Al di là della foresta

di Kia85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La profezia ***
Capitolo 2: *** Anima selvaggia ***
Capitolo 3: *** Plenilunio ***
Capitolo 4: *** Scomparsi ***
Capitolo 5: *** La principessa della foresta ***
Capitolo 6: *** La sfida ***
Capitolo 7: *** Orfani ***
Capitolo 8: *** Il complotto ***
Capitolo 9: *** Predestinata ***
Capitolo 10: *** Il vecchio mago ***



Capitolo 1
*** La profezia ***



Al di là della foresta

 

Prologo: “La profezia” 



Galles, contea del Ceredigion.

1290 d.C. 

Il cavallo galoppava e con fatica contrastava la forza del vento che sferzava violentemente dal mare sulle coste della baia di Cardigan. L'uomo che montava il cavallo era incappucciato, ben riparato dal freddo con il suo mantello pesante e nero.

Tuttavia il vento non era un problema. Nessuna particolare condizione atmosferica avrebbe potuto rallentare il suo passo o fermare il suo cammino: né la neve, né la pioggia, né tantomeno il vento.

Ormai non doveva mancare molto, la zona era quella. Sentiva la magia sgorgare da ogni singola creatura, animale o vegetale che fosse.

Perciò anche lei doveva trovarsi lì, in quella terra che, si diceva, fosse abitata da maghi e streghe. Lì dove aveva avuto origine la magia.

L'uomo fermò il cavallo e smontò, atterrando con un agile balzo. Guardò verso la costa che si allungava sotto le scogliere ripide e imponenti. Aguzzò la vista alla ricerca della sua meta.

Infine la vide.

Una piccola capanna di legno dall'aspetto traballante, quasi stesse per essere spazzata via dal vento.

Così cercò una zona della scogliera per raggiungere la costa. Lasciò il cavallo legato a un albero e scese con fatica, scalando la parete in un punto più accessibile.

Non appena si trovò di fronte alla capanna bussò due volte con il pugno, impaziente, ma anche timoroso.

Gli avevano parlato molto bene di quella... strega. Era molto brava nella divinazione e, cosa ancor più importante, aveva il prezioso dono di mantenere la riservatezza su chiunque si rivolgesse a lei.

Alcuni passi, la porta cigolò e subito dopo si aprì.

Di fronte a lui apparve una giovane donna: aveva la pelle appena colorata dal sole, capelli scuri, lisci e lunghi che le arrivavano fino al fondoschiena. Gli occhi erano neri come l'onice e lo scrutavano attentamente e con avidità in ogni dettaglio.

Voi siete Aeron?” chiese l'uomo.

La giovane donna annuì.

Io sono...”

So chi siete, vi stavo aspettando!” lo interruppe Aeron.

La giovane strega lo lasciò passare e l'uomo entrò, chiudendosi la porta alle spalle.

Mi stavate aspettando?”

Certo. Io vedo tutto e so bene perché siete venuto qui, da me.”

Ma davvero?” commentò l'uomo in tono di sfida.

La donna sorrise e lo fece accomodare ad un tavolo sudicio e impolverato, su cui era appoggiata una sfera di cristallo, chiara e trasparente. L'uomo si sedette malvolentieri, notando con disgusto due piccoli topini che percorrevano indisturbati l'area ristretta della capanna. Si abbassò il cappuccio, rivelando capelli neri e lunghi e due occhi azzurri, freddi come il ghiaccio.

Allora, Aeron, potete davvero dirmi ciò che voglio sapere?”

Posso, ma prima dovreste sapere che ogni cosa ha un suo prezzo.”

Lo so perfettamente. - esclamò l'uomo, che prese poi dalla tasca del mantello un sacchetto colmo di monete d'argento e lo gettò sul tavolo- Ecco qua, queste bastano?”

Aeron prese in mano il sacchetto, lo aprì e ne ispezionò accuratamente il contenuto: era indubbiamente un bel mucchietto di denari.

Sì, vanno più che bene!”

Allora, procedete. Ho fretta!”

Aeron sedette al posto di fronte all'ospite e cominciò a osservare la sfera di cristallo. La sfiorò appena con la mano adornata di anelli di diverse grandezze, mormorò qualcosa in una lingua che sembrava celtico e subito nella sfera apparve una nube color grigio perla che si espandeva e si ritraeva a intervalli regolari.

Il vostro oscuro piano avrà successo... Ryol (1).”

Davvero?” esclamò l'uomo, stringendo i pugni con forza.

Sì, ma dovrete attuarlo al termine dell'estate. È il momento più propizio per questo genere di impresa. Quando tutto comincia lentamente a morire.”

E nessuno oserà contrastarmi?” domandò avidamente Ryol.

No, ne uscirete vincitore.”

È … fantastico. Assolutamente perfetto, non potevate darmi notizia migl...”

Aspettate!” lo interruppe Aeron, bruscamente.

Il suo sguardo era ancora fisso nella sfera e si era lievemente accigliato. L'euforia che si era impossessata di Ryol svanì e il suo posto venne preso dallo sconcerto.

Cosa avete visto?” domandò allarmato.

Aeron lo guardò, come se Ryol avesse ragione ad allarmarsi: “Sheridan Enid (2).”

Che significa?”

Sheridan Enid è la leggendaria spada del Ceredigion. Forgiata dalla figlia di uno stregone dei Celti, Sheridan Enid è comparsa più volte per scacciare chiunque portasse sangue e violenza nel regno. Solo una fanciulla con la magia nel sangue e un'anima selvaggia può impugnare la leggendaria spada e riportare la pace. Voi dovete temere questa fanciulla.”

Ma la preoccupazione che fino a qualche attimo prima era dipinta sul volto dell'uomo scomparve e Ryol scoppiò a ridere divertito.

Oh, per favore, una fanciulla? Una fanciulla con un spada? State forse scherzando? Perché dovete sapere che non sopporto che si prenda gioco della mia persona.”

Non è uno scherzo. È solo ciò che ho visto. Le visioni di Sheridan Enid sono sempre reali. Se ho visto lei nel vostro futuro, allora prima o poi la incontrerete nel vostro cammino e vi assicuro che se non farete qualcosa, questa fanciulla potrà sconfiggervi e mandare in frantumi il vostro piano.”

Il tono serio di Aeron sembrò smorzare il divertimento di Ryol. Una fanciulla con una spada non s'era mai vista, ma se era davvero tanto pericolosa, allora lui doveva fermarla, prima che fosse lei a fermare i suoi progetti.

Qual è il suo nome?” chiese Ryol.

Non ci è dato saperlo. La sfera mostra solo una fanciulla proveniente da una nobile famiglia. Se volete uscirne vittorioso dovete eliminarla.”

E come faccio? Non posso uccidere tutte le fanciulle nobili del regno! Sono pur sempre il fratello del re.”

Mettete in atto il vostro piano, salite al trono. Dopodichè assolderete i barbari provenienti dal nord estremo per fare razzia nel regno. Ordinerete loro di attaccare le nobili famiglie inglesi in cui è nata una bambina come primogenito.”

Ryol guardò la giovane donna con un'espressione sconcertata: “Non devo cercare una fanciulla?”

La fanciulla in questione non rappresenta un problema adesso, ma quando crescerà. Eliminarla nel momento in cui è più vulnerabile, risolverà il problema. O forse avete paura di sterminare tutte le primogenite nobili del regno?”

Io non mi faccio alcuno scrupolo. Nulla mi spaventa quando ho un piano da portare a termine, neanche l'omicidio di qualche bambino.”

Bene, allora. Adesso sapete cosa fare. Io non vi servo più, giusto?” domandò Aeron, alzandosi in piedi e infilando il sacchetto di monete tra le pieghe della veste.

No, infatti. Siete stata molto utile. Vi ringrazio infinitamente.”

Così dicendo Ryol si avviò verso la porta.

Aeron lo seguì: “Ho fatto solo il mio lavoro di divinatrice.”

Già. Avete fatto solo il vostro lavoro.” sibilò Ryol e fece per aprire la porta.

Ma si fermò.

Come se all'improvviso qualcosa gli fosse venuto in mente, una rivelazione, un fulmine a ciel sereno. Quella giovane strega aveva fatto il suo lavoro, ma Ryol non si fidava, doveva eliminarla per evitare che raccontasse a chicchesia il suo piano, soprattutto ora che prevedeva lo sterminio delle primogenite nobili del regno.

In effetti forse potreste fare qualcos' altro per me!”

A quelle parole, Aeron spalancò gli occhi inorridita e indietreggiò rapidamente, ma andò a sbattere contro la parete della capanna. Ryol aveva appena sfoderato un piccolo pugnale dalla cintura e un istante dopo, senza pietà, lo conficcò per tutta la sua lunghezza nell'addome della giovane strega.

Potreste morire, per esempio.” mormorò Ryol tranquillamente.

L'uomo sfilò lentamente il pugnale dalla donna, la quale si accasciò a terra con un tonfo. L'addome era squarciato, la veste impregnata di sangue, che andava riversandosi sul pavimento di legno e l'espressione inorridita di Aeron rimase sul suo viso anche quando esalò l'ultimo respiro.

Ryol rimase impassibile. Ripulì il sangue del pugnale sulla veste della donna defunta e con una mano frugò nella veste, fino a quando non riuscì a recuperare il sacchetto di monete d'argento che le aveva dato come pagamento.

Come vedete, signora, non ho alcuno scrupolo a uccidere, che si tratti di una donna o di un bambino.”

Si alzò il cappuccio, uscì dalla capanna e si avviò.

Verso la sua missione.

Verso il trono.

 

 

(1)- Ryol significa reale.

(2)- Sheridan enid significa anima selvaggia. 



Mi sono decisa a pubblicarla, altrimenti non l'avrei più fatto! Ormai sono quattro mesi che aspetta di essere pubblicata. Ovviamente è solo un prologo di un'altra storia AU, ma mi piace molto questo genere di fanfiction. Questa sarà molto fantasy, ambientata in un'epoca che mi piace molto.

Per il banner ringrazio Lights!! ^_^

Il prossimo capitolo si intitola “Anima selvaggia”. 

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Capitolo 2
*** Anima selvaggia ***



Al di là della foresta


Capitolo 1: “Anima selvaggia”

 

Inghilterra, contea di Gloucester

 

Hermione, per carità! - esclamò Lady Granger allarmata, osservando la bambina a cavallo- Stai attenta!”

I poveri nervi di Lady Granger erano messi a dura prova ormai da quasi dieci anni, da quando la sua primogenita era venuta al mondo, portando grande gioia nel castello, ma anche un grande scompiglio.

Hermione si era subito rivelata una bambina assai vivace, incapace di stare ferma come le sue coetanee. Adorava giocare all'aperto, arrampicarsi sugli alberi, catturare farfalle e insetti orripilanti. Se qualche volta riusciva a calmarsi e restare tranquillamente all'interno del castello era per rifugiarsi in biblioteca a leggere uno dei libri della biblioteca di Lord Granger. Era una divoratrice di libri, li leggeva e rileggeva e li trattava come fossero suoi intimi amici.

In effetti non aveva molti amici: i bambini del castello, sia maschi che femmine, erano spaventati dalla sua irruenza e non gradivano i giochi spericolati a cui lei si dedicava.

C'era solo un bambino che giocava volentieri con lei: era il figlio di Lord e Lady Potter, Harry.

Abitavano al di là della foresta di Dean, nella contea di Coleford, ed erano loro cari amici da tanti anni ormai. Con loro grande gioia anche Harry ed Hermione avevano fatto amicizia e, per questo motivo, i loro genitori avevano incominciato a frequentarsi più spesso per coltivare una speranza che nascondevano nei loro cuori: quella di vedere un giorno i due fanciulli felici insieme, come marito e moglie.

Quella splendida giornata di fine estate prevedeva la visita di Lord Potter e famiglia per festeggiare il decimo compleanno della piccola Hermione. Tuttavia era sorto ben presto un piccolo problema: Lady Granger non riusciva a trovare la figlia da nessuna parte del castello e, infatti, non l'avrebbe mai trovata all'interno perché, non appena si era alzata, la piccola aveva desiderato fare una passeggiata con la sua cavallina dal manto color miele, Melyor.

Non appena Lady Granger uscì nel cortile sul retro del castello, la vide scorrazzare tra i campi con i bei capelli ricci al vento e l'espressione felice sul volto. E...

quei dannati vestiti da uomo!

Le aveva detto milioni di volte che i pantaloni erano abiti da uomini, ma lei non le dava mai ascolto.

Lady Granger si mise una mano sul cuore, ansiosa. Non le piaceva vederla così spericolata sul suo cavallo. Se la piccola fosse caduta e avesse sbattuto la testa, lei sarebbe sicuramente morta di crepacuore. Così non poteva fare altro che ammonirla e riprenderla per cercare di calmarla.

Hermione, vieni qua per l'amor del cielo. Harry sta per arrivare e tu devi prepararti!”

Hermione, accorgendosi della madre, si avvicinò e fermò il cavallo proprio di fronte alla madre.

Buongiorno, madre!”

Sì, buongiorno anche a te, cara! Lo sai che mi hai fatto preoccupare?”

Per quale motivo?”

Non ti trovavamo da nessuna parte.”

Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, ma con questo splendido sole desideravo tanto fare una passeggiata insieme a Melyor.”

Capisco, mia cara, ma guardati. Indossi ancora quegli odiosi pantaloni. Per non parlare del fatto che sei tutta sporca già a quest'ora. Non sarai caduta, spero.”

Hermione rise: “No, caduta no, madre. Mi ha solo disarcionato un paio di volte!”

Bontà celeste!- sospirò Lady Granger- Hermione, così mi farai morire di crepacuore prima o poi. Devi stare attenta, è pericoloso andare a cavallo.”

Ma madre, Melyor è così dolce, non mi farebbe mai accadere qualcosa di brutto.” esclamò la bambina, accarezzando dolcemente il collo della cavallina.

Lo so, tesoro mio, ma non si sa mai quello che può capitare nella vita!”

Hermione, bambina mia, eccoti qui!”

A parlare fu la nutrice di Hermione, Minerva, che le raggiunse con una rapida corsa e, non appena si fermò, respirò affannosamente.

Minerva, non dirmi che anche tu eri preoccupata per me?” domandò Hermione, sospirando seccata.

Hermione!- esclamò Lady Granger indignata- Insomma, che modo di parlare è mai questo? Porta rispetto alla tua nutrice, che si occupa di te da quando eri in fasce.”

Hermione arrossì per il rimprovero della madre e chinò il capo per la vergogna: “Scusami, Minerva!”

La nutrice sorrise gentilmente alla bambina: “Non ti preoccupare, cara. Ciò che conta è che ti abbiamo trovata! Sei scomparsa così all'improvviso.”

Minerva, guardatela! - affermò Lady Granger- È già sporca dalla testa ai piedi e i Potter saranno qui fra poco.”

Me ne occupo io, milady. Vieni, Hermione.”

Uff, ma io voglio stare ancora un po' con Melyor.” protestò Hermione assai contrariata.

Suvvia, Hermione. Fai la brava e obbedisci. Dopo potrai giocare con Melyor insieme a Harry.”

No, non ci vuole mai giocare lui con Melyor. Sta diventando noioso, Harry, non propone mai niente e non fa mai niente senza prima chiedere il permesso a sua madre.”

Lady Granger portò le mani sui fianchi e guardò la figlia senza nascondere il suo disappunto per la sua ultima affermazione.

Harry è un bambino educato al contrario di te e comunque, signorina, un'altra mancanza di rispetto verso chicchesia e non potrai più cavalcare la tua cavallina per un mese.”

Un mese? Ma è tantissimo, madre!” si lamentò Hermione.

Appunto. Quindi ricordati di quanto ti ho appena detto. Adesso porta Melyor nella scuderia e poi fila a lavarti e cambiarti. Devi essere pronta per quando arriveranno i Potter!”

Hermione mise un lunghissimo broncio, ma obbedì e si allontanò, seguita dalla nutrice.

Lady Granger la vide andare via con Minerva e sospirò.

Non poteva lamentarsi di sua figlia, per quanto ribelle e scavezzacollo, era una bambina dolce ed estremamente intelligente. Sicuramente da adulta sarebbe stata una donna capace di badare a se stessa e tenere testa a chiunque avesse voluto tenerla a bada. Non si sarebbe lasciata rinchiudere in una gabbia dorata, come invece accadeva a moltissime donne della loro epoca.

Lady Granger era stata fortunata: era fra quelle poche donne che avevano avuto la possibilità di scegliere il proprio sposo. Erano veramente innamorati e Lady Granger non poteva pensare alla sua vita senza di lui. Erano legati non solo da una bambina, ma anche da un sentimento sincero e profondo, che era cresciuto lentamente nei loro cuori fin dal loro primissimo incontro. Sarebbe morta se le avessero strappato sia Hermione sia il marito.

Per la figlia desiderava lo stesso: una vita felice, in cui sentirsi realizzata e soddisfatta di se stessa, e una famiglia che le donasse calore e affetto. Il progetto del matrimonio con il piccolo Potter era un tentativo a cui sicuramente si sarebbe ribellata, la sua piccolina. Ma prima o poi avrebbe capito che era per il suo bene, o per lo meno era ciò che sperava Lady Granger. Se la scintilla fra Hermione ed Harry non fosse scoccata una volta raggiunta l'età da marito, allora Lord e Lady Granger avrebbero desistito. Ma fino a quel momento nulla impediva loro di sostenere quel progetto.

Qualunque cosa era comunque migliore del destino che si celava in Hermione, discendente di Kensa (1), la creatrice della leggendaria spada Sheridan Enid, e Lady Granger avrebbe fatto di tutto per allontanarla dalla magia.

 

*****

 

I Potter giunsero al castello di Gloucester nella tarda mattinata. Hermione era riuscita a prepararsi e Minerva le aveva fatto indossare un vestito bordeaux con rifiniture dorate. Lady Granger la guardò adorante: stava d'incanto, anche se Hermione non era dello stesso parere.

Madre, ma così non posso giocare!” le aveva detto, sbuffando.

Le altre bambine riescono a giocare con questi abiti!”

Le altre bambine non fanno i giochi che faccio io!” aveva ribattuto la piccola, incrociando le braccia sul petto.

La madre non le aveva risposto nulla perché dopotutto aveva ragione.

Avanti, Hermione, fai la brava bambina adesso. I Potter hanno appena attraversato il ponte levatoio.” le aveva detto dolcemente il padre, Lord Granger.

La bambina si era calmata e quando fu il momento aveva salutato rispettosamente Lord e Lady Potter. Mentre nei confronti del piccolo Harry si era rivelata ben presto per ciò che era: una piccola selvaggia. Non gli aveva rivolto l'inchino, anzi l'aveva spinto e poi era corsa via nel cortile dietro il castello.

Harry fortunatamente non sembrava essersela presa a male: aveva sorriso e l'aveva seguita di corsa. Le due lady avevano osservato i due bambini giocare a rincorrersi per qualche tempo. Dopodiché affidarono la custodia delle piccole creature a Minerva ed entrarono nel castello insieme ai rispettivi mariti.

Avete sentito di re Killian?” domandò Lord Potter, divenendo improvvisamente cupo.

Lord Granger annuì mestamente:“Sì, una vera disgrazia. Era così giovane!”

Sembra che abbia contratto una gravissima malattia durante il suo ultimo viaggio.”

Cosa accadrà adesso?- domandò Lady Granger- Il principe Peter è ancora troppo piccolo, non ha neanche l'età di Hermione ed Harry.”

Pare che suo fratello salirà al trono, almeno momentaneamente. Suo fratello Ryol.” esclamò Lord Potter poco entusiasta.

Lord Granger sospirò, condividendo il suo stesso stato d'animo.

Se devo essere sincero, non mi ispira grande fiducia il fratello di Sua Maestà. Ho sempre pensato che fosse così diverso dal fratello, che non avesse la stessa bontà d'animo, la stessa umiltà nel cuore.”

Qualità assai importanti per un re. Ryol, invece, è freddo e spietato. Ormai tutti sanno che da sempre aspira al trono e ora che è in mano sua si prospettano tempi bui per il regno.”

Ma dopotutto è un re. - affermò Lady Granger speranzosa- Sono sicura che non potrà mai recare alcun danno alla sua gente.”

Lord Granger le sorrise e le prese la mano: “Voi siete così buona, milady, ma non bisogna mai dubitare di ciò che si cela nel cuore umano. Ricordate che ognuno di noi nasconde sia la luce sia l'oscurità nell'animo e purtroppo in troppi individui prevale sempre di più l'oscurità. È per questo motivo che dobbiamo cercare di far risplendere più che possiamo la luce che è in noi. Proprio come fanno i bambini.”

Così dicendo Lord Granger rivolse uno sguardo fuori dalla finestra, verso il cortile dove i due bambini giocavano.

Harry ed Hermione erano stranamente tranquilli nel cortile. Seduti sull'erba osservavano con interesse i fiorellini di campo dei più svariati colori.

Vuoi sapere una cosa, Hermione?” domandò a un certo punto Harry.

Hermione guardò il bambino seduto accanto a lei: aveva occhi verdi e capelli neri, costantemente spettinati e l'espressione tranquilla proprio come il suo animo.

Cosa?”

Credo che i nostri genitori vogliono che ci fidanziamo.”

Il bambino chinò il capo, osservandola di sottecchi molto timidamente, mentre Hermione rise.

Non è possibile!”

Sì, invece. Ho sentito mio padre e mia madre che lo dicevano l'altro giorno.” ribatté Harry sicuro.

Hermione lo guardò per un istante e poi tornò a esaminare distrattamente i fiorellini che la circondavano.

È impossibile, io non mi sposerò mai!”

Perché?”

Perché se mi sposo non posso più andare a cavallo quando voglio, devo pensare ai figli e devo stare rinchiusa nel castello a cucire e questo non mi piace.”

Ma...- esclamò subito Harry-... se tu sposi me, io ti prometto che potrai fare quello che vuoi!”

Il bambino sembrava molto convinto di ciò che le aveva detto, ma Hermione era scettica a riguardo.

Non ci credo. Sarai come tutti gli altri.”

No, io sarò diverso. E comunque non penso che tu creda davvero a queste cose. Tuo padre non è così!”

Infatti lui è diverso. - esclamò Hermione orgogliosa - È dolce e gentile con me e con la mamma e le lascia fare sempre quello che vuole!”

Allora perché non posso essere diverso anche io? Non ti piaccio neanche un po'?”

Hermione sospirò: “Sei troppo tranquillo per me, però c'è una cosa che mi piace molto di te.”

Cioè?” domandò Harry, sorridendo curioso.

Mi piacciono i tuoi occhi. Sono verdi e a me il verde piace molto. Mi ricorda la natura e in particolare la foresta di Dean.”

