Only girl

di ehipeeta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Pranzo a casa Maynard ***
Capitolo 3: *** Corsa sotto la piggia ***
Capitolo 4: *** La febbre fa brutti scherzi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Suonò la sveglia.
Erano le otto del mattino, in pieno luglio nella città di Brighton, faceva troppo caldo per i miei gusti e non avevo la minima voglia di alzarmi. La spensi, misi la testa sotto il cuscino e ripresi subito a dormire.
«Alice Isabelle Sunly alzati subito!» Mia madre entrò gridando nella stanza. «Devo proprio?» «Si, subito. Sono le otto e mezzo e io e tuo padre partiamo tra dieci minuti.» «Va bene dammi solo due minuti.» «Io e tuo padre ti aspettiamo nel salone.» Disse le sbattendo la porta della mia stanza prima di essere uscita.
Mi alzai, indossai i miei sandali e mi diressi nel bagno accanto alla mia stanza. Sciacquai il mio viso poco abbronzato nonostante fossimo in piena estate e legai i miei lunghi capelli ricci e biondi. Uscii dal bagno e mi diressi al piano di sotto nel salone. Scesi le scale e mi trovai davanti mia madre e mio padre.
«Tesoro, sai bene che stiamo andando in Italia per questioni di lavoro e che non torneremo prima di settembre, per questo ti affidiamo la casa. Se hai bisogno di soldi sai benissimo che sono nella nostra cassaforte, ma se hai qualunque problema chiama i nostro vicini che con molta premura ci hanno offerto il loro aiuto... Ciao Alice, ci vediamo tra due mesi.» Accennò un sorriso mio padre prima di uscire a prendere l'auto ed io ricambiai.
«A proposito i signori Maynard ti hanno invitata per pranzo. Devi essere lì alle dodici e mezzo, cerca di arrivare in orario e di essere gentile con loro. Adesso dobbiamo partire che siamo in ritardo.» Continuò mia madre. Perfetto non adoravo la famiglia Maynard e ancor di meno loro figlio Conor, non so il motivo ma mi sembrava presuntuoso, forse perchè era tra i più popolari della scuola al liceo o perchè ero io un po' scorbutica e al contrario di lui mi piaceva stare in tranquillità e non andare a tutte quelle feste dove tutti si ubriacavano.
«Va bene, non ti preoccupare. Fate buon viaggio!» Le risposi cercando di accennare un falso sorriso al ricordo di Conor. A quel punto si avvicinò a me e mi abbracciò «Mi mancherai.» Mi bisbigliò nell'orecchio prima di prendere l'ultima valigia rimasta in casa ed uscire. Rimasi da sola in casa. Ritornai frettolosamente nella mia stanza, mi sdraiai sul mio morbido letto e iniziai a pensare a Maynard. Alle elementari era il mio migliore amico, lui era un chiacchierone mentre io al contrario ero timidissima, ma nonostante i nostri caratteri decisamente diversi eravamo sempre insieme; ma quando è iniziato il liceo, come ho detto prima, ha iniziato a frequentare i ragazzi più popolari della scuola che sinceramente a me non andavano a genio perchè si credevano chissà chi nonostante fossero solo degli imbecilli. Lui dopo poco diventò uno sciupa femmine mentre io ero una ragazza molto studiosa e forse per questo mi lasciò sola.
Ripresi a dormire.



Ciao a tutti! c:
Questa è la mia nuova fan fiction, anzi è il prologo della mia nuova fan fiction su Conor Maynard.
E' abbastanza corto ma vorrei sapere che pensate di questo inizio. Fatemi sapere aggiungendo anche una piccola recensione, mi farebbe molto piacere.
Baci Elisa xx

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Capitolo 2
*** Pranzo a casa Maynard ***





