Inaspettata te

di Pando91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ( 1 ) ***
Capitolo 5: *** Quarto capitolo ( 2 ) ***
Capitolo 6: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 10: *** Nono capitolo ***
Capitolo 11: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


" Tesoro, la puoi smettere di agitarti? Vedrai che andrà bene, hanno insistito tanto per conoscerti " 
 
Guardai Jason contorcendomi le mani: quelle situazioni non mi piacevano particolarmente. 
Dovevo presentarmi, fare finta di essere felice di stare insieme ai suoi amici.
Dovevo ridere a delle battute non proprio efficaci e scordarmi della mia pigrizia a socializzare, sorridere e magari porre qualche domanda qua e là. Tutto ciò non faceva certo parte di me, o per meglio dire non faceva parte di me se le persone che avrei incontrato sapevo già essere noiosi colleghi di lavoro di Jason. Ormai eravamo fidanzati da tre anni, e tutte le volte che mi invitava a uscire con loro boicottavo in qualsiasi modo: cena dai nonni, febbre, bronchite e tante altre scuse, a volte anche vere per carità. Non che non fossi una persona socievole, ma preferivo cercarmela io la gente con cui stare. Ma quella sera non avevo potuto dire di no: Jason ci teneva, visto che si festeggiava la sua promozione a capo redattore e non volevo fargli passare una brutta serata, si meritava di sentirsi amato. 
 
Gli sorrisi, mi alzai e mi posizionai davanti allo specchio osservando il mio riflesso: avevo messo un vestito nero con un ampia ma non eccessiva scollatura dal seno. Mi fasciava il corpo in modo non del tutto innocente e quando Jason prese a guardarmi capì i suoi pensieri. 
Mi prese dai fianchi e mi sussurrò poche parole:
 
" Finita la cena poi, facciamo i conti con questo vestito " 
 
Mi voltai e gli lasciai un bacio sensuale sulle labbra. 
 
" Andiamo "
 
Mi prese la mano, recuperai la giacchetta e la borsetta sul divano e alzando gli occhi al cielo mi preparai per una serata che non si prospettava poi così producente. 
 
--
 
Dopo aver parcheggiato, scesi dalla macchina e aspettai che Jason mi indicasse la strada.
 
" E poi non sei l' unica ragazza della serata. Sicuramente sarai la più bella, naturalmente "
 
Disse l' ultima frase con una dolcezza incredibile. 
 
" Non è sicuramente con una frasetta dolce che ti guadagnerai stasera una buona dose di sesso " 
 
Gli sorrisi, mentre lui avevo lo sguardo afflitto e pensai che forse non sarebbe poi stato così male. Dopotutto Jason era simpatico, cordiale, bello e socievole, non poteva avere degli amici tanto diversi da lui. 
 
Arrivammo davanti al ristorante con pochi minuti di anticipo. Era un posto tranquillo: da fuori potevo notare come dentro tutto fosse luminoso, senza troppo chiasso e molto familiare. 
 
" Taylor! "
 
Mi voltai a guardare chi stava salutando Jason, preparandomi a fare le solite presentazioni.
Avevo sentito parlare di lui: affascinante ed intelligente, era la persona a cui era più legato Jay. Lo guardai e potei notare che era alto, occhi castani, capelli corti marroni, un viso dai lineamente delicati, ben piazzato ed uno sguardo che emetteva tranquillità pura. Era sicuramente la persona perfetta per Jay, così ansioso e pieno di insicurezze da cercare conferme sul suo lavoro ogni due per tre. Perfezionista, pensai, prima di stringere la mano a Taylor.
 
" E tu l' hai tenuta nascosta per tutto questo tempo? Piacere comunque, Taylor " 
 
Mi sorrise, compiaciuto. Aveva un bel sorriso, luminoso. 
 
Jay rise, avvisandolo di non fare troppo il marpione.
 
" Tranquillo, ormai sono diventato un ragazzo serio " 
 
Si girò per cercare qualcuno.
 
" Non capisco dove sia finita Brittany, tutte le volte si scorda qualcosa in macchina e per recuparla ci mette un' infinità "
 
Mi chiesi come avesse fatto questa ragazza a conquistarlo, vista e considerata l' abitudine di Taylor di buttarsi tra le prime tette che passassero sotto i suoi occhi. Almeno così mi aveva descritto Jay.
Ma quando la vidi arrivare, capì il perchè.
Era alta, sicuramente più di me. I capelli biondi le ricadevano lisci a coprirle le spalle lasciate nude. Il suo corpo era a dir poco perfetto, fasciato da un vestito celeste che le arrivava fino alle ginocchia. Ma la cosa che mi rapì di più furono i suoi occhi: erano azzurri ed erano .. non sapevo come descriverli: emozionanti? 
Non gli avrei saputo dare un aggettivo che racchiudesse la bellezza del suo sguardo, un po' perso ma nonostante tutto così vicino alla realtà.
Sorrise a mò di scusa a Taylor, che le mise un braccio attorno al fianco.
 
" Eccola la mia biondina "
 
E nonostante il soprannome non fosse poi apparentemente così dolce, scoprì sul volto di taylor uno sguardo sognante: voleva stare lì e voleva lei. Il tipico sguardo da pesce lesso di una persona innamorata. 
 
" Lei è Brittany " 
 
Brittany strinse la mano a Jason che notai, la scrutava quasi incantato. Non che potessi non capirlo, ma c' era la sua ragazza, ossia io, proprio a due centrimenti da quella scenetta. 
Quando si riscosse dal torpore, si ricordò il suo nome e anche il mio, per fortuna.
 
" Jason. E questa è Santana "
 
Le sorrisi e feci il consueto gesto che, mi ricordai, avrei dovuto fare per tutta la serata. Ma quando incrociai i suoi occhi, scomparve anche quel pensiero. Ci guardammo per poco, il tempo di lasciarci la mano. Era bella e aveva qualcosa di speciale. Non seppi bene cosa, ma mi sentì investire da un' emozione nuova, diversa. Abbassai gli occhi: per l' ennesima volta in quella giornata mi sentì a disagio. 
Eppure cazzo, mi dissi, facevo l' avvocato. Una delle armi vincenti dell' avvocato era la sicurezza e la credenza di essere totalmente superiore a chi aveva davanti, solo così poteva vincere una causa che all' inizio poteva sembrare impossibile. Eppure, quella  biondina dallo sguardo strano mi aveva affascinata da subito. 
Rialzai gli occhi, decisa a sembrare una ragazza quanto meno un po' interessante.
 
" Allora capo, gli altri? "
 
Taylor guardò l' orologio, scoprendo negli altri colleghi alcuni minuti di ritardo.
Jay al soprannome gli diede una pacca sulla spalla e rispose che gli avrebbe sicuramente fatto fare ore in più a lavoro per quell' affronto. 
Entrambi risero. Io continuai a guardare, senza cercare di non farmi scoprire, Brittany, che sembrava persa di nuovo in un mondo tutto suo. 
 
---
 
Eravamo seduti ad un tavolo lungo. Il ristorante era confortevole, e con la nostra presenza il chiasso si era amplificato. 
Scoprì con mio piacere che i suoi colleghi non erano poi così male: chi più chi meno stava facendo di tutto per mettere me e Brittany a proprio agio. Molte volte mi ritrovai a ridere, veramente, per delle battute azzeccate e dopo due o tre bicchieri di vino ( non ero poi così abituata a bere ) mi sentivo già un po' più tranquilla e rilassata. Le uniche due donne della serata eravamo proprio io e Brittany, che notai non aveva alcuna difficoltà a intrattenere conversazioni con persone sconosciute. Naturalmente, ci avevano quasi obbligate a metterci vicine, convinti che potessimo sicuramente condividere qualcosa in più che con loro. Vicino a me Jay mi teneva la mano, di tanto in tanto, contento che mi stessi divertendo. 
 
" Allora che fai di bello nella vita? "
 
Mi ritrovai a porre quella domanda a Brittany senza neanche essermene accorta.
Lei mi sorrise: aveva uno dei sorrisi più sinceri che avessi mai visto. Mi persi un attimo.
 
" Mando avanti una palestra con il mio migliore amico e spesso durante l' anno faccio spettacoli con la mia compagnia di danza "
 
Non poteva che essere una ballerina, così aggraziata e con un corpo del genere.
 
" Tu? "
 
" Avvocato. Mando i cattivi i galera, quando riesco "
 
No, non ero la persona più loquace del mondo. Lei lo capì e comincio' a farmi domande a raffica sulla mia vita, sulla mia famiglia, sui miei hobby.
Non era invadente, semplicemente si vedeva che voleva mettermi il più possibile a mio agio. 
Presi anche io poi a interrogarla, e scoprì essere una di quelle persone libere, piene di entusiasmo, di voglia di vivere.
Non andammo poi troppo nel profondo, anche se mi disse che suo padre era morto quando aveva 15 anni, ma lo fece con così tanta disinvoltura, come se fosse abituata a informare le persone di ciò, che mi sfuggì un attimo quel particolare. E in più non volevo certo infilarmi in una conversazione che non avrei saputo intrattenere: io e i sentimenti non andavamo molto d' accordo. 
Quando le dissi che amavo cantare, dettaglio che non condividevo con molte persone, saltò su entusiasta, dicendomi che le avrebbe fatto piacere ascoltarmi, che lei e i suoi amici facevano sempre serata Karaoke in un bar vicino alla sua palestra e quasi mi invitò ad andare con loro.
Incredibile, la conoscevo da poco, e già avrei accettato quell' invito. 
Peccato che proprio in quell' istante Taylor ci interruppe per raccontare uno dei suoi aneddoti preferiti di lui e Jay. Restai ad ascoltarli con un sorriso contento sul viso, scoprendo che quella serata non mi era poi andata tanto male. 
Quando salutammo tutti, Brittany mi diede il suo numero di telefono, facendomi promettere di chiamarla il prima possibile, o almeno entro il giovedì della serata Karaoke. Non pensavo si sarebbe ricordata di quell' invito rimasto a mezz' aria. 
Annuì e la salutai con un bacio sulla guancia. Aveva la pelle liscia e calda, e quel contatto non mi lasciò poi del tutto libera di pensieri. 
Quando aprì la porta di casa, mi tolsi il vestito, mi misi i miei soliti pantalocini e mi infilai sotto il lenzuolo: con l' estate a Lima il caldo non era poi l' evento più felice.
Jason si posizionò vicino a me, abbracciandomi da dietro. Sentì il suo sorriso tra i miei capelli, e sorrisi anche io. 
 
" Allora, pessimista, è stata una bella serata hai visto? "
 
" Niente male si "
 
Feci l' indifferente apposta.
 
" Oh avanti, qualche volta mi potresti dare un po' di soddisfazione " 
 
Risi e mi voltai verso di lui. Lo guardai e posai le mie labbra sulle sue.
 
" Hai ragione. I tuoi colleghi mi hanno fatto morire dal ridere tutta la serata, e Brittany non era niente male, per fortuna "
 
Non diedi molta importanza a lei, nel mio resoconto, ma sapevo essere la chiave di successo di quella serata.
 
" Ti amo "
 
Me lo sussurrò piano.
 
" Anche io "
 
Poi sentì le sue mani posarsi sui miei pantaloncini e capì che quella serata stava per finire in bellezza. Facemmo l' amore entrambi soddisfatti, con una voglia enorme di condividere tutto ciò che l' uno provava per l' altra.
 
Prima di addormentarmi, colta ancora dai brividi per l' eccitazione da poco passata, mi ritrovai a pensare a quegli occhi azzurri. Quel pensiero durò poco, e poi, stanca, mi addormentai col sorriso sulle labbra. 
 
 
---

Buongiorno a tutti :) 
è la mia prima fan fiction Brittana e avviso già che non so benissimo dove voglio andare a parare. 
In realtà si, ma ho la mente un po' annebbiata!
Io comunque mi chiamo Giulia ( in caso non l' aveste già capito dal mio nickname ;) ) e ho provato a mettermi in gioco con questa nuova creatura.
Spero che il primo capitolo vi sia quanto meno piaciucchiato. Naturalmente ancora non è successo niente, voglio dare tempo al tempo, ma comunque le idee sono tante!
Naturalmente se mi diceste come la trovate ne sarei felicissima, così capisco se posso continuare a scriverla. 
Ah, io accetto tutto: consigli, opinioni .. tutto, positivo o negativo che sia :) 
Buona notte cari!

Giulia

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


" Ok Tay, a me va benissimo, adesso chiedo a Santana, un secondo "
 
Sentì Jay avvicinarsi a me con uno sguardo di supplica. Lo guardai per capire cosa fosse successo, lui sbuffò e mi disse che Taylor e Brittany ci avevano invitati ad una cena a casa di Tay, per passare una serata insieme vista la buona riuscita della scorsa. 
 
" Va bene "
 
Risposi con molta tranquillità, contenta di poter rivedere Brittany. Jay mi sorrise rassicurato e si spostò di nuovo da me per dire a Taylor che ci saremmo stati. 
Era passata più di una settimana dalla cena coi colleghi, e avevo sentito la biondina solo per dirle che non potevo andare alla serata Karaoke causa impegno improvviso. 
Non sapevo perché, ma mi creava un imbarazzo colossale sapere di avere la sua presenza vicina a me. Avrei evitato dunque molto volentieri il super incontro a casa di Taylor, ma non potevo dire di no. 
Oltretutto, da una lato volevo rivederla: la sua bellezza mi aveva sconvolta e non sapevo esattamente come reagire a quella scoperta. 
Io amavo Jason ed ero sicura di questo, certo dovevo fare chiarezza: probabilmente era solo una sensazione stupida, e basta. 
Jay si coricò sul divano, poggiando la testa sulle mie coscie. Gli accarezzai la tempia e gli sorrisi.
 
" Sono contento che tu abbia detto di si! Tay ha detto che Brittany era contenta di rivederti "
 
Il mio cuore sussultò un poco, ma proprio poco. Dopo due secondi quella sensazione era svanita.
 
" E io sono contenta perché tu sei contento "
 
Lui mi sorrise e mi lasciò un bacio veloce sulle labbra. 
Presi a fargli i grattini sul braccio, chiudendo gli occhi, godendomi quegli istanti di tranquillità, che raramente avevamo. 
 
---
 
" Entrate pure "
 
Taylor urlava dall' altro lato della porta socchiusa. 
Entrammo dentro,scrutando all' interno e la prima cosa ( persona ) che notai fu Brittany che correva ad aprirci. 
 
" Ciao! "
 
Il suo sorriso si allargò.
La osservai: le gambe erano fasciate da jeans elettrici e portava una semplice t shirt verde militare, che le lasciava una spalla scoperta. 
Ci salutammo e lei ci fece fare il giro della casa mentre Taylor preparava da mangiare in cucina.
 
" E questa è la cucina " 
 
Scoprimmo Taylor intento a tagliuzzare minuziosamente delle carote, con addosso un grembiule. In quelle condizioni mi faceva tenerezza. 
 
" Dunque sei tu il cuoco della serata! "
 
Mi sentì già più tranquilla e l' atmosfera sapeva già di qualcosa di familiare, nonostante fossero soltanto due le volte in cui c' eravamo incontrati.
Tay si mise a ridere.
 
" Se avessi lasciato fare tutto a Brittany la cucina sarebbe già in fiamme "
 
Risi vedendo la biondina imbarazzata che tirava uno schiaffetto al suo ragazzo. 
 
" E' vero, non sono un granchè in cucina "
 
Mi guardò a mò di scusa.
 
" Beh una cosa in comune con San "
 
Jason mi prese in giro, poi mi lasciò un bacio sulla guancia, come per recuperare a quella battuta.
 
" Una delle tante, spero "
 
Fu Brittany a parlare, mentre mi guardava concentrata, con il sorriso sul volto.
Le feci l' occhiolino, più scaltra che mai, e la questione cadde in pochi attimi.
 
--
 
La cena fu deliziosa.
 
" Bravissimo Taylor, sei proprio un gran cuoco "
 
Mi sentivo piena come un uovo, pronta a stravaccarmi sul divano, sedia, o soprammobile più vicino al tavolo della cucina.
Taylor ad un certo punto si alzò in piedi, scosso. 
" Che ore sono? " 
" Le 9 perchè? "
Chiese Brittany.
" Oh cavolo, c' è la partita .. "
Anche Jason fece uno sguardo impaurito.
Si guardarono e ci guardarono, cercando comprensione.
" Beh, andate a vedere sta partita, qui finiamo noi "
Li lasciammo scappare dal televisore a 42 pollici di Taylor. 
 
" Sono proprio uomini "
Brittany rise.
" Eh già "
Il silenzio si accasciò su di noi e per stemperare il momento presi a togliere tavola.
" Lascia stare, me ne occupo poi io dopo "
Brittany mi venne incontro e mi rubò i piatti che stavo portando nel lavabo. 
Le nostre mani si sfiorarono. Non so cosa provai in quel momento, in realtà non so neanche se provai qualcosa, però fu una bella sensazione.
La sua pelle era liscia, e le dita affusolate erano calde. 
Durò due secondi e Brittany era già rivolta verso il lavandino a posare la roba.
Che cazzo mi stava succedendo? 
Due secondi, belle sensazioni, Taylor e Jason di là, io e lei vicine. Non aveva senso, Non era neanche un' amica. Non era niente. 
 
" Andiamo sul terrazzo a prendere un po' d' aria, che dici? "
Annuì, ne avevo proprio bisogno. Recuperai l' ultima sigaretta nella borsa, l' accendino e la seguì.
 
" Fumi? "
Me lo chiese sorpresa.
Mi appoggiai alla ringhiera.
" A volte, dopo mangiato è sempre una soddisfazione " 
Lei non disse niente. 
" TI ricordo che giovedì c' è il karaoke, questa volta non puoi mancare " 
" Scusa se non sono venuta, ma avevo veramente un impegno importante. Quando il lavoro chiama non posso rifiutare "
Com' ero brava a inventare bugie.
" Ti piace? Il lavoro che fai intendo "
Ripensai agli sforzi che avevo fatto per prendere la laurea, a quanto avevo studiato, quanto mi ero concentrata, quanto avessi escluso chiunque dalla mia vita per arrivare a ottenere quel successo. 
Ripensai all' ufficio privato aperto da poco e agli affari che stavano andando alla grande.
Mi sentì soddisfatta, perché sentivo di meritarmi tutto quello che mi era successo.
Poi pensai che difficilmente le persone mi facevano domande del genere. 
" Sono veramente grata per quello che faccio, non potrei volere di meglio, veramente "
Mi scoprì a dire quella frase senza fermare la mia mente, non avevo mai confessato a nessuno la mia contentezza per il mio lavoro, non so perché, ma ho come voluto sempre tenermi per me l' idea che avevo veramente ciò che volevo. 
" E' bello che sia così, no? "
Annuì, quasi sognante.
" E' fantastico " 
Poi cambiai discorso. 
" Quindi ti sentirò cantare giovedì? "
" Sarò io a sentire te direi, sono curiosa "
" Non riporrei così tanta fiducia " 
Lei mi sorrise, dolcemente. 
" Beh, ho una bella sensazione "
Fece spallucce e si fermò a guardare il cielo. Era notte, i lampioni erano accessi, ma ciò non impediva di avere una vista pazzesca sulle stelle. 
" Prima o poi voglio vederti ballare invece " 
Invece no, non volevo. Non volevo perché se anche solo un suo movimento mi provocava sensazioni nuove, figuriamoci un ballo.
" Tra poco facciamo uno spettacolo, prenoterò i posti per te e Jay, sarei contenta venissi "
Veniste, la corressi mentalmente. O forse voleva proprio dire ciò che le era uscito dalle labbra. 
" E io sarei contenta di vederti "
Buttai la sigaretta ormai spenta tra le mie dita.
Poi se ne uscì con una frase a dir poco strana.
" Secondo me ci siamo già incontrate da qualche parte "
Scossa la guardai dritta negli occhi.
" Come? "
Lei mi sorrise.
" Si insomma, non hai mai sentito dire che quando riesci a stare in silenzio con una persona, senza provare imbarazzo, vuol dire che riesci ad essere te stessa senza problemi? " 
Abbassai lo sguardo, visto che il suo si faceva quasi indagatore.
Non aveva tutti i torti: a parte lo scompenso iniziale, stavo bene in quel momento. 
Vidi le sue mani e, in un attimo di follia, mi immaginai di prenderne una tra le mie. Poi, con più lucidità, le risposi.
" Credo che questa frase vada per la maggiore, si " 
Lei rise.
" Beh con te è così " 
Vidi che si avvicinò un po' di più a me, che ero appoggiata alla ringhiera nera, un po' persa nei suo discorsi. 
Poi un urlo dal salotto mi fece riprendere dal mio torpore. 
Brittany fece un passo indietro e quel momento svanì.
" Uomini "
Ripetè, ridendo ancora. Aveva una bellissima risata, limpida, e si vedeva che amava ridere.
 
" Dovrei andare in bagno "
Dovevo un attimo scappare da quella situazione. 
" Ti accompagno "
SIlenziosa, mi indicò la porta e vi entrai.
Mi accorsi solo in quell' attimo che nel tragitto avevo smesso di respirare.
Presi fiato e feci entrare aria nei polmoni.
Mi sciacquai la faccia e mi guardai allo specchio.
Santana, che ti succede?
Conosci questa persona, da una settimana? Ci hai parlato tre volte in tutta la tua vita e stai sbarellando, o comunque non ci stai capendo un cazzo. 
Due sono le scelte: o scappi, o ritorni di là e fai finta di niente. 
Provai un attimo un dolore: era il dolore dell' incomprensione e del tradimento. Non che mi sentissi di tradire Jay, non avevo fatto niente di niente. 
Solo che quelle sensazioni strane, forti, mi confondevano. 
Scossi la testa e decisi di rimanere, conscia di essere in grado di controllare il mio stato emotivo.
 
Quando uscì dal bagno, andai in cucina, ma non trovai nessuno. 
Jason e Taylor erano ancora in salotto a guardare la partita, che notai sarebbe finita di lì a poco. 
Era passato così tanto tempo? 
Cercai Brittany e la scoprì in camera, intenta a cambiarsi la maglietta.
" Entra "
Deglutì, vedendola in reggiseno. 
I suoi addominali scolpiti rilucevano alla luce fioca della camera. 
Che fisico! 
" Scusami se mi cambio ma quella maglia era insopportabile " 
Indicando la t shirt che indossava fino a pochi minuti fa. 
" Niente "
Riuscì a dirlo, si? Ecco era quello che volevo evitare. Non avevo mai provato niente di simile per una donna. Cos' era, attrazione fisica?
Mi ritrovai a pensare di passarle un dito sulla pancia, ma mi violentai per scacciare quel pensiero.
Stavo diventando matta. 
Dopo essersi infilata la maglia più comoda, si sdraiò sul letto. 
" Allora, che vuoi fare? " 
Io non risposi e mi andai a sedere sul letto. 
La camera era in ordine, un po' in stile etnico e il colore che dominava era il marrone chiaro. Dava conforto. 
" Puoi sdraiarti se vuoi " 
No, non l' aveva detto con malizia, me lo immaginai. 
Mi sdraiai vicino a lei. 
Doveva pensare che fossi un' ameba visto che da quando ero entrata in camera non avevo fatto altro che stare in silenzio. 
Appoggiai la testa al cuscino e sentì la stanchezza della giornata piena di lavoro appropriarsi di me. 
L'ultima cosa che notai, fu la mano leggera di Brittany che mi accarezzava i capelli, poi nonostante l' agitazione, l' ansia per ciò che stava accadendo, i timori, le paure, caddi in un sonno profondo, quasi coccolata da quel rapporto inconsciamente tranquillizzante con la biondina.
 
--
 
" San, Brittany "
 
Sentì sussurrare i nostri nomi da una voce maschile, che riconobbi essere di Taylor.
Sussultai, quando aprì gli occhi.
Mi ero addormentata e il sorriso di Jay da una parte e la figura di Tay dall' altra mi innervosì.
Stavo dormendo così bene.
Anche Brittany doveva essere caduta tra le braccia di Morfeo. 
Mi accorsi di essere girata su di un fianco e sopra la mia testa c' era la mano della biondina appoggiata al cuscino: mi ricordai delle coccole e mi alzai subito in piedi, stordita.
" Ehi tranquilla, ti sei solo addormentata "
Jay rise, ma io recuperai le scarpe e me le misi ai piedi, quasi volessi scappare da quella casa.
Di sbieco vidi Taylor dare un bacio a Brittany e un' altra delle tante sensazioni strane della serata si impossessò di me. 
Feci un sorriso forzato e usciì dalla stanza. 
" Noi andiamo, San quando viene svegliata non è certo la persona più cordiale del mondo "
Sentì dire con tono dolce Jay.
 
" E' stato un piacere, grazie Taylor per la cena "
Abbracciai di malavoglia Tay e poi mi rivolsi verso Brittany. Non sapevo che dire, ma lei risolse tutto. 
" Ci vediamo giovedì, ricorda " 
 
Ci lasciammo esattamente come la prima volta che c' eravamo viste, ma questa volta tutto era più amplificato, questa volta quel giovedì, nonostante tutto ciò che mi faceva paura, ci sarei stata. 


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Buongiorno, sono tornata con il secondo capitolo! 
Non mi piace particolarmente, ma sto soltanto cercando di capire come farle arrivare al punto. 
Insomma, è inverosimile che due persone si vedano due volte e sentano qualcosa di diverso? Chi lo sa :)
però mi piace scrivere, e spero che a voi piaccia questo capitolo!
Vi prego di dirmi cosa ne pensate, anche due parole, però per me è importante ricevere dei feedback, negativi o positivi che siano certo :) 
Buona giornata a tutti, Giulia! 
 

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


" Ti ringrazio " 
Scesi dall macchina e lei anche per salutarci meglio.
" E' stata una bella serata "
Le sorrisi e lei lo fece di rimando. Di nuovo quella sensazione di benessere: il suo sorriso mi faceva stare bene, mi trasmetteva sincerità, mi trasmetteva amore per tutto ciò che la vita le aveva riservato. Sembrava così grata, come me. 
" Lo sai che insisterò mille altre volte per sentirti cantare ancora? Hai una voce bellissima "
Si, arrossiì. Io, arrossiì. Non mi succedeva quasi mai, e invece sentì un calore strano salirmi a imporporare guance e orecchie. 
Dovevo restare tranquilla. Che occhi belli che aveva. 
" Esagerata! "
Feci la modesta.
" Quindi giovedì prossimo solito posto? "
Era un altro invito, un altro invito che di certo non potevo rifiutare: era da tanto che non mi divertivo così, e la sua presenza, ormai avevo capito, migliorava le mie giornate. 
Ecco, forse non del tutto, visto che metà di me, la ragione, cercava di farmi capire che avevo un ragazzo, che si chiamava Jason, figo da paura e che mi amava alla follia.
Ero veramente nei casini. 
Mi girai verso casa e notai che la luce era ancora accesa. Doveva avermi aspettata.
" Io vado ora .. ci sentiamo! "
Fu più una domanda che un' affermazione. 
Lei annuì.
" Certo, magari possiamo pranzare insieme, prima o poi " 
Sorrise ancora, si avvicinò e tutto di un colpo, successe qualcosa che non mi sarei mai aspettata. 
 
---
 
Giovedì mattina. Diverse ore prima. 
 
" Mary, mi puoi portare un caffè lungo per favore? "
Ero in ufficio e stavo controllando un caso particolarmente complicato.
Lei annuì e sparì da dietro la porta. 
Mi massaggiai le tempie: già dal primo mattino il mal di testa si impossessava di me. Un piccolo prezzo da pagare.
" Ecco a lei " 
Mary era super disponibile. L' avevo presa da poco, perché la vecchia segretaria non faceva altro che passare la giornata a non far niente. 
" Mary, ti ho già detto tante volte di darmi del tu "
Le sorrisi, presi il bicchiere di caffè e bevvi una lunga sorsata.
" Oh, ok "
Imbarazzata, uscì dalla porta veloce.
Sorrisi da sola, scuotendo la testa. Sentì la porta aprirsi di nuovo, e vidi una figura molto più massiccia di quella di Mary, che era esile, stravaccarsi sul mio divano. 
" Buongiorno Avvocatessa " 
" Puck "
Lo guardai, con sguardo omicida per lo spavento.
" Cosa fai qui? "
" Perchè non posso venire a trovare una mia cara amica sul lavoro? "
Puck era il solito ragazzo a cui potevi volere un gran bene, ma dopo due secondi avere l' istinto di ficcargli qualcosa in quella testolina coperta da una lunga cresta.
" Mmmmm, cosa fai qui? "
Lo ripetei, sicura che ci fosse qualcosa in più, ma forse questa volta sbagliavo.
" Ehi, quanta fiducia che hai in me "
Si mise seduto e mi guardò fisso. 
Io e Puck eravamo amici fin dal liceo, e ho dei ricordi, poco vividi, di quando ci rinchiudevamo nello stanzino a consumare gli anni della gioventù. 
Ma se pensavo a lui, non era certo quello il primo pensiero che avevo. 
Avrei voluto parlargli di Brittany, per fortuna gli ho sempre potuto raccontare tutto, ma quello era troppo anche per me.
E proprio come se mi avesse ascoltato, sentì il telefono suonare. 
Quando lessi il nome, quasi caddi dalla sedia. 
Brittany. 
Lo lasciai suonare, un po' incantata. 
" Beh che fai, non rispondi? " 
Mi riscossi grazie alle parole di Puck e schiacciai il tasto verde, un po' tremante. 
Sbuffai: quando si trattava di lei il mio stato emotivo mutava in poco più di pochi secondi.
" Ehi ciao! "
Sentì la sua voce sovrastare i rumori di macchine e autobus.
" Ciao! "
" Scusami se faccio in fretta ma poi non ho più tempo, sono veramente incasinata. Allora, ricordi che giorno è oggi? " 
Giovedì, ovvio che sapessi che giorno fosse, non speravo più che mi invitasse. 
E invece eccola lì, puntuale. 
Faccio la finta tonta.
" No, che giorno è oggi? Scusa ma perdo la cognizione del tempo con il lavoro "
Mi congratulai con me stessa per la voce ferma e convincente.
" Giovedì "
Sentì la sua voce squillare, entusiasta.
" Oh giusto, serata Karaoke "
Non mi resi conto del tono che usai, invulnerabile o felice. 
" Esatto! Allora a che ora sei pronta stasera? Ti vengo a prendere a casa! "
Wow, ok Santana stai calma. Quella ragazza era veramente propositiva. 
" Mmmm facciamo 20 e 30 sotto casa mia? " 
" Ok perfetto allora a stasera, scusa ancora per la fretta " 
Sorrisi. 
" Figurati, nessun problema " 
Ci salutammo e io chiusi la telefonata velocemente. In tutto questo, non mi ricordavo più di avere davanti un Puck completamente destabilizzato davanti alla mia reazione. 
" Chi era? "
Stava per indagare quando il telefono mi squillò di nuovo. 
Questa volta non guardai il display, ancora intontita.
Sentì una risata cristallina che ormai avrei riconosciuto tra mille e sobbalzai.
" Non mi hai detto dove abiti "
Rise ancora di gusto. E io la seguiì.
" Oh hai ragione, ti mando un messaggio così te lo segni ok? "
" Si grazie, a stasera "
" A stasera "
Ok, adesso avevo la voce sognante.
 
Sentì lo sguardo di Puck su di me. 
" Chi era? "
Lo guardai scocciata: avevo un sacco di lavoro e ci manca solo l' inquisizione di Puck, lì dentro, fino a prova contraria, ero io l' avvocato.
" Soltanto una mia amica "
Lui alzò un sopracciglio.
" Amica di cui non so il nome "
" Brittany " 
Cercai di dirlo con sufficienza, si. Naturalmente non ci riusciì. Sperai sempre di non dover parlare di Brittany con Jason, mi conosceva troppo bene quel ragazzo. 
" Mmmmm "
Alzai lo sguardo al cielo.
" Che vuoi Puck? "
Mise le mani dietro la testa, pensieroso, appoggiandosi allo schienale del divano. 
" Mi sembri strana .. "
Feci finta di contemplare delle carte.
" Beh non c' è nessun bisogno che tu psicoanalizzi "
Lui fece un sorriso.
" Cosa devi fare stasera? "
Continuai a non guardarlo e a non rispondergli.
" Ma tu non ce l' hai un lavoro? "
" Giorno libero "
Fece spallucce e continuò.
" E visto che sono un amico fantastico, considerando che non ci vediamo da due settimane, ero venuto a chiederti di fare una serata insieme, ma visto che sei impegnata "
Mi dispiacque: di solito non mi facevo impietosire, però anche a me mancavano le serate con lui.
" Ormai le ho detto che vado, non posso rimandare "
" E' importante? " 
Io esitai.
" Diciamo di si, per me stessa "
" Tu hai qualcosa che non mi vuoi dire "
Si alzò e appoggiò le sue mani sulle mie spalle, cominciando a farmi dei massaggi. 
Io decisi, senza troppe altre difese, di raccontargli ciò che mi tormentava da ormai due settimane. 
Fu strano parlarne: lui ascoltava e non mi diceva niente, non potevo neanche vedere il suo sguardo, però dirlo ad alta voce mi faceva più paura di prima.
Stavo finalmente consapevolizzando ciò che mi stava accadendo, ma soprattutto lo stavo condividendo con un' altra persona: questo mi rese da un altro lato molto più tranquilla. 
Non ero più sola. 
Finì il racconto dopo poco, ostica.
" Quindi stasera si consuma? "
Fu la prima domanda che mi fece Puck.
Gli diedi uno schiaffo sulle mani ancora appoggiate sulle mie spalle. 
" Sfigato, non sai mai essere serio "
Ma in quel momento una battuta faceva al caso mio, per alleggerire un po' il tutto. 
Sorrisi. 
Lui ritornò a sedersi sul divano, senza aggiungere nient' altro.
" Pensi che potremmo fare una cosa a tre? "
Gli lancia la prima cosa che trovai: anche solo il pensiero di avvicinarmi a lei in quel modo mi faceva venire i brividi, e salire la paura. 
Lui rise di gusto.
" Senti io non vedo di cosa dovresti preoccuparti. Sei mai stata attratta da altri uomini in questi anni? Quando stavi con Jason intendo "
Ci ripensai ed essendo sincera, pensavo fosse normale provare stimoli diversi, nonostante l' amore che provavo per Jay.
Annuì. 
" Ora il tuo corpo si è accorto di qualcosa di nuovo, che gli piace, e ne è attratto. E' la stessa identica cosa, quindi evita di farti sta falegnameria mentale e goditi la serata "
Il discorso di Puck era molto semplice e lineare. 
Non potei fare a meno di rincuorarmi: avevo avuto una seconda opinione, e vederla da quel lato migliorava sicuramente la situazione.
Mi sarei goduta la serata, punto.
Scrissi il messaggio a Brittany con l' indirizzo di casa, dissi a Jay che la sera non ci sarei stata e mi rilassai un poco a pranzo con Puck: mentalmente lo ringrazia per tutta la giornata. 
 
