Don't let go! di Styles is legal (/viewuser.php?uid=212706)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***
Capitolo 4: *** 3. ***
Capitolo 5: *** 4. ***
Capitolo 6: *** 5. ***
Capitolo 7: *** 6. ***
Capitolo 8: *** 7. ***
Capitolo 9: *** 8. ***
Capitolo 10: *** 9. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
<< Jenny, sbrigati o farai tardi a lavoro!
>>
Sbraitò Meredith, mia zia. Una donna sulla quarantina,
bionda ossigenata, alta e magra. Nessun segno di una minima ruga,
grazie alle sedute di botulino e tutti gli altri trattamenti estetici
solita a fare nel fine settimana. Era il mio secondo giorno di lavoro,
come baby-sitter. Mi sarei presa cura di una bambina, Lux, per circa un
mese.
Tra meno di dieci minuti sarebbe passato il taxi che mi avrebbe preso,
ma non ero ancora pronta.
Feci scivolare lungo le mie gambe -pallide e rigide per il freddo- un
pantalone attillato color caramello abbinato ad un maglione in
cachemire avorio come i tronchetti tacco dieci con borchia laterale, i
più comodi che avevo. Indossai il cappottino abituale, il
più caldo, e corsi giù per le scale.
<< Ciao zia, ci vediamo stasera! >>
<< Va bene Jenny, a stasera. >>
Mi diede un bacio in fronte, essendo dodici centimetri più
alta di me, ed uscii di casa chiudendomi alle spalle la porta di casa.
Il gelo si faceva sentire sempre di più a Manatthan, anche
se eravamo solo ai primi di novembre, ed in seguito ne avremmo avuto
sempre di più.
Le strade, più affollate che mai di auto che sfrecciavano
sull'asfalto -ovviamente sempre limousine o auto lussuose, se non bus o
taxi- davano esattamente l'idea della città che non dorme
mai. Per non parlare poi dei negozi sempre pieni di gente, nonostante
non fossero ancora iniziati i saldi.
<< Buongiorno Lou, scusami ho tardato di quindici minuti.
>>
Mi avvicinai a lei per salutarla con due baci sulle guance e lei mi
abbracciò. Aveva uno sguardo leggermente teso e preoccupato.
<< Lou, è successo qualcosa? >>
<< No, niente di particolarmente grave, ma devo chiederti
un favore. >>
<< Dimmi pure. >>
Il suo sguardo era arreso, triste. Volse poi gli occhi a Lux e riprese
a parlare.
<< I ragazzi si sposteranno a New York per una settimana
e dovrò andare con loro. Purtroppo non posso portare con me
Lux. >>
Guardò di nuovo la bambina. Il suo viso faceva ben capire
che non voleva parlarmi del perché, così evitai
di chiedere.
<< Vorrei che tenessi Lux in questo arco di tempo.
>>
La guardai sgranando gli occhi, sorpresa ed anche leggermente
scioccata. Avrei dovuto assumermi delle responsabilità
molto, fin troppo, grosse.
Ma non avevo altra scelta, non potevo far andare all'aria il suo lavoro
per un capriccio. Lux era una bambina serena e tranquilla, non mi
avrebbe creato problemi, nemmeno con il mio secondo lavoro.
Lou mi guardava disperata, cercando nei miei occhi una risposta
soddisfacente. Le sorrisi e le risposi.
<< Porterò Lux con me, non preoccuparti.
Sarà bello avere una sorellina minore. >>
Sul suo sguardo si accese una luce di speranza che la fece saltare di
gioia.
<< Grazie Jenny, grazie di cuore. Ti devo davvero un
favore. >>
Prese la sua borsa ed iniziò a camminare verso la porta.
<< I suoi vestitini sai dove sono, lì
c'è il borsone. Tieni, ti lascio le mie chiavi.
>>
Si diresse poi verso la bambina e se l'abbracciò forte prima
di darle un bacio in fronte e riposarla sul divano con i suoi
giocattoli.
Dopodicché uscì raggiante dall'appartamento,
avvolto in un cappotto di pelle di cammello ed un pantalone nero,
infilato sotto gli stivali Louboutin.
Una volta allontanatasi dentro al taxi, presi Lux in braccio portandola
poi sul divano sulle mie gambe.
Aveva un viso talmente dolce da poterti rallegrare immediatamente la
giornata al solo sguardo. Mi guardò perplessa poi mi chiese
di giocare con lei.
<< Che dici se invece ora facciamo un bel bagnetto, eh?
>>
<< Sii! >>
Due giorni fa la piccola aveva appena compiuto tre anni, ma ne
dimostrava meno essendo molto paffuta.
La presi in braccio e salii le scale, recondomi in bagno.
Aprii il getto d'acqua calda e la feci scorrere nella vasca da bagno
insieme al bagno schiuma intanto che toglievo il vestitino e le calze
alla piccola.
Dopo aver controllato che l'acqua fosse alla giusta temperatura,
immersi la piccola che iniziò a giocare con le bolle e le
paperelle rosa e gialla.
<< Bene, ora sai che facciamo? Prepariamo le tue cose ed
andiamo a casa mia a preparare il lettino. Ti va? >>
Dopo che la piccola annuì chiamai un taxi ed intanto che lei
giocava sull'enorme tappeto davanti al focolare elettrico io preparai
la sua borsa - maglie, gonnelline, vestiti... Erano tutti
così carini che ebbi nostalgia del mio essere bambina.
Massì ci divertiremo un mondo, pensai prendendola in braccio
e chiudendo la porta a chiave.
L'asfalto aveva iniziato a gelare, la mattina dopo le finestre e le
piastrelle sarebbero state ricoperte di brina, bianca e fredda.
Coprii bene Lux col cappottino e la feci salire sul taxi, la seguii a
ruota e dissi l'indirizzo all'autista.
<< Ciao zia, abbiamo ospiti. >>
Inizio col dire che non è la mia prima storia, infatti ho ricreato
il profilo, ma quello originale (ed ancora attivo)
è infinity and beyond.
Spero che questa nuova storia vi piaccia.
Più che un primo capitolo questa è solo
l'anticipazione di quella che sarà poi la storia.
Stylesislegal/ infinity and beyond xx
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Capitolo 2 *** 1. ***
Don't let go.
Primo capitolo.
PICCOLA
PRESENTAZIONE DELLA PROTAGONISTA.
Il mio nome è Jennifer, Jenny è solo il mio
soprannome.
Capelli color miele con sfumature biondo cenere e occhi color castano
scuro.
Diciotto anni, non più alta di un metro e settanta con un
girovita di 60 cm circa grazie alla vita movimentata di Manhattan.
Oltre a fare la baby-sitter, quando mi capita di essere chiamata,
lavoro in una piccola pasticceria ormai da tre anni.
Vivo con mia zia da quasi una vita, visto che i miei genitori stanno
sempre a girare il mondo per un lavoro che non ho ben capito, e non
credo che lo capirò mai.
Hobby? Nessuno.
Passioni? Non credo di averne.
Non credo di avere molto altro da dire, quindi passiamo a quel
pomeriggio.
<< Chi
è questa bambina e sopratutto, cosa ci fa qui?
>> Come pensavo, per
poco non gli prese un infarto.
<< Rimarrà con me fin
quando Lou non tornerà da New York tra una settimana.
>>
Dissi posando la borsa all'entrata per poi andare da Lux e toglierle il
cappottino.
Il suo viso era quasi sconvolto, non potevo biasimarla anche
perché ebbi la sua stessa reazione al primo impatto.
Sapevo comunque che se ne sarebbe affezionata, con il cuore grande che
si ritrova non riuscirebbe a dire no alla piccola dagli occhioni
azzurri.
<< Bhe, comunque... Ha chiamato Josh, ti verrà
a prendere tra un'ora ha detto. >>
<< Non ce ne sarà bisogno, ceneremo qui. Non
posso certo
lasciare così Lux. Sarà una serata... "in
famiglia".
>>
<< S..sei sicura? Io non penso sarà molto
d'accordo, oggi è un anno che state insieme infondo.
>>
<< Si, anch'io lo penso. >>
Le sorrisi e presi per la mano Lux intanto che con l'altra prendevo la
sua borsa per portarla poi nella mia stanza al piano superiore.
Lo sguardo della piccola era estremamente attratto e rapito dalle palle
di neve in vetro colorate su un mobiletto in legno laccato lungo il
corridoio.
<< Jenny, chi è Josh? >>
<< E' il mio fidanzato, più tardi te lo
presenterò. >>
Sorrisi a Lux ed aprii la porta della mia stanza.
<< Ora cambierò le coperte al nostro
lettone, tu intanto puoi giocarci sopra. >>
Spogliai il materasso di copri materasso, lenzuola e piumone e ne presi
dei puliti dall'armadio.
Il profumo di fresco mi rapiva e faceva sembrare l'intera camera
più splendente.
Armadio, comodino e scrivania in legno di ciliegio con cassetti di
medesimo colore e tende color mandarino ad ornare la finestra che
affacciava sulla piazzetta all'angolo, rendevano più
colorata la
stanza.
Fuori dalla finestra si intravedevano bene le luci che gia iniziavano
ad accendersi, anche se erano solo le 17:00.
Il tempo era "orribile"- come lo avrebbe definito qualcuno - ma quel
grigio, la pioggia che batteva sulle tegole e bagnava i vetri
rinfrescando l'aria intorno mi faceva sentir bene.
Tra meno di mezz'ora Josh avrebbe suonato al citofono.
Cambiai Lux facendole indossare un comodo pigiamino di pile lilla con i
fiorellini azzurri e fucsia; mi spogliai e feci una rapida doccia, per
poi indossare la mia tuta intera con cappuccio di un rosso acceso e le
babbucce a
forma di fragole, quelle che molti a Manhattan definivano ridicole.
