L'angelo della Stella Nera

di shy angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Qualcosa che cambia ***
Capitolo 2: *** L'incontro. ***
Capitolo 3: *** Ma non dovevamo vederci più?! ***
Capitolo 4: *** Mai litigare con un angelo ***
Capitolo 5: *** Raphael ***
Capitolo 6: *** Angel or Demon?! ***
Capitolo 7: *** Domande e risposte. ***
Capitolo 8: *** Combatto per te... ***
Capitolo 9: *** Fidati di un sorriso sincero ***
Capitolo 10: *** Le fate del destino ***
Capitolo 11: *** Prigionia ***
Capitolo 12: *** Prepararsi alla battaglia (parte I) ***
Capitolo 13: *** Prepararsi alla battaglia (2 parte) ***
Capitolo 14: *** Che la battaglia abbia inizio ***
Capitolo 15: *** Sul campo di battaglia ***
Capitolo 16: *** Gli addii fanno male ***
Capitolo 17: *** Ritorno alla normalità ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1 Qualcosa che cambia ***


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CAPITOLO 1_ Qualcosa che cambia

 

 

Jorge vagava per i corridoi di quella scuola; ne conosceva ogni crepa, ogni spazio più angusto, ogni gradino mal ridotto.  Trascinava i piedi lungo quel pavimento dal colore grigiastro, la bocca schiusa intenta a sbadigliare e le mani in tasca in una posizione di perfetta sciattezza. Aveva appena chiesto il permesso di andare in bagno al professore di arte.

Se qualcuno gli avesse chiesto quale sentimento avesse mai avuto modo di provare fra quelle mura, o più semplicemente nella sua vita, avrebbe risposto con sicurezza: la noia. E quale altra sensazione avrebbe potuto provare un Angelo della stella nera?

Gli Angeli della stella nera erano destinati a confondersi fra gli umani, ritirando le loro grandissime ali oscure e lasciando intravedere alla base del collo leggermente spostato sulla sinistra, un po’ più sopra rispetto al cuore, un simbolo: una stella nera con incisa all’interno una lettera dell’alfabeto.

Jorge, dagli occhi nero pece, dalla struttura corporea abbastanza sviluppata, custodiva proprio sopra il cuore una G. Quella lettera lo tormentava da ormai 256 anni, dal momento della sua redenzione. Era morto durante una della tante guerre del suo tempo a 18 anni compiuti; e proprio  al momento della sua morte l’aveva vista: una luce intensa gli aveva parlato spiegandogli che quella G sarebbe stata la lettera di quella persona che, prima o poi, lui avrebbe dovuto proteggere. Una persona che per 256 anni non aveva avuto modo di incontrare.

Era una punizione, la sua. Era la punizione che spettava a tutti coloro che erano destinati al Purgatorio, a tutti coloro che aspettavano di purificare il loro animo macchiato da qualche colpa. Nei suoi 18 anni di vita vera non aveva mai provato compassione o bontà o amore bensì invidia, gelosia e odio; ora doveva essere redento.

Il suo Purgatorio era la Terra: avrebbe vagato sul suo pianeta fino al giorno in cui i suoi occhi avrebbero incrociato quelli del suo predestinato, il cui nome sarebbe iniziato per G.

Come avrebbe capito che quella sarebbe stata la persona giusta?

Si diceva che un Angelo della stella nera avrebbe sentito qualcosa di diverso in lui incontrando il suo predestinato.

Cosa avrebbe provato?

Questa domanda tormentava in nostro Angelo dai capelli corvini da sempre, anche in quel momento con la mano posata sulla maniglia della porta del bagno di una scuola. La sua vita in quella scuola non era altro che una copertura per la sua identità segreta; era pur sempre un eterno diciottenne e questo lo portava a trasferirsi di città in città, di stato in stato.

Sbuffò per l’ennesima volta in quell’assolata giornata di fine Aprile ed aprii la porta del bagno.

Si tastò la tasca destra dei pantaloni, vi infilò la mano e ve ne cacciò una sigaretta e un accendino viola. Si portò la sigaretta alla bocca, la accese e cominciò ad aspirare quel tabacco che non poteva nulla contro un corpo perfetto di un Angelo.

Ripensava continuamente alla sua immortalità, a quella G e alla sua redenzione.

Non capiva perché proprio lui sarebbe dovuto essere redento; perché qualcuno avrebbe pregato nel momento della sua morte per salvarlo, ma soprattutto chi fosse stato ad aver pregato affinché avesse una seconda opportunità…

Quella giornata era sorta come tante altre all’insegna della noia, ma forse qualcosa stava per cambiare per Jorge.

Proprio mentre stava tornando in classe, proprio mentre quel pavimento grigiastro non l’avrebbe condotto verso la sua classe bensì verso la sua redenzione.

Jorge avvertì le vene infuocarsi, gli occhi spalancarsi e il respiro mozzarsi. Ecco la sua G. La sua persona da proteggere.

Chi ha mai detto che la scuola è solo un posto triste e che non apre più le porte verso un futuro?

Nelle vene sentiva scorrere lava, nelle orecchie un fischio continuo gli otturava qualsiasi ragionamento, gli occhi la fissavano in ogni sua angolatura.

Una ragazza normale, con dei normalissimi capelli castani che le ricadevano appena sotto le spalle, con dei grandissimi occhi nocciola e con un grazioso neo, che spuntava dalla scollatura a barca della maglia rossa, proprio sopra il cuore, come la stella che la legava a Jorge.

Sorrideva allegra per i corridoi seguita da un’altra ragazza biondina; correvano verso la direzione di Jorge, puntando a qualche classe proprio alle spalle di quest’ultimo.

Il ragazzo si appoggiò ad uno dei termosifoni spenti nel corridoio e le osservò, o meglio la osservò.

Era lei, ne era certo.

<< Ginny, >> strillò la bionda, e a quel nome un brivido risalii rapido lungo la spina dorsale di Jorge << Muoviti, o questa volta ci mette veramente 2 la Matteis >>

<< Arrivo! >> rispose l’altra andandole incontro  ancora sorridendo.

La porta della loro classe si chiuse. Jorge non si spostò da li. Ripensava a quel nome e a quella voce.

L’Angelo rientrò in aula dopo più di mezz’ora; il professore di arte lo rimproverò ma lui andò dritto al suo posto surclassando anche i commenti dei compagni scettici per il suo strano comportamento.

L’ultima campana della giornata esalò il suo tintinnio alle 14 in punto. Migliaia di ragazzi si catapultarono via da quel posto così odiato.

Lui però voleva sapere chi fosse questa Ginny, dove abitasse, perché doveva aiutarla… voleva sapere perché la sua redenzione dipendeva da una ragazzina come tante altre.

Ginny e un mistero da scoprire, Ginny e i suoi occhi nocciola, Ginny e Jorge….prima o poi.

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Nuova storia nata da un sogno inaspettato :D

Spero che il primo capitolo vi abbia intrigato e che seguiate e commentiate questa new :D

Un bacione 

Shy Angel

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Capitolo 2
*** L'incontro. ***


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CAPITOLO 2_ L’incontro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         Ginevra salutò le sue amiche, e, sempre sorridendo, si incamminò verso casa. Abitava il proprio dietro la scuola che frequentava da quattro, per lei interminabili, anni. Afferrò il suo cellulare azzurro dalla tasca dei jeans e fece uno squillo alla zia, con la quale abitava dalla separazione dei suoi genitori. Non amava parlare della sua famiglia, tanto che solo le domande riguardo i suoi genitori riuscivano a spegnerle il magnifico sorriso sempre dipinto sulle sue labbra.

         Suo padre era sparito dopo il divorzio insieme ad un’americana; sua madre si era data all’alcool. Così la piccola Ginny era stata affidata alla sorella della madre ad appena 13 anni.        

Ginevra, chiamata quasi da tutti Ginny, adorava camminare e sorridere alla gente; diceva che sorridendo a chiunque incroci il nostro cammino doniamo a quel qualcuno un tesoro inestimabile nonché una splendida giornata.

Arrivata a casa suonò il citofono. Aspettò che la zia rispondesse e le aprisse.

<< Ginny sei tu? >> la voce gracchiante del citofono distorceva la melodiosa voce della zia.

<< Si, zia, apri! >> rispose la moretta come faceva ormai da un po’ di anni a questa parte.

         Il portone vibrò dopo l’imput ricevuto e si aprii alla spinta della giovane.

Ginny salì al primo piano dove vi era l’appartamento della zia con la quale viveva da ormai quattro anni.

<< Sono arrivata! >> strillò Ginevra mettendo piede nell’appartamento e gettando lo zaino per terra come faceva ogni giorno. Non poteva immaginare che qualcosa sarebbe cambiato di li a poco.

Mangiò con la zia e dopo averle parlato della solita giornata – omise ovviamente la strigliata della professoressa Matteis per il ritardo commesso con Alice – si andò a stendere sul letto della sua cameretta.

Stava leggendo un libro distesa a pancia in giù sul letto dalle coperte cerulee quando i vetri della portafinestra della stanza vibrarono violentemente. Ginny sussultò; lasciò cadere il segnalibro fra le pagine del suo romanzo e si avvicinò cautamente all’ingresso che dava sul balcone.

Qualcosa cadde lentamente fuori dalla finestra, qualcosa che la giovane non riuscì a ben identificare.

Ginny girò la maniglia per uscire sulla terrazzina ma, appena aprii la prima anta della porta finestra, una folata di vento freddo la investii mettendo a soqquadro tutti i fogli della stanza.

La ragazza venne presa da un brivido di eccitazione e si affacciò verso l’esterno. Voltò il capo a destra e a sinistra, come se potesse vedere qualcosa se non i suoi girasoli o le sue begonie colorate.

Lo sguardo di Ginevra venne attirato da quel qualcosa che era caduto. Si fletté sulle ginocchia e la afferrò. Era una piuma, nera.

Non ci diede peso; sarebbe potuta essere di un uccello qualsiasi passato nei dintorni.

Si rialzò per rientrare in casa, sentiva freddo in pieno Aprile. Si voltò e sul suo viso vi si dipinsero varie emozioni. Paura, sconcerto, sorpresa, eccitazione.

Un ragazzo dai capelli corvini era poggiato con le spalle al muro esterno della sua stanza, le braccia incrociate al petto e la gamba destra piegata con il piede appoggiato al muro. Le gambe erano fasciate da jeans strappati e scuri che mettevano in risalto i voluminosi quadricipiti delle cosce. 

I suoi occhi neri in quelli nocciola di Ginny.

Ginny si immobilizzò. La gonna svolazzò al vento freddo di quella strana giornata. La pelle d’oca della ragazza faceva intendere quanto fosse elettrizzata dalla situazione.

<< Chi sei? >> sussurrò con un tono a metà fra l’atterrito e l’elettrizzato, mentre il sole illuminava i tratti perfetti del volto del giovane sconosciuto.

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Secondo capitolo postato!! A voi l'ardua sentenza...a prestissimo con il prossimo capitolo!!:D

Un bacione carissimi dalla vostra Shy Angel :D

 

 

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Capitolo 3
*** Ma non dovevamo vederci più?! ***


CAPITOLO 3_ Ma non dovevamo vederci più?!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Si spostò dalla posizione statuaria che aveva assunto. Jorge continuava a fissarla scrutando ogni suo respiro mozzato, ogni spostamento involontario del suo corpo.
Il vento gelido che ogni Angelo della stella nera portava con se scompose gentilmente la folta chioma bruma della giovane Ginevra.
Lei attendeva una risposta; voleva sapere chi fosse quel meraviglioso sconosciuto apparso improvvisamente sulla sua veranda.
Jorge deglutì in difficoltà con le parole. Attendeva quel momento da tanto, forse troppo, tempo ed ora la sua spavalderia era scomparsa.
Gli occhi di Ginny ardevano di curiosità di eccitazione e allo stesso tempo di paura.
<< Dimmelo!! >> sussurrò, capendo inconsciamente di non poter rivelare a nessuno l’esistenza di quel ragazzo << Chi sei? >>.
Deglutii a vuoto alla ricerca di aria.
<< Ginevra >> iniziò lui sporgendosi meccanicamente verso di lei.
Ginny fece un passo indietro e sporse una mano in avanti per bloccare il cammino del giovane.
<< Non avere paura di me, ti prego… >> le intimò con voce roca.
<< Rispondi ! >> rapida e schietta lei.
<< Forse dovresti sederti… è un po’ diff.. >>
<< Rispondi… >> strillò Ginny.
<< Shhhh… >> spalancò gli occhi lui atterrito dalla reazione della ragazza << ok … parlo … ma tu stai calma, eh!? >>
<< Parla >> scandì lei.
Jorge sospirò.
<< Ginevra >> alzò lo sguardo per fissare il cioccolato nei suoi occhi << io sono un Angelo, il tuo Angelo e… >>
Ma fu interrotto ancora, da una risata isterica. Ginny si dimenava in  preda a una qualche pazzia.
<< Sei pazzo… >> altre risa << Pazzo.. >>
Jorge si spazientii ad essere preso in giro e, con una velocità unica e angelica,  si spostò alle spalle di Ginny senza che lei lo sentisse.
<< Ma.. >> la moretta non lo vide più di fronte a se e spalancò gli occhi meravigliata.
<< Sono qui >> sussurrò Jorge al suo orecchio, posando una sua mano sul fianco caldo di Ginny.
 Quest’ultima si scostò immediatamente nonostante quel tocco gelido non  la disturbasse affatto.
<< Come hai fatto?? >> chiese sottovoce incredula.
<< Siediti e ascoltami >> la fissava intensamente negli occhi mentre le parlava.
Lei trattenne un attimo il fiato, indecisa su cosa fare. Poi annuì, più a se stessa che al presunto Angelo ed entrò in casa.
Jorge fece un mezzo sorriso e la seguì.
Osservò molto attentamente ogni azione: lei che si avvicinava alla scrivania, lei che scostava la sedia, lei che vi si sedeva, lei che gli indicava con un cenno di mano il letto invitandolo a sedersi.
Jorge si avvicinò al materasso e vi sprofondò sedendovi; scostò il romanzo di Charlotte Bronte che stava leggendo Ginny e poi iniziò a parlare.
<< Esistono diversi tipi di Angeli; io sono fra gli Angeli della stella nera. Noi non siamo gli angioletti bianchi che si fanno disegnare ai bimbi; noi siamo Angeli dalle ali nere in attesa di redenzione. Viviamo sulla Terra il nostro Purgatorio in attesa del nostro prescelto: un prescelto la cui iniziale ci viene impressa con dolore sul cuore >> spiegò brevemente.
Dicendo questo sbottonò i primi tre bottoni della camicia nera e la scostò per farle vedere la stella sul suo petto.
Ginny si alzò cauta e si sedette al fianco di Jorge. Fissò i suoi grandi occhi neri, poi quella specie di tatuaggio. La sua mano destra si avvicinò al petto del giovane; l’indice percorse i bordi della stella nera e poi la G bianca disegnatavi all’interno.
<< Perché con dolore? >> chiese infine lei.
<< In punto di morte qualcuno ha pregato per me e per purificare la mia anima impura. L’unico modo di purificazione di un’anima peccatrice è venir toccata dalla spada infuocata di un Angelo giustiziere. Toccando quell’anima, lascia sul corpo un’incisione riguardo il suo distino: io sarei stato l’Angelo protettore di un predestinato, qualcuno che avrebbe fatto grandi cose; l’avrei curato, consolato, custodito. In sua attesa avrei vagato sulla Terra senza meta >> ammise riabbottonandosi la camicia.
<< Ti sbagli >> disse lei << Non sono proprio nessuno e non sono destinata a fare nulla di tanto particolare >>
Ginny si alzò dal letto spaurita. Jorge la bloccò afferrandole la mano.
<< E’ difficile, posso capirlo, ma fidati! Tu sei una predestinata >> affermò convinto lui.
<< Ma tu, vieni a casa mia, non mi dici neanche come ti chiami, mi riempi di frottole e pretendi che ti creda?? Vattene!! Per favore. >> lentamente abbassò il tono della voce << voglio pensare… non voglio vederti! >>
Jorge si alzò avvicinandosi al balcone mentre sentiva Ginny che camminava alle sue spalle.
Si voltò e la osservò. Si stava stringendo le braccia al petto, come se sentisse freddo, dai suoi occhi fissi sul pavimento traspariva paura.
Le sfiorò con le dita delicatamente la guancia morbida e calda infondendole coraggio. Immediatamente lei si sentì rincuorata da quel potere ancora sconosciuto dell’Angelo. Poi lui le disse: << Il mio nome è Jorge >>
Dispiegò le sue grandi ali nere e scompari nella notte che ormai era calata.
Ginny rimase li, senza parole, atterrita da tutto, mentre un’altra piuma nera cadeva davanti a se.
Tornò in camera con gli occhi ancora sbarrati dall’incredulità, si chiuse alle spalle la portafinestra e si sedette sul suo comodo letto.
Rifletteva su ciò che aveva visto pochi minuti prima e continuò a farlo durante la cena insolitamente silenziosa e mentre si svestiva prima del bagno caldo e ancora durante la notte passata quasi insonne.
Era stesa supina con la paura di voltarsi verso la vetrata che dava sul balcone, dove lui era volato via.
Un Angelo…. un Angelo custode… e lei una “destinata a fare grandi cose”. Rise.
Era tutto tremendamente folle.
 
