I Vendicatori al cinema

di LuciaDeetz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Non diamo nell'occhio, per favore! ***
Capitolo 3: *** Finalmente in sala ***
Capitolo 4: *** Primo tempo ***
Capitolo 5: *** Quel che accadde nell'intervallo ***
Capitolo 6: *** Secondo tempo ***
Capitolo 7: *** Colloquio con la furia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota: la storia contiene citazioni prese direttamente dal film "The Avengers" diretto da Joss Whedon. 
 

 
«Quanti siamo?»

Il miliardario, playboy e filantropo Tony Stark si guardò attorno.
 
Seduto al suo fianco, il capitano Steve Rogers armeggiava furtivo con carta e penna per scrivere ciò che sembravano essere le istruzioni per un corretto uso del computer. Qualche metro più in là, addossati contro la parete, gli agenti Natasha Romanoff e Clint Barton si stritolavano a vicenda e tubavano come piccioni innamorati, incuranti del fatto di essere in una stanza affolata come il mercato all'ora di punta. Il famoso dottor Bruce Banner, che ad occhi chiusi, gambe incrociate e goccia di sudore in fronte sedeva su un pavimento che non vedeva ramazza da settimane. Poco più in là, i due miti appena scesi in terra per una vacanza di piacere, Thor Odinson e Loki Laufeyson, che si sputavano insulti con la stessa furia di due cani che litigano per un osso buco. E infine la moglie Pepper che, a giudicare dal devastante aroma di frutti di bosco e noce di cocco che si stava sprigionando per tutto l'abitacolo, stava preparando té e biscotti per un reggimento fantasma e non certo per il marito.
 
Tony Stark si schiarì la gola. «Potrei avere la vostra attenzione, per favore?»
 
Sentendosi ignorato, prese il foglio di carta dalle mani di Steve Rogers e confermò così i suoi sospetti.
 
«Le consiglio di iniziare dai Computer Kid, Capitano» disse, lanciando gli appunti sopra un carrello per ufficio che un membro dello staff stava spingendo attraverso il corridoio. «Ora,» continuò «se vuole aiutarmi nella conta...»
 
«Siamo in otto, Stark» rispose Steve Rogers, visibilmente seccato. Guardò poi con malinconia il carrello mentre se ne andava via con le poche righe d'inchiostro che era riuscito a buttar giù.
 
«Oh, in così tanti?» si finse sorpreso Tony Stark. «Ma ha contato un doppio posto per il dottore? Sa, se dovesse... scoppiare come un pop-corn verde.»
 
Mentre parlava si girò verso il dottor Banner, che era ancora impegnato in una sorta di fase zen e che quindi era momentaneamente e fortunatamente sordo.
 
«Le devo ricordare che ha giurato di...» disse Steve Rogers.
 
«Comportarmi bene» Tony Stark finì la frase.
 
«Esatto.»
 
«Lo dica anche alle due divinità» Tony Stark indicò Thor Odinson e Loki Laufeyson, che sbraitavano sulle normali questioni familiari. «E anche ai due giovincelli nell'angolo laggiù» e indicò gli agenti Barton e Romanoff, così invischiati l'uno all'altra che sembrava si fossero cosparsi di strisce adesive Patafix.
 
Steve Rogers si portò le mani al viso, disperato. Tony Stark gli diede qualche colpetto sulla schiena con fare comprensivo.
 
«L'ironia, Capitano... il qui presente dottore è la persona più calma che c'è a bordo. Ma andiamo avanti! Pensa che sabato prossimo vada bene per tutti?»
 
Il Capitano annuì.
 
«Alle 10?»
 
Il Capitano annuì ancora.
 
«Ultima fila?»
 
Il Capitano annuì per la terza volta.
 
«2D o 3D?»
 
«Vvveddì.»
 
«Come, scusi?»
 
«3D.»
 
«Fatto. Tenga. Grazie.»
 
Tony Stark consegnò a Steve Rogers una carta di credito. Il Capitano la rigirò fra le mani e cacciò un urlo. Tony Stark corse verso la porta dell'abitacolo con uno scatto felino, seguito a ruota dal Capitano Steve che reclamava a gran voce i cento dollari spariti dal suo conto corrente.
 
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È da qualche settimana che ho quest'idea in mente... e solo ora (un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di ispirazione, un po' per tutto) ho deciso di metterla per iscritto!
Ditemi le vostre opinioni! Vale la pena di continuare o è meglio lanciare il tutto sul carrello da ufficio? XD

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Capitolo 2
*** Non diamo nell'occhio, per favore! ***


9:20 serali - entrata cinema "Odion"
 
«Ci siamo tutti?»
 
Steve Rogers contò i presenti.
 
Thor Odinson e Loki Laufeyson che si ignoravano deliberatamente, i visi volti l'uno nella direzione opposta dell'altro, la fronte aggrottata, le braccia incrociate e le labbra ridotte a fessure. Una camicia bianca e un paio di blue jeans per Thor. Una camicia bianca, un paio di blue jeans e una orribile sciarpetta verde-Hulk per Loki, unico rimasuglio del suo colore preferito e involontariamente anche del Vendicatore più odiato. Natasha Romanoff e Clint Barton, che parevano aver finalmente adottato un atteggiamento più consono alla situazione, si tenevano a debita distanza l'un l'altra, non senza però allungarsi di tanto in tanto una mano verso quei posti posteriori che normalmente non si mostrano in pubblico. Lei, con indosso una maglietta a maniche corte, un paio di pantaloni attillati che le arrivavano alle caviglie e un cappello che le nascondeva buona parte dei capelli e del grazioso viso. Lui, in un anonimo completo di camicia e pantaloni neri. E infine il dottor Banner, che si guardava in giro spaesato e confuso come l'eremita che, dopo anni di vita solitaria sul cocuzzolo della montagna, vede la civiltà per la prima volta.
 
«Dovevo immaginarlo...» disse il Capitano.
 
***
 
9:45 serali - parcheggio sotterraneo cinema "Odion"
 
Un rombo scosse il pavimento di linoleum.
 
Una svavillante Acura color cremisi fece la sua comparsa alla sbarra d'ingresso del parcheggio sotterraneo, e in pochi secondi e uno stridio di gomme andò ad infilarsi fra un vecchio pick-up arrugginito e una Porsche tirata a lucido.
 
«Chi è l'intenditore?» chiese Tony Stark scendendo dalla vettura e indossando gli occhiali da sole, che a quella tarda ora di vantaggi alla vista ne apportavano ben pochi. Avevano però il grande pregio di farlo sembrare un gran figo, e quindi chissene se andava a sbattere contro la macchina che aveva di fianco, come accadde in quel momento.
 
Si ravviò i capelli e si stampò in faccia il sorriso più sornione che potè davanti alla folla che gli stava facendo il terzo grado sulle sue condizioni di salute.

Pepper, intanto, era scesa dall'altra portiera. Raggiunse il marito che se ne stava ancora impalato sul posto e cominciò a strattornarlo per un braccio, intuendo quello che sarebbe accaduto di lì a pochi minuti.
 
Inevitabile. Chi non avrebbe riconosciuto Tony Stark con quegli occhiali da sole e quel sorriso smagliante?
 
«Mamma mamma, guarda!» strillò infatti un bambino fra la calca che si era formata. «È Iron Man!»
 
Molte borsette e biro furono aperte all'istante, e Pepper chiuse gli occhi in un moto di rassegnazione.
 
***
 
9:55 serali - entrata cinema "Odion"
 
«Che è tutto quell'affollamento? Agente Barton, riesce a vedere?»
 
Clint Barton si staccò controvoglia dalle curve di Natasha, e aguzzò la vista già sovrumanamente acuta verso la moltitudine di persone che si stava ammassando in cima alle scale mobili.
 
«È Tony Stark con sua moglie, signore. Sembra che stia sguazzando in un bagno di fama, signore.»
 
Giurando solennemente di non imbarcarsi più in avventure del genere, il Capitano Rogers si fece largo fra la massa a suon di spinte, facendo ben attenzione a non far cadere il suo berretto degli Yankees Dynasty o addio copertura.
 
La gente stava impazzendo per avere una foto del proprio idolo preferito. C'era chi con un balzo passava da una parte all'altra delle scale mobili, come fa l'ominide nella pubblicità di una famosa marca di olio da cucina, chi sventolava fogli già autografati e urlava ai quattro venti la sua ammirazione, chi faceva foto e chi semplicemente richiedeva una stretta di mano con la successiva intenzione di non lavarsi più il braccio intero.
 
Steve Rogers dovette reprimere l'invidia che stava covando nella sua mente e che minacciava di neutralizzare la sua ragionevolezza e fermezza di soldato. Avrebbe volentieri barattato un minuto di gloria per cento minuti sotto torchio da parte di Nick Fury che gli latrava addosso "Ciò che dico deve essere rispettato!!!". Il suo codice morale gli imponeva però di attenersi agli ordini ricevuti, che in quel caso erano "Non date nell'occhio, per favore". Cercò di dissimulare la tristezza interiore mentre trascinava di peso Tony Stark via dalla folla in delirio, alla quale l'uomo di ferro aveva da poco iniziato ad inviare baci con le mani sotto lo sguardo infastidito della moglie Pepper.
 
«Meno male che non dovevamo dare nell'occhio, Stark!» esclamò il Capitano contrariato.
 
La folla intanto li aveva seguiti e li aveva accerchiati di nuovo. La situazione si stava facendo pericolosa. Gli altri Vendicatori erano seduti in disparte sul muretto in cemento di fianco all'entrata, a pochi metri dalle scale mobili, e guardavano la scena come inebetiti. Era solo questione di tempo, a meno che...

Steve Rogers sospirò ed estrasse uno strano marchingegno da una delle tasche dei pantaloni e lo levò in aria. Ci fu un lampo di luce scarlatta che invase l'intera folla sulle scale e davanti all'entrata dell'edificio. Soddisfatto, il Capitano ripose l'arnese nella tasca e tornò dagli altri compagni, seguito dall'uomo di ferro.
 
«Da dove arriva quell'affare?» gli chiese Tony Stark, e si tolse gli occhiali che oramai non gli servivano più. Accennò poi un saluto agli altri Vendicatori, che lo guardavano in cagnesco per essere arrivato così tardi e per aver dato così dimostrazione di sé.
 
«Me l'ha dato Fury, in caso di... questo caso» Steve Rogers accennò alle persone nella piazza, che stavano ora entrando nel complesso edilizio in fila indiana come tanti scolaretti al primo giorno di scuola.
 
«We don't need no thought control...» prese a cantare Tony Stark mentre osservava i soldatini impassibili che a passo ritmico passavano per le porte scorrevoli. «Quanto durerà?»
 
«Per un paio d'ore circa. I tecnici dell'elivelivolo sono riusciti ad isolare le nostre onde cerebrali insieme a quelle dell'equipaggio, per evitare che venissimo neurolizzati insieme alle altre persone in caso di riconoscimento. Non hanno potuto far nulla per aumentare la durata dell'effetto, però. In più, il neurolizzatore può essere usato tre volte soltanto. Usa e getta.»
 
«Questo perché non c'ero io nella lavorazione» commentò Tony Stark con un sorriso sardonico.
 
«Stark, la pregherei di comportarsi normalmente per il resto della serata.»

«Infatti mi sto comportando normalmente» replicò.
 
«Intendevo normalmente come si comportano le persone normali.»
 
«Mi sta dando dell'anormale?»
 
Pepper si intromise nel discorso e riportò entrambi alla realtà. «Il film è già iniziato da cinque minuti. Tony... basta.»
 
«Tesoro, sto solo cercando di far valere le mie ragioni...»
 
Ora fu il turno dell'Agente Barton. «Ci sono stati dei casi in cui il neurolizzatore non ha funzionato?»

«No, non mi pare» disse il Capitano. «Perché?»
 
«Perché quell'uomo laggiù non mi pare molto neurolizzato.»
 
Si voltarono tutti verso la direzione indicata da Occhio di Falco. Un uomo dai capelli brizzolati e la statura piuttosto alta guardava il resto dei presenti entrare nel cinema come una fila di robot. Sembrava disorientato, e si guardava attorno mentre le scale mobili lo portavano davanti all'entrata e quindi più vicino ai Vendicatori. Portava una benda all'occhio sinistro e mostrava all'incirca sessant'anni d'età.
 
«È forse un parente di Nick?» chiese Tony Stark a voce bassa.
 
Il Capitano scosse la testa. «Io quell'uomo l'ho già visto da qualche parte... ma dove?»
 
E intanto l'uomo aveva preso a fissarli, e anche lui aveva simili pensieri in testa.

***
 
Che branco di smidollati senza memoria, pensò Loki. Midgard era un mondo veramente piccolo e dalle sorprese imprevedibili. Si era preparato mentalmente per quella serata infinita fatta di inutili discorsi senza senso, gentilmente imposta dal fratellastro Thor come raro momento di svago. Non si era preparato a tutto, però. La poca benevolenza sviluppata in mesi di rieducazione forzata asgardiana si infranse a terra in mille cocci, e lasciò il posto all'aura da spietato doppiogiochista che si era solo da poco assopita.
 
Si avvicinò lentamente all'uomo con la benda all'occhio e gli posò una mano sulla spalla.
 
