potuto tornare a dedicarmi alle cose importanti … cioè me stesso.
Perciò quella sera stessa, mentre i miei finivano di preparare la loro valigia (fecero così tanto macello nella loro stanza da sembrare il set di un film apocalittico … vasi rotti, vetri scheggiati, ante di armadi sradicati … voi non avete idea … e tutto per delle valigie … non oso pensare a cosa combinerebbero quei due squinternati se dovessero trasferirsi …), io andai in camera di Sora che, dopo aver fatto il bagnetto con la paperella ed essersi preparato per andare a dormire, si era piazzato nella sua posizione da “Favola Time”, con il cuscino leggermente rialzato, le coperte fin sotto il naso e le braccia dietro la nuca …

-Hey Sora, sei emm… sei pronto per la storiella-

Mi intrufolai nella sua stanza con un falso sorriso, ero stanco, confuso e incazz… arrabbiato ma mi sforzai il più possibile per non destare sospetti e nascondere il più possibile la mia mezza idea di… eliminarlo. Lui invece schizzò fuori dalle sue coperte con un sorriso che gli partiva dall’orecchio sinistro, gli faceva tutto il giro della testa e tornava nuovamente al punto da cui era partito, e si sedette a gambe incrociate sopra le coperte con la schiena contro la spalliera del suo letto.

-Che bello Roxy! Me la leggi tu sta sera la mia adorata favoletta?-

Odio quando mi chiamano Roxy! Mi sembra il nome di un trans! Comunque,  nonostante avessi l’irrefrenabile voglia di soffocarlo con il suo stupido cuscino con la federa di Winnie de Pooh, feci buon viso a cattivo gioco e annuii accennando nuovamente il mio falso, e desideroso di omicidio, sorriso.

-Sì, sta sera te la racconto io perché mamma e papà hanno da fare.-
-Ah, ok. Allora aspetta qua che vado a prenderti il libro …-
-No, sta sera non ti leggerò Beatrice nel Villaggio delle Fantasie, ma faremo un nuovo gioco.-
-È Alice nel Paese delle Meraviglie ignorante! E comunque che gioco facciamo?-
-Gertrude, Genoveffa, Beatrice … qualsiasi sia il suo nome, sta sera non ti leggerò quella storia perché ne inventeremo una nuova-
-Ohh… è questo il gioco?-
-Preeeecisamente!-
-SIII! Fantastico! Dai, cominciamo-

-Allora, le regole sono:
1.io racconto
2. tu ascolti senza fiatare, respirare e dare altri segni di vita
3. vietato interrompere.-
-Ok d’accordo, vincerò io senz’altro.-

(Che idiota)

-Allora c’era una volta un principe ranocchio che …-
-Roxy…-

UNO

-Uff… Sora cosa avevamo detto? Una delle regole del gioco è “non interrompere Roxas”.-
-Scusa fratellone ma il principe potrebbe essere un toporagno?-
-Che? E per quale motivo?.-
-Il toporagno è il mio animale preferito e poi il suo nome scientifico è Sorex araneus …-
-E quindi?.-
-Sorex è molto simile a Sora! Quei graziosi animaletti si chiamano quasi come me!-
-D’accordo come vuoi, il principe sarà un ranocchio che verrà trasformato in un toporagno che si chiamerà Sorex come la sua specie va bene?.-
-Si fratellone! Che bello! Prometto che non interromperò più!-
-D’accordo allora ricominciamo da capo.
C’era una volta un principe ranocchio di nome Sorex, che era stato trasformato in un toporagno, che un gior…-
-Da chi?.-

DUE

-Cosa c’è adesso Sora?- stavo cominciando a innervosirmi ma mi tenni il più calmo possibile … non immaginate che sforzo immane
-Chi ha trasformato il principe in un toporagno?.-
-Ma che vuoi che ne .. uff, vediamo … è stata una strega ok?-
-Nah… troppo banale …-
-E sentiamo vossignoria, chi richiede il vostro bisogno di originalità?!-
-Vediamo … una mosca!-
-Una MOSCA?!- (calmati Rox, respira, inspira, respira, inspira…)
-Sì, una mosca. Di solito i ranocchi mangiano le mosche, e questa mosca per non essere mangiata lo trasforma in un toporagno che invece non le mangia.-

Questo babbuino mi stava spossando … e poi, volete saperla una cosa? Qualche giorno dopo feci delle ricerche su internet e scoprii che in realtà anche i panteganragni… i topogatti… i miciobaubausquick… oh insomma, anche quelle bestiacce mammifere che piacevano a Sora mangiavano gli insetti! Era troppo chiedere a Sora di dare un’informazione scientifica corretta… è inutile, il genio incompreso (ma molto incompreso) della biologia di famiglia sono solo io con il mio fantastico 3.

-D’accordo, vada per la mosca.
C’era una volta un ranocchio di nome Sorex, che mangiava troppe mosche e perciò un giorno una di queste lo trasformò in un toporagno per vendetta … va bene così Sora?-
-Sì, perfetto … ora sta zitto e racconta-

Ma guarda tu! Ora era lui a dirmi di stare zitto!

-Un giorno Sorex stava facendo la passeggiata nel giardino del suo castello e sua madre lo chiamò per dirgli …-
-La madre può essere un capriolo?-

TRE

-Un capriolo? Vuoi sconvolgere la biologia conosciuta e sconosciuta? Io avrò anche un tre meno meno meno, ma come può un ranocchio/toporagno, essere figlio di un capriolo!?-
-Nel mio mondo si può …-
-Accidenti Sora, mi lasci finire questa cazzo di storia!-
-Ok fratellino, non ti scaldare che ti si alza la pressione e cominci a sanguinare dalle orecchie-
-RAZZA DI INSULSO BABBUINO, SE TU NON MI INTERROMPESSI OGNI TRE SECONDI LA AVREI GIA’ FINITA QUESTA MALEDETTA STORIA.-
-Va bene … sto zitto.-
-Oh! Finalmente… emm emm… come stavo dicendo, la madre capriolo richiamò suo figlio per parlargli
“figliolo ora la mamma deve andare a fare la spesa… mi raccomando fa il bravo”. Sorex era molto affezionato alla madre e non voleva lasciarla andare via da sola.
“No mamma non lasciarmi da solo ti prego!” “Mi spiace figliolo ma devo andare per forza … non ci metterò tanto, tornerò fra venti o trenta minuti”. Ma Sorex non era mai stato lontano dalla madre per così tanto tempo, perciò quando andò via salutandolo, lui era tanto triste…-

Non ci crederete ma … mio fratello scoppiò a piangere.

-Roxy, questa storia è davvero trsoistsoe e fsoantsoastsoicsoa …-
-Ma .. ma come parli? Trsoistsoe? Ma che vuol dire?-
-È Sorese, significa triste …-
-Sorese? Ma che caz.. ma che cavolo dici?-
-Sorese è la lingua che ho inventato io … non è difficile da imparare non ci sono molte regole, la può imparare anche uno stupido …-
-Ah, ora capisco…-
-Cosa?-
-No, niente … dicevi del .. come hai detto che si chiama la tua lingua …STUPIDESE?-
-SORESE! Basta aggiungere una S e una O davanti ogni vocale delle parole, per esempio CASA diventa CSOASSOA, oppure CANE diventa CSOANSOE … io e Riku usiamo questa lingua per i nostri messaggi segreti a scuola quando …-
-No, ti prego… non andare nel dettaglio, ho capito cosa intendi.-
-Invece credo di no, noi usiamo questa lingua per …-
-I vostri messaggi sconci forse?-
-No, per la lista della spesa!-

Era troppo aspettarsi una idea così furba da un babbuino come lui. Che credete, che scherzasse? All’inizio credevo di sì ma poi mi fece vedere alcuni dei loro biglietti che erano effettivamente liste della spesa per esempio… (vi metterò tra parentesi le necessarie traduzioni nella nostra lingua)

-Soun lsoiTrsoo dsoI  lsoattsoe (che nella nostra lingua è un litro di latte)

-soinSoalsoatsoa (insalata)

-bsoisCsoOttsoi (biscotti)

-PsoansoE (pane)

-cRsoemasoE ssoolsoarsoI (creme solari? Cosa doveva farci con della creme solari ad aprile? Bhe effettivamente Riku era leggermente tendente al cadaverico ma… Meglio non indagare)

-QsoUsoaglsoIsoa (quaglia … forse aveva gente a cena)

-psoEstSoo (pesto … magari gente di Genova)

-tsoUBsoo dsoI TsoonnsoO (tubo di tonno? Da quando i tonni si infilano nei tubi? Qui urge una protesta da parte della FAIT Fondazione Anti Intubazione Tonni … ehy non guardatemi come se fossi pazzo … al giorno d’oggi esistono fondazioni per ogni cosa, persino alcune che proteggono i vari tipi di fili d’erba… mica sono tutti uguali, alcuni sono lunghi e sottili, altri corti e spessi altri … ok, avete ragione, non vene frega un caz… niente)

Hey, aspettate un attimo.
Preso dai miei pensieri non mi ero accorto di una cosa …
Cari i miei lettori, avete notato che ci sono alcune lettere evidenziate?
Quando me ne accorsi provai ad unirle come si fa quando si deve trovare la risposta misteriosa dei cruciverba… non indovinerete mai cosa ne uscì fuori…

…Ti scoperei qui e subito…

Che razza di gentaglia sono mai questi due? Allora quelle non erano vere liste della spesa, ma strani messaggini in codice per comunicare le loro cosacce a distanza senza che nessuno potesse capire … che ingegno … ammetto che non era un’idea propriamente malvagia, anche se avrebbero potuto evidenziare le lettere di parole anche nella lingua normale, ma si vede che tutte quelle S e quelle O, servivano a confondere ogni lettore esterno a loro due …

-Sora, ma queste lettere evidenziate … allora non è una lista della spesa ma avevo ragione io!- 
-Di che parli Roxy?-

Il babbuino  mi prese il bigliettino dalle mani e cominciò ad osservalo intensamente, quasi come se stesse cercando di vedergli attraverso con una qualche magica vista laser … poi gli comparve un sorrisetto idiota su quel brutto muso e cominciò a saltare dappertutto come un grillo impazzito.

-Ma come è romantico il mio Riku … quanto è dolce, vorrei averlo qui e strapazzarlo di coccole coccolose.-

Sembrava una ragazzina alle prese con il suo fidanzatino … che ridicolo … in più quel “vorrei scoparti qui e subito” non mi sembra propriamente un’espressione romantica. Ma quello che mi stupiva di più è che Sora non si era accorto del secondo fine della lista della spesa… sapevo che era un’idea troppo ingegnosa quella di camuffare i mesaggini sconci, per essere stata partorita dal micro/inesistente cervello di mio fratello.
Per mezz’ora saltò a destra e manca con quel maledettissimo foglietto tra le mani e io cominciai ad innervosirmi sempre di più … mi incazzai così tanto per tutta quella stupidità che mi circondava che mi cominciò ad uscire schiuma dalla bocca … (no, state tranquilli, non avevo le convulsioni, ma quel cretino di mio fratello mi aveva offerto una caramella alla fragola che in realtà era una saponetta che aveva comprato durante la sua ultima gita in Francia).

QUATRO

Sbottai come non avevo mai fatto… (alla fine quello della favola non si rivelò un pian poi così geniale.)

-Brutto babbuino coglione datti una calmata! Domani mattina quei due idioti, malati, schizzati (e tante altre cose che pensai e non dissi perché … bhe potevano sentirmi…) dei nostri genitori partiranno per la Luna e non li vedrai per chissà quanti mesi! Come la mettiamo adesso eh? Hai ancora voglia di fare il babbuino salterino con la fissa dei toporagni e completamente ignorante e sprezzate nei confronti della biologia?-

Fu la frase più lunga che io dissi in tutta la mia vita, o almeno fino a quel momento …
Sora si stupì, un po’ per tutti gli insulti contenuti in un’unica frase, un po’ per il contenuto della frase all’infuori degli insulti e soprattutto per la lunghezza della frase stessa …
Poi, ripresosi dallo stupore con gli occhi ancora sgranati e la bocca socchiusa alla “entrate mosche”, si sedette sul pavimento a gambe incrociate e l’espressione di sorpresa fu sostituita da una di tristezza infinita … la sua bocca si curvò in giù e i suoi occhi si riempirono di lacrimoni che presto avrebbero allagato, non solo il suo viso, ma l’intera casa e le sue imminenti urla avrebbero provocato un terremoto peggiore di quelli del Giappone… una catastrofe insomma.
Quando mi resi conto di ciò che avevo detto e ciò che avevo provocato (ovvero la prossima fine del mondo) mi misi una mano sulla bocca, anzi, mi schiaffai una mano sulla bocca e mi avvicinai a lui prima che cominciasse a piangere e urlare.
Mi sedetti davanti a lui e feci una cosa che mai e sottolineo MAI, avrei MAI pensato di fare e una cosa che MAI rifarò finché campo … lo abbracciai.
Con mia sorpresa Sora ricambiò l’abbraccio e scoppiò a piangere (senza urlare grazie al cielo) stringendosi forte a me e bagnandomi completamente la maglietta all’altezza delle spalle.

Rimanemmo così per circa dieci minuti. Lui singhiozzava, io sospiravo, lui mi stringeva sempre di più, io gli accarezzavo i capelli, lui si soffiava il naso con la mia maglietta, io desideravo più che mai di eliminarlo dalla faccia della Terra.
Quando finalmente si calmò mi chiese delle spiegazioni.

-Rroxas cche vvvuol dirre cccche mammmmmama e pppapà pppartoonoo perr ssseii mememesi?-

Balbettava perché era ancora in preda ai singhiozzi … fortunatamente sono abituato ai suoi modi strambi di parlare perciò riuscii a capire ciò che diceva.

