Innamorato di una ballerina - Non tutto è perfetto

di timetosaybyebye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dance! ***
Capitolo 2: *** Her past. ***
Capitolo 3: *** Like James Bond, I'm like a spy. ***
Capitolo 4: *** New friends for Haiko. ***
Capitolo 5: *** Missions. ***
Capitolo 6: *** What if I fall in love? ***
Capitolo 7: *** Hypnosis. ***



Capitolo 1
*** Dance! ***


 
Allora, salve a tutti. Sono nuova in questo fandom e la mia storia sarà basata sull'anime per alcuni aspetti (il manga lo devo leggere su internet in inglese. Mi ci vuole tempo!). Vi informo che questo è il mio primo disclaimer (Perché questo è un disclaimer, vero?) e spero di non fare casini come mio solito. Che dire... La storia diciamo che ha collegamenti con gli episodi dell'anime (infatti inizia dall'episiodio 11/12) e per il fatto di Medusa (di cui si parlerà più avanti) mi sono sufficientemente documentata. Che dire... Spero che questa storia verrà letta ed apprezzata. Un'ultima cosa. Siccome lei sarà una ballerina, inserirò nomi di canzoni/gruppi, ma non è ASSOLUTAMENTE una song-fic. Anyway.. Spero di non avervi fatto innervosire/scocciare. 
Accetto critiche e tutto! Non mi offendo!

Vi lascio il prologo. 
Enjoy it!
 
 
 
Dance.
 
 
 
- Allora ciao, Kid! - urlò Maka dal davanzale. - a domani! - salutò, con tutti gli altri dietro. Il ragazzo ricambiò il saluto distrattamente. Dopodiché fece apparire il suo skate dall'anello e corse verso casa, chiedendo alle due buki di non fare troppo tardi. Patty annuì, sorridendo ampiamente mentre Liz era leggermente spaventata dal buio incombente. Kid corse via per i vicoli di Death City pensando continuamente se avesse lasciato qualcosa fuori posto. Ma, mentre sfrecciava, la sua attenzione fu rapita da una vetrina, mai vista prima. Dentro vi era una ragazza che, con movimenti delicati ma soprattutto simmetrici, si muoveva a ritmo di musica. Era così elegante. Era stranamente incantato da quella perfezione. Quando vide, poi, il volto della giovine incontrare i suoi occhi, abbassò il capo e ripartì alla via di casa. si chiedeva come avesse potuto, una persona qualunque, fargli distogliere i pensieri dalla simmetria. Si maledì mentalmente e, appena raggiunto l'ingresso di casa andò a controllare il quadro all'ingresso. Tutto era perfettamente simmetrico, come sempre.
 
Medusa guardava insistentemente Haiko.
- Non ti deluderò, Lady Medusa. - annunciò. La strega le sorrise.
- E' per questo che ti ho affidato questa missione. So che non lo farai. - le rispose, facendola sorridere. Era incredibile quanto dolce fosse Medusa con la ragazza. Con Elka era sempre stata dura. Con chiunque lo era, ovviamente non alla Shibusen. Nella scuola aveva lo stesso atteggiamento che aveva con Haiko così dolce, così... materno. Stretto il borsone in mano, le due si avviarono a Death City.
- Grazie, Lady Medusa. - sorrise.
- E' pur sempre una missione! Il tuo appartamento è poco più avanti. Buona giornata, Haiko. - lei annuì e dopo che le diede un bacio in fronte. La ragazza arrossì ed entrò nella sala da ballo.
- Tu sei la nuova, giusto? - la richiamò una donna, forse sulla cinquantina, vestita di nero e con i capelli perfettamente in ordine. Lei annuì.
- Mi chiamo Haiko. - annunciò.
- Va' a cambiarti, la lezione di danza inizia tra poco. - lei corse nello spogliatoio a vestirsi e, una volta tornata in sala, fissò la propria sagoma allo specchio. I lunghi capelli biondi, raccolti in un tuppo alto, mostravano il tenero viso chiaro nel quale si facevano spazio due grandi occhi blu come la notte, un piccolo naso a punta, perfettamente dritto e la bocca rosea. Il suo fisico, perfettamente proporzionato e sodo per la danza era stretto in un semplice body nero. Finalmente, le altre ragazze arrivarono e la lezione cominciò. Dopo il dovuto riscaldamento collettivo, cominciò l'allenamento per il saggio invernale. Anche se, probabilmente, si sarebbero esibite all'anniversario della fondazione della Shibusen, ma niente di sicuro. Dopo due ore di estenuanti correzioni di postura e vari andeor, la lezione finì.
- Mi scusi, signora - cominciò timidamente Haiko, andando verso la sua insegnante.
- Dimmi cara. -le rispose amorevolmente.
- Mi chiedevo se potessi trattenermi un po' di più qui per ballare. Sa, sono nuova e vorrei...- la maestra annuì.
- Ti basta un'ora? Io ho delle commissioni da fare e per tornare a casa passo di qui. - spiegò lei e la bionda annuì.
- La ringrazio! - la donna uscì e Haiko rimise la musica. Dopo aver ripetuto le posizioni basilari, si esercitò sulla coreografia. Pensava a Lady Medusa e alla missione affidatale. Non riusciva a capire perché, nonostante lei fosse infiltrata nella Shibusen, anche lei dovesse partecipare a questo colpo grosso. Già aveva messo i mezzo suo figlio Crona, facendo infettare il sangue di Soul (al quale contatto con questo sangue, Haiko poteva morire) mentre lei non aveva nessuna funzione. Lei era solo un'arma. Mentre stava concludendo la coreografia, sente uno sfrecciare, davanti la vetrina. Non volle voltarsi, non volle sapere chi egli o ella fosse che la stava guardando. Volle solo pensare ad essere perfetta. Si concentrò sulle sue mosse, guardando lo specchio. Distinse, fuori, la sagoma che lo stava fissando. Una sagoma completamente nera, esile, ferma su uno Skate. Si voltò, per vederlo meglio, ma scappò. Sorrise tra se e se. Il presentimento che aveva avuto era che fosse Death The Kid, figlio del sommo Shinigami. Sorrise tra se e se di nuovo. Il piano già poteva iniziare a svolgersi.

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Capitolo 2
*** Her past. ***


I'm Back! Eccomi con il secondo capitolo! Spero di non deludervi perché come prima storia sull'amato Kid voglio che sia bella :3 Non voglio anticiparvi niente perché non ci sarebbe gusto, altrimenti u.u Spero di essere chiara, piuttosto. Inoltre, preciso che gli spazi stanno ad evidenziare il fatto che passavano dei giorni. Bene, la finisco di ciarlare a vuoto e vi alscio al capitolo.
Byee <3


Her past.

 
 
Anche quella notte Haiko si era risvegliata di colpo. Ancora quell'incubo. Ancora la distruzione del suo villaggio, la fuga. Le lacrime scendevano sole e lei le lasciava fare. Medusa era a conoscenza di questi incubi, lo sentiva dentro. Erano come in simbiosi, le due. Come parti della stessa anima. L'una sentiva i pensieri dell'altra.. Come se fosse una strana telepatia. Si rimise a letto, sperando di non rifare lo stesso incubo.
 
 
ANNI E ANNI PRIMA.
 
 
Sembrava un giorno come gli altri alla piccola bambina dai capelli biondi. Giocava con la sua amata bambola consumata, il corpo di pezza, era fasciato da un vestitino tipico da ballerina classica. L'adorava. La sua madre adottiva le aveva raccontato che quella bambolina apparteneva alla sua famiglia da generazioni. Era mantenuta bene, per avere un centinaio d'anni. Ma quella giornata era destinata a cambiare. Un boato scosse il piccolo villaggio ai confini del Minnesota. Il fuoco, le fiamme, la distruzione. La donna, che stava lavando i panni alla fontana di paese prese per mano la piccola. Guardò suo marito, che le fece cenno di scappare.
- Salvati almeno tu! - le aveva urlato. Stringendo la mano della figlia, correvano via dal villaggio, come altre persone. Persino le sue amiche, correvano via spaventate. Le urla delle vittime risuonavano forti per la strada. Sentivano il calore del fuoco addosso e lo svolazzare della cenere intorno, come neve sporca che cade. La madre adottiva della piccola si fermò. Era spaventata, sentiva qualcosa. Lasciò la mano della piccola e poi l'avvolse in un abbraccio. L'ultimo per la piccola Haiko.
- Scappa Haiko! Scappa! - urlò la sua mamma, indicandole il bosco.
- Mamma! Io non.. - ma la fermò.
- Scappa via! Non devono prenderti! - le urlò lei. Strinse forte la sua bambola e cominciò a correre a perdifiato verso il boschetto dove giocava sempre con le sue amichette. Si raggomitolò su se stessa, piangendo. Aveva sentito le urla delle piccole amiche, le urla delle donne. Dopo essersi riposata ancora, si nascose in un tronco d'albero e dopo le lacrime e la stanchezza per quella corsa si riaddormentò, sperando che tutto questo fosse un incubo.
 
