Forever and ever di spontaneoussoftassertive (/viewuser.php?uid=139958)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 1 *** I ***
I
Era da un paio di mesi che ci pensavo e avevo finalmente preso la mia
decisione. Io e Blaine stavamo assieme da ormai mezzo secolo, tempo
relativamente breve per due vampiri, ma sufficente per farmi capire che
volevo passare il resto dell'eternità con lui. Renderlo
ufficiale. Sposarci, insomma. Così gli avevo detto che
quella sera ci saremmo
trovati per fare una passeggiata. Come al solito. L'avrei aspettato
sopra la quercia
che troneggiava davanti al suo castello. Come al solito. Attesi che il
sole calasse e mi incamminai, raggiungendo la pianta e arrampicandomi
sopra. Passarono quasi trenta minuti prima che uscisse dal portone. Lo
osservai mentre scrutava l'albero alla mia ricerca. Aveva indosso una
camicia blu notte, gli ultimi bottoni lasciati slacciati che facevano
intravedere il suo petto muscoloso sopra il quale ricadeva la catenina
con il simbolo del suo clan. I jeans scuri e attillati che gli
fasciavano le gambe erano perfetti su di lui. Odiavo quando invece ci
incontravamo ufficialmente ed
entrambi dovevamo vestirci, secondo tradizione, con lunghi mantelli e
stupidi cappelli. Anch'io avevo preferito indossare un paio di jeans
attillati neri e una maglietta viola, il colore preferito di Blaine. I
capelli sparati in aria, come piacevano a Blaine. Mi raggiunse con un
balzo, passandosi una mano tra i riccioli scompigliati, liberi dal gel
con cui se li doveva imprigionare per farli stare in quegli odiosi
cappelli che doveva indossare di solito.
"Ehi"
"Ehi"
"Mio fratello mi copre anche stanotte, ma le sue richieste iniziano ad
essere assurde. Due chili di banane. Ti rendi conto? Due chili! Di
banane! Cosa se ne fa? Siamo vampiri! Non mangiamo quelle schifezze!"
si lamentò perplesso incrociando le braccia al petto.
Sorrisi. "E' tuo fratello. E' normale che ti faccia impazzire con
richieste assurde. Però non è così
stronzo da non
coprirti. E lo sai che rischierebbe volentieri la vita per te! Ti vuole
bene, e lo sai!" risposi sistemandomi meglio sul ramo della pianta per
ritrovarmi con il naso a due centimetri da quello di Blaine, il suo
respiro gelido che si scontrava contro la pelle del mio viso,
altrettanto gelida.
"Lo so..." sospirò Blaine allungando la mano destra per
andare a
prendere la mia sinistra e far intrecciare le nostre dita. "E ti
assicuro che ne vuole anche a te e rischierebbe la vita anche per te.
Anzi, rischia la vita tutte le volte che mi para il culo. Gli piaci
davvero, sai?"
Ridacchiai. "Bene!"
"Tuo fratello, invece?" chiese facendosi serio e stringendomi di
più la mano.
Sospirai. Avevo litigato con Finn anche quella sera. Come nelle ultime
due settimane. "Mio fratello sta iniziando a dare i primi segni di
cedimento. Dice che non ce la fa più a rischiare
così.
Che se ci scoprono finirà nei guai per colpa nostra..."
"Beh, non ha tutti i torti..."
"Sì, ma pensa solo a se stesso...non gliene frega niente di
noi.
Lo sta facendo solo perché l'ho minacciato di dire a sua
moglie
che una volta ha avuto una scappatella con quella Quinn...la bionda,
hai presente?"
"Sì, quella con cui mia cugina San ha litigato una volta ad
una cena..."
"Sì, lei."
"Beh, ma se continui a minacciarlo...non ci tradirà,
giusto?" chiese titubante.
Abbassai lo sguardo sopra le nostre mani unite, sospirando di nuovo.
"Non lo so..."
"Ehi, tranquillo..." mi richiamò Blaine facendomi alzare il
mento perché i nostri occhi si incontrassero di nuovo.
Quando il
caramello trovò i miei occhi, mi sorrise dolcemente prima di
continuare a parlare. "Io ti amo, Kurt. E lo sai che preferirei morire
tra le sofferenze più atroci piuttosto che vivere senza di
te...."
Anch'io sorrisi. Lo sapevo. Per questo mi ero deciso di chiedergli di
sposarmi. "P-per questo ti ho chiesto di uscire stasera...ti devo
chiedere una..." ma non feci in tempo a finire la frase. Entrambi ci
pietrificammo, fissandoci intensamente negli occhi, spalancati per la
paura. Qualcuno stava uscendo dal portone. Lo sentimmo aprirsi e poi
richiudersi. Dei passi veloci iniziarono a risuonare nel silenzio
dell'oscurità. Staccai lo sguardo da quello di Blaine per
spostarlo oltre le sue spalle per vedere un vampiro servo degli
Anderson che camminava veloce, una pergamena in mano. Dopo alcuni
minuti, quando fui sicuro che fosse abbastanza lontano e nessun'altro
stesse per uscire dal portone, riportai il mio sguardo su di lui.
"E-era solo un messaggero..."
"Sicuro?"
"Sì, tranquillo. Ma...è meglio se ce ne andiamo
da qua."
"Sì, direi proprio di sì."
Lo presi per il polso e inziai a correre, trascinandomelo dietro.
Raggiunto il nostro rifugio segreto mi fermai. Ci chinammo entrambi,
entrando nella grotta che mi ero divertito a decorare quella volta che
Blaine era rimasto via per due settimane in missione con la sua
famiglia. Volevo che fosse accogliente e così era. Avevo
rubato
un paio di tappeti, due poltrone, un divano letto e uno
specchio.
Lasciai il polso di Blaine piazzandomi davanti allo specchio per
sistemarmi il ciuffo che l'aria mi aveva scompigliato. La momentanea
paura mi aveva fatto andare in tilt e avevo perso tutto il coraggio
raccolto in quelle ultime settimane per chiedergli finalmente di
sposarmi. Stavo prendendo tempo, aggiustandomi il ciuffo con troppa
calma e più cura del dovuto. Notai Blaine dietro di me
guardarmi
con un sopracciglio inarcato e le braccia incrociate al petto.
"Kurt..." mi chiamò piano. Feci finta di non averlo sentito.
"Kurt!" In un secondo mi fu alle spalle, il suo fiato contro il retro
del mio collo. Mi voltati verso di lui sorridendo.
"Cosa c'è, amore?"
"Mi stavi dicendo una cosa prima..."
"Oh, davvero? Me ne sono scordato!" dalle mie labbra uscì
una
risatina nervosa. Mi rigirai verso lo specchio, evitando che i nostri
occhi si incontrassero, fingendomi particolarmente interessato ai miei
capelli.
Blaine, da dietro, mi afferrò forte per le spalle,
riportandomi
con il viso rivolto a lui. "Kurt...cosa c'è che non va?"
disse
preoccupato. "S-sicuro che fosse solo un messaggero? Era qualcun altro
ma non me l'hai voluto dire??"
"Cosa? No, no! E-era solo un messaggero!"
Allentò leggermente la presa sulle mie spalle, ma sentivo il
suo
sguardo fisso su di me. "Cosa c'è, allora, che non va? Cosa
mi
volevi dire prima? Kurt...rilassati."
Non mi ero nemmeno accorto di trattenere il respiro. Per non parlare di
tutto il mio corpo, teso come una corda di violino. Alzai appena gli
occhi, ma appena trovai quelli di Blaine puntati su di me distolsi di
nuovo lo sguardo. "Blaine..."
Blaine spostò le mani sopra le mie guance, alzandomi il viso
per
impedirmi di guardare di nuovo altrove. "Perché non mi
guardi
negli occhi? Kurt...davvero. Mi stai facendo preoccupare!"
Sospirai, lasciando finalmente che i nostri occhi si incontassero. Lo
sentii rilassarsi appena.
"Kurt...parlami. Lo so che non ti sei dimenticato quello che mi stavi
per chiedere prima...dimmelo. Io...io ti amo, Kurt. E lo sai che farei
qualsiasi cosa per te. Qualsiasi."
"Sposami." Ecco, l'avevo detto. Senza quasi rendermene conto. Una
semplice parola. Sposami. Gliel'avevo chiesto. Mi sentii liberato da un
grosso macigno che mi stava sullo stomaco. Qualcosa però non
andava. Tutto non andava. I suoi occhi si erano spalancati prima di
distogliere lo sguardo abbassandolo a terra. Mi lasciò
andare il
viso, dandomi le spalle. "Ku-Kurt..."
Mi sentii il mondo crollare addosso. Sapevo i rischi che avremmo corso,
sapevo che non potevamo, che era contro i nostri clan, nemici da
migliaia di anni, che sarebbe
stato impossibile. Ma non pensavo che Blaine avrebbe rifiutato.
"Blaine...hai-hai appena detto qualsiasi cosa! Pensavo lo intendessi!"
mi scaldai stringendo i pugni lungo i fianchi.
Si voltò di nuovo verso di me, i suoi occhi a pochi di
centimetri di distanza dai miei. Minacciosi. Infuocati. "Certo che lo
intendevo!" mi sibilò in faccia.
"E allora qual è il problema?" replicai senza distogliere lo
sguardo stavolta. Sì. Avevo recuperato tutto il mio
coraggio. Ma
con il coraggio avevo trovato anche rabbia, frustrazione. Mi sentivo
tradito e offeso.
"Qual è il problema? Qual è il problema??? Kurt,
cosa
cazzo ti passa per la testa?!?" gridò passandosi una mano
tra i
capelli.
"Hai appena detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me!!"
Blaine rise. Ma non una risata come quelle che amavo tanto. Era diversa
questa volta. Scosse la testa. "Ti rendi conto di quello che mi stai
chiedendo, Kurt? Te ne rendi conto?" chiese puntandomi un indice contro
il petto.
"Certo! Ti ho chiesto di sposarmi! Ti ho chiesto quello che per due
mesi ho cercato il coraggio di dirti!"
"E guarda un po' ti ci sono voluti due mesi per trovarlo! A te! Il
coraggioso e spietato Kurt Hummel! Chissà perché
ti ci
è voluto così tanto?! Forse perché
sapevi tu
stesso che è una cazzata! Un'enorme, madornale cazzata!" Ci
stavamo urlando in faccia. Senza quasi aspettare che l'altro avesse
finito. Non avevamo mai litigato così.
"Ci ho messo così tanto perché sapevo che sarebbe
stato complicato, che avremmo avuto difficoltà..."
"Complicato?? Difficoltà?? Kurt, mi prendi per il culo? I
nostri
clan sono nemici da millenni! Ogni anno litighiamo per
qualcosa. E se si venisse a scoprire della nostra
relazione...scoppierebbe una guerra! Pensavo fossi a conoscenza di
queste cose...pensavo fossi consapevole che già la nostra
storia
è una follia assurda.... che probabilmente ci
porterà
entrambi alla morte...ed è un miracolo che duri da
cinquant'anni!"
"No, guarda. Non lo sapevo! Litigo tutte le sere con mio fratello per
poi sgattaiolare fuori dalla finestra di camera mia perché
odio
passare dalle porte!"
Blaine rise. Di nuovo quella risata. Iniziavo ad odiarla. Scosse la
testa, dandomi le spalle.
"BLAINE! Guardami quando ti parlo!"
"Non. Osare. Darmi. Degli. Ordini!" replicò voltandosi di
scatto
e bloccandomi contro il muro. Le sue mani strinsero forte i miei polsi,
le sue gambe premute contro i miei inguini per impedirmi ogni
movimento. Lottai per alcuni secondi per cercare di
liberarmi. Ma lui era più forte di me. Lo era sempre stato.
Se
poi era arrabbiato era anche peggio. Ringhiai quando mi
sollevò
da terra, spingendo con un gmito il mio collo contro il muro. I suoi
occhi non
erano più di quel colore caramellato che amavo tanto. Erano
neri. Come la pece.
"Blaine..." mugugnai.
Per fortuna la mia voce sembrò calmarlo. Si accorse di aver
esagerato. I suoi occhi tornarono caramellati, anche se comunque
più scuri del solito. Mi lasciò andare,
allontanandosi di
nuovo, sempre dandomi le spalle.
"Scusa" sussurrò.
Mi lasciai crollare a terra. Lo sguardo fisso sul nulla. Adesso avevo
il fiatone. Come facevo ad avere il fiatone se a noi vampiri non serve
nemmeno respirare? Tirai le ginocchia contro il petto,
appoggiandovi la fronte sopra. "Non pensavo...avresti
rifiutato...Sei l'unica persona in cui ho davvero fiducia, in cui credo
davvero...non-non pensavo mi avresti tradito così..." Senza
neanche accorgermene avevo iniziato a piangere. Io. Il principe del
famoso clan degli Hummel. Io. Il principe erede al trono. Io.
Considerato uno dei più coraggiosi e temuti vampiri di tutto
il
paese.
"Kurt...Io...I nostri clan..." balbettò rigirandosi verso di
me
e venendosi a sedere al mio fianco, cercando di prendermi le mani tra
le sue. Le allontanai stizzito.
"Non capisci? Non capisci Blaine?"
Tirò su con il naso. Anche lui aveva iniziato a piangere. Ma
adesso mi guardava perplesso. "Cosa?"
"Se-se noi ci sposiamo...i nostri clan non saranno più
nemici!
Se noi ci sposiamo ufficialmente, nessuno potrà mettersi tra
noi. Ma soprattutto, se ci sposiamo, diventiamo noi i re. Noi
comanderemo su tutto il paese. Così dice la legge! Se il
principe erede al trono del clan si sposa diviene automaticamente il
re. E se ci sposiamo tra di noi diventiamo entrambi re. E i clan
saranno untiti. Tutto lo stato sarà unito. Non saremo
più divisi in contee.
Non litigheremo più per territori o per invasioni. Blaine.
Se
noi ci sposiamo...possiamo cambiare tutto!"
Blaine scosse la testa. "Come puoi pensare, illuderti che ci lasceranno
sposare...faranno di tutto per impedirlo..."
"Scappiamo in Italia. Là ci sono gli Antichi. Ci facciamo
sposare da loro. Non gliene frega niente a loro se siamo di clan
nemici...ci sposeranno. E poi torneremo qui. Nessuno si
oserà
opporre a qualcosa che hanno fatto gli Antichi stessi.
Nè
mio padre. Nè tuo padre. Nè nessun altro!"
"E' una follia, te ne rendi conto?"
"Blaine. Lo so. E' rischioso. E' completamente folle. Ma tu stesso
prima hai detto..."
"So cosa ho detto. Che preferirei morire piuttosto che vivere senza di
te...ma...posso-posso pensarci, Kurt? Per favore?" I suoi occhi erano
tornati del solito color caramello e adesso mi guardavano imploranti.
Annuii, finalmente rilassandomi. "O-ok..."
Restammo in silenzio per qualche secondo. Poi anche Blaine si
tirò le ginocchia al petto appoggiandovi la testa,
scuotendola.
"Scusa per prima..." sussurrò "Non avrei dovuto aggredirti
in
quel modo..."
"Ho esagerato anch'io..." risposi piano. Poi mi voltai verso di lui.
Presi il suo viso tra le mani tirandolo su per poterlo guardare dritto
negli occhi. Gli spostai un ricciolo dalla fronte per poi aggiungere un
"Ti amo" sussurrato all'orecchio, prima di far scontrare le nostre
labbra in un dolce bacio.
"Anch'io ti amo, Kurt." soffiò sulle mie labbra, appoggiando
la
sua fronte contro la mia. Gli occhi chiusi. "Solo...solo una cosa..."
Annuii piano. Lui prese un respiro profondo, senza aprire gli occhi.
"Se...se io...se io rifiuto...tu mi...mi lascerai, Kurt, vero?"
Aggrottai un sopracciglio guardandolo male. Poi gli tirai un pugno
sulla spalla che lo fece cadere di lato. Probabilmente non se
l'aspettava, visto che mi stava guardando offeso. "Sei completamente
rincoglionito?" gli domandai sbuffando. Lui si ritirò a
sedere
rivolgendomi uno sguardo perplesso e ferito.
"Blaine...innanzitutto...io ti amo. Sono cinquant'anni che ti amo e ti
amerò per sempre. E sai che quando dico per sempre intendo
per
sempre. E poi...credi sia così facile liberarsi del
coraggioso e
spietato Kurt Hummel???" gli feci il verso incrociando le braccia al
petto.
Blaine rise scuotendo la testa. "Mi hai fatto spaventare, cazzo. Non lo
fare più!" bofonchiò restituendomi il pugno di
prima.
"Scusa..." sussurrai prendendogli il pugno ancora chiuso e baciandogli
le nocche. "E...Blaine..."
"Mmm?"
"Se...se mi dirai di no...beh, continueremo a trovarci di nascosto,
consumando il nostro amore in una grotta sperduta nella foresta,
andando contro quelle fottutissime leggi dei nostri clan e l'odio che
li divide...tu sai poi perché si odiano tanto?"
"Ho provato a chiederlo a Coop una volta ma non mi ha saputo
rispondere..."
"Tutta colpa di uno stupido tradimento. O così si suppone.
Qualche volta ti racconto tutta la storia. Comunque è una
cosa
stupida secondo me..." risi
sarcasticamente. "Come d'altronde tutto quello che succede tra i nostri
clan. Seriamente, come si può litigare per una pianta?
Chissene
frega se sta nel territorio degli Hummel o degli Anderson! E' una
fottutissima pianta! Non ce ne facciamo nulla. Ma no! Dobbiamo litigare
anche per quello."
Blaine rise, guardandomi più sereno. "Sei adorabile quando
ti
arrabbi così, sai. Non quando sei arrabbiato con me,
però..." aggiunse ritornando serio.
Sorrisi accoccolandomi contro il suo petto mentre lui faceva scivolare
le dita tra i miei capelli. "Anche tu fai paura quando ti arrabbi...i
tuoi...occhi diventano neri e...non lo so...mi fanno paura."
"Scusa..."
Guardai verso l'alto, incrociando il suo sguardo. "Quando non sei
arrabbiato, però, i tuoi occhi mi fanno impazzire...te l'ho
mai
detto?"
"Uhm, sì...sono cinquant'anni che me lo
ripeti...anzi...è
stata la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo incontrati...te lo
ricordi?"
"Come se fosse ieri..."
"Mio fratello mi ha dovuto riempire di gomitate per tutta la cena
perché non facevo altro che fissarti..."
"Parlando del diavolo..." Ci voltammo appena in tempo per vedere Cooper
intrufolarsi nella grotta.
"Blaine...devi tornare. Subito." Non l'avevo mai visto così
preoccupato.
Blaine mi scostò dal suo petto alzandosi e portandomi in
piedi con sè. "Cosa...cosa succede?" chiese allarmato.
"Nostro padre. Ti cercava. Ho-ho detto che eri uscito a prendere una
boccata d'aria e che sarei venuto io stesso a cercarti...spero solo non
mi abbia mandato dietro una guardia. Ma...è incazzato
perché sei uscito senza il suo permesso. Cazzo, B.
Penso...penso
sospetti qualcosa...solo...torniamo..."
Blaine si irrigidì al mio fianco, gli strinsi la mano.
"No...non
penso sospetti qualcosa..." scosse la testa Blaine. "E' impossibile.
Solo tu ne sei a conoscenza e sto sempre attento quando esco.
Sarà per qualcuna delle sue cazzate..."
"Sì...hai ragione..." Cooper si calmò, passandosi
una
mano tra i capelli, troppo lunghi per i miei gusti. "Però
sarà meglio che muoviamo i nostri bei culetti comunque..."
"Sì... Kurt, ci vediamo domani. Solito posto. Solita ora. E
verrò con una risposta. Te lo prometto. Ok?"
"Sì. E state attenti a quei culetti. Specialmente al
tuo...è di mia proprietà, in fin dei conti..."
sorrisi
lasiando andare la mano di Blaine che rise, imitato da Cooper.
"Stai attento anche tu." Mi sussurrò baciandomi sulle
labbra. "Ti amo, Kurt"
"Anch'io, Blaine"
Cooper alzò gli occhi al cielo, fingendosi disgustato. "Mi
sa
che alzerò la richiesta a tre chili di banane..."
borbottò.
"Sta' zitto!" rise Blaine raggiungendolo all'entrata della caverna e
uscendo facendomi un ultimo segno di saluto.
"Di che risposta stavate parlando??"
"Poi ti spiego.." li sentii dire mentre si allontanavano velocemente.
Mi lasciai cadere sul divano letto sospirando. Chiusi gli occhi.
"Spero solo che tu non rifiuti, Blaine...perché io non ce la
faccio più a vivere così..." dissi a non so
nemmeno io
chi.
**Allora, questa cosuccia mi
è venuta in mente leggendo "Promessi vampiri" un libro che
se vi piace il genere vampiresco vi consiglio perché molto
bello. La mia trama è completamente diversa, ma mi sono
ispirata per la storia dei clan nemici, che poi ovviamente riprende la
solita solfa Shakespeariana di Rome&Giulietta e anche altre
cosette qua e là. Ho preso anche alcune idee dai vari
Twilight, TVD e anche qualcosa da Supernatural (più
avanti).
Spero che possa essere di vostro gradimente e non troppo noioso. So che
è un genere che va molto ultimamente ma ci provo lo stesso xD
Alla prossima
Sil
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Capitolo 2 *** II ***
II
Ero rimasto tutta la notte a fissare il soffitto della caverna
ripensando a quei cinquant'anni passati con Blaine a nasconderci. A
nascondere il nostro amore. Al nostro primo incontro, ad una di quelle
stupide cene che si svolgevano ogni anno tra i due clan e che finivano
sempre con una litigata. Quell'anno non volevo nemmeno andarci, ma poi
mi ero lasciato trascinare da mio padre. Da quella sera avevo iniziato
a credere al destino, dato che ero capitato seduto di fronte al ragazzo
più bello che avessi mai visto. Peccato fosse il principe
Anderson, figlio dell'acerrimo nemico di mio padre. Ma anche lui non
riusciva a smettere di guardarmi. Il ragazzo di fianco a lui, Cooper,
poi venni a sapere, lo riempiva di gomitate cercando di attirare la sua
attenzione, ma lui continuava a fissarmi. Ci scambiammo un paio di
sorrisi per poi ritrovarci in un angolo mentre gli altri avevano
inziato a ballare. Avevo esordito con un "Hai degli occhi bellissimi"
che evidentemente fece colpo. Parlammo per tutta la notte di nascosto,
cercando di non attirare occhi indiscreti. E da quella notte, iniziammo
a vederci di nascosto quasi tutti i mesi. Poi tutte le settimane. Poi
praticamente tutti i giorni. Iniziai a credere anche all'amore a prima
vista perché, anche se ci vollero due anni prima che
decidessimo
di metterci assieme, io mi ero innamorato di lui dal primo istante in
cui i nostri occhi si erano incrociati. Sospirai ripensando a quegli
occhi che amavo così tanto. "Oh Blaine..." sussurrai,
riaprendo
le palpebre. Fu allora che mi accorsi che il sole
stava per sorgere. "Cazzo." Mi alzai in fretta, uscendo e iniziando a
correre, raggiungendo il mio
castello dove trovai Finn, Sam e Puck -i miei migliori amici- sul
portone agitati come non li avevo mai visti.
"KURT! Si può sapere dove cazzo sei stato tutta notte??" mi
gridò contro Finn mentre entravo.
Inarcai un sopracciglio rivolgendogli uno sguardo assassino dei miei.
"Fatti miei." Sibilai per poi passare oltre mio fratello.
"E' tutta notte che ti cerchiamo! Tuo padre ha chiesto di te e..."
"E...?" Mi bloccai appena davanti alla scalinata che portava alle
camere da letto. Mi voltai di nuovo verso di lui. "E??"
"Beh gli ho detto che non sapevo dove fossi! Il che è la
verità! Dato che non ho idea di che cosa facciate tu e quel
frocio di un An-"
Già il fatto che non volesse più aiutarmi mi
faceva innervosire ma se poi usava quella parole, soprattutto rivolta
al mio ragazzo, non potevo non fargliela pagare. In un attimo gli fui
addosso, bloccandolo a terra. Era alto quasi il
doppio di me, ma io ero più vecchio. E più forte.
Estrassi il mio paletto dallo stivale destro e glielo puntai sul petto.
I
suoi occhi si spalancarono per il terrore.
"Ku-Kurt..." balbettò cercando di liberarsi.
Lo fissai dritto negli occhi. "Sei solo un lurido codardo, Finn. Uno
stronzo. E scommetto che non ti dispiacerebbe se mio padre venisse a
sapere...così che io venga punito e tu potrai impossessarti
del
trono una volta per tutte. Ma guarda un po'...te lo puoi scordare!
Perché a me...basterebbe...una piiiiccola pressione in
questo
punto..." affondai appena il paletto nella sua carne e lui
cercò
di divincolarsi di più, iniziando a ringhiare. "E tu...sei
morto, Finn!"
"Kurt."
"Kurt!"
"KURT!"
Solo in quel momento mi accorsi che i miei due migliori amici mi
stavano chiamando e tenendo per le spalle cercando di staccarmi da mio
fratello. Scrollai le spalle liberandomi dalla loro presa. Finn
ringhiò di più e nel frattempo qualche servitore
era
arrivato a vedere cosa stesse succedendo. Con un ultimo ghigno mi alzai
da Finn, lasciandolo libero. Con un balzo arretrò,
guardandomi
impaurito e offeso.
"Ti va bene che questa è la sua maglietta preferita e
proprio
non mi va di sporcarla con il tuo sangue..." dissi rimettendo via il
paletto. I servitori cominciarono a disperdersi, tranne uno che mi
venne incontro.
"Principe Kurt. Suo padre desidera vederla."
"Grazie. Gli dica che arrivo subito." risposi mentre Sam e Puck mi si
avvicinarono.
"Ah e Kurt..." mi chiamò Finn, mantenendo però le
distanze. "Puzzi di ANDERSON!"
Per fortuna anche l'ultimo servitore se n'era già andato e i
muri del castello erano abbastanza spessi da impedire ai nostri
supersensi di sentire da una stanza all'altra. Digrignai i denti
cercando di fiondarmi di nuovo su di lui, ma stavaolta Sam e Puck
furono abbastanza veloci e forti da riuscire a fermarmi e trascinarmi
su per le scale fino in camera mia. Restammo tutti e tre in silenzio
finché non mi
chiusi la porta alle spalle mentre loro due si arrampicavano sopra il
mio letto a baldacchino, sedendosi a gambe incrociate, senza nemmeno
togliersi le scarpe.
"Finn ha ragione.." constatò Puck. Lo fulminai.
"I-intendo...ehm, che si sente che sei stato con un Anderson. Il loro
odore è inconfondibile."
"Meglio se ti fai una doccia prima di andare da tuo padre, o se ne
accorgerà.." mi suggerì Sam. Sbuffai, incrociando
le
braccia al petto e guardandoli male per alcuni secondi. Poi andai in
bagno a lavarmi come mi aveva detto Sam. Tornai in camera dopo cinque
minuti ed erano ancora nella stessa posizione. Mi guardavano perplessi.
"Che avete?" bofonchiai.
"Primo. Sei stato fuori tutta notte. Secondo. Hai aggredito Finn. E non
era un semplice litigio tra fratelli. Che cazzo ti prende, Kurt? Lo sai
che noi ti appoggiamo, ma forse stai rischiando troppo."
"Puck ha ragione. E' già un miracolo che dopo
così tanti
anni non se ne sia ancora accorto nessuno. Ma ultimamente stai uscendo
più spesso. E più a lungo."
Ok, forse avevano ragione. Sbuffai pesantemente, lasciandomi cadere
sopra il letto tra di loro. "Abbiamo litigato." dissi semplicemente.
Si scambiarono sguardi preoccupati. "Stai bene?" chiese dopo un paio di
secondi Sam.
"Sì. Cioè, abbiamo litigato ma poi abbiamo
risolto...più o meno...credo." chiusi gli occhi sdraiandomi,
lasciando le gambe a penzoloni dal letto, le braccia dietro la testa.
"Cosa intendi?" fece Puck.
"Gli ho...gli ho chiesto di sposarmi."
"TU COSA???"
Mi ritirai in fretta a sedere aprendo gli occhi e fulminandoli. "Non
urlate." Li minacciai.
"Scusa."
"Lo amo, ok? E non ce la faccio più a vivere
così...
Voglio semplicemente poter baciare l'uomo che amo. Tenerlo per mano.
Ballare a quelle stupide feste che organizzano i nostri clan anche se
si odiano. Che poi che senso ha se nessuno può ballare con
qualcuno del clan opposto?"
"E' per far vedere chi è vestito meglio. Chi balla
meglio...penso.." rispose non molto sicuro Sam. "Comunque. Non ti
sembra di chiedergli troppo?"
Abbassai lo sguardo sui miei piedi, sospirando per l'ennesima volta.
"Per questo abbiamo litigato. Ha detto che ero completamente
impazzito..."
"E non ha tutti i torti..." sussurrò Puck.
"Lo so." ammisi. "Solo...davvero non ce la faccio più. Sono
cinquant'anni. Cinquanta, cazzo. E poi gli ho fatto una proposta..."
"Cosa?"
"Se...se andiamo in Italia e ci facciamo sposare dagli Antichi e ci
facciamo incoronare re...beh, i nostri clan smetterebbero di essere
nemici. Riuniremmo tutto il paese come ai tempo dei Romani."
"Ai tempi dei Romani?" chiese Sam.
"Me l'ha raccontato una volta mia nonna. Quando nell'attuale Italia
governava Giulio Cesare, non so se voi capre ignoranti ne avete mai
sentito parlare..." aggiunsi ridendo. Loro misero il broncio scuotendo
la testa. "...beh, quando regnava questo Giulio, qui da noi c'era un
unico stato. Ed era governato da un Antico. L'ultimo della dinastia
degli Anderson. Ma una notte, non si sa di preciso
come, qualcuno
l'ha distriutto. Si sospettò di un membro del clan degli
Hummel
che cercava l'ammutinamento da tempo e fu accusato e giustiziato. Tutto
il clan degli Hummel fu considerato un clan di traditori e allontanato
dal castello. Così il nostro clan si è costruito
un
proprio castello, governandosi da soli. Qualche altro clan si
è
aggiunto al nostro, come i vostri. Ma prima che tutto questo
succedesse, c'era un unico regno. E tutti vivevano in pace. Niente
litigi per cazzate. Niente odio. Voglio riportare il nostro paese sotto
un'unica guida. Voglio diventare il re, insieme a Blaine, e governare
in pace tutto il paese."
"Ma te le sogni di giorno mentre dormi?" chiese ridendo Puck.
Lo guardai serio. "Puck. Non sto scherzando. E Blaine...ha detto che ci
avrebbe pensato. E prima di scappar via mi ha promesso che domani mi
avrebbe dato una risposta..."
"Scappar via?"
"Sì, Sam.Suo padre lo cercava..."
"Oh. Però ha detto che ci avrebbe pensato. Quindi non ha
rifiutato del tutto, giusto?"
Sospirai di nuovo, ributtandomi all'indietro. "Spero che accetti. Siamo
entrambi abbastanza forti e intelligenti da potercela fare."
Si scambiarono uno sguardo veloce. "Kurt..."
"Mmm?"
"Se...se Blaine accetta...possiamo venire con te?" domandò
Puck incerto.
Sorrisi ampiamente. "Mi farebbe davvero piacere ragazzi! E inoltre,
sarete delle capre ignoranti, ma siete dei geni nell'escogitare piani e
anche piuttosto forti..."
"Dimentichi che siamo fighi!" ammiccò Sam.
Risi rilassandomi completamente, dopo una nottata di merda come quella
che avevo passato. "Grazie ragazzi...come farei senza di voi?"
"Ah, non sopravvivresti neanche un secondo qui dentro, Hummel!" mi
stuzzicò Puck dandomi una gomitata nelle costole.
"Ora però sarà meglio che tu vada da tuo padre, o
si preoccuperà..." si fece più serio Sam.
"Hai ragione..." mi alzai avviandomi verso la porta.
"Kurt?"
"Mmm?"
"Se lui se n'è andato quasi subito...dove cazzo sei stato
tutta notte?"
"A fissare il soffitto della grotta, Puck..."
Entrambi mi guardarono perplessi per poi scoppiare a ridere. "Sei
proprio strano a volte!" sbottò Sam.
"Non mi distruggete il letto!" mi raccomandai prima di uscire e
raggiungere mio padre.
***Mi dispiace per chi ama Finn, a me sinceramente non fa impazzire
come personaggio ma non mi dispiace nemmeno, però mi serve
così stronzo per la trama. Anche Sam e Puck sono leggermente
diversi da come sono in Glee ma mi piace pensare che in
realtà abbiano comunque dei buoni rapporti con Kurt. Questo
capitolo è particolarmente breve e di passaggio. Il prossimo
dovrebbe essere un po' più lungo. Al prossimo :)
Sil
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Capitolo 3 *** III ***
III
Mio
padre mi lasciò andare dopo
neanche mezz'ora. Aveva intuito che tutte le notti scappassi dal
castello per vedermi con qualcuno, ma non sospettava fosse qualcuno del
clan Anderson. Ma soprattutto, non sospettava si trattasse di un
ragazzo. Solo Finn e i miei due migliori amici sapevano della mia
omosessualità. A Sam e Puck l'avevo detto circa cent'anni
prima,
quando ci eravamo conosciuti e mio fratello l'aveva scoperto origliando
una nostra conversazione. In realtà anche quello poteva
essere
un ulteriore problema. E se gli Antichi non ci avessero voulto sposare
perché dello stesso sesso? Andai a dormire con quel
pensiero,
che mi tormentò tutto il giorno. Quando mi svegliai,
mezz'ora
prima del tramonto, mi preparai per tornare da Blaine.
"Sam, dov'è Puck?" chiesi a Sam che gironzolava
già in
cucina sgranocchiando qualcosa che non riuscii ad identificare.
"Sta rincorrendo una tipa che non gliela vuole dare..."
"Così presto? Ma dove trova le energie?" mugugnai. Proprio
in
quel mentre, Puck entrò in cucina, schivando per poco una
padellata tirata da una delle nostre cuoche. Prese di mano quello che
Sam stava mangiando. Sbiascicò un "Grazie" con la bocca
piena e
si mise a sedere sopra il mobile da cucina su cui eravamo appoggiati.
"Ehi!" protestò Sam. Ma poi fece spallucce e
iniziò a
rovistare alla ricerca di qualcos'altro da mettere sotto i denti.
Trovò un paio di sacche di sangue. Degli umani del paese
vicino
avevano stipulato un accordo con noi da parecchi secoli ormai. Ogni
mese ci portavano rifornimenti di sangue. Lo estraevano dai loro corpi.
Chi raggiungeva la maggior età era obbligato a donare almeno
due
litri al mese che poi venivano raccolti in sacche e portati a noi, che
in questo modo non dovevamo uccidere nessun umano per nutrirci o
cacciare animali selvatici, dei quali, sinceramente, non apprezzavo per
niente il sapore e che Blaine si ostinava a difendere.
Guardai Sam mentre succhiava avidamente, sporcandosi il mento. Puck
fece passare il pollice sul suo mento, pulendolo e poi succhiandoselo,
guardandolo fisso negli occhi con fare seducente. A volte mi
domandavo se non fossero gay anche loro. Ma non mi avevano mai detto
nulla, e se anche fosse, per non sarebbe stato un problema.
"Me ne passi una anche a me?" interruppi lo strano silenzio che si era
formato, mentre loro due si stavano quasi mangiando con gli occhi.
"Mmm?"
"Sam! Una anche a me, per favore!" ripetei.
Finalmente i loro sguardi si staccarono riportandosi su di me. "Oh,
giusto, scusa..." blaterò Sam arrossendo.