---
 
20 e 30. Giovedì sera. 
 
Cominciai ad andare da una parte all' altra, a guardarmi nello specchio in salotto, in quello in bagno, quello in camera, ed ero a posto.
Avevo scelto una cosa tranquilla: jeans scuri aderenti, maglietta elegante, tacchi bassi e giacchetta nonostante l' estate avesse già conquistato Lima da un bel po'. 
Sentì il campanello suonare quando ero dallo specchio in camera da letto.
Presi la borsetta e corsì giù.
Quando aprì me la ritrovai di fronte con il suo solito sorriso.
" Ehi "
" Sie puntualissima "
Lei mi fece l' occhiolino.
" Beh è una serata importante "
Risi, spensi le luci di casa, usciì e ci incamminammo verso la macchina.
Il viaggio fino al Karaoke fu piacevole: con Brittany era facile parlare, lei condivideva tutto quello che faceva, perché si vedeva che amava ciò a cui si dedicava.
In alcuni momenti di silenzio, mentre guidava, potevo osservare quanto fosse bella e affascinante: quegli occhi azzurri avevano sicuramente fatto innamorare un sacco di persone, erano così limpidi. Puri. 
 
--
 
Quando entrammo nel locale, sentì subito una voce stonata arrivarmi alle orecchie.
Brittany cominciò a ridere, scuotendo la testa.
" Quella sul palco che sta deliziando tutti con la sua voce bellissima è Sugar, e si è mia amica "
Risi: effettivamente non era la migliore.
C' era un po' di gente appaiata qua e là: il locale era carino, bancone in legno con dei seggiolini vicini, tavoli sparsi in ogni angolo ed un palchetto, con due microfoni e davanti un televisore in cui passava il testo sopra. Serata Karaoke. 
Andammo al bancone: a quanto pareva il barista era un suo amico.
" Ehi David, come va? "
Lui le fece un' occhiata triste.
" Andrebbe meglio se il mio ragazzo non avesse dei comportamenti del cazzo a volte " 
Ok, prima amica: Sugar, stonata ed esibizionista.
Secondo amico: David, gay, barista, incazzato.
Immaginai ci fosse il suo ragazzo nel tavolo con gli altri amici, visto e considerato che David continuava a fissarlo.
" Avete litigato ancora? "
Brittany sbuffò tra il divertito e il disperato.
" Ovviamente "
Si vedeva che lui era dispiaciuto, e si vedeva anche quanto ci tenesse: si notava dallo sguardo.
Poi, David, si accorse di me.
" Aspetta fammi indovinare, tu sei la famosa Santana! Piacere io sono David " 
Lui mi fece un sorriso e mi porse la mano che io strinsi. Mi chiesi perché fossi famosa.
Se fino a due settimane fa fare conoscienze era impegnativo, in quel momento ne fui contenta.
" Brittany mi ha parlato di te un sacco di volte "
Vidi lo sguardo di Brittany addolcirsi, mentre mi guardò. 
" Andiamo dagli altri " 
David annuì.
" Massacralo stasera "
Probabilmente si riferiva al suo ragazzo.
Brittany rise e poi, senza che mi capacitassi del perché mi prese la mano con delicatezza e mi portò dai suoi amici.
Ebbi quasi un infarto: com' era possibile che tutte le cose che faceva le recepivo mille volte più forte del normale? 
Non c' era niente di malizioso a stare mano per mano, un sacco di amiche l' avrebbero fatto, ma io mi sentivo diversa: quella stretta mi piaceva, mi rassicurava e in qualche modo, forse impercettibilmente, mi faceva sentire sua.
Che assurdità.
Mi godetti la sua mano nella mia finché non arrivammo dal tavolo dei suoi amici.
Mi presentò a tutti con calma.
" Cosa ti ha detto lo scimmione? "
Terzo amico: Kurt, fidanzato di David, decisamente dai comportamenti femminili, incazzato.
" Di massacrarti .. e che ti ama " 
Il suo viso assunse forme diverse alla bugia di Brittany, ma dopo pochi secondi ritornò seccato. 
" Mio dio Kurt, ma goditela un po' "
Quarta amica: Rachel, aria da diva, naso pronunciato, voce cantilenante.
Kurt le fece uno sguardo di rimprovero.
" Meno male che hai detto che non avreste più litigato "
Quinto amico: Mike, origine asiatica, amichevole, quel Mike, della palestra.
" Lo dice tutte le volte "
Sesta amica: Tina, origine asiatica, fidanzata di Mike, sguardo dolcissimo.
Brittany fece un giro del tavolo dopo avermeli presentati tra le varie battute: mi fece sedere vicino a lei.
" Ma gli altri? "
Rispose Rachel, pronta.
" Sam è uscito con una ragazza, una delle solite. A Finn hanno dato il turno di lavoro al ristorante e Quinn dovrebbe arrivare tra poco "
" Eccola! "
Brittany si alzò per richiamare l' amica.
Settima amica: Quinn, capelli biondi, sguardo delizioso, viso angelico. 
" Ehy! "
Le sorrisi e mi presentai, mentre anche lei prendeva posto.
" Santana "
Oramai mi stavo abituando a ripetere il mio nome, porgere la mano e ascoltare il nome dell' altro: speravo soltanto di non dimenticarmi quello di nessuno.
Quinn mi diede subito una bella sensazione: durante la serata fu la persona con cui parlai di più, a parte Kurt, anche se era ancora troppo impegno a fare il finto incavolato.
" Ma Taylor non viene a queste serate? "
Brittany rise: ero curiosa di sapere come mai non condividesse anche quello con il suo ragazzo.
" A Tay non piacciono particolarmente i miei amici, e non gli piace neanche cantare "
Me lo disse a bassa voce, avvicinandosi a me: potei sentire il profumo dei suoi capelli. Me ne inebriai per poco. 
" Oh "
Fu la mia risposta. Meglio così, poi pensai. 
 
--
 
Dopo un po', nel bel mezzo della serata, sentì una voce che annunciò qualcosa che sperai fosse falsa.
" Ed ora, Santana, canta Valerie "
Sprofondai nella sedia, mentre David annunciava ciò che mi avrebbe messa nel più misero panico. 
" Avanti, salta su "
Brittany mi incoraggiò.
" Me l' avevi promesso "
Non era vero, non avevo proprio promesso promesso, ma dovevo mantener fede alla mia - sua parola.
Tra l' altro le avevo detto io che amavo quella canzone. Se lo era ricordato. 
Quando sentì le prime note e il tavolo di tutti i suoi amici guardarmi, lei compresa, mi dissi che non avrei potuto far altro che cominciare a cantare: dopotutto me la sapevo cavare.
Fu bello.
Quando scesi dal palco mi sentiì realizzata. Elettrizzata. 
Inzialmente timida, stavo sul posto, ma poi la canzone mi diceva di aumentare il ritmo, che tutto sarebbe andato bene. 
Più che la canzone ero io a dirmelo: il mio subconscio aveva giocato a mio favore. 
Sovrastai la musica, aumentai la regolarità della mia voce, prendendo conoscienza col palco.
Fu un innamoramento. Non avevo mai cantato davanti a tutte quelle persone, almeno una trentina. Mio unico pubblico erano gli shampoo nella doccia o un addormentato Jay che sognava sul letto. 
Mi sentì, come quando vincevo una causa, come quando salvavo qualcuno e gli davo la possibilità di rifarsi una vita.
Mi sentì nuova. 
E possibilmente la cosa più bella, fu vedere lo sguardo confuso, piacevolmente, di Brittany.
La cosa più bella, fu quando raggiunsi il tavolo, e gli altri mi fecero i complimenti, e lei mi prese ancora la mano, da sotto.
La cosa più bella, fu quando mi si avvicinò e mi disse delle semplici parole che però mi fecero stare ancora meglio.
" Eri bellissima su quel palco "
Mi sentì inebriata, ubriaca di quelle parole, così contenta, conquistata da quelle note, conquistata dal suo sguardo, che giuro di malizioso aveva poco, ma sembrava proprio .. sembrava mi volesse già bene.
Era stato bellissimo, e restai ubriaca, inebriata, sazia per tutta la serata. 
L' avrei voluto fare altre cento volte, ma anche di più.
E non potei resistere da lasciare un bacio sulla guancia a Brittany, con la mia mano ancora stretta nella sua, come in un tacito accorto che nessuna delle due dovesse lasciarla, volesse lasciarla. 
Mi accorsi solo ripensandoci che in quei momenti lo sguardo di Kurt indugiava di più su di noi, si faceva più indagatore, ma anche un po' compiaciuto.
Ma dopotutto non lo conoscevo così bene.
Non avrei desiderato niente di più, nella mia vita.
 
---
 
 
" Ti ringrazio " 
Scesi dall macchina e lei anche per salutarci meglio.
" E' stata una bella serata "
Le sorrisi e lei lo fece di rimando. Di nuovo quella sensazione di benessere: il suo sorriso mi faceva stare bene, mi trasmetteva sincerità, mi trasmetteva amore per tutto ciò che la vita le aveva riservato. Sembrava così grata, come me. 
" Lo sai che insisterò mille altre volte per sentirti cantare ancora vero? Hai una voce bellissima "
Si, arrossiì. Io, arrossiì. Non mi succedeva quasi mai, e invece sentì un calore strano salirmi a imporporare guance e orecchie. 
Dovevo restare tranquilla. Che occhi belli che aveva. 
" Esagerata! "
Feci la modesta.
" Quindi giovedì prossimo solito posto? "
Era un altro invito, un altro invito che di certo non potevo rifiutare: era da tanto che non mi divertivo così, e la sua presenza, ormai avevo capito, migliorava le mie giornate. 
Ecco, forse non del tutto, visto che metà di me, la ragione, cercava di farmi capire che avevo un ragazzo, che si chiamava Jason, figo da paura e che mi amava alla follia.
Ero veramente nei casini. 
Mi girai verso casa e notai che la luce era ancora accesa. Doveva avermi aspettata.
" Io vado ora .. ci sentiamo! "
Fu più una domanda che un' affermazione. 
Lei annuì.
" Certo, magari possiamo pranzare insieme, prima o poi " 
Sorrise ancora, si avvicinò e tutto di un colpo, successe qualcosa che non mi sarei mai aspettata. 
 
Per baciarci sulla guancia, scontrammo la fronte l' una dell' altra, come due imbecilli su di un giardino ben tenuto.
Cominciammo a ridere, con le mani sul malcapitato posto, io ancora inebriata da tutte quelle stupende sensazioni, lei così abituata a rendere la sua vita meravigliosa.
Mi tenni la pancia, sfinita, e mi appoggiai alla macchina, prendendo il respiro. 
Lei, senza pensarci, o così ragionai io perché lo fece con molta naturalezza, mi abbracciò. 
Era più alta di me quindi io appoggiai il mento sulla spalla, così rilassata e tranquilla. 
Ogni lato di lei mi rendeva più dolce, più contenta di quello che avevo, più grata. 
Forse, o sicuramente, stavo cominciando a sapere dare più amore.
Non che fossi innamorata di lei, amore amichevole, si intende.
Quante cazzate che mi raccontavo pur di far tacere i miei sensi di colpa!
Quando mi staccai da lei, le sorrisi, sospirai, mi alzai sulle punte per darle un bacio sulla fronte e con un ciao sussurrato scappai semplicemente via.
Prima di entrare in casa, mi girai: lei era ancora lì, che mi guardava.
Alzò la mano in segno di saluto, sorridendomi. 
Io lo feci di rimando e poi mi chiusi la porta alle spalle.
La prima sensazione che sentiì fu la mancanza: di quel sorriso, di quel profumo, della sua presenza così perfetta. 
Scopriì che Jay stava già dormendo e che si era dimenticato la luce accesa.
Ringraziai l' Universo per quella tregua: quella notte la sognai, non mi ricordavo come, dove e perchè, seppi soltanto che quando mi risvegliai, avevo sulle labbra il miglior sorriso che mi fossi mai sentita di avere.


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Oh yes, questo capitolo è moooolto lungo. 
Ho cominciato ad introdurre amici da entrambi le parti, e mi è piaciuto un sacco farli entrare uno ad uno nella storia.
A parte Puck vi ho presentato gli altri molto velocemente, ma credo proprio faranno parte della fan fiction, quindi li svilupperò mano a mano. 
Che dirvi, le cose si stanno evolvendo, piano piano. 
Spero che questo capitolo possa piacervi: mi scuso anticipatamente per gli errori, sono le 4 di notte e non connetto molto, ma se no non sapevo quando metterlo. E poi amo scrivere di notte ahah :D 
Ringrazio tantissimo tutte le persone che leggono, mettono tra le seguite, ricordate, preferite, e tutte le persone che mi lasciano recensioni e mi fanno capire se sto compiendo un ottimo lavoro o no! 
Come sempre vi ricordo che accetto sia critiche negative/ positive, anzi se c' è qualcosa che trovate incongruente, troppo rapido, troppo italiacano, avvisate :D 
Sono veramente contenta di poter condividere questa storia con voi.
Giulia! 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ( 1 ) ***


" Puck, che vuoi? "
 
Era di nuovo su quel divano, di nuovo stravaccato, di nuovo mi guardava: ma non lavorava mai? 
" Lo sai cosa succede tra cinque giorni? "
Alzai lo sguardo.
" Esattamente cosa dovrebbe succedere? Sai che non mi piacciono gli indovinelli! "
Feci finta di non sapere, di non ricordarmelo, ma non penso che ci credette poi molto.
Sbuffò, io feci lo stesso.
" Tra cinque giorni compi 27 anni, me lo ricordo Puck "
Lui fece un sorriso soddisfatto. 
" E lo sai cosa succederà, a casa mia, proprio tra cinque giorni? "
Con i ricordi ancora accesi, mi promisi di dirgli di no, a qualsiasi suo invito, soprattutto se si trattava di casa sua: c' era da aver paura.
" Puck, non dirmi che hai organizzato una super festa dove ci si sbronza, si spacca la tua casa, si vomita nei vasi, quando va bene, e poi si scappa via all' alba, alla bellezza di 27 anni? " 
Il suo sorriso si allargò a dismisura.
Io ebbi ancora più paura.
" Esattamente, togliendo la parte che riguarda spaccare casa e vomitare dentro ai vasi "
Lo mormorò pensieroso.
Scossi la testa.
" Sai che non ho nessuna intenzione di venire? "
Ero troppo adulta per questo genere di cose, soprattutto dopo l' ultimo ricordo che ho di quando ancora mi ubriacavo. 
Lui fece lo sguardo da cagnolino che vuole tante coccole.
" Dai San, questa è l' ultima festa, ho deciso che i 27 anni saranno quelli della svolta, questo è l' ultimo anno "
Lo guardai in cagnesco.
" Tutti gli anni dici così "
" Ma questa volta è diverso, lo giuro "
" Ah beh se giuri allora siamo a posto "
Lui si mise in ginocchio.
" Dai San, sai che ci tengo! "
Cercai di desistere, ma non ci riuscì: dopotutto non mi chiedeva mai niente.
" Alzati, sfigato "
Sorrise: aveva capito che avrei mollato la presa. 
" Vengo, ma con Jason. Non berrò, ma almeno farò da presenza "
Lui saltò su con tutto l' entusiasmo del mondo e mi abbracciò. 
Ridemmo insieme. 
" Sei proprio un bambino "
" E tu la mia migliore amica preferita "
Sbuffai.
" Sono l' unica Puck "
" Che importa "
Alzai gli occhi al cielo. 
Poi si sedette sul divano e cominciò a parlarmi dell' organizzazione della festa, di quanti saremmo stati, di quanto vino avrebbe comprato, e non solo, e di come sarebbe stato figo passare una serata del genere anche a 27 anni.
Dopo pochi minuti di conversazione in cui Puck sembrava essere sotto effetto di gas esilaranti, qualcuno bussò.
" Si? "
" Sono Mary "
Sorrisi.
" Entra pure Mary "
Lei entrò, facendo attenzione a non fare troppo rumore. Guardò Puck per un istante, in cui lui le fece uno sguardo languido e compiaciuto e poi si concentrò su di me. 
No, non volevo sapere.
" C' è una signorina che vorrebbe parlare con lei "
Alzai gli occhi bene, era l' ora di pranzo e avevo un' ora e mezza libera per rilassarmi, chi doveva togliermi quei minuti preziosi? 
" Chi è? "
" Dice di chiamarsi Brittany "
E lì, quasi caddi dalla sedia. Brittany. No, non c' eravamo organizzate per pranzo, anche perché non mi sarei mai scordata un appuntamento, amichevole si intende, con lei.
Ok, ma qual' era il mio problema? 
Dovevo solo restare calma.
" Falla entrare "
Puck mi guardava con un sorriso beffardo. Oh no, lui sapeva tutto e non era certo il tipo raccomandabile in quelle occasioni. 
Lo guardai male mentre Mary usciva e lui le squadrò il sedere.
" Poi mi racconterai che è successo tra te e la mia segretaria. Ora vedi di stare zitto e di telare dopo pochi secondi "
E così, la porta si spalancò un pochino, e Brittany sbucò dall' uscio.
Quanto cavolo era bella?
Mi dovetti trattenere dal dirglielo. 
" Ehi, disturbo? "
" No anzi "
Mi alzai per andarla a salutare. Le diedi due baci sulla guancia e poi mi risedetti sulla poltrona girevole, di cui manici ( che non si vedevano grazie all' imponente scrivania ) erano già zuppi di sudore freddo. 
Brittany si girò verso Puck e gli sorrise.
" Io sono Puck, piacere "
Lui si alzò e le strinse la mano, adorante. 
La guardò intensamente, io schiarì la voce e lui se ne accorse.
Brittany intanto era intenta a guardare il mio ufficio.
Silenzio.
Poi Puck salvò la situazione.
" Bene, io vado. San, ricordati la festa, mi raccomando " 
La bionda gli sorrise, un po' con lo sguardo interrogativo. 
E mentre pensai di essere salva dagli spontanei strafalcioni del mio super amico, lui si girò e fece, come al solito, la sua parte.
" Ehi, so che non ci conosciamo, ma giovedì questo festeggio il mio compleanno. San viene, perché non fai un salto? Sarà uno sballo "
A Brittany si illuminarono gli occhi. 
" Una festa? Volentieri! "
Bene, Santana, ce l' avrai dura. Sperai soltanto che non fosse una di quelle persone, come posso dire, sfrenate? Ma ne dubitai.
" Bene, tanto puoi venire con San, vi mettete d' accordo! E' stato un piacere, scappo a lavoro! Buon pranzo "
Mi fece l' occhiolino e prima che io potessi tiragli qualcosa, si riparò con la porta.
Brittany si sedette sul divano, incrociando le gambe. Aveva una gonna e le sue coscie erano in bella vista davanti a me. 
Deglutì, colpevole, e alzai lo sguardo.
" Bell' ufficio "
Era compiaciuta, si vedeva dallo sguardo.
" Grazie, e scusa per Puck, è un po', diciamo invadente "
" No a me sembra semplicemente simpatico invece "
Mi mise subito al mio posto. Che testa! 
Poi se ne uscì con una delle sue frasi disconnesse.
" Mi piace San, posso usarlo come soprannome o è una cosa tra voi? "
Mi guardò fissa, con uno sguardo comprensivo.
" No non è una cosa tra noi "
" Bene " 
Lei annuiì convinta.
Cercai di rilassarmi al più presto, facendo respiri profondi. Siamo solo amiche, solo amiche, io ho un ragazzo stupendo che mi aspetta a casa. Autoconvincimento, l' arma migliroe in certi casi. 
" Allora, che ci fai qui? "
Lei sembrò ricordarsi cosa dovesse fare.
" Volevo pranzare con te " 
Colpita e affondata. Quanto era tenera.
" Prendi tutto e usciamo da questo posto, bellissimo, ma pieno di scartoffie " 
Risi e usci' spegnendo la luce. 
Ero contenta: mi aveva pensato, aveva cercato dove lavoravo e mi aveva fatto una specie di sorpresa, non era da tutti. Però mi ricordai che era da Brittany. Lasciai la stanza con un sorriso dolce sulle labbra.
 
---
 
" Senti ti scoccia se facciamo una tappa? "
" No " 
Eravamo in macchina di Brittany, e stavo cercando di tenermi alla maniglia o comunque a qualsiasi cosa a cui ci si potesse aggrappare: correva come una pazza.
" Anche mia nonna si tiene sempre lì "
Mi prese in giro, io sbuffai e misi il muso.
" Non è colpa mia se guidi come se stessimo facendo un rally "
Lei rise e si scusò. 
" Dai siamo arrivati " 
Scesi insieme a lei, non riconoscendo dove fossimo, poi mi accorsi del cancello d' entrata e trattenni per pochi secondi il respiro: eravamo al cimitero.
Lei mi prese la mano, come sembrava si fosse abituata a fare ( io ancora facevo fatica a contenermi a quei contatti ) e si fece seguire.
Quando arrivammo alla lapide desiderata, capiì. 
Jhon Pierce. 
Le lettere creavano solchi nel marmo, insieme ai numeri sulle informazioni di nascita e morte.
Brittany si mise in ginocchio lasciandomi la mano e chiuse per un attimo gli occhi.
Vicino alla foto di suo padre, che aveva gli stessi lineamenti della bionda, c' erano dei fiori ben curati, messi lì probabilmente pochi giorni prima. 
La bionda alzò la mano, la posò su una frase, passando le dita sopra ad ogni lettera, quasi ad accarezzarle, sempre mantenendo gli occhi chiusi.
Come un mantra.
" Nulla accade se non l' hai sognato prima "
Sorrisi.
Brittany fece lo stesso, poi aprì gli occhi.
Si sedette e mi fece segno di starle accanto.
" Scusami se ti ho portata qui, ma poi avrò troppi impegni e volevo ritagliarmi questo spazio. E poi, questa è una parte della mia vita che non puoi non conoscere "
La ringraziai: la ringraziai mentalmente perchè mi fece sentire importante, mi fece sentire la fiducia che aveva in me, mi fece sentire amata. 
" Com ' è successo? "
Lei scrollò le spalle.
" Incidente d' auto "
" Mi dispiace "
E questa volta fui io a prenderle la mano, e a stringerla. Mi sentì rincuorata, quando intrecciò le sue dita alle mie senza preoccupazioni.
" Non dire così, io ho una teoria tutta mia sai? "
Giocherellò col mio indice, facendogli piccole carezze e disegnando cerchi sul palmo della mia mano. 
" Io penso che mio padre sia morto perché era pronto, aveva finito la sua missione qua, sulla terra e non poteva più restare. Aveva altri impegni lassù, e sono contenta per lui. Mi ha sempre resa felice pensarla così. Ne sono sicura "
Mi sorrise, persa un po' nei suoi pensieri.
" Oh Britt "
Lo dissi con così tanta dolcezza che quasi non mi riconobbi: non ero solita esternare del tutto le emozioni che provavo. 
In quel momento però non potei trattenermi dal regalarci un abbraccio: sentivo che aveva fatto tanto per me oggi, e io volevo farne molto di più.
Sentì le spalle rilassarsi allo sfiorare delle mie mani sulla sua schiena.
Quando mi liberai, provai una fitta strana: non le diedi ascolto.
" Beh, ora è meglio andare, se no si fa tardi "
Si alzò, sussurrò " ciao papà " e ci dirigemmo in macchina lì vicino, dove c' era un prato bellissimo. 
Mettemmo la coperta sull' erba, col sole addosso, e ci sdraiammo, rilassate.
Brittany tirò fuori una quantità assurda di leccornie, che in pochi minuti quasi era tutto finito.
Avevo proprio bisogno di mangiare. 
" Quando hai i prossimi spettacoli con la compagnia? "
" Tra tre settimane cominciamo una specie di tour, non vedo l'ora "
Il suo sorriso si spalancò. 
" Sai quale sarebbe un sogno da realizzare? Ballare sul palco di Broadway! " 
" Dev' essere bellissimo "
Lei annuì.
" Già ballare su di un palco qualunque è bellissimo, figurati a Broadway! Mamma mia, darei di tutto per andarci "
I suoi occhi brillarono, prese il respiro emozionata e poi lo rilasciò. 
I due occhi azzurri presero una luce diversa: era amore. 
E non so perché, ma in quel preciso momento, giurai che avrei rivisto quello sguardo, in un modo o nell' altro. 
" Tu non hai un sogno? "
Esitai. Io il mio l' avevo già conquistato.
" Il mio sogno era aprire uno studio tutto mio " 
Lei rimase a guardarmi un attimo. 
" Beh l' hai già realizzato quindi! Puoi dedicarti ad un altro sogno! "
 Era entusiasta più che mai, sbatteva le mani, forse contenta di far parte di un nuovo sogno tutto da scoprire e realizzare. 
Ero al punto di partenza? Che altri sogni avevo? 
E poi mi ricordai l' emozione provata mentre cantavo, su quel piccolo palco, in cui ero riuscita per una delle poche volte nella mia vita a lasciarmi andare, senza freni, senza paure. 
Non mi sarei mai aspettata di poter sentire determinate sensazioni, certi brividi soltanto cantando.
E lì, sul quel prato verde, con Brittany davanti, e mille incertezze, scoprì cos' avrei voluto fare. 
Scoprì il mio secondo sogno da realizzare, e non ero sola. Sapevo che lei ci sarebbe stata, lei mi avrebbe accompagnato, come io avrei fatto con lei.
Quel momento, mi legò così tanto a lei che pensai l' avrei ricordato forse per tutta la vita.
" Voglio far parte di un musical "
Lei scattò in piedi, ridendo.
" Quello che vuoi, l' Universo ti dà "
Si indicò da sola. Inizialmente mi venne un colpo, poi mi concentrai: non poteva sapere cosa provavo ( non lo sapevo neanche io ) quindi non poteva intendere QUELLO.
" Posso insegnarti a ballare e per il canto una mia amica insegna a scuola, posso farti dare delle lezioni private "
Ebbia paura. Ebbia paura perché successe tutto così in fretta che non avevo avuto tempo di ponderare le idee, convinta di non poter fare musical e fare l' avvocato contemporaneamente. Convinta di non essere all' altezza. Poi tutto ciò lo mandai a puttane: un sogno si prendeva di petto, si viveva. Era il viaggio che importava.
Saltai in piedi e mi feci prendere dall' entusiasmo di Brittany, mi fece fare una giravolta.
" Sarai bravissima "
Risi.
" Tu sarai lì con me? "
Lei, piano piano, tornò seria. 
Ci sedemmo di nuovo sulla tovaglia a quadri, mi fece sdraiare su di se, appoggiai la testa su di una sua coscia e lei prese ad accarezzarmi la fronte e i capelli.
" Non mi perderei mai uno spettacolo del genere "
Me lo sussurrò.
Io chiusi gli occhi, godendomi quel momento di tranquillità e calma. 
Il suo tocco era delicato, confortante.
Ero confusa, non ci capivo niente e mi chiesi se mai ci avrei capito qualcosa.
Mi chiesi come avrei fatto, mi chiesi quale fosse il mio problema, perché doveva succedere a me.
E poi pensieri più belli mi accolsero con le sue dita sottili.
Mi dissi che avevo ricevuto un regalo bellissimo, che era Brittany.
Mi dissi che qualsiasi cosa fosse successo, avrei ringraziato ogni momento passato con lei, anche solo per le mille emozioni che mi faceva provare.
Mi dissi che amore o non amore, me la sarei tenuta con me. 
Con me, amica o amante.
Amante? Era questo uno dei pensieri che mi affliggeva?
Mi godetti ancora un po' le sue carezze, poi sentì le sue labbra leggere sulla mia fronte.
" Si è fatto tardi per te, mi sa che devi tornare a lavoro "
Mi riscossi un attimo, un po' intorpidita.
Guardai l' ora.
" Hai ragione "
Sorrisi anche se dentro di me avrei voluto passare più tempo con lei. 
Prendemmo la roba e in macchina, con solo la radio accessa e noi due in silenzio, la bionda guidò, questa volta tranquilla, verso il mio studio.
Mi ricordai le parole di Brittany, della sera a casa sua. 
" Si insomma, non hai mai sentito dire che quando riesci a stare in silenzio con una persona, senza provare imbarazzo, vuol dire che riesci ad essere te stessa senza problemi? " 
In quel momento sentì quelle parole più vere che mai.
Quando scesi dall' auto, le sfiorai la guancia con un bacio e la salutai. 
Stavo per fare pochi passi più in là quando la voce di Brittany mi raggiunse. 
" San "
" Si? "
" Mi piace Britt, comunque " 
Mi ricordai di aver usato quel soprannome al cimitero.
" Allora è tuo "
Le sorrisi dolcemente e mi incamminai verso lo studio.
Fissai la sua macchina allontanarsi: la mia vita stava prendendo una piega diversa, stava soltanto a me decidere che strada prendere.


--------

Angolo autrice:

Buonasera!!
Ho trovato un po' di tempo per postare!
Avviso che questo capitolo non mi entusiasma particolarmente, lo trovo un po' povero, però è uscito così e mi fido di quello che le mie mani scrivono senza che io debba per forza pensare!
Proprio per questo vi invito a dirmi tutti i vostri dubbi, opinioni su ciò che ho scritto: ho bisogno di sapere se sto facendo un buon lavoro, se sono coerente con quello che sto scrivendo e se questo capitolo non è andato poi così male :) 
Già una cosa ve la dico: mi stanno antipatiche le descrizioni dei luoghi e qua anche un po' i dialoghi, visto che sembrano non parlare molto, ma mi piace il silenzio tra loro perché ho la forte credenza che si capiscano senza dire niente!
Vi lascio, spero che questo capitolo sia stato alla vostra altezza, fatemi sapere!
E un GRAZIE a tutti quelli che recensiscono, che ho già ringraziato personalmente, a coloro che seguono/ricordano/preferisconoleggono la mia fan fic, vi ringrazio, per me è importante tutto ciò!
Pubblicherò il prima possibile!
Buona notte signori! 
GIULIA!

 

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Capitolo 5
*** Quarto capitolo ( 2 ) ***


" Non ho idea di cosa mettermi, Puck e le sue bellissime idee! "
Sbuffai.
Brittany rise, in piedi di fronte al mio armadio con le braccia incrociate, intenta a trovare qualcosa di appropriato per la serata.
Lei aveva un vestitino estivo che le arrivava fino alle ginocchia di un colore chiaro. I capelli erano raccolti in un elastico dello stesso colore in una coda alta. Gli orecchini erano grandi e tondi, e le incorniciavano al meglio il viso, per non parlare dei suoi occhi messi ancora di più in risalto senza ciuffi davanti. 
Quando le avevo aperto la porta, ero rimasta un attimo come una scema senza dire niente, per poi riprendermi poco dopo. 
Avevo sussurrato ciao , disconoscendo in quel momento il mio tono di voce, facendola entrare. Quando mi passò vicino lasciò la scia del suo profumo: dovetti trattenermi dall' odorare il suo collo, la sua pelle. Poi pensai, con intelligenza, che a pochi metri di distanza c' era Jason che si stava facendo la doccia: sarebbe venuto anche lui. 
Possibile che mi desse fastidio la cosa? La riguardai e decidetti che per forza doveva essere possibile
Non avevo ancora deciso cosa mettere, le stavo lasciando il controllo del mio armadio. 
Ero seduta sul letto, con una maglietta e un pantalocino corto addosso.
" Questo? "
Prese l' ennesimo abito dalla cabina armadio, pronta già a dirle che non sarebbe stato appropriato, quando mi accorsi che poteva fare proprio a caso mio: semplice, senza troppi fronzoli, sicuramente da festa in spiaggia, dunque era anche da festa da Puck. Era a fiori, senza spalline.
" E' lui "
Annuì soddisfatta e lei prese un respiro di sollievo. 
Andai nel bagno che avevamo in camera a cambiarmi: restare in intimo davanti a lei mi imbarazzava.
" Ce l' abbiamo fatta! "
La sentì urlare dalla mia camera. 
Risi mentre mi infilavo il vestito con facilità: adoravo la comodità di un abito non troppo attillato. Potevo almeno respirare. 
Uscì dalla porta con tranquillità, agguantando e infilando per la strada le scarpe alte con tacco aperte nere. 
" Beh dai, poteva andare peggio "
" Peggio? Avrai provato almeno 10 vest .. " 
Ma poi si bloccò, appena entrai in camera. Mi guardò da capo a piedi, senza dire niente. 
Mi sentì in forte imbarazzo, cercando di non guardarla negli occhi feci la domanda di rito.
" Che ne dici? "
" E' decisamente lui "
Io feci un sorriso, appena si riprese: forse non ero l' unica a provare qualcosa di diverso, forse anche lei poteva pensarla come me, insomma non mi inventavo le cose, le situazioni, gli attimi passati insieme. Le sensazioni provate insieme. 
Restammo nuovamente in silenzio, a guardarci. Lei mi si avvicinò: potevo sentire alla perfezione l' aroma del suo profumo. 
Alzò una mano e mi tolse un ciuffo da sopra l' occhio: avevo lasciato i capelli sciolti rivolti alla spalla sinistra. 
Trattenni per un attimo il respiro, con il cuore che batteva a mille. 
A più non posso: non avevo mai provato niente di simile, mai per nessuno. Per nessuno fino a quel momento
Mi agitai ancora di più a quei pensieri, e mi prese un colpo quando sentì la voce di Jason raggiungerci.
" Principesse, siete pronte? "
Mi scossi da quel momento, mentre lei ricomponeva il suo sguardo, si girava a prendere la borsetta, mi sfiorava la mano e mi faceva segno di andare, che avremmo fatto tardi.
Tardi per cosa? Quasi l' idea di poter bere qualcosa ora aveva un senso. 
 
-------
 
Pensai che se non avessi saputo dove fosse casa di Puck, non mi sarei potuta comunque sbagliare: sembrava veramente una festa da 18enni dagli ormoni impazziti, e non dubitai che in mezzo a tutta quella gente ce ne fosse qualcuno. 
La musica era alta, la piscina di fronte a casa era piena di gente che si faceva il bagno, schizzando acqua ovunque, spingendosi fino a cadervi dentro, ridendo come pazzi. 
Feci un sorriso maliconico: si, lo feci. Dopotutto mi fece ricordare quando ancora ero giovane, meno fissata con le regole, e più me stessa.
Brittany sembrava nel suo, tanto che entrò per prima in casa, salutando Pick da lontano. 
Jason non sembrò essere poi così contento, ma si rassicurò vedendo arrivare Taylor, che ormai tranquillo visto il raggiungimento dell 'amore per Brittany non avrebbe fatto certo niente di avventuroso quella sera. E segretamente, ringraziai la presenza di Taylor. 
" Ehi Bellezze, siete arrivate! "
Puck ci prese e ci tirò su con tutta la forza che aveva: mi sembrava già un po' troppo su di giri del normale.
" Siete uno splendore "
Ci fece fare la giravolta su noi stesse. 
Risi con disinvoltura, senza rendermene conto. Puck mi faceva sentire amata, sempre. Poteva succedere qualsiasi cosa che sapevo lui mi sarebbe stato a fianco. Tipo questa cosa con Brittany. 
" Ragazzi! "
Fece un sorriso più tirato, salutando Tay e Jay, per poi continuare a dire che non si divertiva così da un bel pezzo, che quello sicuramente era il compleanno più bello della sua vita e che .. niente poi si bloccò per guardare una ragazza passare, chiederci il permesso con lo sguardo ed andare a conoscere la sconosciuta: meno male che era il suo compleanno! 
" Ti prendo da bere? "
Jason me lo sussurrò all' orecchio, per farsi sentire: io mi scostai un poco, osservando una Brittany che mi guardava, mentre Taylor le diceva chissà cosa. 
" Si grazie " 
" Cosa ti prendo? "
Beh, ci sarei andata piano. 
" Una birra "
Per iniziare andava più che bene.
 
