Un solo cielo, un solo destino

di TheGreatAndPowerfulZael
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione e prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Male d'Esistere ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Non è possibile ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Il Collasso ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Cambiamenti ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - La Verità/Parte 1 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - FINALE - La Verità/Parte 2 ***
Capitolo 9: *** Epilogo - 10 Anni Dopo ***



Capitolo 1
*** Introduzione e prologo ***


Il sole splendeva alto sulla Raimon. La scuola aveva ampliato l’edificio che ora, oltre alla junior high-school, comprendeva anche una high-school vera e propria.
Dopo la vittoria del FFI, tutti i membri dell’Inazuma Japan si erano fatti una promessa davanti ai cancelli della Raimon: di ritornare tutti assieme un giorno, e di giocare ancora. Fautore di quella promessa non era stato Endou Mamoru, bensì Kiyama Hiroto.
Quella promessa però era stata mantenuta solo durante il primo anno. Tutti i membri delle ex squadre della Alius Academy ora andavano alla Raimon, e per la maggior parte abitavano nei dormitori; ma qualcuno aveva una propria casa, e fra quei pochi, proprio Hiroto aveva la casa più grande: gli era stata lasciata dalla sorella adottiva, Kira Hitomiko, la quale si era trasferita all’estero per allenare una squadra di calcio europea.
Il primo giorno del secondo anno, tuttavia, Hiroto non si presentò in classe mattiniero come al solito.
-Mister “non-faccio-mai-un’assenza” oggi non c’è?-
A sollevare la questione fu, ovviamente, il più testone della classe, Nagumo Haruya, soprannominato Burn dai tempi dell’Alius. Lanciò la sua sacca contro il banco, con il risultato di centrare in piena faccia il suo vicino, Suzuno Fuusuke, Gazel.
-Hey, Tulipano, stai attento a dove lanci la tua roba, idiota.-
-Zitto e subisci Ghiacciolo.-
I due, come al solito, stavano per venire alle mani. Ma subito prima del suono della campanella, un ragazzo dai capelli rossi entrò in classe. I due ex capitani lo fissarono e capirono subito che non era il momento per i litigi. Appena arrivato, Hiroto aveva un colorito ancora più cadaverico del solito.
Sussurri serpeggiavano in giro per la classe, ma l’ex capitano della Genesis non ci fece caso. Non ci voleva fare caso, non poteva. Si sedette al suo posto, l’ultimo banco vicino alla finestra. Il banco accanto al suo era vuoto. E sarebbe rimasto vuoto... per sempre.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Male d'Esistere ***


CAPITOLO 1 - MALE D’ESISTERE

 
I due litiganti, nel vedere Hiroto così strano, non riuscirono a continuare, e si guardarono con sguardi interrogativi. Stavano per fiondarsi verso Hiroto, per capire cos’era accaduto, ma l’arrivo del professore bloccò i loro piani. Il professore iniziò l’appello dopo i classici saluti di rito, e l’annuncio che dopo l’appello sarebbero tutti andati nella palestra dove ci sarebbe stato il discorso d’inizio anno, fatto dal preside e dagli studenti di ogni anno che avevano raggiunto il massimo nell’ultima prova dell’anno precedente o nella prova d’ingresso. Sarebbe teoricamente spettato a Hiroto e a Reina fare quel discorso; il professore però, durante l’appello, s’accorse che gli unici due studenti che non avevano risposto erano proprio Kiyama Hiroto e Yagami Reina. Al solo sentire quest’ultimo nome, l’ex capitano della Genesis ebbe un colpo al cuore, mentre Saginuma Osamu diceva al suo compagno di banco, Segata Ryuuichirou: -Non hanno ancora cancellato dall’elenco il suo nome? Eppure dovrebbero sapere che...-
Non fece in tempo a terminare la frase perché Hiroto, scattato in piedi violentemente, gli sferrò un devastante pugno alla guancia sinistra, facendo cadere Osamu dalla sedia. Il rumore riecheggiò in tutta l’aula, e tutti i sussurri si fermarono. Persino il professore fu sconvolto dell’accaduto e non riuscì a proferire parola. Chissà cosa stavano pensando i suoi compagni di classe: Kiyama Hiroto, l’alunno modello, eccellente negli studi e nello sport, economicamente autosufficiente e anche di bell’aspetto, aveva appena steso uno dei suoi migliori amici, Saginuma Osamu, che, avendo perso un anno all’Alius, era anche più vecchio di lui. Osamu alzò lo sguardo massaggiandosi la guancia dolorante e vide il volto di Hiroto. Gli occhi erano completamente iniettati di sangue, e la sua espressione era furente: sembrava un demone con quell’aspetto.
-Non... osare... mai... più... parlare... di... lei...-
Hiroto gettò via la sedia di Osamu, rischiando di beccare in pieno Mamoru che non aveva ancora capito, come tutti, del resto, cosa diavolo era successo ad Hiroto.
-E questo vale per tutti... non siete degni di parlare di Reina! Fatelo e giuro che vi uccido! Me ne vado!-
Prese la sua borsa e uscì dalla classe sbattendo la porta. Incuriositi dal rumore, molti studenti e professori si affacciarono dalle loro classi, ma appena videro Hiroto furente, capirono che era successo qualcosa di grave. Nessuno aveva mai visto Hiroto arrabbiato, figurarsi furioso. I pochi studenti che si trovavano in corridoio gli fecero strada sperando di non essere coinvolti nella sua ira: infatti Hiroto era dell’umore giusto per compiere una strage di proporzioni immani. Solitamente Hiroto era al centro delle attenzioni di tutti: sempre circondato da ragazze spasimanti e da ragazzi che lo odiavano perché portava via tutta l’attenzione del pubblico femminile; ma oggi nessuno osava avvicinarsi.
Attraversò i corridoi, le scale, l’entrata dove si cambiò le scarpe, e tutti si facevano da parte terrorizzati: molto probabilmente erano a conoscenza che lo stato mentale di Hiroto in quei momenti non era dei più stabili. Hiroto uscì.
Nella classe le cose si facevano molto confuse: chi non si capacitava del gesto di Hiroto, chi era completamente confuso dalla situazione, chi non capiva perché Hiroto si fosse infuriato in quel modo. Osamu si rialzò con l’aiuto di Ryuuichirou, e disse: -Ma che diavolo ho detto di tanto grave perché Hiroto...-
Nemmeno stavolta ebbe la possibilità di finire la frase, dato che gli arrivò un ceffone sulla guancia destra: Sumeragi Maki aveva appena colpito il suo ex capitano nell’Epsilon nel punto esattamente opposto  a quello dove aveva colpito l’ex capitano della  Genesis. -Che cosa hai detto? CHE COSA HAI DETTO? Lo sai anche tu che Hiroto non si è più ripreso dalle vacanze estive! LO SAI! Dopo tutto quello che è successo con Reina, cosa avresti fatto tu se fossi stato nei suoi panni???-
Osamu si massaggiò la guancia colpita da Maki, e ragionò: -Mi sa che ho fatto una cazzata colossale, vero?-
Mentre gli ex membri dell’Epsilon avevano questo botta e risposta (letteralmente parlando), Haruya e Fuusuke, non avendo trascorso come gli altri le vacanze estive a Tokyo ma rispettivamente a Okinawa e a Hokkaido, non erano a conoscenza di nulla. Ma, prima che potessero chiedere spiegazioni, Midorikawa Ryuuji spiegò tutto ciò che era successo fra Hiroto e Reina durante quelle vacanze e perché Hiroto non si fosse ancora ripreso da quel terribile periodo. Una volta finita la spiegazione degli eventi, Haruya e Fuusuke si guardarono, poi guardarono Ryuuji e dissero contemporaneamente: -Che cosa???-
Il professore, ancora sconvolto, annunciò che sarebbe stato Ryuuji a fare il discorso per la loro classe, data l’indisponibiltà di Reina e la momentanea follia di Hiroto; mentre Ryuuichirou otteneva il permesso di portare Osamu in infermieria per apportare le immediate cure mediche agli ematomi sulle guance dell’ex capitano dell’Epsilon, un’altra persona era uscita dalla classe e si era affacciata alla vetrata verso il cancello: vide il suo ex capitano uscire dal cancello principale dopo aver dato una fugace occhiata al campo di calcio. Una sola parola fu pronunciata da quella ragazza dai boccoli color orchidea, Kii Fumiko: -Hiroto...-
 
Hiroto era furibondo: non poteva sopportare tutto quello che era successo. Tornò subito a casa, entrando sbatté la porta, si tolse in velocità le scarpe e la borsa, e poi si buttò su divano. Il suo stomaco brontolò: erano già due giorni che non riusciva a mangiare nulla, e parte del suo pallore estremo di quel giorno era probabilmente dovuto a questo; in più, non aveva nemmeno portato un bento per il pranzo a scuola che poteva mangiare in veloctà, quindi si recò in cucina. Mise a cuocere del riso, preparò del misoshiru con una busta istantanea (purtroppo non aveva gli ingredienti per prepararlo a mano: ne dedusse che se per pranzo voleva del misoshiru decente, sarebbe dovuto andare al negozio a prendere gli ingredienti appositi) e prese alcune strisce di carne secca. Una volta cotto il riso, ne versò una buona dose in una ciotola, pose sul tavolo una seconda ciotola con il misoshiru istantaneo e un piattino con la carne secca: tutto d’un tratto, riuscì finalmente a mandar giù tutta la colazione, riacquistando un po’ di colorito. Evidentemente quel pugno gli aveva fatto scattare qualche meccanismo di sussistenza, altrimenti sarebbe morto per inanizione. Guardò la mano con cui aveva tirato il pugno, la destra, e notò che stava sanguinando: evidentemente aveva continuato a stringerla così forte da lacerare la pelle. Si recò al bagno, pulì la ferita e la fasciò. La leggera fasciatura si colorò quasi subito a causa del flusso scarlatto, ma poi si fermò. Hiroto decise di recuperare gli ingredienti per il misoshiru, e anche alcune uova: aveva bisogno di proteine per riprendersi, perciò, oltre al riso e al misoshiru, a pranzo avrebbe mangiato uova fritte. Non ci mise molto ad andare e a tornare, ma la sua attenzione fu rivolta, durante il ritorno, verso un negozio di animali, dove vide un piccolo uccellino librarsi con grazia nell’aria all’interno della sua gabbia: chieste le dovute informazioni, scoprì che quello era un esemplare femmina di Motacilla Fulva, comunemente chiamata cutrettola. Decise che quell’uccellino doveva essere suo, e così fu: comprò l’esemplare, una gabbia piuttosto grande e una buona dose di mangime. Tornò a casa, preparò e mangiò il pranzo, e poi salì al piano superiore, dove si trovava la sua camera: pose la gabbia sul comodino del suo letto a due piazze, poi scese a prendere alcune cose. Tornò su con delle bottiglie di saké decisamente ad alto contenuto alcolico, e si mise nuovamente a guardare la cutrettola: -Ti libri nell’aria senza preoccupazioni, libera da ogni vincolo... mi ricordi una persona a me molto cara... perciò avrai il suo stesso nome... Reina.-
Pronunciate queste parole, andò nel bagno, aprì la cassetta dei medicinali e portò due flaconi in camera. Si specchiò e disse: -Reina... sto arrivando... aspettami.-
Ingoiò il contenuto dei due flaconi e poi iniziò a bere saké, ubriacandosi, mentre osservava Reina volare.
 
