True love can hide itself, blend but it can never get lost.

di Giuls_breath
(/viewuser.php?uid=111271)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I° capitolo ***
Capitolo 2: *** II° capitolo ***
Capitolo 3: *** III° capitolo ***
Capitolo 4: *** IV° capitolo ***
Capitolo 5: *** V° capitolo ***
Capitolo 6: *** VI° capitolo ***
Capitolo 7: *** VII° Capitolo ***
Capitolo 8: *** VIII° capitolo ***
Capitolo 9: *** IX° Capitolo ***
Capitolo 10: *** X° Capitolo ***
Capitolo 11: *** XI° Capitolo ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** I° capitolo ***


Buongiorno, la mia voglia di scrivere non ha limiti. 
Questa è una storia che volevo iniziare già da qualche giorno,
ma poi tra un impegno e un altro non ci sono riuscita.
Stamattina però mi sono messa d'impegno e ho scritto.
Spero ne sia venuto fuori qualcosa di decente!
Fatemi sapere che ne pensate, per me è importante! 
Ah, le parti in corsivo sono tratte dal capitolo "Etica" altre dal capitolo "Necessità".


 

I° capitolo


Quando vidi Bella uscire dalla porta della mia stanza mi sentii perso, vuoto, inutile. Tutta la mia vita fino a quel momento si era concentrata sul proteggere, avere cura e amare lei, l’unica per me, Isabella Swan.
Quando la vidi uscire mi sentii come se assieme a lei se ne fosse andato via tutto, anche quella fioca speranza che avevo nel mio cuore.
“Se ti va, avrai sempre una seconda scelta.”
“Finché il mio cuore batterà.”
Quelle parole furono per me il colpo di grazia, sentivo il mio cuore rallentare e poi riprendere a battere forte e veloce, il sangue scorrermi nelle vene, sentivo il suo cuore battere forte, i suoi occhi diventare lucidi.
Si voltò un momento e quegli occhi lucidi.. probabilmente furono l’ultimo ricordo di lei umana. Come sarebbe stato rivederla con gli occhi color miele come la succhiasangue che ama tanto?
Sarei ancora stato in grado di riconoscerla?
Chiusi gli occhi cercando di regolare il respiro, di controllare il dolore, di tenere a freno il lupo che era in me e che intendeva prendere il sopravvento per la rabbia, il dolore, la perdita, l’amarezza.
Bella, in un mondo diverso magari poteva funzionare tra noi.. o forse sarò in grado di amarti anche da vampira, anche se non potrò più perdermi in quegli occhi color cioccolato, non potrò ridere più della tua goffaggine, non potrò più sentirmi lusingato di quel rossore sulle tue gote quando ricevevi un complimenti o ti rendevi conto di aver detto troppo.. sarò abbastanza forte da riuscirci?
O questo farà di me ancora di più idiota?
 
Pov Bella
 
Ero uscita con le lacrime agli occhi da casa sua.
Lui non doveva e non mi avrebbe mai più vista piangere.
Non volevo essere ricordata come la fragile Bella Swan, la ragazza indecisa fino alla fine. Volevo essere ricordata come una ragazza forte, determinata, volevo che almeno lui, il mio migliore amico potesse ricordarsi questo mio aspetto da umana.
Entrai nel mio pick – up, rimasi aggrappata al volante per infiniti secondi prima di girare la chiave e mettere in moto.
Fu il viaggio più lungo e lacerante della mia vita.
Le lacrime continuavano ad appannarmi la vista.
Sapevo cos’era per me, un amico. Un amico e basta.
Ma allora perché mi disperavo in questo modo?
Accostai.
Cercai di guardare fuori, ma farlo era impossibile: pioveva a dirotto.
In quel momento mi sentii come una diga, una diga che aveva contenuto per troppo tempo dolore, rabbia, sofferenza, amore.. sì perché amavo, non come Edward, anche Jacob.
Lo amavo, ma lui non sarebbe mai stato il mio destino.
Io sarei diventata una vampira tra poche settimane.. e Jacob.. sarebbe diventato un ricordo.
Mi abbandonai sul sedile, a pezzi e in balia della debolezza che avevo combattuto nella stanza di Jacob. Era peggio di quanto pensassi e mi colse con intensità sorprendente.
Ero combattuta tra il mio amore per il mio bellissimo eterno dio greco e per il mio mortale migliore amico. Così diversi eppure entrambi erano capaci di farmi stare bene e di tirare fuori una parte di me, una parte alle volte anche a me oscura.
Mi sentivo così sciocca e così egoista al tempo stesso, cosa avevo fatto? Avevo lasciato che il mio migliore amico, il mio Jacob fosse ferito per causa mia e cosa ancora peggiore gli avevo permesso di innamorarsi di me, pur sapendo che non lo avrei mai amato come amo Edward.
La portiera si aprì cigolando e lui mi prese tra le braccia: Edward era con me. Edward, il mio angelo, era entrato silenziosamente nella mia vita, era entrato senza far rumore ed era uscito rumorosamente l’anno scorso provocando un dolore incolmabile dentro di me. Almeno finché non mi ricordai di Jake..
Sulle prime mi sentii ancora peggio. Perché c'era quella piccola parte di me - piccola, ma più grande e rumorosa a ogni minuto che passava, infuriata con il resto di me stessa - che agognava un altro paio di braccia.
Potevo ancora una volta essere così masochista e stupida?
La mia ragione sapeva qual’era il mio posto, sapeva che dovevo restare accanto ad Edward per sempre.. ma il mio cuore, il mio cuore cosa agognava?
Può la ragione farti desiderare qualcosa e il cuore un’altra?
Durante il tragitto mi sforzai di mantenere il controllo. Sulle prime mi sembrò un tentativo vano, ma non mi diedi per vinta.
Dovevo essere più forte delle mie stupide lacrime e del mio stupido rimorso. Charlie appena vide l’espressione funerea dipinta sul mio volto, si limitò a osservarmi e lasciarmi andare in camera.
Chiusi la porta, assicurandomi che Charlie non udisse alcun lamento o grida, mi stesi sul letto e premetti forte il cuscino sulla bocca e strillai con quanto fiato avevo in gola.
Dopo altri singhiozzi sconquassarono il mio petto, mi trafissero l’anima. Edward restò con me durante quella notte tremenda, mi strinse a sé amorevolmente, dandomi dei teneri baci sulla fronte.
Quando le prime luci dell’alba illuminarono la stanza, mi ripromisi di non ridurmi più in quello stato, non avrei mai più permesso a Edward di vedermi versare un'altra lacrima per Jacob Black.
Ti dimenticherò e ci riuscirò.. mi ripromisi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II° capitolo ***


Saaaalve!! 
Eccomi qui, quante visite!
Onestamente non me l'aspettavo!
^______^
Spero che le visite aumentino con questo capitolo!
xoxo






II° capitolo
 

Da quel giorno mi ripromisi, riuscendoci, di non piangere più per lui. Nonostante ciò però la ferita nel mio cuore continuava a bruciare, nonostante tutte le lacrime versate, nonostante i miei buoni propositi e nonostante la presenza quasi perenne di Edward.
Forse il tempo mi avrebbe aiutata.. in fondo avrei avuto tutta l’eternità per smettere di pensare a lui.
Ebbi un sussulto nel pensarmi un giorno non molto lontano fredda, dagli occhi castano dorato, la pelle dura e perfetta. Niente più guance rosee, né i miei capelli perennemente aggrovigliati e senza garbo, né i miei occhi color cioccolato che lui amava tanto.
Il mio cuore ebbe un altro sussulto.
«Non preoccuparti, piccola. Troveremo un modo».
«Non vedo quale», mugugnai.
Picchiettò sulla mia testa. «Mi farò da parte e mi comporterò bene».
Potevo essere ancora così stupida ed egoista tanto da continuare a rimuginarci su? Sì, quella fu la risposta più ovvia e più veritiera.
Avevo ancora egoisticamente bisogno di lui, avevo bisogno di sapere che stesse bene.
Andai in salone, Charlie era in centrale ed io ero sola in casa.
Digitai il suo numero, squillava.. uno squillo, due squilli, tre squilli.. il telefono suonava inutilmente.
Quel vuoto, quell’assenza rimbombava dentro di me, distruggendomi e facendomi capire ulteriormente quanto fossi nel torto e quanto continuavo a sbagliare rivolgendomi a lui.
Trascorse mezz’ora e richiamai, questa volta partì la segreteria con la sua voce registrata.. all’udire la sua voce il mio cuore ripartì in quarta, talmente veloce che quasi tremavo.
Come avrei potuto vivere senza il mio cuore?
Avrei continuato ad amare Edward come lo amo ora? O avrei finito con l’odiare me stessa per essere stata così cocciuta, così testarda nel voler scegliere quella vita?
E se Rosalie avesse avuto ragione?
Se stessi facendo la scelta sbagliata?
 
