Dark Dream

di _Ely_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Wakening ***
Capitolo 3: *** A grisly hobby ***
Capitolo 4: *** A Little Suffered Figth ***
Capitolo 5: *** Don't you start to fight ***
Capitolo 6: *** Nightmares ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Dark dream


PROLOGO


Il sole sembrava brillare più del solito  quel giorno, seppur al tramonto, non accennava a lasciare il passo alla placida ma dirompente imminenza della notte, ostinandosi a scagliare le ombre dei gabbiani in volo sulle rocce aguzze della scogliera dove, rilucenti sempre della sua luce, si abbattevano piccole onde. Tra questi raggi solo uno, timido, quasi opaco, osava attraversare le sbarre di una delle tante celle che riempivano i sotterranei di quell'isola, privando i suoi prigionieri  del soffio di libertà, estraniandoli dal mondo circostante e lasciando che solo un flebile ricordo del mare giungesse ovattato alle loro anime. Illuminata solo della sua luce, una cella teneva stretti a se con pesanti catene i membri della ciurma di cappello di paglia i quali giacevano tutti incoscienti, rassegnati a quello strano gioco del destino che troppo in fretta li aveva strappati alla vita.
Solo una tra le menti stremate aveva ancora la forza di vegliare sulle altre; anche se leggermente intontito dall'assenza d'aria e infastidito  dal continuo rumore di gocce di umidità che alternandosi nella loro caduta verso il pavimento umido della grotta, scandivano il passare del tempo, il corpo inerme di Zoro riusciva ancora a porsi quelle domande che sicuramente, fossero stati in altre condizioni, avrebbero affollato anche il pensieri dei suoi amici.
Che cos'era successo ? Dove si trovavano e perché ? Chi era il responsabile? Cercò con lo sguardo i suoi compagni trovandoli accanto a sé imporporati di sangue rappreso e fresco che bagnava i polsi e le caviglie cinse da ferri troppo stretti.  Cercò di rialzarsi da quella posizione innaturale né in ginocchio né in piedi in cui era costretto, ottenendo solo un dolore lancinante che però, chissà come, riuscì a dargli quel lampo di lucidità necessario per ricordare: a conti fatti non sapeva quanto questo gli fosse convenuto in quanto, dopo poco, anche lui cedette sotto il peso di quel ricordo.
 Era partita in modo così classico quella giornata, una di quelle che, non senza qualche piccola variante, riusciva a entrare nella routine quotidiana, lasciandoti quello squarcio di sicurezza e familiarità nel quale il proprio cuore può trovare, anche se solo per poco la pace: c'erano Nami e le sue cartine, Franky e i suoi marchingegni, Brok e il suo thè, Robin e Chopper dietro i loro libri enormi e Usop vicino a Rufy che, come lui, cercava di intrappolare uno di quei pesci che, forse invidiosi del tenue calore delle prime luci, nuotavano appena sotto la superficie dell'acqua prima di tornare negli abissi profondi di quel grande mare che li circondava. E lui era lì, gli sembrava ancora di vederlo, impegnato com'era a smanettare ai fornelli, non si era nemmeno accorto di essere osservato così attentamente da un angolo buia della dispensa, o forse l'aveva sempre saputo e quello che il suo cuoco aveva voluto regalargli, era un semplice attimo di contemplazione, un piccolo momento solo per loro; erano così rari e preziosi che farsi domande pareva sciocco e inutile quando tutto ciò che importava erano loro due e quel momento. Poi, improvvisamente, era tutto svanito, come una bolla di sapone andata troppo in alto, quel magico equilibrio era stato infranto e sostituito da un' altrettanto tipica situazione; solo che questa volta qualcosa era destinata a cambiare. Un forte boato, marines dappertutto e, dopo aver visto Rufy svenuto a terra sotto una rete di agalmatolite tutti avevano visto la fine, l'avevano semplicemente intuito, l'avevano fiutata nell'aria come Nami faceva con le tempeste. Ma in quella consapevolezza, avevano comunque voluto cercare la loro forza e nessuno aveva ceduto sino allo stremo delle forze: combatterono tutto il giorno e quando caddero sotto l'effetto delle droghe lanciate dai nemici, anche cielo si oscurò forse cercando di fuggire a quella scena di disperazione che senza ritegno si consumava innanzi a sé. L'ultima cosa che riusciva a ricordare era  la nave ormai vuota e a pezzi che ondeggiava titubante sul mare calmo, aspettando solitaria la sera, mentre la bandiera sul pennone, veniva mossa dalla intensa brezza che tornava  quel precoce tramonto, accompagnando la rapida scesa della notte che quel giorno sarebbe stata buia come non mai.




Note dell'autrice:
Non chiedetemi da dove sia scaturita questa storia ma devo ammettere che l'idea mi allettava da parecchio.. quindi ecco qua pronto per voi il prologo di quella che si preannuncia una longfic ma, vi avverto, non ho assolutamente idea di come finirà.
Valuterò se continuarla o meno dal vostro parere quindi spero in una vostra recensione, positiva o meno che sia, per decidere.
Un grazie anticipato a tutti quelli che semplicemente hanno avuto la pazienza di leggere anche quest'ultima riga, uno in particolare a Xelybacix che, non solo riesce a sopportare le mie follie mentali sin dalla prima storia ma con la sua pazienza è riuscita a seguirmi nonostante la mia perenne incostanza XDXD

XoXo



Ely

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Capitolo 2
*** Wakening ***


PRIMO CAPITOLO: Wakening

Pian piano si erano svegliati tutti, uno dopo l'altro chi spaventato chi deluso, si era trovato in quella schifosa e umida profondità della roccia. Ma nessuno, per quanto sconfortante e umiliante potesse sembrare la situazione si era lasciato prendere dallo sconforto. La prima voce a rimbombare fra  bitorzolute mura della cella fu quella di Nami:
-ci siamo tutti?-.
-Direi di si- fu la la flebile risposta  di Robin.
In contrasto con quella dell'amica, Franky proruppe con la voce squillante
- Cosa cazzo è successo?? come diavolo hanno fatto a sconfiggerci così??-
-Hanno usato delle frecce imbevute di calmanti, anche se ci sforavano solamente, sono riusciti  a iniettarci una quantità sufficiente di droga da renderci tutti inoffensivi, fortunatamente l'effetto è temporaneo-  asserì invece Chopper cercando di dare alla sua voce esausta un tono professionale.
-merda, hanno preso le mie sigarette- quell'imprecazione perlopiù masticata fra i denti condusse gli occhi di tutti verso le proprie armi che, manco a dirlo, mancavano all'appello.
-Cazzo, cazzo, cazzo, le mie katane!-
-Oh davvero splendido quindi ricapitolando: niente armi, niente cibo e niente acqua. Questa è la volta buona che moriamo tutti! Si me lo sento!! Non c'è via di scampo, finiremo tutti in prigione o peggio!- con una serie di lamentele senza fine Usop diede sfoggio di tutto l'ottimismo che come al solito amava condividere con lunghi monologhi con i suoi compagni che, dal canto loro ormai erano più che abituati.
- Non permetterò che succeda nient'altro alla mia ciurma, ve lo prometto ragazzi, usciremo vivi da qui e insieme, siete d'accordo con me? -
Le mura tremarono come non facevano da immemorabile tempo, sotto quel potente grido di assenso nel quale tutti ritrovarono la speranza.

