Paradiso Satanico

di Aimondev
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Setta Satanica ***
Capitolo 3: *** Baphometh ***
Capitolo 4: *** Patto Faustiano ***
Capitolo 5: *** Evasione ***
Capitolo 6: *** Il Messia Nero ***
Capitolo 7: *** La lista dell'Angelo ***
Capitolo 8: *** Distruzione dei demoni ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Primo vero racconto horror. Non voglio offendere nessuna religione né parteggiare per nessuno. Le ideologie e le azioni dei personaggi non rispecchiano la mentalità dell'autore. Recensite.

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  CAPITOLO 1  (Michael e Jakob)
L'esorcismo.

Il lampadario ed i vetri delle finestre vibravano paurosamente  e le le candele, sparse su ogni superficie piana, s'affievolivano e s'addensavano ad ogni parola del prete.

I capelli del novello esorcista Padre Jakob, venivano spettinati da folate di vento spirituale che a mulinello circolavano per la stanza.

L'anziano inveterato Padre Michael, insigne esorcista statunitense agitava il rosario sopra la testa e con l'altra mano stringeva il sacro libro.

 

La donna distesa sul letto faceva oscillare la testa protendendo una smisurata lingua purpurea.  La pelle, un tempo candida e delicata era ora scagliosa e cosparsa di graffi che emanavano un putrescente tanfo di decomposizione.  Gli occhi vacui e incolore mostravano ora la presenza demoniaca che la ospitavano.

 

"Se mi ritrovassi in una valle oscura non temerei alcun male perché il Signore è con me.  Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome..."

 

"Tua madre succhia cazzi all'inferno, vecchio stupratore di bambini!"

 

"Fa silenzio demone!"

 

"Prete pompinaro! Io ho un nome te l'ho detto"

 

"FA SILENZIO DEMONE!"

 

L'esorcista la innaffiò con l'acqua santificata, e la donna incominciò a scalciare e sbracciare lanciando urla roche che agghiacciavano il cuore.

Il giovane Jakob arretrò spaventato.

 

"Non temere questo diavolo, Jakob. Non è chi dice di essere."

"S-sì"  il prete incoraggiato ritornò in postazione.

 

L'esorcista Michael spinse con una mano sul torace della donna e gridò

 

"Diavolo dell'Inferno, abbandona questo corpo per Dio.  Diavolo dell'Inferno entra in me.  ABBANDONA QUESTO CORPO ED ENTRA IN ME!"

 

Jakob sentì che qualcosa stava accadendo.  Le urla diaboliche della donna posseduta andavano a scemarsi fino a divenire un soffio. Avvertì una grande emanazione di potenza;  ormai era in grado di percepire le forze spirituali, demoniache ed angeliche come era peculiare in preti del suo rango.

La forza che avvertiva era diabolica, ma non era nulla al confronto di quella spirituale del suo maestro. Nel constatarlo ne fu rincuorato.

 Padre Michael sobbalzò all'indietro e per un attimo i suoi occhi divennero di bragia.

 

La calma ritornò nella stanza.  Il circolo dei candelabri aveva resistito, segno che l'esorcista Michael non aveva sfruttato appieno la sua potenza per distruggere il demonio.

La donna aveva ripreso le sue fattezze umane. La pelle era tornata a schiarirsi e la forza spirituale della sua anima era tornata a mostrarsi nei suoi occhi.

 

"Cosa è successo? Dove...dove mi trovo?"

 

Michael s'avvicinò al suo talamo e dolcemente le poggiò una mano sulla fronte.

 

"Figlia mia, è tutto finito ora. Il male che si radicava nel tuo cuore e divorava la tua anima è estirpato adesso.  Ora resta a letto e riposati.  La tua forza spirituale è molto indebolita, e ci vorranno dei giorni prima che torni quella di un tempo."

 

"Padre, io...io"  la donna toccò la mano di Michael e la baciò, e rivoli di lacrime le solcarono il viso.

 

Jakob uscì dalla stanza per avvertire la famiglia, e in poco tempo un uomo e due bambini corsero verso la donna per abbracciarla.   La famiglia si lasciò andare in una commozione collettiva che colpì anche Padre Jakob.

"Grazie!  Grazie Padre!" riuscì a scandire il marito della donna,  piangente.

 

"Perdonatemi ma non possiamo trattenerci."  annunciò solenne l'illustre esorcista, poi spazzolò la testa di uno dei due figli.

 "Fate riposare vostra madre, bambini. Ne ha davvero bisogno"   Posò una mano sulla spalla di Jakob, il quale sembrava ancora preso da quel toccante momento famigliare.

"E' quello che amo di più nel mio lavoro.  Ora seguimi Jakob, dobbiamo tornare in sagrestia a distruggere i residui del diavolo che ha toccato le nostre anime"

 

I due preti abbandonarono la casa, lasciandosi dietro le grida di giubilo e gaudio della famiglia. I cittadini che si trovavano nei pressi dell'abitazione ed erano  a conoscenza del fatto esultarono con loro ed inneggiarono i due uomini come fossero idoli sportivi o divi del cinema. 

Alcuni s'avvicinarono a Padre Michael per farsi benedire.

"Signori, mi dispiace ma dentro di noi c'è ancora il residuo del demone che abbiamo estirpato. Non possiamo farlo, almeno non adesso. Tornate domani, quando darò la mia ultima messa prima di ripartire"

 La gente sembrava sconsolata per la partenza di uno dei più grandi esorcisti che il mondo avesse visto, il cui arrivo in città fu considerato come un grande onore per i più timorati di Dio.

 

"E' stato un gioco facile per voi questo ultimo esorcismo, Padre Michael."

"Facile?  Combattere i demoni non è mai facile, Jakob."

"La vostra forza spirituale è incredibile, Padre.  Sono riuscito ad avvertirla per qualche istante, un attimo prima che estirpasse il demone. La differenza tra la vostra e la sua era abissale."

"Non per questo bisogna sottovalutare i diavoli, per quanto infima sia la loro potenza demoniaca.  I diavoli sono astuti, imprevedibili, insidiosi e ingannatori. Ho visto più di un esorcista ben dotato cadere a causa degli inganni di demoni di gran lunga inferiori. Non bisogna mai abbassare la guardia, Jakob. Mai sopravvalutarsi. Mai farsi cogliere alla sprovvista o giungere impreparati ad un esorcismo"

"Dunque il diavolo mentiva proprio perché si sentiva inferiore a voi"

 

Padre Michael rise amabilmente.

"Oh padre Jakob. Hai ancora molto da imparare sui diavoli. Sei un prete fatto da poco, è comprensibile.  Ti pare che se fosse stato Satana in persona come diceva di essere, avrebbe agito in quel modo?  Si è impadronito del corpo della donna per divorare la sua anima e divenire più potente come entità. Una volta fatto si sarebbe trasferito in un corpo con un anima più forte e più salda.

Certi demoni, caro Jakob entrano nel corpo di gente comune per consumarle ed acquisire potere come ha fatto quest'ultimo, ma solo i più pericolosi sfruttano il corpo ospite per mescolarsi tra gli uomini e solo i più potenti di loro riescono a far abbandonare la retta via ai giusti e piegarli al male.  Questi demoni non sfruttano il loro potere diabolico per farlo, ma fanno leva sul libero arbitrio degli uomini con inganni e sotterfugi.

Essi fanno riemergere con grande maestria quella piccola parte di anima malvagia propria di ogni uomo, e, chi più chi meno, ognuno di noi ha una parte corrotta, Jakob,  anche il più retto... Persino io.

Possiamo celarla o indebolirla con la fede, con la devozione, con atti di carità e di pietà,  ma non potremmo mai estinguerla del tutto.

Se quello fosse stato Satana, non saremmo qui a parlare adesso. Inoltre occorre una fonte di energia inimmaginabile per contenere un simile potere, una donna comune non potrebbe mai accoglierlo nel suo corpo"

"Capisco...Immagino che mi crederai incredibilmente ingenuo"

L'uomo rise dandogli una pacca sulla spalla.

"Non più di tanti altri"

 

Arrivati in chiesa, un giovane fraticello corse allarmato verso i due uomini.

Padre Michael! Padre Michael!  Hanno chiamato per un caso urgente di possessione, c'è bisogno del vostro aiuto"

 

"Un altro?! In così poco tempo? Sta accadendo  qualcosa in questa città"

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Capitolo 2
*** Setta Satanica ***


Chiedo scusa se sto speculando sul cristianesimo (tanto ci pensa già la Chiesa).  Mentre scrivevo questo capitolo ridevo da solo Spero di destare qualcosa anche in voi lettori e che nessuno se la prenda a male (in quel caso cercherò di modificare).

Questo è un po' lungo del precedente, ma essendo quasi tutti dialoghi, spero sia una lettura leggera.

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CAPITOLO 2   (Michael e Jakob)
Setta Satanica.

"Dio Santissimo, come abbiamo potuto farci fregare da quel fraticello, Jakob?"

"Non lo so eminenza.  Quando torniamo in superficie gliene dico quattro.  Frate Jerry non mi è mai piaciuto sin dal primo giorno che ho messo piede in città"

"Potevi dirmelo prima che ci sigillasse a tradimento in quello scantinato, Jakob.  E ora ci troviamo nelle catacombe del cimitero cittadino. Speriamo che esista un'altra uscita o che non l'abbiano sigillata... Ehi hai sentito?"

"Che cosa?"

"Questo vociare di fondo.  Questi rumori"

"sì adesso li sento Padre Michael."

"Andiamo a vedere"

 I due uomini di Dio seguirono la fonte di quei suoni fino a giungere nei pressi di una caverna che apparentemente sembrava scavata di recente.  Proseguirono per i loro passi finché la vista di ciò che apparve sotto di loro non fece sussultare i loro cuori puri.

 "Cristo... Salvaci... Non avevo mai visto nulla di così...Satanico" disse Padre Jakob, quasi venendo meno.

"Mantieni la calma, Jakob.  Per quanto orrido possa essere il male che si staglia davanti i tuoi occhi, la tua mano dev'essere salda, il tuo cuore dev'essere freddo."

 Sotto di loro a una ventina di metri, diversi uomini in nero  recitavano i versi del loro libro nero cadenzando invocazioni demoniache e Padri Nostri al contrario.

