got my heart in your hands like a time bomb ticking.

di phoenix___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Rebecca! Alzati e vestiti immediatamente! Non voglio perdere l‘aereo! -
- Sì mamma! Mi sto alzando! -

Il giorno della partenza era arrivato. Ero talmente euforica che dormii soltanto tre ore. Non vedevo l‘ora di ritornare a Baltimora, rincontrare mio cugino Alex e i miei amici d‘infanzia che non vedevo  da quindici anni.

- Sei ancora lì seduta sul letto? Alzati! Sennò ti lasciamo a casa! -
- Nonono papà no! -

Corsi in bagno e mi lavai la faccia e i denti. Non avevo manco il tempo di mangiare!  Corsi in camera e mi misi i vestiti che avevo scelto la sera prima. Pantaloncini, canottiera con il logo dei Blink e converse.
I miei avevano già caricato tutte le valigie in macchina e, sistemate le ultime cose partimmo per l‘aereoporto.

- Mi raccomando Rebecca! Quando arriviamo comportati bene e non farci fare figure! -
- Eddai mamma! Non ho tre anni! Lo so! -

Arrivati all‘aereoporto con due minuti d‘anticipo, ci imbarcammo immediatamente. Non ero mai salita su un aereo.
Occupai il posto vicino al finestrino, mi allacciai le cinture e... caddi in un sonno profondo. Peccato solo che ogni dieci minuti mamma mi svegliava per ogni minima turbolenza o qualche cavolata.


. . .


Arrivammo a Baltimora. Rispetto all‘Italia, l‘orologio era indietro di cinque ore. Mia zia ci venne a prendere.

- Oh ma come sei cresciuta! Quanti anni hai adesso piccolina? - mi disse mia zia strappandomi una guancia.
- Erm... venti appena compiuti. - risposi con un tono distaccato.

Caricati le valigie, andammo a casa di mia Zia. Arrivati, c‘era un casino della miseria.

- ALEX! È ARRIVATA TUA CUGINA VIENI A SALUTARLA! - urlò mia Zia.

Ero nel panico.

- Arrivo! Finisco la canzone e arrivo!- rispose Alex urlando.

Nel frattempo mi sedetti sul divano senza dire niente.
Arrivò Alex: che gran figo. Non avevo mai visto così tanta bellezza in tutta la mia vita.
Si sedette con noi e fece due chiacchiere.

- Adesso vado perché sennò Jack s‘incavola con me... - disse Alex
- Perché non porti con te tua cugina? Così intanto le fai vedere la casa! -

Zia no! NO! Mia zia evidentemente mi voleva vedere morta.
Dopo aver visto tutta la casa, ci dirigemmo verso la cantina dove c‘era una piccola ‘sala prova‘ e dove c‘era Jack.

- Ti ricordi di Jack vero? - mi chiese Alex.
- Sinceramente no. - risposi.
- Ti ricordi Dumbo? -
- Cerco che mi ricordo Dumbo! Lo picchiavamo quasi tutti i giorni! Roba che se lo incontro ancora un pugno non glielo toglie nessuno! -
- Ecco... Dumbo era Jack. -

Un momento... Alex mi aveva appena detto che Dumbo era Jack?! Non potevo crederci. Picchiavo il tipo che adesso mi piace da impazzire?!
Entrammo nella cantina. Jack mi squadrò dall‘alto al basso. Alex spiego a Jack chi ero dicendogli che ero quella che lo picchiava e che ero più piccola di lui di quattro anni. Volevo sprofondare venti metri sottoterra.
Mi misi seduta vicino a Jack. Tutte le volte che mi alzavo Jack mi squadrava il fondoschiena.

- Hai finito di guardarmi il culo?! - gli urlai contro.

Alex scoppiò a ridere.

- Non sei proprio cambiata una virgola! Sei sempre scorbutica e cattiva! - mi attaccò Jack.ù

Finalmente tra me e lui si era rotto il ghiaccio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La sera era arrivata e Alex ed io avevamo deciso di andare a mangiare la pizza con Jack.

- Oi Reb ti aspetto in macchina! – mi disse Alex

Indossai i miei soliti pantaloncini e la maglietta dei Ramones, Converse nere, capelli sciolti e poco trucco.
Dopo dieci minuti abbondanti raggiunsi Alex in macchina e ci dirigemmo alla pizzeria. Jack era già arrivato da qualche minuto.

