Coincidenze impreviste

di aoko_90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Partenza sbagliata ***
Capitolo 3: *** Il centro commerciale ***
Capitolo 4: *** Verità nascoste e gelosie ***
Capitolo 5: *** Straordinaria quotidianità ***
Capitolo 6: *** Appuntamento con imprevisto ***
Capitolo 7: *** Il nuovo arrivato ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** L'inizio della battaglia ***
Capitolo 10: *** Scacco matto ***
Capitolo 11: *** Fuori controllo ***
Capitolo 12: *** Colori ***
Capitolo 13: *** Fase uno ***
Capitolo 14: *** Fase due ***
Capitolo 15: *** Un dolce caso ***
Capitolo 16: *** Il mago dei cuori ***
Capitolo 17: *** Pandora ***
Capitolo 18: *** Akari Murakami ***
Capitolo 19: *** Un giorno in più ***
Capitolo 20: *** Sei o non sei il capo? ***
Capitolo 21: *** La deduzione del secolo ***
Capitolo 22: *** Due cuori per uno sparo ***
Capitolo 23: *** L'atto finale ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Il sole che entrava flebile dalla finestra iniziava ad illuminare l’ambiente circostante e ad asciugare l’umidità che la notte aveva portato nella stanza, i suoi occhi infastiditi dal tenue raggio che li colpiva si schiusero di malavoglia e fissarono l’orario sul display del cellulare, erano appena le 6 del mattino. Conan meditò qualche minuto sul grande dilemma che gli si poneva davanti, alzarsi o rimanere a poltrire a letto? In fondo ormai era estate inoltrata, il suo impegno più importante da quando il destino aveva deciso di trasformare un giovane liceale in un bambino delle elementari era andare a vedere l’ultimo film di Kamen Yaiba, forse la tenue luce del sole, forse i pensieri non proprio positivi che avevano accompagnato il suo risveglio portarono l’ex liceale a lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo una seconda volta.

Due ore più tardi, il telefono iniziò a squillare. Un Conan decisamente alterato prese il cellulare di malomodo e alzata la cornetta urlò in maniera alquanto sgradevole contro il suo interlocutore:  “ Dottor Agasa le sembra il caso di chiamarmi alle 8 del mattino in piena estate?  a meno che la sua telefonata non abbia come fine quello di informarmi che Ai ha finalmente ultimato l’antidoto le consiglio vivamente di riagganciare la cornetta e di non richiamarmi prima di mezzogiorno. Quasi dimenticavo la avviso già da ora che non  ho alcuna voglia di partecipare ad una sciocca gita, di andare a vedere uno sciocco film o di fare qualsiasi cosa che farebbe uno sciocco bambino con degli altrettanto sciocchi bambini! ” riprese fiato e concluse tra sè e sè che non era decisamente la sua giornata migliore.
Notando il silenzio dall’altro lato della cornetta considerò l’ipotesi che forse aveva esagerato, che probabilmente per quanto la sua situazione potesse essere scomoda non era certo colpa del suo povero vicino di casa e che i bambini non potevano essere giudicati soltanto per il fatto di essere dei semplici bambini. Mentre i suoi pensieri continuavano a scorrere senza un freno una voce bloccò il fluire delle sue conclusioni e lo lasciò interdetto per qualche istante.
“ Shin da quando sei diventato così maledettamente scorbutico col professor Agasa? Ti è per caso andata qualcosa di traverso.. non sarà mica Ran la fonte di tanto nervosismo? Shin non mi dire che qualcuno le fa la corte e lei non rigetta l’idea? O il mio piccolo Shin col cuore spezzato.. non me lo sarei mai aspettato da Ran.. forse dovrei chiamare Eri per avere maggiori dettagli? " Mentre Yukiko continuava ad elencare la sua marea di deduzioni, una più assurda dell’altra, senza permettere al ragazzo di proferire parola,  il cipiglio di Conan non faceva altro che aumentare fino a portarlo a perdere di nuovo la pazienza  e ad urlare contro la madre,  per la seconda volta nel giro di appena 10 minuti: “ Mamma cosa ci fai dal dottor Agasa? La vuoi smettere con i tuoi soliti vaneggiamenti? Non devi chiamare nessuno, non devi cercare nessuno, non devi ammazzare nessuno, non devi dispiacerti per nessuno e  soprattutto nessuno corteggia Ran.” 
Yukiko dall’altro lato della cornetta sorrise notando l’enfasi con cui il figlio aveva sottolineato le ultime quattro parole e decise finalmente di raccontare al figlio il vero motivo della sua chiamata: “ Shin la mamma è venuta da New York perché sentiva tanto la tua mancanza, nonostante la tua accoglienza gelida sono tanto contenta di poterti vedere, e visto che il mio bambino sembra essere un po’ nervoso perché non può passare del tempo con la sua Ran ho avuto un’idea geniale, verso le 10 passerò a prendervi dall’agenzia Mouri e andremo al centro commerciale, faremo compere e poi mangeremo in qualche bel ristorante. Contento mio shin? A dopo! “ il suono che seguì era il rumore sordo della cornetta riagganciata.

Conan ripensò incredulo alla telefonata tentando disperatamente di ricordare il momento esatto in cui avesse affermato “ mamma sono triste perché non vedo Ran “, l’unica risposta che riuscì a darsi fu “ non l’ho detto ", come al solito ha tratto le sue conclusioni.
Come posso sentire la sua mancanza? Ci vivo insieme, faccio il bagno con lei, pensiero che fece diventare le sue guance color porpora..vado a scuola con lei, a volte nelle notti tormentate dai temporali dormo accanto a lei. Una vocina flebile dentro di sè disse: " no, non è Shinichi a compiere queste azioni.. è  Conan! " Sua madre aveva ragione, le mancava la sua  Ran.

Il bambino dopo aver indossato gli occhiali si diresse in cucina, dove trovò una Ran alquanto imbarazzata a fissarlo. La giovane ragazza si avvicinò e dopo avergli augurato il buon giorno gli domandò: “ Conan con chi parlavi al telefono poco fa? Non volevo essere invadente, ma il tuo tono era alto, papà è uscito di prima mattina oggi e con la tv spenta ho sentito una frase.. chi ti ha chiesto se qualcuno mi corteggiava? ”
Il rossore che accompagnò le ultime parole fece comprendere al piccolo il motivo dell’imbarazzo. Era in un bel guaio, lei continuava a fissarlo i suoi occhi erano pieni di speranza, una serie di veloci ipotesi attraversarono la sua mente.
Sai Ran mia madre voleva sapere con chi esci.. No, questa non andava, Ran non aveva mai visto la madre di Conan se non una fugace visita, non avrebbe avuto senso;
Ran Kazuha mi ha chiamato per sapere se qualcuno ti corteggia.. no, nemmeno questo aveva senso, perché mai la sua amica avrebbe dovuto chiedere un’informazione del genere ad un bambino di 7 anni;
Ran Hattori era curioso di sapere se ultimamente avessi ricevuto delle attenzioni da parte di qualche ragazzo..no, questa avrebbe rischiato di mandare a monte l’amicizia con la ragazza di Osaka e avrebbe potuto trasformare il giovane detective liceale dell’ovest, nel giovane assassino liceale dell’ovest;
l’ultima ipotesi, nonostante fosse terribilmente imbarazzante, era l’unica che reggeva e che probabilmente la ragazza sperava di sentirsi dire.


Dopo pochi minuti che nella sua mente avevano scatenato il delirio, il piccolo Conan guardò Ran e con una tecnica teatrale che avrebbe reso molto orgogliosa sua madre affermò: “ Ran se ti dico chi era prometti di mantenere il segreto? ” gli occhi della ragazza brillarono e furono seguiti dal semplice annuire con il movimento della testa, “ era Shinichi al telefono, urlavo perché ero arrabbiato, mi ha chiamato così presto perché così sperava che tu stessi dormendo e non sentissi la nostra conversazione. Mi ha chiesto cosa fai ultimamente, se c’è qualcuno che ti corteggia, con chi esci , come stai, e altre cose del genere.. io gli ho risposto:"Non devi chiamare nessuno, non devi cercare nessuno, non devi ammazzare nessuno, non devi dispiacerti per nessuno e  soprattutto nessuno corteggia Ran" e poco dopo ho concluso la chiamata. Ho sbagliato Ran? Sei arrabbiata? Dovevo dirgli una bugia? sarà pure un detective stacanovista però ti vuole bene.”
Le ultime due parole fecero trasformare la sua faccia in quella di un pomodoro maturo. Ran presentò un sorriso smagliante abbracciò il piccolo Conan e stampandogli un bacio sulla guancia gli sussurrò: “ Non potrei mai essere arrabbiata con te piccolino, non sei Shinichi, anche se ti rivelo un segreto, oggi non lo sono nemmeno con lui ” detto questo si dileguò dalla stanza saltellando e iniziò le sue solite faccende domestiche.

Ora rimaneva un solo problema come avrebbe giustificato la comparsa di Yukiko tra un’ora e mezza a casa Mouri? Se avesse fatto qualche accenno alla chiamata? In fondo da sua madre ci si poteva aspettare di tutto, decise di meditare una soluzione sotto la doccia rimandando il problema ad un secondo momento.


Angolino di Aoko
Bene bene, premetto che è l'introduzione di una storia iniziata tanto tempo fa.
Spero che abbia stimolato la vostra curiosità e attendo pareri. :)
Baci

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Capitolo 2
*** Partenza sbagliata ***


Allora questa volta mi sono messa sopra, questo è il primo capitolo, ancora siamo nella fase introduttiva, dal prossimo inizierò ad entrare più nella storia. Piccolo appunto, tutto ciò che è scritto in corsivo sono pensieri di Conan.
Se c’è qualche errore perdonatemelo, non ho avuto tempo di rivederla bene, e  ho aggiornato ora perché probabilmente domani e dopo domani non ci sarò.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso chap.
Fatemi sapere che ne pensate.
A presto.
Baci

                                Partenza Sbagliata

 
Forse era colpa del caldo afoso, forse il brusco risveglio o forse il sesto senso di cui a volte si sentiva dotato, lo facevano sentire in un stato di forte ansia. Era rimasto quasi un’ora sotto la doccia, con l’acqua fredda che gli scorreva addosso sperando di scrollarsi di dosso quella frustrante sensazione. Il suo corpo era rigenerato, la sua pelle si era rinfrescata dall’umidità della notte ma la sua mente era più agitata di prima. Mancava appena mezzora all’arrivo di sua madre e ancora non aveva trovato una scusa che si mantenesse in piedi da sola. Iniziava a temere di essere messo alle strette come poco tempo prima e di dover ricorrere ad una scusa ottima per il piccolo Conan ma pessima per il liceale Shinichi.
Prese i vestiti che aveva appositamente sistemato sul letto poco prima e iniziò a vestirsi. Durante quel semplice rituale iniziò a riflettere sul da farsi.

Potrei chiamare la mamma e dirle dell’accaduto con Ran, di inventarsi una scusa convincente del perché si presentasse senza preavviso a casa Mouri e proponesse alla ragazza una giornata di shopping. Si maledì mentalmente per aver solo pensato ad una soluzione del genere, gli sembrava già di sentire sua madre entusiasta farfugliare “ Shin chiama Ran sarà felicissima, questa si che è la volta buona per dichiararti! Allora il mio bambino non è proprio tonto come sembra” . Sentiva la rabbia montargli dentro e sembrava potesse udire se stesso urlare per la terza volta contro Yukiko. Oltretutto questo comportava un altro rischio. Le sue urla potevano giungere di nuovo alle orecchie di Ran e questa volta sarebbe stato davvero complicato darle un qualche tipo di spiegazione logica e razionale.

Sbuffò e  mentre presa la maglietta si perse di nuovo nella sua mente.

Potrei.. pensa Shinichi pensa.. potrei.. si.. forse questa potrebbe essere la soluzione giusta, non è nel mio stile dire le bugie, però a mali estremi, estremi rimedi.

Finì in fretta di vestirsi, prese il telefono e compose un messaggio: “ Mamma spero ti renda conto che presentarti a casa Mouri senza preavviso ed un valido motivo non è quello che si suol dire “ normale” , perciò chiama Ran, dille che hai litigato con papà e sei venuta in Giappone sperando di poter passare del tempo con me, ma hai scoperto chiamandomi che io sto ancora lavorando a quel caso importante, e perciò ti farebbe piacere se lei ti accompagnasse a fare shopping! “.
La risposta di Yukiko non tardò ad arrivare “ Ok Shinichi ma sappi che ho apportato una piccola modifica al tuo messaggio, a tra poco tua mamma “.

Una modifica? Che modifica? Ma perché non fa mai quello che le dico?  Credo mi toccherà aspettare per sapere cosa ha combinato.. spero solo non mi metta nei guai, chiederle di  non mettermi in imbarazzo è davvero troppo per lei.

Entrato in cucina non fece in tempo a mettere a fuoco la stanza che qualcosa lo sollevò da terra abbracciandolo talmente forte da strozzarlo. Decisamente in imbarazzo per lo stretto contatto con la ragazza iniziò a divincolarsi e a recitare la parte del bambino delle scuole elementari che si riteneva troppo cresciuto per simili coccole. In realtà Conan non recitava quella parte,  era decisamente troppo cresciuto per essere preso in braccio dalla sua migliore amica, se amica la si poteva definire.
Dal momento in cui Ran l’aveva sollevato da terra Conan non diede bado a quello che la ragazza andava dicendo fino a quando, nel miscuglio di parole che uscivano dalla sua bocca, non captò tre piccole parole “ la mamma di Shinichi “.
Ritornato finalmente con i piedi ancorati al suolo, con il tono più calmo che riuscì a trovare, e lo sguardo più dolce che aveva disse: “ Ran non ho capito nulla di quello che hai detto, cosa centra la mamma di Shinichi? “.
Ran con molta tranquillità iniziò a ripetere quanto già aveva detto, ma che un Conan troppo distratto non aveva ascoltato. “ Mi ha chiamata Yukiko per dirmi che è venuta in Giappone a trovare Shinichi. Arrivata a casa non l’ha trovato e quando l’ha chiamato lui gli ha detto che era molto impegnato con un caso e che sarebbe stato molto contento se sua madre mi avesse tenuta un po’ sotto controllo e quindi mi ha chiesto se mi andava di fare shopping con lei, ed io ho accettato. Quasi dimenticavo, mi ha chiesto esplicitamente di non dire nulla a Shinichi e di portare anche te, perché a quanto pare Shinichi non è l’unico a fare il misterioso con me vero Conan? “
Ran accompagnò quest’ultima affermazione con un sorriso malizioso che spinse Conan ad abbassare lo sguardo e domandare : “ Perché dici così Ran?”. Lei gli si avvicinò e dopo avergli donato un bacio sulla guancia disse: “ Conan potevi dirlo direttamente a me che volevi passare un po’ di tempo con me e che volevi le coccole, non c’era bisogno di confidarlo a Shinichi. Sua madre è stata così carina quando me l’ha detto, aveva paura di metterti in imbarazzo, ma io l’ho tranquillizzata. “

Qualche modifica? Questo lei lo chiama qualche modifica? E poi si domanda perché non l’accolgo mai a braccia aperte! Questa volta me la paga..si questa volta non può passarla liscia! Non basta mettermi in imbarazzo nei panni di Shinichi anche in quelli di Conan ora!

" Conan è tutto ok? Sembri pensieroso.. non c’è nulla da vergognarsi, sei un bambino, è normale che tu voglia le coccole.Tua madre è lontana.. " mentre Ran tentava di tranquillizzarlo, scatenando in lui la  reazione esattamente opposta il campanello suonò e una Yukiko raggiante entrò in casa dicendo : “ Bene ragazzi non potrebbe esserci una giornata migliore di questa, siete pronti? Che ne dite di andare? “.
Una Ran altrettanto entusiasta abbracciò l’ospite e annuì, un Conan molto scocciato si incamminò per le scale con un unico pensiero in testa.

Questa giornata va di male in peggio, ho un’unica consolazione, peggio di così non può andare.

  
Piccolo angolino a fine storia.. ma secondo voi è proprio vero che peggio di così non può andare? 
 

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Capitolo 3
*** Il centro commerciale ***


Finalmente aggiorno di nuovo,
prima di tutto voglio ringraziare tutte coloro che hanno recensito :)
senza dimenticare chi ha aggiunto la storia tra le preferite, chi tra le ricordate e chi tra le seguite. :)
Sono veramente contenta che vi piaccia!
Ora passo al chap, come l'altra volta tutto ciò che è in corsivo sono i pensieri di Conan.
Questo capitolo è un po' più serio degli altri,si inizia ad entrare di più nella storia, anche se qualche piccola tortura l'ho riservata anche per questo chap.
Ora vi lascio in pace alla lettura, fatemi sapere che ne pensate, sono ben accette critiche :)
Baciii



Il centro commerciale

 
Le porte automatiche del centro commerciale si aprirono, come avevano già fatto centinaia di volte in quella mattinata, l’aria condizionata ristorò i tre nuovi arrivati, o forse solo due di loro. Era una giornata che minuto dopo minuto si evolveva sempre in maniera più strana portando Conan a perdersi più del dovuto, tra i suoi numerosi pensieri.

Pensa positivo Shinichi, questo gli dicevano suo padre, il suo migliore amico Heiji, il dottor Agasa.. Ma cosa c’era di positivo in quello che stava succedendo? Era forse positivo che sua madre riuscisse a metterlo in imbarazzo tanto nei panni di Conan quanto in quelli di Shinichi? Decisamente no!
Cosa c’era di positivo nell’aver passato l’intero tragitto dall’agenzia investigativa fino al centro commerciale in braccio a Ran, tra le braccia della sua Ran?.. sempre grazie alle amorevoli cure che sua madre non perdeva occasione di donargli! Le sue parole gli risuonavano come un eco nelle orecchie, un disco rotto, incantato : “ Piccolo Conan cosa c’è che non va? Sai con quel broncio mi ricordi tanto il mio Shin! Ran credo che non voglia ammetterlo ma vorrebbe tanto che tu lo prendessi in braccio.. tentar non nuoce no? Magari riusciremo a strappargli un sorriso non credi?” una voce che nonostante tutto arrivava alle sue orecchie dolce e melodiosa rispose: “ Vieni qui piccolo, ma quante volte devo dirtelo ah? Non c’è niente di male se vuoi stare con me.. Sai Yukiko credo proprio che abbia un carattere molto timido come quello di Shinichi, oltretutto Sonoko non perde occasione di prenderlo in giro perché lo vede molto legato a me.. forse per questo si pone in questo modo."
Positivo, più ci pensava più non riusciva a trovare qualche particolare che potesse essere considerato anche solo lontanamente tale. Forse qualcosa c’era.. il profumo di Ran, il poterle stare vicino, il poterla guardare all’altezza del volto e non dal basso verso l’alto.. ma no.. nemmeno quello.. erano attenzioni, coccole, sensazioni che stava provando Conan e non Shinichi.
Una sensazione che mai avrebbe voluto provare,ma che ultimamente provava spesso, troppo spesso, il rimorso.. perché l’aveva fatto? Perché non si era comportato come un normale liceale..


“ Conan è tutto ok? Oggi sei più pensieroso del solito, sono ben tre volte che ti indico lo stand speciale di Kamen Yaiba ma tu sembri essere in un'altra dimensione..” le parole della giovane non furono certo una consolazione per il ragazzo, che adesso per evitare di sembrare più sospetto di quanto già non fosse, doveva fingere di esultare e di morire dalla voglia di assistere allo spettacolino preparato dallo stand.
Una voce così familiare, ma che mai avrebbe pensato gli sarebbe potuta venire incontro disse: “ Conan mi dispiace ma per questa volta dovrai saltare lo spettacolo, purtroppo ho prenotato al ristorante e rischieremmo di arrivare in ritardo. Ti dispiace piccolo? ” sua madre lo fissava con sguardo comprensivo, aveva capito, dedotto, cosa lo tormentava e aveva deciso, per questa volta, di essere la sua ancora di salvezza.
L’unica risposta che raggiunse la donna fu un sorriso donato di cuore ed un semplice annuire con la testa.

Grazie mamma!

Quel gesto così semplice aveva reso la giornata più piacevole. Giunti al ristorante avevano scelto accuratamente cosa mangiare e per assurdo la scelta era stata la stessa per tutti, Ramen. Aspettavano con pazienza di essere serviti quando qualcosa, o per meglio dire qualcuno attirò l’attenzione di Yukiko.
Un ragazzo ed una ragazza, entrambi dovevano avere all’incirca 17 anni, erano appena entrati nel ristorante, era difficile non notarli, il ragazzo camminava a passo spedito verso il tavolo e la poveretta lo seguiva chiedendogli senza molti risultati di calmarsi e aspettarla.
Riuscirono a sentire un pezzo della loro conversazione, non proprio privata, visto che entrambi sembravano ignorare il fatto che fosse ora di pranzo e si trovassero in un ristorante situato in un centro commerciale quindi stracolmo di persone.

“Si può sapere che ti è preso Kaito? Credi di potermi trattare così? Sei uscito da quel negozio come una furia e mi hai letteralmente ordinato di venire qui! “

“Nulla, non è successo nulla per te vero? Hai preso tutto da tuo padre..ora capisco perché Kid riesce sempre a scappare con tanta facilità!”

La ragazza uscendo dal locale con gli occhi arrossati, passo vicino al tavolo di Yukiko e permise a lei e Ran di ascolta le parole che sussurrò : “ Sei un idiota “.
Dopo una piccola frazione di secondi il ragazzo passò altrettanto vicino al tavolo seguendo l’amica per fermarla, lasciando Yukiko interdetta per qualche minuto.

Il caldo da alla testa alle persone.. ma come si fa a trattare una ragazza così? Forse non sono io oggi ad essere sfortunato, sembra esserlo proprio la giornata in sé. Però, le parole di quel ragazzo sono state strane, credo abbia detto esattamente: “Hai preso tutto da tuo padre..ora capisco perché Kid riesce sempre a scappare con tanta facilità!” ma allora.. quella ragazza deve essere la figlia dell’ispettore Nakamori..certo che è piccolo il mondo!

“Conan a cosa pensi? “ , guardò la persona di fronte a sé sorridendo e disse: “Quella ragazza è la figlia dell’ispettore Nakamori” ,
Ran sbalordita domandò: “ e tu come fai a saperlo? Conosci quei due ragazzi?” .
Fu un attimo, un istinto più forte di lui, osservò la sua amica di infanzia e scoppiò a ridere dicendo: “ Ma su Ran non hai sentito le parole di quel ragazzo? Ha detto: “Hai preso tutto da tuo padre..ora capisco perché Kid riesce sempre a scappare con tanta facilità!” questo ci fa dedurre che può essere solo la figlia di Nakamori non ci vuole Holmes per una deduzione così semplice “, sottolineando con enfasi le ultime parole.
Alzò lo sguardo e trovò una Ran alquanto nervosa che lo studiava centimetro per centimetro e rispose con tono inquisitorio: “ Sai ora eri identico a Shinichi, il modo di parlare, di dedurre e soprattutto di darti delle arie! Scusami se ero più preoccupata per il modo in cui la stava trattando piuttosto che per quello che le diceva!”.

Ok sono un idiota! Ma perché non imparo a tenere la bocca chiusa.. ora mi toccherà guardarla e dirle: “ Scusa Ran, è solo che.. Shinichi è sempre così bravo.. e a volte vorrei assomigliargli.. quindi lo imito.. “. Aveva funzionato, Ran lo guardava con il suo solito sguardo amorevole, l’aveva perdonato.

Finalmente dopo il breve trambusto scoppiato nel locale il cameriere portò loro le tre porzioni di Ramen.
Il pranzo fu sereno, parlarono degli argomenti più svariati, scherzarono, risero e poi decisero di fare un giro tra gli innumerevoli negozi del centro.

Eppure.. non capisco.. non trovo una spiegazione logica! Mia madre ha avuto una strana reazione quando ha visto quel ragazzo..non sono riuscito a decifrare il suo sguardo. Durante il pranzo era come se recitasse una parte.. era serena, spigliata e gioiosa come sempre.. o almeno voleva farcelo credere.. ma in realtà era vigile, attenta.. e non toglieva mai gli occhi dalla porta del locale..sembrava fosse in attesa.. ma di cosa?Starò sbagliando?..

Dopo due ore trascorse nei negozi, tutti rigorosamente di abbigliamento,  di make-up, e di profumi decisero di prendersi una tregua e sedersi a delle panchine vicino ad una fontana.

Di nuovo? Cosa sta guardando ora? Ma è il ragazzo di prima.. sembra che attiri la sua attenzione..sarà rimasta impressionata dalla scena? Non credo non è da lei, ne abbiamo viste di tutti i colori durante le vacanze in giro per il mondo, coppie che fingevano di litigare per distrarre i passanti e derubarli; coppie che amoreggiavano indisturbati di fronte ad una marea di gente e ora si lascerebbe intimorire da un litigio tra adolescenti? No deve esserci dell’altro.. ma cosa? Cosa mi nascondi mamma?

“Yukiko ti senti poco bene? Sei diventata improvvisamente seria e silenziosa.. se sei stanca possiamo andar via..” Finalmente la donna si rese conto di essere osservata, lo sguardo della giovane di fronte a sè le fece capire che aveva ragione suo marito, nonostante fosse un’attrice famosa non riusciva a nascondere le sue emozioni.
“Ran hai visto il ragazzo di prima? Appena è entrato nel locale ha attirato la mia attenzione, mi ricorda in maniera impressionante un mago che ho conosciuto tanti anni fa. Ero una giovane attrice e decisi di seguire un corso per calarmi meglio nella parte per la quale ero stata scritturata, il nome del mago che lo teneva era Toichi Kuroba. Non ho mai avuto sue notizie, ricordo che sua moglie era una mia fan e che avevano un bambino della stessa età del mio Shin. Credo che quel ragazzo sia quel bambino..possibile che sia così uguale nell’aspetto al padre e così diverso nell’animo? Sarà una coincidenza ma proprio oggi, appena entrata a casa ho urtato al mobile con la valigia ed un pacco è caduto a terra. Era ancora chiuso, il mittente era proprio Toichi Kuroba e la data di invio risale esattamente ad 8 anni fa. Ho scartato l’involucro e ho trovato una cassetta con un foglio attaccato sopra che enunciava :

“ Perdonami Yukiko, prima di questo spettacolo avevo un brutto presentimento e se questo pacco è giunto a destinazione credo proprio si sia avverato. Fai visionare questo video da tuo marito, è l’unico che sarà in grado di aiutarmi. “


Possibile che sia una coincidenza aver trovato quel video oggi ed incontrare suo figlio? Devo scoprirlo, altrimenti non sarei degna di portare il nome di Baronessa della notte”

Il gruppo senza indugiare oltre, dopo aver ascoltato le parole di Yukiko si avviò verso i due ragazzi, a mano a mano che la distanza si dimezzava potevano captare i loro discorsi.

“Scusami, questa mattina non so cosa mi sta succedendo.. mi hai perdonato?” il tono era visibilmente amareggiato.

“Tu prometti di non trattarmi più così?” rispondeva la ragazza con la voce ancora tremante dalle lacrime..

Il ragazzo non fece in tempo a rispondere, fu interrottò dalla domanda diretta di Yukiko:
“ Tu sei Kuroba Kaito vero?” il ragazzo la guardò stranito, era una bella donna, gli sembrava di averla già incontrata ma non ricordava dove.. “ si, lei chi è?”, Yukiko sorrise educatamente.. “ Sono una ex allieva di tuo padre, la donna che molti anni fai hai definito di mezza età.. ora ricordi?”.
La sua mente fu attraversata da un lampo, ora ricordava.. ma continuava a domandarsi .. cosa vuole questa donna da me? Non ne conosceva bene la ragione, ma sentiva di potersi fidare, sentiva di essere più vicino alla verità che cercava da tempo.

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Capitolo 4
*** Verità nascoste e gelosie ***


Giorno a tutti,
ebbene si sono riuscita a postare per oggi! :)
Prima di tutto ringrazio tutti quelli che hanno recensito, siete sempre gentilissimi :)
Grazie, grazie, grazie *.* Spero che la storia continui a piacervi.
Bene bene, ora passiamo al chap, lo stile è un po' diverso.. parto dalla fine della giornata, per poi dirvi cosa è accaduto ore prima! :)
Volevo fare qualcosa di diverso.. spero vi piaccia.
Come sempre ciò che è scritto in corsivo sono pensieri di Conan.. ultimamente è tanto pensieroso.. xD
Vi auguro buona lettura,
fatemi sapere che ne pensate.
Baciiii


Verità nascoste e gelosie


L’aria condizionata che rinfrescava l’ambiente sembrava essersi spenta improvvisamente, la riproduzione della videocassetta aveva lasciato tutti i suoi spettatori col fiato mozzato, una consapevolezza si era impossessata dei loro cuori, una battaglia tra due poli opposti stava per iniziare.

Qualche ora prima:

Yukiko studiava con attenzione il ragazzo di fronte a sé, le ricordava tanto il padre, aveva i suoi stessi occhi azzurri, lo stesso sorriso cordiale, e non riusciva a spiegarsi il motivo, ma sembrava aver ereditato il suo stesso fascino, era come se un alone di mistero li avvolgesse.
Il ragazzo ripresosi dal momentaneo spaesamento sorrise cordialmente alla donna di fronte a sé; si sentiva a disagio e non ne comprendeva il motivo..forse per la figura che aveva fatto  poco tempo prima? forse perché la persona di fronte a sé era di una bellezza invidiabile? o forse semplicemente perché ogni volta che incontrava qualche conoscente del padre provava un moto di invidia..loro avevano potuto conoscerlo meglio di quanto non fosse stato concesso a lui.
Una domanda sorse spontanea : “ che parere aveva di mio padre? “
Yukiko osservò il ragazzo, sembrava sentire quello che provava e rispose in assoluta sincerità: “ Tuo padre era un grande uomo, aveva fascino, educazione, in tutto ciò che faceva non risultava mai eccessivo.. credi di assomigliargli? “, la risposta fu fulminea : “ No.. non credo.. “.
Yukiko sorrise ed affermò con convinzione: “ Credi male, gli assomigli più di quanto tu non immagini..Ascolta non voglio fare troppi giri di parole, voglio fidarmi.. in fondo sei pur sempre suo figlio! Ho trovato una cassetta che lui stesso mi ha inviato 8 anni fa, chiedendomi di farla visionare da mio marito. Non conosco il contenuto e tanto meno so il motivo per cui abbia deciso di fare affidamento su Yusaku, so solo che questa sembra essere stata la sua ultima volontà. Vorresti visionarla con me? Mio marito ora è impegnato a scrivere il suo libro in un hotel a New York e non verrà prima della settimana prossima, nel frattempo potremmo almeno conoscerne il contenuto e iniziare a farci un’idea.. cosa ne pensi?”

Non c’era tempo per riflettere, nemmeno la voglia.. solo un ricordo tornò nella mente di Kaito..

“Signorino non so se suo padre approverebbe quello che sto per fare, però credo che lei debba sapere tutto. Il giorno dell’incidente suo padre installò due telecamere sul luogo dello spettacolo, queste riprendevano da due angolature diverse, dopo l’accaduto una fu visionata dalla polizia..l’altra no! La portai via, e la recapitai all’indirizzo indicatomi da vostro padre, giurai di non visionarne il contenuto.. mi attenni scrupolosamente al suo volere. Ora penso che ritrovare il video sarebbe di grande aiuto per scoprire la verità, ma io purtroppo non ricordo più l’indirizzo del destinatario..e non ho mai conosciuto il suo nome, sono stato ingenuo..o forse solo troppo fedele.”

Doveva essere quella la cassetta che aveva tanto cercato e ora si presentava su un piatto d’argento, guardò Yukiko dritta negli occhi sentendo un forte moto di gratitudine nei suoi confronti, l’unica risposta che riuscì a pronunciare fu : “ Penso di doverle molto per la possibilità che mi offre “.
Nessuno dei presenti comprese bene quelle strane parole..

Possibilità? Ma chi diavolo è questo ragazzo? La sua voce.. è così familiare.. dove l’avrò sentita? Anche il suo sguardo, i suoi occhi.. io e questa persona ci siamo già incontrati e devo ricordare dove, quando e perché!

Yukiko sorridente invitò il ragazzo per la sera alle 8 a casa sua, e finalmente decise di alleggerire l’aria pesante e misteriosa che la conversazione aveva creato.
“ A volte il caldo non mi fa ragionare, siamo qui a parlare da tanto e non ci siamo nemmeno presentati, lei è Mouri Ran un’amica di infanzia di mio figlio, la figlia del grande Kogoro.. sicuramente avrai sentito parlare di lui.. il piccoletto è un mio lontano parente, si chiama Conan Edogawa ed è un detective.. ed io sono Yukiko Kudo la moglie del famoso scrittore di gialli Yusaku Kudo. La signorina accanto a te è? La tua ragazza magari? È molto carina.. hai gusto come tuo padre vedo! “

I due scarlatti in volto iniziarono a farfugliare frasi scoordinate e senza senso nel tentativo di smentire le affermazioni della donna che invece venivano maggiormente accertate da quella reazione eccessiva.
La persona che tra tutti era divenuta insolitamente silenziosa era Ran, osservava la scena di fronte a sé. Quel ragazzo assomigliava in maniera impressionante a Shinichi, eppure più lo osservava più una vocina dentro di sé le diceva.. Ha i suoi stessi occhi, stessa forma, grandezza, colore..ma non il suo sguardo, non il suo modo di guardare.. Ha il suo stesso fisico, ma non la sua postura, non il suo modo di camminare, non il suo stile.. Ha la sua stessa bocca.. ma non il suo modo di parlare.. Ha i suoi stessi lineamenti ma non il suo sorriso, non le sue smorfie.. Erano identici ma infinitamente diversi.
Ran riusciva ad attirare le attenzioni del piccolo alla sua destra tanto quanto il nuovo arrivato attirava la sua. A volte la gelosia però non permette di ragionare in maniera lucida, rende più opachi i contorni, trasforma un gioco di luce in un mostro e Conan non ne era immune.

Perché diavolo lo guarda così? Ma guardatela fino a questa mattina era felicissima del fatto che io mi preoccupo per lei.. e ora? Lo fissa.. sembra interessata.. E’ forse impazzita? Non la vede la ragazza accanto a quello? Questa è tutta colpa di Sonoko.. ha una brutta influenza su Ran.. No ma quando la chiamo questa volta mi sente..e come se mi sente. Niente, non vuole saperne di staccargli gli occhi di dosso! Come se non avesse mai visto un ragazzo.. tsè!

“ Conan perché hai fatto quel verso?” l’unica risposta di rimando alla ragazza fu uno sguardo truce, uno di quegli sguardi che il suo Shinichi di solito donava al colpevole di turno. Ma lei non poteva sapere che in quel momento, per il detective la colpevole era proprio lei. Colpevole, secondo lui, di osservare, studiare e forse desiderare qualcuno che non era Shinichi.

Aoko non aveva compreso molto della bizzarra situazione che le si era creata intorno..anche lei come Conan osservava Ran, aveva notato lo strano atteggiamento assunto dalla ragazza.. eppure nonostante non riuscisse a decifrarlo non provava gelosia per il modo in cui guardava Kaito. Forse sesto senso femminile, ma di una cosa era sicura, quella ragazza a tutto stava pensando, tranne che al suo Kaito.

*****

Appena arrivati a villa Kudo Conan decise di parlare con la madre, aveva un piano, ma per metterlo in atto aveva bisogno del suo aiuto.  Come tutti i piani dettati dalla gelosia, faceva acqua da tutte le parti.. se solo avesse riflettuto sullo sguardo della sua Ran avrebbe capito tutto.. ma in quel momento non ne era in grado.
“ Ascolta mamma e ti supplico almeno per questa volta fa quello che ti chiedo. Quando Ran verrà qui fingerai di parlare con la madre di Conan e le farai credere che starò via da casa Mouri per all’incirca una settimana. Nel frattempo io andrò da Ai e la costringerò a darmi l’antidoto che prenderò per una settimana, non mi importa se è rischioso, non mi importa cosa ne pensi.. ho 17 anni e ho il diritto di decidere cosa è giusto e cosa non lo è da solo!”
Yukiko guardò il figlio interdetta : “ Ma perché Shin? Cosa vuoi dimostrare? Spiegami almeno il motivo che ti spinge a prendere una decisione simile.. “

“ Sono pur sempre un detective e in quanto tale sarò io a visionare quella cassetta, oggi sarò io ad aiutare quel ragazzo.. “ il tono perentorio non diede la possibilità di contrabbattere alla donna.

******

“ Sei forse impazzito? Vuoi prendere l’antidoto per una settimana? Sei cosciente del rischio che corri? No, mi rifiuto di accompagnare la tua follia.. solo un motivo può portarti a tanto.. o per meglio dire, solo una persona ti può spingere a tanto. Ran. “ sentenziò la scienziata.
“ Ti sbagli! Mi trovo davanti un caso importante e voglio risolverlo come Shinichi! “ disse il piccolo, nascondendo lo sguardo dietro i capelli.. sapeva di mentire, sapeva che era una follia, ma non gli importava.
“ Va bene Shinichi, tu dimmi il vero motivo per cui vuoi fare una simile follia, e io forse accontenterò la tua richiesta. Voglio la verità pero.. “
Con lo sguardo ancora più basso, è una voce calma, troppo calma.. che nascondeva profonda delusione disse: “ Sento che se non lo faccio la perderò per sempre.. ti basta?”

Ai aprì il cassetto alla sua destra, tirò fuori un flacone con 7 pillole..leggermente differenti dal solito e lo consegnò dicendo : “ Tu devi essere pazzo, ma resta il fatto che sei un adorabile pazzo, buona fortuna cupido! “

*****

Le 8 non tardarono ad arrivare, una volta tanto sua madre aveva rispettato il suo volere, cosa che lo stupiva e non poco!
“Shinichi? Sei tu? Ma non eri a risolvere un caso? Io..Shinichi!” gli saltò al collo stringendolo a sé.
Il cuore del ragazzo era dominato da due desideri opposti, se da un lato voleva abbracciarla a sé dopo tanto tempo di lontananza, l’altro lato riviveva la scena di poche ore prima, era vivida , chiara, cristallina, la vedeva fissare “ quello ”, si non voleva nemmeno ricordare il suo nome.. era solo quello.. e la rabbia montava, voleva ignorarla e ferirla come lei aveva fatto a lui.
La sua battaglia interiore  non fu vinta né dal bianco né dal nero.. fu il grigio a prevalere.. abbracciò la ragazza, ma con una nota di distaccò che non sfuggì a Ran.
Arrivati gli ospiti il gruppo cenò in serenità e la serata passo tranquilla. Ran non era riuscita a togliere gli occhi dal suo amico d’ infanzia nemmeno un secondo.

Ora mi guardi eh? Che c’è Ran il moccioso non ti attira più? Non regge il paragone vero? Io sono Shinichi Kudo.. chi sarebbe lui? Certo però che questo ragazzo mi assomiglia, sembra anche simpatico.. chissà magari deciderò di chiamarlo per nome. Dipende tutto da come si comporterà nei confronti di Ran!

Era il momento, la videocassetta sarebbe stata riprodotta! E ora Shinichi doveva essere lucido e sveglio.. voleva risolvere il mistero prima dell’arrivo del padre. Si accomodarono sul divano ed il video partì.. L’angolo della ripresa non era quello dello spettatore, ma quello del mago. Si poteva vedere un pubblico immenso, incantato dallo spettacolo di magia.. la voce del padre veniva riprodotta in maniera nitida.. le sue ultime parole.. i suoi ultimi trucchi.. l’ultimo trucco, uno strano rumore, lo scoppio.. il nero. Cos’era quello scatto? Perché suo padre aveva deciso di installare una telecamera alle sue spalle? Sapeva già a cosa andava incontro?.. Tutte domande senza risposta.. domande che portavano ad un nuovo inizio.
Due ragazzi così diversi tra loro viaggiarono in quell’istante sulla stessa linea d’onda, il primo nodo per sciogliere la matassa era solo uno, scoprire  la provenienza di quello strano rumore.
 

