As long as you love me.

di faithforevah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** capitolo 16. ***
Capitolo 17: *** capitolo 17. ***
Capitolo 18: *** capitolo 18. ***
Capitolo 19: *** capitolo 19. ***
Capitolo 20: *** capitolo 20. ***
Capitolo 21: *** capitolo 21. ***
Capitolo 22: *** capitolo 22. ***
Capitolo 23: *** capitolo 23. ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25. ***
Capitolo 26: *** capitolo 26. ***
Capitolo 27: *** capitolo 27. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


'La facciamo questa pazzia?'

Non potevo far altro che pensare a quella frase.

Si era completamente fottuto il cervello?

O forse ero io la pappamolla che aveva troppo paura di lasciare l'ala confortevole della mamma.

Mi rigiravo tra le coperte cercando di far sparire il viso di Niall dalla mia mente.

Proprio così il mio migliore amico da tipo una vita, Niall James Horan, il biondino dai capelli biondi, gli occhi blu come l'oceano un sorriso che mette allegria e una simpatia unica, quello che mi aveva fatto battere il cuore ma che poi si era tirato indietro dichiarando di non voler rovinare la nostra amicizia. Era passato un anno e mezzo da quel bacio che voleva dimenticassi eppure io stavo sempre lì a torturarmi.

Ma ora non era questa la cosa importante, dovevo o no andare con lui a Londra?

Mi aveva messo quei biglietti Irlanda-Inghilterra in faccia aspettandosi che saltassi di gioia ma era andato via deluso, lasciandoli sulla mia scrivania.

Sospirai e prendendo il telefono iniziai a scrivere un messaggio:

'facciamolo, passa a prendermi domani mattina. p.s. Grazie per il biglietto, te lo ripagherò'.

Inviato. Lasciai cadere il telefono sul mio petto e cominciai a fissare il soffitto.

Doveva tenerci davvero a questo viaggio, non potevo deluderlo e ad ogni modo, noi due assieme ci saremmo divertiti un mondo, questo doveva bastare a convinvermi del tutto.

Spensi la luce e con le poche forze che mi rimanevano mi levai la felpa buttandola sul pavimento per poi chiudere gli occhi e lasciarmi prendere dal sonno.

 

[...]

 

-Candice, c'è Niall. - La voce di mia madre riecheggiò in tutta la casa fino alla mia stanza.

Con tutta la voce che riuscì a tirare fuori dissi di farlo salire.

Riuscivo a sentire i suoi passi pesanti salire le scale e poi la porta cigolare quando entrò.

Aveva un sorrivo a 365 denti stampato sulla faccia. Si precipitò subito verso di me, ancora nel letto insonnolita.

-Potevi vestirti prima di farmi salire.- Mi buttò addosso la felpa blu della giornata precedente e subito mi resi conto di essere quasi nuda, cercai con tutta me stessa di non arrossire violentemente.

-Non dirmi che non hai mai visto una ragazza in intimo.- Lo stuzzicai alzandomi dal letto e dirigendomi verso il bagno.

-Non la mia migliore amica, è strano.- Prese il mio posto sul letto, incrociando le braccia e facendo passare la testa tra esse.

Sospirai e mi chiusi la porta del bagno dietro le spalle.

Pochi minuti ed uscì dalla stanza, seguita dal vapore proveniente dall'acqua calda, con un asciugamano avvolto sotto le braccia.

-Ora dovresti girarti.- Mi avvicinai all'armadio estraendo un paio di jeans chiari ed un maglioncino marrone. Assicurandomi che il biondo fosse girato lasciai cadere l'asciugamano e iniziai a vestirmi freneticamente.

-Che dico a mia madre?- Dissi con voce squillante girando il suo viso verso di me.

-Semplice, niente, muoviti il taxi ci sta aspettando.-

-Tu si che sai dare buoni consigli.- Storcendo la bocca tirai fuori la maggior parte dei vestiti dall'armadio e li appallottolai in una grande valigia assieme ai miei pochi pai di scarpe.

-prendi i biglietti Nialler.- Feci cenno alla scrivania dov'erano posati e aprendo la porta controllai che mia madre non fosse nei paraggi.

-Ha detto che andava a lavoro, aveva le chiavi di macchina in mano.-Esclamò lui.

-Perfetto.- 

Con aria da agente 007 sgattaiolammo fuori dalla porta, Niall si offrì di portare la mia valigia fino al taxi. Mi accomodai sui sedili posteriori iniziando a dare indicazioni al tassista.

 

[...]

 

-Non hai intenzione di farmi dormire sotto un ponte, vero?- Domandai scrutandolo dopo aver scaricato i bagagli.

-Come hai fatto a scoprirlo? tu dormirai li mentre per me ho prenotato una camera d'hotel a cinque stelle, non sai come t'invidio.- Ridacchiando si avviò verso il tabellone degli orari mentre io cercavo di stare al passo.

-Ah-ah-ah sempre più divertente Nialler.-

-Non mi piace essere chiamato così. Di quà.- M'indico la strada con un cenno della testa.

-Scusa, Nialler.- sorrisi divertita seguendolo.

Superammo tutti i controlli e dopo esserci imbarcati il panico iniziò a prendere il sopravvento. Non avevo mai viaggiato su un aereo prima d'ora, l'idea di rimanere sospesa in aria dentro ad un enorme aggeggio di metallo non era granchè.

-Tranquilla.- Il biondo cercava di rassicurarmi ma nemmeno lui poteva avere questo potere.

Seguì ogni suo movimento mentre estraeva dalla tasca il telefono e le cuffie porgendomene una. Partì subito una canzone di Justin Bieber. Lo guardai alzando una sopracciglia.

-Ascolti ancora Justin? ammettilo, hai iniziato solo per far colpo sulle ragazze.-

-Non ho bisogno di questi trucchetti per rimorchiare.-

-Che playboy.- Gli diedi una gomitata e iniziai a cantare, mentre lui faceva la sua solita scenata in cui faceva finta di non conoscermi. L'aereo decollò ma ero così impegnata a ridere che non me ne resi mennemo conto.

 

[...]

 

Il viaggio durò pochi minuti, non mi sembrava nemmeno di essere partita.

Scendemmo e subito dopo aver ripreso le valigie ci dirigemmo fuori dall'aereoporto.

Fortunatamente l'hotel dove aveva prenotato Niall era a pochi metri così nemmeno un ora ed eravamo di nuovo in strada ad esplorare la città.

Il biondo non faceva altro che osservare ogni ragazza che passava e loro sembravano ricambiare con occhiata maliziosa. Era così tremendamente fastidioso ma non potevo negare, le Londinesi erano una più bella dell'altra. Una come me, con capelli castani e occhi color nocciola assolutamente indifferenti, un viso dolce ma non perfetto, un corpo snello ma alta un metro e un tappo, non potevo certo competere.

-Smettila.- Scossì la sua mano afferrandola con la mia.

-Ferma o penseranno che stiamo assieme.- Lasciò la mia presa cercando di rimediare poi con un sorriso.

Niall non era un principe azzurro, come si poteva invece pensare dall'aspetto.

Odiava le cose romantiche e di ragazze cadute tra le sue braccia ne avevo viste passare parecchie, tutte cadute ai suoi piedi senza sdolcinatezze. Era proprio questo che mi piaceva di un ragazzo, odiavo i romanticismi.

Continuammò ad esplorare una parte della città, era davvero bella ma soltanto alle cinque del pomeriggio mi ritrovai distrutta, ci sedemmo su una panchina e mi addormentai sulla sua spalla, mi avrebbe riportato lui in hotel.

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Capitolo 2
*** capitolo 2. ***


Sono tornata e non vi libererete di me tanto presto(?) u.u
Ecco il secondo capitolo, per ora non c'è niente di speciale ma datemi tempo, non mi piace affrettare le cose.
Intanto mi aspetto delle recensioni, fatemi capire se come inizio vi piace e magari come posso migliorare, susu. xx


Ero sveglia da un bel pò ma la situazione era così noiosa senza Niall.
Guardai l'orario. Le otto e mezza, troppo presto, il biondo non si sarebbe mai sveglito a quest'ora. Insonnolita mi tirai fuori dalle lenzuola, aprì la finestra ed indossai una felpa larga che mi faceva da vestito.
Qualche istante dopo il mio telefono iniziò a squillare.
-mia madre, cristo.- sussurrai rifiutando la chiamata e iniziando subito dopo a scrivergli un messaggio con le spiegazioni. Non mi avrebbero perdonato molto presto.
Un biglietto passò sotto la mia porta, lo avvicinai a me con il piede e lo raccolsi dopo aver'inviato l'sms.
Niall mi avvisava che sarebbe andato a fare un giro e poi si sarebbe fermato al bar affianco all'Hotel.
Perfetto, iniziava a lasciarmi sola per andare a fare chissà cosa, e adesso che avrei fatto per il resto della mattinata?
Andai a prepararmi un bagno caldo.
'potevi invitarmi.' scrissi un messaggio a Niall e la sua risposta fu che pensava dormissi.
-si e io ci credo.- Uscì dalla vasca cercando di non allagare la stanza, presi un paio di leggins ed una maglia lunga, indossai il mio paio di nike preferito, misi a riscaldare la piastra per i capelli ed iniziai a truccarmi con molta calma.
Finito 'trucco e parrucco' mi voltai per guardare l'ora, erano già le 11, avevo passato un'ora e mezza a prepararmi, era un record.
Presi l'ascensore ed uscì dall'hotel alla ricerca del bar a cui si era riferito Niall.
Una grande insegna illuminata che dava subito all'occhio sotto le nuvole grigie di Londra.
Cercavo di intravedere Horan attraverso la porta aperta mentre lasciavo uscire dei ragazzi, uno di loro colpì la mia attenzione, rimasi imbambolata a fissare i suoi occhi color oro che ricambiavano il mio sguardo.
-La borsa.- Il ragazzo dalla carnagione scura e i capelli neri alzati in un ciuffo mi stava fissando e mi aveva rivolto la parola, ma solo per avvisarmi che avevo lasciato cadere la borsa per terra.
Diventai rossa come un peperone, mi chinai per prendere la borsa ed entrai nel locale come una furia. 'La mia prima figura di merda di una lunga serie quì a Londra' continuavo a ripetermi.
- Beibe.- La voce di Niall veniva dalla mia destra.
-Ehi, ti sei divertito senza di me?.- Feci il broncio sedendomi di un posto distante da lui.
Lui mi raggiunse scuotendo la testa.
-Ho conosciuto dei tipi troppo fighi.-
-Ma sentiti, parli come un bulletto di quattordici anni.- Presi il suo drink iniziando a berlo.
-Seriamente, stanno cercando di mettere su una band, sai che mi piace suonare no?- Si riprese il suo bicchiere finendolo in pochi secondi.
-Tu e quella chitarra, si.-
-Mi hanno invitato a casa di uno di loro per provare.-
-Buon per te.- Lui si stava già facendo degli amici, avrebbe fatto parte di una band ed io? in camera ad aspettarlo come una casalinga.
-E verrai anche tu.- Sorrise soddisfatto.
-Cosa dovrei venire a fare?-
-Farti degli amici, credimi sono forti.- Si alzò tirando fuori il portafoglio per pagare.
Lo seguì. Non mi andava di andare a casa di qualcuno che non conoscevo ed oltre tutto in quella situazione non c'entravo niente.
-Smettila di fare la bambina.-
-Fanculo Nialler, quando dovresti andare?-
-Domani mattina.- Eccitato dall'appuntamento di domani uscì fuori, non smetteva di sorridere.
-Perfetto.- Lo seguì controvoglia.

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Capitolo 3
*** capitolo 3. ***


-Svegliaaaa-
Sentì urlare e inevitabilmente scattai sull'attenti spalancando gli occhi, col cuore palpitante dallo spavento. Niall era affianco a me,rideva divertito come un bambino di fronte al cartone animato preferito. Guardai verso il basso,notando le mie mani attorno al suo busto e il mio corpo praticamente accucciato sul suo. Si era addormentato nella mia stanza ed io non ricordavo niente, manco fossi stata ubriaca.
-Perchè non mi hai lasciato dormire?- Chiesi sbadigliando malamente.
-Guarda che sono le 11 in punto, devi accompagnarmi a casa dei ragazzi.-
Scossi la testa cercando di spingerlo giù dal letto con pochissimo successo.
La solita routine, doccia, trucco, capelli. Quanto invidiavo Niall la quale unica preoccupazione era di fare colazione con la più grande quantità di cibo possibile.
Scesi in strada qualche secondo dopo Niall, più lenta del solito, distratta dal pensiero di me e lui stretti nello stesso lento.
Non era mai accaduto da quando ci conoscevamo, neanche quando l'idea di avere una relazione con lui stava per diventare realtà. Evidentemente, riteneva il nostro rapporto un amicizia così forte che neanche dormire assieme come una coppia avrebbe potuto metterla in crisi.
-Ricordami perchè ti sto accompagnango.- Scesi le scale velocemente raggiungendo il ragazzo che aveva appena finito di parlare al telefono.
-Perchè sono il tuo migliore amico e ci tiene a partecipare in tutto quello che faccio.- Disse mettendomi un braccio attorno al collo,guidandomi verso la metropolitana.
-Certo,tutte parole uscite dalla mia bocca.-

[...]


Neanche Niall sapeva come, eppure eravamo riusciti a non perderci, ora dovevamo semplicemente aspettare che i suoi grandi amici conosciuti da appena un giorno arrivasserò.
-Guarda,che carini.- Guardai una coppia di fidanzatini abbracciati nella panchina affianco alla nostra.
-Sono da diabete.- Esclamò lui con faccia disgustata. Scossi la testa osservandolo.
-Posso farti una domanda?-
Lui annuì ricambiando il mio sguardo con il suo solito sorriso mozzafiato.
-Qual'è la tua ragazza ideale?- Chiesi fingendomi disinteressata
Aggrottando le sopracciglia mi rispose con un 'non lo so' quasi mormorato, tanto che dovetti leggergli il labbiale.
-E spiegami, cos'è cambiato dall'anno scorso ad oggi?- Il mio tono di voce rimaneva sereno, come non lo era mai stato ogni volta che entravo a parlare di questo argomento.
-A cosa ti riferisci?- Sembre più confuso si passò la mano sul mento guardandosi attorno.
-A noi due.-
Smise di osservare i dintorni, rivolgendo nuovamente lo sguardo a me. La sua mano sfiorò la mia per poi stringerla ma non disse una parola.
-Ne riparliamo.- Mi sussurrò vicinissimo all'orecchio. Tolse la sua mano dalla mia e la alzò in segno di saluto, io mi voltai capendo al volo chi fosse.
-Ehi amico.- Niall si alzò scambiando un improbabile saluto di mano col ragazzo. Alto, moro con una cresta simile ad una rampa di lancio e bellissimo. Mi ricordava qualcosa. Maccerto, il tipo che mi ero persa a guardare ieri al bar, diventai rossa ricordandomi della figura di merda, gli sarò sembrata una delle tante ragazzine che gli sbavano dietro.
-Ciao sono Zayn.- La voce del secondo ragazzo proveniente dalla mia sinistra si rivolgeva proprio a me.
Ciao angelo, io mi chiami ragazza insignificante, perchè mi rivolgi la parola?
L'avevo fatto di nuovo, rimasta incantata davanti ai suoi occhi dai riflessi oro e dal suo viso perfettamente simmetrico.
-Candice, mi chiamo Candice.-

[...]

Il viaggio per raggiungere la casa di Zayn non era lungo, in pratica, ma in teoria era stata una vera e propria tortura. Mi avevano lasciata indietro come un cagnolino mentre loro discutevano su ciò che avrebberò provato e sugli ingaggi che avrebbero potuto ottenere. Ma infondo me lo aspettavo.
A faticà salì le scale del palazzo, l'ascensore era guasto ed io stavo praticamente grondavo di sudore.
La porta si aprì, io timida riunì le braccia attorno al ventre guardando verso il soffitto. Era uno scherzo? il ragazzo che aprì la porta era il classico inglese belloccio ma con un sorriso da far invidia alla perfezione e degli occhi in cui potevi specchiartici, il tutto seguito da una chioma di ricci castani ed un corpo niente male.
Aver seguito Niall non era stata poi una cattiva idea, se due della band erano così, ero proprio curiosa di vedere gli altri.
In quel momento, mentre il ragazzo faceva entrare Niall salutandolo, mi ricordai dell'aspetto orrendo che dovevo avere. Passai una mano sulla fronte e sotto agli occhi, nella speranza di non sembrare un panda bagnato, poi in fila mi avvicinai alla porta. Stavolta fui io a fare la prima mossa.
-Io sono Candice.- dissi cercando di apparire per lo meno serena.
-Piacere di conoscerti, Harold ma chiamami pure Harry.- Aveva una voce rauca e profonda e parlava lentamente, sexy ma allo stesso tempo rilassante.
-Vieni Candice, ti facciamo conoscere il resto del gruppo.- Urlò quella che doveva essere la voce del ragazzo dalla carnagione bronzea, Zayn.
Io proseguì lungo il corridoglio mentre Harold si chiudeva la porta alle spalle.
-Loro sono William e..-
-Chiamami Liam,ti prego.-
Niall fu interrotto dalla voce dolce e garbata del ragazzo che mi stava presentando. Il mio intuito aveva ragione, anche gli ultimi due ragazzi erano davvero belli. Il primo Liam aveva degli occhi dolci e color nocciola, dei capelli con un ciuffo simile a quello che portava Niall, un sorriso simpatico e un fisico che avrebbe fatto invidia ad un pugile. Il secondo di cui ancora non conoscevo il nome aveva dei bellissimi occhi color verde acqua, un espressione da bambino con un non so chè di furbo,dei capelli castani, un nasino perfetto ed un fisico asciutto.
-E, rullo di tamburi, io sono Louis ma puoi chiamarmi Louis.- Il ragazzo dagli occhi verde acqua mi si avvicinò e mi baciò la mano. Il resto dei ragazzi sorrideva divertito e mi sforzai di fare lo stesso anche io. Ero finita in una specie di candid camera? non avevo mai visto così tanta bellezza in un unica stanza.
-E' odore di pizza questo?- Niall, da bravo mangione, futò l'odore del cibo nel microonde e Liam come un papà che vuole insegnare al figlio come si fa qualcosa lo 'rapì' portandolo in cucina.
-Così,siete Irlandesi?- Domandò Zayn che si era già accomodato sulla poltrona mentre gli altri due parlavano tra loro.
-Già, dopo aver visto Londra non so se tornerò a casa molto presto.- Il tentativo di fare la simpatica era stato vano, gli avevo strappato solo un flebile sorriso.
-Non è granchè, l'accento delle irlandesi, quello ci piace vero ragazzi?- Il ragazzo inclinò la bocca in un mezzo sorriso guardando i suoi amici che subito, senza magari capire cosa avesse detto, annuirono.
Certo che, questi ragazzi erano strani. Niall, dove ti sei cacciato?
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4. ***


La giornata era passata,fortunatamente.
come sospettavo, ero rimasta tutto il pomeriggio sul divano mentre loro ridevano, scherzavano e provavano, annuendo con la testa quelle poche volte che Niall o uno degli altri ragazzi mi faceva una domanda.
Eravamo sulla strada di 'casa' ed il biondo, eccitatissimo, continuava a parlare a vanvera. Ovviamente l'avevano accettato nel gruppo, anche io dovevo ammettere che era molto bravo ma d'altronde, era bravo in qualsiasi cosa provasse a fare.
-E poi Harry ha detto che probabilmente ci faranno cantare in un locale, dato che conosce il proprietario.- 
Io sospirai esausta e fingendo un sorriso aprì la porta della mia camera.
-Vai già in camera?-
-Si, ci vediamo dopo a cena.-  Cercai di congedarlo con una pacca sulla spalla mentre tolsi in malo modo le mie vans lasciandole sull'uscio della porta assieme al ragazzo.
-Non stasera, ti porto a ballare.- Si chiuse la porta alle spalle senza darmi il tempo di ribattere.
Se c'era una cosa che odiavo era andare in discoteca con lui, volevo sempre tenerlo d'occhio come una mamma preccupata ma non potevo, si disperdeva nella folla ed io finivo sempre per stare seduta ore ed ore al bar.
Mi accesi una sigaretta guaardndo fuori dalla finestra. Ripensandoci, stasera sarebbe potuta andare diversaente, perchè dovevo vivere la mia vita in base a lui se lui non faceva altrettanto? Saremmo arrivati assieme ed appena lui, dopo aver avvistato una bella ragazza, l'avrebbe raggiunta, io avrei fatto lo stesso andando dalla parte opposta.
L'ultimo tiro e lanciai il mozzicone giù per la finestra, chiudendo subito il vetro.
Erano le nove di sera ed avevo fame ma sapevo bene che Niall non aveva intenzione di uscire prima delle dieci, così presi uno dei pochi vestitini da sera che mi ero portata dietro,un paio di tacchi non molto alti, una giacca e con £50 in mano uscì dall'hotel diretta verso al fastfood più vicino.
 
Molti mi guardavano come fossero allo zoo ed io fossì l'animaletto in gabbia.
Che c'era di strano, una ragazza non poteva andare a mangiare un panino con un vestito carino addosso?
-Candice, dove hai lasciato Niall?- 
-Oh no, ancora tu.- Il ragazzo con la carnagione scura di stamattina di cui avevo volutamente dimenticato il nome.
-sorpresa!- esclamò improvvisando un picclo scatch.
Scossi la testa imbarazzata bevendo la mia coca cola.
-Nialler ci ha invitato a venire con voi stasera.- Disse il ragazzo facendo un cenno a qualcuno dietro di se con la mano.
-Primo solo io lo chiamo così, secondo, mi è bastato passare un intero pomeriggio con voi.- Accennai un sorris forzato. Dietro di lui spuntò una bellissima ragazza con la sua stessa carnagione, dei capelli rossi visibilmente tinti, alta, snella ed un cerone di trucco in faccia.
-Ciao, io sono Houda.- disse con la sua vocina così dolce da risulltare irritante. Mi porse la mano ed io la strinsi con poco entusiasmo.
-E' mia cugina, verrà solo lei con noi, è nuova e voglio farle vedere la città.-
-Oh bene, iniziate dal museo quì affianco.- Mi alzai e buttando la roba mi diressi all'uscita. Li sentì parlare ma senza farci caso mi ridiressi all'hotel, sedendomi nelle gradinate frontali all'uscita.
 
 [...]
 
Dopo minuti interminabili finalmente Niall si decise a scendere.
-Ehi, da quanto sei giù?- chiese prendendomi la mano e aiutando a farmi alzare.
-Abbastanza da aver capito che per stasera hai organizzato un appuntamento a quattro, ovviamente tu ti becchi la bellissima cugina del tuo amichetto.- Feci spallucce scrollandomi di dosso la sua mano.
-Candice, ancora scenate d gelosia no, ti prego. Perchè non riesci a farti bastare la nostra amicizia?- sospirò profondamente mentre io cercavo di evitare il suo sguardo.
-Non sono gelosa, solltanto infastidita.- mentì spudoratamente, ero gelosa, una parte di me avrebbe voluto tornare in camera, prendere il telefono e chiamare la mia migliore amica per sfogarmi. L'altra parte di me voleva cntinuare la serata sol per tener d'occhio Niall.
-Nessuno ti obbliga a fare qualcosa, non è un appuntamento, Zayn mi ha solo proposto di uscire per farci conoscere sua cugina.-
Mi rassegnai all'idea che non potevo controbattere. 
Il biondo aveva appena chiamato l'amico dicendo che l'avremmo raggiunto direttamente al night. Presimo il primo taxi e via verso la conclusione di una giornata orrenda.

so che questo capitolo è inutile e anche brutto,lol.
comunque dal prossimo ci sarà un po di movimento,come sempre aspetto le vostre recensioni..che non arriveranno mai. u.u

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Capitolo 5
*** capitolo 5. ***


Non riuscivo più a fingere un sorriso ogni volta che Niall, su quella macchina, cercava di farmi ridere. Ero stata innamorata di lui e lo ero tutt'ora.
Lui però non ne voleva sapere, fingeva di dimenticare di aver provato anche lui qualcosa per me, ed il motivo era uno dei più sciocchi, ma anche il più usato.
Il taxi frenò ed io venni spinta in avanti contro al sedile anteriore. Niall stava cercando di trattenere una risata scendendo dall'auto. Come se non bastasse, a farmi infuriare ancora di più fu la cugina di Zayn che con un sorriso a tremila denti salutava il MIO amico, come se lo conoscesse da una vita. stronza, ti prego, è la prima volta che lo vedi chi ti credi di essere?
Speravo Niall la ignorasse ma invece.. le andò incontro baciandole la mano. Ma dove siamo, nel milleottocento?
I due iniziarono subito a socializzare, ancor prima di entrare nel locale, mentre al mio fianco rimaneva Zayn, non che mi dispiacesse, era uno dei più bei ragazzi che avessi mai visto ma, io e lui assieme, non c'entravamo niente.
Il locale era rumoroso, di certo non il massimo per il mio stato d'animo attuale.
-Andiamo a prendere qualcosa da bere, ti va?-
Annuì alle parole del moro seguendolo tra la folla di ragazzi, già tutti mezzi ubriachi.
Niall ovviamente era già scappato via con la rossa.
Mi sedetti su di uno sgabello mentre lui si affiancò a me appoggiandosi alla parete.
-Prendo una vodka alla fragola.- dissi al barman rivolgendo poi lo sguardo su Zayn.
-Una birra scura.- 
-Sei un bravo ragazzo allora.- esclamai divertita.
-E' per cominciare, non preoccuparti.- 
Il silenzio tra noi era imbarazzante, io guardavo lui e lui distoglieva lo sguardo, lui guardava me ed io osservavo altrove.
-Ti è passato lo scazzo?- mi chiese dopo un minuto che sembrò un eternità.Io annuì.
-Scusami per prima, sono strana forte, credo te ne renderai conto.-
-Me ne sono già reso conto.- Sorridendo beffardo prese la birra dalle mani del barman e iniziò a sorseggiarla.
-Molto dolce.- mi sforzai di sorridere ma poco dopo mi venne naturale, era simpatico in fondo. Anche la mia ordinazione era pronta così presi il bicchierino iniziando a sorseggiarlo.
Il ragazzo continuava a fissarmi ma non aveva un aria maliziosa, mi scrutava e basta ma questo bastava per mettermi in soggezione. Un attimo di sbandamento e il bicchiere mi cadde dalle mani. Sul vestito c'era una macchia abbastanza visibile dato il color turchese del tessuto e si era bagnato anche il telefono che tenevo in grembo.
-accidenti, vieni ti porto fuori ad asciugarti un pò.- Finì in fretta la sua birra e stringendomi per il braccio mi accompagnò fuori spingendo il maniglione di un uscita di sicurezza.
-Non è niente, oggi non mi sento molto bene.- strofinai il telefono contro un pezzo ancora asciutto del vestito e mi appoggiai alla scala d'emergenza.
-Lo vedo, che c'è che non va?-
Mel aveva chiesto d'avvero? chi si credeva di essere, lo conoscevo da nemmeno un giorno e non si poteva nemmeno scrivere un fumetto per bambini con tutto ciò che ci eravamo detti.
-Cose mie, sono fatta male purtroppo.- sussurrai.
-Hai anche poca autostima a quanto vedo.-
-Lo credo anche io.-
Lui si affiancò a me, sentivo il suo profumo, era inebriante.
-Non sono il tipo di ragazzo a cui piace ascoltare ma se hai bisogno.- Fece spallucce.
Non me lo feci ripetere due volte, forse era la spossatezza o quel poco alcol che avevo ingerito ma gli avrei rivelato tutto.
-Sono innamorata Zayn, lui preferisce qualsiasi altra ragazza a me e questo mi logora.-
-Ed il ragazzo in questione sarebbe il biondino che in questo momento si sta lavorando mia cugina,giusto?-
Annuì. In quanto a delicatezza non era proprio un maestro.
-Questo spiega tutto.-
-Il fatto è che mi rifiuta solo perchè siamo amici. Non riesco a capire. Hai una sigaretta?-
Il ragazzo estrasse dalla tasca un pacchetto di Chesterfield rosse ed un accendino. Ne presi una ed inspirai per accenderla.
-So cosa si prova, ad essere rifiutati per un motivo che non si ritiene valido intendo.- A sua volta estrasse una sigaretta dal pacchetto e la accese. Mi stavo accanendo su quella sigaretta, l'unica mia via di sfogo e stava già finendo.
-Ero innamorato di una ragazza, forse se la rincontrassi per strada in questo momento, tornerei a provare le stesse sensazioni. Ma dovrei continuare ad abbatterle.-
-Perchè le hai..abbattute?-Lo guardai con gli occhi lucidi, sperando fosse il fumo a renderli così.
-Perchè mi aveva rifiutato. E' inutile correre dietro ad una persona che non ricambia i tuoi sentimenti. Facile a dirlo lo so, ma io cel'ho fatta.- inalò una gran quantità di fumo guardando poi la cenere aumentare mano a mano che il calore consumava il tabacco.
Ora potevo guardarlo con occhi diversi, poteva capirmi e stava cercando di farmelo capire.
-Quella ragazza doveva essere proprio stupida.-
Lui sorrise facendo un versetto di compiacimento.
Lo guardavo ed era bellissimo ma sembrava essersi intristito.
-Ho rovinato la serata anche a te, scusa.-
-Non è vero, anzi.- Continuò a sorridermi, buttammo via il filtro assieme, seguendo il loro breve tragitto.
Poi io tornai a guardarlo. In quel momento mi tornò in mente ciò a cui avevo pensato ore fa in albergo. Se Niall poteva divertirsi, perchè io no?
Presi la testa di Zayn tra le mie mani posizionandomi di fronte a lui. Dai suoi occhi credo si capisse che lo voleva anche lui.
-Ci hai messo tanto.- Agrottò le sopracciglia e liberandosi dalla morsa delle mie mani premette la sua bocca contro la mia. 
'ci hai messo tanto' che significato aveva, era questo a cui voleva puntare?
E se avesse raccontato quella storia solo per addolcirmi e poi dargliela?
Ah dannati pensieri, che importava.
Cercai la sua lingua, la trovai ed iniziai a sfiorarla con la mia con sempre più foga.
Le sue mani vagavano per il mio corpo mentre le mie sapevano bene dove puntare.
Tra un respiro ed un altro riuscì a slacciargli i jeans sfiorandogli il membro.
Dopo un gemito decise di prendere in mano la situazione, mi prese in baccio e mi posizionò sopra al primo gradino della scala, tra un bacio sul collo ed uno sulla bocca iniziò a sfilarmi il vestito.
Io, mordendomi le labbra, non potevo far altro che pensare a quanto fosse sexy.
-Basta perdere tempo.- Dissi con voce affannata, mi sfilai il vestito e le mutandine, lo aiutai a sfilarsi la maglia prendendo a baciargli l'addome scolpito.
Lui si calò i pantaloni e in seguito i boxer. Presi il suo membro pulsante tra le mie mani iniziando a massaggiarlo ma me lo tolse di mano e senza giri di parole mi penetrò.
Prima dolcemente, quasi avesse paura di farmi male, poi sempre più veloce e deciso.
Non c'era sentimento, non provavo altre emozioni oltre al piacere ed andava bene così.
I miei gemiti si facevano sempre più incontrollabili ad ogni spinta. Mi mise una mano davanti alla bocca per controllarli. Gliela morsi poco dopo divertita.
-Chi vuoi che ci senta, la musica è altissima.-
Senza far caso alle mie parole lasciò scivolare la mano sul mio seno mentre con l'altra stringeva la mia coscia.
I minuti passavano e sembravano entrambi vicini all'orgasmo.
-Ci sono..- Ansimando di piacere si morse il labbro venendo dentro di me. Cercava di riprendere fiato, feci lo stesso anche io buttando la testa all'indietro.
-E' stato bello.- Zayn si alzò in piedi, raccolse le sue cose e dopo averle indossate sgattaiolò via sotto ai miei occhi.
Ero rimasta sola e nuda come un verme. Mi ero fatta usare da un ragazzo per puro piacere e questa cosa mi eccitava tanto quanto il fatto che io avevo usato lui per lo stesso motivo.

