Glam Evil di murdershewrote (/viewuser.php?uid=198375)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No escape ***
Capitolo 2: *** Vanity and Folly ***
Capitolo 3: *** Hope and Taste ***
Capitolo 4: *** No escape, part II ***
Capitolo 5: *** Lovers ***
Capitolo 6: *** Fitness advices ***
Capitolo 7: *** Hairstyle ***
Capitolo 1 *** No escape ***
1.
No escape: Captain Albert Wesker
Il capitano
della S.T.A.R.S. si muoveva con passo lento e sicuro lungo il
corridoio. Aveva appena terminato di illustrare una missione ai suoi
ragazzi e ora aveva solo voglia di rilassarsi un po’.
Svoltato un
angolo incrociò per caso due agenti del Dipartimento
impegnate a fotocopiare alcuni documenti. Wesker le salutò
appena con un cenno del capo.
Non
l’avesse mai fatto.
Le due prima
scattarono sull’attenti, poi risposero al saluto esclamando
in coro “Buongiorno signore!” sfoggiando il loro
miglior sorriso senza curarsi della fotocopiatrice che, abbandonata a
se stessa, aveva iniziato a spargere a terra i fogli stampati senza
ritegno. Wesker fece per fargli notare il problema ma si
bloccò quasi atterrito dai loro sguardi luccicanti di
bramosia. Quindi, senza trattenersi un secondo di più,
raggiunse rapidamente l’area relax. Assicuratosi che fosse
vuota si chiuse la porta alle spalle. Si prese una tazza di
caffè nero e si sedette sospirando per l’accaduto.
Non era la prima volta che le donne del Dipartimento si comportavano in
modo strano in sua presenza e la cosa lo irritava alquanto. Chi
credevano di essere per ostentare tanta sfacciataggine? Lui non era
mica un uomo qualunque, non aveva tempo da perdere con simili
civetterie! Era un uomo di scienza, lui, destinato a cambiare il mondo,
ad assoggettarlo al suo volere. Lui, si...Lui era destinato a diventare
un Dio! Nessuno avrebbe mai più osato incrociare il suo
sguardo...nessuno! Forse, più avanti, avrebbe concesso a
qualcuna la grazia e l’onore di stare al suo fianco come una
Dea...o forse no. Ci avrebbe pensato in seguito.
Queste
riflessioni sul suo prossimo futuro gli fecero incurvare le labbra in
qualcosa di vagamente simile ad un sorriso mentre si passava una mano
tra i capelli perfettamente lisciati all’indietro. Prese un
sorso di caffè chinando leggermente il capo in avanti.
Quando si raddrizzò per poco la bevanda non gli
andò di traverso: tre poliziotte, arrivate chissà
quando e chissà come, stavano degustando il loro the
aspirandolo rumorosamente con una cannuccia mentre lo fissavano con
aria sognante.
Maledizione!
Note
dell'Autrice:
Allora...Nella
mia testa la scena descritta era piuttosto divertente ma non sono poi
così sicura del risultato scritto dato che non scrivo mai
commedie e simili. Spero di essere riuscita a strapparvi almeno un
sorriso (se non una risata vera e propria!).
Comunque...Il
primo personaggio doveva assolutamente essere
lui.
*.*
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Capitolo 2 *** Vanity and Folly ***
2.
Vanity and folly: Ashford twins
Era da almeno
mezz’ora che stava lì, a rimirarsi nello specchio.
Lisciò
le pieghe del lungo vestito viola che aveva appena indossato e con un
gesto fluente mise i setosi guanti bianchi. Si sedette sulla
poltroncina di fronte allo specchio accavallando elegantemente le gambe
e iniziò a spazzolarsi con cura i capelli, scintillanti di
riflessi dorati. Passò un leggero velo di cipria per
colorare le candide e morbide gote e, infine, laccò le
labbra con un rossetto rosso fuoco creando un forte contrasto con i
suoi occhi, così chiari e puri, quasi fanciulleschi. Si
ammirò ancora sorridendo al proprio riflesso.
“Ah!
