Il vero amore non muore mai.

di inguaribilemalinconia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una triste scelta. ***
Capitolo 2: *** Il sapore delle tue labbra. ***
Capitolo 3: *** "Questa è la nostra natura." ***
Capitolo 4: *** "Io avrei scelto te." ***



Capitolo 1
*** Una triste scelta. ***


tvd Gli occhi di Stefan erano fissi sulle bianche pagine del suo diario a cui affidava i pensieri, le emozioni e le preoccupazioni di quella triste giornata. Un dolce ricordo affiorò nella sua mente: tutte le volte in cui era sprofondato nel baratro e il suo cuore aveva raggiunto l' oscurità più profonda, lei era riuscito a salvarlo. Lexie con quel suo soave sorriso e quell' impressionante carisma era sempre riuscita a far sorridere Stefan e a trasmettergli la forza di andare avanti, di lottare, di vivere.
 "Vivere, che verbo completamente inutile per un vampiro" avrebbe sicuramente esclamato Damon con quel suo malizioso sorriso.
 E così insieme ai dolci ricordi cominciarono ad apparire nella confusa mente di Stefan anche i peggiori. Era stato lui a voler diventare un vampiro, era stato lui ad infliggere quell' eterna condanna alla sua anima e a quella di suo fratello. Nonostante ciò una flebile speranza continuava ad alimentare le sue emozioni: Stefan voleva vivere. Voleva provare tutto ciò che la sua tetra scelta gli aveva negato, voleva continuare ad amare pur sapendo di non poter essere mai accettato per quello che è veramente.
Elena , la dolce e angelica ragazza che era riuscita a farlo sentire vivo e umano per ben due anni, ora era inevitabilmente condannata a un triste destino. E Stefan si tormentava ancora una volta per essere stato lui a condannarla ad un' eterna sofferenza. Quella notte aveva deciso di rispettare la volontà della persona gli ha cambiato la vita e che più ama in questo mondo, ma la sua cara Elena aveva omesso al suo amato vampiro di avere ancora a disposizione pochi attimi di vita. Quel gesto d'amore aveva provocato la morte della sua amata Stefan in fondo sapeva che non sarebbe mai stato in grado di perdonarsi quell' atto eroico. Avrebbe vissuto con questo rancore per l' eternità, non ci sarebbe stato attimo in cui non avrebbe pensato a quanto dolore aveva causato la sua scelta.
Il vampiro dai capelli castani con riflessi dorati non provava un sentimento così forte e profondo per una persona da secoli ed è per questo che aveva coraggiosamente deciso di lasciare Mystic Falls se il cuore di Elena non gli fosse più appartenuto. Per una volta, provava a reprimere gli angosciosi pensieri che lo tormentavano e cercava di pensare a tutto l' amore che solo quella ragazza aveva magicamente acceso nel suo cuore.
Tutti questi pensieri lugubri e dolci gli confondevano la mente e non aveva la più pallida idea di come raccontare al suo amico fedele da secoli  le sue sofferenze.
 Si alzò di scatto dall' antica sedia. Voleva andare da lei, abbracciarla e dirle che ora neanche l' eternità sarebbe stata un ostacolo per il loro amore. Ma non poteva, Bonnie aveva rigidamente vietato a lui e a suo fratello di vedere Elena. La giovane strega  non voleva che l' amore per i fratelli Salvatore condizionasse le scelte di Elena. Quei pesanti pensieri gli indebolirono la mente e si risedette. Una lacrima sfiorò il suo viso. L' avrebbe amata per sempre. E fu proprio questo invalicabile amore che  lo spinse ad andare in ospedale nonostante le terribili minacce di Bonnie.
