Forever and ever

di spontaneoussoftassertive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***



Capitolo 1
*** I ***




I


Era da un paio di mesi che ci pensavo e avevo finalmente preso la mia decisione. Io e Blaine stavamo assieme da ormai mezzo secolo, tempo relativamente breve per due vampiri, ma sufficente per farmi capire che volevo passare il resto dell'eternità con lui. Renderlo ufficiale. Sposarci, insomma. Così gli avevo detto che quella sera ci saremmo trovati per fare una passeggiata. Come al solito. L'avrei aspettato sopra la quercia che troneggiava davanti al suo castello. Come al solito. Attesi che il sole calasse e mi incamminai, raggiungendo la pianta e arrampicandomi sopra. Passarono quasi trenta minuti prima che uscisse dal portone. Lo osservai mentre scrutava l'albero alla mia ricerca. Aveva indosso una camicia blu notte, gli ultimi bottoni lasciati slacciati che facevano intravedere il suo petto muscoloso sopra il quale ricadeva la catenina con il simbolo del suo clan. I jeans scuri e attillati che gli fasciavano le gambe erano perfetti su di lui. Odiavo quando invece ci incontravamo ufficialmente ed entrambi dovevamo vestirci, secondo tradizione, con lunghi mantelli e stupidi cappelli. Anch'io avevo preferito indossare un paio di jeans attillati neri e una maglietta viola, il colore preferito di Blaine. I capelli sparati in aria, come piacevano a Blaine. Mi raggiunse con un balzo, passandosi una mano tra i riccioli scompigliati, liberi dal gel con cui se li doveva imprigionare per farli stare in quegli odiosi cappelli che doveva indossare di solito.
"Ehi"
"Ehi"
"Mio fratello mi copre anche stanotte, ma le sue richieste iniziano ad essere assurde. Due chili di banane. Ti rendi conto? Due chili! Di banane! Cosa se ne fa? Siamo vampiri! Non mangiamo quelle schifezze!" si lamentò perplesso incrociando le braccia al petto.
Sorrisi. "E' tuo fratello. E' normale che ti faccia impazzire con richieste assurde. Però non è così stronzo da non coprirti. E lo sai che rischierebbe volentieri la vita per te! Ti vuole bene, e lo sai!" risposi sistemandomi meglio sul ramo della pianta per ritrovarmi con il naso a due centimetri da quello di Blaine, il suo respiro gelido che si scontrava contro la pelle del mio viso, altrettanto gelida.
"Lo so..." sospirò Blaine allungando la mano destra per andare a prendere la mia sinistra e far intrecciare le nostre dita. "E ti assicuro che ne vuole anche a te e rischierebbe la vita anche per te. Anzi, rischia la vita tutte le volte che mi para il culo. Gli piaci davvero, sai?"
Ridacchiai. "Bene!"
"Tuo fratello, invece?" chiese facendosi serio e stringendomi di più la mano.
Sospirai. Avevo litigato con Finn anche quella sera. Come nelle ultime due settimane. "Mio fratello sta iniziando a dare i primi segni di cedimento. Dice che non ce la fa più a rischiare così. Che se ci scoprono finirà nei guai per colpa nostra..."
"Beh, non ha tutti i torti..."
"Sì, ma pensa solo a se stesso...non gliene frega niente di noi. Lo sta facendo solo perché l'ho minacciato di dire a sua moglie che una volta ha avuto una scappatella con quella Quinn...la bionda, hai presente?"
"Sì, quella con cui mia cugina San ha litigato una volta ad una cena..."
"Sì, lei."
"Beh, ma se continui a minacciarlo...non ci tradirà, giusto?" chiese titubante.
Abbassai lo sguardo sopra le nostre mani unite, sospirando di nuovo. "Non lo so..."
"Ehi, tranquillo..." mi richiamò Blaine facendomi alzare il mento perché i nostri occhi si incontrassero di nuovo. Quando il caramello trovò i miei occhi, mi sorrise dolcemente prima di continuare a parlare. "Io ti amo, Kurt. E lo sai che preferirei morire tra le sofferenze più atroci piuttosto che vivere senza di te...."
Anch'io sorrisi. Lo sapevo. Per questo mi ero deciso di chiedergli di sposarmi. "P-per questo ti ho chiesto di uscire stasera...ti devo chiedere una..." ma non feci in tempo a finire la frase. Entrambi ci pietrificammo, fissandoci intensamente negli occhi, spalancati per la paura. Qualcuno stava uscendo dal portone. Lo sentimmo aprirsi e poi richiudersi. Dei passi veloci iniziarono a risuonare nel silenzio dell'oscurità. Staccai lo sguardo da quello di Blaine per spostarlo oltre le sue spalle per vedere un vampiro servo degli Anderson che camminava veloce, una pergamena in mano. Dopo alcuni minuti, quando fui sicuro che fosse abbastanza lontano e nessun'altro stesse per uscire dal portone, riportai il mio sguardo su di lui. "E-era solo un messaggero..."
"Sicuro?"
"Sì, tranquillo. Ma...è meglio se ce ne andiamo da qua."
"Sì, direi proprio di sì."
Lo presi per il polso e inziai a correre, trascinandomelo dietro. Raggiunto il nostro rifugio segreto mi fermai. Ci chinammo entrambi, entrando nella grotta che mi ero divertito a decorare quella volta che Blaine era rimasto via per due settimane in missione con la sua famiglia. Volevo che fosse accogliente e così era. Avevo rubato un paio di tappeti, due poltrone, un divano letto e uno specchio. Lasciai il polso di Blaine piazzandomi davanti allo specchio per sistemarmi il ciuffo che l'aria mi aveva scompigliato. La momentanea paura mi aveva fatto andare in tilt e avevo perso tutto il coraggio raccolto in quelle ultime settimane per chiedergli finalmente di sposarmi. Stavo prendendo tempo, aggiustandomi il ciuffo con troppa calma e più cura del dovuto. Notai Blaine dietro di me guardarmi con un sopracciglio inarcato e le braccia incrociate al petto.
"Kurt..." mi chiamò piano. Feci finta di non averlo sentito. "Kurt!" In un secondo mi fu alle spalle, il suo fiato contro il retro del mio collo. Mi voltati verso di lui sorridendo.
"Cosa c'è, amore?"
"Mi stavi dicendo una cosa prima..."
"Oh, davvero? Me ne sono scordato!" dalle mie labbra uscì una risatina nervosa. Mi rigirai verso lo specchio, evitando che i nostri occhi si incontrassero, fingendomi particolarmente interessato ai miei capelli.
Blaine, da dietro, mi afferrò forte per le spalle, riportandomi con il viso rivolto a lui. "Kurt...cosa c'è che non va?" disse preoccupato. "S-sicuro che fosse solo un messaggero? Era qualcun altro ma non me l'hai voluto dire??"
"Cosa? No, no! E-era solo un messaggero!"
Allentò leggermente la presa sulle mie spalle, ma sentivo il suo sguardo fisso su di me. "Cosa c'è, allora, che non va? Cosa mi volevi dire prima? Kurt...rilassati."
Non mi ero nemmeno accorto di trattenere il respiro. Per non parlare di tutto il mio corpo, teso come una corda di violino. Alzai appena gli occhi, ma appena trovai quelli di Blaine puntati su di me distolsi di nuovo lo sguardo. "Blaine..."
Blaine spostò le mani sopra le mie guance, alzandomi il viso per impedirmi di guardare di nuovo altrove. "Perché non mi guardi negli occhi? Kurt...davvero. Mi stai facendo preoccupare!"
Sospirai, lasciando finalmente che i nostri occhi si incontassero. Lo sentii rilassarsi appena.
"Kurt...parlami. Lo so che non ti sei dimenticato quello che mi stavi per chiedere prima...dimmelo. Io...io ti amo, Kurt. E lo sai che farei qualsiasi cosa per te. Qualsiasi."
"Sposami." Ecco, l'avevo detto. Senza quasi rendermene conto. Una semplice parola. Sposami. Gliel'avevo chiesto. Mi sentii liberato da un grosso macigno che mi stava sullo stomaco. Qualcosa però non andava. Tutto non andava. I suoi occhi si erano spalancati prima di distogliere lo sguardo abbassandolo a terra. Mi lasciò andare il viso, dandomi le spalle. "Ku-Kurt..."
Mi sentii il mondo crollare addosso. Sapevo i rischi che avremmo corso, sapevo che non potevamo, che era contro i nostri clan, nemici da migliaia di anni, che sarebbe stato impossibile. Ma non pensavo che Blaine avrebbe rifiutato. "Blaine...hai-hai appena detto qualsiasi cosa! Pensavo lo intendessi!" mi scaldai stringendo i pugni lungo i fianchi.
Si voltò di nuovo verso di me, i suoi occhi a pochi di centimetri di distanza dai miei. Minacciosi. Infuocati. "Certo che lo intendevo!" mi sibilò in faccia.
"E allora qual è il problema?" replicai senza distogliere lo sguardo stavolta. Sì. Avevo recuperato tutto il mio coraggio. Ma con il coraggio avevo trovato anche rabbia, frustrazione. Mi sentivo tradito e offeso.
"Qual è il problema? Qual è il problema??? Kurt, cosa cazzo ti passa per la testa?!?" gridò passandosi una mano tra i capelli.
"Hai appena detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me!!"
Blaine rise. Ma non una risata come quelle che amavo tanto. Era diversa questa volta. Scosse la testa. "Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo, Kurt? Te ne rendi conto?" chiese puntandomi un indice contro il petto.
"Certo! Ti ho chiesto di sposarmi! Ti ho chiesto quello che per due mesi ho cercato il coraggio di dirti!"
"E guarda un po' ti ci sono voluti due mesi per trovarlo! A te! Il coraggioso e spietato Kurt Hummel! Chissà perché ti ci è voluto così tanto?! Forse perché sapevi tu stesso che è una cazzata! Un'enorme, madornale cazzata!" Ci stavamo urlando in faccia. Senza quasi aspettare che l'altro avesse finito. Non avevamo mai litigato così.
"Ci ho messo così tanto perché sapevo che sarebbe stato complicato, che avremmo avuto difficoltà..."
"Complicato?? Difficoltà?? Kurt, mi prendi per il culo? I nostri clan sono nemici da millenni! Ogni anno litighiamo per qualcosa. E se si venisse a scoprire della nostra relazione...scoppierebbe una guerra! Pensavo fossi a conoscenza di queste cose...pensavo fossi consapevole che già la nostra storia è una follia assurda.... che probabilmente ci porterà entrambi alla morte...ed è un miracolo che duri da cinquant'anni!"
"No, guarda. Non lo sapevo! Litigo tutte le sere con mio fratello per poi sgattaiolare fuori dalla finestra di camera mia perché odio passare dalle porte!"
Blaine rise. Di nuovo quella risata. Iniziavo ad odiarla. Scosse la testa, dandomi le spalle.
"BLAINE! Guardami quando ti parlo!"
"Non. Osare. Darmi. Degli. Ordini!" replicò voltandosi di scatto e bloccandomi contro il muro. Le sue mani strinsero forte i miei polsi, le sue gambe premute contro i miei inguini per impedirmi ogni movimento. Lottai per alcuni secondi per cercare di liberarmi. Ma lui era più forte di me. Lo era sempre stato. Se poi era arrabbiato era anche peggio. Ringhiai quando mi sollevò da terra, spingendo con un gmito il mio collo contro il muro. I suoi occhi non erano più di quel colore caramellato che amavo tanto. Erano neri. Come la pece.
"Blaine..." mugugnai.
Per fortuna la mia voce sembrò calmarlo. Si accorse di aver esagerato. I suoi occhi tornarono caramellati, anche se comunque più scuri del solito. Mi lasciò andare, allontanandosi di nuovo, sempre dandomi le spalle.
"Scusa" sussurrò.
Mi lasciai crollare a terra. Lo sguardo fisso sul nulla. Adesso avevo il fiatone. Come facevo ad avere il fiatone se a noi vampiri non serve nemmeno respirare? Tirai le ginocchia contro il petto, appoggiandovi la fronte sopra. "Non pensavo...avresti rifiutato...Sei l'unica persona in cui ho davvero fiducia, in cui credo davvero...non-non pensavo mi avresti tradito così..." Senza neanche accorgermene avevo iniziato a piangere. Io. Il principe del famoso clan degli Hummel. Io. Il principe erede al trono. Io. Considerato uno dei più coraggiosi e temuti vampiri di tutto il paese.
"Kurt...Io...I nostri clan..." balbettò rigirandosi verso di me e venendosi a sedere al mio fianco, cercando di prendermi le mani tra le sue. Le allontanai stizzito.
"Non capisci? Non capisci Blaine?"
Tirò su con il naso. Anche lui aveva iniziato a piangere. Ma adesso mi guardava perplesso. "Cosa?"
"Se-se noi ci sposiamo...i nostri clan non saranno più nemici! Se noi ci sposiamo ufficialmente, nessuno potrà mettersi tra noi. Ma soprattutto, se ci sposiamo, diventiamo noi i re. Noi comanderemo su tutto il paese. Così dice la legge! Se il principe erede al trono del clan si sposa diviene automaticamente il re. E se ci sposiamo tra di noi diventiamo entrambi re. E i clan saranno untiti. Tutto lo stato sarà unito. Non saremo più divisi in contee. Non litigheremo più per territori o per invasioni. Blaine. Se noi ci sposiamo...possiamo cambiare tutto!"
Blaine scosse la testa. "Come puoi pensare, illuderti che ci lasceranno sposare...faranno di tutto per impedirlo..."
"Scappiamo in Italia. Là ci sono gli Antichi. Ci facciamo sposare da loro. Non gliene frega niente a loro se siamo di clan nemici...ci sposeranno. E poi torneremo qui. Nessuno si oserà opporre a qualcosa che hanno fatto gli  Antichi stessi. Nè mio padre. Nè tuo padre. Nè nessun altro!"
"E' una follia, te ne rendi conto?"
"Blaine. Lo so. E' rischioso. E' completamente folle. Ma tu stesso prima hai detto..."
"So cosa ho detto. Che preferirei morire piuttosto che vivere senza di te...ma...posso-posso pensarci, Kurt? Per favore?" I suoi occhi erano tornati del solito color caramello e adesso mi guardavano imploranti.
Annuii, finalmente rilassandomi. "O-ok..."
Restammo in silenzio per qualche secondo. Poi anche Blaine si tirò le ginocchia al petto appoggiandovi la testa, scuotendola. "Scusa per prima..." sussurrò "Non avrei dovuto aggredirti in quel modo..."
"Ho esagerato anch'io..." risposi piano. Poi mi voltai verso di lui. Presi il suo viso tra le mani tirandolo su per poterlo guardare dritto negli occhi. Gli spostai un ricciolo dalla fronte per poi aggiungere un "Ti amo" sussurrato all'orecchio, prima di far scontrare le nostre labbra in un dolce bacio.
"Anch'io ti amo, Kurt." soffiò sulle mie labbra, appoggiando la sua fronte contro la mia. Gli occhi chiusi. "Solo...solo una cosa..." Annuii piano. Lui prese un respiro profondo, senza aprire gli occhi. "Se...se io...se io rifiuto...tu mi...mi lascerai, Kurt, vero?"
Aggrottai un sopracciglio guardandolo male. Poi gli tirai un pugno sulla spalla che lo fece cadere di lato. Probabilmente non se l'aspettava, visto che mi stava guardando offeso. "Sei completamente rincoglionito?" gli domandai sbuffando. Lui si ritirò a sedere rivolgendomi uno sguardo perplesso e ferito. "Blaine...innanzitutto...io ti amo. Sono cinquant'anni che ti amo e ti amerò per sempre. E sai che quando dico per sempre intendo per sempre. E poi...credi sia così facile liberarsi del coraggioso e spietato Kurt Hummel???" gli feci il verso incrociando le braccia al petto.
Blaine rise scuotendo la testa. "Mi hai fatto spaventare, cazzo. Non lo fare più!" bofonchiò restituendomi il pugno di prima.
"Scusa..." sussurrai prendendogli il pugno ancora chiuso e baciandogli le nocche. "E...Blaine..."
"Mmm?"
"Se...se mi dirai di no...beh, continueremo a trovarci di nascosto, consumando il nostro amore in una grotta sperduta nella foresta, andando contro quelle fottutissime leggi dei nostri clan e l'odio che li divide...tu sai poi perché si odiano tanto?"
"Ho provato a chiederlo a Coop una volta ma non mi ha saputo rispondere..."
"Tutta colpa di uno stupido tradimento. O così si suppone. Qualche volta ti racconto tutta la storia. Comunque è una cosa stupida secondo me..." risi sarcasticamente. "Come d'altronde tutto quello che succede tra i nostri clan. Seriamente, come si può litigare per una pianta? Chissene frega se sta nel territorio degli Hummel o degli Anderson! E' una fottutissima pianta! Non ce ne facciamo nulla. Ma no! Dobbiamo litigare anche per quello."
Blaine rise, guardandomi più sereno. "Sei adorabile quando ti arrabbi così, sai. Non quando sei arrabbiato con me, però..." aggiunse ritornando serio.
Sorrisi accoccolandomi contro il suo petto mentre lui faceva scivolare le dita tra i miei capelli. "Anche tu fai paura quando ti arrabbi...i tuoi...occhi diventano neri e...non lo so...mi fanno paura."
"Scusa..."
Guardai verso l'alto, incrociando il suo sguardo. "Quando non sei arrabbiato, però, i tuoi occhi mi fanno impazzire...te l'ho mai detto?"
"Uhm, sì...sono cinquant'anni che me lo ripeti...anzi...è stata la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo incontrati...te lo ricordi?"
"Come se fosse ieri..."
"Mio fratello mi ha dovuto riempire di gomitate per tutta la cena perché non facevo altro che fissarti..."
"Parlando del diavolo..." Ci voltammo appena in tempo per vedere Cooper intrufolarsi nella grotta.
"Blaine...devi tornare. Subito." Non l'avevo mai visto così preoccupato.
Blaine mi scostò dal suo petto alzandosi e portandomi in piedi con sè. "Cosa...cosa succede?" chiese allarmato.
"Nostro padre. Ti cercava. Ho-ho detto che eri uscito a prendere una boccata d'aria e che sarei venuto io stesso a cercarti...spero solo non mi abbia mandato dietro una guardia. Ma...è incazzato perché sei uscito senza il suo permesso. Cazzo, B. Penso...penso sospetti qualcosa...solo...torniamo..."
Blaine si irrigidì al mio fianco, gli strinsi la mano. "No...non penso sospetti qualcosa..." scosse la testa Blaine. "E' impossibile. Solo tu ne sei a conoscenza e sto sempre attento quando esco. Sarà per qualcuna delle sue cazzate..."
"Sì...hai ragione..." Cooper si calmò, passandosi una mano tra i capelli, troppo lunghi per i miei gusti. "Però sarà meglio che muoviamo i nostri bei culetti comunque..."
"Sì... Kurt, ci vediamo domani. Solito posto. Solita ora. E verrò con una risposta. Te lo prometto. Ok?"
"Sì. E state attenti a quei culetti. Specialmente al tuo...è di mia proprietà, in fin dei conti..." sorrisi lasiando andare la mano di Blaine che rise, imitato da Cooper.
"Stai attento anche tu." Mi sussurrò baciandomi sulle labbra. "Ti amo, Kurt"
"Anch'io, Blaine"
Cooper alzò gli occhi al cielo, fingendosi disgustato. "Mi sa che alzerò la richiesta a tre chili di banane..." borbottò.
"Sta' zitto!" rise Blaine raggiungendolo all'entrata della caverna e uscendo facendomi un ultimo segno di saluto.
"Di che risposta stavate parlando??"
"Poi ti spiego.." li sentii dire mentre si allontanavano velocemente. Mi lasciai cadere sul divano letto sospirando. Chiusi gli occhi.
"Spero solo che tu non rifiuti, Blaine...perché io non ce la faccio più a vivere così..." dissi a non so nemmeno io chi.





**Allora, questa cosuccia mi è venuta in mente leggendo "Promessi vampiri" un libro che se vi piace il genere vampiresco vi consiglio perché molto bello. La mia trama è completamente diversa, ma mi sono ispirata per la storia dei clan nemici, che poi ovviamente riprende la solita solfa Shakespeariana di Rome&Giulietta e anche altre cosette qua e là. Ho preso anche alcune idee dai vari Twilight, TVD e anche qualcosa da Supernatural (più avanti). 
Spero che possa essere di vostro gradimente e non troppo noioso. So che è un genere che va molto ultimamente ma ci provo lo stesso xD
Alla prossima
Sil

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Capitolo 2
*** II ***



II


Ero rimasto tutta la notte a fissare il soffitto della caverna ripensando a quei cinquant'anni passati con Blaine a nasconderci. A nascondere il nostro amore. Al nostro primo incontro, ad una di quelle stupide cene che si svolgevano ogni anno tra i due clan e che finivano sempre con una litigata. Quell'anno non volevo nemmeno andarci, ma poi mi ero lasciato trascinare da mio padre. Da quella sera avevo iniziato a credere al destino, dato che ero capitato seduto di fronte al ragazzo più bello che avessi mai visto. Peccato fosse il principe Anderson, figlio dell'acerrimo nemico di mio padre. Ma anche lui non riusciva a smettere di guardarmi. Il ragazzo di fianco a lui, Cooper, poi venni a sapere, lo riempiva di gomitate cercando di attirare la sua attenzione, ma lui continuava a fissarmi. Ci scambiammo un paio di sorrisi per poi ritrovarci in un angolo mentre gli altri avevano inziato a ballare. Avevo esordito con un "Hai degli occhi bellissimi" che evidentemente fece colpo. Parlammo per tutta la notte di nascosto, cercando di non attirare occhi indiscreti. E da quella notte, iniziammo a vederci di nascosto quasi tutti i mesi. Poi tutte le settimane. Poi praticamente tutti i giorni. Iniziai a credere anche all'amore a prima vista perché, anche se ci vollero due anni prima che decidessimo di metterci assieme, io mi ero innamorato di lui dal primo istante in cui i nostri occhi si erano incrociati. Sospirai ripensando a quegli occhi che amavo così tanto. "Oh Blaine..." sussurrai, riaprendo le palpebre. Fu allora che mi accorsi che il sole stava per sorgere. "Cazzo." Mi alzai in fretta, uscendo e iniziando a correre, raggiungendo il mio castello dove trovai Finn, Sam e Puck -i miei migliori amici- sul portone agitati come non li avevo mai visti.
"KURT! Si può sapere dove cazzo sei stato tutta notte??" mi gridò contro Finn mentre entravo.
Inarcai un sopracciglio rivolgendogli uno sguardo assassino dei miei. "Fatti miei." Sibilai per poi passare oltre mio fratello.
"E' tutta notte che ti cerchiamo! Tuo padre ha chiesto di te e..."
"E...?" Mi bloccai appena davanti alla scalinata che portava alle camere da letto. Mi voltai di nuovo verso di lui. "E??"
"Beh gli ho detto che non sapevo dove fossi! Il che è la verità! Dato che non ho idea di che cosa facciate tu e quel frocio di un An-"
Già il fatto che non volesse più aiutarmi mi faceva innervosire ma se poi usava quella parole, soprattutto rivolta al mio ragazzo, non potevo non fargliela pagare. In un attimo gli fui addosso, bloccandolo a terra. Era alto quasi il doppio di me, ma io ero più vecchio. E più forte. Estrassi il mio paletto dallo stivale destro e glielo puntai sul petto. I suoi occhi si spalancarono per il terrore.
"Ku-Kurt..." balbettò cercando di liberarsi.
Lo fissai dritto negli occhi. "Sei solo un lurido codardo, Finn. Uno stronzo. E scommetto che non ti dispiacerebbe se mio padre venisse a sapere...così che io venga punito e tu potrai impossessarti del trono una volta per tutte. Ma guarda un po'...te lo puoi scordare! Perché a me...basterebbe...una piiiiccola pressione in questo punto..." affondai appena il paletto nella sua carne e lui cercò di divincolarsi di più, iniziando a ringhiare. "E tu...sei morto, Finn!"
"Kurt."
"Kurt!"
"KURT!"
Solo in quel momento mi accorsi che i miei due migliori amici mi stavano chiamando e tenendo per le spalle cercando di staccarmi da mio fratello. Scrollai le spalle liberandomi dalla loro presa. Finn ringhiò di più e nel frattempo qualche servitore era arrivato a vedere cosa stesse succedendo. Con un ultimo ghigno mi alzai da Finn, lasciandolo libero. Con un balzo arretrò, guardandomi impaurito e offeso.
"Ti va bene che questa è la sua maglietta preferita e proprio non mi va di sporcarla con il tuo sangue..." dissi rimettendo via il paletto. I servitori cominciarono a disperdersi, tranne uno che mi venne incontro.
"Principe Kurt. Suo padre desidera vederla."
"Grazie. Gli dica che arrivo subito." risposi mentre Sam e Puck mi si avvicinarono.
"Ah e Kurt..." mi chiamò Finn, mantenendo però le distanze. "Puzzi di ANDERSON!"
Per fortuna anche l'ultimo servitore se n'era già andato e i muri del castello erano abbastanza spessi da impedire ai nostri supersensi di sentire da una stanza all'altra. Digrignai i denti cercando di fiondarmi di nuovo su di lui, ma stavaolta Sam e Puck furono abbastanza veloci e forti da riuscire a fermarmi e trascinarmi su per le scale fino in camera mia. Restammo tutti e tre in silenzio finché non mi chiusi la porta alle spalle mentre loro due si arrampicavano sopra il mio letto a baldacchino, sedendosi a gambe incrociate, senza nemmeno togliersi le scarpe.
"Finn ha ragione.." constatò Puck. Lo fulminai. "I-intendo...ehm, che si sente che sei stato con un Anderson. Il loro odore è inconfondibile."
"Meglio se ti fai una doccia prima di andare da tuo padre, o se ne accorgerà.." mi suggerì Sam. Sbuffai, incrociando le braccia al petto e guardandoli male per alcuni secondi. Poi andai in bagno a lavarmi come mi aveva detto Sam. Tornai in camera dopo cinque minuti ed erano ancora nella stessa posizione. Mi guardavano perplessi.
"Che avete?" bofonchiai.
"Primo. Sei stato fuori tutta notte. Secondo. Hai aggredito Finn. E non era un semplice litigio tra fratelli. Che cazzo ti prende, Kurt? Lo sai che noi ti appoggiamo, ma forse stai rischiando troppo."
"Puck ha ragione. E' già un miracolo che dopo così tanti anni non se ne sia ancora accorto nessuno. Ma ultimamente stai uscendo più spesso. E più a lungo."
Ok, forse avevano ragione. Sbuffai pesantemente, lasciandomi cadere sopra il letto tra di loro. "Abbiamo litigato." dissi semplicemente.
Si scambiarono sguardi preoccupati. "Stai bene?" chiese dopo un paio di secondi Sam.
"Sì. Cioè, abbiamo litigato ma poi abbiamo risolto...più o meno...credo." chiusi gli occhi sdraiandomi, lasciando le gambe a penzoloni dal letto, le braccia dietro la testa.
"Cosa intendi?" fece Puck.
"Gli ho...gli ho chiesto di sposarmi."
"TU COSA???"
Mi ritirai in fretta a sedere aprendo gli occhi e fulminandoli. "Non urlate." Li minacciai.
"Scusa."
"Lo amo, ok? E non ce la faccio più a vivere così... Voglio semplicemente poter baciare l'uomo che amo. Tenerlo per mano. Ballare a quelle stupide feste che organizzano i nostri clan anche se si odiano. Che poi che senso ha se nessuno può ballare con qualcuno del clan opposto?"
"E' per far vedere chi è vestito meglio. Chi balla meglio...penso.." rispose non molto sicuro Sam. "Comunque. Non ti sembra di chiedergli troppo?"
Abbassai lo sguardo sui miei piedi, sospirando per l'ennesima volta. "Per questo abbiamo litigato. Ha detto che ero completamente impazzito..."
"E non ha tutti i torti..." sussurrò Puck.
"Lo so." ammisi. "Solo...davvero non ce la faccio più. Sono cinquant'anni. Cinquanta, cazzo. E poi gli ho fatto una proposta..."
"Cosa?"
"Se...se andiamo in Italia e ci facciamo sposare dagli Antichi e ci facciamo incoronare re...beh, i nostri clan smetterebbero di essere nemici. Riuniremmo tutto il paese come ai tempo dei Romani."
"Ai tempi dei Romani?" chiese Sam.
"Me l'ha raccontato una volta mia nonna. Quando nell'attuale Italia governava Giulio Cesare, non so se voi capre ignoranti ne avete mai sentito parlare..." aggiunsi ridendo. Loro misero il broncio scuotendo la testa. "...beh, quando regnava questo Giulio, qui da noi c'era un unico stato. Ed era governato da un Antico. L'ultimo della dinastia degli Anderson. Ma una notte, non si sa di preciso come, qualcuno l'ha distriutto. Si sospettò di un membro del clan degli Hummel che cercava l'ammutinamento da tempo e fu accusato e giustiziato. Tutto il clan degli Hummel fu considerato un clan di traditori e allontanato dal castello. Così il nostro clan si è costruito un proprio castello, governandosi da soli. Qualche altro clan si è aggiunto al nostro, come i vostri. Ma prima che tutto questo succedesse, c'era un unico regno. E tutti vivevano in pace. Niente litigi per cazzate. Niente odio. Voglio riportare il nostro paese sotto un'unica guida. Voglio diventare il re, insieme a Blaine, e governare in pace tutto il paese."
"Ma te le sogni di giorno mentre dormi?" chiese ridendo Puck.
Lo guardai serio. "Puck. Non sto scherzando. E Blaine...ha detto che ci avrebbe pensato. E prima di scappar via mi ha promesso che domani mi avrebbe dato una risposta..."
"Scappar via?"
"Sì, Sam.Suo padre lo cercava..."
"Oh. Però ha detto che ci avrebbe pensato. Quindi non ha rifiutato del tutto, giusto?"
Sospirai di nuovo, ributtandomi all'indietro. "Spero che accetti. Siamo entrambi abbastanza forti e intelligenti da potercela fare."
Si scambiarono uno sguardo veloce. "Kurt..."
"Mmm?"
"Se...se Blaine accetta...possiamo venire con te?" domandò Puck incerto.
Sorrisi ampiamente. "Mi farebbe davvero piacere ragazzi! E inoltre, sarete delle capre ignoranti, ma siete dei geni nell'escogitare piani e anche piuttosto forti..."
"Dimentichi che siamo fighi!" ammiccò Sam.
Risi rilassandomi completamente, dopo una nottata di merda come quella che avevo passato. "Grazie ragazzi...come farei senza di voi?"
"Ah, non sopravvivresti neanche un secondo qui dentro, Hummel!" mi stuzzicò Puck dandomi una gomitata nelle costole.
"Ora però sarà meglio che tu vada da tuo padre, o si preoccuperà..." si fece più serio Sam.
"Hai ragione..." mi alzai avviandomi verso la porta.
"Kurt?"
"Mmm?"
"Se lui se n'è andato quasi subito...dove cazzo sei stato tutta notte?"
"A fissare il soffitto della grotta, Puck..."
Entrambi mi guardarono perplessi per poi scoppiare a ridere. "Sei proprio strano a volte!" sbottò Sam.
"Non mi distruggete il letto!" mi raccomandai prima di uscire e raggiungere mio padre.