Sono proprio bellissima...La cara bis-bis-nonnina
sarebbe così orgogliosa della sua progenie!”
esclamò lasciandosi sfuggire una risatina di soddisfazione
per il risultato ottenuto.
In quel
momento Alexia proruppe nella stanza come una furia. I lunghi capelli
dorati erano scompigliati e gli occhi, solitamente azzurri come quelli
del fratello, ardevano di rabbia. Fece qualche passo in avanti con fare
minaccioso.
“Alfred!
Quante volte ti ho detto di non toccare le mie cose?!”
sbottò inferocita.
Quello si
alzò di scatto e, agguantato ancora qualche gioiello da
poter abbinare al vestito, pensò bene di fuggire a gambe
levate braccato dalla sorella.
Davvero,
proprio non capiva perché si arrabbiava tanto.
Magari si era
solo svegliata con la luna storta. Forse avrebbe fatto meglio a lasciarla dormire
ancora un pò...
Note
dell'Autrice:
Che dire...amo questi
gemellini. Forse un pochino
psicolabili...ma così carini e coccolosi!
E ora, una
piccola precisazione:
La cara "bis
bis nonnina" è, ovviamente, la capostipite della famiglia,
Veronica Ashford. Genealogicamente è la trisavola dei
gemelli ma l'appellativo che ho usato mi sembrava più carino
pronunciato da Alfred con la sua soave
voce.
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Capitolo 3 *** Hope and Taste ***
3. Hope and taste:
Excella Gionne
Si.
L’avrebbe conquistato.
Excella si era
convinta di ciò nell’esatto momento in cui aveva
conosciuto Wesker.
Non doveva poi essere
un’impresa tanto difficile. Così,
almeno, pensava lei.
Excella, oltre
ad essere estremamente intelligente, era davvero una bella
donna e, grazie alle sue forme sinuose e alla parlantina spiccatamente
mielosa, aveva sempre avuto tutti gli uomini ai suoi piedi. Ma Albert
Wesker si stava rivelando un soggetto particolarmente refrattario alle
sue lusinghe. Comunque lei non demordeva e continuava imperterrita ad
esibire la generosa scollatura e le lunghe gambe lisce come seta ad
ogni occasione. Prima o
poi avrebbe ceduto.
Quella
mattina, capo e vice stavano camminando fianco a fianco. Excella decise
di attuare l’ennesimo tentativo di seduzione e, approfittando
di un attimo di disattenzione di Wesker, lo superò e prese a
camminare proprio davanti a lui. Rallentò di poco il passo e
prese ad ancheggiare in modo pericolosamente provocante, mantenendo a
stento l’equilibrio sui tacchi vertiginosi.
Stavano quasi
per raggiungere la loro meta quando uno strano verso le fece tendere le
orecchie. Che Albert l’avesse finalmente notata?
“Mmmh..”
un secondo verso la fece sorridere soddisfatta.
“Uurgh...mmhg..!”
Quel terzo
apprezzamento fu così esplicito e intenso da farla quasi
scandalizzare.
Allora si
voltò di scatto esclamando con falso tono indignato
“Albert?!”
“Cosa
vuoi, Excella?” rispose lui monotono e impassibile come al
solito.
La donna lo
guardò, prima di posare lo sguardo sulle creature che
costeggiavano il perimetro della base. Le creature. Era
talmente immersa nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta di
loro e dei loro grugniti disgustosi.
Resasi conto
dell’imbarazzante equivoco le si imporporarono le guance
all’istante e poi si affrettò a rispondere
“Niente...niente..!”
Sospirò
rammaricata e riprese a camminare.
Beh.
Almeno qualcuno aveva buon gusto.
Note dell'autrice:
Excella e le sue tecniche di
seduzione...Come dimenticare la sua famosa frase "I have my eyes set on something
much bigger...You'll be needing a partner right?"
Effettivamente, non ha avuto molta fortuna. Ma almeno ha avuto il sommo
piacere di stargli
vicino e sfiorarlo.
Fanciulle, prendiamo esempio! ^^
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Capitolo 4 *** No escape, part II ***
4.
