A reason to live.

di IBelieveInYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Same life. ***
Capitolo 2: *** Don't do it. ***
Capitolo 3: *** Can I save you? ***
Capitolo 4: *** I'm sorry. ***
Capitolo 5: *** I'm a loser. ***
Capitolo 6: *** I will catch you if you fall. Part one. ***
Capitolo 7: *** I will catch you if you fall. Part two. ***
Capitolo 8: *** You're on tv! ***
Capitolo 9: *** Will be a special night. ***
Capitolo 10: *** Up all night. ***



Capitolo 1
*** Same life. ***


Capitolo 1:
Same life.
 
Shery continuava a torturarsi il mignolo della mano sinistra, seduta accanto all'entrata di un nuovo supermercato  appena aperto nel centro di Londra, alzando raramente lo sguardo per osservare una delle tante persone che entrava o usciva piena di buste in mano. Tutti individui diversi, ognuno con una vita diversa e una storia diversa, ma infondo Shery era certa che quegli individui erano tutti uguali.
   Lo stomaco della ragazza continuava ad implorarla di mangiare qualcosa per riempirlo, ma non poteva farci nulla. Non aveva un solo centesimo - ad esclusione di 3£ che però non voleva assolutamente spendere - per entrare dentro e comprare qualcosa da mettere sotto i denti. Quel giorno neanche una persona si era fermata per darle una qualsiasi cosa da sgranocchiare. Se solo lei avesse potuto avrebbe comprato qualcosa da mangiare ogni giorno per i senza tetto.
   Shery sentì la risata di un bambino e sollevò lo sguardo, incrociando però quello della madre, che le rivolse un sorriso continuando a tenere per mano il piccolo che camminava allegro, con quel semplice gesto Shery si sentì sorridere il cuore, ma non ebbe il tempo di ricambiare il gesto che la donna era già entrata nel supermercato insieme al piccolo.
   La ragazza abbassò lo sguardo e, mordendosi le labbra, tornò a torturarsi il mignolo.
Un soffio di vento la fece rabbrividire, così afferrò il piumone che le copriva solo le gambe e lo sollevò per nascondersi fino al mento, rannicchiandosi, per accumulare un po' di calore.
In quel momento si era dimenticata persino della fame, desiderava un abbraccio. Un abbraccio che la scaldasse e la facesse sentire al sicuro dopo quattro anni vissuti nel terrore di essere portata in un vicolo e picchiata. A volte si fermava a pensare a quanto desiderasse poter avere un amico che la rassicurasse e la difendesse da tutte le difficoltà che la vita di strada comportava, ma credeva che non ne avrebbe mai avuto uno.
   A distoglierla dai suoi pensieri furono dei passi che si avvicinavano a lei. Alzò lo sguardo spaventata, ma appena vide il bimbo di prima tirò un sospiro di sollievo e gli sorrise.
Il bimbo le porse un pacco di biscotti al cioccolato e iniziò a parlare tranquillo e spensierato.
-questi li ha presi la mia mamma per te-
Shery guardò incredula prima il bambino e poi la madre poco più dietro.
-sul serio?- sussurrò incredula con gli occhi pieni di gratitudine.
-certamente! Sono tutti tuoi.- disse il bimbo entusiasta sorridendole.
-grazie, grazie mille davvero.- sussurrò la ragazza guardando i due.
-adesso devo andare a casa, tra poco c'è Toy Story in TV! Ciao!- gridò il bimbo ridendo e salutandola con la mano per poi scappare dalla mamma e prenderla per mano. Shery li salutò e poi sorrise alla mamma mimando un altro grazie con le labbra.
   Appena entrarono in macchina e partirono la ragazza aprì il pacco di biscotti e il profumo immediatamente le inebriò le narici. Non ci pensò due volte prima di infilare una mano nel pacchetto per tirarne fuori uno e morderlo, facendo finalmente festeggiare le sue papille gustative. Dopo il primo morso iniziò a mangiarli tutti in fretta. Sapeva che avrebbe dovuto conservarne qualcuno per il giorno successivo, ma in quel momento non riusciva a fermarsi per la fame dovuta  a due lunghe giornate di diugiuno. In dieci minuti aveva svuotato il pacco, assecondando il suo stomaco non ancora soddisfatto.
   Passò circa una mezz'ora dopo il piacevole incontro con quell'adorabile bambino e la donna dal cuore gentile, e il supermercato stava chiudendo, così Shery prese il suo piumone e si incamminò verso il suo nascondiglio, dietro uno degli enormi palazzi londinesi, per mettersi al sicuro dai pericoli della notte.
   Le strade erano piene di macchine, con dentro gente che tornava a casa, o che stava andando a lavorare. Shery guardava ogni auto, per poi abbassare lo sguardo. Avrebbe voluto anche lei trovarsi in uno di quegli stupidi mezzi di trasporto, erano secoli che non ci saliva. Arrivata vicino al suo rifugio sentì dei richiami, le si ghiacciò il sangue in corpo. Avrebbe solo voluto iniziare a correre lontano da quelle voci, ma si voltò. Doveva dimostrarsi coraggiosa, doveva camminare a testa alta e difendere se stessa.
   Derek, Kevin e Josh sghignazzavano come idioti chimando il nome della ragazza.
-che cazzo volete?- urlò la ragazza tenendo alta la guardia e fissandoli mentre si avvicinavano sempre di più a lei.
-ehi, stai calmina eh!- avvisò Josh sorridendole sghembo e sollevandole il viso con l'indice.
Shery scostò la faccia e lo guardò male.
-andiamo al dunque, non ho voglia di perdere tempo.- iniziò poi Kevin -sei riuscita ad avere qualche soldo oggi?-
-no, nulla.- rispose prontamente la ragazza, sostenendo lo sguardo penetrante di quella specie di montagna con i piedi.
-ne sei certa?- commentò poi Derek.
-ovvio idiota!-
-bene, allora non ti dispiace se controllo- affermò ancora una volta Derek, che un secondo dopo aveva strappato dalle mani la coperta a Shery e aveva iniziato a controllarle le tasche della felpa smisuratamente più grande di lei. Josh la teneva ferma mentre la poverina tentava di togliere le mani di Derek.
-non ha davvero niente. Sei davvero inutile per la vita di strada Shery!- constatò poi togliendole le mani di dosso per poi continuare a parlare -e io odio la gente inutile!- urlò mettendole una mano in faccia e facendola cadere a terra.
La ragazza trattenne un urlo per il dolore sbattendo la schiena a terra, gridando poi in faccia a Derek.
-vaffanculo stronzi!-
-buonanotte anche a te Shery- disse Kevin mentre si allontanava insieme agli altri due.
   Shery trattenne le lacrime alzandosi a fatica e andando a recuperare la sua coperta sporca. Riprese a camminare fino al nascondiglio a passo più svelto. Voleva evitare altri spiacevoli incontri.
Raggiunse il suo materasso rovinato e si ci buttò sopra a peso morto. Era stanca, dolorante e depressa. Quella notte era quasi certa che sarebbe andata a sedersi sul muretto del ponte, a guardare il fiume scorrere sotto i suoi piedi, e riflettere se porre fine alla sua inutile esistenza oppure no.
 
Harry continuava a guardare fuori dal finestrino scorrere immagini della sua seconda città preferita. La prima ovviamente era Holmes Chapel, casa sua. Dove aveva famiglia, amici e ricordi. Amava Londra, per la spensieratezza dei suoi abitanti, per le feste a tutte le ore, per i negozi fantastici, ma soprattutto perchè lì condivideva una villa con i suoi quattri 'fratelli'; Louis, Liam, Zayn e Niall.
-Harry? Sei ancora tra noi?-
Era Louis che lo richiamava scuotendolo leggermente per una spalla. Lui si voltò verso l'amico e gli sorrise.
-certo che ci sono!-
-sembravi entrato in coma-
-sono solo un po' assonnato, credo sia per il jetleg.-
-oh ti capisco, ma se vuoi dormire ti conviene farlo adesso. Tra qualche ora dovremmo arrivare a Londra-
-qualche ora? Mi predi in giro?-
-vorrei poterti dire di si. Anche io sto morendo di sonno sai?-
-oh santo cielo! Bhe, allora ne approfitto. Buonanotte Lou-
-notte Hazza-
   Il riccio poggiò la testa al finestrino rannicchiandosi per stare più comodo. Louis poggiò il capo sulla sua spalla e cercò di addormentarsi insieme all'amico. Il viaggio li aveva parecchio stancati, avevano bisogno di riposo.
 
-racazzi!-
   Harry e Louis sobbalzarono di colpo svegliandosi.
-Zayn!- urlò Harry -la vuoi finire? Inizi a farmi odiare quella dannata parola!-
-è italiano ignorante! Impara un po' di lingue straniere invece di dormire!- lo rimproverò Zayn mettendosi sulla difensiva.
-si si certo...- blaterò Harry mettendo di nuovo la testa sul finestrino.
-ma che fai idiota?- rise Zayn.
-cerco di dormire- rispose Harry tenendo gli occhi chiusi.
Louis e Zayn iniziarono a ridere. -ma cosa volete?- disse seccato il riccio.
-c'è un letto a meno di venti metri di distanza da te e tu vuoi dormire in macchina?- domandò Louis tentando di non scoppiare a ridere.
-come?- disse Harry alzando la testa e guardandosi intorno.
   La macchina era parcheggiata nell'enorme giardino della loro villa, la porta di casa era aperta e Liam stava uscendo in quel momento mentre Niall entrava carico di valige.
-casa!- urlò poi entusiasta Harry fiondandosi fuori dalla macchina mentre Zayn e Louis se la ridevano ancora.
   Il ragazzo fece un giro su se stesso per assaporare il magnifico panorama del giardino, della villa e della strada subito dopo il cancello. Gli era mancata da morire Londra.
Iniziò a camminare diretto alla porta di casa mentre Liam gli urlava dalla macchina.
-Harry vieni ad aiutare a portare la roba dentro!-
Il ragazzò non lo ascoltò nemmeno ed entrò in casa. Niall stava buttando nel salone due delle sue valige sbuffando, non ci fece caso e salì al piano di sopra dove, dopo aver percorso il corridoio, entrò in camera sua. Il letto era già sistemato e l'armadio era aperto, completamente vuoto. La scrivania non aveva nemmeno un po' di polvere, era tutto perfettamente pulito. Ovviamente avevano mandato delle donne di servizio a pulire la casa il giorno prima, altrimenti non avrebbero di certo trovato tutto quell'ordine.
Andò verso le ante del balcone e le aprì. Quella era l'unica camera con il terrazzo, Harry aveva lottato con Liam per averla, alla fine però avevano tirato a sorte e fu assegnata a lui. Uscì sul balcone e un leggero venticello lo fece rabbrividire. Faceva ancora parecchio freddo, e il clima di Londra non era certo dei più tropicali. Si passò più volte una mano sul braccio per riscaldarsi, poi si incamminò verso l'inferriata che determinava la fine del terrazzo. Poggiò su di essa i gomiti e osservò il panorama. Si vedeva perfettamente il big ben e il lungo e imponente ponte che collegava le due sponde di terra separate dal Tamigi. Guardò la città, per constatare se qualcosa fosse cambiato, ma sembrava tutto identico a come ricordava lui, escludendo un enorme edificio poco lontano da casa. Non riuscì a capire cosa fosse, ma non ci fece nemmeno caso. 
   Il vento inziò a soffiare più forte di prima, così decise di rientrare. Chiuse le  due vetrate del balcone alle sue spalle e si diresse al piano inferiore, dove tutti i ragazzi erano in cucina a lamentarsi.
-che sta succedendo?- chiese entrando.
-innanzi tutto mi sono perso toy story in televisione e secondariamente siamo senza viveri!- disse Liam annoiato tenendosi la testa con la mano destra, comodamente seduto a tavola.
-che intendi?- domandò ancora Harry, non capendo a che cosa si riferisse.
-non c'è cibo! Non c'è nulla nè nel frigorifero, nè negli scaffali! Non c'è niente da mangiare, moriremo tutti!- urlò Niall allarmato come non mai. -morirò di fame, ne sono sicuro!- continuò andando verso Harry, prendendolo per le braccia e iniziando a scuoterlo.
-Niall smettila santo cielo! Hai mangiato meno di quattro ore fa all'aeroporto!- disse Liam visibilmente annoiato.
-per me quattro ore sono anche troppe. Non capisci che il mio piccolo, esile stomaco ha bisogno di essere riempito almeno ogni due ore? Vuoi vedermi strisciare a terra pregando per un tozzo di pane?- urlò l'irlandese.
Louis scoppiò a ridere contagiando anche Zayn.
-ma ti stai ascoltando?- disse Lou tra una risata e l'altra buttandosi sullo schienale della sedia.
-santo cielo quanto allarmismo! Vorrà dire che andremo a mangiare fuori.- affermò tranquillo Harry poggiandosi allo stipite della porta.
-yeah buddie! Questa cosa mi ispira parecchio!- affermò Niall visibilmente più calmo.
-perfetto, vado a cambiarmi- annunciò Zayn alzandosi dalla sedia e salendo al piano superiore.
-è meglio se mi cambio anche io, non credo sia il caso di andare in pizzeria con la tuta- sorrise Harry guardandosi i vestiti e grattandosi la nuca -dov'è la mia valigia?- chiese poi.
-in macchina- disse Liam aggiustandosi i capelli.
-perchè non me l'avete entrata?-
-ognuno ha entrato le sue valige, ma tu eri troppo impegnato a correre dentro.-
-bastardi-
-ti vogliamo bene anche noi Hazza!- gridò sorridendo mentre Harry usciva di casa diretto alla macchina. Prese le sue valige e tornò in casa per poi salire al piano superiore e chiudersi in camera sua. Poggiò le borse sul letto e le aprì. Iniziò a togliere un po' di tutto per scegliere cosa mettere. 
Se andavano a mangiare fuori voleva dire che al 99% dopo sarebbero andati in qualche locale a ballare, quindi doveva vestirsi bene. Scelse una camicia bianca, un jeans chiaro e all star bianche. Abbigliamento semplice, tanto non erano di certo i vestiti a fargli fare bella figura. Aveva un faccino così innocente, così perfetto che chiunque, uomini e donne, restavano affascinati dai suoi lineamenti. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto fare una strage di cuori, ma lui non era il tipo. Si divertiva sempre, ma non con i sentimenti delle ragazze. Era dell'opinione che far soffrire una ragazza era come sparare sulla croce rossa. Non aveva mai illuso una donna, non aveva mai giocato con il cuore di nessuno, aveva avuto poche relazioni, ma serie, purtroppo finite tutte male. Il suo troppo buonismo l'aveva fatto cadere in diversi giochi di non proprio brave ragazze. Aveva sofferto davvero tanto per amore, si era ripromesso che sarebbe stato più attento. Attento a non ferire se stesso, attento a non essere tratto in inganno, attento a non farsi attrarre solo dalla bellezza esteriore o dalla classe sociale di una ragazza.
   Infilò i vestiti che aveva scelto dopo essersi dato una rinfrescata in bagno, si spruzzò un po' di profumo e andò al piano inferiore dove tutti stavano aspettando solo Louis, che arrivò poco dopo.
-andiamo in macchina o a piedi?- domandò Zayn.
-la pizzeria migliore è a due passi da qui, io vado a piedi- disse Harry.
-vengo con te-  sorrise Louis immediatamente dopo.
-a piedi ci vuole più tempo! Io voglio mangiare in fretta!- sbuffò Niall.
-allora io Zayn e Niall andiamo in macchina e voi a piedi, ok?- domandò infine Liam.
-perfetto, a dopo- affermò Louis mettendo un braccio sulle spalle di Harry e iniziando a camminare verso il cancello.
   I due chiacchierarono durante il tragitto, risero e due ragazze li fermarono per una foto e un autografo. Si sentivano gratificati nel vedere il sorriso di tutte quelle ragazze che si sentivano felici solo con una foto insieme a loro e due parole scambiate. Adoravano le loro fans, erano una delle cose più importanti delle loro vite.
   In dieci minuti arrivarono alla pizzeria, dove Liam, Niall e Zayn erano già seduti ad un tavolo a scambiare qualche parola. Si accomodarono aspettando il cameriere per ordinare e iniziarono a discutere su dove andare dopo cena. Ipotizzarono per una discoteca, ma non sapevano se avrebbero scatenato il panico, quindi preferirono scegliere di andare in qualche locale, meno affollato, a bere qualcosa e ballare un po'.
   Harry non aveva molta voglia di stare in giro, ma non voleva neanche stare in casa da solo. Preferiva passare la serata con i suoi quattro amici, tra una birra e una risata.
 
 
 
Spazio autrice.
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BUONSALVE PIPOL (?)
   Questa è la prima storia che pubblico su EFP (e che pubblico in generale) e sono abbastanza in ansia perchè temo che faccia pena ç_ç
   Inizio con le presentazioni (come i bambini dell'asilo, si).
Mi chiamo Raffaella, ho 14 anni e mezzo e sono una directioner (#capitanovvio) da quasi un anno.
No, purtroppo non li conosco da quando erano a X Factor, ma posso assicurarvi che li amo tanto quanto chi c'era fin dall'inizio per loro. Sono loro fan PER LE LORO VOCI, non per i bei faccini.
   Ora passiamo a una breve presentazione della storia ewe.
E' quella a cui tengo di più tra tutte quelle che ho scritto e lasciato fare la polvere sul pc per paura di pubblicarle e non essere apprezzata. Ci sto lavorando da qualche mesetto e ho già pronti altri due capitoli. 
   Non è la solita storia dove Zayn e Harry sono i puttanieri, Liam e Niall quelli dolci e Louis il clown di turno. Sono sinceramente stanca di vedere quei prototipi di storia, anche per questo ho intrapreso l'arduo cammino di scrivere questa FF.
   Ci tengo a precisare che l'affermazione di Liam su toy story e 'la disperazione' di Niall per il cibo sono state inserite nel capitolo esclusivamente per renderlo più comico. So che non basano la loro vita su questo, come Louis non campa solo di carote, Zayn non è un narcisista e Harry non si fa una diversa ogni giorno.
   Ci tengo molto e spero che vi piaccia almeno un po' e che non imprecherete in aramaico (?)  nelle recensioni (sempre se ce ne saranno AHAHAHA), me ne basterebbero giusto un paio per continuare, non pretendo molto ç_ç.
   Ora la smetto di fracassare le balls e mi dileguo (?).
Ci vediamo (?) al prossimo capitolo, ma solo se lo vorrete :O
   Un bacio,
Raffa :)

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Capitolo 2
*** Don't do it. ***


Capitolo 2:
Don't do it.
 
Shery quella notte non riusciva a chiudere occhio. Era seduta a gambe incrociate sul materasso, avvolta dalla sua coperta sporca. C'erano dei ragazzi poco lontano da dove era lei, forse sbronzi. Poteva ascoltare tranquillamente le loro discussioni talmente urlavano. Decisero di andare via solo quando uno dei ragazzi annunciò l'orario: le 4.30. 
Appena furono lontani da lei, decise che era ora di andare sul suo abituale muretto, ma questa volta non era sicura di tornare al suo nascondiglio.
Si alzò dal materasso e lasciò la coperta a terra. Uscì dal 'rifugio' e iniziò a camminare per le strade di Londra, completamente deserte. Non c'era una sola macchina in movimento, nessuna persona camminava per le strade. Era sola, come sempre da quattro anni ormai. Guardava i suoi piedi mentre camminava. Non osava mai muovere un passo a testa alta, non aveva nulla per cui andare fiera a tal punto da tenere la testa sollevata. Preferiva nascondersi da tutti, in modo che nessuno avrebbe potuto farle del male.
Arrivò al Tower Bridge in nemmeno 15 minuti e si sedette sul suo ormai famigliare muretto, lasciando penzolare i suoi piedi nel vuoto. Il Tamigi scorreva fluido, nulla impediva il suo corso.
Shery guardò verso il basso, l'altezza la fece rabbrividire. Era davvero tentata di mettersi in piedi sul muretto e prendere il volo. Un breve salto, che l'avrebbe portata a volare davvero, indipendentemente se verso il paradiso o se verso l'inferno, ma avrebbe volato lontano da quel mondo che la stava facendo a pezzi giorno dopo giorno.
Come sua abitudine sollevò le maniche dell'enorme felpa che la ricopriva. I tagli e i lividi viola ricoprivano quasi tutta la superfice della pelle. Chiudendo per un attimo gli occhi riusciva a ricordare perfettamente ogni singola ferita, ogni singolo calcio o pugno, ogni singola volta in cui per 'giocare' i tre ragazzi, Josh, Derek e Kevin, le avevano tagliato la pelle con il loro coltellino, ogni singolo attimo di dolore vissuto in quattro anni della sua esistenza. Quattro anni, in cui la sua permanenza a Londra non poteva essere chiamata vita. 
Shery era dell'opinione che vivere significasse sorridere, ma il sorriso sul suo volto era sparito da anni. Non sapeva più neanche che cosa si provasse nell'essere felici. Non riusciva a ricordare come si ci sentisse ad essere stretti nell'abbraccio di una persona cara. Voleva essere amata, non conosceva più quelle sensazioni.
Quella notte, nonostante cercasse di sforzare la sua mente, non riusciva a trovare degli aspetti positivi nel restare in vita. A differenza di tutte le altre sere passate su quel ponte, non riusciva più a pensare che la vita le avrebbe portato qualcosa di buono per cui vivere. Era certa che la vita le sarebbe stata tolta presto da qualcun'altro, e preferiva porre fine alla sua esistenza da sola. Preferiva morire per sua volontà, non per volontà di qualcun'altro.
Una lacrima solcò il suo viso. La lasciò scorrere fino al mento per poi vederla cadere nel vuoto. Era di certo finita nel fiume, e lei avrebbe presto fatto la stessa fine. Da un momento all'altro si sarebbe messa in piedi su quel muretto e avrebbe spiccato il volo che l'avrebbe portata verso un altro mondo. In una realtà totalmente opposta a quella in cui si trovava in quel momento. Stava raccogliendo il coraggio necessario per lanciarsi, per godersi gli ultimi attimi della sua vita sospesa nel vuoto, con l'adrenalina al massimo.
Una seconda lacrima iniziò a scorrere sulla sua guancia, ma venne immediatamente bloccata dalla mano di Shery che la pulì via dopo aver sentito una voce che la richiamava.
-Ehy!-
Una sola parola che la fece voltare di scatto preoccupata. Aveva paura di trovarsi davanti a uno dei tre ragazzi che ogni giorno le davano il tormento o a qualsiasi altra persona che avrebbe potuto farle del male. Era spaventata da chiunque ormai.
-Che vuoi fare?-
Chiese ancora la voce, maschile, ma non famigliare. Shery non aveva la più pallida idea di chi si sarebbe trovata davanti non appena la persona in questione si sarebbe avvicinata abbastanza da essere illuminata dal bagliore del lampione distante pochi metri da loro.
Sentì i suoi passi, poi lentamente la sagoma oscura prese forma. Shery si trovava davanti a un ragazzo mai visto prima. Molto più alto di lei, magro, capelli castano scuro ricci, senza una vera e propria forma. Occhi verdi, erano quelli che avevano lasciato Shery senza il coraggio di dire una sola parola. Degli immensi occhi verdi da cui non riusciva a distogliere lo sguardo. Era come paralizzata da quella vista, non era capace di muoversi o di interloquire con il ragazzo davanti a lei che, visibilmente preoccupato, aspettava una risposta.
 
Harry continuava a guardare la ragazza, seriamente in ansia. Temeva che quella si sarebbe gettata in un solo attimo, senza dargli il tempo di provare in qualche modo a farle cambiare idea. 
Gli altri ragazzi erano tornati a casa in macchina, sbronzi tutti eccetto Liam che avrebbe guidato, ma Harry insistette per il tornare a casa a piedi in modo da poter fare un giro prima di tornare alla villa, ma non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione del genere.
Non gli era mai capitato di avere davanti agli occhi una ragazza in bilico tra la vita e la morte. Non avrebbe mai permesso di vederla lanciarsi nel vuoto, questo era certo, ma non aveva la più pallida idea di come comportarsi. Non sapeva cosa dire, come fare per provare a convincerla. Non sapeva nulla di lei, non sapeva con quali argomenti farle capire che valeva la pena continuare a vivere.
Harry provò a muovere un altro passo verso la ragazza che, vedendo quel gesto, sussultò quasi impercettibilmente, forse per la paura, pensò lui.
-Non farlo.- sussurrò in ansia -Ti prego.- continuò non ricevendo una risposta.
La ragazza lo fissò ancora, poi distolse lo sguardo e lo voltò verso il vuoto. Tremava come una foglia e una lacrima le stava rigando il viso. Harry era completamente in panico, non sapeva cosa fare e cosa dirle, ma non poteva andarsene come se nulla fosse e lasciarla lì.
Fece un altro passo. Ormai era a meno di mezzo metro da lei, che non lo degnava di uno sguardo.
-Posso sedermi?-
Chiese quasi sussurrando Harry. La ragazza non si degnò di muovere un muscolo, quasi paralizzata tra paura e timore. Il riccio non aspettò oltre qualche secondo una risposta che sapeva non sarebbe arrivata. Mise le mani sul muretto e con una leggera spinta si sedette lasciando penzolare i suoi piedi a qualche decina di centimetri da terra.
-Perchè vuoi farlo?- chiese con un filo di voce. 
Non si aspettava  davvero una risposta, era praticamente certo che non gli avrebbe rivolto la parola. Guardò il profilo di quella ragazza, quei lineamenti delicati avevano rapito la sua attenzione non appena l'aveva vista. Decise dopo un po' di continuare a parlare. 
-Non ne vale la pena, credimi.- provò a dirle, sperando di non commettere errori e di non sbagliare nell'uso delle parole.
La ragazza voltò leggermente il viso verso di lui. Quegli occhi verdi brillavano e le lacrime continuavano a scendere. Scosse leggermente la testa da sinistra verso destra, guardandolo con aria delusa, amareggiata. Aveva degli occhi penetranti, ma sofferenti. Si vedeva a kilometri di distanza che non aveva avuto di certo vita facile.
Harry giurò di non aver mai visto sguardo più triste prima di allora. Gli occhi di quella ragazza erano belli quanto dolorosi, in grado di distruggere il tuo buon umore in un attimo e in grado di farti capire quanto una persona possa realmente stare male nella sua vita.
-Posso immaginare che tu abbia sofferto davvero tanto per arrivare a questo punto, ma c'è sempre qualcosa per cui andare avanti. La vita è un dono prezioso, sprecarla così sarebbe un peccato- tentò ancora di convincerla. 
Provava a conquistare la sua fiducia, stava tentando di farsi affidare la sua vita tra le mani per poi salvarla, e sperava di riuscirci. La ragazza continuò a fissarlo negli occhi, perplessa, confusa e terrorizzata. Le si leggeva la paura negli occhi, anche se Harry non riusciva a capire a che cosa fosse dovuta, era al sicuro finchè ci sarebbe stato lui. Non avrebbe mai potuto farle del male.
-Ti va di girarti da questa parte?- disse sperando di farle cambiare idea. La ragazza abbassò lo sguardo, puntandolo verso i suoi piedi immobili sospesi nel vuoto. 
-Per favore...- sussurrò poco dopo.
Ci furono diversi attimi di silenzio, in cui Harry continuava a fissare il suo profilo, e lei continuava a fissare il vuoto.
Appena la ragazza mosse un muscolo il riccio tremò all'idea che volesse gettarsi, ma notando che tirava i piedi indietro si sentì sollevato. Lentamente la mora si voltò, dando le spalle al vuoto e trovandosi a pochi centimetri da terra.
-Grazie, mi sento sollevato- disse lui rivolgendole un sorriso dolcissimo, che la ragazza guardò perplessa.
 
Chi era? Cosa voleva da lei? Perchè ci teneva a non vederla lanciarsi dal ponte? Nemmeno la conosceva. Cosa poteva guadagnarci lui?
Queste domande vagavano e si ripetevano con un fastidioso eco nella testa di Shery. Aveva paura di quello che aveva appena fatto. Aveva paura di continuare a vivere solo perchè glielo aveva chiesto un ragazzo che neanche conosceva. Decidendo di restare in vita continuava a pensare che avrebbe fatto solo del male a se stessa. Quella notte aveva finalemente deciso di mettere un punto alla sua storia, poi arrivò quel ragazzo e rovinò i suoi piani. Aveva deciso di non gettarsi, non tanto perchè lui non voleva, ma perchè non voleva lasciarlo traumatizzato dalla scena cruda.
Senza pensarci due volte Shery rivolse un ultimo sguardo al ragazzo dagli occhi bellissimi e si alzò dal muretto, iniziando a camminare verso il suo rifugio, ma dopo aver percorso nemmeno cinque metri sentì dei passi avvicinarsi nella sua direzione correndo e poi una mano calda toccarle il braccio. Il dolore del contatto sui tagli e sui lividi la fece quasi urlare. Il ragazzo immediatamente ritrasse la mano vedendola chinarsi a terra cercando di abbracciarsi il braccio dolorante con quello libero.
-Io non volevo... Mi dispiace, scusami- sussurrò con voce tremante il riccio, spaventanto dall'accaduto e visibilmente pentito di aver provato ad afferrarle il braccio.
Si chinò accanto a lei e preoccupato come non mai e provò a rimediare.
-Posso?- chiese porgendole una mano, facendole capire che voleva vederle il braccio. Ma Shery lo guardò per un attimo prima di abbassarsi la manica dell'enorme felpa e rialzarsi.
Harry ebbe il tempo di vedere solo per qualche secondo il braccio violaceo e pieno di graffi e tagli, ma quell'immagine gli rimase ben impressa nella mente.
-Cosa ti hanno fatto?- chiese alzandosi anche lui e fissandola negli occhi. Shery abbassò lo sguardo e Harry vide una lacrima scivolare giù dal suo viso prima di ricominciare a camminare lontano da lui.
Il ragazzo era rimasto quasi traumatizzato dalla scena, tremava per lei. Non osava immaginare chi o che cosa avesse provocato tutti quei segni sul suo corpo.
Non l'avrebbe lasciata andare via in quel modo, temeva che potesse accaderle qualcosa. Avrebbe almeno voluto accompagnarla a casa. Sempre se ce l'aveva, una casa.
Riprese a correre verso Shery fino ad affiancarsi a lei, per poi adeguarsi alla velocità del suo passo.
-Hai un posto dove stare? Lontano dai pericoli?- nessuna risposta lo rassicurò, così decise di insistere -Ti prego rispondimi-Ancora nulla. Shery non voleva coinvolgerlo nella sua storia. Era stato gentile nel preoccuparsi per lei, non voleva in alcun modo potesse entrare in contatto con quella che era la sua vita, piena di pericoli e di gente poco affidabile. Quella vita piena di fame e violenza che lei era costretta a vivere ogni giorno. Lui poteva benissimo 'salvarsi' e tornare alla sua vita di tutti i giorni, sicuramente migliore di quella di Shery.
Harry continuò a camminare al fianco di lei per tutto il resto del tragitto senza dire una sola parola, ma una volta arrivati Shery fu costretta a mandarlo via.
-Addio- sussurrò prima di sparire dietro il palazzo, lasciando Harry da solo, in mezzo alla strada, pieno di dubbi e con quella parola che gli risuonava in testa. 
Il ragazzo non ci pensò due volte prima di correrle dietro, ma appena svoltò l'angolo di lei non c'era nemmeno l'ombra. Era come scomparsa nel nulla, non si sentivano nemmeno i passi in lontanaza, non c'era traccia di quella ragazza che aveva segnato la serata di Harry, in modo non molto felice.
Provò più volte a guardarsi intorno, cercando i suoi occhi verdi disperatamente, ma non vedendoli più si demoralizzò. Non si sarebbe comunque rassegnato, non in quel modo. Voleva sapere più cose su di lei. Conosceva solo i lineamenti del suo viso e le sue profonde iridi verdi segnate dal dolore. Avrebbe voluto sapere almeno il suo nome, o la sua età. Era quasi certo che non avrebbe potuto avere più di quindici o sedici anni. Era troppo esile per essere una diciassettenne o addirittura un diciottenne.
Si incamminò verso casa, continuando a pensare a quegli occhi, a tutti quei tagli e quei lividi sulla sua pelle e quell'unica parola che gli aveva detto prima di sparire nel nulla. 
-Addio- sussurrò a se stesso Harry, ma era più che consapevole che l'avrebbe rivista, e se non fosse accaduto per volere del destino sarebbe andato lui stesso a cercarla. Non era un addio, era solo un ciao, per lui.
 
