Il tinto, il pastore bergamasco e la ballerina.

di Lalla Aya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

 

 

Capitolo 1

 

-Ehi, vuoi qualcosa? Finito di fissarmi?- disse una ragazzina tutto pepe.
-Scusa ma non è normale vedere una che alla pensilina s'infila una gonna a fiori sopra i jeans. - proferì stupito un ragazzetto magro e un po' pallido con due occhietti nocciola da furbetto e i capelli neri spettinati.
-Beh, se non vuoi vedere voltati, perché adesso i jeans me li tolgo!-replicò con tono scortese.
-Sei nuova?- aggiunse un ragazzetto che fino a quel momento era rimasto in disparte, singolare tipetto anche questo, una felpa XXL, pantaloni larghi vita bassa, sembrava uscito da un video rap.
-Acuto, il pastore bergamasco!- disse con tono acido e arrabbiato la ragazzina.
-Senti bella, pastore bergamasco lo tieni per te, da una poi che si è messa quella specie di prato fiorito in testa? Ma come ti sei conciata?- disse indispettito il ragazzetto con i rasta.
-Senti, pensa al tuo guardaroba che al mio ci penso io!-replicò con tono acido.
-Su questo non ci piove.- taglio il ragazzo alquanto offeso.
-Miih che paese di merda, piove fa freddo ed è il primo giorno di scuola! Che palle! E poi per gradire sono qui con due tipi strani come voi ad aspettare sotto una pensilina di legno pidocchiosa in un paesino disperso in questo c...o di paese dimenticato da Dio!-
-Sul paesino del cazzo disperso, confermo, è una vera merda.- disse il ragazzino rasta
-E sul tempo altrettanto. Ma hai un accento strano? - chiese il morettino
-Sì sono franco tedesca, mia madre è tedesca e mio padre è francese, ci siamo trasferiti da poco, in quella villona rossiccia.
-Oddio!
-Perché oddio?
- Sei tu che ascolti quella musica da taglio di vene e zompetti come un grillo?
-Noi abitiamo in quella casa bianca laggiù.
-Senti morettino, zompetti come un grillo lo dici a tua sorella e musica da taglio di vene a tua nonna, ma l' "abitiamo"?
-Sì siamo gemelli!
-Sì mio nonno in cariola, se hai finito di prendermi per il culo, sali sull'autobus, se no ti spezzo quelle gambine smilze ci faccio uno xilofono e con il femore ci suono la marcia Radetzky!
-Senti bella, di prenderti per il culo alle sette del mattino non abbiamo nessunissima voglia, se ti va di crederci, bene, se no non me ne frega un cazzo.- ribatté incavolato il ragazzino rasta.

L'autobus era arrivato quei due ragazzetti e quella strana tipetta erano saliti con la tristezza nel cuore, che palle la scuola, le vacanze estive erano davvero finite e quella pioggerellina fine e fastidiosa annunciava l'inizio dell'autunno.

-Che fai ci segui?
-Oddio che incubo, andiamo nella stessa scuola?
-Sì, temo, è quel lager laggiù?
-Allora sì, è la stessa?
-In che classe sei ?
- La settima, sezione A
- Sappi allora che è una disgrazia siamo in classe insieme.
- Se il buon giorno si vede dal mattino!
- Chi ben comincia è a metà dell'opera.
- Dai un'altra frase fatta...- e poi i tre guardandosi scoppiarono a ridere, non si erano ancora presentati, ma presagivano che sarebbero diventati buoni amici.

Nell'atrio della scuola i ragazzi erano felici di incontrarsi e molti gruppetti si erano già formati, pacche sulla spalle, piccoli buffetti, baci e abbracci non si risparmiavano, il vociare era, infatti, assordante. Molti, soprattutto i più grandi si girarono a guardare i tre che stavano arrivando, quel trio un po' strano parve attirare la loro attenzione, certo il cappellino di quella ragazzina era veramente singolare, per non parlare della gonna e della giacchina, ma lei portava il tutto con fierezza, mentre gli altri due ragazzini così piccoli e magri sembravano sfidare il mondo con il loro cipiglio fiero.

-Eh, bei capelli ragazzetto, sembrano le frange del tappeto di mia nonna!- incalzò uno dei bulli della scuola
-Fingi di ignorarli, fratellino. Come vedi- rivolgendosi alla ragazza dal buffo cappellino- la nostra scuola è uno sballo! C'è gente simpatica da far scompisciare.
-Sfigato, dove l'avete raccattata quella con un'aiuola sulla testa?- aggiunse un altro del gruppo.
-Senti Nehandertal, pensa a te e ai tuoi pantaloni color vomito di gatto?
Tutti intorno al ragazzo riuscirono a stento a trattenersi dal ridere. Il ragazzotto stava per reagire quando suonò la campana.
-Beh, sei salva per questa volta, ma sappi che ci ritroviamo.
-Oh, che paura, guarda me la sto facendo sotto, oh, non so se resisterò, le mie gambe tremano- e appoggiandosi ai due suoi compagni di sventura facendo finta di barcollare aggiunse, con tono canzonatorio - oh, oh cosa farò? Mio Dio, tremo!
-Ridi, ridi bella ma ci rivedremo.

-Complimenti che bell'inizio fratellino?-sussurrò il ragazzino magro dai capelli neri corti.
-Già. L'anno scorso ci sono toccati i nazzi, quest'anno ci toccano i borchiati motociclisti?- ribatté il fratello rasta aggiungendo con tono mesto- Grazie al prato fiorito qui accanto a noi!
-Senti ti ho chiesto di non chiamarmi così, nappa da tende!
-Ah nappa da tenda, questa è buona! Geniale, mi piace!- il morettino cominciò a ridere divertito mentre nella sua mente si profilava il fratello con la testa appesa ad una tenda.
-Senti vuoi che ti spacchi la faccia adesso o casa? Magari ti allargo quel sorriso da ebete!
-Tu provaci e lancio la tua chitarra dalla finestra, con tutta la tua collezione di boxer infestanti.
Gli alunni pian piano raggiunsero le loro rispettive classi mentre i due ragazzi, salendo le scale per raggiungere la sezione A, si scambiavano tante "frasi dolci".
-Insomma- tuonò una voce rivolta ai due fratelli che stancamente si stavano letteralmente trascinando su per le scale- cominciamo bene voi due! Dentro e tacete!
Gli alunni avevano fatto a gara per sedersi in fondo all'aula e ai due fratelli, giunti tra gli ultimi, era toccato un banco in prima fila accanto al muro e vicino alla finestra, l'ultima entrata era la nuova ragazzetta che aveva assistito divertita allo scambio di "complimenti" tre i due fratelli, a lei era rimasto il banco singolo accanto alla cattedra, il banco della vergogna come lo chiamavano tutti.
-Bene facciamo l'appello- tuonò la professoressa di mezza età, rossiccia, alta, magra con molte rughe d'espressione e un cipiglio arcigno e severo che bastava a far zittire tutti - Lauren Bart
-Presente- la ragazzetta dal buffo cappellino si era alzata e con voce squillante aveva risposto, mentre i compagni cominciarono a ridere e a scambiarsi commenti, i due fratelli rimasero nella loro posizione. Il morettino guardava sognante dalla finestra e al suono di quella voce si era appena girato e aveva sorriso per poi riprendere a volare con la fantasia; mentre il ragazzetto con i rasta che già sonnecchiava con la testa appoggiata al muro, aveva guardato di sottecchi quella buffa ragazzina con la strana gonna a balze, sembrava proprio uscita da una casa di bambole dell'ottocento, una chioma di capelli lunghi castani le arrivava fino alla fine della schiena, certo quella ragazzina lo aveva colpito, non solo per l'abbigliamento, le sue parole e quel suo tener testa ai gradassi della scuola, non era certo il suo tipo, ma i suoi occhi blu che lo scrutavano indagatori lo avevano incuriosito.
-Non urlare così come un'oca sguaiata, basta un semplice "presente"- ribatté la professoressa Rosencranz che proseguì con l'appello.
....
-Bill Kaulitz
-Se... cioè sì- con voce che dal poco convinto passò allo squillante
-Tom Kaulitz
-Uhm. - accennò il ragazzo
...
Lauren li guardò pensando "uhm, che nomi buffi sembrano i nomi di due cagnolini, due nuovi soprannomi: grugnito e monosillabo, vista la risposta dei due all'appello calzano a pennello."

La giornata era cominciata benissimo prime due ore tedesco e la professoressa Rosencranz aveva somministrato una verifica d'ingresso accolta da solo alcuni timidi cori di no. Era "felicemente" proseguita con due ore di matematica, la professoressa Valgassen, forse più severa e rigida della sua collega, anche lei aveva preparato un "simpatico" test d'ingresso, era poi terminata con un'ora d'inglese, Ruskin, la professoressa alta, imponente e con un carattere non proprio malleabile, aveva da subito interrogato in lingua i suoi studenti.

-Giornata simpatica quella appena trascorsa- esordì Lauren rivolgendosi a Tom.
-Uhm.
-Sono soddisfatta però, ho preso due bei sei in inglese e matematica, in tedesco un simpatico cinque.
-E sei contenta?- interrogò con aria sbalordita Bill.
-Sì mi sembrano dei voti discreti?- ribatté sorridente la ragazzina
-Da che pianeta vieni? Hai preso due insufficienti e un mediocre e sei felice?- la guardò con aria di sufficienza Tom, proprio non aveva mai visto una ragazza così!
-Senti mocio Vileda biondo, mi prendi per i fondelli?- minacciò Lauren con il dito.
-Ascola, prato fiorito in testa, hai della gramigna al posto dei neuroni, i voti vanno dall'uno al sei, dove il sei è il minimo e uno l'eccellenza!
-Porca miseria ladra sono nella cacca fino al collo?
I due gemelli la guardarono e scoppiarono a ridere come degli scemi, non avevano mai visto una ragazzina dall'aria così dolce, dai tratti così delicati e dall'ovale perfetto, parlare come una scaricatrice di porto.
- Siete due stronzi, ridete, ridete delle disgrazie altrui, ma la mia vita si conclude qui, addio mondo crudele, mia madre mi metterà in clausura, che scuola di merda, cazzo sono passate cinque ore e ne ho già piene le tasche per non essere volgare!
-Ah il "porca miseria ladra" " stronzi" " cazzo"
-"Scuola di merda"-finì Tom
-Non sono volgarità?- s'interrogò Bill
-No, volevo aggiungere ne ho già le palle piene, ma mi sono trattenuta.
-Ah ecco la contessa si è trattenuta e in ogni caso mocioVvileda lo dici a qualcun altro!
-Oh, che paura aiuto Bill sto tremando, sono bianca dalla paura - Lauren si aggrappò al sottile braccio del ragazzino che rideva a crepa pelle guardando il fratello.
-"Mocio Vileda" mi piace- rincarò Bill- insieme a "nappa per le tende" e "pastore bergamasco" credo che tu abbia completato la tessera punti per oggi!
-Dimentichi "frange del tappeto"!- rincarò Lauren ridendo.
-Oh, due cretini se non ci muoviamo perdiamo l'autobus, e con te comunque facciamo i conti a casa!- rivolgendosi con sguardo torvo al fratello.
I tre salirono sull'autobus al volo e quasi senza fiato si sedettero in tre nel posto da due, erano talmente magri che ci stavano benissimo.
-Oh sai che figata tornare in quel buio paesino, sperso tra le colline! "Farà bene l'aria pura al tuo asma!!!" Bella scusa per portarmi via!
-Oh altra cosa in comune, allora, l'aria pura, i campi, i prati per giocare e crescere felici, buoni motivi per far crescere i gemellini tra i monti!- disse con tono di profondo rancore Bill.
-Uhm "simpatici" i genitori che pensano al tuo benessere, odio l'aria pura, i prati verdi e le colline! Datemi dei grattacieli, palazzi e tanto smog!- disse Tom
-Non dirlo a me io una settimana fa abitavo sotto la Tour Eiffel! Vedi un po' tu!?
-Forte!- urlò con un acuto Bill, mentre Tom rimase sempre più sbalordito, quella ragazzina era proprio strana!
Il viaggio proseguì calmo e tranquillo i tre stranamente in silenzio assorti nei loro pensieri.
Scesi dall'autobus Lauren si cambiò come aveva fatto la mattina e i due fratelli si stupirono sempre più! Bill non si trattenne e le chiese.
-Mi togli una curiosità? Perché indossi quella buffa gonna fiorita? E quando arrivi a casa ti metti i jeans!
-Mia madre mi rompe perché non so integrarmi, nella vecchia scuola mi hanno cacciata perché ho litigato con una mia " simpatica" compagna di classe e la sua gang del pollaio perché non mi vestivo da oca starnazzante! Sai, per sbaglio un giorno in corridoio, durante la ricreazione, è caduta sulla mia mano e le ho deviato il setto nasale! Quindi "adesso ti rifaccio il guardaroba e ti vesti come le tue compagne", ha tuonato mia madre. Ma io col cavolo che mi vesto come le altre!
-Mi sa che diventeremo amici!-annuì sorridendo Bill, mentre con sguardo interrogativo e non proprio con un aria convinta Tom aggiunse:
- Eh sai che trio! Con Ralph e Alex poi un quintetto da sballo!
-Chi sono Ralph e Alex?- indagò Lauren.
-Due compagni di scuola.
-Gli unici che ci rivolgono la parola.
-Beh dopo il casino dell'altro anno!
- Che casino?-
-Storia lunga- tagliò corto Tom
-Già- aggiunse Bill - meglio non cominciare!
E i tre si separarono con un saluto, "due gemelli?", pensò Lauren, " non si somigliano per niente! Però sono buffi e simpatici, mi piacciono proprio! A parte i nomi singolari."
***
Ormai il trio era collaudato, a scuola facevano sempre crocchio tra loro e i due vecchi amici dei gemelli, insieme cercavano l'angolo più remoto del cortile della scuola e si divertivano tra loro sparando cavolate, mangiando come dei maialini caramelle gommose, panini, pizzette ed altre schifezze, Lauren invece sgranocchiava stupita le sue carotine, il gambo di sedano e i finocchi che si portava da casa in una scatolina rosa ovviamente fiorita!
-Sentite, siete dei maiali, ingurgitate schifezze dal mattino alla sera, praticamente vivete di caramelle gommose e pesate 60 kili in due? Una sola cosa: vi odio!
-Eh, la fortuna di aver il metabolismo veloce!
-Botte piccola, ma stomaco d'acciaio!- si batté sulla pancia Bill- Invece tu sei veramente sfigata!
-Che cazzo di merende ti porti?- aggiunse Tom con il suo linguaggio sempre forbito
-Sentite Cip e Ciop - facendo svettare l'ormai collaudato dito minaccioso- io mi nutro con verdura biologica, un regime dietetico ferreo, devo fare la ballerina!
I quattro ragazzi la guardarono e cominciarono a ridere. Lei per tutta risposta e altrettanto finemente di Tom rispose con il dito medio!

In classe era il solito mortorio, una desolazione, i due fratelli erano stati spostati di banco la seconda settimana di scuola dalla professoressa di francese che non sopportava i balbettii sconclusionati di Bill e le cavolate proferite dalla bocca da Tom, quando si trattava di parlar francese.
Tom era stato messo in banco con la secchiona della classe in prima fila davanti alla cattedra in modo tale che non si potesse appoggiare al muro e dormire, il suo cambio era stato annunciato dalla frase " Basta Kaulitz, il muro sta su da solo, non abbiamo bisogno della tua testa vuota, c'è la colonna portante che tiene su la scuola! Mettiti con Fischer" Questo cambiamento era stato accolto dal ragazzino con un mugugno di disapprovazione, chissà che belle parole nascondeva.
Verso la fine dell'ora anche Bill ebbe modo di sperimentare la furia francese.
-Alors l'autre Kaulitz, t'as terminé avec tes rêveries?- Bill non si era per nulla scomposto e aveva continuato a guardare fuori con sguardo perso, non aveva infatti capito che si stava rivolgendo a lui quel rimprovero! Dopo tutto gli era stato rivolto in francese!
La professoressa, vedendo che il rimprovero non aveva sortito l'effetto voluto, abbandonò la cattedra e con calma scese dalla pedana avvicinandosi di soppiatto al ragazzo, neanche le risatine soffocate dei compagni e i commenti che si levarono, poterono ridestare il ragazzino. La "cara" compagna di banco di Bill, poi, sfoderava un sorriso ironico e sadico, non aveva, infatti, neanche tentato di avvertirlo per evitargli il rimprovero.Ormai la professoressa era davanti a Bill e con aria calma, ma minacciosa disse:
-Bonjour, alors ça te plaît le panorama par la fenêtre?
-Oui, je m'appelle Bill. - proferì il ragazzo a fatica.
Tutti scoppiarono a ridere, Lauren più fragorosamente degli altri, aveva tentato di aiutare l'amico con il francese, ma evidentemente il ragazzino era veramente senza speranze e più volte si era sentito dire dall'amica " La tinta per capelli ti fa male, Bill! Insomma riesci a capire che alcune consonanti finali non si leggono o cosa?"
-Lève-toi et assieds-toi avec Neumann!
Bill sgranò gli occhi, non aveva capito nulla di quello che gli era stato detto, preso dal panico si guardava intorno spaurito cercando aiuto, ma neanche da suo fratello ottenne qualcosa, Tom, infatti, era letteralmente piegato in due e con le lacrime agli occhi, rideva come un matto, solo Lauren gesticolava in modo inconsulto per fargli capire di doversi alzare e il ragazzino sempre più confuso sfoderava le uniche frasi che si ricordava di francese.
-Ça va bien, merci. C'est un crayon. Ah, Neumann, c'est un garçon!- con l'ultima frase era convinto di aver fatto centro, la professoressa sicuramente gli aveva chiesto " Qui est-ce?".
L'insegnante scoraggiata, ma senza perdere le staffe, con aria da compatimento scotendo la testa gli disse:
-Kaulitz, con te è una partita persa, ti ho detto di alzarti e sederti con Neumann!
-Scusi prof, sono desolato, non volevo - e balbettando frasi sconnesse di scuse, cominciò a raccogliere l'astuccio, i quaderni e le centomila cianfrusaglie che aveva sparso per il banco, sotto poi c'erano fogli d'appunti, disegni, pasticci e libri di tutte le materie precedenti, per non parlare di un pacchetto di coccodrillini colorati gommosi appena aperto. Quando, carico come un mulo aveva finalmente raccattato tutto, nel tragitto e, proprio davanti alla cattedra, gli cadde in terra l'astuccio e tutto il suo contenuto, tutti risero e il povero Bill, sempre più rosso dalla vergogna cercò con lo sguardo il fratello, che però era sempre più svaccato sul banco a ridere, Lauren invece si catapultò dalla sedia e lo aiutò!
-Dai, ti aiuto- sussurrò Lauren - non ti preoccupare.
-Che stronzo mio fratello!- Bill incrociò lo sguardo di Tom che rideva e lo guardò con odio profondo, in quel momento avrebbe voluto prenderlo a sberle!
Quando ormai avevano raccolto tutto o quasi Krause la sua compagna di banco si alzò e disse:
- Kaulitz hai dimenticato il rimmel!- a quelle parole la classe scoppiò a ridere fragorosamente, ma la professoressa con una calma olimpica ribatté:
- Signorina Krause, non si azzardi più ad alzare la voce e dire scemenze, chieda scusa.
Finalmente la pace tornò, la professoressa continuò la sua lezione, Tom si era ricomposto, anzi cominciava a sentirsi in colpa per aver finto indifferenza e non aver mosso un dito per aiutare il fratellino in difficoltà, Lauren invece ogni tanto si girava per confortare con lo sguardo il suo amico, ma Bill aveva il capo chino sul libro e un groppo in gola, con tutti i compagni che c'erano in classe proprio con il più odioso doveva finire?
Appena si era seduto infatti Neumann aveva sussurrato:
- Prova a sfiorarmi lurida checca che ti spacco la faccia!
Come benvenuto non era stato dei migliori e come seconda settimana di scuola non si presentava felice.

Questa era l'atmosfera che si respirava in classe, una desolazione pazzesca, Lauren era stata presa di mira dalla professoressa Rosencranz che la trattava come una povera mentecatta solo perché purtroppo in tedesco scritto era veramente scarsa, in casa infatti a Parigi, aveva sempre parlato tedesco con la madre, ma per quanto riguarda lo scritto, non aveva mai studiato molto e soprattutto, quando sua madre le faceva prendere lezioni, Lauren, pur di non doversi applicare, si faceva venire dei finti attacchi d'asma.
Tom con la sua nuova compagna di banco stava sclerando, la secchiona infatti ogni tre per due gli diceva con aria di sufficienza:
-Sei proprio un idiota, scrivi/ Leggi/ Prendi appunti/ fai questo, fai quest'altro- alternando il rimprovero. A questi comandi Tom fingeva la massima indifferenza e persisteva a non fare nulla, anzi più questa lo rimproverava e più lui faceva il contrario.
Bill con il suo compagno non era messo meglio, dopo aver ricevuto insulti d'ogni sorta, aveva imparato a farsi piccolo, piccolo; si metteva infatti contro il muro quasi diventando una cosa sola con esso e seguiva senza muoversi le lezioni. Ora non aveva più il conforto della finestra per perdersi in fantasticherie, suo fratello poi era in prima fila e di Lauren vedeva solo la chioma fluente, ogni tanto per fortuna l'amica si girava e lo salutava, allora lui rispondeva con il suo enorme sorriso che tanto piaceva a Lauren.
***
Una mattina fredda d'ottobre i tre si ritrovarono alla pensilina, come ogni mattina alle 6 50 pronti per cominciare una dura giornata di scuola.
-Ehilà, prato in fiore, che faccia sbattuta?- sussurrò Tom vedendo arrivare la sua amica Lauren.
La ragazza non si scompose e non parlò, alzò soltanto il dito medio, come ormai di consuetudine, quando era arrabbiata e non aveva voglia di rispondere.
Bill con molto più tatto e delicatezza sfoderando il suo irresistibile sorriso si avvicinò all'amica e prendendole la mano disse:
-Sei pallida, non stai bene? Tua madre ti ha punita per il mitico 6 in tedesco?
-No, ho avuto una forte crisi d'asma, sta notte non ho dormito molto.
A quelle parole Tom si sentì veramente in colpa per aver canzonato Lauren, da quando si conoscevano non aveva mai visto la ragazza star male e comunque sapeva che nella borsa aveva il suo spray da inalare in caso di crisi respiratoria. Le prese quindi lo zaino per alleviarla dal peso della sapienza, la fece sedere sulla panca umida della pensilina e le calcò il capellino rosa con un gesto affettuoso. Poi aggiunse:
-Senti caramellona rosa, che ne dici di prenderci un giorno di riposo?
Lauren lo guardò con aria stupita, l'idea non era male. Salire sull'autobus e bigiare non le dispiaceva. Bill fece seguire il silenzio della ragazza da un acuto:
-Sì, andiamo al centro commerciale a fare dello shopping ignorante e demenziale!
-Un posto caldo dove cazzeggiare - aggiunse Tom.
Lauren guardò i due tentatori e aggiunse:
-Così vi riempite lo stomaco di schifezze? E mi fate invidia?
-E perché no?-
-Io odio i centri commerciali e lo shopping! Ma vedere il panda che guarda le vetrine con il suo fido fratello pastore bergamasco mi sconfiffera! Ma non ci beccheranno?
-No tranqui! Il centro commerciale è lontano da scuola e l'autobus ferma lì vicino, la cartella te la porto io!- disse Tom.
- Dai, non romperò le palle e cercherò di non fermarmi davanti a tutte le vetrine!- aggiunse Bill sbattendo le sopraciglia e facendo il cucciolo desideroso di coccole.
-Vai sono della partita, ma siete sicuri che a scuola non succederà nulla?- domandò con tono preoccupato Lauren.
- Ma ché! Dopo due giorni di assenza chiamano a casa!- disse spavaldo e rassicurante Tom.
-E con la giustifica?- disse interrogativa la ragazza per nulla rassicurata.
-Perché, non hai mai falsificato la firma dei tuoi?- disse ingenuamente Bill
-No!
-Sono un esperto, falsario, io!- Proclamò Tom- Firmo io per tua madre!
-Io, invece sono il mago imitatore della firma di mia madre, sai quante volte ho salvato il culo al capellone rasta qui?
-Scusa? Tu mi hai salvato? E quando ti copro per le verifiche di francese?
-Quella è un'altra storia!- tagliò indispettito Bill.
-Con te è sempre un'altra storia!- sentenziò Tom.
L'autobus era arrivato e la risoluzione presa, il trio aveva deciso di bigiare! Felici i ragazzi si sedettero al loro solito posto in tre in un sedile da due e chiacchierarono come macchinette senza mai prender fiato, Bill poi, il più logorroico dei tre, cominciò a gettar fango sul fratello come era solito fare, si mise a raccontare di quando erano piccoli al mare e Tom in un tuffo aveva perso il costumino, o di quando suo fratello aveva cominciato a farsi crescere i dread e lui nella notte gliene aveva tagliti un paio, insomma non prendeva neanche fiato parlando a perdi fiato, ogni tanto Tom grugniva qualche improperio rivolto al gemello, mentre Lauren annuiva divertita.
Bill guardò in faccia la ragazza e disse:
-Sai adesso hai ripreso colore! La mia terapia allora funziona!
-Credo che le tue chiacchiere fiume abbiano sortito il loro effetto su Lauren e fatto cadere i coglioni a me!
-Ah è per questo che porti quei cazzo di jeans larghi che sembra che tu te la sia fatta nei pantaloni?
-Ha parlato lo smaltato, truccato dalle magliettine strech improponibili.
-Sentite avete finito di litigare come cane e gatto?- tagliò corto Lauren che cercava di porre fine alla lista di improperi che si scambiavano affettuosamente i gemelli.-Non dobbiamo scendere?
-Porca miseria sì.
I tre scesero al volo, una lunga mattinata di cazzeggio si profilava per loro.
La mattinata cominciò con una lauta colazione da Mac.
-Vi prego non prendetevi gli hamburger alle otto del mattino o sbocco.
-Che scherzi?- disse Bill- Al mattino, muffin al cioccolato, brioche alla panna, donuts, accompagnati da frappé al cioccolato.
-Bella dieta bilanciata, sana, equilibrata e poco calorica soprattutto!
-Poi verso le undici, pausa pizza!- annunciò felice Tom
-Oddio che giornata, era meglio una verifica di francese.
-No, questo mai!- sgranò gli occhi Bill a quelle parole- Niente è peggio di una verifica di francese, preferirei farmi tatuare un teschio sulle parti intime.
Tom e Lauren lo guardarono e scoppiarono a ridere, proprio si leggeva il terrore sul suo volto.
I tre stavano camminando da un po', ogni tanto toccava trascinare via da qualche negozio di accessori Bill che non smetteva un secondo di esclamare, " quanto è figo, quanto è forte, mi starebbe proprio bene"
Poi una vetrina ipnotizzò lo sguardo di Tom. In un negozio di strumenti musicali, una chitarra Gibson nera con profili bianchi lo attrasse e il ragazzo tacque, i suoi occhi brillavano, si poteva leggere " un giorno ne suonerò una" Bill rivolto a Lauren disse:
-Possiamo sederci sulla panchina, è partito!
E Lauren passando una mano davanti agli occhi di Tom non ottenne il minimo accenno e quindi urlo:
-Oddio, oddio, pupille fisse e dilatate, presto dottor Kaulitz lo stiamo perdendo!
- Fiala di atropina, adrenalina, scarica a 100.
- Libera!
I due scherzarono un po' come due cretini imitando E.R, ma non ottennero risposta, si sedettero ad aspettare:
- Sai,- disse Bill- mio fratello è fissato con quella marca di chitarre, noi ne abbiamo un modello, ma meno caro ovviamente, è su quella che il nostro patrigno insegna a Tom a suonare. E tu non sai che rottura sentirlo dire, "un giorno ne avrò una anche io, quella super, la Gibson, modello Paul custom, ma hai visto il prezzo?
-No!
-Ecco vai e sbircia, poi dimmi!
Lauren si avvicinò, aguzzò lo sguardo poi, come al suo solito urlò educatamente:
-Minchia!
A quelle parole Bill non si trattenne e scoppiò a ridere:
- La solita finezza! Vieni qui e lascia il Vileda nel suo brodo.
- Allora il tuo occhio?- chiese Lauren
-Va meglio, no?- rispose dubbioso Bill
-Certo che sei un disastro a pallacanestro?
-Sì, invece negli altri sport sono un drago?- rispose con tono tra l'ironico e lo spavaldo.
-No, sei una schiappa, ma nella pallacanestro dai il tuo meglio.
-Senti se ho un fratello stronzo, bastardo e sadico, non è colpa mia, mi ha lasciato in coppia con quella specie di montagna di Sneider a fare i passaggi e ovviamente questo si è divertito a schiacciarmi come una formica, mi ha fatto un passaggio all'improvviso e io l'ho presa, sì, peccato non con le mani, ma con la faccia.
-Con te a ginnastica è sempre uno spasso: se non finisci con il naso insanguinato da una pallonata, ti incastri sulla cavallina, o ti fai un bernoccolo con l'asta del salto in alto che ti piomba direttamente in fronte, ma il top l'hai toccato con la corsa ad ostacoli quando sei rotolato rovinosamente portandoti via metà degli ostacoli come una palla da bowling.
-E quello stronzo di Tom ha gridato "strike"! invece di venirmi ad aiutare!
-Cavolo, quella volta anche il professore si è piegato in due dal ridere!
-Sì scherza, scherza, in pantaloncini corti non sono bellino, ma mi rifarò, lasciami crescere!!!
-Sì, gambette smilze, ti lascio crescere poi vedremo! Dai andiamo, mi è venuta un'idea per evitare che tu continui ad assomigliare a un panda.
Lauren trascinò l'amico in una profumeria, prese dai campioni in prova: una matita nera, un po' di kejal e dell'ombretto marrone scuro, con mano esperta truccò l'occhio sano dell'amico. Poi gli prose uno specchio:
-Uhm, che figata, ci avevo già provato ad Halloween scorso a truccarmi così, e in effetti è lì che mi è partito il pallino dei capelli neri, ma ora gli occhi!
-Stai benino, o almeno così l'occhio nero si nota meno! Il look un po' dark ti dona!- disse soddisfatta Lauren
-Dai recuperiamo il pastore bergamasco e andiamo- aggiunse soddisfatto Bill, posando lo specchio del negozio.
I due ragazzi trovarono Tom intento a guardare ogni chitarra del negozio e vedendo il fratello arrivare rimase sbigottito.
-No, scusate vi lascio due secondi da soli e voi? Chi cazzo ti ha conciato a quella maniera Bill?
-Perché non ti piace il mio nuovo look?
-Sì, vieni a scuola così domani e vediamo Neumann che dice, come minimo ti fa le labbra rosse!
-Bello, almeno completo il trucco.
-Senti caramellona rosa, che ti salta in mente? Già ha una mente bacata quello lì, se poi gli metti grilli strani per la testa, io lo disconosco, sappi!
-Sai che me ne frega!- Bill alzò le spalle divertito, sapeva che in fondo avrebbe avuto sempre il sostegno di suo fratello e le volte che se l'era vista brutta, il suo fratello maggiore era sempre accorso a salvarlo.
Poi Tom diede una pacca sulla testa al fratello dicendo:
-Prova a chiamari Vileda e ti spezzo tutte le unghie- poi aggiunse- solo prato fiorito può chiamarmi Vileda!- poi si accorse di essere arrossito e con estremo imbarazzo uscì in fretta dal negozio mentre con sguardo basso e una voce cavernosa disse:
-Ho fame, facciamoci una pizza!
Lauren e Bill si guardarono divertiti, poi la ragazza sottovoce disse:
- Zì, padrone!
E Bill aggiunse:- Mio fratello è senza speranza, con le donne è proprio un cavernicolo!
-Imparerà con il tempo.
- Dubito!
I tre ragazzi passarono tutta la mattina in allegria e la gioia proseguì sul tragitto del ritorno dell'autobus, anche Lauren aveva fatto uno strappo al suo regime ferreo e aveva mangiato la pizza con i due ragazzi che avevano preso la pizza grande, coca cola e cheeseburger per finire il tutto con gelato. Ma quando arrivarono alla pensilina dell'autobus c'era ad aspettarli un comitato di benvenuto: due mamme alterate in minacciosa attesa.
Lauren sgranò gli occhi, deglutì a fatica e con voce flebile:
-Sono cazzi amari, ragazzi, è stato bello conoscervi, mandatemi delle arance in carcere!- certo quella risposta denotava che Lauren non aveva perso la sua vena umoristica, ma il suo passo malfermo tradiva la sua emozione.
I due gemelli invece non sembravano poi così preoccupati, la madre ci aveva fatto l'abitudine alle marachelle dei suoi piccoli.
-Lauren Bart- tuonò la madre della ragazza- ti spedisco in collegio! Cosa ti salta in mente di saltare la scuola! Pensavi davvero di farla franca?
Lauren non tentò neanche di difendersi. Sua madre aveva la vena accanto alla fronte che pulsava forte, sembrava un fiume in piena.
-Per andare poi dove? In giro con questo delinquentello rasta e la ragazzina punk? - poi con sguardo arcigno e altero si rivolse alla signora Kaulitz- tenga sua figlia e l'altro poco di buono lontani dalla mia bambina.
-Veramente, io sono un ragazzo- affermò con rabbia Bill, che non aveva calcolato la portata del suo tono di sfida e le conseguenze della sua affermazione si fecero sentire su Lauren che fu strattonata da una madre furibonda che urlò:
-Ancora peggio, tenga quel travestito lontano da mia figlia. Che schifo!
A quelle parole la signora Kaulitz si inalberò e se aveva, fino a quel momento taciuto, di fronte all'insulto sbottò:
-Non si permetta di insultare il mio piccolo Bill, si veste e si pettina come vuole, non si giudica a prima vista una persona, i miei figli sono dei ragazzi con la testa sulle spalle, educati, corretti e gentili. Le marachelle le abbiamo fatte tutti! Non si permetta di dirmi come allevare i miei figli.
La madre di Lauren proseguì trascinando la figlia verso casa poi si concentrò sui vestiti di sua figlia e quasi vicini al cancello si sentirono altre urla:
-Come ti sei conciata! Quante volte devo dirti di vestirti come una persona normale!- e con rabbia cieca strappo la gonna a balze della figlia.
Atterriti i Kaulitz seguirono con lo sguardo la ragazza e sua madre camminare verso casa. La madre strinse a sé i suoi figli, Bill affondò il viso tra le braccia rassicuranti di sua madre e con un groppo in gola disse:
-Mi spiace mamma!
-E di che cosa piccolino?- interrogò la mamma- non ti devi far dire dalla gente come devi essere. Se a te piace vestirti così fallo pure, la gente è veramente cattiva e di vedute ristrette!- Poi guardandolo negli occhi aggiunse- io sono fiera dei miei due bimbi. Anche se in questo momento vorrei strozzarvi, cosa vi salta in mente di bigiare! E che cosa hai fatto agli occhi, Bill?
-Lauren mi ha truccato gli occhi per coprire il livido della pallonata. Mi piace questo look, punk dark!
- Se piace a te, e tu- rivolgendosi a Tom che teneva stretto dall'altra parte- dovresti fare il fratello maggiore, più saggio.
-Veramente sono io che ho suggerito la bigiata, Lauren era pallida e stanca e volevo farla divertire.
-E ci siete riusciti?
-Sì, almeno fino a due minuti fa.
-Non preoccupatevi, la sgriderà un po', le toglierà il cellulare, la tv e internet per qualche giorno come a voi e tutto rientrerà.
Certo per annunciare la punizione era stata una bella frase e quasi, quasi i due gemelli non si accorsero delle parole della madre. Solo quando furono intorno al tavolo della cucina, davanti a un pasto caldo si resero conto delle conseguenze, la madre infatti allungò le mani e sollecitò
- Bill, il cellulare, anche tu Tom, tiratelo fuori, lo rivedrete Lunedì mattina!
I due ragazzi mesti capirono che la punizione era chiara e ferma senza possibilità d'appello.
Poi sentirono provenire dalla casa di Lauren altre voci.
E si vide una furia in camera di Lauren prendere tutte le gonne, i cappellini e gli elastici fiorati che c'erano farne un sol sacco e la madre con passo di carica buttar fuori dal cancello un sacco dell'immondizia nero, il tutto accompagnato da frasi che tutto il vicinato sentì:
-Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere! Sono stufa del tue gonne da pazza squinternata, vestiti come si conviene. Non voglio più vederti parlare con quei due poco di buono e quella donna? Che educazione dà ai suoi figli?
Lauren era muta, guardava sua madre come una furia strappare le sue gonne e con esse una parte di sé. Perché sua madre non capiva quel suo mondo, non aveva mai provato ad ascoltare le sue ragioni, perché non farle prendere lezioni di danza come a Parigi, perché mandarla in una scuola dove faceva fatica ad intrigarsi, perché impedirgli di parlare con le uniche due persone che avevano provato ad andare al di là delle apparenze. Il suo mondo le stava crollando come un castello di carta, ma non voleva piangere davanti a sua madre, Lauren rimaneva pietrificata senza muovere un muscolo, negli occhi solo rabbia:
-Questa volta tuo padre non interverrà come sempre a salvarti, questa volta andrò fino in fondo, come prima cosa domani ti accompagnerò io a scuola e ti proibisco di parlare ancora con quei due mocciosi! E alla ricreazione chiederò al preside di fartela fare in classe, lontana da gentaglia strana. Sappi che sarò irremovibile, sgarra un'altra volta e il collegio Beata Vergine della Consolazione, sarà la tua prossima scuola!
Una mia collega mi ha detto che sua figlia va nella tua stessa scuola è nella sezione D, ha la tua stessa età circa e abita nel paesino accanto, scende cinque fermate dopo di te, si chiama Annika. Quando prenderai l'autobus, dovrai sederti con lei e guai se ti vedrò rivolgere la parola a quei due. Dammi il cellulare, come si chiamano?
A quella domanda Lauren oppose un muro di silenzio, probabilmente neanche sotto tortura avrebbe rivelato i nomi dei due ragazzi.
-Non parli? Bene cancellerò tutti i nomi dalla memoria del cellulare, anche quell'inetta di Leonor, la senti ancora? basta ormai abituati Parigi la rivedrai solo in cartolina!
Quelle parole entravano dritti come spilli nell'animo di Lauren che a stento riusciva a trattenere le lacrime, ma non voleva piangere davanti a sua madre. Questo mai! Perché insultare la sua cara amica d'infanzia, perché infierire su di lei così? Proprio non capiva.
Finalmente sua madre si era placata e aveva lasciato la ragazza sola in camera sua. Lauren ancora scossa andò alla finestra, guardò al di là del muro di cinta per vedere se riusciva a incontrare un volto amico e in effetti vide due testoline fare capolino dalla finestra del salotto. Il morettino gesticolava mostrando fiero il sacco nero dei vestiti della ragazza che aveva prontamente recuperato. Mentre il biondino rasta faceva le boccacce imitando le urla di sua madre, tanto per stemperare l'atmosfera. Lauren salutò i due amici poi scoppiò in un pianto. Si mise accucciata, con la testa china tra le ginocchia. Pianse ininterrottamente senza mai alzare lo sguardo poi dopo due ore pian piano si calmò. Sentì allora degli strani rumori provenire dal giardino accanto e poi un sassolino colpire la sua finestra, ormai era buio e dapprima non capì, poi intuì e aprì la porta-finestra.
-Ehi, Lauren, finito di piangere?- chiese dolcemente Bill- dai su che passa tutto- E sentendo i singhiozzi dell'amica la strinse forte.
-Abbraccio a sandwich- aggiunse Tom abbracciandola dall'altra parte! Quel calore invece di placare il pianto lo alimentò ancor di più e poi tra un singhiozzo e l'altro Lauren raccontò i propositi di sua madre.
Subito i due gemelli rimasero interdetti, poi cercarono di trovare qualche parola di conforto.
- Dai vedrai che in qualche modo ci divertiremo lo stesso.
-Sì comunicheremo con Ralph e Alex alla ricreazione, ti faremo avere tanti bigliettini. E poi tua madre non potrà controllarti sempre, ci resta sempre il capanno del signor Snell.
-La sera possiamo venire qui da te come stiamo facendo adesso, no?
Lauren pian piano si sentì rincuorata, che forti erano questi due ragazzi, dolci e determinati.
-Mi dispiace per gli insulti di mia madre, Bill.
-Credo di averci fatto l'abitudine- disse con tono che nascondeva un velo di tristezza.
- Coraggio prato fiorito, vedrai che ci rifaremo!
-Grazie pastore bergamasco e grazie soldo di cacio tinto per aver salvato la mia collezione di gonne fiorite.
-Mia madre te le sta aggiustando e quando vuoi posso portartele.
-Per un po' credo niente cambi stravaganti nei bagni o alla pensilina, da domani mi vedrete, figlia modello o mi aspetta il collegio Beata Vergine della Consolazione.
A quelle parole i due gemelli tremarono.
-Oddio il collegio della Beeeata Vevevergine?- balbettò Bill
- È tremendo aggiunse Tom!
-Grazie è rincuorante!
-Ce la metteremo tutta per non farti finire lì, promesso!
-Grazie amici!
La conversazione fu interrotta dal suono di una macchina, il signor Bart stava rientrando, i due infiltrati sgattaiolarono via veloci. Lauren li vide scavalcare il muro di cinta e poi udì un tonfo e l'inconfondibile voce di Bill esclamare:
-Ahi, porca miseria, che male!
E Tom ribattere:
-Idiota mi sei atterrato in testa.
I due non erano particolarmente atletici Bill poi era una frana come volevasi dimostrare. Il piano di vedersi tutte le sere attraverso il giardino forse sarebbe stato "pericoloso" viste le doti ginniche dei Kaulitz.

***

Dopo due settimane la situazione era rientrata, la madre di Lauren si era calmata, soprattutto grazie all'intervento del padre che ovviamente stravedeva per la sua bambina. Lauren aveva provato a fare amicizia con le sue compagne di scuola, a vestirsi in modo meno eccentrico, ma non ce la poteva fare, era più forte di lei. E tra mille astuzie ormai Lauren aveva ripreso la frequentazione dei due gemelli Kaulitz.

- Ehi, Tom hai visto ieri sera Mtv?
- Sì che figata, Pimp my ride?
- Sì, truzzami il catorcio! Certo quel furgone era veramente una merda, cavoli dopo la trasformazione sembrava una reggia!
- Sì e la tipa non era carozzata da meno! Due bombe come air bag!
- Sempre fine Tom- scosse la testa sconsolato Bill- sembrate due scaricatori di porto, ogni tanto mi chiedo come possano uscire certe frasi da una ragazzina che si veste come una bambolina.
- Ha parlato il conte Bon Ton- ribattè Lauren- ti posso ricordare le tue innumerevoli espressioni colorite?
- Va beh? Era solo una constatazione, ripensando oggi è il 10 ottobre? Fra un po' arriva la lettera da scuola con le comunicazioni dei voti di metà trimestre!
- Porca merda, sei scemo o che cosa?- disse come sempre finemente Lauren.
- Sì- aggiunse Tom- non lo sai la Rosencranz raccoglie tutti i voti e scrive una lettera per illustrare la situazione scolastica e di solito le frasi su di noi sono sempre lusinghiere!
-In fatto di "simpatiche" lettere Tom ed io siamo esperti, di solito le fotocopiamo in duplice copia, una sul frigo la tiene la mamma, per ogni tanto rammentarci il nostro dovere, e una nel capanno degli attrezzi del vegliardo contadino Snell, dove ci rifugiamo per fare simpatici falò, riti vudù, non ti abbiamo ancora portato? se vuoi questo pomeriggio, ci andiamo.
Ma Lauren era bianca come un cencio, ancora doveva realizzare e balbettando chiese:
-Due teste di minchia, mi spiegate meglio cos'è sta cazzo di lettera? Cioè a metà trimestre arriva una lettera, tipo pre-pagella? Ma allora mi hanno iscritto in un lager!
-No, in tutte le scuole è così!
Lauren era sempre più disperata!
-Sentite dovete aiutarmi!!! Mono neurone tinto tu in che cosa sei bravo? Ah sì in tedesco!
-Sì, più o meno, con lo scritto me la cavo!
-E il pastore bergamasco?
-Tu sei bravissima in storia e in francese, - chiarì con tono sicuro Tom che non si preoccupava affatto dei voti e con il nomignolo pastore bergamasco ormai ci aveva fatto l'abitudine- con l'inglese siamo tutti e tre a galla, ci mancano le materie scientifiche!
-Tu dici che i nostri tre neuroni se si uniscono in una sforzo congiunto non riescono a partorire qualcosa di buono?
-Sì, ma le verifiche della professoressa Valgassen sono dei veri e propri rompi capi.
-Io me la cavo con la geometria, ma sono negata per l'algebra.
-Parli a me che dimentico sempre qualche segno per strada?- aggiunse Bill sconsolato.
- Qualcosa tireremo fuori, allora gruppo di studio?- sentenziò Lauren
- Secchiata di metà trimestre?- precisò Bill
- Siamo esperti noi Kaulitz per salvarci in extremis- disse con un gran sorriso Tom.
Lauren lo guardò attentamente e disse:
-Si vede che siete gemelli uguali!
I due tacquero, si guardarono ammiccanti poi Bill cominciò un suo interminabile monologo sulle migliaia di volte che, alle elementari, quando la madre li vestiva ancora uguali, si divertivano a fare impazzire tutti.
Quando arrivarono nel loro paesino triste e sperduto i tre ragazzi scesero con slancio e determinazione pronti ad affrontare un duro pomeriggio di studio. Lauren telefonò alla madre dicendo che si fermava da un'amica a studiare, tutti e tre si avviarono verso la bianca casa dei Kaulitz, ad aspettarli la nonna con il pranzo pronto e fumante.
-Noni, abbiamo portato un'amica, mangia come un uccellino per cui non ti devi preoccupare!- disse con un sorriso largo Bill
Mentre Tom bofonchiò
-Sento odore di broccoli! Che palle odio i broccoli!
-No, patatino, ho perparato i broccoli sta sera per vostra madre, a voi ho fatto le polpette con le patatine fritte.
-Forte le polpette! Adoro le polpette in umido!- gridò trionfante Bill
-" Patatino"?- sussurrò Lauren divertita e sull'orlo di una crisi di riso inconsulto.
-Azzardati a chiamarmi "patatino" e ti ammazzo, un giorno Bill ci ha provato e la mattina si è risvegliato con la frangia tagliata a zero!
-Sì è vero quel pezzo di m…-si trattenne perché davanti alla nonna non voleva lasciarsi andare.
-Ragazzi mostrate alla vostra amica dov'è il bagno, lavatevi le mani e poi a tavola.
Il pranzo si svolse in perfetta allegria, la nonna dei due ragazzi era molto gioviale e giovanile soprattutto; risero e scherzarono, ridendo a crepapelle per le cavolate che raccontava Bill, ma si capiva da chi aveva preso, la nonna, parlava velocissima e con un accento che Lauren a volte faticava a capire, ogni tanto Tom faceva la traduzione per l'amica.
-Noni, Lauren è mezza francese e se parli più veloce di Bill non capisce, soprattutto se usi il dialetto.
-Scusa non lo sapevo, allora sei tu quelle delle gonne buffe e dei cappellini fioriti di cui mi parla tanto Bill.
-Sì, signora sono io !
-Bene, sono felice di aver finalmente dato un volto alla mitica ragazzina francese.
-Noni ora andiamo a studiare!- tagliò corto Tom.
La nonna scoppiò a ridere, conosceva bene i suoi nipoti e sapeva che dopo mangiato i due si facevano una lunga dormita, almeno fino alle cinque e poi studiavano al massimo un'oretta, poi Tom si dedicava alla chitarra, mentre Bill disegnava, scriveva, o cantava con il fratello almeno fino all'ora di cena e poi tv.
-Ah, già dimenticavo, lo studio matto e disperatissimo di metà trimestre! Oggi è il 10 di ottobre!
-Noni, non infierire- disse Bill con tono dolce, congiungendo le mani-siamo veramente in uno stato di panico totale.
-Dai non abbattetevi, vi preparerò una super merenda.
Lauren sorrise divertita, aveva finalmente capito da chi avevano preso la fame atavica i due fratelli.
- Sì, magari con tanto cioccolato per tiraci su!
- Abbiamo il latte- chiese con voce tremante Bill- vero?
-Sì tesoro, una tanica, non preoccuparti e ti ho preso i tuoi cereali preferiti!
-Noni, sei un angelo!- esclamò il ragazzo gioviale.
I tre si avviarono in camera, era la prima volta che Lauren entrava nella camera di un ragazzo e non sapeva cosa aspettarsi.
Prima di aprire Tom si scusò dicendo:
-Sarà un po' in disordine, ovviamente Bill è il solito casinista, disordinato.
-Ha parlato Mastro Lindo il re delle pulizie!
- Dai ragazzi non siete mai entrati nella mia, di solito il venerdì sera è una specie di esplosione nucleare, ci sono libri sparsi ovunque e cd senza copertina per tutta la stanza, l'unico angolo lindo e pulito è la parte dedicata al ballo con il legno lucido e splendente e lo specchio senza neanche un filo di polvere, la sbarra praticamente immacolata.
-Sì ti vediamo dalla finestra del salone fare i tuoi esercizi!- sentenziò Bill
-Cosa?- chiese preoccupata Lauren
-Sì, si vede tutto!- aggiunse Bill
-E voi non mi avete mai detto nulla?
-Sì te l'avevo detto il primo giorno che ci siamo incontrati!
-Ma io credevo che si vedevano solo ombre.
-Oh, no sei buffissima con il tuo body rosa
-E la gonnellina nera di voile è bellissima.
-Guardoni maniaci! -Lauren gli spintonò ed entrarono in camera a suon di calci e buffetti, facendosi i dispetti come bambini piccoli.
La camera in effetti versava in condizioni disastrose. Lauren capì subito quale era l'angolo dei due fratelli: il letto di Bill contro la parete di fronte all'entrata era sepolto dai vestiti, così come la sedia della sua scrivania, al muro intorno al letto erano appesi poster di Nena, David Bowie, un gatto dormiva acciambellato sulla pigna di indumenti, una serie di scarpe e di calze erano messe alla rinfusa sotto al letto.
La parte di Tom era un filo più ordinata anche se il letto era disfatto e sotto di esso un cartone di una pizza da asporto faceva capolino, chissà da quanti giorni. Alle pareti poster dei raper famosi e un poster di una chitarra.
-Ragazzi qui è mai venuta un'ispezione dell'asl?
-No, ma nostra madre ogni tanto urla come un'aquila e minaccia di buttarci fuori tutto ciò che trova.
-Sì quando ha le sue cose è particolarmente feroce!- aggiunse Tom
Laure diede la sua solita collaudata sberla sulla testa all'irrispettoso Tom dicendo:
-Rispetto per le donne, voi uomini, vi basta una lineetta di febbre per sembrare moribondi.
-Va, beh -tagliò corto Bill che sentiva di essere su delle sabbie mobili-andiamo nello studio di papi, forse lì c'è meno casino.
-Si avrei dovuto chiedere a casa se avevo fatto il richiamo per l'antitetanica.
Questa volta fu Tom a dare un buffetto sulla testa della ragazza e a trascinarla nello studio.
Il tavolo era grandissimo e pulito, al centro un bellissimo computer, Bill si incaricò di prendere le sedie, mentre Tom andò a prendere i libri che mancavano e urlò:
-Mentecatto dove hai messo i libri di matematica? Ieri li avevo messi sulla tua scrivania.
-Senti porcospino in calore, non lo so prova a guardarti intorno!
-Devo cercare sotto i tuoi luridi vestiti?
-No, prova a guardare tra i tuoi boxer puzzolenti o i tuoi taleggini infestanti!
-Stronzetto, guarda che ti brucio le tue magliette cretine con i teschietti!
-Provaci e ti incollo quei cavoli di dread che hai sulla testa di c…
La nonna intervenne ponendo fine alla lite verbale urlando:
-Basta voi due con questi complimenti, Bill cerca i libri con tuo fratello e piantatela.
Subito i due ragazzi obbedirono. Lauren intanto si accomodò tirando fuori i quaderni.
Quando i due ragazzi arrivarono con i libri finalmente cominciarono a studiare, il pomeriggio fu proficuo e in effetti con solo un po' di sforzo i tre avrebbero potuto essere i migliori della classe. Ovviamente mancava loro la volontà, la costanza, la scuola per loro era come un carcere che non gli permetteva di esprimersi liberamente.
Durante una piccola pausa Lauren notò uno strano oggetto accanto al computer e chiese:
-Che bello questo ferma carte è una perfetta riproduzione del muscolo cardiaco, i ventricoli, l'uscita dell'aorta, è di ceramica?
Tom cominciò a ridere fragorosamente, quasi cadeva dalla sedia, mentre con tono contrariato Bill rispose:
-Non è un cuore, è un portacenere, l'ho fatto per la festa del papà.
Lauren divento rossa, a stento si tratteneva per non urtare la sensibilità di Bill, che spesso non accettava critiche sulle sue creazioni ed era alquanto permaloso.
-Sai,-tra un fiato e una risata Tom tentava di raccontare- Mia madre è una artista, dipinge e fa ceramica e ogni tanto Bill ci prova, ecco uno dei suoi risultati, a Natale ne vedrai un altro.
-Bastardo- urlò tra l'indispettito, l'imbarazzato e il furente, Bill- questa te la faccio pagare, guarda che quando ho fatto il presepe avevo solo sette anni!
-Lo so ma sta di fatto che la madonna sembra E.T!
Tom e Lauren risero a crepa pelle, mentre Bill con le braccia incrociate mise il broncio.
Poi Lauren sussurrò sottovoce a Tom:
-Siamo riusciti a far tacere la macchinetta parlante!
-Sì ma non ci conterei troppo! Fra un po' riparte.
-Sì, guardate che non sono sordo, la macchinetta parlante riparte!- e con un grosso sorriso Bill riprese a parlare, facendo visitare la casa all'amica, lei entrò nell'ateliers di sua madre dove regnava il caos creativo: torchio e forno per la ceramica, barattoli e vasetti colorati, cavalletti e tele accatastate, in un angolo una macchina da cucire con attorno un tavolo pieno di disegni e schizzi di stanze, vestiti, cuscini, tende. Lauren si esaltò davanti alla taglia-cuci professionale, con un led dove poter creare dei ricami e realizzarli su stoffa.
Bill le spiego le mille funzioni e illustrò tutti i lavori di sua madre mentre Tom sbadigliava annoiato. Poi entrarono nell'antro della musica e lì Tom fu un fiume in piena, raccontò ogni minima virgola di tutte le chitarre e le apparecchiature che vi erano.
-Quanto siete fortunati ad avere dei genitori che vi sostengono così, che non vi tarpano le ali, sentenziando, "che cosa dici, la ballerina, è inutile con il tuo problema d'asma!". Anzi vi incoraggiano a non abbandonare mai i vostri sogni ed inseguire le vostre chimere. E poi vostra nonna è un mito.
- Già ma non sono tutte rose e fiori.
- Certo lo so, ma almeno in questo sappiate che siete fortunati!
Il pomeriggio terminò in allegria davanti a una tazza di tè fumante, Lauren fu presentata un po' meglio rispetto alla prima volta alla signora Simone che la trovò adorabile, strana e singolare come gliela avevano descritta i suoi figli. Ovviamente fu invitata tutte le volte che voleva ad usare la macchina da cucire e Lauren rimase d'accordo per poter venire a cucire la sua ultima creazione in fatto di gonne.
-Sono preoccupato- sentenziò Tom prima di salutare Lauren- temo che la tua ultima creazione sarà una gonna tipo tappeto persiano rosa a balze che indosserai con l'ultimo cappellino infiocchettato, se poi ti aiuta Bill vedremo spuntare qua e là borchie, brillantini e swarosky a profusione. Tenuti da catene e al collarino un simpatico fiore rosa.
-Urca creativo, Tom- sentenziò Bill- non ci avevo pensato al collarino con borchie.
-Già e io non aveva pensato alle borchie e alle catene!
Tom si morse la lingua e chiuse con un'esclamazione:
-Oddio, ho aperto una voragine, sono entrati in un loop senza via d'uscita, ho innescato la miccia, ho perso mio fratello e Lauren per sempre!

Il gruppo studio stava funzionando alquanto bene dal punto di vista scolastico i tre erano lievemente migliorati in quasi tutte le materie, ovviamente Bill continuava ad accumulare sei su sei in francese. La professoressa però sotto sotto non disperava, prima o poi quel ragazzetto tutto pepe che parlava come un disperato alla ricreazione, avrebbe pronunciato una frase di senso compiuto senza sbagliare pronuncia in francese.
I tre però non ce la facevano proprio in matematica e in fisica. Erano veramente negati, quando erano convinti di aver eseguito bene un compito puntualmente la professoressa Valgassen sentenziava:
-Abbiamo le solite tre insufficienze gravi: i due Kaulitz e Bart. Credo siate tre ciucchini, cose dette e ridette stra dette, in classe se solo foste più attenti invece di aver la testa per viole.
Lauren rise sotto i baffi figurandosi Tom con i dread piene di viole! Ma non era il momento di ridere. La lettera sarebbe arrivata proprio quel venerdì.
Per i tre un simpatico venerdì tredici si profilava all'orizzonte.
Per fortuna i genitori di Lauren sarebbero stati fuori per il fine settimana e per questo i tre avevano previsto una scorribanda alla capanna degli attrezzi! Il tempo non era dei migliori per una scampagnata al freddo tra i campi, ma nel mortorio che circondava i ragazzi tutto sarebbe stato un diversivo.

Dopo una lavata di capo e una punizione esemplare di un mese senza cellulare, video registratore, tv e internet i genitori di Lauren partirono lasciando la ragazzina sola con il custode, sua moglie e una baby-sitter poco sveglia che veniva di pomeriggio e la sera fino alle undici.
La sera prestabilita Lauren, recitò una patetica scena di copertura da ragazzina per bene, educata e con sani principi fingendo di leggere "guerra e pace" per coricarsi poi alle nove, accusando un falso mal di testa che solo un buon sonno ristoratore avrebbe potuto alleviare.
Quando la villa sprofondò nel silenzio della notte, Lauren sgattaiolò fuori dalle coperte.
Questa volta aveva abbandonato la gonna a balze per indossare un paio di comodi jeans che aveva trasformato con la consulenza di Bill. Il jeans strappato in alcuni punti faceva spuntare dai tagli dei pezzi di stoffa, ovviamente fiorati. Qua e là vi erano toppe rosa quadrate, cuoricini cuciti e una catena puntellata di fiori pendeva dai passanti dei pantaloni. La catena era stata colorata con uno spray fucsia fluoro che si vedeva nella notte.
Lauren portava una fascia rosa di lana che le teneva calde le orecchie, puntellata da una gerbera su un lato; i capelli erano raccolti in una coda di cavallo tenuta da un elastico e una catena fucsia che le pendeva ai lati, ovviamente vi erano fiorellini che riprendevano la cintura.
Alla vista della ragazza Tom sentenziò:
-Hai fatto a pugni con il giardiniere? Sembri una versione sado-maso di una fioriera in primavera.
-Grazie per il complimento pastore bergamasco - Poi si rivolse a Bill. -Ti piace?
-Oddio, il risultato non è proprio quello che avevamo pianificato, le tue aggiunte sono eccessive! Ma nel complesso mi piaci abbastanza.
Poi si guardarono e videro indossati alle mani dei guanti neri molto simili e insieme urlarono:
-Che belli gli hai finiti?-
Tom cominciò a tremare per la piega che stava prendendo la serata e i guanti neri ugualmente tagliati e con gli stessi piccoli particolari che indossavano i due. Poi prese per la coda Lauren e trascinò il fratello dal collare che aveva indossato dicendo andiamo o facciamo giorno. Dall'interno i genitori dei gemelli urlarono :
-A casa non più tardi di mezzanotte.
-Ma, mami domani non abbiamo scuola!
-Non importa, dovete pulire la camera, falciare il prato e raccogliere la foglie nel giardino!
-Schiavisti- bofonchiò Tom.
-Va, be' ci vediamo dopo!-rispose squillante Bill.
Lauren e Bill parlarono come dei matti per tutto il tragitto, faceva freddo e ognuno sulle spalle aveva lo zaino colmo di delizie da sgranocchiare e da bere, il sacco a pelo e kit di sopravvivenza contro il freddo.
Nella capanna si gelava veramente, ma era il loro angolo segreto lontano da tutto, dove vivere veramente in libertà, Tom accese una lampada da campeggio che illuminava quasi tutta la stanza, delle vecchie coperte giacevano impolverate qua e là, Lauren tirò fuori, il sacco a pelo, se lo mise sulle spalle, seguita dai due gemelli che fecero altrettanto. Poi Tom prese la sua chitarra e cominciò a suonare, una melodia lenta piena di malinconia. Lauren rimase senza parole, per la prima volta lesse nell'animo del ragazzo tanta dolcezza. Gli abiti extra-large, i capelli rasta calati sul viso a nasconderlo, i suoi modi rudi e spigolosi erano solo una copertura. Lauren lo aveva capito da tempo, ma in quel momento ne ebbe la certezza. Con una chitarra tra le mani Tom era felice e con una concentrazione che non aveva mai visto nel ragazzo si lasciò trasportare dalle note. Quando l'ultimo accordo si spense nella notte Bill e Lauren applaudirono.
-La scuola è una vera merda- sentenziò Tom- che cazzo me ne frega di imparare a memoria quando è nato Mozart o Beethoven, imparare la dominante, la tonica e altre stronzate, io voglio suonare. Voglio esprimere la mia rabbia, la mia gioia, la mia tristezza attraverso le corde della mai chitarra! Dai Bill falle sentire la tua canzone.
-Ah, ma allora Bill non suonerà il tamburello nel tuo gruppo musicale, Tom?
-Che cos'è questa stronzata- indagò Bill con sguardo torvo rivolto al fratello
-No,- disse con tono incerto- è una cavolata che ho detto un giorno a Lauren su di te.
-Cioè, spara, adesso mi metti al corrente!
-No- si giustificò divertito Tom- ho raccontato a Lauren i tuoi tentativi falliti di imparare a suonare la chitarra prima e il pianoforte poi! Dicevo che se mai metterò su un gruppo, l'unica cosa che potrai suonare tu, sarà il tamburello, se poi lo fai nero con le borchie si intonerà ai tuoi pantaloni.
Bill si alzò indispettito prese una coperta e la lanciò sul fratello. I due cominciarono una lotta scherzosa fatta di pizzichi, solletico e tirate di capelli, ma improvvisamente uno strano rumore, come un rantolo, interruppe la loro baruffa. Tom uscì da sotto la coperta e rimase pietrificato, mentre Bill con un balzo si era avvicinato allarmato a Lauren che tenendosi il petto, senza respiro, arrancava gesticolando. La polvere della coperta le aveva fatto venire una crisi e respirava faticosamente. Bill intuì subito e cercò nello zaino dell'amica il suo inalatore, svuotando frettolosamente la borsa ne rovesciò tutto il contenuto, ma non lo trovava.
-Non stare lì impalato come un ebete, Tom, aiutami a cercare, cazzo!
Tom si ridestò e cercando con il fratello vide un astuccino rosa, lo aprì e trovò finalmente l'inalatore. Lauren respirò due o tre volte, poi cominciò a tossire e pian piano riprese a respirare meno rumorosamente. Bill le massaggiava la schiena e pallido come un cencio proferiva frasi sconclusionate:
-Respira, coraggio, uno due tre, respira- e poi imitava un grosso respiro. Tom, lui, era fermo immobile e teneva stretta la lunga coda di cavallo accarezzando l'amica sulla testa.
Lauren si riprese pian piano e dopo aver inalato ancora un po' di medicinale si rivolse con un filo di voce:
-Bill, razza di cretino, non sto partorendo! Guardi troppo E.R.
I tre scoppiarono a ridere come matti, poi si dissero:
- Certo che la prof Valgassen ha ragione, siamo tre cretini.
-O ciucchini come ci chiama lei.
-Andare in una capanna abbandonata con un'asmatica!
-E l'asmatica, cretina a non pensarci!
- Comunque è sempre colpa del cazzone tinto- sentenziò Tom- se non avesse lanciato la coperta linda e pulita e non avesse alzato tutto un polverone per così poco! La verità evidentemente fa male, vero fratello?
-Vuoi riaprire una zuffa? Io canto benissimo! E il tamburello lo suonerai tu!
-Canti talmente bene che scommetto che a una gara di canto ti eliminerebbero in due minuti.
-Non ne sarei così sicuro! Scommettiamo!
-Sì, scommettiamo.
-Bene, prova a bere tutto d'un fiato quella bottiglia di vino e se ce la fai mi taglio i dread. Ma se non la finisci ti iscrivi a " Star search"
Lauren cominciò a ridere al pensiero dello scricciolo di Bill in tv a cantare! Poi aggiunse:
- Bere però una bottiglia di vino intera non è molto salutare, non sarà pericoloso?-si interrogò
-Oh, no- ribadì ironico Tom- Bill ama un sacco il vino! Lo chiamo vecchia spugna!
-Stronzo, sai che odio il vino rosso, poi!
-Non abbiamo altro!
Lauren non era molto convinta del tipo di scommessa e appariva dubbiosa sulle doti di tracannatore ubriacone di Bill:
-Sei un po' stronzo Tom, praticamente hai già compilato i moduli di iscrizione alla gara!-disse la ragazza
-Sì appunto!- aggiunse con un ghigno perverso Tom sfidando il fratellino.
-Io, non ne sarei così sicuro, - disse fiero Bill- ti ricordi con la bottiglia di coca-cola ad Halloween? Ho bevuto la bottiglia di due litri e mezzo d'un fiato! E la coca-cola è anche gassata!
Tom rifece mente locale e ricordò la prestazione del fratellino, il ghigno sadico lasciò il posto ad un volto serio e teso.
Bill respirò a fondo, e prima di impugnare la bottiglia per berla guardò Lauren:
-Preparati a trovare un nuovo soprannome a mio fratello quando non avrà più la sua stupida pettinatura rasta.
Bill respirò a fondo due tre volte, stappò la bottiglia, ne usmò il profumo e con una smorfia di schifo cercò la forza dentro di sé, amava alcuni alcolici, come la birra o alcuni liquori, ma il vino non lo amava molto. Anche se per legge i ragazzi non potevano bere fino ai diciotto anni, ovviamente come tutti gli adolescenti, avevano assaggiato spesso birra e super alcolici. Il preferito di Bill era un liquore al caramello dolciastro che ogni tanto tracannava di nascosto a casa della nonna. Mentre Tom era più da birra, amava le bionde, ovviamente, in tutti i sensi. Lauren invece era di palato fino e da buona mezza francese era una cultrice di vino. Anche se la madre aveva spesso urlato improperi, il padre di Lauren aveva allevato una piccola intenditrice di vini, alla ragazza piaceva da morire il Sauternes, ma da quando era stata a Dublino, non disdegnava la Guinnes, la Murphy e la Kilkenny.
Con gli occhi puntati su di lui, Bill respirò e cominciò a bere tutto d'un fiato il vino, stava quasi per farcela quando si fermò e sputò metà di quello che aveva bevuto poi si alzò e di corsa corse fuori dal capanno per vomitare tutto ciò che aveva bevuto.
Tom ridendo, tronfio e soddisfatto disse:
-Star search ecco Bill Kaulitz che arriva, canta e se ne va sconfitto.
-Tom, hai il tatto di un elefante in una cristalleria! Lauren si alzò e andò ad aiutare il suo amico fuori. L'aver tracannato tanto vino aveva fatto sboccare Bill, il ragazzino tirò su la cena. Lauren gli teneva la fronte, mentre Bill terminava l'opera, lasciò cadere la bottiglia quasi vuota. La ragazza gli passò un fazzoletto e Bill si pulì la bocca, poi rientrarono insieme.
-Ok, avrai anche vinto, razza di cretino rasta, ma ti farò vedere. Prendi quella cazzo di chitarra e suona la canzone dell'altro giorno che scaldo l'ugola!
Il ragazzino si mise a cantare una ballata alquanto triste, aveva una voce, chiara, pura che raggiungeva note alte, anche se aveva già quattordici anni era ancora una voce bianca.
I tre cantarono insieme, poi Lauren accennò qualche passo di danza e tentò di trascinare Tom per fargli da spalla, ma il ragazzo rimase impalato sul posto, mentre Lauren sinuosa si muoveva intorno a lui. Bill era piegato in due dal ridere anche se era un po' pallido e ogni tanto si stringeva nella coperta come se avesse freddo.
I ragazzi poi si misero a leggere alcuni testi che avevano scritto, Bill era il più prolifico dei due ragazzi, mentre Lauren cominciò a raccontare ai due ragazzi di quanto le mancava Parigi e soprattutto Versailles.
-Io adoro, amo, venero Luigi XIV.
Tom e Bill la guardarono con due occhi sgranati.
-Allora, che tu fossi singolare lo avevamo capito, ma qui hai toccato il fondo! - sentenziò Bill
-Ti piace Luigi che?- chiese Tom- è un gruppo?
-Ma sei scemo? Pensi solo alla musica? È il re sole!
-Il re che?
-Oh, pisquano dell'Alaska, l'abbiamo studiato in storia!- lo redarguì Lauren-
Sì, adesso sto leggendo un bellissimo libro su di lui di Beaussant, se vuoi te lo presto Bill - disse ironica Lauren - è tutto nella tua lingua preferita!
Bill ebbe un brivido freddo poi ridendo:
-Passo, come dire, non sono ancora pronto per leggere in francese.
Lauren si mise a raccontare tutto ciò che sapeva sul suo idolo e raccontò ogni singolo angolo di Parigi legato al re. I due gemelli ascoltavano interessati dai racconti di amori, intrighi, spie, messe nere e man mano che la luce della lampada da campeggio diminuiva d'intensità i tre ragazzi si calmarono le chiacchiere scemarono e si addormentarono, uno accanto all'altro: la ragazza in mezzo ai gemelli con la testa appoggiata al braccio di Tom e Bill avvinghiato al suo braccio in posizione raccolta. Erano ormai passate le due, quando Lauren sentì dei lamenti e un respiro affaticato accanto a lei. Ci mise un po' per recuperare la lucidità, ma quando sentì Bill bisbigliare:
-Ho freddo, ho tanto freddo e sto male.
Lauren subito tentò di accendere la lampada che però si era ormai consumata:
-Che hai scriciolo?
-Mi viene da vomitare, ho freddo.
Lauren prese il ragazzo lo portò fuori dal capanno e lo aiutò a vomitare, tenendogli la testa. Subito capì che non era per il vino, aveva la febbre e tremava come un uccellino.
-Tom-urlò come un aquila Lauren.- Svegliati sottospecie di cretino.
Tom che aveva il sonno pesante di un camionista, si ridestò a fatica, solo dopo qualche calcio assestato da Lauren.
-Presto, capelli tinti sta male.
-Porca miseria che ha?
-Vomita e ha la febbre!
-Che cazzo di ore sono?
-Merda le tre! - rispose Lauren
-Mia madre ci inchiappetta! Ma è ubriaco?
-No idiota, sta male e basta, corriamo a casa!
-Ho freddo!- disse con una voce flebile Bill.
Lauren prese la sua fascia per i capelli gliela mise in testa per coprirgli un po' il capo, poi gli infilò il sacco a pelo avvolgendolo per bene e sorreggendolo con l'aiuto del fratello cercarono di portarlo a casa. Ogni tanto si dovevano fermare perché Bill doveva rimettere. Lauren gli teneva la testa mentre Tom distoglieva lo sguardo per non vomitare pure lui.
-Ho freddo, sono stanco.
-Dai fratellino- diceva dolcemente Tom- ci manca poco, ci siamo quasi, forza, guarda che io non ce la faccio a portarti sulle spalle! Coraggio.
Il tragitto tra i campi sembrò infinito. Era una notte limpida piena di stelle, la via lattea illuminava il cielo e faceva molto freddo, la temperatura era sotto zero e di parecchi gradi. Il terreno sotto ai piedi era duro e ghiacciato.
Lauren era preoccupatissima, ma cercava di non perdere la calma.
-Ci siamo quasi scricciolo, dai vedo le luci del paese.
-La mamma ci uccide- disse flebilmente Bill.
-Non ti preoccupare, scricciolo dirò che è tutta colpa mia, ho portato io il vino, vi ho tediato io con Luigi XIV, ci siamo addormentati sui miei racconti pallosi!
-No, è colpa mia- disse mortificato Tom- sono io lo scemo che ha fatto la scommessa, cretina.
-Sono io lo stupido che l'ha accettata!
-Dai ci siamo.
Al rumore del cancello che si apriva, la porta di casa fece lo stesso. Una luce inondò il sentiero di beole che portava all'entrata, due figure svettavano, i genitori dei gemelli erano sulla soglia con le braccia ai fianchi e le gambe larghe in minacciosa attesa.
Quando la madre vide Bill sorretto dagli altri due ragazzi si allarmò e corse a prenderlo in braccio.
-Mami- disse sottovoce il ragazzino-scusa!
Il patrigno subito si mise al telefono per chiamare la guardia medica, mentre due mortificati Tom e Lauren entrarono senza dire una parola e si misero in un angolino buio della sala, pronti per una lavata di capo con i controfiocchi.
Nella camera intanto la mamma aveva cambiato Bill, gli aveva infilato il pigiama e lo aveva coperto con due piumoni. Mentre lo accarezzava dolcemente sulla testa cercava di confortarlo:
-Dai non è nulla, vedrai domani starai meglio. Dormi, adesso.
-Ho male da per tutto, ho freddo, mi viene da vomitare.

Il patrigno dei ragazzi dopo la telefonata si era avviato in cucina e avevo messo su del tè, per scaldare gli altri due infreddoliti adolescenti.
Tom con una mug fumante in mano, lo sguardo basso accenno:
-Scusa.
Lauren anche lei con una tazza fumante tra le mani alzò lo sguardo e con un fiume di parole raccontò per filo e per segno tutta la serata, non saltò nessun particolare e si assunse tutta la responsabilità:
-Signore, sono stata io, è colpa mia, l'ho preso io il vino dalla cantina di mio padre, era un Bordeaux del 2000 ottima annata, colore rubino scuro, leggermente fruttato, ottimo con la carne, insomma era un regalo che mi aveva fatto mio padre finito il corso di sommelier l'anno scorso. Mia madre non era d'accordo, ma è stato bellissimo invece, mi sono divertita tanto con il mio papi, non lo vedo quasi mai, sa, e queste piccole attività con lui, le adoro. Oh, mi scusi sto divagando. Ma sono agitata e quando lo sono straparlo.
Il signor, guardò la ragazzina che non aveva smesso un minuto di parlare e notò alcune somiglianze con un ragazzino di sua conoscenza, le accarezzò dolcemente il capo e le disse:
-Adesso ti conviene andare a casa.
-Posso aspettare dopo che la guardia medica avrà visitato scricciolo? E comunque non li punisca, loro non hanno fatto nulla.
Intanto la madre fece capolino dalla porta della cucina e sentenziò:
-La colpa va divisa equamente, ho sentito tutta la storia e i furfantelli non la passeranno liscia questa volta, comunque grazie per la sincerità, Bill ora si è addormentato, credo che abbia solo un'influenza.

Dopo che il dottore ebbe visitato il malato e confermato che era solo un'influenza intestinale, Lauren fu accompagnata a casa da Tom. Il ragazzo da due ore non aveva proferito verbo era pallido e preoccupato, non tanto per la punizione che lo aspettava, quanto più per la salute del fratellino, ogni tanto infatti lasciava trasparire il suo istinto protettivo di fratello maggiore.
- Be' a lunedì, allora Tom, mandami tanti messaggi sulla salute del grillo parlante tinto.
-Sì, certo non mancherò, comunque credo che il cellulare sarà la prima cosa che non vedrò per almeno un po', temo fino al compimento dei diciotto.
-Forse, io mi salvo, i miei non ci sono e a quanto pare nessuno si è accorto della mia fuga.
I due si lasciarono rattristati, la serata era stata così bella, avevano scoperto molti lati nascosti dei loro caratteri, avevano gustato insieme la gioia semplice di conversare, cantare, ballare e sognare con poco, senza fronzoli, artifici, tecnologia. Una serata che non avrebbero certo scordato mai.

Lunedì a scuola il banco accanto a Neumann era vuoto. Tom appariva più abbacchiato del solito, già la faccia del ragazzo il lunedì mattina non era delle migliori, non solo cominciava una dura settimana di scuola e quindi non sprizzava gioia, ma quel giorno sembrava uno zombie appena uscito da un frullatore. Il volto di Lauren neanche era particolarmente disteso, sull'autobus i due avevano scambiato solo brevi frasi e spesso Tom si era limitato a rispondere con il suo grugnito ormai collaudato. La mancanza della macchinetta parlante si era fatta sentire e i due avevano potuto ascoltare distrattamente le conversazione degli altri ragazzi. Le cinque ore di lezione erano passate lentamente e la ricreazione era sembrata ai ragazzi troppo breve.
La gioia e la ventata di buon umore di Bill mancava ai due ragazzi che trascorsero anche il viaggio di ritorno in autobus in silenzio. Tom poi, aveva schiacciato un pisolino con la testa appoggiata al finestrino. Quando arrivarono in prossimità della pensilina i due mesti si alzarono e mentre Tom stava scendendo dai gradini del mezzo, barcollò e mise un piede in fallo ruzzolando giù dall'autobus. La scena fantozziana non passò inosservata e i ragazzi rimasti sul mezzo scoppiarono a ridere mentre intonavano un coro da stadio:
-Scemo, scemo.
Sia Lauren che Tom in contemporanea alzarono un elegante dito medio in tutta risposta. Poi Tom raccolse mesto il suo zaino e Lauren cercando di consolarlo gli mise un braccio intorno al collo dicendo:
-Dai, sono degli stronzi, ma che hai? È tutta la giornata che sei abbacchiato, non stai bene?
E Tom che aveva mantenuto fino a quel momento la sua espressione da duro d'acciaio disse flebilmente:
-No, sto male, mi viene da vomitare- e non si trattenne.
Lauren ormai abituata, mantenne la fronte del ragazzo con una mano, mentre con l'altra gli teneva i capelli affinché non si sporcassero. La fronte di Tom era bollente e gli occhi lucidi facevano presagire un bel febbrone.
-Alè, vi chiamerò i gemelli vomitanti da oggi. Mi sa che farò l'infermiera da grande. Comunque Tom sappi, sei un cretino, potevi dirlo che non stavi bene, ti avrebbero portato in infermeria e così ti sei sciroppato due ore di tedesco e due di matematica aggiungendo un simpatico sei in storia, tanto per cominciare bene la settimana.
-Sì sono un cretino, mi aiuti?- Tom era incerto sulle sue gambe e lo zaino gli sembrava più pesante del solito. Lauren ripercorse il vialetto di beole con l'altro Kaulitz da sorreggere, suonò al campanello e la nonna aprì allarmata.
-Oh, Tom che hai?
-Credo signora che il piccolo grillo parlante di Bill gli abbia attaccato l'influenza!- sentenziò Lauren
Mentre con una voce flebile Tom aggiunse:
-É sempre colpa dello scemo tinto.
La nonna accompagnò Tom e lo mise a letto, poi ringraziò la ragazza per la pazienza che aveva dimostrato e la invitò a pranzo, Lauren declinò gentilmente l'offerta e tornò a casa.
La piccola scorribanda notturna si fece sentire su tutti e tre e l'influenza intestinale piegò i tre amici. Bill fece cinque giorni a letto con febbre alta, seguito da Tom che fece solo tre giorni di febbre, la più grave alla fine fu Lauren, che insieme all'influenza ebbe una crisi d'asma che ne prolungò la degenza. I tre comunicarono via sms e si tennero compagnia per telefono, un lato positivo lo trovarono subito, avevano perso una settimana di scuola!

***

-Lauren che figata ieri il concerto, peccato che tu non sia potuta venire! Ci siamo divertiti come dei matti e abbiamo conosciuto un tipo forte, forse ci troviamo per suonare nel nostro semi-interrato. Non vedo l'ora, è un batterista e verrà con un suo amico bassista. Si chiama Gustav! Sembra simpatico e un picchiatore nato- Tom innondò stranamente la ragazza con questo fiume di chiacchiere.
-Caspita, Tom, non ti riconosco più, sono le 6 e 50 di un lunedì mattina e di solito per almeno due ore rispondi a grugniti.
-Lascia perdere- disse Bill- sta mattina si è alzato tutto pimpante e mi ha scarugato i coglioni canticchiando in bagno, ci ha messo un'eternità!
-Noto infatti Bill che la tua pettinatura non è come al solito!- infierì divertita Lauren.
-Uh, anche se per un giorno capello tinto non è a posto, chissene frega! Mi hai sentito? Un batterista e un bassista, formeremo la nostra band!- disse con tono trionfante.
-Scusa non ho ben capito Tom, - stuzzicò Lauren- un pianista e un saxofonista?
-Stronza!- rispose Tom sedendosi sul suo sedile preferito mettendosi accanto al finestrino.
Bill rise divertito poi raccontò tutto a Lauren, ogni singola virgola del concerto, dalla partenza da casa al ritorno, senza mai prender fiato, come al suo solito.
La mattina si svolse alquanto tranquillamente e alla ricreazione Tom triturò le palle dei suoi amici Ralph e Alex con quanto era stato forte il concerto, sul fatto che avrebbero messo in piedi una band e tutto ciò che avrebbero suonato, Tom già si vedeva sotto i riflettori su una pedana rotante circondato dalle fiamme, suonare la sua Gibson mentre una folla urlante lo acclamava ad ogni suo assolo.

Venne finalmente il pomeriggio tanto atteso da Tom, il loro nuovo amico Gustav, accompagnato da un giovanotto biondo più grande e piazzato di nome Georg fecero il loro ingresso nella casa dei Kaulitz. I quattro ragazzi dopo le presentazioni andarono nel semi interrato dove gli strumenti del patrigno dei gemelli erano stati gentilmente concessi per le prove. Subito Georg si mise a studiare la batteria, non era la sua e quindi doveva familiarizzare con lo strumento. Certo portarsi appresso la sua sarebbe stato alquanto duro, mentre Georg tirò fuori il suo basso e cominciò ad accordarsi con Tom e la sua chitarra. Georg appariva dubbioso sul poter instaurare un rapporto di amicizia con i due ragazzi, erano infatti un po' strani e singolari. Essendo lui più grande di due anni, guardava con aria dubbiosa il piccolo porcospino tinto e il singolare rapper chitarrista del gemello. Ma quando Tom si mise a suonare Georg intuì il suo potenziale e gasato dal sound del nuovo amico cominciò ad andargli dietro. Gustav poi cominciò a picchiar sul suo strumento, mentre Bill annuiva soddisfatto. Bill poi sollecitò Tom a far sentire le composizioni che avevano scritto insieme. I due nuovi amici ascoltarono e poi presi da una febbre creativa cominciarono a suonare insieme.
Dopo un paio d'ore fece capolino alla finestra di Lauren un mesto Bill.
-Ehi, rockettaro tinto, che faccia hai? I due nuovi ragazzi vi hanno mandato a cagare dopo due ore?
-No, abbiamo suonato come matti, ma ora mi hanno cacciato a calci dal semi interrato.
-Perché scricciolo?- quando Lauren era affettuosa lo chiamava sempre con quel nomignolo che a Bill certo non dispiaceva.
-Hanno cominciato a farneticare di tono, mezzo tono, entro qui, rulla qui, finisci là e siccome la mie idee non piacciono e mi trovano logorroico, rompi palle e inutile, per il momento mi hanno cacciato!
-Dai, all'inizio forse devono capire come suonare insieme e poi quando avranno stabilito bene, potrai esprimerti anche tu!
-Sarà, dai vieni a farmi compagnia, mi stavo sparando un muffin al cioccolato della noni con una tazza di latte.
-Sì e poi, insieme, gli facciamo vedere noi che cosa può un soldo di cacio tinto.
-Sì, giusto, in fondo stanno provando delle canzoni che ho scritto io!- disse con tono di sfida Bill

Lauren fu presentata ai due ragazzi e non fece una buona impressione a Georg, veramente si sentiva un po' grande rispetto ai tre ragazzi e una fanciulla vestita a quella maniera lo perturbava alquanto, come potevano essere amici di una che aveva fatto a pugni con il tappeto di casa?
Incerto cercò di sopportare l'eccentricità della fanciulla, poi vedendo quanto erano affiatati i due gemelli con quella mocciosa che parlava come una uscita da un quartiere malfamato, si sciolse, anzi dopo un'ora ne era conquistato. Le apparenze ingannano sempre: una bambolina, vestita in modo strano che parlava più volgarmente di quattro ragazzi messi insieme? Capì che sarebbe stato divertente suonare e chissene frega della differenza d'età!

***

I fine settimana nel semi interrato dei Kaulitz a suonare erano ormai diventati una consuetudine e ormai era prossimo anche il loro debutto.
Quando una mattina alla pensilina dell'autobus un gongolante Tom e un mesto Bill annunciarono a Lauren:
-Prepara il video registratore, il computer e il dvd recorder- urlò con sadico cinismo Tom- Bill è stato accettato per partecipare a "Star search"
-Fan culo, gemello sadico!
-Dai, splendido mono neurone tinto! Comunque sul "gemello sadico" concordo, allora Tom, veramente hai compilato i moduli di iscrizione.
-Sì e ho spedito anche il demo!
-Lo odio!- annunciò Bill- lo ha fatto sul serio, mia madre è esaltatissima, mia nonna ha scritto a tutti i Kaulitz della terra e il mio patrigno mi stressa cercando di insegnarmi a tirar fuori la voce.
-Sono al settimo cielo, avrò un amico famoso! Posso chiederti un autografo, anzi mi faccio tatuare le tue iniziali sul seno!
-Perché ne hai uno?- disse ironico Tom
Lauren mollò un calcio negli stinchi all'amico seguito da una serie di parolacce e insulti sciolinando tutto il suo repertorio e quello di dieci scaricatori di porto. I tre salirono sull'autobus e Bill notò il volto scuro dell'amica.
-Tom- sussurrò Bill- credo che questa volta tu le debba chiedere veramente scusa, credo se la sia presa a morte.
Ma Tom era proprio negato in fatto di scuse e non sapeva come cominciare. La mattinata a scuola trascorse lenta e alla ricreazione ancora Tom non aveva chiesto scusa. Bill ogni tanto dava qualche calcio al fratello sollecitandolo, ma lui proprio non sapeva cosa dire, Lauren era apparentemente felice, tuttavia ogni tanto si vedeva, taceva e guardava triste le ragazze intorno a lei.
Alle due e trenta come sempre giunsero alla pensilina dell'autobus e Bill cercò di creare la situazione giusta affinché Tom chiedesse scusa:
-Lauren vado a prendere una cosa che ti devo, Tom ti aiuterà con il cambio d'abito.
Lauren si sedette sulla panchina sotto la pensilina, si infilò i pantaloni sotto la gonna come ormai faceva tutti i pomeriggi e mentre si stava sfilando da sopra la gonna sentì delle mani allacciarle le scarpe.
Tom inginocchiato stava allacciando le stringhe fiorate delle All star dell'amica e guardandola dal basso verso l'alto disse:
-Scusa per sta mattina! Sono un vero stronzo patentato, ho il tatto di un elefante, è sai, a volte dimentico che le parole possono ferire più degli atti, a volte ferisco anche Bill con le mie uscite infelici. Questa è stata veramente da cretino, idiota, deficiente, insensibile.
Lauren lo guardava negli occhi, come scuse erano buffe, ma tanto sincere.
-Un po' ci sono rimasta male perché ho quattordici anni e ne dimostro dieci.
-Parli a me e al nano tinto che abbiamo quattordici anni e ne dimostriamo nove, prima o poi cresceremo, vedrai, e tu sarai super prosperosa, una bomba sexy da sballo.
-Sarebbe meglio di no, non esistono ballerine tettone!
-Ah,no? E quelle dei video?
-Deficiente quelle non sono ballerine, io voglio fare la ballerina classica.
-allora niente tette?
-Meglio di no, ma sai…
Tom le prese la mano e poi si avvicinò col viso a quello dell'amica, i due si guardarono negli occhi, Lauren sentì il respiro del ragazzo sulle sue labbra, chiuse gli occhi e le labbra del ragazzo incontrarono le sue. Si baciarono dolcemente, le labbra carnose di Tom incontrarono quelle sottili e delicate di Lauren. Il bacio durò una frazione di secondo, poi Lauren mollò una sberla a Tom che aprì gli occhi interdetto. Che cosa aveva fatto ancora di male? Lauren si alzò di scatto, lo guardò fisso negli occhi sgranati che imploravano una spiegazione per lo schiaffo e poi prese in mano la testa rasta di Tom, affondò le sua dita tra i dread e lo baciò anche lei con forza e determinazione. Il suo bacio deciso faceva trasparire una certa rabbia e fu concluso con un altro schiaffo e:
-Deficiente hai rovinato tutto!
Mentre Bill fece capolino alla pensilina vide solo Lauren in fuga e suo fratello ancora in ginocchio con cinque dita ben visibili sulla carnagione chiara delle guance.
-Che cavolo fai scemo rasta?
-Non so, non ho parole, scusa ne possiamo parlare fra dieci anni? Quando avrò capito meglio le donne?
Bill non infierì, anche se moriva dalla curiosità, proprio non capiva cosa poteva esser successo tra i due. Sia a pranzo, sia per tutto il pomeriggio si arrovellò su che cosa significava quella scena: l' allocco di suo fratello in ginocchio e Lauren in fuga veloce con le lacrime agli occhi, poi all'improvviso si ricordò della sua scommessa persa e terrorizzato dimenticò il fratello.

***

-Bravo!- urlò Lauren quando Bill fece capolino dalla porta d'entrata della casa dei Kaulitz
-Forte, perdente dai capelli tinti!- esclamò Tom abbracciando con affetto il fratello
-Sei stato grande!- aggiunse Gustav infierendogli una pacca sulla spalla che lo spostò di lato
-La tua performance resterà negli annali- aggiunse sadicamente Georg.
Il patrigno lo prese e lo stritolò in un abbraccio poderoso incoraggiandolo:
-Dai, si vede che eri emozionato.
-Che patrigno affettuoso abbiamo: hai steccato praticamente tutta la canzone e usa questa frase di circostanza. L'ho detto io che "bonsai tinto" non sai cantare, ho doppiamente vinto la scommessa! Guarda il tamburello è il tuo strumento.
-Sì quello che usa la tappezzeria fiorata di Lauren quando fa quella strana danza!- aggiunse Georg che ormai si era perfettamente integrato nel gruppo e aveva recepito il gergo dei ragazzi, anche troppo.
-Gran pezzi di deficienti- tuonò Lauren- Bill ha sbagliato in qualche punto, ma per il resto è stato fantastico, un vero professionista.
-In stecche- aggiunse quasi a bassa voce Gustav che rideva sotto i baffi.
-Se riguardiamo la sua performance, vi faccio vedere invece quanto è bravo.
-No, Lauren è una partita persa, hanno ragione ho fatto cagare, mi vergogno come un ladro. Domani non avrò il coraggio di mostrare la mai faccia a scuola!
-Tutte scuse per saltare un giorno di scuola? - domandò divertito il patrigno- Domani andrai a scuola come sempre e mostrerai con fierezza il tuo sorriso, in fondo sei arrivato secondo?
-Dai -lo abbracciò la nonna- andiamo a festeggiare
Poi i tre ragazzi e Lauren in coro imitarono il ragazzino intonando:
-It's raining men, hallelujah, it's raining men
Bill avrebbe voluto mandarli a cagare ma davanti ai genitori non osava esser troppo scurrile. La serata passò in allegria, poi il patrigno dei ragazzi accompagnò Georg e Gustav a casa mentre Lauren si attardò con Bill sul divano:
-Non ascoltare quei cretini e perdonaci se ogni tanto ci divertiremo a cantarti It's raining men, ma fidati, hai bucato lo schermo! Sei entrato in scena come un rockettaro professionista, guarda la tua camminata è fiera e sicura, guardi le telecamere come se avessi fatto questo per tutta la vita. Guarda come tieni la scena, percorri tutto il palco, non sei statico o immobile come un allocco. Ok, hai sbagliato qualche nota qua e là, ma poi guarda! Quando hai perso, hai abbracciato il tuo rivale, guarda la luce nei tuoi occhi, guarda l'altro e fermo impalato, invece tu! E poi per tutto il tempo, quando ti hanno intervistato, prima, dopo e durante, fidati sei tu il vincitore!
Bill la guardava stupito, che ragazza dolce e affettuosa stava trovando ogni virgola positiva per tirarlo su di morale, ma un dato di fatto era innegabile: aveva perso, ma soprattutto aveva fallito proprio cantando! Forse doveva mettersi da parte, scrivere testi e comporre musica con il fratello e gli amici ma far cantare qualcuno altro.
Da dietro Tom lo abbracciò:
-Ehi, fratellino, non preoccuparti questa trasmissione fa cagare, non l'avrà vista nessuno a scuola. Il tappeto fiorito ha ragione, sei stato bravo! Sono fiero di te!
Erano forse queste le parole che aspettava.
La mamma incalzò con la nonna e tutti abbracciarono Bill riempiendolo di baci e anche se due lacrimoni solcavano il suo viso sentiva l'affetto e il calore di quei gesti amorevoli penetrargli nelle ossa e sostenerlo.
Il giorno dopo alla pensilina dell'autobus Lauren lo ritrovò con un sorriso smagliante come se quella gara fosse stata dimenticata e fosse passato un secolo. Bill infatti aveva metabolizzato la sconfitta e cominciò a raccontare ogni minimo particolare all'amica, le telecamere, il truccatore, l'attesa con la nonna e la mamma a giocare a carte, il regista che gli spiegava come muoversi, le prove dell'audio, il pallino dove mettersi all'annuncio della votazione, insomma tutto ciò che aveva provato e fatto.
Tom un po' in disparte sorrideva divertito, aveva già avuto diritto a quel racconto quando i due ragazzi si erano ritrovati in camera nei loro letti a luci spente quella notte e mille volte aveva confortato il fratello con la frase:
-Sei stato grande! Sei arrivato secondo. E poi il mondo non è ancora pronto per i Kaulitz, solo nella nostra band canti bene, la nostra musica non la stecchi mai!
-Dai,- disse Lauren quando vide arrivare l'autobus- non l'avrà vista nessuno quella trasmissione e poi potrai sempre contare su di noi.
Bill era felice e sorridente, pronto ad affrontare il mondo e spavaldo salì sull'autobus con passo sicuro e testa alta. La sua entrata fu accolta da un coro di risate e qualche cretino cominciò ad urlare:
-It's raining men, hallelujah, it's raining men!
-Dai checca tinta facci sentire un tuo acuto!- si sentì provenire dal fondo dell'autobus. E fragorose risate levarsi da ogni angolo dell'autobus. Bill si sedette veloce tra Tom e Lauren e disse con voce tremante:
- "Non l'avrà vista nessuno quella trasmissione" le ultime parole famose.
Tom gli stringeva forte il polso sinistro, mentre Lauren gli teneva forte la mano quasi da non fargli passare il sangue. Bill era con il capo chino, come un cane bastonato pronto a piangere. Poi alzò la testa e come se tutto intorno a lui non esistesse, i commenti maligni, le risate di scherno, le battute feroci e crudeli che penetravano come coltelli affilati nel profondo, cominciò a parlare di futili cose e dei progetti futuri e soprattutto della festa del paese alla quale avrebbero suonato, la loro musica, finalmente!
Quello che aveva subito sull'autobus non era nulla in confronto a quello che avrebbe passato attraversando il cortile della scuola e il tragitto di pochi metri che divideva il cancello dall'entrata sarebbero stati certamente un supplizio. Se sull'autobus due o tre studenti avevano infierito, chissà quanti ce ne sarebbero stati nell'istituto, ma con Tom a sinistra e Lauren a destra come angeli custodi, Bill si sentì forte. Prima di attraversare la soglia della scuola, guardò i due al suo fianco, respirò a fondo e con passo sicuro, come era entrato in scena la sera precedente, varcò la soglia della scuola. Subito gli corsero incontro Ralph e Alex:
-Bill, sei un grande, sei forte- urlò Alex
-Figa la tua entrata in scena, cosa volevi fare? Spaccare il mondo?-aggiunse Ralph
-Già, -aggiunse Alex- anche se non hai cantato benissimo sei stato certo più espressivo dell'altro bamboccio
I ragazzi così facendo riuscirono a creare un crocchio intorno a Bill, ma questo non lo salvò da molti commenti e risate che si levarono al suo passaggio:
-Ehi pidocchio, vergognati sembravi una gallina strozzata su quel palco- commentò un cretino dalla giacca chiodata.
-Ehi, Kaulitz, canti e balli come un frocio!- aggiunse uno con la testa rasata.
Delle ragazze che sembravano appena uscite da un salone di bellezza commentarono:
-Bello il vestitino che indossavi, mi dai il nome del tuo negozio di fiducia?
Lauren stava per sbottare e inveire contro il pollaio di galline fashion della scuola e così anche Tom, Ralph e Alex, contro i nazzi, ma furono salvati dalla professoressa di francese che stava entrando, la prof cinse il ragazzino magro e spaurito per le spalle e gli disse:
-Je t'ai vu à la télé hier soir, tu as été magnifique ! Bon, tu a pris des fausses notes, mais tu sais tenir la scène !
Bill la guardò con aria interrogativa tra lo spaventato e il supplichevole :
-Lo so non hai capito nulla di quello che ti ho detto- scosse amabilmente il capo- ti ho detto che sei stato bravo ieri sera e anche se hai stonato un po', sai stare in scena molto bene!
Bill sfoderò il suo grosso sorriso, non avrebbe mai creduto di trovare tanta umanità in un prof, soprattutto uno che lo faceva penare, sudare e star male per due ore alla settimana. Sapeva che non sarebbe stato mai il suo alunno migliore, ma aveva capito di avere la stima della prof e questo come inizio di giornata fu per lui un vero regalo.

Dopo qualche giorno solo pochi cori di "it's raining men" si levavano al passaggio di Bill, un lato positivo ci fu, alcune ragazzine un po' timide invece lo avevano trovato simpatico, carino e volevano fargli i complimenti ma non avevano il coraggio. Così un giorno alla ricreazione si erano avvicinate a Lauren, cercando di far amicizia. La ragazza fu felice di presentar loro la star in erba, finalmente Lauren scorgeva una luce in fondo al tunnel, forse non sarebbe stata sempre circondata da ragazzi e forse avrebbe trovato delle coetanee come lei. Certo queste ragazze facevano parte delle alunne emarginate, ma forse avrebbero costituito un bel gruppo. Lauren infatti sentiva ogni tanto la necessità di parlare con delle ragazze della sua età, fino al quel momento aveva sempre e solo parlato di problemi femminili con la sua amica Leonor, ma questa era a Parigi e certo non poteva confortarla fino in fondo. I ragazzi, si sa, ogni tanto sono un po' infantili e non sempre riusciva a sopportarli, soprattutto quando Tom dava il la e cominciavano a parlare di "bombe carrozzate" "tipe con air bag da urlo", fare scommesse e gare di rutti e altre cose infantili che ogni tanto degeneravano. Ecco in quei momenti urlava come una forsennata improperi o si isolava in cerca di pace, avere delle amiche quindi era una necessità che sentiva. Karola, Annie e Gertrude in fondo non erano poi male, erano gentili, calme e tranquille, non si truccavano né si vestivano come ragazzine appena uscite da riviste di moda, erano semplici e poi una passione le accomunava: i manga giapponesi. Finalmente poteva parlare di fumetti sojo con qualcuno! Basta Dragon Ball, play station, musica rock e "bombe sexy".

-Oggi alle quattro gruppo studio a casa mia?- suggerì Lauren
-Sì, direi che è un'ottima idea, ho tanta voglia di farmi insultare con "sembri una ragazzina" da tua madre, è così elegante e gentile quando è "calma".
-O testa di macaco tinto, secondo te avrei invitato te e il Vileda a casa mia con mia madre? No, gioite è via per una settimana e quindi si festeggia! Poi mio padre mi ha promesso ripetizioni di fisica e matematica. Quindi i nostri tre mononeuroni probabilmente avranno un aiuto per almeno strappare un 3 o un 4!
-Uhm- grugnò Tom soddisfatto.
-Bene, figo, finalmente vedremo casa tua!
-Già via il gatto i topi ballano, così potrò farvi vedere bene la mia camera, la mia palestra, la piscina, la taverna e il super impianto stereo dove spararci Giselle o Minkus a balla!
-Minkus che minchia è? Un gruppo francese?
-Tom, toglimi la curiosità, per te tutto è musica rock, rap o affini? Io ascolto soprattutto musica classica e opera. Adoro la Traviata ad esempio!- e Lauren iniziò ad intonare "amami Alfredo"
Bill aveva gli occhi di fuori e Tom era impietrito.
-Non è francese vero?
-No, massa di ignoranti, l'abbiamo anche fatto in musica! E' l'opera di Verdi.
-Ah, la musica pizzosa e soporifera che ci spara il prof in classe!
-Oddio sì, la lirica! Il melodramma italiano, che due marroni.
-Trogloditi! Non capite nulla di musica!-tagliò corto Lauren
I tre si lasciarono per andare a pranzo e ritrovarsi a fare i compiti. Alle quattro, stranamente puntuali i gemelli suonarono a casa di Lauren che aveva tirato a lucido la sua camera, aveva veramente fatto pulizia perché anche lei non brillava in fatto di ordine.
-Ciao raga! Super puntuali! Che tipo di cataclisma si scatenerà fra poco?
-Ah spiritosa!- disse con tono acido Tom
Mentre Bill sembrava alquanto assonnato e quindi silenzioso.
-La noni ci ha preso a calci fino a qui, sai stavamo facendo il nostro pisolino quotidiano!
-Ah già dimenticavo che ho a che fare con dei lattanti! Che hanno bisogno di fare il riposino. Allora, casa di cura Kaulitz ci svegliamo!!! Su, su siamo giovani e forti e pimpanti, dobbiamo spaccare il mondo, ma se dormite sarà dura!
-Lasciami riprendere ancora qualche minuto e poi carburo.
-Dai, andiamo in camera mia.
I due ragazzi erano eccitati si immaginavano la camera dell'amica come lei una grossa caramella fiorita con tanto rosa bonbon ovunque e in effetti era così.
-Camera in perfetto stile Lauren, un esplosione di fiori che fa venire il mal di tasta- sentenziò Tom
-In effetti è un po' eccessiva- rimarcò Bill
-Ha parlato il re della semplicità- disse Lauren un po' indispettita
-Mettiamoci al lavoro-esortò poi.
I tre si sedettero alla scrivania dove era già stato tutto predisposto anche un pacchetto di gommose alla frutta da assaporare durante il duro lavoro dei compiti.
Lauren si sedette, Tom accanto a lei a destra mentre Bill indugiava con lo sguardo verso l'angolo della camera dedicato alla danza, poi andò verso una porta e disse incuriosito:
- Ci avevi detto che eri parecchio disordinata, ma a quanto pare era una bugia!- disse Bill con tono indagatore-Cosa c'è qui dentro?- ma senza il permesso aprì e fu travolto da una montagna di cianfrusaglie, vestiti, bambole e peluches.
Tom cominciò a ridere mentre Lauren come una furia si lanciò per infliggere a Bill una sonora lezione seguita da numerosi imprecazioni.
-Ma che ti salta in mente brutto cretino, maleducato e invadente! Chi ti ha dato il permesso!
-Insomma-tentò di difendersi verbalmente perché Lauren gli si era gettata addosso e lo stava picchiando con solletico, spettinate varie e piccoli pizzichi- sono curioso lo sai, piantala di spettinarmi, no, no smettila- urlava- aiutami Tom.
Tom allora si getto nella mischia e cominciarono una lotta con i cuscini i peluches e i vestiti di Lauren che trovarono. Almeno mezz'ora la persero così in cazzeggio, poi guardandosi negli occhi si incitarono:
-Mettiamoci al lavoro va!
-Sì o la noni ci scotenna.
-Sai papi e mami ci tengono per le palle: " se non portate dei voti decenti, il concerto ve lo facciamo fare con il binocolo"- aggiunse Tom.

Tirarono fuori il diario e lessero:
-Francese: es da 3al 6 pag 69 es 5 e 9 pag 71-lesse Lauren
-Tedesco: leggere brano pag 483 rispondere alle domande a pag 510-seguì Bill
-Minchia- esclamò Lauren con il suo linguaggio educato- più di venti pagine da leggere? Oddio mi viene da vomitare!
-Matematica- aggiunse con tono mesto Bill- esercizi 1-3-5-7 pag 72
-Matematica- disse Tom- es dal 3 al 9 pag 83
-Matematica -sentenziò con veemenza Lauren - esercizi dal 7 al 12 pag 89
-Bene siamo a cavallo di un asino!-sentenziò Tom
-Che si fa?-domandò Bill
-Io direi che a scanso di equivoci e per non rischiare urla della prof o spedizione punitive dal preside sarà meglio farli tutti!
-Tutti? -impallidì Bill-
-Col cavolo, siete due cretini avete sbagliato voi io li ho scritti giusti!- disse Tom
-Il babbeo sarai tu!-disse indispettito Bill
-Gemelli mono-ovulari inutili piantiamola e mettiamoci al lavoro facciamo tutti i compiti e a quelli di mate ci pensiamo.
-Perché non ci dividiamo i lavori? Suggerì Bill
-Il piccoletto tinto potrebbe fare tedesco, Lauren francese e io incominciare a fare matematica. - disse fiero Tom
-Sembra un'ottima idea per ottimizzare i tempi, ma non molto corretto per la nostra preparazione. Si accorgerebbero subito! Bill che fa perfettamente gli esercizi di francese!-sentenziò Lauren- su che pianeta?
-Grazie per la fiducia!
-No, siamo realisti- disse Tom- impossibile che tu possa solo far giusta una frase in francese.
-Ha parlato il tuttologo francofono! Ma va cagare!- facendo seguire le parole da un simpatico gesto.
-Ok dai, non perdiamoci in chiacchiere, francese, cominciamo- esortò Lauren stranamente ligia al dovere.
I tre si misero a fare i compiti, Bill tentava di copiare gli esercizi di Lauren che li terminò in trenta secondi. Mentre Tom provava ancora a decifrare la consegna dell'esercizio e Bill piangeva sul suo eserciziario soffrendo al solo pensiero di aprirlo.
Lauren attaccò tedesco e dopo un po' sentenziò:
-Che due coglioni quadri ne ho, fra trenta secondi se sto rompi coglioni di Werter non si suicida, lo brucio io vivo, lo accoltello, lo scotenno, che rottura!
-Bello- lanciò un acuto Bill- sangue scorrere, comunque Lauren è una pietra miliare della letteratura tedesca, non puoi distruggerlo così.
-Sarà anche una pietra miliare, ma mi fa cagare!
Dopo un paio d'ore di duro lavoro i tre attaccarono matematica e fecero gli esercizi, fecero tutti quelli che aveva segnato Lauren, Bill e Tom. Quando il signor Bart rientrò lì trovò silenziosi e impegnati.
-Ciao "fragolina"- si avvicinò il padre alla figlia e stampandole un sonoro bacio sulla fronte aggiunse- come procedono i compiti? Finalmente conosco i tuoi grandi amici! Ma non mi sembrano i terribili criminali che mi ha figurato tua madre!
Bill sfoderò il suo sorriso più smagliante con la sicurezza di fare colpo con un solo semplice gesto si alzò e disse:
-Piacere di conoscerla signore, io sono Bill
-Sì ti ho visto in Tv, sei molto telegenico!
-Sì, diciamola così- abbassando lo sguardo
Tom rimasto un po' più in disparte e più in soggezione si alzò e stringendo la mano al padre di Lauren disse con un filo di voce e con sguardo lievemente basso:
-Io sono Tom il fratello maggiore del piccoletto canterino, suono la chitarra- poi pensando " ma che cretino, che cavolo di presentazione è? Perché sto sudando come un cammello in calore?"
Bill e Lauren si guardarono e si misero a ridere nel vedere la figuraccia che stava facendo Tom.
-Ragazzi allora, avete dei problemi con la matematica e la fisica.
-Sì- rispose con voce acuta Bill- siamo tre frane patentate!
-Non capiamo nulla!- aggiunse con una certa timidezza Tom.
-Oh, oui papa, on a des cauchemars à chaque fois que la prof nous inflige un contrôle !
-Ne t'inquiète pas ma puce, on va travailler dure !
-Merci papinou.
Bill aveva perso il sorriso sentendo quella conversazione in francese e cominciava ad avere dei sudori freddi al pensiero di dover lavorare sui compiti di matematica e di fisica in francese.
-Non preoccuparti, Bill- disse con comprensione il signor Bart- ti parlerò in tedesco so il tuo amore per la lingua francese!
Bill fece un sospiro di sollievo e con un grosso sorriso ringraziò il padre di Lauren.
I tre con l'aiuto del signor Bart lavorarono ancor più sodo:
-Allora fatemi vedere che compiti avevate di matematica.
I tre sbiancarono e un po' impacciati lasciarono che Lauren spiegasse il malinteso che c'era dietro i compiti:
-Sai papino, c'è un piccolo problema, non sappiamo che compiti c'erano da fare. Tutti e tre abbiamo preso degli appunti diversi.
-Be' non avete telefonato a qualche compagno?
-Non ne abbiamo! - disse timidamente Bill.
-Sì, di solito stiamo per conto nostro e non abbiamo amici nella nostra classe.
-Sì papinou, se io sono assente chiedo a loro i compiti, i due gemelli di solito non sono mai assenti, l'unica volta che eravamo tutti e tre malati, mami ha telefonato in segreteria per farsi dare direttamente i compiti dalla coordinatrice e io poi glieli ho passati.
-E quindi? - interrogò il signor Bart
-Abbiamo fatto tutti i compiti che avevamo segnato!
-Bravi, avete fatto bene, fatemi vedere partiamo dal piccolo cantante in erba.
E Bill contento della considerazione che il signor Bart gli dimostrava gli passò il quaderno non senza scusarsi per la mancanza di precisione.
Il signor, calato nella parte del severo prof di matematica, scorse gli esercizi senza proferir parola, solo qualche smorfia. Poi prese il quaderno di sua figlia e per ultimo il più disordinato, quello di Tom.
-Bene- sentenziò- siete tre disastri impagabili, allora ci fosse una soluzione uguale a quell'altra! Tu Tom, piccolo chitarrista in erba, hai eseguito correttamente i primi tre esercizi e gli ultimi due, Lauren questi quattro e Bill questi tre ultimi, questo a metà e questi due. Insomma siete tre simpatiche canaglie! Coraggio rimbocchiamoci le mani.
Per le successive due ore i ragazzi lavorarono sodo, quasi più concentrati che durante le prove della band e alla fine il padre di Lauren sentenziò:
-Mi sa che vi meritate una lauta cenetta al ristorante!
-Sì- urlò Lauren- andiamo in quella trattoria dove si mangia benissimo!
-Oh, no signor Bart, lei è troppo buono- disse Bill- non possiamo abusare della sua gentilezza così!
Tom guardò suo fratello con gli occhi sgranati, non lo riconosceva per nulla e con molta spontaneità disse:
-Hai mangiato il galateo oggi a pranzo? Da quando ti esprimi come lo Zingarelli?
Tutti si misero a ridere e il signor Bart telefonò ai Kaulitz per chiedere il permesso di portar fuori i ragazzi. Tra mille esitazioni e complimenti finalmente i ragazzi ebbero il permesso. Tutti si infilarono in macchina e partirono per il ristorante.
-Cavoli- disse sottovoce Tom a Bill- meno male che doveva essere una trattoria!
-Fischia ci ha portato nel ristorante più caro della regione e noi siamo vestiti così!
-Non preoccupatevi, -disse il signor Bart ai due gemelli- siete carini e non sentitevi fuori posto! Lauren vi adora e se fate felice la mia fragolina io sono felice.
-Fragolina -disse piano Tom a Bill.
-Sì- mollando una pacca sulla testa Lauren al ragazzo rasta- e se solo provi a chiamarmi così ti do un calcio lì dove non batte il sole.
Bill sogghignò divertito.
-E vale anche per te, ottavo dei sette nani, Canterinolo, anzi Stonatinolo!
-Ah, ah spiritosa, come ti adoro, almeno quanto un gatto attaccato ai marroni -sentenziò Bill.
Poi scoppiarono in una fragorosa risata ed entrarono allegramente.
L'atmosfera era elegante e sofisticata, molti si girarono a guardare il gruppetto che entrava: un manager in giacca e cravatta seguito da due ragazzini uno più singolare dell'altro per terminare con una bambolina un po' kitsch. La serata fu bellissima i due ragazzini mangiarono come due avvoltoi senza fare troppi complimenti e il padre di Lauren fu entusiasta della serata.
-Domani rientrerò presto così metteremo a punto la lezione di fisica e organizzeremo il ripasso degli argomenti, mentre sabato organizziamo una bella festa nel semi interrato e se è bel tempo riscaldiamo la piscina, poi se Lauren vuoi, potete dormire tutti con i sacchi a pelo giù i ragazzi e le ragazze su nella tua camera. Che ne dite?
Come proposta era fantastica!
-Bene inviterò Ralph, Alex, Gustav e Georg, poi i due rompipalle dei vicini, i gemelli Kaulitz, quelli lì anche se non vengono chissene e poi- Lauren indugiò
-Ma tesoro per ora hai nominato solo ragazzi o sbaglio?
-Sì papinou, sono tutti ragazzi, ma sai non ho tante amiche.
-Ma dai, ci sono quelle tre con cui ultimamente fai ricreazione!
-Ma dai, le fan invasate di Bill. - diesse ironico Tom
-Orca hai già delle fan?-chiese stupito il signor Bart e Bill che si sentiva un po' preso per i fondelli disse modesto
-No, che dice, sono solo delle ragazzine che mi hanno visto e che non mi hanno crocifisso per la mia magra figura!
-Poi possiamo dire a Gu e Ge- come ormai chiamava affettuosamente Lauren gli altri due componenti della band- di invitare qualche loro amica, bene allora domani ci organizziamo- e sulla soglia di casa aggiunse- papinou ti adoro è il più bel regalo che potessi farmi!

Il giorno dopo a scuola la prof di matematica fu spietata, interrogazione a tappeto con una verifica a sorpresa, correzione immediata e voto. Mentre gli alunni erano chini sui fogli della verifica ritirò i quaderni di tutti per vedere che avessero eseguito i compiti. Quando vide che i suoi tre "pupilli" avevano fatto talmente tanti esercizi si stupì: peccato che non ne avessero azzeccato neanche uno. Quelli che aveva segnato Lauren erano del libro di algebra, quelli segnati da Tom erano quelli di geometria, quelli di Bill erano i problemi.
Insomma tre teste e un mononeurone. La prof non infierì solo alla fine delle due ore li trattenne in classe mentre i compagni si avviavano in cortile per la pausa.
-Siete senza speranza gemelli Kaulitz- sentenziò- e lei signorina Bart si è scelta dei begli amici.!
I tre ragazzi sentivano già puzza di Presidenza con relativo addio alla band e al concerto, per non parlare delle urla della signora Bart.
-Insomma Bill Kaulitz forse le luci della ribalta ti hanno perturbato, a proposito, sei stato bravo, ho votato per te, peccato che tu abbia perso- aggiunse con tono di umanità e una carezza sulla guancia al ragazzino bianco come un cencio che stava barcollando- ma veniamo a tuo fratello che forse si sente escluso e quindi si deve mettere in luce anche lui propinandomi tutti questi esercizi da correggere, quanto a lei signorina, dovrebbe cercare di farsi qualche amicizia utile, si faccia dare il numero di telefono di qualche compagna che reputa meno snob almeno, oso sperare, che avrò dei compiti che ho assegnato e non altri!
-Mi scusi- balbetto con un filo di voce Bill -non ci manderà in presidenza, vero?
-No per questa volta no, ma vi consiglio di scender sulla terra e di stare attenti almeno quando do i compiti, vero?
I tre si esibirono in un coro all'unisono:
-Sì, professoressa lo promettiamo.
La prof fece un sorriso che durò un istante poi li congedò.
I ragazzi erano stupiti e si ripromisero di essere più puntuali, Lauren poi fece uno sforzo e cercò di allacciare dei rapporti con delle compagne della sua classe, infatti invitò Fisher alla sua festa, per somma gioia di Tom.

***
Il giorno della festa finalmente arrivò, tutto era pronto per accogliere gli ospiti, erano stati portati anche gli strumenti affinché la band dei ragazzi facesse una prova generale prima del concerto.
-Forse questa volta il cantante tinto non steccherà metà della sua canzone- decretò Tom.
-Prima o poi la smetterete di rinvangare quel episodio?- urlò indispettito il povero Bill.
Lauren e Tom si guardarono negli occhi e in coro dissero:
-Certo che no, sappi che per tutta la vita ti diremo: It's raining men hallelujah, it's raining men!
-Fan culo! Tagliò corto incrociando le braccia e voltando le spalle ai suoi interlocutori. I due carnefici sadici risero parecchio poi pian piano il semi interrato di Lauren si riempì di ragazzi e ragazze e tutti cominciarono a divertirsi.
Il pomeriggio passò in allegria, mangiarono schifezze, ballarono suonarono, cantarono, fecero dei giochi divertenti, Bill fu lanciato in piscina perché non se ne poteva più delle sue chiacchiere a ruota libera. Poi con una consulenza collettiva si riuscì a decidere quale logo scegliere per il gruppo e come fare il manifesto, l'idea di Bill fu scartata all'unanimità e per non sentire le sue rimostranze fu rigettato in piscina! Insomma era divertente vederlo dimenarsi supplichevole, un sadico Georg dal fisico molto più prestante del piccolo Bill e un ancor più malvagio Tom, riuscivano sempre a prenderlo e con l'aiuto di Ralph, Alex e Gustav veniva lanciato. Le ragazzine ridevano come matte e venne decretato il gioco più bello della giornata: "Butta anche tu un Bill in piscina e riceverai in omaggio una bambolina" era lo slogan che dicevano le ragazze prima che il piccoletto supplichevole venisse gettato.
La serata fu ancora più bella Lauren si esibì in alcune variazioni di danza classica poi il semi interrato si trasformò in una discoteca, i ragazzi ballarono come matti, Tom era quello che si divertiva meno, lui era un "duro" e i "duri" non ballano.
- Tutte scuse- asseriva Bill- il fatto è che non sa ballare!
E dopo che ebbe sentenziato così rischiò un ennesimo volo in piscina. Fu salvato dalle nuove amiche di Lauren e da Fisher che si stava dimostrando simpatica, allegra, aperta, socievole e sotto sotto innamorata persa di Tom.
Pian piano la stanchezza si fece sentire, il padre di Lauren intervenne per placare gli adolescenti dopo mezzanotte poiché alcuni vicini si erano lamentati per gli schiamazzi.
I ragazzi si organizzarono sotto spargendo sacchi a pelo alla rinfusa, le ragazze invece si sistemarono tutte in camera di Lauren. Le ragazze parlarono a lungo e finalmente Lauren si sentì a casa come era stata a Parigi e pian piano la stanchezza si fece sentire e le chiacchiere si spensero lasciando il posto ad un sonno profondo.

***

Il giorno del debutto della band era finalmente giunto, tutti genitori dei quattro ragazzi si erano adoperati per montare tutto, luci, strumenti, amplificatori. Il lavoro era stato faticoso, ma i ragazzi erano felicissimi. Lauren e le nuove amiche Karola, Annie, Gertrude e Ruth Fisher, ormai entrata ufficialmente nel novero delle amicizie dei ragazzi, si erano prodigate per fare volantinaggio, vendere i biglietti, preparare i manifesti dove svettava il nome del gruppo a grandi lettere gotiche "Devilish". Il concerto cominciò e per quella volta il ragazzetto front man del gruppo aveva sfoderato una gonna scozzese rossa che Lauren gli aveva prestato.
-Lauren, non hai qualcosa di forte impatto da prestarmi?- aveva chiesto Bill, sicuro di trovare nella sua cara amica un sostegno per le sue idee stravaganti.
-Che tipo? Io ho solo cose fiorite, a righe o quanto meno come ben sai il mio guardaroba è ricco di tinte pastello rosa, lilla e azzurro.
-Niente di scozzese sul rosso o sul blu scuro?
-Sì una lunga gonna scozzese, ma non so se ti andrà bene!
-Proviamo!
-Urca è un po' stretta ma magari con la macchina da cucire riusciamo a farci qualcosa!
-Sì lasciamo andare due o tre pieghe, dai forza mettiamo al lavoro!
-Io ci aggiungerei una bella cintura borchiata qui!
-Sì, perché no, mettiti l'anello che abbiamo comprato quando abbiamo bigiato!
-Io ci aggiungerei anche quello con la pietruzza nera e il teschio. Mi aiuti con i capelli?
-Ti presto un po' dei miei?
-No cretina, volevo tagliarmeli corti da un lato e lasciarli un po' più lunghi di qua, che ne dici?
-Uhm, boccierei l'idea del taglio assimetrico per ora, saresti un po' troppo sofisticato.
I due ragazzini si misero subito all'opera e tra taglia e cuci, lacca per capelli, rasoio elettrico e trucco Bill ne uscì con un look veramente provocatorio.
I genitori di Gustav e Georg erano un po' schioccati, ma avendo conosciuto a fondo il ragazzino sapevano che era molto carino e gentile, simpatico e sensibile, tuttavia non potevano fare a meno di chiedersi se avessero fatto bene ad assecondare così la voglia dei loro figlioli di suonare.
Le ragazzine furono entusiaste del look di Bill, lo trovavano "figo" un po' decadente e molto adatto anche ai colori del manifesto. Tom invece gli aveva propinato una miriade di insulti tanto per allenarlo a cosa avrebbe ricevuto nei prossimi giorni a scuola. Georg e Gustav forse dovevano ancora abituarsi a quel ragazzetto tutto pepe che in un corpicino minuto nascondeva una forza insospettata e una grinta per dieci. Il concerto sarebbe stato sicuramente un successo alimentato anche dalle urla e dai cori simpatici che le ragazzine con a capo Lauren avevano inventato tanto per fare più atmosfera da stadio.

-Sono in panico, non mi ricordo più un tubo!-disse con un filo di voce Bill
-Me la sto facendo nei pantaloni- asserì Tom
-Dai, coppia di cretini, andrà tutto bene!- tagliò corto Gustav, mentre Georg fingeva indifferenza.
-Sai io, prima di entrare in scena di solito faccio mente locale a quello che devo fare e ripasso la parte fino all'ultimo, anche solo mentalmente.
-Ma tu non devi cantare. E se non mi escono le parole?
-Attacchi dopo, i ragazzi risuoneranno l'introduzione se non ti sentono partire.
-No, che cavolo! Scimunito tinto, vedi di non fare stronzate e sul palco non intralciarmi!- disse con veemenza Tom.
-E comunque, Lauren, tu non sia come ci si sente a salire su un palco.
Lauren lo guardò con sguardo torvo e poi se ne andò veramente furente e indispettita dalle parole dell'amico.
Bill totalmente nel panico all'inizio non realizzò, ma si era reso conto di aver offeso Lauren perché aveva la stessa espressione che aveva quando Tom le aveva fatto apprezzamenti sul suo seno o meglio la manacnza di esso. Prima di cominciare Lauren salì sul palco e nonostante fosse veramente incavolata con Bill fece una super presentazione e cominciò ad incitare la folla.
La serata fu un vero successo, suonarono abbastanza bene e Bill non stonò mai:
-Tom hai perso un po' il ritmo sul ritornello di "it's hard to live"- disse Georg
-Io ho accelerato troppo su "leb die sekunde"-aggiunse Gustav
-Nei cori non siamo stati proprio precisi,- asserì Bill- ma figooooooo, siamo grandi. Sono proprio nato per stare su un palco!
-Modesto come sempre, fratello!
I ragazzi furono circondati dagli amici e dai parenti tutti a congratularsi, anche il signor Gordon, il patrigno dei gemelli, si congratulò con loro.
-Adesso per acquisire sicurezza dovete suonare tanto e farvi le ossa.
-Calcheremo le scene di tutti i paesi qui intorno! - incitò Bill
-Suoneremo in tutte le feste dei paesi fino allo svenimento!- asserì Tom
Lauren rimase un po' in disparte era ancora offesa dalle parole dell'amico e aspettava le sue scuse.
Quando ebbero caricato gli strumenti sulle rispettive macchine, tutti gli amplificatori, cartelloni e tutto ciò che avevano i ragazzi si congedarono. Lauren era in macchina con Tom, sua madre e Bill. Tom volle sedersi davanti e Bill fu felice di sedersi accanto all'amica, avrebbe finalmente chiarito con lei. Stranamente tuttavia non riusciva a trovare le parole per cominciare anche perché non aveva ben chiaro il motivo del rancore della ragazza. Fece quindi mente locale, si arrovellò, ma nulla, restava muto. Poi prese coraggio:
-Lauren, lo so che sei silenziosa per causa mia, ma non uccidermi, non ho capito perché, insomma lo so, sei offesa, mandami a cagare, dammi del cretino tinto, ma parlami.
-Mi hai detto " e comunque Lauren tu non sai come ci si sente a salire su un palco." Ti ricordo nano canterino che a Parigi facevo danza per cui io su un palco ci so stare, ho sempre ballato e anche fatto mille assoli! Quindi sappi che la tua frase è stata infelice e me la sono legata al dito. Per di più con un tatto degno di un elefante che, a quanto pare condividi esattamente con il pastore bergamasco seduto lì, sei stato gentile a ricordarmi che voi potete fare quello che volete, avete trascorso un pomeriggio con i vostri genitori, io invece sono qui di nascosto e mia madre non mi permette di fare danza anche se miopadre ha trovato una scuola vicino a casa. Quindi io pateticamente faccio due ore di sbarra da sola come una cretina per nulla e tu oggi me l'hai ricordato! Grazie! -Poi scoppiò a piangere.
Bill era senza parole, mentre Tom sul sedile davanti era rimasto basito. Bill abbassò lo sguardo, sconsolato prese la testa dell'amica tra le mani, se l'appoggio sulle ginocchia e accarezzandola cominciò:
-Sono una specie di deficiente, proprio vero, la tinta per capelli mi fa male, te lo giuro, io non volevo. Non volevo ero nel panico più totale e poi si sa ti ho visto, sei bravissima quando balli, vero Tom- Bill cercò sostegno da suo fratello perché si sentiva veramente mortificato e sull'orlo di una crisi di pianto pure lui.
-Già, praticello fiorito, sei bella, sei leggiadra, sei elegante la tua presentazione poi è stata bellissima, noi ti vogliamo bene e faremo di tutto per aiutarti a realizzare i tuoi sogni. Dai se vuoi ci prestiamo a fare quei cavolo di sollevamenti che hai tentato di insegnarci! Dai ci mettiamo nella tua piscina e facciamo come nel film Dirty dancing che ci hai propinato l'altro giorno! Sì forse due molluschi " is meglio che one"!
A quelle parole Lauren si sentì confortata e la signore Simone alla guida sorrideva soddisfatta e si immaginava i suoi figli nei panni di Patrick Swayze.
-Ci meritiamo un gelato o una cioccolata calda! - disse con entusiasmo la signora Kaulitz.
-Sì- urlò gioioso Bill
-Io sono della partita, manchi solo tu ballerina in erba.
Lauren tra un singhiozzo e soffio annuì.
Poi Bill le mollò un sonoro bacio sulla guancia:
-Mi perdoni, ti prego, dimmi che mi perdoni.
-Sì certamente sottospecie di porco spino tinto.

-Coplimenti frocetto per la tua bella performance alla festa delle patate!- disse Neumann il mattino seguente quando Bill prese posto accanto a lui quel lunedì.
Bill tacque e con una ormai collaudata calma olimpica si sedette e seguì le lezioni fino alla ricreazione. Poi come tutti i giorni il gruppo ormai folto di amici si ritrovò in cortile. Lauren però si assentò un attimo:
- Excusez-moi Madame, je peux vous parler?- disse Lauren all'insegnante di francese
-Mais oui bien sûr.
Lauren finalmente trovò il coraggio per racconatre alla professoressa che Bill era vittima di Neumann, il ragazzo infatti oltre ad offenderlo verbalmente lo picchiava appena poteva. Era molto furbo perché gli dava pugni sotto il banco sulla coscia, lo punzecchiava con le matite sulle braccia e gli appioppava qualche calcio senza farsi accorgere. Il compagno era veramente diabolico perché lo colpiva dove non si vedeva, né dai pantaloni né dalle t-shirt quindi nessuno si era mai accorto, perché a ginnastica in pantaloncini non si vedeva. Lauren lo aveva scoperto quando aveva aiutato il ragazzo ad allargare la sua gonna scozzese e avendolo visto in boxer si era accorta e aveva chiesto spiegazioni. Solo Tom ne era a conoscenza e più volte aveva minacciato di spaccare la faccia al compagno anche se era il doppio di lui:
-No, Tom non ne vale la pena e se poi ti sospendono addio concerto e band!
-Ma tu?
-Sopporto, chissene frega. Di idioti nel mondo ce ne sono tanti, se non è con Neumann è con Sneider o Schaffer o con qualche ragazzina cretina tipo Krause. Sono solo lividi. Non fanno male e le parole ormai scivolano e non mi scalfiscono più! Io sono fiero di essere così come sono. Guarda anche il prato fiorito se ne stra frega delle ragazzine che la prendono per i fondelli, le rubano il capello, le tagliano i fiocchi dalle gonne, le fanno mille dispetti negli spogliatoi durante l'ora di ginnastica. Per fortuna ora ha Ruth che spesso la protegge e l'aiuta.

-Non immaginavo- disse la professoressa di franecse- come prima cosa allora cambierò posto a Kaulitz.
-Grazie signorina, la prego, se sarò buona e lo farò studiare tanto mi mette in banco con lui? Sono sola da mesi! E' ora di cambiare non le sembra?
- Tu es rusée, n'est-ce pas?
-Un petit peu!
-Bien, plus tard on verra.

Il cambio di banco fu eseguito il giorno dopo con somma gioia di Bill e Lauren che si promisero di non distrarsi mai, promessa che non riuscirono a mantenere, ma fecero del loro meglio.

***

Purtroppo i guai non erano finiti, sembrava che tutti gli elementi dell'universo si fossero alleati per mettere nei guai i due gemelli Kaulitz e Lauren, erano spesso molto sfortunati anche se ogni tanto, bisogna dirlo ci mettevano dell'impegno affinchè qualcosa andasse storto.
Un evento alquanto singolare accade una settimana dopo in laboratorio di chimica i due nuovi e felici compagni di banco Lauren e Bill combinarono un pasticcio di proporzioni epocali. Stavano eseguendo un esperimento e la professoressa Valgassen aveva lasciato le coppie di lavoro come i banchi in classe per cui Lauren era con il suo caro amico Bill, purtroppo erano capitati con Köhler il ragazzo che aveva preso il posto di Lauren nel banco singolo e che ancora doveva digerire questo fatto.
I ragazzi erano tutti concentrati per ascoltare l'insegnante che aveva deciso di fare un esperimento delicato soprattutto per le sostanze usate, la professoressa si era raccomandata la massima attenzione e aveva intimato i ragazzi di prestare la massima attenzione, pena una visita "direttamente e senza passare dal via" dal preside.
Mentre Lauren e Bill non satavano guardando perché concentrati sulle spiegazioni, Köhler aveva sostituito una provetta e aveva messo un acido al posto di una base, poi aveva chiesto all'insegnante se poteva andare in bagno perché si era fatto un piccolo graffio. La professoressa aveva acconsentito, quando disse ai ragazzi di unire la provetta A con la provetta B, i ragazzi eseguirono, ma dalla postazione di Lauren e Bill si cominciò a levare un fumo denso e puzzolente:
-Aiuto, aiuto gridava Bill in piena crisi di panico
-Porca merda cosa sta succedendo?- proferì Lauren sempre con un linguaggio da manuale " il galateo della giovane fanciulla"
La prof si avvicinò, poi ci fu un esplosione e una coltre densa di fumo si levò, tutto ciò fece scattare il dispositivo di allarme e di evacuazione della scuola. Lauren poi, cominciò a respirare a fatica e ansimare, Bill non sapeva cosa fare, prese l'inalatore dallo zaino e assistette come potè l'amica, la professoressa non indugiò neanche un istante, con il suo carattere autorevole prese in mano la situazione.:
-Andiamo, in fila come sapete e non perdiamo altro tempo.
La sirena suonava e tutta la scuola si accinse a evecuare, arrivarono i pompieri, ambulanza e polizia. Quando tutto fu chiaro, almeno un'ora dopo tutti gli alunni poterono rientrare, Lauren era stata soccorsa dai paramedici mentre un Bill atterrito con il volto bianco, immobile senza poter reagire, era veramante sotto schock. Tom cercava di sostenerlo, non l'aveva mai visto così era impietrito e quando ritrovò un po' di salivazione cominciò a sussurrare a suo fratello:
-Non abbiamo fatto nualla, non volevo, non siamo stati noi, noi siamo stati attentissimi, tu mi credi. IO non volevo, Lauren sta male! Oddio sta male, ho fatto del male al "prato in fiori".
-No, scemunito, tu l'hai soccorsa ottimamente, quanto all'esperimento, non preoccupparti, sei l'eroe della giornata, hai fatto saltare un'ora dilezione a tutti! Dai vedrai non succedrà nulla.
-Kaulitz, a rapporto- tuonò il Preside con al fianco la professoressa Valgassen.
-Tutti e due i Kaulitz- aggiunse.
Tom borbottò, lui che c'entrava questa volta?

Quando furono nell'ufficio del Preside Bill disperato, contrariamente a quanto avevano preventivato i due adulti, scoppiò a piangere disperato:
-Lo giuro, lo giuro non abbiamo fatto nulla, Lauren, Lauren sta male, cosa le è successo? É all'ospedale? Non volevo lo giuro, siamo stati attentissimi.- sembrava veramente in preda ad una crisi isterica. Piangeva con la testa china e ripeteva sempre la stessa cosa:
-Io, l'ho fatta respirare con il suo medicinale, l'ho travato nello zaino, non abbiamo fatto nulla.
Intanto l'ispezione nel laboratorio di chimica fatta dai pompieri non lasciava nessuna possibilità d'appello. Tutto era partito dall'esperimento fallito dei due ragazzi.
Il preside arcigno e burbero tuonò:
-Kaulitz, malgrado le tue rimostranze, i tuoi pianti e le tue scuse, il dato di fatto è questo: avete unito due acidi altamente tossi e causato una piccola esplosione con lo sprigionarsi di un denso fumo. La scuola è stata evacuata, le lezioni interrotte e un alunno in ospedale. Tutto questo verrà segnato sul suo dossier scolastico insieme a quello che avete combinato l'anno scorso tu e tuo fratello, ci sarà un'azione disciplinare nei tuoi confronti, è inevitabile! Se poi i genitori della signorina Bart sporgeranno denuncia le conseguenze per te sarranno ancor più gravi. L'espulsione protrebbe profilarsi all'orizzonte.
Bill ancora in lacrime rialzò lo sguardo e con due grosse lacrime che gli solcavano il viso:
-Ditemi vi prego, come sta Lauren?
La professoressa intervenne:
-Preside mi assumo io tutte le responsabilità, credo che sia chiaro che il ragazzo è innocente- poi rivolgendosi al povero e mortificato Bill aggiunse con una carezza- sei stato bravo, sei intervenuto con molta prontezza con la tua amica, l'hai aiutata perfettamente, non preoccuparti è stata messa sull'ambulanza e trasportata all'ospedale solo per precauzione. Abbiamo avuto la conferma dall'ospedale proprio qualche minuto fa: sta bene.
Il preside fu meno comprensivo e tenne nel suo ufficio i due gemelli fino all'arrivo della madre dei ragazzi. Bill non aveva alzato lo sguardo da più di un'ora piangeva e i singhiozzi avevano lasciato il posto a lacrime silenziose, mentre Tom gli teneva stretto il polso cercando di dargli più forza possibile. Quando la signora Simone entrò nell'ufficio del preside Bill le corse incontro e affondò la sua testolina nera tra le braccia calde, confortevoli e rassicuranti della madre.
Di nuovo si ripetè la scena dell'anno precedente, ma questa volta la reazione dei due gemelli era nettamente diversa. I ragazzi non erano fieri e non avevano uno sguardo di sfida nei confronti dell'autorità, Bill continuava a proclamare la sua innocenza, Tom lo sosteneva come poteva. Dopo più di un'ora di colloquio la situazione era rimasta la stessa: una lettera di demerito nel curriculum di Bill sarebbe stata archiviata accanto a quella dell'anno precedente, il Preside si sarebbe attenuto alla decisione e all'eventuale punizione che il consiglio degli insegnanti, che si sarebbe riunito nel pomeriggio, riteneva più opportuna.
Intanto Lauren all'ospedale era ignara della sorte che era toccata al suo compagno e raccontava divertita l'accaduto prima al dottore del prontosoccorso, poi a suo padre e con meno entusiasmo e dovizia di particolari a sua madre. La ragazzina poi fu contattata dal preside che volle sapere la sua versione dei fatti per mettere al corrente tutti gli insegnati.
-Signore, non so come sia potutto accadere, noi siamo stati veramente ligi e attenti, probabilmente alcuni flacconi delle sostanze erano stati messi in disordine.
A nessuno venne in mente che poteva esserci stato un sabotaggio da parte del terzo compagno che faceva parte del gruppo di esperimento. La colpa ricadde tutta sul povero Bill, mentre Lauren quando seppe il brutto momento che stava passando l'amico perdette il sorriso, anzi difese strenuamente il suo amico cercando di far ricadere la colpa su di lei, cosa che convinse ancor di più il preside della cattiva fede del povero Kaulitz. Tuttavia i professori furono molto più comprensivi del capo d'istituto e si limitarono al richiamo scritto.
-Mamma ho tanto mal di testa- disse alla madre il povero ragazzino.
-Hai pianto come una fontana fratello,- disse incoraggiante Tom- dai hai sentito il prato in fiore sta bene! Smettila di fare la lagna.
Ma la lagna proprio non voleva calmarsi e solo quando fu nel suo letto, al calduccio sotto la trapunta con la mamma al suo fianco finalmente si sentì meglio. Poi sentì il suo cellulare vibrare e un messaggio fiume di Lauren si rivelò il balsamo migliore. La sera a cena a tavola Bill con poco appetito raccontò meglio tutta la sua giornata per ribadire la sua innocenza:
-Sai, -disse il signor Gordon- non c'è bisogno che tu lo dica ancora, si legge nei tuoi occhi.
-Sì nocciolina, abbiamo capito non preoccuparti, non ti puniremo, potrai continuare a provare con i tuoi amici!
Bill mangiò mesto poi Tom annunciò
-Testa tinta, guarda dalla finestra una pazza sta gesticolando al di là del muro di cinta!
-Possiamo?- disse Bill squillante
-Certo salutateci tanto la piccola- disse dolcemente la signora Simone che adorava quella ragazzina, era la figlia che sempre aveva desiderato e ogni tanto le piaceva lavorare con lei con la macchina da cucire, o pettinarle i lunghi capelli con acconciature elaborate.
Bill e Tom corsero fuori come fulmini, presero la scala e scavalcarono il muro, ormai avevano optato per una scaletta di legno viste le loro scarse doti ginniche.
Bill stritolò Lauren in un abbraccio e insieme caddero e si rotolarono sul prato ridendo come matti.
-Shh, non gridiamo, se ci sente mia madre sono guai. Ma dimmi scriciolo tinto che ti è successo? Che occhi rossi?
Il ragazzo non volle ammettere che i suoi occhi color nocciola erano rossi per aver pianto praticamente tutto il pomeriggio e disse:
-E' stato tutto quel fumo maledetto.
-Dimmi è vero che ti sospendono?
-No, per furtuna a quanto pare i professori mi hanno difeso, la professoressa Valgassen e quella di francese hanno peroprato la mia causa e hanno creduto alla mia innocenza. Avrò solo una seconda lettera di richiamo.
-Sì e verrà incorniciata accanto a quella che abbiam ricevuto l'anno scorso.- disse Tom con fierezza e ironia
-Ma che cosa avete combinato?-chiese curiosa Lauren
-Una stronzata geniale con i controfiocchi!- disse orgoglioso Tom
- Sì una super mega messa in onda di una nostra canzone contro la scuola!- aggiunse fiero Bill
-Sì siamo dei geni del male, abbiamo connesso il pc della sala informatica sugli altoparlanti della scuola e abbiamo mandato a palla la canzone! Geniali!-
-Due scemi patentati praticamente!- proclamò Lauren
-Con il senno di poi sì, ma in quel momento eravamo felici come matti. Un po' meno a casa! La mamma si è infuriata era peggio di un cane mastino attaccato ad un polpaccio e abbaimo rischiato l'espulsione. Adesso abbiamo nel curriculm una lettera- disse Bill che aveva ritrovato tutto il suo buon umore
-Caro, io sono a quota uno, tu ne hai due! Sei la pecora nera della famiglia in tutti i sensi- disse divertito Tom, poi tutti e tre scoppiarono in una risatta fragorosa trettenendosi subito dopoi per non incorrere nelle ire della madre di Lauren.

Il giorno dopo mentre il trio si stava apprestando ad entrare nel cancello della scuola :

- Oh, mezzatacca- disse uno dei soliti bulli della scuola il giorno seguente- dacci la ricetta dell'esperimento, ci hai salvato il culo da una verifica.
- Sì, grande mezzo sciroccato, la prossima volta più dinamite!
Insomma Bill da reietto e schivato fu addittato come l'eroe per molti ragazzi e la sua performance rimase leggendaria nella scuola.
Nonostante all'inizio fosse gongolante di questa attenzione che molti gli dedicarono, la sua gloria fu fugace e il suo sorriso si spense quando, varcata la soglia della scuola, vide la faccia del Preside che lo scrutava con sguardo severo e arcigno.
-Sarai un sorvegliato speciale, sappilo Kaulitz e ti consiglio di cambiare il tuo look troppo appariscente.- disse il Preside vedendo il ragazzino.
Bill sbiancò poi cercò conforto nei suoi angeli custodi Lauren e Tom che gli si strinsero vicini.
La giornata a scuola proseguì senza intoppi e la settimana anche.

***

Ormai l'episodio era caduto nell'oblio e la vita dei ragazzi trascorreva come sempre: scuola, compiti, musica, prove, scampagnate nel capanno diventato ormai il ritrovo dei ragazzi e delle ragazze del circondario.

-Raga- disse Lauren sull'autobus- domani venite a casa mia a mangiare?
-Uh, sì non vedo l'ora, tua madre cucina il polpettone avvelenato?
-Dai, cretino no, mia madre non c'è!
-Viaggiodi lavoro?- gongolò Bill
-Sì solo per due giorni!
-Vorrei venire- disse Tom- ma come dire, non vorrei rischiare un bel mal di pancia!
-Sappi, razza di cretino che non sei altro, che io cucino benissimo.
-Uhm, carotine al vapore e bistecchiana ai ferri!- disse ironico Bill- sai che leccornie.
Lauren gli mollò una sberla sulla testa.
-Ahi, perché il pastore bergamasco non ha ricevuto lo stesso trattamento?
E Lauren mollò uno schiaffone anche a Tom che si difese appioppando un secondo enorme e pesante schiaffone a Bill
-Questo per avermi chiamato pastore bergamasco-
I tre cominciarono a farsi una serie di dispetti ed urlarono talemnte che l'autista minacciò di lasciarli a piedi. I ragazzi rimasero in silenzio, mortificati. Poi una brusca frenata e un guaito cambiarono la giornata e i piani dei tre amici.
L'autobus ripartì e Lauren come una furia cominciò ad urlare:
-Si fermi, criminale! Ha investito una povera bestiola e non si ferma? Voglio scendere, mi faccia scendere.- Lauren insisteva talmente che l'autista si fermò, aprì la porta e Lauren si lanciò dall'autobus seguita da Bill e Tom che erano ancora interdetti dalla scena appena svoltasi sotto i loro occhi. La ragazzina era diventata una furia ed era corsa sul ciglio della strada dove giaceva un cagnolino, probabilmente morto.
- No, no - gridava Lauren- non può essere, non può esssere, maledetto, non si è neanche fermato. Ti prego non morire.
Lauren incurante del sangue che colava dalla zampa del cagnolino e dal naso urlava e piangeva:
-Non possiamo lasciarlo morire così! Ti prego non morire, non morire.
Bill era senza parole e accucciato accanto a Lauren cercava di vedre cosa fare mentre Tom come sempre rimaneva impietrito e smarrito in disparte.
-Chiamiamo la nonna- disse riprendendosi Tom
-Sì, ma credo non ci sia più nulla da fare- disse realistico Bill
-No, idiota, non dirlo neanche, non possiamo lasciarlo così, non può morire, non può, Bill ti prego fai qualcosa- gli occhioni di Lauren supplichevoli animarono Bill.
-Sì, Tom sta chiamando la nonna- poi si levò il suo giacchino e coprì il cagnolino. Tanto per complicare tutto una bella pioggia cominciò a scender copiosa. Tom si tolse la sua giacca e in piedi si mise a riapare la testa dei due ragazzini accucciati accanto al cagnolino. I tre erano scesi senza cartella e senza ombrello ovviamente:
-Dai, ma quando arriva vostra nonna- diceva implorante Lauren con un filo di voce- Ti prego non morire-continuava ad urlare tra le lacrime.
Poi Bill guardandola negli occhi si preoccupò per l'amica e il suo asma, lo zaino con il medicinale non c'era per cui cominciò a rassicurare la ragazzina
-Lauren, respira, dai , non farti venire una crisi, non abbiamo la medicina e se vuoi salvare il cagnolino respira con me, coraggio, basta singhiozzare.
Lauren guardava Bill negli occhi e cercava di respisrare a fondo con lui, con enorme forza di volontà si tranquilllizzò anche se contunuava a ripetere:
-Non morirà vero Bill? Non morirà vero Tom? Vi prego ditemi che non morirà!
-No, non è nulla di grave, guarda- diceva Bill con enorme sforzo poiché alla vista del sangue di solito perdeva il coraggio.
-Sì, Lauren, coraggio è solo una zampetta rotta.
-Ma no respira, non sento il cuore, urlava Lauren.
-No, guarda- diceva Bill.
Finalmente arrivò la nonna in macchina. Raccolse i tre ragazzi e rassegnata per la sorte del cagnolino disse incoraggiante:
-Piccoli non preoccupatevi, lo portiamo dal signor Schulz.
-Oh, sì disse Bill con tono il più rasssicurante possibile- è un genio, ha salvato il nostro micione mille volte! Lauren vedrai.
Lauren però era sempre più pallida e con pupille fisse e il cagnolino tra le braccia piangeva.
Arrivarono all'ambulatorio e il veterinario si prese cura del cagnolino anche se lo stato della ragazzina lo preoccupò non poco.
Lauren infatti era pallida e sembrava in trance, ripeteva:
-Lei lo deve salvare, non può morire. Non morirà vero dottore?
-Faremo tutto il possibile, aspetate qui.
I tre ragazzini erano bagnati e infreddoliti la nonna dapprima acconsentì a che restassero in sala d'attesa, ma poi prese Lauren in braccio e disse:
-Piccola, noi non posssiamo più fare nulla, aspettare qui non gioverà certo al piccolino, andiamo a casa, ci cambiamo mangiamo e poi quando il dottore avrà finito di curarlo verremo a trovarlo.
-Non morirà vero? Non può morire anche lui? Non è colpa mia vero?
La signora capì che Lauren doveva aver subito qualche trauma perché appariva in uno stato confusionario.
-No, cretinetta disse rassicurante Tom- non morirà!
-Certo che no- aggiunse Bill- vedrai è un mago il signor Schulz.
I ragazzi arriavrono a casa Kaulitz, ma lo stato di Lauren non migliorava, la nonna la portò in camera dei ragazzini:
-Bill portami gli asciugamani, cambiatevi bambini o prenderete freddo. Poi cominciò ad asciugare la chioma fluente di Lauren, le tolse la camiciettta a fiori e la gonna poi prese un pantalone di Bill e una magliettina di Tom e gliela infilò.
Tra le braccia sicure e rassicuranti dalla nonna si calmò definitivamente e sembrò uscire dal suo stato di confusione.
-Sto bene-disse la piccola- sto bene, ma non morirà vero?
Bill si sedette sul suo letto e prendendo la mano dell'amica la tirò a sé facendola sedere a sua volta, Tom si sedette dall'altra parte e le cinse l'altra mano, lei alternativamante guardava i due amici e chiedeva supplicante

- Non morirà vero?- Poi cominciò a piangere silenziosamente, allora Bill si sdraiò contro al muro, fece adagiare Lauren, Tom a sua volta si sdraiò e disse:
-Abbraccio a sandwich.
Insieme i tre ragazzi si misero silenziosi sul letto, la nonna li ricoprì con la trapunta di Tom e al calduccio di un buon letto appena cambiato e rifatto finalmente Lauren trovò un po' di pace. Tutti e tre si assopirono. Poi alcuni gorgoglii provenienti dallo stomaco di Tom fecero sussurrare a Lauren
-Anche io ho fame!
Tom allora si alzò e tornò con dei panini, tre muffin, una coca cole e un'acqua, i tre mangiarono sotto le coperte come fossero in una tenda da campeggio e pian piano tutto sembrò superato. Poi uno squillo del telefono di casa mise in apprensione i tre ragazzi:
La nonna fece capolino dalla porta e con un sorriso smagliante annunciò:
-Il cagnolino ce la farà, non preoccupatevi lo terrà in ambulatorio per una settimana il dottor Schulz e poi vedremo-
I due ragazzi urlarono in coro un bel sì! Mentre Lauren riscoppò a piangere rituffando la testa sotto il cuscino di Bill che si risdraiò accanto a lei così come Tom. Ora che avevano la pancia piena si addormentarono profondamente.
Quando rientrò la madre dei gemelli dovette far fronte all'emergenza compiti. I ragazzi non avevano la cartella e quindi la povera signora Simone dovette far un giro di telefonate infinito, andare fino al deposito autobus e recuperare gli zaini. Tuttavia fu molto comprensiva come sempre, ma come la nonna si interrogò sulla strana reazione che aveva avuto la ragazzina.
Quando il padre di Lauren ritrovò la sua casa vuota senza la sua "fragolina" ad aspettarlo corse subito dai vicini e ritrovò la piccola sorridente, pallida e con gli occhi rossi davanti ad una tazza di tè fumante.
-Signora Kaulitz, non so cosa dire, sono desolato per tutto il disturbo. Insomma i nostri figli sono delle calamite per i guai, mi pare?
-Già, i miei due poi, sembrano nati per complicarsi la vita, ma sa io ci sono abituata, appena sento una chiamata, so già: Tom e Bill ne hanno fatta un'altra delle loro. Lauren è solo la bambina che avrei sempre desiderato quindi sono felicissima di prendermi degli accidenti anche per lei.
Tutti risero e la serata terminò davanti ad una lauta cenetta. Poi mentre i ragazzi erano distratti a guardare la tv sotto un bel plaid caldo la madre e la nonna raccontarono al signor Bart l'atteggiamento della ragazzina e il signor Bart non volle entrare nei dettagli:
-Ho capito, Lauren ha avuto quella reazione a causa di un trauma infantile che ha sconvolto la nostra vita un po' di anni fa, grazie per avermene messo al corrente, credevo quell'episodio superato e invece a quanto pare...-poi guardando la testolina della figlia spuntare tra i due ragazzi aggiunse- lo dirò a mia moglie, forse faremo un po' di terapia ancora. Grazie ancora, non ho parole, ma quando la guardo in questi momenti e la vedo così felice accanto ai vostri figli sono contento. Mi spiace che abbiate subito mille emozioni a causa delle mai piccola.
-Oh, è reciproco, quante volte le due teste di legno hanno combinato guai e trascinato sua figlia.
-A proposito il cagnolino? Mia moglie non vorrà assolutamente tenerlo, Lauren poi ha problemi di asma per cui?
-Non si preoccupi avevamo promesso ai ragazzi tanto tempo fa che avremmo preso un cagnolino, eccone l'occasione.
-Siete degli angeli. "fragolina", togliamo il disturbo?
-Sì, papinou, j'arrive un instant!
Bill ebbe un brivido a sentir parlar francese, improvvisamente si era ricordato: e la scuola? Erano le nove e non avevano fatto neanche mezzo compito si alzò di scatto e disse allarmato a Tom
-Oh tetsa di cavolo rasta, non abbiamo fatto i compiti!
Tutti risero
-Vi farò la giustifica- disse con tono comprensivo la signora Simone
-Oh, sì come minimo Bill-disse rassicurante il padre di Lauren- dopo tutto quello che avete fatto.

***

- Lauren!!!- si sentì un urlo sguaiato provenire dal giardino dei Kaulitz direttamente dalla bocca di Bill che come minimo ci lasciò una tonsilla- Guarda qui!
Lauren uscì dalla porta finestra della sua camera urlando almeno quanto il suo amico
- Turacciolo di sughero tinto!- Urlò- sei un pezzo di deficiente vuoi che mia madre esca con la vena pulsante?
- No, ma porca miseria guarda cosa ha fatto il cane-e mostrò il suo paio di scarpe preferito a brandelli.
Lauren si piegò in due dal ridere e disse:
-Forse imparerai ad essere più ordinato.
Bill apparve sconsolato, era la frase che da un po' di tempo a questa parte anche la signora Simone diceva al figliolo disordianto.
- Ma cavoletti marci, sono stufo, non posso più tirar fuori nulla che me la mangia!!! Guarda qui la maglietta!
-Ma Bill è una figata, andiamo incontro all'estate e le magliette con gli strappi...be' potresti lanciare una moda!
Bill guardò meglio la maglietta e subito si accese la luce del creativo, scomparve infatti in casa.
-Porca miseria- si udì poco dopo provenire dal salone- cane bastardo, ridammi il telecomando. Poi si vide un cagnolino correre fuori in giardino e un ragazzino rasta appresso.
-Lauren il tuo cane lo ammazzo!
-Veramente non ho ben capito, è il vostro cane, ma date sempre la colpa a me come mai?
-Chi si è catapultato dal bus per salvarlo?-urlò Tom che aveva raggiunto il cane e salvato il telecomando brandendolo ancora pieno di bava-io no!
-Ah no?-disse dubbiosa- mi sembrava che un ragazzino mi tenesse la sua giacca sulla testa per ripararmi dalla pioggia ma mi sarò sbagliata! Il tuo gemello scemo?
-Non so è sparito in camera, più tardi vengono i ragazzi per le prove, se riesci a fuggire dal bunker vieni a trovarci. Domenica concerto alla festa di primavera di Zeilitz
-Bene, allora organizzo il fan club come l'altra volta così creiamo tifo da stadio!
-Bene ti aspetto- poi Tom cominciò a giocare con il cane anche se ad un certo punto si sentirono delle urla disumane e si vide il cane che cucciava i dread di Tom. Bill cominciò a ridere come un matto
-Vieni a salvarmi pezzo di deficiente!
-No, è troppo divertente.
A salvarlo arrivarono Gustav e Georg che però non si scomodarono troppo velocemente.

Quella domenica, il concerto stava andando benissimo, Bill sfoderava il suo look maglietta strappata, guanti neri di lana e strani stivali che aveva ripescato chissà dove, quando proprio sul finale, presi dalla loro performance Georg e Tom cercarono di muoversi un po' sul palco. I due si scambiarono la posizione, non ricordandosi di avere i fili degli amplificatori appresso, Bill fece lo stesso e come una mina impazzita si mise ad incitare le sue amiche guidate da Lauren confuse tra la gente e mentre ballava come un disperato modello " It's raining Men" non si accorse del groviglio che aveva creato. Così proprio sul finale inciampò rovinosamente, ma senza peredere lucidità e soprattutto riuscendo a tenere la nota, con una specie di scivolata in ginocchio riuscì a fermarsi appena intempo per non ruzzolare giù dal palco. I ragazzi si guardarono e stavano per mettersi a ridere come dei matti, ma riuscirono a trattenersi miracolosamnte; Bill pallido rimase per qualche istante ancora in ginocchio. Aveva i jeans tutti strappati e si era sbucciato tutte e due le ginocchia, vacillando si rialzò, e come un professionista navigato, nonostante il dolore, si districò dai fili e ringraziando la platea riguadagnò le quinte.
Lauren e le sue amiche erano stravaccate a terra a ridere, loro avevano capito la situazione almeno quanto gli altri membri del gruppo.
-E' uno spasso, Bill ci fa sempre morir dal ridere, dovrebbe fare il buffone di corte, non il cantante.- affermò Annie ancora con la mascella dolorante per le risate.
-Sì è vero, sembra una pallina del flipper impazzita ogni tanto, quando è veramente gasato.
-E dopo questa performance aggiungerà la scivolata in ginocchio ai suoi numeri da rockettaro invasato.
-Mamma mia è uno spasso, che bel pomeriggio. Concerto e circo insieme.
-Basta- urlò un povero Bill zoppicante con un ginocchio insanguinato e l'altro per fortuna solo un po' sbucciato. Speravo di trovare comprensione da questa parte del palco, invece nulla! Di là Gustav, che di solito è così contenuto, ha le lacrime agli occhi. Dice che dalla sua postazione ha visto tutto e si è divertito come un matto.
Insomma sta raccontando a tutti la scena. Quei due pezzi di cretini di Georg e Tom che cavolo hanno fatto con quei cavolo di fili, mannaggia!
-Dai adesso oltre a "It's raining men" sarai famoso per il tuffo doppio carpiato con ginocchiata!
Poi la signora Kaulitz mossa a compassione andò a sincerarsi delle condizioni delle ginocchia del suo figliolo, cercando di consolarlo:
-Dai, Bill, sei stato grande- poi soffocando una piccola risata- il finale è stato degno di una star- ma alla fine non si trattenne e rise, mentre tamponava il ginocchio del figlio.
-Vedi- infierì la nonna che non sempre approvava il look del nipote- se non ti fossi messo quei jeans strappati non ti saresti fatto male.
-Sì, ma sarebbe precipitato rovinosamnte lo stesso- infierì sorridendo il signor Gordon.
-Ridete, ridete, meglio far rider che far piangere! - poi incrociò le braccia e mise il muso, neanche tutte le coccole della nonna, i baci della mamma e le pacche di consolazione delle amiche tirarono su il morale a Bill. Dopo un bel gelato, un muffin al cioccolato e un frullato gigante al cioccolato Bill ritrovò il buon umore e cominciò a scherzare e ridere. Presto ci sarebbero stati altri concerti e quindi doveva voltare pagina.

***

Mancavano solo pochi mesi alla fine della scuola, il gruppo di studio funzionava bene e a parte una insufficienza grave di Bill in francese e una quasi sufficienza di Lauren in tedesco scritto tutto procedeva bene. Gli amici erano sempre più uniti e alla ricreazione il gruppetto intorno ai gemelli e Lauren si era infoltito, alcuni infatti avevano assistito ai concerti dei ragazzi e si erano divertiti, per cui avevano voglia di approfondire l'amicizia. Un certo Adrian si era offerto di creare un sito ufficiale, mentre un altro ragazzo, Dietram si era offerto di girare qualche immagine video da mettere on-line. I ragazzi erano esaltati, finalmente circondati da tanti amici con i quali ridere spensierati e sparare cavolate, certo Bill era sorvegliato speciale e tenuto sott'occhio dal perside, ma la sua vita scolastica si era rasserenata alquanto. Ogni tanto, durante le ore più tediose di storia e geografia, durante le spiegazioni di Arte o musica, si metteva a comporre stralci di canzoni, alcune tristi, alcune più spensierate, tanto sapeva che Lauren lo copriva, appena vedeva pericolo, lo avvisava con calcio e subito Bill si ricomponeva.
Tutto sembrava superato, ma alcune nubi si profilavano all'orizzonte.
-Allora gruppo di studio a casa mia, annunciò Lauren saltando giù dall'ultimo gradino dell'autobus.
-Sì perfetto, verso le tre perché poi alle sei vengono i ragazzi.
-Sì benissimo.
I tre ragazzi stavano parlando alla pensilina dell'autobus quando piombarono dai finestrini del mezzo alcuni palloncini pieni di una sostanza appicicaticcia tipo pece nera che colpirono i ragazzi. Lauren aveva i suoi lunghi capelli interamente coperti sulle lunghezze da questa sostanza, Bill e Tom che erano di lato si ritrovarono uno la parte destra del corpo e l'altro la sinistra ricoperte.
Lauren spaventata urlava come una disperata, aveva anche la testa un po' dolorante per il colpo. Mentre Bill e Tom erano senza parole.
-Che cosa cazzo è successo, che cosa è questa merda nera- la ragazza si girò e si ritrovò che colava dappertutto.-No, no, che cavolo è?-Uralava in preda a una crisi.
Tom la afferrò per la mano e corse verso casa sua. Bill come una furia suonò urlando.
La nonna accorse e lo spettacolo che ebbe davanti agli occhi non fu dei migliori.
-Presto, presto toglietevi i vestiti, la sciateli fuori qui, venite dentro andiamo in bagno, poi ficcando Lauren in mutande e maglietta sotto la doccia cominciò ad insaponarle i lunghi capelli. La sostanza però non si scoglieva.
Bill in mutande corse nel laboratorio di sua madre a prendre dei diluenti, li portò alla nonna.
- I miei capelli, singhiozzava Lauren, la prego signora mi aiuti!
-Dai piccola non preoccuparti, andrà tutto bene. Usando con cautela degli stracci e gocce di diluente con acqua cercò di provvedere a scogliere quella sostanza che si era ormai immancabilmente attaccata alla chioma fluente della ragazzina.
Lauren si guardò allo specchio, piangendo:
-Bill aiutami, ti prego, i miei capelli, che faccio?
-Non lo so- disse sconsolato guardando l'amica.
-Ti prego aiutami.
Un'altra volta sia Tom sia Bill erano impotenti davanti a cotanto spettacolo.
-Adesso proviamo a lasciarli stare per un po' mangiamo qualcosa, ci rivestiamo, poi chiamiamo vostra madre, magari lei sa come trattarli.
-Potremmo telefonare alla signora Schmidt, lei era parrucchiera.
-Sì,- disse con un tono sicuro Bill- era una super parrucchiera, è lei che ha fatto i dread a Tom
-Sì, è una fuori, tutta alternativa mi ha insegnato a farli, curali, e lavarmeli
Poi Bill si adoperò, prese un suo paio di jeans, una sua maglietta, una felpa di Tom e portò gli abiti alla ragazzina che ancora immobile davanti allo specchio e si guardava impietrita i capelli.
Si girò verso l'amico e cercando di stemperare l'atmosfera disse:
-Sei magrolino, scricciolo, hai due gambette magre da far paura!
Poi si guardò e vedendosi praticamente nuda e bagnata chiuse la porta, mentre Bill arrossendo si voltò spaurito. Poi sentì:
-Bill scusa non avresti qualcosa di intimo da darmi?
La nonna pose rimedio dando un paio di mutandine della madre dei ragazzi, Lauren se le mise le stavano molto grandi e quindi optarono per un paio di boxer strech di Bill di quando era un po' più piccolino.
Quando Lauren uscì dal bagno con un turbante in testa e vestita con gli abiti dei gemelli questi la guardarono divertiti.
-Praticamente abbiamo quasi la stessa taglia- disse soddisfatto Bill
-Veramente se mi dessi una cintura non mi cadrebbero questi cavolo di jeans e i tuoi boxer sono veramente scomodi.
Poi guardandosi negli occhi risero.
Dopo pranzo, la madre dei ragazzi arrivò con i rinforzi. Provarono tutte le sostanze di una parrucchire professionale ma non si capiva che cosa avessero messo in quei maledetti palloncini. Dopo ore di tentativi infruttuosi Lauren disse:
-Basta signora Kaulitz, è inutile!- guardandosi allo specchio cominciò a piangere silenziosamente poi si voltò verso Bill:
-Mi faresti una treccia?- chiese tra un singhiozzo e l'altro.
-Sì- rispose mesto e un po' impacciato e aiutato da sua madre il ragazzino fece una lunga treccia.
-Mi passi le forbici?
-Oddio, Lauren, mi spiace!- Bill porse le forbici da sarta della madre che tante volte avevano usato insieme per tagliare le gonne, i pantaloni i due ragazzi
-Non preocuuparti- aggiunse con un filo di voce Tom.
Lauren determinata prese con la sinistra la treccia e brandì con la destra le forbici e vi diede un taglio netto. Purtroppo restava ancora della sostanza quindi la signora Kaulitz tagliò alcuni ciuffi ancora sporchi.
Lauren vedendo le ciocche cadere per terra piangeva silenziosamante.
Poi seduta su uno sgabello non osava guardarsi allo specchio Bill le prese la mano la fece alzare, le alzò il mento e disse mettendosi accanto al suo viso
-Guarda sembriamo gemelli! Che bello ho una sorella gemella!
Lauren ebbe il coraggio e si guardò! Tra le lacrime cominciò a ridere. Poi Bill con mani esperte, una bombola di lacca cominciò a sistemare l'acconciatura dell'amica.
Insieme uscirono dal bagno e:
-Tadaaaaa- gridò tenendo per mano Lauren e mostrando il suo lavoro alla nonna, a Tom e a sua madre.
-Siamo o no due gocce d'acqua?
Tom sgranò gliocchi e disse:
-Oh no, Dio ce ne scampi, un clone di Bill!! Aiuto me ne basta uno di gemello scemo!
In effetti Lauren vestita come il suo amico e adesso anche pettinata come lui sembrava la sorella dei ragazzi.
La nonna e la signora Simone risero di gusto e abbarcciarono la ragazzina.
-Cosa dirò a mia madre?
-Non preoccuparti le spiegheremo tutto, vedrai non potrà fartene una colpa.
-Sì forse, ma darà la colpa a Tom e Bill e sarà ancora più severa! Rischio il collegio!
-No piccina,- disse la nonna dolcemente,- le diremo quanto hai pianto e sarà sicuramete comprensiva. Le racconteremo tutti i tentativi fatti per pulirli, le telefonate per informazioni ad ogni parrucchire. Vedrai.
Tom e Bill erano scettici, avevano capito il tipo di madre che aveva Lauren e anche loro tremavano all'idea di riportare a casa la loro amica, ma tentarono di rassicurarla.
I ragazzi fecero i compiti, con poca voglia e poca cura. Poi Gustav e Georg arrivarono per le prove. Il commento quando videro Lauren e Bill fu:
-Oh, mamma credevo di aver visto tutto nella mia vita e invece...ecco materializzarsi un altro rompi palle parlante-proferì Georg
-Credevo che di porcospino ce ne bastasse uno.
Lauren abbassò lo sguardo, stava per rimettersi a piangere per l'ennesima volta quando Tom raccontò l'accaduto:
-Guardate io ho perso dei dread, ho dovuto tagliarli! Sembro un cretino. -in effetti Lauren troppo impegnata a piangere sui suoi capelli non aveva notato che sia Bill sia Tom avevano apportato alle loro capigliature qualche modifica.
Tom per fortuna aveva dovuto tagliare solo delle ciocche a destra e ricopriva lo scalpo con molte altre ciocche. Bill invece ne aveva tagliate alcune sulla sinistra, ma era riuscito a cammuffare il tutto spostando il ciuffo da quella parte e riunendo alcune ciocche tipo punta aveva cammuffato una parte quasi completamente rasata.
-Strano che a Bill non sia venuta una crisi isterica dovendo tagliarsi così i capelli.
-Spiritosi, la crisi vera è quella di Lauren
-Potete-balbettando tra i singhiozzi- smetterla e cominciare queste cazzo di prove?
Georg si morse la lingua poi aggiunse:
-Ti ricresceranno ancora più folti e belli, vedrai e per un po' sopporteremo di avere due porcospini! Uno canterino e uno ballerino.
-Sì- affermò deciso Gustav- mettiamoci all'opera e poi spaccheremo il culo agli idioti che hanno fatto una cosa del genere alla nostra principessa.
Lauren con due grosse lacrime che le solcavano le guance accennò un sorriso poi urlò
-Ed ecco il gruppo di squinteriati rockettari più forti della Germania, signori e signori ecco a voi i Devilsh che spaccheranno il culo a tutti!Va fan culoooooooooo!- e urlo come una disperata
Dopo le prove trascorse in una atmosfera rilassata tra risate, fugaci litigate tra Tom e Bill che riuscivano ad insultarsi e far pace in tempi record almeno venti volte in un'ora; giunse il momento di tornare ognuno a casa propria.
Lauren infatti udì una macchina conosciuta entrare dal cancello dei signori Bart. L'ora della verità era arrivata. La ragazzina spaurita tremava e cominciò a guardarsi intorno:
-Come farò ora?- indossava gli abiti dei suoi amici e non era proprio il massimo della femminilità, in più le mutande non è che fossero comode le andavano ovunque e i jeans le andavano larghi
-Mi sembra di avere un gatto attacato ai marroni, le tue cazzo di mutande mi vanno sempre a finire nelle chiappe.- poi guardandosi attorno vide la signora Kaulitz e la nonna guardarla con aria dubbiosa- scusate, scusate per la volgarità, oddio non sono i vostri figli a influenzarmi lo giuro! Parlo sempre come una donzella non perfettamente educata, nonostante sappia a memoria l'"enciclopedia della fanciulla". Sarà per quello che ora sono così?
Tutti si misero a ridere
-Quando sono nel panico straparlo e divento volgare
-Veramente parli sempre così-disse, sperando di non farsi sentire, Bill
-Già, non solo quando è in panico.
La signora Simone fissò la ragazzina poi disse:
-Mi sembrava di aver partorito due gemelli, ma mi sa che erano tre!
Poi tutti risero, Lauren respirò a fondo e con la signora Simone che la teneva per mano e la nonna dei ragazzi che le teneva l'altra si avvicinarono alla casa Bart.
-Lauren- si sentiva una donna urlare- dove sei? Lauren! Sono a casa Lauren!
Poi suonarono alla porta. La signora Bart aprì e vide la vicina, la signora Kaulitz sulla soglia, Lauren dietro di lei nascosta e la nonna che la teneva stretta per le gracili spalle per rassicurala.
-Buonasera, scusi per il disturbo.-con tono clamo e un sorriso alla Bill, ora si capiva da chi aveva preso il ragazzino.
-Lei è la madre di quei due degenerati? Avrei voluto denunciare suo figlio per tentato omicidio, ha mandato all'opsedale la mia piccola, lo sa che stava per morire?
-Be' veramente ho avuto solo due colpi di tosse e una mini apnea di dieci secondi- disse sottovoce Lauren sempre dietro la schiena protettiva della signora Kaulitz.
La signora Simone fece un lungo respiro per dominarsi e non insultare direttamente la signora Bart
-Oggi, dei ragazzacci dall'autobus hanno tirato dei palloncini pieni di catrame, pece, colla o sostanze simili nere su sua figlia.
-Che cosa?- urlò la signora-
- I miei figli hanno soccorso la sua Lauren, l'hanno portata subito a casa nostra e mia madre ha cercato di lavar via la sostanza da sua figlia. Ha telefonato a tutti i parucchieri della zona e l'ha portata perfino ad un colorificio per vedre se si riusciva, con qualche diluente a districare i capelli, ma nulla.
-Che cosa avete fatto alla mia piccolina?
-Noi nulla- entrò nel discorso la nonna che sentendosi responsabile e poco rassicurata dal tono di risposta della signora Bart- Ci siamo adoperati tutto il pomeriggio per salvare i bei capelli castani di sua figlia, ma non c'è stato nulla da fare.
-Sì- disse timidamente Lauren sempre dietro la schiena della signora Kaulitz che le faceva da barriera protrettrice contro la furia di sua madre- abbiamo tentato di tutto, ma poi ho preso in mano le forbici e mi sono tagliata i capelli.
-Disgraziata, che cosa hai fatto esci da lì dietro, fatti vedere piccola degenerata.
Lauren a quelle parole così crudeli ammutolì e come era successo la volta scorsa rimase di sasso e oppose un muro impenetrabile.
-Signora sua figlia ha pianto tutto il pomeriggio, triste e sconsolata per i suoi bellissimi capelli che la rendevano così bella e femminile, ora è ancora bellissima, ma ha sofferto tanto e lei le sta aumentando questa sofferenza.- urlò tutto d'un fiato Bill che fino a quel momento non aveva osato neanche varcare la soglia del cancello dei Bart.
-Sì è vero quei maledetti teppisti hanno lanciato una schifezza e hanno rovinato quei bei capelli! Lauren è ancora bella, ma è tanto triste.- aggiunse Tom con altrettanta veemenza.
-Escì da lì dietro immediatamente signorina Lauren Bart questa volta dal collegio non ti salva nessuno lo ha detto anche l'analista!- Poi come una furia la signora Bart prese il braccio della ragazzina e la tirò da dietro la schiena della signora Kaulitz. E lo spettacolo che le si presentò non fu bello e la mandò ancora più su tutte le furie. Lauren vestita in quel modo somigliava molto a Bill e avendo il ragazzino accanto a lei l'ugualianza era ancora più lampante.
-Come sei conciata- e le mollò una sonora sberla- vergognati sempri un ragazzo, un teppista!
-I suoi vestiti erano tutti da buttare e anche la sua cartella si è rovinata alquanto.
-Via, via andate via tutti, maledetti ragazzacci, me la pagherete.
-I miei figli non hanno fatto nulla! Sono stati anche loro vittime, anzi si sono adoperati molto per alleviare la tristezza della piccola e hanno cercato di porre rimedio come hanno potuto.
-Se voi foste stata una madre corretta- tuonò la signora Bart- avreste avvertito la sottoscritta, prima di toccare un solo capello alla mia bambina, ora sembra una uscita da un manicomio.
-Se noi avessimo aspettato ancora ad intervenire sui capelli di sua figlia, certo le sarebbe venuta qualche allergia cutanea, abbiamo invece provveduto in ogno modo affinché non ci fossero conseguenze in tal senso.
-Ora andate via tutti, certo non vi ringrazzierò per avermi riportato una figlia così, -poi girandosi verso Lauren le mollò un altro scapaccione che la fece cadere a terra, sbattè la porta e si sentirono urla da invasata.
-Cosa sono questi stracci che indossi! Spogliati degenerata! Sembri un'invertito! Cambiati subito e domani andrò a fondo della faccenda questa volta quel degenerato e suo fratello non la passeranno liscia, ne esigo l'espulsione.
Da fuori tutta la famiglia Kaulitz sentì quelle parole e Bill rimase sconvolto. Insomma la situazione si era rivoltata contro di lui? Come? Questo proprio non se lo spiegava, rischiava comunque di dover ripeter l'anno e di dover cambiare scuola, ricominciare a farsi dei compagni, sopportare altri mille sopprusi, e no non ci stava prorio, no ora che aveva tanti amici e le ore di scuola erano meno pesanti. No, mai!

Il giorno dopo nel pomeriggio fu indetta una assemblea di classe con tutti i professori, il preside e i genitori. La signora Bart aveva voluto delle spiegazioni da parte della scuola, anche se l'istituzione non era responsabile del fatto accaduto su un autobus di linea. Il signor Bart era fuori per un viaggio di lavoro ed era all'oscuro di tutto. Quel giorno Lauren non era andata a scuola, aveva un livido sotto l'occhio sulla guancia e un labbro un po' gonfio, sua madre l'aveva talemnte strattonata e quando spogliandola con rabbia, aveva visto che indossava delle mutande da ragazzo si era scatenata come una furia.
L'atmosfera nell'assemblea si scaldò subito, alimentata dalla rabbia della signora Bart. I professori ancora una volta, per fortuna, furono compatti per difendere i gemelli. Si venne a sapere delle sevizie che aveva subito Bill da parte del suo compagno di banco, resero note anche le scritte non lusinghiere che vi erano nei bagni e che erano state incise sul banco e sulla sedia del povero ragazzo. E con questo la professoressa di francese e di matematica pensavano di aver mostrato che i problemi in quella classe andavano ben oltre un po' di gel nei capelli e qualche piercing, qui si parlava di bullismo e intolleranza. Ma la situazione degenerò:
-Se l'è cercata il ragazzino va in giro e sembra un travestito.
-Già non si capisce se è un maschio o qualcos'altro.
-E l'altro, puzza come un caprone con quei capelli.
La signora Kaulitz era pietrificata e stava per mettersi a piangere, come poteva essere così meschina la gente e farmarsi alle apparenze.
-Girano anche dei film porno quei due!
La professoressa Rosencranz intervenne:
-E' ora di finirla, sono scandalizzata! A scuola parliamo di razzismo, siamo per la tolleranza, facciamo progetti contro il bullismo e crediamo che i nostri ragazzi abbiano dei problemi, tentiamo di fare dei discorsi affinché non si fermino alle apparenze affinché comincino a pensare con le loro teste e non siano schiavi della moda, della tv e della spazzatura culturale che li bombarda, ma se hanno dei genitori che pensano veramente quelle cose su due piccoli ragazzini come i Kaulitz forse è meglio lasciar perdere.
-Credo che per quanto mi riguarda- disse alzandosi in piedi la professoressa di francese- io lascerò questa assemblea che ha toccato livelli troppo bassi. Se alcuni dei vostri figli vi sentissero rimarebbero stupiti, invece di condannare gli insulti, gli atti di violenza siete qui ad alimentarli. Non intendo assistere ad altro, signora Kaulitz la prego di uscire non vale la pena restare.
La signora Kaulitz, tutti gli insegnanti con la professoressa di francese in testa uscirono di gran carriera, mentre il Preside tentava di moderare l'assemblea, poi si sentì la signora Fisher dire:
-Mia figlia anche ha subito molte prese ingiro e canzonature, è sempre stata esclusa e chiamata con spregio "secchiona", ma da quando è in banco con Tom Kaulitz è felice! Ha fatto amicizia con molti ragazzini e ragazzine, alla ricreazione parla, chiacchiera grazie ai due gemelli. Ora viene a casa con un sorriso smagliante, mi racconta quanto si diverte, ascolta tanta musica e ha ripreso a suonare il pianoforte. La domenica non sta più rinchiusa nella sua camera, esce, si diverte, va ai concerti, questo grazie a sua figlia, signora Bart e i capelli rasta non puzzano!- poi in lacrime per l'emozione uscì sbattendo la porta. Altre mamme la seguirono e fuori si ritrovarono con la signora Kaulitz che piangeva circondata dai professori. Tutte le mamme presenti, solo cinque, si strinsero a lei e al suo dolore.
Da questa assemblea non fu preso nessun provvedimento come richiedeva la signora Bart nei confronti dei due ragazzini, ma la madre della ragazza andò immediatamente a iscrivere sua figlia al collegio Beata Vergine della Consolazione.Da lunedì avrebbe cominciato l'ultimo trimestre in quella scuola.


***


Da giorni la porta-finestra della camera della ragazzina aveva le tende tirate, non si udivano suoni di "musica pallosa" come la chiamava Tom, né canzoni francesi con il volume a balla di cannone nello stereo che tanto facevano schifo a Bill. I due fratellini con circospezione avevano fatto qualche incursione nel giardino dei Bart, ma non avevano avuto nessuna risposta neanche quando Bill aveva quasi spaccato il vetro con un sasso un po' più grosso del solito per richiamare la sua amica come soleva fare.
-Sono preoccupato- disse mesto Bill
-Dai capello tinto, non preoccuparti il prato fiorito starà dormendo- il suo tono tradiva altrettanta emozione e dispiacere.

-Mi manca la sciroccata- proferì un pomeriggio Gustav.
-Già, aveva degli insulti così divertenti e variegati nei confronti della mazza tacca al canto.
Bill, non era dell'umore di scherzare e spesso passavano intere mezz'ore senza che proferisse parola. Ultimamente accettava le critiche dei compagni della band e i suggerimenti che gli veniveno dati senza inveire, fare rimostranze o aprire parentesi logorroiche su come: se Tom suonasse così, e Georg facesse cosà, lui non mancherebbe ogni volta l'attacco o non sbaglierebbe l'intonazione quando Tom faceva il coro. Proprio non si riconosceva. Tom poi, ogni tanto si incantava e guardava la poltrona sulla quale si stravaccava l'amica, Gustav infine sospirava ogni tanto dicendo:
-Era così divertente Lauren quando ti faceva il verso Bill, mi si metteva accanto e mentre ero concentrato faceva la cretina imitandoti.
-Già era proprio una sagoma, mi manca moltissimo!
- Ora starà facendo i compiti- disse con un tono mesto Gustav- nel lager ne danno molti! Una amica di mia sorella ci va e le ho parlato di Lauren, ma non la conosce. Tuttavia mi sono fatto promettere che cercherà di fare amicizia con lei anche se è più piccola. Fa danza anche lei e magari potranno andare insieme a qualche balletto. Proprio ieri mia sorella mi ha detto che aveva due biglietti per Romeo e Giulietta o un altro baletto forse Gioelle.
-Cretino- disse Bill- Giselle!
-Già il balletto perferito del tappeto fiorito- sospirò Tom.
Gustav e Georg strabuzzarono gli occhi da quando i gemelli ascoltavano musica classica e sapevano i nomi dei balletti? Proprio erano affezionati a quella ragazzina.
Le prove ripreso con poca convinzione ed entusiasmo.

-Basta- urlò un pomeriggio Bill mentre dalla finestra della sala guardava le tende rosa di Lauren chiuse- basta, bastaaaaaaa ahhhhhhhh!!!!
-Calmati fratello o raccogliamo la tua tonsilla con il cucchiaino!
-Dobbiamo fare qualcosa! Suoniamo!- disse convinto Bill
-Adesso veramente non ne ho voglia, la chitarra non mi va quasi di prenderla in mano.
-Imbecille che hai capito, suoniamo a casa di Lauren!
-E vuoi che la signora Bart ci aizzi il mastino contro? Se ci vede al cancello ci denuncia.
-Ma noi suoniamo e basta.
-Tentare non nuoce!
I ragazzi suonarono al campanello speranzosi di sentire la voce dell'amica, ormai non si ricordavano neanche più il suo suono.
-Chi è?- si sentì una voce femminile al citofono, ma non era né Lauren, né sua madre.
-Scusi sono il vicino, c'è Lauren?
-No, la signorina è a scuola rientrerà sta sera con la signora. Siete i ragazzini Kaulitz?
-Uhaw, siamo famosi- disse sottovoce Bill
-Idiota- rispose Tom con un buffetto al fratello.
-La signora non vuole che vi avviciniate alla figlia e a questa proprietà!
-Lo so, ma eravamo preoccupati! Non apre più le finestre.
-La signora ha fatto cambiare stanza alla figlia, ora ha tutta la mansarda per lei, così non vedrà più quello schifo di casa di hippy ed esaltati.
-Bene credo che si riferisca a noi- disse Tom ironico sottovoce al fratello.
-Ma sta bene?- chiese allarmato Bill
-Sì, e ora andate.
I due ragazzi rientrarono mesti a casa, entrarono in cucina dove la nonna li attendeva con la merenda, si sedettero con poca convinzione e Bill con le braccia incrociate appoggiate al tavolo e il capo chino pianse a lungo.
Tom gli si sedette accanto appoggiando la testa accanto alla sua:
-Due mononeuroni "is meglio che one"- disse cercando di consolare il fratello.
-Mi manca- disse tra i singhiozzi Bill.
-Non dirlo a me, non ho voglia del terzo muffin!
-Urca e se non mangi il terz muffin vuol dire che stai veramente male, fratello - disse Bill cercando di sorridere.


***
I giorni passarono, finalmente la posta che Bill faceva ogni pomeriggio davanti alla finestra della sala per scorgere Lauren diede i suoi frutti. La ragazza ricomparve finalmente.
-Teste di cavolo, musicisti falliti- urlò Bill agli amici che stavano facendo una pausa merenda.- C'è Lauren in giardino!
Tutti corsero alla finestra, Tom la spalancò e urlò:
-Lauren!!!
La ragazzina fece segno di avvicinarsi al muro di cinta, ma con circospezione, dovevano fare silenzio.
I ragazzi salirono ad uno ad uno sulla scala che avevano ormai adibito per poter scavalcare a loro piacimento e presto quattro testine spuntarono dal muro.
-Tesoro come stai? -disse un emozionato Bill
-Bene.
-Come sei bella nella tua uniforme- disse Gustav- la gonnellina scozzese dona più a te che a Bill
-Già il ragnetto ha le gambe troppo smilze e storte- disse Lauren
-Sì, sei bellissima e poi i capelli sono cresciuti tanto- aggiunse Georg con un sorriso dolce e comprensivo.
Tom dritto sul piolo della scala era muto, la guardava come se vedesse un fantasma. La ragazzina infatti era bianca e pallida, aveva perso ogni luce negli occhi, sentì un groppo in gola come se la voce non potesse più uscire. Bill guardava l'amica senza parlare sentiva le lacrime solcargli le guance, poi sentì una voce da lontano
-Lauren, vieni a fare i compiti, che stai facendo?
-Niente mamma, sto raccogliendo qualche rosa gialla in giardino per abbellire la mia camera!
-Lascia perdere e vieni dentro, come pensi di fare con il tuo asma?
Bill non voleva mollare e si buttò dalla scala sulla quale erano saliti e oltrepassò quel muro per abbracciare Lauren.
Lauren sentì tutto il calore di quel abbraccio poi vide due lacrimoni che bagnavano gli occhi nocciola dell'amico e disse:
-Scriciolo, come vanno le tue performances canore?
-Bene!- disse con voce malferma che tradiva tanta emozione- mi manchi, cioè ci manchi da morire!
-Sì, ci manchi sciroccata- disse Georg
-Ci manchi squinteriata.- aggiunse Gustav
Tom era silenzioso, un nodo in gola gli aveva paralizzato la voce, una fitta allo stomaco, come un pugno in piena pancia lo scuotevano talmente che dalla sua bocca non uscivano parole. Ma Lauren guardandolo dritto negli occhi poteva leggere tutto il suo affetto. Dal loro primo bacio era passato così tanto tempo che quasi non se lo ricordava, non aveva ancora avuto mai il coraggio di spiegargli il perchè dei due schiaffoni che si era preso dopo quel bacio.
-Lauren, vieni subito in casa! Stai parlando con quelle canaglie?
-No arrivo!!!
Bill corse verso il muro di cinta tentando di scavalcare, ma con le sue proverbiali doti ginniche non riusciva ad arrampicarsi, i ragazzi appesi alla scala quindi gli allungarono le braccia cercando di tirlo su:
-Dai pezzzo di deficiente aiutati con quelle tue cazzo di gambette smilze- disse Georg, il più piazzato dei quattro.
-Fatti i muscoli, mollusco- rimproverò Georg che di braccia forti ne aveva.
I tre tirarono e finalmente Bill fu in salvo poi si sentì un gran fracasso e il cane abbaiare come un disperato. Tutti e quattro erano caduti dalla scala per fortuna il prato era morbido e aveva attutito la caduta.
-Idiota patentato
-Stupido cretino tinto
-Se mi sono fatto male alle mani ti spezzo le gambine e con le tue ossa ci suono la batteria- disse Gustav riprendendo una frase collaudata di Lauren
-Ho un fratello che è una persona inutile, cosa pensavano i nostri genitori quando hanno concepito un essere idiota come te!
Bill con il sedere dolorante e fregandoselo con una mano disse:- La stessa che pensavano quando hanno concepito te, visto che siamo nati da uno stesso ovulo, errore genetico!

***

Dopo quel fugace incontro passò molto tempo prima di rivedere Lauren. L'atmosfera a casa Kaulitz però era sempre la stessa, la mancanza di Lauren si faceva sentire e ogni tanto Bill aveva appeso alle finestre dei disegni e delle scritte buffe nella speranza che l'amica leggesse i messaggi. Ogni tanto Gustav portava notizie, grazie all'amica di sua sorella, poi una notte mentre i due fratelli erano profondamente addormentati sentirono i vetri della loro camera tremare. Il cane che dormiva con Bill cominciò a saltellare e abbaiare, Bill molto confuso e assonnato, sentì come dei sassolini colpire la finestra. Si affacciò e vide Lauren vestita di tutto punto con un trolley in mano che lo chiamava.
Bill saltò giù dal letto mollò un calcione a suo fratello e spedì il cane in corridoio.
-Bimba, tesoro, Lauren che fai?
-Ti prego, ditemi come si fa a tornare a Parigi?- disse Lauren senza trattenere i singhiozzi.
-Ma che cavolo dici, Lauren- la redarguì Tom.
-Non si può andare a Parigi!
-Sì io devo andarmene, devo tornare a casa.- Lauren stra parlava, era in preda a un pianto convulso.
Bill si infilò dei pantaloni e una felpa sopra il pigiama, imitato dal fratello che si ritrovò però con gli abiti di Bill!
I due ragazzini saltarono dalla finestra e raggiunsero l'amica.
Bill prese la valigia della ragazzina e gliela trascinò, i tre si avviarono verso la pensilina dell'autobus, dove avevano trascorso tante ore insieme, una pioggerellina fine tipicamente primaverile, inumidiva l'atmosfera. I tre bagnati come pulcini si sedettero sulla panchina al coperto.
-Lauren, che hai, dai non puoi tornare sola a Parigi.- cominciò Bill
-Sì, salgo su un aereo e torno a casa. - affermò la ragazzina in lacrime
-Ma a Magdeburgo non partono aerei per Parigi!- disse Tom realista
-Andrò a Berlino, Francoforte, Amburgo, Monaco, ovunque ci sia un volo per Parigi.
-Ma non ti vendrebbero mai il biglietto.- aggiunse categorico Tom- sei minorenne
-Lo so, ma io, ma io non posso più vivere qui! La mia vita è un inferno! Quella scuola è un inferno, in confronto Sneider e Neumann sono dei simpatici burloni. -Bill non ne era altrettanto sicuro, ma era quasi senza parole di fronte a tanta disperazione.
-Ogni tanto apro la finestra della mansarda, scavalco il parapetto e mi metto a guardare nel vuoto, sai è così semplice, guardare il cielo e tentare di librarsi in volo come gli uccelli.
I due ragazzi erano senza parole, Bill ormai piangeva silenziosamante e una profonda angoscia si esternava con due lacrimoni, Tom stringeva la testolina di Lauren tra le sue braccia. Tom e Bill si scambiarono degli sguardi atterriti e preoccupati.
-Ma dai, che dici- disse Bill cercando di dominarsi- Non devi neanche pensarlo!
-Già, scusa ma vorresti lasciarmi solo con questo idiota patentato dal capello tinto? - Poi con uno sforzo per calmarsi e far ridere l'amica il più possibile aggiunse - guarda nella fretta mi sono messo i suoi cavoli di pantaloni, guarda che look del cavolo ha ora che non ci sei più tu! L'altro giorno aveva questi pantaloni a zampa d'elefamnte una camicina strech che quasi non respira di color arancione sbiadito, e ogni tanto sfodera delle robe gessate immonde! Ti prego non abbandonarmi nel suo mondo di lustrini, teschietti, borchie e catene!
-Già è vero, faccio degli abbinamenti del cavolo ultimamente. La scuola poi è finita, che ti frega! Abbiamo tutta l'estate per rifarci, correre felici nei campi, fare falò e cantare!
-Oh, sì lo sai canteremo in un locale in città, forse faremo più di una serata!
-E magari ci faranno incidere un demo.
-Sì ora abbiamo abbastanza soldi per farlo e poi lo promuoveremo andando per tutte le case discografiche fino a quando non lo ascolterà un produttore e allora... fama gloria, ricchezza e ti porteremo via da tua madre!- annunciò fiero Bill
-Gireremo mille hotel, prenderemo le suite con Jakuzi, starai sempre con noi. Ti porteremo a Tokyo così potrai comprare mille manga, di quelli mielosi e pallosi che leggi tu. E poi farai la ballerina.
-Sì, quelle super sexy che sculettano, come piacciono al troglodita rasta. Farai la ballerai nei nostri video, insomma devi stare con noi!
-Ma io voglio tornare a casa, voglio tornare a Parigi. La scuola è una merda e i professori sono peggio della Rosencrantz e della Valgassen messe insieme.
-Bel quadretto, ma cosa ti importa! Tu hai noi, la scuola non conta, non devi perder il sonno per qualche brutto voto.
-Sì- aggiunse Tom- prendi ad esempio Bill ha la media del sei secca spaccata in francese, eppure dorme come un agnellino.
-Ha parlato il secchione!- disse con tono che cercava di essere il più ironico possibile.
Lauren piangeva e singhiozzava con la testa tra le braccia degli amici che si stringevano a lei. Erano tutti e tre rannicchiati stretti stretti con le ginocchia al petto e piangevano abbracciati. Scosso da brividi di freddo e tentando di vincere le lacrime e il groppo in gola che gli bruciava ormai da un po' Bill disse:
-Mi ha detto Gustav che hai ripreso a ballare.
-Sì, -rispose Lauren con un filo di voce-fra due mesi c'è il saggio e anche se ho iniziato da due settimane ho già imparato tutte le coreografie e farò anche due assoli. L'insegnante ha detto a mia madre che sono l'allieva più promettente che abbia mai visto, ma lei ha detto "che cavolo ne capisce una sfigata che lavora in una palestra pidocchiosa di talento!" Capisci?
-Oh sai cosa dice il nostro vero padre a proposito della nostra passione?
I ragazzi mentirono un po':
-Già ogni tanto si arrabbia perché dice che trascuriamo la scuola!
-Non capisce che Bill è veramente negato con il francese e l'inglese, non può arrivare nè in matematica né in fisica anche se studiasse otto ore. Il seme dell'intelligenza lo hanno dato tutto a me!
-Idiota- disse ridendo Bill
-Non sai Lauren che bello l'altro giorno, Bill è un vero simapaticone allieta sempre le nostre serate ed è protagonista di storielle divertenti, ultimamente se ne è aggiunta una al repertorio grazie alle sue proverbiali prestazioni ginniche. Ci fa morir dal ridere, ormai è una leggenda a scuola! I nazzi lo ringraziano perché si divertono un pacco con lui. Non vuoi sapere cosa ha fatto?
-Sì -rispose con un filo di voce Lauren.
-Giochi della gioventù: tutta la scuola sugli spalti partecipa a turno alle varie gare. Prendono posto gli allievi della "settima", Bill è stato iscritto d'ufficio dal prof di ginnastica ai quattrocento metri piani. I ragazzi sono sulla linea di partenza. Bill è concentrato, indossa dei ridicoli pantaloncini neri e una magliettina bianca di due taglie più piccola di lui tanto per mettere in mostra i suoi addominali scolpiti, di solito il suo corpo viene usato per fare anatomia dello scheletro tanto è magro, comunque dicevo- la telecronaca buffa di Tom continuava, Bill era sempre più torvo, ma taceva nel profondo, molto nel profondo era divertito dal racconto del fratello - i ragazzi sulla linea di partenza, lo speaker annuncia, "ai posti", la folla tace, lo sparo dà avvio alla corsa. Gambette smilze corre, non è ultimo, miracolo! La tintura per capelli fatta la sera precedente non gli ha offuscato la vista, i gas della lacca non gli hanno indebolito i polmoni, no, - facendo seguire quelle parole con un gesto di trionfo- gambette smilze corre, corre, corre per la vittoria. Dietro di lui solo Gus della sezione C ed ecco, sul rettilineo Gus si avvicina minaccioso a reclamare la penultima posizione. É una lotta fra titani, nessuno vuole cedere! Il cantante storico dei Devilsh non molla, ma non ha fatto conto con le sue scarpine taroccate che così fieramente ha abbellito nei giorni precedenti.- Lauren era attenta e veramente divertita, Bill un po' meno- la destra si slaccia e con una stringa penzoloni diventa pericolosa, il suo nemico ormai è alle sue costole e no, no , no calpesta il piede di Bill, togliendolgli la scarpa, Bill inciampa, arranca, fa dei mulinelli inconsulti con le braccia per tentare di resistere , strappa la maglia a uno che sta davanti tentando di appendersi, e no, no "strike" rotola trascinando con sè il terzultimo poi finisce bocconi sul prato dove si stanno svolgendo le altre gare, si rialza dicendo " non mi sono fatto nulla" e riceve in piena cresta il peso lanciato da una concorrente, tramortendolo all'istante. Dagli spalti si levano delle risate sonore, i professori se la sono fatta nei pantaloni dal ridere, il ragazzetto giace nel prato, ma nessuno lo soccorre, i paramedici credono sia un siparietto comico organizzato per allietare la mattinata!
-E' vero, scriciolo?- sussurrò Lauren che non piangeva più.
-Sì, più o meno è andata così, i paramedici però sono arrivati subito e la prof di francese mi ha accompagnato in ospedale. Senti qui il bernoccolo, mi hanno dato quattro punti e tagliato i capelli, - Lauren passò le sue sottili dita tra i capelli di Bill e sentì ancora la cicatrice. Poi gli diede un bacio sulla ferita.
-Povero il piccolo scricciolo tinto! Un secondo scalpo!
-Già ormai ho la pettinatura a chiazze. Ogni tanto ho dei ciuffi in meno!
-C'è sempre chi sta peggio di te vedi, Lauren- disse Tom- guarda Bill! É veramente sfigato, e io ancora di più, nessuno ci crede che abbiamo identico partimonio genetico. E io non faccio troppa pubblicità su questo.
Lauren appariva distesa, i due amici le avevano ridato un po' di speranza, poi Tom disse:
-Allora praticello fiorito, non devi più dire che vuoi tornare a Parigi, lo sai sarebbe un dramma, io e il tinto non potremmo più venirti a trovare, io odio la Francia e Bill...insomma guarda che bello questo paesino di merda! E guarda che vicini cretini ti toccano!
-Quando sei tanto triste, cerca di mandarci dei messaggi, noi scavalchiamo, ti rapiamo, ci troviamo nel capanno del signor Snell.
-Sì, ragazzi, grazie, oh a proposito Bill, grazie per i tuoi stupendi messaggi e i tuoi disegni li vedo sempre passando con la macchina quando rientro a casa. Disegni proprio bene!
-Grazie, piccola.
-Abbraccio a sandwich- disse trionfante Tom, poi si alzò prese la valigina di Lauren e i due ragazzini riaccompagnarono l'amica a casa.
Lauren diede un sonoro bacio sulla fronte a Bill e uno sulla guancia a Tom passandogli le mani nei dread. I due ragazzi aspettarono sulla soglia finché non videro che la porta si richiudeva dietro Lauren, poi tornarono a casa, passarono dalla finestra che era rimasta aperta, faceva freddo nella stanza, ma il freddo che sentivano era quello accumulato sotto la pensilina e quello che avevano sentito nel cuore dell'amica. Bill non andò a letto ma si avviò nella camera dei genitori .
-Mami, mami- le sussurrò in ginocchio accanto al letto.
La madre aprì gliocchi e si ritrovò Bill accanto e Tom in piedi, tutti e due sconvolti.
-Che succede? Piccoli, che avete, perché siete vestiti?- Bill era madido e due lacrime gli solacavano gli occhi già rossi dal pianto precedente.
-Pulcini, venite qui, la mamma tirò su la trapunta invitando i suoi piccoli a raggiungerla. Ancora non capiva perché i due erano così sconvolti e perché Tom aveva i vestiti di Bill ed entrambi erano bagnati. Bill a sinistra e Tom a destra accanto al signor Gordon che si era svegliato, furono accolti tra le braccia della madre
-Mami, Lauren sta male
-E noi non sappiamo che fare
-Già ha detto che ha pensato di buttarsi dalla finestra e ora voleva fuggire di casa e tornare a Parigi.
-Cosa possiamo fare?
I due ragazzi piangevano tra le braccia rassicuranti della mamma, come era caldo e profumato il grembo materno, che bello avere una mamma e un patrigno così affettuosi e un papà che, anche se lontano, li amava incondizionatamente.
La mamma coccolava i due figlioli poi per rassicurarli aggiunse:
-Parleremo di quello che è successo con il padre di Lauren, lui ci ascolterà, adesso dormite, domani avete scuola.

***

I giorni passavano e per fortuna Lauren, Bill e Tom erano riusciti a trovare un modo per comunicare. Anzi i due gemelli erano anche andati un pomeriggio a vedere la ragazza danzare. Sì, avevano chiesto alla mamma il permesso di restare fuori tutto il pomeriggio:
-Faremo i compiti in biblioteca fino alle sei e poi dalle sei alle otto, staremo con Lauren in palestra e...-Bill non sapeva come fare a dire che avevano bisogno di qualcuno che li venisse a prendre.
-Avete bisogno di un passaggio per rientrare?
-Sì mami sei un angelo!- disse trionfante Tom
- Per voi e Lauren questo ed altro.- affermò la mamma.
Il pomeriggio fu bellissimo, era la prima volta che entravano in una palestra di danza e Lauren aveva spiegato all'insegnante tutta la storia dei suoi amici e per la prima volta la signora Svetlana, fece uno strappo alla regola e acconsentì ad avere del pubblico durante la lezione.
- Ma devono stare immobili e muti in un angolo.
-Oh, sì -promise Lauren- sono piccoli e gracilini, sono gemelli formato tascabile, sa, anche se far star zitto Bill è un po' impossibile, vedremo di chiudergli la bocca con un nastro di raso, magari nero!

I due furono introdotti dall'insegnate e fatti accomodare senza scarpe in un angolo. Bill aveva dei buffi calzini dai mille colori a strisce, mentre Tom dei calzini grigi, per fortuna non bucati. La signora Svetlana assai rigida aveva guardato i due ragazzeti con fare indagatore e un po' scettica " che strani amici ha la ragazzina, non l'avrei mai detto."
Tom e Bill seguirono attentamente tutta la lezione. Lauren e le ragazze erano in classe già da prima delle sei per preparasi, chi si metteva della carta tra i piedi, chi degli strani cerotti, chi dei copri punta, altre ragazze stavano rendendo più flessibili le scarpette piagandole con le mani. Lauren era pronta, un ultima sistemata ai lacci delle scarpe affinché fossero legate correttamente, senza far pendre fronzoli da nessuna parte e poi:
-Ragazze e ragazzi cominciamo la lezione, alla sbarra, coraggio.
Lauren prese posto in prima fila, era concentrata, voleva ballare solo per loro, i suoi angeli custodi: il pastore bergamasco e il tinto.
La lezione si svolse benissimo, Bill era felicissimo e sorrideva all'amica estasiato. Il corpo affusolato e sinuoso di Lauren aveva raggiunto tanta sicurezza da quando era seguita da un'insegnante. Tom era confuso e ogni tanto arrossiva come un cretino, veder così tante ragazze assumere strane posizioni con il corpo e vedere che la più bella era Lauren lo eccitava tantissimo. Quando aveva visto dei ragazzi ballare accanto alle ragazze in calzamaglia con gli attributi stretti nei sospensori aveva pensato " Che sfigati, sono veramente ridicoli" Ma poi vedendoli eseguire dei movimenti difficilissimi e fare dei sollevamenti con una forza e una precisione ragguardevoli aveva cambiato opinione.
-Beati quelli lì che si ritrovano a meter mano in parti intime di così tante ragazze!- sussurrò Tom a Bill che gli inflisse una sonora gomitata nelle costole.
Poi alla fine della lezione e dopo l'inchino di rito, la sala rimase vuota, solo Lauren, l'insegnate e i due gemelli.
-Lauren ci tiene tanto a mostravi la sua variazione, ha insistito per farne una da Paquita con il tamburello.
Tom e Lauren guardarono Bill e gli sorrisero ironici, Bill indispettito si alzò e si mise al centro per poter vedere meglio.