- Buonasera! Com’è carina... sta molto bene vestita così... – mi disse Jack.
- Grazie... anche lei non è male! – risposi.
- Modestamente! –

Al ‘Modestamente’ Alex fece un coppino allucinante a Jack accompagnato da un “Piantala di fare il pirla Jack”. Alex aveva già capito tutto dalla vita.
Occupammo posto nella pizzeria e, CASUALMENTE io ero seduta sul divanetto affianco a Jack. Ordinammo e mentre aspettavamo le pizze parlavamo del più e del meno.

- Noi siamo più fighi, qui la patente si prende a sedici anni! – disse Alex.
- Siete talmente fighi che al primo sgarro che fate la patente vi viene ritirata! – controbattei.

Mentre parlavamo, Jack fece passare il suo braccio dietro la mia schiena e mi spiaccicò contro di lui. Ok, la cosa non mi dispiaceva, ma stavo morendo di caldo. Alex si accorse che Jack mi aveva spappolato contro di lui e allora fece cambio di posto con Jack.

- Alex... non c’era bisogno... – gli dissi.
- Sì infatti... – disse Jack.
- Nono... ECCOME SE C’ERA BISOGNO! – rispose Alex.

Arrivarono le pizze e da bere e mangiammo molto velocemente e ci scambiammo i numeri di telefono. Ogni ragazza che passava Jack la squadrava... la cosa non mi piaceva tanto. Prima cerca di “abbracciarmi” e poi guarda il culo a tutte quelle che passano. Bah. Stavo cambiando idea sul conto di Jack. Naturalmente non stava cambiando in bene. Decidemmo di tornare a casa. Jack mi salutò con un ‘caloroso’ abbraccio e un bacio sulla guancia. Alex fulminò Jack con lo sguardo e lui ricambiò con un sorrisetto malefico.
Saliti in macchina Alex cominciò con una specie di ramanzina.

- Sai... Rebecca... devi stare attenta con Jack... – mi disse Alex.
- Perché scusa? – risposi.
- Beh tu hai visto con chi è stato Jack... -
- Erm sì... parli di quella troietta bionda? -
- Lei... sono stati insieme più o meno un mese...-
- E con questo? -
- Non voglio che quel puttaniere ti usi... -
- Alex, so badare a me stessa. Tranquillo. -
- Ok, dobbiamo entrare. Non voglio passare la notte in macchina. –

Scesi dalla macchina, entrammo in casa e ognuno andò a dormire nella propria stanza.
Mentre mi preparavo per andare a letto mi arrivò un messaggio da Jack:


“Buonanotte Principessa.:)”



Andai a letto ridendo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Non riuscì a dormire. Il messaggio di Jack perseguitava la mia mente. Da un lato pensavo ‘Gli piaccio? Magari mi ama davvero‘ dall‘altro ‘Magari mi considera come tutte le altre, una da una botta e via‘. Mi vestì e andai a fare colazione. La casa era deserta. Meglio soli che male accompagnati! Alex mi lasciò un bigliettino sul tavolo con scritto che era alle prove con allegato una piantina. Decisi di raggiungere Alex. Mentre uscivo di casa, entrò aprendo il cancellino una ragazza con un viso già noto.

- In casa non c‘è nessuno... stavi cercando qualcuno?- chiesi a questa ragazza.
- Cercavo Alex... dovevamo trovarci per andare alle sale prove ma ho avuto un problema e non sono riuscita a venire in orario - rispose
- Beh io sto andando lì... se vuoi ti accompagno! Comunque io sono Rebecca... piacere!-
- Oh grazie! Io sono Ellie... -
- Ellie? Ellie quella che abita in fondo alla strada! -
- Aspetta un attimo... tu sei quella che mi aiutava a picchiare Dumbo! TU SEI REB! -

Dumbo era sempre in mezzo. Una roba impressionante! Mentre andavamo alle prove io ed Ellie ci raccontammo un po‘ di 'bei ricordi'.
Arrivate, alla sala prova c‘era Alex, Jack e un ragazzo di nome Zack che, sentendo parlare Ellie è il ragazzo più narcisista di questo mondo.
Arrivati, Alex si accorse di aver dimenticato a casa le chiavi della sala e quindi mandò me e Jack a prenderle... il comportamento di Alex proprio non riuscivo a capirlo... il giorno prima non mi fa avvicinare a Jack manco per dieci secondi e poi ci manda a prendere le sue chiavi solo io e lui. Poverino. Mentre andavamo a casa Jack ed io non abbiamo spiccicato parola. Finché lui non si decise a parlare.

