i'm leaving today.

di Mils
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** it's not him. ***
Capitolo 2: *** it's complicated. ***
Capitolo 3: *** losing grip. ***
Capitolo 4: *** you stay, really. ***
Capitolo 5: *** i've lost who i am. ***
Capitolo 6: *** insecure. ***
Capitolo 7: *** drunk. ***
Capitolo 8: *** a-mail. ***
Capitolo 9: *** non ho mai smesso. ***
Capitolo 10: *** wedding bells. ***



Capitolo 1
*** it's not him. ***



Quando ero piccola mia mamma mi cantava sempre una canzone prima di andare a dormire, era il nostro modo per dirci 'ti voglio bene, dormi bene stanotte e non fare brutti sogni'. Con Kyle, avevo anche io quest'abitudine. La mia piccolina aveva appena tre anni ma era già molto sveglia e riusciva a cantare quasi metà canzone insieme a me. Quella sera, la misi a letto un po' prima del previsto, dovevo parlare con Nick e non potevo farlo con Kyle in giro, perché di solito le conversazioni con Nick finivano sempre con.. urla, litigate, spinte.. e Kyle non doveva saperlo. Pensa a Nick, chiuso nella sua stanza della musica con quella dannata chitarra, mentre io mettevo a letto nostra figlia. Che gli costava farlo con me? Prima lo faceva. Ma era un ricordo vago, erano tutti ricordi vaghi quelli che comprendevano me, Nick e Kyle insieme. Nick era cambiato, era diventato freddo e insensibile e non mi stupivo più quando lo trovavo a fissare il culo di altre ragazze mentre camminavano per la strada. Non facevamo più niente insieme, neanche l'amore. Dormivamo nello stesso letto ma erano mesi che mi chiedevo se non fosse meglio che lui si trasferisse in una delle molte camere degli ospiti di questa casa enorme che mi ha quasi costretto a comprare. Io volevo una casa piccola e in stile rustico, con un grande giardino dove poter giocare insieme a Kyle e invece ora vivevo in una mega villa dove mi sentivo una specie di ospite. Un ospite in un albergo di lusso, si, ma pur sempre un ospite. 
Scacciai le lacrime che volevano uscirmi dagli occhi.
Che fine aveva fatto la Miley forte e indipendente?
Ah già, era diventata mamma.
Accarezzai il viso della mia dolce e piccola Kyle, addormentata nel suo lettino. Aveva i miei occhi e i capelli di Nick, ma il carattere, era il mio. Forse perché l'avevo praticamente cresciuta da sola. Da quando era nata Kyle, Nick era sempre stato molto.. impegnato. Tour, nuovi album, film, e giri per il mondo per questioni di "lavoro". Non avevo osato chiedere cosa avesse fatto durante quelle settimane - o mesi, a volte - in cui era stato lontano. Avevo paura della risposta. 
<< Dormi, piccolina.. >>, baciai la fronte di Kyle e mi alzai. 
Andai in camera mia - nostra... - e mi infilai una felpa e un paio di pantaloni della tuta. 
Uscii e andai verso la stanza della musica.
Sentii la musica. Nick stava suonando una musica triste e malinconica.
Presi un bel respiro e aprii lo porta. 
<< Nick, amore? >> lo chiamai. Quel "amore" sembrava falso pure a me.
Lui sollevò a malapena lo sguardo dalla chitarra. << Che c'è? >>.
<< Mi chiedevo.. Nick, vieni a letto, è tardi... >>, lo pregai e nella mia testa pregai silenziosamente che dicessi di si.
Di solito andava a letto sempre molto tardi, quando io dormivo già.
Rivolevo il mio Nick, nel mio letto, volevo stare abbracciata a lui prima di dormire. 
<< Tra un po' >> disse, freddo.
<< Oh.. okay... >>.
Nick tornò alla sua chitarra. 
Io rimasi imbambolata sulla porta. 
Forse.. dovevo fare un'altro tentativo. 
Mi avvicinai a lui, ma tutto quello che ottenni fu uno sbuffo. << Miley, ti ho detto che vengo tra poco >>.
<< Okay. Ma.. fa' presto.. mi.. mi manchi >> ammisi. 
<< Va bene! Ho detto tra poco, va' a letto ora >>.
<< Nick.. vieni ora >>, allungai una mano verso di lui, in una richiesta silenziosa.
Ma non ottenni risposta. 
<< Nick.. amore.. >>.
<< Miley! Basta! >> si alzò in piedi, facendo cadere a terra la chitarra, che fece un chiasso del diavolo. Sperai che Kyle non si svegliasse. << Ho detto che vengo, perché devi starmi addosso, eh? >>.
<< Io.. io non ti sto addosso.. >> dissi. 
<< Si, invece. Vai a letto >>.
Presi la sua chitarra da terra e la misi apposto. << Si rovina, lo sai... >>.
Nick me la strappò dalle mani. << E' la mia chitarra, ci faccio quello che voglio >>.
<< Si, lo so, ma.. >>.
Non mi diede il tempo di finire la frase.
<< Quante volte ti devo dire che le mie chitarre non le devi toccare? >>, il suo sguardo freddo mi stava uccidendo.
Mi tirai indietro i capelli, nervosa e imbarazzata. Perché mi doveva far sentire come una bambina cattiva?
Che avevo fatto?
Io.. volevo solo essere gentile con lui. 
<< Mi.. mi dispiace.. >>.
Nick sbuffò di nuovo, stringendo forte la sua chitarra. << Okay, come ti pare. Ora vai a letto, forza >>.
<< Se vuoi resto con te.. ti aspetto finché non finisci... >>.
<< No! Cazzo, Miley, ti ho detto di andare a letto, cosa non hai capito!? Vai a letto! >> mi urlò contro e subito dopo sentii la vocina di Kyle chiamarmi.
Mi voltai verso la porta, poi guardai di nuovo Nick. << Bene, sarai contento, hai svegliato tua figlia. Complimenti Nick, davvero complimenti, ben fatto. Sei proprio.. >>, Kyle mi chiamò di nuovo più forte e io lasciai perdere la definizione di Nick, per niente gentile, e corsi in camera sua, lasciando Nick da solo.
Kyle era seduta sul letto. 
<< Mam..mamma? >>.
Mi sedetti vicino a lei, abbracciandola. << Va tutto bene, piccola.. >>.
<< Pa..papà? >>, si guardò intorno, cercandolo.
Oh, tesoro, non lo so dov'è tuo padre.. quello con cui ho appena parlato di sicuro non è più il mio Nick...
Ma questo non potevo dirlo.
Le baciai la fronte. << Adesso arriva.. dormi però, da brava.. adesso arriva papà.. adesso arriva.... >>.

___________________

okay, non so perché lo sto facendo.
mi è venuta in mente così.
vi avviso, non è una storia come le altre.
qui nick non sarà dolce e buono e gentile e.. rincoglionito, be' si ma da un altro punto di vista.
miley sarà una donna distrutta da un matrimonio che non funziona.
kyle non è la hope che conoscete, è un'altra bambina, che amerete.
tranquilli, non vi farò piangere per notti intere. o forse si.
fatemi sapere che ne pensate eh. 
baci baci.
xoxo.














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Capitolo 2
*** it's complicated. ***



Mi sveglia la mattina dopo con gli occhi lucidi e una voglia mattà di caffè. E io odiavo il caffè. Ma ne avevo bisogno per sopravvivere a quella giornata. Mi rigirai nel letto, ma Nick non c'era. Perfetto, come al solito si era svegliato prima di me apposta per evitarmi, che gesto maturo da parte sua. Mi alzai e andai da Kyle, che dormiva ancora. Decisi che l'avrei svegliata solo dopo e andai in bagno, dove mi feci una lunga doccia, lasciando che le lacrime scorressero insieme all'acqua. Perché Nick mi stava evitando? Che avevo fatto? Provai a pensare a tutti i mesi precedenti ma non ci trovai niente, tornai indietro di anni, a quando era nata Kyle, ma non trovai neanche un mio gesto che potesse essere la causa di tutto questo.
Mi coprii con un lenzuolo e andai in cucina, a preparare un caffè, i capelli ancora gocciolanti. 
<< Nick! >> lo chiamai.
Non rispose, era già uscito.
Sospirai. 
Ma proprio in quel momento lo sguardo mi cadde su una piccola agenda nera. Mi avvicinai e aprii la prima pagina, era di Nick.
Aveva la testa così fra le nuvole.. ma questo non mi impedì di sfogliarla. Ero sua moglia, non stavo facendo niente di male, no? 
Lessi alcune pagine: appuntamenti, interviste, giornate in studio di registrazione e.. nomi, tanti nomi, di tante ragazze... c'erano i loro nomi e il loro indirizzo, insieme a qualche appunto scribocchiato a bordo pagina come "brava", "voce stonata", "non sopporta i bambini", "occhi azzurri". Cosa diamine voleva dire? Erano le sue amanti? E se lo erano, che gli fregava se cantavano male o se non sopportavano i bambini? Doveva solo portarsele a letto, mica farci una famiglia. A meno che.. Nick aveva deciso di lasciarmi? Voleva crearsi una nuova famiglia? E Kyle? No, non avrebbe fatto soffrire la mia bambina. A me poteva anche farmi stare male, ma Kyle doveva tenerla fuori da tutta questa storia. 
Con quel pensiero in testa, tornai in bagno per finire di vestirmi.
Una volta fatto andai da mia figlia, per svegliarla.
<< Kyle, tesoro, devi svegliarti.. >>.
Kyle aprì piano i suoi occhioni chiari, come i miei. << Mamma.. mmh, no.. ancora un pochino.. >>, piagnucolò. 
Dio, era uguale a me. Anche io avrei di gran lunga preferito restare a dormire, ma purtroppo dovevo andare a incidere una canzone tra due ore e prima dovevo portare Kyle da mia madre. Certo, sarebbe stato meglio che quando ero via io ci badasse Nick a lei, ma era chiedere troppo. Le scostai una ciocca corvina dal viso, facendola sorridere. << Andiamo da nonna, amore.. non ti va? >>.
<< Si.. ma dopo. Ora dormiamo, vieni mamma >>, provò a farmi sdraiare insieme a lei ma non ci cascai. Lo faceva tutti i giorni e io arrivavo sempre con ore di ritardo. 
<< No, no, no. Tesoro, forza, vieni >>, la presi in braccio - ignorando i suoi lamenti - e la portai in bagno. << Laviamo i dentini, mmh? >>, presi lo spazzolino e la aiutai, anche se sapeva farlo benissimo anche da sola. Le pettinai i capelli. << Dovremo dare una spuntatina, non credi? >> dissi, lisciandole la chioma folta. Lei scosse la testa decisa. << A papà piacciono lunghi >> disse decisa. Mi guardai allo specchio, il mese prima mi ero tagliata i capelli corti fino alle spalle. Cogliona!, pensai. Trattenni l'ennesima lacrima della giornata appena iniziata e continuai a preparare mia figlia per uscire. 
La lasciai in salotto a guardare i cartoni mentre preparavo una borsa con tutta la sua roba. 
<< Kyle, tesoro, è ora di andare >>, lei si alzò, tendendomi la mano. 
Strinsi quella piccola manina mentre con l'altra tenevo il borsone e uscimmo di casa.
Ad aspettarci fuori c'era una piccola folla di paparazzi. 
Appena ci videro, iniziarono ad avvicinarsi, chimandoci.
<< Miley, Miley! Come va' con Nick? Perché non ci sono più vostre foto insieme? Vi siete lasciati? >>. 
Infilai Kyle in macchina, chiudendola dentro con i finestrini oscurati. 
Cristo, non potevano lasciarmi in pace almeno quando ero con mia figlia?
Mi avvicinai a uno dei fotografi, ma lui parlò prima di me. << E' vero che Nick ha già un'altra fiamma? >> mi chiese, sorridendo.
Il mio primo pensiero andò a quell'agenda nera che avevo trovato.
Scossi la testa, confusa. << No comment... ci si vede >> dissi, prima di entrare in macchina e premere sull'accelleratore. 

<< Grazie, mamma, non so cosa farei senza di te... >> dissi, mentre Kyle salutava mio padre dietro di noi. 
Mia madre mi sorride, amorevole. << Lo sai che ci sarò sempre per te, Miley.. ma sei sicura che vada tutto bene? Lo sai che io non credo mai a quello che dicono i giornalisti ma.. ieri, per caso, mi è capitato di scorgere il tuo nome e quello di Nick su una rivista e allora.. tesoro, c'è aria di tempesta? >>, mia madre aveva usato la parola giusta: tempesta. Tra me e Nick era sempre stata una questione di.. pioggia. Prima c'era la tempesta, le litigate, le urla e i tira e molla, e poi c'era l'arcobaleno. A volte c'era anche una pioggerellina leggera o il cielo sereno, ma ultimamente avevo visto solo lampi e tuoni fra di noi. 
<< Mamma.. è complicato >> dissi, sperando che finisse qui.
Ma erano speranze vane. 
<< Nick.. come sta? >>.
<< Oh lui.. sta.. sta bene, credo... >>. 
<< Credi? Miley! >>.
<< Te l'ho detto! E' complicato, mamma! >>.
<< Si, ma.. >>.
<< Adesso devo proprio andare, o farò tardi anche oggi.. >>, la baciai frettolosamente sulle guance, salutai mio padre e Kyle con la mano e un bacio in aria e corsi verso la macchina. 
Non ci misi molto ad arrivare.
Per una volta, ero puntuale.
Passai tutta la giornate dentro lo studio di registrazione, lasciando il mondo fuori. 
Cantai con tutta la forza che avevo. Era tutto ciò che mi restava, oltre a Kyle.
Quando finii il direttore mi fece i complimenti e mi disse che ci saremo rivisti la prossima settimana per le ultime decisioni. 
Il disco sarebbe stato proprio a fine mese. Non vedevo l'ora.
Ringraziai tutti e uscii.
Chiamai Nick per sapere a che ora sarebbe tornato a casa.
<< Non lo so >> mi rispose.
<< Per cena? >>.
<< Ho detto che non lo so >>.
<< Si, ma.. lo sai che Kyle ti vuole a cena.. >>.
<< Miley ho detto che non lo so, cazzo! >> urlò.
<< E va bene! Come ti pare! Sei proprio uno stronzo... >>.
<< Grazie, anche tu. Ciao >> e riattaccò.
Cosa? Io stronza? Ma che avevo fatto?
Non potevo piangere, non in mezzo alla strada. 
Rimisi in telefono in tasca e tornai in macchina. 
Guidai fino a casa di mia mamma. 
Erano le tre passate e Kyle stava giocando insieme a mio padre in salotto. Mio padre sembrava un bambino quando stava con lei. 
Mia madre mi preparò un thè e ci sedemmo in cucina, da sole. 
Avevo bisogno di una chiacchierata con mia madre. 
<< Allora.. >>, iniziò lei, << come va con Nick? >>.
<< Non è cambiata la situazione da questa mattina, sai? >> risposi, acida. Nick mi rendeva nervosa. 
<< Si. Lo so. Ma, tesoro, non ti fa' bene stare in ansia lo sai.. la tua saluta... >>. 
<< Mamma, per piacere, io sto bene >>.
<< Soffri di una forma di diabete, Miley. Sei sicura di mangiare abbastanza? >> mi chiese.
<< Si >> mentii. Non toccavo cibo da ieri sera e mi sentivo debole, ma non lo dissi.
<< E mangi le cose giuste? Non devi mangiare cibo con glutine, lo sai.. >> mi ricordò.
<< Si, si, lo so... >>.
<< E il tuo cuore.. non devi sforzarlo.. >>. 
<< Mamma! >> dissi, esasperata. 
Mia madre sollevò le mani in segno di resa. << Okay, okay.. allora dimmelo tu come stai >>.
<< Bene >>. 
<< Oh, per piacere, MILEY! Hai le occhiaie, sei dimagrita - ti si vedono le costole tra un po' - hai una tristezza negli occhi che mi stringe il cuore e.. ogni volta che dico "Nick" tremi... >>.
Iniziai a giocare nervosamente con il bordo della mia maglietta.
Mi sembrava di essere tornata a quando avevo quindici anni. 
<< Sistemerò tutto.. >>.
Mia madre allungò una mano attraverso il tavolo e prese la mia mano, << Oh, ma questo lo so tesoro.. ho solo paura che tu non faccia in tempo.. >>.