***Mi dispiace per chi ama Finn, a me sinceramente non fa impazzire come personaggio ma non mi dispiace nemmeno, però mi serve così stronzo per la trama. Anche Sam e Puck sono leggermente diversi da come sono in Glee ma mi piace pensare che in realtà abbiano comunque dei buoni rapporti con Kurt. Questo capitolo è particolarmente breve e di passaggio. Il prossimo dovrebbe essere un po' più lungo. Al prossimo :)
Sil

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Capitolo 3
*** III ***




III

Mio padre mi lasciò andare dopo neanche mezz'ora. Aveva intuito che tutte le notti scappassi dal castello per vedermi con qualcuno, ma non sospettava fosse qualcuno del clan Anderson. Ma soprattutto, non sospettava si trattasse di un ragazzo. Solo Finn e i miei due migliori amici sapevano della mia omosessualità. A Sam e Puck l'avevo detto circa cent'anni prima, quando ci eravamo conosciuti e mio fratello l'aveva scoperto origliando una nostra conversazione. In realtà anche quello poteva essere un ulteriore problema. E se gli Antichi non ci avessero voulto sposare perché dello stesso sesso? Andai a dormire con quel pensiero, che mi tormentò tutto il giorno. Quando mi svegliai, mezz'ora prima del tramonto, mi preparai per tornare da Blaine.
"Sam, dov'è Puck?" chiesi a Sam che gironzolava già in cucina sgranocchiando qualcosa che non riuscii ad identificare.
"Sta rincorrendo una tipa che non gliela vuole dare..."
"Così presto? Ma dove trova le energie?" mugugnai. Proprio in quel mentre, Puck entrò in cucina, schivando per poco una padellata tirata da una delle nostre cuoche. Prese di mano quello che Sam stava mangiando. Sbiascicò un "Grazie" con la bocca piena e si mise a sedere sopra il mobile da cucina su cui eravamo appoggiati.
"Ehi!" protestò Sam. Ma poi fece spallucce e iniziò a rovistare alla ricerca di qualcos'altro da mettere sotto i denti. Trovò un paio di sacche di sangue. Degli umani del paese vicino avevano stipulato un accordo con noi da parecchi secoli ormai. Ogni mese ci portavano rifornimenti di sangue. Lo estraevano dai loro corpi. Chi raggiungeva la maggior età era obbligato a donare almeno due litri al mese che poi venivano raccolti in sacche e portati a noi, che in questo modo non dovevamo uccidere nessun umano per nutrirci o cacciare animali selvatici, dei quali, sinceramente, non apprezzavo per niente il sapore e che Blaine si ostinava a difendere.
Guardai Sam mentre succhiava avidamente, sporcandosi il mento. Puck fece passare il pollice sul suo mento, pulendolo e poi succhiandoselo, guardandolo  fisso negli occhi con fare seducente. A volte mi domandavo se non fossero gay anche loro. Ma non mi avevano mai detto nulla, e se anche fosse, per non sarebbe stato un problema.
"Me ne passi una anche a me?" interruppi lo strano silenzio che si era formato, mentre loro due si stavano quasi mangiando con gli occhi.
"Mmm?"
"Sam! Una anche a me, per favore!" ripetei.
Finalmente i loro sguardi si staccarono riportandosi su di me. "Oh, giusto, scusa..." blaterò Sam arrossendo.
Feci finta di niente iniziando a mangiare anch'io. D'altronde era da un giorno che non mi nutrivo. "Grazie" feci alla fine pulendomi la bocca con la mano.
"Di nulla, principino" ammiccò Sam.
Inarcai un sopracciglio tirandogli un pugno. "Ragazzi...vi devo chiedere un favore.."
"Devi andare dal tuo cucciolotto e vuoi che ti copriamo le spalle?" mi anticipò Puck.
"Esatto. Non credo che dopo ieri sera Finn voglia continuare a farlo..."
"No, infatti. Tranquillo. Staremo in camera tua fingendo che ci sia anche tu e non lasceremo entrare nessuno."
"Grazie." sorrisi scompigliando i capelli di Sam e dando un pugno sulla spalla di Puck. "Io sgattaiolo fuori dalla finestra. Controlla che non arrivi nessuno..." chiesi a Sam.
"Ai suoi ordini."
Dopo una manciata di secondi mi diede il via libera e scappai dalla finestra. "A domani mattina, ragazzi. Grazie!"
"Torna un po' prima, però! E stai attento!" si raccomandò Puck.
"Sì, mamma!" risi prima di avviarmi verso il castello Anderson.
Arrivato alla solita quercia, mi arrampicai, aspettando Blaine. Di solito gli ci voleva un po' per uscire, così aspettai. Mezz'ora. Poi un'ora. Due. Tre. Alla quarta ora iniziai a preoccuparmi. E se gli era successo qualcosa? O suo padre ci aveva scoperti e...NO! O ancora peggio...se non mi voleva più rivolgere la parola dopo la mia proposta?? Dopo un'altra ora passata a torturarmi le mani, scesi dall'albero e mi avvicinai di più al castello. Quando, però, vidi delle ombre muoversi scappai come un fulmine nella foresta. Restai un altro paio di ore sulla nostra quercia e poi tornai a casa. Trovai Sam e Puck addormentati sopra il mio letto, abbracciati l'uno all'altra. Era quasi l'alba ed erano così adorabili che non ebbi il coraggio di svegliarli per potermi sfogare con qualcuno. Così mi gettai vicino a loro, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare ad un sonno tormentato da incubi e preoccupazioni. La stessa identica cosa si ripeté la notte sucessiva. E quella dopo ancora. E ancora. E ancora. Per due settimane.
"Magari ha solo bisogno di più tempo..." provò Sam.
"E non si fa vivo per due settimane?"
"Kurt, noi siamo già morti..." cercò di tirarmi su il morale Puck. Lo guardai male, facendomi ricadere mollemente sul letto.
Si scambiarono degli sguardi preoccupati, come sempre utlimamente.
"Ehi, dai, stai tranquillo...mangia qualcosa almeno..." mi suggerì Sam passandomi una sacca di sangue.
Arriciai il naso allontanando la sua mano. "Non mi va...voglio solo Blaine..."
"Kurt. Non puoi continuare così, ok? Tuo padre se ne accorgerà..."
"NON ME NE FREGA UN CAZZO! IO RIVOGLIO BLAINE!" gridai esasperato.
"Ehi, shh! Vuoi che qualcuno ti senta??" mi zittì Puck.
Ringhiai. Non proprio verso di lui. Contro di me più che altro. Non riuscivo a calmarmi. O ero depresso o incazzato. E spesso me la prendevo con loro due, dato che erano gli unici amici che avevo. Finn aveva iniziato ad ignorarmi completamente e anche sua moglie Rachel non mi salutava più se mi incontrava per i corridoi. Non che la cosa mi turbasse. Li guardai scambiarsi un altro sguardo preoccupato. "E smettetela di guardarmi come se foste i miei genitori e io un bambino di tre anni con seri problemi!" sbottai.
"Beh, è come ti stai comportando ultimamente..." fulminai Sam, che si schiarì la voce. "Voglio dire...sappiamo benissimo quanto ci tieni a Blaine, ma, davvero, ti stai solo facendo ancora più male così..."
Mi tirai a sedere e non riuscendo più a trattenere le lacrime, lasciai che mi rigassero il viso. Quelle stupide leggende inventate dagli umani che dicono che noi vampiri non proviamo emozioni sono false. Anche se, per una volta, sperai fossero vere. "Cosa dovrei fare, eh? Cosa?" singhiozzai mentre Sam mi abbracciava accarezzandomi la schiena. Puck appoggiò il mento sopra le mie cosce, guardandomi dal basso.
"Non lo sappiamo nemmeno noi, Kurtie, ma...cerca di mangiare e tirarti un po' su di morale...ci dispiace vederti così..."
Tirai su col naso, sorridendo. "Grazie. Almeno so che voi ci sarete sempre..."
"Sempre."
"Sempre." ripeterono come una promessa. Puck si rimise a sedere, allargando gambe e braccia per accogliere sia me che Sam tra le sue braccia forti. Mi lasciai cullare e coccolare da loro. E per la prima volta in due settimane, riuscii a sorridere, rilassandomi.
"Vuoi andare anche stanotte?" chiese dopo un po' Puck. Annuii. "Vengo con te...sono giorni che non mangi e non vorrei che ti succedesse qualcosa..."
"Mmno.." mugugnai contro il petto di Sam.
"Kurtie..." provò a farmi ragionare Sam staccandomi appena dal suo petto per guardarmi in faccia.
"Mangio...datemi un po' di sangue, ma ci vado da solo..." ci pensai su un attimo. Essermi rilassato in quel modo mi aveva fatto tornare la fame. Molta fame. "Ok, forse un po' tanto sangue...ho fame!" borbottai mentre gli altri due sorridevano.
"Bene! Così ti voglio!" esclamò Puck frugando nel minifrigo difianco al mio letto e passandomi tre sacche di sangue che trangugiai senza esitazione.
"Ora vado.." annunciai dopo un'altra mezz'ora in cui mi ripresi completamente.
"Stai attento!" si raccomandarono come al solito mentre mi guardavano uscire dalla finestra.
"Sì. Grazie ragazzi."
"E' un piacere, cucciolo!" ammiccò Sam.
Scossi la testa ridendo. "Ciao!" Mi buttai giù dalla finestra, controllando che non ci fossero guardie in giro. Corsi come tutte le notti fino a raggiungere la nostra quercia. Saltai sopra il mio solito ramo e me ne pentii subito. Delle braccia forti mi presero da dietro, tappandomi la bocca per impedirmi di urlare e stringendomi in vita immobilizzandomi. Lottai per alcuni secondi finché non riconobbi l'odore. Blaine. Mi calmai. Ma poi mi accorsi che non era lui. Era Cooper.
"Kurt. Stai calmo e zitto. Ti devo parlare. Ma ti devo portare in un posto più sicuro. E ho pochissimo tempo." mi sussurrò nell'orecchio. Annuii e mi lasciai trascinare fino alla grotta.
"Coop! Che cazzo succede???" gridai appena mi lasciò andare e fummo entrati.
"Ehi, ti ho detto che devi stare calmo! Ascoltami!" cercò di immobilizzarmi di nuovo, prendendomi per le spalle.
"Dov'è Blaine? Dov'è??"
"KURT! Calmati! Non ho molto tempo. Mi devi stare a sentire molto attentamente..."
"O-ok..." feci un respiro profondo calmandomi. Se Cooper era lì, Blaine doveva stare per forza bene, no? Oppure sarebbe a proteggerlo invece che parlare con me. Ma se invece era un altro il problema? Mi costrinsi a concentrarmi di nuovo su Cooper che riprese a parlare.
"Kurt...Nostro-nostro padre ha scoperto che Blaine ha una storia con qualcuno...e ha scoperto anche che si tratta di qualcuno del tuo clan. Lo sta torturando per avere il nome ma Blaine non cederà mai. Ha-ha torturato anche me fino a stamattina perché l'ho aiutato, ma... adesso sono libero e...ti-ti prego, Kurt. Mi devi aiutare..." parlò il più velocemente possibile, prendendo ogni tanto il respiro che non gli serviva o forse per riuscire a trattenere le lacrime. Lo fissai per alcuni secondi cercando di assimilare tutte le informazioni che mi aveva appena dato. Loro padre stava torturando Blaine. Il MIO Blaine. Perché aveva scoperto... NO! Non poteva essere vero, così aprii la bocca per chiedere a Cooper se mi stesse prendendo in giro.
"Kurt! Ti prego, ho bisogno di te!" mi gridò contro scuotendomi per le spalle.
"Co-cosa..devo fare?" riuscii a balbettare.
"Domani. Stessa ora. Stesso posto di sempre. Io...io libererò Blaine e lo porterò fuori. Poi scapperemo assieme. Andiamo in Italia. Mi ha...mi ha spiegato quello che gli hai proposto di fare e...penso sia l'unica via d'uscita...specialmente adesso... Se...se nostro padre scopre di voi due...verrete distrutti. Dopo essere stati torturati. E Blaine...non-non so se..." si staccò da me non riuscendo più a trattenere le lacrime. "Cazzo...è messo male, Kurt. Nostro padre... io ho-ho provato a fermarlo ma...lo sta torturando senza pietà...io....io me la sono cavata con un paio di cicatrici...Dobbiamo salvarlo, Kurt. Ti prego..."
"Sì.." riuscii a sussurrare quando ripresi a respirare, senza nemmeno essermi accorto di aver smesso. Ero pietrificato. Dalla paura. Dall'orrore. Poi riuscii a scuotermi. Blaine aveva bisogno di me. Cooper aveva bisogno di me. Dovevo essere forte. Dovevamo liberarlo e portarlo in salvo. Sposarci. E forse le cose sarebbero davvero cambiate...forse. "Coop..."
Si voltò a guardarmi, asciugandosi le guance. "Scusa...è che...lui è il mio fratellino... dobbiamo salvarlo, Kurt.."
"Cooper. Calmati. Blaine è forte. Sopravvivrà. E noi lo porteremo in salvo. Andremo in Italia. Ci sposeremo e cambieremo questo cazzo di paese. Mi hai capito?" Non seppi nemmeno io dove trovai la forza. Sapevo solo che dovevo salvare l'uomo che amavo più di chiunque altro. L'uomo che sarebbe diventato mio marito. Ma solo a una condizione: salvarlo.
Cooper accennò ad un sorriso e tirò su col naso. "Grazie..sapevo che mi avresti aiutato..."
"Avevi dubbi?" chiesi dandogli una pacca sulla spalla. "Tu assicurati solo di portarmelo ancora in vita alla quercia, al resto penso io..."
"No, no. Vengo anch'io con voi...anche perché se resto...sarà ovvio che ho aiutato io mio fratello a scappare e mio padre mi distruggerà..."
"Ok. Andrà tutto bene, Coop."
"Lo spero..." si passò una mano tra i capelli, che mi accorsi solo in quel momento erano arruffati e sporchi. Era tutto sporco. I vestiti macchiati di fango e sangue. Qualche macchia era del sangue di Blaine. Ne percepii l'odore quando Cooper mi abbracciò. Restitui il gesto, notando, essendo più vicini, alcune cicatrici sul suo volto e una sulla spalla destra.
"Coop..." mormorai allontanandomi dal suo abbraccio.
"Mmm?"
"Tu stai...tu stai bene?"
Mi guardò sorridendo tristemente. "Sì. Sono solo cicatrici...Ora...ora devo andare. Sono riuscito a convincere mia cugina a coprirmi le spalle ma non so per quanto possa reggere dato che mio padre mi controlla..."
"Ok. A domani, allora."
"Sì. Grazie Kurt."
"Grazie a te..." sussurrai osservandolo mentre svaniva nell'oscurità. Lo imitai dopo pochi minuti, tornando al castello. Entrai dalla finestra e restai a fissare la foresta senza fiatare o respirare, senza nemmeno accorgermi di Sam e Puck.
"Ku-Kurt?"
"Kurtie, ehi...cosa...?"
"Kurt!" mi chiamò più forte Puck prendendomi per le spalle e facendomi voltare verso di loro. "Oh...oh mio Dio...stai-stai bene? E' sangue quello che hai sulla maglia? Kurt?" mi scosse, riportandomi alla realtà.
"Sì...devo...uhm preparare alcune cose..." dissi assente cercando uno zaino o qualcosa per metterci dentro un paio di vestiti e delle scorte di sangue.
"Kurt? KURT!! Vuoi spiegarci cosa succede?"
"Puck..non urlare, per favore..."
Puck ringhiò per la frustrazione dando un calcio ad uno dei tappeti stesi per terra mentre Sam lo fulminava e mi posava una mano sulla spalla. "Kurt. Ci puoi spiegare perché sei sporco di sangue, puzzi in questo modo, sembri uno schifo e stai facendo i bagagli?"
"Devo andare in Italia. Devo cambiare questo stupido paese. Ma soprattutto devo salvare l'uomo che amo... devo salvare Blaine." risposi con freddezza. Ero riuscito a chiudere fuori tutte le emozioni. Digrignai i denti litigando con un paio di jeans che non volevano entrare nello zaino.
"Kurt..." Sam me li prese di mano aiutandomi. "Puoi spiegare..."
"Lo sta torturando...ha-ha scoperto che ha una storia e lo sta torturando. Vuole sapere il nome. E' colpa mia...e devo salvarlo..."
"Suo padre?" chiese calmandosi Puck e sedendosi sul letto dove stavo trafficando con altre cose.
"Sì. Lo devo salvare." ripetei come un mantra.
"Kurt. Non puoi andare là e salvarlo così...e poi come fai a sapere...?"
"Suo fratello. Ho trovato suo fratello ad aspettarmi e mi ha raccontato tutto. Anche lui è stato torturato. L'ha liberato solo stamattina. Il sangue è suo. Mi ha chiesto di presentarmi al solito posto e alla solita ora domani. Lui lo libera e lo porta lì. Poi scapperemo assieme in Italia. Sarà dura ma...ce la faremo. Ce la devo fare. Lo devo salvare. E lo devo sposare. Io lo amo, mi capite??" iniziai ad urlare rischiando quasi di distruggere lo zaino con cui stavo ancora lottando.
"Shhh, ehi ok, ok. Abbiamo capito." mi tranquillizzò Sam sorridendomi. "E ti aiuteremo."
"Veniamo con te, Kurtie. Anch'io voglio che le cose cambino in questo schifo di paese, ma soprattutto, voglio vederti felice. E salvare Blaine penso sia l'unico modo."
Annuii, finendo di fare lo zaino per poi gettarmi sul letto.
"Ehi, noi andiamo a recuperare un paio di nostre cose e altra scorta di sangue...a te serve qualcos'altro?"
"No."
Non li sentii nemmeno tornare. Caddi subito in un sonno profondo. Tormentato da incubi, paure e incertezze. Ma abbastanza profondo da farmi nemmeno accorgere che il giorno stava per finire e che dovevo andare. Per fortuna Sam e Puck avevano pensato a tutto. Anche a svegliarmi in tempo.
"Kurt. Kurt, svegliati. Dobbiamo andare." mi sussurrò Sam.
Non me lo feci ripetere e balzai in piedi avviandomi verso la finestra, fissando il vuoto e deciso a salvare il mio uomo.
"Kurt, cazzo, aspetta. Il sole non è ancora tramontato!" mi fermò appena in tempo Puck prima che mi gettassi giù dalla finestra. "Mangia qualcosa prima. Ti serviranno le energie..."
Obbedii senza rendermene conto e dopo alcuni minuti il sole era tramontato. Misi in spalla lo zaino che Sam mi porgeva e assieme ai miei due migliori amici uscimmo dalla finestra per raggiungere la quercia davanti al castello Anderson, in assoluto silenzio.

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Capitolo 4
*** IV ***




IV


"E' già più di un'ora che aspettiamo...è successo qualcosa...me lo sento. Cazzo. E' successo qualcosa...cazzo..."
"Kurt, ehi calmati. Forse ha avuto solo bisogno di più tempo..." provò a tranquillizzarmi Sam mentre camminavo avanti e indietro in equilibrio sopra un ramo.
Mi fermai per fulminarlo. "Io vado a cercarli.." sibilai poi.
"Ma sei scemo o cosa?!?" fece Puck scendendo dal ramo sopra la mia testa e mettendomisi davanti per bloccarmi.
"Ti ricordo che saremo anche amici, ma io sono sempre il tuo principe..."
"Sta' zitto e non fare cazzate. Sam ha ragione. Probabilmente gli ci vorrà più tempo del previsto. Aspettiamo qua. Anche fino all'alba se necessario. Ma non ti lasceremo andare là dentro..."
Ringhiai stringendo forte le braccia già incrociate al petto. "Non ce la faccio più ad aspettare...e se è successo qualcosa? Se qualcosa è andato storto?? Devo andare..." ma mi fermai subito quando vidi quattro figure sgattaiolare fuori da un buco, probabilmente scavato da Cooper, sotto una delle enormi finestre del castello. Anzi, in realtà erano tre figure e una massa informe sopra le spalle di quello che doveva essere Cooper. E quella massa deforme doveva essere... "Blaine.." sussurrai mentre i quattro ci raggiungevano sopra la pianta.
"Dobbiamo muoverci in fretta. Allontaniamoci il più possibile e poi potrai prenderti cura di lui." disse Cooper guardandomi dritto negli occhi e facendo cenno di partire. Ma non riuscii a muovermi. Fissavo la figura di Blaine, le braccia a penzoloni lungo i fianchi di Cooper. La testa che ricadeva mollemente di lato. Era ricoperto di sangue ovunque. Gli abiti stracciati e sporchi. Bruciature sul viso e sulla pelle visibile. Boccheggiai per un attimo prima di ripetere il suo nome. Anzi piagnucolarlo. "B-Blaine..."
"Kurt. Non c'è tempo. Dobbiamo andaercene. Subito! Non so quanto tempo gli ci vorrà prima di accorgersi della nostra fuga, ma più lontano saremo meglio è..."
Allungai una mano per spostare un ricciolo dalla fronte sporca di sangue di Blaine. Avevo voglia di piangere. O forse stavo piangendo. Non avevo ascoltato una parola di quello che aveva detto Cooper. Pensavo solo a quanto dovesse stare male Blaine. Sempre che riuscisse ancora a sentire dolore, concio com'era.
"KURT!" mi richiamò Puck strattonandomi. "L'hai sentito? Dobbiamo andare!"
"Po-posso tenerlo io?" sussurrai senza staccare gli occhi da Blaine.
"Kurt..."
"Pe-per favore.."
Cooper sospirò, adagiando delicatamente Blaine sopra il ramo. "Ok, ma muoviti perché dobbiamo seriamente andarcene."
Accarezzai dolcemente i suoi lineamenti tumefatti, dandogli un bacio sulla fronte. "Ora ci sono io amore, andrà tutto bene..." sussurrai contro la sua pelle fredda. Troppo fredda anche per noi vampiri.
"Kurt..." mi richiamò per l'ennesima volta Cooper.
Annuii, prendendo delicatamente Blaine sulle spalle, facendo in modo che il suo viso si appoggiasse sulla mia spalla così che potessi vederlo.
"Fa' attenzione.." si raccomandò Cooper. "Penso abbia ancora qualche osso rotto..."
"Andrà tutto bene..." ripetei più a me stesso che a Cooper. Poi baciai Blaine sulla tempia, sentendo contro le labbra il sapore dolce del suo sangue.
Blaine mugugnò qualcosa, agitandosi nella mia presa. "K'rt..."
"Shhh, sono qui, baby. Andrà tutto bene, sono qui..." sussurrai baciandolo ancora. Lo sentii rilassarsi al contatto delle mie labbra e lasciarsi andare mollemente contro le mie spalle.
"Possiamo andare, per favore!" mi supplicò quasi Cooper.
"Andiamo" risposi partendo per primo con un balzo e iniziando a correre sugli alberi della foresta. Gli altri mi seguirono senza fiatare. Non ci fermammo per ore, continuando a correre il più veloce possibile.
"Voi siete suoi amici?" chiese ad un tratto Cooper, schivando appena in tempo un ramo.
"Sì." rispose Puck. "Noah Puckerman, ma mi potete chiamare Puck."
"Sam Evans. Tu devi essere Cooper, giusto?"
"Sì. E loro sono Santana e Brittany. Hanno deciso di aiutarmi a portare in salvo mio fratello. Non ce l'avrei mai fatta senza di loro."
"Che cugina sarei se non aiutassi i miei adorati cuginetti?" sentii sorridere Santana.
"Grazie." sussurrai con un filo di voce, sperando che mi avesse sentito.
"Dovere." rispose. Sì, mi aveva sentito. Corremmo per un altro centinaio di chilometri prima di raggiungere un enorme quercia, simile a quella che stava di fronte al castello Anderson.
"Kurt. Puoi fermarti.." mi chiamò Cooper. "Secondo i miei calcoli siamo in Canada. Abbastanza lontani per prenderci una pausa."
Annuii, fermandomi sopra uno dei rami più alti. Gli altri mi imitarono, sedendosi sopra dei rami attorno a me. Adagiai con molta cura Blaine, mettendomi poi a cavalcioni sopra di lui, evitando di sfiorare minimamente qualsiasi parte del suo corpo che sembrava così fragile e rotto.
"Incomincia a prenderti cura di lui. Io controllo la zona. Voi copritegli le spalle." Aggiunse rivolto agli altri quattro, che assentirono con un cenno del capo. "Ah, e, Kurt..."
"Mmm?"
"Ha assunto parecchia verbena. Fa' attenzione." sospirò prima di scendere dall'albero e sparire nell'oscurità della notte.
Riportai tutte le mie attenzioni su Blaine. Scostai alcuni riccioli che gli ricadevano sulla fronte, appiccicosa per il sudore e il sangue. Lo accarezzai dolcemente, cercando di rilassare l'espressione di dolore sul suo volto. Poi le sue labbra si aprirono appena. "K'rt" era solo un rantolo, ma lo sentivo come se stesse gridando il mio nome. Mi asciugai gli occhi, ricacciando le lacrime che lottavano per uscire. Non dovevo piangere. Dovevo essere forte. Dovevo occuparmi di Blaine.
"Shhh, amore sono qui. Devi tenere duro...farà male ancora per un po', ma poi ti prometto che andrà tutto bene, ok, Blaine? Ma tu devi restare con me. Non mi puoi abbandonare, ok? Tieni duro...ti amo, Blaine" sussurrai piano.
"Sì..." riuscì a dire, cercando di alzare una mano per cercare il mio viso, trovando subito la mia guancia. "..amo a-anch...'o"
"Shhh, lo so..."
"Kurt..." mi chiamò piano Sam. "Devi iniziare..."
"Se hai bisogno io ho delle polveri per la verbena..." fece la bionda -Brittany, o come diavolo si chiamava- passandomi dei sacchetti.
Scossi la testa. "Ci penso io.."
"Ehi, guarda che la mia ragazza è una strega, sa quello che fa..." Alzai lo sguardo fulminando Santana, che inarcò un sopracciglio offesa. "Ok, come vuoi."
Accarezzai di nuovo la mascella di Blaine, ma stavolta con le labbra. Seguii i suoi lineamente per poi arrivare al collo, dove estrassi e affondai i denti, iniziando a succhiare il più delicatamente e dolcemente possibile. Quando ebbi la bocca piena, sputai di lato il sangue non più dolce di Blaine, ma amaro per colpa della verbena. Blaine mugugnò lasciando ricadere la mano che era rimasta fino a quel momento sopra il mio viso. "Mi spiace..." sussurrai. "Tieni duro, amore." Ripresi a succhiare, più deciso stavolta, per poi sputare ancora. Ripetei quell'azione finché il sapore amaro sparì, lasciando il posto a quello dolce del sangue di Blaine.
"Aspetta un attimo.." sentii borbottare Puck. "Hai detto ragazza?" chiese a Santana, seduta sul ramo alla mi destra insieme alla bionda, mentre lui e Sam erano alla mia sinistra.
"Sì, problemi?" rispose secca la lei.
"Uhm, no...solo...beh ecco...tu sei mora, io sono moro, lui è biondo, lei è bionda...il quartetto perfetto...avremmo fatto due coppie stupende...quattro fighi come noi..."
Santana scoppiò a ridere insieme alla sua amica, sì, beh, ragazza. "Tesoro mio, non ci pensare nemmeno! E' vero, prima ci piacevano i ragazzi, ma quando ci siamo conosciute, ottant'anni fa, beh, è stato amore a prima vista..."
"Già, e ora non ho occhi che per la mia San!" sorrise la bionda dando un bacio sulla guancia a Santana.
"E io per la mia Britt!"
"Oh..peccato..."
"E poi, in realtà...pensavo foste gay anche voi!" aggiunse sempre ridendo, mentre io avevo iniziato a pulire le ferite che ricoprivano il viso di Blaine.
"Gay?? Noi?!?" replicò Puck sbuffando.
"Stai scherzando??"
"Siete carini assieme.." fece la bionda, Britt.
Vidi con la coda dell'occhio Sam e Puck che si scambiavano sguardi confusi. "Perché tutti pensano che siamo gay??" chiese mettendo il broncio Sam.
"Perché lo sembrate!" replicò Santana.
"Sentite, potreste smetterla di discutere su chi sia etero e chi gay?" sbottai per poi leccare dolcemente il taglio che partiva dalla guancia e arrivava al collo di Blaine, il quale mugugnò ancora per il dolore. "Ho quasi fatto, amore, tranquillo..." mentii per tranquillizzarlo. Le ferite che aveva sul resto del corpo erano davvero brutte, per non parlare delle bruciature. "Ma che cazzo ti ha fatto quello stronzo?" sibilai cercando di mandar via la voglia di piangere.
"Quelle sono bruciature da sole." disse Santana. "Ci vorrà tempo perché guariscano del tutto..."
Sospirai, strappando la camicia che indossava per potermi dedicare al suo petto. Dovetti chiudere gli occhi e respirare a fondo per riprendere il controllo di me stesso. C'erano parecchie ferite ancora sanguinanti. Legno. Paletti, probabilmente.
"Mio zio è davvero un sadico bastardo..." sibilò Santana abbracciando Britt, che era diventata sempre più pallida.
"Cazzo. E' messo male..." bofonchiò Sam, deglutendo a fatica.
Passai delicatamente le dita sopra le ferite di Blaine, cercando un modo per fasciarlo senza fargli del male, ma la sua mano si avvinghiò attorno al mio polso, stringendo forte e dalle sue labbra uscirono dei gridi strazianti di dolore che mi fecero a pezzi il cuore. "Scusascusascusascusa!" iniziai a piagnucolare accarezzandogli i capelli e baciandolo sulle labbra per calmarlo. Dopo alcuni secondi i suoi gridi si trasformarono in lamenti sommessi. Senza essermene accorto, gli altri quattro mi erano venuti alle spalle, pronti ad aiutarmi, anche se probabilmente non avrebbero saputo cosa fare. "Mi spiace, Blaine. Scusa..." ripetei staccando le labbra dalle sue. Mi asciugai le guance, rigate da lacrime che non mi ero accorto di aver lasciato scorrere. Dovevo farlo. Dovevo dargli da bere il mio sangue. Il sangue di vampiro ci ridava forza. E a lui ne serviva tanta in quel momento. Era una procedura usata raramente, dato che era rischioso per chi dava il sangue. Mi sarei indebolito e molto, probabilmente, ma in quel momento non avevo alternative. Slacciai delicatamente le dita di Blaine dal mio polso. I suoi respiri erano tornati finalmente regolari. Mi guardai per un attimo il polso, respirando a fondo.
Puck e Sam intuirono le mie intenzioni. "Kurt...sei...sei sicuro...?" fece Sam preoccupato.
"Sì. Non ho alternative..." sussurrai prima di mordermi il polso, dal quale iniziò a sgorgare sangue. Morsi ancora più a fondo, per poi posarlo sulle labbra gonfie di Blaine. "Bevi" lo incitai, sollevandogli piano la testa e sorreggendogli il collo. Le sue labbra si mosserro piano, iniziando a succhiare. "Così, bravo..." lo baciai sulla fronte. Ma qualcosa attirò la mia attenzione. Cooper era tornato, ma non era solo.
"Ragazzi...ho un piccolissimo problemino...." ci chiamò.
Alzai lo sguardo da Blaine per fissarlo sopra suo fratello. "Cazzo" Aveva le mani dietro la schiena, bloccate da un ragazzo con dei tratti orientali. Ai suoi lati c'erano altri cinque ragazzi. Erano tutti praticamente nudi, con addosso solo dei pantaloncini stracciati, per giunta. Ai colli delle collanine con come ciondolo una pietra di un colore viola intenso. Notai anche dei strani tatuaggi, ma senza capirne il significato. Liberai il polso dalle labbra e le mani di Blaine, che stava iniziando a succhiare più avidamente. "A-aspetta, amore...devo...devo risolvere il casino che ha combinato tuo fratello..." gli sussurrai nell'orecchio alzandomi e barcollando un po'. Non aveva bevuto tanto ma mi sentivo già indebolito. "Diefendetelo a costo della  vita." dissi rivolto agli altri quattro, per poi scendere dalla pianta, reggendomi a malapena in piedi. Mi leccai il polso, cercando di riprendermi. Ci riuscii quel tanto che bastò per capire chi avessi di fronte. "Lupi..."
"Già. E siamo incazzati!" replicò il più basso con dei lineamenti ispanici.
"Thad, sta' calmo." gli ordinò il ragazzo che teneva Cooper. "Non vi faremo del male se ci spiegate perché siete nel nostro territorio. E soprattutto, se non ci attaccherete..."
"Noi...siamo solo di passaggio..." presi un respiro profondo, cercando di riacquistare le forze.
"Kurt!" mi chiamò Puck lanciandomi una sacca di sangue che afferrai al volo. Bevvi in un attimo, riprendendomi almeno un po'.
"Non volevamo invadere il vostro territorio, ci dispiace. Uno di noi è ferito e ci siamo fermati per guarirlo..."
"Sì, ce ne siamo accorti..." annuì un biondino che avanzò leggermente verso di me.
"Kurt, mi dispiace...mi sono distratto quando ho sentito le grida di Blaine e...e mi hanno colto alla sprovvista...non ho sentito nemmeno il loro odore..." si giustificò Cooper dimenandosi cercando di liberarsi.
"Questo perché noi nascondiamo il nostro odore..." rispose un ragazzo di colore ammiccando.
"A-aspetta...hai detto Blaine? Blaine Anderson?" chiese quello più paffuto coi capelli castani all'insù.
"Ragazzi?"
Feci appena in tempo a voltarmi verso l'origine della voce che vidi Blaine saltare giù dalla quercia e atterrare di fianco a me, crollando a terra. "Cazzo...B-Blaine! Che fai?" sbottai chinandomi per aiutarlo ad alzarsi e sorreggendolo.
"Scusa...non abbiamo fatto in tempo a fermarlo..." si giustificò Santana scendendo con gli altri tre.
"Sto...sto meglio..." mi rassicurò Blaine, passandomi un braccio attorno le spalle. Ma la smorfia che percorse il suo volto non mi convinse affatto, anche perché aveva bevuto pochissimo e le ferite sanguinavano ancora.
"Chi cazzo ti ha ridotto così??" domandò quello più basso venendoci incontro, seguito subito dagli altri lupi, anche quello che teneva Cooper.
Ringhiai mostrando i denti e si bloccarono a pochi passi di distanza. Anche Sam, Puck, Britt e Santana si erano schierati ai miei fianchi mostrando i denti.
"So-sono amici, Kurt..." disse piano Blaine, cercando di raddrizzarsi.
"Sei amico con dei lupi??" chiese incredulo Cooper.
Blaine annuì sorridendo. "Ti ricordi quando sono scappato di casa per un anno, ottant'anni fa? Sono stato con loro...e...no-non vi ho più cercati pe-perché pensavo foste morti..." Lo sentii abbandonarsi sempre di più tra le mie braccia, quindi lo strinsi più forte per farlo stare in piedi.
"Noi? Morti?" rise l'unico che era rimasto in silenzio fino a quel momento. "Amico, noi non moriamo mai!" aggiunse continuando a sorridere, ma guardandolo con uno sguardo preoccupato.
"So-sono contento di rivedervi..." anche Blaine rise ma più debolmente.
"Non ti devi sforzare, piccolo..." gli sussurrai all'orecchio, baciandogli la tempia, senza però staccare gli occhi dai lupi. Quello coi tratti asiatici lasciò andare Cooper che come un fulmine si schierò alla mia destra. "Stai più attento, la prossima volta!" sibilai.
"Kurt...davvero...potete fidarvi di loro...so-sono buoni..." mi tranquillizzò Blaine, cercando di staccarsi da me, ma io lo sorressi di più non appena le gambe gli cedettero.
"Sì, Blaine ha ragione. Non siamo violenti. Difendiamo semplicemente il nostro territorio. Ma se siete suoi amici, non vi torceremo un capello." sorrise quello coi tratti asiatici. "Mi chiamo Wes. E loro sono Thad, David, Trent e Nick e Jeff." elencò indicando gli altri ragazzi.
"Siete ancora piccioncini?" chiese Blaine agli ultimi due nominati, ridendo di nuovo. Stavolta però la sua risata si trasformò in colpi di tosse che lo scossero tutto. Si accasciò a terra tirandomi con sè. Eravamo entrambi in ginocchio e lui aveva appoggiato le mani per terra, continando a tossire e iniziando a sputare sangue.
"Blaine! Oddio! Pi-piccolo, calmati...a-andrà tutto bene!" cercai di tranquillizarlo. Anzi, forse era più un tentativo di tranquillizzare me stesso, dato che stavo andando nel panico, cercando di sorreggerlo e accarezzandogli la schiena. Finalmente tornò a respirare, anche se non regolarmente. Digrignò i denti, stringendo dei ciuffi d'erba finché le sue nocche non divennero bianche. "B-Blaine..."
"S-sto bene..." tirò un sorriso cercando di rialzarsi. Lo afferrai in vita sorreggendo il suo peso morto.
"No. Devi bere di più...do-dobbiamo trovare un posto sicuro così posso finire di occuparmi di lui.." aggiunsi rivolto a Cooper che annuì.
"Si sta facendo giorno...dobbiamo anche trovare un riparo..." disse guardando preoccupato suo fratello.
I lupi si scambiarono un paio di sguardi incerti. "Se volete...noi possiamo ospitarvi nel nostro rifugio. Vi proteggeremo per tutto il giorno." propose Wes.
"E chi ci dice che non ci sbranerete appena abbasseremo la guardia?" protestò Santana ringhiando.
"Io..." disse con un filo di voce Blaine. "Fidatevi di loro..." sussurrò prima di abbandonarsi completamente tra le mie braccia.
"B-Blaine.. cazzo..." lo presi in braccio, attento a non stringerlo troppo e fargli ancora del male. Lo baciai dolcemente sulla fronte. "Portateci al vostro rifugio..." dissi poi deciso. Non è che mi andasse a genio passare un giorno intero con dei lupi, ma se Blaine si fidava di loro, mi dovevo fidare anch'io.
"Ma..." cercò di protestare Puck.
"Se lo dice Blaine, io mi fido di loro..." lo fulminai, facendo cenno agli altri di obbedire ai miei ordini. Ritrassero tutti i denti e seguimmo i lupi fino a raggiungere una caverna.
"Se state scappando in questo modo immagino abbiate qualcuno alle calcagna..." fece Wes mostrandoci l'entrata.
"Se non lo sono ancora, lo saranno presto..." rispose Cooper.
"Noi andiamo a segnare il territorio...se qualcuno vi sta cercando starà sicuramente alla larga da un territorio segnato da noi..." disse il ragazzo ispanico indicando se stesso e il ragazzo di colore.
"Sì. Andate. Ma, Thad, David." li richiamò Wes prima che si trasformassero. "State attenti."
I due alzarono gli occhi al cielo per poi correre verso le piante da dove erano venuti, trasformandosi in due lupi enormi.
"Nick, Jeff. Voi restate qui a fare da guardia. Io e Trent ci occuperemo di loro." aggiunse entrando, invitandoci a seguirlo.
Strinsi di più Blaine al mio petto, sentendo il bisogno di proteggerlo. Ma rilassai la presa non appena lo sentii mugugnare. "Scusa" sussurrai.
"Allora. Innanzitutto ci dovete spiegare perché cavolo Blaine è ridotto in quel modo e soprattutto chi l'ha ridotto così. Poi preferirei delle presentazioni. Per sapere come chiamarvi in caso di bisogno." parlava in modo pacato e le sue labbra erano piegate in un sorriso rilassante. Non sembrava davvero cattivo. L'altro meno ancora dato che aveva un'espressione terrorizzata e continuava a guardare Blaine preoccupato. Lo esaminai per alcuni secondi. Poi mi decisi a fidarmi completamente. Lo avvicinai e lui sgranò gli occhi di più, mentre sentivo Cooper spiegare la situazione al capobranco. "S-scusa. Avete degli stracci e delle bende? Mi potrebbero tornare utili..." gli chiesi indicando con il mento il corpo di Blaine.
"Sì, sì certo. Vieni." mi fece strada fino a raggiungere un angolo della caverna dove c'era una specie di branda. "Puoi appoggiarlo qui..." mi suggerì allontanandosi un attimo e rovistando in uno pseudo armadio.
"Guarda che ce le avevo anch'io..." mi informò Brittany sedendosi a gambe incrociate vicino alla branda, subito imitata da Santana.
"Sto cercando di familiarizzare..." sibilai adagiando con delicatezza Blaine. Poi cercai con lo sguardo Sam e Puck. Erano poco distanti da noi, con le mani in tasca e lo sguardo basso. Ora che ci badavo non erano poi così vicini. Feci scorrere lo sguardo sull'interno della grotta e mi accorsi che era tre volte quella in cui ci rifugiavamo io e Blaine. Cooper stava parlando animatamente mentre Wes lo ascoltava attento. "Sam, Puck" chiamai i miei amici che subito alzarono lo sguardo e mi raggiunsero. "Dovete fidarvi di loro." li tranquillizzai sorridendo, anche se consapevole della freddezza di quel sorriso.
Sam annuì. "Ok..." Anche Puck sembrò rilassarsi almeno un po'. Si sedettero con le altre due, iniziando a parlottare.
Io riportai la mia attenzione su Blaine, accarezzandogli i lineamenti del viso e baciandolo piano sulla fronte.
"Tieni" mi voltai ritrovandomi il ragazzo un po' paffutello che mi porgeva alcune bende e mi sorrideva.
"Grazie." risposi afferrandole. "A-avete anche dell'acqua?" chiesi incerto.
"Certo, Tieni." mi porse una bacinella, come se avesse previsto la mia richiesta.
Bagnai uno straccio che mi aveva passato insieme alle bende e iniziai a pulire il viso di Blaine, in modo da togliere tutto il sangue. La camicia che aveva indosso era ancora aperta e lasciava intravedere le ferite.
"Sei il suo ragazzo vero?" mi chiese all'improvviso.
Non mi ero nemmeno accorto che era rimasto al mio fianco e controllava ogni mia mossa. "S-sì. Futuro sposo a dir la verità..." aggiunsi con un po' di gelosia. Sì, so essere molto geloso, anche se non ce n'è bisogno.
"Oh.."
Blaine iniziò a tremare sotto le mie mani. Cercai di farlo smettere accarezzandolo dolcemente e baciandogli la fronte, insolitamente calda. Troppo calda. La nostra pelle non era mai calda. Fino ad un attimo prima era fredda. Avevo fatto qualcosa di sbagliato forse? "Merdamerdamerda" iniziai a farneticare. Mi tolsi la maglietta, coprendolo. Poi mi morsi di nuovo il polso sinistro, la ferita di prima ormai già rimarginata. Morsi disperatamente finché non sentii il mio stesso sangue scendermi lungo la gola.
"Kurt..." mi chiamò Sam allarmato.
Posai il polso sopra le labbra di Blaine. "Bevi, piccolo, per favore..." sussurrai alzandogli la testa.
"Kurt cosa succede?" chiese Cooper avvicinandosi preoccupato.
"No-non lo so...è caldo. Noi non siamo mai caldi. Ho-ho paura...e se...se tuo padre gli ha fatto qualcosa...io....non....Blaine...t-ti prego. Non mi puoi lasciare!" Stavo piangendo, forse urlando. Non me ne rendevo molto conto. L'unica cosa che contava in quel momento era Blaine. Avrei voluto distruggere qualcuno, punire qualcuno per tutto il male che stava soffrendo. Volevo urlare. Ma forse lo stavo già facendo dato che sentii qualcuno cercare di zittirmi. Non distinguevo più i suoni, nè le persone che mi erano attorno, anche se sembravano tante. Sentivo solo le labbra di Blaine succhiare sempre di più. E mi rilassai a quel pensiero. Se Blaine beveva, forse si sarebbe ripreso. Ma se non l'avesse fatto? Mi piegai sopra di lui, stringendolo forte contro di me e baciandogli i capelli. "Ti amo Blaine..." sussurrai con le ultime forze che sentivo già abbandonarmi il corpo. Non lo stavo più stringendo. Eravamo solo appoggiati l'uno all'altra. Non avevo nemmeno più la forza di sostenergli il collo. Mi sentii accasciare sopra di lui. Poi divenne tutto completamente nero. E mi sentii solo. Abbandonato. "BLAINE!" cercai di gridare. Ma nessun suono mi rispose. Solo silenzio. E buio. E freddo.