Lauren ballò benisssimo e l'insegnate fu ancora più convinta del talento della ragazzina, davanti ai suoi due amici poi era stata strabigliante.
-Volete provare a fare qualche sollevamento? chiese divertita l'insegante. Poi guardando Tom - mi sembravi tanto desideroso di metter mano addosso a tante ragazze?
Bill rise come un matto vedendo il color gamebro rosso che aveva preso il volto del fratello.
-Prima tu, che ridi tanto!- l'insegnate non sapeva delle doti atletiche di Bill e ignara di tutto mise il ragazzino in centro.- Ecco prendi Lauren dalle anche lei si dà una piccola spinta e poi tiri su le braccia e la fai sedere sulle tue spalle.
- Ma è sicura signora sono una frana, una specie di rammollito, non ho forza nelle gambe, nelle braccia
-Nè nella voce- disse sottovoce Tom ridendo.
-Ci sono io, insomma attento e fermo, concentrati, non è uno scherzo! Lauren è leggerissima e poi non è un questione di forza, ma dove e come si mettono le mani!
Purtoppo la signora Svetlana aveva sottovalutato le forze di Bill, dopo numerosi tentativi non era riuscito a far alzare Lauren neanche di dieci centimetri, poi finalmete un guizzo, Bill sollevò l'amica se la mise sulla spalla ma le scivolò subito dopo schiacciato dal peso. Tutti e quattro risero, poi l'insegnate arcigna:
-Ora è il tuo turno!- disse facendo seguire le parole da un minaccioso dito- A te che piace metter mano al seno delle ragazze ecco la presa sulla spalla, dal passo a due dell'Uccello azzurro e la principessa Florine.
Tom tornò scarlatto e ripensò all'offesa che aveva fatto all'amica e al suo primo bacio. La posa lo preoccupava alquanto e già tremava.
Insieme la provarono, l'insegnante ovviamente aiutò il ragazzo perché questa era praticamente infattibile per un inesperto ragazzino dai capelli rasta, ma Tom ebbe modo di toccare Lauren in alcuni punti intimi che lo misero in imbarazzo, mentre Lauren rideva a crepapelle, abituata a quei movimenti.
Alle nove meno un quarto i tre uscirono dalla palestra ad attenderli per fortuna il padre di Lauren e la madre di Bill, i genitori finsero di essere arrabbiati per l'infinito ritardo, ma avevano messo in conto quell'imprevisto visto la voglia dei tre di stare insieme e subito Bill innondò i due adulti con un fiume di chiacchiere, poi infierì su Tom
-Mami credo che Tom appenderà la chitarra al chiodo per darsi ai tutù e alle calzamaglie, ha scoperto che si toccano un sacco di ragazze anche nelle parti intime e queste non ti mollano sberle, come capita a lui.
-Mami, credo di avere un gemello scemo che abbandonerà la via del canto per dedicarsi a disegnare tutù e vestitini paillettosi per i ballerini.
-Mami credo di avere un gemello rasta veramente idiota
-Mami , io invece ho un fratello tinto altrettanto idiota.
I due continuarono a farsi complimenti per tutto il tragitto, la madre non diceva nulla i suoi due ragazzi si erano divertiti tanto e lei aveva potuto parlare al signor Bart del fatto accaduto solo qualche tempo prima. Il signore allora aveva rassicurato la signora dicendo che Lauren era seguita da una terapista e così la madre, che le cose in famiglia stavano tornando normali. Ciò che tutti ignoravano erano le reali condizioni della ragazzina che si struggeva ogni sera nella sua cameretta, non dormiva, mangiava pochissimo e non prendeva più le medicine. Di notte dormiva poco e male, spesso sopraffatta del dolore e dalle lacrime.

***

A scuola Lauren aveva messo un muro fra sé e il mondo, non parlava. Sembrava uno zombie, le sue compagne all'inizio avevano finto indifferenza poi avevano cominciato a schernirla credendola idiota, la sua capigliatura poi era veramente strana, visto che non poteva esprimersi con i vestiti, perché portavano una ridicola divisa, esternava la sua fantasia, mettendosi trai capelli corti corti, piccoli elastici fioriti, mollette a forma di fiori, cuori, stelline. Poi ogni tanto si pettinava come un porco spino mettendosi gel e lacca creando delle punte affusolate degne del suo caro amico Bill. Per esser ancora più provocatoria in una scuola Cattolica, si mise lo smalto nero e alle dita anelli con teschi, draghi che ovviamente aveva abbellito con dei piccoli fiorellini disegnati e brillantosi in uno stile punk-chic-Kitch. Sua madre non ne poteva più del suo comportamento stravagante e soprattutto era stufa di essere convocata a scuola dalla Madre Superiora perché la figlia aveva picchiato qualche compagna o aveva distrutto il laboratorio di chimica o ascoltava musica demoniaca. Inoltre aveva tutte insufficienze perché si rifiutava di rispondere alle interrogazioni e le sue verifiche venivano riconsegnate con degli stralci di non si sa bene che canzoni che ineggiavano alla ribellione o all'amore o alla distruzione del mondo. La ragazzina era recalcitrante a qualsiasi tipo di inquadramento e non si piegava neanche dopo alcune punizioni.

- Bill, Tom, ragazzi lasciate tutto- gridò allarmata la nonna un pomeriggio interrompendo le prove del gruppo-dobbiamo andare in ospedale.
I quattro ragazzi rimasero ghiacciati da questo annuncio. Tom e Bill subito si guardarono e all'unisono dissero:
-Lauren?
-Sì, piccoli è in ospedale, è grave.
All'udir quelle parole i ragazzi rimasero paralizzati.
-Coraggio, dai, muovetevi.
Il tragitto in macchina sembrò infinito i ragazzi non parlavano si sentivano solo i singhiozzi sonori e continui di Bill inframezzati da parole senza senso, mentre Tom con sguardo assorto guardava fuori dal finestrino, due lacrime silenziose uscivano dai suoi occhi marrone scuro.
-E' colpa mia- singhiozzava Bill- è colpa mia, sono un cretino, come farò senza la mia Lauren. E' colpa mia, non dovevo, sono un cretino, dovevo aiutarla, dovevo portarla a Parigi, dovevo andare via con lei. Voglio la mia Lauren, vi prego ditemi che non morirà, nonna dimmi che non mi lascerà, lei è il mio angelo. Non può lasciarmi, mi ha promesso che saremmo stati per sempre insieme. Non può morire, deve fare la ballerina, deve ballare solo per noi. E' colpa mia, è colpa mia! Lei è il mio angelo, non può lasciarmi me lo ha promesso.
-Ma che cosa dici Bill - disse Gustav- non pensarci neanche, stai parlando di Lauren, la piccola è una roccia, una dura, una combattente!
-Già, sarà solo una crisi respiratoria delle sue, non aveva il suo cavalier servente tinto a farla respirare correttamente, vedrai quando ti vedrà, starà subito meglio!- aggiunse Georg molto carino mentre accarezzava e spettinava i capelli dell' amico, cosa che di solito lo metteva su tutte e furie.
-E' colpa mia, ma che cosa posso fare, voglio la mia Lauren. Lei me lo ha promesso, dobbiamo sempre stare insieme. Non può lascarmi.
Quando giunsero all'ospedale la nonna si informò:
-Lauren Bart?
-Sì
-E' in terapia intensiva, settore tre piano due. Ma i ragazzi non possono entrare, solo parenti.
-Sì, sì, vedremo rispose la nonna seccata.
Il gruppetto andò verso il reparto ed effettivamente furono fermati ed invitati ad attendere nella sala d'aspetto. Dopo mezz'ora furono raggiunti dalla signora Simone e dai genitori di Gustav e Georg. Il gruppo rimase in attesa, ogni tanto chiedevano informazioni, ma nessuno poteva fornirgliele. La crisi di pianto di Bill non accennava a diminuire e neanche il grembo rasicurante della mamma aveva potuto confortare il ragazzino.
-Bill, guarda che non è colpa tua, nessuno ne ha colpa, non sappiamo neanche che cos'ha!
-Ha tentato il suicidio, no?
-Idiota, che dici! - Tom si alzò e mollò a suo fratello un sonoro sberlone!
Poi si buttò tra le braccia della mamma e cercò conforto.
-Idiota, -vedrai che starà meglio diceva a Bill - il nostro angelo non ci lascierà mai.
Finalmente fece capolino una persona conosciuta. Il padre di Lauren entrò nella sala d'aspetto e rimase stupito nel vedere quanto affetto c'era per la sua bambina.
Bill fu una furia e corse in contro al signor Bart chiedendo in modo inconsulto spiegazioni.
-Che cos'ha? E' colpa mia, lei è il mio angelo non mi può lasciare, vero?
-Certo piccolino non ci lascierà
-Ma che cos'ha chiese Tom con un filo di voce.
-Non si sa- disse sconsolato il signor Bart- oggi a scuola era pallida e muta, era dalla preside come ormai ogni giorno e ad un certo punto ha perso i sensi. E' stata trasportata qui priva di conoscenza.
-Ma è il suo asma?
-Non si sa ha dei valori del sangue molto strani e non si riprende, ora stanno facendo delle analisi. Quando si saprà qualcosa vi faremo sapere.
-No, no io non me ne vado, voglio vederla!- Affermò Bill con forza.
-Anche io non mi muovo! Voglio vederla.- disse Tom a pugni chiusi
-Piccoli- il padre di Lauren si inginocchio abbracciò le due testoline dei ragazzini- non si può entrare, è in una camera asettica e nemmeno noi siamo a contatto con lei, fino a quando non si capirà qualcosa in più. E' piena di tubicini, è attaccata al respiratore e non è un bel vedere! Vi terrò informati su ogni minima cosa.
-No, no, lei non ha capito- disse con cocciutaggine quel ragazzino morettino dal corpo fragile- io da qui non mi muovo, non mi muovo, io sto qui avete capito tutti- urlò- io non me ne vado la voglio vedere!
-Hai ragione testa vuota, anche io non me ne vado, voglio vedere il prato fiorito! Lei è mia amica! Devo vederla!
Il signor Bart riconsegnò i due ragazzini alla madre e rientrò in reanimazione.
Le famiglie di Gustav e Georg dopo un po' convinsero i figli a lasciare l'ospedale, dando però il loro numero di cellulare per chiamarli in ogni momento del giorno e della notte.
La famiglia Kaulitz rimase in sala d'aspetto i due ragazzi si erano categoricamente rifiutati di muovere un passo fuori da quelle quattro mura. Piano piano si calmarono e la stanchezza dovuta ai pianti ebbe il sopravvento i due ragazzini si addormentarono con le testoline sulle ginochhia della madre uno a destra e uno a sinistra si tenevano la mano stretta, stretta per darsi forza. In quei momenti erano come una cosa sola, era difficile da spiegare ma solo con piccoli gesti riuscivano a confortarsi e darsi forza l'un l'altro. Verso le tre di notte, il signor Bart riuscì per aggiornare gli amici in attesa sulla situazione della piccola.
Purtroppo alcuni esami non avevano dato l'esito sperato e le condizioni della ragazzina erano critiche, ma stabili. Non si riusciva ancora a capire cosa avesse, alcune malattie gravi come la meningite erano state scartate, si era fatta strada l'ipotesi di una grave leucemia, visti i valori del sangue, ma non si capiva ancora molto. Veramente bisognava portare a casa i due ragazzini perché gli accertamenti sarebbero stati lunghi.
-Bambini, vi avvertiamo anche se siete a scuola, vi prometto che se si risveglia e i medici acconsentono vengo a prendervi e vi porto subito da lei. Ve lo giuro.- affermò con decisione il signor Bart
Bill che aveva ripreso a piangere come una fontana
-Me lo dite vero, se sta per morire, voglio saperlo! Voglio poterla rivedere ancora! Io devo cantare la canzone sulla quale stavamo lavorando insieme.
-Ma che dici cretino, il nostro angelo non ci lascerà- aggiunse con rabbia Tom- vero?
-No, figuriamoci!- disse il padre di Lauren- è grave, ma non sta morendo.- disse cercando di essere il più convincente possibile, ma tradendo un po' di emozione.
-Ma sua moglie?- chiese timidamente la signora Simone che nonostante tutti gli insulti che aveva ricevuto dalla donna in quel momento si sentiva partecipe di un dolore grandissimo, un dolore che solo una madre può provare.
-Mia moglie assiste dal vetro la bimba, qualche ora fa le hanno permesso di entrare nella stanza, solo per qualche minuto. Aspettiamo come voi impotenti, ma fiduciosi.
I due ragazzini furono portati a casa e messi a letto. Il giorno dopo a scuola fu una tragedia riuscir a seguire le lezioni, per fortuna gli insegnanti erano stati avvertiti e anche loro apparivano tristi e preoccupati, le lezioni furono molto leggere. Nel cortile della scuola il gruppo di amici di Lauren era silenzioso, nessuno mangiava le merende, le ragazzine ogni tanto versavano qualche lacrima e toccava ai maschietti confortarle, Bill e Tom erano muti, non parlavano, sembravano in trance.
Poi dopo la ricreazione quando la quarta ora stava per terminare, il Preside bussò alla porta, quando Bill lo vide si alzò di scatto, immobile aspettava. Tom era siderato.
-Kaulitz, vostra madre vi è venuta a prendere
-Lauren?
-No, è ancora viva, non preoccupatevi!
Bill fu aiutato dall'insegnante a preparare la cartella perché nel panico totale continuava a far cadere tutto. Fisher invece aiutava Tom.
-Fateci sapere disse l'insegnante, mi raccomando.
-Sì- disse Ruth Fisher tra i singhiozzi-
-Mi raccomando- aggiunsero altri compagni.
I due ragazzini con il preside scesero le scale e quando videro la mamma i due gemelli le corsero incontro.
-Allora?
-Non so, ma il padre mi ha detto che finalmente si è svegliata.
-Allora è fuori pericolo!- Urlarono i due ragazzini
-Non so, a quanto pare è grave.
-Ma, si è svegliata, possiamo parlarle, vero?
-Andiamo inutile fare ipotesi, vedremo quando saremo lì.

All'ospedale intanto il signor Bart aspettava i due ragazzini in sala d'aspetto. Appariva stanco e provato, sull'orlo di una crisi. Sua moglie era stata condotta a casa sotto sedativi perché in preda ad attacchi d'ansia, panico e crisi isteriche. La suocera era venuta da Parigi e ora la assisteva.
Quando il signor Bart vide i due ragazzini varcare quella soglia fu felice e corse loro incontro.
-Come sono felice di vedervi piccoli, grazie signora per averli portati. Lauren ha aperto gli occhi, ma è molto grave. Il suo fisico sta pian piano cedendo, i reni lavorano poco, ma non si trovano le cause.
-Sta morendo- disse Bill che aveva visto tutte le puntate di E.R con Lauren- sta morendo?
-No, caro, è solo grave.
-Se vostra madre acconsente vorrei che la salutaste. Vi avverto lo spettacolo non è dei migliori e ho chiesto ai medici di potervi far entrare, voi siete più che parenti per la mia piccola.
-Certo signor Bart.
-No, lo dico perché potrebbe non essere un bel vedere e i ragazzi potrebbero imperssionarsi.
-No, noi siamo coraggiosi e forti- disse Tom battendosi il petto.
-Botte piccola, fegato d'acciaio!- aggiunse Bill.
-Siamo delle rocce!
-Allora energumeni andiamo.
Tutti e quattro entrarono nel reparto dove da ogni lato di un lungo corridoio da grosse porte a vetri si potevano vedere dei letti e dei pazienti attaccati a mille tubicini e macchinari complicati. Lauren era in una camera asettica attaccata ad un respiratore e mille macchinari con luci e suoni strani, aveva flebo e tubi dalle vene, ovunque, non la si poteva riconoscere. Il primo impatto fu pesante per i due ragazzini. Poi il padre disse, ora mi faranno mettere un camice, dei guanti e mi disinfetteranno per poi farmi entrare nella sua camera, così quando aprirà gli occhi le farò cenno di guardare voi dalla finestra.
Il padre con un lungo camice giallo, cuffia, mascherina, copriscarpe gialli, fu fatto entrare. Si sedette accanto a Lauren che dormiva.
Dopo mezz'ora che era con lei e la accarezzava dolcemente Lauren aprì gli occhi. Il padre le sorrise e cominciò a parlarle dolcemente poi le voltò il capo e Lauren potè scorgere due ragazzini davanti ad un vetro che la salutavano con impeto. Lauren mosse lievemente una mano in segno di saluto e li guardava fissi. I due ragazzini cominciarono a fare delle scenette, tipo siparietti comici muti per far ridere Lauren. Bill cominciò ad esibirsi in un "It's raining men" muto mentre Tom scuoteva la testa come per dire "non ce la può fare". Poi imitò un ragazzino che suona il tamburello e con il labbiale diceva " l'unica cosa che può fare" indicando suo fratello che lo mandava a quel paese tirandogli i capelli. Poi i due si esibirono in un concerto improvvisato e Bill fece la sua mitica scivolata. Lauren non riusciva a ridere perché attaccata al respiratore, ma muoveva la mano per salutarli.

Nei giorni successivi le condizioni di Lauren migliorarono anche se rimaneva in terapia intensiva. Ora respirava in autonomia solo con i tubicini dell'ossigeno. Poteva parlare e aveva qualche flebo in meno alle braccia. Finalmente la terapia che avevano cominciato stava dando i suoi frutti anche se ancora non si capiva la causa scatenante. I reni si stavano riprendendo. Si cercava ancora di capire se poteva essere una leucemia la causa di tutto. Ma tutti erano speranzosi. La miglior medicina per Lauren erano i suoi amici, quando infatti le due teste buffe di Bill e Tom facevano capolino dalla porta a vetri Lauren appariva felice e di solito dopo qualche sorriso si addormentava come felice e ristorata. In quei momenti il suo cuore batteva regolarmente e si calmava.

-Ragazzi ho chiesto ai medici e a vostra madre di potervi far entrare nella stanza.
-Sì urlarono i due ragazzini.
Tom e Bill furono preparati da cima a fondo mentre i dottori e le infermiere facevano mille raccomandazioni.
I due però apparivano giudiziosi e coscenziosi. Avevano fatto mille domande su quello che potevano o non potevano fare.
Alla fine entrarono con un groppo in gola per l'emozione. Questa era una paura, mista a tristezza, mista a gioia. Erano agitatissimi come di fronte a una platea gremita.
Quando entrarono Lauren era sopita, Bill si mise al suo capezzale e le prese la mano, aveva una flebo accanto al polso. Lui cominciò a massaggiarle la mano dolecemente, Tom era dietro al fratello e guardava la ragazzina da dietro la spalla di Bill. Non osava toccare Lauren per paura di romperla. Lauren sentendo quelle carezze aprì gli occhi e con una filo di voce:
-I miei angeli, siete qui?
-Sì cretinetta, ci hai fatto morire di paura.- Disse Tom con tono un po' risentito.
Bill senza parole continuava le sue carezze sulla mano all'amica, poi cominciò ad accarezzarle la fronte, sedendosi accanto a lei.
-Bill, perché non parli? Hai perso la voce?
-No- rispose flebilmente.
-Siete ridicoli, il giallo piscia ti sbatte Bill.- disse Lauren che evidentemente stava ritrovando il suo buon umore.- e tu pastore bergamasco la cuffietta per i capelli ti dona, finalmete cugino Hit, vedo il tuo bel visino.
Tom avvampò e Bill sorrise divertito e finalmente ritrovò la voce:
-Lo so, ma sotto questo orribile camice ho comprato quella magliettina blu con il colletto bianco che avevamo visto in quel negozio! Ne ho tagliato le maniche sfilacciato i contorni e la indosso con fierezza.
-Ma dai! Che forte! Tu che mi racconti Tom?
-Che faremo cinque serate e fra qualche giorno registriamo il demo?
-Bene, allora fra un po' faremo anche il video con noi che distruggiamo la scuola sulle note di Leb die Sekunde
- Ma sai sto scrivendo un'altra canzone più forte che potrebbe adattarsi meglio. E' un grido di ribellione!- disse soddisfatto Bill.
-Allora dovete farmela sentire.
-La chitarra non la posso portare qui in ospedale, quindi devi guarire.
-Oh guardate!
Lauren e i due ragazzini si voltarono e videro Gustav e Georg far capolino dalla porta finestra, gesticolando e sbracciandosi per salutare, poi mostrarono alcuni cartelli di saluto con le firme di tutti gli amici.
Un' infermiera entrò nella stanza e interruppe l'idilio.
-Dovete uscire- disse categorica
-No, la prego- disse Lauren con tono implorante- sono i miei angeli custodi.
-No, è ora di lasciarti riposare, questo è un ospedale non un ritrovo rock.
"I soliti adulti cretini che non capiscono un tubo." Pensarono i due ragazzi.
-Domani torniamo, promesso.
-Fuori- tuonò l'infermiera che si era scocciata.
Nei giorni successivi purtroppo i due ragazzini furono tenuti lontani dalla piccola paziente. Anche se potevano sempre affacciarsi ai vetri. Lauren migliorava e ogni giorno di più riacquistava colore. La terapia farmacologica era terminata e non doveva più stare in una camera asettica. Fu deciso di portarla nel reparto di pediatria, con altri casi di bambini gravi. Aveva una camera tutta sua e pian piano con l'aiuto degli amici fu abbellita di fiori, categoricamente finti, disegni, bigliettini e mille frasi di incoraggiamento e guarigione. Finalmente a piccoli gruppi gli amici di Lauren furono ammessi al suo capezzale e un giorno:
-Eccolo!- Entrarono trionfanti Bill, Tom, Gustav e Georg- abbiamo il demo!
-Che figata, a balla allora!- disse Lauren.
-Proprio a balla non possiamo spararcelo, ma vedremo di ascoltarlo con te e di non farci beccare.- disse Bill
I quattro ragazzi si sedettero a coppie sul letto di Lauren: Gustav e Tom, a destra Bill e Georg a sinistra. Si misero ad ascoltarlo insieme.
-Niente male, raga! Un figata totale!
-Ti piacciono?
-Porca merda sì, sono una bomba!
-Hai ingoiato "l'enciclopedia della fanciulla" qui in ospedale vedo?- disse divertito Georg che ormai era abituato all'eleganza del linguaggio dell'amica.
-Sì, me l'hanno inserita con le flebo.
-Porca miseria abbiamo realizzato un sogno!- disse incredulo Tom
-Siamo a cavallo.- aggiunse esaltato Bill
-Sì slegate l'asino e andate a conquistare il mondo!- esortò Lauren. I ragazzi risero fino alle lacrime immaginadosi su di un asino a cantare. Con quella immagine anacronistica si immaginarono ad andare in giro con il loro materiale e cantare per le strade in ciucchino. Poi cominciarono a fantasticare di folle urlanti, gloria e fama.

***

-Ho una notizia favolosa da darti e una un po' brutta- urlò un giorno Bill
-Ho una notizia favolosa da darti e una un po' triste- urlò lo stesso Lauren
-Prima tu- disse il ragazzino.
-No, prima tu.
Il valzer dei "prima tu" fu interrotto da Tom che tagliò corto:
-Abbiamo incontrato un produttore che vuole lavorare con noi.
-Ma che cavolo è la notizia più bella del mondo, quella brutta è per caso che non vuole Bill come cantante?
-Stronza- disse con il sorriso- guarda non è che perché sei qui in ospedale che non posso mandarti a cagare. Guarda che è grazie a me invece! Mi ha visto a "star search"! Ah, sono io l'uomo giusto!
-Veramente ha detto che Gustav, Georg e Bill hanno tanto da lavorare, mentre io sono un genio!
-Sì, col cavolo che ha detto così- disse scettica l'amica
-Be' veramente in effetti ha detto che noi abbiamo più lavoro da fare, Tom ha, per ora, una marcia in più!- disse con un punta di ranmmarico Bill, mentre Tom gongolava con il petto gonfio.
-E la notizia brutta?-disse Lauren con apprensione
-Dobbiamo andare ad Amburgo.
-Ma ci vedremo sempre, ci chiameremo ogni giorno,ci messaggeremo ogni minuto e il fine settimana verremo a trovarti o tu verrai da noi, anzi potresti trasferirti ad Amburgo.
-Mi sono informato c'è una celebre scuola di Balletto ad Amburgo. Sarebbe bellissimo, vivresti con noi, oddio dovresti sopportare quattro deficienti in un mini appartamento ma...
-Raga, è stupendo quello che dite- Lauren era seria e con gli occhi lucidi- ma veniamo alla mia notizia: mi dimettono domani, ma torno a Parigi.


I tre si guardarono silenziosi, una pagina della loro vita veniva voltata per sempre, l'infanzia era finita, inseguire dei sogni comporta dei sacrifici e dietro una porta che si chiude ce n'è sempre un'altra che si apre. La paura del futuro era palpabile, la tristezza per la separazione tanta, ma i due ragazzini e la piccola Lauren sapevano che il legame che li univa andava ben oltre la semplice amicizia. Un giorno si sarebbero ritrovati e allora, chissà.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 2

- Puoi dedicarlo a Lauren, sai come si scrive?- chiese una ragazzina al famoso cantante Bill dei Tokio Hotel che stava firmando ormai da ore autografi nel negozio Fnac Saint Lazare a Parigi -Sì, è il nome della mia migliore amica- Bill non aveva ancora alzato lo sguardo per guardare la sua interlocutrice. Tom, Gustav e Georg erano poco più in là anche loro concentrati nel lavoro di firmare, sorridere e farsi fotografare. -Parli bene il tedesco- disse sorpreso il cantante. -Grazie, lo studio a scuola. - rispose con calma. -Bene- poi alzò finalmente lo sguardo e stava per sfoderare il suo super sorriso settecento denti che piace tanto, ma gli uscì un grido, quasi un urlo più fanatico delle sue fan, un urlo quasi più forte di quello che lanciava nella canzone Schrei! -NOOOOOOO! I membri del gruppo si voltarono, credendo che a Bill fosse stato chiesto di cantare la canzone Schrei, ma videro una ragazzina con un cappottino stretto elegantissimo di Chanel rosa, guanti in pelle rosa anch'essi e un cappellino a tesa larga che nascondeva il volto, ma subito capirono e urlarono almeno quanto Bill. -Lauren! Le ragazze in fila rimasero stupite, ma purtroppo non capivano molto di tedesco e quindi non comprendevano perché i ragazzi si fossero alzati e avessero circondato quella ragazzina molto singolare. Lei, infatti, era nettamente diversa dalle fan che si erano messe in fila dalla mattina presto, tutte vestite di nero, truccate molto spesso come il loro idolo Bill, con catene e borchie ai pantaloni. - Ciao raga, come butta!- disse Lauren con il suo solito gergo dei bassifondi. -Bene, idiota, mi avevi detto che non eri a Parigi, proprio in questi giorni! -E' vero sono tornata sta mattina alle sei, mi sono messa in fila per chiedere gli autografi a quattro cretini che fanno del rock e poi torno a Londra con il volo delle sei. - La solita sciroccata- disse Gustav -Una folle caramella rosa, come sempre- disse affettuosamente Tom accarezzandole timidamente il volto come se avesse paura che quell'immagine davanti a sé potesse svanire come un fantasma al suo semplice tocco. -Già la pazza squinternata di Lauren, dovremmo esserci abituati!- aggiunse Georg. Bill non aveva ancora ritrovato la voce, ma poi non ebbe altra reazione se non quella di stritolarla in un forte abbraccio. -Da due anni aspettavo questo momento- sussurrò all'orecchio di Lauren. -Anche io non vedevo l'ora di riabbracciare il mio scricciolo tinto, il pastore Bergamasco, l'indomito Gustav e il maldestro Georg. -Adesso che facciamo? -Come? io voglio una foto con tutti e quattro i miei idoli dei Tokio Hotel è dalle sette che sono in fila! -Ma sei scema- disse con stupore Bill- ci siamo sentiti ieri sera, potevi dirmelo ci saremmo organizzati per incontrarci, prendere un tè, conversare. -E perdermi i miei tesori nel loro bagno di folla? Vederli finalmente nel loro elemento? E' stato così bello poter trascorrere ore e ore accanto a delle ragazze che vi adorano almeno quanto me! -Sei fuori, veramente!- disse Tom con un lieve sorriso, la sua mano tremava, la ragazza a cui aveva dato il suo primo bacio era davanti a lui, dopo due anni che non la rivedeva, era bellissima. Era cresciuta molto anche lei, i suoi capelli erano tornati lunghi, quasi come prima, era radiosa nel suo cappotto, elegante e sofisticata, come si immaginava le ragazze francesi. -Comunque adesso devo andare e voi tornare al lavoro!- disse realista. -No, ti prego non posso lasciarti senza poterti stritolare ancora e ancora, non voglio, faccio il bambino capriccioso. Andiamocene via, noi cinque e nessun altro. -Mai, non dirlo neanche per scherzo! Bill, sono tutte qui per voi, hanno marinato la scuola, sono venute da lontano, hanno mentito ai genitori e sono qui di nascosto, non puoi fare questo! E' il tuo dovere! Comunque testa tinta, fra qualche giorno farete un concerto e forse io avrò finito lo stage al Royal Ballet allora come programmato da due anni staremo insieme tutta una giornata! Vi aspetto dobbiamo fare il tour di Parigi con Luigi! -Oddio -disse divertito Tom - verremo risucchiati nel malato mondo di Lauren e Luigi XIV. -Uhaw, Mocio Vileda, ti ricordi della mia ossessione! -Certo mi hai sgarruppato i coglioni all'ennesima potenza senza possibilità di appello! -Cretino, allora dai, facciamo la foto e poi vado! Mi sa che qui mi stanno odiando, mi hanno tirato ogni maledizione, sono delle fan alquanto gelose, se adesso baciassi sulla bocca uno di voi, mi ucciderebbero. A proposito di bacio- puntò un dito veramente minaccioso contro Tom- attendo spiegazioni! Tom sbiancò, veramente era lui che aspettava da più di due anni spiegazioni per i due mal rovesci che aveva preso quel pomeriggio alla pensilina dell'autobus dopo averla baciata. Un rassegnato Bill, un timoroso Tom, Gustav e Georg si misero in posa e fecero la foto con la loro amica raggiante. Poi veloce come era entrata nelle loro vite era uscita dal negozio. Il lungo pomeriggio di firme si protrasse fino allo sfinimento. Anche se si erano sentiti mille volte per telefono, si erano scritti mail fiume, in quei due anni i gemelli Kaulitz non avevano più potuto riabbracciare il loro angelo. Troppo impegnati e travolti da una carriera folgorante: senza sosta il gruppo aveva lavorato per raggiungere il successo e ora lavoravano strenuamente per tenerselo stretto quel successo. Mentre Lauren, dopo esser guarita perfettamente e, soprattutto tornando a Parigi, aveva potuto cominciare a lavorare per inseguire il suo sogno. Appena tornata a casa infatti aveva preso lezioni private di danza e si era dedicata anima e corpo per entrare nella prestigiosa scuola dell'Opéra. Ed ora che ce l'aveva fatta studiava con impegno, il suo mondo era la danza e nient'altro. *** - Huston abbiamo un problema!-disse Lauren urlando nel suo cellulare -Che c'è testa matta?-rispose con calma Bill -Sottospecie di deficiente tinto, non mi fanno salire! Il gorilla lilla qui fuori mi ha preso per una delle tue fan invasate! -Porca vacca, e ora? -Be' vedi di venirmi a togliere dai casini e fammi passare! Oggi mi è stato impossibile passare a prendere il pass e ora se non ti muovi mi travolgono e io sta sera devo ballare non posso rischiare di farmi male soprattutto per quattro cretini che sono diventati troppo famosi! -Cavoli ti mando Georg perché io non posso, sto facendo i preparativi per fare il check sound! Mi stanno per infilare quei cazzo di auricolari che odio! -Senti bello se non mi mandi subito qualcuno gli auricolari te li ficco io, ma non propriamente nelle orecchie! -Tesoro, sei sempre molto fine! -Sì piccolo mentecatto tinto! -Oh, come ti adoro, un viso conosciuto! Georg tesoro ti amo! -Grazie non dirlo troppo forte potresti essere scuoiata viva! -Già, hai portato il pass? -Sì, eccolo. -Oh finalmente ti adoro- buttando le braccia al collo dell'amico. -No, aspetta vieni dietro le quinte o ti ammazzano. -Uhm già, che due coglioni stracchi! -Ti adoro, le tue frasi da educanda sono fantastiche! -Ora che siamo qui posso stritolare il mio biondone faccia d'angelo? -Sì, che bello! E' passata un'eternità!- I due amici si abbracciarono forte, Georg la sollevò, lei era così minuta anche se molto alta. -Scusa ma dobbiamo correre nel camerino, anche io mi devo preparare!- Georg condusse Lauren nel back stage dove si trovavano gli altri membri del gruppo. -Ahhhhh, Laurennnn! - urlò felice Bill e corse ad abbracciare la sua cara amica. -Abbraccio di gruppo!- urlò Lauren con tutta la sua voce -Finalmente, finalmente! Oggi stiamo tutto il giorno insieme! - saltellava gongolante Bill -Dopo due anni e mezzo, oggi non scappi, vero? -Almeno fino alle otto! -rispose mesta Lauren. -No, le otto?- ribatté Bill con tanta delusione nella voce -Sì, allora devi proprio andare?- disse Gustav. -Sì, mi hanno scelta per ballare davanti al Presidente, in occasione della festa della musica, il Presidente ha voluto uno spettacolo con i giovani promettenti di tutta la Francia e io sono stata scelta per ballare con il mio partner dei pezzi dal Don Quijote. -Il tuo che? Il tuo partner? - Tom era rimasto stranamente in disparte, ma quando sentì la parola partner si sentì come un moto di ribellione e una gelosia nascergli nel profondo. -Sì, partner per il passo a due, perché sei geloso?-interrogò Lauren con uno sguardo malizioso e ironico. Tom che si sentiva scrutato con sguardo troppo indagatore, si abbassò ancor più il cappellino sul viso e disse spavaldo: -No, che hai capito, ti sbagli, io geloso, sai quante pollastre ho che mi aspettano là fuori!- poi sentì di essersi messo in un vicolo cieco e che Lauren lo stava prendendo per le palle e certamente gliele avrebbe triturate come una furia. Stranamente Lauren rimase calma. -Allora miei rockettari preferiti, pronti? Bill i capelli flosci? -Sì, per ora sono solo le prove, saliamo sul palco, facciamo qualche prova audio e poi siamo liberi fino alle tre, alle quattro cantiamo. -Ragazzi- si sentì una voce che da fuori chiamava- dovete venire, si prova. I ragazzi molto seri e professionali uscirono pronti, Bill stritolava la mano di Lauren per paura di perderla. -Che emozione, mi batte tanto il cuore! Potrò cantare solo per te, finalmente! -Sì, che bello, salirò sul palco con voi, potrò vivere le vostre emozioni. La prossima volta poi tocca a voi venire a teatro. -Non vedo l'ora, quando ballerai solo per noi? -Non so, adesso devo finire la scuola, poi si vedrà! -Eh, " pupe tutte curve" - rivolta con un sorriso aperto a Tom- lo fai un assolo solo per la tua pupa "asse da stiro"? Tom diventò dello stesso colore della maglietta di Bill, rosso fuoco, quasi inciampò sull'ultimo gradino che portava al palco, quando si affacciò per primo si levarono delle urla quasi disumane. Bill entrò per secondo e lì le ragazzine cominciarono a delirare. Gustav e Georg si sistemarono sotto un coro di "Tokio Hotel, Tokio Hotel"! Lauren da dietro le quinte vide i ragazzi che provavano una canzone molto concentrati, Tom all'inizio era quasi immobile, forse un po' nel panico, non era la presenza di centinaia e centinaia di ragazzine, una sola lo metteva soqquadro, era lì, con una delle sue stravaganti mise fiorate rosa, molto elegante e sofisticate di alta moda, ma pur sempre fiorata. Tom sentiva un groppo in gola e lo stomaco si contorceva, di concerti ne aveva fatti tantissimi, perfino a volte anche con la febbre, ma mai si era sentito così. Mentre Bill sembrava più raggiante del solito, lui era agitatissimo, quasi subito perse l'attacco e fu guardato con sguardo torvo da Georg che suonava il tema principale. Poi si dimenticò un coro, insomma per fortuna era solo la prova generale e non il concerto. Quando rientrarono Lauren saltellante li accolse con un super sorriso: -Vi adoro, una grinta, ora non posso più dire scricciolo tinto, ormai sei una forza, devo trovarti un altro nomignolo. -Uh, inizio a temere, sai piccoletto tinto e le molte varianti sul tema mi piacevano. -Sì, ma ormai sei il più alto del gruppo quindi…studierò qualcosa. -Come vuoi, tesoro. Poi mentre scendevano dal palco incrociarono altri artisti che si dovevano esibire e si sentì urlare Lauren -Oh, mon Dieu, oh, mon Dieu, je vous adore!- Lauren stava zompettando come un'ossessa davanti ad un gruppo di cantanti che le stavano venendo incontro e a quelle urla rimasero stupiti. -Tu es avec eux?- le chiese una cantante indicando i ragazzi tedeschi. -Oui, mais je vous adore, je vous aime, j'ai vu votre spectacle quinze fois ! -Quinze fois ? -Oh, oui. J'aime Louis XIV, vous êtes mes idoles! Je t'aime- facendosi incontro ad un cantante- je vous adore Emmanuel Moire , pouvez-vous me signer un autographe ? I cantanti sorpresi, le firmarono gli autografi su un quadernetto che Lauren teneva in una buffa borsetta a forma di tulipano, mentre i quattro amici tedeschi rimasero basiti ad aspettare l'amica. -Sono altamente offeso- dichiarò Bill quando l'amica riprese fiato e colore dopo aver visto i cantanti. -Il piccolo gelosone, ma tu non sai chi sono! Sono andata a vedere il loro spettacolo quindici volte, sono il cast completo del musical Le Roi Soleil -Ah, va be' sei perdonata solo perché è sul tuo cavolo di re sole!- disse indispettito Bill. Quando i ragazzi furono in camerino cominciarono ad inveire e diedero una buona ripassata a Tom. Bill fu il più acido ovviamente, ma Lauren tentò di smorzare l'atmosfera. -Dai, mono neurone tinto, non incavolarti con l'altra metà del tuo cervello, ti posso ricordare una certa performance- e Lauren gesticolando l'attacco di un direttore d'orchestra e con sguardo ammiccante verso Gustav, Georg e Tom disse- al tre ragazzi il nostro gioco preferito "come fare incazzare Bill in due secondi": un due e tre -It's raining men, hallelujah; it's raining men. - i quattro all'unisono imitarono la performance canora di Bill e relativa stonatura allo spettacolo Bill su tutte le furie cominciò una lotta serrata fatta di pizzichi, solletico e cominciarono a rotolarsi per terra, tanto che alcuni dello staff dei ragazzi fecero capolino alla porta del camerino per sincerasi della situazione. Lo spettacolo che gli si presentò agli occhi fu quello di quattro ragazzi e una ragazza che si picchiavano bonariamente con tutto quello che avevano sotto mano, asciugamani, bottigliette d'acqua vuote, Lauren brandiva la borsetta come le vecchiette nelle scene comiche dei film e dei cartoni animati, mentre ad un certo punto tutti si coalizzarono contro Bill istigati da Tom che voleva vendicarsi: -"Fai anche tu incazzare un Bill e vinci una bambolina dei Tokio Hotel"- i ragazzi capirono e saltarono al collo a Bill, mentre Lauren gli spettinava i capelli. -Bastardi basta, siete degli stronzi patentati, uno contro quattro, non è giusto. -A me sembra un lotta più che equa, ti dobbiamo ancora far pagare la simpatica intervista che ci hai fatto fare senza chiedercelo l'altra sera dopo il concerto! -Già, io avevo dei crampi pazzeschi e tu- Gustav tentò di imitare la voce di Bill rendendola però più acuta-dobbiamo fare un'intervista! -Appunto, con quale diritto decidi tu? -Già, vendetta- istigò Georg ricominciando a fare i dispetti a Bill che ormai arrancava senza fiato, praticamente lo ridussero in mutande. -Idioti patentati, ridatemi i miei vestiti! -No, se non cambi giacca! -E' vero mi rifiuto di salire su un palco se indossi quella giacca-affermò categorico Georg. -Non abbiamo mai detto nulla sulle tue stravaganze, ma se metti quella giacca mi si bloccano i muscoli delle braccia e non riesco più a suonare!- asserì con calma olimpica Gustav. - Lauren giudica tu che hai buon gusto -disse Bill in boxer neri attillati. Poi mostrò fiero una giacca, verde fluoro con degli strappi e delle gomitiere bianche, ovviamente borchie a profusione. Lauren la guardò con gli occhi in palla. Tom che la fissava negli occhi cominciò a ridere, la faccia della ragazzina era buffissima, poi con tutta calma con una mano sul mento come se stesse analizzando un dipinto famoso Lauren disse: -Sono cose che voi umani non vorreste mai vedere. Cioè Bill veramente vorresti metterti questa roba? È terribile, immonda, una schifezza! Dai retta ai ragazzi, guarda siamo sempre andati d'accordo, ma questa giacca sembra sia stata ideata da un pazzo furioso che si è sparato della gelatina verde! Sembra del colore di blob il fluido che uccide, lo slime. I ragazzi risero fino alle lacrime, la giacca era veramente brutta. Bill risentito al massimo disse: -Lauren, come mi hai sempre difeso, ed ora? Questo mi rattrista. Lauren gli si fece incontro e lo accarezzò: -Lo sai scricciolo, di solito hai buon gusto, ma ti giuro, la giacca fa schifo, veramente, non ne hai un'altra? -Sì- disse mesto indicandone una azzurra, bianca e rossa. -Oh, sì, non è proprio il mio genere, ma questa sì ti starà bene, se poi la indossi con solo i boxer farai venire giù il palco. Bill si guardò, era in mutande davanti a Lauren, diventò scarlatto e raccolse i jeans, se li infilò impacciato poi: -Il mondo non è ancora pronto per quella giacca! Lauren con dolcezza gli si avvicinò lo aiutò a rivestirsi e accarezzandogli la guancia disse: -No, e spero che non lo sia mai, è una vera merda, sembra un colore, lo definirei "cacca di bimbo". I ragazzi si piegarono in due dal ridere e Bill si rassegnò, proprio la sua amica era una furia della natura. Riusciva sempre a trovare delle immagini divertentissime. -Ora che facciamo? -Perché non uscire e andare a farci un giro?- propose la ragazza -Che simpatica umorista che sei, Lauren- rispose ironicamente Bill -Già ti ricordo che prima di entrare qui stavano per linciarti. - aggiunse Georg -Lo avevo rimosso- fece rattristata la ragazza-Siamo quindi incastrati qui? -Adesso chiediamo.- In effetti i ragazzi dovevano rimanere nei camerini, ma furono rassicurati presto sarebbe arrivato un lauto pasto, nel frattempo si sedettero per terra, come facevano nel capanno del signor Snell e cominciarono a suonare e cantare come intorno ad un falò. -Ti facciamo sentire una canzone che stiamo preparando per il nuovo cd, credo che, come molte altre me l'hai ispirata tu, sai, parla di noi. -Ma dai-disse stupita Lauren- che bello, canta Bill cominciò a cantare accompagnato dalla chitarra di Tom, mentre Gustav tamburellava un ritmo con le bacchette. -Ci stiamo ancora lavorando, ma più o meno ci siamo, non è vero? -Ma è stupendissimissima! - Lauren appariva commossa e Tom la tirò a sé per consolarla. La ragazzina era stretta tra i due gemelli e i due ragazzi se la coccolavano come quando erano ragazzini. -Cibo si mangia!-fece gongolante Tom quando dalla porta fecero capolino alcuni dello staf. -Uhm, quante cose buone!- osservò affamato Georg. -Sì da duecento calorie solo a guardarle!- notò la ragazza -Potete chiedere dell'insalata, qualche noce, una mela e se c'è dell'anguria? -Un po' più complicato, no?- chiese divertito Bill. -Va, beh che siamo un po' viziati ma non so se si riesce a trovare quello che hai detto. - aggiunse Tom Dopo circa un quarto d'ora arrivò l'insalata che Bill aveva gentilmente chiesto facendola passare per uno suo strano, veramente strano capriccio da star. Il pranzo fu consumato in allegria come fossero ad un pic nic. E quando Lauren ebbe terminato il suo pasto frugale notò quanto avevano mangiato i ragazzi. -Ogni tanto mi domando dove la mettete tutta la roba che mangiate, vi siete scofanati di tutto e siete così magri? -Il nostro solito metabolismo a prova di bomba!- come di consueto Bill si batte la pancia, ammesso che ne avesse una. -Bisogna abituarlo fin da subito ad assimilare schifezze, questo è stato il nostro trucco!- confessò Tom -A me invece fin da piccolissima facevano sempre le analisi per il rachitismo e mi davano delle fialette ricostituenti. Ero la bimba più monitorata dell'universo, mi avranno fatto analisi e analisi rivoltandomi come un calzino ma io non mangiavo. -Io invece li odio questi due- confesso Gustav- io adoro cucinare, ma ho delle allergie! -E' vero ogni tanto mangia qualcosa e si riempie di bolle, poi dopo un po' passano così come sono venute! Però è buffissimo. -Sì ogni tanto se ne scopre una nuova!- risero a crepapelle sulle disgrazie del povero batterista che in tutta risposta aggiunse -Prima o poi la ruota del Karma gira, vedrete! -Già, mi avete preso per i fondelli quando avevo i brufoli, ma prima o poi durante un concerto te ne verrà uno tremendo pure a te Bill, allora vedremo. -Quel giorno gli farete una foto e me la manderete vero? -Certo Lauren non mancheremo. Bill li guardò con aria di sufficienza, ma non aggiunse altro. Lauren si alzò proclamando: -Bon ragazzi, vado a cambiare l'acqua alla passera! Dov'è il cesso? I ragazzi la guardarono con gli occhi a palla, poi aggiunsero: -Non mi abituerò mai alla sua eleganza. -Anch'io non ci credo che possano uscire tali frasi da una ragazza come lei -Bonjour contesse!- esclamò Bill A quelle parole Lauren disse: -Porca vacca siamo ai confini del paranormale, Bill ha proferito una frase in francese! -Oddio temo che stia arrivando la fine del mondo. "It's a final day as come"- accennò sorridendo Tom. -Temo anch'io!-asserì preoccupato Gustav sgranando gli occhi. -Prima che me la faccia nelle mutande per la sorpresa mi dite dov'è il bagno?- fece Lauren con la sua solita delicatezza. -Seconda porta a destra- disse con rassegnazione Tom che guardava quella ragazza dal viso di una bambolina e dalle frasi di uno scaricatore di porto. Tutto ciò gli riportava alla mente le ore spensierate vissute solo due anni prima. Quei tempi erano così lontani ma finalmente erano insieme e anche se per poche ore intendeva assaporare quelle ore passate insieme fino all'ultimo istante. -Grazie tesorino rasta- fece la ragazza guardando con dolcezza il suo amico. Quando Lauren tornò dall'incursione al bagno i ragazzi stavano giocando a carte, Lauren si unì a loro, ma ben presto furono riportati alla realtà. -Manca un'ora e mezza! Bill coraggio!- la voce del manager si fece sentire. -Mi tocca!- fece con rassegnazione il ragazzo. -Che devi fare?- chiese curiosa Lauren. -Il proverbiale, trucco e parrucco!- asserì con fierezza il ragazzo. -Già dimenticavo, la criniera leonina non si tira su da sola! E gli occhietti neri…Non fai tu? -No, ho uno staff per questo! -Beato te, noi a teatro ci trucchiamo da soli, solo le étoile hanno diritto al trucco di un professionista o solo se si devono fare delle parti particolari, se no, "fai da te". A volte ci trucchiamo tra di noi, certo ci hanno insegnato come farlo, ma il resto è una buona di "attaccati al tram". -Be' vado. Gustav e Georg poi si guardarono ammiccanti e dissero: -Noi andiamo a farci un giro! -Sì, ho voglia di vedere un po' di cielo. -Io , voglio l'autografo di Avril Lavigne se no, Sonja mi ammazza. -Veniamo anche noi- disse Lauren alzandosi, ma Tom la trattene per una mano. -Restiamo un attimo qua- disse Tom con estrema dolcezza mentre la guardava attraverso la tesa del suo immancabile cappellino. Lauren sentì la stretta della sua mano e comprese. -Allora ne approfitto, ragazzi credo che dopo questa piccola conversazione, Tom si ritroverà con qualche dreadlock in meno, oppure un tatuaggio scalfito nelle guancia per sempre. Gustav e Georg si guardarono con terrore misto ad ironia, cosa intendeva? Avevano cercato di creare un'atmosfera romantica, ma a quanto pare si profilava per Tom un mezzogiorno di fuoco. Tom si rialzò, chiuse la porta dietro i ragazzi poi con calma olimpica si avvicinò alla sua chitarra. -NO, caro mio, la tua chitarra non ti salverà!- disse con un tono ironico, ma sicuro la ragazzina- non voglio una canzoncina da te! Dobbiamo parlare. -Sì- deglutì a fatica Tom. -"Bravo" magazine 13 ottobre cito a memoria: " il mio primo bacio, un disastro lei non sapeva baciare".- Lauren si era avvicinata al ragazzo minacciosa e lo guardava negli occhi, lui appoggiò la chitarra al sostegno quasi tremando. "Rock one" 24 novembre " il mio primo bacio, un brutto ricordo." E Lauren lo baciò con forza, veemenza ed estrema sicurezza. Tom era gelato, si sentiva messo alle strette, non poteva più indietreggiare era appoggiato ad un a tavolo, senza via di scampo. -"Rock One" 8 gennaio: " che brutta esperienza il mio primo bacio, proprio da dimenticare, per fortuna non mi sono arreso e ho fatto molto esperienza, direi di sì, sono proprio bravo a baciare, modestamente". Lauren lanciò il cappellino di Tom per terra lo prese per la coda poi cominciò a baciarlo. Tom si rilassò un po' e si lasciò andare a quella forza della natura che lo stava quasi divorando. -E ora puntualizziamo una volta per tutte- disse Lauren dopo aver spiazzato Tom con quei baci- il tuo primo bacio lo hai dato a me e ti ricordò che è stato bellissimo! -Veramente- accennò timidamente Tom- io mi ricordo due guance in fiamme e ancora non ho capito il perché! -Le guance in fiamme te le rifaccio io adesso, ma i due baci sono stati belli e comunque il tuo primo approccio quella volta è stato da vero imbranato, il secondo invece, ci è venuto meglio. -Sì ma i due schiaffoni? -Perché?che ne so? Ero confusa. - disse Lauren- La prima volta ero sorpresa perché non me lo aspettavo un bacio da un ragazzo, così poi all'improvviso, senza nessun preavviso. E quindi il primo schiaffo per l'agitazione. Il secondo schiaffo perché avevo paura che avremmo rovinato tutto, la nostra amicizia contava molto di più. - Comunque quando mi riferivo al mio primo bacio, nelle interviste, non intendevo il nostro. -Perché?- Lauren minacciò il ragazzo con il suo dito- il nostro non era il tuo primo bacio. Poi lo strinse a se infilandogli le mani sotto la maglietta su per la schiena. -Sì, certo, ma sai il nostro è stato il più bello e poi non potevo raccontare che è terminato con uno schiaffo, sai la mia reputazione di… -Sì macho rapper, chitarrista don Giovanni dei miei stivali, la tua immagine ne avrebbe risentito, vero, cretino che non sei altro.- fece Lauren risentita. -No, la verità è che non mi andava di condividere quel bel momento con tutti, il primo bacio è nostro solo nostro.-Su queste parole Tom strinse la ragazza a sé, la prese con forza tra le braccia e la portò sul divanetto, l'adagiò sopra e cominciò a riempirla di baci ovunque. Lauren si lasciò fare trascinata dall'emozione e dalla passione. Poi i due ragazzi si fermarono: -Cosa facciamo ora?- disse Tom improvvisamente riportato alla realtà. -Be' fra un'ora hai il concerto, poi io corro a teatro per il riscaldamento, trucco e parrucco, poi vengo messa su una macchina, ballo davanti al presidente e poi vengo a raggiungervi al vostro albergo. -Cretina no, non intendevo questo, cosa facciamo io e te? Come facciamo a stare insieme! -Ma io non voglio stare con te- disse Lauren semplicemente. Tom era confuso almeno quanto dopo i due schiaffoni, due anni prima. -Tom , siamo realisti, tu stai facendo carriera e con un concerto via l'altro, non hai più vita privata o quasi. Quindi vedi tu? La tua musica è più importante. E poi io non ho fatto otto ore di danza al giorno da due anni e mezzo per poi lasciare tutto per seguire il mio dolce pastore bergamasco. Tom era sorpreso e senza parole, la baciò forte e aggiunse sussurrando all'orecchio: -Ma io non voglio lasciarti, non voglio. Ti amo!- credeva di non poter pronunciare quelle parole, se solo glielo avessero chiesto poco prima lui avrebbe detto che "no, l'amore era il suo ultimo pensiero", ma ora, dopo quei baci, quelle carezze, quell'intimità. -Oh se per questo anch'io ti amo da tanto, ma la vita è così, saremo separati dalle nostre attività lavorative frenetiche per inseguire i nostri sogni e poi quando avremmo raggiunto il limite percorreremo il resto della nostra vita insieme. È inutile raccontarci delle menzogne. Tom ti lascio libero come un uccello, corri, fai tutte le esperienze, ed intendo con tante belle biondine sexy come piacciono a te, io mi farò tanti bei ballerini e uomini vari, tanto poi tu sarai mio e io tua. Vorrei dirtelo con una delle mie canzoni preferite, Lauren si rialzò, lasciando Tom sconcertato e cominciò a cantare dolcemente: All I Can Do Is Wait All I Can Be Is Optimistic All I Can Do Is Sigh All I Can Do Is Try Try Not To Tell You; 'I Love You' When You Walk By Try To Believe In Fate When You Love Someone Like That All You Can Do Is Wait All I Can Do Is Know All I Can Know Is That I Love You All I Can Ask Is Why All I Can Do Is Try Try Not To Tell You; 'I Love You' When You Walk By Try Not To Palpitate When You Love Someone Like That All You Can Do Is Wait All You Can Do Is Dream All You Can Do Is Count The Hours All You Can Do Is Try Try Not So Hard To Try Try Not To Tell You; 'I Love You' When You Walk By Try To Believe In Hope When You Love Someone Like That All You Can Do Is Cope When You Love Someone Like That All You Can Do Is Dream When You Love Someone Like That All You Can Do Is Wait Tom l'ascoltava e intanto la accarezzava dolcemente, adagiato accanto a lei, la guardava negli occhi blu color del mare, Lauren rispondeva con altrettanta dolcezza alle carezze del ragazzo. Poi sentirono dei strani sussurri alla porta. -Shh, cretino mi fai cader. -Zitti due deficienti, non sento cosa si stanno dicendo. -Gustav guarda, che fanno?- aggiunse Bill -Non vedo nulla-sussurrò il ragazzo. Poi Georg maldestramente si appoggiò alla maniglia e i tre fecero irruzione disturbando l'idillio amoroso. Lo spettacolo che si offrì ai loro occhi era: Tom senza la maglietta e con la coda sfatta, Lauren con le spalline del vestito abbassate, senza più reggiseno tutta spettinata. I due ragazzi arrossirono e cercarono di coprirsi come potevano. -Tom cerchi questa?- disse con un sorriso sadico Bill raccogliendo la maglietta XXL del gemello. Gustav e Georg non sapevano più dove guardare, Georg abbassò lo sguardo e vide sotto al suo piede un reggiseno piccolo con dei fiorellini rossi e rosa di Lauren e diventò scarlatto. -Idiota, ridammi la maglietta, o ti riempio di sberle fino a toglierti quel sorriso del cazzo. L'afferrò con violenza e ancora imbarazzato si infilò la maglietta, si rimise l'elastico che gli legava i capelli, la bandana e si sistemò il cappellino fin quasi a coprire tutta la faccia che non aveva cambiato colore ed era rossa pomodoro. Lauren riprese il suo indumento intimo con un po' meno imbarazzo, in effetti era abituata a cambiarsi davanti a tanta gente, nei camerini spesso promiscui era avvezza a tutto. Prese il suo reggiseno, una seconda scarsa, se lo infilò, poi Bill le allacciò il vestito sussurrandole: -Allora, avete chiarito come vedo? -Sì tesoro, abbiamo chiarito! -Ma che cosa stavi cantando? -Bella vero, è una canzone d'amore di un musical. I ragazzi furono riportati alla realtà da una voce che annunciava. -Mezzora alla vostra entrata. -Oddio no, che palle, mi infilano nelle orecchie gli auricolari. -Senti sei un lamentoso unico. Sai dove te li infilerei io quei cavolo di auricolari! - lo rimproverò Lauren. -Poi testa di rapa vedi di non perderli durante il concerto!- disse Tom ancora alquanto alterato dall'interruzione dei tre ragazzi nel suo momento intimo con Lauren. -Questo sì che fa male!- Lauren mostrò i suo piedi- Guarda! I ragazzi videro i piedi della ragazza con calli cerotti e bolle. -Ma hai un'unghia viola! -Sì e ti assicuro non è smalto. Ma noi ballerine ci siamo abituate. Anche se quest'unghia mi fa malissimo, mi è venuta preparandomi per questo balletto. La mia insegnate quando l'ha scoperta mi ha dato della cretina perché evidentemente " che cosa hai fatto? Prove supplementari a casa, vero?" Certo voglio essere la migliore e poi fra una settimana vado a Spoleto per un concorso. -Scusami, sono un lamentoso lo so, ma da oggi non farò più storie…o quasi! -Dai testa leonina, non preoccuparti! A proposito posso chiederti, qualcosa sulla tua pettinatura, sei una specie di criminale anti-ecologico! Quante cazzo di bombole di lacca fai fuori per tenere su quei cazzo di capelli? I tre ragazzi risero a crepapelle, Lauren era veramente sboccata. -No, tranquilla, uso solo prodotti ecologici, lo giuro- assicurò Bill. -Sarà, ma secondo me ogni volta che ti esibisci allarghi il buco nell'ozono. Un simpatico taglio corto e via con il gel?- propose Lauren. -Mai! Adoro la mia pettinatura, mi si addice molto, è nel mio essere.-fece soddisfatto Bill. -Contento lui!- Alzò le spalle il più modesto dei quattro, Gustav infatti odiava i suo capelli ricci e aveva optato per un taglio corto per non aver problemi.-Comunque io mi preparo- aggiunse molto concentrato. -Sì mi si è fermato il cibo nello stomaco- disse Georg- mi sto agitando, si sentono delle urla sovrumane, ci deve essere una platea infinita! -Io mi sto cagando in mano- disse Tom che aveva ritrovato un po' di colore, anzi lo stava perdendo per lo stress. -Oh sì, tesori, scusate vi ho distratto, ma ora mi ficco in un angolino, mi ascolto della musica e ripasso anche io per sta sera. -E' così che fai?- chiese incuriosito Bill. -Sì, mi metto della musica e ripasso mentalmente, tu cretino tinto, mettiti a scaldare le corde vocali o al primo acuto ci lasci una tonsilla, altro che giacchina fashion! Unghie laccate e ombretto sugli occhi- fece Lauren come una mammina apprensiva. -Carina, quando sono al trucco e parrucco come lo chiami tu, già mi riscaldo, comunque hai ragione, mi preparo-affermò il ragazzo. Ognuno nel suo angolo i ragazzi tentavano di trovare la loro concentrazione. Poi i si misero a guardare Lauren che in un angolo, con un i-pod, ovviamente rosa, ascoltava della musica e gesticolava in modo strano. - Starà ripassando mentalmente la coreografia?- disse scettico Bill -Può darsi ma quelle dita messe così a mulinello?- si interrogò Tom -Strana tipa come sempre!- concluse Gustav -Già, adesso glielo chiedo- disse deciso Bill -Che ascolti? Il don Quijote? -No!- rispose distrattamente Lauren. -Ma come non balli il Don Quijote sta sera? -Sì ma per rilassarmi mi sparo a bomba altra musica!- disse con convinzione la ragazzina. -I Tokio Hotel- disse fiero Bill -No, "Whith or without you" degli U2, "In the end" dei Linkin park, "Wake me up when September ends" dei Green Day e il mio super gruppo preferito. -I Tokio Hotel- disse con fermezza Tom -No, i Kyo!- rispose un sicura Lauren. I ragazzi si guardarono negli occhi e incavolati dissero: -Dacci il pass e fuori di qua!- disse Tom -Sì, carina, fuori, ti disconosco! Un gruppo francese, che canta in francese, mi sta sulla palle!- disse Bill Gustav, che non perdeva la calma e la concentrazione, disse semplicemente: -L'i-pod va sequestrato! -Me ne occupo io- Bill si avvicinò prese la ragazza da dietro e le strappò il suo lettore. -Dai, bambini cretini, nell'i pod ci sono anche le vostre canzoni, volevo farvi uno scherzo! - Controllo, è vero, ma stavi ascoltando i Linkin! - Sì "in the end" è ritmata forte e mi piace perché mi toglie lo stress. -Ma quei gesti con le mani? -Ripasso la coreografia. -In scena!- si sentì una voce. -Oddio, questo è il momento che odio di più, il tragitto dal camerino alla scena- Bill si teneva forte il petto, sentiva il suo cuore pulsargli quasi come lo avesse in gola. -Già è anche il mio momento peggiore, sei lì e ti dici, non mi ricordo più nulla, oddio che faccio, ma poi?- disse Lauren -Già poi fai tutto quello che devi fare- affermò deciso Georg. -Come se il tuo corpo sapesse tutto in automatico- aggiunse Lauren -Già un scarica di adrenalina, ma poi con le bacchete in mano e davanti alle percussioni, basta parto! -Mi infilo la mia super Gibson e via, suonare è la mia vita. -Incredibile! In bocca al lupo ragazzi!- disse Lauren che li seguiva tra loro nell'ascesa verso il palco. -Crepi. -Cretino rasta, non inciampare in quei cazzo di pantaloni larghi! -Non sono Georg! -Fan culo Tom- ribatté offeso. -Vedi di non fare la mega figura di oggi. - si sentì dire da Bill -No, non la farà, ora l'ho baciato, gli ho schiarito le idee, andrà in automatico! La performance fu veloce, ma grintosa, la platea era quasi tutta lì per acclamare loro, il gruppo del momento e Lauren capì che quella sarebbe stata una di quelle giornate da non dimenticare mai. -Uhf, è andata benissimo. -Sì, è stato fantastico -Un pubblico esaltatissimo. -Siete grandi ragazzi! Ma ora? Fra poco io devo andare, ma ci rivediamo poi sta sera. -In macchina vieni con noi, vero? -Sì poi prendo il metrò fino al teatro, anche se forse vado a piedi è lì vicino. -Non ti diciamo "ti accompagniamo" perché è impossibile, lo sai che oggi ci hanno dovuto dare la scorta! Sì le fan fuori dall'albergo si stavano ammazzando per poterci vedere. -Ancora mi devo abituare. -Adesso avranno fatto in modo di farci passare tranquillamente. -Già la sessione autografi è più tardi. -Spero di non lasciarci qualche ciuffo! -Un tuo scalpo vale molto! -Caspita potremmo metter su un business e vendere su E-Bay i suoi dreadlocks!- proclamò Lauren. -Sì in effetti. - annuiva pensoso Georg -Posso avere degli amici così stronzi, io?- ribatté Tom -Oh il piccoletto, non più tale- aggiunse Lauren- si è offeso! Comunque voi Kaulitz siete veramente delle piattole, vi arrabbiate per poco. Poi Lauren si rivolse ammiccante a Gustav e Georg e con un cenno di testa: -"It's raining men Hallelujah" - intonarono- -"It's raining men". Bill cominciò ad urlare improperi e dare dei pizzichi a Lauren per farle il solletico, poi fu attaccato da Tom, Gustav e Georg, sempre alleati contro di lui. Era molto buffo far arrabbiare il loro amico e risero fino alle lacrime. Il tragitto in macchina non fu lungo e poco dopo furono riportati alla realtà, erano arrivati in albergo. I quattro ragazzi scesero dall'auto e si diressero veloci verso una porta posteriore di servizio, Lauren era rimasta in macchina un po', poi scese e si diresse in teatro. *** -Scusi signorina dove sta andando? -In camera! -Qual è la sua camera? -La suite 400. -Veramente non ci è permesso farla salire al quarto piano. -Scusi ma mi stanno aspettando. -Dubito che lei possa salire, non è stata registrata! -Bene allora mi registri, ecco i documenti. -No, signorina. Mi spiace, non posso. Lauren veramente incavolata nera aprì il suo cellulare e come la mattina si ripeté una scena analoga. -Criniera leonina tinta e meschata, il gorilla lilla qui non mi fa passare! -Cavolo che palle, sono svaccato sul letto Tooooommm! Si sentì un "deficiente che c'è" come sottofondo sonoro. -Vai giù tu ti prego, c'è Lauren, non la fanno passare. -Che palle, sì vado. Dopo qualche minuto un semi addormentato ragazzino scalzo si presentò nella hall. Spiegò tutto al portiere e mostrò che la ragazza era stata registrata nello staff. Il malinteso fu risolto e Lauren con il suo amico salirono nella suite. Quando entrarono nella stanza Lauren si guardò intorno stupita, era molto elegante, enorme e modernamente arredata. Nell'immenso salone due porte si affacciavano ai lati opposti, una era la camera di Bill e una di Tom. Lauren scorse il suo amico Bill sdraiato sul letto, corse incontro al ragazzo e si tuffò con tutto il suo dolce peso sull'amico tramortendolo i due lottarono per una po' tra le coperte, Tom si lanciò nella mischia cercando di afferrare la ragazza e farle il solletico. Quando rimasero senza fiato si lasciarono ricadere sul letto guardando il soffitto, Lauren in mezzo ai due ragazzi teneva loro stretta, stretta la mano. -Come è andato lo spettacolo? -Bene, è stato molto bello e ho ricevuto tanti complimenti da tutti. -Benissimo, diventerai famosa anche tu, come noi. -Ma vedremo, di solito i ballerini non li calcola nessuno. Comunque la notte è giovane e noi dobbiamo andare a farci un giro. -Sempre simpatica e realistica. Bill le prese la mano, la fece alzare e disse: -Circondati!- le vedi le ragazzine fanno la posta. -Porca miseria! Sono ovunque, spuntano come funghi! Ma se vi camuffate possiamo farcela. - disse Lauren ottimista. -Non è semplice-disse Tom. Lauren scrutava i ragazzi con sguardo indagatore poi cominciò: -Ma dai Bill, se ti metti un cappellino non troppo sgargiante, ti metti un paio di pantaloni lisci, senza fronzoli, cinture stravaganti con pietruzze catarifrangenti, scheletri, teschi, draghi e quant'altro, niente anelli, unghie bi-color eccetera puoi passare. -Peccato che non abbia nessuna maglietta liscia e neutra. -Nessuna magliettina liscia, liscia, nera, sobria, insignificante? -No. -Porca miseria ladra, e tu cane da pastore? Sei il meno camuffabile: dove cazzo li mettiamo tutti quei dreadlock! Anche se ti mettessi degli abiti civili decenti hai quella capigliatura rasta inconfondibile, il cappellino poi è una cosa che ti contraddistingue, per cui! Ammesso che riuscissimo a metterti un turbante in testa, tipo Sihk con abiti stretti e senza il tuo look rap sembri Bill, siamo fottuti. - Benvenuta nel mondo dei Tokio Hotel!- disse ironico Tom. -Vorrà dire che uscirò con Gustav e Georg!- rispose Lauren facendo spallucce. -Stronza bastarda, ricordati che siamo stati noi a presentarti a loro e comunque sei nostra amica. - disse Tom abbracciandola. -Oddio Bill adesso prende la sua chitarra, mi tramortisce e mi porta nella sua "Tom Caverna"- disse ridendo - Sono solo di sua proprietà! Senti Neanderthal , cerca ti vestirti il meno riconoscibile possibile io vado a chiedere a Gustav qualche maglietta neutra per il fashion Bill e ci ritroviamo qui. I ragazzi obbedirono e cercarono nel loro guardaroba qualcosa di meno vistoso possibile, faticosa ricerca, mentre Lauren partì in esplorazione. Entrò nella camera di Gustav che dormiva profondamente mentre un imbarazzato Georg stava guardando un film alla tv in modalità rilassata e poco presentabile. -Georg ti va di venire a fare un giro?- lo invitò Lauren con tono suadente. -Più che volentieri mi stavo annoiando davanti a questo film! Ma di là i due mezzi sciroccati?- chiese scettico il ragazzo che ben sapeva con chi aveva a che fare. -Stanno cercando dei vestiti umani- spiegò Lauren. -Vana ricerca per Bill.- affermò il bassista. -Già infatti sono venuta a chiedere a Gu, se aveva qualche magliettina semplice per il fashion Kaulitz. -Io, se fossi in te, non lo sveglierei- fece con tono sicuro il ragazzo. -Perché? -A volte si incazza un filo. E sto usando un eufemismo.- spiegò Georg che ben conosceva il suo amico. -Ma non con me, vedrai- fece sicura la ragazzina. -Gu, Gughino, tesoro, piccolo svegliati. - Lauren accarezzò la testa di Gustav che ronfava felicemente tra le lenzuola. -Uhm- rispose dall'oltretomba- che c'è? -Sono Lauren, piccolo, vieni con noi a fare un giro? Dai, sei a Parigi, porca miseria, quando ti ricapita di esser a Parigi? -Fra quindici giorni circa!-fece nel pieno della sua fase rem. -Uffi, dai, Gughino, ma io non ci sarò, sarò via per un concorso!- sussurrò Lauren con voce mielosa -Uhm, sono stanco ero già nella fase di sonno profondo. -Su, dai alzati- Lauren lo scoprì con un colpo netto, poi si accorse di aver fatto una scemenza perché il ragazzo era in mutande e non avevano tutta quell'intimità per cui altrettanto velocemente lo ricoprì- scusa, scusa, scusa, non volevo, perdonami. Gustav imbarazzato da sotto le coperte le disse:- Mi vesto e arrivo. -Gustav lo so devi esser paziente, ma hai per caso una maglietta neutra per il mentecatto tinto?- aggiunse rossa scarlatta dall'imbarazzo la ragazzina. -Sì prendine una- poi, pensando a una ragazza che cerca tra i suo effetti personali, anche intimi, aggiunse - no scusa, te la prendo io, sarà meglio, fammi vestire. -Sì, scusami ancora, sono maleducata e invadente. -No, sei semplicemente Lauren, una furia sciroccata di rosa vestita, ma tanto ho l'abitudine di due pazzi fuori. -Già i due Kaulitz. -Sì. Quando Lauren tornò nella suite c'era Georg seduto sul letto di Bill che lo guardava e scuoteva la testa sconsolato. Poi facendo un cenno a Lauren e con una mano al mento disse: -Partita persa, non si trova neanche un pantalone decente o una maglietta normale. -Adesso arrivano i rinforzi, ho sguinzagliato Gustav. -L'altra metà del cervello di Bill? Il T Kaulitz? -Tom sta porconando in turco davanti allo specchio. -Come cazzo fa mio fratello a portare sti pantaloni! Sono stretti! -Ma dai ti slanciano, finalmente non sembri alto un metro e un cazzo e non sembra che te la sia fatta nelle mutande! -E' il mio look e se non ti sta bene. -Ma, sì è vero, a Londra ho sempre il mio Vito. -Chi cazzo è questo Vito? -Un ragazzo con cui ho fatto molte esperienze in scena e fuori scena, almeno quanto te! -Mi sta sulle palle, lo ammazzo- con tono risentito Tom si allontanò dallo specchio per avvicinarsi alla ragazza. -Senti, ti ricordo le tue numerose conquiste o lo dici solo per vantarti?- ribatté prontamenteLauren. -No sono reali.- si vantò Tom. -E allora?- Lauren si avvicinò al ragazzo con aria di sfida e un sorriso ironico. -Be', ma mi sta sulle palle e comunque non ti sa baciare come me. Tom le si avvicinò e cominciò a baciarla sul viso, ovunque, dietro le orecchie poi si attardò sul collo per lasciarle un piccolo ricordino. La trascinò nella sua camera, chiuse la porta per continuare le effusioni lontano da occhi indiscreti. Ma Bill con tempismo degno di un cretino patentato fece irruzione nella camera del fratello mostrando fiero la sua opera di camuffamento. -Eccomi- urlò come al suo solito- sono pronto! I due furono di nuovo colti in flagrante e si imbarazzarono non poco. -Bill non ce la puoi fare vero?- disse Tom tirandogli un cuscino in faccia. -Perché non sono il più neutro possibile?- fece orgoglioso il ragazzo. -No, - asserì con sicurezza Lauren-quella cintura? -Ma se no, mi cadono i pantaloni!- protestò vivamente il ragazzo. -Mettiti fuori la maglietta così copri la fibbia!-suggerì Lauren -Uffi. -Disse con un tono da lattante che fa i capricci Bill. -Siamo pronti?- disse impaziente Georg. -No, se noi abbiamo tentato di vestirci normali, - disse Tom guardando Lauren- tu non è meglio se ti vesti come un ragazzo? Almeno se ci beccano puoi passare per un vecchio amico. -Mi rifiuto- disse Lauren -Sì urlò divertito Bill, mi scateno!- facendo seguire il suo urlo da saltelli infiniti. -Ho aperto la bocca dell'inferno!-Disse mordendosi la lingua Tom -Sì, risvegliatemi fra un po'!-disse Gustav sbadigliando. La sessione"vesti Lauren da ragazzo" durò poco, Bill aveva le idee chiare e conciò l'amica come se stesso. Le fece indossare una sua magliettina nera con delle ali d'angelo dorate. Le fece infilare dei suoi pantaloni, stretti e strappati, le prestò una polsiera nera e degli anelli. -Bill, ti ricordo che io sono dieci centimetri più bassa di te! -Urca è vero- esclamò il ragazzo guardando Lauren. -Gustaaaav - urlò Bill con tutti i suoi polmoni -ci servono dei tuoi pantaloni, mi daresti quelli fighi con lo strappo al ginocchio? -Sì, te li porto, basta che non facciamo giorno!- sconsolato il povero Gustav si alzò e andò in camera sua, poco dopo portò il paio di pantaloni richiesto. -Allora?- protestò Tom dopo un po'. -E'quasi pronta!- disse soddisfatto Bill. Il ragazzo stava curando gli ultimi particolari della sua opera: raccolse i capelli di Lauren in una coda bassa e glieli fermò con un cappellino di Tom, poi come tocco finale le cinse il collo con un collare borchiato. -Ascolta piccolo fashion man, ti ricordo che dobbiamo sembrare i più normali e insignificanti esseri della terra, così mi sento la versione femminile dei gemelli Kaulitz. Un misto tra Tom e Bill. -Uffi, la mia creazione!- borbottò indispettito il ragazzo. -No, non offenderti, scricciolo tinto, mi tolgo solo la polsiera, gli anelli e il collare di Scotty. -Buh, che delusione! Comunque non è il collare di Scotty!- precisò il ragazzo. -Ecco i pantaloni-disse Gustav. Lauren se li infilò e poi dovette prendere un cintura perché era molto magra. -I tuoi pantaloni mi sono lunghi, questi larghi, risultato: sembro un Tom mal riuscito che vuole vestirsi come Bill. O un Bill impazzito che si crede Tom, fate voi. -La notte è lunga e noi giovani virgulti e mezzo- rivolgendosi a Lauren- pronti per spaccare il mondo!- incitò divertito Tom, mentre Georg si tirò su pigramente dal divano. Lo strano gruppetto di ragazzi uscì dall'hotel da una porta di servizio e con estrema diffidenza si allontanò per le vie di Parigi. Alle due di notte, pian piano i rumori della città si placavano, le varie iniziative musicali organizzate per quella festa della musica stavano volgendo al termine e la gente si avviava verso le proprie case, anche perché il venerdì per alcuni non era certo vacanza. I ragazzi dapprima camminavano silenziosi o parlavano solo sottovoce perché timorosi che qualcuno potesse riconoscerli, poi si rilassarono e Lauren cominciò a portarli in giro facendogli visitare una Parigi storica, un tuffo nel passato come aveva promesso. La ragazzina fece visitare ai ragazzi il quartiere del Marais, uno dei suoi quartieri preferiti e ad ogni palazzo raccontava un aneddoto legato alla corte francese del seicento. Bill e Tom si ricordavano vagamente qualche storiella, soprattutto quelle di amori proibiti, amanti delle contesse, dei conti e soprattutto storie su Luigi XIV e i suoi amori. Poi attraversarono la Senna e Lauren li condusse sull'Ile de Saint Louis. Da lì si godeva un panorama fantastico e Gustav tirò fuori la macchina fotografica. -Geniale- urlarono in coro! -Foto di gruppo con panorama di Parigi! -Hai l'autoscatto? -Sì certo, ma come facciamo? -Su quel muretto, ah sì, ma è troppo basso, accucciamoci allora. -Sulla panca! -Meglio, la panca è perfetta, mettetevi in posa. Gustav schiacciò l'autoscatto si mise in posa. -Sorridere ragazzi, incitò Lauren - poi con uno schiaffo in testa a Bill disse- Perché nelle foto che appaiono sui giornali "sfiancheggi" ? -Faccio che? -Sì sei sempre in posa con un anca de fori e la mano sul fianco, sembri una ragazza! -Dici? -Sì- dissero in coro gli altri membri del gruppo! -E' incredibile non mi sono mai accorto! -Allora sei irrimediabilmente cretino! -Eppure… -Evidentemente il gene della mascolinità è andato tutto a Tom. -Spiritosa, comunque non faccio apposta, quando mi dicono di mettermi in posa io tendo sempre a mettermi di lato perché odio le inquadrature frontali, mi si vedono troppo i denti, io odio i miei denti. -Ma sei più fumato di un furetto cieco in calore! I tuoi denti sono bellissimi, bianchissimi e dritti che cavolo di complessi hai? -Oh senti, ognuno ha le sue! Comunque ti giuro non faccio apposta. -Ok, da oggi sempre in posa come sta sera. E voi dategli una sventola se non si mette correttamente. -No, noi bastardi lasciamo il Bill fare la diva, è così divertente. -Sadici bastardi. -disse Lauren I ragazzi camminarono a lungo e fecero foto in ogni angolo, con una Parigi tutta illuminata e quasi deserta. Per una notte si divertirono con semplicità come quattro turisti in compagnia di una ragazza che di parlantina spacca marroni ne aveva almeno quanto il suo amico Bill. Tutti si divertirono da matti, poi Gustav rimase più indietro facendo delle foto e con un accenno a Georg fece segno di lasciare Tom e Lauren camminare un po' da soli davanti a loro. Bill dapprima li incitò a raggiungerli, ma loro con uno schiaffo ben piazzato gli fecero comprendere le loro intenzioni. Bill obbedì. Lauren si tolse il cappellino per prendere un po' d'aria ai capelli e al viso, sul quale stava spirando una lieve brezza, ebbe un piccolo brivido lungo la schiena e Tom l'abbracciò cercando di scaldarla. I due non si erano accorti di esser lontani dagli altri tre ragazzi, stavano camminando lungo la Senna alla volta della Tour Eiffel era così bello e calmo. Lauren e Tom camminavano mano nella mano e poi Tom fu preso dall'impulso di baciare la sua Lauren. La prese e la baciò con dolcezza, non voleva più mollarla, ma lei con delicatezza lo respinse. -Sai che non mi piacciono le persone che sventolano così il loro amore e si baciano in modo troppo caloroso per strada? Odio le coppiette che si divorano il viso davanti a tutti, lo trovo poco educato. Per me il bacio è qualcosa di sacro e di intimo, perché mostralo a tutti? Nella solitudine di una stanza o nel calore di una casa è così dolce lasciarsi andare come abbiamo fatto prima, ma per strada, sarò bacchettona, ma no, non mi piace. -Va bene, scusa, hai ragione. Il problema è che a volte non riesco a frenar l'impulso, sei così bella e il tempo per stare con te così breve che vorrei, riempirti di baci fino a renderti completamente mia, voglio inebriarmi del tuo profumo per potermelo ricordare fino al nostro prossimo incontro. Voglio sentire le due braccia stringermi stretto a te, le tue mani percorrermi la schiena come hai fatto oggi e oltre, fino ad esser una sola cosa con me. -Lo so, ma lo abbiamo già detto, un giorno sarà tutto nostro il sentimento d'amore che ci lega. - Ehi, Gustav- urlò Lauren- ci fai una foto e poi un'altra con i miei angeli, così con la Tour che si vede e l'alba che si sta affacciando sui nostri volti? -Con immenso piacere. I due ragazzi si misero in posa e poi la seconda foto Lauren la fece abbracciata ai suoi due amici. Poi le venne in mente: -Voglio un'altra foto ignorante con il mio scricciolo. Bill ti ricordi la presa di Dirty Dancing che provavamo in piscina da me? -Oddio vuoi morire, vuoi che la tua carriera di ballerina si concluda oggi? -No mi fido di te, dai adesso c'è abbastanza differenza d'altezza e io sono bravissima. -Tu sì, ma ti ricordi le proverbiali doti ginniche di Bill?- disse Tom -Sì, ma tu e Georg vi mettete dietro Bill così mi afferrate in caso il rammollito non ce la faccia. -Mia cara, io sono pronto, se tutte le sere canto davanti a delle folle urlanti, delle platee infinite, posso affrontare una stupida presa. La tua insegnante poi me l'aveva mostrata, ti ricordi? -Sì, io mi fido della criniera leonina canterina! I due ragazzi si misero d'impegno: -Prendimi qui, dai fianchi, vedi- e Lauren appoggiò le mani di Bill sulle sue anche-poi fai forza e mi sollevi, non troppo indietro le braccia devono essere lungo le tue orecchie. -Sì, sono forte! Sono grande ce la posso fare. I tre amici guardarono senza troppa convinzione Bill e le sue braccine magre. Ma se quei due erano convinti perché frustrare le loro velleità! -Gustav pronto ad immortalare il momento? -Sì- poi sottovece- pronto ad immortalare Bill che viene spiaccicato rovinosamente! Lauren fece qualche passo correndo, poi si diede una spinta mentre sentì Bill che l'afferrava con sicurezza e la sollevò! La presa riuscì miracolosamente ma durò pochissimo, Bill cominciò a far onddengiare l'amica che fu afferrata prontamente da Tom e Georg mentre Bill cadde rovinosamente atterrando sul deretano. -Ahi- urlò con quel suo lamento che lo contraddistingueva. - Mi fa male il sedere, uffi, mi avete tirato e fatto cadere. -Razza di mentecatto, sei tu che ti sei sbilanciato e se dovevo scegliere tra salvare te o Lauren, scusa ma ho scelto Lauren, il tuo culo tanto di cadute ne ha fatte tante. -Bastardo, è così che mi consideri? Sono tuo fratello, carne della tua carne, stesso patrimonio genetico, abbiamo condiviso il liquido amniotico. -Sì e tu mi ciucciavi il cibo, razza di cretino. - disse Tom facendo seguire il suo rimprovero da una sberla sulla testa al fratello. -Non è vero! -Mi hanno tirato fuori per primo perché tu mi spiaccicavi nella pancia. -Non è vero ti hanno tirato fuori per primo perché - perché hanno intuito che ero il più intelligente e dotato. -Secondo te Lauren, andranno avanti per molto?- disse Georg mentre si grattava il mento pensoso guardando con aria di compatimento i due gemelli. -Io non mi abituerò mai alle loro lunghe litigate cretine- fece Lauren sospirando. -Nemmeno io- aggiunse Gustav scotendo la testa e arricciando il naso in segno di disgusto, divertito. Proseguirono il cammino con Bill che si fregava il sedere, Tom e Lauren mano nella mano. - Che ore sono? - chiese Bill con una vocina lamentosa. -Le cinque! -Si mangia? -Sei scemo? -Ma io ho fame! Dai mamma Lauren ho fame! -Mi domando come fate a sopportarlo, è lamentoso, capriccioso, logorroico, insomma una palla al piede! -Grazie tesoro per tutti questi complimenti! Comunque non c'è un simpatico Mac Donald aperto? -Che cosa? Robaccia! Insomma se hai un po' di pazienza arriviamo alla Tour Eiffel, vicino c'è un super panettiere che apre alla sei e sforna ogni ben di Dio da risvegliare i morti! -Ma, manca un'ora, dai, io ho fame!-facendo seguire le sue parole da tiratine di maglietta tipo bimbo di due anni. -Madoooo, Bill, sappi che l'acqua della Senna è fredda e inquinata, se continui ti lancio dal ponte. -E' vero- confermò Gustav- io non guardo, anzi aiuto Lauren a lanciarti giù! -Già tipo Sputnik!- disse deciso Georg -Ci hai scassato!- sottolineò con tono acido Tom. -Ma perché ce l'avete sempre tutti con me!- disse Bill con un tono da vittima piagnona - Uffi! -Tanto- spiegò Tom- io canto benissimo, possiamo sempre fare un gruppo in tre. -Oppure un cantante più bravo con le lingue lo troviamo facilmente. - affermò con ironia Georg. -E' vero, uno che imparerebbe le canzoni in un attimo e non come il rompi palle qui accanto che ci ha messo mesi!- fece cenno Tom. -Ci ho messo mesi perché sono un perfezionista e volevo avere un'ottima dizione!- sottolineò Bill con decisione continuando con quella voce acuta da bimbo palloso. -Sarà- disse Gustav sottovece a Lauren- ma secondo me è negato, per questo ci ha messo tanto! -Lo penso anch'io! - affermò ironica - Comunque Bill muovi il culo e cammina, la meta non è lontana. -disse con fermezza Lauren. Bill, che fingeva di esser offeso, proseguì la strada trascinato da Lauren e Tom, quasi in silenzio. Poi finalmente ecco erano sotto la Tour Eiffel alle prime luci dell'alba. Lauren ovviamente spiegò tutta la storia del monumento. Fecero foto in ogni angolo, posa e direzione -Vedete il palco di solito lo montano laggiù. -Davvero che bello. -A me piacerebbe se mi calassero dall'alto della Tour Eiffel e mentre finisco la canzone uscissero mille zampilli di fuoco. -Sempre modesto. -Comunque dall'alto ce lo calo io, ma a calci se non la smette di delirare- disse Tom veramente al limite. -Sempre modesto- concluse invece Gustav, più tenero con l'amico. -Dai, piccolo Bill, non esagerare, il mondo non è ancor pronto per vedere un pazzo rockettaro calato dalla tour Eiffel. -Meno male che ogni tanto mi difendi Lauren, la mia fantasia trabocca di scene strane per i video delle nostre canzoni. -Meno male che abbiamo dei professionisti che ci assistono per i video e ci disegnano gli story-bord, altrimenti…-Georg lasciò in sospeso la frase ma rendeva perfettamente l'idea. -Limitati a scriver canzoni scimunito!- Tom gli prese la testa sotto il braccio e cominciò a spettinarlo poi disse: -Adesso la pausa colazione, vero Lauren. -Sì- urlò Bill felice. Lauren lo prese per mano e insieme corsero avanti. -Dai lumaconi, ho fame. I quattro ragazzi e una Lauren irriconoscibile entrarono nella panetteria dove un profumo di baguette appena sfornata li estasiò all'istante, mentre nella vetrina apparivano dolci e leccornie fantasticamente presentate. -Sono in Paradiso- affermò categorico Bill. -Valeva la pena aspettare fino alle sei?- domandò la ragazza con dolcezza. -Già Lauren grazie- concluse Gustav. -Bonjour Madame Delore. -Oh, mais qui-est-ce sous ce chapeau ? -Moi, madame - Lauren si tolse il cappello e la sua chioma fluente ricadde morbida sulla schiena. -Je t'avais pas reconnue! -J'ai dû me déguiser pour me promener avec cette bande d'abruties. -Ce sont tes amis allemands ? Bill stava perdendo l'appetito troppo francese per i suoi gusti. -Oui, mes anges ! -Alors le petit chanteur qui fait craquer les cœurs? -C'est lui, madame- Lauren indicò Bill che sorpreso si chiedeva che stesse dicendo l'amica. -Ma petite fille en est vraiment amoureuse, si elle savait qu'il est là ! -Oh, non s'il vous plait ça serait la cata. -T'inquiète. -Allora cosa volte ?- Lauren si girò e trovò quattro faccine che contemplavano mute e sbavanti la vetrina. -Una di tutto! affermarono Bill e Tom all'unisono. E la signora che non conosceva il tedesco, ma aveva sentito il coretto chiese: -Ce sont eux, les jumeaux? -Oui madame. -Ragazzi vi verrebbe il mal di pancia e oggi avete l'intervista ! -Sì che bello saltare l'intervista- disse Tom gioioso. -Già concordo!- fece Bill, di solito molto ligio al dovere. -Farò io ragazzi fidatevi. - Alors évidemment une baguette, cinq pains au chocolat, quatre croissants, quatre pains aux raisins. Puis je voudrais quatre macarons, quatre éclaires, come le volete ? cioccolato o caffè ? -Cioccolato- gridarono all'unisono i quattro ragazzi. -Lo sapevo! Siete prevedibile rifatelo ancora? -Cioccolato- i quattro lo ripeterono con lo stesso impeto. -Donc quatre éclaires au chocolat et quatre Paris-Brest, pour finire je crois quatre têtes de nègre. -Io voglio anche quella con le fragole-affermò Bill con la bava alla bocca -Ma non ti bastano le settecento paste che ho scelto? -Sì sono abbastanza caloriche, ma uhm -sfoderando i suoi occhioni da cerbiatto Bambie e facendo delle piccole carezzine sulla spalla al Lauren -facciamo metà, ma io voglio assaggiare anche quella con le fragole, dai è dietetica! -Se fino alle carezzine avevo mezza intenzione di accontentarti, alla parola dietetica mi vien voglia di darti un calcio nei così detti! Sai che ti dico, chiedigliela tu! -Allora morirò di fame! - disse rattristato il ragazzo. -Dai Lauren fai contento il piccolo Bill, o ci scarugherà i coglioni per le prossime quattro ore!-disse implorante Tom. -Piccolo di più di un metro e ottanta? -Sì! -Le gourmant- là veut celle-ci? N'est-ce pas ? -Oui, oui- disse Bill scotendo il capo con le sole cose che si ricordava di francese. -Mais Lauren, le quel te fait craquer? -Le blondinet rasta. -Ah, bon choix il est mignon et il a de beaux yeux ! -Merci madame Delore. J'ai donc votre permission? -Oui, tout à fait ! -Mettez-tout sur mon compte. -Ah j'ai oublié, le débile-là voudra sûrement du lait. C'est encore un enfant ! -Oui ça se voit, il est mignon comme tout. -Oh, oui madame c'est vraiment un très bon garçon, je l'adore ce mon âme sœur. -Mais je te félicite ma petit tu es sur le journal, bon ton article est plus petit que celui dédié a tes amis, mais bon tu es une star. -Che cosa state dicendo-intervenne curioso Bill. -Nulla tesoro, a quanto pare c'è un articolo che parla di me. -Figo- urlarono i ragazzi-dobbiamo comprarlo! -Io me lo faccio autografare! -Cos'è Bill mi prendi per i fondelli? -No, mia madre ne sarà entusiasta! -Già, la mamma ci chiede sempre di te! -Davvero? -Sì tesoro, mia madre ti ama alla follia! -uh che carina! I ragazzi uscirono dal negozio felici e contenti, Lauren li portò al parco giochi nei giardini sotto la Tour Eiffel, ma prima comprarono i giornali, poi si sedettero tutti su una panchina pronti per azzannare il ben di Dio. Lungo tutto il tragitto avevano già divorato la baguette ancora calda. -Io propongo di fare colazione qui e poi andare a mangiare le paste a casa mia! -Sì ottimo!- Dissero Georg e Gustav, mentre Tom e Bill erano perplessi. -Uhm, io sono stanco, non voglio camminare!- si lamentò Bill. -Anche io sono stufo di passeggiare con questa lagna appresso, poi! -Oh due teste di minchia e un mono neurone in due, io abito in quel appartamento laggiù. Lauren indicò un appartamento che si affacciava sui giardini con un balcone fiorito all'ultimo piano. E se continuate con queste lamentele vi accompagno all'entrata di un liceo e vi lascio lì in preda alle ragazzine fanatiche! -Porca miseria, no, il terrore, ci spoglierebbero! Ah- guardando il palazzo dall'altra parte del parco- è vero allora, sei veramente sotto la Tour Eiffel. -Sì, da lì si gode un fantastico panorama, dopo ci andiamo, però non volevo svegliare papinou. -E io non vorrei incontrare tua madre- disse Bill con una faccia lievemente terrorizzata- ancora mi considera l'anti-Cristo? -Ah, non ti ho aggiornato, scusami, mia madre non abita più a Parigi, è tornata in Germania, lunga storia e parentesi travagliata che non vorrei aprire. -Uh, tesoro, tutto bene?- chiese Georg molto in ansia perché come i gemelli sapeva la sofferenza che provano i figli per il divorzio dei genitori. -Era una cosa che si discuteva da tempo, è stato meglio così, poi vi racconto meglio. Tom e Bill scrutavano negli occhi blu Lauren come per leggerle nell'animo, ma se la ragazza non si era confidata con loro, come faceva da sempre anche se erano lontani, voleva dire che era tranquilla e serena. -Attacchiamo il fortino!-urlò Tom -Ok, mezzo sciroccato che non sei altro va be'che siamo seduti accanto alla carovana del Far West, ma io userei un'altra espressione. -Inizio a temere- disse Gustav con un'espressione preoccupata. -No volevo dire solo, ho talmente fame che mangerei un bue in corsa! -Oh, finalmente! - disse Bill fiero- Lauren ha fame, che bello. -Allora io attacco questo- Lauren prese il pain au chocolat, mentre i ragazzi si tuffarono ognuno su una brioche diversa. Poi con il boccone in bocca Bill interrogò l'amica: -Ma, du du manji solo qvello? -Idiota, non si parla con la bocca piena, mi ai sputato in faccia !- lo redarguì Tom facendo seguire il rimprovero con una sonora sberla in testa al fratello. Questa era solo una scusa per rubargli l'altra metà del croissant cosa che mise su tutte le furie il gemello. I due cominciarono a lottare mentre con grande tranquillità, quasi zen, gli altri due ragazzi, mangiarono tutte le brioche che gli spettavano e nascosero quelle dei gemelli. Rimasti quasi senza fiato e avendo esaurito la serie degli insulti i ragazzi tornarono sulla panchina e il sacchettino con le leccornie era vuoto. -Razza di bastardi avete mangiato tutto? -Questa non ve la perdono!- urlò Bill furente. -Noi? Cosa abbiamo fatto?- disse Georg sfoderando la sua miglior faccia compita e innocente. -Nulla, abbiamo mangiato felicemente, se dei cretini litigano invece di mangiare…chi va via perde il posto all'osteria! -Sì, ma il padrone è ritornato il posto va ridato- terminò furente Tom -Dai mono neurone tinto e pastore bergamasco ecco le vostre brioche e il latte. I due mangiarono con avidità senza perdere una briciola per paura di esser attaccati, difendevano con il corpo le brioche. -Ma le pastarelle? -Bill, che cos'hai al posto dello stomaco? -Scusa Lauren, mi hai fatto camminare dalle due e trenta circa alle sei, per bimbo Bill questo è solo l'antipasto. -Adesso che ho aperto la voragine…-aggiunse Tom. -No, i patti erano chiari! Le pastarelle a casa! Insomma saranno duecento metri! -Facciamo delle foto!-propose Gustav per non sentire Bill. -Sì, sulla carovana- urlò soddisfatto il cantante. -Lo si fa felice con poco lo scemo tinto- disse con bonarietà Georg. I ragazzi fecero delle stupende foto a cavalcioni messi in scala sul cavallo di legno che vi era nel giardino dei bimbi. Ne fecero un'altra sulla carovana, poi appesi all'albero della cuccagna, i ragazzi erano raggianti, per alcune ore avevano completamente perso la cognizione del tempo e i loro impegni lavorativi. In allegria e canticchiando felicemente si diressero a casa di Lauren. Quando Lauren digitò un codice un portone in vetro e ferro battuto molto elegante si aprì, l'androne della casa era tutto di marmo e specchi, una passatoia rossa indicava il cammino per l'ascensore, un antico ascensore in ferro. -Ma è sicuro?- chiese Bill preoccupato. -Tranquillo, solo una volta si è fermato tra due piani, ma dopo due ore qualcuno è arrivato a tirarmi fuori. Bill cominciò a sbiancare. -Uh, è così semplice far paura al pivello! -Già è quasi disarmante quanto sia ingenuo -E cretino -E credulone -E dai, aggiungete qualcos'altro, ma siamo appandorati, ci reggerà? -Ma dai cretino peserai si è no cinquanta kili con borchie, stivali e fronzoli punk, ora che sei in borghese peserai sui 45. -Sempre amabile dolcezza- e Bill la prese tra le braccia e insieme entrarono in ascensore. Tutto taceva, Laure aprì con cautela la porta, la casa era silenziosa, in una atmosfera di penombra i ragazzi entrarono in una favoloso appartamento ammobiliato in stile napoleone terzo, i mobile erano di autentico antiquariato. -Caspita- disse con contegno Bill- sembra un castello! -Veramente, è stupefacente, è veramente in stile francese. -Sembra l'opposto della casa di Loitsche! -Sì, papinou è un discendente di una famiglia nobile francese, sono tutti cimeli di famiglia, ma andiamo nel mio spazio preferito. -La tua camera è sempre rosa confetto? -Certamente sì! Ma andiamo in un altro posto. Dobbiamo fare le scale. I ragazzi furono introdotti in un'immensa sala prove di danza ricavata in una stupenda mansarda, dalle finestre si vedeva la Tour Eiffel ormai illuminata dal giorno. -Questo è il mio regno! -Caspita è enorme! -E che vista! -Questi sono gli stessi poster che avevi nell'altra casa, non è vero? -Sì i miei ballerini preferiti e poi la locandina dello spettacolo di "Le roi soleil", quella del film "le roi danse" e infine -Ma siamo nooi-urlò Bill felice.- la solita faccia da pesce lesso eh fratello? -La solita posa da cretino, vero Bill -Mi spiace come sempre sono il più bello. Gustav Georg e Tom guardandosi negli occhi si fiondarono sul cantante urlando: -Lauren apri -Sì lo buttiamo giù -Non ne possiamo più delle sue arie da star! -Prego la finestra è aperta. - invitò Lauren aggiungendo un gesto da hostess d'aereo. I ragazzi scherzarono come matti si rotolarono per terra cominciarono l'ennesima lotta, che terminò quando non ebbero più fiato. -Leggiamo un po'cosa dicono di bello i giornali su di te, Lauren -Sì Lauren sfogliò il giornale e nella pagina degli spettacoli svettava un enorme articolo sui Tokio Hotel -Ragazzi siete dappertutto, siete molesti! -Modestamente- fece Bill fiero -Allora eccolo qui il mio articolo. -Oh, ma c'è anche una foto con te che fai l'inchino al presidente!- gurdò stupito Tom. -Che bello il tuo tutù-commentò Bill. -Sei bellissima!- aggiunse Tom affascinato. - Dai leggici cosa dice!- invitò impaziente Georg. -Bla, bla bla, ecco "le promesse della danza Lauren Bart e Philippe Leconte, si sono esibiti magistralmente sulle note del Don Quijote di Minkus danzando un passo a due e alcuni assoli. Il Presidente si è dilungato molto in particolare con la ballerina che sembra avviata verso una carriera folgorante. Ha infatti vinto già moltissimi premi internazionali e avuto una menzione d'onore alla fine di questo anno accademico nella prestigiosa scuola di danza dell'Opera dove si è diplomata con un anno di anticipo su tutte le sue coetanee come solo era successo a Sylvie Guillem." Poi bla bla l'articolo continua. -Sono senza parole, ma è stupendo!- Tom strinse Lauren tra le sue braccia. -Sei una celebrità! La stritolò Bill. -Porca miseria, veramente dobbiamo chiederti l'autografo.- aggiunse Georg incredulo. -Smettetela band di cretini!- li riprese imbarazzata la ragazza -Dove li tieni tutti i tuoi premi?- chiese Gustav -Sono in salotto, papinou ha fatto una teca con tanto di vetrina e luci. -Caspita, dopo ce li mostri!- fece curioso Tom. -Sì però ora voglio un vostro parere su una coreografia che ho montato per il concorso di Spoleto. -Sì, bello!- dissero in coro i ragazzi. -Allora mi presento con la variazione del don Quijote per la categorie solista danza classica e poi nella categorie di contemporaneo con, non offendetevi però… -Quel gruppo francese del cazzo-disse Tom con tono indispettito. -No, "in the end"- precisò Lauren. -Che palle, odio i Linkin park da oggi- disse deluso Bill. -Uffi, non c'è neanche una nostra canzone che ti piace?- chiese risentito Gustav. -Sì, ma questa la sto lavorando da un paio d'anni- spiegò con calma Lauren. -Sì ma la prossima volta sceglierai una delle nostre, vero?- ribatté ansioso Bill. -Sì, magari quella che mi avete fatto sentire ieri- fece Lauren pensosa. -Bene, 1000 Meere- precisò Bill. -Sì, promesso, mi devo preparare, potete intanto fare come a casa vostra, là ci sono dei cuscini, il bagno è laggiù- Lauren invitò i ragazzi a prender posto in un angolo della sua sala prove personale. -Prima io- scattò Tom -No, neanche per sogno ci vado io!- lo afferrò Bill, i due si spintonarono un po', poi Tom ebbe la meglio. -Prima i fratelli maggiori. -Stronzo! Lauren si infilò le scarpette da punta e poi cominciò un po' di stretching, fece qualche esercizio. -Ok, non forzo ovviamente perché non sono calda! Comunque spero vi piaccia. La ragazza mise la musica e ballò. La sua era una danza strana, sulle punte ma al ritmo di una musica per nulla classica. Era strabiliante. Sicura, con un ritmo e una forza travolgente, quando ballava sembrava un'altra, il corpo faceva delle evoluzioni complicate e passi di classica si mescolavano a passi degni di una ginnasta. I ragazzi la guardavano senza poter respirare, i suoi occhi erano magnetici e i sentimenti che sprigionava movendosi palpabili. Quando la musica terminò i ragazzi erano entusiasti, Tom poi era perso, sentiva un groppo in gola, una voglia di abbracciarla e non lasciarla più andare. Bill era commosso alle lacrime. -Pulcino- disse Lauren- che hai? -Sei splendida! -Oh, grazie! -Sarai la migliore, non c'è dubbio- affermò categorico Gustav -Grazie ragazzi, ma dubito, è una coreografia improvvisata, non creata da un grande nome e poi troppo contro tutte le convenzioni. -Come te?- disse semplicemente Tom -Già, ma ora perché non ci scateniamo con la mia canzone preferita del momento, mi mette allegria, mi fa ricordare tanti bei momenti!- Lauren schiacciò un pulsante dal telecomando e mise: "Jung und nicht mehr Jugendfrei" Bill, Lauren e Georg si scatenarono, poi trascinarono un recalcitrante Gustav e infine obbligato perché a suon di calci Tom si unì a loro. I ragazzi furono interrotti dal padre di Lauren che entrò all'improvviso: -Fragolina, la musica è un po' alta! -Scusa papinou, non volevo -Oh, ma ci sono i ragazzi, che gioia! Bill, Tom, vi prego venite che vi abbraccio!- i ragazzi furono stritolati dal padre di Lauren.- Siete cresciuti, due giovanotti uhm, non siete molto in carne però, guarda qui Gustav e Georg due bei ragazzotti forzuti, dovete mangiare Kaulitz! -No, non pronunci quella frase- disse scherzando Georg. -Già abbiamo i pasticcini- disse Bill con un sorriso a trecento denti. Tom si fregò le mani: -dobbiamo crescere, ce l'ha detto tuo padre! -Tutte scuse, comunque faccio portare del tè, del caffè e del latte- fece sconsolata Lauren che aveva perso l'abitudine della fame atavica dei due gemelli. -Sì colazione-disse felice Bill fregandosi le mani. -Come se non ne avessimo fatta già una!- fece scotendo la testa Georg. -Sì, ma è passata più di un'ora- asserì con sicurezza il cantante. -Ma vostra madre come faceva, vi allattava ventiquattro ore su ventiquattro? Uno al seno destro l'altro al sinistro?-si domandò Lauren. -Non so, ma la nonna l'ha aiutata molto a quanto pare eravamo terribili!- spiegò Bill divertito. -Sì, ci dice che per i primi due anni di vita non abbiamo mai dormito per più di due ore consecutive- confermò Tom. -Povera signora Simone!- pensarono i ragazzi. -Sì, ma guarda che gioiellini!- disse fiero Bill battendosi sul petto. -Scusa dove?- domandò Lauren. -Stronza! -dissero in coro. I ragazzi mangiarono, mentre Lauren li guardava. -Ehi, tesoro, non mangi?-disse preoccupato Tom -No, grazie nel pomeriggio ho lezione e non posso appesantirmi troppo- spiegò Lauren. -Mu, qvesta dobebemo parla a metà!- disse Bill con la Tête de nègre in bocca indicando la crostata con le fragole. -Va bene, facciamo a metà di quella alle fragole! E con Tom…- Lauren si girò verso Tom che con difficoltà stava mangiando la Paris-Brest, aveva panna e crema che gli uscivano ovunque - faccio a metà di questa! Lauren si avvicinò al viso del ragazzo che aveva un baffo di panna misto a crema al cioccolato tutto intorno alla bocca e lo baciò con molto calore e trasporto. Tom con un mano occupata dalla Paris-Brest e nell'altra un tovagliolo restava immobile e impotente alle effusioni della ragazza, era così dolce poter condividere così il pasticcino. Lauren si voltò e morsicò un pezzo di Paris - Brest sporcandosi a sua volta il naso. Tom allora la pulì con il suo tovagliolino e ne approfittò per ri baciarla. -Ok, abbiamo finito voi due di amoreggiare come in "Nove settimane e mezzo"?- rimproverò Bill con ironia. -Uhm, scusate, ci siamo fatti prendere un po' la mano- fece la ragazza con le guance imporporate. -Vi slogate la mascella, un altro po'!-commentarono i ragazzi guardandoli. -Gelosoni!- disse sorridendo Lauren I ragazzi finirono la pantagruelica colazione e poi: -Bill, ho bisogno di una consulenza- sentenziò Lauren. -Spara!-Bill era contento gli sembrava di esser tornato ragazzino. -Allora, fashion men, cosa metto per il mio pezzo di contemporanea?-chiese Lauren al cantante. -Vestita come sei adesso sei perfetta!- suggerì Georg. -Dici? Pantaloni di Gustav, maglietta e cintura di Bill, cappellino di Tom? Mi presti le tue mutande Georg?-concluse la ragazzina ben sapendo di metter in imbarazzo il bassista. Il ragazzo dai lunghi capelli biondo scuro arrossì e si guardò in giro cercando conforto dai suoi amici ma li vide piegati in due dal ridere. -Be', be'-balbettò- veveveramente. -Oddio, sei uno spasso Georg, tremendamente timido, ti adoro- disse Lauren- però se mi mettessi questi abiti, vorrei veramente qualcosa di te, così stareste con me e ballerei con i Tokio Hotel. Andiamo in camera mia per consultazione. -Sì, andiamo nel tuo mondo rosa!- fece impaziente il consulente di moda. I ragazzi scesero nell'appartamento, Bill e Lauren entrarono in camera della ragazza che non era cambiata per nulla, mentre il padre di Lauren fece visitare agli altri tre ragazzi tutta la casa, mostrando i premi di Lauren nella teca, raccontò tutta la vita della sua piccolina. All'insaputa di Lauren poi mostrò anche l'album di foto dove la si vedeva nuda da neonata e in momenti più o meno imbarazzanti. Poi mostrò ai ragazzi l'album che la ragazza stava facendo raccogliendo tutti gli articoli pubblicati su di loro il suo album "Tokio Hotel". I ragazzi si persero nei ricordi, mentre Lauren e Bill, lavoravano alacremente. -L'idea dei pantaloni militari larghi di questo viola e rosa misto oro, mi piace alquanto e in effetti se dici che i jeans ti impediscono i movimenti forse sono migliori. Potresti tagliare i jeans sui lati e aggiungere degli inserti mimetici con questa stoffa, la magliettina ti sta benissimo, la cintura la potresti sostituire poiché, immagino sia un po' scomoda, se ti entra nello stomaco. Nel delirio creativo Bill aveva preso un foglio e insieme a Lauren aveva tracciato dei disegni come solevano fare nell'atelier di sua madre. Poi il ragazzo, le prese la mano, Lauren si fermò interdetta, si girò e si ritrovarono uno di fronte all'altro. Bill era serio e teso. Lauren si trovò spiazzata, il ragazzo non l'aveva mai guardata a quel modo. I suo occhi marroni senza nessuna traccia di trucco erano penetranti e la misero in soggezione. -Sai io non capisco il francese, ma alla signora della pasticceria hai parlato di anima gemella? -Sì, ho detto che tu sei il mio migliore amico, il mio spirito affine, mentre sono. -No, non terminare, sei innamorata di Tom! L'ho sempre saputo e questo mi logora da molto tempo - Bill sembrava trasfigurato dal dolore, un qualcosa all'interno del suo essere gridava per uscire - Te lo devo dire, non posso più tacere. Ma Lauren lo interruppe posandogli dolcemente una mano sulla bocca: -No, Bill, ti scongiuro, non farlo, non dirlo, non pronunciare quelle parole, io perderei il mio migliore amico e la persona che amo, perché a quel punto non vorrei più rivedervi. Mai più! Mai, mai vorrei esser la causa di una rottura tra te e Tom, perché sarebbe inevitabile, preferirei allontanarmi per sempre da voi. Non vorrei più rivedere né te né Tom, quindi ti prego, non pronunciare quella frase, non finirla, non finirla. A Bill sembrò di morire, un nodo in gola non lo lasciava respirare, mentre gli occhi di Lauren, con il suo profondo blu lo gettavano in un abisso scuro dal quale non riusciva a riemergere. Si sforzava di non piangere, di non urlarle tutto il suo dolore per quelle parole che avevano spezzato dentro di lui qualcosa. -Allora due mono neuroni riuscite ad uscire dai pizzi, merletti e catene o vi siete persi?- Tom fece irruzione nella camera con il suo tono baldanzoso e ciò che vide lo lasciò stupito. Lauren e Bill in lacrime si guardavano senza parlare, mano nella mano. Bill con uno sforzo sovrumano si asciugò subito le lacrime e lasciando la mano di Lauren sorrise come solo lui sapeva fare e guardando negli occhi il fratello disse: -Lauren mi stava raccontando di sua madre e così… Ma Gustav e Georg che erano entrati nella camera dietro Tom, avevano intuito la scena che si era appena consumata e non si lasciarono convincere. Ebbero infatti la prontezza di portar fuori dalla stanza Bill che vacillava. Gustav gli si avvicinò : -Bill- e fece seguire le sue parole da un gesto affettuoso e semplice come quello di mettergli una mano sulla spalla- vieni devi vedere Lauren da piccolina!- fece per smorzare l'atmosfera. -Già- aggiunse Georg- è uno spasso, in alcune foto e pure nuda. Bill, come un automa, li seguì: -Grazie ragazzi. - riuscì a pronunciare con voce flebile senza farsi sentire dal fratello. I due amici avevano intuito da tempo i sentimenti che legavano Bill a Lauren e temevano che quel giorno sarebbe arrivato, il giorno in cui l'amore del ragazzo si sarebbe rivelato e l'armonia tra i tre rotta. -Bill, tutto bene?- sussurrò un po' preoccupato Gustav. -No, non riesco a trattenere le lacrime, ma non posso è mio fratello è la mia anima. E Lauren, Lauren il mio angelo, ma sapete, non riesco, aiutatemi!- fece Bill abbassando lo sguardo velato dalle lacrime. I due amici gli fecero forza. Lo sostennero mentre cercavano di coprire il dramma che si consumava nel corpo del ragazzo. Intanto Tom che aveva intuito che vi era qualcosa di grave cercava spiegazioni la ragazza gli raccontò del dolore che aveva provato quando aveva scoperto il perché dell'apparente crudeltà e freddezza della madre nei suoi confronti. Mentì a Tom, le lacrime erano state causate da ben altra ragione, ma per coprire la rivelazione di Bill spiegò una parte della sua vita che da sempre gli aveva tenuto nascosto. -Sai, -fece Lauren prendendo un lungo respiro- mia madre appena sono nata è caduta in depressione, ma nessuno l'aveva capito. Ad un certo punto mi aveva rifiutato a tal punto che si era dovuto ricorre ai farmaci e allontanarmi da lei. A far precipitare le cose poi è stata la seconda gravidanza. Avevo infatti un fratellino. -Ma dai non me lo avevi mai detto- fece Tom sorpreso. -Non te l'ho mai detto perché purtroppo è morto ancora in fasce non si sa perché, una morte bianca, una morte misteriosa. E mia madre aveva accusato me, testimone ignara, per quella morte. Io avevo infatti assistito alla morte del fratellino senza fare nulla. Mia madre infatti si era assopita stanca sulla sedia a dondolo guardando me piccolina giocare sul tappeto circondata da mille balocchi, mentre il piccolo dormiva nella sua culla. Quando si era svegliata il piccolo non respirava più mentre io giocavo ignara di tutto, ovviamente. Ma quegli occhietti blu che giocavano felici, mentre nella culla si spegneva una vita, mia madre non poteva dimenticarli. Tom abbracciava la ragazza che raccontava quei momenti tremendi con una voce calma, ma due lacrime brucianti di dolore le bagnavano il viso. -Quando i paramedici giunsero lo spettacolo che si offrì ai loro occhi fu mia madre urlante con in braccio il mio fratellino senza vita e con l'altra mano mi scrollava con forza. A causa delle sue urla e delle sue percosse io ero scossa da rantoli in preda al mio primo attacco d'asma. Sai dopo il mio ricovero in Germania i medici hanno supposto che il mio asma fosse probabilmente di origine psicosomatica. Ecco perché ora che ho seguito una terapia psicologica con mia madre, mio padre e da sola, non ho più avuto attacchi e ho potuto cominciare la mia vita da ballerina. Mia madre si è allontanata da mio padre e da me, sta cercando di ritrovare se stessa, lontano da noi. Mio padre soffre moltissimo perché è terribilmente innamorato come il primo giorno che si sono incontrati, ma è meglio così. Le cose infatti tra me e lei vanno meglio, sai, certo…-Lauren lasciò la frase a metà impossibile continuare, le lacrime la bloccavano. Il dramma che Lauren aveva raccontato a Tom aveva lasciato il ragazzo, di solito così spavaldo e forte, veramente svuotato. Ora capiva gli occhi stravolti di Bill e Lauren perché anche lui provava una profonda sofferenza per quella tragedia. Abbracciò Lauren stretta, stretta, avrebbe voluto aver il potere di prendere tutto quel dolore e gettarlo lontano, ci provò baciando la ragazza con dolcezza. Le sue labbra carnose unite alle sue carezze placarono le lacrime che bagnavano copiose il volto della piccola Lauren. -Caramellona rosa, sei bellissima, io ti amo, ti amo, non voglio più staccarmi da te- aggiunse con dolcezza il ragazzo. -Hai detto che mio padre vi ha mostrato delle foto?- disse Lauren per cercare di smorzare l'atmosfera. -Sì, ti ho visto nuda!- asserì Tom con dolcezza. -Porca miseria ladra, lo ammazzo. Tom, grazie! I braccini smilzi sono così forti e protettivi, ti voglio bene- fece Lauren guardandolo negli occhi- grazie per essere qui, per il conforto che riesci a darmi solo stringendomi a te. Poi con delicatezza lo prese per mano e insieme uscirono dalla camera. Lauren e Tom raggiunsero gli amici in salotto, la mano di Tom stringeva forte quella della ragazza che contraccambiava quella stretta. Bill era seduto ad un tavolo con i due amici che gli mostravano le foto di Lauren cercando di distrarre l'amico. Il ragazzo con uno sforzo disumano aveva trattenuto le lacrime e sorrideva anche se la testa gli stava sempre di più scoppiando, un ronzio nelle orecchie gli impediva di metter a fuoco precisamente quello che avveniva intorno a lui. Riusciva apparentemente a dominarsi, ma la sua anima aveva completamente abbandonato il corpo. Mentre Lauren, che aveva ritrovato il sorriso, e i ragazzi stavano gioiosamente guardando l'album di foto la felicità del momento fu interrotta e i ragazzi furono riportati alla realtà. -Mi trema la tasca!- annunciò Bill -Anche a me- proferì con un velo di tristezza Tom intuendo il perché. -Miseria ladra è Peter!- annunciò Bill prima di rispondere -Siamo nella merda fino al collo.- proclamò Gustav pacato. -Pronto- deglutì Bill- sì siamo vivi, tutti e quattro insieme! Siamo a casa della nostra amica. - dall'altra parte si sentivano delle urla animalesche- se ci mandate una macchina, non siamo lontani ed è una via sicura, non ci ha visti nessuno. Comunque avevamo lasciato una lettera alla reception per dirvi dove eravamo diretti. Ah, non l'avete avuta? Siamo mortificati, no, non succederà più. -Si sono allarmati tutti?-chiese Lauren. -Allarmati è una parola che non rende,- spiegò Bill- avevano già messo in moto l'esercito, credo! Ci faranno una lavata di capo con i controfiocchi- disse con un velo ironico. -In principio siamo liberi di fare come ci pare e piace, ma avvertiamo più o meno dove siamo per problemi di sicurezza soprattutto.- spiegò Georg -Hai dato l'indirizzo corretto Bill?- domandò Lauren. -Sì, quanto ci metteranno?- chiese malinconico Bill. - Meno di mezz'ora- asserì mesta Lauren. I ragazzi erano silenziosi, il momento della separazione si avvicinava. -Allora fra un po' ci dobbiamo lasciare?- disse Bill come se avesse ricevuto una sentenza di morte. -Io non so se riesco a salutarti- aggiunse Tom con un groppo in gola. -Piccoli è inevitabile, ma ci vediamo presto! E poi siamo sopravvissuti due anni e più senza vederci. - il tono di Lauren non era per nulla convincente. I ragazzi si abbracciarono forte, forte poi Georg suggerì: -Noi tre cominciamo a scendere, così vi salutate. -Sì, ciao sciroccata rosa- disse Gustav stampando un bacio sonoro sulla fronte di Lauren. Bill stritolava Lauren da più di tre minuti non riuscendo a dire nulla se non: -Non voglio lasciarti, mi mancherai. Poi riuscì a staccarsi dall'abbraccio ma le teneva la mano. -Ci rivedremo per il nostro compleanno vero? Verrai alla festa dei nostri diciotto! -Ma certo siamo fortunati perché è di sabato! -Sto organizzando una super festa, tema Casinò. -Bene allora dovrò farmi un vestito elegante. -Rosa- aggiunse Bill -Certo la mia caramellona deve essere per forza rosa!- aggiunse Tom Finalmente Bill lasciò la mano di Lauren che cercava di leggere nel suo animo, attraverso i suoi occhi marroni profondi, se aveva per sempre perso il suo kindred spirt. E Bill in un ultimo abbraccio disse sottovoce. -E' il nostro segreto, morirà con noi, hai ragione e non lo dirò mai più, non potrei mai perdere mio fratello e la mia migliore amica. Con una forza disumana Bill si voltò salutò con la mano e scese le scale a perdi fiato. -Allora tante biondine con almeno la terza ti aspettano, vero?- fece la ragazza con la voce rotta. -Ma, credo di sì!- aggiunse Tom facendo spallucce. -Divertiti, perché con me potrai solo soppesare una seconda scarsa. Mi spiace sembro un asse da stiro, una pialla, una tavola da surf. -Basta- le disse commosso- sei bellissima! Ti amo! Cretina! -Anch'io pastore bergamasco, ti amo. I due ragazzi si baciarono sulla soglia, un bacio dolce con un misto di malinconia. -Insomma alla prossima- fece Lauren staccandosi qualche istante guardando il ragazzo negli occhi. -Sì, non vedo l'ora che sia settembre!- soggiunse Tom con un filo di voce. I due ragazzi rimasero abbracciati senza muoversi come se volessero impossessarsi uno del calore dell'altro e conservare il ricordo del profumo dei loro corpi. Poi Tom sentì vibrare il cellulare e capì che la macchina era arrivata. Con rammarico e sofferenza i due ragazzi si lasciarono. Un'altra volta la vita li separava, la loro carriera per ora contava di più, ma un giorno sarebbero sicuramente stati felici. Tom salì sull'ascensore e pian piano Lauren lo vide farsi sempre più piccolo, con enorme dolore chiuse la porta dietro di sé e cominciò a piangere.


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 3

-Caramellona, allora come è andato il concorso?- urlò al cellulare Bill
-Benissimo! Prima nella categoria danza classica e menzione nel contemporaneo. Te l'aveva detto che non c'era speranza!
-Cosa- urlò Tom- bastardi non ti hanno fatto vincere con la tua super coreografia rock-punk-classica?
-No, il mondo non è ancora pronto per quel tipo di danza strano.
-Uffi!- disse lamentandosi Bill- sono dei mentecatti!
-Ma chissene frega ho una super notizia!
-Vai spara ti prego!
-Riguarda anche voi! Riguarda noi tre!
-Bello dai dici, ti prego, non farci stare sulle spine!
-Ho ricevuto un invito per uno stage stupendo indovinate dove?
-No, scommetto ancora a Londra, così rivedi il tuo Vito?- disse con tono acido Tom.
-Ma sei idiota- si sentì in sottofondo la voce di Gustav- ti ha detto che riguarda anche voi?
-Già Tom sei un cretino allora non ascolti!- aggiunse Lauren scocciata- no! Voi dove siete per tutto il mese di settembre?
-Ad Amburgo!- disse con tono squillante Bill
-E che cosa c'è ad Amburgo?- fece Lauren con tono interrogatorio come se stesse giocando a fuoco, fuochino, acqua.
-La celebre compagnia di balletto di Amburgo- urlò trionfale Bill.
-Bravo hai vinto una bambolina! Scricciolo Tinto sei grande!- sentenziò Lauren- Per un mese sarò ad Amburgo!
-Figoooooo- urlarono all'unisono i ragazzi.
-Verrai a stare nel nostro appartamento non è vero?- chiese un eccitatissimo Tom.
-Ma certo tesoro, un intero mese senza biondine sexy, ma la tua tavola da surf preferita!
-Sono il ragazzo più felice di questo mondo- urlò Tom poi si guardò intorno e vide degli sguardi perplessi e un po' ironici degli amici e arrossì.
-Solo un piccolo problema.
-Cosa?- chiese Bill preoccupato.
-Il primo di settembre potrò arrivare solo in serata.
-Buh, non mi assisterai nella preparazione?- disse con tono deluso Bill.
-Testa leonina no, purtroppo! Comunque so già cosa metterai me lo hai fatto vedere l'altro giorno, no?
-Sì, ma ci tenevo tanto e poi solo tu mi puoi salvare da Tom!
-Cosa intendi dire?- chiese sospettosa Lauren
-Indovina?- disse trionfale Tom.
-Devo cominciare a tremare?- chiese una sempre più preoccupata Lauren rivolgendosi a Bill.
-Sì, salvami ti scongiuro!-fece con tono implorante il ragazzo.
-Non dire nulla al mio fiorellino, voglio sia una sorpresa-soggiunse Tom fiero.
-Ho paura- disse fermamente Lauren
-E ne hai ben donde- aggiunse laconico Gustav.
-Se me lo dici con quel tono Gustav inizio veramente a farmela nel body!
I ragazzi si misero a ridere immaginandosi l'amica nel suo body di danza!
-Be' anche se temo la tenuta vestimentaria di Tom non vedo l'ora, vi rendete conto? Staremo un intero mese insieme, certo io sarò impegnata dal mattino alla sera, ma nei fine settimana potremo scatenarci! Sarà come tornare ai bei vecchi tempi!
-Non proprio come quando eravamo dei ragazzini poiché non siamo più molto liberi di muoverci, ma sarà comunque bellissimo!- disse con tono pacato Bill che realisticamente sapeva che la loro vita non era poi più così semplice.
-Noi ogni tanto saremo impegnati in interviste, prove e sessioni fotografiche.
-Già dobbiamo girare il video della canzone che ti abbiamo fatto sentire!
-Be', ma staremo insieme! Dai, non smorzatemi gli entusiasmi!
-Già, sorriso e ottimismo, shopping sfrenato insieme! - disse Bill felice.
-Baci baci, ci vediamo allora il primo di settembre! Ah, Léonor e Sylvie verranno come convenuto dal mattino, hanno preso l'albergo dove ci sarà la festa! Ve le ricordate vero?
-Sì- affermò sicuro Georg- me le ricordo bene sono così simpatiche e hanno un accento così carino quando parlano tedesco!- poi si accorse che i tre compagni di band lo guardavano con sguardo indagatore, arrossì, ma cercò di dominarsi mentre Bill aggiunse:
-Non preoccuparti, come hai sentito, a quanto pare, le ragazze saranno in buone mani, c'è un certo bassista che non sa resistere alle ragazze francesi!
Il cantante ricevette una sonora sberla sulla testa per la sua sfacciataggine da parte di un imbarazzato Georg, mentre Lauren dall'altro capo rideva divertita immaginandosi il colore dell'amico.
-Tesorino ti dobbiamo lasciare- disse con mestizia Tom
-Bacioni piccoli rockettari quasi maggiorenni!
-Vedrai che sorpresa- aggiunse un super soddisfatto Bill che stava programmando la festa da mesi- e poi...
-Qualche donnina nuda che esce da una torta per Tom?
-No! La festa non avrà queste cadute di stile! Solo cose Chic!
-Urca detto da te è dura- fece la ragazza con tono dubbioso- comunque...
-Bastarda non ti fidi del mio buon gusto?
-No!
-Ri bastarda!
-Bacio scricciolo tinto!

***

Quando Lauren arrivò, la festa era già cominciata e si era nel pieno dei festeggiamenti. Il locale era stato trasformato in un casinò di lusso, tantissima gente tutta scelta e con una lista estremamente chiusa affollava i tavoli da gioco. Lauren si fece strada cercando i visi conosciuti dei suoi amici.
Gustav fu il primo ad accoglierla, era elegantissimo in un vestito nero degno di James Bond.
-Lauren sei arrivata! Preparati i due mononeuroni sono totalmente fuori! Non so chi dei due lo è di più!- poi guardandola aggiunse- ma sei bellissima! Sono senza parole!
-Anche tu sei un figo da paura! Ma le tue parole mi fanno paura portami dalle due teste di c...legno dal mono neurone in due!
-Oddio Bill è già mezzo fuori e non so più dove sia, Tom è laggiù ti porto, vieni- e la afferrò con la sua forte mano degna del miglior batterista rock.

Quando Lauren elegantissima nel suo abito lungo di tafta rosa con strascico vide Tom se ne uscì con una delle sue solite espressioni colorite:
-Porca merda, sei veramente un idiota patentato! Lo hai fatto apposta per fare incazzare l'altra metà del tuo cervello!
Tom infatti indossava solo e semplicemente degli elegantissimi boxer e un papillon al collo!
-Amore non mi trovi irresistibile?
-No, fai veramente cagare! Sei magro come uno stecco e hai meno muscoli di un budino! Ti si vedono tutte le costole e quasi, quasi me ne torno in Italia! Da un certo Alessandro.
-Fan culo a questo Alessandro e vieni qui dal festeggiato!- Tom la strinse forte e cominciò a baciarla senza dare alla ragazza possibilità neanche di respirare. Aveva tanto atteso il momento di poterla abbracciare in quel modo e per un mese sarebbe stata tutta sua, interamente sua! Lauren non ebbe modo di replicare, ma si lasciò andare con trasporto, anzi contraccambiò con impeto alle effusioni del ragazzo.
-Allora il tuo Alessandro?
-Idiota, è così semplice provocarti, ma dov'è l'altro festeggiato?
-Starà bevendo fiumi di champagne! Non sai cosa ha fatto oggi l'idiota?
-Si è fatto tatuare un teschio sulle parti intime?
-Porca miseria, ogni tanto mi fai paura? Hai più sintonia tu con lui di me. Come hai fatto? Te lo aveva detto? No, non è un teschio a è una cosa enorme!
-Devo temere?
-Sì!
-E' di cattivo gusto?
-No, però, insomma non passa inosservato! E se gli altri due tatuaggi non si vedono quasi più questo è ben visibile!
-Oddio! Camuffarsi sarà ancora più difficile quindi?
-Già addio maniche corte!
-Oddio se lo è fatto sul braccio ne deduco?
-Sì!
Bill con in mano una bottiglia di champagne vagava allegro e felice tra la folla brindando con tutti molto euforico, quando vide la sua cara amica corse da immediatamente ad abbracciarla.
-Ahhhhh, sei arrivata! Ora sì che posso festeggiare!
-Auguroni mezzo sciroccato tinto! Che bello sei, tesoro!
-Grazie e tu sei bellissima! Mi lasci senza fiato!- poi Bill stritolò la ragazza tra le sue braccia e Lauren contraccambiò l'abbraccio.
-Piccolo- esordì con dolcezza- fatti vedere quanto sei bello! Un pinguino elegantissimo! Sei raggiante, ma andiamo al sodo so già tutto!
-Ah- urlò trionfale Bill- te lo ha già detto Tom?
-Sì
Poi senza aspettare Bill si tirò su le maniche dello smoking, slacciò i gemelli e mostrò fiero il suo tatuaggio.
Lauren che odiava i tatuaggi non si trattenne:
-Fa cagare Bill! Lo sai che non mi piacciono i tatuaggi, sono veramente da truzzi, comunque se tu ne sei felice! Chi sono io per giudicare? Tutto sommato è quasi originale!
-Grazie mi hai demolito in due parole ma fa nulla, oggi sono maggiorenne e quindi!!!
-E' vero un cretino in più sulle strade e un demente che potrà finalmente bere senza nascondersi!- poi Lauren abbracciò i due ragazzi e insieme brindarono.
I tre ragazzi si sedettero intorno al tavolo della roulette e giocarono un po' ridendo e scherzando spensierati. Bill era raggiante si stava divertendo tantissimo poi venne il momento della torta.
La torta era a forma di enorme chitarra in onore di Tom e si incrociava con una a forma di microfono in onore di Bill. Diciotto candeline svettavano sulle rispettive torte, i due gemelli si avvicinarono con estrema cautela mentre le luci venivano abbassate, erano pronti per spegnerle tutti e due all'unisono. Con uno sguardo di intesa presero fiato e le spensero tutte senza problemi, nella sala in penombra tutti cominciarono a cantare tanti auguri poi baci e abbracci. Nella confusione i due ragazzi avevano perso di vista le tre persone che contavano di più nella sala.
-Bill- urlò Tom da un capo della torta- hai visto Gustav, Georg e Lauren?
-No! Credevo il fiorellino fosse con te?
-No, credevo fosse con te!
Poi le luci si abbassarono quasi del tutto e da un luogo rialzato che fino a quel momento era stato nascosto si accese un riflettore. L'occhio di bue illuminò un corpicino e accanto altre due sagome svettavano. Poi partì una musica, ai due gemelli conosciuta: Gustav alla batteria, Georg al basso suonavano il tema aiutati da una base registrata mentre Lauren cominciò la sua danza. Era raggiante e bellissima, come promesso aveva preparato una coreografia sulle note di 1000 Meere e ora la stava eseguendo, era il suo regalo per rendere la serata indimenticabile. I due ragazzi erano estasiati. Tom aveva perso l'uso della parola tanto era catturato dal quel corpo sinuoso e leggero che con impeto improvviso avrebbe voluto strappare da quel palco e fare suo. Mentre Bill con un nodo alla gola avrebbe voluto gridare tutto il suo amore per quella ragazza che come suo fratello sapeva leggergli nel profondo del cuore. Due grosse lacrime gli solcavano il viso mentre il sangue gli scorreva forte in corpo e il tatuaggio appena realizzato cominciò a fargli male come se le parole incise nella carne diventassero di fuoco e gli penetrassero nell'anima fino nel più profondo. Mentre le frasi di Lauren gli ronzavano nelle orecchie " mi allontanerei da voi per sempre, non vorrei mai essere causa di discordia." Ma come faceva a resistere, lei era così bella, non aveva mai provato nessun'emozione così forte per nessuna, Lauren ballava sulle note di una canzone che aveva composto pensando a lei e proprio quelle parole si trasformavano in movimenti, leggeri, pieni di calore e affetto, attraverso il corpo riusciva ad incarnare le sue parole.
Quando Lauren ebbe finito tutta la platea rimase in silenzio. Lauren fu raggiunta da Gustav e Georg. I tre ragazzi si guardavano un po' preoccupati per quel silenzio. Ma poi un applauso scrosciante si levò come un boato dalla sala. Non solo gli amici erano rimasti senza parole ma anche i camerieri, i croupiers tutti applaudivano. Tom e Bill salirono sul palco e si abbracciarono in un ormai collaudato "abbraccio di gruppo"
Tom poi cinse la sua ballerina per la vita, le affondò una mano nella fluente coda di cavallo e la baciò con dolcezza e determinazione. Lauren si lasciò andare, ma quando il bacio cominciò ad andare un po' oltre cercò di divincolarsi:
-No, ti prego, guarda che ci stanno guardando! Non vorrai dare spettacolo!
-Ma sei bellissima e io non resisto più.
-Ma la festa è solo appena cominciata.
Bill che fino a quel momento era rimasto in disparte si avvicinò e prendendo Lauren per la mano sussurrò:
-Sei stupenda grazie è il regalo più bello che potessi farmi. Hai espresso con il corpo quello che io volevo dire a parole. Grazie mille, sono profondamente commosso.
-Dai- aggiunse con tono bonario Georg- il taglio della torta vi aspetta.
-Ehi, ragazzi non abbiamo mica finito- aggiunse Lauren- c'è una bella tirata d'orecchie con count down finale!
Lauren, Gustav, Georg si misero al centro tenendo i lobi delle orecchie dei due gemelli uno a destra e uno a sinistra e in coro cominciarono:
-1,2,3,4,5,6,7,8,9...- al numero 18 urlarono- auguriiiii- facendo vacillare pericolosamente i due poveri festeggiati.
-Ahi, ma siete fuori! Sembro Dumbo!
-Almeno ora avrai il complesso delle orecchie per un motivo!
-Sì, ma -aggiunse Bill con il suo solito tono lamentoso- io che c'entro! Già mi fanno male le orecchie per quei cavolo d'auricolari ora dovrò rifarli perché ho un orecchio più grosso dell'altro!
-Esagerato! Il tuo lobo è solo un po' fucsia!- e Gustav fece seguire le sue parole da una pacca bonaria sulla spalla dell'amico. Mentre tutti gli invitati cominciarono a gridare:
-Torta, torta!
I due festeggiati quindi lasciarono il palco e si misero al centro della torta con una paletta da taglio in due. Bill la cingeva con la destra mentre Tom gli appoggiava la sinistra sopra lasciando la destra libera. Lauren, Gustav e Georg si erano messi a semicerchio dietro la coppia. Quando la paletta cominciò ad affondare nella panna Tom fece un cenno ai suoi amici che con forza e destrezza spinsero il viso del povero Bill in pieno nella torta.
Il poveretto si ritrovò con tutta la faccia nella crema mentre tutti ridevano e quando rialzò fu impossibile non spaccarsi in due dal ridere. Bill lanciò un urlò a pieni polmoni:
-Stronzi bastardi!- e con il volto pieno di panna cominciò a rincorrere Tom e i tre malfattori per pulirsi su di loro.Quando riuscì a braccare il fratello lo prese e cominciò una lotta fino all'ultimo spruzzo di panna mentre tutti incitavano i due lottatori.
-Dai Bill la panna e il cioccolato ti donano sui capelli!
-Sì è vero si fondono perfettamente con la tua capigliatura.
-Anzi dovresti pensarci ad aggiungere meches bianche e castane! Faresti tutte le sfumature del cioccolato: al latte, bianco, nero fondente, al caffè un vero campionario!
-Smettetela appena finisco con Tom vi riempio di botte! Mi avete rovinato il mio super smoking!
-Ma piantala!
-Torta, torta- fece Georg tentando di smorzare la lotta- andiamo banda di mentecatti, la prima fetta è per voi!
-Io non quella con la parrucca di Bill!- aggiunse ridendo Lauren
-Oh, no, che schifo i capelli di Bill nella torta non vorrei certo ritrovarmeli già ci devo convivere in quel cazzo d'autobus!- disse con orrore Gustav.
-Già il bagno di solito dopo il suo passaggio sembra una nube tossica di lacca e non si ritrova più nulla finché i vapori non si sono completamente volatilizzati.
-Esagerati- fece un sempre più indispettito ragazzo- non è vero che faccio una nube tossica, parliamo della tua cavolo di piastra perennemente attaccata per far in modo che neanche un boccolo si permetta di far capolino su quella testa bacata!
-Insomma non apriamo la parentesi bagno sull'autobus se no stiamo qui a disquisire per ore! La vogliamo mangiare la torta! Ovviamente quella con la faccia stampata di Bill è stata scartata! L'ho immortalata con il telefonino e l'ho spedita a tutti, ma questa è un'altra storia!- disse soddisfatta Lauren
-Tesoro, sempre simpatica, ridere delle disgrazie altrui! Ma prima o poi mi vendico! Fra un po' sarà il compleanno di Gustav e poi il tuo! E allora, ride bene chi ride ultimo!- terminò con tono deciso il povero Bill.

La festa continuò e un angolo del Casinò si trasformò in discoteca. Lauren era nel suo elemento e ballava come una disperata, andava molto d'accordo con Georg e spesso con Bill si lanciava in buffe coreografie su musica disco. Mentre era praticamente impossibile coinvolgere Tom che sembrava restio e rimaneva impalato mentre Lauren gli danzava intorno. Poi misero un lento:
-Dai, palo del telegrafo almeno questo lo balli! Devi solo ondeggiare un po' e poi muovere un filo i piedi!
-Sì, posso farcela!- disse pigramente Tom
I due ragazzi cominciarono a ballare dapprima con un lieve imbarazzo da parte di Tom, poi quando riuscì a rilassarsi e lasciarsi andare, ne approfittò per far correre le mani lungo tutta la schiena di Lauren che contraccambiava quelle carezze. Poi Ton indugiò sul collo della ragazza che cominciò a ricoprire di baci, Lauren si lasciava andare inebriata da quelle effusioni. Quando la musica si concluse Tom sussurrò:
-Andiamo in camera mia?
-Sì, non vedevo l'ora che me lo chiedessi.
Tom afferrò la mano della ragazza e si allontanarono. Bill dal canto suo aveva seguito il ballo lento di Tom e Lauren seduto su un divanetto con in mano un cuba libre e quando la musica era finita lo aveva bevuto tutto d'un fiato con rabbia, divorato dalla gelosia aveva seguito con lo sguardo i due ragazzi che si allontanavano, intuendo le intenzioni della coppia.
Tom ignaro della lotta interiore che divorava da tanto il fratello nei giorni precedenti la festa aveva parlato a lungo con Bill. Aveva cercato consiglio dal gemello per non rovinare la prima volta con Lauren. Voleva che tutto fosse perfetto, e tutto l'impegno che Bill aveva profuso nel organizzare tutta la serata del loro compleanno, Tom l'aveva messo nell'organizzare la sua serata privata con Lauren.
-Non vedo l'ora, sarà la prima volta! Voglio che la prima volta con lei sia stupenda, romantica, semplicemente perfetta. Voglio petali di rosa sparsi per tutto il letto. Una bottiglia di Champagne, quello che la piccola adora, Moët et Chandon rosé, fragole e cioccolato. Candele di fragranze fruttate ad illuminare tutta la stanza, insomma un paradiso.
Bill a queste parole del fratello che si conficcavano come spilli nel profondo dell'animo aveva risposto con un sorriso:
-Sai dovresti far trovarle anche dei bouquet di rose, magari di tutte le sfumature del rosa. Potresti mettere come musica di sottofondo quella di alcuni balletti che adora!
-Sì, bellissimo! Mi aiuti vero?- aveva detto felice e raggiante Tom
-Sì certamente- aveva risposto Bill con la morte nel cuore.
La suite che i due fratelli avevano prenotato per l'occasione fu preparata come voleva Tom e Bill era stato fantastico ad abbellire tutto con il suo buon gusto.

-Ma non si offenderanno gli altri se li abbiamo lasciati soli?
-Non penso proprio, c'è talmente tanta gente che due in meno non si notano!
-Sì ma se manca uno dei due festeggiati!
-C'è l'altro! E di solito basta per due!Ti sei pentita di avermi seguito forse?
-No, ma mi dispiace per le mie amiche!
-Sono in buona compagnia credo! Mi sa che un biondino dai capelli lisci si sia preso una cotta per la tua amica Leonor!
-Tu dici?
-Mi sa di sì!
-Bene starebbero bene insieme! Comunque ho visto Bill un po' fuori!
-Sì, era completamente partito, prima! Mi sa che era un po' brillo!
-Brillo è un eufemismo! Era completamente ubriaco perso!
-No, sembra, ma a volte è così di natura!
-Dici? Comunque lo conosci meglio di me, per cui mi fido! Io rimango preoccupata.
-Ecco siamo arrivati, questa è la suite.
I due ragazzi erano scesi dall'ascensore e si erano diretti verso la camera che avevano prenotato. Tom aveva chiesto poco prima nella hall che qualcuno andasse ad accendere le candele come convenuto, lo champagne e le fragole erano state consegnate.
A Lauren batteva un po' il cuore, non sapeva cosa aspettarsi, era emozionata e agitata. Da tempo aspettava quel momento e quando la porta si aprì rimase sbalordita. Mai e poi mai si sarebbe aspettata una tale atmosfera. Il grande salone della suite era nella penombra e infinite candele erano state accese sui mobili. Un penetrante odore di cera e la luce soffusa sembravano riportare i due ragazzi ad un tempo antico. La fragranza scelta dai due fratelli era quella del mughetto, la preferita di Lauren e il punto di rosa scelto per i bouquet di rose poste nei vasi erano perfettamente in sintonia con l'abito della ragazza.
-Mio Dio!- esclamò- sono senza parole sembra di stare in un altro mondo, un'altra epoca: è fantastico! Non hai fatto tutto da solo, vero?
-Lo ammetto, ma le idee ti giuro sono state tutte mie! L'altra metà del mio cervello, Bill, mi ha aiutato solo con i dettagli. Ha più l'occhio scenografico!
-Sei grande! Ti amo tanto, non me lo sarei mai aspettato, mi lasci senza parole.
-Mi credevi come?
-Ma non so, stile hip-pop, una clava in testa e via verso la Tom caverna! Invece sotto le maglie XXL batte un cuore romantico! D'altra parte la mela non cade tanto lontana dall'albero e se Bill è così dolce sensibile anche il piccolo pastore bergamasco doveva esserlo. Il lato romantico doveva pur uscire! Sono contenta che sia uscito adesso.
-Prego accomodati, -Tom la prese per mano e con delicatezza la fece sedere su un bellissimo divano. Poi si avvicinò al secchiello del ghiaccio, prese un tovagliolo bianco, se lo mise attorno al braccio, prese la bottiglia la porse alla ragazza come un navigato somelier- Mademoiselle le vorrei offrire un Moët et Chandon rosé impérial del 2000.
- La ringrazio molto, Monsieur.
-E' di suo gradimento?
-Sì, l'annata anche dovrebbe essere buona.
Tom cominciò a togliere la stagnola intorno al tappo, poi svitò la gabbia di ferro e con estrema prudenza prese il tappo senza farlo scoppiare. Stappò la bottiglia con estrema sicurezza, si era allenato e si era fatto spiegare tutta la procedura dal somelier del ristorante dell'hotel. Versò il primo nettare rosé nel bicchiere di cristallo e lo porse alla ragazza.
-Lo so che dovrei esser io ad assaggiarlo, ma l'esperta sei tu. Voilà Mademoiselle.
-A te non viene l'orticaria come a Bill, quando parli francese.
-No, ma credo di aver esaurito il mio campionario di parole.
Lauren con sicurezza prese il bicchiere e cominciò la sua osservazione del colore, le bollicine, poi aspirò il profumo che proveniva dal bicchiere e infine sorseggiò delicatamente lo champagne. Una breve pausa e poi.
- Direi che è di mio gradimento, ottima scelta!
Tom si riempì a sua volta il bicchiere e si sedette accanto a Lauren.
-Un brindisi, auguri tesoro.
-Grazie.
-Posso farti un appunto.
-Dimmi.
-Perché non ti sei vestito? Volevi proprio fare un dispetto a tuo fratello! Lui che si è dato così da fare per organizzare tutto, lui che ama fare le cose tutte perfettine, avere il massimo controllo su tutto, che si è fatto fare il vestito dal sarto con settecento prove, minuto per minuto.
-Ecco è proprio per questo! Dovevo fare il contrario di quello che voleva. Tu non sei stata con lui a sciropparti le sue infinite disquisizioni, e poi decideva sempre solo lui, io non ho avuto voce in capitolo. Pensa ha deciso anche i tovagliolini di carta, se ci hai fatto caso ci sono le nostre iniziali in oro! Mi ha rotto le palle per ore, anche sul colore dei piatti e quando davo il mio parere e come se non mi sentisse, così ho fatto tutto quello che ha voluto, vestito compreso! E poi mi sono presentato così! Divertente!
-A me non sembra, secondo me c'è rimasto profondamente male! Magari potevi essere più partecipe ai preparativi fin dall'inizio e accontentarlo fino in fondo. Così agghindato sei veramente ridicolo! Dai vatti a mettere il vestito che aveva scelto tuo fratello.
-Non ce l'ho! L'ho lasciato a casa!
-Ah, in pratica il tuo gesto è stato premeditato!
-Certamente! É simpaticamente nell'armadio, me lo metterò per il tuo compleanno. E poi credo che questo non sia il momento per vestirmi, anzi- il ragazzo fece seguire queste parole da un bacio sul collo e poi senza lasciare il tempo alla ragazza di reagire, le tolse il bicchiere di mano, lo appoggiò sul tavolino che era accanto al divano e ricoprendola di baci e carezze senza lasciarle possibilità d'appello, si sdraiò sopra di lei sul morbido divano immacolato..
I due si scambiavano coccole e carezze e dopo un po' Tom risoluto, afferrò Lauren, la sollevò e la portò in camera.
-Sei, mia, non mi scappi questa volta- e come una coppia di sposini, varcò la soglia della camera da letto con la ragazza in braccio.
-Cavoli, ma ci sono petali di rosa ovunque.
-Ti piace?
-Spero non mi venga da starnutire.
-Oddio, panico non ci avevo pensato!
-Ma, non scherzo! I petali sono innocui.
-Sciocca!
I due si adagiarono sul candido e morbido letto e ripresero le effusioni da dove le avevano lasciate.
Poi Tom slacciò il corpetto del vestito di Lauren. Sotto la ragazza portava un bellissimo bustino color carne con pizzo delicato. Il ragazzo si trovò in crisi per slacciarlo. Slacciò il fiocco centrale credendo che il corpetto si sarebbe allentato e invece.
-Orca, è un bustino complicatissimo volevi mettermi alla prova?- esclamò imbarazzato il ragazzo.
-No, stupidotto. Si slaccia da dietro. Non hai fatto pratica con le bombe sexy?
La mano del ragazzo percorse la schiena della ragazza spavaldo cercava di usare una sola mano, mentre l'altra accarezzava il volto di Lauren, ma proprio non riusciva a slacciare nulla.
-Cavolo è una lotta impari.
-Sono dei gancetti, forse se usi due mani...Sai mi sono ricordata della figura di merda galattica che avevate fatto tu e quel mentecatto di tuo fratello con vostra madre.
-Oddio, lo avevo rimosso!
-Eravate geniali quando facevate i vostri allenamenti "slaccia reggiseno"!
-Non ricordarmelo quella volta fu terribile!
-Sì perché io mi ero stufata di fare la cavia per due trogloditi mentecatti con l'abilità manuale di due molluschi!
-Mia mamma quella volta rimase di sale e il povero Bill non sapeva più dove nascondersi! Mentre tu ridevi come una cretina e io ero bordeaux e basito.
-Senti Bill con il reggiseno di tua nonna, i tuoi calzini fetidi dentro e tu che tentavi di slacciarlo in una sola mossa eravate uno spasso tale! E io che davo le indicazioni, più su, più a destra, no tira, no molla.
-Che figura di merda fra tutte e tre!
-E tua madre che aggiunse " questa sera papà è ora che vi faccia quel discorsetto"
-Sì che ridere!
-Ma tu non sai l'imbarazzo del nostro patrigno ad abbordare il discorso. Finalmente dopo strani eloqui senza senso abbiamo tagliato corto dicendo. "A scuola facciamo educazione sessuale, sappiamo già tutto!" E lui balbettando " se avete però altre domande" E poi aggiunse per tirarsi d'impiccio. " vostro padre sarà felice di parlarne con voi" Della serie la patata bollente a qualcun altro.
-Già il signor Gordon è simpaticissimo! Siete fortunati ad averlo come patrigno
-Mille volte sì!
-Come è andato il pranzo con il parentado?
-Benissimo! La mamma non ha smesso di piangere due minuti. Mio padre ha strapazzato Bill per il suo look e la nonna lo ha scorticato di botte per il tatuaggio urlandogli degli improperi di ogni sorta. Per il resto splendidamente. Ci hanno coccolato come due bambini di due anni, ma ogni tanto fa piacere farsi trattare teneramente come orsacchiotti!
Poi Tom con decisione cominciò a slacciare il bustino di Lauren, mentre la ragazza si lasciò fare e inondò il ragazzo di carezze e baci. Ogni tanto mordicchiava dolcemente il lobo dell'orecchio di Tom che però cercava di divincolarsi, non amava molto quel tipo di attenzioni mentre a Lauren piaceva tanto.

***

I due ragazzi avevano fatto l'amore poi si erano addormentati felici, verso l'alba quando ormai la luce penetrava a rischiarare la stanza furono svegliati da alcuni rumori provenienti dal salone. La prima a riprendere coscienza fu Lauren, mentre il ragazzo accanto a lei la stringeva forte e non sembrava essersi accorto minimamente. Poi la porta della loro camera si aprì e una figura penetrò nella stanza. La luce che filtrava dalle tende permise a Lauren di riconoscere subito quell'ombra davanti al suo letto.
-Che ci fai lì?- chiese con dolcezza
Un voce squillante e alticcia rispose:
-Ehi, piccola, dai vieni con me, finiamo la bottiglia di champagne che c'è di là!
-Sai Bill, non credo che tu debba bere oltre, mi sembri ubriaco perso!
-Dici? Ma no, ho appena cominciato!
Una voce dall'oltretomba si fece sentire:
-Bill vai fuori dai coglioni! Non ci rompere le palle beviti lo champagne e stai zitto.
-Grazie per i complimenti fratello sempre gentile!
-Se si ha a che fare con un fratello molesto!
-Molesto sarai tu, comunque io parlavo a Lauren.
-Smettetela di farvi i complementi Lauren strappò il lenzuolo e se lo avvolse intorno al corpo. Cercò i suoi effetti personali poi si diresse verso la sua valigia si prese una maglietta e dei pantaloni di una tuta se li infilò in bagno poi rispuntò. Bill era in salone e stava bevendo a canna la bottiglia di Champagne. Lauren con sicurezza gliela strappò:
-Idiota, non si beve così questa bottiglia e poi credo che tu ne abbia bevuto troppo di alcool. Fatti una dormita.
Bill si fece trascinare nella sua camera, Lauren lo aveva preso dalla vita mentre lui le aveva circondato le spalle con il suo braccio e silenzioso non aveva protestato. Lauren lo fece sedere sul letto, gli slacciò le scarpe, gliele tolse, il ragazzo aveva già perso la giacca chissà dove, la camicia era in parte slacciata e il papillon era sciolto e penzolava informe.
-Credo di non sentirmi molto bene- disse il ragazzo con la voce impastata.
-Ci credo puzzi come una distilleria.
Poi Bill si alzò di scatto e si diresse verso il bagno, si inginocchiò sul WC e cominciò a vomitare.
Lauren rassegnata si avvicinò al ragazzo e lo aiutò al meglio.
-Tom, muovi le chiappe e vieni qua un attimo l'altra metà del tuo cervello non sta bene!
-Lascialo vomitare ha ciò che si merita quel cretino.
-Vieni subito o "la" rivedrai con il telescopio Hubble.
Tom si era alzato a fatica e indossando mutande e maglietta XXL si avvicinò al fratello.
-Idiota, sei sempre il solito.
-Tom chiedi una bronza di caffè. Vediamo se riusciamo a tiralo su.
Tom si fece portare una caraffa di caffè forte. Ne bevve un po' anche lui poi portò una tazza al fratello che ne bevve qualche sorso, ma subito lo rigettò nel WC.
-Prendi una maglietta e un cambio.
-Che vuoi fare?
-Ficcarlo sotto la doccia, rivestirlo e metterlo a letto.
-Che mentecatto palloso!
Tom obbedì tirò fuori dalla valigia del fratello il pigiama, un paio di boxer e rientrò in bagno. Lauren ancora accucciata accanto al ragazzo gli teneva i capelli mentre vomitava fiumi di alcool e cibo. Quando ebbe terminato Tom lo sollevò gli slacciò i pantaloni glieli tolse, gli sfilò la camicia, Lauren aprì la doccia e lo infilarono sotto l'acqua quasi ghiacciata.
-Ma è gelata- urlò il ragazzo
-Così impari- proferì laconico Tom.
-Ok faccio da me- disse Bill mentre rigirava la manopola sul caldo.
Lauren uscì dal bagno:
-Stai tu lì dentro e controlla cosa combina.
Tom aspettò in piedi con fare scocciato. Dopo qualche minuto sollecitò il fratello.
-Razza di deficiente esci da quella cazzo di doccia, ti sei addormentato?
-No, ecco.
Tom porse al fratello un lungo asciugamano, mezzo barcollante Bill si asciugò e si infilò gli indumenti che gli aveva passato il fratello.
-Mi sento male- pronunciò subito dopo e si rimise con la faccia sulla tazza del wc
-Gli stai tenendo la fronte- urlò Lauren dall'altra parte della porta.
-Neanche morto, che schifo! Viene a me da rimettere!
-E' presentabile?
-Sì, è vestito più o meno
Lauren si avvicinò all'amico in difficoltà e gli tenne la fronte mentre conati di vomito scuotevano il ragazzo.
-Scusate- sussurrò
-Mi sembra di averla già vissuta questa scena e non si sa come ma vomiti sempre tu Bill.
-E'vero, scusa.
-Ultimamente si ripete un po' spesso questa situazione- disse con voce ferma che suonava come una accusa Tom- grazie per avermi rovinato il risveglio, gemello bacato!
-Dai- disse Lauren cercando di smorzare l'atmosfera che tra i due non sembrava delle migliori- ora lo mettiamo a letto, si fa una bella dormita e poi fate i conti e vi insultate con calma.
Bill però non riusciva a staccarsi dal bagno. Appena sembrava avesse finito un altro conato veniva a scuotere il suo corpo. Lauren paziente gli massaggiava la schiena e anche Tom, rassegnato, si era messo accanto al fratello e gli accarezzava la testa. Lauren gli sorrise e gli diede un bacio.
-Bravo, fai il bravo fratellino maggiore, lo sai che la testa tinta vuole le tue coccole.
-Comunque Bill mi deludi e te lo voglio dire fino in fondo. Ubriacarsi è da cretini. Bene ora che sei in ginocchio sulla tazza del cesso che hai risolto? Ti ricordi qualcosa della serata? No! E allora? Bello il tuo diciottesimo compleanno! Una festa da sballo cosa ti ricordi? Nulla o quasi. Eri già ubriaco ancor prima del taglio della torta e poi se ti devi tatuare la parola libertà vuol dire che non sei tanto libero. Te lo sei fatto per ricordati che sei libero? Mi domando se sei felice. Se bevi così tanto e, a quanto pare è un'abitudine, non sei felice. La libertà che tanto canti l'hai persa o sbaglio? Non poter più uscire o quasi perché se no ti assalgono? Non potersi più vestire come vuoi tu? Dai non raccontarmi che ti piace vestirti così sempre o pettinarti da leone? Da ragazzino eri più creativo e non ti facevi certo dire come vestirti, credi di aver influenzato la moda, perché tanti si vestono come te, ma fino a che punto sei te stesso? Ormai ti sei creato un personaggio e devi portare a termine il tuo ruolo, o mi sbaglio? Il piccoletto dai capelli in piedi che si metteva strani pantaloni arancioni e strani scaldamuscoli alle braccia a righe bianche e nere dov'è? Da due anni non ti sei fermato e il successo ti ha travolto, ma queste tue spalle sono abbastanza forti per sopportare tutto ciò? Riesci veramente a fregartene di tutte le malignità che si dicono su di te? Sulle mille cattiverie sulla tua vita privata. Tu dei quattro sei il più esposto, anche perché spesso offri il fianco. Ma se non riesci a sopportare il ruolo, lasciati aiutare. Mi sembra che tu stia cadendo in un abisso profondo e l'alcool non mi sembra la soluzione migliore e nemmeno il fumo o altre schifezze che girano! Sappi che la tua unica ancora di salvezza è qui accanto a te, il cretino rasta nato dieci minuti prima di te. E poi i tuoi amici, la tua mami, la tua noni. Noi siamo coloro sui quali appoggiarti non altro! Non entrare in un circolo autodistruttivo, non fare come tante star, non affondare! Quelle parole che scrivi non lasciare che siano solo parole su carta o note che escono dalla tua voce. Fa che siano sentite, credici! Ti prego non lasciarti andare.
Bill con la mente non propriamente lucida sentiva quelle parole penetrargli nel profondo, erano tutte vere, non c'era possibilità di appello, ma come faceva quella ragazzina a leggergli nel profondo? Poi con sguardo implorante e gli occhi lucidi sussurrò
-Le tue parole si sono conficcate come spilli nelle mie viscere, ti prego, parliamone più tardi, ora sto troppo male per poter proferire qualsiasi arringa difensiva. Sto troppo male!
Lo stomaco sottosopra e la testa pesante non gli davano ancora tregua e il suo corpo era scosso da brividi. Lauren però non diceva più nulla si limitava ad accarezzarlo e così Tom che alle parole di Lauren era rimasto altrettanto sconvolto di Bill. Lauren aveva messo a nudo la sua anima così come quella di suo fratello, l'analisi della ragazza lo aveva fatto scontrare con la realtà e penetrare forse un po' di più nell'animo di Bill. Spesso si era dimenticato di chiedere al fratellino il perché di alcuni suoi atteggiamenti e ultimamente le sigarette e l'alcool erano diventati più numerosi. Si sentiva in colpa per non aver colto il disagio di Bill.
Piano piano il sonno ebbe il sopravvento su tutti e tre. I ragazzi si addormentarono in bagno. Bill con la testa praticamente china sulla tazza, Lauren sulle sue cosce e Tom accoccolato accanto a Lauren cingeva entrambe in un abbraccio.

***

-Ragazzi siamo in piena crisi!- si sentì urlare nella suite dei gemelli verso le due del pomeriggio- dove siete?
Georg e Gustav accompagnati dalle amiche di Lauren entrarono nella stanza.
-Ma dove sono? Le stanze sono vuote.
Poi Gustav entrando nel bagno di Bill vide il trio addormentato.
-Venite, li ho trovati sono qui e guardate che quadretto.
-Porca miseria!
-Che buffi!
-Solo loro potevano addormentarsi così.
-Voglio immortalarli.
-Dai piantala, siamo in allarme rosso, il mentecatto tinto ne ha fatta una enorme!
Gustav patito di foto, aveva sfoderato il suo super cellulare e aveva fotografato i tre belli addormentati sul cesso.
Leonor poi con tatto si era avvicinata a Lauren:
-Ehi, piccola svegliati.
Lauren che era abbastanza rapida a riprendersi aprì gli occhi e si ritrovò circondata dai suoi amici mentre sul suo stomaco pesava la testa di Tom.
-Oh, mamma ci siamo addormentati!
-Già solo voi potevate fare una roba del genere, comunque sveglia quei due cretini, fra venti minuti arriva tutto il nostro staff, dobbiamo fronteggiare una emergenza di dimensioni epocali.
-Bill è andato in giro nudo per strada?
-No, ma ha fatto la cazzata del secolo!
-Ha dato fuoco al casinò?
-No, sveglia i due cretini, noi ordiniamo una colazione e tanto caffè!
Lauren atterrita si faceva mille film su quello che poteva aver combinato l'amico e se Leonor era stata dolce nel svegliarla lei non lo fu altrettanto con i due ragazzi.
-Due idioti da un mononeurone in due, svegliatevi- gli urlò con quanto fiato aveva in corpo.
-Ahi, non urlate!- supplicò Bill.
-Fiorellino va fan culo, che te urli così.
-Tom svegliati subito.
-Sì alzati Tom, dobbiamo far fronte ad un'emergenza.
Tom si ridestò sentendo la voce di Gustav e chiese:
-Cosa è successo?
-Tiratevi su di lì e soprattutto rimettiamo in condizioni Bill.
-Perché?- chiese preoccupato.
-Ha scritto una lettera su internet!
Tom prese Bill, lo sollevò di peso aiutato da Georg e lo portarono sul letto.
-Che cavolo hai fatto- urlò minaccioso Tom senza nessun tatto.
-Ah, non urlare, ho mal di testa!-supplicò Bill con la voce impastata.
-Te lo faccio venir io il mal di testa, ma a legnate! Che cazzo hai scritto?
-Io? Nulla! Non ricordo nulla, non urlarmi così nelle orecchie, ho mal di testa!
-Tom- intervenne Lauren- non è urlando che risolverai la situazione. Prendi un'aspirina nella mia borsa, facciamogli bere un caffè e poi parliamo con calma.- con tono pacato, ma veramente preoccupata si rivolse a Georg e Gustav.
-A quanto pare gira una lettera scritta da Bill sulle sue preferenze sessuali.
-Che cavolo dite?- disse Lauren- chissà quante ce ne sono di robe del genere! Ho visto anche dei video raccapriccianti se per questo!
-Sì ma questo parte dal nostro sito!
-Porca merda questo cambia le cose- disse Lauren
-Idiota- urlò Tom- sei un deficiente che cazzo hai fatto? Hai lasciato il pc aperto? Che cazzo hai scritto?
-Ma che ne so! Non ricordo nulla!- disse Bill con tono supplichevole, mentre Tom come una furia aveva lasciato la camera da letto e si diresse nel salone dove effettivamente il pc dei due ragazzi era acceso.
-Bill, idiota il pc è acceso! Che cosa cavolo hai fatto?
-Piantala di urlare- lo sgridò Lauren- non è urlando o accusandolo come stai facendo che si risolvono le cose.
-Non prender le sue difese, Lauren, è un idiota mentecatto patentato! Non si può controllare?
Bill si era alzato a fatica dal letto e con la testa che gli pesava come un macigno tentò di difendersi dalle parole rabbiose di suo fratello.
-Io non ricordo molto.
-Dopo che Lauren ed io siamo venuti qui, che cazzo hai fatto idiota!
-Non ricordo!
-E voi?- disse guardando gli altri membri del gruppo.
-Noi abbiamo ballato, abbiamo bevuto anche noi parecchio e sinceramente nella bolgia abbiamo perso Bill di vista!
-Quindi idiota solo tu puoi cercare di ricordarti cosa hai fatto!

Poi entrarono i manager dei ragazzi e alcuni dello staff. Lauren e le sue amiche tolsero subito il disturbo e fu indetta una riunione che durò parecchie ore. Il computer di Tom e Bill fu passato al setaccio, ma Bill non si ricordava nulla anche se effettivamente una lettera compariva nel pc ed era stata messa on line da lì.
-Non fa nulla- aggiunse il signor Baumann l'esperto di computer- abbiamo risolto, non vi è nulla di cui preoccuparsi del file non rimane traccia, lo abbiamo intercettato ed eliminato.
-Bene domani allora dirai così e dopodomani faremo una conferenza stampa dove ribadirai che la lettera non l'hai scritta tu, che voi non avete le password del sito, non avete myspace e che quindi è strano, probabilmente uno scherzo di qualcuno che era alla festa.
-Va bene-rispose un contrito Bill che appariva stanco, provato con la testa tra le mani dal dolore. Aveva voglia solo di dormire e dimenticare.
Lo staff al completo si alzò e uscì, Tom tornò ad accanirsi sul fratello con improperi e rimproveri.
-Basta- lo scongiurava Bill con un nodo in gola- basta non urlare, mi fa male la testa, voglio dormire!
-Perché idiota hai fatto una cosa del genere!
-Non l'ho fatto io!
-Ah, no, la lettera si è scritta e inviata da sola!
-No, te l'ho già detto forse sono entrato in camera per prendere qualcosa e ho lasciato la porta aperta!
-Bravo così è entrato un estraneo e magari fra un po' comparirà un video porno su me e Lauren che facciamo l'amore?
-No, non lo so!
-Sei un demente, un idiota! Questa volta sei stato un vero deficiente- Tom si avventò come una furia su Bill con una voglia di prenderlo a sberle, ma Gustav lo bloccò mentre Georg cercò di portare un po' di calma.
-Tom, calmati, ora Bill dorme un po' e con mente lucida magari si ricorderà qualcosa di più.
-E poi- aggiunse Gustav che tratteneva ancora Tom-hanno sistemato tutto.
-No sti cazzi! Due palle! Ci scasseranno i coglioni all'infinito su questa storia! Già ci ricamano, ora gli abbiamo fornito le prove.
-Idiota- urlò Bill che non riusciva più a contenersi- Lo sai perché mi sono ubriacato tanto, lo vuoi sapere?
-Sì, idiota dimmelo!
-Perché amo Lauren! Ecco perché! E quando ho visto che lasciavate la festa ho capito! Credi che sia stato facile per me aiutarti ad organizzare la tua festa privata? Ho scelto le rose che avrei voluto regalarle. Ho sparso i petali con i quali avrei voluto accarezzare ogni centimetro del suo corpo, ho scelto le candele più belle e con la fragranza che mi ricordavano di più l'odore del suo corpo. Quando sono salito e vi ho sentito in camera tua avrei voluto fermarvi, volevo essere io quello che la rendeva felice! Adesso hai capito Idiota! Non urlarmi dietro tutta la tua rabbia! Smettila di darmi del cretino, del deficiente io ho bisogno di te in questo momento!
Tom era rimasto senza parole mentre Bill in lacrime gli aveva portato le braccia al collo e lo stringeva a sé implorando un po' di conforto. Tom ancora siderato dalle parole del gemello contraccambiò quel abbraccio. Le lacrime scendevano copiose da entrambe i fratelli. Dolcemente poi Tom tentò di staccare il fratello dicendogli:
-Dai dormi un po'. Si sistemerà tutto. - Bill si lasciò condurre sul letto, si coricò sotto la trapunta morbida e accogliente anche se il pianto non accennava a diminuire. Tom seduto accanto a lui lo abbracciava, ma non trovava le parole per calmare quel dolore.
-Dai, fratellino, ti voglio bene lo sai? Dai cerca di dormire, se la testa ti faceva male prima, se continui a piangere ti scoppierà. Dormi ne riparliamo con calma.
Lauren era entrata nella stanza e assisteva alla scena tra i due fratelli. Vedendo gli occhi rossi di Tom si sentì morire e intuì che quel dolore non poteva essere causato da una stupida sciocchezza che Bill aveva fatto da ubriaco.
Si avvicinò al letto e si inginocchiò accanto a Bill accarezzandogli il viso.
Bill a quel contatto trattenne il respiro poi tra le lacrime disse:
-Gliel'ho detto!
Lauren guardò negli occhi Tom per capire cosa fare:
-Forse è meglio che io vada!
-No- si girò di scatto Bill afferrandola per la mano.- Dobbiamo parlare, non puoi andartene, mai!Non voglio!
-Cosa dici Bill- disse flebilmente Tom che non capiva, ma che aveva a sua volta preso l'altra mano libera di Lauren
-Me ne vado- disse Lauren che sentiva le lacrime bagnarle il volto- non voglio stare qui! Non voglio vedere Bill auto distruggersi! Non voglio essere la causa del suo dolore.
-Cosa intendi dire?- chiese Tom
Lauren tra le lacrime disse:
-Ti ricordi a Parigi in camera mia? Bill mi aveva detto che mi amava, ma io lo avevo scongiurato di non dirlo mai più, perché io tengo troppo a voi e non voglio che la nostra amicizia finisca, d'altra parte io, be' io non so, amo te Tom, ma è innegabile che provo qualcosa anche per Bill, quando sono lontana da voi sto male. Non sentirvi per giorni mi procura un forte dolore. Quando siamo lontani mi mancate e non chiedetemi di definire i miei sentimenti perché non posso. Dopo questa notte con te sono sicura Tom, ma se il nostro amore fa soffrire così tanto Bill, allora forse è meglio che io esca dalle vostre vite. Forse non dovevo dirti " Ti amo" e lasciare che tu entrassi in me, ora sarà più difficile vivere senza di te. Ma sarò forte, lasciatemi.
-No, mai- disse con fermezza estrema Bill- mai! Il cretino sono io, dovevo tacere, avevamo deciso che mi sarei tenuto in disparte, che per te sarei stato solo il tuo amico del cuore, il tuo spirito affine e a me sta bene così, voglio che sia così! Ve lo giuro! Dovete concedermi però dei momenti di sconforto, ma è così bello averti vicino, Lauren. Questo mese lo aspettiamo da così tanto tempo, non voglio rovinare tutto. Tom ne parla con entusiasmo da settimane e ha ragione. Vi prego dimenticate tutto, facciamo che la nostra festa sia terminata con il taglio della torta. Dimentichiamo il resto. Io ti amo, ma mi faccio da parte, questa volta la ragazza se la prende Tom- cercando di ridere tra i singhiozzi.
Tom lo guardava con le lacrime agli occhi, non riusciva a muovere un muscolo, non riusciva a dire nulla, veramente suo fratello era forte e coraggioso, sopportare tutto in silenzio, il fardello di un amore da ricacciare nelle viscere, da nascondere nel profondo per non ferirlo. Il suo sacrificio per permettergli di essere felice. Adesso rimpiangeva ogni singola sillaba di insulto che aveva proferito poco prima. Come aveva potuto desiderare di picchiarlo.
-Mentecatto tinto, fatti più in là, fammi un po' di spazio tra le coperte, facciamoci una dormitina insieme, domani dobbiamo accompagnare Lauren a teatro, sveglia presto! E tu prato in fiore coccola il cretino tinto da buona amica e non dire mai più che te ne vai!
I tre ragazzi nel loro ormai collaudato abbraccio a sandwich si addormentarono fino a sera.

***

- Tom svegliati o ti prendo a calci nei bassifondi. Non posso fare tardi.- Lauren aveva puntato la sveglia alle sei del mattino sapendo che risvegliare i due gemelli sarebbe stata un'impresa.
Poi corse in camera di Bill, lo scoprì con un gesto semplice e veloce, il ragazzo era mummificato, non si accorse di nulla, Lauren allora aprì le tende della camera e gli mise la suoneria del suo cellulare nell'orecchio con il mitico urlo finale "Schrei".
-Aiutooooooooo- urlò- che cazzo succede, ho perso l'uso dell'orecchio destro! Sei fuori? Mi verranno i capelli bianchi! Non sai che fa male svegliare uno così?
-Allora ti ho chiamato dolcemente qualche minuto fa, ti ho scoperto, ti ho puntato una luce sparata negli occhi e tu nulla, ho pensato un simpatico urlo nell'orecchio certamente avrebbe funzionato.
-Buh, sei cattiva- Bill si rannicchiò stringendo il cuscino cercando di riprendere sonno.
-Non provarci e alzati, dai non fare come tuo fratello vieni ad aiutarmi a svegliarlo.
L'indole un po' sadica di Bill ebbe il sopravvento e l'idea di fare uno scherzo a Tom lo fece ridestare.
-Che facciamo?- chiese con un ghigno malefico il ragazzo- potremmo tirargli un secchio d'acqua ghiacciata?
-No, il letto si bagnerebbe e i suoi cavolo di capelli ci metterebbero un'eternità ad asciugarsi. Che ne dici di riempirgli il pigiama di ghiaccioli? Glieli mettiamo nella schiena e nei pantaloni del pigiama.
-Diabolica mi piace la soluzione gelata.
I due amici aprirono il frigo e ne estrassero dei cubetti di ghiaccio, si riempirono una mano mentre l'altra la tenevano libera per operare meglio. Entrarono quatti nella stanza Tom dormiva profondamente, la radio-sveglia con il volume a palla non lo disturbava minimamente, giaceva inerte nel mondo dei sogni. Bill e Lauren lo scoprirono con cautela, poi Bill prese l'elastico dei pantaloni e dei boxer del fratello sulla parte davanti, per essere veramente sadico, mentre Lauren faceva lo stesso con la maglietta lungo la schiena poi ad un cenno fecero cadere i cubetti di ghiaccio. L'effetto del freddo, soprattutto sulle parti intime, diede immediatamente i suoi frutti. Tom si risvegliò urlando e dimenandosi come un matto mentre lanciava improperi.
-Disgraziati, Bill va fan culo! Il ghiaccio nei coglioni fa male ti ammazzo. Se a te non servono, a me sì! Lauren stronza, scommetto che l'idea è tua!
Tom si dimenò e fece uscire i ghiaccioli poi cominciò a rincorrere brandendo il cuscino i due ragazzi. Un lotta di cuscinate si scatenò per tutta casa fino a quando Lauren riportò tutti alla realtà.
-Due cretini dobbiamo muoverci, sono le sei e quaranta. Mentre Tom prepara la colazione io mi lavo e vesto, Bill la doccia mi raccomando: breve e coincisa!- Lauren dava gli ordini come un comandante di reggimento - non fatemi fare tardi o vi ammazzo.
Tom preparò la colazione, mise tre tovagliette su un bellissimo tavolo di vetro nella spaziosa cucina dai mobili ultra moderni laccatti lucidi grigi, rossi e neri. Tre tazze per i cereali, tre tazze per il caffè o il tè, tre piattini per il pane e marmellata, mise a scaldare l'acqua per il tè in una teiera d'acciaio opaca, accese la caffettiera rossa di tipo americano, mise il filtro e il caffè. Poi sul tavolo dispose: pane, fette biscottate, biscotti, cereali di tre tipi, vasetti di marmellata e la nutella. Quando Lauren fece capolino nella cucina esclamò:
-Porca merda che colazione, altro che albergo! Siete organizzatissimi.
-Veramente ha fatto tutto la mamma l'altro giorno, " Non potete fare una figuraccia con Lauren, la mattina deve andare a teatro e deve essere in forze". Se vuoi ti faccio le uova?
-No grazie ti ricordo che non faccio lo scaricatore di porto, quello che hai messo sul tavolo mi basta.
-Vai a lavarti, tesoro io vado a vedere a che punto è il mentecatto canterino.
Dalla camera di Bill si sentiva il ragazzo canticchiare spensierato Lauren entrò senza bussare come una furia credendo che il ragazzo fosse ancora sotto la doccia:
-Bill- urlò con quanto fiato aveva in corpo- esci da quella cazzo di doccia o ti stacco lo scaldabagno!- ma lo spettacolo che si offrì ai suoi occhi era tutt'altro e fu realmente imbarazzante. Bill infatti zompettava canticchiando felice davanti ad un armadio infinito aperto dal quale, terga al vento, stava cercando qualcosa da mettersi, in mano teneva una spazzola come fosse un microfono.
Lauren chiuse immediatamente la porta e corse in camera dove però trovò Tom appena uscito dalla doccia e non avendo con nessuno dei due abbastanza intimità corse in cucina rossa come un pomodoro. Bill aveva perso la voce e imbarazzato come non mai si era infilato il primo paio di boxer, dei pantaloni jeans neri e una maglietta a maniche lunghe nera. Si era asciugato in fretta i capelli facendoseli dritti e lisci e poco dopo era andato in cucina. Lauren non aveva ancora perso il suo colore rosso pomodoro e dopo aver sistemato la teiera su un poggia pentole come anche la brocca del caffè si era seduta in attesa:
-Scusami, Bill, non entrerò più in camera tua senza bussare.
-Scusami, tu, non mi ricordavo che in casa girava una ragazza.
I due aspettarono in silenzio e con il capo lievemente chino Tom che si palesò dopo poco anche lui abbastanza imbarazzato.
-Uh, complimenti Bill. Sobrio, pronto per un funerale?
-Spiritoso, non sapevo cosa indossare così mi sono infilato la prima cosa che ho trovato.
-Buon appetito- augurò Tom attaccando la scatola dei biscotti
Lauren prese i cereali e il latte, poi si versò del tè e cercando di superare l'imbarazzo attaccò:
-Bene voi sapete come si arriva alla scuola del teatro?
-In taxi! - Rispose Bill.
-Ma non facciamo le persone comuni? Non andiamo con i mezzi pubblici?
-Ma come sei simpatica, a parte che credo di non sapere neanche come ci si arriva alla tua scuola di ballo, sarebbe impossibile uscire a quest'ora. C'è troppa gente e ci riconoscerebbero di certo.
-Neanche se vi camuffate?
-No, impossibile.
-Se a Tom, leghiamo i capelli con una coda bassa, gli ficchiamo i dread nel risvolto di un cappotto e li calchiamo bene un capello di lana sulla testa, gli facciamo togliere il piercing dal labbro?
-Escludo che io mi metta uno dei cappotti del mentecatto. Io solo felpe!
-Amore- Lauren si era alzata e leziosa come una faina pronta a colpire aveva cinto il ragazzo per le spalle e aveva cominciato a dargli dei baci sul collo, poi sempre accompagnando i suoi gesti da brevi baci, aveva sciolto i capelli del ragazzo per rifargli la coda come voleva lei- ma dai tesorino, non vuoi accompagnare il tuo piccolo fiorellino a teatro?
Poi sparì per qualche minuto e ricomparve con bellissima giacca nera tipo blazer a tre quarti:
-Guarda come è elegante con questo cappellino con visiera nero di lana.
-Ma sembrano i vestiti che si mette Bill.
-Certo è suo! Ma puoi metterlo tu, mentre Bill può indossare questo e mettere questo cappello nascondendosi i capelli dentro, come li avesse corti.
-Perfetto, così mostro a tutti il mio tatuaggio e passo inosservato di sicuro!
-Cazzo è vero, che due coglioni stracci, ma fartelo sul culo il tatuaggio non era meglio?
-Sempre elegante anche alle sei del mattino?
-Tieniti i capelli sciolti ma non metterti occhiali cazzuti per favore. La gente normale se piove e il tempo fa cagare come oggi gli occhiali da sole non se li mette!
-Perfetto, mi tolgo anche il piercing se vuoi ma sappi che secondo me ci riconoscono subito.
I tre si prepararono e si misero alla fermata dell'autobus, per loro fortuna l'autobus portava non lontano dalla scuola di balletto e l'appartamento distava solo quattro fermate.
Nei cinque minuti di attesa che trascorsero alla pensilina non vi era molta gente, lo strano trio sembrava un normalissimo gruppo di amici che poteva andare al liceo. Lauren indossava un classico cappottino blu con i risvolti delle maniche e il colletto con una minutissima fantasia di fiorellini rosa, dei guanti di pelle rosa molto fini ed eleganti e un cappellino in perfetto stile Lauren. Un pesante borsone a tracolla con tutto il necessario per affrontare il primo giorno di lezione giaceva ai suoi piedi. Quando l'autobus arrivò Tom prese il borsone della ragazza e i tre salirono. Stava andando tutto liscio. I tre non scambiavano una parola, i due gemelli tenevano la testa china, per non farsi riconoscere, il viaggio si svolse senza intoppi e alla quarta fermata scesero sempre in silenzio.
-Bene ora che siamo qui?
-Non so, dov'è la via Caspar-Voght?
-Bella domanda!
-Non ne ho la più pallida idea.
-Mentecatti vivete qui da tre anni e non sapete dove potrebbe essere questa via?
-Scherzi? Ho sempre preso un taxi o mi hanno accompagnato.
-Già credo di esser andato in giro da solo, solo agli inizi delle carriera quando non ci conosceva nessuno e diciamo che le scuole di balletto non le ho mai frequentate.
-Vero, il nostro appartamento era sopra lo studio ed essendo ragazzini un adulto ci accompagnava ovunque. Nelle nostre scorribande soli restavamo sempre nel quartiere, se ci avventuravamo in metrò era senza meta e sinceramente alle strade non ci ho mai fatto caso. Se mi chiedi di portarti in giro per il centro o per locali, bene, per il resto nebbia.
-Chiediamo all'edicola.
I tre si avvicinarono all'edicola da dove sugli scaffali svettava una foto di Bill su un giornale scandalistico, mentre alcune riviste per teenager riportavano la foto dei due gemelli davanti all'entrata dell'albergo dove si era svolta la festa.
-Porca merda, bello essere sparato così in prima pagina.- disse con tono rattristato Bill- e con un bel titolone! " Bill Kaulitz è gay?"
-Sono venuto di merda in quella foto.- aggiunse Tom
-Raga, chiedo io, voi fatevi piccoli e trasparenti, ce la possiamo fare.
Lauren chiese la strada e fu semplicissimo trovare la scuola, dovevano solo girare l'angolo, attraversare la strada e percorrere una enorme via, avrebbero trovato la scuola sulla loro destra.
Quando giunsero davanti ad una costruzione di mattoni rossicci con finestre bianche circondata da numerosi alberi Lauren disse:
-Eccoci, questa è la scuola.
-Figa!- esclamo Bill
-Minchia, una figata totale. - poi guardandosi attorno adocchiò un paio di ragazze che ammiccavano sorridenti.
-Idiota, mentecatto, prova ancora a fare lo sguardo da pesce lesso e te "la" do quando sarai in pensione.
-Minaccia pesante alle otto del mattino- rise divertito Bill.
-Tre sciroccati, che fate?
-Gu- Si trattene Tom- che ci fate voi due?
-E voi tre come siete arrivati?
-In autobus!
-Ma siete fulminati?
-Noi siamo venuti in taxi.
-Avete rischiato la vita?
-No, l'autobus non era pieno e poi ci riconosceresti conciati così?
-Bill tu sei normale, quello che non avrei mai riconosciuto è Tom, bel cappottino- rise divertito Georg.
-Lo, so non me ne parlare, mi vergogno!
-Ti dona, sembri la copia bionda di Bill.
Ma Lauren ribatté:
-Smettetela, l'ho obbligato io a vestirsi così e a quanto pare ha funzionato! Grazie per essere venuti, ma ad averlo saputo avremmo fatto la strada tutti insieme.
-Così ci avrebbero beccati all'istante?
-Sai se ci dividiamo magari diamo meno nell'occhio. Come sei messa oggi?
-Non so come funziona lo stage devo informarmi. Ma se stiamo qui fuori non lo saprò mai.
Lo strano gruppo di ragazzi entrò, Lauren si diresse al banco delle informazioni mentre i ragazzi si misero in un angolo. Bill seguì l'amica.
-Mi scusi, sono qui per lo stage di settembre. Sono Lauren Bart e vengo dall'Opéra de Paris.
-Sì benissimo i ragazzi dello stage devono andare nell'auditorium gli insegnanti e il signor Neumeier vi attendono.
Lauren chiese timidamente:
-Del pubblico può assistere?
-Sì oggi per il primo giorno essendo l'auditorium aperto è concesso poiché vi sarà come una breve audizione. Ma devo registrare gli ospiti.
-O, mio Dio, ha detto un'audizione?
-Non si preoccupi le spiegheranno tutto in auditorium, siete ballerini? Dovete riempire il formulario per gli ospiti invece dovete lasciarmi i vostri dati.
- No, mi serve un solo formulario, solo io faccio lo stage, lui mi accompagna così come altri tre ragazzi.
-Mi servono i loro dati, nome cognome e numero di passaporto.
-Bill Kaulitz- rispose squillante il ragazzo, e gli altri tre sono...
-I Tokio Hotel- rispose ironica la segretaria- piantala e non farmi perder tempo.
-No, mi scusi è vero, le giuro gli altri sono Tom Kaulitz, Gustav Schäfer e Georg Mortiz Hagen Listing- disse Bill contrito e imbarazzato- ecco il documento.
Gli altri tre ragazzi si avvicinarono e porsero i documenti. La segretaria prese nota e aggiunse:
-Scusate ragazzi, ah- aggiunse con un sorriso- auguri di buon compleanno
-Grazie signora- disse sorridendo Bill, con il suo classico sorriso ammaliatore- è molto gentile, e mi scusi per prima.
-Ma come sono io la maleducata.

Il gruppetto si avviò verso la sala, Lauren con il batticuore aprì le porte e si ritrovarono in un anfiteatro enorme. Sulle poltrone qua e là erano seduti dei giovani, in piccoli gruppi o soli, tutti aspettavano che cominciasse la riunione. Lauren e i ragazzi si sedettero nelle ultime file, pochi minuti di attesa e comparvero gli insegnanti dello stage e il celebre coreografo John Neumeier direttore della scuola.
-Oddio, oddio John Neumeier in persona, svengo- Lauren cominciò a tirare la giacca di Tom come in preda ad un attacco isterico.
-Piantala, mi stai staccando un braccio!
-Cretino non mi capisci!
-No, sembri solo l'idiota di mio fratello quando vede Nena.
-Cretino non è vero!
-Sì Bill, sembri un idiota ogni volta che la vedi- sottolinearono Gustav e Georg acidamente.
-Siamo incompresi- aggiunse Lauren stringendosi nella braccia di Bill- tu mi capisci, lui è un genio! Idioti è come se tu Gustav suonassi con il batterista dei Metallica! O non so, facessi un concerto con le leggende della musica contemporanea, be' per me ballare davanti a John Neumeier è questo. Comunque se non mi capite, potete anche andarvene! Cattivi!
-Ma no, ti capiamo- disse con tono compiacente Tom- ma sai nelle prime tre ore dopo il mio risveglio sono, come dire, un po' orso?
-Altro che orso, scostante, ingrugnato, incazzato con il mondo, mi ricordi quando prendevamo l'autobus per andare a scuola!
I maestri fecero un discorso di benvenuto in tedesco e poi in inglese perché lo stage riuniva ballerini giovani provenienti da tutto il mondo. Poi John Neumeier fece il suo discorso e comunicò il programma della giornata:
-Oggi farete riscaldamento con la sbarra qui su questo palco, per poi esibirvi in una coreografia di classica scelta da voi dal vostro repertorio. Potete andare a cambiarvi, vi voglio pronti fra un quarto d'ora. Coloro che accompagnano possono assistere alla lezione.

-Vado! Sono pronta! Sono agitata, mi cago in mano ragazzi!
-In bocca al lupo!- dissero all'unisono i ragazzi a Lauren
-Noi diciamo " merde, merde, merde"
-Eleganti i ballerini!
-Sì, siamo fini! E comunque è un rito che facciamo sempre
-Allora...
-Merde, merde, merde- Lauren, Bill, Tom, Gustav e Georg unirono le mani e dissero le tre parole all'unisono poi si guardarono e risero.
-Mi raccomando, la prima parte della lezione sarà noiosissima, addormentatevi pure, ma non russate! Soprattutto tu Georg!
-Ma sei fuori? Io non russo semmai è l'idiota batterista che russa come un mantice!
-Bugiardo!
-Già già- disse divertito Bill- sembra un trattore!
-Ha parlato il minchione tinto, che parla anche nel sonno e a volte dice cose più sensate che da sveglio.
-Gemello fedifrago e denigratore! Come osi! Non è vero, io non parlo!
-Sì Bill, parli e si riescono a fare dei discorsi veramente sensati con te nel sonno.
-Insomma non è giusto, ve la prendete sempre con me!
-Già sei piccolo e nero, sarà per questo?
-Basta non vi parlo più! Ci manca solo...
-It's raining men hallelujah"- dissero in coro Gustav, Georg, Laure e Tom
-Lo sapevo, bastardi inside!

Lauren volò via felice a cambiarsi, ma prima diede un velocissimo bacio sulla bocca a Tom che sembrò rianimarsi per trenta secondi per poi tornare nel suo letargo. Lauren a casa si era già messa i collant e il body nero elegantissimo con un complicato intreccio dietro, si sistemò i capelli tirati perfettamente in uno chignon. Si infilò sopra una tuta di lana nera e preparò le scarpe che la sera prima aveva accuratamente cucito e rese morbide pronte per dare il meglio, come se dovesse ballare Giselle davanti al mondo.
Salì poi con gli altri e si mise a fare dello straching alla sbarra. Una ragazza bionda le si avvicinò con altre ragazze e un ragazzo:
-Spostati e tornate all'asilo questo è uno stage per ballerini.
Lauren la guardò con un sorriso ironico, ma non le diede corda.
-Da dove vieni? Guarda che il corso dei bambini è in un'altra sala.
Lauren continuava a fingere indifferenza poi quando ebbe finito di fare i suoi esercizi con calma olimpica rispose battendo la mano sulla sbarra:
-Vedremo, sarà questa a rispondere per me.

-Bene cominciamo, vi metterete in ordine alfabetico: Bart, Bayer, Brennan...- l'elenco continuò e Lauren si posizionò in prima fila a destra, era agitata ed emozionata, ma sapendo che nella platea c'erano quattro ragazzi che si erano alzati all'alba ad assisterla si sentì gasata e pronta a dare il massimo.
La lezione alla sbarra e il riscaldamento passarono velocemente per Lauren che si sentì soddisfatta per come aveva svolto gli esercizi, era in forma strabiliante e aveva ballato veramente convinta, come se dovesse dare il tutto per tutto facendo solo dei pliés.

-Bene, ora vi esibirete nelle variazione, sempre in ordine alfabetico- disse la voce del celebre John Neumeier che aveva seguito tutta la lezione dalla platea prendendo appunti- dieci minuti di pausa per prepararvi e poi cominciamo.
Lauren scese dal palco dove si era svolta la lezione e si era avvicinata ai ragazzi
-Dai presto ditemi: tamburello o ventaglio?
-Che cavolo dici?
-Decidete voi. Tamburello o ventaglio
-Tamburello visto che dici sempre che è il mio strumento! L'unico che sono in grado di suonare se smetto di fare il cantante- facendo seguire la sua risposta da un sorriso smagliante.
-Ventaglio- dissero gli altri per ripicca.
-Bastardi! I soliti tre stronzi patentati!
-Ma è così rilassante farti arrabbiare Bill, è il nostro sport preferito!
-Non ho commenti! -disse un offeso ragazzo che si imbronciò come un bimbo piccolo.
-Dai scricciolo, la democrazia vince sempre, ma cosa ne pensi, come sono andata? Non dirmi che vi siete appisolati!
-No, anche se è stato faticosissimo restare svegli, una musica taglio di vene e degli esercizi incomprensibili!
-Caro mio, gli esercizi incomprensibili pensa li facciamo da quando avevamo otto anni! Sempre più difficili, ma sempre uguali, sono la base per poi lavorare, solo così abituiamo il corpo e lo riscaldiamo al meglio.
-Non vedo l'ora di vederti!- esclamò Tom
-Merde, merde, merde- dissero insieme.
Lauren fuggì via per prepararsi, dal pesante borsone prese una gonna di pizzo nera con del tulle rosso, si appuntò una rosa rossa allo chignon, prese delle nacchere e un ventaglio. Si sistemò, poi fu chiamata sul palco. Si avvicinò al pianista disse il pezzo che voleva danzare, il pianista lo preparò.
Lauren con le nacchere in mano e il ventaglio infilato in vita fece il suo ingresso sul palco. Un silenzio carico di emozione si poteva percepire in sala.
Tom era agitatissimo e si era tirato su dritto sulla poltrona rigido come un automa. Bill, gli prese il polso e iniziò a stritolarlo per allentare la tensione. Lauren percorse il palcoscenico suonando le nacchere come se tutto intorno a lei ci fossero delle persone, salutò della gente immaginaria,
-Che cavolo sta facendo?- balbettò Tom
-Che ne so, sembra pazza?
-Sembra che veda qualcosa che noi non vediamo?
La ragazza era entrata nella sua parte, non era più la ragazzina di Parigi appena diplomata all'Opéra, era Kitri, una ragazza spagnola innamorata di Basilio.
Lauren si sfilò le nacchere e con un gesto elegante si sedette su una sedia che era servita al maestro per sedersi durante la lezione alla sbarra e che la ragazza aveva sistemato in un angolo del palco. Sorrise come se fosse in braccio a qualcuno e porse le nacchere alla persona immaginaria. Si mise sul lato destro in fodo, nella diagonale, tirò fuori il suo ventaglio dal fianco fece un cenno di capo al pianista e si preparò pronta per cominciare la sua variazione.
Le note risuonarono briose e Lauren danzò con grazia e leggerezza, era la variazione che aveva già ballato per il concorso di Spoleto e che le era valsa la prima posizione nella categoria danza classica. La ragazza ballava leziosa e il gioco con il ventaglio era perfetto, qualche piccola sbavatura nei pezzi più tecnici dimostravano ancora la sua inesperienza ma le doti di interpretazione, il sorriso e lo sguardo profondo coprivano quelle piccole mancanze.
Quando ebbe finito dal fondo si levarono degli applausi scroscianti e un tifo da stadio: Gustav fischiò e un "brava" fu urlato da una voce acuta molto riconoscibile, altre persone che assistevano applaudirono un po' meno calorosamente mentre i maestri e il celebre John Neumeier si girarono verso i ragazzi rumorosi che si sentirono osservati e quindi si sedettero sprofondando sulle loro poltrone.
-Signorina, l'inizio è stato alquanto singolare, l'aspetto dopo con un pezzo di contemporaneo- disse asciutto John Neumeier. Lauren fece l'inchino di rito rivolto alla platea poi al pianista e ancora con il fiatone per la sua prestazione, fece una faccia sorpresa, raccolse le sue cose, sistemò la sedia e lasciò il palco.
Quando fu dietro le quinte la ragazza bionda che l'aveva avvicinata poco prima disse:
-Elegante come una scaricatrice di porto così come i tuoi amici? Dove li hai raccattati da una periferia malfamata? Sono entrati mai in un teatro? Forse ti si addiceva una variazione di una contadina!
Lauren come prima si fece scivolare tutto e finse di ignorarla, il calore dei suoi amici era stata la cosa più emozionante di quella mattinata e non vedeva l'ora di abbracciare quei quattro squinternati e poi aveva un'altra gatta da pelare, doveva preparare la coreografia di contemporaneo.

-Sei bellissima- esordì un emozionato Tom
-Sei grandiosa- la stritolò un saltellante Bill
-Fantastica!- aggiunse semplicemente Gustav
-Veramente senza fiato, in due minuti hai tirato fuori una grinta sbalorditiva.- concluse Georg.
-Grazie ma un camion di merda secca si sta abbattendo su di me.
-Hai sempre delle immagini così colorite, tesoro che stonano come sempre con quello che abbiamo appena visto, comunque dicci!- disse uno sconsolato Tom che spesso non capiva la sua amica.
-Avete sentito il direttore e i maestri mi aspettano in una coreografia contemporanea e i non ho portato nulla.
-No, problem!
-Panico? Emergenze? Noi siamo abituati ad affrontare sfighe di ogni genere!
-Luci fulminate, chitarre che funzionano e poi buio!
-Corde rotte!
-Auricolari che mi scappano fuori dalle orecchie
-E conseguenti stonature da accapponare la pelle!
-Stronzo, il solito esagerato!- ribatté Bill al fratello con tono acido e contrariato- Coraggio dicci cosa dobbiamo fare!
-Allora vi chiederei di andarmi a prendere i vestiti che ho usato la sera del vostro compleanno, la base musicale di 1000 Meere, gel e lacca, quello lo chiedo a te tesorino tinto e dei nastri rosa e viola. Ah già Gughino mi servono come l'altra volta le tue bacchette, quelle più corte possibili.
-Dove troviamo il tutto?
-Entrate in camera di Tom, superate la montagna di felpe, calzini maleodoranti e boxer sparsi ovunque, se uscite indenni dal campo minato trovate un borsone, quello che mi hai aiutato a portare l'altra sera per intenderci Gu, dentro trovate la maglietta e i pantaloni, i nastri, spero. Al massimo, Bill mi presti una delle tue magliettine non troppo sgargianti, niente teschi grazie, qualcosa che ci stia bene, mi fido del tuo buon gusto.
-Qualche collarino, borchia, bracciale, cintura?
-No, assolutamente no! Ti prego, tesoro, sobrietà!
-Scherzavo! Poi prendo l'occorrente per il parrucco!
-Bravo piccolo esperto in capelli porcospino! Gustav, mi fido di te, sei il più affidabile e preciso. Concentrato sulla missione!
-E io cosa faccio?- disse un deluso Tom
-Idiota tu resti qui con me e mi fai compagnia! Mi coccoli e mi consoli se mi agito troppo e i ragazzi ritardano! Mi fai da punchiball!
-Bella prospettiva, ma invece qualche bacino?
-Ma non so, vedremo. Non sarà pericoloso?
-No per ora non ci hanno riconosciuto, va tutto bene!
-Già ma io?- si chiese un escluso Georg.
-Che discorsi tu stai qui e salvi Tom! Dai devi mostrami le riprese che hai fatto!
-Adesso sì che mi piace, sono contento che tu abbia apprezzato, non ero sicuro che volessi che ti filmassi, ma qui c'è qualcuno che mi ha scassato! Anzi una coppia di gemelli rompi palle estenuanti ognuno a proprio modo! Uno con una vocina squillante e acuta che alle sette del mattino irrita come un gatto attaccato ai marroni. Un altro che scassa all'inverosimile con frasi da innamorato "dopo non la vedo per chissà quanto tempo" "insomma devo avere qualcosa che me la ricordi" " me la voglio portare in tour sul pc per vedermela ogni tanto sgambettare come fa lei, con quelle gambe chilometriche così sexy"
-Dice così il mio tesorino rusticone?-sorrise Lauren.
-Sì è così mieloso!-aggiunse Georg
-Non lo credevo così " mi si caria un dente" per quanto è dolce!- rispose ironica la ragazza.
-Lauren tu non hai capito, questo stronzo biondo far un po' si ritroverà con qualche dente in meno se non la smette di prendermi per i fondelli!-minacciò Tom.
Bill si avvicinò a Lauren e le sussurrò:
-E' tutto vero, è così cotto che fa tenerezza!
-Vai andate, mission impossible!
-Sì, tutti per uno, uno per tutti!- disse un Gustav spumeggiante.
-Ogni tanto mi stupisce, è fuori come un cammello pure lui! Che band di squinternati che siete! Dove vi ho raccattato lo so solo io!
-In un paesino di merda sotto una pensilina di legno ammuffita?
-Già! Il posto più bello del mondo! Ripensandoci dopo anni.

Bill e Gustav partirono per la missione mentre Lauren, Tom e Georg rimasero all'interno della scuola. Si misero in un angolo lontano e nascosto dell'anfiteatro e Lauren volle rivedere i filmati che aveva fatto l'amico. La ragazza per non raffreddare i muscoli si era messa una strana tuta super tecnologica e seduta per terra faceva esercizi in continuazione, prendendo delle posizioni strane che lasciavano Tom sempre più sbalordito.
-Ma come cavolo fai? E dove cavolo le metti quelle gambe, non ti annodi?
-No tesoro, sono abituata.
-Ogni tanto mi vengono degli strani pensieri.
-Eccoli, ricacciali, testa malata! Hai visto troppi film porno.
Tom diventò rosso scarlatto e quasi non respirava.
-Ma che hai capito non in quel senso, ma sei fuori?- disse imbarazzatissimo Tom.
Georg era in pratica stravaccato sulla poltrona, non riusciva a trattenersi dal ridere! Guardava l'amico e rideva a crepapelle.
-Sarà, ma visto il tuo approccio di ieri sera o di sta mattina, non sono molto lontana dalla verità.
Tom era sempre più in difficoltà e non riusciva più a calcare il cappello più di quanto lo avesse già fatto. Poi diede un sonoro calcio negli stinchi a Georg, ormai in apnea per il troppo ridere.
-Zitti, voglio vedere quella bionda!- disse Lauren ad un tratto.
-Uhm, salvato da una bionda! Complimenti Tom!
-Piantala, Georg o ti manometto il basso la prossima volta!
-Tanto la figura la fai anche tu se suoniamo male!
-Potrei però vendicarmi in conferenza stampa o nelle prossime interviste!
-Ormai sono abituato alle tue gentilezze!
I ragazzi si zittirono di fronte alla ballerina bionda che aveva preso posto al centro del palco. La ragazza aveva scelto lo stesso pezzo di Lauren e ne aveva dato una prova altrettanto strabiliante. Tecnicamente era superiore, erano certamente quei tre anni in più d'esperienza che si facevano sentire, tuttavia Lauren era stata forse un pizzico più personale e briosa, aveva usato la sua freschezza e immediatezza dando al personaggio qualcosa di più.
-Sai quella lì mi ha insultato già due volte questa mattina!
-Le devo spaccare la faccia?- disse un risentito Tom- chi osa insultare il mio fiorellino!
-Il solito uomo delle caverne! Non preoccuparti pastore bergamasco, me la so cavare da sola! Sarà il palco il nostro punto di scontro.

Una porta si aprì e spuntarono due ragazzi.
-Eccoci, missione compiuta! L'odore fetido dei calzini di Tom ci ha rallentato nelle ricerche e il vapore tossico di lacca nel bagno di Bill hanno fatto quasi fallire il raid, ma eccoci - disse il batterista al ritorno della missione.
-Cosa hai bevuto Gustav?- chiese una Lauren divertita- cominciamo la vestizione!
Lauren cominciò con l'indossare i pantaloni e la maglietta:
-Tesoro esperto in parrucco mi aiuti con la pettinatura?
-Sì cara! Dammi istruzioni il re della lacca è qui ai tuoi piedi!
Lauren si fece una coda alta:
-Allora Bill, dividimi la coda in due parti: un terzo abbondante lo lasci sciolto, l'altro lo passiamo intorno e ne raccogliamo il finale davanti come fosse una frangia che poi armato di gel, pettine e lacca mi fai in piedi come un cantante di mia conoscenza.
-Ok operativo! Mollette, gel, lacca!- Bill entrò in modalità ER e dava istruzioni, mentre Gustav gli passava tutto l'occorrente per lavorare al meglio.
-Con il resto dei capelli, Tom e Georg dividete e fatene come tanti piccoli ciuffi tipo dreadlocks. Tanto per ricordarmi di un certo piccolo chitarrista di mia conoscenza.
-E io, disse un risentito Georg, io invece come sono rappresentato?
-Ma come guarda la maglietta!- sulla T-shirt di Lauren svettava un bellissimo basso a losanghe rosa e viola su fondo chiaro, i colori si armonizzavano perfettamente con i pantaloni che avevano ideato Laure e Bill quel lontano 22 giugno a Parigi.
- Adesso sono contento!- disse soddisfatto il biodo ragazzotto.
Lauren si sistemò le bacchette della batteria di Gustav legandole con i nastri viola e rosa che pendevano insieme agli improvvisati dread e le assicurò con le forcine in un modo ormai collaudato.
-Tesoro, mi stai uccidendo con la tua lacca!
-Insomma chi vuol bella apparire un po' deve soffrire.
-Bill qui ci stai uccidendo con i vapori della tua cazzo di lacca- tossì Tom
-Idiota almeno avvertici quando la spruzzi così tratteniamo il fiato e non rischiamo il ricovero in un polmone artificiale!
-I soliti esagerati! Comunque la cresta, Lauren è degna delle mie migliori performance.
-Non ne avevo dubbi anche se sto per soffocare! E con le mie treccine?
-Procediamo un po' a rilento siamo stati impossibilitati dalla nebbia di lacca!
-Insomma basta prendermi per il culo, adesso faccio io, incapaci! - Bill si mise al lavoro e in un batter d'occhio divise i capelli in tante piccole ciocche che con un paio di kili di gel e dosi industriali di lacca divennero dei dread improvvisati.
-Ok, per togliermi il tutto immagino che avrai dei potenti mezzi Bill, credo che la mia capigliatura potrebbe essere considerata un'arma impropria!
-No, cara, non mettertici anche tu a sfottermi se no me ne vado!
Lauren prese le guance di Bill, che fingeva di essere offeso, tra le sue mani e gli stampò un bacio sonoro sulla fronte.
-Grazie scricciolo tinto! Il tuo contributo è stato fondamentale ora mi ritiro per prepararmi al meglio.
Poi vide degli occhi nocciola che la guardavano perplessi e un po' offesi e Gustav che aveva incrociato le braccia con sguardo torvo:
-E, noi? Contorno? Perché esiste solo Bill?
-No, tesorino, volevo mettervi alla prova! Un bacio lo meritate tutti, ma non so Tom ha fatto poco niente non so se lo merita! Vedremo.
Lauren si alzò, diede un bacio sulla guancia a Gustav e Georg, poi si avvicinò a Tom e invece di baciarlo come avrebbe fatto una dolce fidanzata, gli mordicchiò il lobo dell'orecchio destro. La ragazza infatti adorava fare quel gesto affettuoso che però mandava su tutte le furie Tom.
-Merde, merde, merde!-disse fuggendo via veloce agghindata in strano modo. Come era capitato tanti anni prima quando aveva varcato il cancello della scuola con la gonna a fiori e un cappello appena uscito da una serra, Lauren sapeva che vestita in quel modo sarebbe stata fuori del comune e certo ciò non gli sarebbe valsa l'amicizia dei suoi compagni di corso, ma come quella volta, sapeva di poter contare su quattro giovanotti adoranti!
Dopo altre variazioni di classico fu la volta di quelle di contemporaneo che però non furono richieste a tutti e questo preoccupava molto Lauren. Forse era perché nel classico non era stata abbastanza brava? O forse perché non era all'altezza di quello stage? E poi, con la sua strana variazione di contemporanea si sarebbe certo fatta notare, ma era il caso di ballare quella sua strana coreografia?
A Lauren sempre l'arduo compito di cominciare, quando fu chiamata sul palco entrò come aveva fatto prima, sicura di sé, pronta per mostrare cosa sapeva fare, porse il cd con la musica al tecnico del suono:
-Traccia quattro.
Si mise al centro del palco seduta in una posa con le gambe elegantemente incrociate e tutta raccolta, la musica iniziava con i suoni del mare e le prime note calme di un pianoforte risuonarono nell'anfiteatro. Lauren danzò la sua coreografia come aveva fatto solo due giorni prima. Era bellissima e ora che aveva un grande palco per sé riuscì a riempirlo tutto con i suoi movimenti. Univa grazia, leggiadria ed eleganza dei passi della danza classica ad altri più mascolini e forti propri della danza contemporanea quasi del hip pop. Poi si sfilò le bacchette della batteria dai capelli e cominciò ad usarle come se stesse suonando una batteria immaginaria in alcuni momenti, facendole ruotare in mano come aveva visto fare da Gustav oppure usandole come fossero delle appendici delle braccia con eleganti movimenti. La coreografia terminava come era iniziata con Lauren che si inginocchiava e si sedeva con le gambe incrociate chiusa come in una conchiglia.
Il poco pubblico che vi era nell'anfiteatro le tributò un applauso caloroso, ovviamente il tifo da stadio si ripropose da parte della "curva nord", questa volta però i maestri e il signor John Neumeier non si voltarono scocciati.
-Signorina, se le chiedessi di improvvisare ora, su alcuni pezzi scelti da me?
Lauren un po' affaticata dalla sua performance fece l'inchino, raccolse le bacchette.
-Certamente!-posò le bacchette in un angolo.
-Cosa intende dire? -domandò nel panico Tom
-Che cavolo ne so- Bill stringeva forte il polso del fratello come se dovessero ballare con lei.
-Speriamo- aggiunse un livido Tom
-Guardate che il prato in fiore ha due controcoglioni cubici!- disse convinto Gustav
-Ce la metterà tutta è un mito!- aggiunse sicuro Georg.
Bill e Tom guardarono stupiti i due ragazzi, Lauren tirava fuori il meglio dell'eleganza da tutti!
La ragazza si mise al centro e un maestro chiese al tecnico del suono di mettere alcuni brani. Il primo pezzetto fu una specie di musica dodecafonica con dei rumori di strada e suoni elettronici.
-Oddio- esclamò Bill-panico!
Lauren invece lasciò il suo corpo andare a strani movimenti sincopati, fece strani salti non molto accademici e con le braccia fece starne evoluzioni. Subito dopo le fu messa un musica di tipo tribale e la ragazzina si trasformò. Seguiva il ritmo che i tamburi davano lasciando libera la fantasia, si trasformò in una leggiadra gazzella. Fu poi la volta di danza irlandese e Lauren diede il meglio, proprio qualche anno prima aveva visto lo spettacolo River dance almeno sette volte e quindi si ricordava alcuni saltelli tipici di quel balletto. Fu poi la volta di una musica lenta, con un sottofondo di pioggia leggera e ormai con il fiatone Lauren si limitò a danzare con le braccia e le mani.
-Bene basta così- disse John Neumeier
-Non vedo l'ora di averla alle mie lezioni- disse un'insegnante.
La "curva nord" si fece sentire con applausi scroscianti e urla " Brava" " sei grande" "Bis". Di nuovo Lauren fece un grosso inchino e lasciò in fretta il palco. Dietro le quinte e nei camerini molti la guardavano con invidia o odio. La ragazza bionda non la insultò, ma la guardò con aria di schifo e sufficienza.
Lauren raccolse la sua borsa e le sue cose e corse dai suoi amici.