Uscii di casa, iniziai a fare una passeggiata ma stranamente mi sentii osservata, sentii dentro di me che qualcuno mi stava inseguendo. Mi voltai. «Alice, tesoro mio che ci fai qui tutta sola.» Disse un ragazzo porgendomi una mano sul viso, riconobbi la sua voce nonostante non riuscissi a vederlo in faccia dato che il viale era buio perchè il cielo era coperto dalle nuvole. «Luke non mi toccare!» Dissi strillandogli contro e camminando all'indietro per allontanarmi, ma lui mi prese entrami i polsi e iniziò a stringerli tanto da formare dei lividi. Cercai di staccarmi in più modi ma era troppo potente per me, era sempre stato troppo potente per me. Iniziai ad implorarlo di lasciarmi andare ma capendo che non l'avrebbe mai fatto cominciai a gridare il più forte possibile ma quella strada era vuota ed isolata. C'eravamo solo io e lui. Smisi di strillare, una lacrima scese dal mio volto e mi lasciai andare, non avrei potuto fare altro, sarebbe stato solo inutile.
Mi svegliai. Era stato solo un brutto incubo per fortuna, anche se più che un sogno quello era una parte di un mio ricordo perchè qualcosa era successa davvero. Mi stiracchiai cercando di non pensarci e guardai l'orologio erano le dodici. Ricordai quello che mi aveva detto quella stessa mattina mia madre “ I signori Maynard ti hanno invitata per pranzo. Devi essere lì alle dodici e mezzo, cerca di arrivare in orario”. Oddio mi devo preparare al più presto. Cosa mi metto? Arriverò in orario? Andai in bagno mi lavai, mi slegai i capelli, misi un filo di matita sopra e sotto i miei occhi marroni-verdi ed uscii dal bagno. Aprii l'armadio, presi dei pantaloncini neri, una maglietta a giri a strisce bianche e nere con un fiocco al lato e delle Converse basse perfettamente abbinate a quest'ultima. Afferrai il mio cellulare, erano le dodici e venti. Per fortuna ero in orario. Uscii di casa, chiusi la porta a chiave e mi diressi verso la casa dei signori Maynard che fortunatamente si trovava accanto alla mia.
Suonai. Sentii dei passi da dentro casa quando la porta si aprì.
«Buongiorno Alice!» mi disse vedendomi la signora Maynard, una signora alta circa 1,70 m con dei capelli corti lisci color miele e degli occhi azzurri. «Buongiorno a lei Darcy» le risposi «Vuoi accomodarti?» mi chiese spalancando la porta «Si, grazie.» Entrai in casa, era perfettamente uguale a come la ricordavo da piccola. Un gran salone con ai lati uno studio seguito da un piccolo ripostiglio mentre dalla parte opposta vi era la cucina. Salendo al piano di sopra invece vi erano tre stanze da letto di cui quella dei signori Maynard che aveva il bagno in camera mentre le altre due stanze avevano il bagno in comune anche se lo usava solo Conor dato che l'altra stanza era quella degli ospiti ed era inutilizzata. «Non vorrei essere scortese, ma potresti andare a svegliare Conor» mi chiese gentilmente Darcy dopo essere attivate nella cucina. «Certo» come potevo dirle di no era stata così cortese ad invitarmi. Salii le scale ed andai verso la prima porta a sinistra.