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Capitolo 5
*** V ***



V


Tutto era buio. Freddo. Silenzioso. Continuavo a cercare di chiamare Blaine ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Potevano essere passati secondi, minuti, ore, giorni, persino anni quando finalmente vidi uno spiraglio di luce. E fu allora che finalmente riuscii a dirlo. "B-Blaine..." mugugnai.
"Kurt? Kurt! Ehi, si è svegliato!" sentii qualcuno gridare. Troppo forte per i miei gusti.
Aprii lentamente gli occhi e sebbene non ci fosse tanta luce, la trovai comunque abbagliante. "Blaine...dov'è Blaine?" ripetei cercando di alzarmi. Ma qualcosa me lo impediva. Qualcuno anzi. Qualcuno che era accoccolato contro al mio petto. Qualcuno dall'odore famigliare. Dalla forma famigliare. "Blaine..."
"Sta bene, tranquillo...sta solo dormendo." mi rispose una voce alla mia sinistra.
"Sam?"
"Già. Tu come stai?"
Mi ritrovai la sua bionda chioma davanti al naso, mentre i suoi occhi mi scrutavano attentamente. "Bene...credo.." risposi arricciando il naso in una smorfia dato che mi faceva male tutta la schiena ed ero tremendamente affamato, la gola secca che bruciava.
"Ci hai fatto spaventare a morte, coglione!"
"Sempre molto fine, eh Puckerman!" Replicai vedendolo sbucare da dietro la spalla di Sam. Poi vidi anche Cooper, Brittany, Santana e alcuni dei lupi.
Puck sorrise, abbassandosi per scompigliarmi i capelli. "Solo...non farlo più la prossima volta..." mi disse dolcemente.
Guardai tutti, notando le loro espressioni sollevate. Poi portai la mia attenzione su Blaine, che respirava piano contro il mio petto. Feci passare le dita della mano destra tra i suoi riccioli scompigliati per poi baciarlo sul naso. Aveva delle fasciature sul petto, ma le ferite sul volto non c'erano più. Anche il mio polso era bendato ma non sentivo più la ferita aperta. "Quanto ho...?"
"Due giorni e una notte." rispose Cooper prima che riuscissi a finire la domanda.
"COSA?"
"Tranquillo. Ci hanno protetto bene. E siamo pure diventati amici!" sorrise dando un pugno sulla spalla a quello biondo che si aprì in un enorme sorriso.
"Mmm..." mugugnai riportando lo sguardo su Blaine.
"Kurt....sicuro di stare bene?" mi chiese Sam.
"Solo...solo un po' affamato. E mi fa male la schiena. Questa cosa è scomodissima!" borbottai cercando di sistemarmi meglio su quella superficie ruvida e dura e sotto il corpo di Blaine, che si lamentò, aggrappandosi alla mia maglietta.Gli accarezzai la schiena, baciandolo di nuovo sul naso. "Shhh baby, è tutto ok..."
"Se non si sveglia entro stasera...come facciamo? Non possiamo aspettare un altro giorno..." disse Santana sistemandosi un ciuffo dei capelli corti e corvini che le ricadeva su un occhio.
"Potremmo portarlo in spalla..." propose Puck.
"Sarebbe rischioso."
"Sì, Sam, ma vi abbiamo già detto che siamo disposti ad accompagnarvi. Non è un problema per noi!" replicò l'amico del biondo.
"E' comunque rischioso! Anche per lui..." aggiunse Sam alzandosi per fronteggiare gli altri e indicando Blaine.
"E' vero." lo difese Brittany.
"E' anche vero che se aspettiamo ancora è più facile incontrare per strada gli scagnozzi di mio padre..." replicò Cooper aggrottando la fronte.
Mi schiarii la voce per attirare la loro attenzione, ma nessuno si girò a guardarmi. "Ragazzi...fame..." mugugnai, ma nessuno mi considerò. Sbuffai, cercando ancora di trovare una posizione comoda.
"Tieni" mi sorrise il lupo paffutello passandomi una sacca di sangue.
"Gr-grazie!" Abbandonai i tentativi di sistemarmi e bevvi tutto d'un fiato. Mi asciugai le labbra con la mano per poi sorridergli ampiamente. "Grazie" ripetei più forte.
"Sono ore che continuano a discutere..." sospirò guardando gli altri.
Sospirai anch'io. "Forse dovrei alzarmi e iniziare a dare ordini...così almeno stanno zitti..." borbottai riprendendo a spostarmi cercando di non muovere Blaine, che era davvero pesante sopra il mio petto. Come se non volesse più staccarsi da me. Non che la cosa mi dispiacesse, ma iniziava davvero a farmi male la schiena.
"Vuoi che ti passi un cuscino o qualcosa?" mi domandò gentile.
"No, no. Mi devo alzare per forza..." Finalmente riuscii a spostare Blaine, mettendomi a sedere, ma tenendolo comunque contro il mio petto, dove si accoccolò strofinando il naso contro la mia maglietta. Gli accarezzai dolcemente la schiena.
"Siete davvero carini assieme!" mi sorrise di nuovo.
"Grazie!" ricambiai il sorriso. "Scusa...mi potresti dire di nuovo come ti chiami?" chiesi vergognandomi un po' per essermene già dimenticato.
"Trent" rispose porgendomi la mano.
Gliela strinsi. "Immagino tu sappia come mi chiamo..."
"Sì. Cooper ci ha raccontato tutto. Beh, aiutato dai tuoi amici..."
"Mmm. E, Trent...non è che mi sapresti dire cos'è successo in questi due giorni?"
"Oltre al fatto che voi due dormivate come ghiri?"  ridacchiò. "Scusa. Battutaccia..."
"Nah, tranquillo..." sembrava simpatico per essere un lupo. E troppo dolce e carino.
"Io e Brittany ci siamo presi cura di voi. Dopo che Blaine ha bevuto da te, non abbiamo dovuto far altro che medicarlo e le ferite si sono rimarginate in poche ore. Per quanto riguarda te...beh, Blaine aveva bevuto fin troppo sangue...Brittany è una strega, ma non ha nulla per situazioni del genere, così ti abbiamo dovuto far bere non so quanti litri di sangue...ma continuavi a non riprenderti. Per alcune ore pensavamo di averti perso. E...ti posso garantire che i tuoi amici ci tengono davvero a te...piangevano come disperati..." Sorrisi al pensiero. "Ma poi ti sei ripreso. Hai aperto gli occhi e hai iniziato a blaterare cose senza senso per poi richiuderli e dormire come un sasso. Così abbiamo deciso di lasciarvi riposare...non pensavamo dormiste così tanto, però. Ma... abbiamo stretto amicizia e qui siete al sicuro..." mi sorrise alzandosi dalla posizione accucciata che aveva assunto per potermi guardare negli occhi mentre mi raccontava tutto.
"Grazie, Trent. Sei davvero dolce, sai?"
Arrossì leggermente. "Figurati..."
Gli altri si erano messi ad urlare discutendo per non so quale altro motivo. "Ehi!" li richiamai. "Smettetela di urlare!" alzai di più la voce. Finalmente si zittirono tutti, guardandomi. "Grazie!" sbottai.
"Kurt...tu cosa pensi che dovremmo fare?" mi chiese Puck.
"Riguardo cosa?"
"Ma ci ascolti quando parliamo?" domandò inarcando un sopracciglio Santana.
"Ehi! Sta' attenta a come ti rivolgi a lui!" la minacciò Puck.
"Zitti!" li richiamò Sam. "Kurt. Stiamo discutendo se spostarci lo stesso o aspettare che Blaine si svegli..." mi informò Sam.
"Noi siamo disponibili ad aiutarvi, davvero..." aggiunse Wes.
"Sì, ma ripeto che è comunque rischioso..." fece notare Brittany.
"Pensavo vi fidaste dopo due giorni passati assieme..." sibilò quello dai tratti ispanici. Thad, forse?
"Ehi, non parlare così alla mia ragazza!"
"Non ho detto nulla di male!"
"Fatto sta comunque che non abbiamo ancora risolto nulla!"
Ripresero di nuovo a discutere, tornando ad ignorarmi e lasciandomi interdetto. Trent mi guardò tirando su le spalle. "Scusali.." sussurrò.
La mia attenzione fu però attirata da Blaine. Si stava stringendo sempre di più contro di me, strofinando il naso contro il mio petto, finché dalle sue labbra non uscì un "K'rt" un po' strozzato ma comunque udibile.
"Blaine?"
"Kurt...fame..."
Trent mi stava già porgendo una sacca di sangue, in volto un sorriso ampio.
"Grazie." lo ringraziai strappando la sacca e facendo bere Blaine che succhiò avidamente fino all'ultima goccia. "Piccolo...ehi, come stai?"
Aveva ancora gli occhi chiusi e invece che aprirli si strinse ancora di più a me. "K'rt.."
"Ehi, shhh...sono qui. E' tutto ok..." lo tranquillizzai dandogli un bacio sui capelli.
Restò immobile per un paio di secondi. Poi sembrò ricordare e spalancò gli occhi guardandomi preoccupato. "Kurt! Sta-stai bene? Dove siamo? Cosa succede??" si agitò staccandosi da me.
"Ehi, ehi. Calmati. E' tutto ok. Io sto bene. E siamo al sicuro." risposi ritirandolo a me e abbracciandolo. "Tu? Stai bene?" chiesi poi dolcemente.
"Sì..." sussurrò. "Ma...dove siamo?"
"Nel nostro rifugio!" rispose stavolta Trent.
Come lo vide, Blaine si aprì in un enorme sorriso.
"Non ti ricordi nulla, Blaine? Di come siamo arrivati qui, di quello che è successo prima?" domandai un po' preoccupato.
"Mi ricordo le torture di mio padre e la promessa di Coop di tirarmi fuori da lì...poi tutto buio..."
"Non importa...ora sei al sicuro. E ti prometto che non ti succederà mai più nulla!" sorrisi guardandolo dritto negli occhi. Anche lui sorrise.
"Kurt...una cosa me la ricordo bene, però..."
"Cosa?"
"La proposta che mi hai fatto...e...beh, sono stato uno stupido a non accettare subito...perché è un sì, Kurt. Ti voglio sposare. Perché ti amo. Alla follia. E preferirei morire piuttosto che vivere un'eternità senza di te!"
Mi ci vollero tantissime energie per trattenermi da mettermi a piangere come una fontana. Anche se Cooper mi aveva già detto che Blaine aveva accettato, sentirmelo dire da lui era...perfetto. La cosa che desideravo di più al mondo. Lo baciai sulle labbra intensamente e lui ricambiò. Sembrava passato un secolo dall'ultima volta che le nostre labbra si erano trovate.
"Ehm, ragazzi..." ci chiamò piano Trent. "Mi spiace interrompervi, ma...non dovremmo dirlo agli altri che Blaine si è svegliato? Si stanno ancora scannando vivi...."
Scoppiai a ridere notando in quel momento che gli altri stavano effettivamente continuando a discutere animatamente. Erano diventati amici ma discutevano come degli incivili.
"Perché stanno litigando? Vi dovete fidare di loro..." mormorò Blaine mettendosi a sedere al mio fianco, il mio braccio destro sempre sulle sue spalle.
"Perché sono degli idioti e non si accorgono nemmeno di noi!" replicai scuotendo la testa. "Ragazzi..." li chiamai. Ma come prima fui ignorato. "Ragazzi!" Ancora nulla. "RAGAZZIIII!!!!" gridai. Blaine mugugnò per l'urlo troppo forte e si coprì le orecchie arricciando il naso. Gli altri, finalmente, si voltarono nella mia direzione.
"Cosa c'è?" sbottarono insieme Puck e Santana.
"C'è che siete talmente idioti da litigare tra di voi e non accorgervi che Blaine si è svegliato..." replicai alzando gli occhi al cielo.
Restarono per un momento interdetti facendo scorrere gli sguardi da me a Blaine che aveva assunto un'espressione perplessa. "Perché ci guardano in quel modo, Kurt? Ho qualcosa che non va? E perché stavano litigando?" mi domandò a raffica passandosi le mani tra i capelli e tastandosi il viso.
"Sei bellissimo amore, come sempre. Stavano discutendo perché non sapevamo se muoverci lo stesso e portarti in spalla o aspettare che tu ti svegliassi..."
"Muoverci?" mi chiese confuso. "Dove stiamo andando?"
"Ti porto in luna di miele anticipata...Italia."
I suoi occhi si illuminarono. E mi gettò praticamente le braccia al collo iniziando a riempirmi di baci ovunque.
"Woah! Ok che ti sei appena svegliato e non scopate da settimane, ma aspettate che ce ne siamo andati, almeno!" borbottò Cooper.
Blaine si staccò da me, guardando suo fratello e sorridendo ampiamente. "Coop...hai mantenuto la promessa!"
"Ovvio. Non potevo lasciare che mio padre torturasse il mio fratellino! E poi...siete così innamorati e...vorrei vederti felice...e...una gita in Italia non mi dispiaceva, quindi..."
Blaine rise scuotendo la testa. "Grazie Coop"
Cooper alzò gli occhi al cielo, borbottando cose come "Ma figurati" "Niente di che..." per poi non riuscire più a trattenenrsi e praticamente lanciarsi sopra di noi per abbracciare Blaine che rise ancora di più.
"EHI!" protestai io dato che ero finito sotto loro due che si abbracciavano e stavano rischiando di soffocarmi.
"Scusa!" si preoccupò Blaine mettendo una mano in faccia a suo fratello, divenuto troppo affettuoso, per allontanarlo.
"E ben tornato tra noi, cugino!" esclamò ironica Santana, senza però riuscire a nascondere un sorrisetto.
"San? Britt? Che ci fate qui?"
"Ehi, sei o non sei il mio cuginetto preferito?!?"
"EHI!"
"Scusa Coop... Comunque, non potevo non aiutarvi. E poi...tuo padre mi odia da sempre. Se andate al potere voi, non penso vi facciate dei problemi se sto con una ragazza..." aggiunse prendendo la mano di Brittany che sorrise annuendo.
"Oh, no quello non sarebbe un problema...la tua irrefrenabile e insopportabile lingua però sì!" replicò Blaine ridendo. Santana gli rivolse una linguaccia.
"Se ridi e scherzi vuol dire che stai bene!" si intromise uno dei lupi.
"Thad! Ehi!" lo salutò, notando poi anche gli altri. "Non so cosa centriate voi con la nostra fuga, ma vi sono grato se ci avete aiutati...credo..."
"Sì, ci hanno aiutato eccome! Ci hanno protetto in questi due giorni. E siamo pure diventati amici...più o meno..." sorrise Cooper rialzandosi da sopra me e Blaine e andando a mettere un braccio sopra le spalle di Thad che non ne sembrò molto entusiasta.
"Oh, bene! Aspetta, due giorni?"
"Sì. Hai dormito, anzi, avete dormito per due giorni e una notte." spiegò Sam.
"Tu sei...uno degli amici di Kurt, immagino..."
"Sì. Loro sono Sam e Puck."
I due interpellati salutarono con la mano, come dei bambini.
"Oh, piacere. Kurt mi parla sempre di voi..."
"Mai quanto parla a noi di te! A volte dobbiamo ficcargli un calzino in bocca perché altrimenti ci fa una descrizione dettagliata di quello che fate a letto!" sbottò Puck.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi io scattai in piedi raggiungendolo e saltandogli addosso. Lo torturai di solletico come facevamo sempre, mentre gli altri scoppiavano a ridere. Cademmo a terra, continuando a lottare. "Io. Non. Vi. Racconto. Quelle. COSE!" scandii tra un pizzico e l'altro. Poi mi accorsi di sembrare infantile e di certo non degno di comandare un regno. Mi staccai da Puckerman, schiarendomi la voce e stirandomi i jeans e la maglietta, mentre gli altri ancora ridevano. Anche Blaine. E quello mi rese felice. "Comunque...ora sarebbe meglio ripartire...appena cala il sole ovviamente..."
"Kurt ha ragione." Blaine si fece serio, alzandosi e mettendosi al mio fianco. Si vedeva che stava meglio, ma i vestiti erano ancora strappati ed era ricoperto da bende un po' ovunque. I capelli arruffati e sporchi. E uno sguardo un po' stanco in viso. "Mi spiace essere stato la causa di questo rallentamento. Non so quale sia il piano esattamente, ma immagino andare direttamente in Italia..." aggiunse un po' insicuro guardandomi, un sopracciglio leggermente inarcato.
"Sì. Cioè, prima dobbiamo fermarci in Romania per fare scorta di sangue. Dicono che là abbiano le migliori cantine, con il sangue più vecchio e prelibato. Per non andare dagli Antichi a mani vuote..." spiegai.
Blaine annuì."Immagino sia tutto una tua idea..."
"Modestamente..." sogghignai.
Blaine sorrise, prendomi la mano. "Quindi...ci resta un po' di viaggio da fare..."
"Noi abbiamo già detto che siamo disposti ad accompagnarvi almeno fino all'oceano..." si intromise Wes.
"Sì. Potremmo difendervi di giorno mentre vi rifugiate in qualche grotta..." propose Thad.
"Beh, non penso ci vorrà poi così tanto...e poi...voi quando dormireste?" chiese Blaine.
"Uhm, faremo dei turni...siamo in sei." rispose quello di colore.
"David, non mi sembra giusto che voi abbandoniate il vostro territorio per proteggerci e che non vi riposiate nemmeno..."
"Oh, andiamo! Come se tu non lo faresti per noi!" bofonchiò Trent.
Blaine sembrò pensarci su un attimo. "Solo fino all'oceano. Non oltre. Tanto ci metteremo neanche una notte. Poi mi promettete che tornerete indietro!" fu quasi una minaccia. Non l'avevo mai visto così autoritario. Al contrario di me, che quando davo ordini era per qualche capriccio, Blaine sembrava molto più pronto per essere re. Lo squadrai da capo a piedi, come se lo vedessi per la prima volta. Non mi ero mai accorto di quel suo lato così regale e autoritario.
"Ai suoi ordini, capo!" borbottarono i lupi.
"Che c'è?" mi sussurrò poi all'orecchio, notando che lo stavo fissando.
Arrossii, scuotendo la testa. "Niente, solo...ti amo, Blaine!" risposi dandogli un bacio sulla tempia e stringendo di più la sua mano.
"Sarete due re grandiosi, carini, coccolosi e perfetti!" esclamò eccitata Brittany.
"Sul perfetti e grandiosi sono d'accordo, sul carini e coccolosi avrei da ridire...secondo me sono delle tigri a letto!" rise Santana.
"SAN!" la richiamò Blaine arrossendo.
"Non vedo l'ora di essere re per avere un po' più di rispetto anche da parte loro!" blaterai arricciando il naso.
Sia le ragazze che Sam e Puck risero. "Non penso che potremmo mai smettere di prendervi in giro! Anche se sarete i nostri re!" disse poi Puck, che ricevette una pacca da Cooper. "Il ragazzo ha ragione! Io resterò il principe, ma non credere che non vi tormenterò sempre e comunque!" rise puntando l'indice destro verso noi due.
Sospirammo contemporaneamente, mentre i lupi ridacchiavano sotto i baffi. Poi si zittirono tutti all'improvviso. Anzi, ci zittimmo tutti all'improvviso, trattenendo i respiri.
"Sta arrivando qualcuno..." annunciò il biondo che fino a quel momento era rimasto fuori a fare la guardia con il suo amico, facendo capolino dall'entrata. Senza essercene accorti, il sole era tramontato, e si stava facendo già buio. Rischiai di stritolare la mano a Blaine da tanto gliela stringevo, mentre tutti ci pietrificavamo. Wes guardò gli altri e con un semplice cenno del capo li invitò ad uscire. Proprio mentre sorpassavano me e Blaine, i più vicini alla porta, si trasformarono in enormi lupi. Avevano il pelo di colori diversi così riuscii a distinguerli. Quello biondo aveva, ovviamente, il pelo più chiaro degli altri. Color sabbia, con alcune striature più scure sulla pancia. Trent era leggermente più scuro, di un marrone simile a quello delle castagne che io e Puck ci divertivamo a lanciarci in autunno. Thad, quello più piccolo del branco, era di un marrone intenso, molto scuro. Quello di David era, invece, tendente al rossiccio e quello di Wes era nero, con alcune sfumature grigie. Completamente grigio scuro era invece l'altro lupo che era rimasto fuori e aveva iniziato a ringhiare piano. Wes rivolse un ultimo sguardo verso di noi prima di sparire fuori insieme agli altri. Ci furono alcuni istanti di silenzio in cui si poteva udire solo il respirare pesante dei lupi. Noi eravamo rimasti tutti completamente immobili, gli sguardi fissi nel vuoto, le orecchie tese al minimo rumore. Successe in un secondo. Sentimmo i lupi iniziare a ringhiare e poi abbaiare forte, mentre dei passi li circondavano. Vampiri. Sentii Blaine fremere e cercare di liberarsi dalla mia presa.
"Blaine.." lo chiamai in un sussurro.
"Devo aiutarli. Sono miei amici..."
"No, se sono scagnozzi di nostro padre ti riconosceranno..." lo fermò Cooper.
"Tuo fratello ha ragione. Non possiamo uscire allo scoperto. Aspettiamo..." cercai di tranquillizzarlo.
Prese un respiro profondo mentre sentivamo ancora gli ululati scuotere la notte che ormai stava scendendo. "Sono miei amici..."
"Lo so, Blaine. Ma non possiamo rischiare..." ripetei stringendogli tutto il braccio e guardandolo fisso negli occhi.
Lui chiuse gli occhi per un attimo per poi riaprirli e ricambiare il mio sguardo. "Hai ragione. Scusa..."
Restammo di nuovo in silenzio. cercando di capire cosa succedesse fuori. Poi sentimmo un uggiolio strozzato seguito da dei lamenti. Uno dei ragazzi.
"Cazzo. Nick." sibilò Blaine irrigidendosi.