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Mi sentivo leggera. Ridevo da sola mentre cercavo di raggiungere una sedia vuota, o almeno così sembrava.
Taylor e Jason li avevo visti l' ultima volta al piano di sopra giocare alla play: lì avevo deciso che era il momento di darci dentro, soprattutto perché non trovavo Brittany. 
Guardai in alto e indicai le stelle: non seppi bene il perché, ma mi sentivo ubriaca e il braccio alzato a indicare il cielo mi faceva stare bene.
Risi ancora, questa volta di me. 
Doveva essere tardi, perché vidi che non c' era più gente come quando era iniziata la festa: in piscina c' erano più quattro - cinque persone, e dentro, vedevo un po' male si, ma non mi sembrava così piena la casa.
Poi ad un certo punto riconobbi lei: il mio problema più grande, la mia prima lei, la mia unica lei.
" Brittany "
Mi sentì urlare il suo nome, senza neanche aver detto al cervello di chiamarla. 
Mi ricordai che ero ubriaca, che potevo dire qualcosa che non andava: risi di me per questo.
La vidi venirmi incontro più bella che mai, con uno sguardo sollevato. 
Si inginocchiò sul prato e mi abbassò il braccio: in effetti lo sentivo formicolare.
" Ti stavo cercando, non ti ho vistatutta la sera "
Si, l' avevo evitata: c' era Taylor, non volevo succedesse qualcosa, o volevo ma non potevo far si che succedesse ecco. 
Io feci lo sguardo confuso: pensai di non essere molto sexy in quel momento.
Eppure i suoi occhi su di me mi sembravano avere lo stesso effetto, se non maggiore.
Mi sembravano troppe cose quella sera. 
" Sono sempre stata qua "
Lo dissi con naturalezza, strascicando le parole. 
Lei non dovette proprio crederci.
" Facciamo una passeggiata? "
Volevo stare seduta, non avevo voglia di camminare.
" Uh, no, sono stanca, siediti su di me "
Sbattei le mani sulle coscie, invitandola a sedersi: si lo feci, come fa il padre con la figlia. Ma non avevo così coscienza da vergognarmene sul momento. 
Lei scosse la testa e poggiò il suo fondoschina sulle mie gambe, investendomi con il suo profumo.
Fu peggio di quando ero sana: almeno lì sapevo controllarmi, invece in quell' istante mi venne solo voglia di assaporare il suo collo, odorare i suoi capelli.
Tolsi l' elastico dai suoi capelli, lasciandoli liberi da quella morsa. 
Lei mi guardò stranita, ma avevo lo sguardo dolce. 
Non mi stavo frenando e quindi feci quello che mi dettava .. boh la parte più nascosta del mio io: infilai il viso tra i suoi capelli biondi, sfiorandoli con le mani. 
Feci tante cose quella sera.
Erano lisci e soffici. Lei sembrò rabbrividire sotto il mio tocco, o forse fu solo una mia impressione da maniaca ubriaca.
" Hai un odore buonissimo "
Lei rispose con un grazie soffocato, quasi non riuscisse a dire niente. 
Si girò meglio verso di me. Prese il mio viso tra la mani e mi guardò dritta negli occhi. 
Non credo fosse proprio ubriaca lei, o forse si. 
" E tu sei proprio bella "
Dopo quell' affermazione, avrei voluto baciarla, prenderle il viso tra le mani e immergere le mie labbra sulle sue, facendole scontrare. Avrei messo passione, desiderio, assaporato ogni istante, ogni sapore della sua bocca, ogni profumo del suo viso, intrappolato tra le mie mani che dolci le avrebbero sfiorato gli zigomi. Avrei appagato la voglia di sentire cos' avrei provato a baciarla. 
Invece, ubriaca, la feci scendere dalle mie gambe, con il suo sguardo confuso e quasi sbigottito sul mio, mi alzai un po' stordita e dondolante, tolsi i tacchi, il vestito e rimasi in intimo con lei davanti. 
Ormai lì di fuori, dalla piscina potei notare che non c' era più nessuno, a parte una persona sdraiata sul prato, incosciente. 
Così, mi abbassai, ancora poco stabile, e tolsi i sandali a Brittany, poi le presi l' abito dalla gonna e piano glielo tolsi: sentì il suo respiro mozzarsi, il mio invece accelerò, così come il cuore. 
Lei alzò le braccia in alto per farselo togliere: si lo sapevo, il giorno dopo mi sarei vergognata, avrei avuto paura di tutto ciò, ma in quel momento mi sembrava la cosa più giusta, più bella e vera che mai. 
La spogliai, con tutte le mie parti del corpo e lei si fece spogliare. E restò in intimo. 
E poi le presi la mano, più impudente che mai, presi la rincorsa e mi tuffai con lei in acqua.
E risi, si più che potevo. Era una risata liberatoria, all' inizio oppressa dall' acqua, dopo, quando tirai la testa fuori, mi sentì ridere di cuore, come non facevo da un tempo.
" Sei una pazza! "
Anche Brittany rideva, con i capelli bagnati, l' intimo trasparente e alcuni brividi nonostante il caldo, o forse non erano per il freddo. 
" Può essere "
Si portò all' indietro i capelli bagnati, cercando l' elastico che le avevo tolto al polso, ma si accorse di non averlo.
Mi portai più vicina a lei e galleggiandole vicino le feci notare che lo avevo io.
" Sei più bella senza "
Il mio tono di voce era, osceno. Si, così turbato e misterioso, e pieno di desiderio e pieno di sentimento che me ne stupì da sola. 
Lei fece il sorriso più bello e dolce del mondo e io l' abbracciai. 
Sentivo il suo seno contro il mio, le mie mani le fecero dei grattini sulla schiena, la mia bocca era appoggiata su di una spalla, senza lasciare baci, ma era lì, a bagnarsi di acqua e a godersi l' odore della sua pelle. Ero malata, ecco cos' ero. 
Ma non mi importava di niente in quel momento, se non di rimanere in quella posizione, con lei lì e i miei sentimenti contrastanti ma zittiti da 5 o 6, o non sapevo quanti bicchieri di vodka. 
Ad un certo punto, portate dall' acqua, Brittany si ritrovò nell' angolo della piscina. Ancora lì, messe nello stesso modo.
Alzai la testa e la guardai. E lei capì, capì cosa stavo per fare. Lo capì perché la vidi avere uno sguardo consapevole. 
E mentre mi avvicinavo lei non mi rifiutò.
" Sei ubriaca San "
Ma rimase lì, ancora a fissarmi, mentre sembrava passare una vita tra le nostre labbra.
" Sono solo ubriaca di te Britt "
Glielo sussurrai, sincera. 
Il giorno dopo mi sarei sicuramente maledetta per ciò che stava uscendo dalla mia bocca. 
Lei sorrise, così poco stranita da quella conversazione, come se si fosse aspettata che prima o poi l' avremmo affrontata, in un modo o nell' altro. Ed era anche quello che mi piaceva di Britt, non dovevi spiegarle niente, dovevi solo restare zitta e guardarla. 
E poi due parole, e questo bastava. 
E quando stavo per concludere quel momento, per appagare i miei sensi, per scoprire una nuova me stessa, quando stavo per scoprire i suoi sentimenti, l' acqua si alzò, segno che qualcuno si era appena tuffato nella piscina.
" Oh mio dio! "
Riconobbi la voce di Puck, nonostante fossi stordita e ubriaca.
E non mi limitai a guardarlo male, ma presi a nuotargli incontro, con uno sguardo sicuramente cattivo. 
" San "
La voce del mio migliore amico era spaventata.
" Scusa, non volevo interrompere niente, non vi ho viste .. e comunque che sexy "
Era ubriaco anche lui e stava parlando anche troppo.
I miei sensi alterati fecero si che affogai per pochi secondi Puck, con una forza sovraumana.
Poi lo ritirai fuori dall' acqua.
" Così mi uccidi! "
" Te lo meriteresti, così un' altra volta non mi fai spaventare così "
Sentivo che mi stavo riprendendo, vista la scusa usata con Puck, nonostante lui sapesse tutto.
Mi girai e vidi che Brittany era ancora in quell' angolo, divertita.
Le andai incontro, le presi la mano ancora non del tutto cosciente delle mie azioni e gliela baciai.
Lei mi abbracciò, stringendosi forte.
Probabilmente quella sarebbe stata una delle poche possibilità per capirci qualcosa: ma sapevo che non sarebbe stata l' unica.
O almeno lo speravo.
 
-----
 
Presi il primo asciugamano in camera di Puck e mi asciugai, con Jason che mi guardava da seduto.
" Ma dovevi fare il bagno proprio ora? "
In casa ormai non c' era più nessuno.
" Si "
Non avevo voglia di dare spiegiazioni, tantomeno a Jay che era stato tutta la sera con Taylor. 
Parlavo con egoismo si, e per presa di posizione.
" Sei arrabbiata? "
Mi prese dai fianchi, mentre ero davanti allo specchio
Io non gli risposi.
" Beh, volevo dirtelo domani, ma magari riesco a farmi perdonare. Vestiti, che certo un attimo Tay, ci vediamo dalle macchine "
Mi baciò i capelli, facendomi risalire il ricordo dell' odore dei capelli di Brittany sul mio viso.
Rabbrividì per l' emozione. Poi mi chiesi con cosa potesse mai farsi perdonare Jay. 
Ero difficile da comprare.
E soprattutto che c' entrava Tay?
Odiavo le sorprese, troppe domande a cui rispondere.
Velocemente infilai il vestito e tornai giù, notando che la casa non era poi così disastrata come avevo pensato.
Puck era steso sul divano, collassato.
Risi e prima di uscire di casa gli diedi un bacio sulla guancia: dopotutto a quel testone volevo bene.
Poi gli lasciai un biglietto: 
 
ANCORA BUON COMPLEANNO 27ENNE, TI VOGLIO BENE! 
 
Si sarebbe certamente stupito, ma ancora avevo un po' di alcool in circolazione e probabilmente era entrato particolarmente nella vena più dolce.
Spensi la luce e mi lasciai dietro alcune consapevolezze.
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Quando uscì fuori, Brittany e Taylor si stavano scambiando effusioni.
Mi venne il voltastomaco. 
Quando lei mi vide si ritrasse un istante e la ringraziai mentalmente per il gesto.
Chissà che doveva pensare di me.
Prese a parlare Jay.
" Io e Tay abbiamo una sorpresa per voi due "
Sorrise, contento e divertito.
" Beh? "
Li incoraggiai a finire quella sceneggiata.
Taylor tirò fuori quattro biglietti, o almeno quella era la forma.
" Tra 10 giorni, si parte per Ibiza!! "
Taylor mi passò i biglietti e io lo guardai con la bocca aperta, mentre baciava Brittany senza ritegno.
Forse non avevo capito bene, doveva essere uno scherzo, anzi sicuro era una scherzo. 
" Il giornale come regalo mi ha dato 6 biglietti per Ibiza, così io e Tay avevamo pensato che potessimo passare la vacanze insieme, che ne dite? "
Mi dovette spiegare il tutto Jay, visa la mia non - reazione.
" Wow "
Ero più stupita che contenta. 
Guardai Brittany, che anche lei sembrava un po' stordita da quella notizia. 
Poi mi girai verso Jason: non era giusto togliergli la soddisfazione di vedermi contenta.
" E' fantastico Amore "
Lo baciai piano e poi sorrisi agli altri due.
" Beh la nostra prima vacanza insieme "
Cercai di essere il più convincente possibile.
" Esatto, saranno 5 giorni bellissimi "
Taylor mi abbracciò e io risi veramente, per la sua spontaneità.
Brittany non disse niente.
Entrai in macchina, salutandoci solo con la mano e restai un po' in silenzio ad annuire, mentre Jay mi raccontava quanto sarebbe stato bello, rilassante e divertente, ma soprattutto meritato prenderci dei giorni di ferie.
Non potevo inventare nessuna scusa. Nessuna, le pensai tutte. Il mio animo di avvocato quella volta non mi salvò.
Quando ero nel letto, girata su di un fianco, sentì una lacrima sfiorarmi il viso.
Una lacrima silenziosa, stonata in mezzo all' ilarità per la notizia della vacanza. 
La mia vita stava prendendo una piega sbagliata, o comunque difficile. 
Sarebbe stato complicato andare in vacanza con loro, senza che nessuno di accorgesse di niente.
Ma poi di cosa? 
Poi il mio cellulare vibrò.
Era un messaggio, ed era di Brittany.
 
" Buona notte San, fa dei bei sogni. 
Britt "
 
Sorrisi ma non risposi.
Avrei dovuto affrontare anche ciò che le avevo detto, sperai soltanto che facesse finta di non aver sentito niente.
Ma mi ricordai che era stupido: rilessi il messaggio e mi sentì per la seconda volta, ubriaca di Brittany.
 

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Angolo dell' autrice:

Buona .. notte?
Boh è tardissimo. 
Velocemente, grazie a tutti coloro che hanno recensito/letto/ricordato/preferito/seguito la mia fan fic fino a qui, sono veramente contenta che sia alla vostra altezza :D
Poi, scusate questa volta ci ho messo di più a mettere questo capitolo, ma è stato più impegnativo.
Dunque Ibiza, sarà divertente farli andare là, chissà che ne uscirà fuori! 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, sapete come sempre che apprezzo critiche negative/positive e che sono sempre contenta di leggervi, fatevi avanti :D !!
Grazie ancora a tutti, buona notte!! 
 
 

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Capitolo 6
*** Quinto capitolo ***


Si lo so, questa volta ho fatto un ritardo che non ne è da me, ma sono stata in campeggio e ho perso lo stimolo.
Ora l' ho ritrovato e spero che questo capitolo vi piaccia!!
Buona lettura!



Io odio volare. 
Odio la sensazione di vuoto che mi crea l' aereo, odio il mio tremore di mani, gli spasmi per la paura, l' agitazione per il decollo e il terrore dell' atterraggio.
Io odio volare. 
Ma intanto mi trovavo proprio su quell' aereo, con tutte quelle cavolo di sensazioni, mischiate a orrore.
Cinque giorni. A Ibiza. Con Brittany. 
Con Taylor.
Con Jason.
La vita non mi poteva certo destinare cosa migliore.
Lista delle cose da fare:
1 Stare il più lontana possibile da Brittany
2 Stare appiccicata a Jason
3 Rilassarmi
4 Cercare di non morire per spasmi nervosi
 
" Ehi piccola, stai bene? "
Ero nervosa, stavamo per atterrare e quella era sicuramente la parte più brutta. Mi ritrovai a pensare che almeno da lì a cinque ( speravo ) minuti tutto sarebbe cessato.
Cercai di tenere gli occhi chiusi, ma delle voci alte catturarono la mia attenzione.
I biglietti erano sei, e ci eravamo ritrovati a chiederci chi potesse venire con noi. 
Puck doveva lavorare, ed era l' unico amico stretto che avevo.
Così eravamo ricaduti sugli amici di Brittany, e così ora mi ritrovavo a scorgere Rachel e Quinn a chiacchierare animatamente. 
Mi ricordavo di un discorso in cui la mia biondina mi aveva detto che non andavano molto d' accordo, eppure non mi davano quell' impressione.
La mia biondina.
Dopo la festa, l' annuncio del viaggio e mille altre cose, non ci eravamo nè più riviste, nè sentite.
Ok lei mi aveva cercata il giorno dopo, ma io avevo fatto finta di niente, le avevo risposto con un messaggio frettoloso e lei doveva aver capito che non mi andava di chiarire/parlare di niente.
Tanto, ci aspettavano cinque giorni, INSIEME.
Avevo dei sentimenti decisamente contrastanti: da una parte ero felice di passare così tanto tempo con lei, dall' altra avevo paura, non volevo chiedermi il perché e non ne avevo neanche voglia, ma il mio istinto mi diceva che sarebbe stato meglio evitarla.
Dopo quel pensiero stavo già per cancellare il punto numero uno della mia lista: sapevo già non ci sarei riuscita proprio bene.
Avevo decisamente bisogno di uno psicologo.
Mi voltai, posando il mio sguardo sui sedili dietro quelli di Rachel e Quinn, e vidi Brittany guardarmi, mentre Taylor si doveva essere addormentato per tutta la durata del viaggio. 
Mi sorrise, e io feci altrettanto. E intanto il mio cuore fece qualche caprilola di troppo.
Anche solo il suo sorriso mi faceva diventare incandescente: quanto avrei voluto provare ancora quelle sensazioni con Jay. 
Ritornai a guardare davanti a me, concentrandomi sul colore grigio scuro dei sedili. 
Presi il respiro, in attesa della fitta alla pancia causa atterraggio, e quando arrivò mi trovai costretta a chiudere gli occhi.
Sarebbe stata dura, decisamente dura. 
 
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" Oh mio dio, questo albergo è fantastico! Ti trattano bene Jason! "
Lui sorrise.
Rachel stava perlustrando la Hall dell' hotel, osservando ogni dettaglio. 
Cominciavo a non sopportare più quella voce un po' troppo stridula per il mio udito.
Brittany rise, contenta dell' energia dell' amica.
Guardai Jason mentre recuperava la chiave della nostra matrimoniale, e lo stesso faceva Tay. 
Trovai nel mentre di nuovo Brittany che mi perforava con il suo sguardo. 
Abbassai subito il mio. Poi la vidi avvicinarsi.
" Com' è andato il volo? Mi sembravi agitata "
Mi sentivo imbarazzata come una ragazzina del liceo alla sua prima cotta. E sapevo che non era giusto, lo sapevo. Per Jay, solo per lui. 
" Ho sempre avuto paura di volare! "
Lei fece uno sguardo sorpreso.
" Veramente? Io lo amo invece, si ha una vista fantastica, e le nuvole poi " 
Si perse nelle immagini che le passavano davanti agli occhi. Immagini solo sue naturalmente, ma mi sembrò di scorgerle anche a me.
" Preferisco i treni "
E le sorrisi. 
Quinn ci osservava mentre cercava i tenere sotto controllo Rachel, che non vedeva l' ora di salire in stanza. Naturalmente la loro chiave l' aveva già presa. Avrebbe dormito con la bionda, anche lei in una matrimoniale. Sembrava non ci fosse nessun problema in proposito. 
" Presa! "
Un Jason trionfante interruppe la conversazione tra me e Britt. 
" Saliamo? "
Mi scoccò un bacio sulle labbra, prima di recuperarmi la valigia ed entrare in ascensore.
Brittany  stava ancora aspettando Taylor, e prima che io raggiungessi Jay, mi bloccò prendendomi la mano, per pochi istanti.
" Ci vediamo dopo qui? Magari poco prima di cena? Così facciamo due chiacchiere, ti va? "
E non avevo scampo, prima o poi quella conversazione l' avrei dovuta affrontare. D' altro canto, non vedevo l' ora di stare con lei.
" Ok "
Feci un sorriso tirato, lei mi lasciò andare la mano, che mi sembrò fredda senza la sua, e raggiunsi Jason.
Mi ricordai di cancellare definitivamente dalla lista il punto numero uno.
 
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Entrai in camera e pensai che Rachel dopotutto aveva decisamente ragione: lo trattavano proprio bene!
Il letto matrimoniale era al centro della stanza: senza ringhiera, le coperte erano di un marrone chiaro, confortevole. 
Le abats - jour avevano una forma tondeggiante e ne avevamo una per ogni comdino, posizionati ai lati del letto.
Un televisore LCD, che sarà stato sui 40 pollici svettava ancorato al muro.
Un condizionatore sopra mi fece pensare che lì a Ibiza non doveva proprio fare freddo.
Ma la cosa che amai di più fu il bagno: era grande, con muro a mosaico, sull' azzurrino, un tappeto anch' esso dello stesso colore ma più chiaro, spesso, e una vasca idromassaggio che sicuramente non avrei desistito nell' usarla. 
Guardai Jay appoggiare le valigie in camera, poi lo vidi venire verso di me tramite lo specchio del bagno che si trovava sul lavandino.
Mi prese da dietro, ridendo e mi baciò il collo.
" Allora? "
" Allora è stupendo qui "
Mi girai verso di lui e lo baciai.
Approfondii il bacio: era da tanto che non avevamo un momento libero d' intimità.
" Grazie "
Gli sorrisi e vidi nei suoi occhi quanto potesse amarmi: ero decisamente una stronza.
Una stronza però confusa, e non potevo farci granchè.
Mi sdraiai sul letto, facendo un sospiro.
" Senti io vado a farmi una doccia, ok Amore? "
Annuì un po' distrutta, dal viaggio, dalle emozioni provate, da una testa che mi scoppiava. 
Sentì un suo bacio sulla fronte, i miei piedi senza scarpe e tutti gli arti intorpidirsi. 
Mi addormentai senza neanche volerlo.
 
----
 
" San "
Quando mi svegliai, la prima cosa che sentì fu una mano nella mia. 
Era una mano delicata, dalla pelle liscia.
Poi aprì gli occhi e vidi due pozze azzurre fissarmi, delle labbra dolci sorridermi e dei capelli biondi sfiorarmi le braccia.
Avevo una visione celestiale a pochi centimetri da me, e non poteva essere che lei, Brittany. 
Chiusi più volte gli occhi, pensando fosse un sogno, e invece no.
Poi dopo pochi secondi, scattai e mi misi seduta sul letto, lasciando Britt un po' sorpresa: dov'era Jason?
" Ehi tranquilla, ti sei addormentata e ci dovevamo vedere nella Hall. Poi dopo un po' è sceso Jay, mi ha detto che dormivi e non voleva svegliarti, così sono semplicemente salita "
Mi sorrise, a mò di scusa.
Mi passai una mano tra i capelli.
" Scusami, si vede che ero stanca, mi dispiace. Quanto ho dormito? "
" Un' oretta "
" Merda "
" Ehi non succede niente eh, almeno ti sei riposata "
" E cos' hai fatto nel mentre? "
" Ho aspettato, poi però si stava avvicinando l' ora di cena così ho dovuto svegliarti. Sei bella mentre dormi, hai uno sguardo sereno "
MI imbarazzai a quell' affermazione e ritrovai la mia Britt di sempre: ma come riusciva a tirarsi fuori quelle perle come se mi stesse dicendo una cosa normale?
Sorrisi, non me lo sarei mai spiegato tanto.
" Grazie "
La guardai e lei fece lo stesso: penso fosse la persona più genuina e sincera che avessi mai incontrato nella mia vita.
" Ora è meglio se faccio una doccia, visto che poi dobbiamo cenare "
Brittany annuì.
" Ti aspetto qui "
Si accomodò sul letto e accese la televisione. 
Io aprì la valigia, presi l' intimo che mi occorreva e mi rifugiai in bagno.
Ma come avrei fatto per tutto quell' infinito tempo?
Già in quel momento mi veniva voglia di andare di là, prenderle la mano e stare così, abbracciate, senza andare a cena, senza vedere nessuno.
Tirai un sospiro profondo e entrai nella doccia: dovevo calmarmi.
Ma perché a me? Cazzo solo io potevo avere delle sensazioni e delle emozioni del genere per una donna a quasi trent' anni.
Volevo non averla mai incontrata, per non avere questi dubbi, queste paure anche solo per sfiorarla. 
Ma poi mi pentì anche solo di averlo pensato. 
Stavo facendo la vittima quando non la ero affatto. L' universo mi aveva mandato tante persone che mi volevano bene, stava a me risolvermi le mie pippe mentali.
Uscì dalla doccia, indossai l' intimo e ritornai in camera senza troppo pensare che Brittany mi avrebbe visto in quelle condizioni.
Quando scorsi il suo sguardo, vidi fiamme che dondolavano, ardenti. Era rimasta con la bocca aperta, poi con uno scatto si alzò e mi raggiunse.
Non sapevo cosa fare, sapevo soltanto che ero troppo attratta da quello sguardo, da quel suo modo di camminare, dai suo occhi, da Brittany.
Quando mi si ritrovò di fronte, portò una mano sulla mia guancia e mi sfiorò appena con le dita.
Con le dita mi sfiorò gli occhi, che io chiusi istantaneamente.
Con le dita sfiorò il mio naso, che mi permise di sentire ancora l' odore della sua pelle.
Con le dita mi sfiorò le labbra, che io distesi in un sorriso carico di paura.
Rabbrividì per le emozioni che mi scavavano la pelle, entrando sempre di più in profondità. Non ce la facevo più. Lei non poteva che essere mia.
I nostri sguardi tormentati dal desiderio, dalla voglia di superare l' ostacolo del bacio, dal timore di entrambe di un tradimento, dall' amore, o comunque da un volersi bene speciale, ancora dovevo capirlo, o più che altro accettarlo, si incrociarono e si ritrovarono gemelli.
Ed io deglutì quando la vidi allontanarsi un secondo, quando vidi i suoi occhi cercare invano di non osservare il mio corpo.
E balbettò un poco quando iniziò a parlare.
" Dovremmo parlare della sera della festa "
No, decisamente non me lo sarei aspettato che affrontasse questa discussione ora, ma forse ne aveva bisogno. 
Sembrava così sulle nuvole a volte, e invece era più sveglia, sicuramente di me. 
" Di cosa? "
Feci la finta tonta, ma sicuramente lei non ci cascò: aveva imparato a conoscermi. 
" San, lo sai "
Abbassai lo sguardo.
" Da ubriaca non sono mai stata molto tranquilla, e non ho mai frenato i miei sentimenti "
Continuai a tenere lo sguardo basso. Non sapevo che dire.
" Questo l' avevo capito .. ma mi spiegi quindi cosa provavi? "
Mi prese la mano, come a darmi coraggio: era più difficile di quanto pensassi. 
Poi mi portò con lei a sedermi sul letto.
" Non lo so, attrazione? "
Poi decisi di fare la scema e di giustificarmi.
" Ma non era niente di che, provo attrazione per mezzo mondo quando bevo un po' troppo, tu non sei nè la prima nè l' ultima "
Avevo esagerato, ma l' ansia mi aveva surclassato e non volevo certo spiegarle, a parole, senza preavviso quello che provavo.
Magari non era neanche corrisposto, e io mi stavo scervellare per questo. 
Doveva dirmi lei cose provava.
" Ah "
Fu la sua riposta.
Allentò la presa della sua mano nella mia, e io già sentì la perdita di quel tocco, ma feci finta di niente.
" Quindi avresti tradito Jason con chiunque, soltanto perché ubriaca? "
Il suo tono ora era più freddo, il suo sguardo offeso, la bocca che cercava di non far trapelare l' emozione di rabbia e sconforto che aveva.
Io saltai in piedi a quell' affermazione e quasi urlai quando parlai.
" Ma che dici? Io non vado a tradire Jay così in giro, pensi che io sia una poco di buono? Amo Jason "
E sentì di farle di nuovo male, con le ultime due parole.
Chiuse gli occhi, poi si alzò davanti a me, sorpresa ma consapevole che la mia era tutta una scenata.
" So che non sei una poco di buono, ma ci stavamo per baciare in piscina, o l' alcool ti ha cancellato i ricordi? "
Annaspai. Non sapevo che dire, aveva ragione: ci stavamo per baciare.
" E se non fosse stato per Puck, l' avremmo fatto. E non dire di no "
Poi scattai ancora, così punta nel vivo.
" Cosa ne vuoi sapere? Ci conosciamo da tre settimane si e no "
" Ed è come se ci conoscessimo da una vita, almeno da parte mia. "
E poi balbettai e mi resi conto di essere ancora in intimo. In silenzio presi della roba da mettermi, la prima che trovavo.
Senza rispondere nulla, ansiata e piena di pensieri. 
Poi notai qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Brittany si stava spogliando. Tolse i jeans corti, la maglietta rossa e le infradito, rimandendo anche lei in intimo.
" Vieni, ti rinfresco le idee "
Mi prese dal polso e troppo presa dall' osservare il suo corpo perfetto, la sua voracia nel digerire emozioni, la sua forza, mi lasciai trascinare in bagno.
" Sentimi, tra poco dobbiamo scendere "
Me lo sentì dire, forse era stato il cervello a comunicare quell' informazione, perché il mio cuore diceva tutt' altro.
" Ci vorrà pochissimo vedrai "
Determinata, accese l' acqua della doccia e io mi ci ritrovai dentro, di nuovo.
Poi con l' acqua che batteva veloce sui nostri corpi, Brittany mi spinse con lei nell' angolo del muro della doccia, stando a pochi centimetri dal mio viso.
" Questo non ti ricorda niente? "
Sentivoil mio cuore battere, la sua mano sul mio fianco, il suo respiro nel mio.
E volevo baciarla, volevo farla mia anche solo per un attimo.
Volevo le sue labbra sulle mie. 
Non riuscivo a risponderle niente.
" Britt "
Fu l'unica parola che uscì dalla mia bocca.
" Ora ti ricordì? "
Mi richiese lei, in un sussurro.
" Io .. "
Perché non riuscivo a dirle di si, che mi ricordavo e che non avrei desiderato altro? 
Ma era più forte di me, ammettere che stavo per baciarla, ammettere che avrei voluto fare una cosa del genere.
Costanti brividi intanto mi accarezzavano il corpo, appiccicato al suo. 
" Avanti San .. "
E non risposi ancora, sotto l' acqua bollente che un po' mi alterava i sensi, con le sue mani su di me, il suo sguardo implorante di verità su di me.
" Dimmi che non mi sono inventata tutto "
Sentivo un po' di sofferenza anche nella sua voce, un po' di tremore.
Mi prese il viso e mi sfiorò una guancia. 
Poi ci rinunciò. Tolse le sue mani su di me e fece per andarsene, bagnata fradicia.
Poi non potei trattenermi, non con lei, non fino in fondo. 
La afferrai per il polso, la trascinai di nuovo in quell' angolo, schiacciai il mio corpo sul suo e la baciai.
Oh si, lo feci. 
Strinsi la mia mano nella sua, cercando di non pensare ad altro che a lei.
Le nostre labbra, l' una sopra all' altra, con un desiderio forsennato.
E si, era completamente diverso dal baciae Jason.
Con Brittany era tutto più forte, con Brittany sentivo le labbra andare a fuoco, il cervello fumare e il mio cuore esplodere.
Le sue labbra mi lasciavano baci sulle mie con foga, con voglia, con ardore. 
Non avevo mai provato niente di simile. 
Era come avere il mio mondo tra le mani. 
La sua mano finì tra i miei capelli neri, l' altra era ancora nella mia.
E poi dopo non so quanto, sentì la sua lingua spingere contro i miei denti.
E non potei che farla entrare, non potei che darle il permesso.
E lì furono fiamme. 
La mia lingua si strusciava sulla sua, le faceva le fusa, se la teneva più stretta possibile. 
Lì sentì desiderio. Era mezza nuda sotto le mie mani e sentivo una voglia immensa di approfondire il contatto, di dirle quanto fossi presa da lei, così perfetta e sognante.
Intanto il bacio si fece sempre più profondo e voglioso, ma quando interruppe il contatto, mi andò a baciare le spalle, mentre la mia testa, senza che io potessi dirle niente, cadde all' indietro, la mia schiena di inarcò quando mi baciò il collo, senza però lasciarmi segni. Poi le sue labbra sfiorarono il mio orecchio, punto che mi faceva svenire dal desiderio che mi faceva salire. 
Poi Brittany ritornò sulle mie labbra, più calma, lasciandomi baci casti con il respiro affannato. 
E io l' abbracciai, senza guardarla negli occhi, senza capirci ancora qualcosa, ubriaca da tutte queste sensazioni che mi facevano sentire così viva.
Viva era la parola giusta.
" Mi sa che dobbiamo andare, ci daranno per disperse "
Questa fu la prima frase concreta e vera che dissi quella sera. 
Lei annuì sulla mia spalla.
In realtà non sapevo cosa sarebbe successo dopo, cosa avremmo provato. Non le avrei certo detto che era stato uno sbaglio, che non dovevamo farlo, perché sarei stata falsa con lei e con me stessa.
Ci staccammo dall' abbraccio, lei ancora appoggiata all' angolo, rosse per l' eccitazione e per l' acqua.
" Grazie "
Io le sorrisi, in quel momento libera da pensieri troppo importanti.
" Perché? "
" Ora so di non essere sola "
Era la stessa sensazione che provavo io. Non mi sentivo più sola con i miei sentimenti, più sola con le mie indecisioni, i miei dubbi. Ormai sapevamo di piacerci, ora dovevamo solo capire come affrontare il tutto. Io non ero sicuramente pronta. E già i sensi di colpa verso Jay si stavano facendo avanti, feroci. Ma cercai di reprimerli, per godermi quegli ultimi attimi insieme a lei.
Le sfiorai la guancia con il pollice, ancora bagnate e le lasciai un bacio sulle labbra.
Di nuovo un emozione forte mi prese, volevo di nuovo cominciare a baciarla di più, e di più ancora. 
Ma sapevo che non avevamo molto tempo.
Tornammo in camera, dopo esserci asciugate. 
" Potevi almeno evitare di farmi fare una seconda doccia "
La schernì io.
" Te non ti volevi scucire, eri fredda come un ghiacciolo "
Mi fece la linguaccia e io risi.
" E comunque non mi sembrava ti dispiacesse così tanto "
Io feci finta di niente ma al ricordo ancora avvampavo.
Lei intanto si era avvicinata a me con sguardo malizioso.
" Niente di che direi "
Scossi le spalle, e dopo poc mi sentì arrivare in testa un cuscino.
" Ahi "
Mi girai e trovai Brittany sul letto a ridere.
" Te lo meriti "
E prima di poter del tutto finire la frase venne colpita da me, con un altro cuscino.
Cominciò a rincorrermi per la stanza, abbastanza grande da poterle scappare.
Poi mi catturò ad un certo punto, più veloce e atletica di me.
Dopotutto era una ballerina.
Mi trascinò sul letto, mi ci scaraventò sopra, finendo con il suo viso attaccato al mio.
Sorrisi, anzi risi in realtà, contenta.
Poi sentì la porta aprirsi, e vidi Brittany divincolarsi per alzarsi, un po' con fatica vista la morbidezza del materasso.
Quando mi tirai su, un po' sconvolta, con i capelli arruffati, in solo intimo, mi presi un colpo al cuore. 
E mi aspettavo già di vedere lo sguardo confuso di Jay, in cerca di risposte.
Invece spuntò tranquillo il viso Quinn, con dietro Rachel, che erano venute a chiamarci.
Il loro sguardo fu comunque un po' confuso: eravamo tutte e due in intimo, vicino e con lo sguardo impaurito.
E io mi sa che dovevo aver appoggiato senza farlo apposta la mia mano sulla sua.
" Ragazze, siete pronte? Ci ha detto Jay che eravate qua "
Entrarono tutte e due, guardando la camera nei suoi dettagli.
E non le sfuggì comunque il dettaglio del nostro intimo bagnato.
" Che avete fatto che siete bagnate? "
Silenzio, nessuna delle due parlò, ci guardammo e poi fu Brittany a coprirci.
" Beh, sono scivolata nel vasca idromassaggio piena e San è venuta a recuperarmi e per scherzare ci ho buttato anche lei "
Wow, un po' surreale. Ma comunque non avrei saputo che dire.
" Ehi Rach mi accompagni nella mia stanza? Così mi cambio .. "
" Si certo "
Lo disse sorridendo, forse ancora un po' sospettosa. Ma di cosa poi? 
Brittany cercò di sfiorarmi la mano prima di lasciare la stanza. Il suo profumo mi stordiva sempre.
Sentì una specie di vuoto, senza averla lì a fianco a me.
Quinn si sedette dove c' era prima Britt e se ne uscì con una domanda che mi fece scattare.
 