Bene, allora da grande mi sposerai?” chiese il bambino con un'espressione estremamente compiaciuta.

Non ho detto questo, ma facciamo così. Se te la senti, ti metto alla prova!”

Harry divenne improvvisamente entusiasta: “Cosa devo fare?”

Se ti faccio vedere una cosa, una cosa strana che non sa fare nessun altro, prometti che non lo dirai a nessuno?”

Il bambino annuì energicamente con il capo: “Va bene!”

D'accordo. Se manterrai il segreto fino a quando saremo diventati grandi, allora ci sposiamo!” affermò Hermione con un sorriso.

Davvero?”

Certo, ma guai a te se lo dici a qualcuno.”

Harry si segnò una croce sul petto, all'altezza del cuore: “Prometto che non lo dirò a nessuno. Però adesso anche tu devi promettere che mi sposerai!”

Uff, non ti fidi della mia parola?”

Sì, mi fido, ma devi promettere anche tu!” esclamò Harry, porgendole il mignolo della mano destra.

Hermione lo fissò titubante: “Si può sapere perché sei così fissato con questa cosa?”

Perché sei divertente e mi piaci e voglio stare con te per sempre.”

Sei proprio strano, Harry.- commentò Hermione, rivolgendogli uno sguardo perplesso- Ma va bene, prometto anche io!”

Detto questo Hermione agganciò con il suo mignolo quello di Harry e il bambino rise felice.

Dai, fammi vedere il tuo segreto adesso!”

Hermione annuì e cominciò a cercare qualcosa in mezzo ai fiorellini e ai fili d'erba. Dopo pochi istanti afferrò qualcosa e lo strinse nella mano. Sollevò il pugno verso Harry, poi aprì lentamente la mano con il palmo verso l'alto. Harry si chinò per vedere: sulla mano della bambina era appoggiato un semplice ramoscello.

Guarda!” gli disse Hermione.

La bambina fissò il ramoscello e dopo un po' questo cominciò a librarsi a mezz'aria, tremando lievemente. Harry guardò esterrefatto quella piccola magia, ma non disse nulla, consapevole di assistere a qualcosa di importante, e continuò a fissare il ramoscello con attenzione perché improvvisamente questo cominciò a contorcersi su se stesso. Quando ricadde sul palmo della mano di Hermione aveva assunto la forma di due piccoli cerchi.

Caspita! Come ci sei riuscita?” esclamò Harry meravigliato.

Hermione fece spallucce: “Non lo so, ho scoperto da poco che ci riesco!”

Che bello!”

Tieni, te lo regalo!” disse Hermione, porgendogli il ramoscello contorto.

Harry afferrò il regalo entusiasta: “Grazie. Come mai hai fatto due cerchi?”

Non sono due cerchi, sciocco!- lo riprese Hermione- È il simbolo dell'infinito!”

Oh... non lo sapevo!” esclamò lui, arrossendo.

Visto che se mantieni la tua promessa, io devo mantenere la mia ho pensato che questo simbolo andasse bene. Significa che saremo legati per sempre.” disse Hermione.

La bambina chinò il capo per nascondere un lieve rossore che era apparso sulle gote, ma Harry se ne accorse e sorrise.

Allora grazie ancora di più. Lo custodirò per sempre!”

Guarda che se lo rompi o lo perdi io non te ne faccio un altro!” lo ammonì Hermione.

D'accordo. Ho capito!”

Hermione guardò il bambino che continuava a sorriderle fiducioso e più allegro che mai. Era sicura che non appena lui avesse visto cosa era in rado di fare sarebbe scappato dentro il castello a dirlo a tutti quanti. Invece era rimasto lì con lei e sembrava anche interessato alla capacità di Hermione di usare la magia. Questo la sorprese piacevolmente. Forse il piccolo Harry non era poi così noioso come pensava lei e ora sapeva che poteva fidarsi di lui.

Senti, Harry, prima di adesso tu credevi alla magia?” gli domandò.

Sì, certo!”

Allora non pensi che io sia strana?”

Perché fai le magie? No, non credo che tu sia strana! Ma perché tutte queste domande?”

Mia madre invece pensa che la magia non esista.” affermò Hermione amaramente.

Come mai?” le domandò lui interessato.

Una sera le ho fatto la stessa domanda e lei ha scosso il capo e mi ha risposto: 'Sciocchezze, non esiste la magia'. - esclamò la bambina, cogliendo una margherita in mezzo ai fili d'erba- E poi ogni volta che qualcuno parla di streghe o maghi dice sempre la stessa cosa.”

E tuo padre?”

Mio padre non dice mai niente e io non voglio chiederglielo perché ho paura di sapere che anche lui non crede nella magia.”

Come mai?”

Hermione non rispose subito: guardò la margherita che aveva fra le mani e poi la fece volteggiare davanti al suo viso con la magia.

Se dovessero scoprire che sono capace di fare delle magie, magari poi potrebbero abbandonarmi e non volermi più come figlia.” gli confessò titubante.

Harry si avvicinò a lei e le appoggiò una mano sulla spalla: “Non dire così! I genitori vogliono sempre bene ai figli, anche se sono maghi o streghe.”

Hermione guardò Harry, poi gli sorrise riconoscente e lo baciò sulla guancia.

Grazie, Harry!”

Harry arrossì e portò una mano sul punto in cui lei lo aveva baciato. Ma non ebbe molto tempo per pensarci su, perché il lato ribelle di Hermione riprese possesso di lei e la piccola spinse Harry, che cadde sul terreno ricoperto di morbida erba.

Prova a prendermi, Harry!” lo sfidò lei ed Harry si alzò subito in piedi per inseguirla.

Fu così che ripresero a giocare e rincorrersi nel cortile con la spensieratezza e l'innocenza tipica dei bambini, ignari che da lì a poche ore tutto nella loro vita sarebbe cambiato. Anche le promesse che si erano appena scambiati non avrebbero avuto più alcun senso perché le loro strade si sarebbero divise.

 

 

 

 

(1)- Kensa significa prima. 



Eccoli qui, Harry ed Hermione, piccoli, teneri e innocenti!! ^_^

I dialoghi della storia sono piuttosto “modernizzati”, ma per il tipo di storia, un fantasy avventuroso credo che vada bene.

Il prossimo capitolo si intitola “Plenilunio”. Come sempre grazie a Lights per il banner!

 

kia85 

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Capitolo 3
*** Plenilunio ***



Al di là della foresta


Capitolo 2: “Plenilunio”

 

Una notte di luna piena non promette niente di buono. Si dice che nelle notti di luna piena possano accadere le cose più terribili a uomini, animali e alla stessa Madre Terra.

La piccola Hermione fissava estasiata la luna piena dalla sua stanza. Minerva le diceva sempre di non stare alla finestra a guardare la luna.

Perché?” le aveva chiesto Hermione una sera.

Perché è pericolosa, la luna piena!” aveva spiegato Minerva.

Ma in quel momento Hermione era da sola nella sua stanza e poteva stare tranquillamente alla finestra a guardarla. Era stupenda, così perfettamente rotonda e luminosa. Sembrava una moneta d'argento. Come poteva una cosa talmente bella essere anche pericolosa?

No, Hermione non credeva alle parole di Minerva. Non poteva essere vero ciò che lei sosteneva.

Hermione, santo cielo, spostati immediatamente da lì!” sbottò Minerva, entrando improvvisamente nella sua camera.

Hermione sobbalzò spaventata e si voltò a guardare la sua nutrice.

Ma Minerva, un altro po', ti prego.” affermò implorante.

Niente da fare! Allontanati dalla finestra senza storie e preparati per andare a dormire.”

Hermione incrociò le braccia sul petto e mise il muso, ma obbedì. Si allontanò dalla finestra e si sedette sul letto morbido, che Minerva le aveva preparato per la notte.

Su, spazzolati i capelli!” affermò Minerva, porgendole un pettine in legno di rovere con una placchetta di bronzo intagliata.

La bambina prese il pettine e controvoglia cominciò a pettinarsi i capelli per eliminare quei fastidiosi nodi che si formavano sempre nei suoi capelli ricci.

Ahi, fa male!”

Poche storie, signorina. I capelli devono essere curati ogni giorno.”

I miei capelli sono antipatici. Sono troppo ricci.”

Hermione appoggiò con poca grazia il pettine sul letto, ma Minerva le fu subito accanto, prese il pettine e riprese a passarlo fra i suoi capelli con delicatezza.

Ma cosa dici? I tuoi capelli sono bellissimi. Non lo sai, le bambine con i capelli ricci sono le più fortunate!”

Ah davvero?- sbottò Hermione poco convinta - Se fossi stata davvero fortunata sarei nata maschio!”

Minerva sospirò: “Oh, finiscila, piccola selvaggia che non sei altro. Perché dici così?”

Perché i maschi possono andare a cavallo e possono indossare i pantaloni, possono studiare tante belle cose e imparare a maneggiare la spada e le armi. E poi...”

Basta così. - la interruppe Minerva- Le armi non sono adatte alle mani di una signora e tu diventerai una vera signora.”

Ma Hermione ebbe da ridire anche su questo punto.

Io da grande farò quello che voglio e non voglio essere una signora!”

Minerva alzò gli occhi al cielo esasperata. Le passò un'ultima volta il pettine fra i capelli e poi la fece andare sotto le coperte.

Beh, non mi sembra l'ora adatta per certe discussioni. Perciò, signorina, adesso sdraiati e cerca di addormentarti.”

Uff, d'accordo. Ma continueremo domani mattina!”

Sì, va bene. - esclamò la nutrice, baciandole la fronte - Buonanotte, Hermione!”

Buonanotte, Minerva!”

 

*****

 

Il castello di Lord Granger spiccava nella zona pianeggiante che circondava la foresta di Dean. Non era particolarmente maestoso e le sue mura erano robuste. Ma nessun muro, per quanto spesso e resistente, avrebbe potuto scampare alla potenza micidiale di quella fine e apparentemente innocua polvere nera. E loro, fortunatamente, ne possedevano una quantità sufficiente per poter far saltare in aria qualunque muro.

L'esercito dei barbari circondò il castello in silenzio e il generale Hortgar si avvicinò all'unico uomo incappucciato e avvolto nel suo mantello nero.

Quando volete voi, Maestà, entriamo in azione!” affermò.

Bene allora. Date inizio all'assalto.”

Il generale Hortgar fece un segno con la mano e subito un gruppo di uomini si avvicinò furtivamente al castello, portando con sé un contenitore metallico colmo di polvere nera. Lo posizionarono in un punto debole delle mura che circondavano il castello.

Quello che accadde dopo pochi minuti fu un'esplosione micidiale, un boato che scosse la terra e un'esplosione di luce da far diventare improvvisamente giorno.

Lord Granger vide quell'esplosione dalla finestra e per qualche istante rimase come paralizzato sulla sua sedia, mentre cercava di capire se il suo cuore continuasse a battere oppure no. Poi Lady Granger si precipitò di corsa nella stanza, visibilmente atterrita e pallida in volto.

Mio signore, cos'è stato?”

Lord Granger non rispose e guardò dalla finestra ciò che stava accadendo: un'orda barbarica stava penetrando all'interno del suo castello, soldati senz'anima che li stavano attaccando e sicuramente non avrebbero avuto pietà per nessuno. Il suo unico pensiero in quel momento fu uno solo.

Si voltò verso la moglie e la guardò risoluto: “Va', prendi Hermione e scappate nella foresta. Io cercherò di fermarli con i miei soldati!”

Ma... tu... non posso abbandonarti!” esclamò la donna.

Si gettò fra le sue braccia e lo fissò sempre più terrorizzata, gli occhi pieni di lacrime.

Lord Granger afferrò la donna per le spalle.

Hermione è più importante di qualunque altra cosa, Delen, sei d'accordo?”

Sì, certo!” rispose lei.

Allora portala in salvo, fallo per me. Sei l'unica che può riuscirci, lo sai. Io me la caverò!”

Lady Granger annuì decisa e si asciugò gli occhi con il dorso della mano. Poi gli baciò lievemente le labbra.

D'accordo. Stai attento!”

Vai adesso!”

Lady Granger girò sui tacchi e cominciò a correre più veloce che poteva. Suo marito aveva ragione, doveva portare in salvo Hermione. Era il loro dono più prezioso.

Attraversando i corridoi, la donna si scontrò spesso con altri abitanti del castello che cercavano una via di fuga, ma nessuno fece caso a lei. Anche il corpo di guardia si stava radunando per andare a contrastare l'invasione dei barbari, sotto il comando di Lord Granger.

Finalmente Delen raggiunse le stanze di Hermione e aprì la porta.

Minerva era seduta sul letto con Hermione, abbracciandola quasi la volesse proteggere con il suo corpo da chiunque avesse provato a farle del male. E anche la piccola era visibilmente spaventata in volto, tanto da aggrapparsi con forza alla sua nutrice.

Madre!” esclamò la bambina appena la riconobbe.

Presto, venite con me!” esclamò Lady Granger.

Minerva prese per mano Hermione e tutte e tre abbandonarono di corsa la stanza.

Madre, che sta succedendo?” domandò Hermione, continuando a correre con fatica accanto a Lady Granger.

I barbari stanno attaccando il castello.”

E dov'è mio padre?”

Li sta respingendo.”

Ci riuscirà, vero?” continuò la bambina, rivolgendo alla madre uno sguardo preoccupato, ma anche fiducioso.

Lady Granger non rispose. Non voleva dirle una bugia, ma neanche spaventarla. Perché anche lei era spaventata come la figlia, o forse ancor di più. Ma in qualità di madre, doveva proteggerla e infonderle fiducia.

Hermione dal canto suo non ripeté la stessa domanda. Aveva intuito che sua madre aveva paura e preferì accettare quel silenzio come risposta.

Le tre donne raggiunsero un passaggio segreto che conduceva sul retro del castello. Da lì poi avrebbero potuto raggiungere la foresta di Dean. Percorsero tutto il passaggio segreto, ma quando raggiunsero l'uscita, Lady Granger si accorse che tutto il castello era circondato.

Erano in trappola.

Siamo circondati!” esclamò, guardando Minerva.

Hermione, a quel punto, la abbracciò, tremando come una foglia: “Madre, ho paura!”

La bambina terrorizzata le fece improvvisamente capire che un modo c'era per mettersi in salvo. Aveva promesso a se stessa che non avrebbe più ricorso a quella sua abilità, ma per salvare Hermione avrebbe dato la sua stessa vita. Anche Lord Granger si era affidato a lei per quel motivo.

Minerva sembrò leggerle nel pensiero, perchè annuì con un gesto impercettibile del capo.

Così Lady Granger prese la sua decisione. Guardò l'anello che portava alla mano destra, una piccola fede d'argento con una decorazione a treccia. Era l'anello di sua madre, l'anello che la designava appartenente alla tribù dei Celti.

Delen chiuse gli occhi, ispirò profondamente, strofinando due dita sull'anello. Ecco, la magia scorreva nuovamente in lei ed era una sensazione sconvolgente. Come essere investita da un'onda, come essere in balia di un uragano. Erano anni che non provava quell'emozione.

Madre, che vi succede?” domandò Hermione turbata.

La donna impiegò qualche istante per riprendere il controllo del cuo corpo. Poi guardò la piccola Hermione e le sorrise.

Andrà tutto bene, tesoro. Fidati di me!”

Hermione annuì, rincuorata dal sorriso della madre: “Sì!”

Delen mormorò qualcosa in una strana lingua che Hermione non conosceva. Poi le prese una mano e le disse di non parlare assolutamente, mentre attraversavano il cortile sul retro del castello, inondato di barbari.

Ma... madre, non ci vedranno?”

No, non possono vederci. Quindi non parlare e loro non noteranno la nostra presenza.”

Hermione si lasciò guidare dalla madre: i barbari erano brutti e sporchi, puzzavano e urlavano. Hermione non aveva mai avuto così tanta paura e strinse di più la mano della madre, mentre il cuore le batteva velocissimo nel petto. Si chiese come mai non riuscivano a vederli. Forse sua madre aveva fatto un incantesimo. Allora questo significava che lei poteva fare delle magie, proprio come Hermione?

Perché non glielo aveva mai detto prima? Se l'avesse fatto, anche Hermione avrebbe potuto rivelarle la sua abilità magica e renderla felice.

Riuscirono ad attraversare in silenzio le orde barbariche in un punto vuoto. E poi di corsa raggiunsero il limitare della foresta di Dean. Raggiunti i primi alberi Delen si fermò e si voltò a guardare il castello. Un incendio stava propagandosi velocemente nella parte anteriore, avvolgendo l'edificio in una nube di fumo illuminata dalla luce rossastra del fuoco. Era uno spettacolo infernale e pensare che suo marito fosse ancora dentro le mura del castello mentre lei era in salvo era atroce. Non poteva abbandonarlo ora che aveva ripreso possesso della sua magia. Così si voltò risoluta verso Hermione e si inginocchiò di fronte a lei per guardarla meglio negli occhi.

Hermione, tesoro, ora devo tornare dentro il castello a prendere tuo padre.” le spiegò con calma.

Hermione scosse il capo in segno di protesta: “No, vi prego, non mi lasciate da sola!”

Delen sorrise fra sé e prese fra le proprie mani quelle più piccole della figlia, stringendole con delicatezza e baciandole.

Ma non sei da sola. Minerva si occuperà di te e voi resterete qui a nascondervi finché non torneremo.”

È una promessa?”

Certo! Torneremo tutti e due, Hermione. Intanto prendi questo.”

Così dicendo Delen si sfilò l'anello di sua madre e lo diede alla figlia.

Tesoro, ora devi promettermi che porterai questo anello sempre con te. È importantissimo, non lo devi perdere, d'accordo?”

Hermione annuì: “Lo prometto!”

Bene, brava figliola!”

Delen le accarezzò le braccia, sorridendole teneramente, poi le prese il viso lentigginoso fra le mani, strofinandole le guance piene e rosee con i pollici e appoggiò la fronte su quella della bambina.

Sii sempre forte e coraggiosa, Hermione. - le sussurrò - Ti amo sopra ogni altra cosa e amo la tua mente brillante e il tuo cuore puro. Non cambiare mai, sei perfetta così come sei.”

Madre, perché mi dite queste cose?” le domandò Hermione, guardandola perplessa.

Delen scosse il capo: le sorrise dolcemente e le baciò con delicatezza la fronte. Poi si alzò e guardò Minerva.

Ti prenderai cura di lei, vero?”

Minerva annuì: “Non devi neanche chiederlo.”

E le farai dimenticare come l'ho salvata?”

Perché?” domandò la nutrice, corrugando la fronte.

Ti prego, fallo e basta.”

D'accordo. Sta' attenta!”

Delen guardò un'ultima volta sua figlia, soffermandosi pochi secondi prima di voltarsi e tornare verso il castello. Hermione giurò di aver visto una lacrima percorrere la guancia di sua madre, quando si voltò per andare via. Non lo seppe mai con certezza.

Si sporse da un albero, ma Minerva la ritrasse giusto un attimo prima che scoppiasse un'altra esplosione nel castello.

Mamma... papà...”

Hermione guardava inorridita quella scena che le si parava di fronte. Perché stava accadendo tutto questo?

I suoi genitori erano dentro il castello al momento dell'esplosione. Sarebbero davvero tornati da lei? Sua madre avrebbe mantenuto la promessa?

Una piccola parte di Hermione le stava dicendo che non avrebbe più visto i suoi genitori, ma lei non voleva accettarlo. No, non l'avrebbe mai accettato.

Hermione guardò verso l'alto: la luna piena era ancora lì e osservava tutto dall'alto. Il fumo e la luce emessa dall'incendio la facevano apparire rossa e incandescente. Come se fosse macchiata di sangue.

Decisamente non le piaceva più. Era crudele la luna piena e pericolosa. Minerva aveva ragione.

Hermione non sarebbe più rimasta affascinata dal plenilunio. 




Capitolo un po' corto... ^^

Il prossimo si intitola “Scomparsi”... ma a chi si riferirà mai?? ^_^

Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia!

 

Alla prossima

kia85 

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Capitolo 4
*** Scomparsi ***



Al di là della foresta

Capitolo 3: “Scomparsi”

 

Scozia, contea di Mid Lothian

1297 d.C.

 

 

Il cielo della Scozia aveva qualcosa di estremamente affascinante per Harry. Sembrava più azzurro, più limpido e immenso. Le nuvole bianche lo attraversavano veloci, come tante piccole pecorelle che scorrazzavano su un prato verde.

Da quando si trovava lì, Harry passava intere ore sdraiato sul prato a osservare quel cielo e inebriarsi di quella pace che lo aveva accolto sette anni prima e lo tranquillizzava ogni giorno.

Ricordava perfettamente il suo arrivo in Scozia. Era accaduto pochissimi giorni dopo l'attacco dei barbari al castello di Lord e Lady Granger nella contea di Gloucester. Erano morti tutti e tre, Hermione e i suoi genitori, oltre a molti altri abitanti del castello. I pochi sopravvissuti si erano poi rifugiati nel villaggio accanto. I genitori di Harry erano troppo spaventati per quell'ennesimo attacco barbarico e avevano deciso di mandare il figlio a vivere in Scozia, da alcuni lontani parenti, i Weasley. Lord e Lady Weasley avevano ben sette figli, sei maschi e una femmina, l'ultima arrivata nella famiglia. Il penultimo dei sette, Ronald, aveva la sua stessa età e lui ed Harry avevano subito stretto amicizia.

Harry viveva con loro ormai da sette anni e si trovava benissimo con tutti quanti. Ron era divenuto il suo più caro amico e, crescendo in quella famiglia, si era infine accorto di essersi innamorato della piccola Ginevra Weasley.

L'unica nota negativa di tutta quella faccenda riguardava i suoi genitori: erano rimasti nella contea di Coleford, perché suo padre James aveva intenzione di scoprire il motivo di tutti quegli attacchi dei barbari. Era rimasto sconvolto, come pure sua moglie Lily e suo figlio, dalla brutale uccisione dei Granger. E purtoppo quello non fu un caso sporadico: in seguito ci furono altri attacchi da parte di quest'orda barbarica a famiglie nobili. Molti furono uccisi, ma qualcuno sopravvisse. Mentre altre famiglie, come i Potter, non furono minimamente toccate. Il che era abbastanza strano. Anche Harry aveva capito che c'era una logica dietro quelle aggressioni, ma ancora non avevano capito quale fosse.

Certo era che, anche se avessero compreso il motivo di quegli omicidi, nessuno avrebbe potuto far tornare in vita Hermione.