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Capitolo 6
*** capitolo 6. ***


Che ne pensate della storia fino ad adesso? fatemi sapere attraverso una recenzione. xx



Avevo finalmente iniziato a vivere la mia vita senza pensare a quello che avrebbe fatto o pensato Niall.
Chiamai un taxi sperando che arrivasse il più presto possibile, faceva abbastanza freddo la fuori e per riscaldarmi continuavo a fare avanti e indietro. Non osavo pensare all'aspetto che arei avuto in quel momento.
Un passo troppo lungo della gamba, presi una storta ed il tacco della scarpa si ruppe facendomi cadere con le ginocchia per terra.
-Perfetto, tra qualche giorno Londra mi conoscerà come la ragazza più sbadata dell'Inghilterra.-
Raccolsi il piccolo pezzo di scarpa, lo ficcai in borsa e cercando di non fare caso al gruppo di persone che mi stava osservando staccai anche l'altro tacco riducendo così quelle che prima erano scarpe col tacco in ballerine.
-Candy, te ne vai di già?- La voce del biondo dietro di me. Mi girai e lo vidi.
-Si,ho ottenuto quello che volevo.- Rimasi fredda come il clima di quella sera.
Il taxi arrivò in quel momento, mi dispiacque solo perchè non riuscì a vedere la sua espressione, mi precipitai in macchina e basta.
 
[...]
 
Non riuscivo a decidermi se quello che credevo fosse successo ieri era realmenteaccaduto oppure no.
Il flebile sole entrava dalla finestra baciandomi la fronte.
Mi guardai attorno pensando di essere a casa invece ero in quella freddacamera d'hotel alla quale ancora non mi ero abituata.
A stento riuscì ad afferrare il telefono dal comodino, il lettore multimediale era acceso dalla sera prima. Premetti pausa lasciando che i 'The fray' invadessero il silenzio di quella mattina.
-Sei sveglia?-
-Non si usa più bussare?-
Niall entrò in camera dandomi un bacio sulla guancia che non ricambiai.
-cos'è successo ieri sera?-
-Niente, stavo benissimo.- Sorrisi giocherellando col cellulare tra le mani.
-Questa canzone non è un buon segno, vuoi deprimerti?- Lui scoppiò in una risatina. Rimasi impassibile, che c'era da ridere?
-Comunque..-Mi fisso per qualche istante prima di riprendere a parlare. -vado dai ragazzi a provare, vieni?-
Era una buona idea rivedere Zayn? di certo non lo era rimanere in camera tutto il giorno. 
Il tempo di Candice la fifona era finito, dovevo affrontare le cose non evitarle e comunque, era stato solo sesso. Bellissimo irripetibile sesso.
- Si, vengo.-
- Allora muoviti, dobbiamo essere li tra mezz'ora.-
Annuì alzandomi dal letto.
-Ti sei divertito?-
-ieri? si, Houda è una ragazza simpatica.-
-scommetto, con la bocca ci saprà fare.- Sorrisi maliziosa e lasciai cadere la felpa che usavo come pigiama.
-Che ti prende?-
-Niente, fatti una risata qualche volta.-
-Non mi piace parlare con te di certe cose.- Si sdraiò sul letto al mio posto.
-Perchè no? sono la tua migliore amica.- Tornai indietro sdraiandomi affianco a lui seminuda.
-La metti così? abbiamo fatto sesso.- Mi guardo accennando un sorriso.
-Che novità Nialler.- Sfiorai il suo braccio e rialzandomi andai verso l'armadio.
-Sei strana.-
-Te ne sei accorto solo ora?- Presi un vestito marrone, delle vans bianche e la solita borsa.
-Go goo.-
 
[...]
 
-Che ci fa lei quì?- Sentì Zayn mormorare all'orecchio di Niall. Il biondo fece spallucce portandolo da parte. iniziarono a discutere. Avrei tanto voluto essere una mosca per sentire cosa si stessero dicendo.
-Ehi bella.- Louis mise in mostra il suo bellissimo sorriso.
-Tutto bene?-
-Mh, si grazie.- Rispose Harry.
-L'ha chiesto a me non a te.- Ribattè Louis.
Quando quei dueci si mettevano erano uno spasso, avevo potuto notarlo anche ieri pomeriggio.
Liam invece stava in disparte in un angolo della stanza a mandare messaggini.
-E' la sua ragazza, si vedono ogni giorno, passano la notte assieme e nei momenti in cui non sono assieme si tengono sempre in contatto.- Mi spiegò il ragazzo riccioluto.
-che noia.- Aggiunse Louis.
Mi lasciai sfuggire una risatina che catturò l'attenzione del moro. Si unì al nostro gruppo per salutarmi da bravo ragazzo che si era dimostrato già ieri.
-Vieni con me un attimo, scusate ragazzi.-
-Che succede?- Niall mi prese per un braccio trascinandomi in quello che doveva essere lo sgabuzzino.
-Ti sei fatta zayn? ma cosa ti è passato per la testa.- Mi diede un colpetto in fronte.
-Dove sta il problema?-
-E' uno del mio gruppo e tu sei la mia migliore amica.- 
-Non lo sai nemmeno tu..-
-Senti, a Zayn ha dato fastidio trovarti qua, avresti dovuto avere il buon senso di non venire.-
-Ma mi hai invitato tu.- inarcai le sopracciglia.
-Questo perchè.. lascia perdere.-
Aprì la porta ed uscì dalla stanzetta tornando in casa.
Il piccolo zayn era in imbarazzo? eppure si dava tante arie, come se non fosse la prima volta.
Raggiunsi gli altri osservando malik che però ignorava la mia esistenza.
Mi sdraiai sul divano e come il giorno prima rimasi la tutto il resto del pomeriggio.
 
-Un messaggio da Houda.- Niall col telefono in mano fece l'occhiolino ai suoi amichetti.
-Che bambino.- Sussurrai così che nessuno potesse sentirmi.
Tutti si congratularono con lui facendo urletti animalisti e battimano a più non posso.
-Mi ha invitato nella sua camera d'hotel stasera, non ti dipiace vero amico?- Il biondo si rivolse a Zayn. Lui scosse la testa sorridendo e gli diede una pacca sulla spalla.
-Ehi, sono già le 17, andiamo a mangiare qualcosa?- Liam propose e si scatenò un putiferio per decidere sul dove andare.
Rimasimo solo io e Zayn che era già pronto per uscire.
-cos'era quel 'che ci fa lei quì'?- cercai d'imitare la sua voce per poi sorridere divertita.
-Non capisco di cosa tu parli.-
-Ti metto in imbarazzo?- 
-Inventatene un altra, è stata una cosa di una sera, non fissartici.-
-Sei tu quello che per tutto il giorno si è vergognato di guardarmi in faccia.- Mi avvicinai a lui facendo rimanere il mio viso sospeso a pochi centimetri dal suo.
-Vuoi che dica a Niall che continui a provarci con me?- Inclinò la bocca in un sorriso.
-Oh che paura, pensavo lo dicessi a mamma.- Mi morsi il labbro, l'avevo pensato migliaglia di volte ma questa non era ancora l'ultima, era bellissimo.
-Oppure, potrei dirgli che sei innamorata di lui e mi stai usando per dimenticarlo.-
Mi allontanai di scatto.
-Non ti sto usando per dimenticarmi di lui, ti sto usando per divertirmi.-
-Ti preferivo ieri.- Il ragazzo mi accarezzò i capelli e senza dire nient'altro uscì dalla stanza.

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Capitolo 7
*** capitolo 7. ***


Avevo sempre creduto i ragazzi preferissero le troie, almeno fino a pochi giorni fa.
Ma forse ero io quella sbagliata, quella che stava cercando di diventare quel tipo di persona che aveva sempre disprezzato.
Ma era per una giusta causa, avevo messo un punto sull amore non corrisposto per Niall.
Era passata circa una settimana da quando, dopo esser stata rifiutata da Zayn, men'ero andata con la coda tra le gambe. Niall continuava a vedersi con quella rossa tutta plastica ed extension che continuava a rimandare il momento della partenza. Chissà come mai ancora non si erano dichiarati amore eterno, sicuramente Niall avrebbe voluto sposarla, dove avrebbe trovato un altra ragazza disposta a dargliela ad ogni minuto ed ora della giornata?
Ok si, lo confesso, sono ancora pazza di lui.
Il resto dei ragazzi, escluso Zayn ovviamente, aveva espresso il desiderio che io continuassi ad andare a trovarli durante le prove. Malik, era come se provasse una sorta di repulsione nei miei confronti, dovuta a cosa era ancora un mistero. Poco importava, Liam, Harold e Louis erano dei ragazzi dolci, simpatici, perfetti. Giorno dopo giorno avevamo instaurato un rapporto sempre più forte, credo quasi mi considerassero la loro mascotte.
Le cose in Irlanda non andavano così bene, mia madre minaciava che se non fossi tornata a distanza di due giorni mi avrebbe disconosciuta come figlia, una delle sue solite minaccie, lo diceva ogni volta che facevo qualche trasgressione.
 
 
-Ancora non ci credo, sei un grande.- Zayn si precipitò tra le braccia di Harry. Il ragazzo dagli occhi verde smeraldo aveva ottenuto l'ingaggio dal suo amico, proprietario di un locale pidocchioso, ma era pur sempre un inizio.
-Ehi amico, vacci piano.- Harry si liberò dell'abbraccio del moro con qualche spalla sulle spalle. Tutti gli altri erano già scomparsi, tornando poco dopo con una decina di birre in mano.
-Avete organizzato una festa per quattordicenni? la birra, perfavore.- Esclamai divertita. Gli altri mi guardarono con disprezzo ma sapevo che fare la rompiscatole era uno dei miei ruoli e li divertiva.
-Hai qualche altra idea? no? che peccato.- Louis con un sorriso da cucciolo mi porse una lattina di birra. 
-Ti ha parlato del giorno in cui possiamo andare a fare le prove?- chiese Niall sedendosi accanto a me mentre con l'unica mano libera si aggiustava il cappellino della 'NY'.
-No, non ci permette di fare prove, ho sparato una balla.- Rispose il riccio storcendo la bocca.
-E cioè?- Quasi tutti pronunciarono quelle parole in sincronia.
-Cioè che abbiamo una sala tutta nostra e che.. siamo assieme da qualche mese e poi.. che non è la prima volta che ci esibiamo davanti ad un pubblico pubblico.- Subito dopo si schiarì la voce guardando il soffitto.
-Ragazzi avanti, sono solo tre piccolissime bugie.- Aggiunsi io ironica.
-Hazza, ancora non abbiamo nemmeno un nome, faremo una figuraccia.- Liam si mise una mano sul volto, era visibilmente preoccupato.
-Io non credo, siamo bravi nonostante il pochissimo tempo passato assieme come band, per trovare un nome non ci vorrà molto.- Disse Niall, Uno dei pochi difetti che madre natura gli aveva risparmiato era l'essere pessimista.
-Io avevo qualcosa in mente. Che ne dite di White Eskimo? o magari, One Direction?-
-One Direction, One Direction mi piace.- Squillai io. Erano ragazzi diversi, si erano conosciuti grazie alla passione per la musica, questo li univa, 'una direzione' era perfetto.
-Si piace anche a me.- Dichiarò Liam.
Tutti gli altri annuirono.
Ora che tutti erano un pò più tranquilli si lasciarono andare come al solito, giocando ai videogiochi, bevendo e facendo le loro solite cavolate. Era piacevole passare il tempo con loro, mi dispiaceva solamente di non poter parlare tranquillamente a Zayn come facevo con gli altri. Avrei rimediato costi quel che costi, anche se ancora non sapevo cosa c'era da rimediare, il destino però sembrava volermi aiutare. Malik chiese di essere accompagnato al negozio di alimentari a pochi passi dall'edificio, tutti sembravano troppo occupati a farsi i cazzi loro così, per pura carità e sottolineo carità, mi proposi di accompagnarlo io.
La sua faccia era inimitabile. Un mix tra confuso, infastidito e depresso.
Mi affiancai a lui cercando di seguire il suo passo.
-Che problema hai?- Azzardai la domanda sperando non mi uccidesse con lo sguardo.
-No, tu che problema hai, che ci trovi di tanto divertente nell'andare a fare la spesa con uno sconosciuto.-
-Non sei uno sconosciuto, anche se non ci parliamo mai..ecco.-
-Questo vuol dire non conoscersi.- Fece spallucce e si accese una sigaretta.
-Non avevi smesso?-
-Si ma tu m'innervosisci.-
-Ecco, era questo di cui parlavo, che hai contro di me?- Lo bloccai per un braccio, se non l'avessi fatto avrebbe senz'altro fatto finta di non sentire.
-Non lo so nemmeno io, qualcosa dentro di me mi dice di starti lontano.- Scosse il braccio facendomi mollare la presa.
-Ma che risposta è? non mi sopporti perchè una vocina dentro di te ti dice di farlo?- Scoppiai a ridere, era assurdo.
-Non sopporto le persone che fanno finta di essere quello che non sono. Il primo giorno mi eri anche simpatica. Ora ti credi una dea del sesso, non voglio nemmeno sapere con quanti ragazzi sei entrata in 'intimità' negli ultimi giorni. Forse era meglio consigliarti di continuare a soffrire per Niall.-
-Ma sentiti, sei uno psicologo? della mia vita faccio quello che voglio, se non si nasce così si può sempre migliorare.- Inclinai la bocca in un sorriso sbilenco.
-Non ti conoscevo prima e credo non ne avrò mai l'opportunità ma, per quello che immagino, questo non è migliorare.- fece un piccolo sospiro e continuando a fumare la sua sigaretta riprese a camminare. Io rimasi li, con le gambe tremolanti.
- Ero solo.. i-io ero solo stanca di soffrire, non voglio mai più innamorarmi, l'amore è una stronzata.- Mi salì un nodo alla gola ed i miei occhi si riempirono di lacrime. In pochi istanti cominciai a singhiozzare, a piangere con quanta più forza avevo dentro di me per sfogarmi.
Zayn si voltò e mi venne in contro scuotendo la testa seccato. Misi le mani davanti agli occhi, ero sempre stata una a cui non piaceva mostrare le proprie debolezze, era così imbarazzante eppure non riuscivo a smettere.
Il ragazzo inaspettatamente, aprì le braccia e mi strinse a se, scostandomi le ciocche di capelli dal viso e baciandomi la fronte. Era il gesto che faceva sempre mia madre quand'ero piccola, per farmi tranquillizzare. 
A mia volta io lo strinsi a me più forte che potevo. Era riuscito a farmi sentire protetta nonostante fosse stato lui a farmi scoppiare in lacrime con le sue parole.
Capivo cosa volesse dirmi, io non ero questa e  non era questo il modo giusto per dimenticarsi di Niall, lo sapevo da me ma era l'unica cosa che aveva funzionato in tanti, troppi anni.
-Grazie Zayn..- Mi staccai dal suo corpo a malincuore, sapendo che eravamo diventati l'attrazzione per tutta la gente che stava passando. 
-Ecco, questa credo sia la vera Candice.- Accennò un sorriso.

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Capitolo 8
*** capitolo 8. ***


Il giorno prima vengo ignorata. Il giorno dopo vengo consolata.
Zayn era strano eppure c'era qualcosa in lui che mi affascinava.
In un modo o nell'altro cercava di aiutarmi, apprezzavo questo tentativo. Dovevo rivalutarlo, se solo avesse saputo tutti i termini con cui l'avevo definito nei giorni passati.
Finalmente eravamo riusciti a stringere un legame, per quanto flebile potesse ancora essere.
Ora avevo un altro pensiero in testa, quello del ritorno a casa.
Forse era la scelta giusta da fare.
 
 
-Ehi, posso parlarti?-
Niall era in camera a giocare con uno degli stupidi app sul suo iphone.
Oggi lui e i ragazzi avevano deciso di prendersi una pausa dal 'lavoro', avevo previsto una giornata noiosa, ma non credevo a questi livelli. Per tutta la mattina non avevo fatto altro che stare sdraiata sul letto ad ascoltare le radio Londinesi.
-Aspetta sto fi... oh, perfetto ora dovrò ricominciare il livello.- Sbuffò lasciando il telefono tra le sue gambe. Mi fece posto sul letto battendo con una mano sul materasso per invitarmi a sedere.
Senza pensarci due volte mi catapultai al suo fianco aspettando mi tirasse fuori quelle parole dalla bocca.
-Allora?- Mi guardò. Io non risposi, era troppo, stavo già annegando nel blu dei suoi occhi.
-Dillo, era solo una scusa. Candy si sentiva sola.- Mi pizzicò la guancia come farebbe un vecchio zio con la sua nipotina preferita. Una delle tante cose che ultimamente mi davano fastidio di lui e che faceva sempre più spesso, come per incentivarmi a credere che lui mi considerava unicamente come una 'sorellina minore'.
-No, devo parlarti, seriamente. Sto pensando di tornare in Irlanda.-
-Cosa? e perchè?- Sgranò gli occhi dallo stupore.
-Io non c'entro più niente qua, doveva essere una vacanza, ora stai cercando di costruire il tuo futuro ed io, io che faccio?-
-Non dire stupidaggini, so che assieme ai ragazzi ti diverti e che non hai voglia di tornare a casa per via dei tuoi genitori. Qual'è il vero motivo?- Incrociò le braccia fissandomi sempre più intensamente, metteva quasi paura. Sospirai profondamente.
-Non ti si può nascondere nulla..o forse, capisci solo quello che vuoi capire.-
-Ora non sto capendo, seriamente.-
-Non hai notato nessun cambiamento in me negli ultimi giorni, seriamente?- Mi morsi il labbro sperando dicesse si no.
-Si ma che..-
-Ma non ten'è importato niente.- Lo interruppi.
-Perchè, stai male? sei depressa? sei incinta? non sono una delle tue amichette con la telepatia femminile, scusami.- Sembrava irritarsi ogni parola di più.
-Niall ho cercato di cambiare ciò che ero, per dimenticare te. Tu nemmeno hai notato un cambiamento.- Sentivo che ero sul piangere, un altra volta. strizzai gli occhi il più forte possibile, di fronte a lui non potevo permettermi certe debolezze.
-Allora avevo ragione..ma tu continuavi a negare e..Candice?- Alzò il mio viso con un dito accarezzandomi dolcemente.
-Ti voglio bene, sei una ragazza ingamba e sei anche la mia più grande amica, sai bene che non funzionerebbe tra noi due.-
-Lo so Niall, lo so. Non ribadirlo ogni fottuta volta come se l'idea di una storia tra noi due ti facesse venire i conati di vomito! sono stufa, non voglio stare assieme a te, io non ti voglio, voglio solo smettere di amarti.- Disse queste parole tutto d'un fiato poi, non appena ebbi ripreso a respirare normalmente, mi alzai diretta in camera. 
Avevo solo voglia di buttare tutto dentro ad una valigia e prendere il primo volo verso l'Irlanda con i pochi voli che mi rimanevano e forse, è proprio quello che avrei fatto.
Il telefono squillò, convinta fosse mia madre mi avvicinai a lui con molta calma.
Il nome che comparì sullo schermo era alquanto strano. Cosa voleva Zayn?
-Dimmi.- , -Al parco tra dieci minuti?- , -Va bene, ci vediamo li.-
Zayn Jawaad Malik, il ragazzo che poco prima di ventiquattr'ore fa mi detestava voleva passare un po di tempo con me. La cosa mi puzzava ma dopo poco fa, qualsiasi cosa mi avrebbe potuto tirare di un minimo su il morale.
 
[...]
 
Come una ritardataria che si rispetti, i dieci minuti su cui ci eravamo accordati erano appena passati ed io ero appena ucita dall'hotel, avrei dovuto prendere un taxi 'al volo' con molta fortuna, a quest'ora erano quasi tutti occupati.
-Sapevo saresti arrivata in ritardo.- 
Mi voltai alla mia sinistra, Zayn era lì, con un sorriso divertito stampato sulle labbra, le mani dentro le tasche dei jeans a cavallo basso ed i soliti capelli impeccabili.
-E quindi hai deciso di raggiungerci per far tardi assieme?-
-Come sei arguta.-
-Malik, da quando usa queste parole?- Aggrottai la fronte stranita.
-Da quando mia madre per il compleanno mi ha regalato un dizionario, brutta storia questa. Che dici, facciamo una passeggiata fino al parco?-
Io acconsentì annuendo. Era stata una buona scelta uscire senza gonne, vestitini o tacchi alti venti metri.
-Come mai questi occhi rossi?- Zayn, non si faceva sfuggire nulla.
-Si nota così tanto?- Preoccupata cercai d'inventare una scusa, ma non mi venne nessuna ragione plausibile.
-Direi di si. Ti ascolto.- Rallentò la camminata osservandomi con la coda degli occhi.
-Ti diverti a mettermi in imbarazzo?- Incrociai le braccia stringendomi a riccio il più forte possibile.
-Hai pianto?-
-Sei sordo? esisto anche io. Si, ho pianto.- Dissi l'ultima frase così veloce da mangiarmi le ultime lettere.
-Per colpa di Niall?-
-Mi sembra quasi ovvio.-
Lui fece segno di 'no' con la testa. Avete presente quei programmi in cui una persona in sovrappeso chiede aiuto ad un coach per rimettersi in forma e nel momento in cui sgarra mangiando un pasticcino, il personal trainer lo sgrida con espressione delusa? ecco Zayn mi ricordava quest'espressione.
-Che cos'è successo?-
-Incredibile, un ragazzo che ti chiede di raccontagli i tuoi casini. Ricordami di sposarti.-
-Quand'è che il tuo umorismo va in vacanza? dai..- dal tono di voce sembrava divertito.
-Ho accennato a Niall il fatto che voglio tornare in Irlanda, una cosa tira l'altra ed è saltata fuori la cosa che voglio andarmene per staccarmi da  lui.- 
-Aspetta, vuoi abbandonare la tua vacanza per allontanarti da un ragazzo per cui hai una cotta? stai ingigantendo le cose e smettila di fare la vittima.-
-Come si vede che le cose che hai fatto finta di confidarmi in discoteca erano false. E io che pensavo riuscissi a capirmi.- Mi passai una mano tra i capelli pensando a dove andare adesso. Io, camera, valigie ed aereo era la combinazione migliore.
-Ok l'hai capito..ma il punto è, sto cercando di aiutarti, per quanto brusco il mio metodo possa sembrarti.- Mi mise un braccio attorno al busto e con dolcezza mi accompagnò fino ad una panchina all'entrata del piccolo parco, non si poteva dire che si erano sprecati per costruirlo ma, cosa importava in quel momento, perchè cercavo a tutti i costi di non pensare alla presenza di Zayn e a quello che aveva da dirmi?
-Si lo so ma ci hanno già provato decine di persone, credo che solo il tempo possa aiutarmi, magari con un piccolo aiuto della distanza.- appoggiai i gomiti sulle mie gambe mentre sorreggevo la testa con le mani. Con sguardo assente fissavo il vuoto.
-Non sai di cosa sono capace.- Sorrise, ne ero sicura, ormai riconoscevo il suo tono di voce prima o durante un sorriso.
-A meno che tu non sia Cupido o una qualche specie di strega con una pozione magica, non puoi fare niente, in tal caso, vaffanculo perchè non mi hai aiutata in partenza.-
Il ragazzo scoppiò in una risatina che mi contagiò.
Avvicinò il suo viso al mio mentre ancora io sorridevo divertita. Prese ad accarezzare i miei capelli mentre io non potevo far altro che fissare quella sua bocca perfetta.
-Penso che la tua bocca, sia stata creata apposta per essere baciata.- Mi morsi il labbro incrociando per qualche istante il suo sguardo tra le ciocche dei miei capelli finite davanti ai miei occhi.
Senza dire nulla, sorrise. Passarono istanti che sembravano anni. 
Zayn scostò le ciocche ribelli dal mio viso e lo strinse tra le sue grandi mani avvicinandolo a se, le nostre bocche si sfiorarono fino ad unirsi completamente come la prima volta. Era esattamente tutto uguale, o quasi. Anche se quel 'quasi' non avevo idea di cosa fosse.
 
Un nuovo messaggio. La tasca dei miei jeans contenente il telefono vibrò.
Zayn allontanò la sua lingua dalla mia e disse arrivederci alle mie labbra, ma stavolta non scappò dicendo 'è stato bello'. Era rimasto a fissarmi, ero sicuramente arrossita, non riuscivo nemmeno a sostenere il suo sguardo. Presi il telefono e lessi il messaggio.
Da Niall: 'Torna in camera, ho bisogno di parlarti.'
Il mio cuore batteva, quasi come volesse scappare dal petto.
Sapevo volesse convincermi a rimanere in quella stupenda città, ma un pizzico di speranza c'era sempre, nascosta da qualche parte. Ah gia', Zayn, Lo guardai sorridendo malinconica. Mi sarebbe mancato anche lui.
-Che significava?- Chiese lui.
-Sei tu che mi hai baciata.- La bocca si socchiuse così come lo stomaco, non immaginavo di dover affrontare questo argomento, pensavo stavolta sarei stata io a scappare via soddisfatta.
-Lo so, intendo, per te ha significato qualcosa?- , -No lascia perdere.-
Prima che io potessi pensare alla risposta aggiunse di non voler sapere niente, si alzò e per la seconda volta mi lasciò da sola andando per la sua strada.
Avrei voluto urlargli dietro che l'unica cosa che sapeva fare era scappare ma il buon senso mi suggerì non sarebbe stata una buona idea.
Presi il primo taxi diritta in Hotel. Tra pochi minuti avrei deciso il mio futuro, ancora una volta in base a Niall, ero ancora in quel tunnel, come una tossicodipendente con la sua droga preferita.




Macciao bella gente, o dovrei dire bei fantasmini.... si sarebbe il termine adatto. e.e
no ok, vi ringrazio tanto per le visualizzazioni.
Un po meno per le recensioni, vi siete proprio sprecati e la miseria. lol
ripeto per l'ennesima volta che aspetto sia critiche positive che negative purchè siano costruttive, voglio solo sapere il vostro parere.
Un bacio ai lov iu(?)

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Capitolo 9
*** capitolo 9. ***


Avevo trascorso più del tempo dovuto sulle scale di quell'hotel, mentre il portinaio continuava ad insistere per farmi usare l'ascensore, probabilmente pensava avessi una qualche disfunsione alle gambe dato che salivo un gradino al minuto, ma cercavo solo di far allontanare inutilmente il momento in cui avrei nuovamente discusso con Niall.
Aprì la porta che il biondino aveva lasciato aperta e senza fiatare mi accomodai sulla sedia affianco al letto dov'era sdraiato, con un braccio che gli oscurava la visuale.
Mi schiarì la voce per far sì che si accorgesse della mia presenza.
-Candy.- Mi sorrise dolcemente, lo guardai distaccata, pensava di farsi 'perdonare' con un paio di sorrisi e qualche parolina dolce?
-Dimmi.-
-Cos'hai deciso?- 
-Era questa la cosa importante da dirmi?- Feci per andarmene ma mi chiese di restare, la sua voce era molto più pacata del solito.
-Sai, spero tanto che far parte della band porti i suoi frutti, in caso contrario, comunque, non credo  tornerò a Mullingar molto presto e se lo farò sarà per salutare amici e parenti. Voglio trasferirmi qui ed inseguire il mio sogno, quindi se tu decidessi di andartene oggi, beh, questa sarebbe una sottospecie di fine ecco.- Sollevò il braccio passandosi la mano sulla nuca, mi osservava come se non volesse perdersi un solo istante della mia reazione.
Credo a rallentatore si sarebbe potuto distinguere il momento in cui il mio cuore si era spezzato. In ogni caso la nostra amicizia aveva una data di scadenza, si poteva solo allontanare il giorno in cui sarebbe stata gettata nel cestino mettendola nel freezer.
Prima o poi sarei dovuta tornare a casa e lui sarebbe rimasto qua. Vedersi una volta all'anno e sentirsi tramite messaggio non permette ad un rapporto di rimanere tale. Si sarebbe dimenticato di me.
- Tu n-non puoi, ti prego.- La mia mascella tremava, stavo dolorosamente torturando le mie labbra per sopportare il dispiacere.
- Ho deciso, mi mancherai in ogni caso. Oh, vieni qua.- Si avvicinò e mi abbraccio come non aveva mai fatto, con tutta la dolcezza che aveva dentro di se. Riuscì a tranquillizzarmi per quei pochi istanti ma poi l'incanto svanì.
- Zayn ha ragione, sto esagerando le cose, tu sei molto più per me di quanto io sia per te. Forse, pensando per il mio bene, la tua decisione è la migliore.- Cercai di forzare un sorriso.
- Da quando parli con lui?-
- Da circa, ieri.-
-Oggi eri con lui?-
Io annuì non capendo dove volesse arrivare.
- Qualunque cosa abbiate fatto, sappì che da parte sua era tutto un metodo per, come dire, farti rimanere. Dopo la nostra discussione gli ho detto tutto ed avrà deciso di farti rimanere, a modo suo.-
Respirai profondamente prima di rispondergli.
-Perchè pensi sempre nessuno possa voler scopare con me o baciarmi senza secondi fini? Non fai bene nemmeno alla mia autostima.-
-Non volevo dirti questo, solo di stare attenta dato che..-
-Che ho l'innamoramento facile, certo, mi sarei già innamorata se in testa non avessi ancora un egocentrico, egoista, stronzo.-
-Hai finito con i complimenti?-
-Mio.-
-Cosa?- Inarcò un sopracciglio.
-Egocentrico, egoista, stronzo e mio.- Precisai in seguito. - Posso provare una cosa?-
Lui annuì, la sua espressione rimaneva dubbiosa.
Mi avvicinai a lui con cautela così come Zayn aveva fatto con me, sfiorai poi le sue labbra con le mie e molto delicatamente intrappolai nella mia bocca il suo labbro inferiore in attesa che lui continuasse il bacio, ma non lo fece. Tornai alla mia posizione precedente.
- Come pensavo.-
- Non posso prendere una che qualche minuto fa è stata di un altro ragazzo.-
- Non cercare scuse Horan, sappiamo tutt'e due come stanno le cose, non sei attratto da me. Dovevi essere chiaro fin da subito, un anno fa.- Assaporai le mie labbra in cui era rimasto il suo sapore.
- Ti sbagli. Ma al contrario di un anno fa ora ho un motivo valido per dirti che tra noi due non può funzionare.-
- E se dicessi di voler rimanere qua, con te?- La mia mano cercava la sua ma la ritrasse negandomi la possibilità di stringerla a me.
- Sappiamo entrambi che non è possibile. -
 
[...]
 