" Allora ne vuoi parlare? "
 
 
----


Angolo dell' autrice:

Ancora scusatemi per il ritardo, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo!
Mi è piaciuto un sacco scriverlo, è la prima volta che mi rapporto con loro due, baci e desiderio, spero di essere andata per il meglio. 
Spero solo che vi piaccia e vi possa far piacere recensire questo capitolo, che a me ha dato tanto, e mi interessa veramente sapere cosa ne pensate, soprattutto per rendermi conto se ho fatto un buon lavoro!! 
Ah mi scuso se non ho risposto alle recensioni del quarto capitolo (2), mi rifarò con questo!
Grazie a tutti, vi ringrazio in anticipo!!
Al prossimo, Giulia :D 

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Capitolo 7
*** Sesto capitolo ***


Non sparatemi, lo so sono stata un' autrice cattiva, ma sono stata fuori e non ho avuto molto tempo.
Giuro, farò in modo che non riaccada! 
Note a fondo capitolo :)

Buona lettura!



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La serata andò bene, andammo in un locale sulla spiaggia, che avevamo deciso sarebbe diventata una specie di abitudine, visto il posto meraviglioso, la gente accogliente e soprattutto tranquilla. A Jason non piaceva il divertimento sfrenato, e io in quel momento non ne avevo proprio bisogno, soprattutto non avevo bisogno di fare altre cavolate da ubriaca.
Scesi a fare colazione, lasciando Jay a dormire: non era tanto presto, erano le 10, ma non ero abituata a dormire fino a tardi, neanche in vacanza.
Volevo stare un po' tranquilla, e la colazione in Hotel è la parte più bella della mattinata.
Mentre entravo nella sala pranzo però, vidi in un tavolino in un angolo una mano sventolare: Brittany.
Ok, non sapevo cosa fare, cioè si che lo sapevo, e non potevo rifiutare. 
Quando la vidi, non potei fare a meno di notare che fosse, anche di primo mattino, bellissima.
Poi mi ricordai del bacio e mi resi conto che quasi incredibilmente per tutta la serata scorsa non mi era salito un minimo di senso di colpa, come se non fosse successo niente.
Ma ora, mentre tutto veniva a galla, mi sentì quasi male. Un lancinante dolore allo stomaco mi prese, quasi una fitta.
Mi schifavo. 
Per ciò che avevo fatto a Jason, per ciò che stavo per fare a Brittany: stare con me non sarebbe stata certo una cosa facile.
Non ero molto brava a gestire i miei sentimenti e tutto si riversava sul mio corpo.
Non potevo consapevolizzare mano a mano? Tutta insieme sentivo di non riuscire a reggerla.
E penso che Brittany se ne fosse subito accorta perché mi venne vicina, mi prese e mi portò fuori a prendere un po' d' aria. 
Nella veranda dell' hotel mi posò su di una sedia a dondolo di legno e io cercai di stare meglio. 
Presi respiri profondi, calmandomi.
" Che succede? "
Brittany si era un attimo preoccupata, glielo potevo leggere negli occhi. 
Ma non era niente di che, ero abituata a stare male quando sentivo emozioni forti: questo perché cercavo di cacciare tutto dentro, di non mostrarmi troppo. Mi avevano insegnato i miei genitori che " fidarsi è bene, non fidarsi è meglio " e altre stronzate varie, che avevo cercato di cancellare dalla mia educazione non appena uscita fuori di casa. Ma mi resi conto che erano credenze già entrate in profondiità, e che per eliminarle del tutto ci sarebbe voluto tempo. E questo tempo è stato lungo, e ancora non mi ha aiutata. 
Se non con lei.
Con lei non mi ero neanche posta domande, non mi ero chiesta se mi sarei dovuta fidare, se era tutto vero, se mi stesse ingannando.
Con lei era talmente tutto naturale che non ce n' era bisogno, tanto sapevo di non riuscire a controllarmi, non del tutto, e sicuramente quella era una novità per me.
E il troppo stroppia. 
E il mio intestino non regge. Per fortuna Britt mi aveva presa in tempo e l' aria marina di Ibiza mi aveva fatto bene.
Mi ripresi un attimo, facendo respiri profondi. Prima o poi gliel' avrei spiegato il perché. Forse più poi che prima, quella era una delle mie più grandi debolezze.
 
" Niente, tranquilla "
 
Le sorrisi, anche se tutte le volte che la guardavo mi venivano in mente le scene scorse, e non mi faceva sentire bene tutto ciò.
 
" Grazie comunque .. "
 
Lei mi fece uno dei suoi splendidi sorrisi e io mi sentì dannatamente confusa, confusa e di nuovo confusa.
La volevo. 
Sentivo di volerla, le avrei dato tanti di quei baci da consumarmi le labbra e la volevo perché il sentimento che avevo per lei era così grande da farmi male.
Ma poi c' era Jason, e tutto il discorso di prima svaniva: per rispetto, per una persona che mi era stata a fianco per anni, per tutto l' amore che avevo provato.
E forse si, ora non provavo quel sentimento, gli volevo un gran bene, ma da quando Brittany era entrata nella mia vita tutto si era sconvolto.
Lei mi aveva sconvolto, e lo faceva ogni santo giorno.
Mi prese la mano e mi baciò la fronte, poi mi abbracciò.
Sarei stata così per sempre. 
Prima del sempre però, avrei dovuto avvisare Jason.
 
----
 
Dopo essermi ripresa del tutto, facemmo colazione insieme. 
Mi chiesi più volte, mentre consumavamo la nostra colazione in silenzio, cos' avrei dovuto fare, che scelte avrei dovuto prendere.
Mi arrovellai per capire quanto fosse realmente importante tutto questo. 
No, non mettevo in dubbio niente, tutto ciò che sentivo era talmente forte che sarei veramente stata stupida l' avessi rinnegato.
E in realtà, potevo anche volerlo fare, ma tanto mai ci sarei riuscita.
Pesai sulla bilancia: da una parte Jason tradito, gli raccontavo tutto e sicuramente gli spezzavo il cuore. 
Dall' altra la mia nuova vita insieme a Brittany.
Oppure no.
In tutto questo non avevo minimamente pensato a Taylor o a cosa lei volesse da me, da noi.
Egoista. 
No, non potevo prendere una decisione in quel momento, in quel posto, con lei davanti.
E allora, decisi di godermi il presente, di godermi quelle sensazioni nuove. 
E se mi fosse venuto di nuovo un attacco come quelli di poco prima, lo avrei rinnegato e cercato di cancellare.
Volevo capire se con Brittany potevo andare fino in fondo.
Dopotutto magari neanche lei voleva lasciare Taylor. C' erano due persone da ferire: che bella prospettiva. Cancelliamo questi pensieri.
Tanto quando ero con Brittany ero troppo presa da lei, il suo corpo, il suo sorriso, le sue fossette, i suoi sguardi un po' persi, le sue mani dalla pelle liscia, il suo profumo che adoravo, i suoi occhi azzurro cielo, la sua risata cristallina e il suo essere sempre tra le nuvole ( anche se poi si rivelava molto acuta ) per pensare ad altro, o almeno così avevo deciso.
 
" Ci facciamo una camminata in spiaggia? "
 
Non si era ancora svegliato nessuno, o perlomeno nessuno era sceso a fare colazione visto che eravamo solo noi due, così Brittany propose la camminata in spiaggia e io acconsentì.
Mentre camminavamo sulla riva sentì di essermi ripresa del tutto, l' aria di mare mi faceva sempre star bene.
Poi sentì la mano di Brittany cercare la mia, per poi intrecciare le sue dita alle mie.
Ci sorridemmo ma nessuna delle due disse niente.
Poi Britt, incespicando con le parole, mi propose una cosa.
" Secondo te .. possiamo fare come se - Tutto quello che succede a Ibiza, rimane a Ibiza? - "
Lo disse con una voce sottile, quasi si vergognasse.
E sinceramente non sapevo se fosse la cosa giusta o sbagliata da fare, non sapevo precisamente cosa voleva intendere Brittany, cosa voleva che rimanesse a Ibiza, ma non sempre la strada più facile era la migliore da prendere.
" Possiamo farlo, si "
Ci sorridemmo entrambe, e lei mi abbracciò.
E io mi sentì in colpa.
E io mi sentì viva.
 
" Amore, ma allora siete qua! "
 
Sentimmo la voce di Tay dietro di noi, ci lasciammo la mano in una frazione di secondo e ci girammo.
Taylor ci correva incontro, un sorriso sulle labbra.
Baciò Brittany proprio dove l' avevo baciata io il giorno prima, e il mio stomaco fece un giro, ma restai incolume.
Restai tranquilla, anche se il disgusto non mi dava tregua.
Lei si scansò quasi subito e lo abbracciò.
" Stavamo facendo una camminata sulla riva, qua è stupendo "
Lei mi guardò con dolcezza e io mi sciolsi in due secondi: ero proprio una mollacciona.
" Sei sveglia da tanto? Potevi svegliarmi "
Cominciò a tirarla a sé e lei lo lasciò fare: dopotutto non poteva evitarlo per cinque giorni.
" Sai se Jay è già sveglio? "
Li interruppi un attimo, per trovare una scusa per andarmene.
" Si, sta facendo colazione "
" Grazie "
Mi allontanai subito dopo, lanciando un' occhiata a loro due abbracciati.
Vidi lo sguardo un po' deluso di Brittany posarsi su di me.
Sarebbe stato decisamente complicato, ma non c' era alternativa - Tutto quello che succede a Ibiza, rimane a Ibiza - .
 
-----
 
Il pomeriggio lo passammo al mare, giocando e scherzando.
Io e Brittany eravamo state insieme da sole per poco, solo per andare ad ordinare il pranzo.
E lì eravamo state zitte, consapevoli che tanto due minuti di chiacchiere non avrebbero alleviato la situazione.
Lei mi aveva sfiorato la mano, sorridendomi, e io le avevo risposto stringendogliela.
Poi una Quinn tutta fradicia, bagnata di acqua salina, si era avventata su di noi, facendoci finire sul bancone del ristorante sulla spiaggia.
Lei aveva sghignazzato come una pazza, io avevo sentito i miei denti digrignare, ma solo Quinn se n' era accorta.
Britt aveva riso anche lei, aveva scompigliato i capelli alla bionda e poi mi aveva dato uno spintone, come a dire di volermi divertire, una volta tanto.
Io le avevo fatto la linguaccia, poi Quinn ci aveva osservate e dopo poco era già scappata via, avendo intercettato sul lettino Rachel a prendere più sole possibile.
Avevamo visto da lontano la stessa scena ripetersi, ma Rach, al di là dei miei propositi, aveva reagito ridendo, con tranquillità.
Avevo sentito lo sguardo di Brittany su di me, mi ero girata, le avevo dato un bacio sulla fronte ( in contemporanea il mio cuore era morto e poi rinsavito ) ed ero scappata via, come una bambina indifesa.
Ero andata sulla mia sdraio, per prendere un po' di sole, quando Jay aveva rifatto ciò che Quinn aveva proposto come gioco dell' estate: lì avevo riso, e avevo cercato di amare il più possibile Jason.
Strano a riconoscerlo, ma non ci ero riuscita. 
Avevo tirato un sospiro e mi ero messa a leggere una rivista.
E poi venne sera. 
A quel punto le opzioni erano due: solito localino, o discoteca. 
Non ero certo tipa da discoteca e mi sentivo già troppo vecchia per stare a ballare tutta la notte musica non ballabile.
Quindi io avevo optato per il localino, e tutti un po' stanchi dalla giornata al mare mi avevano seguita.
Dopo cena dunque, siamo andati a sederci al tavolo che era diventato nostro, avevamo ordinato da bere, e stavamo chiacchierando sul da farsi il giorno dopo.
 
" Perchè non andiamo a fare un giro in gommone? "
 
Rachel era la ragazza delle proposte: si era studiata Ibiza e già la sapeva quasi a memoria. 
Nel suo cervello c' era l' idea di fare un miliardo di cose, quando invece avevamo solo cinque giorni.
Vidi Brittany, che era seduta vicino a Taylor, agitarsi, entusiasta della proposta.
Io confermai la mia presenza.
 
" Però dopodomani Formentera, mi hanno detto essere stupenda "
 
E fui io a prendere le redini: ne avevo sentito troppo parlare e non me la potevo perdere.
 
" Andata!"
 
Quinn fece ok col pollice in su e rise. Aveva già bevuto due sex on the beach e già era sull' ubriaca andante.
Vicino a lei, Rachel, la punzecchiava e cercava di farle fare delle figuracce, con scarsi risultati.
Passammo la serata a chiacchierare. 
A volte guardavo Brittany, lei incrociava il mio sguardo e mi sembrava di tornare al giorno prima, nella doccia.
Amavo il suo profumo e non poterla sfiorare mi dava in bestia.
Per fortuna Taylor e Jay erano peggio delle donne: avevano parlato tutto il tempo della moto dei loro sogni, dei mille film che avevano visto, delle esperienze che sicuramente si erano già raccontati mille volte, e quindi non ci avevano molto calcolato.
A volte Jay si avvicinava, mi prendeva la mano e me la baciava, e mi faceva quella smorfia che tanto amavo.
E lì capivo che la differenza di ciò che provavo era abissale.
Quando succedeva e Britt ci intercettava, abbassava la testa, un po' incupita.
Dopo poco cercavo di fare una battuta divertente e le ritornava il sorriso.
Quanto avrei voluto almeno sederle vicine.
 
" Ahhh, ragazze, ho una cosa da proporvi! "
 
Una Quinn ormai ubriaca, aveva urlato e nonostante la musica quasi tutti si erano girati a guardarla: per fortuna nessuno la capiva, o almeno così si sperava.
 
" Vai! "
 
Rachel, divertita, la spronò a parlare.
Lei, stascicando le parole, fece la proposta.
 
" BAGNO IN MARE! "
 
Senza neanche aspettare che qualcuno volesse andare con lei, o potesse approvare la sua iniziativa, si era già tolti i sandali ed era scappata via verso la riva.
Rachel, divertita e in panico, la seguì: anche lei non era poi così sana.
Sentivo le risate delle due ragazze dal locale, calde e divertite.
In quel momento sia io che Brittany ci guardammo, e ci capimmo all' istante.
Scattammo in piedi praticamente nello stesso momento e cominciammo a correre.
Le ultime persone del locale che vidi furono Jay e Taylor che scuotevano la testa e ridevano contemporaneamente.
Loro non l' avrebbero fatto.
Invece io sentivo l' adrenalina addosso: non avevo mai fatto il bagno a mezzanotte.
Se non in una piscina, da ubriaca, ma quello era decisamente diverso.
Brittany arrivò prima di me, più agile e quando la raggiunsi, pochi secondi dopo, si era già tolta uno dei suoi soliti vestiti colorati e mi tirava dalla mano che mi aveva afferrato poco prima.
Feci appena in tempo a togliere il mio di vestito, che eravamo in acqua.
L' acqua era calda.
L' acqua era calma.
E tutto era terribilmente buio.
Sentivo le risate di quelle due scapestrate più in fondo che avevano già fatto un bel pezzo: per fortuna c' era la sabbia, non sopportavo mettere i piedi sugli scogli.
Brittany cominciò, sempre ridendo, a nuotare, portandosi dove l' acqua era più profonda.
 
" Britt mi aspetti che ho paura? "
 
Si ok, non ero un' amante del mare: a me l' acqua metteva timore, soprattutto quando era alta.
 
" Vieni qui, fifona "
 
Mi prese in braccio e mi portò vicino a Rachel e Quinn che poco distanti si spruzzavano acqua praticamente da quando vi erano entrate dentro.
 
" Lotta, facciamo la lotta! "
 
Un' altra proposta di Quinn, avevo quasi paura di cosa intendesse.
 
" Io e Quinn contro voi due "
 
Ci si mise anche Rachel a rincarare la dose.
Brittany la guardò con uno sguardo si sfida. Poi capì che non sapevo in particolare cosa fosse, e me lo spiegò.
 
" Ti faccio salire sulle mie spalle e tu devi far cadere Quinn, ok? Sarà facile "
 
Ecco, che bel giochetto, soprattutto quando soffrire di vertigini è il mio più grande hobby.
Ma annuì, non volevo rovinare l' euforia per questo nuovo gioco.
Brittany scese sott' acqua, io cercai di posizionarmi al meglio, senza farle male: per fortuna lei toccava.
Le scostai con delicatezza i capelli che le erano rimasti sul viso, aggiungendo delle carezze sulla guancia, mentre Rachel e Quinn stavano cercando di mettersi in posizione: la bionda aveva qualche problema di equilibrio.
Sentì le mani di Britt accarezzarmi le gambe: probabilmente visto da fuori sarebbe sembrato un gesto normale, ma sapevo non era così, e questo mi piaceva così tanto che mi faceva sentire speciale.
 
" Avanti, ce la fate? Noi stiamo aspettando voi "
 
E ce la fecero, dopo altri tentativi, Quinn riuscì a stare ferma sulle spalle di Rachel: l' acqua era veramente bassa se anche lei toccava, pensai malignamente.
 
" Ok .. via "
 
Era divertente, estremamente, soprattutto vedere Quinn sballottare, senza capire molto della situazione, sulle spalle di Rach che tentava di stare ferma e in equilibrio, ma la bionda le rendeva la cosa difficile.
Diedi uno spintone, piano, alla mia nuova amica, ma riuscirono a stare in piedi.
Quando ricevetti il suo, quasi caddi all' indietro e quasi portai con me anche Brittany, che rise e urlò contemporaneamente,
Lì, il mio animo competitivo rinsavì.
Diedi una spinta potente a Quinn e non dovetti neanche contare fino a tre, che erano tutte due con la testa sott' acqua.
Risalirono ridendo.
 
" Bastarda! "
 
Esclamò la bionda, un po' triste.
 
" Chi, io? "
 
Feci la finta tonta, ancora sulle spalle di Britt. Dopo poco notai che Rach e Quinn si scambiarono uno sguardo di complotto.
Entrambe si tuffarono su di me e sulla mia biondina.
Finì in mare e bevvi: l' acqua non era alta, infatti toccavo, ma non riuscivo a risalire, o comunque feci molta fatica.
Entravo subito in panico quando succedeva.
Risalì prendendo un respiro lungo, affannato. 
Brittany capì che c' era qualcosa che non andava e cercò di tranquillizzarmi: ero un rottame, avevo paura di tutto, come faceva Jason a stare con me?
E poi mi ricordai di lui, mi girai e da dove eravamo il locale quasi non si vedeva.
Magari erano già andati in hotel, dopotutto era vicino al mare.
Rachel e Quinn nel mentre, si allontanarono un po', nuotando.
 
" Venite al largo? "
 
Fu Brittany a rispondere per me.
 
" No tranquille, stiamo qua a rilassarci "
 
Le sorrisi grata: un' altra debolezza svelata. 
Lei invece sembrava così perfetta.
Mi prese e portò la sua schiena contro le mie spalle, poggiando il suo mento sulla mia testa.
 
" Ehi San, noi cosa siamo? "
 
A quella domanda mi pietrificai: non me l' aspettavo di certo, non in quel momento, non così diretta.
Ma non mi stupì. Prima o poi avremmo dovuto farlo quel discorso.
 
" Dobbiamo essere per forza qualcosa? "
 
Domanda contro domanda, ma mi accorsi che la mia poteva essere un po' fraintendibile, quindi aggiunsi subito:
 
" Nel senso, qualcosa di definibile. Perché io ci descriverei come due amiche che si vogliono bene, molto bene. Non avrei la parola adatta. Tu? "
 
Cercai di sembrare ferma nei miei discorsi, ma essere così aperta mi rendeva tremante.
 
" Hai freddo? Stai tremando "
 
Lei mi strinse ancora di più.
E io godetti di quell' attimo in cui finalmente il suo profumo, il profumo della pelle, inondava le mie narici. Il calore del suo corpo mi rendeva più tranquilla, sicura.
 
" No sto bene così "
 
Lei annuì e non disse niente, non rispose alla domanda di prima. 
In silenzio, sentivo il suo respiro, calmo, perforare l' aria, il suo alito buono, che sapeva di fragola, arrivarmi all' odorato.
 
" Io non so cosa siamo San, non lo so, vorrei tanto capire qualcosa in tutto questo, ma l' unica cosa che so, l' unica, è che vorrei che tu fossi mia e basta. Insomma, come due persone che si amano, ecco "
 
Insomma, come due persone che si amano. 
 
Precisa, decisamente troppo, così scottante.
Le parole di Brittany graffiarono la mia pelle per entrarvi dentro, fino ad arrivare al mio cuore, così corrotto per le sensazioni e i sentimenti che stavo provando, così pieno, da poter esplodere.
Non riuscivo a dire niente, a fare niente. Ero così assurdamente convinta che non saremmo mai arrivate a questo punto, che prima o poi sarebbe finita, o più che altro mi illudevo di questo, che non mi ero accorta di quanto fosse tutto al contrario. 
Troppe emozioni nuove, troppa felicità, troppa me stessa.
E tutto di lei, era quello che volevo.
TUTTO.
Mi riscossi, con la voglia di fare solo una cosa, e la feci: mi girai e la baciai. 
Così ardemente lo volevo che non mi sembravo più io: la mia lingua indugiò poco sulle sue labbra per poi intrufolarsi dentro la sua bocca, così dolce e salata al contempo per colpa dell' acqua salina. Non resistetti, e la sfiorai, sfiorai ogni centrimetro della sua pelle, del suo corpo: sentivo il cuore fare la lotta per uscire, per far si che fosse completamente di Brittany.
Misi una mano tra i suoi capelli e spinsi ancora di più il suo capo contro il mio, le sue labbra contro le mie, e le nostre lingue come in estasi godevano così tanto di tale piacere, che prendere il respiro mi sembrava la cosa più dannosa al mondo, mi sembrava un dispetto troppo grande.
Affannata la strinsi a me e sentì piccole lacrime scivolare sul mio viso.
Piansi, ma lo feci silenziosamente, non volevo rovinare il momento: e non sapevo perché piangessi.
Se era perché ero così contenta di averla trovata, nonostante tutto. 
Se era perché stavo di nuovo, ancora, tradendo Jay.
Se era perché sentivo il mondo nelle mie mani e non sapevo come gestirlo.
Ma piangevo, e lei se ne accorse.
Ma non disse niente in realtà, a parte diversi " shh " mentre mi accarezzava i capelli e stava in silenzio, consapevole forse, o forse perché già mi conosceva e sapeva che era meglio lasciarmi sfogare, perché finalmente lasciavo andare ciò che mi faceva male, o bene.
Ma lasciavo andare qualche emozione.
I singhiozzi un po' soffocati dalla spalla di Brittany si conclusero dopo non so quanto tempo, non ne avevo la concezione in quel momento.
Non sapevo dove fosse Jay, non sapevo dove fossero Quinn e Rachel, non sapevo dove fosse Taylor: sapevo soltanto che tra le mie braccia avevo l' unica persona che in quel momento volevo.
Mi scostai e la trovai sorridere.
Mi lasciò un bacio a stampo e dovetti trattenermi per non ricominciare quello che avevamo lasciato in sospeso causa fiato corto.
 
" Sembri un piccolo Panda sperduto "
 
All' inizio non capì perché scherzare sui Panda, poi mi resi conto di essere entrata in mare truccata, di aver pianto truccata, con lo sguardo cercai di capire se non le avessi sporcato la pelle col mio maledetto trucco.
 
" Non sei simpatica "
 
Misi il muso come una bambina, lei mi attirò a sè e mi baciò di nuovo.
E poi mi sussurrò qualcos' altro, all' orecchio.
 
" Un piccolo Panda sexy, comunque "
 
Io risi, dandole una pacca sul braccio.
Poi la osservai e non potei fare a meno di capire che era impossibile non volerla, non bramarla,  non - fare tutte quelle cose che gli innamorati fanno.
Innamorati e amore, due parole che in quel momento non mi andava di affrontare.
Stavo per baciarla ancora, quando sentimmo le voci di Rach e Quinn farsi più vicine. 
Quando ci raggiunsero, sembrava non essere successo niente.
Eravamo entrambe tranquille, con il sorriso sulle labbra.
 
" San, la prossima volta magari ti presto i miei trucchi, sono anti acqua, almeno non diventi un Panda "
 
Brittany rise di cuore, per la stessa battuta ripetuta due volte nel giro di pochi minuti.
 
" Berry .. "
 
Presi ad affogare Rachel, ridendo come mai, mentre lei urlava di smetterla, con quella sua voce stridula che a volte però mi faceva piacere sentire.
Poco dopo, decidemmo di uscire dall' acqua, un po' infreddolite.
Recuperammo i vestiti e andammo nel tavolino al locale: speravo di non trovare i ragazzi, e il mio desiderio fu esaurito.
Guardai il cellulare e mi accorsi di tre chiamate perse di Jay, guardai Brittany che probabilmente, osservando il suo telefonino, trovò lo stesso risultato.
Ignorai il marchingegno e continuai a parlare con le altre, mentre stavamo tornando in hotel.
Salutammo Rachel e Quinn che stanche si diressero verso la loro camera, ancora un po' bagnate nonostante il caldo di Ibiza.
Noi prendemmo le chiavi e poi ci guardammo un attimo, davanti all' ascensore.
Presi la mano a Britt, e restammo ad aspettare.
Quando salimmo, uno specchio intercettò il mio sguardo, il mio sguardo intercettò il mio viso, e il mio viso intercettò il trucco sbavato: ero veramente un Panda.
Cercai di togliermi il trucco con le dita, ma non ci riuscì, sotto lo sguardò divertito di Brittany.
 
" Aspetta "
 
A quel punto mi prese il viso e passò le sue dita sul trucco, bagnate dall' acqua che gocciolava dal reggiseno.
Sembrò fare una specie di miracolo, in poco sembravo quasi affrontabile, oltre che in estasi per il tocco dolce della sua mano sulle mie guance.
Passato l' ultima volta il pollice su di uno zigomo, mi guardò e mi baciò, ma durò pochissimo.
L' ascensore arrivò a destinazione, uscimmo e cercammo di salutarci il meglio possibile.
 
" Buona notte Pandina "
 
Io risi sotto quella voce sussurrata e quella mano nei miei capelli.
 
" Buona notte " 
 
Quando si allontanò, guardandosì un po' intorno cercando la sua stanza, restai ferma ad osservare quello splendore attraversare il corridoio. 
Sorrisi da sola e raggiunsi la mia camera, ma quando aprì scoprì essere vuota, e lì mi preoccupai: dove poteva essere andato Jay a quell' ora?
Cercai di chiamarlo ma non lo trovai, il cellulare squillava senza che nessuno rispondesse.
Poi vidi un bigliettino sul letto, dalla mia parte.
 
" Non ti arrabbiare, sono a pescare con Tay, voi non arrivavate più e un ragazzo che abbiamo conosciuto ci ha invitati. 
Domani mi faccio perdonare, lo prometto. Arriverò in mattinata.
Ti amo, Jay "
 
Sospirai di sollievo, almeno era sano e salvo e immaginai avesse messo il silenzioso al cellulare: gli uomini.
Rimasi un attimo seduta sul letto, poi mi feci giusto una doccia veloce per togliermi il sale di dosso, lavai per bene i capelli e quando uscì mi sentì rinata, senza il tocco appiccicoso sulla pelle e il pigiama estivo che profumava ed era fresco. 
Mi buttai sul letto, ma l' idea di dormire da sola non mi faceva così piacere.
E poi pensai a Britt, e pensai che anche lei doveva essere da sola.
Potevo chiederle se dormivamo insieme.
Sarebbe stato un sogno.
E se dormiva già? Non volevo svegliarla.
Capirà che poteva essere un' occasione, non mi manderebbe mai via.
Così decisi, presi il mio beauty case e aprì la porta.
In quel momento, trovai Brittany col pugno chiuso nel tentativo di bussare: avevamo avuto la stessa idea.
Le sorrisi e ci mettemmo subito nel letto.
Lei mi strinse con le braccia dietro e io mi sentì al sicuro, coccolata e voluta.
 
" Domani si ricomincia tutto da capo? "
 
Lo sussurai, non seppi neanche se lei si fosse già addormentata.
Aspettai poco secondi, per lasciarci perdere, e poi rispose.
 
" No, si ricomincia tutto da noi due, sdraiate in questo letto, a dormire insieme, si parte da questo "
 
Sorrisi, le diedi la buona notte e mi addormentai quasi subito.
Con Brittany, così stretta a me, non potevo augurarmi notte migliore.
 
 
----


Angolo dell' autrice:

Buonasera - notte!
Qui ho passato la mezzanotte, ho le dita in fiamme e ho scritto veramente TANTO, almeno così mi è sembrato. Mi sono fatta un po' perdonare??
Vi posso dire che questo capitolo non lo so descrivere, è uscito fuori così, un po' come tutti, ma questo ancora di più.
Santana diventa un po' più consapevole, le cose si stanno mettendo più in luce e questo fa un po' paura.
Brittany cerca solo di non farle pesare, le paure che ha.
Secondo voi come affronto i personaggi? 
Cioè io per questa fan fic ho l' idea di rappresentare Santana come più complicata di quella che sembra e Brittany a proteggerla, non lo so, ho voluto un po' cambiare.
Ditemi se vi piacciono :) .. e vedremo se nasce qualcosa tra Rachel e Quinn, ma ancora non ho partorito niente in proposito! 
Mi scuso ancora per il ritardo, voluto - non voluto, sempre ritardo è!

Spero che possiate comunque farmi sapere come sono andata, se avete voglia di consigliarmi qualcosa, se vi piace o no, però sarei veramente grata se mi lasciate una vostra opinione, per capire se vi è sembrato una cacata o qualcosa di meglio!

Ringrazio naturalmente ancora tutte le persone che commentano/preferiscono/ricordano/seguono/leggono la mia fan fiction: grazie, grazie, grazie, grazie, grazie .. un grazie per ogni tipologia di persona!!

Buona notte a tutte, ci rivediamo con il prossimo capitolo .. entro breve ;) 

Giulia!

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Capitolo 8
*** Settimo capitolo ***


Vi rompo le palle, prima che iniziate a leggere. Questo è stato veramente impegnativo da scrivere, perchè non sapevo dove volessi puntare tutto. Ma è comunque di transizione. Giuro che il prossimo capitolo sarà a breve e non vi farò aspettare così a lungo. Buona lettura :)





Settimo capitolo:
 
 
Quando aprì gli occhi, un vento fresco mi scivolò sulla pelle, come a volermi svegliare.
Era estate, ero ad Ibiza e il caldo lì era tanto, ma c' era sempre un momento in cui tutto era più fresco, ed era il momento che preferivo.
Sentì il braccio di Brittany tenermi stretta a sè e sorrisi. 
Guardai l' orologio e mi accorsi che erano soltanto le 6 di mattina.
Jason ancora non era tornato, ma forse sarebbe stato meglio svegliare Britt e farla andare nella sua camera, anche se mi piangeva il cuore.
Mi girai verso di lei e non ci mise molto ad aprire gli occhi, quasi infastidita nel non sentire la mia schiena contro il suo petto.
 
" Ehi "
 
Le sorrisi e le scostai una ciocca di capelli dagli occhi. Era così dolce che me la sarei mangiata volentieri. 
Appena sveglia, con le labbra gonfie e lo sguardo perso.
 
" Perché ti sei svegliata? E' presto "
 
Aveva la voce impastata, quasi da bimba. Cercò di attirarmi a sé per non farmi andar via dal letto, e io non potei far altro che accontentarla.
Mi accocolai su di lei, e mi misi così comoda che quasi mi riaddormentai.
 
" Pensavo che visto che Jay e Taylor non sono ancora arrivati, potevi tornare in camera così non dovevamo dare troppe spiegazioni "
 
Vidi attraversare nel suo sguardo diverse emozioni. Poi lei annuì, come se l' avessi convinta che fosse la cosa più giusta.
 
" Ancora due minuti? "
 
Risi e le baciai il collo, odorando il suo profumo. 
 
" Due di numero "
 
Le soffiai sulle labbra, prima che lei si tuffasse sulle mie, in un bacio casto. Due baci casti. Tre baci casti. E così via. 
Sorrideva mentre mi lasciava il suo sapore nel mio. 
Sorrideva mentre mi accarezzava i capelli e mi sfiorava con dolcezza la schiena.
Sorrideva mentre mi abbracciava senza volermi lasciare.
 
" Tic toc "
 
Mi sforzai, presi forza e allontanai il mio viso dal suo,  guardandola.
 
" Il tuo senso del tempo è deformato San, saranno passati si e no 30 secondi "
 
Risi ancora, quando insistente cercava di trattenermi. Prese il mio viso tra le mani e lo avvicinò di nuovo al suo, per baciarmi, questa volta in modo più profondo.
E non potevo che morire sotto il suo tocco, i suoi baci e quella piccola personcina che aveva preso la mia vita e ne aveva costruita dentro un' altra del tutto nuova, ancora da scoprire, ma così importante da farmi quasi male. Come potevo rifiutarla? Chi avrebbe mai rifiutato un dono come lei? 
Beh io non lo feci, anche se questo avrebbe portato delle conseguenze.
 
" Britt "
 
Cercai comunque di depistarla da quel bramare, richiamandola alla mia attenzione.
Non che questo funzionasse alla perfezione.
 