- Senti... oggi pomeriggio... non è che... non so... erm... -
- Cosa? -
- Vieni a fare un giro con me... tipo in centro... -
- Va bene! -

Ero strafelice! Avevo un ‘appuntamento‘ con un tipo mica male!  Ritornati alla sala prova con un sorriso stampato in faccia a ottocento denti e Jack con le chiavi, i ragazzi cominciarono a suonare e io talmente euforica raccontai ad Ellie quello che successe durante il tragitto sala-casa-casa-sala.


. . .


Jack arrivò e come promesso, mi porto a fare un giro in centro. Ero super agitata... come al mio solito!

- Allora Reb... com’è l’Italia? -
- Bellissima! Dovresti andarci! -
- Già un mio sogno nel cassetto! -

Decidemmo di sederci ad un tavolino e prenderci qualcosa da bere.

- Senti... è da qualche giorno che devo dirti una cosa... – mi disse Jack
- Cosa? -
- Io volevo chiederti se...-

Nel momento in cui Jack stava finendo la frase arrivò Ellie con Zack. In quel momento gli avrei ammazzati.

- Come mai qui voi due? Insieme? – disse Jack.
- Dovevamo comprare una cosa per Alex e... vi abbiamo visti qua e abbiamo voluto farvi un salutino! Abbiamo interrotto qualcosa? – rispose Ellie.
- NO MA VA TRANQUILLA! STAVAMO PER TORNARE A CASA! – rispose Jack alquanto... irritato.

Jack mi accompagnò a casa e mi diede il solito bacio sulla guancia...






Saaaalve a tutti!
Scusate per la demenza di questa "storia" e anche per la pallosità di questo capitolo.
Recensioni Positive/Negative sono ben accette!
Addio.
E.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era l‘alba di un nuovo giorno! Un nuovo monotono giorno. Spensi la sveglia e rimasi a letto per un bel po‘. Presi il telefono e cominciai a giocarci. Ad un tratto la zia entrò in stanza e mi chiese se volevo andare con lei a fare spesa. Accettai. Mentre mi vestivo, sentivo la zia cantare e, sinceramente, cantava molto bene! Ecco da chi aveva preso Alex! Finito di vestirmi raggiunsi la zia al piano terra. La zia era vestita in modo molto elegante.

- Zia stai molto bene vestita così! - le dissi.
- Grazie Rebecca! - rispose.

Lei era sempre sorridente. Anche nei momenti più brutti era sempre solare e felice. Mentre andavamo al supermercato, rigorosamente a piedi zia mi fece alcune domande.

- Rebecca hai un espressione diversa dal solito... - disse la zia.
- No è tutto a posto - risposi
- Impossibile... conosco quella faccia benissimo! -
- La mia faccia ha qualcosa che non va? -
- La classica faccia che faceva tua madre quando aveva problemi... diciamo di cuore! -
- Erm... - la zia mi stava leggendo nella mente. - Si... più o meno -
- Eccola! Che problema c‘è? - mi chiese mia zia.
- Beh... diciamo che è da una vita che mi piace Jack ecco... solo che... tutti ne parlano male ecco.- decisi di confidarmi con mia zia.
- Capisco... Successe la stessa cosa con tuo zio! Tutti mi dicevano che era un tipo acido che non avrebbe mai avuto una fidanzata eccetera. Sai cosa feci? -
- Cosa? -
- Andai per la mia strada. Sposai lo zio, ebbi Alex e poi vabbé ci fu quel brutto incidente... ma tutto sommato, ho passato dei momenti fantastici con lo zio! -

Mentre parlavo con lei qualche lacrima le rigò il viso però era felice.

- Grazie zia - le risposi. La nostra chiacchiera finì con un abbraccio.
- Ora pensiamo alla spesa! Beh comunque... Jack non è male come ragazzo! - mi disse zia dandomi una leggera gomitata. Mentre facevamo la spesa zia messaggiava continuamente... peggio di me! Tornati a casa zia mi diede una strepitosa notizia! I miei erano partiti senza di me e Jack sarebbe venuto a pranzo.

- Diciamo che i tuoi ti hanno portato qui perché dovevano sistemare delle cose finanziarie a casa - disse zia.
- Ah. Beh sinceramente sto meglio qui che a casa! - risposi

Finito di cucinare e apparecchiare andai a vestirmi... rigorosamente consigliata da zia. Minidress con tacchi... cosa che se mi avrebbero visto i miei genitori si sarebbero scandalizzati.
Ero agitatissima! Il campanello suonò. Era lui. Era Jack.
Mentre zia apriva la porta io stavo scendendo le scale e continuavo a ripetermi di “non guardare Jack ma di concentrarmi a scendere le scale senza cadere o inciampare”.
Zia sgattaiolò via subito e lasciò me e Jack da soli.