Haiko aveva solo cinque anni quando fu' strappata via dalla sua famiglia. Era così piccola e fragile...
 
La bambina, si risvegliò in una grande ed illuminata camera da letto. Sembrava fosse una di quelle camere delle fiabe piene di giocattoli e di vestiti bellissimi.
- Ciao piccolina, come ti chiami? - le chiese una donna dai capelli biondi e dallo sguardo dolce. Lei si voltò dalla parte opposta. - Sei dura a parlare, eh. - continuò.
- Voglio la mia mamma. - piagnucolò la bambina. La donna sbuffò.
- La tua mamma non c'è più, piccolina. Mi ha chiesto di salvarti. - le raccontò.
- Tu hai visto la mia mamma prima che se ne andasse? - lei annuì.
- Tu sei l'unica sopravvissuta, da quella battaglia. - le carezzò il viso. La bambina scoppiò a piangere, chiedendo silenziosamente un abbraccio alla donna davanti a se. - Va' tutto bene ora, sarò io la tua mamma. - la piccola scosse fermamente la testa.
- Tu non puoi esserlo! Voglio la mia mamma! Ma lei è morta! Ora vattene via! - esclamò la bambina. Medusa si rassegnò e uscì dalla camera. Era ora di vedere se Crona avesse il coraggio di uccidere il mostriciattolo nero.
 
I giorni passavano e la bambina, testarda, non si decideva a parlare con la strega Medusa. La donna ci stava mettendo tutta la pazienza. Più che altro, l' aveva vista spesso ferma a fissare il carillon. La vedeva dilettarsi ad imitare la bambolina e sorridere tra se e se. Ora, Medusa, sapeva cosa fare.
Il pomeriggio stesso, dopo aver rinchiuso per l'ennesima volta Crona nella stanza buia, prese il grammofono e vari dischi che aveva trovato. Aprì piano la porta e posò tutto sul pavimento. Haiko guardò la donna infastidita.
- Cosa vuoi? - domandò.
- Voglio solo farti ascoltare musica bella da ballare. - le sorrise la strega. Medusa notò che aveva ancora i vestiti di quel giorno. Nonostante gliene avesse portato altri, come i giochi.. La bambina li aveva meticolosamente sistemati in ordine di grandezza. Si stupì, di quanto ci tenesse all'ordine e alla precisione.
- Ti va' di ballare con me? - le chiese gentile. Alla bambina si illuminarono gli occhi ed accettò. Medusa mise un disco e cominciarono a ballare il valzer. La bambina era felice e rilassata. Medusa, vedendo l'anima della ragazza, si rese conto che aveva davanti a sè un'arma. Finita la canzone, la bambina si spostò un po' e si mise davanti a lei.
- Io sono Haiko. - si presentò la piccolina.
- E io Medusa. - e si strinsero la mano, ricambiandosi un sorriso. Finalmente, cominciavano ad avere un rapporto.
 
Dopo vari giorni, l'amicizia tra le due si faceva stretta mentre Crona, ahimè, era astio alla violenza, oltre ad essere terrorizzato da tutto.
- Mi prometti che non mi abbandonerai? - chiese diretta la piccola.
- Ho promesso di proteggerti, piccola Haiko. - E le scompigliò i capelli con fare materno. La piccola li aggiustò.
- Non mi rovinare i capelli! - si lamentò, stirandosi con le mani i lunghi capelli biondi. Medusa si alzò e andò a prendere la spazzola poco lontano da loro.
- Posso... Spazzolarteli? - la bambina annuì. La strega le diede una mano ad alzarsi e la fece accomodare di fronte la specchiera da dove aveva preso la spazzola. - Quindi ti chiami Haiko...
- Sì. Haiko Lawrence e da grande farò la ballerina. Non voglio combattere. - per un attimo Medusa si fermò.
- Sei un'...arma? - chiese, fintamente stupita. Sapeva che lo fosse, da quando avevano ballato.
- Sì. La mia mamma mi diceva che da grande mi avrebbe iscritto alla Shibusen. Sarei potuta diventare una falce della morte. Ma non voglio! Combattere è stupido! - urlò.
- Non dire così, piccola Haiko. - e la bambina si voltò a guardarla.
- Vuoi dire che fare la guerra è giusto? - Medusa, stupita dalla risposta, boccheggiò. La bambina si alzò dalla sedia e tornò sul letto.
- Non è giusto. Ma se una persona fa' la guerra, lo fa' per difendersi.
- E perché il mio villaggio è stato attaccato? cosa aveva fatto? - domandò. La donna boccheggiò di nuovo.
- Hai ragione. - le accarezzò i capelli e la lasciò in pace. Avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo. Ma presto, quella bambina, sarebbe diventata la pedina più importante del gioco.
 
QUALCHE ANNO DOPO.
 
 
Medusa era tornata dalla scuola più nervosa del solito.
- Lady Medusa, qualcosa non va'? - chiese premurosa la ragazza. Ormai aveva dieci anni.
- Non riesco come può Shinigami - Sama mandare ragazzini in missione! - esclamò irritata. Haiko, prontamente, le diede del tea caldo per calmarsi.
- Sa quello che fa'! E' pur sempre la più alta autorità di Death City! - lo difese la bionda. Medusa, decise di rivelarle la verità.
- Siediti, cara. C'è qualcosa che non ti ho detto. - la giovane arma si accomodò di fronte alla strega e le prese le mani.
- Non avevo mai voluto dirtelo per paura di una tua strana reazione... - cominciò il discorso la gorgone. - A radere al suolo il tuo amato villaggio è stata la Shibusen. - lei strabuzzò gli occhi.
- Non posso crederci... - sussurrò. - la scuola per armi e maestri d'armi.... Shinigami - Sama... Hanno distrutto il mio villaggio. Non può essere possibile. - era sconcertata. Si lasciò andarare sullo schienale della sedia, troppo incredula per dire qualsiasi cosa.
- Io mi ero di passaggio, quel giorno. Ti trovai raggomitolata in quel tronco e ti presi con me. Eri troppo piccola per riuscire a cavartela da sola. - le lacrime solcavano il viso della ragazzina. Per questi cinque anni aveva creduto che fosse stato un incidente, un attacco di banditi.. ma non la Shibusen.
- Voglio vendicare la morte dei miei genitori. - annunciò, asciugandosi le lacrime. - voglio seguire la mia natura.
- E io ti allenerò. - le rispose la strega, abbracciandola. - Vendicheremo la tua famiglia. Te lo prometto.
- Lady Medusa... Sarai la mia meister? - la donna amante dei serpenti annuì.
- E tu la mia buki. - e si abbracciarono. - Ora trasformati! - le ordinò. E il suo corpo diventò una lunga falce. Aveva il manico nero e la lama era argento con delicati disegni. Medusa era soddisfatta di sè, avrebbe liberato il Kishin, sarebbe stata finalmente la strega più potente del creato.
 

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Capitolo 3
*** Like James Bond, I'm like a spy. ***


 

 Ma buonsalve! Allora, diciamo che questo capitolo mi diverte, perché sputtana tantissimo. xD per non parlare del prossimo. E' già passata una settimana, sì. Probabilmente, vi potrà sembrare veloce, e vi capisco. Spero che vi piaccia il terzo capitolo.
Enjoy it!

 


Like James Bond, I'm like a spy.
 