Kyle e io tornammo a casa verso le otto. 
Kyle si era voluta fermare a prendere un gelato, e a salutare gli zii - Demi e Joe, che Dio li benedica, quei due sono sempre super disponibili a tenerla con loro anche alle due di notte - e alla fine avevo deciso che era inutile preparare la cena così eravamo passate in un ristorante cinese per prendere qualcosa. Kyle era già seduta sul tappeto davanti alla tv, con una porzione di pollo alle mandorle davanti. Mia madre avrebbe detto che una bambina di tre anni non avrebbe dovuto cenare a quel modo, ma io non potevo farci niente: era tardi e lei doveva andare a letto presto, non c'era tempo per una cena completa. 
Mi chiusi in bagno e provai a chiamare di nuovo Nick.
<< Pronto? >>.
<< Nick.. torni, vero? >>.
<< Miley.. no, non torno >>.
Il cuore mancò un battito. << Che.. che intendi? Torni... tardi? >>.
<< No, Miley.. non torno proprio, stanotte >>. 
<< Ma.. come? Perché? >>, ormai stavo per scoppiare a piangere.
<< Ho del lavoro da sbrigare >> disse, freddo come sempre.
<< Vuoi.. vuoi che ti raggiunga? Posso portare Kyle da mia madre e.. >>.
<< No >>.
<< NICHOLAS! >>, le lacrime avevano iniziato a scorrere.
<< MILEY! BASTA! SE TI DICO DI NO E' NO! OKAY? CIAO >> chiuse la chiamata con uno scatto.
Mi lascia cadere sul pavimento, in lacrime. 

Misi a letto Kyle. 
<< Notte, mamma >>.
<< Notte, piccolina. Dormi bene.. >>.
Andai in camera mia.
Il letto sembrava incredibilmente vuoto quella sera.
Dov'era Nick?
Perché non tornava a casa?
Stava davvero lavorando o aveva un "appuntamento di lavoro" con una delle ragazze di quell'agenda?
L'idea di Nick con un'altra mi faceva solo venir voglia di vomitare.
Che fine aveva fatto il mio dolce Nicky?
Quello con cui vivevo adesso era uno stronzo che non conoscevo.
Provai a dormire, ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi veniva in mente Nick con un'altra.
Mi misi a sedere sul letto, con un piccolo attacco d'asma in corso.
No.. no.. Nick.. Nick.. amore.. no, non tu.. non andare via da me.. 
Piangevo come una bambina. 
E visto che mia madre stava sicuramente dormendo, chiamai l'unica persona che mi avrebbe risposto anche all'una di notte.
L'unica che mi aveva sopportato in questi tre anni, o per meglio dire, aveva sopportato i miei pianti e le mie lagne senza fine. 

<< Miley.. che succede? >>.
La voce di Demi mi svegliò del tutto.
Ancora prima che dicessi qualcosa, lei aveva già capito tutto. 
<< Sto venendo da te, tranquilla... >>.
<< No.. Demi.. ho bisogno che tu venga qui, si.. ma.. non per quello che pensi tu.. io ho bisogno che tu badi a Kyle.. Nick non è tornato a casa, stanotte e io.. ho paura che sia successo qualcosa.. tipo.. che sia a letto con un'altra... >>, mi asciugai tutte le lacrime che riuscii a prendere prima che cadessero sul letto. 
<< Oh, tesoro.. io non penso che Nick ti farebbe mai una cosa del genere. Andiamo, è Nick! Ti ama! E' solo.. cambiato.. magari sta passando un brutto momento... >>, ma neanche Demi credeva a quello che stava dicendo. Anche lei aveva avuto modo di vedere Nick all'opera. Rispondeva male a tutti, anche a Demi, che era sempre stata una delle sue migliori amiche. Non andava più a trovare i suoi genitori ed erano un anno intero che non parlava più con i suoi fratelli. Joe diceva che Nick era uscito completamente fuori di testa e che se lo aspettava, era solo una questione di tempo con tutte quelle ore che passava chiuso in studio di registrazione. "E' impazzito" aveva detto l'ultima volta che ci avevo parlato, una settimana fa'. 
<< Demi.. per favore, ho bisogno di fare questa cosa.. vieni qui, bada a Kyle e io.. tenerò di salvare il mio matrimonio.. magari ho davvero solo bisogno di parlare con lui... >>. 
<< Va bene.. sveglio Joe e arriviamo. A dopo, Mils >>.
<< Si.. a tra poco, Dems >>.

In macchina, continuai a riflettere su cosa avrei dovuto dire e come dirlo.
Lo studio di Nick era appena fuori città, ma ci misi comunque un bel po' per arrivarci, per colpa di tutti gli attacchi di panico che mi venirono lungo la strada. Da quando ero così debole? Forse era colpa del cuore.. o del fatto che non avevo toccato cibo tutto il giorno. 
Parcheggiai la macchina e scesi. 
Per la fretta, mi ero messa solo una felpa enorme e un paio di vecchi jeans strappati e un paio di all stars.
I capelli continuavano a finirmi in faccia.
Entrai nello studio, spalancando la porta che sbattè violentemente contro il muro. << NICHOLAS! >> urlai. 
Tutti i presenti si girarono verso di me.
Nessuno di loro era Nicholas.
Anzi, a dire il vero non sapevo neanche chi fossero quelle persone. 
<< Ehm.. signorina, ha bisogno di una mano? >> mi chiese un uomo, avvicinandosi verso di me. 
<< No.. no.. ho.. ho sbagliato studio... mi.. mi dispiace davvero.. davvero tanto. Mi.. mi spiace, arrivederci >>, uscii correndo, trovando una pioggia inaspettata. In un secondo, ero fradicia.
Mi scostai una ciocca bagnata dal viso. 
Un punto a favore della pioggia, è che nessuno si accorge se stai piangendo o se sei semplicemente bagnata.
Se Nick non era in studio di registrazione, allora dov'era?
Purtroppo l'unica immagine che mi veniva in mente era Nick con un'altra ragazza, a letto e poi me, da sola, con Kyle.
Ma non mi sarei fatta soffiare l'amore della mia vita da sotto il naso.
Volevo sapere cosa avesse fatto cambiare così tanto il mio Nick.
Ero ancora convinta che fosse tutta colpa mia.
Ma era una sensazione sbagliata.
Sapevo di non aver fatto niente, ma qualcosa mi diceva che ero a dover rimediare. 
Entrai in macchina, in lacrime.
Ma decisa a fare qualcosa. 

____________________________________________

okay questa storia sta diventando sempre più deprimente.
e triste e malinconica e sto odiando nicholas.
e voi fate bene a odiarlo. 
credo che questa sarà la mia prima vera ff lunga.
sto cercando di rendere i capitoli più lunghi, non so se vi piacerà.
se sono noiosi, ditemelo, okay?
baci baci, xoxo.
ps non uccidetemi.





























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Capitolo 3
*** losing grip. ***


Allora, ho scritto questo capitolo ascoltando Losing Grip di Avril Lavigne, vi consiglio di ascoltarla mentre leggete. 
bene, ci ritroviamo a fine capitolo.


 Uscii dall'auto con il viso ancora umido di lacrime. Avevo provato a sistemarmi i capelli e a darmi un aspetto decente ma era tutto inutile, avevo un aspetto esteriore che rispecchiava perfettamente come mi sentivo dentro: distrutta. Ma ero decisa. Non avrei permesso a tutto di scivolarmi via dalla dita, non avrei perso il controllo. Mi scostai una ciocca dalla faccia e feci qualche passo avanti. Avevo chiamato Demi in macchina, chiedendogli di prendere l'agenda di Nick e leggere tutti gli impegni che aveva per oggi. Naturalmente, non c'era nessun appuntamento in sala d'incisione, ma in compenso avevo recuperato l'indirizzo di una villa a LA dove Nick doveva andare quella sera. Vicino all'indirizzo c'era scritto "Sarah", sicuramente la proprietaria della casa. 
Presi coraggio e andai verso la casa. 
Fuori, tutto intorno alla villa, c'era un cancello con un piccolo citofono attaccato a un muro. Roba di classe.
Roba per chi non voleva essere disturbato.
Peccato che io fossi lì proprio per questo. 
Suonai.
Una voce metallica mi rispose. Anche se modificata da quell'affare, era chiaramente una voce femminile con un forte accento del sud.
<< Si? >> chiese. 
<< Nicholas Jerry Jonas è lì? >>, mi sforzai per far sembrare la mia voce tranquilla e sicura. 
<< Lei chi è, scusi? >>, sembrava piuttosto scocciata. Naturalmente era lei quella scocciata.
<< La moglie >> dissi. 
<< Oh... ehm, no, non c'è.. >>, era chiaro come il sole che mentisse. 
Quella donna doveva sapere per forza che Nick aveva una moglie. Prima di tutto, entrambi eravamo famosi, tutti e due portavamo la fede sempre e comunque e poi uno doveva essere proprio stupido per non aver visto le foto del mio matrimonio visto che era stato trasmesso in diretta mondiale.
<< Senta, voglio solo parlare con lui, poi me ne vado. Mi faccio entrare >>.
<< N.. no >>.
<< Allora faccio uscire lui >>.
<< No.. no >>.
<< Senta >>, stavo perdendo la pazienza e stava per rincominciare a piovere. << Non mi interessa cosa vuole lei, io voglio parlare con mio marito quindi ora lei o mi fa' entrare o mi porta fuori lui! >>.
Sentii una voce in sottofondo. 
Poi di nuovo la donna. << O..okay.. aspetti un attimo >>.
<< Si muova >>. 
<< Si.. un secondo >>.
<< Anche meno, eh >>.
Ero decisamente su tutte le furie, ora.
Chi era quella donna?
Perché Nick era con lei? 
Ci era stato a letto?
Se si, era la prima volta?
Da quanto portava avanti questa storia?
Perché ero stata così cretina?
Già. Perché la colpa era tutta mia che non mi ero accorta di niente. 
Lentamente, i cancelli della villa si aprirono. 
Entrai dentro proprio quando iniziò di nuovo a piangere.
Corsi fino all'ingresso.
Bussai. O forse è meglio dire che inizia a colpire ripetutamente la porta. Forte. Per poco non la buttai giù.
Dopo quasi un minuto buono, una donna in vestaglia da notte mi venne ad aprire. 
Bionda, alta, magrissima, truccata anche alle due di notte. Io ero in felpa.
<< Oh >> fu tutto quello che disse quando mi vide.
Era giovane, forse uno o due anni più di me. E più di Nick.
Ora gli piacevano le donna più grandi? Cristo.
<< Si, "oh". Come ti pare. Fammi passare >> la spinsi da parte, entrando in casa.
Lei chiuse la porta ma rimase lì, imbambolata.
Mi guardai intorno, ma di Nick neanche l'ombra. 
<< Dov'è? >> le chiesi.
Lei mi guardava imbambolata. 
<< OH! Dimmi dove cazzo è mio marito! >> urlai. 
<< Io.. io.. >>. 
<< Puttana, dimmi dove ti sei scopata mio marito! >>, ora avevo perso il controllo.
Lei divenne tutta rossa e abbassò lo sguardo, imbarazzata. 
Avrei voluto strangolarla.
<< Miley, amore, calmati, ti prego >>. 
La sua voce attirò la mia attenzione. 
Nick stava scendendo le scale. 
Era a petto nudo e con un paio di vecchi jeans. 
<< Hai la cerniera abbassata, coglione >> dissi. 
Lui se la tirò su. << Grazie, piccola >>.
<< Non chiamarmi "piccola", stronzo! >>.
Nick mi raggiunse. 
Sarah, se questo era il suo nome, lo guardava imbambolata. La sentii mormorare qualcosa come "sono andata a letto con un uomo sposato.. con un Jonas.. wow!", come se avesse solo tredici anni. Ora la strangolo davvero, pensai. Ma restai ferma al mio posto perché la mia mente non reagiva agli ordini del mio corpo, né il contrario. Era tutto sconvolgente e io non sapevo che fare. 
Lui mi circondò la vita con un braccio ma io mi tirai indietro. << Toccami di nuovo e ti casto >> ringhiai.
Lui annuì, con sguardo assente. Poi guardò lei. << Grazie della serata, Sarah. Ti farò sapere per quel video clip >>.
Guardai Nick, disgustata.
Ora prometteva pure apparizioni nei suoi video musicali alle ragazze per portarsele a letto?
Lei sorrise, tutta contenta. 
Scattai verso di lei, ben intenzionata a ucciderla, ma Nick mi afferrò per la vita e mi sollevò da terra, trascinandomi fuori dalla casa mentre scalciavo e gli urlavo di lasciarmi andare. Una volta fuori, mi appoggiò una mano sulla schiena e mi spinse fuori con forza, facendomi cadere per terra. Mi porse una mano, << Scusa, piccola >>, sembrava sincero ma io volevo solo urlare e piangere e non riuscivo a capire se stesse chiedendo scusa per avermi fatta cadere o per essere andato a letto con un'altra. 
Mi alzai da sola e gli diedi uno schiaffo. 
<< Sei solo un pezzo di merda. Avrei dovuto dare ascolto a.. >>.
<< A chi? Eh? >>, si toccò la guancia che avevo colpito. << Sei solo una stronza! >>.
<< E tu sei un coglione! E ora che ti sei portato a letto quella puttana sei felice, mmh? >>.
<< Si, molto! >> mi urlò in faccia, stringendomi le spalle con le mani, attirandomi verso di lui. 
<< Lasciami! >>.
<< Smettila di agitarti tanto! Come se tu non lo sapessi già! >>.
<< Sapevo solo che eri un coglione! Ma.. tradirmi! TRADIRMI, NICHOLAS! >>, una lacrima mi rigò il viso.
<< Come se fosse la prima volta.. >>.
Fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia. 
<< Co..cosa? L'hai fatto.. altre volte? >> chiesi, lottando per liberarmi della sua presa.
<< Non importa quante volte l'ho fatto, Miley >>.
<< Si, che importa, idiota! Quante volte! Quante! Voglio il numero, coglione! >> ero una furia, ma lui mi stringeva troppo forte. 
<< Smettila, sembri una bambina.. >>.
<< Sono stanca, Nicholas! Non ce la faccio più.. >> mi accasciai per terra, Nick mi lasciò finalmente andare. 
<< Non importa, Miley.. >>.
<< Come non importa? >>.
<< Il danno è fatto. Andiamo a casa >> mi aiutò ad alzarmi e io lo lasciai fare, perché ero stanca e volevo solo piangere. 
Per tutta la strada di ritorno a casa non parlammo.
Io piangevo.
Lui guidava.
E stavo ancora piangendo quando Demi venne ad aprire la porta di casa, seguita da Joe.
I due fratelli si guardarono, senza riconoscersi.
Mi gettai fra le braccia della mia migliore amica, che mi strinse forte a sé. << Shh, andrà tutto bene.. resto io con te >>.
Non riuscivo neanche a parlare, piangevo soltanto.
Sentii Joe e Nick urlare in salotto.
<< Sei un coglione, Nick >>.
<< Non ti ci mettere anche tu, Joe! >>.
<< Ma ti rendi conto di quello che stai facendo? >>.
<< Si! Perfettamente! >>.
<< Stai mandando tutto a puttane! >>.
<< Bene e che vada tutto a puttane! La mia vita fa' schifo tanto! >>. 
Le sue parole mi ferivano come un coltello.
Mi si conficcavano nella pelle e sentivo dolore in tutto il corpo.
Demi mi fece sedere sul divano. 
Mi prese per mano, rassicurandomi. << Non dice sul serio.. >>.
<< Si.. si invece.. mi odia.. mi odia... >>. 
<< No che non ti odia, sciocca.. sta solo passando un brutto momento... >>.
<< Questo "brutto momento" dura da tre anni e io non ce la faccio più... >>, mi coprii il viso con le mani e piansi. 
Piansi con la mia migliore amica vicino che mi rassicurava, senza successo.
Volevo morire.
Volevo solo svegliarmi da questo incubo.
Volevo tornare indietro nel tempo e non sbagliare più.
Qualunque fosse lo sbaglio.