- Sei semplicemente fantastica. – mi disse Jack porgendomi un mazzo di rose rosse profumatissime.

Gli feci un sorriso leggermente nascosto dal mazzo di rose... ma lui se ne accorse e ricambiò. Posi le rose nel vaso al centro della stanza. Emanavano un profumo buonissimo. Ci dirigemmo verso il tavolo. La zia uno davanti all’altro e diciamo è stata al tavolo con noi per circa cinque minuti. La zia che non ho mai avuto. Jack continuava a sorridermi  e io continuavo a ridere alle sue battute sceme. Sembrava una persona ben diversa da quello che faceva vedere e da quello che dicevano tutti. Ogni momento che passavo con lui mi innamoravo sempre di più. Quei suoi modi di fare, i suoi occhi... semplicemente fantastico, semplicemente unico... anche quando fa il pirla. Si fece tardi e... a malincuore Jack dovette andare per un impegno di “lavoro”. Lo accompagnai a la porta e quando mi disse “Grazie per il bellissimo momento. Ti voglio bene Principessa” il mio stomaco fece tre salti mortali e appena chiuse la porta scivolai contro essa ritrovandomi per terra a ripensare quel “Principessa”. Jack per me era come un pacemaker, senza di lui non potevo vivere. Mi rialzai, presi le rose e feci un respiro profondo e cominciai a cantare. Zia ghignava in una maniera assurda. Ero ridicolissima... saltellavo da una stanza all’altra urlando “Mi ha chiamato Principessa! Mi ha chiamato Principessa!”

che dire... L'Amour.




Riiiiiecccomiiii!
Intanto ringrazio chi sta leggendo sta storia e recensisce! UN GRAZIE DI CUORE!
Scusatemi per gli eventuali errori/orrori di grammatica! ^^'
Alla prossima!
E.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Verso sera, zia mi chiese di sistemare le rose in un vaso su un mobile dell’entrata. Mentre sistemavo ogni rosa notai che una di essa aveva un bigliettino attaccato. Cercai di aprire il bigliettino senza staccarlo dalla rosa.
 
“Vuoi stare con me?  Jack.”
 
Mi portai una mano alla bocca. Il mio più grande sogno si era realizzato. Chiamai a squarciagola mia zia.

- Zia! Zia! Guaaaardaaa! -
- Oh ma che calligrafia orrenda! -
- Leggiii! Leggiii! -
- Macché caruccio! Vai da lui. Subito. –

Presi le parole di zia alla lettera. Corsi come una dannata verso la casa di Jack. Una casa pazzesca, magnifica. Suonai. Ero in agitazione: le mani mi tremavano, sudavo freddo ed ero indecisa tra svenire o vomitare. La serratura della porta scattò. Solo allora mi accorsi che avevo su una felpa extralarge di mio papà e dei fuseaux completamente rotti... per non parlare delle “scarpe”. Non riuscivo a tenera la testa alta, continuavo a guardare a terra.

- Rebecca! -
- Jack! -

Gli saltai in braccio. Sembravo un koala ma.... Erano piccoli dettagli.

- Beh questo sta indicare... -
- Sì Jack. Ti amo e voglio stare ogni millesimo di secondo della mia vita con te. –

Affondai la mia testa tra il suo collo e la sua felpa... aveva un fortissimo odore di tabacco... il mio odore preferito. Mi parlava all’orecchio ma ero talmente stordita che non capivo niente anzi, continuavo a ridere e inalare il suo profumo. Jack m’invitò ad entrare nella sua umile casa... umile... ceerto. Quel suo sorrisetto dolcissimo, quella timidezza nascosta...

-  Vado a comprarmi le sigarette... vieni? –
- Ovvio che vengo! –

Mentre camminavamo, il cielo divenne cupo, quasi nero. Prese le sigarette iniziò a piovere. Corremmo a casa di zia perché era la più vicina alla tabaccheria. Eravamo bagnati fradici. Mentre stavo per suonare Jack mi prese la mano.