Al centro era tracciato un gigantesco pentacolo delineato dagli intestini  delle vittime sacrificali, o almeno ciò che rimaneva di loro, poste al vertice di ogni punta.  Erano cinque mezzi busti tranciati di netto all'altezza della vita, dalla quale fuoriuscivano lunghi cordoni purpurei madidi di sangue, bile ed altri fluidi; le loro teste erano state poste su ogni angolo del pentagono interno: gli occhi incavati e le palpebre recise conferivano loro delle fattezze abominevoli e da quelle orbite iniettate di sangue colavano putridi fluidi giallognoli.
Al centro di tutto, un grande crocifisso rivolto al contrario era avvolto da maestose fiamme divampanti.

"Questo è un rituale per evocare un potente demone maggiore, Jakob.  Dobbiamo fermarli!"

"Fer...marli?  ma... quei-quei cadaveri, quelle teste.  Fermarli?... Come?"

Il giovane Jakob era chiaramente scosso da quella visione di sangue e morte.  Era paralizzato dalla paura, eppure il vibrante tremolio delle sue membra  non ne dava alcuna prova; lunghi rivoli di lacrime gli scivolarono lungo il viso fino a scendergli sotto il bianco collare.

Il suo cuore pulsava lento ma così vigorosamente che temeva potesse scoppiare da un momento all'altro. Le scariche erano così potenti che poteva avvertire ben scandito il suo battito all'altezza della gola.  Si protese lentamente in avanti e rigettò qualche boccata di vomito.

 Padre Michael notò il terrore negli occhi del suo sottoposto e cercò di porvi rimedio.
Frugò qualcosa nell'abito talare e vi tirò fuori una piccola scatola trasparente dentro la quale si potevano intravedere cialde di forma circolare

 "L'Ostia santificata:  Il Corpo di Cristo.  Questo, amico mio, ti darà la forza e il coraggio necessari. Tieni,  mangia."

Imboccò il giovane prete e poi ne tirò fuori una anche per sé.

 Il sacro frumento non servì solo a dare un effetto placebo al giovane imberbe,  ma gli conferì un vigore ed una tempra mai provati in venti lunghi anni di vita.

Jakob era il tipico ragazzo magro, gracile e molto sensibile, un carattere calmo e sereno di natura, un animo gentile e pacifico.  Era sempre stato una facile preda degli innumerevoli bulli del suo quartiere, ma rispondeva spesso alla violenza con l'ironia, anche perché il fisico che si ritrovava non gli avrebbe potuto concedere altra forma di difesa.

Per la prima volta, il ragazzo si sentì veramente forte.

 "Non avevo mai assaggiato nulla di simile, Padre Michael.  Non era un'ostia comune, con cosa è fatta?"

"Puro frumento al cento per cento"

"Ma...Come è possibile?"

 "Il nostro spirito, o meglio, la nostra anima spirituale  così come il corpo ha bisogno di essere nutrita bene per mantenersi sana e forte.

Se un uomo di fede smettesse di nutrire il suo spirito finirebbe per affievolire la luce della sua anima, e quindi non riuscirebbe a sfruttare appieno il potenziale ottenuto perseguendo il bene, così come un atleta ha bisogno di un'alimentazione sana per ottimizzare i risultati che otterrebbe solo con i suoi muscoli.  L'Ostia che hai mangiato è come se fosse un integratore alimentare alle proteine, prodotta direttamente nella Santa Sede."

"Ma perché tutte queste cose non me le ha mai insegnate nessuno?"

"Vaticano, classe 1967. Una grande scuola"

 Jakob si guardò le mani, e con il suo occhio ascetico  notò che la sua potenza spirituale era notevolmente incrementata. Poteva constatarlo dai bagliori azzurrognoli che riusciva ad emettere come una torcia umana.

"Frena il tuo entusiasmo Jakob, e risparmia tutta questa energia per quegli empi  spiriti malvagi"

  Improvvisamente uno degli uomini in nero, percepì qualcosa e alzò lo sguardo verso l'alto verso il capo della grande scala su cui si trovavano i due uomini di fede.

L'uomo gridò qualcosa di intraducibile e tutto il resto di quella setta satanica rivoltò lo sguardo dove aveva segnalato.
Alcuni di loro corsero verso le scale per raggiungerli.
L'Esorcista Michael molto lentamente, appoggiò la sua valigetta sulla rampa e l'aprì frugando tra croci e boccette di vetro.  Incominciò ad assemblare alcune parti metalliche.

"Padre Michael, cosa fate?  Stanno correndo a tutta velocità verso di noi?  Uno di loro come un pazzo sta agitando una mazza chiodata, gli altri due brandiscono coltellacci che non mi piacciono per niente.  Che armi abbiamo per difenderci?"

"Tieni, intrattienili"
Jakob trasalì.

"La....La bibbia?!  Cosa  ci faccio con una bibbia, scusate? Gliela tiro in fronte? o-oppure gli  schiaccio il naso tra le pagine?"

"Ti pare un buon momento per fare ironia?  Andiamo Jakob, un po' di intuito. Avrai anche uno spirito forte per la tua età, ma in quanto a raziocinio lasci alquanto a desiderare."

Disse Padre Michael senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.

"Ma...ma sono satanisti, non demoni!  Non possono essere danneggiati con la lettura di qualche verso."

"No infatti.  Ma un prete è in grado di plasmare armi ed armature spirituali con la lettura di certi sacri versi, non dirmi che non lo sapevi?"

"COSA?"

"Ma cosa vi ingegnano nelle chiese di questi tempi?  Forza, vai sulle lettere di San Paolo,  Efesini 6:10-12"

 Jakob sfogliò velocemente il sacro libro, mentre i servi di Satana ora si trovavano a circa venti metri di distanza.

"Efesini 6! Efesini 6! Efesini 6!   ECCOLO!

...-Per il resto, attingete forza nel signore e nel vigore della sua Potenza.  Rivestitevi dell'armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo!-"

 Uno degli uomini in nero si catapultò su di lui con la mazza ferrata.  Jakob vide la palla avvicinarsi verso di lui a massima velocità,  gridò e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì vide che l'arma era stata come sbalzata da un muro invisibile attorno a lui, e aveva cambiato traiettoria.

Un secondo satanista si avventò col coltello su Jakob,  ma anche lui venne allontanato da quell'incredibile campo di forza.

 "

Incredibile. Le armi non possono farmi nulla!"

"Ora non esagerare, Jakob. E' solo perché lo spirito di questi tre è molto debole.  Cosa stai aspettando?  Sculaccia questi senza-Dio"

 "Sì..ehm...-...la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro Principati e Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra.  Prendete perciò l'armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi.

Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia e con ai piedi la calzatura del Vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede con il quale proteggersi dai dardi infuocati del MALIGNO. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito!"

 L'aura spirituale di padre Jakob lo ricoprì completamente, dalla testa ai piedi,  incominciò ad amalgamarsi e prendere la forma di una vera armatura: una corazza di piastre completa di un cavaliere medievale. 

Jakob alzò la mano con la quale brandiva la spada dello Spirito, la quale splendeva nella sua magnificenza. La contemplò sbalordito.

"Forza, Jakob.  Distruggi le loro anime nere"  

 Il giovane prete incoraggiato dalla sua nuova incredibile forma non lasciò il tempo ai suoi avversari di agire di nuovo e con la spada falciò uno dei demonisti dalla spalla all'anca.   L'uomo s'accasciò a terra e incominciò a spruzzare dalla bocca una sostanza nera liquida che sublimò a contatto con l'aria. 

Un altro satanista s'avventò sul ragazzo, il quale affondò la sua spada all'altezza della pancia dell'aggressore e poi la ritrasse.  Notò con stupore che nonostante fosse caduto a terra esanime, la spada non aveva lasciato traccia di ferite né di sangue.

Colpì il terzo satanista al collo con un colpo che una spada normale avrebbe potuto recidergli la testa dal corpo.  Invece la Spada dello Spirito lo attraversò come fosse incorporea.

Anche gli altri due vomitarono la sostanza nera.

 "Ho così tante domande da farvi, maestro che non saprei da dove iniziare... Ma cos'è questo schifo nero che tirano fuori dalla bocca?"

"E' il loro spirito corrotto, Jakob.  La Spada dello Spirito distrugge l'anima nera dei malvagi e purifica le anime pure dei giusti.  Forza ora, scendi ed elimina gli altri senza-Dio.  Io devo finire questa cosa."

Disse Padre Michael che adesso sembrava aver montato una specie di lungo bastone di metallo.

 Jakob, confuso ma incredibilmente rincuorato scese le scale ad affrontare gli altri servi del Demonio.

Non riusciva a credere a ciò che stava accadendo; sapeva che l'esoterismo era qualcosa di reale e che con l'impegno avrebbe potuto imparare a combattere i demoni con la forza della sua fede ma non avrebbe mai pensato che fosse possibile utilizzarla per plasmare armamenti e scudi impenetrabili.

 "Fermateli!  Fermate questi maledetti servi di Dio"  gridò un uomo vestito di rosso che doveva essere chiaramente il capo cerimoniere.

Sei satanisti s'avventarono sul giovane cavaliere di luce, con spade e asce e lame forcute, ma  nessuno dei loro attacchi pareva penetrare la corazza del giovane Jakob.
I nemici venivano scagliati lontano di qualche metro, o cadevano a terra respinti da quell'incredibile muro di forza.   La potenza esoterica dello spirito di Jakob era superiore a quella di tutti loro messi assieme, e ne era consapevole.

 "Ehi che c'è?  Avete già finito?"  Il ragazzo s'avventò con un balzo su uno di quelli che era caduto a terra, e con la spada tranciò di netto la sua anima nera.  Poi si voltò di scatto e ne falciò altri due all'altezza delle gambe.  Questi stramazzarono al suolo e defluirono il loro spirito.

Jakob realizzò personalmente che bastava colpire una qualsiasi parte del corpo con quella spada per annientarli del tutto.

 Caricò con fervore un altro di quegli uomini in nero, che venne catapultato lontano, respinto dal  grande Scudo della Fede che ne assorbì anche la parte malvagia.
I due satanisti rimasti si guardarono negli occhi e scapparono con grande foga.

 "Come? Ve ne andate di già!" 
Esclamò Jakob che adesso si sentiva di potersi arrogare il diritto di tutto.

 "Ed ora proviamo questa calzatura del Vangelo, vi va?"