Erano passati due giorni dal mio litigio con Nick.
Non ci guardavamo neanche più negli occhi.
Lui evitava me.
Io evitavo lui. 
Kyle continuava a chiedermi quando papà sarebbe tornato a casa e io continuavo a mentirle.
Nick mi costringeva a mentire a nostra figlia.
Lo odiavo per questo.
Era mattina presto e Kyle era già da mia mamma da ieri notte. 
Andai in cucina per preparare la mia colazione e me lo ritrovai lì.
Non l'avevo sentito rientrare. Dove aveva dormito?
Basta, non mi interessa. Che dorma dove vuole..
<< Buongiorno.. >>.
Lo guardai. << Ehm.. giorno >>. 
<< Dormito bene? >> chiese.
<< Che cazzo te ne fotte? >> risposi, acida. 
Se sperava di farsi perdonare, sbagliava di grosso.
<< Più di quanto tu creda. Allora, dormito bene? >> ripetè.
<< Ho dormito da sola, al contrario tuo che sicuramente ti sarai scopato chissà quante ragazzine alle mie spalle... >>, avevo sperato che la mia voce risultasse acida e cattiva, invece sembravo più sul punto di scoppiare in un pianto disperato.
<< Oh, non tante.. >>, sembrava quasi che stesse scherzando o mi stesse prendendo in giro.
<< Smettila >> dissi, sbattendo la mano sul bancone della cucina. << Sono stanca, Nick! >>.
Lui tornò subito serio. << Lo so... >>.
<< Che.. che hai fatto ieri sera? >> chiesi.
<< Due ragazze.. non.. non sapevo che fare.. ma non lo saprà nessuno, sono stato attento >>.
Spalancai gli occhi. << Ti stai preoccupando della stampa in un momento come questo!? >>.
<< Be', pensavo.. che ti desse fastidio >>.
<< Chi se ne fotte dei paparazzi! Nick, a me importa di te! >>, mi pentii subito di averlo detto. Dovevo essere fredda, come lui. 
Nick accennò un sorriso. << Oh, ma davvero? A me non sembra >>.
<< Ti si è fottuto il cervello? >>.
<< Miley, non mi va di parlarne >>.
<< A me invece si! >>, a quel punto la parte di me che era ancora pazzamente innamorata di Nicholas prese il sopravvento, spingendomi ad avvicinarmi a lui e prenderlo per mano. << Nick.. parla con me, dimmi che sta succedendo.. perché io non capisco.. >>.
Lui strinse le mie mani. 
Lo sentii di nuovo mio.
Ma poi mollò la presa, lasciandomi sola.
<< Mi spiace.. non ci riesco... >>, sembrava seriamente dispiaciuto.
Uscì dalla cucina, lasciandomi sola.
Di nuovo.

Mi chiusi in bagno, mi mancava il fiato.
Ero debole.
Dovevo assolutamente mangiare qualcosa.
Ma avevo lo stomaco chiuso.
Una piccola manina bussò alla mia porta.
<< Mamma? >>.
<< Kyle, torno a letto.. è tardi >>.
<< Mamma, papà si sta facendo la bua... >>.
Spalancai la porta, fissando intensamente mia figlia. << Cosa!? >>.
<< Pa..papà.. >>.
Non la feci finire e corsi verso la camera della musica di Nick.
Lo trovai che stava distruggendo la sua chitarra.
Lui amava quella chitarra più di quanto amasse se stesso.
<< Nick! >> urlai, correndo verso di lui.
<< Miley, vattene! Lasciami solo! >>.
Non lo ascoltai e cercai di strappargli di mano la chitarra, ormai a pezzi.
<< Lascia. Lascia, amore.. >> lo pregai. 
Ma lui era troppo forte per me. 
Mi spinse via, gettandomi a terra.
Sentii i leggeri passi di Kyle davanti alla porta.
Mi voltai verso di lei. << Mamma.. papà... che fate...? >> chiese, con l'innocenza di una bambina di tre anni.
Nick la guardò, addolcendo subito l'espressione. 
Il mio Nick, pensai. 
Ma fu solo un attimo.
<< Kyle, è tardissimo, dovresti essere a letto >> le disse, severo. 
Lei mi guardò, come in cerca di aiuto.
Le andai incontro, gattonando. << Amore, adesso la mamma viene.. >>.
<< E papà? >>, aveva gli occhi lucidi. Guardò Nick.
Anche io lo guardai. << Si.. anche papà viene. Ma adesso, a nanna >>, mi alzai e la presi in braccio.
Prima di uscire dalla stanza, mi voltai un'ultima volta verso di lui. << Non mi importa se mi odi, ma vieni a letto stanotte.. >>.

______________

io lo so che mi state odiano.
lo so, lo so, lo so.
ma è tutto terribilmente complicato.
non tanto alla fine. 
e vi do il permesso di prendere a parolacce nick, lo faccio anche io :3
fatemi sapere cosa ne pensate. 
ho cercato di scrivere molto e di postare molto ma la prossima volta aspetterò che ci siano più commenti :))









 

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Capitolo 4
*** you stay, really. ***



Quella sera misi a letto Kyle e andai alla ricerca di Nick. 
Lo trovai addormentato nella stanza della musica. 
Era sdraiato sul pavimento, con gli occhi chiusi e l'aria serena, per la prima volta dopo anni lo vedevo di nuovo sereno. Mi chiesi perché mi avesse privato di vederlo dormire, vederlo in quello stato di beatitudine. Mi avvicinai ancora un po', inginocchiandomi vicino a lui. Ancora una volta mi chiesi cosa fosse andato storto. Ero stata io? Era colpa mia? Colpa sua? Di.. no, non poteva essere colpa di Kyle. Lei era la bambina più dolce e buona del mondo. Ripercorsi con la mente la mia gravidanza. Quando avevo saputo di essere incinta Nick sembrava l'uomo più felice del mondo, anche se sotto sotto io vedevo che in realtà c'era agitazione e ansia nei suoi gesti e nei suoi occhi. Però era sempre molto dolce e gentile, e si prendeva cura di me. Sorrisi, a quei ricordi. Nick che mi portava la colazione a letto, Nick che mi accompagnava a fare le visite e si assicurava che andasse sempre tutto bene, Nick, il mio Nick, che baciava il mio pancione e mi sussurrava quanto mi ammasse, ci amasse. Poi Kyle. Nick inizia a essere ansioso. Ma ho sempre pensato che fosse perché era un padre molto protettivo. Poi Kyle aveva compiuto un anno e ogni mia scusa - è solo ansioso, è solo stanco, Kyle ha pianto tutta la notte, ha soltanto avuto un mese no, non sta bene, sono sicura che tra un po' starà meglio - aveva iniziato a cedere. Nessuno mi credeva più.
La dura verità era che Nick era cambiato. 
E non ne conoscevo il motivo.
Accarezzai dolcemente la guancia di Nick.
Lo odiavo, ma non potevo fare a meno di preoccuparmi per lui.
Il mio Nick.
L'unico uomo che avessi mai amato.
E che adesso mi stava rifiutando.
Adesso il mio Nick stava diventando qualcuno che non conoscevo.
Un ragazzo, non un uomo.
Si stava comportando in un modo talmente infantile..
Tradirmi. Come aveva potuto?
Saperlo con un'altra donna.. le lacrime iniziarono a rigarmi il viso. 
Mi immaginai lui, Sarah, altre mille donne, nel suo letto, le sue mani sui loro corpi, i loro corpi sopra, sotto di lui. 
Mi veniva da vomitare. 
E lo feci. Andai in bagno e vomitai. Mi lavai i denti e tornai da lui.
Anche se vederlo così rilassato mi fa stare bene, ho bisogno di parlargli.
Lo scuoto gentilmente. << Nicholas.. >>, niente "nick", niente "nicky", sono ancora incazzata nera con lui.
Lui si agita nel sonno.
<< Nicholas >>.
Lui apre lentamente gli occhi. 
Ci guardiamo per un tempo che mi sembra infinito.
Mi sembra passata una vita dall'ultima volta che ci siamo guardati in questo modo.
<< Che ci fai qui? >> mi chiede.
<< Io? Stai dormendo sul pavimento, Nicholas >>.
<< Non sono affari tuoi di dove dormo >>. 
<< Sono tua moglie.. >> gli faccio notare. 
<< Si.. e allora? >>. 
E' ancora sdraiato, e io sono inginocchiata vicino a lui.
Lo guardo dall'alto al basso, ma mi sembra il contrario.
Lui, il suo sguardo freddo, mi sovrasta.
<< E allora sono tua moglie e vorrei che dormissi in camera da letto, con me... >>.
<< No >>.
<< No, cosa? >>.
<< No, e basta. NO >>.
No, le urla no.. << Nicholas... >>, mi allontano un po', sedendomi per terra.
<< COSA!? >>, le mie preghiere vanno tutte a farsi benedire. << COSA, MILEY, COSA!? >>.
<< Non.. non urlare.. >> lo prego.
Nick si alza in piedi e stavolta non è solo una mia impressione. 
Mi sta sovrastando. Mi sento piccola piccola.
Indifesa e impaurita. 
<< Non urlare e basta, Cristo Santo! Basta Nicholas, sono stanca! >>.
<< Lo so che sei stanca! Anche io sono stanco! >>.
<< E allora.. smettiamola >>.
<< Di fare cosa? Noi.. è questo il punto, Miley.. non non facciamo niente.. >>.
<< E' questo il punto? >> chiesi, alludendo al suo squallido doppio senso e al suo malato sorrisino ironico. << Hai voglia? Tutto qui? Ero impegnata con la bambina ma eri tu che mi scacciavi! Non dormi più neanche nel nostro letto, idiota! >>.
Nick mi afferrò un polso, tirandomi su a forza.
Troppa, forza.
<< Cazzo, fai male! >> strillo, liberandomi dalla sua presa.
<< Sei.. insopportabile. Non ti ho fatto niente, eh! >>.
<< Ah, no? Eh certo perché questi segni rossi me li sono fatta da sola! >> sventolo il mio polso davanti alla sua faccia.
<< Ne saresti capace! >>.
<< Ma che dici? Sei impossibile! Non riesci mai a fare niente! Sai solo farmi del male, vero Nicholas? >>.
Nick si prende il viso fra le mani, come se gli stesse scoppiando la testa.
<< Lo so! Lo so! Faccio schifo! MI FACCIO SCHIFO! >> urla, avvicinandosi alla parete e dando un pugno alla parete.
Sento quasi il rumore delle sue dita che si spezzano.
Mi avvento su di lui, afferrandogli la mano e tenendola fra le mie. << Sei un coglione.. e ora ti sei fatto anche male... >>.
Nick non provò a liberarsi. 
Strinse la mia mano, anche se la sua gli faceva male.
<< Sta andando tutto a pezzi... >> sussurrò, avvicinando la sua fronte alla mia. 
<< Si... io non voglio, però.. io.. >>.
<< Non dire niente. Zitta, mmh? >>, con la mano libera mi strinse la vita, attirandomi a sé.
<< Che.. che vuoi fare..? >>, non mi toccava a quel modo da.. avevo perso il conto. Da molto. Da troppo.
Nick mi accarezzò il viso, non troppo dolce, ma neanche con la cattiveria con la quale mi toccava di solito. 
<< Non avevi detto che ti mancavo a letto..? >>, sembrò tornare un bambino. Era indifeso. E bellissimo.
Annuii, confusa. << Nick.. >>.
Prima che potessi dire qualsiasi altra cosa le sue labbra furono sulle mie.
Da quanto non mi baciava?
Da quanto non lo sentivo così?
Le sue mani iniziarono subito a sollevarmi la maglietta, accarezzandomi la pelle. 
Ma c'era qualcosa che non andava.
C'era fretta, dolore nei suoi gesti.
Ma non mi importava, era Nick e lo amavo.
Ricambiai il bacio gettandogli le braccia al collo.
Nick mi spinse fuori dalla stanza, senza interrompere il bacio, che cresceva sempre di più.
Arrivati in camera da letto, ormai avevo quasi perso la maglietta e Nick era a petto nudo.
Mi buttò sul letto con talmente tanta forza da farmi venire un mal di testa istantaneo. 
Ma non mi importava.
Mi strappò quasi i pantaloni di dosso, graffiandomi le gambe.
Ma non mi importava.
Non mi diede neanche il tempo di abituarmi al suo corpo nudo contro il mio che già era dentro di me, con forza.
Urlai.
Non ci badò, continuò con ancora più forza.
Faceva un po' male. Un po', certo..
Ma non mi importava.
Provai a calmarlo.
<< Nick.. amore.. ahi.. ahi.. tesoro? >>.
<< Shh, zitta.. >>.
<< Nick.. fa male.. dai.. amore! >>. 
<< Abbiamo quasi fatto.. su, shh >>.
Mi arrabbiai.
Perché mi trattava così?
Prima mi costringeva a fare l'amore con lui, poi mi faceva male, lo ignoravo e lo assecondavo e ora mi trattava così?
<< Nick! >>.
<< Che c'è?! >>.
Lo spinsi via, facendolo cadere sulla schiena.
Afferrai un lenzuolo e mi coprii. << Mi hai fatto male.. >>.
<< Avevi detto che ti mancavo >>.
<< Che cazzo c'entra ora questo? Mi mancavi e allora mi dovevi uccidere a letto? Che.. che stronzo >>.
<< Ho pensato che.. >>, si fermò. 
Mi voltai verso di lui. << Dimmi cosa stavi pensando.. >>.
<< Ho pensato che.. più forza mettevo, più ti saresti ricordava di me. E poi.. ero arrabbiato con te >>.
Strinsi con forza il lenzuolo. << Con me? Cazzo ho fatto, si può sapere? >>.
<< Niente.. >>, tornò a guardare il soffitto. L'avevo perso di nuovo.
<< Nicholas! Parla con me! Dimmi cosa c'è che non va', dì qualcosa, santo cielo! >> urlai, mettendomi a sedere.
<< Non posso dirtelo, Miley! >> si mise a sedere anche lui.
Ci guardammo negli occhi. 
Allungai una mano e gli accarezzai il viso. << Dimmi che ti succede.. ti amo, dimmelo >>.
<< Non posso.. è troppo da sopportare.. >>, si scostò da me e si alzò.
<< No.. no, dai, non andartene.. resta a dormire.. >> lo pregai, sentivo già il magone.
<< Miley, tu non capisci.. è tutto qua dentro.. >>, picchiettò con un dito sulla sua testa, << E' difficile, è complicato e non riesco a spiegarlo.. è tutto.. è successo tutto così velocemente.. te.. Kyle.. lasciami andare! >> urlò, spalancando le braccia.
<< La..lasciarti andare!? Ma che dici? >>.
<< Io.. io non.. non è il mio posto qui >>.
<< E qual'è il tuo posto, Nicholas? >>, una lacrima silenziosa mi rigò il viso.
<< Non lo so... >>, prese i suoi pantaloni da terra e li infilò in fretta.
<< Il tuo posto.. è qui.. con me.... con Kyle.. con noi.. per favore.. >>, mi coprii con il lenzuolo, rossa per l'imbarazzo.
La sua espressione si addolcì e stavolta non fu solo per un istante. 
<< Oh.. piccola.. mi dispiace, mi dispiace così tanto di non essere quello che vuoi tu.. >>.
<< Ma.. ma che dici? Tu sei quello che voglio.. io voglio te! Solo te! Nick.. p..per favore.. >>, non riuscivo a parlare, ero scossa dai singhiozzi. << Non capisco cosa ti stia succedendo.. sei così diverso.. cattivo.. freddo.. e io.. non so che fare con te.. perché Kyle ha bisogno di te.. io ho bisogno di te.. e tu non ci sei! Non ci sei, cazzo! >>.
<< No.. non ci sono.. non ci sono mai stato... >>, si sfregò il viso con le mani. << Forse.. dovremo finirla qui.. >>.
<< C..cosa? No! No, non la finiremo qui! Tu.. tu resti qui con me.. vero che resti qui con me? >>, mi avvicinai a lui, gettandogli le braccia al collo. 
Nick mi strinse a sé.
Per un attimo, tutto fu perfetto. 
Io, lui, un lenzuolo.
Mi beaii di quel contatto, delle sue mani sulla mia schiena nuda.
<< Ti amo.. >> mormorai.
Mi baciò il collo, dolcemente.
Poi mi scostò da sé, mi baciò la fronte, mi sistemò il lenzuolo sul petto e se ne andò. 
Sentii la porta di casa sbattere.
Forte.