Bussai delicatamente ma non rispose nessuno allora entrai. Lo vidi era sempre lo stesso, solo che mentre dormiva sembra un cucciolo che stringeva le sue lenzuola e non quello che era divento durante il liceo cioè un ragazzo che era passato dall'essere il tuo migliore amico ad una persona sconosciuta. Non avevo voglia di svegliarlo, lo preferivo mentre dormiva ma presi coraggio. «Conoooooor» iniziai a chiamarlo. Si girò dall'altra parte ignorandomi. Mi avvicinai molto lentamente a lui e iniziai a solleticarlo sul collo. Lui odiava il solletico perchè ne soffriva parecchio infatti pochi secondi dopo sentendosi pizzicare il collo si accorse della mia mano e la tirò verso di se facendomi cadere sopra di lui. Iniziò a battermi forte il cuore. Oddio no, la mia cotta per Conor stava tornando. Ebbene si, dalle elementari fino ai primi tempi del liceo ero letteralmente cotta di lui, anche se non lo facevo notare. Purtroppo però tra di noi non ci fu mai niente a parte un bacio. A dire il vero il mio primo bacio anche se fu a stampo e ci fu solo perchè stavamo giocando al gioco della bottiglia. «A-a-alice che ci fai qui?» mi disse guardandomi in faccia mentre sbadigliava. «Tua madre mi ha invitato a mangiare a casa tua perchè i miei sono appena partiti in Italia.» Risposi un po' imbarazzata data la posizione in cui ci trovavamo. Mi accorsi che mi teneva ancora la mano. «Adesso posso alzarmi?» chiesi arrossendo. «Oh, si certo. Scusa.» Credo che anche lui iniziasse a sentirsi un po' a disagio. Mi alzai. «Se ci pensi è da tempo che non ci parliamo...» Disse lui. Io annuii. «Che ne dici se dopo mangiato andiamo a fare una passeggiata?» Aggiunse. «Perchè no.» Gli sorrisi e lui ricambiò. Mi sembrava cambiato dai tempi del liceo, sembrava più dolce. Si alzò in piedi anche lui. «Vuoi uscire o preferisci rimanere mentre mi cambio?» «No esco... anzi vado in cucina ti aspetto di sotto.» Dissi sentendo le mie guance tingersi di rosso. «Va bene, non scomparire!» «E perchè dovrei?» Risposi dirigendomi verso la porta.
Uscii e andai in cucina. «Alice da quanto tempo non ti vedevo.» Vidi davanti a me un signore abbastanza alto con dei capelli castani e degli occhi verdi. «Buongiorno Paul.» «Perchè non ti accomodi?» mi chiese Darcy indicandomi una sedia. Dopo essermi seduta, arrivò Conor (vestito con una maglietta a maniche corte bianca con sopra una felpa rossa e dei pantaloni abbinati a quest'ultima) e subito dopo iniziammo a mangiare. «Alice come mai i tuoi genitori sono partiti per l'Italia?» mi chiese Paul. «Per motivi di lavoro ma credo che passeranno anche dai miei nonni dato che non li vedono da molto tempo...» «Hai origini italiane?» Mi chiese Conor. «Si mia madre è italiana ed ha incontrato mio padre proprio mentre lui si trovava in Italia per lavoro.» Continuai. «Ah, capisco.» Il pranzo continuò in silenzio anche se notai dei continui sguardi verso di me da parte di Conor, ma cercai di ignorarlo anche se credo di essere diventata rossa come un peperone.
Subito dopo pranzo io e Conor uscimmo ma dopo pochi passi mi accorsi che qualcuno stava suonando alla porta della mia casa. Mi avvicinai e lo riconobbi subito. «Niall che ci fai qui?»