-Domani parto.- Strinsi Il corpo perfetto di Zayn al mio appoggiando la mia testa sulla sua spalla larga lasciandomi inebriare dal dolce profumo della sua pelle.
Proprio così, Zayn. Ero andata da lui dopo la discussione con Niall, era l'unico in questa città che sapeva più di quanto dovesse sapere e molto di questo l'aveva capito senza che io gli rivelassi niente.
Senza nessuna risposta, nessun cenno, nessun verso mi prese in braccio lasciando che le mie gambe circondassero la sua vita. ricordai subito la prima volta in cui fecimo sesso.
Mi bacio' il collo delicatamente, ancora, ancora e ancora. Mi morsi il labbro superiore dal piacere per poi prendere a baciarlo con desiderio, lo volevo mio per un ultima volta.
- Solo piacere, niente amore, è questo che mi piace di te.- sussurrai tra un bacio e l'altro con le labbra ormai arrossate.
- Attenta a non 'sostituirmi' con Niall.-
- Non farò mai più lo stesso errore.- Misi l'indice di fronte alla sua bocca prima che potesse rispondere poi stringendomi al suo collo con una mano tolsi canotta e reggiseno con la mano rimasta libera. Il ragazzo si morse il labbro guardando il mio seno e iniziò a stuzzicarmi i capezzoli con la lingua facendo uscire dalla mia bocca piccoli gemiti.
Non ancora soddisfatto mi posò sul davanzale delle finestra ed iniziò a baciarmi il petto scendendo sempre più in basso fino ad arrivare al suo obbiettivo, lanciò via jeans e perizona, mi allargò le gambe con forza e raggiunse la mia intimità, dopo piccoli e caldi baci iniziò a leccare provocandomi un piacere incontrollabile.
- Malik, ci sai fare con la lingua.- dissì affannata prima d'iniziare a gemere sempre più forte tenendomi ad ogni superficie sporgente che riuscissi a trovare.
- Sssh ci sono Harry e Louis nell'altra stanza.- Interruppe di provocarmi piacere per parlare.
Presi il suo viso e lo avvicinai al mio baciandolo con foga.
- Chi se ne frega.- Scesi dal mio scomodo sedile e con l'aiuto del ragazzo lo spogliai. Come al solito Zayn voleva avere il controllo della situazione, con forza mi spinse verso il basso di fronte al suo membro, iniziai a leccarlo delicatamente fino a far entrare tutta la sua lunghezza nella mia bocca mentre con la mano sulla mia testa guidava i movimenti.
Pochi minuti e il ragazzo venne nella mia bocca accompagnato da un urlo di piacere.
- Adesso sei tu a dover far silenzio.- Sorrisi maliziosa pulendomi la bocca.
Lui rise e riprendendomi in braccio mi appoggio ad una parete, controllo che il suo membro fosse nella direzione giusta ed iniziò a penetrarmi. Si vedeva che la voglia era troppa, cominciò con movimenti veloci e profondi, dovevo ammettere di sentire un po male ma la situazione e il piacere contemporaneo coprivano tutto. i nostri corpi, il nostro sudore, la nostra saliva, tutto era amalgamato alla perfezione. 
Sentivo che era diverso dalla 'nostra' prima volta, forse c'era più sicurezza, più intimità..sapevo solo che non ne avrei mai avuto abbastanza.
 
 
I minuti passavano ed io e Zayn venimmo nello stesso momento buttandoci in seguito sul letto, nudi con una sigaretta accesa tra le labbra.
- Mi mancherai.- Sussurrò lui quasi avesse paura di sentire lui stesso quello che stava dicendo.
- Ti mancherà il mio corpo.- Ironizzai io.
- No, tu, Candice.- Girò il viso verso il mio.
- Questo, questo cambia tutto.- Gli accarezzai il mento stampandogli un bacio sulle labbra.
Dovevo ammettere di aver paura, non volevo rimanere scottata un altra volta, eppure era tutto così incontrollabile.
- Mi mancherai anche tu.-


Ok lo ammetto, mi vergogno un po di questo capitolo dato che non ne ho mai scritto uno così spinto ma....supererò la cosa. ewe
Grazie di nuovo per le visualizzazioni e le recensioni dolcezze.
Scriverò sicuramente un altro capitolo nel corso della giornata, la noia vuole uccidermi lol.
Un bacione, recensite. xx

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10. ***


Questo capitolo è una noia ma era indispensabile.
La nostra Candy ha preso una decisione, come pensate andrà a finire?
Lo scopriremo nella prossima puntata. *si sente tanto una conduttrice*



Lentamente aprì le palpebre. Ero nuda ed infreddolita.
Al mio fianco c'era Zayn che al contrario della sera precedente ora sembrava un bambino innocente. Stanchi ci eravamo addormentati, ma io in mattinata avrei dovuto prendere l'aereo che mi avrebbe riportato a Mullingar e sarei dovuta passare in hotel per raccogliere le mie cose il più velocemente possibile.
Mi tranquillizzai quando guardando fuori dalla finestra notai il grigio scuro del cielo, doveva essere molto presto.
Facendo molta attenzione a dove mettere i piedi, con il mio essere maldestra sarei sicuramente finita con la faccia per terra svegliando il ragazzo.
Afferrai le mutandine, la canotta del giorno precedente e a piedi nudi mi diressi verso la cucina per fare colazione.
-Mi hai fatto venire un infarto.- Harry vagava al buio per la cucina ed appena sentì la mia voce si spaventò più di me, per quanto fosse possibile.
-Non mi aspettavo di trovarti ancora qui.- Harry accese la luce squadrandomi. Mi sentì un po in imbarazzo ma decisi di lasciar correre il modo in cui ero vestita.
-Nemmeno io, non hai una casa tua bimbo?- gli passai una mano tra quell'ammasso di capelli morbidi.
-Si ma sai, dentro questa casa si dorme così bene, nessun rumore, niente urla o versi strani.- Fece spallucce passandomi una tazza ed un cucchiaino.
Serrai i denti, aveva sentito tutto e voleva farmelo sapere.
Afferrai gli ogetti e dopo averci versato dentro del latte ci sprofondai il viso dentro.
-Come mai sveglio a quest'ora?- Chiesi cercando di smorzare l'imbarazzo.
-Ho promesso di dare una mano a Niall.-
-A fare cosa?- Sollevai il viso curiosa.
-Non lo sapevi? si trasferisce qui.- 
-Nessuno mi ha detto niente, ma dato che vuole rimanere quì, non poteva vivere in hotel per sempre.- Accennai un sorriso buttando giò che restava del latte nel lavandino.
-Stamattina parto, torno a casa.- Rimasi ad osservarlo, sapevo che Harry avrebbe pensato sempre in positivo cercando di farmi star meglio con le sue parole come sempre, ma stavolta non sarebbe servito a niente.
-Sapevo sarebbe arrivato questo momento.- Mi abbracciò da dietro lasciandomi senza parole, troppi abbracci negli ultimi giorni, non ero esattamente una tipa affettuosa ma sarei potuta stare tra le braccia di uno di loro una vita intera.
-Prometto che quando diventeremo famosi non ci scorderemo di te, ti porteremo in tournè con noi come un animaletto domestico.-
-Dolce come lo zucchero.- Esclamai ironica, poi gli stampai un bacio sulla guancia e tornai in camera da letto dove Zayn dormiva ancora profondamente. Presi borsa, scarpe e jeans. Osservai per qualche istante il ragazzo ripensando a ieri sera, gli sarei mancata come lui sarebbe mancato a me. 
-L'hai promesso, non dimenticarti di me.- Dissi ad Harry prima di chiudermi la porta di casa alle spalle.
-Ho il tuo numero. Fai buon viaggio.-
Uscì percorrendo le scale in discesa senza guardarmi in dietro.
Tra un ora esatta sarei stata sull'aereo di ritorno verso Mullingar, pronta a subire la ramanzina di mio padre e ad ascoltare quanto mia madre fosse stata delusa da me, poi sarei uscita con le mie amica e le avrei raccontato tutto mentre loro avrebbero cercato di sdrammatizzare con le loro solite battutine squallide.
 
Ero pronta a partire, valigia in mano, camera completamente svuotata.
Avrei lasciato un pezzo di cuore in questa città, non perchè mi fossi particolarmente affezzionata a lei ma perchè abbandonavo persone a cui tenevo molto, Niall in cima alla lista.
-Aspetta.- 
Riconobbi quella voce. Mi voltai vedendo Niall sull'uscio della sua camera, insonnolito mentre si strofinava gli occhi.
-Sono di fretta, il taxi mi aspetta in strada.- 
-Non volevevo te ne andassi così. Resteremo in contatto e non cambierà niente.-
Lasciai cadere la valigia sul pavimento e corsi verso di lui stampandogli un bacio sul naso, lo strinsi a me per qualche istante anche se avrei voluto durasse anni ma era giunto il momento di andare o avrei perso il mio volo ed anche le ultime sterline rimastemi.
- Cambieranno molte cose ma sono felice per te.- Con un sorriso finto stampato sulla faccia Mi voltai proseguendo verso l'uscita. Irlanda, sto arrivando.

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Capitolo 11
*** capitolo 11. ***


Altro capitolo un pò inutilotto ma non affrettiamo i tempi, per il prossimo capitolo ho in mente una cosa che nessuno si aspetterà.
3 capitoli in un giorno, si vede proprio che non ho avuto una beata mazza da fare,lol.
un bacione tesore c:




Zayn POV
 
Mi svegliai confuso a causa dei rumori che provenivano dalla stanza affianco.
Candice sen'era già andata, avevo fatto finta di dormire mentre, in camera, si rivestiva riprendendo le sue cose. Se mi avesse visto sveglio avrebbe voluto salutarmi e non ero il genere di persona a cui piacevano gli addii.
cercai di confondere i rumori avvolgendo la testa nel cuscino ma era inutile.
Mi alzai diretto in sala. Niall doveva già essere arrivato.
-Buongiorno.- Erano tutti radunati nella stanza, mancavo solamente io e beh, anche Candice.
-Abbiamo fatto le ore piccole ieri?- Scherzò louis, non gli diedi troppa importanza ed estrassi una confezione di succo dal frigo.
-Che c'è in programma per oggi?- 
I ragazzi si guardarono tra loro ma nessuno risposte, li osservai sorpreso, di solito avevano sempre un idea in mente.
-Di sicuro niente prove, non sono dell'umore.- Dichiarò Niall
-E poi abbiamo provato abbastanza per l'esibizione.- Aggiunse Harry.
Liam mi rubò il brik e mi mandò a cambiarmi dicendo che ci avrebbe fatto uscire, effettivamente aveva ragione, ultimamente stavamo troppo in casa.
Rientrai in camera e presi una camicia dall'armadio, la porta si aprì e la chioma di capelli di Niall seguito dal suo viso ed il corpo entrò.
-Ehi amico.-
Lui sorrise sedendosi sul mio letto e sfiorandolo con una mano.
-ha passato la notte qui?- Chiese senza girarci troppo intorno.
-Mia cugina sta in albergo, dovresti saperlo ormai.-
- Non parlo di Houda. Candice.-
-Come mai tutto questo interesse?- Presi il gel ed iniziai ad applicarlo sul ciuffo ma stamattina non c'era verso di sistemarlo. Buttai la confezione per terra, nervoso, e affiancai Niall.
-Pura curiosità, ieri sera sono andato in camera a cercarlo ma non c'era. Era ovvio fosse con te.-
- Se era ovvio, come mai mel'hai chiesto?-
-Senti bro, voglio solo che stia bene, ha già sofferto troppo per causa mia.- Si passo una mano tra i capelli con aria distrutta.
-Tranquillo, non è così stupida da farsi del male l'ennesima volta.-
Lo sentì sospirare mentre mi rialzai.
-Mi mancherà, siamo amici da quand'eravamo piccoli.-
-Non pensavo fossi così sentimentale.- Ironizzai. -Si, mancherà anche a me.-
-No Zayn non puoi capire, la conosci da qualche giorno.- scosse il capo storcendo le labbra.
-E in quei pochi giorni ho capito più di quanto abbia fatto tu in diciasette anni da quanto mi ha detto.- Sapevo sarebbe arrivato il momento del confronto tra me e Niall, l'avevo capito fin da subito, candice non gli era indifferente. Semplicemente gli piaceva sapere che lei le corresse dietro.
-Cazzata. Cercava di adularti per farsi scopare.- senza alcun motivo, irritato iniziò ad alzare il tono della voce.
-Hai una bella immagine della tua migliore amica. Non è una troia.- risposi rimanendo pacato ed uscì dalla stanza.
Sapevo lei si aspettasse una mia chiamata ma era meglio per tutti e due non sentirci. Lei lo diceva sempre, ci procuravamo piacere a vicenda e non doveva esserci altro, era evidente che il nostro 'rapporto' da amici di letto era finito, troppo presto ma era finito.

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Capitolo 12
*** capitolo 12. ***


Eccomi tornataa.
'posterò il nuovo capitolo domani' si come no. ewe
Chiedo perdono ma il portatile su cui avevo già pronto il capitolo ha deciso di morire ed ho dovuto riscrivere tutto, anche se non è venuto 'bene' come il precedente spero vi piaccia lo stesso...deprimetevi assieme a me e buona lettura. xx


Per l'ennesima volta il telefono squillava a vuoto fino a far scattare la segreteria.
Ne Zayn, ne Niall mi avevano mai risposto da quando ero partita e non erano passati due giorni ma mesi.
Ogni volta che riuscivo a rintracciare Harry, Liam o Louis loro mi rispondevano con un 'sono occupati' oppure concludevano la conversazione con un 'ti salutano' per poi riattaccare.
Era snervante non sapere niente di loro.
Era prevedibile ma, avevo sofferto molto la mancanza di Niall ma avevo avuto il tempo per riallacciare rapporti d'amicizia che si erano sciolti per colpa mia. Avevo trascurato molte persone per passare tutto il tempo a mia disposizione con il mio migliore amico.
Pensavo non avrei mai pronunciato quelle parole ma a distanza di tre mesi dall'ultimo nostro incontro, ora dovevo ammettere di poter fare a meno di lui. Non ero più innamorata, avevo avuto una piccola storiella durata poco meno di un mese, finita male ovviamente. La cosa importante però era che finalmente avevo desiderato un ragazzo che non fosse Horan. Fatta eccezione per Zayn, ovviamente.
Tornando a me, ero di nuovo nella mia piccola Mullingar con così tanti ricordi.
Mia madre sbattè la porta d'ingresso diretta a lavoro. Non mi aveva nemmeno salutata.
La sera prima avevamo avuto l'ennesima discussione, mi stupiva il fatto che i vicini non avessero mai chiamato la polizia per rumori molesti.
Presi il cellulare rassegnata e tornai in camera con un elastico in mano. Cercai di legarmi i capelli che avevano un serio bisogno del parrucchiere.
 
'driin..driin.'
 
Il telefonino squillò, sullo schermo apparve il volto angelico di Niall.
Mi colse alla sprovvista, avrei voluto rispondere immediatamente anche solo per ascoltare la sua voce ed assicurarmi stesse bene -ehi, ho detto di essere riuscita a sopravvivere anche senza lui, non che non mi fosse mancato.- ma per ripicca non lo feci.
Avevo provato a rintracciarlo in ogni modo ma lui sen'era sempre sbattuto, ora non avevo intenzione di fare la figura della debole.
 
'driin..driin.'
 
Un altra chiamata persa.
Chissà in questo momento cosa stava ronzando nella testa del biondo, forse era preoccupato come lo ero stata io.
 
'driin..driin.'
 
Ok, poteva bastare, era giunto il momento di rispondere.
Risposi al primo squillo, senza nemmeno rivedere l'immagine o il suo numero sullo sfondo.
-Cretino! sei un cretino!- Il mio tono di voce andava dal deciso al depresso con picchi di felicità. Felicità che nonostante fosse poca, venne completamente spazzata via in un solo istante.
Il sangue mi si ghiaccio nelle vene, non riuscivo a muovere un muscono, nemmeno respirare era facile. Le lacrime percorsero il mio viso, così pesanti tanto da arrivare al mento in pochi istanti, l'una dopo l'altra.
Ora potevo capire per quale motivo Niall mi stesse chiamando.
Sua madre, Margareth, aveva avuto un incidente in mattinata. Almeno così mi aveva spiegato il medico, dicendo poi che era uno dei pochi numeri trovati in rubrica oltre a quello del figlio. Era fuori città, disse. Si era precipitato nel primo aereo per raggiungere la madre, disse.
Margareth era stata come una seconda madre. Quando la mia era a lavoro era lei a prendersi cura di me, a sfamarmi ed aiutarmi a fare i compiti da piccina, fino a darmi consigli su come apparire più carina e sui ragazzi. Forse le volevo bene quanto Niall e credetemi, sua madre per lui era sempre stata la cosa più essenziale al mondo.
Dovevo farmi forza, asciugai il viso bagnato con la manica della felpa con le gambe ancora tremolanti. Misi il cappuccio ed uscì, quel giorno pioveva, almeno potevo sfogarmi, la pioggia come una vera amica mi stava parando le spalle.
L'ospedale era a pochi minuti da casa, lo raggiunsi a piedi rischiando di prendermi una polmonite, in tal caso sarei stata nel posto giusto.
Lo avvistai, da lontano, mentre lentamente con le braccia incrociate mi facevo strada verso l'ospedale. Niall era di fronte alla porta d'ingresso, zuppo come me, fissava la strada allagata.
Come mai non era con sua madre? quel pensiero riecheggiò nella mia mente pugnalandomi al cuore una ventina di volte. Ero arrivata troppo tardi?
Lo affiancai, posandogli una mano sulla spalla. Il mio gesto sapevo sarebbe valso più di mille parole.
-E' morta da sola, sola capisci? perchè io ero in giro per Londra a fare il coglione.-
Mi aveva riconosciuta, senza uno sguardo, un saluto per assicurarsi fossi io, mi aveva riconosciuta. Ed era morta, Margareth era andata in un posto migliore, almeno così dicono tutti per consolare i familiari disperati. Non credevo nel paradiso, dopo la morte? il nulla.
Lo spinsi contro me e lui si accucciò sul mio petto singhiozzando.
Lo strinsi, più che potevo. Ecco perchè dovevo dimostrarmi forte. Lui non era come dimostrava di essere, era fragile come l'ultimo albero sopravvissuto in un bosco in fiamme.
 
[...]
 
L'avevo portato a casa mia, avvolgendolo in una coperta porgendogli una tazza di tè caldo che aveva lasciato per terra a raffreddare.
-Mia madre arriverà fra poco, sarà felice di vederti, gli manchi molto.- Cercai di spezzare l'atmosfera tesa e triste in quella stanza. Come ci si comportava in situazioni del genere?
Nessuno pensa o spera mai di dover consolare una delle persone più importanti della sua vita dopo un lutto.
Lui annuì mentre continuava a fissare il pavimento color mogano, mi chiesi cosa ci fosse di tanto strano in quel pavimento ma fui costretta a rendermi conto del fatto che evitava il mio sguardo, evitava tutto ciò che poteva distrarlo dai suoi pensieri perchè voleva rimanere solo.
Dopo un ultima occhiata mi avviai su per le scale, volevo sentire mia madre e sapere come l'aveva presa. Non solo avrei dovuto raccogliere i cocci di Niall ma anche quelli di mia madre, come potevo sopportare tutto questo?
Il telefono squillò prima ancora che potessi calcare il primo gradno. Guardai il nome in sovraimpressione, Zayn.
-Pronto?-, -Dov'è che siete?- , -Non serve, è quì con me a casa mia.-, -Ho detto che..-
Non mi diede neanche il tempo di controbattere e riattaccò.
-Chi era?- Chiese Niall con un filo di voce dall'altro capo della stanza.
-Zayn, sono all'aeroporto, hanno detto di voler venire qua, so che vuoi stare in tranquillo ma non mi ha ascoltato.-
-Per me è ok.- fece spallucce e riprese la sua posizione precedente.
-ok.- 
Era tutto così surreale.
Forse ero superficiale o magari cattiva, era morta una persona, una persona a cui in un modo o nell'altro ero legata, eppure una parte di me non poteva fare a meno di 'godere' di questa situazione. Non avevo loro notizie da mesi e tra poco li avrei rivisti tutti, anche se non erano quì per me. Non era una vacanza di piacere.
-Candice?-
-Dimmi.-
-Mi prometti una cosa?-
-Nei limiti del possibile.-
Il ragazzo si alzò venendomi vicino.
-Non lasciarmi solo anche tu, ho già perso troppe, troppe persone. Ho bisogno di avere almeno te al mio fianco.-
Annuì non capendo il senso di quelle parole in quel determinato momento. Lo abbracciai comunque, voleva sentirmi vicina ed io ero li con lui, come sempre.

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Capitolo 13
*** capitolo 13. ***


I minuti da sola, in silenzio, erano strazianti.
Odiavo lasciar spazio a quella vocina nella mia mente, che non faceva altro che dire la verità, che mi suggeriva la cosa giusta da fare in ogni situazione. Forse per questo motivo, per ripicca, non l'ascoltavo mai.
Il campanello di casa suonò, grazie a Dio. Probabilmente era mia madre, avrebbe dovuto già essere a casa da un ora  poco più, questo toglieva ogni dubbio, era venuta a conoscenza di tutto e si era presa un po di tempo per accettare la cosa, per quanto il tempo potesse servire.
Scesi le scale e riuscendo ad evitare di cadere dopo aver preso una storta su uno dei gradini bagnati,aprì la porta a braccia aperte, aspettando che mamma mi si buttasse addosso. Era fragile, più fragile di come un semplice conoscente potesse descriverla dopo aver osservato il suo aspetto fisico, e non era una donnona, anzi, era più magra e bassa di me.
-Non ho intenzione di abbracciarti.- Zayn sull'uscio di casa con le sopracciglia inarcate mi guardava stranito. Dietro di lui tutti gli altri, mi feci scappare un sorriso spontaneo che probabilmente, fece pensare al ragazzo di avermi fatto ridere.
-Io si.-
-Anche io.-
-Ed io.-
Liam, Harry e Louis si buttarono tra le mia braccia, uno dopo l'altro, solo dopo senza nemmeno chiedere il permesso entrarono in casa, probabilmente alla ricerca di Niall.
Li seguì con lo sguardo pronta a spiegare.
-Ragazzi, è di sopra a riposare.- Chiarì io. Così, senza fare complimenti si 'buttarono' sul divano impossessandosi della coperta fradicia già usata dal biondo.
-Posso entrare?- Zayn era ancora fuori, aspettando un mio consenso. Come gli altri tre aveva un aria distrutta, come se avesse viaggiato per dodici ore consecutive.
Acconsentì con un cenno della testa. Avrei voluto abbracciare anche lui, ma forse solo io ricordavo di 'noi', anzi sicuramente, lui aveva cancellato tutto.
-Come sta?- Chiese subito dopo Malik catturando l'attenzione di tutti.
-Come starebbe chiunque dopo una perdita del genere.- Sospirai guardando il vuoto.
-Ha bisogno di noi, possiamo andare a salutarlo?- Chiese Harry impaziente, forse era quello più in ansia tra tutti.
-Più tardi quando si sveglierà. Sapete dove passare la notte?- Chiesi andando a prendere dentro ad un cassetto delle coperte pulite lanciandogliele addosso.
-Veramente, speravamo potessi ospitarci tu.- Esordì timidamente Liam
-Ci facciamo piccoli piccoli.- Aggiunse Louis, facendomi sorridere.
-Credo mia madre non ci farà nemmeno caso quindi, va bene, ma solo per oggi.-
Misi sul fuoco una pentola d'acqua calda, il compito di cucinare era mio, solo che oggi avrei dovuto preparare per un esercito, come se non fossi abbastanza stremata.
Dopo averli fatti spogliare ed aver raccolto i vestiti zuppi salì le scale lasciando i ragazzi riposare tranquillamente sul divano, solo Zayn era rimasto in piedi ad osservare i miei spostamenti.
Sbirciai dal piccolo spiraglio lasciato aperto nella stanza in cui Niall riposava. Era ancora a letto, girato di spalle.
Andai verso il bagno per mettere a lavare gli indumenti sporchi e prenderne di nuovi dall'armadio di mio padre, sempre in viaggio per affari.
-Dorme come un bambino.- La voce di Zayn mi fece sobbalzare.
-Ah, puoi darmi una maglia? sto morendo di freddo e quelli sotto si sono presi tutte le coperte.- Aggiunse avvicinandosi a petto nudo e togliendomi dalle mani una t-shirt verde slabbrata.
-Fai come fossi a casa tua.- Dissi ironica.
Lui fece spallucce indossandola senza fatica.
-So che non è il momento giusto ma posso farti una domanda?-
-Perchè me lo chiedi? tanto la farai qualsiasi cosa io risponda.- Spalancò la porta della camera dei miei genitori sedendosi sul letto matrimoniale. Lo seguì posando i vestiti sulle gambe.
-ricordi la sera prima della mia partenza?-
-Dove vuoi arrivare Candice?- Chiese seccato senza darmi una risposta.
-Avevi detto che ti sarei mancata. Era una cazzata, dato che non ti sei fatto sentire.-
-Sentire la tua mancanza non implica il fatto di doverti sentire.- Fece spallucce.
-Sarà, ma rispondere al telefono una volta tanto non ti avrebbe ucciso.-
-Perchè avrei dovuto? il rapporto tra noi si era concluso non appena sei partita, se oggi tutto questo non fosse successo probabilmente non ci sarebbero state altre occasioni per incontrarci.- Il suo tono di voce andava via via alterandosi.
-Non è vero. Perchè Liam, louis e Harry non hanno pensato nel tuo stesso infantile modo?-
-La nostra non era amicizia come quella che può esserci tra te e loro, Candice, non prendiamoci in giro, non abbiamo niente in comune, non c'era nient'altro se non l'attrazione fisica.- Si passò una mano tra i capelli, tranquillamente.
-Parla per te.-
-Allora spiegami in che modo ti sei affezzionata a me.-
-Io, io..- M'interruppe per la seconda volta in poche ore anche se stavolta, la sua voce era arrivata al momento opportuno dato che non avrei saputo cosa rispondere.
-Mi ami?-
-Come scusa?- Aggrottai le sopracciglia stranita.
-Mi ami?- Ripetè lui spazientito.
-No, certo che no.-
-Allora dove sta il problema?-
-Non abbiamo niente in comune, ok. Non siamo amici, ok. Eppure mi sei mancato e.. mi manchi tutt'ora.-
Lui scosse la testa. In quell'istante suonò il campanello, stavo li in attesa di una sua risposta che sembrava non arrivare mai.
-Vai ad aprire.- Disse con voce cupa.
-Hai da dirmi solo questo?- Sospirai e lasciando gli indumenti sul letto uscì dalla stanza.
Niall era li, impiedi affianco alla porta, aveva sentito tutto eppure la sua espressione era rimasta cupa come da quando l'avevo rincontrato, di fronte all'ospedale.
Strano gli importasse stare li ad origliare.
Più imbarazzata che mai scesi le scale come una furia per andare ad aprire la porta, pronta per un altra ventata di tristezza.

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Capitolo 14
*** capitolo 14. ***







-Mamma.- Esclamai aprendo la porta di casa, lei entrò accennando un sorriso e com' era suo solito posando borse e buste di lavoro sulla mensola all'entrata.
voleva dimostrare che andava tutto bene, ma non si accorse neanche della presenza dei ragazzi in salotto che la guardavano quasi terrorizzati cercando di coprirsi con quelle due coperte rovinate. Solo adesso pensavo a cosa, in una giornata come tutte le altre, avrebbe potuto pensare vedendo tre ragazzi seminudi sul suo divano.
-Come va?- Chiesi incerta sul tono di voce da usare.
-Oh, bene sono solo stanca, sai com'è, il lavoro.- Mi accarezzò dolcemente la guancia e con gli occhi gonfi ed infiammati trovò gli intrusi.
-Hai invitato degli amici?- Chiese con tono di voce stanco e rauco, come se avesse urlato per ore ed ore.
-Ti spiego tutto domani, hai bisogno di riposare, anche tu.- Sospirai delicatamente e posando una mano sulla sua spalla la accompagnai di fronte alla rampa di scale.
In quel preciso istanti incontrai gli occhi spenti di Niall che andò in contro a mia madre.
-Julie.- La abbracciò più intensamente di quanto fece con me. In quell'istante si fecero forza a vicenda.
-Niall, tesoro caro.- La voce di mia madre in un istante si era visibilmente addolcita.
Gli baciò la guancia delicatamente e proseguì la scalinata. 
I miei occhi si annebbiarono, trattenere quel pianto bruciava ed infastidiva ma era necessario, almeno per me che volevo sentirmi forte, diversa da Niall e mia madre.
Zayn la fece passare salutandola poi con un 'salve signora.' ma lei lo ignorò e si rinchiuse in bagno sbattendo la porta dietro di se.
-Accidenti.- Sussurrò lui percorrendo di corsa le scale.
Il resto del gruppo osservava Niall, anche io seguì il loro sguardo che mi portò a lui.
Ora, alla vista del resto dei One Direction, così avevano deciso di chiamarsi, sorrideva quasi.
-Oh no, l'acqua sul fuoco.- Corsì in cucina, dell'acqua non c'era più traccia, in compenso nella piccola stanzetta c'era un bel calduccio. sbuffai.
-Sei stata sopra più di venti minuti e non ci hai nemmeno portato un cambio, ti sei persa?- Chiese Louis che si era poco prima avvicinando a Niall stringendolo con un braccio attorno al collo.
Feci in tempo a notare il biondo scostare lo sguardo verso Zayn, che osservava fuori dalla finestra nervoso.
-Oh giusto, scusate, vado subito.-
-No lascia, vado io.- Niall si liberò dalla morsa del braccio di Louis e s'incamminò.
-Tu?- domandò Harry con tono incredulo.
-Sono orfano, non invalido.- Rispose prontamente lui quasi amareggiato.
-Ok ehm.. ho lasciato tutto in camera da letto, tu sai dov'è.- Rubai le coperte appallottolandole e lanciandole in un angolo della stanza dove non avrebbero dato fastidio.
-Certo, è dove tu e Zayn vi rinchiudete per parlare del vostro amore impossibile.- Sussurrò, non un sussurrò che qualcuno vuole tenere per se, voleva che lo sentissero, voleva farlo sapere a tutti.
Io, come Zayn ed il resto del gruppo sgranammo gli occhi increduli.
-Non è vero, Niall.- Ribattei io.
-Lascialo stare, è arrabbiato con il mondo intero in questo momento.- Zayn cercò di farmi ragionare e lasciandomi in mezzo al mare tra quei tre piragna andò nella postazione di cucina.
-Ecco perchè hai perso tanto tempo..-
-No Liam.- Scossi il capo in segno di disapprovazione alle sue parole.
-Vado a dormire.- Continuai, -fate come foste a casa vostra e, in qualche modo, cercate di far sorridere Niall.-
In pochi istanti salì al secondo piano, il mio migliore amico, se ancora così avevo il permesso di chiamarlo, era appena uscito dal bagno dove sembrava essere rintanata mia madre.
Con un solo sguardo cercai di chiedergli cosa fosse successo. Mi capì al volo, come ci succedeva da piccoli e rispose con un 'tranquilla' appena accennato, tanto da farmi pensare di averlo immaginato.
Mi rinchiusi in camera, pancia stretta in un morso incontrollabile ed il cuore in mille pezzi.
Sentire la propria madre piangere disperata, beh, penso sia la cosa più brutta che possa capitare ad un figlio, subito dopo il perderla a causa di un incidente.
Mi raggomitolai nel piumone freddo sbattendo le gambe come fossero ali, un tic nervoso che avevo fin da piccola, ereditatomi da mia madre. Una delle tante piccole cose che mi rendeva particolare, così ha sempre detto la donna che ora era nella stanza affianco a soffocare dal dolore.
Un altra lacrima percorse la mia guancia facendo capolinea sul cuscino ridotto ormai un lago, un piccolo, soffice, caldo lago che raccoglieva tutte le mie vergogne.
Erano passate ore ed ore da quando ero salita in camera con la speranza di riuscire a prendere sonno. Con la speranza che l'inizio di questa giornata fosse stato semplicemente un brutto sogno.
La porta della mia camera cigolò. Non mossi un solo muscolo, cercai di limitarmi anche nel respirare.
La mia mente andò subito a Zayn. Lui che la settimana prima mi odiava e quella dopo, dopo un breve scambio di parole, faceva l'amore o meglio, faceva sesso con me come fosse il suo ultimo giorno di vita. Magari, anche questa volta aveva abassato la cresta ed era tornato nel mio letto con la coda tra le gambe. Il conforto che il suo corpo contro il mio sapeva darmi, non l'avrei più trovato da nessun'altra parte.
La sua mano sfiorò il mio fianco mentre con decisamene poca delicatezza s'immerse sotto le lenzuola, sdraiato su di un fianco verso di me.
Riconobbi il suo profumo dolce, mischiato all'odore acre della pioggia che aveva ancora tra i capelli dorati.
-Niall?- Mi voltai nella sua stessa posizione, verso di lui, adagiando la mia mano sulla sua e accarezzandola delicamente.
-Candice?- Sorrise debolmente con le ultime forze che aveva.
-Perchè prima, hai tirato quella frecciatina?- Lo fissai, fissai i suoi occhi che illuminati solamente dalla luce della luna sembravano di un blu scurissimo, quasi nero.
-Sono stanco Candice.- disse come per scappare da quel discorso.
Lasciai in pace la sua mano grande e morbida per sostituirla con il mio cuscino, molto più grande e morbido.
-Ridammela.- Cercò alla cieca la mia mano fra le lenzuola.
-Spiegami.-
Lui acconsentì ed io avvicinai nuovamente la mano alla sua per farmela stringere.
-Prima avevi ogni attenzione per me, ora sei innamorata di lui.- si morse lentamente il labbro superiore ricambiando il mio sguardo.
-Non sono innamorata di lui, che ti salta in mente.-
-Se non lo sei tu, lo è lui.-
Incerta arricciai le labbra, pensandoci su qualche istante, non sarebbe stato coerente.
-No, non mi tratterebbe così male.-
Lui si avvicinò al mio viso, poi all'orecchio sussurrandomi un 'ti voglio solo per me' che mi fece sudare freddo.
Non gli importava realmente di me, voleva solo una persona che gli stesse vicino e lo coccolasse ed ora io mi stavo tramutando nel suo nuovo punto di riferimento, tutto quì.
Non mi voleva solo per se e non mi aveva mai voluta.
-Buonanotte Nialler.- Accarezzai tutto il suo viso dopo essermi liberata dalla stretta calorosa della sua mano, poi chiusi gli occhi, cullata dal suo profumo e dal suo respiro caldo e  affannoso che si univa al mio.

