Veronica Orlando

di Wale4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


C1

A volte è dura mantenere la calma. La sveglia mi forza ad aprire gli occhi, per vedere da dove quel cosino elettronico mi sta rompendo le palle. Lo prendo e lo sbatto ripetutamente sul comodino finché non smette di fracassarmi le orecchie con quel suono acuto e assordante. Mi alzo di malavoglia, se il buongiorno si vede dal mattino... Beh allora buongiorno futura giornata di merda. Mi metto seduta sul letto e poggio i piedi per terra. Cerco le ciabatte con i piedi e dopo un po' le trovo. Provo a infilare i miei piedi all'interno delle ciabatte ma inutilmente, i miei piedi ormai sono troppo gonfi e mi fanno pure male. Tra un po' sarò costretta a camminare senza scarpe per non soffrire. Tiro via le ciabatte e mi alzo dal letto. Accendo la lampada che ho sul comodino. La luce è un po' fioca ma va bene per la mattina. Non ho intenzione di aprire la finestra e farmi accecare dal sole. 
Mi alzo pigramente in piedi e mi sembra di pesare due tonnellate. Ogni giorno che passa mi sembra di diventare sempre più pesante. Mi dirigo verso l'armadio e lo apro. Per un attimo fisso il mio armadio pieno di vestiti intontita. Pieno si fa per dire dato che non posso indossare nemmeno la metà dei vestiti all'interno, non che non voglia ovviamente e che proprio non mi entrano. Dovrei andare a comprare dei vestiti nuovi infondo ne avrò per altri quattro mesi di questa merda. Metto per un attimo da parte i miei pensieri sulle future compere e prendo una maglietta a caso, e un paio di pantaloni da tuta. O come li chiama Ile : "i pantaloni da clown". Ma proprio oggi non mi va di pensare a quanto sembro ridicola con questi fottuti "pantaloni da clown", sono gli unici pantaloni che ancora mi entrano senza dover saltare in giro per tutta la stanza. Me li infilo velocemente e lo stesso faccio con la maglietta. Poi i miei occhi cadono su una larga felpa grigia che giace sul mio letto. La prendo e me la metto chiudendo la cerniera. Poi vado a guardarmi allo specchio sperando che la felpa nasconda, almeno un po', la pancia. Lo specchio spegne immediatamente quella piccola speranza, l'unica cosa che fa é farla sembrare più piccola.
Ecco cosa si guadagna ad uscire una sera a ubriacarsi in discoteca, e dire che io pensavo al massimo ad un mal di testa e una giornata di vomito.... Beh il vomito alla fine c'é stato.
Mi guardo la pancia incredula di quanto sia diventata grande. É incredibile che già siano passati cinque mesi.Mi sembra ieri che pisciavo sopra un bastoncino che mi ha fatto imprecare in cinque lingue diverse nel bagno della scuola.
Sicuramente adesso tutte quelle " ranocchie dalla bocca larga " che hanno messo in giro la voce che ero incinta avranno la conferma alle loro stupide chiacchiere. Mi sembra di sentirle dire " Puttana " nelle loro minuscole testoline mentre mi guardano la pancia o quando mi chiedono chi sia il padre e io non so rispondere. In quella discoteca c'erano troppe facce, e io ero troppo ubriaca per ricordarle tutte e di certo non posso mettere un annuncio sul giornale con la mia foto e scritto: " Ehi per caso qualcuno si ricorda di avermi scopato cinque mesi fa? Perché non so chi mi ha messo incinta ". Di certo non posso cominciare a lamentarmi adesso, l'ho voluta io questa situazione. Sono stata io a cagarmi quando un bastoncino in metallo poteva risolvere la situazione.
Dio, devo smettere di farmi tutti questi pensieri di prima mattina, mi fottono il cervello. In particolare il venerdì che a prima ora ho chimica con la professoressa Gloriano. Sembra che da quando sia incinta sia diventata particolarmente vipera nei miei confronti.
<< Veronica >> mi chiama mia mamma distogliendomi dal ciclo di pensieri mattutini.
<< Arrivo >> le rispondo.
Prendo un paio di converse viola, il mio colore preferito. Me le metto senza neanche legarle, infilo i lacci ai lati della scarpa. Prendo il rossetto e me ne metto sulle labbra  un poco, insieme a un po’ di matita nera intorno agli occhi con un pizzico di mascara. Poi mi dirigo verso la scrivania a prendere il mio iPod, per svegliarmi la mattine ho bisogno di un concentrato per endovena di Nickelback. La voce di Chad Kroeger per dare un senso all'inizio della giornata. Prendendo l'iPod mi accorgo di un altro oggetto poggiato sulla scrivania. Com'è che la chiamava questa collana papà? Ah si " chiama angeli ". Lo prendo tra le mani, probabilmente la mamma sbarazzando le cose di papà ha pensato lo dovessi avere io. Lo avrà portato sta mattina presto e per non svegliarmi lo ha lasciato sulla scrivania. 
Lo tengo un attimo tra le mani indecisa sul da farsi. Lo voglio veramente? 
<< Veronica sbrigati la colazione si raffredda! >> mi chiama impaziente mia madre.
Senza pensarci più di tanto la indosso, prendo lo zaino e vado in cucina. Nell’uscire dalla mia camera vengo accecata dalla luce e mi copro con il cappuccio della felpa.
Sta per cominciare un'altra giornata da fottuta ragazzina incinta.