- Aspetta. –

Il mio cuore batteva a mille. Jack mi spostò una ciocca di capelli e con le sue mani mi prese il viso e mi baciò. Un bacio pieno d’amore, d’affetto semplicemente intenso. Jack mi lasciò mi fece un sorriso, si mise il cappuccio e prese la strada di casa. Mi lasciò lì imbambolata. Dopo qualche minuto decisi di entrare in casa.



Hola!
Dopo una luuunga riflessione ho deciso che questa non sarà una storia Romantica. LOL.
Scusate gli errori e blablabla.
Goodnight.
E.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Ormai Jack ed io stiamo insieme da un anno e mezzo e abitiamo in casa di zia con Alex ed Ellie. Sono successe molte cose in questo poco tempo... tra cui la morte inaspettata di zia... era diventata come una seconda mamma e migliore amica per me.  Ci sono stati anche molti fatti positivi, ad esempio Alex finalmente ha trovato una fidanzata ed Ellie... Ellie è rimasta la rincoglionita di sempre.

- Oh Buongiorno Reb...-
- Ma Buongiorno Ellie! Sono le dieci lo sai? -
- Oh madonna! Non dirmi che è tardi! –
- Infatti... è tardissimo! Dobbiamo andare dai ragazzi! Ah ho fatto il test! -
- Oh ma brava! Allora cosa è risultato? –
- Negativo! Menomale. -
- MENOMALE! Avere un figlio da quel cazzone di Jack significa finire di vivere! -
- Eddai non essere così tragica! Si ok è un cazzone però. -

Io ed Ellie ci vestimmo e andammo dai ragazzi. Erano tutti presenti tranne Jack.

- Dov’è? – chiesi ad Alex.
- Di là, con Holly – rispose.

Alla risposta “Di là, con Holly” cominciai ad alterarmi. Andai al camerino di Jack. Aprii la porta. Una scena orribile. Holly a cavalcioni su Jack. Quella dovevo essere io non lei. Entrai e tirai per i capelli Holly finché volò a terra.

- Tu brutta troietta! E’ ora di finirla cazzo! Lui è il mio fidanzato e non lo tocchi! – le dissi.
- Il tuo fidanzato? E da quando? Jack è sempre stato con me. – rispose.
- C...C...COSA? -
- Sì cara. Tutti mi conoscono come la fidanzata di Jack. Tu sei stata solo il suo giocattolino di turno. Qua la troia non sono io, sei tu. –
- Sei una troia. Vaffanculo Holly. Vaffanculo Jack. VAFFANCULO.-

Uscì tutta incazzata da quel maledetto camerino. Jack rimase lì su quella maledetta poltrona. In quel maledetto camerino. Scoppiai a piangere e andai a casa. Mi chiusi in camera a piangere sul pavimento. Ellie mi seguì.

-Ellie... Cazzo... Non ha capito niente. –

Ellie si sedette di fianco a me e accese due sigarette: una per me e una per lei.

- Reb... è ora di cambiare vita. Non puoi continuare così, no. – mi disse.
- Non posso fare altro! Jack mi ha mentito spudoratamente! Un anno e mezzo di bugie! Merda! - risposi
- Ascoltami bene: tu sei una ragazza fantastica, piena di risorse e bellissima. È ora di rimettersi in piedi e ricominciare una nuova vita! Cazzo Reb! Tira fuori le palle! Su dai!-
- Che cosa devo fare? -
- Ora andiamo giù a farci un bicchierino, poi ci pensiamo! -
- Grazie Ellie. Grazie. -
- Daiii suu! –

Andammo giù a farci tre quattro bicchierini e decidemmo sul da farsi.

- Quindi, stasera resa dei conti con Jack, domani parrucchiere e abiti nuovi con la carta di credito di Jack e poooi partiamo per New York. Giuuusto?  - dissi a Ellie mezza ubriaca.
- Giusto tesoro! La macchina è già carica con tutti i bagagli. Prima o poi jack tornerà a casa no? –

Mentre Ellie diceva quelle parole la porta di casa si aprì: era Jack. Ellie sgattaiolò di sopra.

- Ciaao Jack. – gli dissi con tono da ubriaca.

Jack si avvicinò a me e mi disse - Reb! Quanto cazzo hai bevuto?!-

- Ssh. - mi buttai addosso a lui e gli misi un dito davanti alla bocca.
- Qua parlo io. Tu mi hai mentito. Un anno e mezzo di bugie e menzogne. Bravo. Complimenti. -
- Ma io non vol... -

Gli tirai uno schiaffo. Subito dopo lo baciai. Era un bacio pieno di rabbia, disprezzo, angoscia.

