I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune di _KHProminence_ (/viewuser.php?uid=192643)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gente che, saputo il tuo cognome, crede tu sia fatto di cioccolato ***
Capitolo 2: *** Come gestire il tuo disastroso fratello gemello tendente all'altra sponda ***
Capitolo 3: *** Il tuo migliore amico che ci prova con te ***
Capitolo 4: *** Una promettente Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di abbandonare tutto e diventare un ballerino classico professionista ***
Capitolo 5: *** I tuoi genitori che decidono di mollare tutto e partire per la Luna ***
Capitolo 6: *** Scoprire di avere la fantasmagorica capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un fratello in grado di inventare alfabeti segreti improponibili ***
Capitolo 7: *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -prima parte- ***
Capitolo 8: *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -seconda parte- ***
Capitolo 9: *** Il professore di biologia che sussurrava ai rospi ***
Capitolo 1 *** Gente che, saputo il tuo cognome, crede tu sia fatto di cioccolato ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune
-Prologo-
--->Gente
che, saputo il tuo cognome,
crede che tu sia fatto di cioccolato<---
Salve
a tutti. Il mio nome è Roxas Khinder, e sì, so
già a cosa state pensando ora
che avete letto il mio cognome: “Oh ma sarà mica
lo stesso Kinder dei
cioccolatini?” E bene ... no. Mi dispiace aver distrutto le
vostre
aspettative, ma se aveste letto con attenzione il mio cognome, vi
sareste
accorti che tra la K e la I c’è una H. State
tranquilli, non ve la predente se
avete sbagliato … molti dementi (senza offesa per nessuno)
in passato hanno
fatto errori molto più gravi di questo.
Vi
faccio l’esempio che ricordo meglio: il giorno che conobbi il
mio migliore
amico, quando avevo circa tre anni. Il mio primo giorno
d’asilo, mi si presentò
davanti uno strambo bambino dai folti capelli rosso fuoco e dagli occhi
verdi
come il moccio ( si lo so, sono molto romantico nelle descrizioni).
Questo tipo
mi si piombò davanti dicendomi che si chiamava Axel Hockins e dopo la sua
presentazione, io, da
bambino educato e cordiale quale ero e sono (anche se non sono
più un moccioso
come allora), allungai la mia mano verso di lui e mi presentai a mia
volta,
rivelandogli il mio nome e cognome. Non riuscii a pronunciare la R
finale che quell’idiota urlò qualcosa del tipo
“un Kinder cioccolato formato
gigante!”, mordendomi un braccio.
Io mi infuriai tantissimo e quel
giorno pronunciai anche la mia prima
parolaccia (ah…bei tempi quelli)…
-Brutto
cretino sono un bambino vero, fatto di pelle e ossa come te!-
Axel
sembrò quasi dispiaciuto da ciò che gli avevo
detto… non
perché gli avevo dato del cretino,
ma perché gli avevo rivelato di
non essere fatto di cioccolato.
Perciò (non dimenticherò mai la sua reazione,
perché dimostra che in tredici
anni che lo conosco non è cambiato di una virgola ed
è sempre stato un povero stupido),
inclinò la testa su un lato e
sbatté più volte le palpebre (quasi come se gli
avessi detto che Babbo Natale
non esiste o che in realtà la fatina dei denti non era altro
che il suo peloso
e rozzo papà che, prima di sfilargli il dentino da sotto il
cuscino, gli
infilava un dito nel naso per controllare se era sveglio) e con gli
occhi pieni
di lacrime, mi disse che gli stavo dicendo una bugia.
Allora
io, da bambino che ama essere lasciato in pace, estrassi dal mio
zainetto un Khinder
Bono e glielo porsi dicendogli di accontentarsi. Lui mi
saltò al collo e mi
disse che da quel giorno io e lui saremmo stati amici per sempre.
Ora
sono sicuro che nelle vostre testoline vi starete chiedendo
“ma cosa caz… cioè,
cosa cavolo è un Khinder Bono?”. Bhe, dovete
sapere cari lettori, che mio padre
fin da bambino sapeva che il suo cognome aveva qualche somiglianza con
il nome
di una prestigiosa e famosissima azienda di prodotti dolciari,
perciò decise
che per diventare anche lui un ricco imprenditore, avrebbe creato una
linea
contraffatta di cioccolatini Kinder. Aveva copiato le idee originali
già
esistenti, modificandone un po’ solo i nomi e le ricette. Per
esempio un Kinder
Bueno diventava, appunto, un Khinder Bono, un ovetto Kinder, diventava
un
cubotto Khinder e un Kinder cioccolato, diventava un Khinder
mocciolato.
Inoltre, per le scatole dei suoi prodotti, mio padre non usava foto di
inquietanti ragazzi dai sorrisi esagerati, ma foto di donne in abiti
succinti o
quasi nude, o di uomini palestrati perfetti, perché il mio
papà era convinto
che per fare in modo che i suoi prodotti avessero successo, prima di
conquistare i bambini con i dolci, doveva attirare
l’attenzione dei genitori
che avrebbero dovuto acquistarli. In più non credeva
nell’immagine fantastica e
quasi irreale che tutte le pubblicità davano ai
cioccolatini. Egli infatti
credeva che la miglior pubblicità veniva fatta dalle persone
comuni. Perciò i
protagonisti dei suoi spot, non erano sportivi bellissimi e
famosissimi, ma
gente comune come prostitute, zingari ed extracomunitari senza permesso
di
soggiorno.
La
sua linea ebbe molto successo e divenne un imprenditore così
ricco e famoso
che, per il trentesimo compleanno di mia madre, comprò una
stella, che faceva
parte della Costellazione di Orione, e le diede il suo nome (romantico
no?).
Comunque,
chiudiamo questa piccola parentesi sulla fama di mio padre e torniamo
alla mia
biografia.
Ho
sedici anni e frequento la terza al Liceo Scientifico. Sono un ragazzo
normale:
ho capelli biondi, che tengo sempre acconciati in una fantastica
cresta, ho
occhi così azzurri da fare invidia al cielo e
ammetto di non essere molto alto ma sono lo stesso molto,
ma molto bello
e anche leggermente muscoloso. Per quanto riguarda il mio carattere
sono simpatico,
allegro, divertente, solare, intelligente e… sono
praticamente perfetto … ah,
quasi dimenticavo, sono anche molto modesto.
Purtroppo però, la mia vita non è così
perfetta come
lo è la mia persona. Ho tanti problemi che mi tormentano
(come tutti gli adolescenti
d’altronde), perciò
ho deciso di
sfogarmi scrivendo questo diario e numerando i tredici problemi
fondamentali
che affliggono la mia vita.
NdA
Salve
gente! :D
Dopo
tanto tempo che scrivo, correggo, leggo e rileggo, ho finalmente deciso
di
pubblicare questa nuova fic.
Ho
deciso di scrivere qualcosa di, diciamo, comico, perché
avevo voglia di
qualcosa che faccia sorridere e dovreste vedere la faccia di mia
sorella quando
mi vede sorridere come una deficiente davanti al computer mentre scrivo
... e
poi, come dico sempre, mi piace l’idea di far sorridere le
persone :).
Comunque,
a proposito di mia sorella, devo ammettere che è grazie a
lei se ho cominciato
a scrivere questa storia, anzi più precisamente del suo
saggio di danza perchè dopo
circa due ore e mezza di musica classica, mi è venuta
questa, oserei dire,
illuminazione … quindi se questa storia sarà uno
schifo è tutta colpa della
musica classica u.u.
Ora
tornando alla storia, ammetto che questo primo capitolo è
piuttosto breve ma
gli altri saranno più lunghi.
Spero
che questo inizio vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che
leggeranno e che
recensiranno e tutti coloro che leggeranno e basta :).
Saluti e a presto :).
_KHProminence_
|
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Capitolo 2 *** Come gestire il tuo disastroso fratello gemello tendente all'altra sponda ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune
Problema
1
--->Come
gestire il tuo disastroso
fratello gemello tendente all’altra sponda<---
Il
primo problema riguarda l’ambiente in cui vivo,
più precisamente la mia bella
famigliola. Mio padre, Arthur Khinder è, come avrete capito,
un imprenditore
sfondato di soldi, mentre mia madre, Elen, è una mite e
dolce casalinga (che
però quando si arrabbia diventa peggio del re spartano
Leonida nel film 300); poi
ci sono io, il miglior figlio che ogni genitore spererebbe di avere, e
infine
c’è lui … la pecora nera della nostra
famiglia, la spina nel fianco dei Khinder,
il disastro che neanche i Maya furono in grado di predire …
mio fratello
gemello Sora.
Per
fortuna siamo eterozigoti e quindi non ci assomigliamo quasi per
niente. Io ho
capelli biondi e lui castani, io ho una carnagione chiara e lui sembra
che si
sia addormentato sotto un lettino abbronzante, io sono intelligente e
lui è
stupido, io sono bello e lui è inguardabile, io sono
leggermente timido e lui è
esageratamente schietto, io ho successo con le ragazze e lui
… bhe ora vi spiegherò
tutto.
Poverino,
all’inizio non credevo fosse tanto male. In
realtà, mi vergogno quasi a dirlo,
ma ero molto legato a lui e ricordo con orrore tutte le volte in cui
abbiamo
fatto il bagnetto insieme o abbiamo condiviso il letto per intere
nottate. Non
so bene quando sia nato questo “disprezzo” nei suoi
confronti. Forse esisteva
già nei remoti angoli della mia mente fin da quando eravamo
bambini. Infatti
lui era il figlio preferito, quello che aveva i giocattoli
più belli e quello
che dopo cena, anche se non mangiava tutte le verdure, riceveva la
porzione di
gelato più grande di tutti. Io se non mangiavo tutte le
verdure il gelato me lo
potevo solo sognare di notte. Ce, vi rendete conto? Privare un bambino
di
cinque anni della sua porzione di gelato, è come privare un
qualsiasi essere
umano dell’ossigeno che respira! Comunque, dopo questo
piccolo sfogo, tornerò
al succo principale della storia che, per chi non lo avesse capito,
è
l’orientamento sessuale di mio fratello.
Finite
le medie, io decisi che avrei frequentato il liceo senza neanche tenere
in
considerazioni gli altri istituti (francamente non so neanche il
perché di
questa esclusione … forse perché i miei avevano
entrambi frequentato un liceo e
mi avevano inculcato anche a me queste strambe idee… mah
…). Avrei solo dovuto
decidere se scegliere lo Scientifico, il Classico o il Linguistico,
perciò
andai per esclusione: il Linguistico, per le materie che mi offriva,
non mi
allettava molto anche se non era proprio da scartare a priori, dato che
lì
c’era un’alta percentuale di ragazze e in una
classe di 20 persone, di cui 18
sarebbero state femmine, non era male essere l’unico ragazzo
bello e single; ciò
nonostante odiavo le lingue, perciò, a malincuore, decisi di
eliminarlo tra la
lista dei candidati. Il Classico lo misi nella lista solo
perché mia madre si
era convita che la mia sensibilità era perfetta per quella
scuola, ma io
credevo che mi avrebbe rammollito e poi questo Greco non è
che mi attirasse
molto, in più, già avrei dovuto studiare una
caga… cioè volevo dire, una
cavolata come il Latino, non volevo rimbecillirmi troppo su pagine,
libri,
volumi infiniti di versioni e frasi.
Per
queste ragioni, e anche per sollecitazioni da parte del mio migliore
amico,
scelsi lo Scientifico anche perché, come vi accennavo prima,
Axel frequentava
la seconda di quell’Istituto e avremmo potuto vederci
più spesso, ma non
avremmo mai potuto studiare insieme e non avrei neanche mai potuto
chiedergli
qualche aiuto perchè era (ed è
tutt’ora) un asino patentato che è arrivato al
quinto anno solo perché esercita un certo fascino sulla
professoressa di
Latino, la signorina Larxene Slut, con la quale è stato a letto
più di una
volta. Infatti un nome una garanzia,
dato che “Slut”
in inglese significa
proprio “sgualdrina”,
e una che regala
voti perché un ragazzo è un mago del letto, non
può essere altro, almeno a mio
parere. Adesso sono sicuro che voi direte “Ora che ci hai
spiegato la tua ardua
scelta della scuola, vuoi dirci cosa caz…cioè,
cosa accidenti centra tutta sta
storia con tuo fratello Sora?” E bene, adorati lettori,
centra eccome. Dovete
sapere cari amici, che quello stron… cioè quello
sciocchino del mio fratello
gemello, aveva scelto di frequentare l’alberghiero, ma quando
venne a sapere
che io avrei frequentato la stessa scuola del suo migliore amico Riku
Silver,
un anno più grande di noi, convinto che io potessi in
qualche modo rubargli il
suo prezioso amico, decise di cambiare scuola e frequentare la stessa
che avevo
scelto io. Ora, vi sembra normale? Credete davvero che io avrei anche
solo
pensato di provare a diventare amico di un tizio dai capelli argento e
dalla
stessa simpatia di un palo? Ma anche no!
In realtà qualche tempo fa mi rivelò il vero
motivo
per cui aveva scelto la mia stessa scuola.
-Vedi
Roxas, in realtà non ho
modificato la mia scelta perché avevo paura che tu potessi
rubarmi il mio
migliore amico, ma perché volevo stare il più
possibile insieme a Riku e
controllare tutte le ragazze che gli girano intorno.-
-Scusami Sora, ma non riesco a
seguire il filo del tuo discorso … dove vuoi andare a
parare?-
-Ecco
fratellino, la verità è che … sono
geloso delle ragazze che ci provano con Riku
perché credo di provare per lui qualcosa di più
forte di una semplice amicizia.-
Quelle
parole mi sconvolsero … e sono serio. Basta, volevo rompere
qualunque rapporto
di parentela con quello svitato dai capelli castani. Mi stava dicendo
che era
fro…cioè, fino… va bhe insomma, gay?
Non potevo crederci! Avevo ragione a dire
che era la pecora nera della famiglia!
Ciò
nonostante una cosa mi tranquillizzava. Lui provava quelle cose, ma di
sicuro
Riku non lo ricambiava. Era molto freddo e distaccato con me e non lo
conoscevo
bene, ma mi sembrava un tipo apposto, uno di quelli a cui piace fare
giochetti
sconci con le povere ragazze che gli capitano a tiro. Si, era
sicuramente così.
Riku gli avrebbe parlato e avrebbe fatto capire al suo migliore amico
che loro
non potevano essere più di tanto, perché era
… si insomma sbagliato!
E
invece no. Riku ricambiava i sentimenti di Sora. Mi disse che non
sapeva il
perché. Forse per i suoi morbidi capelli che profumavano
sempre di fragole, o
per i suoi magnifici occhi blu oppure … va bè,
per un insieme di cose melense e
sdolcinate che non vi sto a raccontare perché potrebbero
cariarvi i denti (e i
dentisti al giorno d’oggi costano cari).
Quello
che mi lasciò più perplesso è che
pochi giorni dopo la rivelazione del Silver,
a cui Sora mi aveva pregato in ginocchio di chiedergli se ricambiava i
suoi
sentimenti, (poiché aveva paura di fare una figura di mer
… cioè una brutta
figura, mandò me a chiederglielo e io, da bravo piccione
viaggiatore porta
messaggi, acconsentii mettendomi definitivamente in mezzo …
che idiota che sono
certe volte …), la ragazza più gno …
volevo dire, la più bella del nostro corso,
Kairi Gloss, chiese a Sora di uscire con lei e lui si
rifiutò dicendole che
c’era già una persona che occupava
l’unico posto nel suo cuore. Cioè, non
sapeva ancora se il tizio di cui era cotto lo ricambiava e lui aveva il
coraggio di rifiutare quello splendore!? Non ci potevo davvero pensare e
poi
come faceva quella ragazza ad essere attratta da quel microbo e non da
me! Cosa
aveva al posto degli occhi, due ovetti Kinder forse? (giusto per
rimanere in
tema con il nostro cognome).
Comunque
avevo ben altro per la mente, ovvero
l’omosessualità di mio fratello.
Cosa
sarebbe successo se quel tradizionalista, nazista, razzista di nostro
padre
avesse scoperto una cosa del genere? Quali nefaste e terribili ire si
sarebbero
abbattute sulla nostra casa se avesse scoperto che il suo figlio
prediletto era
gay?
Al
solo pensiero di queste domande che si contorcevano nella mia mente e
alla
paura dell’ira di mio padre, (che sarebbe potuta essere anche
peggiore di
quella di Medea nei confronti di Giasone), decisi di dissuadere mio
fratello da
quei pensieri omosessuali, dicendogli che Riku mi aveva risposto che
lui nei
suoi confronti non
provava altro che una
forte amicizia, quasi una fratellanza. Niente di più e
niente di meno.
Ero
convito di aver fatto la scelta giusta. Avrebbe sofferto un
po’ ma almeno lo
avrebbe fatto solo lui senza portare giù nel suo abisso
tutta la nostra
famiglia.
I
giorni successivi per mio fratello furono terribili. Non veniva
più a scuola,
non mangiava, non dormiva, non voleva vedere nessuno, né i
nostri genitori, né
soprattutto Riku. Lo vidi solo io per due o tre volte in una settimana,
perché
mi chiedeva di portargli acqua, cibo o per svuotargli il secchio dove
faceva i
suoi bisogni durante quella clausura. Forse vi chiederete
perché feci queste
cose dato che prima ho detto di odiarlo. L’ho fatto
perché in parte la sua
pazzia sclerotica era anche colpa mia. Si chiuse nella sua stanza per
quindici
giorni giocando con due bambole: una che raffigurava lui e
l’altra che
raffigurava il suo amico Riku. Non immaginate che cose immonde faceva
fare a
quelle due bambole. In realtà dipendeva dai giorni. Quando
era preso da una
irrequieta passione, gli faceva fare le cose più sconce che
anche il peggior
pervertito sulla faccia della Terra non poteva neanche immaginare;
quando invece
era travolto dalla rabbia più incontenibile, sottoponeva
quella povera bambola
del suo migliore amico alle pene più atroci. Diceva che lo
faceva sentire meglio
e contento lui, potremmo dire, contenti tutti, anche se c’era
una persona che
sentiva più di tutti la sua assenza e che non era per niente
contenta. Io dal
canto mio, dovevo convivere con un piccolo senso di colpa, ma non avere
quell’impiastro castano in mezzo ai piedi per più
di due settimane, non mi
dispiacque poi così tanto. Ciò nonostante a causa
delle numerose e continue
pressioni di Riku, decisi di combinargli un incontro con Sora.
Ciò che odiavo
di più di quel tizio dai capelli argentati era proprio la
sua insistenza. Da
quando mettevo piede nel cortile d’ingresso della scuola la
mattina, fino a
quando prendevo la corriera per tornare a casa all’orario di
uscita, avevo
costantemente una sanguisuga dai capelli strani che mi borbottava
qualcosa del
tipo “non sai
quanto mi manca tuo fratello, non sono mai stato così tanto
tempo
lontano da lui” oppure “spero
che il
ricambiare i suoi sentimenti non lo abbia scosso” e
ogni volta che vedevamo
un cane, o un albero, o un cane che faceva pipì su un
albero, quel tizio mi ripeteva
sempre di quanto Sora adorasse le mele e giocare a palla avvelenata
(collegamenti alquanto azzeccati non trovate?). Insomma quella
situazione stava
diventando insostenibile e non ne potevo più di aver quel
tipo in mezzo ai
coglio… cioè tra i piedi, perciò un
giorno che i nostri genitori non c’erano
perché erano andati a trovare quella baldrac…
cioè quella vecchiaccia di mia
zia all’ospedale, feci venire Riku a casa nostra in modo che
potesse chiarirsi
con mio fratello (anche se poi avrei dovuto subire la loro ira per aver
mentito
spudoratamente sui sentimenti di Mr. Silver).
Arrivati a casa, bussai alla porta di Sora, che come
al solito stava facendo l’unica cosa che faceva da quindici
giorni a questa
parte, ovvero giocare con quelle due inquietanti bamboline.
-Sora
sono Roxas … posso entrare? Ho una sorpresina per te.-
Sapevo
che alla magica parolina sorpresina,
quell’idiota di mio fratello avrebbe aperto la porta,
perché era esattamente
come un bambino troppo cresciuto … e poi amava le sorprese.
Aprì
la porta di scatto con un sorriso tipico di un bambino curioso, sorriso
che
però, alla vista del suo amico, svanì in un batter
d’occhio. Tentò di chiuderci
la porta in faccia, ma Riku velocemente infilò il suo piede
in modo da
bloccarla. Sora indietreggiò e l’altro
entrò lentamente nella sua stanza, sbattendomi
oltretutto la porta in faccia! E in più piuttosto
violentemente! Per questo
odio fare i favori alle persone, perché poi non ti mostrano
quasi mai un minimo
di riconoscenza!
Non osavo pensare a quanto si sarebbero detti e
soprattutto a cosa avrebbero fatto, ma ero troppo curioso
perciò aprii
leggermente la porta in modo da poterli spiare … maledetta
la mia curiosità!
-Sora ma che
ti prende? Perché non vieni più a scuola?.-
Chiese
Silver avvicinandosi a mio fratello che si
era seduto a gambe incrociate sul suo letto e che aveva dipinto sul
volto un
ridicolo broncio che Riku trovava incredibilmente adorabile e tenero.
-Lo
sai benissimo perché! Non fingere di non saperlo!-
A
quelle parole mi sentii responsabile, ma, non so
perché, non riuscii a trattenere una piccola risatina. Forse
per la
soddisfazione di essere riuscito a combinare un così grande
intrigo.
-Avanti
Sora, non fare il bambino e dimmi cosa ti prende. Prima vengo a sapere
che
provi certi sentimenti per me e poi … puff, svanisci nel
nulla.-
Quel
tipo si era avvicinato pericolosamente a mio fratello posandogli una
mano sulla
gamba, anzi più precisamente nell’interno coscia e
io rabbrividii letteralmente
… cosa sarebbe successo ora?
Sora osservò per un po’ la mano del suo amico
sulla
sua gamba e arrossì leggermente, poi rialzò lo
sguardo e con fare arrabbiato,
si levò di dosso la mano del suo amico imbronciandosi
nuovamente.
-Sono
svanito perché ci sono
rimasto male, ecco tutto. –
-Ci sei rimasto male per cosa?.-
-Come per cosa? Perché non ricambi
quei miei “certi sentimenti”.-
-Ma non è vero. Io ho detto a Roxas
che ti ricambiavo e che stavo solo aspettando il momento più
opportuno per
dichiararmi.-
-D…Davvero? A me invece ha detto che tu
non
mi vedi che come un tuo amico, o al massimo come un fratello ma
… niente di
più-
-No
Sora, ti giuro che per te vorrei essere qualcosa di più.-
Quello
che avvenne dopo preferirei evitare di raccontarlo. Non vorrei
traumatizzare
voi lettori come sono rimasto traumatizzato io. Comunque potete
immaginarlo. Riku
ha baciato Sora e un bacio tira l’altro fino a diventare
qualcosa di più … ecco
… importante e osceno per i miei gusti.
Quel
pomeriggio fu il migliore dell’intera vita di mio fratello
Sora e il peggiore
della mia. Per fortuna abbiamo stanze separate che ancora
più fortunatamente
sono lontane tra loro. Ma il loro gemiti mi perseguitarono per
l’intero
pomeriggio.
Per
grazia ricevuta però, verso le quattro di quel pomeriggio di fuoco, venne a casa mia
Axel che era il mio migliore amico,
che a differenza di
quello di Sora era normale (almeno così credevo). Hockins
(mi piace chiamare la
gente per cognome … mi fa sentire importante) mi propose di
uscire e io
ovviamente accettai. Qualunque cosa pur di lasciare quella casa piene
di fro… cioè,
persone tendenti all’altra sponda.
Ma durante quella passeggiata capii di aver un altro
grande problema.
Nda
Si
comincia con i problemi! :D
Spero,
come al solito, che il capitolo vi sia piaciuto e di non essere stata
ecco …
prevedibile.
Insomma
uno dei problemi di Roxas non poteva non essere Sora, ci devono per
forza
essere diatribe familiari nella vita di un’adolescente,
soprattutto se
quest’adolescente non è altro che un tipo dai
capelli biondi, occhi azzurri,
fissato con il gelato al sale marino e soprattutto che si chiama Roxas!
:D Ok,
basta, faccio la persona seria … come si può non
essere seri davanti ad una
storia d’amore tormentata come quella tra Riku e
Sora… peggio che Romeo e
Giulietta (anche se qui non muore nessuno e finisce tutto, potremmo
dire,
bene).