_____________________________

RICORDATE: sono una niler, non vi farei mai soffrire.
tutto questo dolore finirà, primo o poi e ci saranno delle risposte.
per ora, è tutto qui.
baci baci, xoxo.











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Capitolo 5
*** i've lost who i am. ***



Non dormii quella notte.
Nè quella dopo.
Né quella dopo ancora.
Nick non tornò a casa in nessuna di quelle notti.
Kyle continuava a chiedermi che fine avesse fatto suo padre ma tutto quello che potevo risponderle era uno scarso "non lo so".
Tutto quello che sapevo da Nick era grazie alle riviste.
Ma Nick era sempre stato un tipo piuttosto riservato, quindi non avevo molto.
Quella mattina mi chiamò Demi, chiedendomi se avevo voglia di incontrarci.
Provai a tirare fuori una scusa - non mi andava di vedere nessuno, solo la mia piccola Kyle - ma Demi non voleva un no come risposta e alla fine vinse lei. << Perfetto, allora alle sette a casa mia, okay? Porta la mia nipotina, hai capito? Joe vuole.. >> sbuffò, << lo sai come diventa Joe quando c'è Kyle nei dintorni.. un bambino, peggio di Kyle. A dopo, Mils >>, la salutai e andai in camera per cambiarmi.
Mi feci una lunga doccia, con in sottofondo Kyle che strimpellava la mia chitarra. 
Aveva tre anni, ma un senso del ritmo incredibile.
Tutta figlia di quel coglione. 
Mi coprii con un lenzuolo e andai in camera di Kyle, trovandola con la chitarra appoggiata per terra. Toccava le corde con le dita, ridendo.
Sorrisi e andai in camera mia per vestirmi.
Era Demi, non dovevo mettermi chissà cosa. 
Avevo appena scelto il vestito quando sentii il telefonino vibrare. 
Scocciata, presi il telefonino dal comodino. 
Sei impegnata, stasera? Andiamo a cena fuori. Nick. 
Cosa?
Aveva bevuto, per caso?
Prima spariva per tre giorni e poi mi chiedeva di uscire a cena fuori, cosa che non facevamo da anni.
Certo, il pensiero di me e Nick da soli mi faceva scorrere un brivido lungo la schiena, ma non avevo intenzione di cedere.
Non risposi e finii di prepararmi. 
Dopo dieci minuti, il telefonino vibrò di nuovo.
Lo so che sei arrabbiata, ma rispondermi non ti costa nulla, eh. Allora, stasera che devi fare? N.
Che.. che presuntuoso!
Cliccai sul tasto di chiamata.
<< Pronto? >>.
<< No, risponderti non ti costa nulla e infatti lo sto facendo ora. Sei solo uno stronzo presuntuoso. Prima sparisci per un paio di giorni e ora mi chiedi di uscire fuori a cena? Ma che ti prende? Ma stai bene? Perché a me non sembra proprio. Sono stanca, Nicholas, come te lo devo dire? Io.. io non ce la faccio più ad andare avanti così. E no, non vengo a cena con te stasera. Ciao, Nicholas >>, chiusi la chiamata prima di scoppiare a piangere come una scema.
Finii di prepararmi e andai in camera a prendere Kyle.
Si era addormentata sul pavimento, come suo padre.
La presi in braccio, afferrai le chiavi, la borsa e il cellulare e uscii di casa.
Un uomo con una macchina fotografica mi aspettava fuori.
Prima che potesse anche solo aprire bocca, parlai io, stanca. << Aspetti.. metto la bambina in macchina e poi rispondo alle sue domande va bene..? Aspetti un attimo.. >>, aprii lo sportello della macchina e ci misi dentro Kyle, allacciando la cintura di sicurezza nel seggiolino. 
Tornai dal fotografo, che nel frattempo aveva scattato un sacco di foto. 
Ma cazzo, ti ho detto di aspettare un minuto!
Neanche il tempo di dirlo che mi scattò un primopiano. << Miley, allora, come va la tua storia con Nick Jonas? >>.
Lo sapevo..
<< Tutto bene... >>.
<< Come mai non vi si vede più insieme? >>.
<< Problemi di lavoro... >>.
<< Suoi o tuoi? >>.
<< Tutti e due... più suoi >>.
<< Nick è un buon padre? >>.
<< C..certo.. ora.. ora devo andare.. >>, mi infilai in macchina prima che potesse dire altro.
Nick un buon padre?
All'inizio. 
Poi era diventato.. così..e.. tutto era andato male.

Mi fermai davanti a casa di Demi con gli occhi lucidi.
Questa storia mi stava mandando fuori di testa.
Prima era raro che piangessi e ora.. ora ero un perenne fiume in piena. 
Kyle stava ancora dormendo così la presi in braccio e andai a suonare il campanello.
Joe venne ad aprirmi ed era già pronto a urlare un "ciao!" quando si accorse che Kyle era addormentata fra le mie braccia. Me la tolse di dosso e le accarezzò i capelli, mentre entravamo in casa. Joe sarebbe stato un papà magnifico, ne ero sicura. Solo che Demi.. era ancora indecisa. Non sapeva se voleva compiere quel passo, visto tutti i problemi anche di salute che aveva. Ogni volta che parlavamo lei mi diceva sempre: "e se anche mia figlia nasce come me? Io come farei? Non voglio che passi quello che ho passato io", e io la rassicuravo, dicendole che lei sarebbe stata una mamma grandiosa, bipolare o no. 
Demi, era seduta in salotto, indosso una tuta e pantafole. 
Una pizza sul tavolino davanti al divano. 
<< Miley >> si alzò in piedi per abbracciarmi.
Joe si era seduto sul divano con Kyle in braccio.
Guardammo una commedia romantica che ebbe l'effetto contrario su di me, facendomi solo rattristare. 
Kyle si era svegliata a metà film e si era messa a giocare con Joe.
Aiutai Demi a lavare i piatti, una scusa per parlare.
<< Pensi che.. si, insomma.. io non ho ben capito se ci siamo lasciati o no.. >> dissi.
<< Io penso di no.. cioè, tu e Nick.. lasciati? Nah >>. 
<< Demi, non ci parliamo da.. >>.
<< No, no, ti ha mandato ben due messaggi! >>.
<< Demi.. per favore, >>, le lanciai un'occhiataccia, << Vuoi mettere due messaggi con un discorso faccia a faccia tra marito e moglie? Cioè.. io ho bisogno di lui! Ho bisogno del mio vecchio Nick! >>.
<< Oh, tesoro.. >>.
Proprio in quel momento sentii il telefono vibrare. 
Dove sei? N.
<< Demi.. è.. è Nick.. >>.
Lei mi strappò il telefono di mano. << Oh.. merda. E ora? >>.
<< E ora gli rispondo, forse? Dà qua! >>, mi ripresi il mio telefono.
E ora?
Dio, e ora?
Risposi con le dita che mi tremavano.
Sono a casa di Demi, con Kyle. Che vuoi, Nick? M.
La risposta non si fece attendere.
Lo immaginavo.. sono fuori dalla porta, aprimi. N.
Prima di rendermene conto, mi stavo già dirigendo fuori di casa. 
Ero a un passo dalla porta quando Demi mi fermò. << Miley! Miley! Ascoltami cinque secondi, prima di compiere la cazzate della serata, ti va'? >>.
Cercai di calmarmi. Calmare me e il mio cuore, che batteva forte. << Che c'è? >>.
<< Niente.. solo.. pensa prima a te stessa, mmh? Lo so.. che lo ami e tutto il resto ma.. non voglio più vederti in questo stato.. >>.
Mi aveva fatto piangere. L'abbracciai. << Oh.. Demi, ti voglio bene.. >>.
Feci durare il nostro abbraccio più del dovuto.
Che aspettasse pure là fuori, quell'idiota.

Nick era seduto sul gradino del portico davanti a casa. 
Mi dava le spalle, sembrava abbastanza rigido e pensieroso.
Avrei dato la mia vita per sapere cosa frullasse in quella testolina riccia. 
<< Ehi.. >> dissi.
Lui mi guardò da sopra la spalla, accennò un sorriso. In quel momento avrei voluto tornare indietro nel tempo.
Perché tutto si era fatto così complicato, perché non potevamo tornare a essere noi due?
<< Ehi, piccola.. >>. 
<< Non.. non chiamarmi così, okay? >> dissi, sedendomi vicino a lui.
<< Perché..? Ti è sempre piaciuto >>. 
<< Non.. >>, iniziai a giocare con le mie mani, torturandomi. << non è più come prima, Nicholas.. >>.
Nick fischiò, ma non era divertito. << Il mio nome per intero, brutto colpo, Cyrus >>.
<< Non sto scherzando, Nicholas >>.
<< Smettila! >>.
<< Nick.. >> dissi, giusto perché non mi andava di litigare.
<< Così va' meglio.. >>.
Sentii il magone lungo la gola. << No.. non va' per niente meglio.. fa' tutto schifo.. io.. io ti odio per quello che mi stai facendo.. mi hai tradito Nick! Sei andato a letto con.. quante? duecento donne in questi ultimi tre anni! >> urlai, fregandomene se Joe e Demi ci avessero sentiti. Demi lo sapeva. Joe no. Chissà come avrebbe reagito.
<< Loro non cantavano niente per me... >> sussurrò, senza guardarmi negli occhi.
<< Ah, davvero? e allora perché ci sei andato a letto? >>.
<< Perché tu.. tu mi odi! >>.
Spalancai occhi e bocca. Dovevo avere un aspetto ridicolo e in un'altra occasione Nick si sarebbe messo a ridere.
Ma non era proprio il momento.
Perché ero incazzata nera.
<< IO NON TI ODIO, BRUTTO STRONZO! SEI TU CHE ODI ME E TI SCOPI ALTRE DONNE!! >> urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
<< Mi sentivo.. oh, è inutile, non capiresti mai! NON CAPISCI! >> ribattè Nick, alzandosi e iniziando a fare avanti a indietro davanti a me.
<< Cosa!? Cazzo, dimmi cosa non capisco! >>, mi alzai anche io.
Gli afferrai la manica della maglietta, facendolo fermare.
<< Miley.. >>.
<< No, "Miley" un cazzo. Tu.. tu.. sei tu che non capisci Nick. Perché la verità è che sei ancora un bambino, un bambino piccolo e viziato che se non ottiene subito quello che vuole allora frigna. Dimmi: cosa ti aspettavi dal nostro matrimonio? Dai, dimmelo. Pensavi che io sarei stata perfetta? Che sarebbe stato tutto facile e come volevi tu? Sbagliato! Ci sono errori, in un matrimonio, ci sono sbagli, litigate, urla e tanti, tantissimi vaffanculo, specialmente quando si è giovani come noi due. Ma io ti amavo e ti amo ancora, anche se meriteresti di morire dissanguato dopo quello che mi hai fatto, ma non ci..ci riesco.. ti..ti amo, è più forte di me. E sai qual'è la parte peggiore? Io ti perdonerei tutto e subito se.. se solo tu mi dicessi cosa c'è che non va'.. dimmi cosa ti sta succedendo.. noi.. noi possiamo risolvere anche questo.. possiamo superare tutto quello che vogliamo se lo facciamo insieme, amore.. ma... ma tu devi parlare con me, confidarti con me... non lasciarmi di nuovo da sola ad affrontare tutto questo >> lo pregai, asciugandomi il fiume di lacrime che mi scorreva sul viso. 
Nick mi accarezzò dolcemente una guancia, asciugandomi una lacrima. << E' difficile, Miley.. è.. qualcosa più forte di me.. io.. neanche io mi riconosco più.. mi sono perso.. >>.
Gli gettai le braccia al collo, singhiozzando. << Non ti sei perso.. io ti troverò sempre.. sempre, amore.. >>.
<< Non voglio parlarne, Miley >>. 
<< Ma.. >>.
Mi scostò da sé, e anche se lo fece con gentilezza io mi sentii lo stesso rifiutata. << Se non mi parli, come posso aiutarti? >>.
<< Non puoi. E' qualcosa che devo risolvere da solo! >>.
<< Nessuno si salva da solo, Nicholas! >>.
<< Io si! >>.
Scossi la testa, ero davvero stanca. << Sei solo un bambino.. >>.
<< Già.. a quanto pare.. >>.
<< Stai male, lo vuoi capire!? Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti! Io posso aiutarti! Se mi parlassi.. >>. 
Nick mi si avvicinò con passo veloce, arrivandomi a pochi centimetri dalla faccia prima che me ne rendessi conto. 
Mi afferrò un braccio, sollevandolo in mezzo a noi.
<< Mi fai male >> mi lamentai.
<< TU NON CAPISCI >>, stava quasi ringhiando.
<< Nick.. fai paura. Guardati, spaventi >>. 
<< Smettila! So benissimo come sono! Non posso farci niente! >>.
<< Tu.. tu stai male.. ahi.. ahi! Cazzo, cazzo, cazzo, ahi, ahi! >>, la sua stretta si era fatta di ferro.
<< Miley.. >>.
Lasciò la presa.
Il polso era rosso, ma stava già diventando blu scura, viola.
Quanto aveva stretto?
<< Piccola.. piccola mi dispiace.. mi dispiace davvero.. non volevo farti così male.. io.. >>, gli occhi di Nick erano lucidi, << io non sono in grado di fare niente, sono un disastro.. tu sei perfetta e io sono un disastro e ti faccio sempre male.. ti amo.. ti amo.. mi dispiace non volevo farti male al polso.. scusami, ti prego.. >>, mi accarezzò il polso come se fosse fatto di vetro. Era così bello sentirlo in quel modo, ma non riuscivo a togliermi dalla testa il modo in cui mi aveva stretto, così forte, così possessivo.. come se fossi solo sua, come se volesse marcare il territorio, anche se le sue parole dicevano tutt'altro.
Con uno strattone, allontanai il mio polso dalle sue mani. 
<< Amore.. >>, ormai stava piangendo anche lui. << Mi dispiace, piccola.. mi dispiace.. quelle donne.. ti dirò tutto.. ti racconterò ogni cosa.. c'è un motivo.. io non sto bene.. sono andato da un.. >>.
Prima che potesse finire di parlare la mia mano aveva già colpito la sua guancia.
Forte.
Bello schiaffo, mi complimentai con me stessa.
<< Miley.. piccola >>, Nick mi guardò, supplicandomi.
Conoscevo quello sguardo.
L'avevo usato anche io, era quel genere di sguardo che ti chiedeva di restare.
Resta.
Resta con me, Nick.
Quante notti l'avevo sperato?
Ma ora era troppo tardi.
Ero stanca. 
<< Voglio il divorzio >>.