Passò un giorno, un altro ancora e nessuno si fece vivo; molti cominciarono a temere di morire di fame lì, come stupidi topi in trappola.
In tanti erano già al limite delle forze, Rufy poteva vederlo chiaramente e, per quanto non avesse una grande predisposizione nel prestare attenzione, per un attimo decise di osservare quella che ormai da tempo considerava la sua famiglia, pur essendo conscio della sofferenza che anche lui avrebbe provato trovandola in quello stato.
Decise di cominciare da Nami, la sua navigatrice: sembrava così stanca, i capelli rossi le cadevano sulla faccia coprendo parzialmente i suoi grandi occhi marroni cerchiati da  pesanti occhiaie, testimoni della sua preoccupazione e forse di qualche lacrima lasciata trapelare  per lo sconforto. Robin accanto a lei, manteneva la sua solita nobile calma, racchiudendo però nei suoi gelidi occhi azzurri un timore antico, suo nemico da tempo: quello della morte. Dopo di lei seguirono Franky, col ciuffo azzurro del tutto afflosciato ma non per questo senza grinta negli occhi, poi Brok che invece sedeva comodo sul pavimento quasi come fosse parte integrante di quel gotico arredamento, e Chopper che, non sopportando di sentire su di sé il peso dell'inutilità che quelle catene gli imponevano , aveva preferito assopirsi. Erano tutti conciati male, alle precedenti ferite della battaglia si sommavano quelle fresche che senza posa, tagliando le carni di polsi e caviglie, rinnovavano il dolore di quella prigionia. Nessuna di queste però, Rufy lo sapeva, era paragonabile a quelle del suo vice e del suo cuoco. In un angolo della grotta, leggermente distaccati dagli altri, Zoro e Sanji lottavano tra la vita e la morte, avrebbero vinto, come sempre, ma quante battaglie contro la sorte può vincere un uomo? Non era riuscito a proteggerli, aveva lasciato tutta la responsabilità sulle loro spalle e l'avevano accettata, curvandosi appena sotto il suo peso fino a quando anche loro, per ultimi non avevano resistito.
Infine si voltò verso Usop sorprendendosi nell'incontrare il suo sguardo e..il suo sorriso!  Un sorriso sincero e amichevole come se si trovassero ancora sulla nave a pescare, come se gli avesse letto nel pensiero vedendo tutti i suoi dubbi e timori che in un attimo scomparvero lasciando il posto alla sua solita decisione. Lui, Monkey D. Rufy avrebbe portato in salvo la sua ciurma, qualunque cosa fosse successa, glielo doveva ed era il suo compito di capitano e lo avrebbe fatto ad ogni costo: ricambiò il sorriso.

Finalmente un rumore di chiavi attirò l'attenzione di quei volti stanchi; allora qualcuno c'era, non che questa fosse una notizia entusiasmante però almeno così avrebbero evitato di morire di fame. Non avevano idea di quanto tempo fosse passato dalla battaglia né di quando, per l'ultima volta avevano messo del cibo sotto i denti; mai come in quei momenti era mancata loro la cucina di Sanji.
Udirono dei passi calmi e profondi avvicinarsi, dal rumore appartenevano sicuramente a più di una persona: chiunque fosse avrebbe stretto in mano la loro vita, potendo decidere interamente cosa farne. Quando sentirono schiudersi la pesante porta di agalmatolite restarono tutti in attesa di quello che era il loro carceriere. La figura che, massiccia e imponente, si scagliò di fronte a loro era  decisamente ciò che meno si aspettavano e che, nascondendo il suo sguardo dietro un paio di occhiali scuri proruppe in una agghiacciante risata:
- Sorprendete! Vi siete già ripresi non vedevo l'ora di conoscere la famigerata ciurma.-
- E questo idiota chi dovrebbe essere?-
- Roronoa Zoro, spadaccino e vice capitano, interessante questione la tua, peccato che non mi sembri nella posizione di fare domande ora come ora.- Disse lo strano uomo avvicinandosi divertito al volto dello spadaccino.
-Do Flamingo, niente meno che un membro della flotta dei sette! Dimmi, la mazzetta che ti passa lo stato non basta più? Devi arrotondare lo stipendio vendendo taglie nei week and?-
-Oh no, non si tratta decisamente di questo mr Gamba Nera- rispose distogliendo lo sguardo da quello contrito di Zoro. - Vedi, in quest'isoletta sperduta c'è molta, troppa calma, oserei definirla noia. E ogni santo giorno, formicola e aumenta facendomi passare interminabili pomeriggi. Per questo ho deciso di trovarmi un hobby.-
-C-come sarebbe a dire hobby?- chiese sgomento Usop dando voce alle espressioni dei suoi compagni.
-E in cosa dovrebbe consistere ?? Collezioni pirati?-
-Ah quella è solo la prima parte del gioco, la seconda arriverà presto non preoccupatevi sarete parte attiva dello spettacolo: tutti certo tranne te- disse voltandosi verso il capitano - a te Monkey D. Rufy ho deciso di lasciare un posto in prima fila per goderti la scena, sarai contento immagino.-
-Lasciaci andare immediatamente!-
-Sono spiacente questo non posso farlo però ho portato qualcosa che certamente vi farà piacere vedere - schioccò le dita e due servitori entrarono nella stanza, portandosi dietro vassoi e vassoi di cibo, - spero che questo pasto sia di vostro gradimento poiché non so quanti, alla fine di domani, saranno ancora in vita.- detto questo uscì fischiettando e la sua voce perforante si udì ancora sino a quando la porta venne richiusa e un ultimo urlo arrivò loro: -sganciate le catene!-

















Note dell'autrice:

Ta da da daaan, ta da da daan buhahaha non ve l'aspettavate vero??
Ok finiamola qua. In queste note volevo solo chiarire che le mie conoscenze su Do Flamingo sono limitate alle rare comparse nel maga perciò vi prego di passare sopra a ogni eventuale errore sul personaggio .
In secondo luogo vorrei solo ringraziare il lettori di questa fic e tutti quelli che l'hanno messa tra i preferiti o seguiti!!