In
oltre volevo fare un piccolo appunto… quelli tra parentesi
sono sempre pensieri
di Roxas, solo che sono … come potrei definirli …
diciamo che sono pensieri o
riflessioni più profonde del nostro protagonista.
Comunque
ringrazio davvero moltissimo tutti coloro che leggono la mia storia e
coloro
che la hanno inserita tra le seguite e le preferite. Un ringraziamento
stramega
grande a tutti coloro che mi hanno recensito, mi avete resa davvero
felice :’).
Bhe,
al prossimo problema allora :D.
Saluti e a presto :).
_KHProminence_
|
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Capitolo 3 *** Il tuo migliore amico che ci prova con te ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema
2
--->Il
tuo migliore amico che ci prova con te<---
Io
e Axel andammo a passeggiare nel parco che si trovava nel centro della
città. Andavamo
sempre lì quando avevamo voglia di fare quattro passi.
Ero
molto fortunato perché consideravo quel tipo strampalato dai
capelli rossi, il
migliore amico che si potesse desiderare. Ero molto affezionato a lui,
ma
occhio a non fraintendermi, gli volevo bene si, ma non a i livelli a
cui Sora
voleva bene a Riku.
Axel
Hockins era un vero mito. Lo consideravo quasi un modello da imitare.
Era il
più fico della scuola, tutte le ragazze erano cotte di lui e
non solo le nostre
compagne. Sarà per il suo insolito colore di capelli, o per
quel fisico
scolpito o per quei occhi verde smeraldo che solo incrociandoli una
qualsiasi
donna si scioglieva come un ghiacciolo sotto il rovente sole di agosto,
ma
niente e nessuno riusciva a resistergli, persino io! Infatti ogni
qualvolta
avevamo una discussione alla fine riusciva sempre a spuntarla lui,
riuscendo
sempre a convincermi di fare le cose più assurde e malsane
… e non chiedetemi
come ci riuscisse perché neanche io ne ho la minima idea.
Inoltre era l’unico che mi dava ottimi consigli e di
cui mi fidassi cecamente. Infatti fu l’unico a cui parlai del
“problemino” di mio
fratello. Ero sicuro che sarebbe stato comprensivo e che mi avrebbe
suggerito
come gestire quella situazione visto che certe volte era davvero saggio
…
-Ahahahah
… non ce l’ha faccio più, rischio di
farmela addosso, ahahah … ho le lacrime da
quanto ho riso e non riesco a respirare, ahahah…-
Questa
fu la sua reazione quando gli dissi ciò che
era successo a Sora. Scoppiò in una risata senza fine,
piegandosi in due e
cadendo sulla soffice erba che circondava il laghetto del parco nel
quale
eravamo soliti passeggiare.
-Axel
devo dirti una cosa …
piuttosto brutta.-
-Rox, amico, mi spaventi. Cosa è
successo?-
-Vedi ho scoperto che … che mio
fratello è gay!-
-Cosa? Mi prendi in giro?-
-Vorrei,
ma purtroppo è la realtà.-
Queste
furono le parole che ci scambiammo … E poi
lui scoppiò a ridere come vi ho detto.
-Vedi
amico io non ci trovo nulla di male
nell’omosessualità di tuo fratello.
Perché
ti cruccia così tanto questa storia?-
Non
dimenticherò mai quella domanda. Anche perché fu
l’origine del problema numero
due (in più come diamine parlava?
“Cruccia” ma che razza di parola è?
Neanche
il cadavere in putrefazione del nonno di mio nonno avrebbe usato una
parola del
genere!).
Eravamo seduti sulla riva del laghetto. Lui dopo
circa mezz’ora d’orologio, (giuro, dopo trenta
minuti esatti, mi colpisse un
fulmine … anzi, mi colpisse un cuscino in questo momento se
non è la verità)
smise di ridere e si sdraiò con le braccia dietro la testa
sospirando,
socchiudendo gli occhi e proferendo quelle maledette parole.
In realtà non sapevo cosa mi desse tanto fastidio di
quella scelta di Sora, è solo che … mi faceva un
po’ senso anzi… proprio schifo.
Se uno nasce uomo va con le donne, non con gli uomini! (Si lo so ho una
mentalità un po’ chiusa e ridotta, ma io la penso
così quindi tenetevi per voi
i vostri insulti).
-Bhe
sinceramente non so esattamente cosa mi dia tutto questo fastidio, so
solo che
mi fa un po’ schifo ecco tutto.-
Prima
di rispondermi e dirmi certe parole che mi
risuonano tutt’ora nella testa, mi si avvicinò e
cinse la mia povera vita con
una delle sue possenti e sudice braccia. Si avete capito bene, sudice.
Chi gli
dava tutte queste confidenze eh? Finché si trattava di una
maledetta pacca
sulla spalla, o un abbraccio di quelli che si danno i ragazzi quando
fanno gol
durante una partita di calcio, ben venga, ma non spingiamoci troppo in
là! Ma
lui lo fece lo stesso.
-Schifo
eh? Io credo che tu sia solo invidioso perché tuo fratello
ha un forte e
robusto maschione da baciare e tu no … ma se vuoi a questo
si può porre
rimedio.-
Mi
si avvicinò terribilmente e pensai volesse farmi lo stupido
scherzo “ti rubo il
naso”, per farsi rincorrere e farci fare la tipica figura dei
due coglio… cioè,
la figura degli idioti che si rincorrono ancora come due bambini
nonostante
avessero cinquant’anni per gamba (si fa per dire
naturalmente).
E
invece no, lui voleva baciarmi. Riuscii ad evitare
quell’unione per circa un decidecimo
di secondo, nell’esatto istante in cui stava per premere le
sue labbra sulle
mie. Non avevo mai baciato nessuno lo ammetto, ma non volevo darlo a
lui il mio
primo bacio, soprattutto non volevo darlo ad un ragazzo!
Perciò dopo aver evitato il bacio, scappai via e
Axel cadde in avanti con la faccia nell’erba, dato che non si
era accorto della
mia fuga.
-Hey
Rox! Dove vai?.-
Mi
sentii urlare mentre correvo via.
-È
tardi, devo tornare a casa o mio madre scatenerà Sparta
… e sai cosa intendo!.-
Mi
inventai una scusa banale, ma volevo andare via a
tutti i costi.
Ma
che diavolo stava succedendo in città? Era per caso
scoppiata in città una
feroce epidemia di frociag … volevo dire, di
omosessualità? Prima Sora, poi
Riku e ora Axel.
Andiamo,
quei due avrei anche potuto accettarli, ma Axel proprio no! Si era
fatto tutte
le ragazze più belle della scuola e anche la professoressa
più sexy mai
esistita, perché ora aveva fatto quella scena? Ah! Ma certo!
Forse scherzava,
certo era ovv … no, purtroppo non poteva essere
così. Conosco quel tipo dai
capelli rossi da una vita e so riconoscere quando scherza e quando
è serio.
Quindi le opzioni erano due: o mi prendeva altamente per il
cu… cioè in giro,
oppure si era stufato delle femmine e voleva provare qualcosa di
… di diverso.
Quella notte non chiusi occhio. Non facevo altro che
pensare alla scelta di mio fratello, a
cosa sarebbe successo se i miei avessero trovato il loro figlio
prediletto
incollato alle labbra di quel tipo, (di cui oltretutto avevano una
grande
considerazione!) e in più, non riuscivo a fare a meno di
pensare a quel gesto
di Axel. Non riuscivo a togliermi dalla testa quei suoi meravigliosi
occhi
verdi, quei guizzanti muscoli scolpiti, quei fantastici capelli color
del fuoco
più vivo e quelle labbra … un’ attimo,
ma che caz… che cavolo mi trovavo a
pensare … cosa mi stava succedendo? Mi stavano contagiando
anche a me? Mi
sarebbe mai potuto piacere Axel, ma soprattutto, mi sarebbe mai potuto
piacere
un uomo!? Forse tutti gli strani avvenimenti di quei giorni mi avevano
scosso
talmente tanto, da portarmi addirittura ad uno stato di
infermità mentale. Si,
doveva per forza essere così, perciò decisi che
avrei approfittato di un ponte
che facevamo a scuola e avrei passato un paio di giorni da solo in
casa,
cercando di evitare ogni forma di contatto umano soprattutto con il mio
gemello, con il suo ragazzo e con quel pazzoide del mio migliore amico,
con la
sola compagnia di qualche giornaletto spinto che mi avrebbe ricordato
che sono
un adolescente in preda agli ormoni.
Quei
due giorni di solitudine mi fecero proprio bene. Riuscirono a
schiarirmi le
idee e mi aiutarono a riprendermi dai vari shock a cui fui sottoposto
nei
giorni precedenti (Ero convinto che neanche l’elettroshock mi
avrebbe aiutato
ma a quanto pare mi sbagliavo). Ciò nonostante il ritorno a
scuola fu
traumatico. Axel mi seguiva ovunque, rivolgendomi attenzioni troppo
pesanti che
a me non piacevano per niente. Mi abbracciava troppo spesso, (come se
fossi il
peluche con cui dorme) mi dava stupidi e melensi baci sulle guancie e
in più
metteva le sue sconce e luride mani in posti dove solo io dovrei avere
il
privilegio di infilarle. Non sapevo cosa fare. Più mi
ribellavo e più lui
insisteva, e poi non so come facesse ma riusciva a farmi quelle
orribili cose
senza che nessuno si accorgesse di niente.
Per
fortuna però, (o per sfortuna, in base ai punti di vista),
una nuova disgrazia
si abbatté sul nostro gruppo di amici e Axel si distolse un
po’ da quelle
gravose attenzioni che mi rivolgeva.
Anche se fino ad adesso ho parlato solo di lui, non
pensiate che il tipo dai capelli che sembravano un fuoco
d’artificio rosso
uscito male, sia il mio unico amico. Certo, non sarò il
ragazzo più popolare
della scuola, ma ho una quantità discreta di grandi amici.
Axel è quello con
cui passo più tempo in assoluto, ma la nostra combriccola al
completo comprende
circa dieci elementi più Riku e quel finoc… e mio
fratello Sora. Oltre a me e
al tipo dai capelli strambi, ce n’era uno che è la
fonte del mio problema
numero tre: Demix Waterson, detto anche “lo scemo del
villaggio” ma non perché
fosse un idiota che non capisce un caz… cioè che
non capisce niente,(bhe, un
po’ anche per quello), ma soprattutto perché era
colui che riusciva sempre a
sdrammatizzare in qualunque situazione e che era in grado di far ridere
anche
un becchino mentre allestiva il funerale di sua madre. Inoltre aveva
davanti a
sé una promettente carriera da musicista, dato che era il
chitarrista più bravo
che io abbia mai sentito suonare, ma nonostante ciò, non
avevamo tenuto in
considerazione che Demix non era solo un musicista, ma anche un essere
umano
(anche se piuttosto stupido) e che come tale, è in grado di
compiere errori,
sbagli e, diciamolo, enormi cazzate…
Nda
Tadadadà
… ecco a voi comparire quasi per mangia il
problema numero 2! XD
Non so come la pensiate voi, ma a me questa storia
piace davvero molto, mi diverto un
sacco
a scriverla J.
Non ho niente di particolare da dire su questo
capitolo… quindi oggi scoccerò poco limitandomi a
ringraziando tutti coloro che
leggono la storia, coloro che la hanno inserita tra le seguite e le
preferite e
tutti coloro che mi recensiscono, grazie non sapete quanto mi rendete
felice
:D.
Saluti e al prossimo problema del povero Roxas :D.
_KHProminence_
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Capitolo 4 *** Una promettente Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di abbandonare tutto e diventare un ballerino classico professionista ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema
3
--->Una
promettete Rock Star in depressione e dal cuore spezzato che decide di
abbandonare
tutto e diventare un ballerino classico professionista<---
Demix
era veramente un genio della musica. Nell’intera scuola era
considerato come il
Mozart della musica Rock. E’ come se il ritmo (accompagnato
da una buona dose
di stupidità) gli scorresse nelle vene. Spesso veniva
ingaggiato per fare delle
serate in alcuni Night Club e faceva tutto da solo, perché
oltre al saper
suonare, era anche un cantante piuttosto bravo e non aveva alcuna band
o gruppo
di sorta. Lui si “cantava e suonava da solo” come
ci diceva sempre lui. Pensate
che poco tempo fa un famoso produttore di una casa discografica lo
aveva
contattato per fargli registrare un demo. E quello fu il principio che
diede
origine al mio problema numero tre.
Il
nostro Waterson aveva tutto della Rock Star a mio parere.
L’aspetto, la bravura
e una simpatia che avrebbe catturato anche le vecchiette depresse che
danno da
mangiare ai piccioni nei parchi.
E
come tutte le Rock Star di successo, arriva un periodo in cui
l’ispirazione ti
abbandona del tutto e ti prede una inconsolabile depressione.
Il
nostro amico ebbe un successo discreto con il suo demo e
perciò il produttore
gli propose di incidere il suo primo vero album che avrebbe dovuto
avere
tredici canzoni più un bonus track.
Le
tredici canzoni non furono un problema … ma quel
caz… cioè, quel maledetto
bonus track fu una catastrofe su ogni fronte che travolse nella sua
furia anche
me e quell’altro malato, imbecille, idiota, megalomane,
pervertito e altre cose
orribile che ora non mi vengono in mente, dai capelli rossi (scusatemi
ma sono
troppo arrabbiato per fare il suo nome). Non so perché ma
quello svitato
cantante riteneva me e … voi sapete chi, le sue muse
ispiratrici. Non credo che
essere una musa fosse proprio una definizione adatta, ma lui stava
così bene
con noi che gli bastava prendere la chitarra in nostra presenza per
tirare giù
pezzi da disco di platino.
Ma
per il bonus track non fu così. Si era messo in testa che
doveva essere
qualcosa di assolutamente grandioso, eccezionale, strepitoso, una
canzone che
sarebbe dovuta risuonare milioni e miliardi di volte negli Ipod di
tutti i
ragazzi del mondo: dalla Francia al Kazakistan, dall’America
all’Azerbaigian …
insomma, ovunque.
Le sue canzoni avevano sempre come tema il “viviamo
la vita intensamente, perché ne
abbiamo solo una e non possiamo sprecarla!” insomma
le solite strofe che ti
suggeriscono di non fare altro che cazzeg… cioè
di divertirti.
-Voglio
che il mio bonus track sia qualcosa di più profondo,
qualcosa che tutti i
ragazzi innamorati possano dedicare alle ragazze a cui tengono-
Come
se non bastasse, si era anche innamorato. Un
giorno io e PedoBear (non voglio ancora menzionare il suo nome),
stavamo
giocando a carte nel giardino di casa mia e ad un certo punto vedemmo
sbucare
dall’angolo della strada, un tipo completamente rosso a causa
della corsa,
dagli occhi blu e i capelli tirati su sempre pieni di gel. Subito gli
chiedemmo
cosa gli fosse accaduto e lui ci raccontò di un magico e
fatale incontro …
Mentre passeggiava nel parco, immerso nei suoi
profondi e intensi pensieri,(ovvero ciò che avrebbe mangiato
per cena) il
nostro Demix non si era accorto della presenza di una piccola valigetta
di
pelle marrone posta accuratamente in un angolino della strada, che
però, finì
per finirgli magicamente tra i piedi, il come ciò avvenne
lui lo descrisse come
“un segno del destino voluto da un folletto fatato di nome
Scott” (povero
demente… era concio proprio male… ora vedeva
anche gli esseri magici
svolazzargli intorno… altro che droga o fumo, Demix sarebbe
stato più normale
completamente fatto di eroina o sulla soglia del coma etilico).
Comunque, a causa di questo spiacevole incidente, il
nostro amico cadde violentemente sui ciottoli del viottolo e si
trovò a
sanguinare da una narice.
-Ma
porca tro…-
-Ti
sei fatto male?-
Subito
la visione di un angelo dai lunghi e delicati
capelli biondi e dagli intensi occhi blu, gli fecero dimenticare
l’inarrestabile emorragia che gli fu provocata da quella
caduta.
-
No, no sto bene … anzi benissimo
… e solo che qualche stupido idiota ha lasciato questa
inutile valigetta in
mezzo alla strada.-
-Mi
dispiace che il mio preziosissimo kit di colori e tempere racchiusi in
una
prestigiosa pelle di daino ti abbia fatto inciampare.-
Quando
Demix capì di aver insultato la ragazza più
bella che avesse mai visto, non seppe più cosa dire. Sarebbe
voluto scomparire
o magari morire dissanguato, dato che la narice non accingeva a
smettere di
perdere sangue.
-Ecco
io … non … sapevo che…-
Furono
le uniche cose che riuscì a stento a
balbettare.
-No,
sta tranquillo, non fa niente. Vieni che ti do una mano a fermare il
sangue.-
Non
avevo mai visto Waterson in quello stato. Stringeva ed annusava in
continuazione uno stupido fazzoletto ricamato che gli aveva dato quella
tipa
che mi sembrava aveva detto che si chiamasse Neminà,
Minanè… ah! Naminè.(Si
ammetto di avere una memoria da triceratopo … si insomma una
memoria del caz…
cioè scarsa.)
Ci
disse che quell’inutile pezzo di stoffa era il suo pegno
d’amore per lui. Che
era il simbolo del loro amore. Sembrava davvero un babbeo, faceva
stupide
risatine, sbatteva gli occhi come un’ebete e sospirava ogni
cinque secondi
sussurrando qualcosa di melenso e in un pessimo francese del tipo
“Ah l’Amour,
que belle chose l’amour”. Quando Demix diceva
quelle cose Axel (ah no!
Maledetto me che ho proferito quel terribile nome, ora sarò
colpito dalla
maledizione dello scarafaggio ruubino, che mi farà diventare
la lingua blu e mi
scioglierà tutti gli organi interni e che… ok, ci
do un taglio, credo di star
esagerando leggermente), si girava verso di me guardandomi con uno
sguardo
malizioso del tipo “ presto anche tu conoscerai
l’amour”. Se sto caz… sto
cavolo. Ne avrebbe dovuto aspettare di tempo se credeva che avrei
provato amore verso di lui.
Comunque,
tornando al problema fondamentale cioè Demix, la scadenza
per la consegna dei
quattordici brani era ormai alle porte e il bonus track non era ancora
pronto.
Quell’idiota aveva il cervello in pappa a causa di quella
biondina e le uniche
cose che riusciva a scrivere erano cazz… stronz…
cavolate tipo “ amore bello
come un fiore, cuore che batti con ardore” e sempre quelle
stupide quattro
parole che si ripetevano per circa cinque vomitevoli strofe. Non mi era
mai
capitato di odiare una canzone di Demix, perciò la cosa era
seria … e non
scherzo.
Sapevamo
quanto il nostro amico tenesse a quel disco, anche se ultimamente non
lo
dimostrava poi così tanto, ma sapevamo che era
così. Perciò io e Axel provammo
a scrivere da noi il bonus track, quanto poteva mai essere difficile?
… ma
sapete, in realtà non è per niente facile
scrivere una canzone, soprattutto se
devi scriverla con un megalomane che usa le chitarre per definirsi
(come diceva
lui) Caz-zilla.
Inoltre non dovevo sopportare solo quell’uso
altamente scorretto di un innocente e indifeso strumento musicale, ma
anche le
attenzioni di PedoBear di cui siete già a conoscenza. Tutte
le strofe che
riusciva a creare con la sua contorta e pervertita mente, avevano come
soggetto
me come suo oggetto del desiderio, o il mio sedere che secondo lui era
da
mordere. Ero disperato! Quel tipo era davvero incontenibile e assurdo e
alla
fine la canzone che uscì dalle nostre sfinite menti fu
qualcosa del genere:
Il
sole sta mattina sembra
un’arancia
Che fa venire fame alla mia pancia
Roxas è tutto da baciare
Ma
solo io lo posso fare.
(È
inutile precisare che le ultime due strofe
venivano fuori da Axel.)
Quindi
capimmo che l’idea di scrivere noi il bonus track era da
scartare. Perciò, decidemmo
di escogitare un modo per far perdere a Demix il suo interesse per
Naminè,
spezzargli il cuore e farlo infuriare. Si sa che le migliori canzoni
vengono
fuori quando un cantante ha una furia incontenibile ed ha bisogno di
sfogarsi!
Perciò escogitammo un piano diabolico e perfetto allo stesso
tempo. Axel era
imbattibile anche in questo. Riusciva a tirare fuori le idee
più diaboliche e
contorte che chiunque potesse immaginare. Il Diavolo in persona si
sarebbe
inchinato davanti ad una sua tremenda pensata.
Il
nostro genio aveva un amico, Terra Background, un tipo niente male, dai
capelli
castani piuttosto disordinati, gli occhi azzurri e la carnagione
leggermente
abbronzata. Uno dei tanti fichi con cui Axel girava quando aveva voglia
di
rimorchiare qualche ragazza. Questo tipo gli doveva un favore per non
so quale
motivo (a proposito di un ramo appuntito e un costume da bagno
… bho,
francamente non mi interessa ciò che combinano quei due
malati) e il mio amico
ritenne che questa era l’occasione per riscuotere quel favore.
Naminè
ogni pomeriggio alle sei in punto, era sulla panchina del parco che
affacciava
sul lago, intenta a disegnare qualcosa di indecifrabile su un enorme
album da
disegno che teneva sulle sue ginocchia.
Volete
sapere cosa stavamo escogitando? Ora ve lo spiego.
Un
venerdì pomeriggio a circa dieci giorni dalla scadenza per
la consegna dei
brani, io, Axel e Demix andammo a passeggiare nel parco dove era solita
andare
anche Naminè. Andammo verso le cinque e mezza quindi
praticamente mezz’ora
prima l’arrivo della ragazza. Il pervertito era in contatto
telefonico con il
suo amico Terra che aspettava l’arrivo di Naminè
all’entrata del parco.
Alle
sei meno cinque il nostro Background, scorse una piccola e delicata
figura
bionda che indossava un immacolato vestito bianco. Fu colpo di fulmine.
Terra
si innamorò perdutamente della ragazzina bionda che a sua
volta fu letteralmente
fulminata da quell’aitante ragazzone.
Camminando
e conoscendosi, arrivarono fino alla panchina di Naminè
dietro la quale vi era
un’enorme albero, dietro cui eravamo seduti noi tre : il
bellissimo biondino,
il rosso malato e il cotto cantante.
Quando
sentimmo i due parlare, ci sporgemmo leggermente per spiarli cercando
di
trattenere Demix che stava letteralmente per esplodere.
Fu
una scena memorabile.
Erano lì sulla panchina. Si guardarono intensamente
per circa dieci minuti e poi si scambiarono un passionale bacio che
durò circa
il doppio del tempo. Quando il nostro amico vide che Terra
appoggiò le sue
labbra sulla bocca della sua amata, si alzò di scatto e
infuriato corse verso i
due.
-Ma
Naminè come hai potuto tradirmi così? Credevo che
tra noi ci fosse qualcosa di
grande! Mi hai anche dato questo fazzoletto come pegno
d’amore!-
La
ragazza era completamente confusa e sconvolta, anche perché
si ricordava
vagamente di Demix … ma soprattutto per come le si era
presentato davanti.
Infatti nel suo scatto furioso, il nostro amato cantante non si accorse
di
essere rimasto completamente in mutande (mostrando all’intero
parco e compagnia
i suoi meravigliosi e virili boxer con unicorni rosa, arcobaleni
colorati e il
folletto Scott).
Waterson
era solito indossare pantaloni che gli lasciavano scoperto praticamente
i tre
quarti del sedere, anche perché gli piaceva indossare jeans
che erano circa tre
taglie in più alla sua.
Io
e Axel scoppiammo a ridere furiosamente, mentre Terra chiuse gli occhi
e scosse
la testa in segno di dissenso.
Imbarazzato
e con il cuore spezzato, Demix schizzò via come uno
scoiattolo a cui hanno
appena pestato la coda.
Purtroppo
però, il piano che avevamo escogitato non ebbe i risultati
che speravamo.
Demix
si chiuse in casa per tre giorni senza vedere nessuno, chiuso in camera
sua, al
buio, guardando giorno e notte stupide e insulse telenovela venezuelane
mangiando chili e chili di gelato e piangendo alle scene
d’amore, come se fosse
una ragazzina a cui il ragazzo che le piaceva tanto le ha dato due di
picche.