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Capitolo 5
*** Straordinaria quotidianità ***


Sera a tutti,
Finalmente dopo giorni passati a leggere e oziare mi sono decisa ad aggiornare.
Prima di tutto ringrazio chi ha recensito lo scorso chap ed anche chi ha solo letto. :)
Bene ora passiamo al chap, questo capitolo è più leggero dell'altro, si basa principalmente su Shin e Ran.
Come sempre ciò che è scritto in corsivo sono pensieri del nostro Conan.
Vi lascio con qualche domanda:
Che ne pensate di Yukiko in questo chap?
Quanto avete odiato Heiji?
Trovate i personaggio troppo OOC?
Che ne pensate del gioco di parole nei pensieri dei personaggi col titolo?
Ok, forse ho spoilerato un po, vi lascio alla lettura.
Fatemi sapere che ne pensate.
Baciii



Straordinaria Quotidianità

Ran assonnata aprì gli occhi: “Ma cosa succede? Una suoneria? Ma non è il mio cellulare a squillare.. sembra provenire dalla stanza di papà..eppure sono sicura che ha portato il cellulare con sé, mi ha chiamata ieri sera..” tanto era presa dal suo soliloquio che non si rese conto della porta chiusa di fronte a sé. Si ritrovò con la faccia sbattuta in malo modo sulla porta della stanza vuota, visto l’assenza dei due coinquilini aprì ed entrò senza molti convenevoli. Tentava di comprendere da dove provenisse il suono che l’aveva destata dal suo bel sogno e allo stesso tempo si massaggiava la fronte dolorante.
Finalmente avvistò l’oggetto che in quel momento stava odiando, si avviò nella sua direzione, appena raggiunto il piccolo telefono gli squilli terminarono. Ran sbuffò, agguantò il cellulare di Conan, pensando che doveva essere veramente di fretta per aver dimenticato il cellulare a casa. Il display riportava una chiamata persa, la persona che aveva osato svegliarla e le aveva provocato inconsapevolmente un bernoccolo sulla fronte era Heiji Hattori.
Heiji? Ma perché chiama Conan alle 7 della mattina? È solo un bambino.. ora lo chiamo e mi sente.
Ran diede sfogo ai suoi pensieri, premette il tasto verde sul cellulare.. primo squillo.. secondo squillo.. terzo squillo..la linea fu aperta ed un Heiji in modo alquanto scorbutico esordì: “ oh kudo? Si può sapere che fine hai fatto? È un mese che non ti fai sentire, ti chiamo e nemm.. “ la ragazza non diede il tempo materiale al suo interlocutore di completare il concetto “ Kudo? Perché chiami Conan Kudo?HEIJIII ”.
Il ragazzo rabbrividì, aveva combinato un bel pasticcio.. e ora cosa poteva dirgli? ma perché Ran ha il suo cellulare? Che le dico ora? Che faccio? Una Ran molto pericolosa fermo i pensieri del detective urlando dall’altro lato della cornetta e fece ringraziare il ragazzo di essere ad Osaka, a chilometri di distanza dall'amica.
“ Heiji rispondi! Perché non parli? “
“ Ran, come stai?..io ecco mi devo essere confuso, sai l’altro giorno per sbaglio ho cancellato tutti i numeri del cellulare e quando li ho registrati di nuovo devo aver confuso il numero di  Kudo con quello di Conan “ Heiji sperò in cuor suo che la scusa non facesse acqua da tutte le parti e che Ran si calmasse lontana o vicina..era pur sempre pericolosa.
Ran si diede mentalmente dell’idiota, ma cosa aveva pensato? Cosa poteva esserci di sbagliato? La spiegazione di Heiji sembrava così ovvia e scontata.. eppure qualcosa non la convinceva del tutto.
“ Scusami Heiji, Conan è partito con i suoi per una settimana e ha dimenticato il cellulare. L’ho sentito squillare, sono andata a prenderlo e assonnata sono andata a sbattere contro la porta, il colpo alla testa non è stato indifferente. Scusa davvero sono stata scontrosa.”
Heiji tirò un sospiro di sollievo :” Conan è partito quindi? E Shinichi? "
Ran guardò la cornetta in modo scettico : “ Heiji ma per caso hai preso anche tu un colpo alla testa? Cosa centra Shinichi? Conan è partito, cosa dovrebbe avere a che fare questo con Shinichi?”
Il detective di Osaka si maledì per la seconda volta, certo che Ran quella mattina era decisamente sveglia.. forse troppo.. e lui troppo addormentato.
“ No.. io intendevo dire.. l’hai sentito ultimamente? Come sta? “ attendeva trepidante una risposta e iniziava anche a sudare freddo.
La ragazza non molto convinta decise di tagliare corto, il bernoccolo pulsava sulla sua fronte, aveva urgente bisogno di mettere del ghiaccio per trovare un po’ di sollievo. 
“ Sta bene, anzi se proprio vuoi saperlo è a Tokyo, non so il perché si trovi qui e nemmeno quanto rimarrà ora devo proprio andare. Ciao!”

Hattori pensò tra sé e sé, cavoli..l’ho fatta arrabbiare..in fondo però non è colpa mia se Kudo ha dimenticato il cellulare. Questo ora però è un problema secondario, lei ha detto che Conan starà via una settimana, quindi Shinichi resterà qui una settimana, ma come è possibile tutto ciò? Quell’idiota mi deve delle spiegazioni. Più tardi lo chiamerò.

 *****

Ran si abbandonò sul divano, iniziò a passare in rassegna i suoi impegni quotidiani:
Pulire casa.. l’ho fatto.
Cucinare.. ci penserò dopo.
Fare la spesa..posso rimandarlo a domani, in fondo sono tutti in vacanza..un po’ di riposo lo merito anche io.

Incontrare Shinichi alle 11 al parco.. sorrise, che straordinaria quotidianità.. si quelle erano le parole giuste.. un tempo vedere il suo migliore amico era scontato, quotidiano, era un’azione talmente naturale che non veniva annoverata tra gli “impegni”.
Ed ora?.. ora era un evento straordinario! Le doveva delle spiegazioni, tante spiegazioni.. lo strano atteggiamento freddo della sera prima, perché fosse andato via, perché fosse tornato, per quanto fosse tornato, perché chiamava Conan..eh si.. si era fatta un promessa l’avrebbe messo di fronte al fatto compiuto.. la telefonata a Conan.. quella doveva proprio spiegargliela. Le troppe elucubrazioni, unite all’ancora fresco bernoccolo le stavano facendo venire mal di testa, perciò decise di iniziare a sistemarsi, in fondo erano già le 10.

 *****

“Shin.. ma come sei carino.. assomigli tanto a tuo padre! Nemmeno sei tornato e già esci con la tua Ran..Shin oggi la bacierai? Dai dillo alla tua mammina.. o vuoi che continui a chiamarti tonto ancora a lungo? “ Yukiko lo seguiva saltellando dentro casa torturandolo psicologicamente.

Ma quando la smetterà? E se mi chiudessi nel bagno? Mi seguirà anche nel bagno? No.. non può farlo ormai ho 17 anni.. Ma perché deve farmi queste pressioni..lei crede sia facile.. si, certo come no! Shin bacia Ran, così forse quando partirai non guarderà gli altri ragazzi con gli occhi a cuoricino. Ok, basta la devo smettere con questa storia, lei ieri sera aveva occhi solo per me. Oltretutto credo che ieri abbia notato la mia freddezza, la merita? Non credo..sono io che l’ho abbandonata, sono io che non la chiamo, sono io che le rispondo in malo modo. Mamma mia se dovessi sostenere un esame non sarei in ansia come lo sono all’idea di uscire con lei. Prima era la mia quotidianità, ora sembra un evento straordinario. Bizzarro, straordinaria quotidianità!

I pensieri gli permisero di ignorare il continuo pedinamento della madre, finì di prepararsi e salutata quella che a suo dire stava diventando la fonte dei suoi guai si diresse verso il luogo dell’appuntamento.

*****
 Era li, seduta sulla panchina, indossava un vestitino semplice, color rosa chiaro, non molto scollato né eccessivamente corto, ai suoi occhi era bellissima, sembrava rendere il parco in fioritura ancora più armonioso.
“ Ciao Ran “ le uniche parole che uscirono dalla sua bocca.
Ran studiò accuratamente la figura davanti a sé, da quanto tempo non lo faceva, da quanto tempo non si perdeva ad osservare ogni suo singolo dettaglio, indossava un jeans ed una maglia rossa.. rossa del suo colore preferito.. era un caso? Era semplice, ma nella sua semplicità ai suoi occhi era bellissimo, e anche se non adorava ammetterlo, non erano solo i suoi di occhi a vederlo tale.
Lo saluto donandogli un sorriso.
L’atmosfera era strana, entrambi avevano il cuore a 3000, entrambi erano nell’unico posto dove desideravano essere, l’una voleva risposte e l’altro non voleva domande.
“ Shinichi prima di andare da qualsiasi parte, ti devo parlare, siediti per favore. “ esordì la ragazza con estrema calma, forse troppa. Shinichi assecondò la sua richiesta e le fece segno di continuare con la testa.
“ Non ti chiederò dove sei stato, non me lo diresti, al massimo mi troveresti una delle tue solite scuse..un caso..un caso..un caso.. ed io sono stanca di sentirle. Non ti chiederò quanto rimarrai, non ne conosco il motivo, ma sono sicura che sarà per poco, prima che il TUO caso ti porti via da me.. e mi rimandi indietro il mio piccolo Conan. Ma una cosa te la devo chiedere, perché lo fai? Perché non mi chiami, perché chiami Conan chiedendogli dettagli sulla mia vita privata e non vieni direttamente da me a dirmi che sei geloso? “ sulle sue labbra sorse un sorriso malizioso quando guardò l’espressione di stucco sorta sul volto dell’amico..che piano piano si colorava di un rosso acceso. Non pensava di esserne in grado, ci aveva meditato tanto, voleva metterlo alle strette e alla fine aveva ascoltato il consiglio che Yukiko la sera prima le aveva dato.

“ Appena vi incontrerete fingiti seria, afflitta, fagli credere che lo stai mettendo di fronte ad una scelta finale, devi essere un’attrice. Solo alla fine, ricorda bene Ran, alla fine digli che sai tutto della chiamata di Conan sono sicura che rimarrai tu di stucco nel vedere la sua reazione e sarà una delle tue più belle soddisfazioni! “

Shinichi iniziò a farfugliare frasi senza senso : “ Io.. non pensavo Conan.. non volevo.. sai.. gelosia.. invadente.. “

Ma è Ran? In questo momento mi è sembrato di vedere mia madre quando mi gioca uno dei suoi tranelli.. ma lei non può centrare nulla con tutto questo.. non sa della chiamata.
E ora cosa faccio.. mi ha messo alle strette, non posso negarmi, non posso far ricadere la colpa su Conan, quelle parole poi.. riavrò il mio piccolo Conan che voleva dire? Oddio mi sta fissando, lei ride..beata lei..è divertita..qui sono io quello che sta sudando sette camicie, mi hai voluto mettere alle strette eh Ran? Va bene, posso fare il tuo stesso gioco. Io mi confesserò a te in un modo che tu non ti immagini nemmeno..


Raccolse una finta calma, ma l’emozione per quello che stava per fare lo divorava.. guardò Ran negli occhi..
“ Ti diverti? Mi hai messo alle strette..ma a volte a giocare con il fuoco si rischia di bruciarsi. “
La ragazza iniziò a sentire improvvisamente sempre più caldo, il cuore sembrava essere impazzito.. lui si avvicinava sempre di più.. riusciva a distinguere nettamente ogni singola tonalità di azzurro presente nei suoi..il suo respiro era vicinissimo..la stessa maledetta suoneria che l’aveva svegliata la mattina bloccò la situazione che uno Shinichi più spavaldo del solito aveva creato.

Il liceale scocciato prese il telefono : “ Hattori non potevi scegliere momento peggiore! “, l’interlocutore infastidito dal tono brusco con cui l’amico aveva aperto la chiamata lo liquidò dicendo: “ Anche io sono felice di sentirti Kudo, ti avevo chiamato per avvisarti che avevo combinato un piccolo guaio con Ran e dirti che hai dimenticato il cellulare di Conan da lei, ma non ti preoccupare, mi richiamerai tu quando sarà il momento opportuno! Ciao!” .
Il ragazzo capì di aver esagerato e si ripromise di richiamarlo al più presto.

Si voltò verso Ran, la ragazza sembrava particolarmente attratta dall’erbetta del prato, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.. il suo volto era diventato color pomodoro.

Come è rossa in volto.. credo che ora non sia il caso di insistere.. forse la farei stare male.. sisi.. sicuramente..stavo per baciarla..non so grazie a quale forsa misteriosa.. ma stavo per farlo..maledetto Hattori!

La osservò per qualche altro istante ancora, poi si decise a rivolgerle la parola.
“ Ran ti va di andare a mangiare fuori?” chiese il ragazzo in maniera impacciata.
Ran annuì senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
Tra sé e sé pensava, Yukiko aveva proprio ragione,ho fatto bene a raccontarle dell'accaduto con Conan.
Ha reagito in un modo che non potevo nemmeno immaginare e sarebbe stata una bella soddisfazione se Heiji non avesse interrotto per la seconda volta il più bello tra i miei sogni.
 

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Capitolo 6
*** Appuntamento con imprevisto ***


Finalmente aggiorno,
in questo capitolo i commenti sul chap li inserisco sotto per non fare spoiler..
Solo un appunto, come sempre il corsivo sono i pensieri del nostro piccolo grande detective.
Ringrazio in modo particolare Just a little wizard, Blacky e Shin e Ran amore che mi seguono in ogni chap! :)
Grazie, grazie ancora grazie.
Un ringraziamento anche a chi legge solamente. :)
Vi lascio al chap!

Appuntamento con imprevisto

 
“Gli esperti informano che questa sarà l’estate più calda degli ultimi 20 anni, si consiglia di non esporre al sole bambini ed anziani nelle ore più calde, di bere molti liquidi..” la voce di Yoko Okino arrivava alle orecchie di Ran come un eco lontano.
Shinichi guardava la conduttrice con un ghigno divertito sul volto.

Nella sua mente un Kogoro rosso come un pomodoro con una fascia legata in fronte reggeva una birra fresca nella mano destra mentre con il braccio sinistro abbracciava la tv urlando come un forsennato.. “ Yoko – chan!!! Guarda come sono bravo! bevo liquidi Yoko - chaaaaan “

“ Shinichi perché hai quell’espressione da ebete stampata in volto? Mi ricordi mio padre sai? E dovresti sapere che non è un complimento “ affermò la ragazza con tono scocciato.

Il detective guardò la ragazza stralunato cercando di ponderare le parole prima di risponderle.

Ma cosa le prende?  Sembra scocciata, annoiata, tesa.. tutti aggettivi negativi.. Mi
ha chiesto di venire a mangiare a casa.. è come se non volesse rimanere sola con me.. per la prima volta dopo 17 anni non capisco cosa le frulla per la testa..


“ Ran non sarai gelosa vero? A dire il vero pensavo a tuo padre, alla sua reazione quando vede Yoko in tv e involontariamente ho sorriso.. non ricordavo ti irritassi così facilmente.. “ disse tentando di usare il tono più dolce possibile, ricordando molto la dolcezza del piccolo Conan.

“ Io? Gelosa? E di chi? Di te? Ma fammi il piacere.. e comunque non voglio che tu prenda in giro mio padre, stupido! “

Nonostante avesse cercato di mostrare un tono ed un atteggiamento distaccato, ogni muscolo del suo corpo la stava tradendo; il tono dolce usato dall’amico di infanzia non le era sfuggito e l’aveva colpita facendo scemare il suo nervosismo.
Yukiko entrò nella stanza, come sempre di buon umore, portando il pranzo sul tavolo. I tre consumarono le pietanze parlando del più e del meno, l’atmosfera era tranquilla e serena.
Dopo pranzo Ran offrì il suo aiuto a Yukiko che accettò di buon grado.

*****

La giovane iniziò a lavare i piatti, mentre Yukiko accanto a lei li asciugava e li riponeva al loro posto. La donna osservava Ran con attenzione studiandola e convincendosi sempre più che qualcosa non andava. Aveva visto crescere quella ragazza, ricordava quando da piccola aveva paura dei mostri, quando desiderava con tutta se stessa che Shinichi la chiamasse per nome, l’aveva vista gioire così come piangere, era un libro aperto che ora le stava chiedendo in silenzio aiuto.

“ Ran è tutto ok? Sei strana.. è successo qualcosa? “ i piatti le scivolarono di mano cadendo nell’acqua schizzando da tutte le parti.

“ Ecco io.. a dire il vero.. non lo so.. prima ho seguito il tuo consiglio, e Shinichi.. “ non riusciva a completare il discorso, le creava troppo imbarazzo, in fin dei conti la donna che aveva di fronte era la madre del ragazzo di cui era innamorata. Abbassò lo sguardo per nascondere il rossore che le colorava il visto.

“ Oh piccola Ran, ti ho vista crescere.. puoi dirmi qualsiasi cosa lo sai vero? Shinichi ha fatto qualcosa che ti ha turbata? “ Yukiko iniziava ad essere seriamente preoccupata.

“ Shinichi ha tentato.. si insomma Shinichi ha provato.. cioè sembrava che Shinichi voles.. “ la porta alle loro spalle si aprì e le parole gli morirono in bocca al suono della sua voce.

“ Ran? A che stai? Che dici se dopo andiamo al cinema.. ho appena visto un bellissimo trailer proprio ora. “ annunciò uno Shinichi al settimo cielo.

“ Va bene.. qui ho quasi finito tra poco ti raggiungo “ fu la risposta balbettante della ragazza.
Stralunato dall’atteggiamento sempre più bizzarro dell’amica tornò in salotto a guardare la tv.

“ Ran non sarà mica che Shinichi ha provato a baciarti? “

L’espressione dipinta sul volto della liceale non lasciava adito a dubbi. Yukiko era fuori di sé dalla gioia, ma il suo entusiasmo fu smorzato dalle parole della ragazza.

“ Però poi non l’ha fatto “ disse tutto d’un fiato. Yukiko sgranò gli occhi. “ E perché? “

“ Hattori” fu la semplice e veritiera risposta di Ran.

Era passata da uno stato di euforia pura, ad uno di perplessità per rimanere infine interdetta da quella a dir poco bizzarra conversazione.

“Hattori? Il ragazzo di Osaka dici? E cosa centra Ran? Ti sei innamorata di lui? Giuro non sto capendo! “

Questa volta fu Ran a sgranare gli occhi. “ No Yukiko sei totalmente fuori strada, voglio dire che quando Shinichi stava per.. si insomma per.. vabbè.. stava per fare quella cosa.. il suo telefono è suonato! A chiamarlo è stato Hattori, conclusa la telefonata che è stata breve e anche non tanto simpatica eravamo tutti e due a disagio. Ho proposto di venire qua..e visto che lui mi ha assecondata.. ho pensato che forse si è pentito del gesto che stava per fare.”


“Ok Ran, ora ascoltami bene.. “

 *****

Erano le sei del pomeriggio, le strade di Tokyo erano semivuote. C’era chi aveva trovato sollievo al mare, chi aveva deciso di passare il weekend in montagna, e chi invece passeggiava dentro ai centri commerciali difendendosi dalla calura estiva con l’aria condizionata.

Ma cosa succede? Ha totalmente cambiato umore.. sembra essere al settimo cielo. Non che il cambiamento mi infastidisca, però sarei curioso di conoscerne il motivo. Maledetta curiosità da detective. Ricordati Shinichi che proprio questa smania di voler sapere sempre tutto di tutti ti ha portato a restringerti e a dover recitare i panni di un bambino delle elementari. Fatti un esame di coscienza.

“Allora Shinichi come si chiama il film che andiamo a vedere? “ esclamò Ran raggiante, guardando il suo detective con aria sognante.

“ E’ una sorpresa, te l’ho detto e ripetuto.. siamo quasi arrivati che ti costa aspettare? “ rispose Shinichi con tono divertito.

Il film prescelto poteva essere solo uno : Sherlock Holmes gioco di ombre. Dovevo aspettarmelo pensò Ran tra sé e sé divertita dalla situazione. Si avvicinarono alla biglietteria dove a servirli trovarono una bella ragazza loro coetanea che aveva puntato Shinichi già da tempo, dalla prima volta che l’aveva visto comparire in tv.

“ Quale film volete vedere tu e la tua sorellina? “ domandò con fare malizioso la ragazza.

Tsè sorellina, ma guarda tu questa! pensò una Ran visibilmente scocciata che avrebbe volentieri dimostrato alla rivale le mosse di karate che la “ sorellina “ conosceva. Scelse però di rispondere all’attacco con un gioco di parole che Shinichi era sicura avrebbe colto.

“Più che fratello e sorella potresti chiamarci Irene Adler e Sherlock Holmes, sempre che tu sappia chi siano. “ affermò con tono soddisfatto Ran.

Shinichi piacevolmente stupito dalla reazione dell’amica ebbe uno slancio di coraggio. Abbraccio Ran da dietro e chiese i biglietti  alla ragazza della biglietteria, visibilmente innervosita tanto dalla risposta a tono di lei tanto dall’atteggiamente di lui. Continuò ad osservarli giocare e stuzzicarsi a vicenda, provando un moto di invidia nei confronti di quella che a suo dire era, la ragazza più fortunata della terra, fino a quando non furono fuori dal suo campo visivo, per abbandonarsi infine ad un sospiro sconsolato.

 *****

Il film veniva trasmesso nella sala più grande, i loro posti erano al centro e tra le file più alte, avevano una visuale perfetta. Tutto sembrava essere finalmente perfetto.

Uno spasmo, un secondo, un terzo.. era il momento.. l’antidoto stava terminando il suo effetto, e lui tanto preso dalle emozioni della giornata non aveva riflettuto sul tempo che trascorreva. Tra meno di mezzora sarebbe tornato Conan.

“ Ran vado a prendere qualcosa da mettere sotto i denti, torno subito.”


*****
 
Qualcuno da lontano li osservava con attenzione da quando erano entrati. Appena vide il ragazzo alzarsi pensò andrà a prendere qualcosa da mangiare.. o forse andrà al bagno. Passarono dieci minuti buoni e non vedendolo tornare decise di andare a controllare. Si avviò verso il bar all’interno del cinema e non lo trovò, decise di andare in bagno. La porta era bloccata. Guardò a destra, poi a sinistra, tirò fuori una piccola molletta dalla tasca ed aprì la porta con un movimento repentino e sicuro.

“ L’avevo capito lo sai? Ieri pomeriggio al centro commerciale il piccolo Conan non faceva altro che guardarmi in modo torvo, probabilmente a causa della tua gelosia nei confronti di Ran, e guarda tu il caso, la sera Conan non c’è e ho l’onore di conoscere Shinichi Kudo “ affermò con fare spavaldo Kaito.

“ Devo chiamarti Kaito Kuroba o Kaito Kid? “ affermò il piccolo con un tono altrettanto spavaldo.

“ Ora grande detective che farai? Sarete la bella Irene Atler e Sherlock Holmes versione ristretta? “ disse il ragazzo divertito dalla situazione.

“ Aiutami, travestiti da me nel frattempo io andrò a casa a prendere il secondo antidoto, ho commesso proprio un errore sciocco e banale. Quando torno ci incontreremo nel bagno e ci scambieremo di nuovo. “

“ E se io decidessi di aiutarti cosa avrò in cambio? “ rispose sempre più divertito.

“ Io aiuterò te, forse ho capito cos’era il rumore che abbiamo sentito nel video. Dimmi se le mie deduzioni sono giuste. Il primo furto kid era Toichi Kuroba, mago di fama mondiale, morto a causa di un incidente durante un magic show o almeno questa è la versione ufficiale. Dopo 8 anni in qualche modo tu sei venuto a conoscenza della verità, hai scoperto l’identità del ladro fantasma e che la morte di tuo padre non era un incidente. Lui è stato assassinato. Hai deciso di diventare il Kaito kid di seconda generazione sperando così di scovare i suoi assassini. A grandi linee credo che i fatti siano questi, è corretto? “ fu Conan a guardare con soddisfazione il 17enne di fronte a sé questa volta.

“ Corretto. Mi aiuterai a trovarli partendo da quel video quindi? “ domandò con fare serio questa volta.

Il detective annuì con un movimento del capo.

“ Ok, affare fatto. Vai tranquillo la tua Ran sarà in buone mani durante il film, lo sai anche tu che sono un gentiluomo io “ disse con tono troppo allegro e malizioso a parere del detective.

“Kid cerchiamo di non essere troppo gentiluomini con la mia Ran, potrei sempre farmi sfuggire qualche parola di troppo con la tua Aoko.. non so se mi spiego..” rispose a tono il finto bambino.

“ ohi ohi..uno Sherlock Holmes in miniatura non dovrebbe fare certi ricatti! Muoviti altrimenti la tua Ran penserà che tu ti sia dato di nuovo per disperso” detto questo si dileguò per dirigersi verso la sala di proiezione e vestire i panni del detective liceale.

Conan sbuffò sonoramente.

Speriamo che vada tutto bene, sarà meglio che mi dia una mossa, non vorrei che Ran notasse la differenza tra me e quello.. e poi non mi va giù che lei stia in sua compagnia, sola , in una stanza poco illuminata, lui ora è me.. magari potrebbe provare a baciarla..No No.. se lo fa io lo ammazzo.

Preoccupato dal suo ultimo pensiero iniziò a correre verso casa sotto la sguardo basito dei passanti, la scena che si parava davanti i loro occhi era alquanto bizzarra.
Un bambino di 7 anni correva con addosso solo una camicia decisamente troppo grande per lui e dei calzini. Portava dei pantaloni da adulto nella mano destra e delle scarpe nella sinistra. A completare il tutto erano le frasi senza senso pronunciate più a sè stesso che a qualcuno in particolare : “ Se lo fa io lo ammazzo quel mago da strapazzo.. nono.. non lo fa.. non lo farà..”

 
Bene bene, sono qui!
Questo chap è stato più sofferto degli altri, ero indecisa su come strutturarlo! :)
Che ne pensate?
Hattori in questo chap non c'è.. contenti/e?
Cosa le avrà detto Yukiko a Ran?
Immaginavate che Kaito avesse intuito la verità?
E la scena finale?
Aspetto vostri commenti,
A presto,
Baciii
 

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Capitolo 7
*** Il nuovo arrivato ***


Sono tornata,
ho tardato molto? chiedo perdono ma sono stati giorni molto impegnati, ma questo pomeriggio mi sono armata di buona volontà e sono venuta ad aggiornare!
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno recensito, mi sembra di aver capito che lo scorso capitolo vi sia piaciuto particolarmente! :) Sono molto contenta sperando di non deludervi con questo.. dopo tanta attesa. :)
Ringrazio anche chi ha solo letto. :)
Ora passiamo al chap,
il titolo dice tutto.. " Il nuovo arrivato" .. e questo chi è??? poi fatemi sapere cosa ne pensate di questo intruso xD
Come sempre ciò che è in corsivo sono pensieri di Conan anche se in questo chap pensa di meno.. e agisce di più!:)
Ora dopo avervi torturate/i abbastanza vi lascio al chap.
Fatemi sapere che ne pensate :)
Baciiii

Il nuovo arrivato



Una voce rauca si diffondeva gradualmente nella sala mentre le immagini del trailer scorrevano veloci sul grande schermo:

“ Da Ottobre la paura avrà un nuovo volto.. “

Entrando nella sala iniziò a scorgere tra gli spettatori chi entusiasta non vedeva l’ora che il film venisse proiettato, chi impaurito nascondeva il volto tra le mani e infine i pochi scettici che si domandavano se fosse il caso di vedere o meno un film del genere.
Finalmente riuscì a vederla, era seduta comodamente su una delle file più alte, il suo posto era uno dei centrali, sembrava annoiata mentre reggendosi il volto con la mano cercava di scorgere qualcuno. Ran ruotò il volto verso l’entrata di destra e lo vide, il suo volto si illuminò all’istante, finalmente era tornato.
Il falso Shinichi prese posto accanto a Ran che iniziò ad osservarlo in modo scettico.

Oddio. Perché mi osserva così? Avrà capito già capito chi sono? E’ pur vero che è la ragazza di un detective ma questo mi sembra decisamente troppo! Pensò Kaito sempre più agitato.

“ Shinichi ma non avevi detto che prendevi qualcosa da mangiare?” domandò la ragazza.

“Sono andato al bar ma era stracolmo di gente, ho iniziato a fare la fila attendendo il mio turno, poi però sentivo troppo la tua mancanza e quindi sono tornato a mani vuote. Ti dispiace? “ rispose il finto detective con una naturalezza che di certo non apparteneva a Shinichi e tirando un sospiro di sollievo per il falso allarme.

Ran rimase senza parole a fissarlo, sfruttando la penombra che nascondeva il suo rossore posò il capo sulla spalla del ragazzo sentendo il cuore leggero, come non mai.

Se mi vedesse quel detective mi farebbe la pelle, però non è colpa mia, una scusa dovevo pur inventarla, credo che questo particolare eviterò di raccontarglielo, pensò tra sé e sé il ladro.


*****
 
“Piccolo è tutto ok?”

“ Qualcuno fermi quel bambino..”

“ Chiamate la polizia, forse ha perso i genitori..”

Erano solo alcune delle parole dei passanti che riusciva a captare.

Polizia? Tsè.. ci manca solo questo, che mi portino in centrale! Devo sbrigarmi.. Maledizione!

“ Conan!!!”

Improvvisamente si sentì chiamare, voltandosì scorse il Dottor Agasa, provò un forte moto di riconoscenza nei confronti dell’amico e si vergognò profondamente per la chiamata del giorno prima.
L’amico accostò e fatto salire il piccolo in macchina lo accompagnò fino a casa. Durante il tragitto Shinichi dapprima si scusò per la telefonata e poi gli raccontò tutto l’accaduto.

“ E tu hai lasciato Ran sola con Kaito kid in persona Shinichi?” fu la risposta urlata da Agasa.

“ Dottore deve per forza girare il dito nella piaga? Non avevo altra scelta! Oltretutto si parla di pochi minuti, il tempo di prendere l’antidoto e al suo fianco tornerò io! Ora scappo, grazie mille per il passaggio” così dicendo scese velocemente dall’autovettura per dirigersi correndo verso casa.
Entrò come una furia senza preoccuparsi minimamente del baccano causato e senza salutare una Yukiko che scioccata osservava il figlio in una veste non proprio normale.
Raggiunta la sua stanza aprì in fretta e furia il cassetto per prendere l’antidoto, ma fu bloccato da una voce familiare.

“ Hai intenzione di lanciare una nuova moda Shinichi? Non credo avresti fortuna sinceramente” .

Shinichi colse il tono di sarcasmo con cui l’amica aveva scandito le parole.

“ Ai sei venuta per dirmi qualcosa di importante o solo per fare delle battutine sarcastiche?”  rispose il bambino con fare scocciato.

“ Sono qui perché ho un’ idea. Ho provato a sviluppare un nuovo antidoto, si basa su una formula di base diversa rispetto a quella precedente, perciò è meno affidabile. Per meno affidabile intendo che non conosco i suoi effetti con la stessa precisione del precedente antidoto perciò il margine di errore nei miei calcoli è più elevato; però salvo imprevisti dovrebbe durare almeno tre giorni, con un margine di ben 24 ore evitandoti quindi la trasformazione ogni giorno e permettendo al tuo fisico di trarne un notevole beneficio. Considerato che il tuo fisico non ha mai recepito questo farmaco il suo effetto dovrebbe essere al massimo della prestazione. Detto questo però devo metterti in guardia, se questa equazione dovesse avere qualche errore tu non potresti prendere il vecchio antidoto per ora, il tuo fisico rischierebbe il collasso e quindi dovresti permettere al tuo organismo di disintossicarsi prima di sottoporlo ad un’altra prova” recitò con tono serio la scienziata.

“ Nella più rosea dell’ipotesi se l’antidoto funziona sarò Shinichi Kudo per ben 3 giorni più uno grazie al margine delle 24 ore, se invece qualcosa dovesse andare storto non potrò prendere subito l’altro farmaco e di conseguenza non sarò in grado di stare accanto a Ran questa settimana, giusto?”

“ Esatto” replicò la bambina.


Conan prese il farmaco in mano, lo studiò per qualche secondo e poi prese la sua decisione di istinto. Mandò giù la piccola pastiglia, uno spasmo, due, tre.. qualcosa non andava, il dolore era acuto, troppo acuto.. diverso..un urlo straziante si espanse per la stanza.

*****

Ran era in lacrime, Sherlock Holmes era morto, non poteva crederci, aveva sempre odiato i film con un finale drammatico! Lei era solare, allegra, adorava le storie d’amore..non capiva quei registi che prendevano la bizzarra decisione di porre fine alla vita del protagonista.

Sullo schermo la signora Watson riceveva un pacco, lo mostrava all’amato marito che agitato desiderava conoscere l’identità del fattorino. Le due figure si allontanavano dalla stanza, la poltrona improvvisamente prese vita, una figura si era mimetizzata perfettamente con l’ambiente..e chi poteva essere se non Holmes?

Una risata si espanse per la sala, la sigla di chiusura partì, le luci si alzarono e gli spettatori rallegrati dal lieto fine iniziarono ad uscire dalla sala.

“ Shinichi è stato bellissimo, il finale era stupendo! Quando lui si alza dalla poltrona, io.. Shinichi ma mi stai ascoltando?”  domandò perplessa.

Kaito era in cerca di qualcuno.. ma dov’era finito quel detective? Cosa doveva fare ora? Il film era finito..e lui ancora non era comparso! L’unica persona arrivata mezzora prima del film al cinema era un universitario, con il volto semicoperto che non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno un secondo.

Ran scrollò il ladro per un braccio, il finto Shinichi finalmente si decise a voltarsi e a darle un minimo attenzione.

“ Scusami Ran.. è solo che prima durante il film ho visto un movimento sospetto e ci stavo riflettendo su.. sarò meglio non pensarci più! Ti dispiace se mi allontano un attimo?” chiese il ragazzo in modo gentile.


“ Va bene detective, basta che torni! “ rispose Ran scoccandogli un bacio sulla guancia.

*****

Non fece in tempo ad entrare nel bagno che una forza sconosciuta l’aveva preso per il colletto della camicia e messo con le spalle al muro.

“ Cosa diavolo ti salta in testa? Cos’era quel bacio? Perché ha visto il film per tutto il tempo sulla tua spalla? Ti dico solo una cosa.. Aoko Nakamori! Come credi reagirebbe sapendo che il ladro che manda al manicomio suo padre è il suo amico di infanzia?” sbottò il detective, non più nel corpo di un bambino, ma nemmeno in quello di un liceale.

Kaito osservò il ragazzo di fronte a sé con gli occhi sbarrati.

“ Kudo??? Cosa diavolo.. Ma quanti anni hai? Comunque è stata lei a poggiarsi a me.. cosa dovevo fare? Mandarla via? Come credi avrebbe reagito a quel tuo strano comportamento.. per quanto riguarda il bacio è stata sempre lei.. cosa pretendi che faccia io me lo spieghi?” biascicò il ladro ancora visibilmente scioccato dalla scena che gli si presentava davanti.

“Lasciamo perdere per ora.. Comunque ho provato un nuovo antidoto che ha una durata di 4 giorni, solo che Ai deve aver sbagliato
qualcosa nella formula e piuttosto che ridarmi il corpo di un 17enne mi ha donato quello di un 27enne. Ora per questi quattro giorni tu fingerai di essere me, io sarò il fratello maggiore di Conan: Seiki Edogawa. Così avremo anche più tempo per indagare”  sentenziò il neo universitario.

“Va bene Seiki ” ghignò Kaito.


“ E smettila di ridere, io non mi diverto per nulla “ mugugnò il ragazzo.
Entrambi finalmente abbandonarono il bagno del cinema che sembrava essere diventato il loro luogo di incontro.

*****

“ Ran ti presento mio cugino, lui è Seiki Edogawa, è il fratello maggiore di Conan. L’ho incontrato per caso dentro al cinema. Ha visto il nostro stesso film! “ annunciò con fare gioioso e fin troppo divertito Kaito.

Wow..è..è..è bellissimo fu l’unico pensiero di Ran. Passo un paio di minuti a studiare il nuovo arrivato, aveva degli occhi azzurri identici a quelli del piccolo Conan, del suo Shinichi.. Il suo fisico sembrava scolpito, un artista non avrebbe potuto fare di meglio. Finalmente la ragazza si destò dai suoi pensieri e si presentò educatamente al ragazzo.

Il nuovo gruppetto si avviò verso casa Kudo, i due ragazzi parlavano tranquillamente tra di loro lanciandosi di tanto in tanto delle frecciatine che una Ran troppo distratta non riusciva a cogliere.
La sua mente era totalmente stregata, non riusciva a togliere lo sguardo di dosso al nuovo arrivato, persino il suo Shinichi sembrava insignificante, non riusciva a capire cosa le prendesse, era come una calamita  per i suoi occhi.

Un Kaito malizioso sembrava aver notato l’interesse che Ran provava verso Seiki e decise di stuzzicare un po’ con la coppietta.

“ Ohi Ran non dovrò mica ingelosirmi vero? “ disse avvicinandola a sé abbracciandola con un braccio.

“ Shinichi ma cosa..? Io.. “ non riuscì a finire la frase a causa del troppo imbarazzo causato in parte dall’abbraccio del ragazzo, ma maggiormente dall’essere stata colta sul fatto.

“ Sai cugino TU non potrai mai reggere il paragone con ME, specialmente con LEI “ pronunciando le ultime tre parole in modo che potessero arrivare solo alle orecchie del ladro.

Cosa credevi ladro da quattro soldi? Che io sia Conan, Shinichi o Seiki per la mia Ran esisto solo io.


Ran decisamente a disagio per la scomoda situazione creatasi decise di congedarsi dai due andando casa a rinfrescarsi le idee.

*****

“ Si può sapere dove andiamo SEIKI?” sottolineava con enfasi il suo nome ogni volta che poteva, era una situazione che lo divertiva oltremodo.

“ Smettila di giocare, ora passiamo alle cose serie, vuoi sapere o no cos’era quel rumore? Credo che il segreto sia in questo palazzo. “

Erano di fronte ad un edificio al centro della città, era illuminato e sfarzoso. Kaito non riusciva proprio a comprendere come potesse quel luogo avere a che fare con il video, ma sapeva che se di qualcuno doveva fidarsi, quel qualcuno era Kudo.

“ Entriamo..” intimò il detective.

“Ok!” fu la risposta secca dell’alleato.
 
Ed ecco il chap..
ed ora cosa succederà? :)
Si lo so vi torturo sia sopra che sotto, credo dovrete sopportarmi! :)

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


Rivelazioni

 
L’atrio dell’edificio era ampiamente illuminato, l’ambiente era arredato in modo sobrio ma elegante creando un forte contrasto con l’aspetto sfarzoso che presentava l’esterno. L’immobile era di nuova costruzione, formato da 17 piani, questi ultimi venivano raggruppati in cinque zone ognuna delle quali svolgeva una distinta funzione.
I primi cinque piano costituivano la Zona E ed erano adibiti ad uffici di ogni genere: consulenze mediche, legali, commerciali,ecc.
Il sesto ed il settimo piano formavano la Zona D e svolgevano la funzione ristorazione e vi si poteva trovare ogni tipo di cucina.
Dal decimo al tredicesimo piano si entrava nella Zona C che veniva anche definita “ la zona del benessere ”, al suo interno erano situati centri massaggi, centri estetici, erboristerie,ecc.
I piani dal quattordicesimo al sedicesimo prendevano il nome di Zona B. A differenza dei precedenti costituiva un piccolo centro commerciale, era formato da decine di negozi di ogni genere, spaziando dall’abbigliamento alle calzature per giungere fino a dei semplici minimarket.
Infine il diciassettesimo piano era la Zona A, rispetto agli altri era sfarzoso ed appariscente ricalcando lo stile esterno. Era formato principalmente da ampie sale da ricevimento che venivano spesso utilizzate dai grandi imprenditori esteri e nazionali per organizzare banchetti ed importanti serate di gala.

*****

Kaito osservò attentamente la cartina dell’edificio esposta nell’atrio domandosi cosa potesse avere a che fare un posto del genere con suo padre.

“ Ora dobbiamo andare al quindicesimo piano, li andremo nel nostro ufficio e ti spiegherò il mio piano ” affermò il neo universitario.

“Ufficio?” domandò scettico di rimando il ladro.

“Il bagno stupido! Il bagno! Le deduzioni non sono il tuo forte Kuroba!” rispose divertito Shinichi.

“Ora è così che si chiama? Perché dobbiamo andare proprio al bagno del quindicesimo piano?” chiese con fare sempre più scettico Kaito.


“Lascia fare me ed ascolta chi se ne intende! Tu continua a fare il ladro, ed io continuo a fare il detective” tagliò corto il ragazzo avviandosi verso l’ascensore.

*****

Raggiunto il bagno del 15esimo piano, bloccarono la porta per evitare intrusioni ed il detective iniziò ad esporre le sue brillanti deduzioni.

“ Partirò dal principio e cioè la sera in cui abbiamo visionato la cassetta. Passai l’intera nottata a rimurginare sul rumore sentito prima che il video scomparisse. In un primo momento ho pensato fosse dovuto ad un’esplosione, ma mi sbagliavo e di grosso!”

“ Vuoi dire che l’esplosione non è stata causata da una bomba?” domandò Kaito senza parole.

“ No Kaito, non era una bomba! Se rifletti il motivo è ovvio, innescare una bomba durante un magic show? La polizia avrebbe indagato e trovato tracce dell’ordigno, il caso non sarebbe stato archiviato come un semplice incidente..” concluse in modo serio il detective.

“ E allora cos’era? Continua..” rispose spazientito l’altro.