Presi le chiavi del mio malandato pick-up, lo accesi e andai dritta a La Push.
“Bella cosa fai?” mi ripeteva la vocina dentro di me. “Dovresti andare da Alice e organizzare il matrimonio invece di recarti alla riserva. Che senso ha? Dopo ti sentirai meglio? Non credi che ti sentirai peggio?
Sì, forse dopo starò male e magari mi maledirò anche per non averle dato ascolto, eppure volevo seguire il mio cuore e andare nel posto che è stato nei mesi scorsi il mio rifugio felice, dalla persona che ha provato a rimettere insieme i cocci rotti del mio cuore, lui. Jacob.
Vidi la casa dai mattoni rossi, mi fermai proprio lì davanti e aprii lo sportello scendendo.
Scesi dal pick up e in quel momento mi accolse una voce profonda e anche arrabbiata, Leah Clearwater, la sorella di Seth: “Con che coraggio ti ripresenti?”
Rimasi a bocca aperta. Aveva ragione.
“Devo vedere Jake.” dissi con un filo di voce.
“Jake se n’è andato, contenta?” disse fermandosi a pochi passi da me e poggiando le mani sui fianchi coperti da una t-shirt striminzita.
“Dove..  Dov’è?” riuscii a chiedere.
Scappato. . dove? Perché?
“Per colpa tua, idiota.” mi disse quella fastidiosissima vocina.
“Non lo so, è scappato. Dopo il tuo maledetto invito e dopo le svariate coltellate al cuore direi che è il minimo che ha potuto fare!” esclamò “Sei distruttiva, Bella Swan. E’ meglio che te ne vada prima che tornino anche gli altri. Già io sono incazzata per i fatti miei, senza che ti ci metta anche tu, figuriamoci Paul e Quil.”
Mi sentii sprofondare.
Avrei voluto diventare piccola, piccola e sparire.
Alla riserva nessuno mi voleva più.. e come biasimarli?
Alzai lo sguardo e chiesi: “Billy come sta?”
“Come vuoi che stia? Prova a indovinare rovina – persone?” tacque per un momento “E’ distrutto. Nessuno sa più dove sia. Si è trasformato ed è sparito.”
“Sai se tornerà?” chiesi tremante.
L’espressione dei suoi occhi sembrò addolcirsi lievemente, anche se l’espressione del suo viso era ancora dura e contratta.
“E chi lo sa. Forse tra un mese, forse tra un anno..” concluse.
Respirai profondamente.
Mi voltai verso il pick-up, poi verso la casa dei Black e poi verso il garage, il posto dove avevamo nascosto per un po’ le moto durante quei mesi in cui Edward mi aveva lasciata.
“Ora vattene.” ripeté Leah brusca.
Annuii solo.
Salii, misi in moto e andai via.
«Io sono perfetto per te, Bella. Non avremmo dovuto sforzarci, mai... sarebbe stato immediato, facile come respirare. Mi avresti naturalmente trovato nel cammino della tua vita». Fissò il vuoto per un momento e attesi che riprendesse. «Se il mondo fosse come dovrebbe, se non ci fossero né mostri né magia...».
Quelle parole rimbombavano ossessivamente nella mia mente dal giorno in cui ero andata a casa sua e me le aveva dette, era come se ricordarle mi scavasse ogni volta un solco profondo, una cicatrice nel mio cuore.
Jake era imperfetto ed era umano, è vero. Ma lui non mi aveva mai lasciata, mai, non mi aveva mai messa in pericolo, era sempre pronto a soccorrermi. A soccorrermi dalla mia goffaggine, dai miei fantasmi del mio periodo buio, dalla mia fragilità.
Jake sapeva sempre come farmi sorridere, come risollevare il mio umore, sapeva come prendermi in giro, come farmi arrossire.
 
Quando parcheggiai davanti casa c’era la Volvo metallizzata di Edward e lui era tranquillamente appoggiato su. Lo guardai e le sue labbra stranamente non si piegarono in su.
Forse sapevo il perché..
Scesi con aria colpevole e lo salutai timidamente: “Ciao..”
Quegli occhi color miele infuriati finivano sempre con l’intimidirmi in un modo o nell’altro.
“Bella perché? Perché sei andata da lui?”
“Volevo sapere come stava..” risposi a capo chino.
“E come sta?” chiese ancora duro.
“E’ scappato.” tacqui “Per colpa mia..” aggiunsi in un sussurro.
“Bella” mi chiamò quella voce angelica “non sono sicuro che tu stia facendo la scelta giusta.”
Alzai la testa di scatto.
“Cosa?! .. Sì, che lo è.” dissi presa dal panico.
“Fammi finire.” continuò in tono pacato “Non riesco a dimenticare come stavi quella notte.. dopo il tuo incontro con Jacob. Eri distrutta. Non voglio più vederti in quel modo.. e se per vederti serena e felice vuol dire consegnarti tra le sue braccia, beh.. lo farò.”
Aggrottai la fronte e dissi: “Cosa, ma che.. che cavolo dici, Edward? Io ti amo, so quello che voglio. Io voglio sposarti, perché mi stai dicendo una cosa del genere, è assurdo! Non posso credere che tu lo abbia detto sul serio, ma cosa credi di ottenere così? No!” solo allora mi resi conto di aver detto ogni cosa tutta d’un fiato.
Mi sorrise malinconico e mi accarezzò una guancia con la sua mano fredda e dura come il vetro.
“Bella, tu sei riuscita a far battere il mio cuore di nuovo, anche se non in senso letterario.” aggiunse con uno dei suoi sorrisi sghembi e tristi “Ti amo e ti amerò per l’eternità, ma penso che tu stia correndo troppo e non voglio che tu poi possa pentirti di questa tua scelta perché una volta trasformata, sarà per sempre e non potrai più tornare indietro. Diventerai un mostro assetato di sangue, perderai tutti quelli che ami e li vedrai morire uno ad uno senza che tu possa fare nulla.” mi guardò “Vedrai morire anche lui..”
Sentii mancare la terra da sotto i piedi.
“Vuoi che aspetti ancora? Vuoi portare avanti quest’agonia?” gli chiesi con le lacrime agli occhi.
“No, voglio solo che tu ci rifletta attentamente. Voglio che tu guardi a tutti gli aspetti inerenti alla trasformazione, Bella. Non ti chiedo altro.”
Lo guardai sconfitta.
Sapevo di amare Edward, eppure preferii aspettare e pensarci ancora.. in fondo di una cosa ero certa: volevo diventare la signora Cullen.
“Va bene, aspetto ancora qualche settimana, ma nel frattempo dì ad Alice di preparare ogni cosa per il matrimonio.”
I suoi occhi si posarono su di me.
“Alice, ne sarà entusiasta! Cercherò di farle preparare tutto ma lentamente. Così avrai il tempo per pensarci. D’accordo?”
Annuii debolmente.
Di nuovo non ero io a scegliere ma era qualcun altro a farlo.
Quando si è convinti di aver scelto il meglio, ecco che ti si para davanti un’altra scelta, un’altra che magari ti era sfuggita o che magari non avevi voluto vedere.
Ecco, ora ne avevo un’altra: aspettare.
Ancora.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III° capitolo ***


Ciaooooooo,
sono appena tornata dalle vacanze e così ho pensato di postare.
Ho notato però che le visite.. sono calate tantissimo e le recensioni a - 0.
So che è periodo di vacanze etc. etc. etc., però un piccolo commento potreste anche lasciarlo.
A me fa piacere sapere che ne pensate, anche se non vi piace e vorreste che aggiustassi qualcosa ditelo pure. Serve per migliorare il mio modo di scrivere, ma se non mi dite cosa c'è che non vi piace o non vi "rapisce" io continuo sulla mia strada. Non miglioro, non attiro e voi non ci siete.
Okay? 
Perciò ora correte a leggere e commentate, chiaro? LOOOOL.
Alla prossima settimana, 
ciaooooo.


III° capitolo
 

Far fare le cose con calma ad Alice fu quasi impossibile: stava preparando gli abiti, il mio abito bianco, aveva perfino preparato lo smoking per Charlie.
Si sentiva a disagio, lo capivo.
Deglutii nell’immaginarmi con il mio vestito da sposa e i tacchi.
Sospirai, Alice aveva insistito tanto perché indossassi quel tipo di scarpe..
La sua euforia era contagiosa, standoti accanto dovevi per forza essere euforica.. ma appena ti lasciava ripiombava quella strana angoscia mista ad una profonda tristezza.
“E’ proprio necessario tutto questo?” chiesi scocciata.
“Sì, poi vedrai ti piacerà da morire.” mi sorrise super eccitata “Devi solo vedere tutto completo, tutto al suo posto.”
“Oh, beh.. se lo dici tu.” dissi ancora non convinta.
Alice dopo altre chiacchiere che in realtà si tradusse in un monologo quasi senza fine, mi lasciò respirare.
Sospirai pesantemente e tornai poi in camera.
Proprio di fronte camera mia vidi Charlie in veste da pesca e decisamente più a suo agio. Ci scambiammo uno sguardo e un piccolo sorriso, poi io presi la direzione della mia stanza.
“Ah, Bella.”
Mi voltai.
“Alice è davvero simpatica!” sorrisi debolmente, poi aggiunse “Io esco, non torno per cena.”
“Dove vai?” chiesi un po’ curiosa.
“Da Billy.” a sentire quel nome la mia mente associò subito il suo nome, quel nome che ormai non riuscivo più a pronunciare, come se fosse proibito.
“Ah.. bene, b-buona serata.” dissi.
Voltai le spalle e aprii la porta.
“Non mi chiedi perché vado lì?”
Ti prego, papà, non ti ci mettere anche tu.
Ho già tanti sensi di colpa..
Feci mezzo giro su me stessa e gli chiesi: “Perché vai lì?”
Lo chiesi, ma forse sapevo e temevo quella risposta.
Temevo che mi facesse troppo male.
“E’ tornato Jacob. Billy è eccitatissimo. Sai assieme a lui è tornata anche Rebecca per il week-end. Domani andrò a pesca con alcuni amici perciò non torno a casa.”
“Ah..”
Lui è qui.
Jacob, il mio Jacob..
Mio?
Bella che stai combinando?
Tu dovresti esultare per il matrimonio, essere tutta eccitata per i preparativi, perché fra pochi giorni diventerai la signora Cullen.
Ormai manca poco e ora vuoi rovinare tutto?
“Okay papà, divertiti.” dissi voltandogli di nuovo le spalle ed entrando in camera mia.
A pranzo rimasi sola, papà era già uscito, preparai un’insalata mista con pomodori e un po’ di mozzarella. Mentre addentavo i cubetti di mozzarella cercai di schiarirmi le idee, ma dal mio vano tentativo ne uscivano altre domande.
Domande su domande su domande, e nessuna risposta.
Fantastico!
 
Avevo il telefono posato sul tavolo, accanto al piatto.
Chiamo o non chiamo.
Potevo ancora desiderare, nonostante le mie promesse, di voler sentire la sua voce, di saperlo vivo, al sicuro, che stesse bene?
Con mano tremante digitai il numero dei Black.
“Pronto?” sentire la voce cavernosa e profonda di Billy mi fece sussultare.
“Billy, sono.. ehm, Bella.”
“Bella.” disse cambiando tono di voce come se stesse parlando con qualcuno con cui non voleva parlare, o forse era proprio così.
“Ehm, v-vorrei pa-parlare con Jake.”
Ti prego, lasciami parlare con lui, ti prego, ti prego.
 Mi scoprii a pregare per poter sentire la sua voce e la cosa mi spezzò di nuovo in due.. o forse ero spezzata da sempre e avevo solo cercato di non sentirmi più in quel modo per il bene di Edward.
“Bella, mi dispiace ma Jake non vuole parlarti.”
Mi sentii sprofondare.
Fortuna che ero seduta o sarei caduta rovinosamente a terra.
“Billy, ti prego. Ho bisogno..” Bella controllati “Io devo parlare con lui.” tacqui un momento “Come sta?”
“Fisicamente?” puntualizzò Billy provocandomi un’altra fitta al cuore “Bene, si è ripreso. E’ di ronda adesso, cerca di non pensarti. Bella, ti prego, se gli hai mai voluto un pochino di bene, lascialo in pace. Non è giusto che soffra in questo modo per colpa tua.” chiusi gli occhi rassegnata e addolorata.
Dovevo stare lontana da lui, anche se.. forse dentro di me desideravo poter stare con lui, abbracciarlo, o meglio essere abbracciata da lui.
Il cuore martellava forte e le tempie pulsavano dolorosamente.
“Bella, sei ancora lì?” la voce di Billy mi riportò alla realtà.
“S - sì. Billy, io.. volevo solo dirgli addio e vederlo un’ultima volta prima di..” non conclusi la frase ma sapevo che aveva capito.
“Lo so. Ma credo che sia stato meglio lasciarvi così come è accaduto. Sta arrivando Charlie, ci vediamo la settimana prossima al matrimonio, Bella.”
Annuii solo, poi dissi: “Ciao Billy.” riattaccai.
Per me era finita, anche l’ultimo briciolo del mio passato alla riserva era finito. Era parte del passato.
Tutto intorno a me stava finendo.
Mi sembrava di essere circondata da tante porte: prima tutte erano aperte e da ognuna potevo uscire, ora ne sono rimaste solo due aperte, quella di Charlie e quella di Edward e della sua famiglia.
Lentamente si sarebbe chiusa anche la porta di Charlie e allora non avrei avuto più alternative né alcuna via di fuga né possibilità di ripensamento. Niente.
Sarebbe stato tutto diverso tra una settimana.
Pregai affinché queste 168 ore potessero finire presto!
.. Ma sarebbero state anche le mie ultime ore da umana..