 Giunto al luogo che teneva prigioniera Elena si fermò, il suo incredibile udito percepiva un lamento provenire dal giardino di una casa a pochi chilometri dall' ospedale. La sua indole così dolce e premurosa non gli permise di ignorare quel lontano e familiare strido e si precipitò da quell' anima sofferente. Come gli aveva giustamente suggerito il suo udito, Stefan vide Caroline seduta a terra con le mani intorno alle sue esili gambe e gli occhi gonfi di lacrime. Aveva uno sguardo triste e rassegnato e fissava un braccialetto appena poco distante dai suoi piedi. Caroline non avvertì subito la presenza di Stefan, era troppo occupata a fissare quel bellissimo ciondolo. A Stefan ogni tanto sembrava che le labbra di Caroline accennassero dei sorrisi, ma quel movimento era così fulmineo che rendeva impossibile stabilire la veridicità di quel pensiero.
Caroline alzò la testa, vide il suo caro amico e sorrise, poi ritornò a guardare il suo amato oggetto.
Un lampo di felicità e speranza attraversò gli occhi della bellissima vampira che ormai sembrava aver perso tutta la sua grinta.
<< Sai, quel bracciale è stato il regalo di Tyler per il mio compleanno. Pochi giorni dopo decise di partire perchè voleva rompere il suo legame con Klaus. L' avrebbe fatto per me, perchè mi amava e perchè voleva essere libero di vivere la sua vita. D' altronde chi non avrebbe fatto per me una cosa del genere? >>
Stefan e Caroline sorrisero. Il castano vampiro si sedette vicino alla sua dolce amica.
<< Ora Tyler è morto.  - aggiunse Caroline con una voce ormai rotta dai singhiozzi. - Io non ce la posso fare Stefan, non ho più motivo di vivere quest' eterna tortura. >>
Detto questo prese il bracciale e se lo strinse al petto.
<< Tyler è stata l' unica persona che ha saputo davvero amarmi, che mi è stata vicina anche quando nessuno l' avrebbe fatto, io lo amo! >> esclamò Caroline guardando Stefan.
<< Ma come fai? Come fai a controllare sempre le tue emozioni, i tuoi movimenti, i tuoi sguardi? Ogni volta che stiamo insieme hai lo sguardo del vampiro serio o quello del vampiro preoccupato. >>
Stefan sorrise. Ricordò quei giorni in cui aiutò Caroline a gestire il desiderio del sangue e a comportarsi secondo le leggi umane.
<< Oggi non sei in te Caroline. La ragazza nevrotica e grintosa che conosco avrebbe notato che oggi quei due sguardi che ti piacciono tanto si sono fusi inevitabilmente. >>
Caroline al suono della parola "nevrotica", indispettita , si alzò in piedi e cominciò ad elencare a Stefan una serie di motivi che  dovevano dimostrare quanto la Caroline vampira fosse calma e priva di isteria. Naturalmente Stefan annuì a ogni singola parola della barbie vampiro restando fermamente convinto delle sue idee.
<< Damon è a casa mia. - aggiunse sospirando Caroline - ho cercato di farlo ragionare, ma non ha ascoltato nemmeno una delle mie parole. Si è precipitato in ospedale e ha cercato di portare Elena lontano da Bonnie, ma lei l' ha stordito con uno di quei suoi misteriosi incantesimi. >>
<< Maledizione! >> - esclamò Stefan sferrando un pugno alla terra umida che lo circondava.
<< Io ero andata con Damon perchè non potevo accettare l' idea di perdere un' altra persona che amo. >>
<< Ma non perderai Elena - Stefan si alzò di scatto e mise le sue grandi mani attorno a quel viso bagnato dalle lacrime che sembrava fatto di porcellana. - Lei affronterà ciò che tu hai già superato con successo in passato. Guardati! Sei meravigliosa. Sei una delle più forti e carismatiche vampire che io abbia mai conosciuto in tutti questi orribili secoli. >>
Caroline sgranò gli occhi e abbracciò Stefan.
<< Promettimi che non cercherai di uccidere Bonnie dopo quello che ti dico. Elena si è svegliata e ha deciso di morire. Non vuole diventare una vampira. Non vuole uccidere e non vuole ferire le persone che ama. Jeremy non vuole vederla. Ora è in transizione e Bonnie non vuole che noi vampiri proviamo ad avvicinarci in ospedale.. Bonnie ci odia, ci ritiene abomini della natura, proprio come Esther. >>
Stefan non udì l' ultima frase di Caroline, era già entrato in ospedale.