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Capitolo 15
*** capitolo 15. ***


Giuro, devo smetterla con questi capitoli depressivi. o:
Eppure prevedo pooca, pochissima serenità nella vita della nostra candy candy ma senò, che divertimento ci sarebbe eheh.
xx, tanto love.



Ripensando alle parole di Niall poco prima di addormentarci quella sera, ora mi ero resa conto di avere ancora una volta le farfalle nello stomaco, a causa sua.
Forse però, ora capivo il motivo per cui riuscire a contattarlo telefonicamente era così impossibile.
Non voleva sentirmi per far si che mi dimenicassi di ciò che provavo per lui e di conseguenza, farmi vivere la mia vita. Una sorta di riabilitazione per tossicodipendenti d'amore.
Solo che, mi avevano buttata fuori dalla clinica troppo presto a quanto pareva.
Questa era la motivazione di Niall, ma Zayn?
Pensai mentre con un gran biscotto al cioccolato intrappolato tra le labbra ed una tazza di tè freddo e un libro in una e nell'altra mano mi diressi fuori casa.
Posai tutto sul tavolino nella veranda, la notte aveva asciugato ogni segno della pioggia di ieri. Iniziai a rompere con i denti il biscotto in piccoli pezzi, per assaporarlo meglio, mentre passavo un dito sul margine del libro, cercando il punto in cui una piccola piega segnava l'ultima pagina letta.
-mh no, non stamattina.- Lasciai il vecchio libro, ormai senza copertina, sul tavolo ed accesi una sigaretta. Mia madre era già andata a lavoro e come se non avesse una vita abbastanza faticosa, probabilmente la notte scorsa non aveva dormito granchè.
La casa era piena di ragazzi, dei più rumorosi mai esistiti, eppure mentre tutti dormivano sembrava così triste, grigia e cupa.
Salì una gamba accomodando il piede sopra alla sedia mentre scrutavo il cielo, quasi celeste se ci si ricordava della brutta giornata di ieri.
-Me ne accendi una?-
Mi voltai verso la porta d'ingresso che si era spalancata facendo uscire Zayn con i capelli scompigliati, la maglia verde di mio padre ed i jeans chiari più in giù della vita.
-Nessuno ti ha insegnato a salutare Malik?- Sbadigliò rumorosamente e ignorando le mie parole si sedette affianco a me.
Gli porsi la sigaretta e l'accendino osservando i suoi movimenti fluidi.
-A quanto pare.- Prese una pausa per inspirare -hai consolato Niall ieri notte.-
-Si, ma non nel modo in cui pensi tu. E sai la cosa assurda? è geloso di te.-
Si lasciò scappare una risatina quasi isterica mentre continuava a consumare la sua sigaretta.
- Di te e me che, dopo 3 mesi l'unica cosa che sappiamo fare è litigare per non so quale motivo.-
-Ah, non sai qual'è il motivo? Il motivo sei proprio tu.- sospirò.
-continua.- Lo incitai per farlo parlare.
-Ti sei chiesta come mai neanche Niall si sia mai fatto sentire? fino a ieri ovviamente.-
-Si, credo sia per farmi passare la cotta che avevo per lui.- Buttai la sigaretta ormai arrivata al filtro e osservai le sue labbra muoversi ad ogni parola sempre più attentamente.
-Giusto, e se anche io avessi fatto una cosa del genere? Mi piacevi, diciamo.- Fece il segno delle virgolette con le dita mentre pronunciava la parola 'piacevi'.
Attese qualche istante ma io non dissi niente, ero troppo confusa e perplessa.
-Solo che, come ti ho già spiegato, la mia attrazione nei tuoi confronti doveva cessare nel giorno in cui sei partita. Sono uno di quelli che, più è distante da una persona più la desidera, questa cosa non mi avrebbe fatto bene.- Tossì, un colpo secco come per togliersi dai polmoni o forse dal cuore quel peso.
-Per questo mi tratti male, per allontanarmi?- Aggrottai la fronte, più confusa di quanto non lo fossi due minuti fa.
-Una cosa del genere.-
-Quindi tu cosa.. provi?-
Zayn sorrise divertito.
-Non fraintendermi, conoscendomi avevo solo paura che continuando a sentirti , in un modo o nell'altro avrei rischiato di provare qualcosa.- Via anche la sua sigaretta, tra l'erba umidiccia del giardino difronte casa.
-Non hai risposto alla mia domanda.- Lo guardai maliziosa, quasi provocatoria.
-Sei troppo curiosa per i miei gusti.-
-Ieri.- , -mi hai chiesto se ti amavo. Se in questo momento io cambiassi la risposta tu che faresti?- proseguì dopo una breve pausa.
Anche lui prese tutto il tempo necessario per rispondere, mentre io sentivo che poco a poco stavo arrossendo violentemente.
-Assolutamente niente. Vuoi cambiare la tua risposta?- La sua voce si faceva sempre più bassa e sensuale.
-Assolutamente no. Buon proseguimento di giornata, Malik.- Raccolsi le mie cose e dopo un bacio lasciatogli sull'angolo della bocca entrai dentro casa, pronta a preparare la colazione per gli altri quattro pulcini affamati.
-Si amore.-,-No non lo so cucciola.-,-Mi manchi anche tu, ti amo.-
Liam diabete Payne aveva appena concluso una telefonata con la sua ragazza storica, Danielle, almeno così ricordavo si chiamasse.
-E' preoccupata?- Chiesi preparando delle scodelle di latte  e un paio di scatole di cereali, tutti diversi tra loro. Liam mi si avvicinò sorridente.
-Si, mi ha chieso in che condizioni è Niall ma sai, non ho avuto molto tempo per accertarmene ieri.- 
Mi posto la frase come ser volesse sapere da me la risposta, lo accontentai il più sinteticamente possibile.
-E' forte, tornerà quello di sempre.-
-Sopratutto se lo aiuti tu.-
-Cioè?- Chiesi porgendogli una scodella  con un cucchiaio in mezzo. Mi avvicinai a Louis ed Harry che dormivano abbracciati come una 'coppia'. Non sapevo se intenerirmi o stupirmi.
-Cioè, ha bisogno di te nella vita di tutti i giorni, sopratutto adesso che sei l'unica figura femminile di riferimento per lui.- Il ragazzo come se stesse parlando di un concetto chiaro ed ovvio versò qualche manciata di cereali nel latte e girò il tutto serenamente.
-Dovrei tornare nuovamente a Londra?- Chiesi mentre davo piccole spintarelle con un piede ai due ragazzi che si erano tramutati in una persona sola.
-Solo se vuoi, ovviamente ne saremmo tutti felici.-
-Cosa, torni a Londra?- Chiese Harry sbadigliando sguoiatamente, staccandosi a malincuore dall'abbraccio di Louis.
-sssh, lasciala riflettere.- Lo zittì Liam.
Zayn entrò nella stanza e, come previsto, ignorò la colazione appoggiandosi alla porzione di muro affianco a me, guardandomi con una smorfia sul viso.
-Comunque vadano le cose, rimarrete ancora un po in Irlanda anche voi, Niall ha bisogno di riprendersi, qualche giorno.-
-Mi sembra ovvio.- Esclamò Zayn, senza farsi scappare l'occasione per infastidirmi.
Anche Harry raggiunse Liam al tavolo lasciando Louis in uno stato confusionale sul pavimento.
Tutte quelle dichiarazioni, vere o non, mi avevano scombussolata.
Dovevo ammetterlo, Zayn non mi era indifferente eppure sembrava cambiare carattere come cambia il clima di giorno in giorno, non ero mai certa del fatto che la persona che si era fatta in parte conoscere tre mesi prima, fosse la stessa di adesso.
Nonostante tutto la mia priorità restava Niall, nonostante tutti i suoi sforzi di allontanarmi da lui ed il tentativo di farsi dimenticare, il destino, anche se nel modo più triste e distruttivo, ci voleva assieme di nuovo.

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Capitolo 16
*** capitolo 16. ***


Quel pomeriggio, Niall si ritrovò la casa invasa da quelli che si definivano parenti ma che lui mi confessò di non aver mai visto prima d'ora.
Mentre lui era impegnato a farsi stropicciare le guancie dalle sue presunte zie e a fare compagnia alle sue vecchie nonne io e il resto dei ragazzi avevamo deciso o meglio, avevano deciso, di fare un giro per Mullingar. Cosa ci trovavano poi di così interessante nel visitare una città del genere dopo aver vissuto a Londra.
 
-Quindi è qui che giri.-
-No Zayn, passo il mio tempo portando le mucche al pascolo.- Ironizzai contagiando la risata di Harry e Louis. Strano ma vero, i due avevano smesso di ridere e scherzare tra di loro per ascoltare una delle mie pessime battute mentre Liam, per l'ennesima volta, era al telefono con la sua orsacchiotta, cuoricina con le labbra di zucchero. Da stamattina avevo sentito decine e decine di questi nomignoli da vomito.
-Ci hai riflettuto?- Chiese il moro dopo aver completamente ignorato il mio sarcasmo.
-Su cosa dovevo riflettere?-
-Ti semplifico la domanda, colpa mia dovrei saperlo ormai che non ci arrivi. Vuoi tornare a Londra?- Pose la domanda con naturalezza prima di sedersi su di una panchina arruginita.
Mi guardai attorno sperando di cogliere le espressioni interessate degli altri dato che volevo farmi convincere, ma si erano isolati, ogniuno intento a fare o parlare di altre cose.
-Spiritoso. No, devo parlarne con Niall, lui è l'unico motivo per cui potrei prendere in considerazione la cosa.- Dissi fiancheggiandolo.
-Quindi io non conto niente?- accennò un sorriso come a voler nascondere la delusione, proprio quello a cui puntavo.
-Tu e GLI ALTRI contate, ma non così tanto da portarmi a prendere questa decisione.- Dissi accentuando le parole 'gli altri', 'Zayn smontati, non esisti solo tu' continuavo a ripetermi.
-Ok, ha perso la mamma poverino, ma tu sembri vivere la tua vita in base a cosa fa o cosa dice, sveglia Candice.-
-Come puoi essere così cinico?- socchiusi la bocca osservandolo per qualche istante poi, senza pensarci due volte, girai i tacchi e lo lasciai li. Harry, Liam e Louis si erano dileguati, la soluzione migliore, avrei dovuto farlo anche io molti minuti fa.
-Non fare la bambina.- La voce del ragazzo mi seguiva da dietro, accellerai il passo poi una mano bloccò il mio polso poco prima che potessi entrare in un vicolo.
-Questo è quello di cui avevo paura Candice, di legarmi troppo a te, nonostante non facciamo altro che litigare.- Prese il mio volto avvicinandolo al suo.
-Hai finito con questi giochetti da seduttore? non ti ho creduto questa mattina e non ti crederò adesso.- La mia voce si affievoliva, dicevo quelle parole ma non per convincere lui, volevo semplicemente convincere me stessa ma il modo in cui guardavo le sue labbra mi diceva che non stava funzionando.
-Oh Zayn, le tue labbra sono state fatte per essere baciate.- Lui, imitando senza successo la mia voce, mi fece tornare in mente quel momento di tanti mesi fa. Era tutto più semplice.
Cercai di ribellarmi alla sua presa, senza successo.
-Mi avevi drogata, ammettilo.-
Si morse il labbro inferiore adagiandomi delicatamente ad un muretto affianco a noi.
-Io sono la tua droga.- sussurrò Zayn prima di fiondarsi sulle mie labbra.
La mia droga, tante, troppe volte avevo paragonato Niall alla mia droga personale, quella che mi faceva male ma da cui ero dipendente. Ora c'era anche Zayn che non era una droga, forse era più simile alla miamarca di sigarette preferita, puoi provarne a centinaia di differenti, ma tornerai sempre dalla prima.
Ricambiai il braccio mentre lui, dolce come non mai, premeva il suo indice lungo tutto il mio busto.
Si staccò poi con decisione, continuando a stringermi a se.
-Andiamo a casa.- disse prima di riprendere il bacio.
Scossi la testa. Non volevo, non mentre il mio migliore amico, nella casa affianco, soffriva.
-No Zayn, non adesso.-
-E quando? mi manchi, lo sai.- Inarcò l'angolo destro della bocca in una piccola smorfia.
-Non adesso.- Strinsi il suo viso tra le mie mani e lo baciai delicatamente quasi sfiorando le mie labbra con le sue.
Quel momento venne interrotto da un tanfo poco distante da noi, riaprì gli occhi col cuore in palpitazione per lo spavento.
Due ragazzi, due maschi, si scambiavano baci appassionatamente come solo due innamorati sanno fare. Uno aveva preso il sopravvento sull'altro spingendolo al muro pur sempre con amore. Riconobbi subito le fisicità dei due ragazzi, Non riuscì a credere ai miei occhi fino all'ultimo, fino a quando Zayn non pronunciò i loro nomi. I due si girarono di scatto cercando di ricomporsi, fare gli indifferenti non sarebbe servito, avevamo visto tutto.
-Forse, vi dobbiamo delle spiegazioni.- Annunciò Harry passandosi due dita sulla bocca arrossata.
Louis nervoso guardava noi, poi il suo 'amante', poi di nuovo noi.
-Voi due siete, state..- Balbettai non riuscendo a finire la frase. Mi accorsi di aderire ancora il corpo a quello di Zayn così, lo allontanai pian piano sistemandomi i jeans stropicciati.
-L'abbiamo scoperto da poco, insomma, non giudicateci.- Si giustificò così Louis stringendo poi a se il ricciolino che sembrava contrariato al mostrarsi sotto questa prospettiva.
-E' una cosa inaspettata, fa strano.- Disse Zayn passandosi una mano sulla fronte.
-Fa strano ma è una cosa molto dolce, quindi non lo sa nessuno?- Aggiunsi io sorridente prima di andargli incontro ed abbracciarli.
Era davvero strano, due ragazzi così belli, con storie da eterosessuali alle spalle. Entrambi fecero segno di no.
-E non dovevate saperlo neanche voi, per ora.- Harry guardò in basso quasi impaurito.
Credevo fossero solo amici, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere eppure non c'era da farne una tragedia, sarebbero comunque rimasti i soliti Harry e Louis, i giocherelloni del gruppo.
Liam passà di fronte alla piccola via veloce come un fulmine, probabilmente ci stava cercando. Zayn gli corse dietro riportandolo tra di noi.
-Dobbiamo tornare indietro, ho sentito Niall, ha una brutta notizia da darci.- Disse il ragazzo col fiatone, chissà da quanto ci stava cercando.
-Come se non bastasse, insomma.- Sospirai guidandoli verso la strada di casa.




Zumm zumm zumm.
sorpresa! Larry it's true. u.u
ok ok un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno commentato, quelli che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite...insomma a tutti, :')
Continuate a recensire, chissà che avrà Niall da dirci(?) xx.
-Veronica

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Capitolo 17
*** capitolo 17. ***


Ciao personcine carine carine, i'm back. Scusatemi davvero, davvero tanto per l'assenza ma non me le sono passate eccezzionalmente le ultime settimane. Anyway, vi amo (?) lol.
Per farmi perdonare, ecco la colonna sonora di questo capitolo, yo: 
http://www.youtube.com/watch?v=KR6d5IHrJPs No non è stata pensata è che mi sono fissata così tanto con questa versione che devo linkarla ovunque... Brividi brrr. çwç 
Ok vado via, buona lettura. xx
-Veronica.



-Allora? che c'è adesso?-
Spalancai la porta di casa sua senza riflettere, seguita dagli altri quattro ragazzi.
Niall però, non era li. La casa era vuota, circondata da un silenzio inquetante che non prometteva niente di buono. Mossi qualche passo sperando il biondo fosse in cucina a mangiare qualcosa o semplicemente sdraiato sul divano, spossato dopo la giornata trascorsa. Liam continuava a chiamare il suo nome a voce alta mentre gli alti tre osservavano quasi perplessi.
-Non è in casa, inutile.- Borbottò Zayn.
-Coraggio non c'è da preoccuparsi, sarà stato invitato a cena da una delle sue zie irritanti.- Proseguì Louis facendo per riaprire la porta d'ingresso.
-Ci avrebbe avvisato.- Risposi poi io estraendo il cellulare dalla borsa.
-Lo chiamo.- Proseguì cercando il suo numero in rubrica e portandomi il telefono all'orecchio, squillava ma senza risultato. Pochi istanti e scattò la segreteria telefonica.
Scossi la testa raggiungendo Louis già sull'uscio della porta.
-Tranquilla, quando potrà chiamerà uno di noi e ci racconterà tutto.- Mi rincuorò Liam passandomi una mano sulla spalla, io annuì ma non potevo far altro che pensare a ciò che Niall doveva dirci.
 
[...]
 
Anche questa serataa era passata. Di Niall neanche l'ombra ma forse i ragazzi avevano ragione, dovevo stare più tranquilla però, infondo al peggio non c'è mai fine.
Sospirai sdraiandomi sul letto, riuscivo a sentire le risate dei ragazzi nella stanza affianco alla mia che mi fecero scappare un piccolo sorriso.
-Posso entrare?- Zayn girò la maniglia della porta ancora prima di chiedere se potesse.
-Di solito si aspetta una risposta prima d'intrufolarsi in camera altrui.- Rimasi a fissarlo qualche istante prima di ricontrollare per l'ennesima volta il telefono.
-Non è nel mio stile.- Disse e si avvicinò al mio letto sdraiandosi affianco a me.
-Non c'è da vantarsene Malik.- Mi voltai verso di lui giocherellando con una ciocca del suo lungo ciuffo.
-Va tutto bene?-
-Il mio migliore amico è scomparso, meglio di così non potrebbe andare.- Accennai un finto sorriso.
-Sei bella anche da preoccupata.- Prese la mia mano prima intenta a navigare tra il suo ammasso di capelli e la strinse al suo petto. Scoppiò a ridere subito dopo, forse rendendosi conto dell'enorme cazzata che aveva detto.
-Mi ricovereranno per diabete, smettila di cercare di fare il romantico, non ci riesci e...la risata finale potevi evitarla.- Inarcai le sopracciglia ritirando la mano, anche se controvoglia.
-Già non ci riesco.- Si spostò con poca delicatezza a pancia in su.
-Cambiando discorso, cosa vuoi?-
-Non posso venire in camera tua senza una motivazione precisa?- Scostò la testa verso la mia aspettando una risposta che tardò ad arrivare.
-Forse.- Feci spallucce posando il mio volto sul suo petto. Lui prese ad accarezzarmi i capelli facendomi rilassare.
-So di non essere Niall.- Esordì poi lui, con una frase di cui non riuscivo a capire il senso, feci semplicemente un 'mh?', sperando continuasse.
-Ti piaccio ma non mi ami come ami lui.- Disse tranquillamete.
-What? quanta presunzione Zayn.-
-Dimmi che non è vero.- sospirò subito dopo, sentì la sua testa alzarsi ma non riuscendo a percepire l'espressione del mio volto lo lasciò ricadere sul cuscino.
-Non posso, hai ragione tu.-
Dopo la mia frase, silenzio assoluto.
-Mi spieghi perchè in ogni nostra conversazione devi sempre uscirtene con la storia di Niall e di te che ti senti inferiore a lui? non puoi dire che di me non t'importa se poi fai così.-
-Infatti non l'ho mai detto.- Passò un ultima volta la mano tra i miei capelli per poi accarezzarmi la schiena.
-Ma lo hai dimostrato.-
Sentì il suo corpo irrigidirsi, che avevo detto di sbagliato, la verità non gli andava giù eh?
-Non capisci mai quello che cerco di dirti, eppure ci provo e ci riprovo, ecco perchè tiro fuori sempre lo stesso argomento. Non capirai mai.- Accompagnò il mio corpo sopra il materasso e si alzò lentamente, aspettandosi qualcosa. 
-Non capisco cosa, Zayn? dillo senza giri di parole, fai il serio per una volta.- Respirai profondamente, non sapendo se arrabbiarmi o agitarmi ancora di più di quanto già ero.
-Ti..-
In quel preciso istante il telefono squillò. Lo presi in un millesimo di secondo, sapevo era lui.
-Pronto?-
Osservai Zayn, tutt'altro che felice. Anche la mia felicità era destinata a spegnersi purtroppo.
Riattaccai, con gli occhi lucidi e pieni di lacrime che non volevano scendere.
-Lo daranno in affidamento, andrà in Canada da suo cugino, io non.. era questo che voleva dirci, il Canada, è troppo distante da me.- Asciugai le lacrime con la manica larga della maglia. Volevo un abbraccio, qualcosa che potesse almeno un minimo conzolarmi ma Zayn non fece nulla, restava immobile, ma nei suoi occhi castani riuscivo a percepire che non stava meglio di me.

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Capitolo 18
*** capitolo 18. ***


Una macchina sgommò rumorosamente sotto casa mia.
Questo era il 'dolce' suono con cui mi ero svegliata,bello vero?
Strofinai debolmente le mani sugli occhi che ancora faticavano a stare aperti.
Ma Zayn, dov'era? credevo fosse rimasto a dormire con me, si era addormentato come un bambino in piedi da troppo tempo, ed io non potevo far altro che guardarlo facendomi scappare qualche sorriso. Ricordavo questo, ma lui non c'era, chissà, per una volta forse si era svegliato prima di me.
-Mà, dove sono tutti?- chiesi scendendo le scale e annusando il buon profumino che veniva dalla cucina.
-Giorno. Sono usciti poco fa. Ti va un tost?- Sfoderò un gran sorriso porgendomelo. Rifiutai prima d'immergermi nei miei pensieri. E se...
-Hanno detto dove andavano?- Chiesi con un filo di voce.
-No, ma tenevano particolarmente che ti salutassi da parte loro, che cari  ragazzi.- Con la testa bassa intenta a farcire un toast mia madre, troppo ingenua, non riusciva a capire ciò che stava accadendo.
Corsi su per le scale, verso la stanza degli ospiti.
Come sospettavo, il respiro si fece affannoso, continuavo a guardare sempre negli stessi punti, sempre le stesse cose, ma delle loro cose nessuna traccia. Niente scarpe, calzini o indumenti vari sparsi per il pavimento, viente valigie e letti stranamente rifatti.
-Dovevi fermarli!- urlai dall'alto della grande scala con il cuore a pezzi.
Non avevo nemmeno la forza di piangere, forse perchè in questi ultimi giorni avevo completamente svuotato i miei condotti lacrimali o forse perchè la rabbia che provavo annientava la tristezza.
-Perchè mai?- Domandò lei perplessa. Le corsi in contro abbracciandola.
-Tesoro mio, stai tremando, vuoi dirmi che succede?-
Non me lo feci ripetere due volte. Le raccontai di Niall che in questo probabilmente stava compilando le scartoffie, ancora pochi minuti e ci saremmo allontanati di nuovo, stavolta per sempre. Le raccontai dei ragazzi, che stavano tornando a Londra, abbandonando Niall senza lottare per lui nemmeno un minimo.
Lei continuava a ripetere 'andrà tutto bene' com'era suo solito, ma stavolta non sarebbe servito a niente.
-Chiama Niall per favore, voglio parlarci, poi vai in aeroporto a recuperare i tuoi amici.- accennò un sorriso alzandomi il viso con un dito e poi dandomi un bacio sulla guancia.
Composi subito il suo numero e le passai il telefono.
-Candice, vai. Che aspetti?- Mi incitò aprendo la porta di casa mentre aspettava che il ragazzo le rispondesse. Chissà perchè voleva parlare con lui, che aveva in mente?
Ingranai la camminata più veloce che riuscissi a fare, diretta all'aeroporto, fortunatamente non troppo lontano da casa. Ma se fosse stato troppo tardi?
Una marea di gente mi passava affianco facendomi sobbalzare da una parte all'altra.
-Ma che diavolo, tutti oggi dovevate partire?- Borbottai cercando di riconoscere i loro quattro volti.
-Candy?- 
Mi voltai, forse li avevo trovati. No invece, no. Era Niall, trovarlo quì era così inaspettato che il mio cuore reagì come quando lo viddi dopo mesi non molti giorni fa.
-Tu che ci fai quì?- chiesi sperando non stesse partendo. Certo Candice, valigie in mano, aeroporto, non stava partendo, no di certo. Lo strinsi per un braccio per sentirlo più vicino a me. Sospirò accennando un sorriso ma non fiatò.
-Non partire, mia mamma ti stava chiamando, forse ha un idea.-
Estrasse il suo telefono dalla tasca guardando lo schermo.
-Pensavo fossi tu.- Fece per schiacciare il tasto verde per richiamarla.
-Perchè non avresti dovuto rispondermi?- Chiesi con voce flebile. Mi staccai da lui notando Harry, o meglio, i capelli di Harry che non potevano confondersi con tutti gli altri.
-Resta quà.- Sussurrai a Niall e raggiunsi la chioma piena di ricci. Gli diedi due colpi sulla spalla, il tizio si girò e...no non  era Harry, ma piuttosto un quarantenne con un parrucchino più finto della mia Louis Vuitton.
-O mi scusi!- Divenni rossa dalla vergogna e cercai in ogni modo di allontanarmi, facendo slalom tra valigie e bambini che guidavano spericolatamente i portabagagli.
-Ti hanno assunta come molestatrice di persone all'aeroporto?-
-Zayn, fanculo vi cerco da un ora.-
-Sapevo saresti venuta.- Mi prese per mano portandomi verso il resto del gruppo.
-Aspetta, aspetta, c'è Niall..- Mi guardai attorno mentre inciampavo ad ogni passo. -Da qualche parte.-
-Lo so, l'ho visto.-
-Candice!- Louis mi corse in contro abbracciandomi.
-Non potete partire.- Dissi ricambiando l'abbraccio.
-Dobbiamo, ora che non possiamo più stare vicini a Niall, dobbiamo continuare la nostra vita.- Mi spiegò Liam che sostituì Louis nell'abbraccio.
-E' triste ma, questa è la tua città non la nostra.- aggiunse.
-E se Niall non andassè in Canada? ci sarà una soluzione, dobbiamo solo..- Vennì quasi subito interrotta da Zayn che già da prima scuoteva la testa disapprovando.
-Non c'è un'altra soluzione, ci mancherai.- Disse secco senza giri di parole.
Mi morsi il labbro inferiore cercando con tutta me stessa di trattenere il pianto poi mi buttai tra le sue braccia.Percepì che lui cercava le mie labbra ma feci finta di nulla, stringendomi più forte a lui. In quell'istante ebbi un idea, malvagia si, ma un idea geniale che mi avrebbe aiutato a tenere le cose sotto controllo. Presi il telefono di Zayn senza farmi notare e lo sostituì con il mio.
-Hanno chiamato il nostro volo.- Disse Harry scompigliandomi i capelli affettuosamente.
Mi salutarono,tutti in coro, mentre io speravo solo Zayn si accorgesse del cambio di telefono prima della partenza del volo, altrimenti la mia 'mossa' sarebbe solo stata un emerita stronzata.
-Oh, sei quì.- Niall sorrideva, ma non riuscivo a spiegarmi il perchè di tanta felicità.
-In un modo o nell'altro, vi fermerò.- Sorrisi soddisfatta facendo ciondolare il telefono di Zayn davanti ai suoi occhi. Mi guardò perplesso non capendo cosa cercassi di dirgli.
-Comunque.- Esclamò lui. -Tua madre si è offerta di ehm, adottarmi? se si può dire così.-
-Che cosa scusa? non è uno scherzo divertente.- Sgranai gli occhi con le gambe che in quell'istanto rischiarono di cedere.
-Non è uno scherzo, non dovrò andare da mio cugino e tra qualche mese, quando compirò il diciottesimo compleanno, potrò tornare a Londra dai ragazzi.- Prese fiato tutto eccitato. Si, non si sarebbe allontanato da me ma sarebbe diventato mio fratello, come si può essere innamorati del proprio fratello? semplice, non si può. -insieme a te, se vorrai.- Proseguì facendomi perdere il filo dei miei pensieri.
-Si, bello.- Niente entusiasmo nelle mie parole, dal volto del ragazzo capivo che si aspettava di più. Forse, era finalmente giunto il momento di far funzionare il cervello al posto del cuore ed essere meno egoista, basta pensare solo a se stessi.
-Qualcosa non va?- Chiese mentre si avviava a passo lento verso l'uscita.
-No, sono felice, sul serio. E' tempo di abbracci?- Sorrisi aprendo leggermente le braccia.
-Direi di si.- Mi abbraccio freddamente, ora era in lui che qualcosa non andava.
-So cosa provi e so che è difficile accettare una cosa così improvvisa..-
-E' destino.- Lo interruppi parlando quasi tra me e me.
-Cosa?- Chiese stranito.
-E' destino.- Ripetei io. -devo farmene una ragione, è ciò che mi ripeti da un anno no? ora è tempo di seguire il tuo consiglio.-  Dissi flebilmente. 
Lui sorrise, un sorriso finto, prima di ricordarsi del telefono che avevo in mano.
-Ma quello non è di Zayn?- Chiese.
-Ops!- Mi voltai verso lo sbarco e vidi un gruppo di ragazzi, sembravano furiosi ed io sapevo il perchè.