Feci finta di niente iniziando a mangiare anch'io. D'altronde era da un
giorno che non mi nutrivo. "Grazie" feci alla fine pulendomi la bocca
con la mano.
"Di nulla, principino" ammiccò Sam.
Inarcai un sopracciglio tirandogli un pugno. "Ragazzi...vi devo
chiedere un favore.."
"Devi andare dal tuo cucciolotto e vuoi che ti copriamo le spalle?" mi
anticipò Puck.
"Esatto. Non credo che dopo ieri sera Finn voglia continuare a farlo..."
"No, infatti. Tranquillo. Staremo in camera tua fingendo che ci sia
anche tu e non lasceremo entrare nessuno."
"Grazie." sorrisi scompigliando i capelli di Sam e dando un pugno sulla
spalla di Puck. "Io sgattaiolo fuori dalla finestra. Controlla che non
arrivi nessuno..." chiesi a Sam.
"Ai suoi ordini."
Dopo una manciata di secondi mi diede il via libera e scappai dalla
finestra. "A domani mattina, ragazzi. Grazie!"
"Torna un po' prima, però! E stai attento!" si
raccomandò Puck.
"Sì, mamma!" risi prima di avviarmi verso il castello
Anderson.
Arrivato alla solita quercia, mi arrampicai, aspettando Blaine. Di
solito gli ci voleva un po' per uscire, così aspettai.
Mezz'ora.
Poi un'ora. Due. Tre. Alla quarta ora iniziai a preoccuparmi. E se gli
era successo qualcosa? O suo padre ci aveva scoperti e...NO! O ancora
peggio...se non mi voleva più rivolgere la parola dopo la
mia
proposta?? Dopo un'altra ora passata a torturarmi le mani, scesi
dall'albero e mi avvicinai di più al castello. Quando,
però, vidi delle ombre muoversi scappai come un fulmine
nella
foresta. Restai un altro paio di ore sulla nostra quercia e poi tornai
a casa. Trovai Sam e Puck addormentati sopra il mio letto, abbracciati
l'uno all'altra. Era quasi l'alba ed erano così adorabili
che
non ebbi il coraggio di svegliarli per potermi sfogare con qualcuno.
Così mi gettai vicino a loro, chiudendo gli occhi e
lasciandomi
andare ad un sonno tormentato da incubi e preoccupazioni. La stessa
identica cosa si ripeté la notte sucessiva. E quella dopo
ancora. E ancora. E ancora. Per due settimane.
"Magari ha solo bisogno di più tempo..." provò
Sam.
"E non si fa vivo per due settimane?"
"Kurt, noi siamo già morti..." cercò di tirarmi
su il
morale Puck. Lo guardai male, facendomi ricadere mollemente sul letto.
Si scambiarono degli sguardi preoccupati, come sempre utlimamente.
"Ehi, dai, stai tranquillo...mangia qualcosa almeno..." mi
suggerì Sam passandomi una sacca di sangue.
Arriciai il naso allontanando la sua mano. "Non mi va...voglio solo
Blaine..."
"Kurt. Non puoi continuare così, ok? Tuo padre se ne
accorgerà..."
"NON ME NE FREGA UN CAZZO! IO RIVOGLIO BLAINE!" gridai esasperato.
"Ehi, shh! Vuoi che qualcuno ti senta??" mi zittì Puck.
Ringhiai. Non proprio verso di lui. Contro di me più che
altro.
Non riuscivo a calmarmi. O ero depresso o incazzato. E spesso me la
prendevo con loro due, dato che erano gli unici amici che avevo. Finn
aveva iniziato ad ignorarmi completamente e anche sua moglie Rachel non
mi salutava più se mi incontrava per i corridoi. Non che la
cosa
mi turbasse. Li guardai scambiarsi un altro sguardo preoccupato. "E
smettetela di guardarmi come se foste i miei genitori e io un bambino
di tre anni con seri problemi!" sbottai.
"Beh, è come ti stai comportando ultimamente..." fulminai
Sam,
che si schiarì la voce. "Voglio dire...sappiamo benissimo
quanto
ci tieni a Blaine, ma, davvero, ti stai solo facendo ancora
più
male così..."
Mi tirai a sedere e non riuscendo più a trattenere le
lacrime,
lasciai che mi rigassero il viso. Quelle stupide leggende inventate
dagli umani che dicono che noi vampiri non proviamo emozioni sono
false. Anche se, per una volta, sperai fossero vere. "Cosa dovrei fare,
eh? Cosa?" singhiozzai mentre Sam mi abbracciava accarezzandomi la
schiena. Puck appoggiò il mento sopra le mie cosce,
guardandomi
dal basso.
"Non lo sappiamo nemmeno noi, Kurtie, ma...cerca di mangiare e tirarti
un po' su di morale...ci dispiace vederti così..."
Tirai su col naso, sorridendo. "Grazie. Almeno so che voi ci sarete
sempre..."
"Sempre."
"Sempre." ripeterono come una promessa. Puck si rimise a sedere,
allargando gambe e braccia per accogliere sia me che Sam tra le sue
braccia forti. Mi lasciai cullare e coccolare da loro. E per la prima
volta in due settimane, riuscii a sorridere, rilassandomi.
"Vuoi andare anche stanotte?" chiese dopo un po' Puck. Annuii. "Vengo
con te...sono giorni che non mangi e non vorrei che ti succedesse
qualcosa..."
"Mmno.." mugugnai contro il petto di Sam.
"Kurtie..." provò a farmi ragionare Sam staccandomi appena
dal suo petto per guardarmi in faccia.
"Mangio...datemi un po' di sangue, ma ci vado da solo..." ci pensai su
un attimo. Essermi rilassato in quel modo mi aveva fatto tornare la
fame. Molta fame. "Ok, forse un po' tanto sangue...ho fame!" borbottai
mentre gli altri due sorridevano.
"Bene! Così ti voglio!" esclamò Puck frugando nel
minifrigo difianco al mio letto e passandomi tre sacche di sangue che
trangugiai senza esitazione.
"Ora vado.." annunciai dopo un'altra mezz'ora in cui mi ripresi
completamente.
"Stai attento!" si raccomandarono come al solito mentre mi guardavano
uscire dalla finestra.
"Sì. Grazie ragazzi."
"E' un piacere, cucciolo!" ammiccò Sam.
Scossi la testa ridendo. "Ciao!" Mi buttai giù dalla
finestra,
controllando che non ci fossero guardie in giro. Corsi come tutte le
notti fino a raggiungere la nostra quercia. Saltai sopra il mio solito
ramo e me ne pentii subito. Delle braccia forti mi presero da dietro,
tappandomi la bocca per impedirmi di urlare e stringendomi in vita
immobilizzandomi. Lottai per alcuni secondi finché non
riconobbi
l'odore. Blaine. Mi calmai. Ma poi mi accorsi che non era lui. Era
Cooper.
"Kurt. Stai calmo e zitto. Ti devo parlare. Ma ti devo portare in un
posto più sicuro. E ho pochissimo tempo." mi
sussurrò
nell'orecchio. Annuii e mi lasciai trascinare fino alla grotta.
"Coop! Che cazzo succede???" gridai appena mi lasciò andare
e fummo entrati.
"Ehi, ti ho detto che devi stare calmo! Ascoltami!" cercò di
immobilizzarmi di nuovo, prendendomi per le spalle.
"Dov'è Blaine? Dov'è??"
"KURT! Calmati! Non ho molto tempo. Mi devi stare a sentire molto
attentamente..."
"O-ok..." feci un respiro profondo calmandomi. Se Cooper era
lì,
Blaine doveva stare per forza bene, no? Oppure sarebbe a proteggerlo
invece che parlare con me. Ma se invece era un altro il problema? Mi
costrinsi a concentrarmi di nuovo su Cooper che riprese a parlare.
"Kurt...Nostro-nostro padre ha scoperto che Blaine ha una storia con
qualcuno...e ha scoperto anche che si tratta di qualcuno del tuo clan.
Lo sta torturando per avere il nome ma Blaine non cederà
mai.
Ha-ha torturato anche me fino a stamattina perché l'ho
aiutato,
ma... adesso sono libero e...ti-ti prego, Kurt. Mi devi aiutare..."
parlò il più velocemente possibile, prendendo
ogni tanto
il respiro che non gli serviva o forse per riuscire a trattenere le
lacrime. Lo fissai per alcuni secondi cercando di assimilare tutte le
informazioni che mi aveva appena dato. Loro padre stava torturando
Blaine. Il MIO Blaine. Perché aveva scoperto... NO! Non
poteva
essere vero, così aprii la bocca per chiedere a Cooper se mi
stesse prendendo in giro.
"Kurt! Ti prego, ho bisogno di te!" mi gridò contro
scuotendomi per le spalle.
"Co-cosa..devo fare?" riuscii a balbettare.
"Domani. Stessa ora. Stesso posto di sempre. Io...io
libererò
Blaine e lo porterò fuori. Poi scapperemo assieme. Andiamo
in
Italia. Mi ha...mi ha spiegato quello che gli hai proposto di fare
e...penso sia l'unica via d'uscita...specialmente adesso... Se...se
nostro padre scopre di voi due...verrete distrutti. Dopo essere stati
torturati. E Blaine...non-non so se..." si staccò da me non
riuscendo più a trattenere le lacrime. "Cazzo...è
messo
male, Kurt. Nostro padre... io ho-ho provato a fermarlo ma...lo sta
torturando senza pietà...io....io me la sono cavata con un
paio
di cicatrici...Dobbiamo salvarlo, Kurt. Ti prego..."
"Sì.." riuscii a sussurrare quando ripresi a respirare,
senza
nemmeno essermi accorto di aver smesso. Ero pietrificato. Dalla paura.
Dall'orrore. Poi riuscii a scuotermi. Blaine aveva bisogno di me.
Cooper aveva bisogno di me. Dovevo essere forte. Dovevamo liberarlo e
portarlo in salvo. Sposarci. E forse le cose sarebbero davvero
cambiate...forse. "Coop..."
Si voltò a guardarmi, asciugandosi le guance.
"Scusa...è
che...lui è il mio fratellino... dobbiamo salvarlo, Kurt.."
"Cooper. Calmati. Blaine è forte. Sopravvivrà. E
noi lo
porteremo in salvo. Andremo in Italia. Ci sposeremo e cambieremo questo
cazzo di paese. Mi hai capito?" Non seppi nemmeno io dove trovai la
forza. Sapevo solo che dovevo salvare l'uomo che amavo più
di
chiunque altro. L'uomo che sarebbe diventato mio marito. Ma solo a una
condizione: salvarlo.
Cooper accennò ad un sorriso e tirò su col naso.
"Grazie..sapevo che mi avresti aiutato..."
"Avevi dubbi?" chiesi dandogli una pacca sulla spalla. "Tu assicurati
solo di portarmelo ancora in vita alla quercia, al resto penso io..."
"No, no. Vengo anch'io con voi...anche perché se
resto...sarà ovvio che ho aiutato io mio fratello a scappare
e
mio padre mi distruggerà..."
"Ok. Andrà tutto bene, Coop."
"Lo spero..." si passò una mano tra i capelli, che mi
accorsi
solo in quel momento erano arruffati e sporchi. Era tutto sporco. I
vestiti macchiati di fango e sangue. Qualche macchia era del sangue di
Blaine. Ne percepii l'odore quando Cooper mi abbracciò.
Restitui
il gesto, notando, essendo più vicini, alcune cicatrici sul
suo
volto e una sulla spalla destra.
"Coop..." mormorai allontanandomi dal suo abbraccio.
"Mmm?"
"Tu stai...tu stai bene?"
Mi guardò sorridendo tristemente. "Sì. Sono solo
cicatrici...Ora...ora devo andare. Sono riuscito a convincere mia
cugina a coprirmi le spalle ma non so per quanto possa reggere dato che
mio padre mi controlla..."
"Ok. A domani, allora."
"Sì. Grazie Kurt."
"Grazie a te..." sussurrai osservandolo mentre svaniva
nell'oscurità. Lo imitai dopo pochi minuti, tornando al
castello. Entrai dalla finestra e restai a fissare la foresta senza
fiatare o respirare, senza nemmeno accorgermi di Sam e Puck.
"Ku-Kurt?"
"Kurtie, ehi...cosa...?"
"Kurt!" mi chiamò più forte Puck prendendomi per
le
spalle e facendomi voltare verso di loro. "Oh...oh mio Dio...stai-stai
bene? E' sangue quello che hai sulla maglia? Kurt?" mi scosse,
riportandomi alla realtà.
"Sì...devo...uhm preparare alcune cose..." dissi assente
cercando uno zaino o qualcosa per metterci dentro un paio di vestiti e
delle scorte di sangue.
"Kurt? KURT!! Vuoi spiegarci cosa succede?"
"Puck..non urlare, per favore..."
Puck ringhiò per la frustrazione dando un calcio ad uno dei
tappeti stesi per terra mentre Sam lo fulminava e mi posava una mano
sulla spalla. "Kurt. Ci puoi spiegare perché sei sporco di
sangue, puzzi in questo modo, sembri uno schifo e stai facendo i
bagagli?"
"Devo andare in Italia. Devo cambiare questo stupido paese. Ma
soprattutto devo salvare l'uomo che amo... devo salvare Blaine."
risposi con freddezza. Ero riuscito a chiudere fuori tutte le emozioni.
Digrignai i denti litigando con un paio di jeans che non volevano
entrare nello zaino.
"Kurt..." Sam me li prese di mano aiutandomi. "Puoi spiegare..."
"Lo sta torturando...ha-ha scoperto che ha una storia e lo sta
torturando. Vuole sapere il nome. E' colpa mia...e devo salvarlo..."
"Suo padre?" chiese calmandosi Puck e sedendosi sul letto dove stavo
trafficando con altre cose.
"Sì. Lo devo salvare." ripetei come un mantra.
"Kurt. Non puoi andare là e salvarlo così...e poi
come fai a sapere...?"
"Suo fratello. Ho trovato suo fratello ad aspettarmi e mi ha raccontato
tutto. Anche lui è stato torturato. L'ha liberato solo
stamattina. Il sangue è suo. Mi ha chiesto di presentarmi al
solito posto e alla solita
ora domani. Lui lo libera e lo porta lì. Poi scapperemo
assieme
in Italia. Sarà dura ma...ce la faremo. Ce la devo fare. Lo
devo
salvare. E lo devo sposare. Io lo amo, mi capite??" iniziai ad urlare
rischiando quasi di distruggere lo zaino con cui stavo ancora lottando.
"Shhh, ehi ok, ok. Abbiamo capito." mi tranquillizzò Sam
sorridendomi. "E ti aiuteremo."
"Veniamo con te, Kurtie. Anch'io voglio che le cose cambino in questo
schifo di paese, ma soprattutto, voglio vederti felice. E salvare
Blaine penso sia l'unico modo."
Annuii, finendo di fare lo zaino per poi gettarmi sul letto.
"Ehi, noi andiamo a recuperare un paio di nostre cose e altra scorta di
sangue...a te serve qualcos'altro?"
"No."
Non li sentii nemmeno tornare. Caddi subito in un sonno profondo.
Tormentato da incubi, paure e incertezze. Ma abbastanza profondo da
farmi nemmeno accorgere che il giorno stava per finire e che dovevo
andare. Per fortuna Sam e Puck avevano pensato a tutto. Anche a
svegliarmi in tempo.
"Kurt. Kurt, svegliati. Dobbiamo andare." mi sussurrò Sam.
Non me lo feci ripetere e balzai in piedi avviandomi verso la finestra,
fissando il vuoto e deciso a salvare il mio uomo.
"Kurt, cazzo, aspetta. Il sole non è ancora tramontato!" mi
fermò appena in tempo Puck prima che mi gettassi
giù
dalla finestra. "Mangia qualcosa prima. Ti serviranno le energie..."
Obbedii senza rendermene conto e dopo alcuni minuti il sole era
tramontato. Misi in spalla lo zaino che Sam mi porgeva e assieme ai
miei due migliori amici uscimmo dalla finestra per raggiungere la
quercia davanti al castello Anderson, in assoluto silenzio.
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Capitolo 4 *** IV ***
IV
"E'
già più di un'ora che aspettiamo...è
successo
qualcosa...me lo sento. Cazzo. E' successo qualcosa...cazzo..."
"Kurt, ehi calmati. Forse ha avuto solo bisogno di più
tempo..."
provò a tranquillizzarmi Sam mentre camminavo avanti e
indietro
in equilibrio sopra un ramo.
Mi fermai per fulminarlo. "Io vado a cercarli.." sibilai poi.
"Ma sei scemo o cosa?!?" fece Puck scendendo dal ramo sopra la mia
testa e mettendomisi davanti per bloccarmi.
"Ti ricordo che saremo anche amici, ma io sono sempre il tuo
principe..."
"Sta' zitto e non fare cazzate. Sam ha ragione. Probabilmente gli ci
vorrà più tempo del previsto. Aspettiamo qua.
Anche fino
all'alba se necessario. Ma non ti lasceremo andare là
dentro..."
Ringhiai stringendo forte le braccia già incrociate al
petto.
"Non ce la faccio più ad aspettare...e se è
successo
qualcosa? Se qualcosa è andato storto?? Devo andare..." ma
mi
fermai subito quando vidi quattro figure sgattaiolare fuori da un buco,
probabilmente scavato da Cooper, sotto una delle enormi finestre del
castello. Anzi, in realtà erano tre figure e una massa
informe
sopra le spalle di quello che doveva essere Cooper. E quella massa
deforme doveva essere... "Blaine.." sussurrai mentre i quattro ci
raggiungevano sopra la pianta.
"Dobbiamo muoverci in fretta. Allontaniamoci il più
possibile e
poi potrai prenderti cura di lui." disse Cooper guardandomi dritto
negli occhi e facendo cenno di partire. Ma non riuscii a muovermi.
Fissavo la figura di Blaine, le braccia a penzoloni lungo i fianchi di
Cooper. La testa che ricadeva mollemente di lato. Era ricoperto di
sangue ovunque. Gli abiti stracciati e sporchi. Bruciature sul viso e
sulla pelle visibile. Boccheggiai per un attimo prima di ripetere il
suo nome. Anzi piagnucolarlo. "B-Blaine..."
"Kurt. Non c'è tempo. Dobbiamo andaercene. Subito! Non so
quanto
tempo gli ci vorrà prima di accorgersi della nostra fuga, ma
più lontano saremo meglio è..."
Allungai una mano per spostare un ricciolo dalla fronte sporca di
sangue di Blaine. Avevo voglia di piangere. O forse stavo piangendo.
Non avevo ascoltato una parola di quello che aveva detto Cooper.
Pensavo solo a quanto dovesse stare male Blaine. Sempre che riuscisse
ancora a sentire dolore, concio com'era.
"KURT!" mi richiamò Puck strattonandomi. "L'hai sentito?
Dobbiamo andare!"
"Po-posso tenerlo io?" sussurrai senza staccare gli occhi da Blaine.
"Kurt..."
"Pe-per favore.."
Cooper sospirò, adagiando delicatamente Blaine sopra il
ramo.
"Ok, ma muoviti perché dobbiamo seriamente andarcene."
Accarezzai dolcemente i suoi lineamenti tumefatti, dandogli un bacio
sulla fronte. "Ora ci sono io amore, andrà tutto bene..."
sussurrai contro la sua pelle fredda. Troppo fredda anche per noi
vampiri.
"Kurt..." mi richiamò per l'ennesima volta Cooper.
Annuii, prendendo delicatamente Blaine sulle spalle, facendo in modo
che il suo viso si appoggiasse sulla mia spalla così che
potessi
vederlo.
"Fa' attenzione.." si raccomandò Cooper. "Penso abbia ancora
qualche osso rotto..."
"Andrà tutto bene..." ripetei più a me stesso che
a
Cooper. Poi baciai Blaine sulla tempia, sentendo contro le labbra il
sapore dolce del suo sangue.
Blaine mugugnò qualcosa, agitandosi nella mia presa.
"K'rt..."
"Shhh, sono qui, baby. Andrà tutto bene, sono qui..."
sussurrai
baciandolo ancora. Lo sentii rilassarsi al contatto delle mie labbra e
lasciarsi andare mollemente contro le mie spalle.
"Possiamo andare, per favore!" mi supplicò quasi Cooper.
"Andiamo" risposi partendo per primo con un balzo e iniziando a correre
sugli alberi della foresta. Gli altri mi seguirono senza fiatare. Non
ci fermammo per ore, continuando a correre il più veloce
possibile.
"Voi siete suoi amici?" chiese ad un tratto Cooper, schivando appena in
tempo un ramo.
"Sì." rispose Puck. "Noah Puckerman, ma mi potete chiamare
Puck."
"Sam Evans. Tu devi essere Cooper, giusto?"
"Sì. E loro sono Santana e Brittany. Hanno deciso di
aiutarmi a
portare in salvo mio fratello. Non ce l'avrei mai fatta senza di loro."
"Che cugina sarei se non aiutassi i miei adorati cuginetti?" sentii
sorridere Santana.
"Grazie." sussurrai con un filo di voce, sperando che mi avesse sentito.
"Dovere." rispose. Sì, mi aveva sentito. Corremmo per un
altro
centinaio di chilometri prima di raggiungere un enorme quercia, simile
a quella che stava di fronte al castello Anderson.
"Kurt. Puoi fermarti.." mi chiamò Cooper. "Secondo i miei
calcoli siamo in Canada. Abbastanza lontani per prenderci una pausa."
Annuii, fermandomi sopra uno dei rami più alti. Gli altri mi
imitarono, sedendosi sopra dei rami attorno a me. Adagiai con molta
cura Blaine, mettendomi poi a cavalcioni sopra di lui, evitando di
sfiorare minimamente qualsiasi parte del suo corpo che sembrava
così fragile e rotto.
"Incomincia a prenderti cura di lui. Io controllo la zona. Voi
copritegli le spalle." Aggiunse rivolto agli altri quattro, che
assentirono con un cenno del capo. "Ah, e, Kurt..."
"Mmm?"
"Ha assunto parecchia verbena. Fa' attenzione." sospirò
prima di
scendere dall'albero e sparire nell'oscurità della notte.
Riportai tutte le mie attenzioni su Blaine. Scostai alcuni riccioli che
gli ricadevano sulla fronte, appiccicosa per il sudore e il sangue. Lo
accarezzai dolcemente, cercando di rilassare l'espressione di dolore
sul suo volto. Poi le sue labbra si aprirono appena. "K'rt" era solo un
rantolo, ma lo sentivo come se stesse gridando il mio nome. Mi asciugai
gli occhi, ricacciando le lacrime che lottavano per uscire. Non dovevo
piangere. Dovevo essere forte. Dovevo occuparmi di Blaine.
"Shhh, amore sono qui. Devi tenere duro...farà male ancora
per
un po', ma poi ti prometto che andrà tutto bene, ok, Blaine?
Ma
tu devi restare con me. Non mi puoi abbandonare, ok? Tieni duro...ti
amo, Blaine" sussurrai piano.
"Sì..." riuscì a dire, cercando di alzare una
mano per
cercare il mio viso, trovando subito la mia guancia. "..amo
a-anch...'o"
"Shhh, lo so..."
"Kurt..." mi chiamò piano Sam. "Devi iniziare..."
"Se hai bisogno io ho delle polveri per la verbena..." fece la bionda
-Brittany, o come diavolo si chiamava- passandomi dei sacchetti.
Scossi la testa. "Ci penso io.."
"Ehi, guarda che la mia ragazza è una strega, sa quello che
fa..." Alzai lo sguardo fulminando Santana, che inarcò un
sopracciglio offesa. "Ok, come vuoi."
Accarezzai di nuovo la mascella di Blaine, ma stavolta con le labbra.
Seguii i suoi lineamente per poi arrivare al collo, dove estrassi e
affondai i denti, iniziando a succhiare il più delicatamente
e
dolcemente possibile. Quando ebbi la bocca piena, sputai di lato il
sangue non più dolce di Blaine, ma amaro per colpa della
verbena. Blaine mugugnò lasciando ricadere la mano che era
rimasta fino a quel momento sopra il mio viso. "Mi spiace..."
sussurrai. "Tieni duro, amore." Ripresi a succhiare, più
deciso
stavolta, per poi sputare ancora. Ripetei quell'azione
finché il
sapore amaro sparì, lasciando il posto a quello dolce del
sangue
di Blaine.
"Aspetta un attimo.." sentii borbottare Puck. "Hai detto ragazza?"
chiese a Santana, seduta sul ramo alla mi destra insieme alla bionda,
mentre lui e Sam erano alla mia sinistra.
"Sì, problemi?" rispose secca la lei.
"Uhm, no...solo...beh ecco...tu sei mora, io sono moro, lui
è
biondo, lei è bionda...il quartetto perfetto...avremmo fatto
due
coppie stupende...quattro fighi come noi..."
Santana scoppiò a ridere insieme alla sua amica,
sì, beh,
ragazza. "Tesoro mio, non ci pensare nemmeno! E' vero, prima ci
piacevano i ragazzi, ma quando ci siamo conosciute, ottant'anni fa,
beh, è stato amore a prima vista..."
"Già, e ora non ho occhi che per la mia San!" sorrise la
bionda dando un bacio sulla guancia a Santana.
"E io per la mia Britt!"
"Oh..peccato..."
"E poi, in realtà...pensavo foste gay anche voi!" aggiunse
sempre ridendo, mentre io avevo iniziato a pulire le ferite che
ricoprivano il viso di Blaine.
"Gay?? Noi?!?" replicò Puck sbuffando.
"Stai scherzando??"
"Siete carini assieme.." fece la bionda, Britt.
Vidi con la coda dell'occhio Sam e Puck che si scambiavano sguardi
confusi. "Perché tutti pensano che siamo gay??" chiese
mettendo
il broncio Sam.
"Perché lo sembrate!" replicò Santana.
"Sentite, potreste smetterla di discutere su chi sia etero e chi gay?"
sbottai per poi leccare dolcemente il taglio che partiva dalla guancia
e arrivava al collo di Blaine, il quale mugugnò ancora per
il
dolore. "Ho quasi fatto, amore, tranquillo..." mentii per
tranquillizzarlo. Le ferite che aveva sul resto del corpo erano davvero
brutte, per non parlare delle bruciature. "Ma che cazzo ti ha fatto
quello stronzo?" sibilai cercando di mandar via la voglia di piangere.
"Quelle sono bruciature da sole." disse Santana. "Ci vorrà
tempo perché guariscano del tutto..."
Sospirai, strappando la camicia che indossava per potermi dedicare al
suo petto. Dovetti chiudere gli occhi e respirare a fondo per
riprendere il controllo di me stesso. C'erano parecchie ferite ancora
sanguinanti. Legno. Paletti, probabilmente.
"Mio zio è davvero un sadico bastardo..." sibilò
Santana
abbracciando Britt, che era diventata sempre più pallida.
"Cazzo. E' messo male..." bofonchiò Sam, deglutendo a
fatica.
Passai delicatamente le dita sopra le ferite di Blaine, cercando un
modo per fasciarlo senza fargli del male, ma la sua mano si
avvinghiò attorno al mio polso, stringendo forte e dalle sue
labbra uscirono dei gridi strazianti di dolore che mi fecero a pezzi il
cuore. "Scusascusascusascusa!" iniziai a piagnucolare accarezzandogli i
capelli e baciandolo sulle labbra per calmarlo. Dopo alcuni secondi i
suoi gridi si trasformarono in lamenti sommessi. Senza essermene
accorto, gli altri quattro mi erano venuti alle spalle, pronti ad
aiutarmi, anche se probabilmente non avrebbero saputo cosa fare. "Mi
spiace, Blaine. Scusa..." ripetei staccando le labbra dalle sue. Mi
asciugai le guance, rigate da lacrime che non mi ero accorto di aver
lasciato scorrere. Dovevo farlo. Dovevo dargli da bere il mio sangue.
Il sangue di vampiro ci ridava forza. E a lui ne serviva tanta in quel
momento. Era una procedura usata raramente, dato che era rischioso per
chi dava il sangue. Mi sarei indebolito e molto, probabilmente, ma in
quel momento non avevo alternative. Slacciai delicatamente le dita di
Blaine dal mio polso. I suoi respiri erano tornati finalmente regolari.
Mi guardai per un attimo il polso, respirando a fondo.
Puck e Sam intuirono le mie intenzioni. "Kurt...sei...sei sicuro...?"
fece Sam preoccupato.
"Sì. Non ho alternative..." sussurrai prima di mordermi il
polso, dal quale iniziò a sgorgare sangue. Morsi ancora
più a fondo, per poi posarlo sulle labbra gonfie di Blaine.
"Bevi" lo incitai, sollevandogli piano la testa e sorreggendogli il
collo. Le sue labbra si mosserro piano, iniziando a succhiare.
"Così, bravo..." lo baciai sulla fronte. Ma qualcosa
attirò la mia attenzione. Cooper era tornato, ma non era
solo.
"Ragazzi...ho un piccolissimo problemino...." ci chiamò.
Alzai lo sguardo da Blaine per fissarlo sopra suo fratello. "Cazzo"
Aveva le mani dietro la schiena, bloccate da un ragazzo con dei tratti
orientali. Ai suoi lati c'erano altri cinque ragazzi. Erano tutti
praticamente nudi, con addosso solo dei pantaloncini stracciati, per
giunta. Ai colli delle collanine con come ciondolo una pietra di un
colore viola intenso. Notai anche dei strani tatuaggi, ma senza capirne
il significato. Liberai il polso
dalle labbra e le mani di Blaine, che stava iniziando a succhiare
più avidamente. "A-aspetta, amore...devo...devo risolvere il
casino che ha combinato tuo fratello..." gli sussurrai nell'orecchio
alzandomi e barcollando un po'. Non aveva bevuto tanto ma mi sentivo
già indebolito. "Diefendetelo a costo della vita."
dissi
rivolto agli altri quattro, per poi scendere dalla pianta, reggendomi a
malapena in piedi. Mi leccai il polso, cercando di riprendermi. Ci
riuscii quel tanto che bastò per capire chi avessi di
fronte.
"Lupi..."
"Già. E siamo incazzati!" replicò il
più basso con dei lineamenti ispanici.
"Thad, sta' calmo." gli ordinò il ragazzo che teneva Cooper.
"Non vi faremo del male se ci spiegate perché siete nel
nostro
territorio. E soprattutto, se non ci attaccherete..."
"Noi...siamo solo di passaggio..." presi un respiro profondo, cercando
di riacquistare le forze.
"Kurt!" mi chiamò Puck lanciandomi una sacca di sangue che
afferrai al volo. Bevvi in un attimo, riprendendomi almeno un po'.
"Non volevamo invadere il vostro territorio, ci dispiace. Uno di noi
è ferito e ci siamo fermati per guarirlo..."
"Sì, ce ne siamo accorti..." annuì un biondino
che avanzò leggermente verso di me.
"Kurt, mi dispiace...mi sono distratto quando ho sentito le grida di
Blaine e...e mi hanno colto alla sprovvista...non ho sentito nemmeno il
loro odore..." si giustificò Cooper dimenandosi cercando di
liberarsi.
"Questo perché noi nascondiamo il nostro odore..." rispose
un ragazzo di colore ammiccando.
"A-aspetta...hai detto Blaine? Blaine Anderson?" chiese quello
più paffuto coi capelli castani all'insù.
"Ragazzi?"
Feci appena in tempo a voltarmi verso l'origine della voce che vidi
Blaine saltare giù dalla quercia e atterrare di fianco a me,
crollando a terra. "Cazzo...B-Blaine! Che fai?" sbottai chinandomi per
aiutarlo ad alzarsi e sorreggendolo.
"Scusa...non abbiamo fatto in tempo a fermarlo..." si
giustificò Santana scendendo con gli altri tre.
"Sto...sto meglio..." mi rassicurò Blaine, passandomi un
braccio
attorno le spalle. Ma la smorfia che percorse il suo volto non mi
convinse affatto, anche perché aveva bevuto pochissimo e le
ferite sanguinavano ancora.
"Chi cazzo ti ha ridotto così??" domandò quello
più basso venendoci incontro, seguito subito dagli altri
lupi,
anche quello che teneva Cooper.
Ringhiai mostrando i denti e si bloccarono a pochi passi di distanza.
Anche Sam, Puck, Britt e Santana si erano schierati ai miei fianchi
mostrando i denti.
"So-sono amici, Kurt..." disse piano Blaine, cercando di raddrizzarsi.
"Sei amico con dei lupi??" chiese incredulo Cooper.
Blaine annuì sorridendo. "Ti ricordi quando sono scappato di
casa per un anno, ottant'anni fa? Sono stato con loro...e...no-non vi
ho più cercati pe-perché pensavo foste morti..."
Lo
sentii abbandonarsi sempre di più tra le mie braccia, quindi
lo
strinsi più forte per farlo stare in piedi.
"Noi? Morti?" rise l'unico che era rimasto in silenzio fino a quel
momento. "Amico, noi non moriamo mai!" aggiunse continuando a
sorridere, ma guardandolo con uno sguardo preoccupato.
"So-sono contento di rivedervi..." anche Blaine rise ma più
debolmente.
"Non ti devi sforzare, piccolo..." gli sussurrai all'orecchio,
baciandogli la tempia, senza però staccare gli occhi dai
lupi.
Quello coi tratti asiatici lasciò andare Cooper che come un
fulmine si schierò alla mia destra. "Stai più
attento, la
prossima volta!" sibilai.
"Kurt...davvero...potete fidarvi di loro...so-sono buoni..." mi
tranquillizzò Blaine, cercando di staccarsi da me, ma io lo
sorressi di più non appena le gambe gli cedettero.
"Sì, Blaine ha ragione. Non siamo violenti. Difendiamo
semplicemente il nostro territorio. Ma se siete suoi amici, non vi
torceremo un capello." sorrise quello coi tratti asiatici. "Mi chiamo
Wes. E loro sono Thad, David, Trent e Nick e Jeff." elencò
indicando gli altri ragazzi.
"Siete ancora piccioncini?" chiese Blaine agli ultimi due nominati,
ridendo di nuovo. Stavolta però la sua risata si
trasformò in colpi di tosse che lo scossero tutto. Si
accasciò a terra tirandomi con sè. Eravamo
entrambi in
ginocchio e lui aveva appoggiato le mani per terra, continando a
tossire e iniziando a sputare sangue.
"Blaine! Oddio! Pi-piccolo, calmati...a-andrà tutto bene!"
cercai di tranquillizarlo. Anzi, forse era più un tentativo
di
tranquillizzare me stesso, dato che stavo andando nel panico, cercando
di sorreggerlo e accarezzandogli la schiena. Finalmente
tornò a
respirare, anche se non regolarmente. Digrignò i denti,
stringendo dei ciuffi d'erba finché le sue nocche non
divennero
bianche. "B-Blaine..."
"S-sto bene..." tirò un sorriso cercando di rialzarsi. Lo
afferrai in vita sorreggendo il suo peso morto.
"No. Devi bere di più...do-dobbiamo trovare un posto sicuro
così posso finire di occuparmi di lui.." aggiunsi rivolto a
Cooper che annuì.
"Si sta facendo giorno...dobbiamo anche trovare un riparo..." disse
guardando preoccupato suo fratello.
I lupi si scambiarono un paio di sguardi incerti. "Se volete...noi
possiamo ospitarvi nel nostro rifugio. Vi proteggeremo per tutto il
giorno." propose Wes.
"E chi ci dice che non ci sbranerete appena abbasseremo la guardia?"
protestò Santana ringhiando.
"Io..." disse con un filo di voce Blaine. "Fidatevi di loro..."
sussurrò prima di abbandonarsi completamente tra le mie
braccia.
"B-Blaine.. cazzo..." lo presi in braccio, attento a non stringerlo
troppo e fargli ancora del male. Lo baciai dolcemente sulla fronte.