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Capitolo 6
*** VI ***




VI



"Blaine!" lo richiamai di nuovo e stavolta dovetti oppormi con tutta la mia forza per impedirgli di uscire.
"Quello era Nick! Gli è successo qualcosa! Devo aiutarli!" protestò lottando per liberarsi di me. Per fortuna Cooper venne in mio aiuto, trattenendo Blaine.
"Amore, davvero, non possiamo rischiare! Per favore!" cercai di farlo ragionare, ma non sembrava sentirmi. Alla fine si bloccò tra le mie braccia, Cooper lo lasciò andare, allontanandosi di un paio di passi.
"Blaine. Kurt ha ragione."
"Zitto." lo zittì e Cooper non si azzardò a replicare. C'era qualcosa negli occhi di Blaine. Un misto di paura, preoccupazione e rabbia. Gli strinsi la mano mentre lui cercava ancora di capire cosa stesse succedendo. Ci voltammo appena in tempo per vedere il lupo grigio scuro rientrare zoppicando e guaendo mestamente. Intanto fuori avevano smesso di ululare. In un attimo furono tutti dentro. Ritornarono uomini uno a uno, il pelo che si ritirava sotto la pelle, le code che sparivano.
"Cazzo!" sbottò Nick dando un calcio contro il muro della grotta.
"Stai bene?" si preoccupò il biondo appoggiandogli le mani sulle spalle e cercando di guardarlo negli occhi, che Nick teneva bassi.
"Non è niente..."
"Ma sei completamente rincoglionito??" gli urlò contro Thad. "Che ti passava per la testa?! Ci è mancato poco che finissimo tutti ammazzati!"
"Lo so cazzo! Mi dispiace!" sbraitò tenendosi stretto il polso sinistro e guardando oltre Jeff, ancora preoccupato.
"Cos'è successo?" provò ad intrommettersi Blaine, senza lasciare la presa sulla mia mano.
"Mi dispiace!" ripeté Nick, liberandosi da Jeff e dando un altro calcio al muro.
"Ehi, ehi, calma..." lo tranquillizzò Jeff abbracciandolo da dietro.
"Nick, non ti hanno morso, vero?" domandò incerto Wes, ancora con il fiatone.
"N-no..." balbettò Nick. "Penso sia solo rotto..."
"Shhh è tutto ok..." lo tranquillizzò ancora Jeff, mentre Trent li avvicinava e prendeva tra le mani il polso di Nick, esaminandolo.
"Si può sapere che cazzo ti è passato per la testa?" gridò ancora Thad. "Pensavo...pensavo ti avessero preso, cazzo..." aggiunse passandosi le mani tra i capelli neri come la pece e nei suoi occhi vidi paura per la prima volta.
"Uno di loro aveva puntato Jeff...volevo solo proteggerlo..." ammise tirando su con il naso e nascondendo una smorfia di dolore quando Trent girò un po' troppo il polso.
"Ma sei pazzo? Rischi la vita per me?" sussurrò dolcemente Jeff.
"Loro chi?" si intromise di nuovo Blaine.
"Vampiri" rispose David.
"Scusa se ti ho urlato contro..." sentii dire Thad a Nick.
"Che erano vampiri l'avevo capito. Erano...erano del mio...?"
"Clan? Sì, penso proprio di sì. Avevano il vostro stesso odore." confermò Wes.
"Grandioso!" lasciò andare la mia mano, passandosela tra i riccioli ancora scompigliati. Lo guardai preoccupato, mentre anche Cooper e Puck imprecavano sottovoce, stringendo i pugni e digrignando i denti.
"Ma...li abbiamo cacciati. Nonostante qualcuno abbia rischiato di farci ammazzare, siamo riusciti a mandarli via e staranno alla larga dal nostro odore, se volete che vi accompagnamo..."
"No." disse semplicemente Blaine. "Nick è ferito..."
"Sto bene" cercò di protestare, venedendo ignorato.
"...ed è rischioso per voi. Ci arrangeremo." Tirò un sorriso incrociando le braccia al petto.
"Se veniamo anche noi sarete più al sicuro. Almeno fino all'oceano." replicò David.
"No, non voglio che rischiate la vita per noi."
"Non rischiamo la vita..." borbottò Wes.
"Sì, Wes. Nick ha appena rischiato di essere morso..."
"Perché sono stato un coglione. E' colpa mia. Non succederà più..."
"No. Ho detto di no." ripeté alzando leggermente la voce e lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, i pugni stretti.
"Blaine...forse non è una cattivissima idea..." provò a convincerlo Cooper.
"Sì, infatti, hobbit. Se abbiamo anche loro siamo più sicuri..." si intromise Santana.
"HO DETTO DI NO!" gridò Blaine, zittendo tutti, anche Nick, Trent e Jeff che erano in disparte e si stavano occupando del polso di Nick. Lo fissarono tutti, notai gli sguardi preoccupati e impauriti degi altri. Io lo guardai invece perplesso. Perché se la stava prendendo così tanto. E soprattutto perché stava gridando in quel modo.
"Blaine." lo chiamai in modo deciso. Mi diede le spalle, coprendosi gli occhi con la mano destra. "Blaine." lo richiamai, ancora più deciso.
Sospirò e sussurrò un "Scusate" che riuscimmo a sentire solo per i nostri sensi supersviluppati.
"Blaine. Girati." Non ero arrabbiato con lui. Solo non capivo. Dato che non mi dava ascolto, gli afferrai il polso sinistro, facendolo voltare e permettendo che i nostri sguardi si incontrassero. Di nuovo quel misto di preoccupazione, paura e rabbia che si rifletteva nelle sue iridi cangianti che si stavano scurendo sempre di più. Le fissai per alcuni secondi, cercando di scrutarlo fino in fondo, leggerlo come un libro, come facevo di solito. Ma quella volta era come se quel libro fosse scritto in una lingua a me sconosciuta. Lo spinsi verso l'esterno della grotta, ma subito gli altri ci furono dietro.
"Lasciateci soli." ordinammo praticamente all'unisono. Gli altri non se lo fecero ripetere, tornando dentro. Li sentii bisbigliare qualcosa, ma la mia attenzione era ancora concentrata sugli occhi di Blaine. "Cosa c'è?" gli chiesi. "Perché non vuoi che ci accompagnino? Non ti fidi di loro?"
"Cosa? No, no. Mi fido di loro..." rispose scuotendo la testa, ma senza mai perdere il contatto col mio sguardo.
"E allora cosa?"
"Kurt, io..." prese un altro sospiro, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo.
"Ha-hai cambiato idea? Vuoi tornare indietro?"
"NO!" gridò quasi, ma non c'era rabbia nella sua voce, solo terrore. "No. Solo..." abbassò lo sguardo, liberando il polso dalle mie dita che ancora lo cingevano. Lo lasciai fare, avvicinandomi a lui. Mi prese le mani tra le sue, per poi rialzare gli occhi per fissarli nei miei. Grazie al riflesso della luna potevo scorgere le sue iridi, di nuovo color caramello, inumidirsi. "Kurt, io..."
"Ehi, è tutto ok. Parlami. Sono qui." cercai di tranquillizzarlo, usando il tono più dolce che potessi usare in una situazione del genere.
"Io ho una fottutissima paura, Kurt. Ho paura che vada tutto male. Che ci trovino. Che faccino del male a loro. O che tocchino te. E se tutto va liscio... ho paura di non essere in grado di governare, di diventare re. Ho paura, Kurt. E non ho idea di quello che sto facendo..."
Liberai le mani dalle sue, afferrandogli il viso delicatamente. "Blaine. Anch'io ho paura. Le tue stesse identiche paure. Ma...se stiamo insieme, se stiamo uniti, ce la faremo. Se ci facciamo aiutare...beh, forse riusciremo a cavarcela ancora meglio. Anch'io non voglio che succeda qualcosa alle persone che amo, specialmente a te. Ma...non abbiamo alternative, Blaine. Ci dobbiamo fare aiutare. E per quanto riguarda il fatto di non essere all'altezza di diventare re, ti sbagli di grosso. Non hai notato come tutti si sono zittiti quando hai alzato la voce? O come tutti diano retta ai tuoi ordini?" fece una smorfia che stavolta riuscii a leggere perfettamente. Era la smorfia di uno che non andava fiero delle proprie azioni. Lo ignorai, stringendogli di più il volto e avvicinandomi di più, in modo che i nostri nasi furono a pochi millimetri di distanza. "Sarai un re perfetto, Blaine. Sei un vampiro coraggioso, leale, forte, giusto, autoritario- anche se non me n'ero mai accorto prima e devo ammettere che sei piuttosto sexy quando fai così-..." aggiunsi per sdrammatizzare e servì dato che sorrise scuotendo la testa. "Ma sei anche molto dolce e buono, Blaine. Io lo so perché riesco a leggerti come un libro aperto. Lo so perché sono innamorato di questo vampiro. Lo so e credo in te, Blaine. Insieme ce la faremo, te lo prometto. Quindi ora riportiamo i nostri culetti molto sexy in quella caverna, chiedi scusa come si deve a quei poveri lupi che si sono dovuti sorbire i nostri amici per due giorni e diciamo loro che ci possono accompagnare. Tanto si tratta solo di poche ore, quello che basta per raggiungere l'oceano e passare in Asia. Poi ci arrangeremo da soli." Accennai un sorriso, aspettando il suo assenso che arrivò subito.
"Ha-hai ragione. Scusa."
"Non ti devi scusare, Blaine. Non con me. So perfettamente come ti senti. Ma ricordati che ti amo, ok? Andrà tutto bene." Non sapevo bene da dove venissero tutti quei discorsi, dato che fino a qualche minuto prima anch'io non aveva idea di quello che stessimo facendo, ma quelle mie stesse parole comparse da chissà dove mi diedero forza e coraggio. Infondo ero Kurt Hummel. Principe del famoso clan degli Hummel. Ed ero con Blaine Anderson. Il figlio dello spietato e potentissimo Chuck Anderson. Dovevamo solo sposarci e i giochi sarebbero stati fatti. Cosa non così semplice come mi sebrava allora, ma non irrealizzabile.
Blaine mi sorrise annuendo. "Sì. Sì, hai ragione. Ce la faremo. E andrà tutto bene. Non so come, ma ce la faremo."
"Sì, Blaine." sussurrai cingendogli il collo con le braccia e affondando il naso nel suo collo, ignorando i suoi vestiti sporchi e la puzza di sudore che lo circondava.
Lui mi strinse ancora più forte, sollevandomi da terra. "Che cosa ho fatto per meritate il miglior fidanzato al mondo?" sospirò.
Rialzai il viso per far incontrare di nuovo i nostri occhi. "Ti amo, Blaine. Ti amo e ti sposerò."
"Anch'io ti amo, Kurt. E sì, ci sposeremo. Anche se...affidandoci agli Antichi non so se potrai organizzare tutto come hai sempre sognato..." aggiunse sinceramente dispiaciuto.
Alzai un sopracciglio. "Mmm, davvero? Vorrà dire che organizzerò una luna di miele perfetta, per non parlare della festa che daremo appena tornati..."
Blaine rise, baciandomi sulla fronte, sul naso e poi sulle labbra. "Ti amo" sussurrò semplicemente.
"Ti amo" ripetei baciandolo a mia volta, le braccia attorno il suo collo. Restammo così per alcuni secondi, poi ci ricordammo della situazione in cui eravamo. Ci staccammo, schiarendoci la voce e cercando di assumere un aspetto autoritario, finendo per ridere di nuovo. Gli afferrai la mano, stringendola dolcemente. "Andiamo.." disse sorridendomi per poi farsi più serio. Rientrammo nella grotta. Trent era riuscito a fasciare il polso a Nick, entrambi seduti sulla branda su cui avevamo dormito io e Blaine, Jeff vicino a loro, una mano appoggiata sulla spalla del suo migliore amico. Gli altri tre lupi erano accucciati per terra, gli sguardi fissi sul terreno, le braccia incrociate ai petti. Puck e Sam erano seduti in un angolo, le schiene appoggiate al muro, mentre Cooper faceva avanti e indietro tra Britt e San che sembravano preoccupate e un po' impaurite. Ci schiaremmo entrambi di nuovo le voci, attirando subito le loro attenzioni. Puntarono tutti gli occhi su noi due, Cooper finalmente fermandosi.
"Vi chiedo scusa per prima. Ho esagerato. Forse aver dormito così tanto mi ha reso nervoso. Ora è meglio se ci muoviamo." Parlò con calma. Gli occhi sicuri ma del colore del caramello, nessuna traccia di freddezza o rabbia. Mi aspettavo di vederli tornare a sorridere e scherzare, scattando pronti per partire, ma stettero tutti immobili a fissare Blaine senza fiatare. Alzai un sopracciglio, notando con la coda dell'occhio che Blaine stava facendo la stessa identica cosa. Se non si erano mossi era perché non sapevano che le cose erano di nuovo a posto e questo voleva dire che non avevano origliato come pensavamo.
"Beh? Non avete sentito il mio futuro marito? E' ora di andare, quindi muovete i vostri bei culetti, forza!" li incitai cercando di assumere un tono autoritario come quello di Blaine, non ottenendo, però, lo stesso risultato. Blaine mi guardò ridacchiando.
"Vuol dire che...possiamo venire anche noi?" chiese Thad. Adesso avevano tutti sguardi un po' perplessi, le fronte corrugate in espressioni interrogative.
"Dovete. Chi ci parerà i nostri bei culetti reali, se no?" scherzò Blaine lasciando andare la mia mano e stringendomi il sedere. Alzai gli occhi al cielo sorridendo e stringendogli il suo a mia volta.
"Vi muovete o no?!?" aggiunsi ridacchiando vedendo che ancora nessuno si muoveva. Finalmente diedero segni di vita, iniziando a raccattare cose e prepararsi.
"Ma saranno pazzi, quei due!" sentii ridere Santana mentre io e Blaine ci avviavamo di nuovo fuori. Sì, eravamo proprio dei pazzi.

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Capitolo 7
*** VII ***




VII



Partimmo dopo un paio di minuti. I lupi si erano trasformati di nuovo, per coprire il nostro odore con il loro. Io e Blaine aprivamo la fila, sempre tenendoci per mano, Wes e Thad la chiudevano. Saltavamo da una pianta all'altra intanto che c'era ancora la foresta. Quando questa finì ci ritrovammo a percorrere dei campi deserti e non illuminati, la temperatura che si abbassava sempre di più. Solo la luna ci permetteva di vedere dove andavamo. Non che ne avessimo bisogno. Guardai Blaine, esaminando il suo profilo. Erano rimaste alcune cicatrici visibili sul suo viso e le bruciature sulle mani e sulle braccia ci avrebbero messo giorni prima di sparire. In particolare c'era una cicatrice che attirò la mia attenzione. Quella che gli divideva a metà il sopracciglio sinistro. Era come se segnasse l'altezza del suo sopracciglio triangolare. Lo prendevo sempre in giro per la forma delle sue sopracciglia. Sorrisi pensando che prima di presentarci ufficialmente davanti agli Antichi avrei insistito per sistemargliele. E magari fargli anche la barba che ormai ricopriva le sue guance. Riflettei un attimo e mi domandai se anche a me fosse cresciuta la barba e come dovevano essere malridotti i miei poveri capelli. Per non parlare del fatto che erano più di tre giorni che non mi facevo una doccia e non mi cambiavo i vestiti.
"Che c'è?" mi distolse dai miei pensieti Blaine stringendomi più forte la mano. "Semrbi pensieroso. Qualcosa non va?"
"No. Sto solo pensando che sarò uno schifo senza essermi lavato e cambiato da più di tre giorni e cavolo, temo proprio di puzzare di lupo..." aggiunsi annusandomi la spalla e arricciando il naso.
Blaine rise rallentando appena e baciandomi sulla guancia destra. "Sei bellissimo." mi disse semplicemente senza togliermi gli occhi di dosso.
Stavamo assieme da cinquant'anni e ancora riusciva a togliermi il fiato quando faceva così. Sorrisi scuotendo la testa. "Anche tu."
"Ehi piccioncini, vi sembra il momento??" ci interruppe Puck raggiungendoci.
Risi, imitato da Blaine, e velocizzammo di nuovo il passo. Dopo un paio di ore avevamo attraversato l'Alaska e raggiunto l'oceano. Io e Blaine ci fermammo, voltandoci a guardare gli altri che ci raggiunsero.
"Grazie ragazzi, apprezzo tantissimo quello che avete fatto per noi, ma ora proseguiamo da soli." disse deciso Blaine mentre io annuivo e i lupi tornavano umani.
"Siete sicuri?" provò Wes stringendosi nelle spalle e strofinandosi le braccia con le mani per scaldarsi.
"Sì. Per voi queste acque sono troppo fredde e poi ce la caveremo da soli. Tranquilli." ripeté Blaine.
"Ok." acconsentì Wes.
"Beh, mandateci una cartolina dall'Italia!" scherzò David, mentre Thad starnutiva.
"Andate prima di prendervi una polmonite" rise Blaine, tirandomi a sè.
"Perché non indossate delle magliette poi, non lo capisco!" borbottai.
"Beh ma perché siamo fighi!" esclamò Jeff.
"Ciao, ragazzi. Ci vediamo quando io e Kurt saremo sposati! Vi prometto che vi faremo visita."
"Ci contiamo!" sorrise Trent.
Ci salutarono affettuosamente, anche troppo per i miei gusti, prima di ritrasformarsi in lupi e congedarsi correndo via tra l'oscurità della notte.
"Bene." sospirò Cooper. "Muoviamo i nostri culetti congelati prima che faccia giorno."
"Non oso immaginare in che condizione arriveranno i miei capelli..." si lamentò Santana tuffandosi a delfino imitata subito da Britt.
"Stesso problema, sorella!" commentai tuffandomi a mia volta, trasinando con me Blaine mentre anche gli altri si tuffavano senza molte cerimonie.
"Ma state zitti e nuotate." sbottò infatti Puck rimmergendosi e iniziando a nuotare. Lo imitammo subito, e per la prima volta Blaine lasciò andare la mia mano per riuscire a nuotare. Sentivo le estremità dei miei arti irrigidirsi a contatto con l'acqua gelida, ma il freddo non è mai stato un problema per noi vampiri, infatti non lo percepivo per niente. In pochi minuti raggiungemmo l'isoletta che sta a metà tra l'Alaska e la Russia di cui non ricordo mai il nome.
"Uffa, tra il sale e il freddo dell'acqua questa maglietta sarà da buttare!" si lamentò Santana strizzando i bordi della maglietta nera attillata. Brittany sorrise risistemandosi i capelli biondi in uno chignon sopra il capo.
"Seriamente, cugina? Ti preoccupi della maglietta? Arriviamo in Italia sani e salvi e te ne compro a tonnellate di magliette!" la schernì Blaine scuotendo la testa e rivolgendomi uno sguardo preoccupato. "Tutto bene?" mi chiese.
Inarcai un sopracciglio. Avevo la faccia sconvolta? Ero più pallido del solito? Perché mi stava chiedendo se stavo bene? "Sì, certo." risposi incerto.
"Sembri esausto..."
Oh, quello. Sì, in realtà non mi ero ancora completamente ripreso, probabilmente avrei dovuto bere un po' di più, ma mi limitai a scuotere le spalle. "Sto bene, tranquillo." sorrisi cercando di strizzare un po' la maglietta, mentre gli altri contorllavano le provviste negli zaini.
"Ok."
"E' meglio se ripartiamo subito prima che sorga il sole" disse Cooper rimettendosi lo zaino in spalla.
Annuimmo tutti, ripartendo ed attraversando l'isoletta in meno di cinque minuti per poi rituffarci e raggiungere la Russia appena prima che il sole sorgesse. Riemergemmo sulle coste ghiacciate, riunendoci in cerchio per decidere il da farsi.
"Direi di trovare una grotta dove rifugiarci per il giorno." propose Sam riavviandosi i capelli senza un gran successo.
"Sì e magari facciamo asciugare i vestiti. Non mi va di girare con le cose bagnate!" borbottò Santana.
Notai qualcosa che si muoveva dietro di lei. Evidentemente ero l'unico ad essersene accorto perché gli altri stavano continuando a parlare. "Ragazzi..." li zittii. "C'è qualcuno..." indicai oltre le spalle di Santana un uomo che ci stava fissando con occhi e bocca spalancati, imbacuccato fino al naso.
"Oh merda. Filiamocela..." sbottò Cooper iniziando a correre. Lo imitammo tutti, trovando finalmente una grotta dove rintanarci. Le superfici interne erano ricoperte di stalattiti e stalagmiti.
"Mi sa che abbiamo fatto venire un infarto a quel pover uomo! Non penso sia abituato a vedere gente che riemerge da queste acque, specialmente con indosso solo magliette e jeans..." rise Puck esaminando la grotta.
"Dite che dovrei andare a controllare se sta bene?" chiese Britt seria.
"Oh no, no, no. Tu non ti allontani da me neanche per un istante, cucciola!" replicò Santana prendendole la mano e facendo intrecciare le loro dita.
"Adoro quando ti preoccupi per me, San" sorrise mettendosi a sedere, trascinando Santana con sè e facendola accoccolare sopra il suo grembo.
"Dovremmo accendere un fuoco o qualcosa per far asciugare i vestiti..." disse Cooper spogliandosi della maglietta imitato dagli altri ragazzi, compreso Blaine. Io esitai un attimo, mentre, invece, gli altri si toglievano anche i pantaloni e Santana e Britt si rialzarono per spogliarsi a loro volta, restando tutti solo con l'intimo.
"Ehm, come lo facciamo un fuoco?" riuscii a chiedere finalmente inarcando un sopracciglio.
"Così!" esclamò Britt schioccando le dita. Subito comparvero delle fiamme in un angolo e lei e Santana vi si accucciarono attorno, stendendo i vestiti per terra vicino al fuoco.
"Dimentichi che la mia ragazza è una strega!" sorrise orgogliosa Santana.
"Giusto."
"Kurt, è meglio se ti spogli anche tu, così i vestiti si asciugano..." mi suggerì Blaine imitando le due ragazze, mentre anche gli altri stendevano i panni a terra e si coricavano pronti a dormire.
Storsi il naso. "Mmm...preferisco tenerli su...ma starò vicino al fuoco così si asciugano lo stesso..." aggiunsi anticipando le proteste di Blaine. Non avevo voglia di spogliarmi e mettermi in mostra. Anche se si trattava dei miei due migliori amici, del mio futuro cognato e di due lesbiche. Solo con Blaine non avevo problemi a spogliarmi. Anzi, a volte avevo problemi a trovare la voglia di rivestirmi.
Mi guardò un po' indeciso se continuare ad insistere ma poi si accontentò di annuire. Al contrario degli altri, si andò a sedere a gambe incrociate davanti all'ingresso della grotta, restando però nell'ombra. Lo osservai per alcuni minuti, rimanendo in piedi dietro di lui, mentre sentivo gli altri russare. Io non avevo voglia di dormire, nonostante fossi esausto. Come facevo ad esserlo dopo aver dormito per due giorni non ne avevo idea. Forse non ero esausto per via della stanchezza del mio corpo. Volevo semplicemente rilassarmi. Sentirmi al sicuro, protetto. E c'era solo un modo perché mi sentissi pretetto e al sicuro.
"Blaine..." lo chiamai piano avvicinandomi.
"Mmm?" Continuò a guardare fuori, senza voltarsi verso di me.
"Ti ho mentito..." sussurrai restando in piedi difianco a lui.
Si girò di scatto guardandomi terrorizzato. "Cosa...?"
"Shhhh" lo zittii sedendomi accanto a lui. "Ti ho mentito perché non voglio stare vicino al fuoco. Voglio stare vicino a te." sussurrai appoggiando la testa alla sua spalla.
Blaine rise scuotendo la testa. "Mi hai fatto spaventare! Non farlo più!"
"Oh andiamo! Su cosa pensavi ti avessi mentito?" chiesi  alzando gli occhi e guardandolo da sotto, sorridendo.
"Non lo so..." ammise Blaine serio. "Comunque non mi dispiace questa bugia..." aggiunse. Poi mi baciò piano sulla tempia. "Aspetta..." mi spostò per potersi sistemare meglio. "Uhm...forse è meglio se ti spogli comunque. Tanto ci sono io a proteggerti...." mi sorrise dolcemente.
Annuii togliendomi sia la maglietta che i jeans e lanciandoli vicino agli altri vestiti ad asciugare, poi mi accoccoloai tra le gambe di Blaine e contro il suo petto, strusciando il naso contro la sua pelle. Non è che con l'acqua dell'oceano ci fossimo lavati come avremmo dovuto, ma almeno ora Blaine profumava di...Blaine. E io adoravo il suo profumo particolare. Non era un vero e proprio profumo. Era semplicemente Blaine. E a me piaceva. Le sue braccia mi abbracciarono, stringendomi dolcemente. Mi baciò sui capelli per poi appoggiarvi il mento, mentre io iniziavo ad addormentarmi. Tra le sue braccia mi sentivo davvero al sicuro. E questo mi bastò per farmi dimenticare quello che stavamo facendo, dove stavamo andando e chi avevamo alle calcagna.
"Ti amo, Blaine." sussurrai prima di addormentarmi completamente. Non prima di aver sentito anche il suo "Ti amo" bisbigliato dolcemente contro i miei capelli.
Fui svegliato dopo non so quante ore da delle risatine e dei bisbigli divertiti, che ignorai subito per concentrarmi al comodo cuscino su cui stavo dormendo. Non ero più seduto contro il petto di Blaine. Ero coricato sopra di lui sempre tra le sue braccia. Mi strinsi di più contro di lui, avvolgendogli la vita con le braccia e affondando il viso contro la sua pelle fresca. Mi era mancato così tanto che non riuscii a resistere e iniziai a baciarlo partendo dalla clavicola per poi arrivare al collo e alla mandibola. Senza aprire gli occhi, coccolato dal suo respiro rilassato, il battito lento del suo cuore e le fusa che iniziavano a provenire dalla sua gola.
"Ciao, dolcezza.." soffiai sopra le sue labbra prima di baciarle.
"Ciao anche a te, baby." rispose accarezzandomi la schiena. Aprii gli occhi trovando quelli color caramello di Blaine che mi fissavano. "Volevo restare sveglio e fare da guardia, ma avere di nuovo te tra le mie braccia mi ha rilassato troppo...credo di essermi addormentato..." rise baciandomi il naso.
"E per fortuna che non è successo nulla!" ci interruppe una voce proveniente da dietro di noi. Sussultammo entrambi alzandoci e ritrovandoci Cooper e tutti gli altri che ci fissavano ridacchiando.  
"Ma ben svegliati, vostre regalità!" ci salutò Puck.
"Voi...voi ci stavate guardando mentre noi stavamo dormendo??" chiesi irritato.
"Eravate così teneri tutti abbracciati e accoccolati!!" squittì Britt sorridendo ampiamente.
"Già. Anche se penso che se non vi avessimo interrotto sareste arrivati a scoparvi come due animali." rise Santana sistemandosi i capelli.
Blaine rise mentre io guardavo male tutti. "E' inquetante! Non fatelo mai più! Odio quando qualcuno mi guarda mentre dormo!" mi lamentai.
"Oh, andiamo! Come se non ti avessimo mai visto dormire!" disse Sam recuperando uno degli zaini e mettendoselo in spalla.
"Sì, e sapete benissimo che lo odio!" borbottai.
"Ok, ok. Non lo faremo più!" rise Cooper. "Ora vestitevi e ripartiamo..."
Solo in quel momento mi accorsi di essere solo in mutande, così come Blaine. Arrossii prendendo i miei vestiti e infilandomeli in fretta.
"Sì, hai ragione. Muoviamoci. Non so perché non ci abbiate svegliati prima!" tornò serio Blaine imitandomi e vestendosi alla bene e meglio. Io arricciai il naso accorgendomi dell'odore che emanava la mia maglietta. Me la ritolsi, frugando nel mio zaino ed estraendone un'altra color blu mare.
"Kurt. Sei pronto?" mi chiamò Blaine mentre gli altri sistemavano gli zaini e si preparavano.
Mi infilai la maglietta e ficcai l'altra nello zaino. "Sì." Afferrai la mano che Blaine mi stava porgendo e ripartimmo nell'oscurità della notte. Per un paio di ore restammo in silenzio, correndo il più veloce possibile, le orecchie tese al minimo rumore sospetto e gli occhi ben aperti. Io e Blaine eravamo sempre davanti, mentre Cooper chiudeva la fila. Poi finalmente i terreni ghicciati terminarono lasciando spazio alla taiga. Blaine saltò sopra un abete, tirandomi con sè, per poi fermarsi.
"Cosa c'è?" chiese Puck atterrando sul ramo su cui eravamo io e Blaine.
"Non vi ho chiesto una cosa..." Anche gli altri ci raggiunsero con sguardi preoccupati.
"Cosa?" fece Cooper.
"Quante scorte di sangue abbiamo ancora? Sarei...ehm un po' affamato..." domandò grattandosi il retro del collo con la mano libera, l'altra che stringeva ancora la mia.
Cooper rivolse uno sguardo incerto a Puck e Sam. "Ehm, ecco, riguardo a quello..." biascicò.
Non ci avevo pensato nemmeno io. Dopo aver bevuto appena svegliati non ci eravamo più nutriti e ora che mi ci faceva pensare, anch'io iniziavo ad avere fame. "Quante sacche?" chiesi anch'io.
"Ehm...abbiamo solo tre sacche..." rispose Sam.
Io e Blaine ci guardammo per alcuni secondi. "Tre? Solo tre?" rise nervosamente Blaine. "Ci prendete in giro?"
"No. Le abbiamo usate tutte per salvarvi..." disse di nuovo Sam abbassando lo sguardo.
"Come facciamo a sfamarci in sei con tre sacche di sangue??" si agitò Blaine mentre anch'io iniziavo a preoccuparmi e sentirmi in colpa.
"Razionalizziamo?" suggerì Santana.
"Voi da quant'è che non mangiate?" chiesi preoccupato. Forse erano più affamati di me e Blaine e dovevamo lasciarle a loro.
"Da appena prima che vi svegliaste..." rispose Cooper.
Guardai Blaine, non sapendo cosa fare. Per arrivare fino in Romania ci sarebbero volute almeno due notti e un discreto dispendio di energie. Tre sacche in sei erano davvero poche. E di bere sangue di animali selvatici non se ne parlava. Prima di tutto perché io lo trovavo disgustoso rispetto a quello umano e secondo Blaine non l'avrebbe mai permesso. Avrebbe distrutto un vampiro all'istante se ce n'era bisogno, ma non riusciva ad uccidere un cerbiatto. Specialmente se questo lo guardava con 'occhioni innocenti e adorabili' come diceva lui. Evidentemente anche lui stava esaminando le varie opzioni a nostra disposizione perché fissava il vuoto mordicchiandosi il labbro.
"Kurt ed io siamo stati gli utlimi a mangiare, quindi le sacche spettano a voi." concluse poi, cercando il mio sguardo per conferma.
"Sì, Blaine ha ragione." annuii riportando gli occhi sugli altri.
"Cosa? No, no. Non se ne parla. Le dividiamo per tutti e sei." fece Sam con le braccia incrociate al petto.
"Potete contarmi fuori..." scrollò le spalle Cooper. "Io mi posso arrangiare con qualche scoiattolo..."
"Cugino, non mi pare ci siano scoiattoli qui...e comunque non mi sembra giusto..." si intromise Santana seria.
"Non è che...tu sai fare una delle tue magie e moltiplicare le cose??" domandò Puck guardando con la fronte corrugata Brittany, che scosse la testa.
"Non credi che l'avrei già fatto?" chiese retoricamente inarcando le sopracciglia. "Potrei tipo allungarlo con dell'acqua, ma San dice che poi diventa imbevibile..." aggiunse mentre Santana annuiva.
"Se voi volete provarlo, ok, ma ve lo sconsiglio. Io preferisco fare senza..." disse alzando le spalle.
Mi schiarii la voce, cercando di ributtar giù la fame che mi stava salendo. "Io posso resistere per un paio di giorni." mentii. "Non ho fame e penso di aver bevuto a sufficenza per poter durare una settimana..."
Gli altri mi guardarono per niente convinti.
"Ok, facciamo così : voi vi dividete due sacche, mentre la terza la teniamo di scorta, per ora. Se viaggiamo tutta stanotte e domani  notte dovremmo riuscire a raggiungere la Romania e fare scorta alle loro cantine. Io e Kurt berremo domani la terza. Dovremmo farcela a resistere, giusto?" Propose Blaine. Io annuii, incrociando le braccia al petto.
"Ma perché non bevete anche voi? Ne abbiamo giusto tre da dividire in sei..." chiese Santana.
"Perché preferisco averne una di scorta per sicurezza...spero non succeda nulla, ma per sicurezza, sai...si sa mai..." rispose.
"Sì, Blaine ha ragione." aggiunse Cooper.
"Io non ho fame. Potete dividervi la mia parte..." disse Sam indicando me e Blaine per poi infilarsi le mani in tasca.
"Ne sei sicuro?" Puck lo guardò insicuro.
"Sì, certo." scosse semplicemente le spalle, lo sguardo basso. Mentiva. Lo conoscevo troppo bene per non accorgermene. Aprii la bocca per protestare, ma infondo avevo appena mentito anch'io. Quindi restai zitto.
"Va bene. Allora prendila tutta tu, Kurt."
Spostai lo sguardo da Sam a Blaine, trovando i suoi occhi che mi guardavano con un misto di preoccupazione e dolcezza. "Cosa? NO! Blaine, sei tu quello che ci ha fatti fermare perché affamato. E poi te l'ho detto...non ho fame, davvero." replicai deciso. Non volevo farmi vedere debole. Perché non lo ero.
"Kurt..."
Ok, forse una piccola debolezza l'avevo. E l'ho tutt'ora. Anzi, l'avrò per sempre. Blaine. O meglio gli occhi di Blaine quando mi guarda con quell'espressione come se fossi la cosa più bella e meravigliosa che abbia mai visto. Ma stavolta ero deciso. "No, Blaine. Prendila tu." ripetei.
Blaine scosse la testa, abbassando lo sguardo. Ero già pronto a replicare, aspettandomi altre proteste, ma lui rialzò gli occhi, rivolgendomi di nuovo quello sguardo dolce e innamorato. "Te l'ho mai detto che sei il migliore fidanzato al mondo?" chiese piegando la testa di lato.
Restai a bocca aperta, sentendomi avvampare. "No...tu sei il migliore..." sussurrai sentendo il mio cuore sciogliersi completamente.
Blaine rise annullando i pochi centimetri che ci separavano e appoggiandomi una mano sulla guancia destra. "Sei adorabile quando arrossisci. E lo sai che potremmo andare avanti per ore..." mi soffiò dolcemente sulle labbra, gli occhi di quel color caramello che mi faceva impazzire puntati nei miei.
"Sì, lo sappiamo benissimo. E per quanto mi piacerebbe vedervi scopare come tigri -sì, lo so che finireste per scopare- non abbiamo tempo." ci interruppe Santana.
Blaine alzò gli occhi al cielo. "Non è che ogni nostra conversazione finisce con noi che scopiamo..." sospirò.
"Come no..."
"Comunque, Santana ha ragione. Non abbiamo tempo.." li interruppe Cooper.
"Sì" acconsentii io. "Muovetevi che poi ripartiamo. Non possiamo perdere altro tempo. Scusa, Blaine."
Lui riportò gli occhi su di me, sorridendomi. "Scherzi? Avete ragione...Ci rifaremo nella nostra luna di miele..." aggiunse baciandomi sulla fronte per poi voltarsi e raggiungere Cooper camminando in perfetto equilibrio sopra il ramo.
 Sam lanciò loro una delle sacche di sangue che estrasse dallo zaino. L'altra la passò a Santana."Prima le signore..." le sorrise.
Puck esaminò attentamente Sam. "Sicuro di non voler fare a metà con me, amico?" chiese.
Sam annuì scuotendo le spalle. "Sono a posto, tranquillo."
"Sicuri di non essere gay?" si intromise Santana passando il sangue a Puck. Sospirarono all'unisono ignorandola.
Ripartimmo, viaggiando in silenzio per un po' e saltando da un abete all'altro. Blaine dovette rallentare leggermente per affiancarmi e prendermi di nuovo la mano. Gli sorrisi, stringendo la presa. Poi il rumore di rami che si spezzavano attirò la nostra attenzione. Ci voltammo indetro appena in tempo per vedere Sam cadere a terra e Puck tuffarsi subito dietro di lui. Santana e Brittany si fermarono insieme a noi sopra un ramo, guardandoci confuse. Cooper ci rivolse uno sguardo preoccupato, seguendo poi Puck.
"Cosa..?" ma non riuscii a finire la domanda che Blaine mi trascinò giù dalla pianta fino a raggiungere gli altri tre, le ragazze che ci seguirono a ruota.
"Cazzo, gli avevo detto di fare a metà con me..." Sam era a terra, a pancia in giù. Aveva avuto la fortuna di cadere sopra un cespuglio, quindi probabilmente non si era rotto nulla, ma aveva comunque qualche graffio. Puck stava frugando nel suo zaino. Mi staccai da Blaine andando ad aiutarlo. Presi il sangue dalla mani di Puck, prima che potesse rompere la sacca e rovesciarlo tutto. L'aprii delicatamente, mentre lui rigirava Sam, sedendosi, prendendogli la testa e poggiandosela in grembo. Gli spostò dolcemente i capelli dalla fronte mentre io lo facevo bere.
"Posso aiutarvi?" chiese Brittany preoccupata.
"No, tranquilla. Penso si stia già riprendendo." risposi proprio mentre Sam iniziava ad aprire le palpebre e mugugnare. Poi si coprì gli occhi con la mano destra allontanando le mie con la sinistra.
"Ehi, Sammy...va meglio?" domandò Puck sorridendogli.
"Cazzo...mi spiace...io..."
"Shhh, è ok."
"No. Sono un coglione..."
"Quello era risaputo, scemo." lo canzonai io, richiudendo la sacca e ficcandomela in tasca. Avanzava poco sangue, ma l'importante era che Sam stesse bene.
"Non avresti dovuto lasciarmi la tua parte... E' stata una mossa davvero stupida..." disse Blaine porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi. La sua voce era seria ma io riuscii a cogliere una punta di preoccupazione.
"Ehi, non prendertela con lui!" replicò Puck aiutando Sam a sedersi. "Anche se però avresti potuto almeno fare a metà con me..." aggiunse sistemandogli i capelli dietro l'orecchio. Sam gli scacciò la mano fulminandolo. Puck ci rimase un po' male.
"Meglio se troviamo un rifugio e ci riposiamo. Siamo tutti stanchi e ormai è già quasi l'alba..." Cooper si guardò attorno, per poi partire seguito a ruota dalle ragazze verso Ovest.
"Ce la fai ad alzarti e camminare?" chiese Puck.
Sam lo fulminò di nuovo. "Certo, non sono una femminuccia..." sbottò alzandosi. Ma appena fu in piedi barcollò rischiando di cadere di nuovo se non avesse trovato le braccia pronte di Puck a sorreggerlo.
"Ehi..."
"Ce la faccio, ok? Lasciami..." sbottò scuotendosi Puck di dosso. Non avevo mai visto Puck restarci così male per qualcosa. Possibile che Santana avesse ragione? E poi la vidi. Una scintilla negli occhi di Puck. E il modo in cui esitò a lasciare la presa su Sam. Sì, era innamorato di lui. Ma probabilmente non se n'era mai reso conto. E nemmeno io, a dir la verità.
"Andiamo..." Ci chiamò Blaine tirandomi per un braccio. Puck e Sam annuirono. Seguimmo Blaine fino ad una grotta dove Cooper ci stava aspettando. Entrammo, trovando le ragazze già accucciate per terra, abbracciate l'una all'altra. Blaine si lasciò praticamente cadere a terra, trascinandomi con sé e facendomi atterrare sulle sue cosce. Poi aprì la gambe lasciando che mi sistemassi meglio. Appoggiai la schiena contro il suo petto, le sue mani attorno la mia vita. In questa posizione potevo osservare Puck, seduto per terra che cercava di convincere Sam a coricarsi e appoggiare la testa sulle sue gambe. Alla fine Sam si arrese, accoccolandosi contro le gambe di Puck che iniziò ad accarezzargli i capelli finché non sentii Sam russare beatamente. Non mi ero accorto che, nel frattempo, anche Blaine aveva cominciato ad accarezzarmi le braccia, avvolgendomi sempre di più nel suo abbraccio.
"Ehi" mi soffiò contro il collo. "Stai bene?"
Annuii. "Sono solo un po' preoccupato..." sussurrai senza distogliere lo sguardo da Puck, mentre anche Cooper iniziava a russare.
"Per loro?"
"Sì" sospirai, voltando la testa verso Blaine in modo da poterlo guardare in viso.
Mi sorrise strusciando poi il naso contro la mia tempia e baciandomi la fronte. "Lascia che si sistemino da soli...andrà tutto bene, vedrai..."
Annuii di nuovo, girandomi nel suo abbraccio per poter stringerlo in vita e affondare il viso contro il suo petto. "Non me n'ero mai accorto..." sussurrai contro la stoffa della sua maglietta. "Ma perché proprio adesso? Sono tantissimi anni che si conoscono..." Puck sbuffò, coricandosi in modo, però, da riuscire comunque ad accarezzare i capelli di Sam. E allora mi ricordai che nonostante stessimo sussurrando, lui poteva sentirci.
"E' amore, Kurt. Non puoi mai sapere quando colpisce..." sorrise Blaine coricandosi a sua volta, tirandomi con sé e stringendomi di più contro il suo petto, dove mi accoccolai chiudendo gli occhi. Blaine iniziò a canticchiare una ninna nanna che non avevo mai sentito prima di allora, ma che mi fece rilassare completamente.
"Sono contento che abbia colpito noi due..." dissi con la voce già impastata dal sonno.
Smise di cantare. "Anch'io, Kurt. Anch'io." Mi baciò i capelli per poi riprendere a canticchiare. E quella ninna nanna mi cullò finché non mi addormentai profondamente.