Sarhita:  Sono contenta di aver destato la tua curiosità! E per sfamarla ecco a te il primo capitolo
               sperando di non aver deluso le tue aspettative =)
               Mi dispiace solo per la lunga attesa ma credo che potrò aggiornare solo una volta a
               settimana però ho visto che sei anche tu una scrittrice! Mi piacerebbe un sacco leggere
               qualcosa di tuo su onepiece! Alla prossima !

Kiara_star: Non ho veramente parole! Sei riuscita a cogliere tutto ciò che volevo trasmettere in
                     modo perfetto! È davvero appagante vedere che il proprio lavoro viene apprezzato
                     esattamente per quello che è.
                     Grazie mille per tutti questi bellissimi complimenti mi hanno davvero incoraggiato a
                     continuarla anche se la piega che sta prendendo è davvero bizzarra e, non avendola
                     ancora terminata non ho idea di dove andremo a finire XD
                                          
 Lusty:  Sperando che nel frattempo il tuo interesse non sia scemato è finalmente arrivato,
            dopo un po' di attesa, il primo capitolo ovviamente, assolutamente, indiscutibilmente,
            ZoroxSanji anche se per ora ci sono solo degli accenni don't worry, rimedieremo nei capitoli
            successivi!! U.U

 Xelybacix:  ahah! Il tempo scarseggia sempre!
                   Comunque, come vedi, sono miracolosamente riuscita a trovarne abbastanza per postare
                   questo capitolo! Ancora grazie di tutto e per esserci sempre!! ^_^



XOXO


Ely

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Capitolo 3
*** A grisly hobby ***


SECONDO CAPITOLO:  A Grisly Hobby

Dannato Flamingo e dannata fame, erano caduti nella sua trappola come mosche attirate nella tela di un ragno. Si erano abbuffati di ogni singola cibaria che era stata loro fornita e neanche cinque minuti dopo si erano visti accasciare a terra dal sonno uno ad uno, trovando una sola conclusione possibile a quella improvvisa sonnolenza: sonnifero.
Di nuovo al punto di partenza, questa volta uniti dalla stessa catena e pronti per essere trasportati ovunque il loro carceriere avesse voluto. E ora erano lì a marciare verso un luogo e un destino che non solo non avevano deciso, ma che nemmeno era consentito loro conoscere.
Bruscamente, la guardia che li guidava prese per il braccio la rossa costringendola a fermarsi e tirando fuori una chiave, aprì il lucchetto che teneva unite Nami e Robin al resto del gruppo, separandole dalla ciurma.
-Ehi! Dove le portate?-
-Non sono affari tuoi Cappello di Paglia, stai al tuo posto!-
I ragazzi vennero condotti su per una scalinata e, dopo che le guardie assicurarono le loro catene a  maniglie di agalmatolite, vennero messi a sedere sui freddi e grandi gradini di marmo che circondavano un'arena.  Un pensiero attraversò la mente dello spadaccino: non erano i primi a vedere quel luogo; la prova evidente e orribile era sotto gli occhi di tutti. La fredda pietra che componeva il campo di combattimento era tinta dal tanto sangue che vi era stato versato sopra: quel luogo trasudava morte. Quanti altri pirati prima di loro erano stati uccisi dal tetro divertimento di quell'uomo?
D'un tratto  davanti ai loro occhi comparvero le loro compagne che, spaesate, si scambiavano sguardi colmi di ansia, nascondendo a mala pena una vivida seppur lontana scintilla di paura che, complice l'affinità maturata in quegli anni, le due amiche avevano imparato a riconoscere anche se inutilmente annegata  in una forzata sicurezza. Entrambe imbracciavano le loro armi pronte a scagliarne tutta la potenza sul primo che avesse osato sfidarle.
Cominciarono a guardarsi intorno: Nico Robin dall'alto delle sue conoscenze archeologiche non poté che paragonare l'intera struttura ad un antico teatro greco del quale manteneva diverse caratteristiche. Tra queste di certo spiccavano le immense scalinate che oltre centinaia di posti a sedere costituivano anche un'imponente barriera contro l'esterno, chiudendo irrimediabilmente chiunque si trovasse al suo interno in una morsa di cemento e marmo perfettamente circolare.
I punti d'accesso, notò invece subito Nami, erano solamente quattro: due davano sull'arena e, posti uno davanti all'alto, dando accesso a quell'infinito reticolato di celle e corridoi che entrambe avevano attraversato in precedenza . Le altre invece, situate ai lati della platea, vomitavano incessantemente orde di civili e marines accorse per godere di uno spettacolo del quale sospettavano essere le infauste protagoniste. Tutte le uscite erano affiancate da due guardie armate di tutto punto e in più erano dotate di pesanti grate in ferro battuto pronte a scongiurare eventuali tentativi di fuga semplicemente premendo un bottone.
Cercarono con lo sguardo i loro compagni e non si stupirono più di tanto nel trovarli legati, in mezzo a quelli che probabilmente erano altri prigionieri circondati da un intero plotone di guardie. Sopra di loro si ergeva un enorme balcone ricco di arazzi e drappi rossi e oro nel quale spadroneggiava un' enorme poltrona rossa occupata nientemeno che Do Flamingo il quale, incurante dello sgomento circostante sorseggiava con gusto un cocktail  lanciando, dietro ai soliti occhiali da sole, occhiate divertite qua e là.
Aspettando trepidante l'inizio dello spettacolo, tutta l'arena rumoreggiava ansiosa di assistere a quella sadica messinscena che forse, aveva come unico vantaggio il potere di dimenticare una vita patetica consumata in un'isola di prigionia che, immutata nel tempo concedeva solo questo piccolo svago occasionale all'animo corrotto di quella triste popolazione. Ma  era bastato un cenno della mano del membro della Flotta dei sette a zittire la folla e a dirigere l'attenzione generale su di lui. Facendo oscillare il bicchiere ormai semivuoto diede la parola ad un presentatore situato in una piattaforma sporgente lì vicino il quale fu ben lieto di cominciare a urlare una tipica frase di apertura in una specie di microfono.
-Signori e signore benvenuti allo spettacolo di oggi: molti di voi già sanno di che cosa tratta quindi senza indugi diamo inizio a questo entusiasmante show! A Deliziare il nostro pomeriggio abbiamo due magnifiche concorrenti entrambe con un curriculum niente male; hanno  passato mille avventure,hanno una notevole taglia sulla testa, entrambe fanno parte della ciurma di cappello di paglia ma soprattutto hanno passato una considerevole quantità di tempo insieme amandosi come sorelle per questo la sfida odierna si presenta così interessante. Signore e signori facciamo un caloroso applauso a Nico Robin con 80 milioni di berry di taglia e Nami con 16 ma non per questo da sottovalutare buon divertimento!  -
Svuotando finalmente il bicchiere e alzandosi in piedi Do Flamingo si rivolse al pubblico
 -Lasciate che vi mostri in cosa consiste questo... gioco. Nico Robin, Nami date il meglio di voi  nel prossimo combattimento che vinca il migliore!-
Così dicendo abbassò gli occhi verso le due compagne; Robin sentì il suo sguardo addosso e un brivido le percorse la schiena. Guardò la sua amica, aveva pesanti ombre intorno agli occhi dovute probabilmente alla stanchezza e alla paura, ora si aggiungeva la tensione per quell'imminente battaglia solo che, come lei, non sapeva ancora chi sarebbe stato il suo avversario. Alzò di nuovo la testa, guardando verso il loro carceriere e si sorprese nel  vedere che la fissava con gli occhiali lievemente abbassati quel tanto da lasciar intravedere gli occhi, sentì come se la volontà le venisse meno e uno strano senso di impotenza la invase; cosa le stava succedendo ?
Nami fissava in alto, prima tutte le persone sugli spalti e poi i suoi compagni; non riusciva a guardare verso il pirata sulla poltrona rossa, aveva una strana sensazione, quasi il timore di non poter sostenere il suo sguardo folle e scuro come la sua anima. Eppure l'attrazione era troppo forte e, chissà come, vinse ogni resistenza. Un secondo dopo quel contatto seppe solo che si stava avventando verso la sua più cara amica impugnando il suo bastone e la cosa che più la terrorizzava era che lei stava facendo lo stesso.
Piovvero lampi e tuoni che, confondendosi coi boati e gridi di assenso del pubblico facevano tremare le mura di quell'antica struttura. Ormai del tutto prive di inibizioni le due compagne si stavano scontrando in un duello senza esclusioni di colpi provocando un puro terrore tra la ciurma.

