"Portateci al vostro rifugio..." dissi poi deciso. Non è che
mi
andasse a genio passare un giorno intero con dei lupi, ma se Blaine si
fidava di loro, mi dovevo fidare anch'io.
"Ma..." cercò di protestare Puck.
"Se lo dice Blaine, io mi fido di loro..." lo fulminai, facendo cenno
agli altri di obbedire ai miei ordini. Ritrassero tutti i denti e
seguimmo i lupi fino a raggiungere una caverna.
"Se state scappando in questo modo immagino abbiate qualcuno alle
calcagna..." fece Wes mostrandoci l'entrata.
"Se non lo sono ancora, lo saranno presto..." rispose Cooper.
"Noi andiamo a segnare il territorio...se qualcuno vi sta cercando
starà sicuramente alla larga da un territorio segnato da
noi..."
disse il ragazzo ispanico indicando se stesso e il ragazzo di colore.
"Sì. Andate. Ma, Thad, David." li richiamò Wes
prima che si trasformassero. "State attenti."
I due alzarono gli occhi al cielo per poi correre verso le piante da
dove erano venuti, trasformandosi in due lupi enormi.
"Nick, Jeff. Voi restate qui a fare da guardia. Io e Trent ci
occuperemo di loro." aggiunse entrando, invitandoci a seguirlo.
Strinsi di più Blaine al mio petto, sentendo il bisogno di
proteggerlo. Ma rilassai la presa non appena lo sentii mugugnare.
"Scusa" sussurrai.
"Allora. Innanzitutto ci dovete spiegare perché cavolo
Blaine
è ridotto in quel modo e soprattutto chi l'ha ridotto
così. Poi preferirei delle presentazioni. Per sapere come
chiamarvi in caso di bisogno." parlava in modo pacato e le sue labbra
erano piegate in un sorriso rilassante. Non sembrava davvero cattivo.
L'altro meno ancora dato che aveva un'espressione terrorizzata e
continuava a guardare Blaine preoccupato. Lo esaminai per alcuni
secondi. Poi mi decisi a fidarmi completamente. Lo avvicinai e lui
sgranò gli occhi di più, mentre sentivo Cooper
spiegare
la situazione al capobranco. "S-scusa. Avete degli stracci e delle
bende? Mi potrebbero tornare utili..." gli chiesi indicando con il
mento il corpo di Blaine.
"Sì, sì certo. Vieni." mi fece strada fino a
raggiungere
un angolo della caverna dove c'era una specie di branda. "Puoi
appoggiarlo qui..." mi suggerì allontanandosi un attimo e
rovistando in uno pseudo armadio.
"Guarda che ce le avevo anch'io..." mi informò Brittany
sedendosi a gambe incrociate vicino alla branda, subito imitata da
Santana.
"Sto cercando di familiarizzare..." sibilai adagiando con delicatezza
Blaine. Poi cercai con lo sguardo Sam e Puck. Erano poco distanti da
noi, con le mani in tasca e lo sguardo basso. Ora che ci badavo non
erano poi così vicini. Feci scorrere lo sguardo sull'interno
della grotta e mi accorsi che era tre volte quella in cui ci
rifugiavamo io e Blaine. Cooper stava parlando animatamente mentre Wes
lo ascoltava attento. "Sam, Puck" chiamai i miei amici che subito
alzarono lo sguardo e mi raggiunsero. "Dovete fidarvi di loro." li
tranquillizzai sorridendo, anche se consapevole della freddezza di quel
sorriso.
Sam annuì. "Ok..." Anche Puck sembrò rilassarsi
almeno un
po'. Si sedettero con le altre due, iniziando a parlottare.
Io riportai la mia attenzione su Blaine, accarezzandogli i lineamenti
del viso e baciandolo piano sulla fronte.
"Tieni" mi voltai ritrovandomi il ragazzo un po' paffutello che mi
porgeva alcune bende e mi sorrideva.
"Grazie." risposi afferrandole. "A-avete anche dell'acqua?" chiesi
incerto.
"Certo, Tieni." mi porse una bacinella, come se avesse previsto la mia
richiesta.
Bagnai uno straccio che mi aveva passato insieme alle bende e iniziai a
pulire il viso di Blaine, in modo da togliere tutto il sangue. La
camicia che aveva indosso era ancora aperta e lasciava intravedere le
ferite.
"Sei il suo ragazzo vero?" mi chiese all'improvviso.
Non mi ero nemmeno accorto che era rimasto al mio fianco e controllava
ogni mia mossa. "S-sì. Futuro sposo a dir la
verità..."
aggiunsi con un po' di gelosia. Sì, so essere molto geloso,
anche se non ce n'è bisogno.
"Oh.."
Blaine iniziò a tremare sotto le mie mani. Cercai di farlo
smettere accarezzandolo dolcemente e baciandogli la fronte,
insolitamente calda. Troppo calda. La nostra pelle non era mai calda.
Fino ad
un attimo prima era fredda. Avevo fatto qualcosa di sbagliato forse?
"Merdamerdamerda" iniziai a farneticare. Mi tolsi la maglietta,
coprendolo. Poi mi morsi di nuovo il polso sinistro, la ferita di prima
ormai già rimarginata. Morsi disperatamente
finché non
sentii il mio stesso sangue scendermi lungo la gola.
"Kurt..." mi chiamò Sam allarmato.
Posai il polso sopra le labbra di Blaine. "Bevi, piccolo, per
favore..." sussurrai alzandogli la testa.
"Kurt cosa succede?" chiese Cooper avvicinandosi preoccupato.
"No-non lo so...è caldo. Noi non siamo mai caldi. Ho-ho
paura...e se...se tuo padre gli ha fatto
qualcosa...io....non....Blaine...t-ti prego. Non mi puoi lasciare!"
Stavo piangendo, forse urlando. Non me ne rendevo molto conto. L'unica
cosa che contava in quel momento era Blaine. Avrei voluto distruggere
qualcuno, punire qualcuno per tutto il male che stava soffrendo. Volevo
urlare. Ma forse lo stavo già facendo dato che sentii
qualcuno
cercare di zittirmi. Non distinguevo più i suoni,
nè le
persone che mi erano attorno, anche se sembravano tante. Sentivo solo
le labbra di Blaine succhiare sempre di più. E mi rilassai a
quel pensiero. Se Blaine beveva, forse si sarebbe ripreso. Ma se non
l'avesse fatto? Mi piegai sopra di lui, stringendolo forte contro di me
e baciandogli i capelli. "Ti amo Blaine..." sussurrai con le ultime
forze che sentivo già abbandonarmi il corpo. Non lo stavo
più stringendo. Eravamo solo appoggiati l'uno all'altra. Non
avevo nemmeno più la forza di sostenergli il collo. Mi
sentii
accasciare sopra di lui. Poi divenne tutto completamente nero. E mi
sentii solo. Abbandonato. "BLAINE!" cercai di gridare. Ma nessun suono
mi rispose. Solo silenzio. E buio. E freddo.
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Capitolo 5 *** V ***
V
Tutto
era buio. Freddo. Silenzioso. Continuavo a cercare di chiamare
Blaine ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Potevano essere
passati secondi, minuti, ore, giorni, persino anni quando finalmente
vidi uno spiraglio di luce. E fu allora che finalmente riuscii a dirlo.
"B-Blaine..." mugugnai.
"Kurt? Kurt! Ehi, si è svegliato!" sentii qualcuno gridare.
Troppo forte per i miei gusti.
Aprii lentamente gli occhi e sebbene non ci fosse tanta luce, la trovai
comunque abbagliante. "Blaine...dov'è Blaine?" ripetei
cercando
di alzarmi. Ma qualcosa me lo impediva. Qualcuno anzi. Qualcuno che era
accoccolato contro al mio petto. Qualcuno dall'odore famigliare. Dalla
forma famigliare. "Blaine..."
"Sta bene, tranquillo...sta solo dormendo." mi rispose una voce alla
mia sinistra.
"Sam?"
"Già. Tu come stai?"
Mi ritrovai la sua bionda chioma davanti al naso, mentre i suoi occhi
mi scrutavano attentamente. "Bene...credo.." risposi arricciando il
naso in una smorfia dato che mi faceva male tutta la schiena ed ero
tremendamente affamato, la gola secca che bruciava.
"Ci hai fatto spaventare a morte, coglione!"
"Sempre molto fine, eh Puckerman!" Replicai vedendolo sbucare da dietro
la spalla di Sam. Poi vidi anche Cooper, Brittany, Santana e alcuni dei
lupi.
Puck sorrise, abbassandosi per scompigliarmi i capelli. "Solo...non
farlo più la prossima volta..." mi disse dolcemente.
Guardai tutti, notando le loro espressioni sollevate. Poi portai la mia
attenzione su Blaine, che respirava piano contro il mio petto. Feci
passare le dita della mano destra tra i suoi riccioli scompigliati per
poi baciarlo sul naso. Aveva delle fasciature sul petto, ma le ferite
sul volto non c'erano più. Anche il mio polso era bendato ma
non
sentivo più la ferita aperta. "Quanto ho...?"
"Due giorni e una notte." rispose Cooper prima che riuscissi a finire
la domanda.
"COSA?"
"Tranquillo. Ci hanno protetto bene. E siamo pure diventati amici!"
sorrise dando un pugno sulla spalla a quello biondo che si
aprì
in un enorme sorriso.
"Mmm..." mugugnai riportando lo sguardo su Blaine.
"Kurt....sicuro di stare bene?" mi chiese Sam.
"Solo...solo un po' affamato. E mi fa male la schiena. Questa cosa
è scomodissima!" borbottai cercando di sistemarmi meglio su
quella superficie ruvida e dura e sotto il corpo di Blaine, che si
lamentò, aggrappandosi alla mia maglietta.Gli accarezzai la
schiena, baciandolo di nuovo sul naso. "Shhh baby, è tutto
ok..."
"Se non si sveglia entro stasera...come facciamo? Non possiamo
aspettare un altro giorno..." disse Santana sistemandosi un ciuffo dei
capelli corti e corvini che le ricadeva su un occhio.
"Potremmo portarlo in spalla..." propose Puck.
"Sarebbe rischioso."
"Sì, Sam, ma vi abbiamo già detto che siamo
disposti ad
accompagnarvi. Non è un problema per noi!"
replicò
l'amico del biondo.
"E' comunque rischioso! Anche per lui..." aggiunse Sam alzandosi per
fronteggiare gli altri e indicando Blaine.
"E' vero." lo difese Brittany.
"E' anche vero che se aspettiamo ancora è più
facile
incontrare per strada gli scagnozzi di mio padre..." replicò
Cooper aggrottando la fronte.
Mi schiarii la voce per attirare la loro attenzione, ma nessuno si
girò a guardarmi. "Ragazzi...fame..." mugugnai, ma nessuno
mi
considerò. Sbuffai, cercando ancora di trovare una posizione
comoda.
"Tieni" mi sorrise il lupo paffutello passandomi una sacca di sangue.
"Gr-grazie!" Abbandonai i tentativi di sistemarmi e bevvi tutto d'un
fiato. Mi asciugai le labbra con la mano per poi sorridergli
ampiamente. "Grazie" ripetei più forte.
"Sono ore che continuano a discutere..." sospirò guardando
gli altri.
Sospirai anch'io. "Forse dovrei alzarmi e iniziare a dare
ordini...così almeno stanno zitti..." borbottai riprendendo
a
spostarmi cercando di non muovere Blaine, che era davvero pesante sopra
il mio petto. Come se non volesse più staccarsi da me. Non
che
la cosa mi dispiacesse, ma iniziava davvero a farmi male la schiena.
"Vuoi che ti passi un cuscino o qualcosa?" mi domandò
gentile.
"No, no. Mi devo alzare per forza..." Finalmente riuscii a spostare
Blaine, mettendomi a sedere, ma tenendolo comunque contro il mio petto,
dove si accoccolò strofinando il naso contro la mia
maglietta.
Gli accarezzai dolcemente la schiena.
"Siete davvero carini assieme!" mi sorrise di nuovo.
"Grazie!" ricambiai il sorriso. "Scusa...mi potresti dire di nuovo come
ti chiami?" chiesi vergognandomi un po' per essermene già
dimenticato.
"Trent" rispose porgendomi la mano.
Gliela strinsi. "Immagino tu sappia come mi chiamo..."
"Sì. Cooper ci ha raccontato tutto. Beh, aiutato dai tuoi
amici..."
"Mmm. E, Trent...non è che mi sapresti dire cos'è
successo in questi due giorni?"
"Oltre al fatto che voi due dormivate come ghiri?"
ridacchiò. "Scusa. Battutaccia..."
"Nah, tranquillo..." sembrava simpatico per essere un lupo. E troppo
dolce e carino.
"Io e Brittany ci siamo presi cura di voi. Dopo che Blaine ha bevuto da
te, non abbiamo dovuto far altro che medicarlo e le ferite si sono
rimarginate in poche ore. Per quanto riguarda te...beh, Blaine aveva
bevuto fin troppo sangue...Brittany è una strega, ma non ha
nulla per situazioni del genere, così ti abbiamo dovuto far
bere
non so quanti litri di sangue...ma continuavi a non riprenderti. Per
alcune ore pensavamo di averti perso. E...ti posso garantire che i tuoi
amici ci tengono davvero a te...piangevano come disperati..." Sorrisi
al pensiero. "Ma poi ti sei ripreso. Hai aperto gli occhi e hai
iniziato a blaterare cose senza senso per poi richiuderli e dormire
come un sasso. Così abbiamo deciso di lasciarvi
riposare...non
pensavamo dormiste così tanto, però. Ma...
abbiamo
stretto amicizia e qui siete al sicuro..." mi sorrise alzandosi dalla
posizione accucciata che aveva assunto per potermi guardare negli occhi
mentre mi raccontava tutto.
"Grazie, Trent. Sei davvero dolce, sai?"
Arrossì leggermente. "Figurati..."
Gli altri si erano messi ad urlare discutendo per non so quale altro
motivo. "Ehi!" li richiamai. "Smettetela di urlare!" alzai di
più la voce. Finalmente si zittirono tutti, guardandomi.
"Grazie!" sbottai.
"Kurt...tu cosa pensi che dovremmo fare?" mi chiese Puck.
"Riguardo cosa?"
"Ma ci ascolti quando parliamo?" domandò inarcando un
sopracciglio Santana.
"Ehi! Sta' attenta a come ti rivolgi a lui!" la minacciò
Puck.
"Zitti!" li richiamò Sam. "Kurt. Stiamo discutendo se
spostarci
lo stesso o aspettare che Blaine si svegli..." mi informò
Sam.
"Noi siamo disponibili ad aiutarvi, davvero..." aggiunse Wes.
"Sì, ma ripeto che è comunque rischioso..." fece
notare Brittany.
"Pensavo vi fidaste dopo due giorni passati assieme..."
sibilò quello dai tratti ispanici. Thad, forse?
"Ehi, non parlare così alla mia ragazza!"
"Non ho detto nulla di male!"
"Fatto sta comunque che non abbiamo ancora risolto nulla!"
Ripresero di nuovo a discutere, tornando ad ignorarmi e lasciandomi
interdetto. Trent mi guardò tirando su le spalle.
"Scusali.."
sussurrò.
La mia attenzione fu però attirata da Blaine. Si stava
stringendo sempre di più contro di me, strofinando il naso
contro il mio petto, finché dalle sue labbra non
uscì un
"K'rt" un po' strozzato ma comunque udibile.
"Blaine?"
"Kurt...fame..."
Trent mi stava già porgendo una sacca di sangue, in volto un
sorriso ampio.
"Grazie." lo ringraziai strappando la sacca e facendo bere Blaine che
succhiò avidamente fino all'ultima goccia. "Piccolo...ehi,
come
stai?"
Aveva ancora gli occhi chiusi e invece che aprirli si strinse ancora di
più a me. "K'rt.."
"Ehi, shhh...sono qui. E' tutto ok..." lo tranquillizzai dandogli un
bacio sui capelli.
Restò immobile per un paio di secondi. Poi sembrò
ricordare e spalancò gli occhi guardandomi preoccupato.
"Kurt!
Sta-stai bene? Dove siamo? Cosa succede??" si agitò
staccandosi
da me.
"Ehi, ehi. Calmati. E' tutto ok. Io sto bene. E siamo al sicuro."
risposi ritirandolo a me e abbracciandolo. "Tu? Stai bene?" chiesi poi
dolcemente.
"Sì..." sussurrò. "Ma...dove siamo?"
"Nel nostro rifugio!" rispose stavolta Trent.
Come lo vide, Blaine si aprì in un enorme sorriso.
"Non ti ricordi nulla, Blaine? Di come siamo arrivati qui, di quello
che è successo prima?" domandai un po' preoccupato.
"Mi ricordo le torture di mio padre e la promessa di Coop di tirarmi
fuori da lì...poi tutto buio..."
"Non importa...ora sei al sicuro. E ti prometto che non ti
succederà mai più nulla!" sorrisi guardandolo
dritto
negli occhi. Anche lui sorrise.
"Kurt...una cosa me la ricordo bene, però..."
"Cosa?"
"La proposta che mi hai fatto...e...beh, sono stato uno stupido a non
accettare subito...perché è un sì,
Kurt. Ti voglio
sposare. Perché ti amo. Alla follia. E preferirei morire
piuttosto che vivere un'eternità senza di te!"
Mi ci vollero tantissime energie per trattenermi da mettermi a piangere
come una fontana. Anche se Cooper mi aveva già detto che
Blaine
aveva accettato, sentirmelo dire da lui era...perfetto. La cosa che
desideravo di più al mondo. Lo baciai sulle labbra
intensamente
e lui ricambiò. Sembrava passato un secolo dall'ultima volta
che le nostre labbra si erano trovate.
"Ehm, ragazzi..." ci chiamò piano Trent. "Mi spiace
interrompervi, ma...non dovremmo dirlo agli altri che Blaine si
è svegliato? Si stanno ancora scannando vivi...."
Scoppiai a ridere notando in quel momento che gli altri stavano
effettivamente continuando a discutere animatamente. Erano diventati
amici ma discutevano come degli incivili.
"Perché stanno litigando? Vi dovete fidare di loro..."
mormorò Blaine mettendosi a sedere al mio fianco, il mio
braccio
destro sempre sulle sue spalle.
"Perché sono degli idioti e non si accorgono nemmeno di
noi!"
replicai scuotendo la testa. "Ragazzi..." li chiamai. Ma come prima fui
ignorato. "Ragazzi!" Ancora nulla. "RAGAZZIIII!!!!" gridai. Blaine
mugugnò per l'urlo troppo forte e si coprì le
orecchie
arricciando il naso. Gli altri, finalmente, si voltarono nella mia
direzione.
"Cosa c'è?" sbottarono insieme Puck e Santana.
"C'è che siete talmente idioti da litigare tra di voi e non
accorgervi che Blaine si è svegliato..." replicai alzando
gli
occhi al cielo.
Restarono per un momento interdetti facendo scorrere gli sguardi da me
a Blaine che aveva assunto un'espressione perplessa. "Perché
ci
guardano in quel modo, Kurt? Ho qualcosa che non va? E
perché
stavano litigando?" mi domandò a raffica passandosi le mani
tra
i capelli e tastandosi il viso.
"Sei bellissimo amore, come sempre. Stavano discutendo
perché
non sapevamo se muoverci lo stesso e portarti in spalla o aspettare che
tu ti svegliassi..."
"Muoverci?" mi chiese confuso. "Dove stiamo andando?"
"Ti porto in luna di miele anticipata...Italia."
I suoi occhi si illuminarono. E mi gettò praticamente le
braccia al collo iniziando a riempirmi di baci ovunque.
"Woah! Ok che ti sei appena svegliato e non scopate da settimane, ma
aspettate che ce ne siamo andati, almeno!" borbottò Cooper.
Blaine si staccò da me, guardando suo fratello e sorridendo
ampiamente. "Coop...hai mantenuto la promessa!"
"Ovvio. Non potevo lasciare che mio padre torturasse il mio fratellino!
E poi...siete così innamorati e...vorrei vederti
felice...e...una gita in Italia non mi dispiaceva, quindi..."
Blaine rise scuotendo la testa. "Grazie Coop"
Cooper alzò gli occhi al cielo, borbottando cose come "Ma
figurati" "Niente di che..." per poi non riuscire più a
trattenenrsi e praticamente lanciarsi sopra di noi per abbracciare
Blaine che rise ancora di più.
"EHI!" protestai io dato che ero finito sotto loro due che si
abbracciavano e stavano rischiando di soffocarmi.
"Scusa!" si preoccupò Blaine mettendo una mano in faccia a
suo fratello, divenuto troppo affettuoso, per allontanarlo.
"E ben tornato tra noi, cugino!" esclamò ironica Santana,
senza però riuscire a nascondere un sorrisetto.
"San? Britt? Che ci fate qui?"
"Ehi, sei o non sei il mio cuginetto preferito?!?"
"EHI!"
"Scusa Coop... Comunque, non potevo non aiutarvi. E poi...tuo padre mi
odia da sempre. Se andate al potere voi, non penso vi facciate dei
problemi se sto con una ragazza..." aggiunse prendendo la mano di
Brittany che sorrise annuendo.
"Oh, no quello non sarebbe un problema...la tua irrefrenabile e
insopportabile lingua però sì!"
replicò Blaine
ridendo. Santana gli rivolse una linguaccia.
"Se ridi e scherzi vuol dire che stai bene!" si intromise uno dei lupi.
"Thad! Ehi!" lo salutò, notando poi anche gli altri. "Non so
cosa centriate voi con la nostra fuga, ma vi sono grato se ci avete
aiutati...credo..."
"Sì, ci hanno aiutato eccome! Ci hanno protetto in questi
due
giorni. E siamo pure diventati amici...più o meno..."
sorrise
Cooper rialzandosi da sopra me e Blaine e andando a mettere un braccio
sopra le spalle di Thad che non ne sembrò molto entusiasta.
"Oh, bene! Aspetta, due giorni?"
"Sì. Hai dormito, anzi, avete dormito per due giorni e una
notte." spiegò Sam.
"Tu sei...uno degli amici di Kurt, immagino..."
"Sì. Loro sono Sam e Puck."
I due interpellati salutarono con la mano, come dei bambini.
"Oh, piacere. Kurt mi parla sempre di voi..."
"Mai quanto parla a noi di te! A volte dobbiamo ficcargli un calzino in
bocca perché altrimenti ci fa una descrizione dettagliata di
quello che fate a letto!" sbottò Puck.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi io scattai in piedi raggiungendolo e
saltandogli addosso. Lo torturai di solletico come facevamo sempre,
mentre gli altri scoppiavano a ridere. Cademmo a terra, continuando a
lottare. "Io. Non. Vi. Racconto. Quelle. COSE!" scandii tra un pizzico
e l'altro. Poi mi accorsi di sembrare infantile e di certo non degno di
comandare un regno. Mi staccai da Puckerman, schiarendomi la voce e
stirandomi i jeans e la maglietta, mentre gli altri ancora ridevano.
Anche Blaine. E quello mi rese felice. "Comunque...ora sarebbe meglio
ripartire...appena cala il sole ovviamente..."
"Kurt ha ragione." Blaine si fece serio, alzandosi e mettendosi al mio
fianco. Si vedeva che stava meglio, ma i vestiti erano ancora strappati
ed era ricoperto da bende un po' ovunque. I capelli arruffati e
sporchi. E uno sguardo un po' stanco in viso. "Mi spiace essere stato
la causa di questo rallentamento. Non so quale sia il piano
esattamente, ma immagino andare direttamente in Italia..." aggiunse un
po' insicuro guardandomi, un sopracciglio leggermente inarcato.
"Sì. Cioè, prima dobbiamo fermarci in Romania per
fare
scorta di sangue. Dicono che là abbiano le migliori cantine,
con
il sangue più vecchio e prelibato. Per non andare dagli
Antichi
a mani vuote..." spiegai.
Blaine annuì."Immagino sia tutto una tua idea..."
"Modestamente..." sogghignai.
Blaine sorrise, prendomi la mano. "Quindi...ci resta un po' di viaggio
da fare..."
"Noi abbiamo già detto che siamo disposti ad accompagnarvi
almeno fino all'oceano..." si intromise Wes.
"Sì. Potremmo difendervi di giorno mentre vi rifugiate in
qualche grotta..." propose Thad.
"Beh, non penso ci vorrà poi così tanto...e
poi...voi quando dormireste?" chiese Blaine.
"Uhm, faremo dei turni...siamo in sei." rispose quello di colore.
"David, non mi sembra giusto che voi abbandoniate il vostro territorio
per proteggerci e che non vi riposiate nemmeno..."
"Oh, andiamo! Come se tu non lo faresti per noi!" bofonchiò
Trent.
Blaine sembrò pensarci su un attimo. "Solo fino all'oceano.
Non
oltre. Tanto ci metteremo neanche una notte. Poi mi promettete che
tornerete indietro!" fu quasi una minaccia. Non l'avevo mai visto
così autoritario. Al contrario di me, che quando davo ordini
era
per qualche capriccio, Blaine sembrava molto più pronto per
essere re. Lo squadrai da capo a piedi, come se lo vedessi per la prima
volta. Non mi ero mai accorto di quel suo lato così regale e
autoritario.
"Ai suoi ordini, capo!" borbottarono i lupi.
"Che c'è?" mi sussurrò poi all'orecchio, notando
che lo stavo fissando.
Arrossii, scuotendo la testa. "Niente, solo...ti amo, Blaine!" risposi
dandogli un bacio sulla tempia e stringendo di più la sua
mano.
"Sarete due re grandiosi, carini, coccolosi e perfetti!"
esclamò eccitata Brittany.
"Sul perfetti e grandiosi sono d'accordo, sul carini e coccolosi avrei
da ridire...secondo me sono delle tigri a letto!" rise Santana.
"SAN!" la richiamò Blaine arrossendo.
"Non vedo l'ora di essere re per avere un po' più di
rispetto anche da parte loro!" blaterai arricciando il naso.
Sia le ragazze che Sam e Puck risero. "Non penso che potremmo mai
smettere di prendervi in giro! Anche se sarete i nostri re!" disse poi
Puck, che ricevette una pacca da Cooper. "Il ragazzo ha ragione! Io
resterò il principe, ma non credere che non vi
tormenterò
sempre e comunque!" rise puntando l'indice destro verso noi due.
Sospirammo contemporaneamente, mentre i lupi ridacchiavano sotto i
baffi. Poi si zittirono tutti all'improvviso. Anzi, ci zittimmo tutti
all'improvviso, trattenendo i respiri.
"Sta arrivando qualcuno..." annunciò il biondo che fino a
quel
momento era rimasto fuori a fare la guardia con il suo amico, facendo
capolino dall'entrata. Senza essercene accorti, il sole era tramontato,
e si stava facendo già buio. Rischiai di stritolare la mano
a
Blaine da tanto gliela stringevo, mentre tutti ci pietrificavamo. Wes
guardò gli altri e con un semplice cenno del capo li
invitò ad uscire. Proprio mentre sorpassavano me e Blaine, i
più vicini alla porta, si trasformarono in enormi lupi.
Avevano
il pelo di colori diversi così riuscii a distinguerli.
Quello
biondo aveva, ovviamente, il pelo più chiaro degli altri.
Color
sabbia, con alcune striature più scure sulla pancia. Trent
era
leggermente più scuro, di un marrone simile a quello delle
castagne che io e Puck ci divertivamo a lanciarci in autunno. Thad,
quello più piccolo del branco, era di un marrone intenso,
molto
scuro. Quello di David era, invece, tendente al rossiccio e quello di
Wes era nero, con alcune sfumature grigie. Completamente grigio scuro
era invece l'altro lupo che era rimasto fuori e aveva iniziato a
ringhiare piano. Wes rivolse un ultimo sguardo verso di noi prima di
sparire fuori insieme agli altri. Ci furono alcuni istanti di silenzio
in cui si poteva udire solo il respirare pesante dei lupi. Noi eravamo
rimasti tutti completamente immobili, gli sguardi fissi nel vuoto, le
orecchie tese al minimo rumore. Successe in un secondo. Sentimmo i lupi
iniziare a ringhiare e poi abbaiare forte, mentre dei passi li
circondavano. Vampiri. Sentii Blaine fremere e cercare di liberarsi
dalla mia presa.
"Blaine.." lo chiamai in un sussurro.
"Devo aiutarli. Sono miei amici..."
"No, se sono scagnozzi di nostro padre ti riconosceranno..." lo
fermò Cooper.
"Tuo fratello ha ragione. Non possiamo uscire allo scoperto.
Aspettiamo..." cercai di tranquillizzarlo.
Prese un respiro profondo mentre sentivamo ancora gli ululati scuotere
la notte che ormai stava scendendo. "Sono miei amici..."
"Lo so, Blaine. Ma non possiamo rischiare..." ripetei stringendogli
tutto il braccio e guardandolo fisso negli occhi.
Lui chiuse gli occhi per un attimo per poi riaprirli e ricambiare il
mio sguardo. "Hai ragione. Scusa..."
Restammo di nuovo in silenzio. cercando di capire cosa succedesse
fuori. Poi sentimmo un uggiolio strozzato seguito da dei lamenti. Uno
dei ragazzi.
"Cazzo. Nick." sibilò Blaine irrigidendosi.
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Capitolo 6 *** VI ***
VI
"Blaine!" lo richiamai di
nuovo e stavolta dovetti oppormi con tutta la mia forza per impedirgli
di uscire.
"Quello era Nick! Gli è successo qualcosa! Devo aiutarli!"
protestò lottando per liberarsi di me. Per fortuna Cooper
venne
in mio aiuto, trattenendo Blaine.
"Amore, davvero, non possiamo rischiare! Per favore!" cercai di farlo
ragionare, ma non sembrava sentirmi. Alla fine si bloccò tra
le
mie braccia, Cooper lo lasciò andare, allontanandosi di un
paio
di passi.
"Blaine. Kurt ha ragione."
"Zitto." lo zittì e Cooper non si azzardò a
replicare.
C'era qualcosa negli occhi di Blaine. Un misto di paura, preoccupazione
e rabbia. Gli strinsi la mano mentre lui cercava ancora di capire cosa
stesse succedendo. Ci voltammo appena in tempo per vedere il lupo
grigio scuro rientrare zoppicando e guaendo mestamente. Intanto fuori
avevano smesso di ululare. In un attimo furono tutti dentro.
Ritornarono uomini uno a uno, il pelo che si ritirava sotto la pelle,
le code che sparivano.
"Cazzo!" sbottò Nick dando un calcio contro il muro della
grotta.
"Stai bene?" si preoccupò il biondo appoggiandogli le mani
sulle
spalle e cercando di guardarlo negli occhi, che Nick teneva bassi.
"Non è niente..."
"Ma sei completamente rincoglionito??" gli urlò contro Thad.
"Che ti
passava per la testa?! Ci è mancato poco che finissimo tutti
ammazzati!"
"Lo so cazzo! Mi dispiace!" sbraitò tenendosi stretto il
polso sinistro e guardando oltre Jeff, ancora preoccupato.
"Cos'è successo?" provò ad intrommettersi Blaine,
senza lasciare la presa sulla mia mano.
"Mi dispiace!" ripeté Nick, liberandosi da Jeff e dando un
altro calcio al muro.
"Ehi, ehi, calma..." lo tranquillizzò Jeff abbracciandolo da
dietro.
"Nick, non ti hanno morso, vero?" domandò incerto Wes,
ancora con il fiatone.
"N-no..." balbettò Nick. "Penso sia solo rotto..."
"Shhh è tutto ok..." lo tranquillizzò ancora
Jeff, mentre
Trent li avvicinava e prendeva tra le mani il polso di Nick,
esaminandolo.
"Si può sapere che cazzo ti è passato per la
testa?"
gridò ancora Thad. "Pensavo...pensavo ti avessero preso,
cazzo..." aggiunse passandosi le mani tra i capelli neri come la pece e
nei suoi occhi vidi paura per la prima volta.
"Uno di loro aveva puntato Jeff...volevo solo proteggerlo..." ammise
tirando su con il naso e nascondendo una smorfia di dolore quando Trent
girò un po' troppo il polso.
"Ma sei pazzo? Rischi la vita per me?" sussurrò dolcemente
Jeff.
"Loro chi?" si intromise di nuovo Blaine.
"Vampiri" rispose David.
"Scusa se ti ho urlato contro..." sentii dire Thad a Nick.
"Che erano vampiri l'avevo capito. Erano...erano del mio...?"
"Clan? Sì, penso proprio di sì. Avevano il vostro
stesso odore." confermò Wes.
"Grandioso!" lasciò andare la mia mano, passandosela tra i
riccioli ancora scompigliati. Lo guardai preoccupato, mentre anche
Cooper e Puck imprecavano sottovoce, stringendo i pugni e digrignando i
denti.
"Ma...li abbiamo cacciati. Nonostante qualcuno abbia rischiato di farci
ammazzare, siamo riusciti a mandarli via e staranno alla larga dal
nostro odore, se volete che vi accompagnamo..."
"No." disse semplicemente Blaine. "Nick è ferito..."
"Sto bene" cercò di protestare, venedendo ignorato.
"...ed è rischioso per voi. Ci arrangeremo." Tirò
un sorriso incrociando le braccia al petto.
"Se veniamo anche noi sarete più al sicuro. Almeno fino
all'oceano." replicò David.
"No, non voglio che rischiate la vita per noi."
"Non rischiamo la vita..." borbottò Wes.
"Sì, Wes. Nick ha appena rischiato di essere morso..."
"Perché sono stato un coglione. E' colpa mia. Non
succederà più..."
"No. Ho detto di no." ripeté alzando leggermente la voce e
lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, i pugni stretti.
"Blaine...forse non è una cattivissima idea..."
provò a convincerlo Cooper.
"Sì, infatti, hobbit. Se abbiamo anche loro siamo
più sicuri..." si intromise Santana.
"HO DETTO DI NO!" gridò Blaine, zittendo tutti, anche Nick,
Trent e Jeff che erano in disparte e si stavano occupando del polso di
Nick. Lo fissarono tutti, notai gli sguardi preoccupati e impauriti
degi altri. Io lo guardai invece perplesso. Perché se la
stava
prendendo così tanto. E soprattutto perché stava
gridando
in quel modo.
"Blaine." lo chiamai in modo deciso. Mi diede le spalle, coprendosi gli
occhi con la mano destra. "Blaine." lo richiamai, ancora più
deciso.
Sospirò e sussurrò un "Scusate" che riuscimmo a
sentire solo per i nostri sensi supersviluppati.
"Blaine. Girati." Non ero arrabbiato con lui. Solo non capivo. Dato che
non mi dava ascolto, gli afferrai il polso sinistro, facendolo voltare
e permettendo che i nostri sguardi si incontrassero. Di nuovo quel
misto di preoccupazione, paura e rabbia che si rifletteva nelle sue
iridi cangianti che si stavano scurendo sempre di più. Le
fissai
per alcuni secondi, cercando di scrutarlo fino in fondo, leggerlo come
un libro, come facevo di solito. Ma quella volta era come se quel libro
fosse scritto in una lingua a me sconosciuta. Lo spinsi verso l'esterno
della grotta, ma subito gli altri ci furono dietro.
"Lasciateci soli." ordinammo praticamente all'unisono. Gli altri non se
lo fecero ripetere, tornando dentro. Li sentii bisbigliare qualcosa, ma
la mia attenzione era ancora concentrata sugli occhi di Blaine. "Cosa
c'è?" gli chiesi. "Perché non vuoi che ci
accompagnino?
Non ti fidi di loro?"
"Cosa? No, no. Mi fido di loro..." rispose scuotendo la testa, ma senza
mai perdere il contatto col mio sguardo.
"E allora cosa?"