La mattina seguente, la sveglia non era ancora suonata che lei era già in piedi.
Arrivò a scuola presto. La sua amica Alice aveva raccolto i suoi lunghi capelli biondi in una treccia laterale ed, entrata in classe, si immobilizzò.
<< La regina dei ritardatari è alle.. >> guardò il cellulare << alle otto meno venti in classe?! >>
Lasciò cadere lo zaino e corse incontro all’amica che fino a quel momento era rimasta immobile.
<< Cos’è successo, Ginny? >> nonostante cercasse di trattenersi, dalla voce di Alice traspariva una nota di preoccupazione.
<< Devo parlarti! >> disse seria la mora.
Uscirono dalla classe sottobraccio; avevano circa quindici minuti prima che iniziassero le lezioni.
Iniziarono a girare in tondo lungo il corridoio del primo piano, Ginny sciolse il suo braccio da quello dell’amica e iniziò a parlare.
<< Ieri ho… incontrato >> pensò ai termini giusti da usare << un… >> ed ora? Che avrebbe detto? Un angelo? Alice le avrebbe riso in faccia… continuò allora così << un ragaz… >> ma sbatté contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
<< E guarda dove cammini! >> si stizzì Ginny per poi fissarlo negli occhi e riconoscerlo.
<< Scusami >> Jorge la guardò intensamente mentre con le mani la sorreggeva dagli avambracci.
Ginny si perse ad analizzare ogni spigolo angelico del suo volto, ogni curva dei suoi ricci, ogni sfumatura dei suoi occhi, oscuri come il mistero che celavano.
Jorge invece si immergeva nel cioccolato fuso dei suoi occhi scorgendovi anche delle striature verdi, onorava quelle labbra carnose e desiderava poter sfiorare ancora quelle rosee guance.
Alice li fissava con un sorriso furbo dipinto sotto quel nasino a patata.
Ginny si svegliò da quel torpore che l’aveva assopita per quello che pensò fosse troppo tempo e si scostò quasi bruciata dal tocco di lui.
<< Spero proprio di non doverti incontrare continuamente… >> sibilò scansandolo e sorpassandolo.
Alice senza parole si scusò per l’amica e raggiunse la sua amica che si era trasformata in un’auto da corsa. La fermò.
<< Ma che t’è preso? >> la rimproverò la bionda.
<< Niente >> sbuffò.
<< Niente?! Quello non era niente!! Un momento vi studiavate come due innamorati e il momento dopo lo hai respinto come se avesse la rabbia!! >>
Ginevra distolse lo sguardo mentre Alice passava a perlustrare lo spazio alle sue spalle.
<< E poi >> continuò sempre la bionda << non è neanche male!! >>
Alice lo stava ammirando: spalle larghe, jeans leggermente calati, la tracolla appesa ancora ad una spalla, riccioli perfetti.
Ginny sbuffò e tornò in classe girando dal corridoio opposto a quello dove si trovava Jorge.
<< Ehi… ehi… >> la richiamò  Alice spazientita << Ma che hai?! Si può sapere!? >>
<< Nulla… solo che non voglio vederlo, ok ? >> era infuriata.
<< Ok, ok >> disse Alice alzando le mani in segno di resa << Ma appena ti calmi mi spieghi perché…>>
Le lezioni passarono mentre la nostra Ginny fissava la pioggia battere sui vetri. Era uno dei soliti acquazzoni primaverili: venivano giù proprio il primo giorno che mettevi un paio di sandali o lasciavi l’ombrello a casa.
La pioggia le era sempre piaciuta; lo scrosciare imperterrito sui vetri di tutte quelle gocce fredde erano, per lei, come una ninna nanna; la faceva pensare. La sua mente ora vagava alla ricerca di una risposta alla domanda che la opprimeva da quell’incontro sul balcone: cosa avrebbe dovuto fare con Jorge? O per meglio dire col Sono-il-tuo-Angelo-Jorge?
Tre ore di lezione erano passate – Biologia, Latino, Storia – in cui i professori che si erano alternati avevano perso inutilmente la voce; Ginny era nel suo mondo fatto di gocce che battono sui vetri e di rugiada su fiori rossi come il fuoco.
A ricreazione lo evitò cambiando per ben tre volte strada, percorrendo scale e piani inutilmente pur di non trovarselo in front of, avrebbe detto la sua amica inglese Cameron.
Altre tre ore di lezione annoiarono i poveri alunni della scuola ****.
Come il giorno precedente e come lo sarebbero stati i successivi 32 giorni l’unica fonte di salvezza, la campanella, suonò alle 14 in punto.
Ginny quel giorno non sorrideva, era pensierosa. Si dimenticò persino di salutare le sue amiche e di accordarsi per l’incombente fine settimana – era già Venerdì-.
Alice le lanciò uno sguardo preoccupato fino a quando scomparì dalla sua vista svoltando l’angolo.
Stessa strada da tanti anni eppure quel giorno qualcosa doveva accadere. Mettere un piede dopo l’altro era veramente difficile, specialmente se la tua mente è affollata da un volto dai lineamenti angelici. Ginny inciampò e con lei il cellulare le sfuggì di mano.
Ma un braccio fermò la sua caduta e l’altro afferrò al volo l’oggetto azzurrino.
Per la seconda volta in quella giornata il suo sguardo incrociò quello di un Angelo.
<< Ancora tu >> si rimise in piedi con un esaustivo sguardo esasperato.
<< ...ma non dovevamo vederci più?! >> rise lui citando una canzone di uno dei più importanti cantanti italiani e capendo al volo lo sguardo di lei.
Ginny afferrò bruscamente dalle mani di Jorge il cellulare, poi guardò male l’Angelo e con passo celere tornò a casa.
Dopo la solita routine, salì dalla zia.
<< Bentornata cara! >> l’accolse la donna.
<< Ciao! >> Brusca! Si… era veramente brusca!
<< Com’è andata a scuola? >>
<< Bene! >>
<< Cosa avete fatto? >>
<< Niente! >>
<< Riusciremo ad avere una conversazione normale oggi? >> chiese scettica.
<< No! >>
Silenzio.
Ginevra mise il broncio e tragugiò quello che c’era nel piatto senza capire bene cosa fosse.
<< Vado a stendermi! >> e con sguardo infuriato andò in camera sbattendo la porta.
“ Spero sia l’adolescenza ” penso la donna col piatto da lavare ancora fermo a mezz’aria.

Intanto una voce sexy accolse la giovane in camera. << Ciao! >>
Se avesse potuto l’avrebbe incendiato con lo sguardo.
Jorge, in tutta la sua perfezione angelica, era steso sul suo letto, le spalle appoggiate alla testiera del letto, le braccia incrociate al petto e un ghigno sulle labbra.

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Scusate scusate scusate per il terribile ritardo ma come al solito la scuola (appena ricominciata) ha già iniziato a gravare sulle mie povere spalle da liceale/maturanda O.O
Spero che questo capitolo abbia iniziato a intrigarvi... Jorge si rivela a Ginevra? 
Vi aspettavate che lei reagisse così??? E che lui fosse così ostinato??
Spero che continuerete a leggere questa storia e che vi piaccia :D
Shy angel




 

Piccolo Spoiler del prossimo capitolo: 

Eppure la sua mente era assillata dallo sguardo color notte del suo Angelo. “No!” si corresse mentalmente “Non ho alcun Angelo io!”. 

Sapeva in cuor suo di essere legata in modo ancora sconosciuto a quel ragazzo di un’altra epoca ma non voleva farsene una ragione. 

A presto! :D

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Capitolo 4
*** Mai litigare con un angelo ***


CAPITOLO 4_ Mai litigare con un angelo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ginevra era in piedi proprio davanti la porta bianca della sua stanza. Lo fissava cercando di incendiarlo con lo sguardo.
<< Leva quel sorrisetto furbo dalla faccia>> gli disse.
Lui in tutta risposta allargò il ghigno in un vero e proprio sorriso, le sopracciglia gli si erano incurvate e delle dolci fossette erano comparse a modellargli le guance perfette.
<< Jorge, per favore, cosa vuoi… dimmelo e poi >> sospirò stanca del fatto che se lo ritrovasse ovunque << e poi vattene… >>.
Ginny abbassò le difese e si sedette all’angolo del suo letto, ai piedi del suo Angelo, con le spalle ricurve e le palpebre pesanti a coprirle le iridi cangianti.
<< Cosa vuoi da me? >> si voltò per guardarlo; sul viso di Jorge era dipinto lo strazio di una solitudine terminata con il rifiuto dell’unica persona destinata a dargli un futuro.
<< Ho aspettato più di due secoli ma forse ho sbagliato a venire da te così in fretta… Sono stato preso dalla foga e dalla voglia di conoscerti. Ma ormai quel che è fatto né fatto! Tu sai dell’esistenza degli Angeli e, volente o nolente, dovrai avermi come Angelo custode!! >> il suo discorso sembrava filare dritto e il tono della sua voce non ammetteva repliche.
<< Aspetta carino >> lei si alzò di scatto dal letto << ho un “Angelo custode” e non posso replicare!? Ti ritroverò ovunque per sempre al primo pericolo che incontrerò per strada?! Non avrò più privacy perché qualcuno ha voluto redimere dai peccati uno che doveva finire dritto dritto all’inferno??>> 
La rabbia serpeggiava fra gli sguardi infuocati del giovane Angelo e della sua protetta; ora erano in piedi pronti a fronteggiarsi nonostante lui la superasse di quasi due spanne.
<< Mi è sembrato di averti spiegato che ho vagato alla ricerca del nulla per più di due secoli dopo aver sofferto la spada infuocata di Zelda!! Ti sembra che io non abbia sofferto abbastanza?? Rincari la dose sbattendomi in faccia il fatto di essere un peccatore?? >> sbraitò in preda alla foga.
Qualcuno bussò alla porta fermando i bollenti spiriti.
<< Ginny è tutto apposto?? >> la zia doveva aver sentito il litigio che ancora non era giunto al termine.
<< Si zia…Sto litigando al computer con un ragazzo bacato di mente… vedo di abbassare il volume… scusami... >> scusa inventata sul momento che aveva provocato uno sguardo ancora più arrabbiato da parte dell’Angelo: l’aveva chiamato bacato di mente!
<< Va bene cara… calmati però… >> e i passi della zia si allontanarono.
<< Jorge… io non posso ritrovarti ovunque… non posso camminare sapendo che c’è qualcuno alle mie spalle… capisci che sarebbe una situazione veramente… opprimente…>> sospirò pesantemente all’ultima parola.
<< Molti prima di te hanno resistito a questa… oppressione… come la chiami tu!! >> rispose quasi seccato.
<< Io non sono gli altri… sono solo una diciassettenne destinata a non fare nulla di particolare… è inutile che ti danni per me… >> si era nuovamente infervorato il suo animo.
<< Senti ragazzina >> le rispose esasperato << non pensare di essere il centro del mondo…e non pensare neanche che sia un compito così semplice stare dietro a una come te >> gli occhi neri dell’Angelo si incupirono  diventando più scuri del normale.
<< Allora perché mi pressi?? >>
<< Perché?? Non so perché!! Sei tu la mia predestinata >> e nel dirlo si tocco in corrispondenza della stella sopra al cuore << non posso scegliere il mio destino… e neanche tu… >> il suo tono era calato pian piano durante la sua arringa.
Un leggero velo di lacrime aveva coperto le iridi della giovane ragazza ma non una goccia si era riversata sulle sue guance rosse ormai per la rabbia,.
<< Nessuno deciderà il mio destino se non io… e con questo io e te abbiamo chiuso >> voltò le spalle all’Angelo, afferrò la chiave della porta e dopo aver tolto le due mandate che aveva messo appena era entrata in camera, ve ne uscii sbattendo la porta.
<< Zia esco >> urlò a squarciagola e si catapultò fra le vie della sua rumorosa città.
Jorge l’avrebbe seguita se non fosse stato per quel dolore che gli aveva trapassato il petto in corrispondenza di quella G. L’Angelo, attanagliato da un dolore mai provato fino ad allora, si era accasciato a terra con una mano sul cuore e un gemito silenzioso sulle labbra.
 
Ginny camminava con le mani nelle tasche dei jeans alla ricerca di qualcosa che la distraesse. Un parco, dei bambini con un gelato in mano, un cane abbandonato. Eppure la sua mente era assillata dallo sguardo color notte del suo Angelo. “No!” si corresse mentalmente “Non ho alcun Angelo io!”.
Sapeva in cuor suo di essere legata in modo ancora sconosciuto a quel ragazzo di un’altra epoca ma non voleva farsene una ragione.
Gli Angeli, le fate, la magia sono tutte storie di fantasia da raccontare ai bambini.
Lei era grande per creder…..delle grandi ali nere alle spalle di un bellissimo giovane le apparvero come un flash nella mente.
Gli Angeli esistevano. Non poteva negarlo.
Jorge era un Angelo. Vero anche questo.
Lei era la protetta di Jorge. Discutibile.
Lei era destinata a fare grandi cose. Assolutamente e categoricamente, no!

Quando alzò lo sguardo si trovò nella piazza della sua città nonostante lei abitasse nella parte diametralmente opposta di quel posto.
Entrò in uno di quei fast food che altro non sono se non distruttori di apparati digerenti. Lo sanno tutti che l’olio di quei posti è penoso, che la pulizia è peggiore dell’olio e che la quantità di vegetali è minima rispetto a quella di grassi e conservanti; ma le cose più buone sono quelle che fanno più male!!
Andò alla cassa e prese il suo menù: coca-cola, patatine fritte e un muffin al cioccolato. Tutto contornato da un sonoro odio verso la parola dieta salutare.
Si sedette vicino una vetrata ad un tavolo singolo e mangiò tutto ciò che era nel suo vassoio rosso.
Dopo aver pagato il conto usci con in mano il bicchierone di cola non ancora terminata.
Si sedette ad una delle panchine di pietra della piazza e bevette passivamente il contenuto del cartone.
<< Scusi signorina… >> degli occhi cerulei la fissarono dolcemente  << posso sedermi qui? >>
<< Certo >> balbettò lei al cospetto di un ragazzo così affascinante.
Era alto quasi quanto Jorge (“E basta pensare a lui” si recriminò), i capelli erano corvini e ondulati, le spalle veramente possenti e gli occhi riflettevano ogni sfumatura di quel cielo primaverile.
<< Piacere di conoscerla signorina... >> le porse la mano come uomo d’altri tempi << il mio nome è Raphael >>.
Ginny sussurrò il proprio nome stringendogli la mano. Era calda, bollente come il fuoco del camino la notte di Natale.
 
 
 
 
 
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 Tadaaaaaaaaaaaaaaaaan!!!! Ecco il nuovo capitolo tutto per voi!! Un litigio con un angelo e un nuovo ragazzo nella vita della nostra Ginevra!
Chi sarà mai? Cosa accadrà dopo questo sfuggevole quanto intenso incontro!?
Asteppo le vostre opinioni careeee :D
Vostra Shy Angel