“ Se tu non mi interrompi ogni cinque minuti ci arriviamo! Dicevo..Partiamo dal trucco che tuo padre voleva mettere in atto, voleva concludere lo spettacolo inscenando il teletrasporto. Il palco utilizzato infatti presentava uno striscione verticale che partiva da terra per raggiungere il balcone posto a 7 metri dal suolo. Il trucco era lo stesso utilizzato da te in uno dei tuoi colpi, precisamente quando volevi impossessarti delle Purple Nail del signor Suzuki, ricordi?”

“ Si, quindi sostanzialmente lo striscione serviva per coprire Jii che scendeva con la zavorra per fungere da contrappeso affinchè mio padre con una corda legata venisse trascinato su dal peso che cadeva.. ma non capisco una cosa.. mio padre che risaliva lo striscione e la corda.. da cosa erano coperti? Gli spettatori non erano in grado di vedere l’assistente, ma il mago era in bella vista..” disse il giovane mago con una mano poggiata sul mento.

“E’ semplice Kaito, ha abbassato le luci e ha creato una nube di fume, lo stessa nube che tu usi per fuggire ogni volta!.. Ora chiarito questo il tonfo sentito altro non è che la caduta di Jii, ho già chiamato il tuo assistente e mi ha confermato che in quell’occasione scivolò!”

“ E mio padre? Perché quella maledetta corda si bruciò facendolo cadere tragicamente al suolo sotto lo striscione in fiamme?” l’animo del ragazzo era visibilmente tormentato in quel momento.

“Un banale trucco anche quello Kaito purtroppo, gli assassini di tuo padre ricoprirono la corda e lo striscione di uno spray altamente infiammabile, prenotarono un biglietto per lo spettacolo, studiarono il posto più congruo e da questo lanciarono al momento opportuno uno, al massimo due fiammiferi che passarono inosservati grazie alla nube di fumo. Lo spray altamente infiammabile fece il resto l’incendio divampò, la corda si bruciò e tuo padre non riuscì a far nulla per impedirlo. Le prove purtroppo sono andate distrutte a causa dello stesso incendio..” annunciò il detective amareggiato.

“Mi stai dicendo che mio padre è stato ucciso con un trucco così banale, è stato ucciso sfruttando la sua stessa arte, un semplice trucco da prestigiatori ben congeniato?” urlò Kaito ormai fuori di sé.

“ Calmati, dovresti sapere meglio di me che quanto più elaborato è un trucco, tante più mosse servono per porlo in essere, tanto più facile è scoprirlo.. perché qualcosa sfugge e lascia un indizio agli occhi di un osservatore acuto.. ma se invece il trucco è semplice le variabili da gestire sono poche e si tengono facilmente sotto controllo.”

“ Ora quindi sappiamo il come..” biascicò il giovane mago con gli occhi lucidi.

“ No, non sappiamo solo questo! Il video ritrae la mano che ha materialmente lanciato il fiammifero, l’artefice di tutto questo! O per meglio dire, gli artefici.. uno è l’uomo che risponde al nome in codice di Snake, l’altro risponde al nome di Lizard.”

Il ladro guardò l’amico con gli occhi sbarrati.

“Lizard? Sarebbe Lucertola? Come hai fatto a scoprire il suo nome in codice?” sentiva la curiosità divorare ogni fibra del suo corpo.

“Si lizard è il sostantivo inglese che sta a significare lucertola, a quanto pare nell’organizzazione criminale utilizzano tutti dei nomi in codice rappresentativi di rettili. Per quanto riguarda il come? Purtroppo è meno figo di quanto sembra, semplicemente sono riuscito a decifrare il loro labbiale, la telecamera installata da tuo padre era ad alta risoluzione ed ottima qualità, è solo merito suo.”

“Ho capito. Ora dimmi, tutto questo.. dovrebbe avere a che fare qualcosa con questo luogo?”

Il detective sentì la soddisfazione crescere dentro di lui per quello che stava per dire.

“Si! L’uomo che risponde al nome di Lizard era un volto a me noto, ma non riuscivo a comprenderne il motivo.. Finalmente oggi su Internet sono riuscito a ricordare, Lizard altri non è che un noto imprenditore inglese che corrisponde al nome di James White, anche se di White sembra avere veramente poco. Ma non è finita qui! A quanto pare ha affittato una sala al 17esimo piano di questo palazzo.. precisamente la sala n° 1 alle ore 21.00 di domani ospiterà una serata di gala interamente gestita ed organizzata da lui in persona” concluse con fare trionfante.

Kaito sentì crescere un forte moto di riconoscenza nei confronti del suo inaspettato alleato.

“ E noi siamo i primi invitati sulla lista giusto? Quindi se le mie deduzioni sono giuste mio caro detective siamo venuti qui al quindicesimo piano perché grazie ai negozi aperti fino a tardi avrò tutto il necessario per travestire sia te che me da perfetti camerieri e preparare la sala per lo show che ci attende domani sera. Giusto?” disse il ragazzo imitando in modo perfetto l’atteggiamento del detective.


“Giusto!” rispose l’altro divertito.

"Aspetta..ed il video? perchè mio padre aveva una telecamera nascosta?"

"Sapeva di essere in pericolo, l'avevano minacciato e credo che per sicurezza preferì installare quella telecamera. Come ti ho già detto aveva avuto molti scontri con mio padre come Kaito Kid e quindi conosceva le sue abilità deduttive. Non voleva che Jii lo visionasse per non mettere in pericolo lui e tutti voi.." concluse con semplicità Shinichi.

*****

Cimici piazzate, vie d’uscita preparate, telecamere installate.

“Abbiamo finito Seiki?” chiese il ragazzo soddisfatto dell’opera.

“Punto primo sono Shinichi e non Seiki, punto secondo domani non saremo soli..avremo un nuovo alleato mio caro Kid”

“ E chi sarebbe? ” domandò il ladro sperando vivamente che la persona in questione non fosse Hakuba Saguru.

“ Il detective dell’ovest sarà la nostra via di fuga. Ricorda bene questa parole Kaito. Ora comunque credo sia meglio andar via, domani mattina abbiamo promesso a Ran di accompagnare lei e Sonoko alla nuova gelateria aperta in centro, il pomeriggio dobbiamo ultimare gli ultimi preparativi e domani sera abbiamo una dura battaglia da affrontare. Dobbiamo scoprire di più sull’organizzazione, come è formata, strutturata, come operano e perché!” concluse Seiki.

“ Il perché lo so io.. Pandora, la pietra che dona la vita eterna. Che stupidaggine” i suoi occhi tornarono tristi al pensiero che la vita del padre era stata portata via per un motivo così assurdo e senza senso.

“La pietra che dona la vita eterna hai detto? Devo parlare con una persona appena tornati a casa.. ti va di rimanere da me questi giorni Kaito? Avremo più tempo in questo modo” domandò il ragazzo in modo distratto.. i suoi pensieri erano concentrati tutti su un unico nome “ Pandora”.


Pandora.. perché questo nome mi dice qualcosa? Ho come la sensazione di averne sentito parlare.. ma di chi? Quando? E soprattutto perché?

*****

Kaito osservava la strada deserta dalla finestra, era stanco.. quella giornata aveva dell’incredibile. Finalmente aveva scoperto chi e come aveva assassinato suo padre, il perché lo conosceva da tempo, era più vicino alla verità di quanto mai prima.. eppure non si sentiva affatto meglio. Era triste, detestava ammetterlo con sé stesso ma in quel momento esisteva solo una persona in grado di distrarlo..ma poi perché odiava ammetterlo? Cosa c’era di male nello stare bene con la sua amica di infanzia? La scia di quei pensieri fu bloccato dall’arrivo di Seiki nella stanza.

“ Ancora in piedi?” domandò il ragazzo.

“ Si, pensavo a quanto sono stato bene con Ran”  rispose Kaito mantenendo una perfetta faccia da poker.

“ Senti qua, vedi di non pensare troppo, e se proprio devi pensare a qualcosa.. pensa a cosa fare domani sera alla festa e a come tenere i nervi saldi. Qualsiasi cosa dovessi vedere o sentire dovrai essere impassibile. Anzi.. forse è meglio se ti distrai un po’.. perché non pensi alla tua Aoko? E lasci in pace la mia Ran?” sottolineando con forza il “ mia”.

Kaito scoppiò in una fragorosa risata.

“ Ohi ohi, pensa tu a come mantenere i nervi saldi detective, ho la sensazione che quando le tue orecchie sentano pronunciare il nome di Ran il tuo cervello vada in standby e siano i tuoi di nervi a partire. Tranquillo stavo solo scherzando, non era a Ran che pensavo.”

Shinichi decise di prendersi una piccola rivincita.

“ Ad Aoko?” domandò con fare malizioso.

“ Che? Chi? Quando? Cosa vai blaterando?” iniziò Kaito sempre più in imbarazzo.

Il detective iniziò a ridere di gusto seguito a ruota dal nuovo amico, per poi decidere di comune accordo di andare a dormire.
La calma ormai regnava nella stanza, nella casa, nella strada, nella città ma non nei loro cuori consapevoli di essere di fronte alla calma apparente.. la calma prima della tempesta.

Bene bene,
siete contente? ho aggiornato subito, perchè domani è ferragosto quindi avrei avuto serie difficoltà ad aggiornare, poi venerdì è il mio compleanno quindi rimaneva solo giovedì, per paura di qualche imprevisto ho anticipato ad oggi.
Allora che ne pensate del chap? E' ridicolo? Mi tirate i pomodori in faccia o siete soddisfatte?
Fatemi un regalo per il mio compleanno e recensite in tanti :)
Come sempre un grazie grande grande alle persone che mi seguono sempre e recensiscono :)
Un grazie anche a chi legge soltanto!
A presto,
Un bacione

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Capitolo 9
*** L'inizio della battaglia ***


Buon ferragosto a tutti!
Ebbene si sono qui ad aggiornare visto che alla fine non sono andata al mare..:(
Tristezza..in compenso festeggio sta sera, ed in compenso aggiorno oggi! :)
Contenti? Nooo..iniziano ad arrivare i pomodori! :)
Allora come sempre il corsivo sono i pensieri di Conan, sono ripetitiva lo so, ma è giusto per un fatto di chiarezza.
Un grazie particolare a Lady Pad e Blacky per aver recensito lo scorso chap :) sono tanto contenta che la storia vi piaccia.
Un grazie anche a chi legge soltanto..mi farebbe tanto piacere cosa ne pensate,
si accetta tutto complimenti, critiche e pomodori! :)
Un saluto a tutti.
Buona lettura.
Bacione

L’inizio della battaglia

“ Ran sono già le 10 e mezzo quando l’appuntamento alla gelateria era per le 10!.. si può sapere che fine ha fatto il tuo maritino?” sbottò Sonoko sull’orlo di una crisi di nervi.

“Sonoko! Magari avrà avuto qualche imprevisto, sono certa che non tarderà ad arrivare..” rispose Ran distrattamente.

Suzuki sgranò gli occhi e iniziò a girare intorno all’amica studiandola come se avesse appena visto un oggetto non ben identificato.

“ Ran c’è qualcosa che devi dirmi?” chiese con fare inquisitorio l’ereditiera.

“ Sonoko stai bene? Cosa dovrei dirti?” sbottò impazientita contro l’amica.

“ Ho appena definito Shinichi il tuo maritino, e tu? Nulla! Non sei diventata rossa, non hai iniziato a muovere convulsamente le mani, non hai farfugliato alcuna frase senza senso.. così mi fai preoccupare!”

“Oh Sonoko.. sei sempre la solita, a cosa servono tutte quelle moine? Continueresti comunque a chiamarlo così!” tagliò corto Ran con gli occhi dell’amica ancora puntati addosso.

Maledetta Sonoko! E’ proprio vero che nessuno ti conosce meglio della tua migliore amica.. non mi sono nemmeno resa conto che ha pronunciato la parola “ maritino” tant’ero presa da..da.. non riuscì a completare il suo pensiero a causa della visione che le si era parata davanti.

Due ragazzi, visibilmente di buon umore stavano arrivando nella loro direzione, la distanza tra di loro si dimezzava sempre di più, il cuore di Ran sembrava impazzito, la sua mente era disconnessa, era incapace di comporre una frase sensata, la situazione stava degenerando.
E’ semplicemente.. bellissimo.. non pensava ad altro. Tutto ciò sarebbe stato normale per lei se tali pensieri fossero stati riferiti al suo amato detective, ma in questo caso la sua attenzione era totalmente indirizzata all’universitario.

“ Ran chi è quel bel fusto accanto al tuo maritino?”

Gli istinti omicidi nei confronti dell’amica gli impedirono persino di risponderle. Pensò che fosse sufficiente lo sguardo infuocato  lanciatole ma che la giovane ereditiera non parve captare.

“Giorno ragazze” salutarono i due all’unisono.

“Ciao bel fusto! Tu saresti?” chiese una Sonoko sognante.

La sua fantasia galoppava, varie scene scorrevano nella sua mente alla velocità della luce, immaginava se stessa avvinghiata a quel bellissimo ragazzo, pensava alle dolci parole che le poteva dire, lo vedeva litigare con Makoto e Kaito kid per lei; come al solito stava delirando.

La risposta secca del ragazzo fu: “ Seiki ”  senza preoccuparsi minimamente di informarsi sul nome della ragazza di fronte a sé.

Tsè... Ma guarda te questa! Sono un detective antipatico e stacanovista e adesso mi sta mangiando con gli occhi.. Ohi ohi, ora che ci penso.. mi toccherà subirmela tutto il giorno perché sarà Kaito a dover stare con Ran. No! devo scappare, non si può. E ora cosa faccio? continua a fissarmi con quello sguardo ebete!Posso fingere una telefonata improvvisa? Ma poi Kaito sarebbe fuori controllo senza me, devo controllarlo! Posso chiamare Makoto? No è ad un torneo di karate..e poi cosa dovrei dirgli? Ho paura della tua ragazza?

“Seiki non vedi da tanto tempo il tuo fratellino, suppongo avrai voglia di avere sue notizie.. io passo molto tempo con lui.. potrei parlartene un po’?” si intromise Ran prendendo il ragazzo sotto braccio e lasciando a bocca aperta i tre presenti.

Il ragazzo annui con un sorriso smagliante.

Sono salvo. Kaito credo proprio che la Suzuki dovrai subirtela tu!

Rimasti ad una breve distanza dalla neo coppietta Sonoko iniziò a sbottare contro il falso Shinichi.

“Ehi tu! Ma sei scemo o cosa? Non vedi che la tua mogliettina sta civettando con tuo cugino? E tu non fai nulla?”

“Sai mi domando se tu sia preoccupata per me oppure infastidita perché a civettare con quel dongiovanni sia Ran e non te!”

Povero Shinichi, come fa a sopportare sta matta? Pensò Kaito.

La mattina trascorse in modo perfetto per Ran e Seiki, continuarono a ridere, scherzare, punzecchiarsi per tutto il tempo ignorando una Sonoko che secondo dopo secondo diveniva verde d’invidia e un falso Shinichi che aveva abbandonato il corpo a quella strana compagnia e con la mente viaggiava altrove.
Pensava alla festa che di li a poche ore avrebbe avuto inizio, pensava a quanto avrebbe preferito in quel momento essere altrove e con qualcun altro, pensava che Kudo aveva avuto proprio una bella faccia tosta a costringerlo a partecipare a quel bizzarro appuntamento a quattro. Una frase di Sonoko fece visibilmente preoccupare il ladro.

“ Seiki sei il primo ragazzo che riesce a distrarre la nostra Ran da Kudo. Non sarai mica Kaito Kid?”

“Perché mai dovrei essere quel ladro? Vorrei capire il filo logico della tua deduzione..” domandò curioso il ragazzo.

“Perché è stato l’unico, prima di te, che ha quasi strappato un bacio a Ran sul dirigibile di mio zio. Purtroppo io ed il piccolo Conan abbiamo interrotto il momento romantico..”rispose soddisfatta l’ereditiera per aver attirato finalmente l’attenzione del ragazzo su di sè.

Seiki per la prima volta nell’arco della giornata sembrò seriamente sull’orlo di una crisi di nervi. Kaito, dal canto suo, sapeva bene che le parole dell’ereditiera erano parzialmente vere. La ragazza aveva appena sganciato una bomba a tempo ed ormai mancavano pochi secondi alla detonazione.


“Shinichi si è fatto tardi andiamo a casa. Scusateci ragazze ma dobbiamo proprio andare. Ci vediamo presto” disse Seiki con tono perentorio. Si congedarono dalle ragazze in fretta e furia senza permettere loro di proferir parola se non un semplice “Ciao”.

*****

“ Kaito cos’è questa storia? Tu cosa hai tentato di fare?” chiese il ragazzo fuori di sé.

La bomba era esplosa.

“Calmati! Le parole di quella ragazzina viziata erano solo parzialmente vere! E’ vero che stavo per baciarla, ma perché volevo restituire “Lady sky” e lei era convinta che a baciarla fossi tu!” spiegò tranquillamente Kaito.

“Io? Perché mai?Perchè Kaito Kid dovevo essere io?”

“Perché Ran aveva scoperto il mio travestimento da cameriere, per salvarmi ho finto di essere te raccontandole l’aneddoto che avevi confidato al Dottor Agasa e alla scienziata. Tutto qui. Ora posso andare? L’interrogatorio è finito?” rispose l’ormai scocciato ragazzo.

“Perché Kid dove vuoi andare? Dalla tua Aoko magari?” sghignazzò il detective.


“Ti consiglio di fare meno lo spiritoso, altrimenti dovrai trovare qualcun altro che finga di avere il tuo brutto muso Kudo..” farfugliò congedandosi.

*****

“ Sonoko quella era una confidenza! Perché l’hai fatto? Non riesci a sopportarlo vero? Devi essere sempre il centro dell’attenzione!”

“ Ran sono anni che mi tormenti l’anima con Kudo e adesso fai l’oca giuliva col primo che capita? Era palese l’interesse che quel ragazzo ha suscitato in me!” sbottò l’altra irritata.

“ Tutti i ragazzi suscitano interesse in te Sonoko!”


Questa volta Ran aveva esagerato, aveva ferito l’amica. Era assurdo loro non avevano mai litigato per niente e nessuno. Sonoko uscì fuori dalla gelateria in lacrime per le dure parole ascoltate e corse via. Ran rimase seduta ad osservare la sua coppa di gelato in modo triste. Ma cosa succedeva? Chi era questo Seiki per scatenare una simile gelosia in lei? Per non farle degnare di uno  sguardo Shinichi? Shinichi.. era strano.. sembrava totalmente indifferente alle attenzioni che la ragazza donava a Seiki.. ma perché? Ricordava più occasioni in cui il ragazzo aveva dimostrato gelosia nei suoi confronti, ricordava le parole che le aveva detto Yukiko.. Proprio non capiva cosa stava succedendo.

*****

“ Aoko è preoccupata! Ma che fine avrà fatto Kaito?”  disse la ragazza parlando al vento.

“ Un ragazzo che non si preoccupa di avvisarti vuol dire che non è degno della tua bellezza..” rispose una voce conosciuta che l’aveva raggiunta alle spalle senza farsi notare.

Aoko lo guardò stranita.

“ Hakuba mi hai spaventata..” farfugliò la ragazza visibilmente giù di morale.

Questa è la volta giusta pensò tra sé e sé il detective. Si abbassò, le prese dolcemente il viso, e iniziò ad avvicinarlo al suo lentamente..

“ Tsè.. e pensare che ero in pensiero, avevo paura che fossi preoccupata per la mia improvvisa scomparsa. Sembra invece che sia persino di troppo, tolgo il disturbo! Continuate pure!” inveì un Kaito offeso che si voltò di scatto andando via.

Aoko scostò di malo modo il detective lasciandolo interdetto, correndo dietro all’amico che non sembrava avere la minima intenzione di fermarsi.

“ Kaito! Aspetta! Ti prego non è come credi! L’avrei fermato! Non avrei mai permesso che accadesse!” gli urlava dietro l’amica.

“Io sto rischiando la vita! Nonostante tutto ho fatto i salti mortali per venire a trovarti! Ho passato un’intera notte a pensarti! E tu invece? Quando ti trovo che fai? Stai avvinghiata a quel detective?” ormai il ragazzo aveva perso il controllo, si sentiva solidale con Kudo, capiva come si era sentito pochi minuti prima sentendo le parole di Sonoko.

Aoko non sapeva cosa dire o fare.. era senza parole.. non aveva mai visto l’amico in quello stato.

“Kaito sei geloso di me?” sussurro la ragazza avvicinandosi.

“Chi? Io? Ma quando mai!” farfugliò Kaito tutto rosso in faccia!

“Hai detto di avermi pensata tutta la notte..”

“Io.. Io.. Io non l’ho detto, hai sentito male” disse senza avere il coraggio di guardarla in faccia.

“ Kaito perché non mi guardi?” chiese la ragazza.

“Perché non ti fai guardare da quello?” continuò con fare offeso.

Aoko sorrise buttandosi tra le braccia del ragazzo.

“ Kaito è geloso di Aoko!”

Le guance del ragazzo si colorarono di rosso.

“ Kaito non è geloso! Ora ti ha vista, ha visto che stai bene e adesso deve proprio andare via!” farfugliò rosso in faccia allontanando l’amica da sé e dileguandosi all’istante.


Kaito a volte sei proprio un bambino, rischiare la vita? Cosa intendevi dire? Sono geloso, non lo sono.. chi lo capisce..ed ora è sparito di nuovo..Non hai dato nemmeno il tempo di finire il discorso ad Aoko, avrei voluto dirti.. “Hakuba l’avrei fermato.. ma se al suo posto ci fossi stato tu Aoko non ti avrebbe fermato”, pensò la ragazza rimasta sola al centro del parco sorridendo.

*****

20:30

“I camerieri sono arrivati? Alle 21:00 dovrà essere tutto pronto, questa non è una semplice serata di gala, è molto, molto di più.”

L’uomo che aveva parlato era sulla quarantina, i suoi lineamenti erano occidentali. Il suo viso era tondo e paffuto, i suoi capelli rossicci, i suoi occhi scuri avevano delle striature rossastre in tono con i capelli. Aveva un aspetto cordiale, elegante e distinto. Il suo nome: James White.

Due camerieri entrarono nella Sala n°1, era già stata arredata e preparata accuratamente per la serata. Sulla destra era presente una piccola orchestra che suonava una leggera sinfonia, sulla sinistra i tavoli erano stati disposti in modo ordinato, ad ognuno di essi era assegnato il nome di un fiore. L’elegante cartello che riportava i nomi degli invitati e i rispettivi tavoli era stato affisso all’entrata.

Seiki e Kaito che per l’occasione erano due camerieri di origine europea avevano individuato il loro bersaglio, il suo tavolo era il centrale e portava il nome di “Rosa Bianca”.

Ha scelto un nome bizzarro, una rosa bianca è simbolo di purezza ed in lui di puro c’è ben poco.

“Ehi voi, a quale tavolo siete stati assegnati? Ho chiesto che ogni tavolo avesse ben due camerieri..”chiese con fare gentile il signor White.

Seiki in modo educato rispose per entrambi.

“Buonasera Signor White, noi siamo stati assegnati al suo tavolo.”

“ Ascoltatemi bene. Le persone che ospiterò sono dei noti esponenti dell’imprenditoria estera e nazionale, è gente distinta e rinomata, molto riservata. Vi prego di non essere invadenti, e quando vi farò un cenno col capo vi invito a tenervi a distanza dal tavolo, quando avrò bisogno dei vostri servizi vi farò chiamare io stesso” concluse brevemente congedandosi dai due improvvisati camerieri.

Seiki e Kaito si lanciarono un reciproco sguardo d’intesa.

*****

Gli invitati a poco a poco arrivarono e la serata ebbe finalmente inizio.
Insieme con la seconda portata arrivò anche il cenno del signor White e  i due giovani entrarono in azione.

Seguirono gli ordini e si allontanarono dal tavolo.

 *****

“Ora Kaito tu rimani a fare la vedetta, io raggiungerò Hattori ed il professor Agasa nell’auto e dal computer seguirò le loro mosse, qualsiasi imprevisto avvisami col cellulare, sfrutta le trappole innescate e la tua abilità nei trucchi magici, noi faremo il resto.” Detto ciò si avviò silenziosamente verso l’uscita.

*****

“Hattori fino ad ora hanno detto qualcosa di interessante? Stai registrando tutto vero?”

“ Oh Seiki, piacere di conoscerti! Comunque no.. per ora stanno parlando di quanto le loro mogli siano viziate..tsè..” ribattè il ragazzo di Osaka.

“Hattori fai meno il simpatico e chiamami per nome. Bene, sembra che le loro dolci metà vadano a fare un giro. Credo che stiano per dare il via allo spettacolo.”

“ Allora Lizard, come va la tua collaborazione con Spider?” domandò Snake.

“ Andava meglio con te! Odio la sua abitudine ad ottenere ogni cosa con l’ipnosi! Ha tentato di usarla anche su di me lo sapevi?”

Il terzo uomo seduto al tavolo prese parte alla conversazione.

“Siamo venuti qui per ascoltare la relazione tormentata tra Lizard e Spider o per parlare di Pandora?”

“Scorpion ha ragione Lizard, tra meno di un mese Volley passerà e se per quel giorno non ci saremo impossessati della pietra il capo perderà il controllo” affermò con fare solenne Snake.

“ Forse Scorpion non lo sai, ma Spider è salito di grado e ora ha l’autonomia di secondo grado, credo tu dovresti sapere bene cosa significa. Il suo principale obiettivo ora è Kaito Kid, o per meglio dire, il Kaito Kid di seconda generazione come lo definisce lui.” Inveì Lizard risentito per la battuta del collega.

“Seconda generazione hai detto Lizard? Autonomia di secondo grado.. vuoi dire che ha raggiunto la sfera maggiore, ora come ora è sottoposto solo all’autonomia di primo grado, a differenza nostra può decidere autonomamente chi uccidere, come, quando e perché.. è vincolato solo per le questioni in merito a Pandora.” Riflettè ad alta voce Snake.

“Ma questo vuol dire che tu sei stato declassato Lizard.. cosa hai fatto di sbagliato? Hai ucciso l’uomo sbagliato? Cosa hai combinato?” lo schernì Scorpion.

“ Non ne conosco nemmeno io il motivo, le sue uniche ed enigmatiche parole sono state:

Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato.”

Disse con astio Lizard.

Un telefono squillò.

“Mettimi in vivavoce.” Chiese l’uomo al telefono.

“Fatto” rispose prontamente l’ormai sottoposto.

“Tre membri di una rinomata organizzazione criminale che si fanno mettere nel sacco da tre ragazzini. Due sono in un auto gialla e hanno ascoltato parola per parola i vostri discorsi l’altro vi tiene sotto stretto controllo visivo. La sala è colma di cimici e trappole. Vi ho messi alla prova, io ho scoperto il tutto ieri e subito dopo sono entrato ed ho installato una bomba. Ora miei cari detective da strapazzo mi rivolgo a voi che siete in ascolto, riuscirete a salvare il vostro amico infiltrato nella sala? Oppure questo è il giorno in cui farò sparire il Kaito Kid di seconda generazione dalla faccia della terra?” la chiamata si concluse con la fredda risata dell’interlocutore.

“Maledetto Spider”  fu la secca risposta dei tre uomini.
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Scacco matto ***


Tanti auguri a me! tanti auguri a me! :)
Perdonatemi ma sono festosa, ho già avuto i primi due regali,
questo pomeriggio verranno i miei amici e questa sera andrò al mare *.*
Visto che gli ultimi due chap sono piaciuti tanto ho deciso di farvi un regalino..
Aggiorno oggi! Contente/i?

Shinichi: Auguri Aoko *.*
Aoko: Si oggi sei di buon umore no? quanto sei figo in questo chap eh? ti sto viziando! :)
Kaito: Auguri Aoko *.*
Aoko: Sei contento anche tu eh Kaito?
Kaito: Si *.*
Aoko: Heiji? tu non me li fai gli auguri?
Heiji: No! Non te lo meriti.

Diciamo che questa conversazione è un piccolo spoiler..
Ora passiamo ai ringraziamenti:
Grazie a Lady Pad, Shin e Ran amore, Blacky che bei regali che sono state le vostre recensioni!
Grazie anche a chi ha solo letto, su abbiate un po' di coraggio e lasciatemi due paroline.. ;(
Ora vi lascio al chap,
Bacione

Scacco matto

“Oh Kudo ed ora che facciamo? Come lo tiriamo fuori di li?”

“Noi ora non facciamo proprio nulla Hattori!” rispose tranquillo il ragazzo.

“Cosa? Vuoi lasciarlo solo al suo destino?” inveì fuori di sé il detective di Osaka.

“ Ma cosa vai blaterando? Possibile che tu non ci sia arrivato da solo? E’ tutto un bluff! nello stabile non c’è nessuna bomba!”

Heiji risentito guardò torvo l’amico chiedendo spiegazioni.

“Rifletti! In quella sala ci sono persone rilevanti per l’organizzazione, importanti contatti.. per non parlare del fatto che se dovesse esplodere una bomba nella sala gli inquirenti verrebbero ad indagare. Ora chi sarebbe la prima persona messa sotto torchio?” chiese Shinichi con aria di superiorità.

“Il signor White!” rispose prontamente l’altro seguendo il filo logico dell’amico.

“Bene. E tu ti immagini come sarebbe contenta l’organizzazione nel vedere che la polizia indaga a fondo su Lizard? In fin dei conti potrebbe venir fuori qualche illecito, è troppo ma davvero troppo azzardata come mossa.”

“Ma allora perché ha chiamato?” riflettè il ragazzo di Osaka.

“ Ma è ovvio! Il suo obiettivo è Kaito. Cosa penseresti tu se fossi Spider?” chiese di rimando Shinichi.

“No ora non ti seguo!” rispose sconsolato l’altro.

“ Allora il ragionamento più logico sarebbe che io e te ci saremmo impegnati per portare Kaito al più presto fuori di li, sicuramente tenteremmo di tirarlo fuori sotto mentite spoglie e non come Kaito Kuroba, questo mi farebbe dedurre che la prima persona ad abbandonare lo stabile altro non potrebbe essere che il nostro amico! Ora considera che è tarda serata quindi la strada è poco trafficata.. gli invitati sono nel vivo della festa.. questo cosa ti fa concludere?”

“Kaito sarebbe un facile bersaglio per Spider!” annunciò trionfante Heiji.

“Esatto. Quindi fino a quando è circondato da quelle persone è al sicuro, Spider non può toccarlo! Se dovesse uscire al momento sbagliato allora potrebbe fare scacco matto e concludere la partita con una vittoria.” Concluse il detective dell’est.

“Dobbiamo avvisare Kid di non abbandonare la festa per nessun motivo, non abbiamo altro tempo” affermò preoccupato Hattori.

“Non  vedo per quale motivo dovremmo avvisarlo..”

L’amico guardò l’universitario con occhi sgranati.

“Di cosa diavolo parli ora?”

“Guarda l’ultima finestra sulla destra del 17esimo piano, c’è un ragazzo che sfoggia una trionfante faccia da poker” rise Kudo divertito.

“Cosa avrà da ridere tanto?” chiese Hattori più a sé stesso che all’amico.

“Te lo spiego io.. quando sono uscito mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha attaccato una cimice addosso e attraverso l’auricolare che porta nell’orecchio ha sentito tutto per filo e per segno. Ed ora credo che abbia un piano per uscirne illeso.”

Heiji guardò i due ragazzi confuso e domandò.

“ E quindi ora che facciamo?”


“Semplice.. stiamo a guardare il suo show” ghignò di risposta Shinichi.

*****

Blackout. Panico. Gli iniziali mormorii diventavano a mano a mano dei suoni sempre più acuti. Fumo.
Le sirene accese di polizia e vigili del fuoco sfrecciavano per le vie di Tokyo. Un certo Micheal Foster aveva chiamato nel panico più totale richiedendo aiuti, affermando che un corto circuito aveva appena causato lo scoppio di un incendio, le fiamme non erano divampate.. ma il fumo si stava diffondendo per la sala.

*****

Ma? Non capisco.. io non ho installato una bomba.. cos’è questo blackout? Perché tutti stanno uscendo contemporaneamente? Le sirene? Sento delle sirene in lontananza. Aspetta.. ed ora come  faccio a trovare Kid in mezzo a quella marea di gente, in mezzo ai poliziotti.. ai vigili del fuoco. Maledetto bastardo, me l’ha fatta un’altra volta. Ora che ci penso.. ma l’auto gialla? Spider si voltò di scatto, sbuffando. Sono andati via e io non me ne sono reso conto, sono stati loro a farmi scacco matto. Tirò un pugno nell’aria senza poter scatenare la rabbia che gli montava dentro, continuando a maledire silenziosamente quel ladro.

*****

“ Hai fatto veramente un bel putiferio Kid!” biascicò un Heiji risentito per la figura poco brillante che aveva fatto per l’intera serata.

“ Un magic show rimane sempre un magic show” rispose soddisfatto Kaito.

“ Da dove ti è venuta l’idea di creare quel putiferio?” chiese curioso Shinichi.

“Tu hai detto che ero al sicuro in mezzo a quelle persone, quindi sarei stato al sicuro uscendo insieme a loro giusto? Purtroppo convincerli ad uno ad uno di andare via tutti insieme appassionatamente era un po’ complicato non trovi? Quando hanno visto il fumo hanno pensato subito ad un incendio.. insistevano così tanto per andare via.. che alla fine li ho accontentati..” ghignò assai divertito il ladro.

I tre scoppiarono a ridere all’unisono. Fu il detective dell’est il primo a tornare serio, moriva dalla voglia di portare alla luce le preziose informazione che era riuscito a carpire dalla conversazione dei tre malviventi.

“Kuroba vuoi sapere cosa ho scoperto dalla conversazione di quei tipi?” domandò serio l’universitario.

Kaito lo guardò perplesso.

“ Ho sentito anche io quella conversazione, ma non mi pare abbiano detto niente di rilevante.”

“Heiji la pensi come lui?” chiese all’apice della gioia Kudo.

“Se devo essere sincero si.. ma puoi risparmiarci quest’aria di superiorità e illustrarci le tue brillanti deduzioni?” rispose scocciato l’amico.

“Come siamo permalosi Hattori. Prima di tutto ora sappiamo come è strutturata l’organizzazione. Di base è un apparato di tipo gerarchico che decentra il potere a vari livelli..”

“Siamo sicuri di aver ascoltato la stessa conversazione?” lo interruppe Heiji.

“Io ho ascoltato.. tu a quanto pare hai solo sentito. Le loro parole esatte sono state:

“ Forse Scorpion non lo sai, ma Spider è salito di grado e ora ha l’autonomia di secondo grado, credo tu dovresti sapere bene cosa significa. Il suo principale obiettivo ora è Kaito Kid, o per meglio dire, il Kaito Kid di seconda generazione come lo definisce lui.” Inveì Lizard risentito per la battuta del collega.

“Seconda generazione hai detto Lizard? Autonomia di secondo grado.. vuoi dire che ha raggiunto la sfera maggiore, ora come ora è sottoposto solo all’autonomia di primo grado, a differenza nostra può decidere autonomamente chi uccidere, come, quando e perché.. è vincolato solo per le questioni in merito a Pandora.” Riflettè ad alta voce Snake.

“Ma questo vuol dire che tu sei stato declassato Lizard.. cosa hai fatto di sbagliato? Hai ucciso l’uomo sbagliato? Cosa hai combinato?” lo schernì Scorpion.

“ Non ne conosco nemmeno io il motivo, le sue uniche ed enigmatiche parole sono state:
Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato.”


Se rifletti su queste parole i due più alti gradi di potere sono: l’autonomia di primo grado che a quanto pare spetta ad un’unica persona, perché Lizard parla di una persona che l’ha declassato, e deve essere il vertice dell’organizzazione, il suo principale obiettivo è Pandora. Questo non significa che loro operino solo per Pandora, usano anche altri ambiti.. questi hanno dei vertici che dovrebbero essere i titolari dell’autonomia di secondo grado. A differenza dei normali sottoposti possono scegliere sulla vita delle persone, lo dice chiaramente Snake. Se le mie deduzioni sono esatte le persone ai vertici sono a numero chiuso, per salire di grado qualcuno deve scendere, infatti Spider è salito solo perché Lizard è stato declassato. Quindi detto in parole più semplici:
Autonomia di primo grado è il capo dell’organizzazione.
Autonomia di secondo grado sono tra i vertici più alti, a numero chiuso e possono decidere autonomamente su qualsiasi atto tanto la vita quanto la morte di una persona, escluse le mosse relative a Pandora.
I restanti sono delle pedine che devono sottostare agli ordini superiori.
Ora la cosa che ho trovato più interessante di tutto è il motivo per cui Lizard è stato declassato..”
 
Kaito ed Heiji osservavano Shinichi pendendo letteralmente dalle sue labbra; quest’ultimo li osservò compiaciuto e continuò.

“La frase di maggior rilevanza della loro conversazione è stata:

Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato.

Prima di tutto la frase per come è strutturata non credo che sia di un uomo, perciò possiamo supporre che a capo di tutto vi è una donna. Analizzando la prima parte << Ha ucciso me>> possiamo dedurre che ha ucciso qualcuno a lei caro e quindi è come se avesse ucciso una parte di lei. Per quanto riguarda la seconda parte l’unico numero che girato rimane invariato  è l’8. Ora è difficile credere che Lizard abbia ucciso un bambino di 8 anni legato al suo capo, credo che quello sia il numero degli anni trascorsi dalla morte della persona cara. Ora unendo ciò con la parte finale la frase significa:

Nonostante siano trascorsi otto anni continuo a non superare il fatto che tu abbia ucciso una parte di me..

Ora noi sappiamo bene chi ha ucciso 8 anni fa Lizard vero?”

“Quell’uomo è stato declassato per aver ucciso mio padre?” chiese Kaito senza fiato.

“Si Kaito e questo mi fa concludere che la persona a capo di tutto sia una donna. Ora mi rimane solo un dubbio..”

“Cioè ?” lo interruppe questa volta Heiji.

“Non capisco se Spider non sia riuscito a capire l’indizio oppure se odia Kid a tal punto da rischiare tutto..” riflettè ad alta voce Shinichi.

“Perché pensi questo?”chiese Heiji.

“Il loro capo non voleva che Toichi morisse e credo che voglia vivo anche Kaito, quella frase enigmatica credo sia una prova per Spider..credo che Lizard sia in vita solo per questo motivo.” Concluse Shinichi.

Kaito aveva una confusione assurda nella testa, suo padre era morto per colpa di uno stupido errore, di una scelta sbagliata di un sottoposto, la donna a capo dell’organizzazione criminale aveva qualche legame con suo padre e quest’ultima sembrava tenerci persino alla sua di vita. Non sapeva veramente cosa pensare. Aveva bisogno di riposo.

“Ragazzi andiamo a dormire che ne dite? Domani rifletteremo meglio” chiese supplichevole il ragazzo.


I due amici compresero il suo stato d’animo e annuirono.

*****

“ Spider cosa è successo al party di Lizard?” una sensuale voce femminile domandava al telefono.

“Nulla, quegli idioti si sono fatti scoprire da tre stupidi ragazzini..” rispose una voce spietata.

“I loro nomi?”

“Kudo Shinichi, Heiji Hattori, Kaito Kuroba” disse prontamente l’interlocutore.

“Spider hai compreso il motivo per cui Lizard è stato declassato?”

“No, perché questa domanda?”

“Riflettici bene sulle parole che ho detto a Lizard, se è vivo è solo perché è un importante pedina.. attento a non fare i suoi stessi errori, non sarò così clemente un’altra volta. Non tollererò altri errori!” il rumore della cornetta riagganciata fu l’unico suono che rimase a far compagnia a Spider.


Cosa voleva dire con quelle parole? Spider continuava a rimurginarci su senza riuscire a venirne a capo.

*****

“Ran mi hai fatto prendere un colpo!” esordì Yukiko appena entrata a casa Mouri.

Non ricevendo risposta visibilmente preoccupata iniziò a cercare la ragazza. Finalmente scorse una figura accovacciata sul divano singhiozzante. Ran.

“Tesoro ma cosa è successo? Perché piangi?” tentò di consolarla la donna.

Ran raccontò alla donna, che ormai da qualche giorno era diventata una fidata consigliera,  tutto l’accaduto della mattina. Le emozioni che aveva provato, l’attrazione nei confronti di Seiki, il comportamento di Shinichi e la litigata con Sonoko.

“ Ran ora ascoltami, la risposta a quello che provi è più semplice di quello che pensi. Io purtroppo però non posso dirtela, un’altra è la persona che ha il diritto di fugare i tuoi dubbi. Però magari posso guidarti.. seguirai le mie istruzioni?” domandò Yukiko con fare malizioso.

Ran annui con un cenno del capo.

“Chiama Shinichi domani mattina ed invita lui e Seiki. Poi chiama Sonoko e chiedile scusa, invita anche lei. Quando sarete tutti e quattro soli devi promettermi una cosa, devi essere l’ombra di Shinichi, qualsiasi cosa faccia Sonoko a Seiki tu dovrai ignorarla.. Ran mi capisci? Qualsiasi.. Anche se dovesse provare a baciarlo tu dovrai ignorarla ok? Tu dovrai avere occhi solo per Shinichi..abbraccialo, stuzzicalo.. fa battutine.. credimi la risposta arriverà sola piccola Ran..”