Note dell'autrice

Salve a tutti! Come sempre perdonate il ritardo .. ok questa frase sta cominciando a diventare un po' troppo abituale per cui  non sto nemmeno  a spiegarvi in cosa consistono le cause -_-”
Questo è in realtà un capitolo di passaggio ma se cause di forza maggiore non mi impediranno di pubblicare, il capitolo successivo dovrebbe arrivare presto. Se siete arrivati fin qui a leggere però allora magari mi avete perdonato per la mia prolungata assenza ^-^
Un grazie a tutti quelli che ci hanno messo tra i seguiti e tra i preferiti

QueenCamelia13: Beh non sarà Natele ma eccolo qua! Grazie per i mille complimenti!Sono
                              veramente lusingata! Spero che questo capitolo sia all'altezza! Ovviamente
                              zosan, non so se uscirà dagli schemi ma per la suspance... se sei un'amante della
                              lettura col fiato sospeso allora ti anticipo che i prossimi capitoli ne saranno
                              pieni ^^

Foglietta no yoko: ahahahah temo che chiamarla opera sia un po' eccessivo, anche se i complimenti
                               fanno sempre piacere!!  spero che questo capitolo ti sia piaciuto come il primo e
                               se ti può far piacere penso proprio che continuerò questa storia, sono curiosa  
                               anche io di vedere come finirà! xD


Sarhita: Ahah si, alle volte tendo persino ad esagerare con le belle figure de Sanji!  Ma che posso
             farci? Ci dovrà pur essere un modo per riscattarlo da tutte le figuracce che Echiro Oda gli fa
             fare!! Anche perché ritengo che Sanji e battute taglienti siano perfettamente compatibili..
             Attendo con ansia la tua storia!
             

Lusty: Che dire ? Ci hai proprio preso! Ottimo intuito !  XD bhe comunque sono contenta che ti         
           piaccia leggere, seguire a magari commentare questa fic!! mi piace
           che tu capisca i pensieri dei personaggi, Rufy ho provato a farlo più simile possibile          
           a come è in realtà. Eeeh i colpi di scena mi divertono un sacco!! fanno sempre il loro effetto..  
           riguardo a Doflamingo non so molto di lui però da quando ha iniziato a combattere nelle  
           ultime puntate del manga non mi sembra un campione di simpatia, quindi perchè non fargli
           fare una bella  parte bastarda anche qui?


XoXo


Ely!

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Capitolo 4
*** A Little Suffered Figth ***


TERZO CAPITOLO:  A Little Suffered Figth

Non poteva essere vero non stava accadendo, era solo un incubo tutto qui, presto si sarebbe ritrovato sulla sua amata Sunny a presentare strani macchinari a Rufy, Usop e Chopper come al solito. Franky sbarrò gli occhi premendoli forte e  sperando di trovare, nel loro lento schiudersi, un panorama che ormai non esisteva più,  riuscendo solamente a far comparire lo stesso tetro scenario che aveva lasciato. Non aveva occhi che per lei, lei che gli aveva fatto battere il cuore, lei che gli sorrideva sempre, lei che amava, lei che adesso scagliava attacchi alla loro navigatrice; non vedeva più niente e di certo non ascoltava le grida dei suoi compagni, come non prestava attenzione allo sguardo di Rufy che, simile al suo, guardava Nami avvilito e scoraggiato dall'enorme quantità di catene imposte in maggior numero su tutti gli arti.