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Capitolo 19
*** capitolo 19. ***


-Non è giusto, a quest'ora sarei dovuto essere tra le braccia di Danielle, mi manca.- Liam, armato di voce da cucciolo e faccino triste, che in quel momento sarebbe persino riuscito a sciogliere il cuore di zio Paperone, si accoccolava il più comodamente possibile sullo sgabello del bar da quattro soldi.  
-Scusa, colpa mia.- Storsi le labbra profondamente dispiaciuta dall'episodio del telefono invertito. Infondo però, l'avevo fatto a fin di bene, in cuor mio sentivo che Niall avrebbe ancora avuto bisogno di supporto. Bugie, sperai con tutto il cuore non mi fosse cresciuto il naso come a Pinocchio. In verità, avevo dato ogni cosa per persa.
-Oh.mio.Dio, Liam appena torneremo a Londra ti porterò in un centro per disintossicazione da fidanzata, giuro, sarà la prima cosa che faccio.- Zayn ironico passava l'indice sul grande menù, troppo grande per quella limitatissima gamma di cibi tra cui scegliere.
Louis e Harry parlavano e ridevano indisturbati, notai con il mento pigiato sopra al palmo della mano immersa nei miei pensieri. Dovevo ancora abituarmi all'idea di ciò che due giorni fa avevo visto, eppure davano l'idea di essere soltanto buoni amici, niente effusioni in pubblico, non osavano nemmeno sfiorarsi. Il loro rapporto era basato sulla complicità e sul divertimento, assieme si divertivano un mondo, certo però, nessuno poteva sapere cosa succedesse nella loro camera o meglio, nessuno voleva sapere.
Immersa nel mondo dei sogni non mi accorsi del cameriere dalla divisa sporca che mi toglieva anche la minima voglia di ingurgitare qualcosa in quel posto simile al cesso di un autogrill.
-Ricordatemi perchè siamo quì, vi prego.- dissi guardandomi attorno quasi disgustata.
-Forse fare colazione.-sorrise il ragazzo convinto di essermi stato utile. 'Certo, questo lo vedo Liam, grazie' pensai ironica, ma questo posto e la sua clientela non mi mettevano affatto a mio agio, come se non fossi già abbastanza in pensiero per ciò che stava accadendo a pochi passi da noi, nell'ufficio di non so quale personaggio importante della legge o forse, degli assistenti sociali, il fatto era che, Niall e mia madre erano in quell'ufficio cercando di mandare in atto il loro piano, ma nessuno poteva rassicurarmi al cento per cento che avrebbe funzionato.
-Sei pensierosa?- Domandò Louis intento a godersi un frullato alla fragola, peccato il suo colorito rosa tendesse poco vagamente al grigio topo. -Prima ti sei incantata per circa, mezz'ora e lo stavi per rifare.- Scossi il capo portandolo poi all'indietro per, diciamo, contemplare il soffitto o meglio, evitare il suo sguardo mentre pronunciavo quello che stavo per dire.
-Vi guardavo, tu ed Harry, siete così carini.- Sospirai facendo si che un sorriso da ebete mi si stampasse in faccia, da dove veniva tutto quel romanticismo? forse dal desiderio di vivere una storia come la loro.
Zayn tossì alle mie parole, rischiando di affogarsi con un mini muffin offerto dalla casa. Gli diedi due colpetti sulla sua larga schiena, stranita dalla sua reazione. Voltandomi verso la coppia, notai che loro non avevano reagito diversamente. Espressione stizzita e corpo rigido come un tronco. Liam era l'unico a godersi quasi tranquillamente la colazione, leggendo un giornale, probabilmente non aveva nemmeno seguito la discussione. Chissà se anche lui sapeva del 'Larry'. Mi persi ad osservarlo nell'attesa di una risposta, una piccola frase per spezzare l'imbarazzo ingiustificato.
-Si Candy, so tutto.- Disse il moro che sembrò leggermi nel pensiero, senza nemmeno alzare gli occhi dal pezzo di carta stropicciato.
-Grazie ma, ci imbarazza parlarne in pubblico, non siamo ancora..- Interruppi Harry continuando la frase al posto suo con un 'Abituati'
-Teneri.- Sorrisi dolcemente. Zayn mi fissava con gli occhi sgranati, senza batter ciglio.
-Possiamo cambiare discorso? bene, grazie, dicevamo.- Esordì poi. Che c'era di tanto sbagliato in quel discorso? erano suoi amici, un motivo in più per appoggiarli.
-Dicevamo che stasera si esce.- Louis eccitato dalla proposta appena fatta dal riccio saltò dalla sedia, senza farsi mettere in imbarazzo dalle innumerevoli personi che presero a ridere di lui.
-Dove? - Chiese Liam degnandoci finalmente del suo sguardo. Lasciai intraprendere tra loro il discorso mentre sorseggiavo la limonata di Zayn, osservando di tanto in tanto il display del mio telefono.
-Andiamo a giocare a tombola poi se proprio vogliamo esagerarei, direi di andare a prendere un gelato, tanto per provare l'ebrezza di fare i trasgressivi, tranquillo papà, porteremo il kit di prontosoccorso con noi- Lo riprese Harry, prima che Liam potesse partire con una delle sue ramanzine sul fatto che il bere alcolici bruciasse il cervello e che poi quello che doveva raccoglire i resti dei suoi amici da ubriachi era lui ed altre lamentele che avevo sentito spesso nei mesi vissuti a Londra.
-Non capisco perchè, per una volta, non posso scegliere io dove andare.- con voce dolce, supplicò quasi Liam, che odiava davvero girare per pub o discoteche.
-Povero cucciolo, accontentatelo.- Supplicai al posto suo, alzandomi dalla mia sedia ed avvicinandomi a lui, stropicciandogli una guancia. Colpa dell'enorme tenerezza di quel ragazzo che mi provocava una voglia di mangiarmelo a morsi difficile da controllare.
-Ma mamma, non vogliamo andare al cinema a vedere Toy Story 5, la vendetta.- Dissè con aria di lamentela il ragazzo con gli occhi color miele, imitando malamente la voce di un bambino capriccioso.
-Ssh, non ascoltarli, un giorno ti daranno ragione.- Presi il misterioso frullato di Louis provando a dargli un sorso, l'odore mi bloccò, nauseabondo come poche cose al mondo. -ma come fai a berlo?- chiesi inorridita uscendo fuori dall'argomento di quel momento.
-Un giorno si, quando avremo tutti una settantina d'anni.- Ghignò Harry inclinando la nuca all'indietro lasciandosi scappare una risata, che contagiò tutti, tranne il diretto interessato della frecciatina che però sorrideva per non sentirsi escluso.
-Che dite, avranno finito?- Giusto, Niall e mia madre, pregavo da ieri sera che filasse tutto liscio senza intoppi. Con un cenno della mano feci segno ai ragazzi di aspettarmi pochi minuti. Uscì fuori munita di cellulare e chiamai prima una-senza risposta- poi l'altro, che dopo il decimo squillo rispose. La sua voce era neutra, questo, senza accurate spiegazioni, stava a significare che ancora niente era deciso, solo il tempo avrebbe potuto rivelarci ciò che sarebbe accaduto. Gli diedi appuntamento al bar di fronte alla nostra piazzetta preferita quando eravamo due piccoli scriccioli, in modo da poter spiegare meglio a me ed ai ragazzi l'accaduto, tanto per farci un pò di nervoso in piu'.
 
[...]
 
Louis, Harry e Liam avevano optato per il riposo pomeridiano, o forse, solo Liam aveva fatto questa scelta mentre gli altri due volevano semplicemente un pò d'intimita, statagli negata nei giorni passati.
Così, ancora una volta, mi ritrovai da sola con Zayn a parlare del più e del meno, sperando il solito discorso non saltasse fuori e sopratutto, non riprendesse la frase lasciata in sospeso pochi giorni fa  da cui mi aveva salvata la telefonata di Niall.
-I bambini da queste parti sono sovraeccitati.- Il moro osservava con sguardo allibito i molti bambini che ci gironzolavano attorno correndo, urlando, cantando e cadendo quasi come il gioco del domino.
-La colpa è di Willy Wonka e le sue fottute fabbriche del cioccolato che da dipendenza.- 
Zayn sorrise, forse per divertimento o forse per pietà, pazienza. Quello che importava era lo stare il più lontano possibile dai discorsi su sentimenti, amori e sopratutto dalla parola 'noi'.
-Tu, non mi parli mai di te, non ti conosco.-
-Conosci il mio corpo.- Sussurrò malizioso lui. Sempre lì doveva andare a parere, mi schiarì la voce per distogliermi dall'imbarazzo.
-Seriamente.- Lo incitai io, forse, questa volta ero riuscita a farmi prendere sul serio.
-Mia madre è Inglese, mio padre Pakistano, sono circondato da sorelle con crisi isteriche 5 volte al mese ed ho una cosa come cinquecento parenti in tutto il mondo. basta così?- Disse riprendendo a respirare alla fine dell'ultima parola.
-Non ti piace molto parlare della tua famiglia o delle tue origini, ho ragione?- Chiesi stringendo al mio petto le ginocchia, aspettando incantata la risposta.
-La trovo una cosa inutile da dire quando ci si vuole far conoscere da una persona.- Disse osservando attentamente ogni minimo movimento del mio corpo, mettendomi leggermente a disagio. Non aveva tutti i torti, nessuno sano di mente al giorno d'oggi sceglieva le proprie amicizie in base al paese d'origine oppure alla famiglia. Annuì alle sue parole e lui, ottenendo un consenso, sorrise.
Il suo sorriso mozzafiato contornato da quelle labbra che rendeva giustizia a tutto il resto del suo corpo, daltronde. Da tanto non facevo questi pensieri, e se per il tanto intendevo due o tre giorni beh, ero messa davvero male.
Era tutto un fissarsi reciproco e in un modo o nell'altro, entrambi sapevamo dell'attrazione fisica che provavamo l'uno per l'altra, ma le cose non erano mai andate oltre. Forse però, questo era quello che Zayn cercava di dirmi, cioè che per lui era cambiato qualcosa, cioè che adesso c'era qualcosa di più. Mi presi di coraggio, sapendo che Niall non sarebbe arrivato in fretta, almeno così prevedevo.
-Zayn, cosa provi per me?- Diretta, senza pensarci due volte, cercando di apparire sicura  di me, quando in realtà il cuore mi saltava in gola come un grillo che cerca di scappare da una trappola.
Lui, confuso, scosse la testa con un espressionne del tipo 'mi prendi in giro? non ho intenzione di parlarne.'
-Ok, ti semplifico la domanda.- Sospirai rattristata dalla risposta mancata. -Cos'è che volevi dirmi l'ultima volta,in camera mia. Cos'è quella cosa che non capirò mai?- Notai i suoi occhi allungati aprirsi, tanto da risultare quasi impauriti. La sua bocca s'inarco in un sorriso che poco a poco scaturì una risata, risata di cui non percepivo il senso.
-Ripensi ancora a quella cosa? non so nemmeno da dove mi sia uscito. Volevo solo portarti a letto.- BOOM, un addetto alla corsia cuori infranti è pregato di rimuovere i cocci dal pavimento grazie.
-Oh, ecco Niall.- Indicò il ragazzo ancora troppo lontano, se tra cinque secondi non fosse arrivato giuro, avrei strozzato il suo amico con le mie mani.
-Stronzo..- Si, stronzo, proprio adesso che in un modo o nell'altro, pensavo qualcuno potesse provare qualcosa per me, qualcosa che io nel mio profondo sapevo di ricambiare, stronzo che non era altro.
Si voltò verso di me, mordendosi il labbro inferiore con pochissima delicatezza. Gli occhi sbarrati che lasciavano tutto all'immaginazione.
-Avevamo già chiarito questa cos..-
-Perchè mi ostino a non usare mezzi di trasporto?- Zayn venne interrotto da un Niall affannato che, mettendosi in mezzo tra noi, cancello ogni forma di rabbia nei confronti del moro, per adesso.
 
-Quindi, puoi restare finchè non decideranno a chi affidarti ma, dopo la sentenza, non ci sarà piu' niente da fare?- Domandai incerta su quello che avevo capito dalla sua spiegazione.
-esatto, ci giochiamo il cinquanta e cinquanta.- Esclamò lui voltandosi verso l'amico e col palmo della mano alzato verso di lui, aspettava gli ricambiasse un cinque, che non arrivò.
Lo guardammo entrambi perplessi.
-Non si sente bene?- Niall si rivolse a me, trovando inutile parlare con il ragazzo che non avrebbe risposto.
-Sto benissimo.- Confermò il moro, al contrario delle nostre aspettative.
-Oh si, fino a pochi minuti fa stava benissimo.- Dissi stuzzicandolo. Dio solo sa quanto mi sarebbe piaciuto vederlo scoppiare esasperato di fronte a Niall.
 
Il mio telefono squillò e mia madre mi ordinò di tornare subito a casa, nessuno lo sapeva ma non approvava che io andassi da sola in giro con 'quel tizio tatuato' così lo chiamava lui, le dava l'idea di un puttaniere, che avrebbe potuto sverginare la sua piccola bambina, ah, mamme ingenue. 
Ovviamente Niall mi aveva vietato di dirle che anche lui era con noi, dato che aveva dichiarato di dover tornare a casa per riposare.
-Devo andare, tua madre chiama, io scatto.- Dissi ironica rivolgendomi a Niall, poi, dopo aver sostenuto, per quel poco che riuscivoa reggere, lo sguardo intenso di Zayn, girai i tacchi lasciandoli da soli.
 
NIALL POV.
 
-Non le ho detto tutta la verità.- Sospirai allietato al pensiero di potermi liberare da questo macigno sullo stomaco. -Il  cinquanta e cinquanta non è valido, la mia percentuale è dello zero virgola uno percento. Bassa lo so.- Zayn annuì seguendo attentamente il discorso.-Ma almeno, potrò avere qualche giorno in più per stare con voi. Con lei.- Guardai la sagoma ormai sfocata di Candice che si allontanava sempre di più.
-E' stupenda, dolce ed ha bisogno d'affetto. Si vede da lontano un chilometro che ti piace amico, che stai aspettando?- mi lasciai scappare una risatina scaturita dal nervosismo perdendomi poi con lo sguardo nel vuoto.
Rispose con un versetto insignificante che secondo lui, avrebbe fatto cadere lì il discorso. Non sono così tanto fesso.
-Che stai aspettando, Zayn?- Ripetei l'ultima volta, paziente. mentre mi passavo una mano tra i capelli appicicaticci dal sudore, non dovevano fare certo una bella figura.
-Aspetto che tu mi dia 'via libera'.- Rispose flebilmente, quasi non volendosi far sentire neppure da se stesso, facendo il segno delle due virgolette con gl'indici.
-Cel'hai. Già il solo fatto che, comunque vadano le cose, tra noi non può più succedere nulla, anche volendo.- Inclinai leggermente la testa di qualche grado per aiutarmi meglio a guardare l'amico in faccia, dopo questo discorso ci avrei giurato, avrei voluto solo divertirmi, niente più malinconia uscire dalla mia bocca.
-Perchè non prima?- Il moro dalla pelle olivastra, molto più scura della mia si alzò in piedi, dandosi delle piccole pacche sulle gambe, probabilmente addormentate. Lo seguì con lo sguardo, volendo prendere tempo sulla risposta da dare.
-Finchè una cosa ti rincorre, trovi divertente scappare via. Ma quando, quella cosa  inizia ad essere rincorsa da qualcun'altro e cambia direzione, sei tu a rivolerla tutta per te.- Spiegai semplicemente, anche se con un po di malinconia.
-Un po' egoista come discorso.-
-Ne sono consapevole.- Zayn mi diede una pacca sulla spalla, gesto che valeva più di mille parole.
-Allora chitarrista sexy le donne me le mangio a colazione Horan, stasera si esce a divertirsi, non accetto un no come risposta.-
-E chi ha intenzione di rifiutare,bestia.- Ridendo lo colpì sulla spalla giocosamente, la 'roccia' però, non sembrava essersi fatta nemmeno il solletico.
 
[...]
 
-Potreste ottenere un ingaggio in questo locale. Per il periodo in cui resterete quì intendo. Non è malaccio.- Feci oscillare i miei fianchi a ritmo di musica, mentre mi facevo strada molto, troppo attentamente tra la folla, come potevo reggermi in piedi con un vestitino così stretto da toglierti il fiato e un tacco dodici, quando a malapena riuscivo a mantenere l'equilibrio con una tuta e delle scarpe da ginnastica, definite da Niall 'le anti sesso'?
-Hai mai camminato su una scarpa piu' alta di due centimetri?- Il riccio mi affiancò, prendendomi sotto braccio ed aiutandomi a raggiungere le poltroncine.
-Non proprio.- Ammisi lasciandomi cadere sul soffice divano, sfilando il tallone dalle trappole per piedi.
-Si vede.- Ghignò Zayn divertito. Niall era scomparso tra la folla, si riusciva solo a distinguere la sua maglietta azzurro pastello, quando la luce illuminava la sua parte della sala.
Liam, diretto al bar, ci chiese se desideravamo qualcosa da bere, rifiutandosi però di prendere qualsiasi cosa col tasso alcolico più alto della birra così, optammo per quest'ultima.
Mentre  Where have you been di Rihanna riempiva con le sue note la sala, Zayn, non facendosi notare, prese la mia mano accompagnandomi verso il centro della pista. Lo seguì controvoglia, sperando di non cascare con la faccia per terra da un momento all'altro.
-Questo posto ti ricorda qualcosa?- chiese mentre impacciato cercava di ballare.
-Mh? è simile all'unico locale che ho frequentato a Londra.- Trattennì a stento una risata guardandolo muoversi come un forsennato. 
-Appunto.- Sfoderò un sorriso malizioso, o almeno così era sembrato ai miei occhi offuscati dalla poca luce.
Lo avvicinai a me stringendolo per i fianchi, nel vano tentativo di fermare il suo modo imbarazzante di ballare.
-So dove vuoi andare a parare.- Gli diedi un buffetto sulla guancia.
-Ti..- Il ragazzo cercava di dirmi qualcosa ma il rumore del locale mi fece perdere la parte più importante della frase. Scostò con una mano una ciocca di capelli che si trovava davanti al mio orecchio, poi si avvicinò col viso per farmi capire meglio. Prese un bel respiro, come se stesse per sganciare una bomba.
-Ti. Ti voglio bene.- Fece una smorfia di disapprovazione alle sue stesse parole.
-Si, anche io.- Continuai a fissarlo, stranita dal suo comportamente. Si allontanò da me diretto verso il bar, lasciandomi sola in mezzo alla folla senza nemmeno rivolgermi un altra parola.
-Zayn è pazzo.- Dichiarai stizzita quando riuscì a raggiungere il nostro divanetto dove sopra era rimasto solamente Liam a sorseggiare un drink analcolico.
Lui sorrise divertito senza distogliere lo sguardo dalla folla alla sua destra.
-E' un bravo ragazzo solo che con le parole non ci sa proprio fare.-
-Anche col ballo.- Aggiunsì facendo ridere il ragazzo che ora mi rivolgeva un sorriso sghembo.
Rimasi a riflettere sulle sue parole. 'con le parole non ci sa fare.', forse Liam sapeva cosa cercava di dirmi il suo amico?



Scusate per l'inutilità di questo capitolo ma da quando sono tornata, negli ultimi due capitoli, ho notato di aver affrettato troppo le cose, senza spiegare per bene, lasciando dei buchi ecco. ewe
Può sembrare noioso ma, ci vorrà ancora un po di tempo prima del
boom, fatemi sapere che cosa ne pensate. *-*
-Veronica.

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Capitolo 20
*** capitolo 20. ***


Maledetto Malik e il suo carattere di merda.
Questo era tutto ciò a cui riuscivo a pensare. Oltre al fatto che dall'ultima volta in discoteca, in cui senza proferire una parola mi aveva abbandonata al centro della pista dopo quel falso 'ti voglio bene' , non mi aveva più rivolto la parola, quasi avesse paura anche di rivolgermi uno sguardo.
Ci risiamo insomma. Come i primi giorni a Londra dove dopo la nostra 'prima volta assieme' fece finta di non avermi mai conosciuta. 
Stavolta però, non poteva trovare giustificazioni perchè non cen'erano.
-Candice, scendi subito!- La voce stridula di mia madre raggiunse la mia camera. Già, mia madre che non voleva darmi nemmeno una piccolissima informazione su Niall e l'adozione. Facevo si o no anche io parte di quella famiglia?
-Che c'è?- Chiesi quasi ruzzolando giù dalle scale. -Non è divertende.- Aggiunsi. La donna infatti era sull'uscio della porta che se la rideva di gusto. La sua espressione divertita però cesso di esistere quando, squadrandomi dalla testa ai piedi, notò che ero ancora in pigiama. Mi morsi il labbro superiore terrorizzata, mia madre poteva apparire un orsacchiotto dolce e docile come quelli delle pubblicità, ma quando perdeva la pazienza poteva essere paragonata al protagonista di un film horror.
-Tel'avrò ripetuto venti volte, tuo padre sta per arrivare e noi non abbiamo nemmeno messo piede fuori casa.- Uscì di casa sbuffando e borbottando qualcosa di incomprensibile. Non ne avevo voglia, avrebbe dovuto capirlo. Perchè dovevo correre incontro a quello che secondo l'anagrafe era mio padre, facendo finta di essere felice di riabbracciarlo?
Per me non c'era mai stato, ok era lui quello che col suo lavoro ci portava il pane in tavola, ma era anche lui quello che per quei pochi giorni passati con noi in casa non faceva altro che dare ordini e rimproverarmi su tutto ciò che facessi, inoltre, ero pienamente convinta che questa 'visita' inaspettata era al solo scopo di impedire a mia madre di portare avanti la pratica per adottare Niall. A lui quel ragazzo non era mai andato a genio. Troppo sveglio e precoce, così lo aveva sempre considerato, solo perchè con le ragazze ci sapeva fare.
-Avanti, andiamo.- Assicurandomi di mantenere un broncio credibile, dopo aver indossato i vestiti del giorno prima ancora appallottolati sulla scrivania, uscì  raggiungendo mia madre in macchina.
-Possiamo passare a salutare i ragazzi?- Chiesi seguendo con lo sguardo la casa di Niall mentre la macchina proseguiva il suo percorso.
-Li saluterai più tardi, ora fammi guidare.- Con una mano cercava di sistemare una ciocca di capelli rossi da davanti agli occhi mentre con l'altra teneva a stento dritto il volante.
-Li hai sbattuti fuori di casa all'improvviso, potevi anche scusarti.- Sospirai appoggiando la testa al finestrino appannato e gelido.
-Sai cosa avrebbe pensato tuo padre vedendo cinque adolescenti gironzolare per casa? E poi Niall si sentiva solo, meglio avere i suoi amici a fargli compagnia.- Irritata guardò l'orario piantando il piede sull'accelleratore.
-Lui pensa sempre che io mi faccia il primo che passi, forse dovrei farlo seriamente.- La guardai ammiccando un sorriso per poi tornare a fissare la strada di fronte a noi.
-Candice!- Si voltò verso di me scandalizzata e fece per darmi uno schiaffo sulle gambe ma venne interrotta dal mio 'mamma!'. Stava infatti per investire un anziano signore che attraversava tranquillo sulle striscie. Frenò tanto velocemente che mi ritrovai con la fronte attaccata al parabrezza. Una giornata perfetta.
Accesi la radio, aspettando il felice momento in cui avrei messo piedi fuori da quella macchina.
 
[...]
 
Mio padre ci stava aspettando da soli cinque minuti e non appena ci avvistò, la prima cosa che fece oltre al correrci incontro infuriato, fu rimproverarci, simpatico no? ed ovviamente la colpa fu scaricata tutta su di me.
Il viaggio al ritorno fu un vero incubo. Era tutto un inutile chiacchiericcio e le frasi più significative furono 'ci sei mancato' oppure 'hai mangiato qualcosa? lo stufato di oggi è in frigo', fino a quando non s'introdusse nei loro discorso l'argomento Niall. Come previsto, mio padre disapprovava quello che stavamo facendo per lui, fingendosi fintamente dispiaciuto per la madre ma dichiarando che non era questo il modo per risolvere le cose e che tra qualche mese, dopo aver raggiunto la matura età, sarebbe potuto tornare quì. Tra tutti quei commenti cinici ed irritanti non facevo altro che sperare tornasse il più presto possibile in America a continuare il suo importante lavoro.
-Mamma, lasciami quì, vado dai ragazzi.- Feci per togliermi la cintura di sicurezza quando l'inevitabile voce di mio padre riempì il silenzio lasciato dalla mia frase.
-Chi sarebbero questi adesso?- Chiese severo.
-Degli amici.- Feci la vaga ed aprì la portiera ancora prima che la macchina si fosse fermata sperando non rispondesse alla mia affermazione.
-il tuo fidanzato?- Chiese per poi ridacchiare incitando mia madre ad aggiungersi alla risata, come se fosse impossibile che io intraprendessi una relazione. Scesi sbuffando diretta verso il piccolo spiazzale di fronte alla casa del biondo tra il fumo che lasciò la macchina di mia madre di fronte a me.
Suonai il campanello più volte mentre dall'interno della casa si sentiva un vociferare interminabile.
-Niall, la porta.- Urlò qualcuno.
-Sto mangiando, vai tu.- Ribattè quello che doveva essere il mio migliore amico.
Poi uno sbuffare rumoroso e finalmente la porta si aprì.
-Ciao.- Zayn, con una maglia grigia scolorità che sembrava chiedere pietosamete di essere buttata, mi lasciò passare senza nemmeno ricambiare il mio saluto, ero sempre più certa che avesse qualche serio problema al cervello.
-Caramellina, ma dov'eri finita.- Harry, senza scollare gli occhi dal videoghioco a cui stava giocando assieme a Louis e Liam, mi salutò facendo poi partire un saluto generale dall resto del gruppo.
-E' andata a prendere suo padre.- Rispose Niall scocciato, mentre divorava l'ultimo boccone di pizza.
-Vogliamo conoscerlo allora.- Esclamò Liam con un sorriso a trentasei denti, poverino, non si rendeva conto della vipera di cui stava parlando.
-Non vi conviene.- Mi accovacciai sul bracciolo della poltrona su cui era sdraiato malamente il bionfo, che scoppiò a ridere rischiando di soffocare col boccone che aveva ancora in bocca.
-Quell'uomo mi odia, come fa? insomma sono così carino.- Niall allargò le braccia sbattendo forsennatamente le ciglia come per risultare più tenero, facendo scoppiare un putiferio di disapprovazioni e risate. Tutto quello che però riuscivo a fare era osservare Zayn, in un angolo della stanza in distante. Sembrava infastidito dal mio sguardo su di lui. Ogni tanto, con la coda dell'occhio, controllava se lo stessi ancora fissando, tornando poi sconsolato a guardare lo schermo. In caso se lo stesse chiedendo: no, non avevo intenzione di distogliere lo sguardo.
-Non è d'accordo su quello che tua madre vuole fare per me, vero?- Chiese Niall con un filo di voce, prima di tirarmi verso se stesso facendomi sdraiare sulle sue gambe ed addio cuore.
Scossi la testa prima di rispondere.
-Ma mia madre, finchè vedrà che la cosa può andare in porto, continuerà a lottare, tranquillo.- Sospirai giocherellando poi col braccialetto stretto al suo polso. Mi voltai un'altra volta verso Zayn, che si mangiava nervosamente le unghie, non gliel'avevo mai visto fare prima d'ora.
-Sta bene?- Chiesi sperando che il ragazzo capisse a chi mi riferivo.
-Chi?- Con voce troppo alta Niall rispose guardando ad uno ad uno i ragazzi.
-Ssh. Zayn.- Sussurrai.
-Zayn, stai bene?- Domandò ad alta voce al suo amico, facendomi sprofondare nella vergogna.
-Vedi, è così che si fa.- Aggiunse poi il biondo guardandomi con un falso sorriso di gentilezza stampato sulle labbra.
-Perchè non dovrei?- Chiese il moro, avvicinandosi a noi con passi lenti tanto da far sembrare quei pochi metri un infinità.
-Ah non lo so. Candice perchè non dovrebbe? oh insomma, parlate tra di voi.- Sbuffò lui predendo poi il telecomando e cambiando canale, scatenando l'ira dei tre intenti a giocare alla Play.
Zayn mi fissava con quei suoi occhi tenebrosi aspettandosi una risposta. Al diavolo Niall, perchè mi metteva in queste situazioni?
-Non mi calcoli.- Dissi poi secca.La mia frase scatenò l'interesse di tutti i presenti che mi fissavano come fossi un fenomeno da baraccone, non avevo detto niente di male infondo.
Zayn si lasciò sfuggire una flebile risata, si grattò il mento e pochi secondi dopo era già tornato alla sua vecchia postazione, dall'altra parte della stanza.
Mi alzai di scatto, irritata, mentre nessuno era intento a guardare qualcos'altro.
-La lunaticità è una malattia, vai a farti curare.- Mi diressi verso la porta a passo spedito.
-Zayn, dille qualcosa.- Si affrettò Niall.
-Ma chi se ne frega.- Rispose lui scocciato.
-Tz, perfetto.- Aprì la porta di casa e me la chiusi alle spalle appena in tempo di sentire un 'ma cosa sta succedendo?' da parte di Louis.
Di me se ne fregava? d'ora in poi avrei fatto lo stesso anche io.
 
Zayn POV.
 
-Le piace.- Niall non perse tempo per sputtanarmi di fronte a tutti, senza giri di parole.
-Ti piace?- Chiese Harry sgranando gli occhi.
-A lei piaci.- Disse Liam convinto delle sue parole, riprendendo interesse per il programma tv.
-Strano modo per dimostrare a una persona che t'interessa.- Sbottò Louis che sembrava il più sorpreso tra i quattro.
Scossi la testa mettendo entrambe le mani sul viso, ma perchè, perchè quel ragazzo non si tappava la bocca una volta per tutte? mancava solo che comprasse un megafono ed andasse in giro urlando 'A Zayn piace Candice' un po come si faceva all'asilo.
-Prendiamo il tuo silenzio come un affermazione.- Harry, che aveva salito con poco garbo entrambe le gambe sull divano ora mi guardava divertito sotto l'approvazione di Niall che faceva altrettanto.
-Dovresti prendere lezioni su come sedurre una donna.- biascicò poi Louis.
-Da chi, da te?- Rise sonoramente Harry ricevendo una cuscinata in faccia.
-Con te ha funzionato.- Replicò il ragazzo dagli occhi verde acqua.
-Ma io non sono una donna.- Esclamò stizzito il ricciò che ricambio il colpo del cuscino.
-Oh per favore, mi fate venire i conati di vomito.- Presi il mio pacchetto di sigarette e munito d'accendino mi diressi verso la veranda.
-Vuoi un vero consiglio? vai a parlarle.- Disse il saggio Liam ripetei fra me e me ironicamente.
Uscì di casa, appoggiando la schiena al muretto di mattoni rossi mentre mi accendevo una sigaretta.
Certo che ero proprio un cretino, in tutti i sensi.
Quello che non s'innamora mai di nessuno, certo, stai attenta potresti innamorarti di me, certo.
E poi quello che c'era cascato ero io.
Restai lì, a godermi quella ormai mezza sigaretta.
Dovevo o no andare da lei e parlarle?