Shery si buttò a sedere sul suo materasso sbuffando. Per colpa di quello stupido ragazzo avrebbe dovuto vivere un altro straziante giorno della sua vita, sempre più in pericolo di essere ammazzata da qualcuno. Continuava a pensare che quel riccio era stato davvero impertinente a farsi gli affari di una persona che nemmeno conosceva, gli stava antipatico. A primo impatto, per quello che aveva fatto le stava davvero antipatico. Era stato sfacciato e stupido, continuava a riflettere Shery, eppure, non riusciva a togliere dalla testa la gentilezza con cui l'aveva convinta a non buttarsi e la dolce insistenza per non farla andare via da sola.
L'immagine dei suoi occhi continuava ad aleggiarle in testa e questa cosa non le piaceva. Non avrebbe dovuto farsi false speranze su un suo futuro ritorno. Era stata solo una coincidenza di una notte, tutto sarebbe iniziato e finito lì. Non si aspettava assolutamente nulla. Le esperienze passate le avevano insegnato a non fidarsi di nessuno e a mantenere le distanza da tutti, e così avrebbe fatto.
 
Entrando in casa Harry fece attenzione a non disturbare gli altri. Di certo dopo la sbronza stavano già dormendo tutti.
Entrò in cucina senza accendere le luci e andò ad aprire il frigo per poi togliere il cartone del latte e versarne un po' in un bicchiere, e quando la luce della cucina si accese Harry non abbe bisogno di girarsi per capire chi fosse.
-Ma che fine avevi fatto? Ti avevo già dato per disperso!- disse urlando sottovoce avvicinandosi all'amico.
-Esagerato...- sussurrò Harry.
-Non sto scherzando! Dove sei stato? Ci sarebbero voluti meno di dieci minuti per arrivare a casa, ma sei stato fuori per più di mezz'ora, mi hai fatto preoccupare-
-Ho incontrato una ragazza. Comunque non ho più otto anni Liam, puoi stare tranquillo se non rientro entro il coprifuoco- affermò Harry, tra l'annoiato e il premuroso.
-Una ragazza? A quest'ora non girano ragazze molto affidabili per Londra- lo avvertì Liam alzando un sopracciglio.
-Non è quel tipo di ragazza, idiota! Tutt'altro...-
-Cioè?-
-E' una senza tetto, credo... L'ho trovata mentre stava per gettarsi nel Tamigi e l'ho fermata- sussurrò Harry abbassando lo sguardo. Quell'orribile immagine del corpo di lei che cadeva giù, perdendosi nel vuoto, lo fece rabbrividire.
-Voleva... Voleva suicidarsi?- chiese incredulo Liam
-Già...-
-Mi prendi in giro?-
-Non ti prenderei mai in giro su un argomento del genere!- 
-E adesso lei dov'è?-
-Non ne ho la più pallida idea. Ha voltato l'angolo dietro un palazzo e neanche il tempo di raggiungerla che era scomparsa nel nulla, come se si fosse volatilizzata- disse amareggiato in viso il ragazzo, poi decise di raccontare il resto. 
-Aveva dei lividi e dei tagli su un braccio. Penso che l'abbiano picchiata, o peggio ancora violentata... Non voglio nemmeno pensarla una cosa del genere.- ammise contraendo la mascella.
-Quanti anni ha?- chiese poi Liam. Era visibilmente scosso per le notizie che gli stava dando l'amico.
-Credo intorno ai sedici, se non quindici.-
-Che cosa?! Sedici anni ed è in mezzo a una strada a rischiare di prendere botte? E' orribile.-
-Già... Per un attimo ho pensato di portarla a casa, ma lei non avrebbe collaborato di sicuro. Non mi ha rivolto la parola per tutto il tempo, tranne prima di andare via. Mi ha sussurrato un addio.- Harry strinse le labbra, nel tentativo di sopprimere la tristezza che stava prendendo possesso di lui. 
-Vado a letto. Non voglio pensarci- disse all'amico battendogli una pacca sulla spalla prima di salire le scale.
-Buonanotte, cerca di dormire.- gli consigliò Liam.
-Notte Liam-
Harry era più che consapevole che quella notte non avrebbe chiuso occhio pensando a quella ragazza.
 
 
Spazio autrice
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Eccomi qui con il nuovo capitolo sabvkanfvbg. Tipo che mi aspettavo che massimo 3 o 4 persone cagassero la mia storia invece il primo capitolo è arrivato a 10 recensioni e mi stavo mettendo a piangere kjfbvkanvf, ma sorvoliamo.
Grazie mille per chi mi ha fatto i complimenti per come scrivo nonostante l'età, e grazie a chi mi ha dato dei consigli utili per migliorare, l'ho davvero apprezzato :')
Coooomunque, in questo capitolo si iniziano a formare i tratti dei caratteri dei personaggi;
Harry è il classico ragazzo dolce e premuroso, che ama aiutare gli altri e prende a cuore le situazioni di persone in difficoltà (in questo caso Shery). Si affeziona facilmente alle persone e questo spesso lo fotte, e fa di tutto pur di vedere gli altri sorridere. Macchettenero bfvkanfvfnvjasn
Shery invece è una ragazza che ha avuto un passato difficile alle spalle (che scoprirete più avanti), ed è proprio per via di quello che ha passato che vuole mantenere le distanze con tutti, Harry compreso. Non è perchè se la tira, ma perchè ha paura di soffrire.
Ora la smetto di scrivere altrimenti lo spazio autrice viene più lungo del capitolo (?).
Grazie ancora a tutte, un bacio.
Raffa :)

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Capitolo 3
*** Can I save you? ***


Capitolo 3:
Can I save you? 
 
Shery camminava diretta all'entrata del supermercato. Continuava a tenersi la mano sulla guancia destra, dolorante, e si passava spesso la lingua sul labbro inferiore sanguinante. Quella mattina aveva incrociato Kevin, Josh e Derek, avevano scoperto che la ragazza teneva noscosti 3£ nella coperta scucita e non gliela fecero passare liscia.
Aveva un mal di testa terribile. L'avevano picchiata e buttata a terra, facendole sbattere violentemente la testa ad un muretto. Le labbra erano gonfie e sanguinanti, lo zigomo destro aveva un colore sul rossastro, con qualche sfumatura viola. Gli occhi erano rossi e ancora lucidi per via delle lacrime che aveva versato fino a cinque minuti prima. L'avevano avvertita: -Ti terremo d'occhio oggi.- Derek le aveva detto queste parole prima di andare via insieme agli altri due. 
Di certo si sarebbero appostati nelle vicinanze dell'entrata del supermercato per osservare qualsiasi suo movimento e controllare che non si impossessasse di nulla. Lo avevano già fatto molte altre volte e a fine giornata non aveva mai fatto un buon ritorno "a casa".
L'unico pensiero che riuscisse a consolarla in quel momento era l'arrivo della notte. Si sarebbe gettata nel fiume, senza ripensamenti. Era quasi felice di quello che sarebbe accaduto quella notte. Non avrebbe sofferto più, niente pugni, nessuno che la derubava ogni giorno, niente tagli. La sua futura non-vita sarebbe stata mille volte meglio di quella che stava vivendo in quel momento.
Arrivata al supermercato, come sua abitudine, si sedette accanto all'entrata. Teneva le gambe strette tra le braccia e la testa bassa. L'enorme negozio aveva appena aperto e non c'era ancora nessuno che entrava o usciva. Sperava sinceramente che quel giorno tutta Londra non avesse bisogno di andare al supermercato. Non voleva che qualcuno le offrisse qualcosa da mangiare oppure dei soldi, perchè ciò avrebbe voluto dire che quei tre le avrebbero preso tutto e l'avrebbero picchiata.
 
Harry e i ragazzi erano nel loro abituale supermercato. Avevano trovato questo enorme discount in cui si vendevano cibi provenienti da tutto il mondo: Messico, Canada, Italia, Francia e molto altro.
Liam portava un carrello mentre Zayn ne guidava un secondo con Louis all'interno sommerso dal cibo. Niall saltellava avanti e indietro per gli scompartimenti come un adorabile bambino e prendeva tutto quello che gli piaceva per poi correre da papà Liam e chiedergli -posso prenderlo? Posso prenderlo? Posso prenderlo? Eh Liam? Eh, posso?-. 
Ormai papà Payne ci aveva fatto l'abitudine e ogni volta gli diceva di si. Come poteva dire di no a quell'irlandese sovracaricato di zuccheri? Era così adorabile!
Harry si guardava intorno, ma non aveva voglia di prendere nulla per lui, ma per qualcun'altro si. Stava ancora pensando a quella ragazza, immaginava quanta fame potesse avere in quel momento. Rifletteva su che cosa potesse piacerle, ma capì che anche se l'avesse saputo non aveva la più pallida idea di come darle quel cibo. Non sapeva dove si trovasse, che cosa stesse facendo e se fosse al sicuro. Come poteva sapere che in quel momento era seduta davanti all'entrata del supermercato vicino casa sua, tenuta sotto controllo da tre ragazzi che quasi giornalmente le mettevano le mani addosso?
I due carrelli erano straripanti di cibo quando i cinque ragazzi arrivarono alle casse. Ci vollero dieci minuti solo per mettere tutta quella roba sul nastro trasportatore della cassa. Una volta pagato portarono le buste alla macchina e entrarono per tornare a casa. Louis al posto di guida, e aveva Zayn nel posto accanto e Liam dietro. Accanto a Liam c'era  Niall e poi Harry che continuava a stare in silenzio e fissare un punto nel vuoto. L'esperienza con quella ragazza lo aveva traumatizzato. Gli aveva fatto capire quanto poteva essere cattivo ed ingiusto il mondo.
Chiuse gli occhi, sul punto di addormentarsi, per poi poggiare la testa al finestrino della macchina. Voleva trovare quella ragazza e provare a "salvarle" la vita come meglio poteva. Le avrebbe comprato cibo, vestiti e le avrebbe dato soldi. Non la conosceva nemmeno, avrebbe potuto essere anche una ladra, ma era troppo piccola per vivere in mezzo ad una strada. Troppo, troppo giovane, per rovinarsi la vita in quel modo.
Era sul punto di addormentarsi, cercando di recuperare la nottata passata in bianco a pensarla, quando Niall si buttò su di lui urlando. Harry strabuzzò gli occhi spaventato e si trovò l'irlandere a pochi centimetri di distanza con il naso schiacciato contro il finestrino.
-Hanno aperto un nuovo supermercato vicino casa nostra? Oh santo cielo! Louis, ti prego fermati. Possiamo andarci? Eh, eh? Possiamo? Vi prego!-
Louis si mise a ridere sotto i baffi muovendo la testa contrario a quell'idea, ma per la troppa insiestenza di Niall si ritrovò nei parcheggi mentre il biondo aveva già preso per una mano Zayn e aveva iniziato a correre verso l'entrata.
Liam, Louis e Harry scesero dalla macchina con tutta la calma del mondo, che fretta c'era? Il riccio era parecchio seccato all'idea di non poter tornare a casa per dormire, ma Liam gli aveva praticamente proibito di tornare ancora a casa da solo. In poco tempo però le battute degli amici gli avevano fatto fare quattro risate, dimenticando per un attimo la noia.
Erano praticamente di fronte all'entrata quando Harry vide la sagoma di una persona seduta a terra accanto alle porte scorrevoli automatiche. Teneva abbracciate strette le ginocchia contro il petto, probabilmente per accumulare un po' di calore. Aveva la testa bassa, ma riconobbe facilmente quei capelli castano scuro, quasi neri.
Harry rimase immobile, a poco più di un metro da lei, mentre Liam e Louis non si resero nemmeno conto che aveva smesso di camminare e avevano proseguito entrando nel supermercato. Era come bloccato da quella visione. Il corpo pallido della ragazza avvolto solo da stracci fetidi e maleodoranti. Tremava come una foglia, provava pena e dispiacere, avrebbe voluto migliorarle in qualche modo la vita. Ma come avrebbe potuto? Aveva solo diciotto anni, cosa poteva fare per una ragazza finita in mezzo alla strada?
 
Shery continuava a tremare, non era freddo oppure brividi, era paura. Sapeva che la sagoma di una persona era a poca distanza da lei e che la stava guardando. Avrebbe potuto essere chiunque, e impallidì all'idea che uno dei tre si fosse avvicinato a lei. Sapeva che erano al loro solito posto, dall'altra parte della strada subito fuori dai parcheggi del grande edificio e che la stavano osservando.
Dopo un po' di tempo decise. Avrebbe alzato il viso per guardare in faccia la sua paura, per affrontarla, provando ad autoconvincersi che lei fosse più forte, ma era a conoscenza della verità, e cioè che lei non era nulla in confronto a coloro che le rovinavano ogni giorno la vita.
 
Quando il capo di quella ragazza si mosse, mostrando a Harry il suo viso lui sbiancò di colpo. Il volto bianco e candido che aveva visto la sera prima era sparito, per fare spazio a un viso rovinato. Le labbra sanguinanti e gonfie, estremamente rosse, gli occhi marcati da occhiaie più profonde di quanto ricordasse, lo zigomo violaceo.
Harry schiuse le labbra, avrebbe voluto mantenere una distanza tra di loro, solo parole di conforto, aveva pensato lui. Rimasero entrambi immobili. Gli occhi di lei erano pieni di lacrime, e la sua espressione contratta e preoccupata sembrò affievolirsi quando incontrò gli occhi verdi del ragazzo.
Ci volle quasi un intero minuto prima che Harry realizzasse nella testa l'idea che prima vedeva solo con gli occhi. Aprì leggermente la bocca, ma non riuscì a dire una sola parola. L'unica cosa che il ragazzo riuscì a fare fu avvicinarsi di qualche passo e mettersi sulle ginocchia a terra, di fronte a lei. Erano entrambi sul punto di piangere. In quel momento Harry stava male come probabilmente non era mai stato prima. Non poteva pensare all'idea che una ragazza di quell'età fosse costretta a sopportare la vita che il destino le aveva assegnato.
Il ragazzo sollevò una mano tremante verso il viso di lei e poggiando la parte laterale del suo dito indice sotto il suo viso, le accarezzò piano le labbra con il pollice, facendola sussultare. Shery teneva lo sguardo fisso negli occhi di lui, non aveva paura. Sapeva che quel ragazzo non avrebbe mai potuto farle del male. Era intimorita però, provava imbarazzo. Nessuno si era mai preoccupato per lei fino a quel punto. 
 
Harry provò a calmarsi. Non poteva mostrasi agitato quasi più di lei, voleva consolarla, non peggiorare la situazione. Tolse piano la sua mano dal viso di lei e si sedette al suo fianco sul pavimento freddo. Shery non aveva tolto il suo sguardo nemmeno un secondo dal volto di lui. Una volta messo comodo, con le gambe piegate e le braccia poggiate sulle ginocchia si girò verso di lei.
-Chi è stato?- provò a sussurrarle, senza troppe pretese di ricevere una risposta.
La ragazza abbassò lo sguardo iniziando a torturarsi il mignolo, come era solita fare.
-Dimmi almeno il tuo nome...- continuò poi, senza successo ancora una volta. Sapeva che bisognava avere pazienza. 
-Io comunque mi chiamo Harry- disse porgendole una mano.
Shery voltò lo sguardo verso la sua mano sospesa in aria che aspettava di incontrare la sua. Non si sarebbe mai presentata, non avrebbe mai permesso a quel Harry di rovinarsi la vita conoscendola. Lo faceva per il suo bene. Abbassò ancora una volta la testa, passandosi la lingua sulle labbra che sembrava avessero smesso di sanguinare. 
Era calato un imbarazzante silenzio tra i due, avrebbe voluto sparire. Desiderava che la terra sotto di lei la risucchiasse all'interno di essa, ma sapeva che non sarebbe successo.
Qualsiasi cosa sarebbe andata bene per interrompere quel silenzio, tutto tranne quello che accadde davvero. Lo stomaco di Shery, completamente vuoto fece uno strano suono, tipico di chi sta morendo di fame. Lei sgranò gli occhi, sperando che lui non l'avesse sentita e si portò le mani alla pancia, cercando di nasconderla. 
Harry sorrise intenerito. Era una senza tetto e evidentemente aveva molta fame, ma non gli aveva chiesto nulla, nemmeno una briciola di pane o una sola sterlina. Se non gli avesse sussurrato quell'addio prima di sparire dietro un angolo la sera prima, avrebbe creduto che fosse sordomuta.
Dopo aver sentito lo stomaco di lei protestare Harry senza dire una parola si alzò da terra ed entrò nel supermercato. Shery sollevò lo sguardo quando lui si spostò e lo osservò andare verso le porte dell'entrata dove, poco prima di sparire all'interno, le sorrise teneramente. Shery sentì il viso andarle praticamente in fiamme, e un senso di abbandono la invase. Perchè c'era rimasta così male se lei stessa non voleva presentarsi a lui in modo che non avrebbero potuto fare conoscenza? Semplice, il cervello continuava a ripeterle che sarebbe stato meglio per entrabi se non si fossero mai più visti, ma il cuore le diceva che avrebbe dovuto presentarsi, lui era stato così maledettamente gentile e buono. Vederlo andare via era stato come un pugno nello stomaco. Lo rivoleva al suo fianco, aveva bisogno di qualcuno che si preoccupasse di lei come non aveva mai fatto nessuno nella sua vita.
Ad esclusione di sua madre.
 
Harry continuava a guardarsi intorno, cercando di prendere più cibo possibile potesse tenere tra le braccia e nel minor tempo possibile. Le avrebbe portato qualcosa da mettere sotto i denti, in modo che il suo stomaco brontolante venisse finalmente accontentato. Afferrò brioches, cioccolato, fette biscottate, pane e tutto quello che trovava. Andò di corsa alla cassa, pagò e mise tutto in una busta per poi uscire e correre da lei, ancora immobile dove l'aveva lasciata.
Si mise di fronte a lei e le porse la busta straripante di cibo. Shery ci pensò su un attimo, ricordando il piccolo dettaglio che i tre la stavano osservando in quel momento e, invasa dalla paura, scosse la testa guardandolo negli occhi. Harry la guardò perplesso. Aveva fame, perchè non accettava del cibo?
-Loro sono qui.- sussurrò impercettibilmente Shery.
Il ragazzo si guardò per un secondo intorno. Loro chi? pensò.
-Allontanati e porta via la busta, altrimenti questa sera mi picchieranno di nuovo.-
La voce di lei lo fece rabbrividire. Gli sembrava di essere finito in un film horror.
-Loro chi?- chiese piano Harry, guardandola negli occhi.
-Josh, Kevin e Derek-
-Chi sono?-
-I tre ragazzi che mi hanno picchiata oggi e che mi hanno fatto quei tagli che hai visto ieri sulle braccia-
Finalmente stavano dialogando e lui poteva ascoltare la voce sottile di lei, tremante e roca. Era davvero preoccupato per quello che le stava raccontando.
-Sono stati loro a rovinarti il viso in questo modo?- chiese Harry sempre più rattristato.
Shery annuì flebilmente come risposta e lui non ci pensò due volte prima di proporle un'idea pensata in quei secondi, in modo molto affrettato, ma era comunque sicuro che fosse la migliore che potesse esserci in quel momento. 
-Vieni, ti porto via. Adesso.-  le sussurrò lui, porgendole una mano.
La ragazza lo fissò perplessa.
-Spero solo che tu stia scherzando- disse lei, mostrando gli occhi che diventavano sempre più lucidi.
-No, vieni con me. Ti porto a casa-
-Io non ho una casa.-
-Puoi stare da me.- affermò Harry, cercando in tutti i modi di convincerla.
-No che non posso.- disse schietta Shery. Come poteva entrare nella casa di un estraneo e fingere che quella fosse casa sua? Non era sfacciata fino a quel punto, non ci sarebbe mai riuscita.
-Vai via. Tornatene a casa e stammi lontano se non vuoi capitare in situazioni spiacevoli. Hai una famiglia immagino, ed entrando nella mia vita rischieresti ogni giorno di andare all'altro mondo e, sinceramente, non te lo auguro- confessò Shery tutto d'un fiato, lasciando scorrere una lacrima sulla guancia. 
Voleva allontanarlo per non farlo soffrire. Non voleva apparire scontrosa e quello Harry lo aveva ben capito.
Il ragazzo rimase per qualche secondo immobile  a guardarla. Non sapeva cosa fare, non avrebbe voluto lasciarla ancora lì per strada una seconda volta.
-Come ti chiami?-  chiese per una seconda volta lui, guardandola negli occhi.
-Tu mi prometti che non entrerai nella mia vita?- chiese schietta. -Lo dico per il tuo bene.- continuò poi, per non sembrare scortese.
-Non prometto mai nulla, non sono bravo a mantenere le promesse, ma posso provarci- disse Harry accennando un fievole sorriso, che fece sorridere anche lei a reazione.
Non credette di averlo fatto davvero spontaneamente per un attimo. Aveva sorriso per qualcosa che non era cibo, soldi o finzione? Lei aveva sorriso di gusto, grazie a quel ragazzo che non conosceva neanche.
-Shery, mi chiamo Shery.- disse poi, cercando di allargare un po' il sorriso smorzato che già precedentemente aveva preso possesso della sua espressione facciale.
-Domani ti troverò ancora qui vero?- chiese poi speranzoso Harry, non riuscendo più a trattenere un tenero sorriso.
-Ti ho detto che non devi...- cominciò lei, ma lui la interruppe.
-Lo so tranquilla, è solo così per sapere.- provò a convincerla, quando in quel momento Liam, Niall, Zayn e Louis uscirono dal supermercato con diverse buste della spesa in mano tutti ridendo.
-Oh eccoti! Ti ho mandato un messaggio perchè eri sparito ma non hai risposto.- disse Louis senza notare Shery.
-Non l'ho sentito, scusami.- confessò Harry.
-Dai sbrigati che torniamo a casa, ci sono i bastoncini di pesce e la pizza surgelati che a quest'ora si saranno già sciolti.- lo avvertì Zayn per poi andare alla macchina insieme a Niall e Louis.
-Va bene, arrivo.- disse ancora il riccio rivolgendosi ai ragazzi.
Shery guardava la scena in silenzio, abbastanza imbarazzata. Non aveva la più pallida idea di chi fossero quei quattro ragazzi che stavano parlando con Harry.
Il riccio si voltò ancora una volta verso la ragazza 
-Ci sarai vero?- disse rivolgendosi a lei.
Shery non sapeva che cosa rispondere, aveva programmato di gettarsi dal Tower Bridge finalmente, non voleva soffrire ancora. Però come poteva dirlo a quel ragazzo che già una volta glielo aveva impedito? 
Come risposta la ragazza gli annuì flebilmente. Harry fece un sorriso a trentadue denti e si avvicinò a lei per poi abbassarsi e stamparle un dolce bacio sulla fronte. Stava in tutti i modi provando a farle capire che di lui si poteva fidare e che lui non l'avrebbe abbandonata e si sarebbe preso cura di lei. A quel contatto il viso di Shery andò letteralmente in fiamme, e Harry sorrise notando l'imbarazzo di lei. Si sollevò di nuovo e andò da Liam, che solo pochi istanti prima avevano notato l'esile corpo di Shery, e la salutò con la mano.
-Ciao, Shery- disse Harry, con la voce abbastanza alta in modo da farsi sentire.
-Ciao, Harry- sussurrò lei, ma lui era già troppo lontano per sentirla.
Per la prima volta dopo anni e anni, Shery non vedeva l'ora di veder nascere l'alba di un giorno nuovo. 
Aveva finalmente voglia di vivere.
 
 
Spazio autrice.
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aibfvkasnfvabv nbaksvnkanfrvaknfv, nabbfvgakfvnkfv kasfbvkanfrvjknasf.
Tutto chiaro, no? No. Si, lo so, dovrei smetterla, non sono simpatica. Lo so, lo so.
*prende un respiro profondo*
27 RECENSIONI? PER DUE CAPITOLI? VOLETE FARMI PIANGERE? AKSFBVKASDNVKASD 
E' la mia prima storia e non sono per niente abituata a tutto questo ammmmore. Ad ogni recensione in più mi si stampa un sorriso ebete in faccia per un'ora jksdbvkSNDVKNSD Ok, la smetto.
GRAZIE, DAVVERO. GRAZIE A TUTTE.
Adddesso, andiamo al capitolo e.e
Qui si capisce davvero quanto sia sensibile Harold nella storia. Amo immaginarlo come un tenero orso, e sono praticamente certa che lui in realtà sia così.
Shery invece è combattuta, povera ragazza.
Vi avverto che non voglio mettere fretta alla storia, cercherò di farla svolgere con calma, in modo che si capisca tutto e che non sembri una minchiata del tipo che i due si innamorano in tre giorni ewe.
Il prossimo capitolo sarà parecchio depresso (come se questi non lo fossero già AHAHAAHAH) e ho una domanda da porvi.
Visto che non mi viene della stessa lunghezza degli altri preferite che lo tagli e venga più corto rispetto a questi, o che lo lasci più lungo? Tenterò di non farlo diventare una tesi di laurea ovviamente, ma più lungo di questo c'è :O
POPOLO, A VOI LA SCELTA (?).
Ora mi dileguo prima che mi arrivi qualche pomodoro in fronte (?). Grazie di nuovo a tutte per le recensioni, ma anche a chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Siete kabfvkansfvktanvk.
ULTIMA COSA, VI PREGO NON UCCIDETEMI.
CERCASI DISPERATAMENTE RAGAZZA DAL BUON CUORE CHE FACCIA UN BANNER A QUESTA POVERA DISGRAZIATA CHE NON SA NEANCHE COME SI USA UN SEMPLICE SITO PER MODIFICARE IMMAGINI ç_ç
Baci, Raffa :')

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Capitolo 4
*** I'm sorry. ***


Capitolo 4:
I'm sorry.
 
Quando la serranda del supermercato si abbassò Shery capì che era ora di alzarsi, e soprattutto di smetterla di pensare a quel ragazzo. Dopo quella breve conversazione e quel piccolo, ma tenerissimo bacio sulla fronte lei non riusciva a fare a meno di pensare a quel sorriso e a quegli occhi. Il suo cervello continuava a ripeterle di smetterla e di non aspettarsi troppo, magari il giorno dopo non avrebbe visto nemmeno l'ombra di quei ricci, ma il suo cuore le diceva che sarebbe venuto e le avrebbe migliorato la giornata.
Prese la sua coperta e iniziò a camminare verso il suo solito nascondiglio, fissando i suoi piedi con un sorriso ebete stampato in faccia. Era da più di un'ora che non riusciva a smettere di sorridere, finalmente qualcuno le stava dando amore senza chiedere nulla in cambio. Proseguiva sulla sua strada, dimenticandosi completamente di tutto il resto, ma quando delle mani la spinsero con forza facendole quasi perdere l'equilibrio tornò alla realtà alzando lo sguardo. Kevin, Josh e Derek la guardavano con sguardo furioso.
-Quello chi era?- chiese immediatamente Derek.
-Quello chi?- chiese facendo la finta tonta in modo abbastanza strafottente Shery.
-Non fare la cazzona! Lo conosci vero? Ti ha dato soldi o cibo?- continuò poi Josh -E non mentirci- concluse.
-Certo che ce ne vuole per essere ottusi come voi eh?- disse ironica lei. Per la prima volta non aveva paura di loro, era troppo occupata a pensare a quello che sarebbe successo il giorno dopo, poco importava un livido o un taglio in più. 
-Eravate di fronte a me quando quel tipo si è fermato a scambiare una parola con me nonostante non mi conoscesse. Avete visto con i vostri occhi che non mi ha dato nulla- continuò poi.
-Allora perchè hai rifiutato quella busta piena di cibo che ti stava dando?- disse perplesso Kevin.
-Non me la stava dando, me la stava solo mostrando per prendermi in giro. E' stato davvero cattivo.- mentì spudoratamente Shery, ma quello era il modo per toglierseli di torno il più in fretta possibile.
-E' una cazzata, vero?- chiese Derek -Ci stai prendendo in giro. Pensi davvero che siamo così stupidi?- continuò poi.
-Sinceramente?- chiese in modo retorico -Se vi dicessi che siete degli stupidi vi farei solo un complimento.- disse scoppiando a ridere per poi tirare uno schiaffo in faccia a Derek e iniziare a correre più volece di quanto non avesse mai fatto. 
Aveva l'adrenalina al massimo, era perfettamente a conoscenza del fatto che se si fosse fermata e l'avessero presa avrebbe dovuto dire addio all'incontro con Harry il giorno dopo. L'avrebbero ammazzata di botte.
Correva per salvarsi la vita. 
 
Harry era in giardino con i ragazzi, seduti sulle loro comode sdraio fissavano il cielo stellato. C'era un vento abbastanza freddo, ma le stelle non si vedevano quasi mai a Londra per via delle nuvole che molto spesso ricoprivano il cielo, per questo avevano deciso che nonostante le basse temperature avrebbero passato un po' di tempo in giardino. 
Aveva acceso il fuoco nel loro camino all'aperto. Niall e Zayn stavano arrostendo marshmellows mentre continuavano a fare battute e ridere di gusto. Harry non era molto attento alla discussione però, era troppo impegnato a pensare agli occhioni verdi di Shery. Finalmente conosceva il suo nome, per lui era già un grande obbiettivo considerando che non gli aveva rivolto quasi per niente la parola.
Fissava tranquillamente il cielo quando un marshmellow lo colpì in un occhio, urlò scattando impiedi dalla sdraio.
-Chi è stato?- gridò ironico cercando di non ridere.
-Sei ancora tra di noi Harold?- chiese Zayn guardandolo perplesso.
-Ovvio che si.- rispose tranquillo lui. In realtà non era per nulla tra loro, la sua testa vagava a vuoto nel pensiero di quella ragazza.
-Oh, Harry!- lo richiamò Liam, come se si fosse appena ricordato qualcosa.
-Dimmi.-
-Quella ragazza che era all'entrata del supermercato era..-
-Si.- lo interruppe freddamente Harry -Si chiama Shery e mi ha raccontato un po' di più sul suo conto-
-Di chi state parlando?- si intromise Louis.
-Una ragazza che ieri sera Harry ha trovato sul Tower Bridge. Voleva gettarsi di sotto ma...- il racconto di Liam venne interrotto da delle urla. I ragazzi si voltarono per guardare verso il cancello bianco che confinava il giardino ascoltando le grida.
-Fermati stronza!- gridò qualcuno e immediatamente una seconda voce continuò -Appena ti prendo ti ammazzo Shery!-.
Shery? Non appena Harry e i ragazzi sentirono quel nome si guardarono per un attimo perplessi per poi tornare a guardare verso fuori.
Lui, Harry, era davvero preoccupato. Shery gli aveva raccontato di tre ragazzi che le mettevano le mani addosso, chi poteva assicurargli che non si trattasse proprio di loro e che in quel momento lei non fosse in pericolo?
In un attimo vide la sagoma di una ragazza schizzare come un razzo superando il loro cancello e immediatamente dopo altri tre ragazzi dietro di lei rincorrerla.
-Merda!- fu l'unica parola che Harry riuscì a dire prima di alzarsi di scatto e iniziare a correre verso il vialetto per raggiungere la sua auto. Liam si alzò subito dopo di lui e andò insieme al riccio a prendere la macchina. In un attimo si ritrovarono a sfrecciare per le strade di Londra alla ricerca della povera Shery.
Quando videro la scena cruda che li fece rabbrividire, Harry scoppiò per la rabbia. Erano nascosti in un vialetto e la stavano letteralmente pestando. Continuavano a tirare calci sul corpo ormai immobile, quasi inanimato, della ragazza.
Harry e Liam scesero dalla macchina per correre verso di loro urlando.
-Lasciatela stare!- urlò Harry furioso poco prima di sferrare un pugno in pieno viso a uno dei tre, Josh per essere precisi, che cadde a terra tenendosi il naso. 
Ormai l'inevitabile era accaduto. Liam fece la stessa cosa dell'amico ad un altro ragazzo, Derek, per poi spingerlo addosso a Kevin che intanto aveva ricevuto un altro pugno da Harry. Caddero entrambi a terra e Liam e il suo amico ne approfittarono per scappare. Il riccio prese il corpo di Shery da terra e corse verso la macchina per poi salire sui sedili posteriori mentre il biondo metteva in moto.
-Dobbiamo andare all'ospedale.- disse Harry sull'orlo della disperazione.
Il riccio stese piano il corpo della ragazza facendole tenere la testa sulle sue gambe.
-Shery... Sono Harry.- provò a svegliarla. La ragazza aprì piano gli occhi e lo fissò confusa e storidita.
-Sei per caso il mio angelo custode?- chiese con voce tremante prima di richiudere gli occhi e poggiarsi su di lui a peso morto.
-Shery? Oh, avanti apri gli occhi!- provò ad incitarla lui, ma la ragazza non aveva le forze per reagire. Sentiva la voce di quel riccio che per la seconda volta le aveva salvato la vita, ma non riusciva a rispondere.
 