Ciao a tutte!
Premetto che nei prossimo capitolo si capirà chi sono Luke e Niall e dato che Conor non si è fatto sentire più di tanto in questi capitoli inizierò con il suo punto di vista.
Vorrei ringraziare le ragazze che hanno recensito il prologo e le ragazze che iniziato a seguire la mia fan fiction. Spero vi piaccia anche questo capitolo, recensite! :3
Baci Elisa xx

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Capitolo 3
*** Corsa sotto la piggia ***




POV Conor
Vidi un ragazzo bussare alla porta della casa di Alice e subito dopo lei gli corse incontro. “Niall che ci fai qui?” le sentii dire. Ma chi poteva mai essere questo Niall. Suo fratello era impossibile, ero più che certa che lei fosse figlia unica anche se erano entrambi biondi. Sarà il suo fidanzato? Il suo ex? Un cugino? Un amico? Aspetta un secondo, non può essere, ero geloso di Alice la ragazza che fino alle medie era stata la mia migliore amica, anche se al liceo ci eravamo distaccati e non ne ricordo il motivo. Eravamo così uniti, perchè c'eravamo divisi? Questa era la domanda che volevo farle. Ritornai nel mondo reale e raggiunsi i due biondini.
In quel momento si stavano abbracciando, ma non mi sembravano felici anzi tutt'altro. Alice vedendomi si distaccò dal ragazzo cercando di fare un sorriso ma no le riuscì anzi aveva gli occhi lucidi . «Ehi, che succede?» le chiesi. «Ti spiego tutto dopo. Ma adesso vi devo presentare.» «Non c'è bisogno facciamo da soli.» continuò il biondino. «Piacere, mi chiamo Niall Horan. E tu sei?» «Conor Maynard» Ci stringemmo la mano. «Mi dispiace ma adesso devo andare. Alice, Conor ci si vede.» «Ciao» Lo salutammo entrambi. «Allora, la vogliamo fare questa passeggiato o no?» Mi chiese lei, ma la riguardai negli occhi e li vidi rossi e gonfi segno che stava per scoppiare a piangere, cosa che io non volevo affatto, non riuscivo a sopportarlo. «Alice perchè stai piangendo?» Abbassò lo sguardo. «Non sto piangendo, mi bruciano solo gli occhi per questo stanno lacrimando...» Cercò di convincermi. «Guarda che ti conosco fin troppo bene, non ci credo a queste sciocchezze.» «Eh va bene adesso ti racconto tutto. Però andiamo via da qui non vorrei che qualcuno ci sentisse e ci spargesse la voce. Conosci un posto più riservato?» «Certo, seguimi.»
Le presi la mano e la portai il una spiaggia completamente isolata dato che per raggiungerla bisognava attraversare un bosco. Ci sedemmo su un piccolo scoglio. Si sembrava tranquillizzata. «Aspetta io conosco questo posto.» Io annuii. «Ci venivano da piccoli con i nostri genitori, vero?» «Vedo che hai un'ottima memoria signorina Sunly.» Si mise a ridere. «Ma adesso possiamo continuare il nostro discorso?» «Va bene.» Si schiarì la voce e d'un tratto diventò seria. «Allora... Ti ricordi Luke Tomas?» «Si, te l'ho presentato io alla fine delle medie. Non è quel ragazzo che veniva a fare le vacanze qui due anni più grande di noi?» Lei annuì ma la sua voce si fece più cupa. «Beh, anche quando abbiamo iniziato a non parlarci più, lo continuai a frequentare, sia vedendoci quando veniva in vacanza sia messaggiando o tramite chiamata e sinceramente mi piaceva, mi sembrava così dolce a dire il vero aveva i tuoi stessi occhi azzurri e il tuo stesso sguardo e questo contribuiva...» La fermai. «Ma questo che c'entra con Niall?» «Non ho ancora finito.» Mi azzittì. «Verso la fine del secondo anno del liceo se non sbaglio a maggio Luke venne a Brighton a trovarmi. Quella sera uscimmo in discoteca e Luke si ubriacò. Non era più come gli anni precedenti a quello. Non era carino con me e quella sera si voleva divertire. Decisi di andarmene, uscii dalla discoteca e presi la direzione per tornarmene a casa, ma sentii che qualcuno mi stava inseguendo. Mi voltai e Luke mi comparve davanti “Alice, tesoro mio che ci fai qui tutta sola e non vieni a divertirti con me?” fu così che mi disse avvicinandosi