Glam Evil

di murdershewrote
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** No escape ***
Capitolo 2: *** Vanity and Folly ***
Capitolo 3: *** Hope and Taste ***
Capitolo 4: *** No escape, part II ***
Capitolo 5: *** Lovers ***
Capitolo 6: *** Fitness advices ***
Capitolo 7: *** Hairstyle ***



Capitolo 1
*** No escape ***


1. No escape: Captain Albert Wesker

Il capitano della S.T.A.R.S. si muoveva con passo lento e sicuro lungo il corridoio. Aveva appena terminato di illustrare una missione ai suoi ragazzi e ora aveva solo voglia di rilassarsi un po’.
Svoltato un angolo incrociò per caso due agenti del Dipartimento impegnate a fotocopiare alcuni documenti. Wesker le salutò appena con un cenno del capo.
Non l’avesse mai fatto.
Le due prima scattarono sull’attenti, poi risposero al saluto esclamando in coro “Buongiorno signore!” sfoggiando il loro miglior sorriso senza curarsi della fotocopiatrice che, abbandonata a se stessa, aveva iniziato a spargere a terra i fogli stampati senza ritegno. Wesker fece per fargli notare il problema ma si bloccò quasi atterrito dai loro sguardi luccicanti di bramosia. Quindi, senza trattenersi un secondo di più, raggiunse rapidamente l’area relax. Assicuratosi che fosse vuota si chiuse la porta alle spalle. Si prese una tazza di caffè nero e si sedette sospirando per l’accaduto. Non era la prima volta che le donne del Dipartimento si comportavano in modo strano in sua presenza e la cosa lo irritava alquanto. Chi credevano di essere per ostentare tanta sfacciataggine? Lui non era mica un uomo qualunque, non aveva tempo da perdere con simili civetterie! Era un uomo di scienza, lui, destinato a cambiare il mondo, ad assoggettarlo al suo volere. Lui, si...Lui era destinato a diventare un Dio! Nessuno avrebbe mai più osato incrociare il suo sguardo...nessuno! Forse, più avanti, avrebbe concesso a qualcuna la grazia e l’onore di stare al suo fianco come una Dea...o forse no. Ci avrebbe pensato in seguito.
Queste riflessioni sul suo prossimo futuro gli fecero incurvare le labbra in qualcosa di vagamente simile ad un sorriso mentre si passava una mano tra i capelli perfettamente lisciati all’indietro. Prese un sorso di caffè chinando leggermente il capo in avanti. Quando si raddrizzò per poco la bevanda non gli andò di traverso: tre poliziotte, arrivate chissà quando e chissà come, stavano degustando il loro the aspirandolo rumorosamente con una cannuccia mentre lo fissavano con aria sognante.
Maledizione!



Note dell'Autrice:
Allora...Nella mia testa la scena descritta era piuttosto divertente ma non sono poi così sicura del risultato scritto dato che non scrivo mai commedie e simili. Spero di essere riuscita a strapparvi almeno un sorriso (se non una risata vera e propria!).
Comunque...Il primo personaggio doveva assolutamente essere lui. *.*

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Capitolo 2
*** Vanity and Folly ***