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Capitolo 5
*** Raphael ***


CAPITOLO 5_Raphael
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano passati pochi minuti da quando le loro mani si erano sfiorate eppure Ginny aveva capito che qualcosa non andava in quel Raphael dallo sguardo di ghiaccio.
Si comportava in modo troppo strano. Continuava, durante i soliti discorsi di presentazioni – anni, scuola, che occhi bellissimi -, a sfiorarla. O almeno a provarci.
C’era qualcosa in quel tocco insolitamente troppo caldo che la faceva continuamente ritrarre. Quel tocco le provocava dei brividi, strani…come quando si ha paura di qualcosa e un brivido ti percorre la schiena in tutta la sua lunghezza.
Raphael si alzò dalla panchina.
<< Vai già via? >> gli chiese Ginny un po’ delusa di non aver capito quale mistero si celasse dietro quegli occhi celestiali.
<< In verità, >> ghignò l’altro << volevo invitarti a fare un giro >>
E le porse la mano.
L’animo della giovane fanciulla si struggeva. Sulle spalle sentiva un diavoletto che le sussurrava di andare perché bisogna sempre metter a tacere la voce della curiosità sui segreti altrui, ma sull’altra spalla un angioletto le diceva che quel qualcosa che lei avvertiva era semplicemente il pericolo di uno sconosciuto e del suo segreto.
Ma gli Angeli, come aveva avuto modo di provare conoscendo Jorge, erano impertinenti e prepotenti, e sempre convinti di aver ragione.
Chi ha mai detto di dover dare sempre ragione a quell’angelo benefattore sulla spalla sinistra?! Perché non provare l’ebbrezza delle sensazioni che può infonderci quel diavoletto?!
“ Al diavolo Jorge!! ” pensò la ragazza afferrando la mano del ragazzo appena conosciuto.
Provando nuovamente quel brivido di paura misto ad adrenalina, i pensieri di Ginny si rivolsero nuovamente al suo Angelo custode e sperò che la stesse guardando così che comprendesse che lei voleva essere libera di qualsiasi scelta della sua vita.
Il ghigno di Raphael si allargò sul suo volto e dopo aver aiutato la ragazza ad alzarsi avvertii la sua mano scivolare via dalla propria.
Camminarono per le strade del centro storico di quella città fino a quando una frase non spiazzò Ginny.
<< Hai un’aura purissima.. >> era stato quasi un lamento del suo accompagnatore.
<< Come, scusa? Cosa hai detto? >> chiese scettica.
<< Accennavo alla tua aura.. >> sospirò il ricciolino.
<< Credo di non aver ben compreso.. >>
Il ragazzo sorrise amaro.
<< Pensavo avessi intuito qualcosa … riguardo me…>> la guardò sottecchi.
La ragazza dubitò un attimo. Aveva paura di fare quella domanda. L’ultima volta, era stato solo il giorno prima, l’aveva fatta a colui che si era rivelato il suo presuntuoso Angelo custode.
Prese coraggio e con la gola secca sussurrò quelle due paroline.
<< Chi sei? >>
<< Sono un… >> dubitò il giovane scuotendo il capo << Sono un.. >>. Rise ancora amaro e si andò a sedere ad una delle panchine di pietra di quel vicolo poco affollato.
Ginny lo seguì e rimase in piedi di fronte a quella strana scena. Un quasi sconosciuto che cercava di coprirsi il volto mentre si struggeva. La mano di Ginny si intrufolò piacevolmente fra la chioma ondulata di Raphael. Gli occhi cerulei di lui si fissarono in quelli di lei; un velo opaco di lacrime trattenute velavano la loro vera bellezza.
<< Sono un demone >> sussurrò.
Ginevra rimase senza parole; la sua mano, che fino ad allora aveva massaggiato quei ricciolini annodandoli fra le dita, si era fermata.
<< Hai paura anche tu.. >> sospirò ritraendosi al suo tocco e poggiandosi con le spalle al muro di una vecchia abitazione.
<< No… cioè, si… cioè forse… >> lo guardò confusa << Non ho idea di cosa pensare >> ammise infine lei rimanendo in piedi li, con le gambe tese in mezzo alle ginocchia di lui.
Raphael si alzò dalla sua postura avvicinandosi nuovamente all’addome della ragazza che era ancora vicino a lui.
<< Possiamo parlarne, per favore? >> le sussurrò quasi implorandola.
Come si fa a dire di no a degli occhi così? Come si fa a dire di no a quella voce? Come si fa a dire di no a un demone tentatore?
Lei annuì reimmergendo la mano fra i riccioli neri di Raphael.
Raphael, come un gatto che fa le fusa, chiuse gli occhi assoggettato al piacere di quel tocco umano.
<< I demoni >> iniziò poi afferrando la ragazza dalla vita e facendola accomodare sulla sua coscia destra << sono, come dite voi umani, i portatori del male. E’ vero. Non posso negarlo >>
Ci fu un momento di pausa, mentre Raphael cercava le parole adatte, in cui Ginny si rese conto che il palpitare del suo cuore era talmente veloce e forte da otturarle quasi totalmente le orecchie. Si impose di calmarsi, nonostante la vicinanza di un demone non favorisse il buon proposito.
<< I demoni possono mostrarsi agli umani prendendo le loro sembianze o rendersi quasi invisibili; possono mutare in una leggera brezza malefica che porta con se pessime emozioni e cattivi propositi. Ci sono però dei demoni che scelgono di non importunare la vita degli umani e vagano sulla Terra senza intromettersi in faccende che non li riguardano >> il demone abbassò lo sguardo dopo questa breve spiegazione.
La mano di Ginny, che si era ritratta durante il discorso del demone, ora si era posata dolcemente sulla guancia del ragazzo.
<< Raphael.. >> lo chiamò con dolcezza negli occhi la giovane ragazza << guardami… >>
Il demone alzò lo sguardo per fissarla.
<< Ti credo >> gli disse annuendo.
Lo sguardo del ragazzo improvvisamente prese un guizzo di vitalità in più; la sua mano, che era ferma dietro la schiena della ragazza, iniziò a sfiorarle delicatamente la pelle, scoperta dalla maglia troppo corta, delle ultime vertebre.
<< Voglio essere sincero con te, Ginevra >> la chiamò con un’intensità tale che aveva sentito solo una volta…solo poche ore prima…da un Angelo.
Ingoiò saliva a vuoto e annuì al demone facendogli comprendere che poteva andare avanti.
<< So che sei una predestinata >> lei sbarrò gli occhi.
<< So che hai conosciuto il tuo Angelo >> le si mozzò il respiro al pensiero di Jorge e della loro furiosa lite.
<< Devi sapere infine che i demoni >> sospirò in difficoltà nuovamente con le parole << vengono eliminati solo da una tipologia di Angeli…Gli Angeli della stella nera >> la sua testa girava ormai vorticosamente mentre cercava di assimilare quelle ultime affermazioni.
<< Penso che Jorge ti abbia detto che loro vagano in cerca del prescelto sulla Terra?? >> chiese lentamente come se stesse parlando a una bimba di tre anni.
La “bimba” annuì.
<< Per dimostrare la loro devozione devono compiere un…servizio extra, diciamo.. >> era un po’ disgustato dalle sue stesse parole.
<< Eliminarvi >> concluse lei.
<< Si. >>
<< Non è facile quello che sto per chiederti >> ammise infine il demone << Combatti con noi…>>.
Lei era spaesata da quella proposta. Lui si avvicinò e le prese una mano con la sua libera.
Chiunque fosse passato di li avrebbe scambiati per dei giovani innamorati.
<< Combatti per me… >> sussurrò poi fissandola col ghiaccio dei suoi occhi.
Il cuore di Ginevra perse un battito.
<< Potrei… >> si corresse << Vorrei pensarci >> disse lei dubbiosa e desiderosa di sentire entrambe le campane. Quel poco di buon senso che le era rimasto le suggeriva di dover ascoltare anche cosa pensasse Jorge a proposito dei demoni.
<< Si >> sussurrò lui con voce roca e con gli occhi ancora fissati nei suoi.
Ginny si alzò lentamente dalle sue gambe.
<< Vorrei tornare a casa.. >> disse lei poco convita.
<< Certo.. >> lui abbassò il capo combattuto forse per non essere riuscito a convincerla immediatamente.
<< Mi accompagneresti? >> gli chiese per un motivo anche a lei sconosciuto.
Qualcosa in lui si risvegliò e non ebbe bisogno di risponderle. Il suo sorriso era molto più che eloquente.
La strada dal centro fino sotto casa non le era sembrata mai così breve. Fra un sorriso, una battuta, uno scherzo e una carezza si ritrovarono sotto il suo balcone.
<< Allora mi farai sapere? >> chiese lui quasi impaziente avvicinandosi a Ginny.
<< Come farò a chiamarti? Non ho neanche il tuo numero? >> ammise lei con sguardo innocente.
La luna che faceva capolino illuminò i suoi denti bianchissimi.
Lui si flesse per avvicinare le proprio labbra al suo orecchio. La propria mano indugiò sul collo scostandole i capelli castani.
<< Sussurra al vento che mi vorrai al tuo fianco ed io arriverò con lui >> la sua voce roca pietrificò tutti i sensi di Ginny.
Ginevra voltò leggermente il capo per osservare ancora gli occhi, ormai blu intenso per la poca luce, di Raphael.
<< Buona notte, Ginevra >> sussurrò prima che le proprie labbra si avventassero su quelle di lei.
Fu un bacio meravigliosamente strano, fatto di tensione, brivido e piacere. Il male che si rivelava essere il piacere mai provato.
Le mani di Ginny corsero sul largo torace di Raphael, e quelle di Raphael si avvinghiarono alla vita sottile di Ginny. Le loro labbra erano impegnate in un gioco di morsi, baci e sorrisi.
Si staccarono per riprendere fiato, o meglio per far si che Ginevra riprendesse aria.
Ginny sentiva le labbra pulsare.
<< Ti aspetterò… >> e col una folata di vento anche lui scomparì.
Davanti a se più nulla.
Sul suo volto un sorriso.
Nel suo cuore una speranza che il male non fosse poi così tremendo come tutti dicono.
 
 
 
 
 
 
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Buon pomeriggio a tutte!! Ebbene, fra interrogazioni e comipi vari, sono riuscita ad aggiornare :D
Cosa ne pensate di questo Raphael?
Cosa combinerà ora la nostra Ginny che si trova proprio fra bene e male??
A voi ardua sentenza :D
Bacioni a tutte :D
Shy Angel

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Angel or Demon?! ***


CAPITOLO 6_ Angel or Demon?!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’aveva abbandonato li. Solo e sofferente ai piedi di quel letto. C’erano volute parecchie ore prima che il dolore cominciasse ad attenuarsi. Durante il suo lungo pellegrinare da un dolore acuto ad uno ancora più sofferente era riuscito, Jorge, a trascinarsi fino alla porta e a chiudere a chiave prima che vi entrasse la zia della sua Ginevra.
Un sorriso amaro cercò di dipingersi sul volto dell’Angelo sofferente al pensiero che quella ragazzina non fosse affatto sua; lo dimostrava il fatto che ora era li a soffrire. Solo; ancora una volta.  
Era appoggiato con le spalle alla porta bianca della sua prescelta quando si lasciò scivolare ancora in terra per poi sedervisi.
Aveva una mano sul petto, sopra l’iniziale della sua protetta e sentiva che qualcosa non andava; lo percepiva nell’aria, lo sentiva nel cuore.
Ginevra era nei guai, lo sapeva. Il problema era: come faceva a saperlo? Perché?
Doveva saperlo. Voleva sapere perché si sentisse così male.
<< Ze…Zelda!! >> gemette in preda al dolore.
Il vento che tutti noi percepiamo spesso non è dovuto solo a dei cambiamenti climatici. Forse il vento che ci sfiora il volto è un cambiamento nel nostro animo. Forse è il nostro spirito che si assoggetta ad una forza più grande. Benefica o malefica che sia. Il vento porta sempre una novità.
Quel pomeriggio ormai rossastro con l’avvicinarsi della sera aveva portato un’ondata di aria fredda, gelida.
Zelda in tutto il suo splendore era approdata in una semplice ed umile stanza di un’umana.
Jorge, come ogni volta, si perdeva nella bellezza delle sue onde bionde che le ricadevano lungo la schiena e ovviamente non poteva non ammirare le sue forme perfette, angeliche. Per ultimi lasciava sempre quegli occhi smeraldini che ora lo stavano fissando preoccupati.
Il vestito candido dell’Angelo giustiziere si riempì di grinze quando questi si postrò a terra, vicino ad uno dei suoi redenti.
<< Jorge!! >> lo chiamò preoccupata. << Non posso seguire tutti i miei redenti contemporaneamente; ti lascio alla tua “solitudine” per qualche giorno e ti ritrovo in queste condizioni; che hai combinato? >>
<< Gi… Gi… Gine… >> balbettò lui sofferente.
<< Ginevra… la tua protetta… >> annuì lei cercando di capire quale fosse il problema. Posò la sua mano sull’ampio petto del giovane Angelo alleviandogli il dolore tanto quanto potesse bastargli per parlare.
<< Come fai a sapere il suo nome? >> chiese scioccato.
<< Non ti è dato saperlo. >>
Quante volte Jorge aveva ricevuto tale risposta chiedendole il nome della persona che l’ha voluto redento o di quando avrebbe trovato il suo predestinato.
L’Angelo dai capelli corvini annuì.
<< Cosa mi è successo, Zelda? >> chiese poi.
<< Cosa è successo? >> chiese lei di rimando.
Le spiegò dell’incontro sulla terrazza, del suo aiuto fuori da scuola, della sua lite con la protetta.
<< Litigare con il proprio protetto porta alla sofferenza perché è come litigare con una parte di se stessi. Ma la sofferenza così prolungata non è dovuta alla lite… >> abbassò il capo e poi si alzò.
Jorge seguì ogni movimento.
<< Ginevra deve aver avuto qualche spiacevole incontro… >> lo guardò << Demoni >>.
<< Devo andare da lei!! >> esclamò provando ad alzarsi. Con un tonfo ricadde a terra per il dolore al petto.
<< Non puoi!! Quella sofferenza è dovuta al fatto che lei ti ha rifiutato. In qualche modo non ha seguito la parte buona della sua coscienza. Sta ascoltando loro… >> ammise afflitta la donna angelica.
<< Cosa posso fare allora? >> chiese quasi disperato.
<< Aspettare. >> rispose velocemente per poi continuare << Aspettare che l’influenza del male la lasci anche solo per un attimo… solo allora potrai trovala… Ora come ora è lei che non vuole essere trovata da te >>
Jorge sentiva di aver sbagliato. Era l’ennesimo fallimento. Come quello che era stata tutta la sua vita, come quando aveva provato a lasciarsi morire, come quando aveva lasciato libero Raphael, capo dei demoni.
In quel silenzioso momento qualcuno cercò di aprire la porta della stanza di Ginny.
<< Ma perché non si apre… >> La voce della zia di Ginny veniva attutita dallo spessore della porta.
I due Angeli dispiegarono le ali ma prima di spiccare il volo, Jorge provò una nuova emozione.
Il pentimento.
Afferrò una matita e aprì il libro che Ginevra leggeva in quel periodo vi incise poche lettere.
Cadde una piuma nera e con una folata di vento i due Angeli scomparirono.
La porta si spalancò e la zia corse a chiudere la portafinestra.
I due Angeli, invisibili agli occhi umani mentre volavano, si libravano fra le nuvole d’ovatta di quella sera primaverile.
Le ultime ore di quel venerdì erano quasi arrivate. Zelda fu richiamata dagli Angeli bianchi e si raccomandò con Jorge affinché la avvertisse di ogni novità.
Erano ormai le otto della sera quando Jorge deviò il suo volo sulla via della casa di Ginevra. E sentii bruciarsi il petto.
Un fuoco atroce lo stava dilaniando dall’interno.
Si abbandonò sulla palazzina di fronte la casa di Ginny e aspettò invano che il dolore passasse. Si affacciò involontariamente durante il suo doloroso delirio alla ringhiera e fu allora che la vide. O meglio, li vide.
Ginevra stava baciandosi con Raphael. L’Angelo stava soffrendo.
 
Un vento caldo intanto aveva portato via con se Raphael.
Si era rintanato nel suo rifugio, dove vi era un andirivieni di sfere infuocate, schiocchi di fruste e risate di tenebrosi demoni.
Raphael, seduto sul suo trono, aveva lo sguardo perso nel vuoto e una mano posata sulle labbra.
Cosa aveva fatto? La persuasione di una prescelta non contempla alcun bacio o rapporto di alcun genere. Lui aveva ceduto.
Quella ragazza, nonostante fosse così ingenua, lo aveva accettato senza scappare come avevano fatto tanti altri.
“Ginevra” pensò.
Quel nome gli affollava la mente, ormai.
 
Ginny, ancora scossa per ciò che le stava accadendo in neanche un paio di giorni, risalii stancamente le scale fino al pianerottolo e suonò.
La zia le aprii.
<< Ma bentornata… >> la accolse con tono di rimprovero.
<< Ciao >> la sorpassò per tornare in camera.
<< Ehi.. >> la bloccò << Ti sembra comportamento questo? Esci, non parli più, non sorridi più >> man mano la sua voce era sfumata.
<< Zia non sto bene… >> la guardò realmente scombussolata << Vado a dormire… >>
<< Ma non hai mangiato >> si ritrovò ad urlarle alle spalle la donna.
<< Non ho fame >> e chiuse la porta.
<< Sorella mia… ogni tanto credo di stare sbagliando con lei… >> sussurrò la donna alla finestra, persa nei suoi pensieri.
 
Ginny si gettò passivamente sul letto cercando di capirci qualcosa.
Jorge era un Angelo. Il suo Angelo.
Lei era una prescelta.
Raphael era un demone. Pentito, ma pur sempre un demone! Nemico di Jorge.
Divisa fra bene e male…si addormentò con indosso ancora t-shirt e gonna a pieghe.
 
Si svegliò nel bel mezzo della notte in uno stato di panico,come se sapesse di non aver fatto la cosa giusta. Guardò l’orologio: erano le tre in punto.
Afferrò il pigiama ed andò in bagno.
Si lavò bene il volto e si infilò il suo comodo pigiama bianco a pois rossi, canotta e pantaloncini corti.
Tornò in camera sazia di dormire e dopo essersi rigirata un paio di minuti nel letto alla ricerca di una posizione comoda sbuffò e si sedette appoggiando le spalle alla testiera del letto.
Accese l’abat jour e afferrò il suo romanzo.
Ma quella sera non lesse se non cinque lettere.
In uno spazio della pagina dove aveva lasciato il suo segnalibro dell’Inghilterra vi era incisa quella parola in una grafia perfetta.

Scusa.

Una piuma nera accompagnava il suo segnalibro.
La candida mano di Ginny la afferrò e iniziò a giocarvi.
Era una sensazione veramente piacevole quella piuma sulla pelle.
Ginevra chiuse gli occhi pensando al proprietario. Quella piccola parte di lei che ancora era in grado di distinguere il bene dal male le consigliò che l’unico modo di comprendere quale fosse la verità era parlare con Jorge.
Scese dal letto ed aprii la portafinestra.
<< Speravo l’avresti fatto prima o poi >> le giunse la sua angelica voce da un angolo del suo balcone.
Era rannicchiato li per terra da ore ormai.
<< Entra >> sospirò lei.
Entrarono nella calda stanza e Jorge quasi corse a chiudere a chiave in caso di nuove incursioni della zia.
<< Devo parlarti.. >> Ammise Ginny sedendosi contro la testiera del letto. Sembrava avere l’aria afflitta e colpevole.       
<< Di Raphael? >> chiese l’Angelo.
Lo fissò perplessa; poi sospirò.
<< Anche >> ammise infine guardandosi le punte dei piedi.
Jorge senza che fosse invitato prese posto sul suo letto, sedendole al fianco e passandole un braccio attorno alle spalle ricurve.
<< Chiedi e risponderò >> promise Jorge.
Ginevra si perse nei suoi occhi alla ricerca di risposte alle domande che gli avrebbe fatto nei prossimi minuti, o nelle prossime ore. Posò il capo nell’incavo del suo collo e aspirando il suo buon profumo iniziò a porgli i suoi interrogativi.
 

 
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Tadaaaaaaaaaan :D
Aggiornamento dopo neanche una settimana?? Ebbene si :D
Mi sono portata avanti con un pò di capitoli di questa storia così che possa aggiornare un pò più velocemente
:)
Coooomunque, parliamo di cose serie e interessanti: Cosa ve ne pare di questo nuovo capitolo? 
Cosa Sceglierà Ginevra? Il bene o il male?
E Raphael è veramente un pentito?
Jorge a quali domande deciderà di rispondere??
Tante domande ancora e tanti mmisteri da svelare :P Aspetto i vostri pareri :)

Ps. Prima di chiudere vorrei ringraziare:
 
1 - Giagiola 
2 - jcangy 
3 - LaurenConrad 

che hanno messo questa storia fra le preferite :D

e:

1 - HelenBlake 
2 -  jcangy 
3 - Miyo_Chan 
4 - _XeliX_ 
che hanno inserito questa storia fra le seguite :)

Pps.: Un grazie particolare va a Giagiola che sigla ogni capitolo con una magnifica recensione. E' prorpio grazie a lei che oggi vi posto anche un piccolo spoiler del prossimo capitolo:

 
<< Oggi hai sofferto ? >> sussurrò a malapena.
<< Tanto >> lui la fissava senza far trasparire alcuna emozione.
Jorge aveva sofferto per colpa sua. Puntò le ginocchia nel materasso e velocemente si sporse verso il giovane. Gli serrò il collo con le braccia.
<< Scusami >> sussurrò Ginevra al suo orecchio.