«Wer sind Sie?» fece l'umano, e tentò di staccarsi dalla presa. «Lassen Sie mich bitte in Ruhe!»*
 
Il dio vide l'unica pupilla dell'uomo farsi più larga per la paura, e per puro istinto da predatore si passò la lingua fra i denti superiori. No, decisamente il neurolizzatore non aveva funzionato a dovere.

***
 
«Meno male che... non dovevamo dare nell'occhio» commentò Tony Stark verso i compagni rimasti, mentre guardava l'uomo brizzolato darsela a gambe levate giù dalle scale mobili, con Loki dal ghigno perfido che gli stava alle calcagna, e Steve Rogers che, neurolizzatore alla mano, inseguiva preda e predatore per porre fine a quel supplizio.

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*trad. "Chi è lei?" e "Mi lasci in pace (per favore)!"


Ed ecco il primo capitolo ufficiale... a quanto pare andare al cinema non è un'impresa tanto facile per i Vendicatori. La missione di salvare il mondo sembra essere meno complicata! XD
Spero che vi piaccia così come io mi sono divertita a scriverlo!
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito la storia e che l'hanno inserita nelle loro seguite! Grazie di cuore :*

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Capitolo 3
*** Finalmente in sala ***


«Ci siamo. Finalmente!»
 
Steve Rogers si lasciò cadere esausto sulla poltroncina in velluto, non prima di aver neurolizzato le persone già presenti in sala per ragioni di comodità, esaurendo così l'ultima carica disponibile del neurolizzatore, e di aver inchiodato, per mezzo della sua cintura dei pantaloni, il malaugurato dio dell'Inganno nel posto di fianco al suo. Che ci provasse soltanto a scappare, ora.
 
Alla fine aveva dovuto rincorrere il povero direttore del museo di Stoccarda (perché proprio di lui si trattava, in visita temporanea a New York per una serata culturale al MOMA) per tutto il parcheggio interrato, e fermare la brama di Loki prima che questi si impossessasse dell'altro bulbo oculare di quel povero disgraziato. Aveva dovuto fare tutto da solo: gli altri Vendicatori avevano disertato ed erano rimasti all'entrata del cinema ad aspettare il suo ritorno con il prigioniero divino al seguito. Avevano imparato troppo da Nick Fury.
 
Il Capitano aveva inoltre sprecato la seconda carica disponibile del neurolizzatore. Non poteva sapere che l'aggeggio funzionava soltanto a patto che le persone colpite dal raggio avessero ancora entrambi gli occhi. Si annotò mentalmente di farlo presente ai tecnici, una volta che fosse tornato alla base aerea dello SHIELD.
 
Si era sentito alla stregua della peggior sottospecie di criminale quando aveva colpito di spalle il pover'uomo sulla capoccia, ponendo così fine alla sua visita culturale trasformandola in visita all'ospedale. D'altronde non poteva fare altro, il tizio aveva dato aria a una serie infinita di "Hilfeee!"* che era rimbombata contro tutte le mura del parcheggio provocando un'eco assurda, e Steve Rogers non voleva che attirasse l'attenzione di qualche poliziotto o guardia notturna non neurolizzata. Ironia della sorte gli toccò ugualmente andare a chiamare un poliziotto, perché non poteva di certo lasciare il malcapitato, che gli era crollato fra le braccia come un floscio e pesante salame, in balìa dei delinquenti veri che si aggiravano a quell'ora in città. Aveva raccontato agli agenti una serie di frottole su come avesse trovato l'uomo lungo disteso nel parcheggio, pregando mentalmente Dio affinché non gli fossero rivolte domande. Fortunatamente, i poliziotti si erano accontentati di poche chiacchiere. Prima di lasciarli andare e di chiamare un'autoambulanza, però, avevano voluto controllare che l'uomo privo di sensi avesse ancora tutti i suoi documenti e il portafoglio intatti. Steve Rogers si era sentito molto offeso da quella mancanza di fiducia.
 
Il gruppetto aveva finalmente varcato le porte della sala cinematografica con una buona mezz'ora di ritardo sull'orario programmato. Nessuno però aveva notato la scritta in piccolo nell'opuscolo: "I film inizieranno circa 25-30 minuti dopo l'orario indicato", e fu con un po' di consolazione che notarono che, al loro ingresso in sala, il film era iniziato da appena pochi minuti.
 
«Ahia!» qualcuno gli aveva appena urtato un piede.
 
«Permesso, scusate...» disse la voce di Tony Stark. «Scusi, Capitano! È che non si vede niente con questo buio.»
 
Steve Rogers sentì la fila di poltroncine sussultare, ad indicare che il genio miliardario aveva finalmente preso posto. Seguì poi un sussulto più lieve, Pepper Potts che si sedeva di fianco al marito.
 
«Allora, siamo tutti a posto?» chiese il Capitano al limite dell'esasperazione. Si sporse in avanti e guardò i posti occupati. Al buio poteva solo vagamente distinguere le sagome dei compagni. Alla sua sinistra, nell'ordine, sedevano Loki Laufeyson, Tony Stark e sua moglie. Alla sua destra c'erano Thor Odinson, il dottor Banner e i due agenti dello SHIELD.
 
«Perché ci sta lei al centro della fila, Capitano?» sentì chiedere da sinistra.
 
Il Capitano strinse i denti. Nick Fury avrebbe dovuto dargli una medaglia per il formidabile autocontrollo che stava dimostrando in quel momento. «Perché si dà il caso che abbia pagato io il suo biglietto. Si goda il film e basta, Stark.»
 
La sua soddisfazione schizzò alle stelle quando non sentì alcuna risposta in ritorno. Si rimise comodo sulla poltroncina e fu allora che guardò lo schermo per la prima volta. E sentì davvero il bisogno di piangere dalla disperazione.
 
«Ehm,» fece la cavernosa voce di Thor al suo fianco «ho sentito che alcuni film midgardiani vengono doppiati, ma... si intende questo per doppiati? Si vedono doppi
 
Imprecando mentalmente, Steve Rogers si alzò in piedi e cercò con lo sguardo la sagoma di Occhio di Falco. Quando fu sicuro di aver attirato l'attenzione dell'agente, gli gridò, con la voce rotta dal tormento: «Agente Barton, la scongiuro, lei che ci vede bene... vada alla cassa a prendere otto paia di occhialini!»

***
 
«Non indosserò mai tali diavolerie midgardiane.»
 
«Fa' come vuoi, Loki. Guardati pure il film senza occhialini.»
 
Occhio di Falco fece per mettersi in tasca il paio di occhiali 3D a tema Thor, ma il dio dell'Inganno sembrò riconsiderare il tutto.
 
«Mi si sdoppia la vista a guardare un obbrobrio simile in qualità così obbrobriosa. Me li dia indietro.»
 
L'agente Barton riconsegnò gli occhialini al dio con un sogghigno, che li prese spazientito e li inforcò. Lo vide chiaramente gettare uno sguardo carico di gelosia verso Tony Stark e sua moglie, a cui erano capitate le due paia di occhialini a tema Hulk.
 
«Tu provaci soltanto, Bambi,» disse il miliardario, senza staccare gli occhi dallo schermo «e l'unica cosa verde che vedrai saranno i sorci
 
L'unico veramente contento delle sue lenti era Thor, che rigirava gli occhialini rossi e argento fra le mani con l'ammirazione di un bambino che ha appena finito di scartare i regali di Natale. Il dottor Banner sedeva a gambe accavallate e aveva un'aria apparentemente calma sotto gli occhiali di Capitan America. Non poteva dire altrettanto del vero Capitano, che sembrava lì lì per avere una crisi isterica e muoveva le gambe in tutte le posizioni consentite dalle articolazioni. Loki Laufeyson, nel posto accanto, trafficava con la cintura che lo teneva saldamente bloccato sulla poltroncina.
 
Clint Barton tornò al proprio posto, sempre sogghignando, e indossò i suoi occhialini a tema Iron Man. Si voltò verso Natasha, e intrecciò dolcemente le sue dita callose con quella piccole e affusolate della compagna. La giovane donna ricambiò con un sorriso, gli occhi oscurati dal paio di occhialini azzurri.
 
«Fra poco dovrebbe arrivare il tuo turno, Tasha» le disse.

Sullo schermo, a caratteri cubitali, apparve finalmente il titolo del film: THE AVENGERS.
 
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*trad: "Aiutooo!"

 
Lo so, avrei dovuto terminare il capitolo fra pochi giorni. Ma 'sta storia mi sta prendendo troppo, accidenti!
Mi rendo conto che il tentativo di dare una voce ad ogni personaggio è miseramente fallito. I miei pensieri non fanno altro che indirizzarsi al duetto Cap/Tony oscurando tutti gli altri Vendicatori. ._.''
Mi scuso inoltre per la lunghezza del capitolo... proprio non ce la faccio a scrivere capitoli lunghi XD
Ringrazio chi ha recensito l'ultimo capitolo e chi ha inserito la storia fra le seguite: vi adorooo! *-*
 

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Capitolo 4
*** Primo tempo ***


Вы правда думаете что я красивая?*
 
«Io lo penso. Il tuo viso è magnetico sullo schermo» disse Occhio di Falco girandosi verso la compagna di posto.
 
«Solo quello? Fino ad un attimo fa eri concentrato appena più in basso.»
 
Clint Barton rise. «A quanto pare l'occhio acuto non è solo una mia qualità!»
 
Uno squillo di cellulare eccheggiò per la sala.
 
Sei al 114 di Solenski Plaza, al terzo piano. Abbiamo un F22 a otto miglia esatte. Passami la donna o farò saltare l'isolato prima che tu raggiunga l'ingresso.
 
«Agente Coulson...» disse Steve Rogers, addolorato da tristi ricordi.
 
Natasha, Barton è stato compromesso.
 
«Al solo sentirmi nominare, ti sei trasformata in una furia» disse l'agente Barton, mentre la Natasha Romanoff dello schermo dava piena dimostrazione delle sue abilità combattive contro tre scagnozzi sprovveduti della mafia russa.
 
Coulson, lo sai che Stark non si fida di me neanche quando dormo.
 
«Ma non è vero! Agente Romanoff, non si ricorda quella nottata in cui...»
 
«TONY!»
 
«Che c'è?» Tony Stark si voltò verso la moglie.
 
«Ricordami di andare a cercare un avvocato, domani.»
 
«Andiamo, tesoro...»
 
«Tasha, sei andata a letto con Tony Stark?» la voce di Occhio di Falco suonò stridula e carica d'accusa.
 
«Guardate, Calcutta!» esclamò improvvisamente il miliardario per fuggire dal campo minato, ignorando Pepper e le sue minacce di divorzio.

La scena passò dalla ruggine e dalla polvere di un fatiscente palazzo alle stradine ipertrafficate di Calcutta, e al dialogo fra il dottor Bruce Banner e la spia russa per eccellenza.
 
Questo è il tesseract. La sua energia potrebbe distruggere il pianeta.
 
«Il mio tesseract...» latrò Loki Laufeyson.
 
«Il nostro pianeta» disse di rimando il Capitano.
 
Secondo Fury che cosa dovrei fare, ingoiarlo?
Vuole che lei lo rintracci. È stato rubato.

 
«E doveva rimanere rubato, sciocchi esseri!» si lamentò il dio dell'Inganno.
 
Quindi Fury non dà la caccia al mostro.
 
«Dottore, ma è sempre così sfiducioso nei confronti dell'umanità?» chiese Tony Stark.
 
Vuole mettermi in gabbia?
 
«Manie di persecuzione, molte.»
 
«Basta, Stark!» gridò il capo del gruppo, la fronte imperlata di sudore. Ci mancava solo che il dottore perdesse la pazienza.
 
«Non si preoccupi, Capitano. Stark e io oramai siamo grandi amici» rispose Bruce Banner per tranquillizzare gli animi.
 
Steve Rogers tirò un sospiro di sollievo.
 
Il Bruce Banner sullo schermo aveva intanto picchiato violentemente i pugni sopra al tavolo.

Scusi, sono stato meschino. Volevo vedere la sua reazione.
 
«Voleva vedere un infarto in diretta, dottore» disse Natasha Romanoff, il cuore che correva di nuovo come un cavallo pazzo per lo spavento.
 
«Mi chiedevo cosa fosse stato quel sobbalzo sul sedile. Era lei, signorina Romanoff?» chiese il dottore.
 
«Ora zitti!» intimò Capitan America. «Fury mi ha chiesto di dargli un voto come attore e devo seguire bene cosa succede nel film. Quindi sssh!»
 
La scena era cambiata di nuovo. Ora lo schermo mostrava Nick Fury mentre era intento a parlare con un gruppo di schermi interattivi che raffiguravano persone dal volto semicoperto.
 
«Quante frasone, Nick... il lavoraccio però ce lo accolliamo sempre noi» fece Tony Stark.
 
«Shh.»
 
Sta dicendo che Asgard sta dichiarando guerra al nostro pianeta?
Non Asgard, Loki.
Non può farlo da solo.

 
«Umana iettatrice, che cosa ne vuoi sapere tu?» sputò il dio dell'Inganno.
 
«Sta' zitto» gli ordinò il Capitano.
 
Che mi dice dell'altro? Il fratello?
 
«Thor non è mio fratello!» strillò Loki.
 