Harry la ricordava come se l'avesse vista appena il giorno prima. Ricordava la sua risata di bambina innocente, i suoi occhi vispi, i capelli folti e ricci e il suo animo selvaggio. Poteva risultare a volte prepotente nei suoi confronti, ma lui, nella sua tenerezza di bambino, era rimasto affascinato da quella personalità così diversa dalla sua e da tutti gli altri.

Ricordava perfettamente anche l'innocenza di quelle giovani promesse scambiate: il silenzio di Harry per la mano di Hermione. Lui aveva mantenuto la sua promessa, non aveva parlato con nessuno della sua abilità magica, ma ormai era tutto inutile, perché non avrebbe più potuto avere la mano di Hermione. Anzi ora si era innamorato di un'altra donna e la stava addirittura per sposare.

Harry si portò una mano sulla fronte e il suo sguardo cadde sul braccialetto di cuoio che portava al polso destro. Il simbolo dell'infinito fatto magicamente con un piccolo ramoscello da Hermione era stato legato a un cordoncino di cuoio. In questo modo Harry aveva potuto tenerlo sempre con sé ed era riuscito a non perderlo. Ogni tanto qualcuno gli domandava cosa mai rappresentasse quel cordoncino da cui non si separava mai. Ma Harry rispondeva sempre che si trattava di una promessa che aveva fatto e che non poteva infrangere.

Harry!”

Una voce femminile lo riportò alla realtà e lui si sollevò, guardando la giovane fanciulla che l'aveva chiamato a gran voce.

Era Ginny, la sua futura sposa. Correva verso di lui nel suo vestito color avorio, i bei capelli lunghi e rossi come il fuoco danzavano accompagnando i suoi movimenti.

Non appena lo raggiunse, si sedette accanto a lui.

Perdonami, Harry, se ho interrotto il tuo momento di riflessione, ma avevo tanta voglia di vederti.”

Harry sorrise: “Mia cara, non devi scusarti. Mi fa sempre piacere vederti.”

Ginny arrossì vistosamente, ma rise compiaciuta.

A cosa stavi pensando?”

Harry tornò a sdraiarsi per terra, rivolgendo lo sguardo verso il cielo: “Pensavo a... ai miei genitori. Credo che partiranno domani per raggiungerci in tempo per il matrimonio!”

Arriveranno in tempo sicuramente, non devi preoccuparti. Manca ancora una settimana.”

Ginny lo guardò dolcemente e prese la sua mano destra, giocherellando con il bracciale di cuoio.

Un giorno mi dirai finalmente perché indossi sempre questo bracciale?”

Harry la guardò, indeciso su cosa risponderle.

Il giorno del matrimonio magari...- continuò lei - ... come regalo di nozze!”

Harry aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Non sapeva proprio cosa dire: non voleva darle un dispiacere, ma non voleva neanche venire meno alla promessa data ad Hermione. Anche se teoricamente Ginny gli aveva solo chiesto come mai lo indossasse e non chi glielo avesse fatto o come.

Forse dopotutto qualcosina poteva rivelarle. In fondo era pur sempre la sua promessa sposa, avrebbe trascorso accanto a lei il resto della sua vita.

Ecco... io...”

Harry!”

Questa volta a chiamarlo fu un ragazzo, alto e robusto, con capelli rossi, occhi azzurri e lentiggini sparse sul viso.

Ron!”

Ron corse verso di loro sventolando qualcosa che stringeva con la mano, qualcosa che assomigliava tanto a una lettera.

Harry! È arrivata una lettera da Londra.”

Da Londra?” ripeté perplesso Harry, afferrando la lettera che Ron gli stava progendo.

Sì. L'ha consegnata un messo di Lord Black!” esclamò l'amico.

Lord Black non è parente di tuo padre?” domandò Ginny.

Sì, sono cugini.” affermò Harry, aprendo la lettera e cominciando a leggere.

Caro Harry,

                 so che non dovrei darti pensieri la settimana prima de tuo matrimonio.

Ma non posso davvero evitare di comunicarti una notizia che ha dell'angosciante.

Come sai qualche mese fa i tuoi genitori sono venuti a trovarmi a Londra. In quell'occasione abbiamo partecipato anche a un banchetto di Sua Maestà.

Ebbene sono partiti diversi giorni fa per tornare nella contea di Coleford, ma sembra proprio che non siano mai giunti a destinazione. Proprio ieri è giunto al mio castello, John, lo scudiero di tuo padre. Era visibilmente sconvolto. Non appena è riuscito a calmarsi, mi ha spiegato che Lord e Lady Potter non erano ancora tornati al loro castello ed è subito partito per cercare di capire cosa fosse successo. Tuttora non sappiamo proprio dove siano finiti.

Mi dispiace molto per ciò che sto per chiederti, ma devo farlo. Torna al più presto a Coleford, ho bisogno del tuo aiuto per trovare i tuoi genitori.

Ci troveremo direttamente al villaggio . E mi raccomando, cerca di stare attento e non fidarti di nessuno.

Il tuo affezionato

                         Lord Sirius Black”

Harry non riuscì a credere a quanto aveva appena letto: le mani che stringevano la lettera tremevano in modo inarrestabile. I suoi genitori erano scomparsi nel nulla. Ma come potevano due persone con soldati al seguito sparire nel nulla? Qualcuno doveva averli rapiti.

Chi mai avrebbe potuto rapirli e soprattutto per quale motivo? Non poteva credere a quanto stava accadendo. Doveva essere la settimana dei festeggiamenti per il suo matrimonio, invece non poteva ricevere notizia peggiore. Non sapere dove fossero i suoi genitori era terribile.

Harry, che succede?” domandò Ginny preoccupata.

Harry scosse il capo, ridestandosi. Non aveva senso cercare di capire cosa fosse successo ai suoi genitori. Doveva capirlo e prima di tutto doveva agire. Perciò raccontò tutto a Ginny e Ron.

È spaventoso, Harry, cosa possiamo fare?” esclamò Ginny ansiosa.

Ginny, mia cara, mi dispiace immensamente chiederti questo, ma se sei d'accordo vorrei rinviare il matrimonio di qualche settimana. Devo andare a Coleford immediatamente e ritrovare i miei genitori.”

Ginny non potè nascondere la sua delusione, ma annuì comprensiva e gli accarezzò la guancia, rivolgendogli poi un sorriso malinconico.

Sì, devi andare, lo capisco bene. Non preoccuparti per me, io ti aspetterò qui.”

Harry annuì e le baciò il dorso della mano. Sapeva che la sua futura sposa avrebbe capito: lei lo amava e desiderava solo la sua felicità ed Harry non poteva sposarsi serenamente in quelle condizioni.

Vengo con te, Harry. - aggiunse Ron - Andare da solo è pericoloso.”

Grazie, Ron!”

Harry sorrise riconoscente all'amico. Poi tornò a guardare Ginny.

Prometto che tornerò il più presto possibile e porterò con me i miei genitori!”

 

*****

 

I genitori di Ron furono molto comprensivi con Harry. Erano anch'essi molto preoccupati e gli augurarono una buona sorte nella sua missione. Ginny invece gli donò il suo fazzoletto, con le sue iniziali ricamate in un angolo. Ron gli aveva già offerto la sua compagnia ed Harry ne fu estremamente felice. Era fin troppo in ansia per i suoi genitori e non avrebbe mai potuto intraprendere quel viaggio da solo.

Partirono la mattina seguente, all'alba. Davanti a loro c'era un viaggio lungo, che sarebbe durato giorni e avrebbe attraversato gran parte del Regno.

Cercarono di fermarsi il meno possibile, giusto per far riposare i cavalli, dormire e mangiare.

Se Harry non fosse stato preoccupato in quel modo, avrebbe potuto godersi meglio il viaggio, guardare il paesaggio inglese scorrere tutto intorno a lui. La brughiera rigogliosa d'erica si stendeva sotto di lui, illuminata dai caldi raggi del sole. E mano mano che scendevano verso sud la brughiera lasciava il posto a colline più dolci e verdeggianti.

Quando infine attraversarono il fiume Trent dopo diversi giorni di viaggio, Harry capì che era quasi giunto a casa. Cominciò a notare paesaggi familiari, villaggi che aveva visitato e incitò il cavallo a correre più velocemente.

Non che non gli piacesse vivere insieme ai Weasley, ma quella era la casa in cui era nato e aveva vissuto con i suoi genitori nei primi anni della sua vita.

Finalmente furono in vista del castello dei Potter. Harry e Ron fermarono i cavalli un istante per guardare la loro meta. Non era un castello costruito per scopi bellici, perciò si trovava su una altura modesta. Era formato da diverse torri, quattro delle quali si trovavano agli angoli del muro di cinta.

Harry sorrise appena, osservando la sua casa e, scambiatosi uno sguardo con Ron, riprese il cammino. Quando giunsero dinnanzi al castello notarono che il ponte levatoio era calato. Perciò entrarono e si fermarono nel cortile interno. I due giovani smontarono da cavallo e si guardarono intorno con circospezione. Sembrava che tutto fosse intatto, i balconi di legno, lo scalone semicircolare, ma il castello pareva totalmente disabitato. Non c'era alcun segno di vita.

C'è nessuno?- esclamò Harry a gran voce – Sono Harry. Harry James Potter.”

Nessuno rispose.

Harry salì le scale e giunse al portone che dava all'interno del castello, ma questo era chiuso. Harry provò a forzarlo, ma era un portone di legno di tasso: compatto e resistente, era impossibile da abbattere e forzare. Perciò tornò indietro e scese le scale. E non appena superò l'ultimo gradino si ritrovò di fronte a un gatto. Aveva il muso schiacciato, il pelo folto e rossiccio e stava seduto tranquillamente.

Di chi era quel gatto? Non ricordava che ce ne fosse uno nel castello, probabilmente era selvaggio e gironzolava senza problemi per il castello a caccia di topi.

Fece un passo verso di lui, ma questo forse spaventò il gatto, il quale corse a nascondersi nello spazio sottostante le scalinate semicircolari. Harry lo seguì, avanzando con cautela e silenziosamente. Non sapeva perché stesse seguendo quel gatto, ma sentiva che lo avrebbe portato a una qualsiasi scoperta. Era quasi giunto in prossimità del luogo dove si era nascosto il gatto, quando all'improvviso venne chiamato da Ron.

Ehi, Harry. Guarda qui!”

Abbandonando il suo inseguimento, Harry si voltò e raggiunse Ron. Aveva preso da terra una freccia. Il giovano la osservò: era una normalissima freccia, che mostrava però una particolarità, in quanto il suo impennaggio era di colore verde. (1)

Che strano, vero? Delle piume colorate di verde.” commentò Ron.

Sì, infatti. Molto strano. Non ne avevo mai viste di simili.”

A chi credi che appartenga?”

Harry afferrò la freccia e la rigirò tra le mani: “Non saprei, probabilmente sarà di qualche soldato di mio padre.”

Allora, cosa facciamo, Harry?” domandò Ron.

Andiamo al villaggio. - rispose Harry, riponendo la freccia in una sacca appesa al cavallo- Chiediamo informazioni a qualcuno, in attesa di trovarci con Sirius!”

Ron annuì e pochi istanti dopo erano di nuovo in viaggio sui loro cavalli.

Dove credi siano andati tutti?”

Harry fece spallucce e sospirò: “Sirius ha detto che sono scomparsi i miei genitori. Probabilmente gli abitanti si sono spaventati per la situazione e si sono rifugiati nella foresta oppure nel villaggio, dai parenti.”

Speriamo di trovare qualcuno allora.”

Non appena entrarono al villaggio notarono alcune persone sul sentiero principale. Ma queste appena si accorsero dei nuovi arrivati corsero a rintanarsi nelle rispettive abitazioni. Harry smontò da cavallo e prese a camminare a piedi, trascinando il cavallo con sé. Il suo sguardo vagava sulle piccole capanne dal tetto di paglia in cui si erano rintanati gli abitanti del villaggio. Cercava un volto familiare fra tutti quelli che si affacciavano appena dalle finestre, un particolare del viso. E quando aveva cominciato a perdere la speranza la vide. Era Agnes, la moglie dello scudiero di suo padre. Subito corse verso la capanna in cui si rifugiava e bussò alla porta.

Signora, per favore, aprite la porta. Ho bisogno di parlarvi. Sono Harry James Potter!”

Probabilmente il suo nome convinse la signora ad aprire la porta. Infatti dopo pochi minuti, sulla soglia di casa apparve Agnes. La donna era di piccola statura e tarchiata: aveva un viso bonario, occhi azzurri e capelli biondo cenere, raccolti con un fazzoletto bianco sulla testa. Indossava una lunga tunica color porpora e sopra aveva una grembiule bianco.

Voi... siete davvero il piccolo Harry?” domandò Agnes, squadrandolo da capo a piedi con circospezione.

Harry annuì: “Sì, capisco che sono parecchi anni che non ci vediamo, ma vi assicuro che sono il figlio di Lord e Lady Potter.”

Agnes lo fissò attentamente in viso, soffermandosi sul suo sguardo. Solo allora sembrò convincersi e finalmente gli sorrise.

Sì, siete voi. Quegli occhi... li avete rubati a vostra madre.”

Harry sospirò, rilassandosi: “Posso entrare, ho davvero bisogno di parlarvi.”

Certo, entrate pure!”

Harry e Ron entrarono nella piccola capanna di Agnes e lei li fece accomodare su due sedie di legno, offrendo loro pane, carne secca e un bicchiere di vino.

Siete qua per i vostri genitori, è così, signore?”

Harry annuì: “Sì, sono tornato per cercarli.”

È una brutta faccenda, davvero. Non ce lo aspettavamo proprio.” commentò Agnes preoccupata.

Ditemi, Agnes, vostro marito è già tornato da Londra? Ho saputo che è andato da mio zio, Lord Black.”

Non ancora. - rispose la donna, scuotendo il capo - Ma mi ha mandato a dire che sarebbe tornato con vostro zio.”

Potete dirmi cosa è accaduto esattamente? Sono convinto che i miei genitori siano stati rapiti, ma non capisco perché.”

Io non so come mai, signore. I vostri genitori sono due care persone, non capisco proprio chi voglia far loro del male né come mai. So solo che stavano tornando da Londra quando è successo.”

Può essere accaduto qualcosa a Londra magari? Qualcosa che ha procurato loro dei nemici?”
“Chi lo sa. Abbiamo solo saputo che una sera sono stati invitati a corte per partecipare a un banchetto organizzato da Sua Maestà, re Ryol.”

Quindi hanno incontrato il re?”

Sì, lo hanno visto. Sapete bene che vostro padre non ha molto in simpatia il re, eppure voleva andare a quel banchetto.”

E voi non conoscete il motivo?”

No, mi dispiace, signore. Penso che vostro zio sarà molto più informato di me.”

Non vi preoccupate. - la tranquillizzò Harry - C'è altro che vi ricordate? Qualunque cosa può essere utile.”

Agnes rifletté per un istante. Poi il suo viso si illuminò, come se avesse appena avuto una rivelazione.

Beh... vedete, ultimamente vostro padre si recava spesso nella foresta di Dean.”

A caccia?”

La donna scosse il capo: “No, voleva andare sempre da solo e non si portava altro che un semplice pugnale. Non voleva neanche la sua spada.”

Come mai?”

Credo che avesse qualcosa a che fare con il gruppo di ribelli che abitano nella foresta.” spiegò Agnes.

Harry corrugò la fronte perplesso: “Chi sono questi ribelli?”

Si tratta più che altro di povera gente che non riesce a pagare le tasse imposte dal re: i ragazzi e i padri di famiglia si sono ridotti a rubare un tozzo di pane per sfamare i loro cari e adesso c'è una taglia sulla loro testa. Allora la gente proveniente dalle contee di Coleford e Gloucester si rifugiano nella foresta, perché lì sono al sicuro. I soldati del re non entrano nella foresta perché noi gli diciamo che è abitata da streghe e spiriti malvagi.”

Streghe?” ripeté Ron turbato.

Sì. E loro ci credono perché a capo di questi ribelli c'è una donna!”

Una donna?”

La chiamano la principessa della foresta. - spiegò Agnes - Ma nessun abitante di Coleford e Gloucester l'ha mai vista. “

Harry rifletté un istante sulle parole di Agnes: suo padre si recava spesso nella foresta ed era ormai quasi sicuro che andasse per cercare questo gruppo di ribelli. Allora se voleva avere delle informazioni c'era solo una cosa da fare.

Bene. Allora andiamo nella foresta di Dean.”


 




(1) indegno riferimento a “La Freccia nera”.

 

 

 

Evvai, ce l'ho fatta! ^^ Il prossimo capitolo si intitola “La principessa della foresta”, ma chi sarà mai questa principessa?

Grazie a chi recensisce e a chi legge. E grazie a Lights per il banner.

 

A presto 

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Capitolo 5
*** La principessa della foresta ***



Al di là della foresta


Capitolo 4: “La principessa della foresta”

 

Ma non sarà pericoloso?” domandò Ron scettico.

Lui ed Harry stavano cavalcando in direzione della foresta di Dean per cercare quella banda di fuorilegge di cui aveva parlato Agnes e, soprattutto, per trovare la principessa della foresta.

Non credo. Se mio padre è andato più volte da loro e non gli hanno mai fatto del male, diremo che sono il figlio di Lord Potter e sicuramente andrà tutto bene.” rispose Harry convinto.

Ron corrugò la fronte perplesso: “Mm... non sarei così sicuro, sono pur sempre dei fuorilegge.”

Suvvia, Ron, non è un crimine cercare di sfamare la propria famiglia. Le tasse sono così elevate che anche persone benestanti si riducono a rubare un tozzo di pane! Questo non fa di loro dei delinquenti.”

Sarà come dici tu.”

Finalmente giunsero al limitare della foresta di Dean. Harry incitò il cavallo a proseguire verso l'interno della foresta e Ron lo seguì. C'era un silenzio quasi rilassante. Un lieve fruscio proveniva dalle fronde degli alberi mosse appena dal vento e il canto dei fringuelli e dei merli riempiva la foresta, portando con sé una sensazione di allegria e serenità.

Tuttavia man mano che i due cavalieri avanzavano e si inoltravano, gli alberi si infittivano e la luce faceva fatica a penetrare attraverso le fronde degli alberi. Questo dava un'atmosfera mistica a tutto l'ambiente circostante, i raggi del sole che riuscivano ad attraversare l'ostacolo degli alberi creavano dei riflessi verdi e dorati che inondavano la foresta.

A un certo punto uno stormo di uccelli si alzò in volo improvvisamente, provocando un gran frastuono.

Ron sobbalzò sulla sella e guardò spaventato verso l'alto: “Che succede?”

Calmati, Ron, sono solo degli uccelli.”

Che si sono messi d'accordo per alzarsi in volo tutti insieme? - ribatté l'amico - Qualcosa li avrà spaventati!”

Stai tranquillo. Va tutto bene.”

Ma ormai le parole di Ron avevano insinuato il dubbio anche in Harry. Infatti cominciò a sentire dei rumori tutto intorno a loro: un ramoscello spezzato, il fruscio di foglie morte spostate sul terreno. Il cuore di Harry cominciò a battere più velocemente, ma non aveva nulla di cui preoccuparsi. Non sarebbe accaduto nulla di male. Se il loro capo era una donna, di sicuro non avrebbe mai avuto il coraggio di far loro del male.

Guarda, Harry!”

Ron indicò qualcosa davanti a loro e Harry seguì il suo braccio: proprio davanti ai loro cavalli c'era un gatto, appollaiato in una posizione quasi fiera e li fissava. Harry lo riconobbe subito perché era lo stesso gatto che aveva visto al castello di suo padre. Quel muso schiacciato era inconfondibile.

Ho già visto questo gatto!”

Harry smontò da cavallo e cercò di avvicinarsi. Aveva di nuovo la sensazione che quel gatto potesse portarlo verso una scoperta importante. Fece un passo incerto verso di lui e come la volta precedente il gatto corse a ripararsi dietro un albero. Harry fece per seguirlo, ma un sibilo gli giunse alle orecchie e subito dopo una freccia gli sfiorò il naso e andò a conficcarsi tra i suoi piedi.

Il cuore di Harry mancò un battito e il suo sguardo si abbassò a cercare la freccia. Quando la vide, si accorse che aveva un impennaggio verde, come la freccia che aveva trovato nel cortile del castello.

Vi consiglio di non muovere neanche un muscolo se avete cara la vita!”

La voce proveniva dall'alto e Harry alzò lo sguardo verso le fronde degli alberi. A fatica scorse una figura incappucciata che stava in piedi sul ramo di un albero. Era avvolta in un mantello lungo ed Harry non riusciva a vedere bene il viso. Di una cosa era certo però: era stata quella persona ad aver scoccato la freccia perché in mano aveva un arco.

Chi siete?” domandò Harry.

Abitanti della foresta di Dean che non gradiscono chi attraversa la foresta armato.”

Aspettate, non vogliamo fare del male a nessuno. - si affrettò a rispondere il giovane - Siamo qui per parlare.”

Ottimo. Quindi le armi non vi servono, giusto?”

A quella domanda Harry e Ron si ritrovarono circondati da circa una decina di uomini. Erano più o meno giovani, alti e bassi, ma tutti erano armati con archi, frecce oppure spade. Si avvicinarono a loro e sottrassero sia ad Harry che Ron le spade. Harry cercò di ribellarsi e, dopo una piccola collutazione, cadde a terra.

La figura incappucciata sull'albero rise divertita e poi con un salto li raggiunse a terra. Con quel balzo il cappuccio del mantello le scivolò indietro e Harry si accorse che si trattava di una ragazza. Non era particolarmente alta, il suo viso non era affusolato, ma aveva due incredibili occhi color ambra e capelli castani e ricci, che creavano riflessi dorati con i raggi del sole. Harry si accorse che c'era qualcosa di familiare nel suo viso, anche se non riusciva ancora a capire bene di cosa si trattasse. Se fosse il colore degli occhi o quei capelli ribelli...

La giovane afferrò la freccia conficcata per terra e la puntò direttamente sul viso di Harry, in mezzo agli occhi, costringendolo a restare a terra.

Voi siete la principessa della foresta, vero?” domandò Harry, guardando titubante la freccia che lei gli puntava contro.

Dal canto suo la ragazza lo fissava dall'alto molto attentamente e dritto negli occhi. Non sembrava particolarmente entusiasta della domanda ma rispose prima con un cenno del capo e poi parlò.

Sì, mi chiamano così.”

Milady, permettetemi di dirvi che non c'era affatto bisogno di disarmarci. - affermò Harry- Siamo venuti solo per chiedere informazioni.”

Solo per informazioni, eh? In effetti, due ragazzini come voi non possono essere pericolosi.”

Ehi! - esclamò Ron offeso- Non siamo ragazzini!”

Perdonatemi, signore, devo aver urtato il vostro orgoglio, ma vorrei farvi notare che chiunque sia in cerca di informazioni non è persona gradita nella nostra foresta.”