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Capitolo 2
*** Il sapore delle tue labbra. ***


bonnie Stefan prese la mano di Elena. In quel momento un brivido percorse rapidamente tutto il suo corpo. Calde lacrime scivolavano sulle morbide guance della fanciulla che implorava Stefan con i suoi grandi occhi di lasciarla andare. Ma lui non poteva farlo. Non poteva lasciare che il dolore oscurasse per sempre il cuore della sua amata, così si avvicinò al suo orecchio e sfiorando con le dita i suoi soffici capelli, le sussurrò:
<< Non ti lascerò andare, non ora. Starai bene. Io ti amo. Non dimenticarlo. >>
Stefan aveva ripetuto a Elena le stesse parole che lei gli aveva coraggiosamente e tenacemente sussurrato al telefono pochi mesi prima.
La quasi vampira al suono di quelle dolci parole si gettò tra le braccia di Stefan.
Per un momento dimenticò tutto quello che le stava succedendo. Le forti braccia di Stefan cingevano il suo corpo e le lacrime che le rigavano il viso era ormai sulla nera maglia del suo amato.
Si sentiva in paradiso. Stefan era tutto ciò di cui aveva bisogno per stare bene. Non voleva lasciarlo. Voleva sentire ancora la sua grande mano che le accarezzava i capelli.
Lo amava. Il suo corpo fremeva a contatto con quello di Stefan e così decise di fidarsi di lui. Alzò la testa, guardò Stefan con occhi pieni di amore e gratitudine e gli accarezzò il viso.
Ci era riuscito. Stefan capì che era ora di muoversi, altrimenti tutto ciò che avevano minuziosamente preparato nelle ore precedenti sarebbe andato in fumo.
Nella stanza dove Elena era tenuta prigioniera dalla strega vi era un piccolo ripostiglio pieno di medicinali e vecchi macchinari ormai inutilizzati.
Stefan portò lì Elena con un movimento fulmineo. La ragazza dagli occhi color cioccolato stringeva ancora la mano di Stefan. In questo modo si sentiva protetta e le immagini del tetro futuro che la sua mente proiettava continuamente le apparivano meno difficili da sopportare.
<< Stefan , non ti smentisci mai. Saresti in grado anche di far innamorare una pietra. Non vedevo da tempo una scena così romatica. Vi consiglierei di provare a entrare nel cast di Beautiful, non c' è nemmeno bisogno che vi diano un copione. Siete perfetti. Intendiamoci, solo per quella soap opera! >> esclamò Katherine sostenendo tenacemente il cupo sguardo di Stefan.
L' ultima frase del suo provocatorio discorsetto era però dedicata a Elena e pronunciandola cercò di divorarla con il suo sguardo orgoglioso. Elena guardò Stefan. Il suo adorato vampiro guardava Katherine che intanto giocava con i suoi capelli lisci. Così strinse la sua mano. Elena sapeva che Katherine provava qualcosa per Stefan ed era gelosa. Non sopportava il fatto che qualcuno avesse giocato per secoli con il cuore dell' unica persona che l'aveva salvata da una vita angosciosa. 
<< Credimi - rispose Stefan con uno sguardo che dimostrava quanto fosse convinto delle parole che uscivano dalla sua bocca - non ci riuscirei con le pietre. In passato non ce l' ho fatta.
La donna che credevo di amare ha lasciato morire me e mio fratello. Questo lo definisci amore? Katherine, quel sentimento che provavo per te non aveva nulla a che fare con l' amore. Nel 1864 non ho amato nessuno. >>
Elena si sentì confortata dalle parole di Stefan, ma Katherine ribolliva di rabbia: quelle dure parole l'avevano ferita.
 Riprese a guardare Stefan, questa volta più intensamente. Si avvicinò a lui e gli sussurrò maliziosamente nell' orecchio:
<< Sappiamo entrambi che non è così mio dolce Stefan. Tu se mio e con quel bacio quella notte mi hai reso tua. C' è una cosa che non sai. Quella sera, quando mi baciasti per la prima volta Damon era in camera mia. Mi aspettava impaziente. Voleva il mio corpo, ma io non riuscivo a non sentire il sapore delle tue labbra. Costrinsi Damon a ritornare nella sua camera. Quella notte pensai alle tue parole. Sorrisi. Non avevo mai provato un sentimento del genere. Ti amavo e ti amo anc..>>
La paura pervase il cuore di Elena che riusciva a sentire tuttòo ciò che Katherine sensualmente sussurrava a Stefan. Per un momento credette che lui avrebbe lasciato la sua mano per baciare la persona che aveva amato tanto tempo fa, ma al suono di quelle parole Stefan spinse Katherine dall' altra parte della stanza.
<< Siamo qui per salvare l' unica persona che abbia mai amato, Katherine. Provo anche io quei sentimenti che mi hai così accuratamente descritto per questa ragazza che mi stringe la mano. >> così dicendo si  rivolse a Elena e le gettò il più tenero degli sguardi.
<<  Hai stretto un patto con Elijah, vedi di portare a termine il tuo compito.>> disse Stefan.
Katherine ricordò le minacce del suo vecchio amico e si scambiò i vestiti con Elena.
<< Hai buon gusto solo per i ragazzi, o meglio per i vampiri. Questa roba è orribile! >> esclamò Katherine continuando a fissare Stefan.
Elena non sentì nemmeno quelle parole. Cercava di infilarsi velocemente il tubino nero di Katherine perchè non sopportava di non stringere la mano del ragazzo che amava.
Era la sua unica fonte di forza in quel momento.
<<  Come sta Matt? >> - cercò di dire Elena, con la voce spezzata.
<< Il ragazzo per cui sei morta? Di sicuro se la passa meglio di te. >> disse Katherine sorridendo ad Elena.
<< Credo sia giunto il momento. E' stato bello vederti e sentire ancora una volta le tue bugie. >> disse Stefan ironicamente, aprendo la porta di legno che li separava da quell' orribile stanza.
<< Non erano bugie Stefan, io ti ho amato davvero e continuerò a farlo. >> disse la furba vampira accarezzando il volto di Stefan.
Stefan indietreggiò. Lo sguardo così espressivo e sicuro dell' astuta vampira non aveva più effetto su di lui.
Katherine sorrise e uscì dallo stanzino.
Stefan abbracciò Elena e la baciò teneramente. Pochi attimi e tutto sarebbe finalmente finito.
Intanto Katherine si era stesa sulla barella dove prima giaceva inerte la ragazza che più invidiava al mondo.
Bonnie non avrebbe notato le differenze. Doveva solo cercare di far scendere qualche lacrima su quel viso così orgoglioso e deciso. Per Katherine era questa la sfida più difficile.
Ripensò ai momenti con Stefan e sorrise. Pensò a quel bacio. Chiuse gli occhi. Si toccò le labbra. La sua mente tornò indietro, nel passato, nel 1864.
Quello fu il giorno più bello della sua vita. Ma la sua indole egoista non le permetteva di amare Stefan come avrebbe fatto Elena.
Una lacrima scese lentamente su quelle guance. Ricordò tutti i momenti in cui segretamente seguiva Stefan. Una volta negli anni '30 lo spiò addirittura in un locale e notò la presenza di un volto familiare: era Klaus. Quel terribile vampiro la cercava da secoli, ma lei doveva rimanere: lo faceva perchè non sopportava che Rebekah baciasse l' unico uomo che le aveva fatto battere il cuore.
<< Quella bimba impertinente. Se non fosse la sorella di Klaus molto probabilmente sarebbe già nel fondo dell' oceano. >> pensò.
Sentì un rumore, Bonnie si stava avvicinando. Era l'ora.