A scuola, dopo il folle gesto di Hiroto, tutto era nel caos più totale. I discorsi furono rimandati alla settimana seguente, tutti gli studenti e gli insegnanti furono aggiornati sulle ragioni di quel gesto dal preside e da alcuni amici di Hiroto. Ci volle molto impegno per bloccare Mamoru, il quale voleva andare a prelevare Hiroto a forza e portarlo a giocare a calcio, seriamente convinto che l’avrebbe fatto stare meglio: Gouenji Shuuya, Fubuki Shirou, Nagumo Haruya e Suzuno Fuusuke riuscirono a malapena a fermare Mamoru, finché non riuscirono a calmarlo chiudendolo a chiave dentro un magazzino pieno di palloni da calcio. Era la prima volta che quei quattro lavoravano assieme, e ci erano riusciti per il bene di Hiroto: nessuno sapeva cosa sarebbe capitato se Mamoru non fosse stato fermato. Osamu intanto teneva il broncio perché aveva capito di aver fatto una cazzata colossale e soprattutto perché era stata maki a farglielo notare. Ma quando Fumiko annunciò che finite le lezioni sarebbe andata da Hiroto, tutti ammutolirono (meno Mamoru che stava sguazzando nei palloni e i suoi quattro sorveglianti preoccupati per la salute, fisica e mentale, di Hiroto). Non ci fu verso di farle cambiare idea, ma alla fine tutti si convinsero che lei era persona che più era adatta a confortare Hiroto e al dissuaderlo dal fare altre cose avventate, dato che lei era la migliore amica di Reina.
 
Terminate le lezioni, Fumiko si fiondò verso la casa di Hiroto, trovando il cancello aperto. -Strano.- Bussò alla porta, ma bussando la porta si aprì: era aperta anche quella. -Ma che diavolo succede qui?- Preoccupata per Hiroto, Fumiko controllò il piano terra, ma lì tutto era a posto; ad un certo punto però sentì il canto di un uccellino, e ad orecchio si recò nella stanza dalla quale proveniva. Aprì la porta e vide che era la camera di Hiroto. Con orrore notò le varie bottiglie di saké e i due flaconi di medicinali vuoti: li raccolse e lesse i componenti chimici, una cosa da niente per una ex allieva dell’Alius. -Barbiturici? Hiroto che cazzo fai???-
Si gettò sul letto di Hiroto, girando il ragazzo in posizione supina, e gli prese il polso: totale assenza di battito. Subito iniziò a praticare il massaggio cardiaco, e continuò fra le lacrime finché Hiroto non tossì e sputò fuori un fiotto di saliva. -Hiroto, cosa cazzo avevi intenzione di fare???-
A queste parole seguì un ceffone, mentre Hiroto, ancora sotto l’effetto del letale mix di alcol e calmanti, disse: -Hai mai conosciuto il male d’esistere? Se non l’hai mai conosciuto, perché mi hai fermato?-
-Eh? Cosa stai dicendo? Sei ubriaco, lascia stare...-
-NO CAZZO. PERCHÉ MI HAI FERMATO?? PERCHÉMI HAI RIPORTATO QUI??-
-Hiroto, io...-
-POTEVO RAGGIUNGERE REINA E STARE PER SEMPRE CON LEI!!!-
-REINA È MORTA, NON POSSO PERMETTERE CHE TE NE VADA ANCHE TU!-
-DIMMI IL PERCHÉ!!!!-
-PERCHÉ TI AMO BRUTTO IDIOTA!-
Fumiko si gettò su Hiroto e le labbra di lei si posarono su quelle di lui. Il primo bacio di lei. Dagli occhi color lilla della ragazza ora sgorgavano fiumi di lacrime, mentre gli occhi verde smeraldo di Hiroto erano completamente persi dal miscuglio di emozioni che ora si stava creando nel suo cuore. Tutti i suoi ricordi di Reina, tutti i suoi sentimenti per lei, stavano lentamente scemando, lasciando un ricordo agrodolce, mentre una sola immagine si formava all’interno della mente del ragazzo: Fumiko.
-Scusami Hiroto... in fondo tu sei ancora legato a Reina... non avrei dovuto farlo... mi dispiace... perdonami...-
Fumiko stava arretrando per andare via, ma Hiroto le afferrò un braccio e la tirò a sé. Ora erano i suoi occhi a produrre lacrime, mentre abbracciava Fumiko.
-Hai ragione tu, Fumiko... Reina ormai non c’è più... non posso vivere nel passato, nel ricordo... Reina non lo vorrebbe. Ora ho ritrovato una ragione nella mia vita... ma promettimi una cosa, Fumiko.-
-Cosa?-
-Non andartene mai. Ti prego, non lasciarmi mai solo.-
Prima che Fumiko potesse rispondere, questa volta fu Hiroto a baciarla. Entrambi ora sapevano che non si sarebbe più tornati indietro. Lei gli aveva confessato i suoi sentimenti, lui li aveva accettati e ricambiati. Lui era perso nei ricordi e nelle memorie, lei l’aveva riportato al presente. Ora entrambi avevano un appoggio su cui contare. Lui le cucinò la cena, poi la accompagnò a casa. Si sarebbero rivisti il giorno seguente, sulla strada per andare a scuola: l’avrebbe aspettata davanti alla sua casa, solo perché voleva farlo.
 
Scese la notte. Prima di addormentarsi, Hiroto disse: -Reina. Mi stai guardando, ovunque tu sia? Sappi che non ti dimenticherò mai. Sei stata il mio primo amore... ma non posso vivere nel ricordo. Reina... mi dispiace... ma grazie.- Si addormentò, assaporando sulle sue labbra il sapore delle labbra di Fumiko.
Allo stesso modo, prima di dormire, Fumiko disse: -Reina. Mi dispiace. Dovevo farlo. Tu non ci sei più, e io non potevo più sopportare la solitudine... in fondo lo sapevi che io lo amavo... ma tu ti sei dichiarata per prima... lo amavi anche tu, eh? Reina... so che forse sono solo un’ipocrita... e mi dispiace per aver preso Hiroto dai suoi ricordi di te... ma io lo amo troppo per lasciarlo deperire così. Ti prego, proteggici, Reina. Grazie...- Si toccò le labbra: aveva dato il suo primo bacio.
 
 

L’angolo dell’autore

Allora, finalmente dopo varie vicissitudini (tra cui una riscrittura totale del capitolo), riesco a postare questo primo capitolo. Già ora la storia va avanti come voglio io e forse anche meglio di quanto mi aspettassi (questo primo capitolo me lo aspettavo peggiore nelle mie aspettative, ma non sembra così male). Forse è un po’ lungo, ma mi piace essere prolisso e descrittivo. Detto ciò, spero che non abbandonerete la mia fic, e anzi spero che la consiglierete ad altri. Nel prossimo capitolo verrà svelato il retroscena sulla morte di Reina (dalle parole di Hiroto stesso, eh!), e ci saranno discussioni, scuse e un evento a sorpresa. Curiosità: perché la cutrettola? Diciamo che ho voluto fare un omaggio a uno dei miei manga preferiti, Sekirei... lo adoro troppo e non ho resistito. Non mancate al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Rivelazioni ***


CAPITOLO 2 - RIVELAZIONI

 
Appena chiuse gli occhi dopo aver pensato a Reina, a Fumiko e a tutto ciò che gli era successo quel giornò, Hiroto si addormentò all’istante. Ma non sarebbe stata una notte tranquilla. I ricordi, nei quali non voleva più vivere, lo tormentarono.
 
Ultimo giorno del primo anno di high school. Hiroto e Reina sono ufficialmente una coppia: escono assieme, si recano a casa l’una dell’altro, ma non viceversa, in quanto nel dormitorio femminile era completamente vietato l’accesso ai maschi. Ne sapeva qualcosa in proposito Mutou Satoshi, Metron, che aveva cercato di intrufolarsi per confessare i suoi sentimenti a Maki, ma era stato scovato e selvaggiamente picchiato da Kuri Fuuko, da Kinki Nozomi e da Maki stessa. Correva anche una voce la quale diceva che i due si fossero già scambiati i primi baci; il solo pensare a quella storia faceva piangere la compagna di stanza di Reina, Fumiko, ostinata a credere che tutto ciò fosse solo una menzogna, che solo lei poteva amare veramente Hiroto; essendo però la migliore amica di Reina, aveva deciso di lasciar scorrere tutto, secondo i dettami della filosofia eraclitea, augurando ai due la migliore fortuna. Non si sarebbe rassegnata, certo, ma nemmeno avrebbe tentato di separarli. Fino a quel giorno. Usciti dalla scuola, Reina e Hiroto decisero di andare a fare una passeggiata prima di tornare alle rispettive sistemazioni. Ormai le vacanze estive erano iniziate, ma entrambi non si sarebbero mossi da Tokyo, come la maggior parte dei loro ex compagni dell’Alius: solo da un anno erano lì, dovevano ambientarsi. Mentre camminavano, Hiroto iniziò a parlare.
-Reina?-
-Sì?-
-Ti amo.-
-Lo so. Anche io.-
Trovarono una panchina libera, e si sedettero l’una fra le braccia dell’altro: assai forte era il loro legame affettivo, fin dalla dissoluzione dell’Alius, ma solo in quell’anno avevano accettato completamente i loro sentimenti. Si stavano stringendo, mentre il vento musicava una piacevole sinfonia tra le foglie fresche. La loro calma non durò a lungo perché un ragazzino, che dall’aspetto sembrava uno studente di una junior high school, chiese loro: -Ma voi due non siete della Alius Academy? Cosa ci fate qui?-
Fu Hiroto a rispondere, con molta calma e tranquillità: -Non più. Dopo il FFI ci siamo trasferiti alla Raimon High School.-
Arrivò un’amica del ragazzino e chiese loro: -Volete giocare a calcio con noi?-
-Perché no? In fondo di tempo libero ora ne abbiamo fin troppo.- Fu Reina a rispondere questa volta. Gli sguardi dei ragazzini sul campo si illuminarono quando videro scendere i loro due amichetti con Reina e Hiroto, e riconobbero quest’ultimo come uno degli eroi del FFI. Passò una mezz’ora prima che Reina e Hiroto decidessero di andare a casa e salutassero quei bambini. Sulla via del ritorno, percorsa rigorosamente a braccetto, Reina vide che una palla stava rimbalzando prima di fermarsi su una corsia della strada. Una piccola bambina, che avrà avuto all’incirca tre o quattro anni, si precipitò a prendere la palla, senza accorgersi che stava arrivando una macchina a tutta velocità inseguita da due volanti della polizia. Reina si gettò per salvare la bambina, mentre Hiroto si mosse subito dopo, per cercare di proteggere la sua amata. Tutto fu vano. Reina riuscì a gettare la bambina e la palla sull’altro marciapiede ma fu presa in pieno dall’auto pirata. Il mondo per Hiroto si fermò: non era vero. Non poteva essere vero. -Reina? Reina??-
Hiroto accorse subito a soccorrere Reina, priva di conoscenza in mezzo alla strada: una lunga e profonda ferita le si era aperta sul cranio. Un fiotto di sangue caldo bagnò la mano che Hiroto stava usando per tenere la testa di Reina.
-REINA!!! Non puoi lasciarmi così!!! REINA!!!-
Le volanti si fermarono per constatare la situazione, e uno degli agenti, appena sceso dalla macchina disse: -Niente da fare, ci è scappato. Merda.-
Hiroto non credeva alle parole del poliziotto: la sua ragazza stava per morire e quel tizio pensava al criminale. Gli stava ribollendo il sangue. La bambina che Reina aveva salvato ora era fra le braccia della madre... un’immagine terribile per Hiroto: lui e Reina non avevano mai avuto una madre. Prese la palla nella mano sozza di sangue, e la lanciò in aria: -TENKUU OTOSHI V3!!!-
Il pallone andò a schiantarsi proprio sulla macchina fuggitiva, fermando così la sua corsa omicida. -Ora l’ho fermato. Qualcuno chiami una cazzo di ambulanza!-
Hiroto era furibondo: si preoccupavano più di un criminale che della vita di una ragazza? Della vita della SUA ragazza???
 