Perché?” domandò Harry.

Potreste essere spie di Sua Maestà.”

Harry scosse il capo: “Non siamo spie, veniamo dalla Scozia.”

Dalla Scozia? Non mi risulta che sia fuori dal regno di Sua Maestà. Perciò facciamo una cosa: sarete nostri ospiti per qualche giorno, almeno fino a quando non saremo sicuri che la vostra presenza non costituisce alcun problema, allora e solo allora vi daremo le informazioni che cercate!”

Aspettate, ma noi...” cercò di ribattere Harry.

Tuttavia non riuscì a concludere la frase perché si ritrovò in men che non si dica imbavagliato e bendato. Dopodiché alcuni uomini lo sollevarono e lo sistemarono sul suo cavallo. Uno di loro rideva di gusto mentre posizionava Harry sul cavallo.

Ah, avete fatto arrabbiare la bambolina. - sogghignò l'uomo - Credo che non vi lascerà andare tanto presto, la piccola Hermione.”

Quel nome risuonò nella mente di Harry, riportandolo a tanti anni prima, quando era solito giocare con una bambina di nome Hermione.

Ma Hermione era morta in un terribile agguato dei barbari al suo castello. Non poteva essere lei. Non era sopravvissuto nessuno quella notte. Tutti morti, Hermione, i suoi genitori, la sua nutrice, la sua cavallina...

Eppure quella sensazione di familiarità che Harry aveva provato pochi istanti prima ora aveva una spiegazione. Il nome era lo stesso, il colore degli occhi era esattamente come lo ricordava Harry e i capelli ricci e selvaggi rispecchiavano ancora il suo animo.

Che fosse davvero sopravvissuta grazie a qualche miracolo?

 

*****

 

Camminarono per diversi minuti e Harry non aveva la minima idea di dove si trovassero, ma sapeva certamente che erano ancora in mezzo alla foresta.

La sua mente era unicamente rivolta a quella nuova importante scoperta. Perché dopotutto c'erano fin troppi elementi a favore di quella teoria, cioè che Hermione fosse sopravvissuta all'incendio. Questo spiegava anche come mai suo padre si recasse così spesso nella foresta di Dean. Evidentemente anche lui aveva incontrato Hermione e l'aveva riconosciuta.

Quando giunsero a destinazione, finalmente i fuorilegge tolsero a Harry e Ron le bende dagli occhi e dalla bocca. Gli occhi di Harry, liberi di poter tornare a vedere, andarono subito in cerca della ragazza dai capelli ricci, ma non la vide più. Si guardò intorno: erano giunti in un'area della foresta in cui gli alberi erano più radi. C'erano alcune capanne di legno con tetti di paglia costruite sia per terra sia su alcuni alberi. Sembrava fossero abitate da molte persone di ogni sesso e di ogni età.

Dai, scendi, ti aiuto io.” disse un ragazzo alto e robusto, con una folta chioma di capelli castano scuro.

Harry scese da cavallo, aiutato dal ragazzo: aveva ancora le mani legate.

Senti, ho bisogno di parlare con quella ragazza. Si chiama Hermione, vero?” domandò Harry, mentre insieme a Ron veniva condotto verso una capanna.

Il ragazzo rise divertito: “Sì, sì chiama Hermione, ma forse non hai ancora capito che devi aspettare che sia lei a voler parlare con te!”

Ma è urgente!”

Ed Hermione, invece, è fatta così. Non puoi costringerla a fare niente.” ribatté il ragazzo con un sorriso.

C'era qualcosa nell'espressione del ragazzo che fece intuire a Harry di non aver alcuna possibilità di poter rivedere Hermione almeno fin quando non l'avesse raggiunto lei. Così si lasciò guidare insieme a Ron in una capanna piuttosto malridotta. Dentro non vi era assolutamente nulla e il ragazzo li fece entrare.

Adesso vi farò portare da mangiare. Accomodatevi pure, per un po' sarete nostri ospiti! - esclamò il ragazzo- Comunque io mi chiamo Neville!”

Così dicendo Neville girò sui tacchi e chiuse la porta dietro di sé con la chiave.

Seh... ospiti. Siamo prigionieri, altrochè! - commentò Ron nervoso- E tu che dicevi che non ci avrebbero fatto del male!”

Beh, siamo ancora vivi dopotutto.” fece notare Harry.

Oh sì, vivi, ma prigionieri, senza spada, senza cavalli e senza le informazioni che cercavamo!” sbottò l'amico.

Harry cercò di rassicurarlo con un sorriso: “Vedrai che tutto si sistemerà. Ho un asso nella manica.”

Adesso sì che sono più tranquillo.” esclamò Ron, sdraiandosi a terra.

Non ti fidi del tuo migliore amico?” gli chiese sconcertato e per tutta risposta ricevette uno sguardo per niente convinto.

Ti ricordi l'ultima volta che mi sono fidato di te? Sono stato catturato da una banda di fuorilegge capeggiata da una pazza isterica!”
Harry rise: “Senti, fossi al tuo posto, terrei a bada il sarcasmo. Non siamo nella posizione di fare certe battute.”

Ah... già, fantastico!”

In fondo Ron non era poi così sconvolto perché dopo pochi minuti si addormentò, inziando a ronfare beatamente. Come faceva a dormire nelle situazioni e posizioni più assurde Harry non l'aveva mai capito, ma forse era meglio così.

Quando il sole cominciò a tramontare, Harry sentì la serratura della porta scattare e poco dopo sulla soglia della capanna apparve una donna anziana. Era alta, magra e i capelli erano raccolti sul capo. Harry si ricordò di aver già visto il volto severo, ma anche assai gentile di quella donna. Era Minerva, la nutrice di Hermione.

Minerva avanzò nella capanna, chiudendo dietro di sé la porta. Portava un vassoio con pane, carne secca e acqua che appoggiò proprio davanti a loro.

Voi siete Minerva, vero?” domandò Harry.

Minerva, sorpresa, si fermò a guardarlo attentamente: “Come fate a conoscere il mio nome? Chi siete?”

Io sono Harry, il figlio di Lord Potter.”

Il piccolo Potter?” esclamò con un sorriso.

Beh, non più piccolo!”

Minerva annuì e si inginocchiò di fronte a lui: “Infatti. Siete un uomo ormai. Vi ricordavo come un fanciullo timido e gracilino, non vi avrei riconosciuto. Sapete, la mia vista non è più come una volta.”

Perdonatemi, Minerva, ma ve lo devo chiedere per sicurezza. - si affrettò a dire Harry - La ragazza che ci ha fatto prigionieri è Hermione?”

Minerva sospirò sconsolata: “Sì, è lei. È la mia piccola Hermione!”

Ma come è possibile? Eravamo sicuri che foste morti tutti nell'incendio.”

Ebbene, quella terribile notte Lady Granger ci ha aiutato a scappare grazie a un passaggio segreto, mentre Lord Granger cercava di respingere le orde barbariche con i suoi soldati. Siamo riuscite a fuggire dal castello, Lady Granger mi ha fatto promettere che mi sarei presa cura di Hermione e che ci saremmo rifugiate nella foresta. Poi è tornata dentro il castello per stare accanto al marito e cercare di salvarlo, ma purtroppo non ce l'ha fatta. Siamo rimaste ad aspettare per un intero giorno, sperando che qualcuno fosse sopravvissuto e uscisse dal castello. Ma nessuno ci ha raggiunte.”

Perciò siete rimaste nella foresta tutti questi anni?”

Sì, certo. Abbiamo vissuto all'interno della foresta per diversi giorni, poi abbiamo trovato altre persone che si trovavano in quest' area. All'epoca erano poco più di dieci ed erano tutti fuorilegge. Ma hanno avuto compassione di noi, ci hanno aiutate e sfamate. Infine abbiamo deciso di restare definitivamente in questa foresta come ci aveva raccomandato Lady Granger. La foresta poteva darci tutto ciò di cui avevamo bisogno, cibo e protezione.”

Ma ora ci sono molte persone qui. Anche bambini e anziani.”

Perché Sua Maestà continua ad aumentare le tasse e la povera gente non ce la fa. Alcuni di questi uomini e donne hanno rubato e sono diventati fuorilegge, ma altri sono semplicemente fuggiti dalle loro case. Non potendo pagare le tasse, hanno abbandonato la loro dimora per la paura di essere imprigionati dai soldati del re e hanno portato tutta la famiglia. Potete biasimarli?”

Non mi permetterei mai. Mi sembra di aver notato che qui è Hermione che comanda.”

Non è proprio così. Hermione non è un comandante, non pretende niente di tutto ciò. Sono gli altri che si affidano a lei, prendendola come una sorta di guida. È stata la prima bambina ad avere a che fare con questi fuorilegge ed è cresciuta qui nella foresta, in mezzo a persone che si sono affezionati a lei e l'hanno sempre considerata come una figlia. Le hanno insegnato a maneggiare una spada e soprattutto a tirare con l'arco. Se la vedeste, rimarreste colpito dalla sua abilità nel tirare con l'arco. Potrebbe colpire un bersaglio in movimento a decine di metri di distanza.”

Harry si ricordò della freccia che gli aveva quasi sfiorato il naso e fu percosso da un lieve tremito.

Ne sono convinto!” affermò.

Quando cominciarono ad arrivare altre famiglie, lei era già un'adolescente, animata dal fuoco della giovinezza e con un cervello niente male. Potete ben comprendere quanto ritenesse ingiusta la tirannia di re Ryol. Vedendola così determinata e coraggiosa, le persone intorno a lei hanno cominciato a rivolgersi a lei per qualunque problema. Fino a quando non ha cominciato a fermare i nobili signori che passavano per la foresta e derubarli di monete e gioielli.”

Harry strabuzzò gli occhi: “Dite davvero?”

Sì.- rispose Minerva, annuendo- Il denaro sottratto viene poi distribuito alla povera gente che vive nei villaggi delle contee di Coleford e Gloucester.”

Capisco. Un gesto nobile, indubbiamente. - ammise Harry- Ma posso chiedervi un favore, Minerva?”

Dite pure.”

Ho bisogno di parlare con Hermione urgentemente. È una questione della massima importanza e credo che lei possa aiutarmi.”

Vedo cosa posso fare, sapete, non mi dà sempre retta.”

La solita testarda?” domandò Harry con un sorriso.

Minerva fece un cenno d'assenso con il capo, ma il suo sguardo fu coperto da un velo di tristezza: “Sì, testarda e selvaggia. È rimasta tale e quale a come la ricordate voi. Anche se probabilmente adesso sorride di meno. Quella notte terribile l'ha traumatizzata, ma lei non lo ammetterà mai.”

Capisco. Credo sia comprensibile. Ma... mi aiuterete,vero?”

Certo, state tranquillo.”

Ve ne sarò riconoscente.” esclamò Harry soddisfatto.

 

*****

 

Quando il sole scomparve all'orizzonte e le stelle fecero la loro comparsa nel cielo, Harry e Ron si trovavano ancora prigionieri e rinchiusi nella loro capanna. Ron aveva trangugiato la sua porzione di cibo che aveva portato loro Minerva. E mangiò anche parte della porzione di Harry, considerato che lui non aveva molta fame.

Allora, questo asso nella manica?” domandò Ron.

Mi sto organizzando.” rispose lui.

Si può sapere in cosa consiste esattamente?”

Harry sospirò sconsolato: “La ragazza che ci ha fatto prigionieri.”

Ah... la bisbetica!”

Non chiamarla così. - ribatté Harry - Il suo nome è Hermione.”

Ehi, è lo stesso nome di quella tua amica d'infanzia tragicamente scomparsa.”

È lei!”

Eh? Cosa vuol dire è lei?”

Significa che non è morta in quell'incendio. Lei e la sua nutrice Minerva si sono salvate, fuggendo da un passaggio segreto.”

Ron emise un fischio: “Questa sì che è una notizia!”

Già. Non mi aspettavo proprio di rivederla ancora una volta.”

Perché?- domandò una voce proveniente dall'esterno- Chi sei tu?”

Harry guardò alla sua destra: una figura era affacciata alla piccola finestra della capanna e li guardava furiosa. L'oscurità ormai li avvolgeva, ma grazie alla luce della luna Harry riuscì a riconoscerla.

Era Hermione.


 



E andiamo avanti. Non sono riuscita ad aggiornare prima, ma alla fine ce l'ho fatta. Il prossimo capitolo si intitola “La sfida”. E chi sfiderà chi? ^_^

Bene, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.

 

Alla prossima

kia85 

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Capitolo 6
*** La sfida ***



Al di là della foresta



Capitolo 5: “La sfida”

 

Chi sei tu?” ripeté Hermione.

Li aveva raggiunti all'interno della capanna e fissava ora Harry con un misto tra preoccupazione e curiosità. Anche se l'ambiente era poco illuminato, Harry riusciva perfettamente a percepire il suo sguardo che lo stava trapassando più pungente delle frecce che Hermione tirava con l'arco.

Io... io sono Harry James Potter.” rispose cercando di non lasciarsi intimorire.

Hermione non disse nulla. Restò immobile per un istante, poi si avvicinò a lui e gli si sedette di fronte, probabilmente per guardarlo meglio.

Eravamo amici da bambini. - aggiunse lui - Ti ricordi?”

Harry Potter...”

Hermione si sporse verso di lui, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso, mentre Harry trattenne il fiato. La giovane lo esaminò attentamente in ogni particolare del suo viso e, infine, si soffermò sugli occhi.

Ricordo il colore dei tuoi occhi.” disse infine.

Harry annuì e si rilassò. Era già un buon inizio.

Una volta mi dicesti che era la cosa che più ti piaceva di me.” le fece notare.

Perché il verde mi ricorda la foresta di Dean.” aggiunse lei.

Harry sorrise entusiasta: “Esattamente!”

Hermione si allontanò, ma continuò a fissarlo e restò seduta di fronte a lui.

Sì, sei davvero tu. - commentò Hermione – Sai, ti stavo aspettando.”

Harry parve piuttosto sorpreso da quell'affermazione: “Mi stavi aspettando?”

Certo. I tuoi genitori sono scomparsi, sapevo che prima o poi ci saremmo rincontrati. Forse tu non potresti dire lo stesso, vero?” domandò lei.

No, infatti. Pensavo che fossi morta in quell'incendio.”

Già. Non si è più sicuri di niente ormai. Neanche dei morti!” commentò Hermione, abbassando lo sguardo a terra.

Mi è dispiaciuto moltissimo quando l'ho saputo, per te e per i tuoi genitori. Erano delle brave persone.”

Ma loro non ci sono più. - tagliò corto Hermione- Perciò dobbiamo pensare ai vivi, cosa ne dici?”

Harry rimase spiazzato da un'affermazione così fredda. Non era da Hermione. La ricordava come uno spirito ribelle e indipendente, certo, ma mai cinica. Non sapendo cosa rispondere, il giovane restò in silenzio.

Immagino che tu sia venuto a cercare me, è giusto?”

Harry annuì: “Sono stato al villaggio di Coleford e ho saputo che mio padre si recava spesso nella foresta di Dean. Mi hanno parlato di una principessa della foresta a capo di una banda di ribelli. Perciò ho pensato che questa principessa potesse sapere qualcosa sulla scomparsa dei miei genitori.”

Io non sono una principessa e non sono il capo di questa gente. - rispose lei - Ormai nei villaggi mi chiamano così, ma qui nessuno si rivolge a me in questo modo.”

Perdonami. Non lo sapevo.”

Ricordalo per la prossima volta. Per quanto riguarda tuo padre, è vero, spesso veniva a trovarmi. Circa un anno fa si era addentrato da solo nella foresta di Dean. I ricchi signori che attraversano indisturbati la foresta non ci piacciono, soprattutto se sono armati. Di solito li attacchiamo e rubiamo il denaro e i gioielli che portano con sé. Così quella mattina lo abbiamo fermato, ma lui, a differenza di te, mi riconobbe subito. Mi disse che ero tale e quale a una lady che conosceva e poi mi chiese il nome. Quando gli risposi, non credette ai suoi occhi. Mi disse quanto fosse felice di vedermi viva, che tutti voi avevate creduto che fossi morta anche io nell'incendio, sebbene il mio corpo non fu mai ritrovato. E mi disse anche che, subito dopo quella notte, ti spedì da qualche parte in Scozia per la paura che accadesse qualcosa anche a te.”

È vero, ma poi non accadde nulla.”

Esatto. Questo perché in quel periodo venivano attaccate in Inghilterra solo famiglie nobili in cui ci fosse un primogenito di sesso femminile. Quindi voi non rientravate in questa categoria.”

Harry la guardò perplesso: “Che senso aveva tutto questo?”

Non lo so. - rispose Hermione, scrollando le spalle - Io da quella notte ho vissuto con Minerva qui nella foresta, lontano dai villaggi. Perciò quando incontrai tuo padre, lui mi spiegò che aveva fatto delle ricerche su quanto era accaduto in quel periodo. Scoprì che le vittime di quegli attacchi erano tutte famiglie con una bambina come primo figlio, perciò ha cominciato a pensare che non potesse essere solo una coincidenza. Ci doveva pur essere un motivo sotto. Così da quel giorno è tornato spesso nella foresta, sia per informarmi sulle ricerche, sia per portarci armi e vivande. Qualche volta portò anche tua madre. Anche lei fu molto felice di vedermi e mi abbracciò...”

Hermione si soffermò un istante nel racconto e chinò il capo, divenendo improvvisamente pensierosa. Harry notò le mani della giovane stringersi attorno ad una figura immaginaria proprio come se stesse ricordando quell'abbraccio. Poi Hermione scosse il capo e riprese a parlare.

Lord Potter mi confidò, un giorno, che tutto portava a pensare che dietro quelle aggressioni barbariche ci fosse Sua Maestà, re Ryol in persona.”

Cosa, il re?” esclamò esterrefatto Harry.

Sì, non poteva non sapere cosa stesse accadendo nella sua terra. Per quanto un re possa essere sordo alla richiesta di aiuto del suo popolo, non avrebbe mai permesso che centinaia di persone morissero per mano dei barbari. A meno che, ovviamente, quei barbari non stessero eseguendo un suo preciso ordine. Quando tuo padre mi confidò questa sua ipotesi, rimasi sconcertata ovviamente, ma il suo ragionamento filava. Infervorata gli chiesi di portarmi dal re affinché potessi ucciderlo con le mie mani. Ma lui mi disse che finché non avessimo avuto le prove certe del suo crimine, non avremmo potuto compiere alcuna vendetta. Infine mi disse che sia lui che sua moglie sarebbero partiti il giorno dopo per andare a trovare Lord Black a Londra e una volta lì avrebbe avuto l'occasione di frequentare la corte del re e di conseguenza avrebbe potuto indagare su questa faccenda. Come ben sai, non sono mai tornati da Londra. Ma tuo padre, prima di mettersi in viaggio mi ha scritto una lettera che mi ha fatto recapitare da un suo fidato messaggero: nella lettera mi avvertiva che aveva scoperto qualcosa di importante a corte, ma era troppo pericoloso da riportare su carta. Così mi chiedeva di raggiungerlo al castello appena fosse tornato. Io sono andata al castello, ma i tuoi genitori non sono mai tornati. Gli abitanti del castello erano molto preoccupati e qualcuno cominciò a vociferare che fossero stati rapiti. Per questo quando sei arrivato, hai trovato il castello abbandonato.

Quindi tu eri lì stamattina?” domandò Harry.

Hermione annuì: “Sì, io e il mio gatto Grattastinchi. Stavo facendo l'ennesima ricognizione, ma non ho trovato nulla.”

E non sei riuscita a sapere cosa avesse scoperto mio padre?”

No, ma credo sicuramente che abbia qualcosa a che fare con il re. Dopotutto non può essere una coincidenza che i tuoi genitori siano stati rapiti proprio dopo essere stati ospitati a corte.”

Quali sono i tuoi piani adesso?” le domandò Harry interessato.

Dovrei avere qualche informazione in più prima di agire. Se non altro per essere sicuri che siano in mano al re.”

Beh, io posso aiutarvi. Mio zio, Lord Black, giungerà fra pochi giorni a Coleford. Sono sicuro che sappia qualcosa. Mio padre deve essersi confidato con lui prima di partire. Appena sapremo cosa è successo a corte potremo agire. Perciò, Hermione, lascia che uniamo le nostre forze per liberare i miei genitori.”

Hermione sembrò riflettere sulla sua richiesta, soppesando ogni parola: “Certamente la tua proposta è interessante, Harry. Ma non è una decisione semplice. Non so quanto possa veramente fidarmi di voi.”

Perché no? Siamo dalla stessa parte, Hermione.”

La ragazza sospirò e si alzò in piedi.

Harry, sono tanti anni che non ci vediamo ed entrambi siamo molto cambiati da allora. Ci vorrà del tempo prima che possa fidarmi completamente di te. Inoltre, il tuo compagno di viaggio... non ho idea di chi sia, a parte il fatto che gli piace giudicare le pazze isteriche.”

Ron, che fino ad allora aveva assistito alla conversazione totalmente in silenzio, non appena fu chiamato in causa, arrossì fino alla punta delle orecchie.

Ehm... io non volevo... insomma, non pensavo...”

Oh, ti prego. Lascia perdere! - tagliò corto Hermione- Tuttavia, penserò alla tua proposta, Harry. La notte, in fondo, porta consiglio e domattina conoscerai la mia risposta.”

Harry sospirò rassegnato: probabilmente era già una grande vittoria quella risposta da parte di Hermione. Ora come ora non avrebbe potuto fare nient'altro.

Allora, buonanotte!” esclamò Hermione, avviandosi verso l'uscita della capanna.

Ma tutto d'un tratto Harry la chiamò: “Ehi, Hermione!”

La giovane si voltò verso di lui e si fermò, aspettando che Harry parlasse.

Sono davvero felice che tu sia viva.” le disse lui con un sorriso.

Hermione non rispose, lo guardò un istante, poi chinò il capo e uscì. Harry la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì dalla sua vista. Era ancora incredulo, per anni l'aveva creduta morta, invece ora era lì, davanti a lui. Si era avvicinata lui, l'aveva guardato negli occhi, gli aveva parlato. Aveva pronunciato il suo nome, con freddezza, ma sempre cortese. Anche Hermione sembrava felice di rivederlo, ma probabilmente non riusciva a mostrarlo o semplicemente non voleva. Non era più la bambina spensierata e allegra che era cresciuta con lui. Era distaccata, cinica e sfiduciata. La morte dei suoi genitori, avvenuta in modo così traumatico, l'aveva segnata profondamente dentro di lei, Harry ne era ormai convinto.

Perciò quella ragazza sarebbe Hermione.” commentò Ron, il cui sguardo, invece, era fisso su Harry.