" Mmmm "
 
mugugnò, mentre continuava a lasciarmi baci, ora più leggeri sulle labbra.
E ad un certo punto, quando sentimmo un rumore forte, di una serratura che scattava, tutto si ribaltò, lei saltò quasi in piedi e io finì sdraiata sul letto, un po' scomposta, ma probabilmente credibile. Mi prese un colpo al cuore quando entrò in stanza Jay, che mi accolse con un sorriso largo, pensando forse che me la fossi presa per quell' improvviso impegno della pesca.
Mancava poco, e ci avrebbe scoperto.
E lì, capì che non potevo certo condurre una vita del genere, ma che in realtà non volevo condurre neanche troppe ore del genere.
Avrei dovuto affrontare il discorso, da persona coraggiosa e matura. 
E capì anche che non importava il consenso di Brittany: lasciare Jason significava riaprire un libro nuovo, per me stessa. Brittany o no, io non lo amavo più, e glielo dovevo dire, gli volevo troppo bene per non farlo.
 
" Ehilà, sveglie a quest' ora? "
 
Jason non si scompose per la presenza della mia biondina e in realtà pensai fosse normale: due amiche che dormono insieme sono la cosa più normale al mondo. 
A quel punto mi alzai e lo andai a salutare con un bacio veloce.
 
" Ci siamo addormentate, dopo il bagno, e ci siamo svegliate da poco, Brittany stava per andare a dormire nella sua camera "
 
Non volevo mandarla via in malo modo, ma di certo non poteva condividere il letto con me e Jay. 
Lei capì, sorrise, ci diede la buona notte e sparì dietro la porta massiccia della stanza. 
Avrei voluto salutarla comunque un po' meglio.
 
" Piccola, sei arrabbiata? Scusami non volevo lasciarti sola soletta, però quando mi si parla di pesca, non posso rifiutare "
 
Di certo non mi ero arrabbiata, e sapevo quanto gli piacesse andare a pescare. 
No, non avrei affrontato il discorso alle 6 di mattina, quando avevo dormito poco più di 5 ore: tanto sapevo non avrei ripreso presto sonno.
Mi abbracciò stretta, come a scusarsi.
 
" Stai tranquillo, Brittany mi ha tenuto compagnia, so che impazzisci per stare ore con una canna in mano "
 
Cercai di fare l' ironica, e non mi riuscì neanche poi male.
Sentì Jay sospirare e ridere, probabilmente di sollievo.
 
" Meno male, grazie Amore "
 
Mi baciò con più passione di quando c' era Brittany, e ringraziai ciò.
 
" Sono stanco morto, ti scoccia se vado a dormire? "
 
La ritenni la cosa più adatta.
 
" Ovvio che no, che poi domani scleri "
 
Rise ancora, poi si buttò sul letto e tempo pochi minuti collassò del tutto.
E io invece non avevo sonno.
Provai a sdraiami, a chiudere gli occhi e a non pensare, ma non mi riuscì.
Così mi alzai, e non mi preoccupai di com' ero vestita, uscì dalla camera cercando di non fare rumore.
Mi ritrovai in corridoio, davanti all' ascensore, con l' idea di scendere nella hall e fare una camminata sulla spiaggia.
Quando si aprì, vi ritrovai dentro Quinn, un po' stordita.
 
" Scendi? "
 
Mi chiese e io annuì. 
 
----
 
 
Stavamo passeggiando sulla riva, quando stendemmo l' asciugamano che Quinn si era portata dietro.
L' aria, man mano che il tempo passava, si stava facendo più calda, e quel sole era accogliente.
Era una cosa che amavo, sdraiarmi sulla sabbia con il calore del sole addosso, quasi lì, mi sarei potuta addormentare.
Quinn, seduta, mi guardava come per volermi chiede cosa fosse successo, o cosa stesse succedendo.
E in realtà non lo so perché lo feci, forse perché avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, forse perché dovevo cominciare a consapevolizzare tutto ciò che era accaduto, forse perché dovevo capire, e non lo perché lo feci con lei, ma le raccontai tutto.
Di come io e Brittany avevamo fatto amicizia, di come già dall' inizio emozioni strane mi attraversavano, della piscina, del quasi bacio, della vacanza, di quello che stava accadendo in quei giorni. Omettei quando mi aveva portato al cimitero, pensai fosse una cosa troppo intima per condividerla.
Mentre raccontavo, Quinn non diceva niente, mi ascoltava, a volte annuiva, a volte fissava il mare, e quando finì, feci un respiro profondo, come se già stessi meglio.
 
" Ora cosa hai intenzione di fare? "
 
Fui sorpresa nel notare che non mi giudicò per quello che avevo fatto, ma stava cercando di capire quali fossero ora le mie intenzioni.
Mi presi la testa tra le mani.
 
" Oh sarebbe bello avessi già la risposta, eppure non lo so. Sento di provare per Brittany qualcosa che mai avevo provato prima .. "
 
Ammetterlo mi fece sobbalzare il cuore. Cazzo. Ma continuai.
 
" .. però Jay, come faccio? Lasciarlo così, come se stessimo insieme da tre mesi, come se per me non fosse importante. Lui c' è sempre stato. Io non so che fare "
 
Quinn mi guardò con intensità, recependo quanto fossi incasinata.
 
" Sei proprio un casino "
 
E rise. Cioè stava ridendo, quando io non capivo più che cazzo fare. Ottimo. Ma poi mi ritrovai anche io con il sorriso sulle labbra, un po' stordita.
Mi buttai sdraiata sull' asciugamano, cercando di riprendermi da quell' attimo di risa.
 
" Quando mai non lo sono stata .. un casino intendo "
 
Quando smise di ridere, ritornò pensierosa.
 
" Senti, cosa pensi sia più giusto fare? "
 
Pose la domanda, che rimase un attimo a mezz' aria. Cosa sarebbe stato giusto fare? 
 
" Sarebbe giusto che io rimanessi con Jay, perché questa con Britt potrebbe essere una fase passeggera, insomma come faccio a essere sicura che poi io la ami? Non ho mai amato una ragazza in vita mia, cioé non ci ho mai fatto niente con una ragazza, per me è totalmente una novità. Si al liceo, il gioco della bottiglia, ma ero quasi sempre ubriaca e ci davano solo qualche bacio a stampo. Con lei è diverso, perché provo qualcosa, ma come faccio a capire se è quella giusta? E se faccio la cazzata di mettermi con lei e poi non è così? Però mi sono resa conto che non amo più Jay .. "
 
Sembravo un fiume in piena, avevo un sacco di domande da fare, preoccupazioni, dubbi e non sapevo come risolvere tutto ciò. 
Quinn mi fermò, cercando di farmi respirare di nuovo.
 
" Ferma, ferma, Spara-domande, un attimo. Ti stai facendo troppi pensieri. Quando ti sei messa con Jay, cos' era che ti faceva pensare fosse quello giusto? "
 
E di nuovo mi mise a pensare, prima di dare una risposta ragionevole.
 
" Io .. sentivo di amarlo, e lui era una delle poche persone che accettava quello che ero, e non voleva che cambiassi "
 
Quinn annuì. 
 
" E con Brittany ti senti, così? Allo stesso modo? "
 
Guardai il mare e mi ritrovai a sorridere pensando a Brittany, e alle debolezze che era già riuscita a scoprire di me.
 
" Con Brittany .. è diverso. Lei è così diversa, da tutti noi. Non si fa problemi a dire ciò che pensa, ma lo fa con ingenuità, quasi coem se fosse la cosa più scontata al mondo. Riesce a farti sentire la persona più importante della sua vita, e lei . è diversa "
 
Quinn scosse il capo in segno di negazione. 
 
" Non mi hai risposto alla domanda "
 
Rinuncia alla bella facciata.
 
" Con Brittany mi sento ancora meglio "
 
La mia nuova amica bionda guardò l' ora e si alzò.
 
" E' ora di fare una bella colazione, che ne dici? "
 
Mi alzai anche io, con ancora mille domande da pormi e da porle.
Cominciammo a passeggiare e cercai di nuovo una sua risposta.
 
" Quindi cosa credi che dovrei fare? "
 
Lei si girò verso di me, sorridendo.
 
" Io non credo niente. Ci sarà un momento in cui tutte le domande che ti stai facendo cadranno, quello è il momento della scelta "
 
---
 
A colazione ci raggiunse anche Rachel.
Quando la vidi mi ritornarono in mente le scene della sera prima e gli sguardi che quelle due si lanciavano. 
Avrei dovuto fare un terzo grado a Quinn, me lo doveva.
 
" Buongiorno signorine "
 
Pimpante come sempre, si accompagnò una sedia, e prese da mangiare.
 
" Buongiorno "
 
Lo dissimo in coro, ci girammo e ridemmo.
Quando Rachel tornò, cominciò a tempestarci di domande.
 
" Allora oggi gita in gommone "
 
Era una bambina entusiasta prima che le facessero un regalo, mentre lo aspettava con un sorriso gigante.
Saltellava sulla sedia raccontandoci di questa isoletta, che avremmo potuto raggiungere grazie ad un ragazzo che ci poteva fare da guida.
Poi le squillò il cellulare. Lo guardò, sorrise e si allontanò, avvisandoci che era Finn.
Quinn fece un sospiro e io ne approfittai.
 
" Allora, che succede invece tra voi due? "
 
Lei parve confusa e sorpresa: forse non pensava me ne sarei accorta.
 
" Noi due chi? "
 
Sbuffai.
 
" Avanti Quinn, tu e Rachel, a largo, a Ibiza, sole solette. Tu ubriaca e lei così tenera da starti accanto. E' un mix un po' strano no? Soprattutto dopo che Brittany mi aveva raccontato di quanto non vi sopportavate "
 
Stava per rispondere, quando il nanerottolo tornò dalla chiamata.
Le sussurrai " ti ha salvato la campanella " e poi lasciai cadere lì il discorso.
A quel punto mi alzai, tra poco dovevamo partire, visto che Rachel aveva già programmato l' itinerario.
12:00 partenza, pranzo al sacco, ecc ecc ecc...
Erano le 11 e per svegliare Jay ci avrei messo un po' di tempo.
 
" Vado su, così mi cambio e avviso Jay, sarà una missione svegliarlo "
 
Rachel saltò su orgogliosa.
 
" Brava, così mi piaci, proattiva! "
 
Poi aggiunse: " Se vedi Britt le dici del programma? Se no appena finisco vado a svegliare anche qui due "
 
Al nome di Brittany mi prese l' angoscia. Quinn mi guardò, io annuì e mi portai fiacca verso l' ascensore. 
Entrai, selezionai il terzo piano e quando feci per uscire, con lo sguardo basso, andai a scontrarmi proprio con lei.
Potevo riconoscere il suo profumo tra mille altre persone: aveva qualcosa di particolare, qualcosa di così familiare.
Lei sorrise dispiaciuta e mi abbracciò. E io, debole, non poteì far altro che tenerla stretta a me, quasi facendomi mancare il respiro.
Piano, si allontanò da me, restammo entrambe attaccate.
Mi accarezzò la guancia, e sentì un formicolio lì dove mi aveva appena sfiorato: il mio stomaco sembrava non reggere a quella emozione.
 
" Mi sei mancata "
 
E il mio stomaco si strinse: i suoi occhi erano così puri e genuini che non potei che crederle. 
 
" Anche tu "
 
Strofinò il suo naso contro il mio, in modo dolce. Ero irrecuperabile, Santana Lopez, così incapace di esternare affetto, si stava facendo dare il bacio eschimese, in un corridoio di un hotel a Ibiza, dove chiunque l' avrebbe potuta scoprire.
 
" Se vai di sotto c' è Rachel che ti deve dire il programma per oggi "
 
Le sorrisi. 
 
" Tu hai già fatto colazione? "
 
Me lo chiese con lo sguardo un po' corrucciato.
Sarei stata veramente tentata dal dirle di no, anche rifacendo una seconda colazione, pur di toglierle quell' espressione.
 
" Io .. si. Adesso vado a chiamare Jason e poi scendiamo subito, ok? "
 
A quel punto fece una lieve pressione e si staccò, forse un po' troppo prepotentemente per sembrare normale.
 
" Ok "
 
Entrò in ascensore, schiacciò il tasto 0 e aspettò che le porte si richiudessero. 
Prima che potesse succedere, l' afferrai veloce e le stampai un bacio sulle labbra. Durò pochi secondi e lei sembrò sorpresa, esattamente quanto me.
A quel punto mi fece un sorriso grande.
 
" Allora a tra poco San "
 
Io le risposi con una smorfia incomprensibile, ma lei non fece in tempo a vederla. 
Mi tenni un attimo lo stomaco, cercando di riprendermi. 
Non potevo continuare così. Abbandonai il viso tra le mani per poco, quanto bastasse per sfregare ogni parte di esso, cercando di riprendermi.
Mentre mi avvicinavo alla porta della mia camera, le domande di prima si riaffacciarono.
Entrai e vidi che Jay ancora dormiva: mi appoggiai allo stipite della porta e pensai che non si meritava ciò che gli stavo facendo.
Quella giornata sarebbe stata solo per loro due: lì avrei capito.


Angolo dell' autrice.

Ho scritto quello che volevo dirvi su, ma qui volevo ringraziare le persone leggono/preferiscono/seguono/ricordano questa storia e ovviamente quelle persone che la recensiscono, facendomi sapere cosa ne pensano. 
Sapete che accetto critiche costruttive, ed è giusto che se qualcosa non vi piace me lo fate sapere, potrebbe essere una crescita per me :) 
Al prossimo capitolo e grazie ancora!
Giulia!

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Capitolo 9
*** Ottavo capitolo ***


Ottavo capitolo
 
 
E' nel momento delle decisioni che si forgia il tuo destino. 
In quei momenti, niente e nessuno può dirti che stai sbagliando, che non è giusto o coerente fare una determinata azione, in quei momenti semplicemente te ne freghi.
Te ne freghi perché le ragioni che hai, che ti portano a fare quelle scelte, superano i rimproveri di chiunque.
Quella fu la giornata delle scelte.
Quella fu la giornata in cui si è forgiato il mio destino.
 
 
Maledetto gommone, maledetta Nana, e maledetta Ibiza. 
Erano pochi i minuti, da quando avevo messo piede su quella ondeggiante barca di plastica, e quei minuti mi bastarono per cominciare a fare un ripasso della colazione che avevo mangiato.
Odiavo vomitare, e soprattutto non avevo idea di soffrire il mal di mare così prepotentemente.
Era assurdo, l' avessi saputo mi sarei portata quei cerotti, o i braccialetti, o avrei preso una cavolo di pastiglia, ma almeno non avrei passato la metà del viaggio a vedere solo le onde del mare, senza potermi godere il paesaggio.
 
" San, ti sei un po' ripresa? "
 
Rachel mi era venuta vicina, con la faccia un po' schifata, per il puzzo e il mio viso sicuramente bianco come un cencio.
 
" Scappa, scappa finchè puoi, perché appena ho finito di svuotare il mio stomaco, non avrai scampo "
 
Digrignai i denti, perfida, e lei si allontanò, andando a sedersi vicino a Quinn, che rideva sotto i baffi.
Ero una persona equilibrata, difficilmente sbottavo, ma quella Nana non faceva altro che darmi sui nervi.
Sbuffai, facendomi sentire da chiunque lì vicino.
Jay continuò a togliermi un ciuffo che causa vento continuava ad andarmi sugli occhi.
 
" Piccola ti senti un po' meglio? "
 
Mi era stato vicino da quando eravamo partiti, ancora un po' assonnato, ma non mi aveva lasciata un attimo.
Gli sorrisi, rincuorata, ma anche un po' no, dal fatto che mi amasse così tanto da vedermi in quello stato e da sopportarmi acida.
 
"Un pochino, non vedo l' ora di scendere da sto coso "
 
Lui mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. Avevo deciso di relegare quella giornata a noi due, per capirci qualcosa, e l' Universo mi stava aiutando.
Con la troppa vicinanza di Jay, da quel momento in ascensore, io e Brittany ancora non avevamo parlato, anche se potevo sentire il suo sguardo un po' timoroso su di me.
L' avrei voluta vicina, pensai, anche se durò per poco perché in quel momento sentì la salivazione aumentare e vomitai, sperai, gli ultimi resti.
 
" Quanto cazzo manca? "
 
Sbottai decisamente aggressiva e violenta.
Come a risposta, Juan, il ragazzo che guidava il gommone, ci disse che in pochi minuti saremmo stati sull' isola.
Sospirai sollevata, appoggiandomi un attimo di schiena sul bordo con una nausea addosso che pensai con molta difficoltà avrei cancellato in giornata.
Nel mentre Rachel e Quinn stavano chiacchierando di quanto sarebbe stato bella l' isola: in realtà era più il Nanerottolo a parlare, l' altra bionda restava ad ascoltare, con uno sguardo un po' troppo sognante. 
Spostai lo sguardo invece su Britt e Taylor e il mio stomaco, già provato, si strinse un poco.
Lui teneva una mano sulla sua spalla, ancora con il viso da sonno, e lei gli sorrideva, anche se non mi sembrava fin troppo convinta.
Mentre restavo immobile a guardarli, lei spostò lo sguardo su di me, ma io girai violentemente la testa verso Jay, tanto che un altro conato di vomito mi prese e ritornai a guardare il colorito del mare. 
 
" Terra! "
 
Sorrise Juan, vedendomi spuntare un sorriso gigante, che probabilmente non avevo fatto neanche alla mia laurea, o al mio nuovo ufficio o qualsiasi altro obiettivo avessi già raggiunto.
A quel punto mi alzai, mi spogliai rimandendo in costume, presi la rincorsa e mi tuffai nell' acqua, ancora abbastanza alta da non toccare. 
Tutti risero e con entusiasmo seguirono i miei passi. 
Il mio stomaco si stava già riprendendo, risanato dall' acqua ferma e dalla freschezza del vento.
In quell' isola il caldo batteva di meno, e ringraziai il cielo per questo.
Jay mi prese e mi baciò sulle labbra. Io gli sorrisi.
 
" Sei così bella quando sei felice "
 
Deglutì a fatica, non sapendo come rispondere, ma era stato così dolce che non potei che riprendere il bacio di prima, in modo più passionale.
 
" Ehi Piccioncini, se uscite dall' acqua esploriamo il posto "
 
Quinn ci stava richiamando con una strana espressione sul volto: probabilmente non ci stava capendo molto, a sapevo già che mi avrebbe detto qualcosa, ma in quella giornata non gliel' avrei permesso. Per tutto il viaggio non avevo calcolato Brittany e sicuramente si sarebbe accorta di tutto ciò, anzi notai il suo sguardo un po' confusa, mentre tentava anche lei di non mostrare attenzione per me.Sdraiai l' asciugamano e posai i miei vestiti su di esso.
Quando toccai la sabbia asciutta con i piedi, mi sentì rinvigorita.
Quella fu la mia prima scelta, decidere che la gita fosse un modo come un altro per capire chi amassi di più.
Quante cazzate.
 
------
 
L' isola era piccolina, ma comunque non la esplorammo del tutto. 
L' area boschiva era decisamente ampia, e tutti i ragni che vidi bastarono per farmi capire che non era certo il tipo di posto in cui volevo fermarmi.
Quando tornammo sulla spiaggia, Rachel si mise a fare, come le aveva chiamate lei, le " Squadre d' assalto ". 
Sbuffai appena la sentì nominare una cavolata del genere.
Ancora non l' avevo torturata, questo perché non avevo di certo voglia di sprecare tempo con lei.
Penso che lei mi fosse grata di questo: non aveva certo dimenticato la minaccia che le avevo rivolto quando eravamo sul gommone ed ero presa da spasmi ogni due minuti.
Non pensai che al ritorno avrei dovuto sopportare lo stesso lancinante disgusto.
 
" Allora San te vuoi restare qua visto che sei stata male? Così ti riposi "
 
Oh la piccola Rachel stava cercando di comprarmi, ma non gliel' avrei data vinta.
 
" Ora sto bene "
 
Affermai soltanto, con lo sguardo duro. Lei balbettò qualcosa simile ad un " Va bene " e mi lasciò perdere. Si ok, forse da parte mia era un po' infantile, visto che lei non poteva di certo sapere che io soffrissi il mal di mare, visto che io per prima non ne ero a conoscenza, ma questo non bastava per farmi passare li nervoso che avevo nei suoi confronti.
 
" Ok allora serve qualcuno che prenda la legna, qualcuno che sappia accendere il fuoco e ci servono delle pietre per contornarlo. E basta direi "
 
Avevamo deciso di mangiare carne alla brace, perché ai due uomini dei panini non bastavano: tutto quel casino quando sarebbe bastata della verdura e degli affettati. 
Io almeno mi ero presa il lusso di comprare dei Marshmellow, mandando al diavolo il sano regime alimentare: fusi erano una prelibatezza. 
 
" Direi che io e Jay facciamo legna "
 
Rachel annuì, convinta. 
 
" Io e Rachel possiamo restare qua ad aspettarvi, nel mentre mettiamo a posto, prendiamo la griglia e così quando arrivate è tutto pronto "
 
La Nana scosse il capo felice per l' affermazione di Quinn. Io invece inorridì: in tutto quel casino di io faccio questo e io questo, le uniche due che non avevano parlato eravamo io e Brittany, e quindi automaticamente avremmo dovuto andare a trovare le pietre insieme.
Cercai una via di uscita, innervosita. 
 
" No! "
 
Mi uscì spontaneo, e tutti rimasero zitti. Potei guardare lo sguardo di Brittany e capire che non era così contenta di quella mia esclamazione.
Cercai di riprendermi. Non volevo che pensassero tutti male, compresa la mia Biondina, ma sapevo già che stare da sola con lei mi avrebbe fatto dimenticare un attimo di Jay. 
Ma solo un attimo.
Una scusa, mi serviva una scusa. E poi la trovai.
 
" C - cioè, io ODIO i ragni, e sotto le pietre ce n' è un' infinità e .. cioè potremmo scambiarci no? Io e Quinn stiamo qua, e tu e Brittany - al suo nome cercai di non innervosirmi - potete andare a prendere ciò che serve "
 
Ci fu un po' di silenzio, e potei notare che Britt avevo lo sguardo basso, sui suoi piedi, mi faceva tenerezza. Sarei andata là e l' avrei presa e stretta a me, soprattutto perché il suo sguardo era stato causato dalle mie parole: ovviamente non aveva creduto a quella scusa.
Rachel ci guardò e alzò le spalle.
 
" Per me non c' è pro .. "
 
" No Santana, passerai la tua fobia per i ragni e andrai con Brittany - e rimarcò il suo nome - a prendere le pietre. Tempo 10 minuti sarai qui, vedrai che non ti mangiano. E non si discute "
 
Quinn mise tutto al proprio posto, impedendo a Rachel di continuare la frase. Egoista. Voleva passare del tempo sola con la Nana e lasciava me nei casini: in realtà pensai che nei casini ero già stata bravissima a mettermici di sola. In futuro avrei avuto una spiegazione per tutto ciò.
A quel punto Jay mi si avvcinò e mi baciò sulle labbra, dolce.
 
" Ci vediamo tra poco, non farti venire un infarto per favore. E attenta ad Aragog*, la foresta riserva sorprese "
 
Rise e io con lui, gli diedi una pacca sulla spalla e lo spinsi verso Tay che si era già incamminato verso un punto imprecisato del piccolo boschetto dell' isola.
Sbuffai, piano ma lo feci.
 
" Avanti, siete ancora qui? "
 
Io e Brittany fummo scosse dalla domanda di Quinn, che glaciale, ma con un sorriso furbo, ci stava invitando ad andare a cercare quelle maledette pietre. 
Ma doveva esserci per forza la sabbia? Sarebbe stato tutto più facile.
Veloce, presi a camminare verso un sentiero che già prima avevo preso. Brittany, atletica, stava dietro al mio passo senza problemi, guardinga.
Non proferimmo parola, il silenzio era palpabile e non somigliava per niente ai nostri soliti momenti silenziosi, che ci avvolgevano. 
Quello era un silenzio di confusione e paura, probabilmente, di dire la cosa sbagliata.
Feci fatica, ma davvero fatica, a non voltarmi, prendere il suo bel faccino tra le mie mani, e baciarla.
Feci una fatica immane a non odorare la sua pelle, visto che con il vento che mi spingeva da dietro, potevo sentire il suo profumo entrare nelle mie narici fino ad arrivare il mio cervello, che in momenti come quelli si rincoglioniva del tutto.
Feci fatica non prenderle la mano, stringerla nella mia, sentendo che lei era lì per me. 
Ma quelle erano delle mie scelte, e stavo ricevendo le conseguenze.
 
---
 
 
Andando in giro, trovammo un bel po' di pietre che mettemmo in due sacchetti che ci eravamo portare dietro. 
Non guardai mai il viso di Brittany e lei non mi rivolse mai la parola. Probabilmente si stava aspettando qualche spiegazione, ma io non avevo nè intenzione nè voglia di aprire la bocca, se no lì sarebbe stato impossibile resistere e la decisione si sarebbe ribaltata.
Eravamo tese e si sentiva nell' aria. 
Ad un certo punto mentre tornavamo indietro, raccolsi l' ultima pietra che avevo notato, ma invece di infilarla nel sacchetto, mi cadde per terra.
Feci per recuperarla, ma quando la mia mano la agguantò, un' altra si aggiunse alla prima, e mi accorsi che mi sfiorò appena con il pollice il palmo.
Brividi ed emozione, tutto quell che provai, per un simile gesto.
Rimasi un attimo immobile, godendo un attimo di quel tocco, e di quel profumo così vicino a me.
Stavo per alzare la testa per incrociare il suo sguardo, quando non mi permisi di farlo. 
Scappai dalla sua presa debole sulla mia mano, infilai la pietra dentro il sacchetto e come una codarda passai avanti, raggiungendo finalmente la spiaggia.
Mi accorsi di aver trattentuo il respiro fino a che non raggiunsi Quinn e Rachel.
Mi congratulai con me stessa per la forza d' animo, considerando che la voglia principale in quel momento appena passato fu quella di prenderla e baciarla.
 
" Allora sei ancora viva, meno male "
 
Quinn mi prese in giro, facendo un finto sospiro di sollievo. 
 
" Purtroppo per te "
 
Ma lei non capì, io invece la presi, e dopo pochi secondi la buttai nell' acqua, ridendo, libera anche di poter toccare i suoi fianchi, senza sentire lacuna emozione.
Non poteva essere anche così con Brittany? 
Ma poi mi resi conto che con lei, tutto era più bello e mi diedi della stupida da sola.
 
" Bastarda! "
 
Esclamò Quinn, cercando di tuffarmi in acqua, ma più forte di lei riuscì a resistere alle varie spinte della bionda.
 
" Tregua, tregua, dobbiamo fare sto dannato fuoco "
 
Alzai le braccia in segno di resa e lei, un po' affannata, ridendo, mi abbracciò, bagnando un poco. 
Rabbrivì a quel contatto, vista l' acqua leggermente fredda, ma mi diede anche un po' di sollievo. 
 
" Ok ok, ma prima o poi mi vendicherò "
 
In tutto quel frangente, Rachel e Brittany erano state lì ad osservarci: la prima con un sorriso sulle labbra, scuotendo la testa, l' altra subito dopo aveva preso a costruire il cerchio per il fuoco, senza dire o esprimere niente.
Mi sentì in colpa, ma quando vidi Jay arrivare, cercai di togliermi quella sensazione di dosso.
 
----
 
Pranzammo in tranquillità, sull' isola non c' era nessuno, a parte Juan che si era unito a noi.
Avevo una fame tremenda e le salsicce e le costine furono rinvigorenti.
Dopo aver messo via tutto, lasciando che il fuoco si spegnesse pian piano, mi sdraiai sull' asciugamano vicino a Jay.
Chiacchierammo un po', poi dovette essere il sole, il caldo non troppo forte che mi cullava, e il chiacchiericcio degli altri in sottofondo, che mi addormentai.
Quella fu altra decisione che presi, senza rendermene effettivamente conto.
 
Quando riaprì gli occhi, ancora un po' insonnolita, sentì un braccio sul mio ventre e una persona contro la mia schiena.
Inizialmente pensai fosse Jay e mi lasciai cullare dalla sua stretta, ma poi quando andai a sfiorare la mano che mi accorsi essere intrecciata nella mia, sentì la pelle lisci e le dita sottili.
Sgranai gli occhi. Fecei uno scatto violento e mi misi a sedere, lontana dal corpo di Brittany.
Lei stordita cercò di svegliarsi, anche se fece più fatica di me.
Mi guardai intorno confusa, cercando gli altri, ma non c' era nessuno. Guardai l' ora ed erano le 16e30, avevo dormito 2 ore. Probabilmente il viaggio dell' andata aveva scalfito oltre che il stomaco anche il mio sonno.
Guardai Brittany stiracchiarsi, osservando il mio corpo teso.
E per la prima volta da quando eravamo lì le rivolsi la parola.
 
" Dove sono tutti gli altri? "
 
Lei stralunata, mi rispose ancora un po' confusa.
 
" Sono andati nel bosco, Juan ha detto che c' era un posto bellissimo da vedere. Tu dormivi, e io sono restata con te visto che stavo per addormentarmi e avevo sonno "
 
E non continuò, anche se io cercavo la risposta per capire come mai fossimo abbracciata, fino a due minuti fa.
 
" Così niente, ti sono venuta vicina, ti ho stretta, tu mi hai preso la mano e mi sono addormentata "
 
Mi passai una mano tra i capelli: quando dormivo ero sicuramente più debole. E poi quella mano l' avrei voluta stringere già dal mattino.
 
" O - Ok "
 
Balbettai. Non sapevo cosa fare, eravamo da sole, se ci avessere viste così strette avrebbero sospettato qualcosa? Non lo sapevo, ma poteva succedere e Brittany era stata un po' incosciente.
 
" Beh, raggiungiamo gli altri allora "
 
Lei scosse le spalle, infastidita quasi.
 
" Non so dove siano andati sinceramente e non voglio perdermi "
 
Anticipando un' altra mia sicuramente stupida affermazione.
 
" Ok allora aspettiamo "
 
Mi rimisi sull' asciugamano, cercando di stare il più lontano da Brittany, vulnerabile. 
E poi arrivò quella domanda, che da un momento all' altro aspettavo mi ponesse. 
 
" San, ma cosa è successo? "
 
Non era nè arrabbiata, nè irritata, solo la sentì nervosa e confusa.
Mi si strinse il cuore a udire il tono preoccupato della sua voce.
 
" Niente perchè? "
 
Feci la finta tonta, tentando di non guardarla, anche se sapevo prima o poi avrei ceduto.
 
" Guardami "
 
Non era un ordine, quanto meno sentì essere una richiesta. 
Ma non lo feci, tenni lo sguardo sul mare.
 
" Guardami "
 
Me lo disse una seconda volta, ma ora il tono era sofferente.
Io restai ancora con gli occhi puntati sull' orizzonte. 
Poi sentì la sua mano sotto il mio mento, e provai una sensazione bellissima attraversarmi la pelle, il cervello, il cuore.
Avevo il suo viso a pochi centrimenti del mio, e mi sentì realizzata. 
Non avrei voluto fare altro per tutta la giornata e lei stava esurendo il mio desiderio.
Lì pensai a come avessi potuto stare mattina e pomeriggio senza posare il mio sguardo sul quel viso splendido, quegli occhi azzurro mare, quelle lentiggini così delicate. 
Senza troppi pensieri, le passi l' indice sul naso, sugli zigomi, poi sulle labbra. A quel tocco lei chiuse gli occhi, quasi a volersi godere quell' attimo durato un istante. 
Respirai forte.
 
" Che sta succedendo? "
 
Ancora con gli occhi chiusi, Brittany mi porse la domanda di prima, anche se con più fatica e timore.
Smisi di sfiorarle il viso, ma non smisi di guardarla, e quello pensai la rassicurò.
 
" E' tutto così difficile Britt "
 
Lei restò a fissarmi.
 
" Lo so "
 
Disse solo quello e mi strinse la mano.
Era giunto il momento di decidere. Era giunto il momento di dirle quello che realmente provavo. Finalmente sentivo di poterlo fare dopo un' intera giornata passata senza di lei, quasi le mancasse l' ossigeno.
 
" Io non voglio che resti tutto a Ibiza. Mi andava bene perché era più facile, ma non lo voglio "
 
Lei fece un sorriso, quasi forzato. 
Io continuai.
 
" Non posso aver paura di trovarmi Jay vicino perché magari te potresti starci male, e so che dovrei lasciarlo, ma è difficile " 
 
Lei chiuse un attimo gli occhi, come a consapevolizzare ciò che le avevo detto.
 
" Insieme tutto sarà più facile San, ma comportarti come oggi non ha conclusioni "
 
E aveva ragione, e soprattutto capì di averle fatto un vero torto, perché sembrava di nuovo innervosita ripensando alla giornata passata.
Le baciai il palmo della mano, dolcemente.
 
" Non sapevo come altro fare "
 
" Dirglielo sarà il primo passo "
 
Le parole di Brittany mi rincuorarono, semplicemente perché aveva ragione: in due sarebbe stato tutto più facile.
La presi e l' abbracciai, finalmente libera di concedermi quel contatto. 
Ed era come tornare a casa, era come sentire il cuore vivo, i battiti accellerati, il respiro più profondo.
Quando ci staccammo, ci guardammo per poco tempo e facemmo ciò che avevamo bramato per tutta la giornata: fu un bacio lento, ma passionale.
Scoprì di avere bisogno delle sue labbra sulle mie, del suo sapore nel mio. 
La sua lingua si insinuò nella mia bocca, facendomi trattenere un attimo il respiro.
Affannai un attimo, con l' eccitazione che mano a mano saliva. La sua mano sulla mia spalla, scese sulla mia schiena, giocando un attimo con il nodo del mio costume. 
Ma non lo tolse, semplicemente passò le dita tra quei fili di plastica, e poi salì a sfiorarmi il braccio, così dolcemente che pensai nessuno mi aveva mai toccato così, neppure Jason. 
Quando cercai di riprendere fiato, staccandomi un minimo dal suo corpo, rimasi a guardarla tracciando una linea immaginaria sul suo ventre.
E poi, mi girai. 
Non sapevo perchè ma sentivo una presenza dietro di noi: pensai solo essere il vento, ma quando vidi quella figura, indietreggiai bruscamente, allontanadomi da Brittany.
Lei rimase un attimo scossa, ma quando scoprì il motivo del mio distacco, inorridì.
Rachel e Quinn ci guardavano da lontano, con lo sguardo sofferente. 
Davanti a noi, Taylor e Jason ci guardavano con un espressione indecifrabile.
No, non volevo arrivare a quello, volevo che lo sapesse da me, volevo essere corretta.
Jason mi fissò, con la bocca spalancata, probabilmente ancora confuso, o inorridito, o schifato. O non so che altro.
So solo che avevo preso una decisione, e quelle erano le conseguenze. 
 


Angolo dell' autrice:

Sono stata brava vero?? 
Buongiornoooo! Ecco un altro capitolo, a pochi giorni da quello piccoletto di transizione!
E qua succede qualcosa, che prima o poi doveva per forza accadere.
Non siate tristi, vedrete che tutto andrà per il meglio .. o forse no!
Spero vivamente che vi piaccia! 
Ringrazio chi legge/preferisce/segue/ricorda e recensisce ovviamente questa storia! 
Sapete che mi fa sempre piacere leggervi, grazie ancora a tuttii!!!
Giulia!