All’ospedale, Reina fu subito portata in sala operatoria, mentre Hiroto a stento tratteneva le lacrime. Non aveva ancora avvisato nessuno, e non aveva intenzione di farlo; purtroppo per lui però furono gli altri a scoprirlo. Kuri Fuuko stava uscendo dall’ambulatorio dove si era recata per fare le prove allergologiche, e stava per andare via quando vide il volto affranto e terrorizzato di Hiroto. -Hiroto! Hiroto! Cos’è successo?-
Hiroto a malapena riuscì a balbettare: -Re... Re... Reina... Reina è...-
-Reina? Èsuccesso qualcosa a Reina?-
Hiroto annuì gravemente, e Fuuko cercò di capire la dinamica dei fatti da uno dei paramedici: una volta conosciuta la situazione, si adoperò a chiamare tutti quanti gli ex membri delle squadre dell’Alius rimasti a Tokyo.
-Hiroto non puoi portare questo peso da solo...-
-IO AMO REINA!!! Non possono portarmela via!!!- Il ragazzo era completamente schizzato, e Fuuko dovette aspettare l’arrivo di Ryuuji, Osamu e Fumiko per cercare di calmarlo, inutilmente. Uscì un medico dalla sala operatoria, e Hiroto si fiondò verso di lui. -Come sta??? La prego mi dica che sta bene!!!-
-Ragazzo... non so come dirtelo...-
I timori di Hiroto si rivelarono quasi del tutto certi. Il medico continuò: -Èin coma vegetativo. Non possiamo sapere se migliorerà o no. La trasferiremo in terapia intensiva. Fra circa mezz’ora potrai vederla. Da solo.-
La mente di Hiroto fu frantumata in mille pezzi. Il dottore rientrò in sala per sbrigare le pratiche del trasferimento, mentre Hiroto continuava a ripetere: -Non è vero... non può essere vero... è uno scherzo, sì... deve essere uno scherzo... Reina...-
Circa mezz’ora dopo, Hiroto fu costretto ad arrendersi alla dura realtà. Vide Reina, priva di conoscenza e di attività cerebrale, e si sedette su una sedia accanto a lei. -Reina... smettila di dormire... Reina... ti prego svegliati... non puoi... non puoi... NON PUOI ABBANDONARMI ANCHE TU!!!-
Il ragazzo non riuscì più a trattenere le lacrime, e appoggiò il volto sul lenzuolo che copriva il corpo di Reina, bagnandolo con ciò che sgorgava dai suoi occhi. La abbracciò, bagnandole anche la pelle del volto con le sue calde e salatissime, benché amare, lacrime. Quattro giorni e quattro notti rimase al fianco di Reina, lasciandola solo per i pochi minuti nei quali le infermiere dovevano occuparsi della pulizia e del cambio dei Non si allontanò nemmeno per mangiare, dato che, a turni, i suoi ex compagni gli portavano il pasto. Ma tutto era vano. Il quinto giorno, il cuore smise di battere. Hiroto non ci potava credere: la ragazza che significava tutto per lui non c’era più.
Il funerale di Reina fu tenuto strettamente privato: oltre a Hiroto, in uno stato di totale apatia, erano presenti solo Fumiko, la migliore amica di Reina, che non riusciva a capacitarsi della cosa e a smettere di piangere, e Hitomiko, tornata per quell’occasione dall’Europa. Gli altri avrebbero avuto il permesso di vedere la tomba di Reina solo dopo il funerale, per volontà di Hiroto. L’ultima immagine che gli era venuta alla mente era il sorriso di Reina...
 
Hiroto si svegliò di colpo: stava sudando freddo. Perché Reina stava sorridendo? Notò l’ora: si sarebbe dovuto comunque svegliare per andare a scuola, quindi aprì le tende, e vide che Reina stava già cinguettando. Versò del mangime e dell’acqua dei due appositi contenitori, e accarezzò con un dito il manto piumato della cutrettola: non comprese perché Reina stava sorridendo, ma sperava che in qualunque luogo fosse, Reina fosse felice per lui e Fumiko. Hiroto guardò il cielo fuori dalla finestra, e disse: -Reina... per me sarai sempre la prima... ma da solo non potevo andare avanti... tu e Fumiko siete due persone diverse, lei non potrà mai rimpiazzarti... ti amerò sempre, Reina... ma amo anche lei.-
Hiroto non perse tempo, si vestì velocemente dopo una doccia, fece tranquillamente colazione e uscì di casa, chiudendo la porta a chiave. Iniziò a camminare, ma subito dopo il primo incrocio una ragazza dai lunghi boccoli color orchidea gli si avventò addosso prendendogli il braccio e baciandolo sulla guancia. -Hi, ro, to!-
-Fumiko! Mi fai prendere un colpo se ti getti in questo modo!- Lui la baciò sulla fronte molto delicatamente, e poi si avviarono a scuola a braccetto: inutile dire che tutti gli studenti della Raimon che li vedevano erano ancora più straniti del solito. Alle orecchie dei due giunse una frase: -Guardalo, ieri fa il pazzo e picchia Saginuma e adesso se ne va in giro a braccetto con Kii.-
Hiroto guardò lo studente che aveva fatto quell’osservazione: il tipico studente medio. -Ehi, fatti i cazzi tuoi. Tu non sai cosa ho passato, e non hai diritto di giudicare le mie azioni. Andiamocene, Fumiko.-
Giunti davanti al cancello della scuola, Hiroto e Fumiko trovarono Osamu; quest’ultimo li vide, ma prima che potesse parlare, Hiroto disse: -Scusami per ieri... ero fuori di me. Spero di non aver esagerato.-
Osamu non si aspettava una frase del genere, e replicò: -E pensare che volevo scusarmi io per la cazzata immane che ho combinato... Immagino che ora sia tutto a posto, vero? Amici come prima?-
-Più di prima.- I due si diedero una vigorosa stretta di mano, e Osamu poi chiese: -Come mai a braccetto con Fumiko?- Hiroto e la ragazza si guardarono e arrossirono, ripensando a ciò che era successo il giorno prima, e mentre stavano per rispondere, Osamu disse: -Beh, immagino che non si possa vivere nel passato. In ogni caso, scusami ancora per quello che ho detto ieri, non volevo urtare i tuoi sentimenti.-
-Se non fosse stato per te, ora non sarei calmo e non avrei Fumiko al mio fianco a sostenermi. In fondo, forse ti dovrei ringraziare. Ci penserò.-
I tre si guardarono e scoppiarono a ridere, avviandosi verso l’istituto.
 
Mentre entravano dal cancello, una misteriosa ragazza dai capelli blu con due ciocche bianche osservava Hiroto e Fumiko, sorridendo. Disse un’unica parola: -Hiroto...- Sorrise spensieratamente, e scomparve.
 
 

L’angolo dell’autore

Capitolo molto di transizione: si spiega la morte di Reina e la reazione che ha portato Hiroto al comportamento del primo giorno. Alla fine però viene introdotto l’elemento misterioso... vi lascio solo immaginare chi potrebbe essere quella ragazza sorridente. Comunque, se volete darmi un soprannome invece di scrivere sempre _Genesis_, datemelo voi, visto che è la prima volta che utilizzo questo nick. Magari potrebbe andare bene GS, non lo so XD. Nel prossimo capitolo, il secondo giorno di high school e un annuncio importantissimo (dovevo farlo in questo capitolo, ma ho preferito tirarla per le lunghe e dividere in due capitoli, in modo da descrivere meglio le situazioni); inoltre, il mistero della ragazza s’infittisce. Al prossimo capitolo, ciao a tutti!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Non è possibile ***


CAPITOLO 3 - NON È POSSIBILE

 
Non solo Hiroto aveva avuto una notte movimentata: Fumiko aveva avuto un brutto presentimento subito prima di addormentarsi e appena alzata. Solitamente lei non si fidava immediatamente del suo istinto, ma questa volta sentì di doverlo fare. Avrebbe scoperto che cosa stava succedendo, avrebbe protetto Hiroto. Doveva assolutamente proteggerlo, per due motivi: perché lo amava, e perché lo aveva amato Reina. Reina, sempre Reina. Era lei la colonna portante di tutto. E Fumiko lo sapeva: fin dai tempi dell’orfanotrofio Reina era stata un sostegno per tutti, ma nessuno la vedeva per ciò che era... un fragile bambina. Fumiko un giorno la scoprì mentre piangeva, e rimase scioccata: nessuno l’aveva mai vista piangere, era sempre sorridente e allegra. Da quel giorno, Fumiko capì che Reina era una colonna per tutti, meno che per sé stessa: e fu così che Fumiko diventò il suo sostegno, la sua migliore amica. -Devo proteggere Hiroto... non lo faccio solo per me, ma lo faccio per te... Reina.-
 
Dopo l’incontro riappacificatore con Osamu, Fumiko sperò che il presentimento scomparisse, ma non ci fu verso. Qualcosa era nell’aria, ma Hiroto doveva assolutamente rimanere al sicuro. I tre incontrarono Haruya e Fuusuke, i quali li avvisarono che era misteriosamente scoppiato l’impianto elettrico, e che le riparazioni sarebbero state terminate nel primo pomeriggio. Pertanto, i professori avevano dato ai ragazzi una giornata libera, e i cinque, dopo aver “reclutato” anche Ryuuji appena passato di lì e preso per la collottola da Osamu, decisero di andare al club. Inutile dire cosa trovarono appena arrivati: Mamoru che scodinzolava come un cane a Natsumi perché gli lanciasse un pallone. -Ok, non so cosa sia successo qui e non voglio saperlo.- Esordì Hiroto. -Ad ogni modo, ci dai un pallone? Almeno facciamo qualcosa durante questa mattinata libera...- Natsumi e Mamoru furono sconcertati dal vedere un Hiroto così completamente diverso dal giorno prima. Fu proprio Natsumi ad esprimere i suoi dubbi: -Hiroto, ti senti bene?-
-In che senso?-
-Sai, dopo quello che è successo ieri... non vorremmo essere in mezzo ad un altro dei tuoi attacchi di rabbia.-
-Ah, per quello... sono ancora giù per quella faccenda, ma ho trovato qualcuno che è stato in grado di capirmi e di aiutarmi.- Detto ciò guardò Fumiko, e la ragazza distolse lo sguardo, arrossendo e lasciando capire che era imbarazzata come non mai. Mamoru, come suo solito, non aveva capito nulla ed esclamò: -Era lo spirito del calcio vero????- Tutti lo guardarono basiti. Dal nulla Natsumi sferrò una devastante Natsumi-chop sulla testa del capitano, e gli urlò dietro: -MA SEI CRETINO O COSA, ME LO SPIEGHI????”
I sei ex alieni si misero a ridere come pazzi a quella scena, e riuscirono finalmente Natsumi a dare loro un pallone e anche Mamoru, in quanto, bene o male, a loro serviva pure un altro portiere.
 
Giunti a uno dei campetti di allenamento, Natsumi espose le regole di una sfida tre vs tre, e annunciò che le squadre erano composte in questo modo: la prima da Hiroto, Ryuuji e Mamoru, l’altra da Fuusuke, Haruya e Osamu; Natsumi avrebbe arbitrato, mentre Fumiko avrebbe avuto un ruolo da spettatrice. Eppure quella sensazione non accennava a scomparire, anzi, pareva che aumentasse con il tempo. La partita durò circa una quindicina di minuti, e finì con un deludente 2-2: per nulla soddisfatti, i sei giocatori si andarono a lavare nelle docce della palestra, mentre Fumiko e Natsumi andavano a rinfrescarsi alla fontanella. Dopo essersi riuniti, gli otto furono presto costretti a dividersi: Osamu, Haruya e Fuusuke stavano cercando di scappare dalle furie omicide di Maki, alla quale, per noia, avevano dipinto i capelli mentre la suddetta dormiva sotto un albero; Ryuuji fu chiamato a sistemare alcune faccende per il consiglio studentesco, del quale era il segretario uscente; Mamoru fu chiamato da alcuni studenti della junior high a giocare a calcio, offerta che il capitano della squadra della high school non poteva assolutamente rifiutare; Natsumi fu chiamata dal padre a sovraintendere ai lavori. Rimasero quindi da soli Fumiko e Hiroto, che si andarono a sedere sotto un albero, con lei seduta sulle gambe di lui. Lei avvicinò lentamente le labbra a quelle del ragazzo, che fece lo stesso: un semplice bacio, così innocente ma così colpevole, dato nel momento più adatto, all’ombra di un grande albero come quelli che si trovavano nella foresta del Monte Fuji, dove si trovava il quartier generale dell’Alius; un bacio così effimero ma così denso di significato. Gli occhi di entrambi erano chiusi, ma appena Hiroto li aprì delicatamente, vide una ragazza dai capelli blu e bianchi che li guardava e che disse: -Hiroto.-
Hiroto allontanò le labbra di Fumiko e disse: -Reina!-
-Hiroto cosa...-
Hiroto guardò Fumiko e le disse: -Fumiko ho visto Reina!-
Le indicò la posizione dove la ragazza si trovava ma era scomparsa, volatilizzata; Fumiko scrutò in giro ma non vide nulla.
-Hiroto cosa succede? Ci siamo solo noi qui.-
-Ti dico che era qui davanti a noi! L’ho vista! Non è possibile... non può essere vero.-
Fumiko lo guardò: era terrorizzato, stava per ripiombare nello stato del giorno prima. Per evitare il problema, lo abbracciò e lo accarezzò, sussurrandogli all’orecchio:
-Hiroto calmati... ci sono io con te... puoi piangere se vuoi... non ti vedrà nessuno...-
Dopo alcuni insostenibili minuti Fumiko riuscì a calmarlo, e gli disse:
-Troveremo chi ha voluto farti questo scherzo di pessimo gusto. E gliela farò pagare molto cara.-
Hiroto abbracciò Fumiko, in segno di riconoscenza.
 