Harry tornò in sé e si voltò verso l'amico: “Sì, o perlomeno quello che resta di lei.”

È una che dice sempre ciò che pensa.”

Già. - ammise lui, sorridendo malinconicamente - È sempre stata una delle sue caratteristiche più evidenti.”

Ed ha anche un suo fascino, selvaggio, ma interessante.” aggiunse Ron vagamente.

Dici? Non ho fatto caso a questo!”

Sì, non l'hai notato. - sospirò Ron e si sdraiò sulla paglia, lasciandosi scappare uno sbadiglio - Buonanotte, Harry!”

Il tono usato da Ron era molto ironico, ma Harry davvero non aveva fatto caso a quel particolare. Ora che l'amico glielo aveva fatto notare, Harry doveva ammettere che aveva ragione. La natura era stata benevola con lei: le aveva dato folti capelli ricci, due occhi ambrati che nascondevano un animo forte e fragile nello stesso tempo e un viso dai tratti delicati. Era bella anche con quei vestiti maschili che finalmente poteva indossare liberamente.

Harry si coricò e il suo sguardo si perse al di fuori della piccola finestra della capanna. Riusciva a intravedere uno squarcio di cielo notturno, ornato di stelle chiare, che faceva capolino fra le chiome degli alberi della foresta.

Era finalmente a casa, nella sua terra. Ma la situazione che aveva trovato non era delle migliori: i suoi genitori rapiti, il suo castello abbandonato, nessun segno da parte di Lord Black.

In quel momento Ron cominciò a russare, ricordandogli che in fondo non era solo. C'era il suo migliore amico con lui e, ora, aveva trovato anche Hermione. Non sapeva ancora se poteva contare su di lei, ma dentro di lui qualcosa gli diceva che lei avrebbe accettato la sua proposta.

 

*****

 

La risposta di Hermione risultò essere assai lontana da ciò che Harry si aspettava.

La mattina seguente Minerva portò loro la colazione. Insieme a lei c'era una ragazza con lunghi capelli biondi e un'espressione costantemente disorientata. Minerva la presentò come Luna.

Buongiorno, cari prigionieri!” li salutò Luna.

Buongiorno!” esclamarono all'unisono Harry e Ron.

Avete dormito bene?” domandò Minerva, porgendo il vassoio a Harry, mentre Luna si occupava di Ron.

Sì, per quanto si possa dormire bene così legati!”

Oh, ma Hermione ha detto che adesso possiamo liberarvi.” disse Luna con un sorriso.

Liberarci? Questa sì che è una bella notizia!” esclamò Ron, radioso.

Questo però non significa che siete liberi di andare. Hermione vuole vedervi tra mezz'ora nello spiazzo qui fuori.” spiegò Luna.

Harry guardò Minerva sorpreso: “Come mai?”

Non saprei proprio. Mi ha avvisato poco fa di questa sua idea.” rispose la nutrice, cominciando a liberare i polsi di Harry dalla costrizione delle corde.

Probabilmente vorrà darmi la risposta alla proposta che le ho fatto ieri sera.”

Minerva sorrise fra sé: “Se avesse voluto semplicemente darvi una risposta, sarebbe venuta qui da voi. Credo che il motivo sia un altro.”

Un altro?”

E in effetti il motivo di quell'incontro era un altro. Dopo aver fatto colazione Harry e Ron uscirono finalmente dalla capanna e si accorsero subito che nello spiazzo si erano radunate molte persone e in mezzo a loro c'era anche Hermione. Aveva i capelli legati con un nastro in una coda appena accennata e indossava una maglia bianca a maniche lunghe,

Buongiorno!” esclamò lei, accogliendoli.

Buongiorno.”

Cosa succede?” chiese Ron titubante.

Questa notte ho pensato alla tua proposta, Harry, e sono giunta ad una conclusione. - affermò la ragazza – Sono convinta che il vostro aiuto risulterà ben utile, ma, d'altra parte, non posso accettare chiunque tra i miei combattenti. Bisogna dimostrare le proprie abilità nell'arte della spada.”

Oh.- si lasciò scappare Harry - Sì, mi sembra giusto.”

Perciò se uno di voi riesce a battermi in un duello con la spada, accetterò che vi uniate a noi. Altrimenti verrete rispediti proprio da dove siete venuti.”

Detto questo Hermione si voltò e afferrò la spada che gli stava porgendo uno dei ragazzini che si trovavano nella foresta. Nello stesso momento Ron diede una spinta a Harry, il quale si ritrovò ad avanzare verso Hermione. Quando lei tornò a guardarli, i suoi occhi furono attraversati da un lampo di sfida.

Bene. Portate al signor Potter la sua spada.” affermò Hermione.

Hermione, vorrei solo dirti che sono stata allenato nell'arte della spada da un grande maestro della Scozia.”

Hermione accennò un sorriso e un'espressione molto colpita: “Oh, davvero? Allora dovrò stare attenta!”

Non ti preoccupare, sarò cauto con te.” la tranquillizzò lui disinvolto.

Grazie, ma, ti prego, non vorrei mai che tu ti abbassassi al mio livello. Duella pure con tutte le migliori tecniche che hai appreso. Sono davvero curiosa di ammirarle!”

Il ragazzino che aveva porto la spada a Hermione consegnò a Harry la sua. Il giovane cavaliere la afferrò e la fece roteare con un abile gesto.

Cominciamo!” esclamò Hermione.

I due duellanti iniziarono a camminare con una traiettoria circolare e i loro sguardi erano agganciati l'uno all'altro. Si stavano studiando l'un l'altra. Harry si accorse che Hermione aveva un'espressione molto determinata e questo lo fece dubitare della propria sicurezza. Forse non avrebbe dovuto sottovalutarla. Ma dopotutto era pur sempre una donna e la sua spada sembrava molto pesante, sicuramente avrebbe avuto qualche difficoltà a maneggiarla con facilità.

Perciò il giovane Potter decise di attaccare. Balzò verso di lei, accompagnando il movimento con un fendente della spada. Hermione lo schivò abilmente, gettandosi alla sua destra, e subito dopo rispose con il suo attacco. Harry parò abilmente il colpo ed entrambi arretrarono.

Aveva decisamente sbagliato a sottovalutarla, ma non si lasciò scoraggiare. La attaccò nuovamente e lei rispose con agilità, respingendolo con forza. Harry parò, girò su se stesso e si chinò, sferrando l'ennesimo attacco con la spada e spingendola indietro. Hermione indietreggiò e inciampò in un ramoscello, cadendo a terra e battendo la schiena. Il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore appena accennata, mentre gli spettatori li fissarono allibiti. Harry si rialzò subito e si posizionò in piedi su di lei, puntandole la spada alla gola.

È stato breve, ma intenso!” commentò Harry con un sorriso.

Stranamente anche Hermione stava sorridendo e qualcosa in quel sorriso lo fece tremare.

Concordo!”

Harry non capì molto bene ciò che accadde in seguito. Si sentì spingere indietro dai piedi di Hermione, che lo colpirono poco più in basso della cintola. E tutto d'un tratto era a terra, con il fondoschiena dolorante e la spada ancora in mano. Questa volta era Hermione a puntargli la spada in gola.

Breve, ma intenso!”

Detto questo Hermione si allontanò e ripose la spada nel fodero. Harry la guardò turbato, non poteva credere di essere appena stato battuto con la spada da una donna.

Siete liberi!” esclamò infine Hermione.

Liberi?” ripeté Harry, alzandosi in piedi.

Sì, liberi di andarvene o di restare se volete!”

Possiamo restare? Ma avevi detto che se fossi stato sconfitto...”

Non terminò la frase perché Hermione lo interruppe: “È vero, così come è vero che sei stato il primo ad atterrarmi. Sei molto abile, Harry.”

Ah... allora, voglio restare!” affermò Harry convinto.

Hermione lo guardò e annuì: “Come vuoi!”

Grazie mille, Hermione!”

Tieni i tuoi ringraziamenti per quando avremo ritrovato i tuoi genitori.” commentò lei e, dopo avergli rivolto le spalle, se ne andò.

Harry la guardò mentre si allontanava e fu subito affiancato da Neville.

Non pensate male di lei, non è cattiva. - spiegò il ragazzo - Ha solo un carattere un po' scontroso.”

Lo so. È un po' cinica.”

Un po' cinica, sì, direi di sì.- affermò Neville, annuendo- Potete tenervi la spada, se dovete restare qui!”

Grazie.”

Per così poco! Benvenuto a bordo, Lord Potter!” esclamò il giovane, dandogli una pacca sulla spalla.

Quando Harry tornò accanto a Ron, questi gli rimandò uno sguardo decisamente sorpreso.

Quindi restiamo...” disse Ron.

Io sì, tu puoi anche tornare. Si tratta dei miei genitori, in fondo.”

E io dovrei tornare e sorbirmi i rimproveri di mia madre e mia sorella? Sei impazzito? Non ci tengo affatto! Resto anche io, fintanto che non avremo ritrovato i tuoi genitori!”

Harry lo guardò riconoscente: “Sei sicuro? Non so quanto tempo impiegheremo.”

Il tempo che sarà necessario, Harry. Io resterò comunque al tuo fianco.”

Grazie!”

Intanto sarà meglio avvisare la mia famiglia, affinché non si preoccupino.”

Sono d'accordo!”

Harry sospirò: si sentì veramente molto sollevato dopo tanti giorni di preoccupazione in cui la sua mente era stata rivolta esclusivamente al rapimento dei suoi genitori. Ora invece, circondato da persone che volevano aiutarlo, provava davvero una sensazione di tranquillità; in qualche modo era sicuro che con l'aiuto di tutte queste persone, prime fra tutte Hermione e Ron, avrebbe ritrovato e riabbracciato i suoi genitori.

 

 

 

E vai con un altro capitolo! Il prossimo si intitola “Orfani”. Spero vi sia piaciuto!

Alla prossima

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Capitolo 7
*** Orfani ***



Al di là della foresta



Capitolo 6: “Orfani”

 

La mattina dopo Harry si svegliò molto presto. Il sonno quella notte fu molto tranquillo e ristoratore. Si sentiva pieno di forze e pronto a mettersi a disposizione per andare alla ricerca dei suoi genitori.

Buongiorno!” esclamò una voce nella stanza.

Harry si mise subito a sedere, accorgendosi di una ragazza dai lunghi capelli biondi di fronte a lui: era Luna. La ragazza era accovacciata a terra e lo fissava con un sorriso sulle labbra. Non aspettando di trovare qualcuno nella capanna, oltre il suo amico Ron, Harry sobbalzò sul posto quando la vide.

Scusa, non volevo spaventarti.” disse lei, alzandosi in piedi.

N-no... non mi sono spaventato...” cercò di spiegare lui.

Luna sorrise divertita: “Sì, certo. Riesco sempre a distinguere un paio di occhi spaventati, soprattutto quando sono belli come i tuoi.”

Harry arrossì lievemente, mentre Luna continuò a ridacchiare. Poi lei si avvicinò a Ron e lo fissò da vicino. Il ragazzo cominciò a muoversi nel sonno, segno che stava per svegliarsi anche lui. Infatti quando aprì gli occhi e si ritrovò davanti la ragazza, cacciò un urlo spaventato.

Luna scoppiò nuovamente a ridere, mentre Ron diveniva rosso come un pomodoro.

Siete proprio buffi tutti e due.” esclamò la ragazza, ridacchiando.

Che ci fai qui a quest'ora del mattino?” domandò Ron, provando a ritrovare la calma.

Luna tornò nella sua posizione iniziale e prese il vassoio che aveva appoggiato per terra: “Vi ho portato la colazione.”

Oh... grazie!” disse Harry.

Detto questo raggiunse Luna e cominciò a servirsi di ciò che offriva il vassoio, ovvero latte di pecora appena munto e pane secco. Ron, dopo un istante di titubanza, si avvicinò agli altri due e imitò Harry, cominciando anche lui a fare colazione.

Non è molto... - disse Luna- … ma riesce a sfamarci tutti!”

È una colazione perfetta, Luna. - disse Harry, bevendo poi un paio di sorsi di latte caldo- Piuttosto potresti dirmi dove si trova Hermione? Vorrei parlarle,”

È andata in missione questa mattina all'alba con cinque dei nostri uomini.” rispose la ragazza.

In missione? Cosa significa?” chiese Ron, addentando un tozzo di pane.

Recuperare un po' di denaro dai nobili che attraversano la foresta e distribuirlo nei villaggi a chi ne ha bisogno.” spiegò Luna.

Recuperare... sarebbe più giusto dire rubare.” commentò Ron.

Luna accigliò lo sguardo: “Nessun nobile hai mai sofferto per la perdita di qualche moneta d'oro.”

Ron arrossì lievemente.

Sì, la mia affermazione non voleva essere una critica.”

Ottimo. Perché Hermione rischia molto per farci stare bene e le siamo tutti molto grati.”

Speravo di poter andare con lei...” aggiunse Harry, per salvare Ron dalla fossa che si era scavato da solo.

No, Hermione mi ha chiesto di farvi vedere il nostro piccolo villaggio.”

Oh, sì, è una bellissima idea.” commentò Ron entusiasta.

E anche Harry si trovò d'accordo con lui.

Non appena i due ragazzi furono pronti, Luna li guidò attraverso tutto l'accampamento. Mostrò loro le capanne in cui vivevano famiglie intere oppure singoli fuorilegge: erano dislocate sia per terra, sia sui robusti rami degli alberi della foresta. Queste ultime erano collegate fra loro da ponti di corde e legno. Vi era inoltre un piccolo allevamento di pecore, maiali e galline. E poco più in là si trovavano una scuderia, un deposito per le armi e uno per le vivande.

Siete organizzati molto bene!” commentò Ron, ammirando tutto l'ambiente circostante.

Sì, è vero. Tutti si impegnano in ciò che sanno fare meglio: c'è chi costruisce le armi, chi cucina, chi realizza le capanne con la paglia e il legno.”

E cosa stanno facendo da quella parte?” domandò Harry, indicando un gruppetto di ragazzi accanto al deposito armi.

Si stanno allenando con le spade e gli archi. Sono gli ultimi arrivati. Molte delle persone che vivono qui non avevano mai avuto a che fare con le armi. Hermione consiglia sempre a tutti di imparare a maneggiare qualunque tipo di arma, può sempre tornare utile.”

Sì, ha perfettamente ragione.” ammise Harry.

Volete provare anche voi?”

Noi ce la caviamo perfettamente con la spada.” commentò Ron.

Luna gli sorrise: “Provate con l'arco allora.”

Harry e Ron ci pensarono su. Harry non aveva dimestichezza con l'arco perciò rifiutò, mentre Ron se la cavava molto meglio di lui e accettò la proposta di Luna. Lei recuperò un arco e una faretra con le frecce e poi li guidò verso i bersagli costruiti con la paglia.

Come ti sembra questa distanza?”

Ron analizzò la distanza dal bersaglio: dovevano essere al massimo quindici piedi.

Direi che va bene!” commentò.

Dopodiché afferrò l'arco che Luna gli stava porgendo, incoccò la freccia e la scagliò, colpendo il bersaglio vicino al centro. Luna guardò ammirata il risultato.

Niente male davvero!”

Ron sbuffò: “Posso fare di meglio.”

Davvero?” chiese Luna interessata.

Ma certo. Sono sempre stato un gran tiratore, vero Harry?” domandò, chiedendo il sostegno dell'amico.

Assolutamente sì.- affermò Harry con convinzione – Il migliore della contea.”

Allora, che ne dici di una sfida, Ron?” domandò la ragazza con un sorriso.

Ron rise divertito: “Una sfida con l'arco?”

Sì!”

E chi dovrei sfidare?” domandò, guardandosi intorno con perplessità.

Io, chi altri?”

Tu? - esclamò Ron, guardandola esterrefatto – Forse non hai capito, Luna, che sono il migliore arciere della contea di Mid Lothian.”

Sì, l'ho capito. - affermò Luna, entusiasta- E credo che questo renderà tutto più interessante, non trovi?”

Harry sorrise fra sé: Ron stava sottovalutando Luna, come lui aveva fatto il giorno prima con Hermione. Considerato come era andata a finire, Ron non avrebbe dovuto commettere il suo stesso errore.

Bene, allora. Cosa dobbiamo colpire?” domandò Ron, guardando gli alberi più in là.

Luna inclinò il capo verso destra: lo sguardo cristallino sembrava stranamente perso fra le nuvole.

Vediamo chi riesce a colpire la pigna su quell'albero.”

Ron ed Harry seguirono l'indicazione della ragazza: il giovane Weasley si lasciò scappare una risatina.

Sarà un gioco da ragazzi.” esclamò Ron divertito, preparando la freccia sull'arco e puntandola verso il bersaglio.

Luna però gli si avvicinò e, toccando il braccio di Ron, sollevò l'arco che il ragazzo sorreggeva in mano.

Non mi riferivo a quella, ma a quella più sopra.”

Ron socchiuse gli occhi: la pigna indicata da Luna era molto più in alto e molto più lontana. Era un puntino piccolo fra i rami intricati di un abete.

Sei sicura che non sia una nocciola?” domandò Ron preoccupato.

Forse è troppo lontano per te?” ribatté lei serenamente.

Harry vide Ron arrossire fino alla punta delle precchie e sogghignò. Il ragazzo, indispettito, aggiustò la mira e si concentrò. Ora era una questione di orgoglio. Così aguzzò la vista e scoccò la freccia che sibilò nell'aria. Harry la seguì con lo sguardo e la vide sfiorare la pigna e sparire all'orizzonte.

Un ottimo colpo. Complimenti!” esclamò Luna, battendo le mani entusiasta.

Ron gonfiò il petto tronfio e orgoglioso: “Sì, beh... grazie.”

Chissà se riuscirò a fare di meglio?” domandò Luna.

Harry si accorse però che la ragazza non era per nulla intimorita da Ron. Aveva uno strano presentimento, come se Luna stesse solo giocando con Ron, come se quell'aria disorientata e ingenua fosse solo una maschera.

Non ti preoccupare, Luna. - le disse lui, porgendole arco e frecce - Non devi sentirti sottopressione solo per il mio risultato. E comunque se dovessi sbagliare, capirei perfettamente. Non è stato per nulla facile.”

Ma Luna già non lo stava ascoltando. Sembrava talmente concentrata da essere completamente estranea alla realtà che la circondava. La ragazza tese la corda, socchiuse gli occhi e prese la mira. Harry la vide trattenere il fiato e poi lasciare andare la freccia.

Sia lui che Ron seguirono la curvatura della freccia e questa si conficcò nella pigna, trascinandola a terra, in mezzo al bosco. Ron restò letteralmente a bocca aperta, mentre Harry scoppiò a ridere, dando una pacca sulla spalla all'amico.

Complimenti, Luna, un tiro strabiliante!” le disse.

Grazie, Harry.- esclamò lei raggiante, guardando poi Ron- Allora, che ne dici? Sono alla tua altezza?”

Harry si voltò a guardare l'amico, aspettandosi di trovare sul suo viso tracce di delusione per la clamorosa sconfitta. Invece Ron stava sorridendo, come se avesse appena fatto

una scoperta estremamente interessante e stimolante.

Altroché! Sei stata strabiliante!” commentò.

Le gote di Luna arrossirono lievemente e anche il suo sorriso divenne più timido.

Grazie.”

Dove hai imparato a tirare con l'arco in questo modo?” le chiese Ron interessato.

Qui. Mi ha insegnato Hermione.”

È da molto che vivi qui?”

Mm... credo che siano già diversi anni. Hermione era qui da molto tempo.”

Harry divenne pensieroso: “Posso chiederti come sei finita in questo accampamento?”

Luna annuì serenamente.

Io abitavo nel villaggio con mio padre. Purtroppo la miseria aveva colpito anche noi, mio padre non riusciva più a procurarci il cibo per vivere e un giorno fu costretto a rubare per potermi sfamare. Ma i soldati di Sua Maestà lo catturarono ed io rimasi da sola. Per un po' vissi con ciò che era rimasto a casa e dopo qualche tempo nel villaggio giunsero gli uomini della foresta: fra questi vi era anche un amico di mio padre che era diventato un fuorilegge. Quando mi vide, mi riconobbe subito e, dopo avergli raccontato cosa era accaduto a mio padre, decise di portarmi qui nella foresta. In un certo senso mi ha salvato la vita. Qui ho incontrato amici come Hermione e Neville. In particolare Hermione mi ha subito accolto come se fossi una sorella per lei e si è presa cura di me all'inizio. Anzi non ha mai smesso di farlo e io le sarò per sempre grata.”

E tuo padre che fine ha fatto?” domandò Ron.

Tempo fa fu rilasciato. Hermione andò nel villaggio e lo convinse a raggiungermi nella foresta. Naturalmente fui molto felice, ma la prigione l'aveva indebolito, non mangiava nulla, a fatica l'avevo riconosciuto. Così qualche settimana dopo morì.”

Scusami, non lo sapevo!” si affrettò a dire Ron mestamente.

Il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente, mentre Luna gli rivolse un sorriso e appoggiò una mano sul suo braccio.

Non ti preoccupare. Io sto bene. Mio padre è nelle grazie del Signore adesso ed è libero da qualunque preoccupazione per me. E poi non sono sola. Vedi quanta gente che c'è qui nella foresta?”

Sei una ragazza in gamba, Luna.” esclamò Harry.

Grazie.”

Un rumore di zoccoli di cavalli attirò la loro attenzione e tutti e tre si voltarono verso l'interno della foresta. Hermione, Neville e un piccolo gruppo di uomini stavano facendo ritorno all'accampamento. Hermione si avvicinò ai tre, preceduta dal gatto dal pelo rosso, mentre tutti gli altri si diressero verso la stalla. Man mano che si avvicinavano Harry si accorse che Hermione aveva in mano due frecce. Il gatto raggiunse Luna e le si strusciò sulle gambe, facendo le fusa.

Ciao, Grattastinchi!” esclamò Luna, accarezzando la testolina del gatto.

Queste appartengono a voi, per caso?” domandò Hermione, mostrando le frecce, una delle quali aveva infilzato la pigna.

Luna sollevò il capo verso l'amica e annuì: “Ah sì, stavamo facendo una piccola sfida.”

Così dicendo, recuperò le frecce dalle mani di Hermione e le sorrise colpevole.

Luna, quante volte ti devo dire che bisogna fare attenzione? C'è il rischio di far scoprire il nostro accampamento.” la rimproverò Hermione.

Tuttavia il suo tono non sembrava proprio da ammonimento. Anche l'espressione del viso di Hermione era piuttosto rilassata e dolce.

Hai ragione, Hermione. Scusaci, ci stavamo solo allenando un po'.” si giustificò Luna.