Passo e chiudo :D Un bacione :) Shy Angel.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Domande e risposte. ***


CAPITOLO 7_Domande e risposte
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Era li fra le braccia del suo Angelo e si sentiva bene. Al sicuro.
“ Forse ho sbagliato a trattarlo in quel modo ” pensò con gli occhi chiusi aspirando ancora del suo profumo.
<< Perché io? >> chiese dopo un po’.
Jorge le massaggiò il braccio provocandole pelle d’oca e brividi di piacere nel punto in cui la sfiorava.
<< Non c’è un perché… L’ho sentito e basta! Il destino ha voluto così.. >> rispose semplicemente l’Angelo.
<< Cosa hai sentito? >> chiese incuriosita lei.
<< Nelle vene scorreva lava, il cuore batteva a mille, nelle orecchie un fischio continuo e la mente occupata dalla tua immagine ogni secondo… Eri tu… Sei tu… >> rispose con ardore lui.
Riprese dopo qualche minuto con le sue curiose domande.
<< Gli umani hanno dei poteri? >>
<< Solo i predestinati possono risvegliare i loro poteri sopiti nel fondo del loro animo >> rispose lui serio.
<< Quindi io potrò risvegliare i miei poteri? >> la ragazza era su di giri.
<< Solo se sarà necessario >>
<< Ufff… e quali sono i poteri dei predestinati? >>
<< Variano da soggetto a soggetto >>
<< Quindi tu non sai quali siano i miei? >> chiese un po’ delusa.
<< No… percepisco solo che il tuo animo si irrora intorno a te come un’aura pura e glaciale >>
<< Wow >> lei pendeva dalle sue labbra ormai.
Poi continuò l’interrogatorio.
<< Chi è stato a volerti redimere? >> chiese dopo qualche minuto di silenzio.
<< Non lo so >>
<< Non hai mai chiesto a qualche “superiore”? >> scherzò lei.
<< Certo. >>
<< Come?! >> chiese incredula lei.
<< Si!! E’ ovvio che ho chiesto ma nessuno m’ha mai risposto!! >> era leggermente infervorato.
Ginny scoppiò a ridere.
<< Perché ridi ? >> chiese allora lui quasi scioccato.
<<     Perché         >> rispose fra una risata e l’altra << a modo tuo sei divertente! Avresti dovuto vedere che faccia da bimbo capriccioso hai messo su!! >> e si mise nuovamente a ridere.
<< Abbassa la voce… >> la ammonì lui.
<< Giusto >> e cercò di contenere le risate mordendosi le labbra carnose.
<< Sai.. >> catalizzò poi l’attenzione dell’Angelo sulle sue parole e non solo su quelle labbra rosse e invitanti << dovresti ridere un po’di più… ricordami di insegnarti a vivere la vita con un sorriso >> e concluse la sua futile predica con un sorriso, tanto per cambiare.
Jorge divagò.
<< Ginevra >> la chiamò ancora con quel tono che le faceva venire i brividi << non vuoi sapere nient’altro? >>
<< Che poteri hai? >> una scintilla di eccitazione le passò negli occhi. Si sporse verso l’Angelo per osservarlo incuriosita.
<< Controllo i venti del Nord come tutti gli Angeli della stella nera. Controllo meglio le brezze notturne. Sono più veloce di qualsiasi umano. Volo. Posso infondere i sentimenti che ho provato almeno una volta nelle persone che mi sono vicine anche solo sfiorandole. Soffro capendo che la mia prescelta si stia allontanando dalla retta via… >> assunse un’espressione seria << Penso di aver detto tutto >>
<< Oggi hai sofferto ? >> sussurrò a malapena.
<< Tanto >> lui la fissava senza far trasparire alcuna emozione.
Jorge aveva sofferto per colpa sua. Puntò le ginocchia nel materasso e velocemente si sporse verso il giovane. Gli serrò il collo con le braccia.
<< Scusami >> sussurrò Ginevra al suo orecchio.
Per un attimo Jorge non si mosse, poi ricambiò l’abbraccio. L’aura di quella ragazza era pura e glaciale. Il suo corpo morbido e caldo.
Lentamente sciolsero l’abbraccio.
<< Cosa hai provato? >>
Jorge distolse lo sguardo.
<< Jorge… >> lo richiamò lei.
<< Un fuoco mi ha dilaniato dentro >> si portò una mano sulla stella << facendomi accasciare e portandomi a chiamare in aiuto Zelda affinché alleviasse di poco il mio dolore. Ma non era ancora nulla…. >>
La fissò e dopo una teatrale pausa riprese.
<< Nel momento in cui lo hai baciato >> distolse lo sguardo dal volto della sua prescelta << ho pensato che la spada di Zelda fosse niente a confronto… Eri passata completamente dalla loro parte >>
Ginny tremò a quelle parole.
<< Come faccio a capire che tu hai ragione e Raphael no? Chi mi dimostra che sia giusta la tua parte e non la sua… infondo lui soffre per ciò che è… non influenza negativamente gli umani come gli altri demoni… >> lei si contorceva spasmodicamente le mani in preda alla confusione.
<< Ginevra non esistono demoni pentiti!! Tutto ciò che loro fanno è a fin di male… sono demoni, diamine!! >> esclamò Jorge cercando di non alzare troppo la voce.
<< Anche tu sei un Angelo, eppure sei capriccioso, prepotente, cinico e permaloso!! >> gli fece notare.
<< Non sono un Angelo bianco… devo ancora percorrere la mia strada di redenzione che inizia col farti capire dove sia il bene e dove il male >>
<< Quindi, non essendo un Angelo bianco, puoi sbagliare anche tu!? >>
<< Si >> ammise con difficoltà.
<< Puoi sbagliarti anche su Raphael?! >>
<< No!! >> tuonò.
<< Non ti credo >> e si voltò dando le spalle al suo Angelo.
<< Mi spiace… io ho provato a farla ragionare… ma il male >> si avvicinò a sussurrarle all’orecchio il finale della sua frase << è sempre più piacevole... all’inizio >>
Ginny si voltò ma Jorge non era più li. Scappò ad affacciarsi sul balcone ma lui non c’era.
 
Il sorgere del sole rischiarava il cielo terso della notte. L’inizio di un nuovo giorno.
Pochi minuti dopo Ginny andò in cucina a fare colazione.
<< Piccola mia, come ti senti? >> le chiese la zia appena la vide.
<< Male >>
<< Cos’hai ? >> le chiese ansiosa.
<< La testa pronta a scoppiare >> ammise. Ciò che invece omise fu il motivo per cui stava per scoppiare: una scelta fra bene e male, fra Jorge e Raphael, fra un piacere immediato e carnale ed un piacere ancora da scoprire.
<< Vuoi restare a casa oggi…. tanto è sabato… >> propose la zia.
<< Si…ma tu va comunque a lavoro… non preoccuparti, terrò il cellulare sul comodino… >> e dopo aver visto la zia annuire si alzò e tornò nel suo lettone a una piazza e mezza.
Si addormentò poco dopo.
 
 
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Aggiornamento domenicale. Causa: la prossima settimana sarà da suicidio...fra compiti e interrogazioni non vedo l'ora che questo ultimo anno di liceo termini in fretta.
Bene bene, veniamo al dunque... Domande e risposte....
E proprio quando sembra che Ginny si stia iniziando a fidare del suo angelo....Raphael torna a farsi sentire!!
Cosa accadrà ora??
Ginny ha ascoltato sia Jorge sia Raphael... Di chi si fiderà??
Aspetto le vostre opinioni :D
Ringrazio tutti i lettori (silenziosi e non) che seguono questa storia!!
Un grazie speciale a Giada :*
Un bacione e alla prossima settimana!!

Shy Angel
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Combatto per te... ***


CAPITOLO 8_Combatto per te…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lentamente Ginny riaprii gli occhi. Una leggera brezza, calda forse ancora troppo presto per essere definita estiva, le accarezzava le gambe e le braccia lasciate scoperte dal pigiama.
Si allungò come un gatto e si voltò nel suo letto accartocciandosi col lenzuolo e con la coperta azzurra. Mugolò qualcosa di incomprensibile e poi buttò l’occhio alla radiosveglia.
Erano già le dieci e mezza.
Si alzò da quel letto che voleva a tutti i costi tenerla con se e andò in bagno per una profumatissima doccia alle fragole col suo nuovo bagnoschiuma.
Lasciò che il dolce scrosciare dell’acqua fredda la risvegliasse completamente.
Si mise sotto quel getto gelato cercando di rischiararsi le idee; voleva capire chi chiamare fra Jorge e Raphael.
Il primo, il suo Angelo, era perennemente con quel broncio da ragazzo misterioso, non sorrideva mai e continuava solo ad ammonirla qualunque comportamento assumesse.
Il bene è proprio noioso se confrontato al male.
Il secondo, il suo demone, era bello ed eccitante. Si era pentito per ciò che aveva fatto in passato. E poi… l’aveva baciata.
In presenza di entrambi Ginny provava sensazioni strane.
Se con Raphael si sentiva emozionata e agitata anche solo per uno sfioramento di dita, con Jorge, invece, si sentiva bene. Si! Stava bene, si sentiva completa e in pace. I suoi occhi profondamente neri la facevano rabbrividire. Ma quel sogno di perfezione svaniva al primo discorso fra i due.
Quello zuccone diceva sempre la parola sbagliata al momento sbagliato.
A quel pensiero le sopraciglia di Ginny si aggrottarono.
Scegliere fra bene e male. E’ difficile. Specialmente se qualsiasi cosa tu scelga qualcuno che conosci sai che soffrirà.
Anche solo chiamare Raphael avrebbe portato alla sofferenza di Jorge. Ma doveva parlare col suo demone. Spiegargli che le era impossibile fare quello che le chiedeva.
Ginny uscì dal box doccia e afferrò l’asciugamano bianco, avvolgendoselo poi al corpo.
Si rivestì poi con un paio di jeans chiari e una maglia blu.
Rassettò camera e poi fece quello che la sua testa macinava da un po’.
Aprii la doppia anta della portafinestra, chiuse a chiave la camera della porta e si sedette ai piedi del letto.
Poi sussurrò al vento così << Raphael vorrei parlarti >>
Il vento caldo che aveva sentito la sera precedente la avvolse. Gli occhi della ragazza erano ancora chiusi e non erano riusciti a vedere quelli blu eccitati del demone che ormai già era entrato in possesso delle sue labbra.
Nota la potenza demoniaca ci volle poco a far si che la ragazza non ragionasse più e che collaborasse in quello che si sarebbe rivelato un terribile errore, in quel bacio.
Dopo qualche minuto un campanello trillò nella mente di Ginny.
“ Jorge ”
Si scostò dalle labbra di Raphael capendo che Jorge in qualche posto stava soffrendo per colpa sua.
<< Buongiorno piccola >> la salutò il ragazzo che era steso ormai sul suo letto con lei fra le braccia.
Ginevra sorrise falsa.
<< Raphael, volevo parlarti >> iniziò poi sedendosi sempre ai piedi del letto.
<< Dimmi >> si appoggiò sui gomiti lui.
<< Quello che mi hai chiesto, >> prese fiato << E’ impossibile da realizzare >>
Raphael trattenne il fiato osservando la linea delle spalle della giovane tremante.
<< Però potresti conoscere Jorge… potreste provare ad andare d’accordo >> alzò di qualche tono la voce, mentre parlava.
Era l’idea folle che le ronzava per la testa. Bene e male legati da un sentimento di amicizia. Folle, decisamente folle.
<< Ginevra >> velocemente ora era in piedi di fronte a lei << pensavo avessi capito… Mi spiace ma non si può fare… >>
<< Non dirmi così… >> si alzò in piedi intrecciando le mani a quelle del demone << Cosa succederà ora, allora?? >> chiese in ansia per un futuro troppo incerto.
<< Ora >> una voce decisamente fuori campo si intromise << interveniamo noi!! >>
Un ghignò malefico apparve sul volto del demone. Le mani di Ginevra  soffrivano per la stretta serrata di quelle a cui erano intrecciate.
Voltò lentamente il capo e vide sul suo balcone altri tre ragazzi dagli occhi cerulei.
Erano alti, possenti e vestiti con abiti di pelle nera.
“ Jorge aveva ragione. ” Pensò.
Schiacciata da quell’ammissione fatta a se stessa chiuse gli occhi, lasciò che una sola lacrima le solcasse la guancia pallida e poi sussurrò il nome del suo Angelo. Il buio si portò con se la nostra giovane predestinata.
 
Le sembrava di essere in un sogno. Vedeva le nuvole, le toccava. Si sentiva scaldata dal sole che batteva più forte dei solito. Osservava poi delle morbide ali che la sorreggevano. Le ali nere.
Si…. Doveva essere un sogno… Jorge non poteva essere corso in suo aiuto… lei non se lo meritava.
Non ricordò nulla di quel volo Ginevra; avrebbe saputo di aver sorvolato la città solo alla fine di tutta questa avventura che si apprestava ad iniziare.
 
Ginny riaprii gli occhi trovandosi in un bosco veramente strano. Si tirò su da un letto di foglie rosse sul quale era stata posata e si guardò intorno.
La cosa che immediatamente notò era l’infinita quantità di stelle in quel cielo notturno.
“ Notturno?? Da quanto tempo sono fuori di casa?? E poi.. dove mi trovo?? ” queste domande si affollarono dolorosamente nella testa di Ginny, tanto che le venne istintivo portarsi le dita delle mani alle tempie per massaggiarle.
Ma le mani erano doloranti. Le guardò.
Dei lividi le segnavano in tutta la loro lunghezza.
D’un tratto ricordò.
Raphael. Il bacio. I demoni. La sua stupidità ad avergli creduto. Il buio.
Riaprii gli occhi e lo vide. Jorge era tornato da lei. Con lui una donna serafica, dai boccoli biondi e dagli occhi smeraldini.
<< Ben svegliata cara! >> la salutò la donna come se la conoscesse da sempre.
Ginny non rispose, continuava ad ammirarla.
<< Jorge io vado… prenditi cura di lei >> e sparì.
<< Era un Angelo? >> chiese con timore Ginevra.
<< Zelda >> tagliò corto lui dall’ombra di un albero sapendo che avrebbe ricordato l’Angelo della sua redenzione.
La moretta annui. Un grillò iniziò a gracchiare nella selva.
<< Jorge…>> lo chiamò lei << Scusami.. >>
La ragazza aveva parlato col cuore ma l’Angelo era ancora amareggiato e perciò iniziò a rimproverarla.
<< Lo capisci che hai rischiato la vita vero?? >> era veramente alterato.
<< Si >>
<< Lo capisci che se non fossi arrivato in tempo saresti già morta? >>
<< Si >>
<< Zelda è dovuta correre in aiuto di un’umana…. per colpa mia che non sono riuscito a farti capire in che guaio ti stavi cacciando…. >>
<< Mi dispiace >> sussurrò lei iniziando a piangere
<< Non saranno delle lacrime a farmi commuovere.. >> continuava a camminare avanti e indietro << dovremo sbloccare i tuoi poteri, dovremo combattere.. >> la fissò << dovrai combattere contro il tuo amico Raphael >>
<< Non è mio amico >> sospirò lei sentendosi presa in giro.
Jorge si sedette sul tronco di albero sul quale era accomodata la sua protetta.
<< Io… >> iniziò lei << penso di essere svenuta… cosa… cosa è successo? >>
<< C’è stato un combattimento >> sorrise al ricordo << diciamo che nella tua camera c’è stato un leggero spostamento d’aria.. Con uno dei miei dardi sono riuscito a ferire Raphael e poi è scomparso con i suoi scagnozzi.. dopo ti ho portata qui per farti curare da Zelda >>
<< Quali dardi? Dove mi trovo? Cosa avrà pensato Zelda i me? Penso che sia tardi, non dovrei tornare a casa? Zia sarà preoccupata… >> le parole e le domande le sfuggirono così velocemente dalla bocca che si morse la lingua alla fine della filippica.
L’Angelo rise con cuore sincero. << Calma, calma! Una domanda la volta >> e le posò una mano sulla spalla.
Ginny si fermò a registrare nella sua memoria quelle fossette che gli avevano reso il viso unicamente perfetto; ora poteva dire di aver visto un vero Angelo.
<< Ginevra.. >> la chiamò preoccupato per il suo mutismo.
Lei scosse la testa capendo di essere stata colta in flagrante.
<< Dove siamo? >> chiese affinché l’Angelo non facesse qualche osservazione sul suo insolito comportamento.
<< Nella foresta della Notte… un posto sicuro che mi ha consigliato Zelda >>
<< Quanto tempo è passato da quando… >>
<< Poco… una decina di minuti.. >>
<< Zelda… >> guardò Jorge << Ha detto qualcosa riguardo me? >>
<< Che sei una che si caccia facilmente nei guai >>
Ginny annuì consapevole.
<< Che dardi? >> chiese poi.
<< Prego? >> chiese di rimando Jorge non capendo il riferimento.
<< Hai detto di aver ferito Raphael con uno dei tuoi dardi… >>
<< Con uno di questi… >> e nella sua mano comparì un arco e una freccia che rifletteva i colori dell’arcobaleno.
La ragazza rimase affascinata e si avvicinò per provarne la consistenza. Jorge fece scomparire le armi in un batter d’occhio.
<< Non li puoi toccare, mi spiace.. >> le spiegò.
<< Perché sei venuto a salvarmi? >> chiese infine lei col capo chino, chiaramente colpevole.
<< Io combatto per te e per la tua salvezza. Sei tu che in un modo o nell’altro mi redimerai. In fin dei conti… >> le prese il mento con il pollice e l’indice e le fece alzare lo sguardo per fissarlo bene negli occhi << mi fido di te, ragazzina >>.
Jorge era stato così sincero con lei e invece lei non era riuscita neanche a fidarsi di lui.
L’angelo si alzò.
<< Dobbiamo andare dagli Angeli scarlatti per far attivare i tuoi poteri. >> annunciò.
Lei annuì.
Jorge si voltò e le porse la mano.
<< Si fida di me, mia ragazza prescelta? >> le chiese sincero con i suoi modi d’altri tempi.
Non le importava quanti secoli ci fossero di differenza fra loro, non le importava di correre un pericolo che non avrebbe potuto immaginare fino a qualche giorno prima.
Il suo Angelo aveva ragione. Lo aveva capito a proprie spese.
Infilò la sua mano in quella grande e forte di Jorge.
Un mezzo sorriso incurvò le labbra dell’Angelo e le sue ali si dispiegarono immense e nere come i suoi occhi. La camicia chiara andò in brandelli lasciando intravedere il corpo perfetto di Jorge.
Quest’ultimo attirò a se la sua prescelta, tenendola stretta per la vita.
<< Reggiti forte >> le sussurrò.
Poi spiccò il volo in quel cielo divinamente stellato.
Si fidava di lui. Ne era certa ormai; lui avrebbe dato anche la vita per lei, la prescelta.
 