un po' troppo a me per i miei gusti. Gli gridai di non toccarmi ma così non feci altro che farlo innervosire di più. Mi prese per i polsi e iniziò a stringerli con molta forza.» A quel punto una lacrima scese dal suo volto. «Ehi, non piangere. Ci sono qui io con te nessuno ti potrà fare niente.» Cercai di calmarla prendendola anche per mano. A quel punto si tranquillizzò e continuò la sua storia. «Cercai di staccarmi in più modi ma era troppo potente per me. Iniziai ad implorarlo di lasciarmi andare ma capendo che non l'avrebbe mai fatto cominciai a gridare il più forte possibile ma quella strada era vuota ed isolata. C'eravamo solo io e lui. Smisi di strillare e mi lasciai andare, non avrei potuto fare altro, mi avrebbe fatto solo più male. Pochi secondi dopo però arrivò una moto, era Niall. Scese, gli tirò un pugno in piena faccia e data che era decisamente sbronzo cadde per terra a primo colpo lasciandomi stare. Devo dire che quel ragazzo è il mio angelo custode, mi ha salvato dopo aver passato i secondi più brutti della mia vita e non potrò mai ricambiarlo. Se non ci fosse stato lui non so cosa mi sarebbe potuto succedere.» Rimasi decisamente in uno stato di shock. Le lasciai la mano e abbassai lo sguardo, non avevo il coraggio di guardarla il faccia. «Mi dispiace.» «Ti dispiace di cosa? Tu non hai fatto niente.» «Invece è tutta colpa mia. Sono stato io a presentarti Luke e quando ti ha quasi maltrattata io non c'ero.» «Conor per favore guardami in faccia.» Alzai lo sguardo, era così bella con i suoi occhi che quasi ti ipnotizzavano ed i suoi lunghi capelli biondi che quasi sembrava un angelo. «Tu non hai fatto niente, sono stata io a sbagliare. Non dovevo fidarmi di lui, ma anche in questo caso non è successo niente» Continuò. «Eh allora perchè prima stavi piangendo?» «Niall è venuto ad avvertirmi che è uscito di prigione perchè anche se aveva cercato di molestarmi non mi era successo niente di grave e non c'era nessuna prova a parte dei piccoli lividi...» «Vuoi dire che adesso è libero?» Lei non riuscì a rispondere annuì soltanto. «Avrei voluto io tirargli, quel pugno anzi se ci fossi stato io l'avrei massacrato.» «Così avrebbero messo te al posto suo in carcere.» Dopo quella frase ci fu solo silenzio, ci guardammo negli occhi per poi abbracciarci quando d'un tratto iniziò a piovere. Eravamo troppo lontani da casa per raggiungerla senza bagnarci. «Eh adesso come facciamo?» Le chiesi. «So io dove andare.» Mi rispose con tranquillità. «Seguimi.» Disse iniziano a correre. Mi precipitai verso di lei quando d'un tratto si fermò di fronte ad una vecchia gelateria abbandonata. «Questa te la ricordi?» Continuò. «Certo, ma non pensavo fosse abbandonata.» Guardai il lucchetto che c'era davanti alla porta. «Però adesso dobbiamo trovare un modo per entrare.» «Facile come bere un bicchier d'acqua. » Si tolse l'unica molletta che aveva nei capelli che fino a quel momento non avevo notato e la infilò nel lucchetto. La ruotò delicatamente e in un batter d'occhio esso cadde a terra. Rimasi a bocca aperta. «Mi sono persa qualcosa in questi anni? Quando hai iniziato a manomettere le porte?» le chiesi incredulo. «Questi caro mio non sono affari che ti riguardano, comunque se non vuoi rimanere sotto la pioggia ti consiglio di entrare.» Mi disse mentre accedeva dalla porta di ingresso. «Ne sarei molto onorato.» Le risposi. Mi intrufolai anch'io mentre stava per chiudere e mi ritrovai nella vecchia gelateria, se così si poteva ancora definire. Essa era composta da due grandi stanze: la prima era completamente vuota mente nella seconda erano rimasti solo due grandi tavoli. Mi voltai in cerca di Alice ma era scomparsa nel nulla. «Ice dove sei?» «Sono nella seconda stanza vicino ad un tavolo. Aspetta come mi hai chiamata?» «Ice hai capito proprio bene.» Iniziai a ridere mentre la raggiunsi e mi sedetti per terra accanto a lei.