No escape, part II: Albert Wesker & the Ashford
Wesker si
poggiò ad una parete per poi piegarsi in avanti nel
tentativo di riprendere fiato. Stava iniziando a pensare che non
sarebbe riuscito a sfuggirle,
nemmeno con le capacità che aveva acquisito.
Lei...lei era
cambiata.
Non era
più la ragazzina geniale che aveva conosciuto tanti anni
prima. Era divenuta una donna ormai. E che donna!
L’aveva
vista, poco prima, in cima alle scale. Splendida, come fosse una diva.
Le
apprezzabili curve avvolte nello sfarzoso vestito viola, la pelle
candida e delicata. Si era soffermato poi sugli occhi. Azzurri, come li
aveva lui stesso un tempo.
Davvero uno spettacolo.
Ma lui non era
arrivato fin laggiù in cerca di una compagnia femminile. Era
lì solo per affari.
Ed era stato
chiarissimo.
Le aveva teso
una mano per farle capire le sue intenzioni e le aveva detto
“Vieni con me, Alexia...L’unico campione del
Virus-T Veronica si trova nel tuo corpo. Lo voglio,
ora!”
Si riferiva al
virus, ovviamente.
Solo al virus.
Peccato
però che lei avesse completamente
frainteso.
Dopo averlo
ascoltato senza battere ciglio, gettò la testa
all’indietro abbandonandosi ad una stridula e inquietante
risata.
La donna aveva
poi iniziato a scendere le scale mentre le vesti prendevano lentamente
fuoco. La pelle, ormai scoperta, perse il suo naturale candore
così come i capelli dorati lasciarono il posto ad una serie
di filamenti, più simili a tentacoli.
Si
fermò a qualche gradino da lui e gli sussurrò con
malizia “Ricordavo che eri un uomo pratico, Albert. Beh, sei
fortunato...Oggi, dopo tanto tempo, mi sento tutta un fuoco!”
Letteralmente.
Oh,
dio...
Wesker se la
trovò ad un palmo di naso con lo sguardo ammiccante e le
lunghe ciglia in fermento. Doveva ammettere comunque che non aveva
perso il suo fascino, anche se mutata in quel modo...
La
guardò ancora un attimo, poi iniziò a correre.
Fu
così che Rockfort Island si riempì di
esclamazioni imbarazzate e risate isteriche.
Il tutto sotto
lo sguardo umido di un Alfred Ashford in lacrime, affranto
poiché, ancora una volta, era stato oscurato
dall’ingombrante figura della sorella.
Note
dell'autrice:
Si, si, lo
so...ci sono tanti altri personaggi sul quale scrivere. E lo
farò! Ma questa scenetta mi frullava in mente da troppo
tempo per attendere ancora prima di pubblicarla!
La prima volta
che ho visto questa scena nel gioco la mie mente malata aveva pensato
che Wesker stesse per fare una proposta di matrimonio ad Alexia!
Ma, pensandoci
bene, questi due sono troppo egoisti per farci uscire qualcosa di
così ridicolamente
romantico. Considerando anche, come ho già
scritto, che Wesker non ha bisogno di una donna. Mannaggia!
Oh, si...Mi
sento infine in dovere di ringraziare sentitamente la partecipazione
straordinaria di Alfred. So
cute..!
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Capitolo 5 *** Lovers ***
5.
Lovers: Barry Burton
“...quindi
si, credo di essermi innamorato..Barry? Barry, mi stai
ascoltando?”
Barry Burton,
seduto ad un tavolo con in mano una tazza di caffè fumante
ancora piena, fu riportato bruscamente alla realtà dalla
voce del collega. Lo guardò sbattendo ripetutamente le
palpebre mentre l’altro attendeva ancora una risposta.
“Si,
si...certo..ti ascolto..” disse poi.
In
realtà, non aveva più seguito la voce di Frost da
quando il giovane aveva iniziato a parlare di una nuova fiamma. A quel
punto nella sua mente si era focalizzata solo un’immagine. La
sua...
Erano mesi
ormai che non faceva che pensare a lei. Era stato amore a
prima vista ed era conscio che se sua moglie avesse scoperto qualcosa
si sarebbe scatenato un putiferio. Non voleva di certo ferirla...ma
proprio non aveva saputo
resisterle.