 Incominciò a correre verso quei due, e i suoi calzari incominciarono a brillare. Senza fare alcun ulteriore sforzo, la sua velocità era notevolmente aumentata lasciando dietro di sé una scia di luce dorata.  Provò a saltare, e la potenza della calzatura lo spinse in alto quanto bastava e quanto avrebbe voluto per sferrare un calcio in faccia al primo fuggitivo e mantenere poi una velocità di rotazione tale da colpire anche il secondo.

 I due uomini a terra avevano timbrata sulla fronte l'impronta dei due calzari, la quale s'era improvvisamente arrossata e gli stava ora ustionando la faccia.

"Fottuto stronzo!   Maledetto te e la tua ridicola cerchia! Prete bastardo"

La loro ferita incominciò a fumare: un fumo nero denso che si sparse rapidamente nell'aria. Poi persero i sensi.

Nel momento stesso in cui il giovane prete si compiacque della propria potenza, un'onda d'urto tremenda lo fece sbattere su una parete rocciosa, e un grande schianto lo frastornò.

Si rialzò lentamente e vide dritto davanti ai suoi occhi il capo cerimoniere attorniato di un'aura rossa maligna che formava un'armatura complementare alla sua.

L'elmo aveva le fattezze di un caprone demoniaco, e ogni pezzo che componeva la sua armatura erano grossi serpenti ben avviluppati a lui.  Brandiva un'ascia bipenne che emanava minacciose fiamme innaturalmente vermiglie.

 "Lurido prete insignificante. Non hai ottenuto nulla interrompendo la nostra messa Satanica.  L'evocazione è tutt'ora in corso e né tu né quel vecchio potete fare nulla per fermarla!"

 Jakob s'accorse che perdeva un po' di sangue.  L'armatura di spirito che aveva prodotto aveva uno squarcio enorme sul fianco destro e numerose lacerazioni tutto intorno da cui evaporava energia bluastra.   Il terribile colpo dell'ascia di fiamme del suo nemico aveva sopraffatto le sue difese.  La corazza della giustizia aveva retto il colpo salvandolo da morte certa, ma non aveva impedito che l'onda d'urto lo scaraventasse lontano.

La potenza spirituale di quel satanista era superiore alla sua, poteva sentirlo, e rapidamente alla spavalderia e l'insolenza prese il posto la paura, il terrore cieco.

Jakob lanciò un grido mentre l'uomo rosso e una dozzina di altri succubi incombevano minacciosi.

Lo scudo della fede era caduto durante l'urto e stava lontano, ma gli bastò nominarlo e coagulare l'energia sulla mano destra per farlo riapparire. Eppure sapeva che non avrebbe supportato il riversarsi della potenza demoniaca che ora stava per abbattersi su di lui.

 Il satanista rosso alzò la sua arma sin sopra la testa per caricare un nuovo micidiale fendente.

"PREPARATI A MORIRE, PRETE!"

 -BANG-

 Un fascio di luce azzurra  gli usci dalla fronte e una scarica di energia luminosa lo pervase facendolo sussultare in modo spasmodico e contorcere convulsivamente.  Vomitò tutta l'energia diabolica e stramazzò al suolo privo di vita.

 Ad una distanza di parecchi metri, Padre Michael puntava l'area sottostante con quello che ad un occhio profano sarebbe apparso come la lunga canna di un fucile da cecchino con due protuberanze laterali.

 "P-p-padre Michael?...Ma-ma che diavoleria è mai questa!?"

"non imprecare, Jakob, lo sai, indebolisce la tua anima." gridò Michael dall'altra parte.

"Comunque questo è il mio bambino.  Il Crocecchino Vatican2000ac"

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Capitolo 3
*** Baphometh ***


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Con questo capitolo ho voluto dare un pò l'idea del repellente mondo che mi accingo a mostrare. Spero non sia troppo repellente per voi..

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    CAPITOLO 3   (Michael e Jakob)
Baphometh.

I raggi di luce spirituale fuoriusciti dalla canna del potentissimo crocecchino colpirono in testa i satanisti rimasti in piedi da una distanza notevole.

Gli uomini e le donne  seguaci di Satana sobbalzavano svuotandosi del proprio spirito per poi crollare a terra rovinosamente.
Quando tutti i demonisti furono neutralizzati, nella grande caverna non restò che uno spettrale silenzio di morte destato solo dagli scoppiettii del fuoco che avvolgeva il crocifisso centrale.
Padre Michael scese le scale per raggiungere l'adepto. I suoi passi risuonavano riecheggiando per le catacombe.

 "Beh...  Che ne dici del mio Crocecchino, Jakob? Hai visto quanta potenza concentrata in un solo raggio? I vaticani hanno fatto un lavoro di fattura eccellente."

"Padre Michael io sono confuso.  Cosa sta accadendo?  Cosa sono tutte quelle armi fortissime che ho invocato, e quelle del cerimoniere?  I miei movimenti erano allucinanti, la vostra arma, la messa satanica... Cosa significa tutto questo?"

"E' normale che tu sia stupito.  E' accaduto tutto così in fretta ed essendo tu di una piccola cittadina, marginale agli affari della Chiesa, è naturale che tu non sappia niente di tecniche di difesa esorcistiche peculiari del Vaticano."

"Come...come sono riuscito a farne uso così facilmente?  Sono forse un eletto di Dio?" 

Chiese il ragazzo con una certa vena di orgoglio e speranza.

" Frena la tua alterigia, ragazzo. Chiunque a partire dal rango di Prete è in grado di fare uso delle tecniche di esorcismo leggendo specifici versi della Bibbia nel quale è stato infuso un certo potere.  

 La Bibbia è fondamentale nel nostro lavoro. Specie se si è alle prime armi come lo sei tu.  D'ora in poi dovrai portarla con te dovunque tu vada  e non scordarla MAI.

Tramite i Sacri Testi noi uomini di Chiesa possiamo evocare armi, come hai fatto tu poco fa, ma anche creature, barriere, trasportarci in altre dimensioni persino."

 Per esempio quando recito i versi 

-se mi ritrovassi in una valle oscura non temerei alcun male perché il signore è con me- secondo te lo faccio a caso?  Pensi che preghiamo tanto per farlo?"

"ehm...beh..."

"Quel verso viene utilizzato per infondere energia alle anime pure circostanti e far brillare i loro spiriti.  Solitamente è usato durante le possessioni,  ricordi questa mattina quando ho fatto uso di quella frase durante l'esorcismo?"

"s-sì"

"L'ho recitata principalmente per fare in modo che la parte di anima pura della donna si risollevasse dall'ombra e spingesse fuori di sé l'essenza nera del demone.  In altre parole, serve ad indebolire o far fuoriuscire dal corpo i comuni demoni da possessione."

 "I-incredibile"

"Ma come noi uomini di Chiesa, in modo del tutto complementare, anche gli adepti di Satana possiedono delle abilitài

Il capo cerimoniere era un prete di una setta oscura e in quanto tale poteva far uso di diversi poteri conferiti dal suo Oscuro Patrono tramite il loro libro nero."

"Quindi quella corazza, e quel volto da caprone erano evocazioni belliche come le mie"

"Esatto. Per quanto riguarda i tuoi movimenti, erano  tutti dipesi dalla Sacra Armatura che ti ricopriva:  devi sapere che quel potere, oltre a darti facoltà magiche e considerevoli incrementi di forza e velocità, è anche senziente.  Intuisce la tua volontà, e la rende potenza; concretizza il tuo volere di punire il Male;  percepisce i tuoi dubbi, le tue paure i tuoi scetticismi.

Quando sarai in grado di utilizzarlo al cento per cento e impererai a fare a meno della Bibbia per creare i tuoi sigilli,  Lui ti parlerà diventando il tuo Spirito Santo."

"Allucinante.  E voi ne avete uno?"

"Ma certo. Arrivati al rango di Esorcista è d'obbligo essere illuminati dallo Spirito Santo"

"Il vostro fucile? E' anch'esso un'evocazione biblica?"

"No. Questo è un oggetto materiale prodotto dagli uomini.  E' l'ultima invenzione dei vaticani in fatto di combattimenti contro i demoni. Infallibile e potentissimo.  Con questo posso far saltare in aria la testa di un demone da una distanza di dieci chilometri."

"Fantastico.  Posso averne uno?"

Padre Michael rise di gusto.
"Temo, amico mio, che nelle tue mani quest'arma non sarebbe altrettanto efficace...Vedi, il tuo spirito è molto puro, te lo concedo,  ma è ancora acerbo. Purtroppo gli uomini non sono ancora in grado di produrre armi che si basino sulla purezza dello spirito di chi le brandisce, e per questo motivo chiunque anche un servo di Satana potrebbe usare un crocecchino.

 La potenza dei suoi colpi è direttamente proporzionale a quella del possessore,  non alla sua purezza come per le armi Bibliche che hai utilizzato prima."

"Voglio potenziare il mio potere"

"Allora dovrai migliorare la tua devozione e lavorare sul tuo orgoglio, Jakob. Alle volte pecchi di superbia."

Il ragazzo si grattò una guancia chiaramente imbarazzato.

Padre Michael s'avvicinò ai caduti ungendoli con uno strano unguento.

 "Questo servirà ad allontanare da loro ogni forma di malvagità ed impedire che si rialzino trasformati in zombie o chissà cos'altro."

"Padre, cosa ne sarà di loro? Li abbiamo...Uccisi veramente?"

"Purificare un' anima empia vuol dire annichilire parte del suo spirito quando si tratta di un semplice malvagio o un comune assassino.   Ma uomini che hanno deliberatamente votato e accolto

Satana come loro patrono hanno un'aura malvagia più potente e placarli senza danneggiarli è impossibile.

Gli uomini in nero si risveglieranno, forse,  ma avranno perso il lume della ragione e anche gran parte delle facoltà motorie.  Il capo cerimoniere, invece, la cui anima nera brillava più delle altre è morto."

Jakob guardò i sacrifici umani usati durante il rito cercando di trattenere un conato di vomito.

"Erano...Esseri umani come noi, in fin dei conti.  Possiamo  decidere se un uomo ha diritto o no di vivere?"

Michael poggiò una mano sulla spalla del sottoposto.

 "Jakob,  certe cose non sono né giuste né sbagliate ma vanno semplicemente fatte.