E' stato un parto, ma alla fine ce l'ho fatta! Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma sono state tre settimane da incubo tra verifiche, interrogazioni e certificazioni linguistiche! Sarò impegnata anche nelle prossime due settimane, ma spero di riuscire ad aggiornare almeno una volta a settimana :)
Grazie mille a chi ha la pazienza di leggere le mie follie!
Alla prossima! :)
Sil

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Capitolo 8
*** VIII ***



VIII




Mi svegliai che era quasi il tramonto dato che sentii dei raggi di sole che ancora mi colpivano il viso. Ma ero ancora stanco e non avevo nessuna voglia di alzarmi. Mi strinsi di più a Blaine, sotto di me, strusciando il naso contro la sua maglietta e respirando il suo odore intenso. Non era proprio un profumo. Era Blaine. Ed era lì con me. E stava dormendo, il petto che si alzava e abbassava dolcemente sotto di me. Tutti gli altri stavano ancora russando.
"Puck?" Ok, forse tutti tranne Sam e Puck dato che mugugnò in risposta.
"Scusami per stamattina. Sono stato uno stronzo..." sussurrò Sam.
Sentii Puck muoversi e poi sospirare. "No, non importa..."
"Sì che importa...sono stato uno stronzo. Tu stavi solo cercando di aiutarmi..."
"Sì..."
Restarono in silenzio per un po'. Io feci finta di essere ancora addormentato. Non avrei dovuto origliare ma...erano i miei migliori amici, in fin dei conti.
"Io.." cominciarono a parlare insieme per poi fermarsi e ridere.
"Dici che Santana...secondo te ha ragione?" chiese Sam.
"Sì. Mi sa proprio che...cioè...non..."
Li sentii muoversi, probabilmente per avvicinarsi l'uno all'altra, e poi baciarsi. Si staccarono dopo quella che mi sembrò un'eternità ma che probabilmente erano solo un paio di minuti. Risero di nuovo, poi li sentii stringersi e accarezzarsi.
"Cosa...cosa facciamo ora?" sussurrò Sam.
Puck sospirò. "Mi sa che ci conviene svegliare gli altri...è già il tramonto..."
"Puck..." lo interruppe Sam. "Intendo...noi due...cosa...cosa siamo?"
Puck sospirò di nuovo. "Non lo so...possiamo...possiamo essere ancora migliori amici ma baciarci e farci le coccole?"
"Speravo...fossimo diventati qualcosa di più di migliori amici..." disse dolcemente Sam.
"Sammy...lo sai...lo sai che non ci so fare con queste cose. Sono una frana in amore! E-e..."
"Shh" lo zittì Sam. "Sei adorabile. E mi piace quando mi chiami Sammy..." aggiunse. Potevo sentire il sorriso nella sua voce come se lo stessi guardando in faccia. Sentii anche il cuore di Puck aumentare il ritmo, e probabilmente era anche arrossito. Cosa che non avevo mai visto succedere. Puck arrossire. Impossibile.
"Anche tu sei adoraile, Sammy.." Lo baciò di nuovo sulle labbra, staccandosi con uno schiocco. "Le tue labbra...sono...wow, così morbide..."
"Burrocacao...consiglio di Kurt..." rise Sam. "E tu baci davvero bene, Puckerman..."
Li sentii avvinghiarsi l'un l'altro, baciandosi più intensamente. Fu allora che dicisi di smettere di fingere. Sbadigliai, stiracchiandomi e alzandomi dal petto di Blaine. Come mi sentirono si staccarono immediatamente guardandomi incerti. "Ehi!" li salutai.
"Uhm, ciao Kurt..."
"E' tanto che sei sveglio?" mi chiese Sam.
"No..." scossi la testa alzandomi, imitato da loro. "Non da molto, Sammy." sottolineai l'ultima parola con un ghigno, mentre Sam inarcava un sopracciglio guardandomi male. "E Puck. Aspetta di avere quelle labbra così morbide da qualche altra parte...poi potrai ringraziarmi..."
Spalancarono gli occhi e Puck si tolse una scarpa lanciandomela e colpendomi al petto.
"Hai origliato tutto! Sei uno stronzo!" protestò mentre Sam metteva il broncio.
"Oh, andiamo! Siete i miei migliori amici! Avreste fatto lo stesso!" risi.
"NON E' VERO!" gridò Puck, ma non riuscì a nascondere il sorriso sulle sue labbra. "Sei comunque uno stronzo." ripeté recuperando la scarpa.
"Ah, sta' zitto! Lo sai che vi voglio bene!" sorrisi abbracciandolo per poi fare cenno di unirsi a noi anche a Sam, che non esitò a stritolarmi tra le sue braccia. "Sono contento per voi..." Risero entrambi, stringendomi di più. "E se vi servono consigli sul sesso, beh chiedete!" aggiunsi. Si staccarono subito entrambi protestando.
"Noi? Che chiediamo consigli a te??" mi prese in giro Puck mentre Sam se la rideva.
"Ehi! Io sono bravissimo a letto!" replicai fingendomi offeso.
"Puoi scommetterci quel tuo bel culetto, baby!" si intromise Blaine, tirandosi a sedere e facendomi l'occhiolino.
"Sentito?" feci rivolto verso Sam e Puck che risero di più.
"Cosa cazzo succede?" si lamentò Santana mettendosi a sedere, imitata da Brittany che sbadigliò rumorosaemente.
Anche Cooper si svegliò guardandoci confuso. "Perché ridete?"
Scossi la testa, porgendo la mano a Blaine e aiutandolo ad alzarsi. "Un po' di buon umore non fa mai male..." dissi semplicemente. "Forza, dormiglioni. Meglio se ci rimettiamo in viaggio."
Aspettammo che il sole tramontasse completamente prima di ripartire. E nel frattempo Santana non aveva staccato gli occhi da Sam e Puck per poi scoppiare improvvisamente a ridere. La guardammo tutti accigliati. "L'avevo detto che eravate gay!" esclamò indicando Sam e Puck.
Cooper si voltò verso di loro scuotendo la testa. "Cosa? NO! Oh, andiamo! Dove sono finito, in una comunità gay???" protestò teatralmente.
"Oh, sta' zitto, Coop!" rise Blaine dandogli un pugno sulla spalla.
"Siete davvero carini!" sorrise Brittany facendo intrecciare il mignolo con quello di Santana che finalmente avevo smesso di ridere.
"Grazie!" sorrise Sam. Puck si grattò dietro il collo un po' in imbarazzo, ma alla fine si decise a prendere la mano di Sam, che strinse la presa. Blaine non esitò oltre e mi afferrò la mano.
Cooper scosse la testa mettendo il broncio. "Nessuno vuole tenere la mano a me?? No? Oh, prima o poi troverò anch'io una bella donzella da portarmi in spalla!"
"Sì, cugino, contaci!" rise Santana, partendo e tirandosi dietro Brittany. Le imitammo tutti. Viaggiammo saltando da un abete all'altro per circa sette ore prima di arrivare finalmente in Romania. Cercai di non darlo a vedere, ma ero esausto. Ero trememndamente affamato e incominciavo a vederci doppio. Blaine aveva dovuto rallentare leggermente per tenere il mio ritmo. Ogni tanto mi lanciava degli sguardi preoccupati ma io continuavo a sorridergli.
"Ok, fermiamoci qui." Annunciò Blaine atterrando per terra, mentre anche gli altri si fermavano. "Cinque minuti di pausa. Siamo quasi arrivati."
"Noi facciamo un giro..." ci informò Sam, sparendo dietro dei cespugli con Puck.
"Noi avremmo bisogno di un po' di tempo tra ragazze..." fece Santana ghignando e trascinando per un braccio Brittany. Anche Cooper si allontanò lasciandoci da soli.
Blaine mi posò una mano sopra la guancia. "Kurt?"
"Mmm?"
"Ehi, tutto ok?" Annuii, ma le palpebre iniziavano a farsi pesanti. "Ok." Mi guardò un po' incerto, poi si grattò il retro del collo schiarendosi la voce. "Dovrei fare pipì...vieni con me o stai qui?" mi chiese.
"Qui..." risposi semplicemente.
Blaine annuì, lasciandomi la mano. "Torno subito. Tieni duro che siamo quasi arrivati, ok?" aggiunse baciandomi la fronte. Poi sparì anche lui dietro un cespuglio. Mi avvicinai ad un albero, lasciandomi scivolare contro il tronco e sedendomi a terra. Ero davvero sfinito. Estrassi la sacca di sangue che mi ero messo in tasca. Ma non feci in tempo ad aprirla. Un sibilo attirò la mia attenzione. Il sibilo di qualcosa che fendeva l'aria. Qualcosa di appuntito. Qualcosa che si era conficcato in qualcos'altro. O qualcuno. E quel qualcuno ero io. Guardai verso il basso. C'era una lancia di legno. Una lancia di legno conficcata nella mia carne. A pochi millimetri dal mio cuore riuscii a constatare prima di sentire un dolore lancinante pervadermi tutto il corpo. Cercai di gridare, di chiamare aiuto, ma quando aprii la bocca, tutto ciò che ne uscì fu sangue. Mio sangue. Vidi delle figure avvicinarsi ed esaminarmi.
"L'ho colpito, Jesse! L'ho colpito!" esultò quello più alto.
"Sta' zitto, coglione. O gli altri ci sentiranno." Lo zittì l'altro. Poi si avvicinò di più a me. Cercai di afferrarlo, di reagire, di fare qualcosa, ma non ne ebbi le forze. "Non l'hai preso al cuore. E' ancora vivo. Sei un incapace."
"Scu-scusa. Rimedio subito..." Lo vidi confusamente estrarre una freccia da dietro la schiena e puntarla contro la mia pelle. Cercai di nuovo di urlare e mi aveva già penetrato di qualche millimetro quando sentii la voce famigliare di Blaine chiamarmi.
"KURT! STATE LONTANI DA LUI!" Lo sentii gridare. Poi si fece tutto troppo confuso per capire quello che succedeva attorno a me. Potevo distinguere qualcuno lottare e continuare a chiamare il mio nome ma era tutto troppo appannato e io non avevo le forze nemmeno per cercare di tenere gli occhi aperti. Mi lasciai andare. Sprofondai lentamente in un limbo oscuro, sentendo ogni mio muscolo intorpidirsi e ogni mio senso spegnersi.
"KURT! Kurt, cazzo, ti prego, Kurt! No,no,no,no, NO! Kurt! KURT!!" La voce di Blaine, disperata, mi stava chiamando. Mi stupii di riuscire a sentirla e cercai di aggrapparmi con tutte le mie forze a quel suono. "Blaine" provai a rispondergli, ma di nuovo, dalla mia bocca non uscì alcun suono. Divenne tutto buio pesto, come se qualcuno avesse spento la luce. E freddo. Non so come ma riuscivo a sentire freddo. Poi l'oscurità si trasformò in luce. Una luce abbagliante e avvolgente. Mi girai a destra e a sinistra cercando qualcosa, qualcuno. Ma tutto quello che riuscivo a vedere era il nulla. Era tutto bianco. Poi sentii un profumo. Un profumo famigliare.
"Mamma?" Una brezza mi avvolse e voltandomi vidi mia madre guardarmi sorridendo. "Mamma?" ripetei.
"Ciao, Kurt!" Mi sorrise di più.
"Mamma...sono...sono morto? Come te?"
Rise facendo una giravolta e girandomi attorno, lasciando che il suo profumo mi circondasse. "No, sciocchino. Non è ancora il tuo momento."
"E allora...cos'è questo posto?"
"Non lo so. Ma non sei morto..."
"Ok." La guardai volteggiare e sorridermi, come quando ero bambino e lei mi faceva giocare. Era morta quando avevo sette anni. Allora non avevo capito perché era morta e poi non avevo più avuto il coraggio di chiederlo a mio padre, sapendo quanto avesse sofferto. L'avevo conosciuta per pochissimo tempo, ma la sua immagine non se n'era mai andata dalla mia mente. Dai miei sogni. Fece comparire una margherita dal nulla, porgendomela. Me la feci rigirare tra le dita, per poi riportare l'attenzione su mia madre. "Mamma?" la richiamai.
"Sì?"
"Perché sono qui?"
Si fermò, prendendomi il viso tra le mani così soffici e leggere. "Mi spiace, amore mio, ma non so neanche questo. Una cosa però la so." Esitò per un attimo, sistemandomi i capelli dietro le orecchie. "Non è questo il posto in cui dovresti essere. Devi tornare da lui, da Blaine. Ti ama così tanto. E anche tuo padre ti ama. Devi solo capire i suoi modi burberi di dimostrartelo." Annuii, anche se mi sentivo confuso. Lei sembrò leggermi nel pensiero perché mi sorrise più ampiamente. "Mi spiace averti abbandonato, Kurt. Ma sei in buone mani..."
"Perché sei morta, mamma?" le chiesi prima di rendermi conto delle parole che uscivano dalla mia bocca.
"Non è importante, ora. Adesso devi tornare da Blaine. Dovete sposarvi."
"Ti sarebbe piaciuto molto. E' un ragazzo davvero meraviglioso." le dissi fiero.
"Oh, ma a me piace!" rispose lei. "E ti ama davvero molto. Quindi, ora torna da lui, forza!" Mi posò un bacio sulla fronte, prima di sparire, in una brezza leggera e profumata, come era venuta.
Mi guardai attorno, ma non cambiò nulla. La luce non sparì. Anzi, si fece più intensa. "Mamma? Dove devo andare?"
"Segui il tuo cuore!" fu un sussurro quello che mi giunse all'orecchio. Rimirai la margherita che tenevo ancora in mano. Sentii di nuovo il profumo di mia madre invadermi le narici prima di avvertire un forte dolore al petto. E poi una voce mi stava chiamando.
"Kurt. Kurt! Rispondimi, ti prego!"
"Blaine?" chiamai.
"Kurt!"
La luce iniziò a farsi meno intensa, fino a sparire del tutto. Mi ritrovai di nuovo al buio, ma stavolta era il buio delle mie palpebre. Le aprii piano. "Bl-Blaine?" chiamai di nuovo. Mi sentii stringere forte, quasi soffocare, ma per il resto stavo bene. Non mi faceva più male vicino al cuore. Non ero più affamato. Non mi sentivo più debole.
"Kurt! Kurt, Kurt! Sono qui! E' tutto ok, sono qui, Kurt. Va tutto bene!" Iniziò a blaterare non capivo bene se piangendo o ridendo o entrambi.
"Blaine..."
"Shhh, sono qui, sono qui...."
"No, Blaine!" provai a liberarmi dalla sua presa. "Mi stai stritolando!" protestai scoppiando a ridere quando finalmente mi lasciò andare.
"Oh, cazzo! Scusa,scusa,scusa! Sta-stai bene?"
Annuii, accettando la sua mano e lasciando che mi aiutasse ad alzarmi in piedi. "Sì. Molto meglio, grazie." sorrisi, guardandomi attorno. Trovai gli sguardi preoccupati di tutti gli altri rilassarsi e tirarono tutti dei sospiri di sollievo. Poi notai due paia di occhi nuovi. "Uhm, salve..." li salutai incerto.
"Ben tornato tra noi!" mi sorrise il ragazzo sistemandosi gli occhiali sul naso e porgendomi una mano che strinsi. "Artie Abrams."
"Piacere."
"Io sono Mercedes Jones, diciamo pure la sua sorellona adottiva!" mi sorrise una ragazza di colore piuttosto incarne. Erano entrambi vampiri. Li guardai confuso non capendo cosa centrassero con noi.
"Kurt, loro ti hanno salvato la vita. CI hanno salvato la vita." mi spiegò Blaine.
"Grazie..." annuii mentre Blaine mi cingeva la vita con un braccio. Notai solo in quel momento di essere senza maglietta. Mi staccai da Blaine cercandola per terra e trovandola. La esaminai un attimo prima di infilarmela. "Uffa, mi piaceva..." borbottai.
"Potresti diventare Mister Maglietta Bucata!" esclamò Cooper cercando di sdrammatizzare. Lo guardammo tutti male, ma poi non riuscii a trattenere una risata.
"Cos'è successo esattamente?" chiesi, ritornando tra le braccia forti di Blaine.
"E' quasi l'alba. Se volete potete passare la giornata nel nostro rifugio, così possiamo parlare e spiegarti con calma..." propose Artie. Acconsentimmo, seguendoli in silenzio. Notai una specie di falò che stava bruciando qualcosa mentre ci allontanavamo. Emanava uno strano tanfo e non osai domandare cosa fosse. Mi limitai a stare appiccicato a Blaine e sorridere a Sam e Puck che mi sembravano ancora un po' preoccupati per me. Ma non dovevano esserlo. Perché stavo bene. Davvero bene. Come rinato. Forse quella specie di incontro con mia madre aveva aiutato, ma stavo davvero bene. Come non mi sentivo da parecchio tempo, ormai.






Ed eccomi qui con un nuovo capitolo! E' sussesso un po' di tutto lo so e ci sono nuovi personaggi: Artie (sì, qui non è sulla sedia a rotelle ma cammina!), Mercedes e due personaggi misteriosi (ok, uno si può già capire, penso). Saranno tutti approfonditi nel prossimo capitolo, ovviamente :)
Quindi al prossimo! :)
Sil

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Capitolo 9
*** IX ***



IX






"Allora? Cos'è...cos'è successo esattamente?" chiesi di nuovo. Ero seduto tra le gambe di Blaine, appoggiato con la schiena al suo petto, le sue braccia strette attorno la mia vita e il suo mento appoggiato sulla mia spalla destra. Sam e Puck si erano praticamente buttati per terra in un angolo e stavano russando come dei ghiri. Anche Santana e Brittany stavano già dormendo, accoccolate l'una all'altra. Cooper era seduto contro la parete della grotta difianco a noi, mentre Mercedes e Artie stavano a gambe incrociate di fronte a noi.
"Cacciatori" mi rispose semplicemente Artie sospirando.
"Cacciatori?" ripetei non capendo. Cosa centravano dei cacciatori?
"Sì."
"Ma..cacciatori di cosa?" domandai.
"Vampiri. Demoni. Lupi mannari. Cacciano un po' di tutto."
"E perché?"
"Perché sono stati addestrati per farlo."
Restai per un attimo in silenzio, lo sguardo confuso fisso per terra. "Ma...perché...perché li addestrano per cacciarci?" domandai ancora.
Artie sospirò, iniziando a giocherellare con un sasso. Mercedes, accanto a lui, aveva uno sguardo serio, duro e forse... forse c'era anche un po' di disgusto. "Pensano che noi siamo i cattivi. Raccontano ai loro figli storie spaventose su di noi per spaventarli e metterli in guardia. Oppure, come nel caso di quei due, Jesse St James e il suo pupillo Sebastian Smythe, li addestrano per cacciarci e ucciderci. Per difendersi dai cattivi."
"Ma...ma noi non siamo cattivi..." sussurrai. Blaine mi baciò il retro del collo, facendomi rabbrividire lungo tutta la schiena.
"Possiamo dirlo tutte le volte che vogliamo, ma loro hanno troppa paura di noi. Nonostante ci limitiamo ad uccidere solo per autodifesa, continuano ad accusarci di essere assassini. Mangiamo solo sangue animale o rubato dall'ospedale eppure ci chiamano succhiasangue e ci accusano di uccidere persone solo per nutrirci. Gli umani sono fatti così. Quando si mettono in testa una cosa, nessuno può far loro cambiare idea. Pieni di pregiudizi e creduloni. E a noi non resta altro che cercare di non farci ammazzare una volta per tutte." terminò la spiegazione spezzando a metà il sasso per poi alzare gli occhi su di me. "Così è la vita..."
Dopo alcuni secondi di silenzio in cui sentii Blaine strusciare il naso contro il mio collo ripresi a parlare. "Sembra che tu conosca molto bene gli umani. Voi... voi eravate umani prima?"
Si guardarono ridendo e scuotendo la testa. "No, no, zuccherino. Siamo entrambi orfani. Abbiamo perso i nostri genitori da piccoli e per caso siamo stati trovati dai signori Schuester che ci hanno accolto nel loro castello per i primi tempi. Sono davvero gentili e disponibili ma noi preferiamo vivere nei boschi. Ci riforniscono, però. Hanno delle cantine enormi e il sangue è buonissimo. Facciamo rifornimento da loro. E penso non avranno problemi a rifornire anche voi.." Mercedes ci sorrise ampiamente. Un sorriso che scaldava e scioglieva il cuore, nonostante non potessi percepire calore.
"Al tramonto vi portiamo da loro - non ci vuole molto, abitano qui vicino - e poi vi accompagneremo dagli Antichi. Per arrivare al loro castello ci vorrà meno di un'ora. Se per voi va bene."
"Sì, perfetto." rispose Cooper mentre Blaine annuiva contro la mia spalla. 
Calò un silenzio interrotto solo dal russare di Puck, mentre fuori, la luce iniziava ad aumentare sempre di più.  Mi schiarii la voce per poi cercare di nuovo gli sguardi degli altri, tutti abbassati per terra. "Ehm, scusate ma...nessuno ha ancora risposto alla mia domanda...cos'è successo?"
Artie rialzò subito gli occhi su di me. "Oh, beh, quello lo devi chiedere al tuo ragazzo. La prima parte, almeno. La seconda non so se..." si interruppe gesticolando verso Blaine che sentii irrigidirsi contro la mia schiena e stringere di più la presa su di me.
Mi rigirai nel suo abbraccio, finché non fummo faccia a faccia. "Cos'è successo, Blaine?" domandai per l'ennesima volta.
Blaine deglutì forte, boccheggiando un attimo prima di iniziare a parlare. "Quando mi sono allontanato...io..." iniziò piano, ma poi emise un suono strozzato, e continuò quasi piangendo. "Mi spiace, Kurt! Non avrei dovuto, io-io avevo visto che non avevi più forze, sarei dovuto restare con te, ma..."
"Shhh" lo zittii prendendogli il volto tra le mani. I suoi occhi si fecero più grandi e umidi, fissandosi nei miei. "Non importa. Dimmi solo cos'è successo, Blaine. Per favore."
Abbassò di nuovo lo sguardo, ma glielo feci rialzare, tirandogli su il mento con le dita. E da quel momento era come se ci fossimo solo noi due in quella grotta. Mi concentrai sul suo respiro irregolare, i battiti del suo cuore in aumento e i suoi occhi che si facevano sempre più lucidi. Deglutì di nuovo, schiarendosi poi la voce.
"Appena-appena mi sono allontanato, ho sentito delle voci. Voci che non conoscevo. E ho capito che c'era qualcosa che non andava. Sono tornato indietro e loro...loro erano su di te...e tu eri...c'era-c'era sangue ovunque. Tuo sangue. E tu...io...pensavo fossi morto, Kurt. Pensavo che quei bastardi ti avessero ucciso..." lasciò andare la presa sulla mia vita e si stropicciò gli occhi, cercando di nascondere delle lacrime che a me non sfuggirono. Gli presi le mani tra le mie, per poi tirarlo contro il mio petto e accarezzargli i capelli, provando a calmarlo. Lui si lasciò andare contro di me e poi riprese a parlare, le parole attutite dalla mia maglietta. "Ho dovuto ucciderlo, Kurt. Ho dovuto. Lui era su di te e pensavo che tu...e ho dovuto, Kurt. Non ci ho capito più niente e gli ho spezzato il collo. E non ho provato dispiacere per lui o per l'altro che ho steso con un calcio. Provavo solo rabbia. E anche-anche disperazione perché, cazzo, Kurt...tu non mi rispondevi e te ne stavi là fermo immobile...come se-come se fossi morto." Strinse la mia maglia nei pugni, affondando di più il viso contro la mia spalla. "Per questo io..."
"Io ho sentito le sue urla..." si intromise Cooper, facendomi sobbalzare, dato che non mi ricordavo più ci fosse anche lui.
"Tutti abbiamo sentito le sue urla.." aggiunse Artie.
"Sì. E per fortuna sono arrivato in tempo..." continuò Cooper.
"In tempo?" chiesi guardandolo.
"Sì. Per fermare questo coglione."
Sentii Blaine irrigidirsi per poi staccarsi da me, lo sguardo basso."In che senso fermarlo, Coop?" chiesi confuso. Blaine non mi voleva guardare in faccia, ma almeno sembrava essersi calmato.
"Ha cercato di uccidersi." rispose Cooper mordendosi il labbro inferiore.
Impossibile. Non ci credevo. Doveva essere uno scherzo. Presi di nuovo il viso di Blaine tra le mani, facendo in modo che i nostri occhi si incontrassero. "Blaine, è-è vero?" gli domandai piano. Lui annuì leggermente. "Bl-Blaine..."
"Mi spiace, Kurt, ok? Mi dispiace davvero. Ma pensavo...pensavo che tu fossi morto e senza di te...come avrei potuto andare avanti senza di te? Non sarei sopravvissuto un giorno senza di te...sarebbe stato peggio che due settimane di tortura da parte di mio padre...e quindi tanto valeva farmi fuori subito." rise tristemente, abbassando gli occhi.
"Blaine." lo richiamai deciso, ma lui mi anticipò.
"Ho rischiato di fare come in quegli stupidissimi libri  che ti piacciono tanto, Kurt. Quelle tragedie e tutti quegli altri libri che ne hanno tratto...mi sarei suicidato sul tuo cadavere. Anche se in realtà...non eri davvero morto..."
Gli tirai uno schiaffo in pieno volto. Restò con il viso girato verso destra, la sua guancia sinistra che iniziava a prendere colore. Boccheggiò per alcuni secondi, toccandosi la guancia. Sentii le dita di Cooper cingere il mio polso, ma Blaine lo guardò male e lasciò subito la presa.
"Perché l'hai fatto?" mi chiese confuso, massaggiandosi la guancia sulla quale era ora visibile il segno della mia mano.
"Perché sei un coglione!" gli urlai quasi. E penso che la mia voce alta possa aver svegliato gli altri quattro, ma non degnai loro neanche di uno sguardo. Rimasi concentrato su Blaine, incrociando le braccia al petto. Blaine mi guardò ancora più confuso, deglutendo a fatica. "Ti ho promesso che ci saremmo sposati, Blaine. Te l'ho promesso. E io mantengo le promesse. E non mi lascerò fermare da una fottutissima lancia nel cuore."
"Kurt..." provò a protestare prendendomi per le spalle.
"No, Blaine. Quello che hai fatto è davvero stupido. E se mi fossi risvegliato difianco al tuo cadavere e Coop che mi diceva "Si è suicidato perché pensava fossi morto"?? Come pensi che mi sarei sentito, Blaine?" Lui lasciò andare la presa, abbassando lo sguardo e pensandoci. Poi sussurrò un semplice "Mi dispiace, Kurt" che però a me spezzò il cuore, facendomi sciogliere completamente e anche facendomi sentire un po' in colpa. Gli accarezzai la guancia, cercando di nuovo i suoi occhi. "Hey, è tutto ok...solo...promettimi che non farai mai più una cosa del genere. Ti prego, Blaine, promettimelo."
"Ma Kurt..." cercò di protestare.
"Promettimelo, Blaine"
"Kurt, tu cosa-cosa avresti fatto al mio posto, uh?" mi domandò fissandomi dritto negli occhi.
Aprii la bocca per replicare, ma sapevo qual era in realtà la risposta. E anche Blaine. "Io..."
"Kurt. Se io te lo devo promettere, allora anche tu devi. Intesi?" stavolta la sua voce era più decisa e ferma.
"Ok, sì, ok." annuii. "Te lo prometto, Blaine. Ma anche tu..."
"Sì. Te lo prometto, Kurt." mi intrruppe. "Però tu...cerca di non morire, ok?" mi disse dolcemente.
"Stessa cosa vale per te! Vieni qui..." aggiunsi poi tirandolo contro il petto, abbracciandolo stretto e baciandogli i capelli. Le sue braccia mi avvolsero la vita facendomi sentire protetto, al sicuro. "Ti amo, Blaine." sussurrai contro i suoi ricci.
"Ti amo anch'io, Kurt" soffiò lui contro il mio petto.
"E come al solito, di noi altri non ve ne frega nulla!" sussultammo entrambi al borbottio di Puck, dimentichi della presenza di qualcun altro con noi.
"Oh, sta' zitto e torna a dormire!" lo rimbeccai sorridendo. Ricambiò il sorriso prima di ascoltarmi e rimettersi coricato tra le braccia di Sam, che lo strinse mugugnando qualcosa di incomprensibile. Anche Santana e Brittany ripresero a dormire. Guardai verso Coop e gli sorrisi. "Grazie..."sussurrai.
Lui scrollò semplicemente le spalle. "Dovere"
Restammo per un paio di minuti in silenzio, in sottofondo solo il russare di Puck e il rumore delle mie dita tra i capelli di Blaine. Poi mi ricordai che la storia non era ancora finita. "Poi...cos'è successo?" chiesi facendo sussultare Blaine tra le mie braccia, dato che probabilmente aveva già iniziato ad appisolarsi.
"Poi siamo arrivati noi." mi rispose Artie.
"Sì" confermò Coop.
"Stavamo seguendo quei due bastardi da due giorni. Avevano già cercato di ucciderci ma noi siamo riusciti a scappare. Mi spiace non essere riusciti ad intercettarli prima che ti colpissero..." annuii, facendogli cenno, poi, di proseguire. "Come abbiamo sentito le urla, vi abbiamo raggiunti subito. Ho riconosciuto Sebastian morto a terra e Jesse che stava cercando di cogliere loro due di sorpresa mentre litigavano e lui cercava di impedire al tuo ragazzo di tagliarsi via la testa..." Mi morsi la guancia interna per scacciare l'idea di Blaince che si faceva del male per causa mia. "Ho ucciso Jesse senza esitazioni. Piccolo conto in sospeso.." continuò Arite, alzando la camicia e mostrando una cicatrice sul basso ventre. "Opera sua...ma per fortuna Cedes se la cava a curare le persone..."
"Già." si intromise Mercedes con di nuovo quell'enorme sorriso sulle labbra che allontanò subito ogni mio pensiero negativo. "Infatti, mi sono presa io cura di te. Cioè, con l'aiuto della bionda, dato che era l'unica in grado di ragionare, ma penso che le mie scorte di sangue di vampiro abbiano aiutato molto..."
"Grazie." le sorrisi. Poi corrugai la fronte. "In che senso Britt era l'unica in grado di ragionare?" le chiesi.
"Beh, questi due stavano lottando, anche se non ne avevo capito il motivo, gli altri due cercavano di aiutare, ma ho dovuto allontanarli perché non facevano altro che piangere disperati e blaterare cose incomprensibili. L'altra ragazza, beh lei se ne stava imbambolata a fissarti. Penso fosse sotto shock. Io e la bionda abbiamo estratto la lancia e poi ti abbiamo fatto bere. All'inizio sembravi andato completamente ma poi la ferita ha iniziato a richiudersi e tu a riprenderti. Borbottavi qualcosa riguardo una margherita e quanto fossi orgoglioso del tuo moroso..." Sentii Blaine sorridere appena contro di me. "Così l'abbiamo chiamato, gli abbiamo fatto capire che stavi bene e lui si è calmato. Finalmente. Anche se poi ha iniziato a piangere o ridere sopra di te, continuando a ripetere il tuo nome."
"E poi mi sono svegliato?"
"E poi ti sei svegliato." ripeté Blaine posandomi un bacio sulla spalla.
Annuii. Era tutto chiaro ora. Anche se...c'era ancora una cosa. Guardai Artie, aggrottando un sopracciglio. "Tu...intendo dire...quel falò che c'era...tu hai...?"
"Bruciati, sì. Per non lasciare tracce agli altri cacciatori..." mi rispose.
Annuii di nuovo. "Grazie. Di tutto."
"Di nulla, zuccherino." mi sorrise di nuovo Mercedes.
Cooper si alzò in piedi, stiracchiandosi e sbadigliando. "Se non vi dispiace io mi farei un pisolino!" annunciò.
"Sì, meglio se ci riposiamo un po' tutti." aggiunse Artie, scambiandosi poi uno sguardo con Mercedes.
"Kurt, Blaine. Volete il nostro letto?" chiese lei gentilmente.
"No, no."
"Stiamo bene qui." Sorrisi loro, coricandomi e tirando con me Blaine, che si accoccolò meglio sopra di me.
"Ok." Li sentii coricarsi sopra un letto a cui non avevo fatto caso entrando e Cooper si accucciò vicino a Puck e Sam.
Io continuai ad accarezzare la schiena a Blaine, facendo avventurare, ogni tanto, le mie dita tra i suoi ricci scompigliati. Dopo cinque minuti gli altri stavano tutti dormendo. E anche Blaine li stava per raggiungere. "Blaine?" sussurrai.
"Mmmh?"
"Ti amo."
" 'i amo 'ch'io..." mi rispose piano, la voce impastata dal sonno.
Dopo alcuni secondi stava dormendo anche lui e decisi che gli avrei racontato di quella specie di incontro con mia madre il giorno dopo. Prima non avevo detto nulla perché preferivo che lo sapesse solo Blaine. Mi fidavo degli altri, specialmente di Sam e Puck, ma era una cosa che volevo condividere solo con Blaine. Sospirai, stringendolo più forte e baciandogli la fronte. "Ti amo." sussurrai di nuovo prima di addormentarmi cullato dal suo respiro e dalla sua semplice presenza.









