Charlie Jackson e la strada verso il potere

di ily95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** / ***
Capitolo 2: *** / ***
Capitolo 3: *** / ***
Capitolo 4: *** / ***
Capitolo 5: *** / ***
Capitolo 6: *** / ***



Capitolo 1
*** / ***


Charlie non aveva ancora capito dove i suoi genitori stessero portando lui e la sua sorellina.
Sua madre teneva la mano sinistra stretta sul volante e quella destra in quella di suo marito. Lui era seduto al suo fianco e impugnava una penna. Continuava a guardare preoccupato fuori dal finestrino.
Avevano detto solo poche parole da quando erano partiti e Charlie non era riuscito a cavar loro il motivo di quel viaggio improvviso.
Penelope, la sua sorellina di otto anni, continuava a fare domande.
-Stai tranquilla, tesoro. Tra poco saremo arrivati.- le rispondeva sua mamma.
Charlie sbuffò e si infilò l’ipod nelle orecchie.
Era l’unica cosa che era riuscito a portarsi dietro, oltre a quel vecchio skateboard che gli aveva regalato chi sa quale parente di suo padre e che lui non aveva mai usato. Chissà perché poi suo padre aveva insistito per farglielo portare dietro…
Ad un tratto la macchina colpì qualcosa e sobbalzò.
-Ma che…?- Charlie non fece in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo, che venne sbalzato fuori dalla portiera.
Atterrò su un fianco e si rialzò lamentandosi.
La macchina era finita contro un albero ma per fortuna nessuno si era fatto male. I suoi genitori stavano in piedi lì vicino, guardandosi intorno circospetti.
Suo padre teneva in braccio Penelope e la mise a terra vicino a Charlie.
-Papà, cosa sta succedendo?- chiese la bambina.
L’uomo si accucciò e guardò i figli negli occhi – verde mare come i suoi.
-Ragazzi, andate con la mamma. Ci vedremo presto.- li baciò sulla fronte e si rialzò.
Un verso decisamente non umano squarciò l’aria.
Charlie prese la mano della sua sorellina.
-Percy…- il tono della loro mamma era carico di preoccupazione.
Suo marito le andò vicino.
-Andrà tutto bene. Porta i ragazzi al Campo.- le disse.
-Vengo con te.
Lui scosse la testa.
-Annabeth...dobbiamo portare i ragazzi al sicuro.
Lei sembrò cedere e sospirò.
-Fai attenzione, Testa D’Alghe.- gli disse, prima di dargli un lungo bacio.
L’uomo sorrise e, sempre stringendo la sua penna, si avviò correndo verso il bosco.
-Charlie, Penny, andiamo!- ordinò lei.
Iniziarono a camminare a passo spedito lungo un sentiero che costeggiava il bosco.
-Dove stiamo andando? Dov’è papà?- chiese Penelope, trotterellando al fianco della madre, con i codini biondi che ondeggiavano ad ogni passo.
-Andiamo un bel posto, amore. Vedrai, vi piacerà. Papà arriverà tra poco.
Sua madre cercava di apparire calma, ma Charlie riusciva a leggere il timore nei suoi occhi.
Così camminò in silenzio dietro di loro.
All’improvviso si udì un rumore, come di un albero che cade, e un grido.
Il grido apparteneva a una voce decisamente familiare.
Charlie sentì un brivido salirgli lungo la schiena.
-PERCY!- urlò suo madre.
I suoi occhi grigi erano carichi di panico, mentre si posavano prima sul fitto del bosco e poi sui suoi figli.
Li prese per mano e corse avanti di qualche metro, fino a raggiungere una piccola grotta.
-Restate qui. Verrò a prendervi più tardi. Nel caso non riuscissimo a tornare, restate nascosti qui e non uscite per nessun motivo. Appena si farà giorno, uscite e correte sempre dritto per circa 15 minuti. Arriverete alla Collina Mezzosangue. Lì sarete al sicuro.- sua madre scandì bene ogni parola in modo che i due afferrassero esattamente le istruzioni. –Avete capito?
Charlie e Penny annuirono.
-Charlie…stai attento anche a tua sorella.- gli disse. –E usa quello.- indicò lo skateboard.
Charlie si chiese come avrebbe potuto usare uno skateboard su quel terreno ma era troppo spaventato per fare domande.
-Vi voglio bene.- disse la donna.
Poi si sentirono altri rumori di rami spezzati in lontananza e lei si precipitò fuori dalla grotta.
I due osservarono i suoi riccioli biondi sparire nell’oscurità del bosco.
I suoi passi si fecero più lontani.
E così Charlie e sua sorella rimasero da soli.





ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Sono tornata e stavolta con una long! Visto che, se non faccio una fic con i figli dei protagonisti in ogni fandom in cui scrivo, non sono contenta, ho deciso di scrivere questa storia.

Devo chiarire alcune cose. Allora, è ambientata circa 18 anni dopo "Lo scontro finale" e ho completamente ignorato Heroes of Olympus (quindi le avventure di Percy & co. di quella saga possono essere accadute come non essere accadute, fate voi xD). Percy e Annabeth si sono sposati e hanno deciso di vivere una vita "normale" (so che non sarebbe molto possibile ma ehi! è la mia fanfiction ùù) e hanno avuto Charlie e Penelope. Charlie si chiama Charlie in memoria di Beckendorf (sì, sarebbe decisamente una cosa da Percy chiamare il proprio figlio come un vecchio amico che si è sacrificato ùù) mentre non avevo molte idee per il nome della bambina: non credo che Annabeth avrebbe accettato di chiamarla Calypso xD Avevo pensato anche al nome Thalia, ma poi si sarebbe creata un po' di confusione (in seguito capirete perchè). Quindi l'ho chiamata Penelope. Perchè è un nome figo ed è comunque collegato alla mitologia. Quindi ecco qui Charlie e Penelope Jackson! :)
Ho delle fic in sospeso in altri fandom quindi deciderò se continuare o meno questa fanfiction in base alle vostre opinioni. Se vi incuriosisce e vorreste continuare a leggerla fatemelo sapere e vedrò di aggiornarla al più presto.
Vi avverto però che con le trame avventurose faccio un po' pena ma ho fatto del mio meglio per creare una storia più o meno avvincente e non troppo banale. Ci saranno un sacco di colpi di scena! :D
Bene, ora che le note sono più lunghe del capitolo posso salutarvi.
Lasciatemi una recensione!
ily

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Capitolo 2
*** / ***


-Charlie…- piagnucolò Penelope.
Lui le circondò le spalle con un braccio e la tirò vicina.
-Stai tranquilla, Penny… ci sono io qui.- cercò di confortarla.
Si sedette e appoggiò la schiena alla parete di roccia, sempre tenendo la sorellina tra le braccia.
-Mi racconti una storia?- chiese la bambina.
-Sei grande per queste cose, ormai.- tentò di dissuaderla il fratello.
-Ho otto anni, non sono grande! E tu, visto che sei un bravo fratello, mi racconterai una storia!
Charlie sorrise e sospirò.
-E va bene. Che storia vuoi che ti racconti?
-Quella di Ulisse e Penelope.- rispose sicura la bambina. Era la sua storia preferita, perché il suo nome derivava da quel personaggio.
Charlie ormai conosceva tutta l’Odissea a memoria…i loro genitori erano talmente strani che gli facevano studiare robe come mitologia e greco! Ma per il resto erano dei bravi genitori: volevano loro un gran bene e Charlie adorava quanto andavano al mare tutti insieme e suo padre gli insegnava a fare surf…
Cacciò indietro le lacrime, al ricordo dei genitori. Sapeva che erano in pericolo. E sapeva che stavano facendo tutto per proteggere loro due.
Tirò su con il naso e poi cominciò:
-C’era una volta una bellissima isola chiamata Itaca…qui viveva un re molto astuto e coraggioso che…
Charlie continuò a raccontare, mentre Penelope lo ascoltava rapita. Intanto, fuori dalla grotta, la luna era sorta da un pezzo e i rumori del bosco e delle auto in lontananza riecheggiavano nel silenzio.
Finita la storia, Charlie notò che la bambina si era addormentata, con la testa sulla sua spalla. Gli scappò un sorriso e appoggiò la testa al muro, chiudendo gli occhi.
 