«Fratello, ciò che dici mi spezza il cuore» disse il dio del Tuono con voce grave.
 
«Non sono tuo fratello! Non lo sarò mai!»
 
«Chiudete quella bocca, tutti e due!»
 
Nessuno parlò per il minuto seguente. La voce di Nick Fury era ora interrotta dai profondi singhiozzi di Thor Odinson.
 
«Dimmi un po', fratellastro: a quanto ammontano ora i cocci del tuo cuore infran-»
 
Steve Rogers premette una mano sulla bocca di Loki Laufeyson col chiaro intento di soffocarlo. Una mossa poco furba.
 
«MA CHE SCHIFO!»
 
Il supersoldato ritrasse subito la mano, in viso una smorfia di disgusto misto a repulsione.

Fu la ciliegina sulla torta. Capitan America si lanciò sul dio dell'Inganno con furia incontenibile e attorcigliò la sciarpa verde attorno alla sua bocca fino a fargli perdere la facoltà di parola. Rifece poi il nodo della cintura includendovi anche le mani del dio, che a trattamento finito somigliava molto a un prigioniero di un carcere di massima sicurezza pronto ad essere internato nella cella di isolamento.
 
«E a a-ò a-a-e!»
 
«Scusa, potresti ripetere? Non ho capito» Steve Rogers avvicinò l'orecchio a Loki con un ghigno soddisfatto. Per risposta ottenne solo un'occhiataccia omicida.
 
«Ma non è che così soffoca?» chiese Thor Odinson preoccupato.
 
Il Capitano assunse uno sguardo da "mi ha appena leccato la mano e non me ne può fregar di meno" e riprese a guardare il film. Era il momento del suo allenamento quotidiano con il sacco tirapugni e del suo dialogo con Nick Fury.
 
«Però, Capitano... bei colpi!» ammise Tony Stark.
 
Steve Rogers si crogiolò nel complimento.
 
«I suoi muscoli funzionano ancora a dovere, per essere rimasti ad arrugginire per oltre settant'anni sotto uno spesso strato di ghiaccio» continuò il miliardario.
 
Capitan America artigliò i braccioli della poltroncina e si costrinse a respirare profondamente.
 
A questo punto niente può sorprendermi.
Dieci dollari che ti sbagli.

 
«Scommessa persa in partenza, capo.»
 
«Stark, sto per riservarle lo stesso trattamento di...»
 
«Ok, ho la bocca chiusa. Ora taccio, davvero. Non voglio fare la fine di mister Cervo qui di fianco e...»
 
«TACCIAAA!»
 
«Si calmi, Capitano! Oh, ecco la mia scena.»
 
Iron Man fece la sua comparsa sullo schermo, e Tony Stark ebbe finalmente un motivo valido per tacere. L'uomo guardò la scena con sguardo trasognato. «La mia Stark Tower...»
 
«Vuoi dire la nostra Stark Tower» lo rimbeccò la moglie.
 
«Sì, beh... l'88% tecnicamente è opera mia, no?»
 
Sembra che io sia instabile, egocentrico e scostante con gli altri.
 
«E io aggiungerei molto logorroico» disse Steve Rogers, lo sguardo torvo.
 
Il destinatario del messaggio non lo ascoltò nemmeno, perché era troppo impegnato a recuperare l'appuntamento perduto ai tempi dell'intrusione di Phil Coulson nella Stark Tower.
 
La scena cambiò. Steve Rogers e l'agente Coulson si trovavano ora su un aereo militare diretto al quartier generale dello SHIELD, e discutevano riguardo la teoria delle radiazioni gamma ideata dal dottor Banner.
 
Quando non diventa un mostro, lui è una specie di Stephen Hawking... una persona molto brillante.
 
«Era troppo gentile, Coulson» disse Bruce Banner.
 
È un onore conoscerla ufficialmente. Anche se l'avevo già conosciuta, perché l'ho guardata mentre dormiva. È veramente un grande onore averla a bordo.
 
«Anche troppo timido... caro Coulson» disse il Capitano. «E tu,» si rivolse verso il fagotto di Loki «tu sei solo un gran bastardo.»
 
«Ecco il nascondiglio del cerbiatto» disse Tony Stark, dando fine al lungo bacio e guardando lo schermo, che ora mostrava una specie di laboratorio sotterraneo. «Però, avevi più seguito di un maraja! Oh, c'è anche l'agente Barton in fondo al campo visivo della telecamera.»
 
Gli occhi dell'agente Clint si illuminarono come stelle: finalmente qualcuno si accorgeva della sua presenza e non solo per dargli ordini!
 
«A-e-e.»
 
«Che ha detto?» chiese Tony Stark ai compagni.
 
«Machete? suggerì l'arciere. «Forse vuole che lo liberiamo.»
 
«Neanche se dovesse venire giù Odino da Asgard a pregarmi in ginocchio» fu la risposta del Capitano.
 
Io ero un re. Il legittimo re di Asgard. Tradito.
 
«A sentirmi tradito sono io, fratello» proclamò Thor Odinson.
 
«A-i!» bofonchiò l'altro dio.
 
Non avete ancora il Tesseract.
 
«E non lo avrete mai più» disse Tony Stark.
 
Avrai la tua guerra, asgardiano.
 
«Papà chitauro ha sbagliato, tu non sei un asgardiano... non facevi mica parte del popolo blu in tutù? E poi pretendi di diventare re di Asgard?» riprese Iron Man.
 
Loki Laufeyson mugugnò qualcosa da dietro la sciarpa.
 
«Andiamo, Capitano... non mi diverto con il cerbiatto qui in versione mortadella. Posso liberarlo, sì?»
 
Senza aspettare alcun consenso, Tony Stark slegò il povero dio dalla sua prigione di cotone. Gli riavvolse poi la sciarpa intorno al collo con fare a dir poco materno e stette a contemplare l'opera per qualche secondo.
 
«Ecco, ora va molto meglio» disse.
 
«Ti dispiace togliere i miei capelli da sotto la sciarpa?»
 
«Molto, infatti lascerò questo privilegio al Capitano.»
 
«Non voglio infettarmi anche l'altra mano, declino l'offerta» rispose Steve Rogers.
 
«Ho paura che dovrai tenerteli così, principino. Oh, l'aereo è arrivato alla base!»
 
Pensavo che Coulson sarebbe svenuto. Ti ha già chiesto l'autografo sulle tue figurine di Capitan America?
 
Poi sullo schermo ci fu lo scambio di conoscenze fra il dottor Banner e Steve Rogers.
 
Si dice che lei troverà il cubo.
È questa l'unica voce che gira su di me?

 
Tony Stark si sporse in avanti per farsi sentire dal dottore. «Veramene giravano altre voci, si diceva anche che... ahia!»
 
Pepper Potts aveva dato una gomitata al marito.
 
Tutti tacquero nei pochi minuti successivi, rapiti com'erano dalla rombante magnificenza dell'elivelivolo. Persino Loki, che aveva tanta considerazione per la tecnologia umana quanta ne avrebbe avuta per un cumulo di rifiuti, dovette ammettere che, in fondo, quella specie di base aerea volante faceva la sua figura.
 
«A questo punto niente può sorprendermi» Tony Stark fece il verso al Capitano, mentre lo schermo mostrava un esterrefatto Steve Rogers prendere dieci dollari dal portafoglio per darli a Nick Fury.
 
La scena cambiò. Il laboratorio sotterraneo di Loki ora era ancora più gremito di gente che faceva via e vai per i corridoi, come tanti burattini al servizio del dio del male.
 
Il Tesseract mi ha mostrato tantissime cose! È più che conoscenza, è verità!
 
«Il dottore mi pare molto gasato. Siamo sicuri che fosse il Tesseract a mostrargli tutte quelle cose?» chiese Iron Man.
 
Rispose Occhio di Falco, che si sentì preso in causa: «C'era una stanza segreta nel laboratorio, dove Loki coltivava tante piantine strane.»

«Aaah, ora si spiega perché sei così scontroso: le crisi di astinenza sono dure da sopportare, eh?» Tony Stark canzonò il dio dell'Inganno dandogli dei piccoli pugni sulla spalla.
 
«Evito di risponderti, perché voglio godermi almeno questa scena in tutta la futile serata.»
 
Era infatti arrivato il momento della scena ambientata a Stoccarda, in Germania, e del furto di un ingente quantitativo di iridio in un museo della città.
 
«Che bella che è la musica... l'antidoto a tutti i mali psicologici» disse il dottor Banner.
 
«Franz Schubert. Mi chiedo cosa penserebbe il compositore, se sapesse che la sua opera è stata usata come musica di sottofondo da un pazzo assassino» disse Tony Stark.
 
«Hai visto, Nat? Li ho stesi come piccioni» Occhio di Falco indicò le guardie notturne del museo di Stoccarda.
 
«Guardate con che grazia il mio doppio scende le scale» disse Loki Laufeyson in un momento di autocompiacimento. Nessuno lo considerò neanche di striscio.
 
«Povero professor Heinrich Schäfer...» commentò Steve Rogers, e distolse gli occhi dallo schermo. Non poteva guardare. Ripensò alla botta da orbi nel parcheggio sotterraneo e i sensi di colpa lo invasero fino al midollo.

In ginocchio. ORA!
 
«Quanto hai sborsato alla folla per far sì che si inginocchiasse davanti a una scamorza?» chiese il miliardario rivolgendosi al dio dell'Inganno.
 
Non esistono uomini come me.
Esistono sempre uomini come te.

 
«No che non esistono» insisté la versione in carne e ossa di Loki Laufeyson. «Io non sono un uomo.»
 
«Non potete proprio guardare il film senza criticare ogni fotogramma anche solo per un secondo?!» si lamentò il Capitano Rogers, che tentava invano di seguire i suoi movimenti sullo schermo.
 
La colonna sonora degli AC/DC sparata a tutto volume annunciò l'arrivo teatrale del playboy in oro e titanio e la conseguente cattura del dio dell'Inganno.
 
Fa' la tua mossa, piccolo cervo.
 
«Se non ci fossi stato io a venirle in aiuto, Capitano...»
 
«Me la sarei cavata egregiamente anche senza di lei, Stark.»
 
«Era tutto programmato» disse Loki Laufeyson, scuro in volto.
 
Non mi piace.
Chi? Il rockettaro molto arrendevole?
Non mi è sembrato così arrendevole. Quello picchia molto forte.
Anche tu sembravi alquanto brioso, per essere un attempato. Qual è il segreto, pilates?
Cosa?

 
«Mi sa dire ora la definizione di pilates, Capitano?»
 
«Un sistema di allenamento sviluppato all'inizio del '900 da Joseph Pilates. Mi ha colto alla sprovvista, quella volta sull'aereo.»
 
«Veramente, Capitano,» si intromise Clint Barton «l'ho vista con la coda dell'occhio mentre consultava un dizionario alla lettera P, stamane.»
 
«Un dizionario?!» rispose Tony Stark, sorpreso. «Ah, già, le enciclopedie elettroniche sono troppo all'avanguardia per lei...»
 
Steve Rogers scoccò un'occhiataccia velenosa verso Occhio di Falco.

«AGENTE!» gli gridò addosso, ma il suo urlo fu coperto dal grande rombo di tuono sullo schermo.
 
Io non apprezzo quello che ne seguirà.
 
«Sempre molto gentile, fratello» disse Thor Odinson, che sempre più pensava di disconoscere il parente acquisito.
 
«Di' un po', non ti è dispiaciuto essere salvato dal fratellone, eh?» chiese Tony Stark al dio dell'Inganno.
 
«Era tutto programmato, e Thor non ha fatto altro che rovinare tutto.»
 
Esiste un dio soltanto, e sono certo che non si veste in quel modo.
 
«Parla colui che indossa insulsi berrettini da baseball per nascondersi agli occhi della gente» Loki Laufeyson si girò verso il Capitano, che si tolse il berretto e iniziò ad usarlo come ventaglio.
 
Siamo stati allevati insieme, abbiamo giocato insieme, abbiamo combattuto insieme. Non ricordi nulla di questo?
Ricordo un'ombra.

 
«La smetta di sventolare quel copricapo, mi sta impedendo la vista dello schermo» brontolò Loki Laufeyson.
 
Steve Rogers cambiò braccio.
 
«Ora la sta impedendo a me» disse Thor Odinson.
 
«Ma se 'sta scena è più buia di questa sala?!» strillò il Capitano, infilando con prepotenza il berretto nel portavivande della poltroncina.
 
Gli umani si uccidono tra loro in massa mentre tu ti agiti pigramente.
 
«Come fa una persona pigra ad agitarsi?» chiese distrattamente Tony Stark.
 
Devi rinunciare al Tesseract, devi rinunciare a questo delirio venefico!
 
«Ma i paroloni non sono una prerogativa del principino?» continuò il miliardario.
 
Era arrivato il momento dello scontro nel bosco fra Thor Odinson e Iron Man.
 
«Ci mancavano solo i pop-corn e il capriolo poteva godersi lo spettacolo dall'altura» commentò Tony Stark.
 
«A proposito,» fece la voce possente di Thor Odinson «io ho fame.»
 
«Aspetta la pausa di cinque minuti» gli rispose Capitan America.
 
«Ma devo anche andare in bagno. Non posso fare tutto in cinque minuti.»
 