“Yukiko non capisco.. a cosa serve tutto questo?” domandò Ran scettica.

“Se vuoi le risposte che cerchi, questa è l’unica soluzione. Sarai abbastanza determinata?”

Il sorriso di Ran in quel momento valeva più di mille parole, il suo sorriso era una promessa
.

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Capitolo 11
*** Fuori controllo ***


Cioo a tutte/i :)
Sono tornata :)
Ho tardato? no dai..infondo non tanto!
Allora in questo nuovo chap scopriamo finalmente cosa Yukiko ha detto a Ran per metterlo di buon umore.. ricordate???
Prima che arrivasse in scena Seiki..
E' un po' più leggero rispetto agli altri due.. per inquietarvi (Si certo come no) con un biglietto da decifrare alla fine..
Credo sia abbastanza semplice.. come dico spesso sotto certi aspetti sono peggio di Kogoro..quindi dovrete tenermi così!
Passiamo ai ringraziamenti.. grazie mille a Blacky, Lady Pad, Shana e Shin e Ran amore per aver recensito lo scorso chap..
Un ringraziamento a chi ha aggiunto la storia tra le seguite e le preferite ed anche a chi legge soltanto.
Vi lascio al chap...
Bacione

Ps. ciò che è scritto in corsivo, grassetto e con un font diverso sono flashback :)


Fuori controllo

 
Scomoda. Era così che si sentiva. La sua era una posizione scomoda. Fingeva serenità, ma il suo corpo era invaso dall’ansia e la tensione. Donava dei finti sorrisi alla sua migliore amica, ripensando alla strana telefonata della sera prima.

“ Tesoro che c’è Seiki si è già stancato di te?” esordì Sonoko con tono soddisfatto non appena rispose al telefono.

Ran accantonò il forte desiderio di chiudere il telefono in faccia alla scorbutica che si definiva la sua migliore amica.

“Sonoko che ne dici di metterci una pietra sopra? Io ho esagerato e te ne chiedo scusa, ma anche tu hai rivelato un fatto che io avevo confidato esclusivamente a te. Siamo pari no?” rispose Ran tentando di emulare il tono più dolce e pentito possibile.

“ Va bene. Ma sai anche tu che non siamo pari, se non ti fossi sentita in difetto non avresti fatto il primo passo. Comunque ti perdono ok?” ribadì la ragazza piuttosto allegra. Il suo smisurato ego in quel momento raggiungeva l’apice della gloria.

Ran dovette di nuovo resistere al suo istinto e con tutta la calma che riuscì a ritrovare nel suo corpo disse:

“ Domani ti va un’uscita a quattro io, te, Shinichi e Seiki? Alle 10 al parco di Beika?”

“Seiki sarà mio? O dovrò subirmi l’angosciante compagnia del tuo maritino?”

“ Come hai appena detto è il mio di maritino, quindi starà con me” annunciò l’amica sull’orlo di una crisi di nervi.

“Bene! A domani allora!” rise e riagganciò velocemente la cornetta, forse per paura che l’amica cambiasse improvvisamente idea.

 
Sonoko a volte sapeva essere insopportabile. Quante volte Shinichi aveva definito la sua migliore amica con l’aggettivo “insopportabile”? Tante, troppe? No non erano troppe..in quel momento si sentiva in perfetta sintonia col parere del ragazzo. Devo calmarmi, devo seguire alla lettera le parole di Yukiko, infondo non è la prima volta che lo faccio.
Si perse tra i ricordi ancora freschi di appena qualche giorno prima.

“ Ran davvero credi che Shinichi si sia pentito? Sicuramente di una cosa è pentito..ma di aver risposto alla chiamata di Heiji e non di aver tentato di baciarti..” disse una sorridente Yukiko, che proprio non riusciva a comprendere i dubbi della ragazza. Erano così chiari, limpidi, trasparenti, ovvi se non più i pensieri di Shinichi, eppure Ran non li vedeva.

“Mh..” fu l’unico verso che Ran fece nell’udire quelle parole. Non ci credeva, se veramente avesse voluto.. l’avrebbe fatto. Una vocina nella sua testa non faceva altro che ripeterle quelle parole.. stavano diventando un tormento.

“Ricordo ancora la prima volta che Shinichi ha letto l’avventura di Sherlock Holmes intitolata uno Scandalo in Boemia, conosci la trama Ran?”

La ragazza annuì.

“ Aveva appena 7 anni, era disteso sul letto, col libro aperto poggiato sul volto. Pensai si fosse addormentato e decisi di spostare quel fastidioso ingombro che mi impediva di osservare il volto del mio bambino, che pur avendo solo 7 anni era già bellissimo. O forse erano i miei occhi di madre a farmelo vedere così. Appena posai la mano sul testo Shinichi mi bloccò agganciandosi al mio polso. Rimasi sbigottita per qualche minuto, era sveglio ma perché nascondesse il volto proprio non lo capivo. Strattonai il libro con violenza, volevo capire cosa passasse per la testa del mio bambino. Lo spettacolo che aveva di fronte aveva un non so che di ridicolo. Shinichi rosso in volto mi fissava torvo; non avevo rispettato la sua privacy, queste furono le sue parole. La parola Privacy, come saprai bene anche tu, per me è una mera opinione. Lo costrinsi a dirmi il motivo di tanto imbarazzo e credo che tra i miei ricordi quello di quel momento rimarrà uno dei più preziosi.
Iniziò a spostare lo sguardo da destra verso sinistra e viceversa,  raccontandomi dell’idea dell’insegnante di creare una scatola dei ricordi dove lasciare un bigliettino con un desiderio da riaprire tra 10 anni. La storia di Holmes gli aveva dato l’ispirazione per il desiderio da esprimere, ma si vergognava molto di quello che aveva scelto. Mentre parlava mi ricordava tanto il mio Yusaku quando timidamente le prime volte uscivamo insieme e mi ispirava una tenerezza che nemmeno io saprei descriverti. Vuoi sapere quale fu il suo desiderio?” domandò la donna con lo stesso tono dolce e nostalgico con cui le aveva confidato uno dei suoi più cari ricordi.

Lo sguardo di Ran parlava da solo e portò Yukiko a proseguire.

“Il bigliettino recitava: Io Shinichi Kudo voglio diventare il nuovo Sherlock Holmes e Ran Mouri sarà la mia Irene Adler.”


Sorrise. Le parole di Yukiko quel giorno le avevano risollevato il morale. Ora si domandava se anche in quest’occasione il suo consiglio avrebbe sortito lo stesso effetto. C’era solo un modo per saperlo, provare. Come diceva un vecchio detto: Tentar non nuoce. Oltretutto peggio di così come doveva andare? Si sentiva tremendamente in colpa. Dopo aver saputo un pensiero così intimo di Shinichi per lei, lei cosa faceva? Pensava a Seiki, era gelosa del ragazzo oltremodo, era Seiki che stava attendendo con impazienza e non Shinichi. Le voci nella sua testa la stavano torturando.

“ In pena per il tuo maritino Ran?” la voce di Sonoko che al momento alle orecchie dell’amica arrivava gracchiante la distolse da quel silenzioso tormento. Inspirò ed espirò due, tre o forse persino quattro volte per trovare la giusta calma e rispondere alla provocazione lanciatale.

“ Si sarà sicuramente imbattuto in qualche caso, spero solamente che si sbrighi, non vorrei mandasse Seiki da solo!”

“In quel caso andresti a casa giusto? Non vorrai mica rimanere con noi vero?”

Lo faceva ancora la punzecchiava, la metteva alla prova, era come se percepisse la falsità del momento. Era proprio la sua migliore amica, la conosceva talmente bene da saperla mettere in difficoltà. Non poteva fingere con lei.
Quello scambio di frecciatine fu interrotto dall’arrivo dei due interpellati.


Ran raggiante si avvinghiò al braccio del falso Shinichi, facendo storcere di molto le labbra di Seiki.

*****

Quella scena lo torturava, Ran stretta a quel ragazzo, non lo mollava un secondo. Lui era visibilmente impacciato e a disagio, la sua mente era altrove e il vero Shinichi sapeva benissimo il luogo in cui si trovava; nonostante ciò la ragazza ignorava l’improvviso distacco dell’amico e continuava a lanciargli sguardi, stuzzicarlo, pizzicarlo, tentava in ogni modo di attirare la sua attenzione. Una strana morsa gli stringeva lo stomaco, gli impediva di respirare regolarmente, sentiva nausea, fastidio. Se ne convinse, era allergico. La sua allergia era causata da quella strana coppietta, si domandava se un antistaminico avrebbe sorbito qualche effetto. A coronare il quadro c’era Sonoko, una delle ragazze che meno tollerava, in quel momento non faceva altro che mandare frecciatine che più che essere doppi sensi, erano esclusivamente a senso unico. Non ne poteva più.
Prima al parco, poi avevano deciso di pranzare in un piccolo e modesto ristorante ed ora passeggiavano per le vie affollate del centro.
Pensò che forse dopo l’assurda giornata trascorsa, se avesse preso Kaito per un braccio e l’avesse strattonato via avrebbe fatto un favore ad entrambi. Nemmeno lui sembrava essere al culmine della gioia, indossava come sempre una perfetta poker face, ma in quei giorni aveva imparato a conoscerlo meglio e riusciva ad intravedere il suo sguardo spento.

I pensieri di Ran non erano certo diversi. Si era scoperta essere una perfetta attrice, il suo sorriso era smagliante, ma dentro il fuoco le ardeva dentro. Vedeva Sonoko inviare a Seiki stupide battutine che il ragazzo evidentemente non gradiva, ma lei non demordeva.. se l’avesse fatto non sarebbe stata Sonoko Suzuki. E lei Ran Mouri? Non poteva far nulla, doveva stare appiccicata a Shinichi, lo stava odiando in quel momento, era così freddo e distaccato.. che la lontananza avesse fatto scemare il loro rapporto? Era un dubbio che si insinuava come un batterio nella sua mente ormai dominata dal caos.

Il falso Shinichi sentiva la falsa calma che dominava la giornata, era sicuro che di li a qualche minuto il neo universitario avrebbe perso le staffe e di fatto l’oggetto delle sue torture sarebbe stato proprio lui. Tentava di rimanere il più distaccato possibile osservando la gente che passeggiava tranquilla, la studiava e si divertiva ad immaginare le loro vite. Stava divagando la mente per non prendere troppo sul serio il clima teso che lo circondava.

L’unica totalmente estranea era Sonoko, non vedeva, non ascoltava e la cosa non la turbava assolutamente. L’unico suo primario obiettivo era Seiki, quel ragazzo bellissimo. Esaminava attentamente ogni suo singolo tratto. I suoi occhi di un blu intenso le ricordavano qualcuno, ma proprio non riusciva a ricordare chi. Ad essere sinceri anche il suo sguardo in alcuni momenti l’aveva turbata, disturbata, le ricordava qualcuno e anche se non riusciva a stabilire con certezza chi fosse era sicura che non fosse qualcuno di suo gradimento. I suoi capelli scuri risaltavano quei lineamenti pressoché perfetti, non era riuscita a trovare un difetto sul volto del giovane, e la restante parte del corpo non era certo da meno.

“ Vi va di andare alla gelateria?” chiese con finto tono allegro Kaito.

“ Va bene tesoro” rispose Ran guardandolo con finti occhi sognanti.

“ oh oh.. qui si fanno progressi, a quando le nozze?” iniziò la giovane ereditiera che sognava già un favoloso matrimonio a quattro.


Seiki annuì con un cenno del capo. Non era in grado di parlare nella sua mente le parole di Ran arrivavano come un eco lontano.

*****

Entrarono nella gelateria, la giornata più mite permetteva alle persone di passeggiare all’aria aperta ed ai locali di evitare il sovraaffollamento.
Una serie di fatti accaddero contemporaneamente, troppo velocemente per gestirli con razionalità e buon senso.
Il falso Shinichi non appena prese posto sulla sedia trovò Ran seduta sulle sue gambe che si avvicinava pericolosamente al suo volto; nel tentativo di evitare il contatto delle loro labbra intravide  dalla vetrina del locale una scena non proprio di suo gradimento che lo portò ad alzarsi, scrollarsi la ragazza di dosso e correre fuori dal negozio per andare chissà dove.

Allo stesso tempo Sonoko spinta dall’audacia dell’amica si buttò al collo di Seiki, che comprese le intenzioni qualche minuto in anticipo, fece appena in tempo a scostarsi facendo sbattere la faccia di Sonoko contro la fredda plastica della sedia. Prese la mano di Ran e la trascinò fuori dal locale. Suzuki rimase sola ed  interdetta a massaggiarsi il mento ancora dolorante dalla botta subita.

*****

Una figura entrava mestamente in casa nella speranza di non svegliare l’amico.

“ Mi sembra di aver già visto questa scena!” esordì divertito Hattori.

“Cosa?” chiese Kaito confuso da quelle strane parole.

“Kudo circa un’ora fa ha fatto la tua stessa scena, è entrato quatto quatto in casa..ma io ero sul divano ad aspettarvi..ero in pensiero! Ora vieni fuori anche tu signor detective visto che ci stai spiando da dietro l’uscio della porta.. o credi non ti abbia notato?” continuò divertito il detective di Osaka.

Finalmente si sarebbe preso una rivincita per la penosa figura fatta qualche giorno prima.

“ Bene, chi vuota il sacco per primo?” chiese divertito Heiji osservando Kaito ed il piccolo Conan.

“Lo faccio io perché ho sonno e voglio andare a dormire. Eravamo nella gelateria..io eviterei di raccontare la parte precedente della giornata perché non era un  bello spettacolo, se ne ha voglia lo farà il piccoletto. Quando Ran ha tentato di baciarmi io spostandomi ho visto quel detective da strapazzo di Hakuba che seguiva la mia Aoko, ed è già la seconda volta che lo becco. Non ci ho visto più! Sono uscito, ho tolto gli scomodi panni di Shinichi per tornare ad essere Kaito ed ho seguito quel farabutto. Tutto qui. L’interrogatorio è finito?” chiese scocciato il ladro.

“Tutto qui? E quando l’hai preso?” chiese di rimando l’altro.

“ E quando l’ho preso non sono fatti tuoi!” rispose Kaito visibilmente rosso in volto.

“ Va bene. Il resto me lo dirai domani. Puoi andare a letto!” lo congedò divertito Heiji.

“No no, devo sapere prima che fine ha fatto Seiki!” rise divertito Kaito.

“ Siete odiosi! Non c’è molto da dire.. Sonoko ha tentato di baciarmi io ho fatto in tempo a spostarmi.. ho preso Ran e siamo andati via lasciandola sola e dolorante..”

“Dolorante?” chiesero i due all’unisono.

“ Possibile che dobbiate interrompermi sempre?! Si dolorante perché invece di baciare me ha baciato la sedia! Ora appena usciti ho perso il controllo ed ho iniziato a sbraitare contro Ran, poi ho iniziato ad avere le fitte, l’effetto dell’antidoto è durato molto di meno e sono tornato ad essere Conan di fronte a lei! Le ho raccontato tutto..non avevo molta scelta..” concluse il detective dell’est.

“ Ok va bene.. sono due storie troppo complesse, è tardi.. domani mi direte tutto per filo e per segno..” concluse Heiji.


“Contaci!”  risposero poco convinti Conan e Kaito.

*****

Un ombra si aggirava nei pressi di casa Kudo. Una risata fredda. Un lieve fruscio di un biglietto che viene lanciato sotto l’uscio di casa. Il biglietto era nero e una scritta bianca recitava.

“ Un mantello bianco coronato da un cilindro. Un trucco scontato da scoprire. Il blu nel cilindro. I colori potrebbero scolorire prima del tempo se non vengono curati..forse consegnandoti a me potrebbero brillare ancora. Kaito kid o dovrei dire Kuroba Kaito cosa deciderai?

Spider

 

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Capitolo 12
*** Colori ***


Giorno a tutti,
sono riuscita ad aggiornare subito,
questo chap è un po' più lungo del solito, ero indecisa se dividerlo..
però molti erano preoccupati per l'incolumità di Hakuba e alla fine ho optato per un chap un po' più lungo.
Fatemi sapere cosa ne pensate..
Il messaggio era ridicolo? Le deduzioni di Shin?
Il momento Shin x Ran?
Quello Aoko x Kaito?
Aspetto i vostri pareri.
Un ringraziamento speciale come sempre a chi ha recensito lo scorso chap : Lady Pad, Blacky e Shana.
E anche a chi legge soltanto.
Alla prossima,
Bacione


Colori


Voci. Più che voci sembrano borbotti. O meglio ancora degli sciocchi litigi. Che strano modo di svegliarsi. Dischiuse leggermente l’occhio destro scorgendo a poca distanza dal letto due loschi individui che armeggiavano di fronte alla scrivania. Uno rovistava sul ripiano urtando ogni oggetto che intralciava la sua strada e creando non poco rumore, l’altro era intento a cercare qualcosa nelle tasche dei suoi jeans.

“ Vuoi fare piano Kudo?!” sbottò Heiji irritato.

“Io? Ma ti senti? Perché non fai cadere qualcos’altro da quella maledetta scrivania?!” rispose di rimando l’altro.

“Si facciamo piano altrimenti lo sveglieremo!” disse Kaito alle orecchie del detective di Osaka imitando la voce di uno dei tanti passanti uditi il giorno prima.

“Ha ragione lui Shinichi, muoviamoci  a trovare quel maledetto cel..” disse un convinto Hattori.

“Lui chi Heiji?! Hai forse le allucinazioni ora?!” inveì l’altro interrompendo la frase dell’amico.

Dopo essersi scambiata un’occhiata fugace si voltarono entrambi di istinto verso il letto in cui fino a cinque minuti prima riposava Kaito. Vuoto.
Una risata riempiva la stanza.

“ Potreste fare una gara e vedere chi tra i due è il più furbo! Se Holmes fosse qui non sarebbe fiero del tuo modo d’operare Kudo!” disse un alquanto divertito Kaito.

Sbigottiti i due detective si guardarono per poi abbassare lo sguardo a terra. Il pavimento sembrava suscitare in loro un estremo interesse.

 “ Ora miei cari Holmes e Watson mi dite che diavolo cercavate? E’ un nuovo tipo di caccia al tesoro?” chiese un po’ scettico.

“Il tuo cellulare” risposero all’unisono i due detective.

“ E perché? Sempre se non sono indiscreto..”

“ Volevamo chiamare Aoko!”

“ Aoko?” chiese l’altro sempre più confuso da quella strana conversazione.

“Mettiti seduto. Ora ti spieghiamo tutto.”

Kaito si sedette sul letto come un automa, temendo per quello che i suoi nuovi amici stavano per raccontargli.

“ Questa mattina Shinichi si è alzato di buon ora per chiedere spiegazioni ad Ai in merito all’antidoto. E su quello che quella mocciosa gli ha risposto credo sia meglio sorvolare. Ho già sopportato una crisi di nervi di Shinichi, non voglio subirmi anche la seconda..”

“La vuoi smettere di girarci intorno Hattori? Zitto fa parlare me..”

Kaito ed Heiji osservarono il piccolo Conan senza proferir parola. Non c’era da dire molto, quando voleva sapeva essere decisamente autoritario.

“ Ho trovato un biglietto sotto l’uscio della porta. Enunciava:

“ Un mantello bianco coronato da un cilindro. Un trucco scontato da scoprire. Il blu nel cilindro. I colori potrebbero scolorire prima del tempo se non vengono curati..forse consegnandoti a me potrebbero brillare ancora. Kaito kid o dovrei dire Kuroba Kaito cosa deciderai?
Spider


Credo di averlo già decifrato parte del messag..”

“ Fermati. Ho capito. Il blu nel cilindro si riferisce ad Aoko giusto?” disse Kaito con voce tremante.

“ Esatto Kaito. Il messaggio in poche parole non dice altro che se non ti consegnerai di tua spontanea volontà lui prenderà Aoko. E’ una sfida.. dovrai scegliere tra la tua e la sua di vita” concluse Heiji.

“ Non capisco.. dove dovrei consegnarmi? Non dice nulla sul biglietto..” pensò  Kaito ad alta voce.

“ E’ vero.. non ci avevo pensato..” rispose Heiji.

“ Lo dice, lo dice ragazzi.. leggete bene il biglietto. Un trucco scontato da scoprire. Il trucco da scoprire è il luogo!L’indizio sta nella frase i colori potrebbero scolorire prima del tempo se non vengono curati. Quando dice i colori usa il plurale quindi non è solo Aoko il suo obiettivo. Conosci qualcun altro che porta un colore nel nome?” chiese Shinichi pensoso.

“Akako” rispose Kaito.

Un sorriso si accese sul volto di Shinichi. I due amici seppero che il mistero era risolto.

“ Il biglietto è stato lasciato questa notte come indizio. I colori in questione sono Blu e Rosso. Il rosso è il colore del tramonto e quindi scolorisce con l’arrivo della sera. Il blu è il colore della notte e scolorisce con il giorno. Abbiamo due tempi diversi per salvarle, Aoko sarà in pericolo prima della sera e Akako prima della mattina. Potrebbero brillare di nuovo altro non significa che potranno rivedere ancora l’alba ed il tramonto, in poche parole..le lascerà vivere.”

“ Wow..” fu il monosillabo che uscì spontaneo ai due giovani.

“ Aspetta e per il luogo?” chiese il ladro sicuro di ricevere risposta.

“ Il luogo è scontato perché sarà lui a venire da te! Ha dato per scontato che avremmo decifrato l’indizio..”
rispose l’altro come se stesse spiegando qualcosa di banale. Scontato.

I volti confusi dei suoi amici gli fecero comprendere che il concetto non era poi così banale come appariva ai suoi occhi.

“ Riflettete dannazione, immaginate di essere Spider e di sapere con certezza che il biglietto è stato decifrato correttamente. Cosa fareste? Cerchereste di giocare d’anticipo oppure no? ”

I due annuirono sentendosi in quel momento infinitamente stupidi.

“ E quindi? Qual è la cosa più ovvia che farebbe Kaito sapendo già con ore d’anticipo che Aoko è in pericolo?” chiese l’altro speranzoso di ricevere risposta.

“Mi precipiterei a casa di Aoko per proteggerla e inviterei Akako per tenerle entrambe sotto controllo..” rispose convinto il ladro.

“ Giusto! E una volta che Spider è giunto  a questa brillante conclusione.. come si comporterà di conseguenza?” disse Conan scandendo con enfasi l’ultima parola.

“ Aspetterà che Kaito  a casa di Aoko si consegni spontaneamente prima della fine del tramonto..” concluse Heiji.

“e se Kaito non si presenterà Aoko sarà uccisa prima che il rosso scolorisca in modo naturale e cioè prima della sera!” completò la frase Shinichi con tono serio e preoccupato.

Pochi secondi di interminabile silenzio passarono e il piccolo Conan decise di prendere parola.

“ Riassumiamo. Spider si aspetta che tu ti farai vivo a casa di Aoko prima del tramonto consegnandoti spontaneamente oppure sarà la fine per lei ed Akako. Si sente sicuro del suo piano, ma credo che per sicurezza sorvegli costantemente Ao..”

Fu interrotto da Kaito.

“ Non c’è nulla da riassumere, questo è quello che succederà! Andrò da lei prima del tramonto. Lei non ne saprà nulla.. non ne capirà nul..”

Fu la volta di Kaito ad essere interrotto.

“ Kaito potresti inviare un biglietto come Kaito Kid, convincere Aoko ed Akako a seguire l’ispettore Nakamori..in mezzo ai poliziotti sarebbero al sicuro!” propose speranzoso Heiji.

“ Smettetela! Ho un piano ed è certamente migliore del vostro. Hai sentito la voce di Lizard vero Kaito? La ricordi bene?” chiese lanciando uno sguardo furbo che sapeva di sicurezza.

“ Si” rispose il ragazzo spiazzato.

“ Bene! Spider ha commesso un errore. La chiamata. Sono riuscito a deviare la chiamata e a risalire al suo numero privato. Grazie ad Ai ho sottoposto il suo cellulare sotto controllo e questa mattina ho ascoltato una conversazione interessante che ha confermato i miei sospetti.”

“ Sarebbe? Smettila di fare il misterioso e parla chiaramente Kudo!” Inveirono all’unisono i due giovani.
Conan sorrise.

“ Sentite con le vostre stesse orecchie.”

Detto ciò estrasse il registratore dalla tasca e premette il tasto Play.

“ Spider cosa è successo al party di Lizard?”

“Nulla, quegli idioti si sono fatti scoprire da tre stupidi ragazzini..”

“I loro nomi?”

“Kudo Shinichi, Heiji Hattori, Kaito Kuroba”

“Spider hai compreso il motivo per cui Lizard è stato declassato?”

“No, perché questa domanda?”

“Riflettici bene sulle parole che ho detto a Lizard, se è vivo è solo perché è un importante pedina.. attento a non fare i suoi stessi errori, non sarò così clemente un’altra volta. Non tollererò altri errori!”
 

La riproduzione terminò.
 
“ Questo vuol dire che la nostra interpretazione del messaggio è corretta! Il capo è una donna..la voce è chiaramente femminile, e quella donna vuole proteggere Kaito.Ma cosa centra con il piano?” esclamarono Kaito ed Heiji.
 
Shinichi sorrise per l’ennesima volta quella mattina.
 
“ Sono riuscito a rintracciare anche il suo di numero grazie al tabulato telefonico. Ora sapete dirmi che centra col piano?”
 
“ Chiameremo quella donna, io fingerò di essere Lizard e le dirò del piano di Spider! Sarà lei stessa ad aiutarci! Giusto?” rispose Kaito convinto della risposta affermativa dell’amico.

Il piccolo Conan annuì con un movimento convinto del capo.
 
“ Bene mettiamoci a lavoro allora.”


*****
 
“ Sicuro di ricordare bene la voce di quel tizio Kaito?” chiese con fare concitato Heiji.

“ Mi chiamo Kaito non Hattori! Certo che la ricordo!” rispose l’altro spazientito.

“ Volete smetterla? Sembrate una coppia di mezza età!” sbottò Shinichi stanco di quei battibecchi.

“Ma perché siamo venuti in questo palazzo per chiamare?” chiese il detective dell’ovest.
 
Si trovavano in un edificio alla periferia del quartiere di Beika, aveva uno stile ricercato e spiccava rispetto agli altri stabili decisamente più modesti.
 
“Questo edificio è di proprietà del signor White e quindi la nostra donna non avrà sospetti ricevendo una chiamata proveniente da qui. O almeno lo spero. Ora  Heiji va al tuo posto e controlla che non arrivi nessuno. Pronto Kaito?”
 
Il ragazzo annuì.
 
Uno squillo, due squilli, tre squilli. La stessa voce sensuale udita dal registratore rispose alla chiamata.
 
“ Lizard è successo qualcosa di importante? Mi vuoi dire perché ultimamente eviti di chiamarmi dal tuo cellulare privato?”
 
Kaito diede un breve colpo di tosse e con maestria iniziò a parlare con una voce che non gli apparteneva, una voce fredda. La voce il cui proprietario l’aveva privato di una delle persone a lui più care, il padre, e che ora per ironia della sorte poteva salvare la sua Aoko.
 
“ Ho decifrato il suo messaggio boss e credo che lei debba sapere una cosa su Spider.”
 
“ Il suo obiettivo è Kid! Lo so questo!” rispose la donna con voce ancor più glaciale.
 
“ Lo immaginavo che stesse mettendo alla prova Spider, ma sa anche che ha messo alle strette il ragazzo e che questa sera prima del tramonto lo ucciderà?”
 
“Cosa? Dici sul serio? Come fai a dire questo?” la voce della donna era preoccupata. Aveva veramente a cuore la vita del ragazzo. Non avrebbe permesso un’altra volta che quegli occhi venissero privati ante tempo della loro luce.
 
“ Ha inviato un biglietto al ragazzo..”
 
“ Cosa aspetti? Cosa dice questo biglietto? Parla!”

“Un mantello bianco coronato da un cilindro. Un trucco scontato da scoprire. Il blu nel cilindro. I colori potrebbero scolorire prima del tempo se non vengono curati..forse consegnandoti a me potrebbero brillare ancora. Kaito kid o dovrei dire Kuroba Kaito cosa deciderai? Ora le spiego cosa significa..”

“ Non mi chiamo Lizard io! So arrivarci da sola alle conclusioni. Vuole ucciderlo minacciandolo! L’esca è Aoko Nakamori. Tranquillo Kuroba Kaito non succederà nulla a te, ma sulla tua Aoko non posso far promesse, sarà compito tuo proteggerla. Nelle guerre c’è sempre qualche vittima innocente ma a volte l’eroe riesce a salvarle. Sarai tu il suo eroe?”

“ Ma cosa?”

“ Che c’è? Credevi davvero di prendermi in giro.. conosco Lizard da tempo! Non sarebbe mai arrivato così avanti. Sono più che onorata di aver potuto ascoltare la tua voce anche se avrei preferito poter vedere i tuoi profondi occhi blu così simili ai suoi. Non permetterò ti facciano del male, my love.”

La linea cadde. Shinichi e Kaito si guardarono senza parole. Quella donna aveva compreso tutto. Li avrebbe aiutati? Era enigmatica, il suo discorso era stato strano.

“Kaito non abbiamo altra scelta. Devi fidarti e proteggere Aoko. Ora andiamo a casa ed escogitiamo qualcosa. Dobbiamo essere preparati.”


*****

Una mano sembrava voler sfondare la porta.
 
“Ran! Ran! Ran! Apri e subito”
 
Aveva visto tante volte la sua amica fuori controllo. L’aveva vista aggredire una ragazza per aver fatto un complimento a Makoto. L’aveva vista minacciare le più grandi calamità naturali ogni volta che qualcosa o qualcuno si interponeva tra lei ed il suo momentaneo oggetto del desiderio. Questa volta però era diverso. La sua amica non stava sbraitando contro una sconosciuta, questa volta la malcapitata era lei. Ran.
Si fece coraggio ed aprì piano la porta.
Sonoko entrò con fare irruento nella stanza. Aveva le lacrime agli occhi e questo faceva sentire Ran infinitamente in colpa.
 
“ Come hai potuto farmi questo. Mi ha umiliata e tu sei andata via con lui.. Sono così pessima? Persino la mia migliore amica mi ha abbandonata..”
 
Era crollata. La ragazza egoista e viziata si era sentita abbandonata dall’unica persona su cui contava ciecamente.
La mente di Ran lavorava freneticamente. Se fosse stata una macchina gli ingranaggi avrebbero potuto prendere fuoco da un momento all’altro. Era indecisa. Non poteva certo dirle la verità. Tornò con la mente al giorno prima.
 
“Seiki dove mi porti? Sonoko potrebbe essersi fatta male..lasciami andare! Mi fai male!”

“Non si è fatta nulla tranquilla! Oltretutto se l’è meritato! Nella vita bisogna essere coerenti non ti pare? Non lo dici sempre anche tu?”

“ Non capisco.. cosa vorresti dire?”

“Voglio dire che non puoi tentare di baciare una persona che fino a qualche giorno prima definivi un detective stacanovista!”

“ Io non ho mai definito Shinichi con quel termine Seiki!”

“Dannazione Ran non è di te che parlo! Ma di Sonoko!”

“Aspetta e tu come fai a saperlo?
 
Il ragazzo cadde rovinosamente a terra piegandosi in due. La sua fronte era madida di sudore. Aveva portato la sua mano sinistra al petto, stringendo giusto all’altezza del cuore. Soffriva, era evidente.
Ran si piegò sulle ginocchia e allungò la mano per posarla sulla fronte del ragazzo. Scottava, aveva la febbre alta. Com’era possibile? Fino a qualche minuto prima era il ritratto della salute ed ora non si reggeva in piedi. Una strana sensazione pervase il cuore di Ran. Era come se sapesse cosa stava per accadere. Aveva già visto quella strana reazione. Alla recita scolastica. Durante un caso. Shinichi. Ora che ci rifletteva, anche il piccolo Conan aveva avuto improvvisamente picchi di febbre alta.
Era vicina alla verità che cercava da tempo. Lo sapeva.
Uno spasmo, un secondo, un terzo.. un urlo si espanse nell’aria tagliandola.
La scena che aveva di fronte era surreale. La ragazza aprì e chiuse più volte gli occhi, si diede un pizzicotto ben assestato per assicurarsi che non fosse un’allucinazione. Era realtà. Il bel universitario era sparito per lasciare spazio al piccolo Conan. Un bambino con addosso dei vestiti troppo grandi che non aveva il coraggio di alzare lo sguardo.
 
“ Non sono mai stata gelosa di Seiki! Io sono sta gelosa sempre e solo di te. Ecco cosa intendeva tua madre.” Esclamò gioiosa la ragazza.

“ Ran in un momento come questo stai pensando alla gelosia nei confronti di Seiki!” strabuzzò gli occhi Conan.

“Tu non mi hai mai lasciata!” continuò la ragazza con un’espressione dolce dipinta sul volto.

“ Mai, nemmeno un secondo.” Rispose serio l’altro.

“ Mi importa solo questo.”

“ Non vuoi conoscere la verità?” chiese sconcertato il bambino.

“  Se non ti sei rivelato prima d’ora dovrai avere i tuoi buoni motivi. Quando sarai pronto mi dirai tutto. Ma non ora. Mi basta sapere che la gelosia nei miei confronti ti ha spinto a tanto.”

“ A tanto?” domandò non avendo il coraggio di guardare in volto l’amica.

“ Pur di non vedermi tra le braccia di un altro hai rivelato la tua vera identità”
Conan era arrossito. Era strano vedere un simile imbarazzo sul volto di un bambino. Ma quello non era un semplice bambino. Quello era il suo Shinichi. E questo le bastava.

Agì di istinto assecondando la prima idea che le era balenata per la mente.

“ Sonoko, non piangere.. hai presente quando ero gelosa di Seiki? In realtà volevo proteggerti, non volevo ti ferisse. Lui è un parente di Shinichi molto donnaiolo. Se ti avessi detto questo non mi avresti mai ascoltata. Volevo allontanarlo da te solo per questo.”

L’amica non era totalmente convinta.

“ E perché siete scappati via insieme?” chiese con fare riluttante e dubbioso.

“ Lui mi ha trascinato via per rimproverarmi. Gli ho detto che essendo una ricca ereditiera tuo padre ti
controlla a vista e quindi di mantenersi sulle sue. Quando tu hai tentato di baciarlo ha capito che era un bluff e mi ha portata via per chiedere spiegazioni.” Rispose l’altra con fare sicuro.


Sonoko sorrise. Ci aveva creduto. Sapeva che Ran era la sua migliore amica e non l’avrebbe mai tradita. Le due si scambiarono un sorriso chiarificatore. Il peggio era passato.


*****


Aoko era distesa sul letto. Pochi minuti prima aveva ricevuto una telefonata. Kaito. Era stata una strana conversazione. Dopo aver riagganciato si era persa a rimuginare sui limpidi ricordi del giorno precedente.

Era nel quartiere di Beika, non lo frequentava spesso, ma aveva costretto il povero Jii a dirle dove fosse Kaito. E Jii preso dallo sconforto le aveva detto di provare a cercarlo in quel quartiere. Mentre camminava udì una voce a lei familiare.

“Aoko?”

Si voltò di scatto e sorrise educatamente alla persona di fronte.

 “Hakuba? Sei tu?”

Il ragazzo la osservava con uno sguardo che lei non riusciva a decifrare. Dopo qualche secondo di silenzio.

“Aoko ma io ti chiamo mai Nakamori? Quando inizierai a chiamarmi Saguru?”

Aoko sentì le guance infiammarsi. Quel ragazzo involontariamente riusciva sempre a farla sentire in qualche modo a disagio. Presa alla sprovvista si trovò improvvisamente il volto del ragazzo a pochi centimetri dal suo. Superato lo shock iniziale fece appena in tempo a voltare il capo verso destra e sentire un bacio a schiocco sulla guancia. Discostò di malo modo il corpo del ragazzo dal suo e lo guardò torva.

“ Ti dona persino quell’espressione lo sai?”

Non demordeva. Ma questa volta Aoko fu più veloce del detective. Indietreggiò prontamente e con sguardo serio gli disse:

“ Hakuba io non so come dirtelo..”

“ Lo so, lo so.. Hai paura che il tuo amichetto di infanzia si ingelosisca! Crede veramente che rimarrai sola per sempre a giocare con lui? Hai diritto ad una tua vita o no?”

Le parole del ragazzo non le piacevano, non le piaceva il modo in cui apostrofava Kaito. Sembrava provasse una profonda antipatia? No antipatia non era la parola corretta. Sembravano acerrimi rivali. Qualunque cosa fossero non poteva accettare che si parlasse di Kaito in quel modo.

“Non ho paura della reazione di Kaito, la sua gelosia non potrebbe farmi altro che piacere Hakuba”

Arrossì al solo ricordo delle parole pronunciate. Ricordava bene il momento in cui il sorriso sul volto del ragazzo di fronte a lei si spense. Si sentì in colpa per averlo ferito. Ma  forse finalmente aveva rinunciato. L’aveva salutata educatamente fingendo di avere un importante caso e permettendole di tornare alla sua ricerca.

Non appena voltò l’angolo lo vide. Era fermo immobile. Sorrideva. Era così dannatamente bello quando lo faceva. Poteva essere antipatico a volte, infantile.. ma nonostante tutto proprio non riusciva a trovargli un vero difetto.

“Bakaito Aoko ti ha cercato per tanto tempo.. Aoko non conosce questa zona.. ho avuto persino paura di perdersi..” mentre parlava lo fissava, non riusciva a capire perché la guardasse in quel modo. La osservava, la studiava, non le toglieva gli occhi di dosso. Le aveva permesso persino di insultarlo.

Finalmente si decise a parlare.

“ Hai finito Aoko?” le chiese con un modo di fare che non gli apparteneva, sapeva scherzare, sapeva prendersi gioco di lei.. ma le volte in cui si dimostrasse dolce erano rade. Quella era stata una di quelle.

Sospirò ricordando con tenerezza quel momento.


*****


Kaito si lasciò cadere sul divano di villa Kudo. I suoi due amici erano usciti per impegni che avevano definito “ urgenti”. Cosa ci fosse di così “ urgente” però non avevano proprio voluto dirglielo. Accese la tv cercando qualcosa di interessante. La scena del film che la rete nazionale trasmetteva lo fece arrossire vistosamente. Spense la tv e decise di riposare un po’, se solo i suoi ricordi glielo avessero permesso.

Appena uscito dalla gelateria scompigliò i capelli arruffandoli, tolse il leggero trucco utilizzato per simulare la carnagione di Shinichi e iniziò a seguire i due compagni di classe.
Questa volta non l’avrebbe fermata, l’avrebbe messa alla prova. Lui aveva resistito a Ran, nonostante fosse una tra le più belle ragazze con cui avesse avuto a che fare. Aveva milioni di fan sparse per il globo, Akako gli faceva una corte spietata e nonostante tutto non aveva mai, nemmeno per un secondo allontanato Aoko dalla sua mente. Se lei si fosse abbandonata tra le braccia del detective non gliel’avrebbe mai perdonato.

Hakuba aveva appena fermato Aoko  e lui si era rintanato in una stradina secondaria vicina dalla quale poteva udire ogni cosa. Ascoltava ogni parola di quella conversazione e quelle parole gli avevano aperto il cuore facendo sorgere un largo sorriso sul suo volto.

“Non ho paura della reazione di Kaito, la sua gelosia non potrebbe farmi altro che piacere Hakuba” la voce della ragazza risuonava come una melodia nella sua mente.

Prese una decisione, le avrebbe dato quella soddisfazione. Attese la fine della conversazione e poi l’aspettò sull’angolo della strada, l’avrebbe notato subito lei. E così fu. Dopo aver ascoltato le sue lamentele e preso il coraggio che gli serviva la portò al vicino parco per parlarle.

Si sedette sulla prima panchina libera attendendo che lei facesse altrettanto. Nascose  gli occhi dietro la frangetta.

“ Aoko che ci facevi di nuovo con Hakuba?”

Ricordava bene l’espressione sconvolta di Aoko. I suoi tentativi di giustificarsi.

“ Non devi giustificarti, in fondo sono solo il tuo amico d’infanzia” aveva detto con finto tono risentito.

La ragazza si era avvicinata pericolosamente a lui.. nel suo sguardo poteva intravedere quanto stesse cercando disperatamente di giustificarsi.

“ Kaito è geloso di Aoko?” gli aveva domandato titubante.

L’aveva promesso, voleva renderla felice questa volta. Si avvicinò al suo volto e le sussurrò  “ Si”.
Quello che seguì non se l’era immaginato, la ragazza gli si avvicinò e posò la sua fronte contro quella dell’amico. Le sue guance erano color porpora, chiuse gli occhi e lo baciò.

Kaito riaprì gli occhi. Così non riuscirò di certo a prender sonno pensò tra sé e sé.