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Capitolo 10
*** Nono capitolo ***


Oh lo so.
Sono veramente una brutta persona, e mi dispiace assolutamente di non aver postato prima .. ma l' ispirazione è tornata oggi dopo lo sfacelo della puntata, di cui non dirò nulla ovviamente, e quindi sono qui, a mettere il nuovo capitolo.
Tra l' altro, è un capitolo malcapitato visto che l' ho scritto una volta e mi si è cancellato, è stato un duro colpo :'(
Ma comunque, buona lettura e scusate ancora!
Ah .. non è lunghissimo, ecco! 





NONO CAPITOLO



Non sapevo più che fare, che dire, o anche solo sbirciare lo sguardo di Jay.
I suoi occhi vagavano impazziti su di me e su Brittany, così sorprese, così dispiaciute e sicuramente frastornate.
No, non doveva saperlo così. Non lo volevo, non volevo ferirlo più di quanto non avessi già fatto nella nostra relazione, tra dubbi e preoccupazioni.
E invece di nuovo ingannavo me stessa, ingannavo lui, e tutto ciò che avevamo condiviso.
E' così che ci si sente quando si spezza qualcosa?
Così inutili?
Così vuoti?
Io mi ritrovai in pochi secondi vuota di Jay, di tutte le emozioni che provavo per lui.
E mi riscossi un attimo, pensando che il mio cuore, ogni fibra del mio essere, era stata presa e rapinata da una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri più belli e caldi che io avessi mai visto. 
E mi sembrava così assurdo. 
Tutto, successo in così poco tempo, quasi senza nessun senso.
Avessi dovuto raccontare la nostra storia ai miei figli ( se mai ne avessi avuti ) sicuramente sarei partita col dire che quando senti così forte un sentimento, un presentimento, una sensazione, le descrizioni potevano andarsi a fare benedire.
Ed era assurdo che io stessi lì, con gli occhi di Jay puntati freddi nei miei, a cercare qualche possibile scusa, anche se ovviamente ero sicura non ce ne fossero di geniali, e a pensare a quanto fosse potente tutto ciò che avevo condiviso con Brittany, nel giro di due settimane, o forse poco più.
Mi aveva così sconvolta, che fino ad allora in realtà non l' avevo veramente recepito, ero offuscata da sensi di colpa, dal sotterfugio, dai baci rubati.
Ma adesso, che avevo la verità di un Jay dolorante davanti, svuotata, mi chiesi come avessi fatto a non domandarmi come tutto quello era iniziato.
Ma dopotutto, non avevo modo di dare risposta, e il perché non l' avrei mai trovato.
Era successo e basta.
Come era appena successo che Jay e Taylor ci avessero scoperte in quel modo così orrendo e terrificante.
 
" Ma che cazzo state facendo? "
 
Ancora non avevo guardato Taylor, e la sua reazione era completamente diversa da quella di Jay, che sembrava quasi lontano da ciò che stava accadendo.
Nei suoi occhi vedevo rabbia, incomprensione, paura.
E mi fece rattristire, ma non piansi.
Oh, non avrei mai pianto, anche se tutto ciò era così doloroso che probabilmente non poteva neanche essere comparato ad un male fisico qualsiasi, ma neanche grande.
 
" Brittany, cos' è tutto questo? "
 
Che domanda era? Me la porsi anche io, mentre Jason stringeva i pugni, probabilmente ancora instabile, per un situazione che di normale e concreto non aveva nulla.
Mi girai verso la bionda con fare protettivo: lei era già in lacrime, colpevole.
Eppure mi sembrava così tranquilla quando mi cercava, mi guardava da lontano, quando mi baciava o mi prendeva in giro: mi sembrava così estranea a Taylor, quasi come se non ci tenesse.
E invece realizzai che non doveva essere proprio così, che forse quel sentimento che provava per me semplicemente le sembrava così semplice e scontato, così NORMALE, da ritenere assurdo non assecondarlo. Anche lei, così poco consapevole in realtà, così nel suo mondo.
Volevo stringerla tra le mie braccia più forte che potevo. 
Ma evitai di fare quel gesto, non volevo creare più dolore di quanto avessimo già fatto.
Brittany scosse la testa più volte ma non riuscì a rispondere.
Taylor irato, si avvicinò ancora di più, mentre invece Jason rimaneva sempre fermo, quasi paralizzato da ciò che aveva visto.
Non mi guardava più adesso, il suo sguardo era rivolto al suo migliore amico.
 
" Brittany, spiegami per favore "
 
Dietro di lui, Quinn e Rachel guardarono la scena sbigottite, anche se in realtà la bionda già sapeva tutto. 
Juan, prese a mettere a posto il gommone, probabilmente capendo che saremmo partiti da lì a poco.
 
" Io .. "
 
RIguardai Brittany, che ancora non riusciva a proferire parola, così scossa dai tremiti e dalle lacrime.
 
" E' vero? E' tutto vero? "
 
Lui era a veramente pochi passi dalla mia bionda, e adesso cercava soltanto sicurezza, cercava di capire se fosse tutto reale, o se forse qualcosa si poteva migliorare, di tutta quella situaizone.
 
" E' vero "
 
Furono le uniche due parole di Brittany, che con lo sguardo abbassato cercava di negargli i suoi occhi.
A quel punto, Taylor si girò di scatto, mai più livido di rabbia stava per tornare indietro, quando ad un certo puntò sembrò cambiare idea, e ritornare verso la bionda.
Fin da quando si girò, capì che era offuscato da tutta la merda di quella giornata, di quel momento.
Vidi la sua mano prendere la rincorsa, puntata verso la pelle liscia del viso di Brittany.
A quel punto non ci vidi più e tutti scattarono insieme a me.
Ma io, più vicina, fui l' unica che riuscì a bloccare la mano violenta di Taylor.
 
" Non ci provare "
 
Gliel' avevo urlato, praticamente in faccia, con Brittany tra le braccia.
 
" Hai capito? Non ci provare a farle del male! "
 
E lui capì di nuovo tutto, il suo sguardo acceso di rabbia diventò presto colmo di dispiacere.
 
" Scusami amore .. io non volevo .. scusami "
 
Tentò di scusarsi in tutti i modi, ma Brittany, scossa e piangente, rimaneva stretta a me, come se non volesse più mollarmi.
Scusami amore. 
Ancora Taylor non aveva capito, non aveva afferrato del tutto.
Ancora singhiozzi repressi dalla mia spalla mi riscossero dai miei pensieri.
Cercai di tranquillizzarla passando una mano sulla sua schiena, lentamente. 
Mi ricordai di essere in costume quando appunto sentì la pelle nuda di Brittany sotto il tocco delicato delle mie dita.
E lì, mi ricordai anche la sensazione che avevo provato quando le sue, di dita, erano finite sotto i lacci del mio costume: bruciore, la mia pelle bruciava di ardore.
Cancellai per un attimo quei ricordi, così inadeguati alla situazione che c' era. 
Niente, ero persa. E lo sapevo.
 
" Ci dispiace "
 
Furono invece le parole che riuscì a soffiare io, da sopra la spalla della mia bionda.
Altro non potevo dire: non c' erano giustificazioni, non c' erano scuse, non c' era assolutamente niente che ci potesse salvare.
 
" Torniamo a casa "
 
E quella invece, fu la prima frase detta da Jason.
Mi scosse profondamente, perché sembrava non volesse affrontare tutto quello che avevamo costruito, e che adesso era andato perso con un bacio. Che però non era solo quello. 
 
Prese Taylor e lo trascinò sul gommone. Lui riluttante lo seguì, con adesso sul viso uno sguardo quasi disgustato.
 
Quinn e Rachel ci raggiunsero, ci aiutarono a prendere la roba e salimmo anche noi su quella barchetta di plastica.
Ci lasciammo l' isola alle spalle, con la sensazione che diversi cuori, quel giorno, si fossero spezzati, quasi a sentirne il rumore.
 
----
 
Entrai in quella casa con di nuovo un senso di vuoto, come quando l' avevo lasciata e mi ero trasferita da Jay.
Eravamo da poco atterrati all' aereoporto, un taxy mi aveva accompagnato fin qui, avevo scaricato le valigie dall' auto, ed ero entrata.
Era strano come io portassi sempre le chiavi dietro, era diventata un' abitudine, e quel giorno sicuramente mi sarebbe stata utile.
La luce filtrava dalle finestre, e si intravedeva la polvere che si era fossilizzata sui mobili, da quando ero andata via.
Non avevo voglia di aprire le tende, nè tanto meno di respirare aria buona.
Appoggiai le valigie in salotto, andai in camera, e mi sdraiai sul materasso nudo.
Avrei avuto voglia di addormentarmi e di non svegliarmi più, anche solo per il casino che avevo in testa.
Ma lo sapevo che non volevo questo, Brittany era troppo importante.
Stavo quasi per cadere in un sonno decisamente profondo, quando sentì bussare qualcuno alla porta.
Assonnata, rimasi nel letto, senza alcuna voglia di incontrare qualcuno in quel momento.
il campanello suonò diverse volte finchè, irritata, decisi di andare ad aprire.
Quando vidi chi c' era davanti a me, tirai un respiro si sollievo: volevo averla accanto a me, anche se non avevo avuto il coraggio di dirglielo.
Non disse niente, chiuse la porta, mi baciò due o tre volte, dolcemente.
La presi, la portai in camera e la lasciai sdraiare vicino a me.
A quel punto, così scossa, stanca, piena d' amore, ma anche piena di tristezza, cominciai a piangere. 
Oh si, lo feci, consapevole di aver accanto Brittany, consapevole di non averlo mai fatto davanti nessun' altro.
 
" Shh "
 
Cercava di tranquillizzarmi, anche se in quel momento ne ero del tutto incapace.
Mi strinse forte, mi lasciò un bacio sulla fronte, e capì che avevo semplicemente bisogno di sfogarmi, in silenzio. 
Lei mi accontentò, e dopo non seppi quanto tempo, se ore, minuti, o giorni, mi addormentai, così certa di aver sentito dire a Brittany due parole che da sveglia mi avrebbero fatto esplodere il cuore.
Ma non ne fui certa, perché stavo per cadere tra le braccia di Morfeo, cullata da colei che sarebbe stata la mia pietra miliare, da lì in avanti.
 

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Angolo dell' autrice


Ovviamente non meriterei neanche una recensione, per questo capitolo corto e ritardatario .. ma non voglio fare la vittima .. dunque chiedo ancora scusa, e comunque sarei felice se poteste darmi il vostro parere.
Magari potete dirmi come in realtà l' avreste affrontata voi una situazione del genere.
Insomma, fate voi :) 

Grazie a tutti coloro che leggono/preferiscono/ricordano/seguono e recensiscono questa storia. 
Ormai è nel mio cuoricino, come tutti voi.

Giulia!

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Capitolo 11
*** Decimo capitolo ***


Buongiorno, vi volevo solo dire prima del capitolo per parto con un flashback di quello che è successo dopo che sono andati via dall' isola! A voi!
Buona lettura!


DECIMO CAPITOLO


In gommone, le cose andarono come all' andata, almeno per me.
Il tempo era peggiorato ed il mare era decisamente più aggressivo: e io stavo di nuovo vomitando l' anima.
Questa volta però, a prendersi cura di me, c' era Brittany, che cercava di farmi rilassare come meglio poteva.
Mi sentivo ancora più in colpa, a stare male così, dando la possibilità a Jason di vedermi così coccolata, da qualcuno che non fosse lui. Ma in quel momento, sentivo di aver bisogno di lei, e lei, che lo capì dal mio sguardo, non fece altro che acconsentire.
Non sapevo cosa sarebbe successo di lì a poco, cosa avrei detto a Jay, una volta in camera. 
Non sapevo cos' avrebbe fatto lui, come avrebbe reagito, considerando che non aveva fatti passi avanti da quando aveva visto noi due su quella spiaggia.
Sicuramente però, avevo decisamente bisogno di conoscere i suoi sentimenti.
Taylor intanto, guardava il mare, a volte Brittany, e quando lo faceva nei suoi occhi oltre che rabbia e disgusto, si poteva notare un velo di tristezza.
Quanto dolore che stavamo provocando. 
Sospirai di sollievo quando arrivammo a riva. 
Scesi piano questa volta, senza entusiasmo, facendomi aiutare, considerando che la testa un po' mi girava.
Brittany mi mise un braccio attorno alla vita, e quel gesto mi risultò così familiare che mi fece venire i brividi, e nonostante tutto, mi procurò un lieve sorriso.
La guardai per un attimo, lei ricambiò il mio sguardo, e poi mi sedetti un attimo sulla spiaggia, cercando di riprendermi.
Quinn e Rachel, si fermarono con noi.
Jason e Taylor li vidi scomparire dopo poco dietro la porta dell' hotel.
Avevo poco tempo per ritornare in me e affrontare colui che era stato il mio amore per tre lunghi anni.
 
" Mi dispiace "
 
Fu la prima frase che sentì dire a Quinn da quando era successo tutto quel casino.
Feci spallucce.
 
" Ce la siamo andata a cercare "
 
Vidi lacrime brillare e scivolare sulle guance di Brittany: sicuramente non era ancora in grado di affrontare l' argomento.
Ma comunque annuì alle mie parole.
 
" Mi dispiace soltanto che l' abbiano saputo in questo modo "
 
Mugugnò la mia bionda, portandosi le ginocchia al viso, costringendosi in una forma di dolore tutta sua.
Le accarezzai piano la schiena, poi cercai di farla rinsavire da quella posizione, e lei si lasciò trasportare dalle mie mani.
Le presi il viso e la costrinsi a guardarmi.
 
" Britt, dobbiamo parlare con loro "
 
Lei mise su lo sguardo più innocente, genuino e dolce del mondo. Non potei trattenermi da baciare in modo lieve le sue labbra, così gonfie e tremolanti.
E non potei fare a meno di provare così intensamente una sensazione di sollievo, di benessere, di totale distacco dal mondo.
Solo un piccolo contatto con lei mi mandava in frantumi. 
Mi chiesi come avrei mai fatto ad abituarmi a tutto ciò.
Annuì piano.
 
" Andiamo "
 
Si alzò, mi prese la mano e io feci lo stesso.
Lasciammo Quinn e Rachel sulla spiaggia.
Risalimmo dalle camere in ascensore. 
Cercai di tranquillizzarla passando di tanto in tanto il pollice sul palmo della sua mano. 
Lei fece un respiro profondo, e mi abbracciò.
Sentivo quanto stesse soffrendo, e quello mi faceva ancora più male del dolore che provavo io.
Uscite dall' ascensore, le passai un dito sul viso e le diedi un leggero bacio sulla fronte.
 
" Ci vediamo nella hall Britt "
 
Feci per andarmene ma lei mi tenne per il polso. 
Sembrava così sicura di sè, quando aveva preso in mano la situazione, quando mi aveva baciata, quando aveva fatto si che io capissi ciò che potevo provare.
Sembrava così sicura di ciò che stava accadendo che adesso vederla così timorosa mi faceva quasi stupire.
 
" San, non mi lasciare, ok? "
 
Non capivo perchè avrei dovuto mai farlo: avevamo messo in discussione tutto per noi due, stavamo facendo male a due persone che avevamo amato, per noi due, perché mai avrei dovuto lasciarla?
La rassicurai.
 
" Non lo farei mai Britt "
 
Le sorrisi, cercando di farle sentire quello che avevo appena detto.
 
" Me lo prometti? "
 
Glielo avrei promesso anche in capo al mondo. Non volevo lasciarla, e in realtà mi ritrovai a pensare che non mi sarebbe mai sfiorata l' idea, che sarebbe stato stupido farlo. Mi resi conto che quella promessa l' avrei mantenuta veramente, mi sentivo di poterlo fare.
 
" Te lo prometto "
 
Lei sembrò sollevata e mi baciò. Poi lasciò la mia mano e mi guardò finchè non aprì la porta della sua camera, sparendoci dietro.
Feci la stessa cosa anche io. 
Cercai di tranquillizzarmi un attimo, quando entrai nella nostra camera, scoprendo Jason che si stava facendo le valige. 
Se ne voleva andare: non avevo ancora pensato a quell' eventualità, e invece era proprio così. 
 
" Parto "
 
Mi disse quando mi vide entrare. 
Richiusi la porta ma rimasi lì ferma, aspettando una sua sfuriata, degli insulti, qualsiasi cosa, pur di non sentire quel silenzio agghiacciante che mi faceva venire i brividi.
 
" Dimmi qualcosa Jay "
 
Lui alzò lo sguardo su di me, e ci guardammo negli occhi, probabilmente per la prima volta da quando era successo tutto quel casino.
 
" Cosa dovrei dirti, Santana? "
 
Cosa doveva dirmi? Io mio nome pronunciato con quella freddezza mi fece quasi capitolare, ma trattenni le lacrime, non volevo farmi vedere debole. 
L' avrei fatto poi da sola.
Ma io non risposi e lui per fortuna continuò, fermandosi dal preparare la valigia.
 
" Perché non me l' hai detto Santana? Perché me l' hai tenuto nascosto? Stiamo insieme da tre anni, pensavo che avessimo ottenuto entrambi questa fiducia "
 
Poi aggiunse ancora.
 
" La verità prima di tutto, mi avevi detto no? Beh, non mi hai amato abbastanza per dirmela "
 
Cercai di avvicinarmi un po', con cautela, negando.
 
" Io non sapevo cosa fare Jay - "
 
Ma venni interrotta.
 
" Per favore, non chiamarmi così "
 
E sospirò, riprendendo a mettere un jeans nel trolley.
Il dolore del senso di colpa mi attanagliò, ma continuai.
 
" Non sapevo cosa fare, non ho mai provato niente per una ragazza .. non sapevo cosa provavo, avrei dovuto buttare nel cesso tre anni insieme per un sentimento che neanche conoscevo? "
 
Non mi stavo giustificando, o forse si. Ma quella era la verità.
E ora non potevo certo tornare indietro, sarebbe stato troppo facile.
 
" Potevi parlarmene, Santana cazzo! Per quanto ti amo ti avrei lasciato capire, ti avrei lasciato fare quell' esperienza, senza però tradirmi. Avrei capito da sola, chi volevi di più. Invece come sempre hai fatto di testa tua, ti sei tenuta tutto dentro, e mi hai tradito "
 
Quella frase mi rimbombava nella testa dura come una roccia: mi hai tradito. 
Meschina, era il mio miglior aggettivo per me stessa.
 
" Io lo so .. ho sbagliato J - , ho sbagliato, e non posso rimediare, tu non ti meriti certo una come me, e io non provo più le stesse cose che provavo prima "
 
Fui semplice e diretta, perché sapevo che ne aveva bisogno, sapevo che aveva bisogno di sentirlo dire, che non l' amavo più.
Non volevo essere crudele, ma di sicuro, sarebbe stato meglio dopo, sapendo la verità.
A quelle mie parole, chiuse gli occhi forte, mentre chiudeva con uno scatto forse un po' troppo forte la valigia. 
Respirò dentro il suo dolore, cercando di tranquillizzarsi. 
Avevo paura dei suoi occhi, di cosa potessero dirmi, di cosa potessero farmi provare. 
Ma quando alzò lo sguardo, vidi solo consapevolezza .. e amore. 
E quello mi fece ancora più male di quanto potessi pensare.
Prese la valigia e venne verso la porta, mi si avvicinò piano, e io trattenni il fiato.
Pensai volesse baciarmi, invece mi prese il mento e mi alzò il viso.
 
" Pensavo di poter costruire una vita insieme ma te, ma non sarà così. Spero solo per te, che abbia fatto la scelta giusta. Buona vita, Santana "
 
E poi sofferente, mi lasciò lì, in piedi, ferma. 
Mi appoggiai sulla porta e soffocai un gemito di dolore. 
Non meritavo di certo una persona così, ed era giusto che lui andasse a ritrovare la sua felicità.
Senza di me. 
 
 
-------------
 
 
Quando mi risvegliai, non mi ricordavo decisamente dove mi trovassi.
Poi sentì vicino a me, un corpo. 
Ed era un corpo femminile. 
Quando sentì il suo profumo, i ricordi della sera prima ritornarono a galla e scoprì una Brittany ancora vestita dormire sul mio petto.
Le accarezzai i capelli, mentre ripensavo a quanto avessi pianto, quella notte.
Quella mattina, mi sentì rinomata. 
Sfogarmi mi aveva fatta stare bene, nonostante mi vergognassi un po' all' idea che i miei singhiozzi e le mie lacrime, erano stati accolti dalla mia biondina. 
In quel momento pensai ad una vita con lei: e mi fece paura.
Era successo tutto in così poco tempo che non avevo neanche avuto modo di accorgermi di tutto ciò.
Ce la saremmo dovuta prendere comoda. 
E io dovevo ancora tornare da Jason, a casa, a recuperare la mia roba.
Quel pensiero mi fece tremare di dolore, di nuovo.
Cercai di scacciarlo con tutte le forze che avevo, anche se mi resi conto di sentirmi un po' prosciugata da tutto quel pianto, nonostante mi sentissi comunque meglio.
Guardai Brittany per un attimo, sospirai nel mio profumo e mi ritrovai a pensare che comunque non avrei voluto altro in quel momento.
Certo sarebbe stata dura, ma non mi importava. 
Vidi il suo corpo muoversi su di me, poi notai che sbadigliò sonoramente e aprì gli occhi. 
Quando ritornò del tutto sul mio mondo, mi sorrise e mi baciò dolemente le labbra. 
Chiusi le palpebre per un attimo, pronta ad addormentarmi di nuovo tra le sue braccia, ma lei non sembrava intenzionata a fare ciò.
 
" Buongiorno "
 
Mi disse, quando si alzò e cominciò a stiracchiarsi.
Senza il suo corpo sul mio, sentì un po' di freddo, nonostante facesse decisamente caldo in quel periodo.
 
" Buongiorno "
 
La ripresi tra le mie braccia, perdendomi nei suoi occhi.
 
" Com 'è possibile che sei bellissima anche di prima mattina? "
 
Lo dissi spontaneamente, senza quasi farlo apposta.
Lei rise, imbarazzata.
 
" Sono doti naturali, Lopez "
 
E io risi con lei, per quell' affermazione. 
 
" Stiamo ancora un po' a letto? "
 
Le proposi, sperando che considerasse la proposta.
Ma non sembrava proprio del mio stesso avviso: era più pimpante che mai.
 
" Andiamo a fare colazione, dai. Ho fame! "
 
E, purtroppo, non potei fare a meno che seguirla, mentre scrutava la casa alla ricerca della cucina.
Mi resi conto solo poco dopo di non avere ovviamente niente in frigo.
 
" Vado a comprare qualcosa, va bene? "
 
Le sussurrai sulle labbra mentre delusa cercava qualcosa di commestibile nel frigo evidentemente vuoto.
 
" Ti accompagno! "
 
Disse compiaciuta.
 
" No resta qui, fammi fare qualcosa per te! "
 
Lei restò un attimo muta, poi senza avvisare mi prese da dietro, mentre stavo tornando in camera per cambiarmi, e cominciò a baciarmi il collo, lentamente.
Non era certo il modo giusto per farmi uscire fuori di casa, quello.
 
" Britt "
 
Io impazzivo in quel punto, ero debole e vulnerabile, e avrei potuto veramente fare qualsiasi cosa mi avesse chiesto, pur di continuare quella lenta tortura.
Era praticamente la prima volta che ci lasciammo per poco andare, oltre al bacio.
La sua mano mi solleticava l' addome e l' altra invece si intrecciò alla mia.
 
" Forse potresti restare "
 
Me lo disse continuando a mordermi e a inumidirmi il collo, proprio sotto l' orecchio.
Ma io mi sentivo incapace, non avrei mai saputo come continuare se avessimo percorso quel cammino.
 
" Non avevi fame? "
 
Lei si riscosse un momento, mi lasciò un ultimo bacio mentre sentì la sua pancia brontolare. 
 
" Fai presto "
 
Mi disse, quasi graffiando le parole.
Mi sentì un attimo salva da quella situazione. Avrei dovuto prima o poi parlarne con qualcuno, forse Quinn mi avrebbe aiutata.
Quando uscì per la strada, ricominciai un attimo a respirare. 
Mi presi un momento per passeggiare leggera nella via del centro, cercando il solito bar in cui andavo a fare colazione quando abitavo nella mia vecchia casa.
Presi cornetti e cappuccini e tornai indietro.
Avevo una sensazione diversa, mi sentivo diversa, quasi come rinata.
E se rinascere volevo dire farlo con Brittany, allora non potevo che esserne più felice.




Angolo dell' autrice:

Intanto, scusate gli errori di battitura ma sono in ritardo e non riesco a rileggere tutto.
Spero come al solito che questo capitolo vi piaccia e sarei veramente contenta se mi deste un' opinione, anche piccolina, ma anche solo per capire cosa ne pensate!!

Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono/seguono/preferiscono/ricordano e recensiscono la mia fan fic, ve ne sono davvero grata! 

Un bacione, Giulia!! 

P.S scrivo pensando che Brittana non sarà MAI endgame, mi piace pensarlo e continuerò a farlo, mai perdere le speranze, soprattutto se c' è di mezzo Murphy :D 
PPS. Sto scrivendo una nuova storia, decisamente più tranquilla e serena di questa, se volete, questo è il link, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1300646&i=1 grazie :)

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Capitolo 12
*** Undicesimo capitolo ***


Ok non uccidetemi.
Si lo so, meriterei di essere punita, lo capisco, ma abbiate pietà di me.
Ho avuto un mese a dire poco impegnativo. Ho avuto e continuo ad avere 72mila cose da fare, e quindi tra corso di Tecniche di Memoria ( una cosa fighissima per studiare nella metà del tempo in cui si studia normalmente ;) ) in cui collaboro, Università, amiche, lavoro, non ho avuto modo di aggiornata. Metteteci anche che non avevo idea di come farla continuare perché non sapevo bene che via prendere, ed ecco fatto che un mese è passato senza che neanche me ne accorgessi. 

Potete perdonarmi? Spero di si, e spero che questo capitolo vi possa piacere! 
Buona lettura e ancora scusate!!

 
UNDICESIMO CAPITOLO
 


" Allora, spara! "
 
Puck si sedette pesante sul mio divano. Avevo la pausa e gli avevo chiesto se fosse libero a pranzo, che avevo bisogno di fare due chiacchiere.
Ero ritornata al lavoro da pochi giorni. Avrei voluto dirglielo prima, avrei voluto raccontargli tutto appena avessi avuto il tempo di farlo, ma non ne avevo mai avuto totalmente il coraggio. 
Sentivo di aver fatto la cosa giusta, che aver preso una decisione mi aveva lasciata stabile, ma provavo un po' di semplice vergogna che mi aveva soffocato in quei giorni post viaggio.
Non mi ero mai comportata così male, per quanto al liceo non fossi certo un angelo, avevo sempre pensato che tradire fosse una coa ingiusta e meschina, completamente fuori dal rispetto per chiunque. 
 
" E' successa una cosa, in viaggio "
 
E dopo un lungo e profondo respiro, cominciai a raccontare ciò che ancora non avevo detto a nessuno. Raccontarlo fu come rendere viva e vera tutta quell' assurda situazione, e quello mi fece ancora più male del previsto. 
Ripercorsi tutto il viaggio, che comunque era durato decisamente poco, ma non quanto bastava per non permettermi di spezzare due cuori e di trovare un amore nuovo.
Quando finì e le parole divennero nulle, sentì il mio stomaco liberarsi, come se mi fossi finalmente svuotata. 
 
" Wow " fu l' unica esclamazione di Puck, che pensai non volle infastidirmi con qualche battuata delle sue.
 
" Quindi tu .. la ami? "
 
Non mi sarei aspettata quella domanda, subito, senza preavviso. Mi chiese proprio ciò per cui ero più combattuta.
 
" Non lo so "
 
Era vero: provavo qualcosa di decisamente forte per Brittany, e avevo tutti i sintomi dell' amore, ma ancora non riuscivo a capire come potesse essere successo, in così poco tempo e soprattutto con una donna. 
Il mio cuore diceva una cosa, ma nella mia testa ronzavano idee combattute, incomprensioni, e ancora forse non ero pronta ad ammetterlo a me stessa, che mi ero innamorata di una biondina, che avevo tradito Jay con lei e che anche solo un suo sorriso mi faceva stare meglio.
L' Universo mi aveva sicuramente riservato una sorte speciale. 
 
" Non puoi non saperlo San "
 
Puck, seduto sul mio divano, mi guardava come se volesse scoprire qualcosa, come se mi volesse entrare dentro anche solo con lo sguardo, per vedere lui stesso cosa ci fosse nel mio cuore.
Ma io non glielo permisi: puntai gli occhi sulle mie mani che stavano giocando con una penna, e decisi di cambiare focus: non era quello il momento per affrontare un discorso come quello.
 
" Comunque devo andare da Jason a recuperare le mie cose "
 
Lui scosse la testa ma non fece altre domande relative a quell' argomento: sapeva benissimo non sarei andata oltre, e che dopotutto l' avrei capito da sola.
Si rilassò un po', prese un sacchetto lì vicino e ne estrasse un' hamburger e un contenitore di plastica con dentro un' insalata mista: mangiare sarebbe stato un diversivo.
 
" Grazie "
 
Mi porse la scatola rotonda, la aprì e cominciai a mettere nella pancia un po' di cibo.
Lui al primo morso rischiò di sporcarmi il divano.
Lo guardai male.
 
" Vedi di non fare danni, per favore "
 
Colpevole, si andò a sedere sulla sedia di fronte alla mia scrivania. Lo ringraziai mentalmente.
Poi lui con la bocca piena finalmente parlò.
 
" Vuoi che venga con te? Non puoi fare tutto da sola "
 
Volevo solo che mi dicesse quello, aspettavo solo che facesse lui quel passo: chiedere aiuto per me era sempre difficile.
 
" Sarebbe fantastico, spero solo non abbia già cambiato serratura "
 
" Non penso lo farebbe mai "
 
Lo guardai un attimo.
 
" Lui mi odia Puck, e ha tutte le ragioni del mondo per farlo, quindi avrebbe tutte le ragione per cambiare la serratura, visto che io ho un paio di chiavi "
 
Lui scosse ancora la testa.
 
" Chi te l' ha detto che ti odia? "
 
Gli rivolsi uno sguardo scettico.
 
" L' ho tradito, cos' altro dovrebbe provare? Serenità? "
 
A dirlo ancora mi faceva male.
 
" Non tutti reagiscono come reagiresti te, San. Non puoi sapere che ti odia finchè non te lo dice lui stesso .. e anche se te lo dicesse comunque non gli crederei "
 
Finì il suo panino con l' ultimo boccone e io restai un attimo in silenzio. 
 
" Quando devi andare? "
 
" Domani "
 
Lui mi fece un sorriso rassicurante.
 
" Domani sarò con te "
 
Ed io annuì, grata.
Dopo poco entro Mary ad avvisarmi che di lì a poco avrei avuto una riunione. Lei e Puck si guardarono e lui le fece l' occhiolino.
Incrociai le braccia e attesi che lei sparisse dietro la porta.
Mi alzai, puntandogli un dito contro. Lui aveva il viso contratto in una smorfia di colpevolezza.
 
" Abbiamo parlato anche troppo di me oggi, cosa diavolo sta succedendo con Mary? "
 
Lui sorrise e i suoi occhi brillarono. Mi chiesi se anche i miei prendessero quel luccichio quando guardavano Brittany, e mi risposi che doveva essere per forza così.
 
------
 
 
Quando tornai a casa dal lavoro, ripensai alla discussione con Puck e al suo racconto decisamente poco casto sulle acrobazie fatte con Mary: ora avrei avuto decisamente un' altra idea sulla mia segretaria, che mi sembrava tutto fuorchè una stacanovista del sesso. 
Posai le scarpe all' entrata, lasciando che i miei piedi si rilassassero sul parquè fresco. 
Agosto stava per finire ma la temperatura era sempre alta. 
Guardai il cellulare e vidi una chiamata persa, era Brittany. Avevo una voglia immensa di vederla. 
Composi il suo numero e aspettai che rispondesse. Quando la sua voce arriò al mio orecchio, il mio cuore perse un leggero battito. 
 
" Ciao "
 
Mi ritrovai a sorridere contro lo specchio del bagno. 
 
" Ciao Biondina .. "
 
La sentì sorridere. 
 
" Com ' è andato il lavoro? "
 
Mi sfilai la gonna e la buttai sul tappeto, pronta per immergermi sotto l' acqua della doccia.
 
" Come al solito, niente di emozionante. E tu? Le prove? Tra poco arriva il grande giorno! "
 
" Già, ho un' ansia pazzesca, ma sono così felice, te lo giuro. Siamo tutti bravissimi e ci stiamo impegnando un sacco, non può che andar bene! "
 
Quella sua positività mi spinse a dirle di quello di cui avevo trattato a pranzo.
 
" Sicuramente andrà benissimo, e non vedo l' ora di vederti all' opera! "
 
Non la lasciai rispondere.
 
" Oggi ho visto Puck "
 
" Ah si? Come sta? "
 
Sembrava interessata: Puck le era stato fin dal primo momento simpatico.
 
" A parte che fa sesso con la mia segretaria? Tutto a posto! "
 
Lei rise.
 
" No, con Mary? Sembra così innocente "
 
Questa volta mi unì alla sua risata.
 
" E' quello che ho pensato anche io, ma a quanto pare l' apparenza inganna "
 
" A questo punto direi di si "
 
E continuò a far risuonare attraverso il telefonino quel suono cristallino che amavo tanto sentire, mi metteva serenità.
 
" Sai, domani mi accompagna da Jason "
 
" Oh "
 
Fu la sua unica risposta. Mi aveva proposto lei di venire con me, per darmi sostegno, ma avevo pensato che sarebbe stato troppo per Jay, e non volevo fargli ancora più male di quanto giù non gli avessi inferto.
 
" Si sai, ho tanta roba e Puck è forte .. e poi tu hai le prove e non voglio assolutamente che tu distolga le attenzioni da quelle .."
 
Non erano scuse, una parte di verità c' era.
Lei fece un attimo di silenzio.
 
" Certo, lo capisco. Stai tranquilla, non c' è nessun problema "
 
Il suo tono, all' inizio spento, si fece un po' più vivace a fine frase, probabilmente si stava riprendendo. 
Non volevo farle male, ma la sua presenza, se mai Jason fosse stato in casa, avrebbe sicuramente complicato le cose.
Come mio solito, quando ero in difficoltà, decisi di cambiare argomento.
 
" Domani sera hai un goccio di tempo da dedicarmi, donna impegnata? Potremmo andare alla serata Karaoke, è da un po' che non vedo Quinn e la Nana "
 
" San! "
 
La sentì esclamare indignata, probabilmente per il soprannome di Rachel, che ormai per me era diventata una semplice abitudine. Ma sentì comunque una risatina salirle tra le parole.
 
" Che c' è? Non vuoi? "
 
Mi rigirai la frittata.
 