"Kurt, io..." prese un altro sospiro, chiudendo gli occhi per una
frazione di secondo.
"Ha-hai cambiato idea? Vuoi tornare indietro?"
"NO!" gridò quasi, ma non c'era rabbia nella sua voce, solo
terrore. "No. Solo..." abbassò lo sguardo, liberando il
polso
dalle mie dita che ancora lo cingevano. Lo lasciai fare, avvicinandomi
a lui. Mi prese le mani tra le sue, per poi rialzare gli occhi per
fissarli nei miei. Grazie al riflesso della luna potevo scorgere le sue
iridi, di nuovo color caramello, inumidirsi. "Kurt, io..."
"Ehi, è tutto ok. Parlami. Sono qui." cercai di
tranquillizzarlo, usando il tono più dolce che potessi usare
in
una situazione del genere.
"Io ho una fottutissima paura, Kurt. Ho paura che vada tutto male. Che
ci trovino. Che faccino del male a loro. O che tocchino te. E se tutto
va liscio... ho paura di non essere in grado di governare, di diventare
re. Ho paura, Kurt. E non ho idea di quello che sto facendo..."
Liberai le mani dalle sue, afferrandogli il viso delicatamente.
"Blaine. Anch'io ho paura. Le tue stesse identiche paure. Ma...se
stiamo insieme, se stiamo uniti, ce la faremo. Se ci facciamo
aiutare...beh, forse riusciremo a cavarcela ancora meglio. Anch'io non
voglio che succeda qualcosa alle persone che amo, specialmente a te.
Ma...non abbiamo alternative, Blaine. Ci dobbiamo fare aiutare. E per
quanto riguarda il fatto di non essere all'altezza di diventare re, ti
sbagli di grosso. Non hai notato come tutti si sono zittiti quando hai
alzato la voce? O come tutti diano retta ai tuoi ordini?" fece una
smorfia che stavolta riuscii a leggere perfettamente. Era la smorfia di
uno che non andava fiero delle proprie azioni. Lo ignorai,
stringendogli di più il volto e avvicinandomi di
più, in
modo che i nostri nasi furono a pochi millimetri di distanza. "Sarai un
re perfetto, Blaine. Sei un vampiro coraggioso, leale, forte, giusto,
autoritario- anche se non me n'ero mai accorto prima e devo ammettere
che sei piuttosto sexy quando fai così-..." aggiunsi per
sdrammatizzare e servì dato che sorrise scuotendo la testa.
"Ma
sei anche molto dolce e buono, Blaine. Io lo so perché
riesco a
leggerti come un libro aperto. Lo so perché sono innamorato
di
questo vampiro. Lo so e credo in te, Blaine. Insieme ce la faremo, te
lo prometto. Quindi ora riportiamo i nostri culetti molto sexy in
quella caverna, chiedi scusa come si deve a quei poveri lupi che si
sono dovuti sorbire i nostri amici per due giorni e diciamo loro che ci
possono accompagnare. Tanto si tratta solo di poche ore, quello che
basta per raggiungere l'oceano e passare in Asia. Poi ci arrangeremo da
soli." Accennai un sorriso, aspettando il suo assenso che
arrivò
subito.
"Ha-hai ragione. Scusa."
"Non ti devi scusare, Blaine. Non con me. So perfettamente come ti
senti. Ma ricordati che ti amo, ok? Andrà tutto bene." Non
sapevo bene da dove venissero tutti quei discorsi, dato che fino a
qualche minuto prima anch'io non aveva idea di quello che stessimo
facendo, ma quelle mie stesse parole comparse da chissà dove
mi
diedero forza e coraggio. Infondo ero Kurt Hummel. Principe del famoso
clan degli Hummel. Ed ero con Blaine Anderson. Il figlio dello spietato
e potentissimo Chuck Anderson. Dovevamo solo sposarci e i giochi
sarebbero stati fatti. Cosa non così semplice come mi
sebrava
allora, ma non irrealizzabile.
Blaine mi sorrise annuendo. "Sì. Sì, hai ragione.
Ce la
faremo. E andrà tutto bene. Non so come, ma ce la faremo."
"Sì, Blaine." sussurrai cingendogli il collo con le braccia
e
affondando il naso nel suo collo, ignorando i suoi vestiti sporchi e la
puzza di sudore che lo circondava.
Lui mi strinse ancora più forte, sollevandomi da terra. "Che
cosa ho fatto per meritate il miglior fidanzato al mondo?"
sospirò.
Rialzai il viso per far incontrare di nuovo i nostri occhi. "Ti amo,
Blaine. Ti amo e ti sposerò."
"Anch'io ti amo, Kurt. E sì, ci sposeremo. Anche
se...affidandoci agli Antichi non so se potrai organizzare tutto come
hai sempre sognato..." aggiunse sinceramente dispiaciuto.
Alzai un sopracciglio. "Mmm, davvero? Vorrà dire che
organizzerò una luna di miele perfetta, per non parlare
della
festa che daremo appena tornati..."
Blaine rise, baciandomi sulla fronte, sul naso e poi sulle labbra. "Ti
amo" sussurrò semplicemente.
"Ti amo" ripetei baciandolo a mia volta, le braccia attorno il suo
collo. Restammo così per alcuni secondi, poi ci ricordammo
della
situazione in cui eravamo. Ci staccammo, schiarendoci la voce e
cercando di assumere un aspetto autoritario, finendo per ridere di
nuovo. Gli afferrai la mano, stringendola dolcemente. "Andiamo.." disse
sorridendomi per poi farsi più serio. Rientrammo nella
grotta.
Trent era riuscito a fasciare il polso a Nick, entrambi seduti sulla
branda su cui avevamo dormito io e Blaine, Jeff vicino a loro, una mano
appoggiata sulla spalla del suo migliore amico. Gli altri tre lupi
erano accucciati per terra, gli sguardi fissi sul terreno, le braccia
incrociate ai petti. Puck e Sam erano seduti in un angolo, le schiene
appoggiate al muro, mentre Cooper faceva avanti e indietro tra Britt e
San che sembravano preoccupate e un po' impaurite. Ci schiaremmo
entrambi di nuovo le voci, attirando subito le loro attenzioni.
Puntarono tutti gli occhi su noi due, Cooper finalmente fermandosi.
"Vi chiedo scusa per prima. Ho esagerato. Forse aver dormito
così tanto mi ha reso nervoso. Ora è meglio se ci
muoviamo." Parlò con calma. Gli occhi sicuri ma del colore
del
caramello, nessuna traccia di freddezza o rabbia. Mi aspettavo di
vederli tornare a sorridere e scherzare, scattando pronti per partire,
ma stettero tutti immobili a fissare Blaine senza fiatare. Alzai un
sopracciglio, notando con la coda dell'occhio che Blaine stava facendo
la stessa identica cosa. Se non si erano mossi era perché
non
sapevano che le cose erano di nuovo a posto e questo voleva dire che
non avevano origliato come pensavamo.
"Beh? Non avete sentito il mio futuro marito? E' ora di andare, quindi
muovete i vostri bei culetti, forza!" li incitai cercando di assumere
un tono autoritario come quello di Blaine, non ottenendo,
però,
lo stesso risultato. Blaine mi guardò ridacchiando.
"Vuol dire che...possiamo venire anche noi?" chiese Thad. Adesso
avevano tutti sguardi un po' perplessi, le fronte corrugate in
espressioni interrogative.
"Dovete. Chi ci parerà i nostri bei culetti reali, se no?"
scherzò Blaine lasciando andare la mia mano e stringendomi
il
sedere. Alzai gli occhi al cielo sorridendo e stringendogli il suo a
mia volta.
"Vi muovete o no?!?" aggiunsi ridacchiando vedendo che ancora nessuno
si muoveva. Finalmente diedero segni di vita, iniziando a raccattare
cose e prepararsi.
"Ma saranno pazzi, quei due!" sentii ridere Santana mentre io e Blaine
ci avviavamo di nuovo fuori. Sì, eravamo proprio dei pazzi.
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Capitolo 7 *** VII ***
VII
Partimmo
dopo un paio di minuti. I lupi
si erano trasformati di nuovo, per coprire il nostro odore con il loro.
Io e Blaine aprivamo la fila, sempre tenendoci per mano, Wes e Thad la
chiudevano. Saltavamo da una pianta all'altra intanto che c'era ancora
la foresta. Quando questa finì ci ritrovammo a percorrere
dei
campi deserti e non illuminati, la temperatura che si abbassava sempre
di più. Solo la luna ci permetteva di vedere
dove andavamo. Non che ne avessimo bisogno. Guardai Blaine, esaminando
il suo profilo. Erano rimaste alcune cicatrici visibili sul suo viso e
le bruciature sulle mani e sulle braccia ci avrebbero messo giorni
prima di sparire. In particolare c'era una cicatrice che
attirò
la mia attenzione. Quella che gli divideva a metà il
sopracciglio sinistro. Era come se segnasse l'altezza del suo
sopracciglio triangolare. Lo prendevo sempre in giro per la forma delle
sue sopracciglia. Sorrisi pensando che prima di presentarci
ufficialmente davanti agli Antichi avrei insistito per sistemargliele.
E magari fargli anche la barba che ormai ricopriva le sue guance.
Riflettei un attimo e mi domandai se anche a me fosse cresciuta la
barba e come dovevano essere malridotti i miei poveri capelli. Per non
parlare del fatto che erano più di tre giorni che non mi
facevo
una doccia e non mi cambiavo i vestiti.
"Che c'è?" mi distolse dai miei pensieti Blaine stringendomi
più forte la mano. "Semrbi pensieroso. Qualcosa non va?"
"No. Sto solo pensando che sarò uno schifo senza essermi
lavato
e cambiato da più di tre giorni e cavolo, temo proprio di
puzzare di lupo..." aggiunsi annusandomi la spalla e arricciando il
naso.
Blaine rise rallentando appena e baciandomi sulla guancia destra. "Sei
bellissimo." mi disse semplicemente senza togliermi gli occhi di dosso.
Stavamo assieme da cinquant'anni e ancora riusciva a togliermi il fiato
quando faceva così. Sorrisi scuotendo la testa. "Anche tu."
"Ehi piccioncini, vi sembra il momento??" ci interruppe Puck
raggiungendoci.
Risi, imitato da Blaine, e velocizzammo di nuovo il passo. Dopo un paio
di ore avevamo attraversato l'Alaska e raggiunto l'oceano. Io e Blaine
ci fermammo, voltandoci a guardare gli altri che ci raggiunsero.
"Grazie ragazzi, apprezzo tantissimo quello che avete fatto per noi, ma
ora proseguiamo da soli." disse deciso Blaine mentre io annuivo e i
lupi tornavano umani.
"Siete sicuri?" provò Wes stringendosi nelle spalle e
strofinandosi le braccia con le mani per scaldarsi.
"Sì. Per voi queste acque sono troppo fredde e poi ce la
caveremo da soli. Tranquilli." ripeté Blaine.
"Ok." acconsentì Wes.
"Beh, mandateci una cartolina dall'Italia!" scherzò David,
mentre Thad starnutiva.
"Andate prima di prendervi una polmonite" rise Blaine, tirandomi a
sè.
"Perché non indossate delle magliette poi, non lo capisco!"
borbottai.
"Beh ma perché siamo fighi!" esclamò Jeff.
"Ciao, ragazzi. Ci vediamo quando io e Kurt saremo sposati! Vi prometto
che vi faremo visita."
"Ci contiamo!" sorrise Trent.
Ci salutarono affettuosamente, anche troppo per i miei gusti, prima di
ritrasformarsi in lupi e congedarsi correndo via tra
l'oscurità
della notte.
"Bene." sospirò Cooper. "Muoviamo i nostri culetti congelati
prima che faccia giorno."
"Non oso immaginare in che condizione arriveranno i miei capelli..." si
lamentò Santana tuffandosi a delfino imitata subito da
Britt.
"Stesso problema, sorella!" commentai tuffandomi a mia volta,
trasinando con me Blaine mentre anche gli altri si tuffavano senza
molte cerimonie.
"Ma state zitti e nuotate." sbottò infatti Puck
rimmergendosi e
iniziando a nuotare. Lo imitammo subito, e per la prima volta Blaine
lasciò andare la mia mano per riuscire a nuotare. Sentivo le
estremità dei miei arti irrigidirsi a contatto con l'acqua
gelida, ma il freddo non è mai stato un problema per noi
vampiri, infatti non lo percepivo per niente. In pochi minuti
raggiungemmo l'isoletta che sta a metà tra l'Alaska e la
Russia
di cui non ricordo mai il nome.
"Uffa, tra il sale e il freddo dell'acqua questa maglietta
sarà
da buttare!" si lamentò Santana strizzando i bordi della
maglietta nera attillata. Brittany sorrise risistemandosi i capelli
biondi in uno chignon sopra il capo.
"Seriamente, cugina? Ti preoccupi della maglietta? Arriviamo in Italia
sani e salvi e te ne compro a tonnellate di magliette!" la
schernì Blaine scuotendo la testa e rivolgendomi uno sguardo
preoccupato. "Tutto bene?" mi chiese.
Inarcai un sopracciglio. Avevo la faccia sconvolta? Ero più
pallido del solito? Perché mi stava chiedendo se stavo bene?
"Sì, certo." risposi incerto.
"Sembri esausto..."
Oh, quello. Sì, in realtà non mi ero ancora
completamente
ripreso, probabilmente avrei dovuto bere un po' di più, ma
mi
limitai a scuotere le spalle. "Sto bene, tranquillo." sorrisi cercando
di strizzare un po' la maglietta, mentre gli altri contorllavano le
provviste negli zaini.
"Ok."
"E' meglio se ripartiamo subito prima che sorga il sole" disse Cooper
rimettendosi lo zaino in spalla.
Annuimmo tutti, ripartendo ed attraversando l'isoletta in meno di
cinque minuti per poi rituffarci e raggiungere la Russia appena prima
che il sole sorgesse. Riemergemmo sulle coste ghiacciate, riunendoci in
cerchio per decidere il da farsi.
"Direi di trovare una grotta dove rifugiarci per il giorno." propose
Sam riavviandosi i capelli senza un gran successo.
"Sì e magari facciamo asciugare i vestiti. Non mi va di
girare con le cose bagnate!" borbottò Santana.
Notai qualcosa che si muoveva dietro di lei. Evidentemente ero l'unico
ad essersene accorto perché gli altri stavano continuando a
parlare. "Ragazzi..." li zittii. "C'è qualcuno..." indicai
oltre
le spalle di Santana un uomo che ci stava fissando con occhi e bocca
spalancati, imbacuccato fino al naso.
"Oh merda. Filiamocela..." sbottò Cooper iniziando a
correre. Lo
imitammo tutti, trovando finalmente una grotta dove rintanarci. Le
superfici interne erano ricoperte di stalattiti e stalagmiti.
"Mi sa che abbiamo fatto venire un infarto a quel pover uomo! Non penso
sia abituato a vedere gente che riemerge da queste acque, specialmente
con indosso solo magliette e jeans..." rise Puck esaminando la grotta.
"Dite che dovrei andare a controllare se sta bene?" chiese Britt seria.
"Oh no, no, no. Tu non ti allontani da me neanche per un istante,
cucciola!" replicò Santana prendendole la mano e facendo
intrecciare le loro dita.
"Adoro quando ti preoccupi per me, San" sorrise mettendosi a sedere,
trascinando Santana con sè e facendola accoccolare sopra il
suo
grembo.
"Dovremmo accendere un fuoco o qualcosa per far asciugare i vestiti..."
disse Cooper spogliandosi della maglietta imitato dagli altri ragazzi,
compreso Blaine. Io esitai un attimo, mentre, invece, gli altri si
toglievano anche i pantaloni e Santana e Britt si rialzarono per
spogliarsi a loro volta, restando tutti solo con l'intimo.
"Ehm, come lo facciamo un fuoco?" riuscii a chiedere finalmente
inarcando un sopracciglio.
"Così!" esclamò Britt schioccando le dita. Subito
comparvero delle fiamme in un angolo e lei e Santana vi si accucciarono
attorno, stendendo i vestiti per terra vicino al fuoco.
"Dimentichi che la mia ragazza è una strega!" sorrise
orgogliosa Santana.
"Giusto."
"Kurt, è meglio se ti spogli anche tu, così i
vestiti si
asciugano..." mi suggerì Blaine imitando le due ragazze,
mentre
anche gli altri stendevano i panni a terra e si
coricavano pronti a dormire.
Storsi il naso. "Mmm...preferisco tenerli su...ma starò
vicino
al fuoco così si asciugano lo stesso..." aggiunsi
anticipando le
proteste di Blaine. Non avevo voglia di spogliarmi e mettermi in
mostra. Anche se si trattava dei miei due migliori amici, del mio
futuro cognato e di due lesbiche. Solo con Blaine non avevo problemi a
spogliarmi. Anzi, a volte avevo problemi a trovare la voglia di
rivestirmi.
Mi guardò un po' indeciso se continuare ad insistere ma poi
si
accontentò di annuire. Al contrario degli altri, si
andò
a sedere a gambe incrociate davanti all'ingresso della grotta, restando
però nell'ombra. Lo osservai per alcuni minuti, rimanendo in
piedi dietro di lui, mentre sentivo gli altri russare. Io non avevo
voglia di dormire, nonostante fossi esausto. Come facevo ad esserlo
dopo aver dormito per due giorni non ne avevo idea. Forse non ero
esausto per via della stanchezza del mio corpo. Volevo semplicemente
rilassarmi. Sentirmi al sicuro, protetto. E c'era solo un modo
perché mi sentissi pretetto e al sicuro.
"Blaine..." lo chiamai piano avvicinandomi.
"Mmm?" Continuò a guardare fuori, senza voltarsi verso di me.
"Ti ho mentito..." sussurrai restando in piedi difianco a lui.
Si girò di scatto guardandomi terrorizzato. "Cosa...?"
"Shhhh" lo zittii sedendomi accanto a lui. "Ti ho mentito
perché
non voglio stare vicino al fuoco. Voglio stare vicino a te." sussurrai
appoggiando la testa alla sua spalla.
Blaine rise scuotendo la testa. "Mi hai fatto spaventare! Non farlo
più!"
"Oh andiamo! Su cosa pensavi ti avessi mentito?" chiesi
alzando gli occhi e guardandolo da sotto, sorridendo.
"Non lo so..." ammise Blaine serio. "Comunque non mi dispiace questa
bugia..." aggiunse. Poi mi baciò piano sulla tempia.
"Aspetta..." mi spostò per potersi sistemare meglio.
"Uhm...forse è meglio se ti spogli comunque. Tanto ci sono
io a
proteggerti...." mi sorrise dolcemente.
Annuii togliendomi sia la maglietta che i jeans e lanciandoli vicino
agli altri vestiti ad asciugare, poi mi accoccoloai tra le gambe di
Blaine e contro il suo petto, strusciando il naso contro la sua pelle.
Non è che con l'acqua dell'oceano ci fossimo lavati come
avremmo
dovuto, ma almeno ora Blaine profumava di...Blaine. E io adoravo il suo
profumo particolare. Non era un vero e proprio profumo. Era
semplicemente Blaine. E a me piaceva. Le sue braccia mi abbracciarono,
stringendomi dolcemente. Mi baciò sui capelli per poi
appoggiarvi il mento, mentre io iniziavo ad addormentarmi. Tra le sue
braccia mi sentivo davvero al sicuro. E questo mi bastò per
farmi dimenticare quello che stavamo facendo, dove stavamo andando e
chi avevamo alle calcagna.
"Ti amo, Blaine." sussurrai prima di addormentarmi completamente. Non
prima di aver sentito anche il suo "Ti amo" bisbigliato dolcemente
contro i miei capelli.
Fui svegliato dopo non so quante ore da delle risatine e dei bisbigli
divertiti, che ignorai subito per concentrarmi al comodo cuscino su cui
stavo dormendo. Non ero più seduto contro il petto di
Blaine.
Ero
coricato sopra di lui sempre tra le sue braccia. Mi strinsi di
più contro di lui, avvolgendogli la vita con le braccia e
affondando il viso contro la sua pelle fresca. Mi era mancato
così tanto che non riuscii a resistere e iniziai a baciarlo
partendo dalla clavicola per poi arrivare al collo e alla mandibola.
Senza aprire gli occhi, coccolato dal suo respiro rilassato, il battito
lento del suo cuore e le fusa che iniziavano a provenire dalla sua
gola.
"Ciao, dolcezza.." soffiai sopra le sue labbra prima di baciarle.
"Ciao anche a te, baby." rispose accarezzandomi la schiena. Aprii gli
occhi trovando quelli color caramello di Blaine che mi fissavano.
"Volevo restare sveglio e fare da guardia, ma avere di nuovo te tra le
mie braccia mi ha rilassato troppo...credo di essermi addormentato..."
rise baciandomi il naso.
"E per fortuna che non è successo nulla!" ci interruppe una
voce
proveniente da dietro di noi. Sussultammo entrambi alzandoci e
ritrovandoci Cooper e tutti gli altri che ci fissavano ridacchiando.
"Ma ben svegliati, vostre regalità!" ci salutò
Puck.
"Voi...voi ci stavate guardando mentre noi stavamo dormendo??" chiesi
irritato.
"Eravate così teneri tutti abbracciati e accoccolati!!"
squittì Britt sorridendo ampiamente.
"Già. Anche se penso che se non vi avessimo interrotto
sareste
arrivati a scoparvi come due animali." rise Santana sistemandosi i
capelli.
Blaine rise mentre io guardavo male tutti. "E' inquetante! Non fatelo
mai più! Odio quando qualcuno mi guarda mentre dormo!" mi
lamentai.
"Oh, andiamo! Come se non ti avessimo mai visto dormire!" disse Sam
recuperando uno degli zaini e mettendoselo in spalla.
"Sì, e sapete benissimo che lo odio!" borbottai.
"Ok, ok. Non lo faremo più!" rise Cooper. "Ora vestitevi e
ripartiamo..."
Solo in quel momento mi accorsi di essere solo in mutande,
così
come Blaine. Arrossii prendendo i miei vestiti e infilandomeli in
fretta.
"Sì, hai ragione. Muoviamoci. Non so perché non
ci
abbiate svegliati prima!" tornò serio Blaine imitandomi e
vestendosi alla bene e meglio. Io arricciai il naso accorgendomi
dell'odore che emanava la mia maglietta. Me la ritolsi, frugando nel
mio zaino ed estraendone un'altra color blu mare.
"Kurt. Sei pronto?" mi chiamò Blaine mentre gli altri
sistemavano gli zaini e si preparavano.
Mi infilai la maglietta e ficcai l'altra nello zaino. "Sì."
Afferrai la mano che Blaine mi stava porgendo e ripartimmo
nell'oscurità della notte. Per un paio di ore restammo in
silenzio, correndo il più veloce possibile, le orecchie tese
al
minimo rumore sospetto e gli occhi ben aperti. Io e Blaine eravamo
sempre davanti, mentre Cooper chiudeva la fila. Poi finalmente i
terreni ghicciati terminarono lasciando spazio alla taiga. Blaine
saltò sopra un abete, tirandomi con sè, per poi
fermarsi.
"Cosa c'è?" chiese Puck atterrando sul ramo su cui eravamo
io e Blaine.
"Non vi ho chiesto una cosa..." Anche gli altri ci raggiunsero con
sguardi preoccupati.
"Cosa?" fece Cooper.
"Quante scorte di sangue abbiamo ancora? Sarei...ehm un po'
affamato..." domandò grattandosi il retro del collo con la
mano
libera, l'altra che stringeva ancora la mia.
Cooper rivolse uno sguardo incerto a Puck e Sam. "Ehm, ecco, riguardo a
quello..." biascicò.
Non ci avevo pensato nemmeno io. Dopo aver bevuto appena svegliati non
ci eravamo più nutriti e ora che mi ci faceva pensare,
anch'io
iniziavo ad avere fame. "Quante sacche?" chiesi anch'io.
"Ehm...abbiamo solo tre sacche..." rispose Sam.
Io e Blaine ci guardammo per alcuni secondi. "Tre? Solo tre?" rise
nervosamente Blaine. "Ci prendete in giro?"
"No. Le abbiamo usate tutte per salvarvi..." disse di nuovo Sam
abbassando lo sguardo.
"Come facciamo a sfamarci in sei con tre sacche di sangue??" si
agitò Blaine mentre anch'io iniziavo a preoccuparmi e
sentirmi
in colpa.
"Razionalizziamo?" suggerì Santana.
"Voi da quant'è che non mangiate?" chiesi preoccupato. Forse
erano più affamati di me e Blaine e dovevamo lasciarle a
loro.
"Da appena prima che vi svegliaste..." rispose Cooper.
Guardai Blaine, non sapendo cosa fare. Per arrivare fino in Romania ci
sarebbero volute almeno due notti e un discreto dispendio di energie.
Tre sacche in sei erano davvero poche. E di bere sangue di animali
selvatici non se ne parlava. Prima di tutto perché io lo
trovavo
disgustoso rispetto a quello umano e secondo Blaine non l'avrebbe mai
permesso. Avrebbe distrutto un vampiro all'istante se ce n'era bisogno,
ma non riusciva ad uccidere un cerbiatto. Specialmente se questo lo
guardava con 'occhioni innocenti e adorabili' come diceva lui.
Evidentemente anche lui stava esaminando le varie opzioni a nostra
disposizione perché fissava il vuoto mordicchiandosi il
labbro.
"Kurt ed io siamo stati gli utlimi a mangiare, quindi le sacche
spettano a voi." concluse poi, cercando il mio sguardo per conferma.
"Sì, Blaine ha ragione." annuii riportando gli occhi sugli
altri.
"Cosa? No, no. Non se ne parla. Le dividiamo per tutti e sei." fece Sam
con le braccia incrociate al petto.
"Potete contarmi fuori..." scrollò le spalle Cooper. "Io mi
posso arrangiare con qualche scoiattolo..."
"Cugino, non mi pare ci siano scoiattoli qui...e comunque non mi sembra
giusto..." si intromise Santana seria.
"Non è che...tu sai fare una delle tue magie e moltiplicare
le
cose??" domandò Puck guardando con la fronte corrugata
Brittany,
che scosse la testa.
"Non credi che l'avrei già fatto?" chiese retoricamente
inarcando le sopracciglia. "Potrei tipo allungarlo con dell'acqua, ma
San dice che poi diventa imbevibile..." aggiunse mentre Santana annuiva.
"Se voi volete provarlo, ok, ma ve lo sconsiglio. Io preferisco fare
senza..." disse alzando le spalle.
Mi schiarii la voce, cercando di ributtar giù la fame che mi
stava salendo. "Io posso resistere per un paio di giorni." mentii. "Non
ho fame e penso di aver bevuto a sufficenza per poter durare una
settimana..."
Gli altri mi guardarono per niente convinti.
"Ok, facciamo così : voi vi dividete due sacche, mentre la
terza
la teniamo di scorta, per ora. Se viaggiamo tutta stanotte e
domani notte dovremmo riuscire a
raggiungere la Romania e fare scorta alle loro cantine. Io e Kurt
berremo domani la terza. Dovremmo farcela a resistere, giusto?" Propose
Blaine. Io annuii, incrociando le braccia al petto.
"Ma perché non bevete anche voi? Ne abbiamo giusto tre da
dividire in sei..." chiese Santana.
"Perché preferisco averne una di scorta per
sicurezza...spero
non succeda nulla, ma per sicurezza, sai...si sa mai..." rispose.
"Sì, Blaine ha ragione." aggiunse Cooper.
"Io non ho fame. Potete dividervi la mia parte..." disse Sam indicando
me e Blaine per poi infilarsi le mani in tasca.
"Ne sei sicuro?" Puck lo guardò insicuro.
"Sì, certo." scosse semplicemente le spalle, lo sguardo
basso.
Mentiva. Lo conoscevo troppo bene per non accorgermene. Aprii la bocca
per protestare, ma infondo avevo appena mentito anch'io. Quindi restai
zitto.
"Va bene. Allora prendila tutta tu, Kurt."
Spostai lo sguardo da Sam a Blaine, trovando i suoi occhi che mi
guardavano con un misto di preoccupazione e dolcezza. "Cosa? NO!
Blaine, sei tu quello che ci ha fatti fermare perché
affamato. E
poi te l'ho detto...non ho fame, davvero." replicai deciso. Non volevo
farmi vedere debole. Perché non lo ero.
"Kurt..."
Ok, forse una piccola debolezza l'avevo. E l'ho tutt'ora. Anzi,
l'avrò per sempre. Blaine. O meglio gli occhi di Blaine
quando
mi guarda con quell'espressione come se fossi la
cosa più bella e meravigliosa che abbia mai visto. Ma
stavolta ero deciso. "No, Blaine. Prendila tu." ripetei.
Blaine scosse la testa, abbassando lo sguardo. Ero già
pronto a
replicare, aspettandomi altre proteste, ma lui rialzò gli
occhi,
rivolgendomi di nuovo quello sguardo dolce e innamorato. "Te l'ho mai
detto che sei il migliore fidanzato al mondo?" chiese piegando la testa
di lato.
Restai a bocca aperta, sentendomi avvampare. "No...tu sei il
migliore..." sussurrai sentendo il mio cuore sciogliersi completamente.
Blaine rise annullando i pochi centimetri che ci separavano e
appoggiandomi una mano sulla guancia destra. "Sei adorabile quando
arrossisci. E lo sai che potremmo andare avanti per ore..." mi
soffiò dolcemente sulle labbra, gli occhi di quel color
caramello che mi faceva impazzire puntati nei miei.
"Sì, lo sappiamo benissimo. E per quanto mi piacerebbe
vedervi
scopare come tigri -sì, lo so che finireste per scopare- non
abbiamo tempo." ci interruppe Santana.
Blaine alzò gli occhi al cielo. "Non è che ogni
nostra
conversazione finisce con noi che scopiamo..." sospirò.
"Come no..."
"Comunque, Santana ha ragione. Non abbiamo tempo.." li interruppe
Cooper.
"Sì" acconsentii io. "Muovetevi che poi ripartiamo. Non
possiamo perdere altro tempo. Scusa, Blaine."
Lui riportò gli occhi su di me, sorridendomi. "Scherzi?
Avete
ragione...Ci rifaremo nella nostra luna di miele..." aggiunse
baciandomi sulla fronte per poi voltarsi e raggiungere Cooper
camminando in perfetto equilibrio sopra il ramo.
Sam lanciò loro una delle sacche di sangue che
estrasse
dallo zaino. L'altra la passò a Santana."Prima le
signore..." le
sorrise.
Puck esaminò attentamente Sam. "Sicuro di non voler fare a
metà con me, amico?" chiese.
Sam annuì scuotendo le spalle. "Sono a posto, tranquillo."
"Sicuri di non essere gay?" si intromise Santana passando il sangue a
Puck. Sospirarono all'unisono ignorandola.
Ripartimmo, viaggiando in silenzio per un po' e saltando da un abete
all'altro. Blaine dovette rallentare leggermente per affiancarmi e
prendermi di nuovo la mano. Gli sorrisi, stringendo la presa. Poi il
rumore di rami che si spezzavano attirò la nostra
attenzione. Ci
voltammo indetro appena in tempo per vedere Sam cadere a terra e Puck
tuffarsi subito dietro di lui. Santana e Brittany si fermarono insieme
a noi sopra un ramo, guardandoci confuse. Cooper ci rivolse uno sguardo
preoccupato, seguendo poi Puck.
"Cosa..?" ma non riuscii a finire la domanda che Blaine mi
trascinò giù dalla pianta fino a raggiungere gli
altri
tre, le ragazze che ci seguirono a ruota.
"Cazzo, gli avevo detto di fare a metà con me..." Sam era a
terra, a pancia in giù. Aveva avuto la fortuna di cadere
sopra un
cespuglio, quindi probabilmente non si era rotto nulla, ma aveva
comunque qualche graffio. Puck stava frugando nel suo zaino. Mi staccai
da Blaine andando ad aiutarlo. Presi il sangue dalla mani di Puck,
prima che potesse rompere la sacca e rovesciarlo tutto. L'aprii
delicatamente, mentre lui rigirava Sam, sedendosi, prendendogli la
testa e poggiandosela in grembo. Gli spostò dolcemente i
capelli
dalla fronte mentre io lo facevo bere.
"Posso aiutarvi?" chiese Brittany preoccupata.
"No, tranquilla. Penso si stia già riprendendo." risposi
proprio
mentre Sam iniziava ad aprire le palpebre e mugugnare. Poi si
coprì gli occhi con la mano destra allontanando le mie con
la
sinistra.
"Ehi, Sammy...va meglio?" domandò Puck sorridendogli.
"Cazzo...mi spiace...io..."
"Shhh, è ok."
"No. Sono un coglione..."
"Quello era risaputo, scemo." lo canzonai io, richiudendo la sacca e
ficcandomela in tasca. Avanzava poco sangue, ma l'importante era che
Sam stesse bene.
"Non avresti dovuto lasciarmi la tua parte... E' stata una mossa
davvero stupida..." disse Blaine porgendomi la mano per aiutarmi ad
alzarmi. La sua voce era seria ma io riuscii a cogliere una punta di
preoccupazione.
"Ehi, non prendertela con lui!" replicò Puck aiutando Sam a
sedersi. "Anche se però avresti potuto almeno fare a
metà
con me..." aggiunse sistemandogli i capelli dietro l'orecchio. Sam gli
scacciò la mano fulminandolo. Puck ci rimase un po' male.
"Meglio se troviamo un rifugio e ci riposiamo. Siamo tutti stanchi e
ormai è già quasi l'alba..." Cooper si
guardò
attorno, per poi partire seguito a ruota dalle ragazze verso Ovest.
"Ce la fai ad alzarti e camminare?" chiese Puck.
Sam lo fulminò di nuovo. "Certo, non sono una
femminuccia..."
sbottò alzandosi. Ma appena fu in piedi barcollò
rischiando di cadere di nuovo se non avesse trovato le braccia pronte
di Puck a sorreggerlo.
"Ehi..."
"Ce la faccio, ok? Lasciami..." sbottò scuotendosi Puck di
dosso. Non avevo mai visto Puck restarci così male per
qualcosa.
Possibile che Santana avesse ragione? E poi la vidi. Una scintilla
negli occhi di Puck. E il modo in cui esitò a lasciare la
presa su Sam.
Sì, era innamorato di lui. Ma probabilmente non se n'era mai
reso conto. E nemmeno io, a dir la verità.
"Andiamo..." Ci chiamò Blaine tirandomi per un braccio. Puck
e
Sam annuirono. Seguimmo Blaine fino ad una grotta dove Cooper ci stava
aspettando. Entrammo, trovando le ragazze già accucciate per
terra, abbracciate l'una all'altra. Blaine si lasciò
praticamente cadere a terra, trascinandomi con sé e
facendomi atterrare sulle sue cosce. Poi aprì la gambe
lasciando che mi sistemassi meglio. Appoggiai la schiena contro il suo
petto, le sue mani attorno la mia vita. In questa posizione potevo
osservare Puck, seduto per terra che cercava di convincere Sam a
coricarsi e appoggiare la testa sulle sue gambe. Alla fine Sam si
arrese, accoccolandosi contro le gambe di Puck che iniziò ad
accarezzargli i capelli finché non sentii Sam russare
beatamente. Non mi ero accorto che, nel frattempo, anche Blaine aveva
cominciato ad accarezzarmi le braccia, avvolgendomi sempre di
più nel suo abbraccio.
"Ehi" mi soffiò contro il collo. "Stai bene?"
Annuii. "Sono solo un po' preoccupato..." sussurrai senza distogliere
lo sguardo da Puck, mentre anche Cooper iniziava a russare.
"Per loro?"
"Sì" sospirai, voltando la testa verso Blaine in modo da
poterlo guardare in viso.