- Buonanotte Stronzo. Salutami la tua amichetta. -

Io ed Ellie uscimmo dalla casa e salimmo in macchina. Ellie mise in moto la macchina e disse

- Sei stata grande Reb. -
- Mi spiace ma non conosco nessuna Reb. Io sono Emma e tu sei Liz. Domani devi ricordarmi di passare dal produttore perché dobbiamo parlare del nuovo album della nostra band 'Sinners Never Sleep' -risposi
- Liz? Sinners Never Sleep? Figo. -
- Dimmi grazie. -
- Grazie. -

Parcheggiammo in un grande parcheggio di un supermercato. Erano le tre di notte. Ci addormentammo.


...



Era l‘alba di un nuovo giorno. La sbronza era passata. Accesi la sigaretta della mattina. Scesi dalla macchina e andai a specchiarmi in una pozzanghera d‘acqua. Mi facevo schifo. Si erano fatte le dieci e fra qualche minuto avremmo avuto i primi nuovi impegni della nostra nuova vita. Era ora di ripartire. Liz dormiva ancora. Le nostre vite stavano per cambiare. Arrivati svegliai Liz ed entrammo dalla parrucchiera.

- Allora cosa vi faccio ragazze? - ci chiese
- Un taglio drastico. Tinta nera - disse Liz.
- io voglio una tinta scura e.... una ciocca bionda. - dissi.
- Bionda? Orribile. Perché? - mi chiese Liz.
- Fa parte della mia vita passata. Jack. -
- Jack? Aaah Emma! -
- Cazzo Liz! Si ok è uno stronzo di merda ma è stato il ragazzo della mia vita. Il primo che mi ha fatto perdere la testa con il suo profumo! Tu non puoi capire! -
- E non voglio capire Emma! Io odio tutti gli uomini! -
- A parte Zack... Erro?-
- Capitolo chiuso. Siamo solo amici. -
- Ceeeeerto amiiici. Vaffanculo Liz. Tu e lui stavate insieme finché un giorno ha preferito stare con Sandy, la sua nuova migliore amica.-
- L‘errore più grosso della mia vita. Lo odio. -
- Ragazze abbiamo finito. - disse la parrucchiera.

Con il nuovo look un po‘ di matita nera e mascara eravamo irriconoscibili. Corremmo subito a fare shopping sfrenato, naturalmente tutto pagato con la carta di Jack, vestiti prevalentemente scuri. Finito, andammo dal produttore che ci ha ricevuto subito e per nostra fortuna, riuscimmo a incidere il cd e ad avere un contratto discografico.

- Il suo nome signorina? - chiese il produttore.
- Reb... Emma. - dissi.

Io ero la cantante e Liz la chitarrista... come batteria c‘era Ruben e come bassista Charlie. Erano miei vecchi amici che, come noi, volevano cambiare vita. Il nostro genere era hard rock. La nostra nuova famiglia si era già formata.

- Dobbiamo puntare al Warped Tour ragazzi - disse Charlie.
- Beh... sarebbe figo.- rispose Ruben.

Io non risposi. Sapevo che se saremmo andati al Warped Tour avremmo incontrato Jack.
Presi in mano il telefono: 30 chiamate perse di Jack. 4 messaggi in segreteria e 2 chiamate di mamma. Chiamai subito i miei per avvertirli del mio cambiamento drastico. I miei non accolsero bene la vita che stavo per prendere, ovvero quella da Rockstar. Pazienza. Cancellai qualsiasi traccia di Jack sul mio cellulare.






Salve!
Che capitolo luuungo O.O
non potevo spezzare il capitolo principale u.u
all prossima!
E.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il Warped Tour si avvicinava e dovevamo trovare un tour bus, ritirare le magliette e ricevere le date per il concerto. Dopo neanche sei mesi dalla pubblicazione del primo cd, eravamo già famosi. La radio trasmetteva la nostra musica, i fans ci fermavano per strada, un sacco d’interviste alla band... avevamo raggiunto il primo traguardo: la formazione di una band e la fama. Anche se... comportava tanti sacrifici come per esempio stare lontano dalla propria famiglia. Comportava anche dei cambiamenti di carattere come per esempio, diventare menefreghisti. Comportava anche... non amare. La fama non fa posto a nulla, specialmente all‘amore. L‘amore è un sentimento per persone normali. Non per noi.

- Emma devi accompagnarmi a prendere il Bus - mi disse Charlie.
- Arrivo. Prendo la borsa - risposi.