Anche quel giorno Kid era uscito frettolosamente di casa, lasciando le sorelle Thompson ai loro affari senza dare spiegazioni. Dalla sera con gli altri era diventato strano. Ogni giorno, o almeno quasi tutti, alle 15:50 usciva puntualmente di casa, per chissà dove e tornava alle 19:00, con un grande sorriso stampato in volto. Tutti si chiedevano a cosa fosse dovuta quella felicità, quel sorriso giornaliero che ai suoi amici faceva certamente piacere, ma volevano delle spiegazioni... D'altronde erano migliori amici. "Per stabilire un buon rapporto con le proprie armi, Kid non deve avere segreti!" Si era lamentata Liz, limandosi le unghie. Il giovane, arrivò alla sua solita postazione e guardò l'esibizione che gli si offriva davanti. Presto si sarebbe avvicinato il famigerato test del professor Stein, ma non riusciva a studiare, poiché la sua mente era occupata dal pensiero fisso di quella ballerina. L'aveva vista da vicino solo il giorno che l'aveva incontrata la prima volta. Incuriosito da lei, dal suo modo di ballare, andava ogni qualvolta ci fosse lezione per vederla muoversi così perfettamente. Era l'incarnazione della perfezione, della simmetria. Era... Era cool, come avrebbe detto Soul. O trascendeva gli dei, come avrebbe detto Black*Star. Scosse la testa allontanando pensieri diversi che non parlassero della bellissima ballerina bionda che ormai seguiva da una settimana. Si chiedeva seriamente se si sarebbe mai fatto coraggio e se si sarebbe presentato a lei. Si chiedeva se lei lo schiferebbe o gli sorriderebbe. Death The Kid fissava insistentemente i movimenti fluidi di lei, la ragazza senza nome, la bella, la perfetta... Sospirò, rendendosi conto di quanto stesse diventando rammollito. Infatti, oltre a non studiare, non andava agli allenamenti che Stein aveva loro imposto. Avrebbe dovuto fare decine e decine di corsi di recupero per questo e ne era consapevole. Ma finché non trovava il coraggio di presentarsi alla ragazza, non riusciva a fare nient'altro che guardarla. Le ore passavano in fretta e la lezione finì. Quest'oggi, però, non si era dilungata per le sue solite prove extra. Sospirò triste e il povero Kid tornò a casa. Oggi l'aveva vista un'ora in meno e questo lo faceva dispiacere. Non riusciva a capire perché quella ragazza modificasse il suo umore.
- Sera Kid! - urlò Liz sulla porta appena entrò.
- Ciao Liz. - biascicò piatto, andando in camera. Si stava spogliando per entrare in doccia quando la porta si spalancò.
- Ehi Kid! - urlò Patty. - Che ne dici se... - e la sua voce piano piano si affievolì, rendendosi conto che il suo meister era semi nudo. Richiuse la porta in men che non si dica, arrossendo in viso.
- Allora? Glielo hai chiesto? - domandò la sorella, appena la vide entrare. Silenziosa, scosse la testa buttandosi sul letto.
- Ho visto Kid quasi nudo. - sussurrò con fare sognante e imbarazzato. Patty aveva sempre avuto un occhio particolare per il suo maestro. Era raro che restasse senza camicia se non facesse un gran caldo o se stessero facendo allenamento. Ogni volta però, il fisico di Kid, stupiva la piccola Thompson, facendola arrossire violentemente come una bambina. Liz rise.
- Questa era da non perdere! - commentò l'altra Thompson, prendendo in giro la sorella.
- Non è divertente! Avrei voluto vedere te in quella situazione! - rispose Patty. Liz Sospirò. Sentirono bussare alla porta ed entrambe si misero ritte.
- Avanti! - disse Liz. Era Kid, intento ad aggiustarsi la camicia.
- Cosa volevi... - e strabuzzò gli occhi. - I Vostri libri sono asimmetrici! - urlò, appena posò lo sguardo sui tre libri poggiati sul comodino. Erano le favole che spesso la maggiore delle sorelle leggeva alla minore. Il giovane dio della morte sistemò i libri e si schiarì la voce. - cosa volevi chiedermi, Patty? - ricominciò lui.
- Se volessimo allenarci. Sai è tanto che non lo facciamo e potrebbero assegnarci delle missioni. - rispose Liz. Patty era ancora in imbarazzo per la situazione di prima.
- Avete ragione. - ammise lui.
- Allora chiamo gli altri e ci alleniamo insieme! - rispose Patty, recuperatasi dal suo stato d’imbarazzo. Il maestro uscì dalla loro camera e fece il solito giro di casa per federe se ci fosse qualcosa di asimmetrico.
- Kid andiamo! Altrimenti faremo tardi! - aveva urlato Liz dall'entrata. Lui sospirò e raggiunse le ragazze. Loro si trasformarono in pistola e raggiunsero il solito posto dove si allenavano. Quando videro arrivare il trio, tutti si sorpresero.
- Il figlio del Dio della Morte ci ha degnato della sua presenza! - esclamò Maka. Black*Star, infastidito, lo prese per il colletto della camicia e lo alzò da terra.
- Nemmeno tu puoi permetterti di rubarmi la scena! Io sono Black*Star! Colui che supererà gli dei! - disse, con urlando come suo solito. Lo mise giù e Kid si sistemò.
- Possiamo cominciare, finalmente. - disse Stein. - Oggi si affronteranno Maka e Kid. - i due annuirono e si posizionarono l'uno di fronte all'altro. Soul si trasformò e l'altro meister, invece, afferrò le sue pistole. La prima mossa fu concessa alla maestra della falce che subito si avventò contro l’avversario. Lui, con un salto, evitò il colpo e le sparò addosso. Maka evitò facilmente i colpi e in men che non si dica Kid si trovò a terra.
- Ecco cosa succede a perdere gli allenamenti. - lo canzonò Stein. - Spero tu non stia venendo perché stai studiando.. - continuò lui, aggiustandosi gli occhiali.
- A dir la verità ogni giorno sparisce per andare chissà dove! - spiegò Patty, facendo arrossire Kid.
- Non è vero... - titubò lui, guardando altrove. Le sue armi si ritrasformarono in umane e cominciarono a ridere, prendendolo in giro.
- Ma certo! Gli piace una ragazza! - ipotizzò Soul, cominciando a ridere. Il ragazzo vittima delle prese in giro abbassò il capo, correndo giù per la collina dove si trovavano. Corse giù, arrivando in fretta al parco dove spesso con gli altri giocava a basket. Si chiedeva perché si fosse arrabbiato per quello che avessero detto. Non era forse vero? Quella ballerina gli piaceva e odiava se stesso per non essersi fatto coraggio e aver parlato con lei. Nascose la testa nelle ginocchia pensando a cosa fare. Mentre era immerso nei suoi pensieri, una presenza gli si sedette accanto. Stava per inviare imprecazioni di ogni tipo convinto fosse Black*Star o Soul, ma trovò il viso di Tsubaki di fronte a se.
- Ehi Kid. - disse lei. - Posso capirti. - disse solo, arrossendo appena. Lui la fissò negli occhi.
- Come? - rise imbarazzata.
- A me piace un ragazzo. Con lui sono anche molto unita.. Solo che non glielo dirò mai. Ho troppo paura di un rifiuto. - confessò, sospirando.
- Almeno tu hai un rapporto con lui. - si lamentò. - Io mi limito a guardarla da lontano come uno stalker! - Tsubaki sorrise.
- Devi solo farti coraggio... Domani che ne dici se ci andiamo insieme da questa ragazza? - propose lei, sorridendo. Annui.
- E sia. - I due si alzarono e, quando stavano per uscire dal campo, gli altri cinque li avevano raggiunti, con il fiatone.
- Ehi, scusa amico! - esclamò Soul. Lui fece spallucce.
- Niente di grave. - rispose calmo.
- Ora facciamo una partita a basket? vi prego! - supplicò Patty, saltellante.  Tutti annuirono e, per fare squadre con un numero pari di giocatori, esclusero Liz. Kid era con Tsubaki e Patty. Mentre i restanti Soul, Maka e Black*Star formavano la squadra avversaria. Cominciarono a giocare e, come tutti si aspettavano, la squadra del giovane Shinigami era in vantaggio. Maka era disperata perché ancora non aveva capito come funzionava il gioco e, oltre a urlare cosa dovesse fare, stava ferma in mezzo al campo e, quando erano costretti a passargliela, lei la buttava a casaccio, ma mai verso il canestro. Proprio una di queste volte, la palla arancione si avvicinò ai piedi di una ragazza che Kid conosceva molto bene.

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Capitolo 4
*** New friends for Haiko. ***


Ed eccoci al quarto capitolo! Allora, diciamo che doveva essere unito all'altro. Ma la suspance è qualcosa che ho sempre amato. Ma tanto lo avevate capito tutti chi era e.e Ok, la smetto, la smetto.
Scusate il ritardo!
Grazie per le recensioni, siete molto gentili. :D
Anywaaaay...
Enjoy it!

 

New friends for Haiko.

 
 
 
Appena Lady Medusa vide Haiko varcare l'uscio di casa sua, la guardò accigliata.
- Dopo una settimana non hai concluso ancora niente? - iniziò, alzandosi e andando da lei.
- Io... - voleva giustificarsi, ma non aveva nessuna scusante.
- Sai, tra poco ci sarà l'anniversario della Shibusen. E sai cosa dovrà succedere, vero? - la giovane annuì. - Bene, e tu e lui dovete essere in buoni rapporti. Ti ho spiegato cento volte come deve svolgersi il piano, ma senza di te non può funzionare! - Le ricordò Medusa. Avevano studiato ogni singola cosa nei minimi dettagli. Sapevano quasi sicuramente che non avrebbero agito nella calma più totale quindi Free, Crona e lei stessa sarebbero stati dei diversivi. Avrebbe risvegliato il Kishin e avrebbe finalmente raggiunto i suoi obiettivi.
- Sei sicura che io sia la persona giusta? Insomma... E se poi venisse fuori tutto? - Medusa le sorrise confortandola. Non si aspettava si tirasse già indietro.
- Tu sei perfetta. Sei una doppiogiochista nata, puoi illuderli tutti e farli cadere in tuo potere. Puoi scoprire i loro segreti e distruggere la Shibusen dall'interno. Vuoi vendicare il tuo villaggio o no? - Esclamò la strega. I suoi grandi occhi blu brillarono di vendetta.
- Che ne dici di allenarci? Io contro di te, come l'ultima volta. - propose la ragazza. Medusa annuì, soddisfatta. Aveva anche lei in pugno.
 