Steve Rogers, madido di sudore nonostante l'aria gelata che gli stava ghiacciando gli estremi, ricominciò a farsi aria con il berretto da baseball.
 
«È arrivato il diplomatico» disse Tony Stark accennando al Capitan America sullo schermo. «Ce ne ha messo però per arrivare! La prossima volta eviti il paracadute, Capitano, così arriverà prima.»
 
«Le piacerebbe vedermi spiaccicato al suolo, Stark.»
 
La scena cambiò. Loki venne scortato all'interno dell'elivelivolo e rinchiuso in una gabbia di vetro di forma circolare.
 
È una gabbia stupefacente. Non costruita, credo, per me.
Per qualcosa di molto più forte di te.

 
«Qualcosa che dovrebbe ripagarmi i lavori di ristrutturazione del pavimento della Stark Tower!» Tony Stark cercò il dottor Banner con lo sguardo, ridendo.
 
Devi essere molto disperato, se ricorri a tante creature smarrite per difenderti!
 
«Tante creature smarrite... e appare il primo piano del nostro amico dio del Tuono sullo schermo» osservò ancora il miliardario.
 
«È stato solo un caso, Stark» rispose Thor Odinson, appuntandosi però di andare a chiedere spiegazioni ai produttori del film una volta uscito di lì.
 
«La smetta di sventolarmi addosso il suo effluvio umano» intimò Loki Laufeyson al Capitano.
 
«Cosa intendi?»
 
Iron Man si intromise. «Volgarmente, che lei puzza.»
 
«È colpa vostra che mi fate andare in bestia e non mi fate seguire il film!»
 
«Lei smetta di farsi aria e le prometto che nessuno di noi due parlerà per i prossimi die... cinque minuti. L'aria pesante sta arrivando fino a qui, Capitano.»
 
«E sia.»
 
Non credo che dovremmo concentrarci su Loki, ha un cervello completamente fuori fase. Basta guardarlo per capire che è pazzo.
Modera le tue parole. Loki è incapace di ragionare, ma è un asgardiano, ed è mio fratello.

 
«Loki è incapace di ragionare» Tony Stark mimò il dio del Tuono. «Detto da lei...» si voltò verso Thor Odinson, canzonandolo subdolamente.

«Cosa significa?» bofonchiò il dio con aria confusa.
 
«HA PROMESSO, STARK! CINQUE MALEDETTI MINUTI!»
 
Ha ucciso ottanta persone in due giorni.
È adottato.

 
Tony Stark dovette usare tutto il suo autocontrollo per trattenersi dal fare altri commenti sadici. Loki Laufeyson fece per aprire bocca, ma fu subito fermato da Capitan America che prese un estremo della sua sciarpa a mo' di minaccia.
 
La scena successiva, seguita da tutto il pubblico in sala ma comprensibile solo a poche persone, mostrava Tony Stark mentre tentava di spiegare alcune nozioni di astrofisica termonucleare ai membri dello SHIELD. Seguì poi la scena del dialogo con il dottor Banner e del tentativo, da parte del playboy filantropo, di trasformare il dottore in un mostro verde rabbioso punzecchiandolo con un taser. Il tempestivo intervento del doppio di Capitan America aveva evitato una possibile strage.
 
«Voglio una foto insieme ai pentapalmi» disse Tony Stark, mentre nella scena successiva Thor Odinson nello schermo descriveva chissà quali strane creature a un molto confuso agente Coulson.
 
«Sono già passati i cinque minuti?» chiese Steve Rogers, imbronciato.
 
«Ne ho contati nove, Capitano. Siamo stati bravi, eh?»
 
«C'è la mia Tasha sullo schermo, tacete» ordinò Occhio di Falco.
 
«Tony, poi parleremo di quella nottata di cui parlavi prima...» disse Pepper Potts.
 
Barton mi ha detto ogni cosa. Il tuo registro sta grondando, il rosso sgorga, e credi che salvare un uomo più virtuoso di te possa cambiare qualcosa? Questa è la più vile forma di sentimentalismo, è la preghiera di un bambino patetico! Tu menti e uccidi al servizio di bugiardi e assassini. Fingi di essere diversa, di avere un tuo codice per espiare gli orrori commessi. Ma sono una parte di te e non ti lasceranno mai più. Non toccherò Barton, non finché ti avrà ucciso lentamente, interiormente, con tutti i modi che lui sa che tu temi. Poi si sveglierà in tempo necessario per vedere il suo operato, e quando urlerà gli fracasserò il cranio. È questo il mio patto, vulvetta lamentosa!
Sei un mostro.
No. Voi avete portato il mostro.
Allora... Banner. È questo il tuo piano.

 
«Nat, sei stata fenomenale!» si congratulò Occhio di Falco.
 
«Ha dimostrato una grande imperturbabilità, agente» disse il Capitano, orgoglioso.
 
«Potrebbe fare l'attrice» aggiunse il dottor Banner.
 
Tony Stark fece pat-pat sulla spalla di Loki Laufeyson, che in quel momento si sentiva molto forever-alone.
 
Lo schermo si fece bianco e le luci della sala si accesero. Era iniziata la pausa.

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*trad. "Pensate davvero che io sia bella?"

Parto col dire che mi scuso per il ritardo! Avevo pianificato di dividere la visione del film in 2 capitoli intervallati dalla pausa (un altro capitolo), ma non avevo tenuto conto che, in un'ora di film, le battute sono davvero tantissime e così anche le cose da scrivere... sorry x.x in compenso il capitolo è diventato bello lungo, a dispetto di ciò che farneticavo fino a pochi giorni fa, sul fatto di non saper scrivere capitoli più lunghi di poche righe. Forse questo capitolo è un tantino troppo lungo!
Ah, Tony Stark e Capitan America regnano assoluti ancora una volta. Proverò a dar voce anche agli altri Vendicatori nel capitolo di pausa, giusto per non farli sembrare neurolizzati come gli altri spettatori! XD
Spero comunque che vi piaccia! :)

Ringrazio tantissimo chi ha recensito la storia e chi l'ha messa nei preferiti/seguiti! *-*
E un ringraziamento speciale va a Chiara, che ha ispirato alcune battute di questo capitolo e mi ha fatto passare due ore di film davvero esilaranti!
Grazieee :*

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Capitolo 5
*** Quel che accadde nell'intervallo ***


«Odino gratias!»
 
Thor Odinson si alzò dalla poltroncina, lanciò gli occhialini 3D nel portavivande e si diresse a gambe strette e passo malfermo verso la porta che dava sul corridoio del multisala. Pochi minuti ancora e il fiume sarebbe straripato, doveva sbrigarsi.
 
«Dove sta andando?» gli domandò Steve Rogers alle spalle.
 
«In bagno!»
 
«Le serve una mano?» fece ancora il Capitano. Ma senza malizia.
 
Il dio si fermò sul posto e si girò, raggiunto dal commento e dalla risata sguaiata di Tony Stark: «Il suo passo danzante mi dice che due mani a coppa non gli basterebbero!»
 
Thor Odinson stava a pensare da qualche secondo, quando una fitta molto fastidiosa proveniente dal basso ventre fermò la ruota del criceto mentale e gli ricordò di affrettarsi a raggiungere la toilette. Buttò lì un "No, so dov'è il bagno" provocando un'altra crisi d'ilarità nel signor Stark, poi scese gli scalini a tre alla volta e si catapultò verso l'uscita.
 
***
 
«Lei non ha proprio un briciolo di tatto, vero?» criticò il Capitano.
 
Tony Stark fece spallucce e scattò in piedi. «Vado a fare scorta di vivande. Tesoro, vuoi qualcosa?»
 
«Qualcosa dal banco dolci, grazie.»
 
«Non pensi alla linea?»
 
«Maxi cornetto al cioccolato e caramello, grazie.»
 
Il miliardario ridacchiò e si avviò alla porta, non prima però di aver rimpiazzato gli occhialini a tema con i suoi occhiali da sole all'ultima moda, che stavolta appoggiò sulla fronte. Sbagliando s'impara.
 
Stava abbassando la maniglia, quando sentì la voce del dottore: «Mi porti una birra, Stark!»
 
L'uomo alzò il pollice in segno di comprensione.
 
«E a me una bottiglietta d'acqua!»
 
Il Capitano.
 
«Venga a prendersela lei!»
 
Sentì Steve Rogers ansimare come in preda a un attacco d'asma e uscì dalla sala con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
 
***
 
«Io lo odio. Io lo odio. Io lo odio. Io lo odio. IO LO ODIO, CAZZO!»

«Capitano, stia tranquillo!»
 
Vide il dottor Banner avvicinarsi e prendere il posto del dio del Tuono.
 
I suoi occhi cerchiati dagli occhiali azzurri di Capitan America gli davano un'aria buffa e mancò poco che Steve Rogers gli scoppiasse a ridere in faccia. Si chiese se passare così velocemente da ira funesta a sghignazzata a malapena controllabile fosse un segno di un imminente crollo nervoso. Sentiva inoltre una vena pulsare fastidiosamente sulla tempia.
 
«Perché mi sta fissando?» gli domandò il dottore, aggrottando le sopracciglia.
 
Il Capitano distolse lo sguardo e tentò la fuga. «Io... vado a lavarmi la mano» mentre parlava lanciò uno sguardo carico d'odio verso Loki Laufeyson, che aveva uno strano ghigno dipinto sul viso.
 
Si alzò, si scollò i vestiti di dosso perché erano diventati tutti appiccicaticci di sudore e fece per andarsene, quando qualcosa gli si impigliò nell'orlo dei pantaloni. Vide il pavimento avvicinarsi e sentì le braghe, ora larghissime dopo la corsa nel parcheggio e l'immensa sudata, scendergli lungo le gambe.
 
***
 
Occhio di Falco fece per commentare il fotonico paio di mutande probabilmente risalente al primo dopoguerra indossate da Capitan America, quando l'espressione assatanata e gli occhi iniettati di sangue sul viso di questi gli fecero cambiare idea.
 
Si voltò verso Natasha. «Devo prendere una boccata d'aria fresca. Usciamo due minuti?» le disse, e la donna annuì prontamente fiutando l'aria di tempesta.
 
La coppietta si prese per mano e uscì velocemente dalla sala.
 
***
 
Thor Odinson aveva un problema.
 
Aveva seguito le giuste indicazioni del cartello che indicava la toilette, ma ora che aveva raggiunto il posto non sapeva che fare.
 
Davanti a lui stavano due porte. Quella di sinistra, che recava l'icona stilizzata di una persona. Quella di destra, che recava anch'essa l'icona di una persona ma con uno strano rigonfiamento triangolare sul corpo.
 
E ora che faccio?, pensò il dio, abituato ai bagni unisex del regno nordico e quindi ignaro della distinzione maschile/femminile di alcuni servizi igienici midgardiani. E perché non c'è nessuno in giro? Dov'è finita tutta la gente del cinema?!
 
Non finì il pensiero che vide, con la coda dell'occhio, Tony Stark uscire dalla sala e avviarsi verso il bar. Si chiese se fosse il caso di chiamarlo, ma si ricordò della risata di poco prima e si trattenne. Non voleva che lui pensasse che fosse uno stupido.
 
Poi ebbe la folgorazione. Ma che ovvietà!
 
Con rinnovata fiducia e passo sicuro imboccò la via di destra, indirizzando tutta la sua gratitudine agli operai del cinema che, in segno di ammirazione nei suoi confronti, avevano dedicato un bagno tutto per lui, erede al trono di Asgard, e avevano pure affisso la sua immagine completa di mantello sulla porta del locale.
 
***
 
Compra da noi e vinci The Avengers! Ogni 20 dollari di spesa al bar Odion, ti regaliamo una action figure di un supereroe a tua scelta. Affrettati! L'iniziativa è valida fino ad esaurimento scorte.
 
Questo, ciò che diceva il cartello sospeso sopra la testa di Tony Stark.
 
«In cosa posso servirla?» gli domandò il barista con voce piatta. Aveva lo sguardo vacuo e sembrava osservare un punto imprecisato dell'orizzonte. Ma quante vittime erano state colpite da quel raggio?!
 
«Mi dia un cornetto al cioccolato e al caramello, una Pepsi e una birra...» esordì Tony Stark. Riportò lo sguardo sulla pubblicità sospesa e il reattore arc nel suo petto ebbe un tuffo.
 
«Mi dia anche tutti quei pop-corn» disse ancora, indicando l'intera vasca e mettendo mano al portafoglio.
 
***
 
Questo era troppo. Questo era veramente troppo.
 
Con le mani che gli tremavano e il corpo scosso da violenti spasimi di rabbia, Steve Rogers si alzò in piedi e si tirò su i pantaloni. Per sua sfortuna, non vide il dio dell'Inganno togliere velocemente il tallone della scarpa dall'orlo delle sue braghe.
 
«Tenga» gli fece Loki Laufeyson da dietro. Il Capitano si girò di scatto. Il dio gli stava porgendo la cintura mancante con un sorrisetto ironico in faccia. Steve Rogers gliela strappò di mano con sgarbo e iniziò a farla passare lungo la vita.
 
Momento, momento.
 
La cintura?
 