Mi buttai sul letto e presi a giocare con Lux ed a farle il solletico
mentre che lei rideva di gusto.
<< Jenny! E' arrivato Josh, và ad aprire.
>>
<< Va bene zia, arrivo. >>
Scesi giu per le scale ed andai ad aprire la porta.
<< Ciao amore... ma non sei ancora pronta!
>>
<< Si invece, si cena a casa stasera. >>
Gli sorrisi, anche se ben sapevo che non gli piaceva affatto quel
cambio di programmi.
Infatti sbuffò e ricambiò un mio abbraccio
debolmente.
<< Jenny, Jenny! Qualcosa sotto il letto si è
mosso, aiuto! >>
Lux stava correndo verso di me e si attaccò alla mia gamba
stringendola.
Mi piegai alla sua altezza e la presi in braccio.
<< Scusami piccola, non ti ho ancora presentato un
amichetto. Comunque lui è Josh. >>
Si strofinò un occhio ed abbassò il viso verso la
mia spalla volgendo al mio ragazzo un debole saluto.
Probabilmente la sua aria da duro, i forti muscoli, un metro e
novantasei di altezza, occhi color ghiaccio e capelli nero corvino la
avevano spaventata.
Ebbi la sua stessa reazione la prima volta che lo vidi, infatti ci
volle non poco che mi innamorassi poi della sua voce rassicurante e del
suo essere lunatico e perso nel suo mondo a parte.
<< Jenny, chi è lei? >>
Non aveva un bello sguardo ed il suo dito puntato verso Lux mi fece
istintivamente indietreggiare di un passo.
<< Lei è Lux, abbassa quel dito per favore. La
fai spaventare. Non hai una bella faccia stasera, sai? >>
Abbassò lo sguardo e lo rialzò poi con un sorriso.
<< Scusami piccola, ho avuto una giornataccia a lavoro
oggi. >>
Gli diedi un bacio e lo feci entrare.
<< Il tuo capo si è svegliato con la luna
storta? >>
Zoey Pettifer, il capo di Josh. Non che fondatrice di una delle
più famose case di moda di Manhattan. Capelli castano scuro
liscissimi che cadevano poi in boccoli ben definiti, pelle chiara,
occhi verdi, un metro e ottantanove. La "donna perfetta" possiamo dire.
<< No, lei non c'entra nulla. Mi chiedo sempre come mai
quando si tratta di lavoro, tiri sempre fuori Zoey. >>
<< Semplicemente perché la signorina Pettifer
è colei con cui hai più a che fare.
>>
Mi guardò mentre allungavo la maglia del pigiamino di Lux
che si era alzato e le facevo il solletico.
Lux corse poi da mia zia e mi rialzai posando lo sguardo sulla camicia
di Josh.
<< Non sarai mica gelosa? >>
<< Io, perchè dovrei. >>
Mi avvicinai di più a lui, disegnandogli con l'indice i
muscoli
sotto alla camicia e al maglione blu di lana, e lo baciai sul collo.
Sembrò più rilassato così lo presi per
mano e lo portai nel salotto.
<< Jenny, Jenny. E' caduto qualcosa, ho sentito un rumore
ho paura! >>
Mi misi a ridere e presi per mano Josh e Lux salendo le scale.
<< Non preoccuparti piccola, ti presento qualcuno ora.
>>
Un batuffolo color crema mi corse in contro saltandomi addosso e
facendomi cadere per poi leccarmi il viso.
<< Ahahah. Basta ora, basta. Lux lui è Andy.
>>
La piccolina, nascosta dietro a Josh che era scoppiato a ridere, fece
capolino d'immezzo alle sue gambe per spiare il piccolo cucciolo tra le
mie braccia.
<< Forza, accarezzalo. >>
La voce del moro la incitò e lei prese coraggio.
Alcuni minuti dopo Lux ed Andy erano gia sul tappeto davanti al camino
elettrico a giocare, ed io e Josh li guardavamo abbracciati stretti
stretti sul divano in pelle color mou.
<< Ragazzi, forza a tavola! >> Presi Lux in
braccio ed andammo al tavolo.
<< Patatine e cotolette, che buone! >>
La bambina era molto eccitata, al contrario di Josh che probabilmente
quella sera aveva riservato un posto per due in qualche ristorante a
New York.
La cena fu "rapida" e presto eravamo tutti accovacciati sul divano
intenti a scegliere un film da guardare mentre Lux ed Andy facevano
saltare i giochi sul tappeto.
<< Jenny, possiamo guardare Toy Story? Lo guardo sempre
con Liam. >>
<< Si va bene. Aspetta, chi è Liam?
>>
Sul mio volto si era disegnato un punto interrogativo che quasi non
scendeva a terra. Mi ero fatta una mezza idea
si, ma non ne ero proprio sicura.
<< Forse ho capito. E' uno dei ragazzi della band per cui
lavora la tua mamma, giusto? >>
<< Si si, sono davvero bravi sai? Ci divertiamo sempre
insieme. >>
Gli occhi di Lux erano quasi lucidi ed un suo gran sorriso mi fece
tenerezza.
<< Allora guardiamo tutti Toy Story, ok? Credo che anche
Andy sia d'accordo. >>
Josh mi guardò quasi male.
<< Dai Josh, rilassati sei teso. >>
Gli feci un lieve massaggio alle spalle e gli lasciai un bacio per poi
accucciarmi al suo fianco.
Nonostante fosse solo un cartone che avevo gia visto milioni e milioni
di volte, riuscivo sempre ad emozionarmi e mia zia faceva avanti ed
indietro dallo sgabuzzino per prendere sempre pacchetti di fazzoletti
nuovi.
<< Tesoro, io devo tornare a casa, ci vediamo domani va
bene? Porta anche Lux se proprio devi. >>
Quel "se proprio devi" non era certo molto convincente.
<< Va bene, ti accopagno alla porta. >>
<< Non preoccuparti, a domani. Ti amo. >>
Mi baciò e si allontanò, dirigendosi alla porta.
La chiuse alle sue spalle.
Tornai a guardare il film con Lux, ed una volta finito andammo nella nostra
stanza.
Ci infilammo sotto le coperte ed iniziammo a giocare e ridere, con Andy
appoggiato sopra le coperte tra noi due.
Prima di addormentarsi mi chiese di leggerle una storia,
così le
lessi cenerentola, e si addormentò con un sorriso stampato
in
faccia...
La mattina dopo mi svegliai alle otto puntuali e dovetti svegliare
anche Lux purtroppo.
Intanto che la piccola apriva i suoi piccoli occhietti, tirai fuori
dalla sua borsa una camicina a righe rosa ed una salopette di velluto
grigia, come il cielo di quella mattina.
Più tardi avrebbe preso a piovere e verso sera avrebbe
peggiorato, ma non dava nessun fastidio questo tempaccio. Tutt'altro.
I colori delle torte in pasticceria avrebbero rallegrato la mattinata e
nel pomeriggio io e Lux saremmo andate in giro per i negozi.
Le misi i collant di lana rosa confetto e gli stivaletti. Io invece
indossai velocemente il mio solito completo da lavoro: una maglia a
collo alto color panna ed un pantalone nero, con le mie convers
bianche.
Scendemmo a fare colazione. Mia zia era uscita per il lavoro. Lei era
una venditrice porta a porta: si occupava a vendere i prodotti
dell'Avon.
Dopo aver indossato le nostre giacche andammo alla pasticceria, a soli
quattro isolati da lì.
Le strade erano ghiacciate, la neve minacciava di scendere a giorni e
Manhattan era più movimentata che mai.
Mancavano solo pochi giorni alla Festa del Ringraziamento e i saldi nei
negozi facevano animare le strade di gente dell'Apper East Side,
stracolme ogni volta che uscivano da un negozio di buste.
<< Eccoci piccola, siamo arrivate. >>
<< Che belli! >>
I suoi occhi divoravano i muffin, al cioccolato con le creme colorate e
le ciliegine in cima, esposti in vetrina.
L'insegna illuminava la zona immersa nel grigio buio di quella mattina
e colorava di lilla e giallino i ragazzini che correvano lì
davanti con
i loro skate.
<< Buongiorno, Rachel! >>
<< Buongiorno splendore, chi è questa
piccolina? >>
<< Una nuova piccola aiutante. Si chiama Lux. Lux lei
è Rachel. >>
<< Ciao, io sono Lux! >>
Feci sedere la piccolina su uno sgabello dietro il bancone ed io
accanto a lei. Preparai poi un impasto veloce, come sempre facevo.
La mia specialità erano le torte con decorazioni di
zucchero.
Il mio turnò finì così tornammo a casa.
<< Ti sei divertita? >>
<< Si, mi sono divertita molto a fare i bimbi di
zucchero! >>
<< Stasera, se mangerai tutte le verdurine, ti
darò la casetta che hai fatto. >>
<< Sii! >>
<< Ora riposiamo un pochino e poi andiamo a fare
shopping, okay? >>
<< Va bene. >>
Feci salire Lux sul lettone e poi le feci indossare la sua tutina a
pois.
Come previsto il tempo era peggiorato ed anche in casa faceva molto
freddo: pioveva ormai a dirotto e ad ore probabilmente
sarebbe
caduta giu un po' di neve. Il lavoro andava alla grande, e sarebbe
andato ancora meglio tra un paio di giorni, quando famiglie e
visitatori sarebbero venuti a fare le loro ordinazioni per la Festa del
Ringraziamento e poco più tardi per Natale.
Le festività arrivavano pian piano e dovevo fare ancora
tutti i
miei acquisti. Non sapevo ancora come o con chi avrei passato le mie
brevi vacanze: mia zia partiva per andare dai suoi genitori e Josh, il
mio ragazzo, rimaneva l'unico candidato disponibile. Avremmo
probabilmente cenato a casa, perché tutti i ristoranti
avevano
gia preso le ordinazioni e al 101% era tutto esaurito, e guardato un
film strappalacrime sulle festività.