-Allora, le vostre urla animalesche mi dicono che vi sono piaciuta.
-Sei mitica!
-Una vera forza!
-Quando sono cominciati quei strani suoni iniziali mi è venuto un colpo, ero in panico io per te.
-Già io sarei rimasto pietrificato.
-Anche a me si è azzerata la salivazione- confessò Lauren- ma poi ho pensato a qualcosa di bello e mi sono lasciata andare. Stavo per scoppiare! Ma credo di essermi fatta notare?
-Porca merda sicuramente sì!
-Guarda che alle altre persone non è stato chiesto di fare nulla di quello che hai fatto tu.
-Vero, guarda gli altri, stanno ballando solo il loro pezzo e basta.
-Vuoi vedere quella bionda di prima?
-No, non ne vale la pena, voglio solo stare con voi, fra un po' dovete andare via,o sbaglio.
-Sì dobbiamo preparaci per andare alla premiazione.
-Mi toccheranno delle interviste pallose sempre sullo stesso argomento: la famigerata lettera su myspace!
-La frase di rito qual è?
-Non abbiamo nessun myspace e non abbiamo tempo per andare su internet e poi con tutte le belle ragazze che mi circondano sarebbe triste non approfittarne, no?
-Orca e dopo questa frase, quanto ti crescerà il naso?
-Be' non posso dire: sono innamorato della ragazza di mio fratello, sarebbe un gran casino?- disse con un sorriso malinconico Bill.
-Già- rispose con un velo di tristezza nella voce Lauren.
-E poi sai che bomba, insomma mi passeresti la patata bollente? Simpatico fratello!- disse Tom cercando di uscire dall'imbarazzo che avevano creato le parole di Bill. - E poi Georg come farebbe a rimorchiare se non ci fossi io, libero.
-Ah, perché sei libero?- disse con tono fermo Lauren- Cos'è "la" vuoi rivedere a Capodanno?
-Orca mi tiene sempre per le palle! Ma non dovevo essere libero? e anche tu di poterti fare tanti ballerini?
-Non finché ci sono io qui! O ti trito le palle nel frullatore! Sono una fan di Sara Bobbit.
-Porca miseria, meglio filare dritto, Tom- rise divertito Georg facendo seguire la sua frase con una pacca sulla spalla al ragazzo- finalmente qualcuno che mi vendica per le cattiverie che mi dite durante le interviste!
-Prendiamo un taxi o fra un po' sentiremo le urla dello staff, senza bisogno di intermediari tecnologici.

***

-Tesorino, ci hai visto?- Tom accarezzò dolcemente la guancia di Lauren che dormiva beatamente sul divano avvolta in una coperta morbida con la tv accesa.
-Muh-mugugnò assonnata- ma, no! Credo di essermi addormentata al secondo ospite che varcava il tappeto rosso, ma ho registrato tutto! Com'è andata?
-Ovviamente abbiamo vinto il premio.
-Sì, ma chissene, come sono andate le interviste!- chiese senza mezzi termini Lauren
-Bene, convincente e sicuro con due controcoglioni cubici!
-Bravo, sciroccato tinto! Buonanotte.
Tom cercò un approccio un po' più romantico con Lauren che era ripiombata tra le braccia di Morfeo.
-Lauren, dai andiamo a letto?
-Muh, mi porti?
-Ma pesi!
-Uhé, come osi? Sei tu che sei un rammollito! Due braccia da budino molle! Uffi, mi tocca alzarmi, ma che ore sono?
-Le tre!
-Porca miseria fra tre ore o poco più mi tocca!
Tom aiutò Lauren ad alzarsi e prendendola per mano la portò verso la loro camera da letto. La ricoprì di baci e carezze, ma Lauren rispose ancora mezza addormentata:
-Ti prego, non adesso, devo dormire, domani ho la prima lezione e devo essere in forma smagliante!
-Ma?
-Uffi, tu domani puoi dormire quanto vuoi, io devo lavorare, ti ho detto no! E poi puzzi, hai fumato e bevuto e io non bacio né una distilleria né un portacenere!- Lauren fu categorica e Tom si scontrò per la prima volta con la dura realtà, le donne sono di difficile comprensione e la vita di coppia non è sempre tutta rose e fiori.
Sconsolato, andò in bagno a lavarsi i denti e mettersi il pigiama. Si coricò accanto alla ragazza che dormiva rannicchiata su un lato e la avvolse in un abbraccio.
Quando suonò la sveglia Lauren spense subito, si tirò su in piedi in un batter d'occhio, si infilò nella doccia, si lavò veloce, si preparò e andò in cucina, lì vide una sagoma informe sulla sedia, uno zombie dalla folta cresta leonina un po' floscia.
-Scricciolo che fai?
-Uhm- rispose con un filo di voce Bill- la sveglia suonava a tuono, mi è pigliata una sincope e mi sono svegliato, ti dobbiamo accompagnare, no?
-Uh, ma che carino!- Lauren lo abbracciò e gli stampò sulla guancia un sonoro bacio- devo andare a svegliare il mentecatto numero due quindi!
-Intanto preparo la colazione- disse nel coma più profondo Bill. Il ragazzo stava preparando tutto come un automa, ogni tanto si incantava davanti ad un mobile o davanti alla caffettiera, dormiva in piedi come i cavalli.
Intanto Lauren si era messa accanto a Tom e sussurrava paroline dolci per cercare di svegliarlo con delicatezza. Provò con carezze e baci finché il ragazzo cominciò a dar segni di vita.
- Tom, Bill sta preparando la colazione, ti alzi anche tu?
-Buh, sono morto- Tom aprì un occhio- sono stanco!
-Dai, cucciolo, coccolo, ciccino alzati, mi accompagni poi torni a nanna!
-Mi alzo, ma non chiamarmi mai più con quei stupidi nomignoli o mi suicido!
-Oh no, dont jump!
-Fan culo Lauren, alle sette dove cazzo la trovi la forza per scherzare?
-Dai alzati, ti apro la doccia!
-La facciamo insieme?
-Caro mio arrivi tardi sono già vestita, devo solo truccarmi e pettinarmi.
-Uffi, la mattina sei scattante come un fuso! Come fai?
-Abitudine!
La colazione si svolse in silenzio i due ragazzi erano veramente assonnati, mentre Lauren era euforica, vivace e arzilla. Quando ebbero finito si diressero in bagno per finire di lavarsi i denti, Lauren si pettinava facendosi una coda di cavallo, poi si fece una treccia e la arrotolò in un elegante chignon. Poi si truccò lievemente gli occhi solo per sottolinearne la forma. Mentre Tom ancora alquanto assonnato si stava sistemando la chioma in una coda alta.
-Tom, se ti metti quel cappello non ti rendi un po' troppo riconoscibile.
-Uhm, già che palle vado in automatico! Ma se metto quel cavolo di cappello di lana nero di ieri non va bene con la coda così?
Lauren glielo mise poi lo guardò dubbiosa.
-Ma sì, forse ti sta bene anche così.
-Direi perfetto.
I tre si ritrovarono in salotto poi scesero nell'androne e si avviarono verso la fermata dell'autobus, era una mattinata grigia e fredda e l'aria frizzante del mare non lontano li risvegliò subito.
-Fra qualche giorno c'è il compleanno di Gustav, già pensato al regalo?
-No!
-Encefalo grama piatto, nessuna idea.
-Potremmo girare un video divertente ripercorrendo in modo ironico la sua vita.
-Potrebbe essere una buona idea.
-Dai, Bill, fai lavorare il tuo cervello da creativo! Quando siete a casa, mettete giù uno storyboard magari provate a chiedere ai suoi genitori qualche foto o dei momenti divertenti della sua vita e poi noi li mettiamo in scena.
-Sarebbe divertente- rispose con la sua inconfondibile voce squillante Bill- mi metto subito al lavoro!
Tom invece silenzioso sembrava ancora nel mondo dei sogni, un automa che cammina da solo, poi Lauren rivolto a lui con dito minaccioso disse.
-E tu, sbaglio o devi studiare per la patente? Sai io appena avrò compiuto diciotto anni potrò finalmente guidare da sola! La patente ce l'ho già da due anni!
-Stronza, io invece non ho avuto ancora il tempo per studiare, ma tu, come fai ad averla?
-Noi possiamo guidare fin dai sedici anni, ma solo accompagnati dagli adulti. Possiamo fare un corso e ci rilasciano una patente dopo aver superato degli esami e una volta i diciotto compiuti, tadaaaa guidiamo senza accompagnatore! Quindi il 18 settembre vi aspetto, guiderò io fino alla mia festa.
-Oddio, credo che mi darò malato- disse ironico Bill.
-Tu provaci e tornerai ad essere una voce bianca!-disse minacciosa Lauren.
Bill sorrise, i tre ragazzi salirono sull'autobus e cominciarono a discutere sui particolari della festa di Lauren che come Bill aveva programmato nei minimi dettagli.
-Dai, tesoro, mi racconti cosa faremo?
-E chi ti dice che sarai invitato?- disse Lauren.
-Ma come, non sono l'invitato d'onore- rispose un mesto Bill.
-Sempre il solito egocentrico?
-Già oltre alla teoria Tolemaica dovrebbero coniare la Teoria Billmaica, ovvero Bill è al centro dell'universo e il resto ruota intorno a lui.
-Ah, perché non è così?
Tom e Lauren gli diedero una sberla sulla testa lasciandolo rintronato e facendo seguire il loro gesto da due improperi fini ed eleganti.
Scesero poi alla fermata e l'aria frizzante li risvegliò, quando si ritrovarono davanti al portone della bellissima scuola di danza Lauren fece per entrare ma prima diede un bacio sulla guancia ai due ragazzi:
-Allora mi raccomando, si studia per la patente e tu testa tinta scrivi un bel po' di copione per il video! Non voglio lavativi! E se io non dormo, nemmeno voi!
-Sì, ma ti voglio ricordare che noi siamo a tre ore di sonno invece tu a quanto pare ti sei addormentata sul divano…
-Secca come una pera cotta!-aggiunse Tom
-Allora, -sfoderando il dito minaccioso- pera cotta non me lo dici! Al massimo vi concedo un pisolo dopo pranzo, ma ora a casa al lavoro!
-Schiavista!
-Già, quasi peggio dei nostri manager.
-Comunque nel pomeriggio noi, mica cazzeggiamo, dobbiamo lavorare, la testa di minchia deve ancora imparare una canzone in inglese e ci metterà come minimo tre anni!
-Allora smentiamo una volta per tutte che io sia un mentecatto rincoglionito, la canzone l'ho già imparata! Ogni tanto sbaglio qualche parola.
-Una su due?
-Piantala gemello malefico! - poi cercando conforto-Ho una serpe in seno!
-Come sempre la verità fa male!- concluse Tom cingendo la testa del fratello e togliendogli il cappellino di lana cominciò a frizionarla in modo scherzoso. Bill dal canto suo gesticolava e lanciava maledizioni.
Lauren si allontanò divertita salutando con la mano. La pesante porta a vetri si chiuse dietro di sé, mentre Bill e Tom la guardavano allontanarsi. Poi si voltarono e si diressero verso la strada in cerca di un taxi. Tuttavia improvvisamente Tom si sentì tirare per la giacca si girò e vide Lauren
-Uhè, gino, hai dimenticato!- Lauren gli prese il capo con sicurezza e gli diede un lungo bacio. Tom rimase stupito, il bacio della ragazza anche se fugace fu lieve e dolce e lo lasciò per qualche secondo in estasi.
-Pesce lesso- lo riportò sulla terra Bill- il taxi.

***

Nei giorni successivi i ragazzi lavorarono al loro progetto di video divertente per il compleanno di Gustav, fu molto difficile però non farsi scoprire dal ragazzo.
Lauren faceva la madre di Gustav, Georg il padre, un bambolotto aveva fatto le veci del ragazzo da bebè, mentre Bill era stato costretto a fare Gustav, per l'occasione avevano comprato addirittura una parrucca bionda.
-Senti, piantala Bill, sei fastidioso come un riccio di mare sotto il culo! O la smetti di lamentarti o ti portiamo davanti ad una scuola e ti incateniamo al cancello!
-Ma uffi, perché mi devo conciare così!
-Insomma, l'hai scritto tu l'episodio!
-A saperlo mi sarei limitato! - Protestò vivamente.
Ma i ragazzi furono irremovibili, Bill cedette per non rischiare il linciaggio. Poi fu la fatica del montaggio, per questo si fecero spiegare bene l'uso di un programma dal loro esperto che fu lieto di aiutare i ragazzi fornendogli tutti gli accorgimenti per un lavoro perfetto. Ma tutto fu reso complicato dal solito Bill.
-Senti ma trovati un hobby, fatti una sega, non ci rompere!- urlò infastidito Tom
-Già Bill sei il solito esagerato, non possiamo fare un'opera perfetta, se sei brutto e vieni di merda in video non è colpa nostra!
-Sarò anche un rompi palle, ma voi siete odiosi, quando torna Lauren vedrete mi darà ragione!
-Vedremo, intanto vai giù a provare con Gustav le canzoni per il compleanno di Lauren o capirà che stiamo progettando qualcosa per il suo compleanno, già ieri per poco non ci scopre- tagliò corto Georg rimettendosi alacremente al pc.
-Sempre perché sei un deficiente- aggiunse laconico Tom.
Bill se ne andò imbronciato, suonò dal suo amico Gustav e si mise al lavoro per prepararsi al meglio per il compleanno di Lauren. Gustav e Bill andavano molto d'accordo, Gustav infatti era molto paziente con l'amico e sapeva sempre o quasi come prenderlo. Essendo molto silenzioso sapeva bilanciare le chiacchiere fiume del ragazzo e nello stesso tempo sapeva fare battute esilaranti e scherzi divertenti che rendevano il lavoro piacevole.

-Bill, sappi che ho perso la pazienza, guarda io non sono un drago con il francese, ma tu sei al limite della demenza! Sei, credo, senza speranza alcuna, ora ci colleghiamo con skype e Léonor, se sopravvive alla tua pronuncia, prova a correggerti, io ho tentato, ma abbandono. La lotta è impari.
-Dici?- domandò con tono ingenuo Bill.
Gustav di fronte alla faccia del suo amico che lo guardava con due occhioni nocciola languidi e innocenti si sedette e sprofondò sconfortato come fosse una gelatina sciolta.
-Ti vedo demoralizzato, faccio tanto schifo?- chiese Bill timidamente.
-Sì, Bill, sì, non ne posso più, possibile che riesco io a cantarla mentre tu no! Insomma sforzati.
-Ma, io ci provo con tutte le mie forze, ma non ci riesco- ribatté il cantante.
-Ma non puoi cantarla così, fai veramente cagare! Sembra quasi che tu non abbia mai cantato in vita tua!- lo redarguì con forza Gustav.
-Faccio così schifo? Sei sicuro? Non è che stai esagerando?- richiese con insistenza Bill.
Gustav stava arrancando voleva sbattere la testa al muro, poi si alzò risoluto:
-Vado a chiamare la metà del tuo cervello e Georg così ti diranno loro, io non ti reggo più!
-No, non puoi- lo trattenne Bill- facciamoci una banana split! Un muffin! Insomma non hai voglia di una maialata pannosa e cioccolatosa?
-Neanche un bagno nella cioccolata calda potrebbe rifarmi prendere le forze, mi hai svuotato!- disse con le braccia penzoloni e lo sguardo vacuo il povero Gustav.
-Non sei troppo duro con me? Dai, merendiamo e poi riattacco a cantare con l'aiuto di Léonor.
-Povera Léonor!- Gustav si alzò sconsolato e in cucina con il suo amico si concedette una lauta merenda.

***

-Raga!- entrò urlante Lauren- ho una notizia sensazionale!
Tom le corse incontro e la prese tra le braccia sollevandola di peso la fece girare fino a che rimase senza fiato. La posò e la baciò a lungo, intanto anche Bill li aveva raggiunti.
-Ok, scollatevi, prendete fiato, basta baciarsi davanti ai bambini!- Bill gesticolava davanti ai due ragazzi che non avevano smesso di baciarsi. Quando divenne molesto sia Tom sia Lauren senza staccarsi né parlare alzarono un elegante dito verso Bill che esclamò:
-Eleganti i due ragazzi, Dio li fa e poi li accoppia, dai qual è la notizia?- Bill cominciò a tirare la giacca di Lauren come un bimbo che fa i capricci, ma Tom non voleva mollare la ragazza, aveva proprio voglia di coccolarsela un po' quindi si staccò due secondi dalla bocca dell'amata e disse acidamente:
-Bill te ne vai fuori dai coglioni grazie?- accompagnando le parole con un chiaro gesto.
-Perché? Questa fino a prova contraria è anche casa mia.
-Sì, a metà, quindi chiuditi in camera tua e non mi rompere- Tom riprese da dove aveva lasciato la ragazza, le tolse il cappotto, lanciò il cappello in faccia a Bill e cominciò a slacciare il vestito di Lauren che fece altrettanto con la felpa del ragazzo.
-Lauren allora la tua notizia?
-Può aspettare!-disse Lauren trascinata dalle carezze di Tom.
Bill li guardò un po' ma non voleva proprio capire che era il momento di lasciarli da soli. Evidentemente, punto sul vivo dalla gelosia, cercava di rovinare il momento, ma Tom fu categorico.
-Bill, o vai in camera tua o te ne vai fuori dai coglioni, vai ad aiutare Gustav con i preparativi per la sua festa, vai in camera tua fatti una sega, insomma lasciaci in pace!
-Quanto puoi essere stronzo? Andatevene voi in camera vostra io voglio mangiare, abbiamo preparato la cena per tutti, dovevamo cenare da bravi ragazzi, ci sono le mie polpette preferite!
-Ma allora ci sei?- Tom lasciò Lauren prese il fratello per la manica della maglietta, lo trascinò verso la sua camera e lo spinse dentro con forza richiudendo la porta con fragore. Poi riprese Lauren e continuò come se niente fosse le effusioni amorose camminando verso il divano.
Bill raccolse una giacca, un cappello e sbattendo prima la porta della sua camera, poi quella dell'appartamento se ne andò.
Scese con rabbia un piano, suonò a casa di Georg, ma non ottenne risposta. Si avviò quindi verso l'appartamento di Gustav, suonò e aprì la madre:
-Buonasera signora- disse con un filo di voce Bill.
-Buonasera, come stai? Qui fervono i preparativi per festeggiare il nostro piccolino.
-Mamma se è uno dei ragazzi non farlo entrare, deve essere una sorpresa!
-Gustav ti posso parlare?- chiese timidamente Bill rimanendo sulla soglia.
Gustav fece capolino dalla porta e senza far accomodare l'amico disse:
-Che ci fai qui? Non dovevate cenare?
-Sì, ma mi hanno sbattuto fuori!
-Dai, era prevedibile vorranno stare un po' soli.
-Bastava chiederlo prima, mi sarei organizzato, invece sono stato sbattuto fuori come un cane! Mio fratello è uno stronzo!
-Bill, devi esser comprensivo, è la prima volta che può stare tanto tempo con lei e forse vuole godersi un po' la vita da fidanzatino, non pensi?
-Lo so, ma ribadisco, poteva dirmelo e io mi sarei organizzato.
-Guarda che a volte ti vengono delle voglie improvvise, dai magari non voleva essere brusco. Sai a volte le ragazze sono un po' difficili, forse Lauren non era stata tenera in questi giorni, insomma non si era concessa e quindi Tom ha colto l'occasione al balzo e... Non rimanerci male. Dai, chiudi gli occhi, vieni dentro, voglio che sia una sorpresa la festa del mio compleanno e qui fervono i preparativi.
Bill chiuse gli occhi e si fece condurre da Gustav fino in camera sua. La camera del ragazzo era perfettamente in ordine, immacolata, pulita con il letto militarmente perfetto, niente a che vedere con il "caos organizzato", come lo definiva Bill, della camera del cantante dove un servo muto oscillava pieno di vestiti e una poltrona era completamente ricolma di abiti. Quando le donne delle pulizie entravano nell'antro dei gemelli ci mettevano ore a riordinare il tutto. Lauren aveva tentato di inculcare ai due ragazzi un po' di rispetto per il lavoro altrui, ma non aveva sortito quasi nessun effetto.
-Bill, fai come se fosse camera tua, se vuoi guardati un film, sai dove sono, hai mangiato?
Anche se il ragazzo non aveva cenato mentì, il suo stomaco si era chiuso e la fame gli era passata del tutto.

-Che ore sono?- chiese Lauren a Tom che si era assopito tra le sue braccia.
-Porca miseria è l'una passata.
-Hai sentito per caso Bill rientrare?
-Oddio, no, cavoli.
Tom si alzò e ancora nudo si diresse verso la camera del fratello.
-Lauren- urlò- non c'è.
La ragazza si infilò le sue mutandine e si mise una maglietta di Tom, prese il telefono e fece partire la chiamata al cellulare di Bill.
Una musica risuonò sul divano.
-Porca merda il mentecatto ha dimenticato il cellulare!
-Siamo stati degli stronzi egoisti- disse Lauren con tono preoccupato, poi lanciò un paio di boxer a Tom che si vestì alla bene e meglio.
-Che facciamo?- entrò di corsa in camera di Bill e vide che sul comodino vi erano le chiavi dell'appartamento e il portafogli.
-Merda ha lasciato anche qui i documenti. Chissà se ha con sé il cellulare di lavoro.
Tom andò in camera sua e fece squillare il cellulare che usavano per lavoro, cercò di capire se il fratello se lo era portato con sé, ma nulla, il cellulare fu ritrovato accanto al pc di Bill.
-Siamo nella merda, l'idiota è in giro senza documenti e cellulari.
-Magari è semplicemente da Gustav o da Georg- disse Lauren con un tono che cercò di essere il più convincente possibile.
Lauren si vestì e con Tom scese alla volta degli appartamenti degli altri due componenti della band.
Suonarono da Georg, ma nessuno rispose.
-Magari è uscito con Georg!
-Speriamo!- Tom fece squillare il cellulare dell'amico, ma " il cliente da lei cercato non è al momento raggiungibile"
-Cazzo!- inveì Tom- speriamo sia da Gustav.
Lauren suonò da Gustav, Tom era veramente preoccupato e si sentiva gelare, era stato veramente odioso con suo fratello, nel giro di pochi giorni aveva talmente trattato male Bill che si sentiva morire.
Un assonnato Gustav aprì la porta e fregandosi gli occhi non lasciò neanche il tempo ai due ragazzi di parlare e disse:
-E' qui. Sta dormendo sul divano.
Tom entrò senza indugio e conoscendo bene la casa dell'amico si diresse sicuro verso il fratello.
Bill dormiva rannicchiato in posizione fetale avvolto sotto un piumone caldo e accogliente.
Tom gli scoprì il volto e accarezzò dolcemente la fronte e la guancia del fratello, avvicinandosi con il volto all'orecchio di Bill sussurrò:
-Scemunito tinto, perdonami- poi gli diede un bacio sulla guancia.
Bill aprì gli occhi, ma rimase silenzioso.
-Sono un minchione di grandezza abnorme. Sono uno stronzo di prima categoria, una testa di cazzo rasta. Devi perdonarmi, l'olio d'aloe mi ha fuso i neuroni- poi gli ridiede un bacino- non dovevo comportarmi così, sono un idiota, è la seconda volta che ti tratto male e tu non te lo meriti di certo.
Bill non si muoveva una lacrima gli solcava il viso, aveva lo stomaco chiuso e un nodo in gola. Anche Lauren si avvicinò al ragazzo e raccolse una lacrima che nasceva salata dagli occhi nocciola del ragazzo e disse:
-Due minchioni di grandezza incommensurabile! Devi perdonarci Bill. L'amore fa fare delle stronzate galattiche e ferire così il nostro scricciolo tinto, era l'ultima cosa che dovevamo fare, la sera delle polpettine in umido e banana split, poi! Sai, non abbiamo ancora cenato, ti va di farci una mangiata di mezzanotte?
Bill si tirò su e abbracciò i due ragazzi che apparivano contriti, desolati e cercavano in ogni modo di farsi perdonare.
-Vi perdono, ma vi prego cercate di comprendermi ogni tanto, non è facile per me vedervi insieme!
-Certo, fratellino, scusami! Il mio solito tatto da elefante, il mio carattere da buzzurro patentato. Mille volte scusa- disse mesto Tom.
Gustav aveva assistito alle scuse dei ragazzi e quasi in catalessi, dormendo in piedi, cercava le parole giuste per congedare gli ospiti.
-Togliamo il disturbo- disse Bill finalmente sollevato dopo le scuse del fratello.
-Scusaci Gughino- disse Lauren dando un bacino sulla fronte al ragazzo assonnato,- scusaci per l'intrusione.
-Già, la prossima volta il piccolo Bill lo portiamo a passeggio per il parco e lo abbandoniamo lì- disse Tom cercando di stemperare l'atmosfera.
Bill allora si attaccò al braccio del fratello e cominciò a fare il cucciolo molesto. E per farlo incavolare fino in fondo quando furono sulla soglia Bill leccò la guancia di Tom che urlò sul pianerottolo rincorrendo il fratello che sicuro della reazione era corso via verso il loro appartamento. Quando Bill fu davanti alla porta si accorse di non avere le chiavi per entrare e si trovò con le spalle al muro, senza via di scampo. Tom lo braccò, Lauren aprì la porta e Tom stringendo forte il fratello in un abbraccio lo sollevò e lo portò sul suo letto, lì cominciò a fargli il solletico. Bill tentava di difendersi ma non riusciva a smettere di ridere. I due poi finirono a cuscinate la lotta, mentre Lauren riscaldava la cena. Quando non ebbero più fiato i due ragazzi si sdraiarono a faccia in su guardando il soffitto, in silenzio, si stringevano la mano in modo affettuoso.
-Dai, venite, ceniamo- li chiamò premurosa Lauren.
I due fratelli si guardarono negli occhi si sorrisero e si alzarono di scatto all'unisono.
-Certo, cenare alle due di notte…-disse Lauren.
-A noi capita spesso, quando siamo in tournée. - rispose Bill
-Già abbiamo strani ritmi sonno veglia che ucciderebbero un cammello. Per cui…pancia mia fatti capanna- disse Tom attaccando le polpette.
La cena notturna si svolse in gioia e armonia e Lauren finalmente raccontò a Bill la strepitosa notizia.
-Oggi sono stata scelta per ballare un passo a tre con altri due compagni nel balletto finale che conclude lo stage. Nella serata saranno presenti anche altri ballerini famosi che arriveranno settimana prossima. Tra questi c'è anche uno dei miei idoli. Pensa potrò vederlo ballare e farò delle prove anche con lui.
-Ma chi è quel Roberto qualcosa?
-No, magari, ma c'è l'altro ballerino italiano che mi piace! Murru!
-Ah, ma chi è?
-Idiota lo hai sicuramente visto, quello del dvd che ti ho fatto vedere mille volte!
-Quello di Giselle!- esclamò Bill.
-Bravo, Bill ti adoro, ma allora tu mi ascolti e ti appassioni, tuo fratello per queste cose ha l'encefalo grama piatto- fece sconsolata Lauren.
-Guarda è solo perché me lo avrai propinato settecento volte che me lo ricordo! E quello di cui sospiri e dici " che belle mani"
-Sì!- disse trionfale Lauren- il mio mono neurone tinto ogni tanto mi stupisce, credo di aver sbagliato gemello, forse dovevo mettermi con te- poi Lauren si morse le labbra, non doveva riaprire quella ferita, ma Bill con uno sforzo sovrumano sorrise e prendendo la panna spray se ne sparò una montagna su una banana.
Tom che si era tenuto in disparte fino a quel momento prese a sua volta la panna e invece di metterla sulla sua banana la scosse e la spruzzò in faccia al fratello:
-Bill, ti fa bene la panna sul viso, ti asciuga i brufoli!
Bill per la seconda volta in pochi giorni con la faccia ricoperta di panna cominciò ad inveire e rincorrere Tom che si rifugiò nel suo bagno.
-Bastardo patentato, esci da lì.
Tom aprì guardingo la porta e accolse Bill che urlava improperi con la doccia fredda in mano.
-Stronzo, è fredda!
-Già almeno spengo i tuoi bollenti spiriti.
-Piantala, chiudi, stai allagando il bagno. - chiese supplichevole Bill.
Lauren entrò in camera prendendo l'intonazione da mammina apprensiva:
-Bambini, piantatela, prenderete freddo e poi state allagando casa!
Ma quelle parole le furono fatali. I due gemelli si scambiarono un fugace sguardo di intesa e poi si coalizzarono contro la ragazza.
-Ah, così ti saresti sbagliata, vero?- esordì Tom bloccando le braccia di Lauren- forse era meglio scegliere Bill.
Tom sollevò la ragazza e la trasportò sul letto e vi si gettò come su un materasso gonfiabile. Bill li raggiunse e tutti e tre cominciarono a lottare come tre bambini. Ancora una volta avevano sistemato tutto con un paio di risate, pizzichi, solletico e cucinate.
-Cavoli- mi viene da vomitare.
-Porca miseria anche a me.
-Attività sportiva dopo cena, fa male.
-Sarà che sono le tre di notte?
-Meno male che domani possiamo dormire!
-Già, domani è il compleanno di Gustav.
-Il video come è venuto?
-Da morire dal ridere.
-Sta sera ho parlato con la madre di Gustav e ci siamo accordati, abbiamo preparato un maxi schermo per proiettare il video.
-Il disco con l'autografo è arrivato questa mattina, mentre il piatto della batteria firmato lo avremo all'ultimo domani pomeriggio.
-Bene ora possiamo dormire che ne dite?
I tre ragazzi si misero sotto il piumone caldo, Tom al centro così poteva coccolare Lauren e cercare di confortare Bill tenendogli stretta la mano.

***

-Signora era tutto ottimo!- Lauren fece i complimenti alla mamma di Gustav che per il compleanno del figlio ci teneva ad organizzare una cena tranquilla.
-Già ha cucinato per un reggimento, ma come vede abbiamo fatto onore- si batté la pancia Tom che con i suoi pantaloni larghi aveva ancora parecchio spazio.
-Io, mi sono slacciato la cintura dopo l'antipasto, sembro un tacchino ripieno.
-Sì, bel tacchinello con la cresta nera!- lo stuzzicò Lauren
La festa di Gustav era nettamente diversa da quella dei due gemelli, di natura riservata e calma, Gustav aveva preferito festeggiare con una cena tra amici e parenti, poi avevano intenzione di andare in un locale e festeggiare tutta la notte ballando e folleggiando in un bar "in" di Amburgo.
Il padre del festeggiato si alzò dopo l'ennesimo brindisi, abbassò le luci e la madre portò la torta con 19 candeline.
Un bellissimo "Tanti auguri" fu intonato dalla cristallina voce di Bill accompagnato dagli amici più intimi. Un felicissimo batterista spense tutte d'un fiato le candeline e per fortuna non ebbe nessun incontro ravvicinato con la panna.
La torta era una super Saker fatta in casa, una delizia che lasciò tutti molto soddisfatti.
-Adesso i regali, ma per questo dobbiamo spostarci in salotto!- disse la madre di Gustav.
Il ragazzo fu sorpreso e quando entrò nel salone trasformato in cinema fu ancora più sorpreso.
-Oddio inizio a temere, qui c'è puzza di guai!- rivolgendosi agli altri componenti della band -Ne sapete qualcosa?
-Noi?- finse innocenza pura Bill da attore consumato.
-Spero non sia mia madre che vuole proiettare i miei filmini di quando ero piccolo, mi sparo!
-Sarebbe bello vederti sculettante chiappe al vento Gustav, potremmo metterlo su youtube.
-Poi ti scotenno vivo. -disse minaccioso a Tom che aveva provato ad essere impertinente.
-Benissimo prendete posto signori e signori, adulti sul divano, bambini e ragazzi per terra. Il festeggiato in centro per favore- Lauren si mise al centro come una presentatrice, poi intervenne Bill.
-Innanzi tutto dobbiamo tributare un super applauso a signori Schäfer- tutti batterono le mani- hanno organizzato una cena splendida! Noi ragazzi della band e Lauren poi vogliamo tributare loro un ulteriore super applauso per l'aiuto che ci hanno dato, per il caloroso sostegno e l'enorme contributo nel preparare il nostro speciale regalo di compleanno. A nome dei: " Tokio Hotel"- dissero in coro i ragazzi che ormai lo facevano in automatico.
-E mio- aggiunse Lauren- buona visione! Per alcune scene contenute nel filmato si raccomanda la visione ad un pubblico adulto. I cardiopatici potrebbero avere delle conseguenze, gli autori quindi raccomandano di tenere vicino le medicine pronto soccorso. Se ci sono animali domestici, vanno tenuti lontani, potrebbero avere delle reazioni inspiegabili e dei comportamenti strani, se dovesse succedere, allontanateli subito e spegnete immediatamente il televisore.
Alla presentazione di Lauren tutti risero, mentre Gustav era sempre più preoccupato, che cosa avevano combinato quei tre squinternati dei suoi amici con Lauren? E i suoi genitori complici? Era preoccupato.
Il filmato cominciò con una voce camuffata che diceva:
-La "Lauren tokio stamberg " preXenta- e uscì un simbolo della band camuffato con una grossa L che si fondeva insieme- "Gustav Life". Solo questa presentazione fece ridere la platea, mentre Gustav meditava una morte rapida.
Il filmato ripercorreva le tappe salienti della vita di Gustav riveduta e corretta dai ragazzi. Innanzitutto avevano girato un filmato in una nursery Lauren e Georg facevano i genitori di Gustav e tenevano in braccio un Cicciobello, mentre Tom faceva il medico. Bill, poi nei panni del piccolo Gustav faceva spaccare in due dal ridere. Soprattutto quando, per rimarcare il fatto che era piccolo, prendeva assurdi accenti e faceva errori grammaticali da far sbellicare. I genitori, i nonni e i parenti presenti erano felicissimi e ridevano come matti. Una delle scene più divertenti fu quando interpretarono l'inizio della carriera di Gustav. Bill con la parrucca bionda in testa per essere il più somigliante possibile all'amico, in ginocchio per sembrare piccolino con le scarpe che gli spuntavano a livello delle rotule era circondato da pentole e coperchi. Bill-Gustav si impegnava come un matto per suonare ma più che musica creava solo grande confusione. Mentre Lauren e Georg i genitori facevano finta di essere fieri del loro figlioletto.
"Garda come è dotato" diceva Lauren
" Già dobbiamo proprio iscriverlo ad una scuola di musica" rispondeva fiero Georg. Il filmato poi mostrava delle immagini vere di Gustav che suonava da piccolo.
Poi ovviamente misero in scena il loro incontro dove i ragazzi ripresero il loro ruolo. Bill era riuscito, con l'aiuto di mollette forcine e tanto gel, a pettinarsi i capelli come quando li aveva corti, aveva indossato la sua gonna scozzese e degli stivali un po' riveduti. Tom si era sciolto i dread e anche se erano più lunghi e folti sembrava quel piccolo chitarrista che suonava accompagnato solo da suo fratello. Anche far sembrare più corti i capelli di Georg era stato difficile, qualche ricciolo aveva fatto la sua comparsa, mentre Lauren aveva indossato i panni del batterista.
L'atmosfera era delle migliori e tutti, alla visione del filmato, risero di cuore, anche il festeggiato dovette asciugarsi un paio di volte le lacrime dal troppo ridere.
-Grazie ragazzi, siete fantastici, credo sia uno dei regali più belli in assoluto, adesso capisco perché eravate strani in questi giorni, soprattutto quando mi avete lasciato un intero giorno solo con Bill che mi ha scassato le p fino allo sfinimento. Per questo vi perdono.
I ragazzi si abbracciarono felici poi Bill saltellando come un grillo, come soleva fare quando era eccitato, aggiunse:
-Ma non è finita! Abbiamo ancora dei regali! I ragazzi sparirono per qualche minuto e tornarono con dietro la schiena altre sorprese.
-La prima- disse felice Bill e porse un pacco rotondo che svelava chiaramente il contenuto.
- Cos'è avete finito i soldi e mi avete regalato un piatto per la batteria?
-Più o meno.
Gustav scartò il regalo e poi urlante disse:
-O mio dio, o mio Dio, come lo avete ottenuto?
-Abbiamo mosso mare e monti e con l'aiuto di Peter siamo riusciti ad avere l'originale autografato.
-Grazie è stupendo! E' pure consumato e vissuto lo terrò sul comodino! Grazie ragazzi! Abbraccio di gruppo!- Gustav andò a stritolare i suoi amici e al settimo cielo li stringeva con le sue braccia forti- Siete dei tesori, vi voglio un mondo di bene! Il filmato era esilarante, anche se, Bill, io non parlavo così! Comunque me lo rivedrò solo per ammirare te con la parrucca bionda! Dovremmo metterlo sul nostro sito, ti prenderebbero per il culo a vita! Sei un attore nato, guarda se ti va male con il canto, hai un futuro.
-Anche io ho un pensierino- disse timidamente Lauren porgendo un regalino.
-Grazie mammina - fece ironico Gustav - più sono piccoli e più sono preziosi.
Il ragazzò tastò il regalo- Lauren guarda che i cd dei Tokio Hotel io non gli ascolto, sono dei tali rompi palle, il cantante poi ha quella voce acuta che ti penetra e ti rompe i timpani.
-Ah, ah- disse lievemente scocciato Bill.
Poi Gustav scartò il regalo e cominciò a saltellare alla Bill.
- Figo, figo, è introvabile! Come cavolo hai fatto? Oh, mamma, guarda! Papà guarda! Urca sono troppo felice! Mi tremano le mani.
Gustav stritolò Lauren fino a farla soffocare era euforico, teneva per le mani un singolo rarissimo autografato da tutti i componenti dei Metallica e una dedica speciale del batterista, l'idolo incontrastato nel cuore del ragazzo.
-Mio padre aveva tutti i dischi e quando la band è venuta a Parigi sono riuscita a parlare con loro, gli ho raccontato di te e sono stati felicissimi di farti gli autografi e la dedica.
Dovrò allargare la bacheca dei cimeli, dopo lo splendido regalo che mi hanno fatto i miei genitori anche quello dei miei amici. Sono commosso! Vi siete superati tutti.
Il ragazzo che di solito era di poche parole e che preferiva stare in disparte aveva mostrato come sempre il suo lato più dolce e affettuoso. Lontano dai riflettori era sorridente, baldanzoso, sempre pronto alla battuta e al gioco, un vero simpaticone. Tutti lo conoscevano benissimo ed era questo il ragazzone che amavano.
La serata continuò in un locale che Gustav aveva scelto e interamente prenotato per lui e i suoi amici. L'atmosfera gioiosa che aveva contraddistinto la serata dei due gemelli fu replicata, ovviamente Bill fu un sorvegliato speciale, Lauren e Tom lo fecero bere moderatamente onde evitare di passare una notte insonne a tenergli la fronte mentre vomitava.
I ragazzi si divertirono, ballarono scatenati e alle sei del mattino stanchi morti si coricarono, Gustav era stremato, ma felicissimo era stato proprio un compleanno indimenticabile.

***

-Hai guardato il copione per il video?-disse pigramente Tom a suo fratello ancora stravaccati sul divano dopo la notte del compleanno di Gustav.
-Sì, vagamente, domani mattina abbiamo la riunione giusto e poi la prova luci, vestiti eccetera nel pomeriggio.
-Esatto, ma come sempre tu hai la parte essenziale, hai studiato o come sempre arrivi impreparato?
-Ho studiato, cretino e poi non è vero che sono così testa di legno.
-No, ma di marmo sì! A proposito della tua demenza senza fine, hai studiato le canzoni per Lauren?
-Sì, le so tutte!
-Gustav è di parere contrario dice che con quella del gruppo cazzuto preferito di Lauren hai gravi problemi, non solo non sai ancora le parole, fai fatica con il francese, ma a volte prendi delle stecche allucinanti!
-Esagerato neanche fosse un'opera lirica quella che devo cantare! È che la lingua mi impiccia non poco, ma non stecco!
-Vedremo, oggi dovremmo provare, forse la sorella di Georg dovrebbe riuscire a portare via Lauren per qualche ora, così possiamo provare. Poi abbiamo appuntamento con Léonor verso le sei su Skype, così ti aiuta con la pronuncia!
-Sai fratellino, oggi non sono in gran forma, e dire che non ho bevuto molto ieri sera, eppure sono un po' frastornato, ho un lieve mal di testa.
-Tutte scuse, pigrone patentato!

I ragazzi si ritrovarono nel loro studio di prove accanto all'appartamento dei gemelli. Lauren era uscita con la sorella di Georg, erano andate ad una mostra di quadri e poi sarebbero andate al cinema a vedere un film di quelli che Tom si rifiutava di andare a vedere.
-Bill, ma che cazzo hai oggi?
-Già ne imbroccassi una!
-Ma veramente Bill guarda che hai steccato pure su Jung und nicht mehr jugendfrei.
-Lo so, ma ho mal di testa! E poi sono partito alto e mio nonno mica ci riesco a farla come la facevo due anni fa! Sono un cretino.
-Idiota noi l'abbiamo abbassata apposta!
-Certo, ma siate comprensivi, adesso prendo qualcosa per il mal di testa.
-Dobbiamo preoccuparci?
-No, tranquilli- accennò con sofferenza Bill.
-Sarà la tinta per capelli che ti ha ridotto così- disse Tom cercando di stemperare l'atmosfera.
-Credo di sì, oppure l'aver fatto le sei del mattino ieri e le quattro l'altro ieri?
-Urca Bill, stai invecchiando, dopo i diciotto cominci già a fare il nonno?
-Spiritoso! No, mi riprendo dai.
Bill prese un moment e poco dopo ritrovò un po' del suo smalto di cantante capace di infiammare le scene.
Certo la canzone preferita di Lauren del gruppo francese dei Kyo che tentava di cantare proprio non gli riusciva, i ragazzi erano quasi rassegnati.
-Ma se canti così Bill forse dovremmo cambiare la scaletta.
-No, preferisco farla come prima canzone, così via il dente via il dolore! Il resto è tutto in salita.
La sessione di prove terminò con una paziente Léonor che tentava di correggere Bill nella sua pronuncia straziante in francese.
-Ti farò dei cartelli tipo gobbo in tv, così potrai leggere le parole, almeno preso dall'emozione potrai sempre contare sul testo. Ma non stai bene?
-Sei carina te ne sei accorta, sei molto premurosa, in effetti mi sta tornando un po' di mal di testa.
-I bagordi di ieri sera?, A proposito ancora auguri Gustav, allora il film ti è piaciuto?
-Oh, ma eri al corrente?- fece con tono stupito il batterista.
-Sì, l'ho anche visto e le cose più belle credo siano le riprese di loro che si preparano, te le hanno mostrate? Le liti di Bill che viene vestito e parruccato sono geniali.
-Sì credo di aver riso e stavo per farmela nei pantaloni.
-Grazie, meglio far ridere che far piangere!-ribatté scocciato il povero ragazzo.
-Certo, testa tinta, ti adoriamo, senza te la band sarebbe un mortorio- poi facendo una pausa aggiunse- o no-fece con tono dubbioso- si lavorerebbe meglio e più rapidamente! Già dobbiamo proprio farlo il provino per sostituire il cantante -affermò divertito Gustav.
-Condivido la conclusione di Gustav- disse laconico Georg.
-Ne guadagneremmo in sonno- aggiunse Tom.
-Guardate non ho neanche voglia di incazzarmi!
-Cavoli è grave- disse Léonor dal pc- dai Bill non prendertela, sono solo gelosi perché tu sei così popolare!
-Genio incompreso- disse sorridendo il ragazzo.
-Ma va fan culo- risposero in coro i ragazzi della band dando delle pacche al ragazzo.
-Direi che smettiamo qui- chiese Bill- vado a sdraiarmi un po' a letto.

***

-Tom, Tom, svegliati, sto male- disse Bill con un filo di voce al fratello scotendolo un po'.
-Che c'è scricciolo?- Lauren aprì gli occhi e divincolandosi dall'abbraccio di Tom accese la luce e vide Bill in un mare di sudore, bianco come un cencio e barcollante.
-Non mi sento bene-riprese con un filo di voce Bill.
Lauren diede un calcio forte a Tom che ancora nel mondo dei sogni disse:
-Tesoro se vuoi fare ancora l'amore forse dovresti svegliarmi con un po' più di romanticismo.
-Idiota, tuo fratello non sta bene- lo scosse Lauren.
Tom si girò verso l'altro lato del letto e vide Bill in piedi in un bagno di sudore che lo guardava imbarazzato, ma con lo sguardo sofferente.
-Che cos'hai, fratellino- disse con dolcezza capendo che il gemello non stava bene.
-Mi fa male lo stomaco- quando ebbe terminato questa frase non si trattenne e piegandosi sul letto dei due ragazzi vomitò.
-Cazzo Bill, avverti!- inveì Tom.
Ma Bill non riusciva a smettere. Questa volta Tom ebbe un tempo di reazione più veloce e alzandosi di scatto accompagnò il fratello in bagno.
-Idiota, non potevi trattenerti due secondi in più, hai svomitazzato sulla trapunta! Sembravi quella del film l'Esorcista!
Lauren, si infilò una tuta e corse in bagno dopo aver tolto il copri trapunta prima che il vomito macchiasse il piumone.
-Tom riesci ad aiutarlo come si deve tuo fratello o come sempre ti fa schifo?- urlò Lauren che stava trafficando per pulire.
-Ecco, veramente sono qui nudo come un verme e ho freddo, se vieni ad aiutarlo tu riesci sicuramente meglio- disse allarmato il ragazzo.
-Scusa- disse flebilmente Bill- ti giuro non ho bevuto!
-Idiota, lo so- lo accarezzò dolcemente Tom- era tutto il pomeriggio che sembravi uno zombie.
Lauren si avvicinò a Bill e diede il cambio a Tom.
-Tesoro vai a prendere la coperta che c'è sul divano, prendi un pigiama pulito per Bill e metti su dell'acqua calda per riempire una boule.
-Una che?- chiese Tom
-Una borsa dell'acqua calda o come cavolo la chiami. Gliela mettiamo sullo stomaco per vedere se gli dà sollievo.
Bill era in ginocchio sulla tazza del wc in una posa che, a quanto pare, ormai gli era familiare. Lauren gli massaggiava la schiena e lo coccolava.
-Scricciolo, ma tu scotti. Cavoli mi sembra quella sera nel capanno del signor Snell.
-Già, mi sa che lo stomaco è il mio punto debole e se mi ammalo mi viene sempre da rimettere.
-Alé una simpatica gastroenterite?- fece con voce ironica Lauren.
-Credo di sì!
Lauren sistemò il tappeto del bagno sotto di loro per non prender freddo al ragazzo, poi Tom che si era infilato una tuta, cambiò il pigiama del fratello e lo avvolse al caldo della coperta. Poco dopo Bill ebbe ancora dei conati di vomito, mentre la febbre si alzava sempre più.
-Che facciamo?- chiese allarmato Tom.
-Portami il termometro vediamo quanta febbre ha. Poi vediamo che fare. Che medicine avete in casa?
-Poco niente, solo aspirine- aggiunse con sicurezza.
-Non credo vada bene, prova a telefonare per sapere dov'è una farmacia di turno; se ha la febbre alta forse la tachipirina forte dovrebbe essere una soluzione.
Tom obbedì e corse a cercare il termometro.
-Che aggeggio è?-chiese Lauren guardando l'attrezzo che Tom le aveva portato.
- E' il termometro elettronico, quello per i bimbi, sai Bill è un lattante per alcune cose, con il termometro normale non si capiva mai che febbre avesse.
-Insomma il solito!- Lauren infilò il termometro nell'orecchio dell'amico poi lesse.
-Porca miseria ladra, non è possibile ma ha trentanove e mezzo!
-Cazzo, telefono subito per la farmacia di turno-urlò Tom
-Forse è il caso di chiamare un dottore!-aggiunse Lauren.
-Sì, no, chiamiamo domani mattina, per ora proviamo con la tachipirina. Non possiamo disturbare se è solo una indigestione!
-Non credo sia un'indigestione anche se abbiamo avuto un fine settimana godereccio e vi siete strafogati di cibo-replicò perplessa la ragazza.
Tom si preparò per uscire, telefonò ad un taxi per essere più veloce.
-Allora tachipirina, boule dell'acqua calda e quella per il ghiaccio! La tachipirina fattela dare effervescente, in pastiglie e in supposte.
-No-disse flebilmente Bill- odio le supposte, la mamma lo sa!
-Ok, ma se vomiti tutto ciò che ingoi, come fa a passarti la febbre?
-No, la supposta no!-fece con tono flebile e lamentoso il malato.
-Vedremo, scricciolo- riesci ad alzarti, andiamo a letto, ci sdraiamo, Tom lo avete un secchio, un catino, una bacinella di plastica che la mettiamo accanto al malato così se deve rimettere non lo fa sul piumone?
Al caldo della trapunta Bill si assopì in un sonno disturbato dai dolori allo stomaco e alle ossa.
-Ho male-diceva debolmente- ho male dappertutto.
Lauren lo accarezzava dolcemente mentre Bill in un bagno di sudore si lamentava.
-Non ho fatto i compiti- diceva frastornato-ho dimenticato la canzone.
-Ma Bill -cercava di rassicurarlo Lauren -non preoccuparti, i compiti non li devi fare e la canzone ti verrà di sicuro.
Ma il ragazzo delirava e diceva frasi sconnesse senza senso.
Poi tirò su la testa di scatto e disse:
-Sto male!
Lauren capì e gli porse il catino, ma non fece in tempo il ragazzo ebbe un conato di vomito e si sporcò tutto. La ragazza tentò di aiutarlo al meglio facendolo mettere su un lato gli teneva la fronte per cercare di dargli sollievo.
-Stai proprio male, eh piccolino, ma vedrai fra un po' arriva Tom con le medicine.
-Ho tanto male.
Il ragazzo era veramente ridotto male e non riusciva a stare neanche seduto.
Lauren aprì l'immenso guardaroba del ragazzo e cercò un pigiama pulito. Quando lo trovò corse subito al capezzale del ragazzo che continuava a stare male.
Lauren lo cambiò, lo avvolse in una coperta e cercò di spostarlo il tempo di cambiare le lenzuola e la trapunta che aveva sporcato, l'impresa però non fu delle più semplici poiché il ragazzo era come un peso morto. Per fortuna poco dopo arrivò a dar man forte Tom.
-Meno male che sei arrivato!- urlò sollevata Lauren -non ha smesso un minuto di rimettere e la febbre è salita, dobbiamo darci da fare! Per prima cosa la supposta!
-No, no- disse con un filo di voce il ragazzo malato.
-Fan culo Bill, rassegnati! Stai vomitando come un disperato è l'unica soluzione.
-Io, non so- disse titubante Tom
-Porca vacca Tom tira fuori i controcoglioni prendi tuo fratello e cerca di renderti utile!-urlò con rabbia Lauren.
-Co come si fa?- chiese titubante Tom.
-Non startene lì impalato, lavati le mani, prendi un asciugamano piccolo e fallo!-urlò con rabbia Lauren.
Tom obbedì come un automa, andò in bagno si lavò, si preparò mentre Lauren in evidente imbarazzo si era allontanata dal letto. Tom impacciato non sapeva bene cosa fare, mentre un Bill recalcitrante non collaborava.
-Dai, -cercò di rassicurare Tom il fratello- è l'unico modo, anche la mamma lo diceva sempre quando ci veniva la febbre così alta. Poi così dormi tranquillo!
-Ma io non voglio!- diceva un recalcitrate ragazzo.
Poi Lauren con rabbia si avvicinò, spostò di peso Tom, gli strappò la supposta dalla mano e finalmente riuscì ad avere la meglio.
-Sei un idiota patentato, Tom, è tuo fratello! E guarda cosa mi tocca fare!-Lauren si era alzata e se ne era andata in cucina. Era tesissima e preoccupata. Aprì il freezer e cominciò a riempire la borsa del ghiaccio, mentre la teiera fischiava con l'acqua pronta per la borsa dell'acqua calda. Mentre Lauren compieva quei gesti gli occhi le si velarono di lacrime, poi due braccia forti la cinsero alla vita:
-Che fai? Ti devo aiutare?-chiese dolcemente Tom
Lauren si voltò e con due lacrime che le scendevano lente sulle guance sussurrò:
-No, vai di là non lasciarlo solo neanche per un momento.
-Perché piangi?
-Nulla, un momento di sconforto, sono agitata e mi sento un po' inutile, se la febbre non scende però chiamiamo un medico.
-Sì, certo, ma non crollare, ti prego io sono in panico totale.
Lauren lo baciò ardentemente e con dolcezza aggiunse:
-Vai di là. Arrivo.
Rapidamente i due ragazzi presero in mano la situazione e cercando di ricordare le loro mamme cosa facevano quando erano piccoli ed erano ammalati, rifecero i loro gesti.
Lauren mise la borsa del ghiaccio sulla fronte imperlata di sudore del povero Bill, poi per dargli sollievo adagiò la borsa dell'acqua calda sul suo stomaco.
-Non ci resta che aspettare che la medicina faccia il suo effetto.
-Perché non vai a letto, fiorellino? Domani tu lavori sto io qui con lo vomitatore tinto.
-Sì, va bene, quando sarà troppo sudato ricordati di cambiarlo. Prova poi a vedere se riesce a bere qualche sorso d'acqua, sforzarlo, magari gli fai scogliere un ghiacciolo sulle labbra lentamente. Ho preparato questo foglio dove ho scritto quello che abbiamo fatto, quante volte ha rimesso e altri particolari.
-Cavoli cos'è una cartella clinica?
-No, un'abitudine di mia madre di prendere appunti per poi riferire ogni minima cosa al dottore. L'andamento della febbre ad esempio, le medicine, l'ora in cui sono state somministrate eccetera.
-Organizzazione militare!
-Sì, almeno saprai spiegare bene al medico domattina. Se dovesse peggiorare svegliami.
-Non ho fatto i compiti, e non ho studiato il copione. Cosa faccio Tom? Non ricordo la canzone - diceva nel sonno agitato Bill.
-Non preoccuparti Bill, i compiti te li faccio copiare io, e la canzone te la canto io così ti viene in mente.
-Grazie- disse Bill rassicurato.
-Caspita è grave, sta delirando?
-No, nel sonno parla spesso.
-Davvero?
-Sì, un vero e proprio incubo! Da piccolo mi svegliava con i suoi discorsi e le sue urla sconclusionate!
-Insomma neanche il sonno si spegne la voglia di parlare!
-A quanto pare no!
Lauren si coricò stanca, erano le cinque del mattino e le restavano solo due ore di sonno per ricaricarsi.
Quando suonò la sveglia si alzò un po' più lentamente del solito, era veramente provata, ma subito si diresse verso la camera di Bill.
Lì vi trovò un vigile Tom che seduto accanto al fratello gli reggeva premurosamente la borsa del ghiaccio.
-Come va il piccolo?
-Sembrerebbe meglio, la febbre è scesa, l'ho cambiato, due volte. Quello che ha bevuto però lo ha rimesso! Una roba giallognola, quasi svenivo, che schifo!
-Mado…che uomo, una specie di budino senza spina dorsale! Per così poco!- lo sgridò Lauren
-Povero, sta male, comunque gli ho cambiato la borsa del ghiaccio e dell'acqua calda. Il ghiacciolo sciolto sulle labbra ha funzionato e un po' si è dissetato.
-Chiama il dottore sono le sette passate.
-Sì, lo faccio subito.
Lauren si preparò per uscire il più in fretta possibile, bevve una tazza di caffè per tirasi un po' su, lei che non amava particolarmente la bevanda nera.
Poi entrò in camera del malato e chiese notizie prima di uscire.
-Allora?
-Il dottore verrà al più presto- rassicurò Tom
Lauren si avvicinò al ragazzo sofferente che giaceva rannicchiato su un fianco al calduccio del piumone.
-Tesoro- sussurrò Lauren- mi raccomando, ripigliati cucciolo, al mio ritorno voglio il mio logorroico cantante rimesso!
Bill rispose con un filo di voce, ma con estrema lucidità:
-Grazie tesoro, quando torni starò senza dubbio meglio! Domani poi dobbiamo assolutamente girare il video per cui mi devo rimettere in forze.
-Non pensare a questo, dormi tranquillo- poi Lauren gli stampò un sonoro bacio sulla guancia calda per la febbre.
-Amore- disse rivolta a Tom- dopo che sarà arrivato il dottore, fatti dare il cambio da Gustav o Georg, mi sa che stai crollando dal sonno! E avere due gemelli malati non mi sembra il caso.
-Sì, dopo che sarà andato via il dottore li chiamo, così andranno a prendere le medicine.
-Tengo il cellulare in modalità silenziosa, chiama per qualsiasi cosa. Ci sentiamo in ogni caso in pausa pranzo.
-Vai tranquilla, non preoccuparti veramente, devi ballare bene o quella stronza bionda ti soffia il posto! Mi raccomando! E poi oggi non inizi le prove anche con il tuo ballerino preferito?
-Oh sì, sarò la sostituta della prima ballerina e quindi proverò le mie coreografie e imparerò anche quella della ballerina principale, pensa ballerò la stessa cosa di Darcey Bussel che emozione. Ballerò concentrata, non posso perdere questa occasione, ma tu chiamami in ogni caso!
-Sì, fiorellino, vai tranquilla.

Quando Lauren rientrò la casa era buia e silenziosa, nessun rumore proveniva dalle stanze dell'enorme appartamento. La ragazza un po' preoccupata si diresse verso la camera di Bill.
L'enorme stanza del ragazzo era in penombra e una fioca luce proveniva dalla grande finestra, un corpicino giaceva avvolto sotto il piumone bianco immacolato. La stanza era in perfetto ordine e profumava di pulito. Sul comodino vi era un'intera farmacia. Ma al capezzale del ragazzo non vi era nessuno.
-Siete tornati?- disse la debole voce di Bill quasi in un sussurro di sofferenza.
-Scricciolo, no, sono io.
Lauren si era seduta sul letto del ragazzo e scoprendogli il viso si era avvicinata a lui.
-Ma ti hanno lasciato solo?
-Sì, dovevano fare le prove per il video che dobbiamo girare domani.
-Scherzi vero?
-No!
-Cioè tu mi vuoi dire che ti hanno lasciato solo?
-Sì, ma da poco- mentì spudoratamente Bill.
-No, aspetta, non ho ben capito, ti hanno lasciato solo per andare a fare una prova? Ma lo sanno che tu stai male?
-Sì, per questo io non sono andato, ma loro staranno provando, già me lo immagino Tom con i miei vestiti per provare le luci, lui ha la mia stessa corporatura lo avranno agghindato come me.
-No aspetta, non capisco bene, tu stai male, hai la febbre, vomiti anche l'aria che respiri e ti lasciano solo?
-Ma no, è da ore che non vomito più e la febbre è bassa, ho solo trentasette. Probabilmente è stata una indigestione e comunque il video non lo si può rimandare perché si svolge su alcuni vagoni del treno per cui sono affittati per due giorni e non so bene, ma ci sono dei vincoli per cui si può girare solo oggi e domani.
-Ma io ammazzo Tom, gli avevo raccomandato di tenermi informata sulle tue condizioni e per ogni evenienza mi doveva avvertire, sarei corsa a casa. Invece no, ti ha lasciato solo! Con il rischio che ti accadesse qualcosa di grave!
-Ma no, sono andati via da poco, la signora delle pulizie è stata qui con me, ha lavato tutti i copri piumone che ho sporcato e i pigiami. Anzi forse sono da togliere dall'asciugatrice. Sono stato io a non volerti disturbare. Ti giuro lui ti voleva chiamare sono io che ho insistito.
-Be' sei uno stupido e lui ancora di più. Comunque, secondo me, tu non dovresti muoverti da questo letto.
-Ma no, veramente, un'altra supposta e poi domani mi sarò rimesso, in forma e arzillo come un grillo. Corpo gracile, ma solo in apparenza, sono una roccia in realtà.
-Sì, va be' roccia, adesso dormi!- Lauren si sdraiò accanto al ragazzo sopra il piumone caldo, si prese la coperta che giaceva piegata ai piedi del letto e si avvolse.
-Mi metto accanto a te, sono stanca morta, ma se hai bisogno un calcio e mi sveglio subito.
-Lo so, non hai il sonno pesante come quel cavernicolo di mio fratello, comunque siete due tesori, il dottore ti fa i complimenti per la tua lucidità e prontezza di intervento. È rimasto molto colpito dalla tua dettagliata tabella e dalla tua descrizione degli eventi fin nei particolari più specifici.
-Grazie, forse sono una Candy Candy mancata.
-No, il biondo non ti dona.
Al rientro i ragazzi trovarono la casa avvolta nel buio totale. Lauren dormiva accanto a Bill sprofondato in un sonno profondo dovuto alla debolezza.
-Mettiamo su la cena?
-Pizza, chiamiamo la pronta consegna?
-Ma sei idiota, Lauren ti disfa la faccia se per cena le presenti la pizza e tuo fratello, come dire non penso che riesca a mangiarla, ha tirato su anche l'anima!- disse scotendo il capo Gustav.
-Dobbiamo fare la spesa allora?-chiese preoccupato Tom
-Sì, vado io-disse Georg con voce ferma- la drogheria della signora Hermann è molto fornita e ha un po' di tutto, io però sveglierei Lauren per sapere cosa vuole.
-Sì, prima che si infuri perché le abbiamo preso qualcosa che "idiota credi che io possa mangiare questa roba? Avrà trecento calorie a boccone"- imitando la voce della ragazza quando si arrabbiava.
-Stai forse imitando la sottoscritta- urlò una indispettita ragazza che si era appena svegliata- Sono incazzata nera! Come avete potuto lasciare solo Bill. Siete sciroccati o cosa? Tom ti avevo detto di chiamarmi per ogni evenienza, avevo avvertito a scuola che per problemi di famiglia forse dovevo uscire prima e mi avevano dato il permesso. Te l' ho anche scritto! Cosa sei analfabeta? Sai leggere i messaggi?- Lauren era infuriata e continuò le sue rimostranze avvicinandosi minacciosa a Tom, aveva le lacrime agli occhi - Se gli capitava qualcosa? Se si alzava solo e si faceva male? O se rimetteva e si soffocava? Non esiste! Siete degli irresponsabili.
Lauren piangeva e singhiozzava in modo inconsulto, la tensione accumulata e la rabbia la facevano reagire così, istintivamente doveva sfogarsi e stava colpendo con i pugni Tom che non reagiva. Quando le lacrime aumentarono e anche i colpi, Tom afferrò la ragazza con decisione e la strinse forte a sé.
-Non avevamo scelta, non si poteva rimandare- cercando di placare la rabbia della ragazza.
-Non ci credo! Non ci credo! Potevi in ogni caso chiamarmi!
-Non l' ho fatto perché non ti devi preoccupare, Bill sapeva che non doveva alzarsi, la donna delle pulizie è stata qui fino alle sei e per ogni evenienza la signora del piano di sotto ha le chiavi ed era stata avvertita. Bill aveva un cerca persone per chiamarla!
-Secondo me comunque non dovevate lasciarlo solo. Non sono d'accordo e poi mi dirai che domani girerà il video anche in queste condizioni.
-Purtroppo sì, non si può rimandare.
-Non ho parole, sono incazzata nera, mi spiace, ma non vi appoggio, la salute è più importante e qui mi sembra che si passi sopra tutto! Non intendo stare qui un minuto di più, no! Vado in albergo!- Lauren cercò di divincolarsi dall'abbraccio del ragazzo, era sempre più furiosa e gridava in preda ad una crisi di nervi.
Gustav e Georg si avvicinarono a Tom che lottava per non lasciare Lauren e la trattennero abbracciandola a loro volta.
-Non preoccuparti Lauren, Bill sta meglio sai, fra poco arriva il dottore e deciderà lui, sarà lui a dare il suo benestare- fece con tono confortante Georg.
-Già non ti devi preoccupare-aggiunse Gustav accarezzandola dolcemente.
-Ma io non voglio, mi dispiace tanto è così stanco e debole, mi sembra uno spara sulla croce rossa.
I ragazzi risero amaramente per la battuta quasi involontaria di Lauren:
-Guarda che sembra un budino, ma fa solo finta!
-Già uno che si fa fare un tatuaggio sulla nuca è una roccia.
-Soprattutto per le botte che ha preso dalla mamma dopo!
-Ma se si lamenta per una supposta e si lagna come un lattante.
-Di facciata!
-Già è solo una finta, gli piace lamentarsi e fare la lagna.
-Sì è vero, si lagna come un bebè, ma poi è forte.
I ragazzi cercarono di confortare Lauren come potevano anche se quelle parole servivano forse di più per autoconvicersi che il loro amico stava bene.
-Dai dobbiamo fare la spesa-suggerì Georg- vieni con me? così sono sicuro prenderai qualcosa che faccia bene a Bill.
-Già sei una infermiera provetta, il dottore ti fa i complimenti, dice che la tua cartella era perfetta e anche tutto quello che hai fatto, persino il ghiaccio sciolto lentamente sulle labbra per evitare la disidratazione. Tutto.
Lauren era silenziosa e non sembrava convinta della sua scelta di non battersi per rimandare le riprese del video. Si infilò il cappotto e sempre remissiva uscì con il ragazzotto biondo che cercava di consolarla prendendola a braccetto e tenendola stretta, stretta. Tom intanto aveva raggiunto il fratello che dormiva profondamente, mentre Gustav era ai fornelli e apparecchiava la tavola.
La sera trascorse tranquilla anche se Lauren appariva silenziosa e un velo di tristezza velava i suoi dolci occhioni blu notte.
-Ci organizziamo per i turni accanto al bacato tinto?-disse Tom alla fine della cena.
-Vorrei stare io per prima, ho dormito un po' e ho perso il sonno, verso l'una chi chiamo?
-Vieni a chiamare me- affermò Georg.
-Sì, poi verso le quattro chiamami pure, lo faccio io il terzo turno- disse con convinzione Gustav.
-Tom allora tu farai il turno del mattino, sarà meglio visti i tuoi tempi di reazione e poi così puoi accompagnare Lauren a scuola-suggerì Georg molto premuroso.
-D'accordo, mi sembra buono come piano.
-Per le medicine-chiese Lauren cosa dice il dottore?
-Per ora ha solo prescritto degli antipiretici, poi gli ha fatto una puntura di Plasil per placargli il vomito, ha detto di farlo bere molto, ma a pochi sorsi e gli ha dato degli integratori di sali minerali.
-Perfetto allora vado di là- concluse Lauren.

-Ciao piccoletto, come va?
-Uhm, sono completamente svuotato.
-Ci credo, hai tirato su l'anima.
-Mi sembra di essere stato spiattellato da un autobus, ho le ossa indolenzite, non ti parlo poi della gola, faccio fatica a deglutire.
-Sai di là abbiamo preparato un brodino leggero per te, ti va di berne un po'?
-No, solo l'idea mi fa venire i brividi. Non voglio rischiare di vomitare.
-Ma hai ancora la nausea?
-Sì, mi era passata, ma ora mi è tornata.
-Forse bisognava farti un'altra puntura? Io le so fare! Le facevo sempre a mia nonna! È facile!
-Sai, non per mettere in dubbio le tue doti di infermiera, ma preferirei vomitare per tre ore di fila piuttosto che farti vedere le mie chiappe.
-Ah, quindi non ti ricordi nulla di questa notte?
-Oddio, no perché?
-Tuo fratello è un tale incapace che la supposta te l'ho messa io.
-Voglio seppellirmi mi presti un badile?
-No, dai, non fare così, purtroppo ti ho visto in tutte le salse! Non hai più segreti per me!
-Ribadisco, forse con una trivella, arriverei prima al di là del mondo. Che figura, come faccio ora a guardarti in faccia?- il ragazzo si era tirato su la trapunta non lasciando neanche fuori mezzo capello. Il colore del suo volto da verde si era tramutato in cremisi.
-Dai, scricciolo, non preoccuparti, facciamo finta che non sia mai successo nulla. Ora proviamo la febbre e se hai bisogno di un'altra supposta te la metterai da solo!
-No comment!
La notte fu tranquilla per tutti, Bill stava meglio anche se qualche lineetta di febbre aveva fatto la sua comparsa, ma era stata prontamente bloccata da un buon antipiretico.
Quando Lauren si svegliò alle sette si trovò abbracciata dolcemente a Tom che la teneva stretta a sé. Lauren si divincolò delicatamente per non svegliarlo, ma il ragazzo aprì un occhio.
-Ciao tesorino, mi alzo anch'io così usciamo insieme poi do il cambio a Gustav che starà dormendo in piedi.
Il ragazzo invece era arzillo e operativo come un fuso. Con molta premura e un tocco di classe aveva preparato una bellissima colazione per i due ragazzi, quando infatti Tom fece capolino in cucina trovò tutto preparato.
-Cavoli Gustav che carino, posso andarmi a lavare anch'io, grazie! E l'altra mia metà malata?
-Dorme pacifico come un angioletto, sembrerebbe stare meglio, forse era solo una intossicazione alimentare!
-Insomma un ingordo!
-Già.
Tom entrò in bagno dove Lauren si stava facendo la doccia per svegliarsi, con una voglia di coccole improvvisa Tom si introdusse nella doccia delicatamente per non ricevere un rifiuto.
Lauren non aveva molta voglia delle sue attenzioni perché non ancora del tutto convinta della decisione dei ragazzi di girare il video.
-Sai secondo me, se voi tre vi rifiutaste di girare il video, fermerebbero le riprese e troverebbero una soluzione diversa.
-Non credo, ormai le riprese le abbiamo cominciate, noi la nostra parte l'abbiamo fatta, oggi si girano le scene di Bill e poi quelle corali. Comunque il dottore ci assisterà e se non ci ha lasciato le penne quella volta che abbiamo girato Dont' Jump, al freddo e al gelo, non schiatta questa volta.
-Io sono scettica.
Tom le accarezzava dolcemente le spalle massaggiandola per farla rilassare, Lauren però sembrava alquanto tesa, portava una ridicola cuffia per non bagnarsi i capelli era a forma di pesciolino, verde con dei fiori rosa. Tom poi la prese tra le braccia stringendola forte a sé, Lauren si voltò e lo baciò, le lacrime che le uscivano copiose dagli occhi si mescolavano alle gocce d'acqua. La ragazza si lasciò andare e i due fecero all'amore.
-Cavoli, farò tardi, porca miseria, Tom, fan culo alle tue voglie improvvise!
Lauren si era vestita in un lampo mettendosi le prime cose che aveva trovato disponibili.
Anche Tom si vestì altrettanto in fretta con i vestiti che aveva usato il giorno prima per il video.
La ragazza si fiondò in cucina e trovò tutto bello pronto.
-Oddio è stato il nostro Gustav?
- Sì-rispose con fermezza Tom
-No, che carino, non abbiamo fatto onore alla sua colazione! Mi dispiace molto! Che ore sono?
-Se prendiamo il taxi arriviamo in un lampo- suggerì il ragazzo che non aveva voglia di prendere l'autobus.
-Sì, quindi possiamo mangiare qualcosina, sì dai, passami i cereali.
Lauren mangiò voracemente e fece onore alla colazione, ma lo fece ad un ritmo forsennato.
-Dai, dai, Tom, finisci dopo la colazione. Muoviti alza le chiappe.
I due ragazzi scesero e trovarono il taxi che avevano chiamato, in poco tempo furono davanti alla scuola. Lauren era per fortuna in perfetto orario, come ogni mattina Tom l'accompagnò davanti al portone e i due si salutarono come due fidanzati normali, il loro bacio, anche se breve, non passò inosservato.
-Ciao Lauren- la salutò una bellissima ragazza bionda con un sorriso ironico.
-Ciao Sasha- rispose con tono falsamente cortese Lauren
-E' uno dei ragazzi che ti accompagnavano il primo giorno?
-Perché?
-Ha un'aria conosciuta, sembra uno famoso che ha anche un gemello che canta.
-Mi sa che ti sbagli- disse con sicurezza Lauren cercando di mascherare il più possibile la verità.
-Eppure i conti tornano- affermò con sicurezza la ragazza-di solito ti accompagnano sempre in due e di solito non si veste così il ragazzo che baci sempre la mattina, oggi si è vestito come appare sempre sui giornali.
-Secondo me ti sbagli, hai preso un abbaglio. Quel ragazzo che ho baciato sta mattina l' ho rimorchiato ieri sera ad una gara di breaker - Lauren fingeva sicurezza, ma dentro di sé aveva capito che quella ragazza non avrebbe mollato così facilmente la sua preda.
Fin da subito Lauren si era fatta notare per la sua bravura e sicurezza e fin dalle prime lezioni aveva attirato su di sé molte gelosie e rancori. Tra i ballerini ammessi allo stage era la più giovane e l'esser stata scelta dopo pochi giorni per un passo a tre molto difficile direttamente dal coreografo Neumeier, non aveva certo facilitato l'inserimento della ragazza in un gruppo. Lauren era infatti stata isolata e anche due ballerini e una ballerina che avevano fatto la scuola all'Opéra e che si erano diplomati solo l'anno prima, avevano con lei solo rapporti sporadici. In quei giorni poi si era aggiunta l'aggravante che Lauren era stata scelta come sostituta per la prima ballerina. Quest'ultimo episodio l'aveva isolata completamente e quella mattina tutta la gravità dei fatti apparve chiaramente a Lauren.
Quando entrò negli spogliatoi si sentì tutti gli occhi puntati su di sé. Con un sospiro cercò di farsi forza e aprì il suo armadietto, per prendere le sue scarpette e le trovò tutte strappate o inutilizzabili. Davanti a quello spettacolo Lauren mandò giù la saliva e senza batter ciglio si voltò di scatto, chiuse l'armadietto e si avviò verso la hall della scuola, prese il cellulare nella sacca, lo accese e compose il numero:
-Tom, sei ancora in taxi?
-Sì, perché?
-Ho bisogno assoluto di te- disse con tono perentorio e con estrema lucidità la ragazza- devi trovare il negozio di danza più vicino e comprarmi delle scarpette da punta, non ti spiego il perché, metti giù, chiama il servizio informazioni e vai a comprarle, misura 12, qualsiasi tipo, rosa mi raccomando se ci sono le Repetto meglio. Hai capito? Poi lasciale in portineria alla signora carina che si ricorderà certamente di te, ti prego fai in un lampo.
-Sì, Repetto rosa misura 12, le lascio in portineria.
Lauren andò dalla signora che il primo giorno era stata così gentile con lei e le spiegò tutto.
-Ma certo mia cara, il ragazzo lo riconosco senza dubbio e poi te le porto subito, non preoccuparti.
-Grazie signora lei è un angelo, veramente gentile e premurosa.
Lauren rientrò nello spogliatoio dove degli sguardi indagatori l'aspettavano. Con sicurezza Lauren prese le scarpette che erano meno rovinate e se le infilò fingendo freddezza. Dentro di sé invece aveva un nodo in gola e avrebbe voluto piangere, entrò in sala con delle scarpette quasi inutilizzabili e cominciò a fare degli esercizi di allungamento, la lezione sarebbe iniziata solo dopo mezz'ora, i trenta minuti più lunghi della sua vita.
Quando ormai aveva perso ogni speranza, con la sala ormai affollata da tutti i partecipanti allo stage e con i maestri che stavano prendendo posto si aprì una porta. Fece capolino il volto della signora della portineria che con tono fermo disse:
-Mi scusino, ma la signorina Bart è desiderata un istante, può uscire?-chiese garbatamente ai maestri.
-Certamente- risposero non trovando nulla in contrario.
Lauren uscì, forse anche questa volta i suoi angeli l'avevano soccorsa.
-Seguimi - la invitò la signora.
In portineria ad attenderla Tom. Il ragazzo aveva in mano un sacco enorme.
-Preso dal panico ti ho comparto ogni tipo di scarpetta da punta rosa che ho trovato, per sicurezza numero 11, 12 e 13 perché la commessa mi ha detto che il numero dipende dal modello e quindi…-Tom era bianco e senza fiato, era totalmente in panico.
-Sei, buffissimo, quando sei in panico diventi pallido come un cencio, i tuo occhi si allargano a dismisura e diventi rigido come un baccalà. Ti adoro, sei un vero tesoro, grazie! Mi viene da piangere, ho un nodo alla gola ma ora ho la lezione, a casa ti racconterò meglio tutto- Lauren aprì la borsa piena di scarpette, ne scelse un paio che per forma si avvicinavano alle sue preferite, le indossò.
-Perfetto, ora devo solo cucire i lacci.
-Ti aiuto-disse subito la portinaia.
In pochi minuti Lauren fu pronta, certo le scarpette erano un po' dure e le avrebbero fatto un po' male i piedi, ma almeno era in grado di poter ballare in punta.
-Signora, lei è un tesoro, grazie mille, non ho parole per la sua gentilezza.
-Oh, per così poco, fa parte del mio ruolo.
-Oh, no signora- disse con infinita gentilezza Tom -lei è stata veramente cortese e disponibile, non so come ringraziarla.
-Ora corro, grazie mille- Lauren baciò come un lampo il suo tesoro che rimase per qualche secondo un po' interdetto e frastornato.
-E'la tua fidanzata?-chiese curiosa la portinaia.
-No, una amica d'infanzia un po' speciale, tutto qui. Abitiamo lontani, lei a Parigi ed io sempre in giro per il mondo.
-Diciamo allora una cara amica con quale divertirsi, bravo, fai bene siete così giovani e poi tu sarai impegnatissimo.
-Sì, ma la prego, non dica nulla, non dica chi sono, la prego verrebbe fuori un putiferio, siccome stiamo insieme solo per un mese e poi dobbiamo separarci per chissà quanto tempo vorremmo tenere la cosa più segreta possibile.
-Sarò una tomba, te lo prometto, ma mi aspetto un bel autografo da voi con dedica.
-Ma ci mancherebbe, certamente e anche una bellissima dedica. Ma alla fine dello stage.
-Certamente.
-Ma lei sa cos'è successo a Lauren? Perché non aveva le scarpette?
-Non so, ma a volte quando si è troppo bravi, si attirano le invidie degli altri.
-Ne sono un esperto di cattiverie gratuite che piovono sulle nostre teste senza aver fatto nulla.
Tom conversò gentilmente con la portinaia per un po', la signora gli offrì anche dei cioccolatini che Tom non rifiutò, goloso com'era, poi sentì vibrare il suo cellulare, era certamente Gustav che si domandava che fine avesse fatto l'amico.

***

-Ciao raga, com'è andata la giornata?-Lauren entrò tutta baladanzosa nell'appartamento che però era silenzioso e vuoto come il giorno precedente.
-Ehi, siete tutti sul cesso? Bill vi ha attaccato la gastroenterite?
Lauren si avviò verso la camera del ragazzo e vi entrò con cautela per non svegliare il malato, ma la camera era vuota. Per un attimo rimase interdetta, si allarmò subito e mille pensieri negativi le si affollarono nella mente. Senza indugio compose il numero di cellulare di Tom. Era staccato, sempre più agitata compose tutti gli altri numeri, ma nulla erano tutti staccati. Si ricordò di avere il numero di cellulare di Bill, quello che usava sul lavoro, lo compose e finalmente era raggiungibile.
-Ciao piccola,- gli rispose una voce gentile e conosciuta.
-Tom- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo Lauren- dove cazzo siete!- il tono era veramente furioso e allarmato.
Dall'altra parte del telefono invece una persona calma e tranquilla rispose senza esitazione.
-Non ti ricordi? Stiamo girando il video, raggiungici, è facile fatti portare dal taxi al deposito centrale delle ferrovie, quando ci sei fammi uno squillo su questo cel che ti vengo a prendere o ti mando qualcuno, adesso scappo, ti aspetto, tesoro.
Lauren non ebbe neanche il tempo per sciolinare tutta la serie di improperi che le erano venuti in mente, ma li tenne al caldo per sputarli tutti fino all'ultimo de visu.
Dopo circa mezz'ora raggiunse il deposito, era una giornata fredda, ma molto luminosa e tersa, una bellissima giornata con un bellissimo sole ancora alto nel cielo. Quel giorno Lauren aveva finito le prove molto presto poiché non aveva dovuto provare il pezzo con i ballerini professionisti di cui era sostituta. Il suo pensiero quindi era corso all'amico malato e già pregustava un pomeriggio di svacco totale tra le coperte a chiacchierare e guardare film cretini con i due gemelli. Non pensava che veramente avrebbero girato il video nelle condizioni in cui versava Bill solo il giorno prima. È vero, la notte era andata molto bene e la febbre non si era più ripresentata, forse era veramente solo una indigestione o un cibo che gli aveva fatto male. La ragazza comunque era alterata, secondo lei era un'imprudenza poi ripensando a quante volte lei aveva ballato con la febbre, con il mal di pancia o qualche dito insanguinato si calmò, compose il numero e poco dopo:
-Tesoro, mando Hans a prenderti.
-Grazie perché qui i simpatici gendarmi non mi fanno passare e hanno l'aria minacciosa.
-Arriva.
Lauren fu accolta freddamente dalla persona incaricata da Tom per prenderla e quando fu sul set venne invitata a prender posto su un camper dove trovò i ragazzi intenti ad ammazzare il tempo per poi riprendere le riprese.
-Ciao tesoro, sei arrivata, fra poco gireremo per la decima volta la scena dentro al vagone del treno.
Lauren si guardò intorno in cerca di Bill.
-Lo sciroccato tinto?
-Sta facendo il suo assolo, sarà la decima volta che glielo fanno ripetere, sul treno, sotto il treno affianco al treno, a testa in giù a testa in su, a destra a sinistra, noi qui a romperci le palle.
-Idiota, che me frega cosa gli fanno fare, mi interessa sapere come sta.
-Benino, ogni tanto lo riparruccano e ritoccano il trucco per il resto benino.
-Più o meno-disse flebilmente Gustav che non voleva polemizzare con Tom.
-Ma non preoccuparti- aggiunse cercando di sviare il discorso abilmente Georg- il tinto è forte come un leone e quando ha la sua criniera è una roccia. Tu piuttosto, che cosa è successo oggi a scuola?
-Gia fiorellino, le scarpette andavano bene?
-Sì, certo, grazie tesorino, tra le settecento paia che mi hai comparato, ne ho trovate alcune che potrò usare. No nulla cosa che capitano.
-La signora Müller mi ha detto qualcosa, ma non ho ben capito.
-Già-aggiunse Gustav un po' alterato, con il suo forte senso della giustizia avrebbe voluto difendere la sua amica da ogni male ed era pronto a prender le sue difese- dobbiamo venire a picchiare qualche ballerino che ti importuna?
-No, caro, non c'è bisogno, diciamo che sto sulle palle a qualcuno e quel qualcuno ha tentato di mettermi i bastoni tra le ruote e, aggiungerei io, molti vigliacchi non hanno fatto nulla per impedire che il male fosse compiuto.
-Ma cosa hanno fatto?
-Di solito lascio le scarpette e alcuni effetti personali nell'armadietto, gonne di tulle di varie dimensioni e forme per averle già pronte all'uso durante le prove, l'altra mattina poi avevo preparato le scarpette per tutta la settimana e le avevo lasciate a scuola. Bene questa mattina me le sono ritrovate tutte rotte e rovinate e non ne avevo più, così ho spedito Tom in missione.
-Che figli di buona donna!-inveì Tom
-Chi cavolo ha fatto una porcata del genere.
-Non so, ma ho i miei sospetti, comunque è tutto sistemato, mi porterò sempre a casa tutto e buonanotte.
-La signora Müller mi ha detto che quando non ci sono io a pranzo mangi sempre da sola o ti metti a conversare con lei in portineria, è vero?
-Sai che faccio fatica a fare amicizia, sono un po' imbranata e timida, mi è più facile essere amica degli adulti e poi come hai visto anche tu la portinaia è un mito.
-Sul fatto che sia gentilissima è vero mi ha offerto i cioccolatini e mi ha fatto tanti complimenti per il nostro lavoro, dice che se fossi suo nipote mi avrebbe già dato una mano di botte per raddrizzarmi e fatto tagliare i capelli, ma per il resto è molto simpatica e alla mano, una vera furia.
-Confermo è sempre gentilissima con me, mentre gli altri non la salutano nemmeno, a me invece piace fare amicizia con la gente che lavora in teatro perché ti raccontano sempre un mare di aneddoti e poi siccome conoscono bene l'ambiente ti danno sempre una mano. Molto spesso basta solo un saluto fatto con il cuore e un bel sorriso per ottenere qualcosa. Infatti oggi se non avessi avuto lei, non so come avrei fatto.
-Vero ti ricordi a scuola la signora Küppers, adorava Bill e se lo coccolava sempre. Ci faceva sempre mille favori quando ne combinavamo una delle nostre.
-Tipo quella dal bicchiere pieno di tempera blu che per sbaglio Bill aveva stravaccato per terra in una delle sue solite dimostrazioni di abilità e destrezza?
-Già il solito idiota aveva colorato mezzo corridoio e parte del muro.
-E noi per non farci fare l'ennesimo richiamo scritto dal preside abbiamo pulito a lucido grazie all'aiuto della signora.
-Ti ricordi bastava che Bill sbattesse un po' gli occhi da cerbiatto Bambie e sfoderasse il suo sorriso che la Küppers fondeva.
-Quante volte chiamava la mamma o la noni di nascosto per farci portare la cartelletta di arte o le scarpe da ginnastica?
-Praticamente un giorno sì e uno sì.
-Come alunni eravamo tra tutti e tre delle frane tremende.
-Di' un distratto allucinante.
-Quante volte abbiamo rincorso l'autista dell'autobus perché avevamo dimenticato qualcosa sopra?
-Ti ricordi quella volta che Bill aveva dimenticato il suo paio di guanti di pelle nuovi.
-Già aveva urlato come un aquila "si fermi"
-Non aveva mai corso così velocemente in vita sua
-Per non parlare poi della mitica toma che ne era seguita!
-Vero addio pantaloni era rotolato rovinosamente sbucciandosi perfino la fronte!
-Quanto ridere avevamo fatto?
-Già peccato non averlo ripreso sarebbe entrato negli annali.
-Chi sarebbe entrato negli annali- rispose con un filo di voce una voce conosciuta.
-Ciao scricciolo tinto, stavamo raccontando di quella volta che hai rincorso l'autobus per farti ridare i guanti di pelle nuovi.
-Già e della nuova moda che hai lanciato il giorno dopo: - aggiunse Tom soffocando a stento una risata- Con i pantaloni squarciati e mani bendate. Per non parlare del viso.
-Stronzi mi sono sfracellato sull'asfalto e procurato un sacco di graffi in faccia, non ero un bello spettacolo!- disse al ricordo di quell'episodio.
-In pratica hai lasciato un impronta del tuo viso sull'asfalto. Il solito esagerato, c'è chi lascia il calco delle mani, lui la faccia.
Gustav e Georg erano piegati in due dal ridere cercando di raffigurasi il loro amico spiattellato al suolo sulla strada mentre urlava: "si fermi i miei guanti"
Mentre Bill, pallido e un po' affaticato sorrideva teso, lasciandosi cadere sul divanetto del mezzo.
Lauren si avvicinò all'amico e si sedette accanto a lui, gli toccò la fronte, scottava.
-Se ti tolgono quei duo o trecento strati di cerone, di che colore sei? Verde?
-Ma no- disse cercando di sdrammatizzare il ragazzo- e poi abbiamo quasi finito, mancano le due ultime scene ora stanno preparando le telecamere per l'interno del treno e stanno ultimando il posizionamento per la scena quella dove ci arrampichiamo sul treno.
-La tua sventolata come è andata?- disse Georg ironicamente.
-Ben il ventilatore è riuscito a smuovere anche la mia impalcatura a prova di tornado.
-Certo non era un monsone- aggiunse ironica Lauren
Tom la guardò e scotendo la testa disse:- Ha fatto la battuta.
-Già ci stiamo sbellicando -disse Gustav abbozzando un sorriso. I tre ragazzi erano consci dello sforzo che stava compiendo i loro amico che avrebbe voluto essere a casa al calduccio in un letto a curasi e invece stava lì a lavorare, stranamente senza un lamento. Lauren aveva voglia di alzarsi e gridare a chi di dovere che era disumano far lavorare così il suo piccolo Bill, ma non disse nulla, sapeva che anche lei avrebbe danzato fino allo sfinimento piuttosto che piegarsi e rinunciare.
Bill appoggiò la testa al tavolo sulle sue braccia cercando di chiudere gli occhi e riposarsi un po' mentre terminavano il posizionamento degli strumenti. Lauren lo abbracciò, gli posò la testa sulla spalla e tenendogli la mano cercava di confortarlo.
-Vuoi qualcosa?- gli sussurrò
-No, sto bene così, devo solo concentrami e pensare a qualcosa di bello per non pensare a quanto mi fa male lo stomaco.
L'atmosfera era molto tesa e i ragazzi si erano improvvisamente ammutoliti.
-Cerchiamo di fare in fretta, concentrati e operativi appena ci chiamano così, prima finiamo, prima portiamo Bill a casa- disse un determinato Gustav.
Intanto Bill si era assopito mentre Lauren gli massaggiava la pancia e gli teneva una pezza fresca sulla nuca cercando di non spettinarlo o non rovinare il trucco.
Dopo circa mezz'ora furono chiamati sul set.
-Bill, coraggio svegliati gli sussurrò dolcemente Lauren
-Uhm- grugnì dall'oltretomba il ragazzo- arrivo.
Tirò su la testa che gli pesava come un macigno si alzò ma il suo scatto rapido lo disorientò e gli procurò un capogiro che lo costrinse a risedersi altrettanto rapidamente.
-Tutto bene-chiese allarmato Tom
-Sì mi sono alzato troppo in fretta ho sbattuto il ginocchio sul tavolo- Bill mentì al fratello, in realtà si era dovuto risedere perché tutto in torno a lui sembrava che fluttuasse.
Lauren capì e cercò di aiutare il suo amico.
-Cominciate a scendere- disse con tono materno, poi aiutò Bill a rialzarsi -come va?- gli sussurrò
-Mi gira la testa, mi sembra di essere su una giostra e ho la nausea.
-Hai mangiato oggi?
-No, solo qualche fetta biscottata e un po' di tè.
-Hai preso il plasil?
-Sì, qualche ora fa, credo che il suo effetto sia finito.
-Te lo sei portato?
-Non so, prova a guardare nella sacca nera là sul divanetto, intanto io vado se no urlano come aquile, già ho fatto la mia dose di casini oggi.
-Cioè?
-Sono arrivato con un'ora e un quarto di ritardo perché ho dato l'indirizzo sbagliato, dovevo girare alcune scene in riva al mare, credevo io, e invece erano tutti qui ad aspettarmi. Ho lievemente frainteso, cose che capitano. Mi hanno tirato una miriadi di insulti e improperi, mi hanno fatto una lavata di capo che non finisce più e per questo che ora sto zitto anche se sto malissimo. Ti prego aiutami.
-Ma perché gli altri ti hanno lasciato solo?
-Perché non ci siamo preparati tutti insieme io dovevo fare la prova costumi che non ho fatto ieri.
-Va, be' ora vai cerco di trovare qualcosa.
Bill scese a fatica le scalette del mezzo e fu richiamato dalla voce perentoria del regista:
-Muoviti, o perdiamo la luce, così è perfetta, rigiriamo la scena di quando cammini tra i vagoni.
Bill si sedette sulla poltroncina con il suo nome e una truccatrice gli ritoccò il volto imperlato di sudore. Gli occhi erano lucidi e vitrei di chi ha la febbre. Poco dopo il ragazzo si mise in posizione e per fortuna la scena si risolse in pochi minuti.
-Ora posizioniamoci sul vagone dove ci sono gli altri- comandò il regista.
I tecnici e alcuni cameraman lasciarono le loro postazione per raggiungere l'altro set che era stato predisposto.
Bill lentamente e a fatica raggiunse i compagni che ai loro strumenti lo stavano aspettando. Senza scambiarsi una parola si misero in posizione mentre attorno a loro lavoravano i tecnici.
La voce del registra si fece sentire chiara e perentoria.
-Allora ora suonate e cantate come ad un concerto. Bill più al centro, va bene. Trucco per favore, c'è una strana luce sulla fronte.
Una signora solerte cominciò a tamponare la fronte con una spugnetta e del trucco, cercando di accontentare il regista. Dopo qualche minuto fu tutto pronto.
-Giriamo.
I ragazzi cominciarono a suonare e cantare, quando erano a metà canzone:
-Basta, insomma non si può lavorare così- urlò il regista-quella giacca fa schifo, sbatte il viso e non va bene, sembra un morto vivente.
-Forse perché lo è- sussurrò Tom scocciato, sperava infatti di finirla il più in fretta possibile perché vedeva il fratello sofferente.
-Andate a prendere qualcosa di più scuro.
Poco dopo comparve una costumista con una giacca diversa. Bill si tolse la sua, la maglietta sotto era vistosamente madida di sudore, un brivido freddo gli percorse la schiena. Si infilò la giacca.
-Prova ad allacciarla fino a metà, ordinò il regista, bene ricominciamo si gira.
I ragazzi si misero ai loro posti e ricominmciarono a suonare il pezzo.
-Stop- ordinò poco dopo il regista.
-No, mi fa schifo, prova ad allacciare la giacca quasi fino al collo, lascia solo un po' la giacca aperta. Slaccia anche i polsini. Perfetto, solleva le braccia, muovi le braccia intorno al microfono - il regista guardò l'effetto in camera e disse- bene ricominciamo, un po' più convinti ragazzi siete mosci.
I ragazzi fecero del loro meglio e finalmente portarono a termine la canzone senza interruzioni.
-Ora proviamo ad invertire, tu con il cappellino, spostati sulla destra invece tu con i capelli lunghi a sinistra. Il batterista più convinto, sei un po' una mummia.
-Fan culo- disse Tom senza farsi sentire- da due giorni lavoriamo qui, potrebbe chiamarci con i nostri nomi, sembra che gli facciamo schifo.
-Mummia a tua sorella-borbottò Gustav che odiava girare i video e quel regista gli stava veramente sulle palle.
I ragazzi si scambiarono posizione poi Bill prima di ricominciare chiese.
-Ho caldo, potrei avere un po' d'acqua?
-Acqua alla star- urlò con tono tra l'ironico e lo scocciato il regista- muovetevi urlò ai suoi assistenti che come tante formiche corsero a procurasi una bottiglia d'acqua che si materializzò in pochi istanti.
Bill bevve l'intera bottiglietta come fosse stato ore ed ore sotto il sol leone, si sentiva la gola riarsa, la testa gli doleva come se fosse compressa in una di quelle macchine da tortura medioevali, una morsa gli comprimeva le tempie che pulsavano forte. Era veramente al limite ma si sforzava di essere il più professionale possibile.
-Abbiamo finito? La bibita è di suo gradimento? Non possiamo stare qui tutto il giorno- disse scocciato il regista.
Tom stava per partire con una serie di insulti, gli prudevano le mani, ma si trattenne stringendo forte la sua chitarra che in quel momento avrebbe voluto spaccare in testa a quel tizio.
-Mettiti più avanti con l'asta del microfono, per favore più convinzione in quello che fate, grazie. Si gira.
Gustav cercò di essere meno impassibile possibile e si immaginava la testa del regista e di quei cameraman che li guardavano con disprezzo come ragazzetti arrivati e viziati al posto dei piatti, del drum.
Georg cercò di mascherare tutto il suo nervosismo facendo fluttuare la sua chioma castano bionda. Tom era talmente alterato che se fosse stato un concerto certamente quella sarebbe stata la performance peggiore della sua vita.
Mentre Bill cercava di comportarsi il meglio possibile per poi poter girare l'ultima scena e andare finalmente a casa. La voce gli usciva fioca e rauca, praticamente irriconoscibile, per evitare di non cadere a causa della testa che gli girava come se fosse veramente su un treno in movimento si appendeva al microfono.
-Ben mi piace la tua aria sofferente, meno male che non era un concerto mi sembravate totalmente fuori tempo.
A quelle parole Tom stava per urlare tutte il suo bagaglio di parolacce, ma Georg che intuì in un lampo le intenzioni dell'amico cercò di stemperare il tutto dicendo.
-E' vero, meno male che non è un concerto, d'altra parte senza casse ci è difficile sentirci e poi Gustav ci sta rompendo i timpani con le sue rullate.
-Ho cercato di essere meno mummia- ribatté abbozzando un sorriso falsamente modesto.
Bill con il suo solito aplomb, sorrise cercando di mostrare la sue migliori intenzioni per collaborare al meglio.
-Ora andate a rifarvi il trucco, asciugate le ascelle pezzate del bassista per favore e proverei un cappellino diverso per il rasta.
-Porca merda, hanno un nome!-si sentì la voce di una ragazza dal fondo del vagone. Tutti si girarono da dove proveniva quella voce che aveva urlato a pieni polmoni quell'insulto- il rasta si chiama Tom, il capellone Georg e la mummia Gustav, ci vuole molto?
Il regista aveva lasciato la sua posizione e si era avvicinato minaccioso alla ragazzina che lo aveva insultato, ma senza batter ciglio la guardò con disprezzo e disse:
-Non sono qui per familiarizzare con i ragazzi, ma per lavorare- poi spinse via in malo modo Lauren che si ritrovò per terra- mandate via questa qui, che ci fa un estraneo sul set?
-Scusi- disse rivolto al regista con tono desolato il signor Hans, l'uomo che Lauren aveva conosciuto poco prima, poi rivolto alla ragazza, senza neanche porgerle la mano per farla rialzare aggiunse con tono insolente- esci da qui ragazzetta e tornatene sul camper o ti faccio allontanare.
-Non ci provate neanche- urlò incavolato Tom che era corso a rialzare l'amica- Mi sono rotto i coglioni chi crede di essere quello lì? Provate solo a sfiorare ancora la mia ragazza e me ne vado.
Bill a sua volta si era avvicinato all'amica preoccupato per la scena che si era appena consumata sotto i suoi occhi e per la piega che stavano prendendo le riprese, con Tom fuori dalle grazie divine e furente come non mai.
-Tom dai, fallo per me, mi fa male lo stomaco e la testa, prima finiamo e prima poniamo fine a questa tortura per tutti. Inutile incavolarsi, ti prego sto veramente male, sono stanco ne ho piene le palle anche io, ma calmiamoci. Tesorino- disse poi con dolcezza rivolto a Lauren che lo guardava smarrita in lacrime, mentre Tom la stringeva forte a sè- vai sul camper, aspettaci lì ti prego, se guardi come vengono girate le scene, perdi la sorpresa di vedere il video della tua canzone preferita - infine aggiunse- hai trovato il plasil nella borsa?
-Sì, scricciolo- disse flebilmente tra le lacrime la ragazza mentre gli porgeva una scatola bianca e verde dalla quale Bill estrasse il blister con le piccole pillole bianche-ecco, ti ho portato anche un po' di acqua e zucchero per tirarti su.
-Lo sapevo sei il mio angelo, l'infermiera più premurosa e solerte- il ragazzo prese il bicchiere che gli porgeva l'amica e ingoiò la pillola poi scesero dal treno, Lauren salì sul camper che fungeva da base di appoggio e base ristoro, mentre Bill raggiunse la sua postazione per il trucco e a Tom fu invitato dalla costumista a provare un altro cappellino.
-No fa schifo rimettetegli l'altro, andava bene così. Siamo pronti per rigirare la scena?- chiese con tono perentorio ai suo assistenti.
-Sì. È tutto pronto, anche per la scena finale la telecamera sulla giraffa è pronta.
I tecnici salirono sul treno seguiti dai cameraman, i ragazzi si diressero verso il fondo del vagone per salire dalla parte opposta. Tom era scuro in volto, si era calcato il cappellino sugli occhi per evitare di incrociare lo sguardo di qualsiasi persona, aveva voglia di menar le mani, era nervoso per quello che avevano detto e fatto a Lauren. Il suo piccolo fiorellino dopo tutto aveva solo espresso una cosa che anche lui stava per dire, ma come sempre quella ragazzina dal corpicino fragile e ossuto aveva una forza interiore che si scatenava come una furia. Quando poi venivano toccate le persone a lei care, non si riusciva più a trattenerla e la rabbia esplodeva, improvvisamente, non importa chi aveva di fronte, come un fuoco che divampa e brucia tutto rapidamente sul suo passaggio e poi si placava così come era nato.
Gustav e Georg silenziosi e apparentemente calmi presero posto al loro volta. Bill era ancora seduto sulla poltrona il sudore gli aveva scomposto i capelli e sulla nuca la capigliatura era floscia, sistemarlo al meglio richiedeva più tempo rispetto ai suoi colleghi. Quando fu pronto si alzò dalla sedia e con passo spedito si diresse verso il fondo del treno, quando stava per mettere il piede sul predellino esitò perché improvvisamente perse l'equilibrio poi sentì un bruciore alla gola, i muscoli dello stomaco contrarsi e ritorcersi, corse verso un angolo appartato per non mostrare la sua debolezza e vomitò appoggiato ad un vagone del treno. Stava così male che non riusciva a smettere e le ginocchia cominciarono ad abbandonarlo. Intanto sentì qualcuno chiamarlo.
-Insomma- urlava il regista- quanto ci mettete per ritruccarlo e ripettinarlo a dovere, siete dei professionisti o ho a che fare con una massa di dilettanti.
Intanto Hans cercò subito Bill, non vedendolo più alla postazione trucco, si diresse verso il treno e lo trovò dietro al vagone inginocchiato. Il ragazzo si teneva lo stomaco con una mano mentre l'altra appoggiata alla parete del treno gli serviva per reggersi, il suo corpo era scosso dai conati di vomito.
-Bill, tutto bene?- chiese ingenuamente Hans.
-Datemi due minuti, credo di sentirmi meglio, ora- disse debolmente il ragazzo che nonostante il trucco era pallido.
-L'ho travato- urlò il signor Hans- due minuti non si sente bene, ma arriva.
Un assistente del regista che era sopraggiunto subito dopo tornò a riferire al regista:
-Il ragazzo non si sente bene, ma fra due minuti arriva.
Un cameraman che aveva posato la pesante camera che teneva sulla spalla disse al collega ridendo ironicamente:
-Che cos'ha, le sue cose?
A quelle parole Tom si tolse la chitarra e corse come una furia verso il tizio che aveva insultato Bill.
-Pezzo di merda prova a ripeterlo se hai il coraggio- quando gli fu di fronte il cameraman senza batter ciglio disse:
-Ehi ragazzetto, mi sono rotto le palle di voi mocciosi che fate le rockstar, noi è da sta mattina che lavoriamo, voi che fate?
-Mio fratello è da ieri che sta male, eppure non ha detto nulla, è qui che lavora, mi sembra.
-Oh, sì la star si è presentata con un'ora di ritardo è così che lavora?
-Basta ragazzetto tornatene al tuo posto e anche tu- disse con tono perentorio il regista mentre una criniera leonina faceva capolino dal fondo del treno.
-Ci sono, eccomi- disse con tono contrito Bill- scusate per l'attesa - le sue parole le aveva accompagnate da un sorriso gentile. Poi notò che Tom aveva lasciato la sua postazione e aveva abbandonato la sua chitarra per terra in malo modo- sta succedendo qualcosa?-chiese ingenuamente.
-Nulla, uno scambio di vedute- disse con tono scocciato il regista-mettiamoci al lavoro, muoviamoci.
Tom riprese la sua postazione e testa china fece finta di suonare il pezzo, nella sua testa uscivano solo improperi e insulti, una rabbia sempre più incontenibile si esternava in accodi furiosamente suonati.
Finalmente dopo altre tre prove il regista ritenne la scena conclusa.
-Bene ora giriamo la fine che ieri non abbiamo potuto fare perché mancava il cantante.
-Ehi fratello come va?- Tom si strinse attorno a Bill e così Gustav e Georg.
-Sì, meglio ho vomitato ancora, ma ho ripreso un'altra pillola, sperando di resistere, che scena si deve provare ora, non ricordo.
Bill era completamente nel pallone, oramai si muoveva per inerzia.
-La scena in cui ci arrampichiamo sul tetto del treno per fuggire alle acque- gli ricordò Gustav con tono gentile mentre lo stringeva forte a sé.
-Sei pronto per mostrarci le tue doti ginniche?- disse cercando di stemperare l'atmosfera Georg, sapendo invece, in cuor suo che quella scena sarebbe stata un vero inferno, il ragazzo non si reggeva in piedi come avrebbe potuto salire su un tetto del treno?
-Cerca di ricordati come finivamo sempre quando scavalcavamo il muro di cinta per raggiungere la casa di Lauren
-Sì, ti ricordi?- sollecitò Gustav
-Ecco, non farci finire pel di leone tutti quanti grazie!- disse scherzando Tom che tentava di ritrovare la lucidità per poter sostenere il fratello che ora ne aveva estremo bisogno. - Già non vorrei ritrovarmi con la faccia incerottata il giorno del compleanno del mio fiorellino.
-Anche io, mi è bastato l'incontro ravvicinato con l'asfalto di Loitshe e qui poi ci sono i sassi, sai che botta?- sorrise Bill al ricordo.
-Allora coraggio- dissero in coro avviandosi verso il vagone dove tutto era pronto per la scena.
Un assistente del regista spiegava ai ragazzi come fare per salire, il giorno prima Gustav, Georg e Tom avevano già provato e le loro scene erano già state girate Bill solo ora provava la salita.
-Orca- disse quando si trovò alle prese con la scaletta e il portellone del treno, non ce la farò mai- poi disse preoccupato a Tom- Le conoscono le mie doti? Mi hanno visto come sono vestito? Secondo te con questi cazzo di jeans e questi simpatici stivali ai miei piedi io dovrei arrampicarmi alla spiderman? Per non parlare poi della simpatica nausea che mi rivolta lo stomaco- Bill cercava di risultare simpatico e il più rincuorante possibile ma poi conscio delle sue possibilità si rivolse ad Hans.
-Scusa Hans, ma secondo te è fattibile? Mi avete visto?- disse in tono supplichevole il ragazzo.
-Bill non preoccuparti cerca di fare del tuo meglio, sotto mettiamo un tappeto della palestra e poi chiederò se qualcuno può darti una mano, viste le tue condizioni.
-Ah ecco meno male, fatti raccontare i mille aneddoti che girano ancora a scuola sulle mie doti fisiche, ero la disperazione di tutti i prof di educazione fisica, non riuscivo neanche a fare il quadro svedese senza sfracellarmi al suolo. Sono una frana.
La scena della scalata di Bill si risolse facilmente per fortuna, non si sa bene con quale sforzo sovrumano e dove trovò le risorse, ma il ragazzo ci riuscì rapidamente e senza troppa fatica. Le cose invece si complicarono quando dovettero girare la scena sul tetto del treno.
Il primo ciak non soddisfò il regista che cominciò ad urlare:
-Sembrate un gruppo di ragazzine ad una gita scolastica! Un po' di energia, siete in pericolo di vita, drammaticità per favore.
I quattro ragazzi si guardarono negli occhi pronti per sbottare una serie di insulti, ormai ne avevano le tasche piene delle frasi acide che da due giorni il regista rovesciava su di loro. Ma Bill cercò di frenare gli animi:
-Raga, vi prego facciamo del nostro meglio ne ho le palle stracce, per usare un'espressione colorita di Lauren, diamogli quel cazzo che vuole a quello e leviamo le tende, sto malissimo.
I ragazzi si misero in posizione e la scena fu girata.
Bill non riusciva più a reggersi in piedi e il regista gli urlò
-Ma il testo della canzone lo sai? Stai cantando a vanvera?
Bill cercò di capire cosa stesse intendendo quell'uomo che da ore gli ordinava di fare questo e quello.
-No, ma che cavolo dice?-chiese a Tom che gli stava accanto.
-Bill, guarda che hai sbagliato stavi cantando la prima strofa, ma se vuoi cantare tutta la canzone fa pure, stiamo qui sul tetto fino a domani! - gli sorrise dolcemente Tom cercando di essere più comprensivo del regista.
-Mi scusi, mi sono confuso-fece desolato il ragazzo
-Vedi tu, quando vuoi, la canzone per fortuna è vostra.
-Fan culo, mi prudono le mani, ho voglia di spaccargli la faccia-disse sottovoce Gustav che sempre calmo e paziente era veramente allo stremo. Poi Bill accusò un altro malore. Questa volta a sostenerlo c'erano i ragazzi.
-Ehi fratellino ce la fai?
-Sì, basta, non ne posso più, mi gira la testa e mi viene da rimettere, ma finiamola qui!- con uno sforzo disumano si tirò su in piedi
-Allora ci siete? Pronti si gira.
I ragazzi finalmente furono convincenti, certo Bill era piegato in due dal dolore e i ragazzi lo reggevano come meglio potevano veramente e questo rese la scena molto più realistica, cosa che soddisfece il regista che decretò la fine delle riprese con sollievo di tutti.
Bill venne calato dal treno a fatica si reggeva sulle gambe, Tom lo sosteneva da una parte mentre Gustav dall'altra. Quando salirono sul camper trovarono Lauren ad attenderli, appena vide la testolina di Bill fare capolino dalla porta intuì e aprì immediatamente la porta del bagno del mezzo.
Bill corse verso il lavandino e cominciò a rimetter, mentre Lauren gli teneva la fronte e cominciava a dare ordini.
-Tom aiutami a sfilargli questa cavolo di giacca, datemi una maglietta asciutta e pulita, prendi nel mia borsa una fascia così non si sporca la criniera. Datemi un asciugamano e bagniamo quello piccolino che usavo prima.
I ragazzi come formichine si diedero da fare veloci e solerti. Tom aiutò a spogliare e rivestire il fratello, Gustav recuperò la fascia che gli passarono sulla testa per tenere fermi i capelli.
- Il rosa fucsia ti sbatte Bill- disse ironicamente per cercare di tirare su il morale all'amico. Bill si guardò allo specchio e sorrise.
Quando al ragazzo finalmente passarono i conati di vomito Lauren e Tom lo fecero sedere sul divanetto. Il ragazzo vi appoggiò la testa cercando di trovare finalmente ristoro nel riposo.
Poco dopo una voce li chiamò:
-E' arrivata la vostra macchina.
-Finalmente si va a casa.
I ragazzi si alzarono veloci ed aiutarono il povero Bill che a fatica si reggeva sulle gambe. Il tragitto fino al taxi gli sembrò lungo e impervio e anche il viaggio nel traffico della città fu molto lungo. Lauren era riuscita a farsi dare del ghiaccio secco e lo passava sulla fronte del ragazzo che scottava. Una coperta lo avvolgeva tenendolo al caldo. Il respiro era affannoso e il corpo era percorso da brividi e tremori. Ogni tanto cominciava a cantare la canzone come se fosse ancora sul set.
-Ehi, fratellino guarda che abbiamo finito le riprese.
-Dai, cerca di riposarti- sussurrava con dolcezza Lauren, cercando di coccolarlo.
-Mi devo cambiare?-chiedeva flebilmente Bill.
-No, le riprese sono finite, dai dormi.
-Ma, mi sembra di stare sul treno.
-No, siamo in macchina- lo rassicurò Lauren- abbiamo già chiamato il dottore ci aspetterà a casa.
-C'è la mamma?
-No, ricordi? E' in crociera.
-La mamma non c'è?- richiese confuso.
-Le abbiamo regalato la crociera, non ricordi, per i nostri diciotto, le abbiamo fatto un regalo, per ringraziarla di averci sopportato e per sopportarci ancora.
-Non ricordavo più.
-Se vuoi faccio venire la mia- suggerì Gustav- lei ci tiene tanto a coccolarci.
-No, non preoccuparti- disse rassicurante Tom- Bill è solo un po' confuso.
Il viaggio fu lunghissimo, attraversarono la città durante le ore di punta e se Lauren ci aveva impiegato pochissimo alle sei di sera i ragazzi ci misero due ore.

-Mi raccomando ragazzi, se dovesse peggiorare, chiamate la guardia medica io purtroppo devo partire questa sera per un convegno, sarò di ritorno domani sera e verrò subito.
-Va bene dottore- annuì con fermezza Tom
-Allora, l'infermiera Köhler verrà fra un'ora a togliere la flebo. La puntura dovrebbe placargli la sensazione di nausea. La supposta dovrebbe fare il suo effetto fra poco. Le cose che avete fatto fino ad ora vanno bene. Se sente le labbra riarse e vi chiede da bere, dategli del ghiaccio come avete sempre fatto. Se i dolori allo stomaco dovessero aumentare.
-Chiamiamo la guardia medica -disse Lauren con voce sicura e ferma.
-Perfetto, comunque ho visto che tu le punture le sai fare perfettamente, sei decisa e ferma.
-Loro non si fidano, ma ora ne hanno le prove.
-Comunque adesso dovrebbe calmarsi e dormire. Domani sera passo di sicuro.
-Grazie dottore, ci vediamo domani sera allora, sappia però che io sono un po' arrabbiata con lei - disse senza mezzi termini Lauren minacciando il dottore con il suo proverbiale dito da maestra in cattedra- non doveva permettere che girassero il video, potevano farlo benissimo un altro giorno e rimandare tutto, lei doveva imporsi.
-Io ho vivamente protestato infatti, ho parlato con alcuni dello staff, forse sarei dovuto essere più fermo e categorico. Ma sembrava solo una indigestione.
-Ecco invece lo sciroccato stava veramente male e il gemello cretino con i suoi compari dovevano essere categorici e fermarsi, rifiutarsi di girare il video o fare solo le loro scene.
Il dottore si stupì della fermezza della ragazzina e cercò di spiegarle i meccanismi che vi erano dietro e cercò di portarla alla ragione, ma Lauren non demordeva, restava impuntata sulle sue convinzioni, il suo caro Bill stava male e non lo si doveva toccare.

-Fidanzata tosta, Tom, complimenti!- disse il dottore uscendo.
-Già, ma come fa sapere che è la mia ragazza?
-Me lo ha detto tuo fratello.
-Lingua lunga come sempre, comunque sì è tosta.
-Vi fa filare dritti- rise divertito
-Un bel peperino!- concluse Tom
I turni furono organizzati i ragazzi decisero che Lauren doveva solo ed esclusivamente riposarsi, l'avrebbero chiamata solo in caso di necessità.

-Che cosa sta succedendo?- disse flebilmente una voce che proveniva da sotto la trapunta.
-Nulla, dormi.
-Gustav che fai?- Bill fece capolino da sotto le coperte e vide l'amico in piena emergenza con carta igienica sparsa ovunque.
Il ragazzo senza rispondere prese il rotolo che giaceva srotolato per terra se lo avvolse intorno alla testa, alle braccia e al corpo poi si girò verso il ragazzo malato che lo guardava perplesso:
-Sono il batterista Mummia- disse imitando una mummia che esce dal sarcofago. Bill scoppiò a ridere e quasi si strozzò.
-Sono stato svegliato dal mio sonno millenario per girare un cazzuto video con dei dementi- continuando a fare lo stupido
-Che fuori!- esclamò- che stavi facendo con tutta quella carta?
-Ho rovesciato il bicchiere con il tuo integratore, dovevo svegliarti e dartelo e invece il tappeto si sta integrando di sali minerali. Preso dal panico per non far restare la macchia ho perso della carta igienica ma mi si è srotolato tutto il rotolo, così eccomi. E poi almeno ti ho fatto ridere un po'. Il riso è la miglior medicina.
-Siete tutti dei tesori, comunque sto troppo male. Mi è tornata la nausea, mi si contorce lo stomaco.
-Adesso ti preparo un altro bicchiere, il dottore ci ha detto anche se hai la nausea noi dobbiamo sforzarti o ti disidrati, i bambini si disidratano facilmente.
-Ma io non sono un bambino!- ribatté con un sorriso.
-A volte lo sembri!
-Ma uffi, mi avranno fatto cinque punture in due giorni, ho il sedere tipo cuscino puntaspilli. Mi fa male!
-Ecco perché dico che i bambini si disidratano facilmente, bevi e taci.
Bill si sforzò, ma dopo due sorsi, piantò la bevanda che Gustav con energia cercava di fargli bere.

-Lauren svegliati, sono in panico- disse Tom ad un certo punto della notte.
-Che succede?
-Ti prego vieni.
Lauren si fiondò fuori dal letto e corse in camera di Bill che si lamentava di forti dolori allo stomaco.
-Gli fa male lo stomaco e non so cosa fare. Ha la febbre alta, gli ho cambiato il pigiama perché era bagnato di sudore, aveva preso la tachipirina da mezz'ora circa, Gustav gli ha fatto bere qualche sorso di integratore ma mi ha detto che dopo un po' l'ha rimesso.
-Chiamiamo la guardia medica, dai telefona, io metto su dell'acqua calda per la borsa-poi rivolta al malato- piccolino, che cosa ti senti?
-Ho veramente male allo stomaco, mi brucia e mi si contorce.
Lauren lesse gli appunti che aveva scritto Gustav sul loro ormai proverbiale taccuino-dai, non preoccuparti telefoniamo alla guardia medica.
-Pronto- disse Tom al cellulare- la guardia medica? Sì ecco mio fratello è due giorni che vomita e ha la febbre alta, il nostro medico ci ha detto di telefonare se le cose peggioravano. Mio fratello si lamenta di dolori allo stomaco, ha la febbre sui trentanove e tre e tutto ciò che gli diamo lo vomita poco dopo- vi fu una breve pausa- Cosa? E perché non esce? No, guardi non è una indigestione e le cose che il medico ci ha detto di fare le abbiamo fatte, ma lui peggiora.
Lauren si indispettì e prese il telefono dalle mani del ragazzo e con calma ma con tono deciso disse:
-Mi scusi, mi potrebbe dare le sue generalità, Dott. Gebhardt, bene, ora le spiego io, o lei viene immediatamente o io la denuncio per omissione di soccorso, perché sa, se chiamo l'ambulanza e ricoverano il mio amico e poi gli succede qualcosa credo che potrà appendere la sua bella laurea in cantina e cominciare una nuova carriera di operatore ecologico. Ah ecco, l'indirizzo è Marienstra?e 3, citofoni al numero 43.
-Hai due palle cubiche!- disse ammirato Tom
Ma Lauren dopo questo sfogo, si sedette sul letto e due lacrime le uscivano silenziose, Tom la prese tra le braccia cercando di confortarla:
-Guarda, che Bill sta bene, ora viene il dottore e gli dà qualcosa, è solo per precauzione che chiamiamo la guardia medica.
Intanto Bill si lamentava mentre Lauren si era sdraiata accanto a lui e Tom dall'altra parte cercavano di tranquillizzarlo e alleviare un po' il dolore.
-Mi fa tanto male- diceva con un filo di voce-ho male allo stomaco.
-Dai cucciolo, non preoccuparti ora arriva il medico, ti farà l'ennesima puntura e poi domani sarai il solito scassa palle logorroico che ci romperà con le sue chiacchiere fiume.
-Sì- aggiunse Tom pallido e teso- fra qualche giorno è il compleanno di Lauren e dobbiamo ancora comprare i regali.
-Come non me lo avete già comprato? Ma perché aspettate sempre l'ultimo momento per fare acquisti?- disse cercando di fare il tono da mamma che sgrida i suoi figli.
-Già, mammina, siamo senza speranza ma siamo carini per questo- il povero ragazzo malato abbozzò un sorriso tra il dolore.
-Se fossimo precisi e perfettini saremmo noiosi, invece viviamo sulla lama di un rasoio, la vita è imprevedibile e a noi piace così.
Lauren diede un bacino sulla guancia ad entrambe i gemelli poi cercando di portare più sollievo possibile cominciò ad accarezzare la fronte e i capelli di Bill che chiuse gli occhi mentre Tom accennava una melodia tranquilla la ninna nanna che cantava sempre la loro mamma e pian piano il malato si assopì.
I tre ragazzi furono risvegliati dal suono del citofono.
-Finalmente- disse Tom alzandosi di scatto e andando ad aprire disse - ultimo piano.
Dopo qualche minuto di attesa sull'uscio Tom vide finalmente il dottore arrivare.
-Venga si accomodi, da questa parte.
Il dottore rimase perplesso, la casa era enorme e arredata con lusso e modernità, le luci non erano accese e Tom fece attraversare il salone che era avvolto nella penombra.
-Ecco, mio fratello non sta bene.
Lauren si era alzata e si era preparata per spiegare tutto al medico e prima ancora di pronunciare qualsiasi parola porse il taccuino degli appunti:
-Ecco dottore qui c'è scritto tutto quello che è stato fatto in questi giorni. Riassumendo: il primo giorno sembrava solo una indigestione, il pomeriggio lamentava forte mal di testa, poi la notte febbre alta anche quaranta e vomito. Poi dopo un giorno senza febbre o quasi e senza vomito ieri pomeriggio è ricominciata la nausea e ha rimesso almeno quattro volte. Il dottore gli ha fatto verso le otto una flebo, abbiamo curato la febbre con la tachipirina e la nausea con punture di plasil. Ma ora il paziente si lamenta, ha forti crampi allo stomaco, in particolare gli brucia e sembra che gli contorca tutto nella pancia. Come vede dagli appunti verso le quattro ha bevuto qualche sorso di un integratore che ci ha dato il medico ma poco dopo lo ha rimesso. Noi gli abbiamo passato un po' di ghiaccio sulle labbra, non sembrerebbe disidratato, lo abbiamo cambiato perché aveva sudato molto dopo che alle tre e quaranta cinque aveva messo la supposta di tachipirina.
-E' lei la signorina che voleva denunciarmi?
-Sì, mi scusi, ma ero agitata, nel panico e…
-Non si preoccupi, ora visito il ragazzo se volete lasciarmi solo con lui. Il quaderno è il medico che lo ha compilato?
-No, è una mia abitudine, comunque sul comodino trova schierate tutte le medicine che abbiamo e che ha preso, nel caso servisse, sappiamo già la farmacia di turno e io so fare le iniezioni, comunque abbiamo anche il numero di una infermiera professionista che di solito viene verso le dieci quando io non ci sono.
-Ma lei studia medicina o sta studiando per diventare un'infermiera?
-No, faccio la ballerina, ma sa, fin da piccola ho avuto problemi di salute e poi ho curato mia nonna, per questo sono così organizzata.
-Bene, se con la danza non dovesse funzionare credo abbia un futuro nella medicina- poi con infinita calma e dolcezza scoprì il ragazzo che si lamentava rassicurandolo- ora vediamo questo giovanotto.

Lauren e Tom si allontanarono lasciando il dottore lavorare, rimasero però a disposizione. La visita fu accurata e il dottore fu veramente gentile e disponibile, poi rassicurò i ragazzi spiegando quello che aveva constatato.
-Bene, ho fatto una iniezione di un antibiotico.
-Uh, sarà stato contento il culetto di Bill.
-Già sembrava recalcitrante e ci è voluto un po' per convincerlo che era la sola soluzione. Ha cercato di corrompermi.
-Tipico!-disse abbozzando un sorriso Tom
-Le ha detto che in realtà non gli faceva molto male lo stomaco, che gli stava passando tutto o le ha chiesto di fargli le punture sul braccio, perché esistono le punture sul braccio, ma a lui non le fanno mai- aggiunse Lauren sorridendo
-Vedo che lo conoscete bene- rispose il dottore- gli ho spiegato che esistono punture che si possono fare nel braccio o nella pancia, ma non era questo il suo caso.
-Certo, sempre fortunato, mio fratello- concluse Tom- comunque deve sapere che è una lagna per tutto, non si preoccupi.
-Ha ragione di lamentarsi però questa volta, purtroppo il liquido di queste iniezioni brucia non poco, quindi lo dovete sopportare.
-Cavoli questo complicherà la nostra vita e non poco.
-Ma le deve fare solo per cinque giorni e solo una volta al giorno.
-Perfetto, una seccatura al giorno e siamo a meno quattro, giusto?
-Sì- rispose divertito il medico- Ora vado, ho scritto sul quadernetto tutto, per il vostro dottore.
-Grazie mille.
-Avete fatto bene a chiamare e scusate, ma a volte chiama gente che non ha nulla, magari ha bevuto o mangiato troppo e allora preferiamo dare consultazioni telefoniche, prima di uscire. Ora mi serve solo la tessera sanitaria per prendere il numero, rilasciare la fattura e scrivere la ricetta per l'antibiotico.
-Porca miseria ladra straccia- esclamò Lauren.
-Già siamo nella cacca fino al collo.
Il dottore li guardò perplesso e divertito.
-Mi scusi per il linguaggio, lei dirà una ragazzina così carina, frasi da scaricatore di porto, ma lei non sa il caos organizzato come lo chiama lui.- indicando Bill che si era assopito.
-E' vero ho un fratello totalmente disorganizzato e mentalmente disturbato, non troveremo mai la sua tessera.
-Quante ore ha?- chiese Lauren cercando di abbozzare un sorriso-adesso ci adoperiamo per farla saltar fuori.

Lauren e Tom adottarono la tecnica della dolcezza, con Bill di solito era la strada migliore, poi dopo alcuni tentativi falliti cominciarono una serie di insulti.
-Ma è mai possibile?
-Cavoli quando siamo in tour ok pensano tutto gli altri, ma ora, è la tua roba sono i tuoi documenti.
-Hai guardato accanto al computer sulla scrivania?-disse Bill
-Dove sotto la montagna di fogli stampati, quaderni e appunti?
-Sì nel cassetto in mezzo?
-No, non c'è nulla!
-Ma come dovrebbe essere?
-Che cosa!- Urlarono all'unisono i due ragazzi.
-Ci stai facendo cercare una cosa e non sai che cos'è, come è fatta, che faccia ha?
-Sì.
-Idiota!
-Deficiente, è blu e dorata e non è il bancomat! È come una carta di credito ma ci sono i tuoi dati sanitari. La portiamo sempre con noi quando siamo all'estero se ci succede qualcosa. Dovresti averla nei documenti che usiamo nei nostri viaggi.
-Io ce l'ho nel portafogli- aggiunse Lauren cercando di far accendere un barlume di speranza e cercando di dare qualche idea al cantante.
-Ah, forse tra le cose che porto con me ai concerti?
-Devo cercare nella tua cazzutissima sacca borchiata?
-Avevo quella nell'ultimo concerto?- chiese Bill con voce sorpresa.
-Ma che cazzo ne so- esplose con rabbia Tom- di solito sì ti porti quella roba improponibile.
-Allora sì, magari è lì.
-Dove quell'obbrobrio?
-Nell'armadio presumo- disse flebilmente Bill
-Cazzone tinto hai un armadio sconfinato di metri cubi di stracci da cazzone una collocazione approssimativa?
-Secondo me deve essere nell'anta dove ci sono gli scomparti quadrati.
-Ovvero?- chiese interdetto Tom
-Ultima anta in fondo a destra, lì ci sono i cassetti con la biancheria intima e gli accessori.
Tom aprì e in effetti il caos che regnava nella stanza non rispecchiava l'ordine perfetto e militaresco che vigeva nell'armadio. Il ragazzo si stupì. Dopo qualche minuto che frugava nella borsa esclamò con tono acido e scocciato.
-Mentecatto, idiota, nella tua cazzutissima borsa da fighetto non c'è!
-Ma forse non è quella che avevo all'ultimo concerto.
-Adesso ti ammazzo!- Tom lanciò la borsa nell'armadio con fare scocciato chiuse a calci l'anta dell'armadio del fratello poi andò di là dal dottore che era con Lauren e che rideva divertito per i complimenti che si scambiavano i due fratelli. Lauren per intrattenerlo stava raccontando qualche aneddoto di quando erano ragazzini, mentre osservavano il salone dei ragazzi pieno di premi.
-Mi scusi, fra poco lo ritroviamo, deve avere pazienza, ha diciotto anni ma i neuroni fusi dalla tinta per capelli. Ha sempre qualcuno che pensa per lui e da solo non ce la può fare. Ora telefono a Hans.
-Ma sei sciroccato sono le cinque- disse Lauren- ci provo io.
Tom cedette volentieri le armi alla ragazza mentre il dottore sorrideva:
-Quando mia figlia saprà dove sono stato, le verrà un colpo.
-Sono desolato dottore, la prego si accomodi, le offro qualcosa?
-No, non preoccuparti se non trovate la tessera potete telefonarmi e farmi avere i dati.

-Bill, dai piccolino, uno sforzo, dammi qualche indizio- disse leziosa Lauren.
-Forse è in un borsellino in qualche giacca-disse Bill
Lauren fremeva, non era la risposta che voleva.
-Tu, Bill sai quante simpatiche piccole giacche hai?- disse un po' meno calma.
-Sì, tante, ma deve essere in una delle ultime che ho usato in tournée.
-Ovvero?
-Non ricordo-rispose candidamente il cantante.
-Bill fan culo, un indizio, non si può essere così idioti, con i documenti poi!
-Non arrabbiarti anche tu- chiese supplichevole il cantante- sono un po' confuso, non sono molto in forma.
-Lo so- disse con calma Lauren- ma che cazzo Bill, sono documenti! È mai possibile che tu sia così imbranato e demandi ad altri cose che dovrebbero essere di tua competenza, sei grande ormai!- il tono che la ragazza aveva raggiunto sfiorava le frequenze che solo i cani possono udire.
-Ah- disse finalmente Bill- forse è nel portafogli nero di pelle con la fibbia argentata.
-Quale dei venti che ti ritrovi?
-No, l'unico di Prada, nel comodino.
-Tu scherzi Bill?- disse Lauren sconsolata?
-No, nel comodino di sinistra dove vi è il portafogli con le carte di credito.
Lauren ormai sull'orlo di una crisi nervosa, aprì il comodino e tra i venti portafogli tutti più o meno neri con borchie, fibbie e marche famose trovò il "Santo Graal" dentro vi trovò la tessera e altri documenti importanti.
La ragazza sconsolata porse la tessera al dottore dicendo:
-Ha capito con che razza di dementi ho a che fare? Quello che scrivono i giornali su di loro è vero sono degli idioti. Il cantante poi è veramente senza speranza.
Il dottore rise divertito, prese la tessera, segnò tutto sul rapporto e si congedò con la promessa di biglietti speciali per sua figlia al prossimo concerto.
Poco dopo fece capolino un riposato Georg, pronto per il suo turno, quando vide i volti di Lauren e Tom azzardò una battuta.
-Bella cera ragazzi!
-Georg tu vuoi compiere vent'un anni? Vero?- affermò Lauren scocciata- fatti raccontare dal mentecatto rasta cosa ha fatto l'altra dolce metà del suo cervello, ho talmente i nervi a fior di pelle che vorrei lanciare Bill giù dalla finestra.
-Si mette male? non vorrei essere nei panni Bill quando Lauren dovrà fargli la puntura sta sera- disse Georg.

***

-Tom, che cosa stai mangiando?- urlò Lauren, la sua voce si era sentita distintamente per tutto l'appartamento.
Tom era placidamente svaccato sul divano con un enorme pacchetto di chips sulle gambe e la mano unta salata stava portando alla bocca una manciata di succulente, unte patatine, quando una furia con un bellissimo grembiulino da donnina di casa si avvicinò minacciosa.
-Patatine- bofonchiò con la bocca piena il ragazzo, non calcolando bene la portata delle sue parole.
Lauren si avvicinò al ragazzo gli strappò il pacchetto dalle mani, glielo rovesciò sulla chioma fluente e gli sbriciolò tutto il contenuto schiacciando bene le patatine sulla testa.
-Va fan culo Tom, sono rientrata dopo sei ore di prove e da brava ragazza mi sono adoperata per preparare una cenetta simpatica per noi e un brodino per il mentecatto malato, tu non hai mosso un dito, di là abbiamo fatto tutto Gustav ed io e tu sei qui e ti rovini l'appetito? Ho a che fare con un cretino allora. Sono stufa! Non hai rispetto per il lavoro degli altri, invece di esser tu a farmi trovare da mangiare ed occuparti di tuo fratello, sei qui servito e riverito!
Lauren finì il suo discorso dandogli una cuscinata sulla faccia e come una furia si rifugiò in camera di Tom sbattendo la porta.

-Che cosa sarà successo?- fece capolino la testa di Bill da sotto la trapunta rivolto con fare interrogativo e preoccupato a Georg che era seduto su una poltrona al suo capezzale.
-Non so, ma le urla di Lauren erano veramente feroci.
Poi si udì la porta riaprirsi, Georg si alzò e vide che dalla porta della camera di Tom venivano espulsi come stracci dei vestiti di Tom e poi si vide volare un paio di scarpe dei cappellini e una felpa, seguita da un pigiama, dei boxer e uno spazzolino da denti.
-Credo ci sia in corso una lite tra innamorati- sussurrò riportando ciò che aveva visto a Bill che non poteva ancora lasciare il suo letto.
Poi una voce urlò:
-E io sono sfinita, devo pure fare l'infermiera per quel lamentoso che continua dire che il suo culo è un puntaspilli. E io che gli faccio il brodino di verdure, quello di carne leggero, quello di pollo e gli faccio i biscottini senza burro, con solo un rosso e voi glieli mangiate tutti. Va fan culo, io devo ballare fra tre giorni è il mio compleanno e mi sto esaurendo a forza di fare la notte sveglia anche per colpa tua. Egoista!- Su queste ultime parole Lauren aveva lanciato le ciabatte del ragazzo direttamente dall'altra parte del salone colpendo la porta della cucina con fragore.
Tom solo dopo la seconda sfuriata della ragazza si era deciso ad alzarsi dal divano, fino al quel momento era rimasto interdetto. Senza parole aveva raccolto i suoi effetti personali e come un marito che è stato sfrattato dal talamo nuziale, si era diretto in camera di Bill.
Il malato si era tirato su e si era seduto alquanto preoccupato vedendo lo stato in cui versava Tom chiese timidamente:
-Che cosa hai fatto?
-Stavo mangiando delle patatine.
-Porca miseria, è forse in quel periodo del mese?- disse timidamente Georg che trovava la reazione della ragazza un po' eccessiva.
-No idiota- fece capolino l'altro cuoco della serata- non capite? È da due ore che spadelliamo come disperati e lui si rovina l'appetito con le patatine? Sinceramente ha ragione il prato in fiore. Ci siamo fatti un culo a capanna, lei poi ha lavorato tutto il giorno.
-Idiota- disse flebilmente Bill rivolto a Tom.
-Guarda che ce l'ha anche con te che ti lamenti quando devi fare le punture, prendere le medicine e non bevi i brodini che ti prepara.
-Lo so, ho sentito-disse desolato il ragazzo.
-Ora sarà un casino togliermi le briciole di patatine dai dreads- affermò con la voce tremante Tom.
-Dai ti aiuto io- disse Georg che si pentiva di aver giudicato la sfuriata della ragazza inopportuna e spropositata- vai però prima a chieder scusa a Lauren.
-Vero, vai con il capo scomparso di cenere o di patatine, nel tuo caso- fece con un sorriso Gustav- mi raccomando striscia e chiedi scusa, la piccola ha ragione e tu- facendo partire il dito minaccioso che ormai aveva imparato ad usare come Lauren -prendi le medicine così fra mezz'ora bevi tutto il brodo e poi quando è l'ora della puntura taci e mostri le chiappe senza fiatare, che ci sia Lauren o l'infermiera non ti lamenti, va bene?
-Ti dona quel grembiulino- disse Bill cercando di sviare il discorso.
-Non provarci, bello- disse Gustav facendo vibrare nell'aria il dito - non prendermi per il culo o adotto le torture medioevali e il brodo te lo rovescio sulle parti intime.
-Orca mi sa che è Gustav ad avere le sue cose- disse ridendo Georg.
A questo punto il batterista rispose con un elegante dito medio e se ne tornò tra i fornelli.

-Lauren scusa- disse Tom rivolto ad una porta chiusa- hai perfettamente ragione, hai a che fare con due gemelli totalmente cretini, due esseri inutili, egoisti, egocentrici. - poi tentò di girare la maniglia ma la porta era chiusa a chiave- Perdonami fiorellino. Ti prego, vieni, ho apparecchiato, Bill ha preso la medicina, la cena è pronta, lo sguattero Gustav aspetta solo gli ordini del suo Chef. Non vorrai che i vostri sforzi si vanifichino. Scusa, sono stato uno stupido, non dovevo mangiare le patatine, ma sai ogni tanto mi piace strafogarmi di schifezze, scusa, non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti. Hai ragione, mi sono dimenticato che tu lavori, invece io sono in vacanza o quasi. Ti prego, scusa, scusa, posso entrare- questa volta la porta si aprì e in una camera immersa nel buio totale un corpicino si distingueva sulla trapunta bianca. Tom si avvicinò a quel corpo che era ancora scosso dai singhiozzi. Il ragazzo si sdraiò avvinghiando a sé la ragazza. Cominciò a sussurrarle parole di scuse, facendo seguire le sue parole da carezze dolci, il ragazzo spostò i capelli dal collo della ragazza e cominciò a darle dolci baci.
-Scusami fiorellino, ti giuro, sono un cretino, mi dimentico che tu stai lavorando e le prove diventano sempre più faticose. Perdonami, cercherò di fare più attenzione.
-Lo so- disse tra le lacrime Lauren- ho avuto quella reazione perché sono stanca.
-Amore perdonami, hai ragione, dovresti essere servita e riverita e invece…
-A me fa piacere cucinare, Gustav poi mi ha fatto sbellicare dal ridere, fa le imitazioni mentre cucina, fa le scene del cuoco giapponese ed è uno spasso. Non mi è pesato più di tanto, ma quando ti ho visto ruminare…
-Hai ragione, fiorellino, dai andiamo di là, prima che il cuoco giapponese non bruci tutto.
Lauren si alzò e i due ragazzi ormai rappacificati fecero capolino in cucina dove Gustav stava ultimando la cena aiutato da Georg.
-Tutto a posto- chiese con gentilezza Georg.
-Sì, scusate- disse Lauren.
-Ma sei fuori?- disse perentorio Gustav- se io fossi in te non gliela darei per una settimana almeno.
-Ehi, tu- fece minaccioso Tom- non dare brutte idee al mio fiorellino, abbiamo fatto pace, sappi. Anzi…
-Guarda che Gustav ha ragione, mi sa che la rivedrai in cartolina.
-Va be'- disse sconsolato Tom prendendo posto a tavola- ne riparliamo in privato.

***

-Ciao tesorini ci vediamo oggi alle cinque allora?- Lauren era pimpante come sempre alle otto del mattino e stava salutando i suoi angeli custodi davanti alla scuola.
-Sì fiorellino- rispose teneramente Tom che non voleva lasciarle la mano.
-Finalmente il gran giorno!- esclamò felice Bill che si era appena rimesso e che usciva dalla sua clausura quella mattina per la prima volta.
Lauren buttò le braccia al collo dell'amico e gli stampò un bel bacio sulla fronte augurandogli:
-Buono shopping cazzone tinto, fatti bello mi raccomando per il mio compleanno e compra un bel regalo!
- Chi ti dice che non lo abbia già comprato?- disse con tono di sfida Bill.
-Ma sei stato tu a dirmi che non avevi ancora fatto il regalo e che dovevi guarire in fretta e prima di martedì.
-Depistaggio?
-Bastardo fedifrago, che ti venisse la sciolta.
-No ti prego! Mi è bastato vomitare per cinque giorni di fila, ho perso cinque chili e non ho più nulla da mettermi, io che mi ero fatto confezionare un bellissimo abito su misura! Mi tocca oggi trovare qualcos'altro.
-E sarà dura- disse uno sconsolato Tom per il quale si profilava all'orizzonte una lunga mattinata fatta di prove di almeno settecento paia di pantaloni e duecento prove di giacche che si andavano ad aggiungere ad un armadio sconfinato- Non potresti metterti il completo che avevi al nostro compleanno?
-No, me lo avete già visto e poi ti giuro i pantaloni li perdo.
-Porca miseria, sei dimagrito tanto?
-Sì.
-Potresti metterti quelle orribili bretelle borchiate che hai tentato di mettere alla premiazione del Bambie e che per fortuna Hans ti ha convinto a togliere, non bastava la camicia di raso bianca che scintillava di luce propria e gli orribili pantaloni gessati.
-Ma se mi stavano da Dio!- esclamò risentito Bill che in fatto di buon gusto credeva di possederne tanto- ero bellissimo e raffinato.
Tom lo guardava con una smorfia di schifo sulla bocca mentre Lauren guardava perplessa i due fratelli e si domandava se sarebbero sopravvissuti fino al suo compleanno o si sarebbero scannati prima.
-Gemelli sciroccati io vi lascio, mi raccomando al centro commerciale non date troppo nell'occhio.
-No, dovremmo riuscire a salvarci, le ragazzine sono a scuola, si spera, le donnine alle otto del mattino non vanno a fare shopping, dovrebbe esser tutto calcolato- disse con entusiasmo Bill che pregustava un po' di libertà.
-Già speriamo di finire prima delle dodici! Se la Diva non ci metterà l'eternità per trovare un solo e cazzutissimo paio di pantaloni!
Lauren baciò dolcemente come tutte le mattine Tom che quella mattina sembrava più recalcitrante ad abbandonarla del solito. La trattenne infatti di più ed ebbe diritto ad un piccolo rimprovero.
-Sai, se ci vedono è una scoglionata di proporzioni epocali- disse Lauren
-Wuah, una new entry in fatto di termini eleganti, Lauren- disse divertito Bill- comunque hai reso l'idea, sarebbe una rottura di marroni, ti ricordi il casino che era venuto fuori con quella ragazza?
Tom sbiancò al solo ricordo e ciò gli bastò per allontanarsi dalla sua amica.

***

- Entriamo un minuto in profumeria?- suggerì Bill.
-Che cavolo devi fare? Sei molesto e fastidioso come una zecca, non dovevi solo focalizzare la tua attenzione sui pantaloni?
-Ho bisogno del deodorante e poi volevo regalare a Lauren le palline per fare il bagno spumeggiante e gasato.
-Cioè? Che diavolerie volevi regalarle dove le trovi queste stronzate?
-Ma si una roba fortissima, le ho provate in quel albergo di Zurigo, ti ricordi?
-Delle palline del bagno?
-Sì, se le metti fanno le bolle!
-Non è che Bill avevi mangiato qualche fungo allucinogeno o sniffato?
-Idiota! Io mi diverto un sacco con le stronzate che trovo negli alberghi, tu no?
-No, io dormo.
-Che fratello inutile! Dai entriamo- Bill entrò sicuro nella profumeria, si diresse rapido verso il settore uomo e prese quello che gli occorreva, oltre al deodorante prese altre duecento cose inutili. Tom lo guardava scotendo la testa, proprio non ce la poteva fare suo fratello.
-Stai perdendo di vista l'obiettivo, cretino!- lo esortò il ragazzo.
-Già ecco, il settore donna, bagnoschiuma alla rosa canina, uhm buono potremmo fare un cesto regalo al tuo fiorellino.
-Uhm, dici che non se la prende? Tipo puzzi, lavati?
-Ma no, sali da bagno, bagno schiuma, palline frizzanti, candele, fai viaggiare la mente fratello- lo esortò Bill.
Tom si mise a pensare e in effetti la prospettiva di un bagno profumato con annesse candele lo sviarono verso pensieri ben oltre.
-Ok- fece Bill scotendo una mano davanti agli occhi del fratello- il solito che pensa a cose sconce!
-Ma sei sciroccato, che pensi, mi stavo figurando un bagno romantico.
-Non ci credo.
-Sei tu il pervertito, guarda che io pensavo al profumo migliore per Lauren.
-Sì, mio nonno!
-Posso aiutarvi?- chiese una commessa che sia era avvicinata ai due ragazzi.
-Sì!- disse sicuro Bill
-No!- replicò Tom
I due ragazzi erano sempre d'accordo su tutto.
-Vorremo fare un regalo ad una amica, lei può fare una bella confezione regalo, raffinata ed elegante tipo, non so una scatola con dei fiori sul rosa, dentro dei petali profumati e i prodotti che vogliamo?
-Sì magari ci aggiunga anche un massaggiatore privato nella scatola e siamo a posto- disse ironico Tom le cui pretese di Bill gli sembravano assurde.
-Abbiamo delle belle confezioni regalo che si possono riempire come vuole, certo petali di rosa non li abbiamo ma della bella paglia colorata.
-Benissimo allora se mi fa vedere la confezione decidiamo il contenuto.
Tom basito seguì il fratello e la commessa, si sentiva un pesce fuor d'acqua, per quelle smancerie proprio non ci sapeva fare e lasciò il fratello fare tutto.
-Bene la scatola è perfetta, vero, fratellino?
-Sì.
-Bene, allora ci mettiamo su questo bel letto di paglia rosa, un bagnoschiuma al mughetto, che ne dici?
-Sì, è il suo profumo preferito.
-Poi ci mettiamo i sali da bagno, questi petali che galleggiano e profumano, le candele. Secondo te preferisce la crema corpo o l'olio?
Tom sgranò gli occhi come se gli avesse chiesto di eseguire un'operazione matematica complicata.
-Ok, tagliamo corto preferiresti, nella tua mente bacata, spalmarle la crema corpo o l'olio?
Tom cominciò a meditare.
-Ok encefalo grama piatto, l'ho perso, lei cosa ci consiglia- fece Bill alla commessa.
-Forse la crema è più indicata, se non è una ragazza che si mette l'olio magari finisce per non usarlo.
-Allora- sollecitò Bill.
-Allora che?
-Mentecatto dopo venti giorni con lei, hai mai visto che si spalma degli oli?
Tom sgranò gli occhi, poi pensandoci bene rispose sicuro.
-Usa la crema!
Bill e la commessa lo guardarono poco convinti, ma si fidarono. Il pacco fu preparato.
-Potremmo fare un regalo anche all'infermiera che mi ha sopportato- suggerì Bill.
-Fai tu- rispose laconico Tom.
-Signorina mi scusi, vorrei fare un cestino con tre prodotti anche per una signora di mezza età.
-Le signore amano questa fragranza al muschio bianco, o questa al tè verde- la signora porse dei campioni da annusare.
-Uhm, questo mi sembra buono- poi rivolto al fratello- che ne dici?
Tom fece spallucce, di queste cose se ne stra fregava e l'idea solo di dover fare dei regali lo snervava. Bill invece era sempre spumeggiante e attento alle piccole cose, ai dettagli, sapeva sempre come fare felici gli altri anche con poco.
-Bene, muschio bianco, mi sembra più forte e deciso come profumo, come la signora Köhler! Mi fa il conto?
-Certamente.
-Mi dica, se volessi spedire il cestino, voi avete un servizio?
-Sì, te lo mandano con un piccione!- disse ironico Tom.
-Sì certo, abbiamo un corriere che fa le consegne.
-Ah- esclamò Bill con un sorriso ironico e con un tono beffardo.
-Il servizio si paga extra ovviamente e viene a costare un po' di più rispetto a quello che viene se lei lo fa direttamente con la DHL.
-Non si preoccupi, abbiamo fretta e poi lei mi sembra così solerte e precisa, mi piace, scimunito non stare lì impalato, fatti dare dalla signora Köhler il suo indirizzo, mi raccomando con tatto e non farti sgamare come un pollo.
-Le incombenze più gravose a me?
-Dai, sai che io sono imbranato al telefono.
-Solita scusa.
-Mammalucco muoviti, la mattinata è ancora lunga.
-Posso pagare con la carta di credito?
-Certamente.
-Anche la spedizione?
-No quella dovrebbe pagarla in contanti.
Bill consegnò la carta di credito e stava per porgere il documento di identità quando la commessa disse:
-Non si preoccupi l'avevo riconosciuta.
Bill si calcò il cappello sugli occhi e sorrise imbarazzato.
-E' per una nostra amica che compie gli anni.
-Non si preoccupi, non deve giustificarsi.
-Grazie, lei è veramente gentile e la confezione che ha fatto veramente bella. Senta avrei un favore, siccome dobbiamo fare altre spese, le dispiace se lasciamo qui i sacchetti?
-Sì certamente.
-Ecco- disse Tom- l'indirizzo della signora Köhler è il seguente San Stefanstra?e 22.
-Perfetto, abbiamo fatto tutto, ora seconda parte della missione.
I due ragazzi uscirono dalla profumeria e mentre si stavano avviando verso un negozio da uomo a Bill cadde l'occhio su una vetrina di intimo da donna.
-Perché non le fai un regalino romantico?- disse Bill.
-Uhm- mugugnò Tom che si sentiva sempre più in difficoltà- non so?
-Ma non mi hai detto che il giorno del nostro compleanno indossava un completino talmente sexy che quasi ci rimani secco?
Tom deglutì a fatica.
-Ma che poi sembrava una trappola per uomini perché non riuscivi a slacciarlo?
-Sì- balbettò imbarazzato Tom.
-Semplice, gioca d'astuzia, regalagliene uno tu, alla portata della tua destrezza e manualità!- fece Bill con un sorriso ironico di quello che sfotte.
-Verrà anche il tuo momento e ti auguro di fare una figura peggiore della mia! Già mi vedo un reggicalze che ti si incastra in qualche tuo pantalone cazzuto fatto di borchie e pelle.
-Che fratello simpatico come una zecca attaccata ai marroni.
-Puro affetto fraterno il mio.
-Dai entriamo!-tagliò corto Bill.
-No ti prego!
-Dai idiota!- Bill lo trascinò dentro con forza.
Mentre percorrevano il corridoio osservando senza osare toccare nulla una commessa si avvicinò
-Avete bisogno? Posso aiutarvi?
-No, grazie -rispose imbarazzatissimo Tom che era passato dal suo colorino pallido ad un cremisi, questo lo inibì ulteriormente e si avviò deciso verso l'uscita.
La commessa si allontanò senza essere troppo insistente. I due ragazzi si erano separati, poi Bill prese tra le mani un completino se lo mise davanti ed esultò:
-Questo è perfetto non trovi?
Fece girandosi verso la vetrina dove Tom stava osservando pensieroso e imbarazzato.
-Guarda, viola, con dei fiorellini rosa, graziosi ricamati, non starebbe bene a Lauren?- e sempre tenendoselo davanti al petto ondeggiava.
-Sì, è molto bello- disse con un filo di voce Tom.
-Dai, che taglia porta?
-Ma che cavolo di domande mi fai? Olio o crema, che taglia porta? Ma che cavolo ne so, non guardo la taglia di reggiseno, io glielo tolgo e basta!
-Cavernicolo! Il solito- disse sconsolato il ragazzo
- Mi sembra di stare sotto esame!- disse preoccupato Tom.

La commessa si fece avanti e interrogò i due ragazzi che si imbarazzarono a morte quando la signorina pose loro alcune domande.
- Allora che taglia porta?
-Forse una seconda scarsa, mi sembra che me lo abbia detto una volta, sì.
-Ferretto, coppa imbottita o liscio?
-Aiuto- supplicò Tom.
Bill si fece coraggio e cominciò una sua logorroica elucubrazione mentale:
-Allora la nostra amica non è molto prosperosa ed è permalosa. Se le facciamo quello con l'imbottitura è come spiattellarle in faccia " sei piatta".
Se le facciamo quello semplice sottolineiamo la sua mancanza, lei che pensa? forse il ferretto solleva, senza appiattire e farà una bella forma con quel poco che ha?
La commessa guardò i due ragazzi divertita e suggerì:
-Il ferretto forse è la cosa migliore, ma non penso che la vostra amica si offenderebbe se optaste per quello imbottito. Lo porterebbe meglio forse e le farebbe una bella forma sotto i vestiti.
-No, lei non conosce la nostra amica- sussurrò Tom la cui salivazione era zero- Già potrei venire linciato sulla pubblica piazza.
-Bene allora ferretto. Per le mutandine? Slip, brasiliana o perizoma?
I due ragazzi diventarono rossi come non mai, Tom iniziò a sudare freddo, Bill balbettava.
-Co co come, come sono?- cercò di proferire Tom.
La commessa ormai piegata in due dal ridere mostrò ai due ragazzi le tre opzioni.
Tom non sapeva più che pesci pigliare, avrebbe preferito affrontare mille concerti e duecentomila ragazzine adoranti tra la folla che rispondere a questa domanda.
Bill era imbarazzato, non sapeva nemmeno lui che dire. Poi dopo qualche esitazione Tom, per tagliar corto quella tortura ne indicò un paio, si girò e disse al fratello:
-Ti ammazzo, se mi porti ancora in un posto del genere!
A questo Bill non replicò era rosso anche lui fino alle orecchie.
-Paghi tu- disse solo.
-Certo, idiota!
Per evitare qualsiasi imbarazzo pagò in contanti e chiese una confezione regalo, che fu fatta con cura e velocemente.
Quando furono fuori Tom cominciò una serie di insulti nei confronti del fratello che non sapeva come difendersi, poi cercando di sviare il discorso Bill trascinò il fratello verso un altro negozio:
-Guarda, questo vestitino è delizioso! Starebbe bene con il completo che le hai comparto.
-No, ti prego basta negozi imbarazzanti.
-Ma sei scemo è di vestiti che imbarazzo vuoi che ci sia.
-Con te non si sa mai!- esclamò scocciato.
Bill però non si demoralizzò ed entrò deciso.
-Vorrei quel vestitino in vetrina, una trentasei.
-Bene- rispose la commessa- desidera altro?
-Non so, do un'occhiata se non le dispiace.
-Faccia pure.
Bill si esaltò e in men che non si dica riuscì a svaligiare il negozio. Al vestito coordinò un bellissimo maglioncino corto che si incrociava davanti d'angora rosa. Trovò una elegante cintura di pelle, una borsetta, dei guanti e un cappellino bellissimi.
-Mancano solo le scarpe- disse esaltato- e un cappottino.
Tom ormai si teneva a malapena in piedi in un angolo. Ne aveva le scatole piene e ancora doveva venire il meglio o il peggio per lui, Bill doveva ancora comprare il suo di vestito. Erano le undici e i negozi cominciavano a riempirsi così come i corridoi del grande magazzino.
-Andiamo -sollecitò Tom- si sta affollando.
-Sì arrivo, ma questo lo paghiamo a metà.
-Sì fai come vuoi basta che usciamo! Paga tu, poi ti do i soldi.
-Va bene.
I due ragazzi uscirono carichi come muli.
-Dove cavolo li metteremo tutti questi pacchi?- disse preoccupato Tom
-Faremo la valigia dei regali.
-Mentecatto guarda che non imbarchiamo valigie, Lauren si è raccomandata, solo bagaglio a mano.
-Sì non preoccuparti, in qualche modo faremo- fece Bill baldanzoso e ottimista- e ora il sottoscritto deve farsi bello.
-Cosa impossibile- bofonchiò Tom
-Fan culo- rispose Bill scocciato.
Il primo negozio da uomo che visitarono non andava bene, troppo elegante e da vecchio. Un altro troppo semplice e non raffinato. Al decimo negozio, proprio all'ultimo piano del centro commerciale Bill trovò il suo ideale. Vi entrò sicuro e cominciò ad afferrare pantaloni e cinture. Poi entrò in un camerino mentre Tom come un palo teneva tutti i pacchi dei regali di Lauren
-Che ne pensi fratello? Non sono troppo stretti?
Tom lo guardava sgranando gli occhi.
-Che cazzo ne so, basta che ti sbrighi.
-No, dai rispondimi, mi fanno il culone?
-Ma sei sciroccato? Se non ne hai di sedere?
-Ma no dai guarda, no, non mi piacciono.
-Oh mio Dio, voglio morire, datemi una badile nei coglioni, mi farebbe meno male.
-Ecco, che ne pensi?- Bill uscì indossando un paio di pantaloni molto simili ai precedenti.
-Sei favoloso- disse Tom pur di farlo contento.
-Dai, la verità, il bianco non mi sbatte un po'?
-Sì, sembri un grissino e ti fanno due gambette da gioppino cretino.
-Bei complimenti, grazie.
Dopo qualche minuto ricomparve con un ennesimo paio di pantaloni neri che a Tom sembravano identici ai primi che aveva provato il fratello.
-Questi? Come me li vedi?
Tom sbottò :
-Bill, fan culo sei pesante come un macigno, prendi questi cazzo di pantaloni e leviamoci dalle palle ne ho pieni i coglioni.
-Uhm, che bel linguaggio.
Un commesso si avvicinò e chiese.
-Posso aiutarvi?
Bill sconsolato preferì chiedere aiuto al commesso che lo consigliò al meglio. Anche qui il ragazzo svaligiò il negozio.
Quando uscirono i due ragazzi sembravano due muli, avevano pacchi su pacchi.
-Adesso andiamo a prendere i due regali veri.
-Sì, chiama un taxi il centro comincia ad essere affollato.
Tom e Bill camminavano con il capo chino per non farsi riconoscere anche se si sentivano osservati, poi ad un certo punto una chiamata al cellulare li allarmò.
-Raga che cavolo state facendo?- disse allarmato Georg?
-Perché? - chiese stupito Tom
-Cattive notizie!
-Venite al più presto.
-Oddio che palle che cavolo è successo.
-Bill, come sempre.
-Oddio, dimmi- chiese allarmato Tom- il cretino è qui con me e non ha fatto nulla, lo giuro.
-Non posso, ve lo spiegherò quando sarete qui.
-Bill, hai fatto casini?
-Io?-disse con aria innocente e interdetta il ragazzo- ma se sono stato malato fino a ieri e oggi sono qui con te.
-Appunto? Georg dice che ne hai combinata una delle tue.
-Non è che è il solito falso allarme?
-Speriamo. Comunque ora andiamo in gioielleria e poi a casa.

***

-Porca merda Bill, ti ammazzo- urlò con quanti fiato aveva nei polmoni Lauren - possibile staremo via un giorno e mezzo neanche e questa è la tua valigia? Lo chiami bagaglio a mano?
-Ma è la valigia basic per me.
-Cioè una sansonite in cui ci starebbe una cadavere tu la chiami il basic?
Lauren furente aprì le duecento ante dell'armadio di Bill e cercò una borsa da viaggio di dimensioni umane. La aprì con rabbia e cominciò:
-Due paia di mutande.
-No aspetta- cercò di replicare il ragazzo.
-Va be' te ne concedo tre se proprio te la fai addosso.
-Cretina!-replicò Bill.
Lauren prese tre boxer neri uguali e con rabbia li mise sul letto.
-Aspetta, questi non vanno bene, l'elastico non si intona con i pantaloni.
-Cosa? L'elastico non si intona? Ma io ti prendo a schiaffi.
-Benvenuta nel magico mondo del fashion Bill- disse divertito Georg che sedeva sul letto dell'amico e guardava divertito la furia di Lauren preparare la valigia al ragazzo- pensa noi che lo sopportiamo per mesi su quel cazzo di autobus e ci sciroppiamo le sue paranoie sull'elastico dei calzini che forse non è abbastanza in tono con l'elastico dei boxer che probabilmente hanno una sfumatura di nero che non si intona con i suoi capelli.
-Allora basta prendermi per il culo- ribatté Bill.
-Fan culo, Bill taci! Georg ha ragione che cazzo hanno questi tre boxer che non vanno bene?
Bill che vedeva la vena della fronte di Lauren pulsare si limitò ad aiutare l'amica. Senza proferire verbo andò a prendere una valigia più piccola e silenziosamente, ma speditamente la preparò.
-Va bene Lauren?- chiese timidamente- il pigiama, tre paia di mutande, tre paia di calzini, uno sportivo per domani che ci porti non si sa bene dove, uno elegante di filo di scozia di seta per la sera e uno di ricambio per il viaggio di ritorno. Un paio di pantaloni per domani sempre per la gita, vanno bene questi qui nuovi?
La ragazza annuì, si era seduta accanto a Georg e non parlava.
-La maglietta nera semplice con la giacca di pelle rossa e nera per domani, che ne dici?
-No,- urlò a pieni polmoni- roba sportiva! non di tipo Bill dei Tokio Hotel!
-Uffi, non so cosa prendere- questa frase decretò la sua morte.
-Idiota patentato hai un armadio pieno di roba e mi dici che cosa metto? Ti scotenno! Cazzo Bill, prendi quella camicia bianca, il cardigan carino ed elegante che vedo lì appeso e infila il tutto nella tua cazzo di valigia, poi porta le chiappe fuori di qui, il taxi arriverà tra poco! Prendi i documenti! Qui non hai il tuo staff che pensa anche a quello che respiri.
Lauren entrò in camera di Tom e vide anche lui alle prese con la valigia e anche su di lui si abbatté la furia Lauren.
- Ma voi Kaulitz siete idioti o cosa?
- Staremo via meno di quarant'otto ore e ti porti quattro cappellini che tanto non potrai mettere almeno che tu non voglia passare sul mio cadavere. Idiota patentato numero due, domani andiamo a fare una gita e non vorrai sbandierare al mondo intero salve sono Tom Kaulitz!
- Ma allora cosa metto?- quelle parole che sembravano così innocenti provocarono una reazione spropositata Lauren uscì sbattendo la porta e urlando improperi. Poco dopo Gustav entrò ad aiutare Tom che bianco come un cencio cercava di porre rimedio.
- Ecco eviterei felpe troppo vistose o smaccatamente XXL, per un giorno riesci a trovare una paio di pantaloni un po' meno rap e una felpa umana?
-Sì, ecco, che ne pensi?
-Perfetto, prendi solo quel cappello e per la tenuta durante la sorpresa hai già tutto nella valigia di là giusto?
-Sì.
-Allora eccoci, il padre di Lauren mi ha telefonato prima, gli strumenti sono arrivati sani e salvi, se ne stanno occupando i nostri tecnici. Di là ci sono già Steven e Franz con l'attrezzatura. Per le foto e il video apparsi su You Tube direi che a Lauren non diciamo nulla fino al rientro.
-Sì certo, speriamo che non venga fuori.
-No, speriamo! Georg ha sentito Leonor e Sylvie e loro sono informate, dovrebbero aiutarci nel coprire tutto.
-Ragazzi siamo pronti?- disse con tono pacato una Lauren che aveva trovato un po' di calma.
-Sì- dalle stanze uscirono i due gemelli accompagnati da Gustav e Georg.
-La prima sorpresa è già qui Lauren- disse baldanzoso Bill- Franz e Steven sono i nostri cameraman, coloro che di solito ci riprendono in tour. Abbiamo pensato che sarebbe carino che ci riprendessero in questi due giorni, per ricordarti di ogni momento della tua festa?
-Molto bello come pensiero, ma sarebbe come andare in giro con una freccia luminescente Tokio Hotel, no?
-Ci riprendono solo quando non c'è folla, in luoghi appartati e chiusi, tuo padre sa già tutto e ha prenotato un albergo per loro.
-Bene allora partenza.
-Aspetta- disse felice Bill rivolto alla telecamera- eccoci pronti per la partenza, stiamo andando a Parigi per festeggiare la nostra cara e unica amica, la più sciroccata dell'universo.
-E come potete vedere siamo carichi come muli come sempre nei nostri spostamenti- aggiunse divertito Georg.
-I gemelli Kaulitz i più logorroici gemelli dell'universo hanno le valigie che pesano duecento kili e come sempre pagheranno la sovratassa di duecentomila euro- fece Gustav che non amava mostrasi alle telecamere per lavoro, ma che per divertimento con gli amici invece dava il meglio di sé.
-Sì, chiameremo la nostra missione: Happy Birthday Lauren.
-Direi che da buona francese difenderò la mia lingua e intitolerei le riprese " Joyeux Annivarsaire Lauren".
-Ecco ho già il mal di pancia-fece Bill con una smorfia.
I ragazzi uscirono baldanzosi e felici, avevano prenotato un taxi van per riuscire a caricare tutti.

***

-Allora signorina- disse a bassa voce Gustav- la prego ci regga il gioco- poi chiamando l'amico- Bill, c'è un piccolo problema con i biglietti.
-Che cosa?- fece preoccupato il cantante.
-Già- disse Lauren fingendosi rammaricata -Non sarai con noi, purtroppo la prima classe è al completo e il tuo biglietto per sbaglio è stato fatto di classe economica.
-Già ti hanno messo in coda- affermò Gustav
-Accanto al cesso- disse con gentilezza Lauren.
-Almeno fratello se ti verrà da vomitare non avrai problemi- fece con un sorriso sadico Tom.
-Va fan culo Tom, non sono più malato!- ribatté nervoso Bill, poi rivolto all'amica- ma i biglietti non sono stati fatti tutti insieme?
-Sì, Bill, ma il tuo per sbaglio è stato fatto per una seconda classe e stranamente sta sera la classe business è al completo.
-I manager tornano tutti con questo aereo- disse Gustav che stava entrando perfettamente nella parte rivolto alla hostess- non è vero?
-Sì- affermò la hostess che si stava divertendo alle spalle del ragazzo ignaro.
-No- disse Bill con fermezza- ci deve essere un errore, guardi bene signorina! Guardi bene, io non posso affrontare il volo da solo! Se l'aereo precipita io voglio essere vicino al mio fratellino!
-Io no- disse fermamente Tom- dopo confondono i miei resti con i tuoi.
-Su questo non c'è pericolo- aggiunse divertito Georg- tra i resti di Bill rimarrebbero intatti i capelli, le unghie con la French manicure e il giubbotto in pelle ignifugo.
-Allora piantatela, non indosso nessun giubbotto in pelle e non ho la french manicure.
-Già non ha avuto il tempo di farla sul cesso a vomitare- aggiunse sbellicandosi dal ridere Lauren.
-Siete una band di stronzi patentati!-poi rivolto alla hostess- la prego signorina, non può convincere qualche manager a cedermi il suo posto? Io non voglio stare da solo. La prego posso offrire dei biglietti omaggio per i nostri concerti, posso offrire qualsiasi cosa.
-Tranne prestazioni sessuali- fece il solito inopportuno Tom- quelle non sa cosa siano.
Bill ormai rosso come un gambero e totalmente in panico diede una sberla al fratello.
-Non dia retta a questo idiota che purtroppo ha condiviso con me il ventre materno ed è un errore della natura, non ci sono possibilità? La prego.
La hostess molto simpatica e cordiale continuava a reggere lo scherzo con seria professionalità.
-No, sa, con le nuove norme di sicurezza non si possono fare cambiamenti il posto ormai è stato assegnato e non c'è possibilità alcuna di cambiamenti.
Bill se ne andò sconsolato, il suo smalto brillante e la sua proverbiale energia positiva si erano smorzate.
-Dai, piccolo- fece una Lauren sadica- non preoccuparti, dopo il decollo potrai venire a trovarci e mentre noi sorseggeremo champagne e pasteggeremo con caviale, tu avrai diritto ad un panino gommoso con il prosciutto fucsia che cammina da solo e il succo d'arance che si illumina nel bicchiere in caso di contrattempi con le luci.
-Ridete, ridete, la ruota del Karma girerà e prima o poi sarò io più fortunato.

Bill ritrovò un po' del suo buon umore quando, a braccetto con Lauren percorse, i corridoi del duty free mentre Tom, Gustav e Georg sulle poltrone d'attesa mangiavano schifezze di ogni genere.
-Guarda che bello quell'orologio, ha il quadrante nero antracite come piace a me.
-Bill, ti proibisco di comprare qualsiasi cosa, sei malato di shoppinghite acuta.
-No, era solo una constatazione, per me è troppo grosso.
- Già e poi con le volute del tuo tatuaggio non starebbe bene.
Bill si guardò il polso e disse:
-E' vero, hai ragione.
Lauren lo guardò interdetta, la sua voleva essere solo una battuta e invece Bill era serio, il suo amico era proprio buffo e di difficile comprensione nelle sue paranoie vestimentarie.

Quando fu l'ora dell'imbarco Bill improvvisamente perse la voce e trascinando tristemente la sua valigia rigida di ferro si mise in fila. Prima furono chiamate le famiglie con bambini e i passeggeri di prima classe. Bill disse mesto:
-Ci vediamo dopo.
I ragazzi sadicamente risposero salutandolo con la manina dall'altra parte del vetro:
-Sì, a dopo Bill, divertiti- fecero in coro Gustav e Georg.
-Già, divertiti, forse potrai chiedere alla hostess un libricino con le figure da colorare- aggiunse Tom con un sorriso smagliante.
Bill senza mezzi termini rispose al fratello con un elegante dito medio. Per fortuna a quell'ora c'era veramente poca gente e i ragazzi erano rilassati.
All'imbarco fu accolto dalla hostess che aveva fatto lo scherzo insieme ai ragazzi e prendendo la carta di imbarco del ragazzo la fece passare nella macchina elettronica e con un sorriso smagliante e professionale augurò:
-Faccia, buon viaggio, signore.
Bill mesto in volto, imbronciato come un bimbo di due anni rispose mesto:
-Grazie, arrivederci.
Quando fece capolino sull'aereo semi deserto Bill salutò le hostess che lo accoglievano poi passò dai suoi amici che lo accolsero con dei volti sadicamente divertiti e dovette subire le prese per i fondelli di tutti:
-Ciao Bill, buon viaggio- esordì sorridendo Lauren
-Buona cenetta- fece Georg
-Attento al decollo- aggiunse Gustav con un volto disteso e un tono di finta preoccupazione- I sacchetti per vomitare sono collocati davanti a te.
-Già la cintura la puoi allacciare da solo, ci sono le figurine esplicative se non sai leggere.
Bill finse indifferenza e percorse tutto l'aereo cercando il suo posto, trascinava mestamente la sua valigia con la carta d'imbarco in mano, ma non capiva quale fosse il suo sedile. Quando giunse in fondo all'aereo, praticamente deserto, visto che era lunedì sera ed erano le nove, chiese aiuto ad una hostess.
-Signore, è la prima volta che viaggia?- chiese stupita la signorina.
-No, perché?- Bill era preoccupato.
-La prima classe è in testa all'aereo.
-Ma questo non è un biglietto di seconda classe?- chiese Bill.
-No, guardi, prima classe, fila C posto A2.
-Grazie- rispose un seccato Bill prendendo dalle mani della hostess il biglietto poi percorse tutto il corridoio con passo spedito facendo parecchio baccano, sembrava una furia, i ragazzi sentirono i passi dell'amico ancor prima di vederlo arrivare, poi la tendina che divide le due parti dell'aereo si sollevò e una serie di improperi fu sciolinata senza fiato:
-Allora siete una massa di stronzi senza eguali, avete addirittura coinvolto il personale di terra per farmi questo scherzo che reputo di cattivo gusto viste le mie condizioni di salute.
I ragazzi si guardarono basiti, mentre la scena ovviamente era stata puntualmente registrata dal super efficiente cameraman.
Lauren azzardò:
-Quali condizioni di salute?
-Ma come sono convalescente dopo una malattia che mi ha debilitato parecchio!
Un coro di "ma va fan culo" si levò da tutti i membri della band che lo intonarono come la curva nord di uno stadio. Nessuno poi mosse un dito quando Bill tentò di caricare la sua valigia nel portellone superiore.
-Così impari a prendere un mammut per stare via meno di 48 ore.
-Uffi, sono affaticato e incavolato per questo non ci riesco.
Bill vacillava sotto il peso della sua valigia, ma i ragazzi non ci pensavano minimante ad aiutarlo anzi gli davano indicazioni.
-Più a sinistra, Bill- disse Tom
-Già ce la puoi fare, no, no, a sinistra.
-Bill sai qual è la destra e la sinistra?- fece Georg ormai piegato in due dal ridere.
-Oh, mi si è rotta un'unghia urlerà fra poco- aggiunse un ormai scatenato Gustav.
Bill riuscì a sistemare la sua valigia sempre più scuro in volto prese posto, si allacciò la cintura poi imbronciato con le mani conserte guardò fisso davanti a sé.
Tutti ammutoliti lo guardavano sentendosi un po' in colpa per aver infierito così sul loro amico. Tom poi era seduto dalla parte del finestrino e quindi lontano dal fratello e capì che Bill si sentiva isolato.
-Scusa fiorellino, ti va di fare cambio, mi metto io esterno- sussurrò all'orecchio di Lauren- nel momento del decollo sono un po' fifone e voglio stare vicino al cazzone tinto.
-Sì, certo, siete troppo buffi, litigate come cane e gatto ma se per due secondi state lontani sentite la mancanza uno dell'altro.
-Sì, ma sono io veramente il fifone durante il decollo, me la faccio nei pantaloni e mi piace stare vicino a Bill anche se stringerò forte la tua mano questa volta.
-Veramente hai paura del decollo?
-Sì, una paura matta, solo il decollo però.
-Uh, che buffo, non lo sapevo, il duro dalle magliette XXL che fa tanto il gradasso ha paura del decollo. Tesoro ti adoro!- Lauren lo baciò con affetto mentre l'aereo si apprestava a mettersi in posizione sulla pista.
-Bill, sei incazzato?- chiese premuroso Tom pochi istanti prima del decollo.
-No, sto pensando.
Un mano dal sedile dietro si appoggiò sulla spalla destra del ragazzo mentre una testolina fece capolino:
-E' stata mia l'idea- disse dolcemente Gustav- scusaci.
Dal centro del sedile spuntò un'altra mano che si appoggiò sull'altra spalla:
-Sì, piccolo tinto Kaulitz, perdonaci, ogni tanto ci dobbiamo rifare per le cattiverie che ci dite durante le interviste.
- Lo so, prima o poi ripensando a questo scherzo riderò anche io, per ora sono ancora incavolato.

Il resto del viaggio si svolse felicemente e Bill ritrovò tutto il suo smalto di grillo parlante, l'aereo era semi deserto e per fortuna nessuno disturbò i ragazzi che si sentivano ad una gita scolastica di piacere e quindi stavano dando il meglio. Poi una hostess li richiamò all'ordine, stavano per atterrare.

***

-Buon compleanno tesorino mio- disse il signor Bart
-Ma papi a quest'ora non ero ancora nata.
-Già, sono le sette.
I ragazzi assonnati erano seduti come quattro piccoli zombie intorno ad un bellissimo tavolo apparecchiato con classe ed eleganza nella sala da pranzo, tutti i mobili erano di antiquariato e facevano parte della famiglia da generazioni. Le posate erano d'argento e i piatti di porcellana di Sèvre, il padre di Lauren aveva voluto una colazione speciale per la sua piccola. E i cameraman erano già all'opera per filmare tutto in modo quasi ossessivo.

-Quando arriverà la mamma?
A quelle parole Bill e Tom si rianimarono e si guardarono intorno un po' spaventati, non avevano tenuto conto che alla festa ci sarebbe stata anche la madre di Lauren e non ne conservavano un ricordo molto gradevole. In particolare il piccolo Bill era stato insultato pesantemente più di una volta.
Lauren osservando le facce dei gemelli intuì e cercò di rassicurali.
-Mia madre sarà alla festa, ma sa già che ci sarete anche voi. Tom, non preoccuparti, sa che stiamo insieme, per cui preparati. Bill questa volta credo ti lascerà in pace o sarà meno acida, dovrà scatenarsi con il piccolo rasta.
-Aiuto, mi si è bloccato lo stomaco- disse Bill che non era per nulla confortato dalle parole dell'amica.
-Credo che mi verrà un attacco improvviso di sciolta- disse bianco Tom- sono più teso di quando devo entrare in scena, tua madre mi terrorizza.
-Aiuto- aggiunse Gustav che cominciava a rianimarsi- quando si agita parla a sproposito, Lauren rischi che si metta a raccontare a tua madre di come fate l'amore!
- Ma sei deficiente- urlò Tom con un acuto che si avvicinava all'urlo di Schrei del fratello.
-Gustav, non davanti a mio padre!- sorrise Lauren- Il mio papi crede che al massimo Tom ed io pomiciamo.
-Perché non è così?- fece ingenuamente il signor Bart.
Un Tom cremisi cercò di essere il più convincente possibile e disse:
-Certo signor Bart, ci baciamo e basta, nient'altro, non dia retta a questa massa di trogloditi, io e Lauren ci facciamo solo le coccole. Siamo due modelli di integrità morale.
Gustav, Georg e Bill cominciarono a ridere senza ritegno e neanche con una serie di croissant freschi riuscirono a smettere di sfottere Tom.
-Posso?- chiese Bill allungando la mano verso la nutella.
-No- dissero in coro tutti, il ragazzo rimase con la mano a mezz'aria, poi la ritirò e si imbronciò.
-Sei ancora convalescente!- fece Lauren con tono da mamma amorevole.
-Ma- cercò di ribattere il ragazzo.
-No- ridissero in coro tutti.
-Ci siamo rotti di fare i turni al tuo capezzale- affermò con decisione Georg.
-Già, basta ci hai scassato. Basta doverti tenere la fronte mentre vomiti, sembri la bambina dell'esorcista!
-Sei capace di non centrare il catino anche se è largo come una vasca da bagno!-fece furente Gustav
-Vero, un idiota, glielo metti davanti e lui vomita di lato! Ti avrei ammazzato
-Sentite, quello di mancare il catino è stato un errore, solo una volta è successo. E poi è perché stavo così male, che non riuscivo a stare seduto, così mi sono girato e ho vomitato meglio.
-Fan culo Bill, - urlò indispettito suo fratello- hai vomitato meglio sulle mie scarpe, il lenzuolo, il cuscino e il copri materasso! Mi è toccato cambiarmi, cambiarti e rifare tutto il letto.
-Per non parlare poi delle volte che hai sputato, tipo lama, gli integratori di sali minerali.
-Voglio vedere te- disse scocciato Bill- fanno schifo e avevo la gola che mi bruciava, l'esofago incartapecorito, lo stomaco che mi si contorceva e voi mi obbligavate a bere quelle schifezze che dopo qualche minuto vomitavo puntualmente.
-Ragazzi- tagliò corto divertito il padre di Lauren- stiamo facendo colazione, Bill puoi prendere solo un angolino di pane e nutella.
Bill abbassò lo sguardo come un bimbo che è stato sgridato e mostrò il bocconcino di fetta biscottata con un velo di crema al cioccolato:
-Così?
-Ecco, bravo- concluse il signor Bart con un sorriso amorevole.
La colazione si svolse in gioia ed armonia, sulla tavola tutte le leccornie preferite di Lauren, la ragazza era stata viziata e il padre aveva trovato tutta la sua frutta preferita: anguria, fichi e uva americana.
-La prima sorpresa della giornata- esultò Bill con in mano la custodia di un cd.
-Guarda se è un cd dei Tokio Hotel, mi fanno cagare- disse Lauren ridendo
-Ah, ah, simpatica proprio come un clistere nel culo- disse scocciato Bill.
-Ma ragazzo che termini sono questi- disse il signor Bart.
Bill sbiancò e cercando di riprendersi cominciò a balbettare delle scuse incomprensibili.
-O…oddio, no no non non volevo, la sua bambina è così simpatica, così dolce, così educata.
-Sì Giovanni della Casa si è ispirato a lei per scrivere il modello di donna perfetta- disse divertito il padre di Lauren che sapeva delle doti di sua figlia per inventare modi di dire scurrili.
Bill riprese fiato, poi con aria interrogativa e un po' imbronciato disse:
-Mi scusi ma mi sta prendendo anche lei in giro?- fece rivolto al padre di Lauren.
-Sì, sei così carino quando sei imbarazzato- concluse il signor Bart.
-Sono ad un tavolo di sadici- Bill incrociò le braccia e con il capo chino si versò del tè.
- Dai, tesorino tinto dammi il cd.
-Ecco, è il video che abbiamo girato.
-Uh, ci sei anche tu che vomiti sul tetto del treno?- disse divertito Tom.
-No, quel pezzo non l' hanno messo.
-Peccato, avremmo sicuramente vinto qualche premio al European music award.- fece Gustav divertito.
-Nomination per il miglior cantante vomitante- aggiunse Georg
-Bill Kaulitz.
-Vince Bill Kaulitz senza dubbio la sua interpretazione è memorabile- disse Lauren
-Siete una massa di stronzi di dimensioni gigantesche, ridere per le disgrazie altrui! Comunque se non volete vedere il video non me ne frega niente, me lo vedrò più tardi da solo.
-Ma quando te lo hanno dato?- chiese Tom
-Ieri prima di partire- rispose Bill sempre con aria scocciata.
-Dopo la riunione?- chiese un preoccupato Gustav
-Sì, prima della presentazione che faremo giovedì pomeriggio a Mtv.
Lauren prese il cd dalle mani dell'amico e lo inserì nel lettore:
-Vediamo di che morte dovete morire, come sarai venuto Bill?
-Benissimo come sempre, avevi qualche dubbio.
-Sì molti- fece sottovoce Gustav.
-Ti ho sentito razza di deficiente, io vengo sempre bene in video, non come qualcuno- e si rivolse proprio a Gustav.
-Anche io vengo benissimo- affermò soddisfatto il batterista.

Tutti i ragazzi si sedettero su un divano antico, di raso panna con fiordalisi dorati, lo fecero con cautela e delicatamente con un certo timore reverenziale, tutto in casa di Lauren era di antiquariato e bisognava fare attenzione.
Il video durava pochi minuti e i ragazzi lo guardarono senza commenti, attenti come scolari, quando terminò cominciarono.
-Bill sei veramente uno spasso, direi che è il tuo video memorabile.
-Sì, una prova magistrale.
-Veramente ridicolo, sofferente e convinto da paura.
-La scena migliore secondo me è il primo piano di Georg con i fiori.
-Già il regista avrà voluto camuffare il tuo brutto muso mettendo il fiore in risalto.
-Bill, va cagare!- fece Georg con tono risentito- parla lui e i suoi primi piani da "figo so bello so fotomodello"!
-Quando canti nel vagone sei totalmente idiota.
-Che cazzo ci facciamo su un treno in corsa se la canzone perla d'amore e di attraversare gli oceani?
-Comodo come mezzo il treno?
-Già il miglior mezzo per attraversare il mare.
-Perché- aggiunse Lauren- Monsoon sull'elicottero? E Bill che lancia cartacce dalla limousine in mezzo al deserto ha senso?
-No, ma questo li batte tutti, credo- disse Gustav
-Già, Tom che apre il portellone del carro merci poi…
-Sexy come un brufolo in piena fronte- fece Lauren divertita.
-Oh bella, guarda che ti rivolgi al tuo fidanzato.
-Comunque vengono esaltate le doti ginniche di Bill, sai papà - fece la ragazza rivolta al padre- i poveri tecnici hanno dovuto fare un lavoro immane per nascondere con photoshop la gru che lo tirava su.
-Puntualizziamo- disse Bill veramente in collera- avevo la febbre alta, avevo già vomitato due volte e con quei cazzo di pantaloni che mi schiacciavano i coglioni non so come ho fatto a resistere e riuscire solo ad alzare la gamba di un centimetro. Per non parlare di quei cavolo di stivali, un altro po' ci rimetto le penne.
-Vi ricordate il video di " Spring nicht"?- chiese Tom
-Porca miseria ladra, faceva un freddo porco- fece tremando dal ricordo Georg
-Già, ogni trenta secondi dovevano metterci un cappotto riscaldante per scongelarci- aggiunse Gustav
-Non so come abbiamo fatto a sopravvivere!- si chiese Tom
-Come sempre a me è toccata la scena più fredda del secolo, su quel cazzo di palazzo,mi sembrava di assiderare. Non riuscivo neanche a parlare tremavo e battevo i denti- disse Bill
-Mi ricordo, non riuscivi neanche a dire una frase intera- spiegò Tom.
-Si ma l'apice l'hai toccato con la scala- ricordò Gustav.
-Vero, anche lì se avessero montato la scena avremmo vinto premi su premi come miglior performance in un video- fece ridendo Tom
-Allora mi rifiuto di diventare lo zimbello di tutti sempre e solo io, se sono sfigato non è colpa mia. Io l'ho detto a Ralph, il cappotto è un po' lungo!
-Già le ultime parole famose.
-Non dirmi che ti sei inchiodato- disse Lauren conoscendo il suo piccolo Bill
-Esatto, non mi sono inchiodato, di più, mi sono sfracellato.
-Abbiamo temuto di dover indire veramente il concorso "diventa anche tu il nuovo cantante dei Tokio Hotel"- fece Tom ridendo a crepapelle.
-Stronzi- fece laconico Bill -Signor Bart, intervenga in mio favore, la prego, lei non sa che cosa è successo, loro ridono alle mie spalle ma io mi sono veramente fatto male.
-Scena quarta giriamo- cominciò Gustav - Bill con il suo cappotto fluente comincia la prima rampa di scale.
-Perfetto ce la fa, senza intoppi, sta correndo per salvare Bill due la vendetta che vuole farla finita- continuò Georg.
-Sì, Bill due è stufo di suonare in una band di gente che è di gran lunga superiore a lui, si sente un fallito, non all'altezza- incalzò Tom- Bill corre, il suo cappotto nero di pelle alla Butman svolazza fluente. Dopo le prime due rampe di scale si ferma preoccupato.
-Oddio, non ho più fiato, sto per morire, sono in apnea- incalzò Gustav imitando l'amico senza fiato.
-Certo conosciamo tutti le doti atletiche di Bill, capacità polmonare di un nonnino ottuagenario- rincara Georg. Ormai il padre di Lauren era piegato in due dal ridere, aveva le lacrime e si teneva la pancia.
-Ed ecco sta per arrivare, - continua la telecronaca Tom- ma nessuno ha calcolato le simpatiche scarpe chiodate da tamarro che indossa.
-Certo quelle che lo fanno sembrare un figo da paura e invece…
-Lo tradiscono all'ultimo, Bill "il figo col cappotto" inciampa e si sfracella pel di leone sul pianerottolo del penultimo piano.
Tutti scoppiarono a ridere al ricordo mentre Bill scocciato si imbronciò:
-Insomma mi sono procurato una forte emorragia al naso- disse il ragazzo- potevo rompermelo e rimanere sfigurato.
-Sì, in effetti sembrava rotto al momento perché non smetteva di sanguinare.
-Per non parlare delle mani che erano sbucciate mentre il ginocchio era gonfio come una zampogna.
-Abbiamo dovuto interrompere le riprese due coglioni stracci- fece scortesemente Tom.
-Mi hanno ricoverato e tu dici che palle hanno interrotto le riprese?
-Addirittura, Bill questo non lo sapevo.
-Già mi hanno fatto una tac e una radiografia per controllare che il naso e il ginocchio non fossero rotti.
-Ed è lì che hanno fatto una strabiliante scoperta- fece ridendo Gustav.
-Vero, proprio quel giorno hanno capito…-lasciò in sospeso Georg.
-Che- fece Tom presentando con le mani Gustav che partì con la sua imitazione:
-" Non c'è nessuno?" gridava il neurone superstite nel cervello di Bill- concluse Gustav imitando la pubblicità.
Tutti risero mentre Bill si alzò e togliendo il dvd dal lettore lo mise nella custodia poi fece una richiesta:
-Insomma basta ridere delle mie disgrazie, perché non parlate dei vostri errori quando giriamo i video!
-Forse perché tu sei il nostro buffone di corte e siccome noi nei video siamo sempre e solo di contorno non ci succedono mai cose così spassose.
Il padre di Lauren si era alzato e aveva abbracciato Bill:
-Povero piccolo, la vita è dura e gli eroi sono sempre dei lupi solitari, le masse non possono comprendere i geni.
Dal caldo abbraccio la testolina di Bill fece capolino e con lo sguardo da cerbiatto disse:
-Perché anche lei mi prende in giro?- con tono rattristato.
Il padre di Lauren gli stampò un bacio sulla fronte aggiungendo:
-Tu es mignon comme tout !
-No, la prego non mi parli in francese o piango.
-Piccolo, sei adorabile- lo strinse forte- un vero cucciolo indifeso, i tuoi amici sono solo invidiosi, tu sì che sei bello, il più amato dalle ragazzine.
-E' vero- disse soddisfatto Bill.
-Ragazzi è ora di andare o farete tardi per la gita, troverete traffico, mi raccomando Lauren oggi dovete arrivare da Madame Du Bellay al massimo alle cinque. Troverete tutti i vostri vestiti, trucchi e accessori vari. La parrucchiera e la truccatrice saranno lì per le cinque e mezzo.
-Bello, mi aiuteranno per la criniera leonina.
-Oddio, l'impalcatura di Bill prenderà almeno due ore- disse preoccupato Tom.
-Ah, perché invece lisciare i capelli di Georg sarà cosa veloce, vero?- fece Bill con tono scocciato
-Raga, voglio ricordarvi che è la mia festa- ricordò Lauren- sono io la protagonista, è il mio compleanno, vi ricordate gemelli cretini? Voi avete già festeggiato i diciotto.
-Scusaci fiorellino- fece in tono contrito Tom.
-Ma ho pensato a tutto, fragolina- disse il signor Bart- c'è tempo per sistemare anche il re leone.
-Grazie signor Bart, lei sì che mi capisce!- sorrise soddisfatto il ragazzo.

***

-C'è da fidarsi?- chiese Georg a Tom.
-Io prima di partire ho fatto testamento- fece Gustav.
-Gu, mi stai sulle palle, ti preferivo quando eri tranquillo e ti limitavi a prender per il culo Bill.
-Sì, dai facciamo il gioco della giornata " spara anche tu cattiverie su Bill Kaulitz" e vinci dei biglietti omaggio per il concerto dei Metallica- rincarò Gustav che si sentiva in vena.
Tutti salirono in macchina e Lauren prese le chiavi e si sedette al posto di guida.
-Siamo sicuri che ha la patente?- fece Tom
-Ok, con questa frase ti sei giocato la possibilità di rivederla entro sera. Forse quando sarai in pensione potrai accarezzare l'idea di fare l'amore con me.
-Cavoli, meglio non mettere in dubbio le sue doti di autista o sono cazzi- fece Georg mettendo una mano sulla spalla di Tom.
-Già il primo che rompe lo abbandono alla prima stazione di servizio- poi rivolta a Bill disse- e qui si parla francese e non si amano molto i tedeschi.
Bill deglutì poi ammaliatore disse:
-Ma io mi fido del piccolo prato in fiore, deve essere una brava, un'ottima guidatrice se dopo due anni non le hanno ritirato la patente, comunque pinza la musica!- urlò il ragazzo.
-No, ti prego, la vostra compilation mi fa cagare- sospirò contrito Tom
-Sì, voi due in fatto di musica avete dei gusti da dementi- aggiunse Georg.
-Insomma è il compleanno della piccola e decide lei.
Lauren mise su il cd del Re sole e dopo due minuti Bill azzardò:
-Possiamo spegnere, ho mal di pancia.
Lauren accostò, inchiodò, scese dalla macchina, aprì lo sportello, prese Bill dal maglioncino e lo trascinò fuori dalla macchina.
-Fan culo Bill te lo avevo detto, ti lascio alla prima stazione di servizio. Ecco.
-Ma no, scusa, scusa- fece contrito- scherzavo, poi la prese tra le braccia e le stampò un bacio sulla fronte.
-Corruzione dell'autista?
-Sì, ti prego, scherzavo, bello il cd, una figata totale!
-Ecco, meglio, oggi sarò tiranna è il mio compleanno e dovrete essere gentili e accontentarmi.
-Ma non vi è la democrazia in Francia?- sussurrò Georg.
-Zi padrone- fece Gustav.
-Porca miseria, meglio non contrariarla oggi- si disse preoccupato Tom.
-Qual è il programma della giornata?
-Bene ora facciamo una sosta a casa di Léonor e Sylvie, loro ci seguono con la loro macchina e andiamo a Fontainebleau, visitiamo il castello con la guida, verso le dodici ci incamminiamo per la foresta e facciamo il pic-nic. Verso le quattro ci dirigiamo verso il luogo della festa che sarà una super sorpresa.
-Il castello è uno di quelli del tuo Luigi?
-Certo è stupendo vedrete, di Luigi non ha molto, ma io vi racconterò la storia che Alexandre Dumas Père ambienta in quel castello.
-Storia piccante?- chiese con un sorriso malizioso Tom.
-Sei sempre il solito, se non ci sono scene porno per te non è interessante, la storia però ha delle tinte romantiche anche, per fortuna- poi Lauren urlò- uhé nonno, se non sai guidare stattene a casa.
I ragazzi la guardarono divertiti e nel tragitto cittadino per arrivare a casa delle sue amiche Lauren ne sciolinò un paio che lasciarono basiti i ragazzi.
-Lauren tu guidi bene, ma cavoli ne hai sparate alcune…-Georg lasciò la fase in sospeso perché Lauren si esibì in un'altra sua frase concitata:
-Ehi idiota, cos'è le frecce le usano solo gli indiani?
-Questa fa pendant con quella di prima "cos'è le frecce sono un optional della macchina"- fece Tom imitando la ragazza.
-Che fa eco a " ehi uomo, la mattina un buon caffè prima di metterti in macchina, no?"-aggiunse Gustav che rideva divertito.
-Ma non dimentichiamo "pirla svegliati vuoi passare il fine settimana al semaforo?"- aggiunse Bill.
-Ok, band di uomini inutili o vi va bene così o vi lascio al primo liceo femminile e lì sono cazzi.
I ragazzi non contrariarono più la ragazza e finalmente arrivarono a casa delle ragazze che erano già sul portone ad aspettare il gruppo.
-Che ne dite se ci dividessimo?- suggerì Lauren- Gustav e Georg potrebbero salire con Leonor e Sylvie, Bill lo mettiamo nel portapacchi e Tom e io andiamo nei boschi a pomiciare.
-Mi piace questa soluzione- fece Tom soddisfatto.
-Come dire a me no- fece Bill- e poi oggi mi sono stufato di essere il bersaglio di tutti!
-Ve, be' i gemelli cretini, "compri uno prendi due" me li tengo in macchina io- disse Lauren guardando Bill negli occhi e sorridendogli comprensiva.
Dopo circa un'oretta che erano in macchine separate Tom telefonò a Gustav.
-Gu, aiutami, ti prego fermate le ragazze, voglio salire sulla vostra macchina, non ne posso più.
-Che cosa è successo?
-Mi hanno scassato i coglioni questi due! Non me li ricordavo così spacca palle quando sono insieme.
-Ma dai, non starai esagerando? Avranno parlato di vestiti, gossip piccanti e cretinate affini?
-No, peggio, molto peggio, si è aperta la voragine del: "dai cantiamo"- fece contrito il ragazzo.
-Be', dai avranno cantato qualche canzone delle loro- fece con tono comprensivo Gustav.
-No siamo al limite del paranormale- fece con un filo di voce Tom.
-Perché?- chiese preoccupato l'amico.
-Hanno cantato qualsiasi canzone di qualsiasi cartone animato della Disney e ho avuto il bis di "in fondo al mare" con i versi e i gesti. Adesso hanno cominciato "baciala", ma io mi rifiuto, non ne posso più.
-Tom ti sei beccato la ragazza? L'appendice Bill ce l'hai attaccata dalla nascita, mi spiace, te tocca.
-Aiutatemi- fece Tom implorante.
-No Tom, " Spring nicht"- concluse sadicamente Gustav.
-Va fan culo Gustav- Tom riattaccò e disse- vi prego ragazzi basta, non ne posso più, fra quanto si arriva?
-Dai amore, non fare così, sembri un bimbo piccolo, ci siamo quasi.
-Vi prego, basta cantare canzoni idiote, non ne posso più, raccontaci qualcosa di intelligente, alza il livello del viaggio ti prego- supplicò il ragazzo
-Bene- fece Bill- allora racconto io qualche storiella edificante.
-Bill ho chiesto qualcosa di intelligente- fece Tom, sapendo di irritare il fratello.
Il viaggio proseguì con i due gemelli che si insultarono senza fine senza mettersi d'accordo. Lauren rideva divertita, era uno spasso vedere i due ragazzi tirar fuori insulti e recriminazioni che risalivano a quando non erano ancora nati:
-Sì, mi hai ciulato il cibo quando eravamo nella pancia di mamma- per quello sono magrolino e patito-cominciò Bill.
-Parli tu che mi hai strozzato con il cordone ombelicale- proseguì Tom
-E, tu allora, mi ero messo prima io in posizione per uscire mentre tu all'ultimo mi hai spiattellato in un angolo della pancia di mamma e così sono uscito tutto blu.- fece con tono indispettito Bill.
-Guarda Bill, il blu ti dona!- concluse Tom
-Ah, ah- rispose ironico, mentre con tono acido il ragazzo ribatté -comunque hai rischiato di essere figlio unico.
-Uhm, dovevo essere più energico allora e mollarti meglio un calcione in pancia prima di uscire.
A quelle parole Bill si zittì, incrociando le braccia indispettito voltò il viso verso il finestrino e cominciò a guardar il panorama con fare malinconico.
Tom guardò il volto del fratello dallo specchietto e lo vide rattristato, spesso nelle liti andavano lontano, ma forse quella volta si era spinto oltre. Come sempre però non sapeva come rimediare e dopo pochi minuti di silenzio imbarazzato esordì:
-Certo, da figlio unico avrei avuto tutte le coccole per me, molti più giochi e vestitini unici. Invece mi toccava dividere la bicicletta rossa con un demente che si inchiodava ogni tre per due e sfondava sempre le rotelline. Ma sai che due palle! Mi sarei annoiato a morte, invece così ho sempre qualcuno che mi fa compagnia.
-Già- aggiunse Lauren- poi guarda gli aspetti positivi di avere un gemello logorroico e rompi palle puoi sempre dare la colpa a lui.
-Con la maestra funzionava sempre- ma vedendo che Bill rimaneva silenzioso e con lo sguardo lucido-ti ricordi quante volte creavamo confusione: "no, sono io Bill" "no si sbaglia, io sono Bill". Ci divertivamo come matti, ti ricordi?
-Sì- accennò Bill sempre con lo sguardo perso verso il paesaggio che ormai si faceva sempre più verdeggiante.
-Fratellino ti ricordi quella volta che volevo venderti?- fece Tom
-Ma che stronzo- fece Lauren rivolto a Tom.
-Uno stronzo di grandezza incommensurabile come puoi ben vedere- disse Bill con un filo di voce.
-Sì, aveva appena distrutto il mio dinosauro preferito il mio "Tommisauro" così gli ho detto "Bill, vieni facciamo un giro".Mentre la nonna non guardava ho preso Bill per mano e l'ho portato in strada con un cartello incomprensibile scritto e appeso al collo e fermavo i passanti.
-Sì fatti raccontare il resto, il mio sedere se lo ricorda ancora, grazie Tom.
-Chiedevo alla gente: Me lo compra il mio fratellino? Mi ha rotto il mio dinosauro e voglio i soldi per ricomprarlo.
-E la gente rideva divertita.
-Sì faccio lo sconto, costa poco, dicevo, serve poco per mantenerlo.
-Ma poi come è finita?
-Che ovviamente non l' ha comprato nessuno, che palle- concluse Tom indicandolo.
-Be' avrebbero fatto un bell'affare!- sorrise Lauren al suo amico.
-Sì, valgo molto ora- fece Bill che sorrideva malinconico.
-Comunque la nonna è scesa paonazza e ce le ha suonate di santa ragione perché eravamo sgattaiolati fuori casa e andavamo in giro in città da soli.
-Eravate ancora in città? Chissà quante ne avete fatte da piccoli- chiese Lauren.
-Ogni tre per due eravamo in castigo- affermò Bill.
-Già credo di aver passato mezza infanzia in castigo- concluse Tom.

***

-Andiamo sulle barchette- propose Lauren divertita.
-Sì- gridarono entusiasti tutti tranne Tom che l'idea di dover faticare rendeva di cattivo umore.
-Io vi guardo- fece pigro il ragazzo.
-Neanche per sogno- fece Lauren con il suo dito minaccioso- tu sali con me e remi.
-Che palle-fece da bimbo capriccioso.
-Uhm, credo che neanche a Natale "la" rivedrai.
-Mi tieni sempre per le palle?
-Già e in senso letterale!- fece divertito Gustav.
-Come ci dividiamo?- chiese Bill preoccupato.
-Gustav e Sylvie; Georg e Léonor, Tom ed io
-E, io?- fece Bill rattristato.
-I Kaulitz in quanto a prestanza fisica fanno per uno e con i vostri braccini smilzi è già tanto se riusciti a sollevare un remo.
Gustav e Georg annuirono ridendo.
-Ma perché oggi sono la ruota di scorta?- fece Bill.
-Sarà perché di solito vige la teoria "Bill-centrica" e oggi no?- rispose ironicamente Georg.
-Uffi, cattivi.- fece imbronciato il cantante.
Ma Lauren gli buttò le braccia al collo poi sistemandogli alcuni ciuffi di capelli sulle spalle fece:
-Sopportaci così piccolino, oggi ce l' hanno su tutti con te perché sei piccolo e nero. Ma ti vogliamo tutti bene, dai saliamo sulle barchette.
I ragazzi si divisero sulle barche e poco dopo la imbarcazione di Lauren, Tom e Bill si trovò in difficoltà, continuavano a girare in tondo.
-Idiota, mi stai bagnando, non devi sbattere il remo- urlava Tom.
-Ma faccio fatica a sollevarlo- rispose con tono lamentoso Bill.
-Insomma Bill non è l'asta del microfono- aggiunse Tom sempre più seccato
-Coraggio su un po' di forza- facevano divertiti gli altri, mentre dal molo i cameraman discreti stavano riprendendo tutto. Quel martedì mattino il castello non accoglieva molti turisti e i ragazzi non si preoccupavano molto di dare nell'occhio, cercavano solo di essere un gruppo di giovani in gita.
-Guarda che ridere- fece Gustav e Georg- continuano a girare in tondo.
-Certo Tom dà troppa forza mentre Bill è una mozzarella.
-Basta ragazzi sto per vomitare, allora vi do il tempo, remate insieme così forse riusciremo ad avanzare di un centimetro invece di girare su noi stessi
-Come sempre è colpa dell'idiota tinto- fece laconico Tom.
-Parla lui, il Rossi della situazione-rispose acidamente Bill.
-Basta allora uno remo in acqua, due spingo, tre tiro fuori.
-Va bene- fecero i due gemelli seri e impegnati.
-Ce la faranno i nostri eroi?-chiese ironica Léonor.
-Simpatica, la tua amica- concluse Tom.
-Bill sai contare fino a tre?- chiese Georg.
Bill non rispose ma fece l'ormai collaudato dito.
Dopo qualche remata ancora incerta finalmente i gemelli presero il ritmo e la loro barca cominciò ad avanzare. Lauren ne fu felice e soddisfatta incitava i suoi due cavalieri.
-Gara- propose Gustav.
-Sì- fecero in coro tutti tranne i gemelli.
-Allora cerchiamo di allinearci- fece Georg soddisfatto
-Faremo notte- concluse Leonor.
-Miii, simpatica la tua amica, si sta prendendo un po' troppe confidenze o sbaglio?- fece un risentito Tom.
-Ha ragione- fece sottovoce a Georg.
La gara ebbe inizio e stranamente la barca dei gemelli Kaulitz prese la testa della corsa, la voglia di primeggiare a tutti i costi li rendeva performanti. Poi però sulla distanza i muscoli di Georg e la tenacia di Gustav, abituato a picchiar duro su una batteria, fecero sì che la barca dei gemelli fu superata, a nulla valsero il tifo sfrenato di Lauren, persero di molte remate, Gustav primeggiò su tutti.
-Ahi, sto sanguinando-fece lamentoso Bill.
-Fan culo idiota rammollito- disse Tom che non ci stava per niente a perdere.
-Ma mi sono fatto male- ribadì il ragazzo.
-Cos'è ti si è staccata una pellicina del dito?- fece ridendo di gusto Georg.
-No, stronzo-esclamò Bill succhiandosi il dito che sanguinava.
-Gli si è staccata la french manicure- fece divertito Gustav.
-Stronzi patentati, no, mi sono fatto male con l'anello.
-Certo l'anello tamarro con il drago non è adatto per remare!- concluse acido Tom.
-Dai smettetela, sta per morire dissanguato, forse dovranno amputarglielo- disse Lauren prendendo la mano del ragazzo e accertandosi che non era nulla di grave.
-Lauren anche se è il tuo compleanno- fece una piccola pausa- fan culo.