-Purtroppo l’azienda di famiglia sta avendo dei problemi e mamma e papà vanno a farvi pubblicità partendo per Luna con uno shuttle della NASA … sai quanto successo avranno il prodotti Khinder dopo questa campagna?.-
-Ggià, gllli allieni ammmano il ccioccolatto…-

Sora per la prima volta fece una battuta sensata e scoppiammo a ridere entrambi scambiandoci un ultimo abbraccio di comprensione reciproca.

-Stai tranquillo Sora, mi occuperò io di te … e poi c’è Riku.-

Gli dissi alzandomi in piedi e facendogli l’occhiolino. Poi gli porsi la mia mano per aiutarlo ad alzarsi e lui si aggrappò saldamente a me e si tirò su.

-Sai Roxas, a volte sei proprio un bravo fratello.-

Sapete, non mi aspettavo che Sora dicesse una cosa simile e poi, se c’è una qualità che non possiamo fare a meno di attribuirgli è proprio quella di essere sincero e di dire sempre quello che pensa (anche se ciò spesso comporta non pochi problemi), perciò se lo diceva lo pensava davvero e questo mi faceva piacere.

-Ora però vai a dormire, domani mattina dobbiamo andare con mamma e papà per salutarli, ma almeno salteremo la scuola.-
-Emm, perché non finisci di raccontarmi la storia? Non ho molto sonno…-

Che? No, basta, il momento fratello dell’anno era finito avevo un sonno bestia ed erano le 3:45 della mattina … era stata una giornata mooolto lunga e mooolto stressate perciò lo mandai gentilmente a quel paese e me ne andai nella mia camera. Sora dal canto suo non ci rimase minimamente male. Anzi sorrise e gli sentii dire “il solito Roxas”.
Anche io sorrisi e me ne andai a letto stanco più che mai.
Quando mi misi a letto feci il resoconto della mia giornata che era stata alquanto “produttiva”.
Ero stato torturato da Axel solo dodici volte contro le ventitre di tutti i giorni.
Avevamo rivisto Demix e anche se si era bevuto il cervello, almeno non piangeva più e aveva smesso di mangiare il gelato al puffo.
Avevo risposto per la prima volta a mia madre
Avevo scoperto di saper inventare favole bellissime.
Avevo imparato il Sorese e un modo per mandare bigliettini indecifrabili segreti…
E avevo scoperto che almeno un po’ voglio b… bbbe.. bben (abbiate pazienza è un po’ difficile per uno come me ammettere certe cose) ….voglio bene a mio fratello.
Ma quella sera non sapevo ancora che il giorno seguente sarebbe stato anche peggio di quello precedente.

 

NdA

Salve a tutti!
Chiedo perdono per il terribile ritardo con cui presento T.T
Ho avuto molti problemi negli ultimi tempi, compreso il traumatico ritorno a scuola.
Comunque ora sono tornata e ho rispolverato e riportato alla luce questa storia che ormai era sommersa da una quantità industriale di polvere … i personaggi avrebbero potuto giocare a palle di neve (o meglio di polvere) per tutto il tempo che è passato dall’ultimo aggiornamento.
Ho deciso che proverò ad essere più puntuale cercando, tra un problema e l’altro, di aggiornare almeno una volta al mese.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito almeno un po’
:).
Nel prossimo vorrei che venisse fuori un po’ di dolcezza anche per il nostro piccolo Roxy… non è giusto che tutto il romanticismo sia esclusivamente riservato per Sora u.u… vedremo cosa succederà :3.
Saluti e a presto
:).

_KHProminence_

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -prima parte- ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune


Problema 6

--->Un’amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito
<---

~ Prima Parte ~


Svegliarsi presto quella mattina non fu una cosa facile.
Dopo essersi addormentati alle 4:30 del mattino, alzarsi alle 7:00 non era la cosa più felice e semplice del mondo, ma dovevamo farlo per forza.

Avevamo un’ora e mezza per vestirci, aiutare a caricare le valigie sull’auto e arrivare alla stazione aerospaziale. Arrivammo lì alle ore 8, 23 minuti e 16 secondi. Il loro shuttle sarebbe partito fra esattamente 6 minuti e 44 secondi, di cui 6 minuti e 42 secondi furono spesi completamente e interamente in raccomandazioni fatte centinaia, migliaia e miliardi di volte e in abbracci e baci per Sora, mentre a me furono dedicati 2 secondi spesi in una stretta di mano da parte di mia madre, e una pacca sulla spalla da parte di mio padre (saluti della serie “non ti tocchiamo troppo perché potresti attaccarci la peste, o la malaria o altre malattie infettive mortali che nemmeno il Dottor. Mouse conosce”… un momento… ma era dottor. Mouse o dottor. House? Caspita mi ritoccherà rivedermi tutte le stagioni…).

Ma andava bene così, fra pochi minuti e una manciata di secondi avrei avuto quei due impiastri fuori dai cogl…fuori dalle scatole per tanti, lunghissimi e meravigliosi mesi.

I motori si accesero alle 8:27:39 e la navicella lasciò il suolo terrestre alle 8:30:00 spaccate (una puntualità assurda, peggio dei lassativi cronometrati che prendeva mio nonno all’ospedale).

Tornammo a casa con nostra zia Aqua (unico componente della nostra famiglia che io adoro e reputo normale) che sarebbe rimasta a casa da noi fino al non atteso ritorno dei nostri genitori.

Sora pianse per tutto il ritorno a casa, per tutta la colazione, mentre giocava ai videogiochi, mentre pranzava, mentre era in bagno, mentre faceva i compiti … forse faremmo prima a dire che versò lacrime ininterrottamente per l’intera giornata (solo Riku ficcandogli una non citabile cosa in bocca riuscì a farlo stare zitto … ma che avete capito … intendevo le schifosissime caramelle all’anice e pomodoro che faceva sua madre… sono non citabili perché definirle caramelle è assurdo… mangerei anzi un confetto ripieno di sterco di vacca anzi che anche solo mettere in bocca una di quelle cose schifose di cui si ingozzavano il babbuino e Mr. Riccioli d’argento (oh, e per chi non lo avesse ancora capito, Riku mi sta altamente sul caz… sulle scatole ma di questo ne parleremo un’altra volta) ).
Io invece dopo l’ottimo pranzo cucinato dalla mia meravigliosa e bellissima zia, andai a fare un giro con Axel (il pervertito), Demix (il ballerino classico di sto caz…) e Zexion (altro mio grande amico, il più normale per il momento).
In realtà non era propriamente un’uscita di piacere, perché il vero scopo di quel pomeriggio era, a malincuore, accompagnare Demix al suo primo giorno di danza (ma certo, chi caz… se ne frega che fra qualche giorno doveva consegnare le sue canzoni alla casa discografica, chi se ne frega dei soldi, della fama … ma sì, al diavolo tutti i piaceri della vita, andiamo a fare allegramente i cogl… i rimbambiti in calzamaglia! Scusate i miei scleri, ma davvero non riesco ad accettare questa … decisione? No, meglio, QUESTA GRANDISSIMA CAZZATA!)

Quando arrivammo alla palestra il cre… l’istrice biondo (si, ho deciso che d’ora in poi cercherò un animale per ogni persona che conosco … Sora è il babbuino, Demix l’istrice … e gli altri magari mi verranno in mente  più tardi… se avete suggerimenti sono ben accetti … io sarò la meravigliosa tigre delle nevi in via d’estinzione perché la mia bellezza è rara e in via d’estinzione), andò a cambiarsi nello spogliatoio e tornò dopo quindici minuti con un ridicolo body nero, delle calze bianche, degli scaldamuscoli rosa e una fascia tra i capelli nera, con un fiorellino luccicante rosa. Era semplicemente r i d i c o l o e lui invece diceva di sentirsi terribilmente a f f a s c i n a n t e … ma credo che avessi più ragione io che lui.

Entrò nella sala adibita al balletto classico, che era un enorme stanza chiusa da una tenda rossa di velluto con parchè di legno, enormi specchi alle pareti e sbarre di legno, Demix vi rimase per 34 secondi e poi cominciò ad urlare i nostri nomi e subito uscì correndo verso di noi, che ci eravamo seduti nella sala d’attesa della palestra(non si sa mai cosa può combinare un idiota che è capace di rompere una scatola di acciaio inox con il solo battito delle ciglia.. era meglio aspettare un po’ prima di andarsene, in modo che se avesse fatto dei danni irrimediabili o se avesse fatto fuori qualcuno, avremmo potuto salvarlo).

-Rr…ragazzi lì, lì dentro ci…ci sono ragazze bellissime dappertutto, dappertutto!-
-Bhe, e cosa ti aspettavi da un corso di danza classica? Camionisti brutti, grassi e pelosi con tutù bianchi e scarpette da salto?-

Questo commento di Axel ci fece ridere tutti tranne Demix che era agitato per la presenza di tutta quell’abbondanza in un’unica stanza.

-Sarei proprio curioso di vederle queste meravigliose fanciulle …-

Dissi io dando una piccola gomitata a Zexion che mi fece l’occhiolino complice.
Axel invece mi fulminò con lo sguardo e io impallidii.

-Bhe Dem, questa è stata una tua scelta, hai già pagato per i prossimi tre mesi, quindi non rompere e vatti a divertire, poi ci racconterai sta sera a casa di Rox.-

Già, perché per festeggiare la partenza dei miei, avevo invitato i miei amici a dormire da me … musica, alcolici e divertimento! (Che pacchia senza i miei … in più mia zia quella sera doveva uscire con un tipo che aveva conosciuto da poco, un certo … Egoistas no.. Sbruffonitas… accidenti non riesco a ricordare il nome strambo di quel tipo strambo … ah! Vanitas!).
Demix tornò nel suo paradiso rosa mentre io, Zexion e Axel andammo a preparare i biscotti a casa mia, perché ogni volta che facevamo qualcosa da me, dovevamo preparare i biscotti nocciola e cioccolato della nonna del mio migliore amico, che era una sorta di pasticcera sperimentale (per questo il povero rosso è venuto su male, lui era “L’assaggiatore ufficiale” delle tremende creazioni della sua nonnina, con tanto di distintivo e bavagliolo per non sporcarsi ... diciamo che i biscotti sono l’unica ricetta che ha avuto successo … o almeno che non ha tirato fuori gambe e braccia e non ha tentato di conquistare il mondo …)
Quella sera ci saremmo divertiti un cas… cioè, un sacco… sarebbero venuti tutti i miei amici…
Axel, Zexion, Demix, Hayner, Pence, Marluxia, Luxord, Xigbar, e anche Sora con il suo fidanzatino Riku.
In più invitammo a passare la sera con noi anche una nostra amica che, anche se era una femmina, faceva parte integrante del nostro gruppo di soli ragazzi, perché era un vero maschiaccio (o almeno così credevamo) e lei, la nostra/o Xion, fu la fonte di un mio nuovo e grande problema.
Durante il pomeriggio, prima che arrivassero tutti, io, Zexion e Axel ci mettemmo a fare i biscotti. Io adoro cucinare i dolci, soprattutto amo leccare l’impasto che rimane sul cucchiaio di legno (si, lo so che sono grande per queste cose … oh, ma ora non si può più fare niente senza che la gente ti giudichi?!), però fare quei maledetti biscotti quel giorno, fu davvero … terribile.
I ragazzi andarono a comprare gli ingredienti necessari, mentre zia Aqua e Sora andarono a fare shopping, perché mio fratello voleva comprarsi qualcosa di carino per farsi bello per il suo fidanzatino (che a mio parere non gliene fregava tanto di come si vestisse, dato che lo spogliava con gli occhi ogni volta che gli posava lo sguardo addosso).
Io rimasi da solo in casa a fare surf utilizzando i cuscini del divano come tavola e le scale come onde (era sempre stato un mio sogno fare surf sull’immane scalinata che portava al piano di sopra, ma mia madre non me lo avrebbe mai lasciato fare, ma non perché avrei potuto ferirmi, ma perché avrei potuto graffiare il suo prezioso parquet di pino giapponese, lavorato in Giamaica e rifinito in Polinesia).
Quando i miei amici ritornarono dal supermercato ci mettemmo ai fornelli.

-Allora vediamo… ci voglio 300g di farina, 2 uova, 250g di zucchero, poi del burro, una tazza di latte e infine le gocce di cioccolato e la noce moscata… avete preso tutto ragazzi?-
-NO!! Accidenti ci siamo dimenticati le uova, lo zucchero, il burro, il cioccolato e la noce moscata… però abbiamo preso la farina e il latte!-
-Axel, razza di idiota, vuoi dirmi come facciamo a fare i biscotti senza la metà degli ingredienti!-
-Lo sai che quando ti arrabbi ti si forma un’adorabile rughetta sulla fronte che mi fa venire voglia di saltarti addosso caro il mio Roxy?-

Quando mi sussurrò quelle parole nell’orecchio io mi imbestialii.