Riprovò a lasciarsi andare tra le braccia di morfeo. Le immagini passarono di nuovo veloci nella sua mente. Questa volta si era avvicinato ad un ragazzo dalla folta chioma bionda. Era tardi, ma doveva comunque parlargli. L’altro l’aveva notato da tempo.

“ Kuroba so perché sei qui, ho capito! Sono un detective, quella ragazza non ha occhi che per te.. mi domando solo se la meriti..” esordì il giovane ferito nell’orgoglio.

“ Posso sperare di non vederti più dietro a lei?” rispose l’altro con un tono che di amichevole aveva veramente poco.

“ Dietro a lei non andrò più, per ora.. Ma sarò alle tue costole Kaito Kid! E quando ti avrò preso vedremo cosa penserà Aoko di te..” concluse Hakuba.

Aveva meditato, non valeva la pena accogliere quella provocazione. Voltò le spalle e andò via.

Finalmente le immagini iniziarono  a sfumare, i rumori ad attenuarsi il sonno l’aveva sopraffatto.
 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Fase uno ***


Sono tornata :)
Lo so ho tardato un po' però ero troppo presa dall'idea della Shot e alla fine ho rimandato la long :)
Me chiede scusa.
Bene bene il chap è pronto, diciamo che l'azione vera e propria sarà nel prossimo,
l'avevo promessa lo so, però è venuto di getto questo chap,pezzi che all'inizio non dovevano essere inseriti sono stati elaborati dalla mia testolina.. quindi dovrete attendere il prossimo per lo scontro :)
Passiamo ai ringraziamenti, grazie a Blacky, Pad, Shana e Shin e ran amore per aver recensito lo scorso chap :)
E un grazie anche a quei lettori silenziosi, mi piacerebbe tanto avere vostri pareri, tanto positivi quanto negativi.
Ora vi lascio alla lettura,
Un bacione

Fase uno


“Guardalo! Chissà cosa starà sognando?” sghignazzava divertito il detective di Osaka.

“Probabilmente Aoko, magari almeno in sogno ha il coraggio di dichiararsi!” rispondeva il compare.

“Sembrate la versione maschile di Sonoko! Vuoi svegliarti Kuroba? O la tua bella deve salvarla qualcun altro?” inveì la finta bambina stufa di quel gioco infantile.

Kaito aprì gli occhi tentando di mettere a fuoco la stanza. Non era certo stato il più roseo dei risvegli! Una bambina, a suo dire strana, gli aveva rintronato le orecchie. Ripensò per un attimo alle sue “dolci” parole..Sembrate la versione maschile di Sonoko. Sapeva che chiunque fosse stato il destinatario di quell’affermazione non aveva certo ricevuto un complimento.

“Perché sembrerebbero la versione maschile di Sonoko?”

“Semplice! perché stavano spettegolando sulla tua espressione, che ad essere sinceri non era certo delle migliori, ipotizzando cosa stessi sognando. E secondo te quali erano le loro brillanti deduzioni?”

Kaito guardò torvo i due ragazzi, ma con una amara consapevolezza, le loro deduzioni erano più che giuste. Era proprio Aoko che stava sognando. Non era entusiasta all’idea di doverla rivedere dopo così poco tempo. Era in imbarazzo e non sapeva come comportarsi. La ragazza gli era praticamente saltata al collo, non che la situazione non fosse stata di suo gradimento, ma restava sempre e comunque Kaito ed in quanto tale doveva mantenere la sua poker face.
 
“Vado a sistemarmi, senti Kudo mi faresti un favore?”

“Cosa?”

“Hai ancora il modulatore della voce?”

“Certo! Che domande?!”

“Chiama Aoko per me e dille che tra un’ora sarò da lei..”

“Perché devo farlo io?”

“Perché io non ne ho voglia!”


Si congedò dalla stanza lasciando i presenti senza parole.

*****

“Aoko sei tu?” aveva proferito con insicurezza il finto Kaito.

“Bakaito chi dovrebbe essere? Sicuro di star bene? Ora non riconosci nemmeno la mia voce al telefono?” sbottò non poco infastidita l’amica.

“No è solo che..” rispondeva visibilmente in difficoltà l’interlocutore.

“Ho capito! Sei in imbarazzo per quello che è successo?” rispose improvvisamente a disagio.

“Quello che è successo?” ribattè l’altro con fare curioso.

“Ma si.. il bacio..”  aveva sussurato la  ragazza.

“ No  quello spero accada ancora.. anzi sai cosa ti dico? Tra un’ora sono da te!”  aveva concluso la telefonata Shinichi con forse un po’ troppa ilarità.

Riagganciò senza dare il tempo alla ragazza di rispondere. Guardò Hattori, quest’ultimo lo osservava con un’espressione di curiosità dipinta sul volto. Sembrava quasi domandargli cosa diavolo stesse succedendo. La conversazione era sembrata senza capo né coda. Sembra un tonno con quell’espressione pensava divertito il finto bambino.

“Ho uno scoop per te Hattori, Kaito ed Aoko si sono baciati!”

“Cosa? Allora quando hai detto spero accada ancora..era questo che intendevi!” sbottò l’altro con una vocina degna della peggior pettegola del paese.

“Si!” rise l’altro divertito.

“Se lo scopre ti ammazza lo sai no?” chiese l’altro con finto tono preoccupato.

“Hai intenzione di dirglielo?”

“No!”

“E allora non lo saprà mai”


Ai li guardava in segreto da dietro la porta. Non l’avrebbe mai ammesso, ma era divertita da quella situazione. Ammirava le persone che la circondavano in quel momento. Erano in pericolo, se non più.. eppure avevano la forza di ridere e scherzare anche in quel frangente. Proprio come lei, la sua Akemi.

*****

Lunghi capelli rossi. Fisico invidiabile. Uno sguardo enigmatico. Lo studiava. Non l’avrebbe mai ammesso ma quella ragazza a volte lo spaventava. Diceva di essere sua nemica, eppure più volte lo aveva aiutato. Diceva di essere fredda, di odiarlo in quanto mago ed invece più volte aveva visto sorgere un lieve sorriso, sempre abilmente celato dalla ragazza, di fronte ad un suo magic show.

“Kuroba Kaito, hai deciso finalmente di diventare il mio schiavo?” chiese Akako con fare seducente.

“Akako sei in pericol..”

Non permise al ragazzo di completare la frase. Gli si avvicinò, mettendolo visibilmente in imbarazzo e dimezzando la distanza tra i loro volti.

“ So tutto.. so quello che il destino ha in serbo per noi in questa oscura serata , ma io sono al sicuro, stanne certo..è Aoko la vittima bianca.”

Forse il tono, forse l’ambiente, o forse le parole pronunciate dalla compagna lo fecero trasalire. Non aveva il coraggio di proferir parola. Voltò le spalle e andò via abbandonando la ragazza alla sua consueta risata.


*****

Entro o non entro? Busso o non Busso? Magari suono? Oppure le telefono? Potrei tirare dei sassolini alla sua finestra.. si è poi insceniamo Romeo e Giulietta! Ma cosa diavolo vado a pensare. Poker Face. Questo è il segreto. Ora suono come tutte le persone normali sulla faccia di questa terra, entro e mi comporto come sempre, mi comporto da Kuroba Kaito.

Un rumore fece sobbalzare il cuore dell’unica inquilina della casa. Il padre era di nuovo in servizio. Sorrise all’idea di trovarsi sola in casa con l’amico, per poi divenire visibilmente rossa dopo aver realizzato cosa aveva silenziosamente bramato. Un altro rintocco sulla porta, stava aspettando. Doveva aprirgli. Ma perché non lo faceva? Si precipitò in bagno guardandosi allo specchio. Indossava un vestitino semplice a fantasia che batteva sul rosso. I suoi capelli ricadevano lunghi sulla schiena ed erano più ordinati del solito. Osservò il suo profilò e pensò : Accettabile. Squadrò attentamente il suo fisico immaginando l’amico che le diceva: Il tuo seno non è ancora sviluppato. Sbuffò all’idea. Un altro colpo sferrato sulla porta, questa volta decisamente più sonoro riecheggiò nelle sue orecchie. Si stava scocciando. Doveva decisamente aprirgli, altrimenti si sarebbe spazientito. E se fosse andato via? Poteva stancarsi e decidere di lasciarla sola in casa..lei si sarebbe agghindata per nulla!

Nel frattempo il ragazzo attendeva dietro la porta, la preoccupazione iniziale dovuta all’imbarazzo si stava trasformando in paura. E se Spider non avesse rispettato i piani? Se il capo non fosse veramente dalla loro parte e avesse semplicemente finto di esserlo. Panico. Girò convulsamente la testa in cerca degli alleati che si erano appostati in una siepe poco distante consapevoli che Spider li avrebbe facilmente individuati. Li spiava. Ma purtroppo attenersi alle istruzioni di quel pazzo era stata l’unica possibile soluzione. Dovevano affidarsi al loro sangue freddo e a quella donna misteriosa ed enigmatica che sembrava essere emanatrice di fascino.

L’uscio della porta finalmente si schiuse, lasciando Kaito interdetto per una manciata di secondi.

Aoko era sulla soglia di casa e lo fissava sorridente. Non sapeva bene il perché, ma il suo sguardo gli dava uno strano presentimento.

Nel frattempo i due detective si erano prontamente rintanati nel loro nascondiglio. Si stavano avviando verso casa della ragazza per comprendere il motivo dell’attesa dell’amico quando l’uscio iniziò ad schiudersi lentamente. Erano corsi a gambe levate per ben due motivi. Primo non dovevano essere assolutamente visti, sarebbe stato difficile spiegare alla ragazza cosa ci facessero il detective liceale dell’est e dell’ovest nascosti tra le sue aiuole, e secondo ma di certo non meno importante a lor parere, dovevano osservare l’atteggiamento della ragazza per poi torturare il loro giovane amico. Shinichi doveva ammetterlo, assomigliava a sua madre più di quanto non volesse ammetterlo. Continuarono a sghignazzare come due comari per una buona manciata di minuti prima di riacquistare la serietà che quel frangente richiedeva e attendere le mosse del loro nemico. Spider. Erano pronti, il tramonto stava giungendo, la seconda partita di scacchi stava per aver inizio.

Entrò in casa senza aprire bocca e andò a sedersi sul divano del salotto accendendo la tv.
La ragazza lo fissava con sguardo serio e teso. Forse era arrabbiato, forse aveva cambiato idea e si era pentito dell’audacia dimostrata il giorno prima. Eppura al telefono sembrava voler ripetere l’evento. Milioni di dubbi albergavano la sua mente.

“ Perché mi hai fatto aspettare tanto tempo fuori?” chiese il ragazzo con finto tono scocciato.

“ Aoko non aveva sentito bussare!”

Bugia. Era una bugia bella e buona. Kaito lo sapeva bene. Ma perché gli mentiva? Che nascondesse qualcosa? E sei quei tizi l’avessero contattata e la stessero ricattando? Magari proprio in quel momento lui era una pedina tra le loro mani. Osservò l’amica con fare attento, cercando di carpire un minimo segnale nel suo sguardo che potesse essere un segnale di aiuto, una richiesta, ma vi intravedeva solo tristezza. Era triste.

“ Aoko è successo qualcosa?”

“Io?.. No va tutto bene, vuoi qualcosa da bere?” chiese con un tono di voce che andava sempre calando.

“Acqua, grazie..” rispose con fare gentile, ma che alla giovane sembrò freddo e distaccato.

Si alzò e si diresse in cucina. Passarono mezzora buona, ma la ragazza non sembrava aver intenzione di tornare. Decise di controllare cosa stesse facendo.
La porta della cucina era socchiusa ma dalla piccola fessura poteva vedere Aoko, poggiata al lavabo e le lacrime che le scendevano copiose sul volto. Piange, ma perché? Dischiuse piano la porta, non voleva metterla a disagio, se avesse voluto quel delicato gesto avrebbe dato il tempo all’amica di voltare le spalle e nascondere il volto. Ma non lo fece. Si avvicinò lentamente alla ragazza, sembrava indifesa, fragile, non voleva ferirla più di quanto non lo fosse già. Le posò una mano sulla spalla, accarezzandola lievemente, era un gesto quasi impercettibile.

“ Perché piangi Aoko?” domandò con fare dolce.

“ Aoko piange perché è stupida!” rispose l’altra arrabbiata, anche se quello era un sentimento che provava verso se stessa più che per l’amico.

“Aoko non è stupida!” rispose convinto l’altro.

La ragazza alzò lo sguardo, fissando la persona di fronte a sé, sembrava essere improvvisamente cambiato, da freddo e distaccato si mostrava dolce e comprensivo. Posò il capo sul suo petto senza proferir parole, continuando a piangere. L’abbracciò sperando che quel gesto rompesse il muro che la ragazza aveva silenziosamente costruito e gli permettesse di capire il perché di quello stato d’animo. Il suo pensiero fu giusto, una voce rotta dai singhiozzi, tolse piano e delicatamente ogni mattonella invisibile che si frapponeva tra loro.

“Aoko era contenta. Era contenta per ieri. Era contenta per oggi. Per la telefonata. Si era agghindata, sa di non essere bellissima, di avere poco seno, però credeva di essere almeno carina per Kaito. Non aveva il coraggio di aprire la porta perché era tesa e si vergognava. Aoko è stata stupida, si è illusa, Kaito si è pentito di quello che ha fatto, anzi a dire il vero lui non ha fatto nul..”

Non riuscì a terminare la frase, qualcosa di morbido a caldo le aveva impedito l’uso delle
labbra. Dopo qualche attimo che alla ragazza parve infinito.

“ Hai ragione Aoko è una stupida!” le disse il ragazzo sorridendole.

Un rumore proveniente dal salotto bloccò l’atmosfera che si era creato nella cucina.

“Cosa è stato?” chiese la ragazza preoccupata.

Guardava l’amico, sembrava conoscere la provenienza di quel rumore, il suo sguardo era serio come mai prima di allora. Si voltò verso di lei, rassicurandola la strinse a sé e mentre le donava un altro bacio con un piccolo ago la punse lasciandola tra le braccia di Morfeo.
L’adagiò su una sedia per poi voltarsi verso il nuovo arrivato.

“Bene vedo che hai decifrato il mio indizio, allora cosa scegli? Lei o te!” aveva esordito con la sua fredda voce l’uomo.

“Sai Spider, trafugare la vita di un ladro o della sua donna non è così facile come credi!” affermo piroettando per poi presentarsi come Kaito Kid.

Mi odiate? vedo pomodori giungere verso di me..
Quanto mi odiate per aver interrotto il chap in questo punto..
Mi dispiace ma il continuo lo saprete solo nel prossimo.. xD

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Capitolo 14
*** Fase due ***


Sono di nuovo qui,
questa volta non ci ho messo molto ad aggiornare..
Be che posso dire su questo chap, decisamente c'è più azione..
Mi sono attenuta agli ultimi episodi dell'anime, non posso dire di più perchè altrimenti farei spoiler.
Diciamo che non tutto è quello che sembra..
Capirete dopo cosa intendo.
Be fatemi sapere.. lo trovate ridicolo? Assurdo? Spero vi piaccia..
Passiamo ai ringraziamenti.
Un grazie particolare a Blacky, Pad, Shana e Shin e Ran amore per seguirmi con tanta costanza :)
Sono contenta che vi piaccia tanto!

Un grazie anche a chi legge soltanto,

Un bacione e alla prossima.

Fase due

“Hattori da quel lato è successo qualcosa?” Aveva domandato il finto bambino attraverso la ricetrasmittente.

“Più di quanto tu possa immaginare” rispose il suo interlocutore.

*****

“Sai ad onor del vero ho fatto la mia scelta da molto tempo..”

“Sarebbe?” chiese convinto di conoscere già la risposta

“Non trafugherai né la mia né la sua di vita..”

Buio. Un corridoio. L’eco del vento rimbombava nell’ambiente circostante. Dov’era? Pochi secondi prima si trovava nella cucina di Aoko, ed ora? Una voce raggiunse flebile le sue orecchie..

“ Kaito Kid… paura? Non c’è la luna ad illuminare il tuo cammino, non questa volta..”

Una risata. Il panico si impadroniva del suo corpo. La sua poker face lo stava lentamente abbandonando, sentiva le gambe stanche, la testa girare. Cercò tastando lievemente l’oscurità un punto d’appoggio in quell’oblio. Ogni secondo scandito dall’orologio faceva crescere l’angoscia. Che fine avevano fatto i suoi compari? Perché nessuno lo aiutava? L’immagine del padre si fece vivida nella sua mente, c’era qualcosa di strano.. tante volte l’aveva pensato talmente intensamente da poterlo sentire vicino, ma questa volta era diverso. Era come se percepisse la sua presenza come mai prima d’allora. Lo guardava sorridendo, sembrava soddisfatto.Papà.

“Kaito ricorda le mie parole, mantieni sempre una buona poker face..”

Fu veloce come una frazione di secondo, quel dolce ricordo, così diverso da solito, sparì. Ragiona Kaito. Iniziò ad osservare la zona circostante con una nuova convinzione, quella che si parava di fronte ai suoi occhi era un’illusione, un trucco e lui da abile mago quale si riteneva doveva svelarlo. Improvvisamente la lucidità che il padre aveva insidiato dentro al ragazzo gli permise di scorgere qualcosa nella totale oscurità. Un puntino, invisibile, gli ricordava il piccolo bagliore che si intravede nel cielo durante la notte al passaggio di un aereo. Cosa poteva essere? Si sentiva quasi un detective.. doveva individuare la soluzione di un caso di vitale importanza. Sorrise. Ora sapeva cosa doveva fare.

“Povero, piccolo ed indifeso Kaito, sei caduto di nuovo nel mio tranello..” sghignazzava soddisfatto nella cucina di casa Nakamori Spider. Dopo un lieve botto aveva fatto cadere il ragazzo in uno stato di trans, nel frattempo aveva legato le sue gambe in malo modo, ed ora stava passando alle mani.

Sentiva lo stesso peso che gravava sulle sue gambe, persino sulle mani. Ne era certo, stava legando le sue mani, doveva fermarlo e l’unico modo era quello di reagire.

Spider guardò il ragazzo di fronte a sé sconcertato, non riusciva a legarlo, spostava convulsamente le mani, c’era qualcosa di strano, non procedeva tutto secondo i suoi piani. Quello che accadde fu fulmineo, l’uomo in nero si ritrovò col muso sbattuto a terra ed il giovane mago in piedi di fronte ad i suoi occhi che lo osservava soddisfatto.

“ Non puoi ripetere lo stesso trucco con me due volte Spider!” scandì le parole il mago ridendo di gusto.

“Sai l’avevo immaginato, per questo ho preso delle precauzioni..” ghignò divertito l’altro.

Lo sguardo di Kaito saettò sulla sedia dove poco prima era posata Aoko. Vuota.

“Ops, ma dov’è finita quella dolce fanciulla Kaito Kid? Eri troppo impegnato a dormire per tenerla sotto controllo e proteggerla..”

Panico reale questa volta invase l’animo del ragazzo. Cercò un segnale dei suoi amici, che non arrivò. E’ la fine, forse aveva catturato anche loro. Senti la rabbia e lo sconforto montargli dentro. Cosa poteva fare? Un’unica soluzione..doveva cedere al volere di quell’uomo..

“Cosa vuoi? Qualunque cosa.. ma lascia stare Aoko!”

“Voglio te! È semplice.. consegnati!” Gli occhi dell’uomo erano di un colore innaturale, sembrava delirare tant’era preso dal momento. Si sentiva vittorioso. Kaito kid era ai suoi piedi.

Kaito si inginocchio a terra in segno di resa. Alzò lo sguardo per guardare in faccia l’uomo che stava ponendo fine alla sua giovane vita. Ma non trovò quello che si aspettava. Attendeva soddisfazione, gioia persino ilarità, invece intravide insicurezza, dubbio che sembrava provenire da qualcosa di fronte ai suoi occhi. Ruotò lo sguardo nella stessa direzione del rivale, comprendendo il perché di tanto sgomento.
Hakuba era sulla soglia della cucina con Aoko addormentata tra le sue braccia.

“Portala via! Portala al sicuro Hakuba!” urlò Kaito senza preoccuparsi dell’uomo che incombeva ancora su di lui.

Il ragazzo non rispose, non proferì parola, sembrava evitasse persino di respirare. Non era un atteggiamento tipico di quello sbruffone. Una lacrima rigò il volto del ragazzo lasciando interdetti gli inquilini della stanza, voltò le spalle e sparì.

Poteva odiare quel detective, ma sapeva che ora grazie a lui Aoko era al sicuro, il resto l’avrebbe risolto dopo.

“ Non ti domandi come mai i tuoi due compari non arrivano?”

“Cosa gli hai fatto?” chiese con rabbia..

“ Assolutamente nulla” rispose un bambino appena giunto sulla soglia.

Spider osservò con rabbia il ragazzino, come era possibile? Era sicuro di aver tramortito sia lui che il ragazzo di Osaka. Stava perdendo il controllo, con non poca abilità prese la pistola nascosta sotto il costume e la puntò contro il ladro. Un colpo. Un urlo. Conan si avvicinò al ragazzo, scuotendolo, chiamandolo.. una pozza di sangue stava prendendo posto sotto al suo corpo. La lacrime scesero copiose sul suo volto. Un altro colpo. Un altro corpo a terra. Questa volta quello di Spider. Heiji entrò nella stanza con la pistola ancora fumante retta nella mano sinistra.

“Hattori?” biascicò Conan sconvolto dagli eventi che la notte aveva portato.

Il ragazzo entrò senza degnare il bambino di uno sguardo, si avvicinò al corpo immobile di Kaito. Lo alzò con una delicatezza che fece strabuzzare gli occhi del piccolo detective.

“Chi sei? Tu non sei Hattori!”

Una voce femminile uscì dal corpo del detective di Osaka.

“ Non avrei mai permesso facesse del male al ragazzo, per nulla al mondo.”

Una lacrima scese sul suo volto facendosi strada fino alle labbra, continuò ad accarezzare la fronte del giovane ladro ignorando gli occhi curiosi del bambino alla sua sinistra.

“Kaito indossa un giubbotto antiproiettile, sarebbe stato irresponsabile se non più a presentarsi senza alcuna protezione.” Disse la donna.

“Ma allora perché è a terra?”

“ Quando Spider ha sparato io ho narcotizzato Kaito con un ago.. l’ho  sparato con un particolare marchingegno attraverso la finestra aperta.. il sangue è finto.. è un trucco di Kaito.. quella è stata una sua abilità. Sta bene, sta solo dormendo..” rispose rilassata la donna.

Vedere il corpo di Hattori con degli atteggiamenti prettamente femminili, accarezzare il volto di Kaito e guardarlo con sguardo nostalgico era uno spettacolo  che dava i brividi al detective dell’est. Una domanda si creo nella sua mente momentaneamente assopita.

“Dov’è Hattori?”

“Tranquillo sta bene, dorme dietro la siepe.. sono stata io a risponderti dietro la siepe.. non lui!”

“ L’hai tramortito?”

“No è stato Spider! Io ho solo sfruttato la cosa.. Ora il mio tempo è scaduto, devo andare..” così dicendo schioccò un bacio sulla guancia del ragazzo e si allontanò dalla sala portando via con se il corpo ormai esamine di Spider.

Conan non ebbe il coraggio di fermarla, infondo aveva appena salvato la vita a lui ed al suo amico. Si alzò ed uscì fuori per destare Heiji. Lo trovò con facilità e dopo averlo svegliato entrarono in casa. Kaito stava lentamente dischiudendo gli occhi.

“Ma cosa diavolo è successo qui? Di chi è quel sangue?” chiese concitato Heiji.

“Spider..” rispose amaramente Shinichi.

“Spider?” ripetè Kaito.

“E’ morto. Il capo si è travestita da Heiji e ci ha salvato la vita uccidendo quell’uom..” la frase fu interrotta da un fruscio d’erba calpestata proveniente dal giardino. I tre corsero alla finestra scorgendo una figura che si allontanava velocemente da casa Nakamori. Aoko giaceva addormentata in mezzo al giardino.

“Doveva essere Hakuba..” concluse Kaito.

“Togliamo questo putiferio prima che la ragazza si svegli..” suggerì intelligentemente Hattori.
I due detective ripulirono il tutto riportando la cucina all’ordine di qualche ora prima. I loro sguardi erano stanchi e preoccupati. Ora avevano un nemico in meno.. eppure non si sentivano ancora al sicuro.


*****

Aveva adagiato Aoko sul letto e dopo averle dolcemente accarezzato il viso lasciò cadere un biglietto sul comodino accanto.
Una figura osservava la scena non molto lontano da lì, una lacrima solcò il suo viso.
Non potevo lasciarla morire, i tuoi occhi si sarebbero spenti senza di lei, e questo è qualcosa che non riesco ad accettare, Kaito.

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Capitolo 15
*** Un dolce caso ***


Sono tornata ad aggiornare,
vagabondando anche oggi, quando forse avrei dovuto adempiere ai miei doveri di studentessa.. :)
Ora mettiamo a tacere i miei sensi di colpa da secchia che mi ritrovo e passiamo al chap.

Aoko: Heiji tutto ok?
Heiji: Insomma..
Aoko: Kaito tu non me la racconti giusta.
Kaito: Io non la racconto mai giusta..
Aoko: Shin che hai fatto a Ran..
Shin: Se lo sapessi te lo direi..

Cosa vorrà dire quest'assurdo spoiler?
Leggete per scoprirlo. :)
Ringrazio come sempre Blacky, Pad, Shana e Shin e ran amore per aver recensito lo scorso chap! :)
Un grazie anche a chi legge soltanto,
Alla prossima,
Un bacione

Un dolce caso

Lo chiamo? Forse lo disturbo? Non cambia mai… è sparito lasciandomi sola con un foglietto di carta. Come diavolo ho fatto ad addormentarmi in un momento simile? Un calo di zuccheri a suo dire.. ma a lei non era mai successo di avere dei cali di zuccheri..

“Aoko vado a lavorare.. ci vediamo questa sera a cena!”

La voce del padre riecheggiò all’interno della casa, sentì la porta schiudersi e chiudersi con un tonfo sordo dopo qualche secondo. Era di nuovo sola. Sbuffò all’idea. Guardò sconsolata la sua stanza, i libri erano posati sullo scrittoio, devi studiare le diceva la vocina interiore. Decise almeno per quella volta di ignorarla. Si alzò e perse lo sguardo fuori dalla finestra, era una così bella giornata. Un leggero venticello smuoveva le foglie degli alberi dando un po’ di ristoro dal caldo infernale dei giorni passati. Mise la mano nella tasca del pantaloncino e tirò fuori il biglietto ormai stropicciato. Guardò quella grafia,la sua grafia. Lo notava solo ora, è persino più disordinata del solito.. che andasse di fretta? Ma perché? Rilesse ad alta voce le parole stampate a mano sulla carta sperando quasi di trovare le risposte che cercava.

Aoko ti sei addormentata improvvisamente tra le mie braccia, credo di averti causato un calo di zuccheri. Non ho voluto destarti, credo di aver fatto già abbastanza danno, ti ho adagiata sul letto e sono andato via.
A presto.
Kaito.

Scese in cucina cercando di ricordare ogni minimo particolare della serata prima. Era corsa in cucina per nascondere le lacrime, lui l’aveva raggiunta anche se non subito.. l’aveva avvicinata a sé e l’aveva baciata. Sorrise al ricordo. Ma aveva serie difficoltà a ricordare il seguito.. lui l’aveva abbracciata di nuovo..l’aveva baciata di nuovo..e poi..? era come se un particolare le sfuggisse. Su Aoko dimostra di essere la figlia dell’ispettore Nakamori. Sbuffò immaginando Kaito con la sua solita aria da sbruffone che si faceva beffe del padre. Un lieve pizzico. Ora ricordava. Sembrava come se qualcosa l’avesse punta sul collo. Chiuse gli occhi per abbandonarsi ad un sospiro. Si sedette su una sedia in cucina ed un vaso attirò la sua attenzione. Non che l’oggetto avesse qualcosa di particolare, ma era nel posto sbagliato, ne era certa.. lei lo posava sempre sul  tavolo e non sul lavabo. Ma perché? L’avrà spostato papà? Prese il cellulare.. la linea si aprì al primo squillo.

“ Aoko? È successo qualcosa?”

“Papà ma per caso hai spostato il vaso sul lavabo?”

“Il vaso? Aoko mi hai chiamato sul lavoro per un vaso?”

“ Non potresti semplicemente rispondermi?”

“Aoko non sono nemmeno entrato in cucina oggi, sono uscito di fretta! Ciao!”

Tsè.. mi ha chiuso il telefono in faccia. Ma ora non era questo a turbarla.. se non l’aveva spostato lui e non l’aveva spostato lei..chi era stato? Un lieve bagliore vicino ai suoi piedi attirò la sua attenzione. Si piegò e prese la fonte della fievole luce. I raggi del sole rifletterono sulla nuova scoperta. Un ago. Qualcosa non le tornava. Il biglietto, lo svenimento, l’ago, il vaso. Qualcuno doveva darle delle spiegazioni.

*****

Il suono del campanello. La porta sbattuta. Una voce a lui ancora sconosciuta stava sbraitando dentro il salotto di villa Kudo. Ma contro chi? Che mal di testa. Stava accadendo tutto troppo velocemente. Spider. Aoko. Suo padre. Suo padre..gli eventi della nottata lo avevano distolto da quella strana sensazione, la presenza di suo padre era sembrata così reale, sembrava quasi potesse toccarlo. Sorrise, un sorriso amaro, che sapeva di tutto ciò che quell’organizzazione gli aveva rubato. Se non fosse stato per lei.. avrebbe perso persino la sua infanzia, la sua spensieratezza.. chissà se aveva già letto il messaggio posato sul comò. Con quel pensiero si alzò dal letto per scoprire la provenienza dei rumori che l’avevano destato. Scese le scale silenziosamente, reggendosi alla ringhiera e portando l’altra mano alla testa. Si fermò sulla soglia della porta dalla quale intravedeva una coda che ondeggiava seguendo i movimenti del capo della padrona, una ragazza dagli occhi verdi che reggeva con la mano destra una piccola valigia stava sbraitando contro un intimidito Heiji che balbettava frasi sconfusionate.

“ Ma io.. no.. ma.. si.. però..”

Rise di gusto nell’osservare la scenetta, sembravano una neo coppia di sposini alla prima litigata. I due sembrarono ignorare il suo arrivo a differenza del bambino occhialuto che si avviò verso il ragazzo sorridendogli.

“ Bentornato tra noi Kid!” esordì il finto bambino.

“ Cosa intendi dire?” chiese curioso l’amico.


“ Sono le tre del pomeriggio, hai dormito 12 ore di fila!” rise l’altro.

I due dopo aver dato un ultimo sguardo divertito alla coppietta che ancora non accennava a calmarsi si spostarono in cucina.

“Senti qua.. ma cos’è sta storia della chiamata ad Aoko? Cosa le hai detto?”

Il piccolo Kudo iniziò a ridere di gusto. Non riusciva a trattenersi, il volto del giovane ladro aveva un’espressione indecifrabile che a suo dire sfiorava il ridicolo.

“La smetti di ridere? Vuoi che mi travesta da Shinichi e vada a trovare Ran?” inveì l’altro, senza riflettere.

“Fallo pure! Tanto ormai sa tutto!” continuò l’altro senza smettere di sghignazzare.

Il ladro alzò gli occhi verso l’alto sbuffando sonoramente. Il bambino decise di darsi un contegno.

“Potrebbe.. e dico potrebbe.. essermi sfuggita qualcosa di troppo..” disse l’altro con fare malizioso che ricordava tanto Yukiko.

“ E cosa sarebbe di preciso questo qualcosa?” chiese l’altro ormai visibilmente nervoso.

“Potrei averle fatto intendere che mi.. o per meglio dire.. che ti.. sarebbe piaciuto..baciarla ancora!” rispose ridendo di gusto.

“ Sei un idiota Kudo! L’hai fatta piangere lo sai?”

“Si.. e mi dispiace per questo. Ma so anche che l’hai consolata bene” continuò sghignazzando.

“ Ma? Mi avete spiato?”

“Si! Sia io.. che Hattori!”

Kaito fissava l’amico di fronte a sé. Decise di non andare oltre. Doveva riacquistare la sua poker face. E soprattutto doveva fargliela pagare.

*****

Entrò nella stanza, scorse la luce ad intermittenza del cellulare che segnalava forse una chiamata o forse un messaggio. Delle due la giusta fu la seconda. Aprì la casella di posta, era un messaggio, di Aoko per la precisione. Sapeva sarebbe arrivato, sapeva che il suo biglietto faceva acqua da tutte le parti, sembrava urlare, sono una bugia.

“ Ti aspetto al parco di Beika alle 4. Aoko”

Non c’è che dire, breve e lapidaria pensò tra sé e sé il ladro. Si guardò velocemente allo specchio, osservandosi leggermente disgustato. Aveva due profonde occhiaie, era pallido, i capelli più scompigliati del solito, e non era proprio abituato a vedersi con addosso i vestiti di Kudo. Decise di farsi una doccia. Lasciò che l’acqua fredda gli scorresse addosso nella speranza di un seppur lieve ristoro. Aveva una strana sensazione, il messaggio di Aoko, era strano. Se l’avesse messo di fronte ad una scelta, ad un imponente muro? Cosa avrebbe fatto?
Uscì e dopo essersi asciugato si diresse nella stanza di Shinichi. Cercò nel suo armadio qualcosa di suo gradimento, per prenderlo “in prestito” infondo glielo doveva..Trovò un paio di Jeans e li indossò guardandosi con attenzione allo specchio. Prese l’asciugamano e iniziò a frizionarsi i capelli mentre studiava le magliette del detective.
Il rumore della porta lo fece sobbalzare voltandosi. La ragazza che poco prima litigava con Hattori entrò nella stanza e divenne visibilmente rossa alla vista dello sconosciuto semivestito di fronte.

“Kazuha ti sei incantata o cosa?” inveì il detective di Osaka scocciato dall’atteggiamento dell’amica.

“Chi è?” chiese quest’ultima ignorando la gelosia che montava in corpo all’amico e lo sghignazzare divertito di Kaito.

“ Un idiota! Ecco chi è! Un idiota!” rispose per poi tirar fuori dalla stanza l’amica imprecando ad alta voce.

Bene Hattori, abbiamo un conto in sospeso e la tua gelosia sarà la mia arma.

*****

“Heiji ma che ti prende?” sbottò infastidita la ragazza.

“ Sembravi esserti incantata di fronte a quel bell’imbusto!” rispose non poco risentito Heiji.

“ Era un bel ragazzo.. e allora?”

“ E allora sai che c’è..va da lui!” concluse voltandole le spalle e scendendo le scale.

Kazuha lo osservò interdetta. Ma che diavolo gli prende? Entrò in camera e prese il cellulare. Aveva bisogno di aiuto, e sapeva bene a chi chiederlo.

*****

Aoko aspettava appoggiata ad un albero di ciliegio. Osservava due bambini giocare allegramente.. le ricordavano tanto qualcuno.
La bambina guardava l’amichetto con sguardo trasognato, mentre lui le mostrava una particolare acrobazia sulle altalene.
Sorrise, quando una mano si posò sulla sua spalla.

“ Chi ti ricordano?” esordì il nuovo arrivato.

“Qualcuno che ultimamente sembro non riconoscere più” rispose con fare triste la ragazza.

Doveva farlo. Se l’era ripromesso. Doveva pretendere la verità ad ogni costo. Non dovevano esserci segreti. Se avesse mentito, questa volta non l’avrebbe perdonato.

“ Kaito io non soffro di cali di zuccheri, il  vaso mi piace sul tavolo, non ho aghi anche perché non saprei che farmene, e come se non bastasse pulendo ho trovato dei capelli biondi. Ti sembra che io sia bionda?”

“Magari tuo padre..” tentò il ragazzo di smorzare il tono austero dell’amica.

“ Smettila! Non questa volta.. voglio la verità! Tutta la verità!” lo osservò con sguardo serio.

Il ragazzo provò ad avvicinarla a sé,invano. Aoko si scostò velocemente come se avesse letto i suoi pensieri.

“ No, non funzionerà, non basterà un bacio per convincere Aoko.”

Non aveva scelta. Non gli dava scelta. La verità o la fine. Ma dirle la verità non avrebbe comunque portato alla fine?

*****

Le due ragazze sostavano sulla soglia di casa Kudo. Si lanciavano occhiate furtive. Attendevano.
Finalmente una donna aprì loro il cancello facendole entrare. Yukiko.
L’orologio scandive le 21: 30. Le tre alleate attendevano il ritorno dei loro “uomini”.
Il primo a varcare l’uscio fu Kaito, seguito a ruota da un Hattori ancora visibilmente risentito ed il piccolo ma di certo non indifeso Conan.
Ran si avvicinò al finto bambino prendendolo in braccio.

“ Ran mettimi giù! Ormai non hanno senso queste cose per favore..” sbottò Shinichi col volto cremisi.

“ Eh no.. sei solo un bambino, l’hai detto ieri te lo ricordi? Quindi punto primo non sono Ran ma Ran neechan, punto secondo i bambini vogliono essere presi in braccio, punto terzo i bambini non devono fare i capricci!”
Disse con fare malizioso Ran mentre non accennava ad allentare la stretta dal corpo del bambino.

Cosa le succedeva? L’aveva fatta arrabbiare ieri, questo lo sapeva. Ma non era un atteggiamento da lei. Non era un atteggiamento di Ran. Poteva esserci solo una spiegazione. Yukiko.

*****

“Heiji?” lo chiamò una Kazuha amareggiata dall’accaduto.

La madre di Shinichi l’aveva riportata alla realtà. Tutto aveva immaginato meno che Heiji geloso. Geloso di lei. Rise all’idea.

“Che c’è da ridere?” chiese l’altro bruscamente.

Kazuha gli buttò le braccia al collo e ridendo gli diede un lieve bacio sulla guancia per poi beffarlo dolcemente.

“Heiji è geloso di Kazuha, Heiji è geloso di Kazuha..”
Ridendo si allontanarono dai presenti.
Ran osservò i due.. era contenta per l’amica, ma quel gesto così dolce, così normale e naturale l’aveva fatta inviperire ancor di più nei confronti del suo amico d’infanzia. Gli lanciò uno sguardo di traverso che fece trasalire il piccolo bambino.

“Kudo avevi ragione, ieri tu ed Heiji avevate proprio un caso urgente da sbrigare!” sghignazzo il ladro.

Mia madre trama alle mie spalle con Ran. Il ladro dimostra di sapere più del dovuto, per non contare che è arrivato a casa raggiante. Heiji si è isolato con la sua Kazuha a far chissà che. Il quadro non è dei migliori.

“Ah! Quasi dimenticavo.. tra poco avremo un ospite..” sghignazzò per poi lasciare la stanza, abbandonando Conan in compagnia di una Ran non certo calma.

La situazione andava degenerando ed erano solo all’inizio della serata.
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** Il mago dei cuori ***


Sono qui,
oggi sono riuscita a studiare e a scrivere il chap.
A mio modesto parere è venuto bene, ma ora aspetto i vostri commenti.
Qualcuno ha indovinato l'identità del nuovo arrivato,non dico altro.
Trovate il chap troppo romantico?
Spero di no..ma comunque fatemi sapere..
Come sempre ringrazio i lettori assidui che non mancano mai:
Blacky, Pad, Shana e Shin e Ran amore :)
Grazie grazie grazie,
Ringrazio anche chi legge soltanto invitandoli a farsi sentire nel bene e nel male,
Alla prossima allora,
Bacione

Il mago dei cuori

Fissava un punto indefinito oltre la finestra. Erano dieci minuti buoni che era immobile in quella posizione. Le mani poggiate sul davanzale, o meglio serrate sull’innocente marmo, sintomo del nervosismo che le stava dominando l’intero corpo. I capelli le ricadevano lisci sulla schiena, se non per un ribelle ciuffo che le nascondeva gli occhi momentaneamente lucidi. Sembrava in uno stato di trans, addormentata in un sogno che non pareva roseo. Sentiva i suoi occhi puntati addosso, la stava osservando, stava studiando ogni minimo particolare, avrebbe scommesso che il suo occhio acuto aveva notato la vena sul suo collo che pulsava ad un ritmo più accelerato del solito, rigonfiandola. Ma lei doveva rimanere ferma, impassibile, una marmorea statua dalla quale non trapelavano emozioni. Scrutò il cielo in cerca di un consiglio, la luna era stata coperta da una dispettosa nuvola di passaggio. Provò un senso di solidarietà nei confronti di quel corpo celeste. Come lei non brillava di luce propria, ma riflessa dal sole, quel sole che per lei prendeva il nome di Shinichi. Come lei in quel momento era coperta da una fastidiosa nuvola che sembrava beffeggiarla, celava la sua luce, e alla quale se avesse dovuto assegnare un nome sarebbe stato di certo uno ed uno solo, irripetibile quanto unico, APTX4869.
Sussultò sentendo la mano del bambino occhialuto strattonarle la maglietta.
 
“Ran è tutto ok?”
 