Appena finito lo sfiancante allenamento, decise di andare al campo da basket che aveva visto qualche giorno prima. Doveva pensare a come agire. Strinse forte il libro di cure medicinali che le aveva prestato la strega e sospirò rumorosamente. Non sapeva proprio da dove cominciare. Erano anni che non faceva amicizia, in un certo senso. Haiko era così persa nei suoi pensieri che non si era accorta di essere arrivata ma, cosa più importante per lei essendo ballerina, stava per inciampare in una palla. Accortasi dell'ostacolo, la prese e, quando stava per porgerla a chi l'aveva persa, i suoi occhi si persero in un paio dello stesso colore dell'oro fuso, così puri...
- Grazie. - balbettò Kid, per poi tornare dagli altri. Quando si voltò alla sua destra, per andarsi a sedere su una panchina, una biondina con degli occhi verdi e delle codine fissava estasiata il suo libro. Era Maka Albarn, maestra della falce e figlia dell'attuale falce della morte Spirit Albarn.
- Questo libro... - sussurrò, sfilandoglielo delicatamente dalle mani. Haiko sorrise.
- Dai Maka! Vieni a giocare! - urlò un ragazzo dai capelli blu appuntiti e una stella tatuata sull'avambraccio. Quello doveva essere Black*Star, l'unico superstite del Clan della Stella. Poco dopo, le due ragazze furono attorniate dalla cricca di Maka, curiosi di sapere chi fosse la nuova arrivata.
- Non ti ho mai visto qui... Sei venuta a rubarmi la scena? - urlò Black*Star, spaventando appena Haiko.
- Calmati! La spaventi! - rimproverò il ragazzo Tsubaki, arma ninja muta forma del ragazzo, facendolo tacere. Aveva un viso dolce ed era alta e slanciata. - Io sono Tsubaki, piacere. Lui è Black*Star. Gli altri sono Liz, Patty. - le sorelle Thompson, le armi di Death The Kid. - Soul - Soul Eater Evans, falce di Maka Albarn. Appena le strinse la mano, ebbe un principio di svenimento. "Maledetto sangue nero!" pensò lei. - e Kid. - Appena i loro occhi si incontrarono di nuovo, rabbrividì. Come potevano un paio d'occhi provocarle brividi? Scosse la testa e, imbarazzata, si presentò.
- Io sono Haiko.  - emise appena, era sottopressione con tutti quegli occhi che la guardavano. Intanto, Maka, era andata su una panchina a leggere il suo libro.
- Maka! Sei sempre la solita! - Urlò Soul, contrariato. La sua meister, fece finta di non capire, provocando ancora di più Evans.
- Può tenerlo il libro. Me lo ridarà quando avrà finito. - cercò di farlo calmare la ragazza. Lui la guardò. Era troppo vicino, e lei poteva sentirsi male da un momento all'altro. Era sempre stata spaventata da Soul, stranamente.


 
Medusa porse le cartelle ad Haiko velocemente.
- Loro sono la squadra più forte della Shibusen. - tagliò corto. - Il tuo obiettivo è Death The Kid, il figlio di Shinigami - Sama. - La ragazza prese la sua cartella e, con cautela la aprì. Lesse che non era ancora iscritto alla scuola, ma lo si trovava spesso in giro oppure in missione. Posò la cartella del moro e ne prese un'altra.
- Soul Eater Evans? - domandò interrogativa.
- Lui è la falce di Maka Albarn. - spiegò la dottoressa.
- Albarn..Lo stesso Albarn falce della morte? - chiese chiarimento lei, guardando la foto del ragazzo.
- Esattamente, il padre. - annuì. - Cosa ti preoccupa di Soul? -
- Non lo so, m’incute paura con quegli occhi rossi. Come quando esce male una foto e non vuoi guardarla. - Medusa rise divertita.
- E' un ragazzo particolare ma dicono che non è male. - lei sospirò.
- Ma se Kid non è iscritto, io dovrei inseguirlo per il mondo? - si lamentò la ragazza.
- Ma certo che no, sciocchina! Quando verrà a scuola, o sara a Death City ti avvertirò! - la rimproverò la gorgone. Continuò a leggere e trovò anche le notizie sulle armi e il resto. - andreste anche molto d'accordo... Siete entrambi così perfettini! - le fece notare. Infatti, appena la strega mosse gli oggetti sul piano cucina, Haiko corse a sistemarli. Medusa rise di risposta.
- Ma quindi... Cosa dovrei fare? - domandò Haiko.
- Dovrai indebolire psicologicamente Kid. Dovrai deconcentrarlo, dovrai renderlo fragile. - la ragazza rifletté.
- Mi stai dicendo che deve innamorarsi di me? - esclamò sconcertata.
- Conosci tortura migliore dell'amore? - rispose retorica la strega e Haiko sbuffò.
- Io non voglio iscrivermi alla Shibusen, lo sai vero? - le ricordò, sedendosi, stanca.
- Infatti, non t’iscriverai lì. - e la donna tirò fuori dalla sua borsa un modulo d’iscrizione per una scuola di danza classica.
- Cosa? - balbettò. - Sul serio? Io... Oddio grazie! - gioì la giovane, abbracciando Medusa. - Grazie un milione di volte! - continuò.
- Ma solo se accetterai la missione.. Farai innamorare Kid di te e poi lo rifiuterai? - sospirò, fissando il suo nome scritto a caratteri maiuscoli sulla cartella.
- Certo. - Del resto si sa... Il prezzo per realizzare i propri sogni è sempre alto.
 


- Ehi, stai bene? - la svegliò la voce di Kid, accanto a lei. - fatevi più in là! Datele aria! - li rimproverò.
- Ma cosa...? - e la interruppe Tsubaki.
- Sei inspiegabilmente svenuta. Un momento eri accanto a Soul, il momento dopo a terra. - la fece breve. Lei arrossì.
- Non pensavo di far cadere le ragazze letteralmente ai miei piedi. Sono davvero troppo fico. - si complimentò con se stesso la falce. Tsubaki e Kid la aiutarono ad alzarsi e Maka, tornò da loro.
- Finalmente! - disse Soul.
- Zitto. Ti lascio un momento e fai svenire una ragazza! - lo rimproverò la meister. Tutti risero al battibecco dei due, tranne Haiko. Tsubaki, accortasi del disagio, la accompagnò alla panchina.
- Stai bene, ora? - domandò premurosa l'arma di Black*Star. Annuì e guardò la sagoma di Kid tornare dagli altri.
- Ehi, comunque sono Maka, se non ci siamo presentate prima. - tornò da lei la biondina del libro. - e a proposito, questo libro è davvero molto bello! -
- E fa' anche molto male! - urlò Soul, massaggiandosi la testa. Ad Haiko, scappò un sorriso.
- Io sono Haiko, piacere. - rispose, porgendole la mano. La ragazza,di risposta, gliela strinse energicamente. - Comunque se vuoi puoi tenere il libro, quando hai finito di leggere me lo ridai. Non preoccuparti! -  le si illuminarono gli occhi e la strinse.
- Sei davvero gentile!
- Ehi, ragazzina! Mi stai rubando la scena di nuovo! - urlò Black*Star l'ennesima volta. La bionda sospirò.
- Dovrei andarmene davvero, forse. - disse sottovoce alle due ragazze.
- Non ascoltare quell’idiota, è un esibizionista! - le spiegò Maka, con fare dolce.
- Devo comunque tornare a casa. - insistette. Si sentiva a disagio, troppo. Non era abituata a stare con le persone estranee.
- Dove abiti, ti accompagniamo almeno! - continuò Tsubaki, preoccupata.
- Vicino la scuola di danza, quella nuova. - le due si guardarono e si capirono.
- Bene, è molto vicina casa mia. Possiamo anche tornare insieme siccome si è fatto tardi. - riprese Maka.
- Come volete, ragazze. - rispose infine. Maka andò dagli altri e insieme accompagnarono la nuova a casa. Tutti parlavano del più e del meno e, con un’abile mossa, Tsubaki fece avvicinare Kid ad Haiko che camminava persa nei suoi pensieri. Lui, completamente in imbarazzo, tentò di rompere il ghiaccio con la biondina.
- Ora stai meglio? Ci siamo spaventati quando ti abbiamo visto cadere a terra. - disse velocemente il ragazzo. Haiko gli rivolse i grandi occhi blu, facendo il secondo sorriso della serata.
- Ti sei sul serio preoccupato per me? Pensavo ti piacesse solo guardarmi da lontano! - scherzò la ragazza, con una naturalezza non sua. Perché faceva la carina con lui? Kid arrossì di botto.
- Io non...  - lei lo guardò attenta, alzando un sopracciglio.
- Le attenzioni di un ragazzo mi fanno piacere! - continuò, sempre con un sorriso divertito. Perché era così felice di parlargli e di scherzare con lui? Era la prima volta che si vedevano!
- Scusami se sono sembrato inopportuno. - rispose, ancora in imbarazzo.
- Sono felice che il figlio del sommo Shinigami venga ad assistere alle prove della mia scuola, davvero. - continuò lei, fiera del suo studio. Quando si voltò a destra, poi, notò di essere arrivata. - Io abito qui! - urlò, per attirare l'attenzione di tutti. - Grazie per avermi accompagnata, è stato un piacere conoscervi. - rispose.
- Speriamo di rivederci di nuovo! - esclamò Tsubaki.
- Tu non vieni alla nostra scuola? - domandò Patty. La bionda scosse la testa.
- Quando avete tempo, venitemi a trovare, sono spesso qui e spesso sola! - disse. - E quando vuoi, Kid, puoi venire anche a casa a parlare senza osservarmi con un binocolo. - lo provocò lei, per poi sparire dietro il portone di casa, soddisfatta di sé. Dove aveva trovato tutto quel coraggio, infondo?
 