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV° capitolo ***


Ciao.. mh, ragazze?
La storia non v'interessa?
Cioè al primo capitolo ha commentato solo una ragazza, al secondo nessuno, al terzo una team Edward che non tornerà.. 
La storia non vi piace?
Scrivetelo ca**o mi fermo! *O*
Comunque, se non commenta nessuno a questo capitolo cancello e basta.. 
Ditemi voi, non saprei in quale altro modo fare per farvi "notare" la cosa.
Ciao, addio.. dipende da voi.




IV° capitolo

 

Edward fortunatamente arrivò poco dopo quella chiamata, con lui riuscivo quasi a non pensare. Era come se la sua presenza riuscisse ad anestetizzarmi in qualche modo.
Ci stendemmo sul letto e lui mi tenne tra le sue braccia, quelle braccia fredde e dure furono quasi un sollievo alla bomba a orologeria che avevo dentro.
“Edward, come sarò io tra qualche giorno?” lo guardai negli occhi:i suoi occhi dorati erano così profondi che immaginai di potermi immergere nella sua anima. Certo, lui era un vampiro, ma trovavo incredibile che mettesse in dubbio di possederne una. La sua era l'anima più bella, più della sua mente brillante, del suo viso incomparabile o del suo corpo magnifico. Anche lui mi guardò come se riuscisse a vedere la mia anima e questa visione gli piacesse.  
Mi sorrise e disse: “Sarai sempre bellissima, sarai sempre la mia Bella anche se non avrai più i tuoi tratti umani.”
Mi mancò un attimo il respiro a quelle ultime parole.
Credo che la mia bocca fosse diventata una linea dura perché Edward mi accarezzò le labbra delicatamente, accendendomi di desiderio. Era così essere toccati da Edward, era impossibile non essere attratti da lui, dal suo tocco, dai suoi modi così galanti eppure così antichi e quasi fuori moda.
“Bella, la mia proposta è ancora valida.” mi disse sottovoce come se mi stesse sussurrando un segreto importante.
“Quale?” chiesi modulando il tono della voce, ma non producendo lo stesso risultato. La mia voce rispetto alla sua ricordava molto il gracidio di una rana.
“Puoi ripensarci.”
“E’ troppo tardi. Ormai è tutto pronto..”
“Ma tu sei pronta?” mi chiese deciso e guardandomi dritta negli occhi.
“Sì” annuii decisa “ho fatto già la mia scelta.” distolsi i miei occhi color cioccolato dai suoi occhi dorati e lucenti.
Annuì debolmente.
Si alzò e andò verso la finestra dove c’era il buio più fitto che avessi mai visto. Credo che quel buio rispecchiasse perfettamente il mio stato d’animo: ero felice della scelta che avevo fatto, ma non riuscivo ad accettare tutte le catastrofiche conseguenze che ci sarebbero state.
Volevo Edward, ma questo significava dover rinunciare a tutto.
Sai cos’è che mi rattrista molto e che mi amareggia particolarmente?” chiese ma non aspettò la mia risposta e continuò «Non sopporto l’idea che non potrai diventare madre.Detesto l'idea che sia fra le cose di cui ti priverò».
Ci pensai su. «So quello che faccio».
«Come fai a dirlo, Bella? Guarda mia madre, guarda mia sorella. Non è un sacrificio facile come immagini».

«Esme e Rosalie se la cavano alla grande. Se poi sarà un problema, faremo come Esme: adotteremo qualcuno».
Dopo un sospiro, la sua voce riprese vigore. «Non è giusto! Non voglio che tu debba sacrificarti per me. Voglio darti tutto e non privarti di nulla. Non voglio rubarti il futuro. Se io fossi umano...».
Restammo in silenzio, quel silenzio era assordante e imbarazzante al tempo stesso. Poco dopoudii uno stridio alla finestra, qualcuno che grattava intenzionalmente le unghie d'acciaio contro il vetro per produrre un rumore agghiacciante, da tapparsi le orecchie e avere la pelle d'oca sulla schiena.
«Se non fai uscire Edward», sibilò minaccioso Emmett, ancora invisibile nella notte, «veniamo a prendercelo!».
«Vai», dissi ridendo, «prima che mi facciano a pezzi la casa».
“Passa un buon week-end.” mi disse con un piccolo sorriso.
“Anche tu. Divertiti.” dissi.
Poi saltò giù.
Rimasi ancora qualche istante con un debole sorriso presente sulle labbra, poi questo sparì lentamente e del tutto dal mio viso.
Uscii dalla mia stanza spegnendo la luce e andando in bagno.
Aprii l’acqua calda per fare un bagno, non amavo farli, ma quella sera era proprio necessario.
Andai in camera e presi al buio un asciugamano, poi un paio di shorts che avrei messo come pigiama e una canottiera.
Mi spogliai lentamente, ero immersa nei miei pensieri.
Troppi.
Andai a piedi nudi in bagno, poi chiusi l’acqua del rubinetto e mi infilai nella vasca, rischiando di scivolare rovinosamente.
Edward era fuori e mi proponeva un’alternativa alla mia cocciutaggine. Forse amavo sì Edward, ma avevo paura di diventare come lui, perfetta come lui.
Insomma ero disposta a diventare fredda, immortale, assetata di sangue e condannata a non avere mai dei figli pur di stare con il mio perfetto vampiro?
Ero disposta a fare tutto ciò, a rinunciare a tutte le possibilità che la vita mi offriva?
Ero disposta poi a pentirmi anche fra cento anni della mia scelta?
Ero disposta a vedere i miei genitori, i miei compagni di scuola, le persone a cui avevo voluto bene, anche Jake da lontano?
Ero disposta ad odiare Jacob perché sarebbe divenuto un nemico della mia, della nostra specie? Ero disposta a guardarlo con astio?
Ero disposta a fare tutto ciò?
No. No. No. No. Infinite volte no, non ero pronta.
Con Edward mi era sembrato tutto più semplice, anche l’idea di dovermi trasformare mi sembrava meno oscura, meno inquietante. Da sola.. avevo i dubbi, senza di lui e senza Jacob, ero solo una persona, solo una ragazza, una fragile ragazza di 18 anni.
Era come se non fossi più sicura al cento per cento della mia scelta, delle mie rinunce!
Guardai l’orologio che segnava le 23.45 era un’ora quasi che stavo nella vasca, era meglio uscire!
Feci molta attenzione ad uscire senza cadere, fortunatamente ci riuscii.
Frizionai i capelli e avvolsi intorno al corpo l’asciugamano.
Accesi il phon e diedi una prima veloce asciugata ai capelli, poi indossai i pantaloncini e la canottiera.
Ripresi ad asciugare i capelli anche se li lasciai leggermente umidi alla fine, poi andai in stanza.
Aprii la porta e ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta..





Le parti in corsivo presenti nel capitolo fanno parte del secondo capitolo di Breaking Dawn "Lunga notte". 
C'è una differenza temporale però: mentre nel libro della Saga questo capitolo precede il giorno del matrimonio, il capitolo di questa storia è posto ad una settimana dal matrimonio.
Spero che sia chiara questa dislocazione ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** V° capitolo ***


Ciao.
Mi dispiace che la storia non proceda come vorreste o che ritenete le mie scelte banali o scontate, 
mi dispiace davvero.
Così come mi dispiace di aver ricevuto due recensioni neutre per lo scorso capitolo.
In questo capitolo ci sarà Jake e niente per alcune sarà scontata come cosa, ma per la storia è fondamentale questo e il prossimo capitolo.
Se volete commentare mi fa piacere, altrimenti non fa niente.
Ciao.