Mi sorrise strusciando poi il naso contro la mia tempia e baciandomi la
fronte. "Lascia che si sistemino da soli...andrà tutto bene,
vedrai..."
Annuii di nuovo, girandomi nel suo abbraccio per poter stringerlo in
vita e affondare il viso contro il suo petto. "Non me n'ero mai
accorto..." sussurrai contro la stoffa della sua maglietta. "Ma
perché proprio adesso? Sono tantissimi anni che si
conoscono..." Puck sbuffò, coricandosi in modo,
però, da riuscire comunque ad accarezzare i capelli di Sam.
E allora mi ricordai che nonostante stessimo sussurrando, lui poteva
sentirci.
"E' amore, Kurt. Non puoi mai sapere quando colpisce..." sorrise Blaine
coricandosi a sua volta, tirandomi con sé e stringendomi di
più contro il suo petto, dove mi accoccolai chiudendo gli
occhi. Blaine iniziò a canticchiare una ninna nanna che non
avevo mai sentito prima di allora, ma che mi fece rilassare
completamente.
"Sono contento che abbia colpito noi due..." dissi con la voce
già impastata dal sonno.
Smise di cantare. "Anch'io, Kurt. Anch'io." Mi baciò i
capelli per poi riprendere a canticchiare. E quella ninna nanna mi
cullò finché non mi addormentai profondamente.
E' stato un parto, ma alla fine ce l'ho fatta! Chiedo umilmente scusa
per il ritardo, ma sono state tre settimane da incubo tra verifiche,
interrogazioni e certificazioni linguistiche! Sarò impegnata
anche nelle prossime due settimane, ma spero di riuscire ad aggiornare
almeno una volta a settimana :)
Grazie mille a chi ha la pazienza di leggere le mie follie!
Alla prossima! :)
Sil
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Capitolo 8 *** VIII ***
VIII
Mi svegliai che era quasi il tramonto
dato che sentii dei raggi di sole che ancora mi colpivano il viso. Ma
ero ancora stanco e non avevo nessuna voglia di alzarmi. Mi strinsi di
più a Blaine, sotto di me, strusciando il naso contro la sua
maglietta e respirando il suo odore intenso. Non era proprio un
profumo. Era Blaine. Ed era lì con me. E stava dormendo, il
petto che si alzava e abbassava dolcemente sotto di me. Tutti gli altri
stavano ancora russando.
"Puck?" Ok, forse tutti tranne Sam e Puck dato che mugugnò
in risposta.
"Scusami per stamattina. Sono stato uno stronzo..." sussurrò
Sam.
Sentii Puck muoversi e poi sospirare. "No, non importa..."
"Sì che importa...sono stato uno stronzo. Tu stavi solo
cercando di aiutarmi..."
"Sì..."
Restarono in silenzio per un po'. Io feci finta di essere ancora
addormentato. Non avrei dovuto origliare ma...erano i miei migliori
amici, in fin dei conti.
"Io.." cominciarono a parlare insieme per poi fermarsi e ridere.
"Dici che Santana...secondo te ha ragione?" chiese Sam.
"Sì. Mi sa proprio che...cioè...non..."
Li sentii muoversi, probabilmente per avvicinarsi l'uno all'altra, e
poi baciarsi. Si staccarono dopo quella che mi sembrò
un'eternità ma che probabilmente erano solo un paio di
minuti. Risero di nuovo, poi li sentii stringersi e accarezzarsi.
"Cosa...cosa facciamo ora?" sussurrò Sam.
Puck sospirò. "Mi sa che ci conviene svegliare gli
altri...è già il tramonto..."
"Puck..." lo interruppe Sam. "Intendo...noi due...cosa...cosa siamo?"
Puck sospirò di nuovo. "Non lo so...possiamo...possiamo
essere ancora migliori amici ma baciarci e farci le coccole?"
"Speravo...fossimo diventati qualcosa di più di migliori
amici..." disse dolcemente Sam.
"Sammy...lo sai...lo sai che non ci so fare con queste cose. Sono una
frana in amore! E-e..."
"Shh" lo zittì Sam. "Sei adorabile. E mi piace quando mi
chiami Sammy..." aggiunse. Potevo sentire il sorriso nella sua voce
come se lo stessi guardando in faccia. Sentii anche il cuore di Puck
aumentare il ritmo, e probabilmente era anche arrossito. Cosa che non
avevo mai visto succedere. Puck arrossire. Impossibile.
"Anche tu sei adoraile, Sammy.." Lo baciò di nuovo sulle
labbra, staccandosi con uno schiocco. "Le tue labbra...sono...wow,
così morbide..."
"Burrocacao...consiglio di Kurt..." rise Sam. "E tu baci davvero bene,
Puckerman..."
Li sentii avvinghiarsi l'un l'altro, baciandosi più
intensamente. Fu allora che dicisi di smettere di fingere. Sbadigliai,
stiracchiandomi e alzandomi dal petto di Blaine. Come mi sentirono si
staccarono immediatamente guardandomi incerti. "Ehi!" li salutai.
"Uhm, ciao Kurt..."
"E' tanto che sei sveglio?" mi chiese Sam.
"No..." scossi la testa alzandomi, imitato da loro. "Non da molto,
Sammy." sottolineai l'ultima parola con un ghigno, mentre Sam inarcava
un sopracciglio guardandomi male. "E Puck. Aspetta di avere quelle
labbra così morbide da qualche altra parte...poi potrai
ringraziarmi..."
Spalancarono gli occhi e Puck si tolse una scarpa lanciandomela e
colpendomi al petto.
"Hai origliato tutto! Sei uno stronzo!" protestò mentre Sam
metteva il broncio.
"Oh, andiamo! Siete i miei migliori amici! Avreste fatto lo stesso!"
risi.
"NON E' VERO!" gridò Puck, ma non riuscì a
nascondere il sorriso sulle sue labbra. "Sei comunque uno stronzo."
ripeté recuperando la scarpa.
"Ah, sta' zitto! Lo sai che vi voglio bene!" sorrisi abbracciandolo per
poi fare cenno di unirsi a noi anche a Sam, che non esitò a
stritolarmi tra le sue braccia. "Sono contento per voi..." Risero
entrambi, stringendomi di più. "E se vi servono consigli sul
sesso, beh chiedete!" aggiunsi. Si staccarono subito entrambi
protestando.
"Noi? Che chiediamo consigli a te??" mi prese in giro Puck mentre Sam
se la rideva.
"Ehi! Io sono bravissimo a letto!" replicai fingendomi offeso.
"Puoi scommetterci quel tuo bel culetto, baby!" si intromise Blaine,
tirandosi a sedere e facendomi l'occhiolino.
"Sentito?" feci rivolto verso Sam e Puck che risero di più.
"Cosa cazzo succede?" si lamentò Santana mettendosi a
sedere, imitata da Brittany che sbadigliò rumorosaemente.
Anche Cooper si svegliò guardandoci confuso.
"Perché ridete?"
Scossi la testa, porgendo la mano a Blaine e aiutandolo ad alzarsi. "Un
po' di buon umore non fa mai male..." dissi semplicemente. "Forza,
dormiglioni. Meglio se ci rimettiamo in viaggio."
Aspettammo che il sole tramontasse completamente prima di ripartire. E
nel frattempo Santana non aveva staccato gli occhi da Sam e Puck per
poi scoppiare improvvisamente a ridere. La guardammo tutti accigliati.
"L'avevo detto che eravate gay!" esclamò indicando Sam e
Puck.
Cooper si voltò verso di loro scuotendo la testa. "Cosa? NO!
Oh, andiamo! Dove sono finito, in una comunità gay???"
protestò teatralmente.
"Oh, sta' zitto, Coop!" rise Blaine dandogli un pugno sulla spalla.
"Siete davvero carini!" sorrise Brittany facendo intrecciare il mignolo
con quello di Santana che finalmente avevo smesso di ridere.
"Grazie!" sorrise Sam. Puck si grattò dietro il collo un po'
in imbarazzo, ma alla fine si decise a prendere la mano di Sam, che
strinse la presa. Blaine non esitò oltre e mi
afferrò la mano.
Cooper scosse la testa mettendo il broncio. "Nessuno vuole tenere la
mano a me?? No? Oh, prima o poi troverò anch'io una bella
donzella da portarmi in spalla!"
"Sì, cugino, contaci!" rise Santana, partendo e tirandosi
dietro Brittany. Le imitammo tutti. Viaggiammo saltando da un abete
all'altro per circa sette ore prima di arrivare finalmente in Romania.
Cercai di non darlo a vedere, ma ero esausto. Ero trememndamente
affamato e incominciavo a vederci doppio. Blaine aveva dovuto
rallentare leggermente per tenere il mio ritmo. Ogni tanto mi lanciava
degli sguardi preoccupati ma io continuavo a sorridergli.
"Ok, fermiamoci qui." Annunciò Blaine atterrando per terra,
mentre anche gli altri si fermavano. "Cinque minuti di pausa. Siamo
quasi arrivati."
"Noi facciamo un giro..." ci informò Sam, sparendo dietro
dei cespugli con Puck.
"Noi avremmo bisogno di un po' di tempo tra ragazze..." fece Santana
ghignando e trascinando per un braccio Brittany. Anche Cooper si
allontanò lasciandoci da soli.
Blaine mi posò una mano sopra la guancia. "Kurt?"
"Mmm?"
"Ehi, tutto ok?" Annuii, ma le palpebre iniziavano a farsi pesanti.
"Ok." Mi guardò un po' incerto, poi si grattò il
retro del collo schiarendosi la voce. "Dovrei fare
pipì...vieni con me o stai qui?" mi chiese.
"Qui..." risposi semplicemente.
Blaine annuì, lasciandomi la mano. "Torno subito. Tieni duro
che siamo quasi arrivati, ok?" aggiunse baciandomi la fronte. Poi
sparì anche lui dietro un cespuglio. Mi avvicinai ad un
albero, lasciandomi scivolare contro il tronco e sedendomi a terra. Ero
davvero sfinito. Estrassi la sacca di sangue che mi ero messo in tasca.
Ma non feci in tempo ad aprirla. Un sibilo attirò la mia
attenzione. Il sibilo di qualcosa che fendeva l'aria. Qualcosa di
appuntito. Qualcosa che si era conficcato in qualcos'altro. O qualcuno.
E quel qualcuno ero io. Guardai verso il basso. C'era una lancia di
legno. Una lancia di legno conficcata nella mia carne. A pochi
millimetri dal mio cuore riuscii a constatare prima di sentire un
dolore lancinante pervadermi tutto il corpo. Cercai di gridare, di
chiamare aiuto, ma quando aprii la bocca, tutto ciò che ne
uscì fu sangue. Mio sangue. Vidi delle figure avvicinarsi ed
esaminarmi.
"L'ho colpito, Jesse! L'ho colpito!" esultò quello
più alto.
"Sta' zitto, coglione. O gli altri ci sentiranno." Lo zittì
l'altro. Poi si avvicinò di più a me. Cercai di
afferrarlo, di reagire, di fare qualcosa, ma non ne ebbi le forze. "Non
l'hai preso al cuore. E' ancora vivo. Sei un incapace."
"Scu-scusa. Rimedio subito..." Lo vidi confusamente estrarre una
freccia da dietro la schiena e puntarla contro la mia pelle. Cercai di
nuovo di urlare e mi aveva già penetrato di qualche
millimetro quando sentii la voce famigliare di Blaine chiamarmi.
"KURT! STATE LONTANI DA LUI!" Lo sentii gridare. Poi si fece tutto
troppo confuso per capire quello che succedeva attorno a me. Potevo
distinguere qualcuno lottare e continuare a chiamare il mio nome ma era
tutto troppo appannato e io non avevo le forze nemmeno per cercare di
tenere gli occhi aperti. Mi lasciai andare. Sprofondai lentamente in un
limbo oscuro, sentendo ogni mio muscolo intorpidirsi e ogni mio senso
spegnersi.
"KURT! Kurt, cazzo, ti prego, Kurt! No,no,no,no, NO! Kurt! KURT!!" La
voce di Blaine, disperata, mi stava chiamando. Mi stupii di riuscire a
sentirla e cercai di aggrapparmi con tutte le mie forze a quel suono.
"Blaine" provai a rispondergli, ma di nuovo, dalla mia bocca non
uscì alcun suono. Divenne tutto buio pesto, come se qualcuno
avesse spento la luce. E freddo. Non so come ma riuscivo a sentire
freddo. Poi l'oscurità si trasformò in luce. Una
luce abbagliante e avvolgente. Mi girai a destra e a sinistra cercando
qualcosa, qualcuno. Ma tutto quello che riuscivo a vedere era il nulla.
Era tutto bianco. Poi sentii un profumo. Un profumo famigliare.
"Mamma?" Una brezza mi avvolse e voltandomi vidi mia madre guardarmi
sorridendo. "Mamma?" ripetei.
"Ciao, Kurt!" Mi sorrise di più.
"Mamma...sono...sono morto? Come te?"
Rise facendo una giravolta e girandomi attorno, lasciando che il suo
profumo mi circondasse. "No, sciocchino. Non è ancora il tuo
momento."
"E allora...cos'è questo posto?"
"Non lo so. Ma non sei morto..."
"Ok." La guardai volteggiare e sorridermi, come quando ero bambino e
lei mi faceva giocare. Era morta quando avevo sette anni. Allora non
avevo capito perché era morta e poi non avevo più
avuto il coraggio di chiederlo a mio padre, sapendo quanto avesse
sofferto. L'avevo conosciuta per pochissimo tempo, ma la sua immagine
non se n'era mai andata dalla mia mente. Dai miei sogni. Fece comparire
una margherita dal nulla, porgendomela. Me la feci rigirare tra le
dita, per poi riportare l'attenzione su mia madre. "Mamma?" la
richiamai.
"Sì?"
"Perché sono qui?"
Si fermò, prendendomi il viso tra le mani così
soffici e leggere. "Mi spiace, amore mio, ma non so neanche questo. Una
cosa però la so." Esitò per un attimo,
sistemandomi i capelli dietro le orecchie. "Non è questo il
posto in cui dovresti essere. Devi tornare da lui, da Blaine. Ti ama
così tanto. E anche tuo padre ti ama. Devi solo capire i
suoi modi burberi di dimostrartelo." Annuii, anche se mi sentivo
confuso. Lei sembrò leggermi nel pensiero perché
mi sorrise più ampiamente. "Mi spiace averti abbandonato,
Kurt. Ma sei in buone mani..."
"Perché sei morta, mamma?" le chiesi prima di rendermi conto
delle parole che uscivano dalla mia bocca.
"Non è importante, ora. Adesso devi tornare da Blaine.
Dovete sposarvi."
"Ti sarebbe piaciuto molto. E' un ragazzo davvero meraviglioso." le
dissi fiero.
"Oh, ma a me piace!" rispose lei. "E ti ama davvero molto. Quindi, ora
torna da lui, forza!" Mi posò un bacio sulla fronte, prima
di sparire, in una brezza leggera e profumata, come era venuta.
Mi guardai attorno, ma non cambiò nulla. La luce non
sparì. Anzi, si fece più intensa. "Mamma? Dove
devo andare?"
"Segui il tuo cuore!" fu un sussurro quello che mi giunse all'orecchio.
Rimirai la margherita che tenevo ancora in mano. Sentii di nuovo il
profumo di mia madre invadermi le narici prima di avvertire un forte
dolore al petto. E poi una voce mi stava chiamando.
"Kurt. Kurt! Rispondimi, ti prego!"
"Blaine?" chiamai.
"Kurt!"
La luce iniziò a farsi meno intensa, fino a sparire del
tutto. Mi ritrovai di nuovo al buio, ma stavolta era il buio delle mie
palpebre. Le aprii piano. "Bl-Blaine?" chiamai di nuovo. Mi sentii
stringere forte, quasi soffocare, ma per il resto stavo bene. Non mi
faceva più male vicino al cuore. Non ero più
affamato. Non mi sentivo più debole.
"Kurt! Kurt, Kurt! Sono qui! E' tutto ok, sono qui, Kurt. Va tutto
bene!" Iniziò a blaterare non capivo bene se piangendo o
ridendo o entrambi.
"Blaine..."
"Shhh, sono qui, sono qui...."
"No, Blaine!" provai a liberarmi dalla sua presa. "Mi stai
stritolando!" protestai scoppiando a ridere quando finalmente mi
lasciò andare.
"Oh, cazzo! Scusa,scusa,scusa! Sta-stai bene?"
Annuii, accettando la sua mano e lasciando che mi aiutasse ad alzarmi
in piedi. "Sì. Molto meglio, grazie." sorrisi, guardandomi
attorno. Trovai gli sguardi preoccupati di tutti gli altri rilassarsi e
tirarono tutti dei sospiri di sollievo. Poi notai due paia di occhi
nuovi. "Uhm, salve..." li salutai incerto.
"Ben tornato tra noi!" mi sorrise il ragazzo sistemandosi gli occhiali
sul naso e porgendomi una mano che strinsi. "Artie Abrams."
"Piacere."
"Io sono Mercedes Jones, diciamo pure la sua sorellona adottiva!" mi
sorrise una ragazza di colore piuttosto incarne. Erano entrambi
vampiri. Li guardai confuso non capendo cosa centrassero con noi.
"Kurt, loro ti hanno salvato la vita. CI hanno salvato la vita." mi
spiegò Blaine.
"Grazie..." annuii mentre Blaine mi cingeva la vita con un braccio.
Notai solo in quel momento di essere senza maglietta. Mi staccai da
Blaine cercandola per terra e trovandola. La esaminai un attimo prima
di infilarmela. "Uffa, mi piaceva..." borbottai.
"Potresti diventare Mister Maglietta Bucata!" esclamò Cooper
cercando di sdrammatizzare. Lo guardammo tutti male, ma poi non riuscii
a trattenere una risata.
"Cos'è successo esattamente?" chiesi, ritornando tra le
braccia forti di Blaine.
"E' quasi l'alba. Se volete potete passare la giornata nel nostro
rifugio, così possiamo parlare e spiegarti con calma..."
propose Artie. Acconsentimmo, seguendoli in silenzio. Notai una specie
di falò che stava bruciando qualcosa mentre ci
allontanavamo. Emanava uno strano tanfo e non osai domandare cosa
fosse. Mi limitai a stare appiccicato a Blaine e sorridere a Sam e Puck
che mi sembravano ancora un po' preoccupati per me. Ma non dovevano
esserlo. Perché stavo bene. Davvero bene. Come rinato. Forse
quella specie di incontro con mia madre aveva aiutato, ma stavo davvero
bene. Come non mi sentivo da parecchio tempo, ormai.
Ed
eccomi qui con un nuovo capitolo! E' sussesso un po' di tutto lo so e
ci sono nuovi personaggi: Artie (sì, qui non è
sulla sedia a rotelle ma cammina!), Mercedes e due personaggi
misteriosi (ok, uno si può già capire, penso).
Saranno tutti approfonditi nel prossimo capitolo, ovviamente :)
Quindi al prossimo! :)
Sil
|
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Capitolo 9 *** IX ***
IX
"Allora? Cos'è...cos'è successo esattamente?"
chiesi di nuovo. Ero seduto tra le gambe di Blaine, appoggiato con la
schiena al suo petto, le sue braccia strette attorno la mia vita e il
suo mento appoggiato sulla mia spalla destra. Sam e Puck si erano
praticamente buttati per terra in un angolo e stavano russando come dei
ghiri. Anche Santana e Brittany stavano già dormendo,
accoccolate l'una all'altra. Cooper era seduto contro la parete della
grotta difianco a noi, mentre Mercedes e Artie stavano a gambe
incrociate di fronte a noi.
"Cacciatori" mi rispose semplicemente Artie sospirando.
"Cacciatori?" ripetei non capendo. Cosa centravano dei cacciatori?
"Sì."
"Ma..cacciatori di cosa?" domandai.
"Vampiri. Demoni. Lupi mannari. Cacciano un po' di tutto."
"E perché?"
"Perché sono stati addestrati per farlo."
Restai per un attimo in silenzio, lo sguardo confuso fisso per terra.
"Ma...perché...perché li addestrano per
cacciarci?" domandai ancora.
Artie sospirò, iniziando a giocherellare con un sasso.
Mercedes, accanto a lui, aveva uno sguardo serio, duro e forse... forse
c'era anche un po' di disgusto. "Pensano che noi siamo i cattivi.
Raccontano ai loro figli storie spaventose su di noi per spaventarli e
metterli in guardia. Oppure, come nel caso di quei due, Jesse St James
e il suo pupillo Sebastian Smythe, li addestrano per cacciarci e
ucciderci. Per difendersi dai cattivi."
"Ma...ma noi non siamo cattivi..." sussurrai. Blaine mi
baciò il retro del collo, facendomi rabbrividire lungo tutta
la schiena.
"Possiamo dirlo tutte le volte che vogliamo, ma loro hanno troppa paura
di noi. Nonostante ci limitiamo ad uccidere solo per autodifesa,
continuano ad accusarci di essere assassini. Mangiamo solo sangue
animale o rubato dall'ospedale eppure ci chiamano succhiasangue e ci
accusano di uccidere persone solo per nutrirci. Gli umani sono fatti
così. Quando si mettono in testa una cosa, nessuno
può far loro cambiare idea. Pieni di pregiudizi e creduloni.
E a noi non resta altro che cercare di non farci ammazzare una volta
per tutte." terminò la spiegazione spezzando a
metà il sasso per poi alzare gli occhi su di me.
"Così è la vita..."
Dopo alcuni secondi di silenzio in cui sentii Blaine strusciare il naso
contro il mio collo ripresi a parlare. "Sembra che tu conosca molto
bene gli umani. Voi... voi eravate umani prima?"
Si guardarono ridendo e scuotendo la testa. "No, no, zuccherino. Siamo
entrambi orfani. Abbiamo perso i nostri genitori da piccoli e per caso
siamo stati trovati dai signori Schuester che ci hanno accolto nel loro
castello per i primi tempi. Sono davvero gentili e disponibili ma noi
preferiamo vivere nei boschi. Ci riforniscono, però. Hanno
delle cantine enormi e il sangue è buonissimo. Facciamo
rifornimento da loro. E penso non avranno problemi a rifornire anche
voi.." Mercedes ci sorrise ampiamente. Un sorriso che scaldava e
scioglieva il cuore, nonostante non potessi percepire calore.
"Al tramonto vi portiamo da loro - non ci vuole molto, abitano qui
vicino - e poi vi accompagneremo dagli Antichi. Per arrivare al loro
castello ci vorrà meno di un'ora. Se per voi va bene."
"Sì, perfetto." rispose Cooper mentre Blaine annuiva contro
la mia spalla.
Calò un silenzio interrotto solo dal russare di Puck, mentre
fuori, la luce iniziava ad aumentare sempre di
più. Mi schiarii la voce per poi cercare di nuovo
gli sguardi degli altri, tutti abbassati per terra. "Ehm, scusate
ma...nessuno ha ancora risposto alla mia domanda...cos'è
successo?"
Artie rialzò subito gli occhi su di me. "Oh, beh, quello lo
devi chiedere al tuo ragazzo. La prima parte, almeno. La seconda non so
se..." si interruppe gesticolando verso Blaine che sentii irrigidirsi
contro la mia schiena e stringere di più la presa su di me.
Mi rigirai nel suo abbraccio, finché non fummo faccia a
faccia. "Cos'è successo, Blaine?" domandai per l'ennesima
volta.
Blaine deglutì forte, boccheggiando un attimo prima di
iniziare a parlare. "Quando mi sono allontanato...io..."
iniziò piano, ma poi emise un suono strozzato, e
continuò quasi piangendo. "Mi spiace, Kurt! Non avrei
dovuto, io-io avevo visto che non avevi più forze, sarei
dovuto restare con te, ma..."
"Shhh" lo zittii prendendogli il volto tra le mani. I suoi occhi si
fecero più grandi e umidi, fissandosi nei miei. "Non
importa. Dimmi solo cos'è successo, Blaine. Per favore."
Abbassò di nuovo lo sguardo, ma glielo feci rialzare,
tirandogli su il mento con le dita. E da quel momento era come se ci
fossimo solo noi due in quella grotta. Mi concentrai sul suo respiro
irregolare, i battiti del suo cuore in aumento e i suoi occhi che si
facevano sempre più lucidi. Deglutì di nuovo,
schiarendosi poi la voce.
"Appena-appena mi sono allontanato, ho sentito delle voci. Voci che non
conoscevo. E ho capito che c'era qualcosa che non andava. Sono tornato
indietro e loro...loro erano su di te...e tu eri...c'era-c'era sangue
ovunque. Tuo sangue. E tu...io...pensavo fossi morto, Kurt. Pensavo che
quei bastardi ti avessero ucciso..." lasciò andare la presa
sulla mia vita e si stropicciò gli occhi, cercando di
nascondere delle lacrime che a me non sfuggirono. Gli presi le mani tra
le mie, per poi tirarlo contro il mio petto e accarezzargli i capelli,
provando a calmarlo. Lui si lasciò andare contro di me e poi
riprese a parlare, le parole attutite dalla mia maglietta. "Ho dovuto
ucciderlo, Kurt. Ho dovuto. Lui era su di te e pensavo che tu...e ho
dovuto, Kurt. Non ci ho capito più niente e gli ho spezzato
il collo. E non ho provato dispiacere per lui o per l'altro che ho
steso con un calcio. Provavo solo rabbia. E anche-anche disperazione
perché, cazzo, Kurt...tu non mi rispondevi e te ne stavi
là fermo immobile...come se-come se fossi morto." Strinse la
mia maglia nei pugni, affondando di più il viso contro la
mia spalla. "Per questo io..."
"Io ho sentito le sue urla..." si intromise Cooper, facendomi
sobbalzare, dato che non mi ricordavo più ci fosse anche lui.
"Tutti abbiamo sentito le sue urla.." aggiunse Artie.
"Sì. E per fortuna sono arrivato in tempo..."
continuò Cooper.
"In tempo?" chiesi guardandolo.
"Sì. Per fermare questo coglione."
Sentii Blaine irrigidirsi per poi staccarsi da me, lo sguardo basso."In
che senso fermarlo, Coop?" chiesi confuso. Blaine non mi voleva
guardare in faccia, ma almeno sembrava essersi calmato.
"Ha cercato di uccidersi." rispose Cooper mordendosi il labbro
inferiore.
Impossibile. Non ci credevo. Doveva essere uno scherzo. Presi di nuovo
il viso di Blaine tra le mani, facendo in modo che i nostri occhi si
incontrassero. "Blaine, è-è vero?" gli domandai
piano. Lui annuì leggermente. "Bl-Blaine..."
"Mi spiace, Kurt, ok? Mi dispiace davvero. Ma pensavo...pensavo che tu
fossi morto e senza di te...come avrei potuto andare avanti senza di
te? Non sarei sopravvissuto un giorno senza di te...sarebbe stato
peggio che due settimane di tortura da parte di mio padre...e quindi
tanto valeva farmi fuori subito." rise tristemente, abbassando gli
occhi.
"Blaine." lo richiamai deciso, ma lui mi anticipò.
"Ho rischiato di fare come in quegli stupidissimi libri che
ti piacciono tanto, Kurt. Quelle tragedie e tutti quegli altri libri
che ne hanno tratto...mi sarei suicidato sul tuo cadavere. Anche se in
realtà...non eri davvero morto..."
Gli tirai uno schiaffo in pieno volto. Restò con il viso
girato verso destra, la sua guancia sinistra che iniziava a prendere
colore. Boccheggiò per alcuni secondi, toccandosi la
guancia. Sentii le dita di Cooper cingere il mio polso, ma Blaine lo
guardò male e lasciò subito la presa.
"Perché l'hai fatto?" mi chiese confuso, massaggiandosi la
guancia sulla quale era ora visibile il segno della mia mano.
"Perché sei un coglione!" gli urlai quasi. E penso che la
mia voce alta possa aver svegliato gli altri quattro, ma non degnai
loro neanche di uno sguardo. Rimasi concentrato su Blaine, incrociando
le braccia al petto. Blaine mi guardò ancora più
confuso, deglutendo a fatica. "Ti ho promesso che ci saremmo sposati,
Blaine. Te l'ho promesso. E io mantengo le promesse. E non mi
lascerò fermare da una fottutissima lancia nel cuore."
"Kurt..." provò a protestare prendendomi per le spalle.
"No, Blaine. Quello che hai fatto è davvero stupido. E se mi
fossi risvegliato difianco al tuo cadavere e Coop che mi diceva "Si
è suicidato perché pensava fossi morto"?? Come
pensi che mi sarei sentito, Blaine?" Lui lasciò andare la
presa, abbassando lo sguardo e pensandoci. Poi sussurrò un
semplice "Mi dispiace, Kurt" che però a me spezzò
il cuore, facendomi sciogliere completamente e anche facendomi sentire
un po' in colpa. Gli accarezzai la guancia, cercando di nuovo i suoi
occhi. "Hey, è tutto ok...solo...promettimi che non farai
mai più una cosa del genere. Ti prego, Blaine,
promettimelo."
"Ma Kurt..." cercò di protestare.
"Promettimelo, Blaine"
"Kurt, tu cosa-cosa avresti fatto al mio posto, uh?" mi
domandò fissandomi dritto negli occhi.
Aprii la bocca per replicare, ma sapevo qual era in realtà
la risposta. E anche Blaine. "Io..."
"Kurt. Se io te lo devo promettere, allora anche tu devi. Intesi?"
stavolta la sua voce era più decisa e ferma.
"Ok, sì, ok." annuii. "Te lo prometto, Blaine. Ma anche
tu..."
"Sì. Te lo prometto, Kurt." mi intrruppe. "Però
tu...cerca di non morire, ok?" mi disse dolcemente.
"Stessa cosa vale per te! Vieni qui..." aggiunsi poi tirandolo contro
il petto, abbracciandolo stretto e baciandogli i capelli. Le sue
braccia mi avvolsero la vita facendomi sentire protetto, al sicuro. "Ti
amo, Blaine." sussurrai contro i suoi ricci.
"Ti amo anch'io, Kurt" soffiò lui contro il mio petto.
"E come al solito, di noi altri non ve ne frega nulla!" sussultammo
entrambi al borbottio di Puck, dimentichi della presenza di qualcun
altro con noi.
"Oh, sta' zitto e torna a dormire!" lo rimbeccai sorridendo.
Ricambiò il sorriso prima di ascoltarmi e rimettersi
coricato tra le braccia di Sam, che lo strinse mugugnando qualcosa di
incomprensibile. Anche Santana e Brittany ripresero a dormire. Guardai
verso Coop e gli sorrisi. "Grazie..."sussurrai.
Lui scrollò semplicemente le spalle. "Dovere"
Restammo per un paio di minuti in silenzio, in sottofondo solo il
russare di Puck e il rumore delle mie dita tra i capelli di Blaine. Poi
mi ricordai che la storia non era ancora finita.
"Poi...cos'è successo?" chiesi facendo sussultare Blaine tra
le mie braccia, dato che probabilmente aveva già iniziato ad
appisolarsi.
"Poi siamo arrivati noi." mi rispose Artie.
"Sì" confermò Coop.
"Stavamo seguendo quei due bastardi da due giorni. Avevano
già cercato di ucciderci ma noi siamo riusciti a scappare.
Mi spiace non essere riusciti ad intercettarli prima che ti
colpissero..." annuii, facendogli cenno, poi, di proseguire. "Come
abbiamo sentito le urla, vi abbiamo raggiunti subito. Ho riconosciuto
Sebastian morto a terra e Jesse che stava cercando di cogliere loro due
di sorpresa mentre litigavano e lui cercava di impedire al tuo ragazzo
di tagliarsi via la testa..." Mi morsi la guancia interna per scacciare
l'idea di Blaince che si faceva del male per causa mia. "Ho ucciso
Jesse senza esitazioni. Piccolo conto in sospeso.." continuò
Arite, alzando la camicia e mostrando una cicatrice sul basso ventre.
"Opera sua...ma per fortuna Cedes se la cava a curare le persone..."
"Già." si intromise Mercedes con di nuovo quell'enorme
sorriso sulle labbra che allontanò subito ogni mio pensiero
negativo. "Infatti, mi sono presa io cura di te. Cioè, con
l'aiuto della bionda, dato che era l'unica in grado di ragionare, ma
penso che le mie scorte di sangue di vampiro abbiano aiutato molto..."
"Grazie." le sorrisi. Poi corrugai la fronte. "In che senso Britt era
l'unica in grado di ragionare?" le chiesi.
"Beh, questi due stavano lottando, anche se non ne avevo capito il
motivo, gli altri due cercavano di aiutare, ma ho dovuto allontanarli
perché non facevano altro che piangere disperati e blaterare
cose incomprensibili. L'altra ragazza, beh lei se ne stava imbambolata
a fissarti. Penso fosse sotto shock. Io e la bionda abbiamo estratto la
lancia e poi ti abbiamo fatto bere. All'inizio sembravi andato
completamente ma poi la ferita ha iniziato a richiudersi e tu a
riprenderti. Borbottavi qualcosa riguardo una margherita e quanto fossi
orgoglioso del tuo moroso..." Sentii Blaine sorridere appena contro di
me. "Così l'abbiamo chiamato, gli abbiamo fatto capire che
stavi bene e lui si è calmato. Finalmente. Anche se poi ha
iniziato a piangere o ridere sopra di te, continuando a ripetere il tuo
nome."
"E poi mi sono svegliato?"
"E poi ti sei svegliato." ripeté Blaine posandomi un bacio
sulla spalla.
Annuii. Era tutto chiaro ora. Anche se...c'era ancora una cosa. Guardai
Artie, aggrottando un sopracciglio. "Tu...intendo dire...quel
falò che c'era...tu hai...?"
"Bruciati, sì. Per non lasciare tracce agli altri
cacciatori..." mi rispose.
Annuii di nuovo. "Grazie. Di tutto."
"Di nulla, zuccherino." mi sorrise di nuovo Mercedes.
Cooper si alzò in piedi, stiracchiandosi e sbadigliando. "Se
non vi dispiace io mi farei un pisolino!" annunciò.
"Sì, meglio se ci riposiamo un po' tutti." aggiunse Artie,
scambiandosi poi uno sguardo con Mercedes.
"Kurt, Blaine. Volete il nostro letto?" chiese lei gentilmente.
"No, no."
"Stiamo bene qui." Sorrisi loro, coricandomi e tirando con me Blaine,
che si accoccolò meglio sopra di me.
"Ok." Li sentii coricarsi sopra un letto a cui non avevo fatto caso
entrando e Cooper si accucciò vicino a Puck e Sam.
Io continuai ad accarezzare la schiena a Blaine, facendo avventurare,
ogni tanto, le mie dita tra i suoi ricci scompigliati. Dopo cinque
minuti gli altri stavano tutti dormendo. E anche Blaine li stava per
raggiungere. "Blaine?" sussurrai.
"Mmmh?"
"Ti amo."
" 'i amo 'ch'io..." mi rispose piano, la voce impastata dal sonno.
Dopo alcuni secondi stava dormendo anche lui e decisi che gli avrei
racontato di quella specie di incontro con mia madre il giorno dopo.
Prima non avevo detto nulla perché preferivo che lo sapesse
solo Blaine. Mi fidavo degli altri, specialmente di Sam e Puck, ma era
una cosa che volevo condividere solo con Blaine. Sospirai, stringendolo
più forte e baciandogli la fronte. "Ti amo." sussurrai di
nuovo prima di addormentarmi cullato dal suo respiro e dalla sua
semplice presenza.
Mi scuso per il ritardo, ma ovviamente
le mie adorate prof hanno deciso di farmi sclerare fino all'ultimo!