POV Alice
Non ci credevo, mi aveva chiamata Ice. Lui era l'unico che mi chiamava così e questo soprannome non lo sentivo da ben cinque anni. «Beh, se io sono Ice allora tu sei Cream» Iniziai a ridacchiare. «Ma non c'entra un bel niente con il mio nome.» «Invece si. C ed M sono le iniziali del tuo nome e cognome e poi era così che ti chiamavo quando eravamo piccoli.» «Va bene te lo concedo.» Conor si era seduto accanto a me, sembrava che fossimo tornati ai vecchi tempi. Compreso il fatto che ero ancora innamorata di lui.


POV Conor
Eravamo seduti l'uno accanto all'altra, Alice mi era mancata davvero tanto e io non avrei voluto più farne a meno. Insieme a lei stavo bene. Ice poggiò la sua testa accanto alla mia quando la sentii tremare. «Alice hai freddo?» «Si, un po'.» Alzò la testa. Mi accorsi della sua maglietta a giri completamente fradicia. «Se rimani con quella maglietta addosso rischi di prenderti la febbre. Mettiti questa.» Le dissi levandomi la felpa e porgendogliela. «Devo proprio. A dire la verità mi vergogno di levarmi la maglietta in tua presenza.» «Ice non fare la bambina piccola.» «Va bene. Ma non mi guardare.» Disse un po' scontrosa al riguardo. Annuii. In n batter d'occhi si tolse la maglietta rimanendo in reggiseno e anche se mi aveva detto di non guardare non potei fare a meno di notare il suo corpo perfetto. Alice non era più la bambina di un tempo, era una donna ormai ed era bellissima.



Ed ecco a voi un capitolo dedicato quasi del tutto ai pensieri di Coooooonor.
Adesso vi starete chiedendo perchè ho messo Niall Horan nella fan fiction su Conor, vi rispondo subito. Sono sia una Mayniac che una Directioner, pensavo che uno di loro ci sarebbe stato bene, avevo bisogno di un nuovo personaggio maschile ed ecco a voi Niall!
Voglio ringraziare le ragazze che hanno messo la mia fan fiction tra le preferite e quelle che l'hanno recensita. Mi piacerebbe sapere cosa pensate di questo capitolo. RECENSITE! :3
Baci Elisa xx

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Capitolo 4
*** La febbre fa brutti scherzi ***


POV Alice
Mi infilai la felpa e mi voltai verso Conor, mi stava squadrando per bene. Arrossii. «Bastardo, mi avevi promesso di non guardami.» Incrociai le braccia e mi voltai dall'altra parte. «Scusa, non volevo...» Mi rispose. «E allora perchè lo hai fatto?» Gli domandai, quando d'un tratto mi iniziò a girare la testa, ma cercai di non farglielo notare. «Perchè...» Lo guardai in faccia, aveva lo sguardo perso nel vuoto, non credo sapesse che rispondere. Mi prese una mano, continuavo a tremare come prima. «Ti senti bene? Stai tremando.» Cambiò discorso. «No, mi gira la testa.» Poggiai la mia testa accanto alla sua. «Appena smette di piovere ti porto a casa..» Mi sussurrò in un orecchio. «Grazie» Gli risposi. Poco dopo caddi in un sonno profondo.

Mi svegliai ritrovandomi in un letto che non era il mio, era a due piazze e la stanza era molto più grande della mia ma aveva qualcosa di familiare. Guardai la finestra, aveva smesso di piovere da chissà quanto tempo ed era ormai buio. La porta si aprì. «Conor, dove mi trovo?» «Nella stanza degli ospiti della mia casa...» «Eh perchè sono qui?» Cercai di alzarmi ma non ci riuscii mi faceva male tutto. «Perchè hai la febbre. Mi madre ha chiamato i tuoi genitori dicendo che viste le tue condizioni potevi rimanere qui e i tuoi gli hanno detto che gli stava più che bene.» «Ma che ore sono?» «Le nove.» «Allora torno a casa, non vorrei disturbare.» «No tu resti qui, così rischieresti solo di peggiorare le cose.» Disse con tono paterno. Mentre si avvicinava sempre di più a me «Va bene...» «Mia madre ti sta preparando la cena visto che tra poco escono.» «Tu non esci?» «No diciamo che ho litigato con i miei amici e preferisco stare a casa e poi non ti voglio lasciare sola.» Mi accarezzò il viso. «Grazie» Dissi arrossendo. La porta si spalancò. «Conor, Alice noi stiamo uscendo.» Disse Darcy. «Va bene» Rispondemmo. «Un'ultima cosa la cena è sul tavolo, prendila appena puoi altrimenti si raffredda Conor. Adesso vado, ciao!» Disse prima di chiudere la porta. «Ma cos'ha cucinato?» «E' una sorpresa!» Disse uscendo anche lui dalla stanza, Mi lasciò sola nella stanza a farmi pensare al perchè mi stavo innamorando di lui, del ragazzo che fino a qualche giorno prima mi ignorava del tutto e che adesso faceva parte della mia vita, e non credo avrei potuto farne a meno, nonostante il fatto che ci fossi riuscita per ben cinque anni. Ero rimasta ipnotizzata nel vedere quei suoi occhi color mare, quel suo sorriso smagliante, quel suo preoccuparsi per me ed incolparsi per qualcosa di cui non centrava niente. Mi sentivo tremendamente imbarazzata ad avere la febbre e ad essere curata nella sua casa, anzi più che altro da lui.