V° capitolo

 
Aprii la porta e ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta..
Nonostante il buio nella stanza, riuscii a vedere il contorno perfetto tracciato dal suo corpo.
Temendo di soffrire di allucinazioni, accesi la luce dell’abat-jour e la stanza si illuminò di un colore dorato.
Quando i miei occhi capirono di chi fosse quel corpo, il mio cuore partì al galoppo, veloce e batteva talmente tanto forte che temevo potesse scoppiare prima o poi.
Rimasi con la bocca semiaperta, le braccia stese lungo il mio corpo e gli occhi quasi sgranati. Lui mi osservò dalla testa ai piedi, aveva un’aria triste e grave dipinta sul suo splendido volto.
Io non riuscivo a parlare, lui nemmeno diceva nulla.
Si limitava a fissarmi così come facevo io.
Sembrava una visione, una bellissima ed umana visione.
Dopo, credo, diversi minuti riuscii ad aprire bocca e sussurrare il suo nome: “Jake.”
Ero così emozionata, quasi su di giri, come se fosse lui il ragazzo più importante della mia vita; la ragione di tutti i miei dubbi, di tutte le mie domande era lì davanti a me.
“Bella.” il mio nome detto dalle sue labbra era una delle tante cose che mi mancavano e mi sarebbero mancate.
Fece un paio di falcate e mi raggiunse, era proprio di fronte a me, avevo la testa sollevata e cercavo i suoi occhi, quegli occhi scuri, quelle pozze nere in cui ogni volta annegavo.
Quegli occhi così dolci, così unici.
Le lacrime stavano ricominciando ad appannarmi la vista e prima di rifletterci troppo a lungo mi tuffai tra le sue braccia posando la testa sul suo petto. Rimase solo per un momento titubante, quasi imbarazzato e poi mi strinse a sé.
Quelle braccia bollenti che mi stringevano e che mi tenevano a lui erano meravigliose.
“Mi sei mancato..” dissi con voce rotta.
“Oh, Bella, Bella..” disse in un soffio “Cosa devo fare con te?”
Portò una mano sulla mia guancia stringendo ancora di più il mio viso contro il suo petto e facendomi ascoltare il battito accelerato del suo cuore, poi posò le labbra sui miei capelli.
Non fu nulla di eclatante quel gesto, eppure mi sentii a casa, al sicuro tra le sue braccia.
“Jake..” riuscii a dire.
Lui lentamente sciolse la stretta ferrea che mi teneva a lui.
Posai una mano sul suo viso e gli accarezzai la guancia, chiuse gli occhi e poi sul suo viso comparve un sorriso, un sorriso amaro.
“Mio padre mi ha sconsigliato di venire qui” disse riaprendo gli occhi “ma volevo vederti. Avevo bisogno di vederti un’ultima volta.”
Sussultai quando sentii pronunciare quelle parole dalle sue labbra.
Se ne accorse perché mi strinse un pochino di più a sé.
“Mio padre mi ha detto che mi hai cercato. Perché? Vuoi torturarmi ancora, Bella? Non ti basta quello che hai fatto finora?”
Mi sfuggì un singhiozzo di frustrazione e disperazione: dovevo dire addio, e questa volta per sempre, anche a quella lieve traccia di amore nei suoi confronti e dovevo anche rendermi conto di quanto male gli avevo fatto per colpa del mio egoismo.
“Volevo solo.. volevo solo sapere se stavi bene.” dissi.
“Perché? Hai paura che possa riprovarci?” fece un sorriso sghembo “Non sono così fesso, ormai ho capito che ami lui e basta. Lo sposi tra meno di una settimana! Credo sia troppo tardi per ripensarci, se mai volessi!” 
“S - sì.” dissi in un sussurro.
“Sono davvero cretino! Un altro al mio posto probabilmente avrebbe compreso la tua scelta e lasciata andare e forse sarebbe stato meglio per te, così non avevi alcun tipo di rimorso nei miei confronti, e io non starei soffrendo come sto soffrendo ora per il tuo amore per quel fetido succhia..”
“Jake!” lo richiamai.
“Edward.” si corresse alzando gli occhi al cielo “Comunque non preoccuparti, al matrimonio non mi vedrai. Voglio ricordarti come sei adesso.. non ce la farei a vederti con il vestito bianco, con il sorriso sulle labbra mentre lo guardi, circondata da tutti quelli a cui vuoi bene mentre fingi di aver sposato un ragazzo normale.” s’interruppe.
Aveva ragione.
A parte il dargli ragione, la mia mente taceva.
Il mio cuore urlava ‘fermalo, abbraccialo’.
Non riuscivo più a parlare, a dire qualcosa di sensato.
Si voltò dandomi le spalle e già quella lontananza fu troppa, eccessiva.
“Vorrei che ci fosse un modo.. che mi rendesse meno egoista ai tuoi occhi e ai suoi. In un modo o nell’altro vi farò soffrire.”
“Bella, ti prego smettila di parlare in questo modo. Smettila di comportarti da bambina viziata, smettila. Guarda tutto ciò a che ci ha portato! Ci ha portato a un triangolo senza fine, a un triangolo ripetitivo. Io ne voglio uscire. Ti prego, Bella..” disse “liberami.” mi pregò quasi riavvicinandosi e poggiando le sue mani sulle mie braccia.
“Io non lo so, non ce la faccio. Perdonami se sono così. Non.. lo so che ti faccio male, che sono un’egoista, una persona senza scrupoli e che un’altra al mio posto avrebbe scelto lui o te e basta, ma io.. tu sei importante per me. Importante.” ribadii.
“Già quanto lui, ma non mi ami quanto ami lui. Lui è il tuo destino. Lo so.” disse il tutto a mo’ di cantilena.
“Anche se la realtà mostra il contrario e anche se non servirà a niente perché ormai non può cambiare niente..” alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi fissi su di me. “Io.. credo di provare qualcosa di molto forte per te.” spalancò gli occhi sorpreso, incredulo, le labbra si aprirono a formare una ‘O’ perfetta.
“Stai bluffando, Bella?” mi chiese cauto.
Si ricompose e mi scrutò con uno sguardo diffidente.
Mi sentii come se davanti a me non ci fosse più l’amico con cui avevo affrontato quei mesi infernali, ma l’altra parte di lui. Il lupo.
“No.” dissi scuotendo la testa.
Si avvicinò di nuovo e disse: “Perché ora? Perché non l’hai detto l’anno scorso quando.. quando tutto era relativamente semplice, quando..” la sua voce si spezzò.
Posò la sua fronte contro la mia.
Dischiusi le labbra, volevo dire qualcosa.
Qualcosa per alleggerire quella situazione così intima, eppure non trovai neanche una parola adatta per la situazione.
Allontanai il viso lentamente da quel soffio caldo che era il suo respiro, lo guardai per diversi secondi negli occhi.
Poi lentamente e con mano tremante posai un dito sul labbro inferiore, lo accarezzai piano.
Lo sentii fremere e io tremai..
Le sue labbra poi si chiusero e mi lasciarono un bacio sul polpastrello. Altre lacrime silenziose appannarono la vista, ma nonostante ciò riuscii a vedere il suo bellissimo volto avvicinarsi al mio..

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** VI° capitolo ***


VI° capitolo
 
Si fermò a meno di un centimetro dal mio viso, alzai il volto per scorgerlo con gli occhi chiusi e con un’espressione contratta e addolorata.
Lo sentii respirare tremante.
Deglutì una volta, due volte, tre volte.
Il mio cuore stava battendo velocissimo.
“Jake..” sussurrai il suo nome.
Aprì gli occhi e quelle pozze scure che mi fissavano mi costrinsero ad abbassare lo sguardo. Due dita sotto il mento mi costrinsero ad alzare lo sguardo di nuovo e a fissare di nuovo i suoi occhi ardenti.
Potevo chiaramente percepire il mio cuore battere forte, credo che anche lui se ne fosse accorto perché mi guardò e sul suo viso comparve un mezzo sorriso.
“Tanto per non perdere le vecchie abitudini vero, Bells?” mi chiese prendendomi in giro.
Sentii le guance riscaldarsi e abbassai lo sguardo.
“Mi mancherà, tra le tante cose, proprio questo.” lo guardai “Il tuo rossore, il tuo imbarazzo.” tacque un momento e il suo volto si scurì “Cosa ci sarà dopo?” mi chiese.
Tese il palmo verso di me e io vi poggiai la mia mano, la strinse delicatamente nella sua.
Sapeva che una stretta più forte avrebbe potuto rompermi le ossa del polso di nuovo.
“Non sentirò più il battito del tuo cuore..” disse addolorato e fissando il vuoto davanti a se e oltre la mia spalla.
“Non ti potrò più vedere come ti vedo ora.” disse quasi in un sussurro.
Mi sentivo distruggere da quelle parole cariche di dolore, come potevo farlo sentire meglio? Come potevo rendere felice il mio migliore amico?
Speravo con tutta me stessa che per lui ci fosse un’altra, magari non qui, non a Forks, pronta ad amarlo come meritava, una ragazza che potesse darle il cento per cento di se stessa, che magari fosse anche della sua specie, che non fosse divisa costantemente in due, che sapeva ciò che voleva, che fosse decisa come lui e forte come lui.
Alzai lo sguardo e vidi le sue guance rigate dalle lacrime.
“Jake!” esclamai prendendo il suo viso tra le mie minuscole mani “Non fare così, ti supplico. Stai rendendo il tutto ancora più doloroso.” sussurrai tutto d’un fiato, stavo combattendo contro altre lacrime, lacrime amare “Ora risolveremo così” dissi quasi decisa “questa sarà l’ultima volta che ci vediamo.” ebbi un altro colpo al cuore dovuto dalla durezza e dalla verità di quelle parole “Tu andrai avanti con la tua vita, troverai la ragazza che ti renderà felice e troverai l’anima gemella grazie anche alla magia, all’imprinting.” dissi, credevo non sapesse quanto mi costavano quelle parole ma se per andare avanti serviva questo, allora l’avrei fatto.
Sospirò, posò la sua fronte di nuovo contro la mia.
“Bells, so che non servirà a niente, ma ti prego.. non lasciare che quel mostro ti trasformi, non lasciarti uccidere! Bella, io non voglio che tu muoia, non voglio!” disse con tono disperato.
“Dio, Dio, Jake!” strinsi i denti forte, volevo gridare.
Ogni suo tormento era il mio, ogni sua parola piena di dolore la sentivo bruciare contro la mia pelle, quelle lacrime bagnavano il mio viso bruciandolo e accendendolo.
Prima che potessi anche solo pensarci, presi il suo viso tra le mie mani e gli baciai delicatamente le labbra. S’irrigidì di colpo e mi guardò con le labbra dischiuse e la fronte corrugata.
“E’ l’ultima volta allora? Non vuoi proprio cambiare idea?” mi chiese guardandomi negli occhi speranzoso.
Credo che la mia espressione addolorata gli valse come risposta perché annuì triste per poi avvicinare le sue labbra timidamente alle mie.
Quella dolcezza e quel calore mi ricordarono un posto caldo ed ovattato, un posto quasi magico, un posto unico e un posto lontano, lontano da Forks, un posto in cui c’eravamo solo io e lui, nessun’altro.
Allontanò solo un momento le sue labbra dalle mie poggiando la fronte contro la mia per poi riavvicinarle in modo più passionale ed esigente. Gemetti nel sentirlo così passionale, così dolce e, pur sapendo che era sbagliato, mi lasciai andare a quella pazzia.
La prima e unica esperienza di Bella Swan, pensai, da umana.
Infilò le mani nei capelli, stringendo i lati della testa.
Lo volevo in quel momento più di ogni altra cosa al mondo, volevo lasciarmi andare senza pensare alle conseguenze e senza pensare all’errore madornale che stavo facendo.
Le sue mani mi accarezzavano la schiena in un modo così lento e sensuale tanto da far risvegliare ogni cellula del mio essere, mi strinse di più contro il suo petto coperto dalla camicia celeste.
Posai le mani all’altezza delle sue clavicole e lentamente scesi con una mano lungo la fila di bottoni. Li aprii uno ad uno e lui si fermò guardandomi con le labbra dischiuse e il respiro quasi affannato.
Quando i miei occhi si posarono nei suoi riuscii con un’audacia straordinaria a far cadere dalle sue possenti spalle quel velo che era la camicia. Mi sorrise tenero e per la prima volta imbarazzato, eppure non era la prima volta che lo vedevo a torso nudo.
Si sedette sul mio letto e mi fece posizionare proprio davanti a lui, in piedi. Mi osservò con occhi soddisfatti per un momento, poi sollevò la canottiera.
Me la sfilò del tutto mostrandomi dal ventre in su completamente nuda. Si prese un momento tutto per se per osservarmi compiaciuto ed eccitato.
Prese le mie mani l’una nella sua mano e l’altra nell’altra intrecciò delicatamente le sue dita alle mie per poi attirarmi a se e facendomi sedere su di lui.
Mi strinse ancora di più a se mentre ci stendevamo sul letto, riuscii a sfilargli con un po’ d’impaccio il jeans corto e strappato e quando restammo completamente nudi mi sentii quasi esplodere dentro.
Era la visione più bella che avessi mai visto, una visione paradisiaca ma che al tempo stesso incuteva soggezione.
“Sei sicura?” mi chiese dolcemente.
Annuii.
Avevo paura, ma ardevo anche di desiderio e quel desiderio poteva essere placato solo da lui e da nessun’altro.
Diventare un tutt’uno con lui fu sconvolgente: era lava e passione il corpo che mi sovrastava e che era dentro di me.
Lentamente cominciò a muoversi dentro e fuori di me, chiudendo gli occhi e cominciando a gemere assieme a me.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quella lenta passione.
Strinsi le mani sui suoi bicipiti, stringendo il labbro inferiore con i denti e tenendo gli occhi chiusi.
Poi però la dolcezza finì e quella parte di lui, selvaggia e istintiva, prese il sopravvento. Prese a muoversi a un ritmo veloce, passionale e quasi violento.
Il lupo era dentro di me.
Non mi ero mai sentita così viva, mai così tanto.
Improvvisamente desideravo poter avere più tempo per me, più tempo per lui, desideravo poter avere il tempo per amarlo come meritava. In quel momento ero sua, solo sua.
Nel culmine mi baciò con irruenza e prepotenza stringendomi i fianchi in modo forte e deciso, facendomi tremare.
Quando si fermò e si staccò da me ero senza fiato.
Riuscii ad aprire gli occhi e lo trovai con un’espressione di pura beatitudine dipinta sul volto e con gli occhi chiusi.
“Posso stare ancora un po’ così?”
Annuii piano e lasciai adagiare la sua testa sul mio seno.
Cercai di riprendere fiato, ci riuscii dopo un bel po’ di tempo.
Sentirlo che mi schiacciava con il suo peso e con il suo calore immenso e sentirlo addormentato sul mio petto fu una delle emozioni più forti e belle della mia vita.
Spensi la luce dell’abat-jour e guardai lentamente le luci tenui dell’alba illuminare il cielo e questo colorarsi di teneri color pastello.. quella pace, quella tranquillità piano, piano mi avvolsero costringendomi a chiudere gli occhi e lasciarmi andare al sonno.


