Anche le ragazze dell'Upper East Side sognano.

di flawsian
(/viewuser.php?uid=211200)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ricordi di una ragazza dell'Upper East Side ***
Capitolo 2: *** La sicurezza di un ragazzo riccio ***
Capitolo 3: *** Londra,pasticcini,pioggia e fossette ***



Capitolo 1
*** I ricordi di una ragazza dell'Upper East Side ***


Una casa in periferia in una città che ama far sentire le persone senza obbiettivi,senza ideali e senza sogni. Questo è il mio mondo. Persone identiche con gli stessi pensieri, persone che giudicano,persone pettegole. E se scappassi di qui? E se per una volta mandassi tutto all'aria e lasciassi la mia vita in mano al destino? E se ,finalmente, abbandonassi la mia personalità da piccola e timida e angelica ragazza? E se per una volta fossi solo me stessa,senza pregiudizi e senza l'opinione severa della mia famiglia? Probabilmente sarebbe una vita migliore ma bisogna essere coraggiosi,bisogna saper tentare e sottomettersi al rischio.Per ora non credo di esserne completamente pronta a questo grande passo. I giorni passano e la mia permanenza qui è così pressante. Detesto la mia famiglia, anzi mi correggo , inizio a destestarla. Anni fa era tutto più calmo , mi piaceva il mio modo di vivere. La mia casa era in un artico dell'Upper East Side . Mia madre è la stessa persona di oggi ma meno nervosa e più simpatica e mio padre.. bè ho avuto tanti padri nella mia vita,ne ho perso il conto. Mia madre si chiama Elisabeth o per le amiche del suo comitato di beneficenza Ely. E' una donna elegante,sofisticata. Una di quelle donne che amano mangiare a tavola con milioni di posate e che ti sgridano se mentre mangi hai pogiato sulla tavola i tuoi gomiti. Infanzia difficile la mia ma mi piaceva. Mi piaceva vivere tra le strade di Manhattan, quello era il mio mondo. Ricordo i miei anni di college a Manhattan. Bei tempi quelli. Era una delle scuole più prestigiose di tutta l'intera città. I miei voti a scuola erano ottimi,ma non ero la prima in tutto. Facevo parte dell'alta società di Manhattan e ne facevo parte anche a scuola. Il mio college aveva una scala gerarchica. C'era la plebe, gente normalissima che viveva di vestiti di seconda mano o di abiti comprati ai centri commerciali. Poi c'erano le ragazze che meritavano di essere serve della più forte e potente ' it girl' di Manhattan. E poi c'ero io, la mia migliore amica della regina B . Tutti temevano Blair Waldorf. La sua vita era la moda, passava la giornata sfogliando riviste di Vouge e vedendo film anni '50 come 'vacanze romane' e 'gioielli da tiffany' di Audrey Hepburn . E io ero la sua migliore amica Serena van der Woodsen. Io avevo sempre un posto riservato accanto a lei, ma eravamo diverse. Blair amava i complotti e io amavo il mio letto e il mio libro di ' belli e dannati'. La vita dell'Upper East Side era dura per due ragazze di appena 16 anni. Moda,droghe,droge,alcool,moda,alcool e droga. Passato da cattive ragazze il nostro. Blair era riuscita a dire 'stop' a droghe e l'accessivo alcool. Per Blair il sesso era sacro,solo con la persona giusta ma io ero più 'facile' in questo argomento. Mi concedevo facilmente. Nelle mie serate se c'era la droga c'era anche il sesso ma non riuscivo a dire basta. Era un tunnel,mettere un punto a quella vita era difficile,specialmente per una ragazzina. Mia madre scoprì le miei serata da cattiva ragazza,insomma se la gente dell'Upper East Side e dei suo milioni di comitati avrebbe saputo la mia vita , la sua reputazione sarebbe arrivata a zero. Per una ragazzina di 16 era dannosso continuare con il sesso ,droghe e alcool per cui mi mandò a casa di uno dei miei 5 'padri' o meglio dire patrigni. All'improvviso ero a Londra. Per quanto ami Manhattan anche Londra è bellissima ma non era la città dove volevo vivere in quel momento. Avevo una Limousine nera e scura piena di valigie. I miei vestiti erano preziosi ma soprattutto erano tanti,troppi ma non riuscivo a dire 'NO' alla moda. Sono arrivata alla casa del mio secondo patrigno ed è stato un strano effetto. Abitavo in artico dell'Upper East Side e una casa normale , tipica e londinesa,mi faceva un effetto negativo. Mentre busso la porta della mia futura casa un ragazzo mi butta a terra. Serena: Dio, guarda dove cammini. Hai appena calpestato la mia borsa Gucci. x: Scusa,mi presento: Piacere Harry.Harry Styles.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La sicurezza di un ragazzo riccio ***