Non fece in tempo ad alzare di nuovo lo sguardo che Loki aveva già scavalcato la poltrincina per dirigersi verso l'uscita. Reggendo con una mano i pantaloni che minacciavano ancora di farlo rovinare a terra, si diede all'inseguimento e braccò il furfante prima ancora che riuscisse a scendere le scalette. Senza rendersene conto lo sbatté sui gradini e iniziò a scaricargli addosso a suon di cazzotti tutta la frustrazione accumulata nell'intera serata, dicendo definitivamente addio al suo codice morale di supersoldato.
 
***
 
«Una boccata d'aria fresca, eh?» disse Natasha Romanoff a Clint Barton, nella pausa fra un bacio appassionato e l'altro.
 
«Che ne dici se ci troviamo un luogo più appartato?» le disse l'agente a un centimetro dal suo viso.
 
«Ma se qui non c'è in giro nessuno?» fu la risposta.
 
«C'è Tony al banco che sta trafficando con i pop-corn. Vorrei risparmiarmi i suoi commenti per una volta...»
 
Natasha premette l'indice contro la bocca del compagno già pronto a dare e ricevere un altro bacio. «Vieni» gli disse, prendendolo per un braccio.

Si diressero verso il bagno delle donne per dare carta bianca ai bollenti spiriti.
 
***
 
Il dottor Banner si domandò se non fosse il caso di intervenire. Non era un bello spettacolo a vedersi.
 
Steve Rogers, l'orlo delle mutande al vento sotto i pantaloni abbassati in vita, che tentava il deicidio sbattendo ripetutamente la testa di Loki Laufeyson sul duro gradino di cemento.
 
Sì, era decisamente il caso di fare qualcosa.
 
***
 
Thor Odinson si chiuse le botteghe. Lo scarico automatico ad ogni minuto si azionò per la seconda volta. Che grande spreco di risorse idriche midgardiane. Si appuntò mentalmente di andare sporgere reclamo agli addetti del cinema: non voleva essere un tale peso sui piccoli esseri umani, era già molto il bagno dedicato.
 
Fece per abbassare la maniglia della micro-toilette e uscire, ma sentì delle risatine sommesse dall'altra parte della porta e si bloccò. Chi stava invadendo il suo bagno privato? Tese le orecchie.
 
«Ma siamo sicuri che non ci sia nessuno?» chiese Occhio di Falco nell'udire lo scroscio dell'acqua corrente.
 
«Sciocchino, è lo scarico automatico. Funziona giorno e notte anche quando non c'è nessuno. Un grosso spreco d'acqua, a dire la verità. Le maniglie recano tutte la scritta 'libero'. Non c'è nessuno» questa era la voce della Vedova Nera.
 
Sentì la porta principale chiudersi con un colpo secco e altre deboli risate, stavolta più vicine.
 
Ah, era così? Come si permettevano i due agenti di invadere il suo spazio? Il bagno a lui dedicato che pure aveva più postazioni tra le quali scegliere! Non erano capaci di leggere, forse? Erano midgardiani, la loro stanza era quell'altra.
 
Sentendo la rabbia montargli addosso, Thor Odinson spalancò la porta per dirgliene quattro.
 
***
 
Oh che gioia, che liberazione, che desiderio bruciante di poter immortalare quell'attimo per sempre sotto uno spesso strato di ghiaccio! Più sentiva la sua testa sbattere e più stringeva le dita su quel collo maledetto e quella sciarpa odiata, l'avrebbe ammazzato avesse dovuto star lì per giorni costava quel che costava bastardissimo semidio immortale non gli importava più niente!!!
 
Vide quel pazzoide del dottor Banner tentare di staccare le sue mani dal dio, lo vide aprire la bocca ma non riusciva a capire cosa stesse dicendo tale era la foga incontrollabile che lo stava abbracciando. Ma che voleva poi?! Gli diede una violenta gomitata sul viso che lo buttò a terra, facendogli cozzare la testa contro il braccio di una poltroncina.
 
Non vide Pepper Potts andarsi a nascondere velocemente dietro la fila di sedili, non vide il dottore lanciare via gli occhialini e raddoppiare di dimensioni.
 
***
 
Il primo a rientrare in sala fu Tony Stark, seguito dal facchino/barista che trainava il carretto dei pop-corn.
 
«Rieccomi!» annunciò la sua presenza e si fermò di botto. «Che è successo qua?»
 
Il dottor Banner aveva recuperato gli occhialini - ora unico suo indumento insieme a un paio di pantaloni sbrindellati - e sedeva al suo posto a gambe accavallate. Sotto una lente era ben visibile una macchia violacea dove aveva ricevuto la gomitata. Steve Rogers sedeva al centro della fila e guardava per aria con la testa reclinata all'indietro, tenendosi un fazzoletto sul naso. Loki Laufeyson, i capelli scarmigliati come se fosse appena sceso dal letto, la faccia scura e una lente degli occhialini incriccata, era imprigionato nella sua stessa sciarpa, avvolta in più giri attorno alla sua poltroncina. La moglie Pepper era seduta al solito posto e lanciava occhiate terrorizzate verso il dottor Banner.
 
Passò fra i sedili senza fare altre domande, e distribuì i regali ai presenti.
 
«La sua birra!» e lanciò la lattina a Bruce Banner, che la prese al volo e lo ringraziò.
 
«La sua acqua!» e lanciò la bottiglia al Capitano da mezzo metro di distanza, che con la sua vista da talpa mancò la presa e la bottiglietta gli volò direttamente sul naso tormentato.
 
«Ops, scusi...» disse Tony Stark prendendo posto, solo apparentemente mortificato.
 
«Ecco il gelato dalle mille calorie. Buon appetito, tesoro!»

«Tony, che sono tutti quei giocattoli?»
 
«Signore, lascio qui il carretto?» chiese il barista da dietro la poltroncina.
 
«Sì, Edgar. Puoi andare» disse Tony, poi si girò verso la moglie. «C'era una promozione...»
 
In quel mentre fecero la loro comparsa i due agenti, visibilmente imbarazzati e con le guance chiazzate di rosso. Erano talmente persi nei loro pensieri che non si accorsero dei cambiamenti avvenuti in sala.
 
«Andiamo, Thor» Natasha Romanoff condusse per mano il dio del Tuono fino alla sua poltroncina. «Piano... ora si sieda. Così.»
 
«Che è successo?» chiese ancora Tony Stark, troppo curioso. «Che gli avete fatto, lo avete svuotato della sua essenza vitale?»
 
Thor Odinson aveva gli occhi strabuzzati come quelli dei rospi, e dalla gola gli usciva un debole lamento indefinito. Sembrava visibilmente scioccato. La Vedova Nera non rispose alla domanda e arrossì ancora di più. Tornò al proprio posto senza dire una parola, dopo aver aiutato il dio del Tuono a rimettersi gli occhialini.
 
«Siete tutti ben taciturni» fu il commento di Iron Man. «Secondo tempo!» Battè le mani e cambiò paio di occhiali.

«Ud'altra ora di subblizio» si lamentò Steve Rogers.

Le luci si spensero.

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Non so che strana sostanza io abbia bevuto per scrivere sciocchezze del genere. D'accordo, mi avete scoperto, ho fatto una capatina nella stanza segreta del laboratorio di Loki.
Spero però vi piaccia! :)
Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito e messo la storia nelle preferite/seguite! *-*

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Capitolo 6
*** Secondo tempo ***


Bruce Banner sullo schermo si stava accaldando.
 
Vorrei sapere perché lo SHIELD utilizza il Tesseract per fabbricare armi di distruzione di massa.
Per causa sua.
Mia?!

 
Il direttore Fury indicò il dio del Tuono.
 
«Lei cade sempre... dalle nuvole!» Tony Stark prese in giro il vero Thor, il quale fissava sempre lo schermo con occhi sbarrati ed emetteva strani rantoli dalla gola.
 
Il mio popolo vuole la pace con il vostro pianeta.
Ma voi non siete l'unico popolo, vero?

 
«Guardi che mi ha promesso la foto con i pentapalmi, eh!»
 
Ancora nessuna risposta dal dio.
 
Nel frattempo, l'atmosfera sull'elivelivolo si faceva sempre più tesa. Un aereo non schedato si stava avvicinando alla base volante.
 
«Fra i Vendicatori litiganti, Loki gode» disse il dio dell'Inganno con un sorriso sulle labbra, gustandosi già la scena che sarebbe venuta a momenti.
 
Perché non dovrebbe scaricarsi un po'?
Sai benissimo perché, toglimi di dosso le mani!
Oh, ti è venuto per caso qualche livido?

 
Tony Stark si sporse in avanti. «A proposito di lividi... Capitano, come va il naso?»
 
Un grugnito gli arrivò come risposta.
 
«E il suo occhio, dottore?!»
 
Ancora nessuna risposta.
 
«Va bene... se nessuno ha voglia di parlare, io mangio. Servitevi pure, voi altri!» E così dicendo, il miliardario scaricò le action figures sulle gambe della moglie e con la grazia di un elefante in una cristalleria scavalcò la poltroncina per andare a servirsi una generosa porzione di pop-corn.
 
L'unica cosa per cui combatti è te stesso. Non sei il tipo votato al sacrificio che si stende sopra a un filo spinato perché gli altri lo scavalchino.
Io il filo spinato lo taglierei.
Sempre una via d'uscita. Forse tu non sarai una minaccia, ma ti conviene smetterla di giocare a fare l'eroe.
Un eroe, come te? Sei un esperimento di laboratorio, Rogers. Tutto quello che hai di speciale è uscito da un'ampolla.

 
«Come ci amiamo!» commentò Tony Stark tornando al posto e spargendo pop-corn come tanti fiocchi di neve. Finì l'ultimo sorso di pepsi e buttò la lattina su Loki Laufeyson.
 
«Tony, ma che siamo? La tua discarica personale?» sbuffò Pepper Potts, mettendosi a raccogliere i pop-corn caduti e restituendo le action figures al compagno di posto.
 
«Ben detto, donna» le disse il dio dell'Inganno mentre tentava di scrollarsi di dosso cibo e lattina, ma siccome era imbalsamato dentro la sciarpa riuscì soltanto a sbrodolarsi addosso con le ultime gocce di Pepsi rimaste.
 
«Ho un nome, e non è "donna".»
 
Il loro discorso fu interrotto da un'assordante esplosione. L'attacco alla base SHIELD era appena incominciato.
 
«Come distruggere un'immensa base militare con una piccola freccia» fece il dottor Banner.
 
«Non era una freccia qualunque: era una freccia firmata Barton» chiarì Occhio di Falco alzando l'indice per dar più veemenza alle parole.
 
Bruce, deve combatterlo. È questo che Loki vuole. Andrà tutto bene, mi creda! Andrà tutto bene, lo giuro sulla mia vita. Andrà via da qui e non dovrà mai...
 
«Sto male al posto tuo, Tasha» continuò l'agente Barton, tendendo i nervi del collo e aggrappandosi ai braccioli del sedile mentre guardava la Natasha sullo schermo correre a perdifiato e a costo della vita.
 
La scena cambiò. Capitan America e Iron Man avevano ora l'ordine di ristabilizzare il motore in avaria dell'elivelivolo.
 
Sembra alimentato da qualche elettricità.
 
«Posso chiamarla Capitan Ovvio, d'ora in poi?» Tony Stark canzonò Steve Rogers.
 
«Aiuto, Tashaaa!» ululò l'agente Clint al culmine del dolore. Si coprì gli occhi per non vedere la furiosa fuga di Natasha Romanoff. Thor Odinson fece la sua comparsa pochi secondi prima che l'agente fosse travolta dalla furia di Hulk.
 
«Un intervento provvidenziale!» commentò il miliardario.
 
Occhio di Falco si rilassò sul sedile. «Mi servo qualche pop-corn...»
 
Signore, Hulk! Dobbiamo riuscire a fermarlo!
 
«Maria Hill sarebbe una giusta compagna per lei, Capitano.»
 
«Stark, glielo dico sidceramedte. Vada al diavolo» il povero Steve Rogers non ce la faceva proprio più. Teneva sempre il capo appoggiato allo schienale della poltroncina e guardava ancora il soffitto della sala. Iron Man simulò indifferenza, ma prese la frase come un affronto personale e iniziò a macchinare la sua vendetta.
 
Siamo in discesa incontrollata, siamo in discesa incontrollata!
Signore, abbiamo perso l'alimentazione del motore!
Stark, perdiamo quota!

 
«Ciurma di Capitani Ovvio a rapporto!» esclamò Tony Stark. Poi si voltò verso il dio dell'Inganno. «Che è quel sorrisetto?»
 
Loki Laufeyson guardava estasiato la scena della sua liberazione e della cattura del suo fratellastro.
 
«Vuoi qualche pop-corn per goderti meglio la libertà temporanea?» Iron Man fece dondolare il sacchetto ora mezzo pieno sotto il naso del dio dell'Inganno, che rifiutò con villania (con le braccia legate si sentiva molto come la cicogna che tenta di mangiare dal piatto) e finse un'espressione schifata. Lo stomaco però non era dello stesso parere della mente, e fu così che un rivolo di bava trovò la libertà dalle fauci del dio e finì direttamente nel sacchetto di pop-corn.
«Sei veramente dis-» iniziò a dire il miliardario, ma si bloccò a metà strada per una certa idea che gli era venuta in mente. Vendetta. Fece finta di niente e si riprese il sacchetto.
 