1.Perchè odio quando mi chiamano Roxy;

2.Perchè quel cretino mi considerava una bambolina stuprabile ovunque, in qualunque momento e a piacimento;

3.Perché le mie offese gli entravano da un orecchio e gli uscivano allegramente dall’altro…

Come fai a discutere con una persona che qualunque cosa tu gli dica, crede di avere un dibattito erotico?
Ma stendiamo un piumone pietoso e andiamo avanti… vediamo, ah sì… stavamo discutendo per gli ingredienti.
Zexion disse che al supermercato erano stati distratti da una tipa che diceva di essere la sua ragazza… una certa Yummie. Perciò Axel cercando di dissuaderla gentilmente, aveva perso di vista la lista della spesa: “brutta troi… lui non è il tuo ragazzo, razza di pazza furiosa, materiale da manicomio, datti fuoco o vattene, se no altrimenti ti incendio io facendo passare la tua morte per un decesso accidentale dovuto ad una imprevedibile autocombustione!!” . Purtroppo però le sue cortesi parole non le fecero né caldo né freddo e questa ragazza afferrò il nostro povero amico e lo portò in uno sgabuzzino del supermercato per poterlo violentare senza nessun testimone. Axel però sentì le urla di Zexion, che nonostante avesse la bocca chiusa con uno spazzolone per lavare i pavimenti alquanto sporco, riusciva ad urlare come una gallina a cui stanno tirando il collo, in più con l’udito felino del rosso, la sua disperazione non sarebbe mai passata inosservata. Fatto sta che dopo aver recuperato Zexion, la pazza furiosa si mise a rincorre i miei due malcapitati amici per l’intero negozio, lanciandogli qualunque cosa gli capitasse a tiro come carote, lattine di fagioli, padelle e qualunque cosa potesse fargli del male (sicuramente non pensò a lanciargli cuscini e pupazzi di peluche che a mio parere sono le cose più letali che uno possa lanciarti… pensateci, con un cuscino si può soffocare una persona posandolo sulla sua faccia e sedendosici sopra, oppure lanciando un peluche particolarmente brutto si può provocare un infarto…).
Per questo spiacevole incontro (e per sfuggire da contusioni permanenti), i due cretini comprarono solo le cose che riuscirono a recuperare dallo spacciatore che lavora nei vicoli vicino al supermercato (infatti non sono neanche completamente sicuro che ciò che portarono a casa fossero del vero latte e della vera farina), e subito dopo tornarono da me per sfuggire alle grinfie della Yuppie malata (no, aspettate come al solito ho storpiato il nome… era Yummie no Yuffie… bo, ma chissene…)
Comunque dovevamo preparare biscotti per dodici persone e ci mancavano praticamente tutti gli ingredienti, quindi questa volta affidai l’incarico all’unica persona in grado di portare a termine una commissione con successo, l’unico eroe in grado di compiere la difficile missione di fare la spesa… il grandissimo e bellissimo Roxas Khinder.
Se non avessimo preparato quegli stupidi dolcetti tutti i nostri amici ci avrebbero assalito e si sarebbero mangiati me al posto dei biscotti… non oso neanche pensare a Xigbar senza i suoi adorati biscotti “IO Volere biscotti, IO distruggere tutto se tu non dare me biscotti!”; quel drogato con una benda sull’occhio, qualunque cosa gli piacesse doveva averla in quantità industriali, per questo era finito in una comunità di recupero per drogati, a fare quegli stupidi incontri dove devi dire il tuo nome, il tuo cognome, dove sei nato, quanto ce l’hai lungo… ok, magari quest’ultima cosa no, ma ho reso l’idea no? Perciò se non avessimo preparato i biscotti saremmo stati vittima di un tipo che quando si arrabbia si trasforma in una sorta di uomo delle caverne moderno, diciamo una versione di Hulk di Neanderthal.
Axel e Zexion rimasero in casa per seguire lo show preferito del rosso “Cuciamo e Cuciniamo insieme a Dora l’Esploratrice” (Show che al contrario può risultare molto cruento … pensate che una volta Dora si è bucata il dito con un ago iniziando a bestemmiare come se non ci fosse un domani, mentre in un altro episodio aveva cucinato al vapore la sua scimmietta perché invece di dirle che il forno era dietro di lei aveva cominciato a dirle “dov’è il forno? Voi lo vedete? E forse a destra? È forse a sinistra?”).
Comunque mentre quei due furboni si rimbambivano davanti alla TV (litigando perché Axel voleva vedere la sua amata “Dora l’esploratrice” mentre Zexion insisteva tanto per una cosa tipo “Due Fantagenitori” ) io andai a fare la spesa.
Lungo l’infinita strada da casa mia al supermercato (lunga 100 interminabili metri) incontrai Xion che andava a comprare latte di soia con pochissimi grassi, poco latte e tanta soia (già perché ultimamente si era messa dieta, come se ne avesse bisogno … era così piatta da fare invidia alla tavoletta del ces… del water in porcellana di mia madre).
Mi piaceva chiacchierare con lei perché non era rozza e maniaca come i miei amici maschi, però non era neanche tutta perfettina e principessa come le altre ragazze: era un mix perfetto tra un maschiaccio e una bambolina.
Frequentavamo la stessa classe, e ormai la conoscevo da tre anni.
La prendemmo nel nostro gruppo perché eravamo diventati molto amici e anche perché i ragazzi la consideravano un po’ come la mascot della squadra, mentre altri (senza fare nomi –Xigbar-) la trattavano come una bambolina da toccare e stuprare a piacimento, anche se Xion era troppo sveglia per permetterglielo, infatti, ogni qualvolta quel brutto tizio gli si avvicinava troppo, rischiava sempre di rompergli un braccio, cambiargli i connotati della faccia o rovinargli irreparabilmente quasi tutte le parti del corpo, perché nonostante fosse un ragazzina (che io consideravo priva di malizia) apparentemente debole e fragile, non lo era per niente, e sarebbe riuscita a stendere anche il protagonista obeso di Kung Fu Panda.
Dopo aver acquistato tutto ciò che ci serviva, Xion mi chiese di accompagnarla a casa sua (che distava da casa mia circa altri duecento metri) e io acconsentii. Lei era una delle poche persone normali che mi erano rimaste amiche e perciò mi faceva piacere restare un altro po’ con lei.
Ma poi dovetti redimermi dai miei pensieri… ho per caso detto che Xion era una delle persone più normali che conoscevo?? Bhe, quel pomeriggio mi accorsi che mi sbagliavo alla stragrande.
Mentre camminavamo, la ragazzina mi propose di fare il gioco delle verità. Era un modo tutto nostro per ridere, scherzare e prendersi in giro. Uno dei due faceva una domanda e l’altro doveva rispondere e poi decideva se rivolgere all’altro la stessa domanda oppure cambiarla. Una sottospecie di obbligo o verità tutto nostro (una volta le avevo chiesto qual’era il suo sogno più grande e lei mi rispose che la cosa che desiderava di più in assoluto era cambiare sesso e diventare un maschio facendosi chiamare o Xionberto o Xionbaldo o roba del genere… come se il suo nome non fosse già abbastanza brutto, almeno a mio parere).

-Allora Roxas, comincio io ok?-
-D’accordo, sentiamo cosa ti inventi…-

Xion era famosa per le sue domande altamente imbarazzanti e assurde, temevo che potesse chiedermi qualcosa che riguardasse Axel o i suoi strani comportamenti … e francamente non avevo nessuna voglia di raccontarle tutti gli spiacevoli episodi che mi erano capitati con Pedobear.
Per fortuna la sua domanda non lo riguardava minimamente.

-Allora io ti chiedo … qual è il tuo sogno proibito?-

Sogno proibito? Cosa intendeva secondo voi per sogno proibito? Tipo quelle sottospecie di fantasie erotiche che ognuno di noi ha sepolte nel profondo del suo subconscio? Oppure quei pensieri sul cosa farai da grande e ti viene in mente “Il presidente degli Stati Uniti d’America” come a tutti i bambini dei telefilm americani? Insomma quella domanda mi spiazzò completamente …

-Cosa intendi per sogno proibito?-
-Tu rispondi e basta-

Aveva una strana luce in quei suoi occhioni blu che mi spaventava alquanto. Era la stessa luce che aveva Axel quel giorno quando al parco tentò di baciarmi …

-Emm … ok, se proprio insisti … il mio sogno proibito è … - sparai la prima cosa assurda che mi venne in mente e che fosse più credibile possibile -giocare a calcio con la testa mozzata di Sora!-

La mia risposta trionfale spense completamente la luce euforica della mia amica che mi guardò non poco delusa.. Che cosa si aspettava? Che gli raccontassi che una volta avevo sognato di averlo fatto con Axel in un enorme prato verde circondati da alberi e coloratissimi fiori di campo e … emm, aspettate un attimo, facciamo finta che io non vi abbia appena svelato il mio più grande e imbarazzante segreto? Bene, sapevo di potermi fidare di voi.
Comunque dopo avermi guardato in silenzio per un po’(anzi diciamo proprio fissato in modo maniacale della serie “ti sto spogliando con gli occhi”) ripresi la parola per interrompere quella fastidiosa sensazione del sentirmi osservato.

-E il tuo?-
-.   .   .   .Il mio cosa?-

La avevo appena destata dal suoi strani sogni ad occhi aperti … chissà cose le frullava nel cervello…

-Come il tuo cosa … il tuo sogno proibito… qual è il tuo sogno proibito?-

I suoi occhi si illuminarono di nuovo in un istante, con una luce ancora più spaventosa e inquietante di quella di prima, aveva un non so che di sadico nel suo sorriso e soprattutto nel suo sguardo … era come se stesse aspettando quella domanda … e infatti era così.
Negli attimi successivi, dopo averle posto la domanda, non capii bene cosa successe.
Mi sbatté violentemente contro il muretto della recinzione di una casa, si alzò in punta di piedi (perché almeno lei era più bassa di me … giusto per soddisfazione personale, almeno non ero più basso di una ragazzina) e raggiunse il mio orecchio a cui sussurrò parole che mi fecero raggelare il sangue nelle vene.

-Il mio sogno proibito sei tu … Roxas.-

E dopo aver detto ciò, bloccato nella sua potente morsa da cui non sarei mai potuto fuggire, iniziò a baciarmi ogni parte del viso, del collo e delle spalle e poi … non lo avesse mai fatto.
Avevo paura che mi desse un bacio sulle labbra, non volevo che rovinasse il mio primo bacio. Per fortuna neanche lei aveva mai baciato nessuno e quindi non lo fece perché aveva paura di fare una figura di merd… cioè, una brutta figura (non sono ridicolo è solo che sono come le ragazzine nelle telenovela... il mio primo bacio deve essere un ricordo meraviglioso e indimenticabile ... ecco tutto).
Ma quello del bacio a quel punto divenne il problema minore.
Ci tengo a precisare che io non ero per niente accondiscendente. Volevo bene a Xion, ma non provavo nulla di più per lei se non un’amicizia e tutta quella sua foga mi stava spaventando … se Axel avesse visto quella scena avrebbe ucciso prima me, perché non ero riuscito a ribellarmi, poi Xion perché aveva osato toccarmi. Io e Axel, sia ben chiaro anche questo, non avevamo nessun tipo di relazione ma era diventato piuttosto possessivo nei miei confronti e perciò non avrebbe mai tollerato una cosa del genere.
Io, stupidamente preso dai miei pensieri e dai miei tentativi di fuga, non mi accorsi di una cosa spiacevolissima.

-Xion, ti prego lasciami andare, potremmo fare brutte figure se arriva qualcuno…-

Dovevo fermare ciò che stava per portare a compimento, ma le mie parole furono spente da un disgustoso biscotto (se così lo si può definire) alla soia e al riso soffiato, che quella schizzata mi ficcò in bocca.
Non riuscii a fermarla. La sua mano stava allegramente vagando nelle mie mutande e ormai i miei posti proibiti erano più frequentati del parco pubblico.
Sarebbe quasi potuto diventare uno sport olimpico “L’esplorazione delle mutande di Roxas Khinder” e la medaglia d’oro se la sarebbero violentemente contesa Axel e quest’altra maniaca.
Mi veniva da piangere, volevo urlare … non si accorgeva che ciò che mi stava facendo mi faceva letteralmente schifo? Ma a lei non importava niente di nulla e di nessuno, mi aveva in suo potere, aveva finalmente realizzato il suo sogno proibito, e io mi sentivo uno stupido. Un povero idiota che si lascia stuprare a piacimento e che è sempre succube di chi è più forte di lui. Cominciai a pensare che forse Sora era davvero meglio di me. Lui era succube solo di Riku e in più per sua volontà!
Perso come sempre nei miei filmini e riflessioni mentali, non mi accorsi che finalmente quella cozza si era staccata da me.

-Ci vediamo sta sera, mio dolce sogno proibito.-

E sempre con quel suo sorriso sadico e quello sguardo lugubre e inquietante, si congedò da me e si diresse a casa sua.
Ero completamente a pezzi. Mi sentivo un coglio… un’idiota. Cosa avrei detto agli altri? Che mi ero lasciato violentare da una stupida ragazzina che ci aveva confessato che appena diventata maggiorenne avrebbe voluto sottoporsi all’intervento per cambiare il suo sesso e diventare un maschio!? Che mi ero lasciato violentare da una pervertita che fino a due ore fa, non sapeva neanche le differenze tra gli organi genitali maschili e quelli femminili!? Che mi ero lasciato violentare da una stupida che a scuola andava nei bagni dei maschi invece che in quello delle donne e che ogni volta tentava di fare la pipì in piedi!?
Arrivai a casa in lacrime. Axel appena mi vide, abbandonò il suo litigio con Zexion a proposito dello stramega fantastico taglio di capelli di Dora l’esploratrice, e si catapultò da me facendomi mille domande.

-Che c’è pulcino, perché piangi? Sei caduto e ti sei sbucciato un ginocchio?
-No è che …-
-Ti sei accorto che la cassiera ti ha dato il resto sbagliato?-
-Veramente io …-
- O peggio! Hai preso il cioccolato al latte intero invece che quello fondente a scaglie che ci vuole per la perfetta riuscita dei biscotti?! Oppure …-
-Axel se tu chiuderesti quel lurido buco che osi definire bocca io proverei a parlare!-

Gli urlai con la poca forza che mi era rimasta in corpo. Non ne potevo più di sentire quelle assurde supposizioni. Quanti anni credeva che avessi, cinque per caso? E poi perché caz… cavolo mi chiamava pulcino!
Bhe forse in quel momento mi ci sentivo … come un pulcino. Piccolo indifeso e … succube di tanti pervertiti che mi davano la caccia.