I due decisero di andare via da quel luogo, ma Fumiko ebbe un contrattempo, e si fece accompagnare fino ai bagni esterni della palestra, pregando Hiroto di non lasciarla lì.
-Non ti preoccupare, Fumiko, non ti lascio. Stai tranquilla.-
Lui stava pensando che doveva almeno proteggere Fumiko. Come segno di rispetto verso di lei... e verso Reina. Reina, sempre Reina. La ragazza per la quale il suo cuore aveva battuto per la prima volta. Mentre Hiroto pensava, Fumiko andò al lavello per sciacquarsi le mani e il viso: dopo aver immerso il volto nelle mani a conca contenenti acqua, si asciugò gli occhi e guardò nello specchio. Dietro di lei, c’era una ragazza dai capelli blu e bianchi che la guardava e disse: -Fumiko.-
Fumiko urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, e portò le mani al volto; Hiroto, preparato al peggio, entrò a soccorrere Fumiko, che gli disse:
-Hiroto ho visto Reina.-
-Cosa?-
-Hiroto, Reina era qui! Mi ha chiamato per nome! L’HO VISTA!-
I suoi occhi stavano quasi per piangere, ma Hiroto la abbracciò e la portò fuori in braccio, calmandola.
-Non è possibile... non può essere vero.-
Si sedettero su una panchina. Hiroto la guardò e vide che dei sottili fili di lacrime marcavano il volto di Fumiko. La fece sedere sulle sue gambe, le tenne la testa con la mano sinistra mentre con la destra toglieva le lacrime dal volto della ragazza. Lui la guardò, le diede un bacio sulla fronte e le strinse la testa contro il suo petto; la sua divisa fu bagnata dai fiotti di lacrime che ora scorrevano più copiosi.
-Sta succedendo qualcosa di terribile in questa scuola...-
 
Venne il primo pomeriggio, e le riparazioni furono concluse: gli studenti furono invitati a recarsi nelle classi affinché i professori parlassero a proposito dei discorsi d’inizio anno. Hiroto e Fumiko, ancora leggermente turbati, passarono un attimo in infermieria, dove si fecero dare dei calmanti molto leggeri, giusto per alleggerire la tensione che gravava sui loro cuori. Fumiko disse, mentre si avviavano verso la classe:
-Avevo avuto un brutto presentimento riguardo a questa giornata... non può essere vero quello che abbiamo visto, giusto? Non è possibile!!!-
-Non può essere possibile... Reina è... non può essere qui...-
Rientrarono in classe, ancora con le espressioni turbate, tanto che Osamu, Haruya, Fuusuke e Ryuuji si precipitarono da loro appena li videro per sapere cosa li aveva terrorizati a tal punto da avere quel tipo di espressioni.
-Abbiamo visto Reina.-
Ai quattro venne un nodo alla gola. Non sapevano nemmeno cosa dire per tirarli su di morale. Era una questione troppo seria. Entrò il professore, con il suo solito tempismo sbagliato, e tutti andarono a sedersi. Hiroto si sedette accanto al banco che era di Reina, mentre Fumiko notò che era stato aggiunto un banco vuoto vicino al suo, al quale si sedette Maki, lasciando così quel pervertito di Satoshi da solo. Il professore iniziò a parlare a proposito del discorso, e Hiroto lo interruppe dicendo:
-Professore, mi perdoni l’interruzione. Volevo scusarmi per il mio comportamento vergognoso di ieri, e annunciare che se per lei va bene vorrei fare io il discorso.-
Il professore si dimostrò compiaciuto e diede quindi ad Hiroto il permesso di agire in quel modo. Poi annunciò che c’era una novità: ben due studenti nuovi si sarebbero aggiunti alla classe. Entrò il primo, un ragazzo che tutti conoscevano molto bene, dai lunghi capelli biondi e dagli occhi rossi, il quale si presentò: -Anche se tutti voi mi conoscete già, mi presento ugualmente. Il mio nome è Terumi Afuro, e da quest’anno sarò un vostro compagno di classe.-
Il professore lo invitò a sedersi proprio di fianco a Satoshi, che sperava invece di convincere Maki a ritornare lì. Poi entrò la seconda studentessa. A tutti venne un nodo al cuore. -Salve a tutti, il mio nome è Sekirei Kiri, e sarò la vostra nuova compagna di classe da quest’anno. Spero di andare d’accordo con tutti voi.-
Fumiko non riuscì a trattenere le lacrime, e disse: -Non è possibile...-
Guardò Hiroto, e vide i suoi occhi spalancati in un espressione di puro terrore ancestrale: -R...Re...Reina...-
Quella ragazza era la copia esatta di Reina.
 
 

L’angolo dell’autore

Ecco svelato una parte dell’arcano: la ragazza che Hiroto e Fumiko avevano visto non era Reina. Ma il mistero s’infittisce: come poteva quella ragazza conoscere i loro nomi? E come poteva apparire e sparire dalla vista in un attimo? Questo capitolo vede anche l’introduzione di un nuovo coprotagonista, che sarà fondamentale nella storia: Terumi Afuro, a.k.a. Aphrodi. Perché sarà fondamentale? Che reazioni avranno Hiroto e Fumiko di fronte a Kiri? Al prossimo capitolo la risposta a questa seconda domanda! Non perdetevelo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Il Collasso ***


CAPITOLO 4 - IL COLLASSO

 
Al solo vedere la nuova studentessa, al solo vedere la copia esatta di Reina, a Fumiko si frantumò la mente. D’impeto s’alzò dalla sedia e corse via dalla classe, con il volto ricoperto di lacrime. Ma non era l’unica a essere sconvolta: Hiroto non sapeva più cosa stava accadendo. Kiri si avvicinò al suo banco, e si sedette al posto che era di Reina; guardò il ragazzo e gli disse: -Io sono Kiri, e sono onorata di fare la tua conoscenza. Tu sei?-
Hiroto non riusciva a parlare, e appena riuscì a sbloccare le sue corde vocali, disse, con un filo di voce: -Tu non puoi essere qui... tu... tu... tu sei morta...-
Gli occhi del ragazzo non riuscivano a credere a ciò che stavano vedendo, e Hiroto sentì il peso del mondo crollargli addosso: scappò anche lui dalla classe, mentre il professore, allibito dal comportamento dei due ragazzi, chiese subito due volontari che li andassero a calmare: immediatamente s’offrirono Ryuuji e Maki. I due setacciarono i corridoi, ma non riuscirono a trovarli; perciò si diressero verso il tetto, che solitamente era il luogo dove molte persone cercavano rifugio dai problemi. Salirono rapidamente le scale e spalancarono la porta: nulla.
-Maki, dove potrebbero essere?-
-Ci mancano tre luoghi da controllare: la palestra, il club e l’infermeria. Suppongo che la più probabile sia l’ultima...-
I due chiusero la porta del tetto e scesero le scale, diretti verso l’infermeria: una volta aperta la porta di essa, trovarono infatti i due seduti su un letto, con Fumiko piangente fra le braccia di Hiroto sconvolto. Maki e Ryuuji s’avvicinarono cautamente ai due, e sentirono Fumiko dire: -No... non è vero... lei non può essere qui... lei è... lei è... lei è...-
Non riuscì a finire la frase: così tanto era infatti la sua voce rotta dal pianto. Hiroto poggiò la testa di lei sul suo petto e non disse nulla: le lacrime che iniziarono a scendere dal suo volto erano più eloquenti di mille parole. Ryuuji si fece coraggio e disse: -Hiroto...-
-NON POSSO LASCIARLA!!! QUELLA... QUELLA...-
Maki cercò di dire qualcosa ma non fece in tempo a proferir parola che Hiroto continuò:
-Quella... potrà avere l’aspetto di Reina... la voce di Reina... gli occhi di Reina... potrebbe anche avere il corpo di Reina, ma non mi interessa... MA NON È REINA!-
Le parole di Hiroto furono talmente forti e talmente decise che fecero sussultare sia Maki che Ryuuji.
-Io non provo nulla per quella lì. Ora c’è Fumiko. Solo Fumiko. È vero che ho amato Reina, e che l’ho amata profondamente. E anche se ora ho ancora dei sentimenti per Reina, ora io amo Fumiko!-
Maki e Ryuuji capirono che era meglio non dire nulla sull’argomento.
 
Intanto nella classe, si era scatenato il panico più totale, persino peggio di quella volta che Haruya e Fuusuke avevano iniziato a tirarsi le sedie addosso perché volevano decidere chi si sarebbe dovuto dichiarare a Reina; evento che fu del tutto inutile perché Reina si dichiarò a Hiroto il giorno stesso, lasciando i due litiganti a bocca asciutta. In quell’occasione, Ryuuji annunciò: -Come dice un famoso proverbio: fra i due litiganti, il terzo gode.-
Reina, sempre Reina. Se Hiroto era l’oggetto delle attenzioni di praticamente tutta la componente femminile, Reina aveva lo stesso effetto sui maschi. E ora una ragazza che era in tutto e per tutto uguale a lei si trovava in quella classe. Come al primo giorno, il professore non ebbe il tempo di iniziare la lezione che subito si scatenò il finimondo: le reazioni di Fumiko e Hiroto alla presentazione di Kiri, giudicate comprensibili dalla maggior parte della classe, suscitarono un curioso interesse in Afuro, il quale si dimostrò interessato a sapere le ragioni di quel comportamento. Furono Haruya e Fuusuke, suoi ex-compagni di squadra, a spiegargli il tutto. Afuro annuì e, dopo aver estratto un taccuino, annotò i fatti. Osamu, che lo stava osservando, gli chiese:
-Ehi, perché l’hai annotato?-
-Non credo siano affari che ti riguardano... ora scusatemi, ma devo andare da Hiroto e da Fumiko.-
Afuro si alzò e si diresse verso l’infermeria, guidato da quello che lui chiamava il suo “sesto senso”. Ma non fu l’unico ad alzarsi: proprio Kiri infatti uscì dalla classe, e si diresse verso il tetto.
Afuro era certo di trovare i due che cercava in infermeria, ma non si aspettava di trovare Ryuuji e Maki:
-Così li avete trovati anche voi... ma scommetto che avete setacciato l’intera scuola prima di trovarli.-
-Cosa sei venuto a fare qua?- Chiese Ryuuji, indispettito dalla verità uscita dalle parole di Afuro.
-Non serve essere così scontrosi, sai?- Afuro rispose con fermezza ma con un tono spassionato.
-Ad ogni modo, sono venuto perché devo parlare con Hiroto e con Fumiko.-
Maki s’intromise nella conversazione fra i due: -Ma non vedi in che stato sono? Come puoi anche solo pensare di potergli parlare?-
-Perché voi due cosa potete fare?- La risposta di Afuro spiazzò i due ex-componenti dell’Alius. -Io so cose che voi non sapete... e sarebbe meglio che non le scopriste mai. Ora loro due però sono già in quel mondo... vi pregherei di uscire. Deve rimanere una conversazione privata: non voglio che altra gente scopra quelle cose. Per loro ormai è troppo tardi, devo informarli assolutamente.-
Ryuuji e Maki si opposero fermamente, ma Afuro fu irremovibile; lo stallo continuò per un tempo che, seppur breve, sembrò ai contendenti lunghissimo. Solo un intervento esterno poteva risolvere quel conflitto silenzioso, e fu proprio Hiroto a compierlo: - Ryuuji, Maki... lasciateci soli con Afuro. Se sa qualcosa su questa situazione assurda, ho bisogno di saperla anche io.-
-Ma Hiroto...- -Questa è la mia decisione Ryuuji. Non pensare minimamente di poter decidere per me in questo e in nessun’altro caso.-
Ryuuji fu sconcertato dall’autorità che le parole di Hiroto avevano anche se non erano più all’Alius. Maki e Ryuuji si congedarono, e uscirono dall’infermieria. Afuro si sedette sul letto di fianco a quello in cui si trovavano Fumiko e Hiroto, ma prima che potesse dire qualcosa, Hiroto lo avvertì:
-Spero che tu abbia da dirmi qualcosa di molto importante.-
-Lo è. Sono stato informato di quello che è successo durante le vacanze estive: le mie più sincere condoglianze. Ad ogni modo, non è per fartele che sono venuto qui. Questa Sekirei Kiri... è completamente uguale a Yagami Reina, vero? In tutto.-
-Suppongo di sì. Almeno nell’aspetto esterno e nella voce. Può anche avere tutto di Reina, ma lei non è Reina.-
-Come sospettavo... esattamente come mi aspettavo.-
-In che senso?-
-Ascoltatemi. Potrebbe non essere semplice da assimilare, ma devo avere l’assoluta certezza che mi comprendiate, va bene?-
Hiroto e Fumiko guardarono Afuro e annuirono.
-Bene... allora cominciamo.-
 