POV Conor
Ero uscito a prendere la cena per Alice e stavo ripensando a quello che era successo qualche ora prima. Mi aveva chiesto perchè l'avessi guardata nonostante mi avesse implorata di non farlo e io non sapevo spiegarne il motivo. Forse perchè sono un maschio e i maschi non rinunciano mai a guardare una ragazza in reggiseno o forse no. Io avevo troppo rispetto per Alice per compiere un'azione che mi aveva detto di non fare fino a pochi secondi prima. Forse era la tentazione per il motivo che Alice mi era sempre piaciuta ma non avevo mai avuto l'opportunità di vederla in quello stato visto i tanti anni di lontananza. Ma adesso non dovevo pensarci presi la cena e mi diressi verso la camera degli ospiti. Aprii la porta, lei era rannicchiata su un lato del letto e sembrava stesse dormendo finchè ad un certo punto alzò la testa. «Cosa c'è da mangiare?» Mi chiese guardandomi. «Ti presento... una bel brodino fatto in casa!» «Cosa? Stai scherzando vero?» «Non scherzo affatto, ogni volta che qualcuno si ammala a casa mia basta il brodo e il giorno dopo si risveglia come nuovo, questa è una ricetta di famiglia!» Cercai di convincerla, ma sembrai solo il venditore di una televendita. «Ma io odio il brodo, quello non lo voglio!» Sembrava una bambina piccola ma quando faceva così era ancora più bella, rispecchiava il suo lato che conoscevo meglio. «Preferisci avere la febbre?» Le domandai. «No, ma...» non riuscì a finire la frase che la interruppi. «Cosa? Ice non fare la bambina piccola.» Aveva ancora il viso imbronciato e dalla sua bocca non era emersa neanche una parola. «Eh va bene. Se bevi il brodo domani ti porto in un posto speciale.» Questa era la mia ultima speranza, non sapevo che altro dirle. «Dici davvero?» Nel suo volto comparve all'improvviso un sorriso a trentadue denti. «Te lo giuro.» «Allora accetto.» Mi rispose annuendo con la testa. «Riguardo al brodo preferisci essere imboccata o riesci a mangiare da sola?» Iniziai a ridere anch'io. «Bella battuta Maynard. Adesso però preferirei consumare la mia cena da sola, non sono di certo una bambina e comunque non vorrei che si raffreddasse, la odierei ancora di più.» Disse con una smorfia sul volto. Mi chiedo come faccia a cambiare atteggiamento in così pochi secondi. Chi la capisce? «Come vuoi tu..» Le porsi la cena e iniziò a mangiare mentre io continuavo a ridere. «Adesso mi spieghi cosa hai da ridere?» «Mi piaceva l'idea di imboccarti, tutto qui» «Che stupido che sei!»