 
 
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Sono tornata dopo una settimana di intensa attività scolastica...Se dovessi rinascere in un'altra vita non sceglierò mai più il maxisperimentale scientifico..mi stressa mi opprime e mi distrugge >.<
Torniamo però a parlare di cose serie.... Che ve ne pare di questo capitolo??
Avevate idea che i demoni fossero li??
E Raphael accetta ciò che è accaduto a quella ragazza che è stata capace di strappargli per la prima volta delle emozioni?
E Jorge ora dove condurrà la nostra prescelta??

Su su...aspetto le vostre idee e le vostre ipotesi!!

Un bacione, vostra Shy Angel



Spoiler capitolo 9

Mentre continuava a fare su e giù sulla sua splendida ala spostò lo sguardo sul volto di Jorge;
era rilassato, con gli occhi chiusi e un sorriso compiaciuto sulle labbra.

 
 
 

 
 

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Capitolo 9
*** Fidati di un sorriso sincero ***


CAPITOLO 9_Fidati di un sorriso sincero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Avevano spiccato da poco il volo e Ginny continuava a non credere a quello che stava vedendo: la sua città illuminata da un sole giallo limone sembrava un puntino piccolissimo. Lentamente Jorge scese di quota.
Le orecchie della ragazza si tapparono a quel cambiamento di altitudine.
Poi la riconobbe. Fra tante case vide la sua e notò come Jorge curvasse lentamente quelle morbidissime ali per cambiare direzione in base al vento.
Atterrarono senza dire una parola sulla terrazzina della sua stanza, li dove era cominciato tutto.
Si guardarono negli occhi. Jorge si aspettava che la ragazza urlasse dopo quella stranezza che aveva vissuto.
Ginevra alzò lentamente una mano e gli sfiorò un braccio.
<< E stato veramente bellissimo >> e gli sorrise.
Il giovane angelo rimase interdetto; ancora non capiva quei sentimenti umani che aveva iniziato a provare da quando c’era la sua protetta nella sua vita. Aveva provato i senso di possesso, il coraggio, la tristezza, la paura.
<< Perché sorridi? >> chiese di punto in bianco.
<< Perché mi piace infondere serenità nella gente che mi sta intorno >> disse la ragazza allargando ancora di più il suo sorriso.
<< Tu ne sei convinta? >>
<< Certo >> annui seria << Tu ti fidi di me e da quando ti ho sorriso sul tuo volto le tue labbra si sono incurvate in un piccolo sorriso sghembo >>
E con il dito indice della mano destra sfiorò quell’angolo delle sue labbra carnose che era rivolto all’insù.
Gli occhi di Jorge mutarono. Da neri che erano divamparono di rosso scarlatto.
Ginevra ritrasse la mano spaventata che avesse compiuto qualche gesto avventato.
<< Cos- >> cercò di chiedere.
Jorge tremava; sentiva il fuoco scorrere nelle vene, proprio come la prima volta che l’aveva vista.
Respirò a fondo chiudendo gli occhi e infine riprese piena coscienza di se.
<< Scusa >> disse poi l’Angelo.
<< Cosa è stato? Cosa ho fatto? >> chiese in un sussurrò Ginny.
<< Non so cosa sia; questa è la seconda volta che accade. Quando sei con me in alcune occasioni mi sento infuocare. >> spiegò lui.
<< La prima volta è stata quando mi hai vista a scuola, vero? >>
Jorge annuì.
<< Io >>continuò la ragazza << la prima volta che ti ho visto, in quel corridoio, ho sentito molto freddo >>
<< E’ normale >> annuì Jorge << Se provassi a toccare le mie ali vedresti che avresti ancora i brividi >>
<< Posso >> ghignò lieta lei allungando una mano verso la sua ala destra.
L’angelo acconsenti.
Ginevra fissò lo sguardo sulla sua mano e lentamente la avvicinò a quel piumaggio nero e morbido. Era glaciale come aveva detto Jorge ed era anche morbido come un peluche, al tatto. Le piaceva. Mentre continuava a fare su e giù sulla sua splendida ala spostò lo sguardo sul volto di Jorge; era rilassato, con gli occhi chiusi e un sorriso compiaciuto sulle labbra.
Ginny ne approfittò; s’alzò in punta di piedi all’orecchio del suo angelo e gli sussurrò << Vedi che se vuoi sorridi anche tu? >>
Jorge preso alla sprovvista aprii gli occhi nuovamente scarlatti e si spostò leggermente all’indietro preso da tutto quel calore che la ragazza emanava. Ma Ginevra non aveva calcolato quello spostamento e perse l’equilibrio in avanti.
Per non cadere si appoggiò con una mano alla spalla di Jorge; lui la sorresse con una mano sul fianco.
Quella vicinanza non era prevista, per niente.
Si guardarono spaventati negli occhi; l’imbarazzo prese possesso di loro.
<< Dovresti preparare uno zaino con qualche ricambio, del cibo e una scusa per tua zia >> disse lui lasciando Ginny e guardando dritto davanti a se.
Aveva cambiato argomento; stava provando ad allontanare un sentimento che gli riscaldava l’animo, iniziava a provare affetto per la ragazza che ora, imbarazzatissima, annuiva e rientrava in camera.
Jorge ritirò le ali e la seguì.
Ginny era confusa da quella scarica che le aveva percorso la schiena, da quella morsa che le aveva serrato lo stomaco.
Afferrò la maniglia esterna della porta finestra e aprii la suddetta. Rimase sconcertata.
La sua stanza era stato un campo di battaglia, ok…ma questo era troppo.
Non c’era una cosa al suo posto, persino il materasso era per metà sulla rete del letto e per metà a terra.
Fogli sparsi ovunque, libri disseminati sul pavimento, l’armadio vuoto e gli abiti appesi ad ogni angolo.
<< Scusa >> rise Jorge della sua espressione.
<< Spero che nel tuo arsenale di angelo custode ci sia anche qualche magia per riordinare questa stanza, perché io non tocco nulla!! >> disse lei con lo sguardo vitreo rivolto verso quella che una volta era la sua stanza.
Rise. Si, rise di una risata cristallina e perfetta.
Jorge rise di gusto, per la prima volta.
Lei si voltò e dopo poco rise con lui.
Ginny scosse la testa e svuotò, dopo quegli attimi indimenticabili di ilarità, uno zaino e vi infilò a casaccio qualche maglia e qualche ricambio.
<< Fa bene ridere >> ruppe lei il silenzio che si era venuto a creare << fidati sempre di un sorriso sincero >> e rivolgendo un sorriso a quest’ultimo sparì dalla stanza per recarsi in bagno.
Afferrò uno spazzolino, una saponetta, il dentifricio e tornò da Jorge.
Ritrovò la sua stanza come non l’aveva mai vista: ordinata e spolverata senza il minimo oggetto fuori posto.
<< Come hai fatto? >> chiese senza parole.
<< Segreti del mestiere >> si avvicinò alla ragazza << ma ora prepara una scusa per tua zia, dobbiamo andare >>
Lei deglutii. Chiamò la zia e le disse che avrebbe dormito per qualche giorno Alice e quindi di non preoccuparsi. Chiamò poi l’amica e le chiese di coprirla per qualche giorno…presto sarebbe tornata e le avrebbe spiegato tutto. Mise giù il cellulare e si voltò verso Jorge. Non una parola, non un gesto. Lui, col suo sguardo annoiato e vitreo, afferrò la ragazza per la vita e si precipitò fuori dalla finestra dispiegando le grandi ali. Ginevra si sentiva al sicuro fra le braccia del suo angelo custode e si concesse di socchiudere gli occhi. Presto sentii le membra pesanti e si addormentò nell’abbraccio gelato di Jorge. Avvertì solo un sospiro gelido fra i suoi capelli. O forse era semplicemente il vento.







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Capitolo particolare questo. Ginny ha capito qual è il suo destino ma ora come si preparerà alla battaglia contro i demoni??
Sarà pronta a combattere contro Raphael? o qualcosa le impedirà di farlo?
A voi l'ardua sentenza :D

Mi scuso per questo immenso ritardo gente!! ;P

Ps. piccolo spoiler del prossimo capitolo:


Voi stupidi angeli, siete proprio costretti a non dire neanche una bugia? A fin di bene, intendo.

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Capitolo 10
*** Le fate del destino ***


CAPITOLO 10_Le fate del destino
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non sapeva quanto tempo era passato da quando si era addormentata fra le sue braccia, ma appena sveglia si ritrovò ai piedi di una grande quercia ancora avvolta nel gelido abbraccio del suo angelo.
<< Dove siamo? >> chiese con la voce arrochita dal sonno.
<< Siamo quasi arrivati alla porta che collega il tuo mondo col mio. >> rispose Jorge alzandosi e lasciandola rannicchiata ai piedi dell’albero.
<< Perché ci siamo fermati allora? >> chiese lei iniziando a collegare i neuroni alla bocca.
<< Aspettavo che ti svegliassi per attraversare la radura delle fate.. >> ammise il ragazzo col solito sguardo annoiato di chi afferma qualcosa di ovvio.
Ma per Ginny niente era più ovvio. Il semplicissimo fatto che ora lei non stesse parlando con un ragazzo ma con un angelo, o meglio il suo angelo, non era né ovvio né normale.
<< Fa- fate? >> balbettò infatti la moretta sbattendo freneticamente le palpebre per mettere bene a fuoco la perfetta figura del compagno di viaggio.
<< Si >> annuì lui.
La ragazza sbuffò spazientita.
<< Dovrebbero darti un premio per la loquacità!! Parli così tanto che mi si consumano le orecchie a forza di sentirti >> commentò ironica.
Gli occhi di Jorge rotearono facendo intendere di non essere interessato ai problemi della ragazza.
<< Non ti aspettare delle bimbette con i brillantini e le ali colorate. E ora alzati, da qui si continua a piedi >> ordinò.
Ginevrà si alzò e gli lanciò uno sguardo truce. Gli avrebbe chiesto perché non poteva volare, o come erano le fate in realtà, ma quel suo atteggiamento da angelo onnisciente la infastidiva e decise di non rivolgergli parola. Se avesse voluto avrebbe parlato lui.
Appoggiò una mano al ruvido tronco della quercia sotto la quale era seduta e flettendosi, afferrò lo zainetto rosso.
Si voltò e iniziò a seguire Jorge che, con le sue gambe lunghe e perfette, era già qualche metro più avanti di lei.
Forse passò un’ora prima che Jorge parlasse.
<< Sei silenziosa. >> non una domanda, o un’esclamazione. Una semplice constatazione.
<< Se parlo ti annoio o, peggio, ti disturbo >> concluse Ginny inviperita che si fosse accorto dopo un’ora del suo mutismo.
<< Non mi annoi tu; ogni tanto disturbi, ma non sempre >> le rispose Jorge.
<< Oh, grazie eh! Tu si che sai farli i complimenti a una ragazza… Devo ammettere che tutti i ragazzi con cui sono uscita mi hanno sempre classificata come una rompi. >> scherzò velenosa lei.
<< Non è certo colpa mia se ti facevano solo complimenti senza dirti la verità. >> commentò lui saltando una grossa radice che imperversava lungo il suo cammino.
Ginny aprii la bocca rimanendo senza fiato e si fermò a fissare le spalle del suo compagno che procedeva imperterrito sulla sua strada.
Poi Jorge, si voltò.
<< Che succede? Perché ti sei fermata? >> le chiese.
<< Ma hai sentito cosa hai detto?? >> gli chiese sconcertata la ragazza.
<< La verità?! >> chiese quasi timoroso lui.
<< Voi stupidi angeli, siete proprio costretti a non dire neanche una bugia? A fin di bene, intendo. >> chiese poi lei.
<< No…siamo i buoni noi. Ricordalo. >> e incurvò leggermente le labbra; poi continuò << Dai, muoviti… Siamo quasi arrivati. >>
<< Jorge!! >> lo chiamò lei correndogli incontro mentre l’altro ricominciava a camminare. << Per quella questione della verità, non potresti evitare di dire alle persone di essere irritanti? Sai, non fa affatto piacere sentirselo dire.. >>
<< Non è colpa mia se voi umani non accettate la verità. >> e sghignazzò ancora.
<< Ti odio. >> gli disse lei bonaria, accettando il suo “ problema : loquacità ”.
Dopo pochi metri Jorge si fermò.
<< Siamo arrivati. >> annunciò.
Ginevra si guardò intorno ma niente le ricordava una porta. Intorno a se c’erano solo alberi secolari, gufi che nella notte lasciavano intravedere i loro opprimenti occhi gialli e grilli che rompevano il silenzio della notte.
<< Tu ne sei proprio sicuro? >> chiese scettica al suo angelo.
<< Voi umani avete dimenticato troppo facilmente le bellezze che si nascondono intorno a voi >> le rispose.
Ginny cercò di mettere a fuoco ciò che la circondava. Niente.
<< Chi siete? >> una dolce e melodiosa voce sfiorò le sensibili orecchie dei due giovani come una cantilena.
<< Io sono un Angelo della stella nera, mia regina, pronto a servirla. >> e si chinò appena Jorge << E lei è la mia protetta. >>
<< Fatevi avanti >> aggiunse nuovamente ovatta la voce.
Ginny era spaventata e si aggrappò all’avambraccio dell’angelo. Lui prima di condurla qualche passo più in là si voltò per fissare la sua splendida pelle che al chiarore lunare appariva lattea e candida.
<< Non ti preoccupare >> le disse infondendole quel coraggio in più. Lei annuì.
Colmarono quello spazio che era stato loro richiesto con qualche passo e si fermarono quando dinanzi ai loro occhi apparve una donna alta e dalla carnagione color caffè.
Aveva i capelli neri riversi sulle spalle e intrecciati i morbide trecce fatte di margherite bianche e bacche vermiglie; indossava un abito verde d’altri tempi, dal corpetto scuro che le stringeva la già sottile vita. I piedi, affusolati e graziosi, posavano a loro agio fra la terra del campo.
Con le braccia nascoste dalle ampie maniche dell’abito ripose loro la domanda.
<< Chi siete? >> la voce melodiosa della donna incantò quasi Ginevra.
<< Io sono Jorge, angelo della stella nera e lei è Ginevra, la mia protetta >> ripetè il ragazzo.
Un frusciò di foglie e il rumore di qualcuno che correva distrasse Ginevra dalla figura che era loro innanzi. Voltò il capo e le vide.
Le fate.
Delle ragazze normali all’apparenza si nascondevano fra gli alberi e li osservavano curiose. Indossavano lo stesso abito della donna scura di carnagione, solo che la loro vita non era stretta dal corpetto, avevano solo una scura cintola alla vita.
<< Cosa volete? >> chiese la donna con pacatezza assoluta.
<< Vorremmo oltrepassare la porta che ci condurrà dagli angeli scarlatti. Devono essere risvegliati i poteri di Ginevra >> rispose sempre l’angelo.
Quando sentii il suo nome Ginny strinse leggermente la mano di Jorge che la avvolgeva per rassicurarla.
<< Ginevra io sono la regina delle fate, sono Mia>> si presentò la donna << porgimi la tua mano così che io possa saggiare i tuoi poteri e la tua anima. Non è da tutti gli angeli portare la loro prescelta da me. >>
Ginny titubò appena ma poi, lentamente e dopo aver fissato il volto tranquillo di Jorge, le porse la mano che prima era intrecciata a quella di Jorge.
Le mani scure di Mia avvolsero la candida mano di Ginevra che si sentii strana. Avvertii un leggero formicolio bloccarle la circolazione dell’arto.
Pochi secondi dopo Mia lasciò a presa.
Il silenzio che li avvolgeva era innaturale.
Tutte quelle fate che erano prima nascoste fra alberi e cespugli, ora si erano radunate intorno al trio.
Jorge sembrava non respirare. Ginny avvertiva il cuore palpitare.
<< La tua aura è pura, glaciale e potente. Hai un grande potenziale Ginevra e spero che il tuo angelo ti spieghi come sia meglio usare i tuoi poteri una volta risvegliati. Potrebbero rivelarsi una risorsa per il nostro mondo e potresti diventare qualcuno di importante; o potrebbero tornare a sopire appena qualche secondo dopo che verranno risvegliati. Una sola cosa è certa >> e fece un cenno alle altre fate << da questa notte, la tua vita subirà una svolta importante. >>
Concluse il suo discorso e con un cenno delle lunghe dita ordinò alle sue sottoposte di aprire la porta.
Ognuna di loro toccò un albero secolare ivi presente e pronunciata una frase in una lingua sconosciuta provocò un movimento per ogni arbusto. I rami cominciarono a flettersi e ad intrecciarsi. La porta non esisteva in realtà.
Era uno spazio quasi come uno specchio che si stagliava dal suolo a quell’intreccio particolareggiato di rami.
<< Vi ringraziamo fate >> disse allora Jorge afferrando la mano di Ginevra.
<< Che il vento che vi accompagna vi sia sempre propizio. >> udirono mentre attraversavano il varco.
 