_________________

Ed eccoci qui, la frittata è fatta!
Ora che Bella si è concessa a Jacob cosa accadrà secondo voi?
Edward tornerà prima e li scoprirà insieme?
Bella dirà ad Edward cosa è successo tra i due?
Oppure ancora qualcos'altro? 
Mh, curiose? Anche solo un pochino pochino? :)
Beh, dovrete aspettare sabato prossimo.
Ciao e grazie a chi legge e grazie anche a quelle lettrici silenziose.
Grazie a tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** VII° Capitolo ***


VII° Capitolo

 



Pov Jacob
 
Quando aprii gli occhi trovai il suo viso piegato verso la finestra con gli occhi chiusi, l’espressione del viso rilassata e il respiro regolare. Le accarezzai con un dito lentamente il viso.
E’ l’ultima volta che l’avrei vista così..
Tra qualche ora sarei andato in una cittadina al sud di Port Angeles, non molto lontana da qui, ma nemmeno molto vicina. Già, perché nonostante tutto io volevo ancora ossessivamente e inutilmente starle vicino, anche se ci saremmo odiati..
Uscii lentamente dal suo corpo e la sentii gemere e sul suo viso comparve un’espressione di fastidio. Vederla sotto di me piccola e indifesa, mi fece venir voglia di abbracciarla e stringerla a me di nuovo.
Sospirai e rimasi inginocchiato davanti a lei per minuti che mi sembrarono secondi, la fissai ancora per ricordarmi ogni cosa di lei, ogni colore, ogni odore.
Lentamente mi alzai dal letto sperando di non fare rumore e non farla svegliare, mi girai cauto verso di lei e la vidi profondamente addormentata.
La coprii con un lenzuolo leggerissimo e poi la osservai ancora.
Non dormirai più.
Non ti sveglierai più perché sarai sempre sveglia.
I tuoi occhi cambieranno colore.
Avrai sete.
Vorrai sempre di più.
Non ti sazierai mai.
Sarai forte.
Non sarai più perennemente goffa.
Non arrossirai più.
Non avrai più paura di niente.
Non potremmo più rivederci alla riserva.
Non potremmo mai più stare insieme come stanotte..
Le lasciai una lettera di addio, l’unica vera lettera della mia vita, l’unica e indirizzata all’unica ragazza che amo e che amerò per sempre. Non basterà l’imprinting a farmi dimenticare di te, ciò che siamo stati e ciò che tu sei stata per me.
Nel mio cuore tu avrai sempre il primo posto.
Non potrò mai vederti come una seconda scelta, come l’ultima spiaggia, come quella persona a cui rivolgerti solo se ne hai bisogno.
Anche se sei stata una grande egoista, Bella, io ti amerò per sempre..
Mi voltai verso la finestra pronto a scappare via, ma prima la guardai: era di nuovo stesa pancia in su, mi avvicinai lentamente e posai piano le mie labbra sulle sue.
Strinsi gli occhi, l’ultimo bacio.. l’ultimo.
Saltai giù dalla finestra e a piedi nudi corsi addentrandomi nel fitto della foresta. Tutti gli animali cominciavano a svegliarsi, altri andavano a dormire.
Io correvo.
Veloce.
Veloce come il vento.
Inarrestabile.
La rabbia e il dolore continuavano a farmi correre.
Corsi nonostante i crampi ai polpacci, corsi nonostante le schegge di legno nei piedi. Non m’importava di nulla, il mondo e le cose circostanti non mi importavano più ormai.
Lentamente e senza neanche pensarci mi trasformai, i vestiti esplosero in mille brandelli e io continuavo a correre.
Non avrei mai trovato pace.. per me non c’era il lieto fine.
Il lieto fine non c’era nemmeno per lei.. né per il suo succhiasangue.
Per nessuno.
Il per sempre esiste nelle favole, questa non lo è, questa è un incubo.
Un incubo da cui non riesco più a svegliarmi.
Gli incubi, quelli che fai la notte, hanno fine e basta un nonnulla  perché ti svegli e perché la situazione spiacevole, triste o sconvolgente durante il sonno finisca; questa, la vita reale, non ha fine, non si può decidere di porre fine ad una situazione in un nanosecondo: nella vita devi lottare, devi capire perché succedono certe cose, ma alle volte bisogna anche arrendersi ed accettare la realtà dei fatti per quanto spiacevoli possano essere.
Le mie zampe solcavano il terreno, saltai il tronco di un albero.
Udii il fruscio debole del tappeto umido delle foglie sotto le zampe, il battito d’ali di un gufo sopra di me, il lamento dell’oceano sulla spiaggia.
A parte il rumore della natura vicina o lontana che fosse mi sentivo solo, in quel momento più di altri. Ero completamente solo da quel momento..
Bella, come reagirò di fronte al tuo cambiamento?
Come reagirò guardandoti negli occhi e rendendomi conto che non sono più i tuoi occhi color nocciola?
Come sarà vederti morire e trasformarti in un essere freddo, di pietra? Di ghiaccio?
Come sarà sentire il tuo odore bruciarmi nelle narici?
Potrò mai desiderare di ucciderti?
Mi sentii solo, perso in quelle domande, perso in quell’oceano di dolore.. senza di te.
 
 
Pov Bella
 
Mi avvicinai alle figure avvolte nei mantelli, spinta dal sogno a osservare cosa o chi stessero esaminando con quell'intensità. Strisciai con cautela fra due mantelli alti e sibilanti, finché non scoprii l'oggetto della discussione, posto in alto su un montarozzo da cui li dominava. Era bellissimo, adorabile, proprio come lo aveva descritto Carlisle. Ancora piccolo, il bambino aveva al massimo due anni. Riccioli castano chiaro ne incorniciavano il viso da cherubino, le guance tonde e le labbra piene. E tremava a occhi chiusi, come fosse troppo spaventato per vedere la morte che, un secondo dopo l'altro, gli si avvicinava. M'invase il bisogno urgente di salvare il bimbo incantevole e terrorizzato, tanto che ignorai persino la presenza e la minaccia devastante dei Volturi. Sgattaiolai fra loro senza preoccuparmi che percepissero la mia presenza. Passata oltre, scattai verso il bambino. Poi mi fermai vacillando quando riuscii a vedere bene il cumulo sul quale era seduto. Non era fatto di terra e roccia ma di corpi umani, rinsecchiti e inerti. Troppo tardi per non vederne i volti. Li conoscevo tutti: Angela, Ben, Jessica, Mike... Ed esattamente ai piedi dell'adorabile infante c'erano i cadaveri di mio padre e mia madre.
Il bambino aprì gli occhi, luminosi e rossi come il sangue.
 


Aprii gli occhi svegliandomi di soprassalto.
Trovai stretto tra le mie mani l’acchiappasogni regalatomi da Jake l’anno scorso. Sospirai.
Contenta di essermi svegliata da quell’incubo, ma di nuovo preda di quella familiare angoscia. Mi misi a sedere e ricordai della visita di Jake durante la notte e delle ore bellissime passate con lui.
Inevitabilmente mi sfuggì un sorriso.
Accarezzai quasi le coperte stropicciate su cui ero stesa fino a poco fa e ricordai le sue carezze, le sue labbra sulla mia bocca, quella dolcezza mista alla sua passionalità. Mi annusai gli avambracci sentendo il suo profumo di muschio buonissimo.
Deglutii continuando ad annusare ad occhi chiusi.
A me piaceva tremendamente questo odore, lo avrei odiato anch’io poi?
Un crampo allo stomaco mi costrinse a portarmi istintivamente una mano all’altezza dello stomaco e ad aprire gli occhi.
Guardai la sveglia, segnava le 8:30.
Vidi poi un foglio accanto alla sveglia, un foglio della stampante e scritto a penna. Riconobbi subito la grafia, non mi potevo confondere, era quella di Jake.
 