Quando Shery aprì gli occhi una luce abbagliante le investì il viso, così li ridusse a due fessure per abituarsi all'intensità del bagliore per poi strofinarli con le mani. Sbadigliò e mise a fuoco il luogo in cui si trovava. Era in una stanza dalle pareti bianche, quasi completamente spoglia, tranne per un piccolo mobile di ferro grigio su cui erano poggiati diversi oggetti disordinatamente, tra cui una cartella, delle pillole in diverse scatole colorate e qualche siringa nuova, ancora incartata. C'erano due porte, anch'esse bianche. Una era chiusa, mentre l'altra era solo accostata. Il resto dell'arredamento consisteva in un piccolo comodino bianco e un paio di sedie accanto a letto su cui erano poggiati due giubbotti; uno bianco e uno nero.
Si sollevò sui gomiti con quel po' di forze che riuscì ad accumulare e riprese a guardarsi intorno. Avvertiva dolore in molte parti del corpo e non ricordava praticamente niente di quello che era successo la sera prima, dopo che aveva tirato lo schiaffo a Derek. Ormai sapeva di essere in un ospedale e provò ribrezzo per sé stessa a trovarsi in quel luogo. Si era ripromessa cinque anni prima che non avrebbe mai più messo piede in quei posti pieni di gente incompetente, incapace di salvare la vita delle persone ferite o malate. Odiava i dottori e gli infermieri, odiava le pareti bianche ovunque, odiava tutta quella puzza di sterile, odiava l'assenza di colori, odiava tutti ciò che si trovava dentro e fuori qualsiasi ospedale.
Non voleva restare un attimo in più in quel posto che le riportava alla mente solo brutti ricordi. Le sembrava di essere tornata a cinque anni prima, quando il suo incubo ebbe inizio.
Non riuscì neanche Shery a spiegarsi dove trovò le forze per alzarsi barcollando e iniziare a perlustare la stanza in cerca dei suoi vestiti. Indossava una strana tunica verde, e non aveva niente sotto. Provava imbarazzo solo a guardarsi, doveva immediatamente cercare qualcosa da indossare.
Camminò dolorante fino al comodino bianco e aprì il primo cassetto, che trovò vuoto. Lo richiuse con calma e aprì il secondo, vuoto anch'esso. Iniziava a perdere la pazienza. Lo richiuse con poca grazia e aprì l'ultimo cassetto, vuoto.
Shery trattenne un urlo di nervosismo e con tutta la forza che aveva in corpo lo sbattè per poi rimettersi dritta e voltarsi verso la porta. Sentì il viso andarle in fiamme quando notò la figura di un ragazzo fin troppo alto accanto allo stipite. Aveva i capelli castano chiaro, quasi biondi, occhi marrone intenso e labbra carnose. Teneva la mano sinistra ancora poggiata sulla maniglia della porta e quella destra che reggeva un bicchiere nero.
-Tutto bene?- chiese facendo un passo avanti accennando un timido sorriso.
E ora questo chi è? si domandò lei, meno intimorita del solito. Sentiva di non avere paura per tre motivi; il principale era che in un ospedale sarebbe stato improbabile che qualcuno provasse a picchiarla, il secondo era che quel ragazzo sembrava fin troppo dolce per poterle mettere le mani addosso, e il terzo era che era consapevole di averlo già visto da qualche parte.
-Non dovresti alzarti dal letto, il medico ha detto che hai bisogno di riposo.- disse con voce calma che celava un filo di imbarazzo. 
Si, decisamente troppo dolce per farle del male.
-Voglio andare via.- riuscì a dire semplicemente Shery con voce più bassa di quanto si aspettasse.
Il ragazzo le sorrise e si avvicinò ancora, erano ormai uno di fronte all'altro a meno di un metro di distanza.
-Ti portiamo via questa sera.-
-Mi portate via?- domandò confusa Shery alzando un sopracciglio e indietreggiando di un passo, imbarazzata dalla vicinanza di quel ragazzo.
-Si, il medico ha detto che non puoi uscire sola dall'ospedale così io e Harry...- Shery smise di prestargli attenzione subito dopo che dalla sua bocca uscì quel nome.
Harry, l'incontro sul ponte, poi al supermercato, la loro conversazione, lui che le accarezzava il labbro gonfio, il bacio sulla fronte che la fece arrossire, lui che tentava di chiamarla e la pregava di aprire gli occhi. Tutto ritornò nella mente di Shery in un secondo. Lo schiaffo, la corsa, le botte. Ricordò tutto talmente all'improvviso e con un impatto tale che senza rendersene conto fu costretta a scuotere la testa portando le mani alle tempie. Serrò gli occhi e cercò di scacciare tutti quei ricordi che le stavano facendo venire il mal di testa.
Sentiva la voce di quel ragazzo che chiamava il suo nome, ma non riusciva a togliere dalla mente tutti quei ricordi. Era come se la sua testa fosse diventata un disco inceppato, le immagini si ripeteva in continuazione, e una lacrima si ritrovò sulla sua guancia senza rendersene conto.
Succedeva ogni volta dopo che si risvegliava per terra in un vicolo il giorno dopo che i tre l'avevano picchiata. I ricordi le ritornavano in mente accompagnati da un atroce mal di testa e iniziava a piangere per ore. Era più forte di lei, non poteva combattere tutto ciò che le immagini le portavano alla mente. Era come rivivere tutte quelle botte ancora, ancora e ancora.
 
Quando Liam si ritrovò davanti a quell'attacco di panico di Shery rimase interdetto sul da farsi. Era la prima volta che vedeva una ragazza fragile fino a quel punto.
-Shery!- provò a chiamarla ancora.
La ragazza ormai singhiozzava, scuoteva la testa e stringeva i capelli tra le mani. Liam non ce la faceva più a sopportare quella vista. Le prese il viso tra le mani e chiamò il suo nome con decisione, ma premura. Al terzo richiamo Shery sembrò tornare al presente, allentando la presa sui capelli e facendo infine scivolare le braccia lungo i fianchi. Aprì lentamente gli occhi e non appena Liam si trovò davanti a quelle iridi verdi fatte a pezzi sentì una stretta allo stomaco. Giurò di non aver mai visto occhi più spenti di quelli. Sembravano morti, inanimati. Le tremava il labbro inferiore e le lacrime continuavano a cadere dagli angoli degli occhi verdi di quella ragazza.
-Shery...- sussurrò questa volta Liam. Con premura, per non spaventarla.
Lei scosse ancora la testa e si allontanò dal ragazzo che lasciò la presa leggera sul suo viso.
-Scusami.- riuscì a soffiare quasi impercettibilmente la ragazza, poggiandosi appena sul bordo del letto -Devo andarmene da qui.- concluse con un filo di voce in più.
Liam schiuse le labbra per dire qualcosa, ma sentendo dei passi nel corridoio decise di non proferire parola. Sia lui che Shery si voltarono verso la porta e notarono i ricci di Harry fare il loro ingresso nella camera. La ragazza asciugò in un attimo il viso dalle lacrime.
-Shery!- disse entusiasta, poi continuò avvicinandosi man mano a lei.
-Come ti senti?- chiese ancora lui, premuroso come non mai.
Scansò con calma Liam e si piegò leggermente in avanti per potersi trovare alla stessa altezza della ragazza, che vedendo quel gesto, piegò la schiena all'indietro per tenere le distanze tra le loro facce.
-Bene.- sussurrò semplicemente lei, abbassando lo sguardo.
-Stamattina ti ho preso questi.- disse allegro Harry, porgendole una busta a fiori.
-Per me?- domandò ancora più incredula, e di tutta risposta lui annuì con veemenza.
Shery lo guardò confusa, avvicinando piano una mano alla busta e afferrandola per poi poggiarsela sulla gambe e guardare cosa contenesse. Erano vestiti.
Infilò una mano dentro e tolse una maglietta nera a maniche lunghe con un piccolo cuore rosso nell'angolo in basso a sinistra. Era calda, forse un po' grande per lei, ma bellissima.
Alzò per un attimo gli occhi verso quelli di Harry che continuava a fissarla con un largo sorriso stampato in faccia, poi tornò a fissare la busta e tirò fuori un jeans chiaro. Modello aderente ma che su di lei sarebbe di certo stato leggermente largo.
-Spero ti piacciano e non ti vadano troppo grandi. Non sapevo che taglia e che gusti avessi, quindi sono andato sul classico.- ammise insicuro lui, grattandosi la nuca.
Shery volse ancora una volta lo sguardo verso i suoi occhi verdi brillanti e, senza neanche rendersene conto, un sorriso a trentadue denti si impossessò di lei.
-Sono davvero per me?- domandò per avere conferma.
-Certamente.-
In quel momento Shery si sentì la ragazza più fortunata sul pianeta terra. Dopo mesi passati con indosso sempre la stessa felpa e lo stesso jeans largo anche lei aveva dei vestiti nuovi, tutti suoi. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei da quando era arrivata a Londra. Sentì gli occhi inumidirsi, ma questa volta non era per via del dolore fisico o mentale che sopportava ogni giorno, era per gioia. Si sentiva così debitrice a quel ragazzo che conosceva appena da due giorni.
-Grazie, grazie davvero. Non so come sdebitarmi per...-
-Ehy, sfrena. Non voglio niente in cambio. Avevo voglia di prenderti qualcosa di carino e l'ho fatto, tutto qui.- disse lui mostando un sorriso timido.
-Grazie, davvero.- sussurrò appena. Sentendo il cuore scoppiarle di felicità.
Harry vedendola sorridere talmente felicemente, rossa in viso, paralizzata per la timidezza si lasciò scappare una mezza risatina. Le prese la mano facendola alzare dal letto e la strinse in un abbraccio.
 
Con la faccia schiacciata contro il petto di quel ragazzo Shery riuscì perfettamente a sentire il suo profumo. Non riusciva a realizzare del tutto che qualcuno la stesse davvero stringendo a sé per dimostrarle affetto. Erano anni che non le capitava un evento del genere e neanche lei seppe cosa provare in quel momento, l'unica cosa di cui era certa era che avrebbe voluto che quegli istanti durassero per ore e ore.
Si sentiva finalmente in pace con sé stessa. Il cuore le si stava lentamente scaldando. Non sentiva più freddo, ma non il freddo che si misura con il termometro, non sentiva più il freddo che per anni l'aveva accompagnata per le strade di Londra. La freddezza con cui tutti la guardavano, la trattavano e le parlavano. Si sentiva al caldo, protetta nell'abbraccio di un ragazzo che le stava dando tutto quello di cui aveva bisogno senza che lei gli chiedesse nulla.
Forse aveva fatto male a trattarlo come lo aveva trattato fino a quel momento, ma poi pensò al perchè lo aveva fatto e i pensieri ragionevoli che erano stati annebbiati da tutto quell'affetto tornarono a farsi sentire. Doveva allontanarlo, non perchè lei lo volesse, ma per proteggerlo. Se solo fosse entrato in contatto con quella che era la sua vita sarebbe stato in pericolo anche lui e questo non lo meritava.
Presa da un attimo di lucidità, si allontanò piano dall'abbraccio scuotendo leggermente la testa.
-No.- sussurrò più a se stessa che a lui, e pregò che nessuno dei due ragazzi l'avesse sentita.
Alzò per un momento gli occhi verso quelli di Harry e riuscì a notare perfettamente la confusione nel suo sguardo. Le sue iridi fin troppo verdi gli stavano letteralmente chiedendo perchè si fosse allontanata.
Doveva andarsene. Doveva sparire dalla vita di quel ragazzo. Doveva allontanarsi da quell'ospedale e non farsi più vedere da Harry.
Le serviva una scusa. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene per farlo andare via da quella stanza per alcuni minuti. Lo sguardo di Shery fece capolino sul bicchiere dell'altro ragazzo ancora presente.
-Ho fame.- sussurrò lei, inventando la prima cosa che le venne in mente. Anche se non era del tutto una bugia quella che aveva appena detto.
-Cavolo è vero!- disse Harry battendosi una mano sulla fronte. Poi continuò a parlare -Devi essere parecchio affamata. Vado a prenderti qualcosa al bar fuori dall'ospedale, torno tra cinque minuti.- le lasciò un bacio veloce su una tempia e andò fuori dalla stanza.
Fuori uno, pensò lei.
-Dovresti accompagnarlo.- affermò Shery voltandosi verso l'altro ragazzo e tentando di essere il più convincente possibile.
-Sa badare a sé stesso.- disse Liam tranquillo sentendosi in fondo al letto.
-Lo so, ma...- la ragazza non riuscì a completare la frase e si zittì.
Doveva andarsene in qualche modo, senza che Harry o il suo amico lo venissero a sapere. Non dovevano immischiarsi nella sua vita, lei non lo avrebbe permesso.
Shery restò in silenzio per un po', pensando a una qualsiasi scusa per allontanarlo giusto qualche minuto.
-Sai dove sono i miei vestiti? Non mi sento a mio agio con questa.- disse toccando un lembo di quell'orribile tunica verde.
-Certo.-
Liam si alzò dirigendosi verso la porta chiusa, accanto a quella da dove era uscito Harry poco prima, e Shery ipotizzò che fosse un bagno. Entrò e uscì in un attimo con i vestiti della ragazza in mano e glieli porse con un sorriso.
-Grazie mille.- sussurrò lei, afferrando i suoi vestiti.
-Perché non indossi quelli che ti ha preso Harry? Lo faresti felice.- disse scherzoso Liam.
-Mi sembra uno spreco indossarli ora, tutto qui.-
La ragazza si sedette ancora una volta sul letto, aprendo i vestiti con cura e fissandoli per un attimo. Volse lo sguardo verso quel ragazzo e non appenà aprì bocca fu interrotta da lui.
-Comunque io mi chiamo Liam.- disse dolcemente, porgendole una mano.
Ecco la stessa scena che si ripresentava davanti agli occhi di Shery. Come aveva fatto con Harry avrebbe fatto con lui.
Guardò la mano di Liam sospesa in aria e abbassò lo sguardo.
-Tu il mio nome lo sai già.- sussurrò quasi impercettibilmente, ma Liam la sentì comunque e ritirò la mano.
Ci restò male perchè lui, al contrario di Harry, non aveva capito il motivo di tanta freddezza.
-Vorrei lavarmi e cambiarmi, potresti per favore uscire? Magari ti fai un giro e torni tra dieci minuti.- disse cercando di apparire convincente.
-Certamente. Torno tra un po'.- proferì Liam prima di uscire accennando un  sorriso un po' più forzato rispetto a quelli precedenti. Era ancora accigliato per il comportamento che aveva avuto Shery mentre lui si presentava.
Quando la porta si chiuse la ragazza afferrò immediatamente i suoi vestiti e si diresse verso la porta in cui era entrato Liam per prenderle i vestiti. Come aveva immaginato lei, era un bagno. Poggiò i vestiti su una sedia e aprì il rubinetto del lavandino. Mise le mani sotto l'acqua fretta e poi si spruzzò un po' di sapone che lavò via dopo pochi secondi. Prese dell'acqua tra le mani e se la buttò sul viso. Le mancava la sensazione dell'acqua che le bagnava la pelle.
Chiuse di fretta l'acqua e non si asciugò nemmeno, aveva poco tempo prima che uno dei due tornasse in camera.
Si sfilò quella ridicola tunica verde e indossò i suoi vestiti, tornando così alla realtà che fino a poco prima aveva tentato di non ricordare. Si guardò allo specchio per pochi istanti, poi con l'elastico che teneva attorno al polso si legò i capelli in una coda alta. Uscì dal bagno e si guardò per un attimo intorno, posando lo sguardo sulla busta a fiori sul letto. Shery non sapeva se prenderla e portarla via con sé oppure lasciarla lì in modo che Harry se la riprendesse.
Desiderava davvero dei vestiti tutti suoi, e infondo quel ragazzo li aveva comprati per lei, no? Era suo diritto portarli con sé.
Si avvicinò al letto e afferrò la busta stringendola al petto, per poi dirigersi verso la porta da cui Liam e Harry erano usciti. L'aprì piano, spiando con un occhio se il ragazzo fosse lì fuori, ma vide solo un'infermiera passare di fretta nel corridoio. Mise la testa tra la porta e lo stipite e si girò a guardare prima a sinistra e poi a destra, ma del ragazzo non c'era traccia. Era il suo momento per darsela a gambe.
Iniziò a camminare a passo veloce tra i corridoi in cerca dell'uscita. Un'altra cosa che odiava infinitamente degli ospedali era tutto quell'intreccio di corridoi e reparti. In un labirinto sarebbe stato più facile trovare l'uscita.
Svoltò per la seconda volta a destra, non molto certa di stare percorrendo la strada esatta, ma quando si trovò davanti a delle scale tirò un sospiro di sollievo. Se vuoi uscire da un palazzo devi prima raggiungere il piano terra, era già qualcosa. Scese tre rampe di scale, saltando ad ognuna di esse l'ultimo gradino, tentando di non pensare al dolore alla caviglia, e quando anche l'ultima gradinata finì e si trovò a pochi metri dall'uscita di quel posto infernale si sentì decisamente sollevata.
Anche se ovviamente le dispiaceva scappare in quel modo da Harry, si rendeva conto che era la cosa migliore per tutti e due, così a grandi passi raggiunse la porta automatica e uscì fuori, senza preoccuparsi di andare prima da un'infermiera o da un medico per dire che si sentiva bene e poteva andare via.
Stava scappando, sapeva che la soluzione non era scappare, ma in quelle circostanze era certa che non esistesse una vera e propria soluzione. Scappare le sembrava semplicemente il rimedio giusto in quel momento, per non fare del male a sé stessa e a quel ragazzo che voleva solo prendersi cura di lei.
 
Spazio autrice.
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Se stai leggendo queste parole vuol dire che sei arrivata fino alla fine di questo capitolo, e se sei arrivata fino alla fine di questo capitolo vuol dire che ti devo ringraziare di cuore.
So che questo capitolo è un tantino (troppo) lungo, ma mi sembrava un tradimento tagliarlo (?), e poi la maggior parte di voi mi ha consigliato di lasciarlo com'era e voi avete sempre ragione, quindi ho lasciato il papiro ewe
Liam ha fatto la sua prima importante comparsa nella storia, yuppie (?). Come avete potuto constatare non è proprio una zolletta di zucchero con il miele, mi è piaciuto immaginarlo un po' suscettibile, ma ha comunque il suo lato gentile. 
Vi avverto che non sarà Liam il fedele compagno di avventure di Harry nella storia, però avrà un ruolo abbastanza importante nei primi capitoli.
I prossimi capitoli saranno un po' più spensierati di questi, finalmente il tasso di depressione scenderà un bel po', yeeeee.
Detto questo, vi ringrazio di cuore per le 12 recensioni al terzo capitolo, *voce del tizio di ballando con le stelle* per un totale di... 39 recensioni in tre capitoli. kasbfvkasnfdvkafsvknd
Grazie mille, davvero. Vi adoro kabdvksnd
Un'ultima cosa e mi dileguo. Io tra poco parto e torno il dodici per vedere i ragazze e Ed Sheeran alla cerimonia di chiusura delle olimpiadi per poi partire di nuovo e tornare verso il 16, quindi non potrò pubblicare , scusatemi çç
Allora ci sentiamo (?) al prossimo capitolo belle kasbfvknas.
Un bacino bacetto (?)
Raffa :)

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Capitolo 5
*** I'm a loser. ***


Capitolo 5:
I'm a loser.

 
Era uno scherzo. Era sicuramente uno scherzo.
Harry, seduto sul letto dove fino a poco prima era sdraiata Shery, poggiò i gomiti sulle ginocchia e infilò le dita tra i capelli arruffati. Liam stava spiegando la situazione ad un'infermiera mentre nella sua testa vagavano domande irrisolte.
Shery gli aveva ripetuto più volte che non voleva il suo aiuto perchè temeva che qualcuno avrebbe potuto fargli del male, ma a lui non importava ed era questo che voleva farle capire. Sapeva difendersi, non gli interessava se magari uno dei tre ragazzi che la tormentavano avrebbe provato a mettergli le mani addosso. Sapeva come comportarsi in caso di rissa, non sarebbe stata né la prima né l'ultima che si sarebbe trovato ad affrontare. Era un ragazzo forte, e voleva essere forte anche per lei.
-Possiamo uscire.- la voce di Liam lo fece tornare alla realtà.
Harry annuì e si alzò dal letto iniziando a camminare al fianco dell'amico lungo il corridoio.
-Tutto bene?- parlò di nuovo Liam.
-Si.- sussurrò semplicemente lui, senza distogliere lo sguardo dai suoi piedi.
-E' stata stupida a scappare.- disse l'amico, con il tono della voce leggermente alterato.
Harry alzò finalmente lo sguardo per puntarlo verso quello di Liam.
-Non è stata stupida, è stata premurosa.-
-Premurosa? Harry, lei...-
-So quello che vuoi dire e credimi, ti sbagli. Non vuole che io entri nella sua vita perchè teme che qualcuno possa farmi male.-
Liam guardò confuso l'amico. Non capiva, non poteva capire. Lui non sapeva praticamente niente della situazione in cui viveva Shery e, pensandoci, neanche Harry ne sapeva molto, ma aveva abbastanza informazioni per capire che non poteva continuare a vivere in mezzo ad una strada.
-Quei tre ragazzi che ieri l'hanno quasi ammazzata le danno il tormento tutti i giorni. La picchiano e sono stati loro a farle i lividi e i tagli che ho visto sul suo braccio la prima notte che l'ho incontrata. E' per questo che non vuole che io mi intrometta. Non vuole che succeda qualcosa anche a me.-
Lo sguardo di Liam mutò immediatamente. In un attimò capì anche il motivo di tanta freddezza mentre lui si presentava e si sentì leggermente in colpa per non aver tentato di comprenderla.
-Dovrebbe farsi aiutare.- sussurrò Liam mentre uscivano dall'ospedale.
-Già, ma lei non collabora. Vorrei solo renderla felice, non merita tutto quello che...- Harry venne interrotto da Liam che gli afferrò il braccio e lo trascinò a passo veloce verso la macchina.
-Accellera, ci sono fotografi.-
-Cosa?- Harry si voltò prima a sinistra e poi a destra, notando qualche uomo che li fotografava.
-Perfetto.- sussurrò ironicamente il riccio abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
Entrarono in auto e partirono, diretti verso casa.
In quei momenti Harry odiava la sua vita. Voleva soltanto essere un normale adolescente con dei problemi, come tutti gli altri, che non deve preoccuparsi di rassicurare milioni di persone se esce da un ospedale. Voleva avere un po' di privacy e faceva di tutto per non rendere pubblica quella che era la sua vita privata. Ma restava sempre infinatamente grato a tutte le persone che lo avevano supportato e aiutato ad arrivare fino a dove era arrivato.
 
Pochi passi e Shery sarebbe arrivata al suo rifugio. La caviglia le faceva sempre più male passo dopo passo, ma tentava di concentrarsi sul riposo che l'aspettava una volta stesa sul suo materasso sporco. Voleva dormire per tutto il giorno e alzarsi solo in piena notte per andare su quel maledetto ponte e porre fine ai suoi problemi.
Voleva mettere un punto alla sua inutile esistenza che rischiava di causare danni, non solo a lei, ma anche a Harry. Quel ragazzo non meritava niente di male, e Shery portava solo dolore con sé, per questo era scappata, per questo non voleva farsi aiutare.
Era da tre giorni che finalmente aveva preso una decisione definitiva, ma ogni notte si presentava un'occasione diversa che le impediva di andarsene in pace all'altro mondo. Il suo obbiettivo era quello di arrivare viva al suo adorato materasso e attendere la notte. Non pretendeva molto, voleva solo passare le sue ultime ore di vita in tranquillità, ma capì che non sarebbe stato così quando la voce di Josh le giunse ai timpani come una martellata.
-Shery!-
Finse di non sentire e accellerò il passo, ma loro erano vicini, lo sapeva. Avvertiva le camminate pesanti poco distanti da lei e il respiro affannato.
La chiamarono ancora, più infuriati. Ormai Shery stava per mettersi a correre.
Non sapeva esattamente cosa era successo mentre lei aveva perso i sensi quella notte per via delle botte, ma sapeva che Harry e Liam l'avevano salvata mentre Josh, Derek e Kevin la stavano picchiando, altrimenti non l'avrebbero di certo trovata viva. E se Harry e Liam l'avevano presa mentre era ancora tra le mani dei tre di certo c'era stata una scazzottata anche tra di loro, cosa che certamente li aveva resi ancora più furiosi di quanto non fossero già per via dello schiaffo.
-Fermati Shery!- era Kevin che la chiamava e la ragazza sentì perfettamente i passi dei tre avanzare accellerando.
Era scappata una volta per salvare la vita di Harry. Adesso doveva scappare ancora dai suoi problemi per salvare la sua di vita.
Prese un respiro profondo e tentò di azzerare il dolore alla caviglia che la stava torturando prima di spingere il proprio corpo in una corsa sfrenata.
Aveva preso talmente tanta velocità che le sembrava di non toccare più con i piedi a terra. La gente la fissava con sguardo riluttante e scuoteva la testa. Shery c'era abituata, non ci faceva più nemmeno caso. Correva come un razzo pregando di arrivare al suo amato materasso ancora in vita.
I tre erano dietro di lei e le urlavano insulti, correvano e avevano il fiato corto, ma Shery li sentiva abbastanza distanti. Se fosse riuscita a mantenere quel vantaggio ancora per un po' avrebbe raggiunto il suo rifugio senza subire altri danni.
 
-Siete tornati finalmente! Mi avete fatto stare in ansia, vi spiacerebbe spiegarmi cosa diamine è successo di preciso con quella ragazza? E ora lei dov'è?-
Neanche il tempo di chiudersi la porta d'ingresso alle spalle che Louis li aveva letteralmente travolti.
Tutta quella sua premura per i compagni del gruppo l'aveva sempre caratterizzato. Lui era quello spesso chiuso, quello che stava male per gli insulti della gente che odia i One Direction, che tira sempre fuori la sua ilarità per far notare solo quella alla gente e non la sua vulnerabilità interiore.
Louis era sempre stato il migliore amico di Harry, quello con cui si confidava e a cui diceva anche le più piccole stupidagini. Si erano sempre supportati a vicenda e il loro rapporto ormai era diventato informale e si trattavano come si trattano due fratelli fra di loro. Lou aveva un po' il compito della mamma con Harry quando erano in giro per il mondo. Gli rimboccava le coperte, nel vero senso della parola, gli allacciava le cravatte e gli dava consigli importanti. Era il più grande e sentiva un po' il dovere di prendersi cura del più piccolo. Quando uno dei due non riusciva a dormire non si faceva problemi ad andare nel letto dell'altro per abbracciarlo e farsi cullare. Era la più bella amicizia di tutta la loro vita.
-Siamo ancora vivi Lou, questo è l'importante.- disse dolcemente Harry per tranquillizzarlo poggiandogli una mano sulla spalla.
-Io vado di sopra, se volete spiegazioni chiedete a Liam.- concluse il discorso il riccio prima di salire le scale. Aveva bisogno di riposare.
Arrivò nel bagno accanto alla sua camera e chiuse la porta a chiave per poi lanciare maglietta e pantalone a terra e dirigersi davanti al lavandino. Aprì l'acqua del rubinetto e si rinfrescò il viso per svegliarsi un po' visto che stava dormendo in piedi.
Alzò la faccia verso lo specchio attaccato al muro e guardandosi gli occhi ricordò le iridi di Shery tanto simili alle sue. Scosse la testa per scacciare via la sua immagine dal cervello, ma non funzionò.
Nei suoi pensieri si materializzò l'immagine di quella ragazza, in piedi, immobile e con le braccia lungo i fianchi. I capelli neri leggermente mossi, lunghi fino ai fianchi, sciolti. Le labbra carnose, caratterizzate da quel colore tendente al fucsia, senza nessun tipo di espressione e il naso piccolo e dritto. La pelle candida, di un rosa pallido, rovinata da diversi lividi.
Harry rabbrividì e irrigidì i muscoli. Odiava sapere che sulla superficie del suo corpo c'erano tagli e macchie viola.
Tentò di rilassarsi e levandosi gli ultimi indumenti di dosso si infilò sotto la doccia e aprì l'acqua fredda che scivolando sul suo corpo gli provocò la pelle d'oca.
Restò per diversi minuti poggiato al muro della doccia lasciando che l'acqua gli scorresse addosso, facendolo rilassare. Ne aveva bisogno, quella storia lo stava stressando da morire. Voleva solo un po' di tranquillità, niente di più.
Aveva solo diciotto anni. Quale ragazzo di quell'età si era mai trovato davanti ad un problema tanto grande?
Il suo lavoro era duro, ma giurò di non essere mai stato teso e sotto pressione come negli ultimi giorni, da quando l'aveva conosciuta. Poteva benissimo mollare tutto, in fondo era stata proprio lei a ripetergli più volte di non intromettersi nella sua vita, ma Harry sapeva che non ci sarebbe riuscito nemmeno volendo. Uno dei suoi più grandi difetti era quello di prendere troppo a cuore i problemi che non lo riguardavano. Non riusciva neanche ad immaginare di abbandonare Shery in quel modo dopo aver scoperto tutto quello che era costretta ad affrontare.
Harry scivolò con la schiena lungo le mattonelle della doccia, fino ad accucciarsi sui suoi stessi talloni per poi incrociare le braccia e poggiare i gomiti sulle ginocchia.
Si stava mentalmente maledicendo per non essere tornato in macchina con i ragazzi quella sera, quando la trovò per la prima volta. Ripensò ai suoi occhi pieni di lacrime e il suo sguardo indeciso puntato verso le sue scarpe, mentre rifletteva se continuare a vivere perchè glielo aveva chiesto un ragazzo mai visto prima o porre fine a quella vita che tanto l'angosciava.
Harry provò a mettersi nei suoi panni e, pensandoci bene, lui si sarebbe buttato. Era del parere che era meglio mettere un punto alla propria vita per sua volontà piuttosto che morire lentamente e dolorosamente tra le mani di qualcun'altro. Eppure Shery non si era buttata. Aveva tirato i piedi indietro per lui.
La domanda che si presentò in un attimo nella testa del ragazzo fu una sola: perchè?
Probabilmente aveva cambiato idea solo per accontentarlo, oppure perchè non voleva renderlo testimone di una tragedia. Pensò anche alla folle idea di starle simpatico, ma scacciò via il pensiero quando ricordò la reazione dopo essere scesa giù dal muretto.
Harry aveva ormai preso la sua decisione. Voleva aiutarla e lo avrebbe fatto anche se lei si fosse rifiutata. Non voleva essere salvata? Bene, lui lo avrebbe fatto comunque.
 
Shery stava tentando di riprendere fiato, sdraiata sul suo sudicio materasso.
Era riuscita a far perdere le sue tracce, era sempre stata brava in quello. Aveva preso alcuni metri di distanza dai tre e si era nascosta tra la folla dietro ad un palazzo, complimentandosi successivamente con sé stessa per l'ottima riuscita del piano. La fuga con il miglior lieto fine da quando era a Londra.
Ansimava e il cuore le batteva a mille, non riusciva a credere di essersela cavata senza conseguenze. L'unico dolore che sentiva era quello causato dal pestaggio della notte precedente, nessun nuovo livido e nessun nuovo taglio. Si sentiva eternamente soddisfatta. Era una corritrice professionista, avrebbe potuto praticare sport a livello agonistico. Le scappò un sorriso pensando a quella folle idea.
Mai come quel giorno il suo materasso le sembrò comodo e confortevole. Si sentiva leggera. Il pensiero di essere riuscita a svignarsela e quello che la notte stessa sarebbe tutto finito la facevano stare più che bene.
Harry non l'avrebbe più trovata, si sarebbe rassegnato e dimenticato di lei. Era quello uno degli obbiettivi della ragazza, ma nonostante fosse stata lei stessa ad imporselo, le si appesantì il cuore immaginando Harry che mandava a quel paese le sue ricerche e si dimenticava di lei. Non voleva essere dimenticata dall'unica persona che la stava facendo sentire bene.
Quel ragazzo era l'unico spiraglio di sole nella vita nuvolosa di Shery, eppure doveva andare avanti con l'idea che lo faceva per il bene di entrambi.
Chiuse gli occhi, scacciando via la sua immagine dalla testa e focalizzandosi sul Tower Bridge e sul Tamigi. Voleva solo dormire.
 