Ryuuji e Maki, appena usciti dall’infermeria, non avevano alcuna voglia di tornare al quotidiano caos della classe: potevano immaginare che razza di finimondo si era scatenato nell’aula, perciò decisero di passeggiare un po’ per i corridoi. All’improvviso, Maki chiese a Ryuuji: -Secondo te cosa doveva dire Afuro a quei due di così importante e segreto?-
-Non ne ho la più pallida idea... e non so come Hiroto abbia potuto rispondere male a me! A ME! Quando era giù di morale, io ero sempre al suo fianco. Lui mi ha salvato dal vecchio me stesso e mi ha aiutato nel FFI, per il periodo in cui ero rimasto con la squadra. Ma sembra che riponga totale fiducia in Afuro...-
-Mah...-
I due non sapevano più che dirsi. L’intera situazione era troppo strana per essere vera. Fortunatamente, un ragazzo che stava correndo sul corridoio urtò Maki, che andò a sbattere contro Ryuuji e lo fece cadere, cadendo sopra di lui. Non appena Ryuuji aprì gli occhi, prima chiusi dal dolore della botta in testa, si ritrovò il volto di Maki a pochi millimetri dal suo. -Ehm... Maki?-
-Zitto. Era da quando eravamo all’Alius che aspettavo un momento come questo.-
-Che intendi dire?- Ryuuji non sapeva cosa rispondere. Certo a lui Maki era sempre piaciuta, ma ora cosa doveva fare?
-Ancora non capisci? Persino quell’idiota di Mamoru avrebbe già capito tutto... se il suo cervello non fosse completamente assorbito dal calcio.-
-In realtà capisco perfettamente... ma non capisco perché ora.- Ryuuji si era posto sulla difensiva: voleva essere certo.
-Se non ricordo male, all’Alius mi trattavi come se fossi spazzatura. Eri troppo orgogliosa di far parte della Epsilon, mentre io capitanavo la Gemini Storm. Quando siamo stati “liberati” dalla Raimon non mi hai degnato di uno sguardo finché non sono tornato dal FFI. Si può sapere perché ora?-
-L’hai detto: troppo orgoglio all’Alius... come poteva un superiore amare un inferiore? Poi l’orgoglio si è tramutato in troppa timidezza: cosa avrei fatto se tu mi avessi rifiutata? Non potevo rischiare.-
-Stupida. All’Alius, nonostante i tuoi trattamenti rudi, ti ammiravo. E poi la storia era la stessa: come potevo sapere se non mi consideravi ancora inferiore a te?-
I due non ebbero esitazioni, ed il contatto labiale arrivò subito dopo. Terminata l’effusione, i due si rialzarono. Maki disse: -Allora?-
-Allora? Allora stiamo insieme.-
La ragazza sorrise e si strinse al braccio sinistro di Ryuuji. -Andiamo a vedere se quel biondo ha finito.-
 
Kiri arrivò sul tetto, e si sedette su una delle panchine. Adorava sentire il vento modificare la sua traiettoria infrangendosi sul suo corpo: le dava un senso di libertà. -Hiroto... Fumiko... io...-
Le sue ultime parole furono coperte dal suono dell’ultima campanella della giornata.
-Devo tornare.- Dopo pochi secondi, di lei non c’era più traccia.
 
Afuro terminò la sua spiegazione. -Domande?-
Hiroto e Fumiko fecero di no con la testa: i loro occhi erano completamente sbarrati e segnati dalle lacrime.
-Bene. Farò tutto ciò che posso per aiutarvi.-
-Hi...Hiroto...- Fumiko aveva un’espressione sofferente.
-Cosa succede, Fumiko?- Hiroto stava iniziando a preoccuparsi.
-Non mi sento molto bene... mi gira la testa...- Fumiko, dopo queste parole, collassò e svenne.
-Ehi, Fumiko! Fumiko! FUMIKO!-
Hiroto era sconvolto: prima Kiri, poi la spiegazione di Afuro e infine il collasso di Fumiko.
-Afuro, aiutami! Dobbiamo portarla all’ospedale!-
 
 

L’angolo dell’autore

 
Ok, probabilmente questo è il capitolo che mi è venuto peggio finora. Non so perché, ma non sono riuscito a esprimere tutto quello che volevo: a volte avevo anche difficoltà a scegliere le parole. Vabbé, sono le impressioni mie, magari non è vero XD. Ho VOLUTAMENTE lasciato la spiegazione di Afuto insoluta perché sarà svelata nell’ultimo capitolo; inoltre, ho voluto dare spazio a una coppia secondaria che avrà ancora delle frecce al suo arco, cioè la RyuujixMaki (e vedo che nessuno l’ha mai provata prima di me, correggetemi se sbaglio); infine, s’infittisce il mistero su Kiri: chi è in realtà? Come fa a conoscere i nomi di Hiroto e di Fumiko? Al prossimo capitolo per gli aggiornamenti su Fumiko e sulla reazione di Hiroto.
P.S.: domani posterò il prologo/capitolo introduttivo alla prima fanfic della serie che avrà come protagonista il mio OC, Kazetsuki “Zael” Aster. Spero che vi interessi saperlo XD! Se cercavate un soprannome, l’avete trovato: Zael! XD

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Cambiamenti ***


CAPITOLO 5 - CAMBIAMENTI

 
Ryuuji e Maki, dopo la loro contemporanea dichiarazione d’amore, si diressero verso l’infermeria. Non fecero in tempo ad arrivare alla porta che sentirono Hiroto urlare il nome di Fumiko. I due scattarono e, arrivati di fronte alla porta dell’infermeria, la spalancarono veementemente. Ryuuji si scagliò contro Afuro e gli urlò, sollevandolo per il colletto: -CHE CAZZO HAI FATTO???-
Maki provò a fermare Ryuuji, ma le parole di Hiroto furono più veloci del suono stesso e più taglienti di mille lame: -Che cazzo stai facendo tu, Ryuuji? Fumiko è svenuta, collassata o non so cosa, e lui mi stava aiutando a sollevarla per poterla portare fuori ad aspettare un’ambulanza!-
Ryuuji guardò Afuro non del tutto convinto, ma lo lasciò andare, dicendo: -Potevi chiamare me.-
-Come se io sapessi dove cazzo di eri cacciato! Brutto idiota, adesso scusati e dacci una mano!-
Ryuuji bofonchiò delle scuse ad Afuro, che disse: -Ragiona, Hiroto, non poteva saperlo. Non è necessario che si scusi, basta che ora ci dia una mano, altrimenti la situazione potrebbe...-
-Non dirlo nemmeno.- Hiroto fu deciso e fermo con queste sue ultime tre parole. I tre ragazzi sollevarono Fumiko di peso con Maki che li seguiva preoccupata per le sorti dell’amica e compagna di banco. Fortunatamente l’ambulanza era già lì quando i quattro uscirono con Fumiko non cosciente: la caricarono sull’ambulanza, e fu dato loro il permesso di salire per poterla accompagnare. Arrivati all’ospedale, Fumiko su subito visitata da un medico, che ordinò il ricovero immediato. I quattro furono invitati ad aspettare in sala d’attesa, mentre venivano effettuati tutti gli esami del caso.
 
All’insaputa di tutti, Kiri era lì, seminascosta dalla penombra vicino all’entrata. Il suo volto era inespressivo, tanto quanto lo erano i suoi occhi. -Fumiko... non tu... tutti ma non tu... non puoi lasciarlo solo... non puoi lasciare solo Hiroto.-
Scomparve, mentre una brezza leggera iniziava a soffiare tra le foglie.
 
Afuro sentì che qualcosa non andava: -Hiroto, devo parlarti. Subito. E da solo.-
Hiroto e Afuro si appartarono in una zona della sala d’attesa poco frequentata e l’ex capitano della Zeus dichiarò: -L’ho sentita. Era qui. Fino a poco fa. Poi è come se fosse svanita, il che è molto strano. Solitamente c’è sempre una traccia quando si allontanano, ma qui non c’è. Credo sia qualcosa di diverso... qualcosa di ancora più strano.-
-Io non ho le tue capacità in questo campo, perciò non ho idea di cosa possa essere. Ma allora è sicuro... non è...-
-Non lo è.-
Nell’altra parte della sala d’attesa, Ryuuji sbottò, decisamente seccato da tutta quella situazione. -Non capisco il perché di tutta questa segretezza. Cos’è che Afuro ha di tanto importante da dire? Perché Hiroto lo ascolta come se qualcosa d’importante dipendesse dalle sue parole?-
Maki cercò di tirargli su il morale: - Magari Afuro sa veramente qualcosa che noi non sappiamo su tutta questa assurda situazione.-
Ryuuji s’alzò di colpo e tirò su anche Maki: -Adesso noi andiamo lì e gli chiediamo cosa cazzo sta succedendo. Prima Hiroto che impazzisce, poi tutto sembra essersi risolto grazie a Fumiko, poi compare quella Kiri uguale in tutto a Reina e sia Fumiko che Hiroto danno di matto, poi Fumiko sviene e poi c’è quello strano tipo di Afuro a concludere il tutto. Voglio fare chiaro su questa faccenda.-
-Non so se sia la cosa migliore ma... potremmo provarci.-
I due si avvicinarono ad Afuro e ad Hiroto, e Ryuuji mise subito in chiaro le cose: -Voglio sapere cosa sta succedendo. Sono stufo di tutta questa segretezza.-
Hiroto cercò di fermarlo ma Ryuuji trovò il coraggio di zittirlo prima che iniziasse: -No, Hiroto, sono seriamente stufo. Io ti sono sempre stato vicino quando non eri al meglio, io ti ho sempre sostenuto. E voglio farlo anche ora. Per questo io devo sapere. Io ho bisogno di sapere.-
Maki incalzò il discorso di Ryuuji: -Io... io non so se questo sia giusto. Ma io voglio aiutarvi. Non posso lasciare Fumiko da sola. Anche se ha te, Hiroto, non vuol dire che non abbia bisogno di altri. Tutti hanno bisogno di una persona a loro speciale. Ma non è, non può e non deve essere da sola questa persona: altrimenti non esisterebbe il sentimento di amicizia. Non ricordi? Sei stato tu a insegnarcelo, Hiroto, quando ti sei confrontato con Mamoru. Questo mondo va avanti, ma noi non possiamo stare al suo passo se non abbiamo l’amicizia di molte persone a sostenerci. E non siamo solo io e Ryuuji, ma tutti i nostri compagni dell’Alius e della Raimon, e per te e Ryuuji anche tutti coloro che facevano parte dell’Inazuma Japan e delle varie nazionali.-
Hiroto stava provando un sentimento che non riusciva a descrivere: forse la parola che più si avvicina al quell’emozione è “riconoscenza”.
-Afuro... credo sia meglio includerli. Le parole di Maki mi hanno fatto capire che non posso sopportare tutto questo da solo o soltanto con Fumiko al mio fianco. Ho bisogno di tutti i miei amici, e me ne rendo conto solo ora.-
-Ne sei completamente sicuro, Hiroto? Lo sai bene che non si può tornare indietro e che non è facile crederci.-
-Io lo sono. Loro sono convinti, loro vogliono aiutarmi. Se questò è ciò che loro realmente vogliono, devono sapere. Ne hanno il bisogno.-
Afuro invitò i tre a mettersi comodi: avrebbe spiegato tutto anche a Ryuuji e Maki, i quali, al termine delle spiegazioni di Afuro, sarebbero rimasti a bocca aperta, non credendo alle loro orecchie.
 