 
The Scientist - Coldplay. Provate a leggere ascoltando questa canzone.

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Capitolo 3
*** "Questa è la nostra natura." ***


ciao Tre ore prima.


Appena sentì uscire dalla bocca di Caroline quelle terrificanti parole, Stefan corse in ospedale. Se non fosse stato un vampiro, quelle parole gli avrebbero strappato ferocemente l' ultimo respiro. Entrò in ospedale. Gli sembrava di percepire i respiri affannati e irregolari di Elena. La buia stanza in fondo al corridoio racchiudeva tutte le angosciose speranze della ragazza che un tempo amava sorridere. Era padrona della sua vita prima che il destino si schierasse contro di lei, ora non riusciva nemmeno a trattenere le lacrime che le rimpicciolivano i suoi grandi occhi color cioccolato. Bonnie continuava a guardare disperatamente il suo vecchio libro degli incantesimi, nonostante fosse consapevole di non poter più far nulla. Continuava a sfogliare velocemente le pagine, un filo di speranza la spingeva a non arrendersi. Era contenta di avere ancora con sè      sua madre, ma dopo la sua trasformazione aveva deciso di non vederla mai più. I vampiri avevano rovinato la sua vita e quella della sua migliore amica. Alzò la testa dal polveroso libro e guardò l' esile figura che aveva di fronte: Elena si era avvicinata alla finestra e contemplava il cielo stellato. Era da tempo che Mystic Fall non aveva l' onore di regalare ai suoi abitanti quel meraviglioso spettacolo.
<< Ho pensato un sacco di volte alla mia morte. Da quando sono morti i miei genitori , ogni notte quel sinistro pensiero veniva a trovarmi. Ma non avrei mai immaginato che sarei morta in transizione. Volevo una famiglia e volevo essere felice. >> disse Elena accarezzandosi le braccia per il freddo, ormai padrone di quella stanza.
<< Tutto è cominciato da quando i vampiri sono entrati a far parte della tua vita, Elena. Bisogna porre fine a questa storia. >> disse Bonnie con accento severo.
<< Se in questi anni sono rimasta al tuo fianco Bonnie devi ringraziare un vampiro. Stefan mi  ha strappato alla morte. Mi ha salvato e non solo da quella macchina. >> un sorriso affiorò sulle labbra della giovane. 
<< La vecchia Elena, quella che conoscevo, quella che ho amato, la mia migliore amica è morta quella notte. >>
Quelle parole ferirono così tanto Elena che dovette appoggiare una mano alla finestra per evitare che il suo corpo toccasse con violenza il pavimento.
Un uomo la fissava dalla finestra e sorrideva. Era Damon. Elena si girò rapidamente verso Bonnie: la strega  continuava tranquillamente a sfogliare le pagine di quel grande libro, così Elena cercando di non destare alcun sospetto, posò la sua gracile mano sul vetro freddo.
 Damon cercava di parlarle. Ripeteva in continuazione una parola. L' intrigante vampiro non osava parlare, ma sapeva che Elena poteva comprendere il suo messaggio solo guardando le sue labbra.
<< Nutriti. >> continuava a ripetere Damon.  
Elena deglutì. Non riusciva a sostenere il peso di quelle parole. Era come Un pugno avesse raggiunto violentemente il suo stomaco. Non voleva diventare un' assassina. Jeremy non le avrebbe più rivolto la parola. Desiderava morire, ma quello sguardo nel profondo del suo cuore la spingeva a lottare. Continuava a guardare Damon e rimase estasiata della tenacia del vampiro che non smetteva di sussurrare: << Nutriti, nutriti, nutriti. >>
Quelle parole ammaliarono la sua mente. sentiva l' odore del sangue. Si girò verso Bonnie. Aveva fame.
<< Desidero abbracciarti per l' ultima volta. Non voglio essere un mostro, voglio che tu, mia migliore amica, conservi il mio ricordo da umana. >>
Elena continuava a guardare alla finestra. Lo sguardo di Damon la stava matenendo in vita.
Quegli strani sorrisi che l' ingenua Elena continuava a mandare a Damon attraverso la finestra la tradirono.
Bonnie si avvicinò a lei, fingendo di volerla abbracciare. Guardò verso la finestra, intravide il volto di Damon e reciò parole confuse e incomprensibili per un umano.
Elena cadde a terra. Quella parole l' avevano stordita. Damon svenne. Caroline che dall' altro lato dell' ospedale aveva udito le parole di Elena, si precipitò alla finestra e soccorse Damon. Non c' era più nulla da fare.
<< Sei un' assassina Elena. - urlò Bonnie. - Stavi per uccidermi.. >>
Elena scoppiò piangere. Con uno sguardo madido d' amore guardò Bonnie.
<< Non so cosa mi sia preso, Damon mi ripeteva di nutrirmi e io sentivo dentro di me un' accesa voglia di vivere. >>
<< Ti hai soggiogato Elena, quando sei arrivata qui non avevi più con te la collana di Stefan. >>
<< Era troppo lontano per soggiogarmi.>>
<< Hai le allucinazioni Elena, era sull' albero di fronte a quella finestra. >>
Elena tornò a sdraiarsi sulla barella con gli occhi gonfi di lacrime. Per l' ennesima volta Damon aveva cercato di decidere per lei.