“Senti
Frost, oggi stacco un po’ prima. Ho...ho da fare. Ci vediamo
domani” disse alzandosi di scatto.
Fece un cenno
di saluto al collega e lasciò frettolosamente il
Dipartimento.
Aveva bisogno
di vederla.
Raggiunto il
luogo dell’incontro la notò subito. Sembrava
proprio che l’aspettasse. E, come se fosse la prima volta, un
brivido di piacere gli corse lungo la schiena alla sua sola vista. Si
prese qualche minuto per ammirarla come meritava.
Le
morbide curve...il corpo liscio e luminoso...nessuna inutile ornamento..
Era semplicemente stupenda.
I suoi battiti
accelerarono gradualmente e sentì crescere in lui un
desiderio non indifferente. Si avvicinò lentamente a lei,
fece un respiro profondo e prese una decisione.
Doveva
averla!
Varcò
allora la soglia dell’armeria “Kendo –
Rifles & Guns” per poter finalmente toccare con mano
la nuovissima e preziosa Colt
Anaconda.
Angolo
dell'autrice:
Che dire?
Barry ama le armi...E'
risaputo, no? *All
you need is...Colt! Oh, yeah...I mean...Love!*
Ah,
quasi dimenticavo. Il negozio Kendo è già apparso
nel gioco (RE2), ovviamente
non per lo scopo di questa scena, ed è giusto
ricordare che i
nomi, i luoghi e i personaggi di questa fanfic appartengono alla Capcom.
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Capitolo 6 *** Fitness advices ***
6.
Fitness advices: Albert Wesker & Excella Gionne
Le
immagini si susseguivano veloci sullo schermo davanti
all’espressione allibita di Albert Wesker.
L’iniziale
curiosità per quella vecchia e anonima
videocassetta, che gli aveva dato la sua - come definirla? - collega poco prima, venne
gradualmente sostituita da un senso di smarrimento mai provato prima.
Di fronte a
sé, diverse donne dal fisico atletico presero ordinatamente
posto su dei tappetini di gomma colorata e un’orribile
musichetta dal ritmo forsennato iniziò ad uscire con
prepotenza dalle casse poste ai lati del monitor. Wesker
corrugò le sopracciglia confuso, mentre un dubbio atroce si
faceva largo nella sua mente.
L'uomo
ripensò alle parole di Excella.
“Questa
è per te, Albert. Vedo che sei già a buon
punto...”
La
mano leggera ma sapiente ad accarezzargli il petto e un sorriso
malizioso in volto.
“Ma
ho pensato che poteva tornarti utile qualche consiglio. Sai
com’è, i metodi tradizionali sono sempre i
più efficaci!”
Non
che si fidasse particolarmente di quella donna... Ma fino ad allora
aveva sempre appoggiato i suoi progetti circa le loro ricerche ed
eseguito gli ordini da lui impartiti.
In quel
momento, quindi, non
aveva motivo di dubitare delle sue intenzioni. Non gli costava niente
dare un'occhiata ad un video. No?
Nel mentre,
sullo schermo, una ragazza
sorridente vestita con dei pantaloncini neri e uno striminzito top
rosa fluo fece la sua comparsa dal nulla, approssimandosi alle altre
ma rivolgendosi direttamente alla telecamera che la inquadrava.
“Bentornate,
amiche! Sono ancora io, la vostra personal trainer
preferita!” la sentì squittire.
Wesker trasse
un respiro profondo, imponendosi di calmarsi. Ma un inquietante
scintillio vermiglio attraversò le lenti scure.
Fu
un attimo.
Poi
un’esplosione mise prematuramente fine, oltre al monitor con
annesso l’intero impianto hi-fi, a quell'atroce sessione di
allenamento.
Note
dell'autrice:
Vorrei innanzi
tutto scusarmi con tutti quelli che seguono questa storia per l'abnorme
ritardo nell'aggiornare ma mi duole dire che non ho dei tempi
prestabiliti per farlo e, quindi, non so nemmeno quando
scriverò/pubblicherò i prossimi capitoli. Spero
solo abbiate la pazienza di seguirmi comunque!