-D’accordo pulcino ma dicci che cosa ti è successo …-

Anche Zexion ci aveva raggiunti, aveva tappato la bocca di Axel con una mano e aveva sottolineato con la voce la parola “Pulcino” sintomo di un’allegra presa per il cul… presa in giro.

-Mentre andavo al supermercato ho incontrato Xion e abbiamo fatto la spesa insieme e al ritorno lei e poi … lei, poi, lei, mi ha …-

E scoppiai nuovamente a piangere. Non sono una persona con le lacrime facili, ma quel giorno era come se avessi un magone allo stomaco che mi faceva male, avevo bisogno di sfogarmi ecco tutto.
Quando Axel mi vide scoppiare a piangere di nuovo, morse la mano di Zexion che lo insultò pesantemente per il segno e il dolore che gli aveva provocato, e subito si fiondò su di me per abbracciarmi e consolarmi.
Se devo essere sincero … non me lo aspettavo. Avevo sempre considerato il mio migliore amico come uno sbruffone patentato che aveva la stessa sensibilità di un camionista che va per prostitute.
Ma mi sbagliavo. Quel suo gesto, quelle sue carezze, mi sciolsero completamente e cominciai a provare una strana sensazione al petto … era una cosa così strana … non la avevo mai provata prima. Perciò, spaventato da quella strana sensazione, strattonai via Axel e mi asciugai le lacrime.

-Muoviamoci gente, i biscotti non si cucineranno mica da soli.-

Mi rivolse un sorriso così radioso, così meraviglioso … credo di non averlo mai visto sorridere in quel modo così dolce, senza quella malizia e strafottenza che ogni sua risata o sorriso conteneva in quantità industriali … e perciò mi ritrovai a diventare rosso contro la mia volontà.
Zexion si diresse in cucina per preparare gli strumenti necessari. Io e Axel rimanemmo ancora un po’ nell’ingresso in silenzio: io con lo sguardo basso e imbarazzato, lui con gli occhi su di me e il suo sorriso strano. Ad un certo punto si sentì uno strano rumore metallico e assordante: evidentemente Zexion si era tirato addosso tutto il set di centocinquanta pentole in acciaio di mia madre, perciò Axel si voltò e ridendo rumorosamente, fece per andare a vedere cosa aveva combinato il nostro chef di fiducia.
Prima che andasse troppo lontano, afferrai la stoffa della sua maglietta arancione e subito si voltò verso di me con un’espressione incuriosita e straluna.
Io ancora visibilmente rosso, cercai di farmi uscire fuori le parole che avevo chiuse in gola.

-Grazie, Axel-

Mi sorrise ancora più radioso, mi prese la mano e la baciò.

-Dopo mi racconterai tutto … pulcino.-

E detto ciò ci dirigemmo in cucina per aiutare il nostro master chef.

 

 

NdelmeravigliosostupendoebellissimoRoxas

Salve a tutti miei adorati lettori, mia unica ragione di vita e persone che adoro di più in assoluto (dopo me stesso ovviamente u.u).
Oggi sarò io a lasciare le NdA perché ho rinchiuso quell’idiota di un’autrice dal nome assurdo in un sgabuzzino per l’imperdonabile ritardo con cui ha pubblicato il mio diario (come se quella stupi… cerebrolesa avesse di meglio da fare piuttosto che pensare a me… e poi dai.. facciamo i seri.. che razza di nome è _KHProminence_sembra una squadra di calcio del Taiwan -___-)
Comunque ci tenevo a precisare che questo è il problema che mi tocca più nel profondo.. sono sicuro che leggendolo vi commuoverete … immaginate me, il vostro amato Roxas che deve sopportare i soprusi di tutti i poveri dementi che lo circondano..
Sarei proprio curioso di sapere la vostra opinione.. secondo voi cosa ho combinato quando Xion è arrivata a casa mia?  

         A)Me la sono fatta addosso e mi sono nascosto sotto il letto a piangere e stringendo una copertina azzurra di nome Bubu (non fraintendete io non ho una copertina azzurra          che si chiama Bubu, ma un orsacchiotto di pezza che si chiama Toby **);

       B) Ho impugnato una spara razzi ed ho fatto saltare in aria lei la casa e… emm… tutto … il …  quartiere;

  C)
 Sono scappato.

Bhe se siete curiosi di saperlo non vi resta che aspettare che quella mentecatta dell’autrice pubblichi la seconda parte di quest’incubo che ho vissuto (sì, ho deciso di dividerlo in due perché sono cattivo e volevo lasciarvi sulle spine … ahahahahah … mmm… devo migliorare la mia risata malvagia :\)
Spero di ricevere tanti commenti sulla mia vita ** (gente ma che fine ha fatto la vostra curiosità? Qui ci sono descritti tutti i miei caz… emm volevo dire, tutti i miei segreti io fossi in voi non mi perderei un capitolo.. come si fa a resistere a sapere tutto di una persona… adesso che ci penso… perché io l’ho fatto .     .     .     .     .     . ovvio ma perché io sono Roxas e tutti i miei fan devono sapere cosa fa il loro idolo nella sua vita privata lontano dalle telecamere:D)

K-Tanti Saluti e a presto dalla vostra _KHPromy_ :*
R-Hey!! Mentecatta!! Come hai fatto ad uscire!!??
K
-Stupido di un Roxas hai lasciato la porta aperta e sono uscita a salutare u.u
R-Bhe ma qui non ti vuole nessuno, vogliono solo me, quindi sei pregata di andartene
K-Come vuoi ma ti avverto che Xion mi ha chiesto qual’era il tuo nuovo indirizzo di casa dopo il trasloco…
R- E quindi?
K-E quindi io lo conosco…
R-E allora?
K-E allora casualmente potrei lasciarmi sfuggire dov’è casa tua e casualmente potrei dirle il tuo indirizzo esatto e ancora casualmente potrei accompagnarla a casa tua a farti fare un salutino…
R- .    .    .    .    .     . ok hai vinto, ma lasciami fare almeno i saluti finali, sono un ragazzo profondamente segnato io ç.ç
K-mmmm… ok d’accordo ma solo perché devo farmi perdonare il ritardo di 30 anni ^^’’

R-Tanti tanti saluti dal vostro Roxas preferito e alla prossima!
K-Saluti anche dalla vostra _KHProminence_:D
R.-Impicciona -______-…

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -seconda parte- ***


I tredici problemi che affligono un adolescente fuori dal comune

Problema 6

--->Un'amicA che desiderava  diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito<---

~ Seconda Parte ~

Quella giornata stava diventando sempre più assurda, persino più assurda del giorno in cui  Demyx organizzò il picnic di pasquetta allo zoo nella gabbie delle scimmie, il tutto a base di insalata russa di gelatine di frutta e banane (che non è la cosa più divertente da fare soprattutto se un grosso, peloso e maleodorante scimmione comincia a farti la corte regalandoti la sua pupù e le sue banane) e Axel litigò con una scimmietta per una banana rotonda.
Già… Axel. Proprio quel idiota mangia banane di Axel.
In quei momenti era proprio a lui che stavo pensando
Era una cosa davvero strana, dopo tanto tempo era la prima volta che non mi trattava (o meglio usava) come la sua bambolina personale, cosa alquanto bizzarra … soprattutto considerando il fatto che avevamo la casa completamente vuota (perchè Zexion davanti alla TV diventava tutt’uno con essa, cercando di anticipare le battute dei personaggi dei vari programmi e suggerendo a Dora l’Esploratrice che la fontana era quella immane struttura dietro di lei dalla quale sgorgavano litri e litri di rumorosa acqua) e che quindi avrebbe potuto farmi qualunque cosa il suo cervellino malato gli avesse suggerito di fare.
E invece no …
Mi abbracciava da dietro mentre mescolavo l’impasto dei biscotti, intrecciando le sue mani nelle mie aiutandomi a mescolare;
mi stampava piccoli e fugaci baci sulle guance e sul collo e mi mormorava nelle orecchie che non voleva mai più vedermi piangere perché le lacrime rovinavano il mio meraviglioso viso d’angelo.
Nessuno mi aveva mai detto delle cose così … dolci; erano attenzioni piuttosto melense, ma paragonate a quelle passate, erano molto più piacevoli e mi facevano sciogliere come il burro che Zexion aveva lasciato nel microonde a cinquecento gradi.
Qualcosa dentro di me mi faceva sentire strano. Non avevo mai provato sensazioni così … nuove.
Mi capitò di rimanere a fissarlo un paio di volte mentre sfornava le roventi teglie con i biscotti, e lui, appena si accorgeva delle mie attenzioni, mi rivolgeva un piccolo sorriso e mi faceva l’occhiolino… e io come uno stupido arrossivo senza puntualmente capirne il motivo. Quando finalmente anche l’ultima infornata fu pronta, avevamo centocinquanta biscotti che aspettavano di essere strafogati dai miei famelici amici che stavano per arrivare … oh cazz… cavolo … se stavano arrivando i miei amici voleva dire che … significava … che … anche … lei … NO!
Appena quel pensiero sfiorò la mia mente, impallidii ed ebbi un mancamento. Fortunatamente Axel ha dei riflessi molto pronti e riuscì a prendermi prima che io e il pavimento ci unissimo in un caloroso abbraccio.
Zexion, anche lui molto preoccupato per il mio improvviso svenimento, suggerì di rovesciarmi una secchiata d’acqua gelida addosso o di mettermi sotto il naso uno dei calzini sporchi di Sora (famosi per la loro puzza mortale) per farmi rinvenire, ma Axel fortunatamente, non tenne in considerazione le malsane idee dell’altro e si limitò a lanciargli un’occhiataccia e a schiaffeggiarmi leggermente sul viso.

-Hey pulcino, che ti succede oggi? Mi stai facendo preoccupare seriamente.-

Quelle sue parole avevano una punta di preoccupazione mischiata a tanta premura (ricordate quella storia degli animali? Bhe, ora io non sono più la tigre bianca ma, almeno per Axel, sono diventato il piccolo e tenero pulcino pio pio, mentre lui è diventato la mia mamma chioccia)… era strano non sentire il suo tono canzonatorio e saccente per una volta … e in quel momento sentii nuovamente quella strana sensazione dentro di me, più precisamente alla bocca dello stomaco.
Ad un certo punto … suonò il campanello … e io presi a tremare. Cosa avrei fatto appena fosse arrivata, ma soprattutto cosa avrebbe fatto lei, e Axel??
Cominciò a girarmi la testa e la mia mamma chioccia, notando il mio viso sempre più pallido, mi caricò su una sua spalla e mi sistemò delicatamente sul divano mentre lui andava ad aprire e Zexion (che sarà la zanzara ZeZe, ma non perché sia fastidioso, anzi … solo che mi piaceva la consonanza zzzzzzZZZZ!) finiva di preparare le ultime cose in cucina.
Fortunatamente era ancora presto e alla porta non era nessuno di preoccupante, solo Riku con un enorme mazzo di rose rosse (presumibilmente per Sora) e vestito di tutto punto come se dovesse andare a chissà quale grande festa. Così, constatato che per il momento il pericolo era scampato, tirai un sospiro di sollievo … che mi morì in gola … il campanello era suonato di nuovo!
Nuovamente fortunato. Scoprii che ad aver suonato erano stati mia zia Aqua e mio fratello che tornavano dal loro pomeriggio di shopping e il momento dei saluti con Riku mi distrasse per qualche minuto dagli orribili pensieri che mi stavano distruggendo.
Quando Sora sbucò dalla porta di ingresso e notò Riku, fece per correrlo ad abbracciarlo (anzi, ci si catapultò proprio sopra), ma il suo adorato lo scansò, facendolo cadere in terra e porgendo il maestoso mazzo di rose rosse a mia zia. Tipico di quel tizio. Doveva sempre a tutti i costi fare bella figura (o il lecchino, come dir si voglia) e dopo aver baciato la mano della mia incantevole parente, lei si congedò ringraziandolo di cuore per il magnifico regalo (borbottando qualcosa del tipo che dal suo Van, una cosa del genere poteva solo sognarsela nei suoi più reconditi sogni, durante i suoi più profondi sonni …) e dirigendosi verso la sua stanza per prepararsi per il suo appuntamento.
Di nuovo calma piatta. Per un’altra decina di minuti il campanello stette nel silenziose più tombale.
Poi di nuovo quel Din Dlon mi fece gelare il sangue. Erano le otto spaccate ed era risaputo che Xion, superstiziosa com’era, arrivava sempre agli orari con minuti 00.
Ma uno strano starnazzo proveniente dal piano di sopra mi fece sobbalzare …

-È lui! È lui! Vado io, vado io!-

Mia zia si fiondò su Zexion che stava per aprire la porta, che impaurito dalla strana euforia della donna, si spostò in un angolino con gli occhi sbarrati pieni di stupore e terrore.

-Ciao Van, sono felice di vederti!-
-Hey gnoccona, cazzo sei davvero sexy questa sera!-

Quel trionfo di finezza doveva essere il famoso Sbruffoni… cioè Vanitas con cui usciva mia zia.
Era un tipo davvero bizzarro e leggermente inquietante a mio parere… assomigliava molto a Sora, ma aveva qualcosa in più rispetto al mio gemello … aveva fascino, ecco.