_________________

ah ah ah.
dai, ridete con me!
divertente, vero?
okay, la smetto.
non sta ridendo nessuno, vero? già..
ma mi volete bene! 
si che me ne volete, su.
nel prossimo spiegherò un paio di cosette.. per ora.. VOLETEMI BENE.

































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Capitolo 6
*** insecure. ***


- Nick - 

<< Co..cosa? >>.
<< Hai capito benissimo >>.
<< No, amore.. >>.
La sua mano mi colpì forte la guancia. << Non chiamarmi amore, perché scommetto che hai usato quello stesso nome con tutte le altre >>.
Anche se non era vero, rimasi in silenzio.
Perché me lo meritavo.
Fu lei a rompere il silenzio. << Tu.. tu non hai idea di come mi sento io, eppure eri quello che mi conosceva meglio, Nicholas.. che fine ha fatto il ragazzo di cui sono innamorata? Mi sento sola. Mi hai lasciato sola con un'estraneo, che odio. Come hai potuto farmi tutto quello? Tradirmi, Nicholas.. non posso dire che non me lo aspettavo, sarebbe da sciocca, non è neanche la prima volta, ma almeno prima eravamo giovani, due ragazzini, ma ora siamo sposati, avevamo iniziato a costruire qualcosa insieme, c'è Kyle.. e tu che fai? Mi tradisci. Ma non è neanche questo. Perché lo sai, io te lo avrei perdonato, se tu fossi semplicemente venuto a dirmi che qualcosa non andava e che l'avevi fatto in un momento di debolezza, scema come sono ti avrei perdonato.. ma ora, ora è tutto diverso.. tu non sei più chi amo, non so chi tu sia, ti ho perso e tu non fai neanche uno sforzo per tornare da me. Ti ho dato tempo, ho cercato di capirti e ti ho chiesto molte volte di spiegarti, di dirmi come ti sentivi, di parlare con me, cazzo! Ogni volta era un no! Un dannato no! Bene, sai che ti dico ora? Che io sono stanca di aspettarti e che me ne vado per la mia strada, una volta per tutte! >>.
Provai a fare un passo verso di lei, ma Miley indietreggiò, puntandomi contro l'indice.
<< Non provarci, Nicholas. So cosa hai intenzione di fare. Tu mi fai parlare, mi fai sfogare, poi tiri fuori una o due paroline dolci, io cedo perché sono scema, e torniamo insieme come sempre. Ma stavolta no. E, un'altra cosa, Nicholas.. >>, indicò la casa dietro di noi, << scordati di vedere Kyle >>.
<< Miley è mia figlia! >> scattai.
Lei finse una risata. << E te ne ricordi ora? >>.
Colpo basso.
Ma anche stavolta aveva ragione da vendere.
Vidi i suoi occhi diventare lucidi.
Volevo stringerla a me, volevo dirle che sarebbe andato tutto bene, volevo...
Ci provai e mi beccai un altro schiaffo.
<< NO! Basta, Nicholas, sono stanca! Stanca, lo capisci o no!? Tu.. tu.. vaffanculo! >>.
Si voltò e corse verso la casa di Demi e Joe, sbattendo la porta dietro di sé.

- due settimane dopo - 

Fisso i fogli davanti a me.
Sono su quel tavolo da almeno due giorni, ma ho il coraggio di leggerli. 
Sono tornato a casa dei miei. 
Mia mamma come ha saputo di me e Miley si è subito preoccupata un sacco.
Mio padre si è messo dalla mia parte.
Mia mamma.. no. E' completamente dalla parte di Miley, e ha buoni motivi per esserlo.
Persino io non sono dalla mia parte.
Mia madre mi appoggia una mano sulla spalla, facendomi sollevare lo sguardo dai fogli che sto fissando da ore senza capire niente di ciò che c'è scritto.
<< Tesoro.. non pensi che dovresti provare almeno a leggerli? Non che io voglia che tu e Miley divorziate ma.. non serve a niente fissarli. Non sono loro la causa di tutto questo, siete tu e Miley.. >>.
Mi volto e me ne vado.
Senza dire niente.
Senza aprire bocca o ringraziarla per tutta la pazienza che ha con me.
Mi faccio schifo da solo.
Ma chi sono diventato?
Quando è cominciato tutto questo?
Non lo ricordo neanche più.
So solo che mi comporto così perché ho paura. Paura che tutto quello che amo mi sfugga di mano, ma proprio comportandomi in questo modo sto rendendo viva la mia peggior paura. Ho perso Miley, e ora lei mi odia. L'ho tradita, perché sentivo sulle mie spalle un peso che in realtà non esiste. Ho perso anche nostra figlia, perché non sono stato in grado di fare il padre per tutto questo tempo.
Ma perché?
Anche Miley me l'ha chiesto.
Me l'ha chiesto per così tanto tempo che ormai mi viene naturale rispondere che non ho niente, mi viene naturale mentire e dire che va tutto bene e che è solo un periodo che passerà, ma la verità è che non è affatto così.
C'è qualcosa. 
Non va tutto bene.
Non è solo un periodo e non passerà.
Almeno non subito, non da solo.
E anche qui, la mia perfetta metà, mi aveva regalato il suo aiuto e io l'ho rifiutato.
Ma posso essere sincero, almeno con me stesso?
Mi chiudo in camera, voglio stare da solo. Voglio pensare a tutti questi anni e a tutti i casini che ho combinato.
Penso al matrimonio con Miley.
Lei era così bella, così perfetta, mentre io.. io non ero niente in confronto a lei.
Quel vestito bianco le stava davvero bene, ma io la preferisco con le cannottiere lunghe e large, jeans attillati corti e infradito e senza reggiseno, con i capelli scompigliati o legati, neanche un filo di trucco e un sorriso smagliate, come sempre. Si era fatta bellissima, e dire che la conoscevo da davvero tanti anni, la conoscevo meglio di me stesso. Perché io, diciamocelo, non mi conoscevo, non sapevo niente di me. Lei invece, mi conosceva, sapeva tutto di me. O almeno del vecchio me. Quello che ero diventato invece, le faceva paura. E come biasimarla? Faceva paura anche a me.
Poi era arrivata Kyle, e Miley era così felice.
Eravamo ancora giovani, diciannove anni entrambi.
Ma non ci importava, perché volevamo creare una famiglia. 
Ma pian piano che la pancia di Miley cresceva iniziarono a crescere anche le mie insicurezze.
Sarei stato un buon padre?
Miley mi avrebbe amato sempre e comunque?
Anche se avessi fallito come padre?
E se il lavoro mi avesse portato via da lei?
Dovevo smettere di lavorare? Ma io amavo il mio lavoro!
E se non fossi riuscito a fare il padre?
E se ero un disastro?
E se Miley mi lasciava appena se ne rendeva conto?
Nacque Kyle. Era bellissima.
Ma che dico, lei era anche più che bellissima, era la cosa più bella del mondo, perché era il frutto dell'amore mio e di Miley.
Ma richiedeva anche tante attenzioni.
Ricordo che Miley si svegliava ogni giorno alle due di notte per la poppata e io invece volevo dormire.
Mi dispiaceva per lei e provai a convincerla ad assumere una tata, ma lei fu irremovibile: la nostra bambina, la nostra responsabilità.
Ma più che "nostra", era "sua".
Sua e basta.
Io avevo il lavoro.
Io avevo i miei problemi.
Io mi sentivo peggio ogni giorno.
Per evitare di tornare a casa e vedere Miley infelice restavo fuori anche tutta la notte, chiuso in studio di registrazione. 
Ricordo le sue chiamate nel cuore della notte per chiedermi come stavo.
I suoi pianti, mentre mi chiedeva di tornare a casa.
"Mi manchi" mi diceva. 
E io stavo zitto, perché sentivo che non mi meritavo una donna così.
Perché il punto di tutta la storia è che Miley era troppo per me.
Lei era troppo per ogni uomo, ma specialmente per me, che l'amavo con tutto me stesso.
Lei era troppo ottimista.
Lei era troppo esuberante.
Lei era troppo allegra.
Lei era troppo bella.
Lei era troppo brava come mamma.
Lei era troppo per me. 
Me, che mi sentivo uno schifo ogni volta che incrociavo il suo sguardo.
Come potevo renderla infelice?
Eppure non facevo altro.
Provavo a farla sorridere ma era come se lei percepisse il mio dolore e questo la rendeva infelice.
Così, per evitare di costringerla alla mia presenza, stavo fuori tutta la notte.
Ma mi mancava.
Mi mancava terribilmente.
Mi mancava sentirla vicina a me mentre dormivo. Mi mancava abbracciarla, baciarla, sentire il suo corpo contro il mio, la sua risata, la sua cucina, i suoi capelli profumati, i suoi abiti fuori moda, le sue canotte sformate, i suoi pantoloncini, il suo stile, la sua forma perfetta, la sua pancia calda dove mi addormentavo d'inverno, il suo profumo. Mi mancava terribilmente.
Morivo senza di lei.
Così provai a sostituirla.
La più grande cazzata della mia vita, ma ci dovevo almeno provare, perché senza di lei non vivevo più.
Le donne non mi mancavano, ma nessuna di loro era lei.
All'inizio pensai di chiedere a Joe, ma lui pensai che non proprio lui non mi avrebbe mai aiutato.
Joe era molto amico di Miley e non le avrebbe mai fatto questo, neanche per suo fratello.
Iniziai a invitare donne in studio, dove i paparazzi non potevano entrare.
Mi mancava e non volevo farla soffrire ancora di più con foto di me con altre.
La situazione era sotto controllo e lei non sospettava niente.
Si fidava di me.
E faceva male.
La mia ricerca di una distrazione, nel frattempo, continuava.
Capelli biondi, castano ramato, neri, marrone chiaro.
Occhi azzurri, verde chiaro, grigio splendente.
In ogni donna cercavo una caratteristica di lei. 
Ma nessuna aveva i suoi occhi color cielo.
Nessuna aveva quella colorazione di capelli che lei aveva fatto sua.
Perché ogni cosa che Miley faceva era unica. 
E speciale, come lei.
Ma per sicurezza iniziai a segnarmi i loro numeri in una vecchia agenda che di solito usavo per lavoro.
Affianco ai nomi, quella cosa che mi aveva ricordato Miley.
Così, quando la sera ero solo, chiamavo una di loro, per.. provare, almeno nella mia testa, a stare con la mia Miley.
Quando ero arrabbiato con me stesso, di solito chiamavo quelle con i capelli neri. Miley li aveva tinti di quel colore per farmi un dispetto e io provavo a farmi perdonare da lei andando a letto con una ragazza con lo stesso colore di capelli. Patetico, lo so, ma era l'unico modo che conoscevo. Invece che chiedere perdono alla mia principessa andavo a letto con un'altra. Era un controsenso, ma io ero un maestro nell'incasinarmi la vita da solo.
Nel frattempo, Kyle cresceva e io me la perdevo.
Amavo mia figlia quasi quanto amassi la sua mamma, e non volevo far soffrire neanche lei.
Sarebbe cresciuta male con la presenza di un padre perennemente triste. 
Ma stare lontano da Kyle e Miley mi rendeva nervoso.
Era una rabbia contro me stesso che non mi lasciava mai.
Mi ero cacciato da solo in questo incubo e non riuscivo a uscirne. 
Questa rabbia non mi lasciava mai, neanche quando ci provavo.
Così, quel poco che stavo con Miley, lo rovinavo con il mio malumore.
Non riuscivo a essere niente.
Né un buon padre.
Né un buon marito.
Neanche me stesso.

- un mese dopo - 

<< Hai intenzione di firmali o no, quei cosi? >>.
<< Non lo so.. >>.
<< Penso che Miley te li abbia inviati perché tu li firmi.. >>.
<< Ah.. >>.
<< Hai ragione, non te li ha inviati Miley, ma i suoi legali.. che faccenda del cazzo >>.
<< Mmh.. >>.
<< Vi siete sentiti dall'ultima.. volta? >>.
<< No.. >>.
<< Oh.. mi dispiace, fratellino. Ti manca molto, vero? >>.
Mi volta verso Joe, con gli occhi lucidi. << Se ti chiedo di ammazzarmi, tu lo fai? >>.
<< No, poi finisco in galera e a quel punto chi ci bada alla mia Demi e alla tua Miley? >>.


__________________

bene, questo capitolo è uno strazio e fa' pure cagare.
diciamo che è un capitolo.. di passaggio.
serve per farvi vedere le cose dal punto di vista di Nicholas - si, sono arrabbiata anche io con lui, quindi nelle recensioni niente "nick", grazie.
come al solito, joe jonas ci va sempre, perché è danger (?)
l'ho scritto di fretta per voi, quindi scusate gli errori.
avevo scritto un'altro capitolo, ma - sono un idiota - l'ho cancellato per sbaglio.
bene.. allora, alla prossima. 
fatemi sapere eh?
e non mi uccidete.
baci baci.
xoxo.
















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Capitolo 7
*** drunk. ***


ciao - Nick -

Entrai nel primo bar che mi capitò di trovare.
Non avrei mai pensato di scendere così in basso, ma a quanto pare non finivo mai di stupirmi.
Appena entrai sentii un sacco di voci intorno a me. Tutti avevano capito che "Nick Jonas" era appena entrato nel locale.
Una ragazza - bionda, lunghe gambe - mi si piazzò davanti, facendo ben mostra della sua.. divisa di lavoro. << Posso portarti qualcosa? >> chiese, facendo le fusa. Avrei voluto urlare contro le peggiori cose, come mi capitava spesso in quest'ultimo periodo. Non facevo altro che urlare, strillare, imprecare e.. bere. Ma almeno fino a ieri lo facevo in privato. Adesso non mi importava più, che le riviste piazzassero in prima pagina una mia foto ubriaco, tanto prima o poi sarebbe successo comunque..
<< La cosa più forte che hai, biondina.. >> dissi.

- Miley -

<< Miley.. devo farti vedere una cosa.. puoi venire con me un secondo? >> mi chiamò Demi, appoggiata contro lo stipite della porta di casa mia.
Io, Joe e Kyle eravamo molto, molto impegnati a guardare per la centesima volta La Bella e la Bestia.
Joe era più concentrato di Kyle, e questo era tutto dire.
<< Ehm.. certo >> dissi, sollevandomi, ma non prima di aver dato un buffetto sulla guancia a mia figlia.
Demi annuì, distratta.
Mi preoccupai. Come mai voleva parlarmi in privato?
Noi due non avevamo segreti. Lei sapeva tutto di me e io sapevo tutto di lei.
Mi fece segno di seguirla in cucina.
Prima ancora che potessi parlare, sbattè qualcosa sul tavolo: una rivista.
<< Ehm.. Demi? >>.
Ma poi notai il titolo che c'era in prima pagina: "Nick Jonas, ubriaco fradicio in un pub di New York. Ma dov'è la sua Miley?". Ovviamente, mi mettevano in metto. In quel momento desiderai ardentemente avere il giornalista di quell'articolo fra le mani, lo avrei strozzato. Certo, la colpa era mia. Era mia la colpa se lui mi aveva tradito? Era mia la colpa se lui era stato assente per tutti questi anni? Ovviamente si! Che stronzi.
<< Demi.. questo.. questo è.. ridicolo! >>.
<< Lo so! Sono dei figli di puttana! Non posso crederci che ti diano la colpa di tutto, e loro non sanno niente! >>.
<< Meno di niente, cazzo! >>, sentii gli occhi diventare lucidi. << Non sanno niente di me, di Nick.. o del nostro matrimonio.. niente >>.
<< Forse.. dovresti parlare con Nick.. >>.
<< Io non parlo con chi va a letto con altre donne! >>.
<< Lo so, okay, hai ragione, ehi!, io sono dalla tua parte, ma... è pur sempre tuo marito, Miley, almeno.. per ora >>.
<< Esatto: per ora! Perché quell'idiota non firma.. >>, non dovevo piangere, non.. non dovevo...
<< E secondo te.. perché? >>, come al solito Demi mi faceva la domanda a cui avevo accuratamente evitato di pensare.
<< Perché è un idiota? >>.
<< No. Perché ti ama ancora >>.
<< Non me ne fotte un cazzo. Mi ha tradito! >>, ormai era inutile lottare contro le lacrime.
<< Scusa se te lo faccio notare ma.. l'ha già fatto prima e tu l'hai perdonato, che cambia questa volta? >>.
<< Sono stanca, Dems.. terribilmente stanca.. >>.
Demi superò in pochi passi la nostra distanza, abbracciandomi.
<< Stanotte resto qui, mmh? Anche Joe, così bada a Kyle e noi due.. >>, il suo famoso sorriso, quello che tanto amavo e che mi tirava sempre su quando ero di pessimo umore, si allargò fino all'impossibile, << stasera parliamo.. con l'aiuto di un amichetto >>, andò dritta al frigo e ne tirò fuori una bottiglia di ottimo vino, sventolandomela davanti alla faccia. << Nick Jonas non è l'unico che può ubriacarsi, ogni tanto.. >>.

- Nick -

Tornai a casa, barcollante.
Una schiera di fotografi aspettavano alla porta del mio nuovo appartamento a New York.
<< Ma vaffanculo tu.. e tu.. e tu. Sopratutto tu! >> indicai uno a uno tutti i fotografi.
Stavo facendo il loro gioco, e lo sapevo.
Ma ero troppo ubriaco per curarmene.
Alzai il dito medio ed entrai in casa.

- Miley -

Sollevai il mio terzo bicchiere di vino, ormai brilla.
<< E poi c'è stata quella volta che Kyle piangeva.. e lui non c'era.. e quella volta.. al mio compleanno.. non ricordo neanche.. e poi.. e poi.. di che cosa stavamo parlando? >> chiesi, ridendo.
Demi ridacchiò a sua volta. << Non lo so! Non pensi che Joe sia.. sexy quando gioca con i bambini? >>.
<< No! >> dissi, a voce troppo alta, << Nick è sexy! >>.
<< Chi? >>.
<< Niiick.. >>.
<< Ma tu lo odi! >>.
Mi versai un altro bicchiere. << No, io lo amo! Ma lui è andato a letto con una troia.. o forse più di una, e allora.. >>.
<< Ma tu lo amiii, quindi.. sposatevi! >>, Demi ridacchiava davvero tanto.
<< Ma siamo già sposati! >>.
<< Allora fate un bambino! >>.
<< Abbiamo già una bambina, Demsss! >>.
<< Oh.. allora.. io voglio un bambino! Si.. lo vorrei così tanto... >>, scoppia a piangere. Ma è un pianto ubriaco, un misto di singhiozzi molto forti e risate altrettanto forti.
<< Allora.. fallo >>, mi sentivo come sospesa in aria, non c'era niente se non me, la mia migliore amica, e tanto, tanto vino e risate.
<< Ma.. Joe.. e se esce come me? >>.
<< Allora sarà meraviglioso! >>.
<< Ma io faccio schiiiifo! >>.
<< Noooo... non.. non è vero.. >>.
<< Si.. si, invece.. voglio un.. figlio. Joe! Joe, amore! >>.
<< Chi chiami? >>.
<< Jo..joe >>, si accasciò sul tavolo.
<< Oh.. io allora.. chiamo.. chi chiamo? >>, Dio, che mal di testa!
<< Chiama... Nick.. >>.
<< Si.. si, hai.. >>, appoggiai la testa contro il tavolo fresco della cucina, << hai ragione.. chiamerò Nick.. >>.
In quel momento la porta della cucina si aprì, e la testa di Joe fece capolino.
<< Amore, mi hai chiama.. cazzo, ma siete ubriache! >>.
Demi sollevò la testa, provò ad alzarsi e per poco non cadde.
Joe l'afferrò al volo.
Demi lo guardò negli occhi, scuotendo la testa, in un modo davvero buffo. << Joe.. io voglio un bambino, con te >>.
Joe guardò prima Demi, la baciò la fronte, e poi guardò me. << Un.. figlio? >>.
Feci spallucce. << Vi lascio soli a fare vostro figlio.. io vado a chiamare Nick.. >>.

- Nick -

Il telefono vibrò contro la mia testa.
Chi cazzo era a quest'ora?
Afferrai il telefono. << Si? >>.
<< Nick.. Nick tu devi.. devi ascoltarmi.. si, tu.. tu devi.. oh, fanculo.. >>.
<< Miley? >>.
No, non lei.. non mi ero ancora ripreso dalla sbronza.
Avevo un mal di testa tremendo e l'ultima cosa che volevo era prendermela con lei e avere un altro peso sulla coscienza.
<< Siii, Miley! >>, imitò perfettamente la mia voce, facendola più stridula, << Tu.. tu non puoi fare così.. tu.. tu non puoi lasciarmi così.. >>.
<< Miley, sei tu che mi hai lasciato.. >>.
<< No.. no.. no.. >>.
Era.. strana. La sua voce era.. << Miley, sei brilla per caso? >>.
<< Oh oh oh, da che pulpito! Be', Nicholas, io sarò anche brilla ma tu eri ubriaco sulla prima pagina di tutte le riviste dello Stato! >>.
Si, era brilla.

_________________________________

Okay, questo capitolo fa' schifo ed è anche corto!
ma visto che nei prossimi giorni non so quando posterò ho voluto buttare giù qualche riga comunque...
apprezzate lo sforzo, mmh?
xoxo.






































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Capitolo 8
*** a-mail. ***


i'm leaving today Miley

Mi alzai a fatica.
Mi girava la testa, e tutto sembrava ancora confuso come la scorsa sera.
Mi sollevai, mettendomi a sedere.
<< Demi.. Demi... >> biascicai, ancora intontita.
Ero nel letto della camera degli ospiti della casa di Joe e Demi.
Qualche istante dopo, Joe entrò nella mia stanza.
Petto nudo, pantaloni del pigiama, e una figura che assomigliava molto a Nick se sotto effetto di un dopo-sbronza.
<< Joe! Cazzo, copriti! Sembri tuo fratello... >> urlai, coprendomi con il cuscino.
Lo sentii ridacchiare. << Scusami, ma Demi mi ha chiesto di venire a vedere se riuscivi ad alzarti in piedi, visto che lei.. non ci riesce >>, rise di nuovo.
Mi coprii il viso ancora di più. << Okay. Ma ora sparisci, Joe! >>.
<< Okay.. >> borbottò Joe, uscendo dalla stanza. << Voi donne siete davvero nervose dopo una sbornia.. >>.

Nick

Mi sollevai dal divano.
Mi ero addormentato lì, come mi capitava spesso ultimamente.
Guardai il cellulare ma non trovai neanche un messaggio.
Mi tornò in mente la chiamata di Miley, l'altra sera.
Era colpa dell'alcol o me l'ero sognata?
No, era accaduto veramente e anche lei era leggermente brilla.
Miley non beveva quasi mai, qualche bicchiere ogni tanto, ma restava sempre lucida.
Per farla arrivare a quel punto doveva essere successo qualcosa di grave.
Come le mie confessioni, i miei numerosi tradimenti.
Mi sentivo una merda e mi scoppiava la testa.
Al contrario di Miley, io non mi ero contenuto e adesso ne pagavo le conseguenze.
Provai a chiamarla ma si inserì subito la segreteria telefonica. << Ciao, sono Miley! Scusatemi se non ho potuto rispondere, ma puoi lasciarmi un messaggio dopo il bip! >> diceva, con la sua solita vocina allegra. Quel messaggio doveva essere stato registrato tanto tempo fa' perché erano anni che  non sentivo più quell'allegria nella sua voce.
Provai a trascinarmi in cucina per un caffè.
Era decisamente meglio prepararne due, o anche tre.
Collegai il computer e controllai twitter.
Avevo qualcosa come mille messaggi d'odio dalla fan di Miley e altri mille dalle mie stesse fan che mi chiedevano preoccupate cosa mi stesse succedendo.
Ero pure un pessimo idolo, oltre che un pessimo marito.
Sorseggiai il caffè mentre rispondevo ad alcune a-mail.

Da:
Nick Jonas
A: nickj92
Re: mi dispiace, okay?
Testo:
cara fan,
mi dispiace davvero tanto se tu, guardando le mie fan dove avevo un aspetto non proprio... lucido, ti sei preoccupata, ma devi capire che nella vita non tutto quello che ci succede è positivo, bello e chiaro. A volte.. è tutto un gran casino e non sempre sappiamo prenderci cura delle persone che amiamo, a volte lasciamo - o meglio, speriamo - che sia il destino a fare la nostra parte, non capendo che così rischiamo di rovinare tutto. Io ho sbagliato. Ho sbagliato un sacco di volte. Ho un carattere debole, anche se tu mi hai scritto che sono il tuo idolo e la persone più forte del mondo. Be', mia cara amica, non è così. Non sono forte. Non lo so, affatto.
Sono umano.
Commetto errori.
Molti errori.
Ne ho commessi tanti con... Miley.
E spero che tu non invii questa lettera a qualche rivista, perché ti sto confidando un segreto.
Amo ancora la mia Miley, ma ho sbagliato troppe volte per avere ancora la speranza che lei mi perdoni.
Non lo farà.
Semplicemente, lei andrà avanti. Come giusto che sia.
Perché lei è forte, al contrario di me.
Spero di aver risposto nel modo giusto alla tua a-mail.
Ci vediamo, amica mia.

ps. mi sei stata d'aiuto, avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. ti voglio bene.

Chiusi il computer.
Forse era troppo sperare che quella ragazza tenesse la mia a-mail per sé.
Probabilmente, tra meno di un'ora, le mie parole saranno su tutti i giornali.
Ma non mi importava.
Non mi importava di niente.
Volevo solo la mia Miley.
Mi vennero gli occhi lucidi. Un uomo grande e grosso che piangeva. Che bello schifo.
Avevo combinato un casino dietro l'altro per tutta la mia vita, e ne stavo finalmente pagando il prezzo.

Miley

<< Come stai? >> chiesi a Demi, mentre facevamo colazione insieme.
<< Mmh.. >>.
<< Grandioso... >> ironizzai, mentre mangiavo i miei cereali.
Guardaci: i cantanti più pagati del momento, le giovani stelle destinate a brillare, mangiando cereali in un dopo sbronza da ricordare.
Cosa ne penserebbe mio padre?
Feci una smorfia. Sicuramente direbbe qualcosa su cavalli che provano a nuotare e poi un altro modo di dire del Tennessee.
Meglio non pensarci.
Almeno, io, al contrario di Nick, avevo avuto la decenza di bere senza i riflettori puntati addosso.
Mi alzai, stanca morta. << Vado a controllare le a-mail.. sto aspettando la risposta dal mio agente per un nuovo film >> dissi, non so bene a chi visto che Demi si era addormentata sul tavolo. Joe entrò in quel momento nella stanza, feci spallucce e gli lasciai alle loro coccole mattiniere. Non ricevevo "coccole" da un bel po'. Kyle dormiva ancora, per fortuna.
Andai nella camera che occupavo ogni volta che dormivo da Joe e Demi e presi il mio portatile.
Non c'era nessuna a-mail dal mio agente, per me.
Così mi misi a rispondere ai miei fan.
Non lo facevo da troppo tempo.
Erano tutti così gentili con me.
Una a-mail in particolare attirò la mia attenzione.
C'era allegato qualcosa, un file un po' pesante per essere la solita foto da autografare.
Aprii la lettera.