Per favore, indietro. Ti piace? Abbiamo lavorato sul prototipo dopo che hai mandato il Distruttore. Neanch'io so cosa faccia. Vogliamo verificarlo?
 
«Un grand'uomo...» mormorò il dottor Banner amareggiato.
 
«Dod doveva fidire così» disse Capitan America, che oramai ascoltava soltanto.
 
La scena intanto era cambiata. La Vedova Nera, ripresasi da un altro spavento causato dal mostro verde, tentava ora di far rinsavire lo smemorato Occhio di Falco ingaggiando contro di lui un combattimento all'ultimo sangue, dal quale la donna uscì vincitrice.
 
«Lo sai che conservo ancora il bernoccolo per quel colpo, Tasha? Proprio qui» Clint Barton si toccò la fronte con l'indice e mostrò l'avvallamento - inesistente - alla compagna di posto. Disse poi con un sorrisetto beffardo: «C'è solo una cosa che potrebbe toglierlo definitivamente...»
 
Natasha Romanoff quasi sospirò mentre posava le labbra sulla fronte liscia dell'agente.
 
«Non manca certo di tempismo, il dio del fulmine» Tony Stark ripensò al salvataggio fortuito della Vedova Nera, mentre guardava il Thor sullo schermo fuggire dalla prigione di vetro un attimo prima che questa si schiantasse al suolo.
 
Tu sarai sconfitto.
Davvero?
È nella tua natura.
I vostri eroi sono dissennati, la vostra fortezza fluttuante sta precipitando. Quale sarebbe il mio discapito?
Manchi di convinzione.
Non credo di ess-

 
I Vendicatori - Thor Odinson in stato catatonico a parte - applaudirono all'unisono nell'assistere alla rivincita dell'agente Coulson. Loki Laufeyson lanciava fulmini con lo sguardo.
 
Capitano, la leva!
Un momento!

 
«Capitano, vuole qualche pop-corn? Così si gode meglio la vista dell'impalcatura» chiese Tony Stark scuotendo violentemente il sacchetto. «Io sono sazio oramai.»
 
«Lei deve sempre strafare, Stark» con grande gioia del miliardario, Steve Rogers prese il sacchetto che gli stava porgendo sotto lo sguardo indecifrabile di Loki Laufeyson e iniziò a mangiare i pop-corn uno a uno, lo sguardo sempre in aria.
 
Rimani sveglio. Occhi su di me.
No, timbro il cartellino.
Opzione non valida.
Tutto a posto, capo. Qui la squadra non funzionerà mai, se loro non avranno qualcosa...

 
Ci fu silenzio in sala per il minuto seguente.
 
Erano nella giacca di Phil Coulson. Non ha avuto il tempo di fartele autografare.
 
Nick Fury lanciò sul tavolo le figurine macchiate con aria rassegnata.
 
C'era un'idea. Stark ne è informato. Si chiamava 'Progetto Avengers'. La nostra idea era di mettere insieme un gruppo di persone eccezionali sperando che lo diventassero ancor di più, e che lavorassero insieme quando ne avremmo avuto bisogno per combattere quelle battaglie per noi insostenibili. Phil Coulson è morto credendo fortemente a quell'idea. E gli eroi?
 
«Che strigliata di capo...» commentò Tony Stark.
 
La scena si concentrava ora su Hulk, che era tornato in forma umana ed era piovuto dal cielo, come un meteorite verde, sul tetto di un magazzino.
 
Ho fatto male a qualcuno?
Non c'è nessuno a cui fare del male qui. Però, hai spaventato a morte alcuni piccioni.

 
Steve Rogers si tolse finalmente il fazzoletto dal naso ed inspirò un paio di volte per testare la zona. «Dev'essere caduta dell'acqua sopra ai pop-corn» si lamentò.
 
«Perché, capo?»
 
«Ha fatto qualcosa ai pop-corn, Stark?»
 
«Io, niente.»
 
«Io, forse» disse Loki Laufeyson con un ghigno malefico.
 
Clint, vedrai che ti riprenderai.
 
Capitan America si mise in bocca un ennesimo e ultimo pop-corn, prima di scagliare con improvvisa veemenza il sacchetto - quasi vuoto - dietro di sé e tentare di aprire la bottiglietta d'acqua a suon di morsi.
 
«Vuole una mano, Capitano? Non vorrà che il naso riprenda a darle noia» lo canzonò Tony Stark, vedendo il compagno ansimare dalla fatica. Lo vide poi passare la bottiglietta al dottor Banner, che tolse il tappo senza il minimo sforzo.
 
Qualcuno ti ha mai preso il cervello per giocarci? Te lo svuota e lo riempie con qualcos'altro.
 
«Ecco perché Loki non è riuscita a soggiogarla quella volta, Stark» sputò Steve Rogers con tutto il veleno che aveva in corpo, una volta che ebbe tracannato mezzo litro d'acqua in un sol sorso per ripulirsi la bocca. «È difficile svuotare una cervello già vuoto.»
 
Fortunatamente (per il Capitano), Tony Stark era così intento ad autocompiacersi per lo scherzo appena fatto che non lo sentì nemmeno.
 
Sei una spia, non un soldato, e ti stai infilando in una guerra. Perché? Che cosa ti ha fatto Loki?
Niente.

 
«Niente... a parte chiamarmi 'vulvetta lamentosa'» Natasha Romanoff tradusse i pensieri della Vedova nera sullo schermo.
 
La scena seguente mostrava l'ennesimo litigio fra Iron Man e Capitan America.
 
Non marcio al suono del piffero di Fury.
Nemmeno io.

 
«Capitano, che quotazione ha dato alla recitazione di Fury?»
 
«Grazie a qualcuno non sono riuscito a seguire una sola scena.»
 
È questo che lui vuole. Vuole sconfiggerci e vuole essere visto mentre lo fa. Vuole un pubblico. Loki è una diva a tutti gli effetti. Vuole fiori, vuole parate, vuole un monumento costruito in cielo col suo nome sopra!
 
Loki Laufeyson rise e si voltò verso Tony Stark. «Ti porterò qualche fiore da Asgard.»
 
«Regalaglieli in numero pari» aggiunse il Capitano.
 
Il miliardario ridacchiò. «Che avete bevuto per cena, succo di limone?» E andò a servirsi altri pop-corn.
 
La scena successiva mostrava i Vendicatori (non al gran completo) prendere finalmente una decisione: guerra.
 
Non siete autorizzati a stare qui dentro.
Figliolo, per favore.

 
«Lo chiama 'figliolo' quando potrebbe essere suo padre!» esclamò Tony Stark rivolto al Capitano, additando uno degli addetti all'elivelivolo. Poi si corresse: «A ripensarci, è l'età anagrafica che conta. In confronto a lei, potrebbe essere suo nipote!»
 
Steve Rogers sentì la pressione salire e dovette di nuovo coprirsi il naso.
 
«Armatura un po' difettosa, eh? Il tuo schiavo digitale era andato in vacanza?» commentò sarcastico Loki Laufeyson, indicando il volo non molto preciso di Iron Man nel il cielo di New York.
 
Il Tony Stark sullo schermo atterrò sulla sommità della Stark Tower, seguito in ogni sua mossa dal dio dell'Inganno che si godeva il panorama di Manhattan.
 
«Dovremmo cambiare il suono che produce quell'affare mentre gira, sembra lo squillo di un telefono del dopoguerra» suggerì Pepper Potts.
 
«Quello che tu chiami affare è un dispositivo ad alta tecnologia per il disassemblaggio dell'armatura. Molto più comodo di Ferro Vecchio.»
 
I chitauri stanno arrivando. Nulla può cambiare. Cosa dovrei temere?
I Vendicatori. Ci facciamo chiamare così, una specie di squadra. Gli eroi più forti della terra, roba simile.
Sì, li ho conosciuti.
Già! Ci mettiamo un po' a riscaldarci, questo te lo concedo. Facciamo la conta dei presenti: tuo fratello, il semidio...

 
Thor Odinson giocherellava con la luce che proveniva dalla cinepresa sul muro posteriore della sala, facendola cadere sulle mani, e sembrava totalmente perso nei suoi pensieri.
 
Un supersoldato...

Steve Rogers aveva ripreso a farsi aria con il famoso berretto, e aveva riempito i pertugi del naso con parte del fazzoletto per avere libertà di movimento e perché sì, aveva ripreso a dargli noia.
 
Un uomo con grossi problemi nel gestire la propria rabbia...
 
Bruce Banner agguantò una manciata di pop-corn dal sacchetto di Occhio di Falco, il quale già divideva la porzione con la compagna di posto e non aveva la minima intenzione di sfamare un terzo incomodo.
 
Un paio di assassini provetti...
 
Occhio di Falco schiaffeggiò la mano arpionata del dottor Banner, che si ritrasse come un cane bastonato: non voleva distruggere definitivamente anche i pantaloni.
 
Quando verranno, e lo faranno, verranno per te.
Ho un esercito.
Noi un Hulk.

 
Tony Stark appoggiò l'action figure di Hulk sul bracciolo sul lato di Loki Laufeyson, che si ritrasse e si inclinò verso Steve Rogers fin quel tanto che la sciarpa annodata gli permetteva.
 
«Paura, eh?» lo canzonò il miliardario.
 
Vi piegherete tutti al mio cospetto!
Avvia, avvia!

 
«Il bungee jumping senza la corda elastica» commentò Occhio di Falco mentre guardava il dio dell'Inganno lanciare Tony Stark da uno dei piani più alti della Stark Tower.
 
«Non si potrebbe avere il replay di questa scena?» chiese il vero Iron Man estasiato.
 
«Arrivano...» disse il dottor Banner. Il varco che permetteva l'arrivo dei chitauri era appena stato aperto nel cielo.
 
«Ok, niente replay.»
 
Seguì una scena di panico totale a Manhattan e l'epico scontro fra Loki Laufeyson e Thor Odinson. Occhio di Falco e la Vedova Nera si erano intromessi nella lite familiare e il loro aereo era stato così attaccato.
 
«Ecco che arriva il parente dei Transformers!» esclamò Tony Stark.
 
Dov'è Banner, è già arrivato?
 
«Me lo sono sempre chiesto, dottore!» continuò il miliardario. «Che stava facendo? Stava tentando di rianimare i piccioni spaventati a morte?»
 
«L'altro mi aveva catapultato a centinaia di chilometri di distanza» iniziò a spiegare Bruce Banner. «Pensa che con soltanto un paio di vecchi pantaloni e un motorino sull'orlo della discarica potessi arrivare in poco tempo?»
 
«Non fa una grinza...» fece Iron Man.
 
Pensi che questa follia cesserà con il tuo regno?
È troppo tardi. È troppo tardi per fermarlo!
No, possiamo farlo. Insieme. UGH!

 
«LOKIII'D!» gioì Loki Laufeyson, lanciando un urlo a parecchi decibel che rimbombò su tutte le pareti - insonorizzate - della sala.
 
Steve Rogers ebbe un colpo e sobbalzò sul sedile. «Ma sei scemo?» ansimò, una mano sul petto.
 
«La vedo ben teso, Capitano» disse Tony Stark.
 
Servono uomini in quegli edifici. Ci sono persone all'interno e finiranno sulla linea del fuoco! Fateli passare nei seminterrati o nella metropolitana, teneteli lontano dalla strada! Mi serve un perimetro a partire dalla 39a.
Perché dovrei prendere ordini da te?

 
«Eh... stelline e calzamaglia danno più l'idea di acrobata da circo, Capitano!» disse ancora il miliardario mangiando altri pop-corn.
 
Steve Rogers sentì l'impulso di lanciarli contro un oggetto. La bottiglietta? Troppo leggera. Il neurolizzatore oramai da buttare? Si tastò la tasca.
 
«Agente Barton!» chiamò Capitan America. «Durante la... la caduta nell'intervallo ho perso il neurolizzatore. Me lo cerchi!»
 
Per la prima volta nella sua vita, Occhio di Falco maledisse la sua vista da aquila. Si mise poi a gattoni per cercare il marchingegno nel buio della sala, sbuffando come un torello davanti al drappo rosso del torero.
 
«Clint, ti stai perdendo la nostra scena!» protestò l'agente Romanoff.
 
«Bel tempismo anche stavolta, Thor!» si complimentò Tony Stark. «Eccola, dottore!»
 
Allora... sembra uno scenario orribile.
Ho visto di peggio.
Scusi.
No... sarebbe utile vedere di peggio.

 
«Un vermone in meno!» mormorò il miliardario. «I chitauri indignati ululano come lupi...»
 
Mi dai un passaggio?
Certo! Prego, Legolas.

 
«Aha! Trovato!» Occhio di Falco trovò finalmente il neurolizzatore incastrato sotto a una poltroncina della fila di fronte. Lo passò a Steve Rogers e tornò velocemente al posto quando la sua scena era appena finita.
 
«Mi hai finito tutti i pop-corn!» brontolò quando notò che Natasha aveva spazzolato tutto.
 
«Non sono stata io...»
 
Hulk, spacca.
 
Occhio di Falco guardò il dottor Banner molto in cagnesco.
 
«Come prendere le cose letteralmente» disse Tony Stark guardando Hulk sventrare come pelle i mattoni e il cemento degli edifici di Manhattan.
 