I ragazzi lasciarono il castello per dirigersi verso i boschi della foresta di Fontainebleau per fare il pic-nic.
-Ma prima dobbiamo tirare la monetina nella fontana!- ricordò Sylvie.
-E' vero- fece Lauren cercando qualche spicciolo nelle tasche della sua giacca- Sapete dobbiamo buttare la monetina così torneremo di certo a visitare il castello.
-Che bello, ecco io l'ho trovata- esclamò Bill che adorava queste piccole superstizioni.
-Vieni Tom se lo facciamo tutti e tre insieme di certo torneremo qui insieme.
Lauren, Tom e Bill tenendosi per mano tirarono le monetine insieme poi le guardarono sul fondo brillare come tre piccole stelle come una promessa di restare sempre uniti come quel giorno.

La compagnia era allegra e Lauren raccontava le storie del suo re preferito tenendosi stretta, stretta a Tom che se la coccolava con affetto.
-Uffi, ho male ai piedi- fece Bill dopo un po'.
-Già io ho fame- aggiunse Tom
-Minchia che palle, dove li abbiamo raccattati i gemelli Kaulitz?-fece Gustav
-Non so, sono due palle ai piedi-fece sconsolata Lauren, lasciando il braccio di Tom.
-Non ne posso più - concluse sconsolato Georg- e ci aspettano settimane di autobus con loro.
-Al solo pensiero mi viene la flebite- disse scrollando la testa Gustav.
-Bill sei una vera piattola, ti avevo detto di metterti le scarpe comode, ma tu, no! lui deve essere fashion anche in una cazzo di foresta! Adesso ti tieni il male ai piedi e taci- concluse seccamente Lauren.
-Uffi, oggi mi trattate male, voglio la mamma! Vi prego- si appellò Bill- almeno voi due- fece rivolto a Leonor e Sylvie- difendetemi, anche mio fratello mi tratta male oggi.
-Sai Bill, noi non ti conosciamo molto bene, ma sei una vera lagna- concluse sorridendo Leonor.
-No, scommetto che ti hanno pagato per dire così, ma sono solo e abbandonato da tutti. Il ragazzo tacque, ma poco dopo Tom che cercava di farsi perdonare per quello che aveva detto in macchina lo prese per mano e gli disse:
-Dai, scimunito tinto oggi ci tocca, è il compleanno del nostro fiorellino e quindi sopportiamo- fece trascinandolo.
-Be' fece un risentita Lauren- vi state annoiando? Fece scrutando il volto di Tom che per non rischiare di andare in bianco per sempre rispose tremante -No, no, mi sto divertendo un mondo, adoro fare lunghe passeggiate tra i boschi e vogare con mio fratello è sempre stato uno dei miei sogni proibiti- poi per non farla replicare la strinse a sé e la baciò affettuosamente.
-Non sviare il discorso, ti stai rompendo le palle.
-No, amore- fece prima di ribaciarla con ancor più enfasi- ma certo ora anche io faccio il gemello lagna.
I due ragazzi si misero uno da una parte e l'altro dall'altra presero la mano di Lauren e cominciarono a fare i bamibini piccoli:
-Mamma Lauren, mi fa male la pancia, ho fame- fece con voce bambinesca Tom.
-Mami- fece a sua volta Bill-ho male ai piedi, fra quanto si arriva?
E Lauren con la pazienza di una mamma trascinava i due ragazzi:
-Dai piccoli ci siamo quasi.
-Ma, sono stanco- disse Tom tirando la ragazza per la giacca.
-Sì, anche io e ho male tanto ai piedi- aggiunse Bill facendo un tono lamentoso e impuntandosi.
-Dai, Bill non fare i capricci.
-Ma io?- rispondeva Bill- sono piccolo e mi fanno male i piedini.
Per porre termine alla scena Georg diede un calcio ben assestato a Bill e uno a Tom
-Basta, siete dei gemelli molesti, come vi hanno potuto sopportare i vostri genitori!
-Strano che non vi abbiano abbandonato nella Foresta Nera senza briciole o sassolini- concluse Gustav.
-Ok siamo quasi arrivati- rassicurò Sylvie che si stava divertendo parecchio nel vedere i ragazzi così affiatati e vedendo quanto Tom e Bill fossero divertenti.

-Noi abbiamo portato i cestini del cibo-affermò categorico Gustav- quindi mangiamo, Tom e Bill che si sono lamentati, niente cibo: chi vota a favore?
Leonor, Sylvie, Lauren, Gustav e Georg alzarono la mano.
-Mozione votata a maggioranza, i Kaulitz digiuno!
-Che gruppo di simpaticoni, sgancia il cestino e finiamola qui.
-Sai se fossimo a Sparta i gemelli Kaulitz li avrebbero buttati giù dal burrone! Non pensi Lauren?- fece Sylvie che cominciava ad ambientarsi perfettamente al clima spensierato del gruppo di amici.
-Secondo me sì- rispose Lauren- al primo lamento, via un bel volo!
-Siete gentili, finalmente qualcuno che ci capisce- fece soddisfatto Gustav che stava sottraendo il cestino dalle mani di Bill.
-Ma guarda Tom osserva il paesaggio- fece Georg per distrarre il ragazzo.
-Sì, Bill guarda giù da quel masso e poi dimmi cosa c'è in fondo al burrone.
-Ah, ah spiritoso.
Poi Leonor alzandosi gridò:
-No, Bill, "don't jump!"
-Che simpatica Leonor, mi piaci sempre di più, cara, mi sa che ora di sera ti avrò affogato in qualche laghetto- fece indispettito Bill cercando di rubare un panino.
La lotta per sottrarre il cibo ai due ragazzi si protrasse a lungo e rese il pic-nic un vero spasso.

-Che ne dite di fare una passeggiata- propose Leonor ai ragazzi
- Sì volentieri- risposero Georg e Gustav.
-Mi sembra che tu Georg sia sportivo e ti piace arrampicarti, qui ci sono un sacco di posti bellissimi dove imparare ad arrampicarsi.
-Ma dai, allora la prossima volta che vengo a Parigi e ho tempo libero vengo volentieri, magari mi ci accompagni, sai il mio francese lascia a desiderare.
-Mentre per te Gustav ci sono dei bei sentieri per la mountain-bike.
-Perfetto noi andiamo- fecero i ragazzi
-Bill alza le chiappe e schiodati da qui- fece categorico Tom.
-Tanto Lauren non te la dà, lo ha detto prima- replicò secco Bill.
-Tu schiodati comunque rimbecillito- fece Gustav prendendo l'amico per il cappotto.
-Ma io ho male ai piedi- fece lamentoso il cantante.
Tom si tolse le scarpe e gliele lanciò:
- Tieni mentecatto e levati dai coglioni.
-Io i tuoi taleggini non li metto.
-Non hai capito- fece adirato Tom- o li metti o ti ficco i tuoi cazzuti stivali borchiati, lì dove non batte mai il sole.
-Come sei scurrile.- concluse offeso Bill slacciandosi uno stivale
-Parla Il Galateo di Della Casa.- tagliò corto il fratello
-Bill la tinta per capelli ti fa un effetto pericoloso sul cervello, non capisci che noi volevamo lasciare i due piccioncini soli?- concluse seccato Georg.
-Lo avevo capito ma io mi sento il terzo incomodo tra voi- fece Bill indicando le coppiette che si erano formate.
-Guarda molesto sei e non importa, vieni- Gustav lo prese a braccetto- domani ti accompagno al Duty free e ti compro tutto quello che vuoi, ti faccio provare anche il massaggio rilassante che fanno al gate di attesa.
-Sì, bello figata! Ma sarà aperto alle sei?- fece sorridente Bill.
-Sì- fece sicuro Gustav ben sapendo di stare mentendo spudoratamente.
-E mi fai suonare la batteria la prossima volta- azzardò il ragazzo.
-Questo mai, la mia batteria non si tocca o le bacchette te le ficco dove fa molto male.
-Scurrile!- tagliò corto Bill che si era infilato le scarpe di Tom e si era diretto con gli amici verso l'interno della foresta.

-Oggi non staremo maltrattando il piccolo scricciolo tinto?-si rivolse Lauren al ragazzo.
-Ma, no, oggi è più fastidioso del solito- concluse Tom- Il video comunque è venuto bene.
-Sì adoro l'ultima scena fa molto Myazaki.
-Fa molto che?
-Uffi, ma sei di una ignoranza abissale, il regista di animazione giapponese che ha vinto l'oscar, proprio con "la città incantata" in cui c'è un treno che va nell'acqua.
-Ma dai?
-Insomma la tua band si chiama Tokio Hotel, ma di Giappone non ne sai nulla.
-Poco.
-Appunto, uomo inutile!
-Ma Dragon ball e Naruto mi piacciono.
-Va be' baciami che è meglio, la tinta per Bill e l'olio per i tuoi dread vi hanno completamente fuso anche l'ultimo neurone.
I due ragazzi si coccolarono a lungo, avevano bisogno di stare soli un po' e quella atmosfera romantica rese tutto indimenticabile. Lauren poi raccontò al suo amico che nel libro di Dumas la protagonista Louise de la Vallière aveva vissuto una scena molto simile.
-E' quella della dichiarazione d'amore che il re ha ascoltato di nascosto?
-Sì, dai e lo hanno fatto qui?
-Si sono dati il loro primo bacio qui, ma è tutta finzione- poi con tono malinconico- però è bello pensare che possa essere successo veramente.
-Se a te piace pensarlo? Sei proprio singolare, come ti adoro, è incredibile! Ogni volta che penso a quando dovremo lasciarci mi si chiude lo stomaco e mi si fa un nodo alla gola.
-No, amore non dirlo, l'idea di separaci è terribile, ma mancano ancora tanti giorni- fece con una grossa lacrima la ragazza- e poi oggi è il mio compleanno e quindi ricacciamo i nostri pensieri negativi.
I due ragazzi si abbracciarono stretti, stretti e pian piano si addormentarono.

-Guarda, che carini- fece Leonor guardando i due ragazzi assopiti uno tra le braccia dell'altro.
-Già proprio un bella coppietta- concluse Georg.
-Avranno fatto cip ciop?- si interrogò Bill.
-Bill quanto puoi essere idiota da uno a cento?- lo guardò interrogativo Georg
-Mille- affermò con sicurezza Gustav
-Che cavolo dici?
-Uffi, oggi mi trattate come un ritardato, mi sono rotto- il ragazzo se ne andò prendendo il sentiero che avevano percorso la mattina.

-Ragazzi, svegliatevi è tardi?- fece gentilmente Sylvie scotendo Lauren
La ragazza aprì gli occhi e vide quattro testine che li guardavano ironici.
-Insomma toglietevi subito dalla mente pensieri impuri! E quel sorrisino ebete. Siamo una coppia romantica.
-Sarà, poi chiederemo a Tom.
-Ma il piccolo cretino tinto? Lo avete abbandonato? Buttato giù dalla rupe Tarpea?
-No, ma ci è mancato poco per almeno due volte.
-L'istinto è stato forte.
-Dov'è?
-Si è incamminando solo sul sentiero di oggi.
-Porca merda, no! Fermatelo c'è una strada più corta per arrivare al parcheggio.
-Ok corro a recuperalo- fece Gustav- se non vi troviamo?
-Prendete il sentiero blu.
-Ve bene.

-Tom, tesoro alza le chiappe- fece Lauren con poca finezza.
-Uhm, tesoro vieni, ho voglia di coccole- fece con la mente offuscata dal sonno.
-Idiota, siamo nella foresta e ci stanno guardando tutti.
-Ups- fece Tom tirandosi su.
-Non alterarti, ma Bill si è tenuto le tue scarpe.
-Mado, ma che gemello sciroccato, dov'è ora?
-No comment ha preso il sentiero sbagliato e ora Gustav lo sta inseguendo?
-La prossima volta prendiamo quel collare bianco tamarro che mette ogni tanto ai concerti e ci leghiamo una catena. Non si può avere una fratello così cretino.
-No, dai non fare così, oggi lo abbiamo strapazzato a sufficienza, a quanto pare si è incupito e ammutolito da più di un'ora.
-Allora è grave.
-Temo.
-Dove sono i suoi orribili anfibi borchiati?
Tom si infilò le scarpe del fratello:
-Cavolo come cazzo fa a portare questo orrore!- esclamò- mi fanno male solo per averli infilati.
-Dai tesoro, fatti forza e quando ci raggiunge coccolalo un po', secondo me ci è rimasto male per la stupida lite che avete fatto in macchina.
-Lo credo anch'io, però ammetterai che è testone e orgoglioso.
-Testone sì, ma pensa a come si deve sentire, sta perdendo il suo fratellino che per diciotto anni gli è stato accanto. Ammetterai che ora sei meno tenero con lui.
-Vero, ma stiamo crescendo è normale che quando si ha una ragazza la palla al piede gemella perda terreno.
- Se poi ci aggiungi amore non corrisposto?
-Va be' quando lo recuperiamo lo strapazzo di coccole, ok? Comunque questi cazzo di stivali sono una tortura cinese, come fa a portarli lo sa solo lui.
I ragazzi si incamminarono verso le macchine e attesero Bill e Gustav solo pochi minuti.
-Dai, forza- si sentiva Gustav gridare- muoviti, un due, passo, passo.
-Ma fra quanto si arriva?- facevo la voce lamentosa di Bill.
-Dai, dopo la prossima curva dovremmo esserci- incalzava scocciato Gustav
-Me lo hai detto già venti svolte fa, sei sicuro che sia il sentiero giusto?- rincarava Bill
-Sì idiota- urlò Tom che aveva sentito il fratello.
-Siete voi?- Bill e Gustav finalmente uscirono dal sentiero.
-Finalmente, potevate dirmelo- fece offeso Bill- di non prendere quel sentiero.
-Ma noi che ne sapevamo- si difesero Leonor, Sylvie e Georg- Lauren ha organizzato tutto.
-Ciao piccolino, vieni qui- fece Lauren con in mano dei biscotti con la crema al cioccolato i preferiti di Bill
- Oggi ti abbiamo trascurato, sai abbiamo tentato di perderti nella foresta, ma tu ci ritrovi sempre- aggiunse con un sorriso Tom prendendolo a braccetto- Fratellino- continuò con voce melliflua- mi ridai le mie scarpine, i tuoi cazzo di stivali non li sopporto più, come cazzo fai a portare queste scarpe da tortura medioevale?
-Esagerato- fece Bill addentando un biscotto con aria golosa- certo per camminare nella foresta ho capito non sono l'ideale, ma sono comodi in città.

***

-Lauren sei un sogno- disse il papà vedendo entrare la ragazza dal cancello del castello a braccetto di Tom.
-Grazie papinou, questa festa è un vero sogno, credo che neanche una principessa possa essere più felice di me, questo è il mio castello preferito da sempre. E poi hai visto che bel pinguino ho al mio braccio?- fece sorridendo soddisfatta a Tom.
-Strabigliante, elegantissimo Tom, complimenti.
-Siamo riusciti a togliergli la bandana, è stata dura ma Bill è stato veramente convincente.
-Oh, eccolo.
-Ma che carino anche tu Bill, sempre originale.
-Simpatico signor Bart, diplomatico come sempre, dica fino in fondo cosa pensa dell'ennesima giacca improponibile che ha partorito la mente bacata di mio fratello con la sarta.
-No, è molto originale, vuole essere una versione accorciata di un Tite.
-Vedi, Tom, il signor Bart ha buon gusto e mi appoggia, ha capito fino in fondo la mia idea, grazie- questo castello e quello famoso dello "scambio dei due gemelli"- chiese Bill osservando lo scenario mozzafiato del castello tutto illuminato da una fila immensa di candele.
-Sì, Bill proprio qui Dumas ambienta la scena dello scambio dei due fratelli gemelli.
-E' il castello del film con Di Caprio.
-Esatto, ma allora anche Tom ogni tanto mi ascolta.
-Bene sono felice- fece Bill- allora signor Bart, lei mi appoggia vero? Se mi scambio con mio fratello e mia prendo la sua Lauren?
-Vedremo nel corso della serata- fece sorridendo il signor Bart che sapeva della strana situazione che si era venuta a creare tra i tre ragazzi.
-Allora due mentecatti gemelli, sta sera vi voglio al mio fianco, su scricciolo prendimi di qua e vieni che visitiamo il castello.
I tre ragazzi in attesa che gli ospiti arrivassero tutti visitarono il castello accompagnati da un bellissimo cicerone che conosceva perfettamente tutte le sale del castello e alternava le spiegazioni storiche con quelle di fantasia create dalla mente di Dumas.
-Oh, ecco la stanza della metamorfosi- fece Bill soddisfatto- scambio!
-Non ci sperare tesorino, la ragazza è mia e non la mollo.
-Uffa, perché al gemello buono va sempre male?- fece rattristato Bill.
-Dai piccolino, la tua Louise ti starà aspettando da qualche parte, vedrai un giorno la incontrerai anche tu.
-Già una santa donna- fece con aria di compatimento Tom- una ragazza il cui guardaroba occuperà mezza anta dell'armadio a settecento ante; un compartimento nel bagno dei quattro a disposizione, che avrà due paia di scarpe e non userà né lacca né gel.
-Praticamente una come me- fece ridendo Lauren- visto caro Tom che in questo mese mi hai lasciato mezza anta tra le tue cazzutissime felpe e t-shirt; un cassetto in cui ogni tanto trovo dei tuoi boxer idioti color piscio di cane. Per fortuna il bagno è enorme e ho potuto mettere tutto comodamente, quindi, fai poco lo spiritoso o proprio qui nella stanza della metamorfosi potrei cambiare idea.
Lauren sorridendo strinse a sé il braccio di Tom che si chinò per ricevere un bacio, semplice, affettuoso e rapido per non creare imbarazzo.
-Insomma- fece Bill con un lieve sorriso dal quale traspariva molta malinconia- lo chiamate bacio questo? Vado a recuperare Georg o si sarà imboscato con Leonor?
-Sarebbe simpatico no?- fece sorridendo Lauren.
-Il bassista innamorato?- fece scettico Tom- sarebbe una catastrofe, già ne combina di ogni normalmente tanto è distratto, se poi si innamora è finita.
-Già è capace di inciampare durante i concerti così, senza avere la testa tra le nuvole, se poi si innamorasse, una catastrofe di dimensioni colossali.
-Uffi, siete acidi, invece sarebbe bello- tagliò corto Lauren.
-Comunque Bill dimenticavo, ho una cuginetta di otto anni che appena ti vedrà ti farà una dichiarazione d'amore e chiederà la tua mano.
-Davvero?-fece divertito Bill.
-Sì, ha già deciso la chiesa, il luogo del ricevimento e il vestito. Il bouquet per ora è indecisa, comunque mi ha detto che dipende da quando tu finisci il tour. Se in estate bellissimi girasoli e rose bianche, se in inverno gigli e rose bianche.
-Caspita ha le idee chiare.
-Sì e ti vuole con i pantaloni che porti nel video di Spring nicht, la giacca del video Monsoon, non so più che guanti, ma un paio dei tuoi improponibili soliti, al collo la collana con il teschio e l'anello con il drago che indossavi pomeriggio, credo.
-Ha deciso anche le mutande?- fece ironico Tom.
-Credo di sì o forse quelle gliele lascerà scegliere- disse divertita Lauren
-Mi è simpatica, che carina- concluse Bill.
-Aspetta ho lasciato il meglio alla fine- aggiunse Lauren con tono sadico
-Oddio? La torta a forma di teschio?
-No, la piccola parla solo francese.
-Ahi, no, quindi mi si appiccicherà e mi parlerà francese?
-Sì.
-Lo sa che sono allergico?
-Ha detto che solo con la forza dell'amore lo potrai imparare.
-Bene- fece ironico Tom- non sa con che testa rovinata dalla tinta ha a che fare la povera piccola.
-Va be' -fece un rassegnato il ragazzo, vi lascio. Non fate cose sconce!

Bill lasciò soli i due ragazzi che continuarono la visita indisturbati, Lauren sentiva il suo cuore batter forte, per lei era una serata indimenticabile e certamente sarebbe stata ancora ricca di sorprese.
Quando i due ragazzi sempre a braccetto come due sposini si ritrovarono fuori sul terrazzo che dava sull'immenso giardino illuminato da mille fiaccole tutti gli amici e i parenti salutarono la festeggiata con un applauso e piovvero auguri da tutte le parti. La famiglia francese e quella tedesca erano riunite dopo parecchio tempo, gli amici di vecchia data erano tutti presenti e anche i genitori di Gustav e Georg si erano riuniti alla festa e questo rese felice Lauren.
-Sono commossa- fece la ragazza stringendosi a Tom da una parte e al suo papà dall'altra. Vedo qui tutti i miei parenti, la mia mamma, i genitori dei miei amici e i parenti che vengono da lontano grazie!- poi la ragazza dovette fermarsi perché le lacrime di gioia le rigavano il volto.
Lauren lasciò il caldo braccio di Tom e andò ad abbracciare la mamma.
-Mamma, grazie per essere venuta, hai visto che bello si è avverato il mio sogno. Solo grazie a te che mi hai raccontato mille volte la storia di Raul il Visconte di Bragellone che ora ci ritroviamo qui. Non sei contenta?
-Sì, ma tuo padre ha esagerato.
-Vero, mi ha sempre viziato- poi affondò il suo volto tra le braccia della mamma- grazie mille, mi sei mancata, mi verrai a vedere vero ad Amburgo?
-Spero di riuscire a liberarmi.
-No, sei obbligata, ballo tanto e un assolo voglio dedicarlo a te e solo a te. Mamma, sai sono brava, lo dicono tutti.
-Lo so, ma ho letto anche altre cose.
-Cosa intendi?- fece preoccupata la ragazza.
-Nulla, goditi la festa, ma sappi che quei due non mi piaccio e ora men che meno.
-No, ti prego mamma, fai la carina, Bill è tesissimo e preoccupato. Tom invece è terrorizzato, soprattutto per la sua posizione.
-State insieme?
-Sì.
-Ma è una cosa seria?
-Non so, per me è seria e lo è anche per lui, ne sono sicura. Certo far funzionare le cose a distanza sarà dura, ma se ci sono riusciti i nonni che sono stati nove anni senza vedersi e poi si sono ritrovati più innamorati di prima, non vedo perché Tom ed io non ci possiamo riuscire.
-A me non piace, ma tra i due hai scelto il meno peggio.
-No, mamma Bill è adorabile e non infierire perché anche lui è innamorato di me e sta soffrendo tanto per questo.
-Sei sicura che non propenda per l'altra sponda?
-No, non ti permetto di dire così, non lo conosci neanche. Comunque se non vuoi vederlo lo saluti solo rapidamente e poi stai lontana da lui.
-Certo è quello che farò comunque non farmi vergognare di te, davanti a tutti.
-Ma scherzi?
-Niente effusioni amorose davanti ai parenti- fece con tono minaccioso la signora Bart.
-Si vede mamma che non mi conosci e non conosci Tom che è un timidone tremendo- tagliò corto Lauren lasciando a poco a poco l'abbraccio della madre.
-Tom, vieni, -fece invitando il ragazzo a raggiungerla con cenno della mano.
-Buona sera signora, il viaggio è stato buono?- fece al limite dell'imbarazzo e con un filo di voce.
-Certo, siamo arrivati con calma domenica- fece freddamente la signora Bart.
-Ah, sono contento, noi partiamo domani- fece quasi balbettando, la fronte del ragazzo era imperlata di sudore e le ascelle sotto la giacca erano pezzate.
-Mamma noi andiamo a salutare gli altri.
I due ragazzi fecero il giro dei parenti tedeschi che chi più chi meno fu cortese con Tom.
Infine i ragazzi raggiunsero gli amici, Bill era tallonato e marcato a vista dalla cuginetta di Lauren, Aurélie che si era già dichiarata al ragazzo e ora lo teneva per mano e non lo mollava più.
-Alors ma petite, tu as fait ta déclaration?
-Oui, mais je crois qu'il n'a rien compris. Je crois que j'aurais du mal à lui apprendre le français, mais avec beaucoup d'amour j'y parviendrais.
-Bravo, va-lui prendre quelque chose à boire !
-Du coca ?
-Non, pas de coca, le cocktail orange.
-Bill- fece la ragazzina guardando negli occhi il ragazzo- je te laisse quelques minutes, ne t'inquiète pas je vais être rapide.
Bill non capì molto, ma le sorrise comprensivo.
-La tua cuginetta è un amore, sembra un confettino, ma dove è andata?
-Le ho detto di andarti a prendere qualcosa da bere.
-Ma che carina, allora quando torna la devo ringraziare.
-Sì dille "Oui je veux t'épouser"- fece ironica Leonor.
-Dai che cattiva- fece Georg che le teneva teneramente la mano- vedo che hai capito il gioco e sei perfettamente entrata nella parte " Spara anche tu su Bill "
-Già "Kill Bill"- concluse sempre più scatenata l'amica di Lauren che stringendo forte la mano del ragazzo si stava lasciando andare felice di poter vivere una serata romantica accanto ad una ragazzo così carino e delicato.
-Ho concluso- fece Bill sempre più triste- qui ci manca tua mamma che mi affonda un pugnale nel costato e poi la mia serata termina qui.
-Buona sera- fece da dietro le spalle di Bill la signora Bart al gruppo di amici di Lauren.
-Bu bu buona se sera- balbettò Bill bianco in volto girandosi sorpreso verso la direzione da cui proveniva il saluto e si ritrovò proprio davanti alla madre di Lauren.
-Fa fa fatto buon viaggio?
-Ma voi Kaulitz siete preoccupati per i viaggi?
-Era per cortesia, perché glielo ha già chiesto Tom?
-Sì- fece glaciale la signora scrutandolo da cima a fondo.
-Ah, scusi, sono desolato, mi scuso, sono mortificato- fece sempre più sudato Bill.
-Hai litigato con il sarto?- fece acidamente la signora.
A quelle parole tutti sorrisero divertiti, tranne ovviamente il povero Bill.
-No, volevo essere un po'originale.
-In fatto di cattivo gusto, se per questo, sei sempre molto originale.
-Grazie- fece mortificato Bill con un filo di voce.
-Mamma- Lauren aveva cinto il ragazzo per la vita e lo aveva abbracciato forte sorridendogli- non dire così, è bellissimo e originalissimo e, poi povero, è stato poco bene proprio prima di partire ed è dimagrito in una settimana di cinque kili. Per cui i pantaloni li ha cambiati all'ultimo e non sono proprio perfetti come dovevano essere.
-Sarà, ma sta veramente male- tagliò corto la madre di Lauren- vi saluto ragazzi.
-Arrivederci- fecero in coro tutti i ragazzi e Bill poté tornare a respirare.
-Credo di aver perso altri tre kili in pochi secondi.
-Questa sera comunque, Bill mi spiace ma Tom è di gran lunga più bello di te- fece Gustav.
-Già finalmente non sembra alto un metro e un cazzo e non sembra uno scimmione che ciondola camminando- fece elegantemente Lauren.
-Tesoro, sei sempre dolce ed affettuosa grazie per i tuoi complimenti- concluse Tom tirandosela a sé per poterla scrollare un po'.
-Andiamo a mangiare il buffet freddo è pronto-fece ammaliatrice Lauren che sapeva sviare il discorso e fare contento il suo tesoro- ti farò mangiare il pâté de fois gras con il nettare degli dei il mitico Sauternes, ho chiesto una bottiglia tutta per me di Château d'Yquem del 95.
-Traduzione per dei poveri mortali?- fecero i ragazzi.
-Ah, un disastro- fecero le ragazze francesi guardando i quattro ragazzi della band.
-Abbiamo parecchio da fare per educare il palato dei giovani tedeschi.
-Sarà dura affinare il loro palato abituato a Mac.
-No, sanno mangiare anche altro, ma le nostre raffinatezze e finezze culinarie sarà dura fargliele piacere.
-Attenzione con Gustav, credo che abbia mille inesplorate allergie e per evitare che si debba ricoverare, meglio fargli mangiare solo cose che conosce.
-Grazie tesoro, a me il pâté non piace, ma il nettare degli dei non so ma mi attira.
-Anche a me- fece Bill con il sorriso ritrovato.
-Sì, ma Bill ricordati, moderazione, o ti aizzo contro mia madre- a quelle parole il ragazzo tremò.
-No, ti prego, non voglio farò il bravo lo prometto- fece Bill atterrito e facendo la voce del bambino piccolo che viene minacciato. A quella imitazione tutti risero divertiti, mentre una piccola ragazzina tornava con il bicchiere di succo d'arancia, uno per lei e uno per il suo "fidanzato"
-Voilà, mon petit.
-Merci- fece Bill con il suo bagaglio di francese che si limitava a quattro parole.
Lauren prese per mano la cuginetta e tutti insieme si avvicinarono ai tavoli dove troneggiavano prelibatezze per tutti i palati. Al centro dei tavoli rotondi per otto persone erano stati apparecchiati, la cena era a buffet ed informale, così l'aveva voluta Lauren che odiava i tediosi party serviti al tavolo.
I ragazzi fecero un unico tavolo e si divertirono spensierati poi le ragazze presero per mano Lauren e dissero:
-Noi ragazze andiamo a incipriarci il naso- fecero Leonor e Sylvie.
Era il segnale convenuto perché partisse la seconda fase della festa, quella che Lauren non aveva programmato e che doveva essere una sorpresa. Il padre fece un cenno ai ragazzi e gli accompagnò dove avevano allestito il palco.
-Allora ragazzi gli strumenti dovrebbero essere a posto- fece il padre di Lauren emozionato- Bill i cartelli per la canzone d'apertura sono qui e Leonor te li terrà.
-Grazie mille fece Bill sollevato.
-Ecco i tecnici, sono stati molto gentili.
-Certo il signor Helmut è un mito- fece Tom sicuro che i signori avessero fatto come sempre un ottimo lavoro.
-Dietro il palco Bill c'è la tua giacca da concerto, Tom anche i tuoi vestiti sono là se vuoi cambiarti, non prendete freddo mi raccomando. Noi distrarremo la festeggiata il più possibile, poi sarò io a portarla fino qui.
-Grazie signor Bart sarà tutto perfetto.

-Allora Leonor - esordì Lauren che si aggiustava i suoi capelli raccolti in una elaborata pettinatura semiraccolta che le lasciava il decolté scoperto e il collo lungo da ballerina risaltava.- come sta andando con Georg?
-Perché?
-Uh- fece incalzante e ironica Sylvie- stai facendo gli occhini dolci tutto il giorno.
-Alla festa dei gemelli sciroccati è andata molto bene e spero di replicare.
-Ah, la signorina è sicura di sé- fece con sguardo ironico Lauren
-Parli tu che vivi notti bollenti con il tuo chitarrista.
-Notti bollenti, ci diamo da fare è vero, ma non le definirei bollenti, non è mica facile la convivenza. Poi povero Tom è più le volte che gli do picche perché sono stanca o ce ne succedono di ogni, tipo Bill con il febbrone alto e vomitante per cinque giorni.
-Però ammetterai che è bello.
-Sì è molto bello e ogni volta si scoprono sensazioni diverse e ci si affiata sempre più.
-La prima volta mi è piaciuta molto in effetti- fece Leonor- ma la seconda è stata infinitamente migliore è vero. Spero ce ne saranno altre.
-Magari la terza- fece sorridendo Sylvie.
-sto bene così?- chiese Leonor agitata mentre si rinfrescava il trucco.
-Sì, bello quel mascara.
-Me lo presti- fece Sylvie.
Le ragazze passarono quindici minuti al bagno e quando tornarono trovarono gli ospiti che passeggiavano tutti verso il bacino.
-Dove sono andati i ragazzi?
-Credo che Tom avesse adocchiato le golf cart.
-Oddio, non dirmi che staranno facendo una gara, tipo asilo Mariuccia?
-Temo.
-Se mia madre li becca li fulmina.
-Dai andiamo a cercarli.
Le ragazze distrassero Lauren fino al momento giusto, poi quando il padre si avvicinò alla sua bambina compresero il segnale che tutto era pronto.
-Fragolina, allora?- fece il papà prendendo a braccetto la sua piccola- ci lasciate un po' soli ragazze- fece il padre di Lauren rivolto alle amiche della figlia facendo loro un occhiolino d'intesa.
-Certo, noi ti cerchiamo i tuoi amici Lauren.
-Papinou, lo ribadisco hai qui di fronte la figlia più felice del mondo, una bimba che non sa più come dirtelo, grazie, grazie mille. Lo sai che fin da piccola aspettavo questo giorno, sono pienamente felice ho tutte le persone care al mio fianco e poi, appena ritrovo il mio fidanzato che se lo becco sui golf cart lo ammazzo, sarò ancora più felice. Spero che nessuno mi abbia fatto dei regali perché potrei piangere ad ogni pacchetto. La presenza di tutti mi ha commosso, hai visto anche i genitori di Gustav e Georg sono venuti, mentre la signora Simone e il signor Gordon mi hanno telefonato sta notte per farmi gli auguri. Dei tesori, sono al colmo della gioia. Non pensavo ci fossero così tante persone che mi amano tanto. Ma per finire sto vivendo il mese più bello della mia vita, sai paino, vorrei non finisse mai. Innanzi tutto stare con i ragazzi è stupendo, mi sembra di vivere in un sogno. Stare con Tom poi è fantastico, non so sai papino come faremo a stare lontani. Sarà una sofferenza come quando siamo stati separati per due anni.
-Oh, guarda Lauren- fece il padre accompagnando la ragazza fin sotto il palco-ecco dov'erano i tuoi amici.
Di colpo delle luci illuminarono un palco e quattro ragazzi comparvero su un palco. Le prime note echeggiarono, un accordo di chitarra acustica partì lento, Lauren alzò lo sguardo e vide i suoi amici finalmente nel loro elemento. Tom aveva ripreso i suoi vestiti XXL e Bill indossava una giacca di pelle nera sfolgorante, le note che risuonarono però non erano quelle di una canzone dei Tokio Hotel.
Lauren la riconobbe subito e urlò saltellando divertita:
-Oddio, oddio, non ce la farà mai-fece euforica Lauren, poi si avvicinò a Sylvie e Leonor e vide che le amiche tenevano dei cartelli in mano come dei gobbi e quando la batteria entrò nel pezzo si preparò a ridere.
-Si je m'inspire de vous, des nuits- esordì teso Bill che leggeva agitato- aubes de mes dérives lucides- continuò poi più si lasciava prendere dalla musica più inventava il testo e più parlava un francese farfugliante.
Lauren saltellava divertita come una bambina piccola e gridava le parole aiutando l'amico, piangeva e rideva insieme. Poi il pezzo terminò e riprendendo fiato Bill fece nella sua lingua:
-Scusate vi prego, desolé, -aggiunse- sono una frana terribile con il francese, mi scuso quindi infinitamente e ora un'altra canzone non nostra, che ci pone altre mille difficoltà ma che tenteremo di fare al meglio per il nostro fiorellino. Ecco "in the End" urlò Bill che sapeva come catturare l'attenzione della folla.
La seconda canzone fu faticosa per tutti anche perché ci volevano due voci e Tom fu impegnatissimo a suonare e fare la seconda voce mentre Bill con l'inglese se la cavava molto meglio e quindi si muoveva come faceva nei concerti. Gustav era esaltatissimo e picchiava felice con le sue bacchette, anche perché il fatto di suonare davanti ai suoi gli dava una carica infinita.
-Bene anche la seconda canzone preferita della festeggiata si è concluse e per accontentarla fino in fondo ecco a voi "Whith or whith out" dei grandi U2.
Lauren urlò gioiosa, ballava e saltellava felice con le sue amiche, mentre alcuni parenti meno larghi di vedute si erano allontanati perché la musica per loro risultava troppo rumorosa.
Bill finalmente ritrovò la sua verve e come un animale da palco si esaltava come un matto, l'idea poi di cantare soprattutto per le persone che lo amavano gli dava una carica, avrebbe voluto che sua mamma e il suo patrigno fossero lì con loro, ma si accontentò di vedere il padre di Lauren applaudire come un matto e abbracciare la figlia felice come un ragazzino. La cuginetta di Lauren poi era fuori di sé dalla gioia e gridava come una disperata.
-Finalmente eccomi molto più a mio agio con il nostro repertorio, anche se mannaggia la canzone preferita di Lauren è quella di quando ero più piccolo e quindi è stato faticoso doverla riadattare alla mia nuova voce. Ma per il nostro tesorino ecco "Jung und nicht mehr jugendfrei".
Lauren esaltata non sapeva più cosa fare, prese il suo papà lo abbracciò e con lui improvvisò una danza sfrenata sulle note gioiose di quella canzone.
Poi fu la volta del repertorio dei normali concerti, la cuginetta fu messa da Lauren sul palco e Bill con infinita dolcezza si mise accanto a lei e insieme cantarono Schrei e Durch den Monsun.
Poi Lauren salì sul palco e a sua volta cantò Ich bin da e Ubers ende der Welt e quando Bill gli dedicò 1000 meere e Hilf mir fliegen, la ragazza le cantò tra le lacrime.
I ragazzi si divertirono un mondo e Aurélie continuava a fare richieste che i ragazzi soddisfavano come potevano e se fosse stato per Lauren e lei il concerto non sarebbe mai terminato. Su Monsoon la madre di Gustav e Georg raggiunsero i figli sul palco mentre Bill faceva ballare Aurélie che cantava felice la canzone.
Dopo più di due ore i ragazzi erano stremati e Lauren fu richiamata dalla madre.
-Credo che basti così, la parentesi baccano, il povero Fouquet si starà ribaltando nella tomba, e poi devi spegnere le candeline tesoro, prima di mezzanotte o sarà passato il 18.
-Simpatica come sempre tua madre?- fece Tom con un filo di voce.
-No, voi non capite, questo è stato il momento più bello della mia vita, avete cantato le mie canzoni preferite e tu Bill che canti i Kyo, un momento indimenticabile adesso ho capito le parole di Gustav quando ha detto mi avete lasciato solo tutto il pomeriggio con Bill che canta.
-Adesso capisci la mia disperazione?- fece un sudatissimo Gustav.
Lauren si avvicinò al batterista e gli stampò un bacio sulla bocca con infinito affetto.
-Ti sei immolato per una giusta causa! Grazie tesoro i tuoi sforzi sono stati premiati, delle strofe non si capiva molto ma il ritornello era quasi azzeccato, nonostante il gobbo.
-Uffi, sono stato così penoso?- si interrogò Bill
-Penoso no, avevo le lacrime agli occhi dal ridere e i miei parenti infatti si sono chiesti " che bravo il ragazzo sa anche il russo"
-Il russo?- fece Bill al limite della disperazione.
-Sì, quindi che voto gli diamo ragazze?
-Per il francese cinque, la pronuncia c'era quasi e non è molto fuori, ma alcune parti erano incomprensibili.
-Ragazzi vi prego la ricantiamo, dai ti aiutiamo noi Bill.
-Va bene, ma siete cattive.
-Papi due secondi, ci tieni il gobbo e indichi al leone canterino le parole. Noi lo supportiamo.
-Va bene, ma tua mamma ci ammazza.
-Papinou, è la mia festa e mi avete così viziato che un capriccio in più cosa vuoi che faccia.
-Vai Gu dacci il via!- Fece Lauren abbracciando Bill alla vita, Leonor e Sylvie come angeli custodi ai lati.
-Tom Georg voi ci siete.
-Zi padrona- fece Tom un po' stanco di suonare a comando.
-Tom , ti giochi la serata speciale e la possibilità di vedere che completino intimo sexy ho indossato per il dopo festa.
-Perfetto eccomi, potrei suonare per ore e ore- fece il ragazzo ringalluzzito.
-Papi tu non farci caso, stavo scherzando: indosso le mutande bianche ascellari e la panciera di ghisa.
I ragazzi risero e il padre di Lauren anche.
-Un, due tre -fece Gustav battendo sulle bacchette.
Georg e Tom cominciarono, i cantanti erano pronti, le prime note risuonarono e la prima frase fu suonata con precisione e convinzione, quando subentrò la batteria i cantanti si prepararono, Lauren, Leonor e Sylvie però aspettavano l'attacco di Bill che taceva. Da dietro e da destra partirono delle urla:
-Va fan culo Bill
-Idiota cosa dobbiamo fare mezza canzone?
-Che cazzo aspetti per attaccare? Abbiamo suonato l'inciso già due volte.
-Ma io aspettavo le ragazze.
-Idiota il cantante professionista sei tu, noi siamo qui per supportare il tuo francese.
-Ah, scusate non avevo capito!-fece contrito Bill
-Il solito idiota- conclusero disarmati i ragazzi della band.
-Ok- fece scocciato Gustav- uno due tre.
-Bill ti devo dare un calcio per farti iniziare?-fece Georg.
-No me lo ricordo e al cinque.
-Noooo, mentecatto!- urlò indispettito Gustav- è al quattro.
-Ok, lo abbiamo capito noi- fece Lauren.
I ragazzi ripartirono per l'ennesima volta risuonò l'uno, due, tre di Gustav.
Questa volta i cantanti partirono bene, la frase fu difficile per Bill che faceva fatica a dire "moindre" e molte altre parole, ma quando cominciò la fine della canzone, molto più semplice, Bill si esaltò e cominciò, nel suo stile a far ondeggiare l'asta. Poi staccò il microfono dall'asta e quando ci fu l'assolo di chitarra si rivolse al fratello che concentrato sul suo strumento non lo degnava di uno sguardo.
-C'est par amour pour toi, c'est par amour pour elle, c'est par amour pour moi, celui qui donne les ailes…- a Bill quelle parole sembravano come liberatorie, poteva gridare il suo amore per Lauren e il suo affetto per il fratello e il fatto che lui si fosse messo da parte per loro.
Lauren si fermò a guardarlo, non si era resa conto che forse quella canzone raccontava perfettamente la loro storia d'amore, a lei, quella canzone piaceva per il ritmo, la musicalità ma non si era mai soffermata sul senso profondo di quelle parole. Quando Bill diede l'accento " c'est par amour pour elle, c'est par amour pour toi" guardando dritto nei suoi occhi blu la ragazza capì il profondo dolore che provava l'amico e si accorse che due lacrime le bagnavano il viso. Fino a quel momento aveva solo pianto di gioia per le stupende sensazioni che stava provando, il pic-nic, la corsa in barca, la visita del castello a lume di candela, il concerto dei suoi angeli che si erano cimentati con tutte le sue canzoni preferite di altri gruppi musicali oltre alle loro. Quelle invece erano lacrime di malinconia, di tristezza e il suo primo impulso fu quello di abbracciare forte il suo caro amico soffocando i suoi singhiozzi tra le sue braccia. Bill cercò di confortarla e ben presto gli fu chiaro il motivo di quel pianto disperato.
-Sai Bill credo che questo concerto sia il più bel regalo che potessi farmi, qualsiasi cosa tu mi abbia regalato non varrà mai quanto quest'ultima canzone. Ti voglio un mondo di bene, mi dispiace.
Poi quando si calmò si rifugiò tra le braccia di Tom che era rimasto interdetto per la reazione della sua ragazza.
-Fiorellino, piangi perché Bill è stato così penoso che ha per la seconda volta ucciso la tua canzone preferita?
-No, pastore bergamasco, piango perché ho degli amici stupendi, ti amo lo sai, hai suonato benissimo sei sudato come un cammello e puzzi come un caprone, ma in questo momento ti adoro.
Tom la baciò a lungo e con trasporto, come se fossero soli al mondo. Lauren che di solito era cos' riservata si lasciò andare. I due ragazzi si scordarono per un attimo che erano su un palco e che il padre della ragazza li guardava con aria non del tutto felice.
-Ma respirano?- si chiese ironico Bill.
-Non so ma se Lauren non si ferma fra due secondi lo spoglia- fece preoccupato Gustav.
Un voce tuonante, imperiosa e spaventosa però riportò i due ragazzi alla realtà, sembrava quasi quella della Rosencranz, la professoressa di tedesco:
-Lauren Bart, piantala subito di dare spettacolo.
A quelle urla i due ragazzi rimasero gelati, si allontanarono subito l'uno dall'altro. Tom al limite dell'imbarazzo si sistemò la maglietta, raccolse la felpa, la bandana, il cappello che Lauren gli aveva tolto e si avviò dietro al palco.
Mentre con un filo di voce la ragazza gli diceva:
-Forse è meglio se ti cambi, vorrei fare le foto con te vestito da pinguino.
-Se riesco ad arrivare intero fino al terrazzo e tua madre non mi scotenna o tuo padre non mi strappa gli attributi.
-Ma, no non preoccuparti manda avanti Bill.
-Grazie- fece il ragazzo che stava aiutando la ragazza ad allacciare il vestito che il fratello aveva in parte slacciato.

Quando Lauren arrivò guidando un golf cart accompagnata dalle sue amiche e dietro su un'altra macchinina c'erano i ragazzi della band tutti applaudirono.
Il signor Bart fece scendere la sua bambina e la accompagnò dietro al tavolo dove una stupenda torta di panna con rose rosa aspettava la festeggiata. Dall'interno del salone un quintetto di archi e fiati cominciò a suonare un bellissimo tanti auguri che Bill con la sua voce chiara intonò perfettamente anche se lo sguardo della signora Bart era minaccioso e sicuramente avrebbe preferito sentire solo la splendida musica.

-Sono veramente commossa, avrò rifatto il trucco almeno dieci volte questa sera, meno male che qualcuno mi ha dato un mascara waterproof a prova di monsone. Continuo a commuovermi per tutto l'affetto che sento intorno a me. La vostra presenza mi rende felicissima. Voglio ringraziare i miei zii che sono venuti dal sud della Francia, i miei zii, la nonna e la mamma che sono venuti dalla Germania, i signori Schäfer e i Mortiz. Credo che questa serata rimarrà nel mio cuore per sempre, spero un giorno di poter contraccambiare tutto il vostro amore. Ovviamente il mio grazie più grande va al mio papi che ha reso tutto indimenticabile non vi è nulla che cambierei di queste ore del mio compleanno. Per ultimi i miei angeli e le mie migliori amiche. Grazie.

Lauren con quanto fiato aveva nei polmoni spense le candeline tra un coro di applausi. La festeggiata tagliò la torta, la prima fetta la prese lei come di rito e poi le altre fette cominciò a tagliarle per gli ospiti. Con il suo piatto si avvicinò al papà e gli diede un bacio affettuoso, poi si avvicinò alla mamma e le disse:
-Mamma, grazie, sono felicissima lo sai, soprattutto perché posso vedervi tutti e due insieme.
-Lo so, la tua gioia mi rende molto felice, anche se
-No, mamma non dirlo, hai ragione, ti chiedo scusa è colpa mia sono stata io a baciarlo in quel modo.
-Che non ricapiti però davanti a tutti.
-No, promesso.

Lauren raggiunse i suoi amici.
-Bill niente torta in faccia questa volta?
-No, grazie ho già dato.
-Davvero- fece innocentemente Gustav- non ricordo, poi con giocosa malignità disse- Bill dimmi che ore sono?
Bill prese il piattino con la destra abbassò lo sguardo verso il polso sinistro e con agilità felina Gustav diede un colpo dal basso verso l'alto al piatto e glielo schiacciò sul volto.
Bill basito e con una seconda maschera di panna e cioccolato reagì da vero signore.
-Va bene questa è la degna conclusione di una giornata cominciata bene.
Tutti risero mentre Aurélie cominciò a sciolinare una serie di improperi rivolti al batterista che culminarono con un sonoro calcio negli stinchi a un Gustav che perse il sorriso.
-Oh, la tua cuginetta è fuori- disse Gustav rivolto a Lauren- le mie gambe mi servono per suonare.
-Che fairplay e autocontrollo tesoro- fece Lauren mentre puliva il volto di Bill che per fortuna aveva quasi finito la torta e che quindi era solo in parte pannoso- ha fatto bene, povero scricciolo, anche se la panna asciuga i brufoli, non dovevi fargli l'ennesimo dispetto, o meglio dovevi farlo con la fetta di torta integra!
-Ah, ecco, mi sembrava che fossi troppo gentile, comunque chi di panna ferisce, di panna perisce e prima o poi la mia vendetta sarà tremenda, ricordatevi la ruota del Karma gira per tutti.
-Siamo terrorizzati- fecero gli altri componenti della band che ridevano alle lacrime.
-Questa immagine- fece Georg- la metto come salva schermo del pc, è geniale.
Tutti guardarono la foto e risero felici. Poi il padre di Lauren richiamò la figlia e disse:
-Fragolina, non apri i regali?
-Sì- fecero tutti
-Regali, regali
-Arrivo!- Lauren si mise intorno al tavolo ricolmo di doni, aprì prima quelli dei parenti, poi attaccò quelli dei genitori di Gustav
-Signori Schäfer, questo libro fotografico su Sylvie Guilem è fantastico, grazie- poi continuò con il regalo dei genitori di Georg che la lasciarono altrettanto contenta, loro avevano trovato un bellissimo libro sul Balletto di Amburgo che univa la passione della ragazza per la danza e la storia.
Poi fu la volta dei regali delle amiche, Lauren lesse il bigliettino disegnato ad arte da Leonor e pianse e rise nello stesso tempo, quando poi aprì il regalo gioì e corse a stritolarle in un abbraccio.
-Un video telefono di ultima generazione così potrai vedere il tu Tom e il tuo scricciolo tinto quando sarete lontani. Non mi hanno assicurato che la criniera leonina di Bill potesse rientrare nello schermo, ma potrai vederne in parte.
Tutti risero mentre Lauren abbracciava le sue amiche.Poi fu la volta del regalo di Gustav.
-Oh, mio Dio, oh mio Dio, le scarpette firmate di Sylvie, oddio- Lauren buttò le braccia al collo del ragazzo e gli stampò il secondo sonoro bacio della serata- sono stupende.
Rosso e imbarazzato poté solo pronunciare:
-Per il mio compleanno mi hai fatto un regalo del mio mito e io non potevo essere da meno.
Lauren tremante per l'emozione attaccò il regalo di Georg.
-Oddio svengo, grazie bel biondone, ma cosa posso dire? E' stupendo anche il tuo! Come hai fatto ad averlo?
-Ho chiesto ad un amico che vive negli States di spedirmelo, ha lavorato per il teatro………. e mi ha fatto avere questa foto.
-Ma è Barishnikov nel "le jeune homme et la mort" ed è autografato! Grazie, grazie lo metterò in camera sopra alla testiera del mio letto.
-E ora i nostri regali- fece Bill felice- ognuno ha un perché e una storia.
- Allora Lauren riuscirai ad aprirli a Natale se Bill comincia a raccontare la genesi del regalo.
-Ma la tua amica Leonor oggi a colazione ha mangiato pane e acidità?
-No, fece la ragazza dandogli un bacio sulla guancia e poi aggiungendo euforica- oddio oddio ho baciato Bill dei Tokio Hotel
Il ragazzo la guardò con odio e disse:
-Visto che di libertà te ne sei prese tante me ne prendo una anch'io: ma va cagare!- fece spintonandola affettuosamente.
-Uffi, il primo è il super pacco e l'ho scelto io, sono cose futili e materialistiche.
-Oddio se è una giacca in pelle rosa stile Fashion Bill mi sparo- fece Lauren ridendo.
-Non commento la tua acidità perché ho capito oggi va così.
Lauren aprì e un bellissimo vestitino rosa di tulle e voile era accompagnato da uno squisito maglioncino d'angora e una cintura di vernice rosa adorabile ed elegante, un paio di guanti e un cappello si abbinavano perfettamente.
-Bellissimo tesorino, si vede la tua eleganza e si vede quanto conosci i miei gusti.
-Ma non è finito!- esclamò
-Caspita, spunta qui il giubbotto tamarro?
-No- fece scocciato il ragazzo- questa scatolina è per te- e dalla tasca dell'elegante giacca nera Bill estrasse un pacchetto stupendo che culminava con una rosa.
Lauren lo prese tra le mani e tremante per l'emozione lo aprì. Era chiaramente un gioiello e quando lo vide cominciò a piangere.
-Ti piace?- chiese Bill mentre lo prendeva, le sollevava il braccio e glielo allacciava- E' un bracciale a cui ogni anno potrai aggiungere dei nuovi ciondoli. Questa è la tua passione, la scarpetta di danza, questo è il simbolo dei Tokio Hotel così ti staremo sempre vicino, questo è un gattino, il tuo Cocò, poi ci sono io rappresentato dalla nota, Tom dalla chitarra, Gustav dalla batteria, Georg dal basso. Infine c'è Leonor con il pennello e Sylvie con la macchina fotografica.
Tutti rimasero stupiti e commossi per il bellissimo regalo e per il pensiero che Bill aveva trovato per tutti. Leonor e Sylvie avevano gli occhi lucidi ed erano rimaste colpite da come il ragazzo, attraverso l'amicizia con Lauren, aveva colto l'essenza di ognuna di loro. La due ragazze gli buttarono le braccia al collo e lo baciarono con affetto prima che Lauren lo stritolasse in un abbraccio infinito pieno di lacrime e di singhiozzi.
-Dai non fare così- fece Bill con il magone- non volevo farti versare così tante lacrime, non era nelle mie intenzioni, così però piango anch'io. Ti prego.
Bill riuscì a staccare la ragazza che aveva tutto il trucco sciolto.
-Neanche il mio mascara questa volta ha tenuto.
-Oddio tesoro, ti ho sporcato tutto il completo- fece Lauren riprendendosi.
-Non preoccuparti e ora veniamo ai regali di Tom- fece il ragazzo cedendo il ruolo di consolatore al fratello.
Tom molto più timido ed impacciato cominciò:
-Be' il primo regalo è più un'idea di Bill anche se l'utilizzo sarà tuo e mio.
Lauren prese la scatola con la fantasia di rose e il fiocco e intuì qualcosa.
-Sì, insomma- fece imbarazzato il ragazzo- sono per te ma…va be' apri.
Lauren preoccupata aprì il regalo e vi trovò i prodotti per il bagno e il corpo.
-Cioè -sempre più rosso e senza possibilità di calcarsi il capellino sul volto perché sprovvisto- ci sono delle candele e delle palline profumate per il bagno che fanno le bollicine e rendono il bagno frizzante, una diavoleria che ha scovato l'altra metà del mio cervello ovviamente.
-Certo solo lui può trovare queste cose- fece Georg.
-Sì, ma prova a figurarti una scena romantica, candele, petali, bollicine- fece sottovoce al ragazzo Leonor. Il bassista ci pensò su e arrossì quando si accorse che la ragazza lo osservava.
-E il secondo regalo?- fece Lauren- è sempre più piccolo il pacchettino.
-Be' questo lo aprirei senza troppo farti vedere da tuo padre e da tua madre.
-Oddio ho già capito- fece Lauren arrossendo.
-Sì ecco, è per evitare altri incidenti con bustini "trappole per uomini"!- fece ormai senza quasi voce Tom.
Lauren aprì il regalo e arrossendo a sua volta lo richiuse rapida.
- Bella la fantasie e il colore- commentò rapida.
-Il vero regalo, però preferirei dartelo in privato se non ti dispiace.
-Oh, che tesoro, sono agitata, va bene facciamo una passeggiata.
I due ragazzi si allontanarono nella notte, lungo il viale che portava al grande bacino centrale. Superarono silenziosi tutti i giardini e quando furono oltre le fontane e il bacino centrale, rischiarati solo dalla luna, circondati dalle stelle e protetti dagli alberi si fermarono.
Si sedettero nel grande prato sulla collina dal quale potevano vedere l'intero castello illuminato dalle candele, i loro amici e parenti erano come dei puntini neri che si confondevano lontani.
-Ecco, questo è il mio regalo- Come poco prima aveva fatto Bill, anche Tom prese dalla tasca del suo smoking una scatolina e gliela porse.
A Lauren batteva forte il cuore e non osava aprire quella scatolina, aveva già le lacrime agli occhi e quando fece dolcemente leva sul coperchio questo si aprì lasciando intravedere un bellissimo diamante. La ragazza piangeva ormai, mentre Tom tremante prese il contenuto.
-Lo so che non ami gli anelli e quando balli non porti nulla perché è pericoloso, quindi ho pensato che un ciondolo sarebbe stato più appropriato. Questo è un piccolo peltro di madreperla perché è lo strumento con il quale lavoro e questo è il simbolo del mio amore per te. È discreto, lo porterai al collo vicino al tuo cuore, così il nostro amore sarà solo mio e tuo.
Lauren piangeva dalla gioia, non riusciva a trovare le parole per ringraziare il ragazzo, si sentiva la testa leggera. Poté solo stringere nella mano il bellissimo ciondolo e sussurrare:
-Ti amo.
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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 4

-Tesorino- fece Tom stringendo la mano della sua Lauren che si era appena allacciata la cintura di sicurezza- lo so che abbiamo più o meno due ore di sonno fra tutti, ma ti dobbiamo dire una cosa fondamentale.
-Mi devo spaventare?
-No- fece tranquillo Gustav mettendole una mano sulla spalla e sorridendole affettuosamente.
-Ecco, non te lo abbiamo detto lunedì sera perché ovviamente non volevamo rovinarti il tuo giorno più bello.
-Sono sempre più preoccupata.
-Ecco- fece Bill con un filo di voce- io ci sono abituato, ma questa volta, come dire, è piuttosto triste.
-Raga- fece Lauren tra lo scocciato e il preoccupato- che cazzo è successo?
-Sono uscite delle simpatiche foto nostre che includono anche te- fece Tom cercando di introdurre la brutta notizia- alcune comprendono il solito sfigato Bill che viene colto nelle situazioni più strampalate e di cui quindi si fa sempre un casino totale.
-Ormai mi diverto anche a finire sui giornali- fece con voce malinconica il cantante con rassegnazione.
-Quelle che comprendono te sono, be'- Tom si fermò un attimo stringendo la mano dell'amica e guardandola dritto negli occhi- i nostri baci al mattino davanti alla tua scuola di danza, delle foto parecchio osé di te che balli con noi al compleanno di Gustav.
-Va be'- fece rassegnata Lauren che non ci vedeva nulla di male- se fate la presentazione del video ad MTV domani pomeriggio, potrai raccontare tutta la verità, ovvero che siamo solo amici, amici di lunga data che ballano e se io e te ci baciamo, non stiamo insieme. La nostra amicizia va solo un po' oltre ogni tanto.
-Sì perfetto, hai ragione- fece Bill in modalità sono l'esperto in spiegazioni improbabili -possiamo raccontare tutto quello che vogliamo e spiegare bene la situazione, purtroppo c'è una cosa molto più grave.
-C'è forse una cosa più grave di questa?- disse con un filo di voce la ragazza che cominciava a guardare negli occhi Tom per cercare di comprendere meglio e si stringeva forte al suo braccio.
-Purtroppo gira un video di te sotto la doccia- fece Bill senza mezzi termini.
-Stai scherzando?- disse Lauren deglutendo e sentendo un nodo alla gola- ma non è possibile, mi state facendo uno scherzo-continuava a dire incredula- Raga non è il primo di aprile!
-Sembra che qualcuno nella tua simpatica scuola di danza sia veramente tremendamente geloso e voglia rovinarti- concluse Tom abbracciando la ragazza che cercava di essere forte ma tra le sue forti braccia scoppiò a piangere.
-Ma, ma, uffi, non ci credo- cercava di comprendere la ragazza tra i singhiozzi -ieri ero la ragazza più felice del mondo e ora?
-Il nostro ufficio stampa si sta occupando di tutto, certo gli articoli che sono comparsi non sono stati tanto teneri e già le fan si sono scatenate con nomignoli non troppo gentili su di te- spiegò Bill.
-Ecco perché mia madre era furente e ha fatto quegli accenni acidi- si ricordò Lauren.
-Credo si riferisse agli articoli di giornale, tuo padre sa già tutto e con i nostri avvocati sta lavorando per sistemare il tutto- aggiunse Tom tentando di confortare al massimo Lauren.
-Ma, come faccio io, come posso mostrare la mia faccia in sala di danza oggi pomeriggio- fece la ragazza in lacrime.
-Non preoccuparti fiorellino- Tom stringeva la sua indifesa Lauren tra le braccia e ricoprendola di carezze cercava di confortarla. Anche Bill, decollo ormai superato, aveva lasciato la sua poltrona per stringersi accanto alla ragazza per consolarla.
-Sì, tu oggi entri in sala e fai un culo a tutti !- incitò Gustav in modalità batterista incazzoso.
-Già sono dei vermi, riprenderti sotto le docce degli spogliatoi - fece con un tono acido Georg.
-Sai- fece Bill con voce sicura e confortante- lo staff ha preso contatti con il direttore della scuola cercando di capire come si voleva muovere il teatro, se ci potevano essere delle ripercussioni su di te. Quando atterreremo, ti accompagneremo dal signor Neumeier e gli spiegheremo tutto noi- concluse rassicurante Bill.
-Ma il video, si vede molto?-interrogò la ragazza ancora scossa dalla notizia.
-Come dire, tesorino, un po'.- cercò di essere vago Tom
-Lo avete qui?-chiese la ragazza.
-Purtroppo sì- fece Georg che aveva sempre un piccolo portatile con sé. Lo aprì e lo mostrò alla ragazza.
Lauren guardò il video:
-Uhm- fece cercando di essere spiritosa, ma con due lacrime che le solcavano il volto-però, questa luce mi fa due tette da paura, sembro una tavola da surf che si lava, non che dal vero io ne abbia di più. Il culetto però è tondo e sodo.
Farò compagnia a Paris Hilton e altre sfigate che sono sul Tubo.
-Se vuoi ne mettiamo uno anche noi, dai Tom carichiamo quello di quando siamo io e te sulla spiaggia che facciamo la danza del culetto, avevamo tre anni e così carini.- fece Bill con aria divertita.
-Sei fulminato?-fece Tom che guardava suo fratello con sguardo torvo.
-Uh, io ne ho uno geniale di quando avevo quattro anni e corro nudo in strada con mia madre che mi rincorre brandendo una scarpa perché avevo appena allagato il bagno-fece divertito Georg.
-Grazie tesorino, in effetti potreste metterli per par conditio - fece Lauren ritrovando un po' del suo sorriso.
-Ma sai tra tutte le foto geniali che hanno pubblicato quelle più belle ovviamente sono di Bill- fece Gustav con un grosso sorriso cercando di smorzare l'atmosfera.
-Ovviamente- concluse Bill rassegnato- lo sfigato del gruppo si dovrà sciroppare le settecento domande sulle sue tendenze sessuali e sul tipo di intimo che indossa.
Lauren che aveva lasciato il caldo abbraccio di Tom guardò Bill con aria interrogativa.
-Già- fece Tom assumendo la sua aria da telecronaca buffa- come si può vedere svettare in copertina di tutte le riviste patinate della Germania, il famoso cantante ormai maggiorenne dei Tokio Hotel non perde tempo nel mostrare al mondo quello che porta sotto i suo ormai leggendari giubbotti da truzzo.
-Non sposando la filosofia "e sotto il vestito niente", il giovane Bill Kaulitz- continuò divertito Gustav- mostra un bellissimo completino intimo viola con minuti fiorellini rosa.
Lauren guardava i due ragazzi che si prendevano gioco dell'amico e si domandava incuriosita che tipo di foto avessero scattato a Bill.
-Insomma non si può neanche fare dello sano shopping- fece Bill rassegnato- per spiegarti meglio fiorellino, mi hanno fotografato mentre mostravo a Tom il
completino intimo che ti ha poi regalato. Ovviamente dalla foto sembra che io me lo sia messo davanti per vedere se mi donava.
Lauren immaginando la scena rise divertita:
-Georg, spara, dimmi che hai la foto dello sfigato tinto.
-Ovviamente è entrata nel novero delle foto che uso come screen saver, insieme ad altri mille esilaranti scatti.
-Stronzo come sempre- concluse scocciato Bill, mentre Lauren scoppiava a ridere vedendo le foto.
-Ma le altre?- chiese la ragazza.
Georg le mostrò tutte le foto che avevano pubblicato.
-Porca merda- esclamò sempre fine Lauren- questa foto di noi tre che balliamo è a luci rosse.
-Si, perché la nostra rumba indiavolata?- fece Georg aprendo la loro foto.
-Oh signore!- esclamò Lauren- e questa, dai io che metto la mano di Bill sul mio culo per fargli vedere come tenere la mia gamba, complimenti un corso di ballo a luci rosse. Comunque quella serata è stata stupenda e sicuramente le foto le avrà scattate quel figlio di buona donna del mio partner, quello stronzo di Yuri.
-Vai tu a fidarti dei ballerini!- fece Bill scocciato.
-Scusatemi ragazzi- fece Lauren con un filo di voce e sentendosi in colpa-volevo solo essere simpatica con qualche compagno, ma la gente è veramente stronza e profittatrice.
-Puoi ben dirlo- concluse Tom
-Un lato positivo c'è però- fece Lauren lasciando stupiti i ragazzi- abbiamo dei bellissimi ricordi di quella serata.
-Ci siamo divertiti come matti!- concluse Gustav rincuorato dalla reazione dell'amica che aveva ritrovato un po' di calma, ormai rassegnata all'inevitabile.
-Tom poi era geniale, sembrava un palo della luce in mezzo alla pista- fece Bill sadicamente.
-Ha parlato Nureyev- ribatté Tom- quando balli tu, sembri uno appena dimesso da un reparto psichiatrico!
-Già sembri un posseduto- aggiunse Georg.
-Ma se ballo benissimo- fece Bill estremamente convinto.
I ragazzi lo guardarono per un minuto in silenzio e poi scoppiarono in un coro all'unisono:
-Bill, va cagare!- dandogli una spinta giù dal bracciolo del sedile dove stava in equilibrio precario.
-Oh, banda di stronzi patentati, io ballo benissimo, il mondo non è ancora pronto per le mie coreografie.
-Spero non lo sia mai- aggiunse Lauren ormai rasserenata.

***

-Sto tremando- fece Bill seduto davanti all'ufficio del Direttore della scuola del Teatro di Amburgo- mi sembra di essere tornato al liceo.
-Anch'io, i presidi mi fanno paura- aggiunse Tom.
-Io non sono mai stato dal Preside- fece Gustav intimidito- per me è una sensazione nuova e in effetti ho un po' paura anch'io.
-Io ci sono stato solo una volta- raccontò Georg- e mia madre ha sbraitato talmente tanto che ho rischiato che il mio basso finisse catapultato fuori dalla finestra per punizione.
-Cosa avevi fatto?
-Avevo felicemente bigiato.
-Ah, un Santo allora in confronto a noi- fece orgoglioso Bill- noi ci siamo finiti per cose più gravi.
-Tipo?-chiese incuriosito Georg.
-Quella volta che abbiamo messo a tuono la canzone Leb' die sekunde sugli altoparlanti della scuola.
-E quella volta che tu e Lauren avete fatto esplodere il laboratorio di chimica.
-Per non parlare della volta che sono stato sospeso per aver fatto il mio assolo nel coro della scuola- fece fiero Bill.
-Cioè?-chiese Gustav che era curioso.
-Ho cambiato solo un po' le parole.
-Un po'?- fece Lauren sorridente al ricordo dell'assolo natalizio della sua classe.
-C'era anche il controcanto- fece Tom ridendo sotto i baffi.
-Che ridere, la mamma ci ha ucciso quella volta.
-Già e per fortuna al saggio i miei genitori non c'erano o non mi avrebbero più permesso di giocare con voi.
-Quanto ridere.

-Bene signorina entri pure- fece la voce della segretaria che aprì la porta dell'ufficio.
Lauren si alzò, deglutì, si rivolse ai suoi amici e disse pronta per andare al patibolo:
-E' stato bello conoscervi, farò la cubista da domani.
-Dai ti prendiamo per i nostri video- fece ironico Tom.

-Entri pure signorina- risuonò la voce del signor Neumeier - entrate anche voi- fece il signore facendo capolino sulla porta dell'ufficio.
I ragazzi si guardarono preoccupati e come scolari tremanti davanti al Preside entrarono.
-Accomodatevi- disse gentilmente accompagnando le sue parole con un gesto calmo e cortese- non vi mangio- aggiunse divertito vedendo le facce preoccupate dei cinque ragazzi.

Lauren prese posto al centro e i ragazzi si misero accanto a lei, Bill e Tom ai lati come due angeli custodi.
-Signorina- esordì il signor Neumeier incrociando le mani e appoggiandole sulla scrivania in modo autorevole, ma la sua frase fu interrotta da un fiume di parole in piena i due gemelli Kaulitz, esperti in fatto di spiegazioni cominciarono:
-Ecco, non è colpa della piccola Lauren, la prego è tutta colpa nostra- fece tutto d'un fiato Bill.
-Certo, non la cacci la prego, lei non può fare la cubista, sarebbe sprecata- aggiunse Tom- e poi sono io il cretino che la bacia al mattino qui davanti a scuola, lei di solito non vuole neanche.
-Sì, è troppo brava per fare la soubrette, ed è piatta, le toccherebbe fare una plastica additiva al seno- intervenne rosso Georg che di solito era di poche parole.
-Vero, è veramente piatta, e poi era il mio compleanno e lei ci stava solo insegnando a ballare, siamo solo amici- fece balbettante Gustav- non può cacciarla.
-Non è giusto, solo perché è nostra amica, lei non c'entra, per le foto con il reggiseno e le mutandine, be' era solo il regalo che le stavamo comprando per il suo compleanno- aggiunse velocemente Bill- mio fratello è imbranato così ha giocato d'anticipo e ha scelto un reggiseno che potesse slacciare facilmente.
-Sì, vero e Bill stava solo mostrandomi quello lì che si vede nelle foto, mio fratello non fa il travestito anche se a volte si mette delle giacche strane, tipo quella lucida nera che sembrava un sacco dell'immondizia ripieno.
-Amo i giubbotti particolari e indosso solo boxer strech.
Tutte queste frasi erano state pronunciate senza possibilità di intervento e tutte d'un fiato. Lauren aveva seguito i ragazzi che le avevano sciolinate alla velocità del suono divertita, mentre i signor Neumeier guardava a turno i ragazzi come se stesse assistendo a una partita di tennis.
-Posso parlare?- chiese alla fine divertito l'autorevole coreografo.
-Oddio, oddio- fece Bill- mi scusi.
-Sì, ci scusi- fece il gemello- non volevamo, quando siamo in panico parliamo a vanvera.
-Ho, notato- fece laconico il direttore- io volevo solo rassicurare la signorina Bart che non c'erano conseguenze per le immagini apparse su You Tube, anzi volevo scusarmi a nome della direzione, perché le riprese sono evidentemente state fatte in questa scuola. In un fotogramma infatti appare chiaramente il riflesso del poster dello spettacolo che si terrà fra una settimana. Questo video è stato ritirato ed è veramente increscioso questo fatto, sicuramente sono state delle persone che sono nella scuola, non capisco lo scopo, se era quello colpire lei o l'Accademia. Comunque ho telefonato anche al direttore dell'Opéra per spiegare l'accaduto e ha espresso la sua piena solidarietà signorina Bart. Comunque è stato interessante imparare qualcosa di più sulla sua biancheria intima, signor Bill Kaulitz e sulle abitudini sessuali di suo fratello. Signorina Bart è veramente fortunata ad avere degli amici così generosi e pronti a tutto.
-Scusi- fece ridendo Lauren- ma sa, abbiamo anni e anni di marachelle combinate a scuola e richiami dei direttori e dei Presidi che ci viene spontaneo raccontare tutto senza filtro.
-Capisco- fece con un tono comprensivo il signor Neumeier -mi sono veramente divertito siete molto carini e spontanei.
-Signore, ho saputo che le prove sono state rimandate a questo pomeriggio e ho ricevuto un messaggio da parte di un compagno che mi ha detto che ieri la signorina Sasha Denkova ha provato il passo a tre al posto mio e ha fatto anche le prove del passo a due di cui io sono sostituta.
-Sì ma non si preoccupi, per il passo a tre il ruolo è sicuramente suo, senza alcun dubbio. Per quanto riguarda il passo a due di cui è sostituta ci sono pareri contrastanti, vedremo.
-Grazie, mi scusi, un'ultima cosa, - fece risoluta Lauren- ma per preparami al meglio allora le chiederei se posso avere a disposizione un'aula per questa mattina, vorrei esercitarmi per perfezionarmi in vista delle prove del pomeriggio.
-Ve bene, c'è l'aula piccola nel settore tre, anzi, no le lascio libera quella con la batteria, nell'aula 5 così potrà stare in compagnia dei suoi amici e magari il timido batterista potrà accompagnarla, ho visto la sua coreografia sulla musica di questi ragazzi e ora capisco appieno la sua tenuta vestimentaria.
-Grazie, -fece Lauren un po' preoccupata, ma nello stesso tempo volenterosa di spaccare e mostrare tutto il suo talento- allora potranno stare qui con me questa mattina?
-Certamente.
-Grazie- fecero in coro i ragazzi.

Lauren si cambiò nello spogliatoio che le era stato assegnato, onde evitare altri incresciosi problemi alla ragazza era stata data la chiave dei camerini utilizzati dagli ospiti più illustri Poi accompagnata dai suoi amici fu introdotta in una bellissima aula illuminata da una parete di finestre che davano sul parco della scuola, in un angolo a destra vi era una batteria, bianca e bellissima, a Gustav gli si illuminarono gli occhi quando poté sedersi e provare lo strumento.

-Bene piccolo Gustav se non sei stanco- fece dolcemente Lauren- mi piacerebbe che tu mi accompagnassi per i miei esercizi alla sbarra.
-Cos'è la parte iniziale taglio di vene?- chiese Tom.
-Sì, sono sicura che Gustav mi aiuterà benissimo.
Lauren cominciò a fare la sbarra e in effetti all'inizio dei suoi movimenti la batteria non era molto azzeccata, ma su alcuni movimenti come i petits battements era perfetta.
Tom guardava la ragazza ballare e ne era ammirato, nonostante la stanchezza i ragazzi rimasero vigili e attivi, ogni tanto Bill interveniva chiedendo spiegazioni sugli esercizi che l'amica eseguiva. Quando finalmente Lauren si sentì ben preparata fece rivolta a Gustav:
-Bene e ora prova a suonare tu qualcosa a piacere e io mi diverto un po'a seguire i ritmi, vediamo che tiriamo fuori.
Gustav cominciò a fare dei virtuosismi e dei ritmi che la ragazza cercò di tradurre in movimenti e proprio in quel momento il signor Samuelson, uno dei maestri, fece capolino nell'aula, senza accorgersi di nulla Lauren continuò a ballare.
Dopo più di dieci minuti di assolo Gustav si fermò e Lauren esausta si accorse della presenza del maestro.
-Oddio, mi scusi Maestro, non l'avevo vista, mi scusi.
-No, signorina, è stato molto interessante vederla all'opera.
-Oddio, no, mi stavo solo divertendo. Ora mi sarei messa a provare i miei pezzi. Anzi, se non le dispiace potrei chiederle qualche consiglio sul passo a due? Solo ovviamente se ha tempo.
-Sono qui apposta, mi ha mandato il signor Neumeier, dicendomi di prendermi cura di lei.
-Oddio, ne sono onorata, loro possono assistere?
-Sì certo, sono amici tuoi?
-Sì.
-Bene allora cominciamo, ha le musiche?
-Sì, sono nella borsa ora le prendo.
-Congediamo allora il suo batterista. Sarà stanco.
-Non credo, se fosse per lui suonerebbe ancora e ancora, non è vero Gu?
-Be' sì, ma in effetti la mancanza di sonno comincia a farsi sentire.
Lauren cominciò a provare mentre i ragazzi rimasero stupiti quando la ragazza chiedeva al maestro di correggerle persino le dita. Lauren si guardava allo specchio e chiedeva ogni singolo movimento e stava attenta ad ogni piccolo dettaglio, non trascurava nulla, anche lo sguardo veniva curato.
Negli atteggiamenti che Lauren assumeva i ragazzi si riconobbero, anche Bill con i suoi maestri era altrettanto pignolo e chiedeva mille consigli. Quando poi provavano insieme i ragazzi erano capaci di rifare la stessa frase anche venti volte di fila se non veniva perfetta.
-Signorina, Bart, ora le consiglio di riposarsi, vada a pranzo con i suoi amici, si rilassi e non si preoccupi, ha fatto un ottimo lavoro e dopo tutto quello che è successo deve solo mantenere la concentrazione. Sono ammirato, un'altra persona al suo posto sarebbe rimasta sconvolta da quanto successo lei invece non si fa condizionare, non me lo sarei aspettato da una ragazzina così giovane. A proposito, auguri.
-Grazie, ma è solo perché sono circondata da persone che mi amano e mi aiutano- Lauren si rivolse ai suoi amici, ma li trovò addormentati nelle posizioni più impensate.
-L' hanno osservata con curiosità, ma poi credo che la mancanza di sonno abbia avuto il sopravvento. L' hanno abbandonata quando ci siamo messi a lavorare sui particolari della coreografia.
-La ringrazio ancora maestro- Lauren fece l'inchino di consuetudine, il maestro le sorrise e uscì dall'aula.
La ragazza prese il telefonino che le avevano regalato le sue amiche e scattò la foto dei ragazzi addormentati.
-Questa la userò come sfondo sono adorabili. Poi si inginocchiò e svegliò i ragazzi con un bacio.
Quando riaprirono gli occhi Lauren piangeva silenziosamente.
-Piccola che hai?- fece allarmato Bill.
-Sì amore, il maestro ti ha detto che non sei all'altezza?
-No- fece Lauren- sono in un piccolo momento di malinconia e sono triste perché mancano pochi giorni e poi tutto finirà. Sono stanca e vorrei dormire, ma non posso ho le prove e poi se penso a quel video, mi viene da piangere, qui sono tutti desolati e comprensivi, ma io- la ragazza era in lacrime e si era lasciata abbracciare da Tom che le accarezzava i capelli sudati, mentre la riempiva di baci sulla fronte- non posso crederci che sia gente così meschina.
-Piccola, mi sento in colpa- fece Bill- forse era meglio essere più accorti e nascondersi meglio.
-Già non dovevo accompagnarti tutte le mattine- fece mortificato Tom.
-Sì e non dovevamo urlare come dei matti il primo giorno-aggiunse Georg.
-Quello che mi rattrista- fece Lauren tra le lacrime- è sapere che ci sono dei compagni della mia stessa compagnia, è vero sono più grandi di me e si sono diplomati due anni fa, ma non mi hanno neanche avvertito o aiutato.
-Non pensare a loro, cerca di farti forza e coraggio.
-Già pensa solo a te stessa.
-Noi siamo a casa ad aspettarti e confortarti.
-Sì, ma pensa a mio padre " tua figlia è una poco di buona e troieggia su internet".
-No, amore, non dire così
-Ma ciò che appare è questo, io che faccio la zoccola con voi, questo si vede.
-No- fece Bill con tono imperioso.
-Tu sei il nostro fiorellino e porca miseria stavamo solo ballando.
-Sì cazzo- fece Gustav che di solito era così pacato e moderato- le foto mostrano dei ragazzi, molto amici che si divertono.
-Già io ho ballato con altre ragazze eppure sono comparse solo quelle con te.
-Sì, ma mi si vede nuda sotto la doccia, posso piangere?- chiese la ragazza con due grosse lacrime che le bagnavano il viso pallido e sudato.
-Certo, amore, fai bene a sfogarti, ma non preoccuparti, uffi se potessi distruggerei tutto!- fece rabbioso Tom.
-Sai cosa mi dispiace -fece Lauren tra i singhiozzi- quando sono su internet e vedo le volgarità su di voi, porca miseria quello mi sconvolge, la gente ha del buon tempo, invece di fare cose utili fanno video e collage volgari, ma se non vi vogliono ascoltare basta cambiare canale, stazione radio. Chissà cosa faranno adesso.
-Uh, incolleranno la mia faccia al posto tuo e così si vedrà Bill che fa balli scatenati con tutti i membri del gruppo- fece Bill con tono rattristato
-Già perché le immagini di noi due che ci baciamo sulla bocca?- fece Tom
-Oddio, sono raccapriccianti- fecero i due gemelli guardandosi.
-Ci vuole uno stomaco di ferro, ma dopo un po' ci fai l'abitudine, coraggio, piccola, mi dispiace che tu sia stata coinvolta- Tom era rattristato e cercava di consolare la ragazza come poteva.
-Va, be' andiamo a mangiare- fece Lauren alzandosi e lasciando il caldo abbraccio del suo Tom- ho una certa fame.
-Che bello si mangia, avevo proprio fame, sull'aereo la colazione non mi ha mica soddisfatto- fece Tom il cui stomaco brontolava già da un po'.
-Vero, le brioche e i croissant al cioccolato che ci siamo scofanati sono stati ampiamente digeriti- fece Georg con un sorriso smagliante.
-Andiamo in mensa allora e fan culo a quegli stronzi dei miei colleghi che sparlino pure e gettino merda, prima o poi la ruota del Karma girerà.
-Ma la mensa è buona?- chiese preoccupato Gustav.
-Sì, decente, ricca e piena di cose biologiche.- rispose Lauren con sicurezza.
-Insomma cibi tristi per ballerini?- concluse Tom con un tono preoccupato.
-Cosa intendi Tom?
-No, sai- azzardò Bill- conoscendo le merende sfigate che portavi a scuola, inizio a temere.
-Bill, guarda quella è la porta, puoi andare- indicò Lauren divertita.
I ragazzi raggiunsero la mensa che a quell'ora era ancora vuota. Si misero in fila con il loro vassoio e cominciarono a riempirlo all'inverosimile. Il vassoio di Tom vacillava sotto il peso dei piatti aveva cominciato con tutto il tris degli antipasti per concludere con budino, yogurt, frutta e torta di carote. Anche Georg aveva riempito il suo, Bill e Gustav invece erano stati più parchi, mentre Lauren si era lanciata sulla sua immancabile insalatona e l'aveva accompagnata da una bella bistecchina ai ferri.
Il pranzo fu consumato gioiosamente, i ragazzi si stavano divertendo come sempre insieme, quando la mensa cominciò ad affollarsi .
-Ciao- fece un ragazzo biondo molto timido rivolto a Lauren- come è andato il tuo compleanno?
-Bene grazie Friedrich , ti presento i miei amici, Bill, Tom, Gusta e Georg.
-Piacere- fece con una voce imbarazzata il ragazzo.
-Lui è il sostituto di uno dei due ragazzi che balla con me il passo a tre. Io spero sempre di poter ballare con lui perché i primi giorni avevo fatto coppia con lui e mi trovavo benissimo.
-Già tu sei molto gentile e generosa- fece il ragazzo arrossendo- eravamo molto affiatati, riesci sempre a dare molta sicurezza al tuo partner.
-E tu riuscivi a darmela a tua volta, peccato che non ci abbiano messo insieme. Be' tranne che per il piccolo assolo che facciamo nella coreografia di gruppo siamo sempre separati.
-Scusa perché non ti siedi?- fece gentile Bill, spostandosi con la sedia e impilando il suo vassoio con quello di Gustav- ti si raffredda il pranzo.
-Grazie- fece il ragazzo sedendosi.
-Mi dici cosa avete fatto ieri?- chiesi Lauren.
-So, dove vuoi venire, quindi se posso essere sfacciato vado direttamente alla parte saliente. Di quella s… di Sasha vuoi sapere, immagino?
-Sì Friedrich, grazie, vedo che hai capito.
-Guarda io non la sopporto, lei e Yuri si credono gli dei della danza, scusate- fece rivolto ai ragazzi- non so mi giudicherete male ma non posso trattenermi. Sasha è una grande
-Stronza- fece Tom finendo la frase del ragazzo.
-Ecco, non volevo essere volgare, non volevo fare brutta figura o dare una brutta impressione, ma Sasha mi tira fuori il peggio.
-Anche a noi- concluse Gustav laconico.
Friedrich guardò i ragazzi e continuò il suo racconto.
-Insomma, facciamo il riscaldamento e già lì, comincia, come al solito, a fare la diva. Poi cominciamo le prove del pezzo di gruppo e come sempre si deve mettere in mostra perché esiste solo lei. Per concludere infida come una serpe si avvicina al maestro e dopo aver fatto il suo assolo e il suo passo a due con l'altro dio della danza Yuri, dice: "Maestro, mi scusi, ma Yuri e Richard come fanno a ripassare il loro passo a tre, visto che manca la signorina Bart? Potrei provarlo io con loro?"
-Che figlia di buona donna e Paula non ha detto nulla, visto che è lei la mia sostituta?
-No, poverina, non è stata neanche interpellata, perché Yuri ha, a sua volta rincarato la dose, aggiungendo: "la signorina Bart è troppo impegnata a fare la diva con quel gruppo di montati, quella sottospecie di boyband. Noi siamo qui a lavorare, lei chissà dov'è"
-Che bastardo- fece senza mezzi termini Lauren
-Saranno stati loro di sicuro a fare quel video- concluse Friedrich- che coppia di stronzi.
-Sei al corrente anche tu del video?- chiese Lauren.
-Certo ne parla tutta la scuola.
-Oddio- fece preoccupata Lauren
-Una carognata di dimensioni epocali, se ti consola, in sala ti starò accanto, ti difenderò io, oddio mi trema la tasca- fece Friedrich mettendosi la mano nei pantaloni- Uh, scusate, scusate è la mia ragazza, scusate vi dispiace se rispondo?
-Ma sei matto?- fece Bill stupito- rispondi pure?
-Già, rispondi o ti lincia come l'ultima volta- aggiunse Lauren sorridendo.
Il ragazzo si alzò si mise in un angolo della mensa per essere più tranquillo.
-Stavo per ammazzarlo- fece Tom- quando ha detto "in sala ti starò accanto".
-Geloso?
-Certo- fece sicuro Tom- geloso come un toro inferocito.
-Ma è molto gentile- aggiunse Bill- è molto pacato e poi è molto educato e si faceva dei problemi per rispondere al cellulare.
-Vero, ci ha chiesto il permesso che buffo- aggiunse Georg stupito.
-Fa sempre così, è strano, ma molto simpatico e credo sia imbarazzato.
-Di che?
-Non so.
-Ecco torna, allora Friedrich, Brigitta ha fatto il suo esame?
-Ti sei ricordata?- fece il ragazzo stupito.
-Certo eri più agitato tu di lei in questi giorni- sorrise divertita Lauren
-Già, tutto bene, ha preso il massimo dei voti.
-Bene, fra un po' dobbiamo andare a lezione che ne dite di un tè o un caffè?- propose Lauren.
-Oh, no- fece Friedrich- io vi lascio, ho già imposto troppo la mia presenza, vado a prepararmi.
-Ma che dici- fece Tom- guarda che a noi fa piacere.
-Siete molto carini- disse il ragazzo- ma vi lascio vedo che Lauren ha già fatto riscaldamento, io oggi me la sono presa comoda, vado, vado- il ragazzo raccolse il suo vassoio e si dileguò.
-Fiorellino, noi togliamo le tende.
-Già sleghiamo l'asino, ci tocca- fece rattristato Bill- dobbiamo andare a fare le prove per domani.
-Che ore sono fece Gustav?
-Le due!
-Eh, già ci tocca.

***
-Tesorino, dove sei?- fece Tom entrando in casa.
-Sai, starà dormendo- aggiunse Bill- abbiamo alle spalle due ore di sonno.
I due ragazzi andarono nella camera di Tom e la trovarono effettivamente addormentata sotto la trapunta.
Bill uscì dalla camera lasciando solo Tom con la ragazza addormentata. Tom lentamente e senza disturbare Lauren si sdraiò sotto le coperte accanto a lei e la abbracciò delicatamente.
-Siete tornati?
-Sì tesorino, dormi.
-Amore ho un favore grosso, grosso da chiederti.
-Dimmi, piccola.
-Avrei bisogno di alcune cose in farmacia.
-Cosa? - fece allarmato Tom- Stai male amore?
-No, non allarmarti, il mio simpatico partner mi ha fatto cadere. Ho dei lividi paurosi su tutto il fianco destro, ma non ho detto nulla per non rischiare di essere sostituita.
-Ma sei fuori?- fece con una voce acuta Tom- fammi vedere?
-No, non preoccuparti, se mi vai a prendere i cerotti antidolorifici e del ghiaccio secco, mi passerà tutto.
-Bill- fece con un acuto Tom
Il fratello accorse allarmato.
-Che succede?
-Chiama il dottore Bauer e guarda dov'è la farmacia di turno, sono le sette e mi sa che stanno chiudendo dobbiamo trovare quella notturna.
-Sì, subito, ma dimmi, sta male il nostro fiorellino?
-No, tesorino- fece con un sorriso Lauren- ho solo un po' male all'anca e alla coscia, ho un livido sul fondoschiena. Ho bisogno solo di una crema per i traumi e un antidolorifico, ma Tom sta facendo una tragedia
-Subito, corro subito ecco- fece Bill- sono in linea con il dottore.
Bill, capendo che il fratello era agitato come sempre di fronte alle persone care che stavano male, aveva preso in mano la situazione. Cercò di fare del suo meglio per contraccambiare tutto ciò che Lauren aveva fatto per lui durante la sua malattia.
Bill andò a parlare con il dottore in sala, per non disturbare la ragazza, poi fece capolino sulla porta e con voce determinata fece:
-Allora il dottore sarà qui tra poco, io vado in farmacia e ti compro quello che vuoi, metto su dell'acqua per il tè, così se devi prendere una medicina la prendi con qualche biscotto o fetta biscottata e la tua bevanda preferita. Poi dopo che il dottore sarà venuto andrò a fare la spesa, anzi quasi quasi chiamo Gustav e Georg e chiedo a loro di andare a comprarti qualcosa di buono da mangiare. Cosa vuoi fragolina?
-Sei un tesorino, Bill, un bel hamburger dal signor Lehemann e del purè, mi andrebbero.
-Bene, mando i ragazzi a fare spese, riposati e corro in farmacia, intanto la borsa del ghiaccio che usavo io, l'hai presa?
-Sì.
-Tom allora cambiale il ghiaccio e stai attento al tè.
Tom come uno zombie e in preda al panico totale ubbidiva come un automa. Il ragazzo era preoccupato e un nodo in gola gli impediva di parlare, Bill lo guardava stupito, comprendeva il suo dolore alla vista della ragazza sofferente, ma non si demoralizzò e prese in mano la situazione.
-Allora vado, Tom coraggio.
-Sì, vai, faccio io, spero il dottore arrivi presto.
Tom si riprese e si diede da fare per alleviare il dolore dell'amica, quando arrivò il dottore si tranquillizzò ulteriormente.
-Una bella botta, eh piccola?
-Sì dottore, mi sono sfracellata al suolo come un sacco di patate, o meglio il mio partner mi ha mollato a terra come una peso morto.
-Come mai?
-Non so, voleva uccidermi forse? Comunque l' hanno sostituito immediatamente, il maestro si è infuriato.
-Ma hai perso i sensi?
-No, ma sono rimasta a terra un po' frastornata.
Tom era seduto in un angolo del letto e ascoltava il racconto di Lauren provando una rabbia tale che aveva voglia di spaccare la faccia a quel ballerino, ma tratteneva gli insulti che gli si profilavano nella mente per non sembrare scurrile con il dottore.
-Piccola, per fortuna è solo una bella botta, con una buona crema e la terapia del ghiaccio che stai già facendo passerà subito.
-Sono tornato- fece squillante Bill- oh dottore è qua, bene ho svaligiato la farmacia.
Il ragazzo rovesciò sul letto tutto ciò che aveva comprato: spray effetto freddo immediato, fastum gel, voltaren gel, lasonil, cerotti anti infiammatori di tutte le grandezze e marche, ghiaccio freddo usa e getta, gel ghiaccio da lasciare in freezer pronto all'uso, bende, cerotti, fasce di tutti i tipi e grandezze.
Il dottore guardò tutto con un sorriso smagliante:
-Siete dei ragazzi pieni di risorse, vi volete veramente un mondo di bene e lo si vede da come vi prendete cura uno dell'altro. Bill ottimo lavoro, hai svaligiato la farmacia, ma direi che abbiamo tutto ciò che ci occorre per curare la piccola ballerina.
-E' grave?- chiese preoccupato.
-No, è solo una bella e grande botta, più o meno come quella che prendesti tu girando il video, quello con il cappotto nero.
-Oddio, se lo ricorda anche lei?- fece Bill arrossendo dalla vergogna.
-Caspita ti sfracellasti come una pera cotta, avevi un ginocchio viola e gonfio che sembrava un cotechino- fece il dottore sorridendo
-Mi faceva un male cane- aggiunse Bill al solo ricordo.
-Già, ma Tom ti vedo impensierito- fece il dottore scrutando gli occhi marroni del ragazzo- non devi fare così, questi due ti fanno preoccupare? E tu sei sempre in mezzo.
-Uhm- fece Tom con un filo di voce- in effetti mi fanno agitare non poco.
-Dai, passerà, devi stare tranquillo- il dottore si alzò dal capezzale della ragazza e affondando le dita sulla testa di Tom lo accarezzò in modo paterno, facendo seguire il suo gesto affettuoso con un caldo sorriso.
Tom a sua volta si alzò porse la mano e ringraziò il dottore, mentre Bill lo accompagnò alla porta.
-Bene il culmine di tutto sai qual'è tesorino?- fece Lauren- quello stronzo di Yuri, il ballerino di cui Friedrich ed io vi parlavamo a pranzo, è stato estromesso dal passo a tre - Lauren con un sorriso smagliante continuò- tadaaa, ballerà al suo posto proprio Friedrich. Sono felicissima, Friedrich e Richard sono simpaticissimi, gentili e certamente il passo a tre risulterà più armonioso. Yuri si credeva la prima donna e non si riusciva mai a stargli dietro. Sicuramente noi tre saremo meno bravi tecnicamente, ma quanto affiatamento e armonia ne abbiamo da vendere.
-Sarà- fece Tom sempre pensieroso- ma la caduta non ci voleva, sarebbe stato meglio arrivare al cambio del partner senza traumi.
-Amore, ti giuro, non è nulla, sto bene, non sono una lagna come Bill.
-Chi sarebbe una lagna?- fece il ragazzo entrando con il vassoio del tè in mano e una pantagruelica merenda.
-Nessuno, solo un cantante un po' lagnoso che ha il vizio di urlare.
-Io non mi lagno, c'è sempre un buon motivo per i miei lamenti.
-Sarà, ma sei fastidioso lo stesso, comunque grazie per aver svuotato una farmacia e aver preparato una merenda pantagruelica che ovviamente non verrà toccata perché sono le otto e ormai è ora di cenare.
-Ragazzi ecco la spesa- si sentì.

***

-Complimenti Bill- urlò Lauren- bella la tua rumba indiavolata con la presentatrice.
-Vero, un Dio della danza, modestamente- fece il ragazzo con il petto gonfio d'orgoglio e un sorriso largo.
-Comunque grazie Tom per i complimenti che mi hai fatto! hai spiegato così bene la situazione che ora sembro veramente una donna di facili costumi- aggiunse Lauren guardando un Tom contrito e imbarazzato.
-Devi perdonarlo quando gli si pongono certe domande, non si capisce perché ma perde il controllo e comincia a vaneggiare- fece Gustav ridendo- è già tanto che non abbia detto in quali posizioni vi piace farlo.
-E' vero- fece divertito Georg- poco c'è mancato, meno male che c'è stata la pubblicità.
-Scusa- fece sempre più confuso e imbarazzato Tom- io non volevo, sono un cretino, un idiota, te lo giuro, non volevo mancarti di rispetto, soprattutto...- il ragazzo lasciò la frase in sospeso, si voltò verso gli amici che compresero allontanandosi dal salone.
-Lo so che sei un mentecatto rasta, d'altra parte siete gemelli omozigoti per cui…, dai lo so sono abituata ai tuoi vaneggiamenti e le battute a doppio senso durante le interviste poi dai il meglio di te, l'abbigliamento hip pop ti fa male e devi mantenere il ruolo di duro sciupa femmine.
-Te lo giuro, adesso che siamo soli- Tom si sedette accanto alla ragazza e la strinse a sé- io ti amo tanto e sono un cretino ad aver detto quelle cose, mentre le dicevo una voce dentro la mia testa mi diceva, "sei idiota". Soprattutto perché fare l'amore con te è sempre così speciale e insomma ogni volta impazzisco, mi fai sentire così bene, invece ho detto delle cose cretine, che non penso, che non volevo dire di noi due.
-Ma io l'ho capito, sono gli altri che ci faranno mille commenti, comunque mi sono sbellicata dal ridere perché eri veramente cretino quando le dicevi e la faccia di Gustav e Georg diceva tutto " adesso Lauren a casa ti ammazza". Secondo me il giorno dello spettacolo devi tenerti a chilometri di distanza da mia madre, escludo che mio padre abbia visto trl, per cui puoi respirare. Volevo dirti che oggi mi hanno dato i biglietti voi quattro siete vicini agli amici di Friedrich. I miei genitori e i tuoi sono davanti a voi. Poi ho comprato i biglietti per i nostri amici: Karola, Annie, Gertrude, Ruth, Alex e Ralph.
-Cosa?
-Sì, una super rimpatriata, il gruppo di amici storici, insomma.
-Cavoli appena Bill lo saprà morirà, ne sarà entusiasta, con Ralph e Alex siamo sempre rimasti in contatto e ci vediamo appena possibile, con le ragazze, invece, è da tanto che non ci vediamo.
-Allora le mie gambe chilometriche e le pose che possono prendere ti hanno fatto felice?
-Piantala, ti prego non prendermi in giro, te lo giuro, io non volevo, che figuraccia, mi vergogno.

***

-Cazzone tinto ti va di raggiungerci al Caffè Centrale, Marianstra?e.
-Come mai?
-Dobbiamo festeggiare.
-Cosa?
-Sorpresa.

-Ciao- fece Bill entrando nel caffè raggiungendo Lauren e Tom al tavolo.
-Ci siamo permessi di ordinarti una banana split con il caramello.
-Tesorino, perfetto mi conosci benissimo, ne avevo proprio voglia.
-Ti presento Richard, questo è il ragazzo di cui ti parlavamo Friedrich ed io.
-Piacere ti conoscerti, Bill.
-Il piacere è tutto mio- fece Richard lievemente imbarazzato.
-Perché mi fissi?- fece timidamente Bill rivolto al ragazzo- ho i capelli fuori posto?
-No, mi sento in imbarazzo, scusa, non è da tutti i giorni incontrare un cantante famoso.
-Sappi che sotto i suoi giubbotti strani, le borchie e senza criniera leonina è quasi normale, sembra veramente stupido quanto appare nei loro video, ma sotto, sotto è simpatico- spiegò Lauren sorridendo affettuosamente.
-Grazie per i complimenti, ma che cosa si festeggia?- chiese curioso e impaziente.
-Non potevamo farlo senza di te- disse Lauren con un sorriso largo e due occhi furbetti.
-Ma dai- fece Bill sempre più desideroso di sapere- ho vinto un premio, qualche nomination come ballerino dell'anno per la mia performance di ieri, mi daranno un premio?
-Ma va cagare- fece laconico Tom facendo seguire le sue parole da un buffetto sulla testa del fratello.
-Senti devi sempre farti riconoscere, vero Bill? Guarda che non sei al centro del mondo.
-Uffi, lo so ma insomma non fatemi restare sulle spine.
-Festeggiamo il fatto che ufficialmente il passo a tre lo faremo noi, oggi nelle prove ci hanno fatto tanti complimenti, ci hanno detto che funzioniamo perfettamente, quindi è confermato.
-Sì e poi dobbiamo festeggiare Friedrich- aggiunse con un gran sorriso Richard.
-Sì, finalmente mio padre sarà fiero di me.
-Oh, ma dai- disse Bill con interesse- tuo padre non è felice che tu faccia il ballerino?
-Scherzi?- fece con un velo di malinconia il ragazzo- sai che quando ho finito il liceo a giugno e ho annunciato che facevo questo stage di danza mio padre invece di essere orgoglioso per il mio successo mi ha detto "allora la danza non è un hobby, sei veramente intenzionato a fare il ballerino?" e con stizza ha aggiunto, "Prendi esempio da tuo fratello, si è iscritto a ingegneria, lui sì che ha fatto un'ottima scelta."
-Che simpatico- commentò Bill con un po' di malinconia nella voce.
-Sai Bill- spiegò Lauren- anche Friedrich ha un fratello gemello omozigote, loro sono identici.
-Ma che bello allora benvenuto nel gruppo dei gemelli sfigati i cui padri non sono fieri di loro- fece Bill.
-In che senso?- lo interrogò perplesso il ragazzo.
-Beh, ti dirò mio padre preferisce di gran lunga Tom, lui è quello normale, io sono quello strano, un po' troppo eccentrico per cui ti capisco! Direi che dobbiamo festeggiare, ma con qualcosa di alcolico. Affoghiamo i dispiaceri delle pecore nere della famiglia.
-Ti va Bill un Irish coffee con una montagna di panna montata- fece Lauren- io da sola non posso o dopo i miei due partner mi uccidono.
-Quando pensavo a qualcosa di alcolico mi sarei fatto un bel whisky e basta, ma l'idea mi piace.
-Già perché dopo una leggera banana split ci sta anche l'Irish coffée- fece Richard perplesso.
-Certo, direi che ci sarebbe lo spazio per un affogato al whisky con tanta crema e panna o un bell'affogato al Bayles.
-Buono- fece Lauren a cui si erano illuminati gli occhietti- sì, affogato al Bayles, te ne mangio un po' anche io. Sai tesorino, io devo festeggiare i commenti di mia madre che mi ha telefonato circa…
-Venti minuti fa, credo?- fece Tom ironico.
-Già e mi ha detto che forse non può venire perché deve lavorare, sai sua figlia ballerà soltanto in un famosissimo teatro e lei non può venire a vedermi- fece la ragazza con un evidente groppo in gola.
-Sì, piccola una super coppa di gelato affogata nell'alcool- fece Bill che capiva la tristezza della sua amica- dobbiamo festeggiare i genitori orgogliosi dei loro bambini. Siamo allora in tre! Cameriera- fece Bill baldanzoso- un affogato doppio al Bayles, voi cosa prendete?
-Io un caffè con panna- fece Richard.
-Anche io mi voglio rovinare, un affogato al whisky- fece orgoglioso Friedrich.
-Io una birra- disse Tom con un tono distaccato.
-E lei signorina?
-Nulla, ma nell'affogato al Bayles metta due cucchiaini, grazie e doppia panna.
-Perfetto- fece Bill soddisfatto- così si festeggia, allora tua madre non verrà?
-Non so- disse con un filo di voce Lauren- mentre Tom la stringeva a sé con affetto e Bill le prendeva la mano stringendogliela.
-Non preoccuparti non sarà mai una tragedia quanto la nostra festa di compleanno con nostro padre- fece Bill in vena di confidenze malinconiche- siamo andati a casa nostra il giorno prima del nostro compleanno il 31 di agosto per festeggiare con il papà e il nonno- poi Bill si rivolse ai ragazzi e aggiunse- i nostri genitori sono divorziati da anni e il nostro patrigno ci adora, lui non fa differenze tra me e Tom. Anche se è il nostro patrigno che ha insegnato a mio fratello a suonare e quindi dovrebbe essere più orgoglioso del suo chitarrista ci adora in eguale modo. Nostro padre invece ha chiaramente dimostrato di non sopportarmi più, fino a qualche anno fa, non faceva differenze, ma da quando abbiamo cominciato a differenziarci molto, direi che le cose sono cambiate.
-Già e ora ne abbiamo la conferma- fece con un tono triste Tom, la cui posizione di fratello adorato non piaceva molto.
-Siamo arrivati e il nonno mi ha accolto con un " Bill come ti sei conciato? Vai immediatamente a sistemarti come una persona decente o esci da questa casa". Avevo appena finito un'intervista per cui avevo la mia super criniera leonina, comunque sono corso in bagno a cercare di sistemarmi i capelli, ovvero ho infilato la testa sotto l'acqua e mi sono lavato la faccia e i capelli.
-Simpatico il nonno- fece Lauren che non conosceva questa storia.
-Già, ma il bello deve venire- aggiunse Tom.
-Con la testa umida perché mio padre non ha un phon decente neanche a pagarlo, mi siedo a tavola e cominciamo a mangiare.
-Antipasto- fece Tom aiutando nel racconto il fratello che intanto si gustava qualche cucchiaiata della coppa gelato- tutto bene, insalatina dell'orto con crudité, come dice il mio prato in fiore- fece sorridendo a Lauren che si gustava una bella cucchiaiata di panna-poi arriva l'arrosto con crema di mele, una specialità del nonno, peccato che nella crema di mele ci avesse messo una tonnellata di cannella che Bill adora, vero?
-Vero, io amo la cannella- disse ironico il ragazzo dalla cui voce traspariva tanta tristezza- lo sanno tutti e quando mi vogliono far felice mi regalano i biscotti alla cannella e faccio i salti di gioia.
-Insomma al povero Bill il nonno appioppa quattro enormi fette di arrosto con una colata lavica di crema di mele e come se non bastasse ci aggiunge anche una quintalata di broccoli, la seconda passione di Bill.
-Avevo scordato quanto amassi i broccoli, la famosa "verdura ad albero"- fece Lauren sorridendo con triste malinconia ben sapendo l'avversione del ragazzo per quella verdura.
-Il mio caro nonnino ha sempre cercato di farmela mangiare dicendomi " guarda piccolo Bill, sembra un albero, dai mangia l'albero, ti fa bene" ma al piccolo Bill, la verdura ad albero faceva veramente cagare, la odiavo.
-Con quella pantagruelica scofanata di roba nel piatto il povero, quasi maggiorenne Bill, ha pensato di farla finita, e pazienza se non compiva i diciotto, preferiva porre fine alle sue sofferenze per sempre piuttosto che mangiare quella roba nel piatto, ma io gli ho ricordato " Spring nicht"- Tom stava raccontando la festa di compleanno con la sua solita voce da telecronaca, anche se questa volta il suo tono era più pacato e per nulla ironico.
-Già anche perché buttarsi dal piano terra non avrebbe avuto molto senso- fece Bill sorridendo a fatica mentre cercava gli ultimi resti di crema al Bayles rimasta nella coppa.
-E come tutti sanno a casa Kaulitz vige la regola che "ciò che hai nel piatto lo si finisce o non ci si alza da tavola". Quindi due prospettive si profilavano al celebre cantante dei Tokio Hotel, smettere di cantare per sempre restando mummificato davanti al piatto di arrosto con broccoli o compiere un enorme sforzo e cercare di mangiarlo il più in fretta possibile per poi festeggiare i suoi diciotto nella festa più figa della sua vita.
Timidamente Richard chiese:
-Ma hai finito tutto?
-Sì, lo "sforzo" è con me- fece ironico il ragazzo- mi sono fatto coraggio e coadiuvato da tonnellate di acqua, pane e una dose di determinazione ho finito tutto.
-Cavoli hai forza di volontà- fece Friedrich stupito.
-Insomma, non volevo essere scortese con il nonno, si era dato tanto da fare e forse non si ricordava dei miei gusti, anche se mio padre- il ragazzo lasciò la frase in sospeso perché Tom continuò la sua telecronaca.
-E voi penserete, la torta però era buona? Ebbene signore e signori- fece una pausa e cercando di imitare un rullo di tamburo con le mani sul tavola continuò il suo racconto- ecco comparire una stupenda torta fatta direttamente dalle sante manine del papà. "ecco ragazzi la vostra torta preferita lo strudel"
-Ebbene sì- fece Bill- signore e signori, lo strudel dei diciotto è indimenticabile! Una vera esperienza mistica, quando sono andato a farmi il tatuaggio il giorno del mio compleanno ero indeciso, volevo in effetti farmi tatuare questa stupenda torta.
I due ragazzi lo guardarono e gli sorrisero con dolcezza cercando di stemperare la tristezza che quelle parole nascondevano.
-"Papi" ha accennato con il massimo del rispetto il povero e sempre più sfigato Bill - fece Tom continuando la sua telecronaca-"spero che tu abbia fatto come la nonna?"Ma papà Kaulitz con tono ingenuo e con un sorriso disarmate ha chiesto " Cosa faceva la nonna? Questo non è il vostro dolce preferito?". Ebbene credendo che i gemelli omozigoti siano identici e non avendo notato la piccola differenza che c'è ormai da anni tra me e Bill, il papà ha fatto lo strudel il mio dolce preferito. "allora la nonna cosa faceva?"
-Niente papà, hai fatto bene a fare il dolce preferito di Tom, io in fondo sono solo il suo fratello gemello e quello che fa lui automaticamente faccio anche io. Un piccolo particolare solo, a me Bill, non piace la cannella e la nonna lo sapeva bene visto che faceva lo strudel diviso in due metà con da una parte un piccolo taglio a T per la parte di Tom con la cannella, mentre un taglietto a B per la parte con il cioccolato mia.
La risposta di papà è stata semplicemente " Uh, già me lo ero completamente dimenticato, be' Bill come hai mangiato l'arrosto con la crema di mele alla cannella, puoi benissimo mangiare una fetta di strudel" e senza batter ciglio ha rovesciato una fetta gigantesca di torta nel mio piatto.
-Complimenti , in effetti in fatto di genitori che hanno le amnesie improvvise sui gusti dei figli gemelli anche io ne ho un paio di esempi. - fece sorridendo Friedrich con uno sguardo gentile e comprensivo rivolto Bill- Tra l'altro quante volte vi siete sentiti dire " ah ma non era a te che piaceva?" Non più tardi di una settimana fa mia madre è arrivata a casa con un bellissimo, elegantissimo maglioncino azzurrino con scollo a v stile collegiale inglese. Tipo di maglioni che io odio da quando ero bambino e puntualmente mi facevano indossare perché alla mia dolce metà piacciono tanto.
-E quando tenti di dire al tuo genitore- incalzò Tom- veramente a me non piace, scatta la frase " a non è a te?" frase che ti lascia disarmato e dopo la duecentomilionesima volta che spieghi che è l'altro fratello a cui piacciono quelle cose, lasci perdere.
-Credo che il culmine della giornata però - fece rattristato Bill- l'ho toccato con l'apertura dei regali Una bellissima cintura di cuoio con una stupenda fibbia per Bill e la medaglia che il nonno aveva avuto da giovane per i suoi meriti a Tom. - Bill fece un lungo respiro prima di proseguire quel doloroso racconto, doveva ricacciare nel profondo due grosse lacrime che cercavano di sfuggirgli dagli occhi nocciola- Tutti in casa sapevano della voglia che io avevo di ricevere quella medaglia credo lo sapessero anche i muri della nostra casa. Fin da quando avevo avuto il dono della parola avevo chiesto al nonno di regalarmela.
- E quando Bill vuole una cosa è veramente insistente, logorroico, snervante insomma ti rompe le palle fino allo sfinimento- spiegò Tom
-Grazie fratello, ma come vedi- il ragazzo prese un lungo respiro e poi continuò- Mille volte avevo chiesto al nonno di raccontarmi la storia per la quale l'aveva ricevuta, " Nonno, nonno, mi racconti la storia?" gli saltavo in braccio e lui mi raccontava tutto, Tom si addormentava dopo due secondi mentre io la recitavo con lui a memoria. Questo forse doveva essere un indizio fondamentale, no?- fece Bill rivolto ai ragazzi che ascoltavano- Ogni volta guardavo la medaglia nel suo astuccio verde e chiedevo " Nonno, quando me la regali?" "Bill, l'avrai quando sarai grande, quando avrai diciotto anni." Credo che insomma nei Kaulitz ci sia un problema grave con la matematica- concluse con rammarico il ragazzo- Comunque ecco il mio papà e il mio nonnino adorati quanto mi amano.
-Dai, loro ti vogliono bene- fece Lauren con un bel sorriso- hanno solo un problema con la memoria, forse credevano che il bimbo petulante che si faceva raccontare la storia era il pastore bergamasco.

***
-Biiiiiiiiiilllllllll- urlò Lauren furente contro il suo amico che era in camera sua davanti la computer.
-Tesorino, quell'urlo animalesco era rivolto a me?- fece ingenuo il ragazzo mal calcolando la portata delle sue parole e soprattutto il tono serafico con le quali erano state proferite.
-Scommetto che sono tuoi questi boxer strech di un simpatico color rosso fuoco con relativi calzini annessi.
-Sì, fighi vero? Mi stanno da dio con quei pantaloni che avevo ieri pomeriggio, non pensi?
-Certo caro Bill, ma va fan culo idiota patentato- urlò raggiungendo un acuto le cui frequenze erano udibili solo dai cani.
-Che cosa ho fatto?- proferì Bill timidamente.
Lauren era sconvolta dall'ingenuità dell'amico e stava per saltargli alla giugulare come un cane rabbioso, poi dominandosi fece:
-Ti ricordi quando ti ho chiesto ieri sera, "hai qualcosa di bucato da lavare?" e tu mi hai risposto "certo". E io poi ti ho detto "allora mettilo nella lavatrice e falla partire."
-Ecco tesorino è quello che ho fatto, ho messo i miei fighissimi boxer e calzini che fanno pendant e poi ho fatto un lavaggio delicato con centrifuga leggera per non rovinarli, sono molto attento.
-E secondo te perché sto sbraitando come una forsennata?
-Sei in quel periodo del mese?- domandò timidamente.
-Bill- urlò come un'aquila- no, voltati guarda!
-Bello il tuo body rosa e i tuoi collant, che strano rosa però?
-Ecco, appunto strano rosa, non ti viene in mente perché?
-No, fiorellino, non ne ho la più pallida idea.
Lauren stava ormai disperando, non ci arrivava proprio, il suo amico era irrimediabilmente ingenuo e questo tono di placida ignoranza le stava per creare una crisi di nervi, poi con un ultimo sforzo fece
-Caro Bill cosa intendi tu con la parola bucato?
-Calzini, mutande, tutto ciò che va con l'intimo.
-Bucato per me è la roba bianca, diversa dalla colorata e dalle cose scure.
-Ah- fece Bill che cominciava ad afferrare- cioè io ho lanciato le mie simpatiche cose rosse, senza guardare e immagino.
-Già immagini giusto.
-Ups- fece Bill con aria desolata.
-La cosa più divertente sarà vedere la reazione di Tom.
-Va, be' avrà qualche mutanda rosina, ne comprerò qualcuna per farmi perdonare.
-Ah fossero solo quelle- fece Lauren con un sorriso sadico.
Bill si girò con sguardo preoccupato verso la ragazza cercando di intuire cosa nascondessero quelle parole.
-Cosa ne pensi?- Lauren mostrò al ragazzo una maglietta XXL irrimediabilmente rosina con una scritta dorata L.A.
-Stai scherzando? Non è quella vero? - Bill aveva cambiato espressione, era bianco e tremava, lasciò la sua postazione, strappò la maglietta dalle mani della ragazza, guardò la t-shirt poi si sedette con aria desolata- mi ammazza! Sono irrimediabilmente un uomo morto. Questa è la sua maglietta preferita, quella della prima volta negli States, un ricordo. Oddio, mi ammazza. Aiutami Lauren, ti prego, se dici che sei stata tu, non ti uccide, al massimo ti lascia e così ti fidanzi con me, se invece dai la colpa a me…sono morto.
-Non ci penso neanche, chi rompe paga e i cocci sono suoi.
-Ma, tu non sai, mi uccide.
-L'unica cosa che posso fare è chiedere a Richard se suo padre ne trova una uguale e te la porta il giorno del saggio, visto che ora si trova a Los Angeles.
-Davvero? lo faresti per me?
-Ma non so, dipende.
-Se vuoi ti pago in natura- fece Bill sorridendo.
-Che simpatico non hai perso il tuo umorismo. Come facciamo per fronteggiare la crisi fino a quel momento?
-Mentiamo, nascondiamo le prove del reato nel mio armadio, facciamo sparire ogni traccia del delitto e speriamo che non se ne accorga.
-Tesorino- fece capolino Tom in accappatoio nella camera del fratello - hai recuperato tu il bucato?
-Sì, amore, perché?- disse Lauren con tono da finta ingenua.
-Volevo mettermi i miei boxer bianchi con la scritta "il più figo"- fece Tom con fierezza
-Ah, ecco c'è un problemino, potresti mettere un altro paio di boxer quelli mi fanno scendere la catena, mi smorzano gli entusiasmi- fece Lauren mentendo.
-Non ti piacciono, tesoro?- chiese con tono un po' risentito il ragazzo.
-Preferisco quelli neri- fece Lauren sperando di aver convinto il ragazzo.
-Ah, va be' metterò quelli neri, cercavo la mia maglietta di L.A.
-Ma sei sicuro di averla messa da lavare?- fece Lauren tentando di coprire la malefatta di Bill.
-Sì, ne ero convinto- asserì il ragazzo sicuro.
-No, non l' ho vista, magari è nell'armadio e ti confondi- mentì Lauren.
-Sarà , metterò altro- concluse Tom.
-Già ora vengo ad aiutarti a scegliere. Sai, non ti vesti mai di blu, uno dei miei colori preferiti- Lauren prese il ragazzo per mano e insieme uscirono dalla camera di Bill, non prima di aver fatto un occhiolino di intesa all'amico che si premurò di nascondere tutte le cose del fratello che erano diventate rosa.

Poco dopo una testolina mesta fece capolino nella camera da letto di Tom e Lauren. La ragazza aveva le cuffie del suo lettore mp3 nelle orecchie e ripassava concentrata la coreografia, verso mezzo giorno sarebbe dovuta andare a fare le prove e si preparava per quel momento. Tom era sdraiato sul letto e si gingillava con un giochino al pc.
Bill entrò con in mano due piattini.
-Ciao fratellino- esordì con voce suadente Bill- ti ho preparato un piccolo spuntino.
-Che cosa hai combinato?- chiese teso il ragazzo.
-Perché?- replicò con voce innocente Bill.
-Non mi chiami mai fratellino e quando lo fai è perché hai qualcosa da farti perdonare.
-No, ma dai, non ti posso chiamare fratellino, così gratuitamente solo perché ti voglio bene?
-Che cosa hai combinato? Se hai preso un impegno per un'intervista o altre stronzate lavorative senza consultarmi ti castro.
-No, dai niente di tutto questo, guarda- Bill mostrò il contenuto del piatto- guarda che carino.
-Che cos'è questa schifezza immonda?
-Ma no, è carino è un bellissimo toast con uno strato di nutella di tre centimetri. Ho tostato il pane come piace a te, non troppo croccante non troppo morbido, ci ho spalmato la nutella e ci ho fatto un disegnino con la panna, vedi?
-Sarà ma a me sembra una porcata della tue.
-Cattivo, no guarda, sei tu: gli occhietti, la boccuccia, il piercing e i capelli rasta, guarda.
- E perché i miei rasta sono dritti in piedi come fusi?
-Perché è un panino e la panna spray non permette un buon lavoro di chiaro scuro.
-Morale della favola tenti di addolcirmi la pillola?
-Esatto, centrato! e poi guarda la tua bocca urla tante parolacce e nell'altro piattino sono io.
-Tu fai schifo.
-Appunto mi sono fatto il panino come piace a me, un po' gommoso, con tre centimetri di nutella, che non si vede molto perché sono bianco come un cencio.
-E perché saresti bianco?
-Guarda ho anche tutti i capelli in piedi, come prima di un concerto.
-Perché sei bianco e perché 'sti due cazzo di panini.
-Perché è da tanto che non facciamo lo spuntino di metà mattina, come quando andavamo a scuola.
-Oh, ne faccio così a meno della scuola.
-Lo so anch'io, ma era in onore dei vecchi tempi.
-Bill- fece Tom con una voce seccata.
-Sai, ho già fatto le foto con il cellulare dei nostri due panini se ti interessa.
-Bill- disse il ragazzo con un tono sempre più acuto- dimmi subito che cosa hai fatto.
-Guarda, Lauren mi ha aiutato ed è già quasi tutto risolto, o quasi.
-Ciao piccolo Bill- fece Lauren destandosi dai suoi esercizi- non ti avevo visto e sentito.
-Guarda- fece Bill cercando di tergiversare.
-Uh, ma che bellini, che tesoro, che bello, che fratellino premuroso, ma perché?
-Non ce la faccio, ho la coscienza sporca, non posso mentire oltre.
-Oh, ma che carino- fece Lauren alzandosi e dando un bacino al ragazzo- è passata solo un'ora, i tuoi sensi di colpa ti hanno già roso l'esistenza?
-Sì- fece Bill mesto.
-Insomma si può sapere che cosa avete combinato o due teste di minchia?
-Io nulla- fece Lauren con forza- l'altra metà del tuo cervello è il colpevole, io ho solo coperto il misfatto. Sono colpevole di occultamento di prove.
-Sentite, prima che la panna si sciolga, Bill dimmi- fece Tom alzandosi dal letto e raggiungendo il fratello.
-Ecco, be', veramente, sappi che sono mortificato, contrito, rattristato, dispiaciuto, dolente.
-Senti piantala con i sinonimi e dimmelo o ti spiattello i due piatti in faccia.
-Ho rovinato la tua maglietta di L.A.
-Che cosa?
-Non so, ecco, insomma è diventata di un colorino non propriamente fashion o adatto ai tuoi capelli ecco.
-Sì, insomma non adatto hai tuoi capelli è un eufemismo- fece Lauren ridendo sotto i baffi mentre si immaginava il chitarrista con quella maglietta.
-Di che cazzo di colore è diventata?
-Rosina.
-Rosa?- urlò il ragazzo.
-Ecco, no non rosa, peggio, rosino.
-Bill ti ammazzo il panino te lo puoi mettere dove dico io, fammi vedere.
-Tesoro- fece Lauren cercando di fare da paciere- abbiamo già risolto, con alcuni lavaggi ritornerà quasi normale e ho già chiesto al padre di Richard di comprartene una, te la porterà il giorno dello spettacolo.
-Ho già ordinato, in ogni caso, una maglietta uguale via internet- fece Bill stringendosi dietro le spalle protettive di Lauren mentre allungava il piattino con la faccina di Tom.
-Dammi qui questo panino scimunito idiota di un fratello, ma perché quel giorno i nostri genitori non si sono messi a guardare un film in tv?
-Perché se no non saresti nato neppure tu.
-Oh sì se aspettavano qualche tempo io sarei nato senza l'appendice tinta.
-Ma l'ovulo si sarebbe lo stesso diviso in due per dar vita a due bellissimi gemellini.
-Non è detto.
-Magari allora sarei nato solo io.
-Dubito, l'esemplare riuscito meglio sono io.
-Ragazzi mangiate il vostro panino e tacete, siete ridicoli- concluse Lauren ridendo.

***

-Ciao raga, sono tornata.
Lauren trovò Bill spalmato sul divano che sonnecchiava con un libro dei quiz della patente per terra, Tom accanto a lui ronfava rumorosamente, mentre Gustav sedeva con il suo pc e lavorava alacremente con un video gioco.
-Ciao piccola, tutto bene la giornata? Sei rincasata presto.
-Sì oggi le prove sono durate poco per fortuna, abbiamo provato solo i nostri pezzi, quello in cui sono seconda sostituta non lo abbiamo fatto.
-Meno male che sei qui, io non ne potevo più di questi due! Non hanno smesso di insultarsi neanche per un secondo e poi Bill è totalmente negato con i quiz della patente. È veramente disarmante, la sua idiozia fa paura.
-Dai che cattivo, non esageri?
-Ti accorgerai presto, appena si ridesta, ti ammorberà con strane regole della strada del suo mondo parallelo. Sempre nella teoria "Billcentrica" esistono delle regole stradali diverse.
-Sai, proprio di una macchina avevo bisogno, volevo andare a vedere il tramonto al mare, tu mi presteresti il tuo mezzo?- Lauren appariva stanca e con un tono serio aveva fatto questa richiesta- se ti fidi te la riporto intera.
-E' successo qualcosa durante le prove, dobbiamo fare una spedizione punitiva contro quei ballerini stronzi?
-Ma, no figurati, volevo solo fare una cosina un po' romantica, se non ci penso io, l'uomo delle caverne spalmato sul divano, non fa nulla.
-Io ti presto la mia macchina, ma tieni a freno Tom, non fate cose a luci rosse.
-Ma che vai a pensare- fece Lauren rossa dalla vergogna- terrò a bada il pastore bergamasco non preoccuparti.
Poi avvicinandosi al divano dove dormiva tentò di svegliarlo con parole dolci e carezze:
- Tom tesoro svegliati, sono tornata.
I tentativi della ragazza furono infruttuosi quindi prese il cellulare, alzò la sua suoneria al massimo volume lo mise accanto all'orecchio del ragazzo e lo fece squillare:
-Schrei!- si sentì risuonare nel salone silenzioso. A quell'urlo Tom si spaventò e ridestandosi appioppò un sonoro calcio nel fianco al fratello che si era messo seduto svegliandosi anche lui di soprassalto.
-Porca miseria, Bill sei stordito? Che ti salta in mente di urlarmi così nell'orecchio!
-Ma sei fuori- urlò- mi hai staccato un'anca!- Il ragazzo si alzò tutto dolorante e si mise a scuotere il bacino- mi hai fatto male, idiota, io stavo dormendo che ti salta in mente?
-Ti ho mollato un calcio perché mi hai urlato rompendomi i timpani.
-Ma io non ho fatto nulla- ribatté il ragazzo con un tono lagnoso.
-Basta voi due- fece Lauren divertita- siete senza speranza, Bill piantala di fare la lagna e tu Tom alzati per favore, volevo fare un giro con te.
-È sucesso qualcosa oggi a danza?
-Nulla di grave, ma ne vorrei parlare in un altro momento, se non ti dispiace. Ti va di andare a fare una cosina carina?
-Sì- fece con un grosso sorriso il ragazzo- Bill, Gustav fuori dalle palle.
-Ma che hai capito razza di pervertito, pensi sempre a quello, no, uffi, mentre mi cambio, per favore prepara un lauto e romantico pic nic. Bill possiamo prendere la tua trapunta dove hai vomitato, tanto ormai fa schifo?
-Ma certo tesorino è nello sgabuzzino te la prendo io. Tu cambiati, ai panini ci pensiamo noi. Diamo noi una mano al mentecatto rasta che mi ha distrutto un'anca.
-Bill così piantato sembri una teiera- fece Gustav alzandosi dal divano risoluto prendendo Tom dalla maglietta e trascinando Bill dalla cintura verso la cucina.
I ragazzi prepararono uno zaino ricolmo di cibo poi una testolina con un cappellino con visiera fece capolino nella cucina.
-Come cavolo ti sei conciata?- fece sorridendo Gustav.
-Bellina no? Le magliette del mentecatto mi sono un po' troppo grandi ma sono comode. La versione femminile di Tom.- fece trionfante Lauren che cercava di ritrovare il buon umore.
-Dio li fa e poi li accoppia- fece Bill con un sorriso tirato.
-Allora? E' pronto il pic-nic?- chiese seria Lauren.
-Ecco, lo zaino è pieno- mostrò Bill, mentre Tom rimaneva imbambolato a guardare la ragazza che vestita con alcuni suoi indumenti era raggiante.
-Prendi anche qualcosa di più pesante- suggerì Lauren al ragazzo- andiamo in riva al mare e sarà un po' umido e freddo.
I due ragazzi uscirono mano nella mano, Tom con lo zaino delle leccornie in spalla e Lauren con la trapunta arrotolata come un sacco a pelo.

-Dove siamo diretti?- fece Tom sul sedile del passeggero.
-Sorpresa, poi quando siamo fuori città ti va di guidare? Così ammiro il paesaggio. Uhei donna, se non sai guidare vai dal parrucchiere che è meglio- urlò Lauren ad una signora che guidava davanti a lei- poi inveì ancora- ehi nonno se ti togli dalle scatole mi fai un favore, vorrei vedere il tramonto di oggi non quello di domani! Che palle la gente che dorme ai semafori- fece Lauren sorridendo a Tom che si divertiva un mondo ascoltando gli insulti che la ragazza proferiva ai guidatori attorno a lei.
-Tesorino è vero che Bill è veramente negato nei quiz della patente, Gustav appariva provato?- chiese Lauren.
-Sì, fa morir dal ridere mi sono scompisciato tutto il pomeriggio è completamente negato, spero non gli diano la patente mai, abbiamo l'esame fra qualche giorno poi la pratica prima di partire in tour, ma credo che Bill non ce la farà mai.
-Parliamo del nostro super fine settimana, Georg ed io stiamo organizzando i quattro giorni più pazzi del mondo. Faremo le cose preferite di ognuno insieme.
-In che senso?- domandò scettico Tom.
-Faremo una cosa che piace a Gustav, una di Georg, una di Bill, una mia e una tua.
-La mia come la facciamo? Di Gruppo? Non mi va di dividerti con gli altri.- concluse Tom.
-Ma hai una cosa sola in mente, idiota- fece risentita la ragazza.
-Ma è la mia attività preferita, scusa- si difese il ragazzo.
-Uffi, Gustav si è raccomandato, nulla di sconcio nella sua macchina, farà la prova con il Luminol, quindi tieni quei tentacolini adesi e contigui al tuo corpicino.
-Neanche un bacino?- disse Tom sbattendo gli occhi da cucciolo indifeso.
-Va be' un bacino, ma sappi che io di solito inveisco con le coppiette che amoreggiano in macchina e dormono al semaforo- esclamò Lauren.
-Non ne avevo dubbi- concluse Tom allungando una mano sulla gamba della ragazza.
-E poi ecco odio- la ragazza indicò la macchina davanti a lei e cominciò-porca merda mi piacerebbe avere un bazuka o un lancia-fiamme e fare fuori tutti i cazzoni con quelle macchine di merda, grandi e inquinanti come quella. Solo delle teste di banana a cui non tira possono comprarsi una tale macchina.
-Uhm, dici?- disse con un filo di voce Tom.
-Non dirmi che ti piace?- chiese Lauren con tono acido.
-Ti dirò di più, mi arriverà fra una settimana, ce la siamo comprata Bill ed io per il nostro compleanno- fece Tom deglutendo a fatica.
-Mi prendi per i fondelli vero?- sgranò gli occhi Lauren stupita.
-Te lo giuro, nera, con i vetri fumé, full optional- spiegò Tom fiero del suo mezzo.
-Uffi, proprio non vi capisco. Mi deludi, ti facevo più intelligente e meno conformista- affermò la ragazza.
-Ma è bella come macchina- tentò di difendersi Tom.
-La trovo la macchina dei cazzoni che urlano "Guarda pupa ho i soldi che ne dici?"- asserì la ragazza.
-Come sempre diretta e affondi il coltello nella piaga- fece con rammarico Tom.
-Scusa tesorino, ogni tanto mi mangerei le mani, mi dispiace, scusami. Ecco, non volevo, ma a volte mi sembrate aver perso la vostra freschezza e semplicità di un tempo. Ogni tanto mi sembrate costruiti e ingabbiati in personaggi, più che persone pensanti- concluse amaramente Lauren.
-Addirittura? Così diretta e cattiva?- domandò Tom preoccupato per la piega che stava prendendo quella conversazione.
-Scusa- fece semplicemente con un'ombra triste negli occhi. Lauren accostò la macchina, erano su un'autostrada quasi deserta e la ragazza spense la macchina e passò le chiavi al ragazzo.
Tom era sceso senza dire nulla, aveva aperto la portiera e si era messo alla guida, l'atmosfera nella macchina era cambiata. Dopo una lunga pausa tra i due ragazzi Lauren ruppe il ghiaccio.
-Se ci ferma la polizia che succede?- interrogò Lauren.
-Non so, ma sono cazzi. Io la patente non la prenderò più e mi toccherà farmi scarozzare dal mentecatto tinto- il ragazzo simulò un brivido lungo la schiena.
-Oddio, povero te!- fece Lauren ridendo e posando una mano sulla mano del ragazzo- sarebbe una tragedia di dimensioni epocali, Bill al volante pericolo costante.
-Già, ma non preoccuparti sarò prudente- aggiunse rassicurante.
-Sì, guidi molto bene, mi posso rilassare, avevo un po' di timore perché ti pensavo più spericolato. Tipo guidatore da video-gioco.
-Brava come hai fatto a capirlo? Oggi mi trattengo, ma appena avrò quel bel pezzo di carta.
-Non ne avevo dubbi, ma mi piaci così, capelli rasta, cappellini, felpe e guida spericolata- Lauren si allungò e diede un bacio sulla guancia.
Il viaggio proseguì piacevole tra chiacchiere amene, un po' di musica fino quando non arrivarono in vista dell'oceano.
-Stupendo, ecco fra un po' ci siamo, segui quelle indicazioni.
-Sei sicura?-domandò dubbioso.
-Ho controllato, mancano pochi chilometri, non ti fidi?- ribatté lievemente indispettita la ragazza.
Tom la guardò e sorrise, Lauren era piuttosto permalosa e non bisognava contraddirla.
Dopo qualche minuto i due ragazzi arrivarono in prossimità di una stupenda e lunga spiaggia di sabbia bianchissima che alla luce dell'imbrunire sembrava di color oro bruno. Una lieve brezza spirava e l'oceano era solo lievemente increspato.
Tom parcheggiò l'auto e Lauren senza neanche attendere un minuto, aprì la portiera, si tolse in corsa le scarpe, le calze, si tirò su i pantaloni della tuta che legò alle ginocchia e corse verso il mare.
Il ragazzo la guardò stupito in pochi secondi la ragazza compita e posata si era trasformata in una bimba piccola che vede per la prima volta il mare.
-Pigrone vieni anche tu, è stupendo, dai muoviti- lo sollecitò Lauren con i piedi già nell' oceano.
Tom piano, piano si avvicinò al mare senza molta convinzione, Lauren era bellissima, la luce dell'imbrunire rendeva la sua pelle chiara come dorata, i suoi capelli fluttuavano accarezzati dalla brezza del mare, il suo corpo disegnava con grazie ed eleganza una danza aggraziata. Il ragazzo ipnotizzato da quelle sinuose movenze non aveva parole, Lauren correva e gridava come una bambina alle onde:
-Prendetemi, prendetemi non ce la farete, sono più veloce io- e con passi di danza e rapidi movimenti scansava le onde.
Mentre Tom fissava lo sguardo rapito da quel corpo così bello pensò che fra un po' tutto quello sarebbe terminato, Lauren sarebbe stata lontana, non l'avrebbe vista per mesi e questa certezza gli entrava come una lama nel cuore, improvvisamente si rattristò. Lauren notò il viso pensieroso e triste dell'amico, gli corse incontro, aspettò un'onda e poi saltò a piedi uniti davanti a Tom schizzandolo.
-Ma sei fuori?- urlò il ragazzo ridestato improvvisamente dai suoi pensieri.
-Insomma, dai togliti quelle cavolo di scarpe, tirati su quei jeans, molla giù il cappellino fai entrare il vento tra i capelli, puccia i tuoi piedi, vedrai tutti i pensieri tristi svaniranno- lo incalzò felice e spensierata Lauren.
Il ragazzo ancora un po' indispettito si tolse la felpa, il capellino, si sciolse la coda che teneva stretti i suoi dreads, buttò le scarpe e le calze lontano verso la macchina e poi afferrò la ragazza con forza e la fece girare urlando:
-Adesso ti faccio volare!- e cominciò a girare veloce.
I due ragazzi si rincorsero, si schizzarono e divertirono con la sabbia come bambini, poi si accoccolarono avvolgendosi nella trapunta calda e abbracciati si misero a contemplare il tramonto.
Tom aveva cinto la ragazza e l'aveva accolta nella sua felpa taglia extra large, i due ragazzi minuti com'erano la riempivano appena e così abbracciati ammirarono un sole enorme gettarsi nell'oceano.
Il silenzio era rotto solo dal rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia e da qualche gabbiano che volava veloce sull'acqua.

-Sembra che stia bruciando il mare non ti sembra, Tom?
-Sì, uno spettacolo stupendo.
-Fra poco sarà tutto finito- fece Lauren senza nascondere la sua malinconia.
-Ma ci restano ancora bei momenti da vivere insieme e poi faremo di tutto per vederci il più possibile.
-Sì, certo- disse con una voce flebile Lauren
-Fiorellino dimmi, dovevi dirmi qualcosa? E' successo qualcosa di grave oggi a teatro?
-No, abbiamo provato i balletti con i costumi e abbiamo fatto una prima prova luci.
-Avete sbagliato il passo a tre?
-No, assolutamente i maestri erano soddisfatti.
-Allora, perché queste due grosse lacrime?- Tom ne asciugò una dando un bacio sulla guancia alla ragazza, che rispose con altrettanta dolcezza baciando il ragazzo sulla bocca.
-Il maestro che hai conosciuto anche tu ha tenuto a farmi un discorso.
-Che tipo di discorso?
-Mi ha innanzitutto detto che sono molto brava, una ragazza promettente, una vera rarità.
-Bene e non sei contenta?
-Sì, certo, ma ha anche aggiunto che secondo lui dovrei lasciarti, non vederti più, dovrei concentrarmi solo sulla mia carriera senza perdermi in storie d'amore adolescenziali senza nessun futuro.
-Ma va fan culo, brutto stronzo di merda, come si permette- inveì rabbioso il ragazzo.
-Ti ricordi quando ci siamo ritrovati nel vostro camerino a giugno?
-Sì, certo.
-In effetti ero stata chiara, stiamo insieme, ma poi ognuno pensi alla propria carriera.
-Sì, certo ed è quello che faremo.
-E ci riusciremo?
-No- fece con rammarico Tom-l'idea di non poterti vedere per giorni interi mi sta uccidendo, ora che siamo stati così vicini, come farò ancora a dormire in quel cazzo di letto enorme senza di te? Come potrò alzarmi e non sentire il tuo profumo, la tua voce che canticchia canzoni strampalate davanti allo specchio, vedere il tuo corpo che zompetta nella stanza alle sette del mattino mentre io sono ancora in catalessi. Chi mi passa l'olio tra i capelli così dolcemente. Certo quando saremo lontani sarà difficile, ma le volte che ci vedremo sarà stupendo, cerchiamo di vivere per quei momenti?
-Come sei dolce, ma allora sotto la felpa, la maglietta, la bandana e il cappellino batte un cuore?
-Certo, sciocchina- fece Tom facendo seguire le sue parole da un buffetto affettuoso.
-Lo so, ma il maestro sostiene che per riuscire io mi devo concentrare solo sulla danza e tutto ciò che mi succede intorno non potrà giovare alla mia carriera. Lui si riferisce a tutte le malignità che girano su di noi. Tu ci hai fatto l'abitudine e non ti toccano, anche perché dietro di te c'è uno staff che ti protegge. Ma io? Insomma se volessi fare la porno diva forse quel video sarebbe utile, ma la ballerina?
-Alle malignità non ci si abitua mai, ma ti prego lascia che dicano quello che vogliono, non distruggiamo quello che abbiamo?
-E che cos'è quello che abbiamo? Un mese insieme?
-No, non dire così, il mese più bello della mia vita, ho provato delle sensazioni che non ho mai provato neanche suonando.
-Lo stesso vale per me, ovviamente, ma in questi due anni e più in cui non ci siamo visti le cose sono cambiate troppo. Non siamo più i due compagni di scuola che hanno vissuto insieme giorni indimenticabili. Ora siamo due ragazzi che lavorano in due ambiti che difficilmente sono conciliabili.
-Va bene, hai ragione, l'analisi è corretta se entro Natale ci vedremo due volte sarà tanto, ma poi staremo insieme.
-Qui ti sbagli, -fece laconica Lauren- di solito noi ci fermiamo il 24, 25, 26 e poi si balla anche il 31.
-Cosa?
-Sì, la rappresentazione del 31 inizia prima rispetto alle altre repliche, ma di solito c'è.
-Ma magari non devi ballare.
-Non penso, di solito è il secondo e il terzo cast che balla nelle date meno agevoli.
-Cavoletti io avrò un live per Mtv Germania il pomeriggio dell'uno.
-Vedi, secondo me ci dimenticheremo come siamo fatti.
-No- Tom la prese forte tra le braccia- io non voglio dimenticare il calore della tua pelle, il profumo, le tue forme- il ragazzo faceva seguire le sue parole da carezze frenetiche come se attraverso quel contatto volesse impossessarsi di quel corpo e farlo suo per sempre. Mentre Lauren abbandonandosi piangeva silenziosamente, poi come risoluta si voltò, cominciò a mordicchiare il lobo delle orecchio del ragazzo come le piaceva tanto fare e aggiunse.
-Fan culo a tutti- fece improvvisamente come solo lei poteva fare- se siamo rimasti amici senza vederci per due anni rimarremo fidanzati anche se ci vedremo solo raramente. Abbiamo il cellulare con telecamera, pc con web cam, mail, tutti i mezzi tecnologici per comunicare. E poi ogni volta che farete un concerto in Francia cercheremo di incontrarci, quel cazzo di autobus farà delle soste in autogrill, in qualche benzinaio e allora passeremo dei momenti brevi ma intensi.
-Già saranno dei momenti incantevoli da vivere insieme. Ne sono certo, non fasciamoci la testa prima di rompercela.
-Sì, certo in fondo tua nonna ci diceva sempre che lei e tuo nonno erano stati separati per nove anni e solo raramente erano arrivate le lettere.
-Già e se ce l' hanno fatta loro, perché non provarci anche noi?

***

-Il mentecatto?- fece Tom entrando nell'appartamento deserto.
-Starà ronfando placido nel suo letto- osservò Lauren.
-Sarà meglio riportare le chiavi a Gustav così dormirà in pace.
I due ragazzi scesero dall'amico, suonarono il campanello, ma non ottennero risposta.
-Ma hanno il sonno più pesante del tuo i tuoi amici a quanto pare!- domandò Lauren un po' perplessa.
-Proviamo sul cellulare.
Tom fece partire la chiamata e dopo una lunga attesa Gustav rispose, in sottofondo si sentiva un gran clamore e della musica.
-Ehi, perché non ci raggiungete? Siamo lontanissimi, appartamento accanto, suonate dal bassista!- fece ironicamente il ragazzo.
-Ok, ho degli amici decisamente idioti- sentenziò scotendo la testa Tom.
-Sono qui accanto?-chiese Lauren.
-Già!- fece Tom suonando alla porta opposta.
-Venite- li accolse Gustav con una bottiglia di birra in mano e un sorriso smagliante di chi si sta divertendo.
Il salone era gremito di gente che ballava sotto una luce soffusa, i salotti occupati da altri che bevevano e conversavano.
-Gustav, ecco le chiavi- fece Lauren porgendo il portachiavi d'argento con l'iniziale G- abbiamo sporcato i sedili di fango e sabbia, purtroppo il cane da pastore non ha tenuto i tentacolini al loro posto e ci abbiamo dato dentro! Se vuoi saperlo la tua macchina è molto comoda, vuoi delle dritte.
-Ah, ah- fece con tono ironico Gustav che non era tipo da farsi prende in giro dalla piccola Lauren- non credo a nessuna delle tue parole, mantieni sempre le promesse e quindi so che non avete fatto nulla.
-In macchina no- intervenne Tom che doveva tener alto l'onore di sciupa femmine- ma in spiaggia avvolti nella trapunta ci siamo dati da fare.
-Già ho la sabbia nel culo- fece Lauren smorzando ogni romanticismo come al suo solito.
-Ok, elegante come una duchessa come sempre Lauren- fece il povero Gusatv cremisi per le sfrontatezza dell'amica- credo tu sia senza speranza.
-Lo credo anche io- annuì bonariamente Tom abbracciando la ragazza e baciandola affettuosamente sul collo.
-Allora vi buttate nella mischia!?- si avvicinò tutto zampettante un Bill scatenato afferrando Lauren per la vita e trascinandola via dall'abbraccio di suo fratello- ho voglia di ballare con te.
-Sììì- fece raggiante Lauren che non disdegnava mai un ballo. Tom un po' alterato seguì i due ragazzi. Rimase come un palo ai limiti della pista di danza improvvisata a guardare con sguardo torvo suo fratello e Lauren che ballavano.
-Bill, sei sudato come un cammello!- asserì Lauren accanto all'amico.
-Già è da due ore che ballo come un matto. Ma resto sempre sexi anche sudato- disse fiero il cantante.
-Direi che mi hai fatto le meche bionde, puzzi d'alcool, sembri una distilleria.
-No, solo qualche birretta e quella bibita, poco alcolica all'arancio.
-Con qualche intendi almeno una cassa?
-Ma dai sciocca, uhm, ma questa è la nostra canzone preferita- fece Bill salvato dalla musica.
-Già figo, facciamo la nostra coreografia?- suggerì la ragazza.
-Sì ci esaltiamo!- urlò raggiante il ragazzo.
Lauren e Bill perfettamente in sintonia ballarono scatenati e la ragazza dimenticò per un po' il fatto che l'amico fosse alquanto brillo.
Intanto Tom si era servito di una birra e la gustava con impassibile immobilità davanti ai ragazzi che ballavano. Di buttarsi nella mischia non ci pensava nemmeno, ma era pronto ad intervenire se solo Bill avesse perso il controllo. Un moto di gelosia lo rendeva serioso, quando poi partì un lento e Lauren e Bill cominciarono a ballare Tom non si trattenne.
-Tesoro- fece Tom allontanando Bill da Lauren- domani non devi andare a teatro? Ci sono le prove luci e costumi non puoi arrivare troppo stanca?
-E' vero cucciolo gelosone, hai perfettamente ragione- Lauren intuì subito la reazione di Tom e senza indugio si avvicinò a Bill e passandogli una mano tra i capelli madidi di sudore spostandoli dietro alle orecchie con un gesto affettuoso gli sussurrò nella confusione- io vado, non posso stancarmi troppo, domani devo ballare, non bere troppo piccoletto tinto, ma divertiti, guardati intorno, guarda quante ragazze.
-Già, sono un idiota- fece Bill con la voce impastata, ma non dall'alcool- quella bionda mi piace parecchio.
-Bravo, buttati nella mischia, abbagliala con il tuo sorriso e il tuo sculettamento- Lauren sorrise in modo materno all'amico e facendogli l'occhiolino si allontanò tenendo stretta la mano di Tom.
-Noi andiamo- fece Tom a Gusta e Georg che si tenevano lontani dalla sala da ballo.
-Tom non ti riconosco più?- disse ironico Georg- ti tiene per le palle? Sembrate una coppietta di novantenni che deve andare a letto presto. Ah, l'amore distrugge la vita sociale.
-Ma non so, veramente abbiamo della sabbia ovunque sai la spiaggia, il mare, il tramonto ci hanno ispirato- fece Lauren leziosa accarezzando Tom sulle guance e procedendo giù verso le spalle e abbracciandolo- e ora, mi è venuta voglia di fare un bel bagno. Non so se capisci…- concluse rivolta ai due ragazzi facendosi sempre più sfrontata nelle sue carezze.
Gustav e Georg diventarono rossi pomodoro, mentre Lauren scoppiò in una fragorosa risata osservando la loro reazione.
-Che bambinoni è così divertente farvi imbarazzare- concluse ridendo.
Lauren soddisfatta trascinò via Tom che era rimasto paralizzato dalle moine sfrontate della ragazza. Quando furono fuori balbettò:
-Ma che ti salta in mente di fare così? Sono sconvolto, ogni volta è una sorpresa stare con te, ma- il ragazzo si fermò e la guardò con la tenerezza di un bambino che ha appena pregustato un gelato, ma non lo ha ancora avuto. Lauren scrutando nello sguardo dell'amico gli sorrise dolcemente e disse:
-Direi che è venuto il momento di usare alcuni regali che mi avete fatto tu e Bill. Ti va?
-E me lo domandi? Credevo che volessi andare a letto.
-Ma prima del letto però ci si può divertire no?
-Approvo in pieno - fece felice Tom
I due ragazzi mano nella mano percorsero ridendo i due piani che li separavano dal loro appartamento e si diressero veloci verso il bagno per mettere in pratica i buoni propositi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 5

-Cucciolo tinto che fai? Bella cera!- domandò ironica Lauren quando Bill fece capolino nella camera verso mezzogiorno.
-Uhm, posso?- chiese titubante con la voce impastata dal sonno e la mente non molto lucida.
Lauren come una mammina premurosa sollevò il piumone per accogliere l'amico che si sdraiò accanto a lei posando la testa sul guanciale:
-Cosa stavi facendo?-chiese Bill curioso.
-Stavo leggendo, per rilassarmi un po'. Verso le due devo andare in teatro, quindi mi riposavo- spiegò la ragazza.
-Io non riesco a dormire.
-Hai fatto un brutto sogno?- chiese Lauren con un sorriso ironico, ma dolce.
-No, c'è una ragazza nel mio letto- fece flebilmente Bill.
-Scusa?- chiese sorpresa la ragazza.
-Perché non posso avere una ragazza nel mio letto?
-Sì, certamente, ma lo hai detto con un tono…chi è?
-Non so- fece mortificato il ragazzo.
-O porca miseria, Bill sei senza speranza!- disse con voce più acuta la ragazza.
-Uffi- grugnì girandosi lentamente Tom- Bill va fan culo, non ti sopporto quando ti trovo nel nostro letto la mattina.
-Dai, Tom piantala, ti devi allenare per quando avrai dei figli, chissà quante volte avete interrotto gli idilli dei vostri genitori!- disse senza nessuna premura Lauren.
A queste parole Tom arrossì, fece spallucce e si accoccolò nel grembo della ragazza in cerca di coccole. Lauren sapeva come calmarlo e cominciò a passare dolcemente la mano tra i dread scompigliati del ragazzo.
-Dobbiamo risolvere un problema- disse laconica.
-L'idiota ne ha fatta un'altra delle sue?-chiese con tono acido Tom.
-Non sono idiota, smettila!- Bill si alzò scocciato.
-No- lo fermò prontamente Lauren- dai parliamone e se Tom non la smette non gliela do fino a Natale.
-Adesso io che c'entro?- mugugnò Tom risentito.
-Non si tratta così tuo fratello- con tono da mamma che sgrida il figlio.
-Uffi, lo faccio sempre, è abituato ad essere trattato così- ribatté con voce sempre più risentita Tom
-Appunto, non lo sopporto, se è per scherzare va bene, a volte lo dico anch'io, ma qui il tuo tono era pesante- concluse Lauren
-Sì, certo perché appena sveglio ho le così dette girate! Soprattutto se tra me e me speravo in un risveglio diverso, come dire più romantico.
-Me ne vado, sono di troppo, sono sempre di troppo fra voi- fece Bill con molta amarezza nel tono della voce e con un groppo in gola. Quando vedeva suo fratello avvolto nel caldo abbraccio della ragazza sentiva lo stomaco contorcersi. Avrebbe voluto essere lui con il capo chino accolto così teneramente nel grembo di Lauren, risvegliarsi al suo tepore e tra i suoi dolci baci. E invece lui si era risvegliato accanto a quella ragazza di cui non ricordava neppure il nome, l'avere fatto sesso con quell'estranea lo aveva svuotato ancor di più mostrandogli l'abisso che lo separava dalla felicità. I baci furiosi, le carezze frenetiche senza trasporto alcuno se non rabbia mista a desiderio irrefrenabile di possedere quel corpo gli avevano mostrato ancor più chiaramente quanto desiderasse Lauren.
Bill uscì dalla camera del fratello con il gelo nel cuore e una voglia di spaccare tutto intorno a lui, di gridare la sua rabbia, mostrando tutta la sua gelosia.
Lauren si staccò da Tom con una vaga sensazione del dramma che stava percorrendo l'amico e si alzò seguendo il ragazzo, lo afferrò per un braccio e cercando di ricacciare le lacrime dagli occhi e di essere il più forte possibile con un sorriso cercò di placare la tempesta che pervadeva il corpo di Bill.
-Ehi, dai, secondo me di fronte ad una tazza di cioccolata fumante e di caffè la nebbia che ti offusca la mente si diraderà.
-Sì, certo- lo prese Tom per le spalle accogliendolo in un abbraccio affettuoso- con lo stomaco pieno noi Kaulitz ragioniamo meglio.
Bill rimase sorpreso dalla reazione pronta dei due ragazzi, soprattutto dal calore di Tom e dal suo affetto.
I tre ragazzi si diressero in cucina e prepararono la tavola per la colazione, aggiungendo una quarta tovaglietta, una quarta tazza e tutto l'occorrente per l'ospite.
Mentre stavano conversando amabilmente facendo progetti per la giornata e quelle a venire che avrebbero visto Lauren sempre più occupata e la loro routine sconvolta dall'arrivo di tutti i loro vecchi amici riuniti per lo spettacolo della ballerina, fece capolino l'ospite improvviso.
-Ciao- fece con un tono acuto la ragazza che Bill aveva portato in casa.
I tre strabuzzarono gli occhi e rimasero a bocca aperta, la ragazza infatti era apparsa in cucina nuda, senza nessun pudore come se fosse abituata a quelle persone e alla casa.
-Tom voltati o ti cambio i connotati- fece Lauren furiosa per la gelosia e l'imbarazzo. Bill era rimasto con la tazza a mezz'aria paralizzato da quella apparizione subitanea.
-Ciao ragazzi, sapete non trovo più le mie mutandine - fece leziosa e con voce squillante- Bill ti ricordi dove me le hai tolte birichino?- sottolineò quest'ultima parola con un gesto della mano che portò verso le parti intime come per coprirle.
Lauren stava per sbroccare come si poteva essere così idiote.
-Volevo mettermi una delle tue magliettine sai Bill, ma ho le tette troppo grosse- coprendosi con l'altro braccio in modo falsamente pudico.
-"E il cervello così piccolo, una delle tue magliettine, Bill mi avrebbe fermato quel poco di flusso sanguino di cui ha bisogno il mio unico neurone"- fece Lauren incavolata nera imitando il tono della ragazza.
-Cosa vorresti dire? Che sono stupida?- fece l'estranea.
-No, ma dai? Allora capisci? Prendere un accappatoio in bagno, un asciugamano, mettersi intorno la coperta che c'è di solito sul letto, no?- disse laconica Lauren.
-O, è vero, ma non credevo che foste così puritani. E poi la coperta chissà dov'è finita, sai nell'impeto del momento- fece con tono falsamente lezioso.
-No, cara siamo solo educati!- fece Lauren sempre più risentita e con un moto di disgusto sempre più evidente.
-Ma non sei tu quella che appare nuda sul video di You tube?- chiese ironica.
Lauren si alzò di scatto pronta a saltare alla giugulare di quella ragazza, Tom la trattenne. Mentre Bill, passato l'imbarazzo, prese per mano quell'estranea e la portò in camera sua dove le mostrò il bagno, le diede degli asciugamani puliti e le preparò una camicia, dei pantaloni larghi per emergenza, mentre si metteva alla ricerca degli effetti personali della ragazza per casa.
-Aiuto, dove cavolo le abbiamo ficcate quelle cazzo di mutande?- diceva Bill cercando nel salone, sotto i cuscini del divano.
Tom e una Lauren che aveva ritrovato una calma apparente, aiutarono l'amico.
-Lo so, non dite nulla, mi sento talmente umiliato, i vostri sguardi mi bastano.
-No, veramente Bill- disse con tono tranquillizzante Lauren- non preoccuparti, non sentirti male, di fronte alla maleducazione non ci si può fare nulla.
-Comunque l'ho fatta grossa- fece Bill ingoiando la saliva pronto per la sua rivelazione.
-Non avete usato il preservativo- disse Tom allarmato.
-No, quello lo abbiamo usato, peggio.
-Vi siete filmati?- aggiunse preoccupata Lauren.
-Ma no, che credi, non sono quel genere di ragazzo, uffi- fece sconsolato Bill-ma per chi mi prendete?
-Non so, vedi tu?- fecero con aria interrogativa i due ragazzi indicando la porta della camera di Bill.
-Credo dovremo indire il concorso "diventa tu il nuovo cantante dei Tokio Hotel"
-Perché?-chiese Lauren.
-Perché mi sono ricordato chi è quella ragazza- disse flebilmente Bill bianco come un cencio in volto.
-Oddio, ho capito!- fece Tom con uno sguardo atterrito a sua volta- credo che tornerai ad avere una voce bianca, Bill, ci toccherà incidere di nuovo l'album Zimmer!
-Dai non scherzate, chi cazzo è?- disse Lauren che ancora non capiva.
-Una che era molto intima con Georg negli ultimi mesi- spiegò Tom.
-Cosa?- domandò una sempre più allibita Lauren- Bill- fece con un acuto da mamma che si sta inalberando-ti fai la ragazza di Georg?
-No, veramente sono io che volevo provare l'ebbrezza di scoparmi il cantante dei Tokio Hotel- fece la ragazza comparendo sulla soglia della camera di Bill, con avvolto il corpo in un asciugamano che metteva in risalto il suo corpo sinuoso e molto prorompente.
-Sempre più fine ed elegante- commentò irritata Lauren.
-Sei gelosa forse? Tu sei loro amica da anni e ti sei fatta solo Tom.
-Certo forse perché non ragiono con la passera, ma con il cervello.
-O forse perché non sei per nulla femminile e nessuno ti vorrebbe, sarebbe come fare l'amore con un'asse da stiro.
-Basta, non ti permetto di pronunciare più nessuna sillaba- urlò alterato Bill- Lauren è la ragazza più bella del mondo, è elegante, raffinata, delicata e ha un corpo sottile e sinuoso che sprigiona più sensualità del tuo così pieno di curve, ma senza sostanza alcuna.
-Oh, sei veramente patetico Bill, sei innamorato della ragazza di tuo fratello, che ridicolo, a letto comunque sei una vera nullità. Mi piacerebbe sapere se anche Tom è così scarso e le sue tanto decantate doti mascoline sono tutto fumo e niente arrosto.
-Cara mia tu non mi avrai mai, sei patetica- disse Tom aprendo la porta dell'appartamento- non mi attizzeresti neanche morto e se fossimo gli ultimi esseri sulla faccia della terra, l'umanità si estinguerebbe.
-Comunque Tom è un piccolo drago tra le lenzuola sappilo là sotto c'è un bell'arrosto- fece Lauren guardando con commiserazione la ragazza.
Quest'ultima si diresse verso la porta, afferrò gli effetti personali che gli porgeva Lauren con estrema freddezza e con un ultimo gesto lasciò cadere l'asciugamano scoprendo tutta la sua nudità. Con un sorriso maligno si rivolse ai tre ragazzi, con calma olimpica si rivestì e uscì.
I tre amici rimasero senza parole guardandosi per qualche minuto poi in silenzio Lauren andò in camera seguita da Tom e si preparò per andare in teatro.
Poco dopo Bill con gli occhi lievemente velati da due grosse lacrime che tentava inutilmente di ricacciare in fondo, fece capolino nella camera del fratello.
-Scusate- pronunciò mestamente.
-Bill, non sei tu il patetico- fece Tom avvicinandosi al fratello- e non preoccuparti Georg non soffrirà, credo che fosse solo un diversivo e per quel poco che abbiamo intuito ne siamo più che convinti, vero?- fece rivolto a Lauren.
-Ma ho perso la vostra stima, chissà cosa penserete di me. E tu Lauren…-Bill lasciò la frase in sospeso.
-Scricciolo tinto, non preoccuparti, ti voglio un mondo di bene e tu lo sai, questo non potrà mai intaccare il mio affetto per te, ormai si sa, quando sei sotto l'effetto dell'alcool fai un po' di cazzate, tutto qui.
-E' vero, una dietro l'altra e senza appello - continuò Bill con la voce rotta- mi dispiace che un essere così insignificante possa aver proferito quelle cose su di te-concluse triste.
-No, non preoccuparti l'asse da stiro non ne soffre, piuttosto il mio piccolo cucciolo tinto?
-Mortificato, umiliato, rattristato, desolato vorrei avere una trivella per sprofondare nella terra-concluse flebilmente il ragazzo.
Lauren e Tom si misero accanto al ragazzo uno a destra e l'altro a sinistra e gli stamparono un bacio sulla guancia, poi lo afferrarono, lo buttarono sul letto e cominciarono a fargli il solletico.
Bill chiedeva aiuto e il perdono tra le lacrime di tristezza e quelle causate per il trattamento che stava subendo, le risate erano amaramente gioiose.
-Spero che Georg non mi stritoli le palle nel frullatore o dovremo rifare tutto l'album, che palle, sai dover alzare tutte le canzoni di un'ottava?
I tre ragazzi scoppiarono a ridere fragorosamente, mentre Bill ritrovava il suo buon umore.
-Cazzo- urlò ad un certo punto Tom - dovevamo andare a prendere mamma e papà in aeroporto!
-Porca miseria, è vero, tornano oggi dal viaggio!- urlò Bill alzandosi velocemente dal letto.
-Miei cari siete nella cacca, io vado a teatro, a sta sera, piccoli!- fece Lauren avviandosi verso l'uscita.
-Bastarda ti defili, non è vero? Sentiremo una bella lavata di capo- concluse mestamente Bill.
-Già "siete sempre i soliti"- fece Lauren imitando il tono della signora Simone.

***

- Tom, ciao tesorino, devo chiederti un favore- fece Lauren al cellulare.
- Dimmi piccola, sono a tua completa disposizione- rispose prontamente Tom.
-Mi verresti a prendere in teatro.
-Certo, dov'è?
-Ok, sei senza speranza alcuna, vivi in questa città e non sai neanche dov'è?
-Uhm, esatto, sono totalmente disinformato, ignorante e poco colto.
-Va, be' allora ti aspetto.
-Ma hai un tono di voce strano, non ti senti bene?
-No, tranquillo, vieni al più presto.


-Tesoro dove sei?- fece Tom al cellulare mentre si guardava intorno in cerca di Lauren davanti all'imponente Staatsoper.
-Sei arrivato? Vieni pure all'entrata secondaria, sono qui con Richard e Friedrich.
Bill e Tom si diressero un po' incuriositi e lievemente in apprensione verso l'entrata del personale, sulla soglia ad aspettarli i due ragazzi.
-Venite, eccovi, ciao ragazzi- li accolse gentilmente Friedrich- Lauren è laggiù.
La ragazza era seduta su una poltroncina con in mano una tazza fumante, ogni tanto vi soffiava dentro per farne raffreddare il contenuto.
I due gemelli capirono che non stava bene e accorsero verso la loro amica.
-Fiorellino, che cos'hai?- fece Tom con un filo di voce inginocchiandosi davanti alla ragazza.
-Nulla, la solita stronza di Sasha ha fatto cadere la pece davanti a me e mi è venuta una lieve crisi respiratoria.
-Figlia di buona donna, la ammazzo- fece concitato Tom.
-Per fortuna i miei due cavalieri mi hanno prontamente soccorso e nessuno si è accorto del mio lieve malore.
-Già l'abbiamo portata in camerino subito e abbiamo capito che aveva una strana reazione- raccontò Richard.
-Lauren ci ha poi mostrato il suo inalatore e tutto si è risolto- proseguì Friedrich- le prove sono state perfette, ma ora la piccola non ci è sembrata molto in forma e così l'abbiamo obbligata a telefonarvi. Voleva prendere l'autobus o un taxi, ma noi ci siamo rifiutati.
-Potevamo accompagnarla noi in taxi- incalzò Richard- ma ci è sembrato più corretto avvertirvi, volevamo portarla al pronto soccorso, perché la cera non è delle migliori e domani abbiamo un giorno di riposo, poi ci sarà la prova generale e lo spettacolo.
-Avete fatto bene, siamo venuti in macchina infatti per fortuna così vediamo il da farsi, bravi!- fece soddisfatto Bill che si era seduto subito accanto all'amica sorreggendole la testa, mentre Tom le teneva i polsi in ginocchio davanti a lei scrutando nei suoi occhi blu la minima traccia di sofferenza.
-Siete in macchina?- domandò curiosa Lauren che non capiva.
-Sì, ha guidato Tom- disse con fierezza Bill.
-Ma siete totalmente sconsiderati, fuori di melone e incoscienti? Guidare senza patente è da arresto!- tuonò Lauren rovesciando qualche goccia di tè.
-Mia cara credi che babbo e mami ci avrebbero fatto commettere un'imprudenza simile?- fece Tom con tono canzonatorio.
-No,- rispose Lauren mestamente- sono tornati?
-Esatto e ci stanno aspettando in macchina, ha guidato Tom con accanto papi.
-Ah, ora sto meglio, stavo per avere un altro attacco alla sola idea di dover salire in macchina con Tom- concluse con tono lievemente preoccupato la ragazza.
-Fiorellino, tesorino, caramellona rosa, voglio ricordarti che ieri sera ho guidato benissimo- ci tenne a sottolineare Tom.
-Ups, già, lo avevo rimosso- replicò Lauren sorseggiando con calma il suo tè.
Bill guardò Tom con un sorriso ironico. Il fratello infatti si era vantato di aver vissuto una delle serate e nottate più belle di tutta la sua vita, soprattutto in spiaggia e nella vasca da bagno dove aveva particolarmente apprezzato le candele e le palline effervescenti.
Indispettito per lo sguardo ironico di Bill, Tom si alzò e disse risentito:
-Bene finisci il tuo tè, i genitori si domanderanno dove siamo finiti.
Lauren notò l'improvvisa freddezza del ragazzo e capì all'istante.
-No, tesorino non intendevo che ho rimosso la nostra gita romantica, tutt'altro- poi voltandosi verso Bill e mollandogli una pacca sulla testa aggiunse- e tu, togliti subito quel sorrisino ebete dalla faccia o racconto la tua performance amorosa di ieri a tua madre.
-Io non capisco una cosa- disse rammaricato Bill alzandosi dalla sedia - tu sei cattiva con Tom e ci vado di mezzo io? Uffi.
-Che lagna che sei, Bill- aggiunse indispettito Tom- comunque avverto i genitori che ci daranno per dispersi.
-No, adesso arrivo, non c'è bisogno, Bill, tesorino prendimi la borsa, per favore, finisco il tè, lascio la tazza al signor Trumpel e arrivo- poi rivolta ai due ballerini- ragazzi siete stati degli angeli, adesso sto bene. Bastano i gemelli per far tornare in circolo il sangue, sono uno spasso.
-E' vero sono proprio buffi- concluse Friedrich.
-Perché?- domandò Bill non del tutto convinto delle affermazioni dell'amica e il termine usato dal ragazzo.
-No, siete carini perché litigate in modo strano e fate pace altrettanto rapidamente, siete uno strano trio, comunque lasciamo Lauren in buone mani, questo è l'importante.
-Oh- fece Lauren con dito minaccioso rivolto ai gemelli- non dite nulla?
Tom e Bill si guardarono preoccupati, quando il dito di Lauren si alzava e veniva puntato su di loro, era meglio trovare una risposta pronta e corretta velocemente.
-Sei bellissima con quella crocchia acconciata con quel piccolo fiore- fece Bill sperando che fosse la risposta giusta.
-Vero, il bianco l'ho sempre detto ti dona- annuì Tom a suo fratello.
-Credo che abbiate dato la risposta errata- fece Friedrich sempre più divertito.
-Uhm- fece Bill preoccupato tentando di sforzarsi per capire, mentre suo fratello ormai nel panico aveva rinunciato- il tuo nuovo profumo, porti quello che ti ha regalato al compleanno vero?
-Bill, Tom- fece Lauren scotendo la testa- siete senza speranza! Entrando non avete visto nulla di enorme, colorato e molto familiare?
-Un giubbotto catarifrangente di Bill è esposto in vetrina?- fece Tom.
-Ok, non esiste solo al mondo tuo fratello!- rispose acidamente Lauren.
-Ah, no?- chiese divertito Bill- comunque io non porto giubbotti catarifrangenti.
-No, sono solo giacchine sobrie che si vedono nella nebbia- commentò divertito Richard.
-Ti stai allargando?- chiese Bill risentito, colpendo scherzosamente il ragazzo sulla spalla.
-Giratevi!- fecero in coro i tre ballerini spostando i due gemelli verso ciò che dovevano aver notato entrando.
-Il manifesto dello spettacolo!- urlò Lauren orgogliosa
-Lo si vede ormai da giorni in tutte le fermate dei metrò, le pensiline degli autobus e nelle bacheche della città!- esclamò Friedrich con orgoglio.
-Ma cavoli, siete voi tre!- esclamarono i gemelli.
-Sei stupenda Lauren- fece saltellante Bill- ne voglio uno, ne voglio uno, autografato da tutti e tre, con dedica.
-Ci prendi per i fondelli?- chiese Friedrich.
-No, sono serio! Uffi, che idea ti sei fatto di me?- esclamò Bill con una voce acuta indispettito.
-Nulla stavo scherzando, ma mi fa strano dover fare a te un autografo.
-In effetti - fece Bill dubbioso- ma mettila così, ho già il pennarello indelebile adatto per l'occasione!
I ragazzi risero tutti insieme poi dopo averlo osservato a lungo finalmente uscirono.

***

Lauren era in cucina e rideva a crepapelle con la signora Simone, era da due anni che non la vedeva e aveva tante cose da raccontarle e tante curiosità da chiederle.
Quando verso le undici fece la sua apparizione in cucina Tom in modalità zombie appena sveglio, si trovò davanti le due donne che facevano conversazione.
-Uffi, che pizza- bofonchiò il ragazzo- se non è quel rompi palle di Bill a scassare, sei tu mamma?
-Cipollino,- fece teneramente la madre- appena sveglio sei sempre di buon umore vero?
-Mami! Ti prego, niente nomignoli imbarazzanti per favore. Io speravo in un risveglio romantico, ma a quanto pare se non è il petulante tinto sei tu mammina a rompermi le uova nel paniere.
Lauren lo squadrò poi scoppio in una fragorosa risata, non riusciva a smettere e quando fece capolino in cucina anche la testa scarmigliata di Bill la ragazza non ce la fece più.
I due gemelli si guardarono basiti, perché Lauren rideva a crepapelle e li indicava sganasciandosi ? Tom squadrò in modo interrogativo prima se stesso poi Bill. No, non avevano nulla di strano. Il pigiama era pulito, più o meno in ordine per non destare ilarità.
-Insomma, basta!- attaccò scocciato Tom- perché ridi in modo così sguaiato.
Lauren tra le lacrime e le risate accennò una spiegazione, ma fu lenta e faticosa perché stentava a proferire bene le frasi.
-Vostra madre m…m…mi ha raccontato di quando eravate piccoli- cominciò.
-Oddio- fece Bill entrando in cucina e sedendosi davanti alla tavola imbandita pronto a fare una lauta colazione - credo che nostra madre sia entrata in un campo minato.
-E ci abbia sputtanato alla grande?
-Tom, che termini!- si rivolse la signora Simone redarguendo il figlio.
-Sì, e non potrò più guardarvi in faccia- fece Lauren- tra i singhiozzi per le risate.
-Sono seriamente preoccupato che aneddoto compromettente le avrà raccontato?- si interrogò sempre più timoroso Bill.
-Ma nulla piccolino, solo della tua passione per dare dei nomi strani alle cose.
Bill, cercò di far mente locale, ma siccome ne aveva creati tanti di neologismi non riusciva a ricordarsi quali avrebbero potuto suscitare tante risate.
-Già, il Tommisauro, il coniglio Nicchio, Pepsicologo il serpente- elencò Lauren.
-Sì e poi dicevo il cimena invece di cinema, ma non vedo perché sganasciarsi dal ridere.
-Già, nemmeno io- proferì calmo Tom mentre si versava del tè e attaccava una fetta di pane e Nutella.
-No, credo di essermi lasciata sfuggire due simpatici nomignoli di cui non volevate far sapere nulla- disse timidamente la signora Simone.
I due gemelli si guardarono con aria interrogativa, cercando nella memoria altri nomi che potevano scatenare tante risate.
La mamma con una lieve punta di rammarico per aver messo così in imbarazzo i suoi figli tentò di sviare il discorso.
-Bill, Tom volete due uova?
Lauren intanto cercava di riprendersi e di dominare le risate, ma ogni volta che guardava Tom negli occhi rideva.
-Basta, insomma Lauren, o mi dici perché ridi tanto o mamma, invece di sviare abilmente il discorso, raccontaci- incalzò Bill ormai roso dalla curiosità.
-O- tentò Lauren- mi ha raccontato di quando da piccoli facevate il bagnetto.
-Ah, quella volta che Bill stava per affogare nella vasca perché voleva prendere la sua Paperbilly?
-Veramente mi hai spinto tu nella vasca perché avevo staccato la testa a Ranatom e stavo affogando a testa in giù!
-Ma tu sgambettavi tanto che non riuscivo a tirati su- si difese Tom- comunque sei ancora qui a rompere le palle.
-Grazie al cielo- disse fieramente Bill.
-No, piccoli, sono andata oltre- confessò la madre.
Tom e Bill erano esasperati, non si ricordavano nulla di esilarante a proposito del bagnetto e del fatto che dessero dei nomignoli strani alle cose.
-Vi ricordate quando un giorno vedendo me uscire dal bagno vi siete accorti di una certa differenza?
Bill cominciò a sbiancare si stava sovvenendo del piccolo particolare e timidamente accennò balbettando:
-E ho chiesto, "mamma perché tu non ce l'hai?"
-Già!
Bill rosso come un pomodoro lasciò cadere la testa sul tavolo e appoggiando entrambe le mani sul volto tentava di non morire per la vergogna.
-No, mamma- fece con la voce flebile- non le avrai detto dei due nomignoli? -chiese con un filo di voce il ragazzo.
-Ebbene mi è sfuggito- confessò costernata la signora Simone.
-No, Tom, siamo rovinati!- sentenziò Bill.
Il ragazzo però rimaneva impassibile, con la fetta di Nutella in bocca. Lui non ricordava nulla e non capiva l'imbarazzo del fratello.
-Temo che le tue doti mascoline saranno messe a dura prova- fece Bill sempre tenendosi il capo tra le mani per la vergogna.
-Già- fece Lauren che aveva ripreso a ridere senza ritegno- basta non ce la faccio più. Come li chiamavate i due piccoli attributi?
Tom rimase perplesso qualche istante poi si alzò di scatto bianco come un cencio lasciando cadere l'ultimo pezzo del pane e cioccolata, si rivolse alla madre e disse:
-Le hai detto di Tillo e Billo?- con un filo di voce.
-Sì, cipollino, mi è sfuggito- concluse la signora Simone
-Sì- disse Lauren svuotata e senza fiato- so di Billo e Tillo e scusa, ma non riesco a smettere di ridere.
-Voglio morire- fece Bill che non aveva ancora rialzato la faccia.
-Billo e Tillo?- urlò Tom- tu alla mia ragazza vai a dire una cosa del genere? Mamma ma sei fuori!
-Sì, perdonami, tesoro, dai in fondo è carino- si difese timidamente la madre del ragazzo.
-Cosa è carino? Ma io non ho più quattro anni e poi è l'idiota di Bill che lo ha inventato- fece il ragazzo infuriato.
-Sì, ma tu ne andavi fiero- si difese timidamente Bill.
-Ma che cazzo dici Bill, eri tu che insistevi per chiamarli così. Sei tu che sculettavi terga al vento ogni tre per due e mettevi in mostra Billo.
-Non è vero, il nudista esibizionista eri tu con Tillo al fresco- affermò perentorio Bill.
Lauren non accennava a smettere di ridere ed era praticamente in apnea, i due ragazzi, poi, stavano aggiungendo particolari sempre più esilaranti sulla loro infanzia, cosa che provocava un aumento delle risate.
-Dai- fece Lauren, tentando di dominarsi- se vuoi saperlo io la mia la chiamavo "Pipetta".
-Pipetta?- fece Tom squadrando la ragazza.
-Sì, anch'io mi ero chiesta perché il mio papà avesse quella strana cosa mentre io no.
-Pipetta- disse flebilmente Bill che aveva avuto il coraggio di rialzare il viso- siamo messi bene!- concluse- Billo, Tillo e Pipetta.
-Meglio non dirlo in giro- fece laconico Tom cercando di non morire dalla vergogna.
-Già- fecero Lauren e Bill insieme.
La mattina era terminata gioiosamente intorno a una colazione pantagruelica.

***

-Tesoro, hai qualcosa per pulire i tappetini della macchina?- chiese il signor Gordon alla compagna appena rientrato.
-No? Perché?- chiese la signora Simone.
Tom fece capolino dalla porta d'entrata pallido e mesto in volto, dietro di lui con un sorriso smagliante Bill.
-Tom, caro, ti vedo provato- fece Lauren accogliendo il ragazzo dandogli un bacio sulla fronte e prendendolo dolcemente per mano- cos'è successo?
-Ho rimesso- fece flebilmente Tom.
-Ah, per quello hai questo colorino verdognolo che ti dona molto- fece ironica- ma non hai l'influenza vero?
-No, è colpa dell'idiota che ha diviso con me il liquido amniotico!- fece con un tono acido.
-Uffi, sempre colpa mia!- tentò di difendersi Bill.
-Certo piccolo- accennò il signor Gordon rivolto al ragazzo.
-Quell'idiota è irrimediabilmente negato per la guida- concluse acidamente Tom.
-Non è vero!- si difese con veemenza Bill.
-Tesorino- accennò timidamente il patrigno- non sei proprio un gran talento in macchina, diciamocelo.
-Un gran talento- fece Tom che cominciava a riprendersi tra le braccia calde e accoglienti di Lauren, che lo coccolava amorevolmente- è un eufemismo, Bill è totalmente negato, un pericolo per il genere umano.
-Allora era la prima volta che mi sedevo al posto di guida e mi si è spenta due o tre volte la macchina.
-Allora moltiplica le due o tre volte per venti e poi ne riparliamo, dopo la duecentesima volta che cercavi di ripartire ho appena fatto in tempo ad aprire lo sportello dell'auto e ho rimesso la cena di due giorni fa.
-Insomma, papino difendimi!- fece Bill sperando di ottenere conforto e una difesa inoppugnabile dal patrigno, ma quello che ottenne fu:
-Bill, sai Tom è sempre venuto con me ogni volta che gli ho detto di provare la domenica nel parcheggio del centro commerciale, anche se era stanco perché magari appena rientrati da qualche concerto o prova o tour, tu invece hai sempre rifiutato, quindi ora è normale che lui sappia guidare e quando avrà passato lo scritto potrà subito fare la pratica e quindi guidare. Tu dovrai attendere parecchio, anche perché leoncino,- fece dolcemente il patrigno accarezzando il ragazzo in testa- sei veramente e totalmente senza speranza alcuna!
-Già sei totalmente negato- affermò con convinzione Tom.
-Mami, sono cattivi, tutti coalizzati contro di me! Uffi, sono stato bravo oggi, finalmente sono riuscito a mettere in moto la macchina e…
-Ma se andavamo talmente a scatti che alla fine ho rimesso- concluse Tom accolto tra le braccia amorevoli di Lauren sdraiati abbracciati sul divano- per fortuna ho avuto il tempo per farlo fuori dalla macchina.
-Vorrà dire che farò lezione con la mami, lei è molto calma e paziente- fece Bill cercando conforto e le coccole della mamma.
-Sai, Bill forse dovresti prender lezione con una scuola guida, loro hanno i doppi pedali e sapranno insegnarti certamente meglio di me- fece la signora Simone con molta dolcezza.
-Tradimento- fece rattristato Bill- mami, anche tu mi pugnali! Sono piccolo e nero! Mi trattate peggio di Calimero. Che tristezza, sono un genio incompreso.
Tutti risero guardando il povero Bill con il suo ego a pezzi, ma poi con estrema dolcezza il signor Gordon e la signora Simone lo abbracciarono e stampandogli due sonori baci sulla guancia fecero:
-Piccolino, tu sei bravo in altro, guarda quanti premi avete vinto grazie a te e alla tua voce.
-Scricciolo sei bravo come cantante e potrai sempre far guidare qualcun altro, in fondo hai l'autista, o no?- tentò di addolcire la pillola la signora Simone.
-Già- fece ringalluzzito Bill guardando tutti i premi e i dischi di platino appesi alla parete- tutto merito mio sono il grande del gruppo, il leader, il trascinatore delle folle, non ho bisogno di guidare.
Lauren e Tom sdraiati sul divano si guardarono negli occhi e con uno sguardo di intesa si alzarono di scatto e imitarono il ragazzo in una sua celebre performance sicuri di ottenere l'effetto desiderato:
-It's raining man, it's raining man alleluja- cantarono rifacendo l'epica scena del concorso canore a cui Bill aveva partecipato.
-Stronzi bastardi, non ho stonato!- si difese Bill esasperato...
-No, ti serviva solo un tavolo da biliardo, le stecche le avevi già prese!- concluse Lauren sorridendo al suo amico Bill.
Tutti scoppiarono a ridere mentre Bill completamente abbacchiato si ritirò in camera in sua.
-Dai, andiamo a cena fuori- propose la signora Simone.
-Offre il celebre cantante dei Tokio Hotel- fece ironicamente Tom
-No, di certo, dopo tutto quello che mi avete detto, non ci penso nemmeno- disse Bill dalla sua camera.
-Offro io- fece Lauren- domani è il mio giorno, ci saranno le prove generali, sono agitatissima. E poi arrivano tutti i parenti e gli amici e non avrò la testa per pensare a nulla, quindi volevo approfittarne ora con calma per assaporare appieno della compagnia della mia seconda famiglia.

***

-Noni- fece Bill abbracciando la nonna che rientrava dopo le prove generali- perché piangi?
-Oh, Bill, Lauren è stupenda!- disse con una voce tremante dalla commozione e due lacrime d'emozione che le bagnavano il viso.
-Ma signora Schmitt, che dice, è troppo buona, sta esagerando- fece Lauren entrando accompagnata da una seconda signora anziana.
-No, no ha ragione- aggiunse la nonna di Lauren che era entrata a sua volta in casa e davanti a tutti gli amici dei ragazzi - è la mia nipotina, è la mia nipotina.
-Sì è una ballerina formidabile- concluse la nonna dei due gemelli.
-Raccontate- incalzò curioso Tom che aveva tolto il cappotto alla nonna di Lauren e la stava accompagnando sul divano.
-La mia nipotina è fantastica, balla sempre e benissimo ha delle parti importanti in tutti i balletti.
-E' splendida, leggera, leggiadra- incalzò la nonna dei gemelli.
-Di una maestria senza eguali- disse soddisfatta nonna Beier, la nonna di Lauren- nel passo ha tre è semplicemente sublime, i due ragazzi sono bravissimi e ballano con lei in modo splendido.
-Sì una scena drammatica, romantica, bellissima- asserì nonna Schmitt.
-E nell'assolo è favolosa- fece rivolta alla compagnia di ragazzi intorno a lei.
-Nonne vi prego, calmatevi fatemi salutare i miei amici che non vedo da due anni.
Lauren fu circondata dai suoi vecchi amici Karola, Annie, Gertrude, Ruth, Alex e Ralph.
-Karola, ma quanto sei diventata alta? - esclamò Lauren.
-Ma no- fece arrossendo un poco la ragazza.
-Dai sei più alta di Bill con criniera.
-Piantala, tu piuttosto a quanto pare sei una ballerina affermata.
-No, sono le nonne che esagerano, Annie piuttosto, i tuoi studi? Sei riuscita a liberati dall'esame, grazie ne sono commossa- fece Lauren stringendo l'amica- Mi viene da piangere- fece Lauren con due grosse lacrime che le solcavano il viso- mi siete mancati tanto, sono talmente felice di poter ballare solo per voi domani, sono così commossa che insomma…
Lauren non riuscì a terminare la frase e scoppiò a piangere cercando le accoglienti braccia di Tom.
-Mi vengono in mente mille ricordi, di solito eravamo riuniti per assistere ai concerti dei mentecatti Develish e ora eccoci qui- fece cercando di dominarsi la ragazza.
-Di nuovo riuniti come ai vecchi tempi- asserì fiero Bill che amava circondarsi dei suoi fidati amici.
-Pensa neanche per i nostri concerti non siamo mai più stati insieme- fece felice Tom.
-Vero è da dopo le cerimonia di diploma che non siamo più stati riuniti tutti- confermò Alex.
-Fantastico, vado a lavarmi e poi vi raggiungo, dobbiamo organizzarci, sarà una serata fantastica- fece gioiosa Lauren- mio padre arriverà fra poco, quando sarà sistemato in hotel ci raggiungerà.
-Le mamme hanno preparato una super pantagruelica cena, sono tutte a casa di Gustav che spadellano- spiegò Bill- mentre i ragazzi stanno organizzando i tavoli, saremo metà di mille.
-Adoro le cene di famiglia- fece Lauren al settimo cielo.
-Che bello sembra Natale- aggiunse con un sorriso smagliante Bill.
-Bambini metto sui un po' di tè?-Si alzò dal divano la signora Schmitt.
-C'è la crostata di more- annunciò la nonna di Lauren che l'aveva portata apposta da casa.
-Uhm, nonna sei la migliore- fece Lauren abbracciando sua nonna.
-E noni ha fatto i suoi super biscotti farciti- annunciò con uno sbavino sulla bocca Tom.
-Sì- urlarono in coro i ragazzi che conoscevano benissimo i mitici biscotti di pasta frolla della nonna dei gemelli Kaulitz poiché erano i fedeli compagni dei ragazzi ai loro concerti.


Dopo cena tutti i ragazzi si ritirarono nell'appartamento dei gemelli Kaulitz per terminare la serata tra giochi e scherzi come un gran pigiama party.
- Io con Bill non dormo- asserì con forza Gustav.
-Io passo, - fece categorico Georg- già ce lo sciroppiamo su quel cazzo di autobus ed è veramente insopportabile!
-Anche noi, passiamo quando dorme nel lettone lo occupa tutto- fece Tom.
-E' un rompi palle di dimensioni galattiche- aggiunse con forza Lauren
-Per non parlare poi di quando parla nel sonno!- aggiunse con una smorfia ridicola Gustav.
-Non è vero- fece scocciato Bill.
-Sì- fece sicura Ruth.
Poi tutti si voltarono verso di lei sgranando gli occhi, lei divenne rossa e per tentare di rimediare disse- me lo aveva raccontato Tom.
-No, no, non ce la racconti giusta- fece senza molto tatto Georg.
-Piantala- disse con forza Bill- insomma come sempre sono bistrattato da tutti, nessuno mi vuole!
-Già- confermarono tutti in un coro all'unisono.
Bill si sentì smarrito poi tutti cominciarono a ridere spintonandolo, abbracciandolo, facendogli il solletico affettuosamente.
-Sì ma come ci organizziamo?- chiese un po' preoccupata Annie che temeva di doverselo beccare in camera sua.
-I miei genitori andranno a dormire da Gustav, quindi la camera degli ospiti è libera, potrebbero dormirci Gertrude e Ruth - disse Tom- Karola, Annie, in camera di Bill, Alex e Ralph sul divano letto, Gustav e Georg a casa loro e Bill sul pianerottolo a fare la guardia.
-Ah, ah- fece Bill acidamente- io dormo con voi, tanto Lauren non te la dà, prima di una performance importante non si fa sesso.
-Bill, va fan culo- disse Tom arrossendo.
-Guarda che io non ti voglio, quando dormi con noi finisce che tu ti prendi tutta la coperta e il letto e io mi ritrovo spiattellata in un angolo con la cozza rap attaccata alla schiena. Non farò sesso prima di un balletto, ma nemmeno trascorrere la notte insonne- poi concluse - perché non dormi con i ragazzi sul divano letto?
-Perché la patata bollente ce la passi a noi?- chiese Ralph.
-Già- fece dubbioso Alex- perché non dorme con Gustav?
-Per carità come ho già detto io me lo sciroppo già sull'autobus. Ho il letto sopra il suo e ogni tanto vengo svegliato dalle sue urla animalesche.
-Per non parlare di quando si sentono dei colpi pazzeschi che fanno tremare l'autobus e di quante volte si è sfracellato al suolo?
-Ormai non si contano- fece Tom divertito guardando suo fratello che si stava arrabbiando.
-Vero abbiamo aggiunto le sponde come nei letti dei bebè per non parlare dei paracolpi alle pareti.
-Scusate ma perché mi "smerdate" così?- protestò vivamente il ragazzo- non ci sono i paracolpi al mio letto e nemmeno le sponde! Siete una banda di stronzi patentati!
-Diciamo solo la verità!- fecero in coro Gustav e Georg.
- E poi il gioco " spara su Bill" è così divertente!- rispose contento Gustav.
-Sì, ma il sottoscritto invece non lo ama molto- ribadì il ragazzo.
- Propongo l'estrazione a sorte!- fece Ruth pragmatica
-Mi sembra la soluzione migliore- fecero tutti approvando con il capo.

-Ecco come sempre, che sfiga!- fece Tom estraendo lo stecchino corto- me lo sciroppo io il mentecatto!
-I gemelli del destino- fece Bill felice attaccandosi al fratello e andando con Lauren a braccetto in camera.


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 6


-Coraggio andate- li sollecitò il signor Bart alla fine del primo tempo dello spettacolo- vorrà certo vedervi.
-Oh no, vada lei sicuramente vorrà abbracciare prima i suoi genitori- fece timidamente Tom rivolto ai signori Bart, la madre di Lauren lo stava squadrando da cima a fondo, non amava molto l'aspetto trasandato del ragazzo che sembrava appena uscito dal Bronx.
-Non penso proprio- asserì con sicurezza il padre di Lauren- la piccola vorrà certo vedere i suoi angeli custodi, andate o vi costringo- il signor Bart accompagnò quelle parole con una piccola spinta per sollecitarli.
Bill e Tom felicissimi abbandonarono la platea e si diressero verso i camerini. Erano stati istruiti perfettamente da Lauren prima dell'inizio dello spettacolo e le nonne avevano spiegato ai due ragazzi come fare per raggiungere la ragazza alla fine dello spettacolo. Tuttavia prima della porta di ingresso al backstage un addetto li bloccò.
-Siamo attesi dalla signorina Bart.
-Fatemi controllare i vostri nomi? Siete sull'elenco?
-Spero- fece titubante Tom. -Kaulitz per Bart- disse sicuro Bill.
-Controllo- il signore scrupoloso fece scorrere l'elenco e trovò i due nomi.
-Prego terza porta a sinistra, avete quindici minuti.
-Grazie saranno sufficienti- disse Tom.
-Sì certo di solito duri molto meno- fece Bill sorridendo in modo molto ironico alludendo a qualcos'altro.
-Bill va fan culo che cazzo dici!
-Nulla era una battuta.
-Idiota, io sono un drago tra le lenzuola.
-Sì Grisù- lo spintonò Bill in modo bonario- una fiammella e via.
-Bill se vuoi ritornare una voce bianca dimmelo che provvedo subito.
I due ragazzi erano entrati nel backstage che si presentava alquanto diverso da quello a cui erano abituati.
Dai camerini uscivano ragazze nelle tenute più strane e colorate, con scaldamuscoli di ogni dimensione colore e fattura dai quali uscivano costumi voluminosi o sobri e semplici. Tutti si abbracciavano e si auguravano qualcosa, si scambiavano commenti e dalle porte aperte provenivano risate e battute.
I tecnici, i costumisti affollavano gli stretti corridoi e lavoravano alacremente per preparare tutto per il secondo tempo del Galà. Poi dalla terza porta a sinistra uscì una ragazza trafelata e di corsa.
-Lauren!- chiamò Bill vedendola.
-Scusate devo andare- la ragazza si girò di corsa e rivolgendo un bacio volante ai due amici proseguì la sua corsa dicendo- fatevi spiegare dei ragazzi.
Dalla porta fecero capolino Friedrich e Richard che fecero entrare Bill e Tom nel loro camerino.
-Cosa sta succedendo?- chiese stupito e ancora basito Tom
-Una cosa eccezionale- lo incalzò Friedrich.
I due ragazzi erano ancora madidi di sudore, avevano concluso con il loro passo a tre la prima parte del Galà e avevano ottenuto un enorme successo, tutta la platea era rimasta strabiliata dalla loro performance. Leggera e spensierata nella prima parte, drammatica e intensa nella seconda parte. Il finale tragico poi aveva lasciato tutti ammutoliti, un applauso fragoroso si era alzato da tutto il teatro.
-Mi sono scarnificato le mani per applaudirvi ragazzi siete stati fantastici- fece il cantante mostrando le sue mani arrossate.
-Grazie Bill, ma ora dovete rimettervi in forze perché la piccola ballerà ancora.
-Cosa?- chiese senza parole Tom.
-Sì sostituirà la Bussel infortunata!- annunciò Richard.
-Cosa? ma non era stata nominata la stronza- fece Tom senza mezzi termini.
-Sì, fino a dieci minuti fa era così, ma pensa sia Murru che la signora Bussel hanno insistito perché ballasse Lauren.
-Davvero?- fece Bill sempre più confuso.
-Già, pensa che onore- sottolineò Richard.
-Il direttore artistico e il Maître de Ballet, Samuelson non erano d'accordo, ma i due ballerini hanno insistito e il signor Neumeier ha ceduto, in effetti Lauren era stata la sua prima scelta e visto che la coreografia è sua, ha confermato Lauren.
-Ma la piccola non l'aveva più provata, come farà?- fece Bill con un filo di voce.
-Infatti ecco perché è corsa via così dietro le quinte, sta provando con il signor Murru prima dello spettacolo. Ha per fortuna quaranta due minuti prima di entrare in scena.
-Comunque era solo negli ultimi giorni che era stata sostituita quindi la coreografia la sa benissimo- rassicurò Friedrich i due ragazzi che avevano perso il sorriso.
-Sono in panico totale- fece Bill prendendo a fondo il respiro- sento il cuore in gola come quando devo uscire su un palco per un concerto.
-Anch'io mi sto cagando in mano- fece molto finemente Tom.
-Che buffi, e che belle espressioni colorite che avete voi rockettari.
-E' bello però vedere che ci capite- fece con una punta di malinconia Friedrich- quando vengono i miei amici o mio fratello di solito non comprendono la mia tensione.
-Già prima ti hanno preso pure per i fondelli per la tenuta succinta- gli ricordò Richard.
-In effetti il costumino color carne del primo ensemble era alquanto sconvolgente- fece Friedrich.
-Vero- confermò Bill- sembravate nudi.
-Comunque io sono un po' incavolato- fece Tom riprendendosi dopo la notizia shock- avete baciato la mia ragazza- poi rivolto a Friedrich con fare minaccioso- e tu ci hai ficcato pure la lingua!
-No- si difese con forza il ragazzo- non è vero ti assicuro.
-Già già- rincarò Bill- io ero seduto accanto alla tua ragazza e anche lei ti aspetta al varco, si è girata e ha detto rivolta alla ragazza di Franz "quando lo vedo lo castro".
-La mia "susina" non direbbe mai una cosa del genere- asserì sicuro Friedrich.
-Non ha usato proprio questi termini, Bill- fece rincarando la dose Tom- ma un'espressione più rabbiosa.
-Mi difendo, non è vero. Poi Lauren mi sembra che ti aveva informato?
-Sì mi aveva parlato di alcuni baci che facevano parte della coreografia, ma le carezze polipo e i tentacolini insinuati in molti anfratti di cui solo io ho libero accesso, questo no. Ti aspetto fuori, da uomo a uomo- fece Tom scuro in volto.
-Tom, non essere così cavernicolo- lo redarguì Bill- ci penserà già Brigitta.
-Piantatela ragazzi di prendermi per i fondelli- disse sempre più impacciato Friedrich.
Richard intanto rideva in un angolo mentre si asciugava il sudore e si sistemava prima di rientrare in scena per i saluti finali.
-Sipario fra cinque minuti- si udì una voce nel corridoio.
-Ragazzi dovete tornare in platea- li invitò Richard gentilmente- e salutatemi Brigitta.
-Bastardo- incalzò Friedrich che aveva perso il sorriso.
-Sì, senza dubbio- fece Bill gongolante per una volta che non era lui al centro dello scherzo.
-Ti aspetto fuori lo stesso- concluse Tom- salutatemi il mio fiorellino.
-Le daremo un bacio e la palperemo bene- scherzò Richard.
-Provaci e ti manometto i sospensorio la prossima volta- ribatté torvo Tom.