Tutto ok. Bella domanda. Come fa ad essere tutto ok? La sua mente ignorò quegli occhi azzurri che tanto amava e che adesso la studiavano come il più complesso dei casi perdendosi nei ricordi del pomeriggio precedente.
 
Si era ritenuta fiera della sua brillante idea. Shinichi finalmente era tornato, o meglio non era mai andato via. Ormai sapeva tutto, l’organizzazione.. Ai.. l’APTX.. quel puzzle senza capo né coda si era ricostruito magicamente ridonandole quelle certezze che per tanto tempo le erano mancate. Lo aspettava al parco, gli aveva mandato un messaggio ed era sicura che non sarebbe mancato all’appuntamento, non questa volta. L’aveva visto arrivare, certo vederlo nella versione ristretta non le dava lo stesso effetto della versione universitaria, ma dietro quel bambino o universitario che sia, c’era lui..sempre e solo lui. Questo era più che sufficiente. Aveva trascorso il pomeriggio in sua compagnia con una sensazione d’ansia che si diffondeva silenziosamente nel suo corpo. Ansia provocata dal suo atteggiamento. Quel distacco, quel fare così rude.. quelle parole..
 
“ Ran sono un bambino delle elementari, non puoi comportarti con me come faresti con un liceale lo capisci? Vedi di controllarti..non dovrei essere io a dirti certe cose..”
 
La sua mente sembrava un perfetto registratore..poteva udire parola per parola..sillaba dopo sillaba.. e poteva sentire la stessa sensazione di vuoto che l’aveva colpita in quell’istante. Si era sentita stupida, umiliata, pensava che la verità li avrebbe riavvicinati.. l’aveva invitato ad uscire ignorando il suo aspetto..e lui? L’aveva derisa, rimproverata.. non capendo quanto lei in cuor suo stesse soffrendo. Si era ritrovata ad invidiare la piccola scienziata che poteva comportarsi tranquillamente, nessuno avrebbe giudicato due bambini particolarmente legati..ma lei? Lei era diverso..

Conan le strattonò la maglietta per la secondo volta.

“ Ran?” aveva invocato di nuovo, abbandonando i finti modi infantili che l’avevano accompagnato per tanto tempo.

“Conan sono una liceale, non puoi comportarti con me come faresti con una bambina delle elementari, lo capisci? Vedi di controllarti..non dovrei essere io a dirti certe cose..”

Nascose gli occhi dietro la frangia per poi voltarsi e lasciare il finto bambino con lo sguardo rivolto verso terra e conscio di cosa turbasse tanto la persona a lui più cara.

*****

Un ombra dietro la porta aveva osservato il tutto. I suoi occhi ora guardavano attentamente quella piccola figura che fissava il pavimento con sguardo assente. Poteva sentire il dolore che lacerava la sua anima. Decise di aiutarlo.
Si avviò silenziosamente verso casa Agasa in cerca della piccola bambina bionda dagli occhi color ghiaccio. L’unica che in quel momento poteva aggiustare, ciò che almeno in parte era stata lei stessa a distruggere. La trovò distesa sul divano a guardare la tv, annoiata, non ricordava di averla mai vista sorridere.

“Sei innamorata di Conan vero?”

La bambina alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. L’aveva visto abbandonare furtivamente villa Kudo, pensando che quell’atteggiamento fosse quella che lei definiva “ deformazione professionale”, ma dopo quelle parole doveva ricredersi.

“Anche se fosse non vedo perché dovrei venire a confessarlo ad un ladruncolo come te!”

Carina, dolce e simpatica come sempre rifletté il liceale, trattenendosi dall’esporre i suoi pensieri alla scienziata.

“Se ti dicessi che lui sta soffrendo il peggiore dei mali, non esiste qualcosa di più logorante. Ogni ora, minuto e secondo scandito dall’orologio è un ora, un minuto, un secondo perso. Sta morendo nel vano tentativo di proteggere ciò che ha di più caro, allontanandolo..”

La bambina rimase colpita dalle parole del ladro. Il suo sentimento fu svelato dal suo sguardo che perse per qualche secondo quella freddezza e quel cinismo che lo contraddistinguevano da sempre.

“E io cosa posso fare in tutto questo?”

L’aveva toccata. Aveva smosso quel ghiaccio che ricopriva il suo cuore. Le sue parole trapelavano dispiacere, dispiacere non per sé stessa, ma per qualcun altro.

“ Tu sei in parte la causa di quel malessere, permettigli di parlarle come Shinichi e non come Conan.. solo Shinichi può sciogliere i suoi dubbi.”

Abbassò lo sguardo. Stava pensando. Due sentimenti contrastanti, poteva seguire il suo cuore che per tanto tempo era stato dominato dall’egoismo oppure abbandonarsi ad una nuova sensazione: altruismo, affetto.. sacrificare se stessa per la felicità altrui. Per la sua felicità.

“ Va bene. Ma dovrai assicurarti che segua le mie istruzioni, farò affidamento su di te.”

“Contaci! hai la mia parola..”

“ Che consolazione, ho la parola di un ladro!”

*****

Si era seduta su una sedia della cucina ed osservava quella che nella sua mente tante volte aveva visto come la sua futura suocera. Stava armeggiando vicino ai fornelli, non proprio convinta sul da farsi. Non era abituata a cucinare, rileggeva e rileggeva il piccolo ricettario strofinandosi il mento per poi osservare il contenuto nella pentola con fare scettico. Non sembrava soddisfatta del suo lavoro. Si voltò verso Ran notando per la prima volta la ragazza. Le donò uno sguardo dolce, nella speranza di infonderle un po’ di serenità, quella serenità che sembrava averla abbandonata. Non sapeva che dirle, era rimasta anche lei interdetta dopo aver ascoltato il racconto della giovane. Non immaginava suo figlio potesse arrivare a tanto, lo faceva per proteggerla, questo era chiaro. Ma non esisteva parola che Yukiko potesse pronunciare per tirar su la ragazza. La ferita era profonda, bruciava e l’unico che poteva curarla era lui.

La porta si aprì mostrando a Ran tutto ciò che lei non aveva e non poteva avere. Heiji e Kazuha entravano nella cucina a braccietto, visibilmente imbarazzati, non ancora abituati a quella nuova situazione. Era successo qualcosa tra loro, era evidente. La ragazza si incupì ancora di più.

Yukiko accolse educatamente la nuova coppietta conscia del sentimento che stava attanagliando in quel momento il cuore della sua Ran. Sperò che la ragazza di Osaka comprendesse lo stato d’animo dell’amica e le risparmiasse quel martirio. Speranze vane pensò tra sé e sé ricordando la chiacchierata di qualche ora prima.

La giovane aveva raccontato per filo e per segno l’accaduto con il suo “amico” d’infanzia lasciando la signora Kudo non poco scioccata. Possibile che una ragazza di 17 anni potesse essere tanto ingenua..? poteva capire lo stato d’animo di Ran, provare solidarietà verso la ragazza, ma non poteva e non voleva essere comprensiva con la ragazza del Kansai. Era ovvia la risposta, gelosia! Ecco cos’era il suo amico, geloso. Poteva sentire la sua voce che la sgridava e la ragazza muovere convulsamente la faccia divenuta cremisi per negare quanto udiva.

“Dico che mio figlio è tonto ma tu lo batti ragazza mia, è geloso!”

“Eeeeh? Ma no..è impossi..”

“Taci! Prova ad avvicinarti e stampargli un bacio sulla guancia..e poi fammi sapere”

Kazuha si avvicinò repentinamente alla donna, per farle sapere l’effetto del suo consiglio. Non poteva compiere gesto più sbagliato. Non appena l’orecchio della ragazza le fu a tirò la donna le sussurrò parole non proprio dolci.

“Ma insomma, capisco tutto, ma non vedi lo stato di Ran.. ti sembra il caso di saltellarle intorno? Mi aspettavo di più da una delle sue migliori amiche.. ti ha baciata l’ho capito, tanti auguri.. ma lo sapevo già! Solo tu non avevi capito che era geloso.”

La ragazza la guardò ferita. Yukiko poteva avere tutte le ragioni del mondo, ma ci era andata giù pesante. Lanciò una fugace occhiata ad Heiji facendogli segno col capo di lasciarla sola.

“Io..” cominciò con fare titubante la ragazza.

“ Tu? Ok.. forse ho esagerato e te ne chiedo scusa, ma per me Ran è come una figlia e vederla in quello stato, se solo potessi prenderei quel marmocchio per le orecchie e..”

Fu interrotta da Ran, che dopo aver taciuto per tutto quel tempo si alzò dalla sedia e guardandole negli occhi affermò:

“ E? e nulla Yukiko, il suo cuore è libero, libero di amare ed odiare chi vuole, io sembro rientrare nella seconda categoria dopotutto. Forse me lo merito, persino voi state litigando per colpa mia. Sono stanca, vado a casa..”

Voltò le spalle senza dare il tempo alle due figura di bloccarla.

*****

“Kaito? perché inseguiamo quella ragazza?” chiese curiosa Aoko.

“Devo fare un favore al moccioso..” sghignazzò l’altro.

“Il moccioso?” rispose l’altra un po’ confusa.

Kaito si fermò osservandola con gli occhi scocciati.

“Hai già dimenticato quello che ti ho detto ieri?”

Le gote della ragazza divennero fuoco.

“Ecco brava riflettici su e nel frattempo seguimi!”

Senza volerlo e saperlo seguì in cuor suo il consiglio dell’amico.

Aveva tentato di baciarla più volte, come se un bacio quella volta sarebbe potuto bastare. No, Aoko era stata forte e decisa come non mai, non aveva ceduto ai suoi occhi e l’aveva respinto, rimanendone alquanto stupita. Le sue parole l’avevano colpita.

“E se ti dicessi che dirti la verità potrebbe segnare la fine di tutto?”

Quelle parole erano state dette con preoccupazione, dalla sua bocca trapelava l’ansia, la paura, una paura meravigliosa, quella di perderla. Aveva quasi ceduto, ma poi una forza sconosciuta, la stessa di pochi attimi prima aveva prevalso.

“Ti direi che la menzogna segna la fine di tutto!”

Era soddisfatta risentendo l’eco della sua voce. Soddisfatta di sé stessa. Rivedeva il suo sguardo timoroso, e quelle parole uscire come un fiume in piena.

“Se ti dicessi che la morte di mio padre fu archiviata come un incidente, quando un incidente non era? E se ti dicessi che tutto questo l’ho scoperto svelando l’identità del ladro fantasma? Kaito Kid altri non era che Kuroba Toichi, ed è per questo che è morto. A chi avrei potuto chiedere aiuto? Tu avresti convissuto con questo tormento? La consapevolezza che un’organizzazione criminale ti ha strappato la cosa più importante e che nessuno nemmeno la polizia ti può aiutare? Cosa avresti fatto Aoko?”

Rimasi interdetta per qualche minuto riflettendo. Tentai di immedesimarmi in quello che da anni chiamavo migliore amico ma che da sempre avevo riconosciuto come il mio primo e probabilmente unico amore. Risposi d’istinto.

“Sarei diventata il Kaito Kid di seconda generazione!”

Posso ancora vedere i suoi occhi spalancarsi..tentare di giustificarsi..prima di comprendere le mie parole. Io Nakamori Aoko ero in perfetta sintonia con la sua decisione. Stette una decina di minuti buoni a guardarmi, per poi abbracciarmi. Mi persi in quell’abbraccio e dopo quel momento con maggior serenità mi rivelò tutto,Conan, Shinichi, l’organizzazione, Jii, sua madre.. tutto. Non siamo mai stati più uniti di così.

“ Perché ridi?” chiese Kaito che osservava la ragazza da una decina di minuti buoni.

“Niente, niente..” rispose divertita l’altra.

Nel frattempo un bambino, più triste che mai li stava raggiungendo.

“Lei sarebbe il nuovo ospite Kuroba?” chiese sgarbatamente.

Kaito diede un bel respiro, richiamando alla mente l’immagine che tanto l’aveva colpito nel salotto, per trattenere l’istinto di mandarlo a quel paese.

“Ehi mister simpatia, guarda cos’ho per te.. se prometti di fare il bravo potrei dartelo..”

Gli occhi del bambino brillarono di luce nuova, una capsula rossa e bianca aleggiava sulla sua testa impugnata dalla mano del ladro che stava per donargli la più bella delle magie.

*****

Aprì la porta dell’ufficio del padre, come sempre in uno stato a dir poco pietoso. Le pareti tappezzate del volto di Yoko Okino. Lattine di birra, naturalmente vuote, riempivano quello che doveva essere il piano di lavoro del grande Kogoro, ma che al massimo  era  il poggia piedi del più grande ubriacone del Giappone, Kogoro Mouri. Rise, Kogoro il dormiente, e per dormire, dormiva davvero; ormai ne aveva la certezza. Tutti quei casi, era lui, sempre e solo lui a risolverli. Lei sembrava essere l’unico caso non abbastanza interessante da richiamare le sue attenzioni. Udì l’uscio della porta schiudersi, immaginando il padre entrare nell’abitacolo, urlando invano il nome del suo idolo, con una fascia legata in fronte, ordinaria amministrazione.
Ordinaria amministrazione però non fu, Shinichi varcò la soglia fissandola per quelli che a lei parvero secoli.

“Shinichi, sei tu?” sussurrò quasi per paura che fosse un sogno.

“ Questo puoi dirlo solo tu, sei l’unica in grado di riconoscermi in qualunque forma, l’unica che ha riconosciuto me tanto nel piccolo Conan quanto in Seiki. Se non ci fossi tu, non saprei nemmeno io chi essere..”

Ran rimase stordita da quelle parole. Quella voce, così diversa da quella fredda e distaccata del giorno prima, sembrava così sincera, così leale, così indifesa ed in cerca di risposte. Shinichi la osservava cercando indizi, potevano trapelare dai suoi occhi, dai suoi lineamenti, dalle sue mani.. ma nulla, sembrava imbalsamata. Non rispondeva. Decise di avvicinarsi, lo fece lentamente, aveva paura di destarla da un sogno, che questa volta sembrava cullarla dolcemente. Le posò delicatamente la mano sulla spalla.

“Ran.. come fai a non capirlo? Le mie parole di ieri? Fanno più male a me che a te, dovevo dirtele, se avessi usato altri toni ti saresti allontanata? Se tu fossi uno spietato criminale e vedessi una bella liceale guardare con  sguardo trasognato un bambino, che non merita quelle attenzioni, e forse nemmeno io.. cose penseresti?”

“Vuoi allontanarmi?”

“ Preferirei allontanarti piuttosto che metterti in pericolo. Preferirei morire piuttosto che metterti in pericolo.. riesci a capire il perché?”

La ragazza sentì la mente libera, quelle parole l’avevano fatta rinascere, alzò lo sguardo per trovarsi gli occhi del detective incredibilmente vicini. Come poco tempo prima, su una panchina, quella meravigliosa sensazione invase il suo stomaco. Sorrise e mentre il volto del ragazzo si faceva sempre più vicino lo fermò a pochi centimetri dal suo posandogli l’indice sulle labbra.

“Detective, aspetta..spegni il cellulare..”

Il ragazzo sorrise, comprendendo il motivo di quella frase.

“Facciamo così.. buttiamolo via..”

Dopo aver lanciato il piccolo oggetto dalla finestra con un colpo sicuro si avvicinò alle labbra della ragazza donandole il suo, il loro, primo bacio.

*****

“ Kaito.. sbaglio o è caduto qualcosa dalla finestra dell’ufficio Mouri?” chiese la ragazza allarmata.
Il ragazzo si avvicinò e riconobbe nell’oggetto il cellulare di Conan. Guardò verso la finestra intravedendo solo le loro ombre. Sorrise. Si voltò  verso Aoko e avvicinandola a sé le disse:
“ Il nostro lavoro qui è finito!” 


Care/i lettrici/lettori anche per me il mio lavoro qui è finito!

Aoko: Kudo?? Contento..
Shin: Sono commosso.. *.*

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Capitolo 17
*** Pandora ***


Pandora

Un uomo dal corpo longilineo, con le gote visibilmente arrossate, sguardo assente ed un sorriso intontito dipinto sul volto armeggiava con le chiavi di fronte all’edificio dell’agenzia investigativa Mouri. Se non fosse stato ubriaco fradicio ci avrebbe impiegato un minuto a compiere quella semplice operazione, ma la poca stabilità unita alla penombra della notte resero quel semplice compito assai arduo. Dopo vari tentativi riuscì a trovare la giusta chiave ed a metterla di malo modo nella serratura, questa si aprì con un piccolo scatto. Un ulteriore ostacolo si presentava ora di fronte al pover uomo, se così lo si poteva definire. Le scale. Osservò gli scalini con fare di sfida..

“IIIoo.. saaaaròòò. p..i..ù… fffforteee.. di.. vvvvoiii..” aveva tentato di balbettare Kogoro senza grande successo. Serrò la sua mano destra sullo scorrimano per trascinarsi di  forza su per le scale. Sembrava stesse scalando la vetta di una ripida montagna. Urtò l’alluce contro lo spigolo della porta notando per la prima volta un particolare. La porta era semiaperta. La sua brillante deduzione gli impedì persino di pensare al forte dolore causato dalla botta.

I ladri hanno sentito il grande detective Kogoro e si sono nascosti nel mio ufficio per la paura, ma io sono più furbo e astuto di una volpe, e noto anche il più infimo particolare.

Particolare che non avrebbe mai notato se non fosse stato talmente ubriaco da non vedere la terra su cui camminava. Con fare trionfante aprì l’uscio dell’ufficio, questa volta completamente e dopo aver repentinamente pigiato l’interruttore lanciò un urlo:

“Spiacente per voi ma Kogoro è qui!!!”

I due ragazzi che si erano addormentati sul divano si svegliarono di soprassalto, osservando la scena paradossale di fronte ai loro occhi. Kogoro versione Bacco che li guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Shinichi non ebbe molto tempo per studiare la situazione, l’uomo imprecando contro il ragazzo iniziò ad inseguirlo con una mazza da baseball. Ignorava la provenienza dell’arnese, avrebbe scommesso che non lo impugnava appena entrato nell’abitacolo. Non aveva tempo per indagare oltre sull’accaduto. Si precipitò per le scale con molta più agilità del detective, ridendo oltremodo. Kogoro nel vano tentativo di acciuffarlo cadde rovinosamente per le scale. Quando riuscì a rialzarsi il liceale era troppo fuori portata e decise di lasciarlo andare, a lui ci avrebbe pensato domani. Ora aveva questioni più importanti da affrontare, Ran.

Salì le scale, questa volta con maggiore sicurezza e raggiunta la figlia partì un disco che sembrava senza fine.

“Cosa ti salta in mente? Che ci faceva quel maniaco qui? Ti ha toccata bambina mia? Dillo a papà.. Parlami”

“Non sono io quella che è tornata a casa in piena notte, ubriaca come una spugna. Non devo dirti proprio nulla, non so di cosa tu stia parlando, non vedo nessun maniaco. Avrai le allucinazioni.”

 

*****

Il mattino seguente Kogoro entrò in cucina con due visibili aloni neri sotto gli occhi. Era ridotto a pezza. Attese l’arrivo della figlia impaziente. La ragazza apparve sull’uscio della cucina vestita di tutto punto. L’uomo si perse ad osservarla, più i giorni passavano, più  assomigliava a lei, Eri.

“Ran mi spieghi cosa è successo questa notte?” chiese l’uomo con finta calma.

“ Dovresti spiegarmelo tu papà, ti ho trovato ai piedi dell’agenzia disteso a terra che urlavi di aver visto me e Shinichi addormentati sul divano e mi chiedevi spiegazioni tra l’altro!” affermo convinta con finta ingenuità l’altra.

“ Vuoi dire che ero talmente ubriaco da avere le allucinazioni..?”rispose visibilmente preoccupato il povero detective.

“E certo! Sai anche tu che Shinichi non è qui.. quindi dimmi.. come avrebbe fatto a dormire da me?
Teletrasporto forse?” continuò sempre più convinta delle fandonie che andava raccontando.

“ Bambina mia scusami, l’alcool deve avermi fatto fare un brutto sogno, vedevo il ghigno di quel ragazzino sul volto.. assurdo.. non pensiamoci più.. mi perdoni?” chiese dispiaciuto l’uomo.

“ Certo! Sei pur sempre il mio papà!” concluse la ragazza decisamente un po’ troppo gioviale.

 

*****

Dischiuse piano la porta della camera, intravide sul letto un pigiama decisamente troppo grande per il piccolo corpo che andava a coprire. C’era qualcosa di strano, Kudo si era trasformato nel sonno? Possibile non avesse sentito dolore? Se fosse stato sveglio avrebbe indossato i vestiti di Conan, qualcosa non tornava. Entrò silenziosamente, non voleva spaventarlo e avvicinatasi gli donò un piccolo bacio sulla guancia. Il bambino aprì lentamente gli occhi, arrossendo improvvisamente vista la vicinanza del volto della ragazza.

“Ran?” chiese dando un repentino salto, allontanandosi dal viso della liceale.

“Che c’è? E l’audacia di ieri che fine ha fatto?” chiese divertita tirandolo a sé.

Eppure c’era qualcosa di strano, mentre la ragazza lo stringeva sentiva un profumo diverso, la sua muscolatura sembrava differente, riflettendo il suo volto.. persino la sua pelle sembrava strana, di plastica. Un lampo attraversò la sua mente.

“Mamma cosa ti salta in mente?” inveì contro la donna.

La donna divertita oltremodo strappò con noncuranza la maschera.

“ Dovevi vedere la tua faccia Shinichi!”

Non riusciva a smettere di ridere e la cosa lo infastidiva. Riflettè sulle sue parole.. E l’audacia di ieri che fine ha fatto? Come fa a sapere di questa notte? Ran? Impossibile non le avrebbe raccontato una cosa del genere.

La donna estrasse dalle tasche degli attillati jeans un cellulare.

“E’ così che tratti i telefoni? Non ti darò i soldi per un altro..” finse serietà per qualche secondo, per poi scoppiare in un’altra fragorosa risata.

“Ma.. ma.. ma tu come fai ad averlo?”

Forse mi pedina.. forse ho una cimice addosso.. forse ha messo delle cimici in casa di Ran.. potrebbe essere una strega.. oppure..

La scena seguente fermò il fluire di quegli insensati pensieri e portò alla luce le risposte.

“Kaito puoi entrare se vuoi..” disse la madre ancora in preda alle risate.

Il ragazzo scivolò nella stanza e dopo aver lanciato uno sguardo divertito al piccolo Conan, si unì alla signora Kudo nel delirio totale.

“La volete smettere di ridere?” sbottò alterato il finto bambino.

“Ora siamo pari!” concluse il ladro abbandonando la stanza.

 

*****

La piccola scienziata operava di fronte a quella fredda macchina, le sue dita si muovevano freneticamente, ma la sua mente, era altrove. Ripensava all’incontro col ladro, alla sua scelta. L’aveva spinto tra le braccia dell’amica di infanzia. Qualcuno bussò alla porta, si voltò e vedendolo sorrise. Era lui, era tornato Conan Edogawa.
 

*****

Una bella donna dai lunghi capelli guardava con nostalgia il monitor. Sul quell’elettronico marchingegno poteva rivederlo, incantarsi in quei profondi occhi azzurri. Nella foto aveva appena 16 anni. Aveva rinunciato a tutto per la sua felicità, l’aveva lasciato libero ed ora nonostante la sua scomparsa si sentiva in dovere di tutelare ancora l’unico anello che lo collegava con la terra, l’unico vero legame attraverso cui continuava a vivere.

“Capo.. devo dirle qualcosa che non le farà piacere..”

Lizard sulla soglia della porta la osservava preoccupato, sapeva di essere stato degradato e di non avere il diritto di parlarle di persona, ma aveva rischiato, il suo primo gesto di coraggio in una vita spesa a nascondersi e proteggersi dietro un’organizzazione criminale. Quello era stato l’unico vero motivo per cui aveva scelto di far parte di quegli uomini. Ricordava che appena entrato aveva appena 20 anni, aveva avviato una fiorente attività, aveva fortuna negli affari non poteva negarlo, ma era un codardo. Temeva per la sua vita più di ogni altra cosa, avrebbe fatto qualsiasi cosa per essere al sicuro, persino rubare altre vite e così fu. Ora si domandava se ne fosse valsa la pena vendere l’anima al diavolo, cosa aveva più da tutelare una volta smarrito sé stesso?

La donna chiuse di scatto il computer per timore di rivelare la sua più grande debolezza, aveva un cuore, un cuore che aveva amato tanto, infinitamente.. forse troppo per poterlo ammettere. Notò l’audacia dell’uomo con piacere e decise di dargli un’ultima, infima possibilità di riscattarsi.

“Sarebbe?” chiese freddamente voltandosi verso la tenda che copriva la finestra.

“Spider è morto, ucciso! Abbiamo trovato il suo corpo questa mattina vicino casa..”

Sembrava preoccupato, i suoi pensieri erano cristallini per quella mente così sveglia. Sembrava urlare terrore, temeva, come sempre.. per la sua incolumità.

“ Lo so! So anche chi è stato ma non te lo dirò. Ti lancio una sfida, se riuscirai a capire perché ti ho degradato riavrai il tuo posto. Hai due giorni di tempo, ora va via.” Concluse la donna senza lasciar spazio a repliche.

 

*****

“Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato”

Cosa diavolo significa? La mente poco arguta dell’uomo proprio non riusciva a trovare soluzione, da quelle semplici parole dipendeva la sua vita. Camminava avvilito per le vie di Tokyo a lui poco conosciute e osservando il maxi schermo rimase ipnotizzato dall’uomo che parlava. Come aveva fatto a non pensarci, un detective..ecco di cosa aveva bisogno! Kogoro il dormiente.. Era perfetto, l’avrebbe ingaggiato e poi scoperto l’enigma l’avrebbe eliminato per cancellare ogni prova. I suoi occhi brillavano di nuova luce, aveva finalmente un piano.

*****

Il bambino attendeva impaziente che il liceale uscisse da sotto la doccia. Iniziò a giocare con il cellulare che miracolosamente, dopo un bel volo, continuava a funzionare. Lo schiudersi della porta del bagno annunciò l’arrivo del ladro. Il ragazzo uscì frizionandosi i capelli, scompigliandoli qua e la. Fissò il bambino studiando il suo sguardo, aveva imparato a conoscerlo in quella settimana, non presagiva nulla di positivo.

“Ho informazioni su Pandora, dopo quello che è successo la scorsa notte cosa vuoi fare? Quella donna ti ha salvato la vita.. la scelta se continuare o meno spetta solo a te..”

“Centinaia di persone muoiono per suo ordine, sol perché tiene alla mia di vita non significa non vada fermata..”

Conan osservò l’amico soddisfatto, non era così male come pensava. Gli fece cenno col capo di sedersi e cominciò a raccontare gli eventi di qualche ora prima.

Si era diretto a casa di Ai per comprendere come mai non avesse provato dolore durante la trasformazione e la bambina dopo qualche basilare analisi aveva scoperto che il precedente antidoto aveva interazioni con quello abituale e tra queste provocava una diminuzione dei dolori. Le aveva chiesto come mai avesse deciso di aiutarlo e anche se la ragazzina non aveva proferito parola i suoi occhi avevano espresso un discorso articolato. Era innamorata di lui a tal punto da rinunciarvi per la sua felicità. Colpito dal gesto e non volendo prolungare oltre quell’imbarazzante momento le aveva raccontato di Pandora. Ricordava che una volta era stata proprio lei ad utilizzare quel termine. Le parole della ragazzina erano un eco, erano state la luce che illumina il cammino, ormai era tutto chiaro.

“Quando facevo parte dell’organizzazione ne ho sentito parlare, il gioiello che dona la vita eterna. Mi incuriosì e feci degli studi, segreti naturalmente. Sciolto l’arcano mistero decisi di tenerlo per me. In passato fu scoperta una particolare pietra rossa, fu studiata e si scoprì avere delle qualità curative miracolose. Questo portò una grande famiglia benestante dell’epoca ad accaparrarsene in grandi quantità, a tal punto da renderla rara. Le scorte si fecero sempre più misere fino a rimanere un unico esemplare. Sembra che un membro della famiglia stanco del comportamento immorale dei parenti abbia deciso di incorporarla in un diamante. La pietra fu rivestita di una particolare composizione chimica che reagisce solo col riflesso della luna piena, questo per evitare di rendere visibile il piccolo tesoro contenuto nel gioiello. Nel testamento, nella speranza che qualcuno trovasse il prezioso gioiello, che lei sembra aver donato ad una cara persona, e lo usasse per nobili scopi parlò della gemma ed inventò la diceria di Volley.”

Il ladro aveva ascoltato il tutto con estrema attenzione, ma una cosa non gli era chiara.

“ Ora sappiamo cos’è scientificamente, ma a cosa può servirci?”

“Rifletti, il membro della famiglia doveva essere una donna..”

“ E perché mai?” chiese scettico il ragazzo.

“Si è preoccupata di ricoprire la pietra con una sostanza chimica affinché non si notasse la pietra all’interno del diamante, questo significa che lo teneva in bella vista, probabilmente per proteggerlo aveva pensato di portarlo sempre con sé..in quell’epoca era inusuale vedere un uomo con un diamante al collo, ma non una donna benestante..”

“E quindi?” continuava a non capire.

“E quindi.. i membri dell’organizzazione cercano solo gioielli te lo ricordi?”

“Si.. questo è vero.. va al dunque.. non ti seguo..”

“ Se cercano solo gioielli è perché sanno che Pandora può essere solo un gioiello, io credo che l’organizzazione originaria sia stata fatta dalla famiglia della  donna dopo aver letto il testamento, probabilmente visto che in quel tempo si credeva ad ogni diceria, decisero di unirsi alla ricerca del gioiello miracoloso. Il capo dell’organizzazione deve essere un suo discendente..”

“E con questo? Sappiamo che l’organizzazione è un passo davanti a noi?”

“ Se ti dicessi che so il nome della donna?”

“Potremmo risalire all’attuale capo!.. ma aspetta..allora tutte le deduzioni di prima sul come avessi capito che il membro della famiglia in questione fosse una donna erano solo fandonie..Dal nome hai dedotto che era una donna!”

Il detective rise di gusto, aveva tentato di prenderlo in giro.. fallendo questa volta.

Un rumore proveniente dal giardino li distolse dal loro discorso. Un ombra si allontanava mestamente, lunghi capelli e sguardo assente. Doveva prendere una decisione.. ed al più presto.

Buon pomeriggio,
finalmente aggiorno :)
Che dire..sono indecisa su questo chap..
Mi diverte molto la parte iniziale.. xD anche Shin si è divertito a prendere in giro Kogoro. :)
Il nostro Kogoro è nei guai..
Di chi erano le foto che guardava il capo?
Chi è l'ombra che aleggia nel giardino?
Ma soprattutto a chi ha affidato questa misteriosa donna il gioiello???
Chi lo sa..xD
Detto questo un ringraziamento speciale a Blacky, Pad, 1Sere1, Shana, Shin e ran amore per aver recensito lo scorso chap. :)
Grazie anche a chi legge soltanto,
Alla prossima,

Un bacione

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Capitolo 18
*** Akari Murakami ***


Akari Murakami

Camminava per le strade di Tokyo, quelle stesse strade che iniziava pian piano a conoscere, osservava con sguardo assente i passanti ripensando al loro primo incontro. Rise. Quella volta aveva preso proprio un bel granchio, aveva temuto che la ragazza corteggiasse il suo amico di infanzia, il suo migliore amico, il  suo primo amore, Heiji.  Temeva quella concorrente, come spesso accade si tende a vedere le rivali come le donne più belle del mondo, ma in quel caso non era una paranoia, Ran era veramente una delle ragazze più carine che lei avesse mai visto. Col tempo aveva imparato a conoscerla divenendo a poco a poco una delle sue migliori amiche. Ed ora? Come avrebbe reagito? Il giorno prima era stata imperdonabile.. Heiji di qua.. Heiji di la.. e non aveva minimamente pensato ai pensieri che torturavano una delle sue più care amiche.
Giunta dinanzi al portone indugiò qualche minuto sulla soglia. Studiò gli effetti che il tempo aveva portato sul legno, logorandolo, allontanando la mente da pensieri più importanti.
L’uscio della porta si aprì e da esso comparve Ran. La ragazza la fissò strabuzzando gli occhi.

“Kazuha? Sicura di sentirti bene?”

La ragazza di Osaka osservò l’amica per qualche secondo, tutta l’ansia, la preoccupazione ed il sincero rimorso provato per il suo comportamento risalirono a tal punto da farla scoppiare in lacrime..

“Io non volevo.. mi dispiace..” furono le uniche frasi che riuscì a scandire tra le lacrime che le bagnavano il viso.

Ran si avvicinò all’amica e porgendole dolcemente un fazzoletto le sorrise.
“ Non so nemmeno di cosa stai parlando.. ti va di accompagnarmi da una parte?”
Kazuha sorrise di rimando. Si era sbagliata, la bellezza di Ran a livello estetico non era minimamente paragonabile a quella che emanava il suo cuore.

*****

La ragazza distesa sul divano girava e rigirava il pendente che portava al collo indecisa sul da farsi. Ripensava alle parole della madre, nonostante fossero trascorsi 10 anni, le ricordava chiaramente..

“Piccola mia, ti dono questa collana, il suo pendente è segno di una grande amicizia. Una nostra lontana antenata fu salvata da una donna di cuore puro. La donna non chiese nulla in cambio se non una promessa.

“Custodisci Pandora affinché non cada nelle mani sbagliate, donala solo quando un cuore puro avrà bisogno di essere salvato, non permettere che i suoi battiti si fermino.”

Ora il compito spetta a te, scegli con giudizio.. solo un cuore puro ha il diritto di possederla.. nessun altro.. noi siamo solo delle semplici custodi.”

Non aveva mai compreso a fondo il significato di quelle parole. Ora un dubbio corrodeva la sua mente.. e se il cuore puro destinato a possederla fosse proprio il suo? Di una cosa era certa, il suo era, doveva essere, un cuore puro.

*****

Un liceale ed un bambino delle elementari camminavano a passo spedito verso il liceo Ekoda. Erano davvero una strana coppia, il ragazzo si divertiva a stuzzicare il piccoletto, che non aveva certo la tipica reazione di un bambino. Non erano mancate le parole lanciate da donne estranee verso il finto bambino..

“Maleducato.. sua madre non deve avergli insegnato l’educazione..”

“Che moccioso ineducato.. girarsi in quel modo con un ragazzo tanto più grande di lui..”

“ Se fossi sua madre.. non lo farei mettere piedi fuori di casa per almeno una settimana..”

E le risposte divertite del liceale..

“Questa sera dovrà vedersela con sua sorella maggiore.. dirò tutto a Ran..”

Comportamento che scatenava la reazione del piccoletto, facendolo risultare sempre più maleducato agli occhi dei passanti.

Finalmente si trovarono di fronte al cancello del liceo. Vi entrarono e non appena giunsero all’interno seguirono il piano elaborato la sera prima.

Scrutarono attentamente il giardino, perlustrandone ogni singolo angolo. L’unica scoperta fatta dal detective furono delle orme, che per dimensione e forma sembravano appartenere ad una donna. Una cosa era certa, una donna, per qualche strano motivo aveva origliato la loro conversazione.. li spiava. Non potendo far nulla se non prendere atto dell’infelice scoperta, decisero di rientrare in casa.
Giunti in stanza controllarono che non vi fossero altre orecchie indiscrete per poi riprendere la conversazione lasciata a metà.

“Lo ammetto, sapevo che era una donna solo perché Ai mi ha detto il suo nome..” rise divertito il detective..

“Tsè..altro che detective.. e la mocciosa come fa a saperlo?” chiese scettico il ladro.

“Ha letto il testamento!.. L’organizzazione che ha rimpicciolito me.. deve aver qualche minimo contatto con quella che ha ucciso tuo padre.. e attraverso il database Ai.. è riuscita ad indagare su Pandora e a leggere il famoso testamento.”

“Questo significa..” il ragazzo non ebbe il tempo di terminare la frase..

“Significa che l’organizzazione..o per meglio dire il capo sa benissimo cosa è veramente Pandora.. però non conoscono il possessore.. esattamente come me hanno dedotto che è un gioiello.. ma è impossibile risalire all’amica dell’antenato ti pare? Sono troppi anni..”

“Come lo ha scoperto la scienziata può farlo chiunque a questo punto?” pensò ad alta voce il ladro.

“ Non direi.. non sottovalutarla.. non è una persona qualsiasi.. Ora sai già cosa dobbiamo fare mio caro Kid?” chiese con sguardo furbo il bambino.

Kaito lo osservo scocciato e risentito. Possibile che dovesse fare ogni volta quella scena?

“Oh suvvia.. Rifletti! Se il capo ci tiene tanto a difenderti..e sembra essersi dispiaciuta per la morte di tuo padre significa che deve avere qualche legame con lui.. ora la donna del testamento si chiamava Kiyoko* Murakami. Tuo padre che liceo ha frequentato?”

“Ekoda.. perché?”

“ Domani controlleremo tra gli ex studenti se nell’anno di tuo padre c’è stata una allieva con questo cognome, so che abbiamo poche possibilità.. potrebbe essere parente dal lato materno e quindi avere un altro cognome.. ma per ora proviamo..se non dovessimo trovare nulla sfrutterò i contatti di mio padre per risalire all’albero genealogico della donna..ma prima di arrivare a tanto.. proviamo no? Concluse il detective, sperando che la sua deduzione, per quanto azzardata.. potesse comunque essere giusta.

“ Così non avremo trovato Pandora.. ma almeno sapremo il nome del capo.” Rispose di rimando il ladro.
 
Entrati nella scuola Kaito si diresse in aula come d’abitudine, mentre il piccolo detective si infilò negli annali. Cercò alla rinfusa tra le centinaia di carte che riempivano l’abitacolo, non c’era che dire, l’ordine non regnava in quel liceo. Un volume cadde rovinosamente a terra aprendosi. Una foto colpì Conan, un ragazzo estremamente assomigliante a Kaito sorrideva divertito in mezzo ad un gruppetto di ragazze. Tale padre tale figlio pensò tra sé e sé. Lesse la didascalia sottostante ad alta voce:

“ Kuroba Toichi, 17 anni, ha sbaragliato ogni giovane concorrente alle olimpiadi della magia ritratto tra le sue compagne di classe. Alla sua destra l’inseparabile Akari Murakami, alla sua sinistra l’invidiosa..”

Guardò con occhi brillanti la sua piccola scoperta. Poteva essere un caso? Potevano essere semplici coincidenze? Strappò la foto dal volume, la ripose nella tasca e uscì dalla stanza alla  ricerca dei bagni. Vi entrò e non appena si fu rinchiuso in uno di essi inviò un messaggio.

“ Sono al bagno del secondo piano, vieni subito!”

*****

La vibrazione del cellulare fece saltare lievemente il ragazzo semiaddormentato sulla sedia. Doveva ammetterlo la storia non rientrava tra le sue materie preferite. Prese il cellulare e dopo aver letto il testo del messaggio si alzò senza tanti complimenti lasciando interdetta l’aula, ad esclusione di un’unica persona, Aoko.
Non cambierà mai pensò la ragazza divertita.

Raggiunse di fretta il detective.

“ Quando ti deciderai ad affittare un ufficio più decente Kudo?” esordì divertito il ragazzo.

“ Fai poco lo spiritoso e guarda qui!”

Il ragazzo puntò i suoi occhi azzurri sul piccolo ma prezioso foglio, una figura così simile a lui sorrideva smagliante all’obiettivo. In quel momento non riusciva a spostare lo sguardo, nemmeno per leggere la didascalia, continuava a fissare instancabilmente quella sagoma. Conan comprese il suo stato d’animo.

“ Gli assomigli molto..” disse con tono comprensivo.

Il ragazzo annuì con un movimento del capo, ancora concentrato sulla foto.

“ Kaito potrai tenerla, ma ora devi pensare a lui.. non vuoi vendicarlo? Non vuoi fermare questi criminali?”

Il ragazzo annuì una seconda volta, osservando per la prima volta il bambino.

“La ragazza alla sua destra, che gli stringe il braccio si chiama: Akari Murakami. Ora la didascalia li definisce inseparabili e sembrano essere in confidenza. Sarà un caso che un’amica d’infanzia, che sembra particolarmente attaccata a tuo padre porta lo stesso cognome della discendenza del capo dell’organizzazione che tanto si preoccupa per te? Murakami è un cognome diffuso, potrebbero essere delle coincidenze..”

Fu interrotto prima di terminare la frase.

“ Dobbiamo trovarla, solo così lo sapremo!”

* Significa bambina pura
Akari invece significa piccola luce..