Venne svegliato dalla luce dell’alba che penetrò nella grotta.
Aprì gli occhi e si stiracchiò i muscoli indolenziti. Si guardò intorno, sperando che fosse stato tutto solo un sogno. No, era ancora in quella grotta.
E la loro mamma non era tornata.
Scosse leggermente Penelope per le spalle.
-Penny…
Penelope aprì gli occhioni verde mare e si scostò un ciuffo di riccioli biondi dalla fronte.
Guardò il fratello con aria assonnata.
-Penny, vado un attimo fuori…aspettami qui, ok?
-Ma mamma ha detto…
-Lo so cos’ha detto, ma devo fare una cosa. Torno subito.
-Mamma ha detto che devi badare a me.
-Lo so. Ma devo fare almeno un tentativo…mamma e papà sono là fuori. Faccio solo un giro e poi torno qua da te.
Penelope esitò ma suo fratello si alzò in piedi, ripulendosi i pantaloni e si incamminò verso l’esterno.
-Prendi quello!- gli gridò Penny.
Charlie posò i suoi occhi sullo skateboard.
-Mamma ha detto di usare quello. Portalo con te.
Il ragazzo annuì e raccolse l’oggetto, mettendoselo sottobraccio.
-Ci vediamo tra poco.- disse, e uscì.
Camminò verso il bosco, attento a non fare troppo rumore. Non sapeva cosa fosse quell’essere che li aveva attaccati la sera precedente, ma non era sicuro di volerlo scoprire. Voleva trovare i suoi genitori.
Mentre perlustrava il bosco, sentì qualcosa passargli velocemente ad un centimetro dal braccio. Si voltò all’indietro: sull’albero alle sue spalle si era conficcata una freccia.
Iniziò a correre in un’altra direzione, ma sentiva una presenza farsi sempre più vicina.
Ad un certo punto inciampò su una radice e cadde nel fango.
Lo skateboard che aveva con sé, cadendo, premette un bottoncino nascosto e si trasformò in uno scudo di bronzo.
-Woah!- Charlie prese in mano l’oggetto, studiandolo. Sembrava un vero scudo greco!
Proprio mentre si stava rialzando, un’altra freccia arrivò nella sua direzione e colpì lo scudo.
Charlie guardò nella direzione da cui era partita.
Una figura sbucò dagli alberi.
-Ehi!- disse quella.
Camminò in avanti, verso di lui, e venne illuminata dalla luce del sole: era una ragazza più o meno della sua età, sui dodici anni, con dei lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri. Imbracciava un arco e sulle spalle portava una faretra piena di frecce.
-Chi sei?- le chiese Charlie.
-La domanda giusta è: chi sei tu!?
-Mi chiamo Charlie. Devo…devo andare al Campo. Mia sorella è nascosta in una grotta e i miei genitori ieri sera hanno lottato contro qualcosa…non so che…- cercò di spiegare, credendo che quella ragazza avrebbe potuto aiutarlo.
-Dov’è il tuo satiro?- lo interruppe quella.
-Il mio cosa?- chiese lui. Si ricordava di aver letto quella parola in qualche libro di mitologia. Forse era una specie di linguaggio in codice…
-Il tuo satiro! Hai presente…zoccoli, sedere da capra…?
La ragazza sospirò, vedendo l’espressione smarrita di Charlie.
-Ok, devi fare una bella chiacchierata con Chirone. Vieni con me.- disse quella,  afferrandolo per un braccio e iniziandolo a trascinare.
-Aspetta! Prima dobbiamo andare a prendere mia sorella! Le ho promesso che sarei tornato!
La ragazza sbuffò.
-E va bene. Andiamo.
Si incamminarono verso la direzione da cui Charlie era arrivato.
-Come hai detto di chiamarti?- le chiese lui.
-Non l’ho detto.- rispose seria quella. –Sono Melody. Melody Dare.
-E senti, Melody Dare, perché hai cercato di infilzarmi con le tue frecce?
-Credevo fossi un nemico.- rispose Melody, con un’alzata di spalle. –Bello scudo, comunque.
Charlie abbassò lo sguardo sull’oggetto che teneva al braccio.
-Già…beh, io pensavo fosse solo un vecchio skateboard…
-E’ molto ben fatto. Opera di un ciclope, sicuramente.- constatò la ragazza.
Charlie era confuso: satiri? Nemici? Ciclopi? O quella ragazza era completamente fumata o al Campo di cui parlavano i suoi genitori si divertivano a fare giochi di ruolo, fiere rinascimentali e roba del genere. Sì, si convinse, doveva essere capitato nella settimana dedicata alla cultura greca.




SPAZIO AUTRICE
Eccomi qua con il secondo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Ha fatto il suo ingresso in scena un'altra dei protagonisti di questa storia: Melody! Avete capito di chi è figlia, vero? ;) Ovviamente poi i vostri dubbi troveranno risposte nei prossimi capitoli! Riusciranno Charlie, Melody e Penelope a raggiungere il Campo Mezzosangue? Che fine hanno fatto Percy e Annabeth? Quale nuova avventura aspetta i nostri nuovi eroi? Continuate a seguirmi e lo scoprirete!!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione e anche quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite :)
Fatemi sapere cosa ne pensate! (Se trovate errori di grammatica/battitura, siate così gentili da segnalarmeli grazie)
A presto
ily

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Capitolo 3
*** / ***


Arrivarono alla grotta. La piccola Penelope era lì, che lo aspettava, e si stupì quando vide che con lui c’era una ragazza.
-Ehi, fratello, hai trovato una fidanzata?- gli chiese. –Sei davvero carina!- disse, rivolgendosi a Melody.
La sua aria da dura si attenuò mentre si apriva in un grande sorriso rivolto alla piccola.
-Grazie.- le disse. –Ma non sono la sua fidanzata. Mi chiamo Melody e sono del Campo Mezzosangue.
-Penelope, dobbiamo seguirla. Mamma aveva detto di raggiungere quel Campo, no?
La bambina annuì e, inaspettatamente, prese la mano di Melody.
-Perché dai a lei la mano e non a me?- le chiese Charlie, facendo il finto offeso.
-Lei ha un arco e delle frecce.- rispose saggiamente la bambina.
-Io ho uno scudo!- replicò Charlie, sollevando il braccio.
-Oh, che forte!
-Uno scudo non ferisce nessuno, però.- commentò Melody.
-Vuoi vedere? Se lo tiro in testa a qualcuno…
Continuarono il discorso finché non arrivarono alla Collina Mezzosangue.
-Eccoci qui. Ora vedremo se siete davvero dei semidei.- disse Melody.
-Semidei?- chiese Penny.
Charlie fece girare l’indice vicino alla tempia.
-Ha un po’ le idee confuse. Assecondala.- sussurrò alla sorella.
Melody alzò gli occhi al cielo.
-Oh, dei, aiutatemi!- disse, e sparì oltre l’ingresso del campo.
Charlie prese la sorella per mano e seguì la ragazza dentro ai confini del Campo Mezzosangue.
Davanti ai loro occhi si apriva una distesa di campi, con un bosco e un lago, e di edifici greci.
-Wow.- esclamarono i due fratelli all’unisono.
-Benvenuti al Campo Mezzosangue, semidei.- annunciò Melody. –Venite, andiamo a parlare con Chirone.
Entrarono in un grande edificio azzurro.
Penelope cacciò un urletto non appena vide il centauro.
-Non aver paura, figliola.- disse quello, con tono gentile. –Io sono Chirone, il direttore delle attività del Campo.
-Lei è un centauro!- esclamò Charlie.
-Già. Voi due…voi mi ricordate qualcuno.- disse, studiando i due fratelli.
-Li ho trovati nel bosco…stavano cercando il Campo…non c’era nessun satiro con loro.- spiegò Melody.
-I nostri genitori stavano combattendo contro qualcuno…o meglio qualcosa…e sono scomparsi…lei può aiutarci a ritrovarli, vero?- chiese speranzoso il ragazzo.
-Come si chiamano i vostri genitori?- domandò Chirone.
-Percy Jackson e Annabeth Chase.- rispose Charlie.
Melody strabuzzò gli occhi.
-Quei Percy Jackson e Annabeth Chase? Cioè, i salvatori dell’Olimpo? Quelli che hanno sconfitto Crono? Quelli di cui mia mamma parla sempre?- domandò incredula.
Chirone sorrise.
-E’ un onore avervi qui. Raccontatemi della scomparsa di Percy e Annabeth.
 
-Ripetici perché ci hai portato qui, Nico!- disse Percy, guardando male il cugino.
-Perché vi stanno cercando. E qui siete al sicuro.
-C’è puzza di morto qua dentro.- osservò Annabeth.
Il figlio di Ade alzò gli occhi al cielo.
-E’ perché siamo negli Inferi, Sapientona! Sentite, la faccenda è complicata. Le divinità minori si stanno ribellando e vogliono voi.
-Perché noi?- chiese Percy.
-Vogliono portarvi dalla loro parte. Credono che tu possa ottenere il favore degli dei e concedere loro più potere.- spiegò Nico.
-Potrei provarci.- Percy si strinse nelle spalle.
-No.- intervenne Annabeth. –Le divinità minori esistono per una ragione. Se acquistassero troppo potere, cercherebbero di rovesciare l’Olimpo. Prenderebbero il posto di Zeus, Poseidone e tutti gli altri.
-Quindi dobbiamo restare nascosti qui?- domandò Percy.
-Finchè le cose non si saranno calmate, sì. Altrimenti vi attaccherebbero altri mostri. E io non posso sempre arrivare a salvarvi.
-Non possiamo restare qui!- obiettò Annabeth. –I nostri figli sono da soli!
-Se la caveranno alla grande.- commentò noncurante Nico.
-Non possiamo inviar loro un messaggio Iride?
-Niente da fare. Iride non ha ancora deciso se schierarsi dalla parte di Cratos, che sta guidando la ribellione, o no. Finchè non saremo sicuri, non possiamo affidarci a lei. Di andare al Campo non se ne parla nemmeno. Sarebbe il primo posto in cui vi cercherebbero.
Percy e Annabeth si guardarono. Sapevano che Nico aveva ragione, ma non volevano lasciare i loro figli in balia di loro stessi.



ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Scusate se vi ho abbandonati ma sono stata al mare :) Ecco qui anche il 3° capitolo. Vi avevo avvertiti che con le trame faccio un po' schifo però questo è tutto ciò che mi è venuto in mente xD Però spero che qualcuno continuerà a seguirmi...Come avete visto Percy e Annabeth stanno bene (per ora), grazie al mio Nico ùù Quale avventura attende Charlie? Lo scoprirete presto (?)
Baci
ily

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Capitolo 4
*** / ***


-Quindi mi sta dicendo che i nostri nonni sono Atena e Poseidone?- chiese incredula Penelope.
-Esatto.- confermò Chirone, stanco di ripetere la storia per l’ennesima volta.
Charlie riflettè: in effetti si era sempre chiesto perché suo padre non chiamasse mai Paul “papà” e sua madre non chiamasse mai Sarah “mamma”. I loro veri genitori erano degli dei olimpici!
-E secondo lei, le divinità minori avrebbero mandato dei mostri a catturarli?- ripetè il ragazzo.
-Sì. Altre domande?
-Come facciamo a salvarli?- chiese Charlie.
-Ragazzi, non siete ancora pronti. Dovete addestrarvi. Imparare a combattere. Non potete partire così…
-E invece sì.- ribattè una voce femminile.
Nella stanza entrò una donna dai lunghi capelli rossi. Charlie notò che assomigliava molto a Melody, anche se il colore degli occhi era diverso.
-Charlie e Penelope Jackson!- esclamò la donna, sorridendo. –Li somigliate così tanto! Avete i suoi stessi occhi! E il sorriso di Annie! Hai visto, Chirone? Sono così belli!
Il centauro sorrise.
-Penso che abbiano ereditato anche il loro coraggio. La forza di Percy e l’intelligenza di Annabeth.
La donna li fissò ancora, mettendoli a disagio.
-Io sono Rachel Elizabeth Dare. Oracolo…e madre di Melody.
-Perché hai detto così, prima?- chiese Chirone.
-Ho avuto una visione. Charlie dovrà andare ad incontrare gli dei minori.- annunciò. Poi i suoi occhi si trasformarono in occhi diversi e si accesero di un bagliore verde:
A sud i discendenti degli dei dovranno andare
Il figlio di eroi, la figlia delle arti ed un ragazzo del cinghiale
Affronteranno molti pericoli e la potenza,
Nei boschi affronteranno l’ultima resistenza
Un eroe perduto e risorto li accompagnerà nel cammino
Finchè le Parche decreteranno il suo destino

-Che significa?- chiese Charlie.
-Non ne ho idea.- rispose Rachel con un sorriso.
-Il figlio di eroi è senza dubbio Charlie.- riflettè Chirone. –La figlia delle arti…deve essere di certo una figlia di Apollo e ho una mezza idea di chi potrebbe essere.- rivolse un sorriso a Rachel. –Un ragazzo del cinghiale…qualcuno della Casa di Ares. Avremo una figlia di Apollo e un figlio di Ares nella stessa impresa, davvero raro! Il resto, non ho proprio idea di cosa voglia dire.
-Chi è questo “eroe perduto e risorto”?- domandò Charlie.
Rachel allargò le braccia e scosse la testa.
-Non chiedetelo a me.
-Ehi, un momento! Anch’io voglio andare a salvare mamma e papà!- si lamentò Penny.
-No, tu sarai al sicuro qui.- disse Charlie, accarezzando i riccioli biondi della sorellina.
-Allora è deciso. Partirete tra quattro giorni. Fino ad allora vi addestrerete qui al Campo.- decretò Chirone.
-Melody!- Rachel chiamò la figlia, che si precipitò nella stanza.
-Sì, mamma?
-Accompagna Charlie e Penny alla loro cabina.- poi guardò Chirone, in attesa di suggerimenti.
-La numero 3.- disse il centauro. –E’ così vuota da quando vostro padre l’ha lasciata.
Melody, Charlie e Penelope attraversarono il Campo. I due fratelli si guardavano intorno estasiati: quel posto era un’illustrazione da libro vivente!
C’erano satiri che rincorrevano ninfe degli alberi, semidei che combattevano, che tiravano con l’arco, che scalavano una parete di roccia…
-Charlie, Penny!- chiamò una voce familiare.
I due si voltarono.
-Zio Grover?!- esclamò Charlie, riconoscendo quel volto familiare.
Lo zio Grover era un amico di mamma e papà un po’ zoppo, che andava a trovarli ogni tanto. Ai ragazzi piaceva ascoltarlo mentre suonava il flauto…ad un compleanno aveva regalato anche a Charlie un libro pieno di illustrazioni e curiosità su piante e animali di tutto il mondo.
Ed ora era lì di fronte a loro con i suoi riccioli castani e delle zampe da capra.
-Sei un satiro!- esclamò Penelope.
Grover fece un sorriso un po’ imbarazzato.
-Non preoccupatevi. I vostri genitori vi hanno tenuto nascosto tutto questo solo per proteggervi.- sospirò. –Ma niente dura per sempre, no?
-Tu sai dove potrebbero essere?- domandò la bambina.
Grover scosse tristemente la testa.
-No. Proverò a cercare di attivare il collegamento empatico che ho con Percy.
-Aspetta. Zio Grover, tu sai qualcosa della missione che ci attende?- chiese Charlie.
-No, mi dispiace, ragazzi. So solo che molte divinità minori stanno passando dalla parte di Cratos e vogliono rovesciare l’Olimpo, creare una nuova gerarchia, e mettersi al vertice della piramide.
-Ma non possono farlo, no? Gli altri dei sono più potenti!- ribattè Charlie.
-Gli altri dei sono troppo sicuri di loro stessi. Senza l’aiuto di molti dei minori, non riuscirebbero ad esercitare tutto il potere nel modo in cui lo fanno ora. Zeus non riuscirebbe più a governare. Si lascerebbero sopraffare.
-E’ terribile!
-Per questo dovete andare da loro. Dovete convincerli che una guerra interna è l’ultima cosa che ci serve. La civiltà occidentale ha già perso molti legami con gli dei…se l’Olimpo dovesse essere rovesciato…
-Gli dei cesserebbero di esistere.- concluse Melody.



ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Sono viva...scusate per il ritardo ma sono in montagna e mi manca un po' l'ispirazione xD vabbè, vedrò di inventarmi qualcosa...uhm...magari qualche bel colpo di scena tragico alla zio Troll...ehm, Rick! >:) No, dai, qualcosa troverò! Comunque scusate la pessima profezia, non mi è venuto niente di meglio lol e mi sono inventata anche il nome della matrigna di Annabeth visto che nei libri sembra che il suo nome sia "signora Chase" -.- Bene, spero vi sia piaciuto questo capitolo...Grazie di cuore a tutti quelli che mi seguono! A presto.
ily

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Capitolo 5
*** / ***


Charlie e Penelope, dopo aver realizzato ed accettato la faccenda Oh-miei-dei-zio-Grover-è-un-satiro e tutto il resto, si sistemarono nella cabina di Poseidone.
Passarono il resto della giornata ad esplorare il Campo, ancora troppo increduli per gli avvenimenti e le scoperte di quel giorno. Mangiarono in silenzio al tavolo di Poseidone, bruciando un po’ del loro cibo per i loro divini nonni e sentendo le occhiate degli altri semidei su di loro. Arrivata la sera, decisero di non partecipare al falò e andarono a riposare nella loro cabina.
-E’ tutto così strano, Charlie.- disse la bambina, sdraiata sul letto a fianco a quello del fratello.
-Lo so.
-Tu credi…credi che mamma e papà stiano bene?
-Se quello che ci hanno detto su di loro è vero…se sono davvero degli eroi e tutto il resto…di certo sono sani e salvi da qualche parte.
-Ma l’unico modo per scoprirlo è andare in quella missione, giusto?
-Così pare.- rispose malinconico il ragazzo, mentre ascoltava il suono delle onde che si infrangevano in lontananza.
-Promettimi una cosa, Charlie. Promettimi che proverai a portarli a casa.
-E’ ovvio, Penny. Non so se sarò in grado di combattere o robe del genere ma farò tutto ciò che posso per salvare mamma e papà.
-Promettimi anche che non morirai.
Charlie abbozzò un sorriso e si protese verso la sorellina, per schioccarle un bacio sulla testolina bionda.
-Ok. Ora dormi tranquilla.
Il giorno seguente Chirone consegnò a Charlie un foglio con il programma d’addestramento intensivo che il ragazzo avrebbe dovuto seguire per i giorni seguenti.
Quella mattina iniziò con l’arrampicata, in cui per poco non finì incenerito dalla lava, per poi proseguire con le lezioni di scherma.
Mentre si dirigeva verso l’arena di addestramento, controllò lo stato in cui si trovava: la maglietta arancione che gli avevano dato in dotazione era un po’ bruciacchiata e anche un ciuffo dei suoi capelli biondi si era annerito, ma per il resto non aveva subito troppi danni.
Entrò nell’arena, in cui molti ragazzi si stavano allenando combattendo tra di loro e facendo a pezzi manichini.
Si diresse verso l’armeria.
-Ciao.- un ragazzone alto e massiccio lo accolse con un sorriso. –Sono Sean, capocabina di Efesto.
-Ciao, io sono Charlie.- rispose timido lui.
-Nuovo arrivato?- domandò Sean comprensivo.
Charlie annuì.
-Bene. Che arma vuoi provare?
Charlie fece scorrere lo sguardo su tutte le armi disponibili: spade, lance, archi, mazze, pugnali e ferraglie a cui non avrebbe neanche saputo dare un nome.
Sean colse lo sguardo spaesato del ragazzino e prese una spada.
-Prova questa. Non tutti la sanno usare…ma mi ispiri fiducia.- gli strizzò l’occhio e gliela passò.
Charlie afferrò l’elsa titubante.
La spada era bilanciata perfettamente, non troppo pesante, non troppo lunga. Charlie sentì il potere scorrergli lungo le braccia.
-Wow.- sussurrò.
-Se no puoi provare con qualcos’altro…- Sean stava frugando tra le armi.
-No, faccio un tentativo con questa.- rispose convinto lui.
Si diresse verso il centro dell’arena.
-Bene, bene…un nuovo pivello a cui dare il benvenuto.- sghignazzò un ragazzo, avvicinandosi.
Fece roteare la sua spada con aria minacciosa.
Iniziò a sferrare colpi veloci e potenti. Charlie avrebbe voluto essersi ricordato il suo skateboard/scudo, ma lo aveva lasciato nella sua cabina. Cercò di parare alla bell’e meglio i colpi con la lama della sua spada, ma quel semidio sembrava inarrestabile.
Riuscì a deviare un colpo e a compiere un affondo, che ferì leggermente il braccio del suo nemico.
-Ehi!- si lamentò quello.
Ma Charlie ormai era agguerrito. Sentiva il sangue divino scorrergli nelle vene, sentiva la forza di quell’arma impadronirsi dei suoi movimenti. Cominciò a sferrare un colpo dopo l’altro, riuscendo a colpire l’armatura dell’avversario.
-Cosa credi di fare, ragazzino?- un altro ragazzo gli si parò davanti.
Charlie alzò la spada, pronto a battersi anche con lui, ma la punta di una lancia lo colpì al fianco.
Cadde a terra, mentre i tre figli di Ares se la ridevano.
-Torna dalla tua mammina!
-Riprovaci quando sarai più grande!
-Peter, Jay, Sam! Cosa state facendo?- chiese un altro ragazzo. Era alto e magro, con i capelli castani sparati all’insù.
-Ecco il nostro “fratellino”!- lo schernì uno dei tre.
-Dobbiamo ancora capire chi ha scambiato la tua culla!- disse un altro.
-Già…Non puoi essere un figlio di Ares! Non sai tenere neanche una spada in mano!
Risero.
Il ragazzo non diede loro retta e si avvicinò a Charlie.
Si abbassò e gli tese la mano.
-Scusali. Sono degli idioti. Sono Hector…vieni, ti accompagno in infermeria.
Charlie sorrise e afferrò la mano di Hector, che lo aiutò a rialzarsi.




ANGOLO AUTRICE

Ciao! Innanzitutto, scusatemi se questo capitolo è un po' noioso! Per un po' mi concentrerò sulla vita di Charlie e Penny al Campo Mezzosangue, quindi lo svolgimento sarà un po' lento...ma non vi preoccupate, arriveranno anche le parti avventurose! Detto questo, ringrazio tutte quelle fantastiche persone che mi seguono, in particolare quelle che mi recensiscono! I vostri pareri e le vostre opinioni sono molto importanti per me e cerco sempre di ascoltare i vostri consigli! :) Quindi recensite!
A presto!
PS Ho scritto 2 one shot in questo fandom ultimamente: "If I die young" e "Disarmata." Se volete passate a dare un'occhiata anche a quelle!
ily

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Capitolo 6
*** / ***


Charlie aprì gli occhi. Non si trovava nella sua cabina.
Cercò di alzarsi per mettersi seduto ma la ferita al fianco lo costrinse a ritornare sdraiato.
-Sta’ giù, eroe.- lo ammonì Melody, facendo capolino vicino al suo letto.
La ragazza prese alcune bende, le bagnò in una ciotola piena di uno strano liquido e le passò sulla ferita di Charlie, cantilenando parole in una strana lingua. Charlie si sorprese che riuscisse a capire quello che diceva. Doveva essere greco antico e quella era un’antica benedizione.
-Sei anche un’infermiera?- le domandò.
-Apollo è anche il dio della medicina, non lo sapevi?
-Non so se dovrei fidarmi di te…in fondo solo ieri hai cercato di farmi fuori con le tue frecce.
-Mi sembra che abbiamo già discusso di questo, no? Ora stai fermo e lasciami disinfettare il taglio.
-Chi era il ragazzo che mi ha accompagnato qua in infermeria?- chiese Charlie.
-Oh, è Hector, figlio di Ares. È un tipo a posto…di solito io e miei fratellastri odiamo quelli della casa di Ares ma lui non è tanto male, se lo conosci.
-A differenza di quei bulli dei suoi fratelli.- commentò Charlie.
-Già. Sono solo dei prepotenti…lasciali perdere.
Charlie osservò in silenzio Melody che gli fasciava la ferita.
-Dici che dovrò rimandare la missione?- chiese.
-Non credo. Non è troppo profonda, in un paio di giorni dovrebbe guarire.
Melody finì di fasciargli il taglio.
-Tu sai che cosa ci aspetta?- domandò preoccupato il ragazzino.
-Questa è una faccenda delicata, Charlie. Gli dei minori sono una minaccia non indifferente…Ti conviene allenarti per ogni evenienza…la nostra impresa non sarà semplice.
-Dai già per scontato che la figlia di Apollo sei tu?
-Ovvio.- rispose lei sorridendo. –Ora riposa, eroe. Anche se sei ferito, non sei esonerato dalla Caccia alla Bandiera di questa sera.- disse, allontanandosi.
Charlie appoggiò la testa sul cuscino e si lasciò trasportare nel mondo di Morfeo.
 
Penny aveva passato la mattina a intrecciare ghirlande di fiori insieme a zia Juniper e altre driadi. Mentre tornava verso la cabina n°3, si fermò davanti alle stalle dei pegasi. Gli animali nitrivano e agitavano le ampie ali. Penelope rimase a fissarli incantata.
Una ragazza le passò accanto tenendo un pegaso per le briglie.
-No, non mi riportare nelle stalle!- sentì dire.
-Scusa?- chiese Penny, girandosi verso di lei.
La ragazza la guardò male.
-Che c’è?- chiese quella.
-Cos’hai detto prima?- domandò la bambina.
-Non ho detto proprio niente.- fece lei, superandola con uno sguardo da “questa è fuori di testa”.
-Ehi, mi porti a fare un giro?- disse un’altra voce vicino a lei.
Si guardò intorno. A parte lei, la ragazza e un puledro non c’era nessuno.
-Chi ha parlato?- chiese Penelope, allarmata.
-Io, no?- il puledro le si avvicinò.
-Tu sei un cavallo!
-In realtà, sono una femmina.- replicò il pegaso.
-Sto davvero parlando con un cavallo!
-Mi chiamo Sunshine.- si presentò l’animale. –Mi porti a fare un giro?- chiese, dandole dei leggeri colpetti con il muso.
Penny non ci mise molto per riprendersi. In fondo, per una bambina di otto anni quel mondo appariva più come una favola che come una stranezza.
-Va bene.- esclamò entusiasta e salì sulla groppa della puledra.
Sunshine si librò nel cielo. Penelope non aveva mai provato una sensazione del genere… era fantastico. Si sentiva come Hercules quando cavalcava Pegaso (era sempre stato il suo cartone preferito, quello!).
Sapeva che non sarebbe stata brava a combattere con la spada come suo fratello o a tirare con l’arco come Melody, ma si sentiva perfettamente a suo agio mentre volteggiava in aria con il suo destriero.
Dopo un po’, gli zoccoli di Sunshine si posarono di nuovo al suolo.
-Ti sei divertita, dolcezza?- chiese l’animale.
-Sì! Quando lo rifacciamo?
-Quando vuoi! Io sono sempre qui.
Penelope smontò e ricondusse il pegaso nelle scuderie. Lo spazzolò e lo nutrì e poi lo salutò, dandogli appuntamento all’indomani.
Tornò verso la sua cabina contenta: aveva scoperto di possedere un potere magico e aveva trovato una nuova amica.




ANGOLO AUTRICE
Buonasera! Vi devo informare che no, Era non mi ha rapita e resettato la memoria (cosa che si diverte molto a fare con i poveri eroi......... -.-) Comunque la verità è che mi dovevo riprendere dopo le lettura di Mark of Athena (Sciagura a te, zio Rick!!), ma non voglio spoilerarvi i motivi che affliggono il mio tenero cuoricino quindi...che dire? Eccomi qui! Sono tornata...so che questa storia non sta venendo fuori un granchè ma spero che continuiate a seguirmi. L'aggiornamento andrà un po' a rilento, vi avverto ma appena riuscirò a ritagliarmi un po' di tempo tra scuola, sport e impegni vari continuerò a scriverla. Lasciatemi una recensione!
Baci
ily 

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