<< Sei venuto a completare l'opera? >> domandò Stefan voltandosi verso Elijah.
<< Non mi sarei mai azzardato a toccare un capello ad Elena. Quella ragazza ha  sempre cercato di aiutarmi, nonostante sapesse che la mia famiglia le avrebbe rovinato la vita. Sono qui per ricambiare il favore. >>
<< Elena cercava di salvare tutti perchè era umana. >> urlò Stefan.
<< Può conservare la sua umanità anche da vampiro. Tu l' hai fatto, il tuo cuore è rimasto puro. >> osservò Elijah.
Il portamento fiero e nobile del vampiro originale ispirò fiducia al cuore ormai disperato di Stefan. Si sentirono dei passi. Elijah si voltò. Solo i suoi occhi tradirono la rigida indifferenza che inebriava il suo corpo. Si immobilizzò. Quella donna l' aveva stregato. Amore, odio, passione, dolore erano pronti a lottare. Quei sentimenti opposti e confusi percorrevano velocemente il corpo del vampiro originale e i suoi occhi erano lo specchio della battaglia. In quel momento Elijah si sentì umano, dopo tanto tempo. Quelle emozioni così intense e profonde erano rare per lui, l' uomo di ghiaccio.
<< Caterina >> mormorò Elijah con un tono di voce che mostrava insicurezza, debolezza e nostalgia.
Katherine non udì nemmeno il suo nome così debolmente pronunciato da Elijah e sì avvicinò con fare disinvolto alla sua preda.
<< Posso aiutarti a liberare la donna che dici di amare così tanto e che per uno brutto scherzo del destino è così simile a me. >> Katherine adorava toccarsi i capelli mentre parlava e sapeva con certezza che quel gesto era una delle sue più potenti armi di seduzione.
<< Ti propongo un patto. >> disse infine Katherine con voce decisa.
<< Ti ascolto. >> rispose Stefan.
Avrebbe fatto di tutto pur di veder continuare a sorridere la donna che amava.
<< Io prendo il posto di Elena e passerò il resto delle mie ore in compagnia della strega. In cambio dovrai fare un viaggio con me. Chicago, Miamy. Sai un viaggetto non ti farebbe male caro mio Stefan. Sei sempre così preoccupato. >> affermò la sexy vampira sorridendo.
<< Dimenticavo. Non devi rispondermi. So già che faresti di tutto per salvarla e questa è l' unica soluzione. Non desideri forse solo la sua felicità? Oh Stefan non fare quella faccia malinconica. In fondo la tua cara Elena si consoloerà presto nelle braccia di Damon. Credimi, anche lui sa come renderla felice..>> aggiunse Katherine avvicinandosi sempre di più alla persona che desiderava avere più di ogni altra cosa al mondo.
<< Stefan, non ascoltarla. >> disse Elijah che sembrava aver totalmente riconquistato la padronza di se stesso.
<< Oh ciao Elijah. Non è affatto un piacere vederti. >> affermò la vampira con un accento pieno di rabbia.
<< Non vincerai questa volta Caterina. Devi smetterla di giocare con le persone. Ti aiuterò io Stefan. >>
<< Perchè rinneghi il tuo essere Elijah? Siamo vampiri, non abbiamo sentimenti. Ricordi? Giusto. Tu sei l' uomo virtuso, è per questo che scelsi Kalus tanto tempo fa. >>
<< Ed è per questo che tanti secoli fa trovai un modo per salvarti. Non saresti morta se Kalus sarebbe riusciuto a sacrificarti.
Un desiderio d' amore e riconoscenza pervase il cuore di pietra della vampira. 
Katherine scoppiò in una fragorosa risata.
<< E come? Elena è con una Bennet. Dovresti sapere meglio di me quanto potere siano in grado di sprigionare quelle streghe. >>
Stefan, impotente davanti a quell' intrigante spettacolo, era già pronto a consegnare il cuore di Elena nelle mani di suo fratello.
<< Accetto. >> disse con uno sguardo pentito e deciso.
<< Conosco bene il potere delle Bennet, Caterina. Sai è proprio grazie ad una di loro che il mio caro fratello Niklaus, la tua scelta, è ancora vivo. >>
La paura si era completamente impossessata di Katherine che indietreggiò spaventata.e
<< Ora propongo io un patto. >> affermò Elijah avvicinandosi a lei con uno sguardo fiero.
<< Tu fai tutto ciò che avevi già pianficato per salvare Elena. Io ti prometto che ti proteggerò da mio fratello, qualunque cosa accada Caterina. >>
<< Dimenticavo - aggiunse con voce divertita - se non accetti, racconterò a mio fratello che sei acora in giro per Mystic Falls. Gli farebbe piacere. >>
<< Questo è un ricatto. >> urlò Katherine trasformandosi in vampiro.
<< Questa è la nostra natura. >> concluse Elijah sostenendo il suo sgaurdo.