 

 

Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto :3, vi lascio con una foto di Veronica ( Ps. La modella non sono io XD, è una mia amica che la vedo bene nei panni di Veronica )

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


C2

Mentre mi dirigo in cucina un forte odore di torta alle mele mi pervade il naso insieme all'odore di latte caldo. Sono contenta che i giorni del vomito no-stop siano finiti, altrimenti con questi odori così forti mi sarei già chiusa in bagno. Senza accorgermene ho accelerato il passo, il piccoletto a quanto pare sta mattina é bramoso di cibo ed é mio dovere di madre, e di ragazza maledettamente affamata, assecondarlo. Arrivo in cucina e vedo mia madre intenta a togliere dalla teglia la torta di mele. Mi guarda e mi sorride.
<< Buongiorno tesoro >> dice mia madre. Indossa il suo solito taglier con pantaloni nero, una specie di " uniforme " per gli avvocati.
Sistema la torta nel vassoio e la poggia sul tavolo e lo stesso fa con la tazza di latte tiepido ponendolo di fronte a me.
Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così dopo averle detto di essere incinta. Chissà se é così premurose con me per il bambino e per papà... NO! Non ci penserò di nuovo per rimanerci male. Quel bastardo non se lo merita il mio dolore.
Guardo il contenuto della tazza di latte di fronte a me, sin troppo bianco per i miei gusti. Mi giro per cercare nel tavolo quella favoloso sostanza liquida che normalmente mi dà le energie per raggiungere l'autobus. 
Finalmente vedo la caraffa del caffè poggiata nel tavolo. Vado per prenderla ma mia madre lo allontana prima che la possa raggiungere con la mano. La guardo con lo sguardo più assassino che riesco a fare di prima mattina.
<< Sai che il caffè non fa bene al bambino, non lo prendi più da cinque mesi ormai >> dice mia madre versandosi lei stessa il caffè in una tazzina.
<< Ti correggo sono cinque mesi che me lo togli dalle mani prima ancora che io possa toccarlo >> le dico irritata.
<< Il caffè preso durante la gravidanza può causare il rallentamento della crescita del bambino e sotto peso alla nascita >> dice e beve tutto d'un sorso la tazza di caffè. << E poi ti rende irritabile >> dice.
<< Sai cos'altro mi rende irritabile? >> dico.
<< Cosa? >> mi chiede incuriosita.
<< TU! Ti credi un fottuto medico? Dammi il caffè e finiamo la discussione >> dico allungando la mano per farmi passare il caffè. Ma invece di passarmi in caffè si diresse verso il lavandino, aprì il rubinetto e versò tutto il caffè. Io rimango a bocca aperta. Sento la rabbia che si sta svegliando. Ma prima che io possa gridarle addosso una serie di insulti quella sottospecie di merda di avvocato, che é mia madre, viene mi bacia la fronte e si dirige verso la porta più velocemente che può con quei tacchi assurdi.
<< Ciao tesoro mi raccomando non bere alcolici e non fumare ci vediamo sta sera ciao >> disse tutto d'un fiato senza darmi il tempo di risponderle ed uscì fuori dalla porta.
Sapeva che stavo per avere uno dei miei attacchi d'ira e ha preferito svignarsela prima che la facessi diventare più piccola di uno spillo con gli insulti.
Evito di pensarci, prendo una fetta di torte alle mele e me la mangio senza lasciarne nemmeno una briciola e bevo tutto il latte nella tazza.
Metto tutto a lavare, poi do una rapida occhiata all'orologio. 
Per poco non inciampo correndo verso la porta. Prendo lo zaino e corro verso l'ascensore chiudendomi la porta alle spalle con un tonfo assordante. Per fortuna l'ascensore é libero e lo prenoto. In cinque minuti arriva l'ascensore, entro e arrivo al piano terra. Il tempo di uscire dal portone e vedo passare l'autobus. Comincio a correre come una pazza per raggiungere la fermata. Se potesse probabilmente il bambino avrebbe già vomitato. Non so come ma riesco ad arrivare alla fermata un momento prima che l'autobus partisse. Salgo, e mi tengo a una sbarra per riprendere fiato. Una donna mi guarda, o meglio guarda la mia pancia. Si alza e mi fa cenno di sedermi. Normalmente la guarderei male e non accetterei ciò che pensi essere un gesto di pietà. Ma per la corsa credo di starmi per sentire male, mi siedo e la ringrazio. Cerco di respirare di nuovo normalmente. Nonostante non fumi più da cinque mesi mi viene difficile correre senza rischiare un attacco d'asma, o forse e solo dovuto hai due chili in più che mi porto costantemente dietro. Poggio lo zaino davanti i miei piedi in