GRAZIE PER TUTTE LE APPROVAZZIONI ALLA MIA FF BIMBE, CONTINUATE A FARMI SAPERE CHE NE PENSATE!
SECONDO VOI ZAYN SEGUIRA' IL CONSIGLIO DI PAPA' LIAM O RESTERA' LI A FARE IL CODARDO?
UN BACINO.
-VERONICA.

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Capitolo 21
*** capitolo 21. ***


Hai dimenticato una cosa a casa mia, vieni a riprenderla.
Questo diceva il messaggio mandatomi da Niall pochi minuti fa. Eppure, a me sembrava di avere tutto, eccetto il cervello, quello era andato perso da giorni.
Cercando di non pensare alla sgradevole persona che avrei rivisto rientrando in quella casa, indossai nuovamente le scarpe da ginnastica, diretta verso la porta d'ingresso. Passando per il salotto dove mio padre, messosi a suo agio sul divano in mutande, leggeva il giornale. Disgusto, puro disgusto.
Aprì la porta stupita dalla scena ritrovatami davanti.
-Il manicomio è dall'altra parte della strada.- Annunciai con un tono di voce pungente.Zayn se ne stava a gironzolare inquieto sulla veranda di casa mia, fino a quando non si accorse della mia presenza, saltando in aria spaventato come se si fosse trovato di fronte ad un fantasma.
-Ah.Ah spiritosa.- Disse passandosi una mano tra i capelli mentre, quasi impercettibilmente, si muoveva all'indietro cercando di 'scappare'.
-Perchè sei quì?- Chiesi secca, inarcando le sopracciglia.
-Non pensavo mi avessi visto, si lo so che ora sembrerò uno stalker ma..-
-Non hai risposto alla mia domanda.- Lo interuppì. capendo poi che non aveva la minima intenzione di rispondermi, lo superai urtandogli volontariamente la spalla con la mia. Si voltò seguendomi con lo sguardo, voleva schiodarsi da casa mia o sarei stata costretta a noleggiare un carroattrezzi?
-Dove vai?- Sentì la sua voce smorta dietro di me. senza voltarmi, spiegai quello che Niall mi aveva scritto per sms. Che poi, perchè mai gli dovevo delle spiegazioni?
Sentì la sua risata dietro di me. Mi voltai incuriosita da cosa trovasse così divertente.
-Non capisci? l'ha detto solo per farci incontrare.- Mi spiegò poi, avvicinandosi a me fin troppo per i miei gusti.
-Avete messo sù una società per farmi impazzire?- Chiesi ironica io, anche se d'ironico c'era ben poco. Ci stavano riuscendo alla grande.
-Volevo solo chiarire.- Mi confidò, indicando l'usio di casa mia. -Ma se tu non avessi attraversato quella porta, avrei lasciato perdere.-
-Perchè, non ne valeva la pena?- Chiesi incrociando le braccia. Più parlava più non faceva altro che peggiorare la situazione.
-No, perchè non sono bravo con queste stupidaggini, avrei dovuto lasciar perdere fin dall'inizio, come sempre.- Inarcò la bocca in un qualcosa simile ad un sorriso e dopo avermi accarezzato velocemente i capelli, prese a camminare alle mie spalle, verso casa di Niall.
-Chiariamo allora, non lasciar correre anche questa volta.- Rimasi li, immobile, aspettando che lui si voltasse e tornasse  da me.
-Zayn!?- urlai, prima che potesse rientrare in casa. Mi stava ignorando ancora una volta e ovviamente tra i due quella che soffriva ogni santa volta ero io. Tornai indietro stringendomi in me stessa, tremavo per colpa della temperatura che iniziava a calare, o forse per il nervosismo. Io e quel ragazzo avevamo chiuso, stop, fine dei giochi, kaboom.
Mi asciugai le piccole lacrime che stavano per bagnarmi le gote con la manica della maglietta, prima di rientrare in casa, come se niente fosse successo.
 
Niall POV.
 
-Allora, vi siete incrociati?- Chiesi spazientito ancora prima che l'amico potesse chiudersi alle spalle la porta di casa. Lui però sembrava non volermi degnare di una risposta, semplicemente si rannicchio nello spazietto del divano ancora libero con il braccio a coprirgli il viso.
-Mi sembra ovvio, le vostre case sono praticamente attaccate.- Puntualizzò poco dopo Harry.
-Sentite, non ci ho parlato e non intendo farlo quindi smettetela di comportarvi come delle vecchie signore annoiate dalla propria vita, tanto da dover godere delle disgrazie altrui.- Lo vidi respirare profondamente dopo aver detto l'intera frase in apnea. Mi schiarì la voce.
-Tu non intendi farlo, ma qualcun'altro si.- Nella bocca mi si stampò un sorrisetto divertito. Riuscivo a percepire il terrore negli occhi di Zayn che continuava ad osservare ogni mia minima azione.
-Perchè ci tieni tanto?- Chiese il moro massaggiandosi le tempie.
-Perchè voglio vedervi felici.- Risposi alzandomi a fatica dalla sedia e dirigendomi verso l'uscita.
-Fa come vuoi.- Dichiarò poi sconsolato il Pakistano, voleva dimostrarsi forte ma sapevo che dentro di se la preoccupazione lo stava divorando.
-Ovviamente.- Dissi per poi uscire di casa, diretto a passo svelto verso quella di Candice.
-Saaalve signor Moore, si ricorda di me?- Salutai così, il più vivacemente possibile, l'uomo magro dai capelli brizzolati che stava di fronte a me tenendo la porta spalancata. Avrebbe comunque potuto mettersi una vestaglia prima di aprire, pensai riuscendo a stento a trattenere una risata.
-Ciao ragazzo.- Rispose lui tutt'altro che felice di vedermi.
-Dovrei parlare con Candice.Posso..- Cercai d'intrufolarmi dentro casa prima di ricevere una risposta ma lui mi blocco per un braccio.
-La faccio scendere e parlate quì, di fronte a me.- Disse digrignando i denti.
Sgranai gli occhi a quella frase. -Sta scherzando vero?-
-Per niente.- Mi fulminò con lo sguardo sbattendomi la porta in faccia.
Pochi istanti dopo, giusto in tempo, arrivò la moglie, gentile com'era suo solito essere, che senza tante storie mi fece entrare mettendo a tacere il marito.
- No non ho fame. Si tutto bene. Se non vi dispiace ora dovrei andare a parlare con Candice.- Dissi dopo esseree riuscito a divincolare le domande di Margareth, dirigendomi verso camera di sua figlia tra i borbottii del padre che disapprovava la scelta della moglie.
-Posso entrare?- Chiesi dopo aver bussato per qualche volta alla sua porta senza ricevere alcuna risposta.
Subito dopo dei passi ed un cigolio me la ritrovai davanti, con gli occhi rossi e gonfi. Mi prese per mano facendomi entrare e chiudendosi la porta alle spalle.
-Pensavo fossi Zayn.- mormorò lei affiancandomi sul letto.
-Allora ho fatto bene a venire al posto suo.- Tolsi le scarpe sdraiandomi poi sul letto usufruendo delle braccia come cuscino.
-Perchè, voleva?- Chiese guardandomi negli occhi, quasi speranzosa nella mia affermazione.
-A dire la verità, no.-
-Mi sembrava strano.- sospirò lei.
-Però ecco, prova qualcosa per te.- Accennai senza aggiungere altro. Lei prese a parlare di tutt'altro come se non avesse ascoltato la mia frase.
-Tutte le persone che dicono di volermi bene finiscono per farmi del male.- Tirò fuori da sotto il letto una bottiglia di vodka liscia, iniziando a berne qualche sorso.
-Candice, ti sembra il momento?- La rimproverai strappandogliela dalle mani e nascondendola dietro la mia schiena.
-Potevi mettertela nei pantaloni, sarebbe stato più divertente recuperarla.- Sghignazzò lei. Non era la Candice di sempre, aveva perso il controllo.
-La mia tecnica del divertiti senza innamorarti non ha funzionato, forse dovrei riprovarci.- Aggiunse poi cercando di arrivare alla bottiglia schiacciando il suo corpo contro il mio.
-Quand'è che avresti provato questa tecnica?- Domandai, sollevando poi il busto dal materasso mettendomi a sedere e continuado a tenere la bottiglia sotto controllo.
-A Londra con Zayn, per diventicarmi di te. Ti va di aiutarmi a ricominciare?- Chiese tastandomi il petto. Presi entrambe le sue mani riposizionandole al loro posto.
-La storia di Candice e del ragazzo che continuava a rifiutarla, prossimamente al cinema.- Aggiunse passandosi la lingua tra le labbra più volte mentre si lasciò sprofondare nel letto.
-Posso riavere la mia Vodka?- irritata cercò di riprendersela con scarso risultato.
-No.- Risposi io divertito.
-Nialler?- Con voce da bambina prese la mia mano stringendola al suo petto, io annuì incitandola a proseguire.
-Sinceramente, hai mai provato qualcosa per me?- 
La domanda mi spiazzò, anche se sapevo con esattezza quale sarebbe stata la risposta.
-Si.- storsi le labbra in una smorfia ripensando a quel periodo, poi aggiunsi -E prima che tu possa chiedermi perchè non ti ho mai detto niente, beh, preferivo tenerti affianco come amica.-
-E adesso?- Chiese sfiorandomi il polso con le sue dita affusolate.
-E adesso, sei la mia migliore amica, punto.- D'accordo, non mi era indifferente, ma ero venuto quì per parlarle di Zayn, non per rovinare tutto dopo un anno e mezzo di 'no grazie'.
La ragazza mi salì in braccio sfiorando le mie labbra con le sue.
-Non lo diremo a nessuno, giuro.- Si avvinghiò al mio collo e senza darmi il tempo di allontanarla e unì la sua bocca con la mia. Assaporavo le sue labbra e la sua lingua ormai in estasi, senza trovare la forza di staccarmi da lei. Mise le mani sotto la maglietta, sfiorando la mia schiena.
-So che anche tu volevi farlo da molto, Niall.- Disse maliziosa, con voce affannata tra un bacio e l'altro. Si non aveva tutti i torti infondo.
Presi a baciarle insistentemente il collo mentre la denudavo lentamente. Mi aiutò a sfilarsi la biancheria intima, dandomi modo di scendere piano con la bocca ed assaporare ogni parte del suo esile corpo, fino ad arrivare alla sua intimità che iniziai a stuzzicare con la lingua mentre lei, in preda al piacere sprofondava le sue dita tra i miei capelli, spingendo la mia testa sempre più a fondo tra le sue gambe.
I suoi gemiti si facevano sempre più frequenti ed intensi, facendomi eccitare sempre di più.
-Oh Niall.- Gemette ancora, prima di essere interrotta dal cigolio della porta che si spalacava brutalmente.
-Merda!- eslamai tirandoci addosso la coperta che avevamo lasciato appallottolata ai piedi del letto.
-Oddio, papà io..- Cercò di giustificarsi lei ma il padre sembrava non voler sentire ragioni, continuava a sbraitare dandogli della troia e ordinando a sua moglie di salire le scale per dimostrargli che razza di figlia avesse messo al mondo.
Se non mi fossi preoccupato di non peggiorare la situazione, gli avrei dato un pugno in faccia. La tentazione era forte. Strinsi i denti e raccogliendo le mie poche cose iniziai a rivestirmi mentre l'uomo mi strattonava per un braccio verso le scale. Ebbi solo il tempo di notare le lacrime solcare il viso di Candice prima di essere sbattuto fuori di casa, con le urla dell'uomo che continuavano a riecheggiare per il vicinato.
Questa volta l'avevo fatta grossa. Mi avviai verso casa con le mani in tasca, la prima cosa che feci fu inviare un sms alla ragazza. Tutto bene? le scrissi, che domanda idiota, lo so. Non potevo nemmeno immaginare come Zayn avrebbe preso il racconto dell'accaduto, senza contare che ora anche la madre di Candice, oltre al marito, mi avrebbe odiato. Addio alle ultime possibilità di rimanere in Irlanda.



CIAO AMORI, ECCOVI IL VENTUNESIMO CAPITOLO, NON CI CREDO, HO SCRITTO COSì TANTO? LOL
FATEMI SAPERE ANCHE STAVOLTA COME VI E' SEMBRATO IL CAPITOLO ATTRAVERSO UN RECENSIONE E MAGARI, PROVATE AD IMMAGINARE COME ANDRA' A FINIRE TRA ZAYN-NIALL-CANDICE.
UN BACIO, MUTCH LOVE. c:

 

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Capitolo 22
*** capitolo 22. ***


Porta della camera chiusa a chiave e non mi sarei meravigliata se mio padre l'avesse siggillata da fuori con delle sbarre stile carcere, senza telefono ne internet. Un vero incubo insomma. Eppure, nonostante tutto ero felice, così felice da non essere riuscita a d'ormire per tutta la notte a causa di quel ragazzo dalla chioma bionda slavata e quegli occhi blu come il mare. Sospirai rumorosamente. Maledizione Candice, ci risiamo.
Guardai l'orario sul mio computer, acceso ma inutilizzato. Le 8 e 40.
Mi stropicciai gli occhi stanchi aprendo poi le finestre in modo da poter far entrare la flebile luce della mattina. Ed ora che avrei fatto?
Optai per una doccia frdda dato che di prendere sonno, nonostante la stanchezza, non c'era verso. 
Infreddolita ed avvolta solo con un asciugamano bagnato fradicio mi avviai verso l'armadio, estraendo le prime cose, le più pesanti, che mi ritrovai davanti.
-Pss, Candice! Candice!- Sentì dalla stradina fuori di casa una voce chiamarmi. Ci mancavano solo le allucinazioni, pensai. 
Mi sporsi dalla finestra aggiustandomi velocemente la felpa di due taglie più grandi e scorsi Styles, con il mento all'insu che cercava di ottenere la mia attenzione sbracciandosi a destra e a manca. Gli feci segno di stare in silenzio portandomi l'indice d'avanti alla bocca.
-Cosa c'è?- Domandai il più silenziosamente possibile ma facendo in modo che sentisse, il chè non era difficile, dato il silenzio tombale per strada a quell'ora.
-Scendi.- Accennò unendo le mani come per pregarmi.
Si, se avessi potuto sarei già scesa da un pezzo. Mi guardai intorno, cercando un modo per uscire da quella camera, qualcosa ma cosa? Mi estrassi una forcina dallo chignon che sollevava i capelli ancora umidicci e la portai nella fessura della porta. Minuti e minuti di puro stress cercando di far sbloccare quella maledetta porta ma niente. Tornai alla finestra, il riccio era ancora lì nella stessa posizione di prima.
-Sono chiusa dentro.- Scossi la testa accennando un sorriso dispiaciuto anche sapendo che lui non l'avrebbe scorto.
Il ragazzo, senza perdersi d'animo m'indico una scala poco distante dalla mia finestra. Ma che cazz?
-Sei pazzo? io non ci..-
Mi zitti con uno 'ssh' ricordandomi di fare più piano.
-Sei pazzo? non ci salgo su quella cosa.-
-Dai, fifona.- Esclamò lui, adagiandosi su di un muretto incrociando le braccia paziente.
E va bene. Respirai profondamente salendo sul davanzale ed avvicinandomi la scala arruginita. Misi un piede, poi l'altro, poi ancora l'altro, toccando finalmente terra.
-Se mio padre si accorge che non sono in casa, mi ammazza.- Esclamai avvicinandomi al ragazzo che se la rideva di gusto.
-Finalmente. Ora finalmente qualcuno potrà dirmi cos'è successo ieri sera.- Disse portando un braccio attorno al collo ed iniziando a camminare.
-Ed io che pensavo volessi vedermi perchè ti mancavo.- Lo spinsi leggermente per poi riprendere a parlare. -Perchè dovrebbe essere successo qualcosa?- Chiedi ingenua.
-Non prendermi per il culo. Niall è andato a letto senza cenare e tuo padre ti ha chiuso in camera.- Mi guardò con aria sospetta mentre ci avvicinavamo sempre più a casa dell'amico.
-Niente d'importante. Sia chiaro io in quella casa non entro.- Dissi indicando l'edificio a pochi passi da noi.
-Aha! ti ho sgamata.- Con aria divertita mi spinse su per i gradini fino alla porta d'ingresso spalancandomela davanti. Con piacevole sorpresa notai che la casa era vuota, facendomi intendere che stavano tutti ancora dormendo.
-Va bene, solo perchè qua' fuori si gela.- Mi sganciai dal suo braccio attorno al collo ed entrai in casa strofinandomi energeticamente le braccia.
-Hai fame?- Chiese lui dirigendosi verso la cucina e tirando fuori un paio di scodelle e del latte dal frigo.
-Mh si, grazie.- Mi accomodai sulla sedia più vicina guardando il cespuglio di capelli gironzolare da una parte all'altra della stanza.
-Allora muovi il culo e preparati la colazione.- Ghignò lui versando dei cereali dentro ad una scodella con la faccia di una giraffa stampata sopra.
-Che gentiluomo.- Feci una smorfia raggiungendolo e riempiendo una tazza con del latte che misi poco dopo nel microonde.
-Come mai sveglio a quest'ora?- Chiesi poi, sedendomi sulla superficie di marmo affianco ai fornelli.
-Niall e la sua chitarra.- Sbuffò lui con espressione stanca.
-Ah. quindi è sveglio?- Mi morsi il labbro, sperando non ci si presentasse di fronte da un momento all'altro.
-Già, ma non sembra essere intenzionato ad uscire da quella camera.- Prese la scodella, un cucchiaio ed iniziò a mangiare energeticamente, come se non toccasse cibo da anni.
-Perfavore, cerca di non affogarti, ho marinato il corso di prontosoccorso.- Ironica estrassi il latte dal microonde ed iniziai a sorseggiarlo.
-Cazzo brucia.- Uscì la lungua dalla bocca mentre teatralmente mi facevo aria con le mani lasciando il ragazzo in una risata sguaiata.
-We are kids in america woho!- Cantilenò una vocina stridula scendendo per le scale.
-Ma come fa ad alzarsi così di buon umore?- Chiesi scorgendo la sagoma di Louis avvicinandosi a noi. Harry fece spallucce sorridendogli come solo una persona innamorata sapeva fare.
-Buongiorno!- esclamò il ragazzo meravigliandosi della mia presenza in casa.
-Se te lo stai chiedendo, si, abbiamo fatto le cose sporche ieri sera.- Ammiccò Harry sforzandosi di rendere la sua voce più sensuale di quanto già fosse.
-Tu e lui? no non voglio sentire la risposta.- Posai la tazza parandomi poi le orecchie con le mani.
-No! io e te..- Ribattè poi il riccio dandomi una gomitata.
-oh. certo, certo.- Gli diedi una pacca sulla spalla, salutai Louis con un bacio sulla guancia e mi allontanai diretta in salone tra la risata di Louis, lasciandoli soli in cucina.
-Ci sarebbe gente che cerca di dormire.- Liam spuntò da sopra le scale, sbadigliando animatamente.
-Giorno orsacchiotto.- Gli sorrisi scuotendo la mano in segno di saluto.
-Giorno Can..aspetta, perchè sei quì? non avrai mica dormito con..- 
Harry si schiarì la voce rumorosamente per interrompere la sua frase, lo ringraziai con lo sguardo.
-No. Quanto entusiasmo nel vedermi, comunque.- Mi buttai con poca grazia sul divano incrociando le braccia quasi delusa.
-Oh, scusa.- Il ragazzo mi si avvicinò sinceramente dispiaciuto, stampandomi un bacio sulla fronte.
-Allora.. cos'è successo ieri?- Louis, con una fetta biscottata in mano, mi si avvicinò. Gli occhi guizzanti di curiosità.
-Ci ho già provato, non ti dirà niente.- Ammise Harry che intanto continuava a far portare cose a tavola da Liam.
-Tu sei Harry, io sono Louis, di me si fida. Vero Candice? vero?- Chiese sbattendo frenticamente le ciglia.
-Ci hai provato.- Sorrisi divertita.
Il silenzio calò non appena Zayn mise piede nella sala. Il ciuffo calato sugli occhi, ancora socchiusi dal sonno, a petto nudo mentre con una mano si scompigliava i capelli.
Non capivo se, mi avesse visto ma cercava d'ignorarmi o semplicemente era così rincoglionito da non avermi notato, comunque, io feci lo stesso.
-Giorno Zayn.- Annunciarono in coro i tre. Lui rispose con un borbottio stringendo in mano la bottiglia dell'acqua.
-Abbiamo ospiti.- Liam indicò verso di me mentre io cercavo in ogni modo di evitare lo sguardo del ragazzo a petto nudo.
-Salutameli.- Rispose lui con voce rauca prendendo a bere direttamente dalla bottiglia.
-Potresti farlo tu.- Lo stuzzicò Louis con un sorriso furbo stampato sulle labbra.
-Oh che palle.- Zayn per la prima volta spalancò gli occhi guardando verso di me, non che l'avesse presa bene. Mi salutò con un cenno della testa che ricambiai con un mezzo sorriso.
Infondo mi mancava. Perchè si comportava diversamente e perchè non aveva intenzione di chiarire facendomi stare così male.
-Dovresti andare a vestirti, intanto ti preparo la colazione.- Annunciò Liam passando lo sguardo da lui a me.
-Perchè c'è lei? niente che non abbia mai visto e comunque grazie ma non ho fame.- Disse secco per poi avvicinarsi a me, sedendosi nel posto affianco al mio fissando il vuoto.
-Qualcuno quì deve dirci qualcosa?- Harry, per l'ennesima volta, cercò di farmi parlare ma io feci cenno di 'no' con la testa, inclinando la nuca all'indietro.
-Chiedilo a lei.- Rispose Zayn acido.
-Cosa vorresti dire Malik?- Mi rivolsi a lui con il suo stesso tono di voce. Che Niall gli avesse detto qualcosa? non c'era ragione di sentirmi in colpa poi, tra noi due non  c'era niente, forse.
-Ecco, ci siamo.- Sussurrò Louis invitando Harry e Liam a raggiungerlo per godersi meglio lo spettacolo. Liam però non sembrava essere interessato dalla discussione, dio lo benedica.
-Cos'è successo ieri?- Chiese affievolendo il tono di voce.
-Volete smetterla tutti di farvi i fatti miei? non c'entrate niente.-
-Io non ho chiesto niente.- Disse Liam, seguito da alcuni rumori di porcellana che si scontrava.
-Sei proprio sicura?- Irritato sospirò strofinandosi una mano sulla fronte.
-Tu più di tutti. Non vuoi dirmi perchè sei così strano e pretendi delle spiegazioni da me?- Accennai una risata scaturita dal nervosismo.
-Lascia stare.- Si arrese alzandosi dal divano pronto a dileguarsi, come faceva sempre.
-No Zayn, ora glielo dici.- Lo costrinse Harry afferrandolo per un braccio.
-smettetela tutti di intromettervi.- disse con voce stranamente pacata.
-senti chi parla.- Mormorai a bassa voce, sperando sembrasse involontario ma che sentisse.
Liam scuoteva la testa incerto sul cosa dire o cosa fare. 
-E' lei. Mi irrità.- Ammise il ragazzo, guardando l'amico che aveva appena finito di ripulire la cucina.
-Buongiorno. Ho una fame, che si mangia?- Niall, sorridente, scese dalle scale facendo scomparire l'entusiasmo appena accortosì dell'espressione del resto del gruppo.
-Ed anche l'ultimo tassello mancante è arrivato.- Ghignò Harold.
-Ma di che stai parlando?- Il biondo Passò una mano sulla fronte del riccio per controllare se avesse la febbre. Era stranamente sereno, come se avesse volutamente eliminato dai suoi ricordi l'accaduto della sera scorsa.
-Sentite, mi tiro fuori da questa storia.- Zayn, con aria spossata si massaggiò le tempie prendendo dell'altra acqua.
-Quale storia? spiegatemi.- Niall cercava disperatamente di capire quale fosse l'argomento della nostra discussione, strano non ci arrivasse per logica.
-Ricapitolando, Zayn ama Candice, Candice ama te e tu ami te stesso. ora vogliamo sapere cos'è successo ieri prima di proporre il copione per la prossima puntata di beuatiful.- Disse Louis tutto d'un fiato procurando la risata di Harry e Liam. Zayn era rimasto a bocca aperta mentre Niall era amareggiato da quella battuta. io ero.. perplessa? si, forse quello era il termine adatto. Zayn che amava me? ma da dove saltava fuori quella cazzata.
-Fanculo tomlinson.- Disse zayn, arricciando le labbra in una smorfia di disgusto.
-Allora è tutto vero.- Esclamò il ragazzo visibilmente divertito.
-Hai mancato solo un passaggio.- Disse Niall, dopo minuti e minuti di silenzio. -Anche io amo Candice.- Ammise serenamente.
-Cosa?-
-Cosa?!-
-Che cosa?-


ZUN ZUN ZUN *musichetta da triller*
Lo so che vi lascio sempre col capitolo in sospeso(?) ma io amo la suspense.
Grazie a tutti tutti tutti per le recensioni e per aver seguito la mia storia, davvero.
Nel prossimo capitolo ci saranno un bel po di chiarimenti, forse sarà un tantino noioso (come questo lol) ma bisogna farlo. u.u
un bacione, alla prossima.
xx

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Capitolo 23
*** capitolo 23. ***


Cosa-diavolo-stava-succedendo nella mia fottuta vita?
Era tutto un mix di euforia, dolore, indecisione, incredulità, amore folle.
Come un cocktail di droge. Sei dipendente da quella bellissima sensazione che ti procura per quei pochi minuti di sballo fino a quando non vai in overdose. Ed era strano, troppo strano il fatto che mio padre fosse nuovamente tornato in camera mia per riparlarmi dell'accaduto della sera precedente, minacciando di spedirmi in colleggio, ma nonostante questo non provavo nessun rancore per lui. Non c'era posto anche per quel bastardo nella mia tormentata ed infestata mente. ringraziando il cielo non aveva scoperto la mia scappatella mattutina o mi avrebbe spedito con un biglietto di sola andata in un posto simile al Polo nord.
Anche io amo Candice. Quella frase detta così serenamente tanto da non risultare vera,ma che stava facendo autoconvincere il mio cervello che non ci fossero ragioni valide per mentire su una cosa del genere, sopratutto per uno come Niall, che mi aveva rifiutata fin dal primo giorno. Ed avrei tanto voluto dirgli che anche io lo amavo, con tutta me stessa, facendo urlare il mio cuore che aspettava quel glorioso momento da secoli, anche se il ragazzo già sapeva tutto.
Già, c'era lui, ma non era il solo.
Si perchè se da una parte avevo una tremenda voglia di rapire Niall e portarlo su un isola deserta, solo io e lui, dall'altra parte del campo di battaglia c'era Zayn che col suo strano modo di allontanarmi trattandomi come una merda non faceva altro che farmi avvicinare sempre più a lui. Ed ero a conoscenza del fatto che era una cosa da malati, nessuno con un pò di buon senso sarebbe rimasto legato ad una persona che dimostrava ogni giorno di più di non tenere a te, eppure in Zayn c'era qualcosa che mi teneva incollata a lui, come quando non riesci a fare a meno del tasto 'replay' di youtube mentre ascolti e riascolti la tua canzone preferita.
Sospirai, per l'ennesima volta in quelle poche ore chiusa da sola in camera con i miei pensieri e la musica che attraverso le auricolari riusciva a distrarmi, in qualche modo, anche se ogni parola, ogni testo, mi riportava alla mente un ricordo.
 
On the days i can't see you're eyes,
I don't even want to, open mine.
On the days i can't see your smile,
Well i'd rather rit,
wait the while.
 