" Certo che voglio, ma smettila di chiamare così Rachel, sai che si infastidisce! "
 
" Ma adesso non c' è "
 
E lì non disse nient' altro, a parte che sentì uno sbuffo dall' altra parte del telefono.
 
" Dai ci farò caso quando sarò con lei. Allora vada per domani. Adesso mi faccio una doccia, fa un caldo tremendo "
 
Avrei voluto vederla quella sera stessa, avrei voluto accoccolarmi tra le sue braccia, baciarla, sfiorarle i capelli, sentire il suo profumo su di me. Avrei voluto tenerla stretta, vedere un suo sorriso, ma non ne ebbi il coraggio. Era una cosa talmente facile da dire " Vieni un po' da me? ", ma non volevo disturbala, e se avesse voluto me l' avrebbe già proposto. 
 
" Ok va bene, allora a domani San "
 
Lo disse con voce dolce, quasi mi sciolsi a pensare che quella amabile donna era mia. 
 
" A domani "
 
Richiusi la telefonata, con la sensazione di qualcosa di non detto da entrambe. Mi misi sotto la doccia e il getto d' acqua mi fece sentire più rilassata.
Chiusi gli occhi e immaginai le mie labbra sulle mie, il suo sapore su di me. Non avevo ancora pensato a Brittany in quel modo, e se l' avevo fatto dopo poco avevo scacciato il pensiero: mi sentivo così incapace e inesperta. E poi mi arresi, avevo una voglia di lei immensa.
Guardai il cellulare e lo presi, scrissi tre parole che bastavano per capire l' urgenza che avevo di lei.
Ma non ricevetti nessuna risposta.
Quando uscì dalla doccia mi sentì un po' delusa. Magari si era addormentata: aveva una facilità estrema a cadere in un sonno profondo in pochi secondi.
Poi, mentre mi stavo rivestendo, sentì suonare.
Mi agitai un attimo, mi misi un pantaloncino e una maglietta e aprì la porta.
Una ragazza bionda, dagli occhi azzurri e il sorriso più bello che avessi mai visto mi guardava con amore.
Restai un attimo immobile.
Lei si avvicinò, mi prese tra le braccia e con un calcio richiuse la porta dietro di noi.
 
" Vieni da me .. ogni tuo desiderio è un ordine "
 
Mi sussurrò nell' orecchio, prima di baciarmi con una passione che prima d' ora non aveva ancora attraversato i nostri sensi.
 
---


Angolo dell' autrice:

Ringrazio TUTTI, e ovviamente chi legge/recensisce ( vi bacerei a tutti )/ricorda/preferisce  questa storia, che pian piano sta finendo. Vi voglio bene, e sono grata di poter far leggere ciò che scrivo a voi! 
Spero di essermi fatta perdonare e spero che possiate dirmi cosa ne pensate ( anche insulti sono leciti, lo capirei ).
In più ho scritto una nuova storia, se vi va di leggerla, questo è l' indirizzo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1300646&i=1 ! :D

Giulia

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Capitolo 13
*** Dodicesimo capitolo ***


Buona lettura :)



" Brit aspetta .. "
 
Ma lei sembrava non avesse molta intenzione di parlare. Io mi feci un attimo prendere dal panico: sembrava una cosa stupida, ma non sapevo come muovermi, entrambe non sapevamo bene cosa fare.
Lei si fermò un attimo, comprensiva. 
 
" San, lasciati andare .. ok? "
 
Mi accarezzò piano la guancia con il pollice, sorridendomi. Sentì forte una sensazione di benessere e di sicurezza. Piano riprese a baciarmi camminando. 
Finimmo in pochi passi sul letto, ridendo. Ma in quel risata c' era un misto di novità ed ansia che non mi sarei aspettata.
Era quello il momento? Quello era il momento per rendere ciò che eravamo ancora più completo? 
 
" Non pensare San .. "
 
Cercava di tranquillizzarmi e nel mentre mi passava le mani tra i capelli, guardandomi intensamente. Portò l' indice sul mio naso, sfiorandomelo dolcemente. Poi le sue dita finirono sulle mie labbra. Non seppi perché, ma lì sentì i miei sentimenti esplodere, mentre il suo sguardo mi colpiva con amore. 
Lì, proprio in quel momento, decisi che tutto sarebbe andato bene e che sarebbe stata una delle notti più belle della mia vita. 
 
---
 
Quando mi svegliai, la mattina dopo, guardai l' orologio e mi accorsi che erano soltanto le 5, e che mancavano ancora due ore al risveglio totale. 
Vicino a me, con il capo sul mio petto, sentivo il respiro regolare di Brittany, e questo mi rese serena. 
Sorrisi mentre piano presi ad accarezzarle i capelli, e con la mente andai a quella notte d' amore. 
Ci eravamo lasciate andare, e mi aveva fatto sua. E io l' avevo fatta mia, perché altrimenti non poteva andare. Sentirla dentro di me, mi fece arrivare all' orgasmo quasi immediatamente. Questo perché tutto di lei mi piaceva, io amavo tutto di lei, era inevitabile. 
Bastava che mi sfiorasse, come aveva fatto quando con dolcezza e in modo minuzioso ispezionò la mia pelle con le sue labbra, bastava quello, e tutto il mio mondo si spezzava, il mio respiro diventava lento, poi affannato, e poi ritornava normale soltanto quando smetteva di darmi tutte quelle attenzioni.
Bastava che sospirasse il mio nome, tra i gemiti di entrambe, con una dolcezza mai sentita prima, con uno sprofondare del mio cuore mai provato prima. 
Bastava il suo odore, a rendermi così incapace di pensare, di mettere insieme due parole. 
Non avevo fatto altro quella notte, se non assaggiare ogni centrimetro della sua pelle, inspirare il suo odore, cercando di tenerlo stretto al mio viso, alle mie mani, che scorrevano il suo corpo come se non avessero mai toccato veramente niente prima di quel giorno. 
Avevo preso il suo viso tra le mie mani, l' avevo baciata ripetutamente mentre era dentro di me, e le nostre anime si erano intrecciate, ogni parte di noi si legava profondamente, senza poter essere spezzata da niente in quel momento. 
Da una parte fu tutto così naturale, così vero, così dolce, che sembrava quasi l' avessimo fatto mille volte prima. Insieme.
Dall' altra, fu qualcosa di nuovo, di mai provato. Mai avevo amato così tanto una persona da sentire quelle emozioni. Si trattava di amore. 
Non ci dissimo una parola, se non sussurrare l' una il nome dell' altra all' apice del nostro piacere. 
Avrei voluto mantere quel ricordo così vivido per anni, senza dimenticarlo mai. Lo sperai vivamente, quando sveglia pensai a quanto fossi fortunata, nonostante tutto, ad avere una persona come lei al mio fianco. 
Non si risvegliò sotto il mio tocco, e ricordai di non aver mai sfiorato Jay in quel modo, che non l' avevo mai coccolato così tanto, che con lui mi veniva quasi difficile aprirmi, anche se ci conoscevamo da anni. 
Poco dopo, cullata io stessa dal mio gesto meccanico, mi addormentai, con un sorriso che da tanto non sentivo solcarmi le labbra.
 
---
 
" Ehi "
 
Sentì una voce sussurrarmi all' orecchio, una voce dolce, familiare. 
Quando aprì gli occhi, Brittany mi guardava con lo sguardo più bello che le avessi mai visto mostrarmi, e non potei che ricambiare, così intontita e piena di amore.
 
" Ehi "
 
Le risposi semplicemente, azzerando le distanze, posandole un bacio sulle sue labbra morbide. 
Lei rise e mi si schiacciò contro, stringendomi in un abbraccio stritolatore. 
Ripresi quel semplice gesto di accarezzarle i capelli, poi il mio stomaco rinsavì e si fece protagonista in un istante.
La mia Biondina rise ancora contro la mia pelle.
 
" Colazione? "
 
" E sia " fu la mia risposta convinta. 
 
Si alzò da me con fare maestoso, dopo avermi lasciato un bacio sul collo. 
Quando tornò del tutto in piedi, rimasi imbambolata un attimo a fissare il suo corpo perfetto. 
Era così dannatamente e inconsciamente bella e sexy, da farmi tremare. Avrei voluto di nuovo farla mia. Prendere le sue gambe slanciate, portarla sotto di me, cominciare a baciare i suoi seni, le sue labbra, il suo centro del piacere, ogni piccola parte di lei. Mi leccai le labbra ai quei pensieri, senza quasi farlo apposta.
 
" Ehi, mi stai stuprando con lo sguardo! "
 
Questa volta fui io a ridere, un po' imbarazzata, considerando il fatto che mi avesse appena scoperta mentre i miei viaggi mentali si appropriavano di me.
Lei cominciò a prendere la roba da per terra e a spogliarsi, negandomi di quella visione.
 
" Non è colpa mia se sei bellissima "
 
Lei mi guardò un attimo, poi risalì su di me, che ancora nuda sotto le lenzuola la aspettavo vogliosa.
 
" Signorina Lopez, questa notte non le è bastata? "
 
Scossi la testa, mentre mi baciava il collo, ancora e ancora. Solo quel gesto mi fece ribollire di eccitazione. 
 
" Non mi basterebbe mai, Signorina Pierce "
 
Scese più giù, sullo sterno, in mezzo ai miei seni, e quando sentì il suo respiro su uno di essi, inarcai inaspettatamente la schiena, vogliosa di un contatto più approfondito. 
Ma lei parlò, invece di agire.
 
" Mi dispiace, ma lei è troppo ingorda .. e non di cibo a quanto pare " 
 
Si staccò volutamente dalla mia pelle, da me, dal mio corpo, dalla mia voglia di lei.
 
" Brittany! "
 
Sospirai un po' frustrata il suo nome, passandomi una mano tra i capelli. Se un giorno prima non sapevo neanche cosa volesse dire fare l' amore con una donna, in quel momento ringraziavo l' Universo per avermelo mostrato, avermelo fatto sentire e provare. 
Sconfitta, mi alzai da letto, anch' io nuda, e cercai un vestito leggero nell' armadio. Vidi il suo sguardo su di me per tutto il tempo, mentre per farlo apposta feci tutto al rallentatore. Infilarmi le mutandine si rivelò una cosa decisamente erotica, anche per me. E io che pensavo fosse il contrario. Vidi nei suoi occhi la mia stessa voglia di prima e fui soddisfatta di farle quell' effetto. Mi chinai un po' dentro l' armadio alla ricerca del vestito, ma quando lo trovai e feci per uscire, sentì un corpo contro di me, che chiudeva l' anta, attento a non farmi male, e mi schiacciava delicatamente contro la superificie di legno. Mi scappò un gemito di piacere.
 
" Sei perfida " mi disse Brittany mentre cominciò a torturarmi l' orecchio con la lingua, che aveva scoperto essere il mio punto debole. 
 
Le sue mani finirono distrattamente sul mio corpo, palpandomi i seni, sfiorandomi piano l' orlo delle mutandine, e mi resi conto che non aspettavo altro che me le sfilasse via. 
Quando quel momento sembrò arrivare, quando lei sembrò non farcela più, quando sembrò che la superificie di legno diventasse opaca a causa dei miei respiri che si facevano sempre più affannati, tutto finì. 
Tutto finì, perché il campanello suonò. Aspettai un secondo cercando di ritornare all' ora e al luogo in cui mi ritrovavo e soprattutto come ero vestita. 
Guardai le mie mutandine ancora addosso e maledissi chi aveva appena suonato alla mia porta. Mi voltai verso Brittany, che rossa in vivo e ancora un po' provata, mi guardava nonostante tutto dolcemente. 
 
" Posso non aprire " 
 
Le sussurrai, le mie mani sui suoi fianchi e la mia voglia di tornare a quel momento perfetto. Sentì il centro del mio piacere pulsare dall' eccitazione. 
 
" Vai, io preparo la colazione "
 
Io annuì, un po' contrariata e poi presi il vestito che mi era caduto per terra e lo indossai. Aggiustai per un secondo i capelli e mi diressi verso l' ingresso. Prima di aprire, presi un respiro profondo. 
Cosa mi faceva quella Biondina? 
 
" Hola Lopez, sei pronta? "
 
Puck era sulla soglia, con un sorriso dall' aria consolatrice e due birre in mano. L' irrefrenabile voglia di prenderlo a pugni si fece spazio in me più forte che mai. 
 
" Santana? "
 
Ancora non avevo risposto al saluto e il fatto che non lo facessi passare sicuramente capì non essere un buon indizio.
 
" Cosa ci fai qui, a quest' ora Puck? E con due birre in mano alle 7 di mattina? "
 
Cercai di mantenere un tono tranquillo, ma rabbioso, in modo da non spaventare Brittany. Quel ragazzo mi metteva tutte le volte alla prova, ma perchè? 
Aveva interrotto un momento perfetto, per cosa poi?
 
" Ma come, non ti ricordi? Dovevamo andare da Jason "
 
Lì abbassò la voce, non seppi il perché, ma capì che dovette intuire ci fosse la mia Biondina, in quella casa.
Sgranai gli occhi un attimo, con un respiro profondo cercai di calmarmi.
 
" Secondo te .. " e lì il mio tono di voce si fece più alto. 
In lui vidi schizzare negli occhi un' ombra di orrore: aveva capito di aver sbagliato. 
 
" Oh - oh, questo è lo sguardo da cazziatone "
 
Lo guardai in cagnesco e mi arresi, cercando di modulare la mia voce. 
 
" Secondo te .. andiamo alle 7 di mattina da Jason? Perché non mi stai a sentire una buona volta invece di pensare a scoparti Mary quando sei nel mio ufficio? "
 
Lui sembrò voler rispondere, ma io lo fermai.
 
" L' appuntamento era per STASERA alle 7, stupido Puck " 
 
Lui abbassò lo sguardo e le spalle, che si erano tese aspettando che gli facessi la solita sfuriata.
 
" Mi dispiace " 
 
Probabilmente, se non avesse fatto terminare quel momento così eccitante, per una cosa del genere, non me la sarei presa così tanto. 
Mi passai una mano sul viso.
 
" Ehi Brittany "
 
La voce di Puck salutò caldamente Britt, che probabilmente doveva essere dietro di me. Mi voltai e la vidi venirci incontro, con i capelli arruffati e una t shirt che le cadeva larga sulle gambe. A quanto pareva non doveva farsi troppi problemi, forse perché era quel deficente del mio amico.
E proprio lui ci stava squadrando, con la faccia di chi aveva capito e soprattutto di chi stava osservando al meglio le cosce lasciate libere di Brittany.
 
" Oh "  disse soltanto. E in quel momento sentì forte il desiderio di mandarlo via malamente.
 
" Vi ho interrotto " continuò " è per questo che te la sei presa così tanto? "
 
La risata di Brittany, così pulita e divertita, mi arrivò addosso, ma non riuscì a farmi rinsavire dalla rabbia per quello scemo.
 
" A stasera Puck, va via "
 
Mentre gli sbattevo la porta in faccia, lo sentì dire " posso unirmi a voi? " e io continuai a maledirlo.
Invece Britt continuava a ridere.
 
" Non si può non voler bene a Puck " disse, tornando poi in cucina, seguita da una me strisciante.
 
" Questo è perché non lo conosci bene "
 
Lei mi guardò ma non rispose. Continuò a preparare la colazione, mise tutto in tavola e poi si sedette di fronte a me.
Quando finì di mangiare mi sentì sazia e confortata. Cominciai a sparecchiare, mentre Brittany andò un attimo in bagno.
Tolte le tovagliette, vidi la mia Biondina tornare. Mi portai dal lavandino, e cominciai a lavare le tazze del caffè e latte che avevamo bevuto. Non lo feci con malizia, nè con l' intenzione di ricominciare quello che prima avevamo lasciato.
Ma probabilmente Brittany lo prese come un invito. Mi arrivò da dietro e mi afferrò i fianchi. 
 
" Quanto tempo abbiamo? "
 
Mi rivolse quella domanda mentre le sue mani mi avevano già sfilato il vestito via, e il suo bacino si strusciava contro il mio sedere.
 
" Sono il capo di me stessa, ho tutto il tempo del mondo " 
 
Lei sorrise, mi mordicchiò piano un orecchio e finalmente la sua mano, che stavo aspettando da quando Puck ci aveva interrotte, mi fece sua. 
 
--- 
 
Passai la giornata con un sorriso soddisfatto sul volto. Non ero mai stata una persona particolarmente scorbutica con chi non conoscevo, ma quel giorno mi resi conto dovetti sembrare estremamente diversa. Perché effettivamente la ero. Era stata come la mia prima vera volta. Come se non avessi mai fatto sesso realmente, e l' energia che emanavo era sicuramente di chi aveva il cuore gonfio di sentimenti. Me lo sentivo dentro. 
Per questo, anche l' idea e il pensiero di dover tornare nella mia vecchia casa a prendere le mie cose, rivedendo Jay, non mi fece stare così preoccupata. 
Ma quando effettivamente arrivò il momento, l' agitazione si prese per un po' gioco di me. 
In macchina con Puck non parlai, ma rimasi in silenzio, in sottofondo soltanto la musica country che usciva dallo stereo: sicuramente non stava dietro alle sensazioni che provavo. 
 
" Siamo arrivati "
 
Ci eravamo fermati davanti alla mia vecchia casa e non me ne ero fondamentalmente accorta, troppo immersa nei miei pensieri. 
Cosa gli avrei detto?
Come ci saremmo salutati?
Come avrei fatto a guardarlo negli occhi? 
Dall' ultima volta non sapevo più niente di lui. Come stesse andando il lavoro, come procedeva la sua vita. Giurai a me stessa che non fosse così, ma in realtà un po' mancava. Ho sempre pensato ci fosse una relativa differenza tra il " mi manchi " e il " manchi ". 
" Mi manchi ", espresso così, per me stava a significare che mi mancasse la persona in sé, il suo odore, la sua pelle, la sua voce, il suo pensiero. 
" Manchi " era invece riferito a qualcosa legato al luogo. Si insomma, manchi dove sono ora, manca averti in quel momento, in quel luogo.
Ed effettivamente Jay mancava
Perché ero così abituata ad averlo vicino che non poteva non mancare. 
Rivedere quel giardino, quella casa, ripensare a tutto ciò che ci era successo, a quanto mi avese aiutato, alle giornate che passavamo insieme: quello mancava. 
Decisi di non pensarci. 
 
" Si " risposi a Puck e scesi, prendendo un respiro. 
 
Mi diressi verso la porta e con coraggio, lasciando l' esitazione da parte, bussai. 
Sentì pochi passi raggiungermi e riconobbi subito il suo incedere: era così assurdo che dopo che condividevi tante cose con una persona, la tua vita, riuscivi anche a far caso al suo modo di camminare. 
Sorrisi da sola, finchè lui non aprì. 
Quando mi vide il suo sguardo gentile si trasformò in una smorfia di indifferenza e di freddezza.
 
" Ciao "
 
La mia voce era bassa e poco determinata.
 
" Ciao "
 
Almeno mi salutò, pensai non mi avrebbe neanche rivolto la parola. Poi, dopo un ultimo sguardo si accorse di Puck e lo salutò con poco entusiasmo, non che ovviamente dovesse averlo.
 
" Cosa ci fai qui? "
 
Capì che stava facendo di tutto per non trattarmi male, nonostante il tono freddo che aveva assunto. 
Lo guardai ancora, mentre teneva la porta mezza spalancata.
 
" Sono venuta a prendermi .. la mia roba "
 
Come suonava strano e assurdo, e così ingiusto allo stesso tempo. Ingiusto per lui, dovermi vedere davanti alla porta della casa che fino a poco tempo prima condividavamo, chiedergli il permesso per riprendermi ciò che era mio.
Vidi attraversargli il viso un lampo di dolore, che cercò di mimetizzare facendoci entrare, senza alcuna risposta. 
Detestai conoscere ogni singola sua emozione, almeno in quel momento non mi sarei sentita così distrutta. 
Ma dovevo prendermi le mie responsabilità: io avevo fatto il casino, io lo stavo facendo soffrire. 
Ero sempre io ad essermi innamorata di qualcun' altro, ad averlo tradito, a non aver trovato giuste spiegazioni. 
Questo faceva male, mi sentivo in colpa e determinata a scappare via da quella casa il prima possibile. 
Avevo fatto una scelta e dovevo mantenerla. 
 
---
 
Si dileguò per tutto il tempo. Puck mi aiutò con i vestiti dell' armadio, facendo avanti e indietro dalla camera alla macchina. 
Notai come Jay non avesse toccato niente di quello che era mio. Tutto era al proprio posto come l' avevo lasciato prima del viaggio. 
Del resto non avevo altro. Le cose materiale non erano il mio forte. 
Presi quello che mancava e passai dalla cucina. Mi soffermai un attimo davanti al frigorifero trovandovi ancora la nostra foto. Ricordavo quel giorno alla perfezione. Avevamo appena festeggiato il nostro anniversario del secondo anno e cominciò a piovere mentre stavamo facendo una passeggiata. 
Ci bagnammo da capo a piedi e arrivammò a casa ridendo come dei matti. Avevo preso la macchina fotografica e avevo fatto una foto, per immortalare quel momento. 
Sospirai, mentre decisi di staccarla e di portarla con me. Probabilmente lui non aveva avuto ancora il coraggio di farlo.
Jason non era uno che amava rompere, allontanare o rifiutare ciò che aveva, ancora più ciò non aveva. Mi presi quindi il permesso di fare per lui un gesto che sicuramente gli sarebbe risultato difficile, anche se si trattava di una stupida foto. 
Il mio cuore ebbe un sussulto quando mi girai per appoggiare le ultime cose in macchina.
Jay era lì che mi guardava con lo sguardo più triste che gli avessi mai visto. 
 
" Era stata una bella giornata quella "
 
Indicò la foto che stringevo in mano. Sembrava meno freddo di quando ci aveva aperto la porta. Forse semplicemente meno arrabbiato.
 
" Decisamente "
 
Lo guardai di rimando e lo vidi un attimo chiudere gli occhi.
 
" Mi odi vero? "
 
Sapevo quale sarebbe stata la risposta e sapevo anche che avrei potuto evitare di porgliela. Ma una piccola speranza restava ancora. 
Mi sarei presa tutte le responsabilità di questo mondo, ma il suo odio mi avrebbe decisamente uccisa. 
Lui splancò un attimo gli occhi sorpreso, per poi liberare la smorfia in una piccola risata.
 
" Sai, pensavo che fosse il sentimento più giusto, l' odio. Insomma, sarebbe stato facile odiarti, per quello che mi hai fatto "
 
Si interruppe un attimo e mi si avvicinò un po'. 
Poi continuò.
 
" Ma sai cosa? Non ci riesco, e non voglio. Non voglio cancellare nulla di te. Ho capito che non voglio sprecare il mio tempo così, non ha senso. Ora, sto facendo di tutto per perdonarti "
 
Si fermò ancora, forse per capire la mia reazione. Io ero statica. 
Non sapevo cosa dire o fare, ma le sue parole mi avevano tolto un peso enorme dal petto. Ero egoista, ma era così. 
 
" Ma non lo sto facendo per te .. lo sto facendo per me stesso. Non voglio rimanere incazzato per tutta la vita, non me lo merito "
 
Quelle parole mi stupirono e mi fecero capire perché avessi amato quell' uomo. Era probabilmente il discorso più maturo che avessi sentito dire da una persona. 
E non mi importò se non lo stava facendo per me, anzi. Aveva tutte le ragioni per mantenere la sua vita al massimo, soltanto per se stesso. 
Lo ammirai profondamente. In quel momento avrei voluto abbracciarlo, sentire un' ultima volta le sue braccia stringermi, le sue mani accarezzarmi.
Ma restai ferma, rispettosa del suo stato d' animo, rispettosa di Jay, uno degli uomini più importanti della mai vita. 
 
" No, non te lo meriti "
 
Fu solo la mia risposta, seguita da un sorriso sincero. 
Lui mi guardò ancora una volta e tornò in salotto, dove Puck mi stava aspettando. Seppi che sarebbero state le ultime parole che mi avrebbe rivolto. 
Il mio amico mi prese le cose che avevo in mano e le portò in macchina, lasciandomi sulla soglia. Quando mi si avvicinò, io rimasi un attimo ferma. Mi guardai intorno, respirando ancora un' ultima volta l' aria di casa. 
Sentì la mano di Puck afferrare la mia in una stretta forte. Gliene fui grata.
Lo guardai, gli sorrisi e mi richiusi la porta alle spalle. Non piansi, non volli fallo, per me stessa e per Jay.
E quando condivisi una birra con Puck, vidi davanti a me una nuova vita, una nuova me stessa. 


ANGOLO AUTRICE

Ce l' ho fatta, ho aggiornato.
E' stato un capitolo impegnativo, scusate il ritardo che ormai sembra abituale, ma veramente sono impegnata come non mai, e so che non è una buona scusa ma questo è quello che posso dirvi :( !
Volevo ringraziare tutti voi, chi legge/recensisce/segue/ricorda/preferisce!
Mi fa piacere sapere quello che ne pensate, quindi se avete voglia, fate pure!

Ho scritto un' altra fan fic, lascio qui il link, in caso vi facesse piacere leggerla: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1300646&i=1 :D

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento! 
Alla prossima, Giulia :)

Per contattarmi questo è il mio profilo su FB: http://www.facebook.com/giulia.efp !

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Capitolo 14
*** Tredicesimo capitolo ***


TREDICESIMO CAPITOLO

 


Quando tornai a casa, dopo essere stata un altro po’ con Puck, trovai la cena già pronta e Brittany indaffarata a cucinare. Quando mi vide mi fece un sorriso grande.
 
“ Ho preparato da mangiare, spero sia buono, sai che non sono molto brava in questo ”
 
Le andai vicina e la abbracciai. Non mi importava niente del cibo, o di come fosse il suo sapore, volevo solo sentirla mia, ancora e ancora.
 
“ Che c’ è?” fece quando mi allontanai un po’, rimanendo abbracciate. Glielo avrei voluto dire: dopo quella giornata avrei voluto dirle che l’ amavo. Che l’ amavo con tutto il cuore, che sentivo quella voce, quel sentimento, quella sensazione e quello stomaco girato ogni volta che la vedevo. Avrei voluto dirle che provavo emozioni così forti da star male quando ero con lei. Star male fisicamente e mentalmente. Ero una rammollita se si trattava di Brittany. Avrei voluto farlo, ma mi resi conto di non riuscire, di avere un blocco, di non sapere come fare. Insomma erano due paroline, niente di più. Ti amo. E nonostante ci conoscessimo da poco tempo, nonostante la mia razionalità dicesse che era impossibile che io potessi già amarla, il mio cuore dettava ben altre parole e pensieri. Bloccata dalla mia paura fottuta di mostrarmi a chi amavo non glielo dissi, ma mi ripromisi di farlo al più presto.
 
“ Niente, solo sei bellissima stasera ”
 
La baciai dolcemente, tenendola ancora stretta a me, ma sentivo che in lei c’ era qualcosa che non andava. Vedevo nei suoi occhi un po’ di timore.
 
“ Che tenerona ” mi disse, ma si slacciò subito dalla presa e andò a controllare il bacon. Il bacon?
 
“ Brittany perché stai cucinando per fare colazione? ”
 
Lei si strinse nelle spalle mentre con un arnese da cucina lo punzecchiava un po’.
 
“ Era l’ unica cosa che sapevo cucinare ”
 
Risi un attimo, le lasciai un bacio sul collo e andai a sedermi. Rimanemmo un attimo in silenzio. Sapevo che voleva domandarmi come fosse andata, ma non volevo anticipare i suoi tempi.
E infatti quando parlò la sua voce era incerta e forse un po’ timida.
 
“ Com’ è andata da Jay? ”
 
La domanda fu diretta e io fui grata di ciò, non avevo voglia di girarci intorno.
Giocai un attimo con la forchetta, lei era girata e non mi guardava.
 
“ Beh diciamo che, poteva andare peggio. Lui è stato comprensivo, ha detto che non mi odia, e questo mi ha fatto sentire veramente sollevata. L’ ultima cosa che volevo era quello ”
 
Lei annuì, ma non potei vedere il suo sguardo.
 
“ Quindi insomma .. avete parlato civilmente? ”
 
“ Si ha fatto un discorso veramente maturo .. ma me lo sarei aspettato da Jay ”
 
Mi concessi un sorriso dolce pensando a lui, visto che Brittany non poteva vedermi: dopotutto quell’ uomo aveva reso la mia vita migliore. Mi aveva resa migliore. Vidi comunque le spalle della mia Biondina scuotersi un attimo. Appoggiò le mani sul lavandino e prese un respiro.
 
“ Senti .. io lo capisco se, insomma .. se vuoi ritornare con lui, ci sei stata insieme tre anni, penso sia difficile prendere una decisione. Non voglio forzarti a scegliere me ok? ”
 
Trovai quelle parole prive di senso, ma capì i dubbi e le paure di Brittany.
Risi un attimo, sorpresa.
 
“ Cioè io voglio il tuo bene San .. e se ci hai ripensato, va bene, lo posso capire ”
 
Mi chiesi come mi potessi essere meritata di avere una persona così buona al mio fianco. Mi alzai e le andai vicina.
 
“ Brittany girati ”
 
Lei fece quello che le dissi, si voltò e mi regalò il suo sguardo più dolce e impaurito che le avessi mai visto.
 
“ Brittany io non tornerei mai indietro, sarei una pazza anche solo a pensarlo ”
 
Le accarezzai piano la guancia, rendendomi conto che in quel momento avrebbe avuto bisogno di tutta me stessa per stare meglio. Poi continuai a parlare.
 
“ Senti, non ci devi neanche pensare Brit, io voglio solo te, ok? Jay è il mio passato, ora ci sei tu e basta! ”
 
Il suo viso sembrò rischiararsi per un attimo.
 
“ Quindi non mi lasci? ”
 
“ No Brit, non ti lascio. Ma ad una condizione .. ”
 
Lei non sembrò molto convinta della mia ultima affermazione, ma aspettò che continuassi.
Glielo sussurrai piano.

“ Che lasciamo perdere la cena e utilizziamo il tavolo per un’ altra faccenda ”
 
Rise maliziosa, probabilmente sollevata dalla mia ultima frase.
Annuì piano, portando le sue mani sui miei fianchi. Intanto il mio corpo stava già subendo la presenza di Brittany su di me, venendo percorso da brividi.
 
“ Direi che potrebbe essere un buona condizione .. ”
 
Velocemente spense i fornelli, mi prese in braccio. Io allacciai le gambe sul suo sedere e mi ritrovai dopo pochi secondi sul tavolo da cucina. In poco tempo le mie labbra erano già sulle sue e ogni mia sensazione mi legava a lei più di quanto potessi solo immaginare. Ogni tocco era sincero, ogni bacio era bramoso ma così dolce ma spezzarmi il respiro. Scoprì che, averla al mio fianco, averla su di me, poter avere la sua presenza nella mia vita, mi rendeva la persona più felice al mondo.
Sospirai di piacere quando delicatamente mi sfiorò il collo, e cominciò a baciarmi tutto il corpo.
La amavo, di questo non avevo più dubbi.
 
---
 
Mi resi conto che non sapevo cosa volesse dire amare prima di avere Brittany, non seriamente almeno. Era un qualcosa di così invisibile agli occhi esterni, ma così potente .. tipo il vento. Però l’ amore non l’ avrei fatto scappare tra le mie mani, non questa volta.
Era sera, ed eravamo a cena con Quinn e Rachel, che non vedevamo da un po’. Quella, era una di quelle serate che mi facevano sentire grata di essere al mondo: due amiche, la mia ragazza ( mi sembrava così strano dirlo ) e i grissini più buoni che io avessi mai mangiato.
Quinn e Rachel sembravano decisamente affiatate, più di quando le avevo lasciate dopo tutto il casino di Ibiza. Decisi di divertirmi un po’, sotto lo sguardo di Brittany che ancora non aveva intuito niente.
 
“Quindi voi due state … approfondendo il vostro rapporto? ”
 
Quinn si strozzò un attimo con il vino, che in quel momento stava sorseggiando. Rachel non sembrò farsi particolari problemi.
 
“ Beh dopo Ibizia siamo diventate molto più amiche, decisamente ”
 
Notai che lo diceva con troppa spontaneità, e da lì capì come nessuna delle due si stesse facendo veramente avanti. A volte la negazione ti porta a fare scelte sbagliate. Indagai.
 
“ Con Finn come va? ”
 
Questa volta Rachel abbassò lo sguardo sul proprio piatto, sembrando quasi imbarazzata. Quinn la guardò, attendendo una sua risposta.
 
“ Insomma .. credo ecco, credo di volerlo lasciare! ”
 
Brittany, che stava assistendo alla conversazione senza dir nulla, aprì gli occhi sorpresa e quasi urlò quando riparlò.
 
“ E perché? ”
 
Sembrava sinceramente dispiaciuta, come se non se lo sarebbe mai aspettato. Io invece era più che sicura che un giorno sarebbe successo. Forse non si erano dette niente quelle due, ma Rachel stava già agendo.
 
“ Perché mi sono resa conto di non amarlo più. Non sai quanto mi dispiace Brit, ma non posso neanche fargli del male .. sono così confusa! ”
 
Sbuffò per un attimo, scuotendo la testa. Vidi la mano di Quinn poggiarsi su quella di Rachel, l’ altra si girò e la ringraziò con lo sguardo. Uno sguardo sicuramente non indifferente, ma così preso e pieno.
 
“ Confusa per cosa? ”
 
Brittany insisteva.
 
“ Non lo so, non so che fare .. ora credo solo che gli dirò che voglio una pausa, almeno capirò cosa mi sta succedendo ”
 
Rachel lo sapeva benissimo, cosa stava succedendo, semplicemente non voleva ammetterlo a sé stessa. Mi resi conto di essere contenta di aver già passato quel momento. Brittany scosse il capo.
 
“ Amore lasciala stare, so che ti dispiace, ma è giusto che lei stia bene no? ”
 
Quell’ Amore, quasi sussurrato, mi spuntò tra le labbra come se gliel’ avessi già detto un miliardo di volte.
Lei infatti, sorpresa, si girò verso di me, dimentica di Rachel e Quinn, e mi baciò piano. Io le sorrisi e poi mi staccai, contenta. Aveva uno sguardo compiaciuto. Brittany mi prese la mano e io gliela strinsi forte.
 
“ Che carine ”
 
Fu la reazione di Rachel, che con una vocina sottile stava considerando di farsi sentire da tutto il locale. La guardai un po’ male, ma poi mi ripresi, perché sapevo che a Brit non piacesse sentirmi rispondere a male parole.
Pappamolla, ecco ciò che ero diventata.
Le feci così un sorriso falso e la serata continuò, senza toccare più l’ argomento Rachel – confusione – Finn.
Quando salutammo la mora e la bionda, feci il segno della cornetta a Quinn, che voleva significare: ti chiamerò e tu mi dirai tutto. Lei annuì, sorridendomi. Intanto io e Brittany ci incamminammo verso la mia macchina. Quella sera avrebbe dormito da me.
 