-Ragazzi, io esco.- annunciò Harry prima di chiudersi la porta di casa alle spalle senza dare a nessuno il tempo di raggiungerlo o fargli domande.
Un venticello freddo lo fece rabbrividire, costringendolo a stringersi nella sua giacca grigia. Era mezzanotte in punto e lui aveva deciso di evitare un evento che avrebbe potuto facilmente accadere.
Magari era lui che stava diventando paranoico e non sarebbe successo niente nemmeno se lui non fosse intervenuto, ma non poteva correre un rischio tanto grave. Come si dice? Meglio prevenire piuttosto che curare, no? Peccato che in quel caso non ci sarebbe stato niente da curare.
La morte non è una malattia. La morte non si cura. Alla morte non c'è rimedio.
 
Shery dondolava il suo corpo tenendo strette al petto le ginocchia. Continuava a fissare il vuoto, aspettando il momento giusto per mettersi in piedi e incamminarsi verso il suo muretto.
Quella sera faceva più freddo del solito e maledì Londra per le sue temperature e il suo clima inaffidabile. Amava quella città e i suoi monumenti, ma odiava il tempo. Era fine marzo e le temperature erano invivibili.
La ragazza abbasso ancora le maniche della felpa fino ai polpastrelli, restando imbambolata a fissarsi le unghie per quasi cinque minuti. Voleva fare le cose con calma e arrivare al Tower Bridge estremamente rilassata, per rendere il tutto più piacevole.
Prese coraggio e, aiutandosi con le mani, si alzò in piedi sul suo materasso iniziado a camminare diretta al suo muretto. Si guardò intorno e notò solo un paio di macchine sfrecciare per le strade, inducendola a pensare che fosse davvero tardi.
Il vento si faceva sentire e la pelle d'oca non tardò ad arrivare sotto la felpa e il jeans largo di Shery. Come ogni volta quando aveva freddo, desiderò un abbraccio, ma come nessun'altra volta, desiderò di essere stretta tra le braccia di Harry. Odiava immaginarlo, ma non poteva mentire a sé stessa dicendo che non era vero e che non voleva essere abbracciata da lui. Sarebbe stata una stupida bugia.
Pensò a tutto quello che sarebbe potuto succedere una volta lasciato quel mondo. C'era forse un'altra vita? O magari avrebbe raggiunto il paradiso e avrebbe ritrovato sua madre? Oppure, più semplicemente, sarebbe stato come un eterno sonno?
Avrebbe dormito per sempre, senza preoccuparsi che Josh, Kevin, Derek o qualcun'altro possano fare del male a lei o a Harry.
Possibile che quel ragazzo fosse diventato una delle sue preoccupazioni principali nonostante lo abbia conosciuto qualche giorno prima? Forse si sentiva in debito con lui. Le aveva salvato la vita, e ora lei sentiva il dovere di fare lo stesso, ma Shery era orgogliosa e tentò di autoconvincersi che quella non fosse premura, ma cortesia. Imponeva a sé stessa di non essere protettiva, visto che nessuno lo era mai stato con lei, ma non le riusciva molto bene. Se fosse stato così avrebbe tranquillamente accettato l'aiuto di Harry e sarebbe stata menefreghista andandosene in giro con lui non preoccupandosi del fatto che sarebbe stato in pericolo. Avrebbe potuto tranquillamente andare a casa sua e fregarsene del fatto che avrebbe potuto infastidire anche parecchio la sua presenza. Non fece niente di tutto questo per il semplice motivo che per quanto tentasse di fare la sfacciata e l'opportunista non ci sarebbe mai riuscita.
Ormai era praticamente arrivata al ponte, stava raggiungendo il punto in cui era solita sedersi per pensare se ne valesse la pena o no commettere un atto tanto grave. Osservava la strada vuota e rabbrividì ancora una volta per il freddo, tentando di abbracciarsi da sola.
Fissò i suoi piedi, com'era sua abitudine fare mentre camminava, e quando alzò la testa per guardare il suo famigliare muretto in lontananza immediatamente il cervello comandò alle gambe di arrestarsi e smettere di proseguire.
La sagoma fin troppo conosciuta di un ragazzo era poggiata con i gomiti sul muro e lo sguardo rivolto verso il fiume sotto il ponte. Indossava un giubbotto e dei pantaloni aderenti accompagnati da delle scarpe di un bianco fin troppo bianco. Shery riconobbe senza problemi il profilo e i lineamenti delicati e la folta chioma riccia.
Perchè era lì? Ormai erano di sicuro le tre di notte passate, avrebbe dovuto trovarsi a casa sua. Cosa diamine gli diceva il cervello?
Senza rendersene conto Shery si trovava schiacciata con il sedere contro il muretto a fissarlo, nascosta dietro un lampione per non farsi vedere. Si trovavano a poco più di una decina di metri l'uno dall'altro, e la ragazza poteva notare il volto inespressivo di lui.
Non riusciva a crederci. Non sapeva come spiegarsi una cosa del genere. Quel ragazzo era completamente folle a stare per strada a quell'ora.
Shery sussultò e nascose la faccia dietro il lampione non appena lo vide muoversi, tornando a spiarlo solo con un occhio. Fortunatamente era solo stato scosso da dei brividi, molto probabilmente dovuti al freddo. Il suo viso era pallido e le mani tremavano leggermente. Stava morendo di freddo, e allora perchè non tornava a casa sua? Che stesse aspettando qualcosa o qualcuno? Che stesse aspettando... lei?
No, ipotesi assurda, pensò Shery.
Magari aveva solo voglia di fare una passeggiata e si era soffermato a guardare lo splendore del Tamigi, ma le sembrò impossibile che si fosse infreddolito in quel modo camminando.
Osservò i suoi movimenti con attenzione, cauta a non lasciarsi sfuggire niente.
Harry si sfregò le mani l'una contro l'altra e poi le portò alla bocca, chiudendole "a coppa". Probabilmente ci stava alitando dentro per scaldarsi.
Shery si intenerì senza saperne il motivo, o forse senza volerne sapere il motivo.
Una persona coraggiosa e che non ha paura di affrontare i problemi sarebbe andata verso di lui e ci avrebbe parlato, ma Shery non riusciva a muovere un muscolo. Continuava a pensare di scappare, di nuovo. Correre via dai suoi problemi e da una possibile soluzione le sembrava l'unica idea plausibile.
Era convinta che non ce l'avrebbe fatta ad affrontare un discorso con lui. Temeva di scoppiare in lacrime non appena avrebbe incontrato quegli occhi verdi e che un'istinto di saltargli addosso per farsi abbracciare l'avrebbe pervasa. Non poteva rischiare tanto. Sarebbe andata via ancora una volta. Sapeva di essere una codarda, provava ribrezzo per sé stessa e iniziava a capire perchè la gente per strada la guardasse schifata da capo a piedi.
Si domandava perchè Harry non l'avesse fatto. Perchè lui non l'aveva osservata per un po' con riluttanza nei confronti di tanta disperazione e non aveva proseguito il suo cammino senza farsi troppi problemi se lei fosse morta o no?
Giurò di non essersi mai sentita tanto in colpa nel momento in cui si girò e iniziò a camminare dalla parte opposta al ragazzo, stando attenta a non emettere rumore per non farsi sentire.
Si sentiva stupida, ormai era una donna, ma non aveva il coraggio di reggere un dialogo con un ragazzo. Ma lui non era un ragazzo qualunque.
Lui era il suo Harry.
 
 
Spazio autrice.
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NON UCCIDETEMI.
Bell'inizio come angolo autrice non trovate? Ok, no.
So che avete aspettato davvero taaaaanto (direi anche troppo) per questa cacca di capitolo e so che mi truciderete quando arriverete alla fine perchè non succede niente di speciale, ma questo è un capitolo di passaggio che mi serviva scrivere çç
So che non pubblico da più di un mese e non avete idea di quanti sensi di colpa ho adesso. Mi dispiace da morire, tecnicamente avrei dovuto aggiornare prima della fine di agosto, ma sono tornata dalle vacanze il 28 e avevo già il capitolo pronto, ma quando ho preso la chiavetta internet per pubblicare mi sono resa conto che era scaduta e doveva essere ricaricata. La chiavetta dovete sapere che non è mia, ma di mio zio, quindi è lui che la ricarica e che la tiene, e l'ha ricaricata solo oggi, e sono corsa ad aggiornare. Avevo il capitolo pronto da un sacco di tempo, e il prossimo ve lo metto entro un paio di giorni per farmi perdonare. Mi dispiace un sacco, giuro che recupererò e tenterò di mettere almeno altri tre capitoli in una settimana.
A massive thank you (mi sento tanto Zayn Malik AHAHHA) a tutte le lettrici che nonostante tutta quest'attesa hanno ancora la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Sappiate che vi amo, e che siete fantastiche. Ringrazio anche chi recensirà questo capitolo e le lettrici che non recensiscono, perchè so che ci siete e siete anche parecchie, e anche se non mi lasciate un parere sono felice che dedichiate del tempo alla mia storia, ve ne sono grata.
Ora guardiamo i lati positivi di questo schifo di capitolo:
1. Avete avuto una descrizione fisica di Shery (di cui vi pubblicherò presto una foto. Non è stato facile trovarla perchè me la sono immaginata tutta io fisicamente, ma la ragazza che c'è nell'immagine è quasi uguale :'D );
2. Il tasso di depressione è stato leggermente abbassato (infatti non succede niente alla mia piccola Shery e i tre bastardi non riescono a prenderla .Yuppieeee);
3. Ho ingrandito i caratteri del capitolo (anche se questo non può proprio essere considerato un lato positivo AHAHAH .-.);
4. Larry Stylinson is here, bitches. Si Louis sarà il vero e proprio "compagno di avventure" di Harry. Ho voluto rispettare la tradizione della bromance più famosa del gruppo, ma Lou non è il solito buffone, anzi, sarà dolce e profondo. Diciamo che sarà il consigliere dei due personaggi principali, ma si inserirà seriamente nella storia un po' più avanti, quindi state attente alla sua piccola descrizione :3 ;
5. Dulcis in fundo, avrete un'anticipazione del prossimo capitolo:
*rullo di tamburi e fiato alle trombe (?)*
Ci sarà la prima parte del capitolo in cui è presente la tanto attesa discussione tra Harry e Shery, in cui lei rinuncerà all'idea di allontanarlo. *stappa lo champagne e canta ballada boa* cecererecece cecererecece cecererecece cecececeeee gustavo lima trullallèèèèèèè.
Chiedo perdono in caso di errori di battitura :o
In più vi avverto già che ho letto tutte le recensioni akfbvakfsbv, ma non ho il tempo di rispondervi una ad una come è già successo l'ultima volta purtroppo çç. Non ammazzatemi, ma la connessione è lentissima e mi prenderebbe un esaurimento nervoso considerando che ci metto un po' per rispondere a tutte. Rispondo solo alla domanda che mi avete fatto più frequentemente:
"Perchè Shery scappa dall'ospedale?"
Il motivo è che non vuole che Harry entri in contatto con la sua vita, e di conseguenza con i pericoli come Josh, Kevin e Derek, e che quindi si trovi in situazioni spiacevoli e pericolose come succede quasi tutti i giorni a lei. Se leggete bene il capitolo l'ho scritto, ma scusatemi se non mi sono saputa spiegare bene çç
Vi adoro, sul serio. Grazie mille per i complimenti nelle recensioni del precedente capitolo, non sapete quanto amo leggere il vostro parere.
Ne approfitto anche per dirvi una cosa:
non scusatevi se scrivete recensioni lunghe. Più scrivete e più mi rendete felice. Non potete nemmeno immaginare che faccia ebete mi ritrovo mentre leggo le vostre recensioni chilometriche in cui mi scrivete quali parti del capitolo vi sono piaciute di più e cose così. Le amo.
Ora mi dileguo, un bacio belle aibfvkafbvbaf
Raffa :)

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Capitolo 6
*** I will catch you if you fall. Part one. ***


Capitolo 6:
I will catch you if you fall. Part one.

 
Si sentiva così stupido. Stava morendo di freddo, su un ponte deserto, aspettando una ragazza che probabilmente non si sarebbe neanche fatta vedere. Credette di essere paranoico, ma si rese presto conto che si trattava solo di preoccupazione. Aveva una paura tremenda che potesse succederle qualcosa, o che qualcuno potesse farle del male. La rabbia gli saliva fino ai capelli al solo pensiere di qualcuno che le metteva le mani addosso e la voglia di prendere a pugni qualcosa si faceva spazio nei suoi pensieri. Era in ansia per Shery, sapeva perchè era andata via, ma contemporaneamente era arrabbiato perchè lei non voleva farsi aiutare. Stava tentando di essere il più comprensivo possibile con lei, aveva vissuto fin troppe sfuriate per essere così giovane, non voleva perdere quel pizzico di fiducia che era riuscito a conquistare. L'avrebbe trovata e le avrebbe parlato, questo era certo, ma non avrebbe usato il tono supplichevole delle altre volte, sarebbe stato più fermo, impassibile ad un probabile rifiuto. Non le avrebbe permesso di scappare o rifiutarsi anche questa volta.
Distolse lo sguardo dalle acque del fiume per sollevarlo verso la città illuminata. Lei era lì da qualche parte, probabilmente sola e senza una giacca pesante. Pensò a quanto era stato stupido non pensandoci quel pomeriggio, quando era andato a comprare dei vestiti per lei. Scosse la testa tirandosi mentalmente una botta in fronte.
Portò le mani alla faccia, coprendola completamente e chiudendo gli occhi. Odiava sentirsi impotente, incapace di fare qualcosa di più per lei. Odiava sé stesso per non essere stato più persuasivo in modo da farla andare a casa sua, al sicuro e al caldo. Odiava sapere che lei era in pericolo in qualsiasi momento mentre lui poteva andare tranquillamente in giro per strada.
Afferrò il telefono da dentro la tasca del pantalone e guardò lo schermo illuminarsi. C'erano una chiamata senza risposta e tre messaggi, tutti dei ragazzi.
Erano le 3.24. Era su quel ponte da quasi tre ore e mezzo. Era stupido a pensare che l'avrebbe trovata lì, ma non si pentì di aver passato tutto quel tempo al freddo, perchè se non ci fosse andato avrebbe passato la notte in bianco nel letto di Louis mentre l'amico tentava inutilmente di tranquillizzarlo.
-Sapevo che eri qui.- una voce fin troppo conosciuta giunse all'orecchio di Harry, che non si girò.
-Non c'era bisogno di venire qui, Liam.-
-I ragazzi sono preoccupati. Louis ha provato a chiamarti e quando non hai risposto è entrato in panico.-
Harry si lasciò scappare una mezza risatina scuotendo la testa e abbassandola, mentre Liam poggiava gli avambracci accanto a quelli dell'amico, mettendosi nella stessa posizione.
-Non è venuta vero?- domandò a bassa voce il biondo, cercando di avere tatto.
-No. Non so cosa mi abbia spinto esattamente a venire qui, ma sentivo che avrebbe provato un'altra volta a...- non riuscì a finire la frase. Non voleva ripetere ancora quella parola. Rabbrividiva al solo pensiero.
Liam restò in silenzio, temendo di sbagliare le parole. Sapeva che si trattava di un argomento delicato e lui non era mai stato bravo in quei tipi di discorsi.
-Sei pallido, se non ti scaldi credo che ti si congelerà il sangue nelle vene.- ammise dopo un po' Liam.
-Voglio restare ancora un po'.-
-Non puoi rovinarti la vita per quella ragazza, Harry. Apri gli occhi, lei non verrà. Non vuole farsi più vedere a quanto pare, no? Allora perchè insisti nel cercarla?- sbottò. Non ce la fece a trattenersi oltre. Doveva dire quello che pensava come aveva sempre fatto, e la verità era che quella ragazza non gli andava a genio. Mantenne un tono di voce calmo, non voleva farlo arrabbiare, Harry era già stressato di suo, non aveva bisogno di altre preoccupazioni.
-Insisto a cercarla perchè è in pericolo. Hai visto con i tuoi stessi occhi che quei tre non si fanno problemi a farle male, e non riesco a stare tranquillo sapendo che da un momento all'altro potrebbe essere pestata. Non mi importa se non vuole essere aiutata Liam, io l'aiuterò comunque.- concluse il discorso voltandosi verso l'amico per guardarlo negli occhi.
Il biondo annuì poco convinto. Non era del suo parere. Se si fosse intromesso avrebbe rischiato grosso anche lui, Shery aveva fatto bene ad allontanarlo per proteggerlo. Non era una vita facile la sua e a Liam dispiaceva da morire, ma non ci teneva a vedere uno dei suoi amici più cari in pericolo per colpa di una ragazzina immatura che si rifiuta di collaborare con una delle poche persone, se non l'unica, che stava provando ad aiutarla.
-Vai a casa, io torno tra un po'.- finì il discorso Harry, con un tono che non ammetteva repliche.
-Va bene, fai come vuoi. Non sono tua madre e non posso impedirti di fare niente, ma secondo me dovresti metterti l'anima in pace e lasciare che...-
-Ho detto che puoi andare.- Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo e Liam sospirò voltandosi e iniziando a camminare.
Liam aveva detto bene, non era sua madre, non poteva dargli ordini. Insistere con una testa calda come Harry era completamente inutile, e dopo un po' la pazienza di tutti termina, e quella del riccio era decisamente finita. Non era stupido, non aveva dieci anni, gestiva la sua vita come voleva lui, sapeva cosa fare... Più o meno.
Si voltò poggiandosi al bordo del muretto e mettendo le mani sulla superfice fredda. Si guardò in torno scorgendo i fari di una macchina in lontananza e fu costretto ad assottigliare le palpebre per vedere meglio. Non aveva la più pallida idea di chi fosse quindi distolse lo sguardo e si decise finalmente a spostarsi iniziando a camminare e percorrendo la stessa strada che quella sera aveva fatto con Shery.
La macchina di prima lo superò a tutta velocità fregandosene di aver appena sorpassato uno dei ragazzi più famosi della terra. Harry non ci prestò molta attenzione e continuò a camminare.
Ricordò il braccio di Shery e i suoi occhi e strinse le labbra tra i denti per non pensarci, ma le immagini si presentavano di nuovo sempre più prepotentemente nella sua mente. Voleva dimenticare quegli attimi e fingere che il corpo di Shery fosse sempre stato candido e intatto, ma non poteva e questo gli faceva rabbia.
Le mani erano ormai completamente ghiacciate e la faccia cadaverica, persino le labbra si stava sbiancando, se non fosse tornato a casa sarebbe morto su quella strada. Non sentiva più le dita dei piedi e gli arti erano indolenziti, aveva bisogno di un po' di calore e anche in fretta.
Voltò verso sinistra, diretto a casa.
 
Quando Shery aprì gli occhi per un attimo credette fosse ancora notte, poi si rese conto che era per colpa delle nuvole che oscuravano il sole che quella mattina era particolarmente buia.
Si sollevò mettendosi a sedere sul materasso e alzò la testa al cielo osservandolo meglio. Non c'era un solo buco azzurro, solo un grigio intenso che copriva tutta lo spazio visivo a disposizione di Shery. Le si appesantì il cuore a quella vista, le giornate così cupe la opprimevano. Avrebbe voluto vedere un bel cielo sereno, non uno carico di pioggia che a breve sarebbe esplosa.
Faceva parecchio freddo e  questo le faceva intuire che fosse ancora molto presto, forse troppo.
Un rumore proveniente dal suo stomaco le fece abbassare lo sguardo e portare le mani sopra la felpa. Era da un giorno intero che non mangiava e il suo corpo continuava a ripeterle di alzarsi e correre davanti al supermercato per pregare la gente di avere pietà di lei e darle qualcosa da mangiare. Doveva andare per forza davanti a quelle maledette porte scorrevoli se non voleva morire di fame. Decise che ci sarebbe andata correndo il rischio di incontrare i tre, non ce la faceva più, doveva mangiare.
Si alzò in piedi afferrando la sua fedele coperta e mettendosela sulle spalle per poi incamminarsi verso il supermercato fissando le punte delle scarpe. Aveva freddo, ma le gambe le tremavano per la paura.
Senza rendersene nemmeno conto accellerò il passo pensando che arrivando prima al negozio avrebbe corso meno pericoli. Davanti alle porte del supermercato era al sicuro, non potevano picchiarla lì davanti a tutti.
Mentre i suoi piedi continuavano con quei movimenti meccanici la sua mente le ricordò le immagini di quella notte e immediatamente si sentì un macigno sullo stomaco. Sensi di colpa? Molto probabilmente si.
Era stata stupida e immatura, codarda e ancora stupida. Non sapeva nemmeno per quale ragione era andata via piuttosto che parlargli e chiarire quella situazione che da giorni la stava stressando più di quanto già non lo fosse. Quel ragazzo le aveva completamente stravolto la vita, ma ancora non sapeva ben dire se lo aveva fatto in modo positivo o negativo. Certo, l'aveva salvata da Derek, Josh e Kevin, ma contemporaneamente li aveva fatti ancora più infuriare con lei. Le aveva impedito di porre fine alla sua vita sul ponte, ma di conseguenza l'aveva portata a vivere quella vita infernale per altri giorni. Le aveva dato dei vestiti nuovi e portata in ospedale e a questo non c'era un lato negativo, era solo stato tanto disponibile e generoso. L'aveva abbracciata e regalato qualche bacetto solo per dimostrarle affetto, cosa che nessuno aveva mai fatto da quando era a Londra. L'aveva fatta sorridere dopo tanto tempo e questo non aveva prezzo.
Stando ai calcoli aveva fatto molte più cose positive di quelle negative e si sentiva ancora più in colpa per essere scappata due volte da quel ragazzo che stava solo cercando di aiutarla.
Iniziò a mordicchiarsi il labbro capendo quanti sbagli aveva commesso in così pochi giorni. Quel peso sul suo stomaco diventava sempre più grosso ricordo dopo ricordo e la rabbia di Shery verso sé stessa aumentava a dismisura.
Si odiava per essere scappata da lui e si odiava perchè aveva ancora paura di affrontarlo, si sentiva come una bambina di otto anni, piccola e immatura.
Iniziò ad insultarsi mentalmente mentre la faccia le sbiancava per il freddo. Stupida, pensò tirandosi mentalmente uno schiaffo in faccia. Con quale coraggio lo avrebbe guardato in faccia? Anche se lui non sapeva che Shery era scappata anche una seconda volta da lui lasciandolo lì a ghiacciare, i sensi di colpa non sarebbero di certo restati in disparte senza farsi sentire forte e chiaro. Temeva seriamente di guardarlo in faccia e scoppiare a piangere, non avrebbe mai dovuto fare una cosa del genere.
Arrivò al supermercato e si demoralizzò nello stesso attimo in cui sollevò il viso per guardare le serrande ancora abbassate. Aveva fame e quello stupido coso era ancora chiuso, questo giovava certamente alla rabbia che Shery covava già per altre ragioni. Sbuffò pesantemente riprendendo a camminare diretta alle porte d'entrata per poi sedersi sul pavimento freddo e avvolgersi nella coperta. Pregò che sarebbe presto arrivato qualcuno per alzare quelle dannate serrande di ferro e che qualcuno iniziasse ad entrare e uscire con le solite buste per poi lasciarle magari una qualsiasi cosa commestibile da mettere sotto i denti e calmare quel mal di stomaco terribile che continuava ad infastidirla.
Tirò le ginocchia fino al petto, sollevò la coperta fino al naso e chiuse gli occhi. La prima immagine che le si presentò fu quella di Kevin, Derek e Josh e aprì immediatamente le palpebre scacciando quella visione, successivamente li richiuse e questa volta tentò di pensare a dei bei ricordi.
Il viso candido e sorridente di sua madre comparve in tutta la sua meraviglia, ricordi bellissimi che Shery non spolverava da un po' la investirono in tutta la loro gioia. Le immagini di quando era bambina e sua madre la teneva in braccio mentre suo padre le lasciava un tenero bacio sulla guancia, sua madre che faceva il bagno con lei insegnandole a nuotare, suo padre che la portava al parco e la spingeva sull'altalena...
Un sorriso comparve spontaneo sul volto di Shery e la testa si chinò di lato, poggiandosi sulla spalla. Ricordi che una qualsiasi bambina vive e le restano impressi per sempre, ricordi che ti sollevano il morale quando sei triste, ricordi di una vita felice, ormai finita da tempo.
La ragazza restò concentrata sulle cose positive che aveva vissuto fino a quel momento, non era in vena di tristezze, e ben presto si sentì avvampare ricordando l'abbraccio che Harry le aveva regalato in ospedale. Le sembrò di essere di nuovo stretta in un abbraccio che infondeva sicurezza, la sicurezza di cui Shery aveva bisogno e che quel ragazzo aveva saputo darle.
Immersa nei suoi ricordi si spaventò quando dei passi le si avvicinarono. Aprì gli occhi di scatto, ma trovandosi davanti la signora che ogni mattina apriva il supermercato si sentì di nuovo sollevata. Voltò la testa per guardare di fronte a sé e notò altri dipendenti che attendevano di poter entrare, quasi tutti a braccia conserte, incappucciate fino ai capelli per il freddo e bianchi in viso. Shery abbassò lo sguardo abbracciandosi le ginocchia per scaldarsi, ma ormai non si sentiva più le gambe. Forse aveva fatto male a presentarsi così presto davanti al supermercato, la giornata le sarebbe sembrata ancora più interminabile e sarebbe ghiacciata per il freddo.
Si maledì per non averci pensato prima.
 
Harry aprì gli occhi sentendosi scuotere una spalla e sollevando lo sguardo incontrò le iridi azzurre di Louis.
-Lasciami dormire, Lou.- farfugliò con voce roca e impastata dal sonno.
Ultimamente non riposava molto, e proprio quando era immerso in un sonno profondo ecco che qualcuno doveva svegliarlo. Insultò il suo migliore amico mentalmente per poi girare la testa dall'altra parte.
-Mi dispiace svegliarti, ma ho fatto i pancake e se non scendi ora a mangiare non credo che ne troverai più tra cinque minuti. Sai, Zayn ne ha mangiati otto e non è ancora sazio.- disse Louis mantenendo un tono di voce basso per non irritarlo.
Harry sgranò gli occhi e in un attimo si sedette sul letto a gambe incrociate. Si passò più volte le mani sulla faccia e si diede qualche buffetto sulle guance per riprendersi. Voleva alzarsi, ma non ne aveva le forze.
I pancake di Louis erano i più buoni che avesse mai mangiato in vita sua. Ogni volta che li preparava, Harry se ne metteva nel piatto minimo cinque e li ingoiava tutti in neanche cinque minuti, sentendosi male poco dopo per aver mangiato troppo in fretta.
Il ragazzo tentò più volte di alzarsi dandosi la spinta con le mani, ma non riusciva a muoversi di un millimetro. Si arrese e allungò le braccia verso Louis aprendo e chiudendo le mani come fanno i bambini di un anno quando vogliono essere presi in braccio.
-Harry, sono vecchio ormai per queste cose.- si lamentò alzando gli occhi al cielo.
-Oh, avanti! Voglio che tu resti in forma, Eleanor mi ringrazierà.-
-Sono in forma, ma la mia schiena non ti regge più.-
-Si invece. Dai sbrigati!-
Sbuffò chinandosi, Harry si sollevò un po' e quando l'amico si rialzò il riccio si trovava a penzoloni dalla sua spalla. Louis scese in cucina con il riccio ancora in braccio a lui come un sacco di patate e una volta arrivati lo mise giù con ben poca delicatezza, tanto che per poco non perse l'equilibrio cadendo rovinosamene a terra. Quando tornò ad essere stabile si voltò verso il tavolo al centro della camera dove Zayn stava ancora masticando pancake e Liam era seduto a gambe incrociate sul tavolo con i suoi fedeli biscotti in mano.
-Mi avete lasciato almeno un pancake?- domandò Harry pregando in una risposta positiva.
-Ce ne sono tre vicino ai fornelli, te li ho conservati io, ringraziami.- rispose prontamente Liam sorridendogli.
-Sai già che ti amo, vero?- ridacchiò il riccio avvicinandosi al piatto per poi prenderlo e andare a sedersi a tavola, di fronte a Zayn.
-Che fine ha fatto Niall?- domandò Louis aprendo il frigorifero e tirando fuori del succo all'arancia.
-Non lo so, forse è uscito, oppure è tornato a letto.- rispose Zayn ingoiando un pezzo di pancake.
-A quanti sei?- chiese di punto in bianco Harry rivolto al pakistano.
-Come?-
-Quanti ne hai mangiati? Pancake intendo.-
-Questo è l'undicesimo.- ammise tranquillo mandando giù l'ultimo pezzo.
-Undici? Mi prendi in giro? E a me ne avete lasciato solo tre?-
-Così impari ad alzarti prima.- disse Zayn sorridendogli in modo strafottente. Gli piaceva far innervosire un po' la gente, non lo faceva più neanche volontariamente.
-Fanculo.- sussurrò il riccio abbassando lo sguardo sulle sui suoi tre miseri pancake.
-Avete programmi per oggi?- Liam ruppe il silenzio creatosi da qualche minuto.
-Sono fuori a pranzo con Perrie, torno stasera.- disse tranquillo Zayn poggiandosi alla cucina.
-Io esco con Eleanor, non so esattamente quando torno. Forse dormo a casa sua stasera, ma vi faccio sapere con sicurezza oggi pomeriggio.- proferì Louis senza pensarci due volte.
-Io esco tra poco e non so quando torno.- disse Harry alzandosi da tavola e mettendo il suo piatto nella lavastoviglie.
-L'importante è che torni.- scherzò Liam.
-Tu che programmi hai?- domandò Zayn al biondo.
-A pranzo con Niall, poi lui va da alcuni amici e io mi incontro con Danielle.-
-Affasciante, io vado a vestirmi gente.- sorrise Harry prima di salire le scale ed entrare in bagno.
Si infilò sotto la doccia e si lavò di fretta per poi correre in camera e infilarsi un jeans a caso e una maglietta bianca. Una spruzzata di profumo e poi giù per le scale.
-Io esco.- urlò prima di prendere la giacca pesante e chiudersi la porta di casa alle spalle.
Sapeva dove andare e per quale ragione. Il suo sesto senso gli diceva che lei era lì, e lo stava aspettando. Erano quasi le 11.45 e aveva di certo fame, doveva sbrigarsi.
Accellerò il passo per scaldarsi e si domandò per quale stupida ragione non avesse preso la macchina. Infilò le mani in tasca e quando sentì una goccia d'acqua sbattergli sulla punta del naso gli venne spontaneo fermarsi un attimo e alzare la faccia al cielo. Una seconda goccia si schiantò contro la sua fronte, così riprese a camminare, quasi correndo, per arrivare più in fretta possibile e non bagnarsi.
 