Lasciarti dormire e con quest’espressione dolcissima sul viso sono gli ultimi ricordi che voglio avere di te da umana.
Lo sai come la penso e non ti dirò altro a riguardo, mi limito a dirti che questa notte passata con te è stata bellissima, sconvolgente. Non me l’aspettavo.
Lo sai che ti amo e che ti amo da sempre, amore mio.
Sì, io ti amo anche se ora come ora dovrei odiarti e abbandonarti al tuo destino. Al tuo tragico destino.
So di comportarmi in modo errato ancora una volta, so di aver sbagliato nell’averti cercata stanotte e nel volerti dire ancora un’ultima volta cosa sei per me, ma lo faccio nella speranza di poterti lasciare un bel ricordo di me, perché sì non mi vedrai più.
Farò parte del tuo passato e tu farai parte del mio.
In un modo o nell’altro ci saremo sempre l’uno nella memoria dell’altro. In un modo o nell’altro mi ricorderò sempre del dolore che mi hai provocato e tu ti ricorderai di me..
Non verrò al tuo matrimonio, te l’ho già detto, mi farebbe troppo male vederti vestita di bianco assieme a lui e per l’ultima volta imbarazzata. Meglio evitare!
Le tue parole stanotte mi hanno colpito, sai? Fare l’amore con te è il ricordo più bello che potessi avere di te e con te.. tutte le sensazioni, le emozioni provate assieme a te le custodirò nel mio cuore, per sempre..
Bells, piccola, cerca di essere felice.. in qualunque forma tu voglia, anche se non sarai più tu, di restare in un modo o nell’altro te stessa.. cerca di essere felice anche con lui, okay?
Dovrei concludere con un ‘ti auguro il meglio’ o ‘ti voglio bene’ ma non saprei cos’altro scriverti se non la verità, se non ciò che sento nel cuore: ti amo.
Addio

 
Quelle parole mi distrussero.
Quel dolore lacerante, quella perdita tornarono a sconquassare il mio essere: perché Jake è sempre riuscito a strapparmi in due.
Perché ho lasciato che anche stanotte ci riuscisse?
Mi abbandonai sul mio letto chiudendo gli occhi, mentre sentivo delle lacrime rigarmi le guance, bagnarle e poi lasciarmi tremendamente vuota.
Mi avevano sempre detto che i pianti sono liberatori in qualche modo, forse io non rientravo nemmeno in quella categoria.
Accidenti a me!
Non immaginavo che avrei pianto in quel modo, quel pianto mi distrusse ancora di più, piansi tenendo la lettera stretta al petto.
Jacob non meritava una ragazza stupida come me, perché sì ero stupida. Stupida nell’avergli detto che lo amavo, stupida per averlo  illuso, stupida per averlo sfruttato perché, anche se non volevo, l’ho fatto e gli ho lasciato credere di provare qualcosa per lui. Non mi meritava nemmeno Edward, non meritava di avere accanto a se e per tutta l’eternità, una ragazza che si era concessa a poco tempo dalle nozze e dall’immortalità ad un altro e soprattutto ad un suo rivale non solo in amore, ma anche un nemico naturale.
Edward?
Spalancai gli occhi di colpo, presi le lenzuola e la federa del cuscino li tolsi e li infilai nella lavatrice. Misi delle lenzuola fresche e pulite, pulii ogni cosa perfino la maniglia della finestra.
Dopo aver riordinato la camera e rifatto il letto, corsi in bagno tolsi la canottiera, gli shorts, reggiseno e mutande infilando il tutto nella cesta. Quindi aprii il getto dell’acqua fresca e mi lavai, pulii ogni traccia, ogni odore che potesse far capire ad Edward di Jacob.
Mi lavai per bene e in quel momento la mia dannata, ma veritiera vocina intervenne ‘ti rendi conto che stai facendo tutto questo per Edward e non per te stessa? Vuoi trasformarti perché lo vuole inconsciamente Edward? Bella, cosa stai combinando? Sei proprio stupida e dipendente da un essere freddo! Svegliati!’ chiusi il getto dell’acqua e cominciai a piangere di nuovo, abbandonandomi contro la parete di piastrelle bianche della doccia.
Mi lasciai andare giù, scivolando piano contro la parete.
Tutte le forze mi avevano abbandonata.




_______________


Forse questo è il giro di boa, come lo chiamo io, 
ovvero il momento in cui la nostra protagonista deciderà.
Ci vorrà ancora un capitolo (credo) e poi tutto cambierà..
Mh, i capitoli non vi piacciono.. :/  
Sto cercando anche di arricchire le cose, descrivendole meglio e spero che questo insomma possa piacervi un pochino di più, così da farvi buttar giù qualche parola.. 
Ringrazio le lettrici ultrasilenziose e niente alla settimana prossima.
Ciao.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** VIII° capitolo ***


VIII° Capitolo



Quando riaprii gli occhi mi resi conto che era l’ora del tramonto, il cielo diveniva sempre più scuro. C’era solo una sottilissima striscia rossastra nel cielo, ma più in alto cominciava ad esserci il blu intenso, le stelle. Niente luna.
La notte era serena, ma mancava un dettaglio.
Un dettaglio per alcune insignificante, per me era essenziale.
A malincuore dovetti ammettere che c’era qualcosa di errato dentro di me, qualcosa che mi stava spingendo ad una dolorosa autodistruzione e che mi aveva fatto commettere un errore dopo l’altro.
I latini dicevano che sbagliare è umano, ma può esserci l’errore anche per gli esseri immortali? Può essere che quella luce meravigliosa emanata da Edward mi avesse accecata totalmente?
Possibile che non ero più stata razionale da quando lo avevo visto?
Possibile che nonostante tutti i tentativi di Charlie di stare lontana da Edward e tutti i tentativi di Jake non fossero serviti a niente?
“Bella.” la voce di mio padre nell’ingresso mi ridestò da tutti i miei ripetitivi pensieri.
Scesi e lo accolsi con un debole sorriso: “Ciao.”
“Tutto bene?” mi chiese leggermente accigliato.
Annuii poco convinta.
“Sicura?” mi chiese.
Davanti a me non c’era più mio padre, ma il capo della polizia.
“Non ho dormito benissimo stanotte.. un po’ di pensieri.”
“Qualche ripensamento sul matrimonio?” mi chiese.
Aprii la bocca, ma le parole mancarono e il battito del mio cuore aumentò. Abbassai lo sguardo.
“Okay, io.. vado sopra a fare una doccia. Puoi preparare da mangiare, per favore?” mi chiese imbarazzato del mio silenzio.
Annuii guardandolo di nuovo negli occhi e poi ognuno prese la sua direzione.
Pensai a lungo mentre cucinavo e anche durante la cena, non parlammo quasi a tavola. Io ero immersa nei miei pensieri e credo che Charlie da bravo poliziotto lo avesse capito.
Salire sopra e chiudermi in camera fu quasi un sollievo: non ce la facevo a mentire a Charlie in quel modo.
Quando mi voltai verso il mio letto, trovai Edward seduto su di esso, giocherellava con l’acchiappasogni.
“Ciao.” lo salutai.
“Bella.” mi salutò accennando un sorriso.
Andai verso di lui, lui si alzò e mi avvolse dandomi un tenero e posato bacio sulle labbra. Come sempre i brividi al solo sfiorarsi non mancavano, eppure c’era stato qualcosa di diverso.
“Come stai?” mi chiese.
“Bene.” dissi annuendo.
“Sicura?” mi chiese.
“Oddio, ma che avete stasera tutti!” sbottai “Sto bene. In che lingua lo devo dire? In francese, in tedesco, in arabo?”
Rimase immobile a fissare i miei movimenti e il mio sbottare.
“Bella, c’è qualcosa che non va.” non era una domanda.
Posai le braccia lungo il corpo e lo ascoltai solo.
“Mi sembri.. fredda. Voglio dire, ti comporti come se avessi davanti un conoscente. Cosa c’è che non va?”
Sospirai.
Una volta.
Due volte.
Tre volte.
“Sono molto agitata per via delle nozze. Ho anche un po’ di paura.” sì, lo avevo ammesso ad alta voce.
Abbassò lo sguardo e annuì appena. “Lo immaginavo.”
Rialzò lo sguardo e i suoi occhi dorati mi fissarono. “Sai, Alice mi ha detto che più volte sei sparita questo week – end.”
“Cosa? Alice mi ha spiata?” rimasi a bocca aperta.
“Non proprio, ma le ho chiesto di tenerti d’occhio. Immaginavo che fossi agitata, dubbiosa, preoccupata e perciò le ho chiesto se per caso avessi qualche ripensamento.” tacque “Hai pensato a lui durante il week – end, vero?” chiese.
Chiusi gli occhi abbassando il capo.
Non l’ho solo pensato, Edward. Lui è venuto qui.
Abbiamo.. siamo..
Per fortuna Edward non poteva leggermi nel pensiero!
“Bella, non preoccuparti. Me lo aspettavo che ci pensassi!”
Oddio, Edward credeva che avessi avuto quella reazione perché mi aveva scoperta a ‘pensare’ a Jacob?
Ero diventata così brava a mentire?
Anche a lui?
“Edward, io.. scusami.” tacqui “Per tutto.” mi sentii distruggere. Anche da lui. Mi sentii una vigliacca.
Mi strinse a sé, cullandomi dolcemente fra le sue braccia marmoree, tra le braccia del mio dio greco ero al sicuro. Lui mi avrebbe protetta, sempre.
Strinsi la t-shirt grigia in una mano, la strinsi più forte e lui lo interpretò come un bisogno di affetto, di protezione, di comprensione.
Edward, se solo sapessi e capissi ciò che ho combinato, non mi abbracceresti più. Mi guarderesti con disprezzo e con dolore.
“Bella, che cos’hai?” mi chiese Edward staccandosi e guardandomi dritto negli occhi.
Sostenni quello sguardo e poi lo abbassai, colpevole.
Sentii due sue dita ghiacciate sollevarmi il viso e il mio cuore fare delle capriole acrobatiche tali da far invidia al miglior acrobata nel mondo. Dio, era una situazione così assurda: io ero innamorata e avevo deciso di restare con il mio vampiro per l’eternità, ma al contempo mi sono concessa ad un altro. Un altro a cui avevo sempre detto di non esserne innamorata, a un altro che era l’acerrimo nemico di Edward e non solo nemico per via del fatto che fossero entrambi innamorati di me, ma anche per via che l’uno era un vampiro l’altro un licantropo.
Due ragazzi così diversi.
Due ragazzi intrappolati nel loro status.
L’uno era il ghiaccio.
L’altro il fuoco.
Entrambi mi colmavano, entrambi erano unici ed entrambi riuscivano ad esternare una parte della mia anima in modo diverso.
Fuoco o ghiaccio?
Il calore di una vita che deve essere vissuta o il freddo dell’immortalità?