Avevo di fronte un ragazzino riccio con gli occhi verdi,alto e che mi sorrideva sempre. Ma perchè rideva senza alcun motivo? Serena: Non so come si usa da questa parti ma nell'Upper East Side se una persona ti butta a terra e calpesta la tua Gucci non ha molto interesse a sapere il nome del ragazzo che ti ha appena sgualcito . x: Bè Serena, abituati.. Da questa parti siamo piuttosto gentili e dovremmo cambiare il tuo caratteraccio da moto da corsa a una indifesa bicicletta. Oh per favore, già con le ramanzine. Non avevo neppure messo piede in quella casa che già il mio 'tenero e affettuoso' patrigno doveva darmi il benvenuto. Si prospettano i 6 mesi più lunghi della mia vita. Serena: Ciao Victor Victor: Ciao Serena. Odio quando mi abbraccia. Poteva abbracciarmi quando mi ha cresciuta dai 9 fino ai 13 anni ma era sempre impegnato a litigare con mia madre per le sue inutili scarpe. Il ricciolo era ancora là, non si era mosso di un passo. Cominciavo ad infastidirmi . Victor: Vedo che hai già fatto la conoscenza di Harry. Harry: si , ma non siamo partiti con il piede giusto. Chi era quel ragazzo? Era così goffo,continuava a ride come se niente fosse accaduto. Insomma,io ero stata così stile Upper East Side perchè non era scappato via o perchè non ha incominciato a insultarmi? Sembrava strano. Victor: Tranquillo,la nostra piccola Serena cambierà. Harry: si , ne sono certo . Ha un bel viso. Victor: Certo che ha un bel viso,ha un intero bagno pieno di prodotti e crema per la pelle. Adesso per fare bella figura anche Victor doveva sembrar informato della mia vita. Mi accompagnarono nella mia stanza. Forse perchè non vovelo vivere in quella casa o in quella stanza ma l'ambiente mi sembrava brutto. Era tutto come se fosse una famiglia perfetta. Mattoni bianchi,giardini curati,aiuole di rose e garofani,mobili antichi e profumo di pioggia. Mi guardavo in giro, fissavo le finestre e mi mancava l'Upper East Side . Londra era calma ,ecco perchè mia madre mi ci aveva mandata. Era come se fosse un centro di riabilitazione e infatti il nostro 'grande' Victor era un psicologo. Dio,quanto odiavo i piani contorti di mia madre. Avevo sempre avuto la certezza che mi servisse aiuto ma non pensavo assulatemente che questo aiuto si trovasse così distante da Manhattan. Mia madre non mi mancava ma già sentivo la distanza tra me e mio fratello. Mio fratello si chiama Erik , aveva milioni di ragazze che gli si buttavano ai piedi. Probabilmnte per la sua fissazione con i profumi e per il suo modo di vestersi ,insomma aveva fascino. Con lui potevo parlare liberamente, era come parlare a una scatola e poi chiuderla con chiave e lucchetto. I miei segreti erano al sicuro . Poi sicuramente mi manca Blair , la mia migliore amica. Immaginavo cosa stesse facendo e ,sicuramente, mangiava pasticcini al cioccolato ordinando a Dorota, la sua fidata serva, a farle un massaggio ai piedi. Victor era via, era nel suo studio a lavorare. Io gli avevo detto che sarei rimasta a letto a riposarmi perchè il viaggio era stancante ma non ci riuscivo. Avevo troppi pensieri e mentre guardavo il cellulare , mi arriva un messaggio. ' Ciao,sono Harry. Harry quello che oggi ti ha fatta cadere a terra insieme alla tua borsa. So che Victor non tornerà per sera per cui mi chiedevo se ti andava di prendere un caffè e magari ti mostro un pò la città e i quartieri. ' Harry? Come faceva ad avere il mio numero e come faceva a sapere che Victor non tornava prima di sera? Ok, o era un vegente o mi spiava. Dio,forse mi spiava o aspetta...forse è il figlio di Victor! 'Ciao Harry. Non so come hai fatto ad avere il mio numero e non so chi sei. Non hai calpestato solo la mia borsa , hai calpestato la mia Gucci. Sai quanto costa? Non credo. A che ora mi passi a prendere?' Perchè avevo accetto di uscire con quello sconosciuto? Era anche buffo come ragazzo,ma forse mi sarei divertita. 'Sei simpatica. Ti passerò a prendere alle 8'.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Londra,pasticcini,pioggia e fossette ***