2. Vanity and folly: Ashford twins

Era da almeno mezz’ora che stava lì, a rimirarsi nello specchio.
Lisciò le pieghe del lungo vestito viola che aveva appena indossato e con un gesto fluente mise i setosi guanti bianchi. Si sedette sulla poltroncina di fronte allo specchio accavallando elegantemente le gambe e iniziò a spazzolarsi con cura i capelli, scintillanti di riflessi dorati. Passò un leggero velo di cipria per colorare le candide e morbide gote e, infine, laccò le labbra con un rossetto rosso fuoco creando un forte contrasto con i suoi occhi, così chiari e puri, quasi fanciulleschi. Si ammirò ancora sorridendo al proprio riflesso.
“Ah! Sono proprio bellissima...La cara bis-bis-nonnina sarebbe così orgogliosa della sua progenie!” esclamò lasciandosi sfuggire una risatina di soddisfazione per il risultato ottenuto.
In quel momento Alexia proruppe nella stanza come una furia. I lunghi capelli dorati erano scompigliati e gli occhi, solitamente azzurri come quelli del fratello, ardevano di rabbia. Fece qualche passo in avanti con fare minaccioso.
“Alfred! Quante volte ti ho detto di non toccare le mie cose?!” sbottò inferocita.
Quello si alzò di scatto e, agguantato ancora qualche gioiello da poter abbinare al vestito, pensò bene di fuggire a gambe levate braccato dalla sorella.
Davvero, proprio non capiva perché si arrabbiava tanto.
Magari si era solo svegliata con la luna storta. Forse avrebbe fatto meglio a lasciarla dormire ancora un pò...



Note dell'Autrice:
Che dire...amo questi gemellini. Forse un pochino psicolabili...ma così carini e coccolosi!
E ora, una piccola precisazione:
La cara "bis bis nonnina" è, ovviamente, la capostipite della famiglia, Veronica Ashford. Genealogicamente è la trisavola dei gemelli ma l'appellativo che ho usato mi sembrava più carino pronunciato da Alfred con la sua soave voce.



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Capitolo 3
*** Hope and Taste ***


3. Hope and taste: Excella Gionne

Si. L’avrebbe conquistato.
Excella si era convinta di ciò nell’esatto momento in cui aveva conosciuto Wesker.
Non doveva poi essere un’impresa tanto difficile. Così, almeno, pensava lei.
Excella, oltre ad essere estremamente intelligente, era davvero una bella donna e, grazie alle sue forme sinuose e alla parlantina spiccatamente mielosa, aveva sempre avuto tutti gli uomini ai suoi piedi. Ma Albert Wesker si stava rivelando un soggetto particolarmente refrattario alle sue lusinghe. Comunque lei non demordeva e continuava imperterrita ad esibire la generosa scollatura e le lunghe gambe lisce come seta ad ogni occasione. Prima o poi avrebbe ceduto.
Quella mattina, capo e vice stavano camminando fianco a fianco. Excella decise di attuare l’ennesimo tentativo di seduzione e, approfittando di un attimo di disattenzione di Wesker, lo superò e prese a camminare proprio davanti a lui. Rallentò di poco il passo e prese ad ancheggiare in modo pericolosamente provocante, mantenendo a stento l’equilibrio sui tacchi vertiginosi.
Stavano quasi per raggiungere la loro meta quando uno strano verso le fece tendere le orecchie. Che Albert l’avesse finalmente notata?
“Mmmh..” un secondo verso la fece sorridere soddisfatta.
“Uurgh...mmhg..!”
Quel terzo apprezzamento fu così esplicito e intenso da farla quasi scandalizzare.
Allora si voltò di scatto esclamando con falso tono indignato “Albert?!”
“Cosa vuoi, Excella?” rispose lui monotono e impassibile come al solito.
La donna lo guardò, prima di posare lo sguardo sulle creature che costeggiavano il perimetro della base. Le creature. Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta di loro e dei loro grugniti disgustosi.
Resasi conto dell’imbarazzante equivoco le si imporporarono le guance all’istante e poi si affrettò a rispondere “Niente...niente..!”
Sospirò rammaricata e riprese a camminare. 
Beh. Almeno qualcuno aveva buon gusto.