***

-Non ho più voce e le mani sono fucsia- concluse Bill rivolto all'amico.
-E non si intonano con il tuo giubbottino nero- fece divertito Gustav.
-Ah, ah- fece con tono innervosito il cantante, poi cambiando discorso aggiunse- Lauren è fantastica sono senza parole.
-Anch'io, la credevo, brava, cioè le prove che avevamo visto facevano intuire qualcosa, ma quello che abbiamo visto supera la mia immaginazione- asserì Georg.
Tom raggiunse i suoi amici.
-Ottimo lancio del bouquet Tom- lo rassicurò Bill- hai quasi ucciso la nostra étoile ma fa nulla.
-Oddio Bill che pronuncia delle parole in francese.
-Siamo ai confini del paranormale- fecero in coro i ragazzi.
-Mami- disse Bill avvicinandosi alla madre- ai miei concerti non piangi come una fontana.
-No, piccolino, i vostri concerti sono un po' più movimentati qui c'è poesia, amore, sofferenza, sono commossa. La signora Simone si aggrappò al braccio del compagno in evidente stato di imbarazzo, con due lacrime che le bagnavano il volto.
Poco più in là il padre di Lauren era immobile in stato catatonico fissava il sipario ormai calato.
Mentre la madre di Lauren anche lei abbastanza scossa sfogliava nervosamente il libretto del balletto leggendo in continuazione la pagina dedicata alla figlia.
-Mi trema la tasca- fece Tom- numero sconosciuto- disse ad alta voce e lesse- "venite dietro le quinte siamo in emergenza". Tom e Bill ripercorsero i passi che avevano fatto poco prima, la scena si ripeté simile.
Bussarono al camerino, ad aprirgli Richard e Friedrich vestiti in civile.
-Solo voi riuscirete a calmarla è così da quando è rientrata in camerino.
Lauren era seduta davanti allo specchio con il costume di scena un asciugamano posato sulle spalle dai suoi due partner e circondata dai fiori che gli amici le avevano tributato, piangeva.
-Amore che c'è?- chiese allarmato Tom avvicinandosi e prendendole la mano. Lauren si tuffò nel caldo petto del ragazzo continuando a piangere.
-Fiorellino- fece titubante Bill avvicinandosi a sua volta all'amica- che cos'hai? Hai ballato benissimo, sei stata eccezionale, incredibile. Ti hanno chiamato fuori per gli applausi almeno sette volte.
Lauren non diceva nulla e piangeva affondando la sua testa nell'enorme felpa del ragazzo che le accarezzava dolcemente la testa madida di sudore.
-Piccolina mia, che c'è- fece Tom cercando di staccarla lievemente dal suo corpo guardandola negli occhi blu cielo velati dalle lacrime.
-Ho ballato malissimo- disse la ragazza tra un singhiozzo e l'altro.
-Scherzi?- rispose con forza Bill.
-E' vero noi di danza ne capiamo poco, niente direi, ma la platea mi sembra che abbia apprezzato.
-No, non capite ho ballato malissimo, ho sbagliato tutto, sono una frana, non so perché mi hanno dato la parte.
Lauren non accennava a calmarsi. I due ragazzi ammutoliti di fronte a questa scena poterono solo stringerla in un collaudato abbraccio a sandwich.
Poi qualcuno bussò al camerino, era il signor Neumeier che voleva parlare con la ragazza, era stato informato da Friedrich e Richard che Lauren era disperata.
Quando il coreografo entrò Lauren fece capolino con la testa da sotto la felpa di Tom, ma rimanendogli abbracciata si discostò poco e con estremo sforzo tra i singhiozzi accennò:
-Mi dispiace, ho ballato malissimo.
Il signor Neumeier senza dire nulla si avvicinò e chiese a Tom.
-Quanti anni ha la vostra amica?
-Diciotto- rispose un po' stranito Tom che non capiva molto.
-Da quanto tempo?
-Circa una settimana- affermò Bill anche lui confuso.
-Ecco signorina, diciotto anni appena compiuti e appena diplomata, direi.
-Ma ho sbagliato molte cose, ho ballato malissimo e…
-Perfetto, lei certo non è la signora Bussel, ovvio, se avessi voluto un'esibizione perfetta dal punto di vista coreografico e tecnico avrei scelto senza dubbio la signorina Denkova.
-Ecco, ma perché me?- si interrogò Lauren- io proprio non capisco. Eravate tutti d'accordo che la mia poca esperienza avrebbe messo in gioco la buona riuscita del passo a due finale. La sua coreografia poi, una prima, creata apposta per la signora Bussel. -Certo la mia coreografia l'ho splendidamente vista ieri alla generale.
-Ecco, ieri, non oggi, non la sua coreografia, io ho sbagliato tutto- sottolineo Lauren tra un singhiozzo e l'altro.
-Vero, ha cambiato dei passi perché tecnicamente le sono ancora un po' difficili, deve rafforzarsi, certo la signorina Denkova ha quattro anni in più di esperienza.
-Perché non ha fatto ballare lei? Lo ha detto lei stesso. Ho sbagliato tutta la coreografia.
-No, non è vero- asserì semplicemente il coreografo.
-Sì, lo ha appena detto- ribatté con forza Lauren che si stringeva sempre più a Tom cercando di sparire sotto la sua felpa- la coreografia si chiamava "Euthanasie" la mia interpretazione invece.
-E' stata semplicemente unica, dolce, delicata, come il tocco di una farfalla- incalzò il coreografo.
-Ma lei non voleva questo- fece la ragazza affondando il viso nel petto di Tom e piangendo.
-Certo, ma questo non vuol dire che la sua interpretazione non mi sia piaciuta e solo stata diversa. Sa quale particolare mi è piaciuto di più?
-Quello in cui Lauren bacia dolcemente il ragazzo morente e staccandosi da lui gli sposta i capelli dietro all'orecchio, si alza come se stesse raccogliendo l'ultimo anelito di vita, lo stringe al suo cuore e lo porta via- disse Bill tutto d'un fiato.
Il signor Neumeier lo guardò stupito:
-Esattamente, quella dolcezza che solo una ragazza che si avvicina all'amore da poco sa trasmettere. Quella freschezza e semplicità che mi aspettavo affidandole la mia coreografia.
-Ma la morte non doveva essere dolce-disse Lauren- questo dalla signora Bussel non l'ho mai visto.
-Certo la signora ha un'altra maturità è una donna, stupenda ballerina con un'esperienza infinita che ha lavorato mille volte con personaggi diversi e ha acquisito una capacità incredibile di calarsi perfettamente nei ruoli a lei assegnati. La sua era una "Signora Morte" fredda, implacabile il tocco gelido che strappa via la vita.
-Io non ne sono stata all'altezza- fece Lauren.
-Certo signorina- fece categorico il coreografo- lei ha rappresentato la dolcezza della morte, quella che libera dalle sofferenze della vita umana.
Lauren lasciò le braccia sicure di Tom e corse ad abbracciare il coreografo come una bambina, lasciando l'arcigno e autorevole signore senza parole.
-Grazie, grazie- diceva Lauren tra le lacrime- allora la mia interpretazione le è piaciuta?
-Moltissimo e ringrazio il cielo che sia ieri che oggi abbiamo ripreso tutto, così potrò rivedere le due facce della mia opera. Aspra e cruda quella della signora Bussel e quella dolce e delicata della signorina Bart.
A quelle parole Lauren non poté fare a meno di reprime un moto del cuore e baciò sulla guancia quel signore.
-Grazie grazie- poi lasciandolo interdetto si rituffò sotto la felpa di Tom che l'accolse con gioia baciandola sulla fronte.
Il signor Neumeier uscì lasciando Lauren tra le lacrime che piano piano cadevano meno copiose.
-Sto, tremando ancora- fece con un filo di voce- non è giusto sono troppo piccola per poter sopportare tutto, non voglio, non voglio.
I due ragazzi rimasero interdetti, quando sembrava che Lauren fosse stata rassicurata, le lacrime ricadevano abbondanti. Ai due ragazzi non rimaneva altro che coccolarla dolcemente.
Poi qualcuno bussò al camerino.
-Signorina Bart sono felicissimo- fece il signor Murru entrando nel camerino.
Si fermò subito interdetto per la scena che gli si presentò, Lauren piangeva tremante tra le braccia di Tom e Bill le teneva dolcemente le mani.
-Scusate- fece titubante il ballerino- come mai piange così?
Lauren girò il volto solcato da due grossi lacrimoni e disse trattenendosi un po':
- Sono scossa, ancora non ci credo, come ha fatto a ballare con me?
-In che senso?- chiese stupito il ballerino.
-Ho cambiato mezza coreografia, sono una frana totale, come ha fatto?
-Ho ballato benissimo, la sua interpretazione mi ha coinvolto tantissimo siamo stati stupendi insieme, mi sono trovato molto bene, tranquillo e sicuro. Perché sta piangendo?
-Piange perché crede di aver ballato male e anche se il signor Neumeier l'ha tranquillizzata- spiegò Bill- il nostro fiorellino piange.
-Oh, me ne rendo conto, così all'ultimo minuto dover entrare in scena è difficile per qualsiasi ballerino, ma lei ha dimostrato una prontezza e una lucidità degne di un professionista.
-Grazie, mi fate sempre tanti complimenti, ma io sono agitatissima, ho cambiato mille cose e la mia interpretazione è stata l'opposto di quella voluta.
-Ma il passo a due l'abbiamo ballato in due e se è venuto diverso dall'originale è perché insieme lo abbiamo cambiato. Le sensazioni che ho provato con lei mi hanno portato a modificare a mia volta ciò che con il corpo trasmettevo.
- Certo- fece a sua volta la signora Bussel che era entrata nel camerino per congratularsi con la ragazza- la sua interpretazione è stata molto lontana dalla mia, ma le posso assicurare che dalla mia poltrona in platea ho pianto per la dolcezza della sua danza. Lauren lasciò per un momento i due ragazzi che la sostenevano e asciugando le lacrime chiese:
-Non lo state dicendo per consolarmi, vero?
La signora Bussel le si avvicinò e la abbracciò stampandole un bacio sulla fronte disse.
-Sono proprio contenta di non aver danzato questa sera, sono contenta di averla vista ballare e infine sono contenta che il signor Neumeier abbia esaudito il mio desiderio di far esibire lei. La signorina Denkova avrebbe danzato senza dubbio perfettamente ma certamente non sarei stata altrettanto felice e mi sarebbe rimasto il rammarico di non aver ballato.
-Certo, invece- incalzò il signor Murru- lei ha ballato come la signorina Bart.
-No, vi prego, mi state facendo troppi complimenti, non riesco a trattenere le lacrime, come faccio?
-Non si preoccupi, i suoi amici la consoleranno al meglio, si cambi, coraggio tutti la stanno aspettando per festeggiare la fine dello stage, manca solo lei. I due ballerini lasciarono i tre ragazzi soli.
-Allora fiorellino, ho sentito solo i complimenti di tutti, forza e coraggio, dobbiamo raggiungere i tuoi genitori e gli amici, tutti ti aspettano.
-Certo tesorino, tuo padre versa in stato catatonico davanti al palco vuoto, devi andare a staccarlo dalla poltrona, mentre tua madre consuma il libretto con la tua biografia e le tue foto.
-Non prendetemi in giro- fece Lauren con un accenno di sorriso.
-No, è vero, sono totalmente stravolti e nostra madre sta piangendo come una fontana dai primi minuti in cui ti ha visto ballare. -Che carini!
-Noi poi abbiamo urlato come matti.
-Sì, vi ho sentito, una voce poi fra tutte ha gridato a pieni polmoni un urlo alla Schrei, mentre un mazzo di fiori mi è piombato tramortendomi quasi, Tom che cavolo di lancio hai fatto?
-Ho preso dalle mie fan- fece Bill fiero- vedi quando mi ci metto sono grande.
-Anche i lanci di peluches gli ho imparati dalle nostre fan- incalzò il chitarrista.
-Veramente le vostre fan vi tirano anche oggetti più, come dire intimi- fece la ragazza ironica.
-Sì ma non era il caso di tirare i boxer infestanti di Tom- incalzò Bill ridendo.
-Ah, ah- concluse Tom freddamente.
-Scommetto che il mazzo di rose rosse e nere posizionate come il logo dei Tokio Hotel sono frutto della mente del piccolo Bill.
-Esatto! Saranno una gallata senza eguali?- fece tronfio il ragazzo.
-Sì, splendide, eccole, le adoro. Poi la scatola dorata con dodici rose rosse a stelo lungo credo siano frutto di un ammiratore segreto totalmente innamorato di me.
-Certo- fece Tom tirandola a sé e baciandola affettuosamente.
-Mentre il mazzo di rose rosa è del mio papinou- poi aggiunse -I ragazzi mi hanno fatto consegnare una scatola di cioccolatini, stupendi, ora ce li scofaniamo a casa.
-Bene bene- fece Bill felice fregandosi le mani- adoro i cioccolatini.
-Mi sistemo, datemi qualche minuto, ma Tom, ho totalmente e irrimediabilmente macchiato la tua maglietta di cerone!- fece Lauren guardando il ragazzo, poi aggiunse- tesoro perché ti sei vestito da cazzone rap? Non avevamo deciso per abiti civili meno Tom dei Topkio Hotel?
-Sì, ma- fece titubante il ragazzo
-Ma lui è Tom, cazzone rap in tutto e per tutto- fece Bill cercando di essere il più convincente possibile.
-Cosa ha detto mia madre quando ti ha visto entrare così?
-Nulla, mi ha solo incenerito con lo sguardo- spiegò Tom tremante al ricordo dello sguardo gelido della donna.
-Lo immagino- fece asciutta Lauren.
-Sta ancora tremando- incalzò divertito Bill, che di frasi gentili ricevute dalla signora Bart ne aveva un intero campionario.
-Mi nascondete qualcosa?- chiese Lauren con un piccolo dubbio in mente.
-No, assolutamente no!- fece categorico il cantante- Va tutto benissimo.
-Ho capito ci piomberà una merda secca di dimensioni epocali, vero?- fece Lauren subodorando qualcosa- ti trema il sopracciglio quando menti, Bill.
-Davvero? No, no, niente di irreparabile, normale routine, un centinaio di ragazzine urlanti fuori dal teatro che ci aspettano al varco e forse qualche tv di gossip, niente di strano.
-Per questo il signorino fa il cazzone rap?- chiese la ragazza.
-Uffi, se non ti piaccio così me ne vado- fece scocciato il ragazzo.
-No, piccolino rasta- fece Lauren trattenendolo- mi piaci, felpa XXL e pantaloni " me la sono fatta nelle mutande". A proposito, levati la maglia macchiata, il padre di Richard mi ha portato quella che gli avevamo chiesto.
-L'originale?- chiese soddisfatto Tom che pregustava di ritornare in possesso della sua t shirt preferita.
-Eccola- Lauren gliela porse e Tom soddisfatto si tolse quella macchiata restando a torso nudo.
-Cavoli- fece Lauren guardando il ragazzo- certo che i miei partner sono meglio messi di te, hanno un fisico da paura, tu sei gracilino, praticamente non hai muscoli, vedessi Friedrich che fisico ogni volta che lo toccavo…
Tom torvo e con una vena pulsante si infilò rapidamente la maglia poi grugnì nervoso:
-Fan culo, ti ho visto sai nel passo a tre che slinguazzata vi siete dati e i due continuavano a toccarti dove non si dovrebbe.
-Ah, lo sapevo, mi stavo solo divertendo tesorino- fece Lauren con un sorrisetto diabolico avvicinandosi al ragazzo-vieni qui voglio solo il tuo sapore sulla mia bocca.
Tom allora impetuosamente cominciò a baciarla senza mai staccarsi da lei.
-Raga- fece Bill- respirate coraggio, no, no, vi prego, nove settimane e mezzo fatelo dopo!
Lauren si interruppe dopo un po':
-Scusaci Bill, ma Friedrich mi ha detto della scenata di gelosia di Tom e dei commenti della sua ragazza per cui volevo divertirmi un po' a sue spese.
I due ragazzi si scambiarono ancora qualche coccola allora Bill annunciò trionfante:
-Abbiamo una sorpresa per te!
-Davvero?- chiese curiosa Lauren- che cos'è?
-Non te lo dico, se no che sorpresa è?- incalzò il ragazzo.
-Dai- fece Lauren leziosa avvicinandosi come una faina e sfoderando le sue doti persuasive migliori. Bill arrossì profondamente quando Lauren lo toccò dolcemente e gli passò un dito dolcemente sul naso in una mossa che faceva spesso con il suo amico, sapendo di colpirlo in un punto debole.
Tom allora la afferrò lievemente ingelosito da dietro e la abbracciò dicendole all'orecchio:
-Non te lo diciamo, se no che sorpresa sarebbe- per poi baciarla di nuovo con trasporto dietro l'orecchio, sul collo, sulla spalla ed infine mordicchiare il lobo dell'orecchio sapendo di toccare un punto debole della ragazza.
-Possiamo evitare di risvegliare Tillo davanti ai bambini?- protestò vivamente Bill che sentiva il suo stomaco contorcersi dalla gelosia mista ad imbarazzo.
-Scusa- fece arrossendo Lauren- ora mi preparo tesorini e arrivo.
Tom torvo diede un buffetto a suo fratello redarguendolo:
-Se nomini ancora Tillo giuro che ti taglio Billo!
-Cavoli che crudele- fece ridendo sotto i baffi Bill- in intimità come lo chiami?
Lauren era dietro ad un paravento, che si lavava, cambiava e vestiva e si lasciò sfuggire una battuta: -Grisù- disse divertita- un fuoco di breve durata.
Bill guardò il fratello e cominciò a ridere senza contegno, ma ammutolì quando da dietro il paravento vide spuntare la ragazza con uno stupendo vestito lungo grigio polvere con lievi ricami rosa.
-Mi allacceresti amore?- porgendo la schiena completamente scoperta a Tom chiedendo di chiudere tre piccoli bottoncini dietro al collo che tenevano fermo lo stupendo abito.
Tom e Bill rimasero attoniti, Lauren era bellissima, sensuale, il vestito metteva in luce la sua innata eleganza. I due ragazzi erano ammaliati, quella davanti a loro non era la ragazzina dalle buffe gonne fiorate era una bellissima donna.
-Piccoli, ci siete?- fece Lauren sollecitando l'aiuto dei suoi due amici.
Tom come un automa, impacciato e tremante davanti a quella visione si avvicinò alla ragazza. Quella schiena che poco prima aveva baciato ora sembrava così diversa, sentì un nodo in gola che gli bloccava la respirazione avrebbe voluto baciarla tutta quella schiena e andare oltre, ma si dominò. Con fatica e con poca destrezza riuscì ad allacciare i tre piccoli bottoni al collo.
Poi sospirò e Lauren divertita disse:
-Mi sa che anche questa volta metterò a dura prova la tua destrezza.
-Scusate- fece Bill- questa notte ci sono anch'io nel lettone con voi.
-Non penso cucciolo- fece Lauren maliziosa- potrei chiedere a Gustav o a Georg un favore, anzi penso che Georg possa passare benissimo la notte con qualche amica francese di mia conoscenza e lasciare il letto a te.
-Mi sembra un'ottima idea- fece Tom con un largo sorriso mentre si prefigurava il dopo festa.
-Insomma mi cacciate fuori di casa?- chiese un po' risentito il ragazzo.
-Esatto- risposero all'unisono i due ragazzi.
-Uffi- si imbronciò Bill- sono veramente sfigato!- lentamente si portò fuori dal camerino lasciando i due ragazzi per qualche minuto soli e raggiungendo il gruppo di parenti e amici in attesa.
-Tom, dimenticavo- Lauren ripresentò la schiena al ragazzo- la cosa più importante del mondo- la ragazza porse il ciondolo che le aveva regalato il ragazzo al compleanno- me lo rimetti amore?
Tom come quella notte al castello di Vaux le Vicomte circondò il collo della ragazza e allacciò il simbolo del suo amore accompagnando quel gesto con un bacio lungo e caldo.
Lauren trovò ad aspettarla nel foyer del teatro tutti gli amici e i parenti.La prima cosa che fece fu correre tra le braccia di suo padre che la avvolse in un caldo abbraccio mentre sua madre le accarezzava il capo con due lacrime che le velavano gli occhi.
-Oh, papi sono così tremendamente agitata- fece con un filo di voce la ragazzina- non so- poi rivolgendo il capo verso sua madre e vedendola in lacrime- mami, allora?
Lauren non sapeva cosa aspettarsi da sua madre. Nel mese in cui era stata ad Amburgo sua mamma non aveva mai voluto vedere la figlia soprattutto dopo le foto e gli articoli usciti su di lei e i ragazzi. Inoltre la signora Bart aveva tenuto in sospeso la figlia fino all'ultimo sulla sua presenza quella sera.
Ancora tra di loro non si era creato un rapporto affettuoso nonostante tutta la psicoterapia che stava facendo la madre, ma quella sera, in quel momento la signora Bart per la prima volta aveva capito cosa volesse essere madre.
Si avvicinò a quella stupenda ragazza dai capelli lunghi che scendevano mollemente sulle spalle in morbidi boccoli, stretta nel bellissimo abito lungo, grigio cenere con perline finissime e petali rosa delicatissimi era solamente stupenda. Una bellissima ragazza ed era sua figlia quella che aveva ballato con uno dei ballerini più famosi al mondo un balletto di uno dei massimi coreografi viventi. Sua figlia aveva ricevuto applausi fragorosi sia nel primo sia nel secondo pezzo.
La madre di Lauren la prese tra le sue braccia e le disse semplicemente:
-Sono fiera di te, sei stata magnifica, ti voglio bene. Lauren a quelle parole cominciò a piangere senza poter trattenersi e fu accolta da un abbraccio a tre dei suoi genitori.
La signora Simone, il signor Gordon e i due gemelli che conoscevano bene la storia della piccola Lauren si commossero a loro volta vedendo quella stupenda scena.
Poco dopo Lauren fece capolino dall'abbraccio dei suoi genitori e rivolgendosi a Bill disse:
-Neanche il tuo mascara a prova di monsone ha tenuto, sai?
-Già non è fatto per le tempeste del cuore- disse con dolcezza Bill, esitando ad avvicinarsi per paura di essere redarguito immediatamente dalla signora Bart.
Poi Lauren abbandonò il caldo abbraccio del padre e prendendo per mano Tom lo trascinò verso di sé e si rifugiò sotto la sua enorme felpa sussurrandogli:
-Hai visto? La mia mamma è fiera di me, lei che non voleva neanche venire e non mi voleva far fare danza.
-Già a volte accadono dei miracoli- fece con voce tremante dall'emozione il ragazzo.
-Voglio che questo non finisca mai, vorrei che tutto rimanesse così per sempre- sussurrò Lauren guardando profondamente gli occhi nocciola di Tom.
-Anch'io lo vorrei, ma purtroppo…- fece Tom lasciando la frase a metà.
-No, non diciamolo o vivremo questi ultimi giorni in tristezza.- concluse Lauren
-Godiamoci ogni attimo- disse semplicemente Tom.
-Ti amo- fece Lauren assaporando quel caldo abbraccio- sai, adoro le tue felpe XXL perché ci stiamo abbondantemente in due- mi piace il tuo odore.
-Dici che se ti bacio qui davanti a tutti rischio la vita?- domandò titubante il chitarrista.
-Non so, proviamo.- suggerì Lauren.
I due ragazzi si scambiarono un dolce bacio, amorevole, affettuoso ma fugace per timore di irritare la signora Bart che in effetti commentò
-Siete proprio una starna coppia voi due, ma dovrò farci l'abitudine.
-Grazie mamma- fece sorridendo la ballerina.
-Lauren- la richiamò timidamente Bill- c'è una persona speciale che vuole salutarti, vieni, signora Bart- azzardò timidamente Bill- gliela posso rubare?
-Sì, ma un consiglio, tagliati i capelli sembri una ragazza.
-Lo so, ma quando ce li ho dritti sparati in aria è tutt'una altra cosa, no?
-Sì sembri un invasato- commentò acidamente.
-Grazie è l'effetto che voglio ottenere- fece Bill stupendo la signora Bart, poi prese per mano l'amica e con Tom la portarono verso la sorpresa.
Lauren ritrovò i genitori di Gustav e Georg, la sorella di Gustav che stava conversando con una signora distinta ed elegante. -Oddio- esclamò Lauren- la signora Svetlana.
-E' un onore per me- disse la signora di fronte alla sua ex-allieva.
Lauren fece un inchino e tutti la guardarono stupiti poi la sorella di Gustav spiegò:
-Le allieve fanno sempre l'inchino alle loro insegnanti.
Poi le due si abbracciarono:
-Oh, signora Svetlana, è grazie a lei se sono qui.
-Non penso, ti ho avuto come allieva solo per pochi mesi.
-No, è lei che ha convinto i miei genitori a farmi provare l'esame per entrare all'Opéra. È lei che ha detto che avevo talento, che non potevo sprecare il mio dono. Lei è venuta a prepararmi al concorso di luglio quello che ho vinto nella sezione danza classica.
-Lo so ma ho fato poco, credo che tutto il lavoro l' abbia fatto tu, piccola- le fece la signora Svetlana abbracciandola.
-Io però le sarò sempre riconoscente, grazie- aggiunse la ragazza commossa.
Lauren poi fu travolta da tutti i suoi amici che volevano complimentarsi e la frase ricorrente fu "sei magnifica" "sei grande" "una vera stella"
-Sei stata semplicemente commuovente quando uscivi per i saluti sola e spaurita come se non credessi che la gente potesse applaudirti- fece la sua cara amica Leonor venuta apposta da Parigi per vederla.
-E poi quando hai ricevuto il mazzo di fiori che ti ha tirato Tom e il ballerino l'ha raccolto e te lo ha porto- incalzò Sylvie.
-Non sapevo cosa fare ero imabarazzatissima quando mi sono ritrovata al centro e dovevo inchinarmi al direttore d'orchestra e prenderlo per mano e fare la riverenza- Lauren fece una piccola pausa- cioè l'ho sempre visto fare nei balletti sui dvd, dalle mie colleghe più grandi e durante i balletti a cui ho partecipato in questi anni di scuola, ma doverlo fare io - Lauren, tradendo una grande emozione, proseguì il suo racconto- ero impacciata.
-Non si è visto sai- confessò Tom guardandola fiero.
-Vero sembravi nel tuo elemento come se facessi quello da sempre- confermò Leonor.
-E invece ero totalmente in panico, ma il signor Murru l'ha intuito e mi ha sostenuto- raccontò Lauren.
-E' stato gentile- concluse Tom.
-E poi quando uscendo sei andata verso il palco e ti sei inchinata alla signora Bussel- incalzò la sorella di Gustav- sei stata magnifica.
-Grazie, siete troppo gentili, tutti,- fece Lauren guardando tutte le persone che la circondavano- sono troppo felice di essere qui e poter condividere le mie emozioni con voi.
-Spazio, spazio, io voglio un autografo- Bill si fece largo tra la folla di amici che circondavano Lauren con in mano un pennarello nero indelebile e un manifesto gigante della serata.
-Dai, piantala Bill- lo redarguì Lauren- non prendermi per i fondelli.
-No, anche io lo voglio- disse la sorella di Gustav- quando vado ai balletti mi faccio sempre firmare il libretto, prego- le disse porgendo il foglio.
-Oddio, non l'ho mai fatto, mi sento idiota, ma voi come fate?- fece Lauren rivolta ai suoi amici famosi.
-Guarda all'inizio sei impacciato, ora si va in automatico- mostrò con sicurezza Gustav.
-Allora comincio con il libretto di Tom, se non vi dispiace- fece Lauren sorridendo amorevolmente al ragazzo.
Lauren si trovò circondata dagli amici che le chiedevano anche la dedica e lei scriveva divertita magari scambiando anche qualche scemenza.
-Oh, Friedrich- fece Lauren richiamando il suo partner- mi presenti tuo fratello?
-Veramente sono Franz, il fratello.
-Ups- fece Lauren arrossendo.
-Comunque piacere di conoscerti,- fece Franz porgendo la mano- Friedrich mi ha parlato molto di te e dei tuoi amici.
-Bene- Lauren allungò la mano e la strinse forte guardando il ragazzo negli occhi e sorridendo dolcemente.
-Vieni la mia ragazza e Brigitta vogliono conoscerti sono rimaste molto ammirate dal vostro passo a tre.
Lauren fu presentata ai genitori di Friedrich e ai suoi amici che la accolsero come una star.
-Dai venite unitevi a noi- fece Lauren dopo un po' che stavano chiacchierando.
-No, io mi vergogno- disse Brigitta.
-Anch'io- fece Ute la fidanzata di Franz.
Lauren le guardò perplessa.
-Di che cosa vi vergognate?
-Di parlare con i "Tokio Hotel"
-Oddio i quattro idioti sono talmente normali che voi neanche vi immaginate e anche se l'idiota si è vestito da rap e l'altro da invasato rockettaro sotto sono normali, degli scemi integrali vi assicuro.
-E' vero, Bill poi è fuorissimo- fece Friedrich che aveva avuto modo di parlargli più volte- sono alla mano e simpaticissimi.
Il gruppetto di amici di Friedrich si unì agli amici di Lauren e cominciarono a chiacchierare allegramente intorno ai tavoli del buffet.
In breve il ricevimento si trasformò in una bellissima serata.
-Signorina Bart la devo rapire- fece ad un certo punto il signor Neumeier- dovrebbe venire con me, alcuni giornalisti vorrebbero parlare con lei.
-Sta scherzando?- fece intimorita la ragazza stringendo forte la mano di Tom.
-In bocca al lupo- gridò orgoglioso Bill.
-Idiota- lo riprese Lauren acida- non sono mica come te, io, io sono più modello Gustav, timido, riservato, imbranato che odia le telecamere ed essere ripreso.
-Un palo- disse acidamente Bill.
-Ha parlato il logorroico accentratore- ribatté Gustav offeso- io odio le interviste e parlare, ma le poche volte che lo faccio dico cose sensate, i tuoi soliloqui invece li capite solo tu e tuo fratello.
-Non è vero- fece indispettito Bill.
-Coraggio signorina- sollecitò divertito il signor Neumeier che ben conosceva i ragazzi dopo il loro incontro in ufficio- i giornalisti non mordono e ci sono io accanto a lei.
-Se vuoi vengo anche io- fece tronfio Bill- l'esperto.
Tutti si voltarono a guardarlo e chi lo conosceva bene iniziò a spintonarlo facendo in coro:
- Bill va fan culo- fecero i tre ragazzi della band
-Sei sempre il solito egocentrico- aggiunsero Ralph e Alex
-Il megalomane- fecero in coro le ragazze.
-Benvenuti nel piccolo mondo di Bill- fece costernata Lauren scotendo la testa e sorridendo affettuosamente al ragazzo.
-Uffi, mi trattate sempre male, io volevo solo essere gentile e aiutare.
-Grazie leoncino dalla criniera piastrata- disse Lauren- me la caverò spero.
-Sì sarai una grande- fece Tom lasciandola affettuosamente- siamo tutti con te

***

-Cosa fai tesorino tinto?- fece Lauren semi addormentata tra le braccia di Tom sentendo Bill alzarsi.
-Ho fame- rispose come un automa il ragazzo.
-Ah- disse Lauren accoccolandosi tra le braccia di Tom.
Poco dopo si sentì un gran frastuono, come uno scoppio, l'allarme anti incendio innescarsi e del fumo provenire dalla cucina. Lauren scattò veloce e corse verso la cucina allagata dal dispositivo antincendio Bill che armeggiava con il microonde dal quale si alzava un fumo tremendo.
-Bill, aiutami - lo sollecitò la ragazza- dobbiamo disinnescare il dispositivo che spruzza acqua e l'allarme fastidioso prima di svegliare tutto il palazzo- Lauren salì sul tavolo e Bill con lei, poi cingendola dalla vita la sollevò e insieme bloccarono tutto.
Intanto tutti erano accorsi a vedere quello che gli si presentò fu alquanto divertente:
-Bill, lo so che dopo gli Mtv music Award ti sei esaltato e ti piace cantare sotto l'acqua gelida- fece divertito Alex.
-Ma se potessi farlo sotto la doccia e non alle quattro di note- intervenne Ralph. -te ne saremmo grati- concluse il gruppo delle ragazze.
-Già- fece in coma profondo Tom che si era appena accorto del fastidiosissimo rumore dell'allarme.
Lauren sorrise affettuosamente al ragazzo che bagnato fradicio sembrava proprio come nel video Monsoon.
-Che complicato pasto ti stavi cucinando per scatenare tutto questo casino?- chiese curiosa Lauren.
-Un Wurstel
E tutti in coro ripeterono scocciati: -Un Wurstel?
-Sì.
-Ma come hai fatto?
-Non so?
-Certo Bill- fece Ruth guardando il timer del forno- se metti un wurstel in un microonde per 45 minuti è inevitabile che prenda fuoco.
-Non ho messo 45 secondi?- chiese stupito il ragazzo.
-No.
-Ups- esclamò semplicemente il ragazzo poi guardando Lauren negli occhi arrossì.
Il ragazzo infatti era attaccato a lei che indossava una semplice camicia da notte finissima che ora bagnata faceva intravedere ogni cosa. E guardandola avvampò imbarazzato, la allontanò da sé, scese dal tavolo, la aiutò a fare lo stesso sempre più confuso.
-Bill- fece Ralph mal calcolando le sue parole- meno male che la sera dei music Award non portavi questo elegante pigiamino bianco trasparente e soprattutto non eri così esaltato.
Bill si guardò e notò un bozzo che deformava i suo pantaloni arrossì imbarazzato e corse a rifugiarsi in camera sua.
Tutti risero divertiti mal calcolando la portata di quelle parole e non sapendo dei profondi sentimenti che il loro amico provava per Lauren.
Tom dapprima lievemente geloso per la situazione che si era creata tra Lauren e Bill nel loro abbraccio per disinnescare l'allarme, si rese conto che doveva andare dal fratello.

-Bill, posso entrare?- fece Tom bussando.
-No, ti prego, potete lasciarmi per qualche minuto solo?- fece con la voce impastata- mi sto cambiando e asciugando.
-Vieni in camera mia così le ragazze possono tornare a dormire sono le quattro.
-Aspetta- disse Bill con voce ancora malferma.
-Dai, non c'è nessuno se ti senti in imbarazzo, sono tutti in cucina ad asciugare il lago che hai fatto.
Tom entrò titubante, non sapeva che parole usare per sostenere il fratello fortemente imbarazzato.
-Bill, mi spiace per la frase di Ralph, sai forse lui non sa dei tuoi sentimenti per la piccola.
-E tu?- fece con un filo di voce Bill.
-Nulla, non preoccuparti a me succede praticamente ogni volta che la vedo, è talmente bella che spesso mi va il sangue alla testa.
-Ah, allora lo ammetti che sei una testa di cazzo- fece ridendo Bill
Tom lo abbracciò divertito per la battuta quasi scontata che aveva fatto il fratello, ma fu sollevato per l'umore che esternava.
Il ragazzo con un nuovo pigiama si rifugiò in bagno del fratello per asciugarsi i capelli e lì ritrovò Lauren.
I due ragazzi si trovarono in bagno con il phon accesso davanti allo specchio e senza dirsi nulla si sorridevano complici nei piccoli gesti.
Poi Bill cominciò sparandosi l'aria sul volto ad imitare il video 1000 Meere ridendo divertito.
Mentre Lauren gli sorrideva per la parodia.



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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 7


-Finalmente si parte- esultò Lauren
-Sì- le fece eco un Gustav arzillo e operativo, mentre tre ectoplasmi ciondolavano come zombie seguendoli. I tre ragazzi trascinavano le loro membra stanche e le valigie. Erano vestiti come ragazzi normali e cercare di cammuffare il più possibile la folta chioma rasta era stato alquanto difficile. Ma erano quasi certi che alle sei del mattino nessun gruppo di giovani adolescenti poteva attenderli all'areoporto.
-Ecco siamo al chek-in, i biglietti?-chiese Gustav.
-Tutto sotto controllo Gughino, buongiorno- fece una pimpante Lauren rivolgendosi alla hostess di terra mostrando i documenti di viaggio. Lauren e Gustav invece erano freschi e svegli, evidentemente abituati alle levatacce.
-Buongiorno- le rispose cortesemente la signorina- Viaggiate insieme?
-Sì due adulti e tre zombie- scherzò Lauren indicando i suoi compagni di viaggio.
La hostess rise divertita guardando quel gruppo di ragazzi un po' singolare poi cominciò a lavorare al computer per fare il check-in.
-Avete bagagli da imbarcare?- chiese
-No solo bagagli a mano- rispose sicura Lauren
-Avete fatto la prova? Sono tutti omologati?- fece dubbiosa guardando il trolley verde di Bill.
-Affermativo- rispose Gustav.
-Pesano meno di dieci chili?- insistette la hostess
-Ma forse quello dello scemo tinto no, eh zombie B. pesa la tua stupida valigia a tartaruga?- sollecitò Lauren.
-Uffi, ma se è semi vuota- protestò il ragazzo. Bill la posò sulla bilancia, 9 chili e 300grammi
-Minch…-stava per esclamare Lauren che si trattenne- per Dicci Bacco, Bill come cavolo hai fatto a riempirla?
-Ero in crisi, non sapevo cosa aspettarmi così ho messo di tutto un po' e poi per la sera ho messo i miei anfibi extra lusso e pesano parecchio.
-Sei senza speranza- bofonchiò Tom accanto al fratello scotendo la testa.
-Ecco a voi, il gate è questo, andate subito all'imbarco- si raccomandò la signorina- e buon viaggio.
-Benissimo- fece Gustav prendendo i biglietti e restituendo agli amici i documenti- verso i controlli.
-E poi caffè, vi prego- scongiurò Georg che non aveva fatto in tempo a piastrasi i capelli e quindi aveva optato per una comoda coda.
-Sì, caffè - supplicò Bill semi in catalessi, mentre Tom camminava dormendo e Lauren trascinava il suo trolley e il suo ragazzo.
-Mi dite finalmente come sarà organizzata la gita?-Fece curioso Gustav- Avete organizzato tu e Georg in gran segreto, neanche Tom che ti dorme accanto sa nulla.
-Certo perché mentre facciamo l'amore ci diciamo ben altro- fece Lauren con malizia.
Gustav arrossì e tacque, Lauren proprio era micidiale per farlo imbarazzare mentre Tom nascose il volto nella felpa dalla vergogna. I ragazzi avevano studiato a lungo il miglior modo per passare inosservati, avevano scelto dei voli a basso costo in orari in cui gli aeroporti erano deserti.
Il gioco "Camuffa anche tu i gemelli Kaulitz" era stato faticoso, ma alla fine il risultato sembrava essere buono, i ragazzi speravano di godersi nel massimo dell'anonimato quell'ultimo sprazzo di vacanza prima di cominciare una tournée dai ritmi senza posa.

-Uffi, questo posto è stretto- si lamentò Bill.
-Senti mezza tacca muoviti a sederti, stai intralciando tutti, siedi accanto al finestrino e taci- lo spinse con un rimbrotto Tom.
-Ma è stretto!- si ri lamentò
-Insomma Bill sei lagnoso- fece Lauren sedendosi accanto a lui cercando di smorzare i toni di Tom che aveva un umore nero- siamo dei ragazzi senza un becco di un quattrino ricordalo.
Il viaggio trascorse in armonia solo perché i gemelli e Georg piombarono nel sonno più assoluto, mentre Lauren e Gustav chiacchierarono amabilmente per tutto il tempo.

***

-Bene ragazzi questa è la prenotazione della vostra auto- fece l'impiegato della Hertz dell'aeroporto di Monaco mostrando a Lauren e Georg il foglio- ora dovete darmi la patente, un numero di carta di credito.
-Vorremmo fare il doppio conducente- chiese Lauren.
-Sì certo- rispose gentile l'impiegato
-E tutte le assicurazioni- fece deciso Georg.
-Benissimo allora dovete darmi i documenti.
-Vedo che avete tutti meno di ventisette anni.
-Esatto!- risposero in coro.
-Allora c'è una tassa in più- li informò l'impiegato -La macchina la riportate qui?
-Sì.
-Dovete allora fare il pieno.
-Perfetto.

Poco dopo al gruppo di ragazzi fu consegnata la chiave dell'auto e si avviarono al parcheggio trascinando le loro valigie: Lauren guidava il gruppo, sembravano mamma papera con i suoi anatroccoli tutti in fila.
-Ecco è questa- disse trionfale davanti a una ford Focus
-Questo catorcio?- commentò Tom
-Ma è color giallo piscia- esclamò Bill- non si intona ai miei pantaloni.
-Insomma, i Kaulitz hanno scarugato i marroni- esclamò Lauren.
-Vero, non vi sopporto- commentò acidamente Gustav.
Poi Lauren allungò un foglio a tutti ragazzi, una sorta di volantino per il viaggio:

La B&B (il bassista e la ballerina)
Vi invitano a scoprire la Baviera.
Viaggerete alla scoperta dei castelli di Ludwig II,
Vi immergerete nella favolosa natura del lago Amersee,
Cultura, natura relax e buon cibo vi attendono.

P.S. Sono vietate le lamentele di ogni sorta, la postilla riguarda soprattutto le due lagne gemelle, le frasi "sono stanco", "mi fanno male i piedi", "non ce la faccio", "uffi", "che merda", "che palle", "no! ancora" non sono ammesse. La pena prevista per il gemello T è la totale e improrogabile astinenza dalla sua attività preferita che comincia con s e finisce con o e non è sonno. Mentre al gemello B verranno sequestrate tutte le cinture, borse, giubbottini borchiati e bruciati in un bellissimo e pirotecnico falò.

I ragazzi dopo la lettura del depliant risero per un quarto d'ora, caricarono i bagagli nell'auto e si avviarono verso la loro prima tappa. Piantina stradale in mano a Gustav e sotto la direzione sicura di Lauren, partirono.

Il tragitto in macchina non fu molto lungo e ben presto dopo aver sbagliato due volte strada scatenando un putiferio di "te l'avevo detto" "dovevi girare dove dicevo io" " Taci Bill o ti iettiamo dalla macchina" arrivarono a Nymphenburg. Lauren gasatissima scese velocemente dalla macchina prese dallo zaino la macchina fotografica e estrasse una super guida della Baviera modalità enciclopedia Treccani di 400 volumi. I ragazzi la guardarono e temettero il peggio.
-Tesoro- si arrischiò Tom- non ci diletterai mica con la lettura di tutta la guida per ogni centimetro quadrato che visiteremo, vero?
E la ragazza sfoderando il suo magico sorriso fece sicura, categorica e con tono che non ammette repliche:
-Certo! E tu mi ascolterai fingendo interesse o la rivedi a Natale.
Con una smorfia di terrore Tom si avvicinò tentando di ricordarsi che faccia faceva a scuola durante le infinite ore di storia e cercò di assumere l'espressione più interessata possibile.
Anche Bill sbiancò e tuffò immediatamente la testa nello zaino fingendo di cercare qualcosa, Gustav armeggiò con la sua macchina fotografica per non far trasparire il suo terrore, mentre Georg accese la telecamera pronto per immortalare la gita fingendo di non riuscire a trovare il pulsante giusto.

Erano le dieci del mattino e il castello era semi deserto Lauren felice e sorridente cominciò a fare tante foto poi si rivolse alla telecamera e disse a Georg:
-"Benissimo qui comincia il nostro viaggio sulle orme di Ludwig II, ci troviamo infatti nel castello in cui è nato il re bavarese più controverso della storia" poi continuò raccontando la genesi del castello e qualche curiosità che aveva letto come fosse una presentatrice di un documentario.
Dopo qualche minuto Lauren lasciò Georg filmare e si rivolse come una mammina premurosa a Bill.
-Bill, se fossi in te non mi avvicinerei troppo ai cigni.
-Dici? Sono così carini- fece il ragazzo esaltato perché nel bacino davanti al castello c'erano una quantità di cigni indescrivibile.
Imprudente e senza dare retta alle raccomandazioni si avvicinò, poi urlando a Gustav disse:
-Mi fai una foto?- e si mise in posa da perfetto egocentrico. Tuttavia mal calcolò il tono della sua voce che scatenò l'ira dei pennuti. Un cigno e la sua compagna cominciarono a beccarlo alle gambe, al sedere alle braccia. Terrorizzato il ragazzo cominciò a urlare ancora più forte e a correre verso suo fratello.
-Tom aiuto, aiuto- Bill si rifugiò dietro alla gracile schiena, tentando di farsi scudo con il corpo del gemello che si ritrovò a sua volta attaccato dai pennuti.
-Idiota vattene- urlò a Bill e iniziò a correre, ma un cigno gli afferrò un dread e cominciò a tirare.
-Ahi -urlava il malcapitato Tom mentre Bill ormai si era messo in salvo in macchina lasciando suo fratello circondato.
Lauren allora con prontezza prese un panino dallo zaino e lo lanciò sperando che gli uccelli mollassero la presa e ottenne il risultato.
-Cazzo Bill ti annego nello stagno adesso- gli urlò Tom mentre si ricomponeva i capelli- mi hanno staccato un dread, porca miseria che male.
Intanto Gustav e Georg stavano morendo dalle risate, mentre Lauren cercava di consolare il povero Tom, ma a stento tratteneva il riso infatti chiese:
-Georg stavi filmando?- chiese a fatica, quasi in apnea la ragazza.
-Sì, entrerà negli annali di sicuro- disse riprendendo fiato il bassista con il viso solcato dalle lacrime.
-Tom, come va?-fece la ragazza massaggiando dolcemente la testa di Tom, stampandogli un bacio sulla testa dolorante.
-Stronza, ti preoccupi del filmato?- bofonchiò incavolato.
-No, tesoro,mi preoccupo per te, ma ammetterai che la scena è stata geniale, scusa- poi cominciò a ridere mentre a poca distanza raccolse la ciocca di capelli strappata- guarda lo scalpo- mostrò ridendo.
-Cavoli, dammela ci strozzo l'idiota!- fece Tom strappando la ciocca dalle mani della ragazza e avvicinandosi alla macchina. Quando Bill vide la furia di suo fratello dirigersi come Gozilla al mezzo chiuse a chiave tutti gli sportelli, ma sadicamente:
-Gling, gling- Georg li riaprì con la chiave.
-Pezzo di cretino patentato, guarda- fece Tom urlando e brandendo la ciocca di suoi capelli- fa male, porca miseria, sei idiota! Perché ci vado sempre di mezzo io? Me lo spieghi?
-Scusa, tu sei il mio fratellino maggiore e mi devi proteggere, è il tuo ruolo- fece con tono affettuoso sperando di circuire Tom, poi si voltò e aggiunse- ma guarda- il ragazzo mostrò la sua ferita- mi hanno strappato i jeans sulla chiappa!- e mostrò lo squarcio nei pantaloni.
-Hai filmato- fece Lauren che rischiava una crisi respiratoria vedendo la scena.
-Certo, ma credo che le riprese siano un po' mosse, sto per morire- fece Georg soffiandosi il naso e asciugandosi gli occhi- Il culo di Bill al vento merita!
-Coraggio- fece scherzando Gustav- i jeans strappati vanno sempre di moda.
-Sì, certo ma il mio culo ne risente, si sta gonfiando.
-Ma che lagna- lo redarguì Georg.
-No guarda- mostrò la chiappa Bill.
-In effetti si sta gonfiando e anche la mano- costatò Lauren.
-Fischia dobbiamo portarlo al pronto soccorso secondo voi?- fece Gustav.
-No al massimo prenderà l'aviaria- rispose sadicamente Georg.
Lauren aprì il bagagliaio della macchina, prese il suo beauty e ne estrasse una pochette con un campionario di medicine degne di una farmacia.
-No ecco proviamo a metterci questo- e passò al ragazzo una pomata cicatrizzante.
Bill scettico si medicò la chiappa e la mano.
-Forse finalmente rimarrò figlio unico- aggiunse Tom.
-Ah, ah- fece offeso Bill.
Finalmente il gruppo si riprese, Tom si raccolse i capelli e si infilò una bandana sulla testa dolente mentre Lauren lesse ad alta voce la storia del castello. La visita fu rapida solo un breve giro degli esterni perché la vera perla della giornata doveva ancora venire e Lauren era impaziente di scoprire uno dei castelli più famosi al mondo.
Il secondo tragitto in macchina fu più lungo, ma sempre ricco di risate e chiacchiere allegre, ovviamente il filmato registrato dalla telecamera tenne allegro il gruppo. Mentre Bill rideva per la sua figuraccia, Tom sembrava taciturno, imbronciato e per nulla contento. Lauren affettuosamente lo accarezzava in testa e lo ricopriva di attenzioni, ma il volto del ragazzo era sempre scuro, a tratti pensieroso e triste.
- Benissimo ragazzi, siamo in perfetto orario- fece Georg parcheggiando il mezzo.
Tutti scesero pronti per scalare la collina alla volta del castello.
-Dobbiamo fare quella salita?- chiese timidamente Bill.
-Certo- rispose Gustav.
-Non si poteva salire in macchina?- fece titubante.
-No, sua maestà- rispose ironico Georg.
-Minchia che posa piano lamentoso- fece scocciata Lauren- ti sei giocato un giubbotto.
-Quello azzurro, rosso e bianco- fece trionfale Gustav.
-Io darei la precedenza alla sua orribile borsa borchiata nera- suggerì Georg.
-Sì- fecero in coro tutti.
-La borsa all'unanimità - decretò Lauren.
-Insomma, il mio comodo e stupendo borsone non ve lo do neanche morto.
-Piuttosto si farebbe seppellire con esso- scherzò Gustav.
-Certo è la sua seconda pelle- confermò il bassista.
-Insomma avete finito?- interrogò il ragazzo- io avevo solo chiesto se non c'era un parcheggio anche in alto.
-No- fece secco e scocciato Tom incamminandosi con passo spedito verso il castello dimostrando tutto il suo malumore. Gustav e Georg silenziosi lo raggiunsero mentre Lauren e Bill furono presto distanziati.
-Lo ha morso un orso?- interrogò Bill.
-No un cigno- scherzò Lauren
-Mi sa che ce l'ha con me- concluse un po' triste Bill.
-No figurati!- lo rassicurò la ragazza
-Sì, sarà incazzato per la testa, gli farà male?- si interrogò sempre più in colpa Bill.
-Sì, ma non può essere solo quello.- concluse Lauren.
-Aspetta, fermiamoci- supplicò Bill- ti giuro mi fa male la chiappa da morire e non ho più fiato.
-Mado, un ottuagenario come sempre!- esclamò Lauren- dai metti in posa che faccio una foto, Lauren aprì la sua macchina fotografica- Bill fan culo sembri un idiota, la smetti di fare il divo?
-Ma questa è la mia posa classica- poi il ragazzo cambiò- se no c'è questa, oppure così.
-Insomma un alloco sotto ogni punto di vista, guarda che non hai vinto l'ennesima sfera di Dragon Ball dei Comet!
-Ma come così metto in evidenza tutta la mia folgorante bellezza.
-Va be'ti sopporterò in posa da Bill dei Tokio Hotel- fece sorridendo Lauren con dolcezza.
-Ok, faccio la persona seria- fece Bill cambiando posizione.
-Oh, finalmente, così mi piaci- scattò soddisfatta la ragazza-Ora me ne fai una anche a me, verso però l'altro castello.
-Vedremo anche quello?- fece con una voce che tradiva preoccupazione.
-Sì e poi sarà la volta di una super passeggiata alla scoperta di una bellissima cascata, ci sarà da arrampicarsi un bel po'.
-Ho capito mi gioco tutto il guardaroba allora- disse con un sorriso Bill.
-Temo di sì- fece Lauren prendendolo a braccetto.
-Credo che Tom non la rivedrà neanche a Natale- aggiunse divertito il ragazzo mentre Lauren lo trascinava su per la collina.
Arrivati in cima Lauren e Bill ritrovarono i tre ragazzi, Gustav intento a fotografare il panorama, Georg a filmare il castello e Tom pensieroso con lo sguardo che si perdeva nell'immensità del lago sottostante. Lauren lasciò la mano di Bill e piombò sulla schiena del fidanzato come una furia per poi stampargli un sonoro bacio sulla guancia.
-Che ti è preso?- chiese dolcemente Lauren- il cigno ha fatto un incantesimo su di te e ti ha trasformato in Pivolo? L'ottavo nano, quello con la piva lunga fino al lago laggiù?
-No, cretinetta- fece Tom abbozzando un sorriso.
-E allora cos'hai? Lo sai che per tutto il tragitto tuo fratello mi ha sgarrupato i marroni con settecento mila paranoie "ecco ce l'ha con me" "ora per causa mia rovinerà la giornata a tutti" " ma lui è il mio fratellino è ovvio che mi sono rifugiato da lui" "e adesso mi odia" " e se gli viene una infezione, è colpa mia"
-Dai piantala cretinetta- fece Tom scrollandosela dalla schiena e prendendole la mano.
-Ma è vero, ti assicuro-ribatté la ragazza.
-No, il cigno non c'entra e men che meno il rompi palle tinto, sono un po' sverso.
-Posso fare qualcosa?- chiese prendendolo a braccetto e appoggiando affettuosamente la testa sulla sua spalla.
-No, passerà.
-Bill- urlò allora Lauren- vieni ho un compito per te.
Il ragazzo accorse. Lauren prese dal suo zaino un foglio e lo porse al ragazzo-leggilo e poi fatti filmare da Georg mentre racconti qualcosa sul castello.
-Io?-domandò
-Sì dai, prima l'ho fatto io, ora tocca a te- poi aggiunse fiera- fra dieci minuti abbiamo appuntamento con la guida, Georg ed io non abbiamo lasciato nulla al caso. Abbiamo prenotato la visita privata della durata di due ore.
I gemelli sbiancarono. Lauren li squadrò e poi:
-Non vi piace?- fece con il dito minaccioso.
-Stai scherzando vero?- chiese Bill.
-No- asserì convinta Lauren.
-Una galera- commentò Tom mal calcolando le sue parole.
La ragazza allora si inalberò e scocciata trattenendo a stento le lacrime sciolinò tutto d'un fiato:
-Insomma Tom, va fan culo, sai che ti dico del tuo umore nero non me ne frega nulla, se volete rimanere ignoranti è affare vostro, quando abbiamo organizzato il viaggio abbiamo deciso che ogni giorno avremmo accontentato i gusti di una o più persone facendo delle attività piacevoli da condividere insieme. Questo è il mio momento e se non vi interessa chissene, intendo assaporare e conoscere nei dettagli questo magnifico luogo anche da sola.
Lauren si allontanò di corsa andando verso l'entrata del castello per ammirare il panorama dall'altra parte lasciando i ragazzi ammutoliti.
Tutti e quattro conoscevano il temperamento di Lauren, il suo carattere deciso e fragile allo stesso tempo per cui sapevano che a volte era meglio lasciarla sbollire. Soprattutto dopo una sfuriata del genere. Lauren infatti si sedette su una panca estrasse la sua guida e si immerse in una lettura, la vista annebbiata ogni tanto dalle lacrime.
-Sei un idiota- fece Gustav rivolto a Tom.
-Già, anche tu Bill, potevi fingere entusiasmo per l'iniziativa di Lauren e per il mio lavoro di ricerca, copia e incolla e stampa da internet. Ti rendi conto, la piccola schiavista mi ha fatto fare un lavoro da certosino, per ogni cosa che faremo e vedremo abbiamo fatto dei piccoli appunti da leggere, come un piccolo diario di bordo per quando saremo vecchi e rincoglioniti e non ci ricorderemo nulla.
-Ovvero fra due ore- cercò di smorzare l'atmosfera Gustav.
-Già- fece mortificato Bill- siamo dei cretini, ma veramente avete fatto tutto questo?
-Sì- fece Georg serio.
-Ok, passami il foglio, dammi due secondi che leggo e poi imbraccia la telecamera.
Dopo qualche minuto il gruppetto di ragazzi si avvicinò a Lauren.
-Guarda- esordì Bill mostrando lo schermo della telecamera- ah non mi batte nessuno sono troppo telegenico e guarda come sono sicuro e dotto mentre racconto la storia del castello.
-Veramente ho sprecato mezz'ora di filmato perché sbagliavi sempre il nome di origine del monte.
-Grazie- si difese subito Bill-c'era Gustav dietro che mi faceva dei segnali incomprensibili e ogni volta ridevo come un matto.
Lauren sorrise ma non parlò, si alzò semplicemente, ritrovando una calma apparente, ripose la guida nello zaino e si apprestò a varcare la soglia del castello. Ma improvvisamente Tom la sollevò in braccio dicendo:
-Mia principessa, mia signora, mia dama le offro questo castello come misero dono e omaggio al mio imperituro amore.
Lauren sorridendo partecipò alla scena, mentre Georg immortalò l'entrata trionfale preceduta da Gustav e Bill che imitavano lo squillo di trombe.
-Grazie mio signore e principe, accetto volentieri questo misero dono- e accompagnò queste parole con un bacio fugace.
Varcata la soglia Tom si guardò intorno in cerca dell'entrata.
-Amore tesoro- fece la vocina canzonatoria di Gustav- devi portare la tua leggiadra donzella fin lassù- e mostrò una rampa di scale
-O porca miseria ladra- si lasciò sfuggire poco elegantemente Tom.- Mia donzella, mio amore il mio cuore la condurrà fino ai vostri appartamenti privati.
-Non certo i miei braccini smilzi- fece sempre con la stessa vocina sadica Gustav.
Tom infatti posò delicatamente Lauren a terra e quest'ultima lo guardò ridendo.
-Mi sa che ti sei giocato la schiena.
-Già- fece Tom massaggiandosi la parte lombare -non ho il fisico.
Lauren lo abbracciò divertita aggiungendo:
-Grazie per aver ritrovato il tuo buon umore.
-Scusa ero pensieroso e rattristato perché l'idea di separarmi da te mi strugge.
-Sì ma se pensiamo alla fine della vacanza ci roviniamo il momento presente.
-Hai ragione, ed è per questo che cercherò di non lasciarmi più prendere dallo sconforto.
-Grazie tesorino- fece Lauren.
-Cavoli sembra di stare a Disneyland!- esclamò Bill.
-Vero.
I ragazzi visitarono il castello di Neuschwanstein accompagnati da una guida che rese il tour divertentissimo e piacevolissimo, Bill fece un fiume di domande appassionandosi tantissimo alla figura di Ludwig.

-Anch'io voglio quel letto- confermò Bill incamminandosi verso il parcheggio per ritrovare la macchina.
-Scherzi, se per caso ti alzi un po' assonnato e inciampi ti infilzi e perdi la vita- fece Georg pragmatico.
-Già e se sei con la tua ragazza nella foga del momento e non stai attento rischi gli attributi- confermò Tom
-Non ci avevo pensato, comunque mi ha colpito moltissimo, il trono poi- affermò sognatore Bill che si vedeva bene seduto su di esso.
-Lo sapevo il solito megalomane!-conclusero i ragazzi guardandolo di sottecchi e scotendo la testa disapprovandolo.
-No ma che dite!-si difese senza speranza Bill.

***

-Mi arrendo, lo so perderò l'ennesimo giubbetto o la trecentesima cintura, ma basta, tocco terra non ci gioco più- fece Bill sedendosi su un grosso masso- mi sono stancato questa cazzo di cascata, più camminiamo e più sembra allontanarsi!
-Confermo- fece Tom sedendosi accanto al fratello- temo che neanche a Pasqua la rivedrò, mi sa che sarò più casto di un monaco buddista, ma mi arrendo!
-Uffi, le lagne gemelle cosa fanno ci abbandonano?- chiese amareggiata Lauren.
-A quanto pare sono due molluschi- constatò con amarezza Gustav accompagnando la sua frase con la testa.
-Dai- insistette Lauren avvicinandosi gentile e affettuosa ai due ragazzi- vi prego, non manca molto, ne sono sicura, dai è lì- indicando la meta
-Hai detto questa frase venti minuti fa- fece con voce supplichevole Bill- la cascata però sembra maledetta.
-Già ci deve essere un effetto ottico sembra vicina e invece è sempre lontana chilometri.
-Ma no- fece Georg che stava perdendo la pazienza- siete voi che siete lenti ed imbranati, per ogni piccolo guado o per una leggera scalata tra le rocce dobbiamo fermarci perché " Aspetta, sono stanco" "aspetta mi aiuti" Dammi la mano, tirami su" " no aspetta non vorrai mia che io affronti quella salita" " si scivola e se mi rompo un'unghia"
-No, stronzo, sei ingiusto- si inalberò Bill raggiungendo con la sua voce note acute- non ho mai urlato " mi si rompe un'unghia"
-Già- fece Gustav ironico- quelle le hai rotte questa mattina sfuggendo ai cigni.
-Fih- fece Bill ripensando alla mattina- bastardi quei cigni, ho perso dieci anni della mia vita.
-Veramente quello che ha subito l'attacco mortale sono stato io- ribatté Tom spingendo via dal masso suo fratello facendogli perdere l'equilibrio.
-Ahi,- fece Bill alzandosi dal masso- veramente sono l'unico uomo al mondo ora ad avere tre chiappe e mostrò il fondo schiena- ho un bozzo dolorante.
-Be' terza chiappa, cosa devo dire io che ho una pettinatura asimmetrica ora!
-Esagerati e lagnosi come sempre, be' noi andiamo avanti- fece Lauren- ci tengo tanto ad arrivare in fondo.
-Dopo tutto dobbiamo vedere con i nostri occhi il "bellissimo effetto ottico creato delle stratificazioni rocciose e dall'acqua che con una giornata di sole vi regalerà un'emozione fantastica"- recitò Georg che sapeva ormai a memoria ogni centimetro quadrato di quei luoghi.
-Anch'io- si batte sul petto sicuro Gustav- mi diverto un casino e poi ho imparato a memoria l'orogenesi di questa cascata e la leggenda del tesoro celato e quindi sono pronto per affrontare le riprese.
-Allora abbandoniamo le zavorre gemelle- fece Georg mettendosi in cammino con passo deciso.
-Amo'- fece affettuosa Lauren a Tom- ci vediamo dopo.
Lauren fece seguire la sua frase da un bacio appassionato che lasciò interdetto Tom.
-Meno male, fratello- fece compiaciuto Bill- A quanto pare non se l'è presa molto il fiorellino.
-Non so perché invece io comincio a temere il peggio- fece preoccupato Tom
-Tu dici che si scatenerà l'Erinni al suo ritorno?- chiese titubante Bill.
-Speriamo di no- fece pallido Tom.

-Raga, una figata totale!- esclamò Lauren dopo un'ora e mezza che si erano divisi dai gemelli che giacevavano mummificate sulla roccia.
-Ma come siete conciati?- li squadrò da capo a piedi Bill ormai una cosa sola con il masso.
-Siete zuppi!- fece Tom preoccupato guardando il bassista grondante e rosso in volto.
-Sì, ma ne è valsa la pena- aggiunse semplicemente Georg.
-Tesoro, sai siamo andati sotto la cascata, abbiamo le riprese sono geniali- esultò felice Lauren fiera per aver scalato la montagna fin sotto la cascata.
-Bello- fece semplicemente Gustav, togliendosi la maglietta e strizzandola.
-Porca paletta- esclamò Tom vedendo l'acqua che usciva dalla t shirt- neanche il tuo abbigliamento montanaro professional ti ha salvato.
-Ok il goretex ma se ti sbattano sotto una cascata a parlare di orgonesi e delle leggenda dei nibelunghi...- fece con un sorriso gentile indicando Lauren.
-Scometto che è stato il piccolo Caterpillar fiorato a costringerti- concluse con rassegnazione Tom.
-Già- tagliò Gustav.
-Certo, ormai mancava solo lui nelle riprese video e poi è un attore nato e uno speaker provetto- fece Lauren dolcemente- comunque questi due ragazzi sono dei veri gentiluomini, nonostante io sia stata un po' una zavorra che li ha rallentati alquanto, mi hanno sopportato. Infine super Gu è un vero signore, mi ha prestato la sua giacca impermeabile e si è bagnato tutto.
-Lo vedo- fece Tom- ma lo fa solo per metter in mostra i suoi addominali.
-Dai- lo sollecitò Lauren- se mi presti la tua felpa restituisco la giacca al nostro batterista roccia, eviteremo che gli venga una bronco.
Tom si sfilò la felpa e vi avvolse la ragazza che minuta com'era si perse dentro, mentre Gustav si infilò la giacca che con il tepore lasciato dalla pelle di Lauren lo riscaldò all'istante.

***

-Buona sera signora- fece Lauren sulla porta del B&B scelto da lei e da Georg come luogo di pernottamento.
-Buona sera ragazzi, in perfetto orario- esclamò la signora con un grossissimo sorriso invitando il gruppetto ad entrare- benvenuti, siete stanchi.
-Sì- esclamarono in coro i gemelli.
-Prego vi accompagno alle vostre camere, una tripla e una doppia, giusto?
-Esatto- rispose Georg.
-Ma?- fece titubante Bill- non si può una singola?
-Sciocchino- lo redarguì Lauren- siamo in vacanza.
-Appunto- concluse acido Bill.
-Avete problemi ragazzi?- domandò la padrona di casa.
-No, signora- rassicurò Lauren- il piccolo viziato voleva una singola.
-Ma se vuole- fece la signora.
-No, no- fece Bill gesticolando temendo di lasciarci un altro capo del suo ormai esiguo guardaroba.
-Ma mi sembra di averti già visto- fece la signora scrutando Bill negli occhi.
-No, è la prima volta che vengo qui-confermò il ragazzo.
-Ma a me sembra di averti già visto da qualche parte, ma?- la signora aprì la prima camera- ecco questa è la doppia con bagno in camera.
Lauren e Tom entrarono sbirciarono in giro e poi seguirono gli altri ragazzi.
-Questa invece è la vostra camera. Il bagno è in comune e ce ne sono due, questo e quello, siete gli unici ospiti quindi sono tutti vostri.
-Grazie signora- fece cortese e con un largo sorriso Gustav.
-Cosa?- fece Bill incredulo- ma, state scherzando?
-Bill piantala- fece Georg trascinando l'amico dentro la camera- guarda che bei lettini.
-Ma Gustav russa- protestò Bill.
-E allora tu parli nel sonno.
-Ecco dove vi ho già visto- fece la signora guardando i ragazzi- voi siete quel gruppo di cui le ragazzine impazziscono.
-No- fece Bill cercando di negare.
-E tu sei quello che mi piace meno- fece la signora indicando proprio Bill- sei quello che parla sempre, urla e saltella come un matto. Il più delle volte ti vesti da pazzo e poi ti trucchi- sottolineando con un lieve disprezzo l'ultima parola.
-Sì, signora- fece con un velo di malinconia Bill- non credevo di fare una così brutta impressione.
-Scusa per la mia franchezza, non avrei dovuto, spero di ricredermi- fece la padrona del B&B pentendosi della sua schiettezza.
-Lo spero signora- aggiunse fiero Bill.
Tom e Lauren presero possesso della doppia, mentre i ragazzi si sistemarono nella tripla; dopo poco che erano soli cominciò la lotta per il bagno:
-Vado prima io che sono il più grande- affermò Georg.
-Io vado nell'altro perché sono tutto bagnato e infreddolito, la ragazzina pazza ha voluto che imitassimo il video Monsoon sotto la cascata e mi si sono gelate le chiappe.
-E no, vado io- disse deciso Bill- sono il più bello e il leader del gruppo quindi ho la precedenza.
-Questo vale per la tournée, per il resto provaci- lo sfidò imperioso Georg.
-Col cavolo- lo placcò Gustav- tanto io sono rapido, tu finiresti le riserve d'acqua calda del paese.
-Già dopo di te in bagno non si vede più nulla per ore tanta condensa si forma.
I due ragazzi decisi presero il necessario per la doccia e spintonarono con forza Bill che ebbe la peggio contro i due ragazzi robusti e ben piazzati.
-Uffi- fece Bill solo nella sua cameretta, poi tra sé disse- vado a vedere che fanno i due di là, magari hanno finito la doccia.

Bill bussò alla camera, ma non ottenne risposta. Dopo un po' ritentò con più forza:
-Ragazzi, posso? Avete finito la doccia?
E una voce lontana urlò:- Bill fan culo lo capisci che vogliamo stare soli.
Tom fu chiaro e categorico con un tono che non ammetteva repliche. Bill con le pive nel sacco scese le scale e andò nel salone degli ospiti.
La padrona di casa solerte notò il ragazzo e chiese:
-Posso offrirle qualcosa?
-No, grazie, mi hanno sfrattato dai bagni e dalla camera, ne approfitto per dare un'occhiatina in giro se posso.
-Certo questa è la stanza degli ospiti, c'è la tv, riviste, giornali, faccia come a casa sua.
-Grazie- fece gentile Bill.
-Come mai siete da queste parti?
-Vacanza- rispose asciutto il ragazzo.
-Siete arrivati da tanto?
-No questa mattina, ci fermeremo tre giorni, ah ma che stupido lo sa perché abbiamo prenotato da lei.
-Sì, non preoccuparti- rispose la signora con un sorriso caldo e affettuoso.
Poi dalla porticina fece capolino una testolina di capelli biondi.
-Noni, noni, milla.
-Sì tato arrivo- fece la signora, il bimbo biondo corse verso la nonna e si nascose tra le sue gambe guardando incuriosito Bill. Il ragazzo rispose con un sorriso largo e affettuoso. Il piccolo allora lasciò la nonna dirigendosi verso lo sconosciuto seduto sul divano, quando squillò il telefono.
-Oddio- fece la signora allarmata- vado a rispondere, le dispiace guardarmi il piccolo- senza attendere la risposta del ragazzo la signora corse in cucina lasciando Bill con il bimbo.
-Ciao- fece Bill con un sorriso.
Il bimbo non rispose e si avvicinò al ragazzo mostrando il suo biberon pieno di camomilla.
-Milla- disse raggiungendo sul divano Bill che prontamente lo sollevò e lo fece sedere accanto a lui.
-Bravo- fece Bill guardandolo- devi bere la camomilla?
-Sì, milla- disse il bimbo mostrando il suo biberon, poi senza indugio il piccolo si accoccolò accanto a Bill come se fosse uno di casa, evidentemente non aveva nessun timore per quell'estraneo.
Bill passato il primo momento di imbarazzo si dimostrò solerte e affettuoso aiutando il piccolino a bere senza strozzarsi o rovesciare il contenuto. Il bimbo era così tranquillo con Bill che gli sorrideva e lo accarezzava sulla testolina boccoluta che ogni tanto chiudeva gli occhietti godendosi il suo biberon. Bill allora cominciò ad intonare una ninna nanna, il bimbo felice si sdraiò appoggiando la testa sulle ginocchia per poter vedere meglio negli occhi il ragazzo che cantava. Ogni tanto con le manine si avvicinava al volto del ragazzo incuriosito dai capelli e dalla bocca che produceva quei suoni. Pian piano nella tranquillità creata da quella atmosfera, cullato dalla melodia cantata così dolcemente chiuse gli occhi e si addormentò. Bill in totale imbarazzo continuò a cantare per qualche minuto, poi in modo solerte e affettuoso si sfilò la felpa e la adagiò sul corpicino del bimbo tenendolo tra le sue braccia. La signora non tornava più Bill tentò di afferrare una rivista sul tavolino accanto al divano per passare un po' il tempo, ma quando si mosse il piccolo aprì gli occhi. Prontamente il ragazzo accarezzò la fronte del bimbo intonando ancora qualche strofa di una canzone sortendo l'effetto voluto di far riaddormentare il piccolo. E guardando quel bimbo dormire e dovendo stare fermo per non disturbarlo anche Bill si assopì.
Quando finalmente la signora fece capolino nel salone vide Bill che affettuosamente abbracciava il nipote addormentato, assopito a sua volta. Forse dopo tutto aveva mal giudicato quel ragazzo che appariva spavaldo e sicuro su un palco e ancor più il suo giudizio "più che cantare urla" non corrispondeva a realtà poiché aveva sentito la sua voce poco prima cantare così melodiosa.
Intanto anche i ragazzi si erano allarmati tornando in camera e trovandola vuota.
-Si sarà offeso?- chiese Tom a Gustav.
-Ma no, è abituato a farsi mandare a quel tal paese da te.
-Piuttosto andiamo a cercarlo o faremo notte- sollecitò Georg.
-Già- fece pragmatico Gustav- se deve ancora fare la doccia non andremo più a cena.
-La prenotazione è per le otto- puntualizzò Lauren.
I quattro scesero e fecero capolino nel salone dove la padrona li accolse:
-Shhhh, stanno dormendo- indicando Bill che teneva solerte il piccolo addormentato.
-Che buffi-commentò a bassa voce Lauren.
-Vanno immortalati- fece Gustav particolarmente colpito per la dolcezza di quel quadretto.
-E'suo figlio?- chiese sottovoce Tom
-Come sei carino- fece la signora- no è mio nipote.
-Che bello come si chiama?
-Axel.
-Che meraviglia, sembra un angioletto di Raffaello- commentò Lauren.

***

-Che belli belli!- esultò saltellando Lauren- sembrate gemelli omozigoti- poi sistemò meglio la bandana di Tom e rimirando fiera la sua opera rifece saltellando- che bellini, bellini i gemellini.
-E' ufficiale- fece rammaricato Tom- morirò senza mai più fare l'amore con te fiorellino perché sappi- dopo un lunga pausa e uno sguardo al fratello riprese sospirando- io non uscirò mai e poi mai conciato in questa maniera.
-Confermo, a costo di giocarmi anche il mio ultimo paio di boxer truzzi, nemmeno io uscirò mai vestito così- affermò sicuro Bill.
-Perché? siete favolosi!- esclamò Lauren.
-Innanzi tutto siamo vestiti uguali- fece bofonchiando Tom- cosa che non ci accadeva da quando avevamo sei anni.
-Vero!- fece categorico Bill- e poi mi sento totalmente ridicolo e questo rinforzo sul culo mi dà fastidio- fece Bill sistemandosi il bozzo strano sul sedere.
-Ma scricciolo è necessario e vitale per quello che faremo oggi- lo rassicurò Lauren.
-Sappi che io non ballo, questa specie di calzamaglia con il fondo sulle chiappe mi fa cagare- rimarcò con forza Tom.
Il terzetto fu interrotto nella sua discussione dalla padrona di casa che attendeva i ragazzi per la colazione.
-Oh, ma che carini, ora sì che si vede che siete gemelli e siete così belli- affermò con genitilezza e un sorriso materno.
A quella esclamazione i due ragazzi si guardarono negli occhi e si separarono pronti per entrare nelle rispettive camere per cambiarsi, ma Gustav e Georg li fermarono.
-Ma come siete belli- fece ironico e divertito Gustav.
-Sì due gioiellini vorrei mettere istantaneamente le vostre foto sulla rete, manderebbero in tilt i pc siete così…
-Basta fece Lauren alterata- dando un buffetto a Gustav e uno a Georg- piantatela o vi cambio i connotati e invece di una boy band diventerete una band di castrati.
-Urca feroce la ragazzina- commentò la signora- non date retta ai vostri amici, siete bellissimi, un po' magrolino tu- indicando Bill- ma belli, su su la colazione è pronta.
-Ok io vengo in giro vestito così se però dopo mi fate guidare- ricattò Bill.
-E io vengo così se Lauren fai quella cosa.
-Va bene- sospirò Lauren.
-No, no che cosa?- protestò Georg- io non voglio rimetterci la pelle, Bill non guida.
-Dai, Georg fai il ragazzo maturo, non roviniamoci la giornata- poi rivolse uno sguardo a Gustav che cercava di scervellarsi su che cosa mai dovesse fare Lauren per Tom.
-Gustav- fece Lauren con una vocetta stridula- togliti quel sorriso ebete dalla faccia e non pensare a robe porno.
-E' vero quale prestazione hai promesso a Tom?- fece Bill con un sorrisetto malizioso.
Lauren per tutta risposta mollò un calcio a Bill e tirò un orecchio a Gustav- toglietevi dalla mente qualsiasi cosa sconcia, è una cosa tra me e lui e basta, dovete trovarvi al più presto una ragazza, troppi dvd fanno male!
Dopo una lauta colazione che risollevò il morale ai gemelli Kaulitz tutti salirono in macchina, Bill alla guida.
-Bene il testamento lo tengo nel cassetto del comodino- assicurò Lauren
-Sì, io l'ho nella scrivania della mia camera- confermò Tom.
-No porca merda io non l'ho fatto- esclamò Gustav.
-Che spiritosi- fece Bill scocciatissimo-io sono un campione.
-No cavoli- esclamò Tom- non ho il travelgum!
-Ed io ho finito la xamamina- replicò Lauren
-Uffi- fece Bill sistemando lo specchietto- sei un fratello bastardo e tu un'amica altrettanto.
Poi mise in moto e lentamente la macchina si mosse.
Subito Georg gridò.
-Attento stavi per travolgere Pirlimpot il nano da giardino.
Un sonoro "ma va cagare" risuonò in macchina.

-Ok- fece categorico Gustav che sedeva accanto a Bill dopo solo dieci minuti di strada- metti la freccia, rallenta e accosta- disse con fermezza come un navigato insegnante di scuola guida.
Stranamente Bill ubbidì senza fare rimostranze, con Gustav andava molto d'accordo ed era l'unico che non aveva fatto commenti o battute fino a quel momento sulla sua guida per cui fece subito ciò che chiedeva.
-Ora spegni il motore, metti le quattro frecce e dammi la chiave.- continuò con aria professionale.
Bill ubbidì e quando Gustav ebbe le chiavi in mano sbotto:
-Sei un pazzo- fece con una voce stranamente acuta toccando note quasi da soprano- è ufficiale mai e poi mai dovranno darti la patente!
-Oh, finalmente- fece Tom- quando lo dicevo io sembravo un visionario.
Bill ingenuamente osò chiedere-Perché?
-Perché?- esclamò Gustav facendo salire di due ottave la sua voce abituale - perché? E lo domandi- sottolineando le sue parole con uno sguardo allucinato- da dove cominciamo?- chiedendo agli altri quattro passeggeri che stavano tirando un sospiro di sollievo per essere ancora vivi.
-Partiamo dal primo stop- fece Gustav- sei stato fermo mezz'ora.
-Già ti si doveva asciugare la French manicure?- fece Lauren acida.
-No, non riuscivo a ripartire- si difese Bill.
-Bene e il secondo stop, allora? chiese interdetto Gustav.
-Be'…- fece titubante Bill
-L'hai totalemnte saltato, cioè, non ti sei manco fermato- urlò con la vena pulsante della fronte Gustav.
-Ma avevo visto che non arrivava nessuno- si difese timidamente Bill.
-Cosa? Ma se non c'era molta visuale.
-Ma sì- si difese senza più convinzione il cantante.
-Per non parlare del povero ciclista che appenderà la baci al chiodo, si sarà preso un infarto, gli hai fatto un filo pazzesco.
-Ero così a destra?- chiese flebilmente
-Così a destra?- urlò con forza il povero Gustav- eri così a destra che nella curva dopo hai preso il marciapiede.
-Ah, quel botto era il marciapiede?- fece Bill ingenuo- credevo fosse un sasso.
I ragazzi rimasero senza parole, la freschezza e spontanea risposta di Bill li lasciò svuotati.
-Sei senza speranze- scosse il capo Gustav che sembrava disarmato di fronte a cotanta semplicità di spirito.
-Ogni tanto mi domando se sei biondo dentro- fece Lauren guardando il ragazzo che si era voltato verso i suoi interlocutori.
-No, in effetti i miei capelli sono castano chiari, ma non biondi.
-Va bene, rinuncio- concluse Lauren senza provare a spiegare all'amico la sua affermazione- Ripartiamo, guida tu Georg, sarà meglio- concluse la ragazza.

-Bene ragazzi queste sono le biciclette che avete prenotato.
-Che cosa!- esclamò senza contegno Bill
-E' uno scherzo?- fece Tom pallido.
-Ecco i pantaloni con il rinforzo sulle parti intime!- esclamò Bill dimostrando ancora una volta di essere ingenuo.
-Meglio tardi che mai, cucciolo comunque questo è il momento "Gustav"- fece categorica Lauren.
-Uhm, che gioia, dovevo aspettarmelo- fece amareggiato il batterista sentendo i commenti e le proteste degli amici.
-Fan culo ai due gemelli- fece sorridendo e prendendo a braccetto l'amico che appariva deluso Lauren- io sono entusiasta di questa giornata faremo un magnifico giro intorno al lago Ammersee su una magnifica pista ciclabile e attraverseremo pittoreschi paesini.
-Lauren come sempre hai ingoiato la tua guida turistica?- chiese con il suo intramontabile buon umore Georg ormai anestetizzato dalle lagne gemelle.
-No, io non volevo offendere Gustav- si difese Bill- io non sono molto portato per gli sport da fatica.
-Tu sei solo portato per l'ozio- fece acidamente Tom
-Ha parlato il Dio del triathlon- esclamò Lauren- letto-divano-tavolo da pranzo, la sua specialità.
I ragazzi risero per la battuta anche se Bill era un po' preoccupato.
-Non c'è un tandem?- domandò- se potessi andare in tandem mi sentirei meglio.- confessò Bill.
-Già così tu non pedali!- fece Gustav conoscendo il cantante.
-Sì- esclamò Lauren improvvisamente colta da un'idea romantica- sì Tom ed io prendiamo un tandem, che bello.
-No, scusa- fece il ragazzo sempre più pallido all'idea- Bill propone un tandem e ci vado di mezzo io?
-Le vie della mente contorta di una ragazza sono infinite- commentò sadicamente Georg- se poi è innamorata...
-Fan culo bassista dei miei stivali, spero che al concerto ti esploda il basso- fece scocciato Tom.

La diatriba davanti al noleggio delle biciclette andò avanti per venti minuti buoni e il povero mal capitato commesso disperava ormai di vederne la fine quando in conclusione la caparbietà di Lauren ebbe la meglio e Tom si ritrovò a dover inforcare il tandem. L'alternativa che per un secondo aveva traversato la mente bacata del fratello gemello era stata quella di noleggiare uno stupendo rishò a tre. Tale mezzo comprendeva anche una targa con su scritto Homer e due pupazzetti a mo' di clacson, una giraffa e un asino alla vista dei quali Lauren e Bill avevano saltellato per due minuti facendo suonare a turno i pupazzi, mentre Tom, Gustav e Georg avrebbero voluto una pala per seppellirsi evitando la figuraccia.

La gita cominciò finalmente nella pace ritrovata e nel buon umore. Gli aneddoti di mitici voli in bicicletta si sprecarono, la palma d'oro la vinse Gustav raccontando di quando da ragazzino facendo una mitica discesa aveva perso il controllo della bicicletta ed era volato dritto nel lago del parco Stadpark Rotehorn davanti ad una incredula madre che era morta dallo spavento. Mentre il premio miglior cicatrice l'aveva vinta Tom che durante una delle sue mirabolanti figure aveva infilato il piede nei raggi procurandosi una ferita suturata da dieci punti. Lauren da bambina, cresciuta in una campana di vetro da una mamma apprensiva, si era al massimo sbucciata il ginocchio. Le narrazioni dell'angolo "sputtaniamo Bill" da parte di Tom furono esilaranti e produssero non poche soste per riprendere fiato, asciugarsi le lacrime dal ridere e soffiare il naso. La più mirabolante fu il lancio da una rampa da parte di Tom di suo fratello con chiaro intento omicida. Bill infatti con la sua biciclettina con le rotelle stava felicemente giocando in cortile quando un lungimirante Tom gli aveva proposto un nuovo gioco. "Perchè non vai in cima alla salita dei garages e non ti lanci giù". Il piccolo e ingenuo Bill aveva accettato felice il gioco. Ovviamente la biciclettina lanciata a tutta velocità aveva fatto scaturire addirittura le scintille dalle rotelinne che si erano staccate in corsa catapultando il piccolo Bill verso il muro di cinta della casa. Per fortuna era di gomma e si era solo mezzo scarnificato un bracco e le ginocchia senza rompersi nulla. I sederi dei due bimbi tuttavia fecero un lungo incontro con le mani della nonna prima e della mamma dopo.

-Sono morto-fece Bill dopo un'ora e mezza che erano partiti gocciolando come nel deserto. L'icarnato pallido aveva lasciato il posto ad un viso rosso pomodoro.
-Coraggio gambette smilze, arriviamo a quel paesino e facciamo merenda- sollecitò felice Lauren a bordo del suo tandem, mentre anche il fratello boccheggiava paonazzo dallo sforzo.
-Sì, pausa- sospirò Tom in un lago di sudore.
-Certo che quei pantaloncini corti strech non ti donano proprio- constatò Georg squadrando Tom e poi Bill- e tu Bill hai delle gambe come due manici di scopa.
-Le mie gambe sono bellissime, dritte e affusolate.
-Due pali del telegrafo- constatò Gustav.
-Speriamo che non ci riconosca nessuno o siamo rovinati- fece Tom preoccupato.
-Già- constatò impensierito Bill.
-Fareste una magra figura in tutti i sensi- fece Georg ridendo rivolto ai gemelli che sfoderavano zero muscoli.
-Ma no, nel paesino c'è solo una bellissima chiesina tardo barocca- spiegò Lauren
-In cui si inginocchio Wagner per pregare che la sua opera andasse bene- fece il verso Bill.
-No in cui si inginocchierà un cantante famoso perché qualcuno gli spezzerà le rotuline- fece acidamente Lauren- uffi, non ti sopporto più.
Tutti ammutolirono vedendo il viso rattristato di Lauren e il tono acido con cui aveva accolto la battuta dell'amico. Bill non sapeva più come fare per togliersi dall'impiccio. Per fortuna ci pensò Tom, una volta tanto trovò il modo migliore per far ritrovare il sorriso alla ragazza. Fermò il tandem, si voltò e baciò la ragazza con infinita dolcezza ben conoscendo dove far breccia:
-Non preoccuparti fiorellino, mi leggerai tutta la guida di duecento pagine sulla chiesetta e io ti ascolterò, poi accenderemo tante candeline per i nonni, i genitori e tutti quelli a cui vogliamo bene.
-Grazie tesorino rasta, ti voglio bene- fece Lauren con un sorriso baciando a sua volta Tom.
-Mi si sta cariando un dente- fece Gustav imbarazzato.
-Mi viene il latte alle ginocchia non so se riuscirò a pedalare oltre- disse voltandosi Georg.
I due ragazzi si lasciarono trasportare dal momento e si fecero alcune coccole mentre gli altri li lasciarono indietro, Bill in particolare mal tollerava quando i due innamorati si lasciavano prender la mano nelle effusioni. Con una punta di rabbia per aver leggermente offeso Lauren e una profonda gelosia che non riusciva proprio a frenare si mise a pedalare con foga distanziando tutti.

Quando il gruppo lo raggiunse il ragazzo era seduto solo e pensieroso su una panchina di fronte alla chiesina mentre mangiava la sua merenda. Un sbavino di cioccolata sul lato inferiore del labbro faceva intendere che si era già scofanato un paio di merendine.
-Piccolo Bill- fece Lauren abbracciando il ragazzo per il collo- dopo vieni in tandem con me? Ti devo raccontare il mio ultimo parto per un nuovo vestito.
-Sì- rispose entusiasta Bill rassicurato per il tono con cui Lauren aveva pronunciato la frase- benissimo io invece ti racconto la mia ultima magliettina che spero di mettere in un prossimo concerto.
-Oddio sarà uno dei soli disegni strani fluo che prendono drammaticamente vita tutto tempestato di strass e brillantini!- fece il quadro completo Gustav che conosceva i parti della piccola mente del suo amico.
-Esatto!- rispose Bill fiero.
-Bene, bene, così è deciso- fece Lauren felice dando un bacino sulla guancia a Bill pulendogli con una mano il lato della bocca sporco di cioccolato, per poi incamminarsi prendendo per mano Tom ed entrare nella chiesetta.

***

-Bill scusa fermiamoci, credo di non star bene- fece Lauren.
I due ragazzi in tandem erano stati lasciati indietro di parecchio dal resto del gruppo, la loro andatura infatti era lentissima. Bill non era certo muscoloso e il fiato lo sprecava in chiacchiere, Lauren dal suo canto gli andava dietro e più che pedalare parlava a ruota libera. Una salita poi aveva dato il colpo di grazia al duetto.
-Mi gira tutto e vedo dei pallini neri volteggiare.
-Oddio- fece Bill frenando prontamente e girandosi verso la ragazza pallida e bianca con gli occhi quasi riversi all'indietro. Immediatamente Bill la accolse tra le sue braccia ed evitò che la ragazza cadesse dritta lunga e distesa svenuta.
Con lucidità e reattività Bill la sdraiò e le allungò le gambe sollevandole per far defluire il sangue al cervello.
-Tesorino- la chiamò allarmato- ti prego fiorellino ci sono io qui, non preoccuparti.
Lauren riprese immediatamente i sensi e aprendo gli occhi disse con voce flebile.
-Ho sete.
-Aspetta forse un goccino d'acqua nella mia borraccia c'è ancora- il ragazzo lasciò l'amica per pochi secondi e tornò con l'ultimo rimasuglio d'acqua. Sollevò la testa dell'amica la aiutò a bere.
-La cosa tragica- fece lentamente Lauren- è che per alleggerirci abbiamo dato tutto ai ragazzi.
-Già anche il cellulare- fece Bill cercando nei pantaloncini ed estraendo invece l'i-pod.
-Manca poco al paesino forse ce la faccio- rassicurò Lauren alzando un po' il busto.
-In effetti si vedono delle case laggiù, ci sarà un telefono- fece Bill indicando all'orizzonte un gruppo di case.
-Sì, coraggio aiutami- fece Lauren sollevando un po' la testa, ma si rese subito conto che non riusciva.
Bill allarmato la prese, la risdraiò rassicurandola.
-Aspetta, stiamo due secondi ancora qui, ti tengo ancora un po' le gambe sollevate, ti riprendi bene e poi ci riproviamo.
Poco dopo per fortuna un signore a passeggio vide i due ragazzi in difficoltà e si prodigò per aiutarli.
-Coraggio ragazzi vi porto alla Locanda del Viandante, anche se è chiusa il signor Elbenhof è molto gentile e disponibile.
-Grazie- rispose rincuorata Lauren con un filo di voce. Bill dal canto suo era molto teso e agiva macchinalmente facendo tutto quello che gli veniva detto. Legò il tandem ad un palo della luce. Prese Lauren da una parte e con l'aiuto di quel passante raggiunsero il vicino gruppo di case e la locanda. Il signore che li aveva aiutati, citofonò e subito il padrone del locale si premurò ad aprire.
-Venite ragazzi, entrate- aprì cordiale un buffo ometto con dei lunghi favoriti.
Bill era pallido e non parlava, era teso e preoccupato, conosceva i problemi di salute di Lauren e temeva che fosse un attacco di asma che si potesse scatenare anche se la respirazione della ragazza era tranquilla e regolare.
-Grazie, grazie mille- fece Lauren- eravamo in bicicletta e ho perso i sensi- spiegò- abbiamo finito l'acqua e tutte le nostre cose le hanno i nostri amici che ovviamente ci hanno distanziato e lasciato soli come pere cotte.
-Ragazzi, non c'è problema, piccola sdraiati su questo divanetto, vi porto subito qualcosa da bere.
-Bill, tesoro- si rivolse Lauren all'amico vedendolo agitato- non preoccuparti sto bene.
Intanto il passante che li aveva soccorsi si era allontanato sentendosi ormai sicuro della loro sorte, Bill era talmente in pallone che non se ne era reso neanche conto. Il padrone della locanda tornò con due bei bicchieri di acqua, un tè fumante con latte, zucchero e limone.
-Grazie mille- rispose prontamente Lauren- posso chiederle se c'è una farmacia?
-No, qui è solo un gruppo di case il paese è a cinque chilometri, perché?
-Nulla- fece Lauren- potrei chiederle un favore enorme, le sembrerà strano ma ce l'ha una banana?
-Una banana?- si stupì il signore- certo gliela porto subito.
Lauren si mise a sedere e mise nel tè, che di solito beveva liscio, tre bustine di zucchero.
-Banana?- fece Bill quasi senza voce.
-Tesorino, scusa, sei pallido e completamente disorientato, scusami cucciolo, mi stanno venendo dei crampi fortissimi alle gambe. Dopo un balletto impegnativo di solito scarichiamo la tensione con degli esercizi e dei massaggi. La camminata di ieri con relativa scalata alla cascata mi ha invece dato il colpo di grazia. Nonostante avessi fatto i miei esercizi di defaticamento ieri sera e questa mattina, ho l'acido lattico che mi indurisce i muscoli.
Una lacrima sul viso lasciò intravedere il dolore muscolare che stava provando e questo non contribuì a risollevare il morale a Bill che appariva del tutto disarmato di fronte alla sofferenza dell'amica.
-Ecco ragazzina, la tua banana. Posso fare altro?- il signore rimase in piedi in attesa che i ragazzi chiedessero altro, aveva intuito la tensione del momento , ma non voleva essere troppo invadente. Pochi istanti dopo Bill risoluto prese in mano le redini della situazione:
-Signore, mi scuso infinitamente le sembrerà strano, ma non abbiamo con noi il cellulare, né documenti, né portafogli hanno tutto i nostri amici che ci hanno abbandonato.
-Tieni, ecco il cordless, capita, non preoccuparti- rassicurò il signor Elbenhof.
-Signore- aggiunse con un sorriso cordiale e caldo Bill- la ringrazio infinitamente, non saprei cosa avrei fatto senza di lei e - Bill si voltò per cercare il passante che li aveva soccorsi- dov'è il signore?
-Il signore Lange è uscito appena ha visto che eravate in buone mani.
-Oh, non l'ho neanche ringraziato, lei mi dirà vero come poterlo rintracciare.
-Vero- fece Lauren finendo di sorseggiare il suo tè e sbucciando la banana- è stato così premuroso e non lo abbiamo neanche salutato, Bill tesoro chiama i tre cretini e poi ci pensiamo.
Bill compose il numero e subito rispose Tom con titubanza perché non conosceva il numero.
-Tom, idiota- attaccò subito Bill- ci avete abbandonato disgraziati, dove siete? Ah, sì, fan culo, tornate subito indietro banda di deficienti, Lauren si è sentita poco bene, razza di stupido.
Dall'altra parte del telefono la voce di riso e scherno si tramutò subito in costernazione e preoccupazione.
-Facciamo in un lampo- fece Tom pronto.
Bill riattaccò e vide che Lauren si tirava un piede per farsi passare un crampo.
-Nello zaino ho degli integratori che mi faranno stare subito bene, cucciolo non preoccuparti- fece Lauren pronta leggendo la preoccupazione negli occhi dell'amico- quando arriverà Tom lo redarguisco a dovere.
-Sì sono tre idioti- confermò Bill.
-Già se si programma una scampagnata tutti insieme ci si adatta ai ritmi delle lumache.
-Giusto- fece asciutto Bill- perché non ti sdrai e chiudi gli occhi, piccola, magari ti passa il dolore.
-Sì, sto già meglio, scricciolo. Questa volta- la ragazza fece una breve pausa poi con un sorriso tranquillo continuò- sono io che ti faccio preoccupare, siamo due piccole piaghe io e te.
-Siamo pari- rispose Bill dando un bacio sulla fronte alla ragazza.
Quando finalmente i tre ragazzi raggiunsero la povera Lauren, questa stava già bene per fortuna anche se i due ragazzi non mancarono di fare una lavata di capo con i contro fiocchi ai tre ciclisti incalliti che erano tornati indietro con il capo cosparso di cenere.
Il resto della gita si svolse in gioia ed allegria, Lauren si ritrovò in tandem prima con Gustav poi con Georg, gli unici in grado di pedalare al massimo per permetterle di non sforzarsi troppo.

***

-Guarda Bill- fece Lauren indicando i tre amici accanto a lei.
-Lo sapevo che sarebbe finita così- aggiunse Bill scotendo la testa
-A me lo spettacolo è piaciuto tantissimo, direi che andiamo a comprarci dei ricordini che ne dici?- confermò Lauren felice e soddisfatta per la serata.
-Certamente, io prendo il cd se c'è- sottolineò Bill la sua affermazione con un sorrisino furbetto.
-Dai che così impariamo le canzoni e facciamo incazzare tutti- fece sadicamente Lauren- già ci viene bene con la sirenetta, Anastasia e il campionario della Disney.
-Prima però immortaliamo il momento- Bill aprì il cellulare e fece una foto a Gustav, Georg e Tom profondamente addormentati.
La sala si stava svuotando pian piano e la gente commentava il musical Ludwig 2.
-Uhm- bofonchiò Gustav aprendo un occhio- Lauren ti odio sai- confermò con la voce un po' impastata dal sonno.
-Già fece Georg riaprendo anche lui gli occhi e stiracchiandosi- credo sia la cosa più noiosa che abbia mai visto, quando ho letto la trama già temevo.
-Ah, per quello mi hai detto che i biglietti erano terminati?- disse Lauren con il tono lievemente risentito.
Georg cominciò a tremare per la piega che stava prendendo il discorso.
-A me è piaciuto- affermò sicuro Bill cercando di salvare dalle sabbie mobile Georg.
Il bassista e il batterista ripresi dal loro pisolino si alzarono e passando accanto all'amico lo mandarono a cagare dandogli una pacca sulla spalla.
-Del cane da pastore che ne facciamo?- chiese acido Gustav.
-Lasciamolo dormire- fece Lauren- Bill ed io volevamo prenderci alcuni souvenir- guardando con indifferenza il suo ragazzo che aveva osato addormentarsi come una pera cotta.
-Che umoristi, dei souvenirs, dovreste fare del Cabaret- rise Georg.
-No, seriamente- fece Bill- la trama era avvincente e i costumi erano bellissimi.
-Se c'è il cd lo compro- affermò convinta Lauren.
-Ti proibisco- fece categorico Georg che si profilava i prossimi viaggi in macchina con Lauren e Bill in modalità canterina- tu prova solo ad accennare una sola nota di questo musical che ti ammazzo- fece poi rivolto con rabbia a Bill.
-Senti la canzone di lui davanti al castello è molto bella- sottolineò Bill rivedendo la scena nella sua mente.
-Devo essermela persa, grazie al cielo- commentò Gustav che si profilava Bill sotto la doccia dell'autobus cantando pezzi del musical- ma credo che la sentirò spesso, purtroppo.
I ragazzi lasciarono Tom nella sua poltrona che ronfava ampiamente, Lauren sadicamente non accennò neanche a svegliare il ragazzo. Con Bill a braccetto si avviarono alla boutique del teatro facendo incetta di stupidaggini.
-La tazza la regaliamo a Tom?-suggerì Lauren mentre ammirava una mug con Ludwig II.
-Sì- esclamò Bill felice- guarda questa è sonora- mostrò il ragazzo accanto all'amica.
-Figa, vai prendi quella- confermò sadicamente la ragazza che già prefigurava il fidanzato modalità zombie che si spaventava ogni volta che alzava la tazza la mattina appena sveglio.
-Secondo te questi?- Bill aveva trovato un paio di guanti di pelle bianca- che ne dici con un bel taglio qui e qui?
-Forti, prendili ti stanno un incanto!- disse Lauren ammirando le bellissime mani affusolate del ragazzo.
Gustav e Georg con i riflessi ancora un po' lenti rimasero stupiti, Bill riusciva ovunque e comunque a trovare qualcosa da indossare, creare, cucire e tagliare anche in una boutique di un teatro circondato da mille gadjet inutili. Ancora più incredibile Lauren non lo fermava nei suoi deliri. Anzi aveva preso dei sotto bicchieri da birra con le immagini del musical affermando di volerle regalare al signor Gordon, mentre un grembiulino tutto pizzi e merletti lo aveva scelto per la signora Simone.
-Che ne dici per tua madre?- mostrò fiera la ragazza.
-Uh, le piacerà sicuro- fece Bill soddisfatto mentre sfogliava un libro di immagini della Baviera.
-Questo lo prendo per tuo padre- fece Bill rivolto a Lauren.
-Perfetto gli piacerà di sicuro, tesoro- sorrise dolcemente la ragazza.
Gustav e Georg erano sempre più profondamente annoiati e si aggiravano come due automi con le palle ormai rotolate in fondo al negozio.
-Questo segnalibro lo prendo per tua sorella- mostrò Lauren a Gustav.
Il ragazzo non rispose, ma ne fu molto felice.
Lauren e Bill spesero cifre inusitate in scemenze poi seguiti da Gustav e Georg, che si sentirono finalmente sollevati, si avviarono verso la macchina e aspettarono il bel addormentato in teatro. Ormai era tutto deserto e non vi era quasi più nessuno.
-Lo avranno chiuso dentro?- domandò Lauren sorridendo divertita.
-Ma no, le maschere lo avranno visto, ci raggiungerà- fece Gustav asciutto.
Poco dopo infatti una furia rasta si avvicinò a grandi passi inveendo.
-Stronzi, bastardi- sciolinò senza fiato- mi avete rotto le palle portandomi ad uno spettacolo improponibile tanto era palloso e poi, mi lasciate dormire sulla poltrona? Ho fatto una figura di merda! L'inserviente addetta alle pulizie non riusciva a svegliarmi e io ho bofonchiato cose senza senso credendomi tra le braccia della mia ex- fidanzata francese!
I ragazzi cominciarono a ridere di gusto Lauren era la più rumorosa.
-Ma dai abbiamo anche un regalino per te- fecero Lauren e Bill in coro facendo posto all'amico sul sedile posteriore e consegnando un pacchettino al ragazzo.
Per un breve istante Tom sorrise rincuorato e, come un bambino la mattina di Natale, aprì felice il regalo pronto già a dimenticare la serata. Troppo breve fu la sua gioia, quando si ritrovò una tazza musicale con le immagini dei protagonisti del musical ripartì con una serie di parolacce infinite.

***

-Ho paura- confessò Gustav a tavola davanti ad una colazione pantagruelica, mentre rompeva il suo uovo alla coque- oggi è la giornata di Bill.
-Oddio- fece Georg spaventato ripensando alla sera prima quando Lauren e il cantante avevano svuotato un negozio.
Sempre meno rassicurato dalla frase del bassista Gustav chiese- ma non hai organizzato con Lauren tutto? Dovresti sapere cosa ci aspetta, no?
-Ebbene no, questa prima metà della giornata l'ha organizzata la squinternata in gran segreto.
-No, ti prego- fece Gustav- credevo tu fossi il mio migliore amico, tu conosci il piccolo mondo di Bill.
-Purtroppo sì- rispose asciutto il ragazzo.
-Tu sai la piccola mente bacata di Lauren che pur di farlo felice farebbe di tutto- disse sempre più tremante il ragazzo mentre alternava un pezzo di pane e una salsiccia.
-Lo so- affermò flebilmente Georg- ma cosa potevo farci io?- si difese il ragazzo.
-Credevo che il musical bastasse, per Bill- aggiunse titubante Gustav.
-Ti giuro- si difese Georg- ho tentato di tutto per dissuadere Lauren dallo spettacolo di ieri, le ho mentito, ma lei ha telefonato al teatro e mi ha preso in contropiede. Ha trovato i biglietti, non c'è stato verso. Mi sono anche preso una bella lavata di capo, se è per questo.
-Lo so, immagino il piccolo Caterpiller può essere feroce quando si inalbera.
-Già, mia madre in confronto sembra la camomilla fatta persona.
-Quindi neanche tu sai cosa ci aspetta?- ridomandò Gustav.
-No- rispose flebilmente Georg- comunque siamo ben lontani da qualsiasi centro commerciale.
-Vero- respirò sollevato Gustav, poi domandò- potrebbero portarci in qualche spaccio di vestiti ultimo grido, o fabbrica di giubbotti in pelle- fece tremante Gustav attaccando una porzione di pancetta e uova strapazzate.
-Spero di no- fece il bassista lasciando cadere la forchetta nel piatto prefigurandosi una giornata da incubo.
-Ciao ragazzi- salutò arzillo Bill raggiungendo i ragazzi a colazione.
Gustav e Georg rimasero sbalorditi, il boccone andò loro di traverso.
Bill si guardò i pantaloni, le scarpe e la maglietta credendo che ci fosse qualcosa di strano nel suo abbigliamento.
-Che c'è?- domandò incuriosito.
Gustav e Georg dopo una lunga pausa di riflessione cominciarono:
-No, Bill- attaccò Gustav con moderazione- bellina la tua magliettina.
-Già bellina- commentò acidamente Georg- certo se ci fosse la nebbia, be'- fingendo di trovare le parole- non avresti problemi.
-Perché?- chiese ingenuamente il ragazzo.
-No, guarda- fece Gustav dopo una lunga pausa e assumendo un'aria pensosa- bello il teschietto verde fluo. Sobrio come nel perfetto stile Bill.
-Certo- mostrando il petto tronfio credendo che fosse un complimento.
-La collanina poi- aggiunse Georg con la digestione bloccata- una catenazza per nulla appariscente con doppio lucchetto, ti sta d'incanto.
-Certo- mostrò Bill con il suo disarmante sorriso.
-Oh, non avevo visto la cintura di classe- aggiunse Gustav ormai sull'orlo di una crisi.
-Oh, mio Dio- commentò tremante Georg- come me l'ero potuta perdere?- esclamò.
-Sarà che eri stato distratto da quel teschietto che sembra che cammini da solo?
-Sarà stato quello- concluse flebilmente Georg che ormai era rassegnato a subire una delle giornate più tristi della sua vita.
-Coraggio, amici oggi giornata Kaulitz- esultò felice Bill- niente passeggiate, sport all'aperto faticosi, niente castelli, chiese barocche, musei delle bambole, oggi smog, traffico, caos e centri commerciali.
-Tesorino- fece Lauren raggiungendo il gruppo di amici attorno al tavolo mentre trascinava un ectoplasma rap- avete dormito bene?
-Tre agnellini- rispose felice Bill.
-Bene, posso dirti una cosuccia, tesorino tinto?- domandò dolcemente Lauren squadrando l'amico da cima a fondo e mostrando un viso perplesso.
-Certo fiorellino- rispose con candore Bill.
-Ma come cazzo sei vestito?- esclamò senza mezzi termini.
-Uhwau, la solita contessa- concluse Gustav.
-Per favore Bill potresti venir con noi meno in modalità "Bill dei Tokio Hotel"? Quella maglietta è tremenda, pensavo di aver visto tutto il tuo campionario di magliette strech assurde, ma credo che la palma d'oro se la sia aggiudicata questa t shirt!
-Scordi il giubottino verde rana- suggerì Georg con una smorfia.
-Già come scordarlo- annuì tremante Gustav al solo ricordo.
-Ti sei persa la maglietta viola con guantino di rete coordinato- aggiunse con un filo di voce Georg la cui digestione era ormai bloccata dallo shock.
-Vero- bofonchiò l'ectoplasma che era rimasto sconvolto dal look del gemello.
-Ma uffi, sono bellissimo- si inalberò Bill- questo sono io, Bill.
-Certo tesorino, amore, cucciolo, scricciolo- cercò di ingentilirsi Lauren- ma forse lo potrai sfoggiare fra qualche giorno, in uno dei tuoi concerti.
-Sì se al tecnico delle luci non prende un infarto per dover studiare un illuminazione apposta affinché le fan non rimangano accecate dal teschietto lievemente appariscente- aggiunse Gustav che satollo cercava di rilassarsi e risultare il più zen possibile.
-Oggi, piccolo, porta pazienza- spiegò Lauren dolcemente con una vena della fronte che cominciava a pulsare vistosamente- non possiamo farci riconoscere a duecento chilometri di distanza.
-Insomma Bill, fan culo vatti a cambiare- tagliò corto Tom mentre si scofanava un muffin.
-Cattivi- fece Bill alzandosi da tavola e raggiungendo il tavolo con i cereali e versandosene una porzione degna di un muratore- vado a cambiarmi, ho capito, uffi.
-Grazie- fece Lauren rincuorata dando un bacino consolatorio sulla guancia al ragazzo.
-Comunque al mio prossimo concerto mi vestirò così- affermò deciso.
-Tanto io vedo solo il culo di Bill- fece Gustav sollevato.
-Mi metterò degli occhiali da sole scuri- decretò Georg.
-Credo che calcherò bene la visiera del mio cappellino- confermò Tom.
-Stronzi- concluse Bill sempre più deluso dai suoi amici.

***

-Bene, gira a destra e poi fra trecento metri a sinistra- indicò Lauren seduta accanto a Bill e Tom all'autista Gustav- siamo quasi arrivati.
Una stupenda costruzione di vetro e ferro si stagliò davanti agli occhi dei ragazzi che temettero in un ennesimo museo.
Quando entrarono si trovarono in uno stupendo complesso termale.
Lauren entrò in modalità hostess:
-Allora per la mattinata ho pensato di realizzare un sogno di Georg che ogni tanto spera che nel vostro camerino si materializzi una bellissima donna che faccia degli stupendi massaggi. Sulla stupenda donna non posso farci nulla, ma sui massaggi eccoti accontentato.
A Georg in effetti si illuminò il viso e altrettanto a Bill che cominciò a leggere il depliant per scegliere tutto ringalluzzito i suoi trattamenti.
-Bella la tua idea fiorellino- fece felice Bill- avevo proprio bisogno di una cura rigenerante della pelle.
-Si perché la tua brutta faccia non sta su da sola- commentò acido Tom che non aveva nessunissima voglia di venir splamato di olii e fanghi.
Mentre Gustav era di color verde rame al solo pensiero di dover passare solo trenta secondi con Bill in modalità "mi faccio bello".
-Gu- esordì Lauren che aveva letto sul volto di Gustav tutta la sua dipserazione- lo so non sarà la parte della giornata migliore per te, ma dai,- e diede al ragazzo un bel buffetto sulla spalla- secondo me un bel massaggio alle pietre calde e uno stupendo masaggio rilassante alle mani con maschera per ammorbidire la pelle in vista delle tue fatiche da batterista ti faranno solo bene.
Lauren mostrò la locandina al ragazzo che non appariva molto convinto.
-Ah figo- esclamò Bill sempre più esaltato- un massaggio al cioccolato e poi un bagno rilassante nel latte, che gioia!- il ragazzo abbracciò Lauren- tu sì che mi capisci!
-Certo e poi guarda la faccia di tuo fratello, rinvigorisce solo quella.- aggiunse divertita Lauren facendo ricadere l'attenzione di Bill sul volto del gemello.
-Già- sorrise felice Bill guardando il color verde del chitarrista.
Tom si era tenuto in disparte fino a quel momento, come Gustav aveva orrore di quei posti, ma la gioa che leggeva sui volti di suo fratello e di Lauren lo convinsero che doveva sforzarsi di rilassarsi e assaporare le ultime ore di pace, tranquillità e soprattutto poter stare con la sua ballerina preferita.
-Per noi tesorino- fece Lauren con un sorriso smagliante- ci aspetta un bellissimo massagio in coppia con olii essenziali rilassanti e una piccola sorpresa studiata per le coppie.
Tom ebbe un rapido sorriso che si smorzò subito alla battuta infelice di Georg.
-Sì un bel bagno di miele e melassa da far cariare tutti i denti- non ebbe il tempo di terminare che Lauren gli aveva già appioppato un sonoro calcio negli stinchi.
-Così impari, la tua è pura invidia- concluse con un sorriso diabolico Tom che si stava avviando con la sua amica verso la sala che le indicava una gentile signorina.
-Sarà imprudente lasciar Bill solo con quei due?- domandò Tom premuroso.
-Ma sì, al massimo lo affogheranno nel latte per farlo tacere- rassicurò la ragazza
-Certo ma è capace di berselo tutto!- affermò Tom conoscendo bene le quantità industriali di latte che era capace di ingurgitare il fratello.
-Ti immagini? - fece Lauren figurandosi Bill con una cannuccia mentre si beveva una vasca da bagno di latte e poi rotolava modalità pesce palla .

La mattinata passò in fretta e verso le undici i ragazzi si ritrovarono tutti nella piscina riscaldata con angolo jacuzzi per un bagno tutti insieme. Lauren e Tom erano ammollo da tempo, avevano infatti passato qualche momento romantico gustandosi delle fragole e dello Champagne scambiandosi coccole audaci. Quando Gustav e Georg li videro teneramente abbracciati si sentirono un po' di troppo, ma Lauren li sollecitò a raggiungerli con un gesto della mano.
-Avete finito di copulare?- chiese Georg ironico.
-Invidioso?- rispose Tom con aria tronfia e il petto gonfio.
-Sì, sì- fece con un sorrisetto ironico la ragazza-Tom è sbrigativo, un fuoco fatuo.
-Fan culo signorina, non mi sembravi troppo delusa qualche minuto fa- fece risentito il chitarrista spostando la ragazza dalle sue ginocchia dove si era accoccolata.
-Le donne fingono bene- disse con un sorriso divertito Gustav introducendo un piede nella piscina e sedendosi lontano dai due innamorati.
-Guarda se al concerto cadi dallo sgabello, ti si rompono le bacchette o Bill ti spacca la faccia con l'asta del microfono sono contento.
Gustav però rimase impassibile e si rilassò tra le bolle dimostrando estrema sicurezza nelle sue abilità di batterista.
-Allora Georg?- chiese Lauren
-Un paradiso è stato molto bello e la massaggiatrice, be' niente male- rispose felice il bassista
-Bene e il nostro burbero batterista?- chiese premurosa.
-Sopravvissuto, ma la ragazza ha rischiato la vita quando mi ha proposto di mettermi uno smalto rinforzante sulle unghie.
-Era nero e bianco?- fece Lauren ridendo divertita- Ma il piccolo tinto lo avete affogato nel cioccolato?
-No si stava cambiando- risposero in coro Gustav e Georg.
Poco dopo Bill fece il suo ingresso dalla porta degli spogliatoi.
-Oh mio Dio- esclamò Lauren.
-Urca cose che voi umani non vorreste mai vedere- continuò Georg con gli occhi di fuori dallo sconcerto.
-Porca miseria questa mise scala direttamente la vetta delle classifiche " Bill come cazzo ti sei vestito" e si piazza alla numero uno- fece con un filo di voce Tom.
-Dove lo avrà trovato quell'orrore di costume da bagno?
-Non lo so, ma farò finta di non conoscerlo- concluse Tom.
Bill felice come una pasqua fece il suo ingresso in piscina.
-Allora cucciolo?- prese coraggio Lauren mentre tentava di recuperare la lingua che le era scivolata oltre le ginocchia.
-Fantastico- esordì Bill mentre guardava le facce basite dei suoi amici- il bagno al cioccolato e relativo massaggio, una favola. Il relax nalla vasca del latte con candele profumate e luce soffusa un paradiso. E finalmente mi hanno rifatto la manicure- mostrò felice il ragazzo all'amica. Poi si rivolse ai suoi amici- e voi?- ma non ottenne risposta.
Bill non si preoccupò, prese posto in un incavo dove c'erano bollicine a profusione e si sedette beato. Il silenzio era calato tra gli amici ancora sotto schok.
-Sei sicuro che non ci sia stato un errore, che so uno scambio di culle alla nascita?- fece Georg a Tom bisbigliando nell'orecchio
-No, purtroppo- fece mesto Tom- da piccoli eravamo identici.
-Ah- concluse un po' deluso Georg.
-Smettila Tom- lo rimproverò sotto voce Lauren- è un fratellino un po' eccentrico ormai dovresti saperlo.
-Lo so- sussurrò Tom cercando un bacio dall'amica che sembrava inaspettatamente più incline ai baci in pubblico.
-Rimpiango il costumino hawaiano che sfoderavate al mare, un po' ridicoli perché avevate lo stesso costume e da tempi inenarrabili non vi vedevo portare due cose uguali, ma almeno era presentabile- fece Lauren passando una mano tra i capelli di Tom che si lasciava beatamente accarezzare.
Gustav era ammutolito ormai da un po' quando alla fine sbotto, per troppo tempo aveva trattenuto il commento e ora era più forte di lui doveva dirlo.
-Bill- esordì cercando di essere il più gentile possibile- mi togli una piccolissima curiosità?
-Ma sì certo- fece Bill con un tono altrettanto amichevole e sorridendo felice.
-Potresti cambiare spacciatore?- fece asciutto il batterista di poche parole.
-Ma che cazzo dici?- fece il ragazzo indignato facendo raggiungere alla sua voce note assai acute.
-Grazie- fece Georg che scoppiò a ridere- credevo di esplodere, non riuscivo più a trattenermi.
-Già tesorino- rincarò Lauren- spero che non ti venga mai in mente di disegnare una linea di costumi da bagno.
-O se lo devi fare cambia fornitore di "roba pesante", l'ultima partita era avariata. Tra la maglietta di questa mattina e il tuo costumino mi sta venendo su la cena di tre settimane fa che credevo ormai metabolizzata- concluse divertito Gustav
-Fi- fece Bill arrabbiato accompagnando le parole con un gesto elloquente della mano- innanzi tutto, non mi faccio e poi il mio costume è esattamente in linea con il mio look.
-Bill, una cosa- aggiunse Lauren- chi ti ha venduto quell'orrore sadomaso?
-Nessuno- raccontò fiero Bill- ho comprato un normale costume di Dolce e Gabana e l'ho modificato.
-Ok- i ragazzi e Lauren si guardarono negli occhi e conclusero in coro- cambia spacciatore.
Poi tutti insieme ebbero l'impulso di saltare e fare i dispetti al povero ragazzo che si trovava circondato. La pausa di relax tra le bolle finì e una battaglia divertente scoppiò tutti coalizzati contro il costume di Bill che in breve si ritrovò praticamente nudo.
-Piatatela mi sdruccite la mia opera- urlò riemergendo dalle bolle.
-Certo lo facciamo per le generazioni a venire- fece Gustav tenendo in mano come uno scalpo un laccio che poco prima si trovava sul fianco del costume del cantante.
Il ragazzo fu attacato sull'altro lato da Georg che non ebbe vita facile nell'impadronirsi dell'altro laccio. La lotta culminò con la schiacciante vittoria del bassista che ben più muscoloso di Bill riuscì a immobilizzare il povero ragazzo e a sua volta sfilare il laccio sull'altro fianco.
Il costume di Bill ormai era ridotto così male che lasciava scoperte le parti intime frontali cosa che fece esclamare a Lauren:
-Oh mio Dio, vi prego ridategli i lacci!- fece simulando falso pudore- una povera pulzella con quattro bruti, oh mio Dio.
-Diventerò cieco- urlò scherzando Tom simulando indignazione nel vedere il fratello con gli attributi fuori e coprendosi gli occhi con le mani.
-Veramente- rispose acido e rosso come un gambero Bill cercando di sistemarsi al meglio- cieco lo diventerai quando sarai solo con la tua mano destra nella brandina.
I ragazzi si rivolsero verso Tom e scoppiarono a ridere. Lauren arrossì questa volta senza falso pudore.
-Stiamo degenerando- concluse sempre rossa in volto guardando un incavolato Tom che cercava di sopprimere la sua metà gemella.
I ragazzi proseguirono nuotando in piscina, giocando a pallavolo e poi misero a dura prova il buffet offerto dal centro termale terminando qualsiasi cosa toccasse il tavolo e giacesse nei vassoi.

***

Il pomeriggio proseguì con una sorpresa espressamente pensata per Tom, ma che non dispiacque per nulla al resto del gruppo. Dopo un breve tragitto in macchina il gruppo di amici si trovò ai piedi del monte Blomberg la prima parte della ascensione provocò le vive proteste dei Kaulitz subito stemperate dalle promesse giuri e spergiuri di Lauren che assicurava al suo piccolo pastore bergamasco e all'appendice tinta molto divertimento.
-E no, Bill non è sesso a tre, scordatelo!- fece esasperata Lauren dando un sonoro sberlone sulla testa del ragazzo che si era prefigurato un divertimento un po' spinto sull'onda dei pensieri impuri espressi dal fratello.
Dopo mezz'ora di salita si stagliò davanti ai loro occhi una super pista di bob estivo.

Tom felice iniziò a studiare il mezzo più areodinamico per lanciarsi alla massima velocità seguito da Gustav e Georg i cui occhi scintillavano felici. Bill silenzioso cercava un mezzo meno scassato possibile, mentre Lauren provava quello che andasse più lento.
Il primo giro fu adrenalinico al massimo, Lauren mandò avanti i ragazzi per non intralciare la loro corsa pericolosa, lei timorosa al massimo si era messa la giacca a vento per non sbucciarsi le braccia, si era messa il caschetto come i bimbi attirando su di sè dei cori di presa per i fondelli. Mentre Bill, ultimo dei tre ragazzi si infilò i suo guanti borchiati da provetto motociclista pronto per la sua folle discesa.

All'ennesima risalita che stavano affrontando i ragazzi, Bill esordì:
-Mi avete preso per i fondelli tutta la mattina ora ve ne state pentendo vero?
I ragazzi lasciarono Bill pavoneggiarsi mostrando fiero i suoi guanti di pelle nera che tanto la mattina avevano suscitato indignazione.
-Mi invidiate, voi vi state spellando le manine ora, come godo!- aggiunse tronfio il cantante.
I ragazzio lo guardarono senza parole poi un coro si levò all'unisono.
-Va cagare- e i ragazzi presero il loro bob a ruote e pian pianino si avviarono salendo la montagna per riscendere per l'ennesimo giro.
-Posso dirvi- fece Lauren rivolto ai due gemelli- che vi odio profondamente?
-Perché fiorellino- fece affettuoso Tom prendendole la mano e tirandola a sè stampandole un bacio sulla fronte e attardandosi sulla bocca.
-Come perché? Per due giorni ci avete stracciato i maroni come due zecche gemelle fastidiose e lamentose che sapevano solo pronunciare frasi del tipo "due palle" "mi sono rotto" "sono stanco" " non ho più fiato" " questa salita mi distrugge" "non mi sento più le gambe". Siete stati trascinati per più volte sotto minaccia e tortura e ora baldanzosi risalite per la settima volta la costa della montagna senza batter ciglio?
-E' vero- annuì un po' risentito Gustav- abbiamo dovuto trascinare la zavorra Bill.
-E il macigno rap- attaccò Georg- per tutto il tempo e guarda adesso.
-Fan culo- dissero in coro il bassista, il batterista e Lauren.
-Ma adesso abbiamo uno scopo- si difese Bill.
-Già la discesa con questi aggeggi è una totale figata- aggiunse Tom con un sorriso raggiante.
-Davvero? mentre l'arte e la cultura?- chiese Lauren sempre più torva.
-Quella un po' meno- fece a bassa voce Bill.
-Sì- rispose con poca convinzione Tom- anche quella è importante, ma no dà la scarica di adrenalina che si ha scendendo a 50km/h per diciasette tornanti.
La ragazza si divincolò dalla stretta di Tom un po' risentita, aveva sperato che condividere con il ragazzo le sue passioni sarebbe stato fantastico, ma forse aveva mal calcolato i ragazzi rimangono dei grossi bambinoni fino ai cinquant'anni. Lo guardò in tralice e poi cercò un bacio sulla bocca che il ragazzo ricambiò affettuoso.
-Basta slinguazzate e camminate- sollecitò Bill spingendo la coppietta.
Lauren rispose con il suo solito dito elegante da contessa e poi aggunse:
-Attento Bill, sappi che potrei vendicarmi.

***

-Oh, povero piccolo come sei conciato?- disse amorevolmente la padrona del bed and breakfast vedendo rientrare Bill.
-Uffi- fece in modo lamentoso sbattendo gli occhioni come il gatto di Shrek- mi hanno maltrattato.
-Oh, poverino sono dei bruti i tuoi amici- accompagnando quelle parole con una carezza.
-No, signora, lei non lo conosce- fu laconico Gustav
-Già, non lo difenda per favore, Bill è la persona più egocentrica, egoista, individualista, accentratrice dell'universo- sentenziò Georg.
-Mi creda signora noi abbiamo coniato il termine " Teoria Bill centrica" dove Bill è al centro dell'universo e tutto ruota intorno a lui.
-Certo-confermò Bill- sono il leader del gruppo, canto, scrivo i testi, creo l'abbigliamento, il trucco e il parrucco. Ho delle idee geniali per i video, al posto del cervello ho una fucina.
-Al posto del cervello hai una cucina?- fece il verso Tom
-Già è vero dimenticavo i Tokio Hotel sono Bill e Bill è i Tokio Hotel. Noi siamo contorno- fece Gustav scuotendo la testa con aria di compatimento.
-Bravo Gustav, vedo che hai capito.
-Credo che fra tre giorni, non so, mi cadra il basso sul piede di qualcuno- suggiunse Georg.
-Oppure ci potrebbe essere un accidentale esplosione del microfono del leader del gruppo- fece Tom guardando in tralce il fratello.
-Comunque signora la mente di questo scherzo che mi ha ridotto così è l'insospettabile ragazzina di rosa vestita!- mostrò Bill risentito.
-L'apparenza inganna quindi!- concluse la signora.
Ma Lauren cominciò la sua difesa con la lingua lunga ci sapeva fare almeno quanto Bill.
-Signora lei converrà con me che ci voleva una bella lezione per il rompi p. tinto. Innanzi tutto tralascerei le innumerevoli lamentele sull'organizzazione di questi giorni e le attività offerte. Le lagne infinite "sono stanco" "mi fanno male i piedi" " che noia, che barba" " non ho il fiato" " non mi sento più le gambe" tipo novantenne. Il culmine lo abbiamo toccato oggi sulla pista di bob estivo quando si è pavoneggiato " sono più bello, più veloce, più figo, più areodinamico"
-La verità fa male- fece tra i denti Bill, ricevendo una sventola sulla testa da parte di Tom.
-L'apice è stato " guardate con i miei guanti di pelle che voi dite da truzzo non mi faccio nulla voi invece avete le vesciche"
-Questa è la pura realtà- ridisse sottovoce, ricevendo un'altra sventola dal fratello.
-Il pavone meritava una punizione divina. E ho colto l'occasione, in un momento di distrazione, sono andata a comprare della schiuma da barba, della farina, dei palloncini e la vendetta si è compiuta.
-Guardi i miei guanti rovinati dalla schiuma e così la maglietta che ha stinto- fece con un tono da bimbo piccolo il ragazzo-sono cattivi.
La signora nonostante la difesa della ragazza non resistette agli occhioni languidi di Bill e lo accompagnò in bagno aiutandolo a lavarsi i capelli dal misto di farina, schiuma incrostata e schifezze di ogni tipo che si erano incollati mentre rantolava per terra durante il combattimento improbo.
Poi amorevolmente gli lavò maglietta, pantaloni e scarpe che si stavano incartpecorendo per l'effetto schiuma da barba come una mamma affettuosa ricevendo in cambio un bel bacio affettuoso.

***

Ore 9.00 aeroporto di Amburgo.
- Allora dove hai parcheggiato il truzzo catorcio?- chiese Lauren con tono interrogativo alquanto preoccupato.
-Il mio non è un catorcio, porca miseria ci ho lasciato mezzo conto in banca- esclamò risentito Tom
-Certo quando uno è mentecatto e spreca i soldi in giocattoli inutili!- rincarò la ragazza.
-Lo so come la pensi per favore non torniamoci più sopra, grazie - Tom diede un bacio alla ragazza come per farle sentire che non era in collera.
-Sì, tesoro- fece con un grosso sorriso Lauren- allora?
-Mi sto guardando intorno - disse un po' in panico il ragazzo che non ricordava dove aveva lasciato la macchina.
-Dire che è talmente mastodontico che il profumo di truzzaggine dovrebbe sentirsi- commentò la ragazza infierendo sarcastica.
-La pianti?- fece Tom scocciato prendendo la testa di Lauren e strofinandola in modo scherzoso. Poi rivolto al fratello che ciondolava tipo cavallo semi addormentato chiese:
-Bill, ti ricordi dov'era la macchina?
-Io?- chiese sorpreso il ragazzo dando solo lievemente la pervenza di aver connesso il mono neurone.
-Dai, eri con me!- fece sollecitando collaborazione.
-Ma erano le 5 e quaranta del mattino io ero ancora nella fase rem- protestò vivamente.
-Come sempre quindi- disse ironica Lauren che ottenne come risposta un elegante dito medio.
-Uffi, Bill, sei un appendice fraterna inutile, dai!- ci riprovò Tom
-Eravamo scesi al terzo piano credo- tentò di sforzarsi Bill- non era il numero 705 settore rosso?
-Non al secondo, settore verde posto 345?- chiese dubitativo Tom
-Mah forse- fece Bill tentando di scavare nella memoria- io però mi ricordo tre rampe di discesa?
-Bene- fece la ragagazza sollevata- prima leggevo la capienza del parcheggio e ho visto che ha più di cinque mila posti. Come dire il mio ultimo giorno ad Amburgo in areoporto, bella prospettiva.
-Mettila così, sei già pronta per sta sera- scherzò Bill.
-Fan culo, fratello idiota invece di parlare sforzati- inveì Tom che aveva programmato altro per le ultime ore con il suo fiorellino.
-Ok, ok camomillati, allora il truzzo mezzo è alquanto appariscente- constatò Bill- Quindi...
-Allora innanzi tutto fan culo ad entrambi la mia macchinina non è un catorcio e non è truzzo, tra l'altro da che pulpito! il re dei giubbotti catarifrangenti e la regina delle gonne a balze.
I due ragazzi si guardarono e poi sorrisero.
-Hai ragione cucciolo partiamo con le ricerche, io propongo di dividerci i sei piani a due a due quando la troviamo ci chiamiamo.
-Il cel non prende e poi giriamo con le valigie?- fece Bill la cui sansonite pesava 10 chili.
-Bene io curo le valigie e voi due cercate. - suggerì Lauren con un sorriso- noi donne di macchine non ne capiamo nulla, sembrano tutte uguali
-Ma va cagare- inveì Tom- se hai denigrato il truzzo catorcio da ore dicendo che è un mezzo per ricconi sboroni e non sai neanche come è fatto?
-Insomma sì vagamente- disse la ragazza non mostrando interesse alcuno- è grosso, nero e ha tre anelli come simbolo.
-No- la coresse Bill- gli anelli della Audi sono cinque.
-Mentecatti entrambi sono quattro- urlò scocciato Tom che disperava di ritrovare la macchina con al seguito le due zavorre.
-Sei sicuro?- interrogò stupito Bill.
-Oddio, ho capito aspettatemi qui, parto alla ricerca solo- poi boffonchiando aggiunse- dovevo tirare meglio il cordone ombelicale quel primo di settembre.
-Uffi, cattivo- fece risentito il fratello- mi sono solo confuso con i cerchi delle olimpiadi!
-Bill, riattiva lo screensaver coi pesci va, è meglio- tagliò corto Tom partendo alla ricerca della macchina.
-Era meglio se accettavo il passaggio di Gustav- disse Bill vedendo il fratello allontanarsi molto arrabbiato.
-Ti ho sentito- urlò Tom- dopo facciamo i conti!
-Ups- fece Bill mettendosi una mano davanti alla bocca mentre Lauren lo guardava divertita- dovrò vivere i miei ultimi momenti di vita in questo posto, che tristezza.
I due ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere. L'attesa durò quasi mezz'ora poi si sentirono delle ruote cigolare nel parcheggio, Tom felice aveva ritrovato la macchina.

-Tesoro, alza le chiappe e cedi il volante l'esame della patente lo hai domani e se vuoi passarlo meglio che non ti becchino a guidare con il foglio rosa.
-Uffi, ma secondo te ci potrebbero fermare?- protestò vivamente Tom.
-Sì visto il carroarmato nero. E la tua faccia da deliquente- commentò Lauren
-Mettiamo in chiaro non ho la faccia da delinquente e la mia bambina non è un catorcio nero, brutto e mastodontico.
Lauren lo guardò ammutolita, Bill sul sedile dietro si era già appisolato, poi allungò la mano invitando Tom a sganciare le chiavi e disse:
-E se rifaccio la fiancata all'ippopotamo nero?
-Ti scotenno- sentenziò Tom.
Lauren lo guardò divertita e gli diede un bacio togliendogli la bandana che gli teneva fermi i capelli per affondarci le mani affettuosa e baciandolo sul collo, dietro l'orecchio.
-Vi ricordo- boffonchiò Bill aprendo solo un occhio- che qui dietro dorme il bimbo, potrebbe rimanere shockato.
-Torna a dormire che è meglio- lo redarguì con tono scherzoso Tom baciando a sua volta affettuosamente la ragazza.
Lauren si sistemò alla guida e partirono. Il viaggio in quel di Baviera era stato corto ma intenso, i ragazzi mai avrebbero scordato quei momenti insieme.
Il mese ad Amburgo volgeva al termine e tra poche ore i tre ragazzi si sarebbero salutati e non si sarebbero rivisti per lungo tempo. Avevano come l'impressione di rivivere quel triste momento dell'addio di due anni e mezzo prima.
Quando la ragazza sparì dietro le porte dell'imbarco Tom sentì il cuore in gola e le lacrime far capolino negli occhi, subito respinte con veemenza accarezzando l'idea di un prossimo incontro.
-In fondo due mesi passano in fretta fratellino- fece Bill avvicinandosi al gemello e mettendogli una mano sulla spalla- coraggio a Natale ci rifaremo e poi non dobbiamo andare in quel di Parigi in questo tour?
Bill non ricevette risposta Tom chiamò un taxi e lasciò con la morte nel cuore l'aeroporto di Amburgo.


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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 8

-Ciao papà- fece felice Bill al padre che lo aspettava sulla soglia.
-Siete in ritardo- disse laconico il signor Kaulitz guardando suo figlio con stizza.
-Scusa è vero, al mattino presto facciamo fatica a carburare e quindi, ma l'importante è essere arrivati, sono eccitatissimo- fece il ragazzo con un sorriso largo, cercando di stemperare il nervosismo del padre- ho dormito poco per la gioia è da dieci anni che non andiamo a pescare tutti e quattro.
-Il nonno non viene- rispose seccato il padre.
-No- fece deluso Bill- perché? Non si sente bene?
-Non ha voglia, preferisce restare a casa. Guardare la tv in santa pace senza le tue chiacchiere fiume.
-Allora se non vi dispiace mi fermo con lui- fece Tom raggiungendo il fratello sulla soglia della casa- non amo molto le attività all'aria aperta.
-Già e poi hai un umore talmente nero che rovineresti la giornata- aggiunse Bill un po' seccato dalla defezione del fratello.
-Ecco appunto- tagliò corto Tom spintonando lievemente Bill per passare ed entrare in casa.
All'interno lo aspettava il nonno che vedendolo sorrise affettuosamente:
-Allora nipotino, abbiamo la patente finalmente.
-Sì nonno- fece con scarso entusiasmo il ragazzo- ho guidato da Amburgo, il mio primo lungo viaggio.
-E tu, Bill? Sei il solito fannullone incapace
-No, ho fatto la teoria,- fece Bill sforzandosi di sorridere dimenticando quella frase e il tono pieno di livore- ma la pratica non l'ho neanche provata perché non ho avuto il tempo di imparare, papi oggi mi fai guidare un po', vero?- chiese sorridendo il ragazzo rivolto al padre- non vedevo l'ora che arrivasse questo momento, in fondo tutti i papà insegnano ai loro figli a guidare.
-Bill, non penso che ti farò toccare la mia macchina- fece il padre con tono arcigno- devo ancora pagarne le rate e con te al volante si rischia la vita.
-Perché pensi questo?- fece Bill con un sorriso tirato.
-Non mi ispiri fiducia- concluse laconico il padre.
-Tom, diglielo anche tu che sono prudente- fece Bill cercando sostegno dal fratello.
Tom con sguardo indifferente fece spallucce e disse:
-Do, ragione al papà, l'ultima volta ho vomitato a causa della tua guida.
-Uffi, papà- protestò Bill con voce lamentosa sperando di smorzare i toni e scherzare un po'- Tom è cattivo, mi fa i dispetti.
L'effetto che sortì tuttavia fu l'esatto contrario il padre invece di ridere divertito sentenziò ancora più crudelmente:
- Non ne avevo dubbi, sei il solito inetto- poi prendendo il materiale da pesca aggiunse rivolto a Bill- prendi la canna, la cassetta delle esce e muoviti o faremo notte- poi rivolto a Tom disse- ti occupi tu della festa per il nonno di stasera?
Tom mugugnò una specie di sì, prese a braccetto il nonno e insieme si sedettero sul divano in modalità svacco totale.
-Tom mi passi le chiavi che prendo il cestino con il cibo, peccato che non veniate avevo preparato il pic-nic più figo del mondo, una colazione al sacco degna di un re, sai nonno ho fatto pure la ciambella con gocce di cioccolato- Bill ancora sperava di convincere il nonno a ripensarci, l'effetto che ottenne fu solo un'altra frase dal tono sarcastico.
-Ti sei messo a fare la massaia Bill?
-No, no, solo con le torte sono bravissimo e poi compro quelle semi pronte.
-Neanche quelle sai fare allora- rincarò il nonno.
Bill sorrise, un nodo in gola non gli facilitava la deglutizione,sentiva il livore del nonno penetrargli nella carne, ma non capiva il perché di quelle parole e l'improvvisa distanza che l'anziano aveva creato nei suoi confronti. Tuttavia cercò di non mostrare quanto quelle parole lo avessero ferito e salutando raggiunse il padre che lo attendeva nervosamente.
Il ragazzo caricò l'enorme borsa frigo, la canna e la cassetta delle esche, si sedette in macchina, si allacciò la cintura e felice cominciò a chiacchierare a ruota libera. Suo padre non gli rivolgeva il ben che minimo sguardo o accenno di approvazione, il suo silenzio, la sua indifferenza tuttavia non fermarono Bill che raccontò cosa era accaduto nell'ultimo mese e spiegò meglio l'umore triste e sconsolato di Tom.
-Questa notte ho dormito poco, sai, ero eccitato per questa uscita e anche se il nonno e Tom non sono qui, sono felice lo stesso, anzi a pensarci bene potrò godermi il mio papà tutto per me.
Questa frase cadde come tutte le altre nel vuoto, il padre guardava la strada e non accennava a rispondere, neanche con un segno di capo, sembrava quasi che fosse solo e la persona che gli era accanto fosse solo un oggetto inanimato.
-Papà, quando siamo in aperta campagna mi fai provare a guidare?- ritentò Bill sperando di ottenere almeno una risposta dopo minuti di totale silenzio- Sai Tom ha esagerato, ho fatto qualche prova, ma mi piacerebbe tanto che tu mi insegnassi. Sai pap…Gordon ha insegnato a Tom a guidare, mentre tu potresti insegnarlo a me, non credi? Io ci terrei tanto- Bill cercò negli occhi marroni del padre un cenno di risposta e finalmente ottenne un mezzo suono:
-Uhm.
Bill sorrise un po' sollevato, passare la giornata con una persona che non gli rivolgeva la parola lo terrorizzava, era ormai da anni che i due non si erano trovati insieme da soli. Da quando poi i due ragazzi erano diventati famosi le visite erano diventate rarissime e Bill aveva notato che il padre aveva totalmente cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
-Oggi, papà conosceremo finalmente la signora Jemann, da quanto state insieme? Dai, mi dici qualcosa di lei?
Il padre dopo un po' di indecisione e riluttanza ad abbandonare il silenzio rispose brevemente.
-Sì, questa sera verrà con i suoi figli, Lotti e Angus.
-Uh, che bello ho sempre desiderato una sorellina, finalmente ne avrò una, sono felicissimo. Quanti anni ha?
-Undici.
-Bello, spero di andare d'accordo con lei e Angus?
-Ha un anno in più di voi.
-Uhaw, che bello un secondo fratello maggiore e una sorellina, sono contentissimo- Bill era veramente felice di avere una famiglia allargata, come tutti i bimbi aveva sofferto moltissimo per la separazione dei genitori anche se tutto era avvenuto quando era ancora un bambino il suo cuore ne portava le ferite nel profondo. Spesso si era sentito in colpa, l'episodio scatenante la rottura finale era stato causato proprio da lui. Nella sua memoria però quel giorno era confuso e annebbiato. Aveva solo delle immagini sconnesse. La sofferenza però quella se la ricordava bene e il senso di colpa lo divorava ancora profondamente. Tuttavia l'idea di avere altri fratelli lo rendeva contento.
-Come vi siete conosciuti tu e la signora Jemann?
-In ospedale, lei è pediatra.
-Quando l'hai conosciuta?
-Quando ho portato tuo fratello che si era sfracellato in bicicletta, ti ricordi?
-Ah, si vagamente, quella volta che aveva preso a tutta velocità la discesa del garage e si era spiattellato contro il muro?
-Esatto.
-Tom era coperto di sangue e piangeva come un forsennato e io appresso perché lo avevo visto cadere e mi ero spaventato tanto.
-Quella volta mi avete fatto prendere un bello spavento, piccole pesti- il padre si rasserenò per un istante ricordando i suoi due bimbi e le loro infinite marachelle, poi voltandosi verso Bill lo guardò e quel velo di indifferenza tornò nel suo sguardo. Come era diverso quel ragazzo alto e magro che gli sedeva accanto, i capelli lunghi scendevano mollemente sulle spalle, qualche meches chiara contrastava con il nero corvino. Gli occhi nocciola scintillavano anche senza bisogno di essere sottolineati con il trucco, quelle mani delicate e curate fin troppo femminili, tutto di quel ragazzo che gli sedeva accanto non gli piaceva.
-Ma è da anni che vi frequentate quindi?- chiese Bill quasi sottovoce con il timore di sembrare troppo invadente.
-Sì è da sei anni che ci frequentiamo, ma fra poco speriamo di poter vivere tutti insieme.
-Davvero?- chiese sorpreso il ragazzo.
-Sì, Rose ha finalmente ottenuto il divorzio, l'ex marito si è trasferito a Berlino e probabilmente verranno a vivere a casa mia.
-Che bello, sono proprio contento, avrò due famiglie, spero di andare d'accordo con la signora Jemann e i suoi figli.
Ormai i campi e le colline avevano preso il posto delle vie della città, il signor Kaulitz imboccò una strada secondaria, deserta in quella fresca domenica dei primi di ottobre e poi accostò improvvisamente. Con enorme sforzo di volontà si rivolse a Bill e gli consegnò le chiavi:
-Allora fammi un po' vedere- fece con tono perentorio.
A Bill si illuminò il viso e con un moto di gioia profondo abbracciò il padre per l'eccitazione disse:
-Grazie, grazie, sono felicissimo non vedo l'ora, mi insegnerai a guidare allora! Grazie, grazie, lo sapevo che sarebbe stata una giornata indimenticabile.
Bill scese in un lampo dalla macchina con le chiavi in mano, rapido si sedette al posto di guida e eccitato infilò le chiavi nell'accensione, poi rivolgendosi al padre fece:
-Allora, sistemo gli specchietti, ecco- ad ogni gesto faceva seguire tutti i movimenti giusti, preciso, puntuale come da manuale, voleva fare bella figura ed far sentire il padre fiero di lui- ho messo la cintura, ecco metto in prima, giro la chiave e…
Il padre subito gli urlò:
-Billll!
Il ragazzo si spaventò.
-Il freno a mano- lo redarguì senza nessuna delicatezza il padre- hai intenzione di tentare di partire con il freno inserito, sciocco guarda la spia.
-Scscuscusa- balbettò mortificato Bill che con la mano sudata faticava a disinserire il freno a mano.
-Devi tirarlo un po' su e poi scendere, insomma- gli disse con tono seccato e nervoso.
Bill eseguì l'operazione titubante e finalmente riuscì a disinserire il freno a mano. Poi girò la chiave, la macchina si accese, il più difficile doveva ancora venire, il movimento dei pedali non sempre gli riusciva bene e al primo tentativo la macchina si spense. Lo fece per un paio di volte il padre dal posto del passeggero cominciava a spazientirsi. Il ragazzo con uno sforzo disumano finalmente riuscì a partire. La macchina si mise in moto lentamente e Bill fu pronto a cambiare prima in seconda poi in terza. Tirò un sospiro di sollievo e un velo di gioia gli illuminò lo sguardo.
-Hai visto, sto guidando- fece rivolto al padre, indirizzandogli per un istante uno sguardo compiaciuto. Il padre era scuro in volto e teso, non provava nessuna emozione per il ragazzo che aveva accanto, non sentiva nulla. Eppure un padre dovrebbe essere fiero di condividere quel momento con il proprio figlio, ma a quanto pare il signor Kaulitz non lasciava trasparire nessuna gioia. Anzi ad un certo punto redarguì il ragazzo:
-Allora cambia!- urlò con veemenza
-Sì, sì, adesso.
-Non così, insomma che grattata hai dato!
-Scusa, ogni tanto sbaglio nei movimenti.
-Meglio se non sbagli con la mia macchina, fai attenzione, concentrati sulla strada.
Poi dopo qualche minuto di calma dove Bill sembrava aver ripreso il controllo e la concentrazione il padre sbraitò a pieni polmoni.
-Insomma Bill, sei completamente sordo!
-Oddio, no perché?- fece totalmente in panico il ragazzo.
-Sei proprio un inetto, aveva ragione Tom, lo sapevo, cambia idiota- gli fece con rabbia- non senti il motore come è su di giri?- poi fece seguire il suo rimprovero con una pacca sulla testa- guarda il contatore dei giri del motore.
Bill smarrito e spaventato cercò di inserire la quinta.
-Allora- gli gridava il padre- inseriscila questa cazzo di marcia!
-Sì, sì, - faceva Bill spaventato dalla reazione del padre, ma ovviamente non ci riusciva per l'agitazione e lentamente cominciò anche a perdere il controllo del volante sbandando lievemente. Al ché il padre invece di tranquillizzarlo gli versò ancora più livore:
-Insomma Bill, basta, ne ho abbastanza, fermati- lo minacciò con tono imperioso.
-Sì, sì- fece quasi sottovoce il ragazzo con un'ansia infinita e la morte nel cuore. Contrito mise la freccia, accostò lentamente, si fermò, mise le quattro frecce, spense il motore e tirò il freno a mano.
-Dammi- le chiavi gli ululò furente il signor Kaulitz, la lezione era durata veramente poco. Bill scese dalla macchina con lo sguardo basso fece il giro da dietro e senza incrociare il padre prese posto sul sedile del passeggero.
-Scusa, papà- fece con un filo di voce- spero di non averti rovinato la macchina.
-In quel caso ti mando il conto, razza di incapace- tuonò senza mezzi termini.
Bill mandò giù il boccone amaro cercando di trattenere le lacrime, sentiva il dolore bruciargli in gola. Poco dopo per smorzare l'atmosfera che era pesante fece timidamente.
-Tom ha ragione è meglio che faccia lezione con una scuola guida- disse con rassegnazione- speravo tanto che volessi insegnarmi, ma mi rendo conto che sono ancora troppo imbranato, vorrà dire che la patente la farò con più calma. Sai, - accennò con sempre più timore- partiremo in tournée domani nel pomeriggio e avremo poco tempo libero. A gennaio poi forse andremo negli Stati Uniti per una breve tournée.
Il padre non diceva nulla, l'atmosfera che si respirava non era migliorata e Bill si rassegnò, forse era meglio aspettare che il padre si riprendesse dalla sua arrabbiatura.
Dopo circa dieci minuti di silenzio Bill con una profonda tristezza nel cuore accennò.
-Domani prenderemo l'autobus per percorre mezza Europa, visiteremo tantissimi paesi e città, quando saremo ad Hanover ci verrai a vedere? Sai non sei mai venuto a sentirci, neanche quando suonavamo da ragazzini, mi piacerebbe che venissi con il nonno e magari anche con la signora Jemann, Lotti e Angus.
-Non penso proprio, fate della musica così assordante, più che musica la chiamerei confusione organizzata.
-Ma, no dai- fece Bill sentendo che due lacrime stavano per scendere dai suoi occhi nocciola- non facciamo confusione è rock e poi ci sono delle canzoni lente.
Con estrema dolcezza il ragazzo cominciò ad accennare An deiner Seite, cantata così a cappella la canzone era ancora più commuovente.
Il padre non accennò nulla anzi con un lieve scatto di nervosismo accese la radio a Bill non restò che voltarsi e nascondere le due lacrime che gli solcavano le guance.
Finalmente arrivarono alla meta, il padre conosceva benissimo il lago e scelse un angolo appartato raggiungibile con una piccola strada sterrata di qualche chilometro.
-Bene- fece Bill un po' sollevato per essere finalmente giunti- scarichiamo tutto, meno male che il tempo regge, comunque mi sono preparato perfettamente, vedi sono attrezzato.
Il ragazzo mostrò con fierezza la sua tenuta da pescatore provetto: indossava un paio di stivali di gomma dei pantaloni pesanti una felpa di pile e scaricò dal sedile anche una giacca cerata.
-E' stata dura la mia ricerca per una tenuta da pescatore che fosse calda ed elegante nello stesso tempo. Tom è venuto con me in un negozio apposta ma è stato faticoso trovare un paio di stivali stilosi che potessero adattarsi perfettamente alla felpa e ai pantaloni e infine ho optato per costruire tutto il mio look sugli stivali, era più semplice. La felpa e la giacca vedi si intonano perfettamente con gli stivali.
Il padre aveva seguito tutta la disquisizione del ragazzo con aria arcigna e uno sguardo di commiserazione, proprio i discorsi di quel ragazzo non li capiva e con estrema cattiveria e senza mezzi termini fece:
-Pianta Bill, non mi importa nulla di come ti vesti e di quanto tempo ci hai messo a scegliere i tuoi cavolo di stivali, ora siamo qui a pescare, devi solo tacere o i pesci non abboccheranno.
Ancora una volta Bill era stato mortificato dal padre, ormai ci aveva fatto l'abitudine o meglio si era rassegnato a subire la rabbia senza motivo del padre. Solo accennò timidamente:
-Sono un po' arrugginito papi- disse con tono remissivo sperando in un po' di comprensione- mi mostri come si fa? Sai, saranno anni che non vengo più a pescare.
-Certo troppo impegnato a farti capelli e tatuaggi- fece senza mezzi termini il signor Kaulitz che proprio non mandava giù l'aspetto eccentrico del figlio né molti suoi atteggiamenti.
-Prendi l'esca, sono nelle scatoline rotonde. Guarda- fece il padre aprendo una delle scatole che Bill gli porgeva, ne tirò fuori una larva della farina che si contorceva prima di venir infilzata nell'amo- la infili così, poi ti prepari per il lancio, fai il movimento così del polso e del braccio e lanci.
Bill seguì tutte le azioni del padre con attenzione, aprì un'altra scatolina e vide nella paglia una decina di larve che si muovevano e fece una smorfia con la bocca come di riluttanza e accennò:
-Ma con il nonno usavamo le molliche di pane mi sembra.
-Insomma, ti fa schifo?- fece cenno di disprezzo il padre- ti lamenti come una ragazzina.
-No, mi dispiace un po' infilzare il vermetto, tutto qui- rispose mesto Bill.
-Ma da piccolo infilzavi le mosche e le cavallette e le arrostivi!- gli ricordò il padre
-Già ero crudele, ma ora…- Bill prese il verme e lo infilzò senza tentennamenti. Poi prese la canna e cercando di ricordarsi i movimenti che faceva da ragazzino realizzò il lancio. Fu un successo, per fortuna, non avrebbe potuto sopportare l'ennesimo sguardo di disapprovazione del padre.
-Bene- fece soddisfatto il ragazzo, appoggiò la canna all'apposito sostegno, aprì il seggiolino e si sedette attendendo. Poco dopo, annoiato a morte aprì il cesto delle prelibatezze e ne estrasse un appetitoso snack.
-Ne vuoi, papà?- Chiese a bassa voce
Il padre fece cenno di no con il capo. Bill si rimise a sedere davanti alla canna, tutto era immobile. Il ragazzo ormai spazzolato l'intero pacchetto di dolciumi si stava annoiando, non potendo parlare pensò di estrarre il suo cellulare per ascoltare un po' di musica. Il padre con scatto rabbioso glielo strappò dalle mani sentenziando:
-Sbaglio o ti avevo detto ieri di lasciare a casa il cellulare, non lo sporto soprattutto qui in mezzo alla natura, mi irrita- e senza aspettare le spiegazioni del figlio prese l'apparecchio e lo lanciò nel lago con rabbia.
-Ma papà, era spento e lo volevo usare solo come lettore musicale- fece Bill guardando il suo palmare affondare- avevo tutte le mie cose, le foto della gita in Baviera, del compleanno, i numeri dei miei amici.
Il padre non provò nulla fece solo laconico:
-Te lo avevo detto.
Bill non accennò nessun'altra spiegazione, solo quel gesto gli era penetrato nello stomaco come un pugno, perché suo padre lo trattava con tanto disprezzo? Cercò di riprendersi e si risedette contemplando la canna da pesca e il galleggiante immobile. Nessun pesce stava abboccando. Un'ora era passata, silenziosa e lenta, Bill si era addormentato annoiato mortalmente.
Quando il padre si alzò di scatto e cominciò a tirare sul suo mulinello, Bill si riprese dal suo pisolino, si alzò e fremendo cominciò a guardare la lotta del padre con il pesce.
-Bill- gli ordinò con tono imperioso il padre- tieniti pronto, è grosso!
Bill eseguì l'ordine in un lampo e si preparò. Il padre tirò con il mulinello il pesce, lentamente ma con perizia per non lasciarsi sfuggire la preda. Quando fu pronto, sollevò dall'acqua il pesce che si dimenava in una lotta per la sopravvivenza. Bill si avvicinò afferrò il pesce stretto, stretto, il padre aprì la bocca della preda gli staccò l'amo dal palato pronto per prenderlo e infilarlo nel secchio con l'acqua per tenerlo il più fresco possibile. Il pesce si dimenava come un matto e a Bill sgusciò dalle mani, tentò di afferralo, palleggiando come un giocoliere. Ma il pesce cadde al suolo e in un istante, con uno sforzo estremo, l'animale si gettò nel lago sfuggendo così a una morte certa. Bill rimase impietrito, tutto si era svolto in pochi secondi. La scena era stata alquanto comica soprattutto per quanto riguarda il ragazzo che si dimenava per tener fermo il pesce.
-Oddio- fece cercando di riprendersi- credevo lo avessi preso tu papà- concluse con tono divertito- hai visto che buffo, una scena degna di Stanlio e Olio, hai visto come ho palleggiato?
Ma il padre ancora interdetto per il gesto maldestro del figlio gli appioppò uno schiaffo:
-Dovevi restare a casa se volevi pigliarmi per i fondelli.
Bill con cinque dita stampate sulle guance bianche lo guardò impietrito, senza poter pronunciare nessuna spiegazione, nessuna frase di scuse. Solo quegli occhi nocciola fieri e vispi ora velati di lacrime guardavano nel profondo il padre che con sguardo arcigno lo fissava. Il ragazzo era muto con un nodo in gola che lo soffocava pian piano gli occhi fieri si abbassarono e la tristezza ebbe sfogo in una piccola lacrima che subito Bill si asciugò per risfoderare un sorriso e incalzare:
-Non ti è venuta fame papà?
Quelle parole non ebbero risposta e si persero nel vuoto, il signor Kaulitz aprì la scatolina delle esce, prese un verme e con rabbia lo infilzò, poi getto l'amo con un colpo rapido e deciso, quasi una frustata che sibilò nel silenzio del lago. Bill in un angolo si era fatto piccolo e silenzioso, armeggiava con il pic-nic sperando di farsi perdonare per la sua goffaggine.
Poco dopo tutto era pronto, il ragazzo aveva adagiato un plaid a scacchi blu e rosso, aveva riposto le vettovaglie con ordine, i piatti di plastica rossi si intonavano perfettamente con la tovaglia.
-Papà vieni il pranzo è pronto- fece il ragazzo con tono gioviale.
Il padre lentamente lasciò la sua postazione e prese posto di fronte a Bill che prontamente illustrò al padre il menu:
-Allora abbiamo fatto una insalata di patate con i fagiolini per dare sapore abbiamo messo del prezzemolo, se vuoi puoi mangiarci anche dei fagioli bianchi o del tonno. In questa ciotola ci sono i gamberetti in salsa rosa come antipasto. Se vuoi invece qui c'è dell'insalata mista che puoi accompagnare con il tonno sempre oppure del petto di pollo. Sai Tom ed io abbiamo cucinato tutto il pomeriggio con la supervisione di…
Il ragazzo si trattenne, voleva dire mamma, ma sapeva che ciò avrebbe innervosito ulteriormente il signor Kaulitz e quindi porse semplicemente la ciotola per mostrare il contenuto. Il padre si servì di quasi tutte le pietanze e le gradì molto, erano state cucinate perfettamente e la presentazione era ottima nonostante avessero viaggiato parecchio.
-Tiene tremendamente bene la borsa frigo- fece fiero Bill- è tutto buonissimo non è vero? Guarda se vuoi abbiamo anche l'olio, aceto e sale, guarda un set da pic-nic completo. Bella vero la boccia porta vettovaglie? Ma l'ha suggerita Gustav che adora le gite all'aria aperta, un esperto di campeggio, treking e affini.
-Chi è Gustav?
-Il batterista, papà- spiegò il ragazzo.
-Il capellone biondo?- domandò con tono dispregiativo
-No, quello più normale di noi quattro- incalzò Bill
-Il ragazzetto robusto con i capelli corti che è sempre taciturno?- chiedendo conferma.
-Esatto, il nostro timidone, burlone. E' simpaticissimo e divertente ma solo con chi conosce bene. Ci fa sempre sbellicare con imitazioni, scenette, scherzi divertenti, vado molto d'accordo con lui perché riesce a sopportare le mie chiacchiere fiume, i miei soliloqui e le mie paranoie.
Il padre non chiese ulteriori spiegazioni e il pranzo si svolse piacevolmente, il dolce poi ebbe successo e finalmente il padre riuscì a fare un complimento a ragazzo che ne fu rallegrato.
-Papà ho fatto alcuni thermos con ogni tipo di bevanda, puoi scegliere tra: caffè nero, caffè d'orzo e tè.
-Caffè nero, grazie.
-Ma non finisce qui, puoi avere, panna liquida o latte per macchiarlo.
-Un espresso, corto, macchiato caldo, con tanta schiuma- fece il padre con un lieve sorriso.
-Eh, adesso non esagerare- fece ridendo Bill- oh dimenticavo, la panna montata al caramello!
-Ma che schifezza è Bill!- lo redarguì con tono bonario e incuriosito il padre.
-Solo io potevo scovare una porcheria simile- disse con il petto tronfio il ragazzo- l'altro giorno mi hanno inviato al supermercato per comprare le uova e sono tornato dopo un'ora e mezza con un sacco di schifezze. Lauren mi ha sgridato e Gustav mi ha mandato letteralmente a fare in bip. Stavano cucinando il tiramisù e avevano bisogno urgentemente di uova, ma io non arrivavo, così le hanno chieste alla signora Schneider, la vicina. In compenso sono arrivato con tre bombole di panna spray aromatizzate: caramello, cioccolato e classica.
Il padre non disse nulla ma si immaginò la scena e porgendo la tazza disse con serenità:
-Assaggio la tua panna al caramello sul caffè, vediamo.
Bill con un sorriso largo versò il caffè fumante al padre e a sé:
-Non l'ho ancora provato con il caffè - confessò- ma con la torta e il gelato è buonissima. Poi fece seguire le sue parole con una dose abbondante di panna.
Il padre scettico portò alle labbra il caffè, vi soffiò sopra, guardò la panna sciogliersi un po' poi assaggiò.
-Uhm, un po' troppo dolce ma non è male, a me piace molto il caramello.
-Anch'io- urlò fiero Bill- adoro il caramello in tutte le sue forme, anche il liquore, che bello abbiamo un punto in comune, che gioia.
Il padre non replicò, ma non sembrava dispiaciuto per quella semplice somiglianza.
Poi il signor Kaulitz si alzò e si diresse verso le canne da pesca, dopo pochi minuti, tirò su un bel pesce, questa volta Bill rimase in disparte, la preda era di medie proporzioni. Dalla parte di Bill invece nessun movimento.
-Certo che sono proprio sfortunato, il mio vermetto non attira nessun pesce, dici che se ci spruzzo su un po' di panna spray avrò più successo?
Il signor Kaulitz sorrise al figlio con dolcezza e a Bill si riscaldò immensamente il cuore. Il mal rovescio ricevuto era dimenticato.
-Se non ti dispiace mi metto a ripassare le canzoni e i testi?- chiese timidamente- è da un mese e mezzo che non canto alcune di esse.
-Basta che non canti ad alta voce.
-Oh, non no, ripasso i testi solo per la memoria, sarò silenziosissimo, poi mi interroghi?
-Non credo proprio.
-Uffi, se arrivo impreparato dirò alla maestra che il mio papà non ha voluto aiutarmi.
-Va, bene diglielo pure- scherzò il padre.
Bill tirò fuori una dispensa e cominciò a ripetere le canzoni con una matita in mano facendo tamburellarla ogni tanto sul foglio, o segnandosi gli errori e le parole sbagliate. Quando ad un certo punto anche il suo galleggiante diede segni di vita.
-Oh, ha abboccato- disse incredulo il ragazzo lasciando cadere la dispensa accanto allo zaino e afferrando prontamente la sua canna da pesca.
-Oddio come devo fare?- fece in panico il ragazzo rivolgendosi al padre che con calma olimpica lo guardava.
- Tira lentamente sulla canna e intanto riavvolgi con il mulinello.
Il ragazzo lievemente impacciato cercava di fare del suo meglio, il pesce però era forte e robusto e non intendeva farsi pescare, Bill tirava, ma faceva fatica a riavvolgere il mulinello e come quella mattina ciò che ottenne furono solo i rimbrotti del padre
-Tira su quel cavolo di mulinello, Bill, non mi sembra un concetto troppo difficile, hai pollici opponibili?
-Sì, ma tira.- insistette Bill.
-Bill, insomma è un pesce non una balena sei proprio un incapace- e con uno scatto di rabbia mal controllata, diede uno spintone al ragazzo colpendolo sul viso.
Bill perse l'equilibrio inciampando nel suo zaino e cadendo mise male la mano a terra slogandosi lievemente il polso. Ancora stupito per lo spintone ricevuto dal padre con una guancia rossa e una mano dolorante osservò le mosse del genitore che in poche mosse tirò su il pesce.
Il ragazzo si rialzò, porse il secchio con l'altro pesce e con un filo di voce cercando di farsi perdonare l'ennesima disattenzione disse:
-Bel pesciotto ha abboccato finalmente- fece il ragazzo con tono malinconico.
Il signor Kaulitz non degnò neanche di uno sguardo il figlio, buttò il pesce nel secchio e tornò a sedersi al suo posto. Bill con calma aprì la scatoletta, prese un secondo vermetto e con tristezza lo infilzò sull'amo, lanciò la sua esca lontano con un sibilo che ruppe il silenzio del lago per un istante poi con un dolore sempre più crescente si risedette sul suo seggiolino. Poco dopo si avviò verso la macchina, aprì la borsa frigo e prese uno dei cubi refrigeranti. Purtroppo ormai era quasi caldo ma per un po' ebbe un'azione benefica sul polso dolorante. Il ragazzo non capiva se il dolore che provava proveniva dal gonfiore al polso o dal fatto che il padre era stato così manesco.
Il pomeriggio di pesca terminò con altri due pesci portati a casa dal signor Kaulitz, mentre il secondo verme di Bill non portò nulla. Quando l'aria si fece più fresca e il cielo cominciava a rosseggiare i due pescatori raccolsero le loro cose, Bill aveva sempre più male al polso, ma non osava dire nulla, con sforzo, raccolse le sue cose, aiutò il padre a sistemare tutto nel porta bagagli e poi si sedette al suo posto senza pronunciare una parola. Erano ormai due ore che nessuno proferiva verbo e il viaggio del rientro fu veloce e senza intoppi, mentre la casa brulicava di gente in fermento per organizzare la cena di compleanno di nonno Kaulitz.


-Siamo tornati- annunciò il signor Kaulitz entrando.
-Oh finalmente- fece il nonno seduto sul divano con accanto Tom che non si mosse dalla sua postazione.
Bill fece a sua volta capolino dalla porta trasportando la borsa frigo. Dalla cucina uscì una testolina sconosciuta, era una ragazzina minuta, bionda e con piccole lentiggini che conferivano a quel viso una singolarità estrema, due occhi azzurri limpidissimi facevano trasparire una furbizia e un carattere fuori dal comune.
-Allora siete arrivati finalmente, vi pensavamo affogati nel lago- fece sorridendo e accogliendo il signor Kaulitz con molta familiarità.
-Ciao Lotti- fece con un sorriso caldo e largo il signor Kaulitz- vieni qui, guarda che bei pesci- mostrando il secchio con le prede.
Poco dopo una seconda testa bionda fece capolino dalla porta della cucina era la signora Jemann.
-Meno male, qui ci sono delle persone affamate che ho fatto fatica a contenere- poi rivolgendosi a Bill disse- facciamo le presentazioni?
-Oh, sì- fece lievemente imbarazzato Bill- io sono Bill, piacere signora Jemann- poi rivolto alla ragazzina allungò la mano destra e disse- tu devi essere Lotti, sono felice di conoscerti, ho sempre voluto una sorellina minore.
-Ma io non sono tua sorella e mai lo sarò- fece acidamente la ragazzina senza ricambiare la cortesia del ragazzo.
Bill rimase con la mano a mezz'aria, ma il suo sorriso non si spense e incalzò:
-Simpatica, mi sembra giusto ne hai già uno di fratello maggiore e io so come ci si sente ad avere un fratello maggiore, vero Tom?
Il gemello non rispose rimase nella sua posizione di spalmo totale con il divano in pelle come mummificato.
Bill si sentì totalmente solo come circondato da estranei, non capiva se era solo una sua sensazione o se il gelo che sentiva intorno a lui era reale.
-Tom, mi aiuti a scaricare dalla macchina il resto delle cose?- chiese timidamente il ragazzo.
-Arrangiati- rispose acidamente il gemello.
-Grazie- fece laconico Bill posando la borsa frigo.
-Lotti, tesoro- fece il padre- aiuti tu Bill, io vado a lavarmi intanto così possiamo metterci a tavola.
-Finalmente- bofonchiò il nonno dal divano seduto accanto a Tom
-Uffi, non ho voglia- protestò la ragazzina.
-Su, dai- la incitò la madre.
-Quello lì puzza- fece rivolto a Bill
-Mai quanto dopo un concerto- disse acidamente Tom
-Ha parlato il chitarrista che profuma di fogna dopo una performance.
-Ragazzi- li rimproverò dolcemente la signora Jemann.
-Oh, scusi signora- spiegò Bill- che brutta figura, ma vedrà noi ci scambiamo sempre simili complimenti
-Oh, immagino, come tutti i fratelli- fece gentilmente la signora Jemann.
Bill le sorrise teneramente, la sua prima impressione era ottima, sentiva che forse sarebbe stata una vice mamma a cui affezionarsi.
Bill seguito da Lotti uscì, insieme scaricarono la macchina. Lotti prese lo zaino di Bill, il ragazzo le canne da pesca e la cassetta delle esche. Quando furono in casa la ragazzina mollò lo zaino del ragazzo quasi sulla soglia senza nessun riguardo, mentre Bill si avviò verso il seminterrato per riporre il materiale da pesca.
Quando tornò dalla cantina trovò ad attenderlo un'altra testa bionda Bill sorrise gentile e presentando la mano disse:
-Tu, devi essere Angus, piacere Bill.
-So chi sei- fece il ragazzo senza porgere la mano- purtroppo le tue canzoni ci rompono abbastanza i timpani e la tua faccia ci ha stufato.
-Grazie- rispose con un filo di voce Bill, poi rivolse lo sguardo a Tom cercando un po' di sostegno, ma il fratello giaceva ipnotizzato davanti al televisore. Sentendosi solo e inutile Bill si avviò in cucina.
-Posso aiutarla signora- domandò con premura il ragazzo, ma quello che ottenne fu una risposta un po' secca:
-No, scusa esci dalla cucina con quelle scarpe.
Bill si guardò i piedi e disse:
-Oddio sono mortificato, ha pienamente ragione, scusi, scusi- fece Bill contrito, ma nello stesso tempo un velo di tristezza gli annebbiò lo sguardo e comprese che la serata sarebbe stata molto lunga.
Bill si avviò nella sua cameretta si tolse gli stivali di gomma e scalzo si avviò per prendere lo zaino con le scarpe di riserva, se le infilò, quando dal bagno uscì il signor Kaulitz e con tono perentorio disse:
-Muoviti Bill, il bagno è libero, lavati in fretta.
Lotti con un sorriso lievemente malizioso disse:
-Oh se si deve lavare la diva faremo notte.
-Già se poi deve mettersi la criniera e farsi la manicure ci vorrà un'eternità- continuò ironicamente Angus.
Bill non rispose nulla quelle parole però gli entrarono come frustrate nel profondo, finse indifferenza e disse:
-No, sarò rapido non devo fare un concerto.
-Certo se no staremmo freschi- mugugnò dal divano Tom.
-Ah, ah, ha parlato il gemello rap che ci sta un'eternità in bagno.
-Mai quanto te.
-Bill- uscì dalla camera da letto il signor Kaulitz - ancora non sei entrato in bagno?
-Sì, sì- fece Bill- sarò rapido!
Il ragazzo senza pensare a prendere l'occorrente per cambiarsi e lavarsi entrò in bagno, dopo qualche minuto la sua testolina fece capolino.
-Tom scusa, mi prenderesti lo zaino?
-Arrangiati- ululò Tom
-Dai, per favore mi sono spogliato e mi sono accorto di non avere nulla qui con me.
-Se sei idiota non è colpa mia- ribatté scocciato
-Il papà mi ha fatto fretta- spiegò il ragazzo
-E allora?- chiese indifferente Tom.
Bill ricacciò la testa in bagno, ci si chiuse dentro e dopo essersi lavato uscì con l'asciugamano avvolto in vita, era molto piccolo e stretto e a fatica lo copriva. Fece il tragitto dal bagno alla loro cameretta con tutti gli occhi puntati su di lui.
-Che schifo- urlò maligna Lotti.
-Già, avrei preferito fare a meno di vedere Bill Kaulitz nudo- fece Angus con una smorfia di disprezzo scandendo il nome in modo crudelmente calcolato.
-Bill- urlò il nonno- che vergogna.
-Sì, Bill che maleducato, sono disarmato dalla tua sfrontatezza- lo redarguì il padre.
Il ragazzo sentì quei commenti e sospirò rattristato poi fece capolino ancora una volta dalla porta e disse rivolto a Tom.
-Non hai portato dentro il mio borsone?
-No, perché avrei dovuto, le mani le hai anche tu.
-Uffi, ma io sono uscito tutto il giorno a pesca e siccome ero in ritardo non l'ho scaricato.
-Non sono tua madre.- disse nervoso Tom
-Tom- fece cercando di recuperare la calma il ragazzo- per favore, potresti gentilmente andarmi a prendere in macchina il borsone?
-No, non sono la tua serva. Vacci, tu, mettiti i vestiti di prima e muovi il culo.
-Tom, per favore- intervenne il padre- facci questo favore o mangeremo a mezzanotte per colpa di quel cretino di tuo fratello, oggi non ne posso più, non lo sopporto più- fece il signor Kaulitz rivolto al figlio.
Bill ricacciò la testa in camera con la morte nel cuore, il polso gli doleva, la guancia gli bruciava forte e quelle parole gli penetrarono nel profondo.
Tom lasciò con calma la sua posizione sul divano prese le chiavi dalla tasca della felpa e si avviò alla macchina. Poco tempo dopo rientrò con una sacca di pelle nera con delle borchie. Aprì la porta della camera e si sentì un tonfo forte, la borsa era stata lanciata con scarso riguardo per il suo contenuto. Una parolaccia risuonò nella camera. Dopo solo pochi minuti Bill uscì vestito di tutto punto.
-Come cavolo ti sei vestito- tuonò il nonno.
-Non vorrai venire a tavola agghindato a quel modo- confermò il signor Kaulitz.
-Ma quello si veste sempre in quel modo ridicolo- sottolineò con fare acido Angus.
Bill non sapeva più che fare, sicuro lasciò la sua camera pronto ad affrontare la cena.
-No, non hai capito, tu a questa tavola non ti siedi vestito così- fece categorico il nonno.
Bill totalmente in confusione ritornò sui suoi passi e sparì in camera.
-E' pronto, si sentì la signora Jemann annunciare.
Tutti si misero a tavola, dopo qualche istante Bill riuscì fuori, aveva cambiato t-shirt, ma il suo guardaroba comprendeva solo due magliette entrambe sgargianti con teschi.
-No, allora sei totalmente scemo, fece con estrema crudeltà il nonno- quelle magliette mi danno il volta stomaco.
-Ma nonno- fece timidamente Bill- non ho altro.
-Non mi importa così a tavola non ti voglio- fece perentorio.
Bill per la seconda volta tornò sui suoi passi, rientrò in camera, si rimise il pile che aveva portato tutto il giorno e si avviò a tavola dove la signora Jemann stava ormai servendo la zuppa di cavolfiori con i crostini e il coriandolo. Si avviò verso la tavola e stava prendendo il solito posto a destra del padre quando fu bloccato.
-Bill, tu ti siedi accanto al nonno, qui c'è Rose- fece seccato il signor Kaulitz.
-Ah, sì, capisco, bene- fece il ragazzo ormai rassegnato ai rimproveri di tutti.
-Che puzza- fece Lotti quando sentì Bill passarle accanto.
-Ho rimesso la felpa di oggi- fece contrito il ragazzo.
-Puzzi di pesce- rincarò Angus.
-E poi che profumo hai su?- terminò il nonno quando Bill prese posto accanto a lui.
-E' un'acqua di colonia molto pregiata francese- fece il ragazzo ormai senza più reagire alle provocazioni.
-No, le robe francesi sai che non le sopporto- fece il nonno.
-Oh, coraggio, mettiamoci a tavola e mangiamo con allegria- cercò recuperare la signora Rose.
-Sì, buon appetito- fece Tom prendendo il cucchiaio e affondandolo nella zuppa.
Bill prese posto e con lentezza si sforzò di mangiare la zuppa nonostante odiasse i cavolfiori e non amasse particolarmente il coriandolo. Ma con una buona dose di pane mandò giù tutto anche perché non voleva creare ulteriori dissapori esternando il suo odio per quel genere di verdura.
La signora Rose quando finì si alzò pronta per preparare la seconda portata:
-Lotti aiutami, raccogli le fondine, per favore.
La ragazzina sbuffò e fu riluttante ad obbedire.
-Faccio io signora- disse Bill prontamente, pronto a rendersi utile per cercare di far dimenticare tutte quelle frasi acide su di lui.
-Grazie- fece la signora Jemann
Quando furono soli in cucina Bill timidamente disse:
-Mi scuso, per prima, non dovevo entrare in cucina con quegli stivali sporchi.
-No, non preoccuparti, scusami se ho alzato la voce.
-Oh, no, no, aveva ragione.
La signora Jemann stava trafficando con il secondo, in quella cucina era perfettamente a suo agio e si muoveva benissimo, si capiva che le era molto familiare.
-Lei è pediatra vero?- chiese timidamente Bill.
-Sì, perché?
-Le posso chiedere una cosa?
-Sì certo- rispose gentilmente.
-Questo pomeriggio sono caduto e ho sbattuto la mano, è un po' gonfia e mi fa un po' male, potrebbe guardarmela?
La signora Jemann lasciò subito il vassoio dell'arrosto e si avvicinò premurosamente al ragazzo che gli porgeva la mano.
-Uh, è gonfia in effetti, ci hai messo del ghiaccio?
-No, ho messo quei cubi della borsa frigo, ma ormai erano quasi caldi.
-Ti faccio male se ti tocco?
-Sì un po'
-Non sembrerebbe rotto, forse solo una slogatura, dopo ci mettiamo la pomata e vediamo.
-Grazie.
La signora accarezzò la guancia pallida di Bill e gli sorrise con estrema gentilezza. Il ragazzo rispose con un sorriso altrettanto dolce e con un filo di voce disse:
-Sono contento, lei è molto gentile, posso chiederle un favore.
-Certo.
-Ci sono i cavoletti di Bruxelles?
-Sì, so che i broccoli non ti piacciono.
-Vero, ma non amo neanche il cavolfiore e quelli di Bruxelles meno ancora.
-Oh, povero quindi la zuppa?
-No, non si preoccupi, le chiedo solo per favore di non darmene sul piatto o il nonno mi obbliga a mangiarli.
-Sì, certo, ti darò più fette di arrosto allora.
-Grazie mille.
-E tuo fratello?
-Anche lui non ama i cavoletti.
-Va bene allora ai gemelli niente verdura.
-Grazie- sorrise compiaciuto Bill, finalmente trovava una alleata pronta ad accudirlo e proteggerlo.

Quando Bill e la signora Jemann entrarono in sala da pranzo con il secondo e i contorni Lotti urlò:
-Mami, mami ti prego, le mie amiche mi hanno mandato un messaggio che questa sera fanno una cosa breve breve, posso vederla?
-Sì, mami possiamo? anche Emy mi ha detto se posso guardarla- incalzò Angus.
-Ma che cos'è?- chiese curiosa la madre dei due ragazzi.
-Un siparietto comico di pochi minuti.
-Va bene, fra quanto?
-Fra pochi minuti.
Bill e Tom si guardarono incuriositi e ignari di tutto chiesero:
-Su che canale?- chiese Tom
-Su viva tv.- risposero all'unisono Lotti e Angus
Tom si sforzò di inquadrare quale potesse mai essere la trasmissione imperdibile, poi ebbe un'illuminazione, ma non ne fece parte a Bill.
-possiamo?- chiesero ancora Lotti e Angus insistenti.
-Va bene- concedette la mamma- se nonno Kaulitz lo permette, in fondo è la sua cena.
-Ma, sì certo.
Lotti e Angus si alzarono da tavola e girarono la tv verso il tavolo per poter vedere al meglio senza lasciare la cena. Accesero e si sintonizzarono sul canale nel momento il cui il presentatore annunciò il siparietto comico dopo la pubblicità.
Quando anche Bill comprese gli si gelò per qualche istante il sangue, si credeva ormai piombato nelle fiamme dell'inferno, neanche a scuola si era sentito così inadeguato e imbarazzato. Poi si voltò verso Tom cercando conforto, sperando che lo aiutasse a fermare la visione di quello che sarebbe apparso allo schermo ma il suo sguardo di supplica cadde nel vuoto.
Alla tv apparvero le prime immagini dei Tokio Motel, il nonno e il signor Kaulitz improvvisamente si bloccarono come impietriti davanti alle immagini che scorrevano alla tv, lasciarono cadere la forchetta e il coltello.
Subito dopo la sigla del siparietto comico il nonno chiese:
-Ma sei tu?- rivolto al ragazzo che gli sedeva accanto.
-No, nonno è una donna che mi imita.- fece con un filo di voce.
La visione della scenetta si svolse in religioso silenzio e alla scena finale Angus e Lotti risero sadicamente.
-Che schifo- fece il signor Kaulitz senza ritegno.
-Sono inorridito, Bill non ti vergogni, che schifo è quella cosa.
Bill era pallido, bianco come un cencio, il sangue si era gelato nelle vene, un brivido freddo gli percorse la schiena, non sapeva cosa dire, cosa fare, sotto il tavolo passò una mano sul ginocchio del fratello che gli sedeva accanto, ma non ebbe nessuna risposta. Tom riprese a mangiare con estrema indifferenza. Bill, solo, con tutti gli occhi puntati su di lui accennò con un sorriso tirato e la voce rotta dall'emozione:
-Di solito fa ridere- fece con un sorriso tirato senza calcolare che i suoi occhi nocciola si stavano riempiendo di lacrime.
-Vuoi dirmi- fece il padre con tono impietosamente crudele- che tu sei a conoscenza di questi siparietti comici e non dici nulla?
-Che imbarazzo, ma non ti vergogni?- chiese il nonno- sei senza pudore.
-No, nonno- fece Bill cercando di non scoppiare in lacrime dopo che quella scenetta lo aveva ferito nel profondo- di solito è divertente, la mia preferita è quella dove faccio il duro e poi si vede che in realtà è solo un sogno e mi risveglio con il letto bagnato- tentò di dimostrare Bill molta auto ironia.
-Vuol dire che tu guardi la gente prenderti per i fondelli e ridi?- chiese il padre sempre più impietrito.
-Non ci posso fare nulla- fece con un filo di voce Bill mentre sentiva gli sguardi ironici di Angus e Lotti penetrargli nell'animo, mentre il nonno e il signor Kaulitz lo guardavano furenti.
-Certo, ce ne sono tanti e uno più esilarante degli altri- infierì con sadismo Lotti.
-Su internet poi gira di tutto- rincarò freddo Angus.
-Ma su Tom?- domandò il nonno- Prendono in giro anche te in questo siparietto?- chiese il nonno rivolto all'altro nipote.
-No- fece Tom infilandosi una forchettata di arrosto esternando la sua massima indifferenza.
-Che schifo io se fossi in te Bill mi vergognerei- disse il padre- come farò domani a mostrare la faccia in ufficio?- lo guardò con un' occhiata tagliente.
Bill totalmente smarrito di fronte a quella frase non sapeva che rispondere, l'indifferenza di Tom poi lo lasciava totalmente svuotato.
Con sguardo basso e la morte nel cuore Bill non poté far altro che dire:
-Scu scu scusa- balbettò Bill.
-Ma caro- lo sollecitò la signora Jemann- non dire così, in fondo era solo una satira, vuol dire che tuo figlio è famoso, dai guarda cosa fanno con i politici, o gli attori e le attrici famose, Bill fa bene a sdrammatizzare. Comunque- fece ricolta ai suoi figli con tono di rimprovero- se avessi saputo che volevate vedere una scemenza del genere, non ve lo avrei mai permesso. Sono profondamente delusa dal vostro comportamento.
-No, signora, non deve dire così- fece il nonno senza troppi complimenti- Bill dovrebbe solo vergognarsi, se non si comportasse in modo così eccentrico e si vestisse in modo più consono e poi questi capelli- fece tirando una ciocca della chioma che cadeva liscia sulle spalle facendo esclamare al ragazzo un sonoro:
-Ahi
-Si può? Tagliati questi capelli e piantala di tingerli- fece sempre tirando la ciocca del nipote.
Bill non sapeva proprio cosa dire era senza parole si sentiva gelare nell'animo, un groppo in gola gli bruciava, lo stomaco si era chiuso totalmente tremante disse:
-Non cambio i capelli, né le mie giacche o le mie magliette, né quello che dico o faccio, questo sono io. E poi veramente, alcuni siparietti comici dei Tokio Motel sono divertenti- cercò di sdrammatizzare al massimo nonostante stesse veramente male.
-Ma questo a che cosa si riferiva?- chiese il padre che voleva andare a fondo.
-Al fatto che su internet è apparsa la lettera di Bill in cui dichiarava la sua omosessualità- fece ironico Angus.
-Già il giorno dopo il suo diciottesimo compleanno è apparsa su facebook questa lettera che è subito sparita- spiegò Lotti che era informatissima.
-E a Mtv c'è stata la patetica spiegazione di Bill che era tutta colpa dell'alcool che aveva bevuto, che lui quella lettera non l'aveva mai scritta- rincarò con scetticismo Angus.
Bill guardava quei due estranei spiegare al padre e al nonno i retroscena che avevano dato il La per quella scenetta come se quelle parole non coinvolgessero lui o la sua vita privata.
Tom dal canto suo mise in bocca il suo ultimo boccone di arrosto e si versò un altro cucchiaio di purè nel piatto mostrando una fredda indifferenza.
-Coraggio, finiamo l'arrosto- incalzò la signora Rose cercando di spostare l'attenzione da quel fatto- insomma caro, lasciamo perdere, girano tante cattiverie e mi dispiace molto che i miei figli facciano parte del novero delle malelingue e dei detrattori dei tuoi figli. Bill poi è così carino e singolare che fa tanta tenerezza- fece con un sorriso caldo e largo al ragazzo che non aveva ancora sollevato il capo dal piatto e contemplava la sua fetta d'arrosto intatta nel piatto.
-Lettera di dichiarazione?- chiese inorridito il nonno
-Omosessualità?- fece il padre sempre più incredulo.
-Sì- fece finalmente Tom- ma noi non abbiamo accesso a facebook e comunque girano mille schifezze false su di noi.
-Già come il bellissimo video della tua ragazza nuda o le foto delle vostre performance sessuali.
-Già, robacce- fece con indifferenza Tom- e comunque se provi a proferire un solo commento o una minima frase su di lei io ti ammazzo, sappilo.
-Cosa vuol dire quel tono Tom- fece il padre furioso.
-Nulla, solo quello che ho detto, non permetto a nessuno di parlar male di lei, il mio fiorellino non c'entra nulla, solo perché siamo famosi non è detto che ci piaccia sbandierare al vento la nostra vita privata e quel siparietto dei Tokio Motel non faceva per nulla ridere, anzi era altamente idiota.
Bill non aveva ancora rialzato lo sguardo, neanche dopo le parole che Tom aveva pronunciato in sua difesa, gli rimbombavano ancora nella mente solo le parole "vergogna" "schifo" "omosessualità". Il dolore alla guancia e al polso aumentavano sempre più e lo smarrimento anche.
-Se abbiamo finito raccogliamo i piatti, ci aspetta ancora la torta- fece la signora Jemann sperando di chiudere quel capitolo infausto.
-Bill non ha finito- fece impietosa Lotti.
-Allora, finisci!- lo sgridò con rabbia crescente il padre.
-No, caro, non sforzarlo- fece comprensiva la signora Rose- non ha fame, ha mangiato tanto a mezzogiorno mi ha detto prima. Dai- lo sollecitò con dolcezza- Bill raccogli i piatti, vieni che prepariamo le candeline sulla torta.
Il ragazzo come un automa si alzò raccolse il suo piatto, quello del nonno e del fratello, Lotti gli porse quello di sua madre il suo e quello del fratello, mentre la signora Jemann raccoglieva il resto.
Quando si trovarono solo in cucina la signora Rose prese i piatti dalle mani fredde e tremanti di Bill e cercando di riscaldarlo con un sorriso disse:
-Mi dispiace tanto, se avessi saputo, non avrei dato il permesso di vedere quella cosa ai miei figli e mi spiace tanto che loro si stiano comportando così, mi vergogno.
-No, non si preoccupi- disse con un filo di voce Bill, poi starnutì.
-salute- gli rispose con premura la signora Jemann
- Echi- rifece Bill.
- Oh, piccolino- le si avvicinò la signora Rose da mamma premurosa- hai preso il raffreddore?
-Non so- fece flebilmente il ragazzo- echi.
La signora porse al ragazzo un fazzoletto di carta, Bill si soffiò il naso probabilmente la giornata al lago non aveva giovato alla sua salute.
-Il polso?- chiese
-Mi fa un po' male.
-Fammi vedere- la signora gli prese con dolcezza la mano e verificò.
-Si sta gonfiando, forse sarebbe meglio portarti al pronto soccorso.
-No, no, sarebbe una catastrofe, sa che bello finire la serata con i rimbrotti di papà sulla mia disattenzione?
-Sì ma se si gonfia vuol dire che c'è qualcosa, sarebbe meglio fare un controllo.
-Echi- fece Bill soffiandosi ancora il naso- no, al massimo domani, ora prepariamo la torta.
La signora Rosa tirò fuori dal frigo la torta di pasticceria, la mise su un piatto di portata, Bill intanto aveva preso da una confezione due candeline azzurre a forma di 7 e di 8.
-Tom, il nonno e mia figlia sono andati a prendere questa torta nel pomeriggio, a quanto pare ha scelto Lotti il gusto.
-Ottimo, io adoro la "Foresta Nera"
-Oh, non credo che sia la "Foresta Nera"- asserì la signora Jemann.
-No?- chiese interdetto Bill- sembrerebbe proprio.
-Lotti ha parlato di una trota al cioccolato con pere aromatizzate alla cannella.
-Ah- fece asciutto Bill mostrando un filo di nervosismo.
-Non ti piace?- chiese la signora ingenuamente.
-No, odio la cannella, lo sanno tutti.
-Ecco, mi sembrava strana la scelta di Lotti- fece scocciata la signora- a casa mi sente.
-No, non si arrabbi, è solo una bambina, ho sempre desiderato avere una sorellina e credo dovrò imparare presto a dargliele tutte vinte. Mi sa che anche io sono così con Tom.
-No, no- sorrise dolcemente la signora Rose- cercherò di capire perché fa così, di solito è molto carina e premurosa, un po' capricciosa vero, ma non così.
-E' normale, credo alla sua età- fece Bill con tono da esperto - l'adolescenza, la separazione dei genitori, il papà lontano...-il ragazzo apparve pensieroso e malinconico
-Parli come un novantenne- fece ridendo divertita la signora.
-Già- rise a sua volta il ragazzo.
-Ti servirò una fetta minuscola, va bene?- fece ammiccante la signora Rose.
-Grazie- sorrise complice Bill.
I due si avviarono poi verso la sala da pranzo. La signora Jemann aveva abbassato le luci, mentre Bill era entrato tenendo in mano la torta con le due candeline accese intonando, con la sua voce chiara e sicura, un bellissimo tanti auguri.
La cena si concluse in una atmosfera distesa, tutti apprezzarono la torta e a Bill fu servita una fetta sottilissima come promesso e ciò lo tranquillizzò molto, dopo il caffè tutti si alzarono da tavola e si spostarono sul divano. Bill come aveva fatto per tutta la serata aiutò a sparecchiare.
-Dai, Bill, vai a raggiungere i ragazzi mi hai aiutato abbastanza, riposati un po' anzi forse faresti meglio a prendere qualcosa per il raffreddore.
-Già, sarà il decimo starnuto nel giro di due minuti, ho finito un pacchetto di fazzoletti.
Il ragazzo raggiunse suo fratello, Angus e Lotti sul divano e mentre si sedeva Tom gli disse con una certa ironia nella voce:
-Ho scoperto che abbiamo delle amicizie in comune con Angus, sai.
-Ma dai-fece sorridendo ingenuamente Bill che sperava di entrare finalmente in sintonia con coloro che sarebbero diventati probabilmente il suo fratellastro e la sua sorellastra e che per ora si stavano dimostrando più perfidi delle sorellastre di Cenerentola- chi sono?
-Niki.
-Niki?- fece Bill cercando di scavare nella sua memoria una ragazza con quel nome.
-Sì, Nicole Libermann- fece ridendo ironicamente Tom.
-Ah- fece seccato Bill che aveva ricollegato il soprannome alla persona- come mai la conosci?- domandò titubante Bill.
-La mia ragazza la conosce bene.
-Ah- fece asciutto Bill.
-Mi ha raccontato anche che hai perso la verginità con lei- Angus misurò bene quelle parole e le pronunciò con un tono sarcastico guardando negli occhi il ragazzo sperando di leggere dell'imbarazzo, ma Bill fu superiore e rimase impassibile. Anzi, contro ogni previsione, invece di dar spazio all'astio che provava nei confronti di quella ragazza per come era stato trattato disse:
-Era molto dolce e carina, ero proprio cotto di lei, per quel poco che è durata sono stato molto felice. Ci divertivamo con niente e mi piaceva trovare tanti regali per lei, il suo sorriso mi riempiva la giornata- con questa frase Bill dimostrò tutta la sua superiorità e per qualche istante lasciò basiti tutti e tre i ragazzi. Soprattutto Tom che ben sapeva il trattamento che aveva ricevuto suo fratello da quella ragazza che lo aveva umiliato davanti a tutta la classe.
-Quando racconta la storia Niki ci fa sempre scompisciare, fa delle ottime imitazioni tue quando raggiungi l'orgasmo che meritano, sai- fece con sarcasmo Angus.
-Immagino, è bello poter far ridere la gente e pensare di essere l'argomento fondamentale delle serate di alcune persone che non hanno altro da raccontare. Serate noiose le vostre?- fece Bill a sua volta scortese.
-Non saranno movimentate come le vostre, lo ammetto- fece Angus che non aveva sfoderato tutte le sue armi e si preparava a scoccare un'altra freccia delle molte al suo arco. Con un sorriso ironico di colui che si sente superiore e pronto a colpire senza mezzi termini continuò- ma sai, noi ci divertiamo con quattro chiacchiere tra amici in birreria o nel salone di casa, non abbiamo bisogno di affittare un intero locale per stare con gli amici.
-Questo è vero, diciotto anni però si compiono una sola volta- fece scocciato Bill.
-Comunque la seconda migliore amica della mia ragazza, Frida ci ha raccontato tante storielle edificanti e ogni tanto aggiunge simpatici particolari che risultano spassosissimi.
-Davvero, immagino che come sempre riguardano il sottoscritto.
-Immagini correttamente e anche lei è bravissima nell'imitarti nelle tue performance sessuali.
-Non ne avevo dubbi- fece Bill con tono annoiato di chi sa già dove si vuole venir a parare.
-Frida racconta della vostra breve ma intensa storia d'amore, talmente intensa che prima di baciarla ci hai messo un mese.
-Certo vista la fine gentile che avevo fatto con Nicole- disse con livore Bill.
-Frida ci ha raccontato che dopo un mese finalmente ti sei deciso a baciarla e poi dopo un altro mese e mezzo finalmente ti sei deciso a fare all'amore con lei.
-Certo volevo essere romantico e gentile.
-Tanto ci pensava tuo fratello a soddisfarla da quel punto di vista. Frida ci racconta di quanto eri patetico che non ti accorgevi di nulla, anzi a volte lei ti chiedeva di infilarti i vestiti di Tom e tu come cagnolino ti abbassavi a tutto pur di stare con lei.
Bill a quelle parole era rimasto gelato, in quegli anni non aveva saputo nulla e Tom si era ben guardato dal dirglielo. Non che avesse importanza poiché ormai Frida lo lasciava del tutto indifferente, ma il tradimento del fratello quello era senza dubbio un colpo duro da incassare. Con uno scatto di rabbia mista a profonda tristezza Bill si alzò dal divano guardò in faccia il fratello:
-Tom è vero?- chiese con sguardo tagliente il ragazzo al limite della sopportazione.
-Sì- fece con gelo Tom.
-Bene, grazie concludo la giornata benissimo- il ragazzo girò i tacchi e si allontanò per dar sfogo alla sua rabbia e al dolore che provava. Si chiuse in bagno e guardandosi allo specchio si mise a piangere:
-Quanto sei idiota Bill- Si disse il ragazzo, poi si sedette ai bordi della vasca e prendendosi il viso tra le mani continuò a piangere, quella giornata proprio non voleva mettersi al meglio. Non capiva se una congiuntura astrale si era scatenata contro di lui, se stava solo dormendo e tutto quello era solo un incubo o se quello che viveva era la realtà. La sua mente ripercorse il tempo e rivide i momenti trascorsi con le due ragazze, ripensò anche allo strano comportamento di Tom nei suoi confronti, alle risate grasse che i compagni di classe si facevano ogni volta che entrava in aula o alle numerose risate che si facevano gli amici in paese quando lo incrociavano in compagnia di Frida, probabilmente erano tutti a conoscenza della storia parallela della ragazza e lui ne era lo zimbello.
-Bill per favore esci dal bagno- disse una vocina ironica dopo pochi minuti- devo fare la pipì, stai forse piangendo come una fontana?
-Lotti smettila di dire sciocchezze- rimbrottò la signora Rose avvicinandosi alla porta del bagno e cercando di comprendere i rumori che provenivano. Dal bagno si udì un rubinetto aperto, il ragazzo con uno sforzo recuperò la sicurezza nella voce e disse:
-Un attimo, ho quasi finito, stavo cercando qualcosa per il raffreddore.
-Se apri, ci guardiamo insieme- fece premurosa le signora.
-No, mamma, mi scappa!- fece gelosa la ragazzina.
-Lotti piantala non sei una bambina trattienila ancora per qualche minuto.
-Uffi- disse allontanandosi imbronciata.
Bill fece ruotare la chiave nella serratura e aprì, aveva gli occhi rossi e il naso irritato, la signora si avvicinò al mobiletto aprì il secondo cassetto come una persona che conosce bene la casa e ne trasse una medicina.
-Guarda, prendi questo, ti farà bene, è l'ideale per il raffreddore colante come il tuo.
Bill prese il tubo di pastiglie che le porgeva la signora e con un filo di voce disse:
-Allieva anche le pene del cuore- la frase colpì molto la signora Jemann che lo accarezzò molto rattristata.
-E' successo ancora qualcosa di spiacevole con i miei figli?
-No, in generale non è stata una bella giornata e i suoi figli non c'entrano nulla o meglio sono solo una minima causa della mia tristezza.
-Mi dispiace molto, hai litigato con il tuo fratellino?
-No, non si preoccupi, sono agitato, domani comincia il tour e staremo fuori parecchio tempo, per un po' avremo dei ritmi sonno veglia da delirio e sono scosso.
-Mi spiace.
-In più il raffreddore.
-Vedrai prendi questa ci fai un bel sonno e domani sarai in forma smagliante pronto per affrontare una folla di ragazzine in delirio.
-Sì- disse il ragazzo accompagnando le sue parole con un sorriso caldo.
-Forza leoncino- disse la signora spettinando la testa del ragazzo con la dolcezza di una mamma- il nonno deve ancora aprire i regali.
Lotti aveva assistito alla scena della mamma con Bill e si sentì rodere dalla gelosia, proprio non lo sopportava. Tutto del cantante la irritava e avrebbe voluto picchiarlo quando gli passò accanto senza farsi sentire da sua madre Lotti si lasciò sfuggire una sorta di suono simile a quello che aveva fatto suo fratello poco prima simulando l'estasi del ragazzo con la sua fidanzata e sorridendo maligna disse:
-Dovrai far alzare tutti gli stipiti delle porte, cervo a primavera- lo canzonò Lotti chiudendosi in bagno.
Bill rimase indifferente alle provocazioni, si diresse in cucina dove in un bicchiere fece scogliere la medicina effervescente, le bollicine gli solleticarono il palato e partì con una serie di starnuti.
-Hai il raffreddore?- fece con tono sarcastico e nessun calore il padre del ragazzo- sei talmente rammollito che ti basta una giornata di pesca per metterti fuori combattimento?
Bill ormai immune a tutte le frasi cattive che gli venivano indirizzate si soffiò il naso e raggiunse in silenzio il resto della famiglia riunita intorno alla poltrona del nonno.
-Allora- esordì Lotti- nonno Kaulitz questo è il mio regalo!
Il nonno diede un bacio alla ragazzina che da tanto allietava le sue domeniche pomeriggio. Scartò con rapidità il regalo e lo accolse con entusiasmo.
-Un libro di quiz sudoku e una buffissima matita con piume e sonagli.
-La matita l'ho decorata io a scuola, nell'ora di arte applicata.
-Buffissima- il nonno fece seguire il suo commento al movimento della mano e la matita suonò allegramente.
-Uh- fece Bill- mi sa che abbiamo avuto un'idea simile.
-Anche tu hai fatto una matita rosa con paillettes e piume?- chiese il nonno scuro in volto.
-No, lui l'ha fatta con borchie e teschi- disse ironico Angus.
-Tieni nonno questo è il regalo serio da parte della famiglia Jemann- fece la signora Rose porgendo un pacco enorme.
-Grazie- fece il signore ricevendo il regalo.-Poi lo aprì ed esclamò- bellissimo una caffettiera espresso con cialde.
-Sappiamo che ama andare in Italia e bere il caffè, ora potrà assaporare un po' d'Italia tutto l'anno.
-Bellissimo, domani Angus mi aiuterai a sistemarla in cucina e mi aiuterai con le istruzioni non è vero? Ti aspetto dopo la scuola?
-Grazie nonno Kaulitz verrò a pranzo volentieri.
-Sapete Angus è all'ultimo hanno della scuola superiore ed è il primo della sua scuola. Andrà sicuramente all'università non come due di mia conoscenza che non hanno finito neanche la scuola.
-Sì, nonno l'abbiamo finita e stiamo studiando privatamente.
-Ovvero pagate per ottenere il diploma?- fece tra i denti Angus.
Bill non ribatté, non ne valeva la pena e Tom sembrava indifferente a tutte le frasi che venivano proferite contro di lui o suo fratello.
-Ecco, papà questo è il mio regalo- tagliò corto il signor Kaulitz, che mal digeriva la carriera dei figli e il loro crescente successo.
Il nonno aprì il regalo e ne estrasse uno stupendo portafogli nero in pelle molto elegante e raffinato.
-Ne avevo proprio bisogno, il mio ormai cade a pezzi, grazie figliolo.
Fu la volta di Bill che fiero porse il suo pacchettino. Il nonno lo fece passare scettico, la dimensione era simile a quella del portafogli, poi ripensò al regalo della ragazzina e si immaginò che ci fosse una penna, magari con la faccia dei nipotini e mentre scrivi si illumina cantando un motivetto famoso, magari Schrei che tanto irritava il nonno. Il pacchetto però era troppo grosso per contenere una penna e quindi lo scartò senza troppo avere idea del contenuto.
Si ritrovò di fronte ad una specie di scatola nera con una foto di tutta la famiglia.
-Hai visto nonno che bella la foto, io sono in braccio a te e Tom è sulle ginocchia della nonna. Mi ricordo che è la stessa foto che la nonna aveva sul comodino.
-Sei sicuro che sei tu quello in braccio a me?- fece scettico l'anziano signore.
-Sì, nonno sono io, non vedi?
-Non mi sembra da piccoli eravate così uguali.
-Sì, ma vedi la faccia da ebete non può che essere quella di Tom- fece scherzando Bill.
-Bill- lo redarguì con astio il padre
-Scusa- proferì mortificato il ragazzo che tentava solo di ironizzare- sono io vedi il neo vicino alla bocca era piccolo ma era così che ci distinguevate.
Il nonno non disse nulla, quella foto gli ricordava dei bei momenti senza dubbio, ma la perdita della moglie era una ferita ancora viva nonostante fossero passati ben dodici anni e ciò che Bill credeva potesse fargli piacere invece lo rattristava.
-Va, be' e questa scatola come cavolo si apre.
-Non è una scatola- fece Bill un po' deluso- è un gioco elettronico dove puoi fare tutti i suddoku che vuoi.
-E' il nintendo DS?- chiese incuriosita Lotti.
-Sì.
-Non lo avevo riconosciuto- fece Angus curioso.
-Certo ho chiesto al nostro grafico se poteva personalizzarlo con quest'immagine, bello no?
Il nonno rigirava e rigirava quell'aggeggio tra le mani e non capiva come poter fare il suddoku.
-Vedi nonno- Bill prese il video gioco, lo accese, prese la pennina e mostrò al nonno come fare- accendi con questo pulsante- mostrò il ragazzo tentando di catturare l'attenzione del nonno- adesso si carica, guarda- dallo schermo uscì la faccina di Bill e comparve la scritta "evviva il mio nonnino".
-Che figo esclamò Lotti, come hai fatto?
-Ha rotto le palle a l'intero staff di tecnici ed esperti di informatica che abbiamo- fece acido Tom.
-Non è vero- ribatté scocciato Bill- Gunni è gentilissimo e me lo ha fatto con estrema gentilezza, anzi dopo che lo ha fatto a me lo ha fatto per Gustav, Georg.
-Poveretti hanno tutti la tua brutta faccia sul nintendo ds?- fece la ragazzina ironica.
-Lotti- esclamò la signora Rose.
Ma Bill superiore rispose gentilmente:
-No, ognuno ha la propria faccia e una frasetta simpatica.
-Comunque non lo userò mai- fece laconico nonno Kaulitz.
-Ma, no- lo sollecitò Bill sedendosi sul bracciolo della poltrona del nonno e continuando nella sua dimostrazione- selezioni suddokku qui e poi scegli il livello e guarda ti compare lo schema.
-No, no queste diavolerie non fanno per me.
-E' facile- insistette il ragazzo con un sorriso.
-Basta Bill, sei molesto e fastidioso, perché devi insistere sempre, lo capisci?- con uno scatto d'ira strappo dalle mani del nipote il gioco e con irritazione lo posò sul tavolo rischiando di spaccarlo.
-Ahi- esclamò il ragazzo a cui il nonno aveva sollecitato il polso dolorante, mesto e tenendosi la mano lasciò il bracciolo della poltrona si alzò e si allontanò per nascondere la sua tristezza, si avviò in cucina, aprì il freezer e prese i ghiaccini della borsa frigo che erano stati rimessi a congelare. Se ne portò uno al polso, trovando immediato sollievo mentre dal salone si sentiva
-Oh, Tom grazie la tua sciarpa è molto fine ed elegante.
Tom non aveva certo detto al nonno che era stato Bill a comprare la sciarpa di Missoni di cashmere, stava lì a prendersi tutti gli elogi e basta.
-Bene si è fatto tardi- annunciò la signora Rose- Lotti, Angus raccogliete le vostre cose, andiamo.
Poco dopo fece capolino una testa dalla cucina.
-Bill, noi andiamo- era la signora Jemann che veniva a sincerasi delle condizioni del ragazzo che non aveva fatto la sua ricomparsa in salotto- fammi vedere- fece prendendogli la mano- non si è gonfiata ulteriormente da prima, mi sembra.
-No- fece Bill con la voce malferma e gli occhi rossi e lucidi.
-Tu hai la febbre mi sa?- la signora Jemann prese la testa di Bill e se la portò vicino alla fronte per sentire se il ragazzo avesse la febbre con quel gesto che compiono tutte le mamme- Sì, confermo, prendi una tachipirina da cento e mettiti direttamente a letto, hai il nasino tutto rosso, sembri una fontana.
-Già sembro Rudolph la Renna di Babbo Natale.
La signora sorrise divertita, quel ragazzo proprio le piaceva.
-Non devi piangere sai, il nonno ti vuole bene e il regalo che gli hai fatto gli piacerà, basterà che si abitui alla tecnologia.
-Sarà, ma a quanto pare non ci proverà neanche, vorrà dire che lo userà Lotti.
-Comunque la sciarpa era molto fine ed elegante.
-Ma- fece titubante Bill.
-Si capisce benissimo che l'hai scelta tu, dubito che tuo fratello distingua Missoni da Versace o Cavalli.
-Già- sorrise malinconico Bill, lasciando l'abbraccio della signora.
Lotti sulla soglia della cucina aveva seguito tutta la scena e proprio non mandava giù l'idea di dover condividere l'affetto del suo genitore con quel cretino capellone che si credeva il dio della musica.
-Mamma- disse con rabbia- ecco il cappotto andiamo, fatti pagare per le consultazioni, se poi uno così ha bisogno ancora del pediatra.
-Lotti, basta mi sono stufata della tua lingua questa sera, un medico ha il dovere di curare ogni paziente e poi Bill è pur sempre a casa sua, sei tu l'ospite.
-No, signora, non si arrabbi- fece Bill cercando di placare gli animi.
-Che sta succedendo?- chiese il signor Kaulitz attirato dalla frase di Lotti.
- Nulla papà- cercò di smorzare Bill.
-Nulla per te- fece Lotti furente- tu una mamma ce l'hai già perché devi rubarmi la mia?
-Ma Lotti che dici?- fece la signora Jemann interdetta- ho sentito solo la fronte del ragazzo come avrebbe fatto chiunque, tu sei la mia bambina, dai, continuiamo questa conversazione a casa con calma a tu per tu.
-No, concludiamola qui, io non lo voglio come fratello, mi vergogno di dire a scuola che è il mio fratellastro, hai visto come è conciato?
-Lotti, basta- la signora Jemann appioppò uno schiaffo alla ragazzina che corse via con una guancia rossa e si tuffò nelle braccia del fratello che la accolse.
Bill era rimasto di sale e con il ghiaccio sul polso sentì il cuore pulsargli forte nella mano, la scena lo aveva profondamente scosso mentre uno sguardo feroce del padre lo squadrava da cima a fondo.
-E' sempre colpa tua- proferì con astio il signor Kaulitz lasciando la cucina.
Subito dopo Bill si avviò a sua volta sulla soglia della casa per salutare tutti con il magone, forse quella giornata stava volgendo al termine e il supplizio sarebbe terminato.
-Ciao- fece Bill sulla soglia del portone timidamente rivolto ad Angus che aveva attraversato il vialetto e stava salendo in macchina, ma non ottenne risposta. Lotti piangeva tra le braccia della mamma che lo salutò con la mano e un sorriso.
-Tom mi accompagni?- disse il nonno con il cappotto, la sua sciarpa indosso.
-Sì- fece il nipote.
-Prendi la caffettiera? Ce la fai?
-Sì- fece Tom sollevando il pacco e avviandosi alla porta.
-Ti accompagno- fece sollecito Bill a sua volta prendendo a braccetto il nonno, siamo stati così poco insieme.
-No, le tue chiacchiere mi farebbero venire il mal di testa anche se il tragitto è breve- il nonno si scrollò il nipote dal braccio e uscì dal cancelletto avviandosi verso la grande macchina nera dei nipoti.
Bill sorrise, ormai non gli restava altro da fare, ogni cosa dicesse, facesse veniva travisata, o si trasformava in offesa.
Quando fu in casa lo aspettava il padre di umore nero.
-Voglio spiegazioni Bill.
-Co cosa?- balbettò interdetto- io io non ho fatto nulla.
-Lotti urlava e si è presa uno schiaffo da sua madre, non l'ho mai vista così.
-Io, non ho fatto nulla ti giuro- si difese spaventato Bill- Lotti ha reagito così perché sua mamma è stata gentile con me e lei forse era gelosa.
-Hai sentito? Anche lei si vergogna di te e del tuo aspetto, domani come mi presento in ufficio dopo quello che ho visto in tv.
Bill guardava il padre, dei brividi di freddo gli percorrevano tutto il corpo, due grosse lacrime gli bagnarono il viso.
-Non so cosa dire, papà, è la prima volta che in quella satira si scende così in basso.
-Vuol dire che tu sai che esistono quei due che ti prendono per i fondelli e ne vai fiero?
-No, papà, il più delle volte sono siparietti divertenti che mi feriscono profondamente, ma ne ho fatto l'abitudine e con molta auto ironia li digerisco.
-Cambiare no?
-Papà abbiamo già toccato questo argomento, io mi sento a mio agio con i capelli neri, i jeans a vita bassa, le cinture e tutto ciò che metto, mi spiace che a te non piacciano, ma credimi io sono Bill, il bambino che hai cullato mille volte urlante mentre aspettava il suo turno per la poppata. Quel bambino che per potarti un fiorellino si è sfracellato al suolo rompendosi un dentino da latte. Quel bimbo che recitava le poesie di Natale e cantava gioioso nel coro, quello che alle recite guardavi orgoglioso. Sono io, guardami!- fece Bill con insistenza.
Il padre si voltò e andò in cucina per finire di sistemare, lasciando il figlio interdetto in un mare di lacrime.
Dopo circa mezz'ora Tom rientrò a casa, andò subito in camera dove Bill giaceva rannicchiato su un fianco con la trapunta tirata fin sopra la testa e singhiozzava rumorosamente. Senza nessuna domanda prese il suo necessaire andò in bagno. Poco dopo rientrò, si infilò la tuta che gli fungeva da pigiama e si mise a sua volta sotto le coperte. Bill non accennava a smettere di piangere e la presenza del fratello non aveva che fatto aumentare il pianto.
-Bill, mi hai scassato, piantala di piangere, domani devo guidare e ci dobbiamo alzare alle sei se vogliamo essere ad Amburgo ad un orario decente per non venir linciati da Peter.
Ma Bill prese il suo cuscino e glielo tirò con un laconico: -Fan culo.
Tom gli ributtò il cuscino e gli disse:-Vai fuori dalle palle rompi scatole.
Bill ricevuto il complimento e il cuscino strappò dal letto con forza le coperte e uscì dalla stanza, si coricò sul divano e dopo parecchie lacrime e una dose industriale di fazzoletti si addormento febbricitante.