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Capitolo 5
*** Missions. ***


MA BUONSALVE! Si lo so di essere imperdonabile, dovevo postare prima D: Anyway! Eccomi con il capitolo. Diciamo che da ora, cominceranno a legare di più con l'anime :) infatti, la missione di Kid sarà quella trattata nell'episodio numero 15.
Poooooooooooi. Grazie per seguire la mia storia! siete tutti magnifici!
So...
Enjoy it!

 

Missions.

 
 
- E così domani andrai in missione... - riprese il discorso Haiko, sistemandosi la maglia che le copriva appena le cosce. - dove?
- Nel mar Baltico, ma non posso parlartene. - rispose freddo Kid, alzandosi dal divano.
- Perché sei venuto a dirmelo, stasera? Avevamo deciso che per un po' non ci saremmo visti. Tu avevi da studiare ed io le mie prove... - sussurrò. Che le dispiacesse non passare del tempo con Kid?
- E' una missione abbastanza impegnativa. Se poi non mi vedessi per più di due giorni... Non volevo ti preoccupassi. - le spiegò.
- Capisco... Comunque è tardi. - disse poi, guardando l'orologio appeso alla parete.
- Vuoi che me ne vada? - chiese retorico il giovane. Lei annuì.
 
 
A volte, Haiko, era peggiore di un cubo di Rubik. Alcune volte era gentile e tenera, altre fredda e distaccata. Quando le aveva detto della missione, infatti, era diventata molto stana. Già, le missioni. Non che le odiasse, semplicemente non voleva andarci perché non sapeva a che ora sarebbe tornato e se avrebbe potuto passare del tempo con lei. Quella ragazza era diventata il suo unico pensiero. Era passata un'altra settimana da quando si erano conosciuti e lei era perfetta. Lei era perfettamente simmetrica. Lei era... era lei.
- Kid! Andiamo, dovresti smetterla di pensare a quella ballerina! Ti va in fumo il cervello! - lo canzonò Liz, vogando a fatica. Kid arrossì, per l'ennesima volta, pensando alla parte migliore della sera precedente.
 
 - Promettimi che starai attento, Kid. - Lo fermò Haiko sui gradini.
- Sono sempre prudente, mia cara. Sei tu che sei incapace ogni volta che devi fare due andeor! - rispose lui, scherzando.
- Sul serio, fai attenzione. Non tornare ferito e uccidi tanti cattivi così le tue armi diventano le armi di tuo padre! - lui sorrise.
- E tu non cadere! - disse l'ennesima volta il ragazzo.
- Buona fortuna, Kid. - e lei, frettolosamente, gli stampò un bacio sulla guancia per poi ritornare in casa. Sorrise sincera, mordendosi il labbro.
 
 
- Ecco, basta nominarla che non capisci più niente. La conosci da una settimana! - continuò la sua ramanzina la più grande delle sorelle Thompson. Ci tenevano al proprio partner, e non volevano soffrisse.
- Sorellona, non è che sei gelosa? - domandò ingenuamente Patty, senza ricevere risposta.
- Non stavo pensando a lei! Stavo pensando alla missione! - rispose, abbastanza innervosito.
- Già, perché siamo in questo luogo sperduto? - notò Liz, remando sempre con meno voglia.
- Il villaggio è stato attaccato da una creatura leggendaria. E noi dobbiamo scoprire cosa sia e distruggerla. - spiegò calmo. Liz s’irrigidì e smise di remare, spaventata. I fenomeni paranormali l'avevano sempre terrorizzata. Arrivati al villaggio, cercarono almeno un abitante che gli spiegasse cosa fosse successo. L'unico che trovarono era davvero molto spaventato. Gli parlò del drago nero e del suo ritorno, in preda a tremolii. Avuto almeno un indizio, Kid e le sorelle Thompson, si diressero verso la biblioteca per maggiori informazioni. Mentre Patty giocava con i libri per bambini, Kid si documentava sulle leggende del posto.
- Trovato qualcosa, Kid? - domandò Liz, stufa di stare in quel posto ammuffito e polveroso.
- Per affrontare una missione, bisogna essere documentati. - il ragazzo chiuse il libro e decise di andare incontro al nemico. - il drago nero o nidhogg è una creatura che ha causato il naufragio di molte navi, assorbendo le sue vittime e facendone perdere le tracce. - la maggiore delle Thompson si spaventò ulteriormente. Usciti da quella biblioteca, ritornarono alla loro barca a remi e cominciarono a vogare verso una meta imprecisa.
- Torniamo indietro, vi prego. - e una nebbia sottile li avvolse.
- Siamo vicini. La nave fantasma è molto vicina. - Kid era serio, concentrato, come in ogni missione. Sentiva un'incredibile moltitudine di anime umane, vicine alla sua barca a remi. Finalmente arrivarono e, dopo un attracco simmetrico, salirono sulla nave. Liz era dietro, seguiva lentamente gli altri due, intimorita da ogni rumore sospetto su quella nave. - Muoviti Liz. - lei subito annuì e affrettò il passo. Si diressero nella stiva, dove erano raccolte le anime umane. Erano davvero troppe.  - prenderò in custodia queste anime. - annunciò Kid.
 
 
Dopo aver finito le sue prove mattutine, Haiko decise di andare da Medusa per allenarsi. Sarebbe stato anche il suo turno di combattere, di lì a qualche giorno.
- Medusa! - urlò, una volta entrata dell'antro.
- Vieni, sono dove ci alleniamo di solito! - rispose la donna. La ragazza si avviò, posando il suo borsone accanto alla porta. Sentì una forte presenza oscura. "Crona... " sussurrò. - Prendi tutte le anime del Nidhogg. Rendimi fiera, almeno una volta. - Lui annuì.
- Andiamo Ragnarok. - concluse poi, spiegando le ali e partendo per la sua missione.
- Come mai qui, Haiko? - domandò la strega. Di solito lei non si assentava da scuola, ma nemmeno Haiko le faceva visita la mattina.
- Volevo allenarmi. Tra poco ci sarà un combattimento importante. Chiunque sarà il mio avversario, non voglio farmi trovare impreparata. - la donna le sorrise.
- La tua missione come sta andando? - la guardai male.
- Non credo che tu non lo sappia. Comunque siamo in buoni rapporti. - e sorrise involontariamente.
- Molto buoni dalla tua espressione. - abbassò il viso, arrossendo.
- Haiko, non è che ti piace Kid? - la ragazza scosse energicamente la testa.
- E' una missione, non posso innamorarmi del mio bersaglio! - rispose lei.
- Mi fiderò delle tue parole. Comunque non voglio che tu ti alleni oggi. Dovresti studiare un po', invece. La medicina è troppo importante, e tu troppo indietro! - la rimproverò, passandole tre grandissimi volumi di biologia e neurologia.
- Ma...
- Niente ma! Studia! - ripeté canzonaria Medusa, tornando ai suoi esperimenti. Nonostante la ragazza fosse reietta al sangue nero, capì che non ne aveva bisogno. Era troppo forte già come arma.
 
 
- Crona... - esclamò Kid, quando vide arrivare il mingherlino a bordo della nave. - Lui è il vero drago nero. - costatò, quando spiegò le sue ali. Con Ragnarok evocò le anime nella stiva della nave e le assorbì, in un sol colpo.
 