___________

Salve, avrebbero dovuto chiamarla L'Eterna Indecisa questa ragazza! xD
Scherzo, ovviamente.
Dunque sono riuscita a sedermi al pc e completare il capitolo. 
E' da un po' che non aggiornavo e chiedo scusa a tutte le lettrici che tra alti e bassi mi hanno seguita.
Spero di essere più precisa la prossima volta.
Un bacio 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** IX° Capitolo ***


IX° Capitolo




La mattina dopo fuggii.. avevo impostato la sveglia alle 5:30 del mattino, poi presi il mio zaino verde bosco e corsi, scivolando su un letto di foglie bagnate davanti casa, sul mio pick-up. Misi in moto e, consapevole del dolore che avrei provocato ad Edward ma soprattutto a mio padre, accelerai correndo lungo le strade umide di Forks. Chissà se Alice mi aveva già vista!
Guardai nello specchietto retrovisore allarmata. No, non c’era nessuno.
Ma quanto ci avrebbe messo un vampiro a raggiungermi considerata la velocità del mio mezzo? Poco, mi risposi subito.
Nonostante la consapevolezza dell’inutilità del mio gesto non mi sembrava ci fosse altra scelta se non la fuga. Il bosco scorreva in macchie scure veloci accanto al mio mezzo, andavo così veloce che più volte ebbi l’impressione di essere seguita..
Edward.. Charlie.. Jacob..
“Tesoro, ricordati che fuggire non serve a niente.” mi diceva quando ero piccola la nonna “Meglio affrontare subito le situazioni. Perché quando si crede di scappare dal problema è proprio allora che si realizza che in realtà il problema resterà con noi perché è dentro di noi, Bella.”
Nonna, avevi ragione.
La fragile e umana Bella Swan scappava, la sbadata Bella Swan va a letto con il suo migliore amico pochi giorni prima dal matrimonio con un altro..
Mi sembrava di impazzire. Una serie infinita di errori derivanti da una mia scelta.
Complimenti!
 
Guardai di nuovo nello specchietto retrovisore, Forks era diventata una piccola macchia scura. Oddio, ma servirà davvero?
Il mio cellulare cominciò a vibrare e suonare.. strinsi gli occhi; lacrime, lacrime amare, mi appannavano la vista.. la consapevolezza di essere colpevole e la consapevolezza di essere tanto insicura quanto fragile dentro mi distruggeva.
Riaprii gli occhi e accostai.
Guardai il display del mio cellulare.. “Edward”.
Presi un respiro, due respiri, tre respiri profondi.. “Edward?”
La mia voce tremava ed ero sicura che dall’altra parte dell’apparecchio lui potesse sentirmi in quello stato. Avevo paura che non capisse le mie ragioni che mi avevano spinto a compiere quel gesto.
“Dove sei? Sei sparita? Alice non ti vede più? Hai scelto lui, dunque? Bella perché non me lo hai detto ieri sera?! Non capisco. Non ti fidi più di me? Cosa ti ho fatto? Ti ho dato un motivo per cui dubitare di me? Io..”
“Edward, Edward.” dissi sperando di interrompere la valanga di domande e ci riuscii. “Io non ho scelto lui. Edward.. sono.. ancora più confusa di prima.” tirai su col naso. “Io.. v-vo.. volevo parlartene.. volevo dirti che.. delle mie insicurezze, ma avevo paura di ferirti. Temevo che mi odiassi.”
“Bella.. n-io..” restò in silenzio. Per la prima volta riuscii a sentire tutto il freddo della situazione, tutto il gelo provocato da questa situazione.
“Edward, io.. non.. non so neanche da dove cominciare e da dove chiedere scusa. Sono colpevole. Ho sbagliato.” tirai di nuovo su col naso “Dovrei parlarti e guardarti negli occhi per dirti tutto questo, ma da vigliacca sono.. andata via. Non ce la faccio, sono una codarda, lo so.”
“Bella, Bella.. mia Bella.” disse, lo sentii sospirare. Era deluso, ne ero sicura. “Prenditi tutto il tempo che ti serve. Non pensare a me, io ti aspetterò qui se cambi idea. Non voglio che tu possa pentirti o odiarti un giorno per la tua scelta. Se hai bisogno di riflettere, okay, non importa. Va bene.” concluse.
Anche se lo avevo abbandonato, anche se ero corsa via da lui, lui continuava ad essere comprensivo e dolce con me. Bella, trova il coraggio e digli tutto.
“Edward, ti ho mentito.” dissi di colpo.
Silenzio. Un silenzio tombale regnava dall’altra parte del telefono.
Per un momento pensai che non ci fosse la linea, ma poi capii che mi stava ascoltando e che quello che avevo detto lo aveva lasciato senza parole, lo aveva ammutolito.
“Su cosa?” mi chiese freddo, controllato.
“Il week – end in cui tu sei andato fuori con i tuoi fratelli.. Jacob.. è venuto a casa. Abbiamo parlato. Voleva che cambiassi idea. Sperava che ti dicessi che non volevo più sposarti, ma ho tentennato anche con lui. Nonostante ciò..” deglutii “..ci siamo baciati.”
“Bella? Solo baciati?” mi chiese in tono tagliente.
Tacqui. Il cuore batteva fortissimo nella gabbia toracica, temevo che sarebbe esploso di lì a pochi secondi, ma così non fu.
“Bella? Rispondimi.” disse “Ti prego.” aggiunse poi.
“I – io.. non so come sia potuto accadere..” cominciai, anche se non sapevo da dove cominciare il discorso né dove mi avrebbe portato.
“Lo ami.” questa volta non fu una domanda, ma fu un’affermazione.
Era la seconda volta che me lo diceva, l’altra era stata una domanda e me l’aveva posta subito dopo che avevo baciato Jacob.
“Io.. sono confusa.” dissi “Se ti dicessi che non è vero.. mentirei. E io non voglio più farlo, non me la sento. Non posso, non voglio più mentire.” chiusi gli occhi temendo qualche urla agghiacciante da parte sua.
Così non fu.
Ancora una volta rimase in silenzio.
Io non sapevo più che dire né fare. Ormai ne ero certa, aveva capito.
Dopotutto lo sapevo, non si può mentire ad un vampiro. Prima o poi l’avrebbe scoperto da solo. Ne ero più che sicura, ma nonostante questa mia “sicurezza” avevo deciso di tacere e di scappare.
“Lo sai, l’avevo già capito che era successo..” disse in un soffio.
Un soffio pieno di dolore.
“Edward, ti ho saputo solo fare del male, lo so. Ti prego, non.. non essere infuriato con me.” dissi. Mi morsi piano il labbro inferiore.
“Sai cosa mi ferisce di più?” mi chiese.
Scossi la testa anche se sapevo che non avrebbe potuto vedermi.
“Non è stato il fatto che lui ti abbia toccata o baciata, ma il fatto che tu abbia taciuto e mi abbia nascosto una cosa così importante e così definitiva. Bella, non ci si concede a qualcun altro per.. non sapere cosa sia accaduto. Non ti concedi a qualcuno se comunque una parte grande di te non lo ama. Tu AMI Jacob e lo ami molto più di me, lo ami a tal punto da stare con lui, da aver scelto inconsapevolmente lui. Bella, avresti dovuto dirmelo. Avresti dovuto dirmi tutto questo guardandomi negli occhi. Perché ora SI’ ora sono MOLTO arrabbiato. Sono arrabbiato perché non hai trovato la forza di parlare con ME. Con l’uomo che avevi deciso di sposare. Bella.. tu non hai idea di quanto mi senta bruciare dentro per il dolore e per la rabbia, adesso.” tacque.
Altre lacrime rigavano le mie gote, erano lacrime cariche di frustrazione, di dolore nel sapere di aver tradito Edward e di averlo tradito in tutti i modi possibili.
“Lo so, sono stata.. sono imperdonabile. Lo capisco se non mi perdoni e se non mi guarderai più negli occhi. Capisco il tuo odio. Il tuo ribrezzo. Non posso chiederti di perdonarmi, me ne rendo conto.” dissi.
Cos’altro potevo dire a mia discolpa? Niente. Perché non c’erano giustificazioni a quello che avevo fatto e a quello che stavo facendo.
“Bella.. hai bisogno di tempo per riflettere, va bene. Però quando torni io ti devo parlare e lo voglio fare guardandoti in faccia. Io aspetto qui. Spero solo che quando tu torni questa rabbia e questa voglia di.. mi sia passata.” riattaccò.
Rimasi con gli occhi sgranati e il telefono ancora vicino all’orecchio.
Cosa voleva dire?
Intendeva dire che aveva ‘voglia di uccidermi’?
O cosa?



_______________________


 

Ciao ragazze, lo so vi avevo promesso di aggiornare in tempo,
ma credetemi in questo periodo le promesse non posso mantenerle.. 
Primo: la pendrive con il file della storia l'ho dovuta formattare quindi ho perso la storia;
Secondo: frattura ad un piede;
Terzo: la linea non era molto stabile;
Quarto: l'ispirazione era pressocché nulla.
Fate quello più quello più quello.. e c'è stato il ritardo.
Scusatemi.
Intanto per dimostrarmi (?) che non siete sparite del tutto, potreste recensire?
Un commento per dire che so, che ne pensate del capitolo, se vi ha fatto schifo oppure no.
A proposito della Saga, avete visto Breaking Dawn parte II? Io non ancora, a causa del secondo punto -.-
Vi è piaciuto? Io ho visto solo qualche clip ma è troppo poco per dare un giudizio..

Intanto vi saluto e.. diciamo alla prossima :)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** X° Capitolo ***


X° Capitolo

 

“Sono sconvolta. Avevo creduto davvero che Edward fosse un vampiro buono e che mi avrebbe sempre capita. Eppure quella telefonata era stata tanto oscura quanto allarmante.
Edward ha capito. Sa che io e Jacob abbiamo fatto l’amore, lo sa. Avevo lasciato che lo capisse da solo. Ora mi odia e ne ha più che ragione. Avevo lasciato che la verità di quella notte, la chiarezza di quella notte oscurasse la mia vita e che mi confondesse ancora di più le idee. E’ per questo, mio diario, che ho deciso di tornare a Forks.”  
 
Accartocciai la carta e la buttai nel cestino.
Da quando avevo un diario? Da quando scrivevo su un pezzo di carta i miei timori e le mie decisioni? Non l’avevo mai fatto.
Cosa avrebbe fatto Jacob se fosse stato al mio posto?
Come avrei spiegato a tutti questo mio stato, questo mio voler ritornare così all’improvviso così come me n’ero andata?
 