Stava diluviando, stava letteralmente diluviando e la gente scarseggiava. Erano state davvero poche le persone che quella mattina erano andate al supermercato, e nessuna di loro aveva dato niente a Shery.
Lei era al coperto, sotto la tettoia sopra le porte d'entrata, ma il vento spingeva l'acqua anche addosso a lei e ormai non sentiva più la faccia, le mani e i piedi per il freddo. Sentiva le ossa atrofizzate e non aveva neanche la forza di alzarsi. Voleva fare qualche passo avanti e indietro davanti all'entrata, ma non aveva abbastanza energia per mettersi in piedi. Sbatteva i denti per il freddo e le mani tremavano come poche volte le era successo. Chiuse gli occhi esasperata, pregando che qualcuno andasse a salvarla, ma chi mai l'avrebbe fatto? A chi avrebbe mai potuto importare di uno scarto umano come Shery?
La risposta le fu data pochi secondi dopo quando i passi di qualcuno che correva nella sua direzione la portò ad aprire gli occhi e guardare la persona in questione: Harry.
Era completamente fradicio, bianco in faccia e infreddolito. La sorpresa fu ben poca, sapeva che sarebbe arrivato a salvarla come al solito, in fondo lo stava aspettando, ma si sentì ancora una volta in colpa. Era per colpa sua che si era bagnato e ghiacciato, solo per colpa sua.
Il ragazzo arrivò sotto la tettoia e guardò Shery tremare. Si era ripromesso che l'avrebbe ripresa per il suo comportamento immaturo e che sarebbe stato più serio e fermo nel parlarle. Ma tutta la sua rabbia sparì nel momento in cui notò il viso bianco e il corpo paralizzato dal freddo, tranne per il mento che continuava a tremare. Con quale coraggio avrebbe sgridato una ragazza in quelle condizioni?
Lo sguardo di Harry mutò in un attimo dall'arrabbiato al dispiaciuto.
-Dannazione, sei sbiancata. Ce la fai ad alzarti?- sussurrò il ragazzo sperando in una risposta affermativa, ma l'unico cenno che ricevette fu la testa di Shery che andava da destra a sinistra.
Harry si mordicchiò l'interno del labbro e si avvicinò per poi piegarsi in avanti e avvicinare il suo viso a quello della ragazza che, spaventata, strizzò gli occhi e portò la testa indietro. Non seppe neanche lei perchè lo fece, fu semplicemente un riflesso spontaneo.
-Apri gli occhi, non ti faccio nulla.- disse il riccio a bassa voce per rassicurarla.
Shery aprì un occhio alla volta e rilassò i muscoli. Si sentiva uno schifo vedendolo preoccuparsi ancora una volta per lei.
-Ora ti alzo, va bene?- domandò accennando un sorriso insicuro lui.
La ragazza annuì flebilmente e non appena sentì le mani di Harry posarsi sui suoi fianchi e sollevarla senza troppe difficoltà la testa le andò in tilt. Voleva solo scomparire in quell'istante e non tornare mai più sulla terra.
Non appena i suoi piedi poggiarono a terra con più fermezza Harry allentò la presa, ma Shery rischiò di cadere non riuscendo a tenersi dritta sulle gambe indolenzite. Il suo primo riflesso fu quello di aggrapparsi al petto del ragazzo per non finire a terra e immediatamente Harry tornò a stringerla per i fianchi in modo da sostenerla.
-Scusami.- sussurrò imbarazzata cercando di recuperare le forze e provando a staccare le mani dalla sua giacca.
-Non preoccuparti, ce la fai a stare in piedi?- domandò premuroso lui, senza lasciarla.
-Credo di si.-
-Vuoi che ti prenda in braccio?- chiese senza pensarci.
Shery sgranò gli occhi e immediatamente il viso le andò in fiamme. Scherzava, vero?
-No, no, no. Ce la faccio, tranquillo.- sputò tutto fuori parlando velocemente e balbettando, facendo sorridere Harry di nascosto.
-Va bene, dimmi quando ti senti le gambe così provo a lasciarti.-
-Puoi lasciarmi.- la situazione era troppo imbarazzante e anche se ancora non si sentiva le gambe avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di allontanarsi da lui.
Le mani di Harry si staccarono lentamente e Shery riuscì a stare in piedi anche se in precario equilibrio.
-Va meglio?- domandò lui per accertarsi di non vederla cadere a terra da un momento all'altro.
La ragazza annuì senza pensarci, tenendo lo sguardo basso, attenta a non incontrare gli occhi verdi di Harry.
-Vieni dentro con me, prendiamo un ombrello e qualcosa da mangiare.-
-Non credo di voler entrare.-
-Perchè?- domandò stranito lui guardandola.
-Sono vestita da stracciona.- ammise imbarazzata.
-Tu? Io che sembro una pezza per lavare i pavimenti che dovrei dire?- Domandò sorridendo e a Shery scappò una risatina.
-Dai, entriamo.- le afferrò la mano e la trascinò dentro.
Quel contatto la fece sentire ancora più imbarazzata e anche Harry se ne accorse, infatti la lasciò poco dopo.
-Scusa, mi è venuto spontaneo.- ammise camminando con la ragazza al suo fianco.
-Tranquillo, non fa niente.- rispose cercando di apparire tranquilla.
Camminarono fino ai frigoriferi e Harry allungò una mano verso dei tramezzini confezionati, ma la ritrasse quando ricordò che non sapeva se a lei piacessero o meno.
-Ti piacciono i tramezzini con prosciutto e formaggio?- chiese insicuro, sorridendo.
Shery annuì, tenendo la testa bassa. Dopo averlo guardato negli occhi appena si erano incontrati non lo aveva più degnato di uno sguardo e a Harry questa cosa dava fastidio.
Prese quattro tramezzini e poi si voltò verso le bibite. Afferrò una birra per sé e poi domandò a Shery.
-Cosa ti piace?-
-Acqua andrà bene.- soffiò ancora a testa bassa.
Harry sbuffò e si voltò verso di lei fissandola con insistenza. La ragazza fece finta di non essersene accorta e continuò a guardare altrove.
-Hai intenzione di guardarmi in faccia prima o poi?- era stufo, Shery si comportava come una bambina.
Sollevò lo sguardo verso il ragazzo, incerta, e la prima cosa che notò era che il suo sgurdo era tra l'annoiato e l'arrabbiato.
-Scusa.- sentì il dovere di dirlo, stava sbagliando tutto ancora una volta.
-Sbrighiamoci, voglio uscire da qui. Io e te dobbiamo parlare.- Harry pronunciò quelle parole senza pensarci troppo, voltandosi ancora verso le bibite e afferrando una coca cola.
L'ultima frase pronunciata dal ragazzo, con quella freddezza, fece uno strano effetto su Shery. Il momento si stava avvicinando, non aveva più scuse. Da lì a poco avrebbe dovuto sostenere un discorso con Harry, e questa volta non poteva scappare.
Ripresero a camminare verso le casse e nel percorso Harry afferrò un ombrello richiudibile nero. Mise il tutto sul nastro trasportatore e imbustò tutto per poi pagare.
-Mi dispiace che tu abbia speso dei soldi per me.- ammise dispiaciuta lei, cercando di sollevare lo sguardo verso il riccio.
-Figurati, non è un problema.- le sorrise e non appena usciti dal supermercato scartò l'ombrello e lo aprì posizionandolo sulle loro teste.
-Dove preferisci andare?- le domandò mentre si incamminavano verso l'uscita dei parcheggi.
Shery fece spallucce per far intendere che non aveva in mente un buon posto.
-Ok, allora andiamo alla vecchia casetta.- pronunciò fiero Harry, alzando la testa e trattenendo un sorriso.
-La casetta?- domandò la ragazza confusa, questa volta riuscendo a guardarlo negli occhi.
-Tra poco vedrai.-
Shery annuì poco convinta iniziando a fantasticare su un luogo bellissimo e di classe, ma un tocco di stile rustico. Immaginò le cose più assurde, tra cui una baita in stile casa del nonno di Heidi, ma un'improvvisa ondata di vento le fece andare la pioggia in faccia portandola alla realtà.
C'era una corrente d'aria tanto forte quanto fredda. La pioggia li stava bagnando completamente nonostante avessero l'ombrello e non ci volle molto prima che anche quest'ultimo si accappottasse in balia del vento e il tessuto uscisse dai ferri.
Harry urlò un -NO.- disperato prima che il manico gli scappò di mano, reso scivoloso dall'acqua, e andasse a finire in mezzo alla strada. Shery scoppiò a ridere per la situazione, pensando che questi tipi di eventi andassero presi con ironia. La ragazza dava le spalle alla corrente e i capelli le volavano davanti alla faccia mentre lei tentava inutilmente di ripararsi con le mani poggiate intorno al viso.
Harry si girò a guardarla mentre anche i suoi capelli andavano ovunque, e vedendola ridere gli venne spontaneo sorridere a sua volta. Aveva una risata contagiosa, in stile Niall, sguaiata ma allo stesso tempo tenera. Rimase immobile per alcuni istanti a fissarla poi le afferrò la mano e con uno strattone iniziò a correre, trascinandola dietro di sé. Sentiva benissimo che la risata era aumentata e aveva anche il fiato corto per via della corsa e Harry era nella stessa situazione.
Si sentivano entrambi stupidi a ridere mentre correvano come razzi sotto la piogga e con un vento che avrebbe potuto spazzarli via, eppure erano felici.
La pioggia aveva limitato la visuale di Shery talmente era fitta, ma riusciva ancora a mettere a fuoco i capelli del ragazzo andare da tutte le parti, ormai completamente bagnati, e la faceva ridere. Tutta quella chioma di capelli strizzata avrebbe potuto riempire una bottiglia d'acqua di due litri.
Sentiva la mano di Harry stringere la sua nella speranza di non perderla per strada e quel contatto le faceva sentire i fuochi d'artificio in petto. Non si stava innamorando, non sapeva neanche se poteva ritenerlo un amico, ma quelle dimostrazioni d'affetto dopo tutto il disprezzo che le era sempre stato rivolto la facevano sentire bene con sé stessa, e dopo una lunga discussione con il suo cervello aveva anche ammesso che fosse davvero un bel ragazzo. Insomma, alto, riccio, occhi verdi e sorriso splendente decorato da due fossette, provare a dire il contrario sarebbe stato come dichiararsi dell'altra sponda.
Shery aveva iniziato a pensare a tutti i tratti che più adorava di Harry, dalle labbra alle dita delle mani, dal naso ai ricci arruffati, quando lui la trascinò a sinistra e finalmente la ragazza capì dove l'aveva portata. Credeva che quel posto non esistesse più e non sapeva che lui fosse a conoscenza di quel luogo sperduto dentro la parte di Londra meno famosa, ma le fece piacere rivederlo dopo tanto tempo.
 
 
Spazio autrice.
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Cccciaaaao tesssssori delllla mmmia vvvita (?). La smetto, la smetto.
Come potete vedere ho aggiornato fast fast e so che il vostro istinto omicida nei miei confronti sale capitolo dopo capitolo notando che Shery e Harry non hanno ancora parlato, ma ormai ci siamo, il prossimo capitolo è quello che darà una svolta alla storia e farò il possibile per pubblicarlo in massimo quattro giorni, promesso.
Il posto in cui si ripareranno e avverrà la discussione sarà il "luogo di ritrovo" dei due piccioncini andando avanti con la storia. shfvkisnfvkinefk.
Vi chiedo di nuovo scusa in caso di errori di battitura, ma come avrete constatato il capitolo è abbastanza lungo e non ce la faccio a rileggerlo se voglio rispondere a tutte le recensioni dshfksdncifv che mi avete lasciato. Penso sia abbastanza scontato dire che vi adoro, no? Ma io ve lo ripeto lo stesso perchè non fa mai male. Vi adoro.
Bene, considerando che non ho altro da dire su questo capitolo mi ritiro nella mia tana (?) a scrivere :')
Ci si scrive al prossimo capitolo, luv yah (?)
Raffa :)

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Capitolo 7
*** I will catch you if you fall. Part two. ***


Capitolo 7:
I will catch you if you fall. Part two.

 

I will catch you if you fall
I will catch you if you fall
I will catch you if you fall
 
If you spread your wings
You can fly away with me
But you can't fly unless it lets ya
Let yourself fall.
 
Justin Bieber - Fall.

 
Harry le teneva ancora la mano quando entrarono entrambi nella piccola capanna al centro del parco. Era un rifugio di pochi metri quadrati, a base rotonda, più indicato per i bambini che per due ragazzi delle loro età. Era interamente in legno, con delle panche tutt'intorno ad un unico tavolo. Le finestre con i vetri in plexidras erano a forma di un'unica striscia che percorreva tutta la parete e la piccola capanna era anche equipaggiata di porta in legno.
Harry aveva trovato quel posto insieme a Louis la prima volta che erano andati a Londra per questioni lavorative e se ne innamorarono subito. Era piccola ma accogliente, lontana dai rumori troppo assillanti della città, tranquilla e in un punto in cui i paparazzi non li avrebbero facilmente trovati. Avevano mostrato la scoperta anche al resto del gruppo e avevano promesso di tenere tutto per loro quel rifugio. Solo loro cinque ci sarebbero entrati, non lo avrebbero mai detto a nessuno e ripensando a tutto questo Harry si sentì abbastanza in colpa per averci portato Shery, ma era il posto più vicino e tranquillo, quindi non aveva alternative e gli altri ragazzi lo avrebbero capito.
Si voltò verso Shery subito dopo aver chiuso la porta in legno e notò che la ragazza era intenta ad analizzare attentamente ogni dettaglio di quella casetta. Si chinò di poco per osservare meglio il tavolo al centro e con l'indice sfiorò alcune scritte fatte con un pennarello nero che riportarono alla mente di Harry immagini di quando Niall aveva passato un intero pomeriggio a scrivere qualsiasi cosa gli passasse per la testa sul tavolo o sulle pareti.
-Queste non c'erano l'ultima volta.- la ragazza sussurrò queste parole sedendosi con calma sulla panca e iniziando a leggere tutte le scritte che trovava.
Harry analizò meglio la frase che Shery aveva pronunciato, soffermandosi sulle ultime due parole. L'ultima volta? Quindi era già stata lì dentro?
-Conosci questo posto?- domandò sedendosi di fronte a lei, dall'altra parte del tavolo.
-Certo, questa è stata la mia prima casa quando sono arrivata qui a Londra, ma le cose sono peggiorate e ho dovuto abbandonare la zona.- la sua testa continuava ad andare a destra e a sinistra osservando le scritte e gli scarabocchi causati da Niall.
Se lei conosceva già quel posto voleva stare a significare che Harry non doveva sentirsi in colpa per avercela portata, no? Tirò un sospiro di sollievo e tornò a guardare il profilo di Shery, ancora impegnata a leggere tutto ciò che vedeva.
-Guarda!- gridò ad un tratto, facendo spaventare Harry che sussultò portandosi una mano al cuore.
L'indice della ragazza puntava verso una scritta che diceva "Harry fa la pipì a letto."
-E' il tuo nome, parla di te!- scoppiò a ridere senza riuscire a trattenersi oltre.
Quella scritta era colpa di Louis che aveva impugnato il pennarello per pochi minuti e aveva scritto ogni genere di cosa sul suo migliore amico. L'unico problema era che il riccio non ricordasse dove fossero collocate le altre scritte per fare in modo di nasconderle dal campo visivo di Shery.
Harry sorrise ricordando il momento e pensando alla pessima figura con la ragazza.
-Parla sul serio di me. Quella scritta l'ha fatta il mio migliore amico Louis circa un anno fa, non è stato molto carino.- ammise grattandosi la nuca e prendendo la busta del supermercato che aveva poggiato accanto a lui sulla panca mentre Shery scoppiava a ridere per la dichiarazione di Harry.
-Oh santo cielo! Quindi anche le altre scritte sono opera di questo Louis?-
-No, non le ha fatte lui, ma Niall, un altro mio amico.-
-Potresti gentilmente riferirgli che è un mito?- La mora non riuscì a trattenersi e scoppiò ancora una volta a ridere.
Harry era stato praticamente umiliato dai suoi amici senza che loro lo sapessero.
-Lasciamo perdere lescritte e mangiamo, sto morendo di fame.- disse il riccio dopo pochi secondi per distogliere l'attenzione di Shery dalle scritte.
La ragazza si voltò e annuì osservando Harry mentre le passava due tramezzini e la bottiglietta d'acqua.
-Grazie.- sussurrò iniziando a mangiare e sollevando lo sguardo verso Harry che si stava ingozzando.
Il ragazzo le sorrise per risposta e dopo aver ingoiato sorseggiò un po' di birra.
Mangiarono in silenzio, e in poco tempo finirono i tramezzini. Quando Shery ingoiò l'ultimo boccone e sollevò lo sguardo verso Harry si rese conto che la stava osservando e che era giunto il momento che aveva cercato di evitare fino ad allora.
-Perchè sei scappata dall'ospedale?- il ragazzo tirò fuori la domanda in un attimo e Shery iniziò a sudare freddo e a torturarsi il migliolo come al solito.
-Lo sai già, non voglio che ti succeda qualcosa di male e...-
-Hai ragione, allora cambio domanda. Perchè non vuoi farti aiutare?- fu in quell'esatto momento che la ragazza desiderò di sparire.
Perchè non voleva farsi aiutare? Era da stupidi fare ciò che lei aveva fatto. Harry era l'unico che le stava tendendo una mano e lei lo stava trattando in modo pessimo scappando da lui.
Shery sollevò lo sguardo verso di lui e giurò di non averlo mai visto tanto serio. Il silenzio riempiva la capanna, solo l'eco delle gocce d'acqua che sbattevano contro le pareti rimbombava nelle orecchie dei due ragazzi peggiorando lo stato di lei e facendola sentire ancora più in imbarazzo.
Non riusciva a parlare, e anche se ci fosse riuscita non avrebbe saputo che cosa dire.
-Senti, so che sei costretta ad affrontare una vita dura, e che probabilmente il tuo carattere ne ha risentito di tutto il dolore che hai passato facendoti diventare chiusa e anche un po' scontrosa a quanto ho potuto vedere, ma qualcosa mi dice che in realtà sei una delle ragazze più dolci e fragili di tutto il Regno Unito.- Harry prese un respiro a buttò fuori l'aria dalla bocca tentando di riordinare le idee e riuscire a dare voce ai suoi pensieri senza sembrare scontroso o confusionario.
-Ti capisco però. Capisco che dopo tutto quello che hai passato non riesci più a fidarti di nessuno, e non ti sto incolpando di questo. Trovo più che giusto che avendo visto tutto quel male ora pensi che chiunque ti rivolga la parola lo faccia per secondi scopi, ma credimi, non oserei mai farti soffrire per svariate ragioni. Odio vedere le ragazze piangere e odio chiunque provi a fare del male a una donna. Non voglio costringerti a fidarti di me, ma voglio costringerti a lasciarti aiutare, questo si. Cerca di capire, ormai ci sono dentro anch'io.- il ragazzo accennò un sorriso pronunciando questa frase per farle capire che non era colpa di Shery e che non ce l'aveva con lei, poi continuò.
-Quella sera, quando ti abbiamo portata in ospedale, io e Liam ti abbiamo trovata in un vicolo senza sensi mentre quei tre continuavano a farti male e non ce l'ho fatta più. Mi è salita la rabbia al cervello e sono andato a prenderli a botte per poi portarti in macchina, quindi, anche se io e te non ci rivedessimo più e quei tre mi vedessero per strada, proverebbero comunque a pestarmi. Non ho paura di loro Shery, non devi preoccuparti di questo. Non riuscirebbero a farmi del male perchè so come difendermi e alle spalle ho sempre quattro amici pronti a tutto per me, e tra questi c'è anche Louis. Non dovresti preoccuparti per me perchè qui l'unico che ha paura sono io, non per me stesso, ma per te. Tu non puoi difenderti da sola, ed è di questo che ho paura.- Harry non riuscì a credere di essere riuscito ad esprimersi così bene perchè di solito quando deve fare un discorso serio si agita e non riesce a dire tutto con ordine e corerenza.
Shery si sentì ferita all'orgoglio e prendendo coraggio decise di parlare, sperando che sarebbe riuscita a sostenere un tono fermo, ma tutto ciò che ne venne fuori fu un tenero sussurro, pronunciato quasi con paura.
-Sì che posso difendermi, faccio questa vita da anni e...-
-E adesso ne hai le cicatrici addosso. Non puoi continuare ad affrontare tutto questo da sola, Shery. Sei piccola e fragile per quanto carattere e quanta grinta puoi tirar fuori quando ti senti attaccata, non hai le possibilità fisiche di superare tutto questo.-
Era dannatamente cocciuta e orgogliosa. Aveva coraggio e Harry lo sapeva, perchè se non fosse stato così non sarebbe sopravvissuta per più di un paio di giorni in quelle situazioni. Doveva convincerla, e fu allora che decise di tirar fuori tutta la verità.
-Ieri notte sono andato sul ponte, nello stesso punto in cui ti ho trovata la prima sera e sono stato lì per più di tre ore aspettandoti per paura che tu volessi provare di nuovo a buttarti senza che io ne sapessi nulla. Fortunatamente non sei venuta e da una parte mi sono sentito sollevato perchè ho pensato che tu... Beh, che tu ripensando alle mie parole della prima sera avessi capito che era un errore anche solo pensare al suicidio.- Harry sorrise ancora abbassando lo sguardo e Shery si sentì morire.
Come aveva potuto pensare ancora una volta a togliersi la vita sapendo che quel ragazzo era in ansia per lei tutto il giorno e che non aspettava altro che rivederla? Era stata meschina e cattiva. Sapeva che il suicidio era un atto di egoismo perchè faceva stare male le persone care vicine a chi aveva deciso di farla finita, ma nel caso di Shery nessuno teneva a lei, quindi non si sarebbe sentita in colpa. Ma da quando Harry era entrato a far parte della sua vita non poteva più pensare solo a sé stessa come faceva prima. Doveva pensare alle conseguenze che le sue azioni avrebbero comportato su di lui.
-Ma sorvoliamo, non voglio fare la parte del super eroe che non sono. Il punto è che ti sto pregando di farti aiutare, sono qui per te, Shery.- Harry puntò il suo sguardo negli occhi di Shery e in quel momento si rese conto che la ragazza stava piangendo, immobile.
Sembrava del tutto assente, con lo sguardo perso nel vuoto, le lacrime lasciate scorrere sulle guance e il labbro inferiore tremolante.
-Non volevo farti piangere, scusami. Ti stavo solo...-
-Posso abbracciarti?- Doveva chiederglielo, aveva bisogno di un suo abbraccio.
Harry restò sorpreso dalla domanda e per un attimo restò in silenzio, poi le sorrise dolcemente, si alzò dalla panca e notò che anche lei si stava mettendo in piendi per poi avvicinarsi di un passo a lui.
Shery allungò le braccia verso di lui nel tentativo di stringergli i fianchi in un abbraccio, ma Harry le prese le mani e gliele abbassò, tenendole strette tra le sue. La ragazza sollevò lo sguardo stranita come per domandargli perchè l'avesse fermata e lui le sorrise.
-Mi prometti che non scapperai più da me?- Shery non gli risparmiò un sorriso e annuì con veemenza.
-E che ti lascerai aiutare?- la ragazza annuì ancora per rassicurarlo.
-Ora posso abbracciarti?- chiese infine la mora trattenendo una risatina.
Harry scoppiò a ridere e la trascinò a sé per poi stringerle la testa tra le braccia, facendole poggiare il viso sul suo petto. Un dolce profumo di pesche e vaniglia la travolse, facendola respirare a pieni polmoni per godersi quel sapore mai sentito prima.
-Scusami se mi sono comportata come una bambina, ma avevo paura per te. Mi dispiace, non succederà mai più.- la voce della ragazza arrivava ovattata alle orecchie del riccio per via dell'abbraccio, ma sorrise sentendola pronunciare quelle parole.
Era sempre stato più che sicuro che neanche lei volesse allontanarlo e riceverene finalmente la certezza da lei era un sollievo. Dal canto suo Shery si era perfettamente resa conto degli errori commessi e si insultò da sola nella sua testa per aver tentato di allontanarlo più volte nonostante sapesse che lui era realmente intenzionato a darle una mano. Si pentì di aver rifiutato dall'inizio il suo aiuto e si rese conto che se non lo avesse fatto quello non sarebbe stato il secondo abbraccio tra i due, ma solo uno di una lunga serie.
Tra le braccia di Harry si sentiva al riparo e quando la guancia di lui si poggiò sulla testa di lei un senso di sicurezza la circondò. Era bello ricevere delle attenzioni da qualcuno a cui importava veramente di lei. Dopo tutti quegli anni passati a guardarsi le spalle finalmente aveva qualcuno che, in un certo senso, si sarebbe occupato di lei. L'avrebbe tenuta al sicuro da Kevin, Josh e Derek, ma non solo. L'avrebbe abbracciata quando avrebbe avuto freddo e l'avrebbe rassicurata quando si sarebbe spaventata e tutto questo la faceva sentire amata.
Aveva grandi progetti per la loro amicizia, anche se ancora non poteva essere chiamata con sicurezza in quel modo. Shery non voleva solo ricevere attenzioni, voleva anche ricambiarle. Avrebbe fatto il possibile per non pesare sulle spalle di Harry. Era indipendente ormai, quindi non doveva fare troppo affidamento su di lui se non voleva passare per una bambina viziata, considerando che non lo era affatto sarebbe stato stupido.
La luce accecante di un lampo seguita a ruota dall'assordante rumore del tuono fecero sussulatare Shery e ridacchiare Harry.
-Paura?- domandò ironico per prenderla un po' in giro.
-No, è solo che lampi e tuoni non sono proprio i miei migliori amici. La notte quando piove è un inferno, mi sembra che i lampi cadano accanto a me e non riesco a dormire.-
-Povera, piccola Shery. A casa mia c'è sempre quella famosa camera per gli ospiti vuota, sai? Sarebbe carino se qualcuno andasse finalmente a dormire in quel letto così grande e così vuoto dopo tanto tempo.-
Il primo passo di convincerla a farsi aiutare era stato compiuto e superato con successo, adesso veniva la parte più difficile: convincerla ad andare a casa con lui.
-Senti Harry, so che vuoi aiutarmi, ma mi sentirei a disagio facendo irruzione in casa tua e...-
-Hai detto che ti saresti fatta aiutare da me, e questo fa parte del lasciarsi aiutare.- doveva essere persuasivo e convincerla. Non avrebbe potuto lasciare che dormisse ancora in mezzo ad una strada, soprattutto quella sera con quella pioggia.
-Lo so, ma...-
-Niente ma. Facciamo così, appena il tempo si ristabilisce un po' e la pioggia diminuisce ti porto a casa mia a fare un giro turistico, tanto oggi non c'è nessuno. Ti mostro com'è fatta in modo da abituartici e poi decidi tu se restare per la notte e fare conoscenza con i ragazzi che dividono la casa con me, o se andartene prima che loro tornino. Va bene?- non appena finì di parlare, Harry si fece mentalmente i complimenti da solo per l'ottima riuscita del discorso.
Una volta riuscito a farla entrare avrebbe trovato il modo per non farla uscire fino al giorno dopo con o senza il suo consenso e di sicuro sarebbe stato aiutato anche dai suoi amici, eccetto Liam forse. Louis, Niall e Zayn sono sempre ospitali con tutti, e anche Liam lo è, ma ormai Harry aveva capito che la ragazza non gli andava a genio per ragioni a lui ancora ignote.
I due sciolsero l'abbraccio e Shery sbuffò sorridendo e spostando lo sguardo verso il viso allegro del riccio.
-Con chi vivi?- domandò per avere più informazioni su chi avrebbe potuto incontrare se fosse andata a vedere la casa.
-Quattro amici, tra cui Liam e Louis. Gli altri due si chiamano Niall e Zayn. Niall è l'irlandese che parla di continuo e che tutti dovrebbero avere come amico e Zayn è il bellissimo festaiolo che nonostante ciò non riesce a fare conquiste, e che alla fine si preoccupa per tutti.-
Una casa, cinque ragazzi e Shery? Suonava un po' strano e neanche lei riuscì subito a collegare i fatti l'uno con l'altro, ma quando ci riuscì l'idea le suonò abbastanza bizzarra.
-Una casa di soli uomini insomma.-
-Tranquilla, nessuno di noi è un maniaco. Siamo tutti del parere che le ragazze siano la fragilità fatta a persona e siamo sempre rispettosi verso il gentil sesso.- la rassicurò immediatamente Harry sorridendo e grattandosi il collo.
-Non avevo pensato a cinque folli maniaci, non preoccuparti.- Shery non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Quell'idea non le era passata neanche per un istante nella testa.
-Beh, comunque è sempre meglio chiarire tutto.- tentò di giustificarsi il ragazzo per l'affermazione insensata fatta poco prima.
-Sei sicuro che saremo solo io e te? Ho vergogna se ci sono i tuoi amici.- ammise poi lei, abbassando la testa e fissandosi i piedi.
-Posso assicurarti che la casa è completamente vuota questo pomeriggio, non preoccuparti.- e detto questo, Harry sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi, mettendo ben in evidenza i denti bianchissimi e le adorabili fossette.
Era il classico sorriso largo che ti confonde e ti spinge ad accettare qualsiasi proposta. C'era un pizzico di timidezza in quel meraviglioso sorriso, e Shery lo notò in fretta lasciandosi intenerire più di quanto già non fosse. Sbuffò allegra, e annuì.
-Va bene, ma guardo solo la casa e poi vado via.- mise ben in chiaro alzando l'indice e puntandoglielo contro come se fosse una maestra con la bacchetta in mano.
-Grandioso!- esultò facendola sorridere.
-A quanto vedo basta poco per farti sorridere.- ammise lei, fissandolo.
-Sono un tipo semplice, non mi interessano le cose complicate.-
-Io sono complicata.- disse Shery senza pensarci due volte, perchè era la verità, spesso neanche lei riusciva a capirsi.
-Ma tu sei diversa, sei speciale.- disse Harry mentre il suo tono di voce calava improvvisamente.
Si sentì le guance andarle a fuoco e abbassò il viso mentre una mano del ragazzo afferrò la sua e la portò a sedersi subito accanto a lui sulla panca. Erano talmente vicini che Shery poteva sentire il debole profumo di Harry rimasto nonostante si fosse completamente bagnato sotto la pioggia.
La ragazza si voltò verso di lui e notò il suo sguardo fisso su di lei. Quegli occhi la mettevano in soggezione, e a Shery dava fastidio, ma allo stesso tempo  amava la sensazione dei suoi occhi che guardavano solo lei e nessun altro.
-Quanti anni hai?- domandò Harry all'improvviso.
-Diciassette.- rispose prontamente, facendo mutare lo sguardo del ragazzo e non comprendendone la ragione.
-Sul serio?- chiese lui confuso. Credeva che lo stesse prendendo in giro.
Quella ragazza era troppo esile per avere diciassette anni. Era bassa, magra e con i lineamente talmente delicati da farla sembrare molto più piccola.
Shery annuì, pensando al motivo di tanta sorpresa.
-Perchè non ci credi?- domandò stranita, dando voce ai suoi pensieri.
-Io non... Cioè, non prenderlo come un insulto o una presa in giro, ma te ne davo circa quindici.-
La mora aggrottò la fronte, sempre più sorpresa. L'aveva presa per una bambina?
-Non fraintendere, è solo che sei bassina e magra, per non contare i lineamenti fin troppo giovani. O magari il fatto che quei vestiti ti stanno tanto larghi da farti sembrare ancora più piccola, ma ti davo due anni in meno.- ammise imbarazzato, accennando un sorriso come per farsi perdonare.
Shery ricambiò il gesto dolcemente. Non se l'era presa affatto, era consapevole che molte persone le davano meno anni di quanti ne avesse per via della statura e fattori simili.
-Tu invece? Quanti anni hai?- domandò curiosa.
-Diciotto. Sei nata a Londra?- chiese per sapere qualcosa in più sul suo conto.
-No, vengo da Nottingham.- ammise sollevando lo sguardo e ingoiando il nodo alla gola che le si stava creando ripensando a quel posto infernale.
-Nottingham? E come ti ci sei ritrovata a Londra?- domandò confuso.
Doveva dirgli la verità oppure mentire? Se avesse mentito sarebbe stato tutto più semplice, non avrebbe dovuto proferire parola del suo passato e lui non avrebbe provato ulteriore compassione verso di lei. Sapeva che in realtà si era avvicinato a lei la prima volta perchè gli aveva fatto pena, e non voleva che quel sentimento potesse accrescere, costringendolo ad aiutarla per dispiacere nei suoi confronti. Eppure mentire era come prenderlo ancora una volta in giro e scappare dai suoi problemi, e non voleva fargli questo. Non poteva mentirgli e fare ancora la bambina, non sarebbe stato giusto nei confronti di nessuno dei due. Dire la verità era l'unica strada che poteva portarli a fidarsi l'uno dell'altra ed era questo che Shery voleva.
-Sono scappata di casa quando avevo tredici anni. Sono venuta fino a qui in treno, abbandonando gli studi e quei pochi amici che avevo.- sputò tutto d'un fiato, sentendo gli occhi pizzicarle e continuando a guardare verso l'alto tentando di non permettere alle lacrime di farsi vedere ancora una volta.
Sentendo quelle parole Harry iniziò a farsi domande sul domande, ipotesi su ipotesi e pensò ancora una volta ad un passato difficile. Quella ragazza in pratica aveva sempre vissuto in situazioni spiacevoli, magari in pericolo. Quattro anni impossibili a Londra e un'infanzia forse ancora più complicata. Doveva avere una tenacia ed un coraggio ineguagliabili per essere arrivata fino a lì.
-Te la senti di dirmi perchè lo hai fatto?- domandò insicuro.
Non voleva essere invadente. Se lui si fosse trovato al posto di quella ragazza certamente avrebbe chiuso i rapporti con chiunque, smettendo di fidarsi anche di sé stesso, ed era per questo che non voleva costringerla a raccontargli tutto, ci sarebbe stato ancora tempo per conoscersi.
-Se non vuoi farlo ti capisco, non preoccuparti. Io stesso probabilmente non ci riuscirei.- continuò Harry, per farle capire che avrebbe saputo aspettare.
La scelta toccava a lei. Raccontargli tutto dimostrando automaticamente che si fidava ciecamente di lui, oppure rimandare la verità ad un giorno non stabilito?
Shery aveva fiducia in lui, altrimenti non si sarebbe trovata in quella piccola capanna, ma pensare al suo passato la faceva stare male. Non voleva mostrarsi ancora debole ad Harry, voleva dimostrare di essere forte come sempre, ma non avrebbe retto l'argomento. La paura e le immagini che le tornavano alla mente la spaventavano fin troppo per permetterle di ripensare a quei tempi dove tutto andava in modo pessimo, ancora peggio della situazione a Londra.
-Non ce la faccio, perdonami.- sussurrò la ragazza mordicchiandosi il labbro.
Sarebbe stato troppo. In quei quattro anni di permanenza nella capitale inglese, stava provando in tutti i modi a dimenticare tutto quello che aveva affrontato a Nottingham. Nonostante sapesse che scordare i fantasmi del suo passato senza averne parlato e averli affrontati era un errore, tutto quello che voleva fare era cancellare le immagini dei tempi in cui le fu vietato di avere un'infanzia felice.
-Va bene, non preoccuparti. Non abbiamo fretta, possiamo conoscerci pian piano, magari senza neanche il bisogno di spiegare.- le sorrise Harry, afferrandole una mano e accarezzandola con il pollice.
Shery abbassò il viso per osservare quel gesto con i suoi occhi. La toccava sempre in maniera così delicata, stando attento a non farle male e non sembrare inopportuno. Erano quei piccoli gesti che la portavano a fidarsi di lui senza necessariamente conoscerlo. Le parole che le diceva, accompagnate magari da un sorriso o da un'espressione più seria, le facevano capire che non c'era bisogno di avere paura di lui. Harry non le avrebbe mai fatto del male, ne era sicura senza che nessuno gliel'avesse raccomandato. Certe cose si sanno e basta.
-Io mi fido di te. Sei così maledettamente premuroso nei miei confronti che mi sembra una cosa impossibile che tu possa prendermi in giro per ferirmi, e mi dispiace di non aver trovato il coraggio di raccontarti il mio passato, ma fa male. Tutti i ricordi che mi tornerebbero in mente sono così insopportabili e dolorosi da portarmi a chiudermi in me stessa per non soffrire ancora. Mi dispiace, davvero.- disse d'un tratto Shery sollevando lo sguardo verso gli occhi dolci di Harry, sentendo improvvisamente il bisogno di spiegargli il motivo per cui non voleva raccontare niente.
Aveva consegnato tutta la sua fiducia nelle mani di un ragazzo che conosceva da neanche una settimana, più che convinta che se ne sarebbe preso cura, senza mai tradirla.
Harry sentendo quelle parole uscire dalla bocca di lei non potè fare a meno di sorridere. Ora sapeva con certezza che Shery si fidava di lui e che era riuscito a convincerla che non voleva ferirla in nessun modo, e questo lo rendeva fiero di sé stesso.
-Non devi scusarti, non posso costringerti a dirmi qualcosa che non vuoi. Io posso aspettare, sarò paziente, e quando tu ti sentirai pronta io sarò qui per ascoltarti e aiutarti, ma ricordati che non puoi dimenticare qualcosa se non l'hai prima affrontata. Ti prenderò se cadrai, ma se non ti lasci andare non potrò aiutarti, lasciati cadere.-
Il sorriso di Harry era il suo appiglio alla vita, le sue parole erano la speranza di un miglioramento e le sue attenzioni quello che aveva sempre aspettato. Lui era tutto ciò che ogni ragazza avrebbe avuto dovuto avere accanto, eppure era stata Shery ad averlo incontrato, era stata Shery che aveva ricevuto le sue attenzioni, era stata Shery ad essere stata consolata dalle sue parole, ed era stata Shery la destinataria dei suoi sorrisi.
 