-Ragazzi io esco, non so quando ritorno, voi fate i bravi e non distruggete la casa intesi?-
-Intesi-

Rispondemmo tutti e cinque all’unisono mentre vedevamo mia zia che si allontanava con quello strano tipo che molto castamente (si fa per dire) le aveva palpato il sedere (ma che razza di tipo maniaco si era messo al fianco una persona meravigliosa come lei! Speravo che mia zia trovasse un uomo gentile, galante, serio … non una sottospecie di perito sessuale!).
Comunque in quei momenti avevo ben altro per la testa, ovvero la mia incolumità e quella dei miei gemelli di famiglia (e nel caso non si capisse non sto parlando di gemelli come me e Sora ma di… credo abbiate inteso).
Xion era diventata il mio incubo peggiore, altro che uomo nero o mostro dell’armadio, solo il suo pensiero mi faceva diventare le mutande e i pantaloni gialli e umidicci…
Quella sera il campanello suonò trecentomiliardi di volte… e ogni singola volta rischiavo di morire di arresto cardiaco.
La prima volta era Hayner che arrivò con il fiatone e sporco di marmellata di ciliegie.
Lui e Pence abitavano infondo alla mia stessa strada per questo arrivarono presto.
Il grassone trippone (voglio molto bene a Pence e lui sarà il nostro panda grassone trippone) aveva preparato delle ciambelline alla marmellata per la nostra serata ma Hayner (la nostra volpe senza cervello) per fargli uno scherzo aveva sostituito la confettura di ciliegie con del sangue di maiale e quando il panda provò ad assaggiare uno dei suoi dolcetti, naturalmente si incaz.. arrabbiò moltissimo perché … bhe potete immaginarlo… ciliegie e sangue di maiale non hanno proprio lo stesso sapore…
E Pence, che è l’essere più buono del mondo (ammesso che tu non lo faccia arrabbiare… se no altro che panda coccoloso, diventava peggio di un T-Rex che non mangia da settimane a cui hai appena sottratto la sua meravigliosa e succulenta preda) si era arrabbiato così tanto che aveva cominciato a lanciargli sassi ricoperti di marmellata.
Dopo di loro arrivarono Marluxia (l’orsetto paffutello che profuma di fragole) e Luxord (il tricheco scommettitore che ogni settimana perdeva non so quanti soldi a strip poker… non so perché tricheco ma … quando guardavo la sua strana barbetta mi venivano in mente i baffi dei trichechi… bho, si vede che ho tanta fantasia).
Sono entrambi miei amici e frequentano entrambi l’ultimo anno nella mia scuola (anche se sono bocciati pluridecorati … credo che quando io prenderò la pensione loro saranno ancora lì a tentare di essere ammessi all’esame finale) ma sono sempre stati due tipi emm… voglio essere carino quindi dirò semplicemente fuori dalle righe.
In seguito arrivò il nostro istrice ballerino che sorprese tutti i presenti.
Demyx si presentò (non posso ancora crederci) con una fig… gnoc… bellissima ragazza, tutte curve avvinghiata al suo braccio.
Io e Axel, completamente increduli, lo afferrammo e ci appartammo in cucina per chiedergli che cosa fosse successo, o quanto avesse pagato quello splendore per fingersi così pazza di lui.
Ma lui non ci disse niente e con aria da sostenuto e prezioso, si liberò dalla nostra presa, andò nell’altra stanza dove c’erano tutti e tenne il suo discorso…

-Amici, conoscenti, fan, seguaci, io il meraviglioso, eccezionale Demyx ho il piacere di presentarvi la mia splendida fidanza Aerith-

Come, come?? Fidanzata?? Ma come era possibile???
Decidemmo allora di parlare con la presunta fidanzata per chiederle cosa ci trovasse in.. insomma in Demyx!

-Bhe non so… forse i suoi meravigliosi capelli biondi, o i suoi occhioni blu da cucciolone, o forse il suo coraggio…-

Già, il suo coraggio.

Artrite … cioè Aerith si era invaghita del porcospino perché era l’unico ragazzo che da quando faceva l’istruttrice di danza avesse mai avuto il coraggio di iscriversi al suo corso. Lo riteneva audace e in più diceva che i ragazzi in tutù erano dannatamente intriganti e accattivanti…
Bene, credo che anche io mi inscriverò ad un corso di danza classica… comincio a pensare che l’idea che noi abbiamo di Demyx non sia poi così giusta… per noi è un povero imbecille che non capisce un caz… niente… ma in realtà mi sa che lui è il più furbo tra tutti noi..
Fatto sta che i due piccioncini rimasero per mezz’ora attaccati alle labbra l’uno dell’altra, e mentre io osservavo attentamente come facessero a lim… baciarsi in continuazione senza prendere mai fiato, arrivò anche Xigbar.
Lui non frequenta la nostra scuola, almeno non come alunno. Infatti lui è il nostro bidello.
Era un amicizia preziosa la sua e ci aiutava in molti modi diversi: aveva tutte le chiavi degli armadietti dei professori e perciò poteva dirci in anticipo i voti che avevamo preso nelle verifiche, e qualche volta, li cambiava aggiungendo un più o un sei che non guastavano mai. Inoltre lui era quello che sapeva tutti i caz… gli scoop di tutta la scuola. Era l’esatto opposto di quel barbone di Ansem che invece non faceva altro che urlarci dietro tutto il giorno.
Quando arrivò l’attenzione fu tutta per lui perché aveva un nuovo scoop da raccontarci.
Qualche mattina fa, la professoressa di latino Larxeen Slut era stata beccata nel bagno dei professori mentre faceva… diciamo cose sconce, con il professore di ginnastica Xaldin Gim.
Appena finì di raccontare tutti i dettagli (che non vi sto a dire perché io non ho dormito per due notti e non vorrei essere la causa di vostri disturbi di sonno. Ci tengo alla salute dei miei lettori) mi venne spontaneo guardare Axel. Sapevo che in passato aveva avuto una mezza cosa con la professoressa di latino e magari un po’ gli sarebbe potuto dispiacere… in realtà … non gliene fregava niente. Per l’intera durata della storia di Xigbar, non aveva fatto altro che fissare i miei capelli per poi uscirne con una cosa tipo –ma ti sei fatto dei colpi di luce?-.
Credo che prima o poi dei colpi pesanti glieli avrei dati io. Mi preoccupavo tanto per lui ma non ce ne era per niente bisogno. Dimenticavo sempre che lui era pur sempre Axel, il grande Axel!

E io chi ero? Quando sentii il capannello suonare realizzando che tutti gli invitati erano presenti e che mancava solo l’avvoltoio moro, capii che io ero il piccolo, sfigato e fottuto Roxas.

Inizialmente nessuno sembrava aver sentito quel terribile suono che proveniva dalla porta, ma poi vidi Axel che si dirigeva verso l’entrata per andare ad aprire.
Ora, premetto che io non so mai stato una persona che può definirsi… atletica, ma a quanto pare il terrore ha la capacità di spingerci a fare cose che non crediamo alla nostra portata.
Non ho ben capito cosa e come ho fatto ma so solo che in due secondi e mezzo dal divano su cui ero seduto, mi sono ritrovato sopra al mio amico.
Tutti mi guardavano atterriti e sorpresi. Ero schizzato alla velocità della luce ed ero riuscito ad atterrare Axel grande e grosso, alto e palestrato.

-Roxas, per quanto questa posizione mi piaccia, hai intenzione di restarci ancora per molto?-

Che bella figura di me.. diciamo semplicemente che figuraccia.
La mamma chioccia era distesa sul pavimento e io ci ero sopra a cavalcioni!
Credo che in quel momento la mia faccia divenne su per giù dello stesso colore di quei bei pomodori maturi che si vedono nelle pubblicità e che poi quando li vai a comprare sono malaticci e grinzosi che ti fanno così pena che li acquisti non per mangiarli ma per curarli.
Con un altro scatto atletico mi spostai e mi rifugia in un piccolo angolino… forse se mi fossi schiacciato contro il muro sarei diventato tutt’uno con esso e nessuno mi avrebbe più trovato… ma l’importante era che non mi trovasse lei.

-Ciao Xion ben arrivata, sono già tutti qui stavamo aspettando te.-

E con quelle parole, la speranza che fosse il vicino indiano che non spiccica una parola comprensibile e che ogni volta scambia la nostra dispensa per il suo supermercato personale (dato che ci viene sempre a chiedere zucchero, sale, pasta, pane, arance, limoni, banane… come facciamo a capirlo se non spicca mezza parola della nostra lingua? Semplice. Giochiamo al gioco dei mimi) svanì completamente.
Questa volta era lei.

Bene… non avevo scampo, il mio destino era segnato.. Ma un attimo! Un’idea!
Se fossi riuscito a strisciare lungo tutto il perimetro del muro della casa, ed ad arrivare all’uscita di servizio della cucina, sarei potuto uscire. Dopo avrei raggiunto un aeroporto e avrei preso un aereo per il Perù; lì avrei cambiato il mio nome in qualcosa tipo Fernando Martinez e avrei allevato capre fino alla mia morte nell’immenso deserto (ma in Perù c’è il deserto?).
Si era un ottimo piano dovevo solo…
Troppo tardi. Ero talmente preso dai miei piani strategici che non mi ero accorto che Xion mi stava fissando con quei suoi occhioni grossi e malefici da quasi dieci minuti.

-Ciao mio dolce sogno proibito.-

Mi sussurrò queste parole e mi stampò un viscido bacio sul naso per poi dirigersi nell’altra stanza per salutare il resto della combriccola.  
Rimasi fermo impietrito contro il muro per almeno altri cinque minuti prima di notare che Axel aveva assistito a tutta la scena e ora mi guardava con una faccia un po’… quasi indefinibile… un misto tra rabbia, gelosia, sconcerto e delusione. Mi squadrò un po’ e poi raggiunse anche lui tutti gli altri.
Perché mi aveva guardato in quel modo? Cosa avevo fatto di male? Che colpa ne avevo io se quella ragazzina era impazzita tutto di un colpo e ora mi voleva tutto per sé?! Purtroppo se è questo l’effetto che faccio alle donne non posso farci nulla.
Sta di fatto che in quel momento stavo malissimo. Avevo paura che Axel avrebbe nuovamente cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti ma … perché, perché mi interessava tanto non perdere quello strano rapporto che stava nascendo? (Ok, sto diventando troppo profondo e filosofico… inoltre io odio la filosofia… e anche la profondità dato che non so nuotare!).

-Hey Roxas se hai finito di scaldare il muro noi vorremmo iniziare la festa .. che ne dici amico?-

Era Hayner e aveva raggione… basta pensare, avevo voglia di Divertimento con la D maiuscola!
Mentre nessuno mi vedeva nascosi la mazza da baseball di mio fratello dietro il divano così se Xion avesse provato ad avvicinarsi la avrei potuta tenere a distanza (sarei stato anche capace di picchiarla… non mi faccio tanti scrupoli io).

Prima di mangiare i biscotti che con tanta fatica io e i miei compagni avevamo preparato, cominciammo la nostra tipica sessione di giochi che era composta da partite a tombola, ad “un due tre stella”, nascondino, carte uno e tanti altri (sì, so a cosa state pensando e vi do ragione … noi siamo tutta gente sofisticata e matura che esercita passatempi costruttivi e di cultura).
Dopo che Sora con il suo cul… con la sua fortuna esagerata vinse tutti i nostri soldi a tombola e Hayner si picchiò con Xigbar perché gli aveva fatto stellone troppo presto, Marluxia (in accordo con la strega corvina) propose di giocare ad un gioco che definirei strano… il gioco della bottiglia.
Se devo essere sincero in realtà in passato ci avevamo già giocato ma dopo che Pence infilò (contrò le regole) la lingua in bocca a Zexion non giocammo mai più. Ora però volevano farlo e siccome erano tutti d’accordo non potevo tirarmi in dietro.
Le nostre regole erano semplici (si fa per dire). I primi cinque erano baci sulla guancia, i seguenti dieci su una qualunque parte del corpo (per esempio naso, fronte, gomito, natiche … siamo ragazzi fantasiosi noi), dopo di che erano obbligatori i baci sulla bocca con il divieto assoluto di sfoggiare le lingue; il primo che si rifiutava di baciare l’altro doveva subire punizioni che spesso erano malevole e alquanto imbarazzanti. Perciò avevo il terrore, se mi fosse toccato baciare Xion lo avrei dovuto fare obbligatoriamente, anche se rischiavo di essere stuprato in pubblico, oppure avrei dovuto sopportare le penitenze impartite da Luxord che andavano dal andare a chiedere all’anziana del quartiere il latte completamente nudi al bere 15 bicchieri stracolmi di ketchup piccante (e anche se queste due proposte possano risultare meno spiacevoli del baciare una piovra sanguisuga corvina, non volevo fare brutta figura con i miei amici … ci tengo alla mia dignità).
Ammetto che inizialmente mi stavo divertendo, vedere Sora diventare viola dalla gelosia perché tre volte sì e un’altra ancora sì la bottiglia indicava Riku che ormai aveva baciato tutti era davvero spassoso. Io non avevo ancora toccato nessuno ed ero piuttosto sollevato fino a che quella odiosissima bottiglia non indicò me e … Axel.

Non mi aveva rivolto una singola parola per tutta la serata, si limitava a fissarmi ogni tanto con quella sua faccia strana che mi faceva sentire piuttosto a disagio. Ormai i dieci giri di baci ovunque erano terminati ed ora c’era l’obbligo del bacio a stampo.
Il cuore mi batteva all’impazzata, le gambe mi tremavano, era il mio primo bacio e avevo tanta paura di fare brutta figura e di essere deriso per
sempre da tutti… ma ciò non accadde.

Axel si rifiutò di baciarmi sottoponendosi alla punizione che gli spettava per non aver seguito le regole. Credevo che mi sarei sentito sollevato ma il suo –non lo faccio- mi aveva come spezzato il cuore. Ma perché? Forse aveva vergogna di baciarmi davanti ai nostri amici; ma no, sono sicuro che non si sarebbe fatto problemi… lui non si fa mai problemi… si sarebbe fatto chiunque anche davanti a sua nonna.. come mai ora tutto questo pudore?
Preferì bere l’acqua del water del mio bagno piuttosto che baciarmi e dire che mi aveva ferito era dire poco.
Feci finta di niente, mostrando di essere sollevato da quella sua decisione e facendo lo stupido come sempre, forse ora che avevano avuto modo di dare una punizione avrebbero dato un taglio a quel gioco stupido e futile.. e invece no.
Dopo quella grossa musata contro il muro avuta pochi attimi prima ne ebbi una ancora più grossa qualche istante dopo.