Spero di riuscire ad essere più veloce nell'aggironare d'ora
in avanti! :)
Per quanto riguarda il capitolo: mi spiace aver fatto ammazzare
così due personaggi come Sebastian e Jesse, che saranno
stronzi nel telefilm, ma alla fine non mi dispiacciono del tutto. Sono
spiegati meglio Artie e Mercedes ma penso aggiungerò
qualcosina nel prossimo capitolo. E ovviamente, i signori Schuester
sono Will ed Emma.
Al prossimo! :)
Sil
|
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Capitolo 10 *** X ***
X
Fui svegliato da un grido,
come tutti gli altri, probabilmente, dato
che balzammo tutti in piedi estraendo i paletti e puntandoli verso
l'origine del grido: Cooper.
"Hey, hey, hey! Fermi!!" urlò di nuovo portando le mani
avanti e cercando di difendersi.
"COOP! Che cazzo fai??" inveì Blaine abbassando il paletto.
Io
rimisi il mio nello stivale destro dove lo tenevo di solito e anche gli
altri fecero sparire i propri, tranne Mercedes e Brittany, che non si
erano neanche alzate, e Puck che più che spaventato o
preoccupato sembrava rintontito.
"E' colpa sua!" si giustificò Coop indicando proprio Puck.
"Colpa mia? Sei tu che ti sei svegliato urlandomi in un orecchio! Non
ci sento praticamente più!"
"E chi è che mi stava scambiando per il suo moroso e si
strusciava contro la mia gamba?!" protestò alzandosi e
mettendo
le mani sui fianchi.
Puck inarcò un sopracciglio. "Eh? Oh. OH! OH CAZZO! Tu-tu
non
eri..." guardò sconcertato Sam e poi di nuovo Cooper, che
annuì. "Oh, ehm, scusa..." si schiarì la voce,
grattandosi dietro il collo.
"Cioè, tu ti stavi strusicando su di lui pensando che fossi
io??" chiese Sam, la fronte aggrottata. Puck annuì. "Ehm,
tesoro, non credi che ci siano un po' di differenze tra noi? Tipo, lui
è moro, io sono biondo..."
"Non è che stessi proprio guardando contro chi mi stavo
strusciando..."
"APPUNTO!" intervenne Cooper. Sia io che Blaine che Artie eravamo
seduti per terra, facendo scorrere gli sguardi da uno all'altro,
ridendo sotto i baffi. Ma c'era anche chi non l'aveva presa
così
bene.
"Quindi mi state dicendo che mi avete svegliata perché tu
hai
sentito il suo pene contro la tua coscia?!?" sibilò Santana
passandosi una mano tra i capelli un po' scompigliati. Gli altri tre la
guardarono un po' confusi ma poi annuirono contemporaneamente. Facevano
quasi ridere. "MA IO VI STACCO LA TESTA A MORSI! Possibile che qui non
si possa dormire un giorno in pace??" iniziò a gridare
agitando
le braccia e fiondandosi quasi sopra Cooper e Puck. "IO VI AMMAZZO!"
"San, San, calmati..." la fermò appena in tempo Brittany
prendendola in vita. Ci alzammo tutti in piedi, cercando di aiutare
Brittany, ma non servì. Conoscevo da poco Brittany e Santana
e
non sapevo se Brittany usasse della magia sulla sua ragazza e se
sì se Santana ne fosse a conoscenza. E avevo visto molti
vampiri
arrabbiarsi e perdere completamente il controllo, tanto che per
fermarli bisognava tramortirli o, in casi estremi, distruggerli. Ma mai
avevo visto un vampiro arrabbiarsi in quel modo e calmarsi quasi subito
grazie semplicemente alla presa di qualcuno e a parole sussurrate piano
all'orecchio. Gli altri, tranne Cooper e Blaine, sembravano stupiti
almeno quanto me, dato che come me stavano fissando Brittany mentre
rigirava Santana tra le sue braccia, la stringeva forte contro di
sé e le accarezzava la schiena.
"Scusatela. E' sempre un po' violenta appena alzata." ci sorrise
Brittany.
"Un po'.." ridacchiò Blaine.
"Come hai fatto?" non riuscii a fermare la domanda che mi sorse
spontanea. Lei mi rivolse uno sguardo contuso. "Intendo...a calmarla
così..."
Brittany sorrise di più, mentre Santana le avvolgeva la vita
con
le braccia, gli occhi chiusi. "Sono una strega, ricordi? Ho i miei
segreti..." Mi fece l'occhiolino.
"Wow!" esclamò Sam con gli occhioni ammiranti. "Puoi farlo
anche con Puck quando serve?"
Puck lo fulminò con lo sguardo mentre Brittany rise
scuotendo la testa. "Mi spiace, ma non posso."
"Perché?"
"Perché questo genere di poteri funziona solo sulla propria
anima gemella." sorrise di nuovo.
Annuii, cercando istintivamente e trovando la mano di Blaine,
stringendola. Anche lui strinse la mia e quando mi voltai per guardarlo
in faccia aveva quel suo sguardo da cucciolo innamorato che mi faceva
sciogliere completamente. "Se fossi una strega anch'io, potrei usare
questi poteri su di te..." mi sussurrò all'orecchio. "Ah, e
sei
adorabile quando arrossisci!" aggiunse baciandomi sul naso. Non mi ero
nemmeno accorto di essere arrossito. Sorrisi come un ebete,
probabilmente arrossendo ancora di più.
"Beh, direi che possiamo iniziare a prepararci e partire. Mancano solo
pochi minuti al tramonto." ci avvertì Artie raggiungendo
Mercedes in un angolo. "Se avete fame, qui c'è un po' di
sangue." aggiunse indicando un minifrigor.
Cooper, Sam e Puck si fiondarono a bere come degli animali selvatici,
dandosi gomitate, ridendo e per concludere facendo un armoniosa gara di
rutti, alla quale si aggiunse anche Artie, mentre Mercedes sospirava
scuotendo la testa.
Arricciai il naso guardandoli male. "Siete disgustosi!"
"Oh, andiamo, Kurt! Non fanno niente di male...dovresti lasciarti
andare un po' di più, baby." sogghignò Blaine
lasciando
andare la mia mano e raggiungendo gli altri. "Non ne vuoi tu?" mi
chiese.
Scossi la testa. "Tranquillo."
"Ehi, guarda che ce n'è in abbondanza. E al massimo facciamo
rifornimento dagli Schuester." fece Artie porgendomi una bottiglietta
di sangue.
"Tranquillo, bevi." mi sorrise Mercedes, bevendo a sua volta.
Annuii, prendendo la bottiglietta da Artie e sorseggiandola. In effetti
era davvero buono.
"Ok, il sole è tramontato. Se siete pronti, possiamo
partire."
Disse Artie dopo un paio di altri minuti in cui ci preparammo. Tutti
tranne Brittany e Santana, che si erano coricate in un angolo,
abbracciate strette.
"Ehi, dobbiamo andare..." sussurrò Brittany.
Santana affondò di più il volto contro la sua
spalla. "Ancora sonno..." mugugnò.
"Ok, ok. Ti porto io, ok? Così dormi ancora." si
alzò,
caricandosi Santana in spalla, la quale si accoccolò contro
la
sua schiena, continuando a russare piano.
"Ce la fai?" le chiese Puck con un cenno del capo.
"Sì, sì, certo." sorrise Brittany. Poi
guardò
Artie e Mercedes. "Potrei prendere anch'io del sangue? Non per me,
ma...immagino che quando si sveglierà sarà
piuttosto
affamata e penso sia meglio non farla arrabbiare ancora..."
"Certo. Io porto sempre con me alcune bottigliette di scorta, ma se
vuoi te ne do una a te direttamente." le sorrise porgendogliene una
Mercedes.
"Grazie mille. Mi piaci sai. Sei simpatica e gentile!" aggiunse sempre
sorridendo, afferrando la bottiglietta e infilandosela nella tasca dei
minishorts che indossava.
"Ancora magia?" le chiesi curioso. Non avevo mai avuto a che fare con
una strega.
"Cosa?" mi rivolse di nuovo uno sguardo confuso.
"Quegli shorts sono minuscoli e non penso una bottiglietta ci sarebbe
stata normalmente."
"Normalmente...ma niente che ha a che fare con me è normale,
ricordatelo!" mi fece di nuovo l'occhiolino, sistemandosi meglio
Santana sulle spalle.
"Mi sa che io e te diventeremo ottimi amici quando torneremo a
casa...mi devi spiegare alcuni dei tuoi segreti! Anzi, tutti!" le
sorrisi entusiasta.
"Mmm, non saprei...non si chiamerebbero segreti, altrimenti, non
credi?" Mi spense l'entusiasmo lei. Ma poi rise di nuovo, arricciando
il naso. "Ma magari...potrei fare un'eccezione..." mi fece ancora una
volta l'occhiolino. Se non avessi saputo che stava con una ragazza e
che fosse a conoscenza del mio fidanzato, avrei giurato che ci stesse
provando con me. Le sorrisi, ritrovando l'entusiasmo.
"Solo se posso unirmi anch'io al vostro club di streghe e streghette!"
ci canzonò Cooper cercando di imitarmi malamente. Cosa che
gli
fece guadagnare un pugno in testa da parte di Blaine.
"Non prendere in giro il mio fidanzato!" lo minacciò, non
nascondendo, però, una risata.
"Se avete finito, potremmo andare?" alzò gli occhi al cielo
Puck sbuffando.
"Sì, direi che possiamo andare." disse Artie incamminandosi
fuori dalla grotta. "Possiamo anche camminare, tanto ci vuole davvero
poco e così risparmiamo le forze per poi andare dagli
Antichi."
"Ok"
Lo seguimmo, camminando tra le piante in silenzio, in sottofondo solo i
rumori della notte e il russare leggero di Santana. Le rivolsi uno
sguardo. Stava ancora dormendo accoccolata sulle spalle di Brittany.
Rallentai il passo, affiancandola e restando indietro rispetto gli
altri.
"Hey."
"Hey."
"Sei sicura di farcela? Sembra pesante..." le sorrisi.
"Ti ho sentito, stronzo." borbottò Santana tirando su il
capo e
fulminandomi. "Non ho mica il culo grosso come il tuo..."
"Hey, io non ho il culo grosso!" protestai, mettendo il broncio.
Santana e Brittany risero. "No, non hai il culo grosso, tranquillo." mi
rassicurò Brittany.
"Stavo scherzando, mio piccolo cucciolo di unicorno."
"Cucciolo di unicorno? Perché cucciolo di unicorno?" chiesi
aggrottando la fronte.
"Non lo so...non chiedermi il perché delle cose quando mi
sono
appena svegliata..." borbottò ancora, riappoggiando la
fronte
contro la spalla di Brittany. "Ok, scusa."
Rialzò di nuovo lo sguardo, guardandomi con un sopracciglio
inarcato. "Mi hai davvero chiesto scusa?!? Non mi stai prendendo in
giro?"
"Ehm, sì, ti ho chiesto scusa. Così mi hanno
insegnato i
miei genitori. E poi fai paura quando ti incazzi, quindi, meglio non
romperti i coglioni." le risposi con un'alzata di spalle.
Lei rise. "Io? Paura a te? Andiamo! Potresti distruggermi in un
secondo! Come puoi avere paura di me??"
"Sì, beh, ma diciamo che le donne mi mettono un po' di
ansia... forse è per questo che sono gay..."
Santana e Brittany risero più forte, mentre Santana scendeva
dalle spalle di Brittany e si metteva tra noi due. "Hai paura delle
donne? Kurt Hummel, uno dei principi più temuti e valorosi
di
sempre ha paura delle donne! Tua madre deve averti terrorizzato da
piccolo..."
Mia madre. Mi fermai, chiudendo gli occhi e cercando di recuperare ogni
ricordo che avevo di mia madre di quando ero piccolo. Ma tutto
ciò che ricordavo erano immagini. Immagini di lei che rideva
e
mi cantava ninna nanne. E la sua voce. Quella me la ricordavo bene.
Forse quella specie di incontro non era altro che il frutto della mia
immaginazione che metteva insieme i miei ricordi. Vaghi ricordi. Cosa
sapevo infondo di mia madre?
"Kurt!" La voce di Santana mi fece riemergere dai miei pensieri e
aprire gli occhi. Me la ritrovai davanti, lo sguardo preoccupato, una
mano appoggiata sulla mia spalla e Brittany accanto a lei altrettanto
preoccupata.
"Scusate..." sussurrai riprendendo a camminare.
Loro esitarono un attimo per poi seguirmi. "Cosa...?"
"Stavo pensando." risposi semplicemente.
"Ho dovuto chiamarti tre volte, Kurt. Sembravi in trans!"
"Stavo pensando molto intensamente."
"Ce ne siamo accorte." mormorò Brittany.
"Stiamo andando dalla parte giusta? Non vedo più gli altri."
chiesi iniziando a preoccuparmi. Mi ero distratto.
"Ho detto qualcosa di sbagliato, vero?" mi domandò invece
Santana.
"Cosa?"
"Prima che cadessi in trans. Ho detto qualcosa di sbagliato, vero?"
"Sì. Cioè, no. Niente."
"Kurt, guarda che è normale. Santana dice sempre quello che
pensa e a volte può sembrare cattiva, ma non lo
è.
Davvero. E' la ragazza più dolce che ci sia." mi sorrise
Brittany, facendo arrossire Santana.
"Oh, sì certo..." risi. "Comunque, non è niente.
E se non
vi dispiace, vorrei raggiungere gli altri. Ci manca solo che ci
perdiamo tra questi cazzo di alberi!" alzai il tono della voce,
prendendomela con un ramo di un cespuglio che intralciava il sentiero.
Ma era un ramo con delle spine dato che mi tagliai la mano.
"Vaffanculo." sibilai.
"Scusa." sussurrò Santana con lo sguardo abbassato. La
guardai
male, tenendomi la mano. "Scusa per qualsiasi stronzata io abbia detto."
Annuii, proseguendo senza dire nulla ma allungando il passo. Loro mi
seguirono senza fiatare e tenendosi per mano.
"Mia madre." dissi dopo essermi calmato, un paio di minuti di silenzio
più tardi in cui non avavamo ancora raggiunto gli altri.
"Cosa?" mi chiese Brittany.
"Prima. Non-non hai detto una stronzata, Santana. Mia madre...lei
è morta quando ero piccolo e...beh non ho molti ricordi di
lei.
Stavo cercando di concentrarmi per ricordarmela prima. Ecco
perché ho chiuso gli occhi." Mi voltai verso di loro. Senza
nemmeno accorgermene ci eravamo fermati di nuovo, la mia mano che era
quasi completamente guarita.
"Scusa, io...non sapevo...mi-mi dispiace." balbettò Santana
e mi sembrò davvero mortificata.
"Non potevi saperlo. Non-non importa. Non hai detto nulla di male..."
cercai di sorriderle.
"Ti sbagli, Britt. A volte sono davvero stronza."
"Hey, non è vero..." protestò Brittany
accarezzandole una guancia.
"No, infatti. Davvero. Non è colpa tua. Sono io che..." mi
grattai dietro il collo non sapendo come continuare. Sono debole? Una
femminuccia? Un piagnucolone? Non avevo che l'imbarazzo della scelta.
"Lascia stare..." dissi semplicemente scuotendo la testa.
"Ok.." riprendemmo a camminare in silenzio. Tenni gli occhi bassi, ma
le vidi scambiarsi sguardi con la coda dell'occhio.
"Kurt." mi chiamò Santana, facendomi girare verso di lei.
"Se
hai bisogno...noi ci siamo. Cioè, forse ti conviene parlare
con
Britt, perché è bravissima ad ascoltare le
persone a
capirle e dare consigli mentre io sono una frana in queste cose e
invece che ascoltare inizio a parlare di cose stupide e non la smetto
più...cioè sono peggio dei maschi che
già sono
impossibili, cioè seriamente! Prendi Blaine! Gli chiedo un
consiglio su cosa regalare a Britt e lui inizia a parlarmi di te!
Cioè, seriamente, i maschi sono...bah non ho parole!" A
parte la
prima frase, disse tutto il resto velocissimo, agitando le mani per
aria per enfatizzare la sua opinione. Ma in realtà a me fece
ridere. E anche Brittany ridacchiò, nascondendosi dietro la
mano. "Cosa?" domandò Santana offesa.
"Sei adorabile!" la baciò Brittany sulla guancia.
"Grazie." risposi io. "Cioè, io avrei un po' di parole per
descrivere i maschi, ma...a volte, penso che avere un paio di ragazze
con cui confidarmi sarebbe meglio... Non che mi lamenti di Puck e Sam.
Sono due ottimi migliori amici e mi hanno aiutato spesso.
Però...forse...forse questa ansia che ho nei confronti di
voi
donne è perché non ho mai avuto una figura
femminile
attorno. Anche se...beh la mia matrigna non è cattiva, anzi,
è molto gentile e disponibile, ma...non è la mia
mamma. E
non sono riuscito a legare molto con lei..."
"Mi dispiace..." sussurrò Brittany.
"Sì, anche a me..."
"Non importa...sono passati tantissimi anni ormai...e
poi...probabilmente non sarei dove sono oggi se non fosse morta...non
che io sia contento che sia morta, solo..."
"Ti capisco. Cioè, non so cosa voglia dire perdere la mamma,
ma capisco cosa intendi dire." mi sorrise Santana.
"Grazie" annuii, ricambiando il sorriso. "Penso di aver appena trovato
le mie damigelle d'onore! Sempre che vogliate..."
Brittany spalancò gli occhi, iniziando a saltellare ed
esultare.
"Sì! Sì!! Saremo damigelle, San! Saremo
damigelle, che
bello!!!" squittì entusiasta.
Santana scoppiò a ridere. "Britt, calmati! O spaventerai i
gufi!" cercò di calmarla. "Certo che vogliamo!" aggiunse poi
verso di me. "Non avrei mai pensato di essere la damigella di
qualcuno!"
"E invece sarai la mia damigella!" le sorrisi di più.
Brittany mi saltò praticamente addosso, abbracciandomi
forte. "Grazie!"
"Ok, ok. Calma!" risi. Mi lasciò andare, senza smettere di
sorridere. "Ora però sarà meglio che raggiungiamo
davvero
gli altri..." Annuirono, prendendosi di nuovo per mano e seguendomi.
Camminammo per alcuni secondi in silenzio, poi ebbi come
un'illuminazione. "Ragazze, voi credete nelle cose come il Paradiso e
l'Inferno?" chiesi all'improvviso.
Santana mi guardò confusa e Britttany scosse la testa.
"Kurt, se
stai pensando a quelle stronzate secondo cui voi vampiri andate
direttamente all'Inferno, sono stronzate, davvero. Anche
perché
io conosco molti vampiri che sono persone straordinarie e umani stronzi
e spietati. Quindi non è vero niente di quello che dicono..."
"No, non pensavo a quello...cioè, non proprio..." rispsosi
incerto se continuare.
"Uh, allora a cosa?" chiese Santana.
Esitai un attimo, sospirando, poi alzai lo sguardo guardandole negli
occhi. "Quando..quando stavo per morire, ieri...beh, io ho visto...ho
visto mia madre. E mi stavo domandando se...beh se poteva essere tipo
un'anticipazione di Paradiso perché la mia mamma
è
sicuramente in Paradiso! Ma magari potrebbe essere semplicemente la mia
immaginazione che ha messo insieme i vaghi ricordi che ho di
lei...Non-non so..."
Si scambiarono sguardi incerti. "Uhm, non lo so, Kurt. Io credo che ci
sia qualcosa dopo la morte, ma non so se...beh si possa vedere quando
si è vicini..." rispose Brittany.
"Penso nessuno lo sappia...Blaine cosa ne pensa?"
"Non gliel'ho ancora detto...sapete ieri mattina non ho detto nulla
perché preferivo dirlo solo a Blaine... ma poi siamo
ripartiti
subito e..beh non ne ho ancora avuto l'occasione..."
"Quindi siamo le prime persone a cui lo dici??" domandò
Brittany.
"Che onore!" sorrise Santana.
"Sarà che siete lesbiche, ma non mi mettete più
ansia come le altre donne. Anzi, ispirate fiducia!" risi.
"Lo prendo come un complimento, Kurtie pie!" rise anche Santana,
alzando la mano libera e alzando il mignolo. La guardai inarcando un
sopracciglio. "Stringilo. Io e lei lo facciamo sempre e se vuoi puoi
unirti a noi!"
Annuii sorridendo e stringendole il mignolo. "Grazie"
"KURT! Si può sapere cosa cazzo state facendo??"
gridò una voce, Puck, che sbucò da dietro un
cespuglio venendoci incontro. "Sono qua!!" gridò poi rivolto
a non so chi.
"Abbiamo, ehm, perso il sentiero..." ci giustificai.
"Ci siete sopra al sentiero!" sbottò Puck mentre gli altri
ci raggiungevano.
"KURT! Kurt, stai bene? Cos'è successo?" Blaine mi si
avventò praticamente addosso stringendomi forte.
"Blaine! Sto bene! Calmati!" cercai di liberarmi. "Sto bene!" ripetei
notando il suo sguardo preoccupato.
"Si può sapere perché noi ci distraiamo un attimo
e voi sparite?" domandò Cooper leggermente stizzito.
"Come ha detto Kurt...beh abbiamo perso il sentiero e non vi vedevamo
più..." iniziò Santana.
"Donne. L'avevo detto che era meglio non portare donne con noi. Causano
solo guai..." sbottò Cooper alzando le braccia al cielo.
"TU ci hai chiesto di aiutarti!" si scaldò Santana
puntandogli un dito contro. Brittany la tirò per un braccio.
"Beh, me ne sono pentito!"
Brittany lasciò andare il braccio di Santana, fulminando
Cooper. Afferrai per la vita Santana appena in tempo prima che si
fiondasse su Cooper. "Hey, hey. Calma. San, calmati!" cercai di
allontanarla facendola tornare tra le braccia di Brittany. "Allora,
primo, le donne non causano guai!" mi rivolsi verso Cooper puntandogli
un indice contro. "Secondo, mi pare che siano state proprio due donne a
salvarmi la vita." notai con la coda dell'occhio che Mercedes stava
annuendo alle mie parole. "Terzo, Brittany e Santana sono fondamentali
almeno quanto tutti voi uomini in questo team, ok? E quarto..." mi
avvicinai di più a Cooper. "La colpa è mia se
siamo rimasti indietro. Le ho distratte io. Quindi se te la vuoi
prendere con qualcuno, prenditela con me, intesi?"
Cooper stava già per replicare, ma lo sguardo fulminante di
Blaine lo fece desistere. "Sì, principino. Ora muoviamoci.
Abbiamo perso già abbastanza tempo."
"Sì. Ha ragione. E' meglio se ci muoviamo, così
poi raggiungiamo gli Antichi con calma." fece Artie avviandosi di
nuovo, seguito da Sam e Puck che mi guardarono male e Mercedes.
"Kurt." mi chiamò Blaine.
"Sì?"
"Non lo fare mai più, ok?"
"Cosa?"
"Di farmi prendere uno spavento così! Pensavo ti avessero
catturato dei cacciatori o ti fosse successo qualcosa..."
"Mi spiace. Non lo farò mai più." gli sorrisi
baciandolo sulle labbra. Lui sospirò.
"E di noi non gliene frega niente a nessuno?" si intromise Santana,
ancora stizzita. "Potrebbero rapirci o distruggerci che nessuno se ne
accorgerebbe nemmeno!" Brittany la strinse di più in vita.
"Hey!" la richiamai io. "A me fregherebbe, ok?" dissi incrociando le
braccia al petto. "E nessuno riuscirebbe mai a rapire te! O Brittany.
Siete in gamba e vi fate valere. E poi, se anche dovesse succedere,
distruggerei il culo a chiunque mi rubi le mie damigelle!" sorrisi
facendo loro l'occhiolino.
Entrambe si rilassarono, ricambiando il sorriso. "Grazie."
"E tu, Blaine. La prossima volta usa il plurale, ok?" lo sgridai
puntandogli l'indice contro il petto.
Lui boccheggiò per un attimo, poi annuì. "Ok.
Scusate, ragazze. Ma...pensavo fosse sottinteso che ero preoccupato
anche per voi..." cercò di giustificarsi arrossendo.
"Uh, non sentite anche voi questo rumore?" chiese Santana. Brittany
annuì, prendendomi a braccetto, mentre Blaine scosse la
testa. "E' il rumore di tu che ti arrampichi su uno specchio, cugino."
replicò prendendo l'altro mio braccio e seguendo gli altri
che ci stavano aspettando alcuni passi più avanti.
Blaine ci rimase male, ma non disse nulla. Restò dietro di
noi borbottando con Cooper finché non arrivammo al castello
degli Schuester dopo un paio di minuti.
"Eccoci. Siamo arrivati." ci informò Mercedes. Artie
andò avanti parlando con le guardie al portone che annuirono
e aprirono, lasciandoci entrare.
"Seguitemi." ci disse una delle guardie guidandoci in un ampio salone
dove due signori ci vennero incontro.
"Artie! Mercedes!" salutò l'uomo sorridendo. "Grazie, Brian,
puoi andare." disse poi alla guardia che ci salutò con un
cenno e tornò alla sua postazione.
"Will." sorrise Artie abbracciandolo.
"Avete portato ospiti? Perchè non avete avvisato? Potevamo
organizzare qualcosa o sistemare...questo castello è sempre
in disordine..." si preoccupò la donna dai capelli rossi.
"Perché sono solo di passaggio. Gli serve un po' di sangue
di scorta. Li stiamo portando dagli Antichi." Spiegò
Mercedes abbracciando e baciando la donna, per poi indicare noi.
"Dagli Antichi? Allora non potete andare a mani vuote!" ci sorrise
l'uomo. "Will Schuester. Gli amici di Artie e Mercedes sono anche
nostri amici e se avete bisogno, le nostre cantine sono aperte."
"Grazie mille signore." ringraziò Blaine.
"Allora, volete bere qualcosa? Volete riposarvi? Abbiamo camere a
sufficenza per tutti e di sangue ce n'è in abbondanza..."
incominciò ad agitarsi la rossa. "Ah, e io mi chiamo Emma!"
aggiunse sorridendo ampiamente.
"Siete molto gentile, signora, ma siamo di fretta..."
"Oh, ok."
"Posso chiedervi il perché o sono troppo indiscreto?"
arricciò il naso Schuester.
"Ci dobbiamo sposare." risposi io. "Kurt Hummel." aggiunsi.
Loro si scambiarono uno sguardo. "Aspetta, Kurt Hummel? Quel Kurt
Hummel? Principe degli Hummel?" mi chiese Schuester.
"Sì." li guardai confuso. Come facevano a conoscermi?
"Wow, Kurtie pie! La tua fama è giunta fin qui!
Complimenti!" mi sorrise Santana dandomi un buffetto sulla spalla.
Scossi la testa ridendo.
"Certo che la sua fama è arrivata fin qua! Stiamo in Romania
ma le notizie dall'America arrivano e noi ci teniamo informati! E, beh,
la famiglia degli Hummel è molto conosciuta tra noi
vampiri.." disse ancora Schuester. "E' un onore! E lei immagino sia la
sposa..?" chiese indicando Santana che scoppiò a ridere.
"Veramente...io sono il futuro sposo..." si intromise Blaine
schiarendosi la voce. "Blaine Anderson, signore." aggiunse facendo una
specie di inchino.
"Oh...ehm, scusate...non avevo capito che voi foste...ehm mi spiace..."
"Non importa." scossi le spalle.
"Aspettate...ma gli Anderson non sono la famiglia rivale degli Hummel?
O ricordo male? Mi sembrava di averlo letto da qualche parte..." si
strofinò il mento.
"Sì. Per questo abbiamo bisogno degli Antichi." rispose
Blaine. "Siamo scappati di casa e vogliamo sposarci qui
perché le nostre famiglie ce lo avrebbero impedito."
"Anche se così immagino che non potrò organizzare
il matrimonio dei miei sogni..." sospirai ottenendo degli sguardi
perplessi dagli altri. "Comunque, loro sono le mie damigelle, Brittany
e Santana," sia Santana che Britt fecero un inchino sorridendo. "loro
sono i nostri amici Sam e Noah" indicai Sam e Puck che fecero cenno con
la testa. "E lui è il mio adorato futuro cognato, Cooper
Anderson."
"Ero capace di presentarmi anche da solo.." borbottò
guadagnandosi un'occhiataccia da Blaine, che poi tornò a
sorridere agli Schuester.
"Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, vi mostro le cantine!"
esclamò Will indicandoci una porta verso cui si
avviò. Iniziò a parlare di qualità di
sangue e di quelli preferiti dagli Antichi, ma non ci capii molto e mi
limitaii ad annuire e sorridere, grato che Blaine e Cooper sembravano
invece intendersene. Riempemmo gli zaini che portavamo in spalla di
bottigliette di sangue.
"Queste le tengo io." disse Cooper prendendo le due bottiglie di sangue
antico e prelibato per gli Antichi.
"Ok, perfetto. Grazie infinite. Se possiamo fare qualcosa per
sdebitarci..." fece Blaine rivolto agli Schuester.
"Tranquilli. Anzi, se avrete ancora bisogno, al ritorno, sapete dove
trovarci!" rispose gentile Will.
"Grazie mille." ringraziai anch'io.
Li salutammo cordialmente, ringraziando probabilmente un'altra decina
di volte prima di congedarci e seguire Artie e Mercedes di
nuovo attraverso i boschi.
"Se stavolta corriamo, dovremmo metterci un paio d'ore, così
arriviamo prima dell'alba e noi poi possiamo tornare indietro." disse
Artie.
"Sì, beh, sempre se qualcuno non si distrae ancora e rimane
indietro..." sibilò Cooper.
Io, Brittany e Santana lo fulminammo contemporaneamente.
"Hey! Ora basta! Tutti e quattro!" ci minacciò Blaine. "Non
voglio più sentirvi litigare, intesi?"
"Ma..è lui...!" protestai.
"Tutti e quattro!" sottolineò di nuovo Blaine. "E ora,
forza. Muoviamoci che voglio sposarmi!" aggiunse deciso. Mi sentii
offeso, ma Blaine aveva ragione. Non dovevamo litigare e anch'io volevo
sposarmi.
Annuii, facendo cenno a Santana e Brittany che si rilassarono,
prendendosi per mano. "Scusa, Cooper." dissi. Mi aveva fatto incazzare
ma infondo Cooper mi piaceva e non volevo che ce l'avesse con me.
Mi fece cenno con la testa. "Sì. Scusa anche te... e scusate
anche voi." aggiunse prima che Santana potesse aggredirlo verbalmente.
"Bene. Ora muoviamoci." ci incitò Blaine porgendomi la mano
che afferrai e strinsi. "Ti seguiamo, Artie."
Artie annuì, iniziando a correre e noi lo seguimmo in
silenzio. Finché, dopo un paio d'ore, come aveva detto,
raggiungemmo il centro Italia. Avevo dei vaghi ricordi della Geografia
della penisola italiana e quindi non riuscivo ad orientarmi pienamente
ma sapevo che gli Antichi stavano in un castello sugli Appennini della
Toscana. E infatti, dopo un altro paio di minuti ci ritrovammo davanti
ad un castello enorme e sontuoso, circondato da un fossato pieno
d'acqua e guardie ovunque.
"Bene. Questo è il castello degli Antichi. Buona fortuna."
disse Artie.
"Voi non entrate nemmeno?" chiesi perplesso.
"No. Meglio se torniamo indietro. Ancora, buona fortuna!" ci
salutò prima di sparire insieme a Mercedes.
"Ok...perché sono praticamente appena scappati?" mormorai.
"Non è che sono vampiri spietati e paurosi, vero, questi
Antichi? E appena entriamo ci mangiano vivi?" chiese Brittany
stringendo più forte la mano di Santana.
"Ma di che avete paura? Saranno solo dei nonnetti!" rise nervosamente
Cooper.
"Coop." lo richiamò Blaine. "Per favore, non mandare tutto a
puttane, ok?"
"Ok. Me ne starò muto." replicò serio.
"Sicuri che sia una buona idea entrare?" domandò incerto
Sam.
"Se volete...potete, ehm, restare fuori voi..." propose Blaine.
"No, no. Non se ne parla." rispose Puck. "Noi entriamo con voi. Dopo
tutto quello che abbiamo passato non mi voglio perdere il matrimonio,
ok?"
Sorrisi a Puck. "Bene. Allora entriamo." sussurrai prendendo coraggio e
tenendo forte la mano di Blaine.
Ed eccomi di nuovo qui! Speravo di
aggiornare prima ma ora che non ho più la scuola ho comunque
una marea di impegni. Quindi è probabile che
aggiornerò una volta a settimana. Questo capitolo
è un po' più lungo del solito e ho approfondito
un po' di più Brittany e Santana. Nel prossimo incontreremo
finalmente gli Antichi! Quindi alla prossima! :)
Sil
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Capitolo 11 *** XI ***
XI
Ci avvicinammo lentamente, trattenendo tutti il fiato. Arrivati davanti
all'enorme fossato un ponte levatoio altrettanto enorme si
abbassò, permettendoci di raggiungere il grandissimo portone
davanti al quale c'erano due guardie. Due vampiri alti, robusti e dagli
sguardi intimidatori. Non indossavano armature, ma semplici jeans e
magliette, proprio come noi.
"Chi siete?" chiese quello sulla sinistra.
Mi schiarii la voce, stringendo di più la mano a Blaine.
"Ku-Kurt Hummel e Blaine Anderson. Del regno dell'Ohio, America."
risposi.
"E cosa volete?" domandò l'altro.
"Volevamo parlare con gli Antichi..." rispose stavolta Blaine.
Ci guardarono male per alcuni secondi, esaminandoci attentamente.
"Avete altre armi oltre i vostri paletti?" chiese quello sulla destra.
Sia io che Blaine facemmo cenno di no con la testa.
"Seguiteci." fece l'altro. Mi scambiai un'occhiata con Blaine ed
entrambi ci voltammo verso gli altri dietro di noi per vederli un po'
intimoriti. Forse non era stata davvero un'ottima idea. E se gli
Antichi erano davvero così tremendi? E se non avessero
voluto sposarci? E se questi due armadi ci avessero distrutti appena
entrati? Perché quando avevo pensato a questo brillante
piano non avevo considerato il fatto che sarebbe potuto andare tutto a
rotoli? Deglutii a fatica, stringendo sempre di più la mano
a Blaine, mentre i due energumeni davanti a noi bussavano al portone.
Era un bussare strano, ritmato, probabilmente in modo che chi ci stava
dietro recepisse un messaggio. Il portone si aprì
e i due vampiri ci fecero cenno. Li seguimmo all'interno, guardandoci
attorno, mentre il portone si richiudeva dietro di noi con un tonfo. La
stanza in cui eravamo entrati era davvero enorme. Un grosso lampadario
pendeva dal centro del soffitto; arazzi, tappeti e quadri erano appesi
sulle pareti e in fondo c'era una gigantesca scalinata, verso la quale
ci condussero. Salimmo sempre in silenzio, incrociando altre guardie
sparse un po' ovunque. O meglio, dedussi che fossero guardie dato che
se ne stavano fermi e ci fissavano, ma nessuno aveva delle armi.
Visibili. Dopo non so quante centinaia di scalini che sembravano non
finire mai, arrivammo in un'altra stanza, grande tre volte quella in
cui eravamo prima. I muri erano spogli e la camera era praticamente
vuota, eccezion fatta per due cose che assomigliavano a divani-letto
posizionati esattamente al centro, con i piedi rivolti alla parete di
fronte a noi, quindi noi vedevamo solo parte degli schienali.
Le due guardie ci fecero cenno di fermarci, mentre loro si avvicinavano
al centro, inginocchiandosi su un ginocchio ad un paio di metri di
distanza dai divani.
"Vostre Altezze, ci sono ospiti che desiderano parlarvi." disse uno dei
due.
"Mmm?" si mosse qualcuno da sopra il divano.