Allora tenetelo a mente per la prossima volta.” affermò Hermione con serietà, posando poi lo sguardo su Harry.

Il ragazzo sussultò: c'era qualcosa che metteva in soggezione negli occhi ambrati di Hermione, una freddezza angosciante. Ogni volta che gli rivolgeva quello sguardo Harry veniva percorso da un lungo brivido. Non sapeva cosa pensare di Hermione. Se aveva accettato che restasse lì con lei, perché lo guardava sempre con quella freddezza che lo metteva a disagio?

Avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma riuscire a parlare da solo con lei sembrava una vera impresa. Così quando Hermione si allontanò, Harry si avvicinò a Luna.

Luna, ho bisogno del tuo aiuto.”

Dimmi pure, Harry!”

Vorrei parlare con Hermione da solo.” le spiegò Harry.

Mm... sembra proprio un'impresa. Cosa vuoi che faccia?”

Beh, considerato che voi due siete molto amiche, mi chiedevo se per caso potessi chiederle di parlare con me in privato.”

Luna rifletté per un istante, poi scosse il capo.

Mi dispiace, Harry, ma non posso aiutarti.”

Ma, Luna, si tratta solo di un...” insistette Harry, ma venne subito interrotto da Luna.

Niente da fare. - esclamò risoluta - D'altro canto hai ragione, Harry, Hermione ed io siamo molto amiche e nessuno meglio di me sa che ogni sera lei passeggia sul lago al di là di quegli alberi.”

Harry sorrise soddisfatto.

Grazie!”

 

*****

 

Quella sera stessa Harry lasciò Ron a dormire nella loro capanna e uscì alla ricerca di Hermione. L'aria frizzantina della notte lo colpì ma piacevolmente. Ne aveva assolutamente bisogno.

Prese a passeggiare in mezzo all'accampamento. C'era ancora qualche persona in giro per l'accampamento, uomini riuniti attorno a un piccolo falò tutti intenti a parlare e bere vino. Nessuno parve accorgersi della sua presenza, così Harry andò oltre. Le capanne divennero sempre più rade e il buio cominciò a rendere complicata la sua passeggiata notturna.

Fintanto che non vide una luce argentea che filtrava tra gli alberi della foresta. E un suono attirò la sua attenzione ancora di più.

Un suono che sembrava molto una risata.

Incuriosito, Harry si avvicinò cauto, cercando di non far rumore mentre avanzava. Man mano che si avvicinava, la risata si faceva sempre più chiara e il giovane intravide frammenti di uno specchio d'acqua. Doveva essere arrivato al lago e sicuramente quella risata apparteneva a Hermione, anche se gli era difficile crederlo.

Harry arrivò al limitare del lago e si nascose dietro un albero. Più avanti, in un piccolo spiazzo accanto al lago, c'era proprio Hermione. Era sdraiata per terra a pancia in giù e guardava di fronte a sé il gatto dal pelo rosso che giocava con la coda.

E rideva.

Harry sorrise fra sé, guardandola ridere. Da quando si erano rincontrati, credeva che Hermione non fosse più capace di provare alcun sentimento di gioia. Invece eccola lì, a mostrare quella risata sincera e contagiosa. Se avesse potuto vedere quanto il suo viso fosse più radioso con un sorriso sulle labbra probabilmente avrebbe abbandonato la sua espressione distaccata e fredda per sempre. Con un movimento involontario Harry si sporse oltre il tronco dell'albero dietro cui si era riparato, ma sfortunatamente con un piede spezzò un ramoscello per terra. Il rumore fu minimo, ma il gatto sembrò udirlo perché interruppe la sua rincorsa e cominciò a soffiare verso la sua direzione. Hermione smise subito di ridere e divenne ansiosa.

Che succede, Grattastinchi? C'è qualcuno?”

Hermione guardò in direzione di Harry, socchiudendo gli occhi. Lui sospirò rassegnato ed uscì allo scoperto.

Buonasera, Hermione.”

La ragazza scattò in piedi, ma non disse nulla. Si limitò a fissarlo con una delle sue espressioni più fredde.

Scusami, ti assicuro che non ti stavo spiando.” si affrettò a spiegare Harry.

Ah no?”

Harry arrossì: “No, no, credimi, non ti stavo seguendo. Insomma... mi trovavo qui per caso.”

Hermione tornò a sedersi per terra e prese Grattastinchi in braccio. Lo sistemò in grembo e cominciò ad accarezzarlo per calmarlo.

Per caso?” ripeté lei.

Sì, stavo facendo una passeggiata per schiarirmi le idee.”

Quali idee?” domandò lei, guardando verso l'alto, alla ricerca del suo sguardo.

Harry la fissò incerto: non sembrava poi così arrabbiata. Così azzardò una mossa e fece per sedersi di fronte a lei. Hermione non lo fermò e continuò a guardarlo in attesa della sua risposta.

Stavo solo facendo un po' di ordine e cercavo di capire cosa sia veramente successo ai miei genitori.”

Hermione chinò il capo, osservando Grattastinchi: “Stiamo cercando tutti di capirlo.”

Sì e a proposito di questo non ti ho ancora ringraziato per avermi permesso di restare con te qui nella foresta.”

Certamente non posso pretendere che tu te ne vada. Non staresti tranquillo lontano da qui. In fondo questa è casa tua, giusto?”

Hermione lo guardò direttamente negli occhi ed Harry sussultò come quella mattina, ma anche in modo diverso perché il suo sguardo ambrato aveva perso un po' di freddezza e acquistato più calore.

Certo, anche se sono cresciuto altrove questa è pur sempre casa mia.”

Dimmi, com' è la Scozia?” gli chiese lei interessata.

Ah, è bellissima! - rispose Harry, felice che Hermione gli stesse parlando così serenamente - C' è il verde sconfinato delle colline che di colpo si trasforma nel blu del mare e avviene tutto così improvvisamente che puoi solo restare senza fiato. ”

Sembra incantevole. E com'è la famiglia presso cui hai vissuto?”

Sono brave persone. Sono molto affezionato a tutti loro, non mi hanno mai fatto mancare nulla e mi hanno dato molto affetto.” rispose lui sinceramente.

Tuo padre in uno degli ultimi incontri mi ha detto che stai per sposarti. È vero?”

Harry annuì, non riuscendo a distogliere il suo sguardo da quello di Hermione.

Sì, è vero. Sto per sposarmi con la sorella di Ron.”

Bene. - esclamò lei, abbassando lo sguardo- Sono molto contenta per te e ti prometto che ritroveremo i tuoi genitori in modo da farti tornare al più presto dalla tua promessa sposa.”

Te ne sono infinitamente grato.”

Hermione annuì vagamente senza guardarlo in viso. Continuava ad accarezzare il grosso micio che le leccava la mano, facendole il solletico e strappandole ogni tanto un sorriso.

Questo gatto sembra molto protettivo con te.”

Sì, siamo molto amici Grattastinchi ed io. Abbiamo una storia simile.”

Harry trattenne il fiato per un istante: “Ah, davvero?”

Già. Tempo fa durante una battuta di caccia nella foresta ho sentito un miagolio molto debole. Ho cercato di capire da dove provenisse quel suono e mi sono avvicinata ad un cespuglio. Man mano che mi avvicinavo ho cominciato a notare un gatto riverso a terra. Ma era evidentemente morto, aveva la gola squarciata e il pelo fulvo era impregnato di sangue. Probabilmente qualche volpe l'aveva azzannato. Il miagolio però si fece sempre più forte e ho provato a cercare dentro il cespuglio. Nascosto tra i rovi c'era una piccola palla di pelo rosso che miagolava spaventata.”

Ed era lui?”

Sì. La mamma doveva averlo protetto e lui era rimasto orfano. Non potevo lasciarlo abbandonato a se stesso, sarebbe morto in pochi giorni e il sacrificio della madre sarebbe stato vano. Così ho cercato di recuperarlo. All'inizio mi ha soffiato, ha protestato e graffiato la mano, ma alla fine l'ho acciuffato. Mi sono presa cura di lui e piano piano ha cominciato a fidarsi di me. E da allora mi accompagna sempre, in tutte le mie missioni.”

È una bella storia.”

Già. Siamo amici e ci fidiamo ciecamente l'uno dell'altra.”

Detto questo la ragazza si alzò in piedi, trattenendo il gatto fra le braccia.

Ho capito. Spero che un giorno potrai fidarti anche di me.”

Hermione guardò in basso verso di lui: “Ma io mi fido di te.”

Harry sbattè le palpebre perplesso e scattò in piedi sorpreso.

Ti fidi di me?”

Certo. Ho accettato che tu restassi qui anche perché so che sei una brava persona e un cavaliere molto abile.”

Allora... allora perché sei sempre così fredda nei miei confronti?”

Hermione corrugò la fronte, evitando di guardarlo nuovamente: “Perché mi ricordi il mio passato.”

Io... io...- balbettò lui, nervosamente- Mi dispiace.”

Non è colpa tua.”

Lo so, ma mi dispiace lo stesso e spero che un giorno potrai sorridere anche a me così come facevi poco fa con Grattastinchi.”

Hermione lo guardò turbata e Harry potè giurare di aver visto un lieve rossore imporporarle le guance.

Scusa, devo andare.” disse lei risoluta.

D'accordo.”

Harry si fece da parte per farla passare.

Buonanotte, Hermione.”

Hermione lo superò, ma si voltò a guardarlo mentre gli augurava anche lei buonanotte.


 



Un po' in ritardo, ma ce l'ho fatta. Mi ha fatto penare questo capitolo!! Spero comunque sia piaciuto. La scena della sfida con l'arco è ispirata a una delle scene inedite de Le cronache di Narnia- Il principe Caspian, in cui c'è una piccola sfida tra Caspian e Susan! *_*

Il prossimo capitolo si intitola “Il complotto”.

Alla prossima

kia85 

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Capitolo 8
*** Il complotto ***



Al di là della foresta

 

Capitolo 7: “Il complotto”

 

Una parata.

Un attacco.

Ed ecco che il ragazzino arretra e inciampa.

Ahia!” esclamò Colin, massaggiandosi il fondoschiena.

Harry lo guardò con tenerezza: era solo un ragazzino di appena quattordici anni ed era già pieno di voglia di mettersi in gioco e riuscire a maneggiare abilmente la spada, ma aveva ancora molto da imparare.

Dannazione, sono caduto di nuovo!” sbottò lui irritato.

Harry gli sorrise e gli porse una mano per aiutarlo a rialzarsi: “Coraggio, Colin. Non importa se cadi, ciò che conta davvero è rialzarsi sempre.”

Colin afferrò la sua mano.

Grazie, signore!”

Per oggi va bene così. Vedrai che domani andrà meglio.” lo incoraggiò Harry.

Il ragazzino sorrise rinfrancato e si allontanò.

Harry si guardò intorno: era ormai da diversi giorni che lui e Ron si occupavano di allenare i nuovi arrivati nell'arte della spada. Era stata proprio Hermione a chiedergli di occuparsi di quel compito, mentre lei si dedicava alle sue missioni. Harry fu molto felice di accettare la proposta, in quanto era un segno ben evidente che ormai lei si fidava di lui, proprio come aveva ammesso la sera in cui avevano parlato in riva al lago.

Il ricordo di quella sera gli balenò nella mente con un'immagine ben chiara e distinta: lei che rideva mentre Grattastinchi si rincorreva la coda. Harry restò immobile per un istante, sorprendosi piacevolmente per quell'immagine che era apparsa nella sua mente al semplice pensiero di Hermione. Ma subito si ridestò, in quanto era decisamente inappropriato pensare a lei in quel modo e per distrarsi cominciò a riporre la propria spada nel fodero.

Non era di certo facile il compito che gli aveva assegnato Hermione. Vi erano ragazzi giovani, come quel Colin, e uomini più adulti, che mai e poi mai nella loro vita avevano preso in mano una spada né alcun altro tipo di arma. Molti di loro apprendevano in fretta, mentre altri non erano decisamente portati per quell'attività. Tuttavia Hermione aveva consigliato a tutti di imparare a destreggiarsi alla bell'e meglio per potersi almeno difendere.

Quel ragazzino non se la cava male.” commentò Ron, avvicinandosi e indicando il giovane Colin che si stava allontanando.

Sì, infatti. I tuoi ragazzi come se la cavano?”

Niente male, direi. C'è il fratello di Colin, si chiama Dennis, è un mocciosetto sveglio e pieno di energia.”

Ottimo.”

Comunque, Harry, ho appena ricevuto una lettera da Ginny dal messaggero speciale di Luna.”

Il messaggero speciale di Luna non era nient'altro che un semplice piccione viaggiatore. Harry lo guardò sorpreso.

Ah, sì? Cosa dice?” gli chiese con un sorriso.

Che le dispiace moltissimo che siamo costretti a rimanere qui, che aspetta il nostro ritorno con ansia e poi c'è tutta la parte finale in cui si dilunga in smancerie per te. Vuoi leggerle?”

Ron gli porse la lettera e nello stesso momento il rumore di zoccoli di cavallo e ferraglia attirò l'attenzione di Harry, il quale si voltò in direzione della foresta.

Hermione, Luna e alcuni uomini ritornavano all'accampamento dopo aver distribuito il denaro raccolto negli ultimi giorni alla popolazione.

Allora, la vuoi o no questa lettera?” insistette Ron.

Sì, certo.- rispose Harry, afferrando la lettera che l'amico gli stava porgendo e infilandosela in tasca- La leggerò più tardi.”

Il suo sguardo però era fisso su Hermione e Luna che si stavano dirigendo verso di loro, dopo essere smontate da cavallo.

Come procedono gli allenamenti dei giovanotti?” domandò Luna, sorridendo in direzione di Ron.

Molto bene. Sono dei ragazzi in gamba, molto svegli.” affermò Ron.

Ma hanno anche dei bravissimi insegnanti, no?”

Ron ridacchiò compiaciuto e arrossì lievemente. “Sì, ammetto che è anche un po' merito nostro se stanno migliorando molto in questi ultimi giorni.”

Con aria perplessa Harry guardò l'amico, notando quanto fosse imbarazzato, ma nello stesso tempo anche profondamente orgoglioso di se stesso. Non era da lui un comportamento simile. Che Ron avesse un debole per Luna?

Poi un brivido gli percorse la schiena e lo sguardo di Harry si spostò verso Hermione: lei lo stava fissando seria.

Posso parlarti in privato?” gli chiese in un soffio.
Harry fu piuttosto sorpreso dalla sua richiesta, ma annuì e seguì Hermione, allontanandosi da Ron e Luna.

Che succede, Hermione? Hai scoperto qualcosa?” le domandò lui ansioso.

No. - rispose lei - Ma c'è qualcuno che sta chiedendo di te al villaggio di Coleford.”

Harry sbattè le palpebre sorpreso: “Di chi si tratta?”

Sono due uomini. Li ho visti oggi per la prima volta, ma ci è stato riferito che è da diversi giorni che sono al villaggio. Non hai idea di chi possano essere?”

Il tono di Hermione era molto preoccupato e in ansia: forse aveva solo paura che qualcuno potesse scoprire il loro rifugio. Ma Harry non aveva dubbi su chi potessero essere quei due uomini.

Sono sicuro che siano i cugini di mio padre, Lord Black e Lord Lupin. Loro erano gli unici a sapere che sarei tornato a Coleford. Dovevamo incontrarci proprio al villaggio.” rispose Harry, sorridendole per rassicurarla.

Pensi che potrebbero avere delle informazioni su quanto è accaduto ai tuoi genitori?”

Sì, è assolutamente così. Risiedono entrambi a Londra, mio padre li ha visti prima di tornare verso il castello.”

Allora dobbiamo parlare con loro. - affermò Hermione - Tuttavia non posso avvicinarli io, considerato che io non li conosco. Perciò se sei d'accordo domani verrai con me al villaggio.”

Harry annuì deciso: “Sì, verrò con te.”

 

*****

 

Il giorno dopo Harry si unì a Hermione e Neville per recarsi al villaggio di Coleford. Hermione si era sollevata il cappuccio del mantello per coprirsi il viso, perché stando a quanto gli aveva raccontato c'era una taglia sulla testa della cosiddetta principessa della foresta.

Una taglia? Ma come fanno a darti la caccia se sui manifesti non c'è neanche il tuo ritratto?” domandò Harry, mentre raggiungevano a cavallo le prime case del villaggio.

Che vuoi che ti dica? Non sono certo io che mi occupo di queste cose. - rispose lei, scrollando le spalle – Ma in questi casi la prudenza non è mai troppa!”

Hai ragione. Meglio essere prudenti.”

Sarà meglio procedere a piedi. - propose Neville- Daremo meno nell'occhio.”

Hermione fu perfettamente d'accordo. Così i tre ragazzi smontarono dai loro rispettivi cavalli e cominciarono a camminare. Non c'erano molte persone fuori dalle case. Harry era sempre più sorpreso di vedere come si era ridotta la sua terra d'origine. Ricordava che quando lui era solo un bambino il villaggio di Coleford era sempre pieno di vita, le persone uscivano dalle case per andare a lavorare o semplicemente per parlare con i vicini. E quando c'era il mercato il villaggio si riempiva di persone che provenivano dai villaggi circostanti.

Non c'è nessuno in giro...” commentò.

Neville annuì tristemente: “Già, hanno tutti paura.”

Ma allora come fate a consegnare il denaro che rubate?” continuò Harry.

Hermione e Neville si scambiarono uno sguardo divertito.

Abbiamo i nostri metodi.” esclamò lei sorridendo.

Harry non chiese altro. Sapeva che Hermione si fidava di lui, ma non sapeva fino a che punto potesse spingersi con la confidenza.

Esattamente dove avete visto i due gentiluomini?” domandò Harry.

Fino a ieri erano in giro a parlare con alcuni abitanti del luogo. - rispose Neville - Ma sono riuscito a scoprire che sono ospiti della locanda La civetta e il mosto (1).”

Capisco. Quindi andiamo alla locanda?”

Sì.”

Non appena raggiunsero la locanda, si accorsero subito di due cavalli al di fuori del piccolo edificio: erano legati alla staccionata di legno e brucavano l'erba.

Eccoli. Devono essere sicuramente ancora dentro.” disse Hermione, fermandosi all'inizio della strada.

Cosa facciamo?”

Se sono le persone che credi tu allora dovresti entrare da solo. Sei l'unico che possa avvicinarli in totale sicurezza.”

Harry la fissò per un istante negli occhi: sembrava lo stesse incoraggiando con quello sguardo ambrato solitamente freddo, ma in quel momento intenso e diretto a lui. Perciò Harry annuì.

Va bene. Ci vediamo qui fuori.”

Harry affidò il proprio cavallo a Neville e poi si incamminò verso la locanda. Quando si trovò davanti la porta, esitò un istante, ma si fece coraggio ripensando alle parole di Hermione. Lui era al sicuro. Così spinse la porta in avanti ed entrò nella locanda. L'oste gli rivolse uno sguardo vacuo e disinteressato e lo salutò con un cenno del capo.

Harry avanzò nella sala: era una locanda non particolarmente grande. C'era il bancone e pochi tavoli. Fu piuttosto semplice scorgere l'oggetto della sua ricerca. Probabilmente erano gli unici clienti della locanda. I due uomini erano seduti a un tavolo a sorseggiare una bevanda fumante. Harry si fece coraggio e avanzò verso di loro. Sperò vivamente che Sirius e Remus l'avrebbero riconosciuto facilmente.

Buona giornata signori.”

Sirius e Remus si voltarono verso di lui.

Buongiorno a lei, signore.” disse Remus, ma subito la sua espressione gentile cambiò e divenne prima perplessa e poi sorpresa.

Buon Dio, sei Harry, vero?” esclamò Sirius, scattando in piedi.

Harry annuì, sospirando sollevato.

Cielo, non ti vedo da molti anni, ma è impossibile non riconoscerti. Sei uguale a tuo padre.” continuò l'uomo, stringendolo in un abbraccio.

Tranne che per gli occhi. - aggiunse Remus, quando fu il suo turno di abbracciare Harry – Hai gli occhi di tua madre.”

Sono molto contento di vedervi.” esclamò Harry felice.

E lo era davvero. Erano anni che non incontrava i cugini di suo padre. L'ultima volta erano andati a trovarlo in Scozia insieme ai suoi genitori.

Anche noi, Harry. Guardati, sei così cresciuto!” esclamò Remus ammirato.

Già, ti ricordavo come un soldo di cacio e ora sei già un uomo bell'e fatto! Come passa il tempo!”

Dai, siediti, Harry.”

Harry sorrise cortese, ma scosse il capo: “Grazie, ma non posso. Piuttosto sarebbe meglio andare.”

Dove?” domandarono all'unisono i due uomini sorpresi.

Vi spiegherò tutto se mi seguirete. Non è sicuro parlare qui.” spiegò Harry, abbassando improvvisamente la voce.

Sirius e Remus si guardarono un istante perplessi.

Nessun posto lo è ultimamente.” commentò Remus.

Io ne conosco uno e vi assicuro, signori, che potete fidarvi.”

Sirius gli sorrise e annuì, dandogli una pacca sulla spalla.

D'accordo. Sei pur sempre figlio di tuo padre. Non si dica mai che il sottoscritto non avesse fede nel sangue di James.”

Così Sirius e Remus seguirono Harry fuori dalla locanda. Una volta recuperati i cavalli, Harry presentò i due zii a Hermione e Neville, spiegando loro chi fossero. Sirius sorrise a Hermione, dicendole che aveva sentito parlare di lei dai genitori di Harry così come di tutto ciò che faceva insieme al gruppo di ribelli che abitavano nella foresta.

Nel viaggio verso la foresta di Dean, Sirius gli disse che erano giunti già da qualche giorno al villaggio di Coleford e avevano ritardato perché avevano dovuto allungare il viaggio per sviare eventuali inseguitori. Harry allora gli raccontò del suo ritorno e di come aveva scoperto che Hermione fosse ancora viva.

Quando infine giunsero all'accampamento, si riunirono intorno al falò insieme a Ron, Minerva, Luna, Neville e un piccolo gruppo di uomini.

Hermione chiese ai due signori se avessero scoperto qualcosa di importante sul rapimento dei genitori di Harry.

In effetti, sì. - rispose Sirius - Siamo sempre più convinti che siano stati rapiti dal re.”

Dal re?” ripeté Harry sorpreso.

Sì. Vedete, quando James e Lily sono giunti a Londra, hanno frequentato la corte del re. Una sera, durante una festa, James vide due uomini vestiti con abiti da viaggio avvicinare il re e parlare con lui con fare furtivo. Il re si guardò intorno per un istante e poi si allontanò con i due uomini. Tuo padre li seguì e cercò di ascoltare cosa si stessero dicendo dietro la porta. È stato proprio in quel momento che James ha scoperto che è stato proprio re Ryol a uccidere suo fratello.”