Bene,
ho aggiornato presto, se mi fosse sfuggito qualche errore segnalatemelo..
ho dovuto fare di fretta e non ho potuto rileggere attentamente :)
Quante scoperte..
Akari sarà il capo dell'organizzazione?
E chi è la custode di Pandora? Sarà la figura che li spiava?
O magari è il capo a spiarli?
Beh attendo i vostri pareri..le vostre deduzioni :)
Alla prossima detective :)
Un ringraziamento a Blacky, Pad, e Shana per aver recensito lo scorso chap,
ed un grazie di cuore anche a chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite.
Grazie anche ai lettori silenziosi.. su datemi i vostri pareri..:)
Alla prossima..
Bacione

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Capitolo 19
*** Un giorno in più ***


NOTA: Tutto ciò che è scritto in corsivo sono pensieri dei personaggi

Un giorno in più


Il suo volto irradiava felicità, la sua idea geniale finalmente stava per essere messa in atto. Osservò il foglio spiegazzato che reggeva nella mano sinistra e con la destra compose le cifre sull’apparecchio telefonico, dopo un veloce controllo premette il tasto verde.
Primo squillo, tremava dall’eccitazione..secondo squillo, sbuffò impaziente.. terzo squillo,  guardò nervosamente lo schermo maledicendo mentalmente l’interlocutore troppo impegnato per rispondere. Quarto squillo.. la cornetta fu alzata e con molto stupore dell’uomo fu una voce femminile ed aggraziata a rispondere.

“Agenzia investigativa Mouri, in cosa posso esserle utile?”

Come sottofondo alla voce della ragazza si sentivano le urla di un uomo che in preda al delirio urlava qualcosa come..Yokooo- chaaaan. Che la famosa idol intrattenesse una relazione con il detective? Fu la poco brillante deduzione dell’uomo.

“ Salve, sono il signor James White, avrei bisogno di parlare con il detective, lei è la moglie?” chiese con fare gentile.

La ragazza dall’altro lato della cornetta osservava il padre di malo modo e ringraziava il cielo per non essere al posto della madre.

“ No, per fortuna sono solo la figlia!” rispose prima di riflettere sulle sue parole.

“ Scusi?” chiese divertito l’altro.

“ No, nulla.. comunque può venire quando vuole, lo trova sempre in ufficio!” riagganciò prima che l’uomo potesse risponderle.

Sono strani questi Mouri, se dovesse vedermi la ragazza sarei costretto ad eliminare anche lei.. Non so dalla sua voce credo che avrà un 25 anni, la immagino prosperosa e sensuale..sarebbe un peccato ucciderla. E quel Mouri.. hai capito il detective.. intrattiene rapporti extra-coniugali con una diva della tv.. deve essere davvero sveglio come dicono.. chissà forse potrei corromperlo e farlo entrare nell’organizzazione.. potrebbe esserci utile.

*****

“Papà credo che a breve arriverà un cliente, un certo James White, datti un contegno!”

“Chi? White chi? Non voglio nessun cliente.. voglio solo Yoko- chaaan!”

Guardò di traverso l’uomo incantato di fronte alla scatola nera, la rabbia le montava dentro e abbandonandosi a quella sensazione staccò con violenza la spina interrompendo lo spettacolo dell’idol. Lo sguardo serio e perentorio della figlia convinse il detective a non indugiare oltre.. ad alzarsi e cambiarsi in attesa del nuovo cliente.
Una Ran un po’ più rilassata si diresse nella camera da letto, entrando fissò il portafoto sulla scrivania ritraeva due ragazzi al Tropical Land. Nell’ultimo periodo l’oggetto era stato portatore di sentimenti a volte tristi, a volte nostalgici.. in alcuni casi aveva scatenato la sua ira.. ora invece sorrideva, quella foto le scaldava il cuore. Spostò l’attenzione sul pacco rosso posato sul letto pensando alla faccia del suo piccolo Conan quando l’avrebbe scartato. La sua attesa non fu lunga come di consuetudine, il cigolio della porta annunciò l’arrivo del finto liceale.

“ Ran?”

La richiamò alla realtà il piccolo.

“ Ran – neechan, quante volte te lo devo dire?” rispose maliziosa l’altra.

“ Per quanto continuerai a diverti con questa storia?” Chiese corrucciato il ragazzo.

La liceale sorrise divertita del broncio di Shinichi. Afferrò delicatamente il pacchetto e glielo porse per poi abbandonarsi comodamente sul letto studiando ogni singola mossa del suo detective. Aveva preso il piccolo dono con la mano destra, e lo stava studiando in ogni minimo particolare, poteva persino immaginare i pensieri della sua sveglia mente.

Carta rossa lucida contornata da un nastrino dorato, reggendo il pacco, data la consistenza morbida potrebbe essere un indumento e date le piccole dimensioni potrebbe trattarsi di una sciarpa, ma Ran gli aveva già regalato una sciarpa.. e sapeva che odiava fare due volte lo stesso dono. Cosa poteva essere?

La ragazza continuava a fissarlo, in quel momento sembrava riflettere su un dettaglio particolarmente complesso in quanto aveva portato la mano sinistra all’altezza del mento, strofinandoselo e contemporaneamente aveva ridotto i suoi occhi, incredibilmente azzurri, a due fessure.

“Holmes che ne dici se lo apri piuttosto che tentare di dedurne il contenuto?” chiese la ragazza risvegliandolo dai suo ragionamenti.

La guardò con un mezzo sorriso.

Ha ragione a volte mi perdo nelle mie deduzioni persino per un semplice regalo.

Scartò delicatamente l’involucro per poi ritrovarsi nelle mani una maglietta ed un pantaloncino da bambino con un grosso stampo di Kamen Yaiba come decoro.

Non ci posso credere.. mi ha regalato un completo da bambino.. ed ora si aspetta pure che la ringrazi?questa è l’influenza di mia madre, ne sono più che sicuro..

Ran scoppiò in una fragorosa risata che fece alzare lo sguardo del finto bambino. La osservò ridere di gusto, come non faceva da tanto, la rabbia che pochi minuti prima saliva vertiginosamente calò nel giro di pochi secondi, perdendosi nei suoi occhi. Era stata una piccola vendetta, ma infondo un po’ se lo meritava e questo lo sapeva bene. Si avvicinò sorridente alla liceale, le si sedette accanto e le donò un bacio sulla guancia.

“ Grazie Ran – neechan”

Le sue risate si bloccarono, le sue guance si imporporarono..tutto avrebbe immaginato, ma non di certo quella reazione.

“ Diventare rossa per un dolce bacetto di un bambino delle elementari, non ti sembra di esagerare Ran – neechan?” esclamò il bambino con un fare malizioso, che non era decisamente tipico di quell’età.

Fu un attimo, la ragazza si alzò dal letto e prese in braccio il bambino portandolo all’altezza del suo volto.

“Diventare rosso perché vieni preso in braccio dalla tua sorellina, non ti sembra di esagerare Conan- kun?” rispose di rimando l’altra, sottolineando le ultime parole.

Due risate all’unisono si espansero per la stanza riportando una armonia assente da tanto, troppo tempo.

*****

Attraversa l’incrocio e dopo 3 metri svolta a destra..

La voce automatica del navigatore lo dirigeva verso la salvezza, era così che ormai definiva quel detective, la sua salvezza. Da lontano scorse l’insegna dell’agenzia e dopo aver parcheggiato si diresse al portone, lo trovò aperto immaginando un’ipotesi tanto bizzarra quanto impossibile. Nella sua mente la figura della bella idol che scendeva in lacrime da quelle scale urlando:

“ Sei sposato! Hai una figlia!”

E la l’uomo che freddo le urlava contro..

“ Mi dispiace, ma c’è sempre un’unica verità.. ed è proprio questa!”

La sua mente era degna di un regista mediocre con una scarsa vena melodrammatica. In realtà la porta era stata dimenticata aperta una mezzoretta prima dal piccolo Conan. Entrò pensando ancora alla soap opera che la sua mente, decisamente poco sveglia quanto fantasiosa aveva elaborato.
Bussò all’uscio dell’agenzia. L’uomo con il suo consueto completo azzurro aprì educatamente la porta accogliendo il nuovo arrivato. Si accomodarono sulle poltrone e dopo poco arrivò Ran con appresso il finto bambino. La scena che ne seguì fu epica.
L’uomo osservò la liceale avvilito, delle sue deduzioni nemmeno una era stata azzeccata e tant’era preso dallo sconforto fissava la ragazza senza sosta.
Conan riconobbe nel nuovo arrivato la persona di James White, nome in codice Lizard. Mille pensieri affollarono la sua mente. Se li avesse scovati? Se avessero scoperto la sua doppia identità? Doveva chiamare Kaito? E se l’uomo si aspettava proprio quella reazione? E se invece il suo obiettivo per qualche strana ragione fosse Ran? Infondo non le toglieva gli occhi di dosso..
Kogoro dal canto suo immaginava l’uomo fare pensieri non alquanto nobili sulla sua piccolina, e questo gli portava il sangue al cervello.
La povera ed indifesa causa di tutto osservava il piccolo alle sue spalle, o meglio la mano chiusa in un pugno serrato, sintomo a suo dire di una forte gelosia.
Kogoro alzò per il colletto l’uomo dai capelli rossi, dimostrando di essere stato a suo tempo anche egli uno sportivo, urlando parole poco gentili nelle orecchie dell’improbabile cliente.

“ Cosa hai da fissare la mia bambina? E’ piccola! Te, quel moccioso, il signore del bar.. siete tutti dei depravati!”

L’uomo non poteva sapere che il “ moccioso” era a pochi passi e risentito per l’aggettivo affidatogli.

“Io.. sua figlia.. assomiglia così tanto alla mia bambina che ho perso tanti anni fa.. che non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso..” tentò di giustificarsi inventando una scusa sul momento.

Le sue parole parvero convincere l’incauto Kogoro, ma non sfiorarono minimamente Conan che continuava ad osservarlo con sguardo indagatore.
Quando le acque si furono calmate, Ran posò le tazze di thè e si sedette accanto al padre per ascoltare il caso.

“Ho un enigma da svelare, ne dipende la mia vita. E’ una questione della massima riservatezza. Deve decifrare questa frase per me.”

Così dicendo porse un foglio sul quale si enunciava:

Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato.

Il detective conosciuto come Kogoro il dormiente osservò quelle parole cambiando lievemente tonalità del viso, mentre colui che gli aveva permesso di raggiungere la fama non si prese nemmeno la briga di leggerlo. Sapeva già tanto il contenuto del foglio quanto il suo significato.
Il signor White si congedò dall’agenzia Kogoro, accordando un nuovo incontro per il giorno successivo. Il piccolo Conan attese una mezzoretta prima di chiamare quello che ormai era divenuto un fidato amico e aveva lasciato il povero detective, abbandonato alla sua scrivania che sudava freddo su quelle complicate parole, alle quali lui, non avrebbe certo trovato risposta. Ran dal canto suo si recò ai consueti allenamenti di karate.
 

*****

La strana coppia seduta alla panchina come sempre attirava l’attenzione dei passanti. Ormai però i diretti interessati ci avevano fatto l’abitudine e avevano imparato ad ignorare le frecciatine che i passanti gli rivolgevano.

“ Cosa c’era di così importante per farmi precipitare al parco?” chiese scocciato.

“ Come mai così scocciato? Eri impegnato? Magari il tuo impegno ha anche un nome? E se le mie deduzioni sono giuste è un nome di persona femminile che corrisponde ad Aoko!” sghignazzo il detective sicuro di aver colpito nel segno.

Il rossore sul volto del ladro ed il frenetico muoversi della braccia in segno di negazione furono la risposta affermativa che tanto attendeva il piccolo. Dopo una decina di minuti persi a bisticciare e a negare ciò che era più che evidente, il ladro decise di cambiare l’argomento del discorso.

“Si ero con Aoko! Contento? Sai io a differenza tua non frequento le elementari e posso permettermi il lusso di avere una ragazza ed uscirci! Ran- neechan sta bene?”

Le parole mirate dell’amico convinsero Shinichi a tornare serio, visto che quella era sicuramente una battaglia persa in partenza. Come poteva mettere in imbarazzo Kaito che aveva una normale vita sentimentale, quando la sua di ragazza le aveva regalato un completo di Kamen Yaiba. Il bravo giocatore sa quando arrendersi e quello era il caso.

“ Lizard è venuto all’agenzia..” disse tranquillamente il finto bambino.

Il liceale rischiò un arresto cardiaco, si voltò di scatto verso l’interlocutore.

“E lo dici così? Vi ha attaccati? Minacciati? O cosa?”

“Ha chiesto a Kogoro di risolvere l’enigma sul suo declassamento..” continuò con estrema tranquillità, quella stessa tranquillità che stava mandando in bestia l’amico.

“Intendi il codice sulla morte di mio padre che abbiamo risolto tempo fa?”

“Si..”

Attimi di silenzio, il bambino fissava una donna che passeggiava nel parco mentre il ladro attendeva le sue parole.

“Quindi?” domandò scocciato dall’attesa.

“Come quindi? Possibile che tu non sia in grado di fare una deduzione? Quindi il capo deve averlo messo alle strette..gli ha dato un ultimatum.. o capisce perché è stato declassato o muore..! Visto che la sua mente non è brillante.. ha chiesto aiuto ad un’altra mente che per assurdo è ancora più lenta della sua!” rispose con aria di superiorità.

Il ladro trattenne l’istinto di prenderlo per piedi e scuoterlo a testa in giù.

“ Quindi che facciamo?” chiese tentando di mantenere la sua amata poker face.

“Cerchiamo Akari Murakami! Tanto Kogoro ha fissato l’incontro con Lizard per domani all’ora di pranzo, quindi a lui ci penseremo domani!” concluse semplicemente.

Kaito annuì con un cenno del capo poco convinto.

“ E come la cerchiamo Akari Murakami?”

“ Ho detto ad Heiji di farlo.. è lui che stiamo aspettando!” disse sconsolato il finto bambino.

“Fantastico!” esclamò con sarcasmo il ladro.

Una palla colpì in pieno il volto di Kaito causandogli non poco dolore. Il ragazzo si alzò bruscamente cercando il colpevole della malefatta. La donna che prima sembrava aver attirato l’attenzione di Conan si avvicinò lentamente.

“ Perdonami, è stato il mio piccolo.. ti ha fatto male?” chiese portando la mano destra sulla guancia dolorante di Kaito.

“ Non si preoccupi” biascicò il liceale in imbarazzo.

“ Mi preoccupo invece, sarebbe un peccato rovinare un simile capolavoro” rispose a bassa voce la misteriosa figura.

Il finto bambino non le aveva staccato gli occhi di dosso. Registrava ogni suo minimo particolare, una bella donna.. doveva avere l’età di sua madre all’incirca, degli occhi verdi con sfumature marroni, capelli scuri e lisci, era curata e ben vestita, truccata ma non eccessivamente.
Si voltò improvvisamente dando le spalle ai ragazzi e andò via silenziosamente, così come era arrivata.

“Ho fatto colpo?” chiese il ladro ancora sotto shock.

“ Non credo sia stato tu a far colpo, seguiamola!” concluse il detective.

“Scusa? Che vorresti dire?”

“ Ora seguiamola, poi ti spiegherò!”

*****

Fissava la foto di fronte a sé, parlava ad un immagine, stava veramente male pensò tra sé e sè.
Ho fatto la mia scelta mamma.

“ Io devo custodire Pandora, devo consegnarla solo quando un cuore puro rischierà la vita, lui ora è al sicuro.. non ha il diritto di possederla. Non posso svelargli la verità..Manterrò fede al giuramento”

Abbassò lo sguardo trattenendo le lacrime che spingevano per uscire. Non poteva. Non doveva.


Finalmente sono tornata,
in fretta e furia sono riuscita a pubblicare prima di uscire! Contente/i?
Bene bene,
chap un po' di passaggio..
Cosa ne pensate?
Attendo commenti..
Come sempre un grazie immenso a Blacky, Pad e Shin e Ran amore per aver recensito lo scorso chap,
Grazie anche a chi legge soltanto,
Alla prossima,
Un bacione

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Capitolo 20
*** Sei o non sei il capo? ***


Sono qui..
Contente/i?
Questo chap è stato scritto con uno stile un po' differente..
Allora i pezzi in corsivo se non fosse chiaro sono flashback dove Shinichi spiega cosa è successo..
mentre i pezzi in corsivo e grassetto sono pensieri personali dei personaggi.. in questo caso questo particolare pensiero è un flashback.. ok detto così sembra complicato.. leggendo spero non sia così e che il tutto vi sia chiaro.
Ho fatto un po' di luce su un personaggio.. Akari Murakami.. ora sappiamo chi è..e chi non è..
Ora sono curiosa di conoscere le vostre deduzioni dopo questo chap.
Sperando di non deludervi..
Ragazze/i ormai la storia è agli sgoccioli,
attendo vostri pareri.
Passiamo ai ringraziamenti:
Grazie mille a Blacky, Pad, Shin e Ran amore e Shana per aver recensito lo scorso chap e per seguirmi sempre sin dall'inizio.. :D
Grazie mille a chi inserisce la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite..
e grazie ancora anche a chi legge soltanto.
Alla prossima,
Un bacione

Sei o non sei il capo?

Seduti alla panchina guardavano con sguardo assente un punto non ben definito del parco. Il nuovo arrivato accompagnato da un ampio sorriso sul volto si dirigeva a passo spedito verso i due.

“ Non crederete alle vostre orecchie!" Esordì Hattori all’apice della soddisfazione..

“Lasciami indovinare.. Akari Murakami è una bella donna, sulla quarantina, mora con dei peculiari occhi verdi?” affermò Conan con fare annoiato.

Heiji osservò il bambino provando un forte istinto omicida, aveva perso l’intera mattinata, aveva litigato con Kazuha in quanto si era rifiutato di accompagnarla in giro per Tokyo, aveva dovuto subire le lamentele telefoniche del padre e tutto questo per cosa? Per sentirsi sfottere da un bambino di appena 7 anni..

“ Ma tu come diavolo fai a saperlo?” sbottò adirato il detective del Kansai.

Siediti ti spiegherò tutto.

Avevano inseguito la donna a breve distanza, sembrava ignara delle ombre che la pedinavano. Erano giunti ad una stradina secondaria, spoglia e un po’ malandata che non si addiceva ai suoi tratti fini ed eleganti. Si fermò dinanzi ad un portone nero, cercò qualcosa nella borsetta, probabilmente una chiave.. si voltò improvvisamente verso di loro..

“ Visto che mi avete seguita fin qui, il minimo che posso fare per voi è invitarvi ad entrare vero?”

Erano entrati nell’abitacolo senza avere il coraggio di proferire parola.

“Avanti su.. non siate timidi.. cosa volete chiedermi?” intimò la donna.

“ Chi sei?” chiese il piccolo detective.

La donna si aprì in una risata beffarda.

“ Questo lo sai già detective!”

“Sei Akari Murakami vero?” domandò Kaito.

“Si, sono io. E sai anche cosa significa questo?” domandò con fare malizioso al 17enne.

“ Che sei il capo dell’organizzazione?” tentò speranzoso il ladro.

“Sbagliato!” rise la donna.

 

La perfetta memoria del detective permetteva ai suoi interlocutori di immaginare chiaramente l’accaduto.

“Scusa? Cosa vorrebbe dire SBAGLIATO?”

Hattori non riusciva a tenere a freno la propria lingua. Il tutto gli sembrava così tremendamente assurdo ma sensazionale al tempo stesso. Avrebbe voluto viverla in prima persona quell’esperienza.

“Se mi fai finire di raccontare.. forse lo capisci no?” sbottò disturbato il finto bambino..

“Quante chiacchiere..continua pure..”

“Come sarebbe a dire sbagliato?” si intromise il detective.

“ Io non sono il capo, sono molto vicina a lui.. ma non sono io.. anche se tutti, ogni singolo membro dell’organizzazione crede che questa sia la realtà.” Concluse con semplicità la donna.

“ E chi è allora?” domandò un Kaito sempre più confuso.

“ Mi dispiace tesoro mio, ma non posso dirtelo. Ora ascoltami bene rinuncia a tutto questo, abbandona il ruolo di Kaito Kid e vivi la tua vita da 17enne, non riuscirei a sopportarlo se ti accadesse qualcosa!”

Il tono con cui Akari aveva scandito le sue parole non lasciava adito a dubbi, quella donna gli era veramente affezionata, teneva profondamente alla sua vita. Ma perché? Quella domanda era diventato un chiodo fisso che gli attanagliava il cuore da giorni.

“ Perché?” chiese senza pensarci.

“ Come perché? Perché è pericoloso! Ma che dom..”  La ragazza non ebbe il tempo di terminare la frase.

“ No! Intendo perché lo fai? Perché mi proteggi?”

Akari si perse per qualche secondo in quegli occhi, in quell’azzurro.. il suo azzurro. La sua mente si allontanò da quel piccolo studio, cancellò i volti del bambino e del ragazzo che gli si paravano davanti, per tornare indietro a tanti anni prima.

Una bambina aggraziata correva per il parco, la madre quel giorno le aveva rilegato i lunghi capelli castani in una coda alta adornata da un fiocco blu in tinta con il vestitino. Un piccolo,maledetto sassolino la fece inciampare facendola cadere rovinosamente a terra. Si sedette e nell’osservarsi notò le ginocchia sbucciate, il vestitino strappato e sporco di terra e tanti piccoli graffi sulle sue esili mani dai quali fuoriusciva del sangue. Voltò lo sguardo verso la panchina dove fino a poco prima era seduta sua madre, non trovandola. Presa dallo sconforto scoppiò in lacrime.
Una mano le si posò sulla spalla dolcemente ed un'altra le porse una rosa.

“Perché?” aveva esclamato una voce infantile.

Alzò lo sguardo verso il bambino rimanendo incantata da quello sguardo interrogativo.

“Come perché? Sono caduta ecco perché ho il vestito strappato, le man..”

Anche quella volta non era riuscita a terminare la frase.

“ No, intendo perché lo fai? Perché piangi?”

La bambina si domandò se il ragazzo non avesse qualche rotella fuori posto, era caduta, si era fatta male.. non trovava sua madre e quindi piangeva.

“ Perché sono caduta!”

“ E quindi? Tutti cadiamo..facciamo così.. io ti aiuto ad alzarti e tu prometti di non piangere più!”

Le tese la mano aiutandola a rialzarsi e le stette accanto fino a quando non fu di ritorno la madre, solo a quel punto si voltò per andar via. Akari lo fermò prendendogli il polso.

“ Come ti chiami?”

“Kuroba Toichi, piacere di conoscerti.” Le rispose sorridendo.

“Io sono Murakami Akari” gli aveva risposto, allentando la presa e salutandolo sorridente.
In futuro avrebbe riservato quel giorno gelosamente per sè, custodendolo come il più prezioso tra i ricordi.

 

Si destò dai suoi pensieri, notando lo stesso sguardo penetrante del padre negli occhi del figlio.

“Lo faccio per lui, per tuo padre!”rispose a bassa voce.

“Mio padre? Faceva parte dell’organizzazione forse?”

Improvvisamente la donna parve scaldarsi.

“Cosa? Lui parte dell’organizzazione? Un grand’uomo come lui non si sarebbe mai mischiato a questa gentaglia!”

“ E allora perché?”

“ Io e tuo padre eravamo amici di infanzia. Io me ne innamorai sin da subito, lui si affezionò a me come una sorella. La cosa mi stava bene così, avevo le sue attenzioni, eravamo inseparabili, fino a quando non successe. Si diffuse la notizia di una nota ladra, conosciuta da tutti come Phantom Lady, lui ne era affascinato. Iniziò ad indagare e scoprì la sua identità. Ne rimase folgorato, non avevo mai visto prima nei suoi occhi quel bagliore. La seguiva di nascosto, studiava le sue abitudini.. si perdeva osservandola..e alla fine mi espose il suo piano. Sarebbe diventato un ladro famosissimo così da permettere a lei di ritirarsi dalle scene..e come diceva sempre lui..albergare nel suo scrigno dei tesori..e così fu. Si sposarono. Io non ebbi il coraggio di assistere alle loro nozze e mi trasferì in Europa. In quel periodo la tristezza aveva preso ampio piede nel mio animo, in un primo momento avevo pensato di strapparlo a tua madre, ma quando li vidi insieme.. quando vidi i suoi occhi brillare accanto a quella donna decisi di anteporre il suo bene al mio..e rinunciai per sempre alla mia di felicità. Ero sola, e mi ritrovai.. non starò a dirti come e perché nell’organizzazione. Dopo qualche anno tornai in Giappone. Un giorno ero stata inviata come sicario in un ristorante. Entrata nel luogo ed individuato il mio obiettivo vi vidi,te seduto sulle sue gambe e tua madre accanto. Come sempre era al centro dell’attenzione, di fronte a quella visuale non ebbi il coraggio di portare a termine la mia missione ed andai via. Ma.. c’è un ma.. tuo padre mi notò! Mi cercò in lungo ed in largo e scoprì quello che ero diventata. Non dimenticherò mai la delusione dipinta sul suo volto. Pochi giorni dopo fu ucciso per mano di Lizard. Qualche giorno dopo andai a piangere sulla sua tomba e gli feci una promessa solenne. Avrei protetto a qualsiasi costo te e tua madre. Ti soddisfa la risposta?”

Le sue parole riecheggiavano nella mente del ragazzo.. un’amica di infanzia.. un rapporto diverso rispetto a quello tra lui ed Aoko. Non aveva mai pensato alla vita del padre.. prima di essere suo padre.. era come se nel suo immaginario lui fosse nato già così. Toichi Kuroba padre di Kaito Kuroba, abile mago di giorno e scaltro ladro di notte. Quanto era stato ingenuo..

“Ora è tutto chiaro, allora aiutami, facciamolo per lui.. distruggiamo quest’organizzazione!” affermò il ragazzo afferrando la donna per le spalle.

“ Mi dispiace, ma non posso.. ora andate via..e non mettevi mai più in mezzo!” sembrava sull’orlo delle lacrime.

Kaito fece segno al piccolo Conan di andar via, ma prima di oltrepassare l’uscio affermò convinto.

“Mi dispiace, ma non posso esaudire il tuo desiderio..non mi toglierò di mezzo fin quando tutto questo non sarà finito.”

Heiji spostò la sua attenzione sul ragazzo, era in uno stato di trans. Il racconto aveva sconvolto non poco il detective di Osaka, immaginiamoci cosa aveva provato il giovane ladro vivendolo in prima persona.  Hattori si avvicinò lentamente all’amico poggiandogli una mano sulla spalla in segno di conforto.

“Kudo hai già un’idea su chi possa essere il capo?” chiese deciso continuando a mantenere lo sguardo nel nulla.

“ Una mezza idea, ma per ora preferisco tenerla per me.. ora abbiamo altro di cui occuparci..” sorrise il bambino.

“Cioè?” esclamarono all’unisono i due 17enni.

“Lizard!” concluse sorridente.

*****

Rientrati a casa l’orologio segnava le 9 di sera. Il pomeriggio trascorso era stato ricco di novità. Si erano appena adagiati sul divano quando nel salotto entrarono tre figure femminili. Kazuha che risentita guardava torva Heiji, Ran visibilmente stanca dopo gli allenamenti pomeridiani ed Aoko che, spaesata se non più, osservava il quadretto.

“Aoko?” sbraitò il ladro.
“Ma?come? Che ci fai qui?”

La ragazza infastidita dai toni poco dolci con i quali era stata accolta rispose risentita.

“Aoko era preoccupata per come sei scappato dopo la chiamata del bambino e per il tuo mutismo! Ha aspettato tue notizie fino alle 8 poi ricordando l’agenzia investigativa della ragazza sono andata da lei, mi sono presentata e le ho spiegato la situazione. Ran con molta gentilezza, qualità che tu non hai, mi ha accompagnata qui! Ma se Aoko ti da tanto fastidio va via! Magari va da qualcuno che ha più piacere ad averla vicino..magari va da Hakuba..”

Sottolineando l’ultima parola si voltò a passo spedito verso la porta.

Kaito dopo qualche minuto di shock, nonostante la conoscesse da anni, ancora non era abituato alle sue strigliate, si alzò correndole dietro realizzando il significato delle parole della ragazza.

Heiji osservò la scenetta divertito, per poi avviarsi a salutare la sua ragazza forse con un po’ troppa ilarità.

“ Fai un altro passo e puoi ritenerti a terra!” il tono e lo sguardo della ragazza fecero bloccare prontamente il detective.

“ Dai Kazuha non fare così..ero impegnato!” tentò di giustificarsi, peggiorando soltanto la situazione.

“Se fossi in te non riderei tanto per la ramanzina che Aoko ha presentato a Kaito, perché per te non si prospetta affatto più rosea la serata Heiji” così dicendo si voltò verso le scale risalendole, ma abbandonando le buste al principio.

“Hattori se non l’hai capito le buste le devi salire tu..” biascicò divertito Conan.

Il ragazzo del Kansai sbuffando caricò il risultato del duro shopping della ragazza per seguirla e tentare un tregua.

“Che dici? Dovremmo litigare anche noi?” affermò divertita la karateka.

“ Io eviterei Ran!” le rispose sorridente.

La ragazza si sedette sul divano accanto al bambino e lo sedette sulle sue gambe accendendo la tv.

“ Ran ma dobbiamo guardarla proprio così la tv?” sbottò Shinichi visibilmente rosso.

“ Si! È perfetto.. se la situazione non ti piace datti una mossa e cresci!” rispose allegra.

Tsè.. come se dipendesse da me pensò il ragazzo.

*****

“Aoko fermati! Per favore..inizia pure a piovere..”

La ragazza si bloccò, continuando a dargli le spalle.

“ Non ti ha chiesto nessuno di seguirmi! Vai via.. non vorrei mai ti raffreddassi..” rispose con tono sprezzante.

“ E se  io vado via tu dove vai?” chiese il ragazzo che nel frattempo le era giunto alle spalle.

“ Da Hakuba!” rispose divertita la ragazza sentendo le braccia del ragazzo stringersi attorno alla sua vita.

“ Allora credo proprio che un bel raffreddore lo prenderemo entrambi perché tu non vai proprio da nessuna parte!” voltò la liceale verso di sé avvicinandola al suo volto.

Poco lontano una figura li osservava, era convinta della sua scelta. La cosa giusta da fare era una e lei doveva avere il coraggio di affrontarla. Andò via non appena vide i due ragazzi avvicinarsi l’un l’altro.. sempre di più, ignorando la pioggia che iniziava a scendere copiosa sulle loro teste.. non riusciva ad ammetterlo, ma la cosa le creava un profondo disagio.
 
 
 

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Capitolo 21
*** La deduzione del secolo ***


La deduzione del secolo

Il calore dei raggi solari puntati dritti sulle sue palpebre lo costrinsero a dischiudere gli occhi prima del tempo. Si maledisse mentalmente per aver dimenticato la persiana alzata, allungò la mano verso il comodino vicino al letto cercando a tentoni il cellulare. Agguantò un oggetto di plastica e senza particolare attenzione iniziò a premere i tasti per poi portare l’apparecchio all’orecchio. Qualcosa non andava.. dal piccolo oggetto non proveniva alcun rumore.. per la prima volta osservò ciò che reggeva nella mano destra. Abbassò il sopracciglio destro e dischiuse lievemente le labbra dipingendo sul suo volto un ghigno ironico. Era ovvio se non più il motivo per cui non sentiva alcuno squillo, quello che reggeva nella mano era il piccolo telecomando dello stereo. L’aveva pensato sin dal primo momento in cui l’aveva visto, quel telecomando era strano, troppo piccolo e facilmente confondibile con altro e per ironia della sorte lui era cascato in quel buffo inganno. Decise di non sfidare nuovamente la sorte, si voltò contro noia e questa volta agguantò il telefonino con sicurezza. Stava per comporre il numero quando l’ora segnata dal display attirò la sua attenzione, erano le 7:30. Alzò gli occhi al cielo, lasciandosi cadere sul letto. Allungò nuovamente il braccio come poco prima, questa volta per abbandonare ciò che portava nella mano, ma il sonno e la distrazione gli fecero urtare la fotografia posata sul comò facendola cadere rovinosamente a terra e provocando non poco baccano. Il vetro della cornice andò in mille frantumi donando uno strano effetto alle figure ritratte nella foto. Scese dal letto stando ben attento a non calpestare le schegge di vetro e tolse il piccolo ricordo dalla cornice ormai distrutta. Nel togliere una scheggia dal volto della ragazza ritratta graffiò la foto. Una morsa gli strinse lo stomaco, quell’immagine, quella filatura sul volto di Ran lo inquietava, aveva come la sensazione che non presagisse nulla di positivo.

“ Kudo è tutto ok?”

Hattori era comparso sulla soglia attirato dall’insolito rumore proveniente dalla stanza dell’amico.

“ Si tranquillo, ho solo urtato per sbaglio il portafoto..” rispose il piccolo senza distogliere lo sguardo dall’immagine appena rovinata…

“Attento alle schegge..” si affrettò a dire non appena scorse il ragazzo del Kansai avvicinarsi.

Con non poca fatica riuscì finalmente  a sedersi accanto all’amico ancora intento a studiare la foto, non appena riuscì a scorgere l’oggetto di tanta attenzione sorrise. Un sorriso tra il preoccupato ed il divertito.

“ Dai Kudo è solo una foto..”

“ Lo so, ma ho come una strana sensazione..” cominciò il ragazzo senza aver tempo di finire.. qualcuno gli aveva sottratto, con una invidiabile velocità l’oggetto portatore di tanta angoscia.

“Le foto sono i nostri ricordi, un momento che rimane intrappolato in un foglio di carta, sarebbe un peccato se andasse perduto..” così dicendo il ragazzo porse la foto, tornata nuova come per magia, nelle mani del finto bambino.
Shinichi osservò l’immagine stupito, se non più..

“ Ma come?” domandò guardando l’amico.

“ Un mago non svela mai i suoi trucchi..” sghignazzò divertito per poi dirigersi verso la porta.

“ Ahi!” esclamo dopo appena tre passi, saltellando su un gamba reggendosi l’altra con il braccio mentre cercava la fonte del dolore con la mano. Trovata la piccola scheggia, causa di un piccolo tagliò la lanciò di malo modo sulla cornice che giaceva a terra.

Shinichi ed Heiji risero divertiti alla vista del loro amico ritrovando la serenità che sembrava essersi persa.

“Che avete da ridere?” chiese stizzito Kaito.

“ No pensavo..immagina se adesso vestissi i panni di Kid, stessi scappando dall’ispettore Nakamori, e a causa di una piccola scheggia iniziassi a fare il ballerino classico saltellando qua e la..”  esordì Heiji sull’orlo delle lacrime per il troppo riso.

Shinichi e Kaito si guardarono sbalorditi dall’assurda fantasticheria che la mente del loro amico aveva prontamente elaborato per poi scoppiare in una fragorosa risata che destò i restanti inquilini della casa.

*****

Il detective dormiente era riverso sulla scrivania con il capo poggiato su una pila di libri e le braccia a penzoloni. Sul suo volto era dipinta un’espressione ebete, aveva la bocca aperta in un qualche tipo di sorriso, di quei sorrisi che solo lui aveva la capacità di riprodurre, sembrava fosse nel più beato dei sogni. Considerato che è di Kogoro che stiamo parlando, sicuramente l’oggetto di tanta ilarità non poteva che essere Yoko Okino ma almeno per quella volta non invocava inutilmente il nome della bella idol nel sonno. Ran osservò il padre in quella buffa ma purtroppo abituale posizione. Si interrogò qualche minuto sul da farsi, svegliarlo? E se si come? Si domandava se avesse già risolto l’enigma consegnatogli dall’uomo.. ma chissà perché aveva il sentore  di una risposta negativa. Decise di destarlo attraverso il caffè, si diresse in cucina e dopo averlo preparato posò la tazza sotto il muso dell’uomo affinché il forte odore lo riportasse alla realtà. Alla ragazza parve di intravedere la lotta interiore del padre, combattuto in un ardua scelta. Svegliarsi per bere una bella tazza di caffè fumante? O continuare ad amoreggiare nel sonno con la sua bella Yoko? La ragione per questa volta prevalse e l’uomo dischiuse gli occhi. I suoi occhi ancora appannati dal sonno scorsero una figura femminile di fronte a sé e la sua mente assopita elaborò una delle sue brillanti deduzioni.

“Yoko.. sei tu?” chiese l’uomo speranzoso.

“ No risposta sbagliata!” rispose la figlia scocciata.

Il cipiglio sul volto della figura di fronte a sé, lo portò ad un’altra ancor più brillante conclusione.

“ O mio dio.. Eri che ci fai qui? Va via.. sognavo la mia bella Yoko.. che delusione!” Affermò il detective riposando il capo sulla scrivania speranzoso di tornare tra le braccia di Morfeo, ma soprattutto della sua bella Yoko.

“ Risposta sbagliata di nuovo! Sono quella povera sventurata di tua figlia!” gli urlò nelle orecchie rintronandolo la liceale.

Una cosa era certa, nulla riusciva a destarlo come le strigliate della figlia, a volte pensava che i ruoli tra di loro fossero un po’ troppo invertiti.

*****

“ Io andrò con Ran e Kogoro.. Heiji tu controllerai che non ci siano movimenti sospetti al di fuori del locale..e tu Kaito sai già cosa fare!” affermò Shinichi. 

I tre ragazzi dopo essersi lanciata un’occhiata complice si diressero ognuno al proprio ruolo, lo scontro era vicino.

*****

Un ragazzo dalla carnagione scura sostava poco distante da un piccolo ristorante ed osservava le tre figure sedute al tavolo vicino alla vetrata.
Un bambino più sveglio del dovuto, una liceale alquanto carina, ed un detective più addormentato del dovuto. Non c’era che dire, formavano proprio un bel gruppo.
Un uomo dai capelli rossicci non tardò a comparire sedendosi al tavolo del famoso Kogoro Mouri. Tutto sembrava procedere tranquillamente.
La stessa figura posta li per vedetta non si rese conto di essere a suo volta sotto il diretto controllo di qualcun altro.

*****

“Signor Mouri non sa come sono felice di vederla..” esordì entusiasta James White.

Ran osservava l’uomo panciuto di fronte a sé, non riusciva bene a comprenderne il motivo, ma non le ispirava fiducia sin dal primo momento in cui l’aveva visto.

“ Caro signor White, sarà lieto di sapere che ho risolto il codice.. poco dopo la sua visita tra l’altro. E’ stato un gioco da ragazzi per il grande Kogoro Mouri!” rispose con un po’ troppa allegria il povero stolto.

Quelle parole sembravano però essere musica per l’omaccione, sembravano essere l’unica via d’uscita in una casa invasa dalle fiamme, l’unico spiraglio di luce in un tunnel oscuro, l’unica nota intonata su un pianoforte scordato..erano tutto, l’inizio e la fine. L’immensa gratitudine che provava nei confronti del detective lo portava ad adorare i suoi goffi modi, i suoi baffi che ad una prima occhiata gli sapevano di ridicolo, sua figlia, anche se a dirla tutta, dopo una buona occhiata, aveva notato la bellezza semplice che contraddistingueva la giovane e l’avrebbe adorata indipendentemente da tutto il resto. L’unica tassello che considerava fuori posto era il moccioso seduto al lato della liceale, non riusciva a comprenderne il motivo, ma non riusciva a sostenere l’azzurro di quello sguardo senza sentirsi tremendamente in colpa. Era dispiaciuto, sinceramente, e forse per la prima volta in tutta la sua vita, di dover porre fine alla vita gioviale dei suoi commensali. Non poteva farci nulla, lui era un uomo di mondo, ed ormai conosceva bene la dura legge del più forte, la loro fine sarebbe stata la sua salvezza e questa era e rimaneva la cosa prioritaria.

“ Bene signor Mouri, mi esporrà le sue deduzioni dopo pranzo ok? A stomaco pieno saremo tutti più felici..”

Questo era il suo ultimo dono, un ultimo pranzo prima di morire.

*****

“Bakaito, che diavolo ci facciamo soli io e te in casa dei Kudo?” aveva esclamato Aoko allarmata dalla “spiacevole” situazione.

Kaito aveva osservato l’amica divertito, continuava a divorarsi le unghie. Era in uno stato d’ansia all’idea di ritrovarsi sola in casa, con quello che fino a qualche giorno prima era stato il suo “amico” d’infanzia. Ancora era presto notò con piacere il ladro e dalle cuffie che portava all’orecchio sembrava non fosse ancora necessario il suo intervento. Decise di divertirsi a stuzzicare un po’ i nervi della giovane ragazza di fronte a sé.

“ Aoko.. secondo te.. ti ho portata in una casa, soli.. o spento il cellulare lasciandolo apposta a casa tua.. tutto questo per quale motivo?” sogghignò il ragazzo intrappolando l’amica tra il suo corpo ed il muro.

“ Bakaito! Che ti salta in mente!” esclamò la ragazza cercando di prendere a pugni il ragazzo inutilmente.

Il ragazzo le si avvicinò cercando le sue labbra, per poi bloccarsi a meno di un centimetro di distanza dal suo volto. Rise.

“ Devo dire che non ci avrei messo molto a convincerti!” sogghigno divertito, notando che l’amica aveva frenato la scarica di pugni sul suo torace.

Aoko risentita divenne visibilmente rossa dalla vergogna e dopo averlo allontanato di malo modo uscì sbattendo la porta.
Forse ho esagerato..pensò tra sé e sé il ladro, prima di correrle dietro.