 
Posarono entrambi i piedi al di là dello specchio immaginario e si fermarono a fissarsi.
Le ali di Jorge si dispiegarono rapidamente.
<< Perché hai fatto comparire le ali? >> chiese Ginny stordita ancora una volta dalla loro bellezza.
<< Non sono stato io… >> ammise senza parole l’angelo.
Ginevra deglutii e si perse ad osservare ancora Jorge.
Era veramente serafica la sua bellezza. I muscoli dell’addome erano ben delineati, i pettorali posseduti da quella G ce aveva sul petto e gli occhi erano, ancora una volta, scarlatti.
Quando Ginny incrociò gli occhi di Jorge lo scoprì a fissarla di rimando.
Qualcosa iniziava ad elettrizzare e a scaldare l’aria fra loro. Ma nessuno dei due aveva ancora compreso cosa realmente fosse.
Fatto sta che Jorge le offri nuovamente la mano e Ginny, sorridente e con le guance leggermente arrossate, la afferrò.
Si guardarono intorno. Una luna rossa illuminava il secco paesaggio intorno a loro.
Un passo.
Poi un altro ancora.
Gli occhi castani di lei che fremevano di paura.
Gli occhi ardenti di lui che per la prima volta trasmettevano affetto verso qualcuno.
Le dita delle loro mani intrecciate in una stretta convulsa di tensione, fiducia e…. qualcosa che ornai li legava indissolubilmente.

_________________________________________________

Scusate per l'ennesimo ritardoooo :(
Vi informo che dovrebbero rimanere altri 5 capitoli che però sono ancora in bozza!! :(
Allora...cosa ne pensate di questo capitolo? E' di passaggio e un pò noioso ma è fondamentale u.u Specialmente l'ultima parte!!
Aspetto le vostre opinioni!!
:D
Un bacio...e spero: a presto <3
Vostra Shy Angel 

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Capitolo 11
*** Prigionia ***


Capitolo 11_ Prigionia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quelle ali che così poche volte le era stato concesso vedere o sfiorare, ora si dipingevano perfettamente in quella radura desolata e infuocata da quel gigantesco sole rossastro. Camminavano, Jorge e Ginny, fianco a fianco avvertendo una leggera brezza che sfiorava dolcemente i loro volti.
Ginny si fece coraggio e parlò.
<< Cosa accadrà ora? >> chiese titubante.
Jorge si voltò per fissarla.
<< Non lo so >> ammise infine abbassando il capo.
Ginevra gli sfiorò appena con le punte delle dita ghiacciate il braccio sinistro. Lo sguardo di Jorge ribollì ancora una volta accendendosi di rosso intenso e alzò gli occhi verso la ragazza.
Lui che già nella sua vera vita era stato così orgoglioso e presuntuoso, ora non sapeva come agire e, in più, veniva persino consolato da una ragazzina più piccola di lui di due secoli.
Aprii le labbra per parlare ma non un suono ve ne uscì.
Un fruscio di alberi scossi da un forte vento irruppe. Jorge alzò lo sguardo e li vide.
Eccoli li, tre angeli dalle ali rosse come il sole che imperversava il quella desolata radura che solcavano il cielo che li sovrastava.
Lentamente posarono i piedi scalzi sulla terra bruna.
Ginny li fissò quasi spaurita. Erano di corporatura più robusta di Jorge ma egualmente muscolosa e delineata. Indossavano dei semplici e larghi pantaloni rossi che si chiudevano con un laccio attorno alle caviglie. I polsi erano tenuti stretti da dei lacci di cuoio nero. I loro volti erano duri e in scalfibili come la pietra.
<< Chi siete? >> chiese uno dei tre, quello al centro.
Per l’ennesima volta Jorge si presentò e indicò Ginevra come la sua protetta.
I tre, dopo un momento di silenzio, alzarono l’angolo destro delle labbra in un ghigno. Era inquietante, pensò Ginny, il loro perfetto movimento sincrono.
Gli angeli camminarono loro incontro e si fermarono loro innanzi.
Quello centrale con uno scatto quasi invisibile afferrò la ragazza da un braccio e la strattonò via; gli altri due fermarono Jorge.
<< Jorge!!>> urlò la ragazza che cercava di liberarsi dall’angelo scarlatto << dove mi stanno portando?? Jorge!!>> strillò con tutto il fiato che le era in gola ma non ne ricavò nulla: Jorge era già scomparso con gli altri due.
L’unica cosa che Ginny ricordò prima di perdere i sensi fu una frase forse semplicemente immaginata “Verrò a prenderti, Ginny. Lo prometto!”.
Poi il buio…ancora una volta.
 
Si risvegliò su un pavimento freddo e duro. Scosse lentamente il capo e le membra e si alzò. Era circondata da tre pareti di pietra dura e la quarta era bloccata da delle lame verticali ed orizzontali.
Era in una cella.
Corse verso quelle sbarre e si affacciò.
<< C’è nessuno?? Rispondete!! >>
Un muto eco le rispose.
<< Dovete farmi uscire!! >> strillò la ragazza in preda al panico.
 
Jorge intanto era li, nel cantuccio dell’angolo più oscuro della sua cella, i piedi erano legati da spesse catene dorate.
Il nome della sua prescelta rimbombava prepotentemente nella sua testa.
Non era riuscito a salvarla. Come sempre nella sua vita, aveva fallito.
Non piangeva, non parlava. Aveva solo gli occhi sbarrati e una strana sensazione di vuoto dentro di se.
“ Ginny..” pensò ancora una volta.
 
“Ginny..” si sentii chiamare la ragazza.
<< Chi è stato? Chi ha parlato? >> nessuna risposta.
“ Ginevra non sono riuscito a tenerti fuori dai guai “ sentii ancora.
Quella era la voce di Jorge. << Jorge, Jorge…Dove sei? >>
Si era alzata cercando di capire da dove provenisse quella voce.
“ Come al solito ho fallito..”
Ancora la voce del suo angelo. Nella sua testa.
<< Possibile che a me sia capitato giusto l’angelo più pessimista!!>> sbraitò la ragazza per poi continuare << Fatemi uscireeeee!!!>>
Poi dei passi.
Tac tac tac.
<< Chiunque tu sia fammi uscire da qui! >> gli occhi della ragazza guizzarono di voglia di libertà.
<< Ragazzina >> una voce cupa e tetra rispose avvicinandosi << non ti è concesso urlare. >> La calma piatta di quelle parole fece infervorare la ragazza.
<< Io urlo quanto mi pare e piace>> e infilò le braccia fra le barre <> riprese poi.
Dinanzi ai suo occhi apparve un uomo che dall’aspetto avrebbe potuto avere 30 anni, se non fosse per quelle magnifiche ali scarlatte che si stagliavano dietro il suo possente busto.
<< Io sono Gabriel >> iniziò lui parlando lentamente, per niente scalfito dalle urla si Ginny << capitano degli angeli scarlatti, guardie del regno divino e giustizieri di Dio e…>> ma non terminò.
<< Non me ne frega niente di chi sei. Voglio solo sapere se Jorge sta bene!! Perché giuro che se gli avete anche soltanto torto un capello, io…>> e lasciò la minaccia in sospeso.
L’uomo da una folta chioma bruna s’irritò appena.
<< Cosa siete venuti a fare qui? >> chiese poi.
<< A risvegliare i miei poteri per combattere contro Raphael >> rispose Ginny.
Le era sembrato, nominando il demone che l’aveva sedotta, che l’angelo scarlatto fosse stato scosso da un leggero brivido.
Proprio quell’angelo, dopo aver fissato velocemente le sbarre della sua cella, ne aprii la serratura e si voltò.
<< Seguimi e sta zitta. >> ordinò.
Lei lo fece, sperando in cuor suo di raggiungere presto Jorge.
La condusse su per alcune scale e le fece percorrere corridoi intrecciati che, a prima vista, sembravano quelli delle segrete dei castelli.
“ Ginny, Ginny, Ginny..” la voce di Jorge nella sua testa era sempre più insistente.
Gemette dal dolore poco dopo, portandosi le mani alle tempie.
<< La mia testa..>> sussurrò dolorante.
<< Cosa succede? >> le chiese Gabriel.
<< Sento..sento.. Jorge che sussurra il mio nome.. Mi fa male alla testa..>> gemette Ginevra.
Gabriel serrò le labbra e, voltandosi, cominciò a camminare con passo più spedito.
Fu un impresa riuscire stare al suo passo.
Scesero infine le scale che conducevano, a detta di Gabriel, alla cella di Jorge.
Ginevra stava correndo.
 
Una sensazione di calore lo accolse ma non capii cosa fosse.
<< Jorge..>> un sussurro al suo orecchio. Poi un singhiozzo. Infine una lacrima, non sua, sulla guancia sinistra.
Voltò appena il capo e la vide.
<< Ginny..>> la chiamò abbracciandola.
Lei si era seduta sulle sue cosce, ed ora si stavano abbracciando come se non si vedessero da secoli.
Si staccarono appena per fissarsi negli occhi.
 
I suoi occhi erano rosso vivo, come se la desiderasse da sempre.
Uno schiarirsi di gola interruppe il loro momento.
<< Dobbiamo andare.. >> Gabriel e il suo vocione non ammettevano repliche.
Jorge e Ginny si alzarono e lo seguirono fino ad una sala gremita di Angeli scalatti e di angeli bianchi. Fra di essi anche Zelda nella sua divina bellezza.
Gli occhi di Ginny furono catturati da un quadro appeso alla parete: tre angeli con i loro archi puntati.
Il primo era Gabriel, col suo volto sicuro e in scalfibile e le ali rosso fuoco.
Il secondo aveva le ali bianche e alle punte sfumate d’azzurro. Era rappresentato da un ragazzo di una ventina d’anni, biondo e con gli occhi azzurri.
L’ultimo era Raphael. Un brivido la percorse.
Cercò coi suoi occhi Jorge che l’aveva fissata fino a quel momento.
<< Raphael, era un angelo >> rispose Jorge alla sua muta domanda. << Uno dei tre Angeli di Dio: Gabriel, Michael e Raphael >>.
Lei rimase senza parole.
Gli angeli intorno a loro presero posto intorno alla stanza e lasciarono al centro la giovane coppia, il possente Gabriel e, l’appena giunto, serafico Michael.
 
 
 
 
 
 ______________________________________

Sono una suicida, lo so. Aggiornare il 1 dell'anno è un suicidio.
Ma dato gli impegni che costellerrano il 2012 mi auguravo che aggiornando il primo dell'anno avrei aggiornato tutto l'anno.
ahahahha...ok sono pazza XD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusatemi se il prossimo aggiornamento non sarà a breve <3
Ne approfitto per farvi gli auguri di buon anno e che vi porti fortuna :*
Baci

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Capitolo 12
*** Prepararsi alla battaglia (parte I) ***


Capitolo 12_ Prepararsi alla battaglia (prima parte)








Gli occhi della ragazza erano ancora incatenati al magnifico dipinto che si stagliava sulla parete di fronte a se, quando una voce cristallina irruppe nei suoi pensieri.
Quasi con voce da bambino, quella di Michael, chiese al compagno serio a dal portamento fiero chi fossero “questi mocciosi”.
Quel tono provocatorio stonava su quelle labbra dalla voce angelica.
Ginny storse il naso quando udì come lei e il suo angelo erano stati definiti.
Jorge rimase impassibile.
Le labbra del capo degli angeli scarlatti saettarono nel rispondere in una conversazione rapida e sussurrata.
Michael uditi pochi sussurri si voltò sbalordito verso la giovane coppia.
Gabriel si portò avanti al biondo compagno e si avvicinò ai due ospiti.
<< Parlate >> ordinò perentorio.
Jorge si schiarì la voce e iniziò ad elencare gli avvenimenti che li avevano visti protagonisti.
Dal loro incontro a scuola, al collegamento che avevano i due quando si trovavano in pericolo, dallo scetticismo della giovane al suo incontro con Raphael.
Il giovane angelo increspò le sopracciglia al ricordo della prima volta che li aveva visti insieme.
<< Si… se volete saperlo mi sono fatta sedurre da Raphael>> sbuffò rossa in volto la ragazza.
<< Nessuno lo ha chiesto>> commentò ovvio Gabriel.
<< Certo che si!! Si leggeva nei suoi occhi, in quelli del biondino >> accennando a Michael << e negli occhi di tutti loro>> allargando la sua visuale agli altri angeli presenti.
<< E tu come lo sai?? >> si flettè il muscoloso combattente.
<< Ve l’ho detto. Ve lo si legge negli occhi. Da come fissavate “questa moccisa” >> e scoccò un’occhiataccia a Michael che si teneva più in disparte.
<< Ragazzina..>> la chiamò Gabriel.
<< Ginevra! >> esclamò << Il mio nome è Ginevra >>
<< Ginevra >> sbuffò l’altro sempre più rosso dalla rabbia dovuta all’insolenza della ragazza << Sai bene che non potrai ottenere nulla se mi fai indiavolare, vero? >>
<< Ma non è un angelo, lei? >> insinuò con un sorriso malizioso la giovinetta e sporgendosi verso il volto tenebroso dell’uomo con i suoi grandi occhi da cerbiatta.
Jorge trattenne il fiato. Tutti i presenti lo fecero.
Nessuno poteva mai e poi mai rivolgersi all’arcangelo in modo così sfrontato.
<< Guardie!! >>  urlò infatti inferocito.
<< E no!! >> sbuffò la ragazza << No.. no..no..no...>> continuava a ripetere ruotando su se stessa vedendo che altri angeli scarlatti circondavano lei e Jorge.
<< Ok.. ok.. Parliamon…>> ma le guardie le furono addosso e la bloccarono con fili d’argento così sottili eppure così resistenti.
<< Gabriel >> urlò Jorge mentre l’uomo di spalle si voltava e si allontanava. << Lasciala… Prendi me, punisci  me… non lei >>
Una lacrima, una sola, rigò la sua guancia spigolosa.
<< Tu!! Un angelo della stella nera, anzi, l’angelo della Stella Nera che ha fallito nella sua missione di tenere sotto controllo mio fratello Raphael, mi dici cosa devo o non devo fare??>> strillò ormai infuriato.
Michael gli strattonò la tunica per trattenerlo.
<< Che significa?>> Chiese Ginny.
<< Ohhhh… povera miscredente…non te l’ha detto che quel demone che t’ha sedotta era nelle prigioni che doveva tenere sott’occhio LUI?! E non ti ha detto che fu lui ad aprirgli la cella?! Certo che no!! Non l’ha fatto!!>> guardò l’angelo le cui ali nere cercavano di strattonare i fili e liberarsi e poi tornò a fissare la ragazza << Non fidarti delle sue lacrime! >> detto ciò si allontanò.
<< Come avevo previsto sono degli intrusi, rinchiudeteli!! >> disse avvicinandosi al grande portone d’oro e pestando forte i piedi.
<< Io mi fido di Jorge>> strillò Ginny.
Gabriel si voltò appena per riderle in faccia e poi riprese ad allontanarsi.
<< Io… io… So come trovare Raphael!!>> strillò ancora.
I due arcangeli la fissarono negli occhi e sibilarono all’unisono “Dove?”.
<< Risvegliate i miei poteri, fatemi combattere e ci vendicheremo>> una vena di vendetta attraversò gli occhi dei 4 al centro della scena.
<< Perché dovrei risvegliare i tuoi poteri, Ginevra?>> disse, sottolineando con voce roca il suo nome così reale e insolito. << Non vorrai dirmi che la tua vendetta nei confronti di MIO fratello deriva da fatto che è riuscito a far battere il tuo misero cuoricino?? >> la beffeggiò.
<< Si, si.. continua ad ignorare il fatto che io so come trovarlo e senza di me non lo troveresti mai!!>> gli occhi della ragazza si accesero di eccitazione.
L’angelo dalle ali scarlatte e dalla possente muscolatura indurii il volto rivelandone una seria smorfia. Gli zigomi così spigolosi e contratti lo rendevano ancora più minaccioso.
<< Lasciatela!! >> ordinò poi.
La ragazza ghignò vittoriosa.
<< Michael risvegliamola e portiamo a compimento la nostra punizione divina sul nostro fratello traditore!! Guardie!?>> le richiamò voltandosi verso Jorge << buttatelo nelle celle e fate sparire la chiave, non voglio vederlo mai più>>.
L’angelo dalle ali nere non fece quasi in tempo a chinare il capo colpevole e accondiscendente alla decisione del capo degli arcangeli, che Ginny era scattata urlando il suo secco “No!”.
Ma nessuno l’aveva udita.
Le guardie trascinavano il suo angelo giù nelle celle e lei veniva bloccata da altre per impedire anche il minimo contatto.
<< Lasciatelo!! >> continuava ad urlare << Gabriel lascialo libero!! E’ solo grazie a lui che sono qui!>>
<< Ginevra, o scegli lui o scegli noi!!>> la infiammò con lo sguardo.
Fa la cosa giusta!
Jorge era oramai sparito, portato via dalle guardie, eppure aveva avvertito nella sua testa la sua voce. Quella frase che scorreva limpida fra i suoi neuroni non poteva esser altro che una misera consolazione del fatto che lui aveva sempre avuto ragione: era proprio Ginny la sua predestinata.
Ginevra abbassò il capo.
<< Risvegliatemi>> disse fissando il pavimento chiaro e screziato d’azzurro.
Poi si concentrò e fra se disse : “Jorge, se mi senti, ti prometto che verrò a prenderti.
 