Santo cielo! - esclamò Minerva, portandosi una mano sulle labbra – È terribile!”

Sirius annuì e continuò il suo racconto: “Già. Lo ha avvelenato, facendo passare l'omicidio come una morte naturale. E non è tutto.”

Cos'altro c'è?” chiese Harry ansioso.

I due uomini provenivano dalla residenza del principe Peter e gli dissero anche che il ragazzo stava cominciando a chiedere insistentemente di essere ricevuto a corte.”

Perché?” domandò Hermione.

Ormai ha raggiunto l'età giusta per indossare la corona che spetta a lui e nessun altro. Ma Sua Maestà non aveva alcuna intenzione di cedergli il trono. Così ordinò ai due uomini di tornare immediatamente nella residenza del principe e imprigionarlo, facendo credere agli abitanti del castello che sarebbe partito per Londra.”

È terribile!” commentò Harry.

Dobbiamo andare a liberarlo.” esclamò subito Hermione.

No, non è il principe Peter il problema più urgente.” affermò Sirius.

Potrebbe essere in pericolo di vita.”

Remus scosse il capo: “Non arriverebbe mai a uccidere Peter, almeno per il momento che è rinchiuso in una prigione.”

Cosa c'è di più importante, allora?” domandò Harry.

Dobbiamo trovare l'unica persona in grado di sconfiggere il re e riportare la pace nel regno.” rispose Sirius.

Cosa intendete, signore? - chiese Hermione - Che significato ha tutto questo?”

James ha udito molto altro quella sera. Sembra che prima di assassinare re Killian sia andato nella regione del Ceredigion per farsi predire il futuro da una strega.”

Una strega?” ripeté Hermione interessata.

Harry la guardò mentre il ricordo di una piccola Hermione che faceva volare un ramoscello di legno riaffiorava nella sua mente: non aveva mai dimenticato quel pomeriggio al castello di Lord Granger.

Sì, una strega. Questa gli aveva predetto una profezia secondo la quale solo una fanciulla nobile avrebbe potuto mettergli i bastoni fra le ruote. Ed è per questo motivo che il re ha assoldato i barbari responsabili degli attacchi a tutte le famiglie nobili con un primogenito di sesso femminile.” spiegò Sirius.

Seguì un istante di silenzio, in cui nessuno osò fiatare. Il ricordo di quelle tragedie era ancora vivo nelle menti di tutti i presenti, soprattutto in Hermione e Minerva.

È stata opera del re?” chiese Hermione divenuta improvvisamente pallida.

Sì, è andata così!”

Quindi i miei genitori sono morti per colpa sua?” continuò a chiedere.

Temo proprio di sì, mia cara.”

Harry guardò Hermione e la vide abbassare il capo: era evidentemente sconvolta ma stava cercando di controllarsi con una forza che Harry poteva ben percepire.

Cos'altro sapete su questa fanciulla?” domandò Luna.

James ha sentito dire al re che la fanciulla in questione, oltre a essere di nobili origini, deve possedere una spada. Una spada dal nome Sheridan Enid.”

Cos'è Sheridan Enid?”

La spada dell'antica tribù dei Celti...” intervenne Minerva.

Con uno scatto Hermione si voltò verso la sua nutrice e la fissò sorpresa: “Minerva? Che stai dicendo?”

...Forgiata dalla leggendaria Kensa su ordine della dea Morrigan.” continuò lei incurante delle domande della ragazza.

Si può sapere come fai a sapere queste cose?” le domandò Hermione insistente.

Perché sono una strega anche io.”

 

 

(1)- Nome ispirato a un ristorante nella mia zona, ho modificato il volatile e mantenuto il mosto! ^^ Anzi, è stata mia sorella a proporlo.
                                                                                                                                                                                                                                    









 


 
 



Ok, ho ritardato un po' nell'aggiornamento. Purtroppo è dovuto a diversi motivi: periodo di esami e una specie di piccola ossessione che mi è venuta per willwoosh... ^//^ Sono pazza! XD

Beh, ora che ho aggiornato questa, mi dedicherò alla storia per il CIA.

Intanto Buona Pasqua e al prossimo capitolo, ovvero “Predestinata”.

 

kia85 

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Capitolo 9
*** Predestinata ***



Al di là della foresta


Capitolo 8: “Predestinata”

 

Tu sei... una strega?” ripeté Hermione incredula.

In realtà non era la sola a essere sorpresa dall'ultima affermazione di Minerva. Tutti i presenti avevano espressioni sconcertate sui visi. Harry sentì Ron accanto a lui trattenere il fiato.

È così.” affermò Minerva, fissando Hermione.

La ragazza continuava a sembrare impassibile, ma il volto le era diventato rosso e gli occhi ambrati erano accesi da uno sgomento che trasmise a Harry un'angoscia che gli strinse il cuore.

E in tutti questi anni me l'hai tenuto nascoto. - esclamò Hermione, alzando di poco il tono della voce – Perché non mi hai mai detto niente?”

Perché tua madre non desiderava che tu conoscessi le nostre origini.” rispose Minerva.

Harry guardò la nutrice: affrontava Hermione con una serenità che lo lasciò sconcertato, mentre la ragazza faceva di tutto per apparire calma ma senza riuscirci.

La risposta di Minerva non era esattamente ciò che lei si aspettava di sentire.

Mia madre?”

Sì.”

Era una strega anche lei?”

Minerva annuì: “È solo grazie ai suoi poteri che ti ha salvata, anzi ci ha salvate. Subito dopo mi ha fatto promettere di non rivelarti mai la sua storia e di prendermi cura di te qualunque cosa fosse accaduta a lei o a tuo padre ed è ciò che ho fatto.”

Perché non voleva che io sapessi?” le domandò con un tremolio nella voce che non sfuggì a Harry.

Il giovane tornò subito a guardare Hermione: era sempre più sconvolta da tutte quelle rivelazioni che le si stavano riversando addosso e lui non potè fare a meno di desiderare di esserle accanto e stringerle la mano per rammentarle quale incredibile forza si celasse in lei.

Lei credeva che non parlarti dei suoi poteri e della magia in generale ti avrebbe allontanata dalla possibilità di sviluppare i tuoi poteri di strega. Ma non è andata così, tu li hai sempre avuti, vero?”

Minerva le sorrise dolcemente ed Hermione chinò il capo, fissando il terreno.

Sì.”

Allora anche lei è una strega?” domandò Ron sorpreso, indicando Hermione.

È la discendente della tribù degli antichi Celti, quindi sì, è una strega a tutti gli effetti.”

Perché allora mia madre non era al villaggio con tutti gli altri?” domandò la ragazza.

Perché tua madre odiava quel posto.” rispose Minerva con un tono malinconico che colpì l'attenzione di Hermione così come quella di tutti i presenti.

Ma c'era la sua famiglia!”

Minerva sospirò: “Non c'era solo la sua famiglia al villaggio, c'era anche la magia.”

Non capisco... Cosa ci può essere di sbagliato nella magia? ” domandò Hermione perplessa.

Non c'è nulla di sbagliato nella magia. Solo che Delen ha avuto una spiacevole esperienza con la magia. Devi sapere, Hermione, che tua madre era la figlia di mio fratello e di sua moglie Gwenn. Vivevamo tutti al villaggio nel Ceredigion. Un giorno una tribù del nord del Galles attaccò il nostro villaggio. Fummo colti impreparati e l'unica nostra speranza di scacciare gli invasori era Sheridan Enid. L'unica strega in grado di evocarla era proprio Gwenn, in quanto discendente di Kensa. Perciò raggiunse la grotta in cui viene custodita la spada e la recuperò. Gwenn riuscì a respingere i nostri nemici, ma la magia che scorreva nella spada era enorme, forse troppa per lei che era sempre stata cagionevole di salute. Così, dopo aver liberato il villaggio, Gwenn morì fra le braccia di Delen, che all'epoca aveva solo dodici anni. Da quel momento i rapporti fra mio fratello e sua figlia si incrinarono: lei lo accusava di non aver fatto nulla per impedire che Gwenn ricorresse a Sheridan Enid, nonostante sapesse quanto delicata fosse la sua salute, e lui non faceva nulla per difendersi contro sua figlia. Fu allora che Delen decise che, appena ne avesse avuto l'occasione, se ne sarebbe andata per non avere più a che fare con la magia perché nella sua opinione non aveva senso morire in quel modo.”

È terribile.” commentò Luna angosciata.

Sì, lo è davvero.” convenne Minerva, annuendo tristemente.

Quale fu allora l'occasione che ha permesso a mia madre di abbandonare il villaggio?”

Vedi, un giorno fu ritrovato un giovane cavaliere ferito a poche miglia dal villaggio. Mio fratello si prese subito cura di lui, in quanto grande conoscitore di erbe curative, e lo guarì. Durante la convalescenza tua madre lo assistette e, passando così tanto tempo insieme, finirono inevitabilmente per innamorarsi l'uno dell'altra. E quando lui le chiese di sposarlo lei accettò all'istante. Mio fratello era contrario, si oppose con tutte le sue forze, ma Delen scappò con il cavaliere, abbandonando per sempre il villaggio.”

Hermione annuì comprensiva: “Quell'uomo era mio padre, vero?”

Sì, certo, cara.”

E tu come hai fatto a ritrovarli?”

Grazie a te, Hermione. La magia che si sprigionò la sera in cui nascesti era così immensa che chiunque al villaggio aveva potuto percepirla. Mio fratello mi chiese di raggiungervi per potermi prendere cura di te e di tua madre e così feci.”

Perché non è venuto lui?”

Tua madre gli ha sempre rinfacciato la morte di Gwenn, così lui ha sempre creduto che Delen non volesse più vederlo. In verità il giorno del tuo decimo compleanno tua madre mi confidò che avrebbe tanto voluto farti conoscere tuo nonno. Se non altro per fargli vedere quanto incredibile fosse la somiglianza con Gwenn. Avete gli stessi occhi ambrati.”

Quindi se Gwenn era la discendente di Kensa e mia madre non c'è più... significa che tocca a me, giusto? Devo recuperare la spada per poter riportare la pace ne regno.”

Sì, è così. Sei l'unica in grado di evocare Sheridan Enid. Il ciondolo che porti al collo è l'anello magico di Kensa, ciò che ti identifica come sua diretta discendente. Tua madre te lo consegnò la sera in cui morì insieme a tuo padre.”

Hermione prese il ciondolo che portava al collo e lo esaminò con nuovo interesse. Harry la fissò, mentre un'insolita preoccupazione si stava insinuando in lui, scuotendo ogni fibra del suo essere e rendendolo ansioso.

Aspettate un attimo, Minerva. - intervenne Harry - Avete detto che Gwenn è morta per aver utilizzato la spada. Non possiamo permettere che una simile tragedia si ripeta.”

Harry fu il primo a sorprendersi per il suo intervento, non si era neanche accorto di aver cominciato a parlare, era stato quasi istinitivo.

Anche Hermione gli rivolse uno sguardo turbato, ma poi aggiunse: “Dobbiamo ritrovare i tuoi genitori e riportare l'ordine in questo paese. Sono le priorità assolute in questo momento e qualunque sacrificio è necessario.”

No, non possiamo permetterlo. - ribadì Harry con convinzione- Riusciremo a sconfiggere il re anche senza la magia.”

Minerva sospirò, scuotendo il capo: “Se al re è stato predetto che sarebbe stato sconfitto da una fanciulla capace di evocare Sheridan Enid allora potremo sconfiggerlo solo in questo modo.”

Ma... la madre di Hermione si è sacrificata per salvarle la vita e lei non può rendere vano il suo sacrificio in questo modo.” esclamò Harry, fissando Hermione.

Era arrivato quasi a implorarla e non si sarebbe arreso facilmente.

Hermione corrugò la fronte: “Perciò credi che non sia abbastanza forte per sopravvivere?”

Harry preso in contropiede arrossì sotto lo sguardo critico di Hermione. E con il viso in fiamme distolse lo sguardo, rivolgendolo verso terra.

No, non voglio dire questo. - cercò di spiegarsi con voce tremante – Solo non credo sia giusto che tu debba rischiare la vita per tutti noi.”

L'espressione di Hermione parve addolcirsi lievemente e la ragazza sospirò: “Non è detto che debba morire per forza sopraffatta dalla magia. Non tutte le donne sono uguali, giusto, Minerva?”

La nutrice sorrise e annuì: “Ma certo, molte altre donne che hanno evocato la spada sono sopravvissute. E sicuramente anche per Hermione sarà così. Lei è sempre stata forte e non avrai alcun problema a gestire Sheridan Enid.”

Molto bene, allora è deciso. - affermò Hermione soddisfatta - Dove posso trovare questa spada?”

Sheridan Enid è custodita nella grotta della dea Morrigan, appena al di fuori del nostro villaggio nella contea del Ceredigion.” spiegò Minerva.

Se a tutti sta bene, organizzeremo una spedizione di pochi elementi per recarci nel Ceredigion.”

Tutti i presenti annuirono, d'accordo con la proposta di Hermione, ma Harry guardò attentamente la ragazza. C'era qualcosa sul suo viso che non lo convinceva pienamente: era come se Hermione affermasse una cosa e pensasse tutt'altro.

Per questa notte possiamo anche ritirarci, è stata una lunga giornata. - affermò Hermione - Minerva, vuoi mostrare a Lord Black e Lord Lupin dove poter dormire?”

Sì, con piacere.”

Ci rivedremo qui domattina all'alba per decidere chi deve partire e quando.”

E questo confermò l'ipotesi di Harry: di sicuro Hermione aveva qualcosa in mente.

 

*****

 

La notte aveva portato con sé un'aria frizzantina, che non rendeva facile prender sonno. Harry era uscito dalla sua capanna, lasciando Ron dormire profondamente. L'amico gli aveva chiesto se fosse riuscito a leggere la lettera della sorella e Harry aveva dovuto mentire, senza sapere neanche perché. Non gli era mai capitato di mentire al suo migliore amico. Ma davvero non aveva avuto il tempo di leggerla: prima la questione di Sirius e Remus che lo stavano cercando, poi la scoperta che Hermione era l'unica in grado di riportare la pace nel regno... Aveva avuto la mente occupata da troppi pensieri per potersi dedicare ad altro. Così ora la lettera giaceva tranquillamente nel farsetto che Harry indossava.

Improvvisamente un rumore lo destò dai suoi pensieri e il giovane sollevò lo sguardo verso la capanna di Hermione. Era immersa nel buio, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Un movimento che lo fece preoccupare.

Una figura incappucciata si stava calando con una corda. Harry tornò dentro la capanna e recuperò la propria spada, ma quando fu nuovamente all'aperto si accorse che quella figura non era altri che Hermione. Si tranquillizzò all' istante, ma quando vide che la ragazza stava sellando il proprio cavallo e lo caricava con altro materiale capì che i timori che aveva avuto poco tempo prima, durante la riunione, erano più che fondati.

Hermione stava partendo da sola.

Senza perdere un solo istante, Harry recuperò il proprio cavallo e la raggiunse. Hermione fu piuttosto sorpresa di ritrovarselo davanti, ma non vi badò più di tanto.

Passeggiata notturna, Hermione?” domandò lui, posizionandosi proprio di fronte al cavallo di Hermione.

La ragazza strinse le cinghie della sella e si voltò a guardarlo. Anche nell'oscurità della notte Harry potè intravedere i suoi occhi brillare di quella determinazione che l'aveva sempre contraddistinta.

Non credere di potermi fermare.” affermò lei.

Non voglio fermarti. Voglio venire con te.” le rispose Harry.

Hermione lo guardò per un istante incredula: “È fuori discussione. Non è affatto possibile.”

Oh sì, invece. Neanche tu puoi fermarmi. Ero certo che avessi in mente qualcosa.”

Ma davvero?” esclamò Hermione, montando in sella.

Certo. Ci rivedremo qui domattina all'alba per decidere chi deve partire e quando. C'era troppa precisione per i miei gusti. - spiegò Harry - In realtà avevi già deciso che saresti partita da sola questa notte.”

Se Hermione fosse rimasta colpita dall'intuizione di Harry, non lo diede a vedere. Anzi incitò il cavallo al trotto, superando il giovane che la seguì con lo sguardo.

Allora vieni o no?” domandò infine lei, voltandosi verso Harry.

Harry sorrise soddisfatto e un secondo dopo cavalcava accanto a lei. 

 


Capitolo un po' più corto del solito, ma sono state dette tante cose ed era meglio fermarsi qui. Il prossimo si intitola “Il vecchio mago” e chi sarà mai 'sto vecchio mago? ^^

Grazie mille a tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite!

 

Alla prossima

kia85


 

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Capitolo 10
*** Il vecchio mago ***



Al di là della foresta



Capitolo 9: “Il vecchio mago”

 

Il sole si era ormai alzato da diverso tempo nel cielo. Sicuramente gli abitanti della foresta di Dean si erano già accorti della loro assenza. Harry immaginò che si stessero preoccupando, soprattutto Ron. Gli dispiaceva averlo lasciato da solo, ma non aveva potuto farne a meno. La notte prima aveva agito senza pensare, sapeva dentro di sé che Hermione stava pensando di andare da sola alla ricerca della spada e voleva seguirla per aiutarla. Solo in seguito si era ricordato delle persone che avevano lasciato nella foresta.

Cosa penseranno gli altri?”

Riguardo la partenza? - aggiunse Hermione – Non c'è bisogno di preoccuparsi. Ho lasciato un biglietto legato al collo di Grattastinchi. Ormai Minerva l'avrà già trovato.”

E cosa credi che faranno?”

Di sicuro non ci seguiranno. Si limiteranno ad aspettare il nostro ritorno.”

Come faremo a trovare il luogo dove è custodita la spada?”

Hermione divenne pensierosa: “Beh, dobbiamo prima raggiungere la baia del Ceredigion. Poi conto di seguire l'istinto. Se sono una strega anche io, allora sarà la magia a portarmi da lei.”

Harry non rispose, ma era d'accordo con lei. Se era davvero lei l'unica in grado di riportare la pace nel regno, allora avrebbe trovato la strada basandosi unicamente sul suo istinto di prescelta.

Il viaggio continuò. Cavalcarono per diversi giorni prima di arrivare in vista del fiume Wye, segno che stavano per entrare nel Galles. Il fiume era ingrossato e non avrebbero mai potuto attraversarlo a cavallo. Così risalirono il corso d'acqua verso nord alla ricerca di un ponte per oltrepassarlo. Quando furono entrati nel Galles, Harry propose di fare una breve sosta per far riposare i cavalli ed Hermione accettò. Si fermarono sulla riva del corso d'acqua e la ragazza ne approfittò per sciacquarsi il viso.

Dopodiché fecero abbeverare i cavalli. Harry si guardò in giro: erano circondati da una fitta foresta in cui regnava un silenzio molto strano. Eppure avrebbe dovuto esserci un rumore, qualunque cosa tipico di un ambiente così naturale. La curiosità ebbe il sopravvento e il giovane si addentrò nella foresta che costeggiava il fiume.

Hermione si accorse che Harry si stava allontanando e lo seguì: “Dove stai andando?”

Non trovi che ci sia troppo silenzio? - domandò lui - Insomma, è una foresta e questo silenzio è innaturale.”

Può darsi, ma è pericoloso entrare nella foresta. Torniamo ai cavalli.”

Hermione lo afferrò per una manica e lui si voltò verso di lei.

Perché dici che è pericoloso quando tu sei la prima a stretto contatto con la foresta?”

Hermione aggrottò la fronte: “La foresta di Dean è diversa, la conosco come il palmo della mia mano. Non corro alcun pericolo perché è la mia casa. Al contrario è l'ignoto che mi fa paura, ciò che non conosco e che non posso maneggiare con sicurezza.”

Harry le sorrise, cercando di trasmetterle un po' di serenità.

Via, Hermione, è solo una foresta. Non ci può accadere nulla di grave.”

Ma...” cercò di ribattere Hermione.

Harry però non la ascoltò e riprese a guardarsi intorno. Hermione restò ferma per un istante e seguì Harry con lo sguardo. Poco più avanti il terreno diventava molto innaturale, c'erano troppe foglie ammucchiate, foglie che non provenivano dagli alberi circostanti. La cosa non piacque a Hermione. Perciò la giovane cercò di impedire ad Harry di proseguire, ma si mosse troppo tardi ed entrambi si ritrovarono in un batter d'occhio rinchiusi in una rete di corda, appesi ad un ramo.

Ecco, perfetto! Siamo in trappola.” commentò Hermione.

Harry cercò di muoversi, ma si accorse che era estremamente difficile perché non riusciva a fare perno sulle corde ed Hermione era sopra di lui. In effetti non erano in una posizione molto comoda.

Stai fermo, Harry, cerca di non peggiorare la situazione.”

Dobbiamo pur liberarci in qualche modo. Se avessimo una spada...”

Ah sì, intendi quelle che abbiamo lasciato accanto ai cavalli?”

Diamine!”

Hermione non disse altro, ma cominciò a muoversi: si appoggiò con una mano sul petto di Harry per fare leva e sollevare il busto. Poi allungò una mano e la infilò nel suo stivale destro, estraendone subito dopo un pugnale con l'elsa dorata e lucente e un fodero di cuoio.

Harry la guardò esterrefatto: “Sei una sorpresa continua, Hermione. Non ci avrei mai pensato!”

Hermione si lasciò scappare un sorriso.

Si vede che non hai mai vissuto in una foresta. Bisogna essere sempre all'erta e soprattutto sempre pronti e attrezzati per liberarsi da situazioni simili.”

Significa che ti è capitato altre volte?” le domandò, mentre Hermione cominciava a tagliare alcune corde.

No, veramente è la prima volta che cado in una trappola simile. Di solito stanno a indicare un territorio di caccia di qualche ricco signore. Io le ho sempre individuate in tempo.”

Ah... allora è colpa mia questa volta.”

Non volevo dirlo, ma sì. Comunque non c'è problema, anzi preparati a cadere per terra.”

Senza neanche pensarci due volte, Harry le circondò la vita con entrambe le braccia e chiuse gli occhi. Quando infine Hermione tagliò l'ennesima corda, Harry si sentì precipitare nel vuoto e dopo due secondi sbatté con il fondoschiena sul terreno.

Ahi!” esclamò Harry.

Hermione si voltò verso di lui: “Stai bene?”

Sì!” rispose lui, massaggiandosi la schiena.

Sicuro?” domandò nuovamente lei, guardandolo preoccupata.

Accorgendosi del suo sguardo apprensivo, Harry provò una sensazione strana ma piacevole. Non avrebbe saputo spiegare bene cosa fosse, ma di sicuro non l'aveva mai provata prima d'ora. Era una stretta al cuore, lieve, eppure dolce in modo inebriante. Sorpreso da quella sensazione, Harry le rispose con un semplice cenno del capo.