Un rumore di serratura che si sbloccava ed il cigolare della porta mi riportò alla realtà, facendo quetare in tranquillità il mio labbro inferiore, che stavo mordendo crudelmente da minuti ormai.
-Candice..- La voce di mia madre offuscata dalla musica mi fece voltare verso l'ingresso, spalancato, non riconoscevo quasi più il corridoglio oltre l'uscio della porta.
Spensi la musica a malincuore pronta ad ascoltare anche le sue rimproverazioni, ma così non avvenne, si accomodò semplicemente affianco a me, carezzandomi dolcemente i capelli. Quel suo gesto inaspettato mi fece involontariamente sorridere, avevo una gran voglia di abbracciarla forte per sentirla vicina e confidarle tutto ciò che stavo passando, come non avevo mai fatto in passato, ma mi mancò il coraggio.
Stavo semplicemente immobile a ricambiare il suo sguardo. nessuna delle due sembrava aver voglia di parlare.
-La mia bambina sta crescendo.- Percepì un filo di malinconia in quella frase che mi fece gelare il cuore.
-Sei arrabbiata con me?- Chiesi con voce flebile, quasi un suono inesistente che si era generato solo nella mia testa.
-No tesoro, no.- Scosse la testa accennando un dolce, dolcissimo sorriso.
Afferrai la sua mano paffutella stringendola il più forte possibile al mio petto, forse lei nemmeno immaginava il significato di quel 'no' per me.
-Sono sempre la tua bambina, lo sarò per sempre.- Accarezzai quella mano calda che posava sul mio corpo, facendomi sentire a mio agio. Riuscì quasi a percepire una lacrima calare con velocità sul suo viso ma lei riuscì bene a mascherarla, scacciandola via con un dito.
-Vedrò che posso fare.- Disse con voce rassicurante.
-Per cosa?- Scossi lentamente la testa, non capendo a cosa si riferisse.
-Per far calmare tuo padre.- Riprese il possesso della sua mano, solo ed unicamente per carezzarmi in viso, tanto delicatamente da procurarmi il solletico. Sorrisi osservando quel volto inbellito dai segni del tempo. C'era solo una cosa a rovinare il tutto, un velo scuro le oscurava i suoi solitamente sempre pieni di vita.
-Qualcosa non va?- Chiesi preoccupata della sua risposta.
-Si.- Rispose secca. Forse le faceva troppo male per parlarne, forse erano problemi che non mi riguardavano, qualcosa non andava con suo marito, il mio cosidetto padre?
-Parlami.- La incitai.
-Niall, si tratta di Niall.- ammise tutto d'un fiato, senza riuscire a sostenere lo sguardo dalla paura della mia reazione.
-Tuo marito ti ha impedito di mandare avanti l'adozione, vero?- Sospirai profondamente, sentendo un attacco di panico incombere dentro me.
-C'è dell'altro. Tesoro mio, se non ti ho mai detto niente riguardo questa faccenda era per non farti illudere, non per tenerti all'oscuro di tutto, non era cattiveria.- Oscillò la testa cercando di spigare il meglio possibile quel concetto.
-Passa al dunque.- la incitai con il cuore che scalpitava dall'agitazione.
Lei scosse la testa fissando il vuoto. Quel gesto spiegava tutto. Non c'era più niente da fare.
-Posso andare da lui?- Chiesi. Qualcosa mi spingeva a sfogarmi e piangere tutto le mie lacrime ma un nodo alla gola mi lasciava li, senza reazione apparente.
-Certo.- 
Senza farmelo ripetere due volte mi alzai, raccogliendo le scarpe ed infilandomele il più velocemente possibile.
-Ma credo che lui sia già sotto che ti aspetta.- Continuò poi la donna, con voce quasi allegra, come se avesse organizzato una festa di compleanno alla sua figlioletta che compieva dieci anni. Lo sguardo pieno di rancore mischiato alla soddisfazione.
-L'hai chiamato tu?- Chiesi dandole un fugace bacio sulla guancia.
-No, è venuto lui pochi minuti fa.- Rispose mentre io mi ero già precipitata giù per le scale, pronta ad aprire la porta e saltargli in braccio.
-Sono quì, scema.- Seguì la voce del biondo, seduto comodamente sul divano con un aria divertita, come riusciva a prendere ogni cosa così positivamente?
-Pensavo che..- Accennai precipitandomi verso di lui cingendolo in un abbraccio che durò troppo poco per i miei gusti.
-Tuo padre si è chiuso in camera per non guardarmi in faccia, carino.- Ironizzò lui allontanandomi delicatamente ed alzandosi in piedi.
-Ti va di fare due passi?- Domandò poi. Acconsentì con un cenno della testa, prendendo un elastico dal tavolo e legandomi malamente i capelli. fuori c'era vento ed io odiavo quando faceva volare i miei capelli lunghi, facendoli poi diventare un intero ciuffo indistricabile.
-Lo sai, vero?- Chiese non appena misimo piede fuori dalla porta di casa.
-Tu e il Canada? si.- respirai profondamente cercando di non piangere proprio adesso.
-E sai anche che non cambierà niente? solo quattro mesi poi ti raggiungerò.- Mi accarezzò il collo con la sua mano gelida, facendomi rabbrividire.
-E se non ti lasceranno tornare?- Mi morsi nervosamente il labbro superiore prendendo la sua mano portandola nella larga tasca della mia felpa, continuandola a stringere con la mia.
-Sarò maggiorenne e non potranno costringermi, stai tranquilla.- Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere un sorriso che non riuscì a ricambiare. No, non potevo stare tranquilla, quattro mesi erano tanti, troppi. sedici settimane, centoventi giorni e così tante ore o minuti da non riuscire a contarle a mente.
-Stamattina..- Il ragazzo m'interruppe con uno 'ssh' poco accentuato, probabilmente capendo quello che stavo per chiedergli.
-Si ti amo.-
Il respiro in quel momento si bloccò, come i polpomi di un fumatrice incallito che bruciano ad ogni inalazione. La mente offuscata tanto da non riuscire a capire se era tutto un sogno o era la splendida, dolcissima realtà.
-Mi ami.- Mugugnai cercando di mantenermi serena il più possibile. -Da quando ieri sera ti si sono  bruciati gli ultimi neuroni con l'ultima canna?- Chiesi ironica, massacrandomi le unghie dal nervosismo.
-No da quando, ieri sera, il tuo bacio mi ha fatto bruciare gli ultimi neuroni.- Mi corresse lui, bloccandomi per le spalle con le mani.
-Perchè proprio adesso?- Chiesi disorientata fissando le sue labbra che non avevo mai desiderato così tanto.
-Perchè altrimenti saresti caduta tra le braccia di Zayn.- Ribattè lui, avvicinando il suo volto al mio ed annusando il profumo dei miei capelli che stringeva nel palmo della sua mano.
-L'hai detto solo per farmi rimanere tua?- stizzita feci il segno delle virgolette mentre pronunciavo l'ultima parola. Sapevo di non dovermi illudermi.
-No!no!- esclamò lui stringendo il mio viso infreddolito tra le sue mani altrettanto fredde.
-Non è egoismo, ti amo veramente, volevo solo fartelo sapere.- Mi stampò un bacio sulla bocca prima di riprendere a parlare, lasciandomi lì ad assaporare il suo sapore rimasto sulle mie labbra.
-Ovviamente dovrai scegliere tu.- Mi rubò un altro piccolissimo bacio prima di riprendere lentamente a camminare.
-In quattro mesi cambiano molte cose Niall.- Dissi rimanendo ferma nella mia posizione.
Lui si passò la lingua tra i denti voltandosi ad osservarmi quasi deluso.
-Dico solo che, tu potresti trovarti un altra e..- per l'ennesima volta m'interruppe, tornando a grandi passi verso di me.
-Se vuoi Zayn, dimmelo subito, non inventare scuse.-
-Non voglio zayn e lui non vuole me, non stiamo parlando di lui.- Scossi la testa incrociando le braccia cercando di riscaldarmi un minimo.
-Lui ti vuole anche se ha uno strano modo per dimostrarlo.- Accennò un sorrisò prima di accarezzarmi il volto e tornare indietro.
-Stranissimo.- Aggiunsi io seguendo i suoi movimenti.
-Domani parto, ne riparleremo.- Con un cenno della mano ed un sorriso quasi impercettibile riprese a camminare verso casa sua.
-Mi saluti così?- Con le lacrime agli occhi non notai nessuna sua reazione, al contrario di ciò che speravo.
-Non è un addio, non ho bisogno di abbracci e lacrime.- Disse alzando la voce in modo da farmi captare ogni particolare della sua frase. Forse lui no ma io si, ne avevo un disperato bisogno.
Ed io ero sempre lì, abbracciata a me stessa, in mezzo ad una bufera con le lacrime che pregavano di scorazzare per il mio viso ma che il vento spingeva prontamente dalla parte opposta, facendo bagnare i lobi delle mie orecchie.
La mia tasca vibrò, stranita da quella sensazione mi ricordai del telefono che mia madre mi aveva lasciato sul pavimento della mia stanza assieme al pranzo.
nuovo messaggio da Zayn. Lo aprì all'istante. 'Possiamo vederci?' scriveva il ragazzo.
Risposi con un si secco, senza pensarci troppo sopra.
'Sotto casa tua tra dieci minuti.' scrisse ancora lui.
Giornata di chiarimenti borbottai tra me e me mentre con il capuccio della felpa sulla testa mi dirigevo nuovamente verso casa, notando che la sagoma di Niall era ormai scomparsa dalla mia visuale.
 
[...]
 
-Ehi.-
-Malik.-
-Smettila di chiamarmi per cognome, sa tanto di sconosciuta.- Esclamò lui accostandosi a me sulla panchina che giaceva di fronte a casa mia.
-E' quello che siamo.- Dissi voltandomi verso lui curiosa di scorgere la sua espressione.
-Non è verò.- Rimase basito senza ricambiare il mio sguardo.
-Si, almeno nelle volte in cui decidi di ignorarmi.- Feci spallucce, come se non me ne importasse niente. Enorme  cazzata.
-Lo so, ho un brutto carattere, riesco sempre a farmi odiare.- Ammise lui inarcando la schiena verso le sue gambe quasi accasciandosi su se stesso.
-Non ti odio, solo smettila di farmi soffrire.- Passai una mano sulla sua schiena facendolo sobbalzare.
-Abbiamo i biglietti per Londra.- Cambiò argomento lui, tirandone fuori dalla tasca uno.
-Buon viaggio.- Esordì io innervosita da quella visuale. Sarei rimasta sola, per l'ennesima volta.
Lui spingeva il pezzo di carta contro le mie mani quasi cercando di farmelo impugnare.
-Ho visto, Malik.- Lui grugnò, facendomi ricordare di chiamarlo per nome. -Zayn.- Mi corressi.
Sorrise soddisfatto lasciandomi poi il biglietto in grembo.
-Questo è il tuo.- Rivelò quasi in un sussurro. Mi passai una mano sulla nuca osservando l'oggetto spaventata. Perchè avrebbero dovuto comprare un biglietto anche per me? con loro non c'entravo niente, col loro sogno, con quello che volevano fare. Ed ora che nemmeno Niall mi avrebbe spinto ad andare con loro beh..
-Perchè verrai con noi, vero?- Chiese il ragazzo mettendomi sotto pressione.
-Per fare cosa?- Incerta presi il biglietto tra le mie mani, come per volerne certificare l'autenticità.
-Per farci compagnia. Non siamo più abituati a non avere una presenza femminile in mezzo ai piedi.- Ghignò lui divertito.
-Carini.- risposi con la stessa ironia che avevo percepito nella sua voce.
-E poi quì non hai niente di meglio da fare.- incurvò le spalle come se fosse ovvio, come se io senza loro o Niall non avrei avuto più uno straccio di vista sociale. Ma come.. come faceva a sapere così bene com'era la mia vita?
-Devo pensarci.- Custodì il foglio di carta nella tasca dei jeans scoloriti ed aderenti.
-Alle nove in aeroporto.- Sorrise sbilenco sollevandosi in biedi facendo cigolare la panchina poi, dopo essersi nervosamente massaggiato il gomito più volte si chinò verso di me, lasciandomi un bacio sull'angolo della bocca lasciandomi senza fiato.
-Ah.- Disse arrestando la sua frenetica camminata. -Tutto ciò che hanno detto su di me, è vero.- Proseguì emblematico per poi riprendere a camminare.
-A cosa ti riferisci?- Strillai delusa e perplessa ma come già sospettavo, non ricevetti nessuna risposta.
-Ma perchè non riesco a trovarmi un ragazzo, uno solo, con tutte le rotelle al proprio posto?- Sussurrai ironica lasciandomi andare ad una risatina prima di rientrare in casa a riscaldarmi.

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


BELLE MIEEE, SCUSATE L'ASSENZA, NON E' CHE NON ABBIA AVUTO IL TEMPO, E' L'ISPIRAZIONE CHE MANCAVA. SE NON C'E' QUELLA POTREI METTERCI MILLEMILIONI DI ANNI PER SCRIVERE UN CAPIITOLO CHE MI RITROVEREI A CESTINARE QUANDO INVECE SONO CAPACE DI SCRIVERNE UN ALTRO IN MEZZ'ORA QUANDO NE HO VOGLIA. CHISSA' SE QUALCUNO SI RICORDA ANCORA DELLA MIA STORIA. LOL
BEH, FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE COME AL SOLITO DI QUESTO SGORBIETTO. UN BACIO AMORI.




Inutile dire che la notte precedente non ero riuscita a chiuere occhio, giusto?
Avevo un decisione da prendere ed in entrambi i casi avrei perso delle persone, persone importanti, come se con Niall non avessi già perso abbastanza parti di me.
Mi guardai allo specchio, le mie occhiaie potevano terrorizzare uno zombie o forse lo zombie ero io. Ah che discorsi, avevo un disperato bisogno di dormire ma osservando il cellullare che non c'era molto tempo. La flebile lucina che veniva dal monitor indicava le sette e mezza, il momento della decisione era arrivato. A dirla tutta sapevo cosa fare fin dal primo istante in cui strinsi in mano quel biglietto, la sera prima, il problema era come spiegarlo alla donna che mi aveva cresciuta.
Scesi le scale con le gambe tremolanti dalll'ansia e dalla mancanza di sonno, pregando disperatamente che non fosse già uscita per lavoro. Non mi avrebbe perdonato un altra scappatella e stavolta non c'era in programma nessun biglietto per il volo di ritorno.
Mio padre, seduto in soggiorno intento ad allacciarsi la cravatta sul suo bell' abito elegante, alzò la testa percependo la mia presenza e ignorandomi completamente riprese a fare ciò che aveva lasciato.
-La mamma?- Chiesi io dopo essermi preoccupata di assumere un tono di voce dolce il più possibile.
-E' appena uscita.- Accennò aspro.
-Ormai sei abbastanza grande per prepararti la colazione da sola.- aggiunse lui mugugnando. Poteva anche risparmiarsi quest'ultima osservazione, l'uomo di cinquant'anni che non metteva nemmeno i suoi calzini sporchi nel cestello dell'immondizia.
-Merda.- esclamai prima di precipitarmi verso la porta d'ingresso chissà l'avessi beccata.
La stradina era completamente vuota e della macchina di mia madre neanche l'ombra. Solo due ragazzi, l'uno coll braccio sulla spalla dell'altro. Riconobbi quella magliai arancione sgargiante, era la preferita di Harry. Scordandomi di essere in ciabatte e vestaglia molto poco coprente corsi verso di loro.
Il riccio piangeva, non un pianto pieno di lacrime ma piuttosto strozzato dalla rabbia. Al suo fianco a consolarlo c'era Liam, che gli massaggiava energeticamente la spalla con aria affranta.
Mi si strinse il cuore a quella visione, avrei voluto abbracciare forte forte il ragazzo dai grandi occhi verdi e piangere assieme a lui.
-Cos'è successo?- Chiesi fintamente ingenua, lo sapevo perfettamente e forse sentirlo pronunciare non sarebbe stato esattamente un piacere.
-Niall.. è appena andato via.. con tua madre.- Liam si preoccupava di non pronunciare il tutto ad alta voce, probabilmente per il suo amico.
-Cel'ha portato via.- Mugugnò Harry tutto rosso in viso mentre cercava di calmarsi respirando profondamente.
-Oh smettila, non è colpa di sua madre.- Lo rimproverò il maggiore accennandomi poi un sorriso come per chiedermi scusa da parte sua.
Arrivederci Niall, pensai col cuore ridotto a cocci.

-ssh, lo rivedremo presto.- Accarezzai il viso del riccio prima di stringerlo in un abbraccio da cui lui si liberò all'istante.
-smettetela di trattarmi come un bambino, cazzo.- Sbraitò liberandosi in seguito anche del braccio dell'amico e stringendo i pugni per controllarsi.
-Harry, entra in casa.- Propose prontamente lui spingendolo verso l'ingresso. Il ragazzo annuì e proseguì da solo sbattendo la porta dietro di se.
Mi morsi un labbro osservando la scena. Era strano come non riuscissi a realizzare che tra poche ore Niall sarebbe stato lontano da me, in un altro paese e chissà quando lo avrei rivisto.
-Scusalo.- Sussurrò Liam come farebbe una madre esasperata dal proprio figlio.
-Non fa niente.- Scossi la testa accennando un sorriso, lacrime per favore, non adesso.
-Zayn tel'ha consegnato?-
Ci misi qualche istante ad elaborare di cosa stesse parlando il ragazzo.
-Oh. Si.- Dissi mordendomi il labbro.
-Quindi?- Chiese ancora lui, impaziente di sentire la risposta.
-Dammi solo il tempo di ficcare vestiti e scarpe in una valigia.-
Il moro sorrise facendo sciogliere ogni minimo dubbio sul mio trasferimento a Londra per stare con loro.
-Allora muoviti, tra meno di un ora il taxi ci aspetterà quì sotto.- Fece segno con le mani di avviarmi verso casa stampandomi un dolce bacio tra i capelli.
-Grazie Liam.- Accennai prendendo poi a camminare nel vialetto di casa mia.
-Per?- Continuò lal conversazione lui.
-Lascia stare, so io il perchè.-

[...]

Un ora dopo, all'aeroporto.
Tra tutti e cinque non sapevo chi avesse l'aria piu' esausta. Louis però non si perdeva d'animo continuando a fare battute su battute nel disperato tentativo di strapparci un sorriso.
-Ci siamo ragazzi.- Esclamò Zayn prendendo posto sull'aereo, accomodandosi come se non si sedesse da anni. Lo affiancai dopo qualche riluttanza con la sola speranza di riuscire a riprendere il filo del discorso del giorno precedente.
-Si ritorna a casa.- Strillò Louis che attirò lo sguardo indignato di tutti gli altri passeggieri.
-Per l'amor di Dio Tomlinson, non cominciare.- Grugnò Harry al suo fianco.
-Qualcuno quì si è svegliato col piede sbagliato.- Continuò lui ad alta voce baciandogli una guancia. Il riccio sorrise capendo l'intento del compagnio e a quanto pare ci stava riuscendo.
-Ti manca già, vero?- Sussurrò il Pakistano guardando fuori dal finestrino.
-Mi credi così fragile da non sopportare qualche mese senza di lui?- Chiesi estraendo le auricolari dalle tasche anguste dei miei jeans.
-Sentire la mancanza di qualcuno non sempre è segno di debolezza.- Rispose lui convinto di aver detto una frase degna di nota, soogghignai.
-Da dove tiri fuori certe perle di saggezza, Malik?- Accentuai il suo cognome aspettandomi uno dei suoi rimproveri che non tardò ad arrivare.
-Il mio nome è Zayn, Z a y n.- Mi riprese lui aggiungendo uno spelling che mi fece scoppiare a ridere come una disperata.
-Si, divertente.- Mormorò il ragazzo cercando di tapparmi quella bocca.
-Smettetela.- Ci riprese Liam dietro di noi lanciando un calcio alla mia sedia.
'Signori e signore, grazie per aver scelto di viaggiare con la nostra compagnia aerea, siamo pronti al decollo, vi preghiamo di allacciare le cinture.' La voce della hostes mi fece ritornare alla realta. Tra poco l'aereo avrebbe preso il volo e...
-Mamma!- Esclamai facendo sobbalzare Zayn che mi guardava perplesso.
-Hai paura dell'aereo?- Chiese Liam preoccupato.
-No no, mamma, mi sono scordata di avvisarla. Di nuovo.- Mi grattai nervosamente la fronte cercando di trovare disperatamente la cosa giusta da fare.
-Mi ricorda tanto un film, com'è che si chiamava?- Chiese Zayn massaggiandosi il mento.
-Mamma ho perso l'aereo.- esclamò ad alta voce, stavolta fu lui a ricevere le attenzioni dei nostri 'compagni' di volo.
-non è esattamente la stes..-
Zittì tutti con uno 'ssh' secco, portandomi il telefono all'orecchio. Purtoppo o fortunatamente il numero era disconnesso, lasciai un messaggio in segreteria mettendomi l'anima in pace.
Mi voltai, Liam guardava fuori dal finestrino con le cuffie nell'orecchio, canticchiando qualcosa di incomprensibile, Harry e Louis dormivano abbracciati catturando non poca attenzione, c'eravamo solo io e Zayn. Era giunto il momento di intraprendere quel discorso.
-Senti un pò.- Gli punzecchiai la spalla. Si voltò finalmente verso di me infastidito.
-Voglio sapere quali sono le famose cose che dicono sul tuo conto.- dissi maliziosa.
-Ancora con questa storia?- Chiese il ragazzo sbuffando.
-Sai com'è, ieri non sono stata degnata di una risposta.- Incrociai le braccia fissandolo senza tregua.
-Non ti facevo così stupida.- Disse lui passando l'indice sul mio mento arrivando all'angolo della mia bocca. Rifletti Candice, cos'è che dicono di lui?
-Mi piaci.- Interuppe i miei pensieri sussurrandomi quella frase all'orecchio facendomi rabbrividire.
-Non c'erano dubbi.- Esclamai io con un tono di voce che, da quel che si percepiva dalla sua espressione, non era ciò che si aspettava.
-Mi piaci anche tu.- Aggiunsi un pò imbarazzata massaggiandomi la spalla.
-Questo significa che.. verrai a vivere con me?- Azzardò lui.
-uouo frena ragazzo.- Sgranai gli occhi alla sua risposta.
-Non intendevo in quel senso.- Ridacchio divertito lui prima di proseguire.
-Liam vive con Danielle, Harry e Louis assieme, casa mia è libera e..-
-Ed io non ho una sistemazione. Ok, ci sto.- Lo interruppi porgendogli la mano come per ultimare un accordo.
Fissò la mia mano tesa per qualche istante prima di stringerla riluttante.
-Non farmene pentire.- Sussurrò digrignando i denti.
-Oh, sono sicura di no.- Mi morsi un labbro maliziosa, mi divertiva vedere la sua espressione da ebete in seguito alle mie provocazioni.
-Possiamo tornare quelli di un tempo?- Chiese con espressione da cucciolo bastonato, così dolce che per un momento ebbi l'istinto di abbracciarlo.
-Senza sesso.- Lo corressì io annuendo soddisfatta alla mia regola.
-Per ora- Disse il ragazzo avvicinando il suo volto al mio. Sentivo il suo caldo e dolce respiro su di me e dovevo ammetterlo, mi mancava. Scostò la ciocca di capelli dalla mia guancia lasciandomi un leggero bacio sull'orecchio, sulla guancia, sull'angolo della bocca avvicinandosi sempre più all'obbiettivo principale. Coraggio Malik, non girarci troppo intorno.
Un istante prima il display dell telefono s'illuminò, probabilmente era mia madre, allontanai il suo viso a malincuore con una manata poco cordiale e mi avventai sul cellulare.
'un nuovo messaggio da Niall.'
Lo aprì col cuore a mille cercando di non far traspirare niente dalla mia espressione.
'Let me love you.' scriveva, un brivido che assomigliava più ad una scossa elettrica attraversò la mia spina dorsale. Non poteva volermi proprio adesso solo perchè si era accorto della concorrenza. Era ridicolo ed egoista ma Dio, lo amavo.
-Chi è?- Chiese il moro deluso dal mio allontanamente.
-Nessuno d'importante.- Risposi io porgendogli una cuffietta ed azionando la musica.

 

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Capitolo 25
*** capitolo 25. ***


-Precipitiamooo.-
Fui svegliata col dolcissimo suono di quell'urlo lanciato da una vocina facilmente distinguibile.
Spalancai gli occhi pronta al peggio col cuore che palpitava minacciando un infarto.
Fu solo in quel momento che mi accorsi del gruppo di scimmiette che rideva scompostamente al mio fianco.
-Ma cosa vi dice il cervello? giuro che..- Balbettando, ancora agitata, mi alzai sventolando un pugno per aria che sarebbe finito sulla bella faccina di Louis.
-Io vel'avevo detto.- Cantilenò Zayn guardando la scena, accovacciato sul sedile di fronte al mio, divertito, mentre Harry e Louis continuavano a ridere come pazzi.
Mi guardai attorno, eravamo atterrati da parecchio, dato che l'aereo era praticamente vuoto, fatta eccezzione per il comandante che a braccia incrociate ci fissava con sguardo infuriato. Liam si avvicinò a lui sospirando rumorosamente.
-Ci scusi, è come avere a che fare con dei bambini.- Riuscì a percepire il suo tono di voce sconsolato che mi fece scoppiare in una rumorosa risata unendomi a quella degli altri due.
Liam continuava a chiacchierare con il capitano con frasi che, data la distanza, non riuscivo a percepire per bene.
-Ok, il momento del gioco è finito, scendiamo.- Presi poco delicatamente il ragazzo con la maglia a righe che si asciugava una lacrima dal viso soddisfatto della grassa risata e lo guidai all'uscita passeggieri seguita dagli altri tre.
-Dovreste frequentarvi.- Disse il riccio ironico poggiando una mano sulla nuca di Liam.
-Ma chi?- Chiese poi il diretto interessato con aria perplessa.
-Il capitano, sembra abbiate molte cose in comune.- Il volto del ragazzo si schiuse in un espressione di disgusto ed orrore mentre scuoteva la testa come un forsennato.
-Harry, solo io posso fare questo genere di battute.- Lo riprese Louis che indignato incrociò le braccia con fare severo.
-Ci risiamo.- sospirò Malik mentre si dirigeva al ritiro bagagli con passo simmetrico, mi persi a fissare la sua schiena, la maglietta aderente metteva in risalto la grande conca tra le spalle del moro. scossi la testa confusa.
Lo raggiunsi seguita da Liam mentre gli altri due continuavano a 'litigare' come una vera coppietta.
Londra era bella, come l'avevo lasciata qualche mese fa del resto. La solita gente sorridente, il solito traffico, le solite cabile telefoniche rosso fiammante, le solite coppie di fidanzatini che si tenevano per mano guardandosi con occhi sognanti e poi c'eravamo noi, degli scappati di casa che non facevano altro che ridere, spingersi urlare.
-Per domani sono riuscito a procurarci un ingaggio.- Annunciò Liam facendo surriscaldare gli altri che si lamentavano di non essere stati avvertiti in anticipo.
-Come hai fatto?-
-Dove?-
-Senza Niall?-
Ecco come un semplice annuncio poteva dare inizio ad un putiferio, nel bel mezzo della strada, sotto gli occhi di tutti. Avrei voluto essere in possesso del mantello dell'invisibilità. Qualcosa mi diceva che per il resto della mia permanenza a Londra ne avrei avuto un disperato bisogno.
-Nel locale dove lavora Danielle, il cantante della band che doveva suonare ha deciso di fare l'avvocato.- Spiegò Liam storcendo la bocca. Non poteii fare a meno di notare il modo in cui  ignorò la domanda su Niall ma cercai di non farci troppo caso.
-Che brutto mestiere.- Ironizzò Zayn che si guardava attorno stralunato come un alcolista che dopo un anno si trovava di fronte ad un bicchiere di Rum. 
-Non è che per caso avresti un lavoro anche per me?- Chiesi mentre cercavo di smuovere la valigia, impigliatasi in un piccolo solco sul marciapiede. Odiavo lavorare, certo sarebbe stato di gran lunga migliore restare a casa a sorseggiare cioccolata calda guardando tv spazzatura ma non mi sembrava una buona idea fare 'la parassita'.
-Puoi cantare con noi. Può vero?- Chiese Styles con le mani congiunte e gli occhioni brillanti.
-Oh no no, non scherziamo.- Sobbalzai facendo rimbalzare dalla parte opposta alla mia la valigia eccessivamente colma.
Il riccio mi guardava deluso mentre Liam si grattava il mento pensandoci sopra. Era tanto difficile capire che non avevo intenzione di unirmi a loro? mi vergognavo persino di cantare sotto la doccia quando i miei vicini erano in casa, figuriamoci cantare di fronte ad un pubblico per quanto limitato potesse essere.
-Sono stanco.- Zayn interruppe il silenzio ottenendo anche l'attenzione di Louis che da un po' canticchiava appoggiato ad un idrante.
-Ci vediamo oggi pomeriggio per provare?- Chiese prima di sollevare dal manico la mia valigia  per poi porgermela. Ed io che pensavo volesse portarmela lui, era troppo poco da 'Zayn Malik'.
-A casa tua.- Aggiunsero in coro prima di allantonarsi in direzioni diverse.
-Vieni.- Fischiò come fossi un cagnolino prima di aprire la porta d'ingresso facendomi ricordare delle interminabili scalinate prima di poter finalmente arrivare a casa sua.
-Facciamo una cosa, porti su le valigie poi vieni a prendere me ok?- Sollevai un sopracciglio appoggiando il baule sul primo scalino.
-Che sfaticata, dai qua'.- Mi sfilò dalle mani la valigia iniziando a trascinarsela dietro mentre con un sorriso soddisfatto lo seguì.
-Ma un ascensore, no?- Eravamo solo al secondo piano e già i miei polmoni rischiavano di collassare.
-Non costringermi a lasciarla andare.- Disse facendomi notare la maniglia della valigia impugnata nella sua mano.
Qualche minuto dopo mi lasciai andare sul letto asciugandomi la fronte col palmo della mano, lasciando che Zayn il fattorino scegliesse una sistemazione per le nostre cose.
-Fai come fossi a casa tua.- Annunciò così, ironico, la sua entrata in scena.
-Ti avverto, quell'armadio è mio.- Indicai un grande armadio bianco con uno specchio sull'anta centrale.
-contaci.- Sussurrò prima di lasciarsi cadere sul letto affianco a me. Lo sentì sbadigliare, anche lui la notte scorsa non aveva dormito molto a quanto pareva.
-e' davvero ciò che volete fare nella vostra vita?- Chiesi guardando il soffitto.
-Cosa, cantare? si finchè ne avremo la possibilità.-
-E' una bella cosa.. inseguire i propri sogni intendo.- Sorrisi spontaneamente.
-Tu non hai un sogno?-
-Cel'avevo, se si può considerare tale.- Ammisi sospirando. -Ma era molto piu' futile del vostro.- Aggiunsi sperando non capisse a cosa mi riferivo.
-Non aggiungere altro.- Schietto mi passò un l'indice sulla bocca per evitare di farmi parlare ancora.
Colpita ed affondata.
-Voglio sapere solo una cosa poi giuro che lascerò che le cose vadano come devono.- Borbottò quasi spaventato da ciò che stava per dire più che dalla mia reazione.
-Sei andata a letta con Niall?- 
-Non esattamente.- Sospirai mettendomi una mano di fronte alla faccia sperando di non arrossire dalla vergogna.
-Cioè? no aspetta, lascia stare.- Si tappò teatralmente le orecchie agitando le gambe per fare rumore tra le coperte che cadevano morbide. Presi una sua mano per scostarla dall'orecchio sinistro.
-Sei andato a letto con qualsiasi altra ragazza?- L'osservai con la coda dell'occhio mentre lui sorrideva divertito.
-Si lo so che è una domanda assurda e la risposta è un 'si' ma assecondami.- Aggiunsi dandogli una leggera gomitata.
-No è che questa domanda implica che sei gelosa.- continuò a gongolare poggiando una mano sul mio ventre.
-Non è vero.- Esclamai scostando la sua mano dopo avermi procurato uno scossone alla spina dorsale.
-Non ti stupro, tranquilla.- Disse ironicò facendo tornare la mano alla sua posizione precedente, massaggiandomi il fianco.
-Niente sesso.- Ribadì le stesse parole dette precedentemente sull'aereo con un tono fintamente scocciato.
-Ti sto toccando, tocco anche Liam, questo non vuol dire che voglia fare sesso con lui.-
Scoppiai in una risata rumorosa seguita dai vari 'ssh' di Zayn, che si mordeva il labbro superiose per non farsi contagiare dalla risata.
-Vuoi fare silenzio?- Mi rimproverò scuotendo a destra e sinistra l'indice di fronte al mio dito.
-Non puoi obbligarmi.- Lo sfidai con uno sguardo mentre lui si posizionava sopra di me, sollevandosi con le braccia per non schiacciarmi.
-Scommettiamo.- Rispose lui avvicinandosi lentamente al mio viso. Il suo sguardo puntato sulle mie labbra tinte di rosso.
Annuì timidamente, rivolevo le sue labbra, le rivolevo con tutta me stessa ma era soprattutto in quei momenti in cui io e Zayn eravamo così vicini che qualcosa anzi, qualcuno, tormentava i miei pensieri.
Senza preavviso mi baciò, facendo perdere qualche colpo al mio cuore. Ricambiai, facendo districare le nostre lingue in un bacio tutt'altro che casto assaporando il dolce gusto della sua bocca.
La tasca dei miei jeans vibrò, cercai di raggiungerla continuando il bacio con piacere.
-Se ti danno fastidio posso toglierli.- Riferendosi ai miei pantaloni sorrise malizioso Zayn sulle mie labbra bloccandomi i polsi con le sue mani.
-Non cambierai mai.- Scossi la testa posizionandomi su un fianco.
Lui, deluso, si alzò senza fatica osservando i miei movimenti.
-Ho fame.- Trovai come scusa, in realtà avevo lo stomaco chiuso in un buco piccolissimo ma dovevo leggere quel messaggio senza che il ragazzo si facesse i fatti miei.
-Vado a cucinare qualcosa.- Disse chiudendosi alle spalle la porta della camera.
 
[...]
 