*****

“Bene signor Mouri, mi dica..” cominciò Lizard, dopo aver divorato ogni piatto che gli si era parato davanti. Si sa l’ansia chiude lo stomaco quanto l’ilarità lo apre.
Il detective si alzò dalla sedia con fare teatrale, portando Ran ed il piccolo Conan a vergognarsi visibilmente.

“ Il messaggio in codice era: Hai ucciso me, ed in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato. La chiave per risolvere l’enigma è racchiusa nell’ultima parte.. in qualsiasi modo io giri questo numero il risultato rimane invariato…”

Diede un breve colpetto di tosse, per creare quella che a suo dire sembrava suspance.

Un pensiero fece capolino nella mente del piccolo Conan. Che Kogoro avesse decifrato il messaggio? Perché era vero..la chiave dell’enigma risiedeva proprio nell’ultima parte. Con un pizzico di curiosità in più incitò l’uomo a continuare.

“ Questo mio indizio non vi aiuta? Non avete ancora capito? Cosa è che in qualsiasi modo si giri rimane invariato?”

Gli occhi di Conan si dilatarono visibilmente, che avesse sottovalutato Kogoro, che finalmente l’uomo fosse riuscito a trovare la chiave che apre la giusta serratura?

“ Nessuno sa dirmelo? Ma è l’addizione! È l’unica operazione matematica dove cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia!”

Conan rischio di capitolare dalla sedia, no.. non aveva sbagliato, Kogoro sarebbe rimasto sempre Kogoro il dormiente.

“ Quindi?” chiese visibilmente interessato Lizard.

Lo crede? Crede in una simile idiozia? Pensò sempre più basito il liceale.

“ Quindi lei era bravo in matematica.. oppure è mai stato un insegnante?” chiese trionfante Kogoro.

“ Si.. anni fa ho insegnato in una scuola matematica.. saranno passati almeno 8 o 10 anni..” confermò Lizard.

“ Lei allora ha bocciato qualcuno in quanto non in grado di fare le addizioni, e questa bambina o bambino si è sentita uccisa dalle sgridate della mamma!” concluse Kogoro sentendosi orgoglioso come un gladiatore nell’arena.

Conan si lasciò andare ad una risatina fermata sul nascere dal volto entusiasta del signor White.

“ Ma lei è un genio! Ora ho capito tutto! Signor Kogoro questa sera verrò con l’assegno mi attenda alle 8!” così dicendo si dileguò dal locale.

*****

Prese il cellulare tra le mani tremando dall’emozione, finalmente era salvo..aveva capito tutto.
Compose il numero con frenesia attendendo con ansia la voce femminile dell’altro capo.

“Lizard?” chiese la donna con la solita voce atona.

“ Ci sono riuscita, ho decifrato il codice..” affermò gagliardo l’uomo.

“Dimmi.. ti ascolto..” rispose con non poca sorpresa Akari.

“ 8 anni fa io ho fatto qualcosa di imperdonabile..” cominciò l’uomo imitando il tono melodrammatico utilizzato dal detective pochi minuti prima.

Che veramente avesse compreso? L’anno combaciava.. decise di permettergli di continuare..

“ Si.. sei sulla buona strada..” confermò la donna.

“ Io ero insegnante di matematica in una scuola elementare 8 anni fa, purtroppo la sua bambina o il suo bambino non era brillante nelle addizioni ed io ho deciso di rimandarlo all'anno successivo.. causando un trauma alla sua prole..e si sa.. quando un figlio soffre..la mamma muore con lui..”

La donna guardò la cornetta del telefono, domandandosi se sognasse o fosse desta.. come poteva un uomo essere così..così.. idiota! Decise di reggere il gioco.

“ Mi complimento con te Lizard, ti contatterò io informandoti del luogo per il nostro incontro”

Troppo stanca per ascoltare oltre riagganciò.
Si alzò dalla sedia e dopo aver afferrato la borsetta si avviò in cerca dell’uomo.

*****

Un ombra dietro un cespuglio osservava l’uomo per di carota saltellare allegramente qua e la, sembrava avesse vinto alla lotteria.

“ Kudo sembra che il capo l’abbia illuso.. gli ha fatto credere che la sua deduzione fosse giusta!” affermò il ragazzo reggendo il cellulare.

“ Lo immaginavo, ora non perderlo mai di vista..” rispose il bambino.

“E perché?” chiese scettico il ragazzo del kansai.

“Perché sei un idiota! Perché ora andrà ad organizzare un modo per uccidere me, Ran e Kogoro! Perché sennò!”

“ Perché dovrebbe uccidervi Kudo?”

Shinichi osservò la cornetta domandandosi se Hattori si stesse divertendo a beffarlo.

“ Perché non possiamo vivere..lui ci ha rivelato le parole del capo.. se noi indagassimo oltre potremmo essere una minaccia per lui.. ha programmato di ucciderci per le 8.. scopri come e avvisami!” concluse con tono isterico il finto bambino.

“ Ok, sarà fatto Holmes”

“ Lascio fare a te, Watson!”
 
Sera a tutte/i..o forse dovrei dire notte..
dopo un bel po' riesco finalmente ad aggiornare..
cosa ve ne pare del chap?
Non so come vi siano sembrate le deduzioni di Kogoro ma vi assicuro che io mi sono divertita tanto a scriverlo..
Chi è l'ombra che spia Heiji?
Chi è l'uomo che cerca Akari?
E soprattutto cosa succederà alle 8?
Lo scopriremo nel prossimo chap..o meglio lo scoprirete.. io lo so già!xD
Passiamo ai ringraziamenti,
come sempre un ringraziamento particolare a Blacky, Pad, Shana e Shin e Ran amore per aver recensito lo scorso chap.
Un ringraziamento anche a chi legge soltanto e a chi ha inserito la storia tra le preferite e le seguite..:)
Alla prossima allora,
Bacione

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Capitolo 22
*** Due cuori per uno sparo ***


Due cuori per uno sparo

La strada era andata in malora, così come i palazzi che su di essa si ergevano. I viandanti erano radi e questo provocava non pochi problemi al detective del Kansai. Un conto è pedinare un uomo in pieno centro, in mezzo a dozzine di persone.. un conto è seguirlo in una strada isolata e malfamata. Agli angoli si potevano notare losche figure parlottare tra loro, lo scenario non era certo roseo. Le carte sembravano giocare a sfavore di Heiji, ma per sua fortuna l’uomo oggetto di pedinamento non si distingueva in furbizia e non notò minimamente l’ombra silenziosa che aleggiava alle sue spalle. Entrò in un locale trasandato e si diresse al bancone, sembrava un gesto consuetudinario.
“ Un Gin!” urlò l’uomo ancora preso dall’ilarità della giornata.
Il bar man non sembrava essere dello stesso umore, un omone con un tatuaggio ben in vista sull’avambraccio destro. Un livido nero cerchiava l’occhio sinistro, sintomo di uno scontro non troppo remoto. Posò l’alcolico di malo modo per poi dileguarsi nella stanza sul retro.
Lizard travasò il bicchiere in gola, tutto d’un sorso per poi impugnare il cellulare.
“ Snake, sono io.. ho buone notizie.. sono riuscito a decifrare la frase del capo, sono salvo. Ora devo solo liberarmi di quel detective, crede che alle 8 gli porterò la busta paga, invece sarà la sua fine!”
La rabbia montò nel corpo di Heiji udendo le fredde parole dell’uomo.
Lizard attese qualche minuto in silenzio.
Probabilmente ascoltava la risposta del suo interlocutore concluse facilmente il detective, per poi tornare a posare l’attenzione sull’uomo che riprese a parlare.
“ Ma è ovvio! Porto una pistola, tre colpi alla testa: uno al detective, uno alla figlia ed uno al moccioso..”
Heiji strinse le mani in pugni trattenendo gli istinti violenti che stavano dominando il suo animo.
“ Certo che è sufficiente! Non ho bisogno di un piano idiota! Vado a casa mi faccio un bagno rilassante per poi andare e fare il mio lavoro!”
Concluse ridendo di gusto, pagò la consumazione e abbandonò il locale.

*****

Seduta sul divano continuava ad osservare imperterrita l’orologio affisso sulla bianca parete. Una strana sensazione aveva preso il dominio della sua anima. Ansia e panico si alternavano aumentandole la pressione sanguigna. Seduta sul divano sentiva le gambe fremere, senza riuscire a comprendere il motivo di tanto turbamento. Ogni minuto scandito dall’orologio le provocava angoscia. Quell’uomo non l’aveva mai convinta sin infondo. La telefonata del giorno prima, lo strano messaggio da decifrare senza alcuna spiegazione in merito.
E poi..quella reazione.. L’uomo era letteralmente esploso in un urlo di gioia dopo le deduzioni di suo padre.. Perché era così vitale quel messaggio? Perché non l’aveva pagato sul momento e aveva rimandato il tutto? Erano particolari che non la convincevano, per non parlare delle deduzioni del padre..addizioni, numeri, matematica, persino lei riusciva ad intravedere un qualcosa di bizzarro in quelle conclusioni..possibile che l’uomo non se ne fosse accorto? E poi.. Conan? O meglio Shinichi.. possibile che avesse creduto a quelle assurde affermazioni? No questo era impossibile.. ma allora.. perché mai aveva finto? Doveva scoprirlo.
Puntò lo sguardo sul bambino occhialuto seduto di fronte a sé. I suoi occhi chiari erano assenti, lo aveva visto molte volte in quello stato, era talmente assorto nei suoi pensieri da estraniarsi dal mondo.
Sembrava un abile giocatore di scacchi nel momento cruciale della partita, il minimo errore potrebbe essere fatale. Fatale?
Si guardò attorno per accettarsi di essere lontana da orecchie indiscrete.
“ Shinichi.. chi era quell’uomo?” gli chiese seria.
Il finto bambino dopo un attimo di smarrimento riacquistò la sua lucidità.
“Quale uomo?” chiese fingendo ingenuità.
“Sai benissimo di chi sto parlando.. James White” rispose seria la karateka con una punta di astio.
“Un cliente di tuo padre.. perché?” le rispose canzonandola.
Ran abbasso lo sguardo nascondendo i suoi occhi lucidi dietro al ribelle ciuffo.
“ Smettila di mentirmi..persino io ho capito che le deduzioni di mio padre erano senza capo né coda.. persino io ho notato la strana reazione di quell’uomo..persino io ho capito il tuo strano atteggiamento.. non ti sei minimamente interessato al caso sin dall’inizio..e questo non è da te.. a meno che.. non fosse un caso per te già risolto!” concluse in un soffio.
Alzando lo sguardo notò, con gioia, di essere riuscita ad attrarre la sua attenzione. Per lei quel ragazzo era un libro aperto, poteva vedere i pensieri confusi che si creavano nella sua mente, alla ricerca di una scusa plausibile.
Lo stava facendo di nuovo.. tentava di nasconderle qualcosa.. ma perché? Probabilmente per proteggerla.. ma da cosa?
“ Ran.. in realtà ho preso il biglietto ieri sera di nascosto.. ho provato a decifrarlo senza risultati e quindi ho preferito tacere..” affermò il ragazzo fingendo imbarazzo.
Ran lo fissò instancabilmente.
“ E’ la verità?”
“ Certo!”
Gli sorrise, un sorriso finto e spento, menzognero come le parole pronunciate dal ragazzo. Era una bugia, ogni singola parola uscita dalla sua bocca altro non era che una stupida bugia, e lei questo lo sapeva bene. Ma ormai aveva imparato a conoscerlo.. e sapeva che prima o poi.. avrebbe scoperto il motivo di tale comportamento.
“Ran ho fame.. sono quasi le 8.. perché non vai a comprare qualcosa da mangiare?”
“Va bene, vado” concluse la ragazza sorridendo.
Si diresse verso la porta e dopo aver indossato le sue adorate ballerine aprì l’uscio di casa donando un altro sorriso al bambino prima di scomparire.

*****

Conan corse verso la finestra dell’agenzia Mouri per verificare il successo del suo piano, la liceale si stava allontanando imboccando una strada secondaria mentre un Heiji visibilmente affaticato raggiungeva in fretta e furia l’agenzia.
Aprì la porta al compagno facendolo entrare nell’abitacolo.
“ Non ha alcun piano vero? Vuole solo spararci.. giusto?” chiese il detective dell’est.
Heiji aprì e chiuse convulsamente gli occhi più volte.
“ Ma come diavolo?” chiese spaesato tastandosi ovunque alla ricerca di qualche cimice.
Conan rise di gusto.
“ Non hai alcuna cimice! Se avesse avuto un piano mi avresti chiamato per informarmi..invece ti sei diretto qua consapevole che non correvo alcun grave rischio!”
“ Ovvio” rispose un seccato Heiji.
“Hai allontanato la ragazza dell’agenzia? Dove l’hai mandata?”
“Formalmente.. a comprare qualcosa da mangiare..” rispose tranquillamente Shinichi.
“ Formalmente?” chiese curioso l’altro.
“ In realtà ho parlato con mia madre, si incontreranno, naturalmente per puro caso.. e mia madre la convincerà ad andare a casa mia.. dove sarà di certo al sicuro..” concluse convinto del suo piano.
“ Ho capito.. allora prepariamoci”
“ Esatto.. prepariamoci!” affermò serio il finto bambino osservando l’orario, le 19: 40.

*****

Caricò l’arma soddisfatto osservando il piccolo oggetto nero che tante vite aveva spento. Era strana la sensazione che provava quando premeva quel grilletto, le emozioni che lo travolgevano quando un velo opaco scendeva sugli occhi delle sue vittime. I loro occhi si spegnevano chiedendo spiegazione, nessuno in quel momento dimostrava rabbia o risentimento ma solo tristezza. L’ultima luce che li accompagnava era la ricerca della verità, quella verità che gli spiegasse perché un proiettile trafiggendoli avesse trafugato il loro dono più grande, la loro vita. Ogni volta, ogni singola volta..si era interrogato sulla sua di reazione, sui suoi di occhi. Ora il suo sguardo era quello del giustiziere, ma se un giorno fosse stato il giustiziato? Allora sarebbero stati i suoi di occhi a spegnersi.. i suoi occhi a velarsi.. i suoi occhi alla ricerca della verità.. e questa era da sempre la sua paura più grande.
Riacquistata la necessaria lucidità nascose l’arma nei pantaloni e uscì dall’hotel.
Attraversava le strade di Tokyo sicuro di sé e dei suoi propositi. In parte provava dispiacere all’idea di spegnere quelle vite, che infondo non avevano altra colpa se non quella di averlo salvato, ma lui conosceva la dura legge della natura..il più forte prevale sul più debole.
Ignorava la figura che furtiva lo seguiva ad ogni suo passo come una fidata ombra.

*****

Ore 20:00.
Puntuale come un orologio svizzero il citofono dell’agenzia Mouri annunciò l’arrivo del signor White.
Kogoro si diresse verso la soglia con un ghigno divertito mentre alle sue spalle il piccolo Conan fingeva di giocare all’ultimo videogioco di Kamen Yaiba.
Il detective accolse il cliente con ilarità, forse troppa.. a tal punto da insospettire l’uomo.
Resosi conto dell’errore commesso tentò di riacquistare terreno con una scusa inventata sul momento.
“ Mi scusi signor Lizard.. sa è che oggi c’è lo spettacolo di Yoko Okino! Ho i biglietti per vederlo dal vivo e sono elettrizzato all’idea!”  tentò di affermare il detective mostrando la sua solita risata smisurata.
L’inganno sembrò convincere lo stolto uomo, che riacquistata serenità si accomodò accanto al piccolo.
Se uccidessi prima il moccioso.. il detective guadagnerebbe il tempo necessario per assalirmi.. ho sentito dire che da giovane ha praticato arti marziali.. anche se non ricordo il tipo in particolare.. rifletté silenziosamente l’uomo.
“ Le posso offrire qualcosa?” domandò cordialmente Kogoro distogliendolo dai suoi piani.
“ Si grazie, una birra andrà bene..” rispose l’uomo prendendo altro tempo per riflettere.
Ma la ragazza dov’è? Se dovesse mancare sarebbe un bel problema pensò preoccupato il malvivente.
“Ran porta una birra per il signor White!” annunciò il detective.
“ Arrivo papà!” rispose la ragazza.
Bene.. allora era semplicemente in cucina.. aspetterò che la ragazza porti da bere.. poi mi avvierò nello studio con il detective fingendo di volergli parlare in privato.. e sparerò un colpo dritto alla nuca, grazie al silenziatore la ragazza ed il bambino non sentiranno nulla.
In seguito chiamerò la ragazza fingendo un malore, non appena varcherà la soglia.. l’attenderà lo stesso destino del padre..il buio.
Infine andrò dal bambino.. lui non mi creerà più di tanti problemi.. è di un bambino che stiamo parlando.
Concluse il suo piano mentale sicuro della buona riuscita.
La liceale varcò la soglia del salone posando le bevande sul tavolino e dopo aver atteso la loro consumazione si dileguò in cucina.
E’ il momento pensò.
“ Detective Mouri, vorrei parlarle in privato..potremmo andare nel suo studio?” chiese il panciuto uomo.
“ Ma certo! Mi segua pure..”

*****

Bizzarro. Un gradino, due gradini, tre gradini.. questa scala è tutto ciò che lo sapere dalla morte. Pover uomo pensò tra se e sè Lizard.
Entrarono nell’abitacolo circondato dal buio, Kogoro premette l’interruttore con noncuranza e si avviò verso la scrivania.
“ Sa.. mi dispiace detective.. ma credo che questa sia la sua fine! Un ultimo desiderio?” chiese spavaldo Lizard.
“Si! Vedere la tua pistola!” rispose divertito il detective.
L’uomo sgranò gli occhi, portò velocemente le mani alle tasche dei pantaloni. Vuote. Nulla la pistola era sparita.
“ Ma come? Quando? ..” iniziò a farfugliare perdendo all’istante ogni forza.
“ Cercavi forse questa?” domandò divertita la liceale con il finto bambino al suo fianco.
I rumori dei passi che risalivano velocemente la scala li distrassero tanto da far sfumare quello che avvenne dopo.
Un uomo entrò irruento nel piccolo studio, scaraventò Conan dall’altro lato della stanza e afferrò Ran dalle spalle puntandole una pistola alla tempia.
“ Snake!” urlò Lizard in preda alla gioia.
“ Sei un’idiota Lizard! Se io non fossi arrivato? Cosa avresti fatto? Vuoi dirmelo? Sono solo tre nullità..li metterò a tacere in un batter d’occhio..” iniziò a beffeggiarlo il nuovo arrivato.
Lizard abbassò lo sguardo mortificato, non aveva il coraggio di contraddire l’uomo che infondo non diceva altro che la verità.
“ Ora facciamo fuori la prima..” annunciò Snake puntando lo sguardo su Ran.
La sua mano fu bloccata da un calcio fermo e deciso che sbalzò la pistola in avanti.
L’uomo guardò interdetto la figura di fronte a sé..
“ Ma ha due figlie gemelle?” chiese sconvolto.
Conan riaprì gli occhi stordito e osservò le due Ran che si paravano di fronte a sè.. una appena liberata dalla presa di Snake e l’altra in posizione d’attacco. Dalle spalle di quest’ultima sgattaiolò fuori un’altra ragazza, Aoko. La liceale si dirigeva verso la finta Ran. Spostò lo sguardo da destra a sinistra alla ricerca della pistola che il calcio della karateka aveva sbattuto al largo e quando la trovò il terrore si impossessò del suo corpo. Lizard maneggiava due pistole, una nella mano destra e l’altra nella sinistra, puntandole in due distinte direzioni.
“ Lo sapeva che sono ambidestro?” chiese riacquistando la spavalderia di pochi minuti prima.
Due spari in contemporanea, due corpi che cadono rovinosamente a terra, un unico urlo.
 

Ebbeni si.. dopo tanto tempo sono qui! :)
Vi sono mancata?
Purtroppo ha causa degli impegni ho avuto poco tempo per scrivere..
Chiedo scusa..xD
Comunque passiamo al chap..
Chi è la figura che pedina Lizard?
Chi è la finta Ran?
Chi è stato sparato? Cosa è successo?
Mi odiate per aver fermato il chap in quel punto? *.*
Ditemi di no..:)
Aspetto i vostri commenti! :D
Ora passiamo ai ringraziamenti,
Grazie mille a Blacky, Pad, Shana e Shin e ran amore per aver recensito lo scorso chap! :)
Grazie mille a chi ha inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite..
E grazie mille anche a chi legge soltanto! :)
Alla prossima allora,
che molto probabilmente sarà l'ultimo chap xD
Un bacione

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Capitolo 23
*** L'atto finale ***


L’atto finale


Una pozza di sangue si espande velocemente ed inesorabilmente sul pavimento dell’agenzia investigativa raggelando l’atmosfera e gli animi degli inermi spettatori.
Le pistole ancora fumanti ed immobili nelle mani del proprietario sono pronte a sparare un altro colpo. A strappare barbaramente un’altra vita e spegnere un altro battito o forse due.
Il bambino osservava ansante le due figure inermi al suolo.

“ Ora che le due ragazze sono andate.. chi vuole essere il prossimo?” chiese l’uomo beffardo ignorando il dolore che mestamente si diffondeva per l’abitacolo.

Nessuno trovò il coraggio di proferir parola. Conan provò inutilmente ad alzarsi da terra facendo pressione sulle gambe. Lanciò un gemito di dolore dovuto allo sforzo, forse la caduta doveva avergli provocato qualche frattura. Il lamento giunse alle orecchie del criminale.

“ Sai moccioso, pensavo proprio a te! Il prossimo sarai proprio tu.. e la gemella!” ghignò l’uomo divertito.

La diretta interessata posò i suoi occhi svuotati sull’uomo. Non replicò, non dimostrò né paura né titubanza. Sembrava pronta a tutto, ormai non aveva molto in cui credere e sperare. La situazione era degenerata, avrebbe accettato, affrontato e superato tutto ma non questo. Apriva la bocca solo per farle prendere aria. Aria? Sembrava inutile ormai persino essa.
Il detective la osservò,sperando che il suo sguardo fosse sufficiente a smuoverla. I suoi occhi dovevano portarla alla luce, non tutto era perduto. Il destino non era segnato. Non aveva ancora potuto controllare se le due sagome a terra fossero solo svenute.. o.. Non aveva il coraggio di pensarci, non potevano, non dovevano esserlo.
Le sue inutili speranze furono spente per la seconda volta dallo stesso spietato rumore sordo.
Chiuse gli occhi attendendo che il dolore gli pervadesse anima e corpo. Aspettava la fine come uno spettatore teatrale all’ultimo atto. Un’opera vista e rivista, che questa volta avrebbe provato sulla propria di pelle. Tra qualche ora l’effetto dell’anestetico avrebbe cessato e Kogoro si sarebbe destato dal suo sogno indotto. L’ispettore Megure sarebbe giunto all’agenzia in seguito alla chiamata straziante di un uomo derubato dei propri affetti. Al suo arrivo una strage si sarebbe parata, mostrandosi in tutta la sua ignobiltà. Una stanza derubata dalla sua dignità, madre di un orribile ed efferato delitto. Avrebbero trovato il nodo della matassa? Sciolto il mistero della loro morte? O le loro anime non avrebbero mai trovato pace? Avrebbero vagato per sempre ripensando a quello che un ingrato proiettile gli aveva derubato.
Qualcosa bloccò il fluire di quelli che dovevano essere i suoi ultimi pensieri. Il suo istinto di detective lo portò a riflettere, causa- effetto. Un unico sparo aveva tagliato l’aria, un unico gemito.
Aprì preoccupato gli occhi alla ricerca della finta Ran, ritrovandola nella stessa posizione di pochi attimi prima. Immobile come una statua di cera, perdeva a mano a mano colore, stringeva le mani in pugni ed irrigidiva corpo e cuore. Ma allora chi era la vittima prescelta? Non lei.. non lui..
Voltò lo sguardo in direzione di Lizard trovandolo disteso al suolo, su di lui non vi erano dubbi, la vita era stata strappata via dal suo corpo. Un unico proiettile dritto e mirato al cuore.
Ma la provenienza?
Un altro piccolo oggetto metallico entrò fulmineo nella piccola agenzia colpendo il secondo criminale.
Snake si accasciò al suolo biascicando.. “ Perché ci fa questo?”
Perché ci fa questo? Ma cosa voleva dire? pensò tra sé e sé il finto bambino.
Il finto Kogoro strappò via la maschera dal volto precipitandosi verso le ragazze ancora giacenti al suolo.
Si avvicinò alla karateca tirando un sospiro di sollievo, il proiettile l’aveva colpita di striscio, la ferita era superficiale. La paura unita al dolore dovevano averle fatto perdere i sensi. Lanciò uno sguardo rassicurante verso il detective dell’est che piano cercava di trascinarsi verso la ragazza.
Il detective dell’ovest spostò l’attenzione sulla sagoma accanto a Ran scoprendo con orrore la provenienza della pozza di sangue allargatasi sul pavimento. Si avvicinò in fretta alla ragazza controllandole il battito, era debole. La ferita all’addome era grave e profonda, poteva averle causato una qualche emorragia interna, per non parlare del grande quantitativo di sangue perso.
Spostò lo sguardo verso la finta Ran fredda ed immobile in quella posizione innaturale.
“ Kaito?! Cosa fai li impalato? Sbrigati! Chiama un ambulanza!” gli urlò contro Heiji cercando di riportare il ragazzo alla dura realtà.

*****

“Custodisci Pandora affinché non cada nelle mani sbagliate, donala solo quando un cuore puro avrà bisogno di essere salvato, non permettere che i suoi battiti si fermino.”

Le parole di sua madre le riecheggiavano nelle orecchie, le lacrime spingevano per scendere copiose sul volto mentre osservava il tutto da lontano. I suoi occhi.. erano così..spenti. Era come se con lui si stesse spegnendo anche lei. Strinse nella mano sinistra il piccolo ciondolo tra le mani, doveva fare la sua scelta ed al più presto..

*****

Dei passi risalivano le scale dell’agenzia.
Heiji si nascose dietro l’uscio per attendere l’ingrato ospite.
Una figura femminile fece il suo ingresso dirigendosi verso la finta Ran.
“ Akari? Sei stata tu a spararli vero?” chiese il bambino riconoscendo subito la donna.
Annuì con un cenno del capo per poi posare le sue mani sul volto di plastica della finta Ran sfilandolo delicatamente. Il volto del ragazzo era irrigidito e continuava a fissare instancabilmente la sagoma di Aoko che giaceva al suolo.
“ Kaito?” tentò di richiamarlo la donna alla realtà.
Akari ritorno indietro con gli anni.

Otto anni prima:

Un funerale. Un bambino osservava la fredda bara di legno intarlata con degli eleganti ricami. Per quanto elaborata, per quanto ricercato potesse essere il legno di cui era fatta, rimaneva sempre un freddo pezzo di tavola simbolo di vite spezzate. Portate via dal tempo, dalle malattie, da delle impure mani. Le lacrime scorrevano copiose sul volto di Akari pensando a quale vita fosse stata spezzata, la sua, quella del suo Toichi. Puntò il suo sguardo sul bambino che tanto assomigliava al padre, sembrava di cera, stringeva le mani in pugni ignorando il vano tentativo della madre di consolarlo. Il male e la sofferenza corrodevano quel piccolo corpo straziandolo di un dolore ingiusto per la sua dolce e tenera età. Improvvisamente i suoi occhi azzurri ebbero un guizzo di vita, una bambina dai lunghi capelli scuri gli si era accostata prendendolo per mano senza proferir parola. Il piccolo Kuroba sembrava rincuorato e rassicurato da quel tocco. Akari sorrise dietro la maschera alla vista della tenera scena.
Un uomo a lei sconosciuto dava l’estremo saluto al mago con delle parole a suo parere vuote e scarne.


“Un caro amico, nobil uomo, amato marito ed impeccabile padre lascia i suoi cari. Uno sfortunato incidente, mentre faceva ciò che più amava, incantare il pubblico..”

Uno sfortunato incidente? Lo beffeggiò tra sé e sé Akari, è stata la sua mano a portarcelo via non la sua passione. Guardò per l’ultima volta il freddo legno per poi promettere più a sé che all’uomo.
Proteggerò Kaito ad ogni costo!

L’aveva promesso a lui, a se stessa, a quel bambino.. ma aveva fallito miserabilmente.
Gli aveva salvato la vita? No!
Lei sapeva cosa significava vivere con la consapevolezza di aver perso l’amore. Alzarsi la mattina cosciente che il telefono non suonerà, certa di non udire la sua voce, di non riempirsi dei suoi sorrisi. E’ una sicurezza che ti deturpa l’anima, la svuota, la violenta giorno per giorno. Un dolore che il tempo non rimargina ma acuisce. Sapeva cosa stava provando, infondo, lo aveva provato lei stessa sulla sua pelle.
Accarezzò per l’ennesima volta il viso del ragazzo, cercando di trasmettergli un po’ del suo calore.
Ma esattamente come allora, ignorava il suo gesto materno come aveva ignorato quello della madre 8 anni prima. Esattamente come allora, l’unico tocco che l’avrebbe destato da quel tunnel senza uscita era quella ragazza.
La osservò. Respirava a fatica, il suo volto diveniva sempre più pallido, sembrava esalare gli ultimi respiri. L’ultima volta in cui espirava ed inspirava, seppur con non poca fatica, aria. L’ultima volta che quell’esile cuore palpitava. L’ultima volta in cui quel corpo poteva definirsi caldo e vivo.
“Kaito l’ambulanza arriverà a momenti, la salveremo sta tranquillo!” tentò di scuoterlo Heiji.
Conan e Akari si lanciarono un’occhiata in tralice consapevoli della menzogna insita nelle parole del detective dell’ovest. L’ospedale era distante, l’ambulanza ci avrebbe impiegato almeno mezzora ad arrivare, la ferita di Aoko era profonda e solo la mano di un chirurgo avrebbe potuto arginarla, le probabilità di salvarla erano scarse.
Per l’ennesima volta in quella triste sera una figura varcò la soglia dell’agenzia, la sua figura era celata da un lungo velo nero dal quale si intravedevano dei lunghi capelli rossi.
Dalla sua mano destra pendeva una collana adornata da un prezioso gioiello.
“ Pandora..” esclamò stupefatta Akari.

Custodisci Pandora affinché non cada nelle mani sbagliate, donala solo quando un cuore puro avrà bisogno di essere salvato, non permettere che i suoi battiti si fermino. Furono queste le sue parole ed io grazie a questa pietra ne salverò due di cuori..” annunciò la ragazza con tono perentorio.

“ Cosa vuoi dire?”
Per la prima volta Kaito sembrò ritornare alla realtà, il suo respiro alla regolarità ed il suo cuore seppur timorosamente a battere ravvivato di nuova speranza.
“ La sostanza contenuta all’interno di Pandora ha proprietà curative miracolose, non so se sarà in grado di salvarla ma è la sua ultima speranza..”

*****

Tre ore più tardi

Le autovetture della polizia sfrecciavano a sirene spiegate per le strade di Tokyo.
La loro meta era un edificio sontuoso situato in una strada secondaria del quartiere di Beika.
L’inquilino dell’immobile spostò delicatamente la tenda, sorridendo, un riso amaro e nervoso.
“ Mi hai tradito Akari, lo sapevo che per lui avresti fatto questo ed altro, ma se non posso averti..tanto vale finirla qui..”
Sfilò la maschera portando alla luce le sue iridi azzurre e glaciali contornate da un segno unico ed inconfondibile. Il ragno, quel ragno ormai privo di ragnatele ed esche.
Il rumore della porta sfondata lo portò a voltare lo sguardo verso il panciuto uomo dal chiaro impermeabile.
“ Lei è il signor Gunter Von Goldberg II?” ruppe il silenzio l’uomo.
Spider alzò le braccia in segno di resa. Questa era la fine dell’organizzazione.

*****

Uno strano rumore atono e ripetuto ritmicamente le infastidiva le orecchie. Un forte odore di disinfettante le provocava non poco fastidio. Qualcosa di caldo era posato sulla sua mano destra, da quanto tempo non avrebbe saputo dirlo. Aveva una voglia immensa di riaprire gli occhi, ma le forze glielo impedivano beffeggiandosi di lei. Aveva perso la condizione del tempo, non ricordava nemmeno lei da quanto tempo stesse tentando di destarsi. Uno sparo, un forte dolore all’addome, il buio. Questi erano gli ultimi nitidi ricordi, tentava di scacciarli via, invano.
Iniziava a sentire delle voci come un piacevole sottofondo, a poco a poco riuscì a captare persino i loro discorsi. Si abbandonò ad un nuovo tipo di spionaggio, curiosa di conoscere i suoi pensieri.

Kaito studiava la figura che giaceva nel letto. Nonostante le parole rassicuranti del dottore sentiva che la sua ansia si sarebbe placata solo al suo risveglio. Ripensò alle parole di Ran una volta chieste le dovute spiegazioni. Le ragazze non sarebbero mai e poi mai dovute essere li.. eppure per un motivo o per un altro ci erano arrivate. La karateka aveva raccontato di aver incontrato Kazuha e Yukiko al supermercato che avevano tentato in ogni modo di portarla a villa Kudo e proprio tanta insistenza l’aveva insospettita. Una volta fuori dal supermercato con la scusa di dover passare in lavanderia e con la falsa promessa di raggiungerle al più presto le aveva abbandonate incontrando per puro caso un’adirata Aoko. La ragazza le aveva raccontato del malsano scherzo dell’ “amico” e della sua reazione con non poco imbarazzo. Insieme avevano riflettuto sul da farsi, giungendo alla brillante soluzione di dirigersi all’agenzia in cerca dei due mascalzoni, ovvero Kaito e Shinichi. Il resto lo avevano vissuto sulla loro pelle ed ancora era troppo presto per ripensarci su.
Il rumore della maniglia destò il ragazzo dal suo silenzioso resoconto.
Conan varcò la soglia della porta dell’ospedale accompagnato da Ran.
“ Kaito cosa dicono i dottori?”
Il ragazzo sorrise.
“ Sue testuali parole: La ragazza è salva per miracolo, una strana sostanza rilevata nel suo sangue ha frenato le gravi emorragie interne strappandola a morte certa. Cosa le avete somministrato? Questo potrebbe essere un grande passo per la medicina.”
Conan osservò il ragazzo con sguardo curioso.
“ E tu cosa hai fatto?”
“ Gli ho dato il liquido avanzato sotto il consenso di Akako, la volontà di quella donna sarà portata a termine, milioni di cuori verranno salvati. Akari che fine ha fatto?” chiese il ladro notando l’assenza della donna.
Il finto bambino abbassò lo sguardo al suolo.
“ Questa sera è venuta per porre fine a tutto. Ha consegnato l’organizzazione nelle mani della polizia, condannando anche se stessa..ho chiamato l’ispettore Megure come Shinichi Kudo, Ran gli ha consegnato le prove fornite da Akari.. sono stati arrestati. Tutti.”
“ Anche il capo?” ribatté Kaito.
“ Il capo era Spider..” rispose il detective dell’est.
“ Spider? Ma non era morto?” chiese sbigottito il ragazzo.
“ No.. era stato un piano ideato da Akari. Spider amava Akari e quando lei ha chiesto salva la tua vita hanno ideato un piano nella speranza di spaventarci e di portarci a rinunciare all’organizzazione. Fallito il loro tentativo pur di salvarti ha tradito Spider dall’interno portandolo alla rovina in questa sera. Sai che giorno è?”
“ Oggi sono 9 anni dalla scomparsa di mio padre.” Concluse il ragazzo abbassando lo sguardo per celare il lucido che i suoi occhi trapelavano.
Il detective dell’est si avvicinò a Ran che nel frattempo si era accostata al letto di Aoko. Alzando lo sguardò notò il velo che copriva il volto dell’amico al pensiero del padre e tentò di smorzare l’atmosfera.
“ Kaito cosa ti ha chiesto quella ragazza quando ha voluto parlare in privato?”
“ Ti riferisci ad Akako?” chiese Kaito stampando un ghigno sul suo volto.
“ E’ così che si chiama quindi?” chiese dubbioso l'altro cercando di capire l’espressione dipinta sul volto del suo interlocutore.
“ Si, è così che si  chiama. Mi ha posto una condizione, un’unica richiesta per la vita di Aoko..”
“ E quale sarebbe?” chiesero all’unisono Ran e Conan.
“ Io dovrò continuare ad essere Kaito Kid!” concluse allegramente il ragazzo.
“ Cooosaaa?” sbottarono due voci in coro.
La seconda voce attirò l’attenzione dei presenti.
“ Aoko ma da quanto sei sveglia e stai origliando?” chiese scioccato il ladro.
“ Abbastanza da aver sentito tutto! Ma come puoi aver accettato una simile condizione Kaito?” sbottò la ragazza carica di nuove forze.
“ La richiesta di Akako è semplice e giusta. La leggenda di Pandora deve continuare ad esistere, se si scoprisse la verità molto probabilmente uomini avidi e senza scrupoli cercherebbero di rubare la nuova sostanza scoperta, il mondo della medicina sarebbe intaccato dal male..mentre finché Kaito Kid solcherà i cieli continueranno a credere nell’esistenza di Pandora. Tra i due mali quello minore è sicuramente il furto dei gioielli no? Oltretutto così la volontà di quella donna sarà tutelata, il suo dono salverà delle vite.” Concluse Shinichi.
Kaito annuì sorridendogli in segno di ringraziamento.
“ Ma se l’organizzazione è stata sconfitta tutto questo a cosa serve?” chiese timorosamente Ran.
“ Il male non è solo in quell’organizzazione, uomini come Spider purtroppo nasceranno sempre..basta pensare alla mia di situazione no?” ribatté tranquillo Shinichi.
Kaito continuava a fissare Aoko.
“ Kaito perché continui a fissarmi?” chiese la ragazza vistosamente rossa in viso.
“ Lo sai che origliare è maleducazione?” rispose il ragazzo presentando la sua inimitabile poker face.
“ Certo! Esattamente come tu sai che rubare è un reato!”
I presenti si guardarono sbalorditi per poi riempire la stanza delle loro risate.

*****

 Un mese dopo

Ran ed Aoko si dirigevano a passo spedito verso la stazione, erano in ritardo, ma non un ritardo qualsiasi, ma di quelli tremendi.

*****

Kazuha aspettava sulla soglia della stazione spazientita, l’ultima volta che aveva visto le sue amiche, una era in ospedale e l’altra alle prese con l’ispettore Nakamori nel vano tentativo di inventare una scusa plausibile per le condizioni della figlia. Il risultato finale era stato.
“ Due clienti di mio padre, rivali tra loro, sono impazziti ed hanno iniziato a sparare all’impazzata colpendo a caso.”
Per quanto assurda e bizzarra il povero ispettore ci aveva creduto ed aveva archiviato il caso.
La ragazza del Kansai intravide da lontano le due figure che frettolosamente la stavano raggiungendo.
Forse il loro fiatone, i loro volti sfiniti..o la gioia di rivederle dopo tanto tempo le fecero smontare la rabbia. Non appena le ragazze le si pararono davanti una Kazuha al settimo cielo saltò al collo delle amiche salutandole. Dopo minuti che parvero anni le ragazze sciolsero l’abbraccio.
“ Ma cosa diavolo?” esclamò Kazuha guardando sbalordita alle spalle delle amiche.
Quest’ultime si voltarono all’istante.
Tre 17anni le avevano appena raggiunte.
“ Shinichiii?” domandò senza fiato Ran.
“ Heiji che fine avevi fatto?” sbraitò Kazuha visibilmente preoccupata per il mutismo delle ultime due settimane.
“ Bakaito?!” esclamò Aoko.
“ Hai detto bene Ran, Shinichi e non più Conan.” Affermò sorridente il detective.
Le tre ragazze sgranarono gli occhi udendo la notizia.
“ Perché bakaito?” chiese risentito il ladro.
“ Perché suonava bene!” rispose una sorridente Aoko.
Il gruppo  osservando la strana coppia scoppio in una fragorosa risata.
Quelle due settimane di assenza avevano fruttato il ritorno di Shinichi Kudo. Ma questa era un’altra storia
.


Ragazze sono riuscita a finire di scrivere l'ultimo chap!
Bene bene..questa storia così giunge al termine..
Ora è tutto chiaro?
Il capo era Spider innamorato di Akari,
quest'ultima pur di mantenere la sua promessa fornisce le prove contro l'organizzazione..
Pandora con le sue proprietà curative riesce a salvare Aoko..
e la figura che nessuno capiva chi fosse era Akako..!
Detto questo il finale vi piace? Dopo tutto sembra che i tre siano spariti misteriosamente per due settimane..
ed al loro ritorno..abbiamo Shinichi? ma come è successo..come vi ho detto questa è un'altra storia..
che non so se scriverò mai..
Tra studio ed il resto credo che non scriverò per ora..xD
I lettori esultano! xD
Ora ringrazio coloro che mi hanno seguito sin dall'inizio sperando di non avervi delusi!
Blacky, Pad, Shana, Shin e Ran amore! :D grazie!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito a saltelli, coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Sperando che almeno all'ultimo chap potrò sapere i vostri pareri!
Alla prossima,
Un bacione

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