Subito un rumore di zoccoli di cavalli e armature li riportò alla realtà.

Ho come l'impressione che oggi dovremmo fare a meno del cervo a pranzo, signore!” esclamò una voce.

Harry e Hermione si voltarono e videro che erano circondati da tre uomini. Indossavano tutti delle cotte di maglia rivestite da tuniche verdi che riportavano uno stemma in bianco in cui spiccava una M circondata da un serpente: Harry non aveva mai visto quel simbolo e si accorse anche che i tre uomini erano armati con spade e lance. Fece per parlare, ma vennero all'improvviso raggiunti da un quarto uomo. Montava un cavallo bianco come la neve ed era vestito di pregiate vesti di un bel verde acceso e finemente decorate in argento. L'uomo aveva il volto pallido e appuntito e due occhi azzurri e freddi come ghiaccio. Incuteva una sorta di timore, per questo motivo Harry tenne Hermione dietro di sé.

Ah, vediamo chi abbiamo catturato allora.” esclamò l'uomo.

Parlate, chi siete?” intimò loro uno dei soldati, puntando la lancia contro Harry.

Siamo viaggiatori, in cammino verso Carmarthen.” si affrettò a spiegare lui.

L'elegante signore li squadrò attentamente dall'alto verso il basso: “E per quale motivo siete diretti a Carmarthen?”

Sto cercando un lavoro. Sono un contadino e so che a Carmarthen ci sono molti campi coltivati.”

E la ragazza?” domandò il nobile signore, mantenendo lo sguardo fisso su Harry.

È mia moglie. Ci siamo sposati da poco.”

Come vi chiamate?”

Edmund e Fanny Bertram, signore.”

Bene, Edmund e Fanny, sarete stanchi, immagino. Seguiteci, vi ospiterò nel mio castello.”

È molto gentile da parte vostra, signore. Ma abbiamo fretta e se la Signoria Vostra non si offende, preferiremmo proseguire il cammino verso Carmarthen.” disse Harry.

Sentiva il proprio cuore battere all'impazzata e aveva paura che il nobile signore potesse udire i battiti che risuonavano nella sua cassa toracica. Sicuramente Hermione li poteva percepire mentre facevano fremere tutto il suo corpo. E in un certo senso averla al suo fianco era qualcosa di estremamente rilassante e gli infondeva la forza per resistere.

Mi permetto di insistere. La vostra signora è pallida in viso, signor Bertram, non ve ne siete accorto? Sono sicuro che un po' di ristoro nel mio castello non le potrà far male.”

Detto questo due cavalieri al fianco dell'uomo smontarono da cavallo e li circondarono. Erano in trappola.

Hermione gli strinse la mano e lui ricambiò la stretta per darle coraggio.

Il nobile signore incitò il proprio cavallo a farsi da parte e in questo modo Harry ed Hermione videro dietro di lui i cavalli che avevano lasciato in riva al fiume.

Questi dovrebbero essere vostri, dico bene?” domandò poi con un ghigno sul viso.

Harry annuì, titubante, mentre un soldato porgeva loro le redini dei cavalli: tutto questo non prometteva nulla di buono.

Ottimo. Se ci siamo tutti possiamo andare. Il mio castello è qui a poche miglia.”

Harry si scambiò uno sguardo con Hermione. Era impossibile fuggire. Perciò montarono a cavallo e subito furono scortati dai soldati.

Comunque, il mio nome è Malfoy. - esclamò l'uomo sorridendo ad entrambi – Draco Malfoy.”

 

*****

 

Allora, ditemi, da dove arrivate?” domandò Malfoy.

Sfortunatamente Harry ed Hermione erano stati costretti a seguire Lord Malfoy fino al castello. La tenuta del nobile era il castello di Skenfrith. Si trovava appena oltrepassato il confine con il Galles. Draco Malfoy li aveva invitati a fermarsi per il pranzo e loro non avevano potuto rifiutare. L'uomo si era dimostrato particolarmente insistente. Ma più che ospite, Harry aveva proprio la sensazione di essere un prigioniero.

Hermione si voltò verso di lui alla domanda di Malfoy.

Abitavamo a Leicester, ma purtroppo non c'era più lavoro per me. Per questo motivo siamo stati costretti a partire.”

Oh sì, mi dispiace molto. Ultimamente molte persone scappano dall'Inghilterra e attraversano il confine.”

Già, le cose vanno male per tutti.”

Il problema, sapete, riguarda la possibilità che criminali ricercati in Inghilterra sfuggano ai controlli e arrivino nel Galles, come avete fatto voi.” esclamò Draco, fissandoli con gli occhi ridotti a due fessure.

Harry si morse un labbro e guardò Hermione: era impassibile e sosteneva lo sguardo del nobile signore con fierezza, senza l'ombra del minimo cedimento sul volto. Harry bevve un sorso di vino per coprire altre smorfie compromettenti.

Non starete insinuando che siamo anche noi dei ricercati?”

La domanda di Hermione per poco non fece andare di traverso il vino che Harry stava bevendo.

Draco scoppiò a ridere: “Certo che no, mia cara signora Bertram. Non mi permetterei mai. Ma al posto mio non vi preoccupereste anche voi? Vivo al confine tra Galles e Inghilterra e negli ultimi anni sono sempre più frequenti le bande di ribelli che insorgono come tanti piccoli focolai in tutta l'Inghilterra. Non desidero certo ospitare i traditori della corona di Sua Maestà. Mi è giunta voce che l'ultima banda sorta sia capeggiata da una donna, non lo trovate ridicolo?”

Per quale motivo dovrebbe essere ridicolo?”

Oh, andiamo, una donna che comanda un gruppo di uomini. Non s'è mai visto e vi assicuro che mai accadrà. Le donne non sono in grado di comandare.”

Hermione aveva il viso rosso e la sua espressione era furente, ma il problema più urgente era che non faceva nulla per contenersi. Harry non sapeva cosa fare: l'istinto gli diceva di alzarsi e congedarsi educatamente da Malfoy insieme ad Hermione. Ma qualcosa gli suggeriva che Malfoy non li avrebbe lasciati andare via tanto facilmente.

Siete in errore, signore. Non sono forse le donne a comandare in casa? Sono loro che prendono le decisioni più importanti, per questo motivo sono fermamente convinta che le donne siano in grado di comandare anche al di fuori delle proprie case.”

Malfoy abbozzò un sorriso: “Signora Bertram, quello che dite potrebbe destare molti sospetti sulla vostra identità. In effetti potrei credere che voi abbiate avuto a che fare con questa ribelle da quattro soldi. O ancora che siate proprio voi colei che chiamano la principessa della foresta...”

Hermione sorrise tranquillamente. Come diavolo faceva a essere ancora così serena, mentre Harry si stava torturando le mani sotto il tavolo?

E io potrei pensare che per essere così ossessionato da questa donna forse ne siete solo spaventato.”

Io? Spaventato? - ripeté Draco con una risata glaciale- Avete un gran senso dell'umorismo. Oppure siete solo molto stanca. Vi consiglio quindi di andare a riposare. Sarete miei ospiti questa notte.”

Siete molto gentile, signore, e vi ringraziamo per l'ospitalità, ma dobbiamo proprio andare adesso.”

Coraggio, c'è la luna nuova stanotte. Con questa oscurità non potreste andare proprio da nessuna parte. Mi vedo costretto perciò a insistere.” disse Draco e batté le mani.

Subito in sala comparvero quattro soldati che affiancarono Harry ed Hermione.

D'accordo, accettiamo. - disse Harry senza nascondere il suo turbamento- Non c'è bisogno dei vostri soldati.”

Oh, io dico di sì, invece. Sapete, sono quasi convinto che siate proprio voi la cosiddetta principessa della foresta di Dean, signora Bertram.”

Un'ombra di terrore attraversò lo sguardo di Hermione, ma la ragazza cercò di contenersi.

Non avete alcuna prova per questa accusa.”

Vi sbagliate. È stata la vostra reazione, signora, a tradirvi. È chiaro che siete voi la fanciulla ricercata e io sono colui che vi consegnerà personalmente allo sceriffo della contea di Coleford.”

A Harry mancò il respiro: erano nei guai, in guai terribili. Ed Hermione non era mai stata così calma.

Sì, è vero. - affermò Hermione - Sono io la principessa della foresta.”

Il sorriso di Malfoy si trasformò in un ghigno soddisfatto: “Ottimo. Acciuffateli!”

Prima che Harry potesse fare qualunque cosa, i due soldati che lo avevano affiancato lo afferrarono per le braccia, costringendolo ad alzarsi in piedi. Lo stesso accadde a Hermione. Malfoy si avvicinò alla ragazza e la squadrò da capo a piedi con interesse.

Allora, ditemi, principessa, cosa siete venuta a fare nella mia terra?”

Niente che vi riguardi.”

L'espressione di Malfoy si crucciò e l'uomo le afferrò il mento con un gesto per nulla delicato.

Vi conviene essere più accondiscendente nei miei riguardi, se avete cara la vita, e rispondere alle mie domande.”

Lasciatela stare!” intervenne Harry, provando a liberarsi, ma i soldati lo tennero fermo.

Malfoy si voltò verso di lui e sorrise beffardo: “Oh, perdonatemi, signor Bertram, mi ero dimenticato di voi. Ditemi, se lei è la principessa della foresta, voi chi sareste? Il suo galoppino?”

Un amico.”

Lui non ha nulla a che fare con me. - esclamò Hermione, abbassando lo sguardo - Lasciatelo andare.”

Malfoy spostò nuovamente lo sguardo su di lei: “Oh, andiamo, non credo che non abbia niente a che fare con voi. Siete in viaggio insieme e lui ha un fare molto protettivo nei vostri confronti.”

Pensate quello che volete, ma lui non è fra i ricercati. Lasciatelo andare.”

No, non se ne parla. Lo farò rinchiudere nelle prigioni, mentre voi ed io faremo una bella chiaccherata...”

Harry protestò nuovamente e cercò di liberarsi con tutte le forze che riuscì a recuperare. Si divincolò e scalciò, ma i soldati erano più forti di lui e all'improvviso fu sopraffatto da un dolore lancinante alla testa.

Una voce lo chiamò spaventata. Poi fu circondato da silenzio e oscurità.

 

*****

 

Il pavimento su cui era sdraiato era freddo e umido. Harry aprì gli occhi e si ritrovò steso a pancia in su.

Ti conviene alzarti molto lentamente.” disse una voce.

Era una voce maschile, molto profonda e roca, come se il suo proprietario non parlasse da molto tempo. Deciso a scoprire chi fosse quella persona, Harry si mise a sedere con uno scatto e subito il dolore alla testa si fece risentire violentemente.

Ahi!”

Il ragazzo portò una mano sulla nuca e tastò un piccolo bernoccolo sotto i capelli.

Ti avevo avvisato.”

Harry si guardò intorno, mentre il dolore lentamente svaniva.

La prigione era piccola, spoglia e immersa nella semi-oscurità: vi erano solo due piccole fessure nella parte più alta delle pareti, chiuse da grate di ferro. Ma l'uomo di fronte a lui era ben visibile. Era molto anziano, aveva capelli lunghi e bianchi come la barba e occhi di un azzurro chiarissimo. Anche se l'uomo era seduto, Harry intuì che doveva essere molto alto. Indossava delle vesti grigie e logore, mentre accanto a sé era appoggiato un bastone di legno, ricurvo, con dei nastri avvolti all'estremità superiore e tanti opali come pendenti.

Voi giovani dovreste ascoltare quando qualcuno vi dà un consiglio.”

Harry si grattò la testa: “Scusatemi, ma, sapete, sono appena stato colpito alla testa e non ero del tutto lucido al mio risveglio.”

Come mai ti hanno colpito, figliolo?”

Mi stavo ribellando al volere di Lord Malfoy.”

E per quale motivo lo avresti fatto?”

Perché... - iniziò a dire Harry, ma subito si interruppe e guardò scettico l'uomo di fronte a sé - ...aspettate un attimo! Perché dovrei parlare con voi di un tale argomento?”

Perché sono un prigioniero anche io, siamo nella stessa situazione.”

E chi mi dice che non siate una spia di Malfoy?” continuò Harry, fissandolo incerto.

L'uomo rise divertito: “Hai ragione a non fidarti. Ma non avere timore, Harry James Potter, sono qui per aiutarti.”

Aiutar... ehi! - esclamò sorpreso - Come fate a conoscere il mio nome?”

Il vecchio posò il suo sguardo su di lui: c'era una sorta di dolcezza dietro quell'apparenza fredda.

Non importa. Ciò che conta è che dovresti fidarti di me ora. Dopotutto non mi risulta che tu abbia rivelato il tuo vero nome a Lord Malfoy, quindi se lo conosco non è certo per merito suo.”

Harry lo guardò sempre più perplesso: non riusciva a capire cosa stesse succedendo, chi fosse quell'uomo e per quale dannato motivo conoscesse il suo nome. Non aveva idea di come comportarsi, ma una parte di sé gli consigliava di fidarsi dell'anziano compagno di prigione.

D'accordo, mi avete convinto. - sospirò infine Harry - Ma prima dovete dirmi il vostro nome.”

Il vecchio annuì: “Mi sembra giusto. Il mio nome è Albus Silente.”

Bene, Albus, mi stavo ribellando a Malfoy perché aveva intenzione di prendere una mia amica come ostaggio.”

E tu ora vorresti andare a salvarla?”

Ovviamente. Ma fintanto che sono imprigionato qui non posso fare molto.” affermò Harry, contrariato.

Era decisamente frustrante non poter fare niente, mentre Hermione era in balia di uno squilibrato come Malfoy.

Mm... e chi lo dice? Sai, Harry Potter, non ti guasterebbe avere un po' più di fiducia.” commentò Albus.

Harry lo guardò incerto: “Fiducia in cosa?”

Albus Silente si alzò in piedi e prese in mano il bastone che era appoggiato accanto a sé.

Per esempio, fiducia nella magia.”

Magia?” ripeté Harry sorpreso.

Albus non disse più nulla, avanzò e fronteggiò la porta. Chiuse gli occhi e si concentrò, mormorando parole che Harry non riuscì a percepire. Il giovane si avvicinò appena, ma riuscì a vedere che i ciondoli del bastone di Albus avevano cominciato a muoversi e brillare con riflessi di luce bianca, anche se erano immersi nella semi oscurità.

Durnomagus (1).” pronunciò infine Albus.

Un istante dopo la porta della prigione si aprì come con un'improvvisa folata di vento, che fece sobbalzare Harry. Il giovane guardò esterrefatto prima la porta spalancata poi Albus .

Oh...”

L'anziano mago si voltò verso di lui e lo fissò deciso: “Se vuoi salvare la tua amica, devi essere rapido d'ora in poi! Le guardie di Malfoy non impiegheranno molto tempo per accorrere nei sotterranei.”

Harry annuì con veemenza e decise fra sé che d'ora in poi si sarebbe fidato di Albus ad occhi chiusi.

Sì, d'accordo.”

Fuori dalla cella Harry e Albus cominciarono a correre e il giovane si sorprese di vedere come abilmente l'anziano mago gli stesse dietro. All'apparenza era un uomo magro, con il viso smunto e l'espressione stanca, ma in pochi minuti aveva già rivelato una forza notevole sia nel fisico che nel praticare la magia.

Risalendo le scale per uscire dai sotterranei, vennero ostacolati dai soldati di Lord Malfoy. Erano almeno cinque, mentre loro erano solo due. Harry si accorse di non avere neanche un'arma. Le spade erano rimaste con i cavalli e probabilmente adesso si trovavano nelle scuderie del castello.

Come li avrebbe fronteggiati?

Ma in un secondo Albus lo superò e, puntando il bastone magico verso i soldati, esclamò: “Gaoth (2).

I primi tre uomini furono sbalzati indietro, in balia di un'improvvisa tormenta. Gli altri due si scagliarono contro il mago che ruotò abilmente il bastone e li colpì uno dietro l'altro, scaraventandoli ai piedi delle scale. Harry fissò il mago allibito e una domanda gli sorse spontanea nella testa: se era davvero così potente, perché non aveva cercato di fuggire prima del suo arrivo?

In quel momento Albus si rivolse a lui con sguardo deciso: “Recupera una spada, non vorrei farti da balia fino a quando saremo fuori!”

Harry annuì convinto e afferrò una spada da uno dei soldati a terra: Albus aveva ragione, non era il momento adatto per dedicarsi a certe riflessioni.

Così ripresero a correre. Harry guidò Albus fino alla sala in cui Malfoy aveva offerto a lui ed Hermione la cena.

Quando giunsero a destinazione, si fermarono sulla soglia della sala: Hermione era seduta al proprio posto, totalmente inerme, con lo sguardo assente, mentre Malfoy le stava con il fiato sul collo e le puntava un pugnale sulla giugulare.

Fermo. Lasciatela stare!”

L'uomo si voltò con uno scatto verso Harry e Albus e li guardò sorpreso.

Come... come avete fatto a scappare?”

Con un po' di ingegno, signor Malfoy, si può risolvere qualunque impedimento.” esclamò Albus con un sorriso.

Malfoy si scostò da Hermione e batté le mani sul tavolo con fare infastidito: “Taci, stupido d'un vecchio!”

Solo in quel momento Harry si accorse del sangue che sporcava la lama del pugnale sul tavolo e la striscia rossa sul collo di Hermione. E con orrore si ritrovò a chiedersi da dove arrivasse quel sangue.

Probabilmente anche Albus se n'era accorto, perché gli appoggiò una mano sulla spalla.

Cosa aspettate, idioti? - esclamò Malfoy a gran voce in direzione delle due guardie presenti nella sala – Acciuffateli!”

Vai, mi occuperò io di loro.” gli sussurrò rapidamente Albus.

Un momento dopo il mago puntò il suo bastone contro le guardie: “Sreang (3).”

Dall'estremità del bastone fuoriuscì una lunga corda che si avvolse attorno ad una delle guardie, atterrandola, mentre l'altra si fiondò sul mago. Harry si sentì abbastanza sicuro nel lasciare quell'incredibile vecchio mago a fronteggiare da solo gli avversari. Così si diresse senza alcuna esitazione verso Malfoy, che fece appena in tempo a voltarsi per parare il suo attacco con il piccolo pugnale che si ritrovava in mano. Nello stesso momento la testa di Hermione ricadde in avanti inerme.

Hermione!” esclamò Harry spaventato.

Malfoy approfittò di quell'istante di distrazione di Harry per scaraventarlo all'indietro. Il giovane sbatté contro una sedia e, quando Malfoy si avventò su di lui con il pugnale, afferrò lo schienale della sedia e parò il colpo del suo avversario. Quest'ultimo abbandonò il pugnale conficcato nella sedia e con un calcio spinse Harry a terra. In questo modo egli poté finalmente accorgersi che il sangue di Hermione proveniva da una ferita piuttosto profonda che Malfoy le aveva inferto sul fianco.

La vista del sangue che le impregnava i vestiti lo agitò ancor di più. La mente era come annebbiata e aveva ormai un unico obiettivo. Salvare Hermione. Portarla via da quel castello perché qualunque posto sarebbe stato migliore della residenza di Lord Malfoy.

L'avversario, nel frattempo, aveva recuperato il pugnale, ancora sporco di quello stesso sangue che fuoriusciva dalla ferita di Hermione.

Harry si accorse che Albus si era liberato delle due guardie e si dirigeva ora verso di loro. Sapeva che avrebbe pensato ad Hermione, mentre lui si occupava di Malfoy. Così il giovane scaraventò la sedia da un lato e balzò in piedi.

La pagherete per ciò che avete fatto a Hermione!”

Oh, non ho avuto altra scelta, non aveva alcuna intenzione di dirmi alcunché sul motivo che vi ha portato nelle mie terre. In realtà volevo solo minacciarla, ma lei ha provato a ribellarsi e la sua carne così giovane e morbida non ha potuto fare altro che cedere alla fredda lama tagliente del mio pugnale.”

Vi farò passare la voglia di fare il gradasso!”

Detto questo Harry attaccò Draco, nello stesso momento in cui Albus sollevò Hermione fra le sue braccia. L'avversario evitò il colpo e contrattaccò con il pugnale. Fortunatamente Harry ebbe i riflessi pronti e fermò Draco, afferrandolo per il polso e respingendo l'attacco. Draco non aveva alcuna intenzione di arrendersi e spinse con tutta la forza che aveva in corpo il pugnale contro Harry. Il giovane intercettò lo sguardo di Albus, che gli indicò con un cenno del capo una delle vetrate della sala. Non capì bene quali fossero le sue intenzioni, ma ormai Harry si fidava di lui e non poteva perdere tempo. Hermione aveva bisogno di cure per la sua ferita al più presto.

Così con un movimento risoluto spinse il braccio di Draco lontano da sé e il pugnale ferì il viso del suo avversario. Draco urlò, portandosi una mano sulla guancia ferita, e cadde a terra, mentre Harry si precipitò verso Albus ed Hermione.

Cosa facciamo?” domandò Harry ansante.

Allungò le braccia per poter prendere Hermione da quelle di Albus.

Ti fidi di me?”

Harry annuì senza pensarci due volte.

Allora seguimi!”

Detto questo il mago fischiò e subito dopo toccò la vetrata con la punta del suo bastone.

Nemainn (4).”

Improvvisamente la vetrata si frantumò in una miriade di piccole schegge.

No!” urlò Draco, gettandosi su di loro.

Harry temeva quello che stava per succedere, anzi quello che aveva intenzione di fare Albus, ma l'avrebbe seguito dovunque in quel momento, anche fuori da quella finestra.

Corentin(5).” mormorò Albus e subito dopo si tuffò fuori dal castello.

E prima che Draco potesse afferrarlo, Harry strinse Hermione a sé e lo seguì.

 

 

 

 

(1)- Durnomagus = grande pugno

(2)- Gaoth = vento

(3)- Sreang = corda

(4)- Nemainn = dea della distruzione

(5)- Corentin = uragano  

 

 

Perdono perdono perdono, un perdono per ogni mese di ritardo nell'aggiornamento! ^_^

No, davvero, sono stata un po' presa da diverse cose, università, problemi familiari, crisi d'ispirazione...uff... In più è stato un capitolo molto difficile da scrivere, soprattutto considerato il fatto che non parlo la lingua celtica e ho dovuto fare qualche ricerca. XD

Spero di scrivere presto il prossimo capitolo, adesso sono un po' più libera. ^^ Però non ho ancora deciso il titolo, vabbè, sarà una sorpresa.

Grazie in anticipo se non mi insulterete! ;)

 

A presto

kia85 

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