Credevo che quel ragazzo fosse diverso da tutti gli altri. Anche se avevo 16 anni , avevo avuto molte esperienze...di qualsiasi genere. Ragazzini,uomini single,uomini sposati,professori e nonni. Forse anche per quello che la gente e i ragazzi di Manhattan avevano un comportamento negativo con me. Ero abituata a persone che guardavano solo il mio aspetto, dalla gonna della divisa che indossavo a scuola fino ai vestiti ai party in piscina. Mi convincevo che quella vita mi piaceva a sapevo che avevo bisogno di una persona che mi trattasse per quello che ero veramente, come una ragazza normale che aveva bisogno di un abbraccio ma ricevevo solo droga,bottiglie di vodka e baci violenti. Potevo dire 'stop' a quella vita? Certo, ma andava tutto veloce e riuscivo a farmi trasportare dal sapore della trasgressività. E Harry in pochi minuti della mia vita mi aveva trattata come non l'aveva fatto mai nessuno in 16 anni della mia vita. Dovevo essere perfetta per quella passeggiata tra i quartieri di Londra con lui, volevo che mi vedesse bella e che mi guardasse negli occhi e non il mio seno. Col tempo che passava erano già arrivate le 8 e lui puntuale aveva bussato alla mia porta. Con calma e con il viso rilassato ero andata a aprire quella porta e subito, per un secondo la mia vita si era fermata. Avevo di fronte un ragazzo alto, con un sorriso che avrebbe fatto innamorare anche la persona più cattiva del mondo , e poi i suoi occhi. Dio, quanto erano belli. Non c'era niente di più bello che essere guardata dai quegli occhi dolci e verdi. Mi ero persa nel suo viso. Iniziavo a essere agitata . Mi prese per le mani e si avvicinò lentamente a me. Ero rigida. Il cuore da battiti tranquilli e regolari continuava a essere sempre più veloce,sempre di più , avevo la sensazione che il cuore mi stesse scoppiando. La pancia mi faceva male da impazzire come se si stesse muovendo qualcosa dentro di me. Lui era a due centimetri dalla mia guangia e riuscivo a sentire il suo profumo. Ero immersa dal suo odoree poi era arrivato quel bacio sul mio viso. Era perfetto, la morbidezza delle due labbra che si posavano lente e dolci sulla mia guancia. Subito e delicatamente aveva lasciato le miei mani. Presi un respiro profondo ed ero pronta per la nostra serata. Harry: Dai sediamoci in questo bar e iniziamo il nostro lungo viaggio per Londra. Serena: Lungo? Ti prego Harry, sii gentile. Harry: Non farei mai il maleducato con la figlia di Victor. Cazzo, e se era il figlio di Victor? Victor era il compagno di mia madre. Io lo chiamo patrigno perchè non ho mai saputo con certezza chi fosse in realtà il mio padre biologico. Mia madre Elisabeth non aveva mai avuto il coraggio di fare un test del DNA oppure darmi la sicurezza di poter conoscere mio padre. Ma mia madre diceva sempre che era molto probabile che ero figlia di Victor, l'avevo sempre pensato anche io ,ma non mi aveva mai sconvolto la vita. Però adesso me la stava cambiando. Se Harry fosse il figlio di Victor significherebbe che mi stavo innamorando di mio fratello. Per la Serena che ero un giorno fa avrei mandato tutto a farsi fottere a avrei fatto una ricca e lunga scopata con il mio presunto fratello ma la Serena di oggi, quella che vuole cambiare aveva bisogno di certezze ma soprattutto sperava con tutto il cuore che tra lei e Harry non ci fosse nessun legame di parentela. Serena: Ma sei il figlio di Victor? Harry sbuffò e incominciò a ridere. Una risata forte e contagiosa. Strizzava gli occhi e io riuscivo a vedere le sue fossette. Io lo guardavo con gli occhi spalancati e un sorriso. Harry: Serena, sei impazzita? Victor potrebbe essere mio nonno. Serena: No dai, non è vecchissimo. Harry: Bevi quel caffè che andiamo a scoprire i negozi di frullato di Londra. Serena: Voglio comprarti qualcosa Harry: Un pasticcino? Serena: Si, un pasticcino... Avevamo lasciato il bar e Harry mi guidava per le vie di Londra. Eravamo entrati in milioni di negozi e di yougurterie perchè dovevamo assaggiare tutti i gusti di yougurt esistenti nel mondo. Poi in una pasticcieria gli comprai quel pasticcino.Lo nascosi ,l'avrei dato a fine serata. Improvvisamente si era fatto tutto buio e la pioggia scendeva sempre più violentemente. Harry: Al mio 'tre' stai attenta alle pozzanghere e corri più forte che puoi. Serena: Sono bravissima a correre. Harry: allora sei pronta? Treeee! Harry velocente mi aveva preso le mani,mi dava una spinta. Lui aveva incominciato a correre io ero dietro di lui ma non riuscivo a tenergli testa. La pioggia aveva bagnato i nostri capelli e i nostri vestiti. Lui con quei capelli umidi,mentre correva concentrato e preoccupato a tnermi stretta la mano era ancora più bello. Eravamo riusciti a tornare a casa,bagnati ,ma eravamo di fronte la mia porta. Serena: Harry.. Harry: Non dirmi che hai perso qualcosa Serena: No, volevo darti questo.Aprilo a casa. Harry: Ma come hai fatto? Grazie. Faceva passi veloci ed era verso di me, mi aveva appena sussurrato nell'orecchio : ' SEI BELLISSIMA' e poi scappò via.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1157547