L'arena era silenziosa, dentro di essa risuonavano solo i colpi delle due avversarie alternati a quasi impercettibili momenti di esitazione che finivano però sempre nell'attacco successivo; Do Flamingo non si perdeva un attimo della scena.
Nami sollevò il bastone in alto balbettando le parole del suo attacco finale, tutto il pubblico era con il fiato sospeso ma a quel punto l'archeologa si rialzò e, facendo apparire diverse mani sul corpo di lei riusci immediatamente ad immobilizzarla. Pochi secondi e l'avrebbe fatta finita, bastava poca pressione sulla schiena dell'amica ormai inerme e la colonna vertebrale si sarebbe spezzata. Ma all'improvviso si udì un suono diverso dal Crak definitivo che tutti si aspettavano: un singhiozzo uscì dalle labbra socchiuse dell'archeologa facendola accasciare a terra senza più muoversi, la folla esultò.
-Ti prego perdonami.- solo Robin sentì quella preghiera venire dalla rossa che, con occhi pieni di lacrime alzava la sua arma pronta a colpirla, chiuse gli occhi in attesa del dolore sentendo che la folla urlava in preda alla follia. Tra tutte però sentì un voce familiare.
-BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA SMETTILA IMMEDIATAMENTE E SLEGACI COSÌ TI POSSO PRENDERE A CALCI NEL CULO!!-
L'urlo di Sanji zittì tutta la gente sugli spalti attirando l'attenzione su di sé; raramente qualcuno si era rivolto al membro della flotta dei sette in quel modo, specialmente da prigioniero e quasi nessuno poteva ancora vantarsene. Per questo quell'affermazione fece piombare un religioso silenzio carico di trepidante aspettativa per la reazione del padrone di quell'isola che dal canto suo aveva totalmente distolto ogni precedente attenzione dal combattimento caricandola verso i mugiwara. La navigatrice, finalmente libera da quel peso, si fermò e guardò Robin ancora accasciata a terra: buttò il bastone, corse verso di lei e la vide aprire gli occhi, stupita di non aver ricevuto l'attacco ma felice di vedere il sorriso sollevato della sua amica. Quando le arrivò vicino la abbracciò buttandosi a terra e ripetendo sempre le stesse parole di scuse lasciando scorrere quelle lacrime che fin'ora aveva trattenuto.
Sanji vide la scena dall'alto del suo posto e tirò un sospiro di sollievo; Rufy lo guardava con gratitudine, forse per aver fermato il combattimento o semplicemente per essere riuscito a reagire, gli sorrise a sua volta per rassicurarlo, poi si voltò verso Do Flamingo che lo guardava con un nuovo interesse.
 Tutta l'indignazione che fino ad ora il terrore di perdere le sue compagne aveva soffocato, esplose nuovamente in profonde ma chiare parole anche se a rompere quella già precaria calma apparente questa volta fu la voce di Zoro.
-E voi non pensiate di essere diversi, le persone che più disprezzo qua dentro siete voi- si pronunciò rivolgendosi al pubblico attonito    -A furia di stare in questa merda di isola siete tutti marciti dentro; la vostra moralità, i vostri principi, tutto spazzato via. Come diavolo potete applaudire e divertirvi alla vista di due ragazze, due amiche, che combattono solo per divertire un uomo spregevole?  La vostra vita è davvero così vuota da non poter trovare nessuna forma di svago oltre a questa? Siete penosi, unicamente dei vigliacchi. -
Un ghigno piegò le labbra del cuoco
- E tu codardo non hai nemmeno il fegato di affrontare i tuoi avversari faccia a faccia, dovresti prendertela con chi è in grado di farti il culo, e credimi qua dentro è pieno di gente che non vede l'ora, invece di far combattere due ragazze.- prosegui quindi il biondo finendo la frase del compagno.

In risposta a quelle evidenti provocazioni una risata li interruppe facendoli rabbrividire leggermente. L'uomo sulla poltrona rossa si alzò ancora ridacchiando con un sorrisetto falso stampato sulle labbra e una tonalità melliflua imposta sulla voce.
-Oh bene, in effetti avrei dovuto aspettarmelo, da una ciurma del vostro calibro; a quanto pare le voci su di voi non erano affatto sbagliate, tutt'altro! Oserei dire che non vi rendevano giustizia. Mi sembra di capire che la cosa vi ha dato molto fastidio.- sorrise ancora – Io sono un uomo ragionevole posso volentieri fare una sostituzione, purtroppo come ho già detto, a te Cappello di Paglia, voglio lasciare il posto d'onore per vedere lo spettacolo in prima fila, mentre il signor Gamba Nera sembra che non veda l'ora di prendere parte al gioco; quindi per non farlo aspettare oltre facciamo accomodare queste bellissime donne sugli spalti e facciamo loro un grande applauso perché oggi ci hanno fatto davvero divertire e hanno dato il meglio di loro. Grazie!-
Detto questo, dei marines si mobilitarono per trasportarle fuori e, seppure piene di ferite, le condussero quasi trascinandole, verso i compagni.
-Bene, adesso Gamba Nera tu prenderai il posto delle ragazze combattendo per loro; prima però ti ci vuole un degno avversario. Mmmm... sì, penso che lui andrà bene; guardie! Prendete Sanji il cuoco e lo spadaccino Roronoa e conduceteli nell'arena! Allora sei contento ora che puoi partecipare, Mr. Gamba nera?-
L'ennesimo scroscio di applausi, anche se intimidito dalle precedenti parole dello spadaccino invase il luogo acclamando l'imminenza del combattimento successivo.



























Note dell'autrice:

OKOK ben due mesi di ritardo.. sono davvero imperdonabile per di più non vado fiera nemmeno un po' di questo capito, ma in fondo è uno di passaggio il meglio arriva nel prossimo se vivrete abbastanza a lungo da vedere un mio aggiornamento XDXD
Spero comunque che non sia stato troppo doloroso leggere sino a questa riga... quindi che dire, annunciato il prossimo scontro non rimane che aspettare il prossimo capitolo sperano di non dover nuovamente lottare con l'ispirazione.
Colgo l'occasione per ringraziare chiunque abbia messo questa storia tra i preferiti o i seguiti!





Lusty:  Ehh... Nami salvata dai sensi di colpa di Robin.. mancava poco per vederla stecchita ù.ù
            la scena Zosan ho voluto rimandarla di un capitolo ma arriverà presto promesso! E le scene
            non mancheranno! Sono contenta che l'idea ti piaccia! Quando penso a quei due chissà
            perchè mi vengono sempre in mente idee un po' cruente.. mha.. ognuno ha i suoi piccoli
            momenti di perversione XDXD
            
QueenCamelia13: E la vincitrice è.. QueenCamelia! Che ha indovinato l'intero capitolo
                                successivo!!!! complimenti !! credo che comunque il prossimo arriverà
                                decisamente prima in quanto devo solo rivederlo!
                                ps. Cavoli quella canzoncina rimane in testa !
                                     5,6,7 vai Robin falla a fette! … ok la smetto!
                               