Nelle sale fervevano i preparativi per l’imminente lotta.
Tutti i demoni erano concentrati ad allenarsi in nuovi schemi d’attacco. Tranne uno.
Raphael.
Avrebbe dovuto combattere contro quelli che una volta erano stati al suo fianco.
Contro i suoi due fratelli.
Contro Ginevra.
Due occhi castani sfumati di verde occuparono la sua mente.
L’avrebbe uccisa; anche lei lo aveva tradito.
Come tutti avevano sempre fatto, del resto.
Le palpebre, pesanti, si chiusero per più di qualche secondo. Poi si riaprirono.
Una fiammata rossa le inondò.
“ E guerra sia “ pensò.
Si voltò verso i suoi uomini ed esclamò << Preparatevi alla battaglia, armiamoci, aprite le vostre ali oscure e andiamo a riprenderci ciò che è nostro!!>>
Acclamazioni e scrosci di mani battute accompagnarono il suo breve e profondo discorso.
 


Era ancora una volta solo in quelle celle. Ma non lo sarebbe stato per molto.
Lei glielo aveva promesso. Sarebbe venuta a salvarlo.
E ormai lui si fidava ciecamente di Lei.
Con quella consapevolezza vide il suo simbolo sul petto iniziare a sbiadire. La strada della sua redenzione aveva sono il nome della sua donna impresso in tutte le direzioni.


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Nuovo aggiornamento domenicale!!!
E ti va di scrivere il sabato sera?! Questo e altro se so che una parte di voi si prodigano nel leggere (anche se solo silenziosamente) e qualcuna anche a commentare (*______*)
Come al solito non posso far altro che ringraziare Giada che mi dedica delle recensioni più uniche che rare e la signorina
 Kingsbridge che ha così adorato questa mia folle storia da pubblicarla in ogni angolo della sua bacheca FB.
Grazie!! A tutti voi che semplicemente dedicate a Ginny e Jorge 5 minuti della vostra vita :*

Ma ora facciamo le serie:
Capitolo preparatorio come ben inteso ma iniziamo a capire perchè Jorge ce l'abbia tanto con Raphael, o perchè le guardie li avessero catturati a prima vista. Il carattere di Ginny è forte ma allo stesso tempo delicato con Jorge, cosa ne pensate!? :D
Aspetto i vostri pareri!! Alla prossima
Baci :D
Shy Angel ---
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002211432660

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Capitolo 13
*** Prepararsi alla battaglia (2 parte) ***


Prepararsi alla battaglia (2 Parte)










Le schiere di angeli scarlatti si prostrarono al cospetto del loro comandante dalle ali rosse e dallo sguardo furente.
Ginevra li vide alzarsi in modo così sincronizzato da sembrare degli automi. Erano tutti possenti e dai lineamenti perfetti, i muscoli delineati e l’espressione seria. Erano dei combattenti. E Gabriel era il loro comandante.
Ai margini dell’immensa sala gli altri angeli dalle splendide ali bianche e sfumate d’azzurro. I lineamenti dei volti delle schiere di Michael erano molto più delicati, semplici e quasi fragili alla soffice brezza che spirava da un punto non ben definito in quella candida stanza.
I due fratelli fecero per avvicinarsi alla ragazza, ma lei indietreggiò di rimando, impaurita.
<< Non avere paura, Ginevra >> la rassicurò Michael con quella voce cristallina da fanciullo. << Fidati di noi >>.
Ammaliata dalla sua voce, o forse dalla sua cortesia o forse dai suoi occhi così cristallini e puri, Ginny fermò la sua ritirata e lasciò che Michael le prendesse una mano fra le sue.
Gli occhi castani screziati di verde della giovane ora si voltarono verso il possente Gabriel. Non avrebbe ricevuto parole di conforto da lui, lo sapeva; ma i suoi occhi, quegli occhi che inizialmente l’avevano intimorita, trasmettevano fiducia e lealtà. Nei suoi occhi sembrava scorrere lava, tanta la concentrazione.
Con meno delicatezza del fratello, le afferrò l’altra mano fra le sue.
Solo in quel momento ci fece caso: le mani di Michael erano fredde come l’inverno, quelle di Gabriel calde come l’estate.
<< Chiudi gli occhi Ginevra >> questa volta era stato Gabriel a soffiare al suo orecchio un ordine che lei assecondò immediatamente.
Ad occhi chiusi, avvertì come degli spifferi caldi e freddi sfiorarle il volto, il collo, le braccia e il tratto di vita lasciato scoperto dalla maglia.
I sospiri dei due angeli erano anche fra i suoi capelli.
E proprio quando stava per riaprire le palpebre, Gabriel le strinse teneramente la mano e lasciò che i suoi poteri fluissero.
Si sentì ghiacciare. Il freddo era ovunque su lei, in lei. Le dita le si intorpidirono, il fiato le si mozzò, le spalle si appesantirono.
Poi il nulla, il bianco. Riaprii gli occhi di scatto e vide.
Per la prima volta vide veramente. Quei suoi miseri occhi che prima avevano forse solo immaginato i colori, ora li vedevano veri e vivi risplende nella loro bellezza. Il rosso delle ali di Gabriel  era vivo e accecante, sussurrava un nonsochè di minaccioso; le ali di Michael sembravano luccicare come cristalli.
I due angeli le lasciarono le mani e la fissarono.
La domanda di tutti era: Qual è? Qual è il potere di questa ragazzina?
Tutti lo sussurravano, tutti lo pensavano ma nessuno osava chiederle nulla.
Lei sapeva, sapeva che il ghiaccio le scorreva nelle vene. Alzò lo sguardo verso quello degli angeli presenti, alzò le braccia al cielo e con un urlo roco e poco umano riversò il suo potere verso il soffitto.
Neve e ghiacci si formarono su di esso formando una copertura cristallina e che rifletteva i raggi del sole in ogni direzione.
<< E andiamo a surgelare questo bastardo! >> imprecò cosciente dei suoi poteri.
Gli angeli non accettarono la sua espressione così poco fine e signorile; solo l’arcangelo dalle ali rosse le mostrò il suo ghigno di approvazione.
 

Pochi minuti probabilmente erano passati dal suo risveglio quando, in men  che non si dica, si ritrovò abbigliata da una tunica che le cingeva la vita e scendeva fino alla coscia; una sola spallina a reggere il sottile e bianco strato di seta.
Tutti gli angeli erano pronti. Le truppe bianche ai lati della stanza per formare un cerchio e le truppe rosse pronte con archi e lance a rispondere all’imminente attacco.
Ginevra chiuse gli occhi e pensò al Suo angelo. A colui che l’aveva condotta fin li.
Jorge la senti la mia energia?! Provo a infondertene una parte e cerca di liberarti. Ho bisogno di te.
E così fece.
 

Le schiere che una volta erano state angelicate ed ora erano semplicemente demoniache si stagliarono sulle teste dei presenti.
Lo sguardo di Raphael si fermò su quello dei fratelli.
Michael lo guardava con disperazione. Gabriel con…disprezzo?!
A lui non importò; il suo sguardo ora si era posato sulla candida figura di Ginevra.
Quelle curve voluttuose del suo corpo che lui aveva avuto il piacere di sfiorare e lambire, erano avvolte in un semplice abito di seta bianca. Il suo sguardo era accattivante. Le sue labbra gonfie e rosse.
Ed era bella. Che Dio lo dannasse, lei era bella.
Osp, pensò, Dio mi ha già dannato.
E ghignando ordinò alle sue truppe di attaccare.



__________________________________________________________
 
Sono viva.
Strano, vero? Facevo finta di non sentire Ginevra e Jorge che mi chiamavano ma alla fine le forze del bene hanno avuto il sopravvento.
E nella nostra storia, chi vincerà?
Ginevra e le schiere del bene o Raphael e la sua voglia matta di lei?
E Jorge rimarrà li in attesa di un giudizio finale?
Spero di aggiornare presto.
Baci, vostra Shy Angel.
 

 
 

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Capitolo 14
*** Che la battaglia abbia inizio ***


Capitolo 14_ Cha la battaglia abbia inizio












Ginny lo vide.
Vide Raphael che, nella sua perfezione da bello e dannato, ordinava alle sue truppe di traditori di attaccare.
Ricordò in attimo fugace come l’aveva fatta sentire, quel demone che altro non era se non un bugiardo.
L’aveva presa in giro facilmente.
Ah, che stupida! Pensò di se stessa. Qualche smanceria e stavo per arrendermi a quel…a quel…
Angelo o demone? Non sapeva come definirlo. Era stato un angelo. Ma ora aveva rinnegato la sua natura.
Eppure… qualcosa non la convinceva.
Come poteva una creatura angelica, concerne alla volontà divina, rinnegare se stesso?!
La battaglia ebbe inizio proprio al culmine della sua silenziosa domanda. Una lama infuocata di un angelo rosso si scagliò contro una delle ali di un demone. Un agghiacciante gemito di dolore vibrò nell’aria.
Prima della fine, Ginny  voleva scoprire cosa avesse portato a quella separazione.
Le due schiere erano pronte ad attaccare.
Gli angeli rossi, con le loro ali voluminose e i loro sguardi penetranti, si librarono in aria e inveirono contro quelli che fino a poco o molto tempo fa, non ha importanza, erano loro fratelli.
Gabriel in quel suo sguardo iniettato di odio verso il fratello, soffriva. Lui, il maggiore fra i tre arcangeli, non era riuscito a fermare suo fratello.
Ora, come capo degli angeli rossi, non gli spettava che attaccarlo e fermarlo definitivamente.
Michael con quei suoi occhi cristallini osservava dal basso, insieme alla sua schiera di angeli bianchi, la scena. Era scosso, quasi impaurito. Eppure era concentrato.
Prese per mano i suoi vicini angeli bianchi e incominciò a intonare una cantilena.
Una lieve e fredda brezza iniziò a serpeggiare lungo le loro caviglie e poi sempre più su.
Si stava innalzando una specie di barriera per il luogo in cui si trovavano e Ginny sapeva di non poter far nulla da li, al centro di quella cerchia angelica che la stava intrappolando.
Jorge cosa devo fare? Dove sei?
I suoi pensieri si rivolsero all’unico che in quel momento non sarebbe potuto uscire dalla sua prigione.
Ginny vide alcuni demoni incombere su di lei. Non si fece prendere dal panico e gli attacco con delle lame di ghiaccio.
Furono sorpresi, i demoni, del suo attacco.
Raphael si distrasse.
 


Jorge avvertii la voce della giovane rimbombargli nella testa. Le tempie pulsavano in cerca di un’idea.
Doveva aiutarla, ma come??
Non poteva uscire da quella gabbia a prova di demone.
Le serviva un aiuto.
Le sue ali, ecco cosa le serviva.
 


Quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo. I suoi fratelli dovevano averle risvegliato i poteri, o almeno parte di essi.
Loro sapevano che dovevano essere presenti tutti e tre affinchè i poteri fossero duraturi e potenti.
Raphael deviò un attacco e si curvò in direzione di quella ragazza che con l’ardore nelle vene era riuscita a risuscitare dei sentimenti in lui.
<< Ginevra >> la chiamò sensuale posando prima l’uno e poi l’altro piede in terra.
La barriera ancora non era perfettamente completata. Mancavano pochi minuti e poi si sarebbe completamente richiusa imprigionandolo al suo interno.
<< Raphael >> lo rimbeccò lei a mo’ di sfida.
<< Ma come siamo aggressive >> ghignò lui facendo qualche passo in avanti.
<< Solo poco cordiali con chi si prende gioco di me >> affermò fiera e impugnando una lama di ghiaccio che aveva appena forgiato.
Gabriel scese in terra e si interpose fra i due, con le spalle rivolte verso Ginevra.
<< Non la toccherai >> affermò pienamente convinto delle sue minacciose parole.
<< Oh… >> sorrise malefico l’altro << ma l’ho già toccata!! L’ho già baciata!! Ci vorrà poco a farla capitolare nuovamente fra le mie braccia >>
<<  Scordatelo bastardo!! >> urlò la ragazza indignata.
Gli angeli la guardarono torvi per questa nuova infelice affermazione.
Com’era bella con quel suo sguardo arrogante ed aggressivo! Una ragazza da dominare!
E lui, Raphael, amava dominare.
Con quel suo ghigno beffardo si scagliò contro Gabriel perché questa volta avrebbe riottenuto ciò che voleva.
La libertà? No. Ginny.
 


Ma proprio in quel momento qualcosa nel quadro generale cambiò.
Delle ali argentate si spostarono velocemente di fronte a Raphael e una sensazione di gelo lo colpì in pieno petto.
Tutti la fissarono stupefatti.
Sul levigato dorso di Ginevra erano comparse due splendide ali color argento.
Grazie Jorge! Pensò.
<< Raphael , combatti con me!>> lo sfidò selvaggia lei.
Lui accolse la sfida. Negli occhi scuri una vena d’eccitazione.
 


…Che la battaglia abbia inizio!       



_________________
Buona sera e benvenuti ad un nuovo capitoloooooo!!
La battaglia inizia. I due schieramenti si fronteggiano.
Chi avrà la meglio si chi?? Come ha fatto Ginny ad avere delle ali??
E Jorge, cosa farà ora che è intrappolato in quelle prigioni??
E domanda delle domande: perché Raphael è un demone??
Tante domande che riceveranno presto risposta!!
Baciii :D

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Capitolo 15
*** Sul campo di battaglia ***


Capitolo 15 _ Sul campo di battaglia
 
 




 
 
 
Ginny, cosciente del  nuovo omaggio ottenuto dal Suo angelo Jorge, dispiegò le ali e le sbattè forte. Non troppo forte, Ginevra. La corresse la voce di Jorge che rimbombava nella sua testa. Lascia che lentamente ti aiutino a levitare. Dimentica la terra sotto i tuoi piedi e concentrati sull’aria attorno a te.

Ginny chiuse gli occhi e sorrise, felice di poter udire quella voce tanto amata. Lentamente lasciò che quel piumaggio argenteo iniziasse a muoversi e la lasciasse fluttuare.

Angeli e Demoni erano stupefatti. Raramente una prescelta instaura un legame così profondo con il proprio angelo della Stella Nera e ancor più raramente ha la possibilità e la capacità di usare delle ali.

Gabriel aveva avvertito che l’animo di questa prescelta riservasse qualcosa di particolare e fu l’unico a non rimanere stupito di queste sue potenzialità così ben investite. Iniziava a comprendere come Ginny avesse perorato la loro causa e iniziava a confidare in lei. Lui non si fidava più di nessuno, in special modo dopo il tradimento di Raphael; eppure quegli occhi così uguali a quelli di tanti altri umani celavano forza, coraggio e…amore.

Raphael si riprese dalla sconcertante sensazione che l’aveva attanagliato. Non era semplicemente sconcertato dal fatto che la Sua prescelta fosse così inconsciamente potente…no!! Ciò che l’aveva colpito, ferendolo nell’animo, era il palese legame con Jorge; lei non era Sua e non lo sarebbe mai stata. Ancora una volta ferito.

Ginny impugnò la lama di ghiaccio, forgiata da poco, a mò di spada e lo sfidò.
<< Cos’è?? Hai paura, diavoletto??>> ghignò lei.
Anche con quel ghigno, o specialmente con quel ghigno, lei appariva agli occhi di Raphael così aggressiva e perfetta da togliere il fiato. Ma dannatamente non era sua.
Le rivolse un sorrisetto sbiego.
<< Fatti sotto, ragazzina!!>> la sfidò.
La fronte corrucciata e le sopracciglia quasi unite; Ginny levitò e provò a colpirlo. Fra le mani di Raphael si materializzò una lunga e sottile spada nera sulla quale serpeggiava un sottile filamento argenteo.

Il fragore delle spade fermò tutti i presenti. Si voltarono e, dopo aver sentito quasi un campanello d’allarme, ripresero la battaglia. Tutti erano alle prese con il proprio nemico; i demoni attaccavano per impossessarsi del territorio divino su cui si trovavano e gli angeli rossi le respingevano. Gabriel era stato bloccato da ben quattro demoni pur di non avvicinarsi a Raphael. Gli angeli bianchi continuavano la loro litania per chiudere la barriera.

Raphael si innalzò, aumentando la sua quota e spingendo Ginny a seguirlo. Ginevra iniziò a faticare. Era appena stata risvegliata e sui muscoli della sua schiena gravava il peso di quelle due pesantissime ali.
Le lame si incrociarono ancora una volta. Raphael la fissò.
<< Torna da me>> il demone pregò la ragazza.
Ginny lo guardò sconcertata. Non si aspettava una richiesta del genere. Si sarebbe aspettata un “Arrenditi”, un “E' la tua fine”…non un sussurro così intimo e caldo che la colpisse in pieno volto.
<< Fermiamoci e troviamo un compromesso, Raphael >> lo pregò di rimando lei allentando la presa sulla sua elsa ghiacciata.
<< Perché dovrei? >> urlò lui << Per vedermi rinfacciare tutte le mie scelte dai miei fratelli? Da Gabriel che è il più forte e io sono sempre un gradino più indietro di lui? Da Michael così cortese e saggio? Io non sono come loro!! Io sono come il grigiume della tua società!! Né troppo forte né troppo debole!! Né troppo buono…>>
<< ..Nè troppo cattivo!! >> completò lei una frase che per il demone aveva diverso finale << Lascia che le schiere di angeli vi riprendano, accetta il fatto che se esistono delle regole è perché devono essere rispettate, accetta che non esiste solo l’odio ma anche l’amore>> Le parole erano sgorgate prepotentemente dalla sua fragile gola che adesso le graffiava e gli occhi le bruciavano.
Calde lacrime le solcarono il volto. Nel suo cuore semplice bontà e carità per il suo nemico.