Stark, hai un po' di cani randagi che ti inseguono.
Cerco di allontanarli dalle strade.
Virano in maniera imbarazzante, ti consiglio un angolo stretto.

 
«Mai un angolo stretto ha portato ad una così lunga allungatoia» continuò il miliardario.
 
«E brava Nat» disse l'agente Clint, orgoglioso delle acrobazie della compagna che aveva dato l'assalto a una navetta aliena.
 
«Ahia... quel pugno deve aver fatto male» mormorò Tony Stark rivolto al dio del Tuono.
 
«Dopo questa scena penso che potrei sconfiggere il mondo intero!» ululò Occhio di Falco pieno di euforia.
 
Direttore Fury, il consiglio ha preso una decisione.
Convengo che il consiglio abbia preso una decisione, ma essendo un'idea imbecille io ho preso la decisione di ignorarla.

 
«Una decisione che quasi mi ha fatto visitare l'aldilà» disse Iron Man, torvo.
 
Nat, che cosa fai?
Un aiutino!
È mio.
KABOOM!

 
«Le frecce firmate Barton non sbagliano mai un colpo» borbottò Occhio di Falco, un sorrisetto soddisfatto in viso.
 
Ora basta! Voi siete inferiori a me! Io sono un dio, creatura ottusa! Non subirò angherie da parte-
 
Il volume delle casse fu soppiantato dalle risate assordanti provenienti dall'ultima fila di sedili. Tony Stark punzecchiò con l'action figure di Hulk i fianchi di Loki Laufeyson, che aveva gli occhi ridotti a fessure e digrignava le zanne come un cane idrofobo.
 
Un dio gracile.
 
«Umiliato... deriso... ma la pagherete cara» sputò il dio dell'Inganno.
 
«Inizia tu a pagarmi i pop-corn che ho dovuto buttar via a causa della tua saliva.»
 
«Così io sarei alla stregua di un bidone dell'immondizia?» disse il Capitano.
 
«Ci pensiamo già io e Loki» rispose Pepper Potts, pulendosi dagli ennesimi pop-corn.
 
Jarvis, conosci la leggenda di Jona?
Non lo considererei un modello da imitare.

 
«Era buio, là dentro?» lo prese in giro Loki Laufeyson, la rabbia bruciante in corpo. Si rianimò un poco nel vedere il capitombolo di Iron Man.
 
Occhio di Falco aveva finito le frecce e usava ora il solo arco come arma. Hulk seguiva attentamente gli ordini di Capitan America, ma fu presto sopraffatto dall'esercito di chitauri che era decine di volte più numeroso dei Vendicatori. Stava giungendo la fine dello scontro.
 
Il direttore Fury non è più al comando. Revoco ordine 7 Alfa 11.
7 Alfa 11 confermato. Pronto al decollo.

 
«Fury è stato fantastico con quel bazooka» commentò Tony Stark, seguito dal consenso degli altri Vendicatori.
 
«Peccato che fosse solo uno specchietto per le allodole» aggiunse Steve Rogers.
 
Stark, mi senti? C'è un missile diretto verso la città.
 
«Tutto a me, tocca fare!» esclamò ancora il miliardario.
 
C'è un missile, esploderà in meno di un minuto. E so anche dove metterlo.
Signore, chiamo la signorina Potts.

 
«Jarvis aveva una voce molto strana» fece notare Pepper Potts.
 
«E tu una faccia molto preoccupata. Un po' più di fiducia, tesoro!» rispose Tony Stark.
 
«Sarei stata ancora più preoccupata se avessi saputo le tue intenzioni.»
 
«Dai, dai, dai!» continuava a ripetere Steve Rogers, anche ben sapendo come sarebbe andata a finire.
 
La testata nucleare uscì dall'orbita terrestre.
 
«Sei un pazzo, Stark!» esclamò ancora, ma si vedeva che sotto sotto esplodeva di gioia.
 
Andiamo, Stark.
Chiudilo.

 
«Certo che potevate aspettare ancora un momentino per chiudere il portale! C'è mancato un pelo!» protestò Iron Man. Poi aggiunse: «Le devo un favore, dottor Banner. Se avesse lasciato il mio destino nelle mani di Thor, io sarei caduto al suolo come un meteorite e lui sarebbe ancora là a mulinare il suo martello.»
 
«Si figuri, Stark!» gli rispose il dottore.
 
Non respira.
 
Un forte ringhio scosse la sala.
 
«Anche per questo» disse ancora Tony Stark.
 
Abbiamo vinto.
 
«Ehi, che ne dite se dopo il film andiamo a mangiare uno shawarma?»
 
«Stark, ma se non ha fatto altro che ingollare pop-corn dall'inizio del secondo tempo!» gli fece notare Steve Rogers.
 
«Ok, starò a dieta» il miliardario si rassegnò.
 
Non abbiamo ancora finito.
 
«Non dev'essere stata una piacevole sorpresa per il cerbiatto, trovarci tutti lì...»
 
«No affatto» confermò Loki Laufeyson. «E nemmeno il drink mi avete offerto, taccagni pidocchiosi.»
 
Nonostante la devastazione procurata da un vero attacco extraterrestre, gli straordinari atti di eroismo del gruppo conosciuto come i Vendicatori sono stati per molti motivo di conforto.
 
«Abbiamo mandato in tilt le tipografie, quella settimana» mormorò Occhio di Falco.
 
«Già,» concordò Tony Stark «tutta la gente parlava di noi.»
 
«E anche il consiglio segreto» aggiunse Capitan America.
 
Dove sono i Vendicatori?
Al momento non sono sulle loro tracce. Direi che si sono meritati un congedo.

 
«La museruola che indossava Loki mi ricorda molto quel film sul cannibale... com'è che si chiamava?» domandò Tony Stark.
 
«Hannibal Lecter?» suggerì l'agente Clint.
 
«Esatto! Andiamo... i gusti di Asgard saranno senz'altro diversi, ma quell'affare è orribile.»
 
Non credo che lei comprenda cosa voglia dire aver lasciato i Vendicatori a piede libero. Sono pericolosi.
 
«Eccome» Steve Rogers riprese le parole di Nick Fury, lanciando occhiate nervose verso il dottor Banner.
 
Era questo lo scopo di tutto ciò? Un'affermazione.
Una promessa.

 
La scena si spostò sui piani alti della Stark Tower, dove la lettera centrale della parola STARK scintillava sotto i raggi del sole come unica superstite simbolo dell'alleanza dei supereroi della terra.
 
Le luci si accesero, e il pubblico in sala iniziò a schiamazzare debolmente.
 
Occhio di Falco guardò l'orologio. «Capitano, sono passare le due ore!» avvertì.
 
«Diamine!»
 
Steve Rogers sbobinò velocemente il dio dell'Inganno. «Stark, ti lascio Thor in custodia. Di Loki mi occupo io. Muovetevi, dobbiamo andare. Tutti alla base!»
 
«Ma il film non è ancora finito!» si lamentò Tony Stark, che era ancora spaparanzato sulla poltroncina e non dava il minimo segno di volersi alzare. «E lasciamo qui cento dollari di pop-corn?»
 
«SI MUOVA! Pepper, lo faccia ragionare!»
 
«Andiamo, tesoro... la gente si sta svegliando!»
 
Alla fine il miliardario si lasciò convincere e tutti i membri del gruppetto, chi strattonato violentemente per un braccio, chi accompagnato dolcemente - ma a grandi passi perché non c'era comunque tempo - verso l'uscita, chi impegnato a non far cadere il negozio di giocattoli che aveva in mano, schizzarono fuori dalla sala e dal cinema, diretti ognuno verso le proprie macchine e verso il quartier generale dello SHIELD.

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Ci avviciniamo alla fine della storia... penultimo capitolo!
Scusate per il ritardo nell'aggiornamento, purtroppo gli esami non mi danno tregua x.x
Spero vi piaccia! :)

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Capitolo 7
*** Colloquio con la furia ***


Fu una fauna alquanto bizzarra, quella che il direttore dello SHIELD Nick Fury vide prendere posto al tavolo rotondo della sala riunioni quella sera stessa.
 
Steve Rogers si diede lo slancio e si buttò sulla sedia girevole alzando una nuvoletta di polvere. Loki Laufeyson si sedette e iniziò a stirarsi le braccia come un gatto che ha appena finito il riposino. Occhio di Falco che si era improvvisato badante aiutava Thor Odinson che borbottava sillabe sconnesse. Tutti gli altri, bene o male, si sedettero normalmente.
 
«Allora?» chiese curioso il direttore una volta che tutti ebbero preso posto, sedendosi nell'unico buco rimasto libero e spostando lo sguardo attraverso tutti i presenti. «Che mi dite?»
 
In men che non si dica e gesticolando alla stregua di un italiano al telefono, Steve Rogers raccontò tutti gli avvenimenti della serata - tutti eccetto certi dettagli, s'intende, che messi insieme davano vita ad un altro lungo racconto.
 
«Siete sicuri che non sia successo altro?» domandò Nick Fury, adocchiando il dottor Banner quasi privo d'indumenti e Thor Odinson che faceva cenni con il capo in una sorta di debole headbanging.
 
«Sicurissimi» dichiarò il Capitano. Non suonava molto convinto, e il direttore se ne accorse all'istante.
 
«Siete andati di fretta. Come mai siete scappati dal cinema?» Nick Fury poteva anche avere la vista dimezzata, ma vedeva chiaramente che metà del gruppo respirava troppo velocemente per essersi fatto cinque minuti di macchina dal cinema alla base.
 
«Abbiamo finito le cariche del neurolizzatore e la gente in sala si stava ridestando» spiegò Steve Rogers, prima di accorgersi di essersi appena tradito e di gettare quindi un'occhiata ansiosa e al tempo stesso speranzosa verso il suo capo. Speranza vana.
 
«E perché avete finito le cariche se da ciò che mi avete raccontato ne figurano solo due utilizzate?» chiese infatti il direttore, che agli occhi dei supereroi iniziava a sembrare un giudice dell'Inquisizione spagnola.
 
«Ehi!» esclamò d'un tratto Tony Stark. «Mi ridia le action figure!»
 
Il dio del Tuono si era improvvisamente impossessato delle statuine di Occhio di Falco e della Vedova Nera e aveva iniziato a giocarci. Tony Stark aggrottò un sopracciglio, confuso. Il vero e previdente Occhio di Falco si lanciò in avanti e sottrasse fulmineo i giocattoli dalle mani del dio, mentre Natasha Romanoff si nascondeva gli occhi con la mano e scuoteva debolmente la testa, parte delle orecchie scarlatte ben visibili sotto il capellaccio. Tony Stark capì e ridacchiò sotto la barbetta.
 
«Mi volete, cortesemente, rendere partecipe di ciò che è successo?» chiese Nick Fury, serio.
 
«Abbiamo... guardato il film» rispose Capitan America.
 
«Com'è stata la mia performance?» continuò il direttore.
 
Silenzio imbarazzato.
 
«Avete forse guardato per aria?»
 
«Non sa quant'è vero!» attaccò Tony Stark. Poi si corresse sotto l'occhiata torva del Capitano. «Beh, in parte.»
 
Nick Fury spostò lo sguardo su Bruce Banner. «Dottore, che cosa ha fatto ai vestiti?»
 
«Avevo caldo.»
 
«E si è strappato di dosso la camicia? E le scarpe? Pensavo ci fosse l'aria condizionata nei cinema. Che mi dice dell'occhio?»
 
«Ho... ricevuto una bottiglietta d'acqua in faccia» il dottore fece bene attenzione a non guardare il Capitano.
 
«Dev'essere stata bella pesante, quella bottiglietta! Era forse di vetro? E di lui che mi dite?» Nick Fury accennò a Loki Laufeyson, che sedeva a gambe incrociate e con le braccia stirate dietro la sedia per sgranchirsi dalla forzata immobilità.
 
«Si è comportato bene» mentì Steve Rogers.
 
«Rispetto a come si comporta normalmente» aggiunse Tony Stark.
 
Nick Fury parve soppesare la risposta per qualche secondo. «Fermi, fermi, fermi» disse poi, gesticolando con le mani. «Facciamo finta che io non vi abbia chiesto niente. Ripartiamo dal principio, fate finta che io sia ignorante e spiegatemi per filo e per segno quello che è successo. Tutti. I. Dettagli.»
 
Fu un parto. I Vendicatori, i più potenti eroi della terra, che davanti ad eserciti alieni non battevano ciglio, che erano in grado di sconfiggere mostri quasi imbattibili con poca fatica, che davanti a un pericolo mortale non scappavano ma lo andavano a salutare, dovettero 'riavvolgere il nastro' e ripetersi parecchie volte, prima che Nick Fury fosse abbastanza soddisfatto del resoconto e iniziasse a credere a quel che gli veniva detto. E l'orologio a muro segnava quasi l'alba.
 
«Allora, riassumendo,» disse il direttore «abbiamo un naso rotto, un occhio nero, un paio di jeans macchiati di pepsi, cento dollari di pop-corn sprecati, due tentativi di fuga, un neurolizzatore inservibile, sei statuine giocattolo, un dio dalla crescita bloccata e un professore in prognosi riservata. Ho mancato qualcosa?»
 