Per quanto
riguarda questo capitolo... Beh, potrebbe sembrare ridicolo ma ce la
vedo proprio Excella mentre segue lezioni di ginnastica alla tv.
Dovrà pur mantenere in qualche modo quel suo fisico! E il povero Wesker ci va solo di
mezzo. Stavolta. XD
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Capitolo 7 *** Hairstyle ***
7.
Hairstyle: William Birkin
William
si guardò ancora un po’ allo specchio.
Sfiorò
con una mano il viso coperto da una barbetta incolta e ispida. Due
profonde occhiaie gli incupivano lo sguardo, spegnendo anche quegli
occhi chiari dei quali si era innamorata sua moglie. Già. Era
stata proprio Annette a suggerirgli di apportare qualche miglioria al
suo aspetto, così aveva deciso di assecondarla.
Giunto dal suo
barbiere di fiducia, fu accolto dalla voce squillante di
quest’ultimo che lo salutò esclamando
“Ehilà Birkin! E’ da un po’
che non ti fai vedere, eh?”
“Beh,
sono stato piuttosto impegnato...”
“Oh,
voi scienziati... Sempre studio e ricerca, ricerca e studio! Dovresti
rilassarti un po’, sai? Guardati, hai tutti i capelli secchi
e sfibrati” lo rimproverò strofinandogli
energicamente il capo con un palmo aperto e tastando qualche ciuffo con
i polpastrelli “e da quand’è che non ti
radi come si deve?”
“Sono
qui proprio per questo. Speravo potessi mettermi in sesto”
ribatté Birkin, poco avvezzo a quel genere di attenzioni.
“Ma
certo che posso! Dimmi, oltre a ridefinirti la barba, cosa vuoi che ti
faccia? Cambiamo taglio? Facciamo una tinta? Uno shatush?”
“Shat-
che? Ma non è roba
da donne, quella?” tentò di
protestare, imbarazzato.
“Non
è affatto vero, ormai va molto di moda anche tra gli
uomini!” rispose l’altro col tono di chi la sapeva
lunga. Poi, vedendo l’esitazione di William, aggiunse
“Va bene, ascolta. Per ora ti faccio solo qualche colpo di
sole, giusto per ravvivare questo biondo smorto che ti ritrovi. Guarda,
li sto fissando proprio ora anche al tuo collega” concluse il
barbiere indicando la sala alle sue spalle con un cenno del capo.
“Collega?
Chi...?”
Birkin si
addentrò nel salone, aggirò una colonna e...
trasalì nel vedere un paio di occhiali scuri molto familiari.
“Ciao
William”
Quella voce.
Sempre, incredibilmente calma.
“Albert...?”
E i capelli. Perfetti.
Se non fosse
stato per delle strisce di carta d’alluminio che in quel
momento gli fasciavano ridicolamente alcune ciocche.
“Beh?
Cosa c’è da guardare?” disse
l’interessato scuotendo il collega dall’improvviso
shock - e conseguente mutismo - che lo aveva colto.
“O-oh...
niente”
Indietreggiò
lentamente fino a raggiungere il barbiere che, sicuro di averlo
così convinto, gli chiese con un sorriso “Allora,
che ne dici? Si crea un bell’effetto, eh?”
“No.
No, grazie”
Diede una
risposta secca, sicura, sdegnata.
Sperando
ardentemente che Wesker non l’avesse sentita.
Note dell'autrice:
Ho sempre
pensato che l'amicizia - sempre sui genereis, vista la storia di RE
- tra Albert e William fosse sincera quindi credo che Birkin,
se non fosse morto dopo le metamorfosi indotte dal Virus-G,
probabilmente sarebbe stato l'unico che Wesker avrebbe accettato come
partner per i suoi successivi studi ed esperimenti durante gli anni a
venire. Dunque, in questo capitolo, lo shock di Birkin non è
dovuto tanto alla paura nei confronti del collega quanto più
alla scoperta della sua vanità.
Ma, dopotutto,
Wesker dovrà pur curare la sua fantastica chioma dorata,
no?
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