La mattina si svegliò presto, il polso gli pulsava e gli faceva malissimo, il raffreddore non gli dava tregua, la casa era gelida o era la febbre che gli dava brividi per tutto il corpo. Si avviò in bagno dove fece la sua toilette e poi il più silenzioso possibile cominciò a preparare la colazione, il padre si sarebbe alzato dopo poco e sperava di congedarsi da lui con un abbraccio caldo e confortante.
Come a casa sua preparò sulla tavola da pranzo tre tovagliette, le tazze del caffè, i piatti, il portauovo, dei tovaglioli. Apparecchiò la tavola in modo impeccabile, poi andò in cucina e cominciò a preparare la colazione, voleva condividere un risveglio dolce con il padre e magari parlare con suo fratello. Accese la caffettiera americana, mise su l'acqua per il tè, poi cercò la torta del pic-nic che era avanzata. Non la trovò, prese dal frigo le uova e ne mise una in un pentolino per farla soda, poi prese un padellino per farne altre strapazzate, quando aprì la pattumiera per buttare via i gusci con profonda tristezza constatò che la torta era stata gettata in pattumiera con tutti gli avanzi del pic-nic. A quella vista a Bill si strinse lo stomaco e con un sospiro di tristezza terminò di preparare tutto. Intanto la casa silenziosa si animò lentamente, Tom era uscito dalla stanza modalità zombie rasta ed era entrato in bagno. Poco dopo uscì e il padre fece gli stessi gesti del figlio uscendo dalla sua camera da letto ciondolante dal sonno penetrando in bagno. Bill vide la scena e sorrise, Tom aveva preso da suo padre.
Poco dopo Tom vestito di tutto punto con lo zaino in spalla uscì dalla stanza e sollecitò il fratello:
-Sei pronto?- chiese con tono secco.
-Sì, facciamo colazione e poi partiamo, cosa vuoi?
-Caffè.
-Ok, ci sono dei biscotti, la torta di compleanno del nonno ho fatto delle uova.
-Perfetto, uova e caffè.
Bill si avviò in cucina quando tornò in sala portando tutto per mettersi a fare colazione, il padre riemerse dal bagno.
-Papà- domandò Bill con premura- vuoi l'uovo sodo o alla coque? C'è anche strapazzato, se vuoi metto su della pancetta o un wrustel. Caffè nero o macchiato?
Il ragazzo non ottenne risposta, mentre Tom mangiava avidamente tutto ciò che trovava Bill si limitava a sorseggiare lentamente del tè. Era ancora parecchio raffreddato e faceva fatica a distinguere i sapori, mangiò solo una fetta biscottata poi prese una bella tachipirina forte.
Il padre uscì dalla sua stanza in tenuta da lavoro, era molto elegante, in giacca e cravatta con un completo blu notte.
-Papà- riprovò Bill- cosa ti porto?
-Nulla non faccio colazione- fu laconico.
-Neanche un caffè?- accennò il ragazzo timidamente.
-No, come te lo devo dire? Non faccio mai colazione.
-Ma la colazione è uno dei pasti più importanti della giornata- insistette il figlio, mal calcolando le sue parole.
-Bill, quando fai così sei molesto e vorrei prenderti a sberle. Ne avete ancora per molto voi due?- disse freddamente- c'è chi deve lavorare.
Bill non disse nulla si alzò, cominciò a sparecchiare con la morte nel cuore, la freddezza nella voce e negli occhi di suo padre non erano mutati.
Tom a sua volta raggiunse il fratello aiutandolo a sistemare.
-Muoviamoci o faremo tardi.


-Ciao Come ti chiami?
-Sinistronzo e tu?
-Gustav.
-Che nome strano hai?
-Perché Gustav invece?
-Sai, io ho un fratello e tu?
-No, sono figlio unico.
-Io invece ho un fratello gemello.
-Ma dai?
-Si chiama Destronzo.
-Che nome del cazzo.
-Lo so il mio è più bello.
-Dipende dai punti di vista.
-Sai, ieri abbiamo litigato.
-Davvero?
-Sì, e ora Destronzo non mi parla più.
-Davvero?
-Sì, l'ho combinata proprio grossa.
-Cosa ai fatto, ti sei scopato la sua calzina preferita?
-Sì.
-Che ba…
-Lo so e ora non so come farmi perdonare.
-E' dura in effetti.
-Per non parlare poi della cena con i parenti collant e affini. Un incubo. Al vecchio calzino bucato di mio nonno il regalo di Destronzo non è piaciuto e si è preso i suoi insulti. Papà calzino poi deve aver strapazzato Destronzo per bene e io sono stato a guardare senza difenderlo.
-Ho capito perfettamente. La situazione è grave, hai provato a dare un bacino a Destronzo e abbracciarlo chiedendogli scusa?
-Sì, prima ho tentato di avvicinarmi per abbracciarlo, ma lui mi ha insultato e si è chiuso nella scarpiera. Non mi parla più.
-Guarda se vuoi vado a parlargli io.
-Lo faresti per me?
-certo!
-Eccolo è laggiù.

-Ciao Destronzo.
-Ciao.
-Sei un po' triste vero?
- Sì, un po'
- Lo so me lo ha detto tuo fratello.
-Sì
- Vedi, Sinistronzo è laggiù e vorrebbe fare pace, dai vieni con me.

-Oh, Destronzo eccoti. Ti prego perdonami, voglio chiederti scusa. Sono stronzo, un gemello irrimediabilmente inutile e cattivo. Un fratello maggiore impareggiabilmente idiota. Invece di difendere il mio calzino minore che ha diviso con me il bucato e la centrifuga, io l'ho mortificato e deluso. Anzi sono stato cattivo e acido. Destronzo ti prego mi perdoni?
A quelle parole Bill si voltò per vedere meglio quello che stava succedendo e il suo viso bagnato da lacrime silenziose si illuminò di un sorriso.
Con delicatezza sfilò il calzino dalla mano di Tom se la infilò a fatica sulla sua mano destra e disse:
-Destronzo è molto offeso- farfugliò con la voce malferma- ma forse può darsi che potrà perdonare Sinistronzo.
-Cosa devo fare?- supplicò il fratello con il calzino come marionetta.
-Innanzi tutto devi essere carino con lui, dolce e fargli tante coccole.
-Certo.
-Poi dovrai aiutarlo con le valigie se ne avrà bisogno.
-ma, non so-fece dubbioso Tom.
-Portargli il tè e i biscotti quando li vorrà.
-Si può fare, non tutto ma vedremo- Tom accompagnò queste parole con un bacio in fronte al fratello. Bill sul letto stretto dell'autobus si accoccolò in un angolo, Tom gli si sdraiò accanto cingendolo in un abbraccio.
-Sai, non ho veramente parole per chiederti scusa, sono un'idiota di dimensioni galattiche. Ma mi dici cosa è successo a pesca? Hai un segno strano sulla guancia vicino all'occhio e il polso che ti fa male?
-Adesso non voglio parlare, stiamo abbracciati un po' finché non arriviamo, poi facciamo le prove, il concerto e con calma ti racconto tutto.
-Sì, ma il braccio?- chiese premurosamente Tom accarezzando il fratello sulla spalla.
-Mi ha spinto e sono caduto- disse Bill con un filo di voce.
-Dopo il concerto Peter ha fissato una visita in una clinica privata per il tuo polso- gli confermò il fratello.
-Sì, meno male perché mi sa che è rotto, nonostante il ghiaccio, la pomata e tutto, il dolore e il gonfiore non passano. Il mio calzino è geniale, carinissimo.
-Lo ha fatto Gustav- affermò Tom
-Davvero? Che bello, ha il ciuffo in piedi come me e gli occhi sottolineati con la matita nera.
-Già, Gustav è fuori come un cammello, ci ha tenuto a fare tutti i particolari.
-Ma l'idea è di Georg.
-Ti va dopo di chattare con Lauren e fargli vedere il teatrino con i calzini?
-Sì e dopo Tillo e Billo, ci sono anche Sinistronzo e Destronzo.
-Già- sorrise Bill ormai calmo e rassicurato dal fratello.
-Bill, per quanto riguarda Frida - fece una pausa per misurare le parole- non so che dire sono stato cattivo, non solo stavo con lei ma ridevamo di te con gli altri nel capanno del signor Snell.
-Adesso ho capito perché ogni tanto quando facevo la comparsa con lei mano nella mano, ridevate.
-Sì, uno stronzo di dimensioni stratosferiche.
-Sicuramente- fece freddo Bill- ma sai chissene frega di Frida.
-Scusa.
-Dimenticato, archiviato- fece Bill trovando la calma dopo tanto piangere e pian piano con il calore che emanava il corpo di Tom il ragazzo si addormentò in un sonno ristoratore.


-Ti prego salvaci- urlarono all'unisono Gustav e Georg allo schermo del pc collegato con Lauren.
-Ciao sciroccati rockettari come è andato il vostro primo concerto del nuovo tour, ma i due scemi? Se li sono mangiati le fan?
-Magari- disse Georg al limite della sopportazione.
-Il concerto bene ma- fece Gustav titubante poi Lauren dal suo schermo di pc vide spuntare un strana marionetta.
-Ciao, sono Destronzo, come sei bella, facciamo amicizia?
-Molla fratello la pupa è mia- fece un'altra marionetta- ciao sono Sinistronzo.
Lauren basita rimase a guardare il siparietto delle due marionette e intuì il perché dell'urlo disperato del batterista e del bassista.
Con una faccia quasi schifata sull'orlo di spegnere il computer per non riaccenderlo la ragazza chiese spiegazioni.
-E' colpa mia- fece con la morte nella voce Georg- mannaggia a me ai miei libri di psicologia, perché mi metto a leggere! Vorrei non saperlo fare.
-Già me lo domando anche io, perché ho aiutato l'idiota rasta!-aggiunse Gustav- non avevo bevuto, ero nel pieno delle mie facoltà, eppure ho commesso un errore.
-No, perché?- fece una vocetta acuta e fastidiosa- sono Destronzo il calzino più figo del mondo.
-E io Sinistronzo il gemello sciupa femmine.
- Vi prego- supplicò Lauren - è l'una di notte, sono rimasta sveglia a fatica per poter parlare con il mio pastore bergamasco, non con un calzino fetido.
-Non sono fetido- fece Sinistronzo-Tom.
-Già non siamo fetidi, profumiamo di Bolt freschezza alpina- fece Destronzo-Bill.
-Senti Georg- disse Lauren al limite-mi vien voglia di spaccarti la faccia, mi spieghi perché quelle due calze idiote?
-Insomma -spiegò con la voce contrita il ragazzone biondo-oggi Bill si è presentato sull'autobus in condizioni pietose, con il raffreddore, due occhi gonfi da triglia avariata e un polso dolorante.
-Sì, questo lo so, cioè so di quanto Tom sia stato un deficiente patentato ieri con il mio piccolino tinto, ma i due calzini putridi?
-Non siamo putridi- fecero capolino nell'inquadratura Destronzo e Sinistronzo.
-Insomma Bill è salito si è sdraiato sulla sua brandina e per due ore ha singhiozzato, starnutito e scatarrato, mentre Tom pallido come un cencio si è seduto in catalessi e non parlava. Dopo le prime due ore finalmente Tom si è deciso a dirci quello che era successo. Gustav ha consigliato di chiedere scusa con il capo cosparso di cenere strisciando, ma no, Tom continuava a farsi mille paranoie.
-Già- intervenne Gustav- non la finiva più "e non so come cominciare" "Non so cosa dirgli" " sono uno stronzo"
-E qui ho aperto la bocca dell'inferno- confessò Georg.
-E io ho contribuito- fece desolato Gustav.
-No, perché siamo così bellini?- fecero capolino Destronzo e Sinistronzo.
-Ok- fece Lauren-vi do il permesso, abbatteteli, basta! I due calzini devono sparire! L'idea è stata partorita da te Georg?
-Sì- fece contrito- ho suggerito a Tom di provare a parlare con un alter ego. A volte con i bambini piccoli gli psicologi usano bambole per farli parlare dei loro sentimenti e per esternare tutto.
-Poi io ho suggerito, quanto mai, - disse Gustav ormai senza più controllo-non parlerò mai più faccio voto di mutismo assoluto e non userò più le mie mani, lo farò solo per suonare.
-Neanche per una sega?- si sentì l'inconfondibile voce di Tom.
-Va fan culo- ribatté Gustav, poi si sentì un colpo e un
-Ahi-
-Ah, ah- fece la calzina Destronzo sulla spalla di Gustav e dopo pochi secondi un altro scapaccione e un altro
-Ahi- più acuto.
-Ma noi che abbiamo fatto- fecero i due gemelli Kaulitz
-Insomma io ho spiegato che la mia maestra dell'asilo aveva inventato il Topo Gino con un calzino grigio e ogni mattina ci accoglieva con una storia, così abbiamo colto la palla al balzo.
-Quanto mai- lo interruppe mortificato Georg.
-Già, abbiamo preso dei calzini di Bill e con forbici, colla, carta e fantasia ho aiutato Tom a partorire Sinistronzo e Destronzo.
-Ma guarda ci sono anche Georg e Gustav- fecero i due ragazzi alzando i loro calzini, uno rosso e l'altro giallo.
-OK, spero che la gente non vada mai quello che sto vedendo io nello schermo del mio pc i "Calzini Motel", potreste formare un nuovo gruppo.
-Ci ho già pensato- urlò Bill orgoglioso- guarda e mostrò a Lauren gli accessori dei calzini: una chitarra, un basso, una batteria e ovviamente un microfono.
Lauren senza parole chiuse lo schermo del pc per non vedere i ragazzi e soprattutto non sentire Bill nelle sue performance canore da Destronzo.
Poco dopo riaccese il pc e davanti allo schermo trovò solo Tom ormai ritornato in sé.
-Amore- disse dolcemente il ragazzo- mi manchi.
-Anche tu, ma se ne sono andati i calzini?
-Sì, abbiamo ammazzato Bill e lo abbiamo chiuso nel cesso dell'autobus insieme ai suoi "Calzini Motel"
-Non è vero sono qui.
-Piccolino- fece Lauren dolcemente- il tuo braccino?
-Guarda- mostrò il ragazzo- micro frattura al polso.
-Oddio, ma che gesso è?- chiese Lauren guardando il braccio del ragazzo
-Una figata totale- fece Bill mostrando orgoglioso il suo polso- siccome non potevano farmi un gesso vero e proprio, se no mi avrebbero scassato le palle sul come, il perché, il quando e il poi, ho una fasciatura rigida sotto nera fissa e questo tutore nero molto stiloso che metto quando non sono in giro. Durante i concerti nascondo la fasciatura rigida con i guanti che uso abitualmente.
-Ma riesci a fare le cose?
-Uhm, non ci avevo pensato? Sai, è da un'ora che me lo hanno messo in effetti… Tom fratellino mi slacci la cintura e i pantaloni devo andare in bagno.
-Fan culo Bill slacciati da solo- fece seccato Tom che sperava di stare un po' solo con la ragazza.
-Ma non ci riesco, ho su una cintura del cavolo e i pantaloni con i bottoni.
-Peccato- fece Tom facendo spallucce, in tanto Lauren si gustava il siparietto dei due gemelli che presto, conoscendoli, si sarebbero dati dei nomi.
-Dai, non fare lo stronzo, da solo non ci riesco- fece con tono lamentoso Bill.
-Così impari a comprare quei pantaloni del cazzo per no parlare delle tue cinture borchiate.
-Gughino- Bill si alzò andando verso l'amico che ormai si era messo in modalità svacco pronto per passare tra le braccia di Morfeo.
-Scordatelo Bill io non ti faccio da balia.- rispose seccamente il ragazzo.
-Ma uffi, solo per oggi poi non metto più cinture complicate, promesso.
-Neanche morto- sottolineò Gustav e poi salì sulla sua brandina.
-Georg- fece con tono mellifluo Bill mentre il ragazzo biondo faceva capolino dal bagno in modalità svestita- mi aiuti, mi slacci?
-Sì, due sberle sulla faccia- fece il ragazzo ritraendosi
-Dai, ti prego me la faccio nei pantaloni- insistette Bill.
-Peccato- fece indifferente Georg.
Bill divenne molesto:
-No, ti prego Georghino, aiutami, mi scappa, non ci riesco con una mano.
-Se hai la manualità fine di un bradipo cieco non è colpa mia- fece con indifferenza il ragazzo biondo voltando le spalle all'amico.
-No, dai- supplicò Bill cominciando come i bimbi piccoli a saltellare tenendo le gambe strette.
-Ti prego Lauren -fece Bill entrando nell'inquadratura del pc disturbando la sua conversazione amorosa con Tom- tubate dopo, adesso mi scappa.
-Bill piantala- rispose Lauren ridendo per la situazione buffa in cui si trovava l'amico-veramente non ci riesci a slacciarti?
-Sì, guarda la cintura è complicata si slaccia da dietro e passa nei passanti e fa un giro sotto, non ci riesco.
-Praticamente hai su una trappola infernale- fece Lauren divertita
-Sì e fra un po' farò il laghetto.
-Oh, si come all'asilo una volta quando l'hai fatta sui piedi della maestra.
-Allora non è colpa mia, la mamma aveva fatto un nodo infernale alla mia tutina e la maestra non riusciva a slacciarla così ho fatto il laghetto, uffi, cattivo- confessò contrito il cantante.
Lauren rideva pensando al piccolo Bill con la tutina bagnata e piangente mentre Tom lo guardava ridendo sadicamente.
-Amore, se non vuoi che Bill la faccia sulle tue adorate scarpe slaccialo
-Sì Tom- si udirono due vocine supplichevoli provenire dalle brandine del mezzo.
-Sì Tom- fece eco la voce scura dell'autista dell'autobus.
-Ecco te lo chiede anche il signor Hermann- fece Bill sorridendo e mettendosi accanto al fratello.
Tom rassegnato cominciò la sua opera e immediatamente si sentirono degli improperi.
-Bill va fan culo che cazzo di cintura, ho bisogno del libretto di istruzioni, come cavolo si sgancia? E un modello dell'Ikea?
-No, idiota, allora devi sganciare questo gancetto, poi l'altro, far uscire le catene dai passanti e infine slacciare dietro la cintura.
-Sì vede che non fai sesso da un po', altrimenti non ti saresti messo una specie di trappola infernale.
-Se avessi saputo di dover fare sesso non l'avrei indossata e comunque con due mani sono rapidissimo a toglierla.
-Sì come a venire- commentò divertito Georg dal suo letto.
-Stronzo- rispose Bill- guarda che sono focoso a letto.
-Ragazzi, redarguì Lauren dal pc- non davanti ad una signorina per favore.
-Dov'è la signorina?- fece Bill ridendo mentre Tom era riuscito a venir a capo della cintura, ma lottava con i bottoni.
-Tom, lascia il mentecatto tinto ai suo cazzutisi pantaloni.
Il ragazzo con un sorriso sadico si girò e lasciò il fratello in crisi con i bottoni.
-No, ti prego fratellino con le unghie non ci riesco.
-Galeotta fu la French manicure- sentenziò Lauren- adesso Bill si piscerà nei pantaloni e noi filmeremo e manderemo in onda.
-Bastarda, smettila- supplicò Bill.
Poi dalle brandine si sentirono due vocine sadiche fare:
-Pssh.
-No, band di stronzi piantatela- supplicò Bill che armeggiava con i bottoni inveendo alternativamente alle sue unghie che gli impedivano le manovre e ai ragazzi che faceva tutti quei versi.
-Tom, io spengo, amore, aiuta il tuo gemello sciroccato, dai coccolalo un po' devi farti perdonare molte cose.
-Brava, grazie fiorellino- fece Bill con il suo sorriso dolce.
-Buonanotte amore, domani parliamo meglio senza rompi palle attorno, mi manchi.
-Anche tu, cucciolo- disse Lauren accompagnando il suo gesto da un bacino.
-Ok, vi prego le efusioni d'amore le potete fare brevi ho la vescica che scoppia.
Lauren chiuse il pc mentre Tom fingendo nervosismo nei confronti del fratello lo slacciò finalmente. Per il resto della notte poi fu molto premuroso e lo aiutò con gli stivali che erano complicati almeno quanto la cintura e l'impresa di sfilare la maglietta facendola passare senza sformarla dalla fasciatura si dimostrò ardua per non parlare del pigiama. Nel guardaroba del ragazzo non vi era nulla che potesse passare dal tutore quindi Tom prestò al fratello una sua maglietta XXL.
-Tom mi allacci i pantaloni del pigiama?- fece Bill in modalità bambino piccolo- non così stretto il nodo se mi devo alzare di notte come faccio?
-Uffi, sei molesto e fastidioso come una zecca nel sedere.
-Mi devi sopportare per quindici giorni sarò handicappato.
-Veramente è da diciotto che ti sopporto.
-Unione felice, no?- fece Bill sorridendo.
-Vai a letto, idiota, hai preso la medicina per il raffreddore?
-Sì, mammina.
-Fan culo, Bill.
-Sì, fan culo anche a te, Tom.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 9

-Benissimo ragazzi- fece il manager rivolto a Gustav, Georg, Tom e Bill che stavano recuperando i loro bagagli dal nastro trasportatore - fuori, ci aspetta una macchina con la quale andremo immediatamente agli studi televisivi per prepararci alla performance di 'sta sera.
-No cosa?- fece in collera Bill - non andiamo in albergo e poi con calma ci prepariamo? Cazzo io è da due giorni che non dormo.
-Mi spiace ma è così, dormirai sta notte e poi hai quattro giorni liberi.
-Cavoli che pacchia- fece con livore il ragazzo.
-Be' chi cavolo ci accompagna oggi?- fece scocciato Tom.
-Già non vedo Françoise la solita traduttrice - costatò preoccupato Gustav
-E' vero, ricordi la nostra abilità con il francese?- chiese Tom che era di umore più nero del fratello poiché si trovava a Parigi, ma non poteva vedere il suo amore perché lavorava e poi doveva ripartire subito. Saperla così vicina e non poterla neanche salutare di persona e passare anche solo dieci minuti con lei gli rendevano quella giornata insopportabile. Se avesse potuto, avrebbe mollato tutto per riabbracciarla, ma il suo senso del dovere lo trattenne.
-Non preoccupatevi ragazzi, c'è un'accompagnatrice nuova, esperta anche della trasmissione a cui parteciperete che ci farà da guida.
-E' racchia?- chiese Georg
-No, è caruccia- rassicurò il manager
-Bene- fece soddisfatto il bassista- mi piacciono le ragazze francesi.
Il manager finse indifferenza e quando furono fuori dall'aeroporto davanti alla grande macchina con la quale avrebbero viaggiato, aprì il portellone e invitò Tom a salire per primo.
-Oh mio Dio, oh mio Dio-Tom urlò come un disperato e si tuffò in macchina.
Incuriositi anche gli altri ragazzi presero posto e videro davanti a loro Tom che baciava con foga e incuranza della presenza degli altri una ragazza.
-Credo sia Lauren- fece con un sorrisino ironico Gustav.
-Già le sta divorando praticamente la faccia, presumo che sia lei- constatò divertito Georg che tuttavia era un po' deluso per non poter fare il filo a una ragazza.
-Bella giornta ci aspetta- fece sempre più scuro in volto Bill- due che tubano e pomiciano senza sosta.
-Ma prenderanno fiato?- si domandò Gustav guardandoli dal basso verso l'altro con una faccia un po' preoccupata.
-Certo- fece Lauren riuscendo finalmente a staccarsi dal ragazzo- ciao raga- esclamò felice- un bacino?
-Sì se mi saluti come hai fatto con Tom- fece divertito Georg.
-Spiritoso- Lauren si sedette in mezzo con Tom da una parte, Bill dall'altra e Gustav e Georg di fronte. Ad ognuno diede un bacino.
-Cucciolo tinto sei di un colorino verdegnolo, come mai?- fece la ragazza notando l'incarnato pallido di Bill e due borse sotto gli occhi che parevano due sansonite.
-Ho dovuto incidere la versione inglese di 1000 Meere, sono stato in studio di registarzione 48 ore di fila dormendo sul divano quattro ore soltanto come la vedi?
-Oh, il mio cucciolino- fece con tenerezza accarezzando la guancia del ragazzo- schiavisti-aggiunse con cattiveria.
-Grazie - fece il manager alzando la mano dal sedile davanti.
-Sono abituato ai ritmi sostenuti, non preoccuparti- fece Bill con un sorriso tirato.
Lauren gli passo una mano tra i capelli spettinandolo un po'e poi gli diede un bacino sulla guancia come una mammina premurosa.
-Non preoccuparti oggi saremo chiusi in uno studio bellissimo e domani abbiamo tutta Parigi solo per noi, shopping sfrenato che ne dite?
-Merda secca in arrivo- comunicò rattristato Tom.
-I musicisti lavorano!- scandì amareggiato Georg
-Cosa?- urlò Lauren al massimo della delusione
-Già, dobbiamo arrangiare degli accordi, dei cori e altre pallosità infinite.- spiegò senza troppi dettagli Gustav.
-Quindi nessuno verrà a vedermi ballare domani nella pomeridiana?- chiese rattristata Lauren
-No, fiorellino solo piccolo Bill.- fece deluso Tom.
-Ah, be' piccolo Bill resta quindi, bello sono felice shopping demenziale allora con piccolo Bill- fece euforica la ragazza dimostrando di passare dalla delusione estrema alla gioia.
-Fan culo- fece senza mezzi termini Tom- vedo che ti consoli subito.
-No, certo il mio cuore si spezza, ma solo a metà, una piccola parte è felice almeno un quarto della band c'è.
-Il quarto fondamentale- aggiunse Bill che appariva tuttavia molto indifferente.
-Be' il quarto quasi più importante- precisò la ragazza- almeno per me.
-Sì sì- disse Tom guardando Lauren di sottecchi e con aria dubitativa- credo tu stia scivolando da un palazzo alto e ti aggrappi con le unghie e con i denti - poi imitò il gesto e il rumore di uno che scivola.
Tutti risero e Lauren per farsi perdonare cominciò a coprire di baci il volto del ragazzo che sulle prime fu restio e ancora falsamente indifferente, ma poi si lasciò andare senza più pensare al pubblico che assisteva.
-Ogni tanto sembra un polipo- commentò a bassa voce Georg.
-é vero sembra che le mani si moltiplichino- aggiunse Gustav.
-Uh, un tetacolino scurrile- fece Bill all'improvviso quando Tom rispose con un elegante dito medio ai suoi amici.
Dopo molte efusioni amorose finalmente Tom si interruppe commentando:
-Tesoro che marchingegno hai indossato?
Lauren arrossì come un pomodoro e rifilò una sonora pacca sulla testa al ragazzo facendogli volare via l'immancabile cappellino.
-Che dici idiota- lo redarguì.
Gustav e Georg ridevano divertiti, stavano per assistere ai soliti siparietti comici in cui venivano messe in dubbio le doti di mascolinità del loro amico Tom che puntualmente si vantava e poi veniva smentito dalla controparte, Bill invece fingeva indifferenza anche perché stava felicemente piombando nella fase rem.
-Per tua informazione c'è chi lavora la mattina, sono stata a teatro per le lezioni e le prove del balletto, non mi sono neanche cambiata per scarapicollarmi qui.
-Scusa- fece contrito il ragazzo, ma aggiunse- non sembra un body?- chiese curioso.
Lauren arrossì.
- Tom la piovra umana dove hai infilato i tuoi tentacolini?- fece Georg mal calcolando le sue parole. La ragazza colpì affettuosamente anche il ragazzo scompigliandoli i capelli lisci e fluenti. Gustav rideva divertito nel suo angolo guardandosi bene dal commentare per non ricevere una punizione.
-Per tua informazione è una tuta intera- fece la ragazza con tono acido.
-Porca miseria ecco perché!- esclamò- quindi?- chiese aggiungendo alle parole un gesto delle mani.
-Quindi cosa?- interrogò con curiosità Lauren.
-Niente fino a sta sera?- concluse Tom come se il suo ragionamento fosse chiaro.
Lauren divenne scarlatta poi rispose con malumore.
-Fai fino a Natale, va- fece incrociando le braccia e dando le spalle all'amico in segno inequivocabile di collera.
-E' sempre divertente vedere quando a Tom viene dato picche- disse divertito Georg sperando di non ricevere nessun scapaccione.
-E' uno dei momenti della vita che non vorresti mai perderti- aggiunse Gustav sorridendo soddisfatto.
Il silenzio calò nella macchina, Bill dormiva profondamente appoggiato al finestrino mentre Lauren, che all'inizio aveva finto di essere in collera con Tom, si era accoccolata tra le sue braccia beandosi nel suo abbraccio confortante.
-Allora che mi raccontate ragazzi?
-No tu che ci racconti.
-Solita vita: danza, prove, balletto, danza, prove, balletto. Anche se per questa sera mi sono documentata sparandomi tutte le registrazioni della trasmissione.
-Chi cavolo è così maniaco da registrarsi le puntate?
-Léonor- fece candidamente Lauren
-Léonor?- esclamò Georg un po' sorpreso.
-Spiego meglio, sta facendo un'analisi del programma per un esame all'università ecco perché si sta registrando tutto. Anche se lei è una patita di reality show li sa tutti, mentre io be' non ho il tempo e soprattutto due palle non mi piacciono per nulla.
-Comunque la trasmissione è una delle più seguite in Francia con uno share da paura.
-Uno che?- fece Tom.
-Un indice di ascolto.
-Ah, ecco lingua comprensibile grazie.
-A quanto pare il voyeurismo è di moda e voi ne sapete qualcosa.
-Sì, certo- disse annuendo con una faccia poco convinta Tom- lo sappiamo benissimo vero Gustav?- lasciando la patata bollente al batterista che con la sua calma olimpica e il suo fairplay diede una lezione al ragazzo.
-Lauren intende dire che anche noi siamo vittime del voyeurismo dal momento che veniamo filmati spesso e sul sito appaiono gli episodi della Tokio Hotel Tv.
-Bravo Gu, grazie di esistere- fece Lauren con sguardo di compassione rivolto al suo fidanzato- tornando alla trasmissione ci sono dei giovani talenti che si sfidano in canto da soli o accompagnati da un ospite e alla fine della serata uno sarà eliminato.
-L'ospite?- chiese facendo il finto tonto Tom
-Sì, l'ospite perché dopo tre giorni, come il pesce puzza, idiota no!- esclamò la ragazza che mal sopportava Tom quando faceva così- il concorrente che ha cantato e che è risultato più scarso per la giuria. Anche se c'è un televoto che lo può salvare.
-Peccato, speravo che eliminassero l'ospite era la volta buona che ci toglievano la zecca Bill.
-Che cosa ha fatto Bill?- fece il ragazzo riprendendosi dal suo pisolino.
-Nulla tesorino dormi ancora un po'- fece premurosa Lauren.
-Sì Bill dormi- lo incalzò Georg- le mie orecchie riposano quando tu dormi.
-Fan culo Georg- rispose Bill seccato.
-Cavoli allora è veramente sveglio- aggiunse con un sorriso Gustav.
-Sì, cattivi, cosa stavate dicendo?- chiese curioso il ragazzo sollevandosi bene dritto sul sedile.
-Stavo raccontando la trasmissione a cui parteciperete.
-Bello- fece ringalluzzito il ragazzo- Gossip?
-No, quelli non li ho ancora raccontati.
-Ma ci sono?
-Sì certo
-Bene- fece soddisfatto Bill
-Ma quella storia te la racconta in privato vero?- fece sbiancando Gustav che odiava ogni pettegolezzo ritenendoli inutili.
-Sì quella è la parte "Bill-Lauren"
-Ok allora racconta come si svolge la trasmissione.
-Allora il principio è un po' quello a cui hai partecipato tu.
-Sì partecipato e silurato- fece asciutto Tom ricordando il fratellino solo qualche anno prima.
-Grazie, ti ricordo che il "silurato" è stato notato anche grazie a quella trasmissione o sbaglio?- fece Bill rivolto a Peter.
-Confermo.
-Ah- fece ringalluzzito il ragazzo.
-Comunque i concorrenti vivono in una casa tutti insieme e si preparano su dei brani per una settimana con dei professionisti e poi cantano. Una giuria li esamina, i due peggiori vanno al ballottaggio e il televoto ne silura uno.
-Bene e noi con chi ci esibiamo?
-Con Jeremy.
-Ah ma non è il tuo cantante preferito?
-No, tesoro, ma mi stupisco, ti adoro, ti ricordi sempre tutto di me.
-Certo, me ne hai fatto due orecchie stracce " e che bella voce" " e che bella canzone" " Senti che bell'acuto" " Guarda che bel fisico, che bel sorriso, come si veste bene"
A quelle parole Tom si risentì un po'
-Perché non ne ho mai sentito parlare?
-Perché ciccino quando ci provo mi mandi a cagare alla prima nota che non sia tunz tunz ehi yo bro.
-Non è vero!- si difese sempre più risentito.
-Certo che è vero- rispose la ragazza- invece Bill è sempre attento e si ricorda tutto anche se è francese e dopo deve prendere la xamamina per non vomitare.
Tom tacque la sua difesa era crollata di fronte alla verità.
-Allora chi è questo Jeremy.
-E' un ragazzo moro, caruccio, per nulla il mio tipo- precisò Lauren subito per non rabbuiare ulteriormente Tom.
-Come canta?- chiese Bill.
-Ma non saprei, non sono molto portata per giudicare, dipende poi.
-In che senso?- chiese Georg
-Dipende da che brani affronta.
-ma il nostro genere?
-Credo che non sia molto portato però le prove non le ho guardate bene.
Finalmente arrivarono negli studi televisivi, ma prima di uscire dall'auto la band fu informata dello spostamento che li attendeva.
-Allora prima usciremo Lauren ed io con una guardia del corpo, Lauren indossa pure la felpa dello staff così eviteremo scandali o elucubrazioni delle fan, mimetizzati più che puoi. Nella macchina che ci precede ci sono le altre persone dello staff andremo con loro. Voi ragazzi scenderete dopo qualche minuto quando le guardie del corpo si saranno schierate, ecco i pennarelli per gli autografi, ne firmate qualcuno e poi entrerete negli studi.
Tutte le manovre furono effettuate come previsto e dopo un breve, ma intenso bagno di folla i ragazzi si trovarono in un comodo e spazioso camerino con Lauren che li aspettava.
-Un caffè per la star- fece Tom rivolto alla ragazza con aria di falso snobbismo.
-Sai dove te lo ficco il caffè?- fece Lauren con estrema gentilezza.
-Bella la nostra contessa- fece Gustav divertito.
Il divano è mio urlò Bill lanciandosi sopra.
-Col cavolo- fece Tom spintonando il fratello- il divano è mio e di Lauren.
I due gemelli lottarono un po'e Bill ebbe la peggio. Tom un po' più muscoloso riuscì a farsi valere spintonando violentemente il ragazzo che finì con il culo per terra. Tom per difendere la sua posizione si sdraiò sul divano tirando a sé Lauren e abbracciandola per poi ricoprirla di baci e di carezze che si fecero via via più audaci.
-Uffi che palle sto body- esclamò poi il ragazzo.
-Dai piantala fece poi la ragazza stiamo dando spettacolo.
-No, no fate pure- disse risentito Gustav che trovava Tom un po' troppo appiccicoso in quel momento- A super quark non hanno mai fatto vedere l'atto di procreazione e sono curioso.
Lauren allora si alzò di scatto aggiungendo:
-Ma va là cretino che dai vostri dvd sapete benissimo come nascono i bambini- fece Lauren divertita ritrovando quel cameratismo di sempre -Scusate ragazzi siamo stati maleducati, di solito non sono così, ma insomma era da tanto e Tommichou mi manca- poi Lauren arrossì e si morse la lingua.
-Tommi che?- interrogò divertito Georg.
-No nulla- fece Lauren tentando di fare l'indifferente.
-No, no, qui ci confessi il nomignolo- insistette il bassista.
-Neanche morta- fece Lauren categorica.
-Sì, sì abbiamo sentito tutti, come lo chiami in intimità?- chiese maligno Gustav.
-Nulla di strano i soliti nomi che mi avete già sentito pronunciare- si difese la ragazza
-No, no- indagò sempre più divertito Georg- qui è scattato un Tommisc... qualcosa.
Tom era gelato, non rispondeva stava solo diventando sempre più scarlatto e tentava di nascondere la faccia nella maglietta XXL come quando nelle interviste si imbarazzava e allora calava il cappellino.
-Non ve lo ridico neanche morta- fece categorica Lauren prendendo la sua borsa di danza e uscendo dal camerino- Vado in bagno- aggiunse scocciata per esser stata colta in un momento di debolezza e imbarazzo.
Dopo pochi minuti Tom uscì a sua volta dal camerino avventurandosi nello studio televisivo con una sola meta, raggiungere Lauren in bagno per vedere come stava.
Dopo una buona mezz'ora i due tornarono mano nella mano nel camerino e trovarono Bill addormentato ancora una volta sul divano, Gustav con le cuffie che ascoltava musica e Georg intento a trafficare con un video gioco. Il bassista e il batterista vedendo Tom entrare ringalluzzito e con un sorriso ebete lo guardarono maligni, mentre Lauren fu interpellata da Peter che aveva bisogno della sua interprete per organizzare i ragazzi della band al meglio.
-Tom allora?- fece Gustav togliendosi le cuffie.
-Già allora?- chiese ironico Georg.
Tom fece il finta di non capire.
-Allora cosa?-chiese perplesso
-Dai lo sai benissimo- lo sollecitò Georg
-Non fare il finto tonto, siete stati via almeno mezz'ora se non di più -lo informò il ragazzo guardandolo di sottecchi
-Be' abbiamo bighellonato nello studio- tentò di difendersi Tom
-Sì adesso si dice così "bighellonato negli studi"- fece con aria indagatore Gustav che non intendeva mollare la presa.
-Insomma siete dei pervertiti- si inalberò Tom, ma senza perdere il sorriso ebete.
-Già noi, e tu?-concluse Georg divertito per il colorito rosso pomodoro che stava prendendo la faccia di Tom.
Lauren rientrò con Peter e si diresse verso il divano per svegliare Bill senza accorgersi del sorrisetto maligno e indagatore che avevano Gustav e Georg. I due ragazzi avevano subito notato che la ragazza si era sciolta lo chignon e portava una lunga treccia, mentre sotto la felpa dello staff portava una dolcevita rosa chiaro. Evidentemente si era cambiata.
-Bill- fece dolcemente accucciandosi davanti al ragazzo e accarezzandolo sulla fronte per poi percorrere tutto il viso- devi provare.
-Uhm- fece dall'oltretomba il ragazzo- ho sonno.
-Su popino, il dovere ti attende.- disse con tono dolce e materno
-Uhm, adesso mi alzo un minuto.- proferì a fatica il ragazzo
-No, cucciolo tinto non hai un minuto- spiego alzando un pochino il tono della voce la ragazza
-Alzati- gli ulularono in coro Gustav e Georg.
Bill fece un salto sul divano e si strofinò gli occhi con un bimbo piccolo.
-Uffi che cattivi io stavo dormendo felice- si difese il ragazzo facendo uno sforzo disumano per apparire il più reattivo possibile.
Poi guardando Tom in viso disse:
-Hai fatto sesso?- chiese impudente.
Gustav e Georg si piegarono in due dal ridere mentre Bill riceveva una sonora correzione da Lauren prima e da suo fratello dopo.
-Ma che ho detto?- chiese imperterrito il cantante- si vede bene- si difese- Tom ha perso il suo incedere da cane bastonato e la sua faccia da verde ha ritrovato un incarnato pesca, mentre ha un sorriso durbans stampato in volto. Indizi inequivocabili o si è fatto una sega ben riuscita con qualche bel giornale in bagno o Lauren gliel' ha data.
-Allora sono circondata da una band di ragazzi maleducati e incivili che non sanno rivolgersi ad una signorina per bene- poi la ragazza tra l'imbarazzato e lo scherzoso disse- Peter è tutta colpa sua, nell'autobus del tour invece di uno schermo per ciascuno nelle brande ci vorrebbe una serie di libri ben scelti e istruttivi "Guerra e Pace" " Anna Karenina" " Madame Bovary"e niente dvd di dubbio gusto solo documentari storici e film d'autore. E magari lasciarli senza guardie del corpo tra un branco di fan assatanate a calmar loro i bollenti spiriti.
-Anche Tom in pasto alle fan?-domandò curioso il manager
-Sì con qualche dread in meno non starebbe male.- aggiunse convinta la ragazza
-Grazie piccola vedo che sei sempre umana- disse Tom risentito abbracciando la ragazza che appariva un po' imbarazzata- comunque ti giuro io non ho detto nulla hanno fatto tutto loro.
-Sì scusaci Lauren, ma ti giuro Tom aveva troppo un'altra faccia.
-Sì, ma sappiate che anche se sembro uno scaricatore di porto e prima mi sono lasciata un po' andare, resto pur sempre una ragazza e certe cose non le trattiamo così alla leggera.
Scusaci- fecero in coro i ragazzi.

Lauren e Bill uscirono dal camerino per incontrare Jeremy e provare la canzone prima delle prove generali.
-Dobbiamo provare con il piano?- chiese Bill in difficoltà
-Sì tesoruccio- spiegò Lauren mentre seguivano un'assistente
-Orca non mi è mai capitato, di solito provo con Tom e la chitarra- spiegò Bill che ancora assonnato faceva fatica a connettere
-Credo che i ragazzi invece si preparino con il pianoforte e poi con una base registrata.
-Be' sarà una nuova esperienza. -fece Bill con poca convinzione nella voce. Il ragazzo, infatti appariva alquanto svogliato e ancora molto stanco dal viaggio e sul suo volto si potevano leggere le fatiche della tournée e dei due giorni chiuso in sala di incisione.
-E' quello il ragazzo?- chiese Bill vedendo avvicinarsi un giovanotto moro con un sorriso caldo e gentile.
-Sì, sembrerebbe lui- rispose Lauren non perfettamente convinta.

-Bonjour- fece il ragazzo porgendo la mano a Bill- moi c'est Jeremy.
-Bon- disse Lauren rivolta a Bill- hai capito cosa ti ha detto, no?
-Sì fino a qui ci arrivo, ma come devo rispondere?- chiese il ragazzo con aria imbarazzata.
-Tu parla senza essere troppo logorroico e io traduco.- fece secca Lauren
-Io non sono logorroico -si difese Bill
-No, sei solo prolisso- sorrise Lauren.
Jeremy aveva assistito alla scena senza comprendere una parola e si sentì in lieve imbarazzo dal quale ne uscirono tutti e tre quando si trattò di essere chiamati al dovere.
Un'assistente consegnò un foglio con la canzone Monsoon a Bill nella quale erano sottolineate le parti che avrebbe cantato da solo, spiegò tutto al cantante e Lauren tradusse, i due ragazzi poi si ritrovarono in una sala prove con un pianista per cominciare.
La prima strofa toccava a Jeremy il quale attaccò e cantò il suo pezzo, era la volta di Bill che tuttavia appariva distratto e con il foglietto in mano leggeva il testo incurante del suo attacco. Il pianista quindi si fermò e Bill distogliendo il suo sguardo dal pezzo di carta fece con aria innocente e svampita.
-Che succede?- fece rivolto a Lauren
-Idiota- lo redarguì senza mezzi termini la ragazza- puoi connettere il mononeurone o la tintura lo ha fuso definitivamente?
-Perché?- fece disincantato il cantante.
-Toccava te idiota- concluse Lauren
-Ups- esclamò con un largo sorriso Bill- non avevo ben capito, sono abituato da solo.
-Ok, ma non stai facendo una bella figura- aggiunse la ragazza
-Lo so, ora rimedio ma è che…- Bill lasciò in sospeso la frase.
Lauren tradusse le scuse di Bill al pianista e a Jeremy che gli sorrisero con comprensione.
La prova proseguì senza intoppi e fu breve. Successivamente fu chiamata tutta la band a fare il check sound e le prove della canzone con Jeremy.

-Oddio- fece Gustav che di solito era molto sicuro di sé- speriamo vada tutto bene.
-La prova è stata una catastrofe- aggiunse Georg pallido con il suo basso al collo.
Tom non accennava commenti era impietrito, mai aveva sentito suo fratello sbagliare così tanto e fermarsi durante le prove così tante volte. Tuttavia ebbe la gentilezza e la premura di non infierire con il gemello, anzi preoccupato gli si avvicinò cercando di rassicurarlo.
-Eh, siamo in prima serata, in Francia, davanti alla piccola Lauren, che emozione vero?
-Uhm- rispose con aria pensosa il ragazzo senza accennare nessun turbamento.
-Ti dirò io sono un po' agitato.- confessò cercando di penetrare meglio nell'indifferenza che albergava sul volto del gemello.
-Ma, io non più del solito- tagliò corto Bill sedendosi sul divano e bevendo un bicchiere di latte che si era versato appena entrato in camerino.
-Ah- concluse basito Tom guardando poco convinto il fratello.
Per tutto il tempo della preparazione allo spettacolo la vita si svolse monotona come durante un concerto qualsiasi i ragazzi cercavano di non pensare allo spettacolo, ognuno impegnato in una attività che lo aiutasse a rilassarsi o scaricare la tensione. Per Bill la maggior parte del tempo si svolse nel trucco e nella preparazione della criniera leonina e finalmente verso le nove e mezza fu la volta dello spettacolo.

***

-Porca miseria che figura di merda - fece Tom con il suo incedere dinoccolato con la chitarra appesa al collo uscendo dietro le quinte
-Sono impietrito- aggiunse Gustav con gli occhi spalancati.
-Io voglio un badile per seppellirmi- aggiunse Georg con la salivazione quasi annullata
Lauren raggiunse i ragazzi che rientravano dietro le quinte e li accolse con un grosso sorriso.
-Al limite del paranormale siamo- disse ridendo- Bill sei stato geniale, quando ti ho visto toccarti l'auricolare, bianco come un cencio in volto, pensando "May Day, may Day, in che cazzo di lingua sta cantando?" mi sono piegata in due.
-Grazie- fece il ragazzo ancora pallido dopo la performance da dimenticare.
-Questa entrerà di diritto accanto a "It's raining man!" come la tua seconda miglior performance della vita.
-Gentile, - commentò un po' corrucciato il ragazzo togliendosi gli auricolari e slacciandosi il giubbotto-comunque è vero quando Jeremy ha attaccato in un inglese incomprensibile, mi è venuto il dubbio di doverla fare in tedesco, ma poi ho visualizzato nella mia testa il promemoria che mi hai dato e mi sono ricordato.
-Il suo era un inglese pessimo- commentò basito Gustav.
-Perché? Era inglese il suo?- chiese Tom.
-Credo di sì- confermò Bill ancora incredulo.
-Ma non sai l'ultima- fece Lauren con un largo sorriso pronta a divertire i suoi amici che dopo la performance sembravano alquanto scoraggiati.
-Ok affonda, ormai sono anestetizzato- fece Bill aprendosi il giubbotto e mostrando il petto
-Scoop, sei pronto per "Caramba che fortuna"?- domandò titubante la ragazza con un sorriso divertito.
-Ti prego che tipo di camion di merda secca mi sta per piombare sulla testa?- domandò sempre più preoccupato Bill
-Enorme, lo shock potrebbe farti venire i capelli dritti sulla testa- spiegò Lauren seria.
-Ah, ah, spiritosa- commentò Bill con un sorriso.
-Ebbene come da sempre sospettavamo Tom non è tuo fratello gemello-cominciò seria Lauren.
-Davvero, ecco l'ho sempre detto io che c'era stato uno scambio di culle- disse Tom ridendo battendosi il pugno sul palmo della mano.
-Oddio chi è mio fratello?- chiese preoccupato Bill.
-Gustav
-Ah fratello- fece Bill abbracciando l'amico.
-Pussa via- fece il batterista da finto schifato.
-Certo Gu che tua madre ha avuto la gravidanza di un elefante?- commentò divertito Georg.
-E' vero, il primo l'ha sfornato dopo nove mesi, il secondo dopo un anno- fece i conti Tom.
- Avrà avuto un anno di doglie?-domandò Bill
-Cavoli poveraccia?-commentò Georg
-Ma questo scoop da chi l'hai avuto?-chiese Tom rientrando in camerino e posando la chitarra.
-Nulla,- spiegò meglio Lauren- il presentatore mentre uscivate dal palco ha detto i vostri nomi e si è clamorosamente sbagliato.
-Sono un po' abbacchiato- fece Bill lasciandosi cadere sul divano- non solo ho fatto una figura di merda ma la mia famiglia è distrutta da questa rivelazione, come farò a dirlo alla mamma?- fece cercando di sdrammatizzare il ragazzo un po' pensieroso.
-Dai dai andrà meglio la prossima esibizione- disse Lauren sedendosi accanto a lui e prendendo la testolina dell'amico e appoggiandosela al petto-E poi Bill, guarda il lato positivo, hai sentito la versione di Monsoon in arabo.
-Già suonava bene- commentò il cantante ritrovando il sorriso.
I ragazzi e Lauren risero di cuore e andarono avanti ad infierire un bel po' su Jeremy, sulla sua totale incapacità di cantare in inglese poi Lauren si soffermò divertita sulle classiche movenze di Bill mentre cantava.
-Mi spezzi in due dal ridere ogni volta che canti Monsoon, prima o poi con un palco piccolo va a finire che ficchi l'asta del microfono negli zebedei di qualcuno- fece divertita Lauren
-Basta che non siano i miei- commentò tremante Georg.
-Ma mi sa che tu e Tom siete i candidati più probabili- concluse la ragazza. La serata proseguì con aneddoti divertenti capitati in quei giorni di Tournée fino a quando con la seconda esibizione tutto finì bene e presto.

***

-Sveglia signorino- fece Lauren saltando sul letto di Bill in catalessi- sono le undici, fra due minuti io vado, ci sono qui Léonor e Sylvie.
-Uhm-fu il classico accenno del ragazzo.
-Io scappo, ti ho ordinato la colazione, le ragazze ti fanno compagnia, se non ti alzi ho dato loro il permesso di ficcarti in doccia così come sei e di non farsi alcun problema di sorta a trattarti male.
-Grazie - rispose il ragazzo con la voce impastata dal sonno- e Tom?
-I tuoi colleghi partiti alle sette ovvero quattro ore fa- spiegò Lauren
-Triste?- chiese Bill alla ragazza ben sapendo che le separazioni tra Tom e Lauren erano sempre dei momenti dolorosi per entrambi.
-No, tra meno di un mese è Natale e ci troveremo- poi scoprendo il ragazzo che si era raggomitolato sotto le coperte pronto a ripiombare in pochi secondi nella fase rem aggiunse-forza e coraggio oggi sarai il mio unico amico, ballerò solo per te, guarda che Tom aspetta un resoconto dettagliato.
-Uffi ridammi le coperte- fece Bill cercando di ricoprirsi.
-No è bello il tuo culo all'aria- fece ridendo Léonor.
Lauren diede un bacino sulla fronte al ragazzo prese la sua borsa e lasciò l'arduo compito di risvegliare il cantante alle sue amiche cosa che loro fecero in modo gentile, ma energico come se lo conoscessero da sempre.
-Allora Bill, nella scaletta hai: setti minuti per farti la doccia, dodici minuti per asciugarti la chioma leonina e piastrartela in modalità Bill dei Tokio Hotel in svacco, venti minuti di colazione, dieci per camuffarti per bene, cinque per raccogliere i tuoi effetti personali, a mezzo giorno meno un minuto sarai nella hall per consegnare la camera e non dover pagare il sovrapprezzo- sciolinò come un gendarme Sylvie
-Cavoli avete studiato alla scuola di David? - chiese Bill.
-No, Lauren ci ha istruito a dovere e ci ha detto che il signorino Bill Kaulitz fa delle docce eterne, canticchia tutto il suo repertorio di canzoni mentre si fa bello in bagno…
-Ci sta un'infinità di tempo- incalzò Léonor- e parla allo specchio domandandosi quanto e bello e che mondo sarebbe senza la sua sfolgorante bellezza.
-Insomma sei capace di tardare all'eternità soprattutto se ti soffermi sulla tua valigia aperta. Invece qui dobbiamo ottimizzare i tempi.
-Va bene, vado, faccio il bravo bambino, ho capito- capendo che le due ragazze in quanto a pazienza ne avevano ben poca.

Le ragazze furono molto solerti con Bill e il ragazzo dopo una lunga notte di riposo in effetti appariva molto riposato e di buon umore.
-Caspita che bella colazione mi avete fatto trovare.
-Grazie- rispose Sylvie-dai racconti che ci fa Lolo abbiamo imparato molto: una vagonata di latte, cereali e brioches a volontà ti rendono felice.
-Vero, grazie ma come la chiamate Lauren?
-Lolo.
-Che bello, mi piace questo nome, mi raccontate come vi siete conosciute o qualche aneddoto?
-Certo.
Sylvie e Léonor si dilungarono sugli anni di scuola trascorsi con l'amica, delle mille passioni condivise dei mille sotterfugi che avevano inventato per vedersi e uscire anche se la madre di Lauren non dava il permesso alla ragazzina.
La colazione trascorse in armonia e fra tante risate come il resto della mattinata. A Bill passeggiare tranquillo per le città sembrava un sogno e la compagnia delle amiche di Lauren lo confortava parecchio.
L'aria tersa e il venticello fresco di quella mattina di novembre, il camminare tranquillo fra le vie della città con il brulicare di gente indaffarata, avevano ridato animo al ragazzo che aveva ripreso il sorriso di sempre nonostante la telefonata che aveva avuto solo la sera prima con il padre.
-A che ora inizia lo spettacolo?- chiese Bill quando si trovò di fronte alla stupenda costruzione dell'Opéra Garnier.
-Alle due.
-Ma noi abbiamo appuntamento fra meno di dieci minuti con la maschera che ci farà entrare prima.
-Per motivi di sicurezza tua personale e di Lauren- cominciò Sylvie
-Ma anche nostra- sottolineò Léonor
-Lauren ha parlato con una maschera che ci farà entrare quando inizia il suo turno di lavoro, ci accompagnerà nel nostro palco così potremo goderci lo spettacolo senza problemi. Questo comporta tuttavia che per più di un'ora staremo chiusi in pochi metri quadrati senza dover far troppo rumore.
-Un particolare però la maschera vuole essere pagata in natura da te- spiegò con il massimo della calma Sylvie
-Vero,- fece con un sorriso sornione Léonor- mentre Lauren si cambia alla fine dello spettacolo noi ti lasciamo con la ragazza nel palco e …-lasciò in sospeso la ragazza con aria seria e compita
-Be' sta a te tener alto l'onore dei tedeschi- lo incitò con un buffetto Sylvie.
-Che simpatiche - disse poco convinto Bill- vedo che avete imparato in fretta il gioco "spara su Bill"
-No scusa, ma noi non scherziamo- confermò con aria seria Léonor
-Ecco la maschera, vedrai se non diciamo la verità.
Una signora di circa quarant'anni venne loro incontro con un largo sorriso e cominciò a chiacchierare in francese con le due ragazze accennando qualche sorriso a Bill.
-Ma potrebbe essere mia madre- fece Bill all'orecchio di Sylvie
-Sì certo, un'ottima nave scuola no- spiegò la ragazza
Bill sbiancò e perse il sorriso era talmente ingenuo che aveva creduto per qualche istante a quello che le ragazze gli avevano detto.
La signora non capiva nulla di tedesco e Bill non capiva nulla di francese certe di questo fatto Léonor e Sylvie misero al corrente la signora del loro piccolo scherzo e questa fu ben lieta di divertirsi un po' alle spalle del ragazzo.
La maschera conosceva da tempo Lauren e la trovava brava, bella, gentile, quando pochi giorni prima aveva chiesto come poter organizzare il pomeriggio per i ragazzi della band, la signora Briand, questo il nome della maschera, era stata lieta di poter venire in aiuto della ballerina. In cambio Lauren aveva promesso alle figlie della signora due pass speciali per il backstage per il prossimo concerto di giugno, foto e autografi in quantità.
Il trio accompagnato dalla signora Briand quindi entrò in teatro quando questo era ancora deserto da una porta di servizio. I tre ragazzi furono condotti nel palco e fatti sistemare. L'attesa fu lunga anche se ai tre ragazzi sembrò breve, risero e scherzarono sulle prestazioni che aspettavano il ragazzo alla fine del balletto. Sylvie e Léonor poi, senza nessuna delicatezza, commentarono la performance canora del ragazzo la sera precedente, insomma risero parecchio e infine lo spettacolo fu eccezionale. Bill che ormai conosceva a memoria il balletto per esserselo sorbito venti volte da quando conosceva Lauren, fu entusiasta.
-Eccola, eccola- sussurrò Bill
-No, non è lei, questa è Myrtha la regina delle Willi, è un ruolo che hanno le prime ballerine.
-Ma lei non faceva...- lasciò la frase in sospeso
-Lei è una delle Willi principali, entra dopo e ha qualche piccolo momento di assolo.
-Ma non avevi detto che avevi visto il balletto venti volte?- domandò scoccciata Sylvie
-Sì, ma la memoria è quella che è- rispose Bill costernato
-La lacca!- commentò acida Sylvie
-Comunque nelle pomeridiane, se si dovesse far male la ballerina che fa Myrtha allora entrerebbe in scena Lauren- spiegò Leonor
-Allora gufiamo- sollecitò maligno Bill.
-Dai, guarda che dopo la ruota del Karma gira- aggiunse con un filo di voce Leonor
-No, no, grazie allora- disse Bill-Eccola finalmente
-Sì shhh- lo rimproverò Leonor.
-Ma è bellissima, un puffino bianco- fece orgoglioso il ragazzo- è leggiadra davvero, spicca su tutte
-Shh o ci cacciano- ribatté Leonor
Il secondo atto passò veloce e Bill era orgoglioso che una delle bellissime ballerine in prima fila fosse proprio Lauren. Se solo ripensava a qualche anno prima quando l'aveva vista cambiarsi alla pensilina dell'autobus e a quanto Tom e lui l'avevano presa per i fondelli quando la vedevano provare dalla finestra, sembrava esser passato un secolo. Le cose erano davvero cambiate, lui famoso cantante di una rock band, lei avviata a una brillante carriera, nessuno lo avrebbe mai e poi mai detto vedendoli a quella pensilina dell'autobus solo pochi anni prima.
Quando i due amici si ritrovarono alla fine del balletto il loro abbraccio affettuoso fu più loquace di mille parole. Bill orgoglioso e Lauren felice di aver potuto ballare ancora una volta solo per lui.

***

-Ecco tesorino ci siamo, questa è la via del lusso sfrenato qui trovi i grandi della moda.
-Uhwa la mia patria- esclamò felice Bill
-Più o meno, in quale boutique vorresti entrare?- chiese la ragazza
-Louis Vuitton ovviamente, che domande.- rispose con un largo sorriso il ragazzo
-Già che sciocca, poi puntatina da Dior, Gautier e Versace, giusto?- chiese conferma Lauren ben sapendo l'ovvia risposta.
-Esatto sicuramente troverò qualcosa per la mami e la noni- spiegò con candore e affetto nella voce il cantante
-E per tuo padre?- domandò la ragazza che ignorava gli ultimi sviluppi della storia tra Bill e suo padre.
A quelle parole Bill si rabbuiò per un istante e non rispose.
-Sì qualcosa per il nonno e papà anche se probabilmente non gradiranno- disse flebilmente il ragazzo con un velo di tristezza che passò subitaneo.
-Benvenuto nel gruppo degli sfigati con genitori strani, mia madre- raccontò Lauren- dopo il balletto cerca di fare del suo meglio per venirmi incontro e dimostrarmi il suo rinato affetto, ma ancora non ci comprendiamo appieno.
-Bene io sto vivendo invece un percorso inverso a quanto pare, ma ora non ne voglio certo parlare, ti prego entriamo nel negozio e godiamoci la giornata.
-Esatto- fece baldanzosa Lauren spingendo le porte della lussuosa boutique.
I due ragazzi entrarono nel negozio e sulle prime furono squadrati con sguardo indagatore e di sufficienza dalla commessa che si avvicinò ai due estranei, Lauren indossava il cappottino Chanel rosa stretto e attillato che le metteva in risalto le sue linee sinuose e il suo naturale incedere elegante mostrarono subito la sua innata classe. Bill invece era vestito più sportivo e meno curato, volutamente. Quando Lauren tuttavia nominò un certo signor Robert Duval di cui chiedeva notizie la musica cambiò e addirittura due commesse si presero cura dei due ragazzi.
-Bill ti prego secondo te questo cappellino potrebbe piacere insieme a questa camicia e questi pantaloni a tuo fratello?
-Sono scettico, non è propriamente nel suo stile.
-Ma se mettiamo questi pantaloni " mi sono cagato nelle mutande" neri con questa camicia bellissima nella taglia XXL e lui si mette una t- shirt più stretta sotto dovrebbe andare?
-Uhm, dici?- squadrò scettico le cose mostrate
-Mi faresti il favorino di fare il gemellino modello?- supplicò Lauren sbattendo gli occhi come il gatto di Shrek.
-Uffi, - protestò Bill per due secondi- sappi però che io sono un filo più magro di Tom.
Ma Lauren non colse una punta di malinconia nella voce di Bill che non amava certo rivestire i panni di suo fratello soprattutto con Lauren di cui era ancora e irrimediabilmente innamorato. Nonostante per un lungo mese fossero stati praticamente lontani diradando il più possibile i contatti telefonici e telematici, Bill non aveva cambiato i suoi sentimenti questi si erano solo assopiti in fondo al cuore.
-Dai cucciolo esci da quel cavolo di camerino.
-Ma mi cadono i cavolo di pantaloni ad ogni passo che faccio.
-Infatti tuo fratello cammina da scimmione.
-Sì, ma neanche con le gambe larghe riesco a camminare- protestò
-Uffi esci fa nulla ti aiuto io a non mostrare le terga.
Bill uscì e Lauren si mise a ridere incurante dell'imbarazzo di Bill.
-Scusami cucciolo è che vestito così sembri una copia mal riuscita di Tom e poi quelle mutande gialle sono tremende.
-Senti se oltretutto mi devo prendere anche dei nomi da te mi cambio.
-No, no- Lauren cinse il ragazzo dalle spalle e gli stampò un bacio sulla fronte- no ti prego scusami, allora sarò seria- poi affondò le dita tra i capelli neri del ragazzo tarandoglieli dietro alle orecchie, prese un elastico che aveva al polso e gli fece una coda di cavallo. Nell' operare in quel modo il suo respiro delicato riscaldò il volto di Bill. Il ragazzo immobile non riusciva neanche più a respirare se fossero stati soli e se non fosse stata la fidanzata di suo fratello l'avrebbe senza dubbio baciata. Quel dolce afflato che sfiorava la pelle del suo volto, le dita lunghe, affusolate e ben curate della ragazza che gli percorrevano la testa lo stavano ammaliando. Quando Lauren terminò la coda e gli mise calato il cappellino di pelle facendo uscire la chioma del ragazzo come Tom, si allontanò per osservare la sua opera incurante del rossore che aveva causato all'amico.
-Hai messo il profumo che ti ho regalato al compleanno?- chiese Lauren a Bill il quale non rispose subito- ti dona molto un giorno l'ho fatto provare al pastore bergamasco ma non gli si addice.
Bill era sempre più confuso e non sapeva che rispondere si calò il capellino sul volto per non far percepire il suo sempre più evidente imbarazzo, ma invece di celarlo lo alimentò ancor di più.
-Che buffo tuo fratello fa sempre così quando nelle interviste gli pongono domande a cui preferirebbe non rispondere- esclamò divertita Lauren sistemando meglio la camicia a Bill- si vede che per alcune cose siete proprio uguali.
-Allora Bill, cosa ne pensi a Tom potrebbe piacere per capodanno vestirsi così?- Lauren fece un giro intorno al ragazzo ammirando la sua scelta, Bill taceva con la saliva completamente azzerata e i battiti del suo cuore che avevano raggiunto punte elevate, dopo una lunga pausa in cui faceva finta di rimirarsi allo specchio, ma che in realtà gli era servita per calmarsi finalmente rispose.
-Sì, non è propriamente il suo stile, ma dovrebbe piacergli.
-Perfetto e ora scatenati piccolo Bill, cerchiamo il tuo abbigliamento.- Lauren aprì le tende del camerino e poi cominciò ad aggirarsi per il negozio in cerca di qualcosa per il ragazzo.
Solo Bill dietro le tende si riguardò allo specchio e si scrutò nell'animo. I suoi occhi nocciola si velarono di tristezza se solo fossero bastati quei vestiti per conquistare Lauren non se li sarebbe più tolti, perché tutti preferivano Tom a lui. Ripensò alle parole del padre che solo la sera prima gli erano entrate come pugnali nel cuore e tentò di ricacciare nel profondo le lacrime, tuttavia una sfuggì e percorse tutta la guancia dentro di sé una voce gridava:
Quanto sei stupido Bill, forse è vero sei un errore di natura e non dovevi nascere.
-Tesoro, non riesci a togliere i pantaloni?
-No- rispose Bill a fatica- arrivo, comunque so già cosa provare. Il ragazzo in un batter d'occhio uscì dal camerino, si aggirò tra gli abiti appesi e poi indicò alle commesse tutto ciò che voleva. Ogni volta che usciva Lauren approvava le scelte.
-Perché ai concerti non ti presenti così? Sembri molto sofisticato.
-Non so ai concerti preferisco il mio look abituale, nelle serate ricercate invece mi piacciono queste camicie.
-Infatti ti stanno benissimo, questa nera con un gessato sottile grigio e argento poi ti rende molto sofisticato ed elegante. Approvo in pieno- Lauren accompagnò il suo gesto con una carezza sul viso del ragazzo poi cominciò ad infilare nei passanti dei pantaloni una semplicissima cintura nera. Con delicatezza slacciò tre bottoni in fondo e due in alto e si allontanò mirando la sua opera.
-Sei un figo da paura, sai Bill, sembri uscito da un catalogo di moda.
Il ragazzo ancora una volta era senza parole, ancora una volta i batti del cuore avevano accelerato in maniera inconsueta le emozioni che per un mese credeva sopite affiorarono di nuovo in superficie. Sentì un nodo in gola spezzargli la voce e pronunciò solo un timido:
-Grazie.
Ritornando nel camerino per cambiarsi ancora una volta si trovò a guardarsi allo specchio dicendosi
Sei patetico Bill, è la ragazza di tuo fratello santo cielo vuoi togliertela dalla mente?
Quando uscì il ragazzo trovò Lauren alla cassa che pagava i vestiti di Tom, la cintura e altri piccoli accessori che voleva regalare a Bill senza farsi accorgere.
-Eh, no- fece l'amico- adesso tocca a te, devi provare il vestito in vetrina.
-Non ci penso neanche- esclamò Lauren.
-Sì mia cara.
-Ma hai visto il prezzo?
-Non importa è il mio regalo.
-Assolutamente ti proibisco categoricamente.
-Va bene se pensi che costi troppo per me, faremo a metà con Tom.
-No ti prego sai che non voglio regali costosi, mi bastano le piccole attenzioni che mi dedicate sempre come i fiori nel camerino ad ogni mio balletto, i bigliettini dolci che ricevo per posta, i cioccolatini e i dolcetti che mi mandate dai posti che visitate.
-Ti prego, fammelo come favore provatelo secondo me è nato per stare su di te quel vestito a Tom piacerà sicuramente.
Stupido dì piuttosto che vorresti vederlo indossato da lei per poter poi toglierlo con delicatezza partendo dalle spalle e percorrendo tutta la schiena di baci e carezze per soffermarti dove ci sono quelle due fossette che ami così tanto.
-Tu dici?- chiese la ragazza che scrutava i pensieri dell'amico.
-Ne sono certo- fece con un sottile mancamento nella voce.
Lauren si decise e provò l'abito. Il colore blu oltre mare come i suoi occhi, il raso lungo leggermente svasato in fondo esaltavano le sue esili ed eleganti movenze. Anche le commesse si stupirono della bellezza della ragazza e Bill rimase senza fiato.
-Allora?- fece Lauren girando su se stessa facendo compiere all'abito una bellissima ruota- come mi sta?
-Mi lasci senza parole- Bill aveva pronunciato a fatica quella frase
-Sei stupenda- fece Bill con la voce tremante dall'emozione poi avvicinandosi la cinse alle spalle posandole una delicatissima sciarpa di voile di seta blu, compiendo quel gesto avvicinò tantissimo il suo viso al collo della ragazza e ne respirò il lieve profumo di mughetto, come ipnotizzato stava per baciarla senza quasi rendersene conto. Una strana vibrazione e una successiva suoneria incalzante lo salvarono dal compiere quel gesto. Lauren senza rendersi conto di nulla si voltò e lo redarguì bonariamente:
-Ti tremano i pantaloni e che cavolo di suoneria hai?
Bill totalmente in confusione non riusciva neanche ad estrarre il cellulare dalla tasca, armeggiò un po' ed infine rispose con voce malferma:
-Oh, fratellino! Sì siamo insieme, stiamo facendo shopping da Louis Vuitton. Non risponde?
-Ah, sì il cellulare l'ho lasciato nella sacca da sport che Sylvie mi ha portato a casa, mi passi cucciolo?
Lauren prese il telefono dalle mani di Bill e si chiuse in camerino chiacchierando felice con Tom a cui descrisse per filo e per segno cosa aveva fatto da quando la mattina si erano separati. Poi ripassò la telefonata a Bill che concluse rapidamente il dialogo con il fratello mantenendo il più possibile il suo tono di voce abituale.
Dopo aver pagato e svaligiato altri due negozi adiacenti Versace e Dior i due ragazzi presero un taxi e rientrarono a casa.
-Bill che ne dici di concludere la serata con cena e visione di qualche dvd a letto come ai bei vecchi tempi?
-Perfetto, sono della partita- rispose entusiasta il ragazzo.
-Orca, ma non hai visto qualcuno dietro la vetrina con una macchina fotografica?- fece di colpo Lauren guardando dallo specchio davanti a lei.
Bill terrorizzato si girò, ma non vide nulla.
-Spero di aver sognato- concluse Lauren sorridendo cercando di scogliere la tensione poiché sapeva quanto potesse esser noioso per il ragazzo ritrovarsi spiattellato in prima pagina mentre si godeva una giornata tranquilla, da ragazzo normale.

***

I due amici dopo essersi sistemati nelle rispettive camere a casa di Lauren si ritrovarono a cena, il padre della ragazza sarebbe rientrato tardi e aveva lasciato dei fiori e dei dolcetti per farsi perdonare.

-Quante volte l'abbiamo visto insieme questo film?- si interrogò divertita Lauren
-Duecento credo.
-Ma in tv non danno nulla- fece Lauren mentre faceva zapping selvaggio.
-No ti prego fermati qui, tv tedesca, casa.
-No ti prego questa è quella soap opera strana che vedevamo con tua nonna ti ricordi?
-Sì, geniale la nonna la vedeva tutte le sere e guai se la perdeva.
-Ti prego facciamo il nostro giochino?- fece Lauren guardando Bill negli occhi sicura di trovare in lui un complice perfetto.
-E me lo chiedi? Certo- confermò sicuro Bill.
I due ragazzi erano nel comodo letto della ragazza in pigiama. Lauren portava una leggera magliettina con manichina a tre quarti puntellata da piccole roselline lilla su uno sfondo giallo e un grazioso pantaloncino a palloncino con la stessa fantasia che terminava con un leggerissimo pizzo. Sembrava la solita piccola caramella. Bill aveva optato per una vecchia tuta dell'adidas e una maglietta verde rana un po' larga e ormai consumata. Il ragazzo sembrava aver ricacciato nel profondo i suoi sentimenti per l'amica come se la telefonata del fratello lo avesse riportato alla realtà.
-Allora cominciamo- fece Lauren abbassando completamente il volume della Tv e cominciando a fare la voce del personaggio femminile. Mentre Bill intervenne su quella maschile. I ragazzi quindi si divertirono a costruire la loro storia interrompendosi ogni tanto per dar sfogo alle risate. Lo scherzo stava andando avanti in gioia e armonia quando ad un certo punto i due giovani protagonisti si ritrovarono soli in una stanza all'inizio evidente di un dialogo amoroso.
"-Ursula!"
"-Sigfrido!"
"-Ursula!"
"-Sigfrido!"
"-Ursula, ti amo!"
-"-Sigfrido! No non dirlo, ti prego"
"-Ma Ursula io è da tempo che ti amo, amo tutto di te, il tuo alito da ponga, i tuoi denti da castoro con l'apparecchio, mi piace baciarti e ferirmi la lingua nei ganci giallo fluoro."
"-No non dire così Sigfrido perché io…"
"-Oh Ursula amo tutto di te, il tuo incedere dinoccolato, la tua andatura zoppa, la tua anca sbilenca, i tuoi occhi strabici che sembra guardino verso un altro mondo"
-Dai Bill, ti prego smettila di dire scemenze- lo redarguì Lauren ridendo alle lacrime. Ma Bill continuò nella sua parte.
"-Oh Ursula cara, non puoi dirmi che non mi ami. Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. "
Bill per qualche istante guardò profondamente negli occhi Lauren, la strinse a sé e cominciò a baciarla, quando la ragazza tentò di allontanarlo le bloccò le mani con quanta più forza avesse continuando a baciarla con foga. Lauren senza più lottare poté solo dar sfogo alla sua resistenza piangendo. Quando il ragazzo sentì il suo viso bagnato dalle lacrime di Lauren si bloccò, le lasciò le mani come se si fosse risvegliato da un incubo uscì dalle lenzuola del grosso letto che fino a quel momento lo avevano accolto e riscaldato. Per un istante fissò quel corpicino abbandonato scosso dai singhiozzi e poté solo pronunciare.
-Scusa- Bill uscì dalla camera di corsa percorse i pochi metri che lo separavano dalla sua camera da letto e quando si trovò al buio dietro quelle quattro pareti lontano dalle tentazioni realizzò quello che aveva fatto e sconvolto si getto sul letto prono riversando tutto il suo dolore in lacrime calde e salate che sembravano bruciargli il volto.
Il rimorso per aver ferito la sua Lauren non lo abbandonavano, come aveva potuto tradire così la sua amicizia, come aveva potuto baciare così la ragazza di suo fratello, preso dall'orrore del suo atto cercò il suo cellulare e compose frettolosamente il numero di Tom.
-Ciao idiota sappi che devo andare la mia pausa pipì è durata anche troppo, vorrei finire la mia parte ad un orario umano.
Bill non aveva ancora aperto bocca, sentire le parole di suo fratello lo avevano totalmente inibito, non sapeva cosa dire, come affrontare il discorso e poi come un fiume in piena disse con la voce rotta:
-Ho baciato Lauren, hai capito!- urlò con quanto fiato avesse come per far uscire tutto l'orrore del suo gesto- sono un mostro, l'ho baciata, hai capito l'ho baciata contro la sua volontà, la tenevo stretta e l'ho baciata, perdonami, ti prego perdonami, l'ho baciata.
Dall'altra parte del telefono un silenzio gelido, non un sospiro, non un fiato, nulla.
-Scusa scusa, non volevo, io, però l'amo, io l'amo, Tom…- Bill lasciò il discorso in sospeso cercando una reazione dal fratello che dall'altra parte del telefono accusava il colpo, poi dopo interminabili secondi di gelido nulla Tom chiese:
-Le hai fatto del male?
-No, non credo, non so, sì... forse sì, oddio non so, io non volevo, lei è così bella, io l'amo così tanto, perché, perché ha scelto te? Perché? Io l'amo, lei è mia, lei è la mia amica, lei mi capisce al volo senza parole, lei è come te.
-Le hai fatto del male?- chiese con fermezza e una voce gelida e impersonale Tom
-Non so, no, l'ho baciata- disse flebilmente.
-Solo?-chiese Tom sempre più cupo.
-Sì, certo.-disse asciutto Bill
-Riattacco, non voglio sentirti adesso Bill- concluse gelido Tom
-No aspetta, ho bisogno di te!- supplicò Bill, ma senza ricevere risposta. La chiamata era stata interrotta, quando riprovò trovò il cellulare occupato. Preso da una crisi convulsiva Bill telefonò a sua madre.
-Mami ho fatto una cosa orribile- il ragazzo era in preda a un pianto a dirotto, le lacrime scendevano copiose, il suo corpo era scosso da singhiozzi e a mala pena si comprendeva quello che diceva:
-Mami, ti prego, aiutami, cosa ho fatto, ho rovinato tutto, Tom mi odia, Lauren mi odia, papà non vuole più parlarmi, mi ha detto di smetterla di telefonargli, di scrivergli inutili mail fiume che non ha mai letto e mandargli foto che non ha mai guardato. Non mi vuole più vedere, non vuole più saperne di me, perché nessuno mi ama? Lauren non mi ama e adesso ho perso anche Tom, mamma ti prego diglielo tu, ti prego diglielo tu che io non volevo, che io amo Lauren, perché lui ha tutto?- poi Bill come un automa chiuse la comunicazione, spense il cellulare si alzò dal letto. Non riusciva a respirare, si sentiva tutto il corpo scosso da un calore improvviso come se la parete della camera si stringesse intorno a lui e non potesse respirare. Spalancò allora la finestra della camera e un freddo entrò subito all'interno della stanza, la luce fioca dei lampioni illuminavano il suo viso, i raggi argentei della luna lo ipnotizzarono. Il ragazzo si avvicinò al parapetto della finestra e guardò verso il cielo ammaliato dalla bellezza di quel paesaggio fatto di colori grigi e neri. Il corpo del ragazzo stava vivendo una battaglia interna, le lacrime e i singhiozzi avevano lasciato il posto ad un respiro corto e roco. Il freddo della notte cominciò a penetrargli nel profondo delle ossa, ma il ragazzo pareva non sentire nulla, sentiva che il silenzio della notte era come il silenzio oscuro di Tom le sue parole "non voglio sentirti adesso Bill" si trafiggevano come pugnali in fondo al cuore. Perché nessuno lo amava? Perché Lauren aveva scelto suo fratello, perché tutti lo abbandonavano? Perché riusciva ad allontanare tutti da sè?
Quei pensieri tristi lo stavano trascinando verso una silenziosa disperazione quando improvvisamente sentì sulle sue spalle due mani forti afferrarlo e una voce maschile sussurrare.
-Va tutto bene Bill?
Il padre di Lauren condusse il ragazzo sotto le coperte, chiuse la finestra e si sedette al capezzale di Bill che immobile osservava il soffitto di quella stanza che gli era estranea. Il signor Bart scostò i capelli che nascondevano il viso del ragazzo e disse:
-Non preoccuparti, Lauren sta bene è solo molto triste per te, perché sa di averti ferito, sa di aver per sempre perso il suo miglior amico.
Bill tacque, non sapeva cosa dire e dopo che il suo dolore aveva cominciato a dar sfogo con due lacrime silenziose, raccogliendo tutte le sue forze disse:
-Ma Lauren le ha detto che l'ho baciata, io l'ho baciata.
-Sì, me lo ha detto e mi ha anche detto che Tom sapeva tutto perché subito gli avevi telefonato.
-Ma io… perché lei è qui? Perché non è da sua figlia?
-La mia fragolina sta bene, si è addormentata non preoccuparti.
-Signor Bart lei sa quando smetterò di amare Lauren? Lei sa quando smetterò di soffrire solo guardandola? Lei è ancora innamorato di sua moglie?
-Sì, sono innamoratissimo di mia moglie come il primo giorno e quando la vedo mi batte il cuore come un ragazzino di quattordici anni.
-Davvero?
-Sì
-E come mai non state più insieme?
-Perché Ruth ha smesso di amare se stessa.
-Lauren mi ha raccontato che il suo fratellino di pochi mesi è morto e da quel giorno sua mamma non è più stata la stessa.
-Sì è vero Ruth si è chiusa nel suo dolore e non ha più voluto uscirne, come se Lauren ed io non esistessimo più.
-E nonostante tutti questi anni lei la ama ancora?
-Sì, piccolo, lo so è dura, per fortuna io ho Lauren che mi aiuta a continuare, lei è tutto per me.
-Ma io come faccio? Io non posso smettere di amarla? io non ci riesco, io la voglio. Perché ha scelto Tom?- Bill guardava negli occhi del signor Bart sperando di trovare una risposta alle sue domande- Perché tutti vogliono bene a Tom, io sono così diverso da lui? noi siamo gemelli, siamo uguali eppure tutti amano Tom - il ragazzo si fermò come per raccogliere le idee poi cominciò -Questa sera dopo lo spettacolo ho telefonato a mio padre, volevo raccontargli il mezzo disastro che era successo per cercare di ridere un po' con lui, ma non ha voluto neanche ascoltarmi, mi ha solo detto di non telefonargli più, di non scrivergli più, di non mandargli più foto. Perché mio padre non mi ama?
-Non so- rispose con dolcezza il signor Bart accarezzando la fronte del ragazzo- in questo tuo padre e la madre di Lauren si somigliano.
-Sì ma Lauren non ha una sorella gemella. Perché mio padre ama Tom e non me? Perché tutti amano Tom e non me?
-Bill, stai esagerando. Innanzi tutto tua madre ti venera, sei il suo coccolo il suo preferito, il tuo patrigno ti adora
-Sì ma ama più Tom perché suona la chitarra come lui.
-Non è vero, non essere così ingiusto con il signor Gordon se c'è una persona che non fa distinzioni tra voi due gemellini questo è proprio lui. Gustav e Georg credo non facciano differenza tra te e Tom o sbaglio?
-No, non sempre, ma vanno d'accordo molto di più con lui che con me. Come tutti i nostri amici.
-Piccolo, non è che ti sbagli? Per alcune cose vanno più d'accordo con Tom, ma se hanno dei problemi più gravi non è forse vero che vengono da te?
-Sì a volte è vero, come fa a saperlo?- fece stupito Bill guardando negli occhi il signor Bart.
-Perché lo so, sei un gran ascoltatore, sei sensibile e per questo gli amici ti cercano quando hanno dei problemi, hanno bisogno di confidarsi perché tu sei un buon amico, lo sai.
-Sì ma perché da ragazzini Lauren mi era tanto amica e in tutti questi anni ci siamo sentiti mille volte e invece ha scelto Tom? Perché?
-Non so, forse perché tu sei il suo miglior amico, sei la sua anima sorella mentre una donna cerca qualcos'altro.
-Che cosa?
-Non so, forse siete troppo simili mentre con Tom è scattato qualcos'altro, sai le vie del cuore sono a volte così contorte.
-Ma io l'amo e sento che solo lei può comprendermi appieno. Insomma come faccio? Mi sento soffocare, non voglio stare più qui. Mi può accompagnare a casa?
-Piccolo sei un po' lontano e sono le quattro del mattino.
-Mi accompagnerebbe in aeroporto?
-Ora è tutto chiuso, cucciolo, se vuoi domani.
-Ma mi accompagna lei? Io non sono in grado, non so parlare non capisco nulla non riesco a stare tra la gente, ho paura.
-Sì certo, ma ora calmati, cerca di chiudere gli occhi, dormi un poco e domattina pensiamo a prenotare il volo di ritorno.
Bill si raggomitolò le lacrime e i singhiozzi non accennavano a fermarsi, il padre di Lauren rimase accanto al ragazzo e ogni tanto gli accarezzava la testa con quei gesti amorevoli che compiono i genitori. Stette al suo capezzale finché la stanchezza di quella lunga giornata non ebbero la meglio.

La mattina quando Bill si svegliò una luce intensa penetrava dalla finestra della stanza. Per qualche istante si domandò dove fosse, ormai abituato a risvegliarsi in stanze sconosciute e anonime non si fece molte domande, si sollevò un po', mise fuori i piedi dal letto e poi si fermò.
Quando i miei piedi toccheranno terra dovrò affrontare la triste realtà, ho baciato Lauren, ho perso la mia migliore amica per sempre, ho perso il rispetto del signor Bart, e il mio Tom, cosa penserà di me? Mami, mami ho bisogno della mia mami.
Dopo minuti di esitazione Bill prese coraggio, i suoi piedi a contatto con il freddo pavimento lo risvegliarono e sentì tutto il peso di quello che era accaduto la sera prima, sentì tutto il dolore riaffiorare come un fiume in piena. Veloce si diresse in bagno, si tuffò sotto una doccia e pian piano l'acqua tiepida gli diede forza per affrontare la giornata. Erano le undici, il signor Bart era in salone con il portatile, il telefono e lavorava, quando Bill timidamente fece capolino l'uomo alzò la testa dallo schermo e accolse il ragazzo con un gran sorriso.
-Dormito bene?
-Sì grazie- rispose con la voce impastata il ragazzo.
-Dico alla signora Monique di preparati la colazione. Lauren ha comparto il pain au chocolat che ti piace tanto.
-Sua figlia?
-Aveva lezione, ma a momenti sarà a casa.
Bill tacque doveva raccogliere le forze e ordinare le idee una sola e semplice frase uscì spontanea:
-Lauren come sta?
-Bene piccolo- il padre di Lauren aveva lasciato il suo lavoro e si era alzato prendendo per le spalle il ragazzo-non ti preoccupare Bill quando sarete faccia a faccia vi chiarirete, la mia fragolina sta bene ed era molto preoccupata per te invece.
-Ma lei non è al lavoro?
-Per oggi ho spostato l'ufficio in salone
-Cosa? ha fatto tutto questo per me?
-Certo, Bill cerca di capirmi tu sei molto importante per la mia piccola, non scorderò mai i suoi occhi si illuminavano quando tutta intubata e sofferente vedevano due piccole testoline far capolino dietro il vetro. I suoi angeli, vi chiamava. Bill è difficile non volerti bene con quegli occhi da cerbiatto che hai!
-Scherza vero? Ma lei non ricopre un ruolo importante nel governo?
-Piccolo anche se fossi il presidente della repubblica per te e la mia piccola sacrificherei una mattina di lavoro, suvvia andiamo in cucina- e lo condusse con molto calore verso una stupenda cucina dal sapore antico come il resto della casa- allora, mi sono informato ci sono dei voli per Amburgo ogni due ore.
-Ah, grazie- rispose asciutto Bill che ancora doveva chiarire i suoi pensieri che si affollavano sempre più nella sua testa.
-Vuoi sempre partire?- chiese dolcemente il padre di Lauren
-Ma, non saprei, forse…- fece Bill pensieroso
-Bravo, resta, affronta la situazione e poi se sta sera sei ancora dell'idea, ti accompagno- il signor Bart stritolò a sé il ragazzo che sulle prime rimase immobile e interdetto per quell'affetto così grande. Poi a sua volta, lentamente, abbracciò il signor Bart.
Vorrei che fosse il mio papà ad abbracciarmi così.
Stava per cedere ancora una volta allo sconforto quando il signor Bart lo sollecitò.
-Coraggio sento un buon profumino provenire dal forno, non senti è il pain au chocolat che ti chiama "Bill, Bill, mangiami"
Il ragazzo guardò negli occhi il padre di Lauren e gli sorrise, certo che la figlia gli somigliava troppo.
La colazione si svolse in allegria, il signor Bart si fece raccontare dal ragazzo la serata alla trasmissione Star Accademy e ogni piccolo particolare del balletto, poco dopo una vocina interruppe l'idillio.
-Papinou- fece il suo ingresso in cucina Lauren quando Bill la vide si alzò di scatto come se avesse veduto un fantasma- oh cucciolo ci sei anche tu? Ti pensavo tra le braccia di Morfeo.
-Sì, sì - fece titubante il ragazzo come imbambolato davanti a quella subitanea apparizione. La sua mente e il suo corpo non avevano ancora raccolto le forze per poter affrontare la situazione con Lauren.
-Va bene- fece il signor Bart alzandosi e cedendo il posto a sua figlia- avete molte cose da dirvi immagino.
-Aspetta papinou, siediti ho una notizia grandiosa da darti.
-Davvero, piccola, riguarda la tua carriera?
-Sì, papinou e sta tutta qui- Lauren estrasse dalla sua tracolla una busta elegante con un bellissimo blasone, senza dubbio si trattava di un invito formale. Con fare cerimonioso la ragazza aprì la busta e ne estrasse una lettera scritta su carta filigranata di un'eleganza d'altri tempi e cominciò - Allora è arrivato un invito dal teatro Bolshoi. In pratica stanno organizzando uno spettacolo con gli allievi della scuola del Teatro e invitano tutti i famosi teatri a mandare i migliori giovani ballerini per esibirsi tutti insieme. La cosa eccezionale che hanno richiesto la mia presenza, cioè mentre i ballerini vengono scelti dai vari direttori delle scuole, a me è stato mandato l'invito ufficiale che tengo qui tra le mani.
-Cavoli che onore- esclamò il padre di Lauren prendendo la lettera.
-Sì, papinou, hanno voluto invitarmi perché mi hanno vista ballare nel Gala di settembre ad Amburgo.
-Sono fiero di te- fece il padre con la lettera in mano stritolando la sua bambina.
-Hai capito, sono al settimo cielo e ovviamente dovrò preparare un pezzo con un partner e oggi abbiamo già lavorato su questo. Purtroppo ballo con Jean Pierre
-Oddio- fece a bassa voce Bill il cui nome gli faceva venir in mente brutti ricordi- quel Jean Pierre?
-Sì quel Jean Pierre- confermò con una smorfia la ragazza
-Ragazzi si può sapere perché questo Jean Pierre suscita così tanta simpatia in voi?
-E' quello stronzo, ups mi scusi- fece Bill mordendosi il labbro-volevo dire quel simpaticone, burlone, bricconcello
-Sì insomma Bill hai reso l'idea- lo stoppò Lauren appoggiandogli una mano sul polso per frenare il suo impeto.
-Che ha ci ha fotografato alla festa di Gustav nelle pose più bollenti e poi le ha sparse su internet.
-Ah, allora dì pure stronzo- fece il padre di Lauren spiazzando i due ragazzi
-E un calcio nelle palle mentre fai i giri riesci a darglielo?- chiese Bill che pian piano stava ritrovando il buon umore e si sentiva più a suo agio di fronte a Lauren anche se la mano sul polso aveva dato una bella accelerazione ai battiti del suo cuore.
-Comunque faremo un pezzo troppo difficile, tutto contemporaneo stranissimo con delle corde.
-Inizio a temere per la tua incolumità- fece il papà abbracciando sua figlia.
-No, credo che questa volta debba temere di più Jean Pierre "un San Bitter"- fece Lauren aggiungendo un gesto eloquente di "lo strozzo"
-Bene, bene, ora fragolina torno al mio lavoro, andrò in ufficio, farò presto questa sera così se Bill, hai bisogno di un passaggio…
-Lei è troppo gentile grazie, le farò sapere- fece il ragazzo bevendo un sorso di latte.
-Benissimo allora vi lascio- il padre di Lauren diede un bacio a sua figlia e se ne andò.
Uno strano silenzio era calato in cucina, Bill sentiva la sua testa pulsare forte, le idee si agitavano come impazzite, ma non trovavano un ordine, mangiava macchinalmente la sua tazza di cereali, mentre Lauren guardava le foglie del tè nella sua mug senza incrociare lo sguardo dell'amico.
-Bill-sussurrò Lauren
-Scusami, perdonami, sono mortificato- fece d'un fiato Bill tentando di trovare altre parole per proseguire- vorrei avere una macchina del tempo per tornare indietro e non rifare più quello che ho fatto.
Lauren taceva e con lo sguardo ancora rivolto alla tazza tolse il filtro e cominciò macchinalmente a ruotare il cucchiaino nella tazza, una lacrima fece capolino dai suoi occhi.
-No, non è successo nulla non mi hai fatto male, non preoccuparti, mi dispiace tanto- disse contrita la ragazza
-Come, io ti ferisco e sei tu a chiedermi scusa?- fece Bill sorpreso
-Sì, scusa se ho preteso da te che rimanessimo amici ma- Lauren si interruppe
-No, io sono l'idiota che ho rovinato tutto- fece Bill inginocchiandosi davanti alla fanciulla e prendendole una mano- sono un idiota ma…
-Bill tu non hai colpa io credevo, speravo e mi illudevo che noi tre saremmo stati felici come quando eravamo piccoli.
-Ma lo saremo- fece Bill stringendo forte i polsi della ragazza e anche se due lacrime velavano i suoi occhi, non perdeva la lucidità del suo discorso, ora le idee gli si erano riordinate, ora vedeva una strada tutta in discesa tra loro- l'idiota tinto ha capito, tu mi dicesti che se mai tu fossi stata messa davanti ad una scelta tra Tom e me, la tua sarebbe stata lasciare tutti e due, ma così facendo non ci sarebbero vincitori ma solo vinti. Ci sarebbero tre persone a soffrire. Se mi faccio da parte io invece due persone saranno felici ed io- il ragazzo raccolse tutte le sue forze e con un sorriso tirato aggiunse- prima o poi troverò qualcuno che mi ami.
Lauren guardava il ragazzo con gli occhi velati dalle lacrime, quel ragazzo che apparentemente sembrava magro e fragile pronto a crollare sotto la minima spinta dimostrava di essere forte e coraggioso.
-Perdonami se ti metto davanti a questo sacrificio, forse dovrei essere più decisa e allontanarti il più possibile da me, ma non ci riesco a rinunciare al mio miglior amico, io ho bisogno di te, sono un'egoista - Lauren aveva preso a sua volta in mano il volto del ragazzo affondandogli le mani tra i capelli- Bill che facciamo?
-Per il momento mi porteresti sulla Tour Eiffel?
-Sì certo ma ti prego "don't jump"
-Ah ah- fece Bill- queste battute di alta comicità
-be' be' io faccio la ballerina mica la comica né la show Girl
-E meno male.
-Be' cucciolo cosa vorresti dire?
-No nulla
-Dai allora vestiti e andiamo, però sappi che io soffro da morire di vertigini.
-Più di Tom?
-Orca sì cento volte di più
-Ma allora andiamo da qualche altra parte.
-No, adoro salire sulla Torre e toccare il cielo con un dito, vedere tutta la città dall'alto è talmente emozionante . Ho solo tanta paura dell'ascensore che porta dal secondo al terzo piano e se non ti vergogni di andare in giro con una che cammina rasente i muri…
-Va bene, sopporterò le tue stranezze- fece Bill con un sorriso terminando l'ultimo goccio di latte nella sua tazza e alzandosi.
Poco dopo i due ragazzi si trovarono in salone pronti per uscire, Bill indossava dei vestiti semplici e comodi, ormai aveva perfettamente imparato la filosofia di Lauren del "camuffati". La ragazza invece si era vestita molto sportiva e comoda, diversa dal suo stile abituale. Sulle prime Bill la osservò stupito, ma non si azzardò a chiedere spiegazioni era comunque bella e delicata nonostante gli abiti mascolini e la felpa larga che nascondeva il suo esile corpo.
-Andiamo?- sollecitò Lauren aprendo la porta.
-Sì forza e coraggio che nella vita siamo solo di passaggio- disse Bill richiudendo la porta
-Ottimista, cucciolo, sei sicuro che non vuoi fare "Don't jump"
-Sicuro, sicuro, tranquilla, ricordati che sono un diesel, la mattina appena sveglio sono ingrugnato col mondo, la sera sono felice e pimpante.
-Allora andiamo.
I due ragazzi percorsero i giardini degli Champ de Mars in silenzio immersi nei loro pensieri godendosi il fresco venticello di novembre, mentre un cielo terso e un sole luminoso illuminava i loro volti. La coda per salire sulla Tour Eiffel fu breve anche perché, essendo studenti di diciotto anni, entravano gratis. Il giro al primo piano fu rapido, Lauren a quell'altezza non soffriva molto e spiegava al ragazzo ogni cosa sapeva sulla nascita e costruzione del simbolo di Parigi. Il giro al secondo piano fu più lento, Lauren mostrò a Bill i monumenti visibili della città
-Guarda Bill mi sa che laggiù farete il vostro prossimo concerto, certo al terzo piano lo vedrai meglio.
-Cavoli ma è uno stadio enorme.
-E voi lo riempirete.
-Speriamo.
-Certo.
Bill guardava quella città così affascinante che si stagliava ai loro piedi, fino ad ora aveva potuto godere della Ville Lumière solo in parte, travolto sempre da mille impegni, non aveva ancora potuto assaporare la vera vita Parigina.
-Saliamo al terzo piano?- chiese Bill timido.
-Sì, certo ma devo chiederti un grosso favore, siccome soffro tantissimo sull'ascensore perché si vede tutto sotto i piedi e vedi il suolo farsi sempre più lontano devo chiudere gli occhi, mi terrai la mano?
-Certamente- fece Bill senza indugio.
I due ragazzi si trovarono sull'ascensore quasi vuoto, Lauren salì ad occhi chiusi mano nella mano al ragazzo, quando tuttavia l'ascensore si mise in moto ebbe paura e si strinse forte all'amico affondando il volto nella giacca di pelle aperta. Senza calcolare la portata del suo gesto, Lauren sentì il calore del ragazzo infondersi nel suo corpo e pian piano la sua paura svanì. Mentre Bill dovette lottare con tutte le sue forze per rimanere lucido e immobile, il cuore cominciò a batter fortissimo, lo sentiva pulsare come impazzito nelle tempie. Calmati, Bill è solo una amica, calmati, cuore ti prego non saltar fuori.
Dopo un certo training autogeno quando l'ascensore arrivò in cima Bill ritrovò un filo di lucidità e trascinò Lauren fuori.
-Ci siamo piccola, siamo in cima e fuori dall'ascensore- Bill accompagnò queste parole con un gesto affettuoso come si fa ai bimbi per infondergli fiducia, le accarezzò la testa e tirò fuori dalla sua giacca l'amica.
-Siamo al sicuro?- disse Lauren aprendo un occhio.
-Sì.
Lauren aprì entrambe gli occhi e si appiccicò al muro, cercando di farsi coraggio mostrava all'amico tutti i monumenti tenendosi a debita distanza. La passeggiata tra le nubi di Parigi fu interrotta da un suono molto familiare.
-Ma è una nostra canzone- esclamò Bill
-Certo è la mia tasca che vibra e suona
-Ah, è Jung und nich mehr Jugenfrei- riconobbe Bill.
-Sì è cucciolo rasta- rispose Lauren con un sorriso con gli occhi che le brillavano di gioia.
"- Tesorino indovina dove sono?
"- A teatro a sgobbare"
"- No, in un posto dove non sei mai venuto
"- Dai non tenermi sulle spine, spara
"- Sono in cima alla Tour Eiffel!
"- Ah- fece Tom con una punta di risentimento- e perché?
"- Sei arrabbiato?
"- Un po'
-" Ma no, la prossima volta ti ci porto, anzi ancora meglio ceneremo a lume di candela al ristorante della Tour"- fece Lauren cercando di rassicurare il ragazzo - dai Tommichou non fare il broncio
-Tommichou?- chiese Bill praticamente piegato in due per il nomignolo che era stato appioppato al fratello
-Piantala Bill, se ripeti questo nome Tom ed io ti castriamo.
"- Sei con lui?- fece Tom abbastanza freddo nella voce
"-Certo tesoruccio, con chi credevi che fossi? Di certo amore non verrei da sola visto che abito a trecento metri dalla torre e soffro di vertigini.
"- Ma se soffri di vertigini perché sei salita?- fece ancor più risentito Tom.
"- Perché Bill voleva salirci sopra
"-Dopo quello che ha fatto ieri vi parlate ancora?
"- Stai scherzando Tom?- chiese Lauren scura in volto e con il tono della voce alterato- mi sembra che il discorso lo avevamo chiuso ieri notte e archiviato comunque te lo passo- Lauren piuttosto scocciata passò il suo cellulare a Bill, per evitare di litigare.
Bill prese il telefonino e si allontanò dalla ragazza, aveva bisogno di chiarire molte cose con suo fratello e per farlo sentiva la necessità di scaricare la tensione camminando. Percorse il breve perimetro del terzo piano più e più volte, mentre Lauren aspettava in un angolo con un misto di tristezza e apprensione. Quando Bill tornò con il volto rilassato e un sorriso dolce porgendo il cellulare alla ragazza, Lauren capì subito che i due fratelli avevano ritrovato la loro intesa di sempre.
"- Cucciolo?- fece dolce la ragazza- il mio piccolo brontolo gelosone si è calmato?
"- Si fiorellino, tutto a posto, come presumevo ho un fratello idiota, ma mi piace così.
"- E' il suo fascino- quando Lauren pronunciò questa frase Bill davanti ai suoi occhi stava facendo il cretino, dondolava con il corpo facendo venire a Lauren il mal di mare- piantala Bill, smettila, uffi Tom dì a tuo fratello di smetterla, sta facendo il cretino"
"-Va be' ti lascio fiorellino"
"-No aspetta ti devo dare una notizia grandiosa"
"-Uh, già me lo avevi prospettato nel messaggio di sta mattina, avanti spara!"
"-Andrò a Mosca al Bolshoi a ballare"
"-Cavoli che onore, sono fiero di te"
"-Due merde secche però cucciolo, una- Lauren fece una piccola pausa- vado con Jean Pierre- sottolineando le sue parole con una smorfia
"-Uffi, lo stronzo, ma no puoi manomettergli i sospensorio?"
"-No- rispose Lauren con disappunto- l'altra è la data, ho visto che coincide con i giorni in cui sarete impegnati a Cannes agli NRJ, quindi non potrò indossare le scarpe stupende che mi hai regalato né salire i gradini della passerella con te"
"-Doppio buh- fece Tom con la delusione nella voce- A Natale però ci rifaremo, vero?
"-Puoi starne certo cucciolo"
"-Fiorellino ti devo lasciare, il dovere mi chiama, i tecnici dello studio di registrazione crederanno che ho la vescica di un cammello, nella pausa pipì sto via un'eternità.
"-Be' penseranno che tu stia facendo qualcosa di più consistente invece"
"-Va, be' la conclusione escatologica la lasciamo lì, bacio"
E su questa frase Lauren chiuse il cellulare e si avvicinò a Bill prendendolo per mano.
-Mi riporti giù, cucciolo tinto?- fece con occhi supplichevoli la ragazza che si sentiva felice.
-Sì certo però prima ci facciamo immortalare.
I due ragazzi si fecero fotografare da un signore canadese molto gentile a cui Lauren raccontò alcune curiosità della Tour e mostrò alcuni monumenti a cui non tutti i turisti prestavano debita attenzione. Il percorso inverso sull'ascensore non fu meno traumatico per la ragazza che proprio soffriva tanto, una seconda volta si rifugiò sotto la giacca di Bill che la accolse con lo stesso batticuore della salita.

-Adesso Bill per elevare la tua cultura ti porto in un museo.
-Ma anche no, a piccolo Bill piace rimanere ignorante.
-No a piccolo Bill questo museo piacerà di sicuro.
-Se è il Louvre ti dico già, passo, è enorme e mi stancherei subito.
-No, è speciale, piccolo, ci sono solo pochi quadri, ma i migliori, vedrai rimarrai soddisfatto.
-Va bene, mi fido di te tesoro.
Lauren afferrò il ragazzo per mano e lo portò alla scoperta di Parigi, Bill si sentiva come un turista qualsiasi, ogni tanto tuttavia era in apprensione, temeva che qualcuno potesse rovinare quei momenti con la sua amica. Percorsero chiacchierando amabilmente tutto il tragitto che li divideva dal museo Marmottan e anche se camminarono a lungo il cantante non si lamentò neanche una volta.

-Oh mio Dio, grazie Lauren- esclamò Bill estasiato.
-Sai che quadro è?- chiese la ragazza
-Certo, non so pronunciarlo, ma è il quadro che ha dato via al movimento impressionista- rispose sicuro il ragazzo.
-Bravo allora la tintura per capelli nera e la bomboletta di lacca al giorno non ti hanno fuso il cervello, ogni tanto il piccolo neurone partorisce una risposta- concluse ironica Lauren
-Sì e sono senza parole, potessi mettere in una canzone le emozioni che sto provando.- sussurrò Bill seduto su una panchina mentre contemplava i quadri più famosi di Monet.
-Be' forse un giorno- fece fiduciosa la ragazza sorridendo - tra l'altro questo museo è rilassante poiché ti sembra di entrare in una casa d'altri tempi.
-Già un tuffo nella storia e nell'arte.
I due ragazzi contemplarono a lungo i quadri e su alcuni di essi si soffermarono a lungo commentando le emozioni che facevano loro scaturire. Poi un gorgoglio proveniente dallo stomaco di Bill fece comprendere che anche il corpo, non solo la mente va nutrita.
-Bill se resisti e non azzanni un bue in corsa ti porto in un posticino carino.
-Resisto, non preoccuparti.
-Allora, è un po' lontanuccio.
-Ma ci andiamo a piedi?- chiese quasi supplichevole Bill sperando che la risposta fosse negativa.
-No, no, pensavo in bus così ammiri la città nel frattempo.
Detto fatto Lauren trascinò Bill su due autobus diversi che in breve tempo portarono i due ragazzi in tutt'altro quartiere, si era molto lontani dal caos cittadino e la ragazza condusse l'amico tra viuzze strette e tranquille fino a una piccola crêperie. Pochi tavoli, in un locale ricavato da un'antica cantina, accolsero i due ragazzi affamati. Il ristorante era deserto, ormai tutti i lavoratori avevano già da tempo terminato la pausa pranzo, mentre gli studenti erano ancora a scuola, l'ora ideale per gustarsi una bella crêpe senza essere disturbati.
-Certo che con te riesco a visitare la città senza l'angoscia di "oddio se mi riconoscono"
-Meno male, la ballerina nemmeno ci tiene a finire sulle pagine dei giornali scandalistici.
-Questa crépe con formaggio di capra miele e noci è da urlo.
-Anche la mia con pere e cioccolato è deliziosa.
-mi sa che come dicevi tu, una volta aperta la voragine qui non ci si ferma, mi ordineresti quella con prosciutto, formaggio e funghi.
-Sì, certo piccolo, mangia che devi crescere.- fece scherzosa la ragazza- poi prendiamo quella con lamponi e panna da dividere?
-Neanche da chiedermelo, dopo queste due salate almeno altre due dolci completeranno il mio pranzo.
I due ragazzi mangiarono come non mai, anche Lauren, sempre così morigerata, si lasciò andare e mangiò due crépe intere più metà con Bill. La giornata si stava svolgendo tranquilla e senza intoppi, i due ragazzi dopo pranzo passeggiarono per le stradine del quartiere, Bill entrò in alcuni negozietti semplici e per nulla pretenziosi per fare incetta di regali per gli amici e per sua mamma.
-Sono al settimo cielo, credo che difficilmente scorderò questa giornata mi sto godendo ogni attimo di relax.
-Sono contenta che tu mi dica così, temevo sai, dopo ieri sera.
-No, ti prego, non parliamone più, cancella, fai come sul computer metti nel cestino e svuotalo.
-Ok, teniamo solo i bei ricordi, ti voglio bene sai- fece Lauren con gli occhi velati dalle lacrime- sei il mio migliore amico e mi dispiace che non riesco a contraccambiare il tuo sentimento.
-No, ti prego, non aggiungere altro- fece Bill incorniciando il volto di Lauren con le sue mani delicate e asciugando le sue lacrime - non potrei affrontare un'altra notte come quella appena trascorsa. Ah, a proposito tuo padre, devo chiamarlo.
-Uh, già ecco il cel- fece Lauren cercando di trattenere le lacrime, compose il numero e porse l'apparecchio all'amico, con la vivida sensazione che Bill avrebbe preso l'aereo per tornare a casa.
-Buona sera signor Bart, mi scuso, le avevo detto che l'avrei chiamato, sono maleducato, sono le sei e non mi sono ancora fatto vivo.
-Be' è un buon segno, no?
-Come ha fatto a capirlo?
-Intuito di papà.
-Ho pensato e siccome mi sto rilassando come non facevo da un po', be' vorrei fermarmi se non le dispiace.
-Ne ero certo, piccolo allora ci vedremo a cena, mi fa tanto piacere.
-Aspetta Bill, passami papinou.
Lauren disse alcune cose al padre in francese, poi chiuse la telefonata con un gran sorriso.
-Bill ti va di fare una piccola follia?
-Tipo? Ti fai tatuare il mio nome sulla chiappa?
-Ma sei fulminato?- fece Lauren dando un buffetto affettuoso all'amico- semmai su una chiappa Tom e sull'altra Bill,- fece divertita toccandosi il fondoschiena- ma no, la mia è una proposta più folle ma nel limite del normale.
-Vai, non tenermi sulle spine- Bill pendeva dalle sue labbra, voleva assaporare quella libertà e succhiarla fino al midollo, esser semplicemente Bill un ragazzo di diciotto anni che poteva girare felice e indisturbato.
-Prendiamo il treno e andiamo lontano, al mare, in un piccolo appartamento che abbiamo in una cittadina della Normandia.
-Cosa?- chiese il ragazzo veramente sorpreso
-Sì, abbiamo un mini monolocale in un paesino carino disperso nel nord della Francia, dal letto attraverso una parete finestra si vede l'alba, sarà stupendo ci sveglieremo con lo sciabordare dell'oceano, con il profumo di iodio e poi i croissant di Madame Bonnard sono divini.
-Senti, vuoi uccidermi, non so se riesco a superare tutte queste emozioni?
-Dai, allora dammi la mano e andiamo in stazione.
-Così? Non passiamo da casa?
-No, che ti frega in stazione ci compriamo lo spazzolino, una t shirt per la notte e un cambio e via.
-Mi piace, Leb'die sekunde, è la mia filosofia, sei una forza.
I due ragazzi mano nella mano presero a camminare veloci per raggiungere la fermata del metrò più vicina e poi salire sul primo treno per Caen. Quando arrivarono in stazione si fecero largo tra la folla che riempiva i binari nell'ora di punta, presero il primo treno utile e senza ripensamenti salirono. Il viaggio fu abbastanza rapido, Bill, dopo aver ammirato per un po' il paesaggio che si apriva davanti ai suoi occhi, appagato si addormentò. Il suo sonno fu profondo e denso di pensieri felici, Lauren anche si addormentò sulla spalla dell'amico. Il suo sonno fu molto più tormentato, ancora non riusciva a perdonarsi il dolore che causava a quel ragazzo che aveva appoggiato sulla sua spalla quella testolina nera. Le sua spalle chiuse da una felpa nera semplice e stretta che mostravano un corpo dall'apparenza fragile si dimostravano ancora una volta più forti del previsto.
-Ci siamo- disse Lauren toccando dolcemente la spalla dell'amico ancora assopito.
-Siamo già arrivati?- fece Bill aprendo a fatica gli occhi.
I passeggeri erano quasi tutti scesi e i due ragazzi si avviarono verso l'uscita, senza bagagli e con solo pochi effetti personali comprati prima di salire sul treno, si diressero verso l'ufficio noleggio macchine. L'ufficio stava per chiudere, ma Lauren con una buona dose di sorrisi e moine riuscì a convincere l'impiegato a riaccendere il pc e noleggiò una piccola macchina. Chiavi in mano Lauren e Bill si diressero verso il parcheggio per ritirare il mezzo.
-Oddio che catorcio- esclamò Bill
-Uffi, ma sei sempre il solito, parli tu che non hai la patente e hai un fratello con un carro armato al posto di una macchina.
-Perché anche tu infierisci sul fatto che non ho ancora la patente?- fece Bill perdendo il sorriso.
-Scusa, non volevo, dai facciamo così, questa sera guido io, domani nelle strade deserte guiderai tu!- propose Lauren che colse la protesta amara dell'amico- dai dopo telefoniamo a cucciolo rasta e diciamo che il giorno che rientri ti presenti alla scuola guida e fai l'esame di pratica.
-Va bene, ci sto, in fondo è solo questione di esercizio- disse il ragazzo trovando la forza e la caparbietà per dimostrare ai suoi detrattori che si sbagliavano.

-Caspita, meno male è solo un monolocale, sarà anche piccolo, ma l'arredamento è da urlo.
-Mia madre ha buon gusto.
-Direi ottimo, moderno, essenziale, spettacolare, potrei vivere qui, anzi quando sarò a corto di ispirazione mi presterai questo appartamento?
-Sì certo cucciolo, io vado a farmi una doccia, poi usciamo a cena, il signor Duhamel ci aspetta. Non puoi dire di aver visitato la Normandia se non hai mangiato le sue Moules d' Etretat.
-Cosa sono?
-Cozze con un guazzetto ottimo e poi noi le accompagniamo con le patate.
-Uhm, mi lecco già i baffi, muoviti a fare la doccia- sollecitò il ragazzo.
-Ha parlato l'uomo dalle docce infinite.
-Questa sera sarò rapido chiamami pure Flash.
-Ok Flash Kaulitz, preparami un tè, farò in fretta.
Lauren fu rapida, la doccia la ristorò e le fece ritrovare la carica giusta per affrontare la serata. Poco dopo dal bagno Lauren sentì:
-Oddio, oddio questa doccia è magnifica- urlò Bill - si illumina tutta e le luci cambiano colore!- esclamò esaltatissimo.
-Lo so tesorino ma ti prego, abbrevia il lavaggio o le cozze si ritufferanno in mare.
-La voglio anch'io.
-Ok a Natale te la regalo.
Poco dopo il ragazzo chiuse suo malgrado la doccia colorata e uscì, come un piccolo distratto qual'era aveva dimenticato il cambio nel borsa sul letto:
-Lolo, mi passi la maglietta di ricambio e le mutande, per favore ho dimenticato tutto sul letto.
-Ho come un déjà vu, tu e Tom siete uguali, ogni volta anche lui semina roba ovunque e raccatto io.
-Scusa, solo dieci minuti ci differenziano, ma evidentemente sono pochi.
-Già siete due casinisti.
Lauren si avvicinò alla porta del bagno brandendo la maglietta di ricambio di Bill come una frusta pronta per vendicarsi di essersi dovuta scomodare mentre sul divano sorseggiava il suo amato tè.
-Bill- lo chiamò.
Il ragazzo nudo con solo un leggero asciugamano intorno alla vita aprì la porta ignaro. Lauren urlò:
-Occhio- e brandendo la maglietta la fece scoccare colpendo il ragazzo che totalmente impreparato ricevette senza pietà il colpo negli attributi.
-Oddio- si scusò Lauren, mentre il ragazzo era piegato in due dal dolore- dovevo ricordarmi che anche l'altro gemello Kaulitz avrebbe avuto altrettanta incapacità a schivare il colpo.
-Perché?- mormorò il ragazzo richiudendo la porta dietro di sé cercando di riprendersi dal colpo- hai attentato ai gioielli del tuo ragazzo?
-Sì, Tom è senza speranza gli ho fatto tre volte questo stesso scherzo e poi mi sono arresa, non c'è speranza, la mattina il mono neurone è totalmente congelato.
-Ma sei totalmente fulminata?- esclamò Bill cercando di tamponarsi i gioielli che stavano riprendendo il colore originario- il tuo allora è un attacco premeditato e reiterato, ma secondo te io potevo essere più sveglio e rapido di Tom?
-Giusto, dovevo pensarci- fece Lauren costernata- come va? Devo andare a comprare del ghiaccio secco?
-No, mi sto riprendendo. Comunque Billo è molto provato.
Lauren ricordando i due nomignoli scoppiò a ridere, cominciava a sentirsi un po' più sollevata, forse non aveva perso per sempre il suo amico del cuore.

-Svegliati Bill, guarda- Lauren aveva puntato la sveglia alle cinque per non perdere l'alba sull'oceano.
Bill giaceva rannicchiato in posizione fetale sotto la trapunta e non dava segni di vita.
-Cucciolo- sussurrò gentile accompagnando queste sue parole con il gesto amorevole di spostare un ciuffo di capelli dietro all'orecchio e parlargli delicatamente - dai guarda, il sole sta sorgendo.
Bill aprì un occhio anche se la parte pensante del suo cervello era ancora nel sonno profondo. A fatica si alzò un poco, Lauren allora gli sistemò il cuscino come se dovessero leggere o guardare la tv. Il ragazzo accoccolato placido sul guanciale si godette in silenzio lo spettacolo. Lentamente il sole salì dal mare come se abitasse nelle profondità marine, tinse il cielo di delicati colori, pian piano le stelle si spensero. I due ragazzi erano silenziosi, uno accanto all'altro ammiravano quello spettacolo. Le tinte create ricordavano i colori che solo il giorno prima avevano visto sulle tele dei pittori impressionisti.
-La natura sa creare spettacoli senza eguali non trovi?- sussurrò Lauren
-Sì, il sole che sorge è stupendo, ma dietro a quella luce c'è sempre una faccia oscura, non credi?
-Oh, sì, ma quella è un'altra storia- fece la ragazza sorridendo.
-Forse un giorno sarà una canzone- disse sospirando malinconico il ragazzo
-Non vedo l'ora di vederla brillare- fece la ragazza appoggiando delicatamente la sua testa sulla spalla dell'amico.
-Il volto oscuro del sole? Sembra un buon titolo- sospirò il ragazzo chiudendo gli occhi e cercando di assaporare il profumo di quei capelli che si impadroniva potentemente del suo io. Come era difficile resistere alla tentazione di baciare ancora quelle stupende labbra sottili, come era difficile imporsi di non accarezzare quello splendido corpo che lo riscaldava, come era difficile non cogliere quel respiro così dolce che lo inebriava. Ma ormai aveva deciso "amici", una parola così semplice da dire eppure così difficle da far entrare nel cuore, ma crescere voleva proprio dire quello. I tempi della scuola erano ormai finiti, ancora aveva palpabile nel suo ricordo quella rosa rossa che era stata data ai diplomandi di quell'anno. La conservava in un quaderno accanto ad una foto di loro tre sorridenti che ammiravano fieri il diploma. Lauren era così carina in un vestito di raso rosa ovviamente la cui cintura terminava in un allegro fiocco fatto della stessa stoffa della camicia di Bill. La loro amicizia era così importante che non poteva rompersi, ma come era dura da pronunciare quella parola adesso, "amici". Lentamente il ragazzo si assopì certo che quella parola fosse entrata come un pugnale nel cuore a ferirlo per sempre.

-Cucciolo, sveglia- fece Lauren con il sole già alto.
-Uffi, sono in vacanza posso poltrire?
-Tesorino senti, respira- lo sollecitò la ragazza con entusiasmo.
-Uffi, neanche l'odore delle brioches calde che sento potrebbe svegliarmi-
-Allora perché parli?
-Sono Bill la macchinetta parlante.
-Già dimenticavo il tuo potere di parlare e rispondere anche nel sonno- Lauren lasciò la cucina e salendo i tre gradini che la portavano nella parte sopraelevata dell'appartamento dove vi era la zona notte, raggiunse il pigrone che era ripiombato nel sonno. Lo scoprì con un gesto fulmineo facendo volar via il piumone, poi si mise a cavalcioni e fece ondeggiare un croissant caldo sul naso del ragazzo. Con estrema prontezza Bill aprì gli occhi e morsicò la brioche.
-Ah, per il cibo sei veloce- e con questo allontanò l'oggetto del desiderio dal ragazzo. Una lotta all'ultimo morso si scatenò, i due ragazzi correvano in tenuta succinta per tutta la casa come ragazzini, i pensieri malinconici spariti come per incanto.
-Aspetta- urlò Bill- come si può far colazione così, uffi, non riesco a gustarmi le tanto decantate delizie della signora Bonnard se corri così.
Lauren allora si sedette al tavolino in veranda. Aveva apparecchiato un piccolo tavolino di ferro battuto con una graziosa tovaglia di lino ricamata, due mug per il tè, due tazze per i cereali, una bottiglia di latte fresco, succo d'arancia, tutto sistemato con un piccolo bouquet di fiorellini di campo.
-Scusa ma da quante ore sei sveglia per preparare questo ben di Dio?
-No, da poco, ma sono rapida, il paese è microscopico e in cinque minuti ho fatto tutto, sai c'è solo una drogheria che ha tutto, pasticceria compresa.
-Ma questa delizia?- indicò Bill una tortina deliziosa.
-Una torta di mele al calvados, il brandy di mela.
-Una delizia, oddio che risveglio piacevole, poi posso farmi la doccia colorata?
-Lo sapevo che ti saresti innamorato, se lo sa mia madre che ami tanto questa doccia la fa togliere. Comunque se ti piace tanto puoi farla installare a casa tua, segue i principi della cromoterapia.
-Sì appena torno ad Amburgo provvedo.
-Così prosciugherai l'Elba a forza di docce.
Bill rise divertito quel risveglio era stato fantastico e la giornata si presentava magnifica, il paesino di pescatori era in fermento la marea si era alzata e le barche erano pronte per lasciare il molo. Il tempo era straordinariamente mite, con un'espressione tipicamente francese Lauren spiegò all'amico che erano delle giornate da definirsi come l'été indien. La fortuna sembrava arridere ai due amici.
-Mi hai portato qui con uno scopo, oltre che per vedere l'alba?- chiese Bill.
-Sì, siamo in un posto penso molto importante per te, o sbaglio.- sorrise la ragazza sapendo bene la risposta
-Già- annuì lievemente malinconico il ragazzo- ti riferisci a mio nonno?
-Sì, a tuo nonno, al tuo popolo, qui si è giocata una pagina dolorosa della storia dell'umanità.
-Mi rendo conto.
-Ti va di fare un tuffo nel passato?
-Sì, voglio cercare la postazione di cui mi ha parlato mille volte il nonno.
-Ti ricordi più o meno dov'era, qualche nome? Arro… qualcosa
-Va, be'proviamo a ripercorrere la strada costiera, qualche Blokhaus si può ancora vedere.
-Sì, magari troverò quella di cui mi parlava..
I due ragazzi si misero in macchina, Bill al posto di guida.
-Ok co pilota, dove devo andare?- domandò serio il ragazzo
-Pilota, comincia a far partire il potente mezzo e non farmi vomitare- lo incitò Lauren sorridendo con una piantina in mano.
-Uffi, allora se mio fratello è debole di stomaco non è colpa mia, capito?- si difese nervoso il cantante.
-Dai cucciolo, avvia la pandina- rispose la ragazza battendo sulle spalle all'amico per confortarlo.
Il ragazzo mise in moto e lentamente il mezzo si mosse, Bill aveva acquisito sicurezza dopo il loro viaggio di breve durata in Baviera.
-Dai te la stai cavando alla grande- esclamò Lauren- non hai ucciso ancora nessuno, allo stop ti sei fermato e sei ripartito subito.
-Avevi qualche dubbio?- chiese risentito.
-Io no, ma il povero ciclista a Erling sì.- gli ricordò Lauren
-Avrà appeso la bici al chiodo?- Bill si sovvenne la scena dell'ultima volta che aveva guidato con tutti i ragazzi pronti a sfotterlo ad ogni minimo sbaglio, ma ricordò quei dieci minuti di gloria con gioia. Più triste da digerire erano invece stati gli interminabili minuti con suo padre, ma non ci volle pensare e sorrise a Lauren che lo guardava.
-Definitivamente- confermò scherzosamente la ragazza.
-Grazie- concluse Bill- la mia migliore amica mi consola sempre, grazie.
I due ragazzi si guardarono un istante e risero divertiti. Amica, sì era riuscito a pronunciare quella parola senza indugio, ma come era difficile.
-Qui comunque non c'è rischio usciti dal paesino non c'è più nulla per chilometri, al massimo puoi investire un gabbiano- spiegò Lauren quasi sadicamente
-Porca miseria no, ti prego non mettermi paura.
-Purtroppo è triste dirlo ma vedrai, soprattutto all'alba sono idioti i gabbiani, non si spostano e ti vengono addosso.
-Come gli uccelli di Hitchcok?
-Più o meno.
-Miii che angoscia- concluse Bill impugnando ancora più fortemente il volante.
Il tragitto in macchina proseguì tranquillo, per fortuna nessun gabbiano si arrischiava sulla strada.
-Fermati Bill, guarda una Blockhaus.
Il ragazzo diligente mise la freccia, accostò il mezzo, tirò il freno a mano e spense il motore. I due amici scesero per esplorare la costruzione.
-Da qui si vede l'intera spiaggia- constatò Lauren.
-Proviamo ad entrare- propose Bill cercando l'entrata della costruzione che il tempo stava ormai deteriorando.
I due ragazzi entrarono nel blocco di cemento buio e umido. Per qualche istante rimasero immobili, i loro occhi dovevano abituarsi alla poca luce che filtrava da alcune feritoie, ma poi presero a percorrere quel luogo angusto e tetro. L'atmosfera era silenziosa e carica di emozione.
-Guarda- Bill ruppe per primo il silenzio- si vedono nel muro dei fori di proiettile.
-Sarà stata l'artiglieria pesante.
-Sembra però solo una torretta piccola.
-Non è quella dove c'era l'amico di tuo nonno?
- Non credo, secondo i suoi racconti fu quasi interamente distrutta.
Il ragazzo, ormai con gli occhi abituati alla penombra cercò degli indizi che conosceva bene nei muri per capire se si trovassero nel luogo giusto, sui quei muri spessi e umidi cercava qualcosa, ma non la trovò
- Che cosa stai cercando?
-Mio nonno mi raccontava che il 5 giugno lui e il suo amico Mathias avevano inciso il loro nomi, vicino all'entrata.
-Davvero, il giorno prima dello sbarco quindi!- esclamò Lauren stupita.
-A quanto pare.- disse asciutto il ragazzo
-Come se avessero avuto una premonizione?- fece pensierosa Lauren che amava molto quei luoghi perché facente parte della sua vita.
-Mathias incise il suo nome in un cuore accanto a quello della sua amata Helen. Mentre mio nonno lo scrisse in fondo alla punta del cuore.
-Ma Helen non è il nome di tua nonna paterna? E' una coincidenza?- chiese stupita la ragazza
-No, è la stessa Helen- confermò asciutto il ragazzo che quel buio e desolazione rendevano triste.
-Oddio davvero?
-Sì, la loro è una storia d'amore e di amicizia lunghissima.
-Andiamo fuori, sediamoci sulle vestigia di quel mezzo anfibio là e raccontami tutto.
I due ragazzi lasciarono il bunker e si diressero verso i resti di un mezzo da sbarco lasciato sulla spiaggia come testimone delle ore terribili che si erano consumate il sei giugno. Lauren e Bill in cima a quel monumento di acciaio arrugginito dal tempo si sistemarono ammirando l'oceano blu che si stagliava calmo e placido all'orizzonte.
-Helen, Mathias e Paul, mio nonno, erano molto amici, facevano tutto insieme, erano nello stesso gruppo della Gioventù Hitleriana e ben presto erano diventati dei capo aerea pronti ed efficienti, ammirati da tutti. Alti, biondi, forti erano l'incarnazione degli ideali di quei tempi. Quando cominciò l'ultima fase della guerra, quando ormai tutti avevano capito che c'era ben poco da fare, si cominciò a impiegare anche i giovani. Mathias e Paul, benché mio nonno avesse solo sedici anni, furono mandati al fronte. Per la sua giovane età a mio nonno era stato dato un incarico semplice e non era previsto che si potesse trovare nel pieno della battaglia. Lui faceva da galoppino, trasportava cioè gli ordini in bicicletta se c'era bisogno o altri incarichi senza essere armato. Mathias più grande e per tutti i meriti che aveva acquisito nella Gioventù Hitleriana era stato ingaggiato come soldato semplice. Anche se entrambe non dovevano finire al fronte furono inviati in Francia. Parlavano francese e questo fu uno di quei motivi che li portarono su queste spiagge. Intanto Paul, Mathias e Helen si scrivevano lettere d'amore e di amicizia raccontandosi le loro rispettiva sofferenze. I due ragazzi al fronte e Helen in una Germania che veniva rasa al suolo dai bombardamenti.
-Lo sai che a casa mia a Parigi ci sono nelle cantine del palazzo dei locali che venivano all'occorrenza usati come rifugi durante la guerra.
-Ma Parigi non è stata bombardata?- domandò Bill cercando nella sua memoria di studente.
-No, non ha subito attacchi aerei se non alcune incursioni all'inizio della guerra, ma la popolazione si era preparata.
-Capisco, deve esser stato pazzesco trovarsi chiuso al buio con la paura di morire, quasi come esser sepolti vivi.
-Già, spaventoso, ma dai racconta.
-Il sei giugno come avrai capito, Mathias è morto in uno di questi Blockhaus, mentre mio nonno che faceva da postino in quei momenti concitati si salvò, quando il bunker fu fatto esplodere per espugnarlo lui era in missione. Nella notte del sette giugno mio nonno è stato fatto prigioniero da un battaglione americano in ricognizione. Mentre gli americani lo trasportavano al campo di prigionia però riuscì a fuggire e dopo un rocambolesco viaggio raggiunse la Germania. Per il coraggio dimostrato aveva ottenuto delle onorificenze nel seno dell'esercito e dal governo ormai allo sbando. Toccò a lui annunciare a Helen che il suo Mathias era morto riportandogli le mostrine e pochi effetti personali che non erano andati perduti nello scoppio della Blockhaus.
-Tuo nonno era tornato al bunker?
-Sì e aveva trovato i corpi dei suoi compagni dilaniati e lasciati insepolti.
-Che fine hanno fatto quei corpi?
-Non so, saranno stati sepolti, non lo so. Dove è sepolta mia nonna c'è la tomba di Mathias, ma non so se c'è il corpo o è una delle tante tombe vuote della guerra. Mio nonno ha fatto seppellire la nonna nello stesso cimitero come suo volere e ovviamente anche lui avrà la tomba accanto alla nonna. I tre amici riuniti per sempre.
Dopo queste parole Bill fece una pausa, mentre a Lauren scorrevano copiose le lacrime. Il sole splendeva alto nel cielo e tra quelle lamiere arrugginite i due ragazzi sentirono tutto il peso della storia impadronirsi dei loro corpi come se le loro insignificanti vite fossero parte di qualcosa di più grande.
Lauren appoggiò la mano sul dorso di quella di Bill che cercava nell'orizzonte qualcosa di più grande di sé. Il ragazzo malinconico voleva assaporare fino in fondo quei momenti, imprimersi nella memoria quei colori, quei suoni, quei profumi per capire meglio quello che aveva provato suo nonno in quei giorni. Mathias l'amico di suo nonno era morto proprio a diciotto anni, per un istante chiuse gli occhi e pensò come doveva esser triste morire così giovani.
-Ti va di andare in un posto?- fece Lauren riportando Bill alla realtà.
-Sì, portami dove vuoi.
Lauren afferrò il ragazzo per mano e insieme scesero dal mostro di ferro, abbandonarono la spiaggia, presero la macchina e arrivarono al cimitero americano.
Un prato verde immenso costellato di croci bianche tutte uguali si estendevano a perdita d'occhio davanti ai due ragazzi. In silenzio percorsero quelle tombe leggendo alcuni nomi e alcune date. Poi Lauren si fermò davanti ad una di esse. Samuel Bart 6 giugno 1944.
-Il fratello maggiore di mio nonno.- fece semplicemente la ragazza.
Bill rimase silenzioso davanti a quella tomba, due persone della loro famiglia avevano combattuto su fronti opposti. Due destini così lontani legati da una sola data 6 giugno 1944.
-Spero che non capiti mai più- disse commosso il ragazzo.
-Questo mare di croci dovrebbe servire da monito- Lauren fece una piccola pausa poi riprese - sai, quando studi sui libri di storia e vedi i numeri dei morti non ti rendi conto, per te sono solo cifre, pura matematica. Quando arrivi qui ti rendi conto veramente di quante vite sono state spezzate e allora realizzi.
-Già il mio popolo porta sulle sue spalle un grosso fardello- disse con un gran groppo alla gola il ragazzo
-Hai ragione, un fardello molto pesante, ma un piccolo passo verso un mondo migliore voi l'avete compiuto, nel vostro piccolo, no?
-Sì, il viaggio a Gerusalemme. Molto toccante.- ricordò il ragazzo.
I due ragazzi osservarono ancora quel mare di croci e Bill lo immortalò con il suo cellulare, così come aveva fotografato altri momenti significativi di quel viaggio, il suo era un rivivere le storie che suo nonno aveva raccontato. Il fascino che avevano tuttavia era ora stemperato dalla dura realtà, nella morte di tante giovani vite non vi era nulla di romantico e rocambolesco, nulla di eroico. Solo ora il ragazzo comprendeva che le medaglie del nonno che tanto avevano un significato per lui fino a quel momento erano in realtà macchiate di sangue, sofferenza e dolore. In quel silenzio quasi irreale e davanti alla tomba del prozio di Lauren, Bill terminò il suo racconto.
-Tornato a casa mio nonno e Helen furono separati dagli eventi. La famiglia Kaulitz fuggì dalla città di Leipzig per rifugiarsi nelle campagne, la madre di mio nonno aveva seppellito nella cantina della loro casa tutti i cimeli di famiglia e anche le medaglie del figlio. Mio nonno tornato dal fronte quasi come un eroe voleva continuare la battaglia e continuare a lottare, ma i russi avanzavano inesorabilmente e sua madre gli proibì qualsiasi gesto folle. Pian piano mio nonno comprese quanto le idee inculcate dalla gioventù Hitleriana erano false. Vedendo la distruzione tutto intorno a lui, morti per le strade, povertà, bambini orfani e soli, desistette, anzi si sentì tradito, il sogno di una grande Germania era solo un'illusione.
-E Helen?
-La famiglia di Helen era rimasta in città. Quando i russi la conquistarono oramai era un cumulo di macerie. Dopo circa cinque anni da quando si erano separati Helen e mio nonno si ritrovarono ad una stazione del treno.
-Davvero, in una stazione ferroviaria?- fece sorpresa la ragazza.
-Sì Helen stava prendendo un treno per andare a studiare all'università di Leipzig, mentre mio nonno stava rientrando a casa. Si scambiarono frettolosamente gli indirizzi e si scrissero per altri quattro anni, vedendosi solo raramente.
-E poi?
-E poi decisero di sposarsi e di vivere a Leipzig.
-La storia dei Bart invece comincia qui, davanti a questa croce- disse Lauren con una certa commozione nella voce- due fratelli, americani nello stesso battaglione. Uno morì quel primo giorno dello sbarco, l'altro mio nonno, arrivò fino a Parigi e l' incontrò e si innamorò di mia nonna.
I due ragazzi rimasero ancora un po' davanti a quella piccola croce dove Lauren pregò commossa. Poi sempre in silenzio proseguirono la loro gita risalendo la strada costiera, fino a quando trovarono le vestigia di un bunker ormai ridotto molto male. Solo alcuni parti del muro rimanevano in piedi, l'erba e la sabbia avevano pian piano ricoperto ciò che le bombe non avevano distrutto, come se la natura volesse cancellare ogni traccia di dolore. Bill e Lauren entrarono e un tuffo al cuore improvvisamente bloccò i due ragazzi. Sul muro, accanto all'entrata, il cuore e i tre nomi erano ancora ben visibili scolpiti nel cemento. Bill turbato si toccò con una mano il petto e con l'altra percorse lentamente quelle scritte. Mathias, Helen, Paul come se attraverso quel tocco potessero rivivere per un istante. Tremante dall'emozione prese il suo cellulare e con commozione scattò una foto.
-Pensavo di regalare al nonno per Natale alcune di queste foto che ho scattato.
-Un percorso attraverso il tempo, bellissima idea, gli piacerà di sicuro, hai sempre dei gesti così pieni di attenzioni.
Bill chiuse gli occhi per qualche istante cercando nella memoria i racconti del nonno. Ora poteva sentire quegli odori che l'anziano signore gli aveva descritto e ricordava con estrema gioia i momenti da piccolo sulle sue forti ginocchia, mentre ascoltava incantato le parole scaturire da quella bocca sottile circondata dalla barba. Le storie che aveva raccontato mentre sotto le coperte cercava di prender sonno, o le volte che era malato e per fargli prender la medicina il nonno doveva fargli coraggio raccontando quante sofferenze aveva patito durante il viaggio di ritorno in Germania.
-Sono felice di aver trovato la blockhaus- disse Lauren prendendo la mano di Bill per confortarlo.
-Anch'io, è un'emozione unica e indimenticabile che mi porterò vivida per molti anni- poi il ragazzo strinse quella sottile mano aggiungendo semplicemente- grazie.
I due ragazzi contemplarono il panorama che si stagliava davanti ai loro occhi, lo sciabordare dell'oceano, i gabbiani che si libravano liberi nel cielo e un sole che rischiarava quella lunga spiaggia deserta.
-La facciamo una pazzia?- ruppe il silenzio Lauren.
-Che cosa? Ci facciamo tatuare un gabbiano sulla natica?
-Sei idiota? Odio i tatuaggi!- disse Lauren con la voce che raggiungeva dieci decibel
-Già dimenticavo.- fece sorridendo il ragazzo
-No, quello che propongo io è una scarica di adrenalina pura a costo zero.
-Ma di che cosa ti sei fatta sta mattina? Sei sicura che la torta di mele non contenesse qualche sostanza...be' illegale?- chiese sorridendo in modo ironico e beffardo.
-No- fece Lauren spettinando il ragazzo come faceva spesso da quando si conoscevano- dai, facciamo il bagno.
-A novembre? Sei fuori come un balcone?- esclamò Bill con gli occhi di fuori.
-No, hai paura?- lo sfidò la ragazza
-Paura no, ma non ci tengo a una bronco.- fece pensieroso.
-Ma no, ci spogliamo e poi ci fiondiamo in macchina, mettiamo a palla il riscaldamento e ci asciughiamo.
-Ma il cambio?
-Non lo abbiamo, mai portato i pantaloni senza mutande?
-No.
-Al massimo ci compriamo qualcosa nel paesino che è a due chilometri da qui e ci cambiamo da qualche parte, in un bagno di un ristorante.
-Allora non sarebbe meglio comprare degli asciugamani, un costume e tornare a fare il bagno?- propose saggiamente il ragazzo.
-E da quando Bill è così savio e vecchio dentro? Che ti frega, dai buttiamoci.- lo incitò Lauren tirandolo.
-Sempre per il motto Leb' die sekunde?- disse con un guizzo il ragazzo che era lì lì per cedere
-Esatto!- confermò sorridente Lauren
-Sono della partita, mi piace, e che ne dici se ci filmassimo?- aggiunse Bill che ormai era in acqua con il pensiero.
-Figata così mostriamo a tutti quanto siamo fuori?- saltellò felice la ragazza.
E senza pensarci due volte i due ragazzi cominciarono a scendere dalla collina verso la spiaggia, quando furono a pochi metri cominciarono a spogliarsi e poi in mutande:
-Oddio due idioti, il cellulare, Bill tira fuori il mezzo.
-Cavolo sì, porca vacca fa freddo- fece saltellando su un piede e poi sull'altro mentre trafficava con il telefonino- fatto, proviamo l'inquadratura?
-Se mi metto così?
-Sì ok lo appoggio sulle mie scarpe dovrebbe andare.
-Vai, registra.
-Ciak si gira.
Bill raggiunse Lauren che lo aspettava saltellante per l'eccitazione, portava un reggiseno e una mutandina così carine, blu con un sottile pizzo rosa. Il ragazzo la squadrò velocemente era così bella, quel corpo affusolato e scolpito da anni di danza la rendevano così attraente. Subito, il ragazzo ricacciò nel profondo alcuni pensieri peccaminosi, corse incontro alla ragazza la guardò dritto negli occhi e disse:
-Ok siamo due fleshati.
-Certo, un neurone in due.
Si sorrisero si presero per mano e correndo a perdi fiato urlando come forsennati corsero verso l'oceano calmo e accogliente anche se gelato.
-Aiuto è fredda- urlò Lauren
-No, che dici- fece ironico con il corpo quasi paralizzato dalla temperatura dell'acqua- sembra di stare ai Caraibi.
-Nuota, Bill- lo incitò Lauren- se ti muovi e nuoti senti meno freddo.
-Ah perché tu senti ancora delle pari del tuo corpo?
-No, ho perso la sensibilità totale di ogni muscolo e membro del mio corpo, ma è fantastico.
-Te lo sparò dire se ne vengo fuori.
-Dai lumacone nuota.- la ragazza aveva distanziato il ragazzo, sembrava una sirena
-Aspetta pazza squinternata dove vuoi arrivare in Inghilterra?
-No, alla boa e poi tornare, se mi muovo non penso al freddo.
I due ragazzi nuotarono fino alla boa che non era molto distante, le correnti non erano forti per fortuna e l'oceano era placido e tranquillo.
-Quando si ritrovarono appesi alla galleggiante senza quasi più fiato i due ragazzi si sorrisero
-Definitivamente, siamo due fuori.
-Già, ti dona il viola sulle labbra dovresti truccarle così- fece Lauren ridendo commentando la faccia di Bill.
-Già anche tu non scherzi hai il naso rosso tipo Rudolf la renna.
-Direi che si può tornare a riva.
-Ma no, che dici pensavo di farmi almeno un'altra nuotata.
Poi Lauren guardando Bill negli occhi e ben sapendo che l'amico avrebbe capito disse.
-Jack.
-Rose
-Jack, ti prego non morire.
-Ma veramente mi si sono gelati solo gli zebedei.
-Tanto Jack non li usi spesso
-Grazie Rose, ieri nella Rolls non la pensavi a questo modo.
-No, già dimenticavo
-Rose, ti prego, vivi per me, la cosa più bella che mi sia accaduta nella vita è stata vincere al poker il biglietto per il Titanic
-Scemo, scemo- fece Lauren mollando la Boa e la mano del ragazzo.
-Fi, Rose bastarda che fai?
-Vado col mozzo.
-Stronza!
I due ragazzi tornarono rapidi a riva, quando uscirono si diressero veloci ai vestiti, Bill raccolse il cellulare e poi insieme corsero verso la macchina, risalirono la collina in men che non si dica, raggiunsero la meta:
- Presto metti in moto il motore- urlò Bill chiudendo dietro di sé lo sportello e infilandosi la maglietta il più velocemente possibile
-Oddio, non ho più le dita- Lauren tremava come una foglia e a fatica mise in moto la macchina- dai ti prego scaldati- incitò la ragazza mentre si toglieva il reggiseno e si infilava la t shirt- desidero una felpa XXl di Tom in questo momento
-Anche io così mi ci rannicchierei dentro tutto a riccio- concluse Bill.
-Porca miseriaccia straccia, sto morendo, mi sento il cuore in gola.
-Io invece sto così bene- fece ironico il ragazzo togliendosi i boxer in fretta e infilandosi i pantaloni-non ho più l'uso delle gambe e non so se ho lasciato dei pezzi del mio corpo appesi alla boa, non sono sicuro se ho ancora un corpo.
-Anche io- esclamò la ragazza- no capperi, miseriaccia ladra, mi è caduto un calzino dalla tua parte- Lauren si piegò sul ragazzo appoggiando la testa sulle sue gambe cercando l'indumento
-Cavoli, non lo trovo, ha preso il volo?
-Aspetta- fece Bill piegandosi a sua volta.
-No Bill, mi schiacci, no aspetta- i due ragazzi piegati insieme cercavano il calzino ma si erano aggrovigliati.
-Eureka- urlò Lauren alzandosi di scatto e non calcolando il suo gesto. Con il braccio diede un colpo alla bocca del ragazzo.
-Ahi- esclamò Bill tenendosi il labbro
-Oddio ti ho sfracellato la bocca?- fece allarmata.
Lauren si avvicinò al ragazzo. I due fiati corti per la corsa, il bagno, il freddo e l'adrenalina si confusero come tutt'uno. Ancora una volta Bill fu sul punto di baciare quella bella ragazza che le stava così vicino, mentre Lauren pensò solo a medicare il labbro spaccato che sanguinava.
-Tesoro, torni a casa con un bel labbro tagliato- constatò mentre glielo tamponava con un fazzoletto.
-Ma no- fece flebilmente il ragazzo che faceva fatica a controllare le sue pulsioni, visto che Lauren senza rendersene conto gli era molto vicino.
-Hai messo anche la cintura, ma quanto sei rapido a vestirti?- fece Lauren toccando l'amico in mezzo alle cosce senza traccia di malizia.
Bill sempre più confuso e agitato disse scansando delicatamente la mano di Lauren dalla sua bocca e spostando anche quella che teneva in mezzo alle gambe.
-Scusa, faccio io, ti prego- fece imbarazzato-mi lasci- la supplicò flebilmente.
Lauren arrossì guardando lo stato di eccitazione in cui si trovava l'amico e poté solo girarsi imbarazzata e mettersi al volante dicendo
-Scusa, scusa.
Con sguardo fisso alla strada e con movimenti quasi da automa, Lauren tolse il freno a mano, ingranò la prima e si avviò verso il paese più vicino. Il silenzio era calato tra i due, per fortuna la tensione si sciolse quando Lauren ricevette una chiamata di Tom sul cellulare. I due ragazzi eccitati parlarono con il vivavoce raccontando tutto al ragazzo.
-Non ci credo- fece stupito Tom
-Abbiamo le prove- confermò urlando vittoriosa Lauren
-Siete flashati, se lo sa David ti castra lo sai?- disse senza mezzi termini Tom al fratello
-Basta non fare la spia!- lo redarguì il ragazzo- comunque ora ti invio il file e buona visione.
-Posso avere una conversazione privata con il mio fiorellino?
-No, amoruccio, sono in macchina e almeno che non scaraventi tuo fratello dall'auto in corsa, niente privacy.
-Ah, be' mi chiami tu, quando puoi, le registrazioni credo siano finite.
-Come è andato?- chiese Bill con poca convinzione in realtà.
-Discretamente.
-Che entusiasmo- constatò Lauren- comunque mocho ci sentiamo dopo, ora direi che parcheggio in questo ristorante e mi azzanno un bue, non so tu Bill ma io ho fame.
-Anch'io- affermò il ragazzo
-Ok, allora vi lascio, baci tesoro.
-Baci Tommichou.

-Sai Lauren quel nomignolo mi sembra strano, Tom non ti uccide quando lo usi?
-Sì e sadicamente mi diverto, comunque è un nostro rito, così iniziamo la lotta che scaturisce in coccole.
-Ok, dei segreti sui vostri rituali di accoppiamento ne faccio a meno grazie.
-Hai ragione cucciolo, scusa.

I due ragazzi trascorsero il resto della giornata a zonzo. Continuarono le visite delle spiagge dello sbarco, fecero merenda in una stupenda crêperie e poi Lauren propose:
-Torniamo in macchina fino a Parigi e per un po' guidi tu, che ne dici?
-Bel fidarsi! E se ci fermano?
-Se ci fermano sono cazzi perché hai il foglio rosa e io non ho dieci anni di patente alle spalle.
-Ok, perché dovremmo essere sfigati e farci fermare?
-Appunto, prudenza e circospezione e tutto andrà bene!
-Pongo una condizione- fece Bill serio- dobbiamo comprare dei cd al primo autogrill perché se sento un'altra canzone francese vomito.
-Approvo.
I due ragazzi telefonarono alla stazione dell'autonoleggio e avvisarono che la consegna della macchina sarebbe avvenuta a Parigi, sbrigata quella formalità cominciarono il viaggio di circa tre ore verso la capitale. All'auto grill mentre Bill faceva incetta di cd, Lauren ne approfittò per telefonare a Tom.
-Cucciolo rasta come va?
-Ok, ho visto il filmato, siete totalmente fuori come cammelli.
-Vero, ti dirò una delle esperienze più belle della mia vita.
-Lo immagino.
-Praticamente quando ci siamo lanciati non abbiamo realizzato subito, poi dopo pochi secondi senti che il tuo corpo si sta gelando e allora cominci a nuotare come un forsennato. In realtà però non senti più il tuo corpo e mille spilli sembra che ti si infilino ovunque. Avevamo il fiato corto e le labbra viola, ma è stato fantastico.
-Ma non avete rischiato troppo?- domandò Tom preoccupato
-Sì, degli stupidi è vero, ma ormai è andata- constatò la ragazza.
-All'idiota non verrà il raffreddore?
-No, per ora nessun sintomo.
-Tesoro- lasciò in sospeso il ragazzo.
-Sì?- chiese la ragazza stupita per il tono rattristato con cui era stato proferito quel termine.
-Mi manchi, uffi, sono geloso infoiato, volevo esserci io con te.
-Mi dispiace cucciolo, ma dai ti prometto ci rifaremo, a Natale dopo aver espletato i vari duecento giri dai parenti, stiamo soli io e te.
-Sì, però non possiamo fare le stesse cose che avete fatto tu e Bill- l'ultima parola fu pronunciata con un accento lievemente risentito.
-Ne faremo altre più divertenti- lo rassicurò Lauren
-Lo so ma
-Gelosone, suvvia dai, Tommichou, dai Piccolo Ananas.- Lauren usò questo ultimo soprannome sicura di sortire l'effetto voluto di dolcezza.
-Uhm, piccolo ananas è triste- fece il ragazzo con la voce da bimbo.
-Lo so piccolo ananas però deve darsi pace- spiegò amorevolmente Lauren ricevendo tuttavia una classica risposta dal tono deluso
-Uffi.
-Sarà il decimo uffi nel giro di due secondi.
-Uffi, lo so, ma mi manchi tanto.
-Lo avevamo detto che sarebbe stato duro, facciamo due vite troppo diverse e io non sono per nulla libera di muovermi. Da domani mi aspettano quindici giorni di fuoco, arriverò a Natale stremata, devo preparare il balletto per Mosca e Lo Schiaccianoci per dicembre, devo, poi ballare le ultime tre pomeridiane di Giselle martedì, mercoledì e venerdì.
-Uhm, piccola scusa se mi sono lamentato.
-Fa piacere sapere che il mio dolce ananas pensa sempre a me.
-Sì, piccolo ananas ha un chiodo fisso, il suo fiorellino gli manca.
-Tommichou, devo lasciarti sai, tu fratello si domanderà che fine ho fatto.
-Me, geloso.
-Ma no, baci
-Baci, aspetta mi scrivi una mail se riesci sta sera?
-Non penso amore, arriveremo tardi, comunque tu iscrivi cucciolo tinto all'esame ok?
-Già fatto!
-Perché sai, è diventato bravissimo e se sopravvive al Périphérique, il traffico di Amburgo gli fa un baffo.
-Sarà, io sono scettico- fece con un certo tono distaccato.
-Cattivo- brontolò la ragazza
-Realista, direi- rispose asciutto il ragazzo
-Va, be' ananas acido e geloso,baci- concluse Lauren smorzando i toni e concludendo affettuosamente.
-Buh, baci baci amore.- fece a sua volta il ragazzo con il tono triste di chi non vuole concludere la telefonata.
-Ti amo- sussurrò affettuosamente la ragazza rientrando in macchina dove Bill stava scartando i cd che aveva comprato.
-Sì, tanto, anche io- rispose il ragazzo dall'altro capo del telefono.

-Cucciolo il dado è tratto- fece Lauren a Bill intento a far ripartire il mezzo.
-Che intendi?- domandò tranquillo
-Sei stato iscritto all'esame per la patene!- comunicò trionfale la ragazza
Bill per pochi istanti rimase silenzioso tra il sorpreso e lo spaventato. Concentrato alla guida non disse nulla per un po' e infine:
-Ok pinza la musica, solo gli Abba possono distrarmi dal terrore di passare l'esame di guida.
-Tranquillo.
I due ragazzi cantarono a squarcia gola per tutto il viaggio, si divertirono a fare imitazioni e cori improbabili, poi si organizzarono la giornata per il giorno dopo a Parigi, Lauren doveva ballare ma nel pomeriggio dopo le quattro potevano dar libero sfogo alle loro voglie, passeggiare per la città, andare al museo della moda e del costume o prendere il Bateau mouche per un giro tranquillo della città. Tutto era stato pianificato quando improvvisamente il cellulare del lavoro di Bill suonò.
Il ragazzo che in quel momento non si trovava alla guida rispose un po' perplesso.
-Ok- disse asciutto alla fine della telefonata, poi rivolto alla ragazza - mi è appena piombato un camion di merda secca di dimensioni epocali
-Tipo?
-Tipo, volo alle 7 del mattino per domani mattina e poi dalle tredici sala di registrazione per rifare un lavoro che credevo concluso.
-Due palle- commentò Lauren
-Maroni stracci, me incazzato- fece Bill torvo.
-Anch'io, mi dispiace, addio giornatina relax.
-Addio dormita ad oltranza, gita rilassante sul battello, uffi.
Il silenzio calò nella macchina, il viaggio proseguì calmo e tranquillo, Bill riprese a guidare quando furono prossimi alla tangenziale di Parigi. Doveva preparasi al meglio per l'esame, aveva intenzione di dimostrare a tutti che quando aveva voglia faceva le cose altrettanto bene di Tom. Lauren fu molto paziente e riuscì a tranquillizzare il ragazzo anche quando alcuni automobilisti cretini suonavano, facevano i fari o manovre azzardate che facevano venire i cappelli bianchi. Quando furono prossimi al parcheggio di riconsegna della macchina Lauren fece fare due parcheggi per ogni tipo e il ragazzo se la cavò egregiamente.
-Confermo cucciolo, sarai promosso.
Bill sorrise felice, aveva sudato sette camice, ma si sentiva sicuro, se affrontava migliaia di fan urlanti poteva affrontare l'esame di guida senza timori. I due ragazzi terminarono la serata con una cena frugale, erano le undici di notte e bevvero una abbondante tazza di latte con biscotti, fette biscottate, marmellata e nutella.
La mattina sveglia alle cinque per Bill fu un trauma, ma si preparò rapido. Lauren e il signor Bart si alzarono per salutarlo.
-Vieni qui, criniera leonina- fece il padre di Lauren tirandolo a sé- in bocca la lupo per l'esame e buon rientro.
-Grazie- fece Bill- grazie mille per il supporto che mi ha dato.
-Te l'ho già detto quello che rappresenti per me, ti voglio bene come a un figlio, tu e Tom avete fatto tanto per Lauren.
Lauren prese per mano l'amico e insieme scesero le scale, davanti al portone c'era già il taxi per Bill.
Il ragazzo aprì il portone e scese i due gradini verso la strada, poi si fermò, indugiò un attimo.
-Be' mi saluti così?- disse Lauren avvolta da una leggera vestaglietta tutta pizzi e fiorellini- senza nessun bacino? La ragazza era sulla soglia della porta e aspettava il saluto consueto, ma Bill appariva strano. Il ragazzo la guardava dritta negli occhi dalla sua posizione la ragazza era alta come lui. Bill era in silenzio e osservava la ragazza come se volesse imprimersi quella visione per sempre nella memoria. Forse sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe guardata con gli occhi dell'amore, ormai aveva deciso, "amici". Per dare un senso a quella parole però "amore" doveva scomparire dal suo cuore.
-Scusa- cominciò il ragazzo prendendole delicatamente la mano e fissando Lauren negli occhi- credo di aver deciso, se dobbiamo solo essere amici, ti chiederei di non telefonarmi, di non mandarmi tanti sms o mail, proviamo almeno fino a Natale a non sentirci più- quell'ultima parola suonava come un'accetta che calava inesorabile sulla testa della ragazza.
Lauren silenziosa ascoltava, una lacrima era sgorgata subitanea al solo contatto con la mano di Bill.
-Sei sicuro?- chiese con il tono supplichevole come se non volesse credere a quello che aveva appena udito.
-Sì, se dobbiamo diventare amici, devo disintossicarmi. Devo cominciare a vivere senza il tuo sorriso, senza i tuoi occhi blu come l'oceano, senza i tuoi capelli che ondeggiano leggeri, senza il tuo profumo dolce di mughetto, senza il tuo calore che mi penetra in ogni cellula del mio corpo- la voce del ragazzo era tremante e le ultime parole erano state pronunciate come un automa, se le era ripetute mille volte nella notte insonne appena trascorsa.
-Ti capisco- fece Lauren ormai in lacrime.
Bill la baciò fugacemente sulla bocca come se quell'ultimo afflato catturato potesse servirgli per il resto della sua vita. Lauren immobile non poté fare nulla, sentì il calore di quelle labbra svanire nella bruma mattutina. Il calore della mano di Bill che l'aveva stretta fino a quel momento si tramutò rapidamente in gelo. Guardò il taxi che si allontanò rapido e rimase per qualche minuto ad osservare il cielo che alle cinque e mezza del mattino cominciava a rischiarasi. Un nuovo giorno stava nascendo, ma Lauren aveva perso per sempre qualcosa di importante e pianse calde lacrime.


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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 10

-Ciao, tesoro- fece Lauren trattenendo a stento un singhiozzo.
-Oddio, fiorellino che voce hai, amore?- chiese vivamente preoccupato Tom.
-Un camion di merda - tentò di scherzare senza riuscirci per le lacrime.
-Tesoro, hai per caso sbagliato il passo che ti preoccupava tanto sta mattina?- domandò sempre più impensierito il ragazzo.
-Fosse quello- Lauren si fece coraggio e raccontò il suo dramma- oggi ti ricordi dovevo ballare una delle Willi principali perché Lucie si è infortunata.
-Certo mi ricordo tesoro.
-Ecco, be' la ruota del Karma ha girato e cosa mai successa in anni di teatro sono stati sul punto di interrompere la rappresentazione per colpa mia.
-Oddio che dici, tesoro mio- esclamò Tom quasi sconvolto.
Lauren era in lacrime e il ragazzo faceva fatica a pensare cosa mai fosse accaduto, dal cellulare certo non riusciva a consolare il suo fiorellino.
-Stavo ballando, oggi è mercoledì- cominciò faticosamente la ragazza.
-Va, bene è mercoledì, lo so- confermò Tom.
-Sai a teatro ci sono le scolaresche di solito in Francia, organizzano queste manifestazioni proprio per i giovani, il mercoledì.
-Lodevole, ma questo tesorino con te cosa c'entra?- sollecitò il ragazzo senza capire.
-C'entra- fece la ragazza tra un singhiozzo e un altro- le foto.
-Le foto?- domandò sempre più confuso il chitarrista
-Quelle apparse sui giornali- disse timidamente la ragazza asciugandosi il naso.
-Oddio sì quelle foto, Bill è incazzato come una biscia e io infoiato come un bufalo, che figli di buona donna, sembra che tu stia facendo un pompino a mio fratello.
-Grazie per la bella immagine- fece timidamente Lauren.
-Ma con il balletto che attinenza hanno?- domandò sempre più ansioso il ragazzo
-Secondo te nella popolazione femminile amante dei Tokio Hotel che effetto possono aver avuto quelle immagini a luci rosse? Bill che si prova i vestiti e io gli infilo le mani ovunque? Io in macchina con lui reduci dal nostro bagno, mezzi nudi?
-Brutto- concluse laconico Tom che forse iniziava a capire quale fosse il problema.
-Insomma è stato un incidente senza precedenti, Vivianne mi ha detto che fuori c'è la tv ad aspettarmi, Sylvie ha detto che lo hanno detto pure al tg.
-Ma tesoro, che cosa è successo? - chiese spiegazioni il ragazzo.
-Per fortuna non avevano i pomodori se no me li avrebbero tirati.
-Amore ti prego che dici?- la sollecitò il ragazzo- non tenermi sulle spine!
-Sono entrata in scena, sai come una delle Willi ho dei pezzi brevi di assolo. Un disastro, quando le ragazzine hanno visto che ballavo io hanno iniziato a fare "buh".
Lauren fece una pausa, doveva trovare la lucidità per proseguire il suo racconto.
-Gli spettatori hanno tentato di zittire le ragazzine che urlavano ingiurie qua e là, immagino che i prof tentassero di farle tacere, ma nulla. Io ho ballato al meglio anche se ad un certo punto per il caos la musica non si sentiva quasi più. Ero disperata, l'orchestra non la sentivo quasi, capisci? Mi veniva da piangere ero gelata. Quando sono rientrata dietro le quinte le altre ballerine erano atterrite, non sapevamo che fare. Abbiamo continuato al meglio, lo spettacolo è finito e solo alla fine abbiamo realizzato che ero io la causa di tutto. Io e quelle foto. Per i saluti non mi sono lasciata intimorire e sono uscita, per fortuna alcuni amici hanno fatto gruppo e mi hanno applaudito tentando di coprire i fischi, ma- Lauren proruppe in un pianto quasi convulsivo, nel camerino le altre ragazze si erano già cambiate ed erano uscite, nessuna le era accanto in quel momento difficile.
Tom non sapeva come fare per coccolare la sua ragazza in quel momento difficile.
-Fiorellino, tranquilla, perché non raggiungi tuo padre e le tue amiche, dai cambiati, vai a casa, tra le loro braccia ti sentirai meglio- tentò con tono gentile cercando di far trasparire dalle parole tanto affetto.
-Ma io- fece Lauren- ho bisogno di te.
-Lo so, ma come dire, non sei proprio dietro l'angolo, non posso muovermi.- spiegò il ragazzo dolente per la situazione creatasi.
-Non riesci a prendere un aereo e venire qui?- chiese supplichevole Lauren sperando in qualche miracolo.
-Cucciola no, domani sono a Colonia e poi sarò a Berlino come faccio?- Tom avrebbe certo voluto intervenire e spaccare la faccia a qualche fotografo così tanto per menar le mani, che rabbia facevano venire tutte quelle chiacchiere su di loro.
-Ma io...- disse Lauren tra le lacrime.
-Amore dammi retta, cambiati, esci da lì e vai dai tuoi amici- tentò in extremis il ragazzo.
-Non riesco- disse Lauren in preda al pianto.
-Ascolta telefona a tuo padre e fatti venire a prendere subito, tesoro è l'unica- sollecitò Tom.
Dopo alcune proteste la ragazza chiuse il telefono, ma i suoi guai erano solo all'inizio. Appena terminato di cambiarsi, aver raccolto i suoi effetti personali e lasciato nelle mani delle costumiste il suo bellissimo tutù bianco da Willi, con due piccole alucce e una deliziosa coroncina di roselline bianche, la ragazza fu convocata dal direttore artistico del teatro.
Lauren entrò nello stupendo ufficio di rappresentanza dove trovò ad attenderla il maître de Ballet, il direttore artistico, il direttore d'orchestra. Quando vide questo schieramento di grande personalità la ragazza ebbe un'esitazione. Per fortuna furono gentili e solerti nel confortarla subito.
-Signorina, lo so che così schierati facciamo paura, ma si sieda- esordì il direttore.
-Venga signorina Bart- il Maître de Ballet con il quale stava montando l'assolo era un viso amico, conosciuto sul quale Lauren sapeva di poter contare.
-La ringrazio- fece Lauren con la voce che proveniva dall'oltretomba.
-Vedo che è molto provata- disse con un sorriso il direttore d'orchestra- volevo congratularmi con lei, è andata a tempo nonostante ci fosse una gran confusione.
-Signorina, è vero, ha ballato stupendamente, non credevo che una ragazzina della sua età potesse farcela, ma a quanto pare già ad Amburgo si era distinta per la sua capacità ad affrontare le emergenze con professionalità.
-Vorrei aggiungere che ha dato prova di sangue freddo, determinazione e per un pubblico di addetti ai lavori lei avrebbe certamente raccolto applausi per la sua prestazione- fece gentilmente il direttore artistico- tuttavia devo comunicarle che fino a quando non si saranno calmate le acque- l'uomo fece una lunga pausa e a malincuore pronunciò le frase che risultò come un colpo al cuore per la piccola Lauren- sarà sospesa.
-Co…cosa- pronunciò a fatica la ragazza.
-Continuerà la preparazione per lo Schiaccianoci di dicembre e per la sua partecipazione allo spettacolo al Bolshoi, ma per le ultime rappresentazioni che le restavano da fare, verrà sostituita.
-Ma, non è giusto- protestò timidamente.
-Lo so, domani si riunirà il consiglio del teatro, ma credo che sia meglio per lei e per tutti. Vorrei anche chiederle di non parlare con la stampa.
-Le abbiamo messo a disposizione una macchina che la porterà a casa, fuori dal teatro c'è una massa di ragazzine urlanti, la stampa pronta ad assaltarla.
-Non si preoccupi- fece il Maître appoggiando la mano sulla spalla della ragazza che appariva prostrata.
-L'ufficio relazioni pubbliche del Teatro si occuperà di calmare le acque con quelli della stampa.
- Ma io- disse flebilmente Lauren- vorrei chiarire qui la mia posizione- disse Lauren alzando lo sguardo e dimostrando tutta la sua determinazione e il suo orgoglio- Innanzi tutto non so bene in che lingua dirlo che i ragazzi della band ed io siamo amici di lunga data. Abbiamo diciotto anni e siamo giovani, non nascondo la mia amicizia più intima con Tom Kaulitz e con Bill siamo amici, molto amici, ma tra noi non c'è nulla e invece in quelle foto sembra che io e lui stessimo facendo cose a luci rosse. Vorrei dire chi non ha mai fatto shopping con gli amici?-chiese Lauren ma senza lasciar modo di rispondere- Nella foto sembra che io stia facendo cose strane con lui nel negozio, invece stavo solo infilando una cintura un po' più elegante delle truzzo cinture borchiate che porta.
A quella espressione i tre signori risero, non capivano la parola "truzzo" e "borchiato" e probabilmente non capivano che si riferivano al look eccentrico del ragazzo.
-E poi le foto più scandalose e disgustose sono quelle in macchina- raccontò Lauren con tono determinato- un momento divertente ed indimenticabile trasformato in una squallida sveltina. In realtà noi, come due matti fumati, ci siamo lanciati in mare e abbiamo fatto il bagno, è vero non avevamo il costume e lo abbiamo fatto in mutande, ma è stato un bagno innocente, in macchina ci stavamo cambiando. Certo io, Bill, non lo guardo nudo mentre si cambia, anche perché l'ho già visto parecchie volte e non c'è molto da vedere, insomma un uomo nudo non è il massimo, se poi è gracilino come cucciolo tinto.
Lauren ormai era totalmente in preda alla foga di raccontare la verità e come già aveva dato prova le mille volte convocata dal preside a scuola nel panico diventava prolissa e comica.
I tre signori che la ascoltavano erano divertiti dalla dolce ingenuità della ragazza ed erano conquistati:
- Insomma, mi è caduto un calzino dal lato del passeggero mentre mi vestivo e così mi sono piegata, ecco le foto dove sembra tutto fuorché la mia penosa ricerca del calzino. E poi bum, ho dato una gomitata al labbro di Bill e così altra serie di foto in cui sembra che io gli stia mangiando la faccia. Insomma dai giornali sembra che dopo essermi ripassata ad Amburgo tutta la band, aver scelto Tom, ora sia passata a Bill, ma non è così. Siamo amici, solo amici e se Tom e Bill li ho visti nudi, giuro Gustav e Georg no, anche se Georg insomma almeno lui ha il fisico.- concluse d'un fiato la ragazza.
I tre signori scoppiarono a ridere, quella davanti a loro era una ragazzina ingenua, per nulla maliziosa, molto sincera, il suo racconto vivido e senza esitazioni li aveva lasciati di stucco. Il suo gergo colorito poi dimostrava la reale amicizia e intimità con i quattro ragazzi e sortì una domanda che fece scoppiare tutti dal ridere:
-Ma signorina, sa che noi non sappiamo neanche che faccia abbiano i ragazzi di cui ci ha parlato?
-Io so solo che uno di loro ha dei capelli strani- fece il Maître de Ballet
-Vero e che ci sono due fratelli gemelli, mi pare- disse il direttore d'orchestra.
Lauren allora tirò fuori le foto e gliele mostrò, mostrò loro anche il video del loro bagno nell'oceano.
-Signorina, lei è pazza ad aver fatto una cosa del genere- esclamò il Maitre de Ballet.
-Vero, ci poteva venire un crampo e finire in fondo all'oceano- concluse Lauren che era già stata sgridata da tutte le persone dotate di buon senso a cui aveva raccontato l'avventura.
-O la corrente trascinarvi via- disse con tono da vecchio preside che fa la morale il direttore artistico.
-Lo so, lo so- annuì Lauren contrita- è stato da irresponsabili, ma uhwa fantastico.
- Signorina, mi capisce, - fece una breve pausa l'anziano e burbero direttore con la mani davanti a sé appoggiando i gomiti sulla scrivania Napoleone terzo- la sua storia ci ha confortato molto, la sua amicizia con quei ragazzi è limpida e sincera, mi dispiace molto che siano uscite cose così abominevoli.
-Su dei ragazzi così giovani poi- aggiunse molto malinconico il direttore d'orchestra.
-Ma capisce che venerdì non possiamo rischiare un'altra mezza rivoluzione. Le assicuro però che in conferenza stampa racconterò molto bene la sua versione dei fatti, eviterò cinture borchiate o truzzo qualcosa, ma sarò molto chiaro.
-La ringrazio, spero che tutto si risolva al meglio, ma oddio- Lauren lasciò la frase a metà, una lacrima stava facendo capolino dai suoi occhi blu.
Il Maître de Ballet fu solerte nel confortare la sua allieva, la aiutò a prendere le sue cose e la rassicurò moltissimo, poi la fece salire su un taxi che era stato chiamato apposta per lei.
-A domani signorina, l' aspetto in sala, pronta e in forma, dorma tranquilla, non si preoccupi.
-Grazie.
Lauren durante il viaggio telefonò a Tom per rassicurarlo:
-Tommichou!- esordì Lauren con gioia
-Amoruccio, come va?- Tom fu felice di sentire la voce della ragazza tornata quasi normale.
-Un filo meglio anche se ho una brutta notizia- comunicò Lauren cercando la forza per dire la storia al suo ragazzo.
-Oddio, spara avanti- fece sicuro Tom, pronto per accusare il colpo.
-Mi hanno sospeso dal balletto- tagliò corto la ragazza.
-Che bastardi!- inveì senza mezzi termini il ragazzo.
-No, nel senso che non farò le rappresentazioni di Giselle per il momento, ma il resto lo faccio, ovvero lo Schiaccianoci e il mio pezzo per il Bolshoi. Inoltre hanno accettato la mia domanda per l'esame di passaggio.
-Ma come mai? Chi lo ha deciso? Esame?- domandò Tom che non capiva come Lauren potesse essere più sollevata di prima.
-Dopo la nostra conversazione di prima, mi hanno convocato il direttore artistico, il direttore d'orchestra e il Maître de Ballet.- spiegò tranquilla.
-Porca miseria un comitato di benvenuto intero- esclamò Tom tremando al solo pensiero.
-Già, sono stati gentili e comprensivi e gli ho raccontato tutto di noi- cominciò Lauren con la voce ormai distesa.
-Oddio se sei come Bill e me nel panico diamo il peggio di noi.
-Esatto credo che escluso i sopranomi dei vostri membri virili, ora sappiano tutto di voi!- annunciò fiera Lauren
-Ma sei fuori? Cosa ai raccontato loro?- disse sorpreso il ragazzo che si sentiva un po' preoccupato.
-No, scherzo, ho spiegato il significato delle foto e ho mostrato il video del bagno e mi hanno sgridato. Sono stati come tre papà. Comunque mi hanno confortato e nel comunicato stampa racconteranno la mia versione dei fatti- concluse dolcemente Lauren convinta che questo avrebbe rassicurato il chitarrista.
-Sei sicura?- fece Tom scettico.
-Sì, ho raccontato la mia posizione se non altro, io ho la coscienza a posto. Adesso sto andando a casa, un bel bagno, cena e nanna.
-Già, accendi le candele al mughetto, butta una pallina frizzante delle nostre e pensando ai nostri bei momenti, rilassati cucciola.
-Vorrei che tu fossi qui- fece Lauren con un filo di voce.
-E io vorrei fare il bagno con te amore- disse Tom con dolcezza- e ti giuro, non ho doppi fini.
-Ma un finale dei nostri, non mi dispiacerebbe.
-Bene, sono contento di sentirtelo dire.
-Certo, mi manchi che credi.
-Anche tu, da morire- poi dopo una piccola esitazione- ti confesso, ogni tanto prendo la tua maglietta che ho sotto il cuscino e la abbraccio.
-Tesoro, io mi infilo la tua felpa per guardare la tv tutte le sere, che credi.
-Lo so, mi manchi, fiorellino, uffi concerto di merda!
-Uffi, concerto di merda, sbaglia tutto, uffi vendetta- suggerì Lauren.
-Sì, anarchia, salgo sul palco e sciopero!- disse Tom - il punto è che non servirebbe a nulla.
-Giusto. O porca merda straccia- urlò Lauren senza mezzi termini.
-Cosa? Cosa succede?
-C'è una folla sotto casa mia, c'è pure la tv.
-Oddio, la tv passi, ma come ti hanno trovato le ragazzine?
-Sono diaboliche.
-Qualcuno dall'interno ti ha tradito.
-Avranno chiesto il mio indirizzo a qualche collega?
-Certamente- disse sicuro e con un tono di livore Tom- siccome sei circondata da amiche ti avranno tradito.
-Camion con rimorchio di merda secca, cucciolo attacco il telefono e chiamo Leonor, vedo se posso stare da lei. Addio bagno con bollicine.
-Fammi sapere, amore, vorrei essere lì per aiutarti.
-Lo so, cucciolo rasta, ci sentiamo dopo.

I giorni che seguirono furono concitati. Lauren ormai viveva a casa di Leonor. Davanti a casa sua infatti c'era sempre un gruppetto di ragazze ad attenderla. Sui muri frasi gentile erano state scritte con lo spray. La notizia dell'incidente a teatro aveva fatto il giro dei telegiornali. I servizi però erano stati tutti benevoli nei confronti di Lauren e il direttore artistico aveva spiegato bene la posizione della ragazza e del teatro. Il Maitre de Ballet poi, intervistato nei giorni seguenti, raccontò dell'onore che il teatro Bolshoi aveva riservato a Lauren e di come si stesse preparando per l'evento. Si rammaricò della speculazione squallida e di bassa lega che avevano fatto alcuni giornali, colpendo una ragazza semplice e lavoratrice come lei.

-Bello il telegiornale- commentò Tom vedendo il servizio che era stato mandato in onda- comunque ti posso assicurare anche il nostro servizio stampa si sta mobilitando per chiarire la nostra posizione.
-Non preoccuparti, credo che mio padre abbia denunciato il fotografo e il giornale che ha pubblicato le foto. Un esercito di avvocati si sta movendo. Forse mi prenderà una guardia del corpo finché non si calmano le acque.
-Vedrai ti abituerai alla guardia del corpo- spiegò Tom da esperto in scorte.
-Ma Bill?- chiese titubante Lauren
-E' molto giù di morale per te, si sente in colpa per le foto e per il resto.
-Me lo consoli! Ti prego, ha deciso per un po' di non sentirmi, io accetto, anche se mi manca tanto.
-Lo so, me ne ha parlato, sì te lo coccolo, tranquilla. Gustav poi l'ha strapazzato ieri, hanno avuto uno scontro verbale.
-Gu?
-Sei sicuro?- chiese stupita la ragazza.
-Confermo, Gustav, comunque Bill è un idiota. Credo che dopo abbiano chiarito, ma abbiamo temuto che Gustav gli ficcasse una bacchetta nel colon.
-Che ha fatto cucciolo per scatenare la Gustav rabbia?
-Non so, deve aver fatto un commento su una ragazza che sta frequentando ultimamente, cosa che il piccolo batterista non ha gradito.
-Ma dai , Gu esce con una ragazza, che bello, sono contenta.
-Credo non sia nulla di serio, una botta o più e via.
-Uffi, scurrile.
-No, ti assicuro, fidati, dura da ammettere, ma credo che Bill avesse ragione a fare il commento.
-Se dai ragione a Bill allora, forse Gu è in pericolo.
-No, è solo una sbandata per i feromoni che emana la ragazza.
-Capisco il genere.
-Tesoro, andremo in America in questi giorni , ho comunque impostato i fusi orari in modo da non telefonarti in orari assurdi
-Grazie come è umano, lei.
-Fiorellino, che fai sfotti?
-No, ma parliamo di cose serie per Natale.
-Vai sono tutto orecchie.
-Allora mio padre ed io arriveremo a Leipzig verso le 10 il 26 dicembre poi passiamo da casa di mia madre, scarichiamo babbo, andiamo da vostro padre, dormiamo a Magdeburgo nel super hotel figo, rosa e crema, poi io e te facciamo 27 e 28 in una amena località spersa nei campi, per tuo sommo gaudio. Infine il 28 sera mi porti a Berlino e rientro a Parigi. Ma non è finita ci rivediamo il 31 e per fortuna fino al 5 posso stare con te.
-Ok più che delle vacanze sembra un tour de force.
-Cavolo siamo al confine del paranormale, una parola di francese esce dalla tua bocca?
-Oddio è vero, una maratona è meglio?
-No, no tour de force è ottimo, tesorino sì purtroppo io lavoro e se vogliamo fare uno pseudo Natale insieme dobbiamo fare così. Bill sta da tuo padre giusto?
-Sì ci mancherebbe. Recuperiamo l'appendice tinta, ti porto a Berlino.
-Semmai ti porto a Berlino poi recuperi l'appendice tinta.
-Ok, diventerò un taxi.
-Ma cucciolo ha la patente ora o sbaglio?
-Sì, devi vedere che foto del cazzo ha, totalmente ridicolo, sembra un coker
-Ma dai che cretino.
-Ti giuro si era piastrato i capelli e sembravano quelli di Georg, lisci lisci, un coker.
-Comunque organizzazione per il 31 dicembre, io arrivo in areoporto alle 23 e 30, mi passi a prendere e poi festa. Giusto?
-Esatto, sta organizzando tutto Bill con Georg.
-Non si sono ancora uccisi?
-No, Georg per il momento sopravvive.
-Credo che sarà più stressato lui di noi.
-No, ti assicuro non si sono ancora dati dei nomi.
-Decisamente Bill mi preoccupa.
-Decisamente anche a me.

***

-Tesorooooooooo- urlò Lauren abbracciando Tom e volandogli in braccio come un fuscello. I due ragazzi era da un mese che non si vedevano e nonostante fossero all'areoporto con parecchia gente intorno a loro si baciarono a lungo.
-Uffi- commentò Lauren dopo un lunghissimo bacio- lo sai che non sopporto di baciare un portacenere.
-Scusa ma appena fuori capirai perché ho dovuto fumare- si difese Tom- dai, andiamo, ti porto la valigia. Il ragazzo prese il bagaglio della ragazza e insieme, mano nella mano si avviarono verso l'uscita.
-Non c'è tuo padre?
-No, non è venuto.
-Tutto bene?
-Sì, ma la nonna lo ha squestrato.
-Ho una sorpresa per te.
-Che bello è il mio regalo di Natale?
-No, meglio.
I due ragazzi uscirono dall'areoporto e ad attenderli la signora Bart e Bill accanto a lei, bianco in volto e estremamente silenzioso. Lauren capì subito cosa intendeva Tom quando le aveva detto che aveva fumato per il nervosismo. Il ragazzo sottovoce disse:
-Hai compreso vero? Sorpresa- fece mostrando con molta ironia la signora Bart alla figlia.
-Sorpresa- pronunciò Lauren molto tesa quasi contrariata aggiungendo sottovoce- che ci fa qui?
-Regalo!- ironizzò Tom.
-Tesoro- disse la signora Bart avvicinandosi a sua figlia a braccia aperte- come va?
-Bene, mamma, ma che ci fai qui?- disse con la voce un po' tesa.
-Volevo approfittare del poco tempo che mi dedichi per provare a conoscere meglio i tuoi amici che non sopporto.
-Grazie- bofonchiò Bill.
-Ah, che bella idea- disse Lauren con un tono alquanto contrariato- ma se queste sono le tue premesse…- lasciò in sospeso.
-Sì, scusa- si corresse la signora Bart - volevo conoscere meglio questi due ragazzi che tu adori tanto e che io trovo un po' strani, ma oggi li guarderò con occhi diversi, promesso.
-Bene, mammina, allora niente commenti malevoli- chiese Lauren- promesso vero?
-Sì, allora chi guida?- fece decisa la signora Bart- il capellone rasta?
-Mami?- la redarguì la ragazza.
-Scusa- si corresse immediatamente la madre della ragazza- guida il tuo ragazzo?
-No- disse Bill non molto convinto- se volete guido io così voi potete fare conversazione.
-Ma hai la patente?- fece dubbiosa la signora Bart.
-Sì, da un mese e più- disse Bill un po' risentito.
-Mami!- la riprese Lauren con un tono della voce scocciato.
-Scusa scusa- si difese la signora- hai ragione piccolina, allora il cantante dalla pettinatura strana guida, bene io davanti, perché soffro in macchina.
Dopo questa breve conversazione il viaggio cominciò. Per fortuna l'aeroporto Halle-Leipzig era distante solo un'oretta da Magdeburgo. I tre ragazzi erano piuttosto tesi e non molto a loro agio con la madre di Lauren, il tragitto parve a loro lunghissimo. Dopo pochi chilometri la signora Bart volle cambiare autista, non che Bill guidasse male, anzi era prudente e calmo, ma l'idea che la figlia e Tom fossero dietro soli, si tenessero abbracciati e si baciassero non le piaceva molto.
Il resto del viaggio andò benissimo, la madre di Lauren più rilassata e tranquilla conversò amabilmente, chiese notizie del lavoro dei due ragazzi e fece molte domande cercando di conoscere meglio i gemelli senza pregiudizi.

-Bene, ora che abbiamo mollato il malloppo- fece ironica Lauren- procediamo come previsto verso casa di vostro padre, ora tocca me subire il terzo grado.
-No, non penso- la rassicurò Bill- nostro padre non è curioso.
-Piuttosto nonno Paul- aggiunse Tom- lui sì ci farà l'interrogatorio, aspettati domande impertinenti.
-Già- disse Bill- capirai da chi ha preso Tom la malizia.
-Mi preoccupo ora, grazie ragazzi.
-No, tranquilla i tuoi angeli custodi sono qui con te amore
-e la compagna di vostro padre?
-La signora Rose è fantastica, la adoro è gentile, dolce premurosa, ti metterà senza dubbio a tuo agio.
-Bene, i suoi figli invece mi diceva Tom sono due serpi.
-Serpi?- domandò ironico senza aspettare una risposta- due cobra velenosi e infidi.
-Da loro dovremo guardarci tutti, hanno un simpatico sito, "Nemici dei Tokio Hotel".
-Simpatici- esclamò Lauren a cui prudevano già le mani dalla rabbia- immagino ci siano commenti, foto e video di quelli belli.
-Sì, il meglio della spazzatura del net- fece malinconico Tom.
-Eccoci- fece Bill mostrando una casetta di mattoni rossi con un piccolo giardinetto e un vialetto che conduceva ad una porta di legno bianca.
-Bellina questa zona di Magdeburgo.
-Sì, vero, niente a che vedere con quella stile DDR del quartiere ovest.
-E' tutta vostra?
-No, solo il piano terra è piccolissima dentro, una volta anche il piano superiore era nostro, ma quando il papà perse il lavoro nel novantaquattro vendette la parte superiore.
-Ma forse l'ha ricomprata- spiegò Tom con un sorriso disteso, contento se il sogno di suo padre si fosse avverato.
-Già la signora Rose ha detto che erano in trattative per comprarla- si ricordò Bill- sarebbe bellissimo tornare a possedere tutta la casa.
I tre ragazzi con le mani ricolme di doni suonarono, subito accolti da un distinto signore di piacevole aspetto.
-Finalmente- li redarguì subito il signor Kaulitz- dove eravate finiti?
-Scusi- fece titubante Lauren con un sorriso dolce e accattivante- gli aerei, non sempre sono puntuali.
-Non preoccuparti, non è per me è il nonno che preme che qualcuno vada a prenderlo.
-Vado io- si offrì felice Bill.
-Hai la patente?- disse con freddezza il padre.
-Certo- mostrò orgoglioso il ragazzo.
-E tu gli lasci guidare la macchina?- domandò ironico il signor Kaulitz.
-Sappi che metà del truzzo catorcio l'ho pagata io- si difese Bill ridendo.
-Truzzo che?
-Oh, scusi, signor Kaulitz, è colpa mia, la chiamo io così l'orgoglio di Tom, è una macchina stupenda.
-Tu devi essere Lauren- fece il signor Kaulitz prendendo i pacchi che la ragazza aveva in mano presentandosi.
-Piacere- rispose Lauren entrando in casa. Dalla cucina uscì poi una signora sorridente e felice con un delizioso grembiulino con una renna natalizia, molto spiritosa.
-Benissimo, ragazzi come sono contenta di vedervi- esclamò correndo incontro a Bill e aiutandolo con i suo pacchi e la borsa.
-Tu devi essere Lauren- fece sorridendo dolcemente alla ragazza che si tolse il suo cappellino e i guanti per salutare -Sono molto contenta di conoscerti.
-La ringrazio, signora- fece Lauren stringendo amabilmente la mano tesa della signora Rose.
I ragazzi posarono i regali sotto l'albero che svettava in un angolo del piccolo salone accanto al televisore. Alcuni pacchetti giacevano non ancora aperti, probabilmente i regali per i due gemelli che furono presto soffocati da altri pacchetti per tutta la famiglia.
-In macchina ho l'occorrente per la festa di questa sera per la piccola Lotti- sussurrò Bill.
-Benissimo vieni che ti apro il garage, potremo allestire il tutto in taverna.
-Sì, perfetto- Bill e la signora Jemann insieme uscirono e dalla macchina tirarono giù due grossi scatoloni con tutto l'occorrente per organizzare la miglior festa di compleanno per Lotti che compiva dodici anni.
-Bisogna fare una festa stupenda- disse Bill alla signora Jemann- immagino che non sempre sia piacevole compiere gli anni il giorno dopo Natale. Insomma si gioca tutti i regali in due giorni e a volte rimane fregata perché con la scusa "ti faccio un regalo più costoso" te ne becchi uno solo.
-Lo sai per esperienza vero?- domandò la signora Rose con un sorriso.
-Sì il mio miglior amico compie gli anni dopodomani e spesso è stato liquidato così. Quindi dobbiamo organizzare un mega party.- spiegò.
Bill estrasse da una scatola i piatti rosa e argento e tutto l'occorrente coordinato per apparecchiare al meglio la tavola.
-Ma che belli- commentò con un largo sorriso la signora Jemann- lo sapevo che avresti trovato qualcosa di stupendo, hai un ottimo gusto Bill.
-Le sue indicazione mi sono state preziose.
-Debbo dirtelo- fece la signora Jemman prendendo la mano di Bill- ti conosco poco, ma mi piaci tantissimo, sarai un fratello maggiore premuroso, spero che la mia tremendina oggi sia più gentile dell'altra volta.
-Non si preoccupi, a dodici anni Tom ed io eravamo terribili.
Bill e la signora Jemann lasciarono la taverna per tornare in salone, Tom e Lauren erano in amabile conversazione sul divano con il signor Kaulitz.
-Metto la mia borsa in camera- fece Bill raccogliendo un borsone di cuoio nero che conteneva i suoi effetti personali avviandosi alla porta della sua stanza.
-Aspetta- disse Tom cercando di fermare il fratello, troppo tardi, quando Bill aprì la porta rimase basito. La loro camera era stata svuotata di tutto.
-Volevo dirtelo- fece la signora Rose posando una mano sulla spalla del ragazzo che dalla sorpresa era rimasto gelato sulla soglia della stanza.
-Abbiamo ricomprato tutta la casa, tutti i tre piani, ma non preoccuparti le vostre cose sono al sicuro.
La signora Jemann lasciò Bill solo per tornare ai fornelli in cucina, il ragazzo rimase a guardare la nuova stanza ricavata abbattendo la parete tra le due camere da letto, probabilmente quella sarebbe diventata la nuova cucina con sala da pranzo. Per il ragazzo fu un tuffo al cuore, Bill capì che ormai suo padre aveva voltato pagina e per la prima volta si sentì un estraneo in casa sua.
Bill guardava la camera vuota pensieroso, poi si avvicinò alla finestra sperando di trovare le tracce del suo passato, ma uno strato di pittura bianca aveva portato via tutto.
-Dai, non pensarci era inevitabile che papà si rifacesse una nuova vita.
-Lo so ma...mi passerà, chissà la mia Fifì dov'è?
-La tua Fifì?- domandò Lauren sorpresa.
-Questa è una bella storia, Fifì- fece ironico Tom
-Allora la mia Fifì è bella, carina, dolce e affettuosa.
-Lauren devi sapere che Fifì è un peluche orrido, vecchio, ingiallito ormai senza pelo, una specie di rottame a forma di salsiccia.
-Insomma non è nulla di tutto questo, la mia Fifì è bella, è una fochina di peluche, la mia fochina.
-Bill non lo sapevo, quella della fochina di peluche mi mancava.
-Ma adesso viene il meglio- fece Tom sogghignando divertito pronto per intraprendere uno dei suoi sadici racconti volti a sputtanare il fratello-devi sapere che Bill aveva circa cinque anni
-Ne avevo sei
-Ok ne aveva sei, era Natale.
-L'ultimo Natale passato qui- fece malinconico il ragazzo con un lieve tremore nella voce.
-Aprimmo i regali, Bill trovò una bellissima foca di peluche, gioì felice, la adorava. Lei era lì, bianca, immacolata, con un pelo folto, morbido. Bill mostrava a tutti orgoglioso il suo gioco, dopo poco la guardò negli occhi e proclamò, si chiamerà Fifì. Ok, già il nome poteva essere un indizio di quanto fosse sciroccato Bill e di quanto aspettasse un brutto futuro a quel povero peluche.
-Certo con un fratello gemello stronzo, come potevo crescere se non disadattato.
-Sì, sì dici sempre così, comunque Lauren adesso viene il meglio- proseguì Tom.
-Mi immagino il piccolo scricciolo con la sua fochina in braccio- fece sorridente la ragazza.
-Esatto, la sua fochina in mano, Bill adorava quella foca, per tutto Natale Santo Stefano e nei giorni successivi, Bill non abbandonava mai la sua FiFì, mangiava, beveva, dormiva, andava di corpo con la sua fochina sotto braccio. Non se ne separava mai.
-Be' dai ha avuto successo come regalo, Babbo Natale aveva azzeccato- concluse Lauren.
-Eccome- spiegò Tom sempre più ironico- dicevo, che Bill non se ne separava mai e quella mattina, il 30 di dicembre, il piccolo Bill si svegliò, andò in cucina e fece colazione. Come sempre ci scambiammo simpatici nomi, la mamma urlò, ci divise io venni pregato di lasciare in pace Bill. Le ingiustizie della vita, la dura legge del fratello maggiore incompreso, mentre lui il povero piccolo Bill. Comunque si stava per compiere una tragedia. Bill con in braccio la sua fochina FiFì annunciò " Vado in bagno" e la mamma, "lascia Fifì sulla sedia, ti conviene" " no", rispose Bill, "non la lascio, poi Tom me la maltratta" "No piccolo, veglio io la tua piccola FiFì" "no è mia" Queste sono state le ultime parole famose, le mamme hanno sempre ragione, e portano una sfiga allucinante.
-Vero, "Lauren portati l'ombrello ti conviene", "no mamma che palle, non so dove metterlo" puntualmente diluvio universale, bagnata fino alle mutande.
-E' vero sono bestiali, hanno la sfera di cristallo "piccolo se fossi in te mi porterei una felpa" "Ma no, fa caldo". Ovviamente la temperatura cala improvvisamente a meno dieci e tu arrivi a casa con le labbra viola, un arto paralizzato e ci hai lasciato almeno due falangi per il congelamento- disse divertito Bill.
-Vero, bestiali le mamme e comunque, Bill andò in bagno. Si tirò giù i pantaloncini del pigiamino rosso, le mutandine di Batman
-Le mutande di Batman ma che cazzo dici?
-Già erano quelle delle tartarughe ninja
-Ma va cagare scemo- ribatté Bill ridendo.
-Comunque, si sedette per espletare i suoi bisogni fisiologici tenendo sotto le ascelle la sua foca. Poi all'improvviso. "ahhhhh" L'urlo di Munch. Mia mamma accorse, Bill terga al vento urlava disperato: "FiFì" La mamma si piegò ed estrasse FiFì dal wc impreniata di piscio.
Lauren era ormai spezzata in due dal ridere, si immaginava il suo amico terga al vento disperato che piange e la signora Simone che estrae con delicatezza la foca zuppa di pipì, mentre Tom sganasciato dal ridere prendere per i fondelli il fratello.
-Insomma la mamma ha lavato con cura la mia fochina nella candeggina e ne è uscita tutta bella pulita.
-Sì, peccato che abbia perso tutto il pelo e sia diventata una foca spellacchiata, giallina, senza ne arte ne parte.
-Ha parlato lui con il suo Bobbi, lo spinone più orrido dell'universo che se gli tocchi la pancia emette un latrato da cane con la raucedine- infilò Bill la sua bordata per controbattere al fratello.
-Allora il mio piccolo Bobbi, innanzitutto ha tutto il pelo, non puzza di piscia e abbaia felice.
Lauren guardava i due fratelli litigare come cane e gatto, come amava quei siparietti comici che finivano con un "va fa", poi prese a braccetto Tom e disse: - Suvvia mi farai vedere il tuo cagnolino Bobbi un giorno, andiamo di là magari dobbiamo fare qualcosa.
Bill con un lieve sorriso, ritrovando la calma e la tranquillità passò in rivista la stanza scavando nella memoria, si avvicinò a una parete e con la mano esplorò il muro in cerca di qualcosa. Quel gesto non passò inosservato e la signora Jemmann capì la tristezza del ragazzo, gli posò una mano sulla spalla e lo rassicurò.
-So cosa stai cercando.
-Davvero?
-Se vai sotto l'albero accanto ad un pacco verde e rosso, troverai un rotolo di carta da lucido, ho riportato lì quello che cercavi?
-Davvero? Ha riportato tutte le misure?
-Sì, certo, sono una mamma anche io e so quanto sia bello tenere come ricordo la crescita dei propri pargoletti. Così potrai riportarle a casa tua, o magari senza farti vedere, rifarle qui in un angolo.
-Grazie signora, lei è adorabile, le voglio tanto bene- Bill abbracciò con calore infinito la signora, rassicurato per quella sorpresa. La signora Rose lasciò di nuovo il ragazzo per tornare al suo arrosto che cuoceva a fuoco lento nel forno, ma Bill non fu solo per molto.
-Se cerchi le tue cose ne abbiamo fatto uno stupendo falò o rivendute su E-bay- la vocina sottile dal tono ironico di Lotti lo riportò alla realtà.
-Smettila- la redarguì il signor Kaulitz- vieni piuttosto a salutare- la riprese dolcemente- e tu Bill muoviti o il nonno si arrabbierà ancora di più.
Bill, prese le chiavi che Tom gli allungò e uscì rapido pronto per la sua missione.

-Ciao nonno- fece Bill sorridente quando l'anziano signor Kaulitz gli aprì- auguri di buon Natale- fece allungandosi in attesa di un abbraccio.
-Sei solo?- chiese un po' scocciato rispondendo solo con un breve stretta al nipote.
-Sì, ho la patente e ci tenevo tanto a venirti a prendere.
-Be' invece io vorrei compiere ottant'anni, dammi le chiavi, tuo fratello non mi fa mai guidare- sollecitandolo con un gesto eloquente della mano.
-Ma, non so- fece titubante Bill. Il ragazzo c'era rimasto molto male per la frase del nonno e forse doveva aspettarselo vista la piega che aveva preso la festa di compleanno solo due mesi prima, ma fece buon viso a cattivo gioco e con un sorriso largo e dolce porse al nonno le chiavi.
Il viaggio fu breve per fortuna, il nonno era ancora piuttosto in gamba, ma la macchina di Tom, anche se moderna e piena di notevoli comodità, era piuttosto strana da guidare per un anziano, alta e ingombrante. Il parcheggio fu un mezzo disastro il nonno aveva rischiato di travolgere il bidone dell'immondizia.
-Allora nonno, bella la macchina vero?- fece Bill trattenendo quasi il fiato per il pericolo sfiorato.
-Sì, coraggio ho parecchia voglia di fare gli auguri a una piccola monella che compie dodici anni e conoscere la tanto chiacchierata amica di Tom.
-Perché tanto chiacchierata?- chiese Bill curioso.
-Be' Lotti mi ha raccontato cose poco lusinghiere.
-Pure menzogne e illazioni, - si inalberò Bill- Lauren la conosciamo da quando eravamo ragazzini e la adoriamo, è la nostra miglior amica. Comunque nonno - smorzando il tono per riportare la conversazione su toni allegri - non vedo l'ora di mostrarti il mio regalo di Natale.
-Che non sia un aggeggio tecnologico- fece il nonno un po' preoccupato
-No, nonno viene direttamente dal mio cuore, dal tuo passato e l'ho fatto con le mie mani.
-Sarà un' altra delle tue sculture strampalate di quelle che facevi a scuola?
-No, in casa te lo do subito- fece Bill prendendo suo nonno a braccetto e attraversando sorridente il vialetto dal cancello al portone- sono sicuro che ti piacerà.

Quando furono in casa Lotti corse incontro al nonno che la abbracciò forte facendole gli auguri e riempiendola di baci. Poi dalla cucina uscì Lauren che ne aveva approfittato per preparare il vino adatto al pranzo, un ottimo Bordeaux che doveva decantare nell'apposita caraffa e aprire la scatola di Foie gras per servirlo con il Sauternes come antipasto.
Tom la prese a braccetto e la condusse davanti al nonno:
-Nonno- fece cerimoniosamente- questa è Lauren, la mia ragazza.
-Piacere- disse prontamente la ragazza porgendo la mano con eleganza.
-Uhm- l'anziano signore la squadrò con scetticismo, aveva visto molte foto della ragazza mostratele da Lotti e Angus e tratte dalle peggior riviste scandalistiche- è molto magra, credevo che ti piacessero ragazze con più curve Tom.
-E' vero, ma si deve accontentare di due piccole colline- rispose prontamente Lauren anche se quelle parole l'avevano ferita profondamente.
-Direi che qui siamo di fronte alla depressione del Caucaso- commentò crudelmente l'anziano signor Kaulitz.
-Nonno- si inalberò subito Tom con poca pazienza- Lauren è stupenda e femminile così com'è, ha un corpo stupendo ed è una promettente ballerina, pensa è stata invitata dal teatro russo più famoso e una trasmissione francese molto importante farà un intero servizio su di lei.
-Non metto in dubbio le sue doti, qualcosa avrà pure attirato la tua attenzione e questo qualcosa non è certo il fisico, immagino, la mia non era una offesa spero- concluse ironicamente l'anziano signor Kaulitz.
-Nonno- intervenne Bill- dai vieni ho voglia di darti il mio regalo, posso?- chiese rivolgendosi al padre.
-I regali volevamo aprirli sta sera dopo la festa di Lotti- spiegò il signor Kaulitz.
-Sì lo so, ma questo è speciale- Bill senza accettare la spiegazione del padre andò sotto l'albero, dove erano stati riposti tutti i pacchi e prese il più voluminoso.
-Che cos'è il tuo poster incorniciato?- fece Lotti con una vocina acuta di presa in giro.
-No, cara- rispose Bill cercando di mantenere la calma.
Il nonno si avvicinò al regalo, cominciò ad aprire
-Aspetta leggi il biglietto ti prego- lo fermò Bill facendo notare al nonno che attaccato al fioco dondolava un colorato biglietto con uno stupendo paesaggio dipinto ad acquarello.
" Al mio nonnino adorato, il mio più profondo e sincero augurio di Buon Natale e un felice Anno Nuovo. Grazie di cuore per avermi insegnato il valore della vita, dell'amicizia e dell'amore con ogni tuo gesto"
Il nonno aprì il pacco e si trovò un pannello con delle foto di formati diversi e inquadrature particolari che ripercorrevano la sua vita. Bill aveva ritrovato delle foto dei suoi nonni giovani, una in particolare era stupenda perché ritraeva lui Paul, Mathias e Helen. L'attenzione dell'anziano signore però fu attirata dalla foto con il cuore scolpito nella pietra della blockhaus, il cimitero di croci bianche che imbiancavano un prato infinito.
-Che cos'è?- fece il signore con un tono risentito prossimo a scoppiare.
-Sono andato con Lauren a visitare i luoghi dello sbarco e ho fatto alcune foto. Ho trovato anche il blockhaus dove eravate stati assegnati tu e Mathias.
Il nonno rimase in silenzio, il suo volto tuttavia non era sereno, il regalo aveva aperto alcune ferite sopite, quello che doveva essere una piacevole sorpresa si stava trasformando in una completa catastrofe di proporzioni non prevedibili.
-Perché hai fotografato il cimitero americano? E' forse una accusa di essere un assassino?
-No- fece Bill con gli occhi increduli- certo che no, tra queste tombe c'è quella del prozio di Lauren e poi abbiamo visitato anche il cimitero tedesco, vedi quello con le croci rosse.
-Vuoi scherzare? Che cosa volevate dimostrare voi due? Volevi rinfacciarmi il fatto che la medaglia l'ho regalata alla persona sbagliata, che tu sei il nipote perfetto?
-Nulla nonno, non volevo dimostrare nulla- Bill era al limite della pazienza, lasciò il quadro che teneva da un lato e lo posizionò girato verso il muro.
Intervenne Lauren cercando di sorridere gentile e tentare di far ricadere la colpa su di sé per proteggere il suo amico:
-Sa, è colpa mia, Bill e Tom mi avevano raccontato spesso delle sue storie di gioventù e mi sembrava una buona idea, poiché mio nonno è americano e ha combattuto anche lui in Normandia dove ha conosciuto mia nonna. Insomma una terra intrisa di sangue ha dato vita a due stupende storie d'amore. Volevo dimostrare come due popoli nemici un tempo ora sono uniti nel ricordo. Per me non ci sono né vincitori né vinti solo morti.
-Ragazzina ma che ne sai tu di quello che abbiamo sofferto- fece sprezzante il signor Kaulitz.
-Nulla, ma grazie alla memoria di voi adulti noi giovani possiamo imparare, questo voleva essere il senso del regalo di Bill. Un tuffo nel passato del suo nonnino per capirlo meglio, un viaggio interiore per comprendere chi è.
-Non credo sia servito molto il viaggio interiore da come è pettinato e vestito.
-La sostanza non sta nei capelli o nel modo in cui ci si veste, ma negli atti, nelle parole e nei sentimenti- ribatté nervosa Lauren.
-Ma che belle paroline, proprio una brava ragazza la tua Tom- fece con disprezzo il signor Kaulitz.
-Papà, per favore lascia perdere, la battaglia con i capelli e i vestiti dei tuoi nipoti l'abbiamo persa da tempo- intervenne finalmente il signor Kaulitz-il regalo non ti è piaciuto, non facciamone una tragedia. Lotti andresti per favore a chiamare Angus?
-Sì, subito- Lotti passando accanto a Bill gli sussurrò- nel viaggio hai finalmente deciso di fare l'operazione e diventare una ragazza?
Il ragazzo fece finta di non sentire e se ne andò in cucina, Lauren lo seguì, mentre Tom prese il regalo di Bill e lo riportò in macchina onde evitare altri incidenti diplomatici. Non aveva voglia di commentare l'acidità di suo nonno con Lauren, la ragazza era abilissima nel difendersi sola, anche perché se fosse intervenuto avrebbe dato fuori di matto, proprio non sopportava che gli toccassero il suo fratellino e men che meno il suo fiorellino.