Salve a tutti, spero che questa mia noiosa FF sulla quarta serie di TVD sia in grado di scacciare la noia dei giorni estivi. Se avete letto tutta la storia, non abbiate paura di esprimere un parere. I consigli sono tesori. Gradisco sempre le recensioni.
                                                                                                                                                                                               Veronica

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Capitolo 4
*** "Io avrei scelto te." ***


omg Il costante pensiero di vendetta colmava la sete di amore che sin dal 1864 aveva riempito il cuore di Damon. Solo le labbra di Elena avrebbero potuto placare definitivamente quella sete. Damon si alzò dal letto, l'amabile e regolare respiro di Katherine aveva abbandonato il suo petto.
 Solo un anno fa quei brevi minuti insieme alla Petrova avrebbero costituito il paradiso per il triste vampiro. Avrebbe ardentemente desiderato che quel sogno fosse vero. La sua mente tornò a quel lugubre motel. Non riusciva a dimenticare la calda pelle di Elena. Quella notte pensò che finalmente non si sarebbe ripetuto più nessun 1864. Elena lo amava. Lo aveva baciato. E quello non era un semplice bacio.
Molte volte era capitato a Damon nel corso dei secoli di baciare una donna per puro divertimento o per bisogno fisico, sapeva perfettamente come si baciava con sentimento. E Elena quella notte gli aveva donato un autentico bacio. Damon sospirò. I suoi occhi verdi erano ormai velati di tristezza. Era sicuro del fatto che la giovane Gilbert provasse qualcosa per lui, ma nonostante ciò lei aveva scelto suo fratello. Quelle parole al telefono non lo sorpresero, ma lo delusero profondamente.
Per una volta aveva creduto di essere la prima scelta, di essere amato, di poter essere felice. Desiderò per un breve istante di essere Stefan, il romantico vampiro che riusciva a stregare le donne per l' eternità con il suo dolce sorriso. Ma quello strano desiderio si spense non appena Meredith gli racconto l' accaduto. Come aveva potuto Stefan, la sua scelta,  lasciarla affogare?
Come aveva potuto lasciare che l' acqua riempisse i suoi polmoni, che il suo soave sorriso si spegnesse?  Confusi e contorti pensieri si intrecciavano nella mente del fratello maggiore : provava un sentimento simile all' odio nei confronti di Stefan, ma allo stesso tempo lo allettava l' idea che quantomeno Elena condivideva con lui l 'eternità. In questo modo non avrebbe mai dovuto dirle addio e forse un giorno quell' amore che la giovane si preoccupava costantemente di reprimere, quell' amore che le faceva vibrare l' anima, che la consumava quotidianamente, sarebbe venuto a galla e l' avrebbe travolto.
 Prese le chiavi della macchina e si avviò silenzioso verso l' uscita. Katherine era già in macchina e canticchiava le canzoni che Radio Mystic Falls passava in quel momento.
<< La senti questa musica? E' orribile. Nel 1864 era tutto più romantico, più intrigante, più..>>
<< Stefan! >> - esclamò Damon sorridendo.
<< Devo smetterla di essere ossessionato con le donne di mio fratello. >>
Katherine sorrise spontaneamente. Damon la divertiva quando non insisteva sulla loro vecchia relazione.
<< Dove andiamo?>> - disse eccitata dal tono divertente della sua vecchia fiamma e prendendo una cartina appoggiata sul sedile posteriore della macchina.
<< Errore! Io vado a casa Mikaelson, tu puoi andare dove vuoi, non avevi detto che eri diretta a Miami?  Di certo non vieni con me. >> decretò Damon sorridendo con un sorriso provocatorio e strappandole dalle mani la ruvida cartina.
<< Perchè mai dovresti andare dagli originali? E comuque sì, dovevo andare a fare un viaggio con il tuo adorato fratellino. Ma sai, Stefan non lascerebbe mai la sua adorata Elena ora che sta per diventare un vampiro e io posso rimanere tranquillamente in questa città. Sono sotto la protezione di Elijah. >> disse fiera e onorata Katherine che cercava di strappare dalle mani di Damon quella vecchia cartina.
<< Elijah?! - esclamò Damon sorpreso - non ti facevo così furba da incastrare un originale. Da cosa ti protegge? Comunque non ti dirò perché vado a trovare gli originali, sei pregata di abbandonare questa macchina. >>
<< Capisco. Sei infastidito dalla mia presenza. E' difficile starmi accanto avendo un continua voglia di baciarmi vero? >> domandò maliziosamente la Petrova strappando un bacio all'uomo al volante. Damon sussultò. La donna che aveva amato per 150 anni, lo stava baciando dolcemente. Aprì gli occhi. Per un momento, accarezzò quei lunghi capelli e continuò a baciarla. Il vampiro, disperato, finse che quella donna fosse Elena. Infondo, erano uguali fisicamente. Ricambiò energicamente quel bacio. Katherine intuendo allora i desideri del vampiro manipolò la sua mente. Aveva già sofferto abbastanza per i suoi gusti, voleva regalargli un momento di felicità.