Noi preti abbiamo un ruolo, ed è quello di salvaguardare l'equilibrio della creazione divina.   Dio ci ha fornito armi potenti, e per cosa?  Per distruggere i demoni ed impedire la loro ascesa su questo mondo.  Siamo destinati a farlo"

"Capisco...  A riguardo di ciò, Padre, mi sono venute in mente le ultime parole proferite dal demonista.  Aveva detto che il demone che stavano evocando sarebbe comunque sorto dal sangue dei morti."

"Balle!  Per completare l'evocazione occorre attivare il sigillo trasferendo una notevole quantità di energia,  e questo qui è morto prima di poterlo fa..."

Padre Michael improvvisamente parve costernato.

"Cosa c'è?  COSA C'E'?  Perché vi siete fermato, Padre?

"...Santo iddio..."

"Che succede Padre?  Smettete di spaventarmi in questo modo!"

"Guarda quello?"

"Intende quel rosario con all'estremità il crocifisso capovolto?"

"Questo disgraziato servo di Satana, prima di morire ha lanciato il suo rosario verso il sangue delle vittime e ora..."

 Un immane frastuono interruppe il suo discorso.  Una colonna gigantesca di lava eruppe dal centro del circolo del Pentacolo, e si riversò in tutta l'area schizzando zampilli di rocce incandescenti.

Il fuoco ardeva e divampava dappertutto carbonizzando tutti i satanisti atterrati e se padre Michael non fosse intervenuto in tempo anche Jakob avrebbe fatto la stessa fine.

 "IL TUO BASTONE E IL TUO VINCASTRO MI DANNO SICUREZZA O SIGNORE!"

Recitò Michael formando con la sola potenza della sua aura una cupola di energia luminosa che ricoprì  lui e Jakob.

 Dalle fiamme si tracciò una sagoma nerastra che lentamente prese forma.

Immani ed irsute zampe caprine irte di peli nerastri sottili e pungenti come aghi, raggiungevano un' altezza di circa tre metri; gli zoccoli screpolati, avevano grosse crepe dalle quali fuoriusciva fumo nerastro.  Il busto era pallido ed incredibilmente glabro, delicato come il corpo di una donna e con un grosso seno prosperoso e turgido, che in contrasto con le gambe caprine faceva un effetto impressionante.   Due immani ali di piume nere spiegate facevano agitare caoticamente il fuoco che avvolgeva tutto il resto.

Il tutto culminava con un grosso ed ispido volto da caprone; le grandi corna si diramavano in modo contorto ed insinuoso per metri e metri;  dagli occhi in continuo movimento uscivano fiamme;  dai denti increspati di sangue colava veleno.  Al centro della fronte brillava un pentacolo, dove un occhio iniettato di sangue era in continuo movimento;   sopra la testa una protuberanza carnosa si divincolava come un serpente. 

 "FINALMENTE MI AVETE EVOCATO FETESCENTE AMMASSO DI CARNE UMANA"
Proferì il demonio con l'unione di due voci roche e cavernose.

"E Voi Luridi Preti, Cosa Fate Qui? Avreste Dovuto Attendere La Mia Venuta  A Nord"

 "Attenderti a Nord?  Non so di cosa tu stia parlando  Demonio Baphometh" 
Rispose l'Esorcista.
"Oh...Quale Onore Essere Riconosciuto Da Uno Spingimerda Umano.  Quindi Non Avete Nulla A Che Fare Con LUI".   Meglio così.  Avevo Giusto Un Certo Languore Da Levarmi.  Vi Succhierò L'Anima E Poi Vi Stuprerò Nelle Profondità Dell'Abisso!"
"Vieni a prenderle!"

 I passi del demonio facevano vibrare la terra sotto i piedi, e quando protese gli artigli e spalancò le fauci per mostrare le zanne, l'animo di Jakob sussultò ma quello del suo maestro, come la sua espressione, rimase imperscrutabile.   Una doppia dentatura di spuntoni acuminati sottili come quelli di una balena,  incrostati di sangue secco di umani ed altri diavoli, emanò una ventata di marcio che raggiunse le sue prede.

 Il giovane Jakob incominciò a lacrimare dagli occhi, poi si accasciò a terra e vomitò tutto ciò che gli era rimasto in corpo fino a rigettare la bile e i prodotti stessi del suo intestino.
"Vuoi farci morire di puzza, diavolo!"  Gridò l'insigne Esorcista che non fu colpito da quel tanfo di decomposizione.

 "Pensi Che Quella Ridicola Muraglia Che Hai Creato Possa Frenarmi!"

Baphemoth incombette verso i due preti con tutta la potenza del suo impeto. I suoi artigli che emanavano diabolica energia rossa, s'arpionarono sulla cupola spirituale del prete.

Il contatto tra quel baluardo luminoso in continuo movimento e quelle grinfie affilate come rasoi

formò incandescenti sprazzi di energia che disintegrava ogni cosa toccasse,  e lo stridio metallico fu così acuto che Padre Jakob perse sangue dal naso.

"Non c'entro niente con questo scontro!"  Pensò il giovane prete

"Sono troppo inesperto, troppo debole.  Le due potenze in gioco sono al di là della mia immaginazione e solo il fatto di essere coinvolto nel duello mi sta distruggendo!"

"Non temere l'Ombra Padre Jakob!"  Gridò Michael che parve aver intuito i suoi pensieri, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di fiamme del demonio.

"Credi nella tua fede, nella tua luce!"

"Non è facile, Padre Michael! Questo diavolo mi terrorizza! Ho paura Padre. Non sono all'altezza della situazione!"

Il diavolo sogghignò, e poi aprì la sua bocca tirando fuori tre lingue forcute purulente e cosparse di pustole che si insidiarono nel muro spirituale ed afferrarono il giovane monaco.

"No! Nooo!  Non avere paura Jacob!"   Gridò Michael le cui mani erano impegnate ad ergere il muro di forza, ben sapendo che se questo avesse ceduto, entrambi sarebbero stati schiacciati dalla pressione delle due potenze spirituali.

"Questo diavolo si nutre della paura delle sue prede e le usa contro di loro!"

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Capitolo 4
*** Patto Faustiano ***


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    CAPITOLO  4  (Seth  Taylor)
Patto Faustiano.

 "Figlio mio, come saprai sei stato condannato alla pena capitale. Ma sappi che...la morte non è la fine.  La tua anima ha peccato è vero,  ma puoi ancora scontare i tuoi crimini in Purgatorio se ti confessi adesso.  Dio ti perdonerebbe"

"Quindi Dio premia la codardia, Padre. Un uomo può vivere di crimini, fottere, ammazzare la gente per tutta una vita, e poi basta scambiare due paroline con un prete per cancellare tutto agli occhi di questo dio?"

"Non cancellare. Perdonare e darti una possibilità di scontare le pene dopo la morte..."

"Padre. La mia famiglia è stata sterminata.  Mia moglie e mia figlia sono morte e non torneranno mai più, vuole capirlo?.  Non me ne frega un cazzo né della sua predica né tanto meno di  Dio. Se quel figlio di puttana esistesse veramente farei di tutto per trovarlo e prenderlo a calci in culo."

"E-empio...Sacrilego.  Pentiti adesso figliolo o brucerai all'inferno fino al giorno dell'Apocalisse."

"Non mi dispiace l'Inferno. Le mignotte di lì sono migliori di quelle del paradiso."

 Il prete rosso in viso, si alzò di scatto indignato.

 "Lasci stare padre"  intervenne una delle guardie che avevano accompagnato il prete alla cella.  "Questo animale non si merita nulla"

 "Tornerò"  disse il prete.

 "E salverò la tua anima, Dio m'è testimone"

 "Qui non c'è Dio, Padre. Non c'è nulla che gli interessi vedere in questa valle di lacrime ed anime perse."

 Il prete se ne andò senza rispondere e uscì dalla stanza.  Il prigioniero udì i passi sommessi suoi e delle guardie mentre s'allontanavano.

 "Altri tre giorni.  Tre fottuti giorni e tutto sarà finito. Percorrerò il miglio verde...

E dopo,  forse rivedrò la mia famiglia in un'altra vita o in un altro mondo, lontano dalla società e questa umanità ripugnante."

 Si sdraiò sul letto fissando le putride mattonelle del soffitto per istanti che parvero ore o forse ore che parvero istanti. La dimensione del tempo aveva preso una piega tutta sua visto che non c'erano finestre che potessero fargli intuire quanto tempo passasse.  Ma che importanza aveva ormai?  Le sue ore erano contate.

Improvvisamente avvertì un sibilo da qualche parte in quella stanza.  Il prigioniero distolse lo sguardo, ma non vide niente.

"La mente mi fa brutti scherzi.  Ora incomincio ad avere anche allucinazioni uditive. Non vedo l'ora che tutto questo finisca"

Ritornò ai suoi pensieri,  ma dopo poco sentì ancora quello stridio. Si alzò dal letto avvicinandosi alle sbarre per affacciarsi e capire cosa stava accadendo.

Nulla.  Il corridoio era desolato,  il silenzio era assoluto.

Si voltò e vide una serpe uscire da sotto la sua branda.

 "Ma che diavolo..."

"Bravo, hai indovinato!"  sentì sibilare il serpente.

 L'uomo arretrò terrorizzato e cadde a terra. S'allontanò il più possibile da quella bestia strisciante la quale gli si avvicinava sinuosamente.

 "Non avere paura, Seth Taylor"  Sibilò ancora la bestia parlante.

In quel momento i piedi dell'uomo si serrarono come una morsa sulla testa della creatura.

"Sei tu che dovresti aver paura di me.  Cosa sei?  Un demonio?"

Il prigioniero in cuor suo non voleva sentire la risposta, e strinse la presa.  La bestia strangolata tirava fuori la lingua forcuta senza riuscire a scandire una parola, poi incominciò a perdere sangue dagli occhi.
Seth aumentò ancora la pressione e gli occhi della bestia uscirono dalle orbite prima di emettere un ultimo rantolo di morte.
Lasciò la presa.

"Non mi piace essere importunato. Specie in questo momento"

Rimase a fissare seduto la bestia morta davanti a sé finche la voce che aveva udito prima non interruppe il silenzio.

 "Non è stato carino uccidere il mio corpo ospite.  Lasciami parlare"

Era quasi un sussurro.
L'uomo trasalì.

"Si può sapere chi cazzo sei?"

"Il mio nome è Ztefan. Sono un diavolo!"