 
Spazio autrice.
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Vogliamo gentilmente ringraziare Justin Bieber per aver scritto quel capolavoro di canzone chiamato Fall e avermi dato l'ispirazione per il capitolo? Certo che vogliamo.
*tutti insieme* Grazie Cciasten :')
Bene, ora vogliamo gentilmente ringraziare tutte quelle fighe che leggono questa storia, quelle che l'hanno messa tra le preferite/seguite/ricordate, e soprattutto coloro che mi danno il loro parere su ogni capitolo e che mi convincono a portare avanti la storia? Certo che vogliamo.
*tutti insieme* Grazie lettrici fighe :')
Ok, ho finito, ho finito.
Inizio scusandomi per il ritardo, non sono stata in casa purtroppo e non sapevo come aggiornare çç
Passando al capitolo, da dove vogliamo iniziare? Dal fatto che finalmente si sono chiariti o dal fatto che finalmente Shery farà un giro a casa One Direction nel prossimo capitolo? Dfinvnkafnvhfb.
Praticamente tutte aspettavate questo punto della storia e ora come ora prego solo di non aver deluso le vostre aspettative çç
Il passato di Shery ancora non è venuto a galla perchè detto sinceramente non mi sembrava il momento adatto. Avevo detto che volevo far svolgere la storia senza fretta e non buttare all'aria subito i fatti che non sono ancora stati spiegati, e così farò purtroppo per voi (?), ma sappiate che non lascerò nulla in sospeso e che saprete sia cosa è successo a Shery per scappare di casa, sia perchè Josh, Kevin e Derek tentano di rovinarle la vita.
Ringrazio di nuovo le ragazze che recensiscono/seguono ancora la storia, anche se sono notevolmente diminuite rispetto ai primi tempi. Voi superstite, che siete rimaste fedeli alla storia e non l'avete abbandonata nonostante il ritardo, sappiate che siete semplicemente splendide. Seriamente, vi adoro e vi voglio bene.
Ne approfitto anche per dare il benvenuto alle new entry (?) che stanno leggendo la storia o che l'hanno sempre seguita, ma che hanno iniziato solo ora a recensire, cioè _skinnylove e AsLongAsYouLoveMe_ (che mi ha fatto una tenerezza che non vi immaginate nemmeno nella recensione dello scorso capitolo çç) . Salve bellezze jenfvanvijfenv.
Comunque, come ho già detto le recensioni e le visite sono diminuite di molto, se volete che cancelli la storia o che ne scriva un'altra al posto di questa ditemelo. Detto sinceramente ci sono rimasta parecchio male notando di aver ricevuto "solo" 9 e 8 recensioni agli scorsi capitoli, quindi se la storia non vi piace più ditemelo e non preoccupatevi.
Bene, considerando questo, se nelle recensioni mi direte di volere che la storia continui, sappiate che pubblicherò il prossimo capitolo quando arriveremo a 11 recensioni. Non mi piace fare così, ma vorrei capire se le mie adorate lettrici ci sono ancora o si sono stancate di me/della storia.
Ora vado a rispondere alle recensioni iesfbvikbfnvkfn, quindi vi saluto belle *fa ciao con la manina*.
Un bacio,
Raffa :)
 
Piccolo inserimento che non c'entra niente con la storia:
salutiamo tutte insieme una mia amica kjandcknfv che legge i capitoli, si chiama Michela.
Ccciao Michi :')

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Capitolo 8
*** You're on tv! ***


Capitolo 8:
You're on tv!

 
Harry e Shery correvano per le strade sotto la pioggia nel tentativo di arrivare il prima possibile a casa del ragazzo. Il primo dei due trascinava l'altra per la mano, cercando di farla andare più in fretta, ma come era già successo prima la mora era scoppiata a ridere e non riusciva a smettere, rallentando la corsa.
Era più forte di lei. Rideva senza una ragione precisa, forse solo per il fatto che non stava correndo rincorsa da tre ragazzi che volevano picchiarla, o rideva per il fatto che un diciottenne fantastico e fin troppo perfetto la stesse tenendo per mano trascinandola verso casa sua, ma il punto era che finalmente non doveva pensare a guardarsi le spalle perchè con Harry si sentiva al sicuro. Era felice semplicemente per il fatto che si stava tranquillizzando e con lui non aveva paura di camminare per strada a testa alta. Non gliene importava niente di essere una stracciona, una senza tetto e una barbona, perchè Harry la trattava come una sua qualsiasi amica. Non la guardava con riluttanza o pena e non le faceva pesare il fatto che non avesse soldi e vestiti nuovi.
 
Il riccio continuava a tirare Shery, nella speranza di bagnarsi il meno possibile e arrivare prima, ma lei continuava a ridere, contagiando anche lui. La risata di quella ragazza era la più cristallina e sincera che avesse mai ascoltato, proprio come i suoi occhi tanto profondi quanto trasperenti, incapaci di mentire e di nascondere le emozioni. Se ne era accorto fin dalla prima notte in cui si sono incontrati e gli erano rimasti impressi proprio per questo.
Con quella ragazza si stava divertendo nelle ultime ore, impossibile negarlo. Dentro la casetta, mentre aspettavano che la pioggia diminuisse, aveva scoperto il lato ironico di Shery mentre lo prendeva in giro per via delle scritte su di lui sui muri. Avevano giocato e avevano parlato, si erano raccontati un po' di più su di loro e aveva dovuto dirle che era un cantante, e con sua grande sorpresa scoprì che lei non ne aveva la più pallida idea. Si sentiva sollevato da questa notizia, così almeno aveva la certezza che non passava del tempo con lui solo perchè era famoso e aveva parecchi soldi come invece molte ragazze avevano fatto.
Ormai erano praticamente arrivati e Harry le lasciò la mano, malgrado il suo dispiacere, per predere le chiavi del cancello. Quando si fermò anche Shery, notò l'espressione della ragazza mutare, aprendo la bocca in maniera fin troppo sorpresa. Forse avrebbe dovuto dirle che era in un gruppo conosciuto in tutto il mondo, ma preferì non farlo.
Si soffermò per un po' ad osservarla divertito, trattenendo una risata, mentre girava le chiavi nella serratura del cancello. Si rese anche conto che se si fosse data una sistemata sarebbe stata anche più carina di quanto già non fosse.
 
-E' davvero casa tua?- domandò ancora più incredula Shery non appena Harry aprì la porta d'ingresso.
-Mia e degli altri quattro.- disse tranquillo lui mentre appendeva il suo giubbotto all'ingresso.
-Fatti prima una doccia e poi ti faccio vedere la casa.- proferì Harry senza troppi giri di parole, prendendole una mano e portandola verso il bagno.
-Ma non ho un cambio di vestiti e...-
-Ti presto qualcosa di mio. Dai, sbrigati altrimenti ti prende un bel raffreddore.- disse spingendola delicatamente dentro il bagno.
-Sei bagnato anche tu, almeno lavati prima di me.-
-Vado nell'altro bagno, non preoccuparti. Aspetta due minuti che ti porto qualcosa con cui asciugarti e dei vestiti.- le sorrise e sparì dietro l'angolo del corridoio.
Shery sospirò poggiandosi allo stipite della porta e guardandosi intorno. La casa era enorme, solo il salone e la cucina messi insieme erano più grandi di tutto l'appartamento dove viveva a Nottingham. Era arredata in modo molto moderno e si capiva subito che ci abitavano solo ragazzi da diversi dettagli che la ragazza aveva colto durante il tragitto per arrivare al bagno. Tipo i calzini che erano a terra nel salone e le tazze ancora sul tavolo della cucina nonostante fosse presente una lavastoviglie.
Lei era sempre stata fissata con l'ordine e pensò che sarebbe impazzita in meno di una settimana se fosse andata a vivere in quella casa, ma immediatamente dopo capì che non ci sarebbe mai stato bisogno di impazzire visto che non si sarebbe mai trasferita con loro per quanto potesse dispiacerle. Da come Harry le aveva descritto gli altri quattro ragazzi, dovevano essere uno più divertente dell'altro. Il riccio le aveva parlato della dolcezza di Zayn sotto quel guscio di antipatia, della sensibilità e la premura di Louis nonostante a volte si dimostrasse un buffone, della forza e il coraggio di Niall dietro gli occhi dolci cristallini e della diffidenza di Liam che usava per nascondere la vulnerabilità. In più gli aveva raccontato che i più festaioli erano proprio Niall e Liam, che il primo a fine serata era sempre ubriaco, ma il secondo non poteva bere alcolici e si riempiva lo stomaco di coca cola per tutta la notte.
Shery azzerò il cervello non appena vide Harry arrivare con in mano tutto il necessario. Sorrideva teneramente, come sempre, sembrandole ancora più dolce del solito.
-Ecco a te, mi spiace per i vestiti insoliti, ma non c'è di meglio.- ammise cambiando espressione e diventando improvvisamente imbarazzato.
-Vanno benissimo, grazie mille.- disse sorridendo per poi entrare in bagno e chiudere la porta rivolgendogli un ultimo sorriso.
Poggiò i panni sul lavandino e guardò meglio cosa avrebbe dovuto indossare; c'erano un pantalone largo di tuta grigio, una maglietta bianca a mezze maniche e una felpa grigia con la cerniera. Sorrise poggiando il naso sulla felpa ed assaporandone il profumo di pulito, poi spostò lo sguardo sul lavandino per la seconda volta notando altro e il viso le andò in fiamme. In quel momento capì a cosa si riferiva Harry quando le aveva portato i vestiti. Un paio di boxer bianchi a righe blu si presentavano sotto i suoi occhi, ben raccolti. Shery non li toccò nemmeno e si grattò dietro l'orecchio. Non aveva pensato al piccolo problema dell'intimo, ed effettivamente non c'erano altre alternative quindì sbuffò abbassando la testa e posando di nuovo i vestiti, tentando di dimenticare quello che avrebbe dovuto indossare e spogliandosi in fretta per poi infilarsi dentro la doccia.
Aprì l'acqua calda, emozionata di potersi finalmente lavare come si deve. Si era sempre arrangiata nei bagni pubblici, ma adesso poteva finalmente godersi una doccia calda, in un bagno vero. L'acqua che le scorreva addosso la faceva sentire bene, senza problemi e senza ferite, c'era solo lei in pace con sé stessa.
Chiuse gli occhi iniziando a massaggiarsi i capelli e la testa con i polpastrelli, godendosi quegli attimi di relax. C'era un silenzio paradisiaco, a cui non assisteva quasi mai per via della vita da strada e si sentì fortunata in quel momento.
Aprì gli occhi e si guardò intorno alla ricerca di un qualsiasi sapone con cui lavarsi e vide uno shampoo nell'angolo a terra del box doccia. Lo afferrò e guardò l'etichetta, leggendo che era per capelli ricci e sorrise immaginando fosse di Harry. Stappò la bottiglia e ne sentì subito il dolce odore di pesche, lo stesso che aveva sentito quando lui l'aveva abbracciata nella casetta. Era felice di aver trovato il suo shampoo, voleva sentire il suo profumo addosso a lei, anche quando lei sarebbe tornata al suo rifugio e lui non ci sarebbe più stato. Era solo un modo per averlo vicino anche quando non sarebbe stato così.
Si versò un po' di sapone nel palmo di una mano e richiuse la bottiglietta, ricominciando a massaggiarsi la testa lentamente. Immaginò il viso sorridente di Harry e ricreò l'immagine dell'abbraccio che si erano dati, sorridendo senza rendersene conto. Capì quanto era stata fortunata ad incontrarlo e decise che sarebbe stata sempre disponibile nei suoi confronti, sperando di ripagarlo di almeno un decimo di tutto quello che lui aveva, e stava facendo per lei.
 
Harry uscì dalla doccia di fretta, asciugandosi alla meno peggio e infilò i vestiti che si era portato in bagno. Afferrò una tovaglia per le mani e ci sfregò velocemente i capelli contro, lasciandoli umidi, per poi correre fuori constatando che Shery si stava ancora lavando. Tirò un sospiro di sollievo e si lanciò di corsa verso le scale, scendendo i gradini a due a due per poi entrare in cucina. Si guardò intorno e si mise le mani tra i capelli, maledicendo lui e i suoi compagni per il loro disordine.
Afferrò tutte le tazze, i piatti, i cucchiai e le forchette per poi metterli a casaccio dentro la lavastoviglie, non poteva permettersi di fare brutta figura con Shery in casa sua, era importante. la prima impressione. Se poi voleva che lei restasse da lui per quella notte non poteva mostrarle tutto il disordine che c'era in giro.
Afferrò una pezza e la passò sopra il tavolo per poi metterla sul lavello e scappare nel salone, dove gli tocco prendere qualche paio di calzini in giro e due pantaloni portandoli nel bagno e infilandoli nella lavatrice. Corse ancora una volta nel salone guardandosi intorno, e non vedendo niente di così pessimo tirò un sospiro di sollievo e si buttò a peso morto sul divano passandosi una mano tra i capelli aggrovigliati rendendosi conto solo in quel momento di quanto dovevano essere orribili ancora umidi e neanche pettinati per bene. Si alzò dirigendosi verso uno specchio vicino alle scale e in quel momento sentì la porta del bagno aprirsi e Shery chiamare timidamente il nome di Harry.
-Sono di sotto!- disse abbastanza forte da farsi sentire.
Una Shery vestita con abiti due volte più grandi di lei e i capelli fin troppo lunghi bagnati sbucò dall'angolo mostrandosi al ragazzo. Harry notò immediatamente un sorrisetto intenerito farsi spazio sul volto di lei e ricambiò senza neanche pensarci.
-Perchè sorridi?- domandò incuriosito.
-Mi piaci con i capelli arruffati e sistemati male.-
Parlò senza pensare, non voleva neanche immaginare di aver pronunciato quelle parole ad alta voce e non nella sua testa.
-Cioè, nel senso che hai dei bei capelli, ma non che... Oh, lasciamo perdere.- sussurrò abbassando lo sguardo.
Era piccola e impacciata, buffa ma tenera, e questo fece ridere Harry, tentando di non farsi sentire da lei, ma non ci riuscì e la sua risata non fece altro che farla sentire ancora più stupida e in imbarazzo, tanto da farla arrossire in un attimo.
-Grazie, e avevo capito quello che intendevi, tranquilla.- disse continuando a fissarla mentre saliva le scale, diretto verso di lei.
Shery alzò lo sguardo, accennando un sorriso e sospirò.
-Volevo chiederti dov'è l'asciugacapelli.- ammise più timidamente.
-Lo avevo immaginato.- parlò lui una volta arrivatole davanti e facendo scivolare tra le dita una ciocca di capelli bagnati di Shery.
-Vieni, te lo prendo.-
-Grazie.-
La ragazza lo seguì lungo il corridoio e tornarono in bagno. Harry si chinò e aprì un'anta del mobiletto sotto il lavandino, tirando fuori il phon e porgendoglielo gentilemente. Shery gli sorrise e si guardò intorno alla ricerca di una presa di corrente e la trovò alle sue spalle. L'attaccò e l'accesse, iniziando a far svolazzare i suoi capelli da una parte all'altra. Intanto Harry si era spostato, ma non di molto. Era poggiato con la spalla allo stipite della porta, osservando con quanta cura Shery afferrava ogni ciocca di capelli per asciugarla.
-Staresti meglio con i capelli un po' più corti.- disse senza pensarci e continuando ad osservarla mentre si girava verso di lui.
-Già, mi piacerebbe tagliarli, ma se ci mettessi mano io sarebbe una catastrofe.- ammise ridacchiando.
-Parrucchiere?- domandò con fare ovvio.
-Non posso permettermelo.- proferì lei, tornando a guardare sé stessa nello specchio.
Harry si tirò mentalmente una botta in testa per la domanda stupida. Aveva dimenticato la sua situazione per un attimo e si sentì in colpa per averle fatto pesare la sua mancanza di soldi.
-L'avevo dimenticato, scusami.- sputò fuori dispiaciuto, abbassando per un attimo lo sguardo.
-Non fa niente.- disse atona.
-Domani ti ci porto io, andremo insieme, va bene?- chiese con improvvisa euforia, sentendosi soddisfatto per l'idea che aveva avuto.
-Non mi va che tu spenda altri soldi per me, non è giusto.- riflettè ad alta voce Shery.
-Prendilo come un pensierino. Come avrai notato i soldi non mi mancano, quindi mi fa solo piacere fare qualcosa per te, è il minimo che io possa fare.-
Shery si voltò verso di lui sorridendogli.
-Come vuoi.- disse soltanto prima di tornare ai suoi capelli.
Ci fu un attimo di silenzio dove solo il rumore del phon riempiva l'aria. In quel momento Harry fece scivolare il suo sguardo lungo il corpo di Shery e si domandò per quale oscuro motivo sembrava così femminile e aggraziata nonostante fosse ricoperta da vestiti molto più grandi di lei. Era vero che le sue forme non venivano affatto risaltate, ma totalmente nascoste, eppure sembrava dannatamente bella anche in quel modo. Forse erano i lineamenti del viso così delicati a far apparire il tutto molto più femminile, o magari i lunghi capelli. Harry dal primo momento in cui l'aveva guardata si era reso conto di quanto fosse splendida e carina, ogni parte del suo corpo era semplicemente bellissima, per lui.
Il ragazzo era completamente perso nei suoi pensieri quando il fastidioso suono del phon smise di rompere il silenzio nella stanza, si riprese solo quando sentì la mano di Shery afferrare la sua e tirarlo verso di lei. Sbattè più volte le palpebre e la osservò interrogativo mentre si metteva dietro di lui e riaccendeva il phon per poi iniziare ad asciugargli i capelli. Sentiva le mani piccole e fredde di Shery accarezzargli la testa mentre i capelli le passavano tra un dito e l'altro. Abbassò la testa per permetterle di asciugare meglio i capelli sulla nuca e posò lo sguardo sui piedi scalzi della ragazza poco dietro i suoi, notando il modo in cui si alzava sulle punte ogni tanto e gli scappò una risatina, che questa volta lei non sentì, per fortuna.
Dopo poco tempo l'asciugatura era completa e Shery ripose il phon dove l'aveva preso Harry per poi girarsi verso di lui.
-Ora che si fa?- domandò euforica.
-Ti faccio vedere la casa.- disse sicuro lui sorridendo allegramente e mostrando le due fossette sulle guancie che Shery non potè fare a meno di fissare e sorridere.
La ragazza annuì senza pensarci troppo e lasciò che la mano di Harry afferrasse il suo polso senza opporre la minima resistenza. Dal polso, le dita affusolate del riccio scivolarono lentamente sulla mano di lei mentre camminavano nel corridoio. Shery abbassò gli occhi per un attimo a fissare il gesto, sorridendo, per poi puntarli verso il profilo del ragazzo che intanto continuava a parlarle di quanti danni avessero fatto lui e i suoi amici in quel corridoio, ridendo da solo.
Per quel po' che l'aveva conosciuto Harry sembrava un grande involucro di dolcezza, premura e tenerezza, arricchito con due adorabili fossette e una chioma riccia.
-E questa è la mia camera.- annunciò lui fiero, facendola tornare alla realtà.
Guardò la camera da destra a sinista, meravigliata per il buon gusto nell'arredamento e soprattutto per la grandezza della stanza. Era semplice, niente di troppo eccentrico, ma davvero carina.
Entrarono e Harry si sedette con ben poca grazia sul suo letto mentre Shery notò il terrazzo oltre i vetri e non perse tempo ad avvicinarsi.
-Mi prendi in giro? Hai un terrazzo in camera?- urlò quasi la ragazza, presa tra entusiasmo ed eccitazione.
Harry scoppiò a ridere, portandosi una mano allo stomaco.
-No, sul serio! Deve essere splendido avere un terrazzo tutto per sè. D'estate puoi prendere il sole da solo in santa pace, magari ascoltando un po' di musica, d'inverno puoi vedere la neve che ci cade, ma credo che la parte migliore sia il fatto che puoi farci Romeo e Giulietta!- continuò a parlare euforica.
-Shery, sono un maschio, dovrei fare Giulietta affacciato dal terrazzo e Louis dovrebbe essere il mio Romeo?- domandò cercando di non ridere.
-Beh, non sarebbe una cattiva idea.- disse scherzosa lei, prendendolo un po' in giro.
-Se non fosse per il piccolo dettaglio che sono etero, l'idea piacerebbe anche a me.- scherzò Harry decidendo di stare al gioco.
Shery iniziò a ridacchiare guardando fuori e osservando il cielo ancora pieno di nuvole e la pioggia sottile venire giù come secchiate d'acqua.
-Ne siamo sicuri?- disse trattenendo le risate e voltandosi verso il letto dove stava Harry, e non vedendolo si preoccupò. Si voltò di scatto e se lo ritrovò dietro con una faccia stralunata e sobbalzò per la paura.
-Bu!- ridacchiò lui.
Shery gli tirò un debole pugno sul petto, sospirando.
-Stupido.- disse sottovoce lei, assumendo l'espressione di un bambino di tre anni che sta per piangere.
-E' un po' troppo facile spaventarti, in questa casa non sopravviverai per più di tre giorni prima che ti venga un infarto.- enunciò Harry.
-Tanto non mi ci fermerò per più di qualche ora qui dentro.-
L'entusiasmo di Harry si stroncò in un attimo. Non l'avrebbe lasciata uscire da quella casa prima di domani senza di lui, se l'era ripromesso.
-Vedremo.- disse soltanto.
-No Harry, avevo detto che...- iniziò il suo discorso di rimprovero lei, ma il ragazzo non l'ascoltò girandosi di spalle e iniziando a camminare verso la porta della stanza.
-Vieni cara, ti mostro la tua camera.- annunciò uscendo.
La sua camera? Cara? In un primo momento le venne da sorridere, poi sbuffò e si avviò verso di lui.
Lo trovò nel corridoio poggiato allo stipite della porta accanto a quella della sua stanza, sorridente e sempre più bello. Si avvicinò e aprì la bocca per finire il discorso che aveva iniziato in camera e che lui non aveva ascoltato, ma non appena tentò di buttare fuori le prime parole una mano di Harry si poggiò sulle sue labbra e l'altra dietro la sua schiena, sorprendendola e confondendola allo stesso tempo.
-Prima vedi la camera, poi decidi se restare o restare.- annunciò lui stampandosi un sorriso in faccia.
Shery non aveva la più pallida idea di come fargli capire che non si sarebbe sentita a suo agio, sollevò soltanto gli occhi al cielo, facendolo ridacchiare.
-Bene, allora è deciso. Questa è la tua camera.- disse lasciandola libera e aprendo la porta bianca come tutte le altre.
Appena la porta si aprì Shery notò immediatamente il letto a una piazza e mezzo accuratamente sistemato e con una coperta verde davvero carina. C'era un armadio bianco con rifiniture sempre verdi sugli angoli e le ante, una cassettiera con sopra un televisore e il comodino arricchito da un piccolo lume, sempre del colore dominante nella stanza, a forma di quadrifoglio coordinati all'armadio e una finestra con le tende verdi lunghe fino a terra. Era più di quanto non avesse mai avuto nella sua camera.
-E' bellissima!- disse senza neanche pensarci, entrando timidamente seguita da Harry.
-Sono felice che ti piaccia.- ammise tranquillamente lui, andando come poco prima a sedersi sul letto, questa volta con più delicatezza.
Shery iniziò a camminare timidamente tutt'intorno, osservando un po' tutto. Si avvicinò al letto e accarezzò un cuscino sorridendo al solo pensiero che se avesse voluto avrebbe potuto dormire comodamente su quel cuscino tanto morbido.
La mano della ragazza venne afferrata da quella di Harry che la tirò a sè, facendola sedere accanto a lui.
-So che è un po' vuota, ma penso che in poco tempo potremmo sistemarla come meglio credi.- disse lui guardandosi intorno.
-Sarebbe bellissimo, ma sai già come la penso.- ripetè ancora una volta Shery, abbassando la voce.
In realtà anche a lei dispiaceva da morire non poter restare lì con Harry, ma si sarebbe sentita estremamente fuori posto.
-Solo per questa sera Shery, ti prego!- tentò ancora una volta a convincerla, fissandola con premura.
-Mi sentirei solo un pesce fuor d'acqua, passerei una serata intera completamente a disagio.-
-Se solo tu conoscessi gli altri capiresti che non è così. Non ti farebbero sentire un'estranea neanche per un attimo.- doveva convincerla per forza. Non l'avrebbe lasciata andare.
-Io non lo so...-
-Ti prego.- la supplicò ancora una volta.
Shery sollevò lo sguardo verso gli occhi di Harry e notò con quanta gentilezza glielo stesse chiedendo. Le dispiaceva continuare a rifiutare le sue risposte, si sentiva contrariata da sè stessa.
-Vedremo.- riuscì a sputare alla fine.
Il ragazzo abbassò la testa sospirando, dispiaciuto.
-Va bene.- concluse.
Il riccio si alzò dal letto, porgendole una mano che lei afferrò e non lasciò dopo essersi alzata. La verità era che le dispiaceva da morire e voleva solo sentirlo vicino.
Harry la portò fuori dalla camera e andarono nel salone, si sedettero sul comodo divano ad angolo messo al centro della stanza e lui prese una coperta rossa, si sdraiarono entrambi e si coprirono. Il ragazzo mise un braccio sotto la testa e lei, che usò la sua spalla come cuscino. Non poteva negare a sè stessa che ci fosse ancora dell'imbarazzo da parte sua, ma stava talmente bene che in quel momento non si sarebbe allontanata da lui neanche per tutto l'oro del mondo.
Harry afferrò il telecomando e accese la televisione, facendo zapping per un po' si fermò solo quando Shery fece un salto ed emise uno strano urlo.
-Quello sei tu!- urlò presa dall'eccitazione indicando la televisione, dove MTV stava trasmettendo Live While We're Young.
Harry scoppiò a ridere annuendo.
-Si, e quelli sono i miei compagni, nonchè gli stessi ragazzi che vivono qui.- la informò con tutta la calma del mondo.
-Ma allora siete famosi sul serio! Cioè, non che non ti credessi, ma non pensavo famosi fino a questo punto. Capisci no? In pratica sono capitata nella casa di un gruppo di cantanti famosi in tutto il mondo? Non è possibile, cioè, non ha il minimo senso logico.- iniziò a farfugliare confusa, senza riuscire a distogliere gli occhi dalla televisione.
-Strano ma vero.- ridacchiò ancora lui.
-Aspetta, ma quello è Liam!- urlò ancora, sempre più incredula.
Harry rise ancora.
-Già, e quello con la camicia azzurra e il bermuda verde che sta buttando Liam in quel lago sudicio è Louis.- disse trattenendo altre risate.
-Il tuo migliore amico? Quello di cui mi hai parlato nella capanna?- domandò Shery, parlando talmente in fretta che Harry fece anche un po' di fatica per capirla.
-Si, lui.-
-E quello con il ciuffo biondo in quella palla fucsia chi è?- chiese ancora.
-Zayn.- rispose tranquillo.
-E l'altro? Quello che sembra un cricetino nella palla verde è Niall? Quello irlandese no?- domandò sempre fissando con attenzione lo schermo.
-Esatto, hai una buona memoria in fatto di nomi.-
Nel video partì il momento in cui giocano a calcio e Shery scoppiò a ridere vedendo il misero tunnel che subì Harry.
-Oh, avanti! Come si fa a non parare quello?- domandò ansiamando per la risata.
-Ero distratto.- provò a giustificarsi, cercando di non iniziare anche lui a ridere.
Poi arrivò il momento dei salti sul tappeto elastico e quello di Harry non passò di certo inosservato.
-Ma che..?- domandò Shery, per poi ricominciare a ridere.
Poi la piscina.
-Scommetto che le magliette bianche a te e Zayn ve le hanno fatte mettere di proposito.- annunciò, questa volta senza ridere, ma con lo sguardo ancora puntato sullo schermo.
-E tu questo da cosa lo intuisci?- domandò lui.
-Nel mondo dello spettacolo funziona così, no? Se sei bello e bravo perchè far risaltare solo il talento? Anzi, mi sembra strano che abbiano lasciato Liam e Louis vestiti e con colori che bagnandosi non diventano troppo trasparenti.- pensò ad alta voce lei.
Carina, dolce, timida e intelligente. Harry stava facendo una lista di tutte le qualità di quella ragazza ed era più che sicuro che non sarebbe finita molto presto.
Il video finì e Shery tornò a sdraiarsi, poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
-E se i media venissero a sapere di me cosa succederebbe?- domandò dopo quanche attimo di silenzio lei, riflettendo per la prima volta sul serio alle conseguenze delle azioni di Harry nei suoi confronti.
-Assolutamente niente.- la rassicurò il riccio senza pensarci due volte.
-Non pensi che potrebbero pensare  male? Sono comunque una stracciona senza una casa, la gente potrebbe fraintendere.-
-Non mi interessa quello che pensa o dice la gente di me. Ho 18 anni e non smetterò di godermi la vita e di fare le mie scelte per paura del loro giudizio.- disse voltandosi verso di lei e rendendosi conto che lo stava già guardando.
-Questa situazione non mi piace, sono abituata al nulla e pensare che da un momento all'altro potrebbe venire fuori qualche voce che sporcherebbe la tua reputazione di cantante internazionale e farmi conoscere in modo negativo al mondo non mi va a genio.- ammise pensierosa, dando voce ai suoi pensieri.
-Andrà tutto bene, non pensare a quello che potrebbe succedere, pensa solo a quello che sta succedendo adesso e goditi il presente.- proferì senza timori Harry, voltandosi per sdraiarsi sul lato, trovandosi faccia a faccia con Shery.
Il ragazzo strinse la presa su di lei, facendola ritrovare in un abbraccio teneramente soffocante. Poggiò il mento sulla testa della ragazza e le cinse i fianchi con il braccio libero. Inutile dire che Shery andò in fiamme, sentendo la faccia riscaldarsi in un attimo. Era tremendamente in imbarazzo, eppure stava benissimo. Sorrise a sè stessa e si girò anche lei di lato, poggiando la fronte calda e la punta del naso ghiacciata al petto di lui e strinse delicatamente con una mano la sua maglietta all'altezza dello stomaco.
-Ho sonno.- sussurrò lui, stringendola ancora.
-Anch'io.- ammise sottovoce Shery, troppo impeganta a sentire il cuore del ragazzo battere regolarmente e percepire il suo respiro sulla spalla per formulare una risposta più impegnativa.
Era al sicuro, avvolta da nient'altro che dolcezza e premura, tra le braccia di un ragazzo in grado di farla sentire protetta con la forza di un semplice abbraccio.