                                
                                          
 Biohazard:  Eheh un po' di suspance non guasta mai anche se ti confesserò che non so nemmeno
                   io come andrà a finire! =)
                   grazie per tutti i complimenti!!

Alla prossima!!







XOXO



Ely

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Capitolo 5
*** Don't you start to fight ***


QUARTO CAPITOLO: Don't you start to fight.


Quell'idiota di un cuoco, perché non riusciva mai a tapparsi quella boccaccia? Una semplice frase, parole tenute insieme da una rabbia sempre più pressante, uno stupidissimo movimento d'aria e tutto era stato messo a rischio. Certo, non si era pentito nemmeno per un secondo di aver salvato le sue compagne, ma a quale prezzo; in un istante era accaduto proprio ciò che sin dall'inizio aveva temuto maggiormente. Davanti a se, la figura di Sanji occupava tutti i suoi pensieri e la sua attenzione: non l'avrebbe colpito, su questo era più che certo, si sarebbe fatto uccidere piuttosto, ponendo così fine a quella tortura. Decise di concentrarsi unicamente su di lui, scivolando sui capelli ancora rilucenti seppur impastati di sangue e sporcizia a quel freddo sole del mattino e seguendo la linea morbida del collo. Più lo fissava, più sentiva la propria fronte aggrottarsi per lo sforzo di non cedere sotto quegli occhi che dall'alto cercavano di calamitare i suoi per privarli del senno. Per pochi, interminabili minuti entrambi si squadrarono centimetro per centimetro, le fronti si imperlavano di sudore per lo sforzo, quando ecco che, con un impercettibile movimento del biondo, l'incantesimo si ruppe: le sue mani affusolate si rifugiarono nelle profondità delle tasche e lo sullo sguardo, cadde una pesante ombra che, nonostante le resistenze, si fece largo tra il volto etereo e spossato di Sanji. Fu in quel momento che Zoro, dopo tante battaglie, sentì prepotente un brivido risalire la spina dorsale e per la prima volta volta seppe di avere paura: la sagoma davanti a sé svanì veloce e, colto da uno stupore fittizio, non riuscì a schivare il potente calcio laterale che lo sbalzò contro le mura dell'arena.
Tutto divenne nero e anche le sue difese mentali alla fine cedettero, violate da un ordine a cui mai avrebbe pensato di dover obbedire. Si alzò quindi piano da terra liberandosi dalla polvere con lenti movimenti della mano, osservò se stesso raccogliere le Katane precedentemente accatastate insieme alle altre armi e sguainarle in direzione del cuoco: la battaglia era cominciata.


I due avversari si muovevano circolarmente in posizione d'attacco, sarebbe bastata una semplice vibrazione ostile e si sarebbero avventanti l'uno contro l'altro senza alcuna forma di inibizione, eppure uno strano quanto precario equilibrio li univa con un filo invisibile che nessuno, pubblico compreso, aveva avuto il coraggio di spezzare.
Quella scena, quel momento, l'avevano vissuto così tante volte che spesso nemmeno ci facevano più caso considerandolo semplicemente un inevitabile frammento di vita destinato a ripetersi all'infinito. La loro competizione, la loro ambizione e il loro orgoglio li avevano sempre schierati l'uno contro l'altro in una non sempre tacita guerra senza fine che ormai, così stretti nel loro strano legame, portavano avanti più che altro per abitudine.
Questa volta, certo era diverso, non avevano cercato nessun pretesto, nemmeno si erano rivolti la parola né Rufy era prorotto nella sua rassicurante risata o Nami nei suoi rimproveri, questa volta sarebbe stata diversa lo sapevano tutti ma, in fondo nessuno era ancora disposto a credere che quella follia non fosse solo il vecchio remake al quale erano abituati. Di nuovo però bastò un cenno per far volare il castello di carte e lo spadaccino prese a correre verso il compagno tentanto un affondo di destra, schivato però con facilità disarmante da Sanji il quale tentò un attacco laterale che, come unico risultato, diede il tempo a Zoro di scagliare un nuovo colpo che questa volta andò a segno. Il cuoco arretrò di qualche passo, l'unico occhio visibile sgranato dal dolore al riaprisi della profonda ferita, il respiro irregolare e lo sguardo perso nel vuoto: pochi secondi e si rigettò con rinnovato vigore in quella pioggia di lame e calci.
Agili e veloci i due combattenti proseguivano ostinati in quella danza e ben presto, come loro si erano isolati dal mondo circostante anche il mondo smise di vederli riservando quello spettacolo solo a occhi più esperti tale era la velocità con cui veniva messo in atto. Spade, calci, sangue e sudore, sovrastavano sguardo e mente di entrambi, alternato solamente da fugaci visioni di un pubblico in visibilio in una sempre crescente convinzione che ormai si insinuava anche tra i pensieri dei nakama: quel poderoso scontro si sarebbe protratto in eterno. Di certo sarebbe stato cosi non fosse stato proprio per l'ennesimo attacco di Zoro che, sviato dal piede di Sanji, andò a schiantarsi, tra la sorpresa generale, contro gli spalti.
A quell'inusuale sibilio dovuto al colpo, l'arena cadde in una silente attesa alla quale, accompagnata da un grande rombo, seguì una forte scossa: evidentemente, come intuì l'archeologa, nel punto colpito si trovava una delle colonne portanti della struttura che ora tremava pericolosamente minacciando il peggio.
Non ci volle molto che, sotto gli sguardi attoniti del pubblico, apparvero grosse crepe tra le scalinate intromettendosi fino al campo di battaglia, mentre massi di grandi e medie dimensioni, assecondando quella legge di gravità che nella loro imponenza avevano sempre sfidato: piovevano da ogni lato, fu il panico. La massa urlante, nel poco biasimabile tentativo di trovare una via di fuga, cercava di allontanarsi a spintoni il più velocemente possibile, le guardie dal canto loro, si affannavano cercando di contenere i danni, senza avere in realtà alcuna idea sul da farsi; lo stesso Do Flamingo vedendo anche il suo rialzo crollare si era dovuto rassegnare ad una fuga ben poco dignitosa.