 Seth strinse il ciondolo con la foto della moglie e la figlia che teneva attaccato al collo, poi prese un po' di coraggio.
"Come faccio a sapere che non sei frutto della mia mente e che non sto diventando pazzo?"

 "La vedi la lampada alle tue spalle che illumina il tratto di corridoio della tua cella?   Ora la faccio saltare in aria"

 Taylor si voltò a guardare quello che doveva accadere.

La lampada incominciò a crepitare, e la luce vacillava e si affievoliva finché non si spense del tutto.
Poi dopo alcuni istanti scoppiò in un'esplosione di vetri che si sparsero ovunque.

 Seth rimase basito.  Era davvero in contatto con una creatura ultraterrena.  Perché stava accadendo a lui?  Perché proprio adesso?  Si chiese.  Forse prima della morte di una persona è normale che entri in contatto con entità extraplanari?  Cercò di non rendere manifesti i suoi dubbi e le sue paure, ma si limitò a fare sarcasmo.
"Bravo. E adesso sono anche rimasto al buio"

"Era l'unico modo che avevo per farti credere che sono reale, Seth Taylor"

"Come fai a sapere il mio nome?"

"Sono un diavolo, ricordi?  Leggo la tua mente come un libro aperto.  Vedo il tuo nome e...la tua storia.  Sai, mi ha incuriosito molto...
Seth Taylor.  Un agente della CIA trasformatosi in una  mente terroristica dopo che due assassini hanno fatto irruzione in casa sua stuprando e uccidendo la moglie e la figlia piccola.  
I due assassini sono stati catturati dalla polizia ed è stata aperta la causa in tribunale.
Seth Taylor si è rivolto ad un avvocato il quale non aveva prove da sollevare contro i due assassini e quindi ha deciso di patteggiare con la controparte.  Uno dei due killer andò sulla sedia elettrica accusato dal complice, Joe Park, a cui vennero dati invece solo 2 anni di prigione.
Era stato Joe Park invece a stuprare e uccidere.  Seth lo sapeva.
Così, ha passato gli ultimi dieci anni ad escogitare piani di vendetta, non solo contro i criminali ma contro la società stessa e l'organo giudiziario che aveva dato quell'ambiguo verdetto.
Riuscì a trovare uno degli assassini e ucciderlo con le sue mani dopo avergli inferto atroci sofferenze.  Poco dopo piazzò ordigni esplosivi nelle auto  dello sceriffo e di altri pezzi grossi detentori della legge uccidendo solo alcuni dei suoi bersagli.  Riuscì anche a piazzare una bomba nel municipio comunale, ma fu fermato e arrestato dalle forze dell'ordine aiutate dai suoi ex colleghi della CIA che avevano intuito tutto."

 L'uomo si portò le mani al volto disperato.

 "Stai zitto!  STA ZITTO!"

"Ti farà piacere sapere che ora gli assassini della tua famiglia stanno bruciando all'inferno"

 Davanti a lui si aprì una finestra di fiamme che dava al piano infernale. Udì le grida disperate di uomini e donne che in mezzo al fuoco venivano brutalmente violentati  da orridi mostri scagliosi.

Vide i due assassini sommersi fino alla vita da un fiume di lava, montati a turno da una torma di orripilanti centauri che ad ogni mostruoso affondo del loro spropositato membro  facevano loro uscire gli escrementi dalla bocca.
Taylor trattenne il disgusto e disse

"Mi fa piacere che almeno voi dell'Inferno abbiate una visione di giustizia più equa"

"Oh ma certo.  Ti stupirai quanti punti in comune abbiamo con te."

"Cosa sei venuto a fare qui?"

"Tu ed io abbiamo gli stessi obiettivi, Seth.  
Io lo so perché temi il miglio verde. Tu non sei il tipo d'uomo che paventa la morte. Tu vuoi ancora vendetta, e la tua sete non si è ancora placata.
Vuoi vendetta contro quella giuria di falsi e depravati che hanno portato  un uomo onesto a diventare un omicida.  Vuoi vendetta contro il giudice,  che nella sua inettitudine ha lasciato in libertà gli assassini della tua famiglia.  Vuoi vendetta  contro questo fottuto sistema corrotto di mafiosi e ipocriti e farlo saltare in aria sulle loro teste. Dico bene?"

 Seth rimase in silenzio per qualche istante. 
"Hai letto ancora nella mia mente, demone?"

 il diavolo eruppe in una risata agghiacciante.
"E' naturale.   A te la scelta, Seth. Morire tra pochi giorni  senza ottenere niente, o vivere e farla pagare a tutti coloro che hanno distrutto la vita dell'uomo che eri"

"Cosa vuoi in cambio?"

"Niente che non voglia anche tu.

Voglio che ci aiuti a strappare le ali degli angeli e arrivare a Dio. Voglio che ci aiuti a sotterrarlo di forza nella stessa putrida conca infernale dove per eoni è stato imprigionato Satana"

"Non me ne frega un cazzo di Dio"
"Allora ti farà piacere sapere che la tua famiglia NON si trova in paradiso, o qualsiasi altro posto soave che la tua mente può aver concepito
?  Vagano nell'ombra come anime in pena in un piano astrale vuoto.  Dio non le ha volute con sé, per motivi che non so dirti"

Il prigioniero strinse i pugni fino a farsi uscire il sangue,  i suoi occhi erano pieni di lacrime, la voce rotta.

"Loro...loro...Erano innocenti...Erano anime pure..."

"Allora, Seth,  accetti il patto di collaborazione che ti sto offrendo."

Seth strinse ancora il medaglione con la foto della sua famiglia.

"Accetto."

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Capitolo 5
*** Evasione ***


   CAPITOLO  5  (Seth  Taylor)
Evasione.





                                        
Solo i demoni più potenti riescono ad accordarsi  con il loro corpo ospite senza usare la forza per possederlo. [Padre Michael]

 
"Notevole umano, davvero notevole.   Mi piace la tua idea per evadere, ma forse c'è una strada meno rischiosa. Sicuro di essere all'altezza del compito che ti sei imposto?"
"Per l'ultima volta dannato diavolo, fa silenzio! E smetti di leggermi nel pensiero"

 Proferì telepaticamente Seth seduto sulla sua branda gustando una grossa bistecca ai ferri che  aveva ordinato lui stesso. L'ultima cena della sua vita prima di venire giustiziato il mattino seguente  
"E va bene, rischia pure.  In fin dei conti, se fallissi non saresti come secondo le aspettative"

 "UOMO MORTO CHE MANGIA! UOMO MORTO CHE MANGIA!" rise uno dei secondini che lo stava guardando al di là delle sbarre.
"Hai finito di nutrirti, dannata bestia?!"  chiese facendo sbattere il manganello sulle sbarre.

 "E' ora di dormire!"
Decise un secondo, mentre un terzo s'avvicinava con le chiavi della cella.

"Spero ti sia piaciuta, animale!   Perché domani sera cenerai all'Inferno."
Aprì la cella e s'avvicinò al vassoio con i piatti vuoti.

"Ehi...Hai spazzolato proprio tutto, eh animale? persino l'osso"  Rise assieme ai suoi colleghi fino all'istante stesso in cui si capacitò di essere già morto.

Il prigioniero era in piedi davanti a lui stringendo con la sinistra l'affilato osso della carne che ora affondava nella sua giugulare per diversi centimetri.
-BANG-
-BANG-
Con la mano destra aveva sfoderato la pistola dal cinturone del primo secondino ed aveva sparato in testa agli altri due.
Si protese verso la guardia che in piedi davanti a sé stava ancora ansimando con il collo trafitto.

"Non gradisco l'osso ma ti ringrazio per l'offerta, uomo morto che parla"
Il poliziotto cadde a terra privo di vita, e Seth Taylor uscì dalla sua cella armato di due pistole.

 "Forza demone,  ora dovrai essere tu a guidarmi.  Non conosco questa struttura"  richiese mentalmente  correndo per i corridoi.

"Gira a destra!"  sibilò una seconda voce nella sua testa.

 L'uomo svoltò in quella direzione e vi trovò altre guardie allarmate che stavano correndo verso di lui.

"Ho sentito degli spari. Ehi ma che diav..."
-BANG-
il poliziotto cadde a terra colpito in testa.
"Hai indovinato!"

 Un secondino armato di fucile ed altri quattro poliziotti accorsi alla sparatoria esplosero tutti i loro colpi verso il fuggitivo.
Le scosse mentali che gli venivano date dal diavolo Ztefan erano rapidissime, quasi immediate e Seth si rivelò così recettivo da coglierle nel momento stesso in cui le percepiva.

Il diavolo, sapeva esattamente quali movimenti avrebbe dovuto compiere il suo corpo ospite per anticipare quelli dei secondini e quindi schivare le pallottole, ma era compito di Seth essere tanto reattivo da riuscire a riprodurre quei movimenti non un secondo d'anticipo e non uno di ritardo.

 "Sbalorditivo!" commentò Ztefan.
"Si trova appena al primo livello di possessione. Non posso infondergli forza o velocità demoniache eppure bastano le mie rapidissime scosse mentali per indurlo a simulare i movimenti sovrumani che concepisco.
LUI aveva ragione,  costui non è un uomo nella norma."

 Con una capriola, Taylor si ritrovò tra due guardie, alzò le sue pistole e fece loro saltare le cervella.
Balzò su una parete per darsi uno slancio tale da sorprendere e finire contro la guardia con il fucile.
Repentino, agguantò al volo la doppietta e la scaricò sui due restanti facendoli sbalzare all'indietro.
"La sala comandi si trova dietro la porta davanti a te" comunicò il suo diavolo.

-BANG-
Sparò ad un ennesimo poliziotto che presidiava la stanza.

Dinnanzi a lui decine e decine di schermi davano una visione approssimativa dei cinque piani di carcere e dei suoi 175 "residenti". 
La prigione di San Willis in Illinois ospitava la peggiore feccia d'uomo che il mondo avesse mai visto: pluriomicidi, criminali di guerra, antropofagi, terroristi, pazzi scatenati e forse nei piani più bassi quelli che ogni società avrebbe definito "mostri".

Seth stava per tirare giù la leva che avrebbe aperto le loro celle.

"Fermati!"  lo bloccò il poliziotto morente.
"Stai per fare una scelta sbagliata.  Questi uomini, questi...mostri sono un pericolo per l'umanità.
Billy Kid, Hozer, Mad Max, le gemelle Ashley,  Iyad, Doppler, Kedway...  Anche se darai loro la libertà loro ti uccideranno,  non avranno pietà per nessuno..."