 
 
Spazio autrice.
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So che volete picchiarmi, uccidermi, strozzarmi, bastonarmi e cose del genere, quindi formate una fila ordinata dal nord Italia fino al sud e date il via alle botte, io vi aspetto in calabria.
Non avete la più pallida idea di quanto mi dispiaccia per tutto questo ritardo, è solo che non è un buon periodo. La voglia di scrivere si è azzerata per via della situazione in famiglia, sono piena di voti da recuperare a scuola e lo studio mi sta soffocando, la mia situazione sentimentale non esiste più come quel che restava del mio cuore e così via.
Ho messo di nuovo mano a questa storia circa un paio di settimane fa, e ho scritto il capitolo in una giornata ma non sapevo comunque come pubblicare visto che non ho internet a casa. L'idea era di mettere il capitolo su una chiavetta e andare a pubblicarlo da casa della mia vicina, ma nè io nè lei avevamo una chiavetta funzionante, quindi ho dovuto aspettare che quel cazzone di mio padre me ne portasse una.
Mi dispiace davvero di avervi fatto aspettare così tanto, ma vista la situazione ormai non posso più aggiornare spesso come prima. Probabilmente mi odierete come mi sto odiando io e vi capisco perfettamente. Ho nostalgia di EFP e di tutte le vostre recensioni tanto carine e gentili.
Se deciderete di abbandonare la storia sappiate che non vi biasimerò, ma non posso farci nulla.
Comunque, vi ringrazio infinitamente per le recensioni allo scorso capitolo, sono una più bella dell'altra e ho davvero apprezzato le ragazze che mi hanno rassicurando dicendo che non avrebbero smesso di leggere la storia. In più, considerando i vostri pareri, ho deciso che NON CANCELLERO' LA FANFICTION.
Ho notato che le persone che hanno aggiunto questa schifezza di storia tra le seguite/preferite sono notevolmente aumentate, quindi grazie di cuore.
Siete bellissime, sappiatelo.
Ci si scrive al prossimo capitolo, in un giorno non fissato (scusate ancora se l'attesa sarà lunga).
Un bacio splendori,
Raffa :)
 
Ps: Continuerò quando arriveremo minimo a 15 recensioni (considerando che lo scorso è arrivato a 14, e ve ne sono immensamente grata, ora vorrei puntare un pizzico più in alto). Il capitolo seguente è quasi pronto, quindi non ci metterò molto a pubblicare.

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Capitolo 9
*** Will be a special night. ***








Capitolo 9:

Will be a special night.

 
Una risata tanto sguaiata quanto contagiosa, fermata poco dopo da un'altra persona che cercava di zittirla, fece svegliare Shery che, sentendosi improvvisamente sola sul divano, senza Harry al suo fianco, spalancò gli occhi. Notò immediatamente un ragazzo biondo seduto sulla poltrona di fronte a lei in modo molto poco signorile. Anche lui fissò il suo sguardo in quello della ragazza e in un primo momento sorrise, poi si rabbuiò leggermente.
-Cavolo, ti ho svegliata? Mi dispiace.- disse con accortezza, leggermente in imbarazzo grattandosi la nuca.
Shery tenne lo sguardo fermo negli occhi blu oceano che si trovava davanti, senza neanche rispondere.
-Sei uno degli amici di Harry, vero? Niall se non sbaglio.- domandò, leggermente confusa.
-Si, sono io! Come fai a sapere come mi chiamo?- chiese diventando improvvisamente euforico.
-Gliel'ha detto di sicuro Harry, rifletti Niall.- disse ridacchiando una seconda voce, accanto a Shery.
La ragazza spostò lo sguardo sulla sua sinistra e notò un ragazzo con i capelli neri, seduto poco distante da lei. Sbattè più volte le palpebre, rendendosi conto solo in quel momento che c'era fin troppa gente che non conosceva nella stessa stanza dov'era lei. Entrò immediatamente in panico, pronta ad essere riempita di domande sul perchè quella stracciona si trovasse nel loro soggiorno.
Come una molla si alzò dal divano e iniziò a camminare all'indietro diretta verso la porta.
-Mi dispiace per il disturbo, vado via.- parlò velocemente, continuando ad andare a tentoni verso l'uscita.
I due ragazzi la guardarono straniti, non capendo cosa stesse dicendo e facendo.
Shery si voltò e accellerò ancora il passo, uscendo dal soggiorno e voltando a destra per raggiungere la porta di casa. Mise una mano sulla maniglia, pronta a scappare via, ma sentì qualcuno afferrarle il braccio.
-Ehi, ehi frena un attimo. Dove stai andando? Scalza per giunta.- non appena Shery sentì quella voce si voltò di scatto, trovandosi Harry davanti.
-Mi spieghi perchè non mi hai svegliata? Mi sono ritrovata da sola con quei due e non hai la più pallida idea di quanto mi sia sentita a disagio e fuori posto.-  affermò con un tono di voce che avrebbe dovuto essere fermo e convinto, ma saltò fuori debole e mortificato.
-Eri così carina mentre dormivi che mi sembrava orribile svegliarti, e poi ero solo andato in cucina a prendere qualcosa da mangiare, ma fino a cinque secondi prima che tu tentassi di darti alla fuga sono stato sul divano accanto a te.- disse tranquillo, cercando di calmare anche lei e in quel momento una voce fuori campo parlò.
-Posso confermare io piccina, ti accarezzava la testa e ti guardava con occhi dolci. Non ascoltava neanche le nostre conversazioni e quando gli facevamo una domanda non rispondeva nemmeno. In più, quando è andato in cucina io sono andato con lui.-
Shery e Harry si voltarono contemporaneamente notando la testa di un altro ragazzo sbucare dall'angolo della porta della cucina.
-Oh...- disse sorpresa Shery, non sapendo se guardare quel ragazzo oppure Harry.
-Te l'avevo detto.- annunciò fiero il riccio, voltandosi verso di lei.
-Ma non è stato comunque garbato da parte tua lasciarla da sola in soggiorno, Harold. Zayn e Niall non sono molto affidabili in quanto a ragazze.- disse tranquillo il moro, avvicinandosi a loro e posando un braccio sulle spalle di Shery, osservandola, mentre Harry scoppiava a ridere per l'affermazione appena fatta dal suo migliore amico.
Lei irrigidì i muscoli non appena sentì quel contatto, e il viso le andò in fiamme.
-Tutto bene? Non ti mangio Shery.- ridacchiò quel ragazzo, con tono sempre più calmo e docile, completamente rilassato e a suo agio.
-Lo so, lo so.- disse a bassa voce la mora, sollevando lo sguardo verso di lui e affogando in quelle iridi azzurre.
-Comunque, per la cronaca, sono Louis. Non credo tu mi conosca, quindi piacere dolcezza.- sorrise, mozzandole il fiato.
-No, io ti conosco, sei il migliore amico di Harry.- affermò tentando di apparire più sicura.
-Mi conoscevi già? Cavolo, ora mi sento importante sul serio.- scherzò lui, gonfiando il petto per poi scoppiare a ridere.
Quel ragazzo infondeva sicurezza, proprio come il suo migliore amico. Erano entrambi molto simili, per la loro simpatia, per gli occhi, i sorrisi splendidi e i modi di fare, anche se bisognava ammettere che Louis era molto più aperto. Non la conosceva neanche ma già giocava con lei e le dava nomignoli, eppure Shery non aveva avuto l'impressione che fosse sfacciato. Per quante battute potesse fare e nonostante tutta la confidenza che si era già preso, aveva fatto tutto con una tale dolcezza da non apparire impertinente.
-Ragazzi, Shery è ancora lì vero?- si sentirono le voci dei due ragazzi di prima dal salone.
La prima cosa che le venne in mente fu la terribile figura che aveva fatto con gli altri due, scappando da loro come se avessero la peste.
-Si, grazie all'eroico intervento di Harry la nuova arrivata è ancora tra noi.- rise Louis, iniziando a camminare verso il soggiorno e trascinando anche la ragazza, seguiti a ruota dal riccio.
Quando entrarono li videro in piedi davanti al divano, ad aspettarli.
-Eccola qua!- disse euforico Lou.
Immediatamente gli altri due si avvicinarono, sorridendo.
-Mi dispiace per averti svegliata, non volevo.- parlò per primo Niall, sorridendo imbarazzato.
-No, scusatemi voi per essere scappata in quel modo. Non so cosa mi sia preso.- ammise abbassando lo sguardo Shery.
-Tranquilla, credo che anch'io mi sarei sentito un po' fuori posto, ma qui siamo tutti felici che ti fermi per stasera.- sorrise il moro, quello che era seduto sullo stesso divano dove lei si era addormentata.
-Ma io non mi fermo per stasera.- disse stranita lei.
In un attimo capì tutto e si voltò verso Harry che le sorrise intimidito grattandosi la guancia.
-Sono sono quasi le nove ormai, non posso di sicuro lasciare che tu te ne vada da sola in giro a quest'ora, quindi dormirai qui. Ti ho anche sistemato la camera.- ammise imbarazzato, sperando di passarla liscia.
-Ma Harry, avevamo detto che...- tentò di lamentarsi, ma lui la interruppe.
-Avevi detto "vedremo", e vista la situazione ormai non ha più senso che tu vada via. Per questa sera resterai qui, non ti costa nulla.- disse lui, cercando di apparire il più convincente possibile.
La ragazza sospirò, passandosi una mano tra i capelli e spostando lo sguardo a terra.
-Oh, andiamo! Perchè non dovresti restare? E' solo una sera, non ci perdi nulla.- parlò Louis, sorridendo ancora e facendola incantare a guardare i suoi occhi.
Shery scosse la testa un attimo per riprendersi e poi annuì flebilmente.
-Va bene, -disse- però hai giocato sporco Harry.- concluse puntandogli un dito contro, scherzosamente.
Il riccio ridacchiò.
-Non è colpa mia se dormi tanto.- le disse con tono dolce, facendola sorridere.
-Bene, passiamo alle presentazioni.- quasi gridò Zayn.
La ragazza si voltò verso di lui, annuendo appena.
Il moro le si parò davanti, porgendole una mano sorridendo.
-Sono Zayn, è un piacere conoscerti finalmente di persona, Shery.- si presentò con un tono di voce allegro, ma allo stesso tempo intenerito.
-Mi conoscevi già? Qui dovreste essere voi quelli famosi, non io.- proferì tra l'ironico e il confuso, stringendogli la mano.
Il moro rise per poi spiegare la situazione.
-Harry ci ha parlato di te.- chiarì tranquillamente.
-Ah...- disse soltando, trattenendosi dallo spostare lo sguardo verso il riccio.
-Anche se lo sapevi già e non so neanche come, io sono Niall.- si intromise il biondo, sorridendole.
-Harry mi ha raccontato un po' di cose su di voi.- ammise lei.
-Perfetto, allora. Vuoi scegliere tu i piani per stasera?- domandò cortese Zayn.
Piani per stasera? Che piani? si domandò Shery. Non aveva nessun piano.
Lo guardò confusa, e doveva avere un'espressione abbastanza strana visto che il moro trattenne a stento una risata.
-Piani per stasera?- domandò cercando chiarimenti. -Dovremmo uscire?- chiese infine.
-Già, quando ci fermiamo per una pausa a Londra cerchiamo di uscire praticamente tutte le sere per passare il tempo come dei ragazzi normali.- parlò Louis, sorridendole.
-E io dovrei uscire con voi?- domandò ancora, contrariata.
Annuirono tutti tranquillamente.
In quel momento Shery pensò soltanto al fatto che se qualcuno l'avesse vista insieme a loro la notizia sarebbe potuta dilagare e le voci iniziare a farsi sentire. La sua paura era che la gente potesse fraintendere, giudicandola male senza avere alcuna colpa.
-Io non penso di voler venire.- ammise in un sussurro.
-Come no? Perchè?- domandò immediatamente Harry, voltandosi verso di lei.
-Potrebbero vedermi insieme a voi e fraintendere.- spiegò imbarazzata.
-Di chi parla?- chiese Niall a Harry, ma fu proprio Shery a rispondere.
-Di tutti. A quanto ho visto siete parecchio famosi e non voglio finire su qualche rivista, è davvero l'ultima cosa che
 desidero.- sputò fuori lasciando per una volta da parte il timore e la timidezza.
Lasciò un po' tutti a bocca aperta, tranne Harry. Lui aveva già immaginato che si sarebbe preoccupata dell'essere catapultata in un mondo che non aveva mai toccato con mano, era normale avere paura del giudizio della gente, lui stesso ne era ancora intimorito, ma doveva farle comprendere che non avrebbe lasciato che lei si allontanasse e doveva abituarsi all'idea che prima o poi, volente o nolente, si sarebbe ritrovata un primo piano della sua faccia su un giornale o in qualche programma di gossip in tv.
-Shery, so che adesso ti sembra tutto più strano dopo averci visti in televisione, ma siamo normali ragazzi di cui la gente parla un po' troppo. Non mi staccherò per un attimo da te fino a quando la tua situazione non migliorerà, quindi prima o poi succederà quello che non vuoi. Ci vedranno e inventeranno notizie false, basterà ignorarle.- tentò di spiegarle bene la situazione Harry.
-Ma io non voglio essere conosciuta, sto bene nel mio mondo invisibile.- disse abbassando lo sguardo a terra.
-Anch'io vorrei tornare nel mio vecchio mondo invisibile alle volte, ma so che non succederà e ci ho fatto l'abitudine.- tentò ancora il riccio.
-Non voglio che succeda anche a me, non voglio farci l'abitudine a stare in un mondo che non mi compete e non mi appartiene.- ammise lei, insicura.
-Può spaventare, ma se ci finisci dentro indirettamente come succederebbe a te la situazione non penso ti peserebbe troppo. Basta tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi e i pareri della gente non ti scalfiranno, poi ci saremo noi accanto a te per aiutarti ad ignorarli.- si intromise all'improvviso Louis, con un intervento del genere, talmente d'impatto da lasciare tutti senza parole.
-Si, ma io...- riprovò Shery, inutilmente.
-Hai presente il discorso del lasciarti aiutare?- la interruppe Harry.
-Si, cosa c'entra quello adesso?- domandò confusa.
-Bene, per aiutarti devo starti accanto, ma se tu non collabori la cosa non può andare avanti. Devi aiutarmi a farti aiutare.- concluse la discussione con un'osservazione che non faceva una piega.
Shery sospiro, grattandosi una tempia e fissando il pavimento.
-Va bene, va bene, ma se inizieranno a girare voci basate sul nulla dovrete immediatamente smentire tutto. Non voglio trovarmi in situazioni spiacevoli.- finì, sollevando lo sguardo e soffermandosi a guardare ognuno di loro.
-Andrà bene, non preoccuparti.- la rassicurò Zayn, mentre Niall annuiva sorridendo.
-Bene, ora che è tutto risolto devi scegliere il programma della serata.- riprese il discorso di prima Louis.
Shery annuì, pensando a cosa avrebbe potuto proporre, ma non aveva molta cultura in materia. Non conosceva nessun locale, nessun pub o discoteca. Solo tanti supermercati, ma non erano poi molto adatti al momento.
-Io non saprei.- ammise in imbarazzo.
-Posso proporre una cosa?-parlò l'irlandese.
-Spara.- acconsentì Harry.
-Ci sarebbe una festa a Brinterman...- iniziò a parlare, ma Zayn lo interruppe.
-Ma Brinterman non è quel micro paese fuori Londra?- domandò sorpreso.
-Si, infatti è una festicciola vecchio stile. Quelle antiche, con le fisarmoniche, le tarantelle e fiumi di birra.- raccontò sognante il biondo.
-Vuoi portarci ad una festa paesana?- chiese Louis.
-Si, sarà carino. Invece di andare come al solito in qualche bar andremo a qualcosa di diverso. In più contate che è un paese dimenticato dal mondo, non ci saranno di sicuro paparazzi e la piccola Shery non sentirà il peso della pressione dell'essere seguiti dai fotografi.- concluse fiero il discorso Niall.
-Appoggio l'idea.- si affrettò a far sapere Shery.
Harry sorrise annuendo, quotando l'idea e Louis li seguì un secondo dopo, solo Zayn sbuffò.
-Ci saranno ragazze?- domandò il moro.
-Si -rispose in fretta Niall-, over 40, ma ci saranno.- finì per poi scoppiare a ridere insieme agli altri, Zayn compreso.
-Siete noiosi, ma vengo comunque.- diede il suo responso il moro.
-Perfetto, chi avverte Liam?- domandò Niall.
Shery aveva dimenticato Liam. Non sapeva esattamente come andasse il rapporto tra di loro, ma aveva l'impressone di non stargli molto simpatica.
-Lo avverto io, andate a prepararvi.- avvisò Harry mentre afferrava il telefono dalla tasca e componeva il numero dell'amico mentre gli altri si avviavano verso le scale.
Shery rimase immobile come un palo accanto a Harry, non sapendo esattamente cosa fare. Non poteva andare a prepararsi visto che non aveva niente da mettere. Pensò immediatamente ai vestiti che le aveva comprato il riccio, ma li aveva lasciati nel suo rifugio, nascosti sotto il materasso dove dormiva per paura che qualcuno potesse vederli e rubarli.
La ragazza restò ad osservare Harry parlare al telefono con Liam, torturandosi il mignolo e non appena chiuse la chiamata si voltò verso di lei e le sorrise, come per incitarla a dirgli quello che aveva in mente.
-Io non ho niente da mettere qui. Ci sarebbero i vestiti che mi hai preso tu, ma sono rimasti nel mio riparo, vado a prenderli e torno subito, va bene?- domandò accennando un sorriso.
-Avevo dimenticato questo dettaglio.- ammise grattandosi la nuca, poi continuò a parlare.
-Infilati le scarpe che io metto il giubbotto e andiamo a prenderlo.- sorrise infine.
-Non c'è bisogno che vieni, vai a preparati anche tu intanto.-
-Non se ne parla, non ho intenzione di farti uscire a quest'ora da sola.- concluse dirigendosi alla porta per afferrare il giubbino.
Shery gli sorrise, sussurrando un "grazie" imbarazzato per poi correre al piano di sopra a prendere le scarpe vecchie e sporche e infilarsele. Si avviò di nuovo verso le scale per scendere, ma sentì una voce chiamarla, si voltò e vide un Louis senza maglietta avvicinarsi a lei.
Dire che arrossì è fin troppo scontato e poco adatto visto che desiderò di sparire in quel preciso momento. Tentava di non permettere ai suoi occhi di saettare più e più volte dal viso angelico al petto nudo, ma non ci riuscì, così per evitare entrambe le cose li puntò sui suoi piedi.
-Tu non vieni così, vero?- domandò il ragazzo una volta arrivato di fronte a lei.
-No, io e Harry stiamo andando a prendere i miei vestiti.- parlò in un sussurro.
-Sul serio? Allora aspettate un secondo che infilo una maglietta e vengo con voi.- sorrise per poi correre in una camera.
La ragazza sospirò e tornò al piano di sotto, da Harry.
-Viene anche Louis con noi.- lo informò non appena gli fu abbastanza vicino.
Il ricciò annuì indifferente e subito dopo la sagoma di uno speldente Louis comparve dalle scale. Li raggiunge e afferrò una giacca per sè, si voltò e guardò per un attimo Shery, girandosi ancora verso le giacche appese.
-Quella di Niall dovrebbe essere la più piccola.- farfugliò prendendo un altro giubbotto e porgerlo alla mora.
-Oh, grazie.- sussurrò prendendolo e indossandolo, leggermente a disagio per il fatto che non le apparteneva.
Harry aprì la porta e fece uscire Shery per prima, poi lui e Louis tentarono di uscire insieme, tirandosi una spallata e scoppiando a ridere, insieme alla ragazza.
Iniziarono a camminare nel giardino diretti alla macchina e Louis salì al posto di guida mentre Harry afferrò il polso della mora per poi trascinarla con lui sui sedili posteriori, facendola arrossire lievemente.
-I piccioncini si siedono dietro e io faccio l'autista, non è una cosa carina.- scherzò Louis.
-Ma stai zitto e guida.- lo riprese giocosamente il suo migliore amico.
Non appena sentì il rumore della macchina messa in moto, Shery rillassò i muscoli. Si sedette più comoda, facendo scivolare le mani tra le ginocchia per tenerle al caldo. La giacca che indossava aveva un buonissimo profumo, un misto di frutti e fragranza maschile, probabilmente Dolce&Gabbana. Si domandò se Niall si sarebbe arrabbiato o infastidito da questo furto, e al solo pensiero diventò nervosa e iniziò a mordicchiarsi l'interno della guancia.
-Ho mal di pancia, Lou. E' normale?- domandò ad un tratto Harry, distogliendo la ragazza dai suoi pensieri.
-Ci sono due possibili risposte: o ti sta per venire il ciclo -sia Shery che Harry scoppiarono a ridere-, oppure è l'effetto che ti procura la graziosa fanciulla seduta di fianco a te.- nei sedili posteriori calò il silenzio e questa volta fu solo Louis a ridere.
Harry non si sorprese più di tanto dell'affermazione di Louis, era sempre stata sua buona abitudine cercare di metterlo in situazioni imbarazzanti, specialmente con le ragazze. Ormai c'era abituato e la cosa non lo infastidiva neanche più di tanto, ma notò subito che per Shery non era lo stesso. Aveva abbassato lo sguardo, ma si notava comunque un certo rossore sulle guance. Gli fece una tenerezza tale da portarlo a sorridere a sè stesso, tentando in tutti i modi di sopprimere quelle anomale emozioni che sentiva in petto. Stava di certo poco bene nell'ultimo periodo, era di sicuro quello il problema.
Shery dal canto suo, ogni volta che si trovava in una situazione simile a quella che le si era appena presentata davanti desiderava teletrasportarsi in Canada. Odiava sentirsi al centro dell'attenzione, odiava quando la gente fingeva di conoscere i sentimenti altrui e ci scherzava sopra. Per quanto potesse essere conssapevole che fosse tutto detto in modo giocoso non riusciva a sopportare quelle situazioni talmente imbarazzanti da zittirla e farle andare il viso in fiamme.
-Non dire queste cose, idiota! Lei non è come le altre, non vedi quant'è timida e introversa? Già è una lotta non farla scappare da me, se poi te ne esci con queste geniali frasi non mi aiuti di certo.- sputò fuori Harry, sbuffando sonoramente e poggiando i gomiti sulle ginocchia per poi reggersi il mento sui pugni.
Shery spostò per un secondo lo sguardo verso il riccio e osservò il suo profilo. Aveva un'espressione decisamente annoiata, e l'unica domanda che le saltò in mente era da che cosa, oppure da chi.
Improvvisamente tutto quello che credeva di sapere su Harry sparì. Dimenticò tutte le volte che le aveva detto che gli importava di lei, e iniziò a pensare che il motivo per cui era improvvisamente annoiato da quell'affermazione di Louis fosse lei. Che si fosse già stancato? Che tutte quelle parole dolci fossero state solo uno scherzetto?
No Shery, no! Lui ci tiene sul serio, non ti prende in giro.
Una vocina in lei continuava a gridarle nella testa quelle parole, ma la ragazza era sempre stata brava a farsi complessi e distruggersi l'autostima, era ciò che sapeva fare meglio. Eppure c'era una piccola parte di lei che sapeva che quell'improvvisa noia non la riguardasse affatto, era convinta che fosse l'affermazione di Louis ad avergli portato quella reazione. Doveva essere per forza così.
Il resto del viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso tranne per qualche battuta di Lou sui passanti e le indicazioni che gli dava Shery per raggiungere la meta designata e dopo un po' arrivarono a destinazione.
Shery scese dalla macchina, avvisando che sarebbe tornata subito, per poi incamminarsi verso il retro del palazzo dove aveva sistemato il suo piccolo rifugio.
Nella macchina intanto, Harry, che fino ad allora era stato in silenzio, parlò al suo migliore amico.
-Lou...- iniziò con voce roca.
-Dimmi Harold.- rispose pimpante l'altro.
-So che cercare di mettermi in imbarazzo con qualsiasi tipo di ragazza mi trovi accanto per te ormai è diventata un'arte, ma con lei cerca di limitare le battute.- spiegò ancora un po' annoiato.
-Perchè mai? E' così dolce e carina, non se la prenderebbe a male di sicuro. Sai che amo vedere le ragazze arrossire.- affermò sospirando, mentre nella sua testa si formava l'immagine della sua ragazza, Eleanor, che sorrideva in modo dolce con le guance arrossate che lo portò a sorridere abbassando la testa.
-Certo che lo so. Non dico che se la prenderebbe, ma la faresti sentire a disagio. Sta già lottando con sè stessa per parlare con noi senza apparire troppo intimorita, se tu inizi con queste battute non supererà mai il disagio che prova quando è con noi.- gli spiegò il riccio, affacciandosi tra i due sedili anteriori.
Harry non scherzava affatto, aveva notato con quanta difficoltà Shery si stava relazionando con tutti e non era difficile scorgere le guance rosse o lo sguardo perso e imbarazzato appena qualcuno diceva qualcosa di troppo, anche solo per scherzo. Ci teneva che lei non si sentisse a disagio in loro compagnia, voleva che si prendesse subito confidenza come loro avevano fatto, anche se non ancora del tutto. Quella ragazza era estremamente riservata e introversa, agli occhi di Harry appariva come un involucro di timidezza e dolcezza che avvolgevano un nucleo di fragilità emotiva fin troppo presente nel suo carattere. Ma come biasimarla? Dopo tutto quello che aveva passato si vedeva benissimo che aveva imparato a tirare fuori gli artigli quando servivano, ma infondo tutte quelle brutte esperienze avevano logorato il suo vero carattere e fatto a pezzi il suo cuore.
-Va bene, tenterò di limitarmi, ma questo non significa che smetterò di fare battute, solo di diminuire il carico.- approvò Louis.
-Grazie amico.- disse il riccio tirando un sospiro di sollievo.
-Ma sappi che lo faccio solo perchè lei è fin troppo emotiva, si vede che non ha avuto vita facile, sai? Non ha quello scintillio negli occhi che abbiamo un po' tutti, sembrano completamente spenti e a pezzi. Ha delle iridi bellissime, sono di un verde simile a uno smeraldo, ma sembrano vuoti dentro.- ammise pensieroso il suo migliore amico, voltandosi leggermente verso Harry.
-Già, è stata la prima cosa che ho notato quando l'ho incontrata. A dirla tutta, mi ha fatto un po' paura vedere quegli occhi assenti e tristi, non mi è piaciuto affatto vederla in quel modo, e non mi piace neanche tutt'ora.- parlò, abbassando il tono della voce involontariamente.
-Riuscirai a far risplendere quegli occhi, tranquillo. Si vede che quando è con te si sente al sicuro, non ci vorrà molto prima che inizi ad assaporare la gioia di stare al mondo e di divertirsi.- concluse Louis, voltando lo sguardo verso il finestrino e osservando Shery che si avvicinava alla macchina con una busta in mano.
-Lo spero.- concluse Harry, mentre la ragazza saliva in macchina.
Shery lo guardò per un attimo confusa, poi diede voce ai suoi pensieri.
-Che cosa speri?- domandò con voce leggermente bassa, cercando di non apparire impertinente.
-Che la serata vada nel migliore dei modi e che Niall non si ubriachi.- le sorrise il riccio, facendola ridacchiare.
La osservò con attenzione, mentre sorrideva e si portava una mano alla bocca per trattenersi dal ridere troppo forte. La trovò carina, ma la maledì per aver nascosto quel sorriso tanto perfetto.
Aveva bisogno di lui, Harry ne era consapevole. L'avrebbe aiutata in qualsiasi modo, non avrebbe permesso a nessuno di sfiorarla con un dito, l'avrebbe tenuta lontano dai pericoli, si sarebbe preso cura di lei come un fratello si occupa di una sorella, l'avrebbe abbracciata e consolata, le avrebbe asciugato le lacrime se ce fosse stato bisogno. Ormai per lui era una missione renderla felice, e ci sarebbe riuscito. Il suo obbiettivo era vedere quegli occhi verdi tornare a splendere come meritavano, voleva davvero vederla sorridere con gli occhi e il cuore.
 

 
Spazio autrice.
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Salve mie adorate fanciulle, come avrete notato ho aggiornato decisamente più in fretta rispetto alle altre volte, perchè avevo il capitolo pronto e la chiavetta con cui spostarlo dal mio pc al computer della mia vicina di casa per poi pubblicarlo.
So che questo capitolo non è un granchè ed è anche leggermente più corto rispetto agli ultimi, ma spero che vi piaccia comunque e che non mi sputerete in fronte tramite recensione (?).
Avete visto il banner? zhkvbkhfgbvkzsjnbvfhvb me lo ha fa
tto L
ilyTerry e la ringrazio di cuore:')

Vi ringrazio di cuore per le recensioni allo scorso capitolo, siete state tutte ahsbvkjasnckajvakailuf, grazie sul serio.
Non ho molto da dire per quanto riguarda questo cacchetta, sinceramente non mi piace più di tanto, ma è solo un capitolo di passaggio. Il prossimo già me lo sono tutto immaginato, e credo che verrà fuori meno penoso del solito AHHAHAHAHA. Dovete sapere che io AMO le feste paesane, amo tutta la tradizione dei vecchi paesini che viene fuori durante queste festicciuole, tutte le ridicole ma bellissime scene dei vecchietti che si tolgono le scarpe e iniziano a ballare le tarantelle in mezzo alla strada. AMO TUTTO QUESTO ahsbfvjabsvckjafv.
Ci sarà un po' di guizzo energy (?) nel prossimo capitolo, gente ubriaca fradicia, scene ridicole, figure di merda, ma anche ostilità da parte di Liam nei confronti di Shery e una scena muuuooooolto romantica tra Harry e la racazzuola, ma non aspettatevi chissà cosa, non tromberanno, non si vedranno lingue all'orizzonte e neanche labbra che si incontrano. Niente di tutto questo. Sarà una scena romantica vecchio stile, che farà battere il cuore ad entrambi, ma specialmente ad Harry. Solo a parlarne mi emoziono anch'io AHAHAHAHAHAHAH. Ah, visto che sono certa che verrà mooooooolto lungo, forse lo dividerò in due parti, altrimenti diventerebbe troppo pesante per la lettura.
Ok basta, ho detto fin troppo D:
Ora mi rifugio nella mia tana da opossum a scrivere il prossimo capitolo kajbfvkanfkvbav. Alla prossima, ragazzuole.
Un bacio,
Raffa :)
 
Ps: Il seguente capitolo verrà pubblicato come prima al raggiungimento minimo di 15 recensioni.