Lui la guardò sconsolato e poi abbassò gli occhi.
<< Mi parli proprio tu di amore? >> sorrise triste << Jorge è imprigionato e morirà perché tu ti sei offerta a loro. E’ questo il tuo amore per lui?!>>
Lei sospirò e sulle spalle avvertì il peso della vergogna.
<< Credevo di provare qualcosa per te, Ginevra, e credo che sia ancora così..>> iniziò lui.
Lei spalancò gli occhi.
<< Ma non sono solo egoista. Ho dei doveri verso tutti coloro che credono in me; e questi doveri, a prescindere dei miei sentimenti per te, prevedono che tu sparisca.>> Con un colpo seccò la lama la colpì sul fianco destro e il dolore si impossessò di lei.
Il caduta libera verso il fondo Ginevra avverti solo qualcuno sussurrare il suo nome. “Ginevra” la voce oscura e roca di Raphael accompagnò la sua caduta.
 
 



<< Noooooo!!!>> uno straziante urlo irruppe nei sotterranei dove erano ubicate le prigioni.
Una luce accecante si disperse dal corpo, ora più possente, di Jorge. Le barre si piegarono a quella forza. Le gambe dell’angelo si piegarono e con un balzo iniziò a volare così veloce come mai aveva fatto.
Sulla strada alle sue spalle solo  una scia di piume nere.

________________________________________-
Noooooo!! un nuovo capitolo dopo...mmmm...anni?!? 
Si lo so, dovrei essere presa a pomodori marchi in faccia.
Ma gli esami sono una brutta, bruttissima storia e, solo quando terminano, permettono alle povere sventurate come la sottoscritta di scrivere.
Vi comunico che mancano 2 capitoli più l'epilogo. Molti di voi non ameranno la fine di questa storia, già lo so, ma che posso farci se... *Jorge le sussurra all'orecchio*. Per problemi di SPOILER i protagonisti di questa storia si rifiutano di comunicarvi qualsivoglia affermazione riguardo loro e la loro avventura. -.-"
*Jorge ghigna soddisfatto e stringe la mano a Raphael* 
Voi sareste nemici, sapete?! ndA
*Ghignano e le continuano di scrivere prima che le lettrici la diano per pazza*
Oibò. Cosa ne pensate di queste dichiarazioni?? E perchè Ginevra a sentito nella sua testolina la voce di Raphael?
Continuando a seguire la scia delle piume nere di Jorge, vi do appuntamento al prossimo capitolo che è già in cantiere :D
Shy Angel

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Capitolo 16
*** Gli addii fanno male ***


Capitolo 16 _ Gli addii fanno male.

 

 

  





Il pavimento non le era mai sembrato così soffice come in quel momento. Socchiuse gli occhi e lo vide. Delle ali rosse accompagnavano un uomo così possente da fai paura. Lentamente quelle braccia muscolose la stavano depositando per terra.

<< Adesso ci penso io>> affermò con convinzione Gabriel.

Si voltò lasciando che gli occhi della ragazza vagassero sulle sue spalle così muscolose e…ferite. Diverse ferite riportate sul campo di battaglia solcavano quella muscolatura divinamente perfetta.

<< Chiedimelo>> disse sempre di spalle e impugnando la sua lama di fuoco. Ginny non capii.

<< Chiedimi il perché di queste ferite>> spiegò lui.

<< Come..Chi…>> Non sapeva quale domanda porre per prima.

<< Come faccio a sapere cosa pensi? Sono una creatura concerne alla mente divina. Chi è stato? Il tuo amichetto lassù. Mio fratello>> e nel dirlo dispiegò prepotentemente le ali e si innalzò con un urlo animalesco contro il fratello.

Le due lame, dalle fiamme una rossa e una nera, si incrociarono ripetutamente.

Gli sguardi dei due contendenti erano furenti, i loro attacchi violenti e precisi. Ginevra non sapeva dire con esattezza chi prevalesse su chi, ma avvertii che chiunque dei due avesse perso il duello, lei ne avrebbe sofferto.

Si portò le mani al petto e si impose di non piangere.

I due contendenti, contemporaneamente, si allontanarono quanto bastava per preparare il prossimo attacco. Una sfera infuocata apparve fra le mani di Gabriel, una identica e nera fra quelle di Raphael.

L’attacco provocò un assordante esplosione la cui onda d’urto trasportò con se tutto ciò che poteva. Ginny non si mosse. Si ritrovò improvvisamente fra le braccia di Jorge.

<< Hei..>> sussurrò lui con amore e con un sorriso serafico dipinto sulle labbra.

Ginevra non riusci, questa volta, a contenere le lacrime di gioia. Gli serrò le braccia al collo e lo strinse forte come se avesse potuto perderlo da un momento all’altro.

Jorge le accarezzò i capelli profumati con una mano e con l’altra la aiutò ad alzarsi afferrandola per la vita sottile.

Raphael osservò la scena disgustato e tradito. Scagliò un’altra sfera infuocata contro i due giovani.

Jorge percepì il pericolo e con una folata di vento glaciale la ghiaccio e la ruppe con il semplice tocco di due dita. Poi alzò lo sguardo e lo fissò.

<< Non avresti dovuto>> affermò. Voltò leggermente lo sguardo verso Zelda che arrivò rapidamente, prese per la vita Ginevra e la iniziò a curare.

<< Non avresti dovuto colpirla, ma soprattutto non avresti dovuto innamorarti di lei>> e detto ciò si alzò il volo e diede manforte a Gabriel.

Ginevra osservò la scena pietrificata.

In pochissimo tempo Jorge fermò Raphael tenendolo per le spalle e Gabriel lo colpì con la sua spada. Una fiamma divampò da quella ferita e non rimase nulla di lui se non una flebile brezza che infranse sulle gote di Ginevra e che sembrava sussurrare il suo nome.

Sconfitto Raphael i pochi demoni sopravvissuti sparirono con lui.

Ginevra versò solo una lacrima che presto scaccio via con la mano.

Jorge scese lentamente difronte a Ginny e la prese fra le sue braccia. Nei loro occhi scorrevano le ultime ore così intense della loro vita.

Lentamente le loro labbra si avvicinarono e si scambiarono un bacio glaciale capace di ibernare anche il sangue nelle loro vene. Le braccia di Ginevra si portarono attorno al collo del giovane, quelle di Jorge la sollevarono leggermente.

Ginny riaprii gli occhi con un sorriso ma presto questo sfumò. Le ali nere del giovane amante iniziarono a cadere su un pavimento che sembrava fatto di nuvole e sotto al quale si intravedevano le case della sua città. Alzò lo sguardo per chiedere spiegazioni e non vide più nessuno se non Gabriel.

L’angelo, possente e forte, le si avvicinò.

<< Le ali di un angelo della stella nera non sono perenni; quando l’angelo comprende ci aver provato tutti i sentimenti esse mutano in bianche e le nere si disperdono sulla terra generando quella che sarà la prossima generazione di demoni. Raphael non è morto, è solo indebolito e in attesa della nuova generazione. Tu sei un’umana ma il tuo risveglio non era completo non essendoci Raphael. Devi tornare alla tua vita di sempre e non raccontare a nessuno di ciò che hai vissuto. Sappi che potremo sapere se lo farai. Andiamo. Quella è casa tua..>>

<< Ma..ma..>> balbettò la giovane << dov’è Jorge??>>

<< Lui ora deve diventare un vero angelo…non vi vedrete mai più. >>

E con quella frase le nuvole e in cielo sparirono; lei si ritrovò in piedi nella sua stanza con gli occhi spalancati e il cuore pietrificato.

Ma perché agire per il bene fa soffrire così tanto?

Era veramente finita così quell’avventura?

_______________________________________________________

Buonsalveeeee :D
Nuovo capitolo che ci fa avvicinare sempre di più alla fine di questa storia *si relega in un angolo e inizia a piagniucolare* 
I demoni vengono sconfitti. Il bene che vice sul male. Ma è solo una battaglia, la guerra fra bene e male non finirà mai.
Cosa ne pensate. 
Ginny come reagirà ora?!
Al prossimo capitolo. Un bacio
Shy Angel



 

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Capitolo 17
*** Ritorno alla normalità ***


Capitolo 17_ Ritorno alla normalità

 

 

 

 

 

Driiiiiiiiiiin.

“La odio...io odio quella fottutissima sveglia” pensò Ginevra rigirandosi nel letto e coprendosi la testa con il cuscino. Credete che non ci sia nulla di più insopportabile del suono di una stridula sveglia alle 07:20 di un Lunedì mattina. Vi sbagliate.

Per Ginevra ormai ogni giorno era sempre peggiore del precedente. Era sempre un giorno in più senza il ragazzo che lentamente aveva scoperto di amare. Non vedeva Jorge da 17 giorni. Ormai li contava.

E iniziava a non sperarci più. Non l'avrebbe più visto.

Soffriva.

Ogni sera lei versava lacrime amare seduta in terra sul suo balconcino e facendosi sfiorare da un venticello fresco confidava nel fatto che prima o poi Jorge sarebbe tornato da lei.

Ma la vita non si poteva fermare per lei.

I giorni passavano e doveva continuare a vivere.

La malinconia che le aveva attraversato il cuore dopo quell'unico bacio non sarebbe mai svanita dal suo animo.

Non spiegò mai a nessuno cosa le era accaduto, né alla sua amica, né alla zia, né a tutti coloro che in futuro sarebbero entrati nella sua vita.

Non voleva più pensare. Voleva dimenticare.

Dimenticarlo.

Si buttò a capofitto nello studio migliorando i suoi voti persino in biologia, materia da lei odiata. I libri diventarono i suoi migliori amici, un diario da scrivere il miglior confidente, le stelle della sera le migliori compagne di vita.

La sua monotona vita ormai era diventata grigia. Non aveva più il colore del suo amore e il suono del suo sorriso. Tutti i sentimenti che Jorge aveva appreso da lei, glieli aveva rubati.

Aveva dimenticato tutto. Non ricordava più cosa fosse un “sorriso sincero”. Nel suo cuore ormai c'era il niente.

Niente.

Ma poi avvenne.

La trovò. Quella piuma nera che era caduta dalle ali di Jorge nel suo libro. La prese fra le dita, chiuse gli occhi e lentamente lasciò che le sfiorasse la guancia. Le lacrime velocemente sgorgarono dai suoi occhi.

Pianse.

 

*****

 

Jorge era li, come tutte le sere, a osservare quella ragazza, che l'aveva aiutato a redimersi, piangere dirotto. Odiava vederla in quello stato specialmente sapendo che era a causa sua che lei soffriva. Vedeva che dimenticava di pranzare o che annuiva ai compagni senza prestare loro attenzione. Lentamente si stava dimenticando cosa significasse vivere.

Soffriva.

Non riuscii a reprimere quella sua voglia di lei e scattò in piedi. Ginevra soffriva e lui non sopportava vedere il suo corpo scosso dai singhiozzi di quel suo disperato pianto.

Chiese udienza ai due fratelli arcangeli. Gli venne concessa.

Entrò nella sala dei troni e vide i due fratelli pronti ad attenderli. Gabriel come sempre aveva assunto uno sguardo freddo e distaccato, Michael, al contrario, dolce e comprensivo.

Jorge fece per parlare ma la voce gli si bloccò in gola.

Non riusciva a dimenticare.

Dimenticarla.

Gabriel prese la parola.

<< Se sei qui per Ginevra vedi di girare al largo. Qui abbiamo faccende molto più importanti che una stupida storia d'amore adolescenziale proibita.>> e si alzò dal suo trono con fare minaccioso.

Jorge risentito rispose a tono.

<< Soffre. Sta soffrendo. Si sta lasciando morire. Tu non la vedi ogni sera piangere dimenticando tutto ciò che mi ha permesso di redimermi >>.

<< E vedi di non guardarla neanche tu!! Nessuno ti obbliga a farlo!! >> rispose l'arcangelo dispiegando le ali rosse.

<< Come puoi dire questo!? Lei ti ha permesso di combattere Raphael!! Sei stato TU ad accompagnarla VOLONTARIAMENTE a casa!! Non dirmi che ti era indifferente!! Avresti voluto averla fra la tua schiera di combattenti ve...>>

<< SILENZIO!! >> Gabriel volò velocemente difronte al giovane angelo. Quasi sussurrandolo spiego: << Avrei voluto, ma non è possibile!! Anche io diverse generazioni fa ho amato una prescelta. Come lei salì qui col suo angelo della stella nera ma non vi potè rimanere. La vedrai soffrire, la vedrai crescere, la vedrai diventare una donna, la vedrai sposa di un altro, la vedrai madre di un figlio di un altro, la vedrai invecchiare, la vedrai morire....e tu non potrai far niente!! >>

Niente.

Jorge cadde in ginocchio.

<< Concedimi di vederla...un'ultima volta>> pregò l'arcangelo. Le lacrime velocemente sgorgarono dai suoi occhi.

Pianse.

L'arcangelo rosso forse per pietà, forse perchè gli ricordava se stesso, decretò.

<< Sessanta secondi, da ora >>.

60.

Jorge si alzò di scatto quasi spaventato da quella concessione.

59...

Dispiegò le ali e si innalzò in volo. Volava come mai aveva fatto per raggiungerla.

50...

Le prime case della città di Ginny si stagliarono davanti ai suoi occhi. Ecco la sua casa. Prima un piede poi un altro approdò su quel balconcino.

45...

Busso alla porta e vide la ragazza stringere fra le mani una sua piuma e alzare gli occhi. La ragazza scattò in piedi e gli cinse il collo in un abbraccio disperato. Mancavano meno di 40 secondi alla loro fine.

<< Jorge io...>> iniziò una Ginevra presa da una crisi di pianto.

<< Shhhh >> la zittì lui << abbiamo poco tempo. Ginevra credimi, vorrei che questo non fosse un addio, ma non posso mentirti...>>

33...

<< Fra poco non potrai più vedermi ma volevo che tu sapessi che se ora ho trovato la redenzione è solo grazie a te!! Non dimenticare chi sei..ritorna quella di sempre...con quel sorriso che mi ha fatto innamorare!! >>

25...

<< Cos- >> cercò di rispondere Ginevra ma fu interrotta.

<< Ginevra, sii forte!! Vivi la tua vita...trova qualcuno che possa colmare la mia assenza ma, se posso essere egoista, non dimenticarti di me!>>

13...

<< Mai!! Come potrei dimenticarmi di te!! >> e di slancio lo abbracciò cercando di non lasciarlo più andare. Jorge la strinse forte. Non voleva lasciarla andare.

6...

<< Mi mancherai >> Jorge sciolse l'abbraccio.

5...

<< Non andare >>

4...

<< Non dimenticarti di noi >>

3...

<< Mai >>

2...

<< Vivi, Ginevra!! Vivi!! >>

1..

<< Jorge.. io... >>

Zero.

L'immagine di Jorge svanì per sempre. Solo una folata di vento freddo e un sussurro.

Ti amo.”





 

Fine.

 

 

***********************************

Siamo giunti alla fine...Vi avviso che ci sarà un breve epilogo che fubblicherò a breve....
So che generalmente le storie si concludono con il "vissero felici e contenti" ma spero che mi capiate quando vi dico che una storia e i loro personaggi vivono da sè...decidono loro come e quando agire...
Spero che comunque mi offriate le vostre opinioni :D
A presto, Shy Angel

 

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


Epilogo







 

Jorge è ancora li a fissarla da quelle nubi ovattate che sorreggono il suo candido animo straziato da un sentimento troppo puro.

Jorge osserva la sua Ginevra come fa da quell’attimo in cui le sue ali erano mutate in bianche.

Jorge era li quando Ginny s’era tatuata una stella nera con una J all’interno, sul petto.

Jorge era li quando Ginny pronunciava il suo SI ad un uomo che non era lui, ad un banchiere troppo risoluto per i suoi gusti.

Jorge era li quando Ginny prendeva per la prima volta fra le braccia, in una piovosa notte invernale, il suo pargoletto e con voce decisa lo chiamava Jorge.

Jorge era li e ci sarebbe sempre stato.

Jorge era li in quel momento che era rimasto sempre loro: Ginevra era affacciata al terrazzo che aveva visto sorgere il loro amore. Lei guardava il cielo denso di nubi. Una lacrima le solcò il volto mentre la mano desta si alzava e si andava a posare sul tatuaggio.

La giovane donna sospirò e, sopraffatta dai doveri di madre e di moglie, si voltò per rientrare in casa.

Ma proprio in quel momento una folata di vento gelido le gonfiò la gonna e sparpagliò i lunghi capelli.

Un sussurro portato dal vento: << Mi manchi anche tu>>

Poi il silenzio spezzato dal rumore martellante di un cuore che solo Jorge poteva udire perfettamente.















__________________________________

Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno seguito questa storia partendo da Giagiola che da sempre è presente con le sue stravaganti idee.
Un grazie particolare a coloro che hanno messo questa storia fra le preferite: 



1 - Akatsuki 
2 - Aly BlackAngel 
3 - Cuore_Angelo 
4 - e i l i s 
5 - Giagiola
6 - jcangy 
7 - Kingsbridge 
8 - LaurenConrad 
9 - rihal 
10 - ros99 
11 - Tid88 
12 - wintersrain 
13 - _Bad Wolf

 

A coloro che l'hanno inserita fra le ricordate e fra le seguite:
1 - Elyse Elle 
2 - Little_Star_624 
3 - Nihil_ 


1 - Akatsuki 
2 - Bliss_ 
3 - Chiara_Claire 
4 - DiannaHananel 
5 - epril68 
6 - HelenBlake 
7 - jamie97 
8 - jcangy 
9 - Kayleen 
10 - little angel 
11 - R i n i e 
12 - ThePoisonofPrimula 
13 - vanny 3 
14 - _Bad Wolf 
15 - _stellina999 
16 - _XeliX_ 

Un grande abbraccio a tutte voi dalla vostra Shy Angel. :D

 

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