"Ospiti, Signore." ripeté la guardia.
"Beh, portate delle poltrone e fateli accomodare!" rispose una voce
femminile.
"Subito, Signora!" obbedirono le guardie tornando indietro, superandoci
e sparendo oltre la porta. Restammo a guardarli a bocca aperta.
Tornarono dopo una decina di secondi con delle poltroncine che
sistemarono davanti ai divani. Poi si avvicinarono di nuovo a noi.
"Ora potete sedervi di fronte a Loro. Portate rispetto, o sarete
puniti. E se cercherete di ferire o distruggere i nostri Signori,
saremo costretti a distruggervi all'istante." ci minacciò
quello più alto.
"David, smettila di terrorizzare i nostri ospiti!" lo
richiamò la voce femminile.
"Scusi, Signora."
"E tu smettila di traumatizzarmi le guardie, amore." sospirò
la voce maschile. "Allora? Dove sono questi ospiti?"
brontolò poi mettendosi a sedere, permettendoci,
così, di vedere la sua testa.
"Sta' seduto e rilassati! A questo serve!" lo richiamò la
donna.
"A me fa solo dormire. Non ci trovo il senso...restare qui sdraiati a
guardare delle onde sul megaschermo...non è rilassarsi. E'
dormire! E non voglio dormire di notte! Voglio restare sveglio! E fare
cose utili! E dormire di giorno!" continuò a borbottare.
"Certo che stai sempre a lamentarti!" sbuffò la donna
mettendosi a sedere a sua volta. Le guardie ci spinsero praticamente
verso le poltroncine, finché non fummo tutti davanti ai due
Antichi. Blaine mi stritolò quasi la mano, guardandomi con
la coda dell'occhio. Feci cenno con la testa anche agli altri di
inchinarci e gli altri eseguirono.
"Oh! Voi siete gli ospiti!" disse dolcemente la donna. "Vi prego, non
ascoltate le nostre guardie! Mettetevi comodi e rilassati. Questa cosa
di guardare le onde che si infrangono sulla spiaggia mentre si
è coricati comodamente rilassa davvero! Non ascoltate
nemmeno mio marito!"
Alzai lo sguardo per incontrare quello di due ragazzi asiatici che ci
sorridevano ampiamente. Lei aveva dei lunghi capelli corvini acconciati
in due treccie che le incorniciavano il viso, addosso un vestitino rosa
e i piedi scalzi. Lui capelli nero pece sparati per aria, un paio di
pantaloncini al ginocchio e una maglietta azzurra semplice, anzhe lui
scalzo.
"S-salve..." balbettai cercando di ricambiare il sorriso. Dov'era
finito tutto il mio coraggio? E anche quello di Blaine e degli altri
sembrava essere sparito, dato che nessuno osava fiatare. I due ragazzi
ci esaminarono attentamente senza smettere di sorridere.
"Uh! Vedo che c'è qualcuno che non è un vampiro
tra noi!" sussultò poi lui, indicando Brittany che si
strinse di più a Santana.
"C'è qualche problema se lei non è una vampira?"
chiese Santana sfacciata, cercando di nascondere il terrore che
però si poteva benissimo leggere nei suoi occhi.
"Cosa?! No, no! Anzi! Io adoro le streghe!" sorrise il ragazzo. "Come
ti chiami?" chiese poi gentilmente.
"Brittany Susan Pearce, Signore." rispose Brittany accennando un
sorriso.
"Aspetta, Pearce? Sei per caso parente di Susan Ginevra Pearce?"
Brittany annuì. "Era mia nonna, Signore."
"Era?"
"E' morta quando io ero piccola..."
"Mi dispiace. La conoscevamo bene, sai? E' venuta a vivere da noi per
una cinquantina d'anni. Poi ha trovato l'amore ed è tornata
in America. Bravissima donna!" sorrise la ragazza. Brittany
annuì di nuovo, ricambiando il sorriso.
"Ma prego, accomodatevi, davvero! Non mangiamo mica! Sembrate
terrorizzati!" ci invitò lui. Facemmo come aveva detto,
sedendoci sulle poltroncine e cercando di calmarci, dato che sembravano
gentili e disponibili. "Che sciocchi che siamo, amore! Non ci siamo
nemmeno presentati!" aggiunse poi colpendosi la fronte con il palmo
della mano. Saltò in piedi, facendo una piroetta su se
stesso e inchinandosi di fronte a noi. "Michael Robert Chang, signori e
signore." rise porgendo poi la mano alla ragazza, aiutandola ad alzarsi
e facendole fare una piroetta a sua volta. "E lei è Tina,
mia moglie, come avrete immaginato." anche lei si inchinò,
alzando elegantemente un lembo del vestito. "Voi siete americani,
giusto?"
"Sì, Signore. Ohio." rispose Blaine. Nè io
nè lui ci eravamo decisi a lasciare andare la mano
dell'altro e continuavamo a stringere forte, le nostre dita intrecciate.
"Oh! E lasciatemi indovinare...tu sei degli Hummel e tu degli Anderson,
immagino!" chiese inarcando un sopracciglio e indicando prima me e poi
Blaine.
"Sì, Signore. Principe Kurt Elizabeth Hummel."
"E principe Blaine Joseph Anderson, Signore." rispondemmo.
"Oh, vi prego, chiamatemi Mike! E datemi del tu!" rise alzando gli
occhi al cielo. "Non so perché tutti ci trattino come se
fossimo così importanti..."
"Beh ma perché voi siete importanti! Cioè, siete
gli Antichi! E io che pensavo foste dei vecchietti! Invece siete fighi!
Wow!" si esaltò Puck guardandoli entusiasta. Io mi
voltai per fulminarlo ma Mike scoppiò a ridere.
"Fighi? Davvero?" chiese rimettendosi a sedere imitato da sua moglie.
"Sì!" annuì Puck.
"Beh, grazie del complimento...."
"Noah Puckerman, Signore-volevo dire, ehm, Mike." si corresse
velocemente. "Ma tutti mi chiamano Puck."
"Anche tu sei figo, Puck!" gli sorrise Mike, alzando un po' lo
schienale del divano e mettendosi più comodo. "Specialmente
per quella cresta! Mi piace!"
A Puck brillarono quasi gli occhi dalla gioia. "Sam! Mi ha detto che
sono figo! Mi ha detto che sono figo!!" esultò strattonando
per un braccio Sam, seduto accanto a lui, che sospirò
alzando gli occhi al cielo.
"Scusatelo, a volte si fa prendere dall'emozione. E' come un
bambino..." Mike e Tina risero. "Io sono Samuel Evans. Ed entrambi
viviamo con gli Hummel."
"Immaginavo." sorrise Mike. "Mentre voi altri siete degli Anderson,
vero? Tu devi essere l'altro principe, giusto?" aggiunse indicando
Cooper.
"Esatto. Cooper Anderson." annuì Cooper.
"E io sono loro cugina, Santana Lopez." si presentò Santana.
"La ragazza della strega Brittany?" chiese curioso Mike.
"La ragazza di Britt, sì."
I due ragazzi - anche se avevano chissà quante centinaia di
anni, sembravano dei ragazzi come noi - ci sorrisero ampiamente.
"E cosa ha spinto i due principi delle famiglie rivali e il loro
seguito dall'Ohio fino a qui?" chiese Mike.
Mi shiarii la voce, deglutendo un paio di volte.
"Noi...cioè, Blaine ed io...volevamo unirci in
matrimonio..." risposi.
Tina sorrise ancora di più, applaudendo le mani piccole e
curate. "Adoro i matrimoni!"
"Oh! E' una bella notizia e...siete venuti fin qua per invitarci?"
chiese un po' confuso Mike.
"Ve-veramente no..." balbettai. Tina si rattristì subito,
mentre Mike sembrava ancora più confuso.
"Cioè...non proprio..."
"Volevamo chiedere a voi di sposarci..." mi aiutò Blaine.
Mike piegò la testa di lato, guardandoci perplesso.
"Perché noi?"
"Beh, perché come hai detto noi siamo di famiglie rivali e i
nostri padri ci avrebbero impedito di sposarci. E pensavamo che,
magari, se foste stati voi a sposarci, non avrebbero potuto opporsi a
noi, dato che se noi due ci sposiamo, diveniamo automaticamente
entrambi re. E se diveniamo re, uniremo di nuovo i nostri clan sotto
un'unico regno. Niente più litigi..." spiegai.
Mike mi guardò per un attimo incerto. "E di chi è
stata l'idea?" chiese inarcando un sopracciglio.
"M-mia..." sussurrai.
"Ma-ma se per voi è un problema....ce ne andiamo e-e..."
iniziò Blaine.
"Cosa? No, no! E' un'idea geniale!" esclamò Mike sorridendo.
Io e Blaine spalancammo gli occhi, boccheggiando per alcuni secondi.
"Geniale?" ripetei.
"Sì. Era da parecchio che speravo tornasse la pace tra i
vostri clan. Non mi piace ci siano discordi tra noi vampiri. E da
quando è morto mio padre e sono salito io al potere, sto
cercando di riportare la pace ovunque, anche se non è
facile. Specialmente nel vostro caso! Non ero ancora riuscito a trovare
una soluzione. Non sapevo che i due principi, ehm, stessero insieme..."
"Sì, beh, diciamo che siamo stati molto attenti
perché nessuno ne venisse a conoscenza..." risposi.
"Ovviamente!" sorrise lui. "E allora, questo matrimonio? Quando volete
che si tenga?" chiese poi, rimettendosi a sedere e facendo scorrere lo
sguardo da me a Blaine.
"A-anche subito!" rispose Blaine.
"Uhm, con subito, intendete subito, subito??" domandò
ridendo.
"Quando volete!" sorrisi io.
"No, più che altro perché penso ci voglia un po'
per tornare in Ohio..." inarcò un sopracciglio guardando sua
moglie. "Tesoro, ti va una gita fuori programma?" le chiese. Tina
sorrise entusiasta annuendo. "Bene!"
"A-aspetta...venite in Ohio?" domandai confuso, notando gli sguardi
perplessi anche degli altri. "Non ci sposate qui?"
"Beh, ma voi non abitate qui! E tutti i vostri parenti,
così, non potrebbero assistere!"
"Ma-ma non è necessario che vi scomodiate..."
iniziò Blaine.
"Per noi è un piacere! E' da tanto che non veniamo in
America e un giretto non può che farci bene!" rise. "E
poi...sempre meglio che starsene qui a guardare delle onde..."
sussurrò guadagnandosi uno schiaffo sulla schiena dalla
moglie.
Solo in quel momento mi ricordai che quando siamo entrati stavano
parlando di onde e alzai gli occhi al soffitto, sul quale era attaccato
un enorme televisore al plasma. Ma davvero enorme! Grade quasi come la
metà della stanza. Ma invece che un film o uno di quei
stupidi programmi televisivi che guardava mio fratello con sua moglie,
erano trasmesse delle onde del mare. E probabilmente era davvero
rilassante starsene a guardarle.
"Belle, vero?" chiese Tina.
Riportai lo sguardo su di lei, sorridendole e annuendo. "Bellissime!"
"Oh cavolo! Che sbadati!" saltò su Cooper aprendo lo zaino
che portava in spalla e iniziando a frugarci dentro. "Ci siamo scordati
di offrirvi qualcosa come dono!" sorrise poi alzandosi dalla
poltroncina e porgendo a Mike le due bottiglie di sangue pregiato.
"Grazie! Anche se non era necessario!" gli sorrise Mike.
"Che scortese! Io non vi ho chiesto se volevate qualcosa da bere!" si
scusò Tina. "David!" richiamò la guardia di prima
che accorse. "Porta qualcosa da bere ai nostri ospiti."
"No, no, siamo a posto!" sorrise Blaine.
"Sicuri?" chiese la guardia.
"Sì, grazie." sorrisi anch'io.
"Ok, come non detto!" lo congedò Tina con un gesto della
mano, e la guardia se ne tornò di nuovo alla porta.
"Aspettate, ma questo è sangue delle cantine Schuester!
Avete conosciuto Artie e Mercedes?" domandò esaminando le
bottiglie.
"Uhm, sì." risposi io.
"A dir la verità ci hanno accompagnato loro fino a qui dalla
Romania..." fece Blaine.
"Ma se la sono squaglata quando siamo arrivati qui al castello."
proseguì Coop.
"Tipico." sospirò. Noi lo guardammo un po' confusi. "Un mese
fa, stavano inseguendo dei cacciatori che cercavano di ucciderli, e per
sbaglio li hanno condotti qua. I cacciatori hanno subito capito che
questo doveva essere un castello importate e si sono avventati su di
noi, dimenticandosi di loro. E da allora pensano che noi ce l'abbiamo
con loro per aver portato qui dei cacciatori. Ma non è
così. Ho provato a fermarli e parlar loro, ma ogni volta che
mi vedono scappano e penso di averli spaventati ancora di
più..." scosse le spalle, aggrottando la fronte.
Ci scambiammo delle occhiate un po' perplesse per poi scoppiare a
ridere. "Sono simpatici, però!" sorrise Brittany.
"Sì, immagino, solo...non dovrebbero avere così
paura di noi...e poi, davvero, io incuto così tanto
timore??" ci chiese Mike.
Ridemmo tutti. "Nah..." fece Puck.
"Forse solo un po' all'inizio..." ammisi io. E ineffetti era vero. Ma
poi erano riusciti entrambi a metterci a nostro agio e tra una
chiacchera e l'altra non mi ero nemmeno accorto di essermi calmato.
Mike rise ancora. "Beh, sono contento che ora non vi faccia
più paura!"
"No, no...come ha detto il mio ragazzo, siete fighi!!" sorrise Sam.
"Beh, grazie anche a te, Samuel!"
"Sam...Sam, per gli amici."
"Ok. Grazie anche a te, Sam!" sorrise Mike.
Solo in quel momento mi resi conto anche di un'altra cosa. Un'altra mia
paura era quella che gli Antichi non ci avrebbero sposati
perché dello stesso sesso, ma apparentemente non avevano
alcun problema con gli omosessuali, dato che non avevano fatto una
piega sul matrimonio tra me e Blaine, erano sembrati contenti della
relazione tra Brittany e Santana, e non avevano dato cenno di aver
problemi nemmeno nei confronti di Puck e Sam. Sospirai sollevato,
aprendomi in un enorme sorriso ed allentando la presa sulla mano di
Blaine, che si rilassò a sua volta, sorridendomi.
"Allora." richiamò l'attenzione su di sé Mike.
"Potremmo farcela a piedi e metterci un paio di giorni o tre, oppure,
cosa che preferirei, possiamo usare il nostro jet privato." propose.
"Jet privato?" chiese Santana.
"Sì. Lo guidano umani, così, di giorno, noi
possiamo rintanarci e dormire mentre loro continuano a pilotare senza
problemi. E poi non sprechiamo energie."
"Ok. Per noi va bene!" annuì energicamente Cooper. "Non ne
posso più di camminare!" sbuffò.
"Scansafatiche!" lo canzonò Blaine.
"Ehi! Tu hai passato la maggior parte del tempo o a dormire o in spalla
ad altri!" replicò Coop.
"Sì, ma non per colpa mia!" mise il broncio Blaine.
Mike e Tina risero di nuovo. "Poi voglio un racconto dettagliato della
vostra avventura! Mi piacciono le storie avventurose!" disse entusiasta
Mike.
"Certo!" acconsentì Blaine.
"Un attimo ma..." mi intromisi io. "Se torniamo in Ohio vuol
dire...vuol dire che avremo anche più tempo, giusto?"
"Sì..."
"Quindi posso organizzare io il matrimonio!" esclamai realizzando solo
in quel momento la cosa.
"Sì!" mi guardò seria Tina puntandomi l'indice
destro verso di me. "Ma solo se potrò aiutarti! Io adoro
davvero tantissimo i matrimoni!" sorrise.
"Affare fatto!" risposi cercando lo sguardo di Santana e Brittany che
alzarono i pollici verso l'alto entusiaste anche loro.
"Bene, allora sistemiamo un paio di cose qui al castello, mezz'oretta,
e poi partiamo, ok?"
"Certo!" acconsentimmo io e Blaine all'unisono.
"Potete aspettarci all'entrata con David." aggiunse indicando la
guardia che ci accompagnò di nuovo nella sala dove eramo
precedentemente. Lo seguimmo, chiaccherando contenti della missione
portata praticamente a termine con successo e io, Brittany e Santana
sul matrimonio da organizzarsi.
"Sarà il matrinomio del secolo!" esclamai abbracciando da
dietro Blaine e baciandolo sulla guancia.
"Sì!" annuì, voltando la testa e ricambiando il
bacio. "Specialmente se sarai tu ad organizzarlo!"
Wow! Non pensavo di riuscire ad aggiornare così presto! Ed
invece eccomi di nuovo qui! :) Finalmente gli Antichi! Penso ormai
fosse scontato che avessi scelto Mike e Tina, dato che erano l'unica
coppia rimasta {se si escludono Rory e Sugar che non so se
riuscirò ad inserire a questo punto :( }. E ho spiegato
anche perché Mercedes ed Artie se la sono svignata in quel
modo. E sì, la guardia che si chiama David è
David Karofsky! L'altro è Azimio, ovviamente ;)
Al prossimo capitolo! :)
Sil
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Capitolo 12 *** XII ***
XII
Dopo
una ventina di
minuti ci ritrovammo sopra un jet piuttosto grande. Era la prima volta
in tutta la mia vita che salivo sopra un aereo e volavo. Ma non ero
l'unico.
"Ma questo coso è sicuro?" chiese Puck guardando fuori da un
finestrino.
"Non avrai mica paura?" lo canzonò Santana sedendosi comoda
e prendendo sulle ginocchia Brittany.
"No! Io? Paura?!" rise Puck.
"Se vuoi ti tengo la mano..." propose Sam e dall'espressione dolce
penso fosse serio.
"NO! C-cioè, sì. Se vuoi." si corresse sedendosi
accanto a Sam e prendendogli la mano, sorridendogli.
"Siete tutti così carini!" rise Tina salendo seguita da
Mike.
"Allora, siete tutti pronti?" ci sorrise.
"Certo!" risposi io, stringendo a mia volta la mano di Blaine,
appoggiato sulle mie ginocchia. L'unico che non sembrava entusiasta era
Cooper.
"Tutto ok, Coop?" gli domandò Blaine accigliato.
Cooper alzò lo sguardo con un broncio infantile. "Nessuno
tiene
la mano a me o mi fa sedere sulle sue ginocchia!" protestò.
E
per un attimo mi sembrò davvero dispiaciuto. Blaine
sospirò scuotendo la testa.
"Aspetta.." Feci alzare Blaine, tenendolo però per mano e
trascinandolo fino a dov'era seduto Cooper.
"Che fai?" mi chiese inarcando un sopracciglio. Invece che rispondergli
gli saltai praticamente addosso, mettendomi comodo sopra le sua
ginocchia e poi tirando Blaine sopra di me.
"Contento?" gli chiesi mentre lui rideva e cercava di spostarci.
"Non ho detto che volevo mio fratello e mio cognato sopra di me!"
protestò sempre ridendo.
"E tua cugina la vuoi??" domandò Santana saltando sopra
Blaine, imitata poi da Brittany.
"Woah! Piano!" rise di più Cooper.
Mike e Tina ci stavano guardando ridacchiando sotto i baffi. Sam e Puck
si scambiarono uno sguardo prima di saltare anche loro sopra tutti.
"Ok, ok. Adesso state schiacciando anche me!!" protestai ridendo.
"Ma è comodo!" esclamò Sam.
"Certo, tu sei sopra tutti!" urlò Cooper cercando di
liberarsi, ma ancora con il sorriso sopra le labbra.
"Ragazzi, mi spiace interrompervi - e siete davvero dei pazzi adorabili
- ma meglio se vi sedete mentre l'aereo decolla." Ci informò
Mike.
"L'avevo detto io che non è sicuro, questo coso!"
brontolò Puck scendendo da Brittany, aiutato da Sam.
"No, tranquillo. Ti garantisco che è sicuro." lo
tranquillizzò Tina.
Ci sedemmo tutti composti, allacciandoci le cinture come ci
consigliò Tina. Una volta decollato l'aereo, ripresi Blaine
sulle ginocchia, come fece anche Santana con Brittany.
"Allora. Possiamo avere un racconto dettagliato della vostra
avventura?" chiese Mike con un enorme sorriso e prendendo la mano a
Tina.
Ci alternammo un po' tutti, raccontando anche i minimi dettagli. E Mike
e Tina sembravano davvero entusiasti e attenti ad ogni nostra parola,
commentando e sorridendoci. Alll'alba decidemmo di dormire un po',
mettendoci ciascuno sul proprio sedile ed allacciandoci le cinture.
Quando riaprii gli occhi - fui il primo - eravamo appena atterrati, in
quello che riconoscevo essere il bosco tra il mio castello e quello di
Blaine.
"Siamo arrivati!" annunciai alzando un po' troppo la voce dato che mi
arrivò una manata da Blaine, difianco a me.
"Mmmm. Ancora cinque minuti..." si lamentò.
Sorrisi scuotendo la testa e accarezzandolo sulla guancia. "Blaine.
Siamo a casa. Siamo tornati." Lo chiamai piano e dolcemente.
Lui aprì un occhio, sbadigliando. "Uhm?"
"Siamo tornati, amore."
"America!!!!" esultò Mike slacciandosi la cintura e
iniziando a saltellare aspettando che lo sportello del jet si aprisse.
"Mike, amore, non fare il bambino." alzò gli occhi al cielo
Tina sbadigliando ed andando a stringerlo in vita, posandogli un bacio
sulla guancia.
"Ok." sorrise lui.
Blaine finalmente si alzò, probabilmente grazie al suo
cervello che iniziava a funzionare. "Siamo arrivati?" chiese.
"Blaine, io ti amo tanto ma tanto, ma è la terza volta che
te lo ripeto!" risi prendendogli le guance tra le mani e baciandolo
sulle labbra.
Lui rise a sua volta. "Scusa."
"Sveglia, dormiglioni!" gridai rivolto agli altri che non davano segni
di volersi alzare. Sam e Puck obbedirono, borbottando insulti rivolti
alla mia soave voce tra uno sbadiglio e l'altro. Santana e Brittany non
fecero molte storie, affiancandomi e sorridendomi. Mentre per Cooper ci
vollero una buona dose di gomitate di Blaine per svegliarlo. Lo
sportello si aprì e scendemmo tutti, guardandoci attorno.
Non mi sembrava fosse cambiato qualcosa, ma dovevamo ancora arrivare ai
castelli, ovviamente.
"Dove andiamo prima?" chiese Mike.
Guardai Blaine. "Non lo so..."
Lui mi prese la mano. "Prima da te." suggerì. Annuii. Ci
avviammo verso il mio castello, con calma. Il sole era calato da poco e
c'era come un'aura attorno alle torri del mio castello. Sembrava quasi
magico. Non era cambiato nulla. Anche Blaine e gli altri stavano
ammirando il castello, quando qualcosa attirò la mia
attenzione. C'era una carrozza ferma davanti al ponte levatoio.
Strinsi di più la mano a Blaine. "Blaine. Tuo padre
è qui." sussurrai indicando la carrozza, sulla quale era ben
evidente lo stemma Anderson.
Deglutì a fatica, stringendomi a sua volta la mano. "Vedo."
"Ci saranno problemi?" ci chiese Mike. Lo guardammo entrambi, non
sapendo cosa rispondere.
Quando arrivammo davanti al ponte levatoio ordinai alla guardia che
sapevo esservi dietro di lasciarci entrare.
"Mi spiace, signori, ma dovete dirmi chi siete e da dove venite."
rispose aprendo un sportellino per guardarci.
"Che razza di imbecille ha messo mio padre come guardia?" soffiai
fulminandolo. "Sono il principe, imbecille, lasciami entrare."
"Kurt. Calmati..." sussurrò Blaine, Sam e Puck che si misero
subito al mio fianco.
"Principe?" chiese la guardia.
"Sì. L'hai sentito." replicò Puck.
La guardia sembrò ancora un po' indecisa, ma poi ci
aprì, lasciandoci entrare. "Ma-ma...voi altri? Chi-chi sono
queste altre persone?" domandò. Era nuovo. Non l'avevo mai
visto prima e doveva essere anche inesperto ed incapace dato che non
riusciva nemmeno a reggere il mio sguardo.
"Garantisco io per loro." risposi. "Devo vedere mio padre. Sai dirmi
dove si trova?"
"Se-seguitemi."
Mi scambiai uno sguardo con gli altri, trovando sorrisi incoraggianti.
Ma non mi diedero coraggio. Non sapevo come mio padre avrebbe reagito e
avevo paura, una paura tremenda del padre di Blaine. Ma poi mi ricordai
che noi avevamo gli Antichi dalla nostra parte. E nessuno si sarebbe
opposto agli Antichi. La nuova guardia ci condusse nel salone dove di
solito mio padre accoglieva gli ospiti. Ci fece cenno di aspettare alla
porta, mentre lui entrava. Alzai gli occhi al cielo. "Questa
è casa mia. Non c'è bisogno che mi annunci a mio
padre..." sospirai, seguendolo. Come entrai, mi ritrovai una decina di
occhi puntati addosso. Mio padre e sua moglie Carole erano di fronte a
me e sembrava che avessero visto un fantasma. Alla loro destra c'era il
padre di Blaine, con al seguito delle guardie del corpo e alla loro
sinistra c'erano Finn ed altre guardie.
"Kurt?" chiamò mio padre. "KURT! Oh mio Dio, Kurt! Stai
bene, figlio mio?" Il suo viso sembrò illuminarsi dalla
gioia e mi corse incontro, abbracciandomi forte.
"Papà. Papà, aspetta. C'è una cosa che
devo dirti." cercai di staccarmi da lui. Non mi aspettavo
un'accoglienza del genere e una piccola parte di me voleva abbracciarlo
a mia volta e gioire con lui, ma non potevo.
"E' tutto ok, Kurt. L'importante è che tu stia bene. E' ok,
Kurt." mi strinse di più e mi sembrò di scorgere
delle lacrime nei suoi occhi.
"Te l'avevo detto, Burt, che se la sarebbe cavata. E' un ragazzo
forte." ci sorrise Carole, avvicinandoci e posando una mano sulla
spalla di mio padre.
"Lo so, lo so..." borbottò lui, finalmente lasciandomi
andare e permettendomi di vedere le altre persone presenti. Il padre di
Blaine stava fissando Blaine e Cooper come un predatore esamina
attentamente la sua preda. Finn era fumante di rabbia facendo scorrere
uno sguardo accusatorio tra me e Blaine. Io indietreggiai, staccandomi
da mio padre e prendendo la mano di Blaine, mentre gli altri ci
affiancavano, tranne Tina e Mike, che rimasero in disparte.
"Papà. Immagino tu conosca Blaine, giusto?" domandai,
schiarendomi la voce e sentendo Blaine irrigidirsi.
"Sì." Non mi sembrava così sconvolto come
immaginavo sarebbe stato alla vista di me e Blaine, al contrario del
padre di Blaine che era sul punto di saltarci letteralmente addosso e
distruggerci, così come Finn.
"Beh, vogliamo sposarci." Mi morsi il labbro. In tutti i modi in cui
potevo dirlo, doveva proprio uscirmi una cosa così banale?
Ci fu un attimo di silenzio assoluto, nessuno che respirava.
Poi Finn esplose. "Voi COSA?" urlò. "VOI SIETE COMPLETAMENTE
IMPAZZITI! DUE PAZZI! PAZZI E FROCI!!"
Non esitai neanche un secondo a fiondarmi su di lui, riempendolo di
pugni. Ed in un attimo si scatenò un putiferio. Le guardie
cercavano di trattenermi, mentre Sam e Puck combattevano per
proteggermi. Blaine e Cooper stavano lottando con loro padre, mentre
Britt e San si occupavano delle loro guardie.
"ORA BASTA!" gridò mio padre. Mi fermai alla sua
voce. Avevo il mio paletto puntato alla gola di Finn, che mi guardava
terrorizzato.
"Kurt. Ti prego. Lascialo andare." Mi implorò Carole, quasi
piangendo. "Per favore."
Guardai Finn negli occhi, lui deglutì a fatica. Sospirai,
alzandomi e lasciandolo andare. Inciampò un paio di volte
prima di riuscire a mettersi in piedi e praticamente nascondersi dietro
Carole. Nel frattempo anche tutti gli altri si erano immobilizzati al
grido di mio padre. Le nostre guardie erano inginocchiate, rivolte
verso mio padre, i paletti appoggiati a terra. Sam e Puck avevano il
fiatone, paletti ancora estratti e puntati alle guardie. San e Brittany
erano tenute ferme dalle guardie degli Anderson, le braccia
bloccate dietro la schiena. Blaine e Cooper, invece, erano entrambi
immobilizzati da loro padre, che doveva essere davvero
straordinariamente forte per tener fermi entrambi con semplicemente un
braccio, dato che era quello che stava usando premuto contro le
rispettive gole dei suoi figli.
Feci per muovermi ed andare a salvarli, ma mio padre mi
fermò. "Kurt. No." Disse, lo sguardo severo.
"Papà. Per favore."
"Non so cosa farai di tuo figlio, Hummel, ma i miei subiranno una
punizione tale che non si azzarderanno mai più nemmeno ad
uscire dal castello." Sia Blaine che Cooper si dimenarono, cercando di
liberarsi, ma loro padre, strinse di più la presa. "E anche
voi due, piccole puttanelle." aggiunse rivolto a San e Britt.
Non ci vidi più dalla rabbia. Scattai in avanti per
liberarli e sentii Puck e Sam al mio fianco, pronti ad aiutarmi, ma
qualcuno ci placcò immediatamente. Le guardie di mio padre.
"Lasciatemi andare! CI AMIAMO! LASCIATECI STARE!!" gridai con quanta
più voce riuscissi.
"Ku-Kurt..." mi chiamò piano Blaine. Lo guardai, cercando di
fermare le lacrime che ormai mi rigavano il viso. "Ti amo."
Mi dimenai di più. "Anch'io ti amo, Blaine. E ci sposeremo,
te lo prometto!" Finalmente riuscii a liberarmi, estrassi il mio
paletto e in attimo lo stavo puntando alla gola del padre di Blaine.
"Li lasci. Andare." ordinai in un sibilo. Sembrò sorpreso
che io fossi riuscito ad arrivare a tanto. E nessuno aveva il coraggio
di intervenire. Con mia grande sorpresa, lasciò la presa su
Cooper e Blaine, che caddero a terra, ma si scaraventò su di
me, bloccandomi a terra e rigirandomi il paletto in mano
finché non era puntato verso la mia stessa gola.
"LASCIA ANDARE MIO FIGLIO!" Tuonò mio padre, e per un attimo
vacillò, ma non mollò la presa.
"LASCIALO STARE!!" urlò Blaine saltando addosso a suo padre
e facendolo cadere di lato, liberandomi. "Kurt! Kurt, stai bene?" si
preoccupò aiutandomi ad alzarmi. Annuii. Le dita delle
nostre mani tornarono ad intrecciarsi. "Non azzardarti mai
più a toccare Kurt!" sibilò rivolto a suo padre,
che si rialzò piazzandosi difronte a noi. Avevamo tutti il
fiato corto, di nuovo non capendone il motivo dato che nessuno di noi
aveva bisogno di respirare.
"Papà." chiamai mio padre. E, per un attimo, i suoi occhi si
addolcirono al suono della mia voce. Ma poi scosse la testa.
"Papà, per favore. Stare con Blaine è l'unica
cosa che mi rende felice."
"Lo so, Kurt. Ma-ma non è possibile."
"Sì che lo è!" gridai.
"Ora basta." sibilò il padre di Blaine. "Non
ascolterò un'altra parola. Blaine, Cooper. Andiamo."
"No." rispose fermamente Blaine.
"Non ti permetterò un'altra volta di far del male al mio
fratellino. E sono stufo di prendere ordini da te. D'ora in avanti
ascolterò solo Bla-" Cooper non riuscì a finire
la frase. Suo padre lo colpì forte al viso, facendolo cadere
a terra.
"COOP!" Blaine si mise tra suo fratello e suo padre, mentre io mi
chinavo e aiutavo Cooper a rialzarsi.
"Sto bene." borbottò lui.
"Anderson." intervenne mio padre. "So che non dovrei intrometterti, ma
non mi sembra il modo di trattare i tuoi stessi figli." disse piano, ma
si poteva vedere la rabbia nei suoi occhi.
"Io tratto i miei figli come mi pare e piace!" replicò
prendendo Blaine per i capelli, facendo poi lo stesso con Cooper. Si
liberò di me con un calcio che riuscii a malapena a vedere,
ma non evitare. Cooper e Blaine cercavano di nuovo di liberarsi,
lottando con loro padre, ma in due non riuscivano a contrastare lui da
solo.
"Ti ho detto che non devi toccare mio figlio!" tuonò di
nuovo mio padre e si stava per fiondare su Anderson, mentre lui
trascinava i suoi figli per i capelli verso la porta. Ma qualcuno si
mise davanti a lui.
"Di qui non esce nessuno." Ordinò una figura maschile, le
braccia incrociate al petto.
Solo in quel momento mi ricordai che avevamo qualcuno dalla nostra
parte. Qualcuno che se n'era stato fermo tutto quel tempo.
"Perché non sei intervenuto prima?" gli urlai contro con
rabbia.
Mike sembrò davvero dispiaciuto. "Scusa, Kurt. In teoria non
potrei intromettermi nelle questioni famigliari, ma visto che la cosa
sta degenerando e voi siete ormai dei nostri amici, non posso non
intervenire." rispose. Poi mi fece un occhiolino. "E inoltre, poi mi
sarei dovuto sorbire le ire di mia moglie se non fossi intervenuto a
salvarvi ma soprattutto a salvare il vostro matrimonio..." aggiunse.
Tina gli diede una gomitata nelle costole. "Michael Robert Chang! Ti
avevo detto di non comportarti da bambino!" lo sgridò.
"Ch-Chang?" chiese mio padre sgranando gli occhi. "Quel Chang?"
Mike aggrottò la fronte. "Beh, penso che non ci siano altri
Chang oltre a me e mia moglie, quindi credo di sì." sorrise.
Il padre di Blaine rise nervosamente. "Gli Antichi? Siete andati a
chiamare gli Antichi?" domandò.
"Era l'unico modo." dissi semplicemente io. Mio padre si
inchinò, imitato da Finn e Carole, e fece cenno alle guardie
di lasciar andare Sam e Puck, che mi affiancarono, e di inchinarsi a
loro volta.
Il padre di Blaine non sembrava invece voler lasciarli andare.
"Li lasci." ordinò Mike.
"Non mi importa se sono gli Antichi a dirmelo, ma io faccio quello che
voglio dei miei figli."
In un secondo Mike gli fu addosso, uno sguardo minaccioso in viso che
spaventò anche me. "Ho detto li lasci." soffiò
contro il suo viso.
Anderson non se lo fece ripetere, lasciò andare Blaine e
Cooper e fece cenno alle guardie di fare lo stesso con Britt e San.
Tutto, però, senza mai distogliere lo sguardo da quello di
Mike. "Volete sposarvi e avete gli Antichi dalla vostra parte? Bene. Io
me ne vado." annunciò prima di trascinare le proprie guardie
fuori dalla porta e sparire.
Cooper fece per inseguirlo, la mascella serrata e gli occhi infiammati
dalla furia. Ma Blaine lo fermò. "No. Lascialo andare."
"Blaine. Dopo tutto quello che ci ha fatto!"
"Io non sono lui. Non punisco la gente."
"Blaine! Ci ha torturato! E lo rifarebbe!"
"Non tornerà. E se lo farà, beh allora ce ne
occuperemo." replicò Blaine deciso.