Mentre prendevo le ultime cose, trovai il bigliettino di Jack che era nel mazzo di rose che mi regalò quando mi fece la ‘dichiarazione‘... ed io povera scema che immaginavo il giorno del nostro matrimonio, a una famiglia felice con magari anche un figlio... povera scema. Accesi l’accendino e feci prendere fuoco il bigliettino. Man mano la scritta svaniva... rimase solo della cenere... la cenere delle mie speranze, la cenere dei miei desideri, la cenere della mia vecchia vita. Mi sistemai raggiunsi Charlie.

- Hey, va tutto bene? – mi chiese Charlie.
- Sì tutto ok. Allergia, tranquillo – allergia? Se certo.

Arrivati alla ‘concessionaria’ di Bus notai che non eravamo gli unici. C’era un ragazzo con i capelli biondo platino, alto, fisico perfetto... la figaggine in persona. Di fianco c’era un ragazzo di spalle un po’ più basso un po’ meno figo di MR Platino. Il proprietario ci fece fare un giro tra tutti i bus che aveva a disposizione e noi scegliemmo un bus nero laccato con tutti i comfort di tutti i generi. Mentre Charlie firmava le ultime carte, Mr. Platino mi si avvicinò.

- Ciao... tu sei Emma? – Mi chiese Mr. Platino sedendosi di fianco a me.
- Sì sono io... tu sei...? – Lui conosceva me io non conoscevo lui. Vabbé. Dettagli.
- Io sono Dan... Sono un batterista di una famosa band bla bla bla -
- Ah sisi... Capito. Come mai da queste parti? -
- Dobbiamo prendere dei ricambi per il nostro bus... si è rotto e fra qualche giorno dobbiamo partire per il Warped Tour-
- Anche noi fra qualche giorno partiremo per il Warped Tour!-
- Oh fantastico! Potremmo partire insieme! Stasera daranno una festa nel Maryland... volete venire?-
- Volentieri! -
- Quanti siete? -
- Quattro. -
- Ti lascio il mio numero di telefono... -
- Oh grazie... questo è il mio! -
- A stasera allora qui ok? -
- Certo. -
- Ciao Emma. –
- Ciao Dan. -



Eccomi!
Scusate per la schifezza ma... non ho idee purtroppo ._.
Buona notte :D
E.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Minidress nero, tacchi altissimi, messa in piega perfetta, matita e rossetto rosso. Nascosi la ciocca bianca dietro alla nuca con delle forcine.

- Dio Emma... Sei una figa assurda! – mi disse Ruben tenendo in mano un pacchetto di patatine.
- Modestamente... Scherzo –
- Stasera io e Charlie non vediamo... quindi... tu e l’altra non fate casini va! Mi raccomando alla gente che non conoscete!  Sa ti lascio con Liz che ti deve parlare va – disse Ruben.
- Emma... cosa hai intenzione di fare stasera? – mi chiese Liz
- Beh di spassarmela di sicuro! -
- Beh sicuramente ci sarà Jack -
- Mettiamo in chiaro: uno, Jack è un coglione e non mi fa ne caldo né freddo. Due, Jack non riuscirebbe a riconoscermi neanche a morire e tre, sono accompagnata da un figo della madonna! Ventimila volte meglio di Jack! -
- Su questo non ci piove. Andiamo va. –


. . .


Dan era un figo pazzesco: t-shirt bianca attillata che faceva risaltare il suo fisico da statua greca , giubbotto di pelle aperto, jeans neri.

- Hey... Dopo hai da fare? – mi sussurrò Dan all’orecchio.
- Sono tutta tua... – risposi sussurrandogli all’orecchio con una risatina alquanto ambigua. Entrammo nel locale. Volevo solo divertirmi e lasciare da parte tutti i miei pensieri negativi alle spalle. Io e Dan trovammo un tavolino libero e andammo a sederci subito.

- Vuoi qualcosa da bere? - chiesi a Dan.
- Voglio solo te. Ora - rispose.
- Calmati. Vado a bere qualcosa. Dieci minuti e arrivo. -

Mentre andavo verso il bancone riconobbi quella figura.... la sua figura la riuscirei a riconoscerla tra mille: era Jack.
Mi sedetti a fianco lui. Puzzava di alcool.