Haruya e Fuusuke erano alla sala giochi: l’ex capitano della Prominence l’aveva proposta per sdrammatizzare tutto quello che era accaduto in quei due giorni, ma solo l’ex capitano della Diamond Dust aveva accettato, dato che Hiroto e Ryuuji erano scomparsi con Maki, Fumiko e Afuro, mentre Osamu, Satoshi e Ryuuichirou avevano detto loro che avrebbero tentato l’impresa di entrare nel dormitorio femminile.  I due ex capitani si stavano dando battaglia in un gioco di corse, ma nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro, come accadeva di solito: la passione bruciante di Haruya era pari alla fermezza glaciale di Fuusuke. Terminati i gettoni dopo circa una ventina di gare tutte finite in parità, per quanto potesse sembrare impossibile agli spettatori, i due decisero di fare un salto in un fast food per mangiare un boccone, ma videro qualcosa che li scioccò: non appena furono usciti, videro letteralmente smaterializzarsi Kiri. I due non riuscirono a staccare gli occhi dal luogo in cui la misteriosa ragazza si era volatilizzata.
-L’hai vista anche tu, vero Gazel?-
-Sì, Burn, l’ho vista anche io.-
Alle spalle dei due comparvero praticamente dal nulla le loro ragazze, Hasuike An, detta Rean (ragazza di Haruya), e Touchi Ai, detta IC (ragazza di Fuusuke), le quali chiesero il motivo del loro strano comportamento. I due le fecero sedere su una panca lì vicino e spiegarono per filo e per segno cosa avevano visto. Le due ragazze non ci potevano credere, anche se in fondo pensarono che sarebbe stata una buona spiegazione a tutta l’ondata di stranezze degli ultimi due giorni. I quattro decisero di doverne sapere di più, ma rimandarono tutto al giorno successivo: avrebbero chiesto a Hiroto e a Fumiko se loro ne sapevano qualcosa.
 
Il medico uscì dalla stanza in cui ora riposava Fumiko, e Hiroto fu il primo ad accorgersene: scattò verso di lui e chiese subito informazioni sulle condizioni della ragazza. Il medico lo rassicurò: -Certo, è svenuta, ma è una condizione dovuta allo stress e forse a un calo di sostanze nutritive. Dove abita la ragazza? Sarebbe meglio informare i...-
-Lei è orfana, come tutti noi ex componenti dell’Alius. L’unica persona che si può definire parente sarei io, visto che sono il suo ragazzo. Comunque lei abita nel dormitorio femminile della Raimon Highschool.-
-Sarebbe meglio trovarle una sistemazione più confortevole... mia figlia frequenta la vostra stessa scuola, e mi ha detto che quelle del dormitorio sono stanze singole piuttosto piccole. Vabbé, sono sicuro che qualcosa vi inventerete. Se la vuoi vedere, è in quella stanza. La dimetteremo non appena si sveglierà, cosa che dovrebbe accadere fra poco, ad ogni modo.-
-Grazie, dottore.-
Hiroto si precipitò seguito dagli altri tre nella stanza dove si trovava Fumiko. Gli altri tre rimasero fuori su richiesta del ragazzo: voleva parlare con Fumiko da solo.
L’ex capitano della Genesis si sedette su uno sgabello vicino al letto sul quale Fumiko era distesa. Il silenzio più totale regnava in quella stanza, finché la ragazza non riaprì gli occhi. -Hiroto?-
-Fumiko!-
Hiroto non resistette all’impulso di stringerla fra le sua braccia, lasciando la ragazza confusa e stupita allo stesso tempo: -Non osare mai più farmi prendere uno spavento del genere! Ho pensato subito al peggio... non farlo mai più, hai capito?-
-Va... va bene...-
-Tu d’ora in poi non starai più in quel cavolo di dormitorio! Tu ti trasferisci da me!- -P...perché?-
Hiroto iniziò a piangere, e concluse: -Non posso perdere anche te...-
Il ragazzo fece cenno agli altri tre di entrare, e mise al corrente Fumiko della situazione, cioè che anche Ryuuji e Maki erano al corrente di tutto. Terminate le varie spiegazioni, il dottore diede il via libera alla dimissione di Fumiko, e subito i cinque trasportarono le cose di Fumiko in casa di Hiroto. Quello che diceva Hiroto praticamente era legge, e nessuno si sarebbe mai sognato di trasgredirla, se non in casi estremamente eccezionali.
 
Arrivò la notte, e Hiroto stava per mettersi a dormire. Controllò lo stato di salute di Reina e lo trovò ottimale, quindi si apprestò a sistemarsi sotto le lenzuola; ma la sua porta si aprì. -Hi...Hiroto...-
-Cosa c’è, Fumiko? Come mai sei qui?- Il volto di Fumiko era tremendamente rosso dall’imbarazzo.
-Non riesco a dormire... posso dormire con te?-
Hiroto si ritrovò spiazzato. -Va... va bene... se a te non da fastidio...-
Il letto di Hiroto era matrimoniale, perciò lo spazio c’era, ma lo stesso i due, dopo pochi minuti, cercarono il contatto umano; cercarono il calore che solo un altro essere umano sa dare. Uniti in quella notte buia, i due sprofondarono fra le braccia di Morfeo abbracciati e cullati dall’ultimo canto del giorno di Reina.
 

L’angolo dell’autore

Ed è fatta anche questa XD. Ad un certo punto mi ero bloccato, ma per fortuna sono riuscito a cavarmela inserendo la side story di Haruya e di Fuusuke: verranno anche loro a conoscenza dei segreti rivelati da Afuro a Hiroto, Fumiko, Ryuuji e Maki? E chi è in realtà Kiri? Cosa succederà a Hiroto e a Fumiko, ora che vivono sotto lo stesso tetto? In due capitoli, la fine di tutto. Al prossimo capitolo! (ricordo a chiunque ho pubblicato il prologo della prima fanfic con protagonista il mio OC, Kazetsuki “Zael” Aster: il nome è “Soffia il freddo vento del Nord”; lo so, continuo a farmi pubblicità da solo XD)

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - La Verità/Parte 1 ***


CAPITOLO 6 - LA VERITÀ/PARTE 1

 
Nel grande letto di Hiroto, lui e Fumiko, teneramente abbracciati, sentivano il calore emanato dalla vicinanza dei loro corpi. Nel buio, Hiroto non la poteva vedere, ma l’espressione di Fumiko era decisamente turbata.
-Hiroto?-
-Sì?-
-Senti... devo chiederti una cosa. Io... cosa sono per te? Sono solo un rimpiazzo per Reina vero? Se... se... se vuoi... io... posso diventare Reina... posso anche cambiare il mio nome...-
Hiroto fu decisamente stordito da quelle parole: non riusciva bene a inquadrare la situazione nella quale si trovava. La sentì singhiozzare, e ciò poteva significare solo una cosa: Fumiko stava piangendo. Prima che potesse ricominciare a parlare, Hiroto le posò l’indice destro sulle labbra, e la baciò sulla fronte.
-Fumiko... Reina era Reina. Tu sei tu. Non devi cercare di diventare Reina: non lo voglio. Mi procureresti un dolore troppo grande da sopportare. Sei già meravigliosa così come sei: io sono felice con te ora e lo sarò anche in futuro.-
Quelle parole colpirono il cuore di Fumiko: le lacrime di tristezza si trasformarono in lacrime di felicità.
-Da... davvero vado bene... così come sono?-
-Fumiko... non cambiare mai. Sei stupenda in ogni tuo aspetto.- Hiroto le carezzò la guancia sinistra. -Non devi cercare di essere chi non sei. Io ti voglio così, e non c’è altro da aggiungere.-
La ragazza stava piangendo e singhiozzando dalla felicità: aveva capito definitivamente che Hiroto l’aveva accettata. Il ragazzo la strinse a sé con più forza, e poggiò le sue labbra su quelle della ragazza. Ciò che seguì quel bacio non fu altro se non una dichiarazione d’amore indissolubile ed eterno.
 
La mattina arrivò presto, e i due furono svegliati dal dolce canto di Reina. Si risvegliarono ancora abbracciati, ed entrambi arrossirono a causa della ridottissima distanza fra le loro labbra. Mentre Hiroto andò nel bagno al piano terra per cambiarsi e sciacquarsi il volto dalle ultime vestigia notturne, Fumiko utilizzò il bagno più vicino alla camera da letto, come suggerito dal ragazzo. La ragazza si specchiò e si sistemò i capelli, poi, ripensando agli eventi della sera prima, arrossì violentemente di nuovo. Una vota che si fu cambiata e sistemata, scese, e notò che Hiroto aveva già preparato la colazione.
-Quando vivi da solo, devi essere in grado di fare tutto. E poi cucinare mi piace.-
I due consumarono la colazione assieme, e poi Fumiko si offrì di aiutarlo a lavare le stoviglie, aiuto che però Hiroto declinò, dicendo: -Non posso permettere che due mani soffici come le tue facciano lavori così terra terra.-
Fumiko non aveva mai visto Hiroto in quello stato: sembrava come se un grosso peso gli si fosse sollevato dal cuore, ed effettivamente era così. Fumiko non lo realizzò subito, ma poi capì che avere espresso a lui le sue preoccupazioni l’aveva soltanto reso più sicuro di ciò che lui provava per lei.
Così, una volta che Hiroto ebbe finito con il lavaggio, Fumiko si buttò fra le sue braccia, chiedendogli scusa per ciò che aveva detto la sera prima: Hiroto la abbracciò e la baciò sulla fronte come ormai era solito fare, rassicurandola.
 