L'uomo morì pochi istanti dopo.

"Non voglio la loro pietà.  Voglio la loro sottomissione"
Dichiarò con fermezza tirando la leva ed il diavolo dentro di lui non fu mai tanto eccitato quanto lo fu in quel momento.

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Capitolo 6
*** Il Messia Nero ***


Capitolo lungo ma quasi tutti dialoghi

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  CAPITOLO 6  (Seth Taylor)
Il Messia Nero.

I carcerati uscirono dalle loro celle e s'abbatterono come una furiosa marea sui secondini.  Un negro di dimensioni spropositate raccolse uno dei poliziotti come fosse un pupazzo e lo scaraventò verso altri due. Uno dei prigionieri si impadronì di un ak-47 ed incominciò a sparare all'impazzata contro le guardia. La rivolta era scoppiata e i criminali stavano avendo la meglio.

Seth Taylor come passivo spettatore studiava i volti chiave che avevano segnato la rivolta. Ogni volta che il suo sguardo si posava su uno di loro, Ztefan il demone semi-onnisciente che risiedeva dentro di lui ne faceva un dettagliato identikit.

 Al primo piano riconobbe David Hozer colpire un secondino selvaggiamente col calcio di un fucile.

 "David Hozer.
Inglese. 24 anni.  E' accusato per l' omicidio di oltre 107 persone.  Si fa chiamare anche la Mano di Dio.  Si piazzò su un campanile e incominciò a sterminare gente con un fucile di precisione risparmiando solo quelli che secondo la sua logica contorta erano meritevoli."

"Uhm...un tipino interessante" commentò Seth.

"E quello?" 

Chiese indicando un uomo con un gran paio di baffi condurre l'avanzata del secondo piano.

 "Khaled Iyad. Palestinese. 57 anni. Terrorista internazionale accusato di crimini contro l'umanità. Il suo numero di vittime è incalcolabile visti gli innumerevoli attentati terroristici.  Diverse decine di migliaia di persone, presumo.

Tentò il genocidio degli Israeliani e  sparò senza distinzione su soldati americani e croce rossa, fu  macchiato di un numero incalcolabile di torture a militari e cittadini. Fu torturato a sua volta dal governo statunitense."

 "E' quello che sa fare la società.  Rispondere alla violenza con altra violenza nascondendosi dietro il pietoso velo dell'ipocrisia, Bah... E lei"

Puntò gli occhi su una bellezza esotica che contraddittoriamente al suo volto soave stava massacrando di calci un povero secondino svenuto.

 Ztefan rise di gusto.

"E' proprio vero quello che si dice:  il diavolo è femmina.

Dolores Rodriguez.  Messicana.  32 anni. Detta la vedova nera.  Ha girato oltre 40 paesi cambiando tutte le volte identità.
Seduceva ricchi imprenditori e milionari senza figli e dopo qualche mese li uccideva inscenando un incidente per intascare i soldi dell'eredità e sperperarli tutte le volte nel gioco d'azzardo.

Ha un capo di accusa per gli omicidi di oltre 60 persone, tra ex mariti e scomodi testimoni.
Una gran donna, dico io" 
 rise il demone.

 "E lui?"
Indicò un pazzo scatenato che mordeva selvaggiamente il collo di un poliziotto.

 "Tom Jackson detto Doppler. 44 anni. Statunitense. Gli è stata data l'infermità mentale a causa della sua schizofrenia.   In lui risiedono oltre una decina di personalità distinte. Neppure  gli psichiatri sono riusciti ad identificarle tutte.

La personalità più pericolosa è anche la più scaltra e come la tessera di un domino ha corrotto quasi tutte le altre facendogli intraprendere la via del Male.
Ha ucciso oltre 100 persone con le sue mani. Percepisco un potere enorme attorno a lui."

 Di volta in volta Taylor volgeva lo sguardo verso gli altri condannati per averne una descrizione.

 "Frank Morini. Italiano. 54 anni. Capo di una famiglia mafiosa. Per un certo periodo ebbe il controllo della piccola città dove risiedeva spargendo paura e morte.  A lui sono associati oltre 200 omicidi. "

  "Tod Miller.  Slovacco.  64 anni. L'antropofago.  Rapì e fece a pezzi oltre 70 persone, in gran parte donne e bambini."

 Daniel Kedway. 30 anni. Statunitense. Un genio.  Sfidò tutti gli sceriffi del Colorado piazzando bombe nei principali centri amministrativi e di controllo in diverse città. 
A differenza tua però il suo intento non era quello di punire la società, ma quello di riempire un vuoto dentro di lui e sentirsi realizzato.  Ha ucciso oltre 1000 persone, ma si è salvato dalla sedia elettrica ottenendo l'infermità mentale.

Dovresti prendere esempio"

"Ahh...Sta zitto, dannato demone."

"Le loro storie sono tutte incredibilmente interessanti ma non abbiamo tempo di studiarle tutti.  Vai nella sala grande, è lì che confluiscono tutti i corridoi di tutti i piani, ed è lì che si riuniranno."

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 In poco tempo, i pluriomicidi ebbero la meglio sui secondini e si ritrovarono tutti nella sala grande normalmente adibita a mensa.  Le menti criminali più pericolose s'erano imposte su gran parte degli altri, più bestie che uomini, e s'erano formati diversi sottogruppi.

 "Io dico che dovremmo andare ad Ovest!"  propose Morini.
"Raggiungeremo un vecchio casale appartenente alla mia famiglia. Lì ci saranno i miei picciotti ad aspettarci, poi ognuno decida cosa fare, non vincolerò nessuno."

 "CHE ASSURDITA'"  Gridò Doppler improvvisamente rinsavito dalla foga barbarica che lo aveva pervaso prima.
"E chi ci dice che una volta lì non ci farai ammazzare dai tuoi sgherri! Vacci da solo nel tuo casale"

 "Non posso.  Voi servite a me per scappare e io servo a voi per darvi rifugio. E' un'offerta che non potere rifiutare" ribadì Frank.

 Kedway cercò di imporsi.

 "Io dico di scavare una galleria verso Est.  Sono ben 3 anni che scavo un tunnel sotterraneo sotto la mia cella di isolamento. Non ci resterebbe che continuare il lavoro che ho cominciato e tutti insieme con gli strumenti adatti non dovremmo impiegarci molto a concludere.  Emergeremo a poche miglia da qui, e poi ognuno vada per la sua strada."

 "Sciocchezze!"  lo interruppe Iyad.
"Non abbiamo tempo di scavare uno stupido tunnel. Io dico di rubare una nave del porto a un miglio da qui e approdare a Cuba."

"E poi che farai?  Ci arruolerai a forza tra i tuoi fottuti terroristi senza-dio, pagani? o forse ci farai ammazzare? So bene cosa c'è a Cuba, la tua gentaglia è arrivata anche lì! Preferisco finire sulla sedia elettrica che seguire un fottuto arabo!"  gridò Hozer.

La disputa continuò e tutti i prigionieri sostenevano le proprie tesi cercando di imporsi l'uno sull'altro.   I più feroci rovesciavano tavoli e ci furono delle risse selvagge tra le varie fazioni.


"Signori, signori vi prego. Un po' di contegno"

 Seth era in piedi su un tavolo e cercava di attirare l'attenzione su di sé facendo sbattere un cucchiaio su un bicchiere, recuperati dalle cambuse lì vicino.

 "E tu chi cazzo saresti!?" 

Chiese un uomo con uno sguardo selvaggio ed una barba incolta mentre gli puntava addosso un ak47 recuperato dai secondini.

 "Nessuno di importante o esageratamente noto, a differenza tua Billy The Kid, terrore di Fall River, pluriomicida, stupratore e leggenda del Massachussets.  Le giovani madri di lì, quando vogliono mandare a dormire i propri figli li minacciano di portarli a te, lo sapevi?"  mentì Seth.

 Billy eruppe in una risata sregolata e fece un teatrale inchino.

 "...Sono solo colui che ha aperto le vostre celle regalandovi la libertà"
Continuò Taylor rivolgendosi a tutti.

 "E allora?  Presto o tardi molti di noi avrebbero trovato un altro modo per evadere. E tu cosa vorresti? Un applauso o una medaglia al valore?"

 intervenne Kedway che sentì che il suo status di potenziale leader veniva minacciato.

 "Non voglio nulla di tutto questo, Kedway.

 So bene quanto ti preme ottenere il comando di tutti gli evasi.  Il tuo piano sarebbe irrealizzabile se rimanessi solo. Io lo so, tu lo sai e questi signori lo sanno.  Pensi che siano così stupidi?"

Kedway ribatté 
"E' l'unico modo che abbiamo di fuggire senza il rischio che uno di noi freghi l'altro!"

 Un uomo gigantesco con una grande barba sbatté un pugno sul tavolo.

 "FUGGIRE?  Mad Max non fugge! Ma soprattutto, Mad Max non si fa comandare da nessuno. E' Mad Max a comandare gli altri! Io dico di barricarci qui e portare all'inferno con noi tanti più fottuti yankee  possibili!"
A parlare con un inglese stentato fu lo Scandinavo Mad Max, la furia del Bronx. Quando era in libertà riunì sotto il suo controllo diverse gang rivali ed arrivò a minacciare le autorità stesse della contea.

 "Interessante la tua idea suicida Mad Max"  disse Taylor

 "Ma ho un'idea migliore che forse ti piacerà.   Andiamo a NORD!"

"A Nord?  Sei pazzo?  C'è la città di Key West. E' il primo posto in cui ci andrebbero a cercare"
protestò Pablo Ramirez narcotrafficante colombiano.

 "Ma noi NON ci nasconderemo."  Continuò Taylor
"Muoveremo verso la città e ce ne impadroniremo con la forza e il terrore, e nessun esercito potrà fermarci.   Rivendicheremo il nostro diritto di vivere e grideremo a gran voce la nostra contrarietà verso questa società corrotta.
Questa società CADRA'
E dalle sue ceneri sorgerà un nuovo ordine
che scuoterà le fondamenta
del mondo"

 Qualcuno rise.