modo che quando devo scendere non me lo dimentico, altrimenti ci inciamperei. Prendo l'iPod e mi metto le cuffiette per sentirmi un po' di musica. Scelgo Aerials dei System of a Dawn e mi rilasso. Guardo fuori dal finestrino in cui vedo leggermente il mio riflesso. Noto che ho ancora la treccia con cui ho dormito, ormai è tutta scompigliata per via della notte e probabilmente pure per la corsa. Decido di scioglierla e di lasciare i miei capelli sciolti. Mi piacciono i miei capelli sciolti, evitano di farmi vedere la gente che mi fissa in autobus. Poggio la testa sul vetro del finestrino dell'autobus per riposarmi un po'. Ho la sensazione che sarà veramente una lunga giornata, ma per fortuna è venerdì, il chè vuol dire che adesso c'è il sabato e la domenica per non avere cazzi per la testa. Certo non posso uscire la sera ad ubriacarmi con Ilenia, ma posso stare nel divano a mangiare gelato mentre guardo qualche film così vecchio che quasi parla latino... Chiederò a Ile di venire a vederlo con me e a tenermi compagnia per non suicidarmi al pensiero che probabilmente dovrò passare altri quattro mesi così.
Mi accorgo che l'autobus è arrivato alla mia fermata e scendo togliendomi le cuffiette. 
Per fortuna il palazzo in cui c'è la mia scuola è vicino. Sono le otto meno un quarto, ho ancora un quarto d'ora prima che suoni la campana. La porta principale della scuola è chiusa finché non suona la campanella e quindi non si può entrare.... o almeno non da lì.
Mi metto il cappuccio in modo che nessuno si accorga di me. Faccio il giro del palazzo cercando di non farmi notare da nessuno. Faccio il giro sino ad arrivare alla parte posteriore del palazzo. Dietro il palazzo c'è un cassonetto dell'immondizia, praticamente non lo usa nessuno per questo è molto leggero. Quando ero in primo superiore io e Ile abbiamo scoperto una porta che fa entrare dentro la scuola. Da allora quando arriviamo ci entriamo a scuola prima che suoni la campana e si crei il caos piú totale. La porta la nascondiamo mettendo davanti il cassonetto. Quando arrivo il cassonetto è già stato spostato. Questo vuol dire che Ilenia è già arrivata... O che qualcun altro ha scoperto la porta e siamo nella merda.
Entro e mi dirigo verso le scale e la trovo lì. Intenta a cercare nello zaino qualcosa che poi scopro essere quella che spero sia una sigaretta e se la accende. La mia migliore amica è seduta nelle scale con la sua tipica espressione spensierata. La sua fascetta da hippy le stringe quei suoi bei capelli biondo cenere e i suoi grandi occhiali da talpa le fanno risaltare ancora di più quei suoi già grandi occhi verdi. Mi avvicino a lei e appena mi vede mi fa un gran sorriso.
<< Ciao pantaloni da clown! >>
<< Ciao occhiali da talpa! >> le dico ricambiando il sorriso e sedendomi vicino a lei nelle scale.
Mi avvicina la sigaretta con cenno per chiedermi se mi va di farmi un tiro. Io la guardo con aria seccata e le faccio cenno di no.
<< Ormai sono cinque mesi che non fumo più, non te ne sei accorta? >>
<< Lo so ma mi fa strano non vederti fumare, praticamente abbiamo iniziato insieme >> dice ridendo.
<< È vero, e non solo sigarette >> le dico sorridendo.
Lei mi sorride a sua volta, si finisce la sigaretta e la butta via.
<< Cazzo non vedo l'ora che questa merda finisca, ucciderei per una tazza di caffè, o di whisky o di una fottutissima sigaretta. Ma non posso. >> dico seccata.
<< Scusa ma che te ne frega? Tanto non devi darlo in adozione? Non è un tuo problema come viene fuori. >> 
<< Invece si! Mettila su questo piano, se tu dovessi comprarti un cellulare ne prenderesti uno nuovo e pieno di applicazioni o, sempre allo stesso prezzo, uno vecchio usato e che fa uno strano odore e non vuoi sapere da dove viene >> le dico.
Lei mi guarda stordita un attimo. Poi si avvicina e mi tocca la pancia.
<< Ma che bel cellulare c'è qua dentro. Ma sarà un Samsung o un Lg. Chi lo sa? >> dice ridendo.
Io rido dietro di lei. E le tolgo la mano dalla pancia.
<< Quella non era una normale sigaretta vero? >> le dico continuando a ridere.
Sentiamo suonare la campanella prima che Ile possa rispondermi.
<< Andiamo ci aspettano due ore di quella Puttana di chimica >> dice Ile che è abbastanza fatta da non essere seccata al pensiero.
Almeno per lei queste due ore saranno rilassanti.

 

Ed ecco il 2° capitolo :D

Vi lascio con delle immagini di ilenia e di veronica :3

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