Note dell'autrice:
Excella e le sue tecniche di seduzione...Come dimenticare la sua famosa frase "I have my eyes set on something much bigger...You'll be needing a partner right?"
Effettivamente, non ha avuto molta fortuna. Ma almeno ha avuto il sommo piacere di stargli vicino e sfiorarlo.
Fanciulle, prendiamo esempio! ^^


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Capitolo 4
*** No escape, part II ***


4. No escape, part II: Albert Wesker & the Ashford

Wesker si poggiò ad una parete per poi piegarsi in avanti nel tentativo di riprendere fiato. Stava iniziando a pensare che non sarebbe riuscito a sfuggirle, nemmeno con le capacità che aveva acquisito.
Lei...lei era cambiata.
Non era più la ragazzina geniale che aveva conosciuto tanti anni prima. Era divenuta una donna ormai. E che donna!
L’aveva vista, poco prima, in cima alle scale. Splendida, come fosse una diva.
Le apprezzabili curve avvolte nello sfarzoso vestito viola, la pelle candida e delicata. Si era soffermato poi sugli occhi. Azzurri, come li aveva lui stesso un tempo.
Davvero uno spettacolo.

Ma lui non era arrivato fin laggiù in cerca di una compagnia femminile. Era lì solo per affari.
Ed era stato chiarissimo.
Le aveva teso una mano per farle capire le sue intenzioni e le aveva detto “Vieni con me, Alexia...L’unico campione del Virus-T Veronica si trova nel tuo corpo. Lo voglio, ora!”
Si riferiva al virus, ovviamente. Solo al virus.
Peccato però che lei avesse completamente frainteso.
Dopo averlo ascoltato senza battere ciglio, gettò la testa all’indietro abbandonandosi ad una stridula e inquietante risata.
La donna aveva poi iniziato a scendere le scale mentre le vesti prendevano lentamente fuoco. La pelle, ormai scoperta, perse il suo naturale candore così come i capelli dorati lasciarono il posto ad una serie di filamenti, più simili a tentacoli.
Si fermò a qualche gradino da lui e gli sussurrò con malizia “Ricordavo che eri un uomo pratico, Albert. Beh, sei fortunato...Oggi, dopo tanto tempo, mi sento tutta un fuoco!
Letteralmente.
Oh, dio...
Wesker se la trovò ad un palmo di naso con lo sguardo ammiccante e le lunghe ciglia in fermento. Doveva ammettere comunque che non aveva perso il suo fascino, anche se mutata in quel modo...
La guardò ancora un attimo, poi iniziò a correre.
Fu così che Rockfort Island si riempì di esclamazioni imbarazzate e risate isteriche.
Il tutto sotto lo sguardo umido di un Alfred Ashford in lacrime, affranto poiché, ancora una volta, era stato oscurato dall’ingombrante figura della sorella.



Note dell'autrice:
Si, si, lo so...ci sono tanti altri personaggi sul quale scrivere. E lo farò! Ma questa scenetta mi frullava in mente da troppo tempo per attendere ancora prima di pubblicarla!
La prima volta che ho visto questa scena nel gioco la mie mente malata aveva pensato che Wesker stesse per fare una proposta di matrimonio ad Alexia!
Ma, pensandoci bene, questi due sono troppo egoisti per farci uscire qualcosa di così ridicolamente romantico. Considerando anche, come ho già scritto, che Wesker non ha bisogno di una donna. Mannaggia!
Oh, si...Mi sento infine in dovere di ringraziare sentitamente la partecipazione straordinaria di Alfred. So cute..!