«Manca un berretto da baseball» mormorò il Capitano con la voce strozzata, ricordandosi solo in quel momento di aver lasciato l'adorato ventaglio nella sala del cinema.
 
«Capitano, mi sarei aspettato di più da lei» lo rimproverò il direttore, ignorando i suoi lamenti. «E anche da lei» aggiunse con voce grave rivolto a Tony Stark. «Da tutti voi.»
 
Ci fu qualche colpetto nervoso di tosse. Molti dei presenti abbassarono il capo, contriti. Loki Laufeyson e Pepper Potts si rifiutarono di mostrare il minimo segno di pentimento.
 
«Vi siete divertiti, almeno?» domanda a bruciapelo.
 
«Ma certamente!» esclamò Tony Stark entusiasta.
 
«Proprio no!» proruppe invece Steve Rogers.
 
«Avete delle opinioni discordanti» commentò Nick Fury.
 
«Non ha idea» borbottò il Capitano con lo sguardo cupo.
 
«Ciò nonostante vi vedo in forma» constatò il direttore.
 
Steve Rogers lo guardò di sbieco. «Cosa intende?»
 
Nick Fury fece una pausa. «Vi vedo allenati. Voglio dire, vorrei appendervi uno a uno al rotore principale dell'elivelivolo e guardarvi piroettare alla velocità dell'elica per ciò che avete fatto, ma vi vedo allenati.»
 
«Non capisco dove vuole andare a parare» disse il Capitano in un soffio, quasi avesse paura della spiegazione.
 
«Nemmeno io» si accodò Tony Stark.
 
«Avete corso, no?»
 
«Un bello sprint» confermò Steve Rogers.
 
«E lei, Capitano, ha corso per un bel pezzo. Da quand'è che non si allenava così?»
 
Il Capitano fece finta di pensare qualche secondo, poi diede la titubante risposta. «Da... dalla sconfitta di Thanos, penso.»
 
La data sul calendario risaliva a qualche settimana prima. Ecco perché, nella palestra dell'elivelivolo, la polvere regnava sovrana.
 
Nick Fury annuì sovrappensiero. «Interessante... bene, io direi che per stasera può bastare.»
 
Tutti i presenti (tranne Thor Odinson) strabuzzarono gli occhi per la sorpresa. I Vendicatori, perché per l'intera nottata avevano avuto gli incubi ad occhi aperti aspettando una strigliata degna del peggior cavallo. Loki Laufeyson e Pepper Potts, perché non aspettavano altro che una bella sgridata con i controfiocchi per far capire a nemici e marito come ci si doveva davvero comportare in un cinema, tentativi di fuga del dio nordico a parte.
 
«Perché mi guardate così? Vi ho appena congedati» esclamò il direttore.
 
Nessuno ci voleva credere.
 
«Ci ritroviamo domani sempre in questa sala. Devo riflettere. Buonanotte a tutti» continuò allora Nick Fury. Alzò i tacchi e se ne andò, chiudendo la porta dietro di sé.
 
I presenti in sala rimasero un attimo sconcertati.
 
«Non è che c'è un megafono nascosto da qualche parte e ora ci ritroviamo la voce di Nick in volume spacca-timpani?» suggerì Occhio di Falco.
 
«Sicuramente ci sono già dei microfoni e delle videocamere, non gli dia certe idee» gli disse Steve Rogers.
 
«Secondo me non stava bene, ci ha augurato la buonanotte e sono quasi le sette del mattino» disse Tony Stark.
 
«Sveleremo il mistero domani sera...» mormorò il Capitano. «Nell'attesa direi di andare a dormire, almeno per qualche ora. Essendo il fratello fuori uso, Loki dovrà dormire per forza in una delle nostre stanze... dottor Banner, lo lascio in custodia a lei.»
 
«Cosa?» Bruce Banner si svegliò dal torpore non appena sentì nominare il suo nome.
 
«Dovrà fare la guardia a Loki, per oggi.»
 
«Perché io?
 
«Già, perché lui?» Loki Laufeyson rincarò la dose.
 
Il Capitano si voltò verso il dio. «Perché lui è l'unico che ti può stendere e mettere al tappeto. Comprendi?
 
Il dio doveva avere compreso molto bene, perché incrociò le braccia e appoggiò la schiena alla sedia, stringendo così tanto gli occhi che quasi parvero scomparire sotto le folte sopracciglia nere.
 
«Chi prenderà in custodia l'omaccione?» fece notare Tony Stark.
 
«So già chi» rispose Steve Rogers. Prima ancora che finisse la frase, Natasha Romanoff e Clint Barton avevano già fatto alzare il dio del Tuono e lo stavano conducendo in camera loro.
 
«E vedete di non fare il bis!» gridò loro il Capitano. «Se non volete che la sua demenzialità diventi cronica!»
 
Il dio dell'Inganno si appuntò mentalmente un piano diabolico, da mettere in atto una volta tornato ad Asgard, per far interdire perennemente il suo fratellastro. «Per quanto ne avrà ancora?» domandò.
 
«Spero per poco. È l'unica porta verso il vostro regno e non ho intenzione di mantenerti vitto e alloggio ancora per molto» rispose sgarbato Steve Rogers, ben sapendo ma ignorando che le spese dell'elivelivolo non erano a carico suo. Loki Laufeyson strinse ancora di più lo sguardo.
 
«Non ti preoccupare, principino» lo rassicurò Tony Stark. «Alla Stark Tower c'è tantissimo posto, ti mantengo io.»
 
La moglie pareva un gerbillo tanto aveva gli occhi spalancati.
 
«Pepper non la pensa come me... vorrà dire che mi limiterò ad offrirti un drink un giorno o l'altro, se non ti dispiace.»
 
A Loki Laufeyson non dispiaceva di certo, ma alle orecchie di Pepper Potts pure l'offerta di un bicchiere d'acqua suonava allegra come una veglia funebre e sì, le dispiaceva eccome avere per casa quel rapace raggrinzito anche per un innocuo goccio di gin.
 
«Ok, caso chiuso. Tesoro, si torna alla torre. Devo completare il nuovo mark e ho promesso a Jarvis che sarei stato di ritorno quando l'avrei finito...»
 
«Chi lavora dei due?» fece notare il dio dell'Inganno.
 
«Io sono la mente e lui il braccio» con questo commento Tony Stark estrasse le chiavi della macchina, abbracciò le sue amate action figure e uscì dalla sala, seguito subito dopo dalla moglie.
 
«Bene... Loki, ti mostro la strada» disse il dottor Banner, alzandosi. «Comincio ad avere freddo, è meglio che vada a mettermi su qualcosa.»
 
«È meglio che rimanga così, dottore» gli consigliò il Capitano. Se il signorino dovesse tentare un'altra evasione, lei perderebbe un altro completo.»
 
Bruce Banner fece spallucce. Era ricoperto di pelle d'oca e avrebbe indossato una maglia smessa piuttosto che congelare ancora. Afferrò il dio dell'Inganno per un braccio e aspettò Steve Rogers sulla soglia. Questi però stava ingaggiando una lotta con gli interruttori della luce, i quali parevano ad ogni tocco accendere e spegnere lampadine diverse. Battaglia vinta dal dottor Banner, che in un doppio battito di mani diede fine a quel concerto luminoso.
 
***
 
16 ore dopo
 
«Siamo qui riuniti...»
 
«Andiamo, mi sembra di stare in chiesa!»
 
«Siamo qui riuniti...»
 
«Perché ci ha riuniti lei.»
 
«Stark» ammonì il Capitano.
 
Nick Fury appoggiò i palmi sul tavolo, alla ricerca di un sostegno. «Siamo qui stasera,» riprese «perché devo comunicarvi una cosa.»
 
«Pensavo si fosse scatenata la terza guerra mondiale asgardiana!» commentò con sarcasmo Loki Laufeyson.
 
«Ti ci metti anche tu, fratello?» lo rimproverò Thor Odinson, finalmente tornato dal regno delle fate. Una buona dose di brandy invecchiato aveva riattivato la sua lucidità perduta e mandato in pezzi i gloriosi piani del dio dell'Inganno. Inutile a dirsi, il dio del Tuono non rimembrava nulla di ciò che era accaduto fra l'inizio del secondo tempo e il rocambolesco ritorno all'elivelivolo con conseguente colloquio finale, e i Vendicatori avevano provveduto ad aggiornare i suoi ricordi.
 
«Lo lasci stare, Thor. Devo in parte a lui la decisione che ho preso.»
 
Una domanda silenziosa percorse le labbra di tutti i presenti: quale decisione?
 
«Vi ho lasciato carta bianca, perché eravate tutti curiosi di vedere il film» continuò il direttore.
 
«Non tutti» fece notare ancora Loki Laufeyson. Il fratello gli assestò uno scapaccione sulla nuca nel tentativo di zittirlo.
 
«Vi ho lasciato senza scorta, perché mi fidavo di voi.»
 
Qualcuno si schiarì la gola e abbassò impercettibilmente il capo, preparandosi al peggio.
 
«Avete sulle spalle una responsabilità grande come il pianeta terra, eppure litigate fra di voi come fanno i bambini capricciosi. Se volete fare le cose che fanno le persone normali, dovete prima imparare a comportarvi da persone normali. Mi stupisco di come riusciate a lavorare in squadra nei momenti difficili, quando sul piatto condiviso ci sono le vostre vite e non qualche pop-corn. Oggi ho riflettuto molto.»
 
Nick Fury fece una pausa per vedere l'effetto del suo discorso, che fu interrotta pochi secondi più tardi da Tony Stark.
 
«È stata una riflessione molto produttiva» commentò ironico, nel silenzio generale.
 
Il direttore riprese a parlare come se non lo avesse sentito. «Da quando avete sconfitto Thanos siete diventati dei nullafacenti, troppo confidenti in voi stessi e nelle vostre capacità per poter anche pensare di muovere un muscolo in più.»
 
«E cosa c'entra Loki?» domandò il Capitano, confuso.
 
«È lui che ha movimentato la serata, no? È anche la causa principale dei guai, ma a quelli si può rimediare con una carica di neurolizzatore e qualche accorgimento in più. Ho spedito gli addetti a lavorare al neurolizzatore 2.0.»
 
«Non ci capisco più niente» disse Steve Rogers.
 
«Nemmeno io» aggiunse Clint Barton.
 
«Capitano, sono mesi che non frequenta più la palestra. Troppa fatica?» Nick Fury si girò poi verso l'agente. «Agente Barton, se non sbaglio il suo arco è rimasto chiuso nell'armadio per settimane. Il suo campo visivo è stato interamente occupato dall'agente Romanoff e ha smesso di allenare la vista come avrebbe dovuto. Invece vi siete catapultati per il dedalo di corridoi del multisala come dei campioni di corsa ai giochi olimpici.»
 
«Comincio a capire» dichiarò Loki Laufeyson, e la cosa non gli piaceva affatto.
 
«Ebbene... ho pensato: gli svantaggi sono compensati con il neurolizzatore. Non siete così scalmanati da ammazzarvi a vicenda, quindi nemmeno su quel piano ci sono problemi. Siete diventati oziosi, questo è il problema. E dopo una lunga riflessione penso di averlo risolto.»
 
Estrasse una scheda plastificata dalla tasca dei pantaloni e, con un gesto solenne, la poggiò al centro del tavolo, in bella mostra. «Loki, ho l'impressione che dovrai visitare la terra più spesso in futuro.»
 
Occhio di Falco lesse dal posto e iniziò a gemere, accompagnato dallo stridio di denti di Loki Laufeyson. Tony Stark iniziò a ridacchiare e si coprì la bocca con l'indice. Pepper Potts e Natasha Romanoff esternavano le emozioni di un'ameba. Il dottor Banner rideva ma non pareva troppo convinto del suo sorriso. Thor Odinson non aveva ancora capito. Il Capitano...
 
TUMP.
 
Nick Fury, in panico totale, estrasse la ricetrasmittente. «Agente Hill, mi serve una confezione di sali in aula congressi. Subito!»
 
«Valido per ottanta ingressi... mai gli allenamenti sono stati così divertenti» Tony Stark, approfittando dello scompiglio che lo svenimento del compagno aveva creato nella sala, rigirò fra le mani l'abbonamento del cinema nuovo di zecca, sogghignando alla dolce prospettiva di poter portare Steve Rogers alla pazzia per il resto dei suoi giorni.
 
~fin~
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Prima di tutto, mi scuso *inserire numero stratosferico* volte per il tremendo ritardo nell'inserire l'ultimo capitolo.
Gli ultimi esami mi hanno distrutta sia fisicamente che psicologicamente, e arrivata a sera era un'impresa scrivere una frase che avesse vagamente senso, figurarsi senso compiuto.
Però eccomi di nuovo qui! Con l'ultimo capitolo!
Sì, purtroppo è finita... mi sono divertita un sacco a scrivere l'intera storia e spero che sia piaciuta anche a voi lettori. Ma ho ancora qualche rimasuglio di demenzalità in corpo ed è probabile che scriva altre castronerie in futuro! XD
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia, o l'hanno messa nelle loro preferite, o che l'hanno commentata. <3 E anche coloro che mi scuseranno del ritardo di tipo 3 settimane dalla data prevista di aggiornamento! Un bacione :*

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