<< Buongiorno ragazze! >>
<< Buongiorno zia. >>
<< Buongiorno zietta! >>
Lux le corse in contro saltandole al collo. Quella mattina la zia era
giu di umore, ultimamente non si sentiva molto bene ed affidava a me le
faccende di cui non riusciva ad occuparsi. A minuti infatti avrebbe
dovuto fare un iniezione ad un' anziana signora e come ogni pomeriggio
le avrebbe dovuto somministrare le solite pillole.
<< Jessy ti prego va tu, non mi sento molto bene.
>>
<< Okay zia, Lux guarda la tv, a minuti sono di ritorno.
Dopo usciremo insieme ed andremo a fare compere. >>
<< Va bene. >>
Mi si avvicinò e mi diede un bacino sulla guancia, prima che
mi staccassi da lei per indossare la giacca ed uscire.
La signora che avrei curato era una donnina che abitava tutta sola
soletta al terzo piano, esattamente sopra il mio appartamento. Il suo
nome era Santhana. Sulla settantina: profonde rughe sotto gli occhi
azzurri come l'acqua, capelli ricciolini bianchi che le coprivano le
orecchie e una parte della fronte, bassina e con un sorriso sempre
splendente.
Abitava sola da almeno cinque anni, non aveva figli o altri parenti che
si potessero prendere cura di lei. Era come una seconda mamma per me.
Anche se il dolore prevaleva su di lei era sempre buona con tutti e
pronta a dare di più. Io la conoscevo ormai da quando ero
piccina, poco più grande di Lux.
Le andavo a fare visita, almeno tre volte alla settimana, e ora andavo
da lei ogni giorno per le iniezioni.
<< Buon pomeriggio Santhana. >>
La vecchietta mi sorrise e mi fece accomodare nella sua cucinetta.
Piccolina, in legno massiccio, "come lei". Sul tavolo vi era
una
tovaglia verde a quadrettoni gialli e rossi e sul cucinino un centrino
dello stesso colore.
Deve essere davvero triste non avere nessuno accanto, e per quella
donnina non era certo facile.
Le volevo molto bene.
Dopo averle fatto l'iniezione mi fermai un po' a farle compagnia,
quando ad un tratto una bimba bionda con gli occhietti azzurri
bussò alla porta.
<< Ehi, cosa ci fai tu qui? >>
<< Zietta è andata dal medico e mi ha detto di
venire da
te. Non volevo rimanere sola a casa, mi faceva paura. >>
<< Oh, piccolina. Ma ci sarebbe stato Andy, non saresti
stata
sola. Vieni, entra. Questa buona signora è Santhana.
>>
<< Che bella bimbetta, come ti chiami piccolina?
>>
<< Il mio nome è Lux. >>
<< Le sto facendo da baby-sitter per qualche settimana,
la sua
mamma è una stilista e non ha potuto portarla con se
nell'ultimo
spostamento. >>
<< Capisco. >>
Lux fece amicizia con Santhana e quasi se ne affezionò.
Doveva
essere molto che un bambino non veniva in quella casa, probabilmente io
ero proprio l'ultima bimba che vi era entrata. Dopo una buon'ora
tornammo a casa, a prepararci per uscire.
Le feci indossare un vestitino in ciniglia lilla con gli strass
bianchi, che le donava molto. Io indossai i miei abiti della mattina
precedente e dopo aver fatto indossare la giacca anche a Lux finalmente
uscimmo di casa. Ovviamente la mia carta di credito era pronta ad
accontentare entrambe.
Chiamai un taxi e ci feci portare nella parte ovest dell'Apper East
Side, dove Serena- la mia migliore amica -ci aspettava.
Serena era una ragazza straordinaria: bionda, alta, magra, occhi
azzurri. Anche Josh ci aveva provato e a volte mi dava l'impressione di
essersi messo con me solo perché da lei ricevette
più di
quattro due di picche.
Andammo in giro per negozi e tutto ciò che vedevo era
estremamente bello, in questo periodo dell'anno.
Le vetrine erano ben impacchettate con lucine e ghirlande ed addobbate
con maestosi alberi natalizi luccicanti davanti all'entrata di ogni
negozio.
La gente invece era ben impellicciata e indaffarata a contare le
proprie buste per vedere se tutti i regali erano stati presi.
Gia dopo mezz'ora Serena stava molto simpatica a Lux, anche
perché era molto socievole.
Quando
tornammo a casa eravamo ovviamente cariche di ogni tipo di buste
altrettanto cariche di vestiti, scarpe, accessori o di altre bustine
ancora.
Si avvicinavano sempre più le diciannove e presto saremmo
uscite per incontrare Josh. Invitai con noi anche Serena
perché era
sola quella sera, anche se a lui non avrebbe fatto molto piacere
presumo.
Indossai uno dei miei nuovi acquisti: pantalone
strettissimo nero in pelle semi lucida, canotta larga e lunga color
panna con strass e paiette dorate abbinata a dei tronchetti tacco
dodici ed una giacca corta in vita in pelle nera.
Anche Lux indossò un abitino che avevo appena acquistato per
lei.
Giusto cinque minuti prima che arrivasse Serena, quindi poi in seguito
Josh, eravamo pronte.
Avremmo mangiato fuori in un posticino vicino Central Park, ci saremmo
allontanati un po' da casa ma non importava.
<< Buonasera ragazze, Serena che piacere vederti.
>>
<< Verrà con noi, spero non ti dispiaccia...
>>
<< Oh, no non preoccuparti. >>
Si
girò e sbruffò aprendo poi la porta, sapevo che
sarebbe stata quella la
sua reazione. Avrei potuto peggiorare le cose, o migliorarle chi lo sa?!
Josh e Serena non si incontravano ormai da mesi, dopo che io e lui ci
mettemmo insieme.
Passammo una bella serata, fino alle ventuno.
Serena e Josh erano tornati a parlare e sembravano molto amici. Tanto
da farmi paura.
Eravamo
in macchina, Lux nei sedili posteriori si era addormentata, e mentre
nelle casse suonava This is Love di Eva Simmons vidi lo sguardo duro di
Josh staccarsi dalla strada e poggiarsi su di me. Accostò
davanti casa
e mentre aprivo lo sportello mi fermò dal braccio.
<< Noi dobbiamo parlare, ora. >>
<<
Josh, m...mi fai paura. >> Tenevo la voce bassa, sapevo
che
qualcosa non andava e avrei saputo presto cosa probabilmente, ma avevo
davvero paura del suo sguardo.
<< Non voglio più stare insieme a te!
>>
Gli
occhi mi si fecero lucidi e lui mi aveva lasciato il polso. Riaprii lo
sportello chiudendomelo alle spalle e presi in braccio Lux che
continuava a dormire.
<< Ecco, ora te ne puoi andare! >>
Chiusi con violenza lo sportello. Tanta che Lux si risvegliò
e mi
asciugai le lacrime per non farle vedere che soffrivo.
Rientrate a
casa andai diritto nella nostra stanza per metterla a dormire, poi
andai davanti al camino elettrico e mi sedetti sul tappeto con Andy tra
le gambe che mi leccava una mano.
Sembrava tutto fottutamente ingiusto. Non lo meritavo! Da lui poi...
Mi si avvicinò la zia e mi accarezzò i capelli,
mi avrebbe fatto bene parlarne con lei.
<< Tesoro, non dirmi che è quello che penso...
>>
<< Se pensi quello che è successo vuol dire
che pensi bene. >>
<< Oh, tesoro. >>
<< Ti avrei dovuto ascoltare, avevate ragione quando tu e
Serena mi diceste che non era il ragazzo giusto per me. >>
<< Sciacquati la faccia e va a dormire, ne riparliamo
domani, ora devi assolutamente riposare. >>
Diedi un bacio a mia zia e mi rifugiai in bagno.
Non
era mai stato quello giusto per me. Freddo, duro, senza alcun
sentimento felice. Il mio esatto opposto: io, ragazza romantica, sempre
allegra, con la risposta sempre pronta, che accoglievo qualsiasi
iniziativa per migliorarmi, che trovavo il lato buono in qualsiasi cosa
o persona.
In Josh non ho mai trovato il lato buono forse, ed era
proprio quello ad avermi attratto di lui. Certo, un bel ragazzo, ma
senza un qualcosa da dare. Eppure ero stata con lui. Mi ero rovinata un
intero anno cercando di capire cosa volesse dirmi ogni singola volta
che eravamo soli. Che avevo custodito ogni suo inesistente segreto e lo
avevo amato per com'era, anche se forse sapevo che ciò non
era
reciproco. Io che ho mandato a puttane il mio migliore amico per stare
con lui.
Ora l'amore che per lui provavo fino a giusto un'ora prima
si era trasformato in odio. Io odio odiare le persone, preferisco in
assoluto l'indifferenza. Ma per lui, odio, odio e solo odio. Odio per
tutte le bugie dette, tutte le promesse fatte, tutto il tempo trascorso.
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Questo
è un po' corto, ma non credo sia un problema. Spero vi
piaccia, buona lettura.
AVVISO: Tutte le somiglianze di uno dei personaggi con una delle
protagoniste di Gossip Girl è assolutamente casuale!
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Capitolo 3 *** 2. ***
Secondo capitolo.
La nottata sembrava interminabile. Rimasi tutta la notte sveglia, avrei
avuto il sonno molto pesante e Lux non sarebbe riuscita a dormire, per
non parlare della marea di pensieri. Non avevo più gettato
nemmeno una lacrima, ma mi immergevo in una serie di domande senza
senso.