Mi scuso per il ritardo, ma ovviamente le mie adorate prof hanno deciso di farmi sclerare fino all'ultimo! Spero di riuscire ad essere più veloce nell'aggironare d'ora in avanti! :)
Per quanto riguarda il capitolo: mi spiace aver fatto ammazzare così due personaggi come Sebastian e Jesse, che saranno stronzi nel telefilm, ma alla fine non mi dispiacciono del tutto. Sono spiegati meglio Artie e Mercedes ma penso aggiungerò qualcosina nel prossimo capitolo. E ovviamente, i signori Schuester sono Will ed Emma.
Al prossimo! :)
Sil

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Capitolo 10
*** X ***



X







Fui svegliato da un grido, come tutti gli altri, probabilmente, dato che balzammo tutti in piedi estraendo i paletti e puntandoli verso l'origine del grido: Cooper.
"Hey, hey, hey! Fermi!!" urlò di nuovo portando le mani avanti e cercando di difendersi.
"COOP! Che cazzo fai??" inveì Blaine abbassando il paletto. Io rimisi il mio nello stivale destro dove lo tenevo di solito e anche gli altri fecero sparire i propri, tranne Mercedes e Brittany, che non si erano neanche alzate, e Puck che più che spaventato o preoccupato sembrava rintontito.
"E' colpa sua!" si giustificò Coop indicando proprio Puck.
"Colpa mia? Sei tu che ti sei svegliato urlandomi in un orecchio! Non ci sento praticamente più!"
"E chi è che mi stava scambiando per il suo moroso e si strusciava contro la mia gamba?!" protestò alzandosi e mettendo le mani sui fianchi.
Puck inarcò un sopracciglio. "Eh? Oh. OH! OH CAZZO! Tu-tu non eri..." guardò sconcertato Sam e poi di nuovo Cooper, che annuì. "Oh, ehm, scusa..." si schiarì la voce, grattandosi dietro il collo.
"Cioè, tu ti stavi strusicando su di lui pensando che fossi io??" chiese Sam, la fronte aggrottata. Puck annuì. "Ehm, tesoro, non credi che ci siano un po' di differenze tra noi? Tipo, lui è moro, io sono biondo..."
"Non è che stessi proprio guardando contro chi mi stavo strusciando..."
"APPUNTO!" intervenne Cooper. Sia io che Blaine che Artie eravamo seduti per terra, facendo scorrere gli sguardi da uno all'altro, ridendo sotto i baffi. Ma c'era anche chi non l'aveva presa così bene.
"Quindi mi state dicendo che mi avete svegliata perché tu hai sentito il suo pene contro la tua coscia?!?" sibilò Santana passandosi una mano tra i capelli un po' scompigliati. Gli altri tre la guardarono un po' confusi ma poi annuirono contemporaneamente. Facevano quasi ridere. "MA IO VI STACCO LA TESTA A MORSI! Possibile che qui non si possa dormire un giorno in pace??" iniziò a gridare agitando le braccia e fiondandosi quasi sopra Cooper e Puck. "IO VI AMMAZZO!"
"San, San, calmati..." la fermò appena in tempo Brittany prendendola in vita. Ci alzammo tutti in piedi, cercando di aiutare Brittany, ma non servì. Conoscevo da poco Brittany e Santana e non sapevo se Brittany usasse della magia sulla sua ragazza e se sì se Santana ne fosse a conoscenza. E avevo visto molti vampiri arrabbiarsi e perdere completamente il controllo, tanto che per fermarli bisognava tramortirli o, in casi estremi, distruggerli. Ma mai avevo visto un vampiro arrabbiarsi in quel modo e calmarsi quasi subito grazie semplicemente alla presa di qualcuno e a parole sussurrate piano all'orecchio. Gli altri, tranne Cooper e Blaine, sembravano stupiti almeno quanto me, dato che come me stavano fissando Brittany mentre rigirava Santana tra le sue braccia, la stringeva forte contro di sé e le accarezzava la schiena.
"Scusatela. E' sempre un po' violenta appena alzata." ci sorrise Brittany.
"Un po'.." ridacchiò Blaine.
"Come hai fatto?" non riuscii a fermare la domanda che mi sorse spontanea. Lei mi rivolse uno sguardo contuso. "Intendo...a calmarla così..."
Brittany sorrise di più, mentre Santana le avvolgeva la vita con le braccia, gli occhi chiusi. "Sono una strega, ricordi? Ho i miei segreti..." Mi fece l'occhiolino.
"Wow!" esclamò Sam con gli occhioni ammiranti. "Puoi farlo anche con Puck quando serve?"
Puck lo fulminò con lo sguardo mentre Brittany rise scuotendo la testa. "Mi spiace, ma non posso."
"Perché?"
"Perché questo genere di poteri funziona solo sulla propria anima gemella." sorrise di nuovo.
Annuii, cercando istintivamente e trovando la mano di Blaine, stringendola. Anche lui strinse la mia e quando mi voltai per guardarlo in faccia aveva quel suo sguardo da cucciolo innamorato che mi faceva sciogliere completamente. "Se fossi una strega anch'io, potrei usare questi poteri su di te..." mi sussurrò all'orecchio. "Ah, e sei adorabile quando arrossisci!" aggiunse baciandomi sul naso. Non mi ero nemmeno accorto di essere arrossito. Sorrisi come un ebete, probabilmente arrossendo ancora di più.
"Beh, direi che possiamo iniziare a prepararci e partire. Mancano solo pochi minuti al tramonto." ci avvertì Artie raggiungendo Mercedes in un angolo. "Se avete fame, qui c'è un po' di sangue." aggiunse indicando un minifrigor.
Cooper, Sam e Puck si fiondarono a bere come degli animali selvatici, dandosi gomitate, ridendo e per concludere facendo un armoniosa gara di rutti, alla quale si aggiunse anche Artie, mentre Mercedes sospirava scuotendo la testa.
Arricciai il naso guardandoli male. "Siete disgustosi!"
"Oh, andiamo, Kurt! Non fanno niente di male...dovresti lasciarti andare un po' di più, baby." sogghignò Blaine lasciando andare la mia mano e raggiungendo gli altri. "Non ne vuoi tu?" mi chiese.
Scossi la testa. "Tranquillo."
"Ehi, guarda che ce n'è in abbondanza. E al massimo facciamo rifornimento dagli Schuester." fece Artie porgendomi una bottiglietta di sangue.
"Tranquillo, bevi." mi sorrise Mercedes, bevendo a sua volta.
Annuii, prendendo la bottiglietta da Artie e sorseggiandola. In effetti era davvero buono.
"Ok, il sole è tramontato. Se siete pronti, possiamo partire." Disse Artie dopo un paio di altri minuti in cui ci preparammo. Tutti tranne Brittany e Santana, che si erano coricate in un angolo, abbracciate strette.
"Ehi, dobbiamo andare..." sussurrò Brittany.
Santana affondò di più il volto contro la sua spalla. "Ancora sonno..." mugugnò.
"Ok, ok. Ti porto io, ok? Così dormi ancora." si alzò, caricandosi Santana in spalla, la quale si accoccolò contro la sua schiena, continuando a russare piano.
"Ce la fai?" le chiese Puck con un cenno del capo.
"Sì, sì, certo." sorrise Brittany. Poi guardò Artie e Mercedes. "Potrei prendere anch'io del sangue? Non per me, ma...immagino che quando si sveglierà sarà piuttosto affamata e penso sia meglio non farla arrabbiare ancora..."
"Certo. Io porto sempre con me alcune bottigliette di scorta, ma se vuoi te ne do una a te direttamente." le sorrise porgendogliene una Mercedes.
"Grazie mille. Mi piaci sai. Sei simpatica e gentile!" aggiunse sempre sorridendo, afferrando la bottiglietta e infilandosela nella tasca dei minishorts che indossava.
"Ancora magia?" le chiesi curioso. Non avevo mai avuto a che fare con una strega.
"Cosa?" mi rivolse di nuovo uno sguardo confuso.
"Quegli shorts sono minuscoli e non penso una bottiglietta ci sarebbe stata normalmente."
"Normalmente...ma niente che ha a che fare con me è normale, ricordatelo!" mi fece di nuovo l'occhiolino, sistemandosi meglio Santana sulle spalle.
"Mi sa che io e te diventeremo ottimi amici quando torneremo a casa...mi devi spiegare alcuni dei tuoi segreti! Anzi, tutti!" le sorrisi entusiasta.
"Mmm, non saprei...non si chiamerebbero segreti, altrimenti, non credi?" Mi spense l'entusiasmo lei. Ma poi rise di nuovo, arricciando il naso. "Ma magari...potrei fare un'eccezione..." mi fece ancora una volta l'occhiolino. Se non avessi saputo che stava con una ragazza e che fosse a conoscenza del mio fidanzato, avrei giurato che ci stesse provando con me. Le sorrisi, ritrovando l'entusiasmo.
"Solo se posso unirmi anch'io al vostro club di streghe e streghette!" ci canzonò Cooper cercando di imitarmi malamente. Cosa che gli fece guadagnare un pugno in testa da parte di Blaine.
"Non prendere in giro il mio fidanzato!" lo minacciò, non nascondendo, però, una risata.
"Se avete finito, potremmo andare?" alzò gli occhi al cielo Puck sbuffando.
"Sì, direi che possiamo andare." disse Artie incamminandosi fuori dalla grotta. "Possiamo anche camminare, tanto ci vuole davvero poco e così risparmiamo le forze per poi andare dagli Antichi."
"Ok"
Lo seguimmo, camminando tra le piante in silenzio, in sottofondo solo i rumori della notte e il russare leggero di Santana. Le rivolsi uno sguardo. Stava ancora dormendo accoccolata sulle spalle di Brittany. Rallentai il passo, affiancandola e restando indietro rispetto gli altri.
"Hey."
"Hey."
"Sei sicura di farcela? Sembra pesante..." le sorrisi.
"Ti ho sentito, stronzo." borbottò Santana tirando su il capo e fulminandomi. "Non ho mica il culo grosso come il tuo..."
"Hey, io non ho il culo grosso!" protestai, mettendo il broncio.
Santana e Brittany risero. "No, non hai il culo grosso, tranquillo." mi rassicurò Brittany.
"Stavo scherzando, mio piccolo cucciolo di unicorno."
"Cucciolo di unicorno? Perché cucciolo di unicorno?" chiesi aggrottando la fronte.
"Non lo so...non chiedermi il perché delle cose quando mi sono appena svegliata..." borbottò ancora, riappoggiando la fronte contro la spalla di Brittany. "Ok, scusa."
Rialzò di nuovo lo sguardo, guardandomi con un sopracciglio inarcato. "Mi hai davvero chiesto scusa?!? Non mi stai prendendo in giro?"
"Ehm, sì, ti ho chiesto scusa. Così mi hanno insegnato i miei genitori. E poi fai paura quando ti incazzi, quindi, meglio non romperti i coglioni." le risposi con un'alzata di spalle.
Lei rise. "Io? Paura a te? Andiamo! Potresti distruggermi in un secondo! Come puoi avere paura di me??"
"Sì, beh, ma diciamo che le donne mi mettono un po' di ansia... forse è per questo che sono gay..."
Santana e Brittany risero più forte, mentre Santana scendeva dalle spalle di Brittany e si metteva tra noi due. "Hai paura delle donne? Kurt Hummel, uno dei principi più temuti e valorosi di sempre ha paura delle donne! Tua madre deve averti terrorizzato da piccolo..."
Mia madre. Mi fermai, chiudendo gli occhi e cercando di recuperare ogni ricordo che avevo di mia madre di quando ero piccolo. Ma tutto ciò che ricordavo erano immagini. Immagini di lei che rideva e mi cantava ninna nanne. E la sua voce. Quella me la ricordavo bene. Forse quella specie di incontro non era altro che il frutto della mia immaginazione che metteva insieme i miei ricordi. Vaghi ricordi. Cosa sapevo infondo di mia madre?
"Kurt!" La voce di Santana mi fece riemergere dai miei pensieri e aprire gli occhi. Me la ritrovai davanti, lo sguardo preoccupato, una mano appoggiata sulla mia spalla e Brittany accanto a lei altrettanto preoccupata.
"Scusate..." sussurrai riprendendo a camminare.
Loro esitarono un attimo per poi seguirmi. "Cosa...?"
"Stavo pensando." risposi semplicemente.
"Ho dovuto chiamarti tre volte, Kurt. Sembravi in trans!"
"Stavo pensando molto intensamente."
"Ce ne siamo accorte." mormorò Brittany.
"Stiamo andando dalla parte giusta? Non vedo più gli altri." chiesi iniziando a preoccuparmi. Mi ero distratto.
"Ho detto qualcosa di sbagliato, vero?" mi domandò invece Santana.
"Cosa?"
"Prima che cadessi in trans. Ho detto qualcosa di sbagliato, vero?"
"Sì. Cioè, no. Niente."
"Kurt, guarda che è normale. Santana dice sempre quello che pensa e a volte può sembrare cattiva, ma non lo è. Davvero. E' la ragazza più dolce che ci sia." mi sorrise Brittany, facendo arrossire Santana.
"Oh, sì certo..." risi. "Comunque, non è niente. E se non vi dispiace, vorrei raggiungere gli altri. Ci manca solo che ci perdiamo tra questi cazzo di alberi!" alzai il tono della voce, prendendomela con un ramo di un cespuglio che intralciava il sentiero. Ma era un ramo con delle spine dato che mi tagliai la mano. "Vaffanculo." sibilai.
"Scusa." sussurrò Santana con lo sguardo abbassato. La guardai male, tenendomi la mano. "Scusa per qualsiasi stronzata io abbia detto."
Annuii, proseguendo senza dire nulla ma allungando il passo. Loro mi seguirono senza fiatare e tenendosi per mano.
"Mia madre." dissi dopo essermi calmato, un paio di minuti di silenzio più tardi in cui non avavamo ancora raggiunto gli altri.
"Cosa?" mi chiese Brittany.
"Prima. Non-non hai detto una stronzata, Santana. Mia madre...lei è morta quando ero piccolo e...beh non ho molti ricordi di lei. Stavo cercando di concentrarmi per ricordarmela prima. Ecco perché ho chiuso gli occhi." Mi voltai verso di loro. Senza nemmeno accorgermene ci eravamo fermati di nuovo, la mia mano che era quasi completamente guarita.
"Scusa, io...non sapevo...mi-mi dispiace." balbettò Santana e mi sembrò davvero mortificata.
"Non potevi saperlo. Non-non importa. Non hai detto nulla di male..." cercai di sorriderle.
"Ti sbagli, Britt. A volte sono davvero stronza."
"Hey, non è vero..." protestò Brittany accarezzandole una guancia.
"No, infatti. Davvero. Non è colpa tua. Sono io che..." mi grattai dietro il collo non sapendo come continuare. Sono debole? Una femminuccia? Un piagnucolone? Non avevo che l'imbarazzo della scelta. "Lascia stare..." dissi semplicemente scuotendo la testa.
"Ok.." riprendemmo a camminare in silenzio. Tenni gli occhi bassi, ma le vidi scambiarsi sguardi con la coda dell'occhio.
"Kurt." mi chiamò Santana, facendomi girare verso di lei. "Se hai bisogno...noi ci siamo. Cioè, forse ti conviene parlare con Britt, perché è bravissima ad ascoltare le persone a capirle e dare consigli mentre io sono una frana in queste cose e invece che ascoltare inizio a parlare di cose stupide e non la smetto più...cioè sono peggio dei maschi che già sono impossibili, cioè seriamente! Prendi Blaine! Gli chiedo un consiglio su cosa regalare a Britt e lui inizia a parlarmi di te! Cioè, seriamente, i maschi sono...bah non ho parole!" A parte la prima frase, disse tutto il resto velocissimo, agitando le mani per aria per enfatizzare la sua opinione. Ma in realtà a me fece ridere. E anche Brittany ridacchiò, nascondendosi dietro la mano. "Cosa?" domandò Santana offesa.
"Sei adorabile!" la baciò Brittany sulla guancia.
"Grazie." risposi io. "Cioè, io avrei un po' di parole per descrivere i maschi, ma...a volte, penso che avere un paio di ragazze con cui confidarmi sarebbe meglio... Non che mi lamenti di Puck e Sam. Sono due ottimi migliori amici e mi hanno aiutato spesso. Però...forse...forse questa ansia che ho nei confronti di voi donne è perché non ho mai avuto una figura femminile attorno. Anche se...beh la mia matrigna non è cattiva, anzi, è molto gentile e disponibile, ma...non è la mia mamma. E non sono riuscito a legare molto con lei..."
"Mi dispiace..." sussurrò Brittany.
"Sì, anche a me..."
"Non importa...sono passati tantissimi anni ormai...e poi...probabilmente non sarei dove sono oggi se non fosse morta...non che io sia contento che sia morta, solo..."
"Ti capisco. Cioè, non so cosa voglia dire perdere la mamma, ma capisco cosa intendi dire." mi sorrise Santana.
"Grazie" annuii, ricambiando il sorriso. "Penso di aver appena trovato le mie damigelle d'onore! Sempre che vogliate..."
Brittany spalancò gli occhi, iniziando a saltellare ed esultare. "Sì! Sì!! Saremo damigelle, San! Saremo damigelle, che bello!!!" squittì entusiasta.
Santana scoppiò a ridere. "Britt, calmati! O spaventerai i gufi!" cercò di calmarla. "Certo che vogliamo!" aggiunse poi verso di me. "Non avrei mai pensato di essere la damigella di qualcuno!"
"E invece sarai la mia damigella!" le sorrisi di più.
Brittany mi saltò praticamente addosso, abbracciandomi forte. "Grazie!"
"Ok, ok. Calma!" risi. Mi lasciò andare, senza smettere di sorridere. "Ora però sarà meglio che raggiungiamo davvero gli altri..." Annuirono, prendendosi di nuovo per mano e seguendomi. Camminammo per alcuni secondi in silenzio, poi ebbi come un'illuminazione. "Ragazze, voi credete nelle cose come il Paradiso e l'Inferno?" chiesi all'improvviso.
Santana mi guardò confusa e Britttany scosse la testa. "Kurt, se stai pensando a quelle stronzate secondo cui voi vampiri andate direttamente all'Inferno, sono stronzate, davvero. Anche perché io conosco molti vampiri che sono persone straordinarie e umani stronzi e spietati. Quindi non è vero niente di quello che dicono..."
"No, non pensavo a quello...cioè, non proprio..." rispsosi incerto se continuare.
"Uh, allora a cosa?" chiese Santana.
Esitai un attimo, sospirando, poi alzai lo sguardo guardandole negli occhi. "Quando..quando stavo per morire, ieri...beh, io ho visto...ho visto mia madre. E mi stavo domandando se...beh se poteva essere tipo un'anticipazione di Paradiso perché la mia mamma è sicuramente in Paradiso! Ma magari potrebbe essere semplicemente la mia immaginazione che ha messo insieme i vaghi ricordi che ho di lei...Non-non so..."
Si scambiarono sguardi incerti. "Uhm, non lo so, Kurt. Io credo che ci sia qualcosa dopo la morte, ma non so se...beh si possa vedere quando si è vicini..." rispose Brittany.
"Penso nessuno lo sappia...Blaine cosa ne pensa?"
"Non gliel'ho ancora detto...sapete ieri mattina non ho detto nulla perché preferivo dirlo solo a Blaine... ma poi siamo ripartiti subito e..beh non ne ho ancora avuto l'occasione..."
"Quindi siamo le prime persone a cui lo dici??" domandò Brittany.
"Che onore!" sorrise Santana.
"Sarà che siete lesbiche, ma non mi mettete più ansia come le altre donne. Anzi, ispirate fiducia!" risi.
"Lo prendo come un complimento, Kurtie pie!" rise anche Santana, alzando la mano libera e alzando il mignolo. La guardai inarcando un sopracciglio. "Stringilo. Io e lei lo facciamo sempre e se vuoi puoi unirti a noi!"
Annuii sorridendo e stringendole il mignolo. "Grazie"
"KURT! Si può sapere cosa cazzo state facendo??" gridò una voce, Puck, che sbucò da dietro un cespuglio venendoci incontro. "Sono qua!!" gridò poi rivolto a non so chi.
"Abbiamo, ehm, perso il sentiero..." ci giustificai.
"Ci siete sopra al sentiero!" sbottò Puck mentre gli altri ci raggiungevano.
"KURT! Kurt, stai bene? Cos'è successo?" Blaine mi si avventò praticamente addosso stringendomi forte.
"Blaine! Sto bene! Calmati!" cercai di liberarmi. "Sto bene!" ripetei notando il suo sguardo preoccupato.
"Si può sapere perché noi ci distraiamo un attimo e voi sparite?" domandò Cooper leggermente stizzito.
"Come ha detto Kurt...beh abbiamo perso il sentiero e non vi vedevamo più..." iniziò Santana.
"Donne. L'avevo detto che era meglio non portare donne con noi. Causano solo guai..." sbottò Cooper alzando le braccia al cielo.
"TU ci hai chiesto di aiutarti!" si scaldò Santana puntandogli un dito contro. Brittany la tirò per un braccio.
"Beh, me ne sono pentito!"
Brittany lasciò andare il braccio di Santana, fulminando Cooper. Afferrai per la vita Santana appena in tempo prima che si fiondasse su Cooper. "Hey, hey. Calma. San, calmati!" cercai di allontanarla facendola tornare tra le braccia di Brittany. "Allora, primo, le donne non causano guai!" mi rivolsi verso Cooper puntandogli un indice contro. "Secondo, mi pare che siano state proprio due donne a salvarmi la vita." notai con la coda dell'occhio che Mercedes stava annuendo alle mie parole. "Terzo, Brittany e Santana sono fondamentali almeno quanto tutti voi uomini in questo team, ok? E quarto..." mi avvicinai di più a Cooper. "La colpa è mia se siamo rimasti indietro. Le ho distratte io. Quindi se te la vuoi prendere con qualcuno, prenditela con me, intesi?"
Cooper stava già per replicare, ma lo sguardo fulminante di Blaine lo fece desistere. "Sì, principino. Ora muoviamoci. Abbiamo perso già abbastanza tempo."
"Sì. Ha ragione. E' meglio se ci muoviamo, così poi raggiungiamo gli Antichi con calma." fece Artie avviandosi di nuovo, seguito da Sam e Puck che mi guardarono male e Mercedes.
"Kurt." mi chiamò Blaine.
"Sì?"
"Non lo fare mai più, ok?"
"Cosa?"
"Di farmi prendere uno spavento così! Pensavo ti avessero catturato dei cacciatori o ti fosse successo qualcosa..."
"Mi spiace. Non lo farò mai più." gli sorrisi baciandolo sulle labbra. Lui sospirò.
"E di noi non gliene frega niente a nessuno?" si intromise Santana, ancora stizzita. "Potrebbero rapirci o distruggerci che nessuno se ne accorgerebbe nemmeno!" Brittany la strinse di più in vita.
"Hey!" la richiamai io. "A me fregherebbe, ok?" dissi incrociando le braccia al petto. "E nessuno riuscirebbe mai a rapire te! O Brittany. Siete in gamba e vi fate valere. E poi, se anche dovesse succedere, distruggerei il culo a chiunque mi rubi le mie damigelle!" sorrisi facendo loro l'occhiolino.
Entrambe si rilassarono, ricambiando il sorriso. "Grazie."
"E tu, Blaine. La prossima volta usa il plurale, ok?" lo sgridai puntandogli l'indice contro il petto.
Lui boccheggiò per un attimo, poi annuì. "Ok. Scusate, ragazze. Ma...pensavo fosse sottinteso che ero preoccupato anche per voi..." cercò di giustificarsi arrossendo.
"Uh, non sentite anche voi questo rumore?" chiese Santana. Brittany annuì, prendendomi a braccetto, mentre Blaine scosse la testa. "E' il rumore di tu che ti arrampichi su uno specchio, cugino." replicò prendendo l'altro mio braccio e seguendo gli altri che ci stavano aspettando alcuni passi più avanti.
Blaine ci rimase male, ma non disse nulla. Restò dietro di noi borbottando con Cooper finché non arrivammo al castello degli Schuester dopo un paio di minuti.
"Eccoci. Siamo arrivati." ci informò Mercedes. Artie andò avanti parlando con le guardie al portone che annuirono e aprirono, lasciandoci entrare.
"Seguitemi." ci disse una delle guardie guidandoci in un ampio salone dove due signori ci vennero incontro.
"Artie! Mercedes!" salutò l'uomo sorridendo. "Grazie, Brian, puoi andare." disse poi alla guardia che ci salutò con un cenno e tornò alla sua postazione.
"Will." sorrise Artie abbracciandolo.
"Avete portato ospiti? Perchè non avete avvisato? Potevamo organizzare qualcosa o sistemare...questo castello è sempre in disordine..." si preoccupò la donna dai capelli rossi.
"Perché sono solo di passaggio. Gli serve un po' di sangue di scorta. Li stiamo portando dagli Antichi." Spiegò Mercedes abbracciando e baciando la donna, per poi indicare noi.
"Dagli Antichi? Allora non potete andare a mani vuote!" ci sorrise l'uomo. "Will Schuester. Gli amici di Artie e Mercedes sono anche nostri amici e se avete bisogno, le nostre cantine sono aperte."
"Grazie mille signore." ringraziò Blaine.
"Allora, volete bere qualcosa? Volete riposarvi? Abbiamo camere a sufficenza per tutti e di sangue ce n'è in abbondanza..." incominciò ad agitarsi la rossa. "Ah, e io mi chiamo Emma!" aggiunse sorridendo ampiamente.
"Siete molto gentile, signora, ma siamo di fretta..."
"Oh, ok."
"Posso chiedervi il perché o sono troppo indiscreto?" arricciò il naso Schuester.
"Ci dobbiamo sposare." risposi io. "Kurt Hummel." aggiunsi.
Loro si scambiarono uno sguardo. "Aspetta, Kurt Hummel? Quel Kurt Hummel? Principe degli Hummel?" mi chiese Schuester.
"Sì." li guardai confuso. Come facevano a conoscermi?
"Wow, Kurtie pie! La tua fama è giunta fin qui! Complimenti!" mi sorrise Santana dandomi un buffetto sulla spalla. Scossi la testa ridendo.
"Certo che la sua fama è arrivata fin qua! Stiamo in Romania ma le notizie dall'America arrivano e noi ci teniamo informati! E, beh, la famiglia degli Hummel è molto conosciuta tra noi vampiri.." disse ancora Schuester. "E' un onore! E lei immagino sia la sposa..?" chiese indicando Santana che scoppiò a ridere.
"Veramente...io sono il futuro sposo..." si intromise Blaine schiarendosi la voce. "Blaine Anderson, signore." aggiunse facendo una specie di inchino.
"Oh...ehm, scusate...non avevo capito che voi foste...ehm mi spiace..."
"Non importa." scossi le spalle.
"Aspettate...ma gli Anderson non sono la famiglia rivale degli Hummel? O ricordo male? Mi sembrava di averlo letto da qualche parte..." si strofinò il mento.
"Sì. Per questo abbiamo bisogno degli Antichi." rispose Blaine. "Siamo scappati di casa e vogliamo sposarci qui perché le nostre famiglie ce lo avrebbero impedito."
"Anche se così immagino che non potrò organizzare il matrimonio dei miei sogni..." sospirai ottenendo degli sguardi perplessi dagli altri. "Comunque, loro sono le mie damigelle, Brittany e Santana," sia Santana che Britt fecero un inchino sorridendo. "loro sono i nostri amici Sam e Noah" indicai Sam e Puck che fecero cenno con la testa. "E lui è il mio adorato futuro cognato, Cooper Anderson."
"Ero capace di presentarmi anche da solo.." borbottò guadagnandosi un'occhiataccia da Blaine, che poi tornò a sorridere agli Schuester.
"Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, vi mostro le cantine!" esclamò Will indicandoci una porta verso cui si avviò. Iniziò a parlare di qualità di sangue e di quelli preferiti dagli Antichi, ma non ci capii molto e mi limitaii ad annuire e sorridere, grato che Blaine e Cooper sembravano invece intendersene. Riempemmo gli zaini che portavamo in spalla di bottigliette di sangue.
"Queste le tengo io." disse Cooper prendendo le due bottiglie di sangue antico e prelibato per gli Antichi.
"Ok, perfetto. Grazie infinite. Se possiamo fare qualcosa per sdebitarci..." fece Blaine rivolto agli Schuester.
"Tranquilli. Anzi, se avrete ancora bisogno, al ritorno, sapete dove trovarci!" rispose gentile Will.
"Grazie mille." ringraziai anch'io.
Li salutammo cordialmente, ringraziando probabilmente un'altra decina di  volte prima di congedarci e seguire Artie e Mercedes di nuovo attraverso i boschi.
"Se stavolta corriamo, dovremmo metterci un paio d'ore, così arriviamo prima dell'alba e noi poi possiamo tornare indietro." disse Artie.
"Sì, beh, sempre se qualcuno non si distrae ancora e rimane indietro..." sibilò Cooper.
Io, Brittany e Santana lo fulminammo contemporaneamente.
"Hey! Ora basta! Tutti e quattro!" ci minacciò Blaine. "Non voglio più sentirvi litigare, intesi?"
"Ma..è lui...!" protestai.
"Tutti e quattro!" sottolineò di nuovo Blaine. "E ora, forza. Muoviamoci che voglio sposarmi!" aggiunse deciso. Mi sentii offeso, ma Blaine aveva ragione. Non dovevamo litigare e anch'io volevo sposarmi.
Annuii, facendo cenno a Santana e Brittany che si rilassarono, prendendosi per mano. "Scusa, Cooper." dissi. Mi aveva fatto incazzare ma infondo Cooper mi piaceva e non volevo che ce l'avesse con me.
Mi fece cenno con la testa. "Sì. Scusa anche te... e scusate anche voi." aggiunse prima che Santana potesse aggredirlo verbalmente.
"Bene. Ora muoviamoci." ci incitò Blaine porgendomi la mano che afferrai e strinsi. "Ti seguiamo, Artie."
Artie annuì, iniziando a correre e noi lo seguimmo in silenzio. Finché, dopo un paio d'ore, come aveva detto, raggiungemmo il centro Italia. Avevo dei vaghi ricordi della Geografia della penisola italiana e quindi non riuscivo ad orientarmi pienamente ma sapevo che gli Antichi stavano in un castello sugli Appennini della Toscana. E infatti, dopo un altro paio di minuti ci ritrovammo davanti ad un castello enorme e sontuoso, circondato da un fossato pieno d'acqua e guardie ovunque.
"Bene. Questo è il castello degli Antichi. Buona fortuna." disse Artie.
"Voi non entrate nemmeno?" chiesi perplesso.
"No. Meglio se torniamo indietro. Ancora, buona fortuna!" ci salutò prima di sparire insieme a Mercedes.
"Ok...perché sono praticamente appena scappati?" mormorai.
"Non è che sono vampiri spietati e paurosi, vero, questi Antichi? E appena entriamo ci mangiano vivi?" chiese Brittany stringendo più forte la mano di Santana.
"Ma di che avete paura? Saranno solo dei nonnetti!" rise nervosamente Cooper.
"Coop." lo richiamò Blaine. "Per favore, non mandare tutto a puttane, ok?"
"Ok. Me ne starò muto." replicò serio.
"Sicuri che sia una buona idea entrare?" domandò incerto Sam.
"Se volete...potete, ehm, restare fuori voi..." propose Blaine.
"No, no. Non se ne parla." rispose Puck. "Noi entriamo con voi. Dopo tutto quello che abbiamo passato non mi voglio perdere il matrimonio, ok?"
Sorrisi a Puck. "Bene. Allora entriamo." sussurrai prendendo coraggio e tenendo forte la mano di Blaine.