 "E bravo...E con quale esercito vorresti compiere una tale impresa?" Chiese Kedway. 
"Al principio eravamo più di 170 evasi.
 Dopo lo scontro con le guardie diversi di noi sono morti. Saremmo 150 al massimo e tu vorresti invadere una città di oltre ventimila abitanti?
Sei solo un buffone,  e mi hai stancato!  Bob, rimettilo al posto suo. 
Rinchiudi in qualche cella questo pazzo visionario"

 Un enorme uomo di colore s'avvicinò in modo minaccioso verso Taylor, che nonostante si trovasse su un piano decisamente rialzato era alto quanto lui.
Bob sfoderò un pugnale ma prima che facesse un altro passo, Seth repentino gli puntò la pistola alla testa e premé sul grilletto.

 L'uomo cadde a terra esanime con un grosso foro sulla fronte da cui usciva del fumo.  
Alcuni risero istericamente, altri protestarono, altri ancora gli puntarono contro le armi,  Kedway gridò contrariato.

 "Ben fatto, Seth. Ben fatto"  disse il diavolo Ztefan dentro di lui.
"Le tue azioni malvagie mi hanno permesso di passare al secondo livello di possessione demoniaca.  Ora fa come ti dico: protendi la mano verso il morto e cerca di concentrarvici tutta la tua energia. Al resto ci penso io" 

 Seth, s'accorse di non avere alternativa e fece quanto consigliato dal demone.
Avvertì un'innaturale emanazione di potenza.  Poteva vederla.  Era un alone immateriale di colore rosso scuro.  Si trasferì dal suo braccio al corpo esanime del morto.
Con grande sorpresa di tutti gli occhi di Bob si riaprirono. Erano di colore rosso come il potere che lo aveva rianimato. Anche la pelle si tinse della stessa sfumatura e il sangue che sgorgava dalla testa gli si seccò sulla pelle.

 L'uomo si rialzò in piedi lanciando un urlo feroce, e poi si genuflesse davanti al NUOVO PADRONE.

 
Tutti in quella stanza restarono senza fiato: Iyad, Kedway, Billy Kid, Morino. 
Ramirez si strofinò gli occhi pensando di essere strafatto.  Tutte le personalità di Doppler concordarono sul fatto di trovarsi di fronte ad un evento incredibile.
Mad Max basito lasciò cadere il mitra a terra.

 "...E Gesù disse a Lazzaro : -Alzati e cammina-"  Disse Hozer inginocchiandosi.

Seth dall'alto al basso rivolse lo sguardo verso tutti i presenti.

"Allora....CHI E' CON ME!"

 Il silenzio era assordante.  Tutti quanti erano scossi da  quella manifestazione paranormale, ma via via alla paura prese spazio la speranza.
La speranza di aver trovato la guida che li avrebbe resi GRANDI.  Videro in lui un NERO MESSIA che avrebbe seriamente reso realtà i loro più ardenti desideri di voler cambiare le cose nel mondo.

Improvvisamente i personali interessi di tutti divennero comuni e confluirono tutti nello sguardo ambizioso di Seth Taylor.

 Una voce si alzò dal silenzio.

"IO SONO CON TE"

una seconda voce si accodò

"ANCHE IO SONO CON TE"

A queste si unirono lentamente le voci di molti altri.

"CON TE! CON TE!..."

 
Alla fine tutti quanti si ritrovarono a far parte del coro, per ultimi, anche Morino e Kedway.

 "...Scateneremo l'onda del destino..."  Dichiarò Seth Taylor.

 Alcuni  saltarono in piedi  sulle sedie osannando il nuovo leader a gran voce.

 "...Su tutti coloro..."

 Alzarono in alto le loro armi e incominciarono a sparare esaltati

 "...Che oseranno contrariarci..."

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Capitolo 7
*** La lista dell'Angelo ***


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CAPITOLO 7   (Matthew)
La lista dell'Angelo.

Testo in prima persona.

 

Dicono di agire in nome di Dio. Già.
Uccidono per lui, dicendo di compiere delle "distruzioni".  Sono solo dei folli.  
C'è chi dice che la possessione di un diavolo sia ciò che di peggio possa capitare in vita.... Perché non hanno mai visto a cosa può portare la possessione di un ANGELO.
E ora mi trovo qui, a due metri sotto terra, sepolto vivo, a parlare da solo in attesa forse della fine.  Non mi trovo in una bara, per fortuna la mia sorte non è stata così terrorizzante.  Mi trovo in uno spazio di circa due metri per due, e sono accasciato sulle scale che portano all'unica uscita:  una botola serrata.
E' stato mio padre a rinchiudermi vivo.  Diceva che LUI gli ha detto di diffidare di me, che non porterò a nulla di buono.  Dice che non gli ha voluto credere perché sono pur sempre suo figlio. Ma intanto mi trovo qui da una settimana, bevendo la poca acqua che mio fratello fa scorrere da un buco della botola.
Mi formicolano le mani,  non sento più le gambe, ma la cosa peggiore è questo sapore che ho sulle labbra: non sa di sangue, né di febbre né di morte, ma di tutto questo messo insieme.
Probabilmente morirò di stenti.

 Tutto incominciò un mese fa.  Le cose andavano bene,  o almeno relativamente bene.  Mio padre aveva la nomea dello "strano" del paese: bigotto, puritano, predicatore.
Mia madre era morta partorendo mio fratello che ora ha 10 anni ed è tanto strano quanto mio padre visto che sono molto simili.  Io invece mi sono sempre discostato un po' dalla religione, non la odiavo come la odio ora, ma non la amavo neppure.

 Accadde tutto quel giorno.

Stavo tornando a casa con mio fratello quando sentii un brusio alle mie spalle. Rosemary la bella della scuola stava sparlando di noi.  Stranamente considerai le sue parole del tutto naturali.  Non ero come mio padre e mio fratello ma facendo parte di quella famiglia, ottenevo un po' della loro impopolarità riflessa. Niente di cui non fossi abituato.

 "Rosemary, è un quarto d'ora che guardi i fratelli  Aposless"
"Quei due ragazzini hanno un non so che di inquietante"
"Inquietanti loro? Sono solo due ragazzi  tutta casa e chiesa. Dovresti vedere il padre allora"

 "E ora mi dà anche del tipo inquietante.  Guarda che mi tocca sopportare"   Dissi sottovoce. Ma la speranza di trasferirmi in una grande città un giorno, mi rincuorava. 
Come se non bastasse mio fratello Mark s'era messo a cantare una ridicola filastrocca da chiesa e non faceva che gettare benzina sul mio fuoco già abbastanza ardente

 "Ho tanta tanta tanta gioia in fondo al cuor"  cantilenò  e poi restò in silenzio.
"No Matt" mi disse  "Non hai capito.  Quando io dico -In fondo al cuor- tu devi dire  -dove?-  capito?"
"Mark, per favore. Non coinvolgermi in queste stro..."
"Ti prego ti prego ti prego"
"E va bene"

-O cazzo-  pensai.  C'era il grasso Jack Trevor a qualche metro da me,  il più stronzo della scuola.  L'insulso capo dei bulletti del paese.  Stava seduto sulla sella di un motorino probabilmente rubato a discutere con qualche altro stronzo suo pari.  Provavo pietà per quella povera moto costretta a sostenere il suo peso.

"Ho tanta tanta tanta gioia in fondo al cuor" 

 -Porca puttana! E ora mi tocca anche dargli corda-   Ci riflettei un attimo e decisi che non mi interessava cosa avrebbero detto di me,  tanto prima o poi avrei lasciato la città e tutto questo non sarebbe stato che un vacuo ricordo.

 "Dove?"  Risposi cautamente.
"IN FONDO AL CUOR"

Gridò il mio folle fratellino.  -Sta zitto maledetto-  urlai dentro di me, ma questo la mia bocca non lo disse.

La mia bocca quasi come agisse per conto proprio disse:
"Dove?"
"In fondo al cuor.  Ho tanta tanta tanta..."

Ecco. 
Jack Trevor e i suoi s'erano girati verso di noi e stavano chiaramente ridendo.

 "Guarda, guarda guarda  che brutti incontri si fanno per questa strada." 
Disse Jack avvicinandosi minacciosamente seguito dagli altri due.

 "I fratelli Aposless, che gran froci. 
Siete appena tornati dalla chiesa dopo esservi fatti le seghe a vicenda eh?  Guarda che finocchietto spaventato. Si caca addosso dalla paura."

Indicò mio fratello che stava arretrando e s'era nascosto dietro le mie spalle.  Gli altri due risero.
Poi tirò fuori un coltello e mi disse

"Dammi tutti i soldi che hai, o un occhio te lo stacco."

 Decisi che discutere con tre individui più grossi di me armati di coltello non sarebbe stato opportuno e senza dire altro tirai fuori dalla tasca 3 dollari, tutto quello che avevo.

 "Cosa?  Mi prendi per il culo?  E' tutto quello che hai?"  protestò strappandomi i soldi dalla mano

"Ho usato gli altri per il pranz..."

"NON DEVI RISPONDERE, FINOCCHIO DEL CAZZO!" s'avvicinò puntandomi il coltello ad una palpebra.

"Cosa mi impedisce ora da staccarti questo tuo fottuto occhio del cazzo, eh?"
Jack sembrava particolarmente fuori dai toni, probabilmente era ubriaco o peggio.

"Lascia stare, Jack dai. Andiamo via."
Disse uno dei suoi  intuendo la piega che avrebbe preso quella storia. Cercò di mettersi in mezzo.

"STAI ZITTO TU! QUESTO STRONZETTO DEVE PAGARE!"
"Ma ha pagato Jack. Domani gli chiederemo di più, dai
"  intervenne l'altro bullo.

 Mio fratello Mark si mise a piangere mentre il fottuto grassone davanti a me scorreva lentamente la sua lama sulla mia faccia.

"Eheh i fratelli Aposless, che gran froci del cazzo!"  Rise lui.

"Così devoti...Così credenti...   Credi in Dio eh, Matt?  Tu credi nel tuo dio fottuto, vero?"
"s-sì"
"E dov'è adesso il tuo dio fottuto eh?  DOVE CAZZO STA QUESTO DIO, DIMMELO!"
"n-non lo so..."
"Non è qui ad aiutarti quindi.  E dove sta? A farsi le seghe da qualche parte?  Perché non viene qui a salvarti?"

Il suo pugnale affondò più in profondità e mi tagliò all'altezza della guancia. 
Un rivolo di sangue mi solcò il volto.