Vegliavo sulla bimba sdraiata sul mio lettone affianco a me e sulla
luna, che da dietro la finestra sembrava volesse essere protetta dai
lampi e i tuoni che da ore si scatenavano nel celo nero di nuvole
cariche di pesanti gocce d'acqua infangata.
Magari erano le mie lacrime, che si scatenavano su Manhattan e New
York, infangate da tutti i momenti passati con un pezzo di merda. Ecco
cos'era. Pezzo di merda era il suo soprannome a scuola ed ora anche
nella vita sociale.
Erano le cinque, cinque ore che fissavo prima Lux, poi la luna che
scompariva sempre di più e lasciava spazio ad un pallido
sole impaurito anch'esso dai grossi nuvoloni minacciosi. Avrei fatto un
bagno. Andai in bagno e mi spogliai davanti allo specchio mentre
l'acqua fredda scorreva nella vasca.
Fissavo la mia immagina seria che sembrava volesse spaccare quel vetro
riflettente, dopo mi immersi. E fortuna che io sono una ragazza solare.
Mi abbassai sotto il livello dell'acqua, facendo così
sparire il mio viso con ancora forse un kg di trucco sotto le
bollicine.
Matita, mascara, ombretto, rossetto e fondotinta si scioglievano lenti
come un cubetto di ghiaccio. Alle 5 e 45 zia Meredith era pronta per
uscire di casa ed andare a lavoro, a Washington oggi. Sarebbe quindi
tornata verso sera.
Uscii dalla vasca giusto prima che lei potesse uscire di casa.
<< Non pensarci ancora, lo hai già fatto
questa notte. >> disse qualche secondo prima di
oltrepassare la porta.
Le otto. Svegliai Lux, come la mattina precedente, e ci preparammo per
andare alla pasticceria.
L'insegna era spenta e la porta era chiusa, così chiamai
Rachel.
<< Non sei ancora arrivata? >>
<< No, ho trovato traffico. Ci vorrà minimo
mezz'ora. >>
<< Va bene, non preoccuparti. Avvisa quando arrivi.
>>
<< Si a dopo. >> Staccai la chiamata e
presi per mano Lux.
<< Vieni, ora andiamo a fare colazione da starbucks.
>>
<< Va bene. Jenny... >>
<< Si? >>
<< Come mai sei triste? Hai litigato con Josh?
>> Oh, tesoro. Così piccola e così
buona.
<< Si tesoro. >>
<< Quando farete pace? Tu sei triste. >>
<< Non lo so piccolina, forse non faremo più
pace perché è stato molto cattivo con me. Ora
dai, dobbiamo attraversare la strada sta attenta. >>
Presi la sua mano ed attraversata la strada entrammo nel bar proprio
dietro l'angolo.
La brina sui vetri delle macchine scivolava via con la pioggia che
aveva ripreso a cadere da poco e l'aria si faceva sempre più
fredda.
<< Cosa vuoi prendere, Lux? >>
<< Il latte con la brioche e il cioccolato.
>>
Ci si avvicinò il cameriere, Finn, per le ordinazioni.
<< Allora, un latte caldo con il cacao ed un cornetto con
cioccolato. Per me un caffè lungo con molto zucchero.
>>
<< Va bene, giornata amara oggi , Jenny? >>
Infilò il taquino stropicciato nel taschino del grembiule e
mi volse un sorriso.
<< Non immagini quanto, Finn. Mi conosci bene.
>>
<< Certo, ora vi porto le ordinazioni. >>
Sparì dietro un bancone, dietro una fila di altri tavoli
davanti al nostro.
Grazie all'aria climatizzata un' aria tiepida avvolgeva il locale,
dipinto di un azzurrino pallido che rispecchiava il cielo sopra le
nuvole.
Fuori aveva smesso di piovere, in compenso le strade cominciavano a
ghiacciare.
<< Domattina troveremo la neve sulla finestra.
Probabilmente la pasticceria rimarrà chiusa se
farà molto freddo. >>
<< Giocheremo con la neve? >>
<< Certo che si! Andremo al Central Park con Serena e
faremo di nuovo colazione qui. >> Arrivò Finn
con un vassoio in mano.
<< Ecco un latte con cacao caldo caldo ed un cornetto
affogato alla nutella ed un cappuccino con tanta panna e molto
zucchero. Offre la casa. >>
<< Oh, Finn. Grazie mille. >>
<< Nulla little dreamer. >>
<< Oddio, non mi chiamavi così dai tempi del
liceo. >>
<< Gia, ora vado all'altro tavolo. Sono l'unico di turno
stamani. Scappo. >>
<< Ciao little man. >> Finn, il mio vecchio
compagno del liceo, si allontanò con un sorriso sulle labbra
all'udire le mie ultime parole per servire un signore con tanto di
valigetta marrone in cuoio.
Ripresi a sorseggiare con la cannuccia il mio caffè
rimanente , mentre Lux divorava il suo croissant con la bocca tutta
sporca di nutella, e guardavo fuori dalla porta Josh che si dirigeva al
lavoro e passava di lì.
Giusto il tempo di terminare la colazione, arrivò la
chiamata di Rachel che era arrivata alla pasticceria.
Attraversammo la strada, poco prima che una Range Over nera passasse e
grazie a Dio non ci mise sotto, e guardammo un attimo l'insegna
splendente della pasticceria. Quella mattina colorava di rosa e
turchese e al posto dei ragazzini in skate passava di tanto in tanto
qualche sedicenne in bici per le consegne della pizzeria affianco.
<< Pronta a creare altri omini? Oggi faremo i biscotti di
pan di zenzero. >>
<< Si! >> Lux si affrettò ad
aprire la porta e corse a salutare Rachel che la aspettava da dietro al
bancone.
<< Domani resteremo chiusi, fa troppo freddo e non
passerà nessuno non essendoci consegne urgenti da fare.
>>
<< Sentito Lux? Domani si va al parco. >>
<< Si, che bello ! >> Un'ora dopo la
piccolina aiutava Rachel a fare i biscotti ed io ornavo di cuori di
zucchero la torta che un ragazzo avrebbe regalato alla sua ragazza. Le
ore di lavoro passavano lente e la giornata si preannunciava grigia e
noiosa.
Pranzammo da Santhana, essendo sole a casa.
<< Jenny, potresti andare in farmacia a prendermi delle
pillole? >>
<< Si, lascio Lux a te. Vado e torno. >> La
farmacia più vicina era dopo il pote per arrivare a New
York, così presi un taxi.
Avrei fatto un giro al panificio. I due negozi erano uno accanto
all'altro, così avrei fatto in fretta.
Uscita dalla farmacia iniziai a camminare verso la panetteria, da dove
uscì un ragazzo che mi venne addosso e mi fece cadere. Si
piegò verso di me e mi porse la sua mano per rialzarmi. Era
alto, molto magro, con i capelli ricci e gli occhi verdi. Non si
vedevano ragazzi coi capelli come i suoi in giro.
Era tanto buffo quanto affascinante.
<< Perdonami, non ti avevo vista. >>
<< Oh, non preoccuparti, è tutto ok. Grazie.
>> Mi sorrise e si allontanò verso la sua
macchina: una Range Over nera.
Se non mi aveva messa sotto quella mattina qualcosa doveva pur
succedere pensai.
Ripresi la bustina con le medicine da terra ed andai a fare i miei
acquisti, poi tornai da Lux e Santhana.
<< Grazie tesoro. >>
<< Nulla Santhana, ora noi torniamo a casa che
è tardi... >> Lux mi diede la manina e dopo
aver salutato la donna tornammo a casa.
La piccola prese a giocare sul tappeto con Andy davanti alla tv mentre
io riordinavo le stanze prima del ritorno della zia.
Si annunciavano giornate tristi e lunghi.
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Capitolo 4 *** 3. ***
don't let go
Terzo capitolo.
Passarono tre giorni, monotoni, tristi e spenti. Imbiancati dalla neve
che invadeva le strade.
Uscii dal lavoro con Lux, pronta per andare a prendere qualcosa al
McDrive e portare la piccola a Central Park a giocare, dove mi sarei
incontrata con Serena.
Mi suonò il cellulare così riposi i sacchetti coi
panini
sul sedile accanto e frugai nella borsa in cerca del mio BlackBerry,
facendo aspettare autisti dietro che mi regalavano dolci parole tipo
'spostati brutta stronza' o 'sbrigati, figlia di puttana'.
Avevo preso da solo un giorno la mia nuova auto: una Range Rover nera
nuova di zecca, si proprio come quella che per poco non investiva me e
Lux.
Finalmente trovai il cellulare e risposi, intanto che rimisi in moto e
svoltai verso il parco.
<< Ehi, Lou, che bello sentirti come va? >>
<< Alla grande tesoro, tu? Lux ti sta dando problemi?
>>
<< Affatto, è una bambina adorabile. La porto
con me in
pasticceria ogni mattina, è davvero un'ottima cuoca, poi
andiamo
a Central Park a giocare con gli altri bambini. Ora stiamo andando
proprio lì. >>
<< Che bello, dalle un bacione da parte mia. Che
programmi avete per domani? >>
<< Domani? >>
<< Si, è la festa del Ringraziamento, no?!
>>
<< Ah, sì. >>
Parcheggiai l'auto e guardai diritta di fronte a me fuori dall'auto.
<< No, nessun programma. Avrei passato l'indomani con il
mio
ragazzo qualche giorno fa, ma ora sarebbe meglio dire ex
ragazzo.
Rimarremo a casa sole e poi chissà, guarderemo un film.
>>
<< Capisco, mi dispiace tesoro. Ora devo andare, mi
farò sentire al più presto. >>
<< Ciao Lou. >>
Staccai lì la chiamata e riposai il cellulare in borsa,
intanto
che facevo scendere Lux dall'auto e Serena si dirigeva verso di noi.
Passammo circa due ore a Central Park e tornammo a casa giusto mezz'ora
prima che mia zia dovesse partire.
<< Eccoci zia. >>
Troppo tardi, le cose di zia Meredith non c'erano, in compenso aveva
lasciato un bigliettino attaccato al frigo: 'Scusami tesoro, hanno
anticipato il mio volo. Ho fatto spese, passate una buona festa del
Ringraziamento. Un bacione, zia Meredith.'
<< Jenny, zia Meredith è gia andata?
>>
<< Si Lux. Che facciamo stasera? >>
<< Guardiamo un film? >>
<< Okay, le Winx? >>
Si, ho tutti i cartoni animati, dal primo all'ultimo e non ne risparmio
nemmeno uno.
<< Sii!! >>
<< Ok, andiamo a prendere la pizza allora.
>>
Quella della pizza era solo una scusa per uscire e prendere l'auto,
adoro guidare quel bestione. Mi fa sentire 'like a boss'.
Prendo le chiavi e chiudo la porta di casa, per poi far entrare la
piccola in macchina.
La pizzeria era distante km così andammo da Nando's.
<< Jenny!!! E' lo stesso posto dove vado con mamma e
Niall quando ha fame! >>
<< Mmh. >> Annuii col capo e parcheggiai
l'auto sotto un albero, l'unico posto non imbiancato dalla neve.
Dopo aver acquistato la nostra cena tornammo a casa, nello stesso
momento in cui le luci festive si accendevano.
C'era un'aria stupenda a Manhattan, ma non ero dell'umore giusto.
<< Oh merda! L'albero! >>
Esclamai parcheggiando l'auto accanto una bancarella natalizia.
<< Lux resta in macchina, io vado ad acquistare gli
addobbi nuovi e torno. >>
Chiusi l'auto con la chiave, mentre Lux giocava con la radio della
macchina.
Comprai degli addobbi blu e oro, con dei tocchi rossi come piacevano a
me.
<< Eccomi, ora andiamo e mentre guardiamo il film io
addobbo l'albero. >>
<< Si!! Che bello, tra un po' è Natale.
>>
Arrivammo a casa e come programmato cenammo e mentre guardammo il film
io mi dilettavo ad addobbare il salotto.
Era passata un'altra giornata, un po' più movimentata delle
altre, ma monotona.
Andammo a dormire tardi, la mattina dopo avremmo potuto riposare visto
che la pasticceria era chiusa.
Infatti ci svegliammo alle dodici ed andammo a far visita a Santhana.
<< Potete rimanere qui a pranzo, se volete.
>>
<< Grazie Santhana. >>
Dopo il pranzo uscimmo ed andammo a Central Park, dove i ragazzini si
tiravano palle di neve ed i bambini più piccoli scivolavano
giù per gli scivoli mentre i più grandicelli si
facevano coccole e si scambiavano regalini seduti sulle panchine.
Rimanemmo fino alle 17, poi tornammo a casa per guardare Toy story.
Alle 20 suonò il campanello.
<< E' aperto! >>
Dissi senza cura. 'Ho fatto karate, non ho di cui preoccuparmi.' pensai.
<< Ehi, dolcezza. >>
<< Lou! Che ci fai tu qui? >>
<< Ho pensato di passare la sera del Ringraziamento
assieme e ho portato anche i ragazzi. >>
Puntò il pollice dietro la schiena per indicare cinque
ragazzi che dovevano essere la band per cui lavorava.
Misi in pausa Toy Story 3 per presentarmi ai miei ospiti, quando un
castano si avvicinò a Lux con una faccia traumatizzata.
<< Lux, mi tradisci così??? >>
I ragazzi e Lou scoppiarono a ridere ed io gli porsi la mano.
<< Tu devi essere Liam, allora. Lux mi ha tanto parlato
di te. >>
<< E tu sei Jennifer. >> Sorrise.
Andai dagli altri per presentarmi e conoscerli.
<< Ehilà, io sono Louis. >>
<< Ciaoo, io Niall. >>
<< Piaceere di conoscerti, io sono Zayn. >>
Disse un ragazzo dalla pelle ambrata e i capelli corvini.
<< Ed io sono... >>
Ci fu un'attimo di pausa in cui io ed un ricciolino ci squadrammo dalla
testa ai piedi.
<< Tu sei il deficiente che mi stava per investire
l'altro giorno e che mi è venuto addosso fuori dalla
panetteria! >> Urlai poco dopo.
<< Avrei preferito dire semplicemente Harry, ma va bene
così. >> Sbuffai e si ricreò un
silenzio tombale per qualche minuto, interrotto poi dal biondino
ossigenato con gli occhi color cielo che doveva chiamarsi Niall.
<< Ehi, quando si mangia? >>
<< NIALL! >> Urlarono tutti gli altri,
compresa la piccola Lux tra le braccia di Louis e poi scoppiarono a
ridere.
<< Bhe, io non ho ancora preparato nulla ed in frigo non
c'è molto. >>
Dissi a testa bassa vergognata.
<< Non preoccuparti, ho portato il tacchino ripieno con
le patate. >> Avanzò Lou verso la cucina
riponendo un vassoio in alluminio sul lavello.
<< Bene, io apparecchio la tavola allora. >>
Dopo cena riprendemmo a guardare Toy Story tutto d'accapo, riempiendo
di risate e pop corn la casa.
<< Grazie Lou, ho passato una bellissima serata davvero.
>>
<< Grazie a te tesoro, ora noi andiamo che domani si
lavora sodo. >>
I ragazzi annuirono, poi vennero a salutarmi nell'esatto ordine in cui
mi si presentarono: Liam, Louis, Niall e Zayn.
<< Ciao Jenny, ci si vede presto. Ancora buona festa del
Ringraziamento. >>
<< Ciao ricciolino, buona festa del Ringraziamento anche
a te. >>
<< Ehi, il mio nome è Harry! >>
<< Lo so, brutto scemo. >> Si mise a ridere
e mi strinse la mano, per poi raggiungere gli altri nella sua auto.
<< Ci siamo divertiti, vero Lux? >>
<< Si tantissimo. >>
<< Ora andiamo a dormire che domani si torna in
pasticceria. >>
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Capitolo 5 *** 4. ***
Quarto capitolo.
Una settimana dopo...
Lux è con Lou da ormai quattro giorni e sono partite con i
ragazzi per LA; la pasticceria è chiusa per lavori di
ristrutturazione; Serena era partita per le vacanze natalizie con Jeff,
il suo ragazzo; zia Meredith aveva prolungato la sua permanenza dai
parenti; la povera Samantha ci aveva lasciati da tre giorni
ed io ero completamente abbandonata sul divano con la mia tuta a
guardare MTV Music o Deejay tv.
Stavo canticchiando allegramente Want U Back di Cher e saltavo sul
divano, quando squillò il cellulare.
Saltai fino alla borsa, buttata affianco alla porta d'ingresso,
scivolando a pancia in giù e sbattendo [ovviamente] la testa
alla porta.
'Complimenti J.' pensai tra me e me, mentre mi affrettavo a
prendere il cellulare dalla borsa.
<< Jenny, ce ne hai messo di tempo a rispondere, eh?!
>>
<< SERENAA!! >>
<< No, la nonna Pina. >>
<< Oh, ciao nonna. >>
<< Jenny, sono io: Esse! Svegliati, santo cielo...
>>
<< Oh. >> Ululai schiaffeggiandomi col
palmo della mano la fronte, per poi massaggiarla piano per il dolore
provocatomi da sola.
<< Come va la vacanza? >>
<< Vacanza? Non va affatto bene, sto per imbarcarmi, tra
mezz'ora ci incontriamo. >>
<< Si, davanti alla panetteria. Devo fare un po' di spese
se non voglio morire di fame. Poi andiamo a prendere qualcosa con calma
da Starbucks e mi racconti tutto. >>
<>
Mi precipitai di corsa al piano superiore nella mia stanza, dopo aver
spento la tv e aver fatto volare il telecomando oltre il divano, fino
alla cucina.
'Fanculo' mi dissi. Indossai una felpa, abbinata ad un jeans colorato
ed alle mie bleazer. [
http://www.polyvore.com/cgi/set?.locale=it&id=56904993 ]
Mancavano quindici minuti, il tempo di arrivare alla panetteria.
Chiusi le finestre e la porta, entrai nella mia Range Rover e mi avviai
verso la panetteria.
'Ma no! Figlio di buona donna.' Presi il cellulare dalla tasca della
giacca e digitai il numero di Serena.
<< Ehi, sei già arrivata? >>
<< No, non ancora. Tu dove sei? >>
<< C'è stato un incidente lungo la strada,
dovrò prendere l'altra. Ci vorrà un po' di
più. >>
<< Okey, non preoccuparti. Ci vediamo lì.
>>
Girai lungo la rotonda, prendendo così la strada
più lunga. Ci misi un quarto d'ora di più,
ma a quando avevo capito anche Serena avrebbe fatto tardi.
Parcheggiai l'auto dietro l'angolo e mi avviai verso la panetteria,
visto che Serena sarebbe arrivata più tardi. Stavo
tranquillamente contando i soldi che avevo in tasca, quando qualche
decelebrato mi venne addosso facendomi cadere.
<< Oddio, perdonami non ti av... >> Sentii
dire intanto che mi massaggiavo il di dietro e controllavo che tutto
fosse a posto.
Alzai la testa verso il cretino che mi aveva fatta cadere e vidi quel riccio
che mi guardava a bocca aperta e gli occhi spalancati.
<< TU!?! >> Urlammo insieme puntandoci gli
indici contro.
<< Si può sapere che diamine ci fai tu a
Manhattan? Non dovevi essere a Los Angeles con i tuoi compagni???
>> Gli dissi avvicinandomi violentemente al suo viso
quasi come se lo volessi sbranare vivo.
<< Sono venuto per dirti una cosa da parte di Lou, e
visto che c'ero sono venuto in panetteria. >>
<< E sent... >> Serena mi venne in contro
correndo con le lacrime agli occhi, così non potemmo finire
la conversazione, ma non me ne fotteva nulla in quel momento.
<< Ehi, Esse che ti prende? >> Dissi
carezzandole la schiena mentre mi inzuppava la felpa. Styles ci
guardava pazientemente ed anche un po' preoccupato.
Andammo da Starbuck, avrei fatto gli acquisti più tardi, e
Harry ci seguiva.
<< Un caffè lungo e due cappuccini con gocce
di cioccolato, Finn. >> Ordinai per tutti e tre mentre
Serena si asciugava gli occhi e si soffiava il naso al suo amato
tovagliolino in stoffa. 'Che poi che gusto c'è a soffiarsi
il naso ad un tovagliolo in stoffa e rinfilarselo in tasca.' avevo
sempre pensato.
<< J. Dovrò andare in Inghilterra per
lavoro... >> Disse con voce roca.
<< ... E? >> Aggiunsi io.
<< Quando lo ha saputo, Jeff mi ha lasciata.
>> Riprese a piangere.
<< Se ti ha lasciata per questo è davvero un
cretino, credimi. Sei una bellissima ragazza, dico sul serio. Sono
super convinto che non ti ha mai meritata. >> Disse Harry
prendendole una mano, riuscendo così a strappargli un
sorriso.
Serena si asciugava le ultime lacrime ed Harry stava per dirmi
ciò che doveva dirmi, quando sentimmo degli scatti. Quasi
come di macchina fotografica. Ma che dico? Era un paparazzo,
più di uno!
Harry si alzò di scatto, lasciando il conto sul tavolo, e ci
prese per mano. Iniziammo a correre per scappare dalle macchine
fotografiche.
'Ma che sembra solo a me di essere nel video di Miley Cyrus- Fly on the
wall?' Pensai appena ci fermammo.
Eravamo finiti in un parcheggio sotterraneo di un edificio gigantesco
che doveva avere a che fare con la musica probabilmente.
Serena ed Harry erano scoppiati a ridere ed erano quasi piegati in due
a terra, io piuttosto ero finita a terra per l'affanno e ci mancava
poco che avessi un attacco cardiaco.
<< Styles, se devo correre così ogni volta che
hai una notizia da darmi... inizia a prepararmi una tomba funebre, o un
lettino d'ospedale come minimo. >> Dissi seria. Ma
probabilmente dovevo aver detto qualcosa di buffo, visto che Harry e
Serena ripresero d'un tratto a ridere.
<< Comunque, Esse, quando dovrai partire? >>
<< Ah, giusto... Domani. >> Disse a bassa
voce, mentre le sue parole facevano eco tra le mura grigie del
sotterraneo, con il volto basso.
Mi avvicinai a lei e la abbracciai forte. << Ci vedremo
presto! >> La rassicurai.
Mezz'ora dopo io ed Harry stavamo mettendo piede nella mia adorata
casa, per chiarire la questione lasciata più volte in
sospeso quella mattina.
'E ora che deve dirmi?'
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Capitolo 6 *** 5. ***
Quinto capitolo.
<< Allora? Che devi dirmi? >> Dico acida
dopo che lo "sbatti a terra Jenny che vuole andare in panetteria" si
era comodamente buttato sul MIO divano.
Raccolsi il telecomando della tv da terra che era finito addirittura ai
piedi del lavello e accendo la tv su uno dei tanti canali musicali,
dove Miley Cyrus cantava Party in the U.S.A, e mi buttai a peso morto
sulla poltrona.
<< Ah, si... >>
<< Che te ne eri anche scordato? >> Lo
fulminai con gli occhi e si sedette diritto di fronte a me.
<< Lou vorrebbe che tu venissi con noi, per accudire Lux.
>>
<< Cosaa? Io dovrei venire in tour con voi??
>>
<< Proprio così. >>
Alzai la testa al soffitto pensierosa, ora si che ero scioccata.
<< Quanto tempo ho per pensarci? >>
<< Un giorno, dopo dovremo andare a Las Vegas.
>>
<< Capisco, ne parlerò con mia zia per
telefono ed anche con Serena. Stasera ti invierò un
messaggio su facebook del "verdetto finale". >>
<< Perfetto. >> Si alzò di
scatto dal divano e prese un bitter dal frigo in cucina e anche
qualcosa da mangiare, che non mi era ben chiaro cosa fosse. 'Quanta
sfacciataggine!' pensai in quel momento. Uscì di casa senza
nemmeno salutare, ciò mi fece urtare i nervi.
'Rischia di investirmi, mi fa cadere davanti alla panetteria, si
comporta a casa mia come se fosse a casa propria, mi fa ricadere
davanti alla panetteria, si prende quello che vuole dal mio frigo, esce
senza salutare. E' un ragazzino odioso!'
Andai verso il frigo in cerca del mio amato dolcetto francese ricoperti
di glassa azzurra e la meringa, ma quando aprii il frigo feci un urlo
così forte che spaventò gli autisti di passaggio.
'E ora si fotte anche il mio dolcetto? Porca troia!'
Dopo essermi calmata ed aver sciacquato il viso con acqua ghiacciata
chiamai Serena.
<< Ehi Esse. >>
<< JEENNYY!! >>
<< No zia Assunta. >>
<< Oh, ciao zia. Non ti avevo riconosciuta.
>> Rise piano ma in modo che potessi sentirla.
<< Non sono dell'umore giusto Sè.
>>
<< Perdonami, allora? Qual'era la notizia?
>>
<< Lou vorrebbe che io andassi con lei ed i ragazzi in
tour, a fare da baby sitter a Lux. >>
<< Cos'hai deciso? E' una grande opportunità.
>>
<< Lo so. Diciamo che non ho deciso nulla di concreto, ma
mi piacerebbe accettare. Ne parlerò dopo con zia Meredith,
tu cosa ne pensi? >>
<< Io dico che dovresti andare. E poi c'era il moro con
gli occhi azzurri che era un sacco carino. Louis giusto?
>>
<< SERENA! >> La ammonii prima che
scoppiasse a ridere.
<< Comunque ora vado, voglio chiamare zia. Ti
farò sapere. >>
Staccai la chiamata e composi il numero di mia zia.
Cosa mi disse? 'Fai le valige e vai a rimorchiare il moro con gli occhi
azzurri, Louis giusto?'
Non potei fare a meno di mandarla a quel paese prima di andare a
preparare le valige. Sì, partivo.
Non misi molto in valigia, giusto quello che potevo permettermi.
'Un attimo...' ecco, qualcosa che non andava. Mi collegai
immediatamente su facebook in cerca del contatto di Harry.
"Potrei portare con me Andy?" gli scrissi e la risposta
arrivò subito. "Il tuo cane? C'è posto anche per
quell'animaletto."
'Grrr, non partirei solo per non vederlo più.'
" Ti aspetto tra un'ora, la mia valigia è gia pronta."
Chiusi il pc ed andai in cerca di Andy per fargli un bagnetto.
Un'ora dopo.
<< Okay sali in macchina. >>
Mi aprì lo sportello dei sedili posteriori. 'Ma chi si crede
di essere? A certo, è una star, lui...'
<< Scusa, preferisco sedermi davanti. >> Lo
spiazzai completamente e salii in macchina, sul sedile affianco al
posto dell'autista.
Lui sbuffò prima di salire in macchina e mise in moto.
Andy era seduto sulle mie gambe e mi leccava la mano. Ogni tanto
abbaiava ad Harry che andava quasi a duecento all'ora.
<< Se vuoi che arrivi da Lux intera dovresti rallentare.
>>
<< Se vuoi che arrivi intera da Lux dovresti rallentare.
>> Scimmiottò imitando la mia voce. 'Con
scarsi risultati però.'
'Okay, eccoci all'aereoporto.'
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Capitolo 7 *** 6. ***
Sesto capitolo.
<< Cambio di programmi. >>
<< Cosa?!? Ma non stavamo andano a Las Vegas?
>>
<< Si, è vero. Ma c'è stato un
cambio di programma. >>
<< Cosa intendi dire? >>
<< Che il concerto a Las Vegas è stato
rimandato, si fa rotta verso l'Irlanda. >>
<< L'Irlanda??? E' quando abbiamo intenzione di
atterrare? >>
<< Domattina circa. >>
<< Domani mattina?? >>
Okay, si sto urlando come una matta. Tutte le persone in aereoporto mi
fissano spaventate e rischio di far saltare la copertura di Harry. 'Ma
non me ne fotte un cazzo!'
<< Da quand'è che sapevi del cambio del
programma? >> Sbraito a bassa voce mentre saliamo la
scaletta per entrare nell'aereo che ci avrebbe portati a Londra.
<< Diciamo da un'ora circa. >> Sorprendende
il modo in cui si mantiene calmo, tranquillo. A me invece ha fatto
saltare i nervi!
<< E tu quando avevi intenzione di dirmelo???
>> Urlo ancora più forte mentre stavamo per
decollare.
Stava tranquillamente allacciando la sua cintura di sicurezza,
guardando con un sorriso beffardo fuori dal finestrino. Tutti i
passeggeri presenti non parvero molto contenti delle mie urla.
<< Sai, tu urli molto. >> Disse con un
sorriso malizioso. Guardo diritta verso di me e respiro profondamente,
essendo consapevole che avevo esagerato.
Stavolta non posso ribattere, meglio star zitta. 'Lo odio.' pensai.
Passai un'ora circa a girare il web con il mio portatile, intanto Harry
ascoltava musica con le cuffiette e cantava. Forse un po' troppo forte.
<< Vuoi abbassare la voce? Sembri un maniaco sessuale
quando canti. >> Gli dico togliendogli una delle cuffie
dall'orecchio, guardandomi poi intorno furtiva.
<< Deve essere perché ci so fare...
>> Si guarda ad uno specchietto, mandandosi un bacio.
Sbuffo e... Ma da dove ha diamine ha preso lo specchio???
<< Ti porti uno specchio dietro??? >>
Strizzo gli occhi incredula, trattenendomi dal ridere.
<< Ehi, il mio bel viso va curato. >>
<< Io ti prenderei solo a pugni. >> Mi
lascio sfuggire, ma me ne accorgo troppo tardi. 'Accidenti a me, ora ci
manca solo che si faccia odiare di più.' Ebbene si, era a
quello che pensavo: se già lo odiavo, figuriamoci ora dopo
che mi avrebbe risposto!
<< Bhe, è una tua opinione. Milioni di ragazze
farebbero a pugni pur di riuscire solo a vedermi da lontano.
>>
<< Ma è ben chiaro che io non sono il milione
di ragazze che dici tu. >>
<< Si, tu sei una sola. Loro sono milioni.
>>
'Grrr, ma chi si crede di essere?!'
<< Senti, si può sapere chi credi di essere? I
tuoi compagni non sono come te. >>
<< Non li conosci bene allora. >> Mi fa
l'occhiolino. Possibile che debba sempre sorridere? Che diamine!
Non gli rispondo e torno a premere preneticamente il pulsante sinistro
del mous.
<< E che cazzo! >> Urlo, facendo girare
tutti.
<< La mia mamma dice che non si dicono queste parole, ed
anche che non si urla. >> Mi dice innocente un bambino
seduto sui sedili posteriori, mentre Harry quasi non mi ride in faccia.
<< Perdonami piccolo, mi sono arrabbiata e mi
è sfuggito. >>
<< Va bene, non preoccuparti. Io tanto non dico queste
parole, lo fanno solo i maleducati. >> 'Ma che mi sta
dando della maleducata? Ed Harry? Se solo prova a mettersi a ridere
io...'
<< Scusa anche me, forse l'ho fatta arrabbiare io.
>> 'Ma che cazz...' Lo odio, lo odio, lo odio.
<< Si arrabbia molto facilmente sai? Non è
molto gentile nemmeno con me. >> Ma che diamine sta
dicendo? Io lo ammazzo!
<< E perché ci viaggi insieme?
>>
<< Vuoi sapere molto bimbo. >> Dico io
tirando Harry per farlo girare. Lui scoppia a ridere e mi tira un
buffetto sulla guancia.
<< Levami le mani di dosso. >> Dico poi
chiaffeggiandogli la mano per far si che la ritirasse.
Mezz'ora dopo mi addormentai, ci sarebbero volute altre cinque ore.
Al mio risveglio stavamo per atterrare. Sentivo gli occhi gonfi, che
non volevano aprirsi, ed un peso sulla spalla sinistra. Aprii piano
prima un occhio e poi l'altro e tirai un urlo.
<< Svegliati lurido cretino! >> Harry salta
in aria spaesato e si ritrova Andy (il piccolo, povero Andy che si era
addormentato non appena salimmo sull'aereo) sulle gambe che gli lecca
la faccia.
<< Urli così anche per far svegliare Lux?
>> Dice strofinandosi gli occhi.
<< No, lo ho fatto solo ora. Preparati stiamo per
atterrare. >>
<< Hai preso i biglietti per l'Irlanda? >>
<< Si, ho tutto pronto, sbrigati ora. >>
Passò una buon'ora che ci ritrovammo in sette sul divano di
Niall a ridere.
<< Com'è andato il viaggio? >>
Ci chiese Liam.
'Una merda!'
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Mi scuso
perché gli ultimi due capitoli sono un po' corti. Comunque
mi farebbe piacere se lasciaste una recensione una volta tanto. #peace
and love.
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Capitolo 8 *** 7. ***
Settimo capitolo.
<< Jenny, caspita. Eravamo tutti preoccupati! Compresa
Lux. >> Viene Lou verso di me non appena passo l'ingresso
della hall dell'hotel dove avremmo alloggiato.
<< Preoccupati di che? Che venissi inghiottita dalla
stanza d'albergo? Bhe, come vedi credo abbia fatto indigestione.
>>
<< Bhe, ci credo, acida come sei... Non ti digerirebbe lo
stesso Niall. >>
<< Nessuno ha chiesto il tuo parere, brutto idiota.
>> Rispondo minacciosa ad Harry.
<< Brutto idiota a me? Ma come ti permetti, piccola
scema? >>
<< Senti un po', uccello del malaugurio, chiudi quel
beccaccio. E poi chi avresti chiamato piccola scema? Attento gorilla
perché ti faccio rimangiare tutto! >>
<< Ti metti ad urlare di nuovo come hai fatto in aereo
o... >>
<< Stà zitto stronzo! >>
<< O vuoi far sentire anche a Lux tutte le belle parole
che ha sentito il bimbo nei sedili posteriori, o... >>
<< Zitto Styles! >>
<< O vorresti prendermi a borsate come ha fatto con te
quell'anziana signora in aereoporto, o... >>
'O... o... o cazzo idiota sta zitto!'
Il nostro battibecco era diventato sempre più pesante, i
ragazzi ci guardavano con aria innocente ma anche divertiti e
trattenevano qualche risata.
<< Tu invece perché non prendi il cellulare e
ti metti in mostra con le cameriere esattamente come hai fatto appena
arrivati? >> Domando acida.
<< Carina, ho milioni di ragazze che farebbero a pugni
per me... >> Avevo gia sentito quella frase, no?
<< Pezzo di merda, io non sono il milione di ragazze,
ficcatelo in testa o nel culo se non ti ci entra! >>
Avevo ripreso ad urlare, forse anche più forte di come avevo
fatto in aereoporto, ero completamente fuori di me e probabilmente
anche le lacrime sarebbero scese, più tardi, per la rabbia.
Lou aveva portato preoccupata fuori la piccola Lux, Paul invece
vigilava su di noi.
Fulminai Louis e Niall con lo sguardo, che soffocavano con la mano una
risata incominciata minuti prima, una risata fastidiosa per me che ero
al centro dell'attenzione in quel momento.
Dopo cena eravamo tutti in una delle stanze: chi osservava attentamente
ed io che che continuavo a litigare con Harry, mentre qualcun'altro,
come Zayn, seccato messaggiava al cellulare.
<< Non sei altro che una bimbaminchia con un carattere di
merda! >> Seguirono dei minuti di silenzio. I miei occhi
si riempirono di lacrime ed ero diventata rossa come la sua maglietta.
<< Bhe... scusami allora se sono come sono.
>>
Andai verso la porta e la aprii violentemente, intanto in stanza si era
creato un silenzio strano, quasi da mettere i brividi.
Harry mi osservava uscire a pugni chiusi e denti stretti. Magari
avrebbe voluto prendermi a pugni, forse mi sarebbe servito.
Entrai nella mia stanza e mi buttai sul letto, dopo aver sbattuto
aggressivamente la porta ed aver rotto la chiave.
'Ho davvero un carattere di merda?'
Intanto nell'altra stanza Harry continuava a fissare il vuoto e gli
altri, evidentemente seri, lo "rimproveravano".
<< Volevo solo raccontare com'era andato il viaggio, non
avrei detto certo nulla di male! >> Si
giustificò il riccio versandosi una tazza di té e
guardando fuori dal balcone.
<< No, ci sei andato pesante. >>
<< Hai esagerato Harry! Non ti senti nemmeno un po' in
colpa? >> Dissero Zayn e Liam a voce bassa, avvicinandosi
a Styles e posandogli una mano sulla spalla.
<< Nemmeno un po'. >> Si sedette su una
sedia a fianco al tavolo ed iniziò a scorrere lungo la sua
rubbrica e a premere tasti a caso freneticamente, quasi infastidito.
<< Harry! Le hai detto che ha un carattere di merda,
l'hai chiamata puttana! Non ti vergogni?! >>
Alzò la voce Zayn, mentre tutti gli altri lo guardavano un
po' spaventati, ma con uno sguardo di assenso, perché erano
d'accordo con lui.
<< Credo che dovrei. >> Disse Harry dopo
averci pensato un po' sù, alzando lo sguardo per incrociare
quello del suo amico che annuì lievemente col capo.
<< Dovresti chiederle scusa, Harry. >>
Intervenne Niall innocentemente.
<< Non credo che... >>
<< Harry va a chiederle scusa o ti ci trasciniamo con la
forza! >> Urlarono gli altri in coro, compresa Lou che
era decisa a difendermi a tutti i costi.
<< Okay, vado. >>
Così si diresse verso la mia stanza.
<< Jenny, io... >> Si avvicinò
al letto, ma dormivo.
<< Scusami. Sai sei davvero dolce, quando dormi.
Buonanotte. >>
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Capitolo 9 *** 8. ***
Ottavo capitolo.
Ecco che bussano alla porta, non avevo la minima idea di chi potesse
essere.
Quella mattina mi ero svegliata alle 11, tutti erano già
nell'atrio, tutti tranne me.
Sentivo gli occhi gonfi e la stanchezza andava a 100 all'ora.
Stavo tranquillamente guardando la tv, quando appunto bussarono alla
porta.
<< Jenny, posso entrare? Disturbo? >>
<< A, sei tu? In questo caso si, stavo tranquillamente
guardando i Baby Looney Tunes. Che sei venuto a fare? A ripetermi
quanto faccio schifo? Quanto sia pessimo il mio carattere? Ti prego,
risparmiamelo almeno oggi. >>
Harry avanzò timidamente e si sedette ai piedi del mio
letto. Mi alzai, tenendomi le coperte ben strette sotto le braccia e
guardando fuori dalla finestra.
<< Veramente... volevo chiederti scusa. >>
<< Non credi sia un po' tardi? >>
<< Sono passato anche ieri sera, ma dormivi. Eri stanca.
>>
<< Come credi che sarei potuta sentirmi? Allegra?
Spensierata? >>
<< No, ascolta lo so che ho fatto di tutto per farmi
odiare, volevo chied.... >>
<< Stà zitto Harry, risparmiami le tue scuse.
Esci dalla mia stanza per favore. Non deve nascere nessun genere di
rapporto tra noi, non per forza! >>
Gli aprii la porta, guardando il pavimento.
Mi sentivo ferita. Non era il primo che mi diceva quelle cose, per
questo faceva molto male.
Inoltre non ci conoscevamo nemmeno bene, se la prima impressione che
gli ho dato è stata quella della perfettina antipatica e
arrogante, devo aver sbagliato tutto.
Andai in bagno e feci una doccia fredda.
Il clima e la temperatura in Irlanda erano decisamente differenti da
Manatthan. Potevo tranquillamente indossare maglie a collo alto al
posto di maglioni.
Indossai qualcosa di semplice, che si adattasse però al mio
umore [
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raggiunsi gli altri nell'atrio.
<< Ehi, che si fa oggi? Abbiamo giornata libera.
>> Ruppe il silenzio Louis, quasi spaventato che qualcuno
potesse ucciderlo per aver parlato in un momento 'spento'.
<< Possiamo andare a casa mia? >>
<< Si ottima idea Niall, Zayn andiamo con la tua auto?
>> Annuì Liam.
<< Ok, prendo le chiavi. >>
<< Niall!!! Dov'è la farina??? >>
<< Sullo scaffale a destra. >>
Io e Lux stavamo preparando dei dolcetti, Zayn Louis e Harry giocavano
alla play, Niall si faceva leccare da Andy e Liam era in bagno da circa
mezz'ora perché gli si era rotta la lampo del pantalone e si
vergognava a venire di sotto. Povero.
<< E' q... Si, l'ho trovata. >> Annunciai
andando in salotto tutta bianca ricoperta di farina.
I ragazzi scoppiarono a ridere, Harry mi sorrise. anaon ci parlavamo da
quando lo cacciai via.
<< Attentii arriva il fantasma dei dolcetti!!!
>> Dissi buttandomi su Louis e Zayn che mi mandavano a
quel paese ridendo.
<< Che mi sono perso? >> Liam
arrivò con un paio di pantaloni di Niall. Io mi alzai e mi
lanciai su di lui e cademmo a terra. Poggiai i gomiti sul pavimento,
cercando di tenermi alzata ma crollai col viso sul suo e scoppiammo e
ridere. Ci si buttò sopra Niall, poi Louis e ne
approfittò anche Zayn. Infine Harry e ha chiudere la
piramide la piccola Lux.
<< Dite chis! >> Lou ci stava scattando una
foto e non ci mise molto a pubblicarla sul web. In pochi secondi la
foto avrebbe fatto il giro del mondo.
<< LOU NOO!!! >> Gridammo tutti.
<< Ormai è fatta. >> Ci fece
l'occhiolino.
<< I biscotti sono quasi pronti! >>
<< Non vedo l'ora di assaggiarli! >> Niall
si affrettò a venire a tavola, gli altri si alzavano pian
piano dalle loro postazioni ancora ricoperti di farina.
<< Stasera si dorme tutti qui! >>
Ululò l'irlandese come un bimbo, togliendo da uno scaffale
dei sacchi a pelo, dopo aver finito l'intera tegliera di biscotti.
<< Ci sto! >> Annuii. Gli altri fecero di
si con la testa, continuando ad ingozzarsi.
<< Buonanotte Niall. >>
<< Notte pakistan boy. Buonanotte dad direction.
>>
<< Buonanotte irlandese, notte kebabbaro, buonanotte mr.
bretelle! >>
<< Buonanotte piccolo orsacchiotto morbidoso.
>>
<< Notte boo bear! >>
<< Buonanotte Jawaad. >>
<< Buonanotte palla di lardo. >>
<< Buonanotte Malik. >>
<< Buonanotte riccio. >>
<< Ragazzi, dormite ora! >> Ululammo io e
Lou.
<< Buonanotte Jenny, buonanotte Lou. >>
<< Buonanotte ragazzi. >>
<< Notte Jennifer. >>
<< Notte Harry. >>
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Capitolo 10 *** 9. ***
don't let go 9
Nono capitolo.
<< Jenny. Jenny svegliati, mamma Louis Liam Zayn e Niall
non sono
a casa. >> Mi dice una vocina tanto dolce mentre mi
strofino coi
pugni gli occhi e cerco di alzare la testa dal cuscino.
<< Che significa che non ci sono? >> Dico
dopo un po', dopo che Lux si è seduta sulle mie gambe.
<< Sono usciti, Harry ancora dorme. >>
<< Capito, forza ora andiamo a svegliarlo.
>>
Mi alzo di peso a malavoglia e raggiungo Harry dall'altra parte della
stanza. Lo scuoto, prima piano, poi un po' più forte per
farlo
svegliare.
<< Harry, i ragazzi non ci sono e sono le due del
pomeriggio.
>> Si gira verso di me e mi fulmina con gli occhi. Io
sono
piegata verso di lui, ma indietreggio.
<< Qual'è il problema, cosa vuoi da me ora?
>> Mi chiede acidamente. Mi alzo in piedi e prendo per
mano Lux.
<< Avrei semplicemente voluto cucinare per tutti e tre,
ma non
sono a casa mia e avrei avuto bisogno di una mano. Ma ho trovato
l'alternativa adatta. >>
Porto Lux nella stanza di Niall per cambiarla ed anch'io mi cambio. Di
solito mi vesto abbinando i colori in base al mio umore, devo dire che
non era dei migliori quel giorno. [
http://www.polyvore.com/senza_titolo_53/set?id=60432472 ]
Chiamai un taxi, che portò me e la piccola Lux ad una
pizzeria dietro l'angolo.
<< Jenny... >> Mi dice la bambina
addentando un pezzo di pizza con le patatine.
<< Dimmi Lux. >> Le rispondo curiosa di
sapere ciò che doveva chiedermi.
<< Perché Harry si comporta male con te?
Perché si
comportano tutti male con te? Tu sei bellissima, io ti voglio
tantissimo bene... >> Si viene a sedere sulle mie gambe e
gioca
con i miei ricci ribelli.
<< Non lo so, piccola. Anch'io ti vogliio tantissimo
bene.
>> Me l'abbraccio forte. 'Perché tutti si
comportano male
con me?'
<< Jenny, perché andiamo al negozio di
strumenti musicali? >> Mi chiede Lux mentre svoltiamo
l'angolo.
<< Voglio comprare una cosa che desidero da tanto tempo.
>>
Mi era venuta l'illuminazione e mi ero ricordata di quando, da bambina,
cantavo a squarciagola saltando sul letto e facendo svolazzare per aria
i miei riccioli, anche allora, ribelli.
<< Questa è perfetta, la prendo. Lux, a te
piace qualcosa?
>> Le chiedo ammirando lo strumento nero laccato, con
corde
perfettamente parallele e un peltro d'argento. Lux divorava con gli
occhi un giochino tutto colorato: una mini pianola.
<< Prendo anche quella, è un regalo per la mia
piccola amica. >> Dico al commesso sorridendo alla
bambina.
Dopo aver pagato usciamo dal negozio, tutte contente.
<< Torniamo a casa, così facciamo a vedere
alla mamma cosa
abbiamo comprato. >> Le sorrido e lei fa un gridolino di
gioia.
Eccoci a casa.
<< Finalmente. I ragazzi sono usciti giusto poco fa.
>> Dice Lou abbracciando la sua piccolina.
<< Ok, guarda cosa abbiamo comprato, mamma!
>> Le risponde tirando fuori da una busta gialla il suo
mini-strumento.
<< M a è stupendo, hai ringraziato Jenny?
>> Mi sorride Lou.
<< Certo che lo ha fatto! Guarda cos'ho comprato io
invece. Non
ho badato a spese, giusto perchè è da quanto ero
bambina
che la desideravo. >> Dissi estraendo la mia nuova
chitarra dalla
sua custodia, sedendomi su una sedia per accordarla.
<< E' fantastica! >> Mi dice passando un
dito sul bordo dello strumento.
<< Lo so. >> Le sorrido. Finalmente
sorridevo in quella mattina iniziata in modo davvero orrido.
Inizio a pizzicare le corde, in cerca di una anche piccolissima
ispirazione su qualche canzone, così me ne venne in mente
una ed iniziai a cantarla:
Don't listen what your girlfriend
says
she reads those magazines
that say you fail the
test
you don't have what she
needs
the leash of her emotions
still got you by the neck
i think i've got a way to
help you forget
about her
that bitch can eat her
heart out
love bites
but so
do i, so do i
love
bites
but so do i, so do i
my lips are pale and
vicious
you're
foaming at the mouth
you've
suffered in the darkness
i'll
suck the pain right out
so
come and taste the reason
i'm
nothing like the rest
i'll
kiss you in a way you'll never forget about me
that
chick can eat her heart out
love
bites
but so
do i, so do i
love
bites
but so do i, so do i...
<< Wow, che grinta!
>> Mi dice Louis ammirando la chitarra.
<< E' fantastica! >>
<< L'ho comprata oggi, ti piace Niall? >>
Il biondo fa segno di si con la testa e gli cedo la chitarra per
qualche attimo.
Mi giro verso Malik che stava prendendo un succo dal frigo e intanto mi
chiedeva da quanto tempo suonavo.
<< Da quando ero bambina. >> Gli rispondo
guardando con la coda dell'occhio Harry, che si era completamente
disinteressato du tutto e tutti...
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