Il
quarto giorno, io e Axel lo andammo a trovare portandogli una riserva
industriale
di gelato al puffo (come facesse a mangiare quantità assurde
di quella
disgustosa roba zuccherosa non lo abbiamo mai capito, lui ci diceva
sempre che
lo faceva come segno di solidarietà verso Gargamella che
nella sua povera
esistenza non era mai riuscito a catturare un singolo Puffo
… si, so cosa state
pensando, e vi rispondo che avete ragione … è
un’idiota, ma eravamo suoi amici
anche per questo).
Quando
ci aprì la porta, ci ritrovammo davanti una sottospecie di
mozzarella zombi in
pigiama, con delle borse sotto gli occhi da fare invidia ai marsupi dei
canguri
e dei capelli che sembravano un nido di cicogne.
Non aveva toccato uno strumento, l’unico oggetto che
aveva toccato in quei giorni che facesse un suono era lo sciacquone del
ces…
cioè del water.
-Demix
non puoi ridurti così per
quella sciacquetta … sono sicuro che se ha preferito quello
Yeti a te,
è perché non ti merita.-
Cercai
di consolarlo io…
-Certo
è sicuramente così… lei non ha
preferito Terra perché è bello, aitante,
muscoloso, fascinoso … -
Axel
certe volte era la persona più inopportuna del
mondo … non so se le faceva a posta …
ciononostante lo aveva fatto piangere di
nuovo …
-Non
stare a sentire quel cretino
Dem … -
-Grazie
Roxy … ti voglio bene anche io…-
Diede
per una seconda volta la dimostrazione di quanto fosse inopportuno
… aveva
ricominciato a fare il gatto morto mandandomi baci al volo e formando
uno
stupido cuore con le mani …
Comunque cercai di non dargli troppa importanza e
sbuffando mi girai nuovamente verso il nostro amico in lacrime
…
-Dai
Demix! Pensa a quando sarai
una rock star di successo e quella tipa si accorgerà di aver
buttato via la più
grande occasione della sua patetica vita … si
sentirà anche peggio di come stai
tu ora … quindi ora fatti una bella doccia,
perché puzzi come un cadavere in
putrefazione, vestiti, pettinati e scrivi quel caz…
cioè quel benedettissimo
bonus track…-
-No … è
inutile Rox … ho deciso di abbandonare lo spietato mondo
della musica …-
Disse
mettendosi in piedi davanti a noi,
asciugandosi le lacrime e puntandoci due occhi pieni di determinazione.
-Ho
deciso che diventerò … un famoso ballerino di
danza classica …-
Io
e il mio folletto aiutante dai capelli rossi ci girammo istintivamente
l’uno
verso l’altro guardandoci con aria stranita pensando qualcosa
del tipo “ ma che
caz… che cavolo sta dicendo questo idiota?”
Axel si alzò e gli avvolse un braccio al collo,
chiudendo gli occhi e agitando il dito stile consigliere dai mille
successi
(dai mille insuccessi a mio parere).
-Demix,
amico, sono sicuro che sei
ancora sconvolto per questa storia … vedrai che mangiando un
bel gelato al sale
marino, e non quella mer… quello schifo blu che ti ostini ad
ingurgitare, ti
schiarirai le idee e ti metterai a scrivere questo maledetto bonus
track…-
-No basta, non
voglio mai più sentir parlare di musica, chitarre, CD e
soprattutto bonus
track, voglio diventare un ballerino professionista come Billy Eliot
…-
Disse
il cuore spezzato, liberandosi del braccio di
Axel e avvicinandosi alla finestra, incrociando le mani in segno di
preghiera e
rivolgendo lo sguardo al cielo iniziando ad intonare la stupida
canzoncina di
Cenerentola …
-I
sogni son desideri, di felicità
… tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente e il
tuo sogno realtà
diveraaaaaaaaaaaaaa…-
-OK
Basta, dacci un taglio!-
Gli
urlai io per richiamare l’attenzione di
Cenerentolo… poi mi calmai e con la mia
tranquillità e gentilezza di sempre
cercai di dissuaderlo da quel ridicolo sogno …
-Razza
di imbecille, ma di cosa
stai parlando!
Già
sento la presentazione che faranno nei teatri per introdurti
…
“Datemi una D di Demente,
una E di Esasperante,
una M di Mangiacaccole,
una I di Idiota,
e una X di X favore vai al lavorare
…
signori e signore ecco a voi quel
brutto coglione di Demix Waterson, che crede di poter buttare via la
sua vita a
causa di una troietta che gli ha dato due di picche!”-
-Wow
Rox… niente male, potresti scrivermela su un foglietto
così non me la scordo?-
Mi
alzai di scatto e cercai di scaraventarmi addosso a quel
cogl… a quello stupido,
ma Axel mi prese per i fianchi e mi bloccò e anche se mi
dimenavo con tutte le
mie forze, non riuscivo a liberarmi da quella micidiale stretta
…
Così in quel momento tutti erano felici … Demix
per
la sua nuova carriera e AxelPedoBear perché poteva
stringermi a sé … tutti
felici tranne me, che al ritorno a casa avrei dovuto fronteggiare un
nuovo
grande problema … e ora mi viene spontaneo chiedermi
… perché caz…cavolo
capitano tutte a me?
NdA
Tra
tutti i problemi che ho scritto fino ad ora, questo è uno
dei miei preferiti
:D.
Vediamo
un po’ … il nuovo problemino di Roxy consiste in
un Demix che vuole buttare via
fama, gioie e ricchezze perché ha avuto una delusione
d’amore … poverino che vita
difficile e travagliata xD … sinceramente non so
perché ho optato per la
carriera di ballerino classico, ma francamente ce lo vedo Demix in
calzamaglia,
body nero e scaldamuscoli xD.
Spero
che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito almeno
un po’ :).
Ringrazio
come sempre tutti coloro che leggono e seguono la storia e tutti coloro
che la
recensiscono… mi rendente la personcina più
felice del mondo :’).
Saluti e al prossimo problema del nostro Roxas
preferito :D.
_KHProminence_
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Capitolo 5 *** I tuoi genitori che decidono di mollare tutto e partire per la Luna ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema
4
--->I
tuoi genitori che decidono
di
mollare tutto e partire per la Luna<---
Quando
tornai a casa ero fuori di me. Tutto mi stava sfuggendo dalle mani: la
mia
amicizia (se così si può ancora definire) con
Axel, la carriera di Demix e
soprattutto la storia di Sora e Riku.
Più
di una volta i miei stavano per trovarli insieme a pomiciare e
più di una volta
io ero riuscito, non so bene in che modo, a distrarli per non fargli
scoprire
la relazione clandestina del mio gemello. Se non altro, da quando
dovevo
salvaguardare l’integrità di quei due
froc… cioè quei due “buoni
amici”, dovevo
in qualche modo attirare le attenzioni dei miei genitori, ottenendo
così le
apprensioni che non avevo mai ricevuto (bhe in parte sì, ma
in quantità
piuttosto modeste, misere e penose).
All’inizio
non pensavo fosse male essere costantemente sotto i riflettori dei
nostri
genitori, fino a che non scoprii che l’unica persona normale
della famiglia era
proprio (e soprattutto esclusivamente) il sottoscritto.
Quella
sera, quando mi ritirai dalla casa di quel cogl…quel demente
di Demix, trovai
entrambi i miei genitori seduti uno di fronte l’altra,
nella nostra sontuosa sala da pranzo,
che di solito veniva adibita solo per occasioni importanti come
incontri con
personaggi di rilievo o il compleanno di Sora (wow, non lo ho
insultato, allora
devo essere veramente sconvolto ..)che poi era anche il mio, ma questa
è solo
una piccola sfumatura.
Sta
di fatto che se i miei genitori si trovavano lì, senza alcun
ospite e senza mio
fratello, voleva poter dire un’ unica cosa… avevo
combinato un casino. E già,
quando i miei dovevano farmi una di quelle ramanzine con i
controfiocchi,
dovevano stare comodi e soprattutto in posizione strategica in modo da
potersi
suggerire cosa dire senza che la povera e inconscia vittima
(cioè io), sapesse
cosa confabulassero.
Il
primo a parlare fu la figura che porta i pantaloni in famiglia
… ovvero mia
madre.
Non
fraintendetemi, non è che mio padre vada in giro con gonne o
kilt scozzesi, è
solo che, quando c’era da riparare un tubo che perdeva, o
quando c’era da
prendere decisioni importanti, ma soprattutto quando c’era da
fare una
ramanzina a qualcuno, la mia dolce e tremenda madre era la migliore.
Non ho mai
capito come facesse, ma quando la mia
“amorevole”(ahahah amorevole…
si come no, che grande battuta) genitrice doveva farti
una predica, riusciva a rinfacciarti di tutto, riusciva a farti sentire
veramente una merd… cioè una … no,
cioè niente, stavolta devo dire le cose come
stanno … e mia madre riusciva a farti sentire una vera
merda. Era capace di
farmi sentire in colpa anche quando ero innocente e non avevo combinato
niente;
per questo odio le prediche dei miei quando sono insieme …
perché mio padre
poi, da bravo sostenitore quale è, riesce sempre a girare il
coltello nella
piaga in modo che da un confronto con loro, ne uscissi sempre distrutto
e
completamente a pezzi; non che loro mi picchiassero, non hanno mai
alzato un
dito contro di me, ma le loro parole potevano essere così
taglienti, da
ucciderti lentamente e dolorosamente. Perciò forse avrei
preferito un paio di
frustate con la cinghia sulla schiena, e chi s’è
visto s’è visto, perché posso
garantirvi cari amici, che certe volte le parole sono peggio dei gesti
violenti.
Comunque,
ero abbastanza scazzato quella sera, quindi, qualunque cosa mi
avrebbero detto,
mi sarebbe entrata da un orecchio e mi sarebbe allegramente uscita
dall’altro.
Come vi ho detto prima, a parlare cominciò prima il
boss della famiglia (che per chi non se lo ricordasse è la
mia dolce, adorabile
e bastar…madre).
-Roxy,
piccolo amore della mamma, siediti qui vicino a noi-
Tipico
di quella donna perfida … prima ti addolciva falsamente con
la carota e poi
SBADABAM! Ti colpiva con una frusta spessa come un manganello.
Poi, quando il capo gli diede il permesso di
parlare, continuò mio padre…
-Abbiamo
avuto una chiamata dalla scuola che non ci è piaciuta molto
e vorremmo delle
spiegazioni …-
Ecco,
lo sapevo, quel vecchiaccio di Ansem il bidello aveva fatto la
spia… la spia su
cosa vi starete chiedendo ora … deludo sin dal principio le
vostre malsane
idee. Scommetto che starete pensando che abbia beccato me ed Axel nel
bagno
mentre io ero succube delle molestie di quel pazzoide dai capelli rossi
… ah,
non pensavate questo … oh ecco, bhe comunque non era questo
che temevo che
spifferasse (anche perché non è mai successo sia
chiaro..), ma avevo paura che
quel tizio, che insisteva perché lo chiamassimo il
“saggio” (si, di sto caz..),
rivelasse ai miei genitori che aveva beccato Sora e Riku che facevano
le loro
cose sconce nel bagno, per di più non in quello dei ragazzi
ma in quello delle
ragazze!!!
Quindi
la cosa era doppiamente grave (e strana a mio parere).
La
fortuna dei due fu che anche Ansem era … si insomma
… finoc…gay.
Mi
sono sempre chiesto come mai io non lo abbia mai capito.
Infondo
era piuttosto evidente anche perché aveva alcuni modi di
fare piuttosto effeminati, ma ho
sempre creduto che lo
facesse apposta per scherzare (bhe, però uno che va in giro
con del rossetto
rosso, sculettando in un modo assurdo tanto che temevamo gli potesse
partire il
cul..il sedere da un momento all’altro, e che ammicca ad ogni
professore sotto
i settant’anni, in effetti dovrebbe destare più di
un sospetto …). Perciò,
avevano un valido alleato dalla loro parte.
Comunque a quanto pareva, non era quella la
motivazione per cui mi avevano chiamato a colloquio. Il mio problema fu
che
purtroppo l’anno scolastico stava finendo e avevo due materie
in cui non
eccellevo particolarmente e che mi stavano causando non pochi
grattacapi.
-Abbiamo
saputo che da un po’ di tempo hai alcuni problemi con
l’ inglese e con la biologia…
è giusto, oppure la segreteria ha sbagliato famiglia
Khinder?-
Magari
cercava il signor Kinder cioccolato e avevano davvero sbagliato numero.
Per
mia sfortuna non fu così. Avevano contattato il dolcetto
giusto, dolcetto che
presto sarebbe diventato una chiazzetta squagliata sul tappeto di
camoscio
irlandese, calpestata e sbiascicata dall’ira funesta dei miei
(più esattamente
della belva che io oso definire madre).
Il
danno era che i miei genitori e il preside Xemnas erano molto amici, ma
non amici
ai livelli normali del tipo “ci si invita a cena” o
“si va a fare una partita a
bocce lungo la spiaggia vicino alla discarica comunale”, no,
ai livelli loro,
ovvero assurdi e malsani.
Ogni
mattina, pomeriggio, sera dovevano sentirsi per telefono o messaggiare
attraverso
le chat dei social network più disparati solo per dirsi
cazza… cavolate tipo
“cosa hai mangiato oggi”, “quante volte
sei andato in bagno”, “quanti veli di
carta igienica preferisci” … in più,
ogni qualvolta quel tipo veniva a cena a
casa nostra con sua moglie, (una certa Fifa, no…quello
è il gioco di calcio che
mi ha regalo mia zia per Natale … ah! Tifa, era Tifa il nome
della moglie del
preside), si chiudevano in due stanze diverse per comunicare con la
stupida PictoChat
del Nintendo DS (ebbene sì, da adulti e vaccinati facevano
le stesse caz..
idiozie che persino Sora aveva smesso di fare da almeno due anni
… chattare con
quella ridicola opzione per quella stupida console portabile, con una
distanza
di appena dieci metri gli uni dagli altri, quando bastava semplicemente
aprire
una porta e parlarsi, a mio parere non è una cosa molto
normale … soprattutto
quando chattavano dalla stessa stanza!)
Comunque non riuscivo esattamente a capire quale
fosse il così nefasto e orribile misfatto che gravava sulla
mia pagella. Non
avevo insufficienze gravi, va bè se togliamo il 2 nel
compito scritto di
inglese, il 3 nell’interrogazione e il 4 nella ricerca di
biologia … ok, come
non detto. Ero nella merda più totale.
-Ma
adorata madre-
adularla in situazioni come queste è la cosa migliore che
uno possa tentare di
fare- a tutti capitano delle defaillance
non credi? Riuscirò a recuperare tutto, vedrai, ho molti
crediti, e poi papà
parla l’inglese meglio della sua lingua madre e mi
aiuterà a capire dove
sbaglio, in oltre per la biologia potrà aiutarm…-
Ma
le adulazioni non servirono a molto perché mia
madre mi gelò con un’occhiataccia e mi
ghiacciò ancora di più con le sue
parole.
-Signorino
Khinder- odio
quando mi chiama per cognome perché o è supermegastraiper
incazzata o vuole mettermi in ridicolo facendomi sentire un
coniglio
Pasquale versione gigante- non puoi
sempre contare sugli altri e inoltre con quei stupidi crediti che hai
racimolato potrai solo pulirtici il…-
-Cara,
so che sei molto arrabbiata, ma non essere volgare ti prego…-
Ecco,
era arrivato il damerino della situazione. Cercava sempre di fare il
diplomatico della famiglia anche se di diplomatico aveva ben poco, dato
che,
come vi ho già detto, è un uomo con ideologie
piuttosto chiuse … in più è
l’unica persona normale, anzi diciamo che è
l’unica persona con due gambe
(perché mio padre non ha niente di normale a parte avere due
occhi e due
gambe), che quando si infuria riesce a tirare giù il mondo
senza parolacce,
citando personaggi mai visti e mai sentiti e interpretando monologhi
che alla
loro fine ti fanno dubitare persino di sapere di che sesso sei.
Vi
state chiedendo come? Ma che ne so, comunque non è questo il
punto, il punto
era dove voleva arrivare mia madre.
Cosa voleva dire che non potevo sempre contare sugli
altri? Io che sono cresciuto in un branco di lupi in mezzo ad una
foresta, dove
se non cacci non mangi o vieni mangiato, perché i miei
genitori umani erano
troppo impegnati a cambiare il pannolino al mio gemello? Troppo
melodrammatico
forse? Già, in effetti forse la storia dei lupi è
un po’esagerata, ma comunque
non è neanche la mia teatralità il punto a cui
sto cercando di arrivare.
-Mamma
ma io faccio sempre tutto da solo, ho sempre fatto tutto da solo,
quando avevo
6 mesi mi cambiavo già il pannolino da solo!-
Primo,
grande errore.
Cosa
osai dire… mi sarei preso a schiaffi in faccia
finche il mio volto e le mie mani fossero divenute una cosa sola!
-Ma
non dire assurdità Roxas! Come credi che tu sia nato
è? Ti sei concepito,
generato, cresciuto e partorito da solo forse! Hai sempre avuto bisogno
dell’aiuto dei tuoi genitori!-
Ma
che cazz… cavolo stava dicendo? Il troppo
cioccolato di mio padre gi aveva dato alla testa forse? Come poteva
dire una
cosa del genere, vi rendete conto!? Mi stava riaffacciando che per
nascere ho
avuto bisogno di loro? Ma è una cosa assurda! Giuro che a
quella enorme (e qua
ci vuole) cazzata, non potei fare altro che alzare la voce.
Secondo,
grandissimo errore.
-Ma
cosa cavolo sbottoni mamma?
L’avermi dato la vita non vuol dire avermi prestato il tuo
aiuto!
Aiutarmi
sarebbe significato medicarmi il ginocchio quando quel coglione del tuo
figlio
prediletto mi ha fatto cadere dalla bici, oppure soccorrermi quando
sempre
quell’idiota di Sora mi ha spinto nella piscina olimpionica
facendomi quasi
annegare perché non sapevo nuotare… aiutarmi
sarebbe significato semplicemente
prestarmi una piccola attenzione quando portavo a casa un dieci di
matematica e mi
chiudevo in camera mia a piangere per
la vostra indifferenza!-
Addio
a tutti, è stato bello conoscervi. Lascio i miei risparmi al
canile giù al
fiume, il mio Ipod a Demix e i miei videogiochi ad Axel, queste sono le
mie
ultime volontà testamentarie. Perché testamento
dite? Perché, con quella
sfuriata, mi ero, come si suol dire, scavato la fossa da solo e in
più
programmato anche il funerale.
Mio padre sembrò profondamente colpito dalle mie
parole perché, con mia grande sorpresa, voleva avvicinarsi a
me per
abbracciarmi, ma quella arpia lo fermò puntandomi nuovamente
i suoi occhi pieni
di dissenso in faccia.
-Non
osare parlare di tuo fratello in quel modo!-
Ma
come? Tutto qui? Tante parole buttante al vento per sentirsi nuovamente
inferiore a quella caccola castana?
In
più mio padre non si voleva avvicinare a me per
abbracciarmi, ma per andare a prendere
un barattolo di gelato all’olio d’oliva e salmone
nel congelatore (si, gusti di
mer…gusti schifosi ma per uno che lavora circondato dal
cioccolato, dopo un po’
ne avrà due pall..scatole piene). Con
fare spossato e massaggiandomi le tempie, poiché
avevo un mal di testa assurdo, provocato forse dalle troppe sfuriate
del giorno
(di solito non sono una persona che si arrabbia facilme…
ahia! Che
caz..maledetto foglio di mer…che non sei altro figlio di
put… ora ti strapperò
in mille pezzi!! Ahahah ora non potrai più ferirmi con le
tue punte aguzze
stupido e inutile pezzo di carta… emm … ok forse
ho l’incazzatura leggermente
facile, ma quel foglio mi ha sfregiato un dito!); comunque,
tornando a quell’interminabile
colloquio, dopo che mio padre ebbe il suo gelato e si sedette sulle
ginocchia
di mia madre a mo’ di rimbambino
rintronato di cinque anni, continuarono a parlare.
-Comunque
d’ora in poi sia tu che quel cucciolo di Sora dovrete
sbrigarvela da soli-
Quelle
parole proferite dalla bocca di mio padre, mi
suonavo un po’ di maledizione o presagio... Avrebbero mai
lasciato il loro
adorato cucciolo in balia dei mali del mondo e in balia
dell’euforia di Riku? A
quanto pare sì.
-Domattina
io e tuo padre partiremo per andare a fare un po’ di
pubblicità alla nostra
azienda che purtroppo negli ultimi tempi non ha riscontrato molto
successo-
Che
quella robaccia non fosse molto popolare questo
si sapeva, ma che addirittura dovessero intraprendere un viaggio per
fare
pubblicità… ma partire per andare dove poi?
-Se
vossignoria mi
consente… partire per andare dove?.-
-Ma
che domande Roxy- Disse
mio padre sbiascicando quella
putrida e schifosa roba congelata- per la
Luna è ovvio.-
Che?
Ma di cosa parlava quel vecchio rimbambito? Volevano
andare sulla Luna? Era uno scherzo, lo era per forza, che senso aveva
fare
pubblicità su quello stupido satellite? Magari ci sarebbe
stato un incremento
di acquirenti extraterrestri che magari avrebbero pagato di
più data la
lontananza. Comunque cercai di contenere tutti il mio stupore e cercare
di
rimanere il più apatico possibile…(cosa che non
riuscì come avrei voluto…
andiamo, era una cosa che avrebbe sconvolto chiunque! Persino Patrick
Stella
nonostante la sua innata stupidità, sarebbe rimasto
sconcertato dalla
“brillante idea” di quegli esperti del marketing).
-
Come? Sulla Luna? Ma
state scherzando, cosa andate
a fare sulla Luna? Avete messo anche il vostro cervello in quella
putrida cosa
che osate definire gelato all’olio d’oliva e
salmone?-
-Prova ad immaginarlo figliolo “i
coniugi Khinder partono
per la Luna con
una scorta di cibo che consiste unicamente in cioccolatini Khinder
disidratati”… la NASA impazzirà e
verrà subito ad acquistare la nostra speciale
linea per gli astronauti e in più magari potremmo incontrare
qualche alieno che
comprerà tutti i nostri dolci…-
-Sì e che dopo verrà sulla Terra e
ci distruggerà tutti per vendicarsi di aver assaggiato una
schifezza come
quella roba che tu osi definire cioccolato… andiamo, ma
avete sentito cosa
avete appena detto? È una cosa assurda! E poi, chi
manderà avanti la tua
azienda, chi si occuperà della casa e di noi … ma
soprattutto … chi cambierà il
pannolino a Sora!?-
-
L’azienda di papà sarà in mano a tua
zia Aqua finché non torneremo, quindi di
questo non dovete preoccuparvi, per il resto, è proprio
questo che intendevo
con il “dovete imparare a cavarvela da soli”. Il
nostro shuttle partirà domani
mattina alle 8:30 e perciò vi diamo il permesso di saltare
la scuola per
venirci a salutare.-
Mia
madre si era finalmente alzata dalla sua posizione da statua, quella
che
assumeva ogni volta che voleva farti capire che l’imperatrice
sovrana
indiscussa della casa e della famiglia era lei… solo
lei… solo, esclusivamente
ed unicamente lei (e che ciò che diceva era legge,
più importante della
Costituzione stessa, e che presto o tardi anche il Capo dello Stato si
sarebbe
inchinato davanti a lei, e sarebbe diventata monarca assoluta di tutta
la
Nazione… certe volte mi sembrava tanto quel topolino bianco
e basso di quel
cartone delle due pantegane che volevano conquistare il mondo.)
Alzandosi dalla
sua postazione, fece cadere mio padre (che invece mi sembrava
l’altro topolino,
quello alto e stupido)che era ancora seduto sulle sue ginocchia, e
poiché aveva
il barattolo del gelato in mano, cadendo se lo rovesciò
completamente addosso.
Perciò mia madre lo prese in braccio, proprio come si fa con
i bambini che
fanno i capricci (chissà da dove la aveva tirata fuori tutta
quella forza dato
che mio padre peserà circa il doppio di lei che invece
è molto esile) e
uscirono dalla stanza per andare a finire di preparare le valige dato
che, se
avevo capito bene, sarebbero stati via per più di sei mesi e
sarebbero forse
tornati per le vacanze di Natale.