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Capitolo 5
*** Lovers ***


5. Lovers: Barry Burton

“...quindi si, credo di essermi innamorato..Barry? Barry, mi stai ascoltando?”
Barry Burton, seduto ad un tavolo con in mano una tazza di caffè fumante ancora piena, fu riportato bruscamente alla realtà dalla voce del collega. Lo guardò sbattendo ripetutamente le palpebre mentre l’altro attendeva ancora una risposta.
“Si, si...certo..ti ascolto..” disse poi.
In realtà, non aveva più seguito la voce di Frost da quando il giovane aveva iniziato a parlare di una nuova fiamma. A quel punto nella sua mente si era focalizzata solo un’immagine. La sua...
Erano mesi ormai che non faceva che pensare a lei. Era stato amore a prima vista ed era conscio che se sua moglie avesse scoperto qualcosa si sarebbe scatenato un putiferio. Non voleva di certo ferirla...ma proprio non aveva saputo resisterle.
“Senti Frost, oggi stacco un po’ prima. Ho...ho da fare. Ci vediamo domani” disse alzandosi di scatto.
Fece un cenno di saluto al collega e lasciò frettolosamente il Dipartimento.
Aveva bisogno di vederla.
Raggiunto il luogo dell’incontro la notò subito. Sembrava proprio che l’aspettasse. E, come se fosse la prima volta, un brivido di piacere gli corse lungo la schiena alla sua sola vista. Si prese qualche minuto per ammirarla come meritava.
Le morbide curve...il corpo liscio e luminoso...nessuna inutile ornamento..
Era semplicemente stupenda.
I suoi battiti accelerarono gradualmente e sentì crescere in lui un desiderio non indifferente. Si avvicinò lentamente a lei, fece un respiro profondo e prese una decisione.
Doveva averla!
Varcò allora la soglia dell’armeria “Kendo – Rifles & Guns” per poter finalmente toccare con mano la nuovissima e preziosa Colt Anaconda.



Angolo dell'autrice:
Che dire? Barry ama le armi...E' risaputo, no?  *All you need is...Colt! Oh, yeah...I mean...Love!*
Ah, quasi dimenticavo. Il negozio Kendo è già apparso nel gioco (RE2), ovviamente non per lo scopo di questa scena, ed è giusto
ricordare che i nomi, i luoghi e i personaggi di questa fanfic appartengono alla Capcom.

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Capitolo 6
*** Fitness advices ***


6. Fitness advices: Albert Wesker & Excella Gionne

Le immagini si susseguivano veloci sullo schermo davanti all’espressione allibita di Albert Wesker.
L’iniziale curiosità per quella vecchia  e anonima videocassetta, che gli aveva dato la sua - come definirla? - collega poco prima, venne gradualmente sostituita da un senso di smarrimento mai provato prima.
Di fronte a sé, diverse donne dal fisico atletico presero ordinatamente posto su dei tappetini di gomma colorata e un’orribile musichetta dal ritmo forsennato iniziò ad uscire con prepotenza dalle casse poste ai lati del monitor. Wesker corrugò le sopracciglia confuso, mentre un dubbio atroce si faceva largo nella sua mente.
L'uomo ripensò alle parole di Excella.
“Questa è per te, Albert. Vedo che sei già a buon punto...”
La mano leggera ma sapiente ad accarezzargli il petto e un sorriso malizioso in volto.
“Ma ho pensato che poteva tornarti utile qualche consiglio. Sai com’è, i metodi tradizionali sono sempre i più efficaci!”
Non che si fidasse particolarmente di quella donna... Ma fino ad allora aveva sempre appoggiato i suoi progetti circa le loro ricerche ed eseguito gli ordini da lui impartiti. 
In quel momento, quindi, non aveva motivo di dubitare delle sue intenzioni. Non gli costava niente dare un'occhiata ad un video. No?
Nel mentre, sullo schermo, una ragazza sorridente vestita con dei pantaloncini neri e uno striminzito top rosa fluo fece la sua comparsa dal nulla, approssimandosi alle altre ma rivolgendosi direttamente alla telecamera che la inquadrava.
“Bentornate, amiche! Sono ancora io, la vostra personal trainer preferita!” la sentì squittire.
Wesker trasse un respiro profondo, imponendosi di calmarsi. Ma un inquietante scintillio vermiglio attraversò le lenti scure.
Fu un attimo.
Poi un’esplosione mise prematuramente fine, oltre al monitor con annesso l’intero impianto hi-fi, a quell'atroce sessione di allenamento.