NIALL POV.
'cristo rispondi, ho bisogno di sentirti'.
Ricontrollai che il messaggio fosse stato correttamente spedito. Anche il secondo messaggio inviato, dopo tre ore passate a controllare e ricontrollare il display del telefono che sembrava non volersi illuminare mai.
-Tutto bene ragazzo?- Chiese il portiere sollevandosi il cappello eccessivamente grande che poco prima gli oscurava la visuale. Annuii guardando per l'ennesima volta il telefono, lo schermo nero ancora una volta.
-I tuoi ti stanno aspettando in ascensore, corri.- Mi avvertì l'anziano signore con un sorriso.
Ero rimaso impalato all'entrata del palazzo per tutto il tempo, solo per scrivere un messaggio con due o tre parole.
-Non sono i miei.- Borbottai scorbutico avvicinandomi all'ascensore dove mio cugino e sua moglie mi incitavano sorridenti a raggiungerli. Avrei voluto tirargli un pugno per togliergli quell'espressione di felicità dal viso, che avevano da essere così felici? avevano appena rovinato la mia vita.
-A casa c'è una persona che non vede l'ora di conoscerti.- Esclamò Kaya, la donna, con un tono di voce altamente irritante.
-Un cane?- Domandai io ironico, ancora una volta impugnando il telefono tra le mani. Niente.
-Molto meglio.- Paul mi scompigliò i capelli facendomi digrignare i denti, odiavo quando lo faceva, cioè molto spesso, non ero un bambino, perchè non lo capiva?
La donna minuta aprì la porta di casa invitandomi ad entrare per primo, seguì il rumore di una televisione accesa, sintonizzata su un canale di musica. Arrivai in una grande sala piena di fiori circondata da una parete giallo limone dove posai in malo modo il borsone da viaggio.
-Lei è Annalyn.- Esultò l'uomo invitandomi ad avvicinarmi.
Fu in quel momento che notai la ragazza sdraiata sul divano di pelle che mi fissava con occhi sbarrati per niente felice di vederli, simpatica insomma.
-Annalyn, lui è Niall.- Proseguì lui dandomi l'ultimo spintone e facendomi atterrare di fronte a lei che tese la mano accennando un falso sorriso.
-Piacere.- Strinsi la mano accomodandomi sull'unico angolo libero dello stretto divano facendomi da cuscino con le braccia.
-Conoscetevi, Anna, io e tua madre andiamo a fare spese.- Disse prima di uscire seguito dalla moglie a passo svelto.
-Mi sbagliavo, ci sarà da divertirsi.- Ghignai voltandomi verso la ragazza. Per la prima volta poteii osservarla per bene. Capelli rosso fuoco visibilmente tinti, occhi marroni tendenti al verde che nonostante il colore e la bella forma sembravano vuoti, un bel corpo, era il tipo di ragazza che in Irlanda avrebbero definito 'il top'.
-Non farti strane idee.- Aggrottò le sopracciglia scettica con un tono di voce dolce, tutto sommato.
-Simpatica. Non credevo avessero una figlia.- Ammisi ingenuo.
-Ora lo sai, benvenuto nel mio mondo. Ora, hai intenzione di stare zitto o devo andare in camera mia?- Rispose acida lei tutta d'un fiato per poi riprendere rumorosamente fiato.
-Siete tutte così qui in Canada?- Chiesi ironico massaggiandomi un braccio e perdendomi a fissare il nuovo video di Ne-Yo nel televisore.
-Io mi distinguo dalla massa.- Disse lei soddisfatta prendendo a fissarmi. Conoscevo il genere di persona, quelle che si costruivano una corazza di freddezza e aciditò ma che infondo avevano un disperato bisogno di parlare con qualcuno.
-In autostima, sicuramente.- Ironizzai passandomi una mano tra i capelli biondi messi a dura prova dal viaggio.
-ah.ah.ah. simpatico.- Improvvisò una finta risata mettendosi a sedere lasciando finalmente libera una gran parte di divano.
-Mi-mi dispiace per tua madre.- Balbettò incerta lei, fissando fuori dalla finestra.
-Nemmeno la conoscevi, tranquilla non iniziare con queste banalità.- Sospirai mordendomi un labbro, la verità e che sentire nominare la parola 'mamma' mi faceva venire un groppo alla gola mentre il 'mi dispiace' l'avevo sentito così tante volte negli ultimi mesi che ormai mi procurava la nausea.
Il cellulare, finalmente squillo. Mi precipitai nella grande tasta alla sua ricerca sotto lo sguardo perplesso della rossa.
Sapevo che prima o poi mi avrebbe risposto, lessi tutto d'un fiato sospirando di tanto in tanto.
'Non posso lasciarmi amare da te. Sei arrivato troppo tardi, sei un egoista Niall, è questo che sei. Le cose andranno come devono andare e se non ti dimenticherai di me ne riparleremo una volta che sarai tornato a casa.
Ah si, mi manchi già.'
Mi manchi anche tu, sussurrai tra me e me. Avevo rovinato tutto, tutto per il mio fottuto orgoglio, a quest'ora Candice era tra le braccia di Zayn, poi avrebbero fatto sesso e lui tra una carezza e l'altra se ne sarebbe uscito con un 'ti amo' che l'avrebbe conquistata.
Scossi leggermente la testa con la voglia di buttare il cellulare contro un muro ma mi limitai a cancellare quel messaggio, pentendomene poco dopo.
-E' la tua ragazza?- Chiese la ragazzina impicciona.
-Sono affari tuoi?- Risposi io con il suo stesso tono di voce curioso.
-Lo prendo come un si. E' carina?- Continuò lei rigirando il dito nella piaga, se solo ci fosse stato un pulsante per spegnarla.
-Più che carina e comunque, è una cosa complicata.- Ammisi passandomi una mano dietro la nuca insistenso su un punto indolenzito.
-Ho molto tempo a disposizione.- Annalyn, posizionando le gambe sopra al divano affiancandole al suo petto si voltò verso di me con un sorriso divertito stampato in faccia.
Stavo veramente per raccontare tutto ad una completa sconosciuta? a quanto pareva, infondo non aveva niente da perdere.
 

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Capitolo 26
*** capitolo 26. ***


ECCOMI QUA' COME PROMESSO. AMMESSO CHE CI SIA ANCORA QUALCUNO A LEGGERE LA MIA STORIA. LOL
IN QUESTO CASO, VOGLIO SAPERE OVVIAMENTE COSA NE PENSATE DEL CAPITOLO E IN SECONDO LUOGO, AVETE SENTITO TAKE ME HOME? IO NON HO RESISTITO E MI SONO ASCOLTATA ALCUNE CANZONI E DIO, SONO FIERA DI LORO MA TRALASCIAMO, POTREI SCRIVERE UN PAPIRO...OK, VI LASCIO ALLA LETTURA, A PRESTO. xx

NIALL POV.
-Lasciala perdere.- Esclamò la rossa con aria menefreghista attorcigliandosi una ciocca di capelli all'indice.
-E' l'unico consiglio che sai darmi?- Mi alzai in piedi sbuffando alla ricerca di un frigorivero e qualcosa da divorare. il mio stomaco era un incessante brontolare.
-Seriamente, credi ne valga la pena?- Mi affiancò aprendo uno scaffale o almeno qualcosa che gli assomigliava e che poi si scoprì fosse un congelatore, con aria scioccata impugnai il gelato che mi porse poco prima.
-Cioccolato vero? hai la faccia da cioccolato dipendente.- Affermò sorridendo soddisfatta.
-Questa è la più grande stronzata che io abbia mai sentito in vita mia.- Risi divertito rimuginando sulle parole della ragazza che stava assaporando il suo gelato alla fragola senza fare troppo caso a me. Forse sotto sotto non era poi così tremenda come mi aveva fatto credere una prima impressione.
-Non mi hai risposto.- Diede un morso completo al cono facendomi rabrividire al pensiero dei miei denti che sprofondavano in quel gelato.
-No ma ci spero.- Dissi poi, buttandomi nuovamente sul divano che s'inclinò leggermente all'indietro.
-Vi dimenticherete presto l'uno dell'altra.- Sentenziò, evitando agilmente il mio borsone blu scuro posizionato al centro della stanza e spostandolo con un piede.
-E tu chi sei, una veggente?- Borbottai leccando voracemente il gelato che piano piano si scioglieva facilitandomi il lavoro.
-No, una che ci è già passata.- Fece spallucce, misi a fuoco l'espressione del suo viso, un ghigno poco rassicurante le riempiva occhi e labbra.
-E sentiamo, quanti anni avresti, donna vissuta?-
-diciannove.- Disse come vantandosi della sua età che per altro non dimostrava se non per il suo modo da vestire.
-Non sei molto più grande di me.- Dissi serenamente.
-Ma ho molta più esperienza.- Sussurrò incastrando la punta della lingua tra i denti. Aveva un non so che di inquietante.
-Vedremo. Qual'è la mia stanza? vado a sistemare le mie cose.- Alzandomi di scatto dopo aver mangiato l'ultimo boccone frettolosamente mi avviai sull'uscio aspettando che la ragazza mi seguisse. Ci mancavano anche i crampi alla pancia, fottuto gelato così fottutamente buono.
 
Un giorno dopo..
 
-Augurami buona fortuna.- Zayn, insistente, aspettava una mia azione, con le labbra incurvate che sfioravano l'angolo della mia bocca.
-Non te lo do un bacio.- Mugugnai divertita, feci per scacciare il suo viso con una mano ma venni interrotta dalle sue labbra premere contro le mie. Zayn, sempre così impulsivo.
Riuscì a staccarmi leccando via dalle mie labbra il suo sapore dolciastro mischio al tabacco.
-Muoviti e spacca tutto.- Esclamai a voce alta per farmi sentire tra tutto quel rumore.
-La smetterai di rifiutarmi, prima o poi.- Si girò di spalle facendosi spazio tra la folla che oscillava e saltava, diretto nel retro-palco.
Ed eccomi quì, in uno dei locali Londinesi. Grande e affollato come tutti si immaginano ma pur sempre freddo e molto poco accogliente. Era tutto tavoli e sedie di alluminio, luci abbaglianti e clienti eccessivamente tamarri. Non mi sentivo decisamente a mio agio. 
Cercai un posticino appartato dal quale avrei potuto guardare i ragazzi cantare in tranquillità ma nessun posto sembra corrispondere alla mia descrizioni, tutti continuavano a spintonarmi involontariamente e ad alitarmi in faccia qualcosa come un miscuglio di vodka, birra e mojito a volontà.
-Tu devi essere la famosa Candice.- La voce dolce di una ragazza seguita da un picchiettio leggero sulla mia spalla mi riportò alla realtà, sollevai la testa che avevo abbandonato sulle braccia adagiate sul bancone del bar e mi voltai per capire chi fosse.
Mi si presentò davanti una ragazza alta, minuta ma allo stesso tempo muscolosa, dei bellissimi capelli ricci ed occhi da cerbiatta. Mi tese la mano, era sicura di conoscermi?
La strinsi scettica.
-Famosa?- Chiesi evitando di essere scortese con un ' e tu chi saresti scusa?'.
-I ragazzi non facevano altro che parlare di te dopo la tua partenza.- Sorrise abbracciandomi come se ci conoscessimo da anni. Piacere di conoscerti fidanzata di Liam, pensai.
-E tu devi essere la famosa Danielle, finalmente ci conosciamo.- Diedi qualche pacca sulla schiena della ragazza sperando si decidesse a staccarsi. Troppa dolcezza in soli cinque minuti, non potevo sopportarla. Finalmente mi fece respirare ed ebbi il tempo di notare il suo abbigliamento imbarazzante. Una gonna aderente blue ed una camicia marinaresca a righe sbottonata sul seno.
-E' orrenda lo so, serate a tema.- Si giustificò lei che doveva aver percepito il disgusto della mia espressione.
-Strano, non c'è nient'altro nel locale che ricordi questo tema.- Dichiarai guardandomi attorno. No, solo luci e impianti acustici.
-Noi le chiamiamo serate senza senso, fortunatamento capitano solo due volte al mese.- Sospirò la ragazza aggiustandosi la corta gonna che doveva essere più scomoda di una camicia di forza.
-Tu balli, giusto? come fai a muoverti con questa..cosa?- chiesi con aria dispreggiativa, mai in vita mia mi ero sentita fortunata ad indossare un vestito come quello che avevo in questo momento. Sorrisi divertita all'espressione rassegnata della riccia.
-Allora, Liam mi ha detto che cerchi lavoro.- Si sedette affianco a me guardandosi attorno preoccupata, probabilmente sperava il suo capo non la notasse.
-Già.- Risposi secca indicando al bar-man ciò che volessi da bere.
-C'è un posto libero come truccatrice ma..- Venne interrutta da una mia risata nervosa.
-Ma non mi sembra il caso.- Esclamai continuando a ridacchiare.
-Oppure, Josh al bar ha bisogno di una mano da tempo.- Indicò con un dito il barista intento a versare un drink.
-Te ne intendi?-
-Io li bevo, non li faccio.- Ammisi sinceramente facendo spallucce.
-Se ti assumono, imparerai, vedrò di parlare col capo.- Mi carezzò una spalla uscendo di scena mentre le luci sul palco si illuminarono di un giallo scuro. 
-Noi siamo i One Direction.- Annunciò il primo ragazzo, con un ciuffo enorme tinto di biondo. 
-Meno uno.- Annunciò timido Liam che entrò in scena per secondo. quella frase racchiudeva in se tutta la mia malinconia
-Grazie per essere venuti.- Esclamarono in coro Harry e Louis sorridenti come sempre. 
Le mie orecchie vollero farmi sentire ciò che due ragazze stavano commentando dietro di me, ed io che credevo solo i ragazzi potessero fare commenti così volgari. Mi voltai con aria minacciosa forse troppo sicura di me tanto che, appena accortesi di me, iniziarono a prendermi a parole, probabilmente ubriache.
-Volete che vi faccia sbattere fuori?- Ringhiò la voce di un ragazzo dietro di me, mi voltai a bocca spalancata verso quel ragazzo-barista-illusione ottica, mentre le ragzze si allontanavano.
-Ecco a te.- Il ragazzo mi porse la vodka che avevo ordinato facendomi un sorriso.
-Grazie per quelle due, Josh giusto?- Chiesi afferrando il bicchierino e sfoderando il sorriso più dolce che avessi mai fatto.
-Sssh, ne parliamo dopo.- Indicando il palco mi zittì, avvertendomi che i ragazzi aevano appena iniziato a cantare.
Un turbine di brividi, emozioni, farfalle nello stomaco. Non li avevo mai sentiti cantare sul serio prima d'ora, con microfoni ed attrezzature adatte e diavolo, le loro voci mi avevano sempre fatto rallegrare ma ora, ero fiera di loro.
-Bravi vero?- Riprese pochi minuti dopo che i ragazzi ebbero finito di cantare la canzone che ormai sapevo a memoria.
-Oh si.- Con occhi sognanti rimanevo a fissare il palco fino a quando anche l'ultimo ragazzo fu uscito di scena.  
-Se vuoi posso presentarteli.- Il ragazzo mi sorrise mentre con una pezza asciugava un boccale.
-O non..- Cercai di spiegare ma venni interrotta dalla sua presentazione, risposi col mio nome.
-Allora, te li presento, se questo ti può renderti felice.- Ma questo che si era fumato? da quando una persona potave essere così gentile con una perfetta sconosciuta?
-Davvero, non occurre.- Feci segno di no con le mani ma il ragazzo per impressionarmi sembrava ignorare le mie suppliche.
Delle mani calde mi fasciarono la vita facendo rimanere il barista sbalordito ed imbarazzato allo stesso tempo.
-Zayn.- Dissi ancor prima di girarmi per accertarmi fosse realmente lui.
-Sono così prevedibile?- Chiese il moro facendomi rabbrividire non appena sentì il suo fiato sfiorare il lobo del mio orecchio.
-Josh.- Salutò poi il mulatto con una stretta di mano ricambiata dal ragazzo dall'altra parte del bancone.
-Non sapevo fosse la tua ragazza.- Ammise intimidito il barista.
-Non è il mio ragazzo.- Precisai all'istante io, anche se nessuno mi diede retta, ero forse diventata invisibile?
-Fa la difficile.- Disse Zayn con aria da presuntuoso mentre continuava a sfiorarmi i fianchi.
-Siete stati grandi, amico.- Josh, si congratulò non ricevendo molte attenzioni dal ragazzo alle mie spalle che sembrava più preoccupato di quale parte del mio corpo toccare per prima.
-Allora, come siamo andati?- Strillò Louis da dieci metri di distanza venendomi incontro, seguito da Liam e infine Harry che si aggiustava continuamente i capelli.
-Bravissimi.- Esclamai, contenta sopratutto dell'ottimo tempismo li abbracciai uno ad uno.
-Ho incontrato Danielle.- Annunciai accennando un sorriso.
-Come ti è sembrata?- Chiese il moro, quasi preoccupato del mio giudizio.
-Una copia di te al femminile.-
Risate su risate i minuti passavano e Zayn continuava a starsene in disparte seduto al bar chiacchierando con Josh nei momenti in cui non doveva servire qualcuno o pulire qualcosa. Mi avvicinai portando le braccia attorno al suo collo ma lui rimase impassibile.
-Qualcosa non va?- Gli sussurrai all'orecchio inebriandomi del pungente profumo che aveva indosso.
-Più di qualcosa.- Grugnò mandando giù l'ultimo sorso di birra nel suo bicchiere.
-Parlamene.- sospirai spazientita, odiavo i suoi comportamenti infantili che usava solo per attirare la mia attenzione ed odiavo come io ci cascassi ogni volta.
-Non quì.-
-Usciamo.- feci spallucce aspettando alzasse il culo da quella sedia.
Mi prese una mano scortandomi fino ad una porticina che portava sul retro del palco, rischiai di inciampare ma il suo braccio scongiurò la caduta.
-Allora?- Chiesi sistemandomi i capelli in una coda alta, la' dentro si soffocava dal caldo.
-Sono stufo di essere trattato come una merda.- Dichiarò acido appoggiandosi alla parete.
-Non sei abituato ad essere rifiutato.- Spiegai semplicemente io, già abbastanza irritata da quella conversazione che non sarebbe mai dovuta avvenire.
-non se è l'unica persona da cui non vorrei essere rifiutato.- abbassando lo sguardo inserì le mani nelle tasche dei suoi jeans.
-Mi spieghi cosa dovrei fare?- Mi avventai sul suo volto costringendolo a guardarmi negli occhi.
-Ricambiare i miei sentimenti.- rispose prontamente lui poggiando la sua fronte contro la mia, sospirai rumorosamente cercando di trovare la forza di non avvicinarmi alle sue labbra.
-Quali sentimenti? quelli che tieni dentro ai pantaloni?- Diedi un colpetto sul cavallo dei suoi jeans che lo fece sobbalzare.
-Ti sei persa un paio di puntate.- Disse mordendosi il labbro inferiore, desideravo essere io a fare che aveva appena fatto.
-Allora perchè il tuo soldatino è sull'attenti?- Chiesi ironica allontanandomi di qualche passo.
-E' normale, mi piaci.- Si riavvicinò a me stringendo il viso tra le mie mani e stampandomi un bacio umido sulle labbra. Socchiusi gli occhi.
-Lasciami fare un ultimo tentativo.- Sussurrò per poi mordermi delicatamente il labbro.
-Cioè?-
-Piccola, dolce Candice indifesa.- Sorrise divertito sollevandomi dal suolo con facilità, istintivamente avvolsi le mie gambe attorno al suo bacino per non cadere. Sembrava lui non aspettasse altro.
-Zayn..- Cercai di richiamarlo non appena lui si voltò portando la mia schiena contro il muro freddo e polvesoro ma venni interrotta dal suo mugugno seccato.
-Sono stufo di avere sempre un 'no' come risposta.- Fece per poggiarmi per terra sciogliendosi dalla morsa delle mie gambe attorno al suo corpo ma avvinghiai le mani sulla sua nuca.
-Niall dice di amarmi.- Ammisi in un sussurro per poi adagiare la fronte nell'incavo del suo collo.
-Perchè ne stai parlando con me?- chiese tutto d'un fiato diventando rosso forse dalla rabbia senza però mollare la presa dalle mie gambe.
-Non lo so nemmeno io.- Sospirai. Avevo sempre amato Niall ma da quando avevo conosciuto Zayn, ogni istante passato con lui mi faceva dimenticare del biondino che tanto mi aveva fatto soffrire.
-Ti amo anche io.- Sussurrò schiarendosi poi la voce, come nella speranza che avessi confuso quelle parole con quel colpo di tosse. La sua frase mi fece sobbalzare, sollevai il viso sfiorando il suo poi, finalmente, il ragazzo trovò il coraggio di baciarmi.
-Fammi tua.- Esclamai cercando freneticamente di slacciare il vestito.
Il ragazzo, intimidito dalla mia reazione, ci mise un po' per carburare quello che doveva fare.
Mi aiutò a sfilare l'indumento che si blocco alle mie caviglie ancora incrociate alla sua schiena per poi poggiarmi a terra con delicatezza senza mai staccare le sue labbra dalle mie.
-Le tue labbra, dio solo sa quanto mi erano mancate.- ammise sfilandosi automaticamente la felpa.
-Non rovinare tutto con queste sdolcinatezze.- Portai la mia mano sulla cerniera dei suoi jeans iniziando ad accarezzare il suo membro ma venni bloccata.
-Forse non capisci.- Disse scostando la mia mano dal suo corpo.
-Cosa non avrei capito?- Chiesi quasi sconcertata. stavo per fare ciò che voleva. ora cos'è che non andava?
-Non voglio dello stupido sesso da te.- Sospirò riallacciandosi i jeans e raccogliendo l'indumento da terra per poi rinfilarselo sotto ai miei occhi incerti su ciò che volesse dire.
-Non posso darti amore, almeno non adesso.- Sussurrai con un filo di voce, cercando di fermare i suoi movimenti frenetici.
-E quando Candice? sono mesi che aspetto. ti amo.- Quell'ultima frase prima di andarsene mi distrusse. mi distrussero i suoi occhi lucidi, mi distrusse la vena del suo collo in evidenza ad indicare quanto sforzo ci avesse messo per dire quelle parole. mi distrusse il fatto che anche io provassi qualcosa per lui ma c'era sempre qualcosa che mi bloccava. Mi accasciai per terra. sperando che qualcuno si ricordasse di me e venisse a recuperarmi.

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Capitolo 27
*** capitolo 27. ***


SCUSATE PER LA LUNGHISSIMA ASSENZA, DAVVERO.x



quella notte, probabilmente, sarebbe stata la più lunga della mia vita. quell'ora, accasciata per terra, aspettando che uno dei ragazzi mi spingesse ad alzarmi, mi dicesse che avevano intenzione di tornare a casa o semplicemente si fosse chiesto 'ma dov'è candice?' fu interminabile. La mia mente continuava a farfugliare, ripetendo frasi, cercando di captare significati nascosti, torturandosi con la scelta che avrei dovuto prendere, tutto questo senza sosta.  era uno dei motivi per cui non riuscivo a reagire e rimanevo lì, da sola, mentre a pochi metri di distanza la musica  rimbombava seguita dalle urla e le risate di chi nella grande sala accanto, si divertiva e ballava. Era stato Liam a prendermi per mano ed accompagnarmi a casa , senza fare alcuna domanda, in parte aveva capito ciò che era accaduto con il suo amico e ormai sapeva di che pasta ero fatta: 'nessuna domanda quando candice si chiude in se stessa come un riccio' stava pensando in quel momento, probabilmente.
-sai, siamo piaciuti molto.- Accennò il moro mentre con un braccio attorno alla mia spalla cercava quasi di sorreggermi, con la paura che crollassi sul marciapiede da un momento all'altro.
Sorrisi, tutto quì. sapevo che se avessi cercato di proferire parola sarei scoppiata in lacrime e non volevo. piangere era segno di debolezza ed io non ero debole, non lo ero. annuivo ogni tanto, per far credere che stessi ascoltando il suo entusiasmante discorso su quello che poteva riservare il fututo ai one direction.
Finalmente arrivati sotto al grande palazzo salutai liam, la sua faccia sembrava voler dire 'sicura di voler rimanere sola questa notte?' così lo liquidai, prima che potesse proporre uno dei suoi soliti gesti di altruismo. non avevo nessuna intenzione di dormire a casa sua con la sua ragazza o farmi pagare una camera d'albergo per una notte. avevo solo bisogno di rimanere sola e riposare, zayn non sarebbe tornato prima dell'alba, ne ero sicura.
Salì le scale sforzando le gambe per fare il più in fretta possibile, mentre immaginavo la sensazione che avrei provato buttandomi a capofitto nel letto morbido e caldo, quel letto era diventato il mio unico desiderio.
-ma cazzo, le chiavi!- esclamai così forte che poco dopo ebbi il brutto presentimento di aver svegliato l'intero vicinato.- Non avevo portato le chiavi di riserva, quelle che dovevano servire a me ma che non avevo mai usato dato che i miei orari di uscita si basavano su quelli del padrone di casa, zayn. Era lui che avrei dovuto aspettare. Ora potevo affermarlo con certezza, quella notte sarebbe stata la più lunga e brutta della mia vita. Appoggiai la schiena al muro estraendo il cellulare dalla pochette. Percorsi con il dito ogni numero della rubrica. Liam: non potevo disturbarlo proprio adesso. Harry, Louis, Zayn: figuriamoci, i primi sarebbero stati troppo impegnati a limonare e zayn, beh, non mi sembrava proprio il caso. Niall, vidi apparire subito dopo la 'm' di 'mamma'. sospirai chiedendomi se fosse stato il caso, dopo i miei ultimi messaggi pieni di odio, sarei riuscita a mettere da parte il rancore? le cose che gli avevo scritto non sarebbero cambiate, una chiamata non mi avrebbe fatto cambiare opinione.
Lo schiacciai, schiacciai quel pulsante facendo partire la chiamata, iniziò a squillare. ad ogni squillo la mia ansia saliva e la mia voglia di riattaccare stava avendo il sopravvento.
- pronto? - Rispose, con la sua solita voce squillante, più cristallina del solito, sapeva che ero io.
- Candice, ci sei? - continuò con un pizzico di impazienza.
- N-niall -balbettai. facendo lentamente scivolare il mio busto sul muro ruvido fino al pavimento dove incrociai le gambe mettendomi comoda.
- Credevo avessi sbagliato numero. - farfugliò lui, ora la sua voce si faceva sempre più tesa.
- no, volevo sapere come stavi. quindi, come stai? - Sorrisi sentendo la sua flebile risata, era stupenda, anche attraverso uno stupido telefono.
- Sto bene, una domanda, se quì sono passate da poco le 21, da voi non dovrebbe essere notte fonda? - chiese insospettito. possibile che non riuscisse a farsi i fatti suoi neanche in una situazione d'imbarazzo come questa? forse cercava solo di mettermi a mio agio.
- Le tre di notte, è tardi lo so ma non riuscivo a dormire. - sospirai continuando a fissare l'ultima ramba di scale, di fianco al portone d'ingresso, con la speranza che zayn tornasse da un momento all'altro.
- Capisco, come mai hai chiamato proprio me? -
- Mi mancavi. - la mia voce iniziava a farsi tremolante, mancava davvero poco, sarei scoppiata in lacrime, lo sentivo.
- Candice, è successo qualcosa? a me puoi dirlo. - Chiese. sentivo il suo respiro affannoso arrivare fino alle mie orecchie, riusciva ad ipnotizzarmi.
- No, tel'ho detto, mi mancavi. Come va la vita lì, hai conosciuto qualcuno? o meglio, qualcuna? - cercai di prolungare la frase il più rapidamente possibile, in modo che non avesse il tempo di infilarci qualche altra domanda in mezzo. lui rispose con un 'si' secco. Non avevo dubbi, ancora qualche settimana e si sarebbe dimenticato di Liam, Louis, Harry, Zayn e sopratutto di me.
- oh, bene.- Dissi, cercando di sembrare entusiasta all'idea che il mio migliore amico venisse portato via da me da qualcuno che conosceva a malapena.
- tu invece, come va con zayn? - spalancai la bocca, non potevo crederci, non mi sarei mai aspettata una domanda del genere da lui.
-Non mi sembra il caso..- feci per continuare fa venni interrotto dalla sua risata, diversa da tutte le altre, quasi isterica.
- Nessun problema, l'importante è che tu sia felice. - sussurrò subito dopo. Era proprio questo il problema, non ero felice, non riuscivo ad essere felice.
- Lo sono. - mentì, senza una ragione precisa. Forse solo per dimostrare che anche io stavo bene senza di lui come lui viveva a meraviglia senza me.
- Bene. - 
Eravamo giunti al punto in cui la conversazione sarebbe divenuta sempre più imbarazzante. niente da raccontarsi, niente su cui scherzare, nessun argomento.
-Quindi, io e te, amici?- Farfugliò lui, mentre io cercavo freneticamente di trovare un argomento valido.
-Siamo sempre stati amici, Niall.- precisai. con in cuore che andava a mille all'ora. non avevo proprio voglia di parlare di questo, non adesso.
-Intendo, solo amici.- Disse, accentuando il 'solo' come se volesse autoconvincersi.
-Oh si, bene, perfetto.- Portai una mano alla bocca, iniziando a torturarmi il pollice mentre la delusione iniziava a contorcermi lo stomaco. E tutte quelle cose che mi aveva detto in questi ultimi giorni? buttate nel cesso. quel ragazzo era la coerenza in persona.
In quell'istante, sentì un portone aprirsi e poi richiudersi violentemente.cercai di captare con la coda dell'occhio chi potesse essere. si, era proprio zayn che dal basso delle scale, mi osservava quasi impaurito.
-scusa, devo andare. ti voglio bene.- Riattaccai senza dare la possibilità a Niall di rispondere, volevo solo che Zayn aprisse quella dannata porta e mi facesse entrare. Quello che vidi dopo fu devastante. Una ragazza, bionda, occhi verdi, così magra che sarebbe volata via con un colpo di vento, vestita come se fosse appena tornata dalla tangenziale. Stava seguendo Zayn su per le scale con un sorriso soddisfatto stampato in faccia. fissai Zayn sconvolta, lui sembrava imbarazzato, cercava di evitare il contatto visivo con me, come se fossi una perfetta sconosciuta a cui non doveva nessuna spiegazione. Quando finalmente arrivarono di fronte a me, il ragazzo trovò il coraggio di rivolgermi parola.
-Avevo chiesto a Liam di portarti a casa sua.- Mormorò mentre cercava di liberare il braccio dalle mani della ragazza, attaccata a lui come un polipo. Estrasse le chiavi dalla tasca dei jeans e inserì quella giusta nella serratura.
-Chi è questa?- mormorò la biondina con la voce squillante, più fastidiosa dello squittio di un topo.
Zayn scosse la testa aprendo finalmente la porta, invitò la ragazza ad entrare cingendole i fianchi. attesi qualche secondo e proprio mentre stavo per alzarmi lui tornò fuori, sedendosi di fianco a me.
-Se vuoi che me ne vada, non c'è problema. Troverò un altra sistemazione, così potrai portarti a casa tutte le ragazze che vuoi.- Dissi tutto d'un fiato cercando di non far trasparire la rabbia nella mia voce.
-Scusa, pensavo fossi da Liam.- Si giustificò lui, passandosi tranquillamente una mano tra i capelli. - La mando via.- continuò lui, aspettando il mio consenso.
-Non è questo il problema Zayn. Non puoi ammettere di amarmi per poi scoparti una tizia qualunque.- mi morsi il labbro inferiore, cercando di enfatizzare il dolore che stavo provando in quel momento poi, mi alzai senza aggiungere altro. sentivo il suo sguardo su di me. stavo aspettando disperatamente che lui dicesse qualcosa, che mi invitasse a restare, che provasse a chiarire con me, ma non lo fece. Entrai in casa e senza preoccuparmi di niente, per una volta, mi sdraiai sul divano, chiusi gli occhi e cercai di prendere sonno.

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