"Te lo dico io perché.  Perché è un fottuto codardo come te e come tutti voi credenti che vi affidate a lui invece di risolvere le vostre questioni PERSONALMENTE.  Quello che veneri è un vigliacco Matt. Ricordatelo sempre"

Detto questo, mi diede le spalle e si allontanò con i suoi amici e con i miei tre dollari. Mark piangeva ancora e mi stringeva forte. La mia vista era appannata ma ero abbastanza lucido da provare un'incredibile rabbia. Probabilmente il taglio che mi aveva inferto aveva risvegliato in me una sorta di istinto animalesco sopprimendo il terrore che mi aveva paralizzato i sensi un attimo prima.

Non era la paura a governarmi ma l'irrequietezza, una cresciuta percezione delle cose. E fu in un lampo di follia che la mia bocca parlò da sola.

 "STRONZO!"    gridai.

 Jack si voltò con aria omicida.
Gli altri due bulli erano senza fiato.

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Capitolo 8
*** Distruzione dei demoni ***


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CAPITOLO 8  (Matthew)
Distruzione dei demoni.

 

"Ehi che sta succedendo qui?"
Chiese un vicesceriffo affacciandosi dalla volante mentre il pugnale di Jack era ormai a pochi centimetri dalla mia faccia.
Ritrasse subito la lama e si  allontanò.
"Oh Matt, non finirà certo così facilmente per te"  sussurrò prima di andarsene.

 Insomma se prima le cose andavano già abbastanza male, ora sono decisamente peggiorate.  Come sono caduto dalla padella alla brace?  Ci sto giusto arrivando.

 "Entrate in macchina!" invitò il vicesceriffo.

"Perché stavate attaccando briga con Jack Trevor?" chiese

"N-non stavamo attaccando briga! Ha fatto tutto da solo. Ci ha minacciati con un coltello, ma non lo ha visto?"

"Io ho sentito solo che gli davi dello -stronzo- "

"Era perché... lui...  Oh andiamo vicesceriffo, lei lo sa benissimo!  Sa chi è Jack Trevor e sa quello che fa.  Forse ho sbagliato a urlargli che è uno stronzo ma se sono arrivato a questo, un motivo c'era. Perché non fate niente per fermarlo?"

"Ehi ehi, piano con le insinuazioni, ragazzino! Come predica tuo padre, prima di tutto dovresti giudicare te stesso. E ringrazia il cielo che non ti porto in centrale."

 L'agente  sapeva benissimo qual era la situazione.
 Jack Trevor era il figlio dello sceriffo della contea, e nessun vice sceriffo trovò mai il coraggio di portarlo in centrale solo per aver sentito qualche  assurda dichiarazione dei ragazzini del posto.
 Per mettere dentro il figlio di un pezzo grosso servono prove.
Nemmeno coglierlo il flagrante nell'atto di minacciare qualcuno sarebbe bastato ad un qualunque agente poiché davanti allo sceriffo sarebbe stata la parola di uno dei suoi agenti contro quella di suo figlio. 
Pensai che erano solo una massa di codardi e corrotti.
Rimanemmo in silenzio. Sentivo dietro di me solo i sussulti del mio fratellino ancora scosso per prima. 

 "Siamo arrivati"  Dichiarò l'agente.
"Ora fa il bravo e vai a casa. Questa volta passi, ma spero che la cosa non si ripeta mai più"

 Non risposi.  Scesi dalla volante e presi mio fratello per mano. Arrivati sulla soglia la porta si aprì.

"Cosa è successo, ragazzi?  Perché vi ha riaccompagnati a casa la polizia?"
Chiese mio padre preoccupato accogliendo Mark tra le sue braccia.

"Jack Trevor papà. E' sempre colpa sua."  Gli risposi.
"Trevor, Trevor, Trevor.  Quando imparerai a prenderti le tue responsabilità, Matthew?  Ormai sei grande, hai già 12 anni.  Venite a mangiare, la cena è pronta."

 Dopo qualche minuto ci ritrovammo tutti a tavola come una vera famiglia, ma contrariamente ad una vera famiglia non mi veniva niente da dire; udivo solo il rumore delle mie mandibole sulla pietanza a base di carne che mio padre aveva preparato.

Mio fratello invece stava riepilogando nei minimi dettagli tutte le inezie che avevamo fatto durante la giornata. Nulla di insolito insomma, finché non fu mio padre a parlare.

"Ragazzi dovete ascoltarmi, molto attentamente. E' successo una cosa ieri notte..."

Distolsi lo sguardo dal cibo e li puntai su mio padre.

 
Ci disse che aveva avuto una visione la notte prima, una visione divina.
Gli era apparso un angelo e gli aveva annunciato una profezia.  Gli disse anche cosa Dio avesse in mente per la nostra famiglia.

"...La fine del mondo è prossima, si sta avvicinando.  L'angelo me l'ha mostrata.  Ci sono dei demoni tra di noi,  Satana li ha mandati per la battaglia finale.

 L'angelo mi ha anche detto che per impedire che altri demoni continuino a sorgere nel mondo, dobbiamo distruggere i malvagi, gli ingiusti, gli immeritevoli.  Tutti coloro insomma, che hanno le potenzialità per accogliere nel loro corpo un demone.  

Prevenire è meglio che curare, perché l'unico modo per dare ad un immeritevole la possibilità di scontare le sue pene in Purgatorio è distruggerlo PRIMA che venga posseduto.   Se giungessimo troppo tardi la sua anima brucerebbe all'Inferno fino alla fine dei giorni"

"Papà, ho tanta paura"  piagnucolò Mark.
"Non devi aver paura, tigre.   Siamo stati scelti da DIO.  Lui ci proteggerà. Ci ha affidato un incarico speciale,  non dobbiamo temere i demoni. Dobbiamo acciuffarli uno ad uno e cacciarli da questo mondo"  
Sorrise carezzando Mark sulla testa.

"Questo è quello che Dio ha deciso per noi.  L'angelo ha detto che siamo la mano di Dio"

"Come dei supereroi?"  chiese Mark.

"Esatto"  rise mio padre.   "una famiglia di supereroi che cerca di salvare il mondo"

 Dubitavo di lui.  Guardavo mio padre come fosse un pazzo, e forse lo era.

"Papà. Ma questa cosa non ha senso"  gli dissi.

"Lo so che può sembrare strana, Matt"

"Allora papà, quali sono i nostri superpoteri?"  chiese mio fratello.

"Intanto noi possiamo vedere i demoni.  E poi Dio mi ha dato delle armi magiche, venite a vedere"

 Non sapevo cosa dire e come sentirmi. Ero troppo confuso per riuscire a capire, non ci riuscivo davvero o forse rifiutavo di farlo. Il mio mondo felice e sicuro era stato capovolto e di fronte a me c'erano solo cose oscure... Molto oscure.  E la mia mente non riusciva ad accettarle.

 Si alzò e distese una coperta sul tavolo, la scoprì e rilevò quelle che lui chiamava Armi Magiche.
C'era una motosega, un'ascia da taglialegna,  una sega circolare, un paio di guanti.

 Mi si agghiacciò il cuore. 
Erano armi da serial killer, da pazzo psicopatico.

 "Armi da falegname"  disse mio padre toccando dolcemente la testa di mio fratello.
"Falegname come Gesù Cristo.
Ora andate a dormire, ragazzi.  Ci aspetta un lavoro grandioso."

 Andai al letto, probabilmente era tutto un sogno, un incubo. Niente di così folle poteva essere vero.
Nei giorni successivi nessuno parlò più di quella faccenda, tutto procedeva come al solito finché una notte io e mio fratello fummo svegliati nel sonno da mio padre.

"Ragazzi, svegliatevi è ora di lavorare."
Pensavo di stare sognando, di nuovo, poi mi mise una mano sulla spalla e mi parlò.

"Lo so che hai dei problemi ad accettare quello che sta succedendo e mi dispiace, ma è la volontà di Dio, e dobbiamo ubbidire a Dio."
"Forse lo hai solo sognato."
"Non l'ho sognato. Non potrei inventarmi una cosa del genere"
"Forse sei stanco, esaurito."
"E' tutto vero, Matt. Te ne accorgerai presto.  Di questo volevo parlarti. Ho la prima lista."
"Papà.  Questi sono nomi di gente comune."
"Infatti. Lo sembrano, ma non lo sono.  Quando poserò le mani su di loro vedrò tutto quanto.
A questo servono i guanti."
"P-papà?...Perché indossi i tuoi guanti in questo momento?"

"Seguitemi ragazzi."

 Avevo la mente annebbiata, il sapore del vomito in bocca. Mio padre ci portò al vecchio capannone degli attrezzi e con una chiave aprì la botola di una vecchia cantina scavata da noi  molto tempo prima ma che non sfruttammo mai realmente.

"Per questo motivo la scavammo.  Dio aveva visto tutto"  disse mio padre accendendo la luce.

 La vista di ciò che mi si presentò davanti mi fece sussultare.

Adam Lester, il macellaio della nostra via che conoscevo da una vita era legato ad una sedia, la faccia tumefatta, il sangue che gli colava da una ferita in testa.

 "Papà!...Questo è..."

 L'uomo legato cercava di urlare, ma un panno in bocca glielo impediva.
Adesso sapevo che non stavo sognando, era tutto vero.

 Mio padre s'avvicinò ad Adam e gli poggiò le mani sulla fronte mentre inutilmente si divincolava.

"TI PREGO PAPA' NON FARLO"

Quando lo toccò mio padre incominciò a fare strani versi come se avesse una crisi mistica. Incominciò a  tremare in modo assurdo, quasi epilettico, tutti i suoi nervi erano in tensione e i suoi occhi si spalancarono oltre ogni limite.
Poi la crisi cessò, mio padre si voltò, afferrò l'ascia e con sguardo severo guardò il vecchio Adam.

 "Non immaginavi che qualcuno lo sapesse eh?  MA DIO TI HA VISTO!"
"PAPA' NO, TI PREGO!"
  urlai distogliendo lo sguardo mentre mio fratello incuriosito era rimasto a guardare.

 "STA ZITTO!
NON SI SFUGGE ALL'IRA DEL  SIGNORE!"
L'ultima cosa che vidi fu l'ascia abbattersi su Adam una volta, due volte, tre volte e tanto tantissimo sangue schizzare sulla mia faccia.

 Il macellaio era stato macellato.

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