Note dell'autrice:
Vorrei innanzi tutto scusarmi con tutti quelli che seguono questa storia per l'abnorme ritardo nell'aggiornare ma mi duole dire che non ho dei tempi prestabiliti per farlo e, quindi, non so nemmeno quando scriverò/pubblicherò i prossimi capitoli. Spero solo abbiate la pazienza di seguirmi comunque!
Per quanto riguarda questo capitolo... Beh, potrebbe sembrare ridicolo ma ce la vedo proprio Excella mentre segue lezioni di ginnastica alla tv. Dovrà pur mantenere in qualche modo quel suo fisico! E il povero Wesker ci va solo di mezzo. Stavolta. XD

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Capitolo 7
*** Hairstyle ***


7.   Hairstyle: William Birkin

William si guardò ancora un po’ allo specchio.
Sfiorò con una mano il viso coperto da una barbetta incolta e ispida. Due profonde occhiaie gli incupivano lo sguardo, spegnendo anche quegli occhi chiari dei quali si era innamorata sua moglie. Già. Era stata proprio Annette a suggerirgli di apportare qualche miglioria al suo aspetto, così aveva deciso di assecondarla.
Giunto dal suo barbiere di fiducia, fu accolto dalla voce squillante di quest’ultimo che lo salutò esclamando “Ehilà Birkin! E’ da un po’ che non ti fai vedere, eh?”
“Beh, sono stato piuttosto impegnato...”
“Oh, voi scienziati... Sempre studio e ricerca, ricerca e studio! Dovresti rilassarti un po’, sai? Guardati, hai tutti i capelli secchi e sfibrati” lo rimproverò strofinandogli energicamente il capo con un palmo aperto e tastando qualche ciuffo con i polpastrelli “e da quand’è che non ti radi come si deve?”
“Sono qui proprio per questo. Speravo potessi mettermi in sesto” ribatté Birkin, poco avvezzo a quel genere di attenzioni.
“Ma certo che posso! Dimmi, oltre a ridefinirti la barba, cosa vuoi che ti faccia? Cambiamo taglio? Facciamo una tinta? Uno shatush?”
 “Shat- che? Ma non è roba da donne, quella?” tentò di protestare, imbarazzato.
“Non è affatto vero, ormai va molto di moda anche tra gli uomini!” rispose l’altro col tono di chi la sapeva lunga. Poi, vedendo l’esitazione di William, aggiunse “Va bene, ascolta. Per ora ti faccio solo qualche colpo di sole, giusto per ravvivare questo biondo smorto che ti ritrovi. Guarda, li sto fissando proprio ora anche al tuo collega” concluse il barbiere indicando la sala alle sue spalle con un cenno del capo.
“Collega? Chi...?”
Birkin si addentrò nel salone, aggirò una colonna e... trasalì nel vedere un paio di occhiali scuri molto familiari.
“Ciao William”
Quella voce. Sempre, incredibilmente calma.
“Albert...?”
E i capelli. Perfetti.
Se non fosse stato per delle strisce di carta d’alluminio che in quel momento gli fasciavano ridicolamente alcune ciocche.
“Beh? Cosa c’è da guardare?” disse l’interessato scuotendo il collega dall’improvviso shock  - e conseguente mutismo - che lo aveva colto.
“O-oh... niente”
Indietreggiò lentamente fino a raggiungere il barbiere che, sicuro di averlo così convinto, gli chiese con un sorriso “Allora, che ne dici? Si crea un bell’effetto, eh?”
“No. No, grazie”
Diede una risposta secca, sicura, sdegnata.
Sperando ardentemente che Wesker non l’avesse sentita.






Note dell'autrice:

Ho sempre pensato che l'amicizia - sempre sui genereis, vista la storia di RE -  tra Albert e William fosse sincera quindi credo che Birkin, se non fosse morto dopo le metamorfosi indotte dal Virus-G, probabilmente sarebbe stato l'unico che Wesker avrebbe accettato come partner per i suoi successivi studi ed esperimenti durante gli anni a venire. Dunque, in questo capitolo, lo shock di Birkin non è dovuto tanto alla paura nei confronti del collega quanto più alla scoperta della sua vanità.
Ma, dopotutto, Wesker dovrà pur curare la sua fantastica chioma dorata, no?

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