Ed eccomi di nuovo qui! Speravo di aggiornare prima ma ora che non ho più la scuola ho comunque una marea di impegni. Quindi è probabile che aggiornerò una volta a settimana. Questo capitolo è un po' più lungo del solito e ho approfondito un po' di più Brittany e Santana. Nel prossimo incontreremo finalmente gli Antichi! Quindi alla prossima! :)
Sil

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Capitolo 11
*** XI ***



XI






Ci avvicinammo lentamente, trattenendo tutti il fiato. Arrivati davanti all'enorme fossato un ponte levatoio altrettanto enorme si abbassò, permettendoci di raggiungere il grandissimo portone davanti al quale c'erano due guardie. Due vampiri alti, robusti e dagli sguardi intimidatori. Non indossavano armature, ma semplici jeans e magliette, proprio come noi.
"Chi siete?" chiese quello sulla sinistra.
Mi schiarii la voce, stringendo di più la mano a Blaine. "Ku-Kurt Hummel e Blaine Anderson. Del regno dell'Ohio, America." risposi.
"E cosa volete?" domandò l'altro.
"Volevamo parlare con gli Antichi..." rispose stavolta Blaine.
Ci guardarono male per alcuni secondi, esaminandoci attentamente. "Avete altre armi oltre i vostri paletti?" chiese quello sulla destra.
Sia io che Blaine facemmo cenno di no con la testa.
"Seguiteci." fece l'altro. Mi scambiai un'occhiata con Blaine ed entrambi ci voltammo verso gli altri dietro di noi per vederli un po' intimoriti. Forse non era stata davvero un'ottima idea. E se gli Antichi erano davvero così tremendi? E se non avessero voluto sposarci? E se questi due armadi ci avessero distrutti appena entrati? Perché quando avevo pensato a questo brillante piano non avevo considerato il fatto che sarebbe potuto andare tutto a rotoli? Deglutii a fatica, stringendo sempre di più la mano a Blaine, mentre i due energumeni davanti a noi bussavano al portone. Era un bussare strano, ritmato, probabilmente in modo che chi ci stava dietro recepisse un messaggio.  Il portone si aprì e i due vampiri ci fecero cenno. Li seguimmo all'interno, guardandoci attorno, mentre il portone si richiudeva dietro di noi con un tonfo. La stanza in cui eravamo entrati era davvero enorme. Un grosso lampadario pendeva dal centro del soffitto; arazzi, tappeti e quadri erano appesi sulle pareti e in fondo c'era una gigantesca scalinata, verso la quale ci condussero. Salimmo sempre in silenzio, incrociando altre guardie sparse un po' ovunque. O meglio, dedussi che fossero guardie dato che se ne stavano fermi e ci fissavano, ma nessuno aveva delle armi. Visibili. Dopo non so quante centinaia di scalini che sembravano non finire mai, arrivammo in un'altra stanza, grande tre volte quella in cui eravamo prima. I muri erano spogli e la camera era praticamente vuota, eccezion fatta per due cose che assomigliavano a divani-letto posizionati esattamente al centro, con i piedi rivolti alla parete di fronte a noi, quindi noi vedevamo solo parte degli schienali.
Le due guardie ci fecero cenno di fermarci, mentre loro si avvicinavano al centro, inginocchiandosi su un ginocchio ad un paio di metri di distanza dai divani.
"Vostre Altezze, ci sono ospiti che desiderano parlarvi." disse uno dei due.
"Mmm?" si mosse qualcuno da sopra il divano.
"Ospiti, Signore." ripeté la guardia.
"Beh, portate delle poltrone e fateli accomodare!" rispose una voce femminile.
"Subito, Signora!" obbedirono le guardie tornando indietro, superandoci e sparendo oltre la porta. Restammo a guardarli a bocca aperta. Tornarono dopo una decina di secondi con delle poltroncine che sistemarono davanti ai divani. Poi si avvicinarono di nuovo a noi.
"Ora potete sedervi di fronte a Loro. Portate rispetto, o sarete puniti. E se cercherete di ferire o distruggere i nostri Signori, saremo costretti a distruggervi all'istante." ci minacciò quello più alto.
"David, smettila di terrorizzare i nostri ospiti!" lo richiamò la voce femminile.
"Scusi, Signora."
"E tu smettila di traumatizzarmi le guardie, amore." sospirò la voce maschile. "Allora? Dove sono questi ospiti?" brontolò poi mettendosi a sedere, permettendoci, così, di vedere la sua testa.
"Sta' seduto e rilassati! A questo serve!" lo richiamò la donna.
"A me fa solo dormire. Non ci trovo il senso...restare qui sdraiati a guardare delle onde sul megaschermo...non è rilassarsi. E' dormire! E non voglio dormire di notte! Voglio restare sveglio! E fare cose utili! E dormire di giorno!" continuò a borbottare.
"Certo che stai sempre a lamentarti!" sbuffò la donna mettendosi a sedere a sua volta. Le guardie ci spinsero praticamente verso le poltroncine, finché non fummo tutti davanti ai due Antichi. Blaine mi stritolò quasi la mano, guardandomi con la coda dell'occhio. Feci cenno con la testa anche agli altri di inchinarci e gli altri eseguirono.
"Oh! Voi siete gli ospiti!" disse dolcemente la donna. "Vi prego, non ascoltate le nostre guardie! Mettetevi comodi e rilassati. Questa cosa di guardare le onde che si infrangono sulla spiaggia mentre si è coricati comodamente rilassa davvero! Non ascoltate nemmeno mio marito!"
Alzai lo sguardo per incontrare quello di due ragazzi asiatici che ci sorridevano ampiamente. Lei aveva dei lunghi capelli corvini acconciati in due treccie che le incorniciavano il viso, addosso un vestitino rosa e i piedi scalzi. Lui capelli nero pece sparati per aria, un paio di pantaloncini al ginocchio e una maglietta azzurra semplice, anzhe lui scalzo.
"S-salve..." balbettai cercando di ricambiare il sorriso. Dov'era finito tutto il mio coraggio? E anche quello di Blaine e degli altri sembrava essere sparito, dato che nessuno osava fiatare. I due ragazzi ci esaminarono attentamente senza smettere di sorridere.
"Uh! Vedo che c'è qualcuno che non è un vampiro tra noi!" sussultò poi lui, indicando Brittany che si strinse di più a Santana.
"C'è qualche problema se lei non è una vampira?" chiese Santana sfacciata, cercando di nascondere il terrore che però si poteva benissimo leggere nei suoi occhi.
"Cosa?! No, no! Anzi! Io adoro le streghe!" sorrise il ragazzo. "Come ti chiami?" chiese poi gentilmente.
"Brittany Susan Pearce, Signore." rispose Brittany accennando un sorriso.
"Aspetta, Pearce? Sei per caso parente di Susan Ginevra Pearce?"
Brittany annuì. "Era mia nonna, Signore."
"Era?"
"E' morta quando io ero piccola..."
"Mi dispiace. La conoscevamo bene, sai? E' venuta a vivere da noi per una cinquantina d'anni. Poi ha trovato l'amore ed è tornata in America. Bravissima donna!" sorrise la ragazza. Brittany annuì di nuovo, ricambiando il sorriso.
"Ma prego, accomodatevi, davvero! Non mangiamo mica! Sembrate terrorizzati!" ci invitò lui. Facemmo come aveva detto, sedendoci sulle poltroncine e cercando di calmarci, dato che sembravano gentili e disponibili. "Che sciocchi che siamo, amore! Non ci siamo nemmeno presentati!" aggiunse poi colpendosi la fronte con il palmo della mano. Saltò in piedi, facendo una piroetta su se stesso e inchinandosi di fronte a noi. "Michael Robert Chang, signori e signore." rise porgendo poi la mano alla ragazza, aiutandola ad alzarsi e facendole fare una piroetta a sua volta. "E lei è Tina, mia moglie, come avrete immaginato." anche lei si inchinò, alzando elegantemente un lembo del vestito. "Voi siete americani, giusto?"
"Sì, Signore. Ohio." rispose Blaine. Nè io nè lui ci eravamo decisi a lasciare andare la mano dell'altro e continuavamo a stringere forte, le nostre dita intrecciate.
"Oh! E lasciatemi indovinare...tu sei degli Hummel e tu degli Anderson, immagino!" chiese inarcando un sopracciglio e indicando prima me e poi Blaine.
"Sì, Signore. Principe Kurt Elizabeth Hummel."
"E principe Blaine Joseph Anderson, Signore." rispondemmo.
"Oh, vi prego, chiamatemi Mike! E datemi del tu!" rise alzando gli occhi al cielo. "Non so perché tutti ci trattino come se fossimo così importanti..."
"Beh ma perché voi siete importanti! Cioè, siete gli Antichi! E io che pensavo foste dei vecchietti! Invece siete fighi! Wow!" si esaltò Puck guardandoli entusiasta. Io mi voltai per fulminarlo ma Mike scoppiò a ridere.
"Fighi? Davvero?" chiese rimettendosi a sedere imitato da sua moglie.
"Sì!" annuì Puck.
"Beh, grazie del complimento...."
"Noah Puckerman, Signore-volevo dire, ehm, Mike." si corresse velocemente. "Ma tutti mi chiamano Puck."
"Anche tu sei figo, Puck!" gli sorrise Mike, alzando un po' lo schienale del divano e mettendosi più comodo. "Specialmente per quella cresta! Mi piace!"
A Puck brillarono quasi gli occhi dalla gioia. "Sam! Mi ha detto che sono figo! Mi ha detto che sono figo!!" esultò strattonando per un braccio Sam, seduto accanto a lui, che sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Scusatelo, a volte si fa prendere dall'emozione. E' come un bambino..." Mike e Tina risero. "Io sono Samuel Evans. Ed entrambi viviamo con gli Hummel."
"Immaginavo." sorrise Mike. "Mentre voi altri siete degli Anderson, vero? Tu devi essere l'altro principe, giusto?" aggiunse indicando Cooper.
"Esatto. Cooper Anderson." annuì Cooper.
"E io sono loro cugina, Santana Lopez." si presentò Santana.
"La ragazza della strega Brittany?" chiese curioso Mike.
"La ragazza di Britt, sì."
I due ragazzi - anche se avevano chissà quante centinaia di anni, sembravano dei ragazzi come noi - ci sorrisero ampiamente.
"E cosa ha spinto i due principi delle famiglie rivali e il loro seguito dall'Ohio fino a qui?" chiese Mike.
Mi shiarii la voce, deglutendo un paio di volte. "Noi...cioè, Blaine ed io...volevamo unirci in matrimonio..." risposi.
Tina sorrise ancora di più, applaudendo le mani piccole e curate. "Adoro i matrimoni!"
"Oh! E' una bella notizia e...siete venuti fin qua per invitarci?" chiese un po' confuso Mike.
"Ve-veramente no..." balbettai. Tina si rattristì subito, mentre Mike sembrava ancora più confuso. "Cioè...non proprio..."
"Volevamo chiedere a voi di sposarci..." mi aiutò Blaine.
Mike piegò la testa di lato, guardandoci perplesso. "Perché noi?"
"Beh, perché come hai detto noi siamo di famiglie rivali e i nostri padri ci avrebbero impedito di sposarci. E pensavamo che, magari, se foste stati voi a sposarci, non avrebbero potuto opporsi a noi, dato che se noi due ci sposiamo, diveniamo automaticamente entrambi re. E se diveniamo re, uniremo di nuovo i nostri clan sotto un'unico regno. Niente più litigi..." spiegai.
Mike mi guardò per un attimo incerto. "E di chi è stata l'idea?" chiese inarcando un sopracciglio.
"M-mia..." sussurrai.
"Ma-ma se per voi è un problema....ce ne andiamo e-e..." iniziò Blaine.
"Cosa? No, no! E' un'idea geniale!" esclamò Mike sorridendo.
Io e Blaine spalancammo gli occhi, boccheggiando per alcuni secondi. "Geniale?" ripetei.
"Sì. Era da parecchio che speravo tornasse la pace tra i vostri clan. Non mi piace ci siano discordi tra noi vampiri. E da quando è morto mio padre e sono salito io al potere, sto cercando di riportare la pace ovunque, anche se non è facile. Specialmente nel vostro caso! Non ero ancora riuscito a trovare una soluzione. Non sapevo che i due principi, ehm, stessero insieme..."
"Sì, beh, diciamo che siamo stati molto attenti perché nessuno ne venisse a conoscenza..." risposi.
"Ovviamente!" sorrise lui. "E allora, questo matrimonio? Quando volete che si tenga?" chiese poi, rimettendosi a sedere e facendo scorrere lo sguardo da me a Blaine.
"A-anche subito!" rispose Blaine.
"Uhm, con subito, intendete subito, subito??" domandò ridendo.
"Quando volete!" sorrisi io.
"No, più che altro perché penso ci voglia un po' per tornare in Ohio..." inarcò un sopracciglio guardando sua moglie. "Tesoro, ti va una gita fuori programma?" le chiese. Tina sorrise entusiasta annuendo. "Bene!"
"A-aspetta...venite in Ohio?" domandai confuso, notando gli sguardi perplessi anche degli altri. "Non ci sposate qui?"
"Beh, ma voi non abitate qui! E tutti i vostri parenti, così, non potrebbero assistere!"
"Ma-ma non è necessario che vi scomodiate..." iniziò Blaine.
"Per noi è un piacere! E' da tanto che non veniamo in America e un giretto non può che farci bene!" rise. "E poi...sempre meglio che starsene qui a guardare delle onde..." sussurrò guadagnandosi uno schiaffo sulla schiena dalla moglie.
Solo in quel momento mi ricordai che quando siamo entrati stavano parlando di onde e alzai gli occhi al soffitto, sul quale era attaccato un enorme televisore al plasma. Ma davvero enorme! Grade quasi come la metà della stanza. Ma invece che un film o uno di quei stupidi programmi televisivi che guardava mio fratello con sua moglie, erano trasmesse delle onde del mare. E probabilmente era davvero rilassante starsene a guardarle.
"Belle, vero?" chiese Tina.
Riportai lo sguardo su di lei, sorridendole e annuendo. "Bellissime!"
"Oh cavolo! Che sbadati!" saltò su Cooper aprendo lo zaino che portava in spalla e iniziando a frugarci dentro. "Ci siamo scordati di offrirvi qualcosa come dono!" sorrise poi alzandosi dalla poltroncina e porgendo a Mike le due bottiglie di sangue pregiato.
"Grazie! Anche se non era necessario!" gli sorrise Mike.
"Che scortese! Io non vi ho chiesto se volevate qualcosa da bere!" si scusò Tina. "David!" richiamò la guardia di prima che accorse. "Porta qualcosa da bere ai nostri ospiti."
"No, no, siamo a posto!" sorrise Blaine.
"Sicuri?" chiese la guardia.
"Sì, grazie." sorrisi anch'io.
"Ok, come non detto!" lo congedò Tina con un gesto della mano, e la guardia se ne tornò di nuovo alla porta.
"Aspettate, ma questo è sangue delle cantine Schuester! Avete conosciuto Artie e Mercedes?" domandò esaminando le bottiglie.
"Uhm, sì." risposi io.
"A dir la verità ci hanno accompagnato loro fino a qui dalla Romania..." fece Blaine.
"Ma se la sono squaglata quando siamo arrivati qui al castello." proseguì Coop.
"Tipico." sospirò. Noi lo guardammo un po' confusi. "Un mese fa, stavano inseguendo dei cacciatori che cercavano di ucciderli, e per sbaglio li hanno condotti qua. I cacciatori hanno subito capito che questo doveva essere un castello importate e si sono avventati su di noi, dimenticandosi di loro. E da allora pensano che noi ce l'abbiamo con loro per aver portato qui dei cacciatori. Ma non è così. Ho provato a fermarli e parlar loro, ma ogni volta che mi vedono scappano e penso di averli spaventati ancora di più..." scosse le spalle, aggrottando la fronte.
Ci scambiammo delle occhiate un po' perplesse per poi scoppiare a ridere. "Sono simpatici, però!" sorrise Brittany.
"Sì, immagino, solo...non dovrebbero avere così paura di noi...e poi, davvero, io incuto così tanto timore??" ci chiese Mike.
Ridemmo tutti. "Nah..." fece Puck.
"Forse solo un po' all'inizio..." ammisi io. E ineffetti era vero. Ma poi erano riusciti entrambi a metterci a nostro agio e tra una chiacchera e l'altra non mi ero nemmeno accorto di essermi calmato.
Mike rise ancora. "Beh, sono contento che ora non vi faccia più paura!"
"No, no...come ha detto il mio ragazzo, siete fighi!!" sorrise Sam.
"Beh, grazie anche a te, Samuel!"
"Sam...Sam, per gli amici."
"Ok. Grazie anche a te, Sam!" sorrise Mike.
Solo in quel momento mi resi conto anche di un'altra cosa. Un'altra mia paura era quella che gli Antichi non ci avrebbero sposati perché dello stesso sesso, ma apparentemente non avevano alcun problema con gli omosessuali, dato che non avevano fatto una piega sul matrimonio tra me e Blaine, erano sembrati contenti della relazione tra Brittany e Santana, e non avevano dato cenno di aver problemi nemmeno nei confronti di Puck e Sam. Sospirai sollevato, aprendomi in un enorme sorriso ed allentando la presa sulla mano di Blaine, che si rilassò a sua volta, sorridendomi.
"Allora." richiamò l'attenzione su di sé Mike. "Potremmo farcela a piedi e metterci un paio di giorni o tre, oppure, cosa che preferirei, possiamo usare il nostro jet privato." propose.
"Jet privato?" chiese Santana.
"Sì. Lo guidano umani, così, di giorno, noi possiamo rintanarci e dormire mentre loro continuano a pilotare senza problemi. E poi non sprechiamo energie."
"Ok. Per noi va bene!" annuì energicamente Cooper. "Non ne posso più di camminare!" sbuffò.
"Scansafatiche!" lo canzonò Blaine.
"Ehi! Tu hai passato la maggior parte del tempo o a dormire o in spalla ad altri!" replicò Coop.
"Sì, ma non per colpa mia!" mise il broncio Blaine.
Mike e Tina risero di nuovo. "Poi voglio un racconto dettagliato della vostra avventura! Mi piacciono le storie avventurose!" disse entusiasta Mike.
"Certo!" acconsentì Blaine.
"Un attimo ma..." mi intromisi io. "Se torniamo in Ohio vuol dire...vuol dire che avremo anche più tempo, giusto?"
"Sì..."
"Quindi posso organizzare io il matrimonio!" esclamai realizzando solo in quel momento la cosa.
"Sì!" mi guardò seria Tina puntandomi l'indice destro verso di me. "Ma solo se potrò aiutarti! Io adoro davvero tantissimo i matrimoni!" sorrise.
"Affare fatto!" risposi cercando lo sguardo di Santana e Brittany che alzarono i pollici verso l'alto entusiaste anche loro.
"Bene, allora sistemiamo un paio di cose qui al castello, mezz'oretta, e poi partiamo, ok?"
"Certo!" acconsentimmo io e Blaine all'unisono.
"Potete aspettarci all'entrata con David." aggiunse indicando la guardia che ci accompagnò di nuovo nella sala dove eramo precedentemente. Lo seguimmo, chiaccherando contenti della missione portata praticamente a termine con successo e io, Brittany e Santana sul matrimonio da organizzarsi.
"Sarà il matrinomio del secolo!" esclamai abbracciando da dietro Blaine e baciandolo sulla guancia.
"Sì!" annuì, voltando la testa e ricambiando il bacio. "Specialmente se sarai tu ad organizzarlo!"








Wow! Non pensavo di riuscire ad aggiornare così presto! Ed invece eccomi di nuovo qui! :) Finalmente gli Antichi! Penso ormai fosse scontato che avessi scelto Mike e Tina, dato che erano l'unica coppia rimasta {se si escludono Rory e Sugar che non so se riuscirò ad inserire a questo punto :( }. E ho spiegato anche perché Mercedes ed Artie se la sono svignata in quel modo. E sì, la guardia che si chiama David è David Karofsky! L'altro è Azimio, ovviamente ;)
Al prossimo capitolo! :)
Sil

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Capitolo 12
*** XII ***



XII





Dopo una ventina di minuti ci ritrovammo sopra un jet piuttosto grande. Era la prima volta in tutta la mia vita che salivo sopra un aereo e volavo. Ma non ero l'unico.
"Ma questo coso è sicuro?" chiese Puck guardando fuori da un finestrino.
"Non avrai mica paura?" lo canzonò Santana sedendosi comoda e prendendo sulle ginocchia Brittany.
"No! Io? Paura?!" rise Puck.
"Se vuoi ti tengo la mano..." propose Sam e dall'espressione dolce penso fosse serio.
"NO! C-cioè, sì. Se vuoi." si corresse sedendosi accanto a Sam e prendendogli la mano, sorridendogli.
"Siete tutti così carini!" rise Tina salendo seguita da Mike.
"Allora, siete tutti pronti?" ci sorrise.
"Certo!" risposi io, stringendo a mia volta la mano di Blaine, appoggiato sulle mie ginocchia. L'unico che non sembrava entusiasta era Cooper.
"Tutto ok, Coop?" gli domandò Blaine accigliato.
Cooper alzò lo sguardo con un broncio infantile. "Nessuno tiene la mano a me o mi fa sedere sulle sue ginocchia!" protestò. E per un attimo mi sembrò davvero dispiaciuto. Blaine sospirò scuotendo la testa.
"Aspetta.." Feci alzare Blaine, tenendolo però per mano e trascinandolo fino a dov'era seduto Cooper.
"Che fai?" mi chiese inarcando un sopracciglio. Invece che rispondergli gli saltai praticamente addosso, mettendomi comodo sopra le sua ginocchia e poi tirando Blaine sopra di me.
"Contento?" gli chiesi mentre lui rideva e cercava di spostarci.
"Non ho detto che volevo mio fratello e mio cognato sopra di me!" protestò sempre ridendo.
"E tua cugina la vuoi??" domandò Santana saltando sopra Blaine, imitata poi da Brittany.
"Woah! Piano!" rise di più Cooper.
Mike e Tina ci stavano guardando ridacchiando sotto i baffi. Sam e Puck si scambiarono uno sguardo prima di saltare anche loro sopra tutti.
"Ok, ok. Adesso state schiacciando anche me!!" protestai ridendo.
"Ma è comodo!" esclamò Sam.
"Certo, tu sei sopra tutti!" urlò Cooper cercando di liberarsi, ma ancora con il sorriso sopra le labbra.
"Ragazzi, mi spiace interrompervi - e siete davvero dei pazzi adorabili - ma meglio se vi sedete mentre l'aereo decolla." Ci informò Mike.
"L'avevo detto io che non è sicuro, questo coso!" brontolò Puck scendendo da Brittany, aiutato da Sam.
"No, tranquillo. Ti garantisco che è sicuro." lo tranquillizzò Tina.
Ci sedemmo tutti composti, allacciandoci le cinture come ci consigliò Tina. Una volta decollato l'aereo, ripresi Blaine sulle ginocchia, come fece anche Santana con Brittany.
"Allora. Possiamo avere un racconto dettagliato della vostra avventura?" chiese Mike con un enorme sorriso e prendendo la mano a Tina.
Ci alternammo un po' tutti, raccontando anche i minimi dettagli. E Mike e Tina sembravano davvero entusiasti e attenti ad ogni nostra parola, commentando e sorridendoci. Alll'alba decidemmo di dormire un po', mettendoci ciascuno sul proprio sedile ed allacciandoci le cinture. Quando riaprii gli occhi - fui il primo - eravamo appena atterrati, in quello che riconoscevo essere il bosco tra il mio castello e quello di Blaine.
"Siamo arrivati!" annunciai alzando un po' troppo la voce dato che mi arrivò una manata da Blaine, difianco a me.
"Mmmm. Ancora cinque minuti..." si lamentò.
Sorrisi scuotendo la testa e accarezzandolo sulla guancia. "Blaine. Siamo a casa. Siamo tornati." Lo chiamai piano e dolcemente.
Lui aprì un occhio, sbadigliando. "Uhm?"
"Siamo tornati, amore."
"America!!!!" esultò Mike slacciandosi la cintura e iniziando a saltellare aspettando che lo sportello del jet si aprisse.
"Mike, amore, non fare il bambino." alzò gli occhi al cielo Tina sbadigliando ed andando a stringerlo in vita, posandogli un bacio sulla guancia.
"Ok." sorrise lui.
Blaine finalmente si alzò, probabilmente grazie al suo cervello che iniziava a funzionare. "Siamo arrivati?" chiese.
"Blaine, io ti amo tanto ma tanto, ma è la terza volta che te lo ripeto!" risi prendendogli le guance tra le mani e baciandolo sulle labbra.
Lui rise a sua volta. "Scusa."
"Sveglia, dormiglioni!" gridai rivolto agli altri che non davano segni di volersi alzare. Sam e Puck obbedirono, borbottando insulti rivolti alla mia soave voce tra uno sbadiglio e l'altro. Santana e Brittany non fecero molte storie, affiancandomi e sorridendomi. Mentre per Cooper ci vollero una buona dose di gomitate di Blaine per svegliarlo. Lo sportello si aprì e scendemmo tutti, guardandoci attorno. Non mi sembrava fosse cambiato qualcosa, ma dovevamo ancora arrivare ai castelli, ovviamente.
"Dove andiamo prima?" chiese Mike.
Guardai Blaine. "Non lo so..."
Lui mi prese la mano. "Prima da te." suggerì. Annuii. Ci avviammo verso il mio castello, con calma. Il sole era calato da poco e c'era come un'aura attorno alle torri del mio castello. Sembrava quasi magico. Non era cambiato nulla. Anche Blaine e gli altri stavano ammirando il castello, quando qualcosa attirò la mia attenzione. C'era una carrozza ferma davanti al ponte levatoio.
Strinsi di più la mano a Blaine. "Blaine. Tuo padre è qui." sussurrai indicando la carrozza, sulla quale era ben evidente lo stemma Anderson.
Deglutì a fatica, stringendomi a sua volta la mano. "Vedo."
"Ci saranno problemi?" ci chiese Mike. Lo guardammo entrambi, non sapendo cosa rispondere.
Quando arrivammo davanti al ponte levatoio ordinai alla guardia che sapevo esservi dietro di lasciarci entrare.
"Mi spiace, signori, ma dovete dirmi chi siete e da dove venite." rispose aprendo un sportellino per guardarci.
"Che razza di imbecille ha messo mio padre come guardia?" soffiai fulminandolo. "Sono il principe, imbecille, lasciami entrare."
"Kurt. Calmati..." sussurrò Blaine, Sam e Puck che si misero subito al mio fianco.
"Principe?" chiese la guardia.
"Sì. L'hai sentito." replicò Puck.
La guardia sembrò ancora un po' indecisa, ma poi ci aprì, lasciandoci entrare. "Ma-ma...voi altri? Chi-chi sono queste altre persone?" domandò. Era nuovo. Non l'avevo mai visto prima e doveva essere anche inesperto ed incapace dato che non riusciva nemmeno a reggere il mio sguardo.
"Garantisco io per loro." risposi. "Devo vedere mio padre. Sai dirmi dove si trova?"
"Se-seguitemi."
Mi scambiai uno sguardo con gli altri, trovando sorrisi incoraggianti. Ma non mi diedero coraggio. Non sapevo come mio padre avrebbe reagito e avevo paura, una paura tremenda del padre di Blaine. Ma poi mi ricordai che noi avevamo gli Antichi dalla nostra parte. E nessuno si sarebbe opposto agli Antichi. La nuova guardia ci condusse nel salone dove di solito mio padre accoglieva gli ospiti. Ci fece cenno di aspettare alla porta, mentre lui entrava. Alzai gli occhi al cielo. "Questa è casa mia. Non c'è bisogno che mi annunci a mio padre..." sospirai, seguendolo. Come entrai, mi ritrovai una decina di occhi puntati addosso. Mio padre e sua moglie Carole erano di fronte a me e sembrava che avessero visto un fantasma. Alla loro destra c'era il padre di Blaine, con al seguito delle guardie del corpo e alla loro sinistra c'erano Finn ed altre guardie.
"Kurt?" chiamò mio padre. "KURT! Oh mio Dio, Kurt! Stai bene, figlio mio?" Il suo viso sembrò illuminarsi dalla gioia e mi corse incontro, abbracciandomi forte.
"Papà. Papà, aspetta. C'è una cosa che devo dirti." cercai di staccarmi da lui. Non mi aspettavo un'accoglienza del genere e una piccola parte di me voleva abbracciarlo a mia volta e gioire con lui, ma non potevo.
"E' tutto ok, Kurt. L'importante è che tu stia bene. E' ok, Kurt." mi strinse di più e mi sembrò di scorgere delle lacrime nei suoi occhi.
"Te l'avevo detto, Burt, che se la sarebbe cavata. E' un ragazzo forte." ci sorrise Carole, avvicinandoci e posando una mano sulla spalla di mio padre.
"Lo so, lo so..." borbottò lui, finalmente lasciandomi andare e permettendomi di vedere le altre persone presenti. Il padre di Blaine stava fissando Blaine e Cooper come un predatore esamina attentamente la sua preda. Finn era fumante di rabbia facendo scorrere uno sguardo accusatorio tra me e Blaine. Io indietreggiai, staccandomi da mio padre e prendendo la mano di Blaine, mentre gli altri ci affiancavano, tranne Tina e Mike, che rimasero in disparte.
"Papà. Immagino tu conosca Blaine, giusto?" domandai, schiarendomi la voce e sentendo Blaine irrigidirsi.
"Sì." Non mi sembrava così sconvolto come immaginavo sarebbe stato alla vista di me e Blaine, al contrario del padre di Blaine che era sul punto di saltarci letteralmente addosso e distruggerci, così come Finn.
"Beh, vogliamo sposarci." Mi morsi il labbro. In tutti i modi in cui potevo dirlo, doveva proprio uscirmi una cosa così banale? Ci fu un attimo di silenzio assoluto, nessuno che respirava.
Poi Finn esplose. "Voi COSA?" urlò. "VOI SIETE COMPLETAMENTE IMPAZZITI! DUE PAZZI! PAZZI E FROCI!!"
Non esitai neanche un secondo a fiondarmi su di lui, riempendolo di pugni. Ed in un attimo si scatenò un putiferio. Le guardie cercavano di trattenermi, mentre Sam e Puck combattevano per proteggermi. Blaine e Cooper stavano lottando con loro padre, mentre Britt e San si occupavano delle loro guardie.
"ORA BASTA!" gridò mio padre. Mi fermai alla sua voce. Avevo il mio paletto puntato alla gola di Finn, che mi guardava terrorizzato.
"Kurt. Ti prego. Lascialo andare." Mi implorò Carole, quasi piangendo. "Per favore."
Guardai Finn negli occhi, lui deglutì a fatica. Sospirai, alzandomi e lasciandolo andare. Inciampò un paio di volte prima di riuscire a mettersi in piedi e praticamente nascondersi dietro Carole. Nel frattempo anche tutti gli altri si erano immobilizzati al grido di mio padre. Le nostre guardie erano inginocchiate, rivolte verso mio padre, i paletti appoggiati a terra. Sam e Puck avevano il fiatone, paletti ancora estratti e puntati alle guardie. San e Brittany erano tenute ferme dalle guardie degli Anderson, le braccia bloccate dietro la schiena. Blaine e Cooper, invece, erano entrambi immobilizzati da loro padre, che doveva essere davvero straordinariamente forte per tener fermi entrambi con semplicemente un braccio, dato che era quello che stava usando premuto contro le rispettive gole dei suoi figli.
Feci per muovermi ed andare a salvarli, ma mio padre mi fermò. "Kurt. No." Disse, lo sguardo severo.
"Papà. Per favore."
"Non so cosa farai di tuo figlio, Hummel, ma i miei subiranno una punizione tale che non si azzarderanno mai più nemmeno ad uscire dal castello." Sia Blaine che Cooper si dimenarono, cercando di liberarsi, ma loro padre, strinse di più la presa. "E anche voi due, piccole puttanelle." aggiunse rivolto a San e Britt.
Non ci vidi più dalla rabbia. Scattai in avanti per liberarli e sentii Puck e Sam al mio fianco, pronti ad aiutarmi, ma qualcuno ci placcò immediatamente. Le guardie di mio padre. "Lasciatemi andare! CI AMIAMO! LASCIATECI STARE!!" gridai con quanta più voce riuscissi.
"Ku-Kurt..." mi chiamò piano Blaine. Lo guardai, cercando di fermare le lacrime che ormai mi rigavano il viso. "Ti amo."
Mi dimenai di più. "Anch'io ti amo, Blaine. E ci sposeremo, te lo prometto!" Finalmente riuscii a liberarmi, estrassi il mio paletto e in attimo lo stavo puntando alla gola del padre di Blaine. "Li lasci. Andare." ordinai in un sibilo. Sembrò sorpreso che io fossi riuscito ad arrivare a tanto. E nessuno aveva il coraggio di intervenire. Con mia grande sorpresa, lasciò la presa su Cooper e Blaine, che caddero a terra, ma si scaraventò su di me, bloccandomi a terra e rigirandomi il paletto in mano finché non era puntato verso la mia stessa gola.
"LASCIA ANDARE MIO FIGLIO!" Tuonò mio padre, e per un attimo vacillò, ma non mollò la presa.
"LASCIALO STARE!!" urlò Blaine saltando addosso a suo padre e facendolo cadere di lato, liberandomi. "Kurt! Kurt, stai bene?" si preoccupò aiutandomi ad alzarmi. Annuii. Le dita delle nostre mani tornarono ad intrecciarsi. "Non azzardarti mai più a toccare Kurt!" sibilò rivolto a suo padre, che si rialzò piazzandosi difronte a noi. Avevamo tutti il fiato corto, di nuovo non capendone il motivo dato che nessuno di noi aveva bisogno di respirare.
"Papà." chiamai mio padre. E, per un attimo, i suoi occhi si addolcirono al suono della mia voce. Ma poi scosse la testa. "Papà, per favore. Stare con Blaine è l'unica cosa che mi rende felice."
"Lo so, Kurt. Ma-ma non è possibile."
"Sì che lo è!" gridai.
"Ora basta." sibilò il padre di Blaine. "Non ascolterò un'altra parola. Blaine, Cooper. Andiamo."
"No." rispose fermamente Blaine.
"Non ti permetterò un'altra volta di far del male al mio fratellino. E sono stufo di prendere ordini da te. D'ora in avanti ascolterò solo Bla-" Cooper non riuscì a finire la frase. Suo padre lo colpì forte al viso, facendolo cadere a terra.
"COOP!" Blaine si mise tra suo fratello e suo padre, mentre io mi chinavo e aiutavo Cooper a rialzarsi.
"Sto bene." borbottò lui.
"Anderson." intervenne mio padre. "So che non dovrei intrometterti, ma non mi sembra il modo di trattare i tuoi stessi figli." disse piano, ma si poteva vedere la rabbia nei suoi occhi.
"Io tratto i miei figli come mi pare e piace!" replicò prendendo Blaine per i capelli, facendo poi lo stesso con Cooper. Si liberò di me con un calcio che riuscii a malapena a vedere, ma non evitare. Cooper e Blaine cercavano di nuovo di liberarsi, lottando con loro padre, ma in due non riuscivano a contrastare lui da solo.
"Ti ho detto che non devi toccare mio figlio!" tuonò di nuovo mio padre e si stava per fiondare su Anderson, mentre lui trascinava i suoi figli per i capelli verso la porta. Ma qualcuno si mise davanti a lui.
"Di qui non esce nessuno." Ordinò una figura maschile, le braccia incrociate al petto.
Solo in quel momento mi ricordai che avevamo qualcuno dalla nostra parte. Qualcuno che se n'era stato fermo tutto quel tempo. "Perché non sei intervenuto prima?" gli urlai contro con rabbia.
Mike sembrò davvero dispiaciuto. "Scusa, Kurt. In teoria non potrei intromettermi nelle questioni famigliari, ma visto che la cosa sta degenerando e voi siete ormai dei nostri amici, non posso non intervenire." rispose. Poi mi fece un occhiolino. "E inoltre, poi mi sarei dovuto sorbire le ire di mia moglie se non fossi intervenuto a salvarvi ma soprattutto a salvare il vostro matrimonio..." aggiunse.
Tina gli diede una gomitata nelle costole. "Michael Robert Chang! Ti avevo detto di non comportarti da bambino!" lo sgridò.
"Ch-Chang?" chiese mio padre sgranando gli occhi. "Quel Chang?"
Mike aggrottò la fronte. "Beh, penso che non ci siano altri Chang oltre a me e mia moglie, quindi credo di sì." sorrise.
Il padre di Blaine rise nervosamente. "Gli Antichi? Siete andati a chiamare gli Antichi?" domandò.
"Era l'unico modo." dissi semplicemente io. Mio padre si inchinò, imitato da Finn e Carole, e fece cenno alle guardie di lasciar andare Sam e Puck, che mi affiancarono, e di inchinarsi a loro volta.
Il padre di Blaine non sembrava invece voler lasciarli andare.
"Li lasci." ordinò Mike.
"Non mi importa se sono gli Antichi a dirmelo, ma io faccio quello che voglio dei miei figli."
In un secondo Mike gli fu addosso, uno sguardo minaccioso in viso che spaventò anche me. "Ho detto li lasci." soffiò contro il suo viso.
Anderson non se lo fece ripetere, lasciò andare Blaine e Cooper e fece cenno alle guardie di fare lo stesso con Britt e San. Tutto, però, senza mai distogliere lo sguardo da quello di Mike. "Volete sposarvi e avete gli Antichi dalla vostra parte? Bene. Io me ne vado." annunciò prima di trascinare le proprie guardie fuori dalla porta e sparire.
Cooper fece per inseguirlo, la mascella serrata e gli occhi infiammati dalla furia. Ma Blaine lo fermò. "No. Lascialo andare."
"Blaine. Dopo tutto quello che ci ha fatto!"
"Io non sono lui. Non punisco la gente."
"Blaine! Ci ha torturato! E lo rifarebbe!"
"Non tornerà. E se lo farà, beh allora ce ne occuperemo." replicò Blaine deciso.
"Io l'avrei distrutto." borbottò Santana sistemandosi i mini shorts che si erano stropicciati nella lotta. Quando notò lo sguardo fulminante di Blaine abbassò gli occhi. "Scusa."
"Blaine ha ragione." annuii.
"Non so perché ma ho come questo strano presentimento che diventerete due ottimi regnanti." tornò a sorridere Mike.
"Lo spero." disse mio padre alzandosi.
Lo guardai incerto. "Papà?"
"Mi spiace, Kurt, se non sono intervenuto prima a sostenerti. Sono stato un codardo. Ma...non potevo permettermi un'altra guerra contro Anderson. Avremmo perso. E non so...non so se..."
"Non importa, papà. Perché d'ora in poi non ci saranno più guerre. Ci sarà solo pace."
"E libertà di matrimonio?" chiese Santana.
"Che domande!" rispondemmo all'unisono io e Blaine.
"E cibo gratis??" domandò Puck.
Alzai gli occhi al cielo, dandogli un pugno sulla spalla. "Scemo." Risero tutti, anche mio padre.
"Quindi approva il matrimonio?" domandò Mike.
Mio padre annuì. "Sì. Sì, certo. Sono stato proprio un codardo. Come ho potuto lasciare che quello stronzo ti trattasse così, vi trattasse così." si corresse indicando Blaine e Cooper.
"Beh, allora non resta che organizzare e celebrarare il matrimonio!" sorrise Mike.
"Oh, ma di quello immagino se ne voglia occupare lo sposo stesso!" si intromise Carole. "Ha organizzato il nostro alla perfezione!"
Arrossii leggermente alle parole della mia matrigna. In fondo mi era sempre piaciuta. Poi mi ricordai di una cosa. Loro non sapevano che io fossi gay, eppure non mi sembravano stupiti per niente di me e Blaine. "Papà...tu...cioè...non ti sorprende il fatto che a me piaccia Blaine?" domandai incerto.
Mio padre inarcò un sopracciglio per poi scoppiare a ridere. "Cosa?"
"Tu...tu sapevi già che io sono-che io sono..."
"Gay?" concluse mio padre. "Certo che lo sapevo! Anche se devo ammettere che è stata sì una sorpresa sapere che ti piace Blaine!" ammise guardando Blaine che sorrise timidamente. "Anche perché pensavo fossi innamorato dell'altro!"
Sia io che Blaine scoppiammo a ridere mentre Cooper metteva il broncio. "Io sono etero!" mormorò.
"Scusa, figliolo. Non avertene a male....è quel fascino da principe azzurro che pensavo avesse fatto colpo anche su mio figlio..."
Risi ancora più forte, sostenendomi a Blaine che rideva più di me.
"Principe azzurro?" chiese Cooper illuminandosi. "Mi ha dato del principe azzurro!" esultò. "Qualcuno che capisce il mio fascino!"
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" ci chiese mio padre.
"Nah, lascia che si esalti un po'." scossi io la testa.
"Ah-ah! Io sono il principe azzurrooo!!!" cantilenò Cooper.
"E noi diventeremo reee!!" rispose Blaine.
"Sì, ma io resterò il principe azzurro e conquisterò tutte le principesse che voglio!" fece in modo infantile. "Ora, se non vi dispiace. Mentre voi pensate a cosa inutili come organizzare un matrimonio, io me vado alla ricerca di una pulzella..."disse uscendo dalla stanza drammaticalmente.
Restammo tutti a bocca aperta a guardarlo. "Si ricorda, vero, che c'era anche lui durante questo viaggio ed è passato anche lui attraverso tutta questa merda?" domandai con un sopracciglio inarcato.
"Spero si ricordi almeno che è uno dei testimoni..." sospirò Blaine.
"Ce ne occupiamo noi." si intromise Sam.
"Tanto se restiamo qua, Kurt inizia ad urlarci contro." aggiunse Puck.
"Già. Acuta osservazione!" li canzonai. Ci pensai un attimo poi mi rivolsi a Carole. "Carole, potresti far vedere il nostro salone a Brittany, Santana e Tina. Ci aiuteranno con i preparativi!"
Carole esitò. "Stai dicendo che-che posso aiutarvi anch'io?" mi domandò confusa.
"Certo!" le sorrisi. "Voi andate avanti. Vi raggiungo subito. Voi uomini..." guardai Blaine, Mike e mio padre. "Beh, fate quello che volete!"
Annuirono e mio padre iniziò a chiedere quale fosse lo sport più praticato in Italia a Mike. Tipico di mio padre parlare di sport. Ma Mike e Blaine sembravano divertirsi. Uscirono dalla stanza dopo le ragazze, seguiti poi dalle guardie di mio padre. Mi voltai verso l'unica persona rimasta: Finn. Lui sussultò appena, probabilmente ancora intimorito e si rese conto solo quando gli fui a pochi centimetri di distanza che non c'era più nessun'altro.
"Finn." Si irrigidì appena, ma non distolse lo sguardo. "So che probabilmente non andremo mai pienamente d'accordo, ma...spero tu mi possa essere fedele. Non ti punirò, ovviamente, non te lo meriti, infondo, dato che immagino tu avessi appena detto di me e Blaine a mio padre e ad Anderson..." Annuì. "...ma non voglio nemmeno che mio fratello mi tradisca."
Finn scosse la testa. "No. Non ti tradirò Kurt. E hai ragione. Probabilmente non andremo mai pienamente d'accordo, ma...proverò ad essere un fratello migliore." Penso che quello che cercò di rivelgermi fu un sorriso, ma non gli venne molto bene.
Comunque gli sorrisi anch'io. Mi avviai verso la porta e lui mi seguì. Gli diedi una leggera gomitata, stuzzicandolo. "E perché hai aspettato così tanto a fare la spia?" chiesi.
"Non lo so..." scosse le spalle.
"Non è che in realtà, io un po' ti piaccio? Come fratello, intendo..." mi corressi.
Stavolta mi rivolse un vero sorriso. "Può essere..."
Gli sorrisi di rimando. "Ah! Lo sapevo che nessuno può resistere anche al MIO fascino da principe azzurro!" lo canzonai ridendo.
"Oh, ma sta' zitto!" rise anche lui.