-Bill che faccia scura, qualcosa non va?- fece la signora Rose- Lotti è stata scortese?
-No, no, piccolo incidente con il mio regalo per il nonno.
-Non avrete cominciato già ad aprire i regali?- domandò con tono lievemente risentito.
-Non si preoccupi, ero un bimbo impaziente, speravo di fare una cosa che rendesse il nonno di buon umore, invece, un disastro- spiegò con emozione nella voce Bill.
-Dai, prepariamo l'insalata, strappa le foglie di lattuga è un'ottima terapia- fece la signora Jemann porgendo al ragazzo un'insalatiera e un cespo di lattuga pulito.
Bill si mise a strappare le foglie di lattuga e in effetti fu catartico.
-Signorina Lauren, mi racconti tutti i dettagli della sua vita da ballerina, sono curiosa, Tom mi ha detto che diventerà sicuramente prima ballerina.
-Tom esagera, sono troppo giovane, il mio sogno ovvio è quello ma per ora è molto lontano.
-Non direi, l'ho vista in un servizio alla fine di settembre della trasmissione Heute Leute.
-Oddio, sì che figuraccia- fece Lauren arrossendo al ricordo.
-No, stupenda, quando ha messo al suo posto il giornalista che insinuava che la sua fama fosse dovuta alle sue amicizie.
-Sì, giornalista idiota, se sapesse la cultura musicale e ballettistica di questi due rockettari, sverrebbe.
-Immagino- rise divertita la signora Rose mentre Lauren le passava le noci e l'uvetta da aggiungere all'insalata che Bill strappava nella ciotola prendendo gran gusto.
-Spero che quello che le ho preparato vada bene, Tom mi ha chiesto di farle alcune cose a parte perché fra due giorni deve ballare e quindi non può presentarsi gonfia come un tacchino ripieno.
-Ha usato l'espressione Tacchino ripieno?- domandò piuttosto alterata la ragazza.
-Sì- fece ingenuamente la signora girando l'arrosto.
-Che bello, Bill ti avverto dovrete trovare un nuovo chitarrista appena lo vedo a tuo fratello stacco ogni falange e falangetta delle sue belle manine.
-No, che crudele- disse divertita la signora Rose- ho chiesto io a Tom di dirmi se dovevo preparare qualcosa di diverso, non me lo ha chiesto lui, ti assicuro.
-Non volevo arrecare disturbo.- spiegò Lauren
-Nessun disturbo, ci mancherebbe, è un piacere, adoro cucinare.
Poco dopo fece capolino Tom:
-Bill e Lauren, preparatevi, una "sorpresona".
-Che faccia hai Tom?- disse Bill vedendo il volto teso e con gli occhi pieni di fiele del gemello- vuoi strappare tu un po' di foglie di lattuga a me sono servite, ottima terapia signora Jemann- fece rivolto con un grosso sorriso alla signora Rose.
-Ho appena conosciuto la fidanzata di suo figlio- spiegò Tom sempre più pallido- e come dire " A volte ritornano".
La signora non comprese il riferimento, Lauren e Bill sì e impallidirono anche loro.
-Vi ricordate tutte le nostre ipotesi? Su chi potesse essere la fidanzata di Angus visto che conosceva sia Frida, sia Nicole, ebbene avevamo sbagliato-poi fissando la sua ragazza aggiunse -Lauren preparati, non alterarti ricordati di Vito.
-Vito?- chiese Bill totalmente confuso.
-Oddio- esclamò Lauren a cui già prudevano le mani dalla gelosia- è Magdalene?
-Esatto- esclamò Tom con un gesto eloquente- hai vinto una bambolina e un giro di giostra gratis.
-Porca vacca- si lasciò sfuggire acido Bill.
I tre ragazzi si guardarono sbigottiti, avrebbero certamente voluto scappare, la sola idea di rivedere quella ragazza li agitava, non sapevano se si sarebbero potuti contenere, soprattutto Lauren con il suo caratterino poco accomodante, impulsivo e nervoso.
-Non vi piace Magdalene?- chiese la signora Jemann che aveva intuito che vi erano dei vecchi dissapori tra i ragazzi- coraggio- cercò di mediare- ricordiamoci che è Natale siamo tutti più buoni.
-Sì- fece asciutta e seccata Lauren- signora la prego mi perdoni, spero di riuscire a contenermi, ma proprio quella lì mi sta sulle olive.
Tom e Bill guardarono la loro amica e scoppiarono in una fragorosa risata, ogni tanto dimenticavano quanto potesse essere spiritosa, specialmente quando mascherava espressioni più salaci.
-Credo che a molti stia sulle olive, ma io sono la mamma, tutte le fidanzate di mio figlio mi starebbero sulle olive- la signora Rose rise divertita- lo so Magdalene è un po', come dire un po'…- la signora Jemann cercava una parola adatta ma non la trovava, Lauren quindi accorse in suo soccorso e con tono acido disse:
-Appariscente e non sempre signorile?
-Ecco, esatto, appariscente e "generosa"
-Ecco è proprio della sua generosità che volevo parlare- disse Lauren girata verso Tom a cui un certo tipo di prosperità sul davanti piaceva- tu- fece con dito minaccioso- prova solo a far cadere l'occhio sul davanzale che ti stacco gli attributi e li metto in salamoia.
-Urca minaccia pesante, Tom- rise divertito Bill- vuoi i miei occhiali scuri fratellino per non indurti in tentazioni?
-Taci, Bill, - minacciò ancora Lauren - o anche i tuoi attributi ci finiscono in salamoia.
-Ma uffi perché ci vado di mezzo sempre io- si difese ridendo Bill.
-Perché sei suo fratello- fece acidamente minacciose Lauren- e sei piccolo e nero.
I due ragazzi tacquero, sapevano che Lauren era seria nelle sue minacce e poteva essere una furia se solo si alterava.
-Lauren vuoi portare in tavola il paté de fois gras?- fece gentile la signora Rose- potremmo cominciare con gli antipasti, il resto è pronto.
-Bene, io porto il vino- si offrì Tom.
-Cosa posso prendere io signora?- chiese cortesemente Bill
-Tu prendi l'insalata mista e il piatto con le salsicce, per favore.
-Certo- fece squillante e operativo Bill.
-Con le mani piene eviterò di spaccare la faccia a qualcuno- fece tra i denti Lauren.
I tre ragazzi come i re magi fecero capolino dalla cucina portando i piatti in tavola, quando Lauren vide Magdalene non poté trattenere una faccia eloquente di disagio alla sola vista.
-Oh, che piacere rivedervi- esordì falsamente Magdalene- siete cresciuti solo in altezza per il resto rimanete sempre gli stessi, soprattutto tu Lauren sempre così scheletrica e con vestiti fioriti come aiuole.
-Ti vedo in forma- fece Lauren punta sul vivo posando il piatto con il paté- scollatura generosa come al solito vedo che l'eleganza e la compostezza sono sempre le stesse.
-Come il tuo portamento, mademoiselle si è degnata di pranzare con i comuni mortali.
-Certamente, mademoiselle ha l'onore di portare a tavola uno dei vini più buoni e costosi che si possono trovare al mondo da accompagnare con il fois gras, non so se un fondoschiena nutrito a Mac Donald potrà apprezzare.
Il ping pong tra le due ragazze stava per degenerare, intervenne quindi la signora Rose che chiamò tutti a tavola cercando di mettere le due ragazze lontane in modo che il botta e risposta si esaurisse.
Il pranzo proseguì senza troppi intoppi anche se delle frecciatine tra le due ragazze avevano rischiato più di una volta di degenerare in lite accesa. Soprattutto quando la ragazza cominciò a raccontare le conquiste di Tom ai tempi del liceo, quando Lauren era tornata in Francia, concludendo:
- Certo Lauren che deve essere stato difficile mandar giù il fatto che tu non sia stata la prima e l'unica, sai io l'ho avuto per prima e come dire l'ho svezzato.
- Uh, no cara per me non è stato per nulla difficile, anzi vorrei dirti qualcosa- Lauren poi si voltò verso Bill e chiese- tesoro, che ne dici, mi aiuteresti a dire con parole gentili quello che penso?
- Ma certo mia cara.
I due ragazzi si alzarono e cominciarono a cantare "Skater boy" con gran soddisfazione di Tom, poi Lauren sottolineò la frase:
-Sorry girl but you missed out well tough luck that boy's mine now we are more than just good friends this is how the story is ends too bad that you couldn't see, see the man the boy could be…He's just a boy and I'm just a girl can I make it any more obvious we are in love haven't you heard How we rock each others world.
Lauren Bill cantavano insieme guardando e sorridendo a Magdalene e Angus con malizia, ironia. Lauren avrebbe certamente voluto terminare con un'espressione colorita, ma il siparietto fu interrotto dal signor Kaulitz che invitava i ragazzi a prendere il caffè, mentre nonno Kaulitz non capendo nulla di quello che stavano cantando i due ragazzi si limitò a redarguire il nipote.
-Bill piantala lì il duetto e vai ad aiutare tuo padre con il caffè.

-Certo che Magdalene è totalmente insulsa, sembra che abbia una testa con il vuoto pneumatico.- concluse Lauren dopo che la coppia felice aveva lasciato la casa per sommo gaudio di molti.
-Oddio questa espressione è geniale- fece Bill ridendo- mi mancava nel tuo gergo.
-Già accanto a "vuota come una sfera di Natale", ha "un cervello che rimbomba"- aggiunse Tom ridendo- questa rende proprio l'idea.
-mi domando ma come hai fatto a stare con lei?- disse alterata Lauren.
-Una dote nascosta- confessò Tom arrossendo.
-Da un perizoma leopardato con il diamantino che spunta dal jeans?- disse acida Lauren.
-Elegante, l'ho notato anche io- fece Bill con una faccia schifata- è sempre stata eccessiva- commentò il ragazzo con una smorfia di disgusto.
-Mi piacevano gli eccessi ed è stata un'ottima palestra- commentò Tom senza soppesare le sue parole.
-Dopo questa frase caro ti avverto- fece con acidità Lauren- ti sei giocato qualsiasi possibilità per sta notte.
-"Bianco Natale"- intonò ironico Bill che ricevette dal fratello una risposta silente, ma eloquente, un bel dito medio.
-Tesoro non intendevo- cercò di riprendersi Tom cingendo alla vita la ragazza che tentava di divincolarsi- insomma ero giovane, inesperto, superficiale.
-Lo so- fece improvvisamente Lauren arrendendosi al forte abbraccio del ragazzo e lasciandosi abbracciare e baciare.
-Ok, non davanti ai bambini- disse ironico Bill, ma ormai i due ragazzi si erano persi in un lungo bacio che fu interrotto da una voce acuta e petulante.
-Nonnooo, qui Tom e la francesina stanno amoreggiando senza ritegno- gridò Lotti.
A quella frase i due ragazzi si staccarono, Lauren lanciò uno sguardo pieno di odio e a bassa voce le disse:
-Prova ancora a chiamarmi francesina che ti taglio quelle inutili treccine, ho sempre odiato Pippi calzelunghe.
-Nonno mi stanno minacciando- urlò di nuovo la ragazzina.
Sulla soglia della stanza vuota che prima ospitava la camera dei ragazzi fece capolino la signora Rose:
-Lotti lascia stare Tom e Lauren, mi sa che non si vedono da mesi ed è normale che vogliano coccolarsi, piuttosto mettiti il cappotto che andiamo al cinema.
-Uh, potremmo andare anche noi- propose Lauren a Tom.
-La vedo complicata- spiegò il ragazzo.
-No se andiamo in un cinemino piccolo e fuori mano, entriamo a luci spente durante la pubblicità.
-Potreste andare nel cinema che c'è nel quartiere della nonna, ti ricordi?- suggerì Bill.
-Noi andiamo a vedere Madagascar- spiegò la signora Jemmann.
-Bello- esclamò Lauren- dai proviamo ad andarci anche noi- si impuntò Lauren come una bimba che fa i capricci e tra mille moine convinse Tom ad andare al cinema. A casa rimasero solo Bill, il nonno e il padre.
Il ragazzo si mise al lavoro in cantina per preparare la festa per Lotti, in principio se ne doveva occupare il fratello e Magadelene, ma i due ragazzi si erano dileguati immediatamente dopo il dolce, fingendo un impegno improrogabile.
Bill fu felice di poter addobbare la stanza, gonfiò trenta e più palloncini rosa e argento. Preparò un super impianto sonoro da far impallidire una discoteca, infine collegò al televisore la play station wii, il suo regalo personale per Lotti.
Quando trovò tutto addobbato per benino il ragazzo lasciò la cantina e raggiunse il nonno sul divano, prese posto accanto all'anziano signore che stava sonnecchiando sul divano con un libro sulle ginocchia e dopo pochi istanti di titubanza si decise a parlare con lui.
-Sai, ho preparato tutto per la festa di Lotti di questa sera, credo che non sospetti nulla del party a sorpresa.
-Credo di no- fece distrattamente il signor Kaulitz- ha invitato solo qualche compagno di scuola e qualche amica.
-Bene, sarà sicuramente contenta allora, la festa sarà un successone.
-Spero tu non abbia dato libero sfogo al tuo cattivo gusto- fece senza mezzi termini il nonno. Bill mandò giù il boccone amaro e rispose:
-No, ho fatto tutto come mi ha chiesto la signora Rose- poi dopo una breve pausa proseguì- sai fra qualche minuto sul primo inizia "Piccolo Lord", lo guardiamo?
Bill si aspettava una risposta negativa ma il signor Kaulitz non rispose:
-Ricordi, lo guardavamo sempre con la nonna la vigilia di Natale.
-Sì, me lo ricordo- disse con un velo di tristezza il signor. Contrariamente al previsto il nonno si mise a cercare il telecomando per accendere la tv e guardare il film insieme al nipote felice di poter continuare la tradizione.
-Dove sarà il telecomando, tuo fratello è proprio incorreggibile, lo ficca sempre in posti impensabili.
-Non credo sia stato lui, non ha guardato la tv-fece Bill cercando sul divano sotto i cuscini, mentre il nonno cercava sulla poltrona e sul tavolino basso davanti a sé.
-Eccolo finalmente- esclamò l'anziano signore prendendolo in mano- era nascosto in mezzo a questo giornale- fai tu- concluse passando l'oggetto al nipote- sei più pratico.
Il ragazzo prese il telecomando e con pochi semplici e velocissimi gesti accese il nuovissimo televisore a schermo piatto che aveva preso il posto di un vecchio televisore con il tubo catodico ingombrante.
-Ecco è appena iniziato- fece il ragazzo sorridendo al nonno il cui sguardo era stato distratto dalla rivista.
-Che cos'è questo schifo!- urlò l'anziano signore.
-Piccolo Lord, nonno perché?- rispose ingenuamente Bill.
-Idiota, che cos'è questo schifo?- ululò infuriato il signor Kaulitz alzandosi di scatto dalla poltrona sovrastando così il nipote sorpreso seduto sul divano.
-Non capisco- fece timidamente Bill che non capiva l'indignazione del nonno.
-Parlo di questo- e sventolò il giornale in faccia al ragazzo che lesse un titolo in rosso fuoco " Bill Kaulitz bisessuale" accanto a delle enormi foto piccole e breve didascalie che sciolinavano le peggiori ipotisi sulla vita privata del ragazzo.
-Allora?- gli gridò più forte il nonno.
-Nonno ti posso spiegare- fece il ragazzo con la voce tremante, un groppo in gola gli bloccava le parole.
-Perché c'è anche una spiegazione per questo schifo di immagini che vedo? Non sono chiare?
-No, ti giuro nonno- disse Bill tremante- insomma sono tutte schifezze immonde, vedi- disse con calma cercando di essere il più tranquillo possibile cercando il coraggio per non mostrare quanto dolore potesse causargli la reazione sproporzionata dell'anziano signore- questo è Alex, te lo ricordi? Siamo amici dall'asilo, è venuto spesso a casa quando c'era la nonna.
-Allora è vero è il tuo amichetto!- urlò il nonno.
-No, è un amico- si difese Bill con forza.
-Ma qui siete inequivocabilmente abbracciati e vi state baciando- urlò nervosamente l'anziano signor Kaulitz ormai senza nessun freno
-No, assolutamente- fece il ragazzo abbozzando un sorriso- ti spiego, ero totalmente ubriaco perché stavamo festeggiando Natale con tutto lo staff e gli amici, l'idiota di Gustav ha fatto una battuta da morir dal ridere così ho cominciato a ridere sguaiatamente e mi sono appeso al collo di Alex, la foto è presa dal dietro e così sembra quello che dici tu, cioè che ci stiamo baciando- spiegò a fatica Bill.
-Allora vuoi dirmi che come sempre le tue parole vengono travisate, le foto sono dei fotomontaggi e queste? Qui sei nudo e lei anche- Il signor mise con forza la rivista in faccia al nipote.
-Ahi- disse flebilmente Bill cercando di allontanare le mani del nonno che lo stavano sovrastando con rabbia e forza.
-Nonno, aspetta fammi spiegare, Lauren ed io abbiamo fatto una follia, ci siamo tuffati nell'oceano in Omaha beach.
-Quindi siete nudi!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo il signor Paul a pochi centimetri dal viso del ragazzo sempre più sconvolto.
-Cioè, sì ci stavamo rivestendo, non sembra ciò che le foto mostrano.
-Non state fornicando, vero? con la ragazza di tuo fratello-urlò- che schifo- queste parole furono seguite da un gesto di rabbia il signor Paul infatti cominciò a colpire il ragazzo con il giornale, mentre Bill impotente mise le sue mani davanti al volto cercando di ripararsi dai colpi tentando di calmare suo nonno a parole.
-Ti prego, nonno se ti calmi ti spiego, non abbiamo fatto nulla, se ti calmi, ti spiego.- con il volto sconvolto, tremante e impaurito il ragazzo fece uno sforzo, si alzò dal divano superando il muro del corpo di suo nonno che lo sovrastava. Passò dietro al tavolino basso da fumo e si diresse verso il tavolo da pranzo che appariva vuoto, nulla del piacevole pasto natalizio appena trascorso rimaneva. Una sola e grande corona dell'avvento svettava su un centrino dorato e rosso al centro del tavolo.
-Nonno- balbettò tra le lacrime Bill- se ti calmi ti mostro le riprese di quel bagno e le foto.
-Mi fai schifo- urlò il nonno- non mi interessa più nulla di te- gli urlò in faccia.
A quelle urla scese di corsa il signor Kaulitz che aveva lasciato il suo studio per vedere cosa fosse successo. Quando Bill vide il padre si rifugiò come un bambino impaurito sebbene fosse di qualche centimetro più alto lo abbracciò, appoggiando la testa sulla spalla in cerca di conforto. Ma il padre lo scansò subito.
-Allora- fece scuro in volto il signor Kaulitz ancor prima di aver sentito le spiegazione del ragazzo- cosa sta succedendo?
Bill comprese subito che suo padre non aveva la miglior disposizione per ascoltarlo, da quando era entrato in quella casa aveva capito, incrociando il suo sguardo freddo che lo radiografava da capo a piedi, che ormai suo padre lo considerava poco più che un conoscente.
-Papà- balbettò- se ci sediamo spiego a tutti e due le cose come sono andate.
-Non mi interessano le tue scuse puerili e futili- tuonò l'anziano nonno lanciando il giornale spiegazzato sul tavolo- con me hai chiuso, non ne voglio più saper nulla di te.
Il padre si avvicinò con incedere lento e con il volto teso cercò di capire che cosa avesse a che fare quell'ammasso di carta patinata con la rabbia del suo genitore, mentre Bill con scatto felino si interpose tra il giornale e il padre:
-Ti spiego io, papà- cercò di essere il più saldo possibile. Ma il padre con fermezza lo scansò
-Guarda che schifo- urlò il nonno ponendosi accanto al figlio e con rabbia ritrovò la pagina incriminata- guarda con i tuoi occhi il tuo bel figliolo- scandendo queste parole con estrema rabbia come se quel ragazzo fosse uno sconosciuto.
Lo sguardo del signor Kaulitz si attardò sul titolo scandendolo lentamente ad alta voce:
-"Bill Kaulitz bisessuale"- poi sempre con voce cerimoniosa che aveva cambiato tonalità lesse anche:
-"Con il suo look al di fuori degli schemi e i suoi atteggiamenti aveva sempre fatto credere di essere gay. Una lettera apparsa il giorno del suo 18 compleanno su facebook ufficiale del gruppo e poi sparita, lo aveva confermato. Il front man della band ha sempre negato con veemenza di aver mai scritto quelle righe, mentre difendendosi dalle accuse ha sempre dichiarato "con tutte le belle ragazze che mi corteggiano sarei un matto, no a me piacciono le ragazze". E in effetti in queste foto con questa ragazza, tra l'altro sentimentalmente impegnata con il fratello gemello Tom Kaulitz, sembra spassarsela. Infine proprio qualche giorno fa queste foto scattate all'uscita da una festa privata, il cantante teneramente abbracciato ad un ragazzo scambiano smancerie da fidanzati per poi salire sulla macchina che li accompagnerà a casa."
Ogni sillaba che leggeva il padre entrava nel profondo nel ragazzo il cui viso era solcato da due grosse lacrime, come era lontana la verità da tutto quello che c'era scritto. Bill era immobile, impietrito e quando il padre finì la sua lettura sentì ancora il suo sguardo fargli la radiografia, questa volta però gli occhi erano di ghiaccio. Davanti al signor Kaulitz c'era un ragazzo che quel giorno era vestito così semplicemente, portava un paio di jeans neri stretti ma non troppo, cadevano fluidi e morbidi su due belle gambe, fiere e dritte, una camicia bianca elegante di una celebre marca facilmente riconoscibile per il simbolo ricamato a mano sulla sinistra usciva dai pantaloni ed era mollemente slacciata al collo mettendo in mostra una catenina d'oro bianco sottilissima con appesa una medaglietta con una foto di Tom, Lauren e Bill incisa , "alla nostra amicizia" vi era scritto nel retro. Niente unghie laccate per non incorrere nei soliti rimbrotti, niente cinture voluminose con borchie, niente anelli, niente guanti e i capelli raccolti dietro spettinati sul davanti cercavano di essere il più neutrali possibili. Il silenzio era calato in quella stanza, fuori ormai era quasi buio e una leggerissima neve cominciava a cadere lenta.
-Papà ti posso spiegare- Bill ruppe il silenzio tirò fuori dalla tasca il cellulare pronto per mostrare le foto con Alex e il video del tuffo in mare con Lauren, ma il padre con furia glielo strappò dalle mani e lo lanciò dall'altra parte della stanza.
-Non voglio sentire più una sillaba dalla tua bocca- urlò rabbiosamente il padre a pochi centimetri dal viso del ragazzo.
-Papà aspetta ti spiego- fece a fatica con la voce rotta il ragazzo guardando le sue mani vuote che portavano incise quel gesto di rabbia.
Ma il padre senza dargli nessuna possibilità gli mollò uno schiaffo in volto:
-Vattene, non ti voglio più vedere, fuori mi hai capito- urlò d'un fiato
Il ragazzo interdetto rimaneva immobile la guancia bruciava come non mai, il pallore del viso facevano risaltare tutte le cinque dita che si erano impresse come fuoco nella carne viva. Non si muoveva mentre il padre urlava:
-Fuori di qua, non ti voglio più vedere, mi hai capito.
-Sì, vai via, mi fai schifo- ribadì il nonno- quando ero giovane io quelli come te sai dove li mandavano.
Bill a quelle parole si risvegliò e supplicò il nonno di non finire quella frase sarebbe stato troppo sopportarlo
-No, ti prego, no ti prego, non dirlo- fece Bill con tono supplichevole il viso ormai sciolto in una maschera di dolore con copiose lacrime che ne solcavano il viso delicato.
-Via- il padre aprì la porta, la ghirlanda natalizia con le renne e i sonaglietti risuonò nella notte- vattene.
Bill si avviò verso la porta con passo malfermo, facendo un ultimo tentativo disse:
-Papà, nonno vi prego, sediamoci al tavolo, parliamone, vi prego, io vi voglio bene, vi prego, vi spiego- le parole erano malferme e intervallate da grossi singhiozzi- aspettiamo anche Tom e Lauren vi confermeranno tutto.
-Non mi interessa- fu categorico e irremovibile il signor Kaulitz guardando il figlio tenendo la porta spalancata con aria imperiosa
- Fuori!- esclamò, poi lo prese con forza per un braccio e sollevandolo di peso lo spintonò
- Via le tue pietose spiegazioni non mi interesano, adesso capisco le parole del mio capo, per colpa tua non ho avuto la promozione, vattene, sei la mia rovina, lo sei sempre stata, è colpa tua se tua madre mi ha lasciato.
Quell'ultima frase gelò il sangue al ragazzo. No, quel dolore sopito dopo anni e anni riemergeva, no quelle parole non avrebbe mai più voluto risentirle e invece… percorse alcuni passi sul pianerottolo poi si voltò, quello doveva essere solo un sogno, un brutto sogno.
Il cielo plumbeo incombeva sulla sua testa, le strade erano deserte, le case erano illuminate da luci di mille colori, gli addobbi natalizi rallegravano quella sfilza di casette tutte uguali. Bill sollevò i suoi occhi nocciola pieni di lacrime, la neve sottile si posava su quelle pupille liquide e si scioglieva istantaneamente, dietro di sé sentì il portone sbattere e poi buio.


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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 11

Rimase così per qualche minuto ad osservare il cielo plumbeo mentre la neve aumentava, poi un freddo intenso gli attraversò di colpo tutta la schiena e sentì un dolore improvviso e fulminante farsi strada dalle viscere. Piegato dal dolore e dal freddò ebbe dei forti conati di vomito. Il ragazzo si appese alla ringhiera delle scale e diede libero sfogo a quel dolore. Quando gli spasmi del vomito finirono cominciò a tremare, si riavvicinò alla porta vi si appiattì contro come a volerla abbracciare, come per sentire del calore provenire da quell'oggetto poi tremante con la voce rotta disse flebilmente:
-Papà ti prego apri- aspettò sperando che quel tono di suppliche sortisse l'effetto sperato, ma nulla, nessuna risposta.
-Papà fra qualche giorno devo fare un concerto, devo cantare non posso prendere freddo, ti prego.
Quelle parole si persero nel vuoto, Bill sempre abbracciato alla porta cominciò a bussare timidamente e, tendendo l'orecchio per percepire il minimo movimento, aggiunse:
-Ti prego papà fammi entrare, vado da qualche parte in cantina, o in garage così non mi vedrete, non mi sentirete, mi farò piccolo, ma ti prego ho bisogno di entrare, fa freddo nevica, devo cantare fra qualche giorno.
-Vai in qualsiasi luogo pubblico, in un bar, in un locale, ma qui non ti voglio.
-Non ho la giacca!-protestò vivamente il ragazzo.
-Eccola- il padre aprì la porta e passò la giacca al figlio senza provar nessuna emozione.
Bill rapidamente mise un piede per bloccare la porta cercando così di prolungare il dialogo e far breccia nel cuore del padre.
-Papà ti scongiuro, non ho soldi, né documenti ho tutto nel borsone che Tom ha rimesso in macchina, ti prego fammi entrare.
-Vai, canta un po' per le strade, raccatterai sicuramente tanti soldi. C'è una bettola in fondo alla strada sicuramente saranno lieti di poter avere ospite cotanta celebrità.
-Papà- supplicò Bill per l'ultima volta, il freddo ormai lo aveva anestetizzato da quelle parole così ironicamente terribili-ti prego, mi metto in un angolo, non mi vedrai, ma fammi entrare.
-No, prendi un taxi e tornate a casa o vai dal tuo amichetto a pomiciare.
Bill comprese che suo padre sarebbe stato irremovibile senza indugiare oltre tolse il piede, non voleva più lottare, voleva solo ritrovare l'abbraccio di suo fratello.
La porta si richiuse sprofondando il ragazzo nel buio più completo. La neve aveva creato una atmosfera ancora più irreale, i fiocchi ormai copiosi stavano ricoprendo tutto con il loro candore, i lampioni accesi creavano degli strani colori, tutto stava diventando di mille sfumature di bianco e grigio. Bill osservò ancora il cielo come se da quei fiocchi potesse avere una qualsiasi risposta.
-Tom, dove sei?- fece Bill soffocando un singhiozzo. Mise le mani sotto le ascelle stringendosi forte nella giacca leggera di pelle bianca con i profili neri, sperando che quel grido accorato arrivasse a suo fratello.
-Bill- fece una voce di donna.
Il ragazzo incredulo si voltò verso la luce che proveniva dal portone accanto a casa sua.
-Bill ti ricordi di me?- chiese la voce di una signora di mezza età.
-Certo la signora Schmitt.
-Vieni dai- lo sollecitò la vicina.
-No- fece timidamente- non vorrei disturbare.
-Cosa?- disse sorpresa la signora- Bill ascolta lo sai bene, non voglio girarci tanto intorno, dalla mia cucina ho sentito ogni singola sillaba, lo sai le nostre case sono fatte con le pareti di cartongesso.
La signora era uscita e stava risalendo il vialetto gemello per poi entrare in quello dei Kaulitz
- Vieni dai, è da tanto che non passi a trovare la signora Nené
-Oddio, mi scusi- fece Bill cercando di non singhiozzare ulteriormente
-Adoravo quando venivate due trottoline petulanti a cercare leccornie chiedendo "Signora Nené, signora Nené."
-No, mi scusi, colpa mia, non riuscivo a dire il suo nome e così. Oddio quel soprannome.
-Ma io lo adoro, anche dai miei nipoti mi faccio chiamare così.
-No, mi dispiace tanto- Bill sentì tutto quel calore da quella signora penetrargli nel profondo del cuore e anche se lacrime silenziose scorrevano lente e inesorabili sul suo viso si sentì lievemente rincuorato, ora non era più solo nel buio e nel freddo senza una meta davanti a sé.
-Dai, occhioni da cerbiatto entra o ti assideri- fece la signora prendendolo per le spalle e accompagnandolo gentilmente verso il suo appartamento. Sull'ultimo gradino Bill esitò, il calore che proveniva dalla casa era certamente invitante, ma dentro di sé sperava che suo padre, dopo aver ripreso lucidità e ritrovato la calma, aprisse la porta e lo facesse rientrare in casa.
-Coraggio, non esitare, fuori fa troppo freddo e tu hai le labbra viola, dopo provi a parlare con tuo padre se vuoi, vieni a scaldarti.
-Non vorrei disturbare- fece con voce mal ferma che nascondeva i brividi di freddo che gli scuotevano il corpo.
-Bill, tu non disturbi mai, è veramente da tantissimo tempo che non ti vedo e poi guarda ci sono ancora tutti i ninnoli che ti piacciono un mondo, e sì Bill, se vuoi puoi ancora suonare il gong, è al solito posto.
Bill accennò un sorriso al ricordo di tutte quelle volte che aveva invaso con la sua allegria quelle quattro mura, la sala da pranzo della signora Schmitt era rimasta la stessa, tutta la casa sembrava ferma agli anni cinquanta. E poi il piccolo gong per richiamare la gente a tavola, quante volte aveva suonato quel piccolo oggetto. Finalmente il ragazzo varcò la soglia, una luce soffusa nel corridoio lo accolse, Bill però rimase fermo all'entrata.
-Coraggio, Bill- lo rassicurò l'anziana donna- qui è rimasto tutto come prima, fai come a casa tua.
Il ragazzo ancora indeciso rimaneva fermo, i suoi arti erano ancora intorpiditi dal freddo e la sua mente era ancora impegnata a metabolizzare le parole tremende che gli erano state rivolte dal nonno e dal padre. Poi mosse qualche passo e rimase a guardare immobile un oggetto su un tavolino.
-Eh, sì ce l'ho ancora- fece la signora con un gran sorriso, mentre Bill percorreva quell'oggetto con lo sguardo.
-Signora ma come fa è orribile, che vergogna.
-Scherzi, "la fonte della cioccolata".
-Ma è orribile- ribatté Bill con voce malferma.
-No, mi ricordo ancora quel bimbo di sei anni arrivare fiero con quell'oggetto e urlare " Signora Nené, questo è il mio regalo per la festa dei nonni, visto che lei mi regala tante tavolette di cioccolata, lei è la fata della cioccolata e quindi questa è la sua fonte."
-Ma è orribile e non sembra una fonte di cioccolata- fece Bill arrossendo per la vergogna di aver regalato quell'oggetto così insulso.
-Hai perso lo sguardo del fanciullo, Bill, guarda questa è la cioccolata che zampilla dalla fontana e poi è utilissimo come vedi, vi appendo le chiavi.
-Signora- fece Bill con gli occhi che si erano riempiti di lacrime- lei è troppo gentile e grazie, grazie mille per quello che sta facendo per me.
Il ragazzo si lasciò guidare placido verso il salone dove la signora lo fece accomodare davanti ad un camino scoppiettante.
-Ti preparo un tè- aggiunse gentilmente.
-Grazie- sussurrò Bill. Il ragazzo rimase a guardare il fuoco come ipnotizzato, quel calore però stava riscaldando solo il suo corpo, il suo cuore e la sua mente rimanevano ancorate alle parole del padre e del nonno che risuonavano all'infinito nella sua testa.
-Ecco, piccolo- fece la signora porgendo al ragazzo una mug fumante- quanto zucchero vuoi?
Bill non rispose.
-Se non ricordo male, due zollette dovrebbero bastare- la signora si rese conto che il ragazzo era molto scosso e benché fosse ormai davanti al fuoco da diversi minuti ancora tremava. Con amorevolezza prese una coperta di lana multicolore lavorata a mano ad uncinetto e vi avvolse il corpo del ragazzo che per quel gesto improvvisamente uscì dal suo silenzio.
-Grazie per tutto- accennò Bill con una voce flebile.
-Perché non chiami tuo fratello?- propose l'anziana donna.
-Sì, ma c'è un problema, il mio cellulare è stato lanciato tipo sputnik e giace in mille pezzi in salone.
-Vedo che il vezzo di fare battute buffe non lo hai perso, comunque l'ho anch'io un telefono- sorrise dolcemente.
-Certo, ovvio- si corresse il ragazzo abbozzando un sorriso- il punto è questo, non so il numero di Tom- il ragazzo fece una pausa e guardando la sua tazza fumante di tè precisò- ci hanno dato dei nuovi numeri perché c'erano stati dei problemi con quelli vecchi e non l'ho ancora imparato, non sono messo male.
La signora accarezzò la testa di Bill e suggerì:
-Telefona a qualcuno e fatti dare il numero.
Bill prese il telefono e compose, poi facendo uno sforzo per ritrovare la lucidità e per mascherare il dolore che provava parlò:
-Ciao Mami- tentò con un tono gaio e squillante- sì tutto bene, no ma che dici, no è che ho la pancia che mi scoppia e mi sono appena svegliato da una pennichella infinita- mentì mentre due lacrime solcavano le sue guance trattenendo a stento i singhiozzi- no tutto bene, sì lo so mi è caduto nel wc, lo so, lo so è il terzo che mi cade, sono senza speranza, mami, mi daresti il numero di Tom, per favore? Quello nuovo non lo so, grazie mami, 051518091972, ci vediamo fra tre giorni, sì sì tutto bene, no ti sbagli, la mia voce? No, no sono solo appandorato, ma tranquilla.
Bill chiuse la chiamata e scoppiò in lacrime dicendo:
-Sono proprio un bravo attore- poi stringendo a sé le ginocchia affondò il viso tra le gambe e rannicchiato diede sfogo al pianto. La signora Schmitt gli rimase accanto silenziosa, sapeva che presto le lacrime sarebbero diminuite; prese, lentamente il telefono, compose il numero che era stato dettato poco prima.
-Tieni- lo porse al fagottino rannicchiato che tra le lacrime allungò una mano. Il telefono squillò a lungo poi una voce soffocata rispose finalmente.
-Pronto- fece Tom nella sala del film guardando il suo cellulare cercando di non fare troppo rumore.
-Tom- balbettò Bill faticosamente tra i singhiozzi- verresti subito a casa, anzi dalla signora Schmitt?
-Chi?- fece sottovoce Tom, Lauren si girò preoccupata verso il ragazzo e gli strinse forte il braccio, il film era a metà e se all'inizio si era indispettita sentendo il ragazzo rispondere al cellulare, ora si domandava chi fosse.
-La signora Nené- spiegò Bill.
-Tempo di uscire e prendere un taxi e arriviamo.
Tom riattaccò il cellulare e a bassa voce fece comprendere a Lauren che dovevano tornare a casa, mentre Bill ritornava nella sua posizione accovacciato nella poltrona al sicuro sotto la coperta. Dei brividi di freddo gli percorrevano la schiena, la gola gli bruciava, mentre la testa si era fatta pesante e sentiva il sangue pulsargli nelle tempie. L'anziana donna lo trattò come una nonna amorevole, gli si sedette accanto accarezzandolo e confortandolo. L'attesa del fratello fu più lunga del previsto. Dopo un'ora suonò finalmente il campanello tanto atteso.
-Prego entrate- fece strada la signora- Bill ha appena chiuso gli occhi.
Il ragazzo infatti per il troppo piangere aveva consumato tutte le sue energie ed era sprofondato in un sonno ristoratore.
-Innanzi tutto buonasera signora- fece Tom con calma entrando titubante come poco prima aveva fatto Bill, anche lui ebbe la sensazione piacevole di calore e affetto che aveva sempre trovato da piccolo dalla signora Nené - Cosa è successo?
-Io non so bene, ma una litigata piuttosto accesa tra Bill e vostro padre, io ho sentito del gran trambusto e poco dopo ho visto tuo fratello sotto la neve come un pulcino infreddolito, non ho chiesto spiegazione, posso solo dire che ora sonnecchia in poltrona, credo abbia la febbre.
Lauren entrò timidamente :
-Piacere, io sono Lauren, un'amica- fece la ragazza porgendo la mano.
-Prego entri pure signorina, venite- fece strada l'anziana.
Bill raggomitolato nella coperta sembrava essere più piccolo del suo metro e ottanta, Tom gli andò incontro, gli accarezzò amorevolmente la testa sussurrando:
-Bill sono qui.
Il ragazzo si ridestò faticosamente la testa gli doleva parecchio, un cerchio gli opprimeva le tempie, quando vide il fratello gli si buttò tra le braccia e esplose in un pianto disperato farfugliando:
-Diglielo tu, diglielo tu di quelle foto, a te darà ascolto, io non ho fatto nulla.
Tom rimaneva interdetto non capiva a cosa si riferisse Bill e quindi chiese spiegazioni.
-Il nonno, il nonno ha trovato la rivista con le foto- incalzò Bill senza smettere di singhiozzare- ha cominciato ad urlare e poi il papà, quando ha visto l'articolo ha urlato come un matto senza voler sentire nessuna spiegazione e mi ha buttato fuori.
-Siediti- fece Lauren cingendo a sua volta Bill nel loro abbraccio a sandwich - dai piccolo, adesso calmati e spiegaci bene.
Bill si accomodò nella poltrona e con calma cercando di dominarsi raccontò tutto al fratello e all'amica.
-Va bene, piccolo- fece Tom accarezzando la guancia del fratello- adesso vado da papà e vedo come va, cerco di chiarire la situazione, ma tu calmati- aggiunse con premuroso affetto stampandogli un sonoro bacio sulla fronte. Tom lasciò quelle quattro mura calde e accoglienti per rientrare a casa sua. Il suo viaggio durò pochissimo poco dopo suonò al campanello dell'anziana signora Schmitt; il suo viso era tirato, era veramente in collera, ma senza inveire cercò di dominarsi per suo fratello.
-Allora?- domandò sottovoce Bill con la speranza nel cuore che suo fratello maggiore, il suo caro cavalier servente che da sempre lo difendeva senza remore, portasse buone nuove.
-Dai, - sollecitò Tom cercando di dominarsi- andiamo, dobbiamo togliere il disturbo, la signora è già stata infinitamente paziente.
-Ma papà? Torniamo a casa? Hai spiegato tutto?- chiese con voce supplichevole il ragazzo.
-No, lasciamo perdere- fece una pausa per non partire con uno sproloquio e non dar sfogo alla rabbia. Voleva risparmiare a suo fratello di vedere tutti i suoi regali sparsi nel vialetto di casa: il padre aveva infatti preso da sotto l'albero i pacchetti facilmente riconoscibili del figlio e li aveva messi fuori dalla porta, non voleva avere più nulla a che fare con quel ragazzo, colpevole solo di essere particolare. Tom era rimasto sulla soglia e aveva ricevuto la sua dose di rabbia paterna con cipiglio fiero e quando il padre aveva dato i regali che erano destinati a lui e Lauren il ragazzo li aveva volutamente lasciati sulla porta.
-Mettiamoci in viaggio, la strada è lunga- tagliò corto Tom per evitare spiegazioni.
-Tom, io non mi metterei in strada per Amburgo, sarebbe da folli, vista poi la cera di cucciolo- rimarcò Lauren
-E' prevista molta neve per tutta la notte- spiegò la signora Schmitt, senza voler esser troppo invadente ma con un tono di saggezza.
-Allora andiamo in albergo dove avevamo prenotato- concluse Tom.
-Con Bill malato? Ha la febbre e conoscendo il piccolo cucciolo canterino, ha bisogno di un dottore e delle cura amorevoli.
-Quindi cosa proponi?- domandò Tom impaziente, non capendo proprio dove la sua Lauren volesse arrivare.
-Andiamo da mia madre- suggerì la ragazza.
-No, no, preferirei un plotone di esecuzione, lo affronterei anche senza benda- sussurrò Bill.
Tom e Lauren lo guardarono, piccolo, stretto nella sua giacca di pelle preferita e la coperta colorata sulle spalle come una vecchina e risero, nonostante tutto riusciva ancora a ironizzare su se stesso.
-Dai, scricciolo, mia mamma sarà contenta invece e la sottovaluti, sai? Sta facendo terapia ed è migliorata tanto.
-In effetti sta mattina è riuscita a farmi un complimento sui capelli "oggi non hai messo le dita nella presa di corrente, hai usato Rowenta plus per stirarli?"
-Vedi, è un bel complimento- sottolineò Lauren smorzando una risata sonora pensando alla faccia di sua madre mentre proferiva quella frase.
-Per poi rivolgere le sue attenzioni su piccolo Tom e chiedere simpaticamente, "quella coda di cavallo e di saggina o sono alghe del mar morto decolorate"
Lauren scoppiò a ridere, ora capiva da chi aveva preso la sua ironia.
-Comunque non vorrei rovinare la terapia se questi sono i suoi frutti.- disse flebilmente Bill
-Tranquillo, il dottor Körtig rimedierà se facciamo danni al suo equilibrio.
-Va bene andiamo da tua madre- sospirò Bill ormai arreso all'evidenza che fosse la soluzione migliore- posso?- fece rivolgendo uno sguardo sorridente verso la sua signora Nené.
-Lo sapevo che non avresti resistito e l'ho preparato qui.
Bill con gli occhi di un bimbo si avvicinò al piccolo gong che la signora Schmitt aveva posto per l'occasione sulla mensola dell'entrata e suonò il piccolo oggetto come faceva da piccolo e si sentì realizzato. Quel piccolo suono e il sorriso spensierato che aveva per qualche istante sfiorato le sue labbra carnose, fecero comprendere che forse il peggio era passato.
-Grazie, grazie mille, non lo dimenticherò mai- sussurrò Bill all'orecchio della signora Nené abbracciandola.

I tre, salutata la signora Schmitt, percorsero le strade innevate della città con prudenza, Bill sprofondato nel sedile riscaldato si assopì subito.
-Ciao mamma- fece Lauren sulla soglia dell'appartamento della madre che appariva piuttosto fredda.
-Coraggio entrate e tu Bill, muoviti, ti ho preparato il letto in camera di Lauren, se hai la febbre meglio non prendere freddo.
La signora Bart con estrema freddezza e rapidità organizzò da vero generale tutto. Come Lauren, diede prova di estrema efficienza e senza pensarci tolse giacca, camicia e pantaloni al ragazzo che non ebbe il tempo di controbattere, aprì il borsone in cui vi erano gli effetti personali del ragazzo e bofonchiando sul fatto che non vi era nulla di apparentemente simile ad un pigiama, vestì l'ammalato.
-Vado a chiamare il dottore- disse con tono arcigno- ti faccio portare una spremuta e del ghiaccio e se non l'hai ancora preso un antipiretico.
-Insomma capello rasta- aggiunse rivolgendosi a Tom che era rimasto impalato nel corridoio accanto alla porta della camera- datti da fare.
La macchina era stata messa in moto, come un sergente dell'esercito la signora Bart comandava e Lauren e Tom obbedivano, in poco tempo tutto era stato predisposto: Bill giaceva nel letto con supposta di tachipirina messa senza troppi complimenti, al solo piccolo accenno di "ma veramente" il ragazzo era stato rivoltato come un calzino e sistemato. A Tom e Lauren era stata offerta un frugale cena, poi era sorta una lunghissima disquisizione su chi avrebbe dormito nella camera degli ospiti:
-Mamma non essere ridicola, Tom ed io dormiamo insieme.
-Non qui sotto le mie mura- aveva tuonato la signora Bart
-Mamma insomma non sono più vergine da un bel pezzo- a quelle parole Tom era arrossito a dismisura e dopo il color gambero era subentrato un verdino pallido aspettando la reazione della signora Bart- Tom ed io dormiamo insieme è da un mese che non ci vediamo.
-Non se ne parla neanche- aveva urlato la madre.
-Mamma se fossimo andati in albergo avremmo dormito insieme.
-Fuori di qua fate quello che volete, qui comando io.
-Dai- aveva accennato Tom posando una mano sulla spalla alla ragazza, ma questo aveva sortito l'effetto di farla infuriare ancor di più e, scrollandosi la mano in malo modo, aveva aggiunto- tu stanne fuori.
Dopo infinite urla e rimostranze Tom si era accomodato accanto a Bill che sonnecchiava.
-Stanno urlando come aquile, sono io il motivo?- fece con una voce impastata il ragazzo.
-No, Lauren sta affermando il suo territorio e sta sputtanando il sottoscritto, se già sua mamma mi odiava ora sarà di più.
-Benvenuto nel gruppo, ti ricordo che io sono stato apostrofato con appellativi lusinghieri dalla signora Bart, non ultimo "invertito"- Bill sospirò, le parole che ritornavano sul suo conto erano sempre le stesse e se anche era da quando aveva circa tredici anni che le sentiva, ancora non si era abituato, sentirsele sputare in faccia da suo padre e suo nonno tuttavia era stato un duro colpo. Si riassopì in fretta per fortuna con suo fratello lì a vegliarlo un senso di protezione si diffuse nel suo corpo.
Infine la disputa fu risolta, il campanello come un gong aveva decretato la fine dell'incontro. Lauren aveva vinto.

-Scricciolo come va?- chiese Lauren- Oggi tuo fratello mi accompagna all'aeroporto, resterai solo con la mamma.
-Solo, solo?- chiese Bill con il tono da lattante che faceva in quei casi.
-Sì, solo solo, ma se fino adesso non ti ha mangiato, puoi stare sicuro.
-Lo so- proseguì con il tono lagnoso- ma ho paura, quando si mette in testa qualcosa è un caterpillar, un panzer d'attacco, insomma hai visto che pigiama indosso?
-Sì, bellino- commentò Lauren ridendo.
-Bellino?- Bill si tirò su un po' scoprendo le braccia- mio nonno porta dei pigiami più alla moda di questo, lo ha riesumato da quale scatolone della paura?
-Guarda la datazione al carbonio non è precisa ma direi, a occhio e croce, che risale ai tempi di Cro- Magnon.
-Gli stilisti DDR erano più alla page insomma- concluse Bill sorridendo.
-Credo lo abbia comprato con affetto, di solito le robe più brutte dell'universo sono le più pratiche e mia mamma è una donna sbrigativa che guarda alla praticità e non alla moda.
-Ragazzi allora- fece capolino la signora Bart con tono indagatore- Lauren non vuoi festeggiare prima di partire?
-Già è vero!- saltellò felice la ragazza- Bill visto che oggi finalmente hai un colorino verde pisello, dobbiamo festeggiare Natale. Non lo abbiamo ancora fatto, certo noi tre non abbiamo ancora aperto i nostri regali. Chiudi gli occhi.
La signora Bart e Tom allestirono lo scenario, trasportarono l'albero di Natale dal soggiorno alla camera, chiusero le finestre per fare buio. Lauren corse a vestirsi da Babbo Natale mentre la signora Bart, senza troppi complimenti ficcò in testa a Tom un ridicolo cappellino con delle renne ricamate e dei sonagli per fare l'elfo, mentre lei apriva il quadro portando un bellissimo centro tavola con le candele dell'Avvento accese per illuminare il quadro.
-Posso aprire gli occhi- fece curioso Bill che sentiva tanto trambusto.
-No- ululò ferma la signora Bart.
Bill si rifugiò sotto il piumone, impaurito come un bimbo di tre anni e quando la signora ritenne che tutto fosse perfetto diede l'ordine:
-Bene, Bill, ora puoi guardare.
Il ragazzo riemerse titubante dalla calda coperta, si tirò su a sedere un po' a fatica e rimase a bocca aperta. Tutto sembrava esser tornato al 24 sera, in quel momento non erano le dieci del mattino di domenica 28 dicembre bensì Natale.
Con lo sguardo il ragazzo percorse tutta la stanza poi vide entrare "Babba Natale" con un sacco pieno di doni:
-Ohi, ohi, qui c'è un piccolo bimbo che ha ricevuto tanti regali, ah ma allora è stato buono buono.
-Sì, sì- gioì il ragazzo applaudendo, poi vide meglio suo fratello e scoppiò a ridere- ti prego, Lauren dimmi che abbiamo una foto del piccolo elfo- fece con sforzo per non rimetterci l'anima dal troppo ridere.
-Ohi, ohi- fece Lauren che anche lei a stento tratteneva le risate- mi sa che il piccolo Bill rischia.
-Già, un'altra risata e ti riduco a "Farinelli voce regina"- minacciò Tom seccato mentre si toglieva il copricapo ridicolo che gli era stato infilato per poi rimetterselo subito quando vide lo sguardo torvo della signora Bart.
-Ohi, ohi- continuò la sua piccola recita Lauren Babbo Natale-certo immortalato ed entrato già nello screensaver del cellulare di Georg e nell'immagine personalizzata di chiamata di Gustav.
-La userò per gli auguri dell'anno prossimo- rassicurò Bill ridendo.
-Tu provaci e ti rapo a zero sta notte- minacciò Tom seccatissimo
-Uh- gridò Bill con voce supplichevole- signora Bart, signora Bart, Tom è cattivo con me- sottolineò con voce da poppante.
-Insomma bambini- redarguì con tono falsamente severo la mamma di Lauren- i gemellini basta bisticciare, Bill un cappellino c'è anche per te. Senza aspettare rimostranza alcuna infilò a Bill un cappello esattamente uguale a quello del fratello con un colore diverso. Il ragazzo arrossì, mentre il fratello con estremo sadismo immortalò la scena.
-Sarai contento piccolo Bill- aggiunse fiero Babbo natale.
-Ma io sono malato- fece con tono lamentoso il ragazzo sperando di sortire un effetto di pietà.
-Allora usciamo dalla camera e i regali li apriamo noi- disse in modo sbrigativo la signora Bart che cominciava ad apprezzare l'esser circondata da sua figlia e questi due singolari tipetti che mettevano di buon umore con i loro siparietti comici.
-No, no- fermò Bill la signora Bart che si stava allontanando- i regali li apro volentieri, è il cappellino che mi lascia interdetto.
-Su, su poche storie, Lauren, cioè Babbo Natale coraggio.
La signora lasciò il posto alla figlia che si sedette con il suo sacco ricolmo di doni accanto all'ammalato, mentre l'elfo Tom si accomodava sul lato opposto.
-Mamma dove vai?- chiese Lauren quando la vide allontanarsi.
-Sì signora Bart, si accomodi qui, sta facendo tanto per me- disse timidamente il ragazzo.
-Dovere- fece la signora Bart non mostrando i suoi veri sentimenti e rimanendo in piedi ai piedi del letto a guardare i ragazzi.
-Oh, oh il primo regalo- disse la ragazza tirando fuori un pacco cilindrico per Bill. La carta aveva delle buffissime renne stilizzate che cantavano con in mano uno spartito, un fiocco vistoso con un campanellino chiudeva il tutto.
-Questo immagino sia il regalo chic-Kich- disse il ragazzo prendendo il pacchetto con un largo sorriso.
-No- assicurò Lauren- made in Versace boutique.
-Se "versacci boutique"- rise Tom divertito conoscendo il contenuto.
Bill scartò con attenzione il regalo senza rompere la carta, sapeva che Lauren l'avrebbe tenuta per fare dello scrapbooking, quindi fece molta attenzione per evitare di essere cazziato.
-Oh, mio Dio che cos'è?- lo guardò il ragazzo perplesso, la madre strabuzzava gli occhi, non capiva come si potessero spendere dei soldi per oggetti stupidi e incomprensibili. Mentre Bill voltava e rivoltava quel maialino rosa di plastica toccò un pulsante e uno strano rumore tra un grugnito e un phon rotto ruppe il silenzio. Il ragazzo comprese e cominciò a manifestare tutto il suo apprezzamento.
-Forte, mitico un maialino asciuga unghie, una stronzata figa da paura, veramente ignorante!- con un abbraccio stritolò la ragazza stampandole un bacio sulla guancia.- Mi divertirò un sacco a farmi le unghie sul bus del tour, userò sempre il maialino è adorabile.
-Bill, sappi c'è già una mozione, firmata dal 90% della troupe, il maialino non sale! Se Gustav ti vede con un coso del genere te lo lancia al chilometro zero da Amburgo!
-Perché è carino!- protestò Lauren prendendo il mini phon maiale e spruzzando aria sul volto del ragazzo che glielo strappò di mano scherzosamente e sventolò i capelli del fratello che per la debolezza non riusciva a difendersi.
-Lo puoi usare come phon!
-Ma dai, mi fa il solletico- reagì lentamente Bill ridendo.
La signora Bart guardava senza commentare, cominciava ad apprezzare l'allegra comitiva.
-Questo è per te cucciolo rasta, oh oh- fece Lauren porgendo un altro cilindro gemello. La carta rappresentava delle renne rockettare. Tom con meno attenzione scartò il regalo non prima di aver commentato la fattezza del pacco che faceva presagire un altro strano animale phon.
-Made in "dolce e savana"- commentò Bill che questa volta sapeva dove voleva arrivare Lauren.
-Mamma, no comment- precisò Lauren- abbiamo deciso di farci dei regali ignoranti e stupidi questo Natale, quindi...
-No, no sto apprezzando, il maiale phon è carino- dichiarò con tono scettico la signora Bart
Tom cominciava a sudare freddo con un cilindro di cartone nero in mano dopo il commento di Lauren stava iniziando a presagire qualcosa. Estrasse quindi lentamente delle mutande boxer strech di microfibra rosso fuoco con nel centro un coccodrillo vestito con un cappellino da Babbo Natale e una lente di ingrandimento che commentava "Oh Oh Oh" mettendo in dubbio le dimensione degli attributi.
Tom avvampò non comprendeva se era per rabbia o per l'imbarazzo quando la signora Bart vide il disegno.
-Ma sei fuori- fu il commento laconico di Tom, mentre Lauren si avvicinò al ragazzo tendendogli le labbra per un bacio fugace
-Dai a capodanno il rosso è di rigore-asserì con sadismo la ragazza.
-Sì, sì così questa volta non potrai presentarti in boxer alla festa, dovrai per forza vestirti!- fece trionfante Bill battendo il cinque a Lauren mentre la ragazza sotto lo sguardo vigile di sua madre riceveva il bacio casto di Tom ancora in fase gambero rosso.
-Tocca me, tocca me- disse Bill estraendo dal sacco il regalo per Lauren.
Un pacchettino con dei piccoli gattini bianchi e grigi che addobbano un bellissimo albero di Natale era la splendida carta che avvolgeva il regalo della ragazza. Lauren osservò il disegno e commentò subito entusiasta.
-Adoro questa carta, Bill mi conosci alla perfezione.
Il ragazzo sapeva sempre come renderla felice anche solo dal pacchetto, con estrema cautela Lauren scartò il regalo e in una scatola quadrata apparentemente innocua ne uscì una cosa appariscente con fiori di plastica tipo mini telo da doccia poi un piccolo beccuccio.
-Si gonfia- suggerì Bill.
Lauren allora allargò meglio quel telo e capì- una mini piscina, ma Bill io non gioco più con le Barbie.
-Uffi no- si inalberò il ragazzo guarda meglio.
Due piccole orme di piedi al centro della base della piccola piscina fecero comprendere alla ragazza.
-Un catino gonfiabile e portatile! Per fare il pediluvio dove voglio!
-Esatto, alla nostra dolce ballerina dai piedi sempre così rovinati.
-Ma è bellissima!
-E' una delle cose fiorite più terribile che abbia mai visto- commentò Tom ancora offeso.
-Certo fa molto Lauren- rise felice Bill
-Cucciolo è un regalo adorabile.
-Bene- disse la signora Bart alzandosi- ho visto abbastanza, vado a fare un tè abbiamo preparato dei biscotti per l'occasione.
-Oh, no aspetti- intervenne Bill con forza-c'è un regalo anche per lei- poi chiese con l'ingenuità e la spontaneità che lo contraddistinguevano- che biscotti sono?
-Quelli tristi senza nulla che Lauren ti ha fatto ad Amburgo- fece ancora con tono scontroso Tom che non digeriva il coccodrillo con la lente d'ingrandimento sul davanti.
-Uhm- fece un po' deluso Bill- comunque da parte mia ecco.
Il pacchettino era una semplice busta dorata con un ramo di agrifoglio leggermente colorato.
-Non è kich- la rassicurò Bill- mi sono informato, dovrebbe piacerle, oddio almeno spero, se non ho capito male i suoi gusti architettonici.
-Oh, complimenti, ottima scelta Arch+ mi mancava- la signora Bart rimase molto stupita da quello che teneva in mano, non se lo sarebbe mai aspettato da un ragazzo che fino a quel momento considerava carino sì , ma un po' vuoto, insipido e senza cultura.
-Grazie- rispose sorridendo timidamente il ragazzo.
Le sue parole nascondevano una profonda emozione, quei due ragazzi che ora sedevano sul letto di sua figlia e che tante volte avrebbe voluto uscissero per sempre dalle loro vite in realtà stavano riservando molte sorprese. Tom era gentile e servizievole, senza gli fosse richiesto svolgeva molte faccende di casa, aveva cambiato le lenzuola di suo fratello quando questi aveva rovesciato l'aranciata, in piena notte, le aveva messe ammollo per evitare che la macchia si incrostasse, poi aveva fatto la lavatrice la mattina seguente. In quei giorni aveva messo in luce tutto il suo amore fraterno quando in piena notte Bill chiedeva in lacrime "voglio il mio papà", sempre riusciva a calmarlo e trovava tutte le parole gentili per rassicurarlo. Aveva poi preso in mano l'organizzazione della festa di Capodanno che stava organizzando Bill attenendosi a tutte le cose che aveva già preventivato il fratello anche se alcune non le gradiva. Con Lauren poi si dimostrava attento, gentile, servizievole e molto paziente. Insomma il ragazzo che apparentemente sembrava un troglodita maschilista fermo ai tempi delle caverne sotto la maglietta XXL era l'esatto opposto.
Quando si allontanò sentì dalla camera della figlia uscire mille risate, i tre ragazzi scherzavano e gioivano per regali ridicoli e divertenti che dimostravano grande affetto tra di loro. Un sacco enorme con altri pacchi giaceva in una angolo del corridoio, erano i regali che erano stati banditi da casa Kaulitz. Lauren li aveva raccolti asserendo "Per rispetto alla serpe Lotti che compie gli anni, non è bello che i suoi ospiti facciano lo slalom tra i pacchetti rifiutati."
- Tesoro- fece capolino la testa della signora Bart nella camera della figlia- è ora di andare, meglio partire con anticipo visto il tempo, se trovate neve sarete rallentati.
-Sì, mamma- rispose sorridente Lauren-ti lasciamo in custodia cucciolo.
-Adesso Bill deve mangiare perché deve prendere l'antibiotico e fare l'aerosol- dichiarò perentoria la signora.
-Ma così presto- tentennò il ragazzo sprofondando tra le coperte- io non ho fame- aggiunse debolmente.
-Su, su non si discute, ormai lo sai- fece la signora Bart con cipiglio autoritario
-Quattro cucchiai almeno- dissero in coro Tom e Lauren
-Oibò e voi due mi prendete in giro?- esclamò alterata la donna - via, via, andate- li rimproverò cacciandoli fuori dalla porta della camera.
Bill rimase solo, la signora Bart però fu estremamente paziente e premurosa, lo fece mangiare scambiando quattro chiacchiere sull'abbonamento che il ragazzo le aveva regalato, sulla doccia colorata dell'appartamento in Normandia e altri argomenti, poi il ragazzo febbricitante sprofondò in un sonno profondo. Verso le quattro, Tom non era ancora tornato, la casa giaceva avvolta nel più completo silenzio, Bill si destò per un bisogno urgente, lasciò il letto e si diresse in bagno. La signora Bart lo sentì e subito accorse, i due si ritrovarono in corridoio.
-Tutto bene- fece premurosa la signora accogliendo il ragazzo tutto scarmigliato e sudato che sia avvicinava al bagno.
-Sì, devo fare la pipì- asserì ingenuamente come un bimbo piccolo.
-Bravo
-Ma che cos'è quel sacco?- chiese Bill vedendo una borsa di carta piena di pacchetti.
-Nulla, cianfrusaglie da dare ai poveri.
-Ma riconosco quei pacchetti- fece il ragazzo avvicinandosi al sacco.
-No, impossibile- tentò di sviare la signora Bart.
-Quello è uno dei pacchetti che ho fatto io- affermò perentorio il ragazzo
-No, no gli somiglia, si somigliano tutti questi pacchetti di Natale- assicurò la donna prendendo in mano il sacco per portarlo via.
-Ho capito il papà non li ha voluti- disse amareggiato Bill entrando in bagno.
La signora Bart ebbe un moto di tristezza, la frase e il tono con cui era stata proferita nascondevano un infinito dolore, prese il sacco e lo mise lontano dalla vista di Bill.
-Signora Bart- fece il ragazzo uscendo dal bagno- me li darebbe lo stesso?
-Perché vuoi rattristarti?- chiese non nascondendo un po' di timore nella voce.
-Non so?- disse il ragazzo confuso
-Ho un'idea piccolo, vieni, siedi sul divano e aspettami.
La signora Bart prese una bella coperta avvolse il ragazzo, lo fece accomodare sul divano, gli mise un cuscino dietro la testa e poi disse:
-Pronto in prima fila.
Bill la guardò dubitativo mentre armeggiava davanti ad un caminetto sommessamente acceso.
-Perfetto- si sedette accanto al ragazzo e gli passò il primo regalo- se fa schifo, puf, lancio e ne ammiriamo gli effetti pirotecnici nel fuoco, ti va?
-Mi sembra un ottimo modo- asserì soddisfatto Bill, quella donna accanto a lui non poteva essere la mamma di Lauren, così attenta, premurosa e gentile.
-Ecco il primo regalo- la signora Bart gli offrì un pacchetto commentando- allora io ti faccio notare la stupenda fattura, è chiaramente un libro poiché c'è una piccola etichetta con "Libreria dell'angolo" la carta rossa e oro a righe ci fa dedurre che è stato scelta con cura, amore e affetto, il fiocco con nastro di terz'ordine poi.
-E ora direi che devo scartarlo con cura, la carta in effetti è preziosissima, lei dice che Lauren la vorrebbe?
-Non penso, il camino però, guarda, langue.o-
Bill strappò la carta con la poca forza che aveva, prese i brandelli e li gettò con forza poi lesse il titolo ad alta voce con una voce quasi rotta e un sorriso forzato.
-"Manuale per unghie perfette".
-Oh, ma che simpatico regalo- commentò con tono acido la signora Bart sapendo che quello che poteva essere un libro innocuo era una accusa al ragazzo.
-Lei se la immagina la scena io che apro davanti a tutti questo regalo, che bel pensiero per mettermi a mio agio, che bel Natale avrei trascorso- fece sospirando con una lacrima che faceva capolino dagli occhi.
-No, Bill tu non sei entrato bene nell'ottica di questo momento, stiamo aprendo i regali non come se fosse il giorno di Natale con i tuoi amici e parenti, ma come " guarda che bello spettacolo pirotecnico"- indicò il fuoco dove bruciava la carta regalo.
-Bene-il ragazzo prese il libro, lo sfogliò distrattamente cercando la forza per non piangere e poi lo passò alla signora Bart- prego, vediamo che belle fiamme colorate fa.
-Sicuramente french manicure.- il libro fu gettato nel fuoco sotto un ciocco che ormai si stava spegnendo accolto da una risata sommessa del ragazzo.
-Mi dia il secondo regalo- fece Bill allungando con un sorriso la mano- sono pronto per ricevere la seconda bordata.
-Perfetto vedo che sei entrato nello spirito del getta anche tu il regalo nel camino, pronto per questo.
- Il pacchetto è leggero, piccolo incartato con poca cura nei dettagli, la carta è deprimente
-Certo deprimente, ma nei pacchetti piccoli ci sono bellissime e preziose gemme, mai sottovalutare.
-Dubito in un rolex d'oro
-Magari made in china town in tolla dorata
-Uh perché no, di classe.
Il ragazzo scartò lentamente il pacchetto e si ritrovò una scatola di fazzoletti con una B di Bill.
-Splendidi- esclamò il ragazzo- per un ottuagenario sono l'ideale- ne prese uno lo aprì e lo guardò.
-Bill sottovaluti la fattura di questi fazzoletti, sono di cotone, morbidi come la carta abrasiva, la B poi ricamata molto finemente da una super macchina da cucire made in Korea.
-Eh, la classe non è acqua- il ragazzo ne prese uno e ci soffiò dentro rumorosamente-
-Ottimo vedi che hai uno stile insuperabile e hai capito- fece la signora Bart con un largo sorriso allungando la mano- posso?
-Certo fece il ragazzo allungando la scatola, prego si serva.
La mamma di Lauren prese un fazzoletto e ci soffiò il naso rumorosamente cosa che fece ridere il ragazzo poi guardandosi all'unisono appallottolarono i due fazzoletti e li lanciarono nel fuoco dove ardeva il libro e dove il ciocco di legno si era rianimato scoppiettando.
-Canestro- esultò Bill con una lacrima che gli rigava la guancia.
-No io ho sbagliato - la signora Bart si alzò per raccogliere il fazzoletto e notò il volto del ragazzo, si sedette accanto a lui lo abbracciò e con il terzo fazzoletto gli asciugò le lacrime- non fare così piccolo, ci sono tante persone che ti vogliono bene ricordalo sempre, vedrai anche il tuo papà cambierà idea, se ce l'ho fatta io, possono cambiare tutti.
A quelle parole il ragazzo scoppiò in un pianto dirotto affondando la testa nel petto della signora.
-Lo so che non è una grande consolazione ma tu l'avresti detto che un giorno io avrei potuto abbracciarti?
-No- disse sommessamente il ragazzo piangendo incontrollato- voglio la mia mamma, voglio il mio Tom.
-Guarda fra poco arriva, vedrai, su calmati, sono sicura che c'è un bel regalo qui in questo sacco.
La signora Bart senza lasciare il ragazzo prese un pacchetto bello e colorato con una carta spiritosa e molto natalizia e lo scartò.
-Guarda!- dei bellissimi guanti, oddio non li metterei mai, ma so che sono nel tuo stile.
Bill staccò la sua testolina dal grembo della signora Bart e si voltò, prese i guanti e li osservò, poi se li infilò.
-Deve essere la signora Jemann- fece il ragazzo sospirando- sono belli, mi piacciono.
Questo regalo invece di placare le lacrime le alimentò.
-Come può- disse tra le lacrime il ragazzo- una signora che mi conosce da pochi mesi capire perfettamente i miei gusti e coloro che mi conoscono da anni farmi così male.
La signora Bart non rispose, anche lei aveva avuto tanti problemi con sua figlia.
-Non giudicare, tuo padre e tuo nonno, ti prego, lo sai guardami, io dopo la perdita del mio bambino non mi sono più ripresa, sono ricaduta spesso nel tranello di chiudermi nel mio dolore e di prendermela inconsciamente con chi mi stava accanto, lo sai ben Bill.
I due rimasero abbracciati senza parlare per dei lunghi momenti, la signora accarezzava la schiena del ragazzo accoccolato sulle sue ginocchia e il volto nascosto nel grembo per nascondere le lacrime sempre più copiose. Tuttavia pian piano Bill ritrovò la calma, la febbre era risalita e la stanchezza aveva preso il sopravvento addormentandosi tra le braccia della mamma di Lauren.

-Bill- sussurrò dolcemente Tom all'orecchio del fratello.
-Uhm, sei tornato finalmente- Bill buttò le braccia al collo del ragazzo.
-Dai torna a letto.
Bill si lasciò condurre placido nel letto di Lauren, la febbre era scesa un po' e il ragazzo aveva guadagnato in lucidità, Tom comprese che era il momento per raccontargli cosa era successo solo poche ore prima.
-Sai oggi mi ha chiamato la signora Jemann- fece timidamente sperando di non sconvolgere troppo il fratello che appariva pallido e stanco.
-Uhm- si limitò il ragazzo
-Voleva parlare con te, ci tiene tanto, mi ha supplicato di chiamarla.
-Veramente io- disse titubante Bill.
-Lo so le ho spiegato che hai la febbre alta e non stai bene, ma ha insistito tanto, ha detto che deve dirti alcune cose che probabilmente di daranno un po' di sollievo.
-A te ha accennato qualcosa?- chiese con tono supplichevole il ragazzo.
-Sì ed è importante, cioè ti farà piacere.
-Il papà
-No- lo interruppe subito Tom- ma ti farà piacere lo stesso, fidati.
-Se lo dici tu, mi fido, fammi il numero.
Tom compose il numero poi diede il telefono al fratello.
-Pronto- disse flebilmente -sono Bill
-Come mi fa piacere sentirti, quando siamo rientrati e non vi abbiamo trovato ci è sembrato strano, ma poi sono arrivati gli amichetti di Lotti e quindi non abbiamo avuto il tempo di indagare.
-Come è andata la festa?- chiese con estrema gentilezza Bill.
-Dopo te lo faccio raccontare direttamente dalla piccola peste.
-Ma mi vuole parlare?-fece stupito il ragazzo.
-Vorrei essere vicino a te in questo momento- disse la signora Jemann con lieve imbarazzo-mi dispiace per quello che è successo con tuo padre e tuo nonno, non ti prometto nulla, ma io sto lavorando per far tornare la pace.
Vi fu un attimo di silenzio, Bill aveva il cuore che gli batteva forte forse sperava ancora che in quella telefonata suo papà finalmente avrebbe voluto parlargli.
-Bill, volevo ringraziarti per il regalo stupendo che mi hai fatto- la signora Jemann pareva molto scossa e con la voce rotta dalla commozione- quando ho visto che sull'albero pendeva un bigliettino con una piccola mappa per cercare un tesoro ho subito capito che non poteva che essere il tuo regalo-la signora fece un'altra lunga pausa poi continuò- insomma cristallo di Praga, un pezzo unico su commissione, stupendo, un pensiero così delicato.
-Le è piaciuto?- sussurrò Bill con una lacrima che solcava la guancia.
-Piaciuto? È il regalo più bello che abbia mai ricevuto, questo laghetto con i cignetti, quello con la crestina e l'altro con le piumine arruffate poi. Insomma la famigliola di cignetti è stupenda, papà, mamma con rispettivamente i pulcini gemelli dietro al papà e i due pulcini uno maggiore e quello piccolo sotto l'ala sono stupendi. La rappresentazione della famiglia felice.
-Mi dispiace tanto- disse Bill con la voce rotta.
-Tranquillo, non piangere, vedrai ti prometto, con il tuo papà farai pace, ora ti passo Lotti.
-Ciao Bill- fece la ragazzina timidamente.
-Ciao- rispose il ragazzo con un filo di voce. Poi un breve imbarazzante silenzio, finché Lotti riprese.
-Bill, la festa grazie a te è stata fantastica, i miei amici si sono divertiti un mondo, l'ambiente che poi hai preparato era fantastico. Una stanza piccolissima trasformata in una gigantesca discoteca.
-Ti è piaciuto- sussurrò il ragazzo ancora commosso.
-Piaciuto?- la ragazzina fece una pausa- scherzi? Fantastico, senza parole, mi avete fatto mille regali, il maxi schermo al plasma, la wii, aspetto Tom per sfidarlo con la guitar hero, voglio giocare con te al karaoke- la ragazzina mentre diceva questo stava piangendo- io sono stata perfida con te, mentre invece tu sei stato splendido, il regalo di Natale poi, con la mappa per cercarlo per tutta casa. Io adoro le rane, e il gruppo musicale di ranocchie che canta, semplicemente stupendo.
-Allora tutto bene la festa? Anche Marcus?
-Splendido, la collezione di cd e quello con il piccolo post it che mi hai lasciato...
-Ha funzionato?- domandò il ragazzo
-Sì- sussurrò imbarazzata Lotti.
-Stupendo- esclamò Bill contento.
-Già, sarai un fratellastro maggiore grandioso, se mi vuoi perdonare, sono stata orribile, odiosa, antipatica, inaffrontabile, non so come tu abbia potuto sopportarmi l'altra volta, mi dispiace tanto.
-Ho dimenticato tutto.
-Sai la mamma ha scoperto il sito "kill Bill Kaulitz" e si è infuriata, ma l'ho chiuso, giuro non ci scrivo più e quella stronza di Magdalene e la sua gang sono patetiche.
-Non preoccuparti, piuttosto, parliamo di Marcus, come fratello maggiore sono molto geloso, voglio conoscerlo e potrai uscirci solo se lo approvo io, ma
-Il bacio è stato stupendo.
-Ahi, mi sta già sulle palle questo Marcus, davvero è stato stupendo?
-Sì il mio primo bacio, è stato carino e poi mi ha detto che anche per lui era il primo bacio cosa tenera non trovi? Non è un troglodita come Tom.
-Già non è un troglodita, ma vediamo di non sviare il discorso da fratellastro devo metterti in guardia.
-Sì, sì lo so come sono fatti i ragazzi.
-Ah, sì?- domandò curioso Bill
-Sì tutti uguali. Sai, domani vado da mio papà a Berlino, lo rivedo dopo tre mesi, sono felicissima, ma com'è?
-Cosa?- domandò Bill.
-Sì, be' insomma avere i genitori divorziati.
-Dura, ma dei lati positivi ci sono, guarda, hai guadagnato due fratelli.
-Già
-Anzi ti dirò di più, il primo di gennaio siamo ospiti di trl a Berlino per un piccolo live in studio, ti va di venire?
-Cosa? Dici sul serio?- fece Lotti esultante.
-Sì, ascolta io sono un po' rinco, ma ti passo l'altra metà del mio cervello e organizziamo tutto.
-Davvero?
-Ah, ma a te fanno cagare i Tokio Hotel, scusa- soggiunse Bill scherzando.
-Già è una band di sfigati, però, sai, un giretto e poi sono già a Berlino, non sono mai stata in uno studio televisivo, ma tu credi che possa urlare come una bimba minkia?
-Certo ci sarà anche Lauren e voglio sentire solo le vostre urla.
-Figo, chiedo alla mamma e al papà, passami il secondo fratello maggiore così definiamo i dettagli, sono già gasata, non vedo l'ora, così potrò abbracciarti e riempirti di baci di persona, ti farò vedere le foto della festa.
-Sì, sì, non vedo l'ora, bacio- concluse Bill molto provato da quella forte emozione.
-Anche io- concluse Lotti con la voce rotta dall'emozione.
Entrambi i ragazzi avevano le guance rigate dalle lacrime, una gioia mista a malinconia e tristezza, Bill era in parte tranquillo, tutto si sarebbe messo al meglio, ora era pronto a guarire per poter cantare al meglio per la sua sorellina.


-Bene ragazzi, allora buon viaggio.
-Signora Bart, come posso ringraziarla- disse Bill abbracciando la mamma di Lauren
-Vero, grazie di tutto, è stata come una mamma paziente con Bill che è una lagna senza eguali- commentò Tom.
-Mi raccomando, fai ancora per qualche giorno l'aerosol, mangia per rimetterti in forza e sta sera non strafare!- la signora Bart fece queste raccomandazioni con il cuore colmo di gioia, aveva trascorso alcuni giorni con i due gemelli e si era affezionata moltissimo, il loro rapporto era ormai cambiato.
-Signora- aggiunse Tom ricordandosi improvvisamente- le lenzuola che ho messo a stendere dovrebbero essere asciutte, mi dispiace lasciarle da stirare e lavare gli asciugamani.
-Non preoccuparti, fra qualche giorno viene la signora Tatiana, mi aiuterà lei.
-Comunque l'aspirapolvere l'ho rimesso nello sgabuzzino, spero di aver arrotolato bene il filo- si difese Tom titubante.
-Oh, sciocchezze, scusa mi avrai preso per una pazza- fece sorridendo imbarazzata la signora- è una mania, ma sai- si difese la signora- nello sgabuzzino se tutto non è rimesso come deve crolla tutto.
-Dovrebbe essere tutto sotto controllo- confermò Tom in tono rassicurante.
-Tranquillo al massimo verrò attaccata da un tubo di gomma dell'aspirapolvere.
-Signora aggredita in circostanze misteriose- disse Bill come un annunciatore del TG- i segni sono inequivocabile, l'aspirapolvere si è risvegliato e ha aggredito la donna.
-Il colpevole del risveglio del mezzo è sconosciuto- incalzò Tom sorridendo.
-Si sospetta un giovane chitarrista di un gruppo famoso idolo delle teenager- concluse la signora Bart ridendo- tracce del suo passaggio sono state ritrovate nell'appartamento, un paio di boxer verde pisello sono la prova schiacciante.
-Oddio che vergogna- esclamò rosso Tom- Lauren la strozzo.
-Non preoccuparti tuo fratello è quello le cui terga ho ammirato di più.
-No, la prego non me lo ricordi- fece Bill arrossendo a sua volta.
I tre si abbracciarono facendosi gli auguri di buon anno. Mentre Bill prendeva posto in macchina disse:
-Chi l'avrebbe mai detto che la signora Bart ci avrebbe mai trattato così, è stata dolcissima, mi ha curato con amore, avrò sofferto tanto per ciò che è successo a casa, ma ho acquistato una terza mamma.
-Sì, dopo la signora Jemann anche la signora Bart ti adora- comunque appena vedo Lauren sta sera la strozzo, sono offesissimo.
-Su, su Tom Brontolo, dai gas, dobbiamo arrivare ad un orario umano, io devo fare il restauro.
-Già, l'impalcatura a istrice richiede tempo, cancellare poi quelle due Sansonite sotto gli occhi ci vorrà tutta l'abilità di Matt.
-Ah, ah- ribatte offeso Bill- vorrei vedere te quattro giorni di febbre alta.
-Dai dai, piccola piaga- concluse sorridendo Tom mettendo in moto l'auto e partendo per rientrare a casa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 12

-No signorina lei non ha capito io devo salire sull’aereo- Lauren era al check-in dell’aeroporto e discuteva animatamente- il volo è fra un’ora ho tutto il tempo.
-Mi dispiace ma mancano 45 minuti all’imbarco e ormai per motivi di sicurezza non posso farle il check-in
-No, la prego, è vero che sembro un’invasata, mi dia due minuti in una toilette e torno una persona normale come nella carta d’identità, se proprio lascio qui il bagaglio a mano, se questo è il problema, viaggio così, nature.
-No, il problema non è il bagaglio, né la coroncina o il trucco, abbiamo chiuso le operazioni.
-Senta, oggi è l’ultimo dell’anno, lo capisco, lei è qui a lavorare e vorrebbe essere con gli amici, è fidanzata?
-Sì.
-Perfetto allora può comprendermi, il mio fidanzato mi aspetta è il nostro primo Capodanno insieme, io ho lavorato fino adesso grazie ai miei cari colleghi, la prego.
-Io la capisco signorina, vedo quello che posso fare.
-La ringrazio.
L’hostess fece un paio di telefonate, Lauren era in trepidazione, ma nulla, fu tutto inutile.

 

-Tesoro camion di merda secca- esordì Lauren con ironia, ma con una voce tremante.
-Che c'è fragolina? Manca un'ora al decollo non dirmi che sei intrappolata nel traffico.
-No, peggio sono in aeroporto, ma niente check-in.
-Come niente check-in?
-Già dicono che per motivi di sicurezza bisogna arrivare almeno due ore prima.
-Ma tu non hai neanche il bagaglio.
-Già e devi vedermi, sono truccata e con la coroncina del fiocco di neve dello Schiaccianoci in testa, una pazza.
-Ma sei sicura, hai insistito?
-Sì- Lauren scoppiò in lacrime, le aveva trattenute a lungo- sì, vi ho anche prostituito- ironizzò.
-Prostituito, in che senso?
-Sì, ho detto alla hostess che se aveva una nipote, una figlia adolescente Bill sarebbe stato certamente lieto di renderla felice.
-Sì certo, hai fatto bene ma a quanto pare il fascino del deficiente non ha sortito nessun effetto.
-Già, ho tentato tutte le strade, l'hostess è stata così cortese e si è adoperata molto, ma nulla da fare.
-Quindi?
-Quindi, sono qui, e tu sei lì.
-Bel Capodanno
-Vero, bel Capodanno- fece Lauren asciugandosi le lacrime- almeno tu sei ad una festa, sento musica e risate, io sono qui come una allocca in tutù, ho il trucco colato e mi guardano tutti.
-Che si fa?- fece Tom con voce titubante mentre aveva raggiunto un luogo del locale più appartato senza musica alta e vociare festoso.
-Prendo il primo aereo disponibile domani mattina.
-Va bene.
Tra i due ragazzi vi fu una lunga pausa, dovevano raccogliere le idee, poi Lauren attaccò:
-Dai, cucciolo rasta festeggeremo il nostro capodanno con orario tarato su New York che ne dici, basterà immaginarsi a Time Square.
-Sì, certo e poi a mezzanotte ci telefoniamo e ci baciamo sotto il vischio per telefono, tanto abbiamo anche il video, sì oppure ci troviamo su skype.
-Sì, sì.
I due ragazzi fecero ancora una breve pausa, la prospettiva non era particolarmente allettante ma meglio di niente, la delusione aveva preso il sopravvento e lo sconforto si stava facendo strada e si sfogava sul volto di Lauren con due grosse lacrime.
-Che aereo prenoto? Berlino o Amburgo?
-Ok domani dobbiamo essere a Berlino verso le 13 quindi abbiamo la macchina che ci passa a prendere tassativamente alle 10.
-Porca paletta Bill come lo svegli a sassate?
-Più o meno, mi sa che non andiamo neanche a letto, ci conviene se ci appisoliamo è fatta, non ci svegliano neanche a cannonate.
-Prendo quindi l’aereo che arriva alle 9 così c’è un po’ di margine.
-Sì, direi che è perfetto.
-Vado a comprarlo ci sentiamo fra un po’ ti aggiorno- il tono di Lauren era alquanto demoralizzato, ma tentava di farsi forza, si avviò mesta verso l’ufficio dell’Airfrance, era chiuso ovviamente ciò rattristò ancor più la ragazza che in lacrime telefonò a Leonor che nel taxi che l’aveva accompagnata stava tornando in città. Rapidamente la ragazza rassicurò l’amica.
-Tranqui Lauren, ritorno in un batter d’occhio.
Le due amiche si organizzarono, Lauren sarebbe andata a festeggiare con l’amica il Capodanno a casa di Sylvie e da lì con il pc, comprato un bel biglietto d’aereo.

Lauren vestita in tuta da ginnastica si presentò alla festa. Così vestita si sentiva un pesce fuor d’acqua, guardando tutte quelle persone Lauren fu colta da una profonda malinconia. Leonor e Sylvie le sue amiche di sempre, ora che frequentavano l’Università, avevano allargato i loro orizzonti e avevano conosciuto un’infinità di persone. Lei, chiusa tra le quattro mura dell’Opera vedeva sempre le stesse persone super giù, parlava solo con i suoi amici storici Paul e Gregory  che le erano rimasti fedeli da sempre, mentre con le ragazze faceva fatica ad avere un rapporto, soprattutto dopo l’esame del 29 dicembre con cui era diventata Coryphée. Come Sylvie Guillem e Aurelie Dupont la sua carriera era fulminante e questo le attirava inimicizie e invidie. Ora poteva vedere con i suoi occhi i sacrifici che stava facendo per raggiungere il suo scopo, diventare una prima ballerina o magari una étoile.
Nella sua tuta luccicante nera e con la crocchia ancora acconciata guardava Sylvie che intratteneva i suoi ospiti con molta allegria e sicurezza, la vedeva flirtare con un suo compagno di corso mentre un altro le faceva una corte spietata. Leonor anche aveva invitato dei suoi compagni di corso e con loro si dimostrava come sempre aperta, scherzosa, sapeva come raccontare mille aneddoti divertenti, Lauren si teneva in disparte, era stanca per aver ballato,  era contrariata per aver perso il volo e non essere con i ragazzi a festeggiare. Un pensiero fosco la colse, forse sarebbe stato meglio cercare di allargare le sue amicizie e non limitarsi, forse avere un ragazzo vicino a sé l’avrebbe aiutata, cercare un sostegno pronto per ogni evenienza appariva la soluzione più comoda. Prese il cellulare e si mise in disparte sul balconcino di ferro battuto nero che dava sul viale alberato semi deserto, lo aprì la foto di lei, Bill e Tom apparve sullo schermo, scorse la galleria fotografica e quelle che vide non erano le foto dei Tokio Hotel bensì quattro ragazzi tedeschi che lei adorava. Quello con la coda rasta sempre incappellato poi era particolarmente carino, no, anche se erano lontani kilometri e le loro carriere richiedevano sacrifici, quelli erano i suoi quattro adorati amici. Il suo cucciolo tinto e il suo piccolo pastore bergamasco erano punti fissi, fece per inoltrare la chiamata al suo Tommichou quando fu interrotta.
-Vuoi?- un ragazzo dalla bellissima chioma nera e con due occhi verdi smeraldo si avvicinò alla ragazza offrendole una sigaretta, sicuro del suo fascino. Lauren, in effetti rimase abbagliata, le si era incarnato davanti ai suoi occhi il principe azzurro dei suoi sogni, balbettando come una stupida Lauren rispose timidamente.
-No, no gragrazie.
-Tutti si divertono qui tranne te.
Lauren era ammutolita, di solito era spigliata ed estroversa, sapeva sempre come trattare con i ragazzi, ma quello era diverso, emanava un fascino particolare, raffinato nella sua giacca nera di seta cotta traslucida, camicia nera gessata leggermente aperta su  un petto e su delle spalle muscolose e ampie. Il jeans di classe scendeva morbido mentre le scarpe di fattura italiana concludevano il quadro.
-Già- fu la risposta monosillabica della ragazza.
-Ma dobbiamo divertirci, oggi è la fine d’anno.
-Lo so- Lauren a poco a poco ritrovò lucidità, l’aria fresca della sera e le zaffate di fumo della sigaretta la rianimarono.
-Mi presento sono Colin.
-Piacere La…
-So chi sei una ballerina dell’Opera, Lauren Bart.
-Ah, quale onore, mi sono distinta subito, certo tutti avranno pensato che sfigata questa qui che ha dovuto lavorare fino a tardi e ora si presenta qui agghindata a quel modo, ma un vestito decente nella borsa ce l’ho, ma non ho voglia di cambiarmi?
-Leggo nei tuoi occhi che vorresti essere altrove- quella semplice frase fece vacillare la ritrovata sicurezza di Lauren, come poteva quel tizio appena conosciuto leggere così a fondo nel suo animo? Lauren si stupì e titubante fece per rientrare in casa ma quel ragazzo la prese per mano e la bloccò con sicurezza e dolcezza.
-Sì vorrei essere a casa mia in una bella vasca da bagno circondata da candele ascoltando musica rilassante, così mi si scioglierebbe tutta la tensione accumulata questa sera a lavoro.
Il ragazzo senza attendere voltò Lauren e cominciò un dolce massaggio alle spalle.
-In effetti, hai una bella tensione muscolare, ma sei in sapienti mani.
Lauren si lasciò andare a quel provvidenziale massaggio chiudendo gli occhi e buttando dietro di sé ogni pensiero triste, desiderosa di tranquillità, mentre quelle mani percorrevano le sue spalle e il collo, per risalire verso la testa.
-Ho visto che non hai mangiato nulla- fece dolcemente Colin mentre continuava con l’ammaliante massaggio- dopo rientriamo e ti faccio assaporare il paté de Fois gras du Périgord con il Sauternes che ho portato, l’ho messo in un angolo per dividerlo con qualcuno di speciale.
A quelle parole Lauren si stupì, stava subendo il fascino di quel ragazzo come mai le era successo, fois gras, Sauternes, proprio non ci credeva, intanto alcune carezze si erano fatte un po’ più audaci, mentre il respiro caldo sul suo lungo collo le stavano facendo perdere i sensi dal piacere.
-Sai, potremmo andare nel mio appartamento e fare scintille, immagino che con queste gambe lunghissime e affusolate che prendono posizioni spettacolari sarà un vero godimento e poi a quanto so sei una pompinara di prim’ordine se sei riuscita a far godere quel frocio di Bill Kaulitz.
Lauren a quelle parole in modo fulmineo si divincolò dall’abbraccio lascivo di quel ragazzo e dopo avergli mollato una sonora sberla lo colpì con precisione e forza negli attributi per poi spalancare con veemenza la finestra e correre veloce verso la stanza di Sylvie in preda alle lacrime. Tutti gli astanti si voltarono verso il ragazzo piegato in due dal dolore che chiedeva aiuto, subito fu circondato dai suoi amici:
-Quella cagna in calore maledetta andrebbe rinchiusa- urlò furioso.
Poco dopo uscì dalla sua camera Sylvie che senza indugio andò verso il ragazzo seduto sul divano con una borsa del ghiaccio in mezzo alle gambe:
-Ti devo gentilmente chiedere di lasciare questa casa e di non farti mai più vedere, mi fai schifo e sappi che Bill è un tesoro, lo conosco bene ed è anche un grande amico mio per cui mi fai doppiamente ribrezzo.
Colin sorpreso si alzò a fatica dal divano ma riprendendo il controllo e sforzandosi di non apparire debole si avviò verso l’uscita.
-Chi la pensa come lui è pregato gentilmente di lasciare questa casa, non tollero la maleducazione e la mancanza di rispetto- fece Sylvie con imperioso cipiglio, alcuni ragazzi e ragazze raccolsero i cappotti e lasciarono la casa, a rimanere furono i vecchi compagni di scuola che le ragazze ben conoscevano e alcuni nuovi colleghi di università.
Lauren intanto era stesa sul letto della sua amica e versava un mare di lacrime, mentre Leonor tentava di consolarla.
-Sono una stupida come ho potuto?- diceva tra le lacrime
-Ma Lauren non è successo nulla, sei stanca tutto qui per questo hai ceduto e poi quanto è durata?
-Cinque minuti- fece singhiozzando la ragazza
-Ah capirai quanto un’erezione di Tom allora.
-Ma sei fuori ?- urlò Lauren sollevando la faccia e guardando la sua amica che rideva sotto i baffi.
-Volevo farti ridere e ci sei riuscita perché Grisù dura anche meno- rise tra le lacrime Lauren.
-Grisù?- fece entrando Robert
Lauren e Leonorsi guardarono e scoppiarono in una fragorosa risata.
-Dai Lauren torna di là, i deficienti, trogloditi, parassiti figli di papà se ne sono andati, sei tra amici, ti prego, lo so che avresti voluto essere con le tue celebrità preferite, ma noi sfigati siamo abbastanza simpatici, no?- disse Robert sedendosi sul letto accanto a Lauren.
-Sì, certo sicuro, mi ero rattristata perché voi state vivendo una realtà completamente diversa dalla mia, vi state allontanando e ho paura di perdervi e se è vero che in questo momento vorrei essere tra le braccia rachitiche del hip popparo rap tedesco strimpellatore di chitarra con il cretino dalla criniera leonina, il figo piastrato e l’orsacchiotto trangugiatore di birra, con voi sto altrettanto bene.
-Certo pomiciare tra le possenti braccia del tuo testa rasta a mezzanotte è molto meglio- fece scherzosamente Robert- ma dilettarci con le tue imitazioni di Durch den Monsun, o ballare come una forsennata imitando Britney Spears
-Non ha prezzo per tutto il resto c’è master card- fecero in coro Lauren, Leonor e Robert, mostrando una perfetta sintonia, il modo di dire della ballerina, preso da una pubblicità, era ormai diventato di gergo familiare per i suoi amici.
La serata proseguì tra le risate e un vociare continuo e allegro, la brutta esperienza era alle spalle ormai sepolta e anche la dolcissima telefonata tra Tom e Lauren a mezzanotte fu un toccasana per l’umore della ragazza che alle due, esausta prese un taxi e tornò a casa.
Sul portone di casa indugiò un istante sull’ennesima scritta offensiva rivolta a lei dalle fan sfegatate di Tom che la riportò alla realtà, anche se mai avrebbe voluto giungere a questo, la sua vita non sarebbe stata più la stessa, la sua relazione con Tom e la sua profonda amicizia con Bill erano di dominio pubblico, la sua vita privata si trovava di colpo ad essere più esposta del previsto.  Con questo fulmineo pensiero triste chiamò l’ascensore, entrò in casa e si coricò, la sveglia era puntata sulle quattro e trenta, aveva un aereo da prendere alla sette e venticinque e mai l’avrebbe perso!

In un aeroporto deserto Lauren corse incontro a Tom, entrambe incuranti di quello che si svolgeva intorno a loro si baciarono a lungo e con trasporto, quando si accorsero di essersi lasciati un po’ troppo andare in effusioni e carezze, si separarono:
-Ehi, piccolo zombie hip pop, bella cera.
-Fanculo piccola ballerina come cavolo sei aghindata? Dov’è la mia fragolina parigina sempre così elegante?
-E’ stata morsa da una cubista hip pop, non sono carina?
-Sì, sei sempre stupenda.
-Così mi mimetizzo meglio, non vorrei essere assaltata da un’orda di ragazzine urlanti.
-Ma abbiamo predisposto tutto per te e Lotti.
-Ma dai, viene anche Lotti?
-Sì Bill è riuscito ad organizzare tutto
-Ok se c’è di mezzo Bill siamo spacciate, come sta cucciolo febbricitante?
-Benone ha bevuto come una spugna e ora si sta sparando una lauta colazione con gli altri cretini della band e i soliti pazzi irriducibili.
-Matt avrà un lavoro certosino per truccare Bill facendolo apparire appena uscito da una Spa.
-Matt ama le scommesse, le sfide sono il pane del truccatore e restaurare Bill dopo una festa è un’impresa titanica.
-E tu?
-Eccomi fresco come un pollo appena spennato, ho gli occhi tenuti su con gli stecchini dei tramezzini su un vassoio di antipasti, per il resto bene.
-Bene fai rombare il truzzo catorcio non vedo l’ora di riabbracciare cucciolo.
-No, cucciolo non è nella tana, vorrei almeno per mezz’ora aver la casa libera.
-Pensieri impuri?
-Molto impuri, ricordi, dobbiamo festeggiare con il fuso orario di New York e chi lo fa a Capodanno lo fa tutto l’anno.
-Be’ speravo che insomma cercassi di migliorare il tuo record di dieci minuti almeno il primo di gennaio.
-Fanculo stronza, io sono un drago tra le lenzuola.
-Certo lo so mio piccolo Grisù.
-Lo sai che quel soprannome mi innervosisce.
-Già dimenticavo Tommichou- Lauren baciò il ragazzo mentre erano fermi ad un semaforo, il ragazzo indugiò un po’ a staccarsi da quelle morbide e calde labbra ma un clacson lo riportò alla realtà in meno di mezz’ora furono soli in casa e in camera da letto.
-Cavoli sotto la felpa e la maglietta XXL c’è un romanticone, come ti amo- esclamò Lauren vedendo il letto di Tom invaso dai petali di rosa, una bottiglia di champagne e due calici pronti in un secchiello traboccante di ghiaccio- ma ci sono le rose del mio ammiratore segreto, il mazzo di rose della mia dolce band e i cioccolatini di cucciolo.
-Certo le avevamo preparate per te.
-Infatti ero tristissima di non trovarli come sempre in camerino, ero già pronta ad inveire e fare l’offesa.
-E invece- Tom lasciò la frase in sospeso perché già si era avviato alla bottiglia di champagne, poi mise musica lenta e soffusa mentre faceva il conto alla rovescia in coro con Lauren che lo guardava adorante, in cuor suo il suo sentimento che per qualche minuto aveva vacillato, ora era più forte che mai.

-Allora i piccioncini- fecero in coro Gustav, Georg e Bill aprendo il portellone della lussuosa macchina che li avrebbe condotti a Berlino.
-Ciao- urlò felice Lauren saltando al collo di Bill- auguri di buon anno!- aggiungendo un bacio sonoro sulla bocca del ragazzo con in mano un rametto di vischio mentre Bill sorridente e felice accettava di buon grado le sue effusioni .
-Per Tom sembra iniziato a rilento ma bene, è andato in meta?- chiese ironicamente Gustav.
-Senti- fece Lauren con una voce da maestrina zitella acida- tutta invidia, siamo stati rapidi è vero, ma se il tempo ce l’avesse permesso il fuoco fatuo si sarebbe trasformato in un lanciafiamme.
-Invece come sempre è stata una scintilla- concluse ironico Georg
-Non importa la durata ma l’intensità- precisò Lauren ridendo divertita per il cameratismo da spogliatoio che si stava creando.
-Ce la condisci così?- chiese sornione Gustav.
-Sì, certo sarebbe durata di più se non avesse avuto il solito intoppo della biancheria intima- confessò amareggiata Lauren
-Lo scoglio solito dei gancetti?- ironizzò Bill mentre deglutiva lentamente con un lieve tono di gelosia.
-Allora possiamo smetterla di sputtanare il sottoscritto in sua presenza, sono forse trasparente?- fece adirato Tom.
-No, ma la tua manualità da Bradipo è nota ai più- spiegò Georg sorridendo con sguardo furbetto.
-Bill, i vostri allenamenti con l’orso e il reggiseno della signora Simone, non hanno sortito nessun effetto, e dire che suona la chitarra, con le dita ci dovrebbe essere abituato a fare azioni di manualità fine e invece.
-Ribadisco, sono qui e sono sempre più incazzato, allora se la mia fidanzata bastarda si mette delle trappole allucinanti di pizzo e merletti che mi mandano in confusione e non si sa come toglierli non è colpa mia.
-Ok l’anno prossimo un manuale di Lingerie femminile sotto l’albero- concluse Lauren baciando sulla guancia Tom per calmarlo.
-Un bigino ci vuole per il suo cervello- affondò Gustav con una luce di sadismo negli occhi.
-Insomma Lauren sfido uno di questi imbecilli a fare meglio di me- disse con fervore Tom mal calcolando le sue parole.
-Sei sicuro?- domandò Lauren guardando gli occhi di Gustav e Georg che si accendevano di curiosità e Bill arrossiva pensieroso, mentre si figurava il corpo di Lauren in un completino mozzafiato di pizzo.
-No, non in quel senso- ribatté rosso gambero Tom che vacillava- insomma mi si presenta in un body nero vedo, non vedo con pizzo rosso e giarrettiera rossa. Un’ eleganza e raffinatezza da Femme fatale appena uscita dal video di Moulin Rouge…
-Insomma il piccolo Tommichou in tilt, con la salivazione azzerata e gli occhi lucidi da pesce lesso andato a male e l’unico mononeurone che deve comandare le mani, impresa titanica.- spiegò Lauren
-Certo non ho chiuso occhio tutta notte- si difese strenuamente il ragazzo- ero provato e poi.
-Insomma mi comprerò dei post-it e lo guiderò passo, passo, farò delle frecce o gli fornisco delle istruzioni per l’uso la prossima volta- spiegò ridendo la ragazza.
-Avrei voluto vederlo- concluse Georg
-Sì averlo visto vacillare di fronte a quella cosa che dice di saper fare come un Dio non ha prezzo- fece Gustav ridendo, poi in coro Lauren, Georg e Bill aggiunsero:
-Per tutto il resto c’è Master Card.
Mentre Tom si toglieva il cappello e cominciava ad usarlo a destra e manca per picchiare chiunque si trovasse a tiro. Lauren ripensò ai momenti divertenti e bui della notte appena trascorsa e si buttò felice nella mischia, ora si sentiva a casa e pienamente felice.

-Bene, cosa mangiamo di bello?- chiese Lauren entrando nell’ampia casa dei gemelli ancora immersa nel buio e nel silenzio.
-Uhm, difficile a dire- disse Bill passando davanti al fratello e dirigendosi verso la sua camera.
Lauren si avviò in cucina seguita da Tom che come i cavalli camminava per inerzia.
-Porca merda, il deserto dei Tartari- esclamò la ragazza- non c’è nulla, neanche un piccolo avanzo.
-Credo che mamma abbia fatto pulizia perché di solito quando ci lascia soli dopo trova dei reperti archeologici.
-Come questo?-Lauren prese in mano un non ben definito formaggio che aveva dei funghi blu e aveva infestato il frigo- risalente all’epoca
-Del mesozoico credo- fece Bill entrando in cucina in modalità zombie Tokio Hotel con criniera laccata.
-Opterei per una pizza- suggerì Tom
-No, raga, lo sapete per una che è cresciuta con una tata italiana non può mangiare una pizza da asporto, magari riscaldata dal cartone nel forno.
-Perché tu come la scaldi?
-Ah sacrilegio, vade retro, esci da questo corpo oh uomo inutile- Lauren si avvicinò a Bill gesticolando come un esorcista- si scalda almeno ponendola in una teglia.
-Se non mangiamo la pizza?- chiese il ragazzo fermando le braccia della ragazza e cercando di farle il solletico.
-Oh donna, allora datti da fare in cucina- disse Tom
- Oh tu uomo delle caverne, maschilista, macho, inutile essere dal cromosoma xy, se vuoi rivederla per Pasqua non aggiungere altro- rispose Lauren alle provocazioni spiritose di Tom
-Cinese allora- suggerì Bill.
-Sì per me va bene- asserì Lauren- un riso alla cantonese è l’ideale.
-Tom dove teniamo i volantini del take away con consegna?
-Nel cassetto delle ricette sotto al robot da cucina.
- Eccolo allora- Bill prese un mazzetto di volantini e cominciò a sfogliarli- io prendo pollo alle mandorle, vitello in agrodolce, involtini primavera e ravioli al vapore misti.
-Io maiale in agrodolce, vitello piccante, ravioli al vapore con gamberetti, involtino primavera, gamberi funghi e bambù e…
-Ma sì dai aggiungi anche un dinosauro farcito e brasato di brontosauro con riso al curry e poi siamo a posto- fece Lauren sbalordita per la quantità di cibo che volevano ordinare i ragazzi.
-Conta che noi abbiamo praticamente mangiato parecchie ore fa.
-Ovvero a Berlino all’una e mezza più o meno e poi lauta merenda verso le cinque- concluse Lauren.
-Esatto, ci manca una buona cenetta prima di imbalsamarmi a letto fino a domani a quest’ora.
-Tom vorrei ricordarti che domani partiamo per il nostro viaggetto romantico.
Il ragazzo fece una faccia sorpresa un po’ titubante.
-Non te lo ricordavi?- alzò la voce Lauren.
-Sì sì- annuì poco convinto Tom.
-Certo ha anche preparato le valigie- rise sornione Bill mentre si prendeva un gestaccio da Tom
-Cosa- urlò sempre più scocciata la ragazza- vuoi dire che non hai la valigia pronta e ti eri completamente scordato?
-No, no- si difese Tom che temeva l’ira funesta della ragazza che lo stava sovrastando con cipiglio adirato e sventolando il suo dito .
-No la valigia è quasi pronta- fece sempre più titubante Tom indietreggiando.
-Certo è vuota, aperta sul letto e aspetta che per auto definizione si prepari -ironizzò Bill.
-Ma aspettavo il mio fiorellino per prepararla al meglio, non sapendo quale sarà la nostra meta…-si difese Tom
-Hiiiiiiiiii- fece Bill con le unghie laccate imitando uno che si arrampica sugli specchi.
-Ok- fece Lauren fingendo di essere in collera- porcospino tu telefona per l’ordine io prendo riso alla cantonese e pollo al limone, mi farete assaggiare un raviolino vero?
-Sì come al solito mi mangerai metà del cibo nel mio piatto.
-Certo come minimo, devi farti perdonare per non aver preparato i bagagli- fece la ragazza attaccandosi al collo del regazzo baciandolo affattuosamente

-Ok è ufficiale siete delle fogne- esclamò lauren quando tom attaccò il terzo cartone del suo menù da asporto
-Zitta donna che non hai neanche voluto cucinare!- rispose il ragazzo addentando un involtino primavera.
-Ti rubo un raviolo- fece Lauren allungando la bacchetta.
-Felma- la bloccò prontamente con la mano il ragazzo, mentre masticava il suo boccone
-Uffi, eravamo d’accordo- replicò la ballerina cercando con l’altra mano di afferrare il cartone dei ravioli messa prontamente al sicuro da Tom
-No, no, tu hai chiesto io non ho dato l’assenso.
-Perfetto prenderò le misure del caso- Lauren fece la gattina si alzò fulminea e sfoderando il suo fascino cominciò a circuire Bill. Sinuosa e ferina si avvicinò al ragazzo gli passò una mano sul collo poi si avvicinò a lui verso la sua guancia e facendogli delle lievi carezze intorno all’orecchio allungo la testa fino ad appoggiarla sulla sua spalla, Bill con il cuore che batteva all’impazzata e imbarazzato le allungò un raviolo, la ragazza lo morsicò con voluttà sfidando con lo sguardo Tom che si stava ingelosendo, ma proseguiva mangiando circondando con le braccia il suo cartone ben sapendo che la ragazza avrebbe tentato la stessa mossa sensuale con lui.
Il tentativo di espugnare la barricata di Tom fu però interrotto improvvisamente quando Lauren tra le braccia di Tom e sulle sue ginocchia venne fermata da una esclamazione di Bill:
-Porca merda ho avuto un flash di sta notte!
-Bill ti pare? Mi sono presa un colpo- e mentre era seduta con Tom scrutò lo sguardo del ragazzo atterrito.
-Dimmi che non è vero?- fece preoccupato il ragazzo rimandando uno sguardo supplichevole al gemello.
-Credo di sì- rispose secco Tom.
-Insomma rendete intellegibile anche a me la storia?
-No, non può essere- proferì triste Bill
-Ebbene sì, sappiamo bene quale effetto a su di te l’alcool.
-Deleterio- disse leconica Lauren ben conoscendo l’amico.
-Bella performance Bill però, indimenticabile.
-No- proferì con un filo di voce.
-Agevolo il filmato- Tom sadicamente estrasse il suo cellulare dalla tasca della felpa e con Lauren sulle ginocchia cominciò a far partire le prove video.
-No- esclamò Lauren- bellino il tuo culetto piatto che ondeggia, cavoli che mossa il lancio della camicia- e poco dopo- no ti hanno messo i soldi, ma dai, oddio oddio c’è Georg sul cubo, ti prego, ti prego dobbiamo metterla su you tube- Lauren rideva alle lacrime mentre Bill sempre più pallido aveva smesso di mangiare.
-Ma va fan culo- esclamò Bill
-Quanti soldi hai fatto?
-Ripeto va fan culo stronza sadica con gemello sadico il doppio.
-Galeotta fu la birra- disse Lauren divertita
-Fosse solo questo- aggiunse sadicamente Tom
-Perché c’è dell’altro, più gustoso?- chiese Lauren con una strana luce negli occhi.
-Ma certo- affermò con sguardo gelido Tom ridendo sotto i baffi
-Dimmi di no, dimmi che non l’ho fatto con mononeurone ossigenato.
-Ebbene sì- confermò il fratello riprendendo a mangiare il suo secondo involtino, il primo era stato finito dalla ragazza sulle sue ginocchia.
-Chi è mononeurone ossigenato?- chiese curiosa Lauren.
-Una che ha ossessionato Bill qualche mese fa, conosciuta a una festa da Gustav, ha estorto con torture a Bill il numero e lo ha assillato.
-Ma me l’ero scollata!- esclamò sempre più sconsolato il ragazzo
-Certo se uno bacia tutte le ragazze della festa con in mano il vischio e, con tre di loro tra cui Mononeurone ossigenato, pomicia tutta la notte alternativamente, agevolo per questo il filmato- Tom scorse la cartella dei video e ne fece partire uno.
-Porca paletta straccia vi siete slogati la mascella Bill- commentò Lauren guardando lo schermo- complimenti cucciolo ottima scelta, la para condicio vedo, una mora, una bionda e una rossa. Ecco perché la Mononeurone ossigenato è stata l’eletta, due air bag strabordanti, strano che Tom non ci abbia fatto un giro- concluse maliziosa Lauren accarezzando il ragazzo dietro all’orecchio come le piaceva fare.
-Non mi sarei mai permesso- si difese non molto convinto Tom.
-Dici, secondo me solo il fatto che tu abbia filmato è indice di voyeurismo, come a voler ogni tanto dare uno sguardo alla scollatura generosa e alla latteria che si muove bene.
-No, no non è come credi- si difese Tom gesticolando, mentre Bill abbozzava un sorrisino soddisfatto le ire di Lauren si stavano abbattendo sul gemello.
-Oddio l’incubo si sta materializzando- urlò Bill prima che la furia di Lauren cavasse gli occhi a Tom, dalla sua camera proveniva una musica inquietante.
Il ragazzo corse verso la sua camera, prese il cellulare che suonava e vibrava e tornò in cucina bianco come un cencio.
-E’ lei- esclamò passando il cellulare a Tom
-Che cazzo ci faccio io con sto coso vibrante?
-Te lo infilo dove dico io?- suggerì Lauren facendo finta di essere in collera prendendo il cellulare- che cazzo di suoneria è?
-Lo squalo- rispose agghiacciato Bill
-Direi eloquente, permetti?- Lauren aprì il telefono e rispose:
“- Pronto?
-Pronto chi sei?
-Chi sei tu, sei tu che telefoni a me.
-Posso parlare con Bill?
-Bill chi?
-Dai, smettila.
-No, Bill chi, questo è il mio telefono.
-Dai, lo so che è lì, mi passi Bill.
-Ma Bill chi?
-Bill Kaulitz
-Seeee
-Questo è il suo numero me lo ha dato lui stesso
-Sì anche a me Billie Joe mi ha dato il suo numero ma fammi il piacere”- e Lauren riattaccò ridendo.
Poco dopo il telefono risuonò:
-“Pronto?
-Ciao mi passi Bill?
-Ancora? Guarda che hai sbagliato.
-Ma no, insisto, per due mesi siamo usciti insieme e ci telefonavamo e massaggiavamo come due piccioncini.
-Be’ avrai sgagazzato troppo sulla sua macchina perché sappi che questo è il mio numero.
-Non è possibile.
-Senti, adesso io riattacco non chiamarmi più mi hai stufato come te lo devo dire che hai sbagliato numero!”
Lauren rise riattaccando il cellulare poi si rivolse a Bill
-Avrei voluto vedervi le due colombelle.
-Fan culo- rispose Bill facendo un gestaccio
-Erano bellissimi- raccontò Tom ridendo
I tre ragazzi finirono di mangiare ridendo e scherzando, prendere per i fondelli Bill e le sue storielle di flirt sfigate era uno spasso che Tom gradiva molto, anche Bill tuttavia si vendicava raccontando aneddoti di flirt estivi del gemello.

-Ok, ora al lavoro- concluse Lauren- i bagagli ci aspettano!
Lauren e Tom si avviarono verso la camera, sul letto giaceva la valigia semi vuota e alcuni effetti sparsi qua e là
-Bene Tommichou, un indizio, devi solo mettere, ed è obbligatorio, due pantaloni della tuta che non siano a cavallo basso grazie.
-Devo temere alcune attività sportive faticose?
-No, aria pura, passeggiate romantiche e relax.
-E allora perché la tuta che io non metto volentieri?
-Perché lo dico io e basta- Lauren fu perentoria, si avviò alla sua valigia, prese i suoi effetti personali e si avviò in bagno quando uscì subito Tom reagì:
-Come cavolo sei messa?
-Sexy e spiritosa no?- fece Lauren fiera facendo una giravolta.
-Veramente sexy per nulla, vedo solo una fragola gigante e basta, un po’ troppo fragola, un po’ troppo rosa.
-Fanculizzati brutto buzzurro troglodita hip popparo dei miei stivali-
Lauren come una furia si diresse in camera di Bill, il ragazzo era appena uscito dal bagno dove si era tolto tutta la fatica di una festa, una notte insonne  e un mini concerto di inizio anno a trl. Portava dei leggeri pantaloni di un pigiama in cotone grigio della linea di intimo sua preferita, il torso scoperto e i capelli appena phonati senza piega.
-Bill che ne pensi?- fece Lauren presentandosi leziosa.
-Carina, molto Lauren.
-Ecco appunto- disse perentoria la ragazza- ciabattone a fragolina, camicia da notte corta con manichine a palloncino leggera e un po’ trasparente e poi guarda- la ragazza senza indugio si avvicinò al ragazzo che si era seduto sul letto per riprendersi dalla visione- le mutandine non sono deliziose? Riprendono la fantasia con le fragoline rosine e poi al posto del fiocchetto guarda- intanto i due ragazzi erano stati raggiunti da Tom che commentò
-Dai sembra una bambina di undici anni.
-Idiota il completino è carino vero Bill?
Il ragazzo con un filo di voce per l’emozione intensa che stava provando poté solo rispondere
-Sì.
-Guarda una fragolina qui e poi anche qui- Lauren mostrò il reggiseno che al centro portava una fragolina, il suo corpo lezioso, delicato e affusolato fece capolino mandando in corto circuito il cervello di Bill- e poi guarda-la ragazza si girò mostrando il sedere- c’è scritto mordimi- concluse fiera.
-Ma dai è bambinesco.
-Non capisci nulla ho optato per questo completino basic viste le tue doti di imbranato cronico se solo metto qualcosa di più sofisticato e comunque questo reggiseno non ha i gancetti quindi forse riuscirai a togliermelo prima che mi si geli lo slancio.
Tom rosso pomodoro prese per mano la ragazza per trascinarla via dalla camera:
-Bill ci raggiungi guardiamo insieme un film mentre idiota rasta fa la valigia?
-Sì fra un po’ vi raggiungo.
-No subito- fu perentoria Lauren afferrando l’amico per mano e tirandolo lievemente- se no ti addormenti.
-No, no aspetta- si difese strenuamente il ragazzo
Lauren lo fece alzare poi notò i pantaloni e arrossì profondamente:
-Scusa, scusa scusa, non volevo mi scordo, scusa oddio- Lauren corse fuori mollando anche la mano di Tom che lanciò un’occhiata gelosa a Bill che si era riseduto testa china fortemente in imbarazzo.

-Sono un’idiota, faccio sempre così.
-No dai, a noi ragazzi  va subito il sangue al cervello.
-Ah allora ammetti siete delle teste del ca…
-No, idiota non in quel senso- Tom afferrò la ragazza per le spalle abbracciandola da dietro e dandole dei piccoli bacetti sul collo.
-Mi dispiace sono una stronza, mi scordo sempre, non volevo, lui è il mio migliore amico.
-Sì ma è un ragazzo- precisò Tom.
-Già.
Lauren si divincolò dalla stretta del ragazzo e senza indugio andò verso la libreria che conteneva i dvd:
-Vai a fare la valigia io prendo un film- disse contrita e pensierosa.
-Non uno strappa lacrime mieloso- la scongiurò Tom
-No- rassicurò la ragazza scorrendo la prima fila dei dvd.

Tom si avviò in camera poco dopo fu raggiunta da Bill e Lauren, la ragazza aveva un sorriso smagliante, il ragazzo si era ripreso.
-Ok ecco, ah a proposito bella la vostra collezione di film porno- disse divertita Lauren fissando negli occhi Tom che piegava la sua T-shirt preferita
-Ma sei fuori?- esclamò irritato.
-Ho preso lo sgabello e ho visto tutto!- annunciò ironica.
-Sono di Bill- si difese imbarazzato nascondendo il volto nella valigia.
-Ma va cagare idiota- lo insultò il fratello
-Sorvoliamo ora attacco, tu lavora schiavo sei da dieci minuti in contemplazione del settore magliette, fan culo mettine in valigia cinque è fatta, tanto sono tutte larghe e truzze.
Lauren mise su il film e urlò soddisfatta:
-Mulan!
-Mulan?- inveì Tom- che cazzo di film, oddio voglio morire.
-Lavora- lo redarguì la ragazza sdraiandosi a pancia in giù con la testa rivolta ai piedi del letto dove era seduto Bill.
Pochi minuti dopo Lauren cominciò a cantare.
-No ti prego dimmi che non è vero, dimmi che ho sognato, ho sbagliato ragazza all’aeroporto!- esclamò Tom
-No, sono io e Mulan è il nostro cartone preferito, vero Bill?
-Più o meno- accennò Bill intimidito dallo sguardo stupito di Tom mescolato a incredulità.
Dopo dieci minuti Lauren urlò ecco la mia canzone preferita e con voce soave cominciò a cantare, Bill seguiva interessato, anche a lui quella canzone non dispiaceva e con le cose che erano successe con il padre si sentì particolarmente colpito. Tom si era chiuso nel suo mutismo indaffarato con la sua valigia.
-No ti prego- intervenne ad un certo punto il ragazzo abbandonando per un istante il suo necessaire sul letto quando Lauren cominciò a fare le ombre cinesi sul muro e a recitare i dialoghi a memoria
-Mushu- urlò poi la ragazza- Bill vai a prenderlo?
-Sì.
-L’hai ancora?
-Sì, certo.
Il ragazzo fece capolino dopo pochi minuti con un peluche di Mushu, un po’ vecchiotto e consumato.
-Mushu- Lauren lo prese in mano e baciò il ragazzo poi si avvicinò a Tom e glielo sventolo sul viso- Mushu.
-Ma che schifo- urlò Tom cercando di afferrare quell’oggetto arancio-rosso di pezza.
-Giù le mani dal mio Mushu- ululò Bill.
-Voglio morire, mi sono risvegliato in un incubo? È la mancanza di sonno che mi fa male.
-Uffi, non denigrare il nostro Mushu!
-Già- disse perentorio Bill
-Questo è il primo regalo che ho spedito a Bill appena arrivata a Parigi, Mushu.
Poi Bill andò verso l’armadio di Tom e nel cassetto dei cappelli ne prese uno.
-Ecco, vedi anche il signor duro ha le sue falle.
Lauren prese il cappello con le orecchie da topolino e lo mise in testa a Tom esclamando:
-Lo hai tenuto!- gli buttò le braccia al collo e gli stampò un bacio sulla bocca
-No- disse imbarazzato Tom- volevo buttarlo e non mi ricordavo dov’era finito.
-Ma che dici se era tra i tuoi cappelli preferiti- fece la spia Bill con un sorrisino sornione
-Non è vero- fece burbero il ragazzo.
-Romanticone con faccia da duro, come sei puccioso esclamò la ragazza passando la mano tra i capelli rasta.
-Puccioso?- disse timidamente Bill con sguardo interrogatorio rivolto alla ragazza che sorrideva ironica coccolando come una gattina Tom
-Ma fan culo a tutte e due- esclamò adirato il ragazzo staccandosi dall’abbraccio di Lauren- tornate a vedere il film che è meglio.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 13

-Porca paletta- esclamò Bill vedendo suo fratello entrare dalla porta- Lauren ti ha menato?
-No, ma più che una vacanza è stato un tour de force.
-Esagerato, sei tu che sei un pappa molla, mi ero scordata l'inutilità dei Kaulitz e le loro proverbiali doti ginniche.
-Eppure quando siamo rimasti a mezz'asta sullo steccato del signor Schnell dovevi averlo capito.
-Già Tom appeso per la felpa e tu dalla cinta, geniali, con il cane che tentava di mordervi le chiappe, momenti indimenticabili- rise divertita Lauren al ricordo.
-Oh, ma oltre la faccia piena di lividi vedo che il tuo incedere è da novantenne con la prostata.
-Va fan culo Bill- rispose incavolato Tom mentre si sedeva a fatica sul divano- questo è stato il colpo di grazia di oggi della mia fragolina.
- Sei veramente vecchio dentro e fuori- commentò Lauren dando un bacio sulla guancia al ragazzo che finalmente si riposava.
-Problemi di emorroidi?- fece Bill ridacchiando mentre schivava un cuscino volante tirato come risposta da Tom.

***

-Orca cos'è questo inferno!- esclamò Tom lanciando un cuscino sul comodino.
Lauren si alzò e pimpante, dopo che avevano dormito solo sette ore, si avviò in bagno:
-Coraggio è ora, pigrone!- lo sollecitò con voce squillante.
Tom si riappallottolò sotto il piumone ripiombando nella fase rem. Il suo sonno fu presto interrotto da un'altra sveglia una specie di terrificante nitrito.
-Oddio una mandria di cavalli- scattò seduto guardandosi attorno, non capiva da dove provenisse quell'orribile suono, ma senza demordere si rigirò e mettendosi due cuscini in testa si sdraiò, mentre il nitrito non si placava.
Dopo un po' un vero e proprio concerto di sveglie si scatenò una più fastidiosa dell'altra, Lauren fece capolino dal bagno mentre Tom porconava e inveiva.
-Sono le sei e trenta, cioè sono le sei e trenta! Ma sei fuori! Io non ho dormito ieri notte- ululò Tom cercando di capire da dove provenissero tutte quelle infernali suonerie.
-Nemmeno io tesorino- fece sorridente Lauren- se tu avessi preparato la valigia in mezz'ora invece di metterci sei ore non è colpa mia, avresti dormito di più.
-Uffi- borbottò- ti prego spegni questo zoo fastidiosissimo
-E' la mia sveglia con i puledrini- disse orgogliosa Lauren
-Ma va cagare te e i tuoi mini pony maledetti.
-Guarda!- Lauren tirò fuori la sveglia a forma di cavallino rosa con le stelline- me lo ha regalato Bill al mio compleanno, l'anno in cui ero tornata a Parigi
-Ecco solo Bill poteva scovare una cosa più kich di questa.
-Non hai visto ancora questa- Lauren mostrò la sveglia a maialino rosa che a suon di grugniti riproponeva l'inno alla gioia.
-Oh, mio Dio, rimarrò cieco per sempre.
-No quello ti capita quando siamo lontani e ci dai di mano!- fece ridendo la ragazza.
Tom arrossì come un pomodoro, ogni tanto le frasi da scaricatore di porto di Lauren lo lasciavano senza parole, provò a coricarsi sotto il piumone ma Lauren fu ferma, gli tolse le coperte e gli lanciò una spugna fredda sulla faccia.
-"Docciati" e muoviti, metto su un caffè triplo per il mio cucciolo rasta e se riesco, sveglio il leoncino arruffato di là, volevo salutarlo.
Lauren preparò la colazione padrona della cucina, per fortuna i cereali e il latte non mancavano mai nella casa dei ragazzi e la mamma aveva provveduto ad una scorta di biscotti infinita, scaldò anche nel microonde due profumati waffel. Poi riuscì a far interagire Bill, il piccolo zombie, senza neanche aprire occhio, si sedette sulla sedia in attesa del fratello.
Tom poco dopo fece capolino in cucina, nonostante la doccia avesse risvegliato i sensi, il corpo era in modalità automatica, il cervello giaceva ancora a letto.
I due gemelli seduti uno accanto all'altro sembravano due ectoplasmi, la loro mente annebbiata.
-Uhm, avete inserito lo screen saver con i pesci?- domandò squillante Lauren
-No, ti prego basta animali, le tue inquietanti sveglie mi rimbombano ancora nelle orecchie- la scongiurò Tom tracannando d'un fiato una tazza di caffè.
-Io, non ci sono- sussurrò Bill veramente addormentato.
-Lo vedo hai uno sbavino di saliva che ti scende dalla bocca.
Il ragazzo si appoggiò con la testa sul tavolo e si riaddormentò.
-Tu dici che se lo lasciamo così fra tre giorni, quando torniamo, lo ritroviamo nella stessa posizione?
-Conoscendolo sì, potrebbe essere- affermò Tom versandosi una seconda quantità industriale di caffè nella tazza e attaccando con fame famelica la cialda calda con nutella spalmata alta almeno tre centimetri.
Lauren fece la sua solita sana colazione, cereali e tè, rubò un quadratino di cialda di Tom che non aveva la forza di difendere il suo cibo.
-Coraggio, laviamoci i denti, carichiamo i bagagli siamo già fuori tabella di marcia- lo sollecitò Lauren quando vide che ormai in tavola era scomparso quasi tutto sotto le fauci di Tom.
-Oddio quando parli così mi fai paura, è una vacanza tesoro vero?- disse titubante il ragazzo lasciando la cucina.
-Sì certo cucciolo rasta una bellissima vacanza.
-Qualcosa mi dice che i giorni trascorsi in Baviera sono stati solo un assaggio, lo sapevo che questa volta dovevo organizzarla io- disse Tom mettendosi il dentifricio sullo spazzolino e lavandosi i denti mentre guardava di sottecchi Lauren che faceva altrettanto con una faccina divertita.
-Tesoro mi hai dato carta bianca e poi mi hai detto che eri geloso di quello che Bill ed io avevamo fatto in Normandia e io ho esaudito il tuo desiderio.
-Ecco ora sono terrorizzato- concluse Tom aprendo la porta.
-Bill coraggio- lo esortò il fratello- vieni a chiudere, rimetti l'allarme ci sentiamo.
-Uhm- rispose il ragazzo sulla soglia con la testa e penzoloni e una guancia rossa per aver dormito con la faccia sul tavolo- buon viaggio, ci sentiamo, telefonatemi.
-Sì cucciolino tinto ti telefoniamo e anche tu, non farti problemi, quando sei malinconico perché sei senza la tua dolce metà, telefona.
-Sì, idiota tinto telefona tutte le volte che vuoi.
I due ragazzi sarebbero stati separati per quasi tre giorni e sapevano già quanto soffrivano per la lontananza, ma ormai cercavano di farci l'abitudine.
***
-Bene dammi l'indirizzo che lo imposto sul Tomtom- spiegò il ragazzo mentre salivano in macchina.
-Dobbiamo proprio prendere il truzzo catorcio?
-Sì, vedi altre macchine?
-Quella piccola e riservata di tua mamma?- domandò speranzosa Lauren.
-No, il macinino assolutamente, mi rifiuto.
-Be' comunque non ti dico dove andiamo è una sorpresa, ti guido io- affermò fiera la ragazza issandosi sul sedile della potente macchina poi, aprendo una cartina, si tuffò nella miriade di strade.
-Benissimo già mi vedo disperso nel cuore della Germania.
-No, carino sono un ottimo co-pilota, la Baviera lo ha dimostrato, le due volte che hai preso in mano tu la cartina ci siamo persi.
-Comunque è scientificamente provato che le donne hanno capacità inferiori agli uomini nel leggere le cartine perché hanno quella parte del cervello meno sviluppata.
-E' scientificamente provato che il tuo cervello risiede tutto nei tuoi boxer e ha un'autonomia di durata di dieci minuti al massimo, inoltre è scientificamente provato che le donne novanta su cento mentono al proprio uomo fingendo l'orgasmo. Credo che la tua media si alzi, dovrebbero darmi l'oscar.
-Va fan culo stronza- fu la risposta offesa di Tom, mentre Lauren lo osservava di sottecchi ridacchiando.
-Sai prendere la E 45?
-Da qui sì- affermò sicuro Tom.
-Benissimo, direzione la Danimarca.- fece esaltata Lauren
-Danimarca?
-Sì, andiamo da Amleto?
-Cosa?
-Tranquillo ad un certo punto svoltiamo- fece ridendo Lauren- è proprio divertente prenderti per il culo e alle sette del mattino hai veramente il neurone in standby.
I due ragazzi si misero in strada, Tom era taciturno, concentrato sulla strada, ma lievemente offeso per le parole di Lauren che silenziosa lo osservava tentando di trovare qualcosa di buffo da raccontare per stemperare l'atmosfera, ma il viaggio cominciò all'insegna della crisi.
-Cavolo che palle che cazzo ci fa tutta sta gente alle sette del mattino-inveì Tom dopo uno sbadiglio da slogarsi la mascella.
-Forse va a lavorare?- rispose Lauren ironica.
-Il 2 di gennaio.
-Sai è un mercoledì, di solito si va a lavorare.
-Che palle, staremo fermi un'ora a saperlo me ne stavo a letto.
-Minchia che mollusco guasta feste, se vuoi guido io nel traffico cittadino ho molta pazienza- poi senza controllarsi- ehi nonno se non sai guidare stattene a casa!- inveì la ragazza contro la macchina che indugiava al semaforo.
-Una calma serafica vedo- ridacchiò Tom.
-Certo a parte le parolacce e gli sproloqui, sono zen.
-Mi ricordo un "ehi bionda rifatti la ricrescita e metti la testa nell'acqua ossigenata per favore, non rimetterti in strada"
-Ma sì quello è un classico del mio frasario perché non hai sentito " la patente l'hai presa con i punti o l'hai pescata nelle patatine?" oppure "le frecce le usano solo gli indiani?" e infine il must che non muore mai " ma un caffè prima di mettersi in viaggio?"
Il tragitto nel traffico fu per fortuna breve e una volta presa l'autostrada, il ragazzo diede sfogo alla sua proverbiale voglia di dar gas.
-Uhe, uomo, con me segui il codice della strada, fai il favore di non superare i 130 o nella vacanza romantica non avrai accesso alla porta dell'eden.
-Ma uffi la mia cicci scalpita.
-Scegli o la tua cicci o il tuo minipony nei pantaloni.
-Chi sarebbe mini pony?
-Tillo, Grisù, il gioiellino di famiglia.
- Il mio Drago, vorrai dire, insomma, ma perché con te va sempre a finire con un ricatto?
-La vita è piena di scelte e compromessi- disse divertita Lauren mentre dava un bacio sulla guancia all'autista.
Il ragazzo si rassegnò, si mise ligio, ligio a seguire le direttive di Lauren che accese lo stereo: dalle casse uscì un tunz tunz impressionante che la fece spaventare.
-Ma sei fuori a sentire la musica a questo volume?
-No, è l'idiota di Bill che schiaccia sempre i bottoni sbagliati.
-Cos'è confonde i simboli più e meno con le frecce dell'avanti e indietro?
-Esatto perché, sostiene, sarebbe più comodo farle così
-Ma è veramente biondo.
-Irrimediabilmente biondo.
-Comunque mi fa schifo metto su un cd- la ragazza prese un cofanetto con i cd e lo sfogliò- che palle, che schifo, ma che merda è? - poi risoluta tirò fuori il suo cellulare e lo attaccò all'impianto facendo partire la musica.
-No ti prego, mi addormento.
-Uffi, la tua musica mi fa venire il mal di testa, facciamo così una playlist mia e una tua.
-Va bene sopporterò anche quel gruppo di deficienti che cantano monsoon.
-Ah, ah- concluse la ragazza un po' ironica ma soddisfatta per la piega che stava prendendo il viaggio. Cominciò poi a inondare l'abitacolo con infinite chiacchiere, in questo assomigliava molto a Bill. Raccontò delle sue disavventure in teatro con le sue compagne, spiegò nei minimi dettagli la coreografia che stava montando per la serata al Bolshoi ed infine si soffermò con un'infinità di dubbi e perplessità mista a paura sul documentario che dovevano girare su di lei, una famosa nuotatrice e una campionessa di ginnastica artistica. Dopo due ore senza sosta finalmente giunsero in una cittadina portuale dallo scarso fascino.
***
-Be' mi hai portato in questo buco di città costiera praticamente in Danimarca e mi fai parcheggiare in questo pidocchioso parcheggio al porto, cos'è dobbiamo prendere una nave?
-Esatto- fece trionfale la ragazza, mentre il viso di Tom cominciava a diventare pallido.
-Stai scherzando spero?- fece il ragazzo preoccupato.
-No, ecco la nostra nave che ci aspetta.
-Ma che fidanzata carina, premurosa e affettuosa a cui piace fare la burlona- e la colpì con un buffetto prendendole la testa e strofinandogliela spettinando la sua lunga chioma che ricadeva sulle spalle fluente.
-Perché hai paura, soffri il mal di mare?
-Esatto- affermò Tom
-Ma Bill non soffre, tanto è vero che avevamo programmato la pesca al gamberetto e poi siamo dovuti rientrare prima.
-Ok, ma io sono Tom- rispose risentito il ragazzo
-Sì ma credevo - a Lauren non fu dato neanche il tempo per finire.
-Credevi male- fece in collera il ragazzo.
-Scusa- fece timidamente la ragazza cercando di smorzare i toni- soffri tanto, tanto?
-Sì.
-Ma se ti prendi della xamamina e ti tramortisci con il valium puoi resistere?
-E se prendessi l'auto e andassimo in un altro luogo?
-No, ti prego, ti prego ho previsto tutto, ogni minimo particolare, ogni minima virgola, tutte le passeggiate, ho studiato tutta la geografia e la storia del posto so già che ricordino comprare per il piccolo Bill.
- Un filo di elasticità o di improvvisazione?- accennò il ragazzo ben sapendo di rischiare la vita.
-Facciamo così, io salgo con la mia valigina sul battello, mi faccio i tre giorni sull'isola come previsto e tu, adesso tiri fuori le palle, ti attacchi un cazzo di cerotto sul culo, mastichi le gomme e taci.
-Bella la tua elasticità.
-Sì, vero, sarò molto comprensibile e sopporterò tutte le tue lagne da lattante di due anni sul ferry.
-Quindi, un piccolo cambio non è previsto?
-No nella modalità Lauren si fa un culo quadro per essere qui mettendo a rischio la sua carriera no, non sono ammessi cambiamenti, la prossima volta decidi e prenoti tu allora farò quello che vuoi.
-Allora possiamo che ne so andare a vedere un rally o delle auto da corsa e magari farci un giro?
-Benissimo, adoro la velocità, i motori e il grasso di macchina.
-Visitare un rettilario e comprare un'iguana.
-Sì, sì quelle con gli occhietti che girano, mi piacciono.
-Una vasca di piranha?
-Ma se ci vuoi lasciare un arto fa pure, difficilmente troverai una cosa che non mi piace e poi alcune cose che mi irriterebbero anche a te fanno schifo quindi.
-Sono fottuto.
-Esatto appiccicati, sto cerotto, prima lo fai e meno ti sentirai male, per fortuna le due gauffre le hai digerite e prima ti ho impedito di fare rifornimento di schifezze in autogrill se no.
-Salve sono il waffel mi presento.
Lauren con un sorriso ritrovato si premurò di attaccare bene il cerotto al braccio del ragazzo che rassegnato si lasciò rivoltare.
-Adesso mi dici perché del terrore che hai per i battelli, sei per caso uno dei sopravvissuti del Titanic?
-Sì sono il figlio mancato di Jack e Rose, no è colpa di una cotoletta.
-Cotoletta? Cos'è sei caduto dal battello per inseguire una cotoletta?
-No, in una delle prime vacanze che ho fatto con mia madre e Gordon, i nostri simpatici genitori ci hanno portato in un' inculatissima isola nel mediterraneo, ma per arrivarci abbiamo preso il battello- il ragazzo cominciò il suo racconto mentre Lauren lo guardava divertita se lo vedeva con i bermudini blu e la camicina a quadrettini che faceva pendant con Bill- siamo andati sul ponte di prima classe e abbiamo cenato. Tutti hanno preso una semplice pasta al sugo, io no, una super bistecca di brontosauro panata e fritta con una colata lavica di purè.
-Il solito ingordo.
-La mamma mi ha detto "non mangiarla tutta, sei sicuro che sia buona?"
-E io sì, sì, in realtà aveva un colorino marroncino non molto rassicurante e sembrava una suola di scarpe, chissà con che olio l'avevano fritta.
-Probabilmente quello dei motori della sala macchine- suggerì Lauren
-Comunque dopo cena giro sul ponte, noi due tremendi su e giù dentro e fuori sul ponte fino a che non siamo crollati, stanchi morti. Ad un certo punto della notte, si alzato il mare e ha cominciato ad ondeggiare tutto, io mi sono svegliato e sul mio lettino in alto si muoveva tutto, ho iniziato a sboccare. Sono andato avanti tutta notte, rimettevo come un matto. La cosa che mi ha fatto più incazzare è la mattina Bill che si sveglia e fresco come una rosa zompetta fuori dal suo lettino sorridente. Avrei voluto lanciarlo fuori bordo, io ero febbricitante, stanco morto, colorino verde pisello.
-Quindi la tua paura è solo un brutto ricordo non una vera sofferenza.
-Il mio è puro terrore, odio vomitare.
-Ma come voi Kaulitz siete così predisposti verso la tazza e il colorino verde vi dona così tanto- disse divertita Lauren- e io che già mi vedevo in prua a cantare "My heart will go on."
-Mi basta già un deficiente con te sul letto che lo fate.
-Ci viene bene, no?
- Sì come tutti i duetti cretini che cantate insieme rompendomi i timpani- ribatté risentito il ragazzo.
-Comunque andiamo sul fondo della nave ti sdrai per terra prendo dei sacchetti vuoti così siamo pronti , oggi poi il mare è calmo vedrai.
-Tu dici?
-Sì, hai visto anche tu la farmacista lo ha confermato.
-Veramente la farmacista ripeteva tutto quello che dicevi tu annuendo in modo sospetto e subdolo.
-No, che dici- fece la ragazza con un tono risentito come quella che sta nascondendo qualcosa
- Trovi? no come donna del luogo conosce bene il mare.
-Sì perché guardava sempre te prima di dire qualcosa?
-No, sei in cattiva fede.
-A me sembra che qui balli tutto- disse Tom seguendo la ragazza verso il fondo della nave.
-Fidati, più giù andiamo e meglio è, più in alto si va e più si balla.
-Ma finiremo in sala macchine.
-No, guarda qui c'è un bellissimo salottino e c'è anche la tv.
-Uhm, che figata danno un film dell'era preistorica.
-No è il film figo con la scimmia.
-Oddio no Unser Charly, sbocco solo alla sigla.
-Guarda tu adesso ti sdrai qui, tanto non c'è nessuno e siccome ci siamo alzati presto vedrai che ti addormenti.
-Lo spero, ma quanto dura la traversata.
-Non tanto.
-Non tanto quantificato in?
-Più o meno, non so, non tanto- fu la risposta evasiva della ragazza.
-Ok come minimo sarà una traversata di tre ore conoscendoti, quando tenti di mentire ti si alza il sopracciglio e tergiversi, tu lo sai minuto per minuto lo so, confessa, ma non me lo vuoi dire.
-Ma no, cucciolo rasta, non è così, dai e poi ci sarà anche una sosta.
-Quindi la traversata è lunghissima.
-No
-Uffi, sputa il rospo e poi non ti assillo più.
-Un'ora e mezzo, contento?
-Sì, ora mi spalmo, chiudo gli occhi e prego.
Tom si rannicchiò, appoggiando la testa sulle ginocchia di Lauren che lo accarezzava dolcemente, appena si mosse la nave il ragazzo sgranò gli occhi lievemente impaurito ma ben presto la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò. Anche la ragazza cullata dalle onde dell'oceano si rilassò e chiuse gli occhi.

Dopo un'ora e mezza una voce squillante dall'altoparlante li svegliò di soprassalto.
-Oddio stiamo affondando- si mise a sedere scattante il ragazzo.
-Ma va, siamo arrivati e stanno ormeggiando.
-Sei sicura? I motori non fanno uno strano rumore?
-No, fidati, alzati e avviamoci all'uscita.
-Sì sì, così finisce la tortura- disse Tom alzandosi e prendendo veloce il suo trolley pronto per risalire sul ponte principale della nave.
-Coraggio, hai visto che non è successo nulla- fece con un largo sorriso la ragazza cingendo per la vita Tom e facendo con la testa capolino sotto la felpa enorme del ragazzo.
-Fino a che i miei piedi non toccano la terra ferma io non gioisco- Tom aveva il volto tirato, le manovre erano lente e la nave prendeva alcuni scossoni, ad ogni rumore il ragazzo sobbalzava e il suo cuore batteva forte. Lauren gli sorrideva felice e gli stringeva forte la mano per infondergli coraggio, si sentiva un po' in colpa perché proprio non immaginava che Tom potesse soffrire di mal di mare, ogni tanto dimenticava che i due gemelli erano per molti aspetti totalmente diversi.
Finalmente l'aria fresca dell'oceano risvegliò i sensi dei due ragazzi che con cautela scesero dalla nave.
-Terra, terra, che bello, solido terreno che non si muove- esclamò sollevato il ragazzo che respirava a pieni polmoni.
Lauren per puro sadismo si mise di fronte al ragazzo e oscillando come un pendolo cominciò.
-Bene, ora andiamo in albergo, poi ci aspetta una stupenda passeggiata per questi lidi e mille attività entusiasmanti.
-Piantala- ululò Tom fermando la ragazza per le spalle- mi vuoi far sboccare.
-No, assolutamente- la ragazza si divincolò e con malignità continuò ad ondeggiare mentre camminava con il trolley- coraggio ho adocchiato il signor Ingo.
-Piantala, Lauren ti odio quando fai così.
-Così come?- si girò sorridente Lauren
-Ondeggi apposta per farmi sboccare.
-Dai, piaghetta rasta datti una mossa- Lauren lo prese per mano e lo trascinò assieme al suo trolley verso un signore e un mini pulmino nero.
-Il signor Ingo?
-Sì, la signorina Bart?
-Sì- Lauren diede la mano - piacere, finalmente un volto alle mail.
-Già, prego salite, credevo avevate perso il battello, non vi vedevo più scendere.
-No, il mio ragazzo soffre di mal di mare.
-Ah, allora la traversata sarà stata dura?- chiese il signore di mezza età rivolgendosi al ragazzo che finora era stato in silenzio in disparte.
-No, tutto bene-rispose timidamente il ragazzo
-L'ho tramortito con una dose da elefante di xamamina- spiegò Lauren
-Già sono ancora semi in coma- rispose Tom allungando la mano per salutare il signore.
- Benvenuto ad Amrum, l'aria di mare vi sveglierà subito.
-Difficilmente- ironizzò la ragazza- il mono neurone e spesso in pausa.
-Ah, ah- fece Tom caricando il trolley nel porta bagagli mentre il signor Ingo si occupava della valigia della ragazza.
I due ragazzi salirono a bordo. Una famiglia di tre persone mamma, papà e una bimba di otto anni erano seduti sui tre posti dietro, una coppia di anziani era seduta sul sedile di mezzo, Lauren e Tom si divisero. Il ragazzo prese posto accanto al guidatore, Lauren si sedette accanto agli anziani signori. L'atmosfera si stemperò subito il signor Ingo cominciò subito a raccontare la storia dell'isola e della sua popolazione. Lauren lo ascoltava rapita, già si vedeva passeggiare mano nella mano con Tom sulla lunghissima spiaggia deserta dell'isola, finalmente soli nella loro prima vacanza da fidanzati felici.
Quando arrivarono di fronte all'albergo tutti scesero, il signor Ingo si dilungò con Lauren che aveva parecchie domande da rivolgergli. La famiglia e la coppia di anziani signori fecero il checkin, Tom ancora intontito aspettava Lauren.
-Cucciolo che fai?- domandò Lauren prendendo il suo trolley.
-Non c'è il facchino?- domandò Tom guardandosi intorno.
-Sei idiota? È un albergo a conduzione familiare ci sono quindici camere.
-Ah- fu la risposta secca del ragazzo che presagiva guai.
Lauren e Tom entrarono nella hall, l'atmosfera era accogliente, subito sulla sinistra c'erano quattro piccoli salottini e in fondo il bar, accanto l'entrata della sala da pranzo, sulla destra il bancone dell'accoglienza. Una ragazza sui vent'anni bionda, molto carina, sicuramente la figlia del signor Ingo, era alla reception.
-Buongiorno- fece Lauren avvicinandosi- ho prenotato per due, nome Bart.
La ragazza guardò a computer le informazioni, poi disse- perfetto la 108, stanza per due, due notti.
-Esatto- confermò Lauren
-Dovrei cortesemente chiederle i documenti di entrambi- la ragazza non aveva ancora alzato la testa dal pc e dalle carte che intanto stava compilando, quando si ritrovò in mano la carta di identità di Tom sgranò gli occhi e guardò sorpresa i due ragazzi. Controllò più volte il documento e il volto del ragazzo incredula di avere di fronte Tom Kaulitz, quasi tremava e balbettando diede a Lauren la chiave della stanza.
-I documenti dopo- disse con un filo di voce.
Lauren sorrise divertita mentre Tom era ancora piuttosto stanco e poco reattivo.
-Hai visto- disse Lauren sottovoce al ragazzo prendendolo a braccetto- stava per morire.
-Chi?- chiese indifferente Tom
-Ma come non hai visto, la ragazza?
-No- disse asciutto.
-Ok, uscirai prima o poi dalla modalità screen saver con i pesci?- chiese Lauren a Tom scuotendo la mano davanti alla faccia del ragazzo che chiamò l'ascensore - uh la bacheca con tutte le attività dell'albergo- gridò estasiata Lauren bloccando il ragazzo- aspetta devo leggere.
-Ma io proporrei un ripasso generale del Kamasutra con pause pranzo tra una sessione e l'altra.
-Se- fece ironica Lauren- conoscendo la tua tenuta e il tuo fisico a pagina 10 saresti già morto.
-Scommettiamo?
-Ma anche no, riprendi l'ascensore e schiaccia 1, idiota.
I due ragazzi salirono in ascensore erano soli e Lauren si guardò allo specchio commentando:
-Be' siamo una bella coppia non trovi?
-Due fighi da paura, anche se non capisco molto il tuo look.
-Sono in modalità vacanza on the road.
-Ma siamo in un albergo?- domandò preoccupato il ragazzo che temeva per alcune idee un po' estreme della fidanzata.
-Sì, ma ho in serbo numerose sorprese.
-Se sono tutte come la giarrettiera e il corsetto dell'altro giorno, ben vengano.
-Non esattamente.
-Frustino e manette?
-Pervertito, entra e fan culizzati!
I due ragazzi entrarono in camera, Tom rimase sulla soglia.
-Oddio sono atterrato in un catalogo dell'ikea?- esclamò.
-No, è la camera Katerina con mobili stile Biedermeier.
-Sembra Ikea- confermò Tom avvicinandosi al telefono posto sul comodino.
-Che fai?
-Chiamo il servizio in camera mi faccio portare una bistecca, tu vuoi qualcosa?
-Ma sono le undici.
-Sì, ma il mio stomaco grida vendetta, mi mangerei un bue in corsa.
-Uhm, parliamo- disse Lauren mettendo giù la cornetta del telefono e tirando il ragazzo sul letto- allora, riassumendo, siamo in un albergo a conduzione familiare che è vero ha tante cosine simpatiche come puoi vedere da questo piccolo depliant illustrato: sauna, piscina coperta con idromassaggio e a questo piano anche la possibilità di prenotare dei massaggi, fanghi e tant'altro, ma resta un piccolo albergo, quindi non c'è il servizio in camera e c'è la pensione tre/quarti.
-Oddio e questo implica?- chiese Tom che non ne capiva molto.
-Implica che c'è una colazione pantagruelica e una cena.
-Niente pappa a mezzogiorno?- fece sbiancando Tom
-No, c'è una merenda servita dalle 15 alle 17.
-Cosa?- esclamò il ragazzo allibito- ma siamo nel nulla.
-Esatto, solo sabbia, dune, verde e simpatici gabbiani.
-Ma io ho una voragine al posto dello stomaco che palle di posto- esclamò Tom irritato.
Lauren montò su tutte le furie e incavolata nera cominciò a sciolinare una serie di insulti:
-Insomma, mi stai totalmente sulle palle, il signorino è abituato ai cinque stelle? povero, non c'è il bar con lo champagne, il cesto di frutta e il caviale che lo attendono? come farà? povero, sai che ti dico, prenditi una camera singola perché io con te non ci sto un minuto di più, sei scemo o cosa? In macchina ti ho raccontato delle mie difficoltà in teatro, ti ho raccontato dell'orribile esperienza a Capodanno e tu che fai? La nostra prima vacanza e dopo due secondi la rovini, va fan culo, idiota.
Lauren si alzò dal letto e con rabbia si chiuse in bagno a piangere. Tom ammutolito sedeva sul letto, poi prese il cellulare:
-Ciao idiota- disse Tom
-Ciao altra metà del mio cervello come va?
-Male.
-Male?
-Sì, ho aperto le porte dell'inferno e Lauren si è scatenata.
-Ti ha sciolinato quanto sei stupido e ha chiuso per sempre le porte dell'eden?
-Riassumendo, sì.
I due gemelli fecero una lunga pausa poi Tom chiese:
-Che faccio?
-Cospargiti il capo di cenere, striscia sulle rotule fino a farle sanguinare e chiedi scusa.
-Sì, lo so, ma si è chiusa in bagno.
-A proposito dove siete?
-In una minuscola isola inculata nell'oceano, Amrum.
-Isola?- chiese Bill incredulo- Hai preso una nave?
-Esatto.
-E hai sboccato?
-No, mi sono tramortito con la xamamina, il valium, il travelgum e tutto il masticabile possibile.
-Eri in coma farmacologico?
-Esatto.
-Capisco il tuo umore, ma lo sai la tua fragolina come è fatta, lei è romantica, avrà scelto un albergo inculato nel nulla con letto a baldacchino e tappezzeria molto fiorata.
-No, ma catalogo ikea sì.
-Ikea?- chiese icredulo Bill
-Sì, Ikea fa più atmosfera- ironizzò Tom
-Be' potresti appellarti all'infermità mentale dovuta ai calmanti- suggerì Bill
-Sì, farò così, ma tu?
-Vegeto- disse il ragazzo con un filo di voce, era già metà mattina e lui giaceva ancora in pigiama a letto.
-Alex?
-Arriverà più tardi, ha trovato neve.
-Cavoli, be' tanto so che risprofonderai nel coma appena riagganciato, vero?
-Esatto, ho un sonno da paura.
-Scemo ci sentiamo più tardi.
Tom si alzò dal letto e si avviò verso il bagno.
-Tesoro, sono un idiota, chiedo venia, perdonami, se apri ne parliamo meglio.
Lauren aprì subito la porta gli occhi arrossati e vide il ragazzo in ginocchio gli prese il volto tra le mani e disse rattristata:
-A volte non ti capisco, diciamo sempre di fare cose da ragazzi normali, dei ragazzi della nostra età non vanno in luoghi costosi, già questo mi sembra un albergo carino, piccolo e con una certa atmosfera.
-Sì, ogni tua singola scelta si trasforma in un momento magico, ma io sono uno stupido lagnoso e quando dormo poco e con lo stomaco vuoto sragiono, ti prego, perdonami.
-Ti perdono, ma tanto so già che quando ti annuncerò le attività che ho previsto e che voglio realizzare ci saranno altrettanti va fan culo.
-Ok, cercherò di ricevere meglio le notizie ferali che mi dai e adottare il viso " che bello" anche se mi sembrerà di avere un riccio tra i marroni.
-Sì la tua filosofia mi piace- Lauren prese nelle mani il viso del ragazzo lo baciò a lungo e con trasporto, poi staccandosi si avviò verso la finestra e aprì le finestre
-Guarda, si sente ruggire l'oceano, alle tredici ci aspettano per la gita nelle dune.
Il ragazzo si avvicinò alla finestra e cinse alla vita Lauren, cominciò a baciarla sul collo e ad accarezzarla dolcemente su tutto il corpo, ma un rumore strano interruppe le effusioni.
-La voragine va colmata o il primo capitolo del kamasutra non lo superi.
Tom arrossì rivoltando la ragazza e ricoprendole il viso di baci cercò di continuare, ma lo stomaco reclamava. Imbarazzato arrossì.
-Dai scendiamo al bar e ci prendiamo qualcosa, abbiamo tempo per tutto.
-Va bene- fece il ragazzo un po' a malincuore, voleva veramente farsi perdonare e coccolare il suo fiorellino, ma la fame era più forte.
Lauren con il sorriso ritrovato prese per mano il ragazzo e insieme si avviarono al bar. Tom si fece fare un panino, prese una fetta di torta e bevve un cappuccio con caffè forte, Lauren rubò parte della torta del ragazzo rischiando di prendersi una forchettata sulla mano da Tom che difendeva la panna a costo della vita e bevve un tè. I due ragazzi poi tornarono in camera per riprendere il discorso da dove l'avevano lasciato.
***
-Cazzo che colpo ancora la mandria di cavalli- urlò Tom spaventato ridestandosi di soprassalto.
-Coraggio raccogli i vestiti la passeggiata nel parco naturale con la guida ci aspetta- lo sollecitò la ragazza dando un bacetto affettuoso alla guancia del ragazzo.
-Ma poltrire ancora un po', fino alle tre per il buffet merenda? Magari una pausa in sauna o idromassaggio? -Suggerì timidamente
-No, caro mio, alza le chiappette recupara i tuoi boxer fetidi e infilati vestiti caldi, 10 chilometri ti aspettano.
-Dieci?- fece il ragazzo slogandosi la mascella per la sorpresa.
-No, un po' meno, dai, dai!- Lauren si era alzata scattante, si era messa dei pantaloni neri pesanti impermeabili, un pile rosa sgargiante e una giacca nera con profili rosa pesante, ai piedi delle scarpe da trekking.
-Ok modalità trekking ora ho capito perché hai infilato quelle orribili scarpe che ho usato in Baviera nella mia valigia.
-Non vorrai fare come quel deficiente di Bill a Fontainebleau?
-No, obbedisco mi infilo gli scarponcini e taccio.
-Ah, proposito, hai parlato con la tua dolce metà?
-Sì, è vivo, in coma letargico.
-Lo ritroveremo imbalsamato a letto?
-Temo, ma domani credo vada la schiava Isaura, seppellirà lei il cadavere.
-La sciava? Ma non ti vergogni? La schiavitù è stata abolita nell' ottocento.
-Ma è il suo nomignolo affettuoso, credimi, le vogliamo un mondo di bene per sopportare due gemelli disordinati e incasinati ci vuole solo la pazienza di Isaura.
-Sarà ma non dirlo troppo ad alta voce se no ti prendono per un nazzi.
-Secondo te la ragazza della reception si sarà ripresa o dovrò rifare la carta d'identità?
-Non preoccuparti il padre lo sapeva che sarei venuta con una persona famosa e ha fatto giurare a sua figlia di non dirlo a nessuno, solo che non le aveva detto chi e credo sia stato un infarto, il padre non lo sapeva ma lei è una vostra fan, a quanto pare però adora Bill.
-Ok, quindi sono salvo.
-Sì anche perché se prova solo a sfiorarti la gambizzo.
-Lievemente gelosa?
-Chi io? No assolutamente, sono una pacifista, ma se qualcuno ti tocca mi incazzo.
Il ragazzo adorava la sua fragolina quando parlava così, anche lui aveva dimostrato più volte un'estrema gelosia per tutti i ballerini che gironzolavano intorno a Lauren, la prese per la vita la baciò dolcemente sugli occhi e poi scesero.
La hall, che prima era deserta, era molto animata, molti avevano scelto di fare la passeggiata con la guida esperta in botanica nel parco dell'isola: la famiglia e la coppia di anziani che erano arrivati con Tom e Lauren erano del gruppo, in attesa vi erano due coppie di ragazzi giovani e altre due famiglie. Lauren e Tom si misero in un angolo per non dare troppo nell'occhio, per l'occasione Tom aveva raccolto i capelli in una coda bassa molle, aveva messo un cappello di lana e portava una giacca pesante, pantaloni larghi bianchi con il cavallo quasi normale. Per non sbandierare troppo la sua notorietà aveva abbandonato il suo look abituale.
La passeggiata cominciò tra i migliori auspici, faceva freddo, ma il cielo era limpido, un vento lieve leggermente freddo rendeva l'atmosfera incantevole, Lauren fotografava mille cose, le spiegazioni della guida erano piacevoli e mentre Tom appariva abbastanza annoiato la ragazza non perdeva una virgola, era un continuo esclamare, "che bello", "che interessante", "ma dai, non lo sapevo". Mano nella mano i due ragazzi apparivano come una coppia di fidanzati felici, Tom adorava vedere il volto di Lauren illuminarsi di fronte all'oceano e benché non fosse il suo ideale di vacanza, si stava rilassando.
-Benissimo, per l'occasione abbiamo organizzato la merenda in un famoso bar ricavato in una vecchia casa tipicamente frisone.
-Il momento della gita che preferisco- disse sottovoce Tom.
-Ma hai fame?- chiese stupita Lauren.
-Diciamo che lo iodio ha aperto la voragine.
-Ma tu rumini sempre?
-Devo crescere- disse Tom- e la ginnastica di prima mi ha fatto bruciare molte energie.
Lauren sorrise divertita e stringendosi al braccio del ragazzo entrarono nel bar.
-Benissimo i tavoli con il cartellino sono i nostri, potete scegliere un piatto dagli antipasti, uno tra i dessert e prendere da bere.
Lauren e Tom si sedettero nello stesso tavolo delle due coppie di giovani. Dopo le presentazioni cercarono di intavolare una conversazione normale.
-Che cosa fate nella vita?- chiese Paula una delle due ragazze.
-Io sono una ballerina e lui è un musicista.
-Ma dai cosa suoni?- domandò curioso Eduard, il fidanzato di Paula.
-La chitarra- fece asciutto Tom
-Ma va?- esclamò Gilbert l'altro ragazzo- anch'io per anni ho suonato la chitarra, adesso è ad ammuffire in un armadio.
-E voi che fate?- chiese Lauren sperando di sviare il discorso da Tom.
-Noi studiamo medicina a Freiburg- disse Irma l'altra ragazza.
-Io studio veterinaria- spiegò Eduard
-Io lavoro in una agenzia di viaggi.
Dopo questo breve giro di presentazioni arrivò la cameriera.
-Oddio io non ho scelto- esclamò Lauren in panico. Mentre tutti avevano le idee chiare.
-Tu che fai?- domandò Lauren a Tom.
-Io prendo il piatto di salmone, la torta della casa e una birra media.
-Io non so- ribadì Lauren guardando la cameriera che appariva stupita e senza fiato mentre non toglieva gli occhi da Tom.
-Dai, fiorellino, invecchieremo.
-Ma io- fece indecisa Lauren- un piatto di salmone è troppo per me.
-Ci sono io, tranquilla.
-Ok, allora anche io un salmone, un tè e i biscotti caserecci.
La cameriera non prendeva nota di nulla e appariva rapita, come in estasi, mentre aveva tutti gli occhi puntate su di lei, si riprese e imbarazzata, ripeté l'ordine sbagliando praticamente tutto.
-Ma è fuori quella?- commentò acidamente Gilbert.
-Che tipo di ballerina sei?- chiese Paula che cominciava ad osservare attentamente Tom.
-Sono una ballerina classica- rispose Lauren.
-Ah ecco perché ci hai messo così tanto a decidere- commentò ancora scocciato Gilbert.
-Siete tutte anoressiche- aggiunse malignamente Eduard.
-Già dicono che controllano il peso, un modo velato per nascondere disordini alimentari- fece con tono altezzoso Paula.
-Mi spiace ma vi devo contraddire, è solo un luogo comune, se non mangiassimo non potremmo reggere i ritmi a teatro.
-Sarà ma le statistiche parlano chiare- tagliò corto Eduard non accettando minimamente la spiegazione di Lauren.
-In che teatro balli?
-All'Opera di Parigi.
-Orca- esclamò sorpresa Irma- sei nel corpo di ballo?
-Sì sono Coryphée.
-Ovvero?- chiese Paula.
-Faccio delle piccole parti di assolo nel gruppo del corpo di Ballo, è difficile da definire.
-Ma sei giovane, quanti anni hai?
-Diciotto.
-Cavolo- fece sorpreso Gilbert.
La cameriera poco dopo giunse con le bevande e ancora una volta indugiò con lo sguardo su Tom, poi prese coraggio e titubante domandò:
-Posso chiederti un autografo?
-Uhm- rispose Tom che non voleva scoprire la sua identità.
I quattro ragazzi si incuriosirono e cominciarono ad osservare il ragazzo che avevano di fronte cercando di scavare nella memoria chi potesse essere.
-Sì, dopo- tagliò corto Tom sperando di distogliere l'attenzione da lui.
La cameriera se ne andò felice, i quattro però erano interdetti, poi Paula esclamò.
-Oddio Tom, ok Tom Kaulitz.
-Oh, cavoli i Tokio Motel- fece scortesemente Gilbert.
-Cavoli il gemello di quello scemo che urla.
-Sì, lo sfigato che sembra una ragazzina, ma è un po' frocio o sbaglio?
-Ok, scusate, ma lo sfigato è mio fratello e poi- Tom si stava alterando, ma Lauren lo precedette.
-Allora Tokio Hotel, uno- fece Lauren alzandosi furente- lo sfigato che sembra una ragazzina intanto ha vinto dischi d'oro, di platino e numerosi premi, per cui rispetto, possono non piacere, ma offendere con nomi gratuiti è da persone piccole. Non sopporto chi offende cucciolo tinto, mi fate schifo, trovo la gente che giudica dall'aspetto inutile.
-Oh ragazzina calmati- fece Gilbert inalberato trattenendo Lauren per un braccio
-Tu non tocchi la mia fidanzata- intervenne Tom alzandosi rabbioso- frocio lo tieni per te, stronzo.
-Calmiamoci ragazzi che sta succedendo?- intervenne prontamente il signor Ingo che stava facendo il giro dei tavoli dei suoi ospiti.
-Nulla- disse Lauren con la voce tremante, prese per mano Tom, recuperarono le giacche e si allontanarono.
-Dove andate?- li bloccò il padrone dell'albergo
-Scusi ma l'aria è diventata irrespirabile- fece Lauren nervosa mentre teneva stretta la mano di Tom per non far degenerare la situazione. I due ragazzi uscirono, l'aria fresca placò la rabbia che si tradusse in due grosse lacrime che solcarono il viso di Lauren, mentre un Tom contrito la abbracciò forte dicendo:
-Mi dispiace.
Ma Lauren con la testa affondata nel caldo petto di Tom:
-Non devi chiedere scusa, dovrebbero loro vergognarsi, sono sempre le stesse frasi da quando eravamo piccoli, sinceramente non ne posso più, non ne posso più di pazze esaltate che mi scrivono appellativi lusinghieri sul marciapiede di casa o sulla facciata del palazzo, non ne posso più che dicano parolacce a Bill e insultino la vostra musica.
-Non si può piacere a tutti d'altronde- fece Tom le cui parole della ragazza entravano come spilli nel cuore, non sapeva come esserle di conforto e immaginarla ferita per causa sua lo faceva sentire impotente.
-Ragazzi- sopraggiunse quasi subito il signor Ingo- venite dentro, vi trovo un altro tavolo, bello tranquillo, lontano da tutti e da tutto.
-No, non si preoccupi- disse Tom che non voleva rientrare per non sottoporre Lauren agli sguardi curiosi degli avventori del bar.
-Insisto, coraggio ragazzi.
Il signor Ingo condusse Tom e Lauren ad un tavolo in un luogo appartato del locale con una vista sull'oceano, in mezzo al tavolo un piccolo bouquet. La cameriera portò i piatti che i due ragazzi avevano ordinato.
-Scusate- disse sommessamente.
-Di che?- chiese Tom
-No è che io sono venuta a una decina dei vostri concerti fin dal 2005, insomma impazzisco e quando ti ho visto e riconosciuto mi è venuto un infarto, sto ancora defibrillando.
-Va bene calmati- disse Lauren con una punta di nervosismo.
-Sei qui con tutta la band? C'è Georg?
-No sono solo- disse Tom.
-Ah, posso lo stesso chiederti l'autografo.
-Sì, certo- Tom prese il block notes che gli porgeva la ragazza, firmò rapidamente poi la sua attenzione si spostò rapidamente sulla ragazza che le stava di fronte. Prese per mano Lauren che guardava il suo piatto ancora scossa e nervosa:
-Uhm, che buono questo piattino di salmone- disse cercando di far cambiare l'atmosfera- e adesso che apro la voragine come la colmo?
-Vuoi anche il mio?- fece flebilmente Lauren che giocherellava con le dita del ragazzo.
-No, assolutamente, al massimo ordino un brontosauro e lo pago a parte.
-Io non mi riempirei troppo, hai visto il menù di sta sera? Serata tipica frisone.
-Non ci si deve vestire in modo strano o non verremo trascinati in attività ricreative di accompagnamento che richiedano, ballo, canto o amenità varie?
-No, non siamo in un villaggio vacanze, al massimo farai la macarena.
-Ok, se mi fanno ballare la macarena, ti lascio.
-Gioirà Bill allora, a proposito, testa di minchia tinta?
-L'ectoplasma giaceva a letto, prima, quando tu eri chiusa in bagno, ora sono le tre per cui dovrebbe essersi traslato sul divano con Alex a giocare ai video giochi o a guardare qualche film.
-Ti manca?
-No, per ora no, sopravviviamo quando siamo soli è vero che tre giorni sono tanti, ma siamo abituati.
-L'autonomia è di ?
-Non so, non siamo mai stati divisi tanto, certo c'è stato il ricovero di Bill quando si è aperto la testa come un melone, ma lo hanno tenuto solo una notte in osservazione, poi ce lo hanno riconsegnato, mannaggia.
-Ma dai, ecco spiegato il motivo per la sua deficienza acuta, ma che cosa è successo?
-Bella storia, era un pomeriggio d'inverno buio e piovoso nella nostra casa di Magdeburgo, quella di papà, avevamo circa sei anni e vivevamo ancora insieme. Il papà e la mamma avevano un letto fighissimo di ottone con un materasso e una rete a molle. L'ideale per saltarci su. Stavamo facendo il circo e mia mamma stava sbraitando di smetterla ma noi, boing, boing, saltellavamo come matti. Poi mi è venuto in mente un nuovo gioco.
-Ho come la sensazione che il tuo gioco fosse "come rimanere figlio unico".
-Sì, debbo dire l'ho fatto spesso con Bill, ma cavoli ha la pellaccia dura. - fece Tom ridendo con ironia- Comunque ho fatto una pila di cuscini, quattro, me lo ricordo ancora poi ho detto a Bill "io mi lancio dalla pila di cuscini e tu vedrai che salto farai di rimbalzo". Ecco abbiamo calcolato male la parabola del lancio e in effetti Bill ha preso il volo, ma invece di atterrare sul letto è atterrato sul calorifero vecchio di ghisa aprendosi in due la testa come un melone. Io sono rimasto impietrito poi ho urlato, mia madre è sopraggiunta e si è presa un infarto grondava sangue e in pochi secondi il suo vestito ne era inondato.
-Povero, piccolo, ma sei un deficiente.
-Corsa all'ospedale, rasato, ricucito e per una notte tenuto in osservazione.
-Comunque ci sono stati altri tentativi di omicidio premeditato che non sono andati a buon fine, ma sai Bill è così ingenuo, io facevo esperimenti con lui e l'idiota tinto si prestava.
-Povero, ma dai, che fratello maggiore stronzo.
-Senti ogni tanto una pausa ne avevo bisogno, tu prova a viverci 24 ore su 24, 365 giorni su 365 per18 anni.
-Un incubo- concluse divertita Lauren.
-Un'altra spettacolare è stata quando abbiamo deciso di fare il traino bici - skate.
-Scommetto che hai trascinato Bill e si è schiantato.
-Allora a mia discolpa posso solo dire, vostro onore, se lui ha mollato la presa non è colpa mia.
-Ma dai- esclamò Lauren divertita.
-Comunque la scena è la seguente, strada dritta cazzutissima di Loitsche, quella inculata, te la ricordi?
-Si quella dove non passava un cane, lievemente in discesa?
-Esatto quella dove giocavamo in mezzo, tanto passava una macchina ogni duecento anni.
-Comunque lo stavo trascinando a tutta velocità perché avevamo messo giù una rampa e volevamo provare un salto, ok Bill in effetti ha preso il decollo ma è atterrato di culo, praticamente ora al posto della C3 ha l'osso sacro.
-Rendi bene l'idea, comunque bisogna dire che il piccolo è aerodinamico.
-Sì, decolla che è un piacere.
-Povero- commentò Lauren finendo il suo salmone in allegria ritrovata.
-Il volo del secolo però lo abbiamo realizzato in triciclo insieme, perché così all'ospedale ci siamo finiti in due.
-Chissà la povera Simone.
-No, questa volta l'infarto spetta alla nonna Helen.
-La moglie di tuo nonno?
-Sì, eravamo sul triciclo a forma di cagnolino con le orecchie azzurre, era una figata, lo adoravo, ci siamo messi in due e ci siamo lanciati tipo bob a due giù dalla discesa del garage.
-Immagino la fine.
-Tragica, il cane si è ribaltato e noi siamo stati catapultati verso il cielo, abbiamo rotolato rovinosamente, sbucciandoci lo sbucciabile. Due maschere di sangue.
-Ma del valium nel latte la mattina?
-Ci voleva, ce ne venivano in mente di cotte e di crude, ma ti giuro il più delle volte Bill ci andava di mezzo, povero. Dopo di che i nonni si sono rifiutati di fare i babysitter.
-Ma poveri nonni- commentò Lauren
-Già poverini, avevano deciso di dividerci uno dai nonni paterni e uno dai nonni materni, ma poi urlavamo perché volevamo vederci.
-Carini, avevate nostalgia.
-Sì, molta.
I due ragazzi si stavano divertendo tantissimo, raccontandosi tante storie della loro infanzia, ogni tanto si rubavano vicendevolmente le cose dal piatto e ingaggiavano una battaglia di forchette, che culminava in sonore risate.
-Allora ragazzi, vi state divertendo?- chiese il signor Ingo.
-Sì- risposero in coro Tom e Lauren.
-Adesso dobbiamo tornare verso l'albergo.
-Bene chiudiamo il giro delle dune e del parco.
-Sì, passeremo sul bellissimo stagno, dove potremo ammirare un tipo di flora e fauna acquatica particolare.
I due ragazzi si tennero a distanza dal gruppo, Lauren scattava tantissime foto, finché la signora che aveva preso la nave con loro si avvicinò:
-Volete che vi faccia una foto?
-Volentieri- fece Lauren sorridendo felice.
La signora prese la macchina digitale di Lauren, la ragazza le spiegò dove schiacciare ed eventualmente lo zoom, poi si mise in posa con Tom. I due erano abbracciati teneramente, Lauren completamente immersa nella felpa del ragazzo che se la teneva stretta appoggiando la sua guancia sulla chioma castana della ragazza.
-Bene, bellissimi così- disse la signora- ecco.
-Uh, grazie - disse Lauren, poi guardando lo schermo con Tom si scambiarono uno sguardo di soddisfazione.
-Siamo belli- aggiunse Tom baciando la ragazza affettuosamente.
-Bellissimi- saltellò felice la ragazza.
-No, ti prego- esclamò Tom che sulla passerella di legno lungo la laguna si sentiva poco stabile.
-Perché?- domandò Lauren con un lampo maligno
-Odio tutto ciò che dondola sull'acqua.
-Ma no- fece Lauren ondeggiando sadicamente.
-Piantala stronza- la afferrò il ragazzo.
-Uh, questo e per i tentativi di omicidio al povero cucciolo.
-Ma uffi, se ho un gemello idiota non è colpa mia- protestò Tom ridendo- a proposito, parli del diavolo e spuntano le corna- il ragazzo rispose al cellulare, era il fratello che voleva fare due chiacchiere. I due gemelli cominciarono una fitta conversazione, proprio non riuscivano a stare lontani.
-Finalmente siamo in albergo- esclamò Tom lasciandosi scivolare su una poltrona stanco morto mentre Lauren recuperava la chiave e i documenti.
-Coraggio, mollusco, alzati- Lauren lo prese per mano cercando di far sollevare il ragazzo, ma lui tirò più forte facendola cadere tra le sue braccia. Lauren per divincolarsi dall'abbraccio di Tom cominciò a fargli il solletico, il ragazzo rispose con altrettanta veemenza, le risate riscaldavano l'atmosfera e attiravano l'attenzione degli altri ospiti. Quando la coppia se ne rese conto si fermò improvvisamente, si alzarono insieme di scatto e poi silenziosamente corsero su per le scale e si chiusero in camera, scoppiando in una fragorosa risata quando furono soli.
-Bene ora mi cambio e andiamo in palestra, tu potrai farmi da dj, mi devo allenare.
-Cosa?- Tom afferrò alla vita la ragazza spingendola verso il letto con dei baci calorosi.
-Dai- tentò di divincolarsi la ragazza- devo proprio, almeno un'ora, devo fare degli esercizi, dai, ti prego, voglio ballare per te.
-Ma se invece ce ne stessimo un po' qui e riprendessimo da dove abbiamo lasciato prima?- il ragazzo aveva sfilato il pile rosa di Lauren accarezzandole la schiena da sotto la maglietta attaccando il reggiseno, un istante e la ragazza si divincolò
-Direi che possiamo riprendere il discorso dopo cena- fece Lauren chiudendosi in bagno per cambiarsi, a Tom non rimase che cambiarsi le scarpe e mettersi comodo.
-Perfetto andiamo- lo afferrò dal braccio- non vedo l'ora di poterti mostrare il mio assolo che farò al Bolshoi.
-Ma mostrarmi un altro tipo di assolo qui in camera-suggerì il ragazzo con sguardo malizioso e desideroso di coccole.
-Abbiamo tempo per tutto, mi dispiace, ma non resisto senza fare un po' di esercizio per due giorni di fila.
-So già che dopo il secondo piegamento che farai starò ronfando- spiegò il ragazzo deluso.
-Lo so, ma poi ti sveglierò- Lauren affondò le mani nella coda del suo chitarrista avvicinando a sé il volto per baciarlo dolcemente sulla bocca. Rassegnato Tom seguì Lauren e fu così gentile da portarle la borsa delle scarpe e altre accessori.
-Come mai ti sei raccolta i capelli, stai così bene con la tua chioma fluente?- domandò tenendole affettuosamente la mano.
-Lo so, ma la danza è rigore, sono abituata così, devo raccogliermi i capelli in modo perfetto, se no non mi sento a posto con me stessa.
-Strana tipa sei, ma hai scelto l'albergo anche in base alla palestra?
-Esatto, no, dai- si corresse la ragazza- l'ho scelto perché è bello, nel nulla, ha molte attività e domani ti aspetta una delle cose che amo di più fare quando sono nella mia casa a Biarritz o in Normandia.
-Uhm- fece una faccia dubitativa Tom.
-Uffi non è quello che pensi tu, perché hai dei pensieri perversi?
-Io?-si difese il ragazzo
-Dai la conosco bene la tua faccia di quando pensi a cose sconce.
-No, che dici- si difese Tom mentre spintonava lievemente la ragazza che apriva la porta di una piccola palestra, mostrando imbarazzo- Bill mi ha parlato di una doccia strana, quindi.
-Vedi che hai pensieri impuri, lo sapevo, ormai conosco le tue espressioni facciali, leggo nella tua mente, sei un idiota con un chiodo fisso.
-Scusa- fece contrito il ragazzo togliendosi a stento il sorrisino maligno dal volto.
-Dovresti veramente pensare ad appendere la chitarra al chiodo e darti ai film porno.
-E tu mi lasceresti fare?
-No, ti lascerei e basta.
I due si guadarono a fondo negli occhi e risero felici, Lauren si infilò le scarpette da mezza punta, inserì un cd in un lettore che vi era su un piccolo tavolo, si attaccò alle spalliere e cominciò a fare i suoi esercizi, Tom la guardò per un po' ma la musica classica messa come base per gli esercizi ebbe la meglio, il ragazzo crollò addormentato come un elefante.
-Pastore Bergamasco, riesci a recuperare il tuo neurone e a farlo girare per guardarmi?- lo scrollò Lauren dopo circa un'ora e mezza che si esercitava.
Il ragazzo a fatica aprì un occhio, lentamente si riprese e vide che una sedia era posta nel centro della sala.
-Uhm- si stiracchiò- quella sedia è per me?
-Esatto, vedrai il mio assolo come se tu fossi Jean Pierre un San Bitter.
-Ma anche no- disse il ragazzo risentito.
-Ti ricordi che ti ho detto che balliamo con un nastro rosso attaccati l'uno all'altro, il filo del destino, nel mio assolo lui è seduto sulla sedia, mentre nel suo sono io seduta, mi serve che tu mi tenga il nastro come se fossi lui.
-Be' solo perché ti devo tenere il nastro.
-Dai c'è una sorpresa alla fine.
-Me la dai.
-Uffi, ma è un chiodo fisso.
-Ci credo, sei così sensuala.
-Ok, nuovo termine?
-Amore sei bellissima, mi fai impazzire e quando ti dimeni così davanti a me, salgono le pulsazioni.
-E il sangue ti finisce tutto lì.
-Esatto, cioè che dico- il ragazzo arrossì- uffi, volevo dire che insomma le tue gambe chilometriche che mi si buttano di qui e di là mia fanno impazzire, mi spiace se ti trovo irresistibile.
-Sì, dai lo so Grisù urla nei boxer, ora siediti o mi raffreddo.
Il ragazzo prese posto sulla sedia, Lauren gli infilò nel polso un capo del nastro.
-Devo fare qualcosa?- domandò guardandosi il ragazzo.
-Assecondare il movimento del nastro per non farlo attorcigliare, ma non dovrebbero esserci problemi.
-Perfetto allora mi concentro solo su di te.
-Ecco non troppo o Grisù esplode.
-Piantala di chiamarlo così- protestò Tom.
-Ma è carino, adoro chiamarlo così.
Il ragazzo arrossì, mentre Lauren fece partire la musica, la sarabande di Bach per violoncello dalla suite numero 1. La ragazza cominciò ad eseguire strani e complicati movimenti seguendo la musica lenta e soave, la sua era danza classica con movenze di contemporaneo, era sbalorditivo come la classicità del pezzo si fondesse con la modernità. Il sentimento che il movimento lasciva intravedere era quello di un amore sofferto.
Dopo meno di tre minuti l'assolo si concluse, Lauren affaticata terminò sulle gambe del ragazzo baciandolo dolcemente, il momento fu semplicemente perfetto, i due ragazzi chiusero gli occhi e con dolcezza si lasciarono trasportare dalle emozioni. Improvvisamente un pensiero.
-Che ore sono- urlò Lauren sciogliendosi dall'abbraccio di Tom
-Le otto passate!
-Cosa!- fece la ragazza allarmata- cazzo, cazzo, cazzo, è tardi!- urlò poco elegantemente
Tom si alzò a sua volta chiedendo:
-Fino a che ora servono la cena?
-Le nove, ma nella serata a buffet non sarà rimasto molto?
-Buffet? Molto? Ma io ho fame- fece in tono da lattante- svengo.
-Uffi, idiota invece di stare lì impalato corri a cena, io vado in camera, mi lavo, mi sistemo, mi rendo presentabile e ti raggiungo, prendimi dell'insalata mista che arrivo.
-Corro- fece Tom uscendo, poi tornò sui suoi passi e diede un ultimo bacio a Lauren:
-Mi basta il tuo amore- disse dolcemente Tom, ma poi il suo stomaco brontolò improvvisamente.
-Sì, ma vai a nutrire il tuo corpo o mi svieni nel pieno dell'amplesso.
Il ragazzo arrossì lievemente, quando tentava degli slanci romantici affettuosi, veniva sempre riportato a terra dalla salacità della ragazza, l'averla vista ballare così aveva riempito il suo cuore, era da tempo che lei non ballava solo per lui, era da tempo che non condividevano dei momenti così speciali e quando raggiunse il salone ebbe un attimo di ripensamento, avrebbe voluto raggiungere la ragazza e rivivere quell'istante magico con lei per sempre. Poi il suo stomaco lo richiamò alla realtà, si avviò nel salone, dove stavano servendo le carni e tutti erano in fila per servirsi, il ragazzo rimase disorientato, poi un giovane cameriere lo invitò ad accomodarsi, il loro tavolo era apparecchiato in un luogo sopraelevato rispetto agli altri ed era in un angolo buio della sala, questo dava loro tutta la privacy che Lauren aveva richiesto. Poco dopo il padrone, il signor Ingo, si avvicinò.
-Avete fatto tardi- lo riprese amorevolmente- ah le donne si fanno sempre attendere.
-No, siamo rimasti troppo in palestra, Lauren di solito è sempre la prima ad essere pronta.
-Purtroppo vi siete persi i primi piatti, se vuole però qualcosa è rimasto.
-Sì, grazie per me, Lauren invece vuole un'insalata.
-Perfetto le insalate e le crudité sono al buffet, può servirsi e da bere?
-Io una bionda media.
-Le consiglio una birra locale molto buona.
-Perfetto volentieri e poi una bottiglia di acqua naturale.
-Arrivano subito.
Tom solo al tavolo si alzò subito per preparare a Lauren la sua insalata, ci rifletté a lungo e mise sul piatto una quantità di verdurine miste che sicuramente sarebbero piaciute alla ragazza, poi tornò al tavolo dove trovò ad attenderlo un bellissimo boccale di birra. Aveva ancora il boccale alla bocca quando vide entrare Lauren al ristorante. Portava un abitino corto leggero e svolazzante lilla con fiorellini tenui, un bellissimo copri spalle di lana d'angora, al collo la catenina con il peltro che le aveva regalata Tom che toglieva solo per ballare e al polso il bracciale di Bill al quale si erano aggiunti altri monili. Il ragazzo rimase con il boccale di birra a mezz'aria e un baffo di schiuma sul labbro superiore lo facevano sembrare ancora più sciocco.
-Tesoro, eccomi- fece la ragazza sedendosi di fronte a Tom, poi si rialzò e senza indugio con un sorrisino baciò il ragazzo pulendogli la schiuma della birra.
-Che ti succede?- chiese poi.
-Mi devo riprendere, sei stupenda- fece timidamente Tom, Lauren arrossì, felice di aver ricevuto quel complimento.
La cena si svolse tranquillamente, i due ragazzi telefonarono a Bill che si stava riempiendo di schifezze con Alex, i due fratelli parlarono a lungo e Tom tutto esaltato spiegò al gemello che aveva avuto una illuminazione per la canzone che aveva scritto, ora aveva la melodia e non vedeva l'ora di fargliela ascoltare. Poi i due ragazzi si ritirarono in camera e continuarono il discorso interrottò più volte in quella giornata.
***
-Porca paletta mi verranno i capelli come mio fratello alla fine della vacanza!- urlò Tom svegliato di soprassalto dalla malefica sveglia della ragazza con il nitrito di cavalli. Lauren la spense subito e si alzò veloce avviandosi verso il bagno pronta per affrontare una nuova giornata, mentre una parolaccia uscì dalla bocca del ragazzo:
-Cazzo le sette! Ma sei fulminata!
Lauren sorrise guardandosi allo specchio e continuò la sua toilette, si preparò al meglio sapendo come convincere il suo Tom ad alzarsi. Si vestì con una bellissima tuta rosa con le righe bianche, infilò un paio di scarpe comode e poi con un balzo saltò sul letto direttamente sopra il ragazzo.
-Coraggio il mondo ci attende.
-Vuoi farmi morire!- esclamò spaventandosi per il colpo che aveva ricevuto.
-Dai, cucciolo, alzati, una buonissima colazione ci attende.
-Anche un comodo e caldo letto dove possiamo restare e sollazzarci con attività varie.
-No, ricordati il discorso che abbiamo fatto ieri.
-Ho il neurone in standby.
-Vedi di metterlo in funzione o Grisù resterà all'asciutto.
Il ragazzo bofonchiò tentando di far finta di nulla e cercando di ripiombare nella fase rem, ma Lauren gli faceva i dispetti, gli soffiava sul viso, gli mordicchiava i lobi delle orecchie, gli tirava i capelli, al ragazzo non rimase che alzarsi. Lauren l'aveva vinta. Dopo essersi lavato velocemente con Lauren che lo dirigeva come un generale, si vestì, la ragazza lo obbligò a mettersi una tuta da ginnastica, elegante, ma lievemente fuori dal genere che soleva indossare il ragazzo. Quando i due ragazzi scesero, erano le sette e mezza passate, il salone della colazione era deserto.
-Bene- fece la ragazza avviandosi al tavolo per prendere i cereali e la frutta- è tutto per noi.
-Appunto, la gente è tutta a letto perché si è in vacanza.
-Vacanza appunto, bisogna godersela appieno.
-Sì ma uno dei piaceri delle vacanze è dormire ad oltranza.
-Errato è vivere ogni istante per portare tanti ricordi con sé e nutrire così i momenti di lontananza che ci saranno.
-Sarà ma io avrei preferito nutrirli tra le coperte calde e sdraiato su un bel materasso.
-Invece ti tocca una fidanzata che ti tira giù dal letto all'alba e ti porterà alla scoperta dell'oceano.
-Oddio, inizio a tremare, forse non dovrei prendere le uova con la salsiccia, facciamo qualche attività faticosa per cui potrebbe riproporsi il simpatico wurstel?
-No, non dovrebbe essere troppo faticoso, non ho ben chiara però la tua resistenza fisica dal punto di vista sportivo.
-Eppure quando il cane della signora Schumann mi ha raggiunto dopo 50 metri che correvo dovresti aver capito la mia resistenza.
-Ok, direi che la pancetta e le uova fritte faranno capolino fra poco- fece Lauren ridendo al ricordo del cane Schwarz che aveva azzannato le chiappe di Tom dopo che Bill lo aveva aizzato tutto il pomeriggio suonando la trombetta fastidiosa e acuta della sua bicicletta. I due ragazzi si sedettero al tavolo e fecero colazione, anche il signor Ingo si era stupito per la loro presenza così mattutina, cosa che avallava la tesi di Tom che uno in vacanza si deve riposare.
Lauren però riuscì a trascinare Tom dove voleva lei e mano nella mano si diressero verso la spiaggia. Il mare era lievemente agitato e il suo grigio colore non lasciava presagire nulla di buono per la giornata, ma Lauren disse:
-Tempo ideale, adoro questi colori.
-Ok, se adori venir travolta da un acquazzone furioso chi sono io per discutere i tuoi gusti, ma io di acqua ne prendo già abbastanza.
-Tranquillo, niente monsoni, vedrai fra un po' splenderà il sole.
Tom guardò scettico il cielo plumbeo sopra le loro teste, ma non volle mettere in dubbio le doti da metereologo della ragazza che sorrideva spensierata stringendogli la mano. Dopo un lunga passeggiata i due ragazzi arrivarono ad una casupola di legno sferzata dalle onde accanto a delle dune maestose, un ragazzo era indaffarato con degli strani marchingegni.
-Ciao- lo interrupe Lauren- sono quella ragazza che ha telefonato per noleggiare un land-yachting.
-Ah, Bart, vero?
-Esatto, ti stavo aspettando- fece il ragazzo guardando stupito Lauren- il land-yatching grande è qui, la vela puoi sceglierla, ti consiglio questa.
Tom era rimasto in disparte mentre si svolgeva quella conversazione, ancora si domandava cosa volesse fare la ragazza e quando vide uscire quella specie di imbarcazione con delle ruote spinta dal ragazzo mentre Lauren sceglieva una vela ebbe un colpo al cuore.
-Tom, aiutami, non stare lì impalato- lo sollecitò la ragazza- prendi, dobbiamo montare la vela.
-Ok- Tom si avvicinò alla ragazza, prese un capo della vela ancora avvolto intorno alla randa- ho come l'impressione che ci lascerò giù la colazione a sto giro.
-Ma no, coraggio aiutami- Lauren cominciò a trafficare come una che sapeva esattamente cosa fare e dettava degli ordini al ragazzo che non capiva nulla.
-Mettiti il casco va, che è meglio.
-No, mi spettino.
-Idiota, mettitelo è meglio- Lauren fu perentoria e infilò sulla testa del ragazzo un casco.
-Uffi, mi stringe- bofonchiò Tom come un lattante.
-Certo il tuo cervello è così piccolo che si comprime facilmente- fece Lauren ridendo e allungandogli un bacio per indorargli la pillola.
-Riuffi- fece Tom mettendo il muso e allentandosi il casco che gli stringeva alla gola.
-Infila pure questi
-Giammai, i guanti da cazzone di mio fratello mai- Tom fu perentorio
-Te ne pentirai secondo me- fece spallucce Lauren che non voleva discutere, lei aveva infilato un bellissimo paio di guanti senza dita neri con profili rosa ovviamente, poi riprese:
-Bene poche parole per spiegarti come funziona il tutto- disse Lauren come una perfetta insegnante in cattedra. Il ragazzo seguiva attento le mille spiegazioni di Lauren, la terminologia, il vento, le corde che si chiamavano scotte, drizze e un infinito discorso di cui non capì molto.
-Ci sei?- terminò Lauren dopo il suo panegirico .
-Poco.
-Ok faccio tutto io, ricordati solo quando io dico "preparasi alla virata, virata"
-Devo abbassare la capoccia.
-Bravo esatto, sappi che questo coso è veloce.
-Ma a me sembra una stronzata.
Lauren si posizionò e fece accomodare anche Tom che non si sentiva per nulla invogliato a fare quella nuova esperienza.
-Ecco cominciamo piano, tanto per prendere su la mano, io sono abituata ad un altro modello più performante, d'altronde in due su questo trabicolo non è divertente.
-Allora perché mi ci hai portato.
-Nel senso che è bello sfidarsi uno a uno, ma non è facile capire per un principiante, quindi fai bene attenzione così potremo prenderne uno più figo dopo.
La ragazza cominciò a prender sicurezza con il mezzo e quando Tom la sollecitò con la malaugurata frase: "Ma su sto coso è un mortorio, corre più veloce Bill" Lauren fece sul serio e tirando al massimo sulle scotte cominciò a prendere velocità.
-Che ne dici ora- urlò mentre il mezzo correva veloce lungo la spiaggia deserta, il vento sferzava sui loro volti. Tom ora sgranava gli occhi, quel trabicolo era capace di raggiungere una discreta velocità e il fatto di essere piuttosto in bilico lo spaventava un poco stringeva forte le scotte e non mollava per paura di essere catapultato fuori dall'abitacolo.
-Preparasi alla virata- urlò ad un certo punto Lauren- virata.
L'ordine fu veloce e perentorio, ma Tom non lo fu altrettanto. Il ragazzo fu colpito in testa dal boma e catapultato fuori bordo, rotolò rovinosamente per qualche metro. Lauren subito si fermò, mise il land-yachting contro vento e si precipitò verso il ragazzo.
-Tom, sei vivo? - fece inginocchiandosi accanto al ragazzo bocconi- Tom- lo scosse e rigirò.
-Cazzo che male- fece il ragazzo riaprendo gli occhi e guardando Lauren incredulo di esser ancora vivo- che botta!- aveva perso il casco e perdeva sangue.
-Aspetta- lo fermò Lauren mentre un rivolo di sangue usciva dalla fronte, dal naso e dal labbro ricoperti di sabbia.
-Ho mangiato mezza spiaggia di Amrum- scherzò il ragazzo. Lauren tuttavia era preoccupata, si avviò di corsa verso il mare, vi inzuppò il suo fazzoletto poi dalla tasca della sua giacca a vento estrasse una piccola pochette.
-Fammi vedere- fece secca la ragazza che pallida cercava di non perdere la lucidità. Passò sul volto il fazzoletto e vide che sulla fronte c'era solo una piccola escoriazione, il labbro sanguinava perché il piercing aveva sbattuto violentemente contro i denti e il naso era tutto intero, solo una piccola epistassi.
-Metti la testa così- suggerì Lauren reclinando la testa del ragazzo in avanti e tamponando con il fazzoletto freddo per fermare tutto.
-Cavoli- fu il commento di Tom mentre, inginocchiata accanto a lui, Lauren lo medicava- il tuo ordine è stato veramente veloce, non ho capito nulla so solo che la sabbia non è male, sa di gamberetto. La ragazza non parlava, taciturna con il cuore in gola si sentiva in colpa per esser stata così avventata. Tom percepì la tensione e aggiunse.
-Piccola tutto bene, ci vedo, ti riconosco, so che giorno è- poi aggiunse- oddio no, ma io ho un fratello gemello vero? Non ho i ricordi doppi?
-Idiota- lo redarguì quando lo ebbe risistemato, il naso non colava più sangue, dalla pochette aveva preso un cerotto e medicato la fronte, mentre dal labbro aveva svitato il piercing e pulito la ferita.
-Cazzo- esclamò infine quando la paura era passata- perché ricasco sempre nel solito errore, sono recidiva, voi Kaulitz siete totalmente e irrimediabilmente negati per qualsiasi attività sportiva che non sia mangiare bere e dormire.
-E fare l'amore- aggiunse Tom che avrebbe voluto usare un termine più salace.
-Fidati anche questo, non sempre vi riesce bene.
-Va fan culo, no aspetta e di Bill che ne sai?
-Sentito dire, voci di corridoio.
-Perché è timido e impacciato e non si allena spesso.
-Ha parlato il drago delle lenzuola- commentò acidamente Lauren
-Comunque sei fulminata hai gridato prepararsi alla virata, virata in due nano secondi.
-Certo si fa così, dovevo forse aspettare il banditore con le trombe?
-No però…
-Il tuo tempo di reazione è quella di un bradipo.
-Senti lo sapevi benissimo.
-Cavoli adesso ne ho la prova, la conferma e ho veramente toccato con mano la tua inutilità.
-Uffi, sei una stronza- fece simpaticamente offeso Tom- mi fa male tutto.
-Minchia che lagna senza precedenti, su, su, adesso alzati torniamo alla base.
-E' fuori discussione che io risalga su quel coso infernale- disse risoluto Tom incrociando le braccia come un bambino capriccioso.
-Perfetto- rispose Lauren alzandosi e dirigendosi verso il land-yatching- ti aspettano dieci chilometri di passeggiata, siamo alla fine dell'isola praticamente. A quelle parole Tom scattò in piedi come un grillo pronunciando la frase con tono di supplica:
-No aspetta, ho cambiato idea- tra il male di tornare a piedi e riprendere quel trabicolo Tom scelse il male minore, intanto il vento aveva cambiato leggermente direzione e il cielo plumbeo aveva lasciato il posto ad uno limpido e azzurro.
-Che ti avevo detto ?- fece Lauren sedendosi accanto al ragazzo.
-Sei un lupo di mare- concluse Tom stupito.
-Anni e anni di vacanze in Normandia e a Biarritz ti forgiano, soprattutto se hai uno zio con la barca.
-Mi stupisci ogni giorno di più- concluse Tom intenzionato a non cadere più fuoribordo e a portare a casa la sua pelle.
-Tranquillo, farò stiracchiare la signorina quando ti avrò depositato al capanno-disse Lauren.
Quando infatti giunsero in prossimità della rimessa Lauren scese e si avviò verso il ragazzo preposto al noleggio:
-Scusa, posso lasciare giù questo e prendere quello ?- Lauren indicò un land-yatching piccolo, leggero, affusolato, molto più aerodinamico di quello da cui era appena scesa.
-Sì certo- fece asciutto il ragazzo, mentre scrutava da cima a fondo Tom che rientrava con la faccia gonfia.
Lauren sicura si infilò nella fusoliera del land- yatching e tirando sulle scotte cominciò a volare nel vento, presto fu lontana tanto aveva preso velocità e sfrecciando incurante del pericolo faceva compiere vere e proprie acrobazie al veivolo.
-Cavoli!- esclamò il ragazzo del noleggio.
-Cavoli, sì- si stupì Tom
-Porca paletta quella lì ci sa fare, ma che tu sappia fa le gare?
-Non so, è la prima volta che la vedo e che sento che guida quegli aggeggi.
Dopo mezz'ora Lauren tornò, era stanca, sporca, ma soddisfatta, fermò il mezzo facendogli compiere una mezza giravolta su una ruota esultando felice uscì dall'abitacolo.
-Questo senza Tom, la zavorra- fece sorridente- hai visto?
Ma a Tom non fu dato il tempo di replicare il ragazzo del noleggio le si avvicinò e la inondò di complimenti e di domande alle quali Lauren rispondeva volentieri. Con i capelli sciolti fluttuanti nel vento e stretta nella bellissima tuta rosa era affascinante, il ragazzo fu sensibile alla sua bellezza e subito non perse l'occasione.
-Sai, noi ragazzi del club ci troviamo al "Flippen" un localino niente male- la invitò cortesemente il ragazzo- sei una forza, peccato non fossero qui a vederti.
-Ma scherzi, era da almeno tre anni che non salivo su un land yatching, ero completamente arrugginita.
-Non ti piacerebbe entrare nella nostra squadra? Sei solo di passaggio? Quanto ti fermerai?
-Poco- interruppe Tom la cui gelosia stava salendo a ritmo vertiginoso- la mia ragazza- sottolineando il tono della voce e mettendo le mani sulle spalle della ragazza per rendere chiaro il concetto- è occupatissima e domani ripartiamo.
-Allora devi proprio venire questa sera, il locale è grandioso.
-Sì, se ho voglia verrò volentieri
-E' il ritrovo di noi ragazzi, tutti appassionati di vela, land yatching e kitesurf.
-Figo kitesurf, ho visto una volta una gara a Tarifa.
-Cavolo sei stata a Tarifa? È il mio sogno sto mettendo via i soldi per andarci, per questo faccio questo lavoro e tanti altri.
-Sì Tarifa è un sogno per il vento, una totale figata spaziale.
-Sì.
-Già- aggiunse Tom che cominciava a fumare dalle narici come un toro di una corrida- adesso Lauren andiamo, ho mal di testa.
-Uh, è vero, il tuo naso e la tua testa dura, se non ti riporto intero piccolo Bill fa "Don't jump"
-Idiota- fece Tom abbracciando la ragazza per segnare bene il territorio.
-Allora ti aspetto- disse il ragazzo del noleggio salutando Lauren, dopo che ebbero pagato.
-Sono furioso- fece Tom quando furono sulla via del ritorno.
-Perché cucciolo?- domandò ingenuamente Lauren attaccandosi al braccio del chitarrista.
-Perché!?- ribadì con forza come se fosse evidente- quello ci stava spudoratamente provando come se io fossi trasparente.
-Ma che dici!- fece arrossendo Lauren.
-Sì, faceva il provolone e tu, uffi giocavi come una gattina.
-Ma no, oddio, ti giuro non l'ho fatto apposta- fece Lauren che cominciava a perdere il suo sorriso. I due ragazzi per qualche minuto stettero in silenzio, assorti nei loro pensieri.
-Tommichou- disse poco dopo Lauren usando un tono dispiaciuto- te lo giuro, io non volevo, non ci pensavo minimamente.
-Lo so quello era un gran figo- esordì Tom- spallato, biondo, occhi azzurri, pelle sferzata dal vento, il tuo ideale.
-Scherzi vero?
-Lo so come quell'altro italiano ballerino, tutto muscoli e un pacco messo in rilievo dal conchiglione.
-Tommichou, allora non capisci nulla, a me piacciono i rachitici imbranati, con i capelli da fumati.Quelli che hanno i riflessi di bradipi, quelli che hanno un piccolo, ma tosto Grisù, quelli che hanno due fossette dove dico io.
-Ma a te piacciono gli avambracci muscolosi, lo so.
-Anche i tuoi se coltivati bene possono diventare attraenti.
-Uffi, torno a casa con la faccia sfigurata e la virilità frustrata.
-No, scusa mi piace prenderti in giro un po' come fai tu con Georg.- Lauren fece una pausa diede un bacio fugace al ragazzo poi disse- oddio sei innamorato di Georg ora capisco!
-Ma va fan culo idiota -la scrollò violentemente tra le sue braccia il ragazzo, ma Lauren divincolandosi urlò:
-Chi arriva primo decide cosa fare tutto il giorno!
Tom allora cominciò a correre, raggiunse Lauren, la superò, ma sulla distanza ebbe la peggio.
***
-Tesoro- Lauren lo aspettava leggermente accalorata e con il fiatone- ho vinto!- poi aggiunse- abbondantemente vinto!
Tom stava arrancando verso l'entrata dell'hotel e incurante degli astanti rispose con un elegante dito medio, mentre Lauren gli porse la chiave trionfante. Tom entrò e come il giorno precedente si stravaccò nel salottino della hall.
-Maschera d'ossigeno, presto intubiamo, lo stiamo perdendo, pupille fisse e dilatate- Tom non aveva la forza e rispose con il suo collaudato dito medio.
-Bonjour finesse Monsieur Kaulitz- fece Lauren, poi sorridendo si avvicinò al barista e chiese del ghiaccio e una bottiglia d'acqua.
-Tieni o stramazzerai- gli porse la bottiglia d'acqua e aggiunse- mettiamo un po' di ghiaccio sulla ferita il naso si sta gonfiando, sembra che tu abbia fatto un incontro di box.
-E invece ho una fidanzata sadica che rasenta la follia omicida, se sopravvivo a questa vacanza sarà un miracolo.
-Un ottuagenario dentro e fuori- concluse Lauren passando dolcemente il ghiaccio sul viso del ragazzo che aveva ripreso fiato- per farmi perdonare per la levataccia ti porto nell'idromassaggio.
A queste parole Tom si alzò pieno di energie, finalmente avrebbe coccolato la sua fragolina tra le bollicine rilassanti, la prospettiva lo allettava. I due ragazzi si avviarono verso la loro camera per cambiarsi e andare a rilassarsi nel solarium dove era posta la piscina con idromassaggio.
-Che cavolo di costume indossi?- commentò Lauren quando vide Tom uscire dal bagno.
-Figo, no?
-Porca paletta rimpiango il costume nero con borchie di tuo fratello- Lauren lo scrutò da cima a fondo poi aggiunse- no, quello mai, comunque è veramente truzzo.
-Uffi, ne vado fiero del mio costumino, Bill ce l'ha uguale in blu.
-Sai che sballo- commentò acidamente la ragazza lanciandogli l'accappatoio- infilati l'accappatoio, andiamo le bollicine ci attendono e non sono quelle prodotte dal tuo fondoschiena- aggiunse Lauren.
-Idiota- fece Tom arrossendo- ma sei sicura che si possa andare in giro in accappatoio?
-Certo siamo in un alberghetto che è un centro wellness, tutti ci vanno in giro, e poi dobbiamo solo salire in ascensore.
I due ragazzi uscirono con le ciabatte da camera avvolti nei caldi e candidi accappatoi, chiamarono l'ascensore e Lauren schiacciò 4, Tom però in avvertitamente si appoggiò ai comandi e selezionò 0. Mentre baciava teneramente la ragazza, l'ascensore cominciò a muoversi con i due che abbracciati si scambiavano effusioni amorose, quando si aprì la porta i due ragazzi si ritrovarono nella hall di fronte alla famiglia felice che era arrivata con loro. Quando si accorsero, si staccarono con un salto girandosi di scatto. La signora li squadrò con stupore, mentre il signore li fulminò, la bambina si mise a ridere, Lauren e Tom diventarono rossi e senza dire una parola si appallottolarono in un angolo dell'ascensore guardando verso il basso. Il padre di famiglia schiacciò 2 e l'ascensore si mise in moto, i 45 secondi più lunghi della vita di Lauren e Tom che fecero quel viaggio senza proferire verbo, solo un sommesso saluto pronunciato tra i denti quando la famiglia scese.
-Che figura di merda gigante.
-Porca paletta se con quei cazzo di tentacolini avessi fatto più attenzione! schiacciare lo zero? Che cavolo ti è passato per la mente.
-Non ho fatto apposta, che figuraccia.
-Spaziale, hai visto la faccia della signora?
-Sì ci voleva incenerire.
-Perché invece il signore?
-Porca aveva lo sguardo assassino.
-Un figura di merda galattica.
I due si ripresero quando giunsero nel solarium, Lauren si tolse l'accappatoi mostrando il suo corpo, chiedendo un commento per il suo costume:
-Allora ti piace il mio costumino stile samba brasiliana.
-Veramente i volant fanno più stile Lauren ai vecchi tempi con gonne da bambolina dell'ottocento, però ti fanno due tette da paura.
-Va fan culo- rispose risentita Lauren- i tuoi soliti commenti da uomo delle caverne, il tuo è un chiodo fisso allora.
-No, che dici, hai frainteso- Tom si sentiva sulle sabbie mobili, sapeva che dopo quella frase la ragazza non gli avrebbe fatto neanche sfiorare un centimetro del proprio corpo, fece un tentativo quindi per rimediare- no lo sai che hai un fisico spaziale e il tuo seno è piccolo e proporzionato e mi piace molto.
-Piccolo?
-Sì, ma proporzionato e con una forma tonda e carnosa fantastica, nella botte piccola c'è il vino buono- si affrettò a dire.
-Hai presente un qualcuno che si arrampica sui vetri.
-Sì- annuì il ragazzo ormai rassegnato e mimando il gesto aggiunse- hiiiiiiii.
-Esatto, coraggio inutile uomo, andiamo la jacuzzi ci aspetta!
Tom si guardò in giro, ma vedeva una sola piscina piccola posta in una bellissima mansarda tutta di legno, in un angolo una cascata, ma le bollicine non le vedeva.
-Andiamo- Lauren salì sulla scaletta ed entrò nella piscina, seguita da uno scettico Tom che per l'occasione si era legato bene i suoi dreadlock per non bagnarli. La ragazza si avviò sicura nella parte della piscina che finiva fuori dove era posta la parte con le bollicine.
-Ma sei fulminata? Fuori ci saranno si e no 2 gradi.
-Ma dai, è la parte calda con le bollicine, vedrai non sentirai nulla.
-Certo perché sarò morto prima di raggiungerla- protestò il ragazzo fermandosi sulla scaletta.
-Uffi ma sei una totale piaga umana- Lauren si tuffò e nuotò verso la jacuzzi
-Sì sono lagnoso, ma quando pensavo a bollicine rilassanti speravo fossero calde- sottolineò il ragazzo con tono di viva protesta.
-Ma lo sono vedi sono fumanti- mostrò Lauren con il dito verso il fumo che si levava esternamente.
-Sì ma sono fuori all'aperto!- protestò preoccupato.
-Io mi lancio- Lauren senza indugio entrò nella zona calda con le bollicine, Tom titubante fu più lento, ma poi capì che era caldo abbastanza e quindi si rilassò
-Scusa- disse sommessamente raggiungendo la ragazza e prendendola tra le braccia- sono un idiota.
-Esatto- fece Lauren baciandolo affettuosamente.
-Ahi- protestò Tom per il labbro che doleva.
-La botta sul naso sta diventando violetta.
-Grazie, sarò bellissimo.
-Avete impegni lavorativi? Tipo servizio fotografico? Girare un video? Apparizione televisiva?
-No, non penso comunque non c'è problema riescono a rendere figo perfino Georg.
-Senti bello sappi che Georg ha un fisico da paura, un viso splendido e un carattere d'angelo a sopportare due gemelli cretini, io mi domando come faccia, per non parlare poi di Gu, prima poi vi ficca le bacchette nel didietro .
-Adesso però mi devi raccontare la tua abilità con quell'aggeggio, cavoli ogni volta mi stupisci, credevo di conoscere tutto su di te e invece.
-Sai che per il mio asma da piccola vivevo spesso o in campagna o al mare. Mia nonna ha un castello nel sud della Francia verso Bordeaux, poi ha una casa a Biarritz.
-E poi c'è la casa in Normandia.
-Con altri possedimenti sparsi nella campagna di cui non ti ho detto.
-Porca paletta, ma mi spieghi che cazzo ci siete venuti a fare a Loitsche?
-Sadismo teutonico di mia madre? No, i nonni materni ti ricordo abitano a Magdeburgo.
-Già che sfiga.
-Veramente, avrei fatto a meno di aver dei vicini deficienti e poi fidanzarmi con uno di loro.
-Ed io mi starei ripassando un intero fan club di ragazzine.
-Esatto, entrambe sfigati. Comunque ho sempre fatto vela in vacanza, sul mare, sul lago ovunque. Infatti ho un'esperienza di affondamento di barche da record?
-Ma il gioco non è affondare, almeno che tu non sia la figlia segreta del capitano del Titanic.
-Lo so ma capita, il mio primo affondamento avvenne alla tenera età di sette anni nella baia di Santa Giulia, in Corsica
-Ma dai- commentò curioso Tom immaginandosi la sua fragolina in barca.
-Già il mio primo optimist, Lady Marion, affondato per un errore di manovra. Con un'amica un po' più in carne ho iniziato a fare una bolina strettissima e a imbarcare acqua, da qui l'affondamento.
-Una bolina?
-Ok, quando si risale il vento, insomma è una andatura della barca.
-Ok, non raccontarmi il velense, tanto non ci capisco una cippa.
-La mia seconda imbarcazione, nove anni, sempre un optimist, Susy.
-Nomi del cazzo.
-Già da quelli si capiva che erano destinati all'affondamento.
-Si sono suicidati?
-Più o meno. Quella volta, baia di Caprera, Sardegna, mare piuttosto agitato e vento fortissimo, una figata totale. Il maestro scettico e titubante non voleva farci uscire, ma poi mi ha guardato e ha convenuto che fossi pronta.
-Ti ha guardato male.
-Esatto, ha valutato male, non ha letto il mio lampo maligno pronta a tutto pur di divertirsi come una scellerata. Perché vedi, mia madre mi chiudeva in una gabbia dorata quindi appena io fuggivo facevo cose sconsiderate, anche quella volta una bolina azzardata, una scuffiata da paura, perdita della randa e affondamento.
-Mi immagino tua mamma.
-Un coccolone, quando mi ha vista tornare sul gommone del maestro e non sulla barchetta.
-Povera signora Bart.
- Perché non sai quando sono tornata a bordo di una cayak perché avevo distrutto il mio laser fun contro un idiota di 480!
-Ovvero- chiese stupito Tom che non ne capiva nulla di imbarcazioni.
-Avevo la precedenza, avevo le mura a dritta cazzo e quello stronzo non mi ha dato la rotta, speronamento e relativo affondamento del mio piccolo laser, Giudy, al largo di Maiorca.
-Ok il Mediterraneo è costellato dalle tue barche.
-Sì, ci sono un po' di miei relitti sparsi, l'ultimo a Corfù.
-Ok allora come è andata?
-Oh il mio laser fun, Mimì, affondato causa incontro ravvicinato con uno scoglio, affondamento record di due secondi, non mi sono neanche accorta, il Titanic in confronto bazzecole.
-Chi ti ha salvato?
-Sono tornata a riva a nuoto e poi a piedi percorrendo tutta la baia per raggiungere la spiaggia dove mia madre e mio padre mi aspettavano ignari.
-Ma i tuoi vedendoti a piedi?
-Mia madre dose doppia di ansiolitici e mio padre due bypass.
-Ci credo poveri signori Bart.
-Ma io volevo fare il mozzo.
-Il mozzo?
-Sì, era il mio sogno, il mozzo sull'Amerigo Vespucci.
-Su che?
-Allora ero a passeggio con il mio papà sugli Champs Elysées quando ho visto venirmi incontro il mio principe Azzurro, un marinaio dell'Amerigo Vespucci nella sua uniforme da cerimonia e il suo pugnale d'oro, un sogno, poi ho capito che non ero italiana ed ero una ragazza due piccoli particolari non trascurabili e difficilmente sormontabili, ed eccomi ballerina.
-Gli italiani decisamente mi stanno sulle palle.
-Uh, il piccolo gelosone, dai non fare così anche i mangiatori di crauti e wurstel hanno il loro fascino.
I due ragazzi si coccolarono felici e rilassati, non vi era nessuno nella piscina: quelle bollicine, il cielo terso e il vento freddo che sferzava il viso contrastavano con il calore emanato dall'acqua, Lauren e Tom erano felici, avrebbero voluto che quel momento non finisse mai.
-Domani a quest'ora sarà tutto finito- sussurrò Lauren stringendo a sé il ragazzo.
-No, ti prego non dire così o mi prende male.
Rimasero abbracciati ancora un po', ma purtroppo furono riportati alla dura realtà quando altri ospiti affollarono la piscina, erano di ritorno dalla visita guidata all'isola e al museo della pesca. Subito i due ragazzi si sciolsero dall'abbraccio e decisero di riprendere le coccole in un ambiente più intimo come la loro camera.
***
Alle tre puntuale lo stomaco di Tom cominciò a protestare.
-Merenda- si alzò scattante per una volta tanto il ragazzo avviandosi in bagno.
-Avessi questa lena anche la mattina-commentò Lauren indugiando ancora tra le lenzuola.
-Devo riprendere forze per finire gli ultimi capitoli del Kamasutra- disse eccitato il ragazzo.
-Ma se non hai ancora superato l'introduzione- disse ironica Lauren raccogliendo il suo costume che era stato tolto senza troppo riguardo- comunque vestiti pesante e infilati le scarpe da trekking, ci aspetta una bella passeggiata dopo la merenda.
-Cosa?- urlò il ragazzo dal bagno, poi fece capolino- ho dimenticato le mutande, me le passeresti?
-Biondo, toh, i tuoi boxer fetidi, verdi? Meno male che prima avevi su il costume perché mi sarebbe scesa la catena.
-Questo verde mi dona.
-Cacca di bimbo, color diarrea sciolta? Direi di no.
-Uffi, sono alla moda e poi guarda che forme mi fanno.
-Sì il tuo pacco sembra un'oliva.
-Va fan culo stronza- rispose Tom le cui doti maschile venivano spesso messe in dubbio dalla ragazza.
Poco dopo uscì dal bagno.
-Minchia una maschera d'ossigeno avrò bisogno per entrare a pettinarmi.
-Esagerata.
-Capisco Bill risparmia sulle meches bianche, basta che entri in bagno dopo che hai evacuato ed ecco fatto.
-Uffi, tutta salute.
-Sì per il tuo intestino, non per i miei polmoni- la ragazza si diresse verso la finestra della camera e la spalancò- aeriamo il locale prima di soggiornarci.
-Uh, per così poco.
-No, ti ho sopportato abbastanza, mi immagino sul vostro tour bus, chissà che olezzo.
-Porca miseria, sì tra i miasmi di lacca di Bill, il deodorante per cani di Georg, le flatulenze di Gustav e le mie proverbiali espulsioni
-Il tour bus va a reazione.
-Più o meno- fece ridendo Tom.
***
-Lauren mi ricordi perché siamo qui?
-Il diplomino.
-Cosa?
- Il diplomino, io devo salire sul faro così avrò il diplomino che sono salita sul faro più alto della Germania.
-Il va cagare lo vuoi adesso o quando saremo dentro.
-Insomma, sei un pappamolla, abbiamo solo fatto sette chilometri circondati da un paesaggio magnifico di dune stupende tra colori fantastici e ora ci aspettano 265 gradini, cosa vuoi che sia per uno che si è scofanato nell'ordine: due panini, uno con prosciutto di Praga e uno con salame; due fette di torta: per prima una sacher e poi, non pago, una fudge al caramello con colata lavica di panna.
-Appunto, sono talmente appandorato, ogni tanto sento la sacher che mi chiama.
-Insomma l'ho promesso a piccolo Bill.
-Va fan culo malefico fratello gemello dovevo tirare meglio sul cordone ombelicale, lo sapevo.
-Cattivo- fece Lauren appioppando un pugno al ragazzo- uffi, piccolo Bill è così carino e indifeso, che fratello gemello crudele.
-No, no, anche da lontano riesce a rovinarmi la vita- scherzò Tom ben sapendo che quel giorno si erano sentiti solo tre volte e che Bill gli mancava molto.
- Coraggio- Lauren trascinò nel Faro il ragazzo, alla cassa del museo una signora bionda alta e grossa con le gote rosse li accolse.
-Due studenti?
-Sì.
-Signora, per il diploma come si fa?
-Allora ditemi i vostri nomi e quando scenderete li troverete pronti, costano 10 euro l'uno.
-Cavoli, non solo devo sgobbare, devo pure pagare per l'idiota.
-Senti uno che ha un truzzo catorcio, la macchina più inquinante dell'universo che beve come un cammello, 10 euro per il gemello scemo li sborsa.
-Non sono i soldi è il principio.
-Lagnoso pastore bergamasco, sgancia la pecunia e taci.
-Uffi- bofonchiò il ragazzo tirando fuori il portafogli.
-Se ne possono avere tre?- domandò Lauren.
-Perché?- domandò curiosa la signora.
-Volevo regalarne uno al gemello di questo troglodita accanto me.
-Non si potrebbe, perché non è presente, ma chiuderò un occhio, solo perché sono gemelli e so come diventano gelosi.
-Per nulla- bofonchiò Tom.
-Puah- commentò acidamente Lauren- quante volte ho assistito alla scena "perché a lui hai dato il muffin più grande?" "perché lui ha la bistecca più alta?" "perché lui ce l'ha più lungo?" ah non questo non è mai accaduto- fece sorniona mentre riceveva una sberla sulla testa dal ragazzo che arrossiva di fronte alla signora del faro che lo squadrava divertita.
I due ragazzi lasciarono i nomi e si avviarono verso le scale, pronti per salire, dopo circa venti gradini Tom ne aveva già piene le scatole, per tutto il tragitto porconava in sette lingue, aveva finito il campionario di insulti, imprecazioni ed esclamazioni.
-Coraggio, pappamolla- lo sollecitava Lauren che aveva fiato da vendere- oh issa, oh issa.
Tom ormai in apnea rispondeva solo con gestacci.
-Dai facciamo un gioco-propose Lauren- ogni venti gradini ti do un bacio.
-Ok- fece con un filo di voce il ragazzo con un lampo di concupiscenza nello sguardo. Lauren cominciò a salire contando poi si fermava per aspettare il ragazzo e come promesso lo baciava appassionatamente. Il resto della salita fu compiuto in silenzio, il ragazzo faceva i gradini con più lena.
-Eccoci, esclamò Lauren ormai in cima.
-Be' che aspetti andiamo sulla terrazza- la sollecitò il ragazzo con poco fiato nei polmoni.
-Soffro di vertigini- fece ferma la ragazza.
-Cosa?- ululò il ragazzo ormai senza più forza- tu mi hai fatto fare settecento gradini e poi non guardi il panorama? Ma sei sciroccata?
-No, vai tu a fare le foto- lo sollecitò la ragazza.
-Ma veramente- fece titubante il ragazzo- soffro un po' anch'io.
-Cosa?
-Lo so ti confondi di gemello.
-Cazzo Tom sei più inutile e insulso dell'idiota emo punk rock.
-Insomma cosa ti devo dire, sono diverso da Bill ormai dovresti averlo chiaro.
-Già, ma Bill in questo è più utile di te, uffi, dai, se mi dai la mano e stiamo rasenti il muro riusciamo a fare il giro e forse una fotina ci scappa- Lauren prese per mano il ragazzo e acquistata sicurezza i due si mossero.
-Dai non è poi così tremendo- confessò Tom
-Sì, se non guardo troppo giù e mi concentro sull'orizzonte, ce la posso fare.
-Foto?- suggerì Tom.
-Sì, autoscatto- gioì Lauren, poi tirò fuori la sua macchina e un piccolo cavalletto pieghevole, lo posizionò su una cornice di una finestra, mise a posto l'inquadratura e diede il via. I due ragazzi si misero in posa da fidanzati, abbracciati stretti con un sorriso largo.
-Un' altra- invitò Lauren.
Questa volta si baciarono amorevolmente mentre la macchina scattava. I due ragazzi ammiravano il paesaggio quando un forte vento aveva cambiato direzione e stava portando delle minacciose nuvole nere sulle loro teste, i due ragazzi tuttavia non ci fecero caso. Dopo aver esplorato con lo sguardo ogni centimetro dell'orizzonte che si apriva davanti a loro e averne fissato i colori, le forme e i profumi, i due si decisero a scendere. Le scale furono affrontate con più lena e le proteste del ragazzo furono più pacate, ogni tanto si lamentava di alcuni dolori dovuti alla caduta della mattina che stavano vendendo fuori. Quando ebbero completato anche la visita al museo, Lauren si avviò contenta a ritirare il diplomino, fiera lo srotolò e lo lesse.
-A piccolo Bill piacerà un sacco.
-Certo perché comodamente dal divano di casa ha ottenuto un riconoscimento.
-Cucciolo se lo merita.
-No, fidati, cucciolo è un essere inutile.
-Ragazzi- li interrupe la signora- io dovrei chiudere, ma come siete venuti?- domandò.
-A piedi- rispose secco Tom.
-Ah- commentò laconica la signora.
Poi un colpo forte sui vetri colse di sorpresa i due ragazzi, un vento seguito da una pioggia sferzante aveva cominciato a cadere copiosa.
-Porca paletta- poté solo esclamare Tom.
-Ci bagneremo fino alle mutande- considerò Lauren
-Ecco, lo sapevo- disse Tom risentito con il solito tono da lattante- mi trascini in situazioni al limite del sopportabile, ma un pomeriggio tranquillo tra le lenzuola?- poi accorgendosi di esser ascoltato arrossì, prese in mano una penna e la passò tra le dita cercando di controllare l'imbarazzo, mentre la signora sorrideva divertita
-Vi do un passaggio, se avete la pazienza di aspettarmi. Chiudo la cassa, dove siete alloggiati?
-Hotel Erlebnis
-Ah, dal signor Ingo.
-Sì, è stupendo, piccolo, pulito, si mangia benissimo e sono tutti così cortesi.
-Lo so bene, ottima scelta per due giovani che non vogliono spendere molto ma nello stesso tempo trattarsi bene.
-Esatto, ottima qualità prezzo servizio- confermò Lauren fiera della sua scelta mente Tom scettico avrebbe preferito qualcosa di molto più raffinato ed elegante.
-Aspetta Tom io mi prendo anche questo- Lauren aveva in mano uno stupendo calendario con i fari più belli del mondo.
-Questo è il mio preferito, il faro in mezzo al mare sferzato dalle onde, guarda, come mi piacerebbe passare una notte lì dentro.
Tom sgranò gli occhi solo ad ammirare quelle foto gli veniva da sboccare, ma guardando gli occhi luminosi della ragazza comprese l'amore infinito che Lauren provava per il mare, proprio faceva parte del suo dna, cosa che lo stupì molto. Insomma la credeva una perfetta cittadina parigina, invece aveva scoperto il lato "lupo di mare" di una ragazzina apparentemente fragile e delicata. Quella commistione di contrasti lo aveva interessato fin dal primo giorno quando aveva visto quella ragazzina cambiarsi alla pensilina ed indossare quella buffa gonna a balze, delicata e forte allo stesso tempo, fine ed elegante e nel contempo rude e aggressiva. Il suo amore cresceva a dismisura ogni minuto di più, l'idea che il giorno dopo alla stessa ora Lauren avrebbe preso un aereo e sarebbero stati lontani per mesi, lo uccideva, no, non voleva, aveva bisogno delle chiacchiere fiume della ragazza, aveva bisogno di finire nei guai e in esperienze stravaganti con lei ogni due secondi. Aveva bisogno del profumo intenso della sua pelle contro il suo petto, del sudore che imperlava il suo splendido corpo dopo aver fatto l'amore, ne aveva bisogno come l'ossigeno, quei pensieri tristi lo pervasero e come in un lampo Lauren lesse nella sua mente e disse abbracciandolo:
-Dai ci sentiremo come al solito settecento volte al giorno e faremo chattate fiume con skype.
-Lo so, lo so, ma ti amo che ci posso fare?
-Godiamoci il momento ti prego, al domani ci penseremo.
-Ragazzi andiamo ho fatto tutto.
-Signora come possiamo ringraziarla, ci salva la vita.
-Qui il tempo cambia in fretta e fa freddo, fra un po' si trasformerà pure in nevischio.
-Grazie signora lei ci salva la vita, ci saremo surgelati.
***
Dopo la solita sessione di esercizi, questa volta più breve, Lauren e Tom andarono a cena. Ad attenderli una tavola romanticamente apparecchiata: tovaglia bianca con sopra un sottile tulle rosso, petali di rosa e piccoli cuoricini di carta velina sparpagliati, due candele rosse accese.
-Ma questo- esclamò la ragazza prendendo posto.
-Ti piace?- domandò fiero Tom.
-Uhwa, da morire proprio un romanticone sotto le magliette hip-pop- Lauren perdendo il suo solito controllo indugiò in un bacio lunghissimo che attrasse più di uno sguardo curioso.
-Tesoro, lo sai che ti amo sempre più.
-Lo so il tuo ballo di prima sulle note di Avril "Keep holding on", mi ha semplicemente ucciso.
-Esagerato, per me esprimere le emozioni con il corpo è normale, quando torno a casa dopo una dura giornata, mi piace andare nella mia palestra e ballare sulle mie musiche pensando a te, mi sento più vicina al mio amore.
-Ma adesso mangiamo, questa sera siamo stati bravi.
-Già anche se il bagno nelle bollicine con le candele ha rischiato di farci saltare la cena.
-Sì ha risvegliato istinti potenti, ma siamo stati bravi.
Lauren e Tom cenavano rilassati come due innamorati qualunque, poi ricevettero una telefonata:
-Alex testa di minchia mi hai finalmente eliminato il fratello?
-No, ma Bill ci ha quasi ucciso.
-Lo avete fatto guidare?
-No lo abbiamo portato al bowling.
-Oddio, condoglianze, quando ci giochiamo con la wii è totalmente e irrimediabilmente negato.
-Esatto, la prossima volta lasciaci un libretto delle istruzioni d'uso- scherzò Alex che conosceva Bil dalla scuola materna per cui non aveva segreti- ora ne abbiamo le prove, vi agevolo il filmato, ne abbiamo fatti tantissimi, abbiamo intenzione di montarli e ritrovarci per riderne.
I due ragazzi guardarono il video e cominciarono a ridere a crepapelle, Bill tirava una palla e inciampava rovinosamente rotolando appresso alla sfera.
-Senti ma tuo fratello c'è tutto o nelle numerose cadute ha perso qualche rotella?- domandò Lauren con le lacrime agli occhi.
-Credo la seconda, secondo me una parte del suo cervello è irrimediabilmente incancrenita dal troppo eccesso di lacca.
-Passami il cretino- Tom sollecitò Alex- Bill ho visto il video, complimenti, dovresti farti pagare come pagliaccio.
-Senti fratello stronzo, mi hanno preso in giro per tutto il pomeriggio, gradirei che mi tirassi su il morale, -ah be' allora ti passo Lauren.
-Cucciolo, hai un futuro- lo salutò Lauren- diventerai un campione, sei una specie di genio della sfera.
-Ma che video hai visto?
-Quello che hai buttato giù tutti i birilli catapultandoti insieme alla sfera, ecco forse non ti hanno spiegato le regole, i birilli vanno buttati giù con la palla non con i denti. Comunque consolati domani rivedrai tuo fratello è ridoto molto male, ha lividi, escoriazioni e un naso da Rudolf la renna che da viola diventerà giallino. Un bijou.
-A che tipo di prestazioni sessuali lo hai sottoposto? Avete tentato la posizione della tigre.
-Ciao, tuo fratello muore sul missionario figurati!- Lauren ci stava andando giù pesante e al tavolo vicino la coppia di anziani si stava facendo quattro risate a sentire le conversazioni dei due ragazzi- una ameba ha più verve sessuale di tuo fratello sappilo.
Tom prese il suo cellulare e si difese:
-La questione è solo una: ho una fidanzata fulminata che mi sta spompando, mi distrugge con passeggiate estenuanti, attività sportive al limite e mi succhia tutte le energie, quindi quando raggiungo il letto, collasso.
Lauren riprese il cellulare:
-Allora tuo fratello anche con tutta la volontà del mondo ha una durata degna di Flash Gordon, non c'è speranza.
-Va fan culo- inveì Tom strappando il suo cellulare- non darle retta, allora hai mostrato tutta la tua infinita deficienza?
La conversazione fu lunga e piena di risate, i due ragazzi avevano voglia di condividere con Bill tutti i momenti che stavano vivendo, furono interrotti solo dall'arrivo del cibo e da una proposta inaspettata.
-Ragazzi nella sala giochi del piano inferiore proietteremo un film "Becoming Jane"- annunciò il signor Ingo.
-Bellissimo, lo adoro, lo andiamo a vedere?
-Ma è un film pizzoso, strappalacrime, mieloso da taglio di vene?
-Certo è la storia romanzata di Jane Austen.
-No- urlo Tom prendendo il coltello e simulando un suicidio- Jane Austen no!
-Uffi, sappi che è bellissimo l'ho già visto cinque volte ed è così romantico.
-Perfetto quindi non hai bisogno di vederlo una sesta.
-Sì, ma sai condividere con te un momento dolce e romantico, mi fa essere più ben disposta dopo, in camera, soli.
-Perché mi tieni sempre per le palle?
-Con te è così semplice, hai solo il cervello primordiale!- fece Lauren grattando la testa al ragazzo- e poi in modalità Tom Kaulitz non riusciamo ad andare al cinema, almeno qui possiamo farlo, sarà come esserci veramente, ci sono i pop corn, le bibite.
-Le caramelle gommose?- chiese con tono infantile.
-Adesso non allarghiamoci- commentò Lauren.
-Va be', hai vinto tu, come sempre.
***
-Adesso tu mi spieghi perché quella scena ti fa piangere sempre anche dopo la sesta volta che la vedi.
-Non so, non è bellissima?
-No, è normale, una scena come le altre.
Lauren si mise davanti al ragazzo, erano soli in camera, lo baciò teneramente poi aggiunse:
-Sono stata brava?- riprendendo le parole del film- almeno per una volta vorrei farlo bene.
Tom arrossì, era stato un bacio bellissimo, allora capì quanto Lauren fosse romantica e dolce, si sentì uno stupido, per averla derisa e ricambiò il bacio, i due si sdraiarono sul letto e guardandosi nella penombra, rischiarati solo dalle luci che provenivano da fuori, si accarezzavano dolcemente. Volevano imparare uno dell'altro ogni cosa, volevano assaporare fino in fondo quei colori, quelle luci , quei profumi per portare a casa più sensazioni felici possibili.
***
-Oh, finalmente, l'ultimo nitrito!- esultò Tom, mentre Lauren spegneva la sveglia, questa volta non si alzò pronta e scattante, ma cominciò a coccolare il ragazzo che aveva una capacità di ricadere nella fase rem rapidissima. Tom sentendo le carezze percorrergli il corpo si ridestò, decisamente, quella mattina, cominciava a piacergli era il suo ideale di inizio giornata.
-Porca miseria ladra- urlò Lauren quando si ridestò- cazzo sono le 9
-Cazzo, la colazione, ho fame io.
-Ma tu sei veramente con un cervello primordiale, mangiare bere, dormire, cagare e scopare.
-Bonjour finesse madame la comtesse- esclamò Tom lievemente in imbarazzo- ebbene sì lo confesso, muoviamoci, ho una fame e dopo la nostra sessione mattutina lo stomaco ha una voragine che solo un buffet come quello dell'albergo può colmare.
Lauren scosse la testa si alzò e insieme al ragazzo si prepararono, per quella mattina li attendeva l'ultima follia macinata dalla testa della ragazza, nel primo pomeriggio avevano la nave del ritorno.
-Mettiti per questa mattina la tuta nera e le scarpe da trekking, lascia fuori dalla valigia un cambio.
-Che cosa mi attende? Perché devo lasciare fuori un cambio?- fece preoccupato Tom che aveva effetti personali sparsi per tutta la stanza.
-Sorpresa.
-Perché dietro questo simpatico tono sento come aleggiare una mannaia che mi ribalterà un carico di merda enorme?
-Il mio tono no, perché, una sorpresina così da nulla, veramente ti assicuro, dell'isola ci manca solo la parte ovest da esplorare.
-Ho già capito come minimo mi aspetta l'ascensione in cordata!
-No, nulla di fisicamente pesante.
-Perfetto come minimo una passeggiata corroborante di 20 chilometri- ipotizzò il ragazzo conoscendo il suo fiorellino e la sua ironia.
I due ragazzi si vestirono e uscendo dalla porta si ritrovarono la coppia di anziani signori davanti, anche loro avevano appena lasciato la camera.
-Buongiorno- disse Lauren sorridendo gentilmente.
-Oh, per voi è iniziato molto bene questo giorno!- commentò indiscretamente il signore.
Lauren e Tom si guardarono e arrossirono.
-Ah, siamo stati giovani anche noi- aggiunse sorridendo.
Sempre più imbarazzati e confusi Lauren e Tom non sapevano più dove guardare, forse in questi giorni avevano dato prova del loro amore più volte durante la giornata e le effusioni non erano passate inosservate per questo si sentirono il volto avvampare.
-Coraggio, riprendetevi- lo sollecitò il signore anziano dando una gomitata di intesa a Tom- bisogna vivere a fondo la giovinezza.
I due ragazzi, mentre scendevano le scale, non avevano ancora riacquistato il colore normale, quando si ritrovarono nella hall videro che c'era non poco via vai. La mattina precedente avevano fatto colazione così presto, che solo i camerieri erano presenti, ora la gente affollava il salone, vi erano i fiori freschi e nei salotti non pochi uomini leggevano i quotidiani in attesa delle mogli e dei figli. Il signor Ingo quando vide i due ragazzi li accolse con calore e li scortò al loro tavolo al quale era stato aggiunto una specie di paravento per aumentare la privacy. Il padrone poi scambiò qualche parola con la coppia di signori e annunciò ai due ragazzi che, per motivi di sovraffollamento inaspettato, al loro tavolo si sarebbero seduti, se non recava disturbo, anche la coppia di anziani. Lauren e Tom accolsero la prospettiva con piacere anche se l'imbarazzo non era passato, Tom si mordicchiava il piercing come faceva quando era nervoso, mentre Lauren si strofinava le mani, a rompere il silenzio fu il signor Ingo:
-Signorina Lauren le comunico che da quel luogo che lei sa, hanno confermato, vi attendono per le dieci, i bagli li potete lasciare nella apposita sala.
-Grazie -sorrise Lauren confortata.
-Che tipo di giornata mi aspetta?- chiese Tom con la voce un po' roca- ci lascerò un arto?
-No, almeno spero, dai ci manca solo da scalare la grande scogliera- fece ridacchiando la ballerina.
-Scalare?- disse Tom con sguardo alquanto terrorizzato- aspetta mi prendi per u culo, soffri di vertigini.
-Ah, però, il neurone lo credevo molto meno performante- asserì sorpresa Lauren.
-Diciamo che l'attività di questa mattina…- quando ebbe terminato la frase ritornò del colore rosso pomodoro che si era appena sfumato, era stato proprio uno sciocco a dare il la per altre battute, per fortuna i due signori furono clementi e l'intervento del signor Ingo provvidenziale.
-Oggi, novità- spiegò- ditemi quello che volete voi giovani per colazione e noi ve lo daremo.
-Un fidanzato sportivo.
-Una ragazza bionda, un po' sciocca e…- si interruppe subito poiché aveva già ricevuto una sonora sberla sulla testa- ahi- protestò Tom- uffi, non avevo finito.
-So già dove volevi arrivare e quindi questo- e mollò un calcio sotto il tavolo- è per il pensiero poco lusinghiero.
-Ma, io - protestò Tom.
-Ma io taci e ordina se non vuoi che la tua carriera da chitarrista finisca qui perché ti spezzo tutte le falangi, falangine e falangette e ci faccio uno xilofono.
-Violenta la ragazza- commentò l'anziano signore che guardava l'alterco dei giovani con aria divertita.
-Non l'ha vista quando per sbaglio mi cade l'occhio su qualche davanzale- fece Tom a bassa voce ricevendo un secondo calcio negli stinchi- ahi- esclamò con disappunto.
-Questo è per l'uso del termine davanzale.
-Orca mi servono le gambe devo poter usare i pedali della mia chitarra!- protestò il ragazzo.
La colazione proseguì in armonia, Lauren e Tom furono serviti e riveriti e fecero non poche risate in compagnia dei signori Lindemann, poi fu la volta di chiudere i bagagli e partire per l'ultima avventura.
***
-Ecco mannaggia a me e mio fratello che quel giorno sotto la pidocchiosissima pensilina del bus abbiamo rivolto la parola a quella pazza dalla gonna fiorata, mannaggia.
-Idiota piantala e ascoltami, non si può andare via da Amrum senza fare l'esperienza dei cavalli che corrono sulla spiaggia circondati dalle onde, il vento e i gabbiani che si librano nel cielo.
-Certo, come no, ma io ho il terrore dei cavalli!
-Oh cazzo, minchia, ma che uomo sei?
-Inutile lo so…- confermò Tom avvicinandosi al maneggio con cautela
-Che trauma infantile hai subito?
-Perché sfotti?
-Con te ci sono traumi infantili ovunque
-Ebbene se mi ritrovo un fratello gemello totalmente e irrimediabilmente idiota non è colpa mia.
-Assodato che la tua dolce metà tinta sia idiota che ha fatto?
-Avevamo cinque anni.
-Figa ma è già un miracolo quindi che abbiate compiuto i diciotto, quante volte avete attentato alla vostra vita?
-Insomma nonna Claire ci ha portati ai giardinetti, sia quelli piccoli e carini in centro a Magdeburg.
-Quelli con il teatrino dei burattini, le giostre, e i cavallini a pedale dove andavamo a fare le gare ignoranti?
-Esatto, mitici i cavallini a pedali.
-Mitici? Scherzi? ma se quasi mi uccidevate una volta con la vostra mania di competizione.
-Dettagli sei solo volta sulla biga di Bill.
-Grazie al cazzo idiota, mi hai ribaltato in modo scorretto per eliminare la concorrenza fraterna.
-Esagerata, comunque una volta c'erano anche i pony, quelli veri e Bill ed io siamo stati messi in groppa ad un piccolo, biondo, carino, dolce, tranquillo " il più tranquillo" a detta del padrone, talmente tranquillo che quando Bill ha esclamato, mentre trotterellavamo felici, " ciao nonna guarda sembro un cowboy" il simpatico quadrupede ha cominciato a correre e Bill si è schiantato mentre io sono rimasto aggrappato urlante e piangente alla criniera fin tanto che quello stronzo non si è fermato.
-Insomma la tua carriera di cow boy era finita ancor prima di iniziare.
-Io me la sono fatta nei pantaloni e Bill ha perso il dente davanti.
-Ah, che buffo.
-Sì, ma io su quel coso non ci salgo.
-Uffi, ha la sella all'americana, è il cavallo più docile del mondo, guarda!- esclamò Lauren coccolando il cavallo che era stato assegnato a Tom- avete i capelli uguali.
-Va fan culo- disse Tom- io non ci salgo.
-Dai, sarà stupendo.
-No.
-Uffi, dai è l'ultimo sacrificio, mi sembra che questa mattina io ti abbia dato prova del mio grande amore.
-Sì, ma uffi, io ho paura.
-Ma è un cavallo! Guarda- Lauren stava coccolando il cavallo di Tom dimostrando molta dimestichezza con quegli animali.
-Immagino che tu sia una amazzone perfetta, ma io non mi fido.
-Dai, vieni metti la manina piatta e dagli lo zuccherino, vedrai ti amerà.
Il cavallo mangiò lo zuccherino dalla mano in un batter d'occhio mentre Tom era sempre più scettico, neanche il contatto delicato con la lingua rugosa e il nasone umido lo rassicurarono. Lauren lo sollecitò:
-Dai, metti il tuo inutile piedone qui, aggrappati e issati. Tom si lasciò guidare e con sforzo si issò in sella- che bellino, ora metti le redini così e respira, calmo adesso ti raggiungo e ci accodiamo, ti faccio notare usciamo in passeggiata con i bimbi di dodici anni.
-Questo comporta che farò una figura di merda.
-Esatto se cadi da questo cavallo sei irrimediabilmente bollato come inutile peggio di tuo fratello con il bowling.
-No idiota come lui con una palla in mano mai!- fece Tom aggrappandosi forte alla sella e alle redini.
Lauren si affiancò a lui con la sua montura, un cavallo marrone stupendo dalla lunga criniera, lei montava all'inglese e da perfetta cavallerizza cercò di far rilassare il ragazzo che con occhi spalancati e terrorizzati si teneva forte, facendo condurre il gioco al suo cavallo.
-Tesoro, respira, sei in apnea.
-Mi fa male il culo e gli attributi.
-Ecco appunto cerca di assecondare il movimento, tieni le spalle rilassate, le mani pure, ti stai irrigidendo troppo.
-Ti odio lo sai?
-Ma no, dai vedrai, è stupendo, goditi rilassato le dune, il vento e poi guarda nevica, è stupendo la sabbia mista a neve.
-Appunto, nevica si gela, e sono su un cavallo, morirò.
-Una lagna di dimensioni epocali- Lauren tentava di far rilassare il ragazzo ma non ci riusciva, quella che sperava essere una vacanza indimenticabile si stava per trasformare in un incubo per Tom suo malgrado. I due ragazzi rimasero in silenzio, Lauren si era rattristata, provava un gran senso di vuoto, di tristezza, per qualche istante pensò che forse Tom l'avrebbe lasciata dopo questa vacanza, tra di loro si stava creando forse un vuoto incolmabile.
-Fiorellino- fece Tom lievemente rigido- sei triste?
-Un po'- fece Lauren
-Non preoccuparti, l'aria fresca, l'ondeggiare lento e questo paesaggio stanno sortendo i loro frutti- confessò il ragazzo pallido in volto e teso.
-Lo dici solo per consolarmi, hai una faccia come se avessi visto uno spettro.
-No, ti giuro, piano piano sto cominciando ad apprezzare tutto questo.
-Sicuro?
-Sì, il pallore è dovuto ad un pensiero triste che mi è balenato in mente.
-Quale?
-Vorrei che Bill potesse essere qui, questa atmosfera è fantastica, il contrasto del grigio mare con la neve bianca e la sabbia giallina è surreale.
Lauren sorrise finalmente felice, quel velo di tristezza che l'aveva attraversata era stato fugacemente superato.
-Il mio dispiacere nasce per la mancanza dell'appendice tinta.
-Cavoli sono quasi gelosa?
-No, questa malinconia è di natura diversa da quella che mi assale quando non ci sei tu.
-Certo quella nasce nelle parti basse.
-Uffi, cavoli quanto sei scurrile- esclamò Tom avvampando di vergogna- però un po' hai ragione, comunque io non l'avrei espressa con quei termini.
-Sentiamo allora con che termini poetici l'avresti espressa.
-La mancanza della mia fragolina è di natura diversa, di te mi manca il tuo tepore nel letto quando dormo, il tuo respiro soave sul mio petto dopo che abbiamo fatto l'amore, le carezze mentre mi aiuti ad avere cura dei miei dread, le tue faccine buffe quando spari cavolate, la tua mania di rubarmi il cibo dal piatto, insomma i tuoi piccoli difetti che adoro.
Lauren non disse nulla quelle parole erano semplicemente una stupenda dichiarazione d'amore che le era entrata profondamente nel cuore, il ragazzo che cavalcava accanto a lei l'aveva semplicemente stregata.
-Anch'io vorrei che cucciolo tinto fosse accanto a noi, sicuramente rovinerebbe l'atmosfera con una delle sue idiote trovate da fumato o come minimo sarebbe già stato disarcionato dopo il primo minuto, ma sì, vorrei che fosse qui, per lui però sarebbe stata una grossa sofferenza.
-Già dopo il fattaccio con papà è sempre più taciturno e rompi coglioni, mi sono accorto che qualcosa non va, ma non so come aiutarlo.
-Il fatto poi che provi qualcosa per me non aiuta, abbiamo provato ad allontanarci, ma non so se è servito a molto.
-Concordo, più che aiutarlo lo ha reso più triste.
-Già, dobbiamo cercare di rimediare, sta sera prima di partire chiariamo.
-Sarà meglio.
Quando il gruppo arrivò sulla punta estrema dell'isola, lo spettacolo sotto gli occhi di tutti era magnifico: la neve aveva coperto la sabbia e sembrava gettarsi sulle onde, una coltre bianca rifletteva la luce del sole che penetrava a stento tra le nuvole grigie che si fondevano con il mare. Poi il capo gruppo sollecitò la sua montura e cominciò a galoppare veloce lungo quella deserta distesa di neve e sabbia, i cavalli in gruppo cominciarono a muoversi veloci, dopo il primo attimo di panico e terrore, Tom si lasciò trasportare, aveva superato le sue iniziali paure ed ora si godeva il vento gelido sulle guance, il paesaggio incantato e la sensazione di libertà data dalla corsa gli fecero provare un ebbrezza strana. Lauren accanto sorrideva felice, il suo volto rilassato infondeva serenità al ragazzo, quell'esperienza di totale immersione nella natura selvaggia fu come una scossa. Quando si ritrovarono al maneggio e furono con i piedi ben piantati per terra Tom si avvicinò a Lauren e circondandola alla vita le sussurrò dolcemente:
-Grazie.
Poi la baciò sul collo stringendola forte a sé. I due ragazzi avevano trascorso una mattinata stupenda, la passeggiata tra le dune verso l'albergo fu piacevole, i due ragazzi mano nella mano camminarono silenziosi assorti nei loro pensieri, arrivati in prossimità dell'albergo entrarono per sbrigare le ultime formalità e lasciare la camera. Attraversando la hall Lauren vide un giornale aperto su un tavolino con una foto grande che attrasse subito la sua attenzione e un titolo in grande "Bill Kaulitz perde la guerra in amore". La foto in grande mostrava Tom e Lauren la sera precedente mentre cenavano romanticamente mano nella mano, altre più piccole mostravano la sequenza di una bacio e infine una scattata tra le bolle della jacuzzi concludevano il quadro.
-Che succede?- fece Tom quando vide Lauren impietrita davanti al tavolino da fumo all'entrata. La ragazza non rispose, solo due lacrime rigavano il suo volto, il ragazzo si avvicinò allarmato, diede una scorsa veloce all'articolo poi afferrò la mano della ragazza e la allontanò da quel giornale.
-E adesso?- chiese flebilmente la ragazza.
-Nulla, che ti frega- fece spallucce Tom abituato ad avere la sua foto sparata a pagina intera sui giornali.
-Nulla?- disse alterata Lauren- fan culo sono io che mi becco tutte le fan incazzate sotto casa!
-No, non intendevo quello.
-Ah no? Va fan culo- Lauren si stava alterando e per non dar sfogo alla rabbia all'entrata si stava dirigendo in camera.
-Mi dispiace- disse la figlia del signore Ingo- non siamo stati noi.
-Non importa- fece Lauren con due grosse lacrime che le solcavano il viso- ormai è andata.
-Veramente mio padre oggi ha fatto mettere quel paravento e vi ha fatto sedere con i signori Lindemann proprio per questo, sperava che così facendo foste meno esposti.
-Grazie- disse Tom che provava molta tristezza per Lauren.
-Grazie- fece a sua volta tra le lacrime la ragazza- quello che fa male è il titolo stupido e il fatto che dei momenti strettamente personali siano stati spiattellati così davanti a tutti. Speravo di poter vivere qualcosa intensamente in piena libertà senza finire come una cretina sui giornali.
-Immagino sia dura.
-Dura è un eufemismo- confessò Tom rammaricato-la foto però sembra fatta dall'interno del locale.
-Sì io ho un sospetto- spiegò la figlia del padrone- ieri nel pomeriggio vi sono state delle persone che si sono connesse ad internet per lungo tempo, abbiamo un sistema in cui vediamo il tempo e la quantità di byte scambiate per conteggiare il pagamento, ovviamente non abbiamo accesso alle pagine web, comunque gente che in una settimana di soggiorno non avevano mai usato internet, ieri lo ha fatto in modo massiccio.
-Ho come un sospetto- fece Lauren- sono quegli stronzi di Paula e Eduard, o gli altri due deficienti.
La figlia del signor Ingo non proferì verbo, ma la sua faccia fu alquanto eloquente, i colpevoli erano proprio loro, lo si capiva anche dall'inquadratura della foto, era senza dubbio scatta da un tavolo laterale, quelli occupati dai ragazzi sospettati.
-Lasciamo perdere- fece Tom posando una mano sulla spalla di Lauren, la ragazza a quel contatto fu come assalita da un'ondata di tristezza e, affondando la testa nella felpa del ragazzo come soleva fare quando cercava conforto, lasciò sfogare quel dolore.
-Non è giusto, non è giusto- diceva stringendosi al ragazzo come per entrare nella sua carne per sparire- speravo che portandoti in un'isola remota nessuno potesse disturbarci, perché?
-Già perché?- potè solo dire Tom- scusa e il titolo?
-Già cucciolo che c'entra?
-Appunto ci mancava che titolassero "Bill Kaulitz è gay" perché suo fratello si è trombato la sua ragazza.
-Meglio " Bill Kaulitz re del rock criniera cornuta sempre piaciuta"
-Oppure "Bill Kaulitz condivide tutto anche la sua ragazza"
-"Bill Kaulitz, ecco come fanno a stare su i suoi capelli, lacca? No, corna!
I due ragazzi lasciarono sbalordita la figlia del signor Ingo, in poco avevano trasformato quel momento di sconforto in un motivo piacevole dando titoli ridicoli ai giornali, dimostrando di poter superare tutto e voler sfidare tutto e tutti come facevano da sempre.
***
-Allora vecchio Tom?- lo sollecitò Bill sedendosi accanto al fratello sul divano e appoggiando la mano sul ginocchio cercando un contatto affettuoso con il gemello- riassumi i tre giorni tra le grinfie della fragolina.
-Tre parole: passeggiate, land yatching, cavallo.
-Ok, non sono termini dal Kamasutra.
-Insomma due neuroni is meglio che one, evitiamo discorsi di livello basso e parliamo di cose serie.
-Bene avete usato le manette?
-Bill va fan culo- inveì scherzosamente Lauren- ti sei appena giocato il tuo regalino.
-Già parliamo di regalino- fece Tom prendendo per il collo il fratello- ho come un istinto omicida nei tuoi confronti, ti ho maledetto ogni istante, ogni gradino che ho fatto, sappi ti odio.
-Uffi, ma cosa ho fatto?- chiese Bill che non capiva
-Ecco il primo regalino- Lauren tirò un piccolo tubo dorato con un fiocco rosso.
Bill tolse il tappo e srotolò un foglio:
-Figo un diploma!- esclamò con gli occhi luccicanti- grazie
-Lo abbiamo tutti e tre!- fece trionfale la ragazza che sapeva bene che le cose così apparentemente stupide piacevano tanto a Bill.
-Ecco un'altra stronzata per te- fece Lauren presentando un pacchettino.
-Un anello!- esclamò Bill che aveva intuito.
-Come cazzo hai fatto? Hai un radar?- domandò Tom sconvolto dal fratello.
-No conosco bene la mia Lauren sa bene cosa mi piace- Bill aprì la scatolina e ne estrasse un bellissimo anello con delle incisioni particolari nere su argento- starà da dio accanto al teschio che metto spesso.
-Già e ti starà d'incanto con quella maglietta bianca con inserti celtici, guarda.
-Giusto, hai ragione, ti adoro- fece Bill abbracciando Lauren, nel profondo però nascondeva un'infinita tristezza che mascherava con un largo sorriso.
-Ecco- aggiunse Tom fingendo indifferenza come se quel regalo lo avesse preso perché obbligato e non perché in realtà quando lo aveva visto aveva intuito che a suo fratello sarebbe sicuramente piaciuto.
Bill scartò il pacchetto e ne estrasse un paio di guanti di pelle neri con una rete sul dorso, erano guanti da vela ma si addicevano perfettamente al look del ragazzo, Tom li aveva visti in una vetrina al rientro dalla passeggiata dopo il land- yatching e li aveva comprati al volo.
-Ma mamma e papà Gordon?- domandò perplesso Tom.
-Arriveranno domani- fece Bill flebilmente- hanno deciso di prolungare la vacanza credo ci saranno novità al loro rientro- aggiunse Bill ancora più malinconico.
-Quindi eri solo soletto- concluse Tom
-Già- rispose semplicemente il ragazzo senza nascondere un velo di tristezza.
-Cavoli a saperlo tornavamo prima- disse Lauren
-Ecco mi sarei risparmiato un male al culo tremendo per i prossimi tre giorni.
-Sei andato a cavallo?
Lauren e Tom battibeccando come due perfetti innamorati raccontarono tutto a Bill, davanti a tè, biscotti e dolcetti.
-Coraggio, vatti a vestire-lo sollecitò Lauren- mi devi accompagnare con pastore bergamasco in aeroporto! La ragazza lo trascinò in camera e quando furono soli chiese:
-Bill che facciamo?
-Come mi trascini in camera mia per farmi vestire e poi me lo domandi?
-No, intendevo un'altra cosa- fece Lauren tirando un sospiro, pronta per il suo discorso- vorrei capire
-Ok, intendo infilarmi dei pantaloni e una felpa, dei calzini…
-Dai idiota- lo sollecitò Lauren con un sorriso malinconico.
-Ho capito- fece lentamente Bill- in questi giorni ho pensato molto…
-Vedo- aggiunse Lauren asciutta con la voce strozzata da un nodo in gola
-Insomma, dopo quello che è successo con il papà a Natale, be' ci eravamo detti che potevamo tornare ad essere migliori amici- Bill pronunciò quella parola con una fatica insormontabile, ma mentire a quanto pare gli riusciva benissimo
-Sì- disse Lauren rassicurata - speravo che dicessi così- sorrise felice e rilassata- sai in questo momento così importante ho bisogno del mio migliore amico, sarò tanto sotto pressione- Lauren gli afferrò le mani e guardandolo dolcemente continuò- ho bisogno che tu mi dia tutte le dritte per sopportare una troupe televisiva che ti segue ovunque, qualcuno che mi dica come gestire l'ansia da prestazione.
-Un esperto in questo - fece Bill cercando di dominarsi il più possibile per non mostrare la sua voglia matta e irrefrenabile di buttare sul letto Lauren e baciarla con tutte le sue forze, la gola gli bruciava, perché quel titolo di quel maledetto giornale aveva colpito così nel segno? Lo aveva trovato scorrendo le pagine internet dei quotidiani, "Bill Kaulitz perde la guerra in amore".
In quei giorni senza suo fratello aveva potuto soppesare quanto fosse grande la distanza che lo separava da Tom, si sentiva solo irrimediabilmente solo, ma non voleva far preoccupare le persone intorno a lui e così mentiva, era riuscito in poco tempo ad affinare una tecnica infallibile per fingere. Aveva mentito ad Alex, a sua madre, a Gustav, a Georg, era diventato bravissimo ad indossare la maschera del perfetto ragazzo, il cantante in carriera che nessun titolo, nessuna foto, nessuna domanda posta dai giornalisti può scalfire. Un muro forte e alto per proteggere il suo io dagli attacchi esterni, un muro per difendere i suoi veri sentimenti e non lasciarli trasparire.
-Certo anch'io voglio tornare ad essere il tuo miglior amico- pronunciando queste parole Bill sentì il cuore per un istante fermarsi, si guardò allo specchio e ammirato pensò "complimenti, ottimo attore".