POV Alice
Lasciai per un attimo il brodo e gli tirai un cuscino in faccia e con mia grande soddisfazione lo colpii in faccia. Riniziai subito a mangiare, dopotutto non era così male. Guardai Conor, sembrava volesse uccidermi solo con lo sguardo. «Ringrazia dio che sei malata altrimenti in questo momento ti troveresti soffocata sotto un cuscino.» «Mi vuoi sfidare?» Iniziai a ridere. «Giuro che prima o poi la facciamo questa gara!» Scoppiò a ridere anche lui. «Che ne dici di guardare un film dopo mangiato?» «Va bene, a patto che non sia romantico. Li odio.» Sarò anche una ragazza strana ma odio tutto quel romanticismo soprattutto perchè avendo avuto solo una storia ed essere stata quasi maltrattata mi faceva odiare ogni minimo atto di sentimentalismo, non credevo quasi più nell'amore. «Se lo dici tu...» Disse mentre guardava i DVD in uno scaffale della camera. «Ti va bene un horror?» Annuii. Non amavo neanche quelli, ogni scena mi faceva rabbrividire ma non avevo altra scelta, nel tempo in cui ero rimasta sola avevo adocchiato i DVD e c'erano solo quei due generi. «Che ne dici di Saw?» «Va bene.» Avevo visto solo una volta quel film anzi una mezza volta perchè non riusci a guardarlo tutto per il disgusto di quelle scene. Studiai il piatto che avevo ancora in mano, il mio pasto era finito e non me n'ero neanche accorta. Conor mi osservò. «Vedo che hai finito la tua cena, allora possiamo iniziare?» «Certo!» Mise il film nel lettore DVD e si distese nel letto accanto a me, il film iniziò pochi minuti dopo. Nella stanza c'erano due uomini, anzi tre: due ai lati vivi ed uno al centro morto dissanguato. Solo a guardarlo rabbrividii.


POV Conor
Mi voltai verso Alice aveva una faccia sconvolta, non credo gli piacessero molto i film da paura, ma allora perchè aveva accettato? «Alice» Si voltò. «Ha paura?» Ci fu un momento di silenzio. «Un po'...» La scrutai per bene. «Un po' o tanta?» «Abbastanza.» A quel punto mi avvicinai a lei e la strinsi in un abbraccio. «Così va meglio?» Le chiesi. Ma aspetta che stavo facendo? Perchè stavo abbracciando Alice? Non mi riconoscevo nemmeno più, non ragionavo più prima di fare qualcosa, la fecevo e basta. «Va molto meglio grazie.» Arrossì e si morse il labbro. Eravamo sempre più vicini tanto da sentire il suo respiro farsi irregolare. Lei era così bella e le sua labbra erano ad un passo dalle mie, allora mi avvicinai sempre di più a lei dandole un bacio sulla guancia, non volevo rovinare tutto per colpa di un atto che avrei voluto compiere. Continuammo a guardare il film per circa mezzora e per tutto quel tempo, la continuai a tenere stretta a me perchè in quel film per lei c'erano scene che facevano venire i brividi ma non mi dispiaceva starle vicino anzi mi faceva sentire bene, ma dopo si addormentò. Cercai di alzarmi senza fare rumore e ci riuscii, levai il DVD, lo porsi nella custodia e lo rimisi al suo posto. A quel punto decisi di uscire, Alice doveva riposarsi ed io sarei stato solo d'intralcio. Ma quando aprii la porta sentii una voce: «Ti prego non te ne andare resta qui con me.» «Oggi no mia cara Alice, magari un'altra volta.» Uscii dalla camera degli ospiti ed entrai nella mia. Se fossi rimasta con lei di certo non avrei resistito, ma comunque era stata una bella serata.



Ciauuuuuuuuuu C:
Sono tornata con il mio terzo capitolo e anche se a me non piace molto lascio a voi commentare. Spero solo che non ci siano errori... FATEMI SAPERE!
Prima di lasciarvi vorrei ringraziare le 5 ragazze che hanno recensito il secondo capitolo e quelle che l'hanno inserita tra i preferiti, tra le seguite e tra le ricordate. Sono felice che vi piaccia :')
Voglio una recensione da parte di tutte le ragazze che leggono la mia storia, voglio avere un parere di tutte. Non mi importa se si di due parole o sia lunga la voglio e basta (vi prego :3 )
Ho detto 743382598 “voglio” (?)
Adesso vi lascio, un bacio a tutte Elisa xx

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