Prima di andare via però, sempre con mio padre sulle
sue spalle che urlava “Sono il re del mondo” con un
braccio alzato stile Superman,
la mia dolce e tremenda madre, si girò nuovamente verso di
me, puntandomi i
suoi occhi azzurri simili ai miei, in faccia…
-Naturalmente
mi aspetto che sia tu a dire della nostra partenza a Sora…
non riuscirei a
guardarlo nei suoi occhioni blu e dirgli che non ci vedrà
per più di sei mesi …
mi si spezzerebbe il cuore…-
Punizione
finale per i miei due errori stupidamente
commessi.
Detto
ciò, lei e Supertonto, mi lasciarono da solo,
in quella enorme stanza piena di fronzoli e fesserie… solo
con i miei pensieri,
le mie imprecazioni e con un nuovo problema da affrontare.
Nda
Hey
là!
Questo
capitolo è in ritardo e in più è
assurdo e terribile T.T
Sono
un’autrice fallita e me ne dovrò fare una
ragione…
Perdonate
la lunga assenza ma mi è capitata una cosa bruttissima in
questi ultimi giorni
e credevo che non mi sarei mai ripresa, che avrei abbandonato tutto, ma
ho
riflettuto a lungo ed ho capito che amo troppo questo sito e tengo
troppo alle
mie storie per abbandonarle.
A
tutti possono capitare dei periodi brutti, momenti difficili da
superare,
imbattersi in ostacoli che ti sbarrano la strada e ti rendono difficile
continuare il tuo viaggio verso la felicità… Ma
una grande persona che ora non
c’è più mi diceva sempre che,
nonostante tutto, la vita va sempre avanti, che
con un po’ di forza di volontà e un po’
di coraggio tutto si può superare,
anche la perdita più triste e sconfortante, anche il momento
più nefasto e
oscuro, anche il periodo più brutto e deprimente…
e per farlo c’è bisogno non
solo di persone che ti amano e ti sostengono ma anche delle cose che ti
piacciono e ti fanno stare bene.
Ringrazio
tutti voi che mi seguite perché ora più che mai
per me è davvero importante,
quindi ringrazio di tutto cuore anche chi solo ha aperto questa pagina
e ha
voluto perdere un po’ di tempo leggendo ciò che la
mia testolina bacata ha
tirato fuori.
Chiedo
perdono per il momentino triste e angoscioso in quella che sarebbe una
storia
comica.
Di
nuovo un grazie speciale a tutti voi che mi seguite e recensite la
storia,
perché come ho già detto, per me è
davvero importante :)J.
Saluti e a presto (perché nonostante tutto
continuerò a rompere ;) )
_KHProminence_
|
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Capitolo 6 *** Scoprire di avere la fantasmagorica capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un fratello in grado di inventare alfabeti segreti improponibili ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema
5
--->Scoprire
di avere la fantasmagorica
capacità di sapere inventare assurde favole e di avere un
fratello in grado di
inventare alfabeti segreti improponibili<---
Un
martello? No, troppo leggero.
Un
manganello? No, troppo banale.
Una
fiamma ossidrica? No, troppo alla Axel.
Di
Cosa sto parlando? Semplice! Di un modo per UCCIDERMI!
Perché
uccidermi? Semplicemente per il fatto che non ce la faccio
più, capitano tutte
a me cazz… cioè, diamine!
Ora
mi toccava anche sorbirmi i piagnistei di quel babbuino su due zampe di
mio
fratello, perché, mammone com’è, ero
sicuro che alla notizia della partenza dei
nostri, non avrebbe fatto altro che piangere, disperarsi, urlare,
implorare e
io non potevo fare a meno di cadere nella tentazione di suicidarmi o di farlo fuori.
Bhe,
forse sarebbe stata meglio la seconda opzione … non avrei
mai potuto privare il
mondo della mia splendida persona.
Purtroppo
non potevo neanche tirarmi indietro, mia madre era stata categorica
(quella
megera, antipatica, rompiscatole … non la sopporto quando si
impone!), dovevo
essere solo, esclusivamente ed unicamente io a preoccuparmi di
informare Sora
del loro lungo (e stupido) viaggio.
Fortunatamente,
grazie al mio acuto ingegno, escogitai un modo per non dirglielo
direttamente,
in modo che così non avrebbe capito ciò di cui
volevo metterlo al corrente.
In
poche parole avrei ubbidito a mia madre e non mi sarei dovuto sorbire
le
lamentele del babbuino! Avrei preso due colom… no, due
fagian … due acquil..
due falc… come cazz… come diamine diceva quel
proverbio? Va bhe in somma avete
capito… con un piccolo raggiro avrei imbrogliato due persone
( forse
imbrogliato è una parola grossa … diciamo che
avrei accontentato due persone).
Scommetto che volete sapere qual’era la genialata
che avevo nel mio grande e
laborioso cervello … la mia idea era quella di …
rullo di tamburi …
Raccontargli
una favola!
Cos’è
questo vociare deluso? Era un’idea eccezionale!
Più volte vi ho detto che mio
fratello gemello è un bambinetto troppo cresciuto e con
troppi peli, che si
lascia abbindolare da cose futili come il gelato, le caramelle, o gli
insulsi
cioccolatini di mio padre … e si sa che i bambini amano le
favole …
In
più vi svelerò un segreto di cui siamo a
conoscenza in pochi, ovvero io, i miei
genitori, Riku, il macellaio, il fruttivendolo, Ansem, Axel e bo forse
anche
altra gente, ma sicuramente non più di cinquanta
anime…
Fin
da quando io e mio fratello (anche se io molto più
precocemente di Sora che
credo lo usi ancora) abbiamo smesso di usare i pannolini e abbiamo
cominciato a
dormire nei lettini singoli delle nostre stanzette, nostra madre e
nostro padre
ci leggevano una storia prima di andare a dormire. Di solito a me mio
padre
leggeva i resoconti finanziari (o cose simili) della sua azienda,
mentre mia
madre leggeva a Sora favole come quelle dei fratelli Grimm.
La
sua favola preferita era Alice nel Paese delle Meraviglie e per anni (e
tutt’ora) mia madre ha letto quella maledetta storia a mio
fratello prima di
dargli la buona notte. Gliela legge persino adesso che, a sedici anni
suonati,
sa leggere abbastanza bene per arrivare almeno alla fine della prima
pagina …
Quel babbuino ormai la sa a memoria! Anticipa persino le battute prima
che mia
madre possa leggerle!
Comunque
non è questo il segreto. Quello che non dovete dire a
nessuno è che se qualcuno
non legge quella storia a mio fratello prima di andare a nanna lui
… bhe, lui
fa la pipì a letto.
All’inizio
credevamo che questo disturbo di Sora fosse normale, dato che era un
bambino
piccolo.
Quando
ha cominciato a crescere però ci è cominciato a
venire il dubbio che non fosse
una cosa del tutto normale e ci siamo convinti che soffrisse di qualche
rara malattia
che lo faceva essere particolarmente … incontinente. Dopo un
po’ di tempo, notammo
che i laghetti gialli venivano a crearsi ogni qual volta non gli
venisse letta
quella stupida storiellina della bambina rintronata, il bruco drogato,
il gatto
inquietante e la regina migliore amica di Saw.
Comunque,
tornando al mio piano, decisi che prima mi levavo questo sassolino
dalla
scarpa, prima avrei potuto tornare a dedicarmi alle cose importanti
… cioè me
stesso.
Perciò quella sera stessa, mentre i miei finivano di
preparare la loro valigia (fecero così tanto macello nella
loro stanza da sembrare
il set di un film apocalittico … vasi rotti, vetri
scheggiati, ante di armadi
sradicati … voi non avete idea … e tutto per
delle valigie … non oso pensare a
cosa combinerebbero quei due squinternati se dovessero trasferirsi
…), io andai
in camera di Sora che, dopo aver fatto il bagnetto con la paperella ed
essersi
preparato per andare a dormire, si era piazzato nella sua posizione da
“Favola
Time”, con il cuscino leggermente rialzato, le coperte fin
sotto il naso e le
braccia dietro la nuca …
-Hey
Sora, sei emm… sei pronto per la storiella-
Mi
intrufolai nella sua stanza con un falso sorriso,
ero stanco, confuso e incazz… arrabbiato ma mi sforzai il
più possibile per non
destare sospetti e nascondere il più possibile la mia mezza
idea di… eliminarlo.
Lui invece schizzò fuori dalle sue coperte con un sorriso
che gli partiva
dall’orecchio sinistro, gli faceva tutto il giro della testa
e tornava
nuovamente al punto da cui era partito, e si sedette a gambe incrociate
sopra
le coperte con la schiena contro la spalliera del suo letto.
-Che
bello Roxy! Me la leggi tu sta sera la mia adorata favoletta?-
Odio
quando mi chiamano Roxy! Mi sembra il nome di
un trans! Comunque, nonostante
avessi
l’irrefrenabile voglia di soffocarlo con il suo stupido
cuscino con la federa
di Winnie de Pooh, feci buon viso a cattivo gioco e annuii accennando
nuovamente
il mio falso, e desideroso di omicidio, sorriso.
-Sì,
sta sera te la racconto io
perché mamma e papà hanno da fare.-
-Ah, ok. Allora aspetta qua che
vado a prenderti il libro …-
-No, sta sera non ti leggerò
Beatrice nel Villaggio delle Fantasie, ma faremo un nuovo gioco.-
-È Alice nel Paese delle Meraviglie
ignorante! E comunque che gioco facciamo?-
-Gertrude, Genoveffa, Beatrice …
qualsiasi sia il suo nome, sta sera non ti leggerò quella
storia perché ne
inventeremo una nuova-
-Ohh… è questo il gioco?-
-Preeeecisamente!-
-SIII! Fantastico! Dai, cominciamo-
-Allora,
le regole sono:
1.io racconto
2. tu ascolti senza fiatare, respirare
e dare altri segni di vita
3. vietato interrompere.-
-Ok
d’accordo, vincerò io senz’altro.-
(Che
idiota)
-Allora
c’era una volta un principe
ranocchio che …-
-Roxy…-
UNO
-Uff…
Sora cosa avevamo detto? Una
delle regole del gioco è “non interrompere
Roxas”.-
-Scusa fratellone ma il principe
potrebbe essere un toporagno?-
-Che? E per quale motivo?.-
-Il toporagno è il mio animale
preferito e poi il suo nome scientifico è Sorex araneus
…-
-E quindi?.-
-Sorex è molto simile a Sora! Quei
graziosi animaletti si chiamano quasi come me!-
-D’accordo come vuoi, il principe
sarà un ranocchio che verrà trasformato in un
toporagno che si chiamerà Sorex
come la sua specie va bene?.-
-Si fratellone! Che bello! Prometto
che non interromperò più!-
-D’accordo allora ricominciamo da
capo.
C’era una volta un principe
ranocchio di nome Sorex, che era stato trasformato in un toporagno, che
un gior…-
-Da
chi?.-
DUE
-Cosa
c’è adesso Sora?- stavo
cominciando a innervosirmi ma mi tenni il più calmo
possibile … non immaginate
che sforzo immane …
-Chi
ha trasformato il principe in
un toporagno?.-
-Ma che vuoi che ne .. uff, vediamo
… è stata una strega ok?-
-Nah… troppo banale …-
-E sentiamo vossignoria, chi
richiede il vostro bisogno di originalità?!-
-Vediamo … una mosca!-
-Una MOSCA?!- (calmati Rox,
respira, inspira, respira, inspira…)
-Sì,
una mosca. Di solito i ranocchi mangiano le mosche, e questa mosca per
non
essere mangiata lo trasforma in un toporagno che invece non le mangia.-
Questo
babbuino mi stava spossando … e poi, volete
saperla una cosa? Qualche giorno dopo feci delle ricerche su internet e
scoprii
che in realtà anche i panteganragni… i
topogatti… i miciobaubausquick… oh
insomma, anche quelle bestiacce mammifere che piacevano a Sora
mangiavano gli
insetti! Era troppo chiedere a Sora di dare un’informazione
scientifica
corretta… è inutile, il genio incompreso (ma
molto incompreso) della biologia
di famiglia sono solo io con il mio fantastico 3.
-D’accordo,
vada per la mosca.
C’era una volta un ranocchio di
nome Sorex, che mangiava troppe mosche e perciò un giorno
una di queste lo
trasformò in un toporagno per vendetta … va bene
così Sora?-
-Sì,
perfetto … ora sta zitto e racconta-
Ma
guarda tu! Ora era lui a dirmi di stare zitto!
-Un
giorno Sorex stava facendo la
passeggiata nel giardino del suo castello e sua madre lo
chiamò per dirgli …-
-La
madre può essere un capriolo?-
TRE
-Un
capriolo? Vuoi sconvolgere la
biologia conosciuta e sconosciuta? Io avrò anche un tre meno
meno meno, ma come
può un ranocchio/toporagno, essere figlio di un capriolo!?-
-Nel mio mondo si può …-
-Accidenti Sora, mi lasci finire
questa cazzo di storia!-
-Ok fratellino, non ti scaldare che
ti si alza la pressione e cominci a sanguinare dalle orecchie-
-RAZZA DI INSULSO BABBUINO, SE TU
NON MI INTERROMPESSI OGNI TRE SECONDI LA AVREI GIA’ FINITA
QUESTA MALEDETTA
STORIA.-
-Va bene … sto zitto.-
-Oh! Finalmente… emm emm… come
stavo dicendo, la madre capriolo richiamò suo figlio per
parlargli “figliolo
ora la mamma deve andare a fare la spesa… mi raccomando fa
il bravo”. Sorex era molto
affezionato alla madre e
non voleva lasciarla andare via da sola.
“No mamma non lasciarmi da solo ti prego!”
“Mi
spiace figliolo ma devo andare per forza … non ci
metterò tanto, tornerò fra
venti o trenta minuti”. Ma Sorex non
era
mai stato lontano dalla madre per così tanto tempo,
perciò quando andò via
salutandolo, lui era tanto triste…-
Non
ci crederete ma … mio fratello scoppiò a piangere.
-Roxy,
questa storia è davvero
trsoistsoe e fsoantsoastsoicsoa …-
-Ma .. ma come parli? Trsoistsoe?
Ma che vuol dire?-
-È Sorese, significa triste …-
-Sorese? Ma che caz.. ma che cavolo
dici?-
-Sorese è la lingua che ho
inventato io … non è difficile da imparare non ci
sono molte regole, la può
imparare anche uno stupido …-
-Ah, ora capisco…-
-Cosa?-
-No, niente … dicevi del .. come
hai detto che si chiama la tua lingua …STUPIDESE?-
-SORESE! Basta aggiungere una S e
una O davanti ogni vocale delle parole, per esempio CASA diventa
CSOASSOA,
oppure CANE diventa CSOANSOE … io e Riku usiamo questa
lingua per i nostri
messaggi segreti a scuola quando …-
-No, ti prego… non andare nel
dettaglio, ho capito cosa intendi.-
-Invece credo di no, noi usiamo
questa lingua per …-
-I vostri messaggi sconci forse?-
-No,
per la lista della spesa!-
Era
troppo aspettarsi una idea così furba da un
babbuino come lui. Che credete, che scherzasse? All’inizio
credevo di sì ma poi
mi fece vedere alcuni dei loro biglietti che erano effettivamente liste
della
spesa per esempio… (vi metterò tra parentesi le
necessarie traduzioni nella
nostra lingua)
-Soun
lsoiTrsoo
dsoI lsoattsoe
(che nella nostra lingua è un litro
di latte)
-soinSoalsoatsoa
(insalata)
-bsoisCsoOttsoi
(biscotti)
-PsoansoE
(pane)
-cRsoemasoE ssoolsoarsoI (creme solari? Cosa doveva farci con
della creme solari ad aprile?
Bhe effettivamente Riku era leggermente tendente al cadaverico
ma… Meglio non
indagare)
-QsoUsoaglsoIsoa (quaglia … forse aveva
gente a cena)
-psoEstSoo
(pesto … magari gente di Genova)
-tsoUBsoo
dsoI TsoonnsoO (tubo di
tonno? Da quando i tonni si infilano nei tubi? Qui urge una protesta da
parte
della FAIT Fondazione Anti Intubazione Tonni … ehy non
guardatemi come se fossi
pazzo … al giorno d’oggi esistono fondazioni per
ogni cosa, persino alcune che proteggono
i vari tipi di fili d’erba… mica sono tutti
uguali, alcuni sono lunghi e
sottili, altri corti e spessi altri … ok, avete ragione, non
vene frega un caz…
niente)
Hey,
aspettate un attimo.
Preso
dai miei pensieri non mi ero accorto di una cosa …
Cari
i miei lettori, avete notato che ci sono alcune lettere evidenziate?
Quando me ne accorsi provai ad unirle come si fa
quando si deve trovare la risposta misteriosa dei
cruciverba… non indovinerete
mai cosa ne uscì fuori…
…Ti
scoperei qui e subito…
Che
razza di gentaglia sono mai questi due? Allora
quelle non erano vere liste della spesa, ma strani messaggini in codice
per
comunicare le loro cosacce a distanza senza che nessuno potesse capire
… che
ingegno … ammetto che non era un’idea propriamente
malvagia, anche se avrebbero
potuto evidenziare le lettere di parole anche nella lingua normale, ma
si vede
che tutte quelle S e quelle O, servivano a confondere ogni lettore
esterno a
loro due …
-Sora,
ma queste lettere
evidenziate … allora non è una lista della spesa
ma avevo ragione io!-
-Di
che parli Roxy?-
Il
babbuino mi
prese il bigliettino dalle mani e cominciò ad osservalo
intensamente, quasi
come se stesse cercando di vedergli attraverso con una qualche magica
vista
laser … poi gli comparve un sorrisetto idiota su quel brutto
muso e cominciò a
saltare dappertutto come un grillo impazzito.
-Ma
come è romantico il mio Riku … quanto
è dolce, vorrei averlo qui e strapazzarlo
di coccole coccolose.-
Sembrava
una ragazzina alle prese con il suo fidanzatino … che
ridicolo … in più quel “vorrei
scoparti qui e subito” non mi
sembra propriamente un’espressione romantica. Ma quello che
mi stupiva di più è
che Sora non si era accorto del secondo fine della lista della
spesa… sapevo
che era un’idea troppo ingegnosa quella di camuffare i
mesaggini sconci, per
essere stata partorita dal micro/inesistente cervello di mio fratello.
Per mezz’ora saltò a destra e manca con quel
maledettissimo foglietto tra le mani e io cominciai ad innervosirmi
sempre di
più … mi incazzai così tanto per tutta
quella stupidità che mi circondava che
mi cominciò ad uscire schiuma dalla bocca … (no,
state tranquilli, non avevo le
convulsioni, ma quel cretino di mio fratello mi aveva offerto una
caramella
alla fragola che in realtà era una saponetta che aveva
comprato durante la sua
ultima gita in Francia).
QUATRO
Sbottai
come non avevo mai fatto… (alla fine quello
della favola non si rivelò un pian poi così
geniale.)
-Brutto
babbuino coglione datti una calmata! Domani mattina quei due idioti,
malati,
schizzati (e
tante altre cose che pensai e non dissi perché …
bhe potevano sentirmi…) dei nostri
genitori partiranno per la Luna e non li vedrai per chissà
quanti mesi! Come la
mettiamo adesso eh? Hai ancora voglia di fare il babbuino salterino con
la
fissa dei toporagni e completamente ignorante e sprezzate nei confronti
della
biologia?-
Fu
la frase più lunga che io dissi in tutta la mia vita, o
almeno fino a quel
momento …
Sora
si stupì, un po’ per tutti gli insulti contenuti
in un’unica frase, un po’ per
il contenuto della frase all’infuori degli insulti e
soprattutto per la
lunghezza della frase stessa …
Poi,
ripresosi dallo stupore con gli occhi ancora sgranati e la bocca
socchiusa alla
“entrate mosche”, si sedette sul pavimento a gambe
incrociate e l’espressione
di sorpresa fu sostituita da una di tristezza infinita … la
sua bocca si curvò
in giù e i suoi occhi si riempirono di lacrimoni che presto
avrebbero allagato,
non solo il suo viso, ma l’intera casa e le sue imminenti
urla avrebbero
provocato un terremoto peggiore di quelli del Giappone… una
catastrofe insomma.
Quando
mi resi conto di ciò che avevo detto e ciò che
avevo provocato (ovvero la
prossima fine del mondo) mi misi una mano sulla bocca, anzi, mi
schiaffai una
mano sulla bocca e mi avvicinai a lui prima che cominciasse a piangere
e
urlare.
Mi
sedetti davanti a lui e feci una cosa che mai e sottolineo MAI, avrei
MAI
pensato di fare e una cosa che MAI rifarò finché
campo … lo abbracciai.
Con mia sorpresa Sora ricambiò l’abbraccio e
scoppiò
a piangere (senza urlare grazie al cielo) stringendosi forte a me e
bagnandomi
completamente la maglietta all’altezza delle spalle.
Rimanemmo
così per circa dieci minuti. Lui
singhiozzava, io sospiravo, lui mi stringeva sempre di più,
io gli accarezzavo
i capelli, lui si soffiava il naso con la mia maglietta, io desideravo
più che
mai di eliminarlo dalla faccia della Terra.
Quando finalmente si calmò mi chiese delle
spiegazioni.
-Rroxas
cche vvvuol dirre cccche mammmmmama e pppapà pppartoonoo
perr ssseii mememesi?-
Balbettava
perché era ancora in preda ai singhiozzi
… fortunatamente sono abituato ai suoi modi strambi di
parlare perciò riuscii a
capire ciò che diceva.
-Purtroppo
l’azienda di famiglia
sta avendo dei problemi e mamma e papà vanno a farvi
pubblicità partendo per
Luna con uno shuttle della NASA … sai quanto successo
avranno il prodotti
Khinder dopo questa campagna?.-
-Ggià,
gllli allieni ammmano il ccioccolatto…-
Sora
per la prima volta fece una battuta sensata e
scoppiammo a ridere entrambi scambiandoci un ultimo abbraccio di
comprensione
reciproca.
-Stai
tranquillo Sora, mi occuperò io di te … e poi
c’è Riku.-
Gli
dissi alzandomi in piedi e facendogli
l’occhiolino. Poi gli porsi la mia mano per aiutarlo ad
alzarsi e lui si
aggrappò saldamente a me e si tirò su.
-Sai
Roxas, a volte sei proprio un bravo fratello.-
Sapete,
non mi aspettavo che Sora dicesse una cosa
simile e poi, se c’è una qualità che
non possiamo fare a meno di attribuirgli è
proprio quella di essere sincero e di dire sempre quello che pensa
(anche se
ciò spesso comporta non pochi problemi), perciò
se lo diceva lo pensava davvero
e questo mi faceva piacere.
-Ora
però vai a dormire, domani
mattina dobbiamo andare con mamma e papà per salutarli, ma
almeno salteremo la
scuola.-
-Emm,
perché non finisci di raccontarmi la storia? Non ho molto
sonno…-
Che?
No, basta, il momento fratello dell’anno era finito avevo un
sonno bestia ed
erano le 3:45 della mattina … era stata una giornata mooolto
lunga e mooolto
stressate perciò lo mandai gentilmente a quel paese e me ne
andai nella mia
camera. Sora dal canto suo non ci rimase minimamente male. Anzi sorrise
e gli
sentii dire “il solito
Roxas”.
Anche
io sorrisi e me ne andai a letto stanco più che mai.
Quando
mi misi a letto feci il resoconto della mia giornata che era stata
alquanto
“produttiva”.
Ero
stato torturato da Axel solo dodici volte contro le ventitre di tutti i
giorni.
Avevamo
rivisto Demix e anche se si era bevuto il cervello, almeno non piangeva
più e
aveva smesso di mangiare il gelato al puffo.
Avevo
risposto per la prima volta a mia madre
Avevo
scoperto di saper inventare favole bellissime.
Avevo
imparato il Sorese e un modo per mandare bigliettini indecifrabili
segreti…
E
avevo scoperto che almeno un po’ voglio b… bbbe..
bben (abbiate pazienza è un
po’ difficile per uno come me ammettere certe cose)
….voglio bene a mio
fratello.
Ma quella sera non sapevo ancora che il giorno
seguente sarebbe stato anche peggio di quello precedente.
NdA
Salve
a tutti!
Chiedo
perdono per il terribile ritardo con cui presento T.T
Ho
avuto molti problemi negli ultimi tempi, compreso il traumatico ritorno
a
scuola.
Comunque
ora sono tornata e ho rispolverato e riportato alla luce questa storia
che
ormai era sommersa da una quantità industriale di polvere
… i personaggi
avrebbero potuto giocare a palle di neve (o meglio di polvere) per
tutto il
tempo che è passato dall’ultimo aggiornamento.