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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 14

-Allora un paio morbide, vecchie e logore per sicurezza; due paia semi usate per il riscaldamento; due paia semi dure per eventuali prove, due nuove. Scatolina del cucito, raschietto, copri punte, cerotti, fasce, bende.

-Questo è ciò che serve solo per le scarpe?-domandò il documentarista.

-Esatto, ora- proseguì Lauren con la lista- dei body almeno quattro, collant, scalda muscoli lunghi, scalda muscoli caviglia con staffa, tuta di lana per restare caldi, scalda cuore portafortuna, pochette con elastici, forcine e retine di ogni tipo.

-Occorre tutto questo?

-Sì e vorrei aggiungere altro, vorrei essere perfetta perché rappresento il Teatro dell'Opera quindi non posso sbagliare.

-Ma il nero è d'obbligo?

-No, ma forse più accademico come dire, lo scalda cuore però è rosa e con qualche fronzolo. Porto anche un Degas da studio e una ruota.

-Come mai?

-Potrebbe servirmi per delle prove o delle richieste, faremo lezione con i ragazzi dell'Accademia del Teatro e con il corpo di ballo faremo un riscaldamento, vorrei essere pronta a tutto.

Lauren fece una pausa poi continuò spiegando al documentarista:

- Io mi definirei previdente, i miei amici paranoica, precisina, miss perfettina. Il punto è che se non ho tutto sotto controllo divento molto nervosa con istinti omicidi, siccome dovremo ballare in uno dei templi della danza con un pezzo contemporaneo particolarissimo come si può vedere dal costume, sono agitata, molto agitata quindi ciò che posso controllare per calmarmi lo organizzo.

Erano passati venti giorni di delirio puro, Lauren era stata seguita dalle telecamere della troupe di Envoyé special che non le davano tregua, all'inizio l'idea di essere una delle tre protagoniste di un documentario le era apparsa fantastica, ora cominciava a rimpiangere. Le telecamere erano in camera sua , mentre faceva la valigia per andare a Mosca e mostrare la sua vita privata non le sembrava più divertente. Il documentario doveva essere sul confronto fisico e sul tipo di allenamento e di sollecitazione che subiscono i corpi di giovani ragazze. In particolare erano state scelte due ginnaste, una di ritmica, una di artistica entrambe in preparazione per le Olimpiadi e una ballerina. Il documentario tuttavia si era allargato e invece di mostrare la parte fisica degli allenamenti aveva dato ampio spazio anche alla preparazione mentale alle gare o nel caso di Lauren agli spettacoli. Invece di una puntata unica, tre puntate dedicate ad ognuna. Il tempo in cui era stata seguita dalla troupe televisiva quindi era aumentato e le telefonate con Tom e Bill avevano subito delle variazioni di durata, modalità con mille escamotage per non essere intercettati. La privacy era stata messa a dura prova e finalmente quella sera dopo aver spiegato in ogni minimo dettaglio la composizione della sua valigia aveva video chiamato con il computer Tom.

-Amore- aveva urlato Lauren con affetto- mi manchi da morire, sono cotta.

Tom appariva scuro in volto e per nulla disteso, in quegli ultimi venti giorni, camion di merda secca si erano rovesciati sui tre ragazzi in quantità esponenziale e quando una crisi sembrava superata ecco che si ripresentava qualcos'altro. Il rapporto d'amore tra i due ragazzi aveva subito alcuni scossoni con scene di gelosia degne di Otello e la prospettiva di non vedersi per mesi e di doversi sentire a spizzichi e bocconi, tra un ritaglio ed un altro, non facevano che incupire il ragazzo.

-Ciao- rispose Tom abbozzando un sorriso

-No aspetta i tuoi denti mi acciecano! Il tuo sorriso è abbagliante, amore- rispose divertita la ragazza

-Scusa, allora?- fece il chitarrista ritrovando il sorriso- Fiorellino pronta per la partenza?

-Valigia operativa, troupe televisiva sbolognata, che palle come fate con la Tokio hotel tv?

-Dura la vita.- commentò malinconico

-Dura- disse Lauren scuotendo la testa

I due ragazzi fecero un minuto di pausa, si guardarono nello schermo del pc scrutando i sentimenti che trasparivano.

-Sono nervosa e agitata, sono sul punto di scoppiare, dormirò pochissimo- ruppe il silenzio Lauren con un piccola lacrima pronta per scorrere sulla sua guancia.

-Non devi- la consolò poco convinto Tom- se sei preoccupata di dover dividere la camera con Jean Pierre un San Bitter non preoccuparti, Otello è stato ricacciato nel profondo.

-Sì un po' in effetti è quello, ma dovrebbero aver messo i partecipanti in camere doppie non promiscue. Sul fronte Royal Ballet tranquillo il mio italiano lo sa, tentacolini a posto, lo sai, la nostra storia è finita da un pezzo, siamo solo amici.

-Lo so tu ripetimelo sempre, ho bisogno di sentirtelo dire- sussurrò Tom che fingeva distensione per tranquillizzare il più possibile Lauren.

-A proposito di tentacolini fuori posto, devi dirmi qualcosa?- domandò ironica e anche un po' aspramente la ragazza.

-I miei sono adesi e contigui al mio corpicino, al massimo vanno a trovare il mio Drago.

-Senti fai rientrare il piccolo Grisù nei boxer e raccontami della serata di Gala di due giorni fa- Lauren aveva visto alcune foto di Tom che conversava felice e disteso con una modella ad una festa vip del loro amico Bushido.

-Ho trattenuto un moto vorticoso di ovaie per due ore, ma ora la scenata di gelosia la faccio io piccolo Tom- alzò la voce la ragazza con un piccolo dito minaccioso che si ergeva davanti alla telecamera del pc.

-Ok, ho capito a che cosa ti riferisci.

-Oh, che bravo- fece Lauren con tono sarcastico.

-Allora la ragazza viene da me, mi offre da bere, mentre Bill felice, ubriaco perso, è in giro per la festa, io mi godo il mio cocktail e lei si fa piuttosto insistente, mi dispiace, giuro neanche per un nano secondo ho pensato a lei come a una possibile preda, il voglioso Drago non ha fatto neanche un piccolo abbozzo nei pantaloni.

-Perché hanno fatto un paio di speciali su Heute Leute, Rtl e tv spazzatura varie?

-Non lo so, non guardo quelle cose.

-Anch'io ma mi è stato riferito.

-Devi evitare, sai come ingigantiscono le notizie.

-Lo so ma fa male vedere le immagini di voi che vi divertite e i titoli dei giornali scandalistici con in riquadro la mia foto di cornuta dell'anno.

-Ma no- disse stupito Tom - hanno fatto una cosa simile?

-Sì le tue fan esagitate si sono scatenate contro di me con simpatici fotomontaggi.

-Forse questo però ti dà un vantaggio.

-Sì da scritte “puttana, bagascia &Co, cornuta, cervo a primavera” e affini?

-Ok, hai reso l'idea.

-Cucciolo tinto?

-Idiota tinto è in fase svacco sul divano con copertina della nonna, ciotola di pop corn che guarda un film con mamma.

-Sta per caso per suicidarsi?

-Storia Ruth finita.

-Porca vacca, glielo ha restituito?

-Esatto oggi è passato Alex e ora la scatola è sul comodino.

-Cavoli, io ho tentato in tutti i modi.

-Non dirlo a Bill, ieri ha fatto una telefonata di un'ora e tre quarti, ha parlato anche con la signora Fisher, a nulla è valsa la telefonata.

-Incredibile

-Sai che cosa ha detto l'idiota del fidanzato oltre a una marea di stronzate giganti?

-No, avanti spara.

-Che noi abbiamo rovinato la festa dei diciotto di Ruth perché le abbiamo tolto la scena, i nostri regali erano troppo pretenziosi e mettevano in ridicolo tutti i loro regali, quelli che venivano dal cuore e non dal portafogli.

-Ma è fuori?

-Bill è distrutto, non solo si è sentito rinfacciare il fatto di non esserci stato alla festa, ma anche il suo regalo era per mostrare tutta la sua arroganza di Diva.

-Già- si udì da dietro le spalle la voce del ragazzo che fece capolino alle spalle del fratello.

-Piccolo Bill- salutò Lauren felice, il ragazzo cinse il fratello al collo e appoggiando il mento sulla spalla di Tom cominciò ad interloquire con Lauren

-Guarda quando Alex mi ha consegnato la scatolina non ci ho più visto e siccome Ruth al cellulare non risponde, alle mail neppure, ho telefonato a casa. Mi ha risposto la signora Fisher chiedendomi come stavo, esprimendo tutto il suo rammarico per l'incresciosa situazione. Ha dimostrato tutto il suo affetto per me e mi ha fatto capire che non è molto d'accordo con la figlia sulla decisione di restituire il ciondolo e il nuovo ragazzo non le va molto a genio.

“-Uh Bill che sorpresa la tua chiamata- disse la signora Fisher- come mai al telefono di casa?

-Scusi se disturbo ma sua figlia non risponde al cellulare e volevo parlarle, non le dispiace vero?- fece Bill titubante.

-No, hai fatto bene, ma ora come stai?

-Bene, guarito, ma molto rammaricato di aver perso la festa di Ruth, ne parlavamo sempre quando eravamo piccoli.

-Già, ecco la sua festa nel castello di Neuschwanstein è abortita però.

-Sì e anche la carrozza con i cavalli bianchi- sorrise divertito Bill.

-Sì, ma per il resto è stata una festa stupenda.

-Lo so Tom e Lauren mi hanno fatto il resoconto dettagliato.

-Ci sei mancato e il tuo regalo mi dispiace per ciò che è successo, adesso ti passo Ruth, spero vi chiarirete, guarda piccolo istrice io aspetto ancora una copia del tuo cd con autografo.

-E' vero promesso glielo mando.

Bill aspetto che la sua amica rispondesse con il cuore in gola, ora pensava che non fosse stata una grande idea, ma ormai il dado era tratto, finalmente l'amica rispose:
-Ruth ciao- Bill cercò di essere disteso e gentile

-Ciao- fece asciutta la ragazza- mi chiami a casa?

-Sì, scusa ma era l'unico modo.-tentennò il ragazzo cercando di riordinare le idee

-Mi sembrava di essere stata chiara-Ruth senza batter ciglio rispose con tono scocciato, non avrebbe voluto certo un confronto con Bill, troppi ricordi le sorgevano nella mente.

-Sì grazie l'sms l'ho ricevuto, ma sai speravo...-Bill lasciò la frase a metà, sentiva nella voce di Ruth molta ostilità

-Cosa?-domandò con la voce sempre più acuta

-Non so magari parlandone- Bill tentennò, il suo cuore era gonfio di dolore, sentiva che il mondo intorno a lui continuasse a girare, ma lui fosse fermo e sempre più solo

-Non cambierò idea- fece sicura la ragazza con tono scocciato

-Lo so non è per questo che ho chiamato, il ciondolo lo sai era molto importante per me, ero sicuro che lo avresti apprezzato, non voleva essere pretenzioso né essere più bello del regalo del tuo fidanzato, era solo un ricordo.

-Bene il ricordo è nella memoria basta quello.

-Sì è vero ma ci tenevo tanto, speravo che con alcune persone non avrei mai perso i contatti, speravo che per alcuni io potessi rimanere solo Bill.

-Be' tu sei sempre Bill è che forse sei una amicizia troppo ingombrante

-Che cosa posso fare? Non dirmi dimagrire perché sono già abbastanza smilzo- fece con tono scherzoso il ragazzo tentando di rimediare alla piega che stava prendendo la conversazione.

-Potresti evitare di assillarmi quindi, le nostre strade ormai si sono divise da tempo, per te non dovrebbe essere difficile da capire, eri piuttosto bravino a scuola- la frase era stata lanciata con sarcasmo e una punta di livore, Bill prima di rispondere deglutì, un nodo alla gola gli impediva di ribattere subito.

-Speravo che i miei amici di lunga data rimanessero tali, ho fatto di tutto per questo, ma mi sbagliavo

-Esatto ti sbagliavi, l'amicizia va coltivata.

-Lo so che sono lontano, lo so che dimentico le date, i numeri di telefono, che ho cambiato settecento volte cellulare perdendo tutti i contatti e che manco spesso eventi importanti per i miei amici, ma ...- il ragazzo lasciò in sospeso la frase, lui si sentiva il solito Bill, certo ora era spesso lustrini e borchie, ma era il solito ragazzo simpatico e divertente di sempre, almeno fino a quel momento si era sentito così, ma ora cominciava fortemente a dubitarne, possibile che i soldi la fama lo avessero così cambiato? Poi riprese- ho bisogno di voi per sentirmi normale, mi sento ingabbiato in un mondo dorato che mi soffoca.

-L'hai scelta tu la tua gabbia- fece asciutta la ragazza.

-L'ho scelta io e scusa se pensavo di poter mantenere qualche contatto con il mondo reale.

-Bill mi spiace ma ho fatto la mia scelta, Klaus mi piace molto e tra un amico lontano e un ragazzo vicino, capirai anche tu la mia scelta.

-Certo il ragazzo è più importante, ma una persona che chiede alla propria ragazza di sacrificare un amico...-Bill lasciò la frase in sospeso non voleva insultare con tutto un campionario di parolacce il “caro” Klaus.

-Credo che adesso abbiamo chiarito, la ragazza con cui hai fatto la prima volta l'amore e che ha deluso le tue aspettative si ritira.

-Non ho mai detto questo, nelle interviste sparo cazzate per nascondere la verità, la mia prima volta è stata stupenda e tu lo sai, è stata perfetta e con la persona giusta, non ho rimpianti e tu lo sai, lo dico solo...

-Sì, sì lo fai per proteggere la verità, be' avrei preferito esser sparata in prima pagina come colei che ha sverginato Bill piuttosto che passare per la sfigata che non sa fare l'amore.

-Ti assicuro che non è bello esser messo in prima pagina per questioni intime e riservate, fa molto male e ho preferito mentire e conservare il nostro ricordo.

-Bene allora accontentati del ricordo, non servono orpelli.

-Già non servono monili e cianfrusaglie- fece Bill senza quasi più voce per il groppo in gola che bruciava come un fuoco- sappi che da parte mia avrai sempre una porta aperta.

-Per ora da parte mia hai una porta chiusa- Ruth interruppe così la telefonata”

Per Bill era l'ennesima perdita importante e ancora non si spiegava il perché, si era illuso di poter avere dei fidati amici che mai lo avrebbero tradito e invece si accorgeva che la strada del successo era costellata da infiniti ostacoli i più grandi dei quali erano la perdita delle vecchie amicizie e degli affetti.


-Cucciolo dai non preoccuparti- aggiunse Lauren con voce rotta dalle lacrime- quello è solo un povero stronzo che non capisce nulla e Ruth vedrai prima o poi rinsavirà.

-Già, ora vi lascio tubare- fece Bill allontanandosi con la coperta sulle spalle- ci sentiamo quando sarai in quel di Mosca.

-No cucciolo ho bisogno di una tua consulenza fashion rapida- Lauren sapeva che a Bill avrebbe fatto piacere aiutare l'amica e la sua cera rivelava una voglia di normalità e semplicità.

-Spara sono tutto orecchi.

-Questo è l'abito che ho scelto per il Gala, meglio questo copri spalla o questo?

-Vediamo?- esitò il ragazzo- allora metti qualche orpello al collo? Ad esempio quel bel collier con bracciale lungo che ti ha regalato tuo padre?

-No, troppo pretenzioso, avevo intenzione di mettere il solito, quella dozzinale collanina che mia ha regalato uno sfigato e il bracciale con gingilli di un amico sciroccato.

-Oh, signur,- esclamò ridacchiando- monili pacchiani.

-Lo so quindi sentenza- attese Lauren sorridendo

-Direi quindi lo scalda cuore di chiffon con sbuffo per rendere più ricco l'abito semplice.

-Giusto- annuì Lauren mostrando l'insieme scelto- un abito semplice con un ricco scalda cuore, ti adoro.

Bill le sorrise felice, era contento di esserle stato d'aiuto e con la copertina sulle spalle si diresse sul divano accoccolandosi tra le braccia della madre che lo baciò sulla fronte.


-Messo male- commentò Lauren sola con Tom.

-Sì, non promette bene.

-Mi raccomando idiota stagli con il fiato sul collo o ti castro.

-Neanche da dirmelo.

I due ragazzi si intrattennero a lungo, Lauren aveva bisogno di conforto, era molto agitata per il balletto e preoccupata per il fatto di esser seguita dalle telecamere e poi sentiva la mancanza del ragazzo per cui le sue chiacchiere fiume si spensero solo dopo una buona ora.


***

Lauren era a Mosca e quando fu finalmente in stanza la prima cosa che fece fu telefonare a Tom, la ragazza si era alzata prestissimo e il volo era durato parecchio ma l'adrenalina e l'entusiasmo la tenevano ben sveglia, la prima cosa che voleva fare era condividere le sue emozioni con la persona a lei più cara Tom. Prese il suo cellulare ed inoltrò la video chiamata.


-Pericolo scongiurato- fece Lauren a Tom- ma ci sei?

-Uhm- mugugnò il ragazzo

-Mi hai detto tu di svegliarti

-Lo so ma per ora sono in modalità zombie quindi abbi molta pazienza.

-Comunicazione di servizio al mono neurone, a Otello e a Grisù imbalsamato, la mia compagna di camera sarà anche colei che dividerà con me il camerino, ovvero una ragazza del teatro alla Scala.

-Bene così puoi far pratica.

-Già ormai è parecchio che non parlo italiano.

-Mi spieghi quante lingue sai?

-Francese e tedesco madrelingua ovviamente, inglese e italiano a scuola, ma quando ero piccola avevo la tata italiana e ho fatto il mio secondo anno di elementari a Roma, mi sono scordata molto e quindi dirò stronzate.

-Ok mi sento un verme

-Lo so tu a mala pena parli Hochdeutsch.

-Grazie.

-Di nulla amore, comunque ora andiamo in teatro, posiamo i costumi e nel pomeriggio la nostra prima lezione in Accademia con gli allievi del Bolshoi. Sono stata assegnata ai più piccoli sarà stupendo.

-Uhm, bene.

-Cucciolo rasta ti lascio ritrovare la tua fase rem profonda- fece Lauren con tenerezza-è sempre bello poter parlare con te il tuo campionario di mugugni è molto ricco.

-Lo so fiorellino, scusami quando hai finito lezione ti chiamo, ho impostato il fuso di Mosca, così non sbaglio.

-Bravo cucciolo dal pollice opponibile, fai progressi.

-Questo sarcasmo non mi piace.

Lauren e Tom chiusero la telefonata con un bacio anche se il ragazzo dallo schermo del cellulare non sembrava proprio sveglio, i capelli gli circondavano il viso e il soprannome pastore bergamasco era quanto mai indovinato. Per Lauren si apriva invece una giornata emozionante, nonostante il lungo viaggio e il fuso orario per fortuna di sole due ore, era pronta per dare il massimo, nella Hall dell'albergo ritrovò il suo Maître e il suo compagno, Jean Pierre, pronti per raggiungere la scuola di Ballo del Bolshoi. Il freddo era pungente anche se non nevicava, il cielo era coperto e grigio, Lauren indossava un cappotto foderato di pelliccia con maniche impellicciate, colletto di pelo e un bellissimo colbacco, tutto rigorosamente sintetico ovviamente, la fattura era tuttavia così ricercata da sembrare pelliccia vera. Come sempre era elegante e sofisticata poiché sapeva di dover entrare nel regno delle apparenze, nel Bolshoi infatti le ragazze erano molto attente al gusto e alla raffinatezza, mai uscivano non truccate e con abiti che non fossero impeccabili, mentre Lauren spesso arrivava a teatro con la tuta da ginnastica, qui si presentavano alle prove molto eleganti. Sotto al cappotto indossava uno dei suoi abiti fioriti stravaganti con calze ultra pesanti di licra e stivali imbottiti per proteggersi dal gelo, nonostante tutto il freddo era pungente e il brevissimo tragitto tra la porta dell'albergo e il taxi era stato un trauma. Il viaggio verso l'accademia non fu molto lungo per fortuna, l'hotel era vicino al teatro e vicino alla accademia. Quando Lauren scese dal taxi e si ritrovò davanti all'imponente edificio moderno, un po' grigio e tetro, ebbe un tuffo al cuore, le sembrò di essere tornata indietro di due anni quando era stata ammessa alla scuola del Teatro dell'Opera nonostante avesse quindici anni.

Quando varcarono il protone moderno e furono squadrati da cima a fondo da alcuni agenti della sicurezza, Lauren capì di esser entrata in un altro mondo. Subito furono accolti da una segretaria che rilasciò loro un pass straordinario come ospiti e condusse i due ragazzi verso lo spogliatoio affinché potessero prepararsi per la lezione. Lauren entrò nel semplice e nudo spogliatoio con Jean Pierre, si guardarono intorno e videro che altri effetti personali erano appesi a semplici attaccapanni, i classici degli spogliatoi, panche vecchio stile di legno e ferro. Senza scambiarsi una parola i due ragazzi si prepararono, pronti per la lezione, le gambe erano due pezzi di legno, un po' per il freddo un po' per la stanchezza del viaggio:

-Mi sento un ciocco di legno oggi- commentò Lauren

-Io ho la voglia sotto le scarpe- fece laconico Jean Pierre.

-Nonostante tutto sono emozionata- continuò Lauren con un sorriso- chissà con chi faremo lezione.

-Temo con i poppanti, che due palle.

-No, che dici, con i bimbi sarebbe bellissimo

-Scherzi piuttosto un calcio nei maroni senza sospensorio.

-Come sei acido, io sono gasatissima

-Io no, quindi taci e infilati quelle cavolo di scarpette, prima finiamo meglio è.

Lauren con il gelo nel cuore si preparò, infilò le scarpette da mezza punta perché ancora fredda non se la sentiva di indossare le punte che si portò nella borsa. La sua collanina, quella del suo chitarrista preferito, la ripose in una tasca segreta accanto al cuore, ogni suo body aveva una piccola tasca per contenere la collanina questo era il suo modo per avere sempre con sé il suo Tommichou.

Usciti dallo spogliatoio li accolse una signora di una certa età che aspettava con il loro Maître:

-Signorina Lauren, Jean Pierre, questa è la direttrice dell'Accademia Marina Leonova

I due ragazzi in lieve imbarazzo risposero solo con un inchino, come erano abituati a fare con i loro insegnanti, la signora ringraziò i due ragazzi per la loro presenza e comunicò loro che avrebbero fatto lezione con i bimbi del primo anno, a Lauren si illuminò il volto, mentre Jean Pierre ebbe un conato di vomito. Il gruppo seguito dalle telecamere di Envoyé Spécial si mosse nei lunghi corridoi, fino ad arrivare davanti ad un aula dal quale proveniva un lieve vociare, sulla soglia ad attenderli Nathalia Georganovic l'insegnate del primo corso. Quando Lauren e Jean Pierre furono introdotti nella classe il vociare si placò improvvisamente, i bambini e le bambine tutte vestite di bianco si misero subito alla sbarra, pronti per lavorare, la direttrice, prima, e l'insegnante, poi, introdussero i due estranei. Lauren era felicissima, lei non aveva mai ballato da piccola in classe di danza e quindi si sentì onorata e nello stesso tempo leggeva le ansie e i timori che provavano negli occhi di quei bimbi. Jean Pierre con estrema indifferenza a tutto questo si mise ad un lato della sbarra dove vi erano i maschietti, mentre Lauren prese posto davanti a tutte le bambine. Poi come per incanto la lezione cominciò, la musica di un pianoforte portò via tutte le paure e come immersi nel loro mondo i piccoli corpicini cominciarono a muoversi all'unisono accompagnati dalla voce squillante dell'insegnante. Alla fine della lezione l'insegnate Nathalia chiese ai due ospiti se volevano fare per i bambini una piccola variazione, Lauren suggerì il pas de deux del cigno nero, passo a due che avevano ballato insieme in alcune occasioni, Jean Pierre dimostrò la sua voglia facendo spallucce.

-Mi sembra un'ottima scelta signorina- fece il maître

-Posso farlo a modo mio?- domandò titubante Lauren

-Prego signorina, sono curiosa- rispose pronto l'arcigno maestro

La ragazza si diresse verso la sua borsa, tirò fuori la ruota bianca se la infilò e sopra ci mise la sua gonnellina nera di voile, si mise in posizione ad un lato della grande sala insieme a Jean Pierre e quando le note del pianoforte risuonarono i due ragazzi cominciarono la loro danza. Lauren fu impeccabile, precisa, puntuale senza sbavature, Jean Pierre invece fece la variazione come un esercizio. Quando ebbero finito, nella posa finale Lauren esagerò nel cambré proprio come una ginnasta e non come una ballerina, il maestro arricciò il naso pronto a riprendere la ragazza anche se la signora Nathalia rimase sorpresa. I bambini applaudirono in modo caloroso, le bambine sognanti guardavano Lauren come a una musa ispiratrice, la circondarono e le fecero mille complimenti anche se la lingua era per loro un ostacolo, la ragazza si prestò volentieri a giocare un po' con loro senza perdere di vista che erano pur sempre in un' aula di studio. La signora Nathalia infatti richiamò all'ordine gli alunni che disciplinati si misero in fila per il saluto finale, Lauren e Jean Pierre ai lati si unirono a loro.

-Signorina Bart, non le sembra di aver esagerato nel cambré?- fece il maestro di Lauren quando la ragazza si fermò per togliersi la ruota e infilarsi la tuta pesante per tener caldi i muscoli.

-Sì, scusi- sospirò Lauren abbassando lo sguardo.

-Comunque ottima performance- fece il maestro non avvezzo ai complimenti. Lauren sorrise soddisfatta e si diresse fuori dall'aula, Jean Pierre si era già dileguato, percorrendo il lungo corridoio si diresse mesta verso gli spogliatoi ma fu bloccata da due forti mani.

-Indovina chi è?

Lauren sorrise felice e con sicurezza:

-Vito!

Il ragazzo la lasciò libera, Lauren si voltò e senza indugio lo abbracciò con affetto baciandolo dolcemente sulla bocca, dimostrando tutto il suo affetto.

-Devo aspettarmi un chitarrista tedesco che mi accoltella nel sonno.

-No, sei fortunato il chitarrista è impegnato, fra due giorni va a Cannes per gli NRJ music Award, comunque sa tutto di noi, sa anche dell'abitudine di baciarci sulla bocca per saluto. Lauren sorrise al ragazzo alto moro davanti a lei, rivederlo dopo più di un anno le diede un enorme gioa e tra i due si ricreò l'atmosfera amichevole che vi era stata a Londra.

-Benissimo, comunque devo ancora capire cosa ci trovi in lui- chiese senza mezzi termini il ragazzo con un tono acido tipico delle persone gelose.

-Uffi, è dolce, carino, affettuoso, coccolone, sensibile.

-Sei sicura?- domandò con sguardo poco convinto il ragazzo

-Certo- rispose affermativamente Lauren

-Io lo avrei definito: antipatico, strafottente, maschilista, fan cazzista, ridicolamente vestito e agghindato, caccia palle.

-Sì è vero ma sotto la maglia XXL e i pantaloni “me la sono fatta nelle mutande” nasconde un cuore d'oro.

-Sarà.

-E poi lo sai noi eravamo lontani, sempre impegnati nelle carriere, non avrebbe funzionato.

-Perché con lui non è lo stesso?

-Sì, ma è diverso

-In cosa?

-Già in cosa? Non so, io ti sentivo lontano, mentre Tom lo sento sempre vicino, è difficile da spiegare.

-Sì ho capito. Mi togli una curiosità?

-A letto è bravo?- fece Lauren risultando come sempre diretta e mettendo in imbarazzo il suo interlocutore.

-Cavoli non smetti mai, la solita senza peli sulla lingua.

-No, vorrai dire la solita diretta, colei che va al punto, siccome un interrogatorio simile l'ho già avuto con il capello rasta, prevedo.

-Se la mettiamo su questo piano ed eleviamo la mente ai massimi sistemi, in effetti è una curiosità che mi pongo quando vedo quei due cretini durante le interviste.

-Oddio sono sconvolta- Lauren sorrideva felice al braccio del ragazzo che molto cavallerescamente le aveva preso la borsa e insieme percorrevano il corridoio lunghissimo che li separava dallo spogliatoio.

-Sono gemelli i due cretini rasta e capello sparato.

-Sì, gemelli identici- rispose con voce squillante Lauren mentre il suo interlocutore era titubante.

-Uhm.

-Ok ho capito, è la domanda che mi fanno tutti, ce l'hanno lungo uguale?- la ragazza guardò negli occhi l'amico che avvampò come scoperto nei suo pensieri più profondi.

-Ma che ca...- Lauren lo interruppe

-Guarda che ho affrontato lo stesso tipo di interrogatorio dall'idiota rap mancato quindi sono abituata, è inutili che arrossisci e per risponderti, anche se ho visto entrambi nudi non li ho messi vicini per confronti, quindi la tua domanda esistenziale rimarrà senza risposta.

-Lauren, ti odio- concluse il ragazzo ancora cremisi per l'imbarazzo- poi la prese per il collo e la stritolò affettuosamente, mentre erano abbracciati in quel modo ridicolo fece capolino dall'aula una vecchia conoscenza della ragazza.

-Oh, sentivo uno schiamazzo e poteva solo provenire da una contadina tedesca.

-Franco tedesca- corresse Lauren divincolandosi dalla presa del ragazzo- ciao cara Sasha- continuò la ragazza stampandosi un sorrisetto falso.

-Sempre in compagnia di uomini diversi.- disse ironica la ragazza russa squadrando il ragazzo accanto a Lauren

-Ti senti forse minacciata? Non preoccuparti io sono fedele, non passo da un fiore all'altro, come te- rispose in modo esplicito Lauren

-Sei ancora con il bifolco rasta?- domandò con astio la ballerina russa mostrando puro disprezzo per Tom.

-Esatto- confermò Lauren fiera del suo amore

-Caspita, povero ragazzo, ho quindi la conferma che è un totale idiota- Sasha scandì le parole sottolineando l'ultima, voleva innervosire Lauren che rimase impassibile.

-Esatto è un cretino integrale, per fortuna- rispose pronta la ragazza.

-Comunque il Teatro dell'Opéra deve essere messo male se manda te come giovane promessa a rappresentarlo- Sasha tentò di giocare un'altra carta per mettere in ridicolo Lauren di fronte alle persone che numerose avevano invaso il corridoio.

-Veramente è il Bolshoi ad esser messo male se mi ha invitato nominalmente.- Lauren sapeva che con questa risposta avrebbe definitivamente fatto tacere la sua rivale che in effetti ebbe un lampo di sorpresa che riuscì a mala pena a celare.

-Devono aver preso un abbaglio non è così Yuri?

-Sono contenta che pensiate che la signora Leonova si possa esser sbagliata, che allievi modello.

Yuri e Sasha si guardarono poi tentarono di replicare, ma furono interrotti proprio dalla direttrice che chiamò gli ospiti per una riunione nel salone principale della scuola, i ragazzi quindi si diressero verso il salone, Vito, il ballerino italiano aveva assistito al duello verbale con aria esterrefatta chiese spiegazioni.

-Lunga storia.

-Lo immagino, credo che quella biondina ti adori.

-Sì, follemente- disse con un filo di malinconia Lauren che in un lampo rivide i bellissimi momenti trascorsi ad Amburgo con i ragazzi e ricordò il video e le cattiverie di cui era stata vittima.

-Sono il gruppo di stronzi di cui mi parlavi nelle mail?

-Esatto, uh allora lei è la famosa Denkova.

-Hai vinto un giro gratis sulla giostra dell'Amore- fece ironica Lauren

-Speriamo che non mi abbiano assegnato il camerino con loro, l'altro e Yuri Gregorovich.

-No non preoccuparti, lo so per certo sei con i ballerini della Scala.

-Davvero, e tu che ne sai?

-Li conosco bene sono due ragazzi stupendi, dopo te li presento, sono due miei ex-compagni di scuola.

-Mi sento sollevata- Lauren ritrovò il sorriso e con Vito si diresse verso l'auditorium, ad attenderla un buon gruppo di ballerini e di maestri, in attesa della piccola riunione informale.

-Uh, ma che coincidenza la buona e cara Susan Kamph – esclamò Lauren a bassa voce a Vito

-Già l'altra tua migliore amica, scusa non te lo avevo detto per non farti scivolare l'umore oltre le scarpe.

-Sembra il ritorno dei morti viventi, i miei peggiori incubi si materializzano come d'incanto.

-Paiono spuntare come funghi.

-Magari fossero funghi almeno sono buoni da mangiare, queste sono amanite falloide.

Vito scoppiò a ridere figurandosi come in un fumetto Susan, la sua partner, come un fungo velenoso, poi aggiunse un complimento da vero amico a Lauren che pallida come un cencio rimpiangeva di non essere a casa.

-Il problema Lauren è che tu sei troppo brava e quindi attiri le invidie della gente.

-Meglio essere ciofeche allora- fece ironica Lauren- comunque sei fuori strada, non sono poi così brava.

-La solita modesta.

-No, realista e credo si vedrà ampiamente dopodomani.

-Smettila di abbatterti la solita catastrofista, ti ricordo l'offerta del direttore del Royal e dell'Abt alla fine del nostro stage.

-Ti ricordo anche la mia figuraccia alle prove.

-Appunto, le prove, lo spettacolo fu stupendo.

-Credo tu abbia visto un altro spettacolo, perché io mi ricordo di una serie di fouetté chiusi male.

-Ma sei fuori, fu una piccola incertezza mascherata con perfetta arguzia da una allora sedicenne.

-Ne avevo quasi diciassette e- Lauren fu interrotta da un dito che si posò gentilmente sulla sua bocca mettendola a tacere.

-La solita disfattista, perfezionista, che critica se stessa e si abbatte, devi credere di più in te stessa, sei una ballerina fantastica e l'invito lo dimostra- Vito ebbe un moto di dolcezza baciando sulla fronte la ragazza, Lauren a quel gesto inaspettato arrossì, sentì il cuore saltarle direttamente in gola e un pensiero farsi strada nella mente, no, lei amava troppo Tom, il cuore stava battendo all'impazzata per l'imbarazzo.

-No scusa, Vito- disse Lauren facendo un passo in dietro- ti ricordo il cane da pastore, il tedesco chitarrista, buzzurro e troglodita.

-Non era mia intenzione- si scusò il ballerino che improvvisamente fu ricondotto alla realtà e prontamente salvato da un ragazzo

-E allora “sospensorio cubico” come butta-? un ragazzo moro, alto e snello si avvicinò a Vito accanto a una ragazza anche lei molto alta, longilinea dai capelli neri un po' ricci che le cadevano fluenti sulle spalle.

-Benissimo e a te “Pacco fetido”?

-Caspita quanto tempo- i due ragazzi si abbracciarono forte.

-Sempre eleganti nel vostro frasario- commentò la ragazza che subito si rivolse a Lauren-tu devi essere la partner di Vito, Susan?

-No, per fortuna- intervenne prontamente il ragazzo facendo le presentazioni

-Lei è Lauren Bart.

-Ah, quella Lauren?- domandò subito il ragazzo

-Sì quella Lauren- fu asciutto il ballerino che sperava di evitare ulteriori battute eleganti- questo è Roberto De marchi e questa è Alice Vella

Lauren fu felice di conoscere i due ragazzi che avrebbero condiviso con lei e Jean Pierre il camerino, la prima impressione fu positiva, Alice era molto bella, fine ed elegante, una ragazza con un sorriso semplice che denotava una certa timidezza e insicurezza, Roberto era molto carino e altrettanto alla mano.

Le due ragazze si scrutarono un po' imbarazzate poi insieme esternarono:

-Che emozione- si guardarono e risero per aver pronunciato la stessa parola, poi Lauren proseguì

-Già che emozione essere in una delle scuole di balletto più prestigiose del pianeta.

-Sono contenta che anche tu abbia il mio stesso timore reverenziale per queste mura- aggiunse con genuina ingenuità Alice.

-E domani?- fece Lauren- domani non oso pensare quando ci ritroveremo nel Teatro.

-Al solo pensiero tremo-finì Alice

-Veramente mi cago in mano- i tre ragazzi scrutarono Lauren che come sempre lasciava interdetti i suoi interlocutori, quella ragazzina così elegante nei modi e negli atteggiamenti, così apparentemente fine se ne usciva con frasi totalmente all'ossimoro

-Non fateci caso- intervenne Vito- è normale, il suo aspetto da bambolina cela uno scaricatore di porto.

-Benissimo allora andremo d'accordo- sentenziò Roberto- odio le ragazze eleganti e raffinate che si scandalizzano per piccole e innocenti battute a doppio senso.

-Roberto caro- disse Alice con tono gentile- il punto è che il più delle volte le tue sono scurrili e basta.

-Sono vaccinata, i miei migliori amici sono quattro deficienti il cui solo argomento è il sesso e i film porno.

-Benvenuta nel gruppo, la coppia che qui vedi difronte a te negli anni di Accademia non ha detto e parlato d'altro, se non avessero sfondato come ballerini avrebbero fatto le recensioni per i dvd porno.

-Esagerata, Alice- intervenne Vito arrossendo.

-Forse perché le nostre compagne di Accademia non ce la davano.

-Già- annuì Vito che ricevette una sberla sulla testa da Alice che in contemporanea tirò un orecchio a Roberto.

-Ecco come volevasi dimostrare- fece acidamente Alice rivolgendosi a Lauren che concluse scuotendo la testa

-Gli uomini, tutti uguali- poi scambiò uno sguardo di intesa con la ragazza italiana e insieme a braccetto si diressero verso le prime file del salone lasciando i due ragazzi interdetti con le loro borse.

-Due somarelli, portano anche le nostre borse vero?- fecero Lauren e Alice allontanandosi.

La riunione cominciò, la direttrice dopo un discorso di benvenuto spiegò il carnet degli impegni previsti e fece distribuire un riepilogo con gli orari, annunciò infine la scaletta del balletto. Quando Lauren e Alice ebbero il foglio in mano rimasero pietrificate, in silenzio interdette leggevano e rileggevano il programma.

-Confermo- disse Lauren a Alice mentre avevano di fronte due baldanzosi ragazzi che programmavano solo le scorribande per locali notturni- me la sto facendo nel body.

-Già- disse flebilmente Alice- non solo dovrò ballare al Bolshoi ma nella scaletta ballerò il nostro pezzo contemporaneo dopo Romeo e Giulietta e come ultimo pezzo prima dell'intervallo-la ragazza dopo una piccola pausa aggiunse ancora sotto schock- e poi ballerò dopo questo deficiente di Vito e della bravissima e strabiliante Susan Kamph.

-Perché come la vedi, la mia?- fece Lauren ritrovando la salivazione- io ballerò dopo il passo a due dal cigno nero, praticamente un classico immortale dove i ballerini esibiscono doti di bravura e tecnica, una delle variazioni più difficili del repertorio classico con il nostro pezzo contemporaneo, ma soprattuto concludo il balletto, così se è una merda tutti se lo ricorderanno, dulcis in fundo, the least but not the last, ballerò dopo la mia migliore amica Denkova!

Lauren pietrificata leggeva e rileggeva il programma del balletto, un bellissimo libretto di pergamena bianco con un cordone di raso al centro, il disegno del Bolshoi e il simbolo svettavano eleganti in prima pagina, all'interno il programma con i pezzi e gli interpreti, l'emozione di vedere il suo nome era sopraffatta dalla paura di fallire e Alice senza peli sulla lingua le posò una mano sulla spalla come per consolarla, ma disse:

-In effetti a ben guardare sei più sfigata!

-Grazie- fu asciutta Lauren, poi guardandola scoppiò a ridere, Alice sorrise a sua volta e le prese la mano invitandola ad alzarsi

-Dai, coraggio scherzavo andiamo ad ubriacarci solo una buona dose di Vodka potrà farci affrontare la platea raffinata del Bolshoi.

Le due ragazze seguite da Roberto e Vito si diressero agli spogliatoi, quella giornata stava volgendo al termine, Lauren fu felice di poter contare finalmente su un po' di solidarietà femminile cosa che le mancava tantissimo. Alice infatti conosceva benissimo la fama di Lauren e non si sentiva per nulla in competizione, era conscia delle sue possibilità ed era fiera di quello che aveva costruito con anni di sacrifici. Sapeva che forse non sarebbe mai diventata una étoile internazionale e quindi si accontentava del risultato raggiunto, aveva intenzione di vivere quel momento magico come una grande opportunità di esibirsi e di ballare in uno dei templi della danza, sapeva che Lauren poteva aspirare all'eccellenza ed era contenta di poter condividere con lei una bellissima esperienza.


***


-Porca paletta idiota rasta quanto ci hai messo a rispondere?- domandò Lauren mentre sdraiata sul letto aspettava di poter fare la doccia dopo la sua compagna di stanza.

-Ero con l'altra metà del mio cervello, sta facendo la valigia, cioè le valigie.

-Condoglianze- commentò Lauren che sapeva la lungaggine di Bill nel scegliere i vestiti da mettere.

-In più avevo io chiamato Lars- fece scocciato Tom- con me è stato venti minuti, da Bill è più o meno tre ore.

-Per fortuna lo stipendio di Lars è lauto perché se no...

-Già, ma per lavorare con Bill non è mai troppo, è estenuante, grazie per il tuo tempismo mi hai salvato da “non trovi che questa sfumatura di nero non stia bene con questo disegno nero della maglietta bianca?” oppure “ questo bianco non è proprio bianco ghiaccio come piace a me, insomma la maglietta la pensavo più bianca, questo è bianco sporco”

-Ok era una t-shirt bianca senza nessun dubbio

-Esatto, ma secondo la testa vuota no, insomma sperava fosse diversa.

-Quando Bill ci si mette è un gran rompi cazzi.

-Pensa diciotto anni!

-Purtroppo ti tocca.

-Già, ma tu fiorellino, spara, raccontami, sono impaziente.

-Tutto bene, cioè, sì, allora la mia compagna di stanza e di camerino è carinissima, ora è sotto la doccia.

-Davvero?

-Porco pervertito, cos'è quel tono di voce?

-Ma sei fuori, il mio tono di voce era normale, senza nessuna inflessione

-Lo so ma il tuo sguardo è entrato subito in modalità pervertita e lo so che pensi che noi ballerine facciamo la doccia insieme e già ti stavi facendo un film porno in testa, scurrile- Lauren riattaccò il telefono, Tom rimase interdetto subito fece partire la richiamata, il capo cosparso di cenere, l'aria da cane bastonato.

-Ah- vide Lauren felice e sorridente dall'altro capo del cellulare- così la telefonata la paghi tu, sono un genio.

-Che stronza galattica che sei- fece Tom in collera che per un nano secondo aveva temuto di aver commesso un crimine.

-Ti amo- fece Lauren sorridente- mi sono divertita un mondo.

-Senti la mancanza di sonno e sesso apre la tua vena sadica?

-Esatto, comunque chi ti dice che mi manchi il sesso?- lanciò Lauren divertita.

-Ecco lo sapevo il tuo ballerino italiano- fece Tom al limite dell'esplosione vulcanica il suo volto tradì una tensione che da ore gli attanagliava lo stomaco, Lauren avrebbe rivisto il suo primo ragazzo e conoscendo la loro storia sapeva che era stata molto bella e romantica, un po' Tom era invidioso perché con Vito Lauren aveva fatto l'amore per la prima volta. La ragazza infatti aveva, fin da principio, raccontato a Tom la sua prima volta con dovizia di particolari, questo, se da una parte aveva tranquillizzato il ragazzo, ora lo rendeva molto insicuro.

-Dai, Tom ti prendo un po' in giro perché mi manchi e non volevo scocciarti con le mie paranoie che sono numerose.

-Lo so che scherzi, ti prego infliggimi le tue paranoie, le preferisco.

Lauren allora inondò il ragazzo descrivendo con dovizia di particolari tutta la sua giornata, non nascose al ragazzo neanche le gentilezze che Vito le aveva riservato

-E poi mi ha chiesto- aggiunse Lauren

-Scommetto che ti avrà fatto la domanda da duecentomila dollari.

-Sì, chi ce l'ha più lungo Tom o Bill?

-Ok ho deciso adesso li fotografo e li metto su internet così tagliamo la testa al toro.

-Sì grazie così evito di rispondere che non lo so, posso solo presumere e fare delle ipotesi perché anche se li ho visti non sono stata a fare comparazioni di lunghezza, diametro e altre amenità.

-Scusa puoi ripetere?- domandò Tom- da quando hai visto il pistolino di Bill?

-Tom guarda che il termine pistolino va bene per quando avevi cinque anni ora lo puoi chiamare con il suo nome.

-Pisellino di Bill?

-Dai, piantala che stronzo, guarda che dico a tutti che siccome Bill è più alto di te di qualche centimetro ce l'ha in proporzione.

-Va fan culo! E comunque quello di Bill è poco usato- fece Tom con tono da bambino piccolo che deve sempre rimarcare il suo territorio.

-Cos'è poco usato?- fece una voce alle spalle di Tom

-Ciao cucciolo!- esclamò Lauren

-La smettete di parlarmi alle spalle- fece Bill ridendo

-Noi?- fecero in coro Tom e Lauren

-Come sta andando in quel di Mosca?- tagliò corto il ragazzo

-Bene- Lauren ricominciò il racconto, i tre ragazzi risero a lungo tra battute e scherzi.

-Ecco fatto- disse Alice uscendo dalla doccia- ti lascio il bagno, scusa se ci ho messo un'eternità ma ho i capelli ricci e talmente lunghi, ma ti ho sentito parlare in una strana lingua.

-Tedesco, ero al telefono con i miei amici.

-Parli anche tedesco?

-Sì ho la mamma tedesca e ho vissuto per un lungo anno in Germania.

-Ah si dove?

-In un piccolissimo paesino nella regione più sfigata, inculata e povera della Germania.

-Ma dai da come lo dipingi sembra un postaccio.

-Meno male che ho incontrato i gemelli più balordi del mondo.

-Ah, sì?

-Già, uno di loro è il mio fidanzato e l'altro è il mio migliore amico.

-Carini.

-No se ti riferisco i pensieri impuri che hanno appena partorito su di te che fai la doccia.

-Immagino, non sei mai stata in classe di danza con quei due cretini di Roberto e Vito, se poi ci aggiungi Gregorio, Luca e gli latri sporcaccioni, scommetto che rivaluteresti i tuoi amici.

-Dubito i loro cervelli valgono per uno.

Le due ragazze si scambiarono racconti della loro vita e Lauren comprese che Aliceaveva fatto mille sacrifici, lontana da casa da quando aveva otto anni, aveva studiato all'accademia della Scala, era vissuta a casa di una signora che affittava camere a giovani promesse della danza arrivate nel capoluogo meneghino per studiare. La vita di Lauren invece era totalmente diversa e il suo affacciarsi alla danza tardivo, quando Alice scoprì tutto ciò ne fu ancora più sorpresa, le due ragazze si addormentarono in tarda nottata travolte dalle loro chiacchiere, si scambiarono confessioni delle loro pene d'amore, ma soprattutto si sentirono vicine per la paura del giorno dello spettacolo che si avvicinava.


°°°


-Buongiorno Tommichou.

-Uhm

-Salutino veloce, oggi giornata full, non avrò il tempo per respirare quindi ti chiamo sta sera mi sa.

-Mh.

-Conversazione interessante con uno che produce monosillabi.

-Scusa, fragolina tu non puoi capire l'idiota mi ha tenuto sveglio fino alle calende per decidere che giacca mettere e poi...

-Scommetto una “cose che voi umani”

-No, Lauren tu non puoi capire, penso di farmi venire un mal di pancia improvviso e molto grave, appena la vedrà Gustav per contrappasso si metterà dei bermuda fiorati.

-E' più terribile della rana verde fluoro?

-Vedrai.

-No, non ci credo, credevo che il dolcevita argentato che ho visto fosse il top.

-Ebbene Bill darà il meglio con questa giacca e per fortuna il dolcevita di lurex argentato per questa volta l'abbiamo schivato, ma temo che si materializzerà presto, pensa era stato messo sul letto per esser messo in Canada.

-Oddio e poi.

-Ma si è convinto che doveva optare per un look più rock.

-Grazie al cielo.

-No, che dici è lì che ha giocato il jolly della giacca, voglio morire, tu lo sai gli voglio bene e non interferisco mai con il suo look, ma qui...

-Tom mi stai spaventando.

-Sorpresona!

-Meno male che non avrò il tempo per pensare al look di Bill, ma la curiosità mi uccide.

-No, la giacca uccide.

-E' sempre bello parlar con te di primo mattino, sappi che i miei due sciroccati mi mettono sempre di buon umore, grazie e fammi in bocca al lupo.

-In bocca lupo lupaccio e lupacchione.

-Crepi il lupo, lupaccio lupacchione.




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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

 

 

Capitolo 15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lauren si vestì e con Alice uscì dalla stanza per fare colazione, nella hall ad attenderle Vito e Roberto, i quattro si sedettero nel ristorante dell'hotel e, insieme, ridendo e scherzando, affrontarono il pasto più importante della giornata, i ballerini mangiarono di tutto, le ragazze furono più oculate.

-Ragazzi vi siete scofanati l'impossibile- commentò Alice

-Mi ricordano i miei amici, quante volte li invidiavo, a scuola mangiavano pizzette, bomboloni e panino e salame e in due pesavano cinquanta chili.-aggiunse Lauren mentre sorseggiava il suo tè nero.

-Sollevare voi signorine è faticoso- ricordò Roberto infilando in bocca una fetta di prosciutto.

-Ma se facciamo tutto noi- rimarcò Alice con aria scocciata.

-Già- sottolineò Lauren con sguardo divertito- a sentir voi non dovremmo mai mangiare!

-Ecco sarebbe meglio- commentò ridendo Roberto, mentre Vito rideva sotto i baffi addentando una brioche.

La colazione si svolse in armonia, i quattro ragazzi avevano da subito legato e Lauren, anche se era la nuova venuta, si era integrata bene, ogni tanto doveva chiedere di rallentare o di farsi spiegare frasi con gergo a lei sconosciuto, ma per il resto tutto stava filando al meglio e Lauren appariva distesa e felice, chiacchierando con loro si era completamente dimenticata delle prove e della malignità di alcune persone.

Quando i quattro giovani ebbero finito ritrovarono i loro maestri e accompagnatori, guardandosi attorno Lauren si scontrò subito con la realtà: le telecamere erano lì ad attenderla.

-Ecco come ti dicevo le telecamere mi perseguitano- sussurrò all'orecchio di Alice.

-Dai, piccola star, io sarei felicissima e comunque sappi che presto spunteranno anche per me.

-Cosa?

-Sì una rete televisiva vuole girare uno speciale e verrà alle prove.

-Cavoli che bello, insomma mi sento meglio.

-Già non potrò fare rumori di pancia in camerino- esordì Roberto

-Idiota ti fai subito riconoscere, i rumorini non li dovresti fare comunque per rispetto.

-Ma lo sai Alice, prima di entrare in scena il mio intestino si manifesta così- si difese Roberto

-Uh, anche io ho un amico il cui intestino è testimone della sua ansia, di solito se va a cagare prima di un concerto va tutto bene- esclamò Lauren ridendo felice pensando a Georg.

-Cavoli, vedi che non sono l'unico?- fece fiero Roberto.

-Lauren, scusa ti prego non dargli ragione- disse Alice scherzosa prendendo a braccetto la ragazza- devi sapere che se apri il capitolo flatulenze e affini questi due prototipi di cavernicoli non si arrestano.

-Ti capisco spesso ne sopporto quattro di deficienti integrali, non ti sto a dire cominciano con statistiche sulle flatulenze, quante volte, come, perché, in che modo farle meglio, più rumorose, schiacciate, silenziose , sostiene, il più deficiente, inoltre che se la schiacci c'è pericolo, per la legge dei vasi comunicanti, che ti parta un embolo e quindi, alé nel letto dà il meglio di sé e qui mi fermo.

-Allora mi capisci, coraggio prendiamo la navetta e defiliamoci.

Lauren e Alice presero posto insieme agli altri ballerini su un autobus messo a loro disposizione e furono condotti davanti al Teatro Bolshoi, li aspettava una sessione di sbarra mattutina di riscaldamento e poi le prove luci.

Quando Lauren scese dall'autobus a braccetto di Alice si trovò improvvisamente confrontata alla dura realtà, era lì, in uno dei teatri più famosi al mondo e avrebbe ballato per un pubblico abituato a standard elevati, il solo pensiero la terrorizzava. Una luce magica si sprigionava da quelle mura inondate da una coltre di neve che regalavano un riverbero quasi magico, la fontana che vi era dall'altra parte della piazza era gelata e i giochi d'acqua immobili e silenziosi conferivano un'atmosfera da favola, Lauren si guardava intorno con l'avidità di una persona che in pochi minuti vuole appropriarsi di tutti i particolari di ciò che la circonda. La neve candida caduta quella notte aveva ricoperto tutto e il piccolo giardino che circondava la fontana sembrava incantato, sulle strade la neve bianca era ormai solo un ricordo, Lauren affondò i sui stivaletti candidi e sotto di lei la neve scricchiolò dolcemente, improvvisamente un ricordo le balenò alla memoria, udì le voci di due ragazzini chiamarla per nome al di là della finestra e salutarla richiamando la sua attenzione verso un pupazzo di neve gigantesco. Tom e Bill avevano costruito per lei quel immenso pupazzo perché da cittadina parigina, Lauren, la neve l'aveva vista raramente. La mente era volata agli scherzi camerateschi che avevano fatto in quei lunghi giorni invernali. Si ricordò di quella volta che Tom e lei avevano riempito i boxer di Bill di neve, si sovvenne delle loro discese spericolate in slittino e dalla ribaltata con rovinosa caduta pel di leone di Tom che gli era costata una bella epistassi e un naso da Rudolf la renna.

Una stretta al braccio e una voce la ridestarono dai ricordi:

-Un penny per i tuoi pensieri- disse Alice, Lauren sorridendo fu riportata alla realtà e sussurrò

-Perché di fronte a queste colonne e a questa quadriga mi sento così piccola?

-Anch'io- confessò arrossendo Alice- ma voglio pensare che sia un teatro qualunque.

-Già- fece ironica Lauren- un teatro di una piccolissima città sperduta.

-Sì, il teatro di un oratorio con solo bimbi che ci guardano.

-Sì sì. Hai ragione.

-Oddio un incubo- fece Lauren in un orecchio Ad Alice-Le due ragazze si diedero man forte anche se le ginocchia tremavano e quando furono negli spogliatoi misurarono ancora di più la grandezza dell'evento.

-Oddio quella è la Osipova?- domandò Alice

-Sì, oddio e quello e Savarov

-Oh, cavolo, bene- fece Lauren tirando un sospiro- sono all'Opera, quelli sono i miei compagni di sempre, ora faccio la sbarra.

-Sì, sono a casa, questa è una sbarra dopo tutto fece Alice altrettanto spaventata.

Le due ragazze si prepararono insieme dandosi man forte con larghi sorrisi e aiutandosi a sistemarsi al meglio la pettinatura, i ballerini russi dal canto loro erano impassibili, per loro era una prova qualunque.

-Oggi misurerai tutta la tua insignificante bravura Lauren- disse Susan con un largo sorriso.

-Grazie come sei gentile così di primo mattino.

-Mi raccomando- aggiunse Sasha avvicinandosi a sua volta a Lauren-non piangere quando concluderemo il riscaldamento e ti sentirai umiliata.

-Non preoccuparti per me, ho una valida scorta di clinex- confermò Lauren senza batter ciglio quelle scaramucce infantili non la ferivano più.

Sasha e Susan raggiunsero Yuri e Jean Pierre, i quattro avevano fatto amicizia e ben presto raggiunsero il gruppo dei ballerini del Teatro introdotti da Sasha che si premurò di fare le presentazioni. Lauren, Lara, Roberto e Vito si ritrovarono insieme. La sbarra di riscaldamento e gli esercizi di routine furono eseguiti davanti ad un pubblico di maestri, accompagnatori, dalla direttrice della scuola e dal direttore del teatro. Le telecamere poste in un angolo riprendeva la Lauren durante gli esercizi cercando di non disturbare la lezione, per la ballerina era un incubo, ma presto le aveva dimenticate, una volta toccata la sbarra di legno i suoi pensieri erano svaniti, la routine degli esercizi e la voglia di far bene presero il sopravvento. Fu poi la volta degli esercizi in centro e in diagonale ed infine la lezione continuò con il lavoro a coppie, Lauren si avvicinò a Jean Pierre anche se avrebbe preferito ballare con Vito che fino a quel momento l'aveva sostenuta con sguardi affettuosi e sorrisi caldi. 

-Che brava che sei, sembri la prima della classe- esordì Jean Pierre avvicinandosi alla sua partner- sempre in prima fila, vestita in perfetto stile accademico, con sorrisi e sguardi melliflui, il tuo bell'imbusto italiano ti fa girare la testa? E il pidocchiosissimo chitarrista?

-Tom sa tutto di noi, non preoccuparti e non è geloso.

I due ragazzi si misero in posizione in un angolo della sala, aspettarono il loro turno per svolgere insieme ad altre tre coppie il loro adagio, ma mentre eseguivano il sollevamento finale, Jean Pierre perse la presa, Lauren si sbilanciò stava per cadere, ma per fortuna ebbe il riflesso di non finire per terra rovinosamente.

-Senti- fece Lauren veramente scocciata- se sei venuto qui per scopare come un riccio con la tua Susan e strafogarti di Vodka dimmelo, così penso alla mia carriera.

-Quando sei tu che scopi come un riccio con il tuo Bosh, va bene.

-Mi sembra di esser stata sempre professionale e se chiami Tom ancora una volta Bosh ti sputtano davanti a tutti.

-Mamma che paura

-Fai poco lo spiritoso, da raccontare al maestro di stronzate che fai ne ho un largo campionario.

Ad interrompere il piccolo alterco ci pensò indelicatamente Sasha che sussurrò mentre prendeva posto nella fila e fare a sua volta il passo:

-Jean Pierre, attenzione, chi rompe paga, la danza perderebbe una grande stella. 

Alcuni ragazzi che sentirono il commento risero per la battuta.

Lauren si allontanò amareggiata, l'atmosfera pesante che viveva da un mese con Jean Pierre la stava logorando. Il loro rapporto si era deteriorato mano a mano che la relazione con Tom si era  consolidata. Dover lavorare poi a così stretto contatto aveva creato una tensione che ogni tanto esplodeva in piccoli alterchi subito appianati dalla professionalità dei due ragazzi. Il maestro dei due ballerini, che lavorava da un mese a stretto contatto con loro, aveva intuito il sentimento contrastante che legava i due ragazzi, tuttavia non era riuscito a ricucire il loro rapporto.

Quando ebbero finito il riscaldamento i ballerini del Bolshoi si divisero, ognuno impegnato in prove settoriali, i ballerini ospiti raggiunsero i loro maestri e i loro accompagnatori per sapere il loro destino.

-Signorina Lauren- disse il maestro accogliendo la ragazza con un largo sorriso- le devo dare una notizia che spero le faccia piacere.

-Mi dica- fece Lauren con stupore misto a paura.

-Il direttore del corpo di ballo vorrebbe offrirle l'occasione di assistere alle prove della Zakarova con Savarov in Giselle nella sala grande.

-Cosa?- domandò Lauren che credeva di aver sognato o di aver capito male.

-Dopo le prove luci del suo pezzo potrà seguire e provare insieme a loro nella sala grande, il direttore ha scelto lei e un altro ragazzo.

-Non ci credo- ribatté Lauren stralunata

-La signora Leonova è rimasta molto colpita dalla sua interpretazione di ieri e oggi a lezione è stata magnifica, ha coperto anche gli errori del suo compagno. Quando ho raccontato che avrebbe partecipato al Concorso Varna la signora Leonova ha insistito perché mettesse a frutto questa giornata. Assistere alla preparazione di due ballerini così strabilianti la farà sicuramente crescere.

-Questo è un onore che mi lascia interdetta.

-Coraggio raggiunga in camerino Jean Pierre, si prepari per la prova luci e si concentri sulla generale, avrà il tempo per rimanere senza parole più tardi.

Lauren agitata e felice si avviò verso il camerino ad attenderla Jean Pierre, Alice e Roberto.

-Allora?- la accolse con freddezza il suo partner

-Allora? C'è che dopo le prove luci e la generale farò lezione con Zakarova e Savarov

-Be'- fece Jean Pierre con estrema freddezza nascondendo un certo risentimento per non esser stato scelto- preparati, il maestro ci vuole vestiti con i costumi per mettere a punto al meglio le luci.

-Sì- fece asciutta la ragazza che leggeva negli occhi di Jean Pierre un certo livore, ma decise di non dare peso a quei sentimenti e, ritrovando il sorriso, spiegò ai suoi nuovi amici quello che era appena accaduto.

-Cavoli beata te- concluse Alice dopo il racconto di Lauren

-Sì, ma sarò morta ora della fine della giornata.

-Sai chi ci sarà con te?- domandò Roberto

-No, ma spero non l'orribile e odioso Yuri, sarebbe un incubo.

-Ma come è così gentile con te- disse ironico Roberto che era perfettamente al corrente delle inimicizie che correvano tra Lauren, Yuri, Sasha e Susan.

Lauren si preparò, indossò il suo stranissimo costume di scena aiutata da Alice che la osservava stupita, la ragazza aveva un vestitino di voile grigio azzurro sotto un body dello stesso colore, sopra portava un vestito fatto di maglia simile a ferro come una armatura medioevale. Poi prese un nastro di raso rosso.

-E io che mi lamentavo del mio costume di scena- fece Alice osservando l'amica- all'inizio ballo con una gonna lunga, ma poi con un gesto elegante me la tolgo, ogni volta ho il terrore che qualcosa vada storto.

-Ecco come vedi io mi devo togliere l'armatura e poi ballare con il nastro rosso attaccato a polso insieme al mio partner.

-Cavoli ma come fate?

-Un mese di prove e molte attorcigliate, comunque il vestito di maglia è solo nei primi sessanta secondi.

-Sono proprio curiosa seguirò le tue prove dalla platea

-Grazie.

Le due ballerine avevano legato molto in poche ore, Lauren ne era veramente contenta insieme a Roberto e Alice salirono verso il palco e da dietro le quinte ammirarono il passo a due di Vito e Susan impegnati nella scena del balcone da Romeo e Giulietta. I passi armoniosi dei due ballerini sprofondarono Lauren in un sogno ad occhi aperti, ripensò che solo due estati erano trascorse da quando aveva ballato sulle stesse note insieme a Vito lo stesso pezzo davanti alla platea londinese.

La ragazza si ricordò del rossore che aveva ricoperto le sue gote la prima volta che lo aveva visto nella classe di danza e della figuraccia che aveva fatto.

 

-Scusa- una ragazzo alto con i capelli scomposti e il fiatone era entrato in una sala prove gremita di giovani dai sedici ai venti anni e si era rivolto in un inglese un po' stentato- è questa la classe di danza in cui si svolge lo stage estivo?

Lauren lo aveva guardato confusa e imbarazzata, improvvisamente era spuntato dal nulla colui che da sempre incarnava il suo ideale di principe azzurro: alto, moro, occhi verde come due smeraldi luccicanti, un sorriso largo e caloroso, un corpo perfetto come tutti i ballerini, affusolato, magro e longilineo. Lauren non riuscì a proferire verbo e quando vi riuscì sembrò una afasica, balbetto in un inglese praticamente incomprensibile, ma come aveva la media del 18su20 in Francia e del 1,2 su 6 in Germania.

-Oui, ja, yes ist hier, Yes is here.

Il ragazzo dagli occhi magnetici le aveva sorriso gentilmente e forse aveva pensato che quella ragazzina dall'aria seriosa e un po' imbranata non era proprio il suo tipo, era strana e in mano stringeva un peluche a forma di gattino rosa.

Alla sbarra Lauren quella mattina fu ripresa più volte, era imbarazzata e per nulla a suo agio, le ginocchia le tremavano e ogni volta che la correggevano era sempre più confusa. Al contrario quel ragazzo moro dal fascino latino aveva da subito colpito per la sua eleganza, bravura e preparazione, si era appena diplomato alla Scala con il massimo dei voti, quando ballava sapeva catalizzare tutti gli occhi su di lui, i maestri lo avevano da subito notato.

-Dai- le aveva detto alla fine della lezione il bellissimo ragazzo italiano avvicinandosi con un sorriso largo e gentile- domani è un altro giorno.

Lauren aveva sorriso con imbarazzo e impacciata era inciampata sulla sua borsa ed era finita direttamente tra le sue braccia, al contatto di quel corpo così perfetto che, benché sudato, emanava un odore inebriante le aveva fatto batter forte il cuore. Nei giorni successivi Vito aveva completamente ignorato Lauren, circondato da molte ragazze che se lo contestavano a suon di moine e occhi dolci, il ragazzo cedeva spesso al loro fascino in particolare a quello di Susan con cui si vedeva fuori orario per trascorrere lunghe giornate nei parchi e tra i mille divertimenti della metropoli londinese. Ma un pomeriggio:

-Oggi cambieremo un po' le coppie- aveva detto il maestro Coppel che si occupava delle lezioni di passo a due.

-Susan Kamph tu ballerai con Dimitri Polishuk

-Lauren Bart tu ballerai con Vito De Matteo

Quella semplice frase aveva dato una svolta alla vita di Lauren, sembra strano, ma da quel giorno lo stage era cambiato e la ragazza da spaurita e insicura ballerina si era trasformata in quello che era oggi.

 

 E mentre vedeva Vito che semplicemente marcava il passo a due per la prova luci insieme a Susan Lauren si sentì pienamente consapevole, lo stage di quell'estate le aveva cambiato la vita, non solo con Vito lei era diventata donna, ma lo stage le aveva dato l'impulso e le aveva fatto toccare con mano la sua innata abilità di ballerina.

 

-Chissà perché il maestro mi ha messo con te- aveva detto Lauren raggiungendo il ragazzo alto moro che le sorrideva gentile

-Non preoccuparti -le aveva detto porgendole con grazia la mano e stringendogliela forte per infonderle sicurezza solo attraverso quel contatto

-Ma io sono una tale frana- aveva risposto timidamente.

Da subito l'intesa però fra i due ragazzi era palpabile e Vito si era offerto di fermarsi oltre le ore di lezione per aiutare la ragazza. Ben presto tra i due ragazzi era nata una grande intesa fuori e dentro la classe di danza, uscivano per passeggiare nelle ariose vie del centro di Londra, avevano fatto un po' di turismo, un po' di shopping ed erano diventati inseparabili. La possibilità di ballare con un ballerino più grande ed esperto di lei aveva contribuito a farla sbocciare, il senso di smarrimento e inadeguatezza che aveva provato nei primi dieci giorni dello stage erano ormai solo un lontano ricordo e ora, durante le lezioni, i maestri la osservavano stupiti. Ormai mancavano solo due settimane alla fine del corso e finalmente erano stati assegnati i pezzi da ballare al galà conclusivo: Lauren avrebbe ballato  con Vit il Romeo e Giulietta, passo a due del primo atto, la famosa scena del balcone attirandosi l'odio profondo di Susan Kamph che si era vista detronizzata nel passo a due e nel cuore del ragazzo.

 

Lauren guardava ora Susan a distanza di due anni, la ragazza benché stesse solo marcando alcuni passaggi era senza dubio diventata bravissima e l'intesa con Vito era eccezionale, nei pezzi romantici i due ragazzi sembravano veramente innamorati. Improvvisamente rivide davanti a suoi occhi anche la sua prima volta.

 

-Facciamo la pizza- fece Vito invitando Lauren ad entrare- ieri i miei genitori sono venuti a trovarmi e mi hanno portato un po' di viveri tra cui la mozzarella.

-Quella vera non quell'ammasso informe e insapore che si trova nei supermercati?- esclamò Lauren felice come una bambina davanti a una vetrina di una pasticceria

-Esatto

-Gioia sommo gaudio non vedo l'ora, mettiamoci all'opera.

I due ragazzi entrarono nella cucinina del piccolo appartamento londinese che il ragazzo aveva preso in affitto con un suo amico. L'appartamento quella sera era off limits per tutti, Vito era stato chiaro, “Lauren mi piace da impazzire, quindi questa sera Lucio fuori dalle palle, vai dalla tua Sinead” al coinquilino non era rimasto altro che prendere i suoi effetti personali per una notte e uscire. La casa per l'occasione era stata tirata a lucido, ovviamente ci aveva pensato mamma Concetta che entrando nel piccolo appartamento il giorno prima si era subito messa all'opera:

-Il mio piccolo non può vivere in questo letamaio, ma io lo dicevo, Lucio è un tale disordinato, povero il mio Titino.

Lauren entrò nell'appartamento e insieme al ragazzo si avviò verso la cucina, vide una tavola apparecchiata romanticamente nella sala da pranzo salotto e ne fu veramente felice, Vito le piaceva molto e per ore era stata al telefono con Sylvie e Leonor per consultarsi, come doveva vestirsi, come doveva comportarsi e “se lui si faceva troppo pressante? Forse doveva dirglielo che era ancora vergine?” insomma era molto tesa e nervosa. Aveva anche consultato Bill che purtroppo però era molto impegnato e aveva potuto dedicarle solo pochi minuti, con consigli che le fecero supporre che il ragazzo fosse un po' imbranato con le ragazze, da Tom aveva ricevuto invece consigli degni di una porno diva, totalmente inutili per una serata romantica.

-Allora passami la farina, dobbiamo stendere la pasta- Lauren aveva subito preso in mano la situazione con la sua piccola mania del controllo e in men che non si dica aveva infilato un grembiule e affondato le mani nella pasta. La cenetta era stata perfetta i due ragazzi avevano chiacchierato, spettegolato in modo cameratesco sui loro compagni di danza e si erano raccontati dettagli della loro vita.

-Ma quei tuoi amici che musica fanno?- chiese Vito improvvisamente alzandosi e mettendo un cd nello stereo.

-Rock

-E ti piace?

-Sì, mi hanno mandato il loro singolo e a quanto pare stanno spaccando in Germania sono alla numero uno e vengono invitati ad ogni trasmissione.

-Ah e la loro canzone?

-Be' è in tedesco non si sentirà mai qui a Londra

-In effetti il tedesco non è una lingua semplice e non mi sembra neanche molto musicale- Il ragazzo inserì una canzone lenta, molto bella e romantica, poi le allungò la mano invitandola a ballare, Lauren si alzò

-Si intitola “Durch den Monsun”- la ragazza fece seguire quelle parole da un gesto lento della mano che appoggiò sulla spalla di Vito proprio al di sopra del cuore e ne percepì i battiti che erano accelerati almeno quanto i suoi. Distrattamente Vito tentò di ripetere il titolo di quella canzone, ma non vi riuscì.

-Attraverso il monsone- fece Lauren con il cuore in gola per l'emozione porgendo la mano destra al ragazzo che la strinse forte a sé.

-E' una canzone d'amore?

-Sì, amore travagliato che sfida il mondo, il tempo, le avversità.

-Me la farai sentire?

-Sì, un giorno forse.

 

Quel giorno non era mai arrivato, Lauren aveva vissuto quella breve, ma intensa storia d'amore con tutta se stessa, non aveva rimpianti, per il tempo che era durata era stata meravigliosa, improvvisamente, la sua mente si soffermò sul suo primo bacio e si ritrovò alla pensilina dell'autobus mentre si allacciava le scarpe e quel ragazzo dalla chioma fluente rasta e una felpa più grande di lui l'aveva colta di sorpresa sfiorando le sue labbra con un delicato bacio. Lauren portò la mano al cuore e sentì la catenina al di sotto del delicato costume di scena e non ebbe dubbi, il suo cuore apparteneva a quel buffo ragazzino chitarrista strampalato e al suo sciroccato fratello.

-Sempre eccezionale, eh pacco fetido?- commentò Roberto porgendo un asciugamano al suo vecchio compagno di Accademia.

-Grazie, per ora abbiamo solo marcato parecchio, adesso tocca a voi?

-Sì Alice ed io balleremo dopo di voi e così si vedrà il profondo abisso che ci separa.

-Ma va, piantala- Vito spinse in ragazzo in modo cameratesco- sarete stupendi le coreografie di Manuela Tagliavia sono stupende.

-Le coreografie sì ma noi- Alice si guardò intorno il palco era enorme, il luogo era il tempio della danza, l'importanza di quella platea, tutto la facevano dubitare, mentre rivolgeva a Vito quelle parole era mollemente appoggiata ad una sbarra e faceva degli esercizi di streaching.

-Dai, non abbatterti ne abbiamo discusso tanto ieri sera- Lauren riemerse dal suo sogno ad occhi aperti e cominciando anche lei a fare esercizi di riscaldamento proseguì-siamo in un teatro come un altro, dobbiamo solo fare l'occhio sulle distanze e l'inclinazione del palco e poi...

-Certo tranquilli- fece Vito riprendendo fiato e infilandosi una tuta per tenere caldi i muscoli-tutto andrà bene.

La signora Tagliavia sollecitò i suoi allievi e insieme cominciarono le prove, Lauren osservava con interesse i suoi due nuovi amici, era la prima volta che li vedeva ballare e insieme stavano dando prova della preparazione offerta della Scuola della Scala, l'onore e la fama di quel teatro erano ben riposte.

I due ragazzi iniziarono a marcare la coreografia diretti dalla loro coreografa che di volta in volta chiedeva loro di adattare una passo piuttosto che un gesto mentre venivano messe a punto le luci con il regista. 

-Allora- fece Vito avvolgendo Lauren in un abbraccio- che ne pensi?

La ragazza sentì il cuore cominciare a abbattere all'impazzata, l'odore di sudore di Vito, il suo fiato sul collo la riportarono a quei giorni a Londra.

 

-Scusa mi troverai stupida ma te lo devo dire- Lauren distolse lo sguardo da quei due occhi verde smeraldo che l'avevano catturata, si guardò le sue ballerine di vernice rosa e tentò di articolare una frase che avesse un minimo di senso compiuto e che non la facesse apparire una totale imbranata-uhm, cioè io.

-Non ti preoccupare, ho capito- Vito le sfiorò le labbra con l'indice per intimarle il silenzio, fece scorrere quello stesso dito dolcemente sulle labbra della ragazza come a volerle disegnare e poi la baciò a lungo stringendola a sé.

 

-Sono bravi, mi piace, Alice ha uno sguardo vivo, molto espressiva, bello il gesto di far cadere la gonna- fece Lauren confusa sentendo il respiro di Vito sempre più vicino al suo collo.

-Sì, sono bravi e io ti sono piaciuto?- il ragazzo scandendo queste parole la strinse più forte, Lauren tremava, quel calore che le penetrava fin dentro la confortava, in quel momento aveva bisogno di affetto, fra poco avrebbe dovuto dar prova della sua bravura davanti a una platea di intenditori, tutti gli occhi sarebbero stati puntati su di lei, visto che quella sera avrebbe dovuto provare con due nomi grandi della danza. Lauren si lasciò mollemente andare, si sentiva un po' come Giulietta e le forti braccia del ragazzo la stavano facendo ripiombare nel ricordo di quelle stesse braccia che l'avevano stretta quella notte.

 

***

 

Lauren si rannicchiò sul lettino, prese il telefono e fece partire la chiamata, era estremamente agitata e due grosse lacrime le solcavano il viso.

-Tom- pronunciò tra un singhiozzo e l'altro

-Fragolina che c'è?- il ragazzo vide il volto della ragazza ridotta ad una maschera di dolore-tesoro che c'è?

-Sono stanca, mi fanno male le gambe, le prove luci sono state complicatissime e Jean Pierre mi ha fatto cadere.

-Gli spacco la faccia io a quello.

-Questa mattina era totalmente rincoglionito perché aveva partecipato ad un Vodka party con scopata ne sono sicura.

-Lo castro- fece Tom inviperito- dammi il suo indirizzo

-No, ora non voglio questo, voglio sentirmi raccontare cose carine da te- Lauren piangeva stringendo a sé la catenina con il peltro che le aveva regalato il ragazzo.

-Che ti racconto che forse con Bill siamo arrivati a quota dieci valigie, che si sta preparando un discorso in francese e quindi...

-Condoglianze

-Esatto, mi spiace per la vostra adorata lingua, ma i balbettii di Bill si ripeteranno.

-Credo che farò finta di non conoscerlo.

-Beata te, io non posso, ma ho intenzione di annunciare al mondo che c'è stato uno scambio di culle

-Sì?

-Sai quella volta che siamo finiti in ospedale per intossicazione da Nutella, ecco, avevamo quattro anni e ci siamo scofanati un barattolo a testa di nettare nero, ecco quella volta c'è stato lo scambio ci hanno dato un altro Bill.

Lauren sorrideva, era sollevata di sentire la voce di Tom raccontarle stronzate per allietarla e le avventure dei Kaulitz bambini le piacevano molto. Poi il ragazzo azzardò:

-Vuoi dirmi che è successo?

Lauren raccontò tutto ciò che era accaduto durante le prove.

La coreografia contemporanea che la vedeva impegnata con Jean Pierre era molto difficile e complicata: comportava una scenografia essenziale, dei costumi semplici, ma un complesso gioco di luci e contrasti per sottolineare i movimenti dei ballerini. All'inizio un occhio di bue illuminava solo il violoncellista, Stephan Lemarchal, un giovane ragazzo del conservatorio Parigino una grande promessa e vincitore di un prestigioso concorso. In un silenzio profondo i due ballerini dal fondo del palco camminavano lentamente testa reclinata, vestiti con una specie di leggera armatura, erano poi legati uno all'altro da un nastro rosso di raso che si srotolava lentamente durante la coreografia. Quando i due ballerini giungevano alla fine del palco si slacciavano l'armatura e la lasciavano cadere ai loro piedi, qui cominciava il travolgente preludio di Bach, i due ragazzi si muovevano sinuosi in una coreografia ricca di emozioni e passi difficili.

-Sai c'è la famosa presa quella in cui sono totalmente a testa in giù- fece Lauren trattenendo un singhiozzo

-Sì quella che ti fa tanta paura, fragolina?- Tom sorrise dolcemente dallo schermo allungando la mano come a voler toccare la guancia dell'amica- e che vi ha causato mille screzi.

-Be' oggi ha causato quasi un infortunio grave.

-Lo ammazzo- ululò furente il ragazzo.

-Guarda, ti dirò – fece Lauren con un lungo sospiro mentre cambiava posizione, era sdraiata su un lettino di infermeria e aveva una borsa del ghiaccio in testa, sulla schiena e sulla coscia- ma JP questa volta è stato bravissimo, 

-E allora perché sei su un lettino in infermeria e hai una quantità di ghiaccio da polo nord?

-No, poveroJP, il tecnico delle luci ha acceso un faro su di me direttamente negli occhi, mi sono sbilanciata mentre Jean Pierre doveva girare anche lui è rimasto accecato e disorientato e per non farmi cadere ha affondato le dita nella carne. Io sono caduta ma ha attutito il colpo.

-Cosa?

-Ora mi trovo in infermeria.

-Cosa?- fece sempre più incredulo Tom

-Si ho un livido viola con tutte le dita di Jean Pierre nella coscia destra, un enorme ematoma con le altre cinque dita sulla schiena e un bernoccolino sulla testa dietro l'orecchio sinistro, post caduta.

-Ma sei fuori e dici che è stato bravo?

-Sì se non mi avesse afferrato forte sarei caduta tipo sacco di patate non avendo io nessuna possibilità di afferrarmi.

-Ma in pratica siete stati semi ammazzati dal tecnico delle luci?- concluse Tom non del tutto rassicurato dalle parole della ragazza.

-Sì, ma...- Lauren non poté fare a meno di versare qualche lacrima ancora, avrebbe voluto Tom accanto, ciò che la consolava tuttavia era che presto avrebbe potuto fare una bella sorpresa proprio  al ragazzo, complici i due amici Gusta e Georg.

-E poi- disse Lauren con un filo di voce- sono stufa di sentirmi dire che non sono una ballerina.

-Cosa, perché che cosa sei? Io ho sempre creduto che lo fossi-fece Tom confuso dalle parole dell'amica.

-Mi dicono che sembro più una ginnasta.

-Ahi, ahi- Tom sapeva che questa critica feriva profondamente Lauren, poiché le sue affusolate linee  e il suo background potevano dare adito a queste voci.

-Appunto ahi, ahi- disse Lauren rattristata e ormai senza voglia di controbattere- non è colpa mia se il coreografo ha usato le mie doti e le ha accentuate, sono molto triste, perché, dopo, durante la generale ci saranno i giornalisti e la stampa e io temo i commenti.

Il dialogo dei due innamorati fu interrotto, in infermeria entrò Jean Pierre che vide la sua partner impegnata nella conversazione ed ebbe un moto di gelosia subito represso, si avvicinò alla ragazza sdraiata, le posò gentilmente una mano sulla testa sfiorandole il capo nel punto in cui era sorto il bernoccolo e le sussurrò entrando nell'inquadratura del telefonino:

-I'm so sorry.

Lauren si voltò stupita posò una mano su quella di Jean Pierre, il ballerino posò l'altra mano sulla schiena e poi sulla coscia dove si vedevano distinti i lividi.

-Fra un po' tocca a noi, le prove generali sono cominciate, spero ti sia riposata, mi dispiace tanto. Lauren si voltò quella mano che le percorreva dolcemente il corpo la fece sussultare, per la prima volta il suo cuore sentiva amica quella mano.

-Tommichou, amore il dovere mi chiama e dopo la generale dovrò fare le prove di Giselle farò tardi, ma appena avrò finito ti chiamerò, mi manchi.

Tom aveva assistito alle carezze del ragazzo e un moto di gelosia gli percorse il corpo, ma dallo sguardo di Lauren comprese che l'amore che la ragazza provava era interamente suo. Jean Pierre intuì lo sguardo furente del chitarrista, ma il suo senso di colpa per aver ferito così profondamente la sua partner gli fecero di nuovo pronunciare la semplice frase

-I'm so sorry.

-Dai, piantala JP- fece Lauren sorridendo ai due ragazzi che si squadravano torvi- non preoccuparti il mio cosciotto sta benone, la schiena è un po' dolorante e il bernoccolo, be' è elegante, lo chignon verrà un po' buffo ma per il resto è tutto a posto- poi dando un bacio volante a Tom fece sorridendo sollevata- Tom Tom vatti a preparare per Cannes, guarda che per la sera della premiazione voglio che ti metta la felpa figa.

-Quale? quella che abbiamo comprato insieme bianca con i disegni neri?

-No quella opposta, nera con i disegni bianchi.

-Va bene, promesso, sappi che potrei indossarne un' altra perché devi vedere piccolo Bill, temo che il povero tecnico delle luci di Cannes chiederà il pensionamento per cui dovrò calcolare bene.

Lauren chiuse la telefonata dando un bacio a Tom, poi si alzò dal lettino e aiutata da Jean Pierre raggiunse il retro del palco dove presto avrebbe ballato per la prova generale. Per fortuna era ormai rimessa dallo spavento e dal dolore, si era riposata e si era rilassata il maestro aveva fatto di tutto per renderle il pomeriggio leggero almeno fino al fatidico momento, in camerino fu premuroso come un padre e insieme ai suoi allievi scherzò premuroso.

-Ragazzi, sono molto fiero di voi, vi chiedo ora di fare la presa, dai.

I due ragazzi si misero in posizione e

-Uno, due, tre- fece il maestro e i due ballerini con sicurezza eseguirono la presa-Ecco, perfetto- disse il maestro quando Jean Pierre sollevò Lauren con sicurezza e la ragazza si lasciò andare totalmente fiduciosa- vedrete sarete stupendi. 

 

***

 

-Oh mio Dio- esclamò Lauren al telefono vedendo dalla camera uno strano movimento dietro alle spalle di Tom- che cos'è quel Gianduiotto che canta?

-Credo che sia mio fratello, ma sostengo già da un po' di anni che ci deve esser stato uno scambio all'ospedale.

-Il Ferrero Rocher che sculetta felice lo sa che è come dire...

-Improponibile?

-Sì esatto.

-No, ne va fiero è già la terza mise che cambia e questa è quella che lo soddisfa di più, ti mostro anche la faccia di Andreas e Nat, sono sconvolti.

-Offri loro un wisky.

-Già loro non sanno cosa si prova ad averlo tra le palle da diciotto anni.

-Credo che lo abbiano intuito adesso, comunque ha intenzione di vestirsi così a Cannes?

-Sì

-Ok fammi una foto quando Gustav vedrà Bill ti prego, già immagino la sua faccia.

-Non vedo l'ora di solito non commenta ma la sua faccia è uno spettacolo eloquente, sarà fatto.

-Ti amo

-Anch'io

-Ma come mai è in camera tua?

-L'idiota sta finendo l'ottava valigia.

-Cavoli allora la sua camera sarà modello Hiroshima.

-Esatto e purtroppo il culo che ondeggia e i gargarismi inconsulti me li sciroppo io.

-Dai amore abbi pazienza, sai come è fatto cucciolo deve sempre essere in tiro, diverso e spettacolare.

-Lo avrei gradito più sobrio

-Temo anche il regista e il tecnico delle luci a Cannes, adesso comprendo la tua battuta di questo pomeriggio.

-Poveri, io ho accennato che nelle telecamere avrebbe sparato ma lui vuole essere al meglio

-Ecco ma la giacchetta di lurex dorata forse è un po' eccessiva?

-No perché? Trovi?-fece ironico Tom- quando ho provato ad accennarlo mi ha azzannato alla giugulare e poi non ti dico è da un'ora che disquisisce su “maglietta bianca o nera”

-Cavoli grande dilemma

-Ti prego salvami- scongiurò Tom

-Dai, dai pensa a me sono le dieci e attendo la mia bistecca se non me la portano azzanno il primo cameriere che passa qui, meno male che c'è Vito.

-Sei con lui?- fece Tom il cui tono si raffreddò subito.

-Sì Otello te l'ho detto prima che ci avevano trattenuto.

-Uhm, sì e la tua crisi?

-Superata- Lauren fece una piccola pausa poi sfoderò un grande sorriso- grazie a te ovviamente, il tuo messaggio con la foto, ti adoro quando hai dei gesti così romantici.

-Guarda che sotto sotto c'è un cuore tenero, tenero- fece Tom battendosi il petto.

-Scusa- intervenne Vito accanto a Lauren incuriosito dalle immagini- che fa quel matto davanti allo specchio?

Lauren scoppiò a ridere per l'uscita dell'amico e in effetti aveva esternato il suo pensiero, poi disse a  Tom- ti prego ci allunghi la visuale sul Ferrero Rocher che sculetta vorremmo ridere un po'.

-Vi agevolo il filmato- con sadismo Tom si avvicinò a Bill che davanti allo specchio provava gli abiti e si muoveva come su un palco. Lauren e Vito lo guardavano e ridevano di gusto commentando:

-Be' in fondo facciamo così anche noi- disse tra una risata e l'altra il ballerino italiano

-Sì il culo lo muove bene.

-Perché le mani?

-Devi vedere con l'asta del microfono io mi dico ogni volta: prima o poi se la darà negli zebedei.

Quando Bill si accorse di esser osservato e sentì strani suoni alle spalle si girò e partì un improperio:

-Brutto stronzo con chi mi stai sputtanando?

-Con fragolina- si difese Tom arretrando

-Passamela- Bill afferrò il cellulare e dallo schermo vide Lauren con le lacrime agli occhi e Vito che  commentavano in lingua sconosciuta. Il ragazzo offeso ululò:

-Stronza, basta sfottermi, traduci

-No amore- si difese Lauren asciugandosi gli occhi- stavamo ammirando la tua capacità di muovere il bacino.

-Senti non raccontarmi palle.

-Va be' cucciolo è ovvio ti stavamo prendendo per il culo eravamo indecisi se chiamarla mise Gianduiotto o Ferrero Rocher.

-Stronzi, sappi che quel Vito mi sta sulle palle!

-Altro Otello, certo che siete sanguigni voi Kaulitz.

-Sanguigni e sanguinari.

-Dai cucciolo è stata una giornata di merda e lo sapevo che telefonandoti mi si sarebbe risollevato il morale.

-Che stronza- commentarono i due gemelli che facevano capolino dallo schermo.

-Dovreste farvi pagare i diritti come comici non siete niente male.

-Sempre più stronza- fece Bill offeso- sempre meglio far ridere che far piangere.

-Sì grazie e meno male che voi due mi fate tanto ridere, vi adoro.

-Ma sei perdonata perché oggi per te è stata una giornata di merda, ma la prossima volta che ti ho tra le mani ti faccio vedere io.

-Non vedo l'ora- disse Lauren mandando un bacino.

-Raccontami invece come è andata la tua prova extra.

Lauren guardò Vito i due ragazzi avevano versioni contrastanti, la ragazza descrisse con dovizia di particolari le prove e le sue sensazioni.

-All'inizio sono entrati gli Dei, Vito ed io ci siamo presentati e i due ballerini sono stati felici di accoglierci, Vito aveva già avuto la fortuna di ballare sullo stesso palco della Zakarova, mentre per me era la prima volta ero in panne totale.

-Insomma come al solito quando sei agita straparli.

-Esatto- fece Lauren con uno sguardo di intesa a Tom e Bill- per fortuna Vito mi ha salvato dai miei balbettamenti, no perché avevo cominciato veramente a straparlare.

-Eri finita sulle figure del balletto che ti ricordavano alcune immagini del Kamasutra?

-Bill, sostengo da tempo che tu e Gustav guardate troppe riviste controindicate- Bill arrossì e facendo un gestaccio aggiunse

-Sei una porzione di roba cilindrica marrone che non nomino.

-Uhm, mister elegance- disse Lauren per poi proseguire nel suo racconto- le prove sono andate bene è stato interessantissimo, Zakarova e Savarov stavano provando il primo atto, la scena in cui Giselle è sulla panchina e si scambiano le prime effusioni d'amore- Lauren interruppe il suo racconto per sospirare a fondo- non vi sono aggettivi, ogni tanto ci imbambolavamo ad ammirarli mentre noi dal cantuccio nostro dovevamo imparare la coreografia, accanto a noi anche i sostituti, due ragazzi giovanissimi, bravissimi. Alla fine di un'ora e mezza le due star hanno lasciato la stanza e qui.

-Hai distrutto la scenografia?- incalzò Tom conoscendo a volte l'imbranataggine della ragazza.

-No, questa volta non ho fatto cadere la panchina come l'altra volta ad Amburgo dove distrussi il velo posteriore della scena solo alzando la mia borsa-Lauren punta sul vivo si incupì, non era dell'umore di esser presa in giro e quindi- Ah, parliamo della volta che tu sei finito con il piede nel basso di Georg?

-Io?- fece il ragazzo cercando di scavare nella sua memoria

-Sì è vero- incalzò Bill che per la prima volta non era l'oggetto della presa in giro- parliamo a tal proposito della volta che hai distrutto con il culo la gran cassa di Gustav cadendoci rovinosamente dentro.

-Certo se un idiota dopo una dose di lacca fetida non mi avesse ottenebrato la vista.

-Oddio ha mangiato lo Zingarelli?- esclamò Lauren-esci da questo corpo oh essere maligno, ridacci lo sboccato Tom.

Bill scherzando prese il crocifisso che portava al collo in perfetto stile rock dark e cominciò a metterglielo davanti agli occhi.

-Lascia il corpo impuro oh essere maligno.

-Piantatela idioti- incalzò Tom tentando di schivare il fratello, ma Bill continuò il suo pressante rito esorcistico riuscendo a buttare il fratello sul letto, i due cominciarono una lotta che Vito e Lauren poterono vedere da lontano.

-Vito tu non farci caso ci avrai preso per matti- e mentre i due gemelli si picchiavano scherzosamente, la ragazza spiegò al ballerino il motivo della lite.

-Siete un trio di fuori di melone- fu il solo commento del ballerino.

Quando i due gemelli senza più fiato ebbero finito, Tom si appropriò del cellulare e chiese altri particolari della fine della prova a Lauren.

-Non ci crederai ma il direttore del balletto e il maestro ci hanno chiesto di vedere noi due alle prese con la scena, quando hanno detto così mi si è gelato il sangue, Vito ed io abbiamo tentato di sottrarci ma nulla.

-Ma è un grande onore- esclamò Bill che aveva raggiunto il fratello.

-Sì, grazie ma io ero stanca, malandata, la generale era andata non benissimo e dopo la rovinosa caduta del pomeriggio avrei volentieri fatto a meno di sentirmi una merda.

-Ma va là sarai stata stupenda- esclamò Bill cercando di sdrammatizzare. Da un po' di tempo riusciva a capire la ragazza meglio di chiunque altro, il successo che ormai riscuoteva lo faceva sentire insicuro. Ultimamente il rovescio della medaglia della fama aveva preso il sopravvento, suo padre e suo nonno non volevano più vederlo accusandolo di infangare il cognome Kaulitz con il suo comportamento eccentrico. Molte suoi amici si erano allontanati non potendo uscire liberamente, andare al cinema, nei locali, o bere qualcosa era difficile divertirsi per poterlo fare bisognava organizzare giorni prima. Affittare un privé, organizzare la scorta, cercare il locale giusto, nulla poteva esser lasciato al caso o alle voglie improvvise, le serate dovevano essere pianificate niente spontaneità e questo aveva causato non pochi problemi. Quando poi si riusciva ad organizzare tutto, le persone che avevano l'accesso erano limitate per mantenere il più possibile la privacy, fare nuovi incontri quindi era difficili, anche se alcuni amici avevano fatto loro conoscere persone nuove non era sempre facile instaurare rapporti duraturi, restava sempre il dubbio al ragazzo: parlano con me perché sono simpatico, carino, divertente o perché sono Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel. Il pomeriggio con Alex, quando Tom era via con Lauren nel loro piccolo viaggio romantico ad Amrum, aveva fatto vacillare ancora di più Bill che si era misurato ancora una volta con l'inconveniente della fama.

-Dai, ti riaccompagniamo noi- suggerì Bill a Lena- credo che i tuoi amici Friedrich, Franz, Ute e Brigitta vadano dall'altra parte della città, noi siamo a un tiro di schioppo da te.

-Grazie, volentieri- fece la ragazza con un largo sorriso.

Bill da gentiluomo le aprì la portiera e salì dal lato del passeggero, Alex dietro e Bill al volante.

Per tutto il tragitto Lena e Bill chiacchierarono amabilmente come avevano fatto d'altronde tutto il pomeriggio al bowling. Il ragazzo si era ritrovato infatti in squadra con Ute, Lena e Brigitta e più di una volta si era sentito in imbarazzo quando le ragazze toccavano argomenti troppo intimi, arrossiva come un pomodoro e spesso combinava qualcosa di maldestro. Per non parlare della sua scarsa destrezza con le palle da bowling troppo pesanti per le sue misere braccia, cosa che gli era valsa una sciolinata di insulti dagli amici e tantissime risate di tutti gli astanti debitamente filmate dai sadici Gustav e Georg. Durante tutto il pomeriggio Lena si era dedicata al ragazzo con attenzione, si era sempre seduta accanto a lui facendo delle vere e proprie avances, Bill era rimasto piuttosto affascinato dalla ragazza e con lei aveva potuto parlare di svariati argomenti, come i viaggi, i cani, gli studi, i progetti per il futuro, l'università. Il pomeriggio era stato proficuo e Bill si era sentito felice, si era divertito con gli amici e i due gemelli Friedrich e Franz erano stati gentilissimi e divertenti, con loro aveva potuto osservare altri due gemelli omozigoti e le loro dinamiche gli avevano ricordato quelle con Tom, i due squinternati Gustav e Georg gli avevano fatto sentir meno la mancanza del gemello, insomma in una parola si sentiva realizzato.

Quando giunsero davanti a casa della ragazza Bill con il suo più largo sorriso disse:

-E' stato proprio bello conoscerti, mi sono divertito molto in tua compagnia.

-Anch'io- rispose con un sorriso largo la ragazza.

-Potresti darmi il tuo numero?

La ragazza non aspettava altro, lo guardò con aria di sufficienza e improvvisamente il suo volto cambiò come il giorno e la notte, con due occhi taglienti pronunciò lentamente la frase:

-Come sei ingenuo, come hai potuto credere che tu mi piacessi, ho voluto solo divertirmi e anche quel bacio- la ragazza passò la mano sulla guancia del ragazzo che ancora cercava di mettere a fuoco la situazione-ridicolo, io sono felicemente fidanzata e ho voluto solo divertirmi e avere una conferma, Bill Kaulitz è veramente stupido come dicono- senza attendere nulla Lena scese dall'auto, chiuse la portiera e si diresse verso il cancello di una villetta immersa nel verde. Bill rimase interdetto, scosso da quelle parole, stentava a credere alle sue orecchie, proprio non si capacitava della reazione della ragazza, Alex intuì il turbamento dell'amico e senza dire una parola gli posò una mano sulla spalla:

-Dai non te la prendere, probabilmente ha dei disturbi dell'apprendimento o è solo imbecille, direi una stronza di dimensioni epocali, una serpe in confronto sarebbe meno velenosa.

Bill ingranò la prima, percorsero pochi chilometri fino a raggiungere il garage della villa dei ragazzi, in silenzio risalirono il giardino. Bill aprì l'enorme porta finestra che dava sull'ampio salone, accese le luci e si lasciò cadere sul divano come se avesse affrontato una sessione di ginnastica, il morale era a terra.

-Cosa ordiniamo per cena?- chiese Alex avvicinandosi all'amico.

-Nulla.

-Dai non prendertela la conoscevi appena.

-Ma lo so non sono minimamente scalfito da quelle parole è solo- il ragazzo si rannicchiò chiudendosi a riccio. Alex sapeva che solo Tom l'avrebbe potuto aiutare, ma da migliore amico ci riprovò.

-Se vogliamo magiare qualcosa dobbiamo sbrigarci o fra un po' il servizio da asporto dei supermercati termina e mi sembra che nel deserto del Gobi ci sia più roba da mangiare che nel vostro frigo.

-Sì lo so- Bill non accennava minimamente ad abbandonare la sua posizione accucciata.

-Non dirmi pizza perché potrei sboccare.

-Lo so è quello che stavo per dire- confessò Bill.

Alex si avvicinò al computer e apri il sito del supermercato più vicino a loro che offrisse le consegne a domicilio. Scorse un po' le immagine e cominciò un lungo elenco. Bill non rispondeva.

-Bello fare la spesa per te, ci vuole un manuale di interpretazione dei tuoi mugugni.

-E' che non so, non ho fame.

-E' solo che...un kinder bueno- Alex tentò di far ridere Bill con una nota frase di una pubblicità e in effetti sortì l'effetto voluto, Bill fece capolino dalle ginocchia e come rinfrancato dalla presenza dell'amico rise e cominciò ad interagire, dentro di sé tuttavia una battaglia contro la tristezza, la voglia di piangere, urlare si mescolavano ed implodevano lasciando lo stomaco contratto. Bill si sforzò e si lasciò guidare, se fosse stato per lui avrebbe fatto volentieri a meno di mangiare.

 

-Sai- Lauren proseguì nel suo racconto delle prove- mi hanno coretto spesso, ma alcune cose che ho fatto sono piaciute molto, al solito nei salti a volte sembro un ippopotamo.

-Ma va, se pesi trenta chili con le scarpe è la tua solita paranoia- la redarguì Tom

-No uffi è così, mi sento sempre pesante e impacciata, invece mi hanno fatto i complimenti quando dovevo rappresentare l'imbarazzo, l'ingenuità e la freschezza del primo incontro con Albrecht.

-Bene vedi che sei la solita disfattista- concluse Tom.

-Mi sono ispirata a Bill quando fece la sua dichiarazione d'amore a Lisbeth, ti ricordi?

-Oddio sì, i due imbranati cronici- esclamò Tom guardando di sottecchi Bill.

-Cosa no, mettiamo in chiaro, sarò stato anche imbranato e un po' deficiente quella volta, ma uffi ero veramente stra cotto e quando non sono a mio agio straparlo o balbetto.

-Bene io ho reso i tuo balbettii danzando, ma l'apice hanno detto che lo abbiamo toccato con la scena delicata e romantica della margherita.

-Il responso?- chiese Tom con una punta di mal celata gelosia?

-Che Vito ed io siamo una bellissima coppia di danza, ma io amo un certo crucco chitarrista da strapazzo.

-Ah ecco- sottolineò Tom che da quelle parole si sentiva rassicurato.

La telefonata terminò con un saluto quando finalmente arrivò la tanto agognata bistecca.

 

***

 

Mentre le luci si spegnevano Lauren e Jean Pierre si riunirono al centro per ricevere gli applausi, il silenzio era calato, la musica era terminata e il tendone del teatro ormai chiuso.

-Jp perché non applaudono?- domandò Lauren con un filo di voce e il fiatone stringendo forte la mano del suo partner mentre l'occhio di bue si accendeva su di loro al centro del palco.

-Non so- rispose affannato tra i denti il ragazzo. 

I due ballerini avevano appena finito la loro esibizione, il violoncellista si era alzato dalla sua sedia, mentre i due ragazzi erano al centro. Il pubblico era ammutolito per qualche secondo vi fu un silenzio irreale, il tendone si stava riaprendo lentamente, quei pochi secondi sembravano un'eternità, una strana atmosfera aleggiava nel teatro fino al momento in cui scoppiò in un fragoroso applauso che durò più di tre minuti. I due ballerini furono sollevati e stringendosi forte la mano si presero gli applausi, con le luci puntate dritte negli occhi Lauren assaporava il momento, la fatica di un mese, la tensione delle ore di attesa erano finalmente ripagate. La ragazza chiuse gli occhi era commossa e un turbinio di pensieri si affollavano nella sua mente, riviveva gli ultimi giorni, le emozioni che aveva sentito ballando si stemperarono, la malinconia e la tristezza che aveva espresso ballando lasciarono il posto alla gioia. Con un gesto concordato Lauren si avvicinò al violoncellista che raggiunse al centro i due ballerini, la ragazza in centro fu invitata a prendersi gli applausi, come consuetudine i due uomini rimasero qualche passo indietro. Poi il sipario si richiuse, Lauren e Jean Pierre furono raggiunti da tutte gli altri ballerini che avevano animato la serata, Yuri e Sasha si avvicinarono mettendosi al centro, loro erano stati fino a quel momento i beniamini del pubblico, con un sorriso ironico e tagliente Sasha si avvicinò a Jean Pierre e rivolgendosi al ragazzo disse:

-Sei stato bravo complimenti, ballare così con una dilettante deve esser stato durissimo.

-Già nel suo assolo ho pensato che Lauren cadesse come un sacco di patate e si strozzasse con il nastro.

-Nella batteria di salti ho temuto per il palco- aggiunse con livore Sasha sapendo che era il punto debole di Lauren.

Jean Pierre strinse forte la mano della sua partner, per la prima volta prese posizione contro la coppia russa dicendo semplicemente:

-Credo che la serie di applausi e “bravo” che ci hanno accolto abbia parlato per noi.

Lauren sorrise felice al ragazzo e ricambiò la stretta, a suo lato si erano messi Vito e Susan, subito accanto Alice e Roberto, a seguire tutte le altre coppie che insieme al corpo di ballo della scuola avevano animato la serata.

Quando le coppie uscivano una ad una per raccogliere i saluti le ovazioni più alte si alzavano per Lauren e Jean Pierre, evidentemente il loro balletto contemporaneo aveva fatto breccia nel pubblico. Ogni qualvolta Lauren avanzava di un passo e si inchinava come consuetudine riceveva una serie infinita di “Bravo”, la ragazza era sopraffatta e senza dubbio come ad Amburgo avrebbe voluto accanto a sé Tom e Bill per sostenerla.

Quando il sipario si chiuse definitivamente il maestro di Lauren e Jean Pierre si avvicinò ai suoi due pupilli e si congratulò con loro. Un sorriso largo e un caldo abbraccio furono elargiti con il calore di un padre, Lauren si strinse tra quelle braccia e vi si accoccolò qualche minuto. La scena fu puntualmente ripresa dalle telecamere che non avevano mai abbandonato la ballerina per tutto il tempo di quella lunghissima giornata. Lauren chiuse gli occhi e le tensioni provate da metà del pomeriggio in poi si sciolsero come neve al sole.

-Signorina Lauren- una voce la riportò alla realtà- dei giornalisti vorrebbero farle delle foto- esordì la direttrice della scuola con accanto il direttore del teatro che voleva congratularsi con la ragazza. Lauren camminava a un metro da terra, lusingata da tutte quelle attenzioni e nello stesso tempo spaventata per l'enorme responsibilità che ricadeva sulle sue minute spalle.

Un traduttore simultaneo fece da tramite tra lei e i giornalisti che le posero moltissime domande, Lauren all'inizio un po' impacciata sembrava la fotocopia di Gustav davanti alla stampa, ben presto però si lasciò andare e cominciò a gesticolare, evidentemente il demone di Bill l'aveva contagiata. Gesticolando come il suo amico e sorridendo felice fu lieta di quelle attenzioni. Quando raggiunse il suo camerino quarantacinque minuti dopo le emozioni non erano finite, il solito bellissimo mazzo di rose rosse e nere con il simbolo dei Tokio Hotel era lì ad attenderla, seguita dalla scatola di caramelle gelé e cioccolatini, per finire la dozzina di rose rosse a gambo lungo svettavano fiere nella scatola dorata, un biglietto con dolci parole completavano i regali. Lauren si sedette sullo sgabello e leggendo il biglietto lasciò libero sfogo alle lacrime che caddero copiose. Vito le si mise dietro e prendendo tra le mani quelle fragili spalle cominciò a massaggiarla dolcemente, mentre Alice le strinse la mano cercando di infonderle forze. Jean Pierre si tenne lontano, si cambiò in fretta e uscendo disse solo:

-Tu es magnifique, le gars allemand a de la chance.

Lauren strinse a sé il biglietto di Tom e con un gesto tirò fuori la sua collanina dal petto.

-Me la metteresti- disse con un filo di voce rivolta a Vito, il ragazzo prese la collanina dall'aria così semplice poi comprese, il piccolo peltro e un piccolo diamante doveva certamente essere un regalo del fidanzato. Vito indugiò qualche istante, a cingere quel collo a stringerlo e a baciarlo avrebbe potuto esserci lui, se solo fosse stato più paziente e provato con maggiore impegno a far funzionare la loro relazione a distanza a quest'ora poteva esserci lui a possedere quel leggiadro corpo e dargli la felicità che meritava.

Lauren quando la ebbe al collo la strinse forte, poi prese il cellulare pronta per inoltrare la chiamata ma qualcuno bussò alla porta del camerino.

 

***

-Tesoro!- urlò felice Lauren quando vide Tom apparire nello schermo del piccolo pc che portava con sé, poi alle sue spalle un' esclamazione.

-Porca paletta straccia- urlò Roberto

-Capperi, alla faccia del famoso!- aggiunse Alice.

-Ragazzi ve lo avevo detto- fece Lauren girandosi verso i suoi amici

-Sì, avevi detto “abbastanza famoso”, non la band del momento.

-Scusate ragazzi, vi presento il mio ragazzo, Tom, l'inutile chitarrista, comunque sappiate che suona  in playback, fa solo finta!

Roberto e Alice scoppiarono a ridere, mentre Tom si accigliava

-Lo so mi hai sputtanato come sempre- disse il chitarrista senza un sorriso.

-Esatto, ma aspetta di sapere cosa è successo oggi!- esclamò Lauren con un sorriso sornione.

-Raccontami voglio sapere tutto- fece Tom

-Anch'io!- si sentì la voce di Bill e poi il suo viso fare capolino nello schermo.

-Ah, ma allora non ha sempre i capelli sparati e il trucco incorporato- fece Roberto vedendo il cantante.

-Idiota, vuoi lasciare Lauren un po' da sola con il suo ragazzo e l'altro, cazzo è veramente Bill Kaulitz- disse Alice poco finemente ipnotizzandosi a guardare i due gemelli.

-Caspita e poi dici a me di moderarmi!- Roberto diede un buffetto sulla spalla ad Alice che a bocca aperta osservava i due ragazzi al di là dello schermo come incantata le passò poi una mano davanti al viso e punto dalla gelosia la strappò dai suoi pensieri -Allora lasciamo Lauren un po' sola- fece canzonando la sua partner. 

Alice a quelle parole si giustificò:

-Cioè veramente il suo ragazzo è così famoso.

-Ma non ti hanno sempre fatto schifo i coso hotel?- Roberto era sempre più geloso e per non urtare Lauren si limitò a storpiare blandamente il nome della band anche se avrebbe voluto usare altri termini più volgari comunemente usati dai detrattori.

-Non ne vado matta ma sono pur sempre famosi e cioè.

-Dai Roberto- intervenne Lauren sorridendo- i due idioti fanno sempre quell'effetto, ma poi quando si scopre che ruttano, fanno flatulenze e molto altro ti cade un mito.

Alice sorrise baciando teneramente Roberto che appariva imbronciato, i due ragazzi presero le loro cose e lasciarono sola Lauren.

-Finalmente, come è andata la serata?- disse Bill assetato di particolari.

-Benissimo, sono così emozionata, sta notte non dormirò.

-Cavoli è la prima volta che sento la parola “benissimo” dopo una performance.

-No ovvio, ho ballato abbastanza bene, ma potevo fare di più, tutto è filato liscio e i giri sono stati perfetti, la presa rischiosa, liscia come l'olio, purtroppo ho pasticciato con i saltelli, mascherato da dio l'errore.

-Immagino, come quando Tom sbaglia accordo e dà la colpa a Georg.

-O come quando Bill toppa alla grande e dà la colpa a Gustav.

-Gustav?- domandò Lauren stupita

-Allora, quella volta lì- si difese Bill

-Cioè veramente Bill hai dato la colpa a Gustav, che cazzo c'entra la batteria?

-C'entra si difese il cantante.

-Ma è fuori- interruppe la ragazza facendo un gesto eloquente.

-La lacca- aggiunse sottovoce Tom

-Sì, condita con sostanze allucinogene- sentenziò Lauren ridendo

-E che sostanze- rimarcò Tom ridendo

-Piantatela è vero- si difese Bill alzando la voce, convinto delle sue asserzioni.

-Cioè lo ribadisce!- esclamò Lauren sempre più sorpresa- ecco perché Bill è sempre così impettito nelle interviste, ha le bacchette della batteria di Gustav nel colon.

Tom scoppiò a ridere, seguito a ruota dalla ragazza che aspettava solo la risposta di Bill che non si fece tanto attendere.

-Fan culo, se mi lasci finire ti dico, no non ci sono strane erbe nella mia lacca e sì Gustav mi ha fatto sbagliare una volta- tentò di spiegare il ragazzo mentre Lauren dall'altra parte dello schermo con le lacrime agli occhi dal ridere, faceva l'imitazione di Bill impettito e Tom che si slogava la mascella vedendola.

-Insomma, ha suonato una variante durante Leb die Sekunde e io mi sono distratto e ho sbagliato.

-Sì ok, ha steccato alla grande e ha fatto lo scarica barile come sempre- concluse Tom mentre Lauren imperterrita continuava la sua imitazione.

-Stronza piantala!

Quando Lauren si riprese dal momento di ilarità proseguì il suo racconto, senza tralasciare nulla, con dovizia di particolari descrisse la faccia di Susan, Sasha e Yuri nel sentire le ovazioni del pubblico, i loro volti rosi dall'invidia quando i giornalisti le facevano le domande e infine la gioia che aveva provato quando un assistente del teatro le aveva comunicato che ad attenderla nel foyer c'era un piccolo drappello di persone che volevano conoscerla.

-Ho firmato tanti libretti, ho posato con alcune persone e pensa- la ragazza fece una piccola pausa cercando l'effetto di suspense- c'era un gruppo di ragazze che sapendo della nostra amicizia erano contente di conoscermi.

-Oh caspita non come a Parigi che ti aspettano per farti fuori?- domandò incredulo Tom

-No, volevano conoscermi e mi hanno dato dei regali da darvi, ma hanno fatto uno stupendo regalo anche a me, inoltre vogliono occuparsi del mio sito curandone la parte russa.

-Cavoli, che bello, sono contento- esclamò Bill orgoglioso.

-Già bellissimo, ma nelle riprese tv si vede la faccia delle serpi?

-Sì, chiederò, il filmato e userò un fermo immagine come bersaglio delle freccette!

-Sì, sì lo voglio anche io- esclamò Bill saltellando come un bambino.

-Ah, a proposito, ho regalato alle ragazze due piccole cosucce vostre.

-Tipo?

-Tipo, boxer fetidi di Tom e calzini marci di Bill?

-Ma sei fuori!

-Dove cavolo li hai trovati?

-Nella mia borsa!

-E come ci sono finiti?

-Forse perché quando ero ad Amburgo, qualcuno di voi prendeva la mia borsa per un cestino dei panni sporchi?

-Io?

-Ma tu sei fuori, regalare i miei boxer?

-Sì, quelli fetidi verdi cagarella con fascia nera in cui il tuo arnese navigava come un gamberetto in un oceano.

Bill si sbellicò dal ridere all'immagine vivida scelta da Lauren, mentre Tom si rabbuiava, la sua espressione stava per passare verso l'offeso.

-Quando poi hanno visto il calzino di flanella di Bill ci sono state scene di ilarità difficilmente contenute.

-Ah, ah, perché io ci credo!- disse sicuro il cantante che sapeva che nel suo guardaroba non vi erano calzini di flanella.

-Ma sì Bill, sputtanato ormai, sai i tuoi calzini neri quelli che hai messo il giorno del compleanno di Gustav, quelli neri con leggere strisce argentate, come fosse un gessato. Ecco quelle.

Il ragazzo ebbe un cedimento, quelle sì erano sue, ne era sicuro e già tremava al pensiero che di lì a poche ore sarebbero apparse sui siti le sue calze, perfino quelle avrebbero fatto il giro del pianeta e la colpa era tutta di Lauren, un improvviso moto di rabbia sembrò esplodergli negli occhi. Lauren vide il cambiamento dei due ragazzi e scoppiò in una sonora risata.

-Ok, fermo immagine, i Kaulitz come due tonni all'amo – Lauren con un gesto eloquente si mise a far segno di “abboccato”-ci sono cascati in piedi, mutande e calzini fetidi compresi!

-Stronza vuoi dire che era solo...- cominciò Bill

-Una presa per il culo gigante?-Finì Lauren

-Sì, quella- confermò Tom con le braccia conserte con sguardo torvo.

-Esatto!- fece la ballerina soddisfatta come una bambina che ha appena ottenuto un vasetto di Nutella da mangiare.

-Ma va fan culo!- partirono in coro i due gemelli.

-Bellissima la vostra espressione e il sincrono perfetto, grazie- Lauren sempre più tronfia per aver fatto passare un brutto quarto d'ora ai due ragazzi sorrise felice

-Grazie!- Tom esclamò quella semplice parola con una certa enfasi che ben sottolineava la sua effimera paura

-Grazie un corno, ti odio- aggiunse Bill che ritrovava il sorriso, per qualche istante si era sentito violato nella sua persona e tradito dalla sua migliore amica, per qualche minuto aveva sentito intorno a sé il vuoto, per qualche secondo si era sentito abbandonato dall'ennesima persona sulla quale poter contare, un buco nero lo stava per risucchiare, per fortuna in una baleno era tornato il cielo azzurro e gli occhi blu di Lauren sereni e sornioni lo guardavano con affetto.

-Sì anch'io se fossi lì ti metterei le mani addosso- 

-Oh, sì, dai, dai sculacciami- Lauren aveva accompagnato quelle parole con un tono da film porno di bassa lega

-Piantala!- fece Tom avvampando, mentre il fratello lo guardava divertito.

-Sì, sì dai!- urlava stupidamente la ragazza per far innervosire sempre più il ragazzo.

Improvvisamente il siparietto che Lauren aveva messo insieme fu interrotto, Vito entrò nel camerino sollecitando la presenza della ragazza: tutti i ballerini erano attesi nel foyer dove era stato allestito un piccolo rinfresco di ringraziamento e tutti stavano aspettando la stella nascente dell'Opera.

-Tesori- fece Lauren dal piccolo schermo- devo lasciarvi.

-No, no- insistette Tom- non ho finito con te.

-Ebbene il dovere mi chiama, ci sentiamo più tardi, Tommichou, promesso- con un bacio volante chiuse la chiamata. 

Tom rimase a lungo a guardare lo schermo del computer come inebetito, quelle lunghe chiamate, quei momenti trascorsi ridendo e scherzando insieme gli facevano provare sempre di più un dolore al petto, quando lo schermo diventava nero sentiva il suo cuore fermarsi e un nodo in gola formarsi, cercava di ricordarsi il profumo della ragazza, cercava di ricordarsi il calore del suo esile corpo e non vedeva l'ora di poterlo riavere tutto per sé. Sapeva che per lui quel momento sarebbe stato ancora lungo, Cannes era il primo dei mille impegni che, la sua agenda per quel 2008, gli presentava: un viaggio promozionale in America e il tour in Europa lo avrebbero tenuto lontano dalla sua piccola fragolina. Bill gli appoggiò una mano sulla spalla comprendendo appieno i suoi timori e la sua sofferenza:

-Tre mesi passano in fretta, tranquillo.

-Lo so è che mi manca- Tom aveva espresso tutto il suo dolore, i suoi sentimenti erano semplici, amava quella ragazzina e ne sentiva la sua mancanza.

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16: Cannes, NRJ Music Award

- Room service.

Tom si era appena sdraiato sul suo grande letto e stava guardando il soffitto della camera che lo avrebbe ospitato per i prossimi tre giorni, era a Cannes al Carlton. Finalmente si era scollato di dosso le telecamere della Tokio Hotel Tv, era solo con i suoi pensieri e uno di quelli era Lauren impegnata a Mosca o forse ormai sul volo che la stava riportando a Parigi dopo il gala. Con il cellulare tra le mani stava meditando di chiamarla, ma qualcuno aveva bussato alla sua porta. Quell'inaspettato rumore lo aveva sorpreso, non aveva certo chiamato per ordinare qualcosa, probabilmente la direzione voleva mandargli un cesto di benvenuto o i produttori avevano previsto per i ragazzi qualche sorpresa, o magari l'idiota di Gustav aveva voglia di scherzare e aveva bussato, la voce tuttavia era femminile, Tom suo malgrado si alzò e distrattamente senza neanche guardare aprì la porta. La cameriera che si presentò con un carrello imbandito e sorrise, ma Tom non la degnò neanche di un'occhiata, voltò le spalle e fece pochi passi per poi rituffarsi tra le comode coperte del suo letto.

La cameriera avvicinò il carrello ai piedi del letto e cominciò ad armeggiare con la cupola d'argento e un secchiello contenente una bottiglia di champagne, dando le spalle a Tom, si piegò in modo provocante. Per essere una cameriera di un lussuoso albergo era vestita in modo strano: aveva delle calze a rete nere, dei vertiginosi tacchi a spillo e una gonnellina nera molto succinta, il grembiulino bianco e la cuffietta di pizzo la facevano apparire una ragazza appena uscita da un locale non proprio elegante e raffinato, i capelli biondi fluttuanti in morbidi boccoli e le sue forme conturbanti attrassero l'attenzione del ragazzo che si girò e si sedette sul fondo del letto.

La cameriera si piegò ancora mostrando le natiche e le sue gambe lunghe e affusolate, poi parlò:

- Vous devez signer Monsieur.

Tom con la salivazione a zero e un profondo imbarazzo balbettò.

- I don't speak french.

- You have to sign - la cameriera si voltò e porse al ragazzo un libretto marrone con uno scontrino e una penna, nel fare tutto ciò si avvicinò pericolosamente a Tom che aveva il suo volto a livello del petto della ragazza. Imbarazzato il chitarrista avvampò e balbettando qualcosa in inglese prese tremante la penna e il taccuino firmò e restituì tutto.

La cameriera soddisfatta sorrise poi si piegò ancora per sistemare la tovaglia del carrello mostrando ancora una volta le natiche, questa volta però il viso di Tom era a pochi centimetri da quelle calze a rete e da quello stacco di cosce così provocanti, poi una musica si diffuse nella stanza e la cameriera cominciò una danza sensuale. Tom ormai aveva la salivazione azzerata, gli occhi sgranati, le mani sudate e il sangue cominciava e confluire in una parte del corpo ben precisa. Se solo Lauren lo avesse visto lo avrebbe ammazzato di botte, cercò di dominarsi, ma la carne era debole e il riflesso quasi involontario, la cameriera era davanti a lui bellissima e si muoveva sinuosa, la sua era una danza così sexy che lasciava poche cose sottintese. Tom tentò di riprendere lucidità, doveva essere uno scherzo, sì, non poteva essere che uno scherzo: Gustav questa volta l'aveva fatta grossa, oppure era una fan molto intraprendente, no, non era impossibile eludere il sistema di sicurezza messo appunto dall'organizzazione del Nrj Music e il sistema di guardie del corpo che viaggiava con loro. Rimaneva l'ipotesi scherzo idiota degli amici, la cameriera si avvicinò ondeggiando al ragazzo, ora gli era di fronte e il viso del ragazzo era esattamente all'altezza delle parti intime della ragazza, Tom era in apnea, non respirava più, la ragazza si piegò, posò le mani sulle spalle del ragazzo privo di volontà propria, con estrema facilità lo spinse supino sul letto e in un attimo si ritrovarono a pochi centimetri uno dall'altro, se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe pensato che i due stessero amoreggiando. Finalmente Tom raccolse le sue forze e respinse le avance della cameriera, ma la ragazza non gli lasciava tregua, con uno sforzo il ragazzo si divincolò, prese il carrello lo pose tra sé e la cameriera usandolo come scudo protettivo. Con rapidità spense il registratore poi disse:

-Piantala Lauren ti ho scoperto!

La cameriera non rispose e continuò ad ondeggiare sensuale cercando di mostrare le gambe e le mani si muovevano toccandosi il corpo in modo elegante e provocante.

Tom ripresa la salivazione e ridendo per lo scherzo si avvicinò alla cameriera e prese i capelli biondi, tirandoli in malo modo staccò la parrucca, svelando l'arcano.

- Stronzo come hai fatto? - fece la sconosciuta in perfetto tedesco.

- Il livido sulla coscia è così evidente si vede dalle calze a rete!- disse Tom con il suo trofeo in mano

- Uffi, non è giusto - fece delusa la ragazza. Dopo pochi secondi che lo osservava però gli saltò in braccio facendolo cadere letteralmente su una poltrona

- Sorpresa!- gridò divertita

Il ragazzo a sua volta lasciò cadere lo scalpo e strinse forte a sé la cameriera.

- Allora - fece ridendo Lauren - diabolica?

- Diabolica!- concluse Tom

- Questa sì che è una sorpresa con i controfiocchi.

- Sì

- Gustav mi ha procurato l'abbigliamento, Georg si è occupato di prenotarmi una camera, informare David del mio arrivo e di aggiungermi nella lista dello staff con bollino rosso, sono ammessa ovunque voi siate.

- Ecco ora si spiegano molte cose.

- Perché? - domandò Lauren

- L'altro giorno Gustav è stato fotografato all'uscita di un sexy shop ad Amburgo in Reeperbahn, la foto ha fatto il giro del mondo e il nostro staff delle relazioni pubbliche e della stampa ha sudato sette camice.

Lo immagino, povero Gu, mi spiace, è tutta colpa mia - Lauren si alzò lasciando le ginocchia e l'abbraccio caldo di Tom, fece un giro su se stessa poi sinuosa continuò:

- Allora mentre ti ho gettato sul letto ho sentito qualcosa che immagino non fosse la fibbia di una cintura alla Bill Kaulitz, il piccolo Tillo, laggiù ahi ahi ha dato segni di vita, sono altamente gelosa!

Tom che con sguardo sognante già prevedeva fuoco a e fiamme tra le lenzuola quella notte si raggelò, sapeva che la piccola ragazza cinta, di solito, in abiti fioriti poteva trasformarsi in una Erinni, cattiva e vendicativa, meglio non contraddirla, scusarsi e flagellarsi cercando di far meno danni possibili per non precludersi ulteriori coccole. Lauren lo guardava fingendo nervosismo, aspettò la mossa del chitarrista che non si fece attendere, si alzò e avvicinandosi al secchiello dello Champagne ne estrasse la bottiglia.

- Signorino non potrai rabbonirmi facendomi ubriacare.

Tom con grande maestria e ormai collaudata esperienza strappò senza difficoltà il cappuccio ramato della bottiglia e con indifferenza disse:

- Il tuo preferito, Champagne Rosé Moët et Chandon

- Allora? - Lauren attendeva una risposta che Tom tardava a darle, il ragazzo tolse la gabbia di ferro e fece esplodere il tappo della bottiglia attutendone il colpo, versò il nettare bronzo dorato con le bollicine in due flûte, porse un bicchiere alla ragazza giocando la sua carta con una semplice frase:

- Ai nostri momenti stupendi insieme.

Lauren sorrise divertita, ovviamente la sua finta gelosia era solo una copertura, i suoi occhi blu affondarono in quelli nocciola del ragazzo, con eleganza porse la sua mano prendendo il bicchiere e formulando a sua volta il suo brindisi:

- Ai nostri cari amici che hanno reso possibile questa sorpresa e a Jessica la cameriera russa del Carlton.

Il ragazzo rise, i suoi occhi erano luminosi e per qualche istante aveva scordato i suoi impegni lavorativi, davanti a lui vi era la sua Lauren, era la persona più felice della terra, solo poche ore prima sul volo che lo stava conducendo a Cannes era piombato in un mutismo ostinato e l'idea di essere in Francia, ma la sua fragolina era lontana lo avevano reso di cattivo umore. Da giorni poi esplodeva per un nonnulla, ormai provava irritazione per tutto, ogni piccola storia o contrattempo lo facevano infuriare, la rabbia esplodeva contro le persone che lo circondavano. All'ennesima sua sfuriata Bill aveva risposto cercando di sdrammatizzare:

- Dovresti farti una sega, hai troppa rabbia sessuale inespressa.

Ma la battuta che un tempo avrebbe innescato una simpatica litigata tra i due gemelli fatta di battutine a sfondo sessuale si era trasformata in una furiosa lite che il patrigno Gordon aveva dovuto dirimere interponendosi tra i due ragazzi con tutto il suo corpo. Da quel momento i due gemelli si erano scambiati solo frasi di circostanza fin dal mattino a colazione, sull'aereo si erano come sempre seduti uno accanto all'altro muti e assorti nei loro pensieri.

Il viaggio era stato pieno di turbolenze e costellato da vuoti d'aria, Tom che non amava molto i viaggi aerei ad un certo punto sopraffatto aveva appoggiato la sua mano sul ginocchio del fratello stringendolo forte, Bill sorpreso aveva semplicemente contraccambiato il gesto d'affetto appoggiando la sua mano su quella del gemello. Il semplice contatto di quella mano inanellata ebbe subito il suo effetto, Tom si calmò e sorridendo sussurrò:

- Scusa per ieri.

- Non ricordo nulla, in questo momento mi sto concentrando per non sboccare - sussurrò Bill con il volto teso.

- Anche io - Tom sorrise stringendo sempre di più il ginocchio del fratello prendendo la sicurezza che aveva bisogno da quel semplice contatto.

Ora che Tom vedeva davanti a sé Lauren la tensione di quei giorni di lontananza erano dipanati, i capelli della ragazza sciolti sulle spalle e quella tenuta così succinta al di fuori degli schemi fecero balenare negli occhi del chitarrista una voglia di abbracciarla forte e di possedere quel corpo.

Lauren prese per prima l'iniziativa, si avvicinò al ragazzo e togliendogli il bicchiere dalle mani lo trascinò a sé allungando le sue labbra in attesa di un bacio che non si lasciò a lungo desiderare.

La ragazza poi trascinò Tom sul letto e scherzando disse:

- Allora la tua bella Jessica? Ti piace vero? e le tette finte poi ? - facendo ciò si mise a cavalcioni sul ragazzo leziosa lanciò il capellino del chitarrista lontano dal letto poi con un dito lo fece scorrere sul profilo della bocca e poi mordicchiò il lobo dell'orecchio sapendo che questo piccolo gesto avrebbe fatto infuriare Tom.

- Dai piantala.

Il ragazzo la fece tacere baciandola, ma Lauren tentò di sottrarsi, era pronta a giocare come il gatto con il topo: si tolse il grembiulino con misurata lentezza e poi solleticò il viso del chitarrista che sembrava soccombere al fascino della ballerina che continuò la sua seduzione. Purtroppo qualcuno bussò e i due ragazzi furono riportati all'improvviso alla realtà:

- Chi è? - domandò con un filo di voce Tom

- David, su coraggio abbiamo le prove.

Tom con i capelli scarmigliati si drizzo sul letto e in fretta cercò di dominarsi, deglutì e si schiarì la voce:

- Arrivò - fece a stento arrossendo mentre cercava di sistemarsi i pantaloni - un attimo.

Il ragazzo raccolse la sua felpa, si rifece la coda e andò ad aprire, una testolina mora aspettava dietro a David.

- Allora - fece Bill sollecitando il fratello poi lo osservò meglio e con un sorrisino sornione aggiunse - qui qualcuno faceva festa? - senza aspettare entrò in camera e vi trovò Lauren che si risistemava anche lei alla belle e meglio.

- Ciao scricciolo tinto! - esultò la ragazza vedendo il suo amico che la osservava incuriosito per il suo singolare abbigliamento poi un guizzo furbetto si fece strada negli occhi nocciola di Bill che guardando suo fratello intento a sistemarsi disse:

- Altro che festa qui si è interrotta una scena di un filmino hard.

- Idiota- commentò laconico Tom prendendo il suo cappellino e calcandoselo sul viso per nascondere il cremisi delle sue guance - andiamo o faremo tardi.

Lauren si avvicinò a Bill e lo abbracciò, i due si baciarono come due buoni amici.

- E allora qui abbiamo finalmente reso vera una fantasia di Tom eh? - fece ammiccante il ragazzo aggiungendo alle parole una gomitata affettuosa alla ragazza.

- Da, zono la procace cameriera Russa Jessica.

Bill rideva divertito osservando suo fratello sempre più in imbarazzo, Lauren sorniona aggiunse:

- La prossima volta sarà il turno di Tom di rendere reale una mia fantasia, che bello sarà in calzamaglia nera.

A quelle parole Tom fece un bel dito medio alla ragazza e prese il fratello per la felpa tirandolo verso l'uscita, Bill aveva le lacrime agli occhi dal ridere e si immaginava già la scena, Lauren sulla soglia salutò Tom mostrando la sua gamba fasciata dalle calze a rete con una mossa sexy da Jessica Rabbit provocando l'ulteriore ilarità di Bill e irritazione di Tom.

 

***

- Tu salirai qui - David indicò a Tom una macchina nera piuttosto grande, una Mercedes Viano

- Perché? - chiese Tom ancora provato dalla sessione non propriamente impeccabile, Bill aveva sbagliato il testo della canzone, la sua chitarra non era stata settata correttamente e il sound non era stato soddisfacente, insomma il ragazzo era irritato. Tuttavia obbedì senza far troppa attenzione che Bill, Gustav e Georg non erano saliti con lui, si sedette e poi ritrovando un po' di pace sentì una vocina allegra:

- Ciao amore! - al suon di quella voce la fronte corrucciata del chitarrista si distese, le fatiche scomparvero in un caldo bacio, sapeva che lo attendevano mille peripezie, come minimo Lauren aveva preparato una scala di due ore per fare un romantico picnic guardando il tramonto, ma non gli importava.

Lauren intuì che qualcosa frullava in quella testolina cinta dall'immancabile cappellino con visiera e fu pronta a dipanare tutti i dubbi del ragazzo.

- Non aver paura, tesoro, niente sfacchinate o quasi.

- Potrebbero solo farmi piacere, in fondo ti amo proprio per le tue gonne improponibili, il tuo linguaggio degno di Della Casa e per le tue idee romantiche che includono scalate, cordate, guadi e altre peripezie.

I due ragazzi si baciarono ancora molto a lungo senza quasi prender fiato, ma il loro momento di romanticismo fu interrotto, la macchina si fermò e l'autista schiarendosi la voce per non sembrare troppo invadente sussurrò:

- On est arrivé, mademoiselle.

- Merci Monsieur, demain à sept heures vous serez-là comme prevu?

- Oui, à demain.

Lauren trascinò Tom fuori dall'enorme macchina e lo condusse verso un'altra più piccola e meno appariscente.

- Questo catorcio? - Tom osservò la macchina, una Yaris blu tre porte - Una Subaru baracca?

- Sì la mia Subaru baracca preferita, guidi tu?

Il ragazzo che adorava le grandi e veloci macchine fece scattare l'apertura della piccola utilitaria con aria schifata, si mise al volante perplesso, Lauren salì dall'altra parte già pronta a sbroccare al primo commento malevolo di Tom, ma non ce ne fu bisogno.

- Allora il nostro cocchio dove lo dirigo?

- La Subaru baracca, è un'ottima macchina, piccola, non appariscente, anti-paparazzo direi.

Tom fece partire il motore e attese istruzioni:

- Comincia ad andare sempre dritto – Lauren guardò il volto concentrato del ragazzo e con tono da maestrina aggiunse - sappi deve rispettare i limiti di velocità che qui in Francia ci sono!

- Oui, Medemoiselle - fece con tono deferente velato d' ironia il ragazzo che al volante di quella piccola macchina sentiva di essere una persona normale ed ogni tanto, spogliarsi dei panni scomodi di Tom Kaulitz, faceva piacere, in un istante aveva dimenticato le prove e i duecento impegni gravosi che lo aspettavano il giorno seguente, da quel momento voleva vivere come un diciottenne in macchina con la sua ragazza.

- Sempre dritto, fra un po' lasceremo Cannes e la sua famosa Croisette - fece Lauren in modalità navigatore esperto e fu così che la macchina si mise in moto sulla strada che univa Cannes a Nizza e poi oltre sulla Grande Corniche fino a giungere in piccolo paesino medioevale arroccato su una roccia aguzza che si gettava a strapiombo nel mare azzurro, quel giorno così tranquillo solo lievemente increspato da piccole onde.

Tom aveva guidato con calma e prudenza gustandosi ogni momento del tragitto e dello stupendo paesaggio che avevano attraversato, era felice mentre Lauren, tra un'indicazione ed un'altra, gli aveva raccontato ogni singolo istante del balletto, aveva anche raccolto tantissimi giornali sperando che ci fosse qualche articolo nella sezione spettacoli, il russo non lo masticava, ma sapeva che la sua amica Sylvie lo stava studiando e fare la traduzione per lei sarebbe stato un buon esercizio.

- Parcheggia qui, siamo arrivati.

Tom spense il motore e rimase a guardare, si trovava nel cuore di un villaggio medioevale, sembrava che il tempo si fosse fermato, aprì lo sportello e una brezza marina pungente riattivò i suoi sensi intorpiditi dal lungo viaggio in macchina. Il silenzio sembrava quasi irreale, l'atmosfera che si respirava era affascinante, lo sguardo del ragazzo vagava cercando di assaporare ogni istante di quella pace. Lauren lesse nei suoi occhi nocciola la curiosità, certo non voleva partire come al suo solito come una guida turistica e raccontargli tutti i segreti e le leggende del luogo, si limitò a sorridergli, prenderlo per mano e silenziosamente condurlo verso il centro del paesino.

- Siamo a Eze en Provence!

Stradine tortuose di pietra si snodavano strette, piccole vetrine di negozi caratteristici con insegne appese punteggiavano il loro cammino. Tom era piacevolmente colpito, Lauren sembrava a proprio agio tra quelle stradine acciottolate, poi davanti ad un arco con delle statue femminili si fermò:

- Eccoci.

Un arco ogivale era l'entrata di uno stupendo hotel di lusso, il concièrge li accolse con deferenza.

- Oh, mademoiselle Bart quel plaisir.

Lauren si avvicinò al signore e con un largo sorriso rispose:

- Bonsoir Monsieur Chauve, quel plaisir de vous voir.

- Je vous accompagne dans votre chambre.

Lauren sempre stringendo forte la mano di Tom lo rassicurò:

- Sono di casa, mio nonno era un amico del padrone e mia nonna sverna per almeno una settimana in questo incantevole villaggio.

- La suite Présidentielle est prête pour vous.

Il signore in livrea accompagnò personalmente i due ragazzi per un intricato dedalo di sentieri e piccoli cortili che ogni volta creavano delle cornici incantate, finalmente aprì una bellissima porta che dava su una stanza di un lusso incredibile. Tom spalancò gli occhi, quella davanti a lui era la camera di albergo più bella che avesse mai visto, se era stato piacevolmente colpito dalla vista della sua camera al Carlton qui rimase ammutolito. La porta d'entrata dava su un ampio salone arredato stile Napoleone i cui colori panna, bianco e vermiglio ricordava un castello dal sapore ottocentesco. L'enorme vetrata dava la sensazione di essere sospesi sopra il mare, un corridoio con colonne conduceva alla vera e propria camera da letto con un bellissimo letto incorniciato di broccato, un'enorme porta vetrata si apriva su una terrazza con una piscina a sfioro e un angolo jacuzzi riscaldata. Tom percorreva tutto quel lusso con gli occhi luccicanti, era un vero paradiso, solo Lauren poteva organizzare una notte incredibile come quella che si stava profilando. La ragazza domandò al concièrge alcune informazione e senza neanche attendere la risposta vide il fattorino che introdusse due piccoli bagagli nella suite, poi chiuse la porta. I due ragazzi rimasero in silenzio a guardare la stanza, una luce rossastra filtrava dalle finestre, il sole stava tramontando, Lauren si avvicinò a Tom e lo cinse da dietro in un abbraccio caloroso, appoggiò la guancia sulla sua schiena, a quel contatto il ragazzo appoggiò le sue mani stringendole forte. Il silenzio e la calma regnavano in quel luogo, Lauren sentiva battere forte il cuore del ragazzo anche attraverso la spessa felpa.

- Questo posto è magnifico – sussurrò con voce emozionata Tom senza accennare minimamente ad abbandonare le sottili braccia della ragazza e gustandosi appieno quel calore nei lombi.

- Sì, ci venivo sempre con i nonni, erano amici del proprietario Robert Wolf, all'inizio era composto solo da pochi alloggi, guarda ora, qui è stupendo.

Tom indugiò un pochino ancora poi si avviò verso il secchiello dello champagne, una bottiglia era in fresco, era ovviamente la marca preferita di Lauren, un Moet et Chandon rosée, per la seconda volta in quella giornata fece saltare il tappo con studiata misura, mentre Lauren apriva la porta scorrevole della vetrata e si avvicinò al tavolo della veranda per godersi il tramonto. Con i calici colmi di nettare rosée il ragazzo raggiunse Lauren, questa volta nessuno li avrebbe disturbati.

- Che ne dici di un tuffo nella vasca jacuzzi? - Lauren si avvicinò al ragazzo, prese il bicchiere e guardò negli occhi il chitarrista, lo baciò sulla bocca con dolcezza, poi si portò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso di champagne.

- Non fa freschino? Siamo in gennaio – il ragazzo non era entusiasta all'idea di immergersi nella vasca, ma la ragazza sapeva come ottenere ciò che voleva, con studiata calma e sinuosità tolse il bicchiere di mano a Tom, lo appoggiò sul tavolo e gli sfilò la felpa con misurata lentezza.

- Ma come, non dirmi che hai paura di avere freddo, l'acqua è riscaldata – poi abbandonò il ragazzo con le braccia a ciondoloni ancora un po' confuso dal giochetto del gatto con il topo che stava attuando Lauren e andò verso la vasca, controllò il termostato, era impostato su una calda temperatura di 35 gradi, quindi rientrò in camera.

- E il costume? - domandò perplesso Tom, non che l'idea di fare il bagno nudo lo sconvolgesse, ma anche essere per sbaglio fotografato chiappe al vento non lo esaltava un granché.

- Tutto calcolato – fece Lauren avviandosi verso la valigia che aveva portato il facchino.

Il “tutto calcolato” di Lauren di solito non prevedeva ampio spazio di manovra per Tom, che osservava con sguardo sorpreso i gesti della ragazza.

- La combinazione della tua valigia? - chiese Lauren sicura di sorprendere il ragazzo

- Mia valigia? - Tom era rimasto di stucco quindi Lauren aveva premeditato tutto, persino la valigia per lui per quella sera, il complice non poteva che essere Bill. Rimase ancora qualche istante esitante a rimuginare sui suoi amici, tutti avevano contribuito al piano diabolico e al fatto che aveva trattato in modo ignobile il povero fratellino solo la veglia della partenza, il rimorso di coscienza lo stava consumando, ancora qualche istante e avrebbe fatto partire la chiamata per Bill.

- Che valigia è?

- Una mastodontica alla Kaulitz sansonite marrone verde.

- Ha una tartaruga?

- Sì, perché?

- Ah – fece Tom ricostruendo i pezzi di un puzzel – ora capisco la scenata isterica di Bill.

- Scenata isterica? - Lauren non capiva, ma era profondamente curiosa di sapere tutti i particolari.

- Devi sapere che a Bill non avevano consegnato tutte le valigie e quindi andava in giro come Diogene “cerco la mia valigia”

- Già perché aveva paura di essere evirato seduta stante senza possibilità di appello! Tu non sai quante telefonate e messaggi ci siamo scritti per preparare questo bagaglio e non avrei accettato un “me l'hanno persa” da parte sua, perché fino a ieri sera non l'aveva ancora preparata e si stava dimenticando!

- Povero – Tom sorrise pensando all'evirazione di Bill come in un fumetto, sapeva benissimo dell'irritazione di Lauren quando le cose non andavano come diceva lei, rivedeva anche il sudore sulla fronte del ragazzo mentre alacremente cercava la sua valigia – il numero deve essere 0109.

-Che sicurezza! - Lauren sorrise, era semplicemente la data di nascita, prevedibile combinazione, poi pensò al padrone e alla sua distrazione cronica e quindi fece scattare le quattro cifre, la valigia si aprì, Tom si avvicinò curioso, cosa poteva aver messo in quella valigia, ma soprattutto quando Bill era entrato furtivamente in camera sua e aveva preparato tutto? Lauren però lo allontanò.

- Non sbirciare – in men che non si dica prese il costume e glielo porse, richiuse ancore prima che Tom potesse scorgere qualcosa.

- Uffi, troppi segreti non mi piacciono – il ragazzo si allontanò con la coda tra le gambe andò in bagno a cambiarsi, pronto ad obbedire al suo piccolo generale.

Intanto in un angolo della camera anche Lauren aveva indossato il suo costume, in pochi minuti furono pronti, quando Tom scorse la ragazza in quel abbigliamento così succinto e provocante perse ogni cognizione del tempo e del luogo e il pensiero di telefonare al fratello si dileguò immediatamente, un certo calore nelle parti intime fu più forte.

Lauren sorniona guardò la reazione del ragazzo e sorridendo per la scelta non propriamente romantica del costume fatta da Bill si avviò verso il letto per prendere due caldi e morbidi accappatoi, si avvolse in uno crema più grande di lei, mentre porse al ragazzo l'altro blu altrettanto fuori misura.

- Siamo un po' magrolini per questi asciugamani - commentò Tom sparendo nel morbido indumento

- Ci starebbero due Kaulitz lì dentro – poi pensando alla scena dei due gemelli avvolti nello stesso telo sorrise, si raccolse i capelli in una morbida treccia che avvolse in uno chignon alto, non voleva bagnare la sua chioma fluente, con lo stesso pensiero si avvicinò a Tom e sciogliendogli la coda gli sistemò i capelli nella pettinatura ad “ananas” come la chiamava lei. Quell'inaspettato contatto delle sottili dita tra i suoi capelli fecero vibrare il corpo del ragazzo, la sua irrefrenabile voglia di possedere quel corpo si fece avanti e baciando Lauren con ardore cercò di accelerare i tempi, ma la ragazza dominando i suoi sensi si ritrasse prontamente.

- Aspetta! - gli sussurrò delicata all'orecchio mordicchiandogli il lobo destro come amava fare, risoluta, si liberò dell'abbraccio del ragazzo e si avviò in terrazza.

Il sole era quasi tramontato e il rosso fuoco del cielo si stava colorando di blu, con un fulmineo scatto Lauren fece cadere ai piedi il suo accappatoio e si infilò nella bellissima vasca rotonda poi azionò le bolle della jacuzzi, Tom, inebetito difronte a quella visione indugiò un po', poi, in vena di coccole, raccolse i due bicchieri e il secchiello dello champagne e lo portò a bordo vasca. Il fresco di quella notte di gennaio gli arrivò dritto in ogni cellula del proprio essere e lo fece fremere, ma quel corpo sinuoso immerso nelle bollicine lo attraeva come le sirene con Ulisse, con rapidi movimenti si immerse a sua volta gustandosi il contrasto improvviso tra freddo e caldo.

I due ragazzi sorseggiarono ancora un po' di champagne poi si abbandonarono alle coccole, perdendo la nozione del tempo e del luogo. Il costume da bagno non era servito a molto, i due corpi si erano fusi presi dalla pulsione sessuale così a lungo trattenuta, Tom al contrario di molte volte era riuscito a soddisfare appieno la sua piccola fragolina, regalandole un momento di gioa e pienezza. Ora giaceva privo di forze con gli occhi socchiusi, gustandosi quel momento perfetto, seduto tra le bolle con la piccola Lauren saldamente aggrappata a lui e con la testa appoggiata sulla sua spalla stava cadendo in un sonno ristoratore. Un suono improvviso, sonoro e fastidioso fece trasalire il ragazzo:

- Aiuto, l'allarme antincendio!

Lauren sorrise divertita leggendo sul volto di Tom il panico e lo spavento.

- No, è la sveglia – fece tranquilla la ragazza – abbiamo venti minuti per prepararci alla cena.

- Il comodo servizio in camera?- fece timido Tom

- Scherzi! - il tono era imperioso e categorico, il ragazzo non accennò nemmeno ad insistere il “piccolo generale” aveva calcolato tutto, era incredibile, ma la amava anche per questo. Senza indugiare la ragazza si staccò dall'abbraccio di Tom che era riluttante a perdere quel contatto, ma suo malgrado la lasciò, Lauren recuperò la parte di sotto del suo costume che galleggiava tra le bolle, se lo infilò e uscì svelta tuffandosi nell'accappatoio. Veloce si diresse alla valigia del ragazzo e dispose sul letto i vestiti che avrebbe dovuto indossare, poi si prese cura di sé sparendo nel bagno.

- Esci subito di lì - Lauren come una mamma con suo figlio sollecitò Tom che pacifico si stava versando un bicchiere di Champagne, il ragazzo trasalì, il tono era imperioso e non ammetteva repliche, a sua volta il ragazzo cercò il suo costume tra le bolle, se lo infilò, si avvolse velocemente nell'accappatoio e si avviò verso il bagno, passando osservò i vestiti che erano stati pensati per lui in quella serata.

- Bill è il solito idiota che cazzo di vestiti ha messo? - il ragazzo scuoteva la testa e intanto si asciugava.

- No, il piccolo idiota tinto non c'entra è un mero esecutore degli ordini.

- Non ci penso neanche a venire in giro vestito come un damerino.

- Bene allora niente cena - Lauren ricomparve sulla porta e senza batter ciglio si era avviata verso la sua valigia per prendere alcuni effetti personali che aveva dimenticato, con indifferenza aggiunse – al ristorante non sono ammesse scarpe da ginnastica e sono obbligatorie giacca e cravatta.

Tom fece spallucce come un piccolo bambino capriccioso replicò:

- Vorrà dire che chiamerò il servizio in camera.

Lauren senza batter ciglio concluse:

- Va be' mangerò da sola al ristorante “deux étoiles Michelin”

Tom era confuso e interdetto si era aspettato una scenata da parte della ragazza e invece placida continuava a prepararsi imperterrita, la frase “ deux étoiles Michelin” tuttavia incuriosiva il ragazzo che cosa voleva dire?

- Se vuoi sapere “deux étoiles Michelin” vuol dire che è uno dei ristoranti più buoni del pianeta!

Il ragazzo trasalì, era come Bill, anche la ragazza sapeva leggere nella sua mente, o meglio Lauren lo conosceva così bene che sapeva la sua ignoranza in fatto di buon gusto e raffinatezze, in fondo lui era cresciuto a Loitsche, il paesino più triste e sperduto della Germania, lui era cresciuto a Mac Donald e merendine! Per non rovinare la serata e la giornata che finora era stata magnifica come un cucciolo con la coda tra le gambe prese il suo necessaire e si avviò in bagno.

Pochi minuti dopo rispuntò nudo, lievemente imbarazzato, aveva dimenticato le mutande, Lauren sorridendo sorniona gliele tirò, con le guance lievemente rosse Tom sorrise, se le infilò e si avvicinò al letto.

Infilò i jeans a vita bassa, la camicia bianca che lasciò fuori e la giacca, Bill l' aveva rubata sicuramente a Gordon, perché era molto ampia e Tom vi sguazzava dentro, una giacca del gemello stretta e aderente non sarebbe stata proprio di suo gusto, la cravatta era stesa sul letto, tra le mani inesperte del ragazzo sembrava un lazzo più che una cravatta. Lauren guardava la vestizione sorridendo divertita, Tom aveva ceduto, i morsi della fame erano stati più forti. Ma Lauren lo amava per questo e si alzò per correre in aiuto del ragazzo alle prese con la cravatta e pensò che la prossima volta avrebbe fatto di tutto, anche guardare tutta la saga di “fast and furious”. Con destrezza la ragazza alzò il colletto della camicia, lo cinse con le estremità della cravatta nera e fece il nodo, glielo lasciò molto largo in perfetto stile hip pop elegante:

- Sei esperta! – Tom pronunciò quelle parole con un lieve rossore sulle guance per la sua poca dimestichezza in fatto di indumenti eleganti, ma con una punta di gelosia, già nella sua mente si era prefigurato un Nicolas o un Vito che si facevano fare il nodo dalla sua Lauren.

- La domenica facevo sempre io il nodo alla cravatta al mio papà,e ora che mia madre è a Magdeburgo, tocca a me fare la donnina di casa.

Tom sollevato dalla risposta baciò sulla bocca la ragazza, quelle labbra carnose, impreziosite da un velo di rossetto erano troppo invitanti, poi si rimirò allo specchio, non si sentì troppo ridicolo, anche se non era proprio il suo stile: non sembrava un Bill mal riuscito e quindi ne fu soddisfatto, Lauren rimirava a sua volta l'opera, il buon gusto del piccolo fashion gemello si rifletteva negli accostamenti e come le aveva suggerito l'amico, arrotolò le maniche della giacca e della camicia fino al gomito per rendere il look più informale. L'accorgimento piacque al ragazzo, ma le scarpe fu un'altra cosa:

- Uffi, le scarpe fanno cagare.

- Dai cucciolo rasta, devi proprio, piccolo Bill si è dato tanto da fare e poi se vuoi mangiare – Lauren sapeva come far leva sul ragazzo, in effetti già nella jacuzzi lievi gorgoglii si erano fatti sentire e suo malgrado Tom infilò le scarpe del fratello, un po' narciso si rimirò allo specchio, si aggiustò la coda alta che conteneva i suoi dread e disse:

- Sono piuttosto figo!

Lauren sorrise divertita, era proprio un bambinone, dopo tutto era il suo “cucciolo” insieme uscirono dalla suite e con dimestichezza la ragazza ritornò nel padiglione centrale ed entrò nel ristorante. Anche qui la parola lusso ed eleganza erano d'obbligo, subito un cameriere si fece avanti sollecito salutando con ossequiosa gentilezza la ragazza:

- Bonsoir Mademoiselle Bart.

A quanto pare qui tutti conoscono Lauren, pensò Tom orgoglioso di essere al braccio di una così bella ragazza.

- Bonsoir à vous Gérôme.

- Bonsoir Monsieur – fece rivolto a Tom che rispose balbettando un saluto il primo che gli venne in mente.

- Bonjour.

Lauren lo guardò divertita e scuotendo la testa gli strinse forte l'avambraccio rimproverandolo:

- Se ti sentisse la professoressa di francese! Tre anni di francese buttati nel water.

- E ho anche tirato la catena.

Il cameriere sorrise, evidentemente aveva intuito il breve scambio tra i due ragazzi, con deferenza mostrò il loro tavolo.

Una tavola rotonda all'angolo della terrazza era romanticamente apparecchiata per due, al centro un bouquet di rose gialle, le preferite di Lauren, erano intervallate da astromeria dalle sfumature calde dell'arancio con contrappunto di lisanthus bianchi. Dalle splendide vetrate si vedevano le luci del paesino e di tutta la baia fino a Cap Ferrat. Ancora una volta il luogo sembrava fluttuare nel vuoto proteso verso il mare, il quadro era incantevole e in un istante Tom fu in pace con se stesso: ora comprendeva la voglia di Lauren di mangiare in quell'angolo di paradiso ed era felice di essersi vestito così, il “piccolo generale” aveva fatto centro.

La cena si svolse in maniera tranquilla e romantica, il cibo era sorprendentemente buono e raffinato, Tom non si sentì in imbarazzo quando Lauren aveva tenuto un piccolo corso di cucina francese durante la lettura della “Carte”, come un'enciclopedia della gastronomia, la ragazza aveva raccontato tutto ciò che aveva imparato in anni e anni di cene di gala alla quale si era tediosamente sottoposta. Inoltre era rimasto stupito quando il cuoco in persona era venuto a parlare con la ragazza trattandola con molta familiarità, ancora una volta era orgoglioso di essere al tavolo con lei che si dimostrava all'altezza del luogo, amava quel suo lato sofisticato e compito che strideva spesso con la sua esuberante salacità quando era in compagnia dei suoi amici. Durante la cena Lauren aveva voluto sapere le ultime novità in casa Kaulitz e anche se si sentivano parecchie volte al giorno i due ragazzi avevano sempre tantissime cose da dirsi. La ragazza poi, per somma irritazione di Tom, amava spilluzzicare dal piatto del ragazzo, piccole scaramucce di forchette erano scoppiate e assopite durante il corso della cena. I due ragazzi stavano vivendo un sogno e non avrebbero mai voluto che finisse. Improvvisamente una breve vibrazione scosse una tasca della giacca di Tom, il ragazzo senza neanche guardare rispose:

- Ciao idiota tinto!

- Sei agghindato come un manichino? - si sentì dall'altro capo del telefono

Tom era felice e non voleva certo deludere il fratello, anzi era grazie a lui che la giornata stava procedendo secondo i piani del “piccolo generale” quindi rispose con un largo sorriso:

- E non ci crederai sono di un figo che spacca!

- Va bene allora gran figo ti lascio.

Bill aveva riattaccato, la sua voce al telefono era stata schietta e sicura, non aveva tradito nessuna emozione, ma in realtà celava un'infinita tristezza. Il ragazzo aveva chiamato il fratello in un momento di debolezza, era sdraiato sul suo letto al Carlton ancora con i vestiti che aveva indossato per le prove, la stanza era buia, le tende tirate come a difenderlo dal mondo là fuori. Da quel mondo da cui si sentiva schiacciato, il suo ruolo di cantante dei Tokio Hotel cominciava a stargli stretto, la sua vita sotto i riflettori lo opprimeva, il difficile rapporto con il padre e la furiosa litigata con il nonno avevano lasciato in lui una profonda ferita difficile da lenire. Suo fratello Tom, era lontano, sia fisicamente sia mentalmente, una punta di gelosia si fece strada nel suo cuore, l'amore che ogni tanto riaffiorava per Lauren sembrava divorarlo da dentro. Si alzò risoluto e aprì il mini bar, ormai rimaneva solo una bottiglietta di Vodka, il resto era già stato bevuto, svitò veloce il tappo e bevve d'un fiato il contenuto come fosse una medicina. Ma l'alcool non era il balsamo dell'anima, lo aiutava solo a stordirsi e a non pensare. Barcollando si rituffò nel letto e con la testa affondata nel cuscino pianse fino ad addormentarsi.

 

***

 

Lauren era in piedi davanti all'ampia vetrata della terrazza e ammirava sognante quel paesaggio argenteo, la natura sembrava mirabilmente immobile e tranquilla, udiva il sommesso gorgoglio del mare e osservava le luci della baia che sembravano tante piccole lucciole. La luna fu coperta per alcuni istanti da un banco di nuvole, la ragazza era immersa nei suoi pensieri, era felice di essere in quel luogo con Tom, ma i giorni appena trascorsi a Mosca le avevano fatto comprendere quanto era importante per lei la danza e la sua carriera. Da un po' sentiva il peso del crescente successo come opprimerle il cuore, aveva il timore di non essere all'altezza del ruolo, era curiosa e nello stesso tempo ansiosa di leggere i giornali russi. Mentre era assorta così profondamente nei suoi pensieri Tom nel letto solo si era ridestato, improvvisamente non aveva sentito più il lieve peso della testolina di Lauren sulla sua spalla, il tepore che emanava il suo piccolo corpo accanto al suo, per un istante aveva dubitato che quelle ore trascorse in compagnia della ragazza fossero state solo un sogno, il vuoto che sentiva accanto a lui si trasferì al suo cuore, ma presto la sensazione di solitudine sfumò quando vide la ragazza in piedi assorta nei suoi pensieri. Lauren era bellissima, una tenue luce grigia a est cominciava a scacciare il pesante velo della notte per lasciare il posto ad una nuova alba, i lunghi folti capelli raccolti in una treccia lasciavano libero il lungo collo, lui poteva solo vedere la sottile sagoma del suo corpo cinto in una leggera camicia da notte di voile. Tom si alzò dal letto e senza farsi udire le si avvicinò, il cuore gli batteva forte dall'emozione, era traboccante di gioia e di amore, con delicatezza posò le sue mani sulle spalle della ragazza che sussultò solo lievemente, lui le baciò la nuca. Adorava quel lungo collo da ballerina, lei dolcemente portò le sue dita affusolate su quelle del ragazzo che la strinse forte a sé. In un sussurro Tom disse:

- Ti amo.

Lauren rimase stupita, era come se lo sentisse per la prima volta, in realtà Tom era sempre stato parco nelle sue manifestazioni d'amore, invece in quel momento capì la profondità di quelle parole. Istintivamente, con subitanea passione, si voltò e lo baciò con trasporto, il ragazzo contraccambiò. L'alba grigia stava cedendo il passo gradatamente alla rosea luce del sole che sorgeva, i due ragazzi cedettero alla passione e furono travolti da un'onda irrefrenabile, fecero l'amore, come non l'avevano mai fatto, la comunione di anime si era consumata in un'istante nell'estasi dei due corpi avvinti.

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