Mi scuso per il ritardo ma sono stata un po' impegnata e la depressione post-Europei mi aveva un po' bloccata. Ma ora sono di nuovo qua, con quello che penso sia il terzultimo capitolo! E sì, alla fine il padre di Blaine scappa e sinceramente non ne voglio più sapere, immagino nemmeno i fratellini Anderson, mentre il caro e vecchio Finn ho deciso di perdonarlo! Spero non sia troppo lungo come capitolo.
Alla prossima! :)
Sil

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Capitolo 13
*** XIII ***



XIII





Con Carole, Santana, Brittany e Tina iniziai a sistemare e decorare il salone più grande del castello. Mio padre ci mise a disposizione anche alcune delle sue guardie del corpo. Volevo qualcosa di allegro e colorato, così optai per fiori di vario genere, girasoli, violette, tulipani e, ovviamente, le margherite, i fiori preferiti di mia madre. Santana disse che il fioraio da cui era andata l'aveva guardata decisamente male dato che aveva praticamente portato via metà negozio, ma i soldi non ci mancavano e non aveva protestato. Oltre ai fiori volevo candele. Molte candele. Stavolta mandai Finn a prenderle, "Di tutti i colori, Finn. E anche alcune profumate." gli avevo detto. Mi sembrò un po' confuso ma annuì, tornando dopo un quarto d'ora con un centinaio di candele. Gli dissi di andare gli altri uomini di casa per aiutarci, mentre io e le ragazze studiavamo il salone per decorarlo al meglio.
"Possiamo essere d'aiuto?" domandò Blaine entrando e seguito dagli altri.
"Sì, certo." Mi schiarii la voce iniziando ad indicare a destra e a manca. "Allora, innanzitutto, un'ora prima della cerimonia voglio che accendiate tutte le candele che adesso vi farò sistemare. Poi, papà, questi arazzi devono sparire. E non intendo solo per la cerimonia, per sempre. Sono orrendi. Poi, uhm vediamo, abbiamo un lungo tappeto rosso, vero? Perché se no serve qualcuno che ne vada a prendere uno. Fiori e candele ci sono già, ma non bastano. Forse...delle ghirlande e... qualche effetto speciale! Britt!" Mi voltai verso di lei. "Hai qualche incantesimo che faccia comparire come dei fuochi d'artificio ma senza mandare a fuoco tutto il castello."
Aggrottò la fronte pensierosa, rivolgendomi poi un sorriso. "Potrei avere qualcosina...ma non ti dico nulla! Sarà una sorpresa." mi fece l'occhiolino e le sorrisi ampiamente.
"Perfetto. Oh! Anche un'altra cosa. Mi servono anche degli uccelli. Colombe, precisamente. E glitter, molto glitter da dar loro come cibo in modo che non sporchino quando fanno i loro bisognini..."
"Non penso funzioni così..." mi interruppe Carole un po' incerta.
"Come no? Certo!" risi io. "Se no come potremmo far volare cento colombe mentre io e Blaine ci baciamo??"
"Ehm, penso che Carole abbia ragione, Kurt." intervenne Britt. "Lascia che pensi io anche alle colombe...che non saranno vere e proprie colombe, solo ologrammi molto somiglianti ma che non sporcano."
"Geniale! Grazie Britt!" lei mi fece un altro occhiolino. "Allora, avete capito tutto?" domandai voltandomi finalmente verso Blaine e gli altri. Solo in quel momento mi accorsi dei loro sguardi confusi e perplessi. "Che c'è?"
"Non so gli altri, ma io ho capito solo che vuoi tante candele e degli uccelli!" rispose Blaine grattandosi il retro del collo.
"E che i miei arazzi sono orrendi!" si lamentò mio padre.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando. "Ok, ok. Vi darò un ordine alla volta. Allora. Gli arazzi. Sam, Puck. Toglieteli e fateli sparire. Voi due." aggiunsi indicando due guardie che annuirono. "Auitateli."
"Dove dovremmo farli sparire esattamente?" chiese Sam.
"Uhm, non lo so..."
"Scantinati" rispose mio padre. "Lasciateli là. Non importa se mio figlio li ritiene orrendi, io li voglio comunque tenere per me!" borbottò.
Sorrisi scuotendo la testa. "Che scantinati sia!"
"Ricevuto!"
"Poi, il tappeto rosso! Carole, ti ricordi se ne abbiamo uno, da qualche parte?"
"Mi sembra di sì. Nello sgabuzzino del quarto piano, se non ricordo male..."
"Perfetto. Finn, vallo a cercare, per favore."
Finn mi guardò un po' esitante. "Ehm, che tappeto serve esattamente? Cioè, piccolo, grande...? Per non portarti quello sbagliato..."
"Ok, ci penso io." rise Carole. "Ma puoi sempre aiutarmi." aggiunse prendendo un braccio Finn.
Sospirai, ignorando la assurda domanda di Finn. "Dimenticavo! Le sedie! Servono tutte le sedie che possediamo per gli ospiti."
"Ospiti?" domandò Blaine.
"Certo. Pensavi ci sposassimo davanti a dei topi?" domandai inarcando un sopracciglio.
"N-no, certo che no, solo che...chi-chi invitiamo esattamente?" chiese arrossendo.
"Beh, in prima fila avremo i nostri testimoni e damigelle d'onore. Poi tutti i nostri parenti e amici. E infine tutte le famiglie più importanti dei nostri clan che ci stanno in questo salone. Tutti gli altri potranno aspettare fuori dal castello. Assisteranno solo alla parata finale, mi spiace, ma non penso ci stiano tutti e due i nostri clan nel nostro salone..." Blaine abbassò lo sguardo scuotendo la testa. "Lo so, Blaine, mi spiace, ma davvero, non ci stanno tutti..."
"Non è quello..." sussurrò.
"Cosa...?"
"Kurt, seriamente?" si intromise Cooper.
"Cosa??"
"Secondo te...il nostro clan verrebbe al vostro matrimonio? Senza contare i nostri parenti!" si scaldò.
Avrei voluto prendermi a sberle. Io ero tutto contento e pensavo solo a preparare tutto, ma non avevo considerato il fatto che dalla parte di Blaine non ci sarebbe stata molta partecipazione. O addirittura, nessuna partecipazione. Deglutii, ragionando velocemente. "Beh...beh dovranno adattarsi e venire comunque..." dissi scuotendo le spalle.
Cooper e Blaine risero all'unisono. Una risata triste, non come quelle che amavo. "Adattarsi? Mio padre è scappato via dicendo di non voler più avere a che fare con me! E immagino sia tornato al castello ad annunciare a tutti quanto i suoi figli siano dei pezzi di merda e che non devono assolutamente starli ad ascoltare. Anzi, probabilmente, avrà ordinato a tutti di andarsene da castello in modo che a noi non resti un altro clan da unire al tuo! Non penso proprio che qualcuno vorrebbe mai partecipare al matrimonio del presunto grandioso principe che per di più si scopre essere gay! E non farmi inziare a parlare dei miei parenti! Andare allo stupido matrimonio del principe gay? Seriamente? In quale universo pensi che possa succedere?" C'era rabbia nella sua voce, sempre più alta. E la cosa non mi piaceva. Non mi piaceva per niente. E nemmeno l'aggettivo 'stupido' riferito al nostro matrimonio mi era piaciuto.
"Stupido? Il nostro matrimonio, che per la cronaca io progetto da non so quanti anni e che sto organizzando al momento, sarebbe stupido?"
Blaine spalancò gli occhi, forse realizzando l'errore. "No, NO! Non è quello che intendevo dire! Kurt..."
"Non posso crederci...pensavo fossi contento che finalmente potessimo stare assieme senza più doverci nascondere! Pensavo che dopo tutto quello che abbiamo passato non rinunciassi così facilmente al nostro matrimonio!" gridai anch'io. Solo poi realizzai quanto stupido e avventato ero stato.
"Kurt! Non è quello che volevo dire! Certo che voglio sposarmi! Io non..."
"Beh, a me non sembra!"
"Abbiamo trovato il...uhm...tappeto..." annunciò Finn ammutolendosi notando me e Blaine litigare e tutti gli altri presenti praticamente pietrificati.
"Beh, non servirà più. Non ci sarà nessun matrimonio..." replicai seccato, iniziando a correre verso il portone della sala, urtando forte Blaine contro la spalla, facendolo quasi cadere.
"Kurt!" sentii parecchie voci richiamarmi, tra le quali anche quella di mio padre, ma non mi voltai.
"KURT! Fermati!" A quella voce mi bloccai, sull'uscio, le spalle ancora rivolte a tutti gli altri. "Spiegami come puoi pensare che io consideri stupido il nostro matrimonio? Spiegamelo, perché, davvero, non potresti avere più torto di coì..."
"Ma hai detto..." replicai voltandomi. Non mi ero nemmeno accorto che come al solito mi ero lasciato prendere dall'emozione e avevo già le lacrime agli occhi.
"Hai frainteso, Kurt! Ho detto che secondo i miei parenti è stupido, non secondo me! Per me...per me è la cosa più importante, in questo momento! TU sei la cosa più importante! Per te ho fatto il giro del mondo. Ho rischiato la vita. Ho rischiato di perdere te e sai benissimo cosa avrei fatto se fosse successo. E per te sto rinunciando alla mia stessa famiglia! Non mi interessa di loro se ho te!"
"E me..." provò a intromettersi Cooper, ma venendo ignorato.
"E' questo quello che intendevo. So benissimo che non verrebbero mai al nostro matrimonio. Ma non importa, ok? Potremmo sposarci davanti al mondo intero o solo davanti alle persone presenti in questo momento e per me non farebbe nessuna differenza, perché l'unica cosa che conta sei tu, Kurt. Quindi, ti prego, spiegami come puoi anche solo pensare che io ritenga il nostro matrimonio stupido, uh? Come potrei, Kurt?" Sussurrò l'ulitma frase, fissandomi dritto negli occhi e, wow, quand'è che si era avvicinato così tanto a me? Ero così attento alle sue parole che non mi ero accorto che era a soli pochi centimetri di distanza da me. Mi rivolse un sorriso incerto, prendendomi per le spalle. "Hey, calmati, ok? Voglio sposarti, Kurt. Lo voglio più di ogni altra cosa, mi hai capito?" Dalle mie spalle, le sue mani passarono alle mie guance. I suoi pollici ruvidi asciugarono le lacrime che inconsapevole avevo lasciato scorrere. "Kurt? Di' qualcosa..." mi scosse appena e fu quello a farmi scoppiare.
"Mi dispiace! Blaine, mi dispiace tantissimo! Sono uno stupido, coglione...io...non avrei dovuto aggredirti così! Mi dispiace! Sono così agitato e preoccupato che tutto sia perfetto che non ho pensato a te...a quanto hai rinunciato e quello che fai per me e...sono davvero uno stupido...e poi quando ho sentito 'matrimonio' e 'stupido' vicini sono andato nel panico e..." iniziai a blaterare tirando su con il naso e lasciando che Blaine mi asciugasse di nuovo le lacrime.
"Hey, hey, calmati. E' tutto ok. Calmati. Anch'io sono agitato, ma andrà tutto bene. E sarà tutto perfetto perché anche se non ho capito praticamente la metà delle cose che vuoi fare, sono certo che sarà tutto perfetto! E ti ripeto, per me tu sei l'unica cosa che conta, davvero!" mi sorrise, stringendomi di più il volto. Sentimmo qualcuno sospirare. "Ok, ok. Forse anche i nostri amici e la tua famiglia sono piuttosto importanti..." aggiunse ridendo. "E sì, persino Cooper!" Cooper, da qualche parte alla mia destra sospirò felicemente stavolta, sussurrando un 'Finalmente' fin troppo udibile. "A volte saranno fastidiosi e ci interromperanno sempre sul più bello, ma...hanno rischiato la loro vita per noi. E la tua famiglia ti ama. E io non posso che amare chi ama te..."
"Ehm, grazie per la considerazione..." borbottò Mike, dalla sua voce, però, potevo immaginare il sorriso sulle sue labbra.
Blaine si voltò verso di loro. "Veramente, pensavo-pensavo fossimo amici..." ammise.
Mike sorrise ampiamente mentre Tina cercava di nascondere una lacrima. "Aww, siete troppo dolci..."
Anch'io mi aprii in un sorriso, tirando su col naso e abbracciando da dietro Blaine, appoggiando il mento sulla sua spalla.
"E pensare che mi ero sempre immaginato gli Antichi come dei vecchi paurosi..." mormorò Finn.
"Finn!" lo sgridò Carole dandogli una pacca sulla spalla.
"Non vi preoccupate!" fece Puck. "Nonno Mike è un mattacchione!"
Tina scoppiò a ridere come una matta, mentre noi altri ridacchiavamo sotto i baffi.
"Come mi hai chiamato?" chiese Mike con un soppracciglio inarcato.
"Nonno Mike!" ripeté Tina ridendo di più. "Questa è bellissima! Davvero!" aggiunse rivolta a Puck alzando una mano verso di lui. Puck non esitò, dandole il cinque ed esultando.
"Non ci credo...sfottuto da mia moglie e dai miei nuovi amici...non è possibile..." si lamentò.
"Oh, ma se ti stai divertendo come un pazzo!" scosse la testa Tina senza smettere di ridere.
Anche Mike rise. "E' così evidente?"
E in un attimo era tornato tutto alla normalità. Non potevo credere di aver rischiato di mandare a rotoli il mio matrimonio. Per fortuna avevo Blaine. La mia roccia. Lo strinsi più forte, baciandogli il collo. "Ti amo" gli sussurrai all'orecchio.
"Anch'io." mi rispose, girando la testa e baciandomi sul naso.
"Bene, ora che vi siete calmati e sono sicuro non farete più cazzate, che ne dite di continuare con i preparativi, mentre io e Blaine andiamo a chiamare la gente del suo clan?" disse Mike. Sentii Blaine irrigidirsi sotto di me.
"Ma..." iniziò Cooper.
"Sì, ho sentito quello che ha detto, ma tentar non nuoce, giusto? Se vorranno venire saremo tutti più contenti, se non vorranno venire, avremo più vampiri vaganti e un clan solo. Cosa ne dici?"
Blaine si rilassò. "Hai ragione. E poi mi sono appena ricordato che ci sono delle certe persone a cui abbiamo promesso avremmo fatto sapere qualcosa..."
"I lupi!" gridai, il pensiero dei nostri amici che mi balenò in testa come Blaine l'accennò. "Come abbiamo fatto a dimenticarci di loro? Dobbiamo invitarli per forza! Ma dobbiamo farlo in fretta. Voglio sposarti entro la fine della notte!"
"Allora sarà meglio muoverci!" annunciò Blaine staccandosi da me, baciandomi velocemente sulle labbra e avviandosi verso la porta.
"Aspettate, lupi?" chiese mio padre.
"Sì, sono a posto, papà. Sono dei ragazzi simpaticissimi e ci hanno salvato la vita. E poi il profumo delle candele coprirà il loro odore, quindi non c'è da preoccuparsi."
"O-ok..."
"Perfetto. Ora muovetevi!" incitai Blaine e Mike che sorrisero, uscendo dalla stanza. L'ora che seguì fu un po' frenetica, io e le ragazze che pensavamo e davamo ordini ai ragazzi che tra uno sbuffo e l'altro sistemavano sedie, fiori e candele. Infine, Cooper e Finn stesero il lungo tappeto rosso che collegava l'estremità della sala dove Mike ci avrebbe sposati e l'entrata. Nel frattempo, mio padre aveva riunito tutto il regno, annunciando il mio matrimonio. Qualcuno ne rimase sorpreso e perplesso ma tutti esultarono, preparandosi al grande evento con entusiasmo.
"Ora manca solo il vestito!" mi fece quasi spaventare Santana prendendomi per le spalle e spingendomi verso la porta. "Non vorrai mica sposarti in jeans e maglietta?"
"Certo che no! Ho l'outfit perfetto!" replicai quasi offeso.
"Bene. Cooper, tu occupati di Blaine. Spero di potermi fidare di te. Di sicuro hai più stile di lui..."
"Ovvio che puoi fidarti di me. Ci penso io a lui. Li raggiungo, lo vesto per bene e ve lo riporto."
"Oh, e intanto che ci sei, fai una corsa anche a casa mia e di Britt e portaci i nostri vestiti, per favore..."
"Tesoro, così mi offendi..." fece mettendo il broncio Brittany. "I nostri vestiti ce li ho io!"
"A volte mi scordo che la mia ragazza è la strega più bella, intelligente e perfetta sulla faccia della terra!" sospirò felicemente Santana.
Brittany sorrise, baciandola sulla guancia.
"Io mi occupo di questi altri signori, dato che non penso se la possano cavare da soli." disse Carole indicando mio padre, Finn e Sam e Puck, che alzarono gli occhi al cielo ma la seguirono. Mentre Cooper usciva per raggiungere Blaine e Mike, io, San, Britt e Tina ci chiudemmo nella mia stanza. Mostrai loro il mio vestito che avevo fatto due anni prima, dopo anni e anni di disegni e modifiche. Mi aiutarono a vestirmi e io aiutai loro - Tina aveva portato il suo vestito con sè in un borsone che non avevo notato prima - complimentandomi. Erano perfette, le damigelle che avevo sempre immaginato. E anche Tina era bellissima. Per non parlare di me che, ovviamente, ero perfetto come al solito. Che modestia, eh? Beh, in ogni caso era davvero tutto perfetto. Finché un bussare frenetico non ci fece sobbalzare.
"Chi è?" chiesi.
"Cooper!" gridò lui. "Fammi entrare!"
Un po' perplesso aprii la porta. "Cosa...?"
"Abbiamo un problema! Cioè non è un problema. Anzi, è fantastico! Voleva venire Blaine a dirtelo ma sappiamo quanto tu ci tenga a queste cose e abbiamo immaginato non volessi che ti vedesse prima del matrimonio così sono venuto io!" disse tutto di un fiato e mi ci volle tutta l'attenzione possibile per capire cosa stesse dicendo.
"Problema?" Sì, in realtà mi ero fermato alla prima frase.
"Non è un vero e proprio problema, te l'ho detto..."
"Si può sapere di cosa stai parlando?"
"I nostri sudditi, i nostri parenti...persino nostra madre! Ci hanno difeso! Sono dalla nostra parte! Quando Blaine e Mike sono arrivati al castello, nostro padre stava cercando di convincere tutti ad andarsene, come aveva detto Blaine, ma loro non volevano dargli retta. Poi-poi quando ha visto Blaine ha cercato di distruggerlo, ma tutti e dico tutti, l'hanno difeso, cacciando nostro padre. Mia madre penso sia ancora in lacrime tanto le dispiace quello che ci è toccato passare e si è messa praticamente ad implorarci di perdonarla. Ma non ce n'era bisogno. Nel momento in cui si sono rivoltati contro nostro padre, non so Blaine, ma io ho perdonato tutti quelli che prima ci guardavano male."
Restai a bocca aperta, non sapendo cosa dire. Così mi limitai ad abbracciare Cooper e sussurrare "Sono così felice per voi!" al suo orecchio.
"E adesso le famiglie più importanti, come avevi detto, sono tutte nel salone, insieme ai lupi che Blaine ha invitato. Gli altri sudditi sono fuori insieme a quelli del tuo clan. Sam e Puck hanno già acceso le candele ed è tutto pronto."
"Se ne sono ricordati?" chiesi a nessuno in particolare. Sorrisi ampiamente, sentendo già le lacrime di gioia agli occhi, e stringendo di più Cooper. "Grazie!"
"Dovere! Ma ora, se non ti dispiace, ho l'altro sposo di cui occuparmi e che devo tranquillizzare dato che è mezz'ora che continua a ripetermi 'Mi sposo, Coop! Mi sposo' e sorridere come un ebete!"
Risi alle sue parole, lasciandolo andare. "Ci vediamo dopo."
"Vado anch'io. Devo tenere a bada quel pazzo di mio marito!" disse ridendo Tina prima di sparire dietro a Cooper.
Mi voltai verso Brittany e Santana sospirando. "Wow. Mi sto per sposare! Wow!"
Loro risero abbracciandomi. "Già, wow!"
Qualcuno si schiarì la voce dalla porta e gli occhi sopra la figura di mio padre che mi guardava orgoglioso. "Penso sia ora...qualcuno ti sta aspettando ed è un po' agitato..." disse semplicemente porgendomi una mano.
Mi staccai da Britt e San, prendendo la sua mano per poi tirarlo in abbraccio. "Grazie papà!"
"Ti voglio bene, Kurt."
"Ok, però ora muoviamoci davvero se no Blaine muore d'infarto!" ci interruppe Santana.
Annuii, lasciando andare mio padre e seguendolo giù per le scale, le mie damigelle dietro di noi. Arrivati alla porta del salone, due guardie l'aprirono per noi, facendoci entrare. Tutti si alzarono in piedi e delle spirali iniziarono a scoppiettare sopra le nostre teste. Immaginai fosse opera di Britt e l'occhiolino che mi rivolse me lo confermò. Fece comparire anche dei cesti colmi di petali rossi che si gettavano da soli davanti a noi, anche se poi si mimetizzavano con il tappeto rosso sotto i nostri piedi. Arrivati a metà sala notai un gruppo di persone che si agitava e mi salutava. Non mi ci volle molto per riconoscere i lupi e sorridendo, li salutai con la mano. Fortunatamente avevano avuto la decenza di indossare delle magliette, anche se risaltavano comunque in mezzo a gente vestita elegantemente. Quando arrivai finalmente all'estremità, lo vidi. Blaine. L'amore della mia vita. L'uomo che stavo per sposare. Ed era bellissimo. Perfetto. Cooper o chiunque l'avesse vestito ed aiutato a prepararsi aveva fatto un eccellente lavoro. Ma non era solo quello. Era come un qualcosa che emanava Blaine stesso. Per un attimo pensai che scintillasse, ma scossi la testa, cercando di tornare alla realtà e affiancandolo, davanti a Mike e Tina che ci sorridevano dolcemente. Mio padre mi lasciò andare il braccio, raggiungendo Carole, Finn e sua moglie Rachel nella prima fila. Mentre dall'altra parte c'era la madre di Blaine con alcuni dei suoi parenti, compresa la famiglia di Santana. Ai nostri lati c'erano Sam, Puck e Cooper, mentre San e Britt si fermarono alla mia destra.
"Hey." mi salutò Blaine.
"Hey." risposi senza fiato.
"Sei bellissimo."
"Anche tu."
"Bene. Ora che anche l'altro sposo è arrivato, penso che la cerimonia possa iniziare!" annunciò Mike. Presi la mano di Blaine, girandoci entrambi a guardare Mike, che continuò. "Immagino voi tutti sappiate chi sono e che poteri ho. E sono davvero felice di sposare questi due pazzi ma così felicemente innamorati giovani vampiri. E per chi avesse ancora dei dubbi, sì, sono due ragazzi dello stesso sesso e no, non vi deve importare questa cosa!"
"Mike..." lo richiamò pianissimo Tina mentre io e Blaine ridevamo.
"Ehm, come dicevo, sono davvero, davvero felicissimo di celebrare questo matrimonio, ma...seriamente, non possiamo passare direttamente alla fase in cui vi dichiaro mariti e vi potete marchiare e poi baciare?" chiese arricciando il naso.
"Mike!" lo richiamò più forte Tina, facendo ridere anche alcuni invitati.
Annuii. "Vai pure."
"Perfetto. Blaine Anderson, vuoi prendere Kurt Hummel come tuo sposo per sempre?"
Blaine si voltò verso di me, stringendomi entrambe le mani nelle sue, i nostri sguardi non si sarebbe staccati per nessuna ragione. "Più di ogni altra cosa al mondo. Voglio svegliarmi ogni tramonto al tuo fianco, Kurt. In un vero letto e non nascosti in una grotta. Voglio poterti baciare davanti a tutti e mostrare al mondo quanto io sia fortunato ad avere il marito perfetto, l'uomo più bello, straordinario e stupendo al mondo. E voglio che sia reso ufficciale, anche se lo sapevo già quando ci siamo incontrati ed innamorati cinquant'anni fa. Voglio essere tuo per sempre, Kurt Hummel."
Mike fece un cenno e Blaine si sporse verso di me, verso il mio collo, finché le sue labbra fredde toccarono la mia pelle. L'avevo visto fare un altro paio di volte oltre che al matrimonio di papà e Carole, ma ora che stava per succedere a me era completamente diverso. Trattenni il fiato e chiusi gli occhi. La Marchiatura. Noi vampiri non usiamo degli anelli per simbolizzare la nostra unione come fanno gli umani. Noi usiamo la Marchiatura. Un semplice, lieve morso da parte della persona che si ama. Ecco il simbolo dell'unione per noi vampiri. Sentii i denti di Blaine perforarmi la pelle dolcemente. Li estrasse dopo pochissimi istanti, leccando poi i due buchi che avevano lasciato. Gemetti per la sensazione piacevole del fiato di Blaine sopra la mia pelle ancora sensibile per poi sentire le sue labbra arricciarsi in un sorriso e lasciare un dolce bacio sul Marchio, prima di staccarsi da me e sorridermi ampiamente, le lacrime agli occhi.
Mike si schiarì la voce. "Benissimo. Kurt Hummel, vuoi prendere Blaine Anderson come tuo sposo per sempre?" domandò rivolto verso di me.
Annuii. Non mi ero scritto i voti, nè ci avevo pensato a dir la verità. Perché ero certo che avrei saputo cosa dire. "Lo voglio così tanto che mi manca il respiro. E lo so che è stupido dato che a noi vampiri non serve davvero respirare, ma è quello che mi succede ogni volta che ti vedo. Mi lasci sempre senza fiato. E ti amo così tanto, Blaine, che a volte fa male. Ma un male buono. Ti amo così tanto che voglio passare ogni secondo con te. E tutte le cose che hai detto...sono perfette e le condivido in pieno. Voglio che l'uomo più bello, coraggioso, forte e perfetto al mondo sia mio. Per sempre. E io voglio essere tuo. Per sempre."
Senza aspettare il cenno di Mike, presi Blaine per le spalle, cercando di portarlo più vicino a me possibile per poter baciare il suo collo. Separai le mie labbra, lasciando che i miei canini si allungassero e penetrassero la sua pelle delicatamente. Li estrassi quasi subito, per paura di fargli male e, come aveva fatto lui, lasciai un dolce bacio sulla ferita. Riportai lo sguardo su di lui, sorridendo probabilmente come un ebete, ma anche lui lo stava facendo, quindi mi consolai. Le dita delle nostre mani tornarono ad intrecciarsi e senza altri indugi, Mike annunciò:
"Blaine Anderson, Kurt Hummel. Vi dichiaro ufficialmente marito e marito! E ora baciatevi che non vedo l'ora di vedervi all'opera!" scherzò guadagnandosi altre risate dagli ospiti oltre che da noi. Volevamo baciarci entrambi così tanto che le nostre labbra si incontrarono a metà strada. Blaine aprì le labbra permettendo alla mia lingua di entrare e accarezzargli il palato. Sciolsi le mie dita dalle sue, portandole tra i suoi ricci e stringendolo forte a me. Anche lui fece lo stesso e ci ritrovammo ingarbugliati l'uno nell'alltra, talmente vicini che era come se fossimo la stessa persona. Sentii qualcuno esultare e fischiare, probabilmente i nostri amati testimoni, ma non mi staccai da Blaine, continuando a baciarlo. Era un bacio talmente passionale che quando finalmente ci staccammo dopo un paio di minuti, le nostre labbra erano rosse e i nostri fiati corti. Ci sorridemmo come degli ebeti, senze lasciare andare la presa.
"Questo sì che era un bacio!" commentò Mike. Io e Blaine ridemmo, abbracciandoci di nuovo e in un attimo c'erano altre braccia attorno a noi, troppe per distinguere chi era chi. Tutti stavano esultando e per un secondo riuscii a scorgere le colombe che ancora svolazzavano sopra le nostre teste. Ero davvero felice in quel momento. Uno dei momenti più belli della mia lunga vita. Uno dei tantissimi momenti belli della mia vita. Perché da quel momento in poi, come succede nelle favole, vivemmo per sempre felici e contenti.




THE END







Ed eccomi di nuovo qui, in ritardo come al solito! Mi spiace :\ E lo so che avevo detto che ci sarebbero stati altri due capitoli, ma alla fine sono riuscita a farci stare tutto in un capitolo solo, anche se è molto più lungo del solito. Spero non sia un problema :) Ma non è tutto! Non sono ancora sicura di come impostare la cosa e se sarà una shot o un paio di capitoli, ma potrei scrivere una specie di prequel, con il loro incontro a quella famosa cena dei loro clan. Quando si sono innamorati, in poche parole :) Vi avviso, però, che non so quando riuscirò a pubblicarla, dato che devo ancora pensare a tutto e scriverla. In ogni caso alla prossima! :)
Sil


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