Ho
deciso che proverò ad essere più puntuale
cercando, tra un problema e l’altro,
di aggiornare almeno una volta al mese.
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia divertito almeno un
po’ :).
Nel
prossimo vorrei che venisse fuori un po’ di dolcezza anche
per il nostro
piccolo Roxy… non è giusto che tutto il
romanticismo sia esclusivamente riservato
per Sora u.u… vedremo cosa succederà :3.
Saluti e a presto :).
_KHProminence_
|
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Capitolo 7 *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -prima parte- ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema
6
--->Un’amicA che desiderava diventare
un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito<---
~
Prima Parte ~
Svegliarsi
presto quella mattina non fu una cosa facile.
Dopo
essersi addormentati alle 4:30 del mattino, alzarsi alle 7:00 non era
la cosa
più felice e semplice del mondo, ma dovevamo farlo per
forza.
Avevamo
un’ora e mezza per vestirci, aiutare a caricare le valigie
sull’auto e arrivare
alla stazione aerospaziale. Arrivammo lì alle ore 8, 23
minuti e 16 secondi. Il
loro shuttle sarebbe partito fra esattamente 6 minuti e 44 secondi, di
cui 6
minuti e 42 secondi furono spesi completamente e interamente in
raccomandazioni
fatte centinaia, migliaia e miliardi di volte e in abbracci e baci per
Sora, mentre
a me furono dedicati 2 secondi spesi in una stretta di mano da parte di
mia
madre, e una pacca sulla spalla da parte di mio padre (saluti della
serie “non
ti tocchiamo troppo perché potresti attaccarci la peste, o
la malaria o altre
malattie infettive mortali che nemmeno il Dottor. Mouse
conosce”… un momento…
ma era dottor. Mouse o dottor. House? Caspita mi ritoccherà
rivedermi tutte le
stagioni…).
Ma
andava bene così, fra pochi minuti e una manciata di secondi
avrei avuto quei
due impiastri fuori dai cogl…fuori dalle scatole per tanti,
lunghissimi e
meravigliosi mesi.
I
motori si accesero alle 8:27:39 e la navicella lasciò il
suolo terrestre alle
8:30:00 spaccate (una puntualità assurda, peggio dei
lassativi cronometrati che
prendeva mio nonno all’ospedale).
Tornammo
a casa con nostra zia Aqua (unico componente della nostra famiglia che
io adoro
e reputo normale) che sarebbe rimasta a casa da noi fino al non atteso
ritorno
dei nostri genitori.
Sora
pianse per tutto il ritorno a casa, per tutta la colazione, mentre
giocava ai
videogiochi, mentre pranzava, mentre era in bagno, mentre faceva i
compiti … forse
faremmo prima a dire che versò lacrime ininterrottamente per
l’intera giornata
(solo Riku ficcandogli una non citabile cosa in bocca riuscì
a farlo stare
zitto … ma che avete capito … intendevo le
schifosissime caramelle all’anice e
pomodoro che faceva sua madre… sono non citabili
perché definirle caramelle è
assurdo… mangerei anzi un confetto ripieno di sterco di
vacca anzi che anche
solo mettere in bocca una di quelle cose schifose di cui si ingozzavano
il
babbuino e Mr. Riccioli d’argento (oh, e per chi non lo
avesse ancora capito,
Riku mi sta altamente sul caz… sulle scatole ma di questo ne
parleremo un’altra
volta) ).
Io
invece dopo l’ottimo pranzo cucinato dalla mia meravigliosa e
bellissima zia,
andai a fare un giro con Axel (il pervertito), Demix (il ballerino
classico di
sto caz…) e Zexion (altro mio grande amico, il
più normale per il momento).
In
realtà non era propriamente un’uscita di piacere,
perché il vero scopo di quel
pomeriggio era, a malincuore, accompagnare Demix al suo primo giorno di
danza
(ma certo, chi caz… se ne frega che fra qualche giorno
doveva consegnare le sue
canzoni alla casa discografica, chi se ne frega dei soldi, della fama
… ma sì,
al diavolo tutti i piaceri della vita, andiamo a fare allegramente i
cogl… i
rimbambiti in calzamaglia! Scusate i miei scleri, ma davvero non riesco
ad
accettare questa … decisione? No, meglio, QUESTA GRANDISSIMA
CAZZATA!)
Quando
arrivammo alla palestra il cre… l’istrice biondo
(si, ho deciso che d’ora in
poi cercherò un animale per ogni persona che conosco
… Sora è il babbuino,
Demix l’istrice … e gli altri magari mi verranno
in mente più
tardi… se avete suggerimenti sono ben
accetti … io sarò la meravigliosa tigre delle
nevi in via d’estinzione perché
la mia bellezza è rara e in via d’estinzione),
andò a cambiarsi nello
spogliatoio e tornò dopo quindici minuti con un ridicolo
body nero, delle calze
bianche, degli scaldamuscoli rosa e una fascia tra i capelli nera, con
un
fiorellino luccicante rosa. Era semplicemente r i d i c o l o e lui
invece
diceva di sentirsi terribilmente a f f a s c i n a n t e …
ma credo che avessi
più ragione io che lui.
Entrò nella sala adibita al balletto classico, che era un
enorme stanza chiusa
da una tenda rossa di velluto con parchè di legno, enormi
specchi alle pareti e
sbarre di legno, Demix vi rimase per 34 secondi e poi
cominciò ad urlare i
nostri nomi e subito uscì correndo verso di noi, che ci
eravamo seduti nella
sala d’attesa della palestra(non si sa mai cosa
può combinare un idiota che è
capace di rompere una scatola di acciaio inox con il solo battito delle
ciglia.. era meglio aspettare un po’ prima di andarsene, in
modo che se avesse
fatto dei danni irrimediabili o se avesse fatto fuori qualcuno, avremmo
potuto
salvarlo).
-Rr…ragazzi
lì, lì dentro ci…ci sono ragazze
bellissime dappertutto, dappertutto!-
-Bhe,
e cosa ti aspettavi da un corso di danza classica? Camionisti brutti,
grassi e
pelosi con tutù bianchi e scarpette da salto?-
Questo
commento di Axel ci fece ridere tutti tranne
Demix che era agitato per la presenza di tutta
quell’abbondanza in un’unica
stanza.
-Sarei
proprio curioso di vederle queste meravigliose fanciulle …-
Dissi
io dando una piccola gomitata a Zexion che mi fece
l’occhiolino complice.
Axel invece mi fulminò con lo sguardo e io
impallidii.
-Bhe
Dem, questa è stata una tua scelta, hai già
pagato per i prossimi tre mesi,
quindi non rompere e vatti a divertire, poi ci racconterai sta sera a
casa di
Rox.-
Già,
perché per festeggiare la partenza dei miei, avevo invitato
i miei amici a
dormire da me … musica, alcolici e divertimento! (Che
pacchia senza i miei … in
più mia zia quella sera doveva uscire con un tipo che aveva
conosciuto da poco,
un certo … Egoistas no.. Sbruffonitas… accidenti
non riesco a ricordare il nome
strambo di quel tipo strambo … ah! Vanitas!).
Demix
tornò nel suo paradiso rosa mentre io, Zexion e Axel andammo
a preparare i
biscotti a casa mia, perché ogni volta che facevamo qualcosa
da me, dovevamo
preparare i biscotti nocciola e cioccolato della nonna del mio migliore
amico,
che era una sorta di pasticcera sperimentale (per questo il povero
rosso è
venuto su male, lui era “L’assaggiatore
ufficiale” delle tremende creazioni
della sua nonnina, con tanto di distintivo e bavagliolo per non
sporcarsi ... diciamo
che i biscotti sono l’unica ricetta che ha avuto successo
… o almeno che non ha
tirato fuori gambe e braccia e non ha tentato di conquistare il mondo
…)
Quella
sera ci saremmo divertiti un cas… cioè, un
sacco… sarebbero venuti tutti i miei
amici…
Axel,
Zexion, Demix, Hayner, Pence, Marluxia, Luxord, Xigbar, e anche Sora
con il suo
fidanzatino Riku.
In
più invitammo a passare la sera con noi anche una nostra
amica che, anche se
era una femmina, faceva parte integrante del nostro gruppo di soli
ragazzi, perché
era un vero maschiaccio (o almeno così credevamo) e lei, la
nostra/o Xion, fu
la fonte di un mio nuovo e grande problema.
Durante
il pomeriggio, prima che arrivassero tutti, io, Zexion e Axel ci
mettemmo a
fare i biscotti. Io adoro cucinare i dolci, soprattutto amo leccare
l’impasto
che rimane sul cucchiaio di legno (si, lo so che sono grande per queste
cose …
oh, ma ora non si può più fare niente senza che
la gente ti giudichi?!), però
fare quei maledetti biscotti quel giorno, fu davvero …
terribile.
I
ragazzi andarono a comprare gli ingredienti necessari, mentre zia Aqua
e Sora
andarono a fare shopping, perché mio fratello voleva
comprarsi qualcosa di
carino per farsi bello per il suo fidanzatino (che a mio parere non
gliene
fregava tanto di come si vestisse, dato che lo spogliava con gli occhi
ogni
volta che gli posava lo sguardo addosso).
Io
rimasi da solo in casa a fare surf utilizzando i cuscini del divano
come tavola
e le scale come onde (era sempre stato un mio sogno fare surf
sull’immane
scalinata che portava al piano di sopra, ma mia madre non me lo avrebbe
mai
lasciato fare, ma non perché avrei potuto ferirmi, ma
perché avrei potuto
graffiare il suo prezioso parquet di pino giapponese,
lavorato in Giamaica e
rifinito in Polinesia).
Quando i miei
amici ritornarono dal supermercato ci mettemmo ai fornelli.
-Allora
vediamo… ci voglio 300g di
farina, 2 uova, 250g di zucchero, poi del burro, una tazza di latte e
infine le
gocce di cioccolato e la noce moscata… avete preso tutto
ragazzi?-
-NO!! Accidenti ci siamo
dimenticati le uova, lo zucchero, il burro, il cioccolato e la noce
moscata…
però abbiamo preso la farina e il latte!-
-Axel, razza di idiota, vuoi dirmi
come facciamo a fare i biscotti senza la metà degli
ingredienti!-
-Lo
sai che quando ti arrabbi ti si forma un’adorabile rughetta
sulla fronte che mi
fa venire voglia di saltarti addosso caro il mio Roxy?-
Quando
mi sussurrò quelle parole nell’orecchio io mi
imbestialii.
1.Perchè
odio quando mi chiamano Roxy;
2.Perchè
quel cretino mi considerava una bambolina stuprabile
ovunque, in qualunque momento e a piacimento;
3.Perché
le mie offese gli entravano da un orecchio
e gli uscivano allegramente dall’altro…
Come
fai a discutere con una persona che qualunque cosa tu gli dica, crede
di avere
un dibattito erotico?
Ma
stendiamo un piumone pietoso e andiamo avanti… vediamo, ah
sì… stavamo discutendo
per gli ingredienti.
Zexion
disse che al supermercato erano stati distratti da una tipa che diceva
di
essere la sua ragazza… una certa Yummie. Perciò
Axel cercando di dissuaderla
gentilmente, aveva perso di vista la lista della spesa: “brutta
troi… lui non è il tuo ragazzo, razza di pazza
furiosa,
materiale da manicomio, datti fuoco o vattene, se no altrimenti ti
incendio io
facendo passare la tua morte per un decesso accidentale dovuto ad una
imprevedibile autocombustione!!” . Purtroppo
però le sue cortesi parole non
le fecero né caldo né freddo e questa ragazza
afferrò il nostro povero amico e
lo portò in uno sgabuzzino del supermercato per poterlo
violentare senza nessun
testimone. Axel però sentì le urla di Zexion, che
nonostante avesse la bocca chiusa
con uno spazzolone per lavare i pavimenti alquanto sporco, riusciva ad
urlare
come una gallina a cui stanno tirando il collo, in più con
l’udito felino del
rosso, la sua disperazione non sarebbe mai passata inosservata. Fatto
sta che
dopo aver recuperato Zexion, la pazza furiosa si mise a rincorre i miei
due
malcapitati amici per l’intero negozio, lanciandogli
qualunque cosa gli
capitasse a tiro come carote, lattine di fagioli, padelle e qualunque
cosa
potesse fargli del male (sicuramente non pensò a lanciargli
cuscini e pupazzi
di peluche che a mio parere sono le cose più letali che uno
possa lanciarti…
pensateci, con un cuscino si può soffocare una persona
posandolo sulla sua
faccia e sedendosici sopra, oppure lanciando un peluche particolarmente
brutto si
può provocare un infarto…).
Per
questo spiacevole incontro (e per sfuggire da contusioni permanenti), i
due
cretini comprarono solo le cose che riuscirono a recuperare dallo
spacciatore
che lavora nei vicoli vicino al supermercato (infatti non sono neanche
completamente sicuro che ciò che portarono a casa fossero
del vero latte e
della vera farina), e subito dopo tornarono da me per sfuggire alle
grinfie
della Yuppie malata (no, aspettate come al solito ho storpiato il
nome… era
Yummie no Yuffie… bo, ma chissene…)
Comunque
dovevamo preparare biscotti per dodici persone e ci mancavano
praticamente
tutti gli ingredienti, quindi questa volta affidai l’incarico
all’unica persona
in grado di portare a termine una commissione con successo,
l’unico eroe in grado
di compiere la difficile missione di fare la spesa… il
grandissimo e bellissimo
Roxas Khinder.
Se
non avessimo preparato quegli stupidi dolcetti tutti i nostri amici ci
avrebbero assalito e si sarebbero mangiati me al posto dei
biscotti… non oso
neanche pensare a Xigbar senza i suoi adorati biscotti “IO
Volere biscotti, IO
distruggere tutto se tu non dare me biscotti!”; quel drogato
con una benda
sull’occhio, qualunque cosa gli piacesse doveva averla in
quantità industriali,
per questo era finito in una comunità di recupero per
drogati, a fare quegli
stupidi incontri dove devi dire il tuo nome, il tuo cognome, dove sei
nato,
quanto ce l’hai lungo… ok, magari
quest’ultima cosa no, ma ho reso l’idea no?
Perciò se non avessimo preparato i biscotti saremmo stati
vittima di un tipo
che quando si arrabbia si trasforma in una sorta di uomo delle caverne
moderno,
diciamo una versione di Hulk di Neanderthal.
Axel
e Zexion rimasero in casa per seguire lo show preferito del rosso
“Cuciamo e
Cuciniamo insieme a Dora l’Esploratrice” (Show che
al contrario può risultare
molto cruento … pensate che una volta Dora si è
bucata il dito con un ago
iniziando a bestemmiare come se non ci fosse un domani, mentre in un
altro
episodio aveva cucinato al vapore la sua scimmietta perché
invece di dirle che
il forno era dietro di lei aveva cominciato a dirle
“dov’è il forno? Voi lo
vedete? E forse a destra? È forse a sinistra?”).
Comunque
mentre quei due furboni si rimbambivano davanti alla TV (litigando
perché Axel
voleva vedere la sua amata “Dora
l’esploratrice” mentre Zexion insisteva tanto
per una cosa tipo “Due Fantagenitori” ) io andai a
fare la spesa.
Lungo
l’infinita strada da casa mia al supermercato (lunga 100
interminabili metri)
incontrai Xion che andava a comprare latte di soia con pochissimi
grassi, poco
latte e tanta soia (già perché ultimamente si era
messa dieta, come se ne
avesse bisogno … era così piatta da fare invidia
alla tavoletta del ces… del
water in porcellana di mia madre).
Mi
piaceva chiacchierare con lei perché non era rozza e maniaca
come i miei amici
maschi, però non era neanche tutta perfettina e principessa
come le altre
ragazze: era un mix perfetto tra un maschiaccio e una bambolina.
Frequentavamo
la stessa classe, e ormai la conoscevo da tre anni.
La
prendemmo nel nostro gruppo perché eravamo diventati molto
amici e anche perché
i ragazzi la consideravano un po’ come la mascot della
squadra, mentre altri
(senza fare nomi –Xigbar-) la trattavano come una bambolina
da toccare e
stuprare a piacimento, anche se Xion era troppo sveglia per
permetterglielo,
infatti, ogni qualvolta quel brutto tizio gli si avvicinava troppo,
rischiava
sempre di rompergli un braccio, cambiargli i connotati della faccia o
rovinargli irreparabilmente quasi tutte le parti del corpo,
perché nonostante
fosse un ragazzina (che io consideravo priva di malizia) apparentemente
debole
e fragile, non lo era per niente, e sarebbe riuscita a stendere anche
il
protagonista obeso di Kung Fu Panda.
Dopo
aver acquistato tutto ciò che ci serviva, Xion mi chiese di
accompagnarla a
casa sua (che distava da casa mia circa altri duecento metri) e io
acconsentii.
Lei era una delle poche persone normali che mi erano rimaste amiche e
perciò mi
faceva piacere restare un altro po’ con lei.
Ma
poi dovetti redimermi dai miei pensieri… ho per caso detto
che Xion era una
delle persone più normali che conoscevo?? Bhe, quel
pomeriggio mi accorsi che
mi sbagliavo alla stragrande.
Mentre camminavamo, la ragazzina mi propose di fare
il gioco delle verità. Era un modo tutto nostro per ridere,
scherzare e
prendersi in giro. Uno dei due faceva una domanda e l’altro
doveva rispondere e
poi decideva se rivolgere all’altro la stessa domanda oppure
cambiarla. Una
sottospecie di obbligo o verità tutto nostro (una volta le
avevo chiesto qual’era
il suo sogno più grande e lei mi rispose che la cosa che
desiderava di più in
assoluto era cambiare sesso e diventare un maschio facendosi chiamare o
Xionberto o Xionbaldo o roba del genere… come se il suo nome
non fosse già
abbastanza brutto, almeno a mio parere).
-Allora
Roxas, comincio io ok?-
-D’accordo,
sentiamo cosa ti inventi…-
Xion
era famosa per le sue domande altamente imbarazzanti e assurde, temevo
che
potesse chiedermi qualcosa che riguardasse Axel o i suoi strani
comportamenti …
e francamente non avevo nessuna voglia di raccontarle tutti gli
spiacevoli
episodi che mi erano capitati con Pedobear.
Per fortuna la sua domanda non lo riguardava
minimamente.
-Allora
io ti chiedo … qual è il tuo sogno proibito?-
Sogno
proibito? Cosa intendeva secondo voi per sogno
proibito? Tipo quelle sottospecie di fantasie erotiche che ognuno di
noi ha
sepolte nel profondo del suo subconscio? Oppure quei pensieri sul cosa
farai da
grande e ti viene in mente “Il presidente degli Stati Uniti
d’America” come a
tutti i bambini dei telefilm americani? Insomma quella domanda mi
spiazzò
completamente …
-Cosa
intendi per sogno proibito?-
-Tu
rispondi e basta-
Aveva
una strana luce in quei suoi occhioni blu che
mi spaventava alquanto. Era la stessa luce che aveva Axel quel giorno
quando al
parco tentò di baciarmi …
-Emm
… ok, se proprio insisti … il mio sogno proibito
è … -
sparai la prima cosa assurda che mi venne in mente e che fosse
più credibile
possibile -giocare a calcio con la testa
mozzata di Sora!-
La
mia risposta trionfale spense completamente la luce euforica della mia
amica
che mi guardò non poco delusa.. Che cosa si aspettava? Che
gli raccontassi che
una volta avevo sognato di averlo fatto con Axel in un enorme prato
verde
circondati da alberi e coloratissimi fiori di campo e … emm,
aspettate un
attimo, facciamo finta che io non vi abbia appena svelato il mio
più grande e
imbarazzante segreto? Bene, sapevo di potermi fidare di voi.
Comunque dopo avermi guardato in silenzio per un
po’(anzi diciamo proprio fissato in modo maniacale della
serie “ti sto
spogliando con gli occhi”) ripresi la parola per interrompere
quella fastidiosa
sensazione del sentirmi osservato.
-E
il tuo?-
-. .
. .Il
mio cosa?-
La
avevo appena destata dal suoi strani sogni ad
occhi aperti … chissà cose le frullava nel
cervello…
-Come il tuo
cosa … il tuo sogno proibito… qual è
il tuo sogno proibito?-
I
suoi occhi si illuminarono di nuovo in un istante, con una luce ancora
più
spaventosa e inquietante di quella di prima, aveva un non so che di
sadico nel
suo sorriso e soprattutto nel suo sguardo … era come se
stesse aspettando
quella domanda … e infatti era così.
Negli
attimi successivi, dopo averle posto la domanda, non capii bene cosa
successe.
Mi sbatté violentemente contro il muretto della
recinzione di una casa, si alzò in punta di piedi
(perché almeno lei era più
bassa di me … giusto per soddisfazione personale, almeno non
ero più basso di
una ragazzina) e raggiunse il mio orecchio a cui sussurrò
parole che mi fecero
raggelare il sangue nelle vene.
-Il
mio sogno proibito sei tu … Roxas.-
E
dopo aver detto ciò, bloccato nella sua potente morsa da cui
non sarei mai
potuto fuggire, iniziò a baciarmi ogni parte del viso, del
collo e delle spalle
e poi … non lo avesse mai fatto.
Avevo
paura che mi desse un bacio sulle labbra, non volevo che rovinasse il
mio primo
bacio. Per fortuna neanche lei aveva mai baciato nessuno e quindi non
lo fece
perché aveva paura di fare una figura di merd…
cioè, una brutta figura (non sono ridicolo è solo
che sono come le ragazzine nelle telenovela... il mio primo bacio deve
essere un ricordo meraviglioso e indimenticabile ... ecco tutto).
Ma
quello del bacio a quel punto divenne il problema minore.
Ci
tengo a precisare che io non ero per niente accondiscendente. Volevo
bene a
Xion, ma non provavo nulla di più per lei se non
un’amicizia e tutta quella sua
foga mi stava spaventando … se Axel avesse visto quella
scena avrebbe ucciso
prima me, perché non ero riuscito a ribellarmi, poi Xion
perché aveva osato
toccarmi. Io e Axel, sia ben chiaro anche questo, non avevamo nessun
tipo di
relazione ma era diventato piuttosto possessivo nei miei confronti e
perciò non
avrebbe mai tollerato una cosa del genere.
Io, stupidamente preso dai miei pensieri e dai miei
tentativi di fuga, non mi accorsi di una cosa spiacevolissima.
-Xion,
ti prego lasciami andare, potremmo fare brutte figure se arriva
qualcuno…-
Dovevo
fermare ciò che stava per portare a compimento, ma le mie
parole furono spente
da un disgustoso biscotto (se così lo si può
definire) alla soia e al riso
soffiato, che quella schizzata mi ficcò in bocca.
Non
riuscii a fermarla. La sua mano stava allegramente vagando nelle mie
mutande e
ormai i miei posti proibiti erano più frequentati del parco
pubblico.
Sarebbe
quasi potuto diventare uno sport olimpico
“L’esplorazione delle mutande di
Roxas Khinder” e la medaglia d’oro se la sarebbero
violentemente contesa Axel e
quest’altra maniaca.
Mi
veniva da piangere, volevo urlare … non si accorgeva che
ciò che mi stava
facendo mi faceva letteralmente schifo? Ma a lei non importava niente
di nulla
e di nessuno, mi aveva in suo potere, aveva finalmente realizzato il
suo sogno
proibito, e io mi sentivo uno stupido. Un povero idiota che si lascia
stuprare
a piacimento e che è sempre succube di chi è
più forte di lui. Cominciai a
pensare che forse Sora era davvero meglio di me. Lui era succube solo
di Riku e
in più per sua volontà!
Perso come sempre nei miei filmini e riflessioni
mentali, non mi accorsi che finalmente quella cozza si era staccata da
me.
-Ci
vediamo sta sera, mio dolce sogno proibito.-
E
sempre con quel suo sorriso sadico e quello sguardo lugubre e
inquietante, si
congedò da me e si diresse a casa sua.
Ero completamente a pezzi. Mi sentivo un coglio…
un’idiota. Cosa avrei detto agli altri? Che mi ero lasciato
violentare da una
stupida ragazzina che ci aveva confessato che appena diventata
maggiorenne
avrebbe voluto sottoporsi all’intervento per cambiare il suo
sesso e diventare
un maschio!? Che mi ero lasciato violentare da una pervertita che fino
a due
ore fa, non sapeva neanche le differenze tra gli organi genitali
maschili e
quelli femminili!? Che mi ero lasciato violentare da una stupida che a
scuola
andava nei bagni dei maschi invece che in quello delle donne e che ogni
volta
tentava di fare la pipì in piedi!?