 
 
- Non posso credere di aver finito. - esclamò la bionda, chiudendo il libro di Neurologia. - ora posso andare, vero? - e Crona, proprio in quel momento, fece ritorno.
- Ho preso le anime, Lady Medusa. - disse solo.
- Hai distrutto anche chi ti ha intralciato? - abbassò il capo.
- Death The Kid è troppo forte. - al suono del suo nome, Haiko scattò in piedi.
- Kid? - chiese, senza avvicinarsi troppo a Crona.
- Va' pure, Crona. - lo mandò via la madre e restarono solo loro due.
- Che cosa è successo a Kid? - chiesi a lei.
- Perché t’interessi tanto di lui, eh Haiko? - lei abbassò la testa.
- Se il mio bersaglio muore, la mia missione salta, no ? - la fece ovvia lei, sperando bastasse come scusa.
- Sta bene, non preoccuparti. Se è tornato Crona sarà tornato anche lui, no?  - esclamò retorica. Il volto della ragazza s’illuminò.
- Allora torno a casa. A domani Medusa. - e, afferrato il suo borsone, saltellò felice verso il suo appartamento. Quando varcò la soglia di casa, si rese conto dell'atteggiamento stupido che aveva assunto. Cosa le stava succedendo? Era una settimana che si conoscevano e non capiva letteralmente niente quando si parlava di lui o sentiva solo il suo nome. Era dipendente dalla sua compagnia. Tutto questo Era inaccettabile. Mentre era immersa nei suoi pensieri, sentì bussare alla porta. Corse ad aprire e c'era Kid.
- Non ce la faccio a starti lontano. - disse solo e la strinse a se. In quel momento, voleva mandare la missione a farsi friggere e baciarlo. 

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Capitolo 6
*** What if I fall in love? ***


 HI EVERYONE! eccomi di ritorno da un periodo molto turbolento, fatto di amori, amicizie, scuola e vacanze! yaaaay (?) non mi spiego il mio entusiasmo ma okay. xD 
ANYWAY! ecco il nuovo capitolo...
Una sorta di transizione, un solo capitolo e inizierà tutto. :)
Abbiate pazienza e grazie a tutti per le recensioni e il resto, siete davvero gentilissimi!
un bacione!
Lau :D
Ah, e buon inizio scuola/lavoro/università anche se in ritardo. xD


What if will I fall in love?

 

 
Haiko aveva cambiato sogno da qualche giorno. Sognava Kid con lei. Un Kid bambino con lei bambina e giocavano insieme a formare una famiglia. Non che fosse un incubo, ma non era un sogno. Insomma, era incerto il valore che avesse quel film mentale per lei "Questa missione mi sta rovinando.". Pensò tra se e se alzandosi dal letto e preparandosi per andare a fare una corsetta. Era l'unica cosa che le avrebbe permesso di riflettere. Medusa le aveva affidato quella missione, è vero... ma se non fosse quello il vero scopo? Lei era una delle streghe più forti se non la più forte tra quelle viventi. Perché neutralizzare Kid? Non era Maka insieme a Soul quelli che dovevano essere distrutti? Scosse la testa, aumentando il passo. Non ci capiva più nulla, ormai. Non capiva perché volesse risvegliare il Kishin, perché volesse portare dalla sua parte anche Stein. Troppi interrogativi, decisamente troppi. Compiuto il giro dell'isolato, Haiko tornò a casa.
"Non ti dimenticare che domenica siamo da te!
Baci!
Maka"
Campeggiava sulla lavagnetta questa scritta e, osservando il suo orologio digitale, lesse "domenica" accanto alla sfera che rappresentava il sole. Erano anche le nove, quindi aveva tutto il tempo di preparare e prepararsi. "Conosci tortura migliore dell'amore non corrisposto?" risuonarono nella mente le parole di Medusa. "E se mi innamorassi io e lui non corrispondesse?" fu la sua risposta mentale. L'amore, infondo, è un sentimento che fa' paura a tutti.
 
 
Kid aveva controllato casa già tre volte ed era tutto perfettamente simmetrico. Lui e le sue armi erano pronte per andare a casa di Haiko. Per le due, era la prima volta. Per Kid, invece, era l'ennesima. Ma soprattutto, da quella sera che andò dalla bionda e l'abbracciò così inaspettatamente dicendole "non ce la faccio a starti lontano", stava esaminando la sua anima. Non voleva starle lontano perché le piacesse sul serio?
- Kid! Forza! Faremo tardi e dobbiamo prendere il dolce, ricordi? - gli urlò Liz.
- Prendiamo una torta a forma di giraffa? - supplicò sognante Patty. 
- Andiamo. - disse solo Kid, diretti in pasticceria. Intanto nella sua testa restava un grande punto interrogativo "e se mi innamorassi di lei?"
 
 
- Stupida! Vuoi muoverti? - urlò Soul sulla porta.
- Dove andate di bello? - chiese una Blair completamente svestita. Soul ebbe la sua solita reazione. - mi mancherai, piccola falce! - miagolò lei.
- E sono io che dovrei muovermi?! Tu dovresti imparare a coprirti gli occhi! - lo rimproverò Maka, prendendolo per un orecchio e tirandolo fuori casa. - siamo a pranzo da un'amica. A dopo Blair! - spiegò brevemente, e si avviarono verso casa di Haiko. Soul, finalmente, si alzò da terra e camminarono l'uno accanto all'altro verso la destinazione.
- A cosa pensi, Maka? - chiese l'arma, notando l'espressione contratta della meister.
- Non lo so, ma sembra che Haiko nasconda qualcosa.
- Magari le piace Kid, e non vuole dirlo. - suppose Soul. Lei scosse la testa.
- Questo è palese, caro Evans. Ma credo ci sia qualcosa di grosso sotto.
- Leggi troppi libri gialli, Maka! Ti cresceranno i funghi in testa se resti sempre in camera tua a studiare! - la rimproverò lui.
- Sarà. - rispose, tornando ai suoi pensieri.
 
 
 