Damon era al ballo degli originali. Elena aveva appena varcato la porta: indossava un magnifico vestito dorato che risaltava il suo corpo perfetto. Si voltò. Cercava con gli occhi il suo caro fratello per avvisarlo dell' arrivo di Elena, ma non c'era. Notò sorpreso che Elena non smetteva di fissarlo. Le corse incontro. Accarezzò il suo viso delicato e lo baciò.
Elena ricambiò intensamente quel bacio. Alcuni invitati, sorrisero alla vista dei due giovani innamorati.
<< Era da tanto che aspettavo questo bacio. Non ci riesco Damon, non riesco a reprimere tutti questi sentimenti, non riesco a non pensarti, non riesco a trattenere la costante voglia di baciarti. Ogni volta che ti vedo ho il cuore nello stomaco. Non so mai cosa dire, cosa fare, mi sento una stupida, credo di amarti. >> dichiarò Elena dolcemente.
Non aveva smesso di fissare Damon mentre parlava, ma bloccata dalla sua timidezza, abbassò il capo mentre pronunciava l' ultima frase. Temeva di non essere ricambiata, aveva paura che l' uomo che in quel momento la stava divorando con gli occhi non l'amasse più.
La felicità pervase il cuore di Damon. Alzò con una mano la testa di Elena e guardandola negli occhi le disse:
<< Sei la cosa più bella che la vita mi abbia mai donato. >>
Elena sorrise. Damon l' amava, l' aveva sempre amata. Il vampiro, al colmo della gioia, prese l' esile mano di Elena coperta da un guanto bianco di seta.
Si avviarono insieme verso il centro della sala, pronti a ballare tutta la notte fino allo sfinimento. La sua vita finalmente aveva un senso, per una volta il suo amor era corrisposto.

<> esclamò Katherine staccando le sue labbra sottili da quelle di Damon.
<< Scendi da questa macchina. >> urlò Damon.
<< Volevo solo farti sentire cosa si prova ad essere amati, Damon. Non volevo in alcun modo ferirti. >> sussurrò la Petrova.
<< L' hai fatto. >>
 Katherine scese dalla macchina. Damon deglutì.
Ora Rebekah era il suo unico pensiero.


Casa Mikaelson.