Arrivai a casa in lacrime. Axel appena mi vide,
abbandonò il suo litigio con Zexion a proposito dello
stramega fantastico
taglio di capelli di Dora l’esploratrice, e si
catapultò da me facendomi mille
domande.
-Che
c’è pulcino, perché piangi?
Sei caduto e ti sei sbucciato un ginocchio?
-No è che …-
-Ti sei accorto che la cassiera ti
ha dato il resto sbagliato?-
-Veramente io …-
- O peggio! Hai preso il cioccolato
al latte intero invece che quello fondente a scaglie che ci vuole per
la
perfetta riuscita dei biscotti?! Oppure …-
-Axel
se tu chiuderesti quel lurido buco che osi definire bocca io proverei a
parlare!-
Gli
urlai con la poca forza che mi era rimasta in corpo. Non ne potevo
più di
sentire quelle assurde supposizioni. Quanti anni credeva che avessi,
cinque per
caso? E poi perché caz… cavolo mi chiamava
pulcino!
Bhe forse in quel momento mi ci sentivo … come un
pulcino. Piccolo indifeso e … succube di tanti pervertiti
che mi davano la
caccia.
-D’accordo
pulcino ma dicci che cosa ti è successo …-
Anche
Zexion ci aveva raggiunti, aveva tappato la
bocca di Axel con una mano e aveva sottolineato con la voce la parola
“Pulcino”
sintomo di un’allegra presa per il cul… presa in
giro.
-Mentre
andavo al supermercato ho incontrato Xion e abbiamo fatto la spesa
insieme e al
ritorno lei e poi … lei, poi, lei, mi ha …-
E
scoppiai nuovamente a piangere. Non sono una persona con le lacrime
facili, ma
quel giorno era come se avessi un magone allo stomaco che mi faceva
male, avevo
bisogno di sfogarmi ecco tutto.
Quando
Axel mi vide scoppiare a piangere di nuovo, morse la mano di Zexion che
lo
insultò pesantemente per il segno e il dolore che gli aveva
provocato, e subito
si fiondò su di me per abbracciarmi e consolarmi.
Se
devo essere sincero … non me lo aspettavo. Avevo sempre
considerato il mio
migliore amico come uno sbruffone patentato che aveva la stessa
sensibilità di
un camionista che va per prostitute.
Ma mi sbagliavo. Quel suo gesto, quelle sue carezze,
mi sciolsero completamente e cominciai a provare una strana sensazione
al petto
… era una cosa così strana … non la
avevo mai provata prima. Perciò, spaventato
da quella strana sensazione, strattonai via Axel e mi asciugai le
lacrime.
-Muoviamoci
gente, i biscotti non si cucineranno mica da soli.-
Mi
rivolse un sorriso così radioso, così
meraviglioso … credo di non averlo mai
visto sorridere in quel modo così dolce, senza quella
malizia e strafottenza
che ogni sua risata o sorriso conteneva in quantità
industriali … e perciò mi
ritrovai a diventare rosso contro la mia volontà.
Zexion
si diresse in cucina per preparare gli strumenti necessari. Io e Axel
rimanemmo
ancora un po’ nell’ingresso in silenzio: io con lo
sguardo basso e imbarazzato,
lui con gli occhi su di me e il suo sorriso strano. Ad un certo punto
si sentì
uno strano rumore metallico e assordante: evidentemente Zexion si era
tirato addosso
tutto il set di centocinquanta pentole in acciaio di mia madre,
perciò Axel si
voltò e ridendo rumorosamente, fece per andare a vedere cosa
aveva combinato il
nostro chef di fiducia.
Prima
che andasse troppo lontano, afferrai la stoffa della sua maglietta
arancione e
subito si voltò verso di me con un’espressione
incuriosita e straluna.
Io ancora visibilmente rosso, cercai di farmi uscire
fuori le parole che avevo chiuse in gola.
-Grazie,
Axel-
Mi
sorrise ancora più radioso, mi prese la mano e la
baciò.
-Dopo
mi racconterai tutto … pulcino.-
E
detto ciò ci dirigemmo in cucina per aiutare il
nostro master chef.
NdelmeravigliosostupendoebellissimoRoxas
Salve
a tutti miei adorati lettori, mia unica
ragione di vita e persone che adoro di più in assoluto (dopo
me stesso
ovviamente u.u).
Oggi
sarò io a lasciare le NdA perché ho rinchiuso
quell’idiota di un’autrice dal
nome assurdo in un sgabuzzino per l’imperdonabile ritardo con
cui ha pubblicato
il mio diario (come se quella stupi… cerebrolesa avesse di
meglio da fare
piuttosto che pensare a me… e poi dai.. facciamo i seri..
che razza di nome è
_KHProminence_sembra una squadra di calcio del Taiwan -___-)
Comunque
ci tenevo a precisare che questo è il problema che mi tocca
più nel profondo..
sono sicuro che leggendolo vi commuoverete … immaginate me,
il vostro amato
Roxas che deve sopportare i soprusi di tutti i poveri dementi che lo
circondano..
Sarei proprio curioso di sapere la vostra opinione..
secondo voi cosa ho combinato quando Xion è arrivata a casa
mia?
A)Me
la sono fatta addosso e mi sono nascosto sotto il letto a piangere e
stringendo
una copertina azzurra di nome Bubu (non fraintendete io non ho una
copertina
azzurra che si
chiama Bubu, ma un orsacchiotto di pezza che si chiama Toby **);
B)
Ho
impugnato una spara razzi ed ho
fatto saltare in aria lei la casa e… emm… tutto
… il … quartiere;
C) Sono scappato.
Bhe
se siete curiosi di saperlo non vi resta che aspettare che quella
mentecatta
dell’autrice pubblichi la seconda parte di
quest’incubo che ho vissuto (sì, ho
deciso di dividerlo in due perché sono cattivo e volevo
lasciarvi sulle spine …
ahahahahah … mmm… devo migliorare la mia risata
malvagia :\)
Spero di ricevere tanti commenti sulla mia vita **
(gente ma che fine ha fatto la vostra curiosità? Qui ci sono
descritti tutti i
miei caz… emm volevo dire, tutti i miei segreti io fossi in
voi non mi perderei
un capitolo.. come si fa a resistere a sapere tutto di una
persona… adesso che
ci penso… perché io l’ho fatto .
.
.
.
.
. ovvio ma perché io sono
Roxas e tutti i miei fan devono sapere cosa fa il loro idolo nella sua
vita
privata lontano dalle telecamere:D)
K-Tanti
Saluti e a presto dalla vostra _KHPromy_ :*
R-Hey!!
Mentecatta!! Come hai fatto ad uscire!!??
K-Stupido
di un
Roxas hai lasciato la porta aperta e sono uscita a salutare u.u
R-Bhe
ma qui non ti vuole nessuno, vogliono solo me, quindi sei pregata di
andartene
K-Come
vuoi ma ti avverto che Xion mi ha chiesto qual’era il tuo
nuovo indirizzo di
casa dopo il trasloco…
R-
E quindi?
K-E
quindi io lo conosco…
R-E
allora?
K-E
allora casualmente potrei lasciarmi sfuggire dov’è
casa tua e casualmente
potrei dirle il tuo indirizzo esatto e ancora casualmente potrei
accompagnarla
a casa tua a farti fare un salutino…
R-
. .
.
.
.
. ok hai vinto, ma lasciami fare almeno i saluti finali,
sono un ragazzo
profondamente segnato io ç.ç
K-mmmm…
ok d’accordo ma solo perché devo farmi perdonare
il ritardo di 30 anni ^^’’
R-Tanti
tanti saluti dal vostro Roxas preferito e alla prossima!
K-Saluti
anche dalla vostra _KHProminence_:D
R.-Impicciona -______-…
|
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Capitolo 8 *** Un'amicA che desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il suo sogno proibito -seconda parte- ***
I tredici problemi che affligono
un adolescente fuori dal comune
Problema 6
--->Un'amicA che
desiderava diventare un maschio e ora ti confessa che sei il
suo sogno proibito<---
~
Seconda Parte ~
Quella
giornata stava diventando sempre più assurda, persino
più assurda del giorno in
cui Demyx
organizzò il picnic di
pasquetta allo zoo nella gabbie delle scimmie, il tutto a base di
insalata
russa di gelatine di frutta e banane (che non è la cosa
più divertente da fare
soprattutto se un grosso, peloso e maleodorante scimmione comincia a
farti la
corte regalandoti la sua pupù e le sue banane) e Axel
litigò con una scimmietta
per una banana rotonda.
Già…
Axel. Proprio quel idiota mangia banane di Axel.
In
quei momenti era proprio a lui che stavo pensando
Era
una cosa davvero strana, dopo tanto tempo era la prima volta che non mi
trattava (o meglio usava) come la sua bambolina personale, cosa
alquanto bizzarra
… soprattutto considerando il fatto che avevamo la casa
completamente vuota (perchè
Zexion davanti alla TV diventava tutt’uno con essa, cercando
di anticipare le
battute dei personaggi dei vari programmi e suggerendo a Dora
l’Esploratrice
che la fontana era quella immane struttura dietro di lei dalla quale
sgorgavano
litri e litri di rumorosa acqua) e che quindi avrebbe potuto farmi
qualunque
cosa il suo cervellino malato gli avesse suggerito di fare.
E
invece no …
Mi
abbracciava da dietro mentre mescolavo l’impasto dei
biscotti, intrecciando le
sue mani nelle mie aiutandomi a mescolare;
mi
stampava piccoli e fugaci baci sulle guance e sul collo e mi mormorava
nelle
orecchie che non voleva mai più vedermi piangere
perché le lacrime rovinavano
il mio meraviglioso viso d’angelo.
Nessuno
mi aveva mai detto delle cose così … dolci; erano
attenzioni piuttosto melense,
ma paragonate a quelle passate, erano molto più piacevoli e
mi facevano
sciogliere come il burro che Zexion aveva lasciato nel microonde a
cinquecento
gradi.
Qualcosa
dentro di me mi faceva sentire strano. Non avevo mai provato sensazioni
così …
nuove.
Mi
capitò di rimanere a fissarlo un paio di volte mentre
sfornava le roventi
teglie con i biscotti, e lui, appena si accorgeva delle mie attenzioni,
mi
rivolgeva un piccolo sorriso e mi faceva
l’occhiolino… e io come uno stupido
arrossivo senza puntualmente capirne il motivo. Quando finalmente anche
l’ultima infornata fu pronta, avevamo centocinquanta biscotti
che aspettavano
di essere strafogati dai miei famelici amici che stavano per arrivare
… oh
cazz… cavolo … se stavano arrivando i miei amici
voleva dire che … significava
… che … anche … lei … NO!
Appena
quel pensiero sfiorò la mia mente, impallidii ed ebbi un
mancamento.
Fortunatamente Axel ha dei riflessi molto pronti e riuscì a
prendermi prima che
io e il pavimento ci unissimo in un caloroso abbraccio.
Zexion, anche lui molto preoccupato per il mio
improvviso svenimento, suggerì di rovesciarmi una secchiata
d’acqua gelida
addosso o di mettermi sotto il naso uno dei calzini sporchi di Sora
(famosi per
la loro puzza mortale) per farmi rinvenire, ma Axel fortunatamente, non
tenne
in considerazione le malsane idee dell’altro e si
limitò a lanciargli
un’occhiataccia e a schiaffeggiarmi leggermente sul viso.
-Hey
pulcino, che ti succede oggi? Mi stai facendo preoccupare seriamente.-
Quelle
sue parole avevano una punta di preoccupazione mischiata a tanta
premura
(ricordate quella storia degli animali? Bhe, ora io non sono
più la tigre
bianca ma, almeno per Axel, sono diventato il piccolo e tenero pulcino
pio pio,
mentre lui è diventato la mia mamma chioccia)…
era strano non sentire il suo
tono canzonatorio e saccente per una volta … e in quel
momento sentii
nuovamente quella strana sensazione dentro di me, più
precisamente alla bocca
dello stomaco.
Ad
un certo punto … suonò il campanello …
e io presi a tremare. Cosa avrei fatto
appena fosse arrivata, ma soprattutto cosa avrebbe fatto lei, e Axel??
Cominciò
a girarmi la testa e la mia mamma chioccia, notando il mio viso sempre
più
pallido, mi caricò su una sua spalla e mi sistemò
delicatamente sul divano
mentre lui andava ad aprire e Zexion (che sarà la zanzara
ZeZe, ma non perché
sia fastidioso, anzi … solo che mi piaceva la consonanza
zzzzzzZZZZ!) finiva di
preparare le ultime cose in cucina.
Fortunatamente
era ancora presto e alla porta non era nessuno di preoccupante, solo
Riku con
un enorme mazzo di rose rosse (presumibilmente per Sora) e vestito di
tutto
punto come se dovesse andare a chissà quale grande festa.
Così, constatato che
per il momento il pericolo era scampato, tirai un sospiro di sollievo
… che mi
morì in gola … il campanello era suonato di nuovo!
Nuovamente
fortunato. Scoprii che ad aver suonato erano stati mia zia Aqua e mio
fratello
che tornavano dal loro pomeriggio di shopping e il momento dei saluti
con Riku
mi distrasse per qualche minuto dagli orribili pensieri che mi stavano
distruggendo.
Quando
Sora sbucò dalla porta di ingresso e notò Riku,
fece per correrlo ad
abbracciarlo (anzi, ci si catapultò proprio sopra), ma il
suo adorato lo scansò,
facendolo cadere in terra e porgendo il maestoso mazzo di rose rosse a
mia zia.
Tipico di quel tizio. Doveva sempre a tutti i costi fare bella figura
(o il
lecchino, come dir si voglia) e dopo aver baciato la mano della mia
incantevole
parente, lei si congedò ringraziandolo di cuore per il
magnifico regalo
(borbottando qualcosa del tipo che dal suo Van, una cosa del genere
poteva solo
sognarsela nei suoi più reconditi sogni, durante i suoi
più profondi sonni …) e
dirigendosi verso la sua stanza per prepararsi per il suo appuntamento.
Di
nuovo calma piatta. Per un’altra decina di minuti il
campanello stette nel
silenziose più tombale.
Poi
di nuovo quel Din Dlon mi fece gelare il sangue. Erano le otto spaccate
ed era
risaputo che Xion, superstiziosa com’era, arrivava sempre
agli orari con minuti
00.
Ma uno strano starnazzo proveniente dal piano di
sopra mi fece sobbalzare …
-È
lui! È lui! Vado io, vado io!-
Mia
zia si fiondò su Zexion che stava per aprire la
porta, che impaurito dalla strana euforia della donna, si
spostò in un angolino
con gli occhi sbarrati pieni di stupore e terrore.
-Ciao
Van, sono felice di vederti!-
-Hey
gnoccona, cazzo sei davvero sexy questa sera!-
Quel
trionfo di finezza doveva essere il famoso Sbruffoni…
cioè Vanitas con cui
usciva mia zia.
Era un tipo davvero bizzarro e leggermente
inquietante a mio parere… assomigliava molto a Sora, ma
aveva qualcosa in più
rispetto al mio gemello … aveva fascino, ecco.
-Ragazzi
io esco, non so quando
ritorno, voi fate i bravi e non distruggete la casa intesi?-
-Intesi-
Rispondemmo
tutti e cinque all’unisono mentre vedevamo mia zia che si
allontanava con
quello strano tipo che molto castamente (si fa per dire) le aveva
palpato il
sedere (ma che razza di tipo maniaco si era messo al fianco una persona
meravigliosa come lei! Speravo che mia zia trovasse un uomo gentile,
galante,
serio … non una sottospecie di perito sessuale!).
Comunque in quei momenti avevo ben altro per la
testa, ovvero la mia incolumità e quella dei miei gemelli di
famiglia (e nel caso
non si capisse non sto parlando di gemelli come me e Sora ma
di… credo abbiate
inteso).
Xion
era diventata il mio incubo peggiore, altro che uomo nero o mostro
dell’armadio, solo il suo pensiero mi faceva diventare le
mutande e i pantaloni
gialli e umidicci…
Quella
sera il campanello suonò trecentomiliardi di
volte… e ogni singola volta
rischiavo di morire di arresto cardiaco.
La
prima volta era Hayner che arrivò con il fiatone e sporco di
marmellata di
ciliegie.
Lui
e Pence abitavano infondo alla mia stessa strada per questo arrivarono
presto.
Il
grassone trippone (voglio molto bene a Pence e lui sarà il
nostro panda
grassone trippone) aveva preparato delle ciambelline alla marmellata
per la nostra
serata ma Hayner (la nostra volpe senza cervello) per fargli uno
scherzo aveva
sostituito la confettura di ciliegie con del sangue di maiale e quando
il panda
provò ad assaggiare uno dei suoi dolcetti, naturalmente si
incaz.. arrabbiò
moltissimo perché … bhe potete
immaginarlo… ciliegie e sangue di maiale non hanno
proprio lo stesso sapore…
E
Pence, che è l’essere più buono del
mondo (ammesso che tu non lo faccia
arrabbiare… se no altro che panda coccoloso, diventava
peggio di un T-Rex che
non mangia da settimane a cui hai appena sottratto la sua meravigliosa
e
succulenta preda) si era arrabbiato così tanto che aveva
cominciato a
lanciargli sassi ricoperti di marmellata.
Dopo
di loro arrivarono Marluxia (l’orsetto paffutello che profuma
di fragole) e
Luxord (il tricheco scommettitore che ogni settimana perdeva non so
quanti
soldi a strip poker… non so perché tricheco ma
… quando guardavo la sua strana
barbetta mi venivano in mente i baffi dei trichechi… bho, si
vede che ho tanta
fantasia).
Sono entrambi miei amici e frequentano entrambi
l’ultimo anno nella mia scuola (anche se sono bocciati
pluridecorati … credo
che quando io prenderò la pensione loro saranno ancora
lì a tentare di essere
ammessi all’esame finale) ma sono sempre stati due tipi
emm… voglio essere
carino quindi dirò semplicemente fuori dalle righe.
In seguito arrivò il nostro istrice ballerino che
sorprese tutti i presenti.
Demyx
si presentò (non posso ancora crederci) con una
fig… gnoc… bellissima ragazza,
tutte curve avvinghiata al suo braccio.
Io
e Axel, completamente increduli, lo afferrammo e ci appartammo in
cucina per
chiedergli che cosa fosse successo, o quanto avesse pagato quello
splendore per
fingersi così pazza di lui.
Ma lui non ci
disse niente e con aria da sostenuto e prezioso, si liberò
dalla nostra presa,
andò nell’altra stanza dove c’erano
tutti e tenne il suo discorso…
-Amici,
conoscenti, fan, seguaci, io il meraviglioso, eccezionale Demyx ho il
piacere
di presentarvi la mia splendida fidanza Aerith-
Come,
come?? Fidanzata?? Ma come era possibile???
Decidemmo allora di parlare con la presunta
fidanzata per chiederle cosa ci trovasse in.. insomma in Demyx!
-Bhe
non so… forse i suoi meravigliosi capelli biondi, o i suoi
occhioni blu da
cucciolone, o forse il suo coraggio…-
Già,
il suo coraggio.
Artrite
… cioè Aerith si era invaghita del porcospino
perché era l’unico ragazzo che da
quando faceva l’istruttrice di danza avesse mai avuto il
coraggio di iscriversi
al suo corso. Lo riteneva audace e in più diceva che i
ragazzi in tutù erano
dannatamente intriganti e accattivanti…
Bene,
credo che anche io mi inscriverò ad un corso di danza
classica… comincio a
pensare che l’idea che noi abbiamo di Demyx non sia poi
così giusta… per noi è
un povero imbecille che non capisce un caz…
niente… ma in realtà mi sa che lui
è il più furbo tra tutti noi..
Fatto
sta che i due piccioncini rimasero per mezz’ora attaccati
alle labbra l’uno
dell’altra, e mentre io osservavo attentamente come facessero
a lim… baciarsi
in continuazione senza prendere mai fiato, arrivò anche
Xigbar.
Lui
non frequenta la nostra scuola, almeno non come alunno. Infatti lui
è il nostro
bidello.
Era un amicizia preziosa la sua e ci aiutava in
molti modi diversi: aveva tutte le chiavi degli armadietti dei
professori e
perciò poteva dirci in anticipo i voti che avevamo preso
nelle verifiche, e
qualche volta, li cambiava aggiungendo un più o un sei che
non guastavano mai.
Inoltre lui era quello che sapeva tutti i caz… gli scoop di
tutta la scuola.
Era l’esatto opposto di quel barbone di Ansem che invece non
faceva altro che
urlarci dietro tutto il giorno.
Quando arrivò l’attenzione fu tutta per
lui perché
aveva un nuovo scoop da raccontarci.
Qualche mattina fa, la professoressa di latino
Larxeen Slut era stata beccata nel bagno dei professori mentre
faceva… diciamo
cose sconce, con il professore di ginnastica Xaldin Gim.
Appena finì di raccontare tutti i dettagli (che
non
vi sto a dire perché io non ho dormito per due notti e non
vorrei essere la causa
di vostri disturbi di sonno. Ci tengo alla salute dei miei lettori) mi
venne
spontaneo guardare Axel. Sapevo che in passato aveva avuto una mezza
cosa con
la professoressa di latino e magari un po’ gli sarebbe potuto
dispiacere… in
realtà … non gliene fregava niente. Per
l’intera durata della storia di Xigbar,
non aveva fatto altro che fissare i miei capelli per poi uscirne con
una cosa
tipo –ma
ti sei fatto dei colpi di
luce?-.
Credo
che prima o poi dei colpi pesanti glieli avrei dati io. Mi preoccupavo
tanto
per lui ma non ce ne era per niente bisogno. Dimenticavo sempre che lui
era pur
sempre Axel, il grande Axel!
E
io chi ero? Quando sentii il capannello suonare realizzando che tutti
gli
invitati erano presenti e che mancava solo l’avvoltoio moro,
capii che io ero
il piccolo, sfigato e fottuto Roxas.
Inizialmente
nessuno sembrava aver sentito quel terribile suono che proveniva dalla
porta,
ma poi vidi Axel che si dirigeva verso l’entrata per andare
ad aprire.
Ora,
premetto che io non so mai stato una persona che può
definirsi… atletica, ma a
quanto pare il terrore ha la capacità di spingerci a fare
cose che non crediamo
alla nostra portata.
Non
ho ben capito cosa e come ho fatto ma so solo che in due secondi e
mezzo dal
divano su cui ero seduto, mi sono ritrovato sopra al mio amico.
Tutti mi guardavano atterriti e sorpresi. Ero
schizzato alla velocità della luce ed ero riuscito ad
atterrare Axel grande e
grosso, alto e palestrato.
-Roxas,
per quanto questa posizione mi piaccia, hai intenzione di restarci
ancora per
molto?-
Che
bella figura di me.. diciamo semplicemente che figuraccia.
La
mamma chioccia era distesa sul pavimento e io ci ero sopra a cavalcioni!
Credo
che in quel momento la mia faccia divenne su per giù dello
stesso colore di
quei bei pomodori maturi che si vedono nelle pubblicità e
che poi quando li vai
a comprare sono malaticci e grinzosi che ti fanno così pena
che li acquisti non
per mangiarli ma per curarli.
Con un altro scatto atletico mi spostai e mi rifugia
in un piccolo angolino… forse se mi fossi schiacciato contro
il muro sarei
diventato tutt’uno con esso e nessuno mi avrebbe
più trovato… ma l’importante
era che non mi trovasse lei.
-Ciao
Xion ben arrivata, sono già tutti qui stavamo aspettando te.-
E
con quelle parole, la speranza che fosse il vicino indiano che non
spiccica una
parola comprensibile e che ogni volta scambia la nostra dispensa per il
suo
supermercato personale (dato che ci viene sempre a chiedere zucchero,
sale,
pasta, pane, arance, limoni, banane… come facciamo a capirlo
se non spicca
mezza parola della nostra lingua? Semplice. Giochiamo al gioco dei mimi)
svanì completamente.
Questa volta era lei.
Bene…
non avevo scampo, il mio destino era segnato.. Ma un attimo!
Un’idea!
Se fossi riuscito a strisciare lungo tutto il perimetro
del muro della casa, ed ad arrivare all’uscita di servizio
della cucina, sarei
potuto uscire. Dopo avrei raggiunto un aeroporto e avrei preso un aereo
per il Perù;
lì avrei cambiato il mio nome in qualcosa tipo Fernando
Martinez e avrei
allevato capre fino alla mia morte nell’immenso deserto (ma
in Perù c’è il
deserto?).