"Io l'avrei distrutto." borbottò Santana sistemandosi i mini
shorts che si erano stropicciati nella lotta. Quando notò lo
sguardo fulminante di Blaine abbassò gli occhi. "Scusa."
"Blaine ha ragione." annuii.
"Non so perché ma ho come questo strano presentimento che
diventerete due ottimi regnanti." tornò a sorridere Mike.
"Lo spero." disse mio padre alzandosi.
Lo guardai incerto. "Papà?"
"Mi spiace, Kurt, se non sono intervenuto prima a sostenerti. Sono
stato un codardo. Ma...non potevo permettermi un'altra guerra contro
Anderson. Avremmo perso. E non so...non so se..."
"Non importa, papà. Perché d'ora in poi non ci
saranno più guerre. Ci sarà solo pace."
"E libertà di matrimonio?" chiese Santana.
"Che domande!" rispondemmo all'unisono io e Blaine.
"E cibo gratis??" domandò Puck.
Alzai gli occhi al cielo, dandogli un pugno sulla spalla. "Scemo."
Risero tutti, anche mio padre.
"Quindi approva il matrimonio?" domandò Mike.
Mio padre annuì. "Sì. Sì, certo. Sono
stato proprio un codardo. Come ho potuto lasciare che quello stronzo ti
trattasse così, vi trattasse così." si corresse
indicando Blaine e Cooper.
"Beh, allora non resta che organizzare e celebrarare il matrimonio!"
sorrise Mike.
"Oh, ma di quello immagino se ne voglia occupare lo sposo stesso!" si
intromise Carole. "Ha organizzato il nostro alla perfezione!"
Arrossii leggermente alle parole della mia matrigna. In fondo mi era
sempre piaciuta. Poi mi ricordai di una cosa. Loro non sapevano che io
fossi gay, eppure non mi sembravano stupiti per niente di me e Blaine.
"Papà...tu...cioè...non ti sorprende il fatto che
a me piaccia Blaine?" domandai incerto.
Mio padre inarcò un sopracciglio per poi scoppiare a ridere.
"Cosa?"
"Tu...tu sapevi già che io sono-che io sono..."
"Gay?" concluse mio padre. "Certo che lo sapevo! Anche se devo
ammettere che è stata sì una sorpresa sapere che
ti piace Blaine!" ammise guardando Blaine che sorrise timidamente.
"Anche perché pensavo fossi innamorato dell'altro!"
Sia io che Blaine scoppiammo a ridere mentre Cooper metteva il broncio.
"Io sono etero!" mormorò.
"Scusa, figliolo. Non avertene a male....è quel fascino da
principe azzurro che pensavo avesse fatto colpo anche su mio figlio..."
Risi ancora più forte, sostenendomi a Blaine che rideva
più di me.
"Principe azzurro?" chiese Cooper illuminandosi. "Mi ha dato del
principe azzurro!" esultò. "Qualcuno che capisce il mio
fascino!"
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" ci chiese mio padre.
"Nah, lascia che si esalti un po'." scossi io la testa.
"Ah-ah! Io sono il principe azzurrooo!!!" cantilenò Cooper.
"E noi diventeremo reee!!" rispose Blaine.
"Sì, ma io resterò il principe azzurro e
conquisterò tutte le principesse che voglio!" fece in modo
infantile. "Ora, se non vi dispiace. Mentre voi pensate a cosa inutili
come organizzare un matrimonio, io me vado alla ricerca di una
pulzella..."disse uscendo dalla stanza drammaticalmente.
Restammo tutti a bocca aperta a guardarlo. "Si ricorda, vero, che c'era
anche lui durante questo viaggio ed è passato anche lui
attraverso tutta questa merda?" domandai con un sopracciglio inarcato.
"Spero si ricordi almeno che è uno dei testimoni..."
sospirò Blaine.
"Ce ne occupiamo noi." si intromise Sam.
"Tanto se restiamo qua, Kurt inizia ad urlarci contro." aggiunse Puck.
"Già. Acuta osservazione!" li canzonai. Ci pensai un attimo
poi mi rivolsi a Carole. "Carole, potresti far vedere il nostro salone
a Brittany, Santana e Tina. Ci aiuteranno con i preparativi!"
Carole esitò. "Stai dicendo che-che posso aiutarvi anch'io?"
mi domandò confusa.
"Certo!" le sorrisi. "Voi andate avanti. Vi raggiungo subito. Voi
uomini..." guardai Blaine, Mike e mio padre. "Beh, fate quello che
volete!"
Annuirono e mio padre iniziò a chiedere quale fosse lo sport
più praticato in Italia a Mike. Tipico di mio padre parlare
di sport. Ma Mike e Blaine sembravano divertirsi. Uscirono dalla stanza
dopo le ragazze, seguiti poi dalle guardie di mio padre. Mi voltai
verso l'unica persona rimasta: Finn. Lui sussultò appena,
probabilmente ancora intimorito e si rese conto solo quando gli fui a
pochi centimetri di distanza che non c'era più nessun'altro.
"Finn." Si irrigidì appena, ma non distolse lo sguardo. "So
che probabilmente non andremo mai pienamente d'accordo, ma...spero tu
mi possa essere fedele. Non ti punirò, ovviamente, non te lo
meriti, infondo, dato che immagino tu avessi appena detto di me e
Blaine a mio padre e ad Anderson..." Annuì. "...ma non
voglio nemmeno che mio fratello mi tradisca."
Finn scosse la testa. "No. Non ti tradirò Kurt. E hai
ragione. Probabilmente non andremo mai pienamente d'accordo,
ma...proverò ad essere un fratello migliore." Penso che
quello che cercò di rivelgermi fu un sorriso, ma non gli
venne molto bene.
Comunque gli sorrisi anch'io. Mi avviai verso la porta e lui mi
seguì. Gli diedi una leggera gomitata, stuzzicandolo. "E
perché hai aspettato così tanto a fare la spia?"
chiesi.
"Non lo so..." scosse le spalle.
"Non è che in realtà, io un po' ti piaccio? Come
fratello, intendo..." mi corressi.
Stavolta mi rivolse un vero sorriso. "Può essere..."
Gli sorrisi di rimando. "Ah! Lo sapevo che nessuno può
resistere anche al MIO fascino da principe azzurro!" lo canzonai
ridendo.
"Oh, ma sta' zitto!" rise anche lui.
Mi scuso per il ritardo ma sono stata
un po' impegnata e la depressione post-Europei mi aveva un po'
bloccata. Ma ora sono di nuovo qua, con quello che penso sia il
terzultimo capitolo! E sì, alla fine il padre di Blaine
scappa e sinceramente non ne voglio più sapere, immagino
nemmeno i fratellini Anderson, mentre il caro e vecchio Finn ho deciso
di perdonarlo! Spero non sia troppo lungo come capitolo.
Alla prossima! :)
Sil
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Capitolo 13 *** XIII ***
XIII
Con
Carole, Santana, Brittany e Tina iniziai a sistemare e decorare il
salone più grande del castello. Mio padre ci mise a
disposizione anche alcune delle sue guardie del corpo. Volevo
qualcosa di allegro e colorato, così optai per fiori di
vario genere, girasoli, violette, tulipani e, ovviamente, le
margherite, i fiori preferiti di mia madre. Santana disse che il
fioraio da cui era andata l'aveva guardata decisamente male dato che
aveva praticamente portato via metà negozio, ma i soldi non
ci mancavano e non aveva protestato. Oltre ai fiori volevo candele.
Molte candele. Stavolta mandai Finn a prenderle, "Di tutti i colori,
Finn. E anche alcune profumate." gli avevo detto. Mi sembrò
un po' confuso ma annuì, tornando dopo un quarto d'ora con
un centinaio di candele. Gli dissi di andare gli altri uomini di casa
per aiutarci, mentre io e le ragazze studiavamo il salone per decorarlo
al meglio.
"Possiamo essere d'aiuto?" domandò Blaine entrando e seguito
dagli altri.
"Sì, certo." Mi schiarii la voce iniziando ad indicare a
destra e a manca. "Allora, innanzitutto, un'ora prima della cerimonia
voglio che accendiate tutte le candele che adesso vi farò
sistemare. Poi, papà, questi arazzi devono sparire. E non
intendo solo per la cerimonia, per sempre. Sono orrendi. Poi, uhm
vediamo, abbiamo un lungo tappeto rosso, vero? Perché se no
serve qualcuno che ne vada a prendere uno. Fiori e candele ci sono
già, ma non bastano. Forse...delle ghirlande e... qualche
effetto speciale! Britt!" Mi voltai verso di lei. "Hai qualche
incantesimo che faccia comparire come dei fuochi d'artificio ma senza
mandare a fuoco tutto il castello."
Aggrottò la fronte pensierosa, rivolgendomi poi un sorriso.
"Potrei avere qualcosina...ma non ti dico nulla! Sarà una
sorpresa." mi fece l'occhiolino e le sorrisi ampiamente.
"Perfetto. Oh! Anche un'altra cosa. Mi servono anche degli uccelli.
Colombe, precisamente. E glitter, molto glitter da dar loro come cibo
in modo che non sporchino quando fanno i loro bisognini..."
"Non penso funzioni così..." mi interruppe Carole un po'
incerta.
"Come no? Certo!" risi io. "Se no come potremmo far volare cento
colombe mentre io e Blaine ci baciamo??"
"Ehm, penso che Carole abbia ragione, Kurt." intervenne Britt. "Lascia
che pensi io anche alle colombe...che non saranno vere e proprie
colombe, solo ologrammi molto somiglianti ma che non sporcano."
"Geniale!
Grazie Britt!" lei mi fece un altro occhiolino. "Allora, avete capito
tutto?" domandai voltandomi finalmente verso Blaine e gli altri. Solo
in quel momento mi accorsi dei loro sguardi confusi e perplessi. "Che
c'è?"
"Non so gli altri, ma io ho capito solo che vuoi tante candele e degli
uccelli!" rispose Blaine grattandosi il retro del collo.
"E che i miei arazzi sono orrendi!" si lamentò mio padre.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando. "Ok, ok. Vi darò un
ordine alla volta. Allora. Gli arazzi. Sam, Puck. Toglieteli e fateli
sparire. Voi due." aggiunsi indicando due guardie che annuirono.
"Auitateli."
"Dove dovremmo farli sparire esattamente?" chiese Sam.
"Uhm, non lo so..."
"Scantinati" rispose mio padre. "Lasciateli là. Non importa
se mio figlio li ritiene orrendi, io li voglio comunque tenere per me!"
borbottò.
Sorrisi scuotendo la testa. "Che scantinati sia!"
"Ricevuto!"
"Poi, il tappeto rosso! Carole, ti ricordi se ne abbiamo uno, da
qualche parte?"
"Mi sembra di sì. Nello sgabuzzino del quarto piano, se non
ricordo male..."
"Perfetto. Finn, vallo a cercare, per favore."
Finn mi guardò un po' esitante. "Ehm, che tappeto serve
esattamente? Cioè, piccolo, grande...? Per non portarti
quello sbagliato..."
"Ok, ci penso io." rise Carole. "Ma puoi sempre aiutarmi." aggiunse
prendendo un braccio Finn.
Sospirai, ignorando la assurda domanda di Finn. "Dimenticavo! Le sedie!
Servono tutte le sedie che possediamo per gli ospiti."
"Ospiti?" domandò Blaine.
"Certo. Pensavi ci sposassimo davanti a dei topi?" domandai inarcando
un sopracciglio.
"N-no, certo che no, solo che...chi-chi invitiamo esattamente?" chiese
arrossendo.
"Beh, in prima fila avremo i nostri testimoni e damigelle d'onore. Poi
tutti i nostri parenti e amici. E infine tutte le famiglie
più importanti dei nostri clan che ci stanno in questo
salone. Tutti gli altri potranno aspettare fuori dal castello.
Assisteranno solo alla parata finale, mi spiace, ma non penso ci stiano
tutti e due i nostri clan nel nostro salone..." Blaine
abbassò lo sguardo scuotendo la testa. "Lo so, Blaine, mi
spiace, ma davvero, non ci stanno tutti..."
"Non è quello..." sussurrò.
"Cosa...?"
"Kurt, seriamente?" si intromise Cooper.
"Cosa??"
"Secondo te...il nostro clan verrebbe al vostro matrimonio? Senza
contare i nostri parenti!" si scaldò.
Avrei voluto prendermi a sberle. Io ero tutto contento e pensavo solo a
preparare tutto, ma non avevo considerato il fatto che dalla parte di
Blaine non ci sarebbe stata molta partecipazione. O addirittura,
nessuna partecipazione. Deglutii, ragionando velocemente. "Beh...beh
dovranno adattarsi e venire comunque..." dissi scuotendo le spalle.
Cooper e Blaine risero all'unisono. Una risata triste, non come quelle
che amavo. "Adattarsi? Mio padre è scappato via dicendo di
non voler più avere a che fare con me! E immagino sia
tornato al castello ad annunciare a tutti quanto i suoi figli siano dei
pezzi di merda e che non devono assolutamente starli ad ascoltare.
Anzi, probabilmente, avrà ordinato a tutti di andarsene da
castello in modo che a noi non resti un altro clan da unire al tuo! Non
penso proprio che qualcuno vorrebbe mai partecipare al matrimonio del
presunto grandioso principe che per di più si scopre essere
gay! E non farmi inziare a parlare dei miei parenti! Andare allo
stupido matrimonio del principe gay? Seriamente? In quale universo
pensi che possa succedere?" C'era rabbia nella sua voce, sempre
più alta. E la cosa non mi piaceva. Non mi piaceva per
niente. E nemmeno l'aggettivo 'stupido' riferito al nostro matrimonio
mi era piaciuto.
"Stupido? Il nostro matrimonio, che per la cronaca io progetto da non
so quanti anni e che sto organizzando al momento, sarebbe stupido?"
Blaine spalancò gli occhi, forse realizzando l'errore. "No,
NO! Non è quello che intendevo dire! Kurt..."
"Non posso crederci...pensavo fossi contento che finalmente potessimo
stare assieme senza più doverci nascondere! Pensavo che dopo
tutto quello che abbiamo passato non rinunciassi così
facilmente al nostro matrimonio!" gridai anch'io. Solo poi realizzai
quanto stupido e avventato ero stato.
"Kurt! Non è quello che volevo dire! Certo che voglio
sposarmi! Io non..."
"Beh, a me non sembra!"
"Abbiamo trovato il...uhm...tappeto..." annunciò Finn
ammutolendosi notando me e Blaine litigare e tutti gli altri presenti
praticamente pietrificati.
"Beh, non servirà più. Non ci sarà
nessun matrimonio..." replicai seccato, iniziando a correre verso il
portone della sala, urtando forte Blaine contro la spalla, facendolo
quasi cadere.
"Kurt!" sentii parecchie voci richiamarmi, tra le quali anche quella di
mio padre, ma non mi voltai.
"KURT! Fermati!" A quella voce mi bloccai, sull'uscio, le spalle ancora
rivolte a tutti gli altri. "Spiegami come puoi pensare che io consideri
stupido il nostro matrimonio? Spiegamelo, perché, davvero,
non potresti avere più torto di coì..."
"Ma hai detto..." replicai voltandomi. Non mi ero nemmeno accorto che
come al solito mi ero lasciato prendere dall'emozione e avevo
già le lacrime agli occhi.
"Hai frainteso, Kurt! Ho detto che secondo i miei parenti è
stupido, non secondo me! Per me...per me è la cosa
più importante, in questo momento! TU sei la cosa
più importante! Per te ho fatto il giro del mondo. Ho
rischiato la vita. Ho rischiato di perdere te e sai benissimo cosa
avrei fatto se fosse successo. E per te sto rinunciando alla mia stessa
famiglia! Non mi interessa di loro se ho te!"
"E me..." provò a intromettersi Cooper, ma venendo ignorato.
"E' questo quello che intendevo. So benissimo che non verrebbero mai al
nostro matrimonio. Ma non importa, ok? Potremmo sposarci davanti al
mondo intero o solo davanti alle persone presenti in questo momento e
per me non farebbe nessuna differenza, perché l'unica cosa
che conta sei tu, Kurt. Quindi, ti prego, spiegami come puoi anche solo
pensare che io ritenga il nostro matrimonio stupido, uh? Come potrei,
Kurt?" Sussurrò l'ulitma frase, fissandomi dritto negli
occhi e, wow, quand'è che si era avvicinato così
tanto a me? Ero così attento alle sue parole che non mi ero
accorto che era a soli pochi centimetri di distanza da me. Mi rivolse
un sorriso incerto, prendendomi per le spalle. "Hey, calmati, ok?
Voglio sposarti, Kurt. Lo voglio più di ogni altra cosa, mi
hai capito?" Dalle mie spalle, le sue mani passarono alle mie guance. I
suoi pollici ruvidi asciugarono le lacrime che inconsapevole avevo
lasciato scorrere. "Kurt? Di' qualcosa..." mi scosse appena e fu quello
a farmi scoppiare.
"Mi dispiace! Blaine, mi dispiace tantissimo! Sono uno stupido,
coglione...io...non avrei dovuto aggredirti così! Mi
dispiace! Sono così agitato e preoccupato che tutto sia
perfetto che non ho pensato a te...a quanto hai rinunciato e quello che
fai per me e...sono davvero uno stupido...e poi quando ho sentito
'matrimonio' e 'stupido' vicini sono andato nel panico e..." iniziai a
blaterare tirando su con il naso e lasciando che Blaine mi asciugasse
di nuovo le lacrime.
"Hey, hey, calmati. E' tutto ok. Calmati. Anch'io sono agitato, ma
andrà tutto bene. E sarà tutto perfetto
perché anche se non ho capito praticamente la
metà delle cose che vuoi fare, sono certo che
sarà tutto perfetto! E ti ripeto, per me tu sei l'unica cosa
che conta, davvero!" mi sorrise, stringendomi di più il
volto. Sentimmo qualcuno sospirare. "Ok, ok. Forse anche i nostri amici
e la tua famiglia sono piuttosto importanti..." aggiunse ridendo. "E
sì, persino Cooper!" Cooper, da qualche parte alla mia
destra sospirò felicemente stavolta, sussurrando un
'Finalmente' fin troppo udibile. "A volte saranno fastidiosi e ci
interromperanno sempre sul più bello, ma...hanno rischiato
la loro vita per noi. E la tua famiglia ti ama. E io non posso che
amare chi ama te..."
"Ehm, grazie per la considerazione..." borbottò Mike, dalla
sua voce, però, potevo immaginare il sorriso sulle sue
labbra.
Blaine si voltò verso di loro. "Veramente, pensavo-pensavo
fossimo amici..." ammise.
Mike sorrise ampiamente mentre Tina cercava di nascondere una lacrima.
"Aww, siete troppo dolci..."
Anch'io mi aprii in un sorriso, tirando su col naso e abbracciando da
dietro Blaine, appoggiando il mento sulla sua spalla.
"E pensare che mi ero sempre immaginato gli Antichi come dei vecchi
paurosi..." mormorò Finn.
"Finn!" lo sgridò Carole dandogli una pacca sulla spalla.
"Non vi preoccupate!" fece Puck. "Nonno Mike è un
mattacchione!"
Tina scoppiò a ridere come una matta, mentre noi altri
ridacchiavamo sotto i baffi.
"Come mi hai chiamato?" chiese Mike con un soppracciglio inarcato.
"Nonno Mike!" ripeté Tina ridendo di più. "Questa
è bellissima! Davvero!" aggiunse rivolta a Puck alzando una
mano verso di lui. Puck non esitò, dandole il cinque ed
esultando.
"Non ci credo...sfottuto da mia moglie e dai miei nuovi amici...non
è possibile..." si lamentò.
"Oh, ma se ti stai divertendo come un pazzo!" scosse la testa Tina
senza smettere di ridere.
Anche Mike rise. "E' così evidente?"
E in un attimo era tornato tutto alla normalità. Non potevo
credere di aver rischiato di mandare a rotoli il mio matrimonio. Per
fortuna avevo Blaine. La mia roccia. Lo strinsi più forte,
baciandogli il collo. "Ti amo" gli sussurrai all'orecchio.
"Anch'io." mi rispose, girando la testa e baciandomi sul naso.
"Bene, ora che vi siete calmati e sono sicuro non farete più
cazzate, che ne dite di continuare con i preparativi, mentre io e
Blaine andiamo a chiamare la gente del suo clan?" disse Mike. Sentii
Blaine irrigidirsi sotto di me.
"Ma..." iniziò Cooper.
"Sì, ho sentito quello che ha detto, ma tentar non nuoce,
giusto? Se vorranno venire saremo tutti più contenti, se non
vorranno venire, avremo più vampiri vaganti e un clan solo.
Cosa ne dici?"
Blaine si rilassò. "Hai ragione. E poi mi sono appena
ricordato che ci sono delle certe persone a cui abbiamo promesso
avremmo fatto sapere qualcosa..."
"I lupi!" gridai, il pensiero dei nostri amici che mi balenò
in testa come Blaine l'accennò. "Come abbiamo fatto a
dimenticarci di loro? Dobbiamo invitarli per forza! Ma dobbiamo farlo
in fretta. Voglio sposarti entro la fine della notte!"
"Allora sarà meglio muoverci!" annunciò Blaine
staccandosi da me, baciandomi velocemente sulle labbra e avviandosi
verso la porta.
"Aspettate, lupi?" chiese mio padre.
"Sì, sono a posto, papà. Sono dei ragazzi
simpaticissimi e ci hanno salvato la vita. E poi il profumo delle
candele coprirà il loro odore, quindi non c'è da
preoccuparsi."
"O-ok..."
"Perfetto. Ora muovetevi!" incitai Blaine e Mike che sorrisero, uscendo
dalla stanza. L'ora che seguì fu un po' frenetica, io e le
ragazze che pensavamo e davamo ordini ai ragazzi che tra uno sbuffo e
l'altro sistemavano sedie, fiori e candele. Infine, Cooper e Finn
stesero il lungo tappeto rosso che collegava l'estremità
della sala dove Mike ci avrebbe sposati e l'entrata. Nel frattempo, mio
padre aveva riunito tutto il regno, annunciando il mio matrimonio.
Qualcuno ne rimase sorpreso e perplesso ma tutti esultarono,
preparandosi al grande evento con entusiasmo.
"Ora manca solo il vestito!" mi fece quasi spaventare Santana
prendendomi per le spalle e spingendomi verso la porta. "Non vorrai
mica sposarti in jeans e maglietta?"
"Certo che no! Ho l'outfit perfetto!" replicai quasi offeso.
"Bene. Cooper, tu occupati di Blaine. Spero di potermi fidare di te. Di
sicuro hai più stile di lui..."
"Ovvio che puoi fidarti di me. Ci penso io a lui. Li raggiungo, lo
vesto per bene e ve lo riporto."
"Oh, e intanto che ci sei, fai una corsa anche a casa mia e di Britt e
portaci i nostri vestiti, per favore..."
"Tesoro, così mi offendi..." fece mettendo il broncio
Brittany. "I nostri vestiti ce li ho io!"
"A volte mi scordo che la mia ragazza è la strega
più bella, intelligente e perfetta sulla faccia della
terra!" sospirò felicemente Santana.
Brittany sorrise, baciandola sulla guancia.
"Io mi occupo di questi altri signori, dato che non penso se la possano
cavare da soli." disse Carole indicando mio padre, Finn e Sam e Puck,
che alzarono gli occhi al cielo ma la seguirono. Mentre Cooper usciva
per raggiungere Blaine e Mike, io, San, Britt e Tina ci chiudemmo nella
mia stanza. Mostrai loro il mio vestito che avevo fatto due anni prima,
dopo anni e anni di disegni e modifiche. Mi aiutarono a vestirmi e io
aiutai loro - Tina aveva portato il suo vestito con
sè in un borsone che non avevo notato prima -
complimentandomi. Erano perfette, le damigelle che avevo sempre
immaginato. E anche Tina era bellissima. Per non parlare di me che,
ovviamente, ero perfetto come al solito. Che modestia, eh? Beh, in ogni
caso era davvero tutto perfetto. Finché un bussare frenetico
non ci fece sobbalzare.
"Chi è?" chiesi.
"Cooper!" gridò lui. "Fammi entrare!"
Un po' perplesso aprii la porta. "Cosa...?"
"Abbiamo un problema! Cioè non è un problema.
Anzi, è fantastico! Voleva venire Blaine a dirtelo ma
sappiamo quanto tu ci tenga a queste cose e abbiamo immaginato non
volessi che ti vedesse prima del matrimonio così sono venuto
io!" disse tutto di un fiato e mi ci volle tutta l'attenzione possibile
per capire cosa stesse dicendo.
"Problema?" Sì, in realtà mi ero fermato alla
prima frase.
"Non è un vero e proprio problema, te l'ho detto..."
"Si può sapere di cosa stai parlando?"
"I nostri sudditi, i nostri parenti...persino nostra madre! Ci hanno
difeso! Sono dalla nostra parte! Quando Blaine e Mike sono arrivati al
castello, nostro padre stava cercando di convincere tutti ad andarsene,
come aveva detto Blaine, ma loro non volevano dargli retta. Poi-poi
quando ha visto Blaine ha cercato di distruggerlo, ma tutti e dico
tutti, l'hanno difeso, cacciando nostro padre. Mia madre penso sia
ancora in lacrime tanto le dispiace quello che ci è toccato
passare e si è messa praticamente ad implorarci di
perdonarla. Ma non ce n'era bisogno. Nel momento in cui si sono
rivoltati contro nostro padre, non so Blaine, ma io ho perdonato tutti
quelli che prima ci guardavano male."
Restai a bocca aperta, non sapendo cosa dire. Così mi
limitai ad abbracciare Cooper e sussurrare "Sono così felice
per voi!" al suo orecchio.
"E adesso le famiglie più importanti, come avevi detto, sono
tutte nel salone, insieme ai lupi che Blaine ha invitato. Gli altri
sudditi sono fuori insieme a quelli del tuo clan. Sam e Puck hanno
già acceso le candele ed è tutto pronto."
"Se ne sono ricordati?" chiesi a nessuno in particolare. Sorrisi
ampiamente, sentendo già le lacrime di gioia agli occhi, e
stringendo di più Cooper. "Grazie!"
"Dovere! Ma ora, se non ti dispiace, ho l'altro sposo di cui occuparmi
e che devo tranquillizzare dato che è mezz'ora che continua
a ripetermi 'Mi sposo, Coop! Mi sposo' e sorridere come un ebete!"
Risi alle sue parole, lasciandolo andare. "Ci vediamo dopo."
"Vado anch'io. Devo tenere a bada quel pazzo di mio marito!" disse
ridendo Tina prima di sparire dietro a Cooper.
Mi voltai verso Brittany e Santana sospirando. "Wow. Mi sto per
sposare! Wow!"
Loro risero abbracciandomi. "Già, wow!"
Qualcuno si schiarì la voce dalla porta e gli occhi sopra la
figura di mio padre che mi guardava orgoglioso. "Penso sia
ora...qualcuno ti sta aspettando ed è un po' agitato..."
disse semplicemente porgendomi una mano.
Mi staccai da Britt e San, prendendo la sua mano per poi tirarlo in
abbraccio. "Grazie papà!"
"Ti voglio bene, Kurt."
"Ok, però ora muoviamoci davvero se no Blaine muore
d'infarto!" ci interruppe Santana.
Annuii, lasciando andare mio padre e seguendolo giù per le
scale, le mie damigelle dietro di noi. Arrivati alla porta del salone,
due guardie l'aprirono per noi, facendoci entrare. Tutti si alzarono in
piedi e delle spirali iniziarono a scoppiettare sopra le nostre teste.
Immaginai fosse opera di Britt e l'occhiolino che mi rivolse me lo
confermò. Fece comparire anche dei cesti colmi di petali
rossi che si gettavano da soli davanti a noi, anche se poi si
mimetizzavano con il tappeto rosso sotto i nostri piedi. Arrivati a
metà sala notai un gruppo di persone che si agitava e mi
salutava. Non mi ci volle molto per riconoscere i lupi e sorridendo, li
salutai con la mano. Fortunatamente avevano avuto la decenza di
indossare delle magliette, anche se risaltavano comunque in mezzo a
gente vestita elegantemente. Quando arrivai finalmente
all'estremità, lo vidi. Blaine. L'amore della mia vita.
L'uomo che stavo per sposare. Ed era bellissimo. Perfetto. Cooper o
chiunque l'avesse vestito ed aiutato a prepararsi aveva fatto un
eccellente lavoro. Ma non era solo quello. Era come un qualcosa che
emanava Blaine stesso. Per un attimo pensai che scintillasse, ma scossi
la testa, cercando di tornare alla realtà e affiancandolo,
davanti a Mike e Tina che ci sorridevano dolcemente. Mio padre mi
lasciò andare il braccio, raggiungendo Carole, Finn e sua
moglie Rachel nella prima fila. Mentre dall'altra parte c'era la madre
di Blaine con alcuni dei suoi parenti, compresa la famiglia di Santana.
Ai nostri lati c'erano Sam, Puck e Cooper, mentre San e Britt si
fermarono alla mia destra.
"Hey." mi salutò Blaine.
"Hey." risposi senza fiato.
"Sei bellissimo."
"Anche tu."
"Bene. Ora che anche l'altro sposo è arrivato, penso che la
cerimonia possa iniziare!" annunciò Mike. Presi la mano di
Blaine, girandoci entrambi a guardare Mike, che continuò.
"Immagino voi tutti sappiate chi sono e che poteri ho. E sono davvero
felice di sposare questi due pazzi ma così felicemente
innamorati giovani vampiri. E per chi avesse ancora dei dubbi,
sì, sono due ragazzi dello stesso sesso e no, non vi deve
importare questa cosa!"
"Mike..." lo richiamò pianissimo Tina mentre io e Blaine
ridevamo.
"Ehm, come dicevo, sono davvero, davvero felicissimo di celebrare
questo matrimonio, ma...seriamente, non possiamo passare direttamente
alla fase in cui vi dichiaro mariti e vi potete marchiare e poi
baciare?" chiese arricciando il naso.
"Mike!" lo richiamò più forte Tina, facendo
ridere anche alcuni invitati.
Annuii. "Vai pure."
"Perfetto. Blaine Anderson, vuoi prendere Kurt Hummel come tuo sposo
per sempre?"
Blaine si voltò verso di me, stringendomi entrambe le mani
nelle sue, i nostri sguardi non si sarebbe staccati per nessuna
ragione. "Più di ogni altra cosa al mondo. Voglio svegliarmi
ogni tramonto al tuo fianco, Kurt. In un vero letto e non nascosti in
una grotta. Voglio poterti baciare davanti a tutti e mostrare al mondo
quanto io sia fortunato ad avere il marito perfetto, l'uomo
più bello, straordinario e stupendo al mondo. E voglio che
sia reso ufficciale, anche se lo sapevo già quando ci siamo
incontrati ed innamorati cinquant'anni fa. Voglio essere tuo per
sempre, Kurt Hummel."
Mike fece un cenno e Blaine si sporse verso di me, verso il mio collo,
finché le sue labbra fredde toccarono la mia pelle. L'avevo
visto fare un altro paio di volte oltre che al matrimonio di
papà e Carole, ma ora che stava per succedere a me era
completamente diverso. Trattenni il fiato e chiusi gli occhi. La Marchiatura. Noi
vampiri non usiamo degli anelli per simbolizzare la nostra unione come
fanno gli umani. Noi usiamo la Marchiatura.
Un semplice, lieve morso da parte della persona che si ama. Ecco il
simbolo dell'unione per noi vampiri. Sentii i denti di Blaine
perforarmi la pelle dolcemente. Li estrasse dopo pochissimi istanti,
leccando poi i due buchi che avevano lasciato. Gemetti per la
sensazione piacevole del fiato di Blaine sopra la mia pelle ancora
sensibile per poi sentire le sue labbra arricciarsi in un sorriso e
lasciare un dolce bacio sul Marchio, prima di staccarsi da me e
sorridermi ampiamente, le lacrime agli occhi.
Mike si schiarì la voce. "Benissimo. Kurt Hummel, vuoi
prendere Blaine Anderson come tuo sposo per sempre?" domandò
rivolto verso di me.
Annuii. Non mi ero scritto i voti, nè ci avevo pensato a dir
la verità. Perché ero certo che avrei saputo cosa
dire. "Lo voglio così tanto che mi manca il respiro. E lo so
che è stupido dato che a noi vampiri non serve davvero
respirare, ma è quello che mi succede ogni volta che ti
vedo. Mi lasci sempre senza fiato. E ti amo così tanto,
Blaine, che a volte fa male. Ma un male buono. Ti amo così
tanto che voglio passare ogni secondo con te. E tutte le cose che hai
detto...sono perfette e le condivido in pieno. Voglio che l'uomo
più bello, coraggioso, forte e perfetto al mondo sia mio.
Per sempre. E io voglio essere tuo. Per sempre."
Senza aspettare il cenno di Mike, presi Blaine per le spalle, cercando
di portarlo più vicino a me possibile per poter baciare il
suo collo. Separai le mie labbra, lasciando che i miei canini si
allungassero e penetrassero la sua pelle delicatamente. Li estrassi
quasi subito, per paura di fargli male e, come aveva fatto lui, lasciai
un dolce bacio sulla ferita. Riportai lo sguardo su di lui, sorridendo
probabilmente come un ebete, ma anche lui lo stava facendo, quindi mi
consolai. Le dita delle nostre mani tornarono ad intrecciarsi e senza
altri indugi, Mike annunciò:
"Blaine Anderson, Kurt Hummel. Vi dichiaro ufficialmente marito e
marito! E ora baciatevi che non vedo l'ora di vedervi all'opera!"
scherzò guadagnandosi altre risate dagli ospiti oltre che da
noi. Volevamo baciarci entrambi così tanto che le nostre
labbra si incontrarono a metà strada. Blaine aprì
le labbra permettendo alla mia lingua di entrare e accarezzargli il
palato. Sciolsi le mie dita dalle sue, portandole tra i suoi ricci e
stringendolo forte a me. Anche lui fece lo stesso e ci ritrovammo
ingarbugliati l'uno nell'alltra, talmente vicini che era come se
fossimo la stessa persona. Sentii qualcuno esultare e fischiare,
probabilmente i nostri amati testimoni, ma non mi staccai da Blaine,
continuando a baciarlo. Era un bacio talmente passionale che quando
finalmente ci staccammo dopo un paio di minuti, le nostre labbra erano
rosse e i nostri fiati corti. Ci sorridemmo come degli ebeti, senze
lasciare andare la presa.
"Questo sì che era un bacio!" commentò Mike. Io e
Blaine ridemmo, abbracciandoci di nuovo e in un attimo c'erano altre
braccia attorno a noi, troppe per distinguere chi era chi. Tutti
stavano esultando e per un secondo riuscii a scorgere le colombe che
ancora svolazzavano sopra le nostre teste. Ero davvero felice in quel
momento. Uno dei momenti più belli della mia lunga vita. Uno
dei tantissimi momenti belli della mia vita. Perché da quel
momento in poi, come succede nelle favole, vivemmo per sempre felici e
contenti.
Ed eccomi di nuovo qui, in ritardo come al solito! Mi spiace :\ E lo so
che avevo detto che ci sarebbero stati altri due capitoli, ma alla fine
sono riuscita a farci stare tutto in un capitolo solo, anche se
è molto più lungo del solito. Spero non sia un
problema :) Ma non è tutto! Non sono ancora sicura di come
impostare la cosa e se sarà una shot o un paio di capitoli,
ma potrei scrivere una specie di prequel, con il loro incontro a quella
famosa cena dei loro clan. Quando si sono innamorati, in poche parole
:) Vi avviso, però, che non so quando riuscirò a
pubblicarla, dato che devo ancora pensare a tutto e scriverla. In ogni
caso alla prossima! :)
Sil
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