I due uscirono a braccetto dalla casa di Hiroto, e davanti al cancello trovarono Ryuuji e Maki nella loro stessa situazione: i quattro, scambiatisi i classici saluti della mattinata, si diressero verso la scuola. Maki notò che Fumiko era più felice del solito dal primo giorno di scuola; non poteva sapere che Fumiko l’aveva letteralmente salvato dalla morte. -Ehi, Fumiko... hai un’espressione decisamente allegra oggi! È successo qualcosa di bello?-
Fumiko arrossì violentemente, e iniziò a balbettare qualcosa di impercettibile; Maki però possedeva un intuito straordinario per certe cose, e inferse un altro colpo verbale: -Non ci credo... avete fatto QUELLO???-
A quelle parole Ryuuji (che si stava per strozzare inghiottendo la sua stessa saliva) guardò Hiroto che iniziò a fischiettare noncurante delle parole di Maki, e disse all’ex capitano della squadra di punta dell’Alius: -SUL SERIO???-
Hiroto si guardò circospetto, come alla ricerca di persone indiscrete vicine a loro quattro, e disse: -Ma la volete piantare di urlare??? Idioti!-
Maki fece una faccia da finta scandalizzata: -Ma allora lo ammettete!-
-Ehm... mi sa che è inutile negarlo ormai...-
Ryuuji guardò Hiroto e gli disse: -Allora?-
-So bene cosa vuoi dire... allora siamo io e lei. E basta.-
Hiroto mise un po’ più di enfasi sulle due ultime parole, quanto bastava all’ex capitano della Gemini Storm per essere sicuro che Hiroto fosse fermo e deciso nel continuare con Fumiko.
-Abbiamo fatto il grande passo, ma non credo che lo debba sapere tutta la scuola.-
-Sapere cosa?-
Da dietro i quattro, comparvero Haruya (che aveva appena parlato) e Fuusuke con le rispettive ragazze, tutti decisamente interessati alla faccenda.
-Niente che debba interessarvi.- Hiroto rispose cercando di far valere ancora il suo tono autoritario. Fuusuke non ne fu spaventato e replicò: -Per caso riguarda il fatto che Kiri è in grado di smaterializzarsi nel nulla?-
A quell’affermazione, Hiroto, Ryuuji, Fumiko e Maki ebbero un colpo al cuore e si fermarono. -Ho colto nel segno vero?-
Hiroto si affrettò a rispondere: -Non riguardava questo, ma voi come diavolo fate a saperlo?-
Haruya chiarì la situazione: -L’abbiamo vista.-
Ryuuji e Hiroto si guardarono, e poi il primo disse: -Meglio se ne parliamo con Afuro.-
-Afuro? E cosa diavolo centra Afuro in tutto questo?- Haruya era arrogante come al solito, e Hiroto rispose: -È lui la persona che ci ha informato sulla “vera natura” di Kiri.-
Fuusuke era leggermente confuso, anche se non lo dava a vedere, e disse: -In che senso “vera natura”?-
Hiroto rispose, ma il passaggio di un autocarro coprì la sua risposta. Haruya e Fuusuke, come le loro ragazze, però, riuscirono a leggere le labbra di Hiroto, e rimasero a bocca aperta.
 
All’ingresso della scuola, gli otto videro Afuro che stava per entrare e lo fermarono. Hiroto spiegò all’ex capitano della Zeus la situazione, così quest’ultimo si avvicinò ai suoi ex compagni dei Fire Dragons (e alle loro ragazze) e disse loro: -Beh, non ci posso fare niente. Quello che vi ha detto Hiroto è vero. Ne sono assolutamente certo. All’inizio la cosa doveva rimanere fra me, lui e Fumiko... poi Ryuuji e Maki si sono dimostrati degni di conoscere la situazione. E adesso anche voi...-
Si fermò, avendo visto Kiri che, oltrepassato il cancello, correva verso l’entrata della scuola: -Atteggiamento sospetto... è l’ora di mettere la parola fine a questa faccenda.-
-Ogni volta che la vedo, mi chiedo chi sia veramente. Lei non è Reina, ne sono certo. E Reina non aveva parenti, quindi non può essere una sua gemella: e in ogni caso Reina aveva avuto dei cambiamenti al contatto con la pietra di Alius, cosa che una sua ipotetica gemella non avrebbe mai potuto avere.-
Le deduzioni di Hiroto erano logiche, ma qualcosa mancava comunque: la soluzione a quel mistero.
-Andiamo a prenderla.-
La voce di Fumiko era risoluta più che mai. -Non posso permettere che qualcuno si sia appropriato dell’aspetto di Reina.-
I nove, dunque, di comune accordo, iniziarono a correre inseguendo Kiri.
 
La ragazza stava correndo verso il tetto: sentiva di aver bisogno di avvicinarsi al cielo che da quando aveva memoria l’aveva affascinata. Non si fermò davanti a nulla, saltando, schivando ed evitando ogni possibile ostacolo nella sua folle corsa. Sapeva benissimo il perché, e doveva assolutamente andare: qualcosa di importante stava per succedere, e lei era a conoscenza del fatto che fosse proprio lei la protagonista di quell’evento. Tutti coloro che la vedevano passare avrebbero giurato di averla vista volare: sembrava avesse le ali ai piedi dall’incredibile velocità con la quale percorreva i corridoi e le scale della scuola. Sapeva di essere inseguita: i nove alle sue spalle, distanziati di molto, capirono che lei era diretta verso il tetto, dato che solo chi era diretto verso il tetto avrebbe corso con tale velocità prima delle lezioni. Hiroto lo sapeva bene, dato che aveva fatto la stessa identica cosa da solo con Reina.
-Questa cosa si sta trasformando in un terrificante deja-vu.-
Hiroto non era per niente calmo, ma era fortemente determinato a scoprire la verità su Kiri e su Reina e sul perché Kiri fosse completamente uguale a Reina.
 
Kiri riuscì a raggiungere il tetto prima degli altri, e si mise in piedi sul bordo. Una volta arrivati i nove, parlò dicendo loro: -Ciao a tutti! Io sono Sekirei Kiri e...-
Hiroto si infuriò per quella mancanza di serietà, e le urlò: -Basta stronzate. Kiri, o chiunque tu sia, cosa hai intenzione di fare adesso? Vogliamo la verità.-
Kiri pensò che finalmente aveva realizzato qual era l’evento della quale era la protagonista, e fece un sorriso malizioso, per poi volteggiare sul bordo danzando su un piede solo. Hiroto, rivedendo la morte di Reina nei suoi occhi, cercò di fermarla: -FERMATI! Cosa stai facendo???-
La voce di Kiri era completamente uguale a quella di Reina, stessa tonalità, stesso modo di parlare, stessa lunghezza d’onda, perciò le parole che pronunciò sembrarono dette dalla voce di Reina: -Hiroto, non l’hai ancora capito? Spiegherò le mie ali nel mio folle volo.-
Detto questo, si lanciò all’indietro, nel vuoto.
 

L’angolo dell’autore

“Riesco a vedere... il finale!” (cit. Katsuragi Keima). Vabbé, lasciando perdere le citazioni da “The World God Only Knows”, ecco a voi la prima parte del finale della fic. Vi sto lasciando col fiato sospeso eh? Cosa succederà a Kiri? Chi è REALMENTE Kiri? Quale sarà la reazione di Hiroto e degli altri al gesto di Kiri? Troppe domande a cui rispondere, un solo capitolo per rispondere. Dopo il prossimo capitolo, comunque ci sarà un epilogo di cui non vi svelerò NULLA. Al prossimo capitolo per il finale!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - FINALE - La Verità/Parte 2 ***


CAPITOLO 7 - FINALE - LA VERITÀ/PARTE 2

 
Hiroto e Afuro, alla vista dell’azione di Kiri, corsero subito verso il cornicione, sperando di prenderla: furono seguiti solo dopo pochi secondi dagli altri, ancora scioccati da ciò che avevano appena visto. Giunti sul bordo, però, non videro nulla. Nessun corpo che cadeva, nessun corpo stramazzato a terra agonizzante o peggio. Fumiko commentò, spaventata: -Cosa sta succedendo? Dov’è Kiri? L’abbiamo vista tutti buttarsi, no???-
La voce di Kiri risuonò da una posizione precedente a quella in cui i nove si trovavano: -Sono qui.-
Tutti si girarono, ma nessuno la vide. Nessuno sapeva più cosa stava succedendo, e se le ragazze si stringevano fra loro, terrorizzate, i ragazzi non sapevano più che pesci prendere. Ad un certo punto, però, Hiroto sentì un suono familiare, troppo familiare e si voltò.
 
-Bene... dovete sapere che Kiri non è Reina.-
Hiroto e Fumiko, seduti sul letto dell’infermeria, tirarono un sospiro di sollievo.
-Ma ha decisamente a che fare con Reina.-
I due deglutirono: perché Afuro aveva preferito mantenere la cattiva notizia DOPO la buona?!
-Ascoltatemi bene, sarà difficile, ma cercherò di spiegarlo in modo chiaro e diretto: Reina è morta. Mi è stato detto che in quel periodo uscivate insieme ed eravate una coppia, è esatto?-
Hiroto annuì, sperando che Afuro si decidesse presto a spiegare tutto.
-Dovete sapere che a questo mondo esistono delle forze sovrannaturali... tu, Hiroto, hai incontrato angeli e demoni durante il FFI. Ma angeli e demoni sono soltanto le forze più conosciute. Ce ne sono di molto più arcane e misteriose, e sono sicuro che Kiri sia una di queste.-
Hiroto iniziò a spazientirsi: -Di queste cosa????-
-Incarnazioni.-
-Eh?-
-Incarnazioni. Sono esseri dalla doppia forma: se Reina aveva qualcosa di importante da confessarti, il suo desiderio doveva essere stato talmente forte da far reincarnare il suo spirito in un altro corpo. Non possono prendere un altro corpo umano, perciò sono costrette a prendere il corpo di un animale. Solitamente non si avvicinano mai alla persona a cui devono confessare il loro desiderio, perché una volta fatto ciò, scompaiono, avendo esaurito la loro funzione. In genere si limitano a proteggere quella persona nell’ombra, quindi non capisco perché Kiri abbia deciso di avvicinarsi così tanto a te.-
-Kiri... quindi questa Kiri non è altro che un simulacro di Reina?-
-Essenzialmente sì: non possono provare emozioni, e non hanno logica. Il loro unico scopo è appunto quello di riferire il desiderio della persona alla quale apparteneva lo spirito presente in loro alla persona la quale doveva ricevere quel desiderio.-
-In pratica, deve solo dirmi l’ultimo desiderio di Reina?-
Afuro negò con la testa e continuò: -Non deve “dirtelo”, ma solo “riferirtelo”. “Dire” qualcosa implica la presenza di un’emozione, di un sentimento, “riferire” no. Ma allora non capisco perché abbia complicato tutto.-
Mentre Fumiko stava a sentire incredula, Hiroto avanzò una teoria inquietante: -E se non fosse semplicemente un’incarnazione?-
-Che vuoi dire?- Afuro era intrigato da questa faccenda.
-Queste incarnazioni agiscono come se fossero dei custodi. Ma lei non l’ha fatto quando ho tentato di fare una certa cosa. In più, se non fosse una semplice incarnazione, si spiegherebbe tutto il resto.-
Afuro annuì e pensò, e poi realizzò la “vera natura” di Kiri. -Hiroto, grazie alle tue parole ho capito tutto. So qual è la “vera natura” di Kiri!-
Afuro fece in tempo a pronunciare solo due parole, e Fumiko poi svenne: subito dopo, fecero irruzione nell’infermeria Ryuuji e Maki.
 