- Salve Signor. Jack - gli dissi sorseggiando il mio bicchierino di whisky.
-Come conosci il mio nome? - mi disse alzando la testa e fissandomi.
-Amici... Come mai è cosi triste? -
- Non sono triste... -
- Quello sguardo lo conosco... e non è uno sguardo felice. Un‘altro drink per il Signore! Pago io. -
- Grazie ma... come ti chiami? -
- Emma - glie diedi un bacio sulla guancia - Arrivederci -

Jack mi prese per un braccio e mi fermò. Mi guardava dritto negli occhi. Era sciupato, stanco. I suoi occhi erano rossi. Poi mi lasciò andare. Andai da Dan che mi aspettava ansiosamente. Mi sedetti sopra le sue gambe e... fisicamente ero lì, mentalmente seguivo Jack in ogni suo piccolo movimento.

- Cosa dici se andiamo? Prima però beviamo qualcosa. - mi chise Dan.
- Andiamo.- risposi.

Uno, due, tre, quattro bicchieri uno dopo altro di alcool. Un pacchetto di sigarette partito in una sera. Ero partita mentalmente. Dan non mi portò al Bus, no. Alloggiammo in un motel. Da quel che mi ricordo era buio, squallido e umido. Uno schifo. Dan mi bloccò in un angolo, mi spostò una ciocca di capelli e mi baciò e in quel preciso instante riaffiorò in me un ricordo.

-Jack no non andare! Vengo con te! - gli dissi.

Non volevo stare a casa a non far nulla. Volevo stare con lui. Ora. Corsi sotto la pioggia verso di lui. Si girò e mi preso in braccio: eravamo fronte contro fronte. Sorridevamo. In quel momento nulla esistrva intorno a noi... solo io e lui. Jack mi portò a casa sua tenendomi in braccio. Arrivati, la casa era vuota. Mi portò direttamente in camera e mi posò a terra. Ero in piedi contro il muro. Si avvicinò e cominciò a baciarmi. Baci che dalle labbra si spostavano verso il collo. Baci delicati, baci innocenti. Tolsi la felpa e feci così anche con lui. Man mano le mani scendevano e pian piano i leggings strappati sparivano. Ero impotente. Non riuscivo e non volevo liberarmi di lui. Io e lui pelle contro pelle e la sebnsazione di toccare il cielo con un dito.
Il suo letto dalle candide coperte color oceano, quel profumo di lavanda.

- Jack io ti amo alla follia. -
- Anche io Reb. Ti amo. Sei bellissima. -

La pioggia batteva contro il vetro della finestra. Un rumore rilassante, tranquillizzante. Jack mi abbracciò da dietro. Ero protetta tra le sue braccia.


Mi svegliai su una poltrona di pelle rotta. Ero completamente stordita. Non ricordavo nulla della sera prima... forse qualche ricordo ma molto sfocato. Andai in bagno a vomitare tutto quello che avevo bevuto la sera prima. Mi guardai allo specchio: trucco tutto colato, rossetto rosso sbavato e i capelli tutti disordinati. Diedi un pugno allo specchio e per mia sfortuna, si ruppe.

- Cazzo che male! -

Mi misi sdraiata dentro a la lurida vasca a fissare il sangue che scorreva verso il gomito. Notai dei lividi intorno ai miei polsi e anche sul mio addome. I ricordi si facevano sempre più nitidi: io e Dan avevamo fatto sesso senza il mio volere. Mi sentivo sporca dentro, come quella casca. Ad un tratto entrò Dan che mi strattonò per un braccio e mi spinse verso la poltrona.

- Cha cazzo stai facendo? Eh? - mi urlò in faccia.

Non risposi. Dan mi tirò un schiaffo. Delle lacrime nere mi rigarono il volto.

- Oh povera bambina! Piangi? - mi disse appoggiandosi con le mani ai due braccioli della poltrona.
- Sei un fottuttissimo bastardo Dan. -

Dan si mise a ridere e mi diede una sottoforma di bacio... era più una leccata che prendeva gran parte della guancia e l‘angolo delle bocca.

- Devo andare, sistema tutto qui specialmente il casino che hai fatto e vieni a farti prendere. Fai parola di qualcuno di quello che è successo e... -

Chinai la testa a fissare quello che era rimasto di me. Cominciai a fumare per dimenticare i brutti pensieri. Chiamai Liz.

-Pronto?-
-Hey Liz sono Emma... devi venire subito a prendermi...-
 


Saaaalve
Questo capitolo mi fa letteralmente vomitare. Scusate ç_ç
Alla prossima e un graaaaazie a tutti quelli che leggono questa storia! ^^
E.

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