Da: nickj92
A: Miley Cyrus
Re: Miley, penso che tu debba dare un'occhiata a questo, per favore.
Allegato: speranza

Prima di leggere l'a-mail, aprii l'allegato.
Lessi e rilessi quella lettera con le lacrime agli occhi.
Era vera?
O era l'ennesima cazzata che si erano inventati?
Eppure, riconoscevo il modo di scrivere di Nick.
Mi amava ancora?
Gli dispiaceva?
Non gli credevo.
Nella mia testa c'era una confusione incredibile.
Andai su internet alla ricerca di una copia di quella lettera.
Se era un falso, internet dove essere già pieno di una copia di quella lettera.
Ma non c'era nessuna copia, nessuno oltre a me, Nick e quella cara ragazza sapeva di quella lettera.
Con il cuore che batteva forte, aprii il resto dell'a-mail.

Testo:
Cara Miley,
ti ho inviato questa lettera che mi ha scritto Nick Jonas per aiutarti a prendere una decisione.
In questi anni, ti ho seguita con amore, sostegno e rispetto, come continuerò a fare, senza mai pretendere niente da te.
I tuoi sbagli, io gli ho amati.
Sei cresciuta con me, Miley.
Tu e Nick, siete tutto per me.
Il vostro amore, lo sento quasi come mio.
Nick mi ha risposto con quella a-mail, pregandomi di non inviarla a nessun giornale.
Non l'avrei fatto comunque anche se non me l'avesse chiesto. Rispetto la vostra privacy. L'ho sempre fatto.
Ma mi sembra la cosa giusta da fare inviarla a te.
Tu sei il vero destinatario di questa lettera.
Diciamo, come per ogni canzone che Nick ha scritto.
Le ultime, sono strazianti e ci fanno stare male. Sono tristi, perché lo è anche lui.
Non ti sto dicendo che dovresti perdonarlo.
Questo lo sai solo tu.
Solo tu sai cosa succede fra voi due.
Ma io spero tanto che questo mio gesto incida anche solo un poco sulla tua decisione.
Con affetto e amore incondizionato,
una tua fan.

ps qualunque cosa tu decida di fare, resterai sempre la nostra Miley. ti voglio tanto bene, Miley. Non cambiare mai, sei perfetta così come sei, nei tuoi difetti che noi amiamo così tanto.. ciao, idolo.

_____________________

okay, lo so, è corto.
è tremendamente corto, ma.. volevo scrivere qualcosa.
perdonatemi, okay?
sono presa da tante cose, ma era da molto che non postavo qualcosa su questa storia.
spero vi sia piaciuto, fatemi sapere.
cercherò di scrivere di più, baci.
ah, ehm, vi voglio bene, grazie di tutto anche a voi.

















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Capitolo 9
*** non ho mai smesso. ***


Pov Nick

Sollevai la cornetta.
E la rimisi giù.
Quante volte avevo fatto questo giochino, oggi? Almeno dieci volte.
Avevo bisogno di parlare con Miley, ma non ne avevo il coraggio. Dopo quella benedetta a-mail, continuavo a pensare a quanto ero stato stupido e infantile, a come avessi sbagliato per tutto questo tempo. Avrei dovuto parlare con lei, risolvere questa cosa insieme e invece niente, avevo voluto fare di testa come come sempre, sbagliando, rovinando tutto, rovinando la mia vita e quella della persona che amavo.
Mi si parò davanti il faccino di Kyle.
Da quanto non vedevo mia figlia?
All'improvviso, tutta la mancanza che sentivo verso quel visino innocente mi piombò addosso.
Ecco!, potevo usare Kyle come scusa per sentire Miley, per parlarle.. andiamo, Nick, stai davvero usando tua figlia come scusa per parlare con tua moglie? (non ancora per molto, purtroppo, se non mi sbrigavo a combinare qualcosa nella mia vita in tempo, per una volta).
Ma prima di avere il tempo di rendermi conto di quanto schifoso fosse il mio gesto, sollevai di nuovo la cornetta del telefono e composi il numero di Miley.
«N..Nick?».
«Si, sono io, ciao», ma perché dovevo essere così stronzo? Non volevo, eppure mi usciva così naturale.
«Che cazzo vuoi?», ma anche Miley sapeva tirare fuori gli artigli se voleva, ne avevo avuto la prova molto spesso.
«Voglio vedere Kyle» le dico, e c'è un momento di silenzio.
«Kyle. Tu vuoi vedere Kyle? Nick, ma ti senti quanto parli? Tu pretendi di vedere tua figlia quando te ne sei sempre fregato di lei e di me, e adesso che sta andando tutto a puttane tu vuoi vedere tua figlia? No!», chiara e decisa, come sempre. E faceva terribilmente male.
«Miley, è anche mia figlia!».
«Interessante.. quasi non la volevi, ma non importa, vero, Nicholas?» disse, con tono sprezzante.
«Certo che la volevo! Le.. le voglio bene, Miley».
«E lei vuole bene a te, Nicholas, ma questa situazione non mi va' bene e finché non la risolviamo tu non vedrai Kyle».
«Cazzo, Miley, dai! Non fare la stronza, adesso!».
«Ah, io faccio la stronza? Fanculo, Nicholas», tu, tu, tu, mi aveva chiuso la chiamata.

Pov Miley

«Chi era, mamma?», la vocina di Kyle mi impedisce di scoppiare a piangere.
«N.. niente, tesoro..» le dico, prendendola in braccio e portandola in camera sua. Mi piaceva stare da Demi e Joe, ma ho bisogno dei miei spazi, della mia camera da letto, della mia roba e di mia figlia. Anche se sto seriamente pensando di trasferirmi, perché questa casa ha troppi ricordi.
«Dov'è.. papà...?» mi chiede Kyle, mentre la metto a letto.
«A lavoro» dico, ormai è diventata la bugia che le dico più spesso.
«Torna?».
«Certo che torna, amore».
«Mamma?».
«Si?», cerco di sembrare tranquilla mentre le rimbocco le coperte.
«Papà mi vuole bene?».
«C..certo che te ne vuole, tesoro! Amore, non devi pensare cose del genere, okay?», mi siedo vicino a lei sul letto e l'abbraccio, «Papà ha solo.. qualche piccolo problema, ma si risolverà tutto, vedrai.. andrà tutto bene, Kyle, te lo prometto.. e sai che le promesse della mamma sono vere promesse».
«Quindi.. papà viene?» mi chiede, con gli occhi lucidi.
«Certo.. certo che viene, torna presto..», le accarezzo il viso e cerco di non piangere.
«Stasera?».
«Kyle...».
«Voglio papà! Voglio papà! Papà!» strilla, scoppiando a piangere fra le mie braccia.
«Kyle.. amore, non fare così.. papà.. papà viene.. te lo prometto, viene presto..».
«No presto, stasera!!», una bambina può essere davvero insistente se vuole.
«Amore.. ti prego, non..».
«STASERA!».
«Kyle, basta!».
«NO! STASERA! VOGLIO PAPA', ORA!», si pesta, sbatte i piedi, le mani, urla, strilla, si dimena, si agita così tanto che il suo colorito passa da rosa a rosso e da rosso a blu. Sono costretta ad acconsentire per non rischiare una crisi isterica o di soffocamento.
«Va.. va bene... vado a chiamare papà! Vado a chiamare papà, Kyle, ma calmati, amore mio!».
Lei si calma subito.
Si asciuga le lacrime come un'attrice consumata e mi sorride,
«Papà.. ora!».
«Sei tutta tuo padre... piangi benissimo quando ti conviene, signorina».

«Nicholas?», perché lo stavo chiamando?
Perché non riuscivo a fare a meno di lui?
Anche Kyle mi aveva - appena - dimostrato quanto difficile la mia vita senza di lui.
Eppure lui, per me, non c'era mai stato.
«Miley... p..perché mi stai chiamando? Che succede? Ti senti male?», no, per favore, non fare il dolce con me, no.
«Kyle non dorme se non ci sei tu.. puoi..», prendo un bel respiro, prima di perdere anche l'ultimo goccio di sanità mentale che mi resta. «puoi dormire a casa, stanotte? Altrimenti non so proprio come metterla a letto».
«Quindi.. hai bisogno di me?», stava gongolando.
«Nostra figlia ha bisogno di te, stronzo, ma tu non ci sei mai stato, quindi adesso o muovi il culo e vieni o puoi davvero scordarti di vederla per il resto della tua vita, ti è chiaro il concetto o lo preferisci in rima, Nicholas?».
«O..okay, arrivo.. scusa...sto venendo».
«Ecco, ti conviene. Hai le chiavi, giusto?».
«Si».
«Non per molto, però. E' solo per stanotte, Nicholas, poi mi ridarai anche le chiavi. Non ti voglio più vedere, okay?».
«Ho capito! Arrivo, ciao».

Indossavo ancora solo una maglietta larga quando sentii suonare il campanello di casa.
Sapevo che non era una buona idea aprire a Nick in quel modo, ma non avevo neanche il tempo di andare in camera a cambiarmi, adesso.
Quando aprii la porta Nick fece scorrere il suo sguardo su ogni centimetro del mio corpo, facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Fai schifo, Nicholas».
«Che posso farci? Sembra che hai ancora diciassette anni».
«Tu invece ne dimostri cinquanta, da quanto non ti fai la barba?».
«Sono corso subito appena mi hai chiamato, Miley, non ho avuto il tempo di farmi bello per te, piccola».
«Ringrazia che c'è Kyle in casa o ti avrei già ucciso, Nicholas».
«Come sta?» chiese, e il suo tono di voce cambiò subito, passando da sbruffone a dolce e preoccupato.
«Vieni..» e prima di rendermene conto, l'avevo preso per mano e ci stavamo dirigendo verso la cameretta di Kyle, ancora sveglia e seduta sul letto.
Balzò subito in piedi appena vide Nick.
«Papà!», Nick la prese in braccio e la fece volteggiare per tutta la stanza, mentre lei rideva felice.
«Chi è la bambina di papà, eh?».
«Io!».
«Sei bellissima, amore di papà, lo sai?», la baciò sulla guancia, mentre io mi sedevo sul letto, osservandoli.
«Papà, papà, papà.. tu resti? Dormi a casa, ora?» gli chiese Kyle, dimenandosi fra le braccia del padre.
Nick guardò verso di me.
Annuii.
Stupida!, mi urlai contro. Cosa hai in mente?, niente, niente. Ma forse.. vederlo di nuovo qui, a casa, con Kyle in braccio.
Non riuscii a fare a meno di sorridere anche io.
«Certo che resto! Ma adesso è ora di andare a nanna, piccolina», la adagiò dolcemente sul letto, dove io le rimboccai le coperte.
«Buonanotte, amore» le dissi, appoggiandole vicino il pupazzetto a forma di stella marina che le aveva regalato Nick per i suoi tre anni.
«'Notte, Kyle», Nick le accarezzò la guancia e Kyle, come per magia, chiuse gli occhi e si addormentò.

«Eri seria quando hai detto che potevo dormire qui?».
«Si, Nick, ero seria».
«Okay...quindi.. devo usare la camera degli ospiti?», una parte di me gridò no! nell'esatto momento in cui l'altra urlò si!
«Ehm..».
«Mi manchi, Miley.. non possiamo cercare di chiarire?», evitai di guardarlo negli occhi e continui a camminare fino alla mia camera da letto, dove lui mi seguì.
«Nick.. non so se voglio.. non credo di potercela fare questa volta» dissi, appoggiandomi allo stipite della porta.
«Vuoi davvero divorziare?», non c'era più traccia di spavalderia o cattiveria nel suo sguardo adesso.
«Forse non ti è chiaro il concetto, allora: mi hai tradito, non una, ma centinaia di volte, Nicholas!».
«Ero insicuro, Miley! Non credevo di farcela!».
«Di fare cosa? Di amarmi? Oh Nicholas...», le lacrime iniziavano a scalpitare per uscire.
«Lo so che sono stato uno stronzo e che ti ho tradito e ti ho fatto cose che non meritavi e so anche che la colpa è assolutamente e interamente mia, ma se ti chiedo di perdonarmi, te lo chiedo con il cuore in mano, amore», prese le mie mani sulle mie, ma io mi tirai indietro, spaventata.
«No».
«Perdonami, per favore».
«Ti odio per quello che mi hai fatto, non potrei mai perdonarti, Nicholas. Ti odio, ti odio!» urlai, mentre le lacrime iniziavano a scendere.
«Saprò farmi perdonare, lo giuro!».
«Sei un bugiardo, lo sei sempre stato, e io ti odio anche per questo», feci per chiudergli la porta in faccia ma lui mi intercettò e prima di rendermene conto era entrato in camera e mi aveva spinta verso il letto, stringendomi i fianchi con le mani. Mi sentivo un animale in gabbia, ma allo stesso tempo era da tanto tempo che qualcuno non mi toccava in quel modo, e mi mancava più di quanto osassi ammettere.
«Non è vero che mi odi» mi sussurrò all'orecchio, mentre cadevamo sul letto.
Sentii tutto il peso del suo corpo cadere sopra il mio, facendomi mancare il respiro per un attimo.
«Si, invece» ringhiai, anche se non facevo niente per allontanarlo.
«Non è vero, tu mi ami».
«Io ti odio, Nicholas, ti odio, ti odio, ti odio!».
«Se mi odiassi, non mi avresti permesso di entrare nella tua stanza, non trovi, Miley?», mi accarezzò dolcemente il braccio, facendomi sciogliere.
«Mi hai spinto.. non ho avuto il tempo..».
«Mmh.. bugiarda, bugiarda, non è vero.. mi ami, lo so.. smettila di mandarmi via, amore, per favore», le sue labbra si posarono sul mio collo, facendomi perdere definitivamente la ragione.
«Nicholas..».
«Non chiamarmi così, non essere arrabbiata con me, piccola», le sue labbra finalmente incontrarono le mie.
«Nick..», gli gettai le braccia al collo, attirandolo ancora di più a me.
«Amore..».
«Nicky..».
«Si, amore, si», si sfilò la maglietta e i jeans, aiutandomi poi a togliere l'unica cosa che indossavo, lasciandomi in intimo.
«Non mi odi, vero, amore?» mi chiese, mentre scendeva con le labbra fino al mio stomaco.
«Non hai fatto l'amore con nessuna di quelle donne, vero?».
«Neanche con una, solo con te, amore», eppure non mi bastava ancora.
«Voglio comunque il divorzio, Nick» dissi, decisa.
«NO!» mi morse con forza sulla pancia. - «AHIA! Cazzo, Nick!».
«Allora promettimi che non mi manderai via.. non vivo senza di te, anche se ti ferisco, tu non mandarmi via».
«E allora tu non andare via...» sussurrai, mentre le lacrime continuavano a scendere.
«Oh, amore, amore, amore», Nick continuava a chiamarmi mentre le sue labbra si impadronivano delle mie e le sue mani del mio corpo.
Ed era quello che volevo.
Volevo lui.
E mi faceva male.
E mi feriva.
E mi uccideva ogni bacio che mi dava se pensavo a quante altre prima di me aveva baciato. Ma lo volevo.
Lo volevo perché senza di lui tutto era buio e le canzoni non avevano senso.
Nick era la mia melodia.
Tutto il mio talento era niente se lui non era con me.
«Ah..», mi lasciai andare mentre lui mi entrava dentro, in tutti i sensi.
«Mi dispiace.. mi dispiace» mi sussurrò all'orecchio, mentre le spinte si facevano più intense.
«Ti odio».
«Tu mi ami. Io ti amo. Perdonami».
«Ahi!».
«Ho bisogno di te, piccola, ne ho bisogno più di ogni altra cosa», i suoi baci bruciavano la mia pelle.
«Te ne andrai.. andrai via di nuovo e io non ti voglio» dissi.
«No, non andrò più via, lo giuro, amore, credimi».
«Non ti credo!», era incredibile quanto sicura sembrasse la mia voce quando in realtà dentro morivo.
«Credimi», rallentò le spinte finché non restammo semplicemente fermi, lui sopra di me e io sotto di lui, a fissarci negli occhi, l'uno dentro l'altra.
«No».
«Si».
«Non ti credo più, sei un bugiardo.. sei.. sei..ah.. stronzo», con una spinta improvvisa aveva ricominciato.
«Mi manca fare l'amore con te, piccola», mi baciò l'angolo della bocca e quando vide che non lo respingevo, la bocca.
«Vattene...», provai a spingerlo via, ma ero debole, lo ero sempre stata quando si trattava di lui.
«Ti ho chiesto, per favore, di non mandarmi via».
«Me ne fotto dei tuoi per favore, non ti voglio dentro di me, non ti voglio nel mio letto, ti voglio fuori. Esci!», ma lui rimase dov'era.
«Amami, di nuovo».
«No!».
«Perché non puoi amarmi di nuovo Miley!? Perché!?» mi urlò, a pochi centimetri dal mio viso.
«Non posso amarti di nuovo.. perché non ho mai smesso».