Alle tredici in punto il pranzo era in tavola. Ovviamente, Black*Star era in ritardo ed era entrato urlando:"E' arrivato l'unico e il solo Black*Star! Il migliore di tutti" mentre dietro, Tsubaki, salutava timidamente scusandosi per il ritardo.
- Fa' niente! Abbiamo appena iniziato! - e tutti si accomodarono a tavola. Avevano tutti deciso di conservare il posto a capotavola per l'ultimo arrivato, così da stare sempre al centro, mentre all'altro capo, era seduta Haiko. Alla sua destra c'era Kid con le sorelle Thompson, mentre a sinistra vi erano Maka, Soul e Tsubaki.
- Cucini davvero bene, complimenti! - esclamò Tsubaki.
- Oh, grazie. - disse solo la ragazza. Non era mai stata un’appassionata di cucina, ma se ci si metteva d'impegno, tutti si stupivano della sua bravura.
- Cucini meglio della cuoca a casa nostra... Ti piacerebbe venire a sostituirla? - propose ingenuamente Patty, gustandosi la ciotola di ramen che aveva davanti. Haiko arrossì, come fece anche Kid. Lei rise, non sapendo cosa altro fare. Le sembrò una battuta ma.. "Dannazione, poterlo vedere tutti i giorni..." Scosse la testa, disviando quei pensieri. Dopo aver servito anche il secondo, sparecchiò la tavola.
- Adesso il dolce che ha portato Kid. Accomodatevi in salotto. - e, dopo aver preso le ultime cose, tornò in cucina, per aprire il dolce. Mentre stava per prendere i piattini, una voce la distrasse, quella profonda di Kid.
- Haiko.. - la chiamò lui e lei si voltò, evitando per poco un disastro.
- Kid, qualcosa non va'? - lui scosse la testa.
- Vorrei parlarti dell'altra sera. Io.. Non lo so cosa mi sia..
- Fa' niente. - sorrise. - infondo capita a tutti di farsi prendere dalle emozioni. - rispose, prendendo i piatti per portarli in salotto.
- No aspetta. - la fermò. - io davvero non...
- Kid, lascia stare, ti prego. - e si avviò in salotto con i piatti, seguita da Kid con la torta in mano.
- Giraffa! - urlò sorridente Patty, appena vide sulla torta il disegno dell'animale. Kid si accomodò e lei tagliò le fette, porgendone una a testa. Come si aspettava, appena passò il piatto a Soul le girò la testa.
"maledizione!" disse nella sua testa servendo l'ultima fetta a Kid.
- Scusami, Hai, posso parlarti? - le chiese Maka. - posso chiamarti Hai, vero? - la ragazza fece spallucce e poi annuì.
- Vieni, andiamo in cucina. - sia Soul che Kid, le osservarono sparire nel luogo poco lontano dal salotto.
- Perché sei strana con Kid? - chiese diretta la ragazza.
- Cosa? io non sono strana con lui. - rispose imbarazzata. "Ha ragione Soul" pensò tra se Maka, sbuffando.
-  Ti piace? - domandò, con altrettanta franchezza. A quel punto Haiko arrossì.
- Se non rispondessi che penseresti? - Maka le sorrise.
- Manterrò il segreto, non preoccuparti. - la rassicurò, tornando dove erano gli altri. La maestra della falce si tranquillizzò. Per una volta, quell'idiota di Soul aveva ragione.  Dopo aver mangiato la torta, le ragazze diedero una mano alla padrona di casa a sistemare la cucina, mentre i ragazzi tra di loro, parlavano tranquillamente.
- Domani sarà l'anniversario della Shibusen. - iniziò Kid. Pensava a un'unica cosa, alla reazione di Haiko di poco prima.
- Lo sappiamo che non t’interessa questo, Kid. - lo riprese Black*Star. - Anche gli dei come me hanno un cuore. E sembra che quello manchi a te. - disse poi.
- Cosa vuoi dire? - chiese soul al posto del moro.
- Dillo che la ballerina ti piace, no? - lui arrossì.
- No. Non mi... - e Soul gli diede una pacca sulla spalla.
- Sarai anche forte, ma sei prevedibile, caro Death The Kid. - lo canzonò.
- Andiamo a fare un giro, ragazzi? - propose Liz, affacciandosi in salone. I tre annuirono, e seguirono il gruppetto al solito campetto da basket, dove continuarono a chiacchierare tranquilli. Sembrava che Kid e la novellina avessero ripreso ad andare d'accordo. A volte, l'aria aperta giova allo spirito e apre la mente.
- Domani ci sarà la festa della Shibusen, ci sarai? - chiese Tsubaki.
- Non posso venire se non sono un' allieva della scuola. - spiegò. - e alla fine non faremo lo spettacolo alla Shibusen come ci avevano detto ad inizio anno. - sospirò amara. Infondo le sarebbe piaciuto visitare dall'interno la perfezione della scuola.
- Che peccato, sarebbe stato divertente! - esclamò Patty.
- Già. - e guardò il suo orologio da polso. - E' tardi. E poi voi avete scuola domani. Non sarebbe meglio andare? Non vorrei essere responsabile delle vostre occhiaie! - scherzò la ragazza. Tutti risero.
- Vero. Allora ci vediamo presto. Ciao Haiko! Grazie per la bella giornata! - e ognuno tornò a casa sua. Mentre tornava, Haiko, capì che Kid stava per aprire il suo cuore. Si chiedeva se ora la sua missione fosse compiuta. Infondo, l'unica cosa che dovesse fare era distruggere psicologicamente Kid, renderlo fragile.. E ora, l'unica cosa che voleva fare lei, era sprofondare e sparire dalla circolazione. Non avrebbe sopportato i dorati occhi di Kid su di lei.
 
 

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Capitolo 7
*** Hypnosis. ***


Se credevate fosse morta... VI SBAGLIAVATE!
Non so se qualcuno seguiva la mia storia o altro ma...
Eccomi con il primo capitolo più importante.
Dopo tanto, diciamo, scrivo basandomi sugli episodi, infatti mi rifaccio al 18 e al 19. :)
Perdonate la mia lunga assenza e, dal momento che ho dimenticato di scriverlo, lo scriverò ora.


I personaggi della storia e i luoghi descritti (eccetto Haiko) non appartengono, ahimè, a me ma a Atsushi Ohkubo. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

Bene, non mi resta che augurarvi buona lettura!
xoxo
Laura!
 
"Ipnosi"
 
 
La bionda chiuse di fretta la porta di casa e, senza farsi vedere, uscì da Death City. Medusa le aveva detto che qualcuno la stava osservando e non era Kid, quindi era rischioso farsi beccare.  Dopo venti minuti di cammino a passo svelto, arrivò alla nuova dimora della Strega. La scuola stava indagando anche e soprattutto su di lei. Tutto per colpa dei sospetti di Stein.
- Finalmente! – esclamò Medusa, che la stava aspettando. E accompagnò la ragazza nell'altra stanza. Haiko, poi, sentì due forti presenze.
- Free e Crona sono già lì, vero? – la strega la guardò interrogativa. - il sangue nero. - spiegò.
- La missione come sta procedendo? - domandò Medusa.
- Credo di averla compiuta. - sospirò. - l'ho rifiutato. - e in quel momento aveva una gran voglia di distruggere la strega per riappacificarsi con l'amato Kid. Ma a cosa stava pensando? Cosa le saltava in mente!? Lei non poteva "amare" Kid. Non poteva assolutamente. Era la sua missione.
- Dovrai continuare, invece. Ora ti spiegheremo il piano. - e vide seduti a cerchio Crona e Ragnarok, Elka e Free che le aspettavano. - Questo sarà il piano. - annunciò, illustrando tutti i dettagli.
 
***
 
- Se non ti sbrighi entreranno senza di noi! - urlò Maka a Soul.
- Ma se sei tu che ci hai messo una vita a prepararti! - la riprese lui, nel suo elegante vestito.
- Hei Soul, ho intenzione di riempirmi lo stomaco! - rispose Black*Star, battendosi la mano sulla pancia.
- E' trasandato..- disse poi Tsubaki, vergognandosi del suo meister e di come fosse vestito.
- Buonasera! - urlò Patty.
- Ma come vi siete agghindati! - notò Liz, vedendo il bel vestito viola di Maka e quello scollato color crema di Tsubaki.
- Cos' hai, Kid? Qualcosa non va'? - domandò la bionda, vedendo l'aria assorta di Kid. La sua testa era impegnata sulle parole di suo padre e, su quelle di Haiko. Non capiva più nulla, oramai.
- No no, niente! - rispose con un sorriso finto.
- Sto morendo di fame! - urlò di nuovo il meister di Tsubaki.
- Trasandato.. - commentò Kid il vestito del ragazzo dai capelli azzurri. -  Comunque sia, benvenuti! Entrate, tra poco ci sarà il discorso di mio padre! - e si spostò, facendo loro spazio sull'entrata.
- Ho una fame da lupi! - ripeté Black*Star entrando nell'atrio della scuola. 
 
***
 
- Free, l'occhio demoniaco? - domandò Medusa. Lui sorrise orgoglioso.
- Sono sufficientemente forte per fare l'incantesimo.
- Mizune, Elka? - le due annuirono.
- chi chi chi! – dissero la bambina-topo.
- Ha detto che le altre sorelle arriveranno tra poco. - tradusse la strega rana per gli altri.
- Ho paura. - balbettò terrorizzato Crona. Medusa lo guardò.
- E' inutile averne. Ferma chiunque ti passerà accanto, va bene? - lui annuì.
- E tu, Haiko? Sei pronta per il tuo primo combattimento da arma? - lei annuì, calma. - Io vado a prepararmi, devo andare alla festa per non dare nell'occhio. - e sparì, lasciando i cinque in quel luogo nascosto.
- Free, posso chiederti un incantesimo? - domandò Haiko.
- Uh? Cosa stai dicendo? - lei abbassò lo sguardo.
- Ipnotizzami. - ordinò poi. Tutti i presenti la guardarono stupiti.
- Ma perché? - chiese ulteriormente.
- Fallo e basta. Ordinami dove devo andare e cosa devo fare... Capito? - lui annuì.
- Posso farti una falsa ipnosi, se vuoi.. - propose lui. Non se la sentiva di soggiogarla alla magia.
- Cosa sarebbe? – domandò.
- Beh.. Una finta ipnosi. Tutti vedranno che sei ipnotizzata, ma non lo sei. - lei annuì.
- Bene. Inizia pure.
- Apri bene gli occhi, e guardami nell'occhio demoniaco. - lei eseguì. Mizune, Elka e Crona seguivano l'incantesimo stupiti. Non capivano la richiesta della ragazza ma, soprattutto, perché fosse così irrequieta. - Wolf Wolves, Wolf Wolves. Finta ipnosi! - e una luce brillò negli occhi di Haiko. - fatto.
-Oh, sembra non sia cambiato niente. Grazie Free. - e lui sorrise di rimando. - Io e Crona scendiamo nei sotterranei. Buona fortuna. - e sparì insieme al ragazzo.
 