E fu in quel caos che Usop trovò il momento buono per fuggire. In fondo nessuno badava a loro e certo non gli fu difficile allungare la mano verso un filo di ferro appena piovuto dal cielo poco distante da lui e utilizzarlo per aprire ogni serratura che gli capitava per le mani. Liberò tutti i prigionieri presenti pur dubitando, date le condizioni in cui si trovavano, delle possibilità di fuga di molti di loro, poi alla testa del gruppo, si mise a correre più veloce che poteva buttando ogni tanto un occhio dietro per vedere Franky e Rufy trasportare con estrema cura rispettivamente Robin e Nami tra le braccia mentre Chopper e Brook si davano da fare per sgombrare il passaggio dalle guardie.
Arrivato in cima si voltò un'ultima volta verso lo stadio ormai semi vuoto e, vagando a lungo con lo sguardo, cercò disperatamente le figure dei due compagni assenti senza successo, sperò con tutto il cuore che fossero sfuggiti a quell'inferno e se così non fosse stato sarebbero tornati a prenderli. Avrebbero combattuto per loro e li avrebbero salvati, ma non ora. Ora era l'ultima occasione di fuga e l'unica cosa a cui poteva pensare era quella di mettere in salvo almeno i superstiti e così fece: si voltò e riprese a correre verso la stessa porta dalla quale erano entrati in catene.



Scosso dal rombo provocato dal suo stesso colpo, Zoro posò gli occhi sul compagno che, immobile e tremante manteneva lo sguardo vacuo fisso sulle uniche vie di fuga, ancora bloccate dalle pesanti inferriate. Senza accorgersene si mosse tendendo una mano verso di lui quasi volesse saggiarne la presenza, ma ecco al brusco movimento giungere centinaia, migliaia di fitte in tutto il corpo, non riuscì a trattenere un gemito di dolore. Dubitava che anche un piccolo ossicino fosse rimasto integro dopo i tanti calci del cuoco e ora faticava persino a muoversi. Ma una lama è sempre una lama e per quanto ben contrastati, i suoi affondi lasceranno sempre segni ben più visibili delle ossa rotte, quali i profondi squarci che straziavano il corpo di Sanji. Con uno sforzo immane Zoro riuscì stringerlo a se annegando poco dopo la sua faccia tra capelli dorati sporchi di sangue senza ottenere alcuna reazione. Attorno a loro pietre si schiantavano al suolo evitandoli solo per un soffio e di certo una prima o poi li avrebbe presi non fosse che, mosso dal sussurro appena udibile del cuoco, lo spadaccino era miracolosamente riuscito a trascinare entrambi verso un pertugio venutosi a creare da un enorme masso che, cadendo, si era bloccato tra l'arena e l'inizio degli spalti creando un rifugio sufficiente per entrambi.

Delicatamente aiutò Sanji a entrarci e, dopo essersi seduto al fianco gli permise di sdraiarsi per quanto era possibile, poggiandogli la testa sulle sue gambe. Piano cercò di tamponare le ferite più gravi inferte dalla sua stessa spada, per le quali altrimenti sarebbe morto dissanguato entro poche ore e le fasciò con stracci delle maglie di entrambi. Una volta finito prese la mano destra del cuoco tra le sue e, notando uno squarcio rosso, la baciò e la fasciò con la sua bandana.

-Ce l'abbiamo fatta marimo, a non ucciderci intendo.-

A quelle parole lo spadaccino non potè che abbandonarsi a un sorriso, era vero: che importanza aveva se fuori il mondo crollava? Tutto ciò di cui aveva bisogno era accanto a lui e gli stava stringendo la mano incurante del dolore.

-Già ce l'abbiamo fatta- sussurrò.

Note dell'autrice:

Finalmente di ritorno dal mio stage, trovo il tempo da dedicare anche a voi. E quindi.. né vincitori né vinti ma aspettate a tirare un sospiro di sollievo, per i nostri amati pirati il peggio deve ancora venire !XDXD

Fatemi sapere che ne pensate ora, con permesso, me ne vò in spiaggia!




Cincos: Eccoti qua il proseguimento! Nella speranza che tu sia ancora lì a leggere e non ti sia stufata (e ne avresti tutte le ragioni!!) apprezzo moltissimo i tuoi complimenti e ti riservo un posto per la prossima puntata. A presto! ^.^


Annas: Giuro che ho fatto il prima possibile! Maledetto lavoro!! Comunque sono molto contenta che ti sia piaciuta, fa sempre piacere ricevere nuovi commenti! Per quanto riguarda le coppie non mi sono risparmiata... che posso dire, mi piacciono troppo! Spero di averti sorpresa anche questa volta. ;D


New _francysmile_live: Se la vedono veramente brutta ma se la cavano anche questa volta! La

storia continua anche se non ho ben chiaro come ce la faremo a vederne la

fine! Spero continuerai a seguirla. =)

QueenCamelia13: Non temere! Il cuoco per ora è sano e salvo anche se non so per quanto resterà

tale.. ho in mente per lui un po' di disgrazie poretto.. ma che ci posso fare se ho

una mente così distorta ?? Mi piace ficcarli in un mare di guai! XDXD

Biohazard: Erm... cos'era che non dovevo fare?? I'm so sorry ma il lavoro è lavoro e bisogna

sopportare XP Ma l'amore per quei due rimane vivo!! basta solo un po' di pazienza!

Ergo ci vediamo alla prossima era glaciale! Grazie di tutto!


Alla prossima!!



XOXO



Ely

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Capitolo 6
*** Nightmares ***