All'inizio dello spazio autrice c'è un errore,cioè che ho aggiornato decisamente più in fretta.C'è perchè ho scritto lo spazio autrice tempo fa,appena completato il capitolo e non credevo ci sarebbe voltuto tanto per raggiungere le 15 recensioni.Scusate per l'errore çç

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Capitolo 10
*** Up all night. ***









Capitolo 10:

Up all night.

 

“People going all the way
Yeah all the way
I'm still wide awake.
I wanna stay up all night
And jump around until we see the sun.
 
I wanna stay up all night
And do it all with you”
 
One Direction - Up All Night.

 
La serata per Shery non era iniziata affatto bene; si era cambiata ed era pronta per andare a Brinterman, così scese nel salone e dopo un cortese complimento da ognuno dei ragazzi presenti e una sua rispettiva fiammata sulle guance, si incamminò -insieme a tutti gli altri- verso il giardino dove scoprì che i ragazzi avevano deciso di andare con una macchina sola perchè di sicuro quattro su cinque sarebbero stati ubriachi e non ci sarebbero state due persone disposte a guidare, ma solo una. Ora voi vi starete chiedendo dov'è il problema, bene il fatto è che la macchina era a cinque posti e, a quanto aveva capito lei, sarebbero prima passati a casa di una certa Danielle a prendere Liam, quindi sarebbero stati sei persone e grazie a una geniale idea di Zayn era venuto fuori che per non prendere una seconda macchina, Shery si sarebbe seduta in braccio a uno di loro cinque. Lei aveva provato a rifiutare e opporre resistenza, ma nessuno ha voluto sentire ragioni anche perchè oggettivamente era davvero la soluzione migliore. Harry l'aveva presa da parte, rassicurandola che l'avrebbe tenuta lui per non farla sentire a disagio in braccio agli altri, ma ciò che il ragazzo non aveva afferrato era che si sarebbe sentita a disagio anche a stare in braccio a lui.
Salirono tutti in macchina, Louis alla guida con accanto Niall, e dietro Zayn, Harry e Shery. La ragazza diventò piccola piccola, chiudendosi in un angolo della macchina e tenendo come prima le mani tra le ginocchia per scaldarle. Le “quattro direzioni” iniziarono a fare tranquillamente conversazione tra di loro, non calcolandola più di tanto, tutti meno che Harry. Lui si voltava verso di lei a scambiare qualche parola, oppure ad accarezzarle un ginocchio per farla rilassare o più semplicemente per sorriderle ogni due minuti. Faceva piacere a Shery, in questo modo si sentiva meno dimenticata dal gruppo, anche se tutto sommato non le dispiaceva più di tanto tornare ad essere invisibile. Quella situazione per quanto potesse apparire strana le aveva fatto capire che a quei ragazzi non disturbava la sua presenza; non l'avevano guardata con ostilità e non avevano fatto battute a doppio senso nei suoi riguardi. Perfino il fatto che in quella macchina in alcuni momenti si dimenticassero della sua presenza la faceva stare bene, perchè dedusse che non davano peso al fatto che fosse lì, nè in senso negativo, nè in senso positivo.
 
Il primo viaggio in macchina, verso casa di questa Danielle, durò circa dieci minuti e non appena la macchina inchiodò a Shery iniziarono a sudare le mani. Vide Liam con una ragazza scambiarsi un bacio alquanto spinto mentre nella macchina erano già partite battute e risatine soffocate. Il ragazzo si avvicinò e aprì lo sportello dalla parte di Zayn per poi abbassare la testa e guardare chi fosse presente in macchina visto che i posti erano tutti occupati.
Non appena lo sguardo di Liam incontrò quello di Shery mutò diventando sorpreso, ma annoiato allo stesso momento.
-Ciao Shery.- salutò più che altro per educazione, con tono freddo.
-Ciao Liam.- rispose la ragazza, intimorita e sempre più desiderosa di scomparire.
-Dove dorei sedermi?- domandò poi lui, voltandosi verso i suoi amici.
Shery intanto aprì lo sportello dalla sua parte e scese, per far spostare Harry e poi, malgrado una vocina nella sua testa le avesse urlato più volte di iniziare a correre lontano da lì, risalì in macchina sedendosi sulle gambe del riccio, che le poggiò una mano prima sulla schiena, ma che scivolò intorno a lei in un attimo per poi posizionarsi su un fianco e non muoversi più. Inutile dire che il viso della ragazza avvampò e le mani iniziarono a sudare freddo mentre lei come al solito si torturava il mignolo. Shery teneva lo sguardo basso, per paura di incontrare quello degli altri ragazzi che magari in quel momento li stavano fissando, ma escluse l'idea quando sentì un vociare generale da parte di tutti su una partita di calcio. A quanto pare a loro non gliene fregava più di tanto che lei si stesse mentalmente scavando la fossa.
Prese coraggio e decise di alzare la testa per osservare la situazione generale. Prima di tutto puntò lo sguardo verso Harry e trovandosi il suo viso più vicino di quanto non fosse mai successo sentì l'imbarazzo crescere. Lui era talmente interessato al discorso che si stava svolgendo tra Niall, Louis e Zayn della partita che sembrò non accorgersene neanche.
La ragazza approfitò di questa sua distrazione per osservare così da vicino la bellezza di quel viso. La pelle era candida, bianca e con qualche piccola imperfezione che ogni ragazzo di diciotto anni è giusto che abbia, tipo un puntino rosso sopra il sopracciglio destro. Gli occhi erano semplicemente perfetti, avevano una forma leggermente tirata all'esterno, che li faceva apparire sempre vispi, e le iridi erano di un verde smeraldo incantevole. Sarebbe stata capace di restare a fissare quegli occhi per ore. Il naso era abbastanza grande e a punta, ma non sproporzionato rispetto al resto del viso, era più che perfetto per lui. Le labbra erano abbastanza carnose, ma non tanto quanto quelle di Liam ad esempio, eppure erano piene e di un colore rosato più scuro, che sfumava leggermente sul rossiccio. Trovandosi quelle labbra davanti alla faccia come primo pensiero le venne voglia di baciarle, ma le sarebbe successo con chiunque avesse avuto una bocca tanto invitante, era più un istinto umano primitivo che il caso specifico di Harry.
I capelli erano ricci e arruffati, ma comunque lucenti e morbidi, o almeno lo sembravano. Erano di un castano caldo ed emanavano un profumo buonissimo. In quel ragazzo non c'era assolutamente niente di antiestetico, era così perfetto sia fuori che dentro da sembrare surreale, era il principe azzurro, versione moro e riccio che tutte le bambine sognano per anni, ma crescendono si rendono conto che non esiste.
Il viaggio continuò così per altri dieci minuti, finchè Liam non parlò in un attimo in cui c'era abbastanza silenzio in auto.
-Come mai sei qui?- domandò volgendo lo sguardo verso Shery, che si sentì all'improvviso morire.
-Beh, io... ecco, io...- iniziò balbettando.
Perchè era lì? Quella era una bella domanda. Se fino a quel momento credette che gli altri ragazzi avevano accettato il fatto che sarebbe stata con loro per quella notte e che non li infastidiva quelle cetezze svanirono nell'istante in cui Liam le pose quella domanda.
-Ho insistito io perchè venisse.- rispose tranquillamente al posto suo Harry, fissando il suo sguardo in quello dell'amico.
La prima cosa che notò Shery era che l'espressione addolcita che aveva fino a pochi sencondi prima era sparita dal volto del riccio, per lasciare spazio a una smorfia infastidita.
-E perchè?- insistette Liam.
-Perchè la volevo portare con me, qualche problema al riguardo?- chiese Harry, sostenendo lo sguardo e facendolo diventare più duro di prima.
Liam sbuffò voltandosi a guardare fuori dal suo finestrino.
Nella macchina era calato il silenzio, e Shery desiderò di morire in quell'attimo. Sentì la mano di Harry spostarsi dietro la sua schiena ed accarezzarla, come per rassicurarla e questo la fece sentire meglio da una parte, ma la situazione non sarebbe di sicuro migliorata grazie ad una carezza.
Era tutto fin troppo imbarazzante; Niall, Louis e Zayn guardavano un po' tutti in cerca di risposte, ma nessuno disse una parola. Harry aveva ancora una mezza smorfia infastidita, ma cercava di nasconderla sorridendole rassicurante, mentre Liam guardò fuori dal finestino per tutto il viaggio. Fortunatamente dopo qualche minuto di confusione i ragazzi tornarono a parlare tra di loro, lasciandosi alle spalle la breve discussione, di cui sicuramente avrebbero chiesto in un momento più idoneo. Quando il brusio di voci riprese il suo corso Shery si voltò verso Harry per parlargli sotto voce, in modo che gli altri non sentissero.
-Non sarei dovuta venire.- gli sussurrò avvicinandosi al suo orecchio.
-Ma smettila, Liam fa così solo perchè ha paura per me. Ha la stessa preoccupazione che hai anche tu.- ammise Harry, sorridendole un po' amareggiato.
-Fa bene, io non dovrei essere qui con voi.- confessò abbassando la testa.
In quel momento la mano che prima stava accarezzando la schiena di Shery si spostò nuovamente sul suo fianco, stringendolo e trascinandola verso di lui. La ragazza sgranò gli occhi, completamente imbarazzata e leggermente impaurita di non sapere come affrontare qualsiasi cosa le avrebbe detto o fatto.
Vide il suo viso avvicinarsi al suo e all'inizio si spaventò, ma quando lo vide deviare verso il suo orecchio tirò un sospiro di sollievo. Era talmente vicino che poteva sentire il suo respiro sul collo e le sue labbra sfiorarle il lobo e questo la fece rabbrividire.
-Ti prego, smettila. Sono io ad aver voluto tutto questo, non darti il tormento.- sussurrò con voce graffiata.
In quel momento Shery si sentì una ragazzina in crisi ormonale. Sarà forse che per via della vita che aveva fatto per tutti quegli anni non aveva mai avuto le sue esperienze con i ragazzi che quando si trovò accanto a Harry, tanto bello quanto dolce, sentiva qualcosa all'altezza dello stomaco iniziare a mettere tutto in subbuglio.
Il voltò di Harry si allontanò di nuovo da quello della ragazza per tornare dov'era prima e rivolgerle un sorriso.
-Ok?- domandò infine.
Shery annuì tentando di apparire convincente. Quella storia le piaceva sempre di meno.
 
Dopo quasi un'intera ora in macchina, quando Louis spense il motore, si rallegrarono tutti, Shery soprattutto che non vedeva l'ora di tornare alle vecchie e care distanze tra la sua faccia e quella di Harry.
Scesero uno a uno dalla macchina e la vista che si presentò davanti agli occhi della ragazza non appena lo sportello si aprì la lasciò senza fiato. Accanto alla macchina c'era solo un muretto e poi solo una bellissima vista.
Il paese era situato in cima ad una collinetta, totalmente circondato da mura che anticamente servivano a proteggere le case e gli abitanti. Louis aveva parcheggiato fuori dalle mura, sulla strada che portava al portone principale, accostato ad un muretto che affacciava sulla ripida discesa della collina e la vista era davvera mozza fiato.
-Suggestivo, no?- le domandò Harry dietro di lei non appena scese dalla macchina e la vide incantata a fissare il panorama.
-E' bellissimo.- sussurrò senza riuscire a distogliere lo sguardo dal paesaggio.
-E non ti sei ancora affacciata dalla terrazza del paese.- annunciò lui, prendendola per mano e trascinandola via rendendosi conto che gli altri ragazzi si erano già abbastanza allontanati.
-Come fate a conoscere questo paesino? Personalmente non ne avevo mai sentito parlare.- domandò Shery incuriosita.
-Brinterman è quasi totalmente abitato da irlandesi e Niall conosce qualsiasi posto a Londra e in periferia dove c'è un pezzo della sua patria. La prima volta ci siamo venuti perchè Niall aveva scoperto che avrebbero fatto la festa della birra e da allora quando abbiamo un po’ di pausa dal lavoro veniamo qui ogni tanto, ci stiamo stati in totale tre o quattro volte.- spiegò Harry, che nel mentre le aveva lasciato la mano e si limitava a camminarle accanto.
-Beh, è comprensibile -concordò lei, per poi continuare a parlare-. Avete delle fan anche qui?- chiese.
-In tutto il paese ci saranno intorno ai cento adolescenti, quindi il numero di fan è molto ristretto, circa una quarantina penso.- rispose tranquillo mentre oltrepassavano il grande portone.
-Quindi non dovete neanche preoccuparvi di essere presi d'assalto.- scherzò la ragazza.
Harry ridacchiò per poi rispondere.
-No, diciamo che le abbiamo conosciute praticamente tutte e le abbiamo anche incontrate più di una volta quindi sono più calme delle altre visto che ci vhanno anche visto più di una volta.- disse girando a destra e vedendo i suoi quattro amici già seduti a uno dei tavoli rotondi all'aperto.
I tavoli erano di fronte a una piccola pizzeria, probabilmente l'unica del paese, ce ne erano solo tre più altri quattro o cinque dentro il locale.
Harry e Shery si sedettero. La ragazza si ritrovò tra il riccio e Louis, che le sorrise non appena arrivarono da loro.
-Ti piace il posto?- le domandò cortese.
-E' semplicemente meraviglioso.- rispose lei senza pensarci.
Le sorrise e si voltò a parlare con Zayn accanto a lui. Shery si guardò un po' intorno, notando diversi signori camminare insieme alle famiglie per la strada. Poco lontani da dove erano loro c'era una chiesa con delle grandi scale davanti all'entrata, dove due ragazzi sui trent'anni stavano sistemando un violino, due chitarre, una fisarmonica e diversi tamburi mentre la gente iniziava ad avvicinarsi. Entrambi i ragazzi erano scalzi e vestiti con pantaloni larghi e magliette bianche semplicissime, il viso era coperto da uno strato di barbetta e le sopracciglia erano folte. Uno dei due indossava un cappello con un buco ricucito in malo modo e parlava con una vecchietta accanto a lui.
Era concentrata ad osservare ogni movimento dei due ragazzi quando dal tavolo partì una risata generale e lei si voltò per vedere a cosa fosse dovuta. All'inizio non capì, ma quando una ragazza con i capelli arancioni e delle adorabili lentigini si avvicinò al tavolo notò tutti fissare Niall che intanto era vagamente arrossito. Sorrise intenerita dalla scena e tornò ad osservare la ragazza per vedere meglio com'era fatta.
Oltre ai capelli di un colore che non passa di certo inosservato, notò due occhi impressionanti di un verde talmente intenso da brillare di luce propria. Il naso era sottile e puntava verso l'alto, mentre le labbra non erano molto carnose.
Non appena arrivò al tavolo salutò con un cortese "buonasera" rivolto a tutti, ma il suo sguardo saettò in una frazione di secondo e si scambiò un sorriso con Niall.
Vedendo comparire quella schiera di denti dritti e bianchissimi e il volto assumere un'espressione dolcissima l'autostima di Shery calò sotto zero. Oltre ad avere il viso di una modella, non ci volle molto prima di notare che aveva un fisico perfettamente proporzionato e dei lineamenti che sapevano esattamente dove andare a parare. Aveva tutte le curve al punto giusto, anche se non troppo accentuate e questo la rendeva anche più bella di quanto non le era sembrata all'inizio. Quel briciolo di stima che Shery aveva per sè stessa scomparve in un attimo, lasciando spazio a tanta ammirazione nei confronti di tanta perfezione.
-Era da un po' che non vi si vedeva in giro, eh? Eccovi i menù, e soprattutto bentornati.- parlò tranquillamente dando i piccoli libretti con la copertina rivestita di cuoio ad ognuno di loro e lasciandosi scappare qualche occhiata fugace di troppo verso il biondo del tavolo.
Quando si avvicinò per porgere il menù anche a Shery esitò un attimo.
-Tu sei nuova del gruppo o sbaglio? Non ti ho mai vista da queste parti.- le domandò incuriosita, ma senza apparire impicciona.
-Oh si! Lei è la nuova arrivata a casa nostra, è un'amica di Harry.- rispose d'un tratto Louis facendo l'occhiolino, senza lasciare a Shery il tempo di dire nulla.
-Ah, capisco. Beh, piacere tesoro, io sono Ginger, ma visto che sono consapevole che il mio nome fa schifo tu chiamami Gin o Ginny.- si presentò ridacchiando e porgendole una mano che Shery afferrò sorridendo.
-Sono Shery, piacere mio Ginny.- rispose cortese.
Non solo quella ragazza dai capelli in fiamme era bellissima e appariva come la tenerezza in persona, lo era davvero.
-Complimenti Harry, ottimi gusti come sempre, è davvero carina.- scherzò voltandosi verso il riccio che saltò dalla sedia.
-No, no, no. Mi basta Louis con i suoi giochetti e le sue battutacce a cercare di mettermi in imbarazzo con lei, non ti ci mettere anche tu Gin.- parlò in fretta in riccio, stampandosi una mano in faccia per la disperazione mentre il viso di Shery andava a fuoco.
In quel momento la prima cosa che le saltò in mente fu l'imbarazzo per l'insinuazione, in un secondo momento si sentì grata nei confronti di Ginny per averla ritenuta carina. Non sapeva neanche perchè, ma sentire un complimento rivolto a lei uscire dalla bocca di quella ragazza tanto perfetta con quella voce tanto armonica la fece sentire lusingata.
-Sto solo scherzando Riccicicci, non te la prendere.- disse tranquilla, pizzicando una guancia di Harry.
La scena fece ridere un po' tutti al tavolo, tranne Niall che per quanto si sforzasse non apparì molto credibile. A Shery sembrò fin troppo strano perchè di solito l'irlandese rideva per qualsiasi cosa. Si notava parecchio che aveva una cotta per quella ragazza, e come biasimarlo? Era semplicemente splendida.
-Non chiamarmi Riccicicci, Ciufforosso!- si difese Harry, ridacchiando.
Lo sguardo di Niall non prometteva niente di buono, era geloso. Molto geloso.
-Odio quel nome, non fare il bastardo!- disse lei mettendo un finto broncio e mollandogli un pugno scherzoso sulla spalla.
Harry rise massaggiandosi il punto colpito.
Ginger consegnò l'ultimo menù a Liam sorridendogli.
-Bene, voi scegliete e io torno tra un po' per il secondo round a prendere le ordinazioni.- affermò rilassata per poi dileguarsi nel locale.
Shery aprì il menù, osservando le varie pietanze. Non c'era niente di speciale che servissero in chissà quale hotel a cinque stelle, più che alto era tutto in stile rustico. C'erano panini con salsiccia o patatine, piatti di pasta e diversi secondi specialmente di carne.
Lo sguardo della ragazza scivolò sui prezzi e in quel momento le salì l'ansia. Ancora una volta avrebbe dovuto farsi pagare tutto?
Fece scivolare una mano sotto il tavolo e pizzicò un lembo del pantalone di Harry, tirandolo verso di lei. Il ragazzo si voltò con sguardo interrogativo e lei iniziò a parlare in un sussurro.
-Non posso pagare.- ammise in imbarazzo.
Notò immediatamente un sorriso addolcito fare capolino sul viso del ragazzo che da sotto il tavolo le prese la mano e l'accarezzò.
-Non è un problema, prendi tutto quello che vuoi. Anche se avessi dei soldi a disposizione non ti avremmo fatto pagare comunque, ad essere una ragazza ci sono parecchi vantaggi.- concluse ridacchiando e facendo sorridere anche lei.
Riusciva a non farla sentire fuori posto con una semplice battuta, le bastava un suo sorriso per sentirsi sollevata, adorava parlare con Harry, la faceva sentire accettata.
-Tu cosa prendi?- domandò la ragazza, incuriosita di sapere i gusti del suo amico. Sì, amico. Erano amici, no?
-Due panini con salsiccia e patatine fritte e tanta coca cola. Tu cosa preferisci, cara?- domandò giocoso.
Shery tentò di sorvolare l'ultima parola pronunciata per non arrossire ed entrare in panico e rispose stranamente più tranquilla del solito.
-Non lo so proprio...- ammise lei indecisa.
-Posso consigliarti il kebab, ci mettono della roba strana dentro, ma è ottimo.- consigliò il riccio, indicandoglielo sul menù.
Shery annuì, il kebab le piaceva, era da troppo tempo che non lo mangiava.
Al tavolo ci fu ancora confusione, ma calò il silenzio quando una tipica musica paesana si diffuse nell'aria facendo girare a tutti la testa verso i due ragazzi seduti sulle scale all'entrata della chiesa che Shery aveva notato poco prima. Stavano suonando la fisarmonica e un tamburello, creando una sinfonia allegra e tipicamente movimentata.
La ragazza sorrise incantandosi a guardarli. La gente intorno a loro batteva le mani e muoveva qualche buffo passo di danza, tra risate e qualche parola di una canzone a Shery completamente sconosciuta tutti si divertivano. Sentire tutto quell'entusiasmo nell'aria le riempì il cuore di un'improvvisa gioia, amava quei tipi di festeggiamenti in mezzo alla strada, antichi e con quel ricordo di un passato non troppo lontano facilmente raggiungibile tramite canzoni tanto vecchie quanto tradizionali.
L'unica cosa che la distrasse da quella visione fu il ritorno di Ginger al tavolo, con un libretto e una penna in mano.
-Avete deciso?- domandò sorridendo.
Fu Louis a parlare e ordinare per tutti quello che volevano, mentre la ragazza scriveva di fretta tutto quello che le veniva detto.
Un attimo dopo la situazione tornò esattamente come prima; al tavolo tutti i ragazzi ripresero a parlare tranquillamente mentre Shery si voltò verso quei musicisti e osservò due signore che si erano tolte le scarpe e avevano iniziato a ballare una comica tarantella. La ragazza sorrise spontaneamente, immaginando sè stessa lì in mezzo ad azzardare passi di danza e si sentì stupida al solo pensiero.
-Vuoi andare a ballare?- sentì l'inconfondibile voce di Harry accanto a lei, come se l'avesse letta nel pensiero.
La ragazza si voltò verso di lui ridacchiando.
-Ovviamente no, sembrerei una pazza ubriaca.- ammise lei, guardando il viso del ragazzo e i suoi occhi fissi verso le signore che ballavano.
-Si vede che non sei mai stata qui con noi.- disse il riccio, volgendo lo sguardo verso di lei con una smorfia comica sul volto.
-Che vuol dire?- domandò lei incuriosita.
-Aspetta che l'alcol inizi a circolare e vedrai.- rise Harry, creandole in testa altre domande, su domande, su domande.
immaginò le scene più improbabili di Niall e Zayn scalzi con i pantaloni arrotolati prendersi a braccetto e iniziare a girare in tondo ridendo come dei folli, e ancora Louis e Liam cantare canzoni della zona con una birra in mano chiaramente sbronzi mentre Harry si credeva un musicista professionista suonando un tamburello.
Ridacchiò da sola per alcuni istanti, fermandosi poco dopo e sperando che non l'avesse vista nessuno dei cinque ragazzi seduti al tavolo con lei.
Si voltò a guardare la situazione generale al tavolo, rendendosi conto solo allora che Ginny era tornata con un vassoio pieno di bibite. Al tavolo tutti avevano una birra, tranne lei,Harry e Liam.
-Come mai non bevi?- gli domandò la ragazza.
-Stasera tocca a me guidare.- confessò aprendosi la lattina di coca cola.
-Capisco.- disse lei tranquilla, aprendo anche la sua bibita.
-Dopo ti porto a vedere il castello.- le preannunciò Harry, portandosi la lattina alle labbra e sorseggiando un po'.
Shery restò per un attimo fissa ad osservare i suoi movimenti e la sua bocca poggiarsi intorno alla boccuccia della lattina.
-C'è anche un castello?- domandò lei, distogliendo lo sguardo dalla bocca del ragazzo.
-Si, ed è meraviglioso. Quando veniamo qui prima mangiamo in questo locale, poi visitiamo il castello e infine andiamo sulla terrazza panoramica. Passiamo lì il resto della serata, l'alcol inizia ad entrare in circolo e si vedono scene surreali di scatenati balli irlandesi di Niall e gli altri che tentano di imitarlo, ma la maggior parte delle volte finiscono con le chiappe a terra.- ammise ridendo Harry, mettendo la coca cola sul tavolo.
-Scommetto che ci sei finito anche tu a terra almeno una volta.- lo prese in giro Shery.
-Ovvio, sono quello con l'equilibrio più precario nel gruppo.- confessò ridendo e facendo scoppiare a ridere anche la ragazza accanto a lui.
-Su questo siamo gli opposti, io ho un ottimo equilibrio.- annunciò lei fiera.
-Bene, vorrà dire che ti starò attaccato tutta la serata così se cadrò tu mi prenderai al volo.- scherzò.
-Non dovrebbe essere il contrario?- chiese la ragazza, tentando di trattenere le risate.
-Beh, forse si...- ammise ridendo.
 
Louis stava osservando ogni minimo movimento di Shery ed Harry con la coda dell'occhio e non faceva altro che fare caso a quanta chimica ci fosse tra quei due. Erano una coppia vincente per il semplice motivo che avevano caratteri e tratti completamente diversi tra loro. Harry era quello forte, pronto a difendersi e difenderla in ogni caso, il tipo di ragazzo su cui si può contare quando si ha bisogno di aiuto; Shery invece era piccola e innocente, riservata e infinitamente timida, capace appena di difendersi da sè stessa, figuriamoci dagli altri.
Ogni volta che Louis la guardava cercava di cogliere più dettagli possibili, e ogni piccolo movimento o gesto lo portavano a credere che si trovasse davanti alla ragazza più indifesa in tutta Londra. Il modo in cui arrossiva o si torturava il mignolo ogni volta che si trovava in imbarazzo o sotto pressione e in preda al nervosismo; la mano che copriva la bocca quando rideva, nascondeno quella meraviglia di sorriso e altri piccoli dettagli non facevano altro che incrementare in Louis quella certezza che Shery avesse un carattere talmente chiaro e cristallino che era impossibile non comprendere come minimo il suo stato d'animo in ogni momento della giornata. O magari più semplicemente Louis era un buon osservatore, capace di capire al volo il carattere delle persone che lo circondavano.
Si voltò per un attimo ad osservare Shery ed Harry ridere insieme mentre osservano dei vecchietti che erano scesi in piazza per poter ballare una tarantella, sorrise a sè stesso vedendo il suo amico così felice. Si stava instaurando un ottimo rapporto tra loro due, si capivano e questo rendeva le cose più semplici.
Girò la testa per guardare dritto davanti a sè, trovandosi un Niall particolarmente impegnato a fissare un punto preciso alle spalle di Louis. Il ragazzo si voltò per un attimo, giusto il tempo di capire cosa fosse soggetto di tanta attenzione, ma non appena intravide la chioma arancione di Ginger si voltò tornando a guardare l'amico.
Aveva già capito tutto. E' vero che nel gruppo non fosse un segreto il fatto che tra il biondo e la rossa ci fosse stato -e c'era ancora- qualcosa, ma nessuno aveva esattamente capito cosa. Si era spesso vociferato di un bacio, ma Niall non aveva mai confermato nulla. Se l'irlandese era bravo in qualcosa di sicuro era mantenere i segreti e la sua vita privata bene al riparo da tutti, compresi i suoi amici.
Il parere di Louis in tutto questo era solo uno: niente bacio, semplicemente un dolcissimo amore platonico.
Lei era estroversa e allegra, quasi senza timore di nulla, ma il modo in cui abbassava lo sguardo sorridendo ogni volta che incrociava gli occhi di Niall portavano Louis a credere che non ci fosse stato ancora nulla. Erano imbarazzati tra di loro ed era risaputo anche che il biondo fosse infinitamente lento e timido con le ragazze mentre Ginny, dal canto suo, per quanto potesse cercare di nasconderlo era riservata e impacciata con i ragazzi verso cui provava anche il più banale sentimento diverso dall'amicizia.
Quei due sarebbero stati una coppia esplosiva insieme, e Louis era ogni volta sempre più certo che prima o poi uno dei due avrebbe fatto un passo avanti e sarebbe scoppiata la scintilla che avrebbe successivamente dato il via ad un vero e proprio incendio tra di loro.
 
Non ci volle molto per vedere arrivare le ordinazioni al tavolo e ancora meno per finire tutto quello che prima si trovava nei piatti sul tavolo. Erano tutti decisamente affamati, ma probabilmente Shery era la prima in classifica in questo caso. Mangiò tutto in poco tempo, ma comunque mantenendo un atteggiamento delicato e femminile, attenta a non sporcare i vestiti che le aveva regalato Harry e a non apparire come un porco in un porcile agli occhi dei cinque ragazzi presenti al tavolo che, al contrario suo, badavano poco al Galateo e alle buone maniere. Prendevano tutto con una sola manata e in pochi morsi finivano un intero panino.
Una cosa che Shery notò particolarmente fu il numero di birre che arrivarono al tavolo e tornavano nel locare vuote. Ne avevano bevuta tutti almeno tre, escludendo Harry e Liam.
A breve l'alcol avrebbe iniziato a girovagare per le vene di ognuno di loro ed era più che certa che avrebbero presto iniziato a delirare un po' tutti, ma era comunque sicura che si sarebbe divertita da morire. Anche se tutti fossero finiti ubriachi come delle spugne Harry sarebbe rimasto sobrio, e se aveva lui accanto tutto sarebbe indubbiamente andato bene.
Quando tutti i ragazzi si alzarono prendendo la loro roba sul tavolo per poi dirigersi verso l'interno del locale per pagare il conto. Shery si sentì avvampare per l'imbarazzo, ma quando Harry le poggiò una mano sulla schiena, accarezzandogliela leggermente con il pollice, per poi pagare anche la parte che avrebbe dovuto dare lei si sentì leggermente meglio. Il riccio si voltò verso di lei sorridendo tranquillo, tentando di infonderle serenità, e in parte ci riuscì.
Uscirono dalla porta principale del locale tutti insieme e Shery iniziò già a fantasticare sulle meraviglie del castello che a breve avrebbe visto. Era sicura che sarebbe stato tutto speciale, meravigliosamente perfetto per il semplice fatto che con quei cinque non si poteva non ridere ogni due minuti.
Si sarebbe divertita come non le succedeva da anni, l'occasione che aspettava da tempo e che sperava si sarebbe presentata prima o poi era ora davanti a lei e non aveva intenzione di lasciarsela scappare. Per anni aveva deciso di non buttarsi dal ponte perchè era certa che un giorno tutto si sarebbe sistemato, che avrebbe trovato degli amici e qualcuno che la facesse sentire protetta e al sicuro.
In pochi giorni la sua vita era stata stravolta da un ragazzo dalla chioma di capelli pari a quella di un nido di uccelli. Gli doveva tanto, ma allo stesso tempo si era ripromessa che non avrebbe sprecato le opportunità che lui le avrebbe messo davanti e quella sera per lei rappresentava una delle tante opportunità.
Sarebbe andato tutto bene, con Harry non c'erano alternative. Si sarebbe divertita e avrebbe dimenticato il passato per una notte.
 
 


Spazio autrice.
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Buonciao (?) belle ragazzuole. Come vi va la vita? Io non mi lamento, studio tutto il giorno e vengo comunque ripagata con dei voti di merda, quindi ci ho perso la pazienza. Fanculo a questo liceo del cazzo :')
Comunque, la smetto di annoiarvi con la mia vita penosa e passo al capitolo.
Mi dispiace di aver aspettato qualche giorno per aggiornare nonostante avessimo già raggiunto le 15 recensioni (di cui vi sono infinitamente grata dfbvkjashbkufy), ma sono stata sommersa dalla scuola e altri impegni e non ho trovato il tempo,scusatemi çç
Vi ho presentato un po' l'adorabile Ginger (amo questo nome ahbfvkajsdnmljkvnaioknv) che tra un po' diventerà più presente nella storia e come avrete sicuramente immaginato avrà una fantastica love story (?) con Niall **
Il momento romantico che vi aveva preannunciato nello spazio autrice precedente non è presente come avrete notato, infatti sarà nel prossimo capitolo *non uccidetemi*.
La seguente pubblicazione è prefissata per una data non definita, ma penso di metterci un paio di settimane a scriverlo e pubblicarlo.
Detto questo aspetto le solite 15 recensioni -minime- per aggiornare.
Un bacio,
Raffa :)

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