***
 
Un forte boato scandì ancor di più l'entrata di Sid nella sala della Shibusen. Medusa era saltata fuori con un balzo e tutto cominciava a tremare. In un attimo Kid, Maka, Black*Star e rispettive armi si trovarono al piano inferiore della scuola, insieme al professor Stein.
- Percepisco l'anima di varie streghe. Una, due... Otto streghe! E c'è anche la spada demoniaca. - annunciò Kid. Successivamente, ci fu un'altra scossa.
- Cavolo! Ma insomma si può sapere che succede? - chiese Maka.
- La situazione è gravissima. - iniziò Stein. - Ascoltatemi con la massima attenzione. Nei sotterranei della Shibusen giace il primo Kishin, colui che ha dato origini a tutti i mali. - tutti erano stupiti, meno che Kid. - Mentre vi parlo, tutti quelli che credevamo una dottoressa, la strega Medusa tenta di resuscitarlo. - fece una pausa. - Dobbiamo impedirlo a tutti i costi. - annunciò pacato.
- La dottoressa Medusa è in realtà una strega? E' assurdo! - domandò Maka.
- Il corpo del primo Kishin è nei sotterranei della Shibusen? - replicò con un altro quesito Soul.
- Proprio così. Mio padre mi ha detto la stessa cosa. E' per far in modo che quel Kishin resti dov'è che non può allontanarsi dalla scuola per nessun motivo. - spiegò il giovane, risoluto.
- Cosa? Il Sommo Shinigami non può mettere il naso fuori di qui? Credevo fosse semplicemente un tipo solitario. - scherzò il meister dai capelli azzurri.
- Comunque sia! Grazie alla prontezza di Sid la partita è ancora aperta. Vi accompagnerò all'ingresso dei sotterranei. Coraggio, venite con me. - Una volta cambiati e pronti, Stein diede loro un ultimatum. - Da qui si accede ai sotterranei. Il nostro nemico è molto potente. Da questo momento, ogni distrazione, ogni leggerezza potrebbe significare la morte. -e si mise una sigaretta in bocca. - se non vi sentite all'altezza, andatevene. - e l'accese. - Vi sentite pronti a vincere la paura? - chiese retorico, cacciando una boccata di fumo. - Ve la sentite di venire con me? E' la vostra anima che deve rispondere. 
- Siamo pronti! - rispose Maka, per tutti.
 
***
 
- Haiko, Stanno arrivando. - la avvertì Medusa. Appena le rivolse gli occhi, notò lo sguardo vuoto. - Sei proprio un genio. La mia degna erede.  - si complimentò. E i passi degli studenti della Shibusen si facevano più vicini. Un uomo avvolto in un camice bianco ricucito, una ragazzina in un lungo cappotto che indossava una mini gonna e un golfino di lana, un ragazzo elegante ed, infine, un'indistinguibile chioma blu. - eccoli. - 
- ....I passi di qualcuno sicuro di se che non ha paura di affrontare i propri nemici. - la voce chiara di Stein risuonava nel corridoio. Erano vicini, molto. - qualcuno che sa di poterli affrontare tutti insieme,e riuscire ad impedire loro di proseguire.
- Sapevo che eravate voi. - disse la strega.
- Allora! Vi spiego rapidamente la situazione. In linea di massima, questa sarà la linea di difesa adottata dai nostri avversari. - cominciò Stein. - La prima che cercherà di impedirci di passare, è Medusa. Dietro di lei, pronto chi sarà riuscito a passare, la spada demoniaca. Gli altri due, senza dubbio, hanno il compito di liberare il Kishin. - ipotizzò il professore, non sbagliando. - Ecco di conseguenza il mio piano. Mentre io tengo impegnata Medusa, voi dovete passare oltre, più velocemente possibile. Dopo di che.. Kid! - lo chiamò il professore. - tu che sei senza dubbio il più rapido del gruppo, ti lancerai all'inseguimento dei due incaricati di liberare il Kishin. 
- D'accordo. - rispose pronto.
- Black*Star! Tu ti occuperai della spada demoniaca per permettere a Kid e a Maka di proseguire. Dato che sai sfruttare bene l'onda della tua anima, dovresti dare una bella lezione alla spada demoniaca.
- Certo! - accettò il ragazzo.
- Infine, Maka, dopo aver superato Medusa e la spada demoniaca, raggiungerai Kid ed insieme distruggerete il sangue nero. 
- Sì! - esclamò la biondina.
- Per concludere, un'ultima raccomandazione, ragazzi. Salvate la pelle. Chiaro?
- Sì Signore! - dissero in coro.
- Studiare il piano di battaglia davanti al nemico... Conosco in anticipo le vostre mosse. - lo redarguì l'ex dipendente della Shibusen.
- Oh, nemico... Sei la dottoressa della Shibusen dopotutto, no? - la schernì lui.
- Non hai perso il sarcasmo, vedo. bene! Vogliamo cominciare, adesso? Snake Snake, cobra, cobubra... Triplice vector arrow! - i due ragazzi passano senza problemi, mentre Maka ci mise un po' di più ma riuscì ad attraversare ugualmente. Quando Haiko vide Kid passargli davanti, ebbe un colpo al cuore. Tutto questo le sembrava ingiusto, per loro. Quando Medusa stava per fermare di nuovo la biondina, però, viene attaccata dall'onda dell'anima di Stein che le impedì di lanciare un attacco contro Maka.
- Sono io il tuo avversario, ora. - esclamò.
- Ah, ho sbagliato.. Ero sicura che quei tre non sarebbero passati. Ma se riuscirò a fermare te, Stein, il mio piano avrà successo comunque, quei tre non rappresentano alcun problema di cui preoccuparsi. - sospiro, mettendosi il cappuccio.
- Non sottovaluterei quei ragazzi se fossi in te! Se non ti sei accorta del loro valore mentre stavi alla Shibusen, Allora vuol dire che sei una povera inetta. - la riprese Stein.
- Sciocco presuntuoso... Ma non importa, la spada demoniaca li aspetta poco più avanti. - ribatté la strega.
- Medusa! Vederti avvolta nel camice bianco è un immagine che mi ha molto eccitato. Sognavo ad occhi aperti il giorno in cui avrei potuto finalmente sfilarti quel camice di dosso. - si espresse la falce.
- Pensa che ho addirittura ballato con lei! - esclamò il professore, massaggiandosi le tempie.
-  Si lo so vi ho visti sporco approfittatore! - si lamentò Spirit.
- Sembrate due galli in un pollaio! Siete veramente patetici.  - li prese in giro lei.
- Ah sì? Noi siamo patetici? - e Stein, provocato, le regalò uno sguardo truce.
- Ecco, ora va molto meglio... Guardami ancora così e ballerò un' altra volta con te. - fece del sarcasmo lei.
- Temo ti sarò difficile, con i piedi in quello stato, almeno. - Le fece notare il professore.
- eh? - e la strega si guardò i piedi.  - com'è possibile? Quando diavolo...? 
- Cucitura dell'anima. Quando ti ho colpito poco fa', l'onda della mia anima ha lasciato nel tuo corpo un'energia, simile ad una carica elettrica. Ho trasformato quell'energia in un filo con cui ti ho cucito i piedi al suolo. - spiegò lui. 
- Sei in grado di esercitare un controllo di tale precisione? - chiese incuriosita.
- La funzione delle armi non è solo quella di amplificare la forza dell'anima del proprio maestro, possono anche migliorare la precisione e il controllo dell'onda medesima. - aggiunse il professore.
- Di conseguenza, è una tecnica che solo i più potenti maestri d'armi possono utilizzare. - analizzò la gorgone.
- Medusa... Medusa, voglio dirti soltanto una cosa. Sono l'unica falce della morte presente alla Shibusen. Se permettessi il risveglio del primo Kishin, il disonore mi impedirebbe di guardare in faccia alla altre falci della morte sparse per il mondo.  - disse Spirit.
- E quindi...? - chiese retorica Medusa.
- E' molto semplice... - riprese il discorso la falce.
- E quindi vinceremo per forza... Non è vero, Spirit? - concluse Franken.
- Cavolo, Stein! La smetti di fregarmi sempre le battute? - lo rimproverò, seccato.
- Ma sai, Stein.... non sei l'unico che ha degli assi nella manica. Haiko! - gridò a gran voce. Tutti, in quel corridoio, sentirono l'introdursi di una nuova anima. Era un'arma. 
- Una falce... Ma cosa... - disse Stein nella sua mente. Comparve l'esile corpo della ragazza, avvolto in una tuta nera, simile a quella della strega. I capelli biondi raccolti in una lunga coda per dar spazio ai grandi occhi blu, acquosi. 

- Haiko... - tutti e tre i ragazzi sentirono la sua presenza. La sua anima. Non potevano tornare indietro, però. La loro missione doveva andare avanti.
 
- Trasformati! - E tra le mani della strega, arrivò la stupenda falce. - Giochiamo ad armi pari, no? - lo stuzzicò lei, passando all'attacco. Non vi era esclusione di colpi, tra onde dell'anima e vector vari, evocati dalla donna. Era davvero dura difficile sconfiggere una strega soprattutto se stringeva tra le mani una delle armi più potenti che sia stata concepita.

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