QUARTO CAPITOLO: Nightmares



Erano passati tre giorni da quando, chissà per quale miracolo, erano riusciti a mettere diverse miglia di distanza dal loro carceriere. Nonostante la sua sguaiata risata, come avevano potuto constatare i prigionieri che da più tempo erano obbligati alla permanenza in quel luogo infernale, risuonasse ancora chiara e agghiacciante nelle ore più buie della notte, il pallido calore lunare finalmente privo di sbarre che ne limitavano la vista, riusciva ad infondere quel poco di speranza necessaria a sopravvivere agli stenti della latitanza. Senza nemmeno rendersene conto, la ciurma di cappello di paglia (con estrema felicità di Usop) si era trovata a capo di un vero e proprio campo profughi che, dopo una corsa di ore, si era sistemato alle pendici di un versante ombroso di una collina vicino alla costa. Il luogo, indicato da Kojiro (guardia pentita che, poiché accusata di aver curato alcuni ricercati, era stata a sua volta incriminata e rinchiusa) era estremamente idoneo all’occasione in quanto protetto dalle enormi rientranze che calando a picco sulla valle lo rendevano impossibile da scorgere dall’alto e difficile da raggiungere poiché collegato con l’esterno solamente da una gola stretta e facilmente difendibile Prima di volgersi in fuga fortunatamente avevano avuto la prontezza di saccheggiare dei magazzini poco distanti dall’arena, procurandosi così lo stretto indispensabile per sopravvivere settimane. La vita quindi era ripresa con insospettabile rapidità; fin dal primo giorno erano stati eretti tendoni di pronto soccorso, nei quali, oltre a Robin e Nami, riposavano tutti i feriti più o meno gravi, trai i quali Chopper si aggirava, sempre con la sua solita fretta preoccupata, seguito da altri tre o quattro altri medici. Qualcuno si era anche offerto di sfamare l’appetito insaziabile del loro capitano il quale però sentiva la mancanza del cibo che gli preparava il cuoco di bordo, ma per ora doveva solo pensare a recuperare le forze e a farle recuperare anche ai suoi compagni. Fu proprio per questo motivo che entrò con gran fracasso nel tendone dei malati con in mano una montagna di carne.
-Guarda Chopper! Ho preso del cibo e sono venuto a darlo a Nami e Robin, così si riprenderanno più in fretta!-
-Ma se non possono muoversi vuol dire che non possono neanche mangiare! Devono prima essere curate!-
-Infatti la carne è un’ottima medicina.-
La piccola renna guardò sconsolato il capitano convinto delle sue idee, magari doveva assecondarlo; si sarebbe sentito meglio e se ne sarebbe stato tranquillo. Forse.
-Va bene Rufy, appoggia tutto lì appena potrò proverò a fare come dici tu.-
-Sapevo che avresti capito!-
Il dottore si allontanò velocemente verso altri pazienti lasciando il ragazzo solo a vagare tra il letti, cercava con lo sguardo la sua navigatrice e la sua archeologa; passeggiava tranquillo quando le vide con la coda dell’occhio sdraiate su due letti vicini. Si avvicinò. Passava lo sguardo dall’una all’altra controllando le loro ferite, quel tizio, quel coso piumato, non l’avrebbe passata liscia. Si sedette sul letto della rossa continuando a osservarla, era stata una dei primi componenti della sua ciurma, aveva combattuto per lei, l’aveva vista crescere. Anche se a volte era davvero spaventosa le voleva moltissimo bene, odiava vederla in quello stato. Le passò una mano sulla guancia.
-Guarirai presto te lo prometto, e così potremo finalmente andare a prendere a calci quell’uomo pennuto- disse così continuando ad accarezzarla.
-Ehi! Chi ha messo qui tutta questa carne?-
Quella voce arrivò da dietro a interromper quel piccolo momento, era meglio filarsela; si alzò baciò sulla fronte la ragazza e se ne andò di corsa .

Giusto un secondo dopo che Rufy ebbe lasciato definitivamente la stanza, ecco far capolino un ciuffo azzurro.

-È permesso?- chiese una voce squillante ma malferma che non ottenendo risposta, prese un lungo respiro e entrò.

I lineamenti delicati dell'archeologa riposavano distesi e sereni nella precaria tranquillità imposta dal sonno farmacologico. Controllando i tonfi dei suoi passi Franky si avvicinò al suo giaciglio improvvisato e si piazzò davanti al suo volto sfiorandolo rudemente con le sue dita metalliche. Adorava vederla dormire, semplicemente lo calmava nel profondo. Si sarebbe svegliata il giorno dopo secondo le previsioni di Chopper, una sola notte e il suo sorriso sarebbe tornato a far compagnia a quei suoi occhi gelidi. Ma dovevano sbrigarsi a rimettersi le sue compagne, dovevano tornare e recuperare il cuoco e lo spadaccino. Sempre che fossero ancora vivi.

Allontanò quei pensieri dalla mente e la mano dal viso beatamente assopito della donna e si avviò verso l'uscita.

Avevano bisogno di un piano, di un buon piano.






Immaginatevi un'imponente fortezza al centro di un'isola sconosciuta, percorrete mentalmente ogni ripido e scosceso gradino, arrivati al buio fondo della scala immaginate di perdervi nel vasto labirinto di ombre e ragnatele. Tra quell'oscurità trovereste una delle tante celle in disuso, in un angolo buio, un corpo logorato da sangue e sporcizia giace inerme. Vedendolo non potreste che scambiarlo per uno dei tanti cadaveri, unici abitanti di quel fetido squallore. Eppure se avreste la voglia, o meglio il coraggio di guardare con maggiore attenzione, se cercaste di mettere a fuoco i suoi lineamenti, il suo volto, notereste un quasi impercettibile soffio di vita in quell'aria gonfia di polvere e terra; forse allora vi avvicinereste e, accostando appena l'orecchio, sentireste un folle ma ritmico battito lottare per risuonare in quelle strette mura. Solo allora capireste realmente la sua sofferenza e la sua fatica in una lotta verso il baratro che molti avrebbero detto persa in partenza.

Eppure il cuore di quel ragazzo da qualche batteva ed era tutto ciò a cui Zoro riusciva a pensare: sarebbe dovuto essere con lui e invece eccolo lì, nuovamente prigioniero ma questa volta completamente solo. Sapeva che era solo questione di tempo e li avrebbero fatti fuori o peggio. Doveva trovare un modo per scappare ma era così stanco. I muscoli lo avevano ormai abbandonato da ore ma adesso anche gli occhi gli giocavano brutti scherzi chiudendosi lentamente, pastosi e pesanti. E proprio mentre ormai le forze lo abbandonavano del tutto lasciandolo scivolare nel vortice nero del sonno, gli parve, in lontananza, di sentire una porta cigolare e dei passi accostarsi a lui.

Sognò Do Flamingo, la sua risata, la voce avvelenata dall'ira. Sognò di siringhe e tante iniezioni. Ma soprattutto sognò una frase, un ordine terribile ripetuto all'infinito che man mano acquistava importanza, ingigantiva a dismisura: “torturalo e uccidilo poi uccidi te stesso.”






Note dell'autrice:


Salve a tutti, dopo due anni di completo silenzio mi rifaccio viva con la continuazione di una fan fiction trovata nei meandri del mio pc..

In realtà mi ero decisa a lasciarla incompleta in quanto rischiava di assomigliare troppo a una doujinshi (Spit Out Your Soul) letta assolutamente dopo l'ideazione di questa fic ma che consiglio caldamente a tutti i fan della coppia ZoroxSanji.

Comunque mi dispiaceva lasciare questa parte a prendere muffa quindi eccola qua.. potrebbe anche darsi che la continui se ancora interessa a qualcuno :)

Chiedo a tutti scusa per la mia incostanza, so quanto può dar fastidio e grazie a tutti per le bellissime recensioni!


XoXo


Ely

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