Il cellulare cominciò a squillare, quella dannata suoneria non la sopportavo.
Mi alzai e cominciai a frugare nello zaino alla ricerca di quel dannato aggeggio. Fortunatamente lo trovai quasi subito e risposi: “Sì?”
“..Bella.” mi si bloccò il respiro.
“Papà?” dissi in un sussurro.
La sua voce era preoccupata, spaventata.. o almeno sembrava.
“Meno male che ti ho trovata e che hai risposto. Riguardo a questa tua fuga ne riparliamo..” mi disse deciso “ehm, Bells so che la cosa ti turberà..” era in difficoltà, lo sentivo. “Jacob è..”
“Cosa?” chiesi allarmata.
“E’ stato ferito gravemente.”
“Co-come?! Cosa? Papà, ma.. come?”
“Non lo so. Billy è stato molto vago.”
Oddio e se..?
“O – okay, io.. il tempo di arrivare. Sei a casa sua?”
“No, io sono tornato a casa. Urlava per il dolore, povero ragazzo.”
Mi sentii stringere il cuore e strinsi i denti per non urlare.
Se era stato Edward.. non lo avrei mai perdonato.
Mai.
“Bells? Sei ancora lì?” mi chiese cauto.
“S – sì.” la mia voce tremava, avevo paura.
Avevo così tanta paura per lui. Paura di non arrivare in tempo.
Jacob era forte, ma non sapevo cosa lo aveva ferito.
“Papà, io.. raccolgo le ultime cose, pago e vado da lui.”
“Okay, allora.. ti aspetto a casa.” disse.
“Sì. Scusami..” dissi.
“Sì.” disse e riagganciò.
Terminai la chiamata e corsi a prendere quelle poche cose che avevo lasciato in giro per la stanza: spazzolino, dentifricio, spazzola, qualche maglione, il cappello di lana. Passai frettolosamente davanti alla scrivania e trovai la carta che avevo accartocciato poco prima, la raccolsi e la buttai nello zaino.
 
“Sono un po’ di fretta. Ho lasciato la porta della camera aperta.”
“Non fa niente.” mi rispose l’uomo alla reception mentre gli davo i soldi e lui mi restituiva la carta d’identità.
Corsi in macchina, misi in moto e partii sgommando.
Era incredibile tutto quello che avevo fatto e tutto quello che era successo..
Due settimane fa ero decisa a diventare immortale, decisa a sposare Edward, decisa a dire addio a tutto e a tutti, anche Jacob.
Ora? 
Ora non sapevo nemmeno più chi ero. Stavo cambiando..
Il cuore batteva freneticamente.
Avevo le mani sudate.
La gola secca.
Mille domande e mille parole mi balenavano per la testa.
Avevo paura.
Non volevo perdere il mio migliore amico.
L’unico che mi aveva sopportata in tutte le mie condizioni, che mi aveva capita e consolata. L’unico per cui avevo pianto in modo disperato quella sera e quella notte..
 
Ammettilo. Sei innamorata di Jacob.” dannata vocina interiore.
Arrivava come al solito nei momenti meno opportuni e per confondermi sempre.
Respirai profondamente.
Dovevo restare calma. In fondo Jacob era un licantropo anche se gli si fossero spezzate le ossa sarebbe guarito presto.. oddio, mi sentivo così stupida!
I miei pensieri erano in contrasto.
Bella Swan ammettilo. Hai paura. Non c’è nulla di cui vergognarsi.
Sì, sono preoccupatissima e ho tanta, tanta paura di perderlo.
 
FORKS
 
Ecco il cartello stradale ancora un chilometro e sarei arrivata alla riserva.
Passai davanti casa e gettai un rapidissimo sguardo: c’era l’auto della polizia di Charlie. Credo che quando sarei tornata a casa mi avrebbe punita, ma non mi importava nulla, non in quel momento.
Dovevo arrivare lì e vedere Jacob con i miei occhi, dovevo sapere che era vivo.
Chissà se era lo stesso timore che nutriva lui nel sapermi con Edward!
 
LA PUSH
 
C’ero quasi. Gli alberi passavano veloci ai lati del mio pick – up.
Erano macchie scure quasi indistinte.
A mano a mano la folta vegetazione sparì e lasciò il posto ad alberi radi e all’orizzonte il mare, la spiaggia della riserva.
Seguii la strada svoltando a sinistra e poco dopo un centinaio di metri ecco la casetta rossa di Jacob e suo padre Billy.
Fermai il mio mezzo poco lontano da casa loro.
Mi avvicinai a passo svelto e mentre mi avvicinai a casa loro, la porta si aprì: Seth apparve sulla porta.
“Seth!” esclamai.
Sollevò il capo e dalla sua espressione tutto mi fu chiaro..





______________________

Salve a tutti! 
Ho impiegato tre giorni per iniziare a scrivere e un'ora per finirlo..
Ho scritto, cancellato, riscritto, cancellato e poi ho buttato giù queste righe.
Avevo deciso che qualcuno doveva essere "ferito" in questo capitolo, 
stavo scrivendo di Charlie ma la cosa non mi convinceva e così ho scritto di Jacob.
Inutile dirvi che spero che vi piaccia e vorrei sapere che ne pensate.
Spero che non faccia schifo.
Alla prossima
Un bacio a tutte

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** XI° Capitolo ***


Chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma il computer si è rotto 
e sto scrivendo dal pc fisso.
Richiamo la sfiga, prima la penna e adesso il pc -.-
vabbè.. 
Buona lettura!


XI° Capitolo

 

Mi avvicinai a passo svelto e mentre mi avvicinai a casa loro, la porta si aprì: Seth apparve sulla porta.
“Seth!” esclamai.
Sollevò il capo e dalla sua espressione tutto mi fu chiaro: era un po' teso, ma non sembrava che la situazione fosse grave.
"Bella?" chieste stupito della mia presenza. "Che ci fai qui?"
"Ho saputo che Jake sta male e.." e mentre dissi quelle parole Jacob apparve sull'uscio di casa.
Restai senza parole, la bocca e gli occhi sgranati.
Stava bene.
Non riuscivo a muovermi, ero completamente paralizzata.
Stava bene, dunque non era grave, dunque.. mi avevano forse mentito?
Dopo qualche minuto di shock ritrovai le parole per parlargli.
"Stai bene, dunque." dissi fredda.
"Sì, sto bene." mi rispose altrettanto freddo.
Seth si allontanò da entrambi e quasi di corsa l'uno dall'altra.
"Cosa ti era successo?"
"Ho avuto un incidente non grave con un succhiasangue di passaggio, niente di grave." disse nel solito tono strafottente e arrogante di sempre.
"Beh, wow. Complimenti."
Rimase in silenzio.
Mi osservò con i suoi occhi scuri cercando di capire cosa potessi dirgli o cosa potessi fare.
Rimasi immobile, non mi sarei avvicinata a lui. Se aveva finto di stare male, beh non lo avrei perdonato.
"Perché sei venuta, Bella? Hai cambiato idea?"
"Sono venuta perché credevo stessi male e perché credevo di doverti dire qualcosa. Qualcosa di importante, ma ora non credo sia più così importante." dissi voltandogli le spalle. Non mi riconoscevo.
"Bella" sentii la sua voce vicina "non fare la bambina. Dimmi cosa volevi e se è il caso te ne vai e farai come credi." Il suo sguardo era serio, scuro, duro non ammetteva una risposta vaga.
"Ero venuta perché volevo starti vicino, credevo stessi molto male."
"Ah già, come l'ultima volta!" disse alzando gli occhi al cielo. 
Rimasi in silenzio; l'ultima volta che era stato male, ero andata da lui e gli avevo spezzato ancora una volta il cuore.
"No. Volevo dirti che ti volevo bene."
"Volevi? Ora non più?" sembrò perdere quella sicurezza e quella spavalderia, lentamente il Jacob adulto stava lasciando posto al Jacob allegro, spensierato e un po' bambino.
Deglutii.
"Te ne voglio ancora, idiota." dissi posando una mano sulla guancia. Mi alzai sulle punte e gli diedi un bacio sulla guancia. "Ti voglio bene ancora, tanto bene ancora."
"Tanto?" ora riconoscevo quegli occhi, ora riconoscevo quella luce.
"Tanto. Tantissimo." 
"Tantissimo?!"
"Talmente tanto che.. che.." il cuore cominciò a battermi fortissimo nel petto.
Dillo. 
Dì quelle tre parole.
Dille.

"Io.. ti amo."
I lineamenti del suo viso si rilassarono lentamente e si contrassero in un'espressione mista a stupore e felicità.
"Cosa? Cosa? Bella..?"
Posò entrambe le mani sul mio viso e ad un soffio dalle mie labbra mi disse: "Ti amo anch'io."
Quelle parole cambiarono le nostre vite da quel momento in poi..

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Epilogo ***


Epilogo

 

Da quel giorno le cose sono cambiate.
Più di quanto immaginassi.
Dopo essermi chiarita con Jacob, andai da Edward perché dovevo essere onesta con lui, anche se non lo ero stata sempre. Quando arrivai a casa dei Cullen scoprii che Edward era andato via: Carlisle mi aveva detto che era andato in Europa, forse in Spagna o Portogallo, perché voleva stare da solo.
Non riuscii a parlargli mai più.
Aveva troncato con me definitivamente.
Forse c'era riuscito, ma io no. Non ero riuscita a disintossicarmi dalla sua assenza.
Jacob aveva paura poiché temeva che avrei provato a rivederlo come in passato, ma non accadde nulla dei timori che aveva il mio licantropo. Dopo un po' rinunciai a lui e al fatto di poterlo sentire.
Fu doloroso cancellare quel numero dal mio telefono, ma se volevo andare avanti dovevo cancellare ogni cosa, ogni traccia, ogni ricordo. Strappai le foto che avevo con lui, tutte. 
Dovevo e volevo dimenticare. 
Inoltre sapevo come avrei dimenticato quel freddo che alle volte avvolgeva il mio cuore: aggrappandomi al mio unico e meraviglioso Jacob Black.
Sì, sarei stata felice con lui. 
Lui mi avrebbe sempre amata e protetta, inoltre con lui stavo imparando ad apprezzare ogni giorno di più la mia imperfetta vita da umana.




_____


 

Questo finale forse è arrivato troppo presto,
ma in qualche modo la storia era già finita
nello scorso capitolo.
Ringrazio tutti coloro che l'hanno apprezzata, letta e recensita
se volete leggere qualche altra mia ff ne sarei felice.
Un bacione immenso,
Giuls

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1167473