Rebekah era sdraiata beatamente sul divano nel grande salone della casa decorata in ogni minimo dettaglio da suo fratello Klaus.
Sorseggiava un bicchiere di champagne trovato pochi minuti prima nella cantina della casa. Guardava le fiamme divampare nel suo camino e assaporava il gusto della vittoria. Aveva ucciso Elena. Era stata lei la causa di quell' orribile vicenda che aveva travolto i fratelli Salvatore e l' appagante gusto della vendetta era stato addolcito dalla notizia che suo fratello, l' unico che le era rimasto accanto per secoli , era vivo. Certo, era intrappolato nel corpo di Tyler, ma non le dispiaceva affatto. In passato aveva già provato a sedurre il fidanzato della più popolare della scuola, ma senza riuscire nell' intento. Provocava Tyler con gli stretti tubini con cui lo andava furtivamente a trovare la notte per portarli una preda con cui nutrirsi, ma per il giovane Lockwood la sete di sangue era più forte di qualsiasi istinto sessuale. Non la guardava minimamente, se non quando doveva ringraziarla per averli portato una preda così succulenta. L' orgogliosa Rebekah non sopportava che quel gran pezzo d' uomo di Tyler Lockwood non provasse il minimo interesse per una sexy vampira come lei e che riservasse tutte le sue preziose attenzioni a Caroline. La odiava profondamente e non solo perché lei poteva assaporare la pelle di Tyler ogni notte o in qualsiasi momento volesse, ma sopratutto per la sua bellezza e per il suo straordinario carisma che a scuola la rendevano una leader. Era amata e venerata da tutti. Bekah accennò un sorriso soddisfatto. La sua acerrima nemica avrebbe sofferto molto sapendo che il peggiore dei suoi incubi si trovava intrappolato nel corpo del suo ibrido preferito.
<< Io esco, vado a godermi questa piccola vittoria sorellina. Vieni con me? >> domandò Kol infilandosi velocemente la giacca di pelle.
<< No, non ho voglia di uscire Kol. - rispose scocciata Bekah - Le persone che mi interessano fanno da baby sitter a un vampiro stasera. >>
Kol scoppiò in una fragorosa risata che coinvolse anche la sua unica sorella.
<< Adoro il tuo lato oscuro Bekah. Dovresti tirarlo fuori più spesso, saresti sicuramente più fortunata con i ragazzi. >>
La vampira gettò furiosamente al fratello il primo cuscino che ebbe sotto gli occhi, ma colpì il muro. Suo fratello era già uscito.
Tornò quindi a sdraiarsi su quel soffice divano in attesa del ritorno del virtuoso Elijah.
La porta della casa si aprì e la giovane udì dei passi.
<< Kol, smettila di fare il cretino, altrimenti il mio lato oscuro che adori tanto verrà di nuovo fuori. >>
Un grosso paletto di legno le trapassò il cuore. Era Damon, venuto a riscuotere la sua vendetta, pronto a farla soffrire atrocemente.
Rebekah gemette, il dolore pietrificò tutto il suo corpo.
<< Il fatto che tu sia una vampira originale non conta. Alcune regole sociali si devono sempre rispettare. Andare a letto con tuo fratello solo perché nessuno ti considera è squallido Rebekah, non trovi? - chiese Damon notevolmente disgustato accarezzando quel viso angelico - Io non farei mai una cosa del genere con Stefan. E per la cronaca si chiama incesto. >>
L'arrabbiato vampiro prese velocemente da una grossa sacca un altro paletto e lo conficcò ferocemente nella gamba dell' indifesa ragazza.
<< Non far il geloso, Damon. - disse gemendo la sua compagnia di torture - Non vado a letto con Kol. Gli uomini pregano per avermi tra le loro braccia, so sempre chi contattare se ho bisogno di divertirmi. Potrai conficcarmi tutti i paletti che vuoi, non mi uccideranno. Riesco a sopportare questo dolore, come ben vedi. Torturami anche tutta la notte se vuoi, non mi pentirò di ciò che ho fatto. >>
<< Che ingrato, dovresti ringraziarmi. >> aggiunse divertita Rebekah.
Conosceva Damon, sapeva che sarebbe corso a casa spinto dal suo amore per Elena. Era per questo che aveva saggiamente deciso di non uscire, lo aspettava ansiosamente da ore.
Damon, furioso a causa del minimo dolore provocato alla vampira più viziata che avesse mai conosciuto, le conficcò altri paletti sulle gambe.
Un dolore atroce attraversò il corpo di Rebekah e si fermò nella sua gola: la ragazza desiderava ardemente urlare, piegarsi, allontanare quell'atroce dolore dal suo corpo, ma imponeva alla sua mente di sorridere.
Non voleva regalare ai suoi nemici nemmeno una piccola soddisfazione quella sera. La sua carne continuava a  bruciare a contatto con il paletto, ma lei continuava, a guardare Damon con aria di sfida. Il suo nemico aveva raggiunto l' apice della collera e con le mani nei capelli cominciò a camminare nervosamente nella stanza. Voleva uccidere quella vampira che non provava alcuna pietà per il suo cuore che implorava amore e comprensione, ma non poteva : Klaus aveva nascosto in chissà quale posto i pugnali per uccidere temporaneamente gli originali. Nonostante tutto l' odio che provasse per quell' essere vile, l' angelico viso della sua nemica gli appariva un paradiso temporaneo.
 Bekah non aveva smesso di ridere.
<< Quando smetterai di amare con tutto te stesso le donne di tuo fratello? Non sei stanco di essere la ruota del carro? >> domandò Rebekah.
Gli occhi verdi della giovane, dilatatati dal dolore, fissavano Damon, mostrando compassione e comprensione. Sapeva esattamente come si sentisse Damon in quel momento. Lo aveva provato sulla sua pelle e il suo fragile cuore ne portava ancora dolorosamente le cicatrici. In fondo, lei e Damon erano uguali: entrambi dannatamente belli, entrambi orgogliosi e vendicativi, entrambi fragili ed emotivi, entrambi sempre occupati a tener nascosto il loro vero essere al mondo.
Il vampiro si avvicinò nuovamente al divano, tolse i paletti dal corpo di Rebekah e si avviò alla porta.
<< Hai già finito? Che razza di vendetta è, Salvatore? Mi hai delusa, mi aspettavo molto di più da te, Damon. >> dichiarò con voce severa.
Il vampiro la guardò per un istante, gli occhi di Rebekah lo imploravano di restare. Un anno fa avrebbe sicuramente accettato l' invito della vampira, ma quella giornata l' aveva distrutto. Era esausto e stufo del caos che lo circondava continuamente. Continuò a camminare.
Sanguinante Rebekah si alzò dal divano e corse verso Damon.
<< Io avrei scelto te. >> dichiarò con voce soave la ragazza con il cuore infranto.
Damon rimase immobile nella stanza. Non ebbe nemmeno il coraggio di voltarsi.
<< Devo andare da lei. >> ribatté Damon con voce triste e malinconica.
Chiuse la porta. Rebekah cadde a terra, con gli occhi gonfi di lacrime e una mano tesa verso la porta. Non si arrese. Strisciò verso la porta e con le spalle appoggiate alla porta e la testa fra le ginocchia rimase ad aspettare. Damon sarebbe tornato, ne era sicura. Una calda lacrima attraversò lentamente le sue rosse gote.
Nessuno l' aveva mai amata, nemmeno sua madre.


Salve cari lettori, spero che questo capitolo vi abbia particolarmente emozionato. Ho fatto del mio meglio per descrivere accuratamente i sentimenti di Damon e Rebekah.
Mi rispecchio in loro, sopratutto in Rebekah. Le recensioni sono sempre gradite.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, ci ho messo il cuore.
                                                                                                                                                             Veronica.

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