Si
era un ottimo piano dovevo solo…
Troppo tardi. Ero talmente preso dai miei piani
strategici che non mi ero accorto che Xion mi stava fissando con quei
suoi
occhioni grossi e malefici da quasi dieci minuti.
-Ciao
mio dolce sogno proibito.-
Mi
sussurrò queste parole e mi stampò un viscido
bacio sul naso per poi dirigersi
nell’altra stanza per salutare il resto della combriccola.
Rimasi
fermo impietrito contro il muro per almeno altri cinque minuti prima di
notare
che Axel aveva assistito a tutta la scena e ora mi guardava con una
faccia un
po’… quasi indefinibile… un misto tra
rabbia, gelosia, sconcerto e delusione.
Mi squadrò un po’ e poi raggiunse anche lui tutti
gli altri.
Perché
mi aveva guardato in quel modo? Cosa avevo fatto di male? Che colpa ne
avevo io
se quella ragazzina era impazzita tutto di un colpo e ora mi voleva
tutto per
sé?! Purtroppo se è questo l’effetto
che faccio alle donne non posso farci
nulla.
Sta di fatto che in quel momento stavo malissimo.
Avevo paura che Axel avrebbe nuovamente cambiato il suo atteggiamento
nei miei
confronti ma … perché, perché mi
interessava tanto non perdere quello strano
rapporto che stava nascendo? (Ok, sto diventando troppo profondo e
filosofico…
inoltre io odio la filosofia… e anche la
profondità dato che non so nuotare!).
-Hey
Roxas se hai finito di scaldare il muro noi vorremmo iniziare la festa
.. che
ne dici amico?-
Era
Hayner e aveva raggione… basta pensare, avevo
voglia di Divertimento con la D maiuscola!
Mentre
nessuno mi vedeva nascosi la mazza da baseball di mio fratello dietro
il divano
così se Xion avesse provato ad avvicinarsi la avrei potuta
tenere a distanza
(sarei stato anche capace di picchiarla… non mi faccio tanti
scrupoli io).
Prima
di mangiare i biscotti che con tanta fatica io e i miei compagni
avevamo
preparato, cominciammo la nostra tipica sessione di giochi che era
composta da
partite a tombola, ad “un due tre stella”,
nascondino, carte uno e tanti altri
(sì, so a cosa state pensando e vi do ragione …
noi siamo tutta gente
sofisticata e matura che esercita passatempi costruttivi e di cultura).
Dopo
che Sora con il suo cul… con la sua fortuna esagerata vinse
tutti i nostri
soldi a tombola e Hayner si picchiò con Xigbar
perché gli aveva fatto stellone
troppo presto, Marluxia (in accordo con la strega corvina) propose di
giocare
ad un gioco che definirei strano… il gioco della bottiglia.
Se
devo essere sincero in realtà in passato ci avevamo
già giocato ma dopo che
Pence infilò (contrò le regole) la lingua in
bocca a Zexion non giocammo mai più.
Ora però volevano farlo e siccome erano tutti
d’accordo non potevo tirarmi in
dietro.
Le nostre regole erano semplici (si fa per dire). I
primi cinque erano baci sulla guancia, i seguenti dieci su una
qualunque parte
del corpo (per esempio naso, fronte, gomito, natiche … siamo
ragazzi fantasiosi
noi), dopo di che erano obbligatori i baci sulla bocca con il divieto
assoluto
di sfoggiare le lingue; il primo che si rifiutava di baciare
l’altro doveva
subire punizioni che spesso erano malevole e alquanto imbarazzanti.
Perciò
avevo il terrore, se mi fosse toccato baciare Xion lo avrei dovuto fare
obbligatoriamente, anche se rischiavo di essere stuprato in pubblico,
oppure
avrei dovuto sopportare le penitenze impartite da Luxord che andavano
dal
andare a chiedere all’anziana del quartiere il latte
completamente nudi al bere
15 bicchieri stracolmi di ketchup piccante (e anche se queste due
proposte
possano risultare meno spiacevoli del baciare una piovra sanguisuga
corvina,
non volevo fare brutta figura con i miei amici … ci tengo
alla mia dignità).
Ammetto
che inizialmente mi stavo divertendo, vedere Sora diventare viola dalla
gelosia
perché tre volte sì e un’altra ancora sì la
bottiglia indicava Riku che ormai
aveva baciato tutti era davvero spassoso. Io non avevo ancora toccato
nessuno
ed ero piuttosto sollevato fino a che quella odiosissima bottiglia non
indicò
me e … Axel.
Non
mi aveva rivolto una singola parola per tutta la serata, si limitava a
fissarmi
ogni tanto con quella sua faccia strana che mi faceva sentire piuttosto
a
disagio. Ormai i dieci giri di baci ovunque erano terminati ed ora
c’era
l’obbligo del bacio a stampo.
Il
cuore mi batteva all’impazzata, le gambe mi tremavano, era il
mio primo bacio e
avevo tanta paura di fare brutta figura e di essere deriso per
sempre da tutti…
ma ciò non accadde.
Axel
si rifiutò di baciarmi sottoponendosi alla punizione che gli
spettava per non
aver seguito le regole. Credevo che mi sarei sentito sollevato ma il
suo –non lo
faccio- mi aveva come spezzato
il cuore. Ma perché? Forse aveva vergogna di baciarmi
davanti ai nostri amici;
ma no, sono sicuro che non si sarebbe fatto problemi… lui
non si fa mai
problemi… si sarebbe fatto chiunque anche davanti a sua
nonna.. come mai ora
tutto questo pudore?
Preferì
bere l’acqua del water del mio bagno piuttosto che baciarmi e
dire che mi aveva
ferito era dire poco.
Feci
finta di niente, mostrando di essere sollevato da quella sua decisione
e
facendo lo stupido come sempre, forse ora che avevano avuto modo di
dare una
punizione avrebbero dato un taglio a quel gioco stupido e futile.. e
invece no.
Dopo quella grossa musata contro il muro avuta pochi
attimi prima ne ebbi una ancora più grossa qualche istante
dopo.
-Bene
Roxas, ti sei scampato Axel ma ora ti tocca … Xion-
Credo
di non aver odiato mai così tanto la voce di mio fratello
come in quel momento.
Non
potevo rifiutarmi, non volevo spezzare il suo cuore come poco prima il
mio
“migliore amico” (se ancora così posso
definirlo) aveva fatto con il mio. Però
non volevo neanche baciare quella sanguisuga!
Scappai e mi nascosi per tutta la casa: nella
lavatrice, tra i prodotti per la pulizia del bagno di mia madre, nel
cesto
della biancheria sporca (bhe, uno dei vantaggi di non essere
particolarmente
grossi come me è il fatto che in casa posso rifugiarmi
praticamente ovunque
cosa che può risultare molto utile specialmente quando ci
viene a trovare
quella vecchia megera della zia di mia madre e pretende che gli faccia
i
massaggi ai suoi piedi callosi e fetidi con olio di semi di girasole)
ma scovò
tutti i miei migliori nascondigli che mi facevano sempre vincere a
nascondino
con i miei amici. Infine mi rifugiai sotto il mio letto tenendo stretto
tra le
mie braccia il mio orsacchiotto Toby (me lo aveva regalato mia nonna
quando
avevo tre anni e ci sono molto affezionato... non gurdatemi
così male.. Toby non dorme con me... in realtà in
genere dormo con una copertina azzurra con delle macchinine rosse di no
me Bubulette ma era a lavare in lavanderia e io avevo bisogno di
conforto... perchè mi guardate così?? Siete tutti
ragazzi adulti e maturi voi? Non ci credo che non avete un oggetto da
coccolare a letto ... su ammettetelo ... vi renderà virili e
coraggiosi proprio come me) e pregando in tutte le lingue che
conosco (che sono molte … la nostra e … mi sembra
di avervi già parlato dei
miei problemi con le lingue straniere qualche tempo fa) ma mi
trovò anche lì.
Tornai in salotto per sfuggire alle sue grinfie
sperando che dato i troppi presenti mi sarei riuscito a salvare ma mi
incastrò
sul divano.
Eravamo entrambi in piedi, io ero appoggiato allo
schienale e lei era avvinghiata a me, si avvicinava sempre di
più e io mi
tiravo sempre più indietro, sempre più indietro,
sempre più…
Non ricordo precisamente cosa accadde, so solo che
mi svegliai e mi ritrovai nel mio letto con un forte dolore alla testa.
Lì
vicino a me c’era Axel che stava sciacquando un fazzoletto di
stoffa in una
bacinella con dell’acqua.
-Cosa
cavolo..?-
-Oh
buongiorno bel addormentato.. non credevo ti saresti risvegliato presto
dopo la
brutta caduta che hai esibito alla festa …
c’è poco da fare, rimarrai per
sempre il solito maldestro Roxy caro.-
Maldestro?
Cosa cavolo voleva dire quel idiota? E
ora perché aveva ripreso a parlarmi senza problemi come
aveva fatto per tutta
la durata della giornata fino a quella sera? E perché
… Ok. Stop. Ci do un
taglio. Vi ho inondato di domande stupide tutto il tempo ed ora
è giusto
mettere le cose in chiaro.
-Punto
uno: che cosa è successo e
perché ho questo pazzesco dolore alla testa
Punto
due: chiamami di nuovo Roxy e
ti raso capelli e sopracciglia mentre dormi
Punto
tre: maldestro lo sarò tuo nonno che non è in
grado di tenere in mano una scopa
senza rompersi un piede.
-Nanananana
ti sembra questo il modo di trattare un dolce amico che invece di
festeggiare
tutta la notte ti ha assistito come una perfetta infermiera?-
Tutta
la notte? Voleva dire che avevo dormito tutta
la notte? Cosa cavolo mi aveva fatto quella pazza per farmi dormire
durante la
mia festa?! E in più Axel era davvero stato con me per tutto
il tempo.. mi
sembrava arrabbiato.. forse me lo ero immaginato?
-Ho
un’idea diversa di infermiera caro amico.-
Gli
risposi io girando il volto dall’altra parte per
non guardarlo.
-Vuoi
dire che io … non ti vado bene?-
Disse
lui facendo il finto imbronciato.
Ora, le sorprese che può fare Axel riescono
sempre
alla perfezione. Ma quello che combinò a me quella mattina
non era esattamente
una sorpresa.. anche quello fu indefinibile.. tutto quello che fece lui
quel
giorno era indefinibile... forse lo si può definire uno
scherzo, una burla, o
forse un gesto con il cuore.
Dopo quel suo commento mi afferrò per il mento e
mi
tirò a sé.
Era troppo vicino, dannatamente vicino, talmente
vicino che i nostri nasi si potevano sfiorare…
E ora cosa sarebbe successo? Mi avrebbe tirato in
terra e si sarebbe seduto su di me, mi avrebbe fatto il solletico, mi
avrebbe sputato
nell’orecchio (sono cose del tutto normalissime per lui..
quando la mattina lo
incontro a scuola e lo saluto con un “buongiorno
Axel” lui mi afferra per un
braccio e mi sputa in un orecchio e mi congeda con un “Salve
anche a te amico”
e una pacca sul sedere.. vi prego ditemi che lo fanno anche i vostri
amici,
ditemi che in realtà gli sputi nelle orecchie servono a
prevenire le carie o le
malattie veneree… qualunque cosa… ok, credo che
mi taglierò le orecchie… potrei
diventare anche il soggetto di un famoso quadro … magari
qualcosa tipo “L’urlo
di Roxas per l’orecchio mozzato” potrei diventare
ricco e farmi ricostruire
delle nuove orecchie, magari a punta come quelle degli elfi,
oppure… d’accordo
ci do un taglio.)
Invece no. Fece la cosa più ovvia ma che a me non
mi
passò neanche per l’anticamera del
cervello…
Mi propose una vantaggiosa offerta telefonica …
internet, messaggi e telefonate alla modica cifra di …
Ok no
scherzavo… volevo un po’ di suspense.
Eravamo
entrambi seduti sul mio letto uno davanti all’altro, ad un
soffio di distanza
tra i volti.
Probabilmente la botta che presi mi fece veramente
male perché in condizioni fisiche e psicologiche ottimali
non sarei rimasto lì
per più di tre secondi. Invece rimasi imbambolato a fissare
i suoi meravigliosi
occhi verde moccio finchè … bhe
finchè… non azzerò completamente la
distanza
che ci separava e … mi baciò.
Nd_KHProminence_
questa volta:D
HIIII
PEOPLE!!
Tornano
a grande richiesta (l’importante è crederci lol) i
tredici problemi del nostro
sciagurato Roxas!:D
Questa
volta sono stata io a chiuderlo in uno sgabuzzino e mi sono assicurata
che la
porta fosse ben chiusa e apribile solo con una bomba atomica
così nessuno potrà
disturbarci ^-^.
A proposito di Roxas, gioiamo per lui perché dopo
tanti cas.. volevo dire peripezie, è riuscito ad avere il
suo primo bacio *-*
A l’amour … che grande cosa
l’amour…
Inglese,
francese, bene oggi mi sento particolarmente internazionale :D
Bene
ormai questa storia è in cantiere da più di un
anno (caspita come passa il
tempo O.O) e siamo appena alla metà … ottimo
direi!
Forse
per il 2054 riusciremo a portarla a termine se riesco ad ottenere un
Roxas
collaborativo.
Perfetto. Ora vi saluto prima che Roxas capisca che
in realtà per aprire la porta dello sgabuzzino basta
semplicemente dire “Open
the Door”.. ma lui non può saperlo visto che crede
che i Door siano dei
biscotti particolarmente schifosi e senza grassi, ma meglio non
rischia….
R-Troppo
tardi..
K - :O come hai fatto ad uscire
R- E' un segreto
K- Emm… ok amico. Senza rancore?
R- Senza rancore.
K- E alloraaa… cosa vuoi farci con
quell’enorme,
enormissima ascia con il mio nome inciso sopra?
R- Niente sta tranquilla voglio solo … TAGLIARTI
LA
TESTA muhahahahahahah
K- :O
R- Un ringraziamento speciale alla mia amica La
Regina di cuori che mi ha fornito l’ascia ^-^
K- Non preoccupatevi gente riuscirò a scappare ;)
R- Staremo a vedere muhahahahahah
Narratoreesternocheèpassatopercasodalìevuolenarrarequalcosaperchènonhanientedimegliodafare-
Riuscirà la nostra _KHProminence_ a sfuggire alla luccicante
ascia di Roxas? E
quest’ultimo è davvero biondo o si tinge? Questo e
molto altro nel prossimo
capitolo da non perdere! Prossimamente sui vostri schermi!
R- Guarda che ce ne è anche per te!
N- Nooo T.T e io che centro?
K- Mentre Roxas rincorre il povero malcapitato io vi
saluto.. a presto ragazzi, ringrazio sempre tutti coloro che leggono,
seguono e
recensisco, siete fantastici :D
A
presto (se sopravvive)
_KHProminence_
N-
Qualcuno mi
aiutiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
R-Muhahahahahahahahahah nessuno fermerà la mia
furia
K-^^’’
|
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Capitolo 9 *** Il professore di biologia che sussurrava ai rospi ***
I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema 7
-->Il
professore di biologia che
sussurrava ai rospi<--
Su,
giù, su, giù…
Dentro,
fuori, dentro, fuori…
Era
la prima volta che facevo una cosa del genere..
Il
respiro diventava sempre più affannato, il cuore mi batteva
sempre più forte…
sentivo uno strano liquido sconosciuto scorrere e solleticare la mia
pelle…
Axel
mi aveva incastrato…
Hey
ma a cosa state pensando brutti pervertiti!! Non
fatevi strane idee.. in realtà tutto questo era generato si
da un attività
nuova mai da me praticata ma non quella che state pensando voi!! Io
stavo
semplicemente salendo le scale! Sapete che non sono un tipo atletico e
fare una
rampa di scale di ben 50 gradini ogni 10 minuti mi stanca molto..
soprattutto
perché in genere a casa mia per salire al piano superiore
utilizzo la sediolina
elettrica che mia mamma fece istallare per la mia inferma vecchia zia
Sally.
Perché
le scale vi chiedete? No, non mi sono messo a dieta e non ho nemmeno
voglia di
fare attività fisica, ma come ho già detto sono
stato incastrato da Axel.
Dovevo
essere il suo schiavo personale per tre mesi.
Perché
questa assurda pena? Ecco cosa è successo.
Il
lunedì successivo alla mia festa era giunto il momento del
colloquio con i
professori.
Tra
pochi giorni sarebbero iniziati i corsi di recupero per superare gli
esami del
debito e i miei professori volevo assolutamente parlare con i miei
genitori per
spiegargli cosa avrei dovuto fare secondo loro per risolvere i miei
problemi
scolastici. Purtroppo per me i miei genitori non c’erano
(ahah sto scherzando
per fortuna quei due schizzati non erano in casa… nella
nostra città … anzi sul
nostro pianeta… altrimenti mi sarei dovuto sorbire per tutta
la durata del
colloquio le occhiate omicide di mia madre e le battute imbarazzati da
parte di
mio padre che spiattellava tutti i miei segreti per farmi fare
figuracce con i
miei professori… credo che non dimenticherò mai
quando alle medie raccontò alla
mia sexy prof di inglese che fino all’età di 12
anni facevo la pipì a letto…
sono cose che ti segnano queste!) perciò sostenei
quell’incontro con mia zia
che mi avrebbe sicuramente dato man forte e non mi avrebbe fatto
sentire come
la peggiore merd… cacca di tutto l’universo
conosciuto e non..
Quel
pomeriggio dovevamo incontrare il professore di biologia Vexen Froggy
(della
serie un nome una garanzia). Ammetto che nella mia vita di cose normali
non ce
ne sono molte (forse l’unica cosa completamente normale di
cui posso vantarmi è
che dai rubinetti di casa mia sgorga acqua e non strane sostanze
aliene) ma
credo che il mio prof di biologia le batta tutte. Ogni mattina si
presentava in
classe con il suo camice da scienziato e un rospo rugoso e sempre
imbronciato
di nome Leon che gli sbucava dalla tasca sinistra della camicia.
State
tranquilli amici animalisti, noi non facciamo
cose tipo vivisezionare rane, rospi ed esseri simili, no. Anche
perché credo
che il nostro professore preferirebbe farci vivisezionare un essere
umano
piuttosto che un anfibio. Per lui quegli animali sono sacri e inoltre
quel
pazzoide crede di avere la capacità di poterci parlare e che
quei cosi viscidi
e schifosi gli rispondano!
Le
uniche cose di biologia che abbiamo studiato in tre anni riguardavano
tutte
rane, ranocchie, raganelle, rospi e anfibi. Non avevamo fatto altro.
E
sapete.. dopo un po’ studiare il ciclo riproduttivo delle
rane diventa alquanto
noioso soprattutto schifoso se lo vedi messo in pratica sulla cattedra
del tuo professore
(e soprattutto se pensi che lui nei suoi momenti di intimità
non è come gli
uomini normali.. lui passa le sue nottate circondato da rane e
ranocchiette che
gli scorazzano sul corpo..nudo.. mamma mia che scena raccapricciante,
credo che
dopo avervela raccontata dovrò andare a sciogliere il
cervello nell’acido per
levarmela dalla testa.. che ribrezzo brr..)
Il
punto è comunque che a me le rane e bestiole simili fanno
proprio schifo.
Verdi,
viscide con occhi che ti fissano e sembrano che vogliano farti
intendere che
quella notte, mentre sarai nel tuo letto accoccolato al tuo cuscino e
con le
coperte che ti accarezzano il corpo, loro saranno lì, a
fissarti e a scrutare
ogni tuo piccolo movimento e respiro.. esiste qualcosa di
più inquietante? A me
più che animali sembrano muco vivente in grado di riprodursi!
Questo
mio grandissimo amore per quelle bestiole con gli anni era venuto fuori
più di
una volta.
Ricordo
che l’anno scorso il professore aveva assegnato ad ognuno di
noi un girino da
accudire finchè non cresceva e diventava una rana. Sora gli
diede un nome e se
ne occupò con premura, Hayner gli fece costruire una culla
dondolante da suo
nonno falegname, Pence al suo gli preparava intrugli vari tra i quali
pasticci
di mosche gratinati e zuppa di insetti misti, Kairi truccava e vestiva
il suo
ogni giorno in maniera differente… il mio è
finito nello scarico del cess… del
bagno due ore dopo averlo portato a casa.
Diciamo
che già in partenza il Prof. Froggy non mi amava molto, ma
dopo quell’episodio prese
ad odiarmi in maniera inaudita. Ogni volta che avevo biologia temevo
che mi
avrebbe vivisezionato davanti ai miei compagni.
Per
fortuna però l’estate scorsa riuscii ad attenuare
il suo odio con una ricerca
di 1500 pagine sull’importanza delle rane e surrogati nella
storia dell’uomo
(che mi costò quasi tutti i miei risparmi.. Zexion le
ricerche te le fa pagare
a peso d’oro) ma ciò non cambiava il fatto che a
me quelle bestiacce facevano,
fanno e faranno sempre immensamente schifo.
Tutto
questo casi… caos per dire che ho il debito di biologia
perché non ho mai
studiato un cazz… niente.
Ora
però il professore si era messo in testa che io
ero un ragazzo intelligentissimo che però non si applicava e
che perciò aveva bisogno..
diciamo di uno stimolo. E fu così che mi affibbiò
un tutor.
-Io
credo cra.. che suo nipocrate sia molto sveglio cra… che
quando si impegna cra
può fare grandi cose cra e solo che ha pocra voglia cra non
si applicra
abbastanza craaa, ma se lo stimoliamo craa da una piccola scintilla
craa verrà
fuori craa un incendio craa ne sono più che sicuro craa.-
Disse
lui a mia zia. Da notare il fatto che anche
mentre parla con persone umane normali non riesce a rinunciare alla sua
tendenza … diciamo ranesca? E se ci aggiungiamo anche una
erre moscia e una
vociaccia gracchiante da vecchio maniaco stupra anfibi.. lascio a voi
le
conclusioni.
-E lei cosa
suggerisce di fare?-
Rispose
con garbo misto a sconcerto quella povera
donna che da quando era entrata nella nostra vita aveva perso il
concetto di
normalità.
-Bhe
vede signocra di recente craa sono stati fatti craa degli studi craa
che hanno
dimostrato craa che non c’è niente craa di
più stimolante craa di studiare con
dei proprio coetanei craa soprattutto se craa si ritiene craa che
questi
compagni craa siano più stupidi di noi craa.-
-Scusi
professore ma non la seguo.-
Grazie
zia.. anche io non ci stavo capendo un cazz..
cavolo.. cosa diamine si era messo in testa di farmi fare questo pazzo
maniaco
del viscidume??
-È
semplice mia crara. Affiderò suo nipote craa a un tutor
craa, uno dei miei
migliori studenti craa.. ma che allo stesso tempo è un
emerito idiota craa…-
-Ma
ne è proprio sicuro?-
-Certo
non si preoccupi craa.. questo ragazzo con il nostro aiuto
migliorerà senza
craa ombra di craa dubbio. Il signorino Hockins a primo impatto craa
può
sembrare uno stupido craa e in realtà craa è
davvero uno stupido craa però
nella mia materia craa ha sempre ottenuto craa ottimi craa risultati
craa.-
Il
signorino Hockins. IL SIGNORINO HOCKINS.
Axel.
Voleva affidarmi ad Axel.
Sapevo
che questo tizio era un pazzo ma non credevo arrivasse a certi livelli
di
cretineria.
A quel punto urgeva un intervento da parte mia.
-Nonononononononono
proprio no. Mi rifiuto categoricamente anche solo di sentire una cosa
del
genere. Lo ha detto anche lei! Axel è un’idiota,
un incapace, come può aiutarmi
con lo studio se lui non sa neanche cosa voglia dire studiare.. non
sono
neanche tanto sicuro che sappia come si tenga un libro in mano!-
E chi
è arrivato in quel momento proprio mentre io
proferivo quelle parole?...
-Dolce
come sempre mio caro Roxy…-
Quella
voce… era la sua.
Girai
lentamente la testa di novanta gradi verso la
porta dell’aula mostrandogli la mia faccia tra
l’impietrito e l’imbarazzato…
-A
–Axel?-
Lui mi
accennò un sorrisino divertito facendomi
l’occhiolino e si affiancò al professore dietro la
cattedra.