“ Mi dispiace così tanto per Finn e Rach! ”
 
Le presi la mano e la guardai confortante.
 
“ Lo so, ma succede Brit ”
 
Lei parve darmi ragione, ma il suo sguardo restava triste.
 
“ E’ sempre così triste quando due persone si lasciano ”
 
Io guardai per terra, ricordando per un attimo me e Jay.

“ Già ” mi sfuggì dalle labbra. Poi continuai. “ Ma l’ importante è che stiano entrambi meglio no? Non ha senso stare insieme se non ci si ama più ”
 
Lei mi sorrise, si fermò un attimo e mi baciò.
 
“ Hai sempre ragione tu, puoi evitarlo? ”
 
Io risi sulle sue labbra e lei lo fece di rimando.
 
“ Dev’ essere deformazione professionale, dopotutto se sono l’ avvocato migliore qui ci sarà un motivo ”
 
“ Sei anche modesta, vedo ”
 
Continuammo a camminare, ma ci volle poco per arrivare dalla macchina.
Le aprì la portiera scherzando.
 
“ Prego ”
 
 “ Ma grazie ” mi rispose con lo stesso tono canzonatorio.
 
Guidai tranquilla verso casa, con leggerezza: era stata veramente una bella serata.
 
“ Allora, si sta avvicinando il giorno del grande debutto! ”
 
Lei si agitò un attimo al pensiero.
 
“ Oh si, mamma mia, non vedo l’ ora! Ci saranno tutti i miei amici, i miei genitori .. e ci sarai anche tu. Insomma è tutto perfetto, e anche noi lo saremo. Voglio pensare in positivo e ..  ”
 
Sorrisi, intenerita da quella voce dolce e sognante che le veniva quando parlava dello spettacolo.
Non le risposi, un po’ intontita. Era proprio più forte di me, non restare a guardarla, non rimanere incantata quando parlava, o gesticolava con gesti così ampi, o quando saltellava contenta, o quando tentava di cucinare e la metà delle volte non ci riusciva. Non potevo non restare a guardarla, ed ero così assuefatta dalla felicità, che quelle due magiche paroline uscirono dalle mie labbra senza scampo. Non seppe se fosse il momento giusto per noi, ma sapevo che lo era per me.
 
“ Ti amo ”
 
Lei, si fermò di colpo, sorpresa. Si girò verso di me, che guardavo fissa la strada. L’ avevo detto, e lei non stava rispondendo. Mi stavo maledicendo da sola. Per fortuna dopo pochi secondi arrivammo a casa. Parcheggiai sul vialetto e potei finalmente girarmi verso di lei, che era rimasta zitta.
Quando la guardai, stentai a decifrare il suo sguardo.
 
“ Ripetilo ”
 
Ok, farlo un’ altra volta sarebbe stato più facile giusto? E invece fu ancora più difficile, perché lo feci guardandola negli occhi. Ci misi un po’, col silenzio dell’ abitacolo e il suo viso compiaciuto.
 
“ T-ti amo? ”
 
Lei rise un attimo.
 
“ Era una domanda? ”
 
Cercò di sdrammatizzare il tono di voce con cui gliel’ avevo detto la seconda volta.
 
“ N- no che non la era, insomma come può essere una domanda? Cosa dici? Era ovviamente un’ affermazione carica di amore che tu hai volutamente rovinato chiedendomi di dirtelo una seconda volta. Insomma sai che per me è difficile aprirmi, e dirti che ti amo era un pericolo per me, dopo così poco tempo ”
 
Mi resi conto di averlo detto di nuovo, questa volta senza nessun dubbio e con convinzione. Mentre io guardavo il cruscotto e cercavo di intavolare un discorso concreto, Brittany non disse niente. Ma vidi il suo sguardo riflesso, e quello mi bastò per sentirmi in imbarazzo. Sembrava uno sguardo da presa in giro.
 
“ Puoi evitare di guardarmi così? Non sono una scema, solo che insomma .. uff vorrei non avertelo detto, a quest’ ora non sarei qua incapace di dire una parola sensata .. e tu perché non dici niente? Stai lì zitta, e io sto continuando a parlare da tre ore ”
 
Alzai gli occhi su di lei, che questa volta avevo uno sguardo serio.
 
“ Stai continuando a parlare perché hai paura che io non possa risponderti San .. ”
 
E mi fece un sorriso comprensivo: meno male che ero sempre io che avevo ragione. Porca ..
Scrollai le spalle.
 
“ Allora non rispondermi .. ”
 
E scesi giù, lasciandola sola in macchina. Me ne andai verso la porta di casa, aprendola velocemente, lasciandola socchiusa per permetterle di entrare.
Non avrei dovuto dirlo, insomma lo sapevo, non era il momento giusto. Mi ero rovinata la serata. Mi sentivo un completo disastro. Ma perché dovevo sempre farmi dei problemi? Due cazzo di parole mi avevano fatto sembrare una totale rincoglionita davanti alla ragazza che amavo. Bella roba. E lei poteva rispondermi subito con ti amo, e sarebbe finita così. Avremmo fatto l’ amore e gliel’ avrei potuto dire ogni volta che ne sentivo il bisogno.
Mi svestì in fretta, sentendo in lontananza la porta chiudersi. Almeno era rientrata.
Mi infilai sotto le lenzuola fresche, mi girai su di un fianco e aspettai che arrivasse. Quando la sentì entrare nel letto, cercò di capire se fossi sveglia, o incavolata credo.

“ San, che fai? ”
 
Le risposi in modo acido. “ Cerco di dormire ”
 
“ San, ti giri un attimo? Per favore! ”
 
Non potei rifiutare, aveva quel dannato tono che usava quando voleva che facessi qualcosa, a cui no nsapevo resistere. Sbuffai nel mentre.
 
“ Che c’ è? Stai per prendermi in giro? ”
 
Più che incavolata, ero dispiaciuta. Il mio sguardo imbronciato la diceva tutta.
 
“ San .. se tu mi avessi fatto finire di parlare, ora saremmo nel letto a fare qualcos’ altro .. San io.. ”
 
Ma la bloccai, sentendo una paura folle. Non seppi perché, ma il cuore cominciò a battermi forte, senza che lo volessi. E penso che lei se ne accorse.
 
 
“ No, non dirlo, non voglio che tu lo dica soltanto perché te l’ ho detto io, insomma ognuno ha i suoi tempi e io mi sento una totale bambina.. ”
 
E questa volta fece la cosa più giusta da fare: mi zittì, posandomi un dito sulle labbra.
 
“ San .. fosse stato per me te l’ avrei detto il giorno stesso in cui ci siamo conosciute, ma so come sei fatta, so che sei dura con te stessa, e aspettavo soltanto che tu me lo dicessi ”
 
La guardai un attimo, e lei mi accarezzò piano la guancia.
 
“ E quando l’ hai fatto in macchina, non me lo sarei mai aspettata, insomma, non così presto, e mi hai sorpresa. Ci ho messo un po’ per concretizzare ”
 
Chiusi un attimo gli occhi sotto il tocco dolce della mano di Brittany, poi quando li riaprì mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio.
 
“ E poi mi quando sei andata via, mi sono detta che ti amo veramente alla follia, perché non avrei mai lasciato del tempo a nessuno per consapevolizzare di aver detto due semplici parole. Non avrei mai mandato una relazione all’ aria così, senza neanche pensarci. Che non avrei mai provato a cucinare, sapendo bene di non essere particolarmente brava. Che non avrei mai buttato una donna sotto una doccia soltanto per farmi baciare. Una donna, pensa un po’. E lì, quando mi hai lasciata nella tua macchina, ho capito che ti amo per tutte queste cose, per quello che ti ho lasciato fare, e perché tu mi lasci essere chi voglio ogni giorno ”
 
Le sue mani passarono sui miei capelli, così delicate che mi fecero tremare. Continuai ad ascoltare, l’ avrei sentita ancora per anni, con quella sua voce calda. Mi aveva detto che mi amava, e questo mi faceva ribollire di altrettanto amore per lei. La avrei voluta baciare, con tutta l’ intenzione di fare l’ amore. Ma sentivo che aveva bisogno di concludere, e quella volta fui io a lasciarle del tempo.
 
“ Probabilmente se non fossi così testarda, e dura, ora non ti dovrei dire tutte queste cose, ma sinceramente sono così contenta di poterlo fare che comincerei a saltare ora e finirei domani mattina. Ti amo, piccola testa dura ”
 
E questa volta non resistetti più, la presi con dolcezza e la baciai. Fu uno dei baci più belli che ci fossimo mai date, così vero e dolce che quasi il cuore mi scoppiò dalla felicità. Ero come sempre stata stupida, stupida, e protettiva nei miei confronti e così .. testarda, aveva ragione. Ma ringraziai tutto ciò, se ci aveva portate ad avere una serata come quella.
Perché quando Brittany fu su di me, quando Brittany cominciò a volere di più di un semplice bacio, quando Brittany considerò che il mio pigiama fosse troppo insulso e me lo tolse, quando colei che amavo con tutta me stessa entrò dentro di me come se fosse la cosa più naturale e bella del mondo, lì, in quel momento, quelle due parole lasciarono le mie labbra come se fossero sempre state lì, in fuga, ma che io trattenevo amaramente, come se fossero state le prime.
Quella notte amai così tanto Brittany, che sarebbe anche potuto finire il mondo, per quanto mi importava, ma tutto ciò che avevo era lì, tra le mie braccia, che mi faceva sua e che io facevo mia come mai avevo fatto.

 
 
ANGOLO DELL' AUTRICE:

Buonasera, sono tornata! Siamo alla fine di questa storia, che spero che vi sia piaciuta!
Il prossimo capitolo sarà il definitivo. Vedremo cosa succederà e come staranno insieme!! 
Questo capitolo, soprattutto alla fine, per me è stato veramente bello scriverlo e mi ha fatto sentire veramente l' amore che provano. So che può sembrare assurdo, ma è così :D spero che anche a voi abbia dato tanto!!
Ringrazio TUTTI, dal primo all' ultimo. 
Spero di poter mettere il prossimo capitolo prima di Capodanno, visto che poi parto il 30 e torno il 4!! 
Vi abbraccio e vi ringrazio e non vedo l' ora di leggere cosa ne pensate!
Giulia!!

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Capitolo 15
*** Ultimo capitolo. ***


Quersta volta non sarà solo dal punto di vista di Santana.
Le parti di Brittany saranno in grassetto. p
Rer Santana sarà normale.
BUONA LETTURA.


Quel giorno fu probabilmente uno dei più belli della mia vita. Furono tante le cose che permisero che quello fosse tale, ma una soltanto lo rese così vero da immobilizzarmi, per pochissimi istanti. 
Il giorno del debutto. 
Il giorno in cui, tutte le ore passate in palestra, tutte le ore passate a perfezionare quel passo, a stare a ritmo con la musica, a sudare fino a rendere la maglietta zuppa, ti portavano ad avere qualcosa di realizzato, qualcosa di contreto, qualcosa di tuo.
Prima di salire sul palco, cercai di intravedere i miei amici, la mia famiglia, cercai di capire dove fossero seduti, se fossi riuscita, anche solo per poco, a incrociare lo sguardo di uno di loro, a ricevere un sorriso di incoraggiamento. 
E fu così. 
Lo sguardo di Rachel che emozionata, seduta vicino a Quinn, continuava a parlare, a gesticolare, si posò sul mio per caso. Non stavo cercando i suoi occhi, ma se furono loro ad incontrarmi, ci dovette essere un motivo. Si posò una mano sulle labbra e mi lanciò un bacio invisibile. Poi mi fece l' occhiolino. Era il suo modo per augurarmi buona fortuna. Le sorrisi vivace, poi mi nascosi dietro la tenda, in attesa. Avrei voluto che su di me ci fossero gli occhi della mia lei, di Santana. Soltanto loro avevano un effetto tranquillizzante, soltanto la sua presenza, poteva rendermi ancora più magica. Ma non riuscì ad intercettarla. 
Avevamo parlato ovviamente prima di entrare nel camerino. 
" Ascolta Britt, tu sei forte e spaccherai. Sarò fiera di te, so che andrà benissimo, non potrebbe andare diversamente "
Quelle furono le sue parole. 
" Vieni con me dietro le quinte, accompagnami " 
Sentivo il bisogno di averla vicino, sentivo il bisogno della sua mano nella mia, della sua stretta amorevole, del suo sguardo pulito. Avevo bisogno del mio amore, perché senza di lei, senza quel sentimento, senza tutto ciò che consideravo vita, niente aveva senso. 
Lei scosse la testa, con un sorriso dolce sul viso. Era più bella che mai quella sera.
" Quello sarà il TUO momento, per quanto desidererei essere con te, vorrei che tu ti ricordassi un giorno soltanto di te stessa, del tuo risultato, sarà un ricordo felice "
Io cercai di trattenerla, mentre tentava di uscire dal camerino, perché mancava poco all' inizio. 
" Con te sarebbe più bello "
Lei mi guardò, mi baciò piano e poi mi disse le ultime parole, prima di andarsene via definitivamente. 
" Ma non sarebbe tuo "
E poi svanì, scivolò via dal mio abbraccio e si portò la porta alle spalle. 
Ed io mi sentivo sola. 
Era una sensazione stupida la mia. 
Non era la prima volta che debuttavo ed ero sempre stata tranquilla, quel giorno invece tutto era diverso. E probabilmente fu perché desideravo ardemente renderla orgogliosa di me, rendere Santana fiera di quello che stavo facendo. Perché l' amavo troppo per deluderla. Si, fu per quello forse. 
Chiusi gli occhi un attimo, inspirando ed espirando, saltellando, facendo ogni cosa che mi facesse rilassare. 
" .. so che andrà benissimo "
Quella frase di Santana mi fece tranquillizzare un pochino, ma non abbastanza. 
Sapevo tutto, tutto a memoria, non poteva che andar bene. 
Era diventato un mantra il mio.
E poi da dietro, qualcuno mi avvisò. Mi disse che tra pochi secondi sarei entrata in scena. 
E quando il sipario si aprì e la musica iniziò, quell' istante in cui mi immobilizzai, quell' istante in cui tutto diventò allo stesso momento più facile e reale, e meraviglioso, fu quando incrociai finalmente lo sguardo di Santana, che brillava già di lacrime non versate. Lì chiusi gli occhi e cominciai a ballare, e tutto quello che immaginai fu la mia figura, fu me stessa, fu tutto ciò che ero diventata. Tutto ciò che vidi furono gli sforzi che avevo fatto, fu la passione che ci avevo messo, fu la forza che avevo trasmesso e mi avevano trasmesso gli altri. Tutto ciò che vidi furono due occhi trasparenti, che mi permettevano di fare quel momento MIO.
Quella fu probabilmente la serata più bella della mia vita anche solo per quel piccolissimo istante. 
Quello, ripensandoci ad oggi, è il più grande " Grazie " che direi alla mia Santana. 
 
---
 
UN ANNO DOPO.
 
" Brit, sei sicura che io ce la possa fare? Insomma, secondo me dovrei ancora prepararmi un po' e.."
Ma lei mi zittì con un bacio.
" Santana Lopez, smettila di farti brutti pensieri, per favore "
Mi torturavo le mani ormai da quando eravamo sedute ad aspettare il mio turno. Brittany mi colpì con uno schiaffettò.
" E smettila di farti del male a queste mani preziose "
Le prese tra le sue e non le lasciò un attimo. Finchè non mi alzai e cominciai a fare avanti ed indietro, e pensai, tra i mille pensieri stupidi che stavo facendo, che se quel pavimento fosse stato di terra avrei già creato un solco di dimensioni notevoli.
Brittany era più tranquilla che mai, e quella sua reazione mi faceva sentire ancora più agitata. 
" Insomma, devi dirmelo eh, devi dirmelo se non sono pronta! Non farmi andare là a fare brutta figura .. Brittany mi ascolti? "
Aveva cominciato a canticchiare la canzone che avrei dovuto cantare di lì a poco, visto che il turno successivo sarebbe stato il mio. 
Lei mi fece una faccia stralunata quando la chiamai e poi si alzò, con un sorriso bellissimo.
" Ma di che ti preoccupi? Dimmelo ti prego .. "
Abbassai lo sguardo, incapace di rispondere sul momento. 
" E se non sono abbastanza brava? "
Brittany mi fece un sorriso dolce e mi accarezzò piano la guancia. 
" Piccola, tu sei brava, punto " ma poi si interruppe perché la candidata prima di me era appena uscita dal palco. 
" E ora vai, e fagli vedere chi è Santana Lopez! "
Io tremai di paura per un attimo. La mia Biondina mi diede con energia una sberla sul sedere. La guardai storto, lei mi sorrise e io cominciai a salire le scale del palco. 
Nessuno fiatava e si sentiva soltanto il suono dei miei tacchi sul palqué. Sospirai prima di parlare al microfono.
" Mi chiamo Santana Lopez e faccio l' audizione per il ruolo di Esmeralda "
La musica si alzò e cominciai a respirare.
 
---
 
" Rachel smettila di mangiucchiare, quando arriva Britt vorrei che fosse tutto a posto "
La Nana, soprannome che non le davo ormai da tempo, a parte quando mi faceva uscire dai gangheri, stava cercando di finirsi le patatine che avevo posato sul tavolo in salotto. 
Alzò gli occhi al cielo.
Avevamo organizzato una festa a sorpresa. Quelle feste che io odiavo particolarmente, perché non sapevi mai quando aspettartele, ma che Brittany amava con tutto il suo cuore. E chi ero io per negarle quella gioia? 
Era il suo compleanno. Ottobre era sempre stato il mio mese preferito, e il fatto che combaciasse con la sua festa mi faceva sentire ancora più felice.
Con l' aiuto di Quinn e di Rachel, avevamo organizzato tutto nei minimi particolari: festoni, sottofondo con le canzoni a cui era più affezionata, da mangiare ciò per cui impazziva di più e tutte le persone a lei care.
Casa mia, o meglio, casa nostra, infatti era un bordello. Eravamo una quindicina e io non mi capacitavo del casino che riuscivamo a fare, neanche il doppio delle persone avrebbe potuto ricreare tale baccano. E pensai che tutto quello era normale: Brittany era una casinista, i suoi amici, che erano diventati anche un po' miei, non potevano che esserlo altrimenti. Quando li guardai per un attimo, ritornai alla prima volta in cui li vidi. Kurt e Dave che avevano litigato, Quinn da sola, Rachel che si lamentava che Finn lavorasse e tutti gli altri che ancora non conoscevo, ma che non avrei mai pensato neanche di conoscere meglio. Fu una delle prime volte in cui amai Brittany per la sua spontaneità e bellezza, e per la sua pazzia. 
Scossi un attimo la testa a quei pensieri. Di lì a poco sarebbe arrivata. Mike, suo alleato, stava tornando a casa con la mia Biondina, e mi stava avvisando di ogni mossa. 
" E' tutto in ordine? Vedete qualcosa che non va? "
Mi ero rivolta alle due persone a cui mi ero affezionata di più: Quinn e Rachel . 
La bionda mi sorrise in modo caldo e rassicurante, come solo lei sapeva fare.
" E' tutto perfetto San, tu sei perfetta e Brittany sarà contentissima "
Rachel annuì alle parole della sua ormai dichiarata ragazza. Si ce l' avevano fatta: dopo casini, trambusti, tira e molla, alla fine avevano deciso che sarebbe stato tempo sprecato stare lontane, perché non ce l' avrebbero mai fatta. Quinn aveva preso l' occasione e aveva fatto capire alla mora che non potevano far altro che amarsi.
E l' altra fu d' accordo. Considerai il fatto che le bionde, da quel punto di vista, avevano sicuramente un qualcosa in più.
Sorrisi un po' rassicurata, stendendomi con le mani il vestito attilato che stavo indossando solo per lei. 
Poi sentì il cellulare vibrare. Era Mike.
 
" Cinque minuti e siamo lì, preparatevi. Lei non si immagina NIENTE "
 
Mi agitai un attimo. Raggruppai tutti e li feci nascondere. 
Spensi la luce. 
Affidai a Quinn il compito di accendere le candeline che c' erano sopra la torta, a Kurt invece di scattare foto più che poteva.
Io restai lì, accovacciata dietro al divano, con vicino le persone che ormai erano diventate importanti nella mia vita, e aspettai il momento. 
Al buio, chiusi gli occhi e trattenni il respiro, con il cuore colmo di gioia: non ero mai stata così felice e piena d' amore per aver preparato una festa a qualcuno, tanto meno non mia. 
 
---
 
In macchina, Mike continuava a scrivere messaggi, e per quanto lui mi dicesse che era Tina a inviargliene, e non poteva permettersi di non rispondere, trovavo ci fosse qualcosa che non andava. 
Ma non sapevo assolutamente cosa. 
Quel giorno, il giorno del mio compleanno, era sempre stato, da quando ero in vita, il mio preferito. E non tanto per i regali, ma perché le persone si affrettavano a dirti quanto ti volessero bene e quanto fossero disposte a passare una serata con te, soltanto perché quel giorno eri nata. 
I regali facevano soltanto da contorno. Tutto l' amore che ci si dava in quei giorni bastava per sfamarsi per settimane. 
Avrei voluto fosse ogni giorno il mio compleanno. 
Quel pomeriggio, prima delle prove, avevo festeggiato con i miei compagni di ballo, e adesso non vedevo l' ora di arrivare a casa per poter stare con la mia Santana. 
Non l' avevo ancora vista dalla sera prima: era uscita presto di casa per una causa e quando mi ero svegliata avevo trovato la colazione a letto e un post it sulla mia tazza preferita.
 
" Il primo compleanno insieme è da ricordare. Ti amo " 
 
Quando lessi quel bigliettino, lessi quelle ultime due parole, il mio cuore si riempì di una sensazione piena. Ed era assurdo come succedesse ancora dopo un anno ogni santa volta in cui me le diceva o me le sussurrava. Prima di mangiare, con lo stomaco in subbuglio, mi stirai con un sorriso largo e mi passai una mano sul viso, grata al mondo. 
Quindi la prima cosa che avevo voglia di fare era di stringerla e di farla mia, tutto il resto non mi importava. 
Ma Mike mi stava intralciando. Per carità, non che c' entrasse molto, ma si era dimenticato la borsa a casa mia quando mi era venuto a prendere, per andare insieme in palestra, e quindi doveva entrare in casa. Il mio obiettivo avrebbe aspettato pochi minuti. Poi l' avrei buttato fuori di casa senza troppe smancerie. 
Tanto Santana era sicuramente in cucina, se era arrivata prima. Poco prima di essere a casa Mike mandò un altro messaggio. Sbuffai.
" Cosa dice Tina? "
Lui mi guardò un attimo esitante, e cercò delle parole per spiegarmelo. E io lì capì.
" Oh, vi state mandando messaggini hot, beh me lo potevi dire "
Mentre guidavo, lo vidi rilassarsi un attimo. Cercai di scherzare ma lui sembrava più imbarazzato che altro.
" Già " fu la sua unica risposta.
Rimasi stranita un attimo, ma poi lasciai cadere la cosa: non avrei mai imparato a capire gli uomini, mai.
Quando arrivai a casa, notai le luci spenti. Mi rattristai un attimo al pensiero che San non fosse ancora a casa. Mike ci mise un attimo di più a scendere, infilando finalmente il telefono in tasca. 
Davanti alla porta, poggiai il borsone e rovistai nella borsa per trovare le chiavi. 
Il mio amico sembrava un attimo nervoso e quando lo osservai meglio mi sembrava più in tiro del solito. Soprattutto se dopo doveva solo tornare a casa.
Smisi per un attimo di cercare le chiavi e lo guardai, gli occhi chiusi in due fessure.
Nella mia testa in quel momento avevo fatto due più due.
" Non è che stai tradendo Tina? Perchè se anche solo scoprissi una cosa del genere non ti ritroveresti più gli attributi "
Fui piuttosto violenta e tiranna, ma non avrei mai potuto sopportare un tradimento. 
Lui si agitò palesemente, e cominciò a scuotere le mani in segno di difesa.
" Ma cosa dici? Non lo farei mai Brit! "
Gli puntai un dito contro e con l' altra mano feci il segno delle forbici. Continuai ad indagare.
" E perchè sei così tutto in tiro? "
Lui feci finta di guardarsi stranito.
" Non sono in tiro, mi vesto sempre così, non dire scemate. E apri sta porta, così prendo la roba e la smetti di farmi il terzo grado "
Sembrava di fretta, sembrava volesse andarsene via da un momento all' altro: comunque desiderava ardentemente che io entrassi in casa.
Aspettai un attimo prima di decidermi a lasciar perdere: i capelli non erano ancora del tutto asciutti e fuori non faceva poi così caldo.
Trovai finalmente le chiavi, e con sollievo di Mike aprì la porta. 
Posai la borsa per terra: Santana non era ancora arrivata. La prima cosa che feci fu accendere la luce: e fu anche l' ultima cosa che feci con tranquillità.
Perché quando il salotto si illuminò, la mia vista si riempì di persone felici, il mio udito venne accolto da un " Buon compleanno " urlato, da una canzone che amavo, il mio tatto sfiorò la schiena di Mike, che mi aveva abbracciata. I miei sensi furono per un attimo storditi, presi di mira da mille sensazione e poi capì, poi il mio cervello fece di nuovo due più due, ma questa volta un due più due giusto. C' erano tutti i miei amici. Kurt mi scattava foto e io continuavo a rimanere ferma sulla porta, sorpresa. Il mio viso doveva essere stupito e contento insieme, non sapevo cosa fare, cosa dire. Tutto l' amore che avevo dentro il giorno del mio compleanno, quell' amore che dura settimane, quello immaginai sarebbe durato mesi. E lo immaginai proprio quando incrociai gli occhi di Santana, che forse in imbarazzo mi sorrideva, con le gambe ancora nascoste dal divano. La prima cosa che feci, la prima cosa che sentì di fare, fu azzerrare la nostra distanza con pochi passi, alzarla in aria, mentre lei gridava ridendo e baciarla, soffocandole quelle dolci risa che amavo tanto. Mi sentì così grata. 
Mi buttai su Quinn che con la torta in mano, e le candeline accese, mi aspettava da un po'. Quando finì davanti a lei, tutti cominciarono a cantare la solita canzone degli auguri. Abbassai un attimo gli occhi, poi mi unì a loro. La festa era per tutti, non solo per me. Almeno in quel momento fu uno dei pensieri più belli che feci.
Spensi le candeline in un soffio, poi tolsi la torta dalle braccia di Quinn e la stritolai. Aggiunsi Rachel all' abbraccio. Ridemmo insieme. 
Ero così felice che avrei toccato il cielo con un dito. 
Quando finì il giro di saluti e di ringraziamenti, ritornai da Santana.
" Grazie "
Le sussurrai piano, strofinando il naso contro il suo. 
" Ti amo così tanto " 
Aggiunsi. Dovevo dirglielo, sentivo troppo forte quel sentimento per lei.
Poi fui rubata da quel momento.
" La prossima volta accompagna qualcun' altro questa stordita, mi ha accusato di tradire Tina e di tagliarmi gli attributi se mai l' avessi fatto veramente "
Mike si lamentò un po' ridendo, un po' ancora impaurito dalla mia reazione di prima.
" Scusa Mike "
Risi con lui, ancora stretta al mio amore.
" Britt hai fatto benissimo! "
Tina, che era lì e aveva ascoltato tutto, mi diede il cinque. 
Poi, un ultimo rumore, prima che iniziasse la vera festa, ci fece girare. Il rumore veniva dalla porta.
" Non ditemi che sono arrivato troppo tardi! "
Puck entrò dentro casa con in mano una cassa di birra e un sorriso dispiaciuto. 
Sentì Santana sbuffare. 
Poi, dietro di lui, sbucò il viso di Mary. 
" Sei il solito! "
Gli urlò Sam che si era precipitato a salutarlo. Erano diventati buoni amici quei due.
" Sono stato intrattenuto " e rivolse uno sguardo alla segretaria " Mi dispiace Britt, mi perdonerai mai? "
Si avvicinò a me e fece il suo solito sguardo da cane bastonato.
" Vieni qua! "
Non potei resistere e lo abbracciai forte. 
Sconclusionata dalla gioia che provavo, passai la sera a riempirmi il cuore d' amore: averne di scorta non faceva mai male. 
 
---
 
Era andato tutto alla grande. Quasi mi sentivo orgogliosa di me stessa. I regali erano stati tutti bellissimi e lo sguardo di Brittany era veramente colmo di emozioni bellissime: lo notavo soprattutto quando mi guardava e mi sorrideva. 
Lei, era bellissima. Le avevo preparato sul letto, quando si andò a cambiare, un vestito nuovo: lo aveva visto un po' di tempo fa e mi sembrò azzeccato come regalo. 
Lei aveva sceso le scale con quell' abito e io mi dovetti un attimo sedere: non avevo mai visto creatura più bella. Quando gli altri videro la mia reazione, mi presero per un attimo in giro. Io non potei fare altro che dirigermi verso di lei per stringerla a me.
Passai la serata un po' in modo confuso: avevo un sacco di cose da fare, un sacco di persone da gestire, tra cui me stessa, e avevo voglia anche di passare del tempo con Brittany. Ma mi resi conto che quella era la sua festa, e che quindi se la doveva godere.
Quando riuscimmo a fare andar via tutti era tardi e nessuna delle due aveva voglia di mettere a posto. Entrambe eravamo un po' brille, sia di emozioni sia per il vino che avevamo bevuto. Salimmo in camera di fretta, baciandoci. La volevo più che mai, ma sapevo anche che mi mancava l' ultimo dei regali .
" Come farei senza di te? "
Brittany mi sussurrò queste parole quando finalmente eravamo stese sul letto, con la testa che un po' ci girava, la risata sulle labbra e i vestiti per terra, tirati via con facilità.
" Sinceramente non lo so, sarebbe dura immagino. Chi cucinerebbe? "
La mia Biondina sbuffò un attimo e mi tirò uno schiaffetto sul braccio. 
" Sto imparando a cucinare .. e tu fino ad un anno fa non sapevi neanche la differenza tra una pentola e una padella "
Risi piano, distesa sul letto con la testa poggiata sul suo petto.
" Permalosetta la signorina "
Continuò ad essere tutto sullo scherzo. Lei allora non mi rispose ma cominciò ad accarezzarmi dolcemente i capelli. Ebbi paura per un attimo di addormentarmi. 
Poi mi riscossi, perché mi mancava l' ultima cosa e poi potevamo concludere la serata in bellezza. 
" Dove vai? "
Mi chiese quando mi alzai dal letto senza nessun preavviso.
" Aspetta " le dissi soltanto e lei aspettò. 
Capiva sempre quando ascoltarmi. Frugai nell' armadio, cercando tra le calze l' oggetto di cui avevo bisogno. Presi la scatolina e poi mi ributtai nel letto.
" Cos' è? "
Cercò di capirci qualcosa, ma io lo nascosi sotto il cuscino. Lei si mise seduta.
" Settimana scorsa mi ha chiamato la produzione del musical "
Lei aprì un attimo la bocca.
" E quindi? "
Sembrava eccitata e io cercavo di non far trapelare le mie emozioni. 
" Quindi .. mi hanno presa " lei cominciò subito ad esultare ma io la fermai " Aspetta, festeggiamo dopo, prima finisco ok? "
Brittany smise di saltellare sul letto e si fece un attimo seria. 
Lei aspettò. 
" Sono contenta e non me lo sarei mai aspettata, sai che penso sempre al peggio .. insomma, mi hanno presa. E questo è bellissimo, ma comporta un sacco di cose. Il tour dura cinque mesi ma tra preparazione e tutto mi terrà occupata poco meno di anno. E sarò sempre in giro, non starò mai ferma e soprattutto non saprei come fare per il mio lavoro " 
Lei sembrava già dispiaciuta: sicuramente pensava che avessi rifiutato. Io continuai.
" In assoluto quello che mi fa sentir peggio è il fatto di non poterti vedere più di tanto, perchè lontane. Sai anche te che tra le tue date del tour, e i mille casini di spostamento è difficile organizzarsi .. "
Lei non mi fece finire di parlare.
" Santana mi stai lasciando? "
Io la guardai un attimo stralunata, poi scossi la testa.
" Certo che no, Britt aspetta .. fammi finire "
E lei aspettò ancora.
" Mi sono scervellata tutta la giornata, e alla fine ho trovato una soluzione. "
Presi l' oggetto che avevo sotto il cuscino e glielo porsi. Quando lei lo aprì, tremante, probabilmente non capì bene cosa volesse significare.
Spiegai. 
" Sono delle chiavi Britt. Sono le chiavi di una casa che ho trovato a metà tra i miei spostamenti ed i tuoi. Potremmo vederci lì tutte le volte che possiamo e vogliamo .. non posso stare senza di te, lo sai "
Le sorrisi piano, cercando di capire la sua reazione. 
Aspettò un attimo, quella volta non seppi cosa. 
" Quindi hai accettato? "
Fu la prima domanda che mi fece dopo tutta quella spiegazione.
Io annuì.
" E per il lavoro? "
" Mary mi passa il lavoro quando sarò fuori, non prenderò cause importanti fino alla fine del tour. Questo è il mio momento e me lo voglio godere "
Lei sembrava non capire ancora. 
" Quindi hai accettato, con il lavoro è a posto e noi abbiamo una casa tutta nostra quando saremo fuori "
" Esatto "
Annuì contenta. 
Lei ci mise ancora un attimo per consapevolizzare, ma quando finalmente realizzò, mi saltò in braccio e cominciò ad urlare. Io cominciai a ridere di cuore.
" Ma è bellissimo e tu sei fantastica .. tutto questo è fantastico! Oh mio dio Esmeralda .. sarai bella da paura .. mi sa che verrò a controllare spesso alle prove .. non vorrei che nessuno ci provasse, mio dio!! "
Continuai a ridere, mentre mi baciava dappertutto.
Lei invece si fece seria, di colpo. E mi sussurrò piano dolci parole. 
" Non potrei volere di più oggi San, amore mio, non potrei volere di più "
E mi baciò calda, felice.
" All' inizio pensavo non ti piacesse l' idea "
Lei scosse il capo e mi baciò piano sulle labbra. 
" Stavo solo aspettando, aspettando di farti capire quanto io ti possa amare. "
E io le sorrisi. Le sorrisi e mi sentì la persona più felice del mondo. Avevo tutto quello che desideravo e anche di più.
 
---
 
Quando la vidi addormentarsi dopo la notte insieme aspettai, aspettai che si risvegliasse, per godermi la luce che emanava, specialmente quella sera. 
Avrei aspettato per sempre, per lei.



ANGOLO AUTRICE:

Buongiorno a tutti! 
Ed ecco arrivato, per regalo, quest' ultimo capitolo!!
Spero vi possa piacere. Mi dispiace un po' che il viaggio con queste due sia finito, ma sperone possano cominciare tanti altri. Ovviamente anche con voi. 
GRAZIE VERAMENTE A TUTTI, senza di voi questa storia sarebbe stata .. solo una storia. 
Buone feste a tutti, Giulia! <3

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