-Bene Roxas, ti sei scampato Axel ma ora ti tocca … Xion-

Credo di non aver odiato mai così tanto la voce di mio fratello come in quel momento.
Non potevo rifiutarmi, non volevo spezzare il suo cuore come poco prima il mio “migliore amico” (se ancora così posso definirlo) aveva fatto con il mio. Però non volevo neanche baciare quella sanguisuga!
Scappai e mi nascosi per tutta la casa: nella lavatrice, tra i prodotti per la pulizia del bagno di mia madre, nel cesto della biancheria sporca (bhe, uno dei vantaggi di non essere particolarmente grossi come me è il fatto che in casa posso rifugiarmi praticamente ovunque cosa che può risultare molto utile specialmente quando ci viene a trovare quella vecchia megera della zia di mia madre e pretende che gli faccia i massaggi ai suoi piedi callosi e fetidi con olio di semi di girasole) ma scovò tutti i miei migliori nascondigli che mi facevano sempre vincere a nascondino con i miei amici. Infine mi rifugiai sotto il mio letto tenendo stretto tra le mie braccia il mio orsacchiotto Toby (me lo aveva regalato mia nonna quando avevo tre anni e ci sono molto affezionato... non gurdatemi così male.. Toby non dorme con me... in realtà in genere dormo con una copertina azzurra con delle macchinine rosse di no me Bubulette ma era a lavare in lavanderia e io avevo bisogno di conforto... perchè mi guardate così?? Siete tutti ragazzi adulti e maturi voi? Non ci credo che non avete un oggetto da coccolare a letto ... su ammettetelo ... vi renderà virili e coraggiosi proprio come me) e pregando in tutte le lingue che conosco (che sono molte … la nostra e … mi sembra di avervi già parlato dei miei problemi con le lingue straniere qualche tempo fa) ma mi trovò anche lì.
Tornai in salotto per sfuggire alle sue grinfie sperando che dato i troppi presenti mi sarei riuscito a salvare ma mi incastrò sul divano.

Eravamo entrambi in piedi, io ero appoggiato allo schienale e lei era avvinghiata a me, si avvicinava sempre di più e io mi tiravo sempre più indietro, sempre più indietro, sempre più…
Non ricordo precisamente cosa accadde, so solo che mi svegliai e mi ritrovai nel mio letto con un forte dolore alla testa. Lì vicino a me c’era Axel che stava sciacquando un fazzoletto di stoffa in una bacinella con dell’acqua.

-Cosa cavolo..?-
-Oh buongiorno bel addormentato.. non credevo ti saresti risvegliato presto dopo la brutta caduta che hai esibito alla festa … c’è poco da fare, rimarrai per sempre il solito maldestro Roxy caro.-

Maldestro? Cosa cavolo voleva dire quel idiota? E ora perché aveva ripreso a parlarmi senza problemi come aveva fatto per tutta la durata della giornata fino a quella sera? E perché … Ok. Stop. Ci do un taglio. Vi ho inondato di domande stupide tutto il tempo ed ora è giusto mettere le cose in chiaro.

-Punto uno: che cosa è successo e perché ho questo pazzesco dolore alla testa
Punto due: chiamami di nuovo Roxy e ti raso capelli e sopracciglia mentre dormi
Punto tre: maldestro lo sarò tuo nonno che non è in grado di tenere in mano una scopa senza rompersi un piede.

-Nanananana ti sembra questo il modo di trattare un dolce amico che invece di festeggiare tutta la notte ti ha assistito come una perfetta infermiera?-

Tutta la notte? Voleva dire che avevo dormito tutta la notte? Cosa cavolo mi aveva fatto quella pazza per farmi dormire durante la mia festa?! E in più Axel era davvero stato con me per tutto il tempo.. mi sembrava arrabbiato.. forse me lo ero immaginato?

-Ho un’idea diversa di infermiera caro amico.-

Gli risposi io girando il volto dall’altra parte per non guardarlo.

-Vuoi dire che io … non ti vado bene?-

Disse lui facendo il finto imbronciato.
Ora, le sorprese che può fare Axel riescono sempre alla perfezione. Ma quello che combinò a me quella mattina non era esattamente una sorpresa.. anche quello fu indefinibile.. tutto quello che fece lui quel giorno era indefinibile... forse lo si può definire uno scherzo, una burla, o forse un gesto con il cuore.
Dopo quel suo commento mi afferrò per il mento e mi tirò a sé.
Era troppo vicino, dannatamente vicino, talmente vicino che i nostri nasi si potevano sfiorare…
E ora cosa sarebbe successo? Mi avrebbe tirato in terra e si sarebbe seduto su di me, mi avrebbe fatto il solletico, mi avrebbe sputato nell’orecchio (sono cose del tutto normalissime per lui.. quando la mattina lo incontro a scuola e lo saluto con un “buongiorno Axel” lui mi afferra per un braccio e mi sputa in un orecchio e mi congeda con un “Salve anche a te amico” e una pacca sul sedere.. vi prego ditemi che lo fanno anche i vostri amici, ditemi che in realtà gli sputi nelle orecchie servono a prevenire le carie o le malattie veneree… qualunque cosa… ok, credo che mi taglierò le orecchie… potrei diventare anche il soggetto di un famoso quadro … magari qualcosa tipo “L’urlo di Roxas per l’orecchio mozzato” potrei diventare ricco e farmi ricostruire delle nuove orecchie, magari a punta come quelle degli elfi, oppure… d’accordo ci do un taglio.)
Invece no. Fece la cosa più ovvia ma che a me non mi passò neanche per l’anticamera del cervello…
Mi propose una vantaggiosa offerta telefonica … internet, messaggi e telefonate alla modica cifra di …

Ok no scherzavo… volevo un po’ di suspense.

Eravamo entrambi seduti sul mio letto uno davanti all’altro, ad un soffio di distanza tra i volti.
Probabilmente la botta che presi mi fece veramente male perché in condizioni fisiche e psicologiche ottimali non sarei rimasto lì per più di tre secondi. Invece rimasi imbambolato a fissare i suoi meravigliosi occhi verde moccio finchè … bhe finchè… non azzerò completamente la distanza che ci separava e … mi baciò.

 

 

Nd_KHProminence_ questa volta:D

HIIII PEOPLE!!

Tornano a grande richiesta (l’importante è crederci lol) i tredici problemi del nostro sciagurato Roxas!:D
Questa volta sono stata io a chiuderlo in uno sgabuzzino e mi sono assicurata che la porta fosse ben chiusa e apribile solo con una bomba atomica così nessuno potrà disturbarci ^-^.

A proposito di Roxas, gioiamo per lui perché dopo tanti cas.. volevo dire peripezie, è riuscito ad avere il suo primo bacio *-*
A l’amour … che grande cosa l’amour…
Inglese, francese, bene oggi mi sento particolarmente internazionale :D
Bene ormai questa storia è in cantiere da più di un anno (caspita come passa il tempo O.O) e siamo appena alla metà … ottimo direi!
Forse per il 2054 riusciremo a portarla a termine se riesco ad ottenere un Roxas collaborativo.
Perfetto. Ora vi saluto prima che Roxas capisca che in realtà per aprire la porta dello sgabuzzino basta semplicemente dire “Open the Door”.. ma lui non può saperlo visto che crede che i Door siano dei biscotti particolarmente schifosi e senza grassi, ma meglio non rischia….

R-Troppo tardi..
K - :O come hai fatto ad uscire
R- E' un segreto
K- Emm… ok amico. Senza rancore?
R- Senza rancore.
K- E alloraaa… cosa vuoi farci con quell’enorme, enormissima ascia con il mio nome inciso sopra?
R- Niente sta tranquilla voglio solo … TAGLIARTI LA TESTA muhahahahahahah
K- :O
R- Un ringraziamento speciale alla mia amica La Regina di cuori che mi ha fornito l’ascia ^-^
K- Non preoccupatevi gente riuscirò a scappare ;)
R- Staremo a vedere muhahahahahah
Narratoreesternocheèpassatopercasodalìevuolenarrarequalcosaperchènonhanientedimegliodafare- Riuscirà la nostra _KHProminence_ a sfuggire alla luccicante ascia di Roxas? E quest’ultimo è davvero biondo o si tinge? Questo e molto altro nel prossimo capitolo da non perdere! Prossimamente sui vostri schermi!
R- Guarda che ce ne è anche per te!
N- Nooo T.T e io che centro?
K- Mentre Roxas rincorre il povero malcapitato io vi saluto.. a presto ragazzi, ringrazio sempre tutti coloro che leggono, seguono e recensisco, siete fantastici :D

A presto (se sopravvive)

_KHProminence_

N- Qualcuno mi aiutiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
R-Muhahahahahahahahahah nessuno fermerà la mia furia
K-^^’’

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il professore di biologia che sussurrava ai rospi ***


I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune

Problema 7

-->Il professore di biologia che sussurrava ai rospi<--

Su, giù, su, giù…
Dentro, fuori, dentro, fuori…
Era la prima volta che facevo una cosa del genere..
Il respiro diventava sempre più affannato, il cuore mi batteva sempre più forte… sentivo uno strano liquido sconosciuto scorrere e solleticare la mia pelle…

Axel mi aveva incastrato…

Hey ma a cosa state pensando brutti pervertiti!! Non fatevi strane idee.. in realtà tutto questo era generato si da un attività nuova mai da me praticata ma non quella che state pensando voi!! Io stavo semplicemente salendo le scale! Sapete che non sono un tipo atletico e fare una rampa di scale di ben 50 gradini ogni 10 minuti mi stanca molto.. soprattutto perché in genere a casa mia per salire al piano superiore utilizzo la sediolina elettrica che mia mamma fece istallare per la mia inferma vecchia zia Sally.

Perché le scale vi chiedete? No, non mi sono messo a dieta e non ho nemmeno voglia di fare attività fisica, ma come ho già detto sono stato incastrato da Axel.

Dovevo essere il suo schiavo personale per tre mesi.

Perché questa assurda pena? Ecco cosa è successo.
Il lunedì successivo alla mia festa era giunto il momento del colloquio con i professori.
Tra pochi giorni sarebbero iniziati i corsi di recupero per superare gli esami del debito e i miei professori volevo assolutamente parlare con i miei genitori per spiegargli cosa avrei dovuto fare secondo loro per risolvere i miei problemi scolastici. Purtroppo per me i miei genitori non c’erano (ahah sto scherzando per fortuna quei due schizzati non erano in casa… nella nostra città … anzi sul nostro pianeta… altrimenti mi sarei dovuto sorbire per tutta la durata del colloquio le occhiate omicide di mia madre e le battute imbarazzati da parte di mio padre che spiattellava tutti i miei segreti per farmi fare figuracce con i miei professori… credo che non dimenticherò mai quando alle medie raccontò alla mia sexy prof di inglese che fino all’età di 12 anni facevo la pipì a letto… sono cose che ti segnano queste!) perciò sostenei quell’incontro con mia zia che mi avrebbe sicuramente dato man forte e non mi avrebbe fatto sentire come la peggiore merd… cacca di tutto l’universo conosciuto e non..
Quel pomeriggio dovevamo incontrare il professore di biologia Vexen Froggy (della serie un nome una garanzia). Ammetto che nella mia vita di cose normali non ce ne sono molte (forse l’unica cosa completamente normale di cui posso vantarmi è che dai rubinetti di casa mia sgorga acqua e non strane sostanze aliene) ma credo che il mio prof di biologia le batta tutte. Ogni mattina si presentava in classe con il suo camice da scienziato e un rospo rugoso e sempre imbronciato di nome Leon che gli sbucava dalla tasca sinistra della camicia.

State tranquilli amici animalisti, noi non facciamo cose tipo vivisezionare rane, rospi ed esseri simili, no. Anche perché credo che il nostro professore preferirebbe farci vivisezionare un essere umano piuttosto che un anfibio. Per lui quegli animali sono sacri e inoltre quel pazzoide crede di avere la capacità di poterci parlare e che quei cosi viscidi e schifosi gli rispondano!
Le uniche cose di biologia che abbiamo studiato in tre anni riguardavano tutte rane, ranocchie, raganelle, rospi e anfibi. Non avevamo fatto altro.
E sapete.. dopo un po’ studiare il ciclo riproduttivo delle rane diventa alquanto noioso soprattutto schifoso se lo vedi messo in pratica sulla cattedra del tuo professore (e soprattutto se pensi che lui nei suoi momenti di intimità non è come gli uomini normali.. lui passa le sue nottate circondato da rane e ranocchiette che gli scorazzano sul corpo..nudo.. mamma mia che scena raccapricciante, credo che dopo avervela raccontata dovrò andare a sciogliere il cervello nell’acido per levarmela dalla testa.. che ribrezzo brr..)

Il punto è comunque che a me le rane e bestiole simili fanno proprio schifo.
Verdi, viscide con occhi che ti fissano e sembrano che vogliano farti intendere che quella notte, mentre sarai nel tuo letto accoccolato al tuo cuscino e con le coperte che ti accarezzano il corpo, loro saranno lì, a fissarti e a scrutare ogni tuo piccolo movimento e respiro.. esiste qualcosa di più inquietante? A me più che animali sembrano muco vivente in grado di riprodursi!

Questo mio grandissimo amore per quelle bestiole con gli anni era venuto fuori più di una volta.
Ricordo che l’anno scorso il professore aveva assegnato ad ognuno di noi un girino da accudire finchè non cresceva e diventava una rana. Sora gli diede un nome e se ne occupò con premura, Hayner gli fece costruire una culla dondolante da suo nonno falegname, Pence al suo gli preparava intrugli vari tra i quali pasticci di mosche gratinati e zuppa di insetti misti, Kairi truccava e vestiva il suo ogni giorno in maniera differente… il mio è finito nello scarico del cess… del bagno due ore dopo averlo portato a casa.
Diciamo che già in partenza il Prof. Froggy non mi amava molto, ma dopo quell’episodio prese ad odiarmi in maniera inaudita. Ogni volta che avevo biologia temevo che mi avrebbe vivisezionato davanti ai miei compagni.
Per fortuna però l’estate scorsa riuscii ad attenuare il suo odio con una ricerca di 1500 pagine sull’importanza delle rane e surrogati nella storia dell’uomo (che mi costò quasi tutti i miei risparmi.. Zexion le ricerche te le fa pagare a peso d’oro) ma ciò non cambiava il fatto che a me quelle bestiacce facevano, fanno e faranno sempre immensamente schifo.

Tutto questo casi… caos per dire che ho il debito di biologia perché non ho mai studiato un cazz… niente.
Ora però il professore si era messo in testa che io ero un ragazzo intelligentissimo che però non si applicava e che perciò aveva bisogno.. diciamo di uno stimolo. E fu così che mi affibbiò un tutor.   

-Io credo cra.. che suo nipocrate sia molto sveglio cra… che quando si impegna cra può fare grandi cose cra e solo che ha pocra voglia cra non si applicra abbastanza craaa, ma se lo stimoliamo craa da una piccola scintilla craa verrà fuori craa un incendio craa ne sono più che sicuro craa.-

Disse lui a mia zia. Da notare il fatto che anche mentre parla con persone umane normali non riesce a rinunciare alla sua tendenza … diciamo ranesca? E se ci aggiungiamo anche una erre moscia e una vociaccia gracchiante da vecchio maniaco stupra anfibi.. lascio a voi le conclusioni.

-E lei cosa suggerisce di fare?-

Rispose con garbo misto a sconcerto quella povera donna che da quando era entrata nella nostra vita aveva perso il concetto di normalità.

-Bhe vede signocra di recente craa sono stati fatti craa degli studi craa che hanno dimostrato craa che non c’è niente craa di più stimolante craa di studiare con dei proprio coetanei craa soprattutto se craa si ritiene craa che questi compagni craa siano più stupidi di noi craa.-

-Scusi professore ma non la seguo.-

Grazie zia.. anche io non ci stavo capendo un cazz.. cavolo.. cosa diamine si era messo in testa di farmi fare questo pazzo maniaco del viscidume??

-È semplice mia crara. Affiderò suo nipote craa a un tutor craa, uno dei miei migliori studenti craa.. ma che allo stesso tempo è un emerito idiota craa…-

-Ma ne è proprio sicuro?-

-Certo non si preoccupi craa.. questo ragazzo con il nostro aiuto migliorerà senza craa ombra di craa dubbio. Il signorino Hockins a primo impatto craa può sembrare uno stupido craa e in realtà craa è davvero uno stupido craa però nella mia materia craa ha sempre ottenuto craa ottimi craa risultati craa.-

Il signorino Hockins. IL SIGNORINO HOCKINS.
Axel. Voleva affidarmi ad Axel.
Sapevo che questo tizio era un pazzo ma non credevo arrivasse a certi livelli di cretineria.

A quel punto urgeva un intervento da parte mia.

-Nonononononononono proprio no. Mi rifiuto categoricamente anche solo di sentire una cosa del genere. Lo ha detto anche lei! Axel è un’idiota, un incapace, come può aiutarmi con lo studio se lui non sa neanche cosa voglia dire studiare.. non sono neanche tanto sicuro che sappia come si tenga un libro in mano!-

E chi è arrivato in quel momento proprio mentre io proferivo quelle parole?...

-Dolce come sempre mio caro Roxy…-

Quella voce… era la sua.

Girai lentamente la testa di novanta gradi verso la porta dell’aula mostrandogli la mia faccia tra l’impietrito e l’imbarazzato…

-A –Axel?-

Lui mi accennò un sorrisino divertito facendomi l’occhiolino e si affiancò al professore dietro la cattedra.

-Non mi sembcra cra il caso craa di rivolgersi craa in questo modo craa ad un suo craa collega signorino Khinder craa … e inoltre craa è già stato deciso craa.. il signorino Hockins sarà il suo tutor craa fino allo svolgimento craa dell’esame di recupero craa e se lei craa non lo supera… craa verrà bocciato craa.-

Non so perché ma mi sembrò che il tono con cui il professore proferì quest’ultima parte della frase fosse alquanto … divertito. In realtà credo che quello che quel’essere immondo voleva e farmi fare una passeggiata tra i gironi dell’inferno e farmi patire come io feci soffrire quell’incrocio tra un pesce e una caccola nera che gettai nel gabinetto.
Sospirai rassegnato.

Non volevo essere bocciato. In oltre questa storia del tutor poteva risultare vantaggiosa. Se non avessi superato l’esame avrei sempre potuto dare la colpa all’inutilità e inefficienza di Axel il tutor.

-Non ci tengo a ripetere l’anno sinceramente … e se lei ritiene che quel’idi… che Axel mi possa essere di qualche aiuto .. vorrà dire che studierò con lui.-

Dissi a denti stretti cercando di far trasparire il meno possibile la riluttanza con cui proferivo quelle parole.
Ci eravamo baciati ok.
Un semplice bacio, labbra contro labbra…

E niente di più.
Questo non aveva cambiato nulla… almeno così pensavo.
Insomma io ero sempre Roxas e lui era solo quell’idiota del mio migliore amico.. no.. in realtà ora non era solo questo.. ora era diventato il mio …. Mi fa ancora schifo dirlo.. il mio.. tutor.

Ho sempre pensato, anzi sono sempre stato convinto di essere io il più intelligente del duo.. (da notare il fatto che non ho usato il termine coppia perché non siamo e non saremo MAI una coppia sia ben chiaro…) sì, insomma, io la mente e lui il braccio ecco..
Era un grandissimo calcio rotante iperpoteziato al mio orgoglio questa storia del tutor…
Ma non volevo essere bocciato… anche perché se fosse accaduto mia madre sarebbe stata capace di uccidermi lanciandomi maledizioni e anelli di Saturno da qualunque parte dell’Universo si fosse trovata. Non avrebbe mai permesso a me, inutile pecora nera della famiglia di gettare disonore sulla sua stirpe.
E io non volevo morire!
Perciò mandai giù il boccone amaro (anzi avvelenato) e accettai di studiare con Axel.

-Perché ti fa tanto schifo questa storia di studiare con me Roxy?-

Disse Axel mentre tornavamo a casa. Mia zia prese la nostra auto per andare a fare la spese ai SuperMagaziniDoveCiSonoScontiTuttoL’Anno il suo negozio preferito praticamente dall’altra parte della città, declinando la mia richiesta di accompagnarmi a casa con la scusa che se non si sbrigava a raggiungere il negozio, tutte le zitelle in pensione le avrebbero rubato tutti i flaconcini di deodorante alla vaniglia e cannella in super offerta e perciò mi toccò tornare a casa a piedi con lui. Provai a scappare prima che mi raggiungesse ma dopo aver corso per più di dieci centimetri ero del tutto stremato e fui raggiunto senza alcuna difficoltà.

-Perché sei … sì insomma sei tu! Sei meno intelligente di un batterio unicellulare con il gonnellino hawaiano! È una barzelletta dover studiare con te … insomma avrei capito se il tutor fosse stato Zexion o Riku .. persino Sora.. ma tu!? Proprio non riesco a capirlo!-

Non so perché ma quelle  mie parole lo ferirono. Insomma gli rivolgevo discorsi del genere e insulti simili praticamente ogni giorno, perché ora se la prendeva tanto!?
Si fermò nel bel mezzo del marciapiede mentre io continuavo a camminare rivolgendogli tutto il mio dissenso ma lui .. era come se avesse smesso di ascoltarmi.

Quando mi accorsi che non camminava più al mio fianco mi fermai e mi girai verso di lui.

-Hey amico che combi…-

-Mi ritieni così stupido e incapace?!-

Disse con lo sguardo basso e la voce con una leggera nota inca..arrabbiata.

-Eh?- 

Asserii io confuso.

-D’accordo facciamo una scomessa .. studierai con me per una settimana, una singola settimana, e se passi l’esame farai tutto ciò che ti chiedo.-

Sorrisi divertito.

-Una scommessa? E che succede se vinco io e non passo l’esame?-

-Vieni bocciato- 

Mi rispose lui guardandomi sorridendo e facendo estinguere il mio di sorriso.

-Ok va bene.. se non riesci a farmi passare l’esame e vengo bocciato.. tu.. tu dovrai … ci sono! Dovrai consegnare il giornale in mutande a  tutto il quartiere per un anno e in più… dovrai farti bocciare anche tu!-

Il suo sorriso crebbe ancora di più.

-Ammettilo che tutto quello che vuoi è semplicemente vedermi in mutande caro il mio Roxy..-

-Ci stai o no!?-

Sbottai infuriato io.

Axel scoppiò in una fragorosa risata. Ormai era palese che farmi arrabbiare era una delle cose che amava più fare in assoluto.

-Ok ci sto. Ma se vinco io invece… sarai il mio schiavetto personale per tre interi mesi..-

Accettai senza pensarci. Non avrei mai passato quell’esame nemmeno con l’aiuto del Panteon di tutti i santi di tutte le religioni esistenti… per quanto riguardava la bocciatura.. sono sicuro che con qualche fornitura a vita di cioccolati Khinder distribuite qua e là sarei riuscito ad evitarla.
Quando tornai a casa mi rinchiusi nella mia cameretta per l’intera serata.
Zia Aqua aveva nuovamente invitato il fidanzatino di Sora a cena da noi e mangiare in compagnia di quella coppietta è una cosa davvero nauseante. L’ultima volta lanciai il purè di patate e porri in faccia a Riku perché invece di fare piedino a mio fratello lo fece a me.. ok magari si era semplicemente sbagliato ma.. era un affronto che non potevo tollerare! Inoltre quando quei tre erano insieme sembravano quei comizi di comare che spettegolano su tutto e tutti scambiandosi segreti e rivelazioni a proposito di Tizio, Caio, Tizio Cazzetto per poi finire sempre sul fare domande imbarazzanti a me riguardanti la mia vita privata e il mio rapporto con Axel e quella sera, dopo tutto quello che era successo, non avevo nessuna voglia neanche di sentirlo nominare capelli rossi a petardo scoppiato in una folata di vento e disperso nell’ambiente a caso! (Ok ammetto che quando mi arrabbio ho dei problemi con gli insulti).
Trascorsi l’intera serata (e poi nottata che per Sora fu di fuoco, per le mie orecchie di sangue) chiuso nella mia camera con la testa sotto il cuscino a rimuginare e rimuginare e rimuginare sulla situazione.

In genere, se non si tratta di mia madre, le situazioni difficili riesco sempre a risolverle in qualche modo assurdo.. come quella volta che dovevo fare da infermiere alla mia vecchia e rugosa zia Sally malata di uno strano morbo che doveva essere una sorta di incrocio tra la peste bubbonica e la varicella. I miei genitori mi avevano delegato come suo “spalmatore” di pomata antiprurito personale per le sue schifosissime pustole verde rancido e grosse come palline da tennis. Quella volta, pur di non toccare quei cosi schifosi, architettai una stupefacente e teatrale caduta nel bagno... dovetti andare in giro per tre giorni con una tavoletta del ces.. del gabinetto attorno al collo, visto che vi rimasi incastrato con la testa e non riuscivo più a sfilarmela, ma almeno non dovetti toccare quelle cose di natura ignota sulla pelle di mia zia (compito ingrato che alla fine toccò a mio padre che non riuscì a dormire per una settimana perché quelle pustole erano ovunque … anche nel grosso, deforme e, da quanto racconta mio padre, peloso deretano di mia zia che il mio povero genitore dovette esaminare affondo per scovare ogni pustola e ricoprirla di crema… andare a scuola con una tavoletta del gabinetto infilata al collo non è niente al confronto…).
Ultimamente però me ne stavano capitando di tutte e di più e non riuscivo a combinare niente.

Mi toccava studiare con Axel e avevo paura anche solo ad immaginare i rozzi e strani metodi che avrebbe utilizzato per farmi studiare … e non avevo tutti i torti.

-Bene Roxy caro, oggi studieremo la struttura interna di una rana.-

Disse il mio tutor venendomi ad aprire la porta. Mi sarei accontentato di un “ciao amico entra pure” ma girare il coltello nella piaga fin da subito e più divertente vero!? Razza di brutto stupido, infido, maledetto, stramaledetto idiota cretino… ok, ci do un taglio.
Mi portò di sopra in camera sua dove, a suo parere, avremmo potuto studiare più tranquillamente anche se in casa non c’era anima viva però.. va bhe.. se lui ne era convinto.

Entrai nella sua camera che per la prima volta vidi completamente in ordine (dato che, da bravo ribelle e trasgressivo quale credeva di essere, teneva sempre mutande sporche e cibo ammuffito sparsi ovunque nella camera) e mentre giocherellavo con i suoi buffi pupazzetti accuratamente sistemati sulla libreria (e che io stavo volontariamente mettendo in disordine …. Muhahaha sono un genio del male!) sentii un giro di chiave. Rimasi impietrito e mi girai lentamente verso Axel che mi guardava con stampato sulla sua stupida faccia un sorriso che definirlo sadico è un eufemismo.
Ero letteralmente terrorizzato.
Che cosa mi sarebbe successo.. ma soprattutto… cosa aveva intenzione di farmi quel pazzo maniaco senza cervello!?
Di scatto mi si catapultò addosso, mi prese in braccio di peso e mi sedette malamente sulla sediolina rossa della sua scrivania alla quale mi legò con dello scotch.
Fu così rapido che non mi accorsi praticamente di nulla. In un battito di ciglia mi ritrovai incatenato a quella sedia impossibilitato a fare qualunque movimento con mani e piedi legati.

-Axel ma ti sei rincoglionito completamente!? Che cazzo combini! Liberami immediatamente!!-

Sbottai infuriato.

-Mi dispiace amico mio ma questo fa parte del metodo Axel: lo strip study!-

Lo guardai incuriosito … che razza di metodo era? (sicuramente, conoscendo Axel sarà stato sicuramente qualcosa al livello delle migliori università del rango di Oxfordeficiente,  Harvarincoglionito, Yalurido, Cambrindemente)

-Ma che roba è?- gli chiesi quasi impaurito.

Ritornò il suo sorriso sadico.

-Ogni volta che ti faccio una domanda e sbagli… ti tolgo qualcosa che indossi …-

-EEHHH???-

-E se alla fine rimani completamente nudo … ti stupro.-

-TU COSAAA??-

Ero sconvolto. Non volevo assolutamente che quel maniaco mi toccasse. Non avevo altra scelta dovevo assolutamente impegnarmi e studiare… le rane non potevano essere peggio di Axel!

-Che c’è Roxy? Qualcosa non va? Sei pallido…-

Ed ora mister maniaco si era trasformato in mamma chioccia. Il suo sorriso sadico aveva lasciato il posto ad un espressione preoccupata e quel suo tono mi fece venire i brividi sulla schiena e mi fece … non so il perché ma mi fece lievemente arrossire.

-No no sto bene.. dai cominciamo!-

Dissi scuotendo la testa e tentando di riprendermi.

-Ok va bene… come ti dicevo oggi parleremo della struttura interna delle rane … allora cominciamo-

Provai a seguirlo il più possibile ed effettivamente non fu così difficile. In realtà mi sorprese molto come mi spiegò le cose. Mi doleva ammetterlo ma era molto bravo e riuscì a farmi capire la maggior parte di ciò che mi esponeva e se si accorgeva che non avevo ben inteso qualcosa, me lo rispiegava senza problemi e ancora più chiaramente. È davvero incredibile come Axel riesce a stupirmi ogni volta .. quando è così sento.. sento di provare .. qualcosa di strano.. qualcosa..

BOOM.. Fine del sogno.

Quando finì di spiegare quello che doveva, iniziò il suo gioco malevolo e fece la sua ricomparsa anche il sorriso sadico.

-Bene Roxas caro, ora ti farò cinque domande.. ad ogni domanda che sbagli.. prima via le scarpe, poi le calze, la maglietta, i pantaloni e infine… lo sai no..-

Rimasi un secondo interdetto ma mi ripresi subito.. avrei risposto a tutte le domande .. sì! Ce l’avrei fatta!

Sbagliai le prime due domande, ma per fortuna non ci avevo rimesso che le scarpe e il calzini.. per il più ero ancora coperto.

-Bene Roxy.. ora si fa più sul serio.. terza domanda .. vediamo se sai dirmi come si chiama la parte terminale dell’apparato digerente di una rana.-

-Ecco vediamo … aspetta questa la so.. emm..-

-Dai Roxas lo abbiamo ripetuto trecento mila volte.. prova a sforzarti!-

Sembrava veramente frustrato quando non sapevo rispondere ad una domanda..

-Forse clochea?-

E poi invece..

-C’eri quasi ma è cloaca…-

Quando sbagliavo sembrava soddisfatto di potermi togliere i miei adorati vestiti..

-Dì ciao ciao alla tua magliettina Roxy..-

Mi sussurrò all’orecchio sfilandomi lentamente la mia t-shirt bianca.
La situazione cominciava a diventare critica e non riuscivo più a concentrarmi dall’ansia. Axel invece sembrava non riuscire a tenere a freno l’eccitazione anche se inizialmente quando sbagliavo la domanda sembrava sinceramente avvilito.. vallo a capire.

-Quarta domanda Roxas.. so che tieni abbastanza ai tuoi pantaloni da non sbagliarla ma soprattutto so che sei abbastanza intelligente da saperla-

Disse puntandomi il suo sudicio dito davanti al naso.

Cercai di rimanere calmo nonostante la situazione. Feci un bel respiro e…
Sbagliai anche la quarta domanda e dieci minuti dopo aver salutato la mia maglietta ritrovai Axel inginocchiato davanti a me che apparentemente infuriato (ma in realtà a mio parere fremente dal desiderio di stuprarmi) mi sfilava i miei adorati jeans.

Ora c’eravamo solo noi.
Io e i miei boxer blu. I miei boxer blu e io.

-Ultima domanda Roxas e poi.. sarai tutto mio.-

Dovevo stare calmo. Sentivo sudare parti di me che non pensavo potessero farlo.

-Allora amico mio, la domanda per la tua salvezza è la seguente:  Come è strutturata la colonna vertebrale di un anfibio?-

Sentivo il cuore battere a mille e sentivo di non potermi muovere.. non potevo nemmeno darmi uno scrollone e fare in modo che Axel togliesse le sue sudice mani dall’elastico dei miei adorati boxer. Era davvero difficile concentrarsi in quelle condizioni.

-So che la sai.. Roxas lo so.. ma se la sbagli.. sai cosa ti aspetta.. o magari.. la sbaglierai apposta perché tu vuoi che io..-

Sbarrai gli occhi, presi un gran respiro e..

-La colonna vertebrale degli anfibi è costituita da al massimo 10 vertebre  fuse insieme e suddivise in tre regioni: presacrale, sacrale e postsacrale.-

Dissi tutto di un fiato.
Axel si allontanò da me e mi guardò stupito per qualche secondo. Io stavo ancora riprendendo fiato quando lui velocemente si avvicinò e mi stampò un lungo bacio sulle labbra. Io ancora una volta rimasi lì imbambolato come un’idiota.

-Bravo Roxy, continua così e supererai l’esame senza problemi.-

Mi urlò praticamente in faccia mentre staccava le sue labbra bavose dalle mie. Avevo risposto correttamente e mi ero salvato. Quando il mio tutor mi liberò da quella prigione mi alzai di scatto e .. gli mollai un potente schiaffo sulla guancia sinistra, raccolsi i miei vestiti e feci per uscire ma mi fermai sulla porta.

-Ci vediamo domani alla stessa ora.. Tutor idiota.-

Dissi così e mentre mi rivestivo facendo attenzione a non cadere clamorosamente dalle scale di casa sua, corsi via verso l’uscita tentando di non dar a vedere un problema che mi era sorto e di cui speravo che Axel non si fosse accorto.

Quella notte la passai nuovamente insonne. Questa volta però la scuola non centrava.
Come mai mi era successa .. quella cosa che in genere succede in altre occasioni e non quando sei a studiare con il tuo migliore amico!? Ero quasi sicuro che il giochino idiota non centrasse.. o forse solo in parte … o forse sì .. o forse era stato il bacio .. o forse il bacio era stata la ciliegina sulla torta … o forse, o forse, o forse in ogni caso non ci capivo niente!!
Per tutta la settimana studiai con Axel e fui vittima sempre dello stesso gioco.
Per altre due volte fui in grado di salvare solo i miei boxer, mentre in seguito rimasi quasi completamente intatto perdendo solo le mie scarpe. Strano ma vero studiare con Axel si rivelò quasi un successo.. ma nonostante tutto cominciai a temere quello che con i suoi baci, parole e gesti poteva procurarmi. Credevo che quello del primo giorno sarebbe stato solo un caso isolato. In realtà purtroppo non ci fu giorno in cui non mi toccò chiudermi in bagno per risolvere i casini che mi procurava. Inoltre non c’era volta che riuscivo a tornare a casa con i vestiti puliti.. una volta addirittura sono dovuto rimanere chiuso in bagno tre ore per togliere la macchia di succo di mirtillo sulla felpa rossa che mi aveva regalato mia zia. Se lei avesse scoperto che la avevo sporcata non mi avrebbe più parlato perché non ero stato in grado di proteggere il regalo che lei mi aveva fatto con tanto amore e balle varie .. sì ok, volevo sviare.. i vestiti non centrano un caz.. cavolo. I turbamenti che a quanto pare quel rimbecillito mi procuravano erano ben altro.. e cominciavo ad avere anche abbastanza paura.. cosa significava tutto questo.. che mi ero innamorato di lui? Che lui mi..si insomma… stimolava?(non voglio assolutamente utilizzare quel termine usato in campo amoroso che voi avete sicuramente ben inteso.. mi dispiace ma non voglio, non posso ed non lo ritengo morale … si va bhe dai.. ammetto che è semplicemente difficile per me ammettere che mi ec..possiamo dire emozionava??).
In ogni caso le mie notti in bianco aumentavano in maniera direttamente proporzionale alle mie paranoie e alle mie occhiaie.
Il giorno dell’esame mi sentivo uno straccio. Avevo studiato, sapevo di essere preparato ma avevo così sonno.. così tanto sonno.. così tanto immensamente sonno..
NO! Dovevo restare concentrato.. non avevo passato tutto quel che avevo passato per fallire miseramente. Dovevo farcela e ce l’avrei fatta. Non volevo deludere Axel che era lì insieme a tutti i miei amici a fare il tifo per me. In realtà il professore non li aveva voluti in classe e perciò per riuscire a starmi vicino, quei poco sani di mente dei miei amici si arrampicarono sull’enorme quercia secolare che si trovava proprio fuori dalla nostra classe … Hayner pensò che siccome era lì da tanto tempo sarebbe sicuramente riuscita a reggere il peso di tutti loro per un’ora e che quindi sarebbe stata una valente soluzione al loro problema.
Prima di cominciare io mi girai verso di loro che mi sorridevano e tenevano striscioni con scritte del tipo“vai Roxy mangiati quelle rane” o “sei il nostro campione” oppure cose più terrificanti come “se non passi l’esame ti stupro” (naturalmente quest’ultimo era il cartello del mio tutor) e gli sorrisi .. soprattutto ad Axel che per tutta risposta mi fece l’occhiolino.
Cominciai l’esame. Dovevo svolgere 30 domande in un’ora. Niente di che finchè.. il mio professore cominciò a parlare con il suo Leon della gita a lago che avrebbero fatto nel weekend e io.. mi addormentai.
Ero esausto e sentir il professore parlare con quell’essere con lo stesso tono di un padre che racconta la favola della buona notte al figlio di tre anni mi conciliò il sonno.
Sentivo i miei amici sbraitare da fuori alla finestra ma feci finta di niente e continuai a dormire.
Ormai mancavano solo 10 minuti alla fine dell’esame e io avevo risposto solo alle prime 8 domande e me ne servivano almeno la metà per passare il debito … quando..
Uno strano rumore di un albero che cade e di ossa rotte non mi fece svegliare di soprassalto. Mi stiracchiai e mi stropicciai gli occhi e subito il mio sguardo cadde sul mio foglio…  andai in panico. Dovevo fare ancora almeno 7 domande ed avevo praticamente meno di dieci minuti.
Scelsi le domande che sapevo di più e .. credo di non aver mai scritto così velocemente in tutta la mia vita.
Il giorno dopo mi stavo dirigendo all’ospedale centrale con un grosso sorrisone sulle labbra e tanta soddisfazione nel cuore.

-Hey Axel ho preso 7! Ho preso 7! Ho passato l’esame!-

Alla fine l’idea di Hayner non si rivelò poi così brillante. A quanto pare quella quercia era sì secolare ma sarebbe stata presto abbattuta perché era instabile. Almeno la scuola risparmiò la fatica di farla buttare giù.
Il mio povero tutor fu quello che ebbe la peggio: due costole e una gamba fratturate.

-Fantastico Roxas sono molto felice per te.. ma sai questo che significa?-

Mi disse lui con un flebile filo di voce martoriato dal dolore.

-Che cosa?- chiesi invece io con uno stupido sorriso da ebete stampato sulla faccia.

-Che da oggi per i prossimi tre mesi sarai il mio schiavetto personale.-

Ecco il perché ora mi ritrovo a fare in continuazione queste scale. Passando l’esame, non ho solo scampato la bocciatura, ma ho anche perso la scommessa contro di lui ed ora mi toccava essere il suo schiavetto personale e in più ora che aveva la gamba rotta, aveva bisogno di me per quasi qualunque cosa.. persino per andare in bagno! 

Eh povero me.. sarebbero stati i tre mesi più lunghi e difficili della mia vita.

 

 

NDQuellachescrive

Buonasera, buongiorno, buon pomeriggio, insomma buon momento della giornata in cui state leggendo.
Sono passati tipo tre anni dall’ultimo capitolo di questa storia ma sti cavoli, la ho trovata, mi è partito il sentimento ed ho deciso di continuarla e provare a pubblicare questo nuovo capitolo (che in realtà avevo scritto da un po’ ma che è rimasto in giacenza per i secoli così.. a caso).
Gli anni passano, le cose cambiano, il tempo scorre ma il mio Roxas rimane sempre un povero sfigghi (sfigato ma detto in maniera fashion).
Va bhe gente, credo che ci rivedremo probabily tra circa 7 anni ma presto ci rivedremo, ammesso che il riscaldamento globale non ci uccida prima tutti (frase da film e da ambientalista ad effetto che fa figo.. in realtà secondo me saranno i piccioni ad ucciderci tutti.. mi dispiace ragà ma per me i piccioni sono il vero male del mondo).
Comunque ringrazio sempre costantemente ed incessantemente tutti coloro che si fermano a leggere, seguire e commentare questa storia.
A presto. Pasta (ho fame) e chiudo

Tutto molto bello!

_KHProminence_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1156709