-Non
mi sembcra cra il caso craa di rivolgersi craa in questo modo craa ad
un suo
craa collega signorino Khinder craa … e inoltre craa
è già stato deciso craa..
il signorino Hockins sarà il suo tutor craa fino allo
svolgimento craa
dell’esame di recupero craa e se lei craa non lo
supera… craa verrà bocciato craa.-
Non
so perché ma mi sembrò che il tono con cui il
professore proferì quest’ultima
parte della frase fosse alquanto … divertito. In
realtà credo che quello che
quel’essere immondo voleva e farmi fare una passeggiata tra i
gironi
dell’inferno e farmi patire come io feci soffrire
quell’incrocio tra un pesce e
una caccola nera che gettai nel gabinetto.
Sospirai
rassegnato.
Non volevo essere bocciato. In oltre questa storia
del tutor poteva risultare vantaggiosa. Se non avessi superato
l’esame avrei
sempre potuto dare la colpa all’inutilità e
inefficienza di Axel il tutor.
-Non
ci tengo a ripetere l’anno sinceramente … e se lei
ritiene che quel’idi… che
Axel mi possa essere di qualche aiuto .. vorrà dire che
studierò con lui.-
Dissi
a denti stretti cercando di far trasparire il meno possibile la
riluttanza con
cui proferivo quelle parole.
Ci
eravamo baciati ok.
Un
semplice bacio, labbra contro labbra…
E
niente di più.
Questo
non aveva cambiato nulla… almeno così pensavo.
Insomma
io ero sempre Roxas e lui era solo quell’idiota del mio
migliore amico.. no..
in realtà ora non era solo questo.. ora era diventato il mio
…. Mi fa ancora
schifo dirlo.. il mio.. tutor.
Ho
sempre pensato, anzi sono sempre stato convinto di essere io il
più
intelligente del duo.. (da notare il fatto che non ho usato il termine
coppia
perché non siamo e non saremo MAI una coppia sia ben
chiaro…) sì, insomma, io
la mente e lui il braccio ecco..
Era
un grandissimo calcio rotante iperpoteziato al mio orgoglio questa
storia del
tutor…
Ma
non volevo essere bocciato… anche perché se fosse
accaduto mia madre sarebbe
stata capace di uccidermi lanciandomi maledizioni e anelli di Saturno
da
qualunque parte dell’Universo si fosse trovata. Non avrebbe
mai permesso a me,
inutile pecora nera della famiglia di gettare disonore sulla sua stirpe.
E
io non volevo morire!
Perciò mandai giù il boccone amaro (anzi
avvelenato)
e accettai di studiare con Axel.
-Perché
ti fa tanto schifo questa storia di studiare con me Roxy?-
Disse
Axel mentre tornavamo a casa. Mia zia prese la
nostra auto per andare a fare la spese ai
SuperMagaziniDoveCiSonoScontiTuttoL’Anno il suo negozio
preferito praticamente
dall’altra parte della città, declinando la mia
richiesta di accompagnarmi a
casa con la scusa che se non si sbrigava a raggiungere il negozio,
tutte le
zitelle in pensione le avrebbero rubato tutti i flaconcini di
deodorante alla
vaniglia e cannella in super offerta e perciò mi
toccò tornare a casa a piedi
con lui. Provai a scappare prima che mi raggiungesse ma dopo aver corso
per più
di dieci centimetri ero del tutto stremato e fui raggiunto senza alcuna
difficoltà.
-Perché
sei … sì insomma sei tu! Sei meno intelligente di
un batterio unicellulare con
il gonnellino hawaiano! È una barzelletta dover studiare con
te … insomma avrei
capito se il tutor fosse stato Zexion o Riku .. persino Sora.. ma tu!?
Proprio
non riesco a capirlo!-
Non
so perché ma quelle mie
parole lo
ferirono. Insomma gli rivolgevo discorsi del genere e insulti simili
praticamente ogni giorno, perché ora se la prendeva tanto!?
Si
fermò nel bel mezzo del marciapiede mentre io continuavo a
camminare
rivolgendogli tutto il mio dissenso ma lui .. era come se avesse smesso
di
ascoltarmi.
Quando mi accorsi che non camminava più al mio
fianco mi fermai e mi girai verso di lui.
-Hey
amico che combi…-
-Mi
ritieni così stupido e incapace?!-
Disse
con lo sguardo
basso e la voce con una leggera nota inca..arrabbiata.
-Eh?-
Asserii
io confuso.
-D’accordo
facciamo una scomessa .. studierai con me per una settimana, una
singola
settimana, e se passi l’esame farai tutto ciò che
ti chiedo.-
Sorrisi
divertito.
-Una
scommessa? E che succede se vinco io e non passo l’esame?-
-Vieni
bocciato-
Mi
rispose lui guardandomi sorridendo e facendo
estinguere il mio di sorriso.
-Ok
va bene.. se non riesci a farmi passare l’esame e vengo
bocciato.. tu.. tu
dovrai … ci sono! Dovrai consegnare il giornale in mutande a tutto il quartiere per un
anno e in più…
dovrai farti bocciare anche tu!-
Il
suo sorriso crebbe ancora di più.
-Ammettilo
che tutto quello che vuoi è semplicemente vedermi in mutande
caro il mio
Roxy..-
-Ci
stai o no!?-
Sbottai
infuriato io.
Axel
scoppiò in una fragorosa risata. Ormai era
palese che farmi arrabbiare era una delle cose che amava più
fare in assoluto.
-Ok
ci sto. Ma se vinco io invece… sarai il mio schiavetto
personale per tre interi
mesi..-
Accettai
senza pensarci. Non avrei mai passato quell’esame nemmeno con
l’aiuto del
Panteon di tutti i santi di tutte le religioni esistenti…
per quanto riguardava
la bocciatura.. sono sicuro che con qualche fornitura a vita di
cioccolati
Khinder distribuite qua e là sarei riuscito ad evitarla.
Quando
tornai a casa mi rinchiusi nella mia cameretta per l’intera
serata.
Zia
Aqua aveva nuovamente invitato il fidanzatino di Sora a cena da noi e
mangiare
in compagnia di quella coppietta è una cosa davvero
nauseante. L’ultima volta
lanciai il purè di patate e porri in faccia a Riku
perché invece di fare
piedino a mio fratello lo fece a me.. ok magari si era semplicemente
sbagliato
ma.. era un affronto che non potevo tollerare! Inoltre quando quei tre
erano
insieme sembravano quei comizi di comare che spettegolano su tutto e
tutti
scambiandosi segreti e rivelazioni a proposito di Tizio, Caio, Tizio
Cazzetto per
poi finire sempre sul fare domande imbarazzanti a me riguardanti la mia
vita
privata e il mio rapporto con Axel e quella sera, dopo tutto quello che
era
successo, non avevo nessuna voglia neanche di sentirlo nominare capelli
rossi a
petardo scoppiato in una folata di vento e disperso
nell’ambiente a caso! (Ok
ammetto che quando mi arrabbio ho dei problemi con gli insulti).
Trascorsi
l’intera serata (e poi nottata che per Sora fu di fuoco, per
le mie orecchie di
sangue) chiuso nella mia camera con la testa sotto il cuscino a
rimuginare e
rimuginare e rimuginare sulla situazione.
In
genere, se non si tratta di mia madre, le situazioni difficili riesco
sempre a
risolverle in qualche modo assurdo.. come quella volta che dovevo fare
da
infermiere alla mia vecchia e rugosa zia Sally malata di uno strano
morbo che
doveva essere una sorta di incrocio tra la peste bubbonica e la
varicella. I
miei genitori mi avevano delegato come suo
“spalmatore” di pomata antiprurito
personale per le sue schifosissime pustole verde rancido e grosse come
palline
da tennis. Quella volta, pur di non toccare quei cosi schifosi,
architettai una
stupefacente e teatrale caduta nel bagno... dovetti andare in giro per
tre
giorni con una tavoletta del ces.. del gabinetto attorno al collo,
visto che vi
rimasi incastrato con la testa e non riuscivo più a
sfilarmela, ma almeno non
dovetti toccare quelle cose di natura ignota sulla pelle di mia zia
(compito
ingrato che alla fine toccò a mio padre che non
riuscì a dormire per una
settimana perché quelle pustole erano ovunque …
anche nel grosso, deforme e, da
quanto racconta mio padre, peloso deretano di mia zia che il mio povero
genitore dovette esaminare affondo per scovare ogni pustola e
ricoprirla di
crema… andare a scuola con una tavoletta del gabinetto
infilata al collo non è
niente al confronto…).
Ultimamente
però me ne stavano capitando di tutte e di più e
non riuscivo a combinare
niente.
Mi toccava studiare con
Axel e avevo paura anche solo ad immaginare i rozzi e strani metodi che
avrebbe
utilizzato per farmi studiare … e non avevo tutti i torti.
-Bene
Roxy caro, oggi studieremo la struttura interna di una rana.-
Disse
il mio tutor venendomi ad aprire la porta. Mi sarei accontentato di un
“ciao
amico entra pure” ma girare il coltello nella piaga fin da
subito e più
divertente vero!? Razza di brutto stupido, infido, maledetto,
stramaledetto
idiota cretino… ok, ci do un taglio.
Mi
portò di sopra in camera sua dove, a suo parere, avremmo
potuto studiare più
tranquillamente anche se in casa non c’era anima viva
però.. va bhe.. se lui ne
era convinto.
Entrai
nella sua camera che per la prima volta vidi completamente in ordine
(dato che,
da bravo ribelle e trasgressivo quale credeva di essere, teneva sempre
mutande
sporche e cibo ammuffito sparsi ovunque nella camera) e mentre
giocherellavo
con i suoi buffi pupazzetti accuratamente sistemati sulla libreria (e
che io
stavo volontariamente mettendo in disordine …. Muhahaha sono
un genio del male!)
sentii un giro di chiave. Rimasi impietrito e mi girai lentamente verso
Axel
che mi guardava con stampato sulla sua stupida faccia un sorriso che
definirlo
sadico è un eufemismo.
Ero
letteralmente terrorizzato.
Che
cosa mi sarebbe successo.. ma soprattutto… cosa aveva
intenzione di farmi quel
pazzo maniaco senza cervello!?
Di
scatto mi si catapultò addosso, mi prese in braccio di peso
e mi sedette
malamente sulla sediolina rossa della sua scrivania alla quale mi
legò con dello
scotch.
Fu così rapido
che non mi accorsi praticamente di nulla. In un battito di ciglia mi
ritrovai
incatenato a quella sedia impossibilitato a fare qualunque movimento
con mani e
piedi legati.
-Axel
ma ti sei rincoglionito completamente!? Che
cazzo combini! Liberami immediatamente!!-
Sbottai
infuriato.
-Mi
dispiace amico mio ma questo fa parte del metodo
Axel: lo strip study!-
Lo guardai
incuriosito … che razza di metodo era? (sicuramente,
conoscendo Axel sarà stato sicuramente qualcosa al livello
delle migliori università del rango di Oxfordeficiente,
Harvarincoglionito, Yalurido, Cambrindemente)
-Ma che
roba è?- gli chiesi quasi
impaurito.
Ritornò il
suo
sorriso sadico.
-Ogni
volta che ti faccio una domanda e sbagli… ti
tolgo qualcosa che indossi …-
-EEHHH???-
-E
se alla fine rimani completamente nudo … ti stupro.-
-TU
COSAAA??-
Ero sconvolto.
Non volevo assolutamente che quel maniaco mi toccasse. Non avevo altra
scelta
dovevo assolutamente impegnarmi e studiare… le rane non
potevano essere peggio di
Axel!
-Che
c’è Roxy? Qualcosa non va? Sei pallido…-
Ed ora mister
maniaco si era trasformato in mamma chioccia. Il suo sorriso sadico
aveva
lasciato il posto ad un espressione preoccupata e quel suo tono mi fece
venire
i brividi sulla schiena e mi fece … non so il
perché ma mi fece lievemente
arrossire.
-No
no sto bene.. dai cominciamo!-
Dissi scuotendo
la testa e tentando di riprendermi.
-Ok
va bene… come ti dicevo oggi parleremo della
struttura interna delle rane … allora cominciamo-
Provai a
seguirlo il più possibile ed effettivamente non fu
così difficile. In realtà mi
sorprese molto come mi spiegò le cose. Mi doleva ammetterlo
ma era molto bravo
e riuscì a farmi capire la maggior parte di ciò
che mi esponeva e se si
accorgeva che non avevo ben inteso qualcosa, me lo rispiegava senza
problemi e
ancora più chiaramente. È davvero incredibile
come Axel riesce a stupirmi ogni
volta .. quando è così sento.. sento di provare
.. qualcosa di strano..
qualcosa..
BOOM.. Fine del
sogno.
Quando finì
di
spiegare quello che doveva, iniziò il suo gioco malevolo e
fece la sua
ricomparsa anche il sorriso sadico.
-Bene
Roxas caro, ora ti farò cinque domande.. ad
ogni domanda che sbagli.. prima via le scarpe, poi le calze, la
maglietta, i
pantaloni e infine… lo sai no..-
Rimasi un
secondo interdetto ma mi ripresi subito.. avrei risposto a tutte le
domande ..
sì! Ce l’avrei fatta!
…
Sbagliai le
prime due domande, ma per fortuna non ci avevo rimesso che le scarpe e
il
calzini.. per il più ero ancora coperto.
-Bene
Roxy.. ora si fa più sul serio.. terza domanda
.. vediamo se sai dirmi come si chiama la parte terminale
dell’apparato
digerente di una rana.-
-Ecco
vediamo … aspetta questa la so.. emm..-
-Dai Roxas
lo abbiamo ripetuto trecento mila volte..
prova a sforzarti!-
Sembrava
veramente frustrato quando non sapevo rispondere ad una domanda..
-Forse
clochea?-
E poi invece..
-C’eri
quasi ma è cloaca…-
Quando
sbagliavo sembrava soddisfatto di potermi
togliere i miei adorati vestiti..
-Dì
ciao ciao alla tua magliettina Roxy..-
Mi
sussurrò all’orecchio sfilandomi lentamente la mia
t-shirt bianca.
La situazione cominciava a diventare critica e non
riuscivo più a concentrarmi dall’ansia. Axel
invece sembrava non riuscire a
tenere a freno l’eccitazione anche se inizialmente quando
sbagliavo la domanda
sembrava sinceramente avvilito.. vallo a capire.
-Quarta
domanda Roxas.. so che tieni abbastanza ai tuoi pantaloni da non
sbagliarla ma
soprattutto so che sei abbastanza intelligente da saperla-
Disse
puntandomi il suo sudicio dito davanti al naso.
Cercai
di rimanere calmo nonostante la situazione. Feci un bel respiro
e…
Sbagliai
anche la quarta domanda e dieci minuti dopo aver salutato la mia
maglietta
ritrovai Axel inginocchiato davanti a me che apparentemente infuriato
(ma in
realtà a mio parere fremente dal desiderio di stuprarmi) mi
sfilava i miei
adorati jeans.
Ora
c’eravamo solo noi.
Io e i miei boxer blu. I miei boxer blu e io.
-Ultima
domanda Roxas e poi.. sarai tutto mio.-
Dovevo
stare calmo. Sentivo sudare parti di me che
non pensavo potessero farlo.
-Allora amico
mio, la domanda per la tua salvezza è la seguente: Come è
strutturata la colonna vertebrale di
un anfibio?-
Sentivo
il cuore battere a mille e sentivo di non
potermi muovere.. non potevo nemmeno darmi uno scrollone e fare in modo
che
Axel togliesse le sue sudice mani dall’elastico dei miei
adorati boxer. Era
davvero difficile concentrarsi in quelle condizioni.
-So
che la sai.. Roxas lo so.. ma se la sbagli.. sai cosa ti aspetta.. o
magari..
la sbaglierai apposta perché tu vuoi che io..-
Sbarrai
gli occhi, presi un gran respiro e..
-La
colonna vertebrale degli anfibi è costituita da al massimo
10 vertebre fuse
insieme e suddivise in tre regioni:
presacrale, sacrale e postsacrale.-
Dissi
tutto di un fiato.
Axel si allontanò da me e mi guardò
stupito per
qualche secondo. Io stavo ancora riprendendo fiato quando lui
velocemente si
avvicinò e mi stampò un lungo bacio sulle labbra.
Io ancora una volta rimasi lì
imbambolato come un’idiota.
-Bravo
Roxy, continua così e supererai l’esame senza
problemi.-
Mi
urlò praticamente in faccia mentre staccava le
sue labbra bavose dalle mie. Avevo risposto correttamente e mi ero
salvato.
Quando il mio tutor mi liberò da quella prigione mi alzai di
scatto e .. gli
mollai un potente schiaffo sulla guancia sinistra, raccolsi i miei
vestiti e
feci per uscire ma mi fermai sulla porta.
-Ci
vediamo domani alla stessa ora.. Tutor idiota.-
Dissi
così e mentre mi rivestivo facendo attenzione
a non cadere clamorosamente dalle scale di casa sua, corsi via verso
l’uscita
tentando di non dar a vedere un problema che mi era sorto e di cui
speravo che
Axel non si fosse accorto.
Quella
notte la passai nuovamente insonne. Questa volta però la
scuola non centrava.
Come
mai mi era successa .. quella cosa che in genere succede in altre
occasioni e
non quando sei a studiare con il tuo migliore amico!? Ero quasi sicuro
che il
giochino idiota non centrasse.. o forse solo in parte … o
forse sì .. o forse
era stato il bacio .. o forse il bacio era stata la ciliegina sulla
torta … o
forse, o forse, o forse in ogni caso non ci capivo niente!!
Per
tutta la settimana studiai con Axel e fui vittima sempre dello stesso
gioco.
Per
altre due volte fui in grado di salvare solo i miei boxer, mentre in
seguito
rimasi quasi completamente intatto perdendo solo le mie scarpe. Strano
ma vero
studiare con Axel si rivelò quasi un successo.. ma
nonostante tutto cominciai a
temere quello che con i suoi baci, parole e gesti poteva procurarmi.
Credevo
che quello del primo giorno sarebbe stato solo un caso isolato. In
realtà purtroppo
non ci fu giorno in cui non mi toccò chiudermi in bagno per
risolvere i casini
che mi procurava. Inoltre non c’era volta che riuscivo a
tornare a casa con i
vestiti puliti.. una volta addirittura sono dovuto rimanere chiuso in
bagno tre
ore per togliere la macchia di succo di mirtillo sulla felpa rossa che
mi aveva
regalato mia zia. Se lei avesse scoperto che la avevo sporcata non mi
avrebbe
più parlato perché non ero stato in grado di
proteggere il regalo che lei mi
aveva fatto con tanto amore e balle varie .. sì ok, volevo
sviare.. i vestiti
non centrano un caz.. cavolo. I turbamenti che a quanto pare quel
rimbecillito
mi procuravano erano ben altro.. e cominciavo ad avere anche abbastanza
paura..
cosa significava tutto questo.. che mi ero innamorato di lui? Che lui
mi..si
insomma… stimolava?(non voglio assolutamente utilizzare quel
termine usato in
campo amoroso che voi avete sicuramente ben inteso.. mi dispiace ma non
voglio,
non posso ed non lo ritengo morale … si va bhe dai.. ammetto
che è semplicemente
difficile per me ammettere che mi ec..possiamo dire emozionava??).
In
ogni caso le mie notti in bianco aumentavano in maniera direttamente
proporzionale alle mie paranoie e alle mie occhiaie.
Il
giorno dell’esame mi sentivo uno straccio. Avevo studiato,
sapevo di essere
preparato ma avevo così sonno.. così tanto
sonno.. così tanto immensamente
sonno..
NO!
Dovevo restare concentrato.. non avevo passato tutto quel che avevo
passato per
fallire miseramente. Dovevo farcela e ce l’avrei fatta. Non
volevo deludere
Axel che era lì insieme a tutti i miei amici a fare il tifo
per me. In realtà
il professore non li aveva voluti in classe e perciò per
riuscire a starmi
vicino, quei poco sani di mente dei miei amici si arrampicarono
sull’enorme
quercia secolare che si trovava proprio fuori dalla nostra classe
… Hayner
pensò che siccome era lì da tanto tempo sarebbe
sicuramente riuscita a reggere
il peso di tutti loro per un’ora e che quindi sarebbe stata
una valente
soluzione al loro problema.
Prima
di cominciare io mi girai verso di loro che mi sorridevano e tenevano
striscioni con scritte del tipo“vai Roxy
mangiati quelle rane”
o “sei il
nostro campione”
oppure cose più terrificanti come “se non
passi l’esame ti stupro”
(naturalmente quest’ultimo era il
cartello del mio tutor) e gli sorrisi .. soprattutto ad Axel che per
tutta
risposta mi fece l’occhiolino.
Cominciai
l’esame. Dovevo svolgere 30 domande in un’ora.
Niente di che finchè.. il mio
professore cominciò a parlare con il suo Leon della gita a
lago che avrebbero
fatto nel weekend e io.. mi addormentai.
Ero
esausto e sentir il professore parlare con quell’essere con
lo stesso tono di
un padre che racconta la favola della buona notte al figlio di tre anni
mi
conciliò il sonno.
Sentivo
i miei amici sbraitare da fuori alla finestra ma feci finta di niente e
continuai a dormire.
Ormai
mancavano solo 10 minuti alla fine dell’esame e io avevo
risposto solo alle
prime 8 domande e me ne servivano almeno la metà per passare
il debito …
quando..
Uno
strano rumore di un albero che cade e di ossa rotte non mi fece
svegliare di
soprassalto. Mi stiracchiai e mi stropicciai gli occhi e subito il mio
sguardo
cadde sul mio foglio… andai in panico.
Dovevo fare ancora almeno 7 domande ed avevo praticamente meno di dieci
minuti.
Scelsi
le domande che sapevo di più e .. credo di non aver mai
scritto così
velocemente in tutta la mia vita.
Il
giorno dopo mi stavo dirigendo all’ospedale
centrale con un grosso sorrisone sulle labbra e tanta soddisfazione nel
cuore.
-Hey
Axel ho preso 7! Ho preso 7! Ho passato l’esame!-
Alla
fine l’idea di Hayner non si rivelò poi
così brillante. A quanto pare quella
quercia era sì secolare ma sarebbe stata presto abbattuta
perché era instabile.
Almeno la scuola risparmiò la fatica di farla buttare
giù.
Il mio povero tutor fu quello che ebbe la peggio:
due costole e una gamba fratturate.
-Fantastico
Roxas sono molto felice per te.. ma sai questo che significa?-
Mi
disse lui con un flebile filo di voce martoriato
dal dolore.
-Che
cosa?- chiesi
invece io con uno stupido sorriso da ebete
stampato sulla faccia.
-Che
da oggi per i prossimi tre mesi sarai il mio schiavetto personale.-
Ecco
il perché ora mi ritrovo a fare in
continuazione queste scale. Passando l’esame, non ho solo
scampato la
bocciatura, ma ho anche perso la scommessa contro di lui ed ora mi
toccava
essere il suo schiavetto personale e in più ora che aveva la
gamba rotta, aveva
bisogno di me per quasi qualunque cosa.. persino per andare in bagno!
Eh
povero me.. sarebbero stati i tre mesi più lunghi
e difficili della mia vita.
NDQuellachescrive
Buonasera,
buongiorno, buon pomeriggio, insomma buon momento della giornata in cui
state
leggendo.
Sono
passati tipo tre anni dall’ultimo capitolo di questa storia
ma sti cavoli, la
ho trovata, mi è partito il sentimento ed ho deciso di
continuarla e provare a
pubblicare questo nuovo capitolo (che in realtà avevo
scritto da un po’ ma che
è rimasto in giacenza per i secoli così.. a caso).
Gli
anni passano, le cose cambiano, il tempo scorre ma il mio Roxas rimane
sempre
un povero sfigghi (sfigato ma detto in maniera fashion).
Va
bhe gente, credo che ci rivedremo probabily tra circa 7 anni ma presto
ci rivedremo, ammesso che il riscaldamento globale non ci uccida prima
tutti
(frase da film e da ambientalista ad effetto che fa figo.. in
realtà secondo me
saranno i piccioni ad ucciderci tutti.. mi dispiace ragà ma
per me i piccioni
sono il vero male del mondo).
Comunque ringrazio sempre costantemente ed incessantemente
tutti coloro che si fermano a leggere, seguire e commentare questa
storia.
A presto. Pasta (ho fame) e chiudo
Tutto
molto bello!
_KHProminence_
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