_____________

okay, fa schifo.
fa davvero schifo questo capitolo.
ma non aggiornavo da una vita quindi..
scusate, ma sono davvero presa con l'altra storia e ho bisogno di scrivere anche su altro.
diciamo che mi sto mettendo alla prova, quindi..
spero che non odiate.
comunque, mi farebbe molto piacere se leggeste anche questa storia.
per favore.
comunque sia, be', alla prossima - che non so quando sarà.
grazie ancora se avete letto questo capitolo e leggerete l'altra mia storia.










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Capitolo 10
*** wedding bells. ***



questo capitolo è completamente dedicato a nick jonas e alla sua meravigliosa canzone e speriamo tutti quanti di vedere un cambiamento, presto.
che altro dire? niley.







Miley

due anni dopo

«Kyle, per favore, dobbiamo muoverci.. amore, dài».
«NO!» Kyle pesta i piedi e fa' il broncio.
E' sempre così quando dobbiamo andare a trovare Liam a casa sua.
Quella che presto sarà anche casa mia e sua.
«Amore, ascoltami bene: adesso andiamo da Liam, perché il matrimonio è domani e io devo sistemare alcune cose. Tu lo capisci, vero? Ti ho sempre trattata come una bambina grande, adesso vuoi farmene pentire?».
Lei sembra rifletterci per un po', poi annuisce.
«Liam è brutto» dice, tranquilla.
Alzo gli occhi al cielo. Non è la prima volta che dice una cosa del genere sul mio fidanzato e futuro marito, sono abituata e non fa' più nessun effetto. Anche Liam è abituato alle sue battute, al modo in cui lo guarda, a come gli risponde, e ha deciso di passarci sopra. Liam è buono, ha detto che mi ama abbastanza da sopportare una bambina capricciosa che lo odia. Conosco Liam da molto tempo ma solo negli ultimi due anni ci siamo avvicinati. Dopo che ho confessato a Nick di amarlo ancora, quella famosa notte, ho semplicemente deciso che io avevo fatto tutto quello che c'era da fare, ero stanca e in attesa di un cambiamento da troppo tempo. Se mi voleva, sapeva dove trovarmi. Ma non sarei più rimasta nello stesso posto in sua attesa, non più.
Appena mi ero mossa, Liam era capitato nella mia strada.
Mi aveva sentito amata, tanto amata.
E capita.
Aveva accettato il mio cambiamento, la mia crescita.
Con lui non avevo tredici anni, mai.
Ero sempre una donna, mai una bambina.
E mi piaceva.
Lo amavo, ma in un modo che non si può proprio dire romantico.
Amavo il fatto che con lui potevo fare tutto quello che volevo senza che la colpa finisse su di me.
Ma poi Nick era tornato, diceva che voleva vedere Kyle e io glielo avevo permesso.
Il nostro rapporto era diventato qualcosa di confuso, agitato.
Mi ricordo ancora qualche notte fa', quando - dopo qualche bicchiere di troppo - avevo deciso di invitarlo al matrimonio.
«Lo sai tenere un segreto?» avevo ridacchiato allo cornetta, con Liam che dormiva dall'altra parte del letto, «la cerimonia è a giugno», quando non avevo sentito risposta mi ero preoccupata che mi avesse chiuso il telefono in faccia. «Lo so che è affrettato! Ma lo amo così tanto..», che grossa bugia, «spero che tu possa conoscerlo presto...» avevo aggiunto, e poi avevo chiuso la chiamata. Nick si rifiutava di conoscere Liam, e aveva ragione. Non sarebbero mai andati d'accordo.
Kyle mi riporta indietro alla realtà dandomi uno strattone alla maglietta.
«Posso andare da papà domani?».
«Domani mi sposo, Kyle!».
«E' proprio per quello che voglio andare da papà... non voglio un altro papà.. voglio il mio!», i suoi occhioni si riempiono di lacrime.
«Oh, tesoro...» mi piego sulle ginocchia e l'abbraccio forte, «tu avrai sempre uno solo papà.. perché Liam non lo potrà mai sostituire, te lo prometto.. anche se mamma si sposa tu non dovrai cambiare niente nella tua vita, te lo prometto».
«Ma perché ti sposi se non lo ami...?», se n'era accorta?, come?
«A volte.. vedi, tesoro.. a volte si fanno cose perché si deve, per andare avanti.. non perché si vuole, capito? Sei piccola, un giorno capirai...» le accarezzai i capelli e mi alzai in piedi, porgendole la mano che questa volta accettò.


«Amore, mi sembri distratta», Liam mi circondò la vita e mi sorride. Non volevo sorridere ma mi costrinsi a farlo. La stanza era piena di australiani, tutti suoi parenti. Avevo una gran voglia di correre via a gambe levate.
«Sono solo un po' stanca.. Kyle non dorme da giorni e io resto sveglia con lei».
«Sei una brava mamma».
«Si..» dico, ma tu non sarai mai un buon padre per lei.


                                                                                                                            *


«Demi, che succede se cado?».
«Che rido. Ride tutta la chiesa, Miley. Ma non accadrà, tu sai camminare benissimo sui tacchi, li ami».
«Preferivo un paio di anfibi..» dico, passandomi le mani sull'abito da sposa che indosso. Sono dentro casa di Liam, dove si terrà il matrimonio e oggi è il "grande" giorno e tutti - mie parenti e suoi e amici.. forse Nick - sono là fuori ad aspettare che io dica il "si" più falso della storia.
«Oh, tesoro, ricordati che sei sempre in tempo per cambiare idea. Liam non è l'uomo per te, e tu lo sai». Demi non sopporta Liam. Dice che è un bravo ragazzo, ma molto stupido e poco sveglio.
«Non ti sembra un po' tardi? Cazzo, c'è tutta la mia famiglia là fuori.. mio padre starà morendo, mia sorella starà sperando che Liam cada, Noah vorrà cercare di prendere il mazzo di fiori e...».
Demi mi appoggia una mano sulla spalla,
«Non c'è.. ho controllato, Miley.. lui non c'è.. mi dispiace...».
Mi asciugo una lacrima di fretta.
Non si dovrebbe piangere ai matrimoni, almeno non al proprio.
I matrimonio dovrebbero essere allegri, qualcosa su cui festeggiare.
Allora perché io vorrei solo affogarmi in piscina?
Mi alzo dalla sedia e sforzo un sorriso.
«Andiamo a rovinare il resto della mia esistenza. Forse, ci uscirà un nuovo album, che dici? Voglio un duetto con te, si chiamerà "sull'altare, mi hai aiutata a fingere", così.. giusto per rendere l'idea chiara».
Demi sorride e mi prende per mano.
Oggi non mi sento bene sui tacchi.
Cado.
Ho paura di cadere.
Ma forse non è colpa dei tacchi.


«Siamo qui riuniti per unire nel sacro vincolo del matrimonio queste due giovani..».
no, ti prego, questa frase mi è sempre piaciuta, ma oggi mi sa tanto di condanna a morte.
«Liam Hemsworth, vuoi tu prendere come tua legittima sposa Miley Cyrus, per amarla e onorarla finché morte non vi separi?».
Liam mi guarda e ha un sorriso che va' da un orecchio all'altro.
Sono felice che tu sia felice. Davvero, io ti voglio bene, forse ti amo.. ma non come amo lui e mi dispiace così tanto, perché tu saresti potuto essere la svolta, ma a quanto pare sono costretta ad amare lui per il resto della mia vita.
«Si. Si, lo voglio» dice, deciso.
E io vorrei avere la tua sicurezza, Liam.
«E tu, Miley Cyrus, vuoi prendere come tuo legittimo sposo Liam Hemsworth per amarlo, e onorarlo finché morte non vi separi?».
"Finché morte non vi separi", non le sembra un po' esagerato, padre?
Insomma, sono ancora giovane.
E diciamocela tutta: lei crede davvero che questo qui reggerà a lungo? Liam sbatte contro ogni cosa che incontra, non ho mai conosciuto un ragazzo goffo come lui, ma penso che sia dovuto all'altezza.
«Io.. io.. ecco, io...», so che tutti i presenti mi stanno fissando.
Liam ha una faccia da "lo sapevo".
Non volevo prenderti in giro, Liam.
Non volevo prendere in giro nessuno.
Ma ho preso volutamente in giro me stessa.
«Io.. ehm.. s...».
Un accordo di chitarra interrompe le mie parole.
Conosco quella chitarra.
Before the Storm
l'abbiamo scritta con quella chitarra.
Nick è in mezzo alla folla di paranti.
Ha una chitarra in mano e accanto a lui ci sono Joe e Kevin.
Joe mi fa' l'occhiolino e io non riesco a trattenere un sorriso.
Sento Liam borbottare un
«ma non si erano sciolti?».
Vorrei dargli uno schiaffo ma tutta la mia attenzione è su Nick.
«Perdona la mia interruzione, questo drink sta entrando in me. Sulla mia prenotazione, un motivo per non esistere».
Avanzano di qualche passo, Joe ha una chitarra anche lui e pure Kevin.
Nick mi guarda negli occhi e per la prima volta da quando ho questo vestito addosso, mi sento bella.
«Lei dice "lo sai tenere un segreto? la cerimonia è fissata per giugno. Lo so che è affrettato, ma lo amo così tanto. Spero che tu possa incontrarlo presto"», queste sono le mie parole e anche Liam sembra riconoscerle.
Cerca la mia mano ma io mi allontano da lui come se mi avesse bruciato.
Nick avanza sempre di più verso di me, seguito dai fratelli.
«No, non voglio l'amore se non sei tu. Non voglio sentire il suono delle campane a nozze. Se non riusciamo a provare per l'ultima volta poi non voglio sentire il carillon delle campane a nozze», sento gli occhi inumidirsi e anche i suoi non sono proprio asciutti. Per un secondo, vedo lo sguardo dei miei paranti: mio padre annuisce, è felice, lo sapeva, come sempre, mio padre sa sempre tutto.
Mia madre è stupita ma continua a sorridere e stringe forte la mano di mio padre.
I miei fratelli sono confusi ma Noah canticchia un pezzo della canzone, cercando tra la folla il più piccolo dei fratelli Jonas.
Demi fa' passare lo sguardo da Joe a me, un sorriso radioso in volto.
«Cercando di addormentarmi, tu mi svegli perché sto cercando di vedere la luce invece di sentirmi giusto. Non voglio sentire le campane a nozze!».
«Campane a nozze...» sussurro.
Nick annuisce e si avvicina finalmente a me.
«Perdona la mia dura reazione, mi hai preso su due piedi; ma se devo essere sincero spero di essere scoperto. Non dovresti essere più felice? Ti permetto di vedere la mia verità», lascia stare la chitarra e mi prende per mano, «perché, se ricordi, il nostro anniversario cade l'unicesima notte di giugno».
«Nick...».
Mi accarezza una guancia davanti a tutti, senza vergogna.
«Ti amo perché se non riusciamo a provare per l'ultima volta io non voglio sentire le campane a nozze».
«Ti amo anche io..».
«Lo so, tu non hai mai smesso, e neanche io.. l'ho solo nascosto».
Qualcuno mi tira la manica del vestito.
Abbasso lo sguardo e vedo Kyle, le lacrime che le rigano il viso, ma sorride.
«Provaci» mi dice, e sembra così matura. Somiglia così tanto a suo padre.
Suo padre, l'uomo più meraviglioso del mondo.
Nick mi accarezza la mano che tiene ancora fra le sue.
«L'undicesima notte di giugno, Miley.. ricorda».
«Non ho mai dimenticato..», e non piango, perché si piange ai matrimoni e questo matrimonio è annullato.
Nick prende in braccio Kyle e ci abbraccia.
La folla è in delirio.
I paranti di Liam sono indignati, mentre i miei si congratulano con Nick e si litigano Kyle.
Alla fine vince mia madre, prende Kyle in braccio e sorride a Nick. Mio padre gli dà una pacca sulla spalla.
«Ben fatto, ragazzo».


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okay, allora.. si, lo so, è passato un sacco di tempo ma dovete capire che quando passa l'ispirazione non si può forzare la mano.
e visto che questo è l'ultimo capitolo della storia, spero che vi sia piaciuto.
a me non piace così tanto.
ma la canzone è asdfghjkl.
quindi, non so, spero che vi siate divertiti AHAHAHA
 se volete trovarmi sono anche qui:
twitter.
tumblr.
e ci sono anche altre storie:
believe in me.
fire and rain.
ci tengo molto, quindi leggetele.
che dire,
niley will stay e questa canzone è solo l'ultima prova.
quindi, adesso tocca solo a nick fare qualcosa.
o miley annulla il matrimonio o nick farà come nella storia! AHAHA
BE', CIAO.













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