Hiroto aveva capito che doveva essere lui a porre fine a tutta quell’assurda faccenda. -Kiri... o dovrei chiamarti Reina?-
Tutti gli altri non capirono cosa Hiroto volesse dire, ma solo Fumiko riuscì a comprendere ciò che il suo ragazzo ed ex capitano voleva dire, e mormorò: -Non è possibile... avremmo dovuto capirlo subito...-
Kiri apparve davanti ad Hiroto, e gli disse: -Hai capito tutto? Ci hai messo meno tempo di quanto credessi.-
-Sei sempre stata tu quella più veloce a realizzare le cose, mentre io perdevo tempo ad analizzare ogni singolo dettaglio... o meglio, trovavo le soluzioni più adatte.-
Ora sembrava che Hiroto stesse parlando con Reina, e tutti, tranne Fumiko e Afuro, non riuscivano a capire cosa stesse succedendo.
-Questo è vero, Hiroto... ma dimmi, come hai fatto questa volta?-
-Grazie ad Afuro: se non mi avesse spiegato tutta la storia delle incarnazioni e io non avessi proposto dei dubbi, non saremmo mai stati in grado di capire che cosa tu fossi veramente... le incarnazioni prendono possesso del corpo di un animale a caso, ma ci sono degli esseri che possiedono gli animali in base alle caratteristiche più simili a quelle che avevano in vita. Anime erranti.-
Kiri applaudì alla soluzione alla quale Hiroto era giunto, e Hiroto, ignorandola, continuò: -Quindi... Kiri... anzi, è meglio se ti chiamo Reina... non è forse questo il nome che ti ho dato, mia piccola Sekirei?-
Reina sorrise: -Sono stata troppo avventata a scegliere il mio finto cognome, no? Forse volevo essere scoperta da te, Hiroto... proprio Sekirei...-
-Non hai resistito, vero? Mia flebile e piccola... cutrettola.-
Reina sorrise ancora prima di svanire nel vento. Hiroto era preparato: -Ogni volta che scomparivi lasciavi come traccia una folata di vento... che ti serviva ad elevarti nel cielo. Come volevi fare anche da viva.-
La piccola cutrettola si posò sulla mano di Hiroto, che continuò: -Non sai quanto è stato doloroso per me rivedere l’immagine della prima ragazza per la quale il mio cuore ha battuto per la prima volta.-
Accarezzò il manto piumato di Reina un’ultima volta, prima di lasciarla volare.
-Potevi rivelarti a me appena ti acquistai... ma non l’hai fatto. Perché?-
Reina riprese la sua forma umana: -Volevo vedere come te la cavavi senza di me. Ora so che posso lasciarti: non sei più solo, e l’hai capito. Hai molti amici ad aiutarti, ed hai Fumiko. Dimmi, Hiroto, lo sapevi che fin da quando eravamo al Sun Garden io e Fumiko eravamo migliori amiche? E lo sapevi che fin dall’Alius Fumiko era innamorata di te? Mentre io, solo dopo che ci salvasti dall’Alius e che partisti per il FFI, capii che iniziavo a provare qualcosa per te.-
Fumiko si alzò, e si mise vicino ad Hiroto, ad osservare Reina.
-Sono stata veramente bene con te, Hiroto: mi hai fatto sentire viva. Perciò il mio ultimo desiderio, quello che pensai prima di morire, non poteva che essere questo: vivi, Hiroto. Vivi, per te stesso. Per me. Per Fumiko. E anche per loro.-
Reina indicò gli altri, che nel frattempo si erano seduti sulle panchine ad osservare il discorso: l’unico rimasto in piedi era Afuro.
-Sei circondato da amici, e sei amato. Questo è quello che io volevo per te.-
Hiroto disse: -Reina. Mi dispiace di non essere stato in grado di salvarti. Vorrei che anche tu fossi qui con noi... vorrei che anche tu restassi per sempre.-
Reina sorrise, e Hiroto ora capì la fine dell’incubo da lui avuto, nel quale ricordava la morte di Reina: lei sorrideva perché lo vedeva ora. Non più solo. -Hiroto, ricordati che io rimarrò sempre con voi. Io sarò sempre qui.-
Dicendo l’ultima parola, toccò Hiroto e Fumiko sul petto, indicando i cuori. -Ve l’avevo detto no?-
Fumiko per la prima volta prese la parola e chiese: -Cosa?-
-Che noi tre condividiamo tutto. Non ricordate?-
Improvvisamente la figura di Reina iniziò a scomparire definitivamente, mentre un flusso di ricordi percorreva le menti di Hiroto e Fumiko fino ad una frase. Fino a quell’unica frase. Hiroto, Fumiko e Reina stessa pronunciarono contemporanemente: -Un solo cielo, un solo destino.-
Reina pronunciò alcune parole, prima di svanire per sempre: - Ricordatevi, voi due piccioncini... ci reincontremo... anche se magari non mi ricorderò di voi come siete ora.-
Svanì. Hiroto sorrise e disse: -Come abbiamo potuto dimenticarcelo, Fumiko?-
-Non lo so... ma cosa intendeva dicendo che ci saremmo rivisti?-
-C’è un solo modo per scoprirlo... vivere. In fondo, condividiamo lo stesso cielo. Condividiamo lo stesso destino. Fumiko...-
-Si?-
-Vuoi condividere la tua vita con me?-
Era una proposta d’amore eterno vera e propria. Fumiko annuì, e i due si baciarono sulle labbra, fra lo stupore degli altri sette, increduli di quello che avevano appena sentito uscire dalla bocca di Hiroto. Quest’ultimo e Fumiko, dopo quel bacio, guardarono al cielo, e la ragazza disse: -Grazie di tutto... Reina.-
 

L’angolo dell’autore

Ecco la fine! Proprio come me l’ero immaginata, quindi bene, secondo me. Si è scoperto tutto, e Reina è tornata a riposare in pace... ma cosa intendeva dicendo che si sarebbero rivisti? Tutto questo e altro ancora nell’epilogo!

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Capitolo 9
*** Epilogo - 10 Anni Dopo ***


EPILOGO - 10 ANNI DOPO

 
Dieci lunghi anni erano passati da quel giorno... proprio dal giorno in cui l’anima di Reina aveva ordinato a Hiroto di continuare a vivere e aveva predetto un loro reincontro. Molte cose erano successe nel frattempo, dal terminare gli studi alla definitiva consacrazione delle coppie.
 
-Passami quella cassa, ghiacciolo!-
-Prenditela da solo, tulipano.-
I due stavano per mettersi a litigare DI NUOVO: in dieci anni, non erano cambiati di una virgola nel carattere. Da sempre amici e rivali, Haruya e Fuusuke avevano chiesto le mani rispettivamente di An e di Ai subito dopo l’università, e le due accettarono senza pensarci due volte. Se Haruya e An avevano fatto svolgere la cerimonia nel caldo torrido di Okinawa, Fuusuke e Ai preferirono sposarsi nel fresco clima di Hokkaido. Ad ogni modo, alla fine avevano acquistato due case vicine a Tokyo, finendo per essere anche vicini di casa.
-VOI DUE, PIANTATELA UNA BUONA VOLTA!-
Le loro mogli urlarono contemporaneamente dall’interno del ristorante; già, un ristorante. Aperto dai due ex capitani dell’Alius in centro a Tokyo, aveva portato fior di bigliettoni nelle tasche dei quattro visto l’enorme successo ottenuto grazie ad Haruya come cuoco e a Fuusuke come barista. An e Ai sospirarono: chissà se la loro vita sarebbe cambiata? Entrambe dovettero lavorare di meno a causa di una semplice ragione: la maternità. Il ristorante comunque andava avanti anche grazie all’aiuto di alcuni ex componenti della Diamond Dust e della Prominence, che lavoravano come camerieri, cassieri o alla sezione da asporto. Haruya e Fuusuke avevano appena finito di sistemare le casse di cibo per il giorno dopo: chiusero il ristorante, e tornarono alle loro case. Senza nemmeno saperlo, le due coppie guardarono contemporaneamente una foto...
 
Afuro, terminati gli studi, terminò anche la carriera calcistica sul campo, e di diede all’allenamento: diventò l’allenatore di una delle più prestigiose squadre di calcio, la Kidokawa Seishuu. Ovviamente, anche lui ad un certo punto cedette all’onnipotente potere del colpo di fulmine. Quel giorno era di ritorno in ritardo dall’allenamento, a causa di un’importante partita imminente e a una consequenziale più profonda spiegazione tecnica:
-Tesoro, scusa il ritardo, ma sono a casa!-
Nessuna risposta.
-Tesoro?-
Afuro cercò in soggiorno, nella cucina, in giardino, ma non riuscì a trovare sua moglie. Stanco di cercare, si sedette al tavolo da pranzo, e notò un biglietto, sul quale era scritto di recarsi in camera da letto. Stanco dall’allenamento, non realizzò subito il motivo, e si diresse verso la camera. Entrato, accese la luce, e si ritrovò uno spettacolo fantastico a vedersi: la moglie, semicoperta dal lenzuolo, distesa sul letto. Lei gli disse: -Piaciuta la sorpresa?-
Afuro sorrise e, spogliatosi dei vestiti, si distese vicino alla sua sposa, e la baciò sulla fronte, sapendo che lei adorava quando lui lo faceva. -Certo, Rika.-
I due si guardarono intensamente, e poi guardarono una foto...
 
Ryuuji era riuscito nel suo intento: avere una bella casa, una splendida moglie e due gemellini scoppiettanti d’energia. Grazie al suo lavoro di segretario personale del neopresidente della Kira Company, poteva permettersi quella vita.
-Papà!-
I due gemellini lo chiamarono in coro, e lui accorse subito.
-Ryuuji, è ora di cena!-
L’ex capitano della Gemini Storm vide la moglie e rimase a bocca aperta. Quanto adorava vederla vestita con i primi vestiti che lui le aveva regalato: se erano già belli di loro, su Maki non facevano altro che esaltare la sua naturale bellezza.
-Maki... ti ho mai detto quanto ti amo?-
-Lo fai sempre!-
I due si misero a ridere e si baciarono mentre i due gemellini iniziavano già a mangiare. Dopo il bacio, i due guardarono una foto...
 
Kiyama Hiroto ormai era solo un nome del passato. Alla fine ce l’aveva fatta: era stato legalmente adottato. Il suo nome mutò in Kira Hiroto, e divenne il nuovo presidente della Kira Company. Aveva coronato il suo sogno d’amore con Fumiko grazie a quello che era stato il desiderio di Reina. E ora poteva dire di avere tutto: un lavoro bellissimo, una moglie altrettanto bella e una stupenda bambina. L’unica cosa storta era il doversi mettere gli occhiali a causa di un lieve calo della vista, ma alla fine non ci badava troppo. Arrivò a casa dopo il lavoro, e, appena entrato, si gettò sulla moglie, sposata ben cinque anni prima, la quale si trovava sul divano intenta a leggere un libro.
-Fumiko...-
Non vedeva l’ora di poter tornare a casa per potersi rilassare fra le braccia di lei. Ad un certo punto però furono interrotti dalla loro unica figlia.
-Papà!!!!! Ci porti al cinema vero???? VERO???? Ce lo hai promesso!!!-
Hiroto estrasse tre biglietti e li mostrò alla bambina, che fece uno splendido sorriso e tornò a giocare, mentre lui diceva:
-Non ho mai fallito nel mantenere una promessa... tranne quella volta...-
Guardarono lo scaffale sopra il loro camino: tre foto erano lì. La prima raffigurava Hiroto, Reina e Fumiko il primo giorno del primo anno di liceo: quanto tempo era passato da allora, e quante cose, terribili e non, erano successe. La seconda raffigurava il loro matrimonio: se Hiroto era elegantissimo nel suo gessato nero, Fumiko portava con molta eleganza e grazia un rifinitissimo abito bianco da sposa. Ma era la terza foto che guardavano, ignari che tutti la stavano guardando. La foto della loro famiglia.
A sinistra c’era Hiroto, vestito in camicia azzurra, giacca casual e pantaloni chiari; a destra Fumiko, che portava una camicetta bianca, con una gonna viola e una giacchetta casual. Al centro, la loro bambina, che sorrideva allegra. Quando l’avevano avuta non potevano crederci. Avevano capito tutto. L’allegro sorriso era accompagnato da due occhi verdazzurri, e i capelli lunghi erano di colore blu con due ciocche bianche.
-Ce l’aveva detto, Fumiko, che si saremmo reincontrati... chi poteva immaginare che sarebbe successo in questo modo?-
La loro unica figlia, dai capelli blu  con due ciocche bianche, dagli occhi verdazzurri e dal sorriso allegro.
Kira Reina.
 

L’angolo dell’autore

L’epilogo volevo che finisse così. Volevo assolutamente che finisse così. DOVEVA finire così. In fondo, anche Reina meritava un happy ending, e io ho fatto del mio meglio per darglielo. Spero vi piaccia! E con questo, si chiude finalmente la prima fic su Inazuma Eleven! Grazie a tutti quelli che l’hanno letta, un grazie speciale a chi l’ha recensita e un grazie a tutti quelli che la leggeranno e magari la consiglieranno. Grazie Infinite!

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