Not a monster

di Saralasse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***
Capitolo 28: *** Epilogo dell'epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il mio nome è Lucy Heartfilia. Ho un piccolo negozio di libri nella ridente cittadina di Magnolia, del regno di Fiore, ed è tutto quello che mi è rimasto dei miei genitori[1].

Oggi è una ridente cittadina ma fino a dieci anni fa la situazione era molto diversa: la guerra contro i Draghi ci aveva spossati, sfiduciati, privati di tutto. Dovunque si posasse lo sguardo si scorgevano i segni della loro devastazione, campi distrutti, interi villaggi ridotti in cenere, pochi sopravvissuti che si aggiravano come fantasmi fra le macerie.

Io ero una di loro, non così i miei genitori. Mi hanno fatto scudo con il loro corpo quando l’ennesimo attacco ha sfondato il tetto della nostra casa, al piano superiore del negozio. Di quel momento ricordo il frastuono, le urla di mia madre e il suo sorriso quando ha capito di essere riuscita a salvarmi; ma ricordo anche il sangue che le sporcava il viso e la smorfia di dolore di mio padre che aveva tentato di proteggerci entrambe.

Eppure non riesco a odiare i Draghi. Non sono stati loro a provocare la guerra ma la pazzia del nostro Re, il cui intento era quello di appropriarsi delle ricche miniere nel loro territorio. Avrebbe dovuto sapere che contro di loro non aveva possibilità di vittoria, il loro potere è troppo grande e prescinde dalle armi.

Mia madre non faceva che raccontarmi della loro saggezza e di come questa li avesse condotti a essere un popolo estremamente pacifico. Pacifico, non inerme: quando i ripetuti attacchi di Fiore hanno cominciato a mietere vittime fra loro, hanno deciso di reagire, con tutta la loro forza, forse nella speranza di mettere fine il prima possibile a una guerra insensata. Per noi, ha significato l’inizio di un periodo lungo e tormentato, un tempo di perdita e disperazione.

Poi un giorno, improvvisamente, gli attacchi sono cessati. Ho potuto rivedere l’azzurro del cielo, finalmente sgombro del fumo degli incendi e nonostante tutto, sono riuscita a sorridere di nuovo. Da quel giorno non ho più smesso di farlo perché sono sopravvissuta: ho visto gli orrori della guerra, li ho pagati sulla mia pelle ma sono viva e ho capito che non esiste dono più prezioso.

Fiore ha ricominciato a vivere come me, le case sono state ricostruite, i campi seminati di nuove messi. La gente del regno è laboriosa e nonostante le perdite è riuscita in breve tempo a rimettere in sesto il paese che oggi è uno dei più floridi del continente.

Oggi la mia presenza è richiesta al castello. Non so bene il perché, dopotutto non ho particolare importanza nella mia città, eppure non posso e non voglio rifiutare, la curiosità è sempre stato uno dei miei peggiori difetti.

Sarà meglio che vada.

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Buonasera :D

Allora… è minuscolo, lo so, ma è soltanto il prologo, giusto per farvi capire di che tipo di AU si tratterà: niente magia, o almeno non per come la vediamo in Fairy Tail, ambientazione simil-medievale, personaggi… OOC ma questa non è una sorpresa trattandosi di me XD

[1] qui ho pensato: cosa piace a Lucy? Le sue chiavi! Sì ma non posso fare di lei un fabbro, diventerebbe una She-Hulk senza colore verde! Allora ho optato per i libri che sono un’altra cosa che lei ama alla follia (naturalmente non parliamo di persone sennò al primo posto c’è Natsu ovviamente u.ù).

Soprattutto Lucy nei primi capitoli sarà molto diversa da quella che conoscete ma fidatevi di me, tutto ha una ragione e avrà una spiegazione ;)

Come sempre, grazie se avete anche solo letto questo minuscolo prologo, grazie se deciderete di lasciarmi un commentino e grazie se deciderete di seguirmi in questa nuova avventura :)

Gli aggiornamenti non saranno super veloci anche se cerco di portarmi avanti con la scrittura appena ho un po’ di tempo, siate pazienti!

A presto cheries :*

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Lucy osservò la sua immagine riflessa, chiedendosi se non fosse il caso per una volta di indossare abiti più femminili. Quando era rimasta sola, aveva imparato presto che nascondersi e celarsi era più sicuro nel mondo morente in cui viveva e aveva preso l’abitudine di indossare calzoni maschili.

L’unico vezzo che si concedeva erano le fini e delicate camicie femminili, ornate di trine, che lasciavano intravedere le sue forme generose.

“Oh insomma!”, esclamò rivolta alla sua stessa immagine. “Tu sei così, se ti vogliono che ti prendano come sei!”.

Si voltò verso il letto dove giaceva abbandonata la pesante cappa di lana e la indossò, uscendo dalla camera per raggiungere il piano inferiore.

“Levy”, disse, rivolta alla ragazza che la attendeva di sotto. “Ti affido il negozio durante la mia assenza. Non ho idea di cosa vogliano da me, perciò non so quanto resterò lontana. Ti dispiace?”.

“Non preoccuparti Lucy”, rispose Levy. “Prenditi tutto il tempo, ci penso io qui”.

Lucy sorrise a quella ragazza timida e gentile che da qualche mese le teneva compagnia. Era orfana come lei, così le aveva dato un lavoro e l’aveva aiutata a trovare una casa: la sua era abbastanza grande ma preferiva restare sola. Stando per conto suo, non doveva rispondere di nulla a nessuno.

“Grazie”, disse tirandosi il cappuccio sulla testa mentre varcava la soglia di casa.

L’inverno era inoltrato e il freddo pungente aveva fatto sì che gli abitanti della città si rintanassero dietro i loro usci. Lucy si strinse nel mantello aumentando il passo per giungere il prima possibile al castello.

Non riusciva proprio a capire cosa potesse volere da lei il signore locale. Non aveva una grossa attività commerciale, né capacità fisiche o mentali straordinarie. La sola cosa che la distingueva dalla massa era la sua conoscenza del regno e della cultura dei Draghi.

Quel pensiero le fece correre un brivido gelato lungo la schiena: che intendessero riaccendere le ostilità? Sarebbe stata una follia, i Draghi avevano già insegnato a Fiore quanto fosse inutile tentare di sottometterli con la forza.

E se invece avessero deciso di utilizzare le sue conoscenze per giocar loro un brutto tiro e renderli schiavi con l’inganno? Non si sarebbe mai prestata a niente del genere!

Lucy scosse la testa decisa, stanca di tutto quel rimuginare: ormai il castello era in vista, di lì a poco avrebbe saputo come stavano le cose.

 

Quando si presentò al cancello, spiegando chi fosse, fu lasciata attendere per qualche minuto, fin quando non fu lo stesso capitano delle guardie, Erza Scarlet, a pararsi di fronte a lei.

“Tu sei Lucy Heartfilia?”, la apostrofò con un tono gentile ma autoritario.

Dopo l’iniziale smarrimento, Lucy riuscì ad annuire. “S-sì, sono io, capitano. C’è qualche problema?”.

“Niente che ti riguardi personalmente, non preoccuparti. Seguimi”, disse incamminandosi lungo i corridoi del castello.

Le possibilità nella mente della giovane libraia cominciarono a moltiplicarsi, vagliando tutte le ipotesi più terribili su cosa sarebbe potuto accaderle una volta giunti a destinazione. Il capitano Scarlet aveva fama di essere irreprensibile ma anche e soprattutto inflessibile. Ciò che la preoccupava maggiormente era come avrebbero reagito al suo rifiuto di aiutarli ad abbattere i Draghi; perché ormai ne era quasi certa, era quello che volevano da lei, ma non avrebbe mai collaborato a trascinare il regno in una nuova guerra.

Così presa dai suoi pensieri quasi non si accorse di essere stata condotta niente meno che nella sala del trono del piccolo castello di Magnolia; la fortezza era la sede di un funzionario del Regno, il Re, infatti, risiedeva a Crocus.

Lord Fullbuster si alzò in piedi al loro ingresso nella sala e si fece loro incontro. “Voi dovete essere lady Heartfilia, l’esperta di Draghi”, disse, sorridendo a Lucy.

La ragazza inarcò un sopracciglio, sentendosi attribuire quel titolo onorifico che non le spettava: si aspettavano di comprarla adulandola, forse? “Sono io”, disse soltanto.

L’uomo tossicchiò, in evidente disagio per la freddezza della sua ospite. “Bene… non volete tenermi compagnia?”, chiese indicando con il braccio teso delle poltrone sistemate di fronte al camino acceso.

“No. Preferisco che mi diciate subito cosa volete da me. Io devo lavorare se voglio mangiare”.

“E va bene, milady”, acconsentì lord Fullbuster. “Voi sapete come abbiamo potuto far cessare gli attacchi dei Draghi?”.

Lucy incrociò le braccia al petto, aspettando che proseguisse nella sua spiegazione.

“Ebbene, dieci anni fa compimmo un’impresa a dir poco eccezionale. Il sovrano di Draconia aveva un figlio, un bambino di pochi anni se fosse stato umano: approfittando di un suo spostamento verso zone più sicure, riuscimmo ad assaltare il convoglio e a rapirlo, e questo ha immediatamente fatto cessare le ostilità da parte dei Draghi. Inoltre, ci assicura una parte dell’oro e dell’argento estratto dalle loro ricche miniere”.

“Che cosa?!”. Lucy era a dir poco scioccata: nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe pensato che il Re giungesse a tanto. “Questo è… è mostruoso!”.

“Andiamo milady! La popolazione di Fiore è laboriosa ma davvero questa ripresa così veloce non vi ha insospettita neanche un po’? Eppure mi dicono di voi che siate molto intelligente”.

La libraia digrignò i denti, mordendosi la lingua per non esprimere la risposta che avrebbe voluto dare a quello spocchioso. “Che ne è stato di quel bambino?”.

“E’ nostro ospite naturalmente ma non è più un bambino”, disse lord Fullbuster come se spiegasse la cosa più ovvia del mondo. “Pare che fuori dai confini di Draconia il loro ciclo vitale non sia poi così diverso dal nostro… e neanche la loro salute”.

“Cosa intendete dire?”.

“E’ malato”, intervenne Erza Scarlet. “Sono giorni che rifiuta cibo e acqua, e durante la notte non fa che urlare e lamentarsi”.

“La mia giovane sposa è molto turbata da quegli strepiti che le disturbano il sonno”, riprese parola l’uomo. “E considerate le vostre conoscenze sui Draghi, speriamo che possiate aiutarci a guarire il ragazzo”.

Lucy si tormentava le mani, furiosa per ciò che aveva appena sentito: sapeva che non poteva trattarsi di un miracolo se improvvisamente la guerra era finita ma scoprire che la sua tranquillità era stata ottenuta in maniera tanto vile la faceva fremere di rabbia. Ancor più sapere che la decisione di curare una persona derivava solo dall’assicurare notti tranquille alla delicata lady Juvia.

“Portatemi da lui”.

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Buonasera ^^

Per prima cosa voglio ringraziare voi tutte per l’accoglienza a dir poco calorosa che avete riservato già al solo prologo, grazie mille!

Passando al primo capitolo, direi che finalmente si intuisce qualcosa e la situazione si delinea meglio, che ne dite? Penso abbiate anche capito perché dicevo che Lucy sarebbe stata molto diversa da quella che conosciamo; e penso anche che al momento odiate Gray ed Erza XD

Come sempre, grazie se avete letto e se vi va lasciatemi un commentino per dirmi cosa ne pensate ^^

Alla prossima <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Lord Fullbuster ed Erza Scarlet si scambiarono uno sguardo compiaciuto e la donna si avvicinò di nuovo a Lucy che li guardava ansiosa.

“Seguimi”.

Fece laconica imboccando una porta laterale. Percorse per alcuni metri il corridoio prima di infilare una scalinata che si apriva alla fine dell’andito. Lucy si affrettò a seguirla e sulla soglia si fermò per qualche momento, disgustata dal tanfo che giungeva sino a lì. Il capitano continuava ad avanzare e lei si costrinse a seguirla, tentando di ignorare il puzzo che diventava sempre più forte e le stringeva la gola. Era un sentore umido di muffa e di sporco. Olezzo di morte.

A Lucy sembrò di scendere all’inferno tanto la scalinata era lunga e il calore sempre più opprimente; quando finalmente ebbe percorso l’ultimo gradino, dovette appoggiarsi per qualche minuto alla parete e riprendere fiato. Sperava che reimmettere aria nei polmoni servisse anche a farle riprendere quel coraggio e quella spavalderia che aveva perso non appena aveva iniziato a percorrere le scale.

Il capitano Scarlet la osservava con un’espressione mista tra pietà e dispiacere; lord Fullbuster avrebbe dovuto avvertire la libraia di dove fosse ospitato il Drago. “Ti senti bene?”.

“Benissimo”, rispose Lucy quando ebbe riacquistato il suo autocontrollo. “Allora, dov’è il ragazzo?”.

La donna indicò con un cenno del capo la cella alle proprie spalle e Lucy si avvicinò per poter guardare all’interno. L’ambiente era quasi del tutto buio, fatta eccezione un’unica finestra che consentiva alla luce solare di illuminarlo: in un primo momento non vide nessuno, fin quando aguzzando la vista potè scorgere una sagoma nascosta nell’angolo più buio. Poteva sentire anche un debole lamento.

“Fatemi entrare”.

“Temo che non sia possibile”.

“Non posso capire cos’ha se non mi lasciate avvicinare a lui!”, esclamò Lucy che cominciava a perdere la pazienza: non solo le facevano vedere una persona ridotta a un relitto umano ma le impedivano addirittura di aiutarla!

“E va bene. Hai solo il tempo di visitarlo, non un minuto di più”.

La libraia sbuffò sonoramente mentre le sentinelle aprivano la cella. “Io non sono un medico, questo non dovreste dimenticarlo. Non è detto che possa aiutarlo”, disse spostando uno degli uomini per poter entrare. “Ha un nome, immagino”.

“Si chiama Natsu”.

Lucy si avvicinò al ragazzo e si inginocchiò davanti a lui, tentando di distinguere il suo viso nella penombra. “Ciao Natsu”, disse stendendo una mano per scostargli i capelli dagli occhi ma lui la colpì, allontanandola. Non le fece male, era troppo debole. “Natsu io voglio aiutarti, mi hanno chiamata per cercare di capire cosa ti fa star male… non vuoi venire un po’ qui alla luce?”.

Così dicendo era arretrata verso il cono di luce proiettato dalla finestra, nella speranza che lui si avvicinasse quel tanto che bastava da essere illuminato decentemente. Natsu la guardava, sentiva il suo sguardo su di sé: a quel pensiero un brivido le attraversò il corpo quando le sovvennero le leggende narrate a Fiore secondo cui un Drago poteva, solo con i suoi occhi, incatenare a sé un essere umano.

Dal canto suo, il Drago non distoglieva lo sguardo da lei temendo si trattasse di un inganno: mai nessuno era stato gentile con lui da quando era stato trascinato in catene in quel regno di Uomini, perché lei avrebbe dovuto? Forse tentavano di rabbonirlo prima di ucciderlo? ‘Meglio’, si ritrovò a pensare, ‘almeno la farò finita con questa… vita’. La ragazza però continuava a fissarlo con quello sguardo implorante e suo malgrado si ritrovò a muoversi verso di lei, esponendosi alla luce.

“Coraggio Natsu… lascia che ti aiuti”, sussurrò Lucy avvicinandosi di nuovo a lui. Si lasciò cadere sulle ginocchia per poterlo guardare in viso e non potè non notare quanto fosse pallido e magro: le sue mani si mossero più veloci del pensiero e si posarono sul volto di Natsu. “Almeno lo avete fatto mangiare?!”, sbraitò voltandosi a guardare Erza che la fissava dalla soglia. “Come pretendete che stia bene se non è nemmeno nutrito come si deve? È una persona, questo lo capite? Fate chiamare lord Fullbuster, lo voglio qui”.

“Non credo sia possibile”, ribattè Erza, le sopracciglia aggrottate.

“Lord Fullbuster deve venire qui e rendersi conto di quello che ha fatto. Questo ragazzo non guarirà mai se non lo tirate fuori da qui, si sta lasciando morire”, disse mentre tornava a guardare Natsu. Le faceva tenerezza così lacero e sporco ma anche e soprattutto tanta rabbia verso il suo signore; era una persona magnanima e reggeva Magnolia in maniera giusta ed equilibrata, perché mai avrebbe dovuto comportarsi in maniera tanto perfida con quel ragazzo?

Erza sbuffò, girando i tacchi per tornare nella sala principale e conferire con lord Fullbuster.

 

Non appena il capitano si fu allontanata, Lucy prese la borraccia che portava alla cintola e la avvicinò alle labbra di Natsu che ostinatamente voltò il capo di lato. La ragazza gli afferrò il viso costringendolo a voltarsi e si avvicinò per poter parlare a bassa voce.

“Ti tirerò fuori da qui, è una promessa”, disse fissandolo dritto negli occhi. “E farò tutto il possibile perché tu possa tornare da tuo padre”. Lo scintillio che vide passare per un istante nello sguardo spento di Natsu le confermò di aver colto nel segno. “Però devi essere paziente e lasciare che ti aiuti. Bevi adesso”.

Natsu esitò ancora per qualche istante prima di convincersi ma quando ebbe portato la borraccia alle labbra, bevve avidamente come un assetato nel deserto. Le parole di quella ragazza che non conosceva gli avevano ridato la speranza e anche se sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi, qualcosa dentro di lui gli diceva che lei non lo avrebbe tradito. I suoi occhi castani erano limpidi e sinceri e il suo sorriso rassicurante; non aveva molti termini di paragone ma avrebbe detto che era bella, come le principesse dei Draghi che vivevano nel castello con lui, uno dei pochi ricordi della sua vita precedente che non aveva perduto.

“Come… come ti chiami?”, riuscì a dire dopo averle restituito il contenitore.

Lucy gli rivolse un sorriso radioso sentendolo finalmente parlare. “Lucy. Il mio nome è Lucy”.

Natsu rispose con un lieve stirarsi delle labbra prima di lasciar andare un sospiro. “Non puoi fare quello che hai detto, Lucy. Rischieresti la vita”.

“Non è giusto che ti tengano qui”.

“Mi conosci appena, non puoi azzardare tanto”.

“Non mi interessa, Natsu! Ti ho fatto una promessa e la manterrò, costi quel che costi. Devi solo fidarti di me!”, esclamò, quando il rumore di passi nel corridoio la fece voltare.

Lord Fullbuster si avvicinò alla cella, guardandola con aria seccata. “Allora milady, cosa c’è di tanto urgente da farmi correre qui?”.

Lucy si rialzò, avvicinandosi a lui per poterlo fronteggiare. “Il ragazzo non può stare qui, questo posto lo ha fatto ammalare e non guarirà mai se non lo sposterete altrove. Lasciate che lo porti a casa mia”.

“Non se ne parla nemmeno”, intervenne Erza. “Potrebbe fuggire”.

“E’ talmente debole e stanco che dovrà essere assistito anche per camminare”, spiegò Lucy, calma. “E se non vi fidate potete far sorvegliare la mia casa, non è un problema per me”. In realtà, sperava vivamente che la sorveglianza non fosse troppo stretta: era sicura che qualcuno l’avrebbe tenuta d’occhio ma aveva fatto una promessa e doveva aiutare Natsu a tornare a casa non appena fosse stato abbastanza forte da reggere la fuga.

Lord Fullbuster fece cenno a Erza e uscì dalla cella con lei per poterle parlare in privato.

“Gray non puoi lasciare che lo porti con sé, quella ragazza è troppo ingenua, lo farebbe fuggire”.

“Se il Drago muore Fiore perde le miniere e noi faremmo in breve la stessa fine del ragazzo”, ribattè lord Fullbuster. “E poi l’hai sentita, non è un problema far sorvegliare la sua casa; potremmo impiegare delle spie oltre che le sentinelle, così da scoprire eventuali piani di fuga”.

Erza sospirò appena. “Ti stai assumendo una grossa responsabilità. Se lui fuggisse tu saresti giustiziato”.

“Dannazione Erza! Noi non siamo così, non lasciamo morire un altro essere vivente solo perché non è un abitante di Fiore!”, esclamò fra i denti. “Ormai ho deciso. Il Drago andrà a casa di lady Heartfilia perché sia curato”.

Il capitano scosse la testa rientrando nella cella. “Accordato. Lo porti con te e sarà sotto la tua responsabilità”.

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Buonasera ^^

Allora, come avevate già capito benissimo – non sono brava a creare misteri XD – il Drago prigioniero era proprio il nostro caro Natsu; a Lucy l’arduo compito di rimetterlo in sesto e poi in libertà. Riuscirà la nostra eroina nel suo intento?! Lo scoprirete nelle prossime puntate XD

P.S.: siccome più di una me l’ha scritto nelle recensioni, una piccola precisazione, forse non sono stata molto chiara: Gray non è il Re di Fiore ma un funzionario di Magnolia, un governatore si potrebbe dire. Vive nel castello solo perché è l’edificio di rappresentanza, tutto qui :D

Mi ripeto ma non posso farne a meno, grazie a tutti voi che mi seguite, grazie a tutti voi che mi recensite e grazie a tutti voi che mi leggete soltanto ;)

Alla prossima <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Lucy si voltò subito a guardare Natsu e gli sorrise, sorreggendolo perché potesse alzarsi. “Non fare cose stupide”, gli bisbigliò all’orecchio mentre tornava a posare lo sguardo su lord Fullbuster. “Vi ringrazio. Sono certa che guarirà perfettamente entro pochi mesi”.

“Mesi?!”, esclamò Erza Scarlet perdendo il suo solito autocontrollo. “Non può stare fuori da qui per così tanto te…”.

“Invece può”, la bloccò lord Fullbuster. “E’ importante che si rimetta in sesto, sai che probabilmente a Draconia già sanno che è malato”.

Il capitano strinse i pugni e si rivolse a una delle sentinelle. “Trovategli un mantello, non può uscire così”.

Lucy condusse Natsu fuori dalla cella e si fermò davanti a lord Fullbuster. “Grazie”, disse soltanto prima di imboccare la scalinata.

 

Quando finalmente guadagnarono l’uscita, Natsu fu percorso da un brivido, sentendo sulla pelle l’aria fresca che circolava nel castello. Lucy lo guardò, preoccupata che quel cambiamento nuocesse alla salute già compromessa del Drago.

“Sto bene”, la rassicurò Natsu. “Solo… faceva così caldo laggiù”.

Lucy fece un sorrisino guardandolo e lo aiutò a coprirsi con il mantello che una guardia le stava porgendo. “Vedrai che fra poche ore non sentirai più questa differenza. Andiamo adesso”.

Così dicendo, condusse Natsu lungo i corridoi di pietra del castello e poi fuori, per le vie deserte di Magnolia; nonostante non si vedesse nessuno a causa del freddo intenso, la cittadina manteneva intatto tutto il suo fascino e il ragazzo si guardava attorno con curiosità crescente. Più volte Lucy dovette trascinarlo perché riprendesse a camminare.

“Capisco che tu non veda il mondo da anni ma così non arriveremo mai a casa!”.

“Scusa Lucy”, disse Natsu con un’aria talmente contrita che la libraia si sentì in colpa per averlo sgridato.

“Non fa niente, Natsu… guarda, quella è casa mia!”, esclamò indicando la casetta piccola ma curata a pochi metri da loro.

“E’… bella, penso”.

Lucy ridacchiò dell’espressione perplessa del Drago mentre entrava in casa con lui. Levy le corse incontro e si bloccò quando vide il ragazzo che si portava appresso. “Lucy, sei torna… e lui chi è?”.

“Ciao Levy! Lui si chiama Natsu, starà con me per un po’, anzi… ti dispiace preparare il pranzo?”.

Lo stomaco di Natsu confermò rumorosamente quanto avesse fame e il Drago ridacchiò imbarazzato, suscitando l’ilarità delle ragazze. Levy scosse la testa sorridendo e gli strinse la mano. “E’ un piacere conoscerti, io sono Levy! Ci penso io al pranzo, tu va’ pure di sopra con Lucy”.

Lucy soffocò le risate per non offendere Natsu mentre lo guidava al piano superiore. “Devo dire che stai molto meglio, non mi spiego come sia possibile”, disse notando quanto camminasse molto meglio sebbene fosse ancora debilitato.

“Sono sempre guarito molto in fretta, credo di essere nato così”, spiegò Natsu con noncuranza, come se la cosa fosse semplicemente ovvia. “Ricordo che anche mio padre guariva molto in fretta, tutti a Draconia sono come me. E’ qui che sono un mostro”, aggiunse fra i denti.

“Non sei un mostro! E la gente di qui lo capirebbe se non fosse guidata dal nostro stupido Re che pensa solo a riempir loro la testa di fandonie”.

“Non sembri amarlo molto”.

“E non sono l’unica”.

“Che intendi dire?”.

“Nulla. Dimentica ciò che ho detto”, disse Lucy entrando in una stanza. “Vieni, questa sarà la tua camera fintanto che resterai qui”.

Natsu seguì la ragazza e sulla soglia si fermò per qualche momento, intento ad osservare l’ambiente: sicuramente non era la stanza di una reggia ma lo diventava se confrontata alla fredda cella in cui aveva trascorso gli ultimi anni.

“Al castello avevo una stanza così”, disse sorridendo a Lucy.

“A Draconia?”.

“No, qui a Magnolia. Non mi hanno tenuto sempre in cella, mi hanno rinchiuso quando sono diventato abbastanza grande da poter fuggire. Prima mi tenevano assieme alla servitù e giocavo con Gra… con lord  Fullbuster. Eravamo bambini entrambi e anche se veniva sgridato per questo, veniva sempre da me”.

“Lord Fullbuster?!”, esclamò Lucy sorpresa da quella rivelazione. “Proprio lui, quel pezzo di ghiaccio?”.

Natsu strinse i pugni e distolse lo sguardo. “Non ha più scelta”, disse laconico.

Lucy decise di non indagare oltre, imbarazzata dall’improvviso mutismo di Natsu e nel tentativo di togliersi dall’impaccio aprì il grande armadio che occupava una delle pareti laterali. “Allora… non vuoi fare un bagno prima di pranzare?”.

Il Drago si riscosse dai suoi pensieri e le rivolse un sorriso soddisfatto; quel gesto scoprì i canini puntuti tipici della sua razza e Lucy si avvicinò per osservarli meglio. “Hai davvero i canini affilati!”.

“Si, li abbiamo tutti così!”, rise Natsu, vedendo la sua espressione curiosa. Lucy sembrava improvvisamente molto più giovane della sua età. “Mi fai fare questo bagno adesso o vogliamo restare qui a parlare dei miei denti?”.

Anche Lucy rise della sua stessa reazione. “Hai ragione Natsu”, disse aprendo una porta laterale. “Qui c’è la stanza da bagno, vado a mettere l’acqua a scaldare”.

 

Quando Lucy fu uscita, Natsu si avvicinò alla finestra, osservando di nuovo dopo anni il mondo all’esterno. Le sentinelle avevano già preso posizione ma erano talmente visibili che avrebbero potuto eluderle facilmente se avessero voluto; era evidente che Gray stava facendo di tutto per lasciarlo fuggire evitando possibilmente conseguenze per se stesso.

Gray era stato il suo solo amico in tutti quegli anni di solitudine. Non si era lasciato fermare dalla consapevolezza che appartenessero a due razze diverse, né dalle punizioni che riceveva ogni volta che veniva sorpreso nella stanza del piccolo Drago. La sua amicizia aveva resa meno amara la prigionia e, Natsu ne era certo, se mai fosse riuscito a fuggire sarebbe stata la sola persona di Fiore di cui avrebbe sentito la mancanza.

A parte Lucy. La conosceva da poche ore soltanto ma sentiva qualcosa che lo spingeva verso di lei; suo padre gli raccontava sempre che i Draghi entravano in sintonia con l’anima della persona con cui avrebbero diviso la vita, possibile che nel suo caso fosse proprio quella ragazza decisa che aveva tanto preso a cuore la sua sorte? Di certo, non sbagliava sull’anima di Lucy: era pura e forte, com’era lei stessa, e muoveva ogni suo gesto con i medesimi sentimenti.

Quasi senza rendersene conto, Natsu si ritrovò a sorridere al proprio riflesso e si voltò quando vide la porta aprirsi e l’oggetto dei suoi pensieri reggere una grossa pentola piena di acqua bollente.

“Sbrighiamoci Natsu, altrimenti diventa troppo fredda!”, esclamò entrando nella stanza da bagno e cominciando a riempire la tinozza di legno che vi si trovava. “Per fortuna Levy è previdente, aveva già messo l’acqua sul fuoco”.

Non appena ebbe finito si avvicinò a Natsu per aiutarlo a raggiungere la piccola stanza e lui la lasciò fare, docile, accontentandosi per il momento di respirare il profumo dei capelli di lei. Lucy era speciale. E l’avrebbe portata con sé a Draconia.

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Buonasera ^^

Scusate per il ritardo dell’aggiornamento ma come avevo anticipato a molte di voi, dipende tutto dal tempo che rimane a mia disposizione dopo il lavoro :P

Tornando al capitolo, Natsu è arrivato a casa di Lucy e penso di aver chiarito perché Gray non abbia opposto molte resistenze ;) So bene che anche Natsu risulta molto OOC, forse più di Lucy, ma ho cercato – evidentemente con scarso successo XD – di rifarmi al Natsu bambino appena abbandonato da Igneel, rapportando il tutto a una persona ormai adulta… dategli tempo, si riprenderà XD

E’ ancora un capitolo di transizione, penso che nel prossimo entreremo nel vivo dell’azione :D

Tante grazie a tutte voi che mi seguite, leggete, recensite, siete splendide *-*

Alla prossima <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Appena furono entrati nella piccola stanza, Lucy alzò lo sguardo verso Natsu, leggermente arrossita sulle gote. “Ecco… mi stavo chiedendo se avessi bisogno d’aiuto… per il bagno insomma”. Avrebbe preferito che il pavimento la inghiottisse ma doveva prendersi cura di lui ed era ancora debole perché potesse pensare di lasciarlo solo in qualsiasi momento: era talmente in ansia e le sembrava talmente sbadato che temeva sarebbe annegato nella vasca.

Dal canto suo, Natsu la osservava perplesso, non capendo il perché della sua domanda. “Non capisco perché tu me lo chieda, certo che devi aiutarmi”, disse con schiettezza. “E’ sempre stato così da che ho memoria”.

Il viso di Lucy assunse tutte le tonalità di rosso prima che riuscisse a trovare la forza di rispondere. “V-va bene, allora… togliti i vestiti, io intanto te ne prendo di puliti”, disse tornando nella camera da letto e infilando letteralmente la testa nell’armadio. ‘Maledizione! Stupida, stupida, stupida Lucy! E adesso come ne esci, eh?!’.

“Lucy!”, la richiamò la voce del Drago. “Io sono pronto!”.

Lucy prese un grande respiro e afferrò degli indumenti puliti, tentando di ignorare il tamburellare violento del suo cuore. Quello che vide quando fu di nuovo nella stanza da bagno la fece rilassare un poco: Natsu era già immerso nell’acqua e le dava le spalle, aspettando che lei lo aiutasse a lavarle. Aggrottò le sopracciglia pensando che dopotutto lui era un principe; sebbene fossero passati molti anni era normale che fosse abituato ad essere servito.

“Va tutto bene?”, le chiese voltando appena la testa per sbirciarla.

“Sì! Tutto bene, benissimo!”, si affrettò a rispondere Lucy prima che si voltasse completamente. “Resta pure comodo!”.

Seppur ancora titubante, Lucy afferrò la pezzuola che penzolava dal bordo della vasca e cominciò a passarla delicatamente sulle spalle di Natsu. Suo malgrado, notò che sebbene fosse molto magro, la muscolatura appariva ancora tonica; sicuramente sarebbe diventato statuario non appena avesse ricominciato a mangiare decentemente. Scosse la testa, stupita dei suoi stessi pensieri, quando dei tonfi leggeri attirarono la sua attenzione e sporgendosi oltre la schiena del Drago individuò la fonte: Natsu stava giocando con il sapone.

“Scusa Natsu, cosa stai facendo?”, chiese tentando di mantenere la calma. La costringeva ad aiutarlo e poi si metteva a giocare invece di lavarsi da solo dove avrebbe potuto?!

“Sto giocando. Perché?”.

Lucy strinse la pezzuolina in un pugno e afferrò il secchio ai piedi della tinozza, vuotandone il contenuto sulla testa di Natsu.

“Lucy!”, sbottò lui tra un colpo di tosse e l’altro. “Ma sei impazzita?!”.

“Sta’ zitto!”, ruggì la ragazza afferrando il sapone e cominciando a sfregargli energicamente la testa.

“Ehi calmati!”, piagnucolò Natsu tentando di scansarsi. “Mi stai tirando i capelli!”.

Lucy si fermò, rendendosi conto di aver avuto una reazione del tutto fuori luogo e assolutamente non da lei; quel ragazzo la destabilizzava in una maniera che non avrebbe creduto possibile. Prima ancora di conoscerlo aveva sentito l’irresistibile desiderio di aiutarlo e da quando aveva posato lo sguardo su di lui non era più riuscita a distoglierlo.

“Scusami”, disse aiutandolo a sollevarsi nella vasca. “Andiamo, Levy ci starà aspettando per pranzare con noi”.

Natsu si asciugò con il telo che Lucy gli aveva passato e lo lasciò cadere per vestirsi, strappando un urletto alla libraia che si affrettò a voltarsi di spalle.

“Lucy va tutto bene?”.

“Natsu… capisco che la tua vita sia stata complicata finora ma… non puoi spogliarti come se niente fosse davanti a una donna!”.

“E perché? Mia cugina mi aiutava sempre a fare il bagno e non mi ha mai detto niente del genere”.

“Intendi a Draconia?”.

“Ovviamente”.

“Eri un bambino, Natsu! Un bambino può farlo… un uomo adulto no!”.

Natsu sbuffò leggermente, mettendole una mano sulla spalla. “Sono vestito! Si può sapere perché non posso? E’ una cosa naturale”.

Lucy tornò finalmente a guardarlo e lo prese sottobraccio conducendolo fuori. “E’ naturale certo ma… ecco… esiste una cosa chiamata decenza e… impone che un uomo o una donna non si espongano così liberamente agli sguardi l’uno dell’altra… a meno che non siano sposati, certo”.

Natsu si fermò a metà scala e guardandolo Lucy si sentì mozzare il fiato dal suo sorriso. Non si era resa conto di quanto fosse solare e spontaneo. E bello. “Cosa c’è, perché ti sei fermato?”.

“Non c’è problema, Lucy. Tu verrai con me a Draconia e laggiù potremo sposarci”.

La libraia piegò la testa di lato, sorridendogli comprensiva; Natsu probabilmente non aveva idea di cosa stesse dicendo, era stato isolato dal mondo per troppo tempo. “Forse verrò a Draconia con te, per accompagnarti. Del resto ne discuteremo”, disse facendogli scendere gli ultimi gradini.

 

Levy li aspettava con la tavola imbandita di tutto punto. Evidentemente doveva aver intuito in qualche modo quanto fosse forte l’appetito di Natsu perché quando lo videro mangiare, lei e Lucy restarono a bocca aperta per lo stupore.

Non sapevano se fosse per la fame patita nell’ultimo periodo ma sembrava proprio un pozzo senza fondo: ingurgitava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro a una velocità sovrumana, e quando finalmente si dichiarò sazio, Lucy non potè non notare quanto sembrasse stare ancora meglio.

‘Penso che alla fine non avrà proprio bisogno di mesi per riprendersi’.

“Allora Natsu, giusto?”, disse Levy d’un tratto. “Si può sapere dove ti ha trovato Lucy? Ha questa mania di aiutare tutti ma tu sembri proprio messo male!”.

Lo sguardo di Natsu si fece improvvisamente cupo e la libraia temette che ricadesse in quello stato di apatia nel quale lo aveva visto quella mattina: la ripresa era stata straordinaria ma immaginava che gli strascichi di quella brutta esperienza sarebbero rimasti ancora a lungo.

“Mi ha tirato fuori dalle prigioni del castello”, disse fra i denti. “E spero di non tornarci. Voglio tornare a casa mia”.

Levy continuava a fissare Natsu, in attesa che le dicesse dell’altro ma il Drago restava ostinatamente muto; Lucy stese la mano sotto il tavolo cercando e stringendo la sua e lui le rivolse un debole sorriso.

Lei era stata così gentile e premurosa. Non meritava la sua tristezza.

Dal canto suo, la piccola Levy aveva notato quanto fra i due corresse già un’insolita sintonia. Lucy non era una persona facile a concedere fiducia a chicchessia, lei stessa aveva avuto non poche difficoltà a farsi accettare come amica: la libraia aiutava chiunque ma si apriva a ben poche persone. Eppure, Natsu sembrava aver già toccato le corde giuste nel suo animo smarrito, provato da troppo dolore già patito nella sua giovane vita.

“Lucy io torno a casa”, disse alzandosi da tavola. “Ho il pomeriggio libero oggi, ricordi?”.

Lucy la guardò per qualche momento, leggermente perplessa da quella decisione repentina ma non oppose rifiuti. “Sì… va bene Levy, ci vediamo domani allora”.

Levy annuì sorridendole. “A domani Lucy, a domani Natsu!”, esclamò uscendo. Lucy alzò le spalle e si mise a lavoro per rassettare la piccola cucina.

Natsu seguì Levy con lo sguardo e poi tornò a guardare Lucy. “Mi dispiace. Credo sia andata via per colpa mia ma io… voglio tornare a casa, Lucy”.

La libraia lasciò ciò che stava facendo e si avvicinò a lui, abbracciandolo; il ragazzo le cinse la vita a sua volta, tenendo la testa sul suo petto. “Ti riporterò a Draconia, non esiste che io manchi una promessa”, gli disse accarezzandogli la testa, le dita intrecciate in quegli insoliti capelli rosa.

Natsu sollevò la testa per poterla guardare negli occhi. E Lucy sentì che si sarebbe potuta perdere in quello sguardo ardente e non le sarebbe importato. “Voglio che tu venga con me Lucy”.

A Lucy sembrò quasi che la sua voce provenisse da un altro mondo quando, prima ancora di avere il tempo di pentirsene, acconsentì all’insolita richiesta. “Sì”.

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Buonasera ^^

Sì, è presto. Sì, Natsu sta precipitando le cose. Ma sì, Natsu è tutto istinto e prima o poi doveva tornare a essere lui in questa fic. Per la faccenda del matrimonio, è esattamente come dice Lucy, non sa di cosa parla XD

Pensavo di mettere più azione in questo capitolo ma alla fine è stato solo un piccolo passo avanti nel rapporto tra Natsu e Lucy. L’azione ci sarà però, non dubitate, altrimenti come fa il caro Drago a tornare a Draconia?!

Come sempre, grazie a chi legge, grazie a chi mi segue, grazie a chi recensisce, senza di voi sarei persa ^^

Alla prossima ladies <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Lucy sapeva di dover interrompere subito quel momento. La vita per strada l’aveva resa troppo smaliziata perché non capisse come sarebbe finita se avesse permesso a quello strano ragazzo di esercitare su di lei tutto quel fascino.

Eppure, mentre la sua testa formulava sensatamente questi pensieri, le sue mani non volevano saperne di smetterla di accarezzare quella massa disordinata che erano i capelli di Natsu; e i suoi occhi non intendevano allontanarsi da quelli di lui. E di certo il Drago non le rendeva la vita facile: l’aveva stretta spasmodicamente e aveva socchiuso gli occhi, ma non smetteva di fissarla.

“Natsu”, disse trovando da qualche parte il coraggio di riscuotersi. “Forse dovresti riposare. Da quello che mi hanno raccontato non hai dormito molto e io non posso tenerti compagnia, ho un negozio da mandare avanti”.

Natsu la lasciò andare a malincuore, appoggiandosi allo schienale. “E va bene, Lucy”.

Lucy gli sorrise e si passò un suo braccio sulle spalle per aiutarlo ad alzarsi e accompagnarlo nella sua camera. Non si dissero nulla e la libraia se ne sentì sollevata: temeva che le chiedesse di restare con lui ed era certa che non sarebbe riuscita a dire di no.

Sebbene non fosse sembrato entusiasta all’idea di dormire, Natsu crollò letteralmente non appena ebbe poggiato la testa sul cuscino. Lucy sorrise intenerita vedendolo riposare finalmente sereno e lasciò la stanza, tornando al piano di sotto.

Sull’uscio del negozio campeggiava la scritta Chiuso quando potè finalmente ritirarsi nella sua sezione preferita, quella che conteneva i libri sui Draghi. La sua era per lo più una collezione privata, nessuno di quei libri, infatti, era destinato alla vendita. Quegli studi servivano a lei, erano l’unico legame rimasto fra Lucy e sua madre, che amava e rispettava Draconia e i suoi abitanti. Col tempo aveva imparato a fare lo stesso; man mano che ne apprendeva le usanze, i poteri e la grande saggezza aveva capito quanto Layla fosse rimasta affascinata da quell’insolita popolazione e ne aveva condiviso la passione.

Quei volumi pesanti e polverosi le tennero compagnia per tutto il pomeriggio mentre li spulciava alla ricerca spasmodica di una mappa, anche piccola, del territorio di Draconia; nulla, sulle carte che possedeva non era segnato nemmeno il confine tra i due regni.

‘Come faccio adesso?! Ho promesso a Natsu che lo avrei riportato a casa ma non ho idea di dove sia casa sua!’. Lucy sospirò passandosi la mano sugli occhi. ‘Non ho scelta. Mi rimane una sola possibilità. Ma ho bisogno di tempo’.

Un movimento vicino a una delle finestre del negozio attirò la sua attenzione e senza darlo a vedere si avvicinò per controllare, fingendo di avvicinarsi per chiudere le imposte; aveva quasi dimenticato di essere sorvegliata ma lord Fullbuster doveva aver mandato delle reclute a svolgere quel lavoro. Persino un cieco si sarebbe accorto di loro.

Mentre percorreva le scale per andare a svegliare Natsu, le sovvenne alla mente quello che lui le aveva detto sul signore di Magnolia. Forse, alla fine, era davvero la persona magnanima che appariva e aveva deciso di aiutare il Drago suo amico a fuggire.

Natsu dormiva ancora profondamente e Lucy sedette sul letto a osservarlo: aveva le sopracciglia aggrottate e l’espressione serena di prima aveva lasciato il posto a un volto contratto e sofferente. “Natsu”, provò a chiamarlo, scuotendolo leggermente. “Coraggio svegliati, è ora di cena”.

Finalmente, dopo diversi inutili tentativi, riuscì a fargli aprire gli occhi e il ragazzo si guardò attorno smarrito per qualche momento prima di focalizzare la sua attenzione su di lei. “Lucy…”.

“Va tutto bene, Natsu? Scusa se ti ho svegliato ma eri agitato, forse stavi facendo un incubo”.

Natsu sospirò lievemente stringendo i pugni e lei gli coprì la mano con la propria. “Più che un incubo”, cominciò, tenendo lo sguardo basso, “era un ricordo; ho sognato di nuovo quella notte”.

“Intendi quando ti hanno portato via?”.

“Si…”.

Lucy lo costrinse ad aprire la mano, stringendola nella sua. “Ti va di raccontarmi?”.

Natsu annuì, ricambiando la stretta.

 

La carrozza viaggiava veloce nella notte, sfrecciando verso la propria meta; la Rocca era ancora lontana e i suoi occupanti troppo preziosi per Draconia. Soprattutto per il suo Re.

“Gorgo manca ancora molto per arrivare?”.

“Non essere impaziente, saremo alla Rocca entro poche ore”. La giovane donna accarezzò la testolina del bambino seduto accanto a lei e gli sorrise. “Tra poco vedrai tuo padre, non ti preoccupare! Lo zio sarà felice di vederci”.

Natsu annuì, leggermente imbronciato. “Ne sei sicura? È sempre così impegnato per colpa degli Uomini di Fiore”.

“Dubitare dell’affetto di tuo padre è ingiusto, Natsu. Lui è il Re e come tale ha dei doveri ma questo non gli ha mai impedito di essere un genitore amorevole e premuroso”.

“Lo so, però mi manca passare del tempo con lui, mi manca quando mi istruiva sui miei futuri doveri, quando andavamo a caccia insieme… mi manca anche quando mi rimproverava”.

Gorgo sollevò Natsu, mettendolo seduto sulle proprie gambe, e lo abbracciò. “Questa stupida guerra finirà, piccolo; e tuo padre potrà tornare a occuparsi di te come faceva prima”.

Il bambino annuì, lasciandosi cullare dall’abbraccio di sua cugina e dal dondolio della carrozza fino ad appisolarsi; Gorgo gli sistemò il mantello addosso per tenerlo caldo in quella rigida notte invernale e si rilassò contro il sedile, cadendo in un leggero dormiveglia.

L’arrestarsi improvviso della carrozza la risvegliò bruscamente e prima che avesse il tempo di chiedere spiegazioni al cocchiere, qualcuno spalancò lo sportello dell’abitacolo e le strappò dalle braccia Natsu.

“Natsu!”, strillò gettandosi giù dal veicolo nel tentativo di riprendere suo cugino che si dimenava fra le braccia del suo rapitore. “Lascialo andare!”.

“Gorgo, aiutami!”.

“Lascialo ho detto!”, esclamò Gorgo sguainando il pugnale che portava alla cintola.

Aveva quasi afferrato la mano di Natsu quando qualcuno la colpì violentemente alla testa, facendola crollare al suolo; degli uomini completamente celati che portavano via l’erede al trono di Draconia fu l’ultima cosa che vide prima di perdere i sensi.

“Natsu…”.

 

Lucy strinse più forte la mano di Natsu, tentando di rassicurarlo; se fosse dipeso solo dalla sua volontà, non l’avrebbe lasciata andare mai più.

“Chi è Gorgo?”.

“Mia cugina”, disse Natsu ricambiando la stretta. “E’ stata come una sorella maggiore. Sua madre era la sorella del Re e quando è rimasta orfana mio padre l’ha portata con sé a palazzo. Non ricordo un solo momento della mia vita a Draconia senza la sua discreta presenza”.

Lucy sorrise dolcemente posando la mano sul viso del Drago. “Sono sicura che sarà molto preoccupata per te. Dobbiamo sbrigarci a farti tornare a casa”.

Natsu rialzò immediatamente lo sguardo. “Tu verrai con me, giusto?”.

“E’ complicato, Natsu”, sospirò Lucy, lo sguardo basso per non incrociare quello irresistibile del ragazzo. “Io ho una vita qui, non posso lasciare tutto da un giorno all’altro”.

“Avrai una vita nuova alla Rocca! Con gli onori che meriti e accanto a me, io non ti lascerò qui da sola, Lucy”, disse con voce roca.

Lucy non si aspettava che fosse tanto forte quando la afferrò per le braccia e la trascinò sul letto accanto a sé; non immaginava nemmeno che il suo cuore prendesse a battere così forte soltanto perchè la stava fissando con quegli occhi così intensi.

“Tu sei la persona con cui dividere la vita. Il mio cuore di Drago lo sa”.

La libraia si sorprese di vederlo arrossire ma non immaginava che la baciasse; un bacio goffo all’inizio, poi sempre più dolce, passionale, esigente, cui non potè impedirsi di rispondere.

Nonostante lo conoscesse solo da poche ore.

Nonostante la mente le urlasse di fermarsi.

Nonostante tutto, anche il suo cuore lo aveva riconosciuto.

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Buonasera *^*

Scusatemi tanto per l’attesa ma oltre al lavoro ho avuto da fare con un piccolo blocco dello scrittore che mi aveva presa e non voleva lasciarmi andare >.<

Forse è per questo che il capitolo in effetti non mi piace ç.ç

E continuo a promettervi azione ma poi ogni capitolo ne esce sempre senza, com’è possibile >.

Beh, adesso la smetto, lasciatemi un commentino se vi va e come sempre grazie se mi seguite, se mi leggete e se mi recensite!

Alla prossima <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Natsu lasciò andare di malavoglia Lucy quando il bisogno d’aria divenne impellente. La giovane libraia tenne gli occhi chiusi ancora per qualche momento prima di spalancarli in quelli di lui.

“Natsu… sta andando tutto troppo veloce, è… è sbagliato”, balbettò tirandosi a sedere sul letto. Era imbarazzata da ciò che era successo ma forse ancor di più dall’averlo permesso nonostante i buoni propositi di quella stessa giornata.

Natsu era un Drago che lei voleva salvare e rimandare a Draconia, non poteva seguirlo. Sapeva che niente e nessuno le avrebbe fatto dimenticare quel ragazzo così strano ma affascinante a modo suo eppure per loro non c’era futuro, inutile farsi delle illusioni.

Lui si mise seduto a sua volta, stringendo le coperte nei pugni chiusi, tremanti di rabbia. “Perché?! Perché è sbagliato quello che senti?”.

Lucy tentò di balbettare una risposta, con scarso successo. “E’-è perché io… tu… noi siamo… diversi…”.

Natsu sentì il cuore frantumarsi a quelle parole: allora anche lei lo considerava un mostro soltanto perché non era un Uomo? I suoi sentimenti di Drago si prendevano davvero gioco di lui se gli avevano fatto credere che lei fosse quella giusta.

“Hai ragione”, disse con amarezza, “io sono un mostro dopotutto”.

La ragazza si voltò di scatto, mettendogli tutte e due le mani sul volto per poterlo guardare negli occhi. “Tu non sei un mostro, lo è chi lo pensa! E io non lo penso affatto!”.

Natsu le afferrò i polsi, scostandole le mani dal proprio viso. “Non dire che non lo pensi. Non vuoi venire con me perché siamo diversi, lo hai appena detto!”.

“Perché non vuoi capire? Il fatto che apparteniamo a due razze diverse non significa che io ti consideri un mostro, non è così!”.

“E allora qual è il problema?!”.

“Natsu tu sei immortale, dannazione, sei un Drago! Mentre io fra qualche decennio non ci sarò più, hai capito adesso?!”, esclamò Lucy con voce strozzata.

L’ultima cosa che desiderava era ferire Natsu. Seguirlo a Draconia per poi lasciarlo in capo a pochi anni della sua lunghissima vita sarebbe stato egoista e crudele.

Il Drago la guardò smarrito, come se solo in quel momento avesse scoperto quel dettaglio della propria stessa natura. “Non è possibile, io… se io fossi immortale, non sarei cresciuto così velocemente!”.

“Sei un Drago, quindi lo sei. Anche se ti sembra impossibile”, ribadì lei alzandosi dal letto. “Vado a preparare qualcosa per la cena, vengo a prenderti più tardi”.

Stava per uscire quando la voce di Natsu la bloccò con la mano sulla maniglia. “E’ solo per questo?”.

“Che intendi dire?”.

“Solo perché sono immortale improvvisamente ti sembra tutto sbagliato?”.

Lucy restò di spalle, fissando gli intarsi del legno della porta. No, non era solo quello, Natsu stava affrettando troppo le cose: poteva capire che i sensi derivanti dalla sua natura gli dessero la certezza assoluta di cosa stesse facendo ma lei temeva di essere più affascinata dal fatto che fosse un Drago che da Natsu stesso. Si voltò il necessario per dargli uno sguardo.

“Stai correndo troppo. Ci conosciamo da poche ore e parli di sposarmi”, disse con una bassa risata. “Non sai cosa dici, Natsu. Ed è bene che tutto questo non capiti più”.

 

Lucy uscì dalla stanza di Natsu e raggiunse velocemente il piano terra, entrando in cucina quasi a volervisi nascondere. Aveva bisogno di pensare lucidamente, non poteva permettersi di continuare a comportarsi come una stupida ragazzina alle prese con il primo amore. Lei aveva una missione da portare a termine, al di là dei propri sentimenti e degli interessi di Fiore.

Gli avvenimenti delle ultime ore continuavano a scorrerle davanti agli occhi e lei continuò a darsi della stupida mentre preparava la cena per il suo ospite. Era sempre stata una persona estremamente riflessiva, pacata e per niente incline a seguire l’istinto. Natsu, però, aveva l’assurda quanto unica abilità di mandare a farsi benedire la sua razionalità fino al più piccolo brandello e renderla come cera fra le sue mani.

La sua stessa immagine riflessa attirò la sua attenzione e si fermò per qualche istante, osservandosi. Era sempre lei, di certo non era cambiata per un semplice bacio; ma non vedeva la giovane donna indifferente e quasi fredda che solitamente rimandava lo specchio. Questa volta si vedeva rossa in volto e ancora scarmigliata per quel bacio inaspettato ma non per questo non voluto.

“Basta Lucy!”, esclamò a se stessa piantando il coltello nel tagliere.

“Accidenti, sei davvero arrabbiata!”.

Una voce alle spalle la fece sussultare e brandì la lama, pronta a difendersi da un eventuale assalitore.

“Calmati Lucy! Ma che diamine ti prende?!”.

“Loki… oh mi dispiace, non sapevo… non mi ero resa conto che fossi tu”.

“Beh me ne sono accorto direi”, sorrise il nuovo venuto avvicinandosi a Lucy. “Eppure mi hai fatto chiamare tu, mi hai chiesto di raggiungerti. Cosa c’è di tanto importante da impedirti di venire alla riunione questa notte? Ha a che fare con il fatto che la tua casa è sorvegliata dalle guardie reali?”.

Lucy sospirò pesantemente, lasciandosi cadere sulla sedia e fece cenno a Loki di fare altrettanto. “Questa volta mi sono cacciata in una situazione più grande di me, Loki”.

“Cosa hai fatto?”.

“Mi hanno fatta chiamare al castello stamattina e quando ho visto che ad accogliermi era il capitano Scarlet… puoi immaginarlo, credo di aver perso diversi anni della mia vita! Temevo che avessero scoperto tutto e che avessero deciso di iniziare con me; invece l’argomento era tutt’altro. Tu sapevi che per fermare la guerra hanno rapito l’erede al trono di Draconia?”.

Loki sbarrò gli occhi a quelle parole, fissando Lucy come se avesse detto chissà quale eresia. “Stai dicendo che c’è un Drago nel nostro regno? E che è il figlio di Igneel?!”.

“Veramente si trova qui a casa mia”, disse la ragazza ridacchiando nervosamente. “Era per lui che mi hanno fatta chiamare. A quanto pare sanno benissimo che mi interesso ai Draghi e volevano che io lo curassi perché ammalato; peccato che lui stesse male perché era tenuto nelle segrete del castello, mangiava poco e dormiva anche meno. È solo debilitato ma naturalmente a loro non l’ho detto. Voglio riportarlo a casa sua”.

“Tu vaneggi”.

“Per niente. È stato mostruoso rapire un bambino, Loki! Dovresti vederlo, la sua vita è rimasta ferma a dieci anni fa, tutto questo è profondamente ingiusto”.

Loki cominciò ad agitarsi sulla sedia, preoccupato dalle intenzioni di Lucy. “Cosa vorresti fare? Non esistono mappe che conducano a Draconia, finiresti per perderti nel Deserto”.

“Una mappa c’è, lo sai bene”, replicò Lucy, fissandolo negli occhi. “E tu sai dove si trova e come ottenerla”.

“Non puoi chiedermelo, è troppo rischioso”.

“Saresti ricompensato”.

“Per te farei qualsiasi cosa senza alcuna ricompensa, lo sai bene Lucy. Qualsiasi cosa ma non questo. Se anche decidessi di ignorare il pericolo che corro io, metterei nei guai te e questo non posso accettarlo”.

Lucy scattò in piedi, battendo la mano sul tavolo. “Dannazione, Loki! Ho promesso che lo avrei aiutato e lo farò, con o senza di te! Andrò da sola a prendere quella mappa!”. Non si era neanche accorta di piangere fino a quando un singhiozzo non le aveva strozzato la voce. “Maledizione…”, disse tra i denti tentando di asciugarsi le lacrime.

“Lucy”, la chiamò Loki avvicinandosi a lei per abbracciarla. “Stai calma, non puoi reagire sempre così. Prendi a cuore ogni situazione come se ti riguardasse personalmente ma non è sempre così che funziona; questa volta non puoi fare nulla, lascia che riportino il Drago al castello o pagherai con la tua vita”.

“Portami quella mappa”, ripetè Lucy alzando lo sguardo ancora umido di pianto. “Io devo accompagnare Natsu a Draconia. Non ci sono alternative”.

“Non se rischi la vita”, la interruppe una voce maschile dalla soglia.

“Natsu!”, esclamò Lucy correndo a sorreggerlo. “Non avresti dovuto scendere da solo, non sei ancora in grado di muoverti perfettamente”.

Natsu le rivolse un sorriso ma era diverso: sembrava frutto della pura cortesia. “Ti preoccupi troppo per me, sto meglio di quello che credi”, disse mentre lo faceva sedere a tavola.

La ragazza fece un passo indietro, confusa dall’atteggiamento del Drago; perché mai le chiedeva di non preoccuparsi per lui, fino a quel momento aveva gradito per quel che le era sembrato.

Loki, accortosi del suo disagio, si avvicinò a Natsu, tendendogli la mano. “Io sono Loki, un amico di Lucy. Tu sei Natsu, giusto?”.

Si sentì quasi trafiggere dallo sguardo che ricevette come risposta prima che gli stringesse la mano a sua volta. “Sì”.

 

Natsu non riusciva a capire. Si sforzava ma la sua mente non riusciva proprio a venire a capo di quell’enigma di nome Lucy. Era stata gentile con lui, anche troppo, ed era certo che anche lei potesse avvertire quel legame ancora quasi impercettibile ma già forte che cresceva fra loro.

Se il problema non era la loro differente natura, possibile che fosse davvero la sua immortalità? Perché Lucy improvvisamente si ritraeva da lui, negando a entrambi la possibilità di essere felici, insieme? Lui sapeva bene che i suoi sensi di Drago non potevano aver sbagliato ma lei sembrava non fidarsi di ciò che le diceva; sembrava non fidarsi nemmeno del suo stesso cuore che Natsu sentiva battere in sincrono col proprio. Erano legati ormai eppure lei si ostinava a negarlo.

Aveva bisogno di parlarle e così si sforzò di mettersi in piedi: lentamente, mettendo un piede davanti all’altro, un passo per volta, riuscì a raggiungere e percorrere le scale che conducevano al piano inferiore, fino alla cucina nei cui pressi si fermò, incuriosito da una voce che non conosceva. Una voce maschile.

D’un tratto, la possibilità che ci fosse già qualcuno nella vita di Lucy lo colpì come una secchiata d’acqua gelida: c’era un sentimento innegabile a tenerli avvinti fra le sue spire ma sapeva che gli Uomini stringevano legami di altro genere, patti che a volte tenevano legate per sempre due persone. I Draghi sposavano soltanto coloro che riconoscevano come propri per la vita, loro non conoscevano questo tipo di sintonia se non quando a loro volta incontravano un abitante di Draconia.

Guardò all’interno e li vide abbracciati, lui che consolava Lucy mentre questa continuava ad affermare tra le lacrime di doverlo aiutare a tornare al suo regno, sebbene rischiasse la vita per questo. Non poteva permettere che lui, chiunque egli fosse, perdesse la sua donna per salvare uno sconosciuto. E in fondo, non desiderava tornare a Draconia senza di lei.

Lottando contro la voglia di scappare via da quella scena, entrò nella stanza, palesando la sua presenza, e Lucy non tardò a correre da lui; avrebbe voluto abbracciarla, affidarsi a lei come faceva da quando l’aveva vista entrare come un raggio di sole in quella maledetta cella, però non poteva: doveva distaccarsi da lei il più possibile.

Anche se sapeva che la sua anima lo avrebbe condotto alla morte piuttosto che dimenticarla.

 

“Mio signore, siamo pronti a partire. Attendiamo che tu ci conceda il tuo consenso”.

“Siete sicuri di quello che fate, Gorgo?”.

“Mio signore… zio, Natsu è stato spostato, potrebbe trovarsi in un luogo in cui sia più facile introdursi. Non possiamo lasciare nulla di intentato per riaverlo fra noi”.

Igneel sospirò pesantemente, alzando lo sguardo a fissare le stelle dalla balconata su cui si trovava. “Sono passati dieci anni, Gorgo. Siamo certi che sia ancora vivo?”.

“Lo siamo zio, lo sai. Natsu è vivo e attende solo che lo riportiamo a casa”, disse Gorgo avvicinandosi a lui. “Ho scelto personalmente gli uomini da portare con me, Gajeel, Sting e Rogue. Guerrieri forti ma capaci di spostarsi velocemente; saremo a Fiore entro un mese di viaggio e fra due mesi al massimo riavrai tuo figlio. È una promessa”.

Igneel si voltò verso la giovane Drago, stringendola a sé. “So cosa si agita nel tuo cuore ma non è stata colpa tua. Non potevi sapere cosa sarebbe successo”.

Gorgo ricambiò l’abbraccio, tuffando il viso nel torace di quello che più che uno zio, era un padre per lei. “So che non me ne fai una colpa zio, però io non posso perdonarmi. Non posso dimenticare l’espressione terrorizzata del mio piccolo Natsu quando lo hanno portato via, mi implorava di aiutarlo e io non l’ho fatto. Non avrò pace fin quando non sarà di nuovo qui con noi”, concluse sciogliendosi dall’abbraccio. “Vado a riprendermelo”.

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Buonasera ^^

Allora, allora, allora… battuta d’arresto per i nostri colombi innamorati, lo avevo già anticipato a qualcuna di voi nelle risposte alle recensioni :P

La storia al contrario ha fatto qualche passo avanti, non vi pare?

Sting e Rogue sono due personaggi spoiler per chi non segue le scan ma trattandosi un’AU non penso di fare danni anche citandoli :D

Grazie come sempre a chi mi segue, a chi mi legge e a chi mi recensisce, grazie, grazie!

Alla prossima <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Lucy spostava lo sguardo ora su Natsu ora su Loki, imbarazzata dalla tensione che avvertiva fra i due.

“Loki!”, esclamò all’improvviso con voce più alta di quanto avesse voluto. “Ti va di restare a cena?”.

“No”, fu la risposta secca del ragazzo che le si avvicinò per salutarla. La libraia ebbe l’impressione di aver sentito un basso ringhio provenire dalla gola di Natsu già al primo passo di Loki. Ne fu sicura quando questi la abbracciò, chinandosi per parlarle all’orecchio. “Devi darmi qualche settimana se vuoi la mappa; ma sarà tua, è una promessa”.

Lucy sorrise al ragazzo, abbracciandolo a sua volta. “Grazie Loki”.

“Qualsiasi cosa per te. Verrai alla prossima riunione? È fra una settimana”.

“Non lo so. Dipende tutto dalla salute di Natsu, non posso lasciarlo solo a se stesso”.

Loki si sciolse dall’abbraccio, ravviando una ciocca di capelli scivolata sul viso di Lucy. “Ti incontrerò lì, altrimenti verrò a cercarti quando avrò quello che desideri”.

Lucy annuì, osservandolo fin quando non fu uscito; solo allora sembrò ricordarsi che Natsu era seduto a pochi centimetri da lei e si voltò verso di lui. Affermare che la stesse guardando con astio sarebbe stato un semplice eufemismo.

“N-Natsu, hai fame?”, gli chiese imbarazzata.

“Non molta a dire la verità. Ma devo mangiare se voglio tornare a casa, giusto?”, rispose lui con una nota sarcastica che non sfuggì alla diretta interessata.

“Sì, esatto”, replicò senza polemica lei. Servì la cena a tavola e sedette a sua volta, cominciando a cenare in silenzio. Da quando aveva conosciuto Natsu, era la prima volta che si sentiva a disagio in sua presenza. “Natsu”, gli chiese d’un tratto, “tu ricordi come arrivare a Draconia?”.

“No”.

“Neanche in che direzione dovremmo dirigerci?”.

“No”.

Lucy inarcò un sopracciglio, guardando Natsu che continuava a mangiare come se nulla fosse. “Si può sapere cosa c’è che non va?”.

Il Drago alzò le spalle, come se niente fosse. “Nulla, perché?”.

“Sei arrabbiato”.

“Non sono arrabbiato”.

“Lo sei”.

“No”.

“Sì!”.

“Lucy!”, esclamò d’un tratto. “Non sono arrabbiato. Voglio solo sapere chi è quel tipo che ti ronzava attorno poco fa! È il tuo fidanzato?!”.

Il viso di Lucy assunse per intero una deliziosa tinta purpurea non appena il suo cervello ebbe recepito la domanda di Natsu. “C-che… ma che ti salta in mente?!”, strillò esattamente nell’orecchio del poverino che si scansò dolorante. “Loki è… è soltanto un caro amico, tutto qui. E comunque non devo certamente dare spiegazioni a te”.

Natsu strinse i pugni a quella verità. Non poteva pretendere che Lucy fosse sua solo perché provava un sentimento così intenso che lei forse non avrebbe ricambiato mai. “Lo so che non mi devi spiegazioni. Scusami”.

Il resto della cena fu triste e silenzioso come Lucy non avrebbe mai immaginato. Le faceva male vedere la malinconia di Natsu ma si era ripromessa di spezzare sul nascere qualsiasi cosa fosse quella che stava nascendo fra loro. Presto, Loki le avrebbe procurato tutto ciò che le serviva per riportarlo a casa e si sarebbero separati per sempre; inutile legarsi così tanto.

 

Natsu restò zitto per tutto il tempo, senza rivolgere una sola occhiata a Lucy; nemmeno quando lo accompagnò in camera sua trovò qualcosa da dirle. La libraia tentò di spezzare quel silenzio aprendo rumorosamente l’armadio.

“Allora! Dovrei avere una camicia da notte per te”

“Va bene così”, disse finalmente Natsu. Si era liberato della casacca e si era disteso sul letto con i soli pantaloni indosso. “Preferisco dormire così”.

Lucy non potè impedire a un diffuso rossore di colorarle le guance ma si costrinse ad avvicinarsi a lui. “Sei sicuro che va tutto bene?”. A quella domanda, le sembrò che una scintilla di panico attraversasse gli occhi di Natsu, troppo veloce perché potesse esserne certa.

“Ecco… Lucy, per favore… resteresti con me?”.

“Cosa?”.

“Ti prego… Gorgo lo faceva sempre per me”.

Lei sospirò sconfitta e fece per sedersi sulla poltrona posta accanto al letto quando vide che Natsu le faceva posto sul letto accanto a sé; e il suo sorriso disarmante non le permise di obiettare un rifiuto. Si distese sul fianco, voltandosi verso di lui che non perse tempo e le abbracciò la vita, posandole il capo sul petto. Non c’era malizia in quei gesti ma solo bisogno di conforto.

Lucy si chiese inevitabilmente quanto potessero essere state tristi e intrise di disperazione le lunghe notti che aveva trascorso da solo in quella cella, prigioniero di un mondo che lo considerava un mostro e lo aveva strappato alla sua vita. Lo abbracciò, posando la guancia sul suo capo e non trascorsero che pochi minuti prima che sentisse il suo respiro regolare appesantito dal sonno.

Un nuovo sospiro le sfuggì dalle labbra quando realizzò che non sarebbe stata facile la convivenza con Natsu: lui la coinvolgeva con facilità, facendo sembrare tutto estremamente semplice, facendole sognare che sì, fosse possibile vivere con lui a Draconia. Eppure, la sua parte razionale non tardava a rimbrottarla, sottolineando come non potesse condividere la sua vita immortale, neppure volendo.

Una lacrima capricciosa le percorse le gote prima ancora che si accorgesse di averla versata, finendo per perdersi nella chioma selvaggia di Natsu. Lui che era la causa ignara di quel pianto ma anche e soprattutto colui che era riuscito a farla sognare di nuovo.

Lucy aveva smesso di sognare quando quella guerra insensata aveva distrutto la sua famiglia e l’aveva crudamente messa di fronte alle bassezze dell’animo umano. Aveva cancellato ogni sogno custodito nel suo cuore di bambina. Aveva cominciato a vestire abiti maschili quando aveva scorto la lussuria negli occhi degli uomini che osservavano il suo corpo acerbo di ragazzina. E il suo cuore di donna aveva represso ogni speranza di una vita diversa dalla sua grigia quotidianità.

Però poi era arrivato Natsu, col suo sorriso ferino e la sua semplice sincerità, e l’aveva trascinata nei suoi di sogni, aveva reso vivo e tangibile il regno di Draconia che tanto l’affascinava sin da quando era piccola. Aveva costruito per loro una nuova vita proprio in quel magico e agognato reame, aveva fatto sbocciare qualcosa di nuovo nel suo cuore, qualcosa che Lucy pensava di non meritare nella vita.

Sorrise, sentendo la sua stretta farsi appena più forte, come in risposta a quei pensieri, e lo guardò, placidamente addormentato fra le sue braccia.

Non sapeva di preciso cosa avrebbe portato Natsu nella sua vita; eppure, qualsiasi cosa fosse, era certa che l’avrebbe cambiata irrimediabilmente.

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Buonasera ragazze ^^

Finalmente sono riuscita a scrivere questo dannato capitolo, mi ha fatta penare tantissimo >.< E anche adesso, non sono comunque soddisfatta, non mi piace proprio ç_ç

Però, mi sono detta che non potevo lasciarvi troppo tempo, non è giusto, e dal momento che la settimana prossima sarò in ferie, dovevo assolutamente postare prima di partire :D

Approfitto per chiedere scusa a quelle di voi che seguo come autrici, vi prometto che arriveranno anche le recensioni, devo solo avere il tempo e la tranquillità di scriverne di decenti per voi che siete sempre tanto gentili con me ç_ç

Grazie, come sempre, a chi legge, a chi recensisce e a chi mi segue soltanto ^^

Alla prossima <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Sebbene si fosse ripromessa di allontanarsi non appena Natsu si fosse calmato abbastanza da allentare la presa, Lucy aveva finito per cedere al sonno e restare con lui tutta la notte.

Quando aprì gli occhi, riposata come non le capitava da tempo, si ritrovò a fissarli nello sguardo scuro e ardente del Drago e sbattè le palpebre più volte, confusa da quella situazione.

“Buongiorno Lucy”, le sorrise lui come se niente fosse. Aveva trascorso una notte tranquilla, solo a tratti scossa da incubi o ricordi nefasti e la sua calma aveva rasserenato anche lei che si era permessa di abbandonarsi al sonno più profondo che ricordasse.

“Buongiorno Natsu…”, rispose esitante, voltando la testa per guardarsi intorno.

“E’ ancora presto”, la anticipò lui. “E’ appena l’alba”, disse tornando ad abbracciarla stretta. Nel sonno dovevano essersi mossi ed era lei ad aver riposato con la guancia sul suo petto.

Lucy arrossì vistosamente sentendo la pelle di lui a così stretto contatto con la propria e istintivamente tentò di scansarsi ma Natsu non glielo permise.

“Dove vorresti andare, resta qui… fra poche ore bisognerà alzarsi”.

“Non è questo, io…”.

“Tu scappi”, asserì perentorio il Drago. “Scappi da me e da quello che senti fra noi ma io non rinuncerò a te, Lucy. Non adesso che ho la certezza non ci sia nessun altro nella tua vita”.

La libraia si sollevò sui gomiti per poterlo guardare in viso e davanti al suo sguardo sentì crollare ogni barriera, ogni futile resistenza opposta dalla propria mente. “Hai ragione, Natsu”, disse prima di avere il tempo di pentirsene. “Sto cercando di scappare da te e da quello che sento. Ma non senza ragione: è successo tutto troppo in fretta e io… non sono sicura che il trasporto che sento per te sia scindibile dal fatto che sei un Drago”.

Contro ogni sua aspettativa, Natsu le sorrise, stendendo la mano ad accarezzarle il volto. “Se solo mettessi a tacere la mente e ascoltassi il tuo cuore, lui saprebbe dirtelo, così come fa il mio. Perché vuoi negarti la possibilità di essere felice?”.

Lucy strinse i pugni sul petto di Natsu, chinando il capo per sfuggirne lo sguardo. Aveva ragione, dannatamente ragione; continuava a punirsi per essere sopravvissuta ai suoi genitori, la loro morte le aveva strappato tutto e credeva fosse giusto così. Aveva vissuto in base a questo principio fin quando lui non aveva fatto irruzione nella sua vita, scombussolandola con la sua allegra presenza. Le sue mani sulle guance la costrinsero a rialzare la testa prima che le sue labbra le sfiorassero la bocca in un bacio casto che tuttavia ebbe il potere di incendiarle il cuore di quello strano sentimento cui si rifiutava di dare un nome. Si scostò da lei solo quel tanto che bastava per sfiorarle il collo con la punta del naso, respirando il suo odore. “Il tuo profumo… sa di casa”, le disse prima di deporvi un bacio.

“Natsu”, sospirò Lucy sollevandogli il viso. “E se… se io venissi con te, a Draconia e poi scoprissi che il mio timore è vero, che mi sento attratta da te solo perché sei un Drago? Non pensi che soffriremmo entrambi inutilmente?”.

“E se invece scoprissi che ho ragione e mi ami, e io fossi già andato via per sempre? Non soffriremmo ancora di più?”.

“Devo esserne sicura, altrimenti non verrò con te”, disse Lucy in un soffio, mettendosi seduta sul letto. “Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, non sopporterei di vedere dolore nei tuoi occhi quando mi guardi”.

Natsu si sollevò a sua volta, prendendole una mano nella sua. “Abbiamo ancora tempo. Il tuo amico deve trovare la mappa, non ricordo dove sia Draconia”. Ignorando la fitta di gelosia che lo prese al ricordo di Loki, proseguì. “In questo periodo potrai pensarci bene e… non ti starò addosso, te lo prometto. Se quando sarà il momento di partire sarai dello stesso avviso, allora… partirò da solo, non insisterò più”.

Lucy sorrise, grata di quella premura e per una volta fu lei ad abbracciare il Drago, stringendogli le braccia al collo. “Grazie Natsu. Comunque finirà questa storia, so già che sarai qualcosa di buono per me”.

Il ragazzo la strinse a sua volta, affondando il naso nei suoi capelli biondi e respirandone a pieni polmoni il profumo. “Aspetterò, Lucy”.

 

Nei giorni seguenti, Lucy ebbe modo di sorprendersi ancora della velocità di guarigione di Natsu e scoprì quanto fosse sincero quando le aveva assicurato di lasciarle tempo per pensare. Era come sempre gentile e sorridente ma non aveva più tentato di avvicinarsi a lei oltre la pura e semplice cortesia.

E lei non poteva che essergliene grata ma si scoprì a sentirne la mancanza e a rimpiangere quel suo continuo proporle di seguirlo a Draconia; le mancava il Natsu che aveva conosciuto perché la sua cortesia aveva un fondo di freddezza che non gli apparteneva e che – ne era certa – gli serviva per mantenere fede alla promessa.

Levy, dall’esterno di quel marasma di sentimenti, li osservava divertita, chiedendosi come facessero a non notare gli sguardi che si lanciavano a vicenda, o il tremore che li prendeva se per caso si sfioravano quando Natsu aiutava Lucy a sistemare i libri più pesanti. Ne erano inconsapevoli ma vivevano già una loro quotidianità ammantata d’amore. Non aveva mai visto la sua amica tanto turbata semplicemente dalla vicinanza di qualcuno, e sperava che capisse e superasse ciò che la teneva lontana dal Drago.

Fu proprio quando Natsu sembrava essersi completamente ristabilito che ricevettero le prime brutte notizie; il capitano Scarlet si presentò alla porta di Lucy chiedendo che il Drago tornasse al castello. La giovane libraia lo aveva sentito tremare al suo fianco e aveva dissentito con forza.

“Non se ne parla!”.

“Lucy Heartfilia, non ti sto chiedendo il permesso. Ti sto soltanto mettendo al corrente di quello che accadrà”.

“Dovete chiedere il mio parere invece, capitano”, ribattè Lucy decisa. “Lord Fullbuster si fida del mio giudizio e questo significa che sta solo a me decidere quando Natsu potrà tornare al castello”.

Il capitano Scarlet strinse i denti, nell’evidente sforzo di non dire ciò che avrebbe voluto. “Ti concedo una settimana. Fra una settimana verrò a prenderlo e non accetterò un no come risposta”.

Lucy chiuse la porta quando non vide che la schiena del capitano, e vi si appoggiò, levando lo sguardo a incontrare quello di Natsu.

“Lascia che facciano ciò che vogliono, Lucy”, le disse d’un tratto. “Ci hai provato ma il tuo amico non si è più fatto vedere e non abbiamo quasi più tempo”.

“Io gli impedirò di riportarti laggiù a costo di fermarli fisicamente con le mie mani, Natsu”, disse lei avvicinandosi al Drago. “Tu devi vivere libero, è la cosa giusta”.

Natsu le sorrise debolmente ma per un istante Lucy rivide nei suoi occhi quell’ombra che li spegneva quando si trovava in cella e il cuore fu più convincente della mente quando la spinse ad abbracciarlo. “Abbiamo ancora del tempo, e io ho fiducia in Loki. Ci porterà la mappa e partiremo prima che quella donna possa fermarci”.

Partiremo?”, le chiese lui, stringendola a sua volta. “Verrai con me?”. Le sorrise ancora, apertamente, felice di sentirle finalmente pronunciare quelle parole. Starle lontano era stata la tortura peggiore tra tutto quello che gli era capitato dal rapimento e solo ora che poteva tornare a toccarla se ne rendeva conto pienamente. Gli era mancata l’espressione smarrita che le si dipingeva in viso ogni volta che le chiedeva di seguirlo a Draconia, quell’indecisione che le piegava le labbra in un leggero broncio pensieroso. Lo stesso che aveva anche in quel momento.

“Non posso lasciarti partire da solo Natsu”, disse Lucy, portando le mani a circondargli il viso. “E non solo perché sono preoccupata della tua salute, io…”, tacque, esitò ma non distolse lo sguardo dal suo. “Io voglio seguirti e vivere con te, non c’è altro che desideri”.

Natsu l’abbracciò più stretta, il viso contro il suo collo e gli occhi chiusi. Lucy aveva compreso alla fine, aveva lasciato cadere le barriere che la mente le metteva davanti ogni volta che stava per cedere e aveva scelto di essere felice. Sapeva che probabilmente ciò che lei diceva sul non essere immortale corrispondeva a verità, come sapeva che perderla avrebbe finito per ucciderlo, consumando anche la sua vita di Drago; tuttavia, vivere assieme a lei la sua vita mortale era la sola cosa per cui valesse la pena tornare a Draconia. Sentì le sue dita affusolate nei capelli e si permise un sospiro di sollievo, le braccia ancora a circondarle l’esile vita.

“Lo sai, Natsu”, cominciò d’un tratto Lucy, “è merito del capitano Scarlet se ho capito; quando mi ha detto che ti avrebbe portato via, io… mi sono sentita come se volessero strapparmi il cuore! Il solo pensiero che non saresti più stato qui, che non mi avresti più chiesto di venire con te, che ti avrebbero riportato laggiù! Era intollerabile… non posso più starti lontana”, concluse con un sorriso voltandosi a posare un bacio fra i capelli di Natsu. “Credo proprio che tu abbia ragione, ci siamo riconosciuti… e adesso lo so, ti amo”.

Natsu tirò su la testa di scatto, fissando Lucy con lo sguardo più bruciante che lei avesse mai visto in quegli occhi di pece. “Non ti lascerò mai più andare via da me, Lu. Sei mia e lo sarai per sempre”, disse con un tono di voce che la fece rabbrividire nel profondo prima di appropriarsi delle sue labbra con foga, con tanto amore quanto Lucy non credeva potesse esistere in una sola persona, tanto da strapparle una lacrima. “Ti amo Lucy”, disse poi. “Sarai la mia regina a Draconia”.

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Buonasera fanciulle *^*

Finalmente sono rientrata – si fa per dire – dalle ferie e questo capitolo ha deciso di lasciarsi scrivere XD

E’ un passaggio fra diversi momenti della storia, ci avviamo verso i momenti più intensi :)

Come sempre, grazie mille a chi mi segue, chi legge e chi recensisce, siete splendide.

Alla prossima <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Gray sollevò un sopracciglio fissando Erza che passeggiava avanti e indietro senza sosta. Da quando era tornata da casa della libraia, tra loro aleggiava qualcosa di non detto e ora era stufo di aspettare.

“Si può sapere cosa c’è?”.

“Sei pazzo”.

“Dimmi qualcosa che non so”.

Erza si voltò di scatto, le braccia incrociate al petto e un’espressione decisamente poco raccomandabile. “Gray devi abbandonare questa follia, non puoi farlo fuggire e pensare di cavartela, finiresti nei guai e Juvia con te”.

“Juvia sarà presto al sicuro”, disse Gray fissando le fiamme del camino accanto a lui. “Intendo chiedergli di portarla con sé”.

Erza sbarrò gli occhi, le braccia molli lungo i fianchi. “A Draconia? Cosa ti fa credere che lo farà? E poi perché?!”.

“Juvia è malata, Erza. Il medico reale è l’unico che conosca la medicina adatta e me la forniscono solo in cambio della mia fedeltà al sovrano ma a Draconia potrebbero guarirla definitivamente”.

“Non puoi esporti così tanto”.

“Intendo espormi molto di più, Erza”, disse il ragazzo mentre una strana luce illuminava i suoi occhi. “Quando Juvia sarà lontana da chiunque possa farle del male per ricattare me”.

Erza si lasciò andare a una risata nervosa. “Vorresti forse unirti ai ribelli? Sovvertire l’ordine costituito non è mai facile e non sempre saggio”.

“Non sempre ma questa volta sì. Erza non puoi continuare a far finta di non vedere, il nostro sovrano non fa nulla per aiutare il popolo, tutto quello che abbiamo lo dobbiamo alla prigionia di Natsu e alle miniere di Draconia… davvero la tua coscienza ti lascia dormire tranquilla?”.

Il capitano tacque, voltandosi a guardare la finestra da cui si intravedevano le luci della città. “No. Ma non posso nemmeno affamare il mio popolo senza pensarci”.

Gray si alzò e la raggiunse, le mani sulle sue spalle mentre la faceva voltare. “Il nostro popolo deve imparare a cavarsela da solo e questo non avverrà mai se non lo liberiamo. Per quanto credi potrà continuare questo stato di cose? I Draghi non sono immortali lontani dalla loro terra, prima o poi Natsu morirà comunque e a quel punto cosa faremo?”.

“Non succederà ancora, è giovane”, disse Erza, gli occhi bassi come se si vergognasse persino di se stessa mentre pronunciava quelle parole.

“Che stai dicendo?! È un essere vivente, non è un Uomo ma non merita di essere usato come merce di scambio per poi essere gettato via dopo una vita di dolore! Dannazione Erza, apri gli occhi!”.

Lei si divincolò con forza, spingendo lontano da sé Gray. “I miei occhi sono ben aperti! Sei tu che sogni ancora, sei solo uno stupido visionario!”.

“Non mi fermerai”, disse Gray tra i denti. “Salverò Juvia e Natsu, dovesse costarmi la vita. Non sarai tu a impedirmelo”, disse uscendo dalla stanza.

 

“Gorgo non credi sia il momento di agire?”.

“Calma Sting”, disse la donna continuando a fissare la finestra illuminata al primo piano. “Agire in maniera avventata ci farebbe scoprire e non possiamo affrontare tutti i soldati di Magnolia”.

“Perché no?!”, esclamò il ragazzo biondo allargando le braccia spavaldo. “Possiamo sconfiggerli tutti senza difficoltà”.

“Adesso basta, Sting”, intervenne un’altra voce maschile. “Non possiamo lasciare tracce di nessun tipo, cadaveri compresi”.

Gorgo scoccò un’occhiata al Drago che aveva parlato, arretrando nuovamente nell’oscurità. “Vale anche per te Gajeel, ricordalo”, disse guardandosi attorno con fare circospetto, studiando la zona. “Andiamo adesso, e mi raccomando: cautela”.

“Tsk…”. Gajeel la seguì, pur contrariato dalla sua affermazione: Gorgo non era tipo con cui scherzare se non ci si voleva rimettere le scaglie.

Li conduceva sicura attraverso il dedalo di viuzze che circondava la casa, intenzionata a raggiungerla dal retro per dare meno nell’occhio. Tutto quello che intendeva fare era riprendersi Natsu e ripartire immediatamente per Draconia, lasciandosi alle spalle il marciume degli Uomini.

Aveva intravisto suo cugino alla finestra qualche momento prima e il cuore aveva mancato un battito notando quanto fosse cresciuto. Lontano dal suo regno e dal sigillo che lo custodiva, il suo tempo era trascorso uguale a quello degli Uomini e ora ritrovava un giovane uomo al posto del bambino che le avevano strappato via. E poi c’era lei… lei che si lasciava stringere, baciare e accarezzare da lui, lei, una semplice donna degli Uomini; non avrebbe mai consentito a Natsu di portarla con sé, era impensabile contaminare Draconia con la presenza di un essere tanto inferiore e che, ne era certa, prima o poi avrebbe tradito, mostrando la sua vera natura.

Allontanò quei pensieri quando finalmente giunse alla meta: aveva bisogno di tutta la sua lucidità per arrampicarsi fino al balcone del primo piano senza che le guardie si accorgessero di lei.

“Gorgo”, la fermò Rogue, “non credi dovremmo venire con te? Non sappiamo se ci siano soldati all’interno”.

Gorgo sembrò riflettere su quelle parole per qualche secondo, dopodichè annuì. “Hai ragione. Non fate rumore però”, disse saltando agilmente per afferrare l’asta di un’insegna che sporgeva poco più avanti. Un colpo di reni e dondolò leggermente fino a potersi spingere e aggrapparsi alla ringhiera, issandosi facilmente fino alla passatoia.

Quando gli altri Draghi la raggiunsero, posò entrambe le mani sui vetri del finestrone; esitò solo un istante prima di spingere con decisione le ante e penetrare all’interno.

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Buonasera ragazze :D

Allora, questa volta ci ho messo di meno ad aggiornare, sono stata brava :P

Scherzi a parte, niente Natsu e Lucy in questo capitolo come potete vedere ma era necessario lasciarli da parte qualche tempo per andare avanti, sennò si appolipano u.ù

So che è breve come capitolo ma le esigenze narrative volevano così, non me ne vogliate ;)

Grazie come sempre a chi mi segue, a chi legge e a chi recensisce :*

Alla prossima <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Natsu alzò la testa di scatto, voltandosi verso l’oscurità del corridoio; un rumore insolito aveva attirato il suo udito di Drago e il suo fine olfatto coglieva odori sconosciuti. “Hai sentito qualcosa, Lucy?”.

“Uhm? No, niente, perché me lo chiedi?”.

“Mi era sembrato di sentire dei passi…”.

“Non preoccuparti, sarà Levy!”, esclamò Lucy sorridendo. “Resterà qui a dormire, starà preparandosi per la notte”.

Natsu fece per annuire quando improvvisamente spalancò gli occhi, le iridi dilatate da quella che apparentemente era paura. “No, Lucy, non è Levy, è…”.

“Gorgo”, fece una voce femminile mentre la sua proprietaria entrava nella piccola cucina col suo passo felpato. “E immagino che Levy sia lei”, disse indicando la giovane donna che si divincolava inutilmente fra le  braccia di un altro individuo, la bocca tappata dalla mano dello stesso uomo.

“E voi chi sareste?!”, esclamò Lucy, scattando in piedi con tanta veemenza da rovesciare la sedia.

Gorgo non la degnò di uno sguardo, dirigendosi sicura verso Natsu che era rimasto imbambolato a fissarla. “Natsu… non ti ricordi di me?”, disse con insolita dolcezza.

“S-sì, tu… tu sei mia cugina”, disse lui con leggera esitazione. “Mi ricordo perfettamente di te”, aggiunse mentre si alzava, facendo sì che Gorgo potesse abbracciarlo.

“Mi sei mancato così tanto!”, asserì la donna stringendolo a sè. “Ma non devi più preoccuparti, sono qui per riportarti a casa. Il re ti aspetta con ansia”.

“Mio padre?”.

“Sì”, disse Gorgo, guardando negli occhi il Drago. “Sicuramente sarà sorpreso che io gli riporti un giovane uomo e non il suo bambino ma sono gli effetti della lontananza da Draconia. Una volta a casa, riavrai la lunga vita che ti spetta di diritto”.

Natsu annuì, un largo sorriso a illuminargli il volto e leggermente arrossito per le continue attenzioni di Gorgo. Lucy, che aveva assistito a tutta la scena in silenzio, chinò il capo, fissandosi le mani, i pugni stretti sul tavolo: la realtà le era ripiombata addosso con tutta la violenza che sapeva avere, mostrandole uno spaccato del mondo al quale apparteneva Natsu e in cui lei sarebbe sempre risultata estranea.

“Lucy!”, la voce del Drago in questione la riscosse. “Devi conoscere Gorgo, è lei la cugina di cui ti ho parlato!”, le disse avvicinandosi e prendendole la mano per trascinarla davanti alla donna. “Gorgo lei è Lucy, la mia fidanzata”, esclamò senza pensarci.

Gorgo assottigliò gli occhi, fissandoli in quelli di Lucy che abbassò il capo, incapace di sostenere quello sguardo penetrante. “Natsu lei è una donna degli Uomini, non puoi portarla a Draconia”.

“Perché no, non ci sono leggi che lo impediscano”.

“Ci sono, da quando gli Uomini sono stati tanto vili da rapirti a noi”.

Natsu strinse possessivamente Lucy, fissando senza timore sua cugina. “Lucy verrà con me, che tu lo voglia o no, mio padre farà un’eccezione per lei”.

“E’ impossibile, Natsu. Non insistere”, sibilò la donna, un’espressione dura a contrarle i lineamenti.

“Natsu… forse ha ragione lei”, intervenne Lucy, sforzandosi di inghiottire le lacrime che premevano agli angoli degli occhi. “Io non sono un Drago”.

“Non mi importa”, ribattè Natsu intensificando la stretta. “Io non ti lascerò qui, e nessuna legge potrà impedirmi di portarti a Draconia. Piuttosto resterò con te”.

Lucy scosse la testa con vigore, il viso ormai segnato di pianto. “Non puoi restare, ti riporterebbero in prigione ed è l’ultima cosa che desidero… va’ con lei, Natsu, ti prego”.

Natsu digrignò i denti, le mani a stringerle le spalle. “Vieni con noi. Sono sicuro che mio padre non opporrà resistenze, ti lascerà stare con me per tutta l’eternità… hai sentito, è a Draconia il segreto della nostra lunga vita… non puoi chiedermi di lasciarti proprio ora!”, gemette abbracciando Lucy.

Lei trovò da qualche parte la forza di sorridergli mentre lo allontanava da sé. “Vai prima tu. Parla con tuo padre e se sarà d’accordo torna a prendermi. Non voglio che la mia presenza possa in qualsiasi maniera disturbare il vostro primo incontro dopo tanti anni”.

Il Drago chinò il capo fino a sfiorarle la fronte con la propria e tacque per qualche momento, combattuto fra i suoi affetti; le mise le mani sul viso, gli occhi chiusi per non vedere quel momento. “Tornerò a prenderti Lucy. Fosse l’ultima cosa che faccio nella vita, non permetterò a niente e a nessuno di separarmi da te”.

Lucy annuì appena, sollevando il viso quel tanto che bastava per sfiorargli le labbra con le proprie. Sentiva un dolore sordo in mezzo al petto, lì dove batteva furiosamente il cuore, spezzato all’idea di separarsi da Natsu; non poteva permettersi di rovinare il ricongiungimento del principe e di suo padre che di certo lo attendeva trepidante ma soprattutto non avrebbe sopportato di giungere sino ai confini di Draconia per poi essere allontanata da lui. Se quello era il suo destino, preferiva non illudersi.

“Gorgo!”, esclamò un giovane Drago biondo raggiungendola velocemente. “E’ pieno di soldati e c’è una specie di picchetto d’onore che viene da questa parte”.

Gorgo voltò il capo infuriata, trafiggendo con lo sguardo Lucy. “Hai avvisato la Guardia Reale?”.

“Cosa… no!”, sbottò la libraia, ancora fra le braccia del suo Drago. “Loro vogliono rinchiudere Natsu, non li farei mai venire qui di mia volontà!”.

“C’è Gray con loro”, disse Natsu, insolitamente tranquillo. “Il picchetto d’onore si muove soltanto per il signore di Magnolia. Non vorrà ancora riportarmi indietro ma voi dovete nascondervi, Gorgo”.

La principessa Drago annuì di malavoglia, scoccando un’ultima occhiata furente all’indirizzo di Lucy, e uscì dalla stanza seguita dagli altri Draghi. “Lei viene con noi. Per evitare che pensi di giocarci qualche brutto tiro”, disse indicando Levy ancora prigioniera dell’uomo dai lunghi capelli corvini.

 

“Gorgo sa essere davvero irritante”, sbuffò Natsu carezzando i capelli di Lucy. “Io… davvero non voglio lasciarti, non devi sentirti condizionata da ciò che dice lei. Puoi venire con me, sono certo che mio padre ti accoglierà a braccia aperte”.

Lucy chiuse gli occhi godendosi quelle attenzioni. “No. Devo essere sicura che la mia presenza non lo faccia arrabbiare. Meriti che tuo padre pensi solo a te quando vi rivedrete”.

“Ma io…”, cominciò Natsu, subito interrotto da un deciso bussare alla porta.

La giovane donna si sciolse dall’abbraccio, dirigendosi spedita verso l’ingresso. Se Natsu aveva ragione, non avrebbe avuto da temere da lord Fullbuster; eppure, in lei perdurava il timore che si trattasse di null’altro che delle infantili speranze del Drago. Esattamente come aveva detto lui, si trovò davanti il signore di Magnolia, l’intero picchetto d’onore impalato alle sue spalle.

“Non credo ci sia posto per tutti in casa mia”, esordì con sfacciataggine.

“E’ sufficiente che entri io, lady Heartfilia”, disse il giovane funzionario, apparentemente per nulla turbato dai suoi modi. “Credete ci sia spazio a sufficienza per me?”.

Lucy si trattenne dallo sbuffare, facendosi da parte, e senza aspettarlo lo precedette in cucina, raggiungendo Natsu.

“Avevi ragione”, gli disse un attimo prima che Gray entrasse a sua volta.

“Natsu. Ti trovo bene”, disse il nuovo arrivato. Forse era suggestionata dai racconti del Drago ma Lucy avrebbe giurato che il suo sorriso fosse sincero e non dettato dalle circostanze.

“Già”, rispose Natsu, lo stesso sorriso dell’amico. “Penso di doverti ringraziare per questo. Se non avessi consentito a Lucy di portarmi qui non credo me la sarei cavata”.

“Sai che non ti avrei lasciato morire laggiù”. Gray accennò un ghigno quando notò lo sguardo che i due ragazzi si erano scambiati. “A questo proposito… ho un favore da chiederti”.

Natsu strinse la mano di Lucy sotto il tavolo e prestò tutta la sua attenzione all’amico, incuriosito da una richiesta di quel tipo. “Che genere di favore?”.

“Juvia è malata”, sospirò Gray fissandosi le mani posate sul legno. “Molto malata. Non so nemmeno di che razza di infermità si tratti ma l’unico che possiede la cura è il medico di corte e mi fornisce regolarmente una quantità di medicina appena sufficiente a tenerla in vita. Naturalmente a patto che io resti fedele al sovrano”. Tacque per qualche momento, incrociando ancora lo sguardo di Natsu. “Portala a Draconia. Si dice che la tua gente possegga la cura per qualsiasi tipo di male, io… non posso pensare di perderla ma non guarirà mai se rimane qui”.

Lucy sussultò impercettibilmente; come poteva il signore di Magnolia sapere che intendeva far fuggire Natsu? Che avessero catturato Loki?! In un primo momento, il terrore di essere coinvolta e dover lasciare prematuramente l’amore del suo Drago la paralizzò, togliendole quasi la facoltà di pensare; infine si decise a chiedere, affranta all’idea di aver causato l’arresto del suo migliore amico.

“Come sapete?”.

“Non siate ingenua milady”, disse Gray con un sorrisino sprezzante. “Era naturale che tentaste di far tornare Natsu a Draconia, vi siete troppo indignata quando lo avete visto in prigione e… speravo foste tanto folle in realtà”.

La libraia tirò un lieve sospiro di sollievo, sapendo Loki ancora libero, e sollevò il mento, decisa a ribattere a quell’intrigante. “Non sono folle. Natsu merita di tornare a Draconia”.

Il signore di Magnolia la osservò per qualche momento, scrutando ogni più piccolo dettaglio che gli rivelasse cosa si celava dietro tanto fervore. “Lo amate milady?”, domandò a bruciapelo, lasciando Lucy interdetta per un battito di ciglia, l’istante brevissimo che le servì per decidere di ammettere i propri sentimenti.

“Io… sì. Sì, lo amo e voglio saperlo libero”.

“Sarà lontano, lo sapete? Voi non potete partire se non volete suscitare sospetti e costringermi a mettere i miei uomini sulle vostre tracce”.

Natsu si alzò con impeto, colpendo violentemente il tavolo con i pugni. “Che stai dicendo Gray?! Dovrei portarmi dietro la tua preziosa mogliettina e lasciare qui Lucy?!”.

Gray tornò a guardare il Drago, per niente intimorito. “Sì. Perché se avrai rapito mia moglie, nessuno si meraviglierà dell’accanimento che metterò nell’interrogare la tua complice e farmi rivelare ogni più piccolo dettaglio prima di far partire gli uomini… quando ormai sarà tardi”.

“Conosco i vostri metodi, la torturereste!”.

“Non lo farei mai, Natsu. Devi credermi, sarò presente ogni volta, così da assicurarmi che nessuno osi sfiorarla”.

“Va bene”, intervenne Lucy, posando una mano sul braccio di Natsu. “Faremo così, mi sembra un ottimo piano”.

Lui posò la mano su quella piccola e delicata di lei e prima che avesse il tempo di rendersene conto, Lucy si ritrovò con la schiena contro il muro, le spalle strette sotto i palmi del Drago, il respiro affannato, segno della lotta che aveva ingaggiato contro se stesso per dominare la rabbia.

“Lu… tu devi essere impazzita. Prima mi chiedi di partire senza di te e adesso vorresti che acconsentissi a una tale pazzia! Qualsiasi cosa ne pensi Gray, i suoi uomini non sono così ligi al dovere quando si tratta di estorcere informazioni a un prigioniero, io ero lì, ho sentito le urla strazianti delle loro vittime… sono carnefici terribili”.

Lucy sorrise appena, le mani a circondare il viso di Natsu, a rassicurare lui e se stessa. “Non temo il dolore che potrebbero procurarmi. Ho molta più paura che ti fermino prima che tu raggiunga Draconia e ti riportino laggiù per sempre. Se succedesse, Natsu, lord Fullbuster sarebbe scoperto e arrestato a sua volta e io non avrei più speranze di liberarti. Devo correre questo rischio”.

“Io non voglio”.

“Non importa. Io lo farò comunque. Devo farlo per noi, perché ci sia un noi. Mi capisci Natsu?”.

Il Drago annuì, abbracciandola e nascondendo il viso contro il suo collo. “Sei così coraggiosa come non credevo Lu. Però devi promettermi che starai bene, io tornerò il prima possibile a prenderti”.

“Te lo prometto amore mio”.

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Ehm… buonasera ^^”

Lo so, lo so che sono in ritardo epico ma… purtroppo la vita non tiene conto del nostro volere quando decide di scombinarci i piani! Senza ammorbarvi con i miei problemi personali, vi chiedo scusa, davvero, per tutto il tempo che è passato. Spero soltanto di riuscire a scrivere con più regolarità da adesso in poi.

Grazie

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Gray andò via dopo aver definito con Lucy i dettagli del piano, il tutto sotto gli sguardi di disapprovazione di Natsu; lei lo aveva praticamente escluso, decidendo per conto suo, e anche se sapeva che il suo scopo era il bene di entrambi, ancora non accettava quell’idea folle.

Non appena il signore di Magnolia si fu allontanato con il picchetto d’onore che lo accompagnava, Gorgo riemerse dalle ombre, fissando lo sguardo indagatore su Lucy. “Davvero sei disposta a correre un tale rischio?”.

La libraia la fissò per qualche momento: era evidente che doveva aver ascoltato tutta la conversazione ma non sembrava un tipo a cui poter rimproverare di aver origliato. “Sì”, disse infine, “sono disposta a tutto per Natsu e per avere anche una sola possibilità di stargli accanto”.

“Questo ti fa onore”, disse la principessa Drago sedendo di fronte a loro. “Però sappi che ancora non mi fido di te. L’animo degli Uomini è volubile e incerto, non è saldo come il cuore dei Draghi. Natsu ti amerà per tutta la sua lunga vita, questo ormai è inevitabile; ma non sono sicura che tu possa fare lo stesso”.

“Adesso basta, Gorgo!”, sbraitò Natsu battendo la mano sul tavolo. “Devi smetterla con questi dubbi, Lucy non è come pensi! Ha rischiato dal primo momento per me e il mio cuore di Drago l’ha riconosciuta, non smetterà di amarmi perché lo credi tu!”.

“Sei un povero ingenuo Natsu! Tu credi di conoscere gli Uomini perché sei cresciuto fra loro ma se rispondessero alle tue alte attese questo non sarebbe mai accaduto, ti hanno rapito a tuo padre, lo capisci?! Ti hanno strappato dalle mie braccia, senza avere la minima esitazione nemmeno davanti al pianto di un bambino spaventato!”.

Il Drago fece per rispondere ma Lucy lo placò posandogli una mano sul braccio e si rivolse direttamente a Gorgo. “Avete ragione su quasi tutti gli Uomini di Fiore, principessa. Eppure, posso garantirvi che non siamo tutti come il Re o i suoi tirapiedi. Lord Fullbuster ne è un esempio e io stessa, sì io che tanto riesco ad attirare il vostro odio, insieme ad altre valorose persone, non faccio che contrastare il potere di un vecchio pazzo che ci sta conducendo alla rovina e mantiene in piedi il suo regno tramite un vile ricatto. E lo so che non mi credete ma io amo Natsu e mai farei qualcosa che gli possa nuocere”.

Gorgo ricambiò lo sguardo di Lucy, scrutandola come se tentasse di leggerle l’anima con quei suoi occhi così viola da sembrare quelli di una bestia. Anche se non voleva darlo a vedere, la determinazione della ragazza l’aveva colpita, scalfendo la corazza d’odio che aveva eretto attorno a sé dalla notte del rapimento; forse, amava davvero Natsu, come solo un Drago avrebbe saputo fare. “La sincerità delle tue parole verrà messa alla prova molto presto. Domani ripartiamo e Natsu verrà con noi”.

“Non potete partire domani!”, esclamò Lucy, una sfumatura di panico nella voce. “Lord Fullbuster porterà qui lady Juvia solo fra due giorni!”.

“Io non intendo portare nessun’umana con noi”.

“La porteremo invece”, intervenne Natsu. “Perché Gray sta rischiando molto per me ed è un mio amico. Gli devo la mia vita e ricambierò con la vita di Juvia, che ti piaccia o no. Sono ancora il principe ereditario e tu non puoi contravvenire in eterno ai miei ordini solo per la parentela che ci lega”.

Lo sguardo della principessa Drago si fece confuso e ferito ma non lo distolse; strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche e annuì gravemente. “Come desideri mio principe”, disse fra i denti prima di lasciare la stanza.

 

“Forse hai esagerato con Gorgo”, disse Lucy mentre entrava con Natsu in quella che ormai era la sua camera da letto. “Le hai fatto pesare la tua autorità e non è stato gentile”.

Lui per tutta risposta si lasciò cadere sul letto, sbuffando. “E’ esattamente il contrario, Lucy. È lei che non fa che imporre il suo volere da quando è qui ma io non sono più un bambino. Posso decidere con la mia testa e con il mio cuore soprattutto”.

Lucy chiuse la porta e si avvicinò, sorridendogli dolcemente. “Non ti agitare adesso… abbiamo poco tempo, vogliamo passarlo arrabbiati con Gorgo?”.

Natsu si mise seduto sul bordo del letto, tendendo le mani per afferrare quelle di lei; un sospiro gli sfuggì dalle labbra quando le dita si intrecciarono tra loro, e lo sguardo corse in quello castano di lei. “Non voglio lasciarti qui”.

La libraia sedette accanto a lui, senza interrompere il contatto. “Ne abbiamo già parlato, Natsu”.

“No, tu ne hai parlato. Con Gray esattamente, non con me. Hai deciso che la sua strategia è quella giusta e che avresti fatto come ci ha chiesto, nonostante io non fossi d’accordo. È troppo rischioso Lu, Gray ci mette tutta la buona volontà ma non può garantire la tua incolumità”.

Lucy si spostò per potergli stringere le braccia al collo, sedendosi sulle sue gambe. “Ascoltami bene: noi potremmo fuggire tutti insieme con Gorgo e i suoi Draghi ma ci ritroveremmo in men che non si dica l’intero esercito di Magnolia alle spalle, e con me e lady Juvia come peso non potreste andare troppo veloce. Invece, se io resto e lord Fullbuster riesce a prendere tempo, saremo sicuri che il vostro vantaggio sia troppo. Potrai tornare a prendermi in qualsiasi momento, mi troverai sempre qui”.

Natsu ricambiò l’abbraccio, cingendole la vita sottile, il viso a sfiorarle i capelli. “So bene che tutto quello che dici ha senso Lucy ma… non voglio lasciarti, sarebbe una tortura così lontano da te per troppo tempo… ti prego, proviamoci almeno”.

Lei voltò il capo quel tanto che bastava per sfiorargli le labbra con le proprie. “E’ la cosa giusta, lo sai anche tu. Devi solo accettarlo”.

Il Drago le trattenne il viso con una mano, fissandola intensamente prima di unire nuovamente le loro bocche, esigendo un contatto più intimo e profondo, cui Lucy rispose con tutta se stessa; non volevano ammetterlo, preferendo rifugiarsi dietro la convinzione che sarebbero stati insieme, di nuovo, ma si stavano dicendo addio, straziati eppure consapevoli che la separazione non avrebbe minimamente diminuito l’amore tra loro.

Natsu si voltò e la costrinse gentilmente a stendersi, abbracciandola più forte che potè, le labbra vicine al suo orecchio. “Voglio che tu sia mia. In ogni fibra del mio essere”.

Lucy tremò impercettibilmente al suono di quelle parole, per ciò che significavano e per il medesimo desiderio che sentiva nella voce di lui e l’aveva avvinta a sua volta. Non gli rispose a parole, preferendo baciarlo di nuovo, tenendogli il viso fra le mani come se temesse che scivolasse via dalle sue braccia.

Dopo un attimo di incertezza, il Drago rispose a quel bacio con foga, stringendo le braccia attorno al corpo esile di Lucy, e non avrebbe saputo dire se fosse la disperazione del distacco a muovere i suoi gesti quando cominciò a toglierle i vestiti, dapprima con esitazione, via via più sicuro quando sentì il sorriso di lei contro le proprie labbra.

“Se mi fai questo dovrai sposarmi, lo sai?”, ridacchiò Lucy mentre lo spogliava a sua volta.

Natsu si mosse fino a distendersi sopra di lei, reggendosi sugli avambracci per non pesarle addosso e si chinò a baciarle il naso. “Penso che mi assumerò le mie responsabilità”.

La libraia arrossì, sentendo quella piacevole presenza su di lei e sorrise al Drago, ricambiandone lo sguardo. “Credevo che fossi solo un bambino quando ti hanno portato qui… come fai a…”.

“Libri”, la interruppe lui. “Ce n’è qualcuno particolare di sotto”.

Il rossore sulle gote di Lucy si fece più acceso e istintivamente distolse lo sguardo. “Ecco… me li hanno chiesti alcuni clienti…”.

Natsu sghignazzò baciandola, soddisfatto dell’imbarazzo che le aveva provocato, le sue mani di nuovo libere di percorrere quel corpo amato e bellissimo. Lei tornò a rilassarsi fra le sue braccia, accarezzandolo a sua volta, facendosi audace, immobilizzandosi di dolore quando senza preavviso lui la penetrò, le labbra incollate alle sue nel tentativo di alleviare quella sofferenza.

Lucy non riuscì a impedirsi di lasciar scorrere una lacrima sul proprio viso e Natsu la strinse, baciandole delicatamente il viso. “Scusa”, mormorò tra un bacio e l’altro, aspettando che lei si abituasse a quell’intrusione. Soltanto quando la sentì abbandonarsi nuovamente al suo abbraccio e allacciare le gambe alle proprie ricominciò a muoversi, guidato dall’istinto e dal desiderio di unirsi a lei in maniera totale e perfetta, prima che la vita li separasse crudelmente.

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Buongiorno ragazze/i :)

Dunque… un capitolo di transizione direi, prima di entrare nella parte più angst della storia – ebbene sì, ci sarà una parte angst u.ù

La scena finale mi ha fatta letteralmente dannare, non mi è proprio riuscita come volevo tant’è che mi sembra quasi fuori luogo :(

Come sempre, ringrazio chi legge e doppiamente chi recensisce e – permettetemi – ringrazio una volta di più la mia figlioccia Krizia che non mi fa mai mancare il suo appoggio, sei un tesoro

Alla prossima

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Natsu si svegliò quando il sole andò a posarsi esattamente sui suoi occhi, strappandolo alla serenità ovattata del sonno. Fece per voltarsi quando un peso sulla spalla lo riportò bruscamente alla realtà.

Lucy. Nel suo letto. E nuda, costatò sollevando le lenzuola. ‘Allora non era un sogno!’.

Un largo sorriso gli illuminò il volto e la abbracciò, posandole un bacio fra i capelli biondi. Improvviso, il pensiero di doverla lasciare di lì a poco meno di un giorno lo investì con tutta la sua crudezza, offuscandone la gioia. La osservò dormire, tranquilla, i sogni a farle da scudo contro la realtà e decise che niente lo avrebbe separato da lei. Juvia sarebbe partita con i Draghi ma lui sarebbe rimasto. A costo di farsi rinchiudere di nuovo nelle segrete del castello, almeno le sarebbe rimasto vicino.

Lucy mugolò qualcosa di incomprensibile quando la luce svegliò anche lei e si mise a sedere sul letto sfregandosi gli occhi mentre Natsu la osservava divertito.

“Buongiorno Lu”, le disse all’improvviso facendola sussultare.

“Natsu! Cosa fai nel mio letto? Sei nudo! Sono nuda!”, strillò coprendosi il seno con le braccia e dando la schiena al Drago.

“Veramente sarebbe il mio letto”, ridacchiò lui mettendosi seduto a sua volta e afferrandola per la vita. “E non capisco di cosa ti vergogni”, disse trascinandola contro di sé.

Lucy si lasciò andare docilmente tra le sue braccia e sollevò il viso fino a puntare lo sguardo nel suo. “Scusa”, rise stringendogli le mani nelle sue. “Ho avuto bisogno di qualche minuto per… per realizzare che non fosse un sogno!”.

“E’ stato lo stesso per me”, disse il Drago chinandosi a baciarla. “Ascolta Lucy: ho deciso di restare qui. Gorgo e i suoi Draghi porteranno lady Juvia a Draconia, come ho promesso a Gray, però io resterò qui con te”.

“Non se ne parla nemmeno”, sbottò Lucy liberandosi del suo abbraccio e lasciando il letto. “Tu partirai domattina e smettila di ripensarci”, disse con durezza mentre si rivestiva.

“Lucy io posso ancora decidere per me stesso, tu non puoi costringermi a partire”.

“Invece posso. Non ti voglio qui, men che meno rinchiuso in una cella”.

Natsu la raggiunse velocemente, afferrandola per le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi. “Che vuol dire che non mi vuoi qui?!”.

“Che voglio tu raggiunga Draconia, penso di essere stata molto chiara sin dall’inizio a riguardo”.

“Stai dicendo che non vuoi resti con te, cosa c’è stato fra noi, nulla?”.

Lucy si divincolò con forza dalla sua stretta, i pugni stretti come a fronteggiarlo. “Che stai dicendo, ti ascolti quando parli? Credi davvero che per me tutto questo non conti nulla, se ti mando via è perché mi importa troppo invece, stupido!”.

“Lu… scusami”, disse il Drago, abbracciandola nonostante tentasse di resistergli. “Non avrei dovuto neanche pensarlo, solo che… non voglio proprio andar via, non ci riesco”.

La libraia tornò a rilassarsi, ricambiando l’abbraccio di Natsu e posandogli un bacio sulla gola. “Devi andare Natsu, non torniamo sull’argomento… ti prego”.

“Solo se mi prometti che starai bene. Promettimi che non ti accadrà nulla e aspetterai che venga a prenderti”.

“Te lo prometto, Natsu”.

 

Lucy si stupì non poco quando trovò Levy, in cucina, intenta a chiacchierare tranquillamente proprio con il Drago che l’aveva tenuta prigioniera soltanto il giorno prima. Lui ostentava un’espressione infastidita ma la libraia notò comunque il sorrisetto divertito che gli increspava le labbra non appena Levy distoglieva lo sguardo.

“Lucy! Vieni, lascia che ti presenti Gajeel, è un Drago anche lui, sai?”, esclamò la piccola donna non appena si accorse dell’amica.

“Lo so, Levy”, ridacchiò Lucy avvicinandosi. “E’ uno dei Draghi di Gorgo, non potevo non notarlo. Piacere di conoscerti Gajeel, io sono Lucy”.

Il Drago le rivolse un’occhiata indecifrabile prima di scoprire i canini in un ghigno. “Lucy eh? E così avremo una Regina scelta fra gli Uomini un giorno… non che la cosa mi importi, non la penso come Gorgo”.

Lucy si permise un sospiro di sollievo. “Mi fa piacere saperlo”.

“Verrò anch’io a Draconia con te!”, esclamò d’un tratto Levy. “Gajeel me ne ha parlato tanto e mi ha promesso che mi ci porterà”.

“Ma davvero?”, chiese la libraia, un sorrisino malizioso sul viso.

Gajeel si limitò a sbuffare e distogliere lo sguardo, provocando l’ilarità delle due donne. “A proposito”, esordì lui. “Dov’è il nostro beneamato principe?”.

“Sta parlando con Gorgo”, rispose Lucy preoccupata. “A quanto pare la vostra principessa ha ancora qualcosa da dirgli”.

 

Gorgo passeggiava nervosamente avanti e indietro nella stanza di Natsu, guardandolo di tanto in tanto mentre esponeva per l’ennesima volta le sue remore sul portare Juvia a Draconia.

“Se anche riuscissimo a portarla con noi senza farci prendere, non puoi lasciare entrare una donna degli Uomini nel regno, non varcherebbe nemmeno i confini”.

“Per quanto ricordi”, rispose Natsu con calma, “la prima e inviolabile legge per un Drago è il debito di riconoscenza verso chiunque ci salvi la vita. Gray mi ha fatto uscire dal castello quando ha capito che stavo lasciandomi morire. Mi ha fatto conoscere Lucy e per questo non gli sarò mai abbastanza grato. Salvare la sua sposa è il minimo che io possa fare”.

La principessa si avvicinò al letto, sedendo accanto a Natsu. “Natsu, ti sei compromesso troppo con la ragazza, hai il suo odore addosso e hai lasciato il tuo su di lei… e non è detto che il piano del tuo amico riesca, lei corre un grave pericolo”.

Il Drago strinse i pugni, lo sguardo basso. “Lo so, Gorgo. Però, Lucy mi ha promesso che andrà tutto bene e sono sicuro che sarà così. È una persona di parola”.

“Non dipende da lei, Natsu…”.

“Vuoi che torni con te, o no? Se continui ad alimentare tutti questi dubbi non mi muoverò di qui senza Lucy!”.

Gorgo lasciò andare un sospiro, posando un bacio sulla guancia di Natsu. “E’ solo che ti voglio bene. L’ultima cosa che desidero è vederti soffrire”.

Natsu si voltò a guardarla, un lieve sorriso sulle labbra. “Starò bene. Non appena Lucy sarà di nuovo con me, starò bene”.

 

Loki scivolò dalle coltri, dando le spalle alla donna che riposava accanto a lui. Ottenere la mappa che voleva Lucy era stato impegnativo ma non poteva negare che avesse avuto un risvolto in qualche modo piacevole.

“Vuoi già andar via?”, chiese quella, suadente come una gatta. “Abbiamo tempo, lo sai”.

Così dicendo lo abbracciò alle spalle, lasciando che le sue mani vagassero pericolosamente sul corpo nudo dell’uomo.

“No, non abbiamo tempo Karen. Presto il Re chiederà di te, lo sai. Ormai sono due settimane che non ti presenti a palazzo e devi tornarci. Oggi, altrimenti non ci vorrà molto perché colleghino la tua assenza alla sparizione della mappa”.

“Non se ne sono ancora accorti”, sussurrò la donna dandogli lievi baci sulle spalle.

Loki strinse i denti, imponendosi di ricorrere a tutto il suo autocontrollo. “Se ne accorgeranno presto”.

“A proposito… non mi hai ancora detto cosa vuoi farci con quella mappa, intendi forse rivenderla a qualche pazzo che voglia intraprendere il viaggio?”.

Una scintilla di panico attraversò gli occhi dell’uomo che si voltò, abbracciando Karen e costringendola a stendersi. “Sicura di volerlo sapere?”, le chiese mentre lei già si disponeva ad accoglierlo.

“No”, gli disse cingendogli la vita con le lunghe gambe affusolate. “Non mi interessa affatto”, mormorò chiudendogli la bocca con la sua.

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Buonasera ragazze ^^

Allora, allora… un capitolo di transizione, mi è servito più che altro per raccogliere le fila della vicenda prima che inizi la seconda parte.

Mi direte voi che ne pensate ;)

Grazie come sempre a chi mi segue, recensisce o legge soltanto, grazie!

Alla prossima

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


L’ultimo giorno insieme a Lucy trascorse fin troppo velocemente per Natsu; prima che se ne rendesse conto appieno, era già calata la notte e si odiava perché una parte di sé non desiderava altro che l’alba per poter ripartire alla volta di Draconia, raggiungere la Rocca e riabbracciare suo padre. Le braccia di lei che gli cinsero la vita lo riportarono alla realtà del distacco e si voltò, abbracciandola a sua volta.

“Non mancherò per molto Lucy. Sono sicuro che mio padre acconsentirà subito a farti venire a Draconia e Gorgo dice che non dista che un mese di viaggio da qui”.

Lucy annuì, la guancia contro il suo petto ad ascoltare i battiti furiosi del suo cuore. “Draconia è più vicina di quello che pensassi… questo mi conforta sai, davvero. Me ne ricorderò quando sentirò più forte la tua mancanza”.

Natsu posò il mento sulla sua testa bionda, lasciandosi sfuggire un sospiro. “Presto Lu. Presto non saremo mai più costretti a dividerci”.

 

Come da accordi, all’alba lord Fullbuster si presentò alla porta di Lucy portando con sè l’amata Juvia; la giovane donna sembrava molto debole, tanto da doversi appoggiare a lui anche per camminare.

A un cenno di Gorgo, Sting si avvicinò alla coppia e la sollevò fra le braccia. “Salutala”, disse il Drago a Gray. “Partiamo immediatamente”.

Gray sussultò impercettibilmente, sorpreso da quelle parole: non credeva stessero aspettando proprio lui per partire e pensava di non essere ancora pronto a separarsi da lei. “Juvia”, le disse, facendosi forza, “ti riporteranno a casa non appena sarai guarita. Questa volta davvero”.

Juvia annuì, sorridendogli fiduciosa, nonostante tutto, e gli accarezzò il viso quando si chinò a baciarle la fronte. “Stai attento”, disse in un soffio prima che Sting si voltasse e raggiungesse Gorgo.

La principessa diede un rapido sguardo a Gray per poi soffermarsi su Lucy e Levy. “Gajeel”, disse all’improvviso, “tu resterai qui. Ho bisogno di sapere che le cose andranno come lord Fullbuster ha promesso”.

Sul viso di Natsu si dipinse un’espressione di puro stupore, al contrario di Gajeel che si limitò a una scrollata di spalle prima di avvicinarsi alle due donne. “Tiene a te molto più di quanto riesca a esprimere a parole”, sussurrò passando vicino al principe.

Questi strinse i pugni, costringendosi a rivolgere solo un ultimo sguardo a Lucy. Si erano detti tutto ciò che contava quell’ultima notte, ogni altra parola sarebbe sembrata superflua. Lei gli sorrise di rimando, e Natsu uscì assieme a Gorgo e i suoi Draghi, scomparendo nella nebbia provvidenziale che avvolgeva Magnolia.

 

Quando non vide altro se non la foschia che si era richiusa dietro i Draghi, dietro Natsu, Lucy richiuse la porta, lasciandosi scivolare contro di essa. Levy si affrettò a raggiungerla, inginocchiandosi accanto a lei, e le strinse le mani fra le sue.

“Lucy… tornerà presto, vedrai”.

Lucy sollevò il viso a guardare la sua amica, sorridendo nonostante tutto. “Lo dice anche lui ma io non credo sarà così. Penso che non lo rivedrò più ma sono felice che sia entrato nella mia vita”.

“Non dire così, tornerà invece!”, esclamò Levy stringendole più forte le mani. “Tu lo sai meglio di me, i Draghi sono di parola!”.

“Lo so Levy e sono sicura che anche lui vorrebbe tornare da me, tuttavia… penso che suo padre non gli consentirà più di lasciare Draconia e non mi sento di biasimarlo per questo”.

“Come se a lui importasse qualcosa delle regole!”, esclamò d’un tratto lord Fullbuster. “Natsu infrangerebbe tutte le leggi dei Draghi se servisse a farlo tornare. Forse non lo conosci poi così bene”.

“Non ne ho avuto il tempo!”, esclamò furente Lucy. “Se è dovuto fuggire così presto è per evitare la prigionia che tu gli avresti di nuovo inflitto!”.

Gray distolse lo sguardo, incapace di reggere quello di Lucy. “Hai ragione”, disse infine. “Posso comprendere la tua rabbia, io sono quello che ha tenuto Natsu prigioniero negli ultimi anni. Però, se la mia parola vale ancora qualcosa ai tuoi occhi, ti giuro sul mio onore che avrei fatto di tutto perché fuggisse. È un mio amico e se anche non lo fosse non tolleravo più che conducesse quella pallida imitazione di vita”.

Levy aiutò Lucy ad alzarsi mentre quest’ultima teneva lo sguardo su Gray. “Io credo alla sincerità della tua amicizia. Ma credo anche che per amore di tua moglie lo avresti rinchiuso di nuovo senza pensarci troppo. È una situazione comoda per il regno di Fiore, nessuno voleva che cambiasse, tanto meno tu”.

Gray si voltò improvvisamente a guardarla, i pugni stretti per la rabbia. “Io non ti permetto di…”.

“Di cosa?! Di sbatterti in faccia la verità?! Se davvero questa situazione non ti tornasse utile, non perseguiteresti i ‘ribelli’ torturandoli a morte quando ti riesce di catturarli!”.

“Adesso basta”, interloquì Gajeel frapponendosi fra i due. “E’ meglio che te ne vada piccolo lord, è chiaro che Lucy non gradisce oltre la tua presenza. Riesaminerete i vostri accordi quando entrambi sarete più calmi”.

Lord Fullbuster sbuffò infastidito ma non replicò. “Tornerò nel pomeriggio. È ovvio che la ‘scomparsa’ di Juvia non potrà passare inosservata”.

Lucy si limitò ad annuire, pregando di avere la forza di portare avanti la messinscena senza tradirsi. Ora che Natsu non era più con lei, sentiva improvvisamente venire meno la propria forza, quella che le sarebbe servita, fino all’ultima stilla, per proteggere la sua fuga. Alzò il mento, un’espressione fiera sul bel viso, decisa a sacrificare qualsiasi cosa per lui. “A più tardi allora”, disse mentre Gray guadagnava velocemente l’uscita.

 

Una volta nella foresta, al riparo da occhi e orecchie indiscrete, Natsu si avvicinò a Gorgo, affiancandola lungo il cammino. “Grazie per aver lasciato Gajeel con Lucy”.

“Te lo dovevo Natsu”, rispose la principessa, senza guardarlo. “Tu la ami e anche se io non approvo, non posso permettere che le accada qualcosa, ne soffriresti troppo”.

Natsu si chinò a baciarla sulla guancia. “Ti voglio bene Gorgo. Scusami se ho dubitato di te ma temevo che l’odio per gli esseri umani ti avesse tanto accecata da non riuscire a capire quanto sia straordinaria Lucy”.

“E’ evidente che non è come tutti gli altri. Vorrei che tu non ti fossi innamorato di lei ma ammiro quella ragazza e la sua determinazione. Ti ama sinceramente e io non posso fare altro che tentare di proteggerla. Per il tuo bene”, concluse voltandosi finalmente a guardare Natsu. “Sei come un fratello per me, da sempre. Il pensiero che tu soffra mi è intollerabile, Natsu”.

Il Drago ricambiò lo sguardo, sorridendo riconoscente a Gorgo, ed entrambi tornarono a prestare attenzione al sentiero che li avrebbe ricondotti a casa.

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Buonasera :)

Allora… il viaggio di Natsu è finalmente iniziato e la cara Lucy è rimasta a Magnolia da sola: voi che dite, riusciranno a tornare insieme?

Non ho molto da dirvi se non ringraziarvi per il vostro costante supporto, grazie, grazie, grazie (_ _)

Alla prossima <3

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Proprio come Gray aveva detto quella stessa mattina, nel pomeriggio il capitano Scarlet e un manipolo di soldati si presentarono a casa di Lucy per prenderla in consegna e accompagnarla al castello.

“L’hai combinata grossa”, sibilò il capitano afferrando Lucy per un braccio; tuttavia, la libraia non potè non notare che non sembrava molto convinta delle proprie parole.

Non fu gentile e neanche i soldati lo furono: per tutto il tempo non fecero che spintonarla perché camminasse più velocemente, e a Lucy non sfuggirono i commenti cattivi sussurrati a mezza voce alle sue spalle. Sapeva che, vista la mentalità ristretta degli abitanti di Magnolia, portare Natsu a casa sua avrebbe significato essere additata per sempre come la sua sgualdrina ma non le importava.

Una volta giunti al palazzo, fu accompagnata direttamente nella sala del trono, dove l’aspettava lord Fullbuster: lo sguardo truce che le rivolse la fece sobbalzare prima ancora che cominciasse a parlare.

“Allora milady… la mia sposa è scomparsa e, mi riferiscono i miei uomini, anche il Drago che era affidato alle vostre cure sembra svanito nel nulla. Volete dirmi cosa sta succedendo?”.

“Perché mai dovrei saperlo, milord?”.

“Non prendetevi gioco di me, Lucy Heartfilia!”, esclamò Gray scattando in piedi. “Non crederete che io sia tanto sciocco da non aver capito che le due cose sono collegate e soprattutto che voi avete aiutato il Drago a fuggire!”.

“Non ho nessun ruolo nella sua fuga”, disse Lucy guardandolo dritto negli occhi. Sapeva che si trattava di una messinscena ma l’atteggiamento dell’uomo le stava facendo paura comunque. E cominciava a temere che le parole di Natsu si sarebbero rivelate veritiere: non aveva desiderio di visitare la stanza delle torture del palazzo.

“Se anche fosse così”, intervenne Erza facendosi più vicina, “dovresti comunque risponderne. Ti sei assunta la responsabilità di lui nel momento in cui hai chiesto di portarlo a casa tua”.

“C’erano delle guardie a sorvegliare casa mia. Natsu è fuggito e loro non si sono accorte di niente, perché mai dovrei essere io a risponderne?!”.

“Perché loro hanno già pagato il loro errore”, rispose Erza, una calma innaturale nella voce.

Lucy allargò impercettibilmente gli occhi, mentre una goccia di sudore le percorse il viso. Sentiva il terrore afferrarle le viscere con dita di ghiaccio mentre fissava quella donna spaventosa: dai racconti dei pochi che erano sfuggiti alle sue grinfie, essere interrogati da lei o dai suoi uomini doveva essere un’esperienza devastante. ‘Natsu… dammi tu la forza di proteggerti’.

Gray si lasciò sfuggire un sospiro e scosse la testa. “Capitano Scarlet non dovreste alimentare le falsità che circolano sul vostro conto, lo sapete? Non davanti a lady Heartfilia, non è necessario spaventare così una onesta cittadina di Magnolia”.

Lucy guardò stupita Gray e poi Erza che sbuffò infastidita. “Falsità?”, riuscì a chiedere.

“Esatto milady”, rispose l’uomo con un sorriso. “Qualsiasi cosa possiate pensarne voi, siamo persone civili, non facciamo del male a nessuno se è evitabile”.

“Tranne che a Natsu”, sibilò la libraia. “Quello non era evitabile, vero?”.

“Abbiamo avuto disposizioni dall’alto”, intervenne Erza. “Non abbiamo la facoltà di contravvenire agli ordini diretti del Re”.

“Disposizioni dall’alto?!”, esclamò Lucy, una risata sprezzante a riempirle la gola. “Non credo proprio che il Re volesse quel trattamento per lui, gli serve vivo e vegeto se vuole mantenere la sua presa su Draconia! Io credo”, disse rivolgendosi a Gray, “che qualcuno qui tentasse di restituirgli la libertà in maniera un poco contorta”.

“Non siate ridicola milady”, replicò con calma l’uomo. “Siamo stati costretti a rinchiuderlo perché non fuggisse. I Draghi non sono Uomini; la loro razza ha delle capacità particolari che avrebbero potuto aiutarlo a fuggire”.

“Che tipo di capacità?”.

 

Gorgo alzò il braccio di colpo, fermando il piccolo gruppo di viaggiatori; zittendo con un gesto Natsu, sollevò leggermente il capo, fiutando l’aria. Un’espressione preoccupata le incupì il viso quando tornò a guardare la strada.

“Ci stanno seguendo. Sono più veloci di quello che pensassi”.

“Che cosa?!”, esclamò Natsu voltandosi indietro come se si aspettasse di vedere l’esercito reale spuntare da oltre il crinale. “E’ troppo presto!”.

“La donna ci rallenta”, replicò Gorgo, senza scomporsi. “Dobbiamo mettere più strada possibile tra noi e loro. Non abbiamo scelta”, concluse voltandosi verso Sting e Rogue.

I due annuirono, scattando velocissimi verso il bosco circostante, sotto gli occhi increduli del principe che immediatamente si voltò a guardare sua cugina. “Dove li hai mandati?! Ho promesso a Gray che Juvia sarebbe stata curata a Draconia!”

“Zitto”, replicò Gorgo, una calma imperturbabile sul volto bellissimo. “Ascolta”.

Natsu obbedì concentrandosi sui rumori che ora sentiva provenire dalla foresta: era il frastuono degli alberi schiantati e lacerati da qualcosa di enorme e più forte e terribile di questo, un cupo e basso ringhio che sembrava provenire dalle profondità del sottosuolo. Il suo istinto non tardò a identificarlo come il ruggito di un drago e davanti al suo sguardo ancora attonito, due imponenti bestie si allontanarono in volo, fendendo l’aria con le possenti ali.

“Quello bianco è Sting e quello nero è Rogue”, disse Gorgo facendoglisi più vicina. “Non chiamano la nostra gente ‘Draghi’ per nulla, Natsu. Dovresti ricordarlo anche se eri solo un bambino”.

“Sì… qualcosa ricordo ma… posso trasformarmi anch’io?”.

“Potrai. E’ necessario molto allenamento prima di padroneggiare la metamorfosi; quando saremo a casa avrai il tempo di imparare ma per adesso dovrai accontentarti di viaggiare sulla mia groppa”.

Natsu annuì, lievemente deluso da quella risposta. “Torneremo fino a Draconia così?”.

“No. Sarebbe troppo rischioso sorvolare i centri abitati, è meglio non farci notare; non vogliamo uccidere nessuno a meno che non sia assolutamente necessario. Allontanati adesso”.

Il giovane Drago annuì, arretrando di qualche passo mentre il sembiante di sua cugina lasciava il posto a quello di un grosso drago, smeraldino come i suoi occhi. La bestia si accosciò, invitandolo con un cenno della testa a salirle sul dorso e Natsu si avvicinò, passando la mano sulle dure scaglie. Uno sbuffo d’impazienza lo riscosse, spingendolo a raggiungere la sua posizione con un unico balzo nell’istante in cui le forti zampe del drago si piegavano, dandole la spinta necessaria a spiccare il volo.

Il poderoso animale raggiunse in breve tempo i suoi compagni, riprendendo il suo posto alla guida del gruppo, divertita dagli schiamazzi d’esultanza di Natsu. “E’ meraviglioso quassù Gorgo!”, esclamò il giovane principe guardandosi intorno. “Vorrei che Lucy potesse vederlo”.

“Lo vedrà. Quando sarai in grado di tornare in volo a riprenderla”.

 

“Possono trasformarsi in veri draghi?!”. Lucy era sconvolta da quello che aveva appena saputo da Gray. “Credevo fossero solo leggende quelle contenute nei libri”.

“Non sono leggende milady. Dovreste dare maggior credito ai libri che tanto amate”.

La giovane libraia scoccò un’occhiata poco amichevole al signore di Magnolia. “Voi avreste pensato che una cosa del genere fosse possibile, milord? Non ho mai visto utilizzare la magia di cui tanto si favoleggia, e sono abituata a credere a ciò che posso toccare con mano”.

“Ne sei certa?”, intervenne Erza, senza guardarla. “Non ti sei chiesta come abbia potuto il tuo amico Drago guarire tanto in fretta? La gente di Draconia ha sensi più sviluppati dei nostri, capacità di guarigione accelerata, può trasformarsi in draghi e domina gli elementi, tutto grazie alla magia che controllano”.

Lucy esitò, incerta su cosa dire; ovviamente aveva notato quanto velocemente si fosse ripreso Natsu ma la sua parte razionale continuava ad opporsi all’esistenza di qualcosa che non aveva mai potuto sperimentare di persona.

“Comunque la pensi”, continuò Erza. “Lui tenterà di venire a prenderti, forse da drago, forse da ‘umano’; ed è in quel momento che noi riprenderemo lui”.

“Cosa?!”.

“Sei in arresto Lucy Heartfilia. Spero che gli alloggi che ti abbiamo riservato saranno di tuo gradimento”.

Mentre Erza l’afferrava per un braccio, Lucy rivolse uno sguardo preoccupato a Gray che però le sorrise rassicurante: il famigerato piano era appena entrato in azione.

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Ehm… buonasera ^^”

Sono viva, anche se la mia assenza avrebbe potuto far pensare il contrario; non voglio giustificarmi ma a quanto pare la cattiva sorte ha preso di mira la mia famiglia e mi ha portato via un’altra persona cara.

Mi spiace ma non sono proprio riuscita a scrivere prima, complice un colossale blocco dello scrittore forse dovuto al mio stato d’animo non proprio felice.

Tornando alla storia… non ho nulla da dire, mi direte voi cosa pensate di questo capitolo :)

Grazie se mi avete aspettata nonostante tutto, se mi leggete per la prima volta, se recensite, insomma… grazie.

Alla prossima <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Le giornate in cella trascorrevano tutte uguali per Lucy, settimana dopo settimana, tra il timore che Gray venisse meno all’accordo e la bruciante mancanza di Natsu. Dopo l’iniziale smarrimento aveva realizzato che quella in cui si trovava era esattamente la stessa stanza che aveva visto prigioniero il Drago e questo rendeva se non altro l’attesa più sopportabile.

Erza tornava tutti i giorni a chiederle di confessare che accordi avesse preso con lui, promettendole in cambio la libertà. Lucy si limitava a sorridere e voltarsi verso l’oscurità. Anche se avesse voluto, non avrebbe mai potuto dirle dove fosse Natsu; Loki non era più tornato con la mappa e a lei non restava che sperare che re Igneel consentisse a suo figlio di tornare a prenderla.

‘Prima che sia troppo tardi per me’.

Temeva moltissimo il capitano Scarlet, certa che se solo Gray avesse accennato un assenso, l’avrebbe lasciata fra le mani dei torturatori perché le facessero confessare ciò che lei voleva sentire; non aveva idea di quanto quello che davvero Lucy sapeva avesse bisogno di ancora più protezione.

 

Loki era riuscito a entrare in casa di Lucy soltanto diversi giorni dopo la sua cattura: le guardie continuavano a sorvegliarla e nessuno doveva sospettare che lui avesse il minimo rapporto con la giovane libraia. Quando finalmente era riuscito a introdursi all’interno, vi aveva trovato solo una spaventata Levy e Gajeel intento a rassicurarla.

“Levy! Che diavolo succede, è pieno di guardie qui fuori! E Lucy dov’è?”.

“Una domanda alla volta damerino”, ringhiò il Drago guardandolo storto.

“Smettila Gajeel”. Lo zittì Levy. “Loki, Lucy è… in prigione”.

“Che cosa?! Hai voglia di scherzare?”.

“Per niente. Altri Draghi sono venuti qui a riprendere Natsu e hanno portato con loro anche lady Juvia, su richiesta di suo marito, che a quanto pare non aspettava altro. È molto malata e la scienza medica di Draconia è la più avanzata che esista”, disse la ragazza tenendo lo sguardo basso. “Però per rendere il tutto più credibile ed evitare che ricadessero sospetti su lord Fullbuster, Lucy si è fatta arrestare come complice nel rapimento della nostra giovane signora e nella fuga del Drago. Lei e lord Fullbuster sono d’accordo ma temo comunque per lei, il capitano Scarlet non è una persona a cui piaccia essere ingannata”.

Loki sospirò passandosi la mano sugli occhi. “Sapevo che quel Drago l’avrebbe messa nei guai prima o poi”, disse ignorando l’occhiataccia di Gajeel. “Possiamo aiutarla in qualche modo?”.

“Solo se potessimo raggiungere Draconia e chiedere a Natsu di tornare a prenderla il prima possibile. Ormai è prigioniera da più di un mese”.

“Sua maestà Igneel non lascerà che il principe riparta così presto, soprattutto se la destinazione è il regno degli Uomini”, intervenne Gajeel. “La sola speranza per la tua amica è che la principessa Gorgo riesca a convincerlo. Ha un grande ascendente sul re, si fida di lei”.

Levy annuì alle parole di Gajeel e tornò a guardare Loki. “Avevi trovato la mappa?”.

Il ragazzo annuì, porgendole un involto. “Non è stato semplice e presto a Crocus si accorgeranno che è sparita, se vogliamo partire dobbiamo farlo subito”.

“Non possiamo”, sospirò Levy stringendosi al petto la mappa. “Non ci permetterebbero mai di entrare a Draconia, neanche se Gajeel garantisse per noi”.

“E cosa facciamo allora, aspettiamo che Lucy marcisca in quella cella?”.

“Non ho detto questo ma non possiamo fare nulla, Loki! Gajeel non può mettere il naso fuori di qui se non vuole essere scoperto e catturato perché prenda il posto di Natsu, e io e te cosa possiamo fare, assaltare le prigioni del palazzo?”.

Loki strinse i pugni, sentendo la verità di quelle considerazioni stringergli lo stomaco in una morsa. “Non posso permettere che lei resti lì, ne morirebbe… e non posso concepire nemmeno l’idea”.

“Loki, tu…”, fece per dire Levy ma Gajeel la interruppe, fissando lo sguardo cremisi dritto in quello del ragazzo.

“Devi toglierti dalla testa che la principessa possa essere tua”, disse con un tono che non ammetteva repliche.

“Principessa?!”.

“Il principe Natsu l’ha scelta per sé. Questo ne fa la nostra principessa, salvo che il cuore del principe cambi repentinamente inclinazione. Il che è assolutamente impossibile trattandosi di un Drago”.

Loki abbassò lo sguardo, un sorriso amaro dipinto sul viso. “Ah è così allora. Alla fine Natsu ha ottenuto quello che voleva”.

Levy lo fissò preoccupata. “Tu… ci aiuterai lo stesso, vero Loki?”.

Il ragazzo la guardò, apparentemente stupito di quella domanda. “Certamente. Lucy può amare Natsu ma ciò non muta quello che provo per lei. Io non la abbandonerò mai”.

 

Draconia si avvicinava sempre di più con il passare dei giorni e Natsu divenne impaziente. Continuava a chiedere a Gorgo perché non potessero raggiungere il loro regno sulle ali dei draghi, ignaro della pericolosità di quell’ultima tappa.

“Natsu”, sospirò Gorgo all’ennesima volta. “Siamo quasi arrivati ma ci aspettano due giorni allo scoperto nel deserto prima di varcare i confini di Draconia. Questa è la zona che gli Uomini sorvegliano maggiormente, è naturale; non possiamo farci notare, non devono sapere che le nostre spie si introducono a Fiore. Se accadesse metteremmo in pericolo tutti loro e anche Gajeel che sta sorvegliando Lucy. È questo che vuoi?”.

Natsu strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. “Certo che no, rischiare la vita di chiunque di loro, la vita di Lucy, è l’ultima cosa che voglio; ma più tempo ci vuole per raggiungere la Rocca, più ce ne vorrà per tornare a prenderla e… non ne posso più Gorgo, la rivoglio con me. Neanche l’idea di rivedere mio padre, la mia famiglia, basta a farmi sentire meno la sua mancanza”.

Gorgo tacque, preferendo non incrinare l’entusiasmo di suo cugino con le sue considerazioni: aveva motivo di credere che Igneel non gli avrebbe mai permesso di ripartire, pur sapendolo distrutto all’idea di perdere la donna che amava. Sarebbe toccato a lei aiutare Natsu a tornare da Lucy, e lo avrebbe fatto; perché in fondo tutto quello che desiderava era saperlo felice.

“Proseguiamo”, disse trattenendo un sospiro. “Viaggeremo tutta la notte fino a raggiungere il limitare del deserto. Laggiù si viaggia di notte”.

“Gorgo”, la bloccò Natsu afferrandole un braccio. “Tu mi aiuterai vero? Convincerai mio padre a lasciarmi portare Lucy?”.

“Farò tutto quello che è in mio potere, Natsu, te lo giuro”.

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Buonasera ragazze ^^

Bene, bene… non succede niente in questo capitolo e per lo più è breve, ne sono consapevole ç_ç Però devo pur spiegare qualcosa mentre i nostri beniamini sono separati, no?

Per farmi perdonare cercherò di aggiornare il prima possibile >.<

Grazie a tutte voi che mi seguite e recensite, siete impagabili :*

Alla prossima <3

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


La Rocca si ergeva maestosa al di sopra di uno sperone roccioso, svettando contro il sole infuocato del tramonto. Tutto era rimasto esattamente come Natsu ricordava, sembrava solo più piccolo; non ci volle molto perché realizzasse che in realtà era lui a essere cresciuto. Le strade non sembravano più infinite e non aveva l’impressione che gli edifici si chiudessero su di lui, schiacciandolo. Sentiva solo la rassicurante familiarità dell’essere finalmente a casa.

Gorgo lo guidava sicura attraverso le vie cittadine verso il palazzo, che sovrastava con la sua mole il resto del centro abitato. Nessuna città degli Uomini avrebbe potuto competere con la bellezza e l’opulenza della Rocca: ogni costruzione era perfetta, senza che i segni del tempo intaccassero i marmi policromi che le decoravano, declinati in ogni sfumatura, dal bianco abbacinante al rosso sangue del porfido, il marmo degli Imperatori.

I Draghi che incontravano per strada si fermavano attoniti quando riconoscevano la persona che la principessa Gorgo portava con sé; Natsu li vedeva bisbigliare tra loro, sorpresi di rivedere quel principe che ormai ritenevano perduto per sempre.

Il percorso era tanto più sorvegliato tanto più si avvicinavano al palazzo e Natsu chiese spiegazioni a sua cugina. “Non c’erano tutti questi soldati l’ultima volta che sono stato qui. Cos’è successo?”.

“Sei stato rapito all’interno del nostro regno. Proprio dove credevamo non potesse toccarci niente e nessuno”.

L’espressione di Gorgo si fece tesa e Natsu le posò una mano sulla spalla, sorridendole. “Non è stata colpa tua. Hai fatto il possibile per impedire che mi prendessero, me lo ricordo!”.

“Sai, anche tuo padre non fa che dirmi che non è stata colpa mia. Eppure non riesco a non pensarlo”, disse la principessa abbassando lo sguardo.

Natsu alzò lo sguardo al rosso del cielo, sorridendo. “Io sono contento che mi abbiano portato a Magnolia”.

“Cosa?!”.

“Hai capito bene. Se non l’avessero fatto, non avrei mai conosciuto la mia Lucy”.

Gorgo scosse la testa, spingendolo leggermente perché riprendesse a camminare. “Forse è meglio che la dimentichi”.

Questa volta fu Natsu a voltarsi sorpreso. “Perché dovrei?!”.

“Lascia perdere”, disse la principessa precedendolo sulla strada.

 

Igneel passeggiava nervosamente avanti e indietro nella sala del trono quando Gorgo e Natsu fecero il loro ingresso, scortati dalle guardie reali. Il re si voltò immediatamente e restò impietrito a fissare suo figlio: proprio come la principessa aveva immaginato, era stupito dal trovarsi davanti un giovane uomo e non il suo bambino ma nonostante ciò lo strinse calorosamente fra le braccia non appena l’ebbe raggiunto.

“Natsu… non riesco ancora a crederci, dopo tutto questo tempo… ho sentito così tanto la tua mancanza che credevo di impazzire”.

“Anche tu mi sei mancato. Sono tornato, padre”, sorrise Natsu ricambiando la stretta, gli occhi  lievemente velati da un’ombra di dolore. Nel momento in cui aveva sentito le braccia di suo padre cingerlo, ne aveva avuto la certezza, non lo avrebbe più lasciato ripartire.

“Temevo che Gorgo fallisse… eppure la mia fiducia in lei non avrebbe mai dovuto vacillare, sapevo quanto fosse determinata a salvarti”.

Il giovane principe annuì, voltandosi a guardare l’amata cugina. “Nessuno può mettersi tra Gorgo e il suo obiettivo”.

Igneel sorrise compiaciuto, lasciando andare Natsu. “Molto bene, direi che è il caso di festeggiare! Non meno di un mese di celebrazioni per il ritorno di mio figlio!”.

“Padre non esagerare, la popolazione potrebbe…”.

“Natsu!”, lo interruppe la voce squillante di una bambina.

“Wendy?!”.

Una piccola Drago si avvicinò cautamente a loro, continuando a fissare Natsu. “Sei tu… sei proprio mio fratello?”.

Natsu sorrise inginocchiandosi alla sua altezza. “Sì, sono io, Wendy. Sono un po’ cresciuto, vero?”.

Wendy tenne lo sguardo nel suo ancora per qualche secondo fin quando gli gettò le braccia al collo, ridendo. “Sì, sei tu!”.

Il principe rise con lei, abbracciandola e alzandosi con lei fra le braccia. “Tu non sei cambiata invece. A dire il vero nessuno di voi lo è!”.

“E’ il potere di Draconia che ci impedisce di invecchiare. Se tu non fossi stato portato via tanto a lungo saresti ancora un bambino, come tua sorella”, disse Igneel, l’espressione grave.

“Non angustiarti padre. Io sono felice lo stesso”. Lo sguardo di Natsu si adombrò per qualche momento. ‘Non avrei potuto amare Lucy se fossi stato un bambino’.

Wendy notò il dolore soffocato negli occhi dell’amato fratello ma decise di tacere, preferendo che fosse lui a parlarne qualora ne avesse sentito la necessità. Si limitò a stringerlo più forte, sorridendogli quando lui si voltò a guardarla.

“Bene!”, tuonò Igneel. “Va’ pure a riposare, stasera ti aspetta un banchetto per cominciare degnamente i festeggiamenti”.

Natsu annuì e rimise Wendy coi piedi per terra, tenendole la mano che lei non accennava a lasciare. “Ti accompagno io, Natsu”, gli sorrise trascinandolo fuori dalla sala.

 

Quando furono soli, al sicuro negli appartamenti di Natsu, Wendy chiuse la porta e vi si appoggiò, fissandosi i piedi.

“Perché vuoi andartene di nuovo?”.

Quella domanda spiazzò completamente il principe che per qualche momento non seppe cosa rispondere. “Non voglio andarmene”, riuscì a dire, senza troppa convinzione.

“Invece lo vuoi, lo vedo nei tuoi occhi. C’è dolore dentro e la voglia di riaprirli su un paesaggio che non è la Rocca”.

Natsu strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. “Non voglio andare via”, ripeté. “Ma c’è una persona che mi aspetta a Fiore e voglio riprendermela”.

“Una persona… una fidanzata?”, chiese Wendy, improvvisamente più curiosa che arrabbiata.

“Sì”.

“Ma tu hai già una fidanzata”.

“Che cosa stai dicendo, Wendy?!”, esclamò Natsu avvicinandosi a lei. “Io non ho nessuna fidanzata qui”.

“Certo che è così, come tutti i Draghi di stirpe reale ti è stata promessa una giovane della nobiltà di Draconia, già molto tempo fa”.

“Io… io non sposerò nessuna che non sia la mia Lucy!”, sbottò il Drago colpendo il muro accanto a sé. “Stasera ne parlerò con nostro padre. Non mi costringerà a sposare una donna che non amo, anche se lei è un Drago e Lucy una donna degli Uomini. Io amo Lucy”.

Inaspettatamente, Wendy sorrise, abbracciandolo. “Hai tutto il mio sostegno, fratellone. Voglio che torni felice come quando eri bambino!”.

Natsu la strinse a sua volta, posandole una mano fra i capelli scuri. “Grazie sorellina. Saperlo è importante per me, anche Gorgo dice che mi aiuterà. Lei ha conosciuto Lucy e l’ammira molto anche se non sopporta che sia della razza degli Uomini”.

“Anche la mamma ti aiuterà, ne sono certa! Lei non ha mai approvato la pratica dei matrimoni combinati”.

“La mamma… dov’è adesso?”.

“In viaggio dalla nostra residenza a Lacrima del Drago. I nobili laggiù avevano qualche rimostranza e non potevano aspettare, ma nostro padre non ne ha voluto saperne di lasciare la Rocca fin quando tu non fossi tornato”.

Natsu ridacchiò divertito, scuotendo la testa. “E’ sempre il solito!”.

Wendy rise a sua volta per poi spingere il fratello verso il letto. “Andiamo, devi dormire adesso! Il banchetto si protrarrà fino a tarda notte, devi essere riposato se non vuoi addormentarti a tavola!”.

“Va bene, va bene!”, disse il principe lasciandosi cadere sul letto. Mentre sua sorella lasciava la stanza, si voltò su un fianco, fissando la porzione di cielo che poteva vedere attraverso il balcone aperto. Per un attimo gli sembrò che Lucy si stagliasse contro il vespro, in volto quel sorriso particolare riservato a lui.

‘Tornerò a prenderti, Lucy. Manterrò la promessa’.

 

Proprio come aveva detto Wendy, i festeggiamenti non accennarono a terminare neanche quando furono trascorse molte ore e i commensali ormai sazi si abbandonarono a chiacchiere leggere. Natsu scrutava Igneel, in attesa del momento adatto per chiedergli di lasciarlo ripartire. Sapeva che forse era ancora presto, dopotutto aveva appena fatto ritorno; ma aveva promesso a Lucy di tornare a prenderla subito e non poteva pensare di vivere troppo a lungo lontano da lei.

“Padre”, doveva tentare. “Devi permettermi di ripartire, ho lasciato una persona a Magnolia. E lei avrà bisogno di me”.

Igneel si fece improvvisamente furioso e afferrò suo figlio per le spalle così da poterlo guardare negli occhi. “Lei?! Nonostante quello che ti hanno fatto ti sei legato a una donna degli Uomini? Come hai potuto lasciarti ingannare così, eppure l’istinto dovrebbe guidarti!”.

Natsu si divincolò dalla stretta, i pugni chiusi sollevati davanti a sé. “E’ l’istinto che mi ha detto che è Lucy la donna con cui dividere la mia vita! Tu non la conosci, non puoi odiarla soltanto perché appartiene agli Uomini! Gorgo, diglielo anche tu, parlagli di Lucy!”, esclamò voltandosi verso sua cugina che però fissava la tavola davanti a sè. “Gorgo…”.

“Adesso basta Natsu. Sei stato lontano molto tempo e sicuramente sarai stanco dopo un viaggio così lungo. Fra qualche giorno non penserai più a quella donna”.

Natsu abbassò lo sguardo, sconfitto dall’atteggiamento di Gorgo. Gli aveva garantito di aiutarlo e invece nel momento in cui avrebbe dovuto sostenerlo aveva taciuto, mancando di esprimere quel rispetto che diceva di provare per Lucy.

Lucy.

Doveva trovare il modo di fuggire da Draconia, non avrebbe sopportato di vivere senza di lei, lei che lo amava con tutta se stessa e in quel momento stava rischiando la vita per proteggerlo e garantirgli di ricongiungersi a suo padre.

“Io non la dimenticherò mai”, disse fra i denti. “Lucy mi appartiene e io appartengo a lei, questo non cambierà soltanto perché sono di nuovo a Draconia. Dovrai rinchiudermi per impedirmi di tornare da lei. E assicurati di incatenarmi, altrimenti demolirò questo posto pietra dopo pietra pur di scappare”.

Igneel sussultò, colpito da quella determinazione: Natsu era un uomo ormai, nel corpo ma soprattutto nel cuore. Eppure, non poteva permettere che il suo amato figlio rischiasse di finire nuovamente prigioniero.

“Manderò qualcuno a riprenderla dal momento che è così importante per te”.

“Voglio andare di persona”.

“Non tirare troppo la corda, Natsu”, disse Igneel, lo sguardo severo. “Concederti di portarla qui è già più di quello che vorrei. Gorgo conosce questa donna ed è già stata a Magnolia, sarà lei a partire, portando con sé tanti Draghi quanti ne riterrà necessario”.

“Padre, te ne prego…”, tentò ancora Natsu, lo sguardo implorante; doveva partire, non poteva aspettare ancora due mesi con le mani in mano.

“Ho già detto che tu non partirai. È la mia ultima parola, Natsu”.

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Buonasera ragazze :3

Ebbene, dopo un’eternità mi rifaccio viva – giuro che non vi prometterò più di aggiornare presto, ogni volta che lo faccio poi non ci riesco ._. – e con un capitolo che non è nemmeno dei migliori ma faccio quel che posso per portare avanti la storia.

Direi che è servito soprattutto a scoprire qualche cosuccia di Draconia e della famiglia di Natsu che per una volta non è orfano.

Come sempre, grazie se leggete, se recensite e soprattutto se avete ancora la pazienza di seguirmi!

Alla prossima <3

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Gorgo si agitava sulla sedia, curiosa e allo stesso tempo intimorita dalla richiesta di Igneel di parlare in privato. Suo zio non era il tipo da perdersi in chiacchiere inutili, eppure continuava a fissarla dall’altra parte del tavolo, senza proferire verbo.

“Zio”, soffiò esasperata la principessa, “vuoi dirmi perché mi hai fatto chiamare?”.

“In realtà vorrei che mi dicessi che hai fatto il possibile perché Natsu si togliesse dalla testa quell’umana”.

Un lampo di panico attraversò gli occhi di Gorgo, che sopra ogni cosa temeva l’aver deluso suo zio. “Sì”, rispose. “Ci ho provato. Ho tentato di imporre a Natsu il divieto di portare Uomini a Draconia, ho tentato di convincerlo sfruttando il mio ascendente su di lui ma pur di tenerla con sé è arrivato al punto di ordinarmi di tacere”.

“Natsu ti ha dato degli ordini?!”.

“Lo ha fatto. E sai bene quanto disdegni il potere sin da quando era bambino eppure mi ha imposto di non infastidire oltre il principe ereditario”.

Igneel scosse la testa, posando la fronte contro le mani intrecciate, i gomiti sul piano davanti a sé. “Natsu… non credevo potesse essere tanto testardo”.

“Però zio, lei…”.

“Lei cosa, Gorgo? Cosa cerchi di dirmi, ha irretito anche te?”.

Gorgo deglutì a vuoto, costringendosi a parlare. “Ho promesso a Natsu che lo avrei aiutato convincendoti a lasciarla venire a Draconia. E’ una brava persona, lei… Lucy, ama sinceramente tuo figlio. Ed è ricambiata con tanta forza quanta non potevo immaginare, Natsu si dice sicuro che il suo cuore di Drago l’abbia riconosciuta! Sai bene che se così fosse si lascerebbe morire piuttosto che amare qualcun’altra”.

“E se fosse un’infatuazione quella di questa Lucy?”.

“In questo momento, mentre noi festeggiamo, lei è prigioniera della sua stessa gente, pagando l’aver lasciato fuggire Natsu. La credi davvero un’infatuazione? Sta rischiando la sua stessa vita pur di garantire la nostra felicità. Le dobbiamo almeno un tentativo”.

Igneel tacque, gli occhi chiusi, come se stesse soppesando le parole di Gorgo. “Va bene. Parti immediatamente, porta con te Rogue, Sting e chiunque ritieni necessario ma assicurati che lei giunga sana e salva a Draconia. Ora che Natsu è al sicuro, sono pronto a scatenare una guerra per saperlo felice”.

Gorgo fece per alzarsi quando un dubbio la colse. “C’è un’altra cosa. Gajeel è rimasto a Magnolia per proteggere lei ma credo voglia condurre con sé un’altra donna”.

Il re sbuffò, abbandonandosi scomposto sulla sedia. “Cos’è, sta diventando una moda innamorarsi delle donne di quella razza? E sia, in fondo dopo tanti anni di fedeltà assoluta non posso vietare nulla a Gajeel. E cosa mi dici di quella donna che avete portato con voi?”.

La principessa tornò a sedersi al suo posto, fissando lo sguardo in quello di Igneel. “Suo marito ha salvato la vita di Natsu, agevolando la sua fuga. Sai bene che abbiamo il sacro dovere di ripagare chiunque faccia questo per uno di noi ma lui ha preferito la vita di sua moglie alla sua. Curala e la riporteremo a Magnolia, non resterà qui”.

“I medici dicono che ci vorrà qualche giorno. A quanto pare non era malata, la stavano lentamente avvelenando”.

Gorgo sgranò gli occhi. “Questo vuol dire che lord Fullbuster è in pericolo! E se accadesse qualcosa a lui per Lucy sarebbe la fine, è l’unico che la può proteggere!”.

Igneel sbattè la mano sul tavolo, con fare esasperato. “Dannazione… Gorgo, scegli il tuo esercito. Attaccate Magnolia e salvate la donna e gli amici di Natsu, demolite ogni edificio se necessario ma portateli qui. Non intendo veder soffrire mio figlio dopo tutto il tempo in cui siamo stati lontani”.

“Non possiamo scatenare una guerra, sicuramente sanno qual è il nostro obiettivo e Lucy sarebbe morta prima ancora che arriviamo alle porte di Magnolia”.

“Cosa suggerisci allora?”.

“Aspetterò che lady Juvia stia bene e poi tornerò indietro con Sting e Rogue, e questa volta porterò anche Cobra e Luxus. Ci assicureremo di riportarla sana e salva a suo marito e in cambio mi farò consegnare Lucy”.

Igneel rivolse uno sguardo perplesso a Gorgo. “Se intendi essere furtiva perché mai portare con te anche Cobra e Luxus?”.

Gorgo sorrise, sicura di sé. “Perché riprendere Lucy non basterà, dobbiamo proteggerla fin quando non sarà al sicuro a Draconia”.

“Sia”, acconsentì il re, congedando Gorgo con un cenno del capo. “Un’ultima cosa”.

“Sì, zio?”.

“Natsu non deve sapere che partirai, sicuramente vorrebbe venire con voi e non posso permettere che rischi la sua vita”.

“Sei sicuro che sia giusto non lasciarlo venire?”.

“Non discuteremo oltre su questo. Natsu deve restare al sicuro”.

Gorgo annuì e si inchinò prima di uscire dalla stanza. ‘Perdonami zio. Ho già sbagliato abbastanza con Natsu’.

 

Lucy si rannicchiò nell’angolo più buio della cella, stringendosi addosso la coperta che le avevano dato per proteggersi dal freddo; era calda all’inizio ma l’aria era talmente satura di umidità da renderla del tutto inutile ormai. Si voltò fino a posare la guancia contro il gelo della pietra, traendo sollievo dal calore che la stava bruciando. Doveva avere la febbre molto alta ma lamentarsi sarebbe stato uno spreco di tempo: il capitano Scarlet e lord Fullbuster non si facevano vedere da qualche giorno, e i soldati che la sorvegliavano non nutrivano simpatia per lei.

Si chiese cosa stesse facendo Natsu, se fosse già ripartito per tornare da lei o se piuttosto avesse capito di non amarla e avesse deciso di restare al sicuro a Draconia, lasciando lei al suo destino. Lo avrebbe capito: era stato portato via quando era ancora un bambino e aveva vissuto nell’isolamento di una cella, non poteva sapere cosa fosse l’amore. Una lacrima le percorse il viso perché lei, al contrario, era sicura di quello che sentiva per il giovane Drago.

“Natsu…”, gemette prima che i singhiozzi le scuotessero le spalle, l’angoscia di non rivederlo mai più a opprimerle il cuore.

 

Gorgo bussò alla porta di Natsu, sperando in cuor suo che suo cugino non la scacciasse. Sapeva di averlo deluso ma sperava che le desse la possibilità di spiegarsi e di riscattarsi soprattutto.

L’espressione di Natsu quando se la ritrovò davanti non lasciava spazio a molti dubbi, era a dir poco furibondo. “Che cosa vuoi?”, l’apostrofò duramente.

“Mi lasci entrare?”.

“Ti ho chiesto che cosa vuoi”.

La principessa sospirò appena, costatando quanto fosse arrabbiato Natsu: era solo colpa sua, non poteva biasimarlo. “Non possiamo parlare qui, questa conversazione non dovrebbe nemmeno aver luogo. Se tuo padre mi scoprisse, Lucy resterebbe a Magnolia per sempre”.

Natsu la scrutò in viso ancora per qualche momento ma alla fine la lasciò entrare. “Parla adesso”, disse chiudendo la porta.

“Tuo padre vuole che vada a riprendere Lucy. Mi ha concesso addirittura un esercito”.

“Davvero?!”, esclamò il principe, cambiando repentinamente espressione. Era assurdamente felice. “Torneremo da lei?”.

Gorgo si avvicinò a Natsu, posandogli le mani sul viso. “E’ questo il problema. Lui non vuole che tu venga con me, non vuole metterti in pericolo. Non dovresti nemmeno sapere di questa spedizione. E tradire la sua fiducia mi costa moltissimo, Natsu. È per timore di deluderlo che ho taciuto la sera del nostro arrivo, se per qualche ragione lo zio non dovesse più fidarsi di me… sarebbe troppo per me, lo capisci?”.

Natsu annuì, sorridendo appena. “Lo capisco. E capisco anche che è solo per l’affetto che hai per me che stai rischiando tanto. Grazie Gorgo”, disse abbracciandola. “E scusami se ho dubitato di te”.

“E’ tutto dimenticato. Adesso dobbiamo pensare a un modo per lasciarti venire con noi senza che tuo padre se ne accorga. E devo almeno provare a insegnarti la trasformazione prima della partenza”.

“Credi che possa riuscirci?”.

“Abbiamo solo pochi giorni, dipenderà tutto da te e dalla tua determinazione”.

Natsu ghignò soddisfatto. “Ce la farò, Gorgo. Devo tornare a prendere Lucy”.

Gorgo si sciolse dall’abbraccio e percorse qualche passo nella stanza, dando le spalle al cugino. “Natsu… è bene che tu sia consapevole che potrebbe esserle accaduto il peggio”.

“No! Gray la proteggerà, me l’ha promesso! Impedirà a chiunque di farle del male”.

“Lady Juvia non è malata”, disse la principessa voltandosi. “La stavano lentamente avvelenando. Lord Fullbuster è in pericolo, potrebbero aver già scoperto che ha tradito il regno. Se così fosse, nessuno garantirebbe per la vita di Lucy”.

Natsu si lasciò cadere su una sedia, lo sguardo vacuo. “Morta? Potrebbe essere morta?”.

“Non è detto che lo sia!”, esclamò Gorgo avvicinandosi. “E per questo dobbiamo partire il prima possibile. I medici stanno facendo di tutto per rimettere in sesto lady Juvia il prima possibile e tu devi imparare a trasformarti, non hai scelta Natsu!”.

“E se lo fosse?”.

“Se lo fosse… se Lucy fosse morta ti lascerò piangere per lei. Ma non te lo permetterò adesso, coraggio alzati!”. Afferrò Natsu per le braccia e lo rimise in piedi, dandogli un buffetto sul viso. “Mio cugino non si arrende mai”.

Natsu sorrise e strinse i pugni, pronto a mettersi in gioco. “Hai ragione! Se Lucy fosse morta lo sentirei, sono certo che mi sta ancora aspettando! Andiamo ad allenarci, Gorgo!”.

 

Loki si introdusse furtivamente in casa di Lucy, come di consueto, e raggiunse Levy e Gajeel, nascosti in una piccola stanza sul retro della libreria.

“Levy!”.

“Loki, finalmente!”, esclamò la ragazza vedendolo entrare. “Allora?”.

“Lord Fullbuster è tenuto in custodia nei suoi stessi appartamenti, il capitano Scarlet con lui. A quanto pare il re ha sempre sospettato un suo tradimento e ora crede di averne avuto la certezza. Dobbiamo tirar fuori di lì Lucy o non vivrà a lungo. Ci organizzeremo per farlo stanotte”.

“Voglio venire con voi”, intervenne Gajeel. “Sono rimasto qui per proteggere la principessa ma finora non sono stato esattamente affidabile”.

“Ehi! Non potete escludermi!”, strepitò Levy, tentando di attirare l’attenzione dei due uomini.

“Tu non vai da nessuna parte, gamberetto”, disse il Drago. “Te ne starai qui buona e al sicuro e farai in modo che in questa stanza ci sia l’occorrente per curare un ferito”.

“Gajeel… credi che Lucy sia ferita?!”.

“Non lo so, Levy. Ma è possibile, è tenuta prigioniera e vogliono delle risposte da lei. Il principe Natsu temeva che la torturassero, lo sai”.

Loki strinse i pugni lungo i fianchi. “Non avrebbe mai dovuto lasciarla qui”, disse tra i denti. “Sapeva sin dall’inizio quanto fosse pericoloso per Lucy”.

“Non è che avesse molta scelta”, replicò duramente Gajeel. “Il principe ha dovuto fuggire, era l’unico modo per garantirsi una possibilità con lei”.

“Non mi interessa”, disse il ragazzo. “Stanotte tirerò fuori Lucy dalla prigione e la porterò dove sarà davvero al sicuro. Al sicuro da chiunque”.

“Se credi che te lo permetterò…”.

“Vuoi impedirmi di metterla in salvo? Questo è il primo posto dove la cercheranno, credevo dovessi proteggerla, Gajeel”.

“Posso proteggerla qui”.

“No, non puoi. Sei forte ma non puoi combattere un intero esercito da solo”.

“Mettimi alla prova, Loki”.

“Adesso basta!”, intervenne Levy. “Loki, lasceremo che tiri fuori Lucy dalla prigione ma in quanto a portarla via ne riparleremo. E tu Gajeel, aiutalo senza litigare, per favore!”.

Gajeel incrociò le braccia al petto, sbuffando. “E va bene!”.

Loki si limitò ad annuire, rifiutandosi di esprimere a voce alta una bugia. Qualunque cosa ne pensasse Levy, avrebbe portato la donna che amava al sicuro, lontana dal Regno e lontana soprattutto da Natsu.

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Buongiorno!

Lo so, non ci credete ma sono riuscita ad aggiornare in pochi giorni e spero di mantenere il ritmo :D

Allora, allora… qualcosa si muove ma la felicità sembra ancora lontana per i nostri beniamini. Staremo a vedere quanto li torturerò ancora *ghigna*.

Io vi ringrazio per la costanza con cui mi seguite e recensite – capisco che non me lo merito però non lo fate più come prima, why ç_ç? – e vi saluto, spero a presto!

Alla prossima <3

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Lucy socchiuse gli occhi sentendosi sollevare delicatamente dal sudiciume della sua cella: tutto quello che riuscì a distinguere in quella penombra fu una chioma spettinata e sorrise pensando che finalmente Natsu era tornata a prenderla.

“Il mio Drago… sei tornato…”, sussurrò prima di perdere di nuovo i sensi, la testa appoggiata alla spalla del suo salvatore.

“Come sta la principessa?”.

“Male, Gajeel”, rispose Loki varcando la soglia. “Ma adesso dobbiamo sbrigarci, quella droga non li terrà addormentati ancora per molto”.

Indicò con un cenno della testa le guardie accasciate sul pavimento in maniera scomposta, come fossero state colpite da un sonno istantaneo e il Drago annuì, togliendogli Lucy dalle braccia. “E’ la mia principessa”, disse vedendo l’espressione contrariata di Loki. “Il mio compito è proteggerla”.

“Lo so, non fai che ripeterlo”, disse Loki fra i denti mentre si incamminava facendogli strada.

Quando le torce li illuminarono, Gajeel si lasciò sfuggire un basso ringhio, alla vista del corpo martoriato di Lucy. “Che diavolo le hanno fatto?!”.

L’altro si costrinse a non voltarsi, proseguendo lungo quei labirintici corridoi e facendo attenzione a non perdersi. “Credevi forse che l’avrebbero trattata come si conviene alla tua futura regina? Per loro non è altro che spazzatura, la sgualdrina di un mostro”.

“Loki”, chiamò a un certo punto una voce amica, “da questa parte!”.

“Fried, finalmente! Stavo per imboccare il corridoio sbagliato!”.

Il nuovo arrivato sorrise divertito, aprendo con facilità una porta nascosta nella parete. “Sono sicuro che nemmeno lord Fullbuster conosce questi passaggi. E dire che prendendo la direzione giusta si può anche arrivare ai suoi appartamenti”.

“Davvero?”, chiese Gajeel, improvvisamente interessato.

“Certamente. Queste sono soprattutto vie di fuga in caso di assedio del castello e il primo a venire salvato è ovviamente il signore del maniero”, spiegò Fried, come fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Allora è il caso che tu trovi quella direzione giusta”.

“Che stai dicendo?!”, esclamò Loki. “Non possiamo perdere tempo con lui, Lucy ha bisogno di cure”.

“E le avrà ma è nostro dovere permettere a lord Fullbuster di salvarsi”.

“Perché?!”.

“Devo forse ricordarti che è grazie a lui se abbiamo potuto salvare il nostro principe? Aspettavamo questa occasione da dieci anni e se lui non avesse fatto uscire Natsu dalle prigioni, non avremmo mai potuto”, disse Gajeel entrando nello stretto passaggio.

“Gajeel fermo! Io non ti permetterò di…”.

“Di fare cosa?”, chiese il Drago voltandosi, gli occhi che mandavano bagliori sinistri nella penombra. “Sono io quello che non ti permetterà di portar via la principessa e non ti permetterà di lasciare lord Fullbuster al suo destino. A meno che tu non voglia affrontarmi, ti conviene stare zitto. E tu fa’ strada”, intimò a Fried che si affrettò a ubbidire, per niente desideroso di mettere alla prova le leggende sulla smisurata forza dei Draghi.

 

Gray fissava le fiamme nel camino senza vederle davvero. Si sentiva sconfitto, inesorabilmente sconfitto e solo; perché immaginava che avrebbe avuto Juvia accanto a sé qualsiasi cosa fosse accaduta mentre ora si ritrovava a rimpiangere di averla allontanata. Certo, lo aveva fatto per salvarle la vita ma dubitava che l’avrebbe mai rivista e avrebbe desiderato morire con la sua immagine negli occhi piuttosto che con quel rimpianto.

“A cosa stai pensando?”. La voce di Erza lo riscosse da quei pensieri tristi, riportandolo coi piedi per terra.

“Che mi sarebbe piaciuto rivedere Juvia”.

“La rivedrai, Gray”.

“No, e lo sai bene”, disse il ragazzo voltandosi finalmente a guardare la sua amica. “Ci uccideranno Erza. Saremo giustiziati come traditori e la cosa peggiore di tutto questo è che ti ho trascinato con me. Avevi ragione sin dall’inizio”.

Erza sorrise tristemente, sedendo accanto a lui. “Non è vero. Sono sempre stata cieca, troppo presa dal mio senso del dovere per rendermi conto quanto quello che facevo fosse ingiusto. Quanti ribelli ho arrestato e mandato a Crocus senza esitazioni, senza preoccuparmi di cosa sarebbe successo una volta giunti a destinazione, senza chiedermi cosa li spingesse a mettersi contro un sovrano che apparentemente sta facendo di tutto per la sua gente? Non me ne sono resa conto nemmeno quando Gerard si è schierato con loro”.

Gray si permise di sorridere a sua volta. “Il tuo predecessore. Lo amavi vero?”.

La donna non rispose, distogliendo lo sguardo da lui. “Se mai dovessimo uscirne vivi… andrò a cercarlo”.

“Mettetevi pure in cammino allora, capitano Scarlet”, si intromise Loki raggiungendoli dalla stanza accanto, una delle due che componevano gli appartamenti. “Non abbiamo molto tempo prima che si accorgano che non ci siete”.

“E tu chi saresti?!”, esclamò Erza, scattando in piedi. Mai come in quei giorni aveva rimpianto di non avere armi con sé.

“Rimandiamo le spiegazioni a dopo, volete milady? Stiamo cercando di salvarvi senza rimetterci la nostra di pelle”.

Gray prese per un braccio Erza, spingendola perché camminasse. “Andiamo Erza, non avremo un’altra occasione come questa. Non vogliamo avere rimpianti, vero?”, le chiese con un sorriso, alludendo a ciò che si erano detti.

Erza annuì e velocemente seguì Loki che afferrò una torcia e si affrettò a richiudere bene il passaggio una volta che furono tutti dentro.

“Possiamo sapere almeno come ti chiami?”, chiese Gray mentre si allontanavano lungo quel pertugio.

“Sono un amico di Lucy Heartfilia, questo vi basti”.

Il ragazzo si trattenne dallo sbuffare in risposta e continuò a seguire lo sconosciuto fin quando sbucarono all’aperto, diverse miglia lontani dal castello. Il mastio svettava in lontananza, sormontato dai vessilli del regno di Fiore.

Gajeel e Fried si fecero loro incontro, uscendo improvvisamente dal folto del bosco; il Drago teneva ancora Lucy svenuta fra le braccia e non sembrava intenzionato a lasciarla tanto facilmente.

“E’ il caso di andare”, disse. “Lucy ha bisogno di cure e subito”.

Gray si avvicinò subito al Drago per sincerarsi delle condizioni della ragazza mentre Erza restava rigida al suo posto; nessuno dei due avrebbe mai voluto farle del male e di sicuro nessuno dei due aveva dato quel tipo di ordini. Gli emissari del Re erano evidentemente del parere che l’essenziale fosse strapparle una qualsiasi confessione per avere un colpevole da condannare e giustiziare.

“Io non… avevo assicurato a Natsu che non le sarebbe accaduto nulla”, sospirò lord Fullbuster.

“C’ero anch’io”, rispose duramente Gajeel, la rabbia a malapena contenuta che gli ricopriva le braccia di scaglie metalliche. “Eppure come vedi è stata malmenata e frustata e spero per voi, nient’altro. Non posso garantire la vostra incolumità se la storia della sgualdrina fosse andata troppo oltre”.

L’ormai ex capitano delle guardie scosse la testa come un automa, gli occhi sbarrati. “No, loro non… i miei uomini non farebbero mai nulla del genere, sono soldati non bestie”.

“Sono molto peggio delle bestie, come si può fare una cosa del genere a una donna indifesa?!”, ringhiò Gajeel, sputandole contro tutto il suo disprezzo. “E adesso muoviamoci”.

Fried non osò contraddirlo e si incamminò in silenzio assieme a Loki, seguito dagli altri. Dovevano raggiungere in fretta la Casa delle Fate.

 

Natsu ricadde sulle ginocchia, esausto, sotto lo sguardo severo di Gorgo. Lo aveva condotto in una sala particolare del castello, le cui pavimentazioni erano percorse da quelle che sembravano venature di pura energia. Il Salone di Gaia lo aveva chiamato, sostenendo che quello fosse il posto del mondo più vicino al cuore della Madre Terra.

“Allora? Sei già stanco?”.

“Gorgo, dammi tregua…”, ansimò il giovane Drago. “Non riesco a sentire nulla, neanche un palpito di questa misteriosa energia di cui parli”.

La principessa incrociò le braccia al petto, guardandolo in tralice. “Sai che se fosse realmente così significherebbe che non sei più in grado di metterti in contatto con la Madre? E senza di lei non ti trasformerai mai in un drago completo, non potrai mai tornare a salvare Lucy, dovrai rassegnarti all’idea che lo faccia qualcun altro per te”.

“Qualcuno come te?!”, esclamò Natsu, livido di rabbia. Era frustrato dall’insuccesso e le parole di Gorgo non facevano che acuire il suo disagio. “E’ questo che vuoi dire, perché tu puoi trasformarti e io no?”.

“E’ così Natsu, che ti piaccia o no. Abbiamo bisogno di raggiungere il più in fretta possibile la tua donna e la forma di drago è quella che ci consente di essere più veloci. Se non sei in grado di trasformarti non possiamo portarti con noi”.

Natsu si rialzò, i pugni stretti lungo i fianchi. “Non permetterò che qualcun altro vada a prendere Lucy. Non me ne starò buono e tranquillo qui aspettando che me la riportiate, le ho fatto una promessa”.

“E allora vedi di mantenerla”, sibilò Gorgo afferrandogli il viso e sbattendolo a terra senza alcun preavviso. “Resteremo qui fin quando sarai di nuovo in grado di sentire la sua voce. Solo quando la Madre ti avrà parlato sarai un vero drago”, concluse lasciandolo per rimettersi in piedi.

Il principe si passò il dorso della mano sulla bocca, asciugando un rivoletto di sangue che gli colava dal labbro spaccato. “D’accordo”.

Gorgo sorrise soddisfatta, tornando a fissarlo mentre sedeva sul pavimento, le mani posate sulle venature mistiche in attesa di sentire il solo richiamo che avrebbe liberato la bestia dentro di lui. Era suo compito addestrare coloro che erano in grado di trasformarsi in draghi completi e non ci era mai andata leggera: non avrebbe cominciato con Natsu, aveva bisogno che fosse anche più dura del solito se voleva bruciare i tempi.

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Buonasera!

Non ci posso credere nemmeno io ma eccovi un altro aggiornamento :D

Dunque, dunque… la nostra Lucy non sta affatto bene, riusciranno a salvarla o quello che ha passato sarà stato troppo per lei? E Loki si sarà davvero rassegnato a lasciarla andare con Gajeel? Natsu ce la farà a trasformarsi finalmente in Drago? Non so!

Un piccolo appunto: il come siano riusciti a introdursi nel castello è stato volutamente lasciato da parte per adesso ;)

Grazie come sempre a tutti quelli che mi seguono, leggono e recensiscono, siete davvero impagabili.

Alla prossima <3

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Gorgo scosse la testa esausta, sedendo sul pavimento del salone. Sembrava impossibile ma era evidente che Natsu non sarebbe mai riuscito a trasformarsi; non percepiva nemmeno un ansito di quelle pulsazioni che a lei giungevano con chiarezza, facendo ribollire il suo sangue di drago.

Suo cugino era crollato in ginocchio, reggendosi sulle braccia e il viso rivolto verso il basso non le consentiva di scorgere la sua espressione ma era certa che fosse tremendamente abbattuto. Entrambi avevano iniziato l’addestramento sicuri che in poche ore avrebbe imparato ad assumere le fattezze di un drago completo, non si aspettavano quel totale fallimento.

“Gorgo”, la richiamò Natsu, la voce incrinata. “Va’ tu a prendere Lucy, io… io non ne sono in grado”.

“Riprovaci!”, disse Gorgo a denti stretti. “Sei l’erede del Regno, non è possibile che tu non possa trasformarti, il sangue della casa reale di Draconia è il più puro di tutti!”.

Il dolore che scorse sul viso di Natsu quando la guardò, le strinse il cuore. Soffriva del non poter mantenere la promessa fatta a Lucy, ma lei sapeva che era anche la consapevolezza che avrebbe deluso suo padre a ferirlo a quel modo. Tirò fuori un cristallo dalla sacca che portava alla cintura e lo mostrò a Natsu; si sarebbe fatta uccidere piuttosto che dare quel dolore al suo amato cugino ma doveva scuoterlo in qualche modo.

“Ricordi cosa sono questi?”.

“Cristalli di Lachryma”.

“Esatto”, annuì Gorgo. “Questo serve a trasmettere informazioni, Gajeel ne ha uno identico. La loro magia però è facilmente individuabile, per questo gli ho ordinato di utilizzarla solo in caso di estrema necessità”.

Natsu strinse gli occhi, tentando di leggere la verità tra quelle parole. “Dove vuoi arrivare?”.

“Lucy è gravemente ferita”, disse in un soffio la principessa. “Lord Fullbuster è stato messo agli arresti e così non ha potuto mantenere la sua parte dell’accordo. Gajeel dice che è stata sicuramente frustata e picchiata, e…”.

“E cosa? Che altro c’è, Gorgo?!”, urlò il Drago, furioso.

“Non si è ancora svegliata, quindi ignora se le guardie abbiano approfittato di lei. Viene additata come la tua sgualdrina a Magnolia”.

Natsu tremava da capo a piedi per la rabbia, lo sguardo ancora fisso in quello di Gorgo. Non riusciva ancora a credere a ciò che aveva sentito e per un attimo, irrazionalmente, pensò che sua cugina dovesse avergli mentito perché… Lucy aveva promesso che sarebbe stata bene e lei manteneva sempre la sua parola.

“P-posso vederla…?”, riuscì a chiedere. “Puoi farmela vedere con quel cristallo?”.

Gorgo allungò la mano a stringere la sua. “Posso. Ma non farti questo”.

“Dopo quello che mi hai detto?!”.

Touchè. Abbassò lo sguardo, consapevole che ciò che aveva detto Natsu non era niente di meno della verità. Aveva pensato che bastasse metterlo a parte di ciò che era successo per scatenarne la rabbia e aiutarlo a trasformarsi ma avrebbe dovuto mettere in conto l’idea che lui volesse vederla. In fondo, era a conoscenza di quanto profondo fosse l’amore che Natsu nutriva per Lucy e, forse, una parte di lui sperava ancora che le sue parole fossero bugie.

“Va bene”, acconsentì con un sospiro. “Non dire che non ti avevo avvisato”. Chiuse gli occhi per qualche momento, concentrandosi per stabilire il contatto magico e quando li riaprì si trovò a fissare quelli cremisi di Gajeel. “Mostramela”.

L’immagine del Drago d’acciaio si dissolse, sostituita da quella di Lucy distesa su un letto e Gorgo sentì le lacrime pungerle gli occhi quando udì Natsu soffocare un grido mentre stendeva la mano ad accarezzare la superficie liscia della pietra, come se quel contatto potesse giungere alla donna che amava.

Lucy giaceva immobile e Natsu la osservò con attenzione, imprimendosi nella mente ogni livido, ogni taglio che deturpava quel viso perfetto; da quello che riusciva a vedere, non c’era parte del suo corpo che non avesse riportato ferite e sentì la rabbia montargli dentro come un’ondata di alta marea. Lucy doveva aver sofferto moltissimo, per proteggere lui; aveva subito quei maltrattamenti perché non lo riteneva un mostro come tutta la sua gente. Stava rischiando la sua vita solo perché si amavano troppo.

Un ruggito furioso gli esplose dentro prima di risuonare fra le pareti della sala, sotto lo sguardo compiaciuto di Gorgo. Scaglie di drago gli ricoprirono le braccia e le spalle, arrivando a lambire il viso, i cui tratti andavano diventando quelli di una belva e la principessa si allontanò cautamente prima di ritrovarsi schiacciata sotto le possenti zampe di un dragone rosso, più ardente delle fiamme stesse.

 

Gajeel e gli altri avevano portato Lucy alla cosiddetta Casa delle Fate, un dedalo di caverne sotterranee che si snodavano nel sottosuolo della foresta e costituiva la base della resistenza di Fiore. Loki aveva costretto Gray ed Erza a camminare bendati, sostenendo di non fidarsi di loro; avrebbe voluto impedire anche a Gajeel di vedere la strada ma un’occhiataccia del Drago era stata sufficiente a farlo desistere.

All’interno delle grotte naturali, i ribelli avevano costruito delle vere e proprie piccole case, così da potervi vivere senza problemi; nell’ambiente più grande si trovava la struttura dove si riunivano ma anche dove furono ricevuti Gajeel e gli altri, portati al cospetto del loro leader.

“Vedo che avete portato degli ospiti Loki, Fried”.

“Non abbiamo potuto farne a meno”, disse Loki, tenendo il capo chino. Aveva fretta di sbrigare quelle stupide formalità e portare Lucy in infermeria. Prima fosse guarita, prima avrebbe potuto portarla lontano.

“Va bene, ti credo. Togliete la benda a quei due e portate Lucy dai guaritori, subito”.

Gajeel si allontanò seguendo Loki mentre Gray ed Erza, finalmente liberi dalle fasce, si guardarono intorno spaesati per qualche momento, in attesa che la vista si riabituasse alla luce; quando poterono finalmente vedere chi li avesse accolti, la donna trattenne il respiro mentre i suoi occhi studiavano freneticamente un volto noto.

“Gerard…”, sussurrò, più rivolta a se stessa che ad altri.

“Erza. Ti trovo bene”, sorrise l’uomo avvicinandosi ai due. “Lord Fullbuster, non credevo che sareste mai stato mio ospite. Perdonatemi se la mia casa non è adeguata per l’occasione”.

“Puoi anche smetterla Gerard”, disse duramente Gray. “Sei fuggito come un ladro per unirti ai ribelli, non credi che avresti potuto parlarmene?”.

“Parlartene?!”. Gerard scoppiò a ridere, apparentemente molto divertito. “Ho provato innumerevoli volte a farti capire come stanno le cose in realtà! Te ne sei accorto solo adesso che la cosa ti ha toccato personalmente”.

Il suo sguardo si addolcì quando si posò su Erza e le si fece più vicino, sfiorandola col suo corpo. “Neanche tu avevi capito… quanti di noi hai arrestato, implacabile come solo tu sai essere?”, disse sfiorandole il viso col dorso della mano. “Ma da oggi sarete additati come fuggiaschi e traditori del Regno, non potete lasciare questo posto. Mi assicurerò che restiate al sicuro”.

“Prigionieri vorrai dire”, disse Erza fra i denti. “Temi che appena usciti di qui torneremo a palazzo per denunciarti, vero? Magari per rientrare nelle grazie del Re!”.

Gerard la afferrò per le spalle, costringendola a guardarlo negli occhi. “Non temo niente del genere da una persona come te. È dalla mia gente che devo proteggervi innanzitutto, non vi vedranno di buon’occhio”.

Erza abbassò lo sguardo, conscia che quel malanimo fosse innanzitutto colpa sua. Aveva arrestato – e praticamente mandato a morte – decine di ribelli negli ultimi due anni, senza sapere se quelle persone avessero famiglia o amici, evitando anche solo di chiederselo.

Gerard la guardò intenerito, immaginando già quale tormento la stesse scuotendo. Conosceva quella donna meglio di quanto lei stessa potesse e sapeva quale nobiltà albergava nel suo animo. “Non pensiamoci adesso”, disse, riscuotendola dai suoi pensieri. “Venite con me, vi troverò un alloggio”.

 

I guaritori si erano subito assiepati attorno a Lucy per curarla, buttando letteralmente fuori Loki e Gajeel che continuava a protestare, sostenendo di doverla scortare.

“Non le accadrà nulla, dobbiamo solo curarla!”, sbottò una di loro, una donna piuttosto anziana. “Ma non è il caso che resti esposta a degli sguardi maschili più del necessario”.

Così dicendo aveva sbattuto la porta in faccia al Drago che continuava imperterrito a borbottare. “Questi stupidi Uomini mi metteranno nei guai!”, sbottò incrociando le braccia al petto, atterrito all’idea che Gorgo potesse scoprire quanto era stato negligente; conoscendola, lo avrebbe incenerito sul posto. “Vado a prendere Levy”, disse infine a Loki, allontanando quei pensieri, “ma ti avverto: sarò qui entro poche ore, non pensare minimamente di portar via la principessa. Conosco il tuo odore, ti troverei anche in capo al mondo”.

“Tsk, dove vuoi che la porti in quelle condizioni”, sbuffò il ragazzo, appoggiandosi al muro dietro di sé. “Va’ pure a prendere la tua donna”.

Gajeel assottigliò gli occhi, studiandolo per qualche momento. “Bada”, ringhiò allontanandosi.

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Et voilà, eccomi anche stasera uwu

Mi sto facendo perdonare per le attese bibliche a cui vi ho costretti? Ditemi di sì ç_ç

Vabbè, adesso la smetto, grazie se mi seguite e commentate, grazie anche se leggete soltanto!

Alla prossima <3

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Lucy socchiuse lentamente gli occhi, lottando contro le palpebre ancora affaticate; ricordava di aver visto Natsu prima di addormentarsi e aveva bisogno di vederlo di nuovo, di riabbracciarlo, di stringerlo e non lasciarlo andare più.

“Lucy?”, la chiamò una voce gentile, una che conosceva: Levy.

“Levy… che fai qui…?”, riuscì a chiedere, una sfumatura di panico nel tono.

La ragazza sorrise, stringendo la mano di Lucy nella sua. “Stai tranquilla Lucy. Loki e Gajeel ti hanno portata via, adesso siamo alla Casa delle Fate”. Vedendo lo sguardo interrogativo dell’amica, decise di proseguire. “Evergreen è scesa nelle prigioni e ha usato quella sua terribile polvere soporifera sulle guardie, non si sono accorte di nulla! E Fried per fortuna aveva già trovato e studiato i passaggi nascosti nelle mura, non è stato poi così difficile tirarti fuori!”.

“Oh… quindi Natsu…”. Lucy si interruppe, un nodo a serrarle la gola. Non era tornato a prenderla, era stato solo uno stupido sogno.

La stretta di Levy si fece più forte. “Tornerà, Lucy. Gajeel ha contattato Gorgo, stanno venendo a prenderti. Non dovrai aspettare molto”.

“Ma io… avevo bisogno di lui adesso”, sussurrò lei, in lacrime. “E’ stato orribile, Levy… mi hanno fatto tanto male ma pensavo sempre a lui per farmi forza e… ero sicura che mi avrebbe tirata fuori di lì, che ci sarebbe stato lui a rassicurarmi…”.

I singhiozzi le impedirono di proseguire e si raggomitolò su se stessa, coprendosi il viso con le mani; sapeva che Natsu doveva essere all’oscuro di quello che le era accaduto ma la sua razionalità non riusciva a soffocare il dolore e la paura che aveva sentito in quella cella.

“Adesso smettila, Lucy!”, esclamò all’improvviso Levy. “Sei ingiusta, Natsu sta facendo di tutto per tornare da te da quando ha saputo cosa ti era successo ma tu continui a recriminare sul fatto che non sia qui adesso! Ci sarà fra qualche giorno e non ti lascerà mai più, dovresti saperlo”.

“Qualche giorno?”, riuscì a chiedere la libraia. “Ci vuole un mese per tornare da Draconia, lo sai”.

“Un mese di cammino, è vero. Ma Gajeel dice che i Draghi hanno un altro modo, più veloce; saranno qui in poco meno di dieci giorni”.

“Che modo?”.

Levy alzò gli occhi al cielo, sorridendo. “Non lo so ma basta con le domande adesso! Tu devi riposare, non vuoi che Natsu trovi una specie di fantasmino al posto della sua bella Lucy, vero?”, rise tirandole su le coperte mentre Lucy scuoteva piano la testa.

“No… voglio solo che mi porti con sé”.

“Lo farà”, disse soltanto mentre si alzava, ed uscì dalla stanza, raggiungendo Gajeel.

“Come sta?”.

“Molto meglio direi”, disse Levy aggrappandosi a un braccio del Drago. “Se penso che fino a una settimana fa non sapevamo nemmeno se sarebbe sopravvissuta!”.

Gajeel le strinse entrambe le braccia attorno alla vita, sollevandola alla sua altezza. “Non eri tu quella che diceva che non sarebbe morta senza aver rivisto Natsu?”.

“Sì… ma la mia era solo una speranza Gajeel”, disse Levy. “Noi non siamo Draghi, non siamo forti come voi. Ucciderci è tremendamente facile”.

“Ucciderti sarebbe tremendamente facile se io non fossi qui con te”, ribattè il Drago. “Sfido chiunque a provare a farti del male in mia presenza, gamberetto”.

Levy rise intenerita mettendo le mani sul viso di Gajeel. “Sei così dolce!”, esclamò, compiaciuta di vederlo arrossire d’imbarazzo.

“Non è questo”, borbottò lui voltandosi dall’altra parte. “Nessuno può avvicinarsi a te senza il mio permesso”.

La ragazza sorrise, costringendolo gentilmente a guardarla. “Sei tenero lo stesso”, sussurrò baciandolo.

 

Gorgo entrò nella stanza di Natsu, assicurandosi prima di non essere vista; portare Natsu con sé avrebbe richiesto tutto il suo sangue freddo e la sua astuzia. Suo cugino si voltò immediatamente sentendola entrare e la raggiunse.

“Gorgo, allora? Quando possiamo andare?”.

“E’ sorto un problema”, disse Gorgo. “Tuo padre vuole che tu stia con lui quando noi partiremo. Credo voglia essere sicuro che non ci seguirai”.

“Maledizione!”, sbuffò Natsu, passandosi nervosamente la mano fra i capelli. “Devi aiutarmi, non posso restare con lui, altrimenti come potrei poi ritrovarvi? Non conosco la strada per Magnolia”.

“Lo so Natsu ma devo pensarci, va bene?”, rispose la principessa. “Non ho idea di come farti scappare per adesso”.

“Anche se non trovi il modo io vi seguirò comunque. Posso trasformarmi, mio padre non mi fermerà”.

Gorgo si lasciò sfuggire un sospiro. “Tuo padre è il drago più possente del regno. Ti fermerebbe con una sola zampata se volesse”.

“Beh, non mi interessa! Non gli permetterò di fermarmi, non lo permetterò a nessuno! Lucy ha bisogno di me e io devo raggiungerla il prima possibile, non aspetterò un giorno di più! Stasera quando partirai, io verrò con te”.

La porta della stanza si aprì e si richiuse all’improvviso, in un frusciare di vesti. “E quando pensavi di dirmelo, di grazia? Prima o dopo esserti ricordato di salutarmi?”.

“M-madre…”, balbettò Natsu impallidendo. Ricordava fin troppo bene quanto sua madre potesse essere severa. Ben più di Gorgo.

“Zia non è come credi, lui…”.

“Silenzio, Gorgo. È esattamente come credo, mio figlio vuole ripartire immediatamente per riprendersi questa donna di cui è follemente innamorato. Wendy mi ha detto tutto”, disse avvicinandosi a Natsu fino ad abbracciarlo. “E tu credevi veramente che tua madre non ti avrebbe aiutato?”, sorrise stringendolo forte. “Ti hanno strappato da me che eri solo un bambino e solo la Madre può sapere quanto questo mi abbia portato dolore; ma non voglio certo che tu resti qui a soffrire se il tuo cuore è altrove”.

Natsu ricambiò l’abbraccio, esitante: non sapeva ancora se poteva fidarsi o meno, temeva che sua madre finisse per esercitare a sua volta la sua autorità di genitore.

“Natsu”, disse ancora la regina, “non ti fermerò, te lo assicuro, e impedirò a tuo padre di cercarti. Non ero favorevole quando ha stipulato l’accordo per il tuo matrimonio e sono felice che tu abbia trovato la persona con cui intendi dividere la vita. Non mi interessa se è una donna degli Uomini, il cuore dei Draghi non sbaglia: se l’hai scelta allora dev’essere sincera e onesta. Preparati a partire stasera e non farla aspettare troppo!”, concluse sorridendo.

“Zia Grandine sei sicura di quello che fai?”, interloquì Gorgo. “Lo zio potrebbe non essere d’accordo, lo sai bene”.

“Non curarti di questo Gorgo, quello sarà affar mio. Tu pensa a preparare i tuoi Draghi e tuo cugino alla partenza, e mi raccomando: conducili sulle correnti più favorevoli, non impiegateci troppo”.

Gorgo annuì e Grandine le sorrise, sciogliendo l’abbraccio con Natsu. “Buon viaggio figlio mio”, disse la regina baciandolo sulla fronte, e dopo avergli rivolto un ultimo sguardo commosso, uscì dalla stanza, silenziosa com’era entrata.

 

Quella stessa sera, Igneel uscì nel cortile del palazzo per salutare Gorgo, accompagnato da Grandine e Wendy. Come da tradizione, la famiglia reale doveva porgere i suoi saluti a un membro della stessa in partenza.

“Dov’è Natsu?”, chiese il re, guardandosi attorno sospettoso. “Dovrebbe essere stato avvertito del fatto che lo voglio qui”.

“Tuo figlio si trova esattamente dove dovrebbe essere”, rispose Grandine, continuando a guardare i Draghi riuniti di fronte a loro. “Si sta comportando come conviene a un futuro Re”.

Igneel le rivolse uno sguardo interrogativo al quale lei rispose con un cenno del capo che lo invitava a riportare la sua attenzione ai loro soldati: Natsu era fra loro, accanto a Gorgo.

“Natsu! Che diamine credi di fa…”.

Il re fu zittito dalla presa ferrea della sua consorte sul braccio. “Lascialo stare Igneel. È giusto che vada con loro, questa volta non può accadergli nulla di male così scortato. E quando saranno di nuovo a casa, al sicuro”, disse incatenando i suoi occhi di ghiaccio a quelli del re, “distruggeremo Fiore per ciò che ha osato fare a nostro figlio”.

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Buonasera!

Vi ho fatti spaventare, pensavate tornassi agli aggiornamenti sporadici, eh u.ù? Invece no :3

Allora… ancora niente NaLu ma in compenso un po’ di GaLe che non fa mai male, che ne pensate <3?

Non ricordo chi me lo aveva chiesto in una recensione ma sì, la moglie del re è Grandine; è scontata come scelta, lo capisco ma se Natsu ha il suo papà non vedo perché Wendy non dovrebbe avere la sua mamma :)

E sì, Grandine ha un caratteraccio ma cavoli, voi avete presente Porlyusica, sì XD?

Basta chiacchiere, grazie se mi seguite, se mi leggete e se recensite, vi adoro :*

Alla prossima <3

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Erano trascorsi alcuni giorni dal risveglio di Lucy e la ragazza si era rimessa abbastanza da poter gironzolare tranquillamente per la Casa delle Fate e trascorrere del tempo con le persone che vi vivevano e che conosceva bene. O meglio, avrebbe potuto se non avesse avuto Gajeel costantemente alle calcagna a distribuire occhiatacce a chiunque osasse avvicinarsi troppo a quella che ormai considerava oltre ogni ragionevole dubbio la sua principessa.

“Gajeel!”, sbottò Lucy all’improvviso voltandosi. “Puoi lasciarmi sola qualche minuto? Non può accadermi nulla qui, è il posto più sicuro che ci sia per me”.

“Il posto più sicuro per te è Draconia”, ribattè calmo il Drago. “Fin quando il principe non sarà venuto a prenderti è mio preciso compito quello di proteggerti ed è quello che farò”.

“Non ci sono pericoli qui!”.

“Non ci sono i soldati del Re, te lo concedo. Ma ci sono vari tipi di pericoli e spesso le minacce non vengono da chi desidera farci del male”.

Gajeel era il solo oltre Levy a conoscere le vere intenzioni di Loki nel momento in cui aveva liberato Lucy; eppure, era l’unico a considerarle ancora una minaccia, per niente tranquillizzato dall’apparente indifferenza dell’Uomo. Era certo che i suoi sentimenti fossero ancora molto forti, troppo perché gli permettessero di ignorare il fatto che Natsu li stesse per raggiungere allo scopo di portare via la donna che amava.

“Non ti capisco Gajeel”, disse Lucy, guardandolo confusa. “Sei forse a conoscenza di qualcosa che dovrei sapere anche io?”.

“Nulla di importante. Devi solo smetterla di lamentarti della mia presenza”.

“Ma…”.

“Lucy”.

“E va bene!”, sospirò la ragazza sconfitta. In fondo, non le dispiaceva avere accanto un Drago; anche se non si trattava di Natsu, tutti gli abitanti di Draconia le trasmettevano un senso di tranquillità mai provata prima. Forse era il rapporto privilegiato che intercorreva tra loro e la natura ma la facevano stare bene, persino Gorgo che non sembrava averla in simpatia. “Gajeel”, chiese dopo qualche momento. “Quanto tempo impiegheranno Natsu e Gorgo a raggiungerci?”.

“Domani al massimo saranno qui”.

Lucy allargò impercettibilmente gli occhi a quelle parole, sfuggendo lo sguardo divertito di Gajeel. Soltanto poche ore e avrebbe finalmente rivisto Natsu, dopo tanto dolore patito e l’insano terrore di non rivederlo che aveva tormentato le notti in cella.

“Coraggio andiamo”, riprese il Drago. “Levy ci aspetta, dice di avere qualcosa per te”.

 

Natsu riconobbe subito l’odore familiare di Magnolia non appena misero piede nella foresta che circondava la cittadina. Il suo intero corpo fremeva all’idea di rivedere Lucy e rivalersi sulle persone che avevano osato farle del male.

Ricordava ancora con dolorosa chiarezza l’immagine di Lucy ferita e priva di sensi, abbandonata su quel letto come se le rimasse appena la forza di respirare, pallida ed emaciata. E ricordava perfettamente le insinuazioni di Gorgo su cosa potesse esserle realmente accaduto.

Istintivamente strinse i pugni a quel pensiero, i denti serrati nello sforzo di non spiccare immediatamente il volo e distruggere l’intero regno di Fiore per il trattamento riservato alla sua Lucy. La mano di Gorgo sulla spalla lo riscosse e si voltò a guardare sua cugina.

“Cosa c’è?”.

“Siamo quasi arrivati”, rispose lei. “La Casa delle Fate dovrebbe essere non lontano da qui ma abbiamo bisogno di tempo per individuare il Lachryma di Gajeel in un’area così ristretta”.

“Quanto tempo?”.

“Non lo so. Qualche ora, se tutto va secondo i piani”.

“Qualche ora?!”, sbottò Natsu. Proprio ora che era così vicino a Lucy. “Va bene, aspetterò”.

Gorgo sorrise comprensiva. “Capisco ciò che senti Natsu ma abbi fiducia, stanotte li raggiungeremo. La riabbraccerai”.

“Lo sai Gorgo, è strano… ora che siamo così vicini siamo costretti a restare ancora separati. È come se il destino fosse contro di noi”, disse il giovane Drago, un velo di tristezza a offuscargli lo sguardo.

“Sciocchezze!”, replicò sua cugina. “Hai fatto il possibile e anche di più per tornare da lei, e Lucy non è stata da meno, resistendo a tutto quello che ha subito. Niente e nessuno potrà tenervi separati, se proprio esiste il destino allora vi vuole insieme”.

Natsu stava per replicare quando la voce di Rogue li interruppe. “Gorgo! Abbiamo individuato Gajeel. È vicino”.

 

Levy si era preoccupata di far avere a Lucy dei vestiti puliti così che potesse disfarsi di quelli ormai laceri che aveva indosso quando era stata tirata fuori dalle prigioni e aveva fatto in modo che Gajeel l’accompagnasse a una delle sorgenti calde che si trovavano un po’ dappertutto nella Casa delle Fate, scegliendo quella meno frequentata di tutte: c’era ancora una cosa che non avevano avuto il coraggio di chiedere a Lucy e voleva che fossero al riparo da orecchie indiscrete.

“Levy?”, chiamò Lucy quando fu a pochi passi da lei.

“Oh Lucy! Vieni, vieni coraggio! Guarda che meraviglia, è una sorgente caldissima!”.

Si compiacque di vedere un sorriso sincero illuminare il viso della ragazza che si avvicinò al bordo della vasca naturale immergendovi la mano. “E’ una bellissima sorpresa Levy. Credo proprio che ne approfitterò”.

“Fai pure, ti aiuterò io così non farai saltare i punti”, disse piano Levy, fissando un brutto taglio sull’addome di Lucy.

“Grazie”, rispose la libraia posando una mano sulla ferita. Si lasciò aiutare a togliere i vestiti e ad entrare in acqua, distendendosi contro il bordo mentre l’amica le pettinava i capelli bagnati.

“Ehi Lucy… mi hai raccontato della prigione ma c’è una cosa… una cosa che non ho avuto il coraggio di chiederti finora”. Sentì Lucy irrigidirsi ma si costrinse ad andare avanti: doveva sapere. “Sai che a Magnolia sei considerata la sgualdrina di Natsu ormai, vero? E anche i soldati lo pensavano, io… io ecco… mi chiedevo…”.

“Vuoi sapere se mi hanno stuprata, Levy?”, la interruppe Lucy sollevandosi un poco. Raccolse le ginocchia al petto, per quanto la ferita le consentisse, e si strinse in se stessa. “No, non l’hanno fatto. E non perché siano troppo retti per farlo… dicevano che gli facevo schifo. Gli facevo schifo perché ero andata con un Drago, con una bestia”.

Levy si morse il labbro, pentendosi di averle fatto quella domanda. Forse, avrebbe preferito non sapere quanto davvero avesse sofferto la sua amica; temeva di non essere in grado di lenire in nessun modo quelle ferite.

“Però sai perché mi hanno fatto questa?”, continuò Lucy, sfiorandosi la ferita. La sua voce si era fatta neutra, distaccata, come se stesse parlando di qualcosa accaduto a un’altra persona. “I soldati di turno erano particolarmente ubriachi quella sera. Hanno spalancato la porta della cella urlando che se ero andata con il Drago allora… allora dovevo essere incinta di una qualche specie di mostro che mi avrebbero strappato dal ventre loro stessi… io… non potevo fare niente e… mi hanno quasi uccisa, Levy”, singhiozzò coprendosi gli occhi con le mani mentre Levy l’abbracciava da dietro, piangendo con lei.

“Sh… basta Lucy… non succederà mai più nulla di simile, te lo prometto”, disse la ragazza cercando di soffocare il pianto. “Quei mostri la pagheranno per ciò che ti hanno fatto. Gajeel non lascerà loro scampo”.

“No! Levy non voglio che si comportino così, non farebbero che confermare le voci su di loro! I Draghi non sono mostri, sono esseri nobili e gentili”.

Il suono della roccia frantumata da una zampa d’acciaio confermò loro che ormai Gajeel conosceva la verità; il successivo ruggito che fendette l’aria non lasciò adito a dubbi.

“Oh no, Gajeel!”.

“Levy lo devi fermare! Se attaccasse il castello rischierebbe la sua stessa vita!”.

Levy annuì e scattò in piedi il più velocemente possibile, correndo nella direzione in cui aveva sentito il ruggito del suo Drago.

 

“Gajeel!”, strillò scorgendolo in lontananza mentre imboccava il tunnel che portava all’esterno del rifugio.

Il Drago si voltò a guardarla, mostrandole per la prima volta il suo corpo interamente ricoperto di scaglie d’acciaio ma lei non si lasciò intimorire e lo raggiunse, aggrappandoglisi a un braccio. “Fermati!”, esclamò stringendo più forte che poté. “Non ti lascerò andare, quindi fermati o portami con te!”.

“Torna indietro Levy!”.

“No!”.

“Levy! Vuoi farmi arrabbiare sul serio?!”, ruggì il Drago afferrandola per la vita e sollevandola così da poterla fissare negli occhi. Occhi che scoprì lucidi di lacrime. “Levy… perché stai piangendo?”.

“Stupido!”, strillò la giovane donna, la voce rotta dal pianto. “Vuoi farti ammazzare? Sei potente ma c’è un esercito là fuori! E mi hai promesso di portarmi con te a Draconia, di tenermi al sicuro! Chi penserà a me se tu non ci sarai più?”.

Gajeel si calmò, colpito da quelle parole e dalla tenerezza dei gesti di Levy che gli prese il viso fra le mani. “Non voglio perderti, Gajeel, ti prego… ti prego, fermati”.

Il Drago tornò alla sua forma consueta, abbracciando più forte possibile la sua donna; le rivolgeva da sempre una premura del tutto inusuale per un tipo come lui ma gli era inevitabile. “Scusami Levy. Non vado da nessuna parte ma tu smettila di piangere”.

Levy annuì, asciugandosi il viso con il dorso delle mani. “So che sei arrabbiato, lo sono anche io. Quello che è successo a Lucy è… è mostruoso! Però non è distruggendo Magnolia o facendoti ammazzare che le porterai sollievo. Possiamo solo tenerla al sicuro fino all’arrivo di Natsu, è la sola cosa in nostro potere”.

“Hai vinto gamberetto”, disse Gajeel sfiorandole il viso con le labbra. “Aspetterò buono e tranquillo, va bene?”.

Levy si lasciò sfuggire una risatina, baciando sul naso il Drago. “Va bene”.

 

Lucy era rimasta immobile a osservare il punto in cui era scomparsa Levy, sperando che riuscisse a fermare Gajeel prima che fosse troppo tardi. Non voleva che scoppiasse un’altra guerra, aveva visto e subito troppo dolore a causa della precedente; voleva solo lasciare per sempre Magnolia e stare con Natsu, in pace.

“Lucy!”, la chiamò una voce familiare.

“Loki! Che fai qui, non sono in condizioni presentabili!”, esclamò voltandosi di spalle, le mani strette attorno a sé a coprire il possibile.

“Scusa… è che ti ho sentita parlare e mi sono fermato ad ascoltare il tuo racconto”.

Lucy spalancò gli occhi restando di spalle, la posa rigida. “E?”.

“E non mi faccio una ragione del fatto che tu non capisca”, disse Loki a denti stretti. “Non capisci che quel Drago ti ha portato solo guai da quando lo conosci”.

La ragazza si voltò finalmente, restando coperta dall’acqua. “Che cosa stai dicendo? Tu non lo conosci, non sai niente di lui! Come osi dire una cosa del genere? Natsu mi ha fatto provare l’amore e la felicità più totale, questo nessun altro potrà farlo… nemmeno tu, Loki”, concluse fissandolo.

Loki si avvicinò al bordo della vasca, afferrandola per un polso. “Nemmeno tu dovresti dire certe cose, non puoi sapere quanto ti avrei resa felice. Io non sarei fuggito al sicuro, mi sarei fatto scuoiare vivo piuttosto che lasciarti da sola ad affrontare le prigioni reali”, disse guardandola dolcemente.

Lucy voltò la testa, fissando la superficie dell’acqua. “Natsu non aveva scelta. E lasciami, mi fai male”.

“Ce l’aveva una scelta ma ha preferito quella più comoda per lui. E lo farà di nuovo”.

“Ti ho detto di lasciarmi, Loki!”.

“Credo che faresti meglio a seguire il suo consiglio prima che ci pensi io”.

Lucy spalancò gli occhi al suono di quella voce, tanto amata e che le era tanto mancata. “N-Natsu…”.

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Gomeeeeen T__T

Non volevo mancare così a lungo ma mi si era fritto il computer ç_ç

Allora… finalmente Natsu è arrivato, prevedo almeno un prossimo capitolo fluffoloso al massimo *A*

Ah spero che il racconto di Lucy non vi abbia infastidito ^^”

Come sempre, grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono o mi leggono soltanto!

Alla prossima <3

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Natsu distolse la sua attenzione da Loki per un momento, concedendosi di indugiare sulla figura di Lucy: lei lo fissava, gli occhi castani spalancati su di lui. Stava bene, sembrava solo stupita di vederlo, forse non si aspettava succedesse così presto.

“Loki”, disse tornando a guardare l’uomo. “Lasciala. E vattene”.

Loki lasciò il braccio di Lucy, accarezzandole il viso. “Vorrei che ciò che ti ho detto non fosse vero. Ti amo così tanto che vorrei non ti accadesse mai nulla ma…”, tacque, lasciando quella frase in sospeso e si allontanò dalla vasca, incamminandosi. Accanto a Natsu si fermò, guardandolo di sbieco.

“Ha sofferto tanto per te, troppo”, sibilò prima di andarsene.

Natsu strinse i pugni lungo i fianchi, i denti digrignati dalla rabbia; sapeva quanto Lucy avesse patito ma sentirsi rinfacciare di esserne il responsabile lo uccideva un po’ ogni volta.

“Natsu”. Sollevò lo sguardo sentendo la voce di Lucy chiamarlo e la vide sorridergli, in piedi nella vasca con le braccia tese verso di lui, in un tacito invito a raggiungerla. Le sorrise di rimando, gettandosi nella vasca con tutti i vestiti indosso, e la strinse a sé, sospirando di sollievo quando la sentì di nuovo fra le proprie braccia. “Mi dispiace Lu… mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace”, continuò a dirle mentre le accarezzava i capelli umidi.

“Non è colpa tua Natsu”, sorrise Lucy posandogli le mani sul viso, gli occhi lucidi. “Mi sei mancato tantissimo lo sai?”.

Il Drago la strinse appena un po’ di più, chinandosi a baciarla. “Mi sei mancata anche tu, credevo di impazzire! Ma tu stai tremando, stai bene?”.

Lucy ridacchiò contro il suo petto. “Sono nuda e bagnata fradicia. Ho solo freddo”.

Natsu rise con lei e la sollevò fra le braccia, uscendo dalla vasca. “Natsu, posso camminare da sola!”.

“No, non ti lascio mai più”.

La ragazza gli rivolse il suo sorriso più luminoso prima di stringergli le braccia al collo e baciarlo, intrecciando le dita nella sua chioma ribelle.

“Non credete che dovremmo lasciarli soli?”, sussurrò Gajeel rivolto a Levy e Gorgo che sorridevano come ebeti guardando i due innamorati finalmente riuniti. Sospirò esasperato non ricevendo risposta e le afferrò per le braccia, portandole via con la forza. “Ma insomma, la principessa non è nemmeno in condizioni presentabili e poi vorranno stare un po’ in privato!”, borbottò.

 

Natsu sedette sul pavimento di roccia tenendo Lucy su di sé e lei gli posò la testa sulla spalla, beandosi di quella tranquillità.

“Sei così caldo Natsu”.

“A Draconia sono riuscito a liberare il mio potere latente e diventare un drago. Così anche la mia magia è libera di scorrermi dentro”.

“E la tua magia ha a che fare col caldo?”, chiese Lucy alzando un poco la testa.

Natsu le sorrise, materializzando una sfera di fuoco nel palmo della mano libera. “Tu che ne dici?”.

“Dico che è bellissima”, sorrise Lucy stendendo la mano verso il fuoco. “E’ impetuosa e brucia ma è anche confortevole e calda. È proprio come te”, disse accoccolandosi di nuovo sul suo torace. Si era rivestita e non sentiva più freddo ma non intendeva separarsi da lui.

Socchiuse gli occhi quando sentì le sue labbra fra i capelli e il suo petto sollevarsi per un respiro più profondo. “Natsu”, lo precedette, “ti prego, parliamone domani. Non mi hanno fatto nulla di irreparabile, niente di troppo grave… non roviniamo questo momento, per favore”.

Natsu annuì e si rialzò, aiutando lei a fare altrettanto. “Levy dice che hai ancora bisogno di molto riposo”, disse vedendo il suo sguardo interrogativo. “E queste rocce sono scomode, che ne dici di trovare un letto morbido?”.

Lucy sorrise stringendogli la mano, e aggrappandosi al suo braccio lo tirò leggermente. “Andiamo da me, ho una casetta anche quaggiù!”.

“Cosa?”.

“Natsu… le Fate sono i ribelli di Fiore e io sono una di loro. Avevo già molti motivi per odiare il sovrano. Adesso ne ho solo qualcuno in più”.

Il giovane Drago sorrise teneramente abbracciando la sua Lucy. In quel momento più che mai si rendeva conto di dover fermare la follia dei suoi genitori, non poteva permettere che degli innocenti cadessero sotto il potere di Draconia. Alla fine, si sarebbero dimostrati veramente dei mostri se avessero distrutto Fiore.

“Va tutto bene, Natsu?”.

“Sì. Sono solo felice di riaverti finalmente con me, Lu”.

Lucy gli accarezzò il viso e riprese il cammino mentre lui le descriveva Draconia, parlandole di quanto l’avesse riscoperta diversa dopo tanti anni di lontananza, amareggiato dall’aver ritrovato una specie di fortezza al posto del palazzo che ricordava.

“Mi sembra naturale, Natsu”, disse Lucy mentre entravano nella sua casa. “Sei stato rapito all’interno del tuo regno, i tuoi genitori avranno voluto proteggere tua sorella e gli altri membri della famiglia reale”.

Natsu sospirò seguendola attraverso i piccoli ambienti. “Forse ma non mi piace. Mi sono sentito soffocare tutto il tempo, non potevo fare un passo senza che un picchetto di guardie mi comparisse al fianco”.

“Conosco la sensazione”, rise Lucy entrando nella camera da letto. “Gajeel non mi ha consentito nemmeno di pensare di camminare senza di lui”.

Natsu sorrise prendendole le mani e si chinò a baciarle la fronte. “E’ un grande guerriero e un soldato fedele, è naturale che si comportasse così. E credo ti voglia già molto bene”.

Lei chiuse gli occhi sciogliendo il contatto fra le loro dita per abbracciarlo ancora; da quando era tornato non riusciva a fare a meno di quella sensazione di protezione che le trasmetteva restare al sicuro fra quelle braccia forti che sapeva non l’avrebbero abbandonata mai più. E Natsu dal canto suo, temeva che lasciarla andare significasse separarsi di nuovo da lei, qualcosa che non avrebbe sopportato. Se gli avessero portato via Lucy avrebbe sicuramente distrutto l’intero regno di Fiore, senza preoccuparsi delle conseguenze.

La spinse leggermente fino a costringerla a sdraiarsi sul letto e si distese al suo fianco, stringendola di nuovo, una mano si insinuò sotto il vestito fino a raggiungere le fasciature sull’addome e la tenne poggiata lì. “Questa”, disse, fremendo di rabbia, “è l’ultima volta che qualcuno ti fa del male Lucy, te lo giuro”.

Lucy sollevò il capo fino a trovarsi di fronte lo sguardo ardente di Natsu e gli sorrise fiduciosa. “Lo so. Non temo niente ora che sei con me, so di essere al sicuro”, disse posandogli entrambe le mani sul petto. “Però voglio che tu sappia una cosa: lo rifarei cento, mille volte se servisse a proteggere te, a proteggere noi. Ora che siamo insieme è tutto passato, non mi interessa più. Ti amo Natsu”.

Natsu l’abbracciò forte, posando la fronte contro la sua. “Ti amo anch’io Lucy”, sussurrò sulle sue labbra prima di baciarla, dolcemente, senza brama. Perché desiderava Lucy da far male ma non sapeva cosa le fosse accaduto in quella cella e il solo pensiero di vedere paura sul suo volto mentre guardava lui, lo atterriva più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Sorrise, considerando che avrebbe avuto tutto il tempo di amarla pienamente quando l’avesse riportata a Draconia: la magia della sua gente avrebbe concesso loro tutto il tempo fino alla fine del mondo. Continuò a coccolarla fin quando non sentì il suo respiro appesantito dal sonno e solo allora si concesse di dormire anche lui, felice finalmente, come non era stato da tempo.

 

Gorgo era stata condotta da Gajeel fino alla residenza di Gerard, quando aveva espresso il desiderio di parlare con il capo dei ribelli. Erza e Gray si trovavano anche loro assieme a lui e la principessa rivolse loro un’occhiata severa mentre si avvicinava.

“Credevo che ti fossi impegnato a tenere Lucy al sicuro”, disse fissando quello che era stato il conte di Magnolia. “Invece scopro che c’è mancato poco la uccidessero”.

“Mi dispiace”, disse Gray sostenendo il suo sguardo. “Non è dipeso da me e se non sbaglio anche voi vi eravate impegnati a fare qualcosa per me”.

Gorgo aggrottò le sopracciglia, lo sguardo improvvisamente irato. “Mio cugino si è impegnato a salvare la tua sposa per ripagarti della propria vita ed è quello che ha fatto. La tua lady ti aspetta agli alloggi che ci sono stati concessi, assieme al resto dei miei uomini. E sta benissimo. Ora, se hai finito con le pretese, puoi darmi qualche spiegazione”.

Gajeel scosse la testa guardando Gray. “Sei proprio un idiota”.

L’uomo lo ignorò e fece un leggero inchino. “Ti domando perdono mia signora. Ho tentato di proteggere lady Heartfilia con tutte le mie forze ma il mio continuo oppormi alla tortura per estorcerle informazioni alla fine ha spinto alcuni soldati a denunciarmi al sovrano. Sono stato messo agli arresti e il capitano Scarlet con me, poichè aveva tentato di prendere le mie difese. Da quel giorno non abbiamo più potuto far nulla per proteggere la vostra principessa. Sono desolato”.

Gorgo lo fissò intensamente per qualche momento. “Ti credo”, disse alla fine. “Va’ pure da tua moglie, ti aspetta”.

Gray accennò un sorriso e si precipitò fuori dalla casetta, ansioso di rivedere Juvia, mentre la principessa Drago tornava a prestare la sua attenzione a Gerard.

“Andrò subito al punto”, disse senza diplomazia. “I miei sovrani intendono distruggere Fiore e io non ho nulla contro questo loro piano. Voglio ripagarti dell’aiuto che hai prestato per la liberazione di Lucy e perciò vi darò tempo e modo di fuggire”.

“Distruggere Fiore?!”, esclamò Erza, pallida come un cencio. “Di cosa stai parlando, non potete farlo”.

“Possiamo”, ribattè Gorgo, tranquilla. “E lo faremo se questo sarà il desiderio di Re Igneel. Voi Uomini avete osato troppo quando avete rapito Natsu e fare del male a colei che sarà sua moglie non ha certo migliorato la vostra situazione”.

“Ci sono delle persone innocenti che vivono sotto il giogo del sovrano”, intervenne Gerard. “Vi conosco come un popolo saggio e pacifico, perché dovreste uccidere anche loro?”.

Gorgo ridacchiò, apparentemente divertita. “Persone innocenti dici? Le stesse che hanno messo in giro quelle voci infamanti su Lucy, che non hanno fatto niente per difendere una persona che, correggimi se sbaglio, ha sempre aiutato chiunque fosse in difficoltà, che non ha mai fatto del male a una mosca e poi perché? Perché si è innamorata di un mostro”.

“Capisco che siate arrabbiati principessa ma vi prego di riconsiderare la vostra posizione”, insistette l’uomo. “Una simile strage porterebbe nient’altro che vergogna a Draconia”.

La giovane Drago si ricompose, puntando il dito contro Gerard e Erza. “Voi non avete nessun diritto di giudicare cosa sarebbe una vergogna per la nostra gente. Siamo sempre stati retti e ci avete ripagato rapendo il nostro amato principe solo per del vile oro. Qualunque sia la decisione del mio Re, lui avrà il mio appoggio incondizionato. Andiamocene Gajeel”, concluse uscendo dalla casa.

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Buonasera :D

Bene, bene, il computer non si è rotto quindi ho potuto aggiornare di nuovo XD

Capitolo diviso in due, il fluff NaLuoso (?) da una parte e la rabbia di Gorgo dall’altra. Che ve ne pare?

Grazie, come sempre, a chi legge e recensisce e a chi mi segue soltanto!

Alla prossima <3

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Natsu stava ancora dormendo tranquillamente quando le sue narici catturarono un lieve odore di fumo: socchiuse gli occhi e sobbalzò notando il riverbero aranciato delle fiamme attraverso la piccola finestra della stanza.

“Lucy svegliati!”, disse scuotendo leggermente la ragazza che non sembrava intenzionata a muoversi. “Lucy, è scoppiato un incendio!”.

“Non è un incendio Natsu”, mugugnò lei in risposta. “Sono i fuochi che accendono qui nelle grotte”.

Il Drago si calmò e si rimise disteso, abbracciandola. “E perché mai dovrebbero farlo, sono troppo forti, rischiano di scatenare davvero un incendio”.

Lucy sospirò lievemente, stringendolo a sua volta. “Sono controllati, Natsu. Servono a illuminare quaggiù quando fuori è giorno, altrimenti vivremmo nel buio. È un azzardo perché il fumo deve uscire ed è visibile ma ci sono dei condotti appositi che sboccano molto lontano da qui”.

Natsu annuì, baciando sul naso Lucy. “Sai sempre tutto tu”, sorrise facendole qualche coccola. “Se è giorno possiamo ripartire. Dobbiamo tornare a Draconia il prima possibile e fermare i miei genitori”.

“Che vuol dire che dobbiamo fermarli?”, chiese lei, ormai del tutto sveglia. “E’ qualcosa di grave?”.

“Vogliono distruggere Fiore”, disse il Drago fissandola. “Per me, e anche per te”.

“Non possono farlo, Natsu!”, esclamò Lucy tirandosi su. “C’è gente innocente che vive a Fiore, ti prego!”

Natsu si mise seduto a sua volta, abbracciando la ragazza per tenerla ferma. “Ehi, ehi, non ti agitare o farai saltare i punti”, disse posandole una mano sull’addome con fare protettivo. “Io non voglio che diano inizio a un’altra guerra. Però voglio prima sapere cosa ti hanno fatto. Ogni cosa Lucy, o me lo farò riferire da Gajeel”.

Lucy si mosse nel suo abbraccio, scostandosi leggermente da lui. “E se poi fossi d’accordo con i tuoi genitori? Io non sopporterei di essere la causa della guerra”.

“Non posso prometterti che non mi arrabbierò. Ma questo non mi farà cambiare idea, te lo giuro; tu mi hai dimostrato che gli Uomini non sono tutti uguali e che molte brave persone vivono ancora a Fiore, non lascerò che venga distrutta”.

“D’accordo”, acconsentì la ragazza prendendo a raccontargli ciò che era accaduto negli ultimi mesi.

Man mano che il suo racconto procedeva, potè vedere la rabbia sul viso di Natsu, fin quando il Drago si alzò di scatto dal letto, avvicinandosi alla finestra e stringendo con forza le mani attorno al davanzale di legno che prese a scricchiolare minacciosamente. “Dimmi una cosa”, riuscì a dire, continuando a fissare l’esterno. “Era vero? Aspettavi davvero un figlio mio?”.

Lucy scosse la testa, anche se lui non poteva vederla. “No, te lo giuro Natsu”, disse raggiungendolo e abbracciandolo alle spalle. “Se fosse stato così li avrei uccisi piuttosto che permettere loro di mettere a repentaglio la sua vita”.

Natsu si rilassò leggermente ma Lucy poteva sentirlo ancora fremere fra le sue braccia; conoscendo il suo temperamento, doveva fare davvero molta fatica per trattenere il suo livore.

“Perché non andiamo a cercare Gorgo? Dobbiamo ripartire, no?”.

Il Drago si voltò finalmente, posando le mani sul suo viso. “Se solo sentissi del rancore nella tua voce, lascerei che Fiore fosse distrutta senza pietà. Se intercederò per gli Uomini sarà solo perché tu li hai già perdonati”.

Lucy chiuse gli occhi sentendo le labbra di Natsu sulla fronte, un timido sorriso a incurvarle le labbra. Nonostante l’ira lo stesse divorando, metteva sempre lei al primo posto, ignorando persino i propri istinti di Drago e questo bastava da solo a dimostrarle tutto l’amore che sentiva. Si sollevò sulle punte facendo incontrare le loro labbra e gli strinse le braccia al collo mentre lui le cingeva la vita, sollevandola leggermente.

 

Gerard passeggiava nervosamente avanti e indietro, vagliando mentalmente tutto quello che avrebbe potuto dire a Gorgo per convincerla a fermare i Draghi. Sapeva bene che in caso di guerra non avrebbero avuto possibilità, infuriati com’erano i soldati di Draconia non si sarebbero fermati davanti a niente e a nessuno.

“Vuoi stare un po’ fermo, mi fai venire la nausea!”, sbuffò Gray seduto scomposto su uno dei seggi della sala. “Questo non ti aiuterà”.

“Beh perché non mi aiuti tu allora? Sei così bravo a trattare con loro!”.

Gray distolse lo sguardo, accusando il colpo. “Ero preoccupato per Juvia e le accuse di quel Drago mi mettevano a disagio”.

Erza sospirò esasperata, volgendo gli occhi al soffitto. “Finitela adesso, abbiamo ben altri problemi che le vostre scaramucce per dimostrare quanto siete uomini! I Draghi ripartiranno oggi, la nostra unica speranza è convincere i principi”.

“Natsu non è il tipo da voler distruggere un regno”, rispose Gray. “Sicuramente sarà arrabbiato, chi non lo sarebbe sapendo cosa ha passato Lucy? Ma questo non basta a fare di lui un pazzo massacratore”.

“A quanto pare è abbastanza però perché l’intera famiglia reale di Draconia diventi un branco di pazzi massacratori”, sbuffò Gerard, sedendo vicino a Erza. “La principessa è infuriata e non oso pensare quale potrebbe essere la reazione del re Igneel. Ci deve essere un modo per calmarli”.

“Comincia evitando di definirli ‘branco di pazzi massacratori’, potrebbe essere un inizio, sai?”, disse con fare sarcastico Gray. “Parlerò con Natsu, è l’unico che conosco abbastanza bene”.

Gerard annuì soltanto, stringendo la mano di Erza. “Fa’ del tuo meglio Gray, è la nostra sola speranza”.

Gray si alzò senza replicare e si diresse a passo svelto fuori dalla sala, per cercare Natsu.

“Ci riuscirà vedrai. Si vogliono molto bene”.

“Potrebbe non bastare, Erza. E io capisco Natsu, se ti fosse accaduto quello che è accaduto a Lucy distruggerei l’intero regno senza nemmeno pensarci prima. Posso solo immaginare quanta rabbia e quanto dolore stia provando sapendo che lei ha passato tutto questo per proteggerlo. Siamo noi che dovremmo proteggere voi, non il contrario”.

Erza accennò un sorriso, posando una mano sul viso di Gerard. “Anche noi dobbiamo proteggervi, amare non è correre tutto il tempo a salvare la propria donzella in pericolo ma sorreggersi l’un l’altra”.

Lui per tutta risposta l’abbracciò, affondando il viso nei suoi capelli scarlatti. “Come ho anche solo potuto pensare di lasciarti e andar via”.

Erza lo strinse a sua volta, accostando le labbra al suo orecchio. “Sei uno sciocco maschilista, pensavi di dovermi tenere al sicuro”.

“Hai ragione, avrei dovuto tenere Magnolia al sicuro da te”, ridacchiò Gerard, guadagnandosi un pizzicotto.

“Ehi!”, protestò Erza prima di venire zittita dalle sue labbra. Rimase immobile, arrossita così tanto da avere assunto lo stesso scarlatto della sua chioma. “G-Gerard…”, balbettò quando lui la lasciò.

“Ti amo Erza. Credo di averti sempre amata ma non me ne sono reso conto fino a quando non sono andato via, lasciandoti indietro… potrai mai perdonarmi?”.

“Non c’è niente da perdonare”.

 

Natsu sorrise sornione facendo scorrere la mano sul corpo di Lucy stretto al suo, accarezzandola con più delicatezza quando sentiva sotto le dita le cicatrici lasciate dalla prigionia. La ragazza sussultò quando le sue carezze finirono per sfiorarle l’addome ancora bendato.

“Scusa Lucy”, sussurrò baciandole la fronte ma lei sorrise allungandosi su di lui.

“Non fa niente”, disse stampandogli un bacio sulle labbra. “Sto bene”.

“Sei sicura? Forse non dovevamo…”.

Lucy ridacchiò tappandogli la bocca. “Smettila Natsu! Dovevamo invece, siamo stati lontani tanto”.

“Troppo”, disse Natsu, liberandosi senza troppe difficoltà della sua stretta. “Però adesso dobbiamo proprio andare, dobbiamo tornare a Draconia il prima possibile”.

Il giovane Drago si alzò dal letto, dando ampiamente visuale del suo corpo nudo a Lucy che sorrise furbetta, dedicandogli uno sguardo di pura adorazione. “Dobbiamo proprio?”, gli chiese mentre lui cercava i vestiti in giro per la stanza.

“Dobbiamo”, rise Natsu, intercettando i suoi occhi. “E faresti meglio a rivestirti anc…”.

“Natsu!”, esclamò Gray facendo irruzione nella stanza e strappando un urlo a Lucy che si nascose completamente sotto le lenzuola.

“Esci subito di qui!”, urlava senza fare nemmeno capolino.

“Sc-scusate!”, balbettò lui uscendo veloce come era entrato.

“Ma porc…”. Natsu sbuffò, grattandosi furiosamente la testa; possibile che non avesse diritto a qualche momento in santa pace con la sua donna dopo tanto tempo?!

“Coraggio Lucy, esci fuori di lì, è andato via”, disse rivestendosi velocemente. “E vestiti anche tu”, rise lanciandole i vestiti sul letto mentre Lucy riemergeva con cautela dal suo nascondiglio.

“E’ stato incredibilmente maleducato”, borbottò, ancora rossa. “Lo sanno anche i muri che si bussa prima di entrare”.

“Lo sa anche Gray, per questo dobbiamo sbrigarci a raggiungerlo; se è entrato in quel modo deve avere un ottimo motivo”.

Lucy fissò Natsu negli occhi per qualche momento e si alzò velocemente dal letto. “Hai ragione. Andiamo da lui”.

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Buonasera ragazzi ^^

Sono in ritardo come al solito ma questo capitolo è stato un vero e proprio parto, non ne voleva sapere di essere scritto -.-“ Non so più nemmeno io quante volte l’ho cancellato e riscritto, alla fine mi sono arresa: è un capitolo di transizione verso il finale (due, massimo tre capitoli e siamo alla fine), non mi piacerà mai ._.

Come sempre, grazie se mi seguite, se leggete e due volte se recensite!

Alla prossima <3

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Natsu e Lucy uscirono dirigendosi spediti verso la casa principale, quella dove si tenevano i consigli; la libraia si era detta sicura che Gray venisse da lì e ne ebbe conferma quando entrando lo vide seduto con lo sguardo basso, ancora arrossito per la scena di qualche minuto prima.

“Natsu”, cominciò quando li vide, “mi dispiace, davvero. Avrei dovuto bussare”, disse in evidente disagio.

Il Drago ridacchiò a quella scena quanto meno insolita: sapeva quanto Gray fosse senza vergogna per certe faccende. “Sì avresti dovuto. Ma se sei entrato in quel modo deve esserci qualcosa che non va, perciò… parlate”, disse rivolgendo il suo sguardo anche a Gerard e Erza.

“Tua cugina, la principessa Gorgo”, intervenne Gerard, “ci ha detto che i tuoi genitori intendono distruggere Fiore. Io ti prego di parlare con loro e fermarli, non puoi permettere che gente innocente paghi gli errori di pochi!”.

Lo sguardo di Natsu si fece tagliente mentre sedeva attorno al tavolo a sua volta. “Lo sai”, disse porgendo la mano a Lucy perché lo raggiungesse. “Una parte di me desidera ardentemente vedere questo regno ridotto in niente più che cenere. Gli Uomini mi hanno tenuto prigioniero per dieci lunghi anni, mi hanno quasi lasciato morire e come se questo non bastasse hanno fatto del male alla persona più importante per me. Posso dimenticare i torti subiti ma non posso perdonare il dolore che ha patito Lucy”.

“Tu non puoi…”.

“Posso invece, Erza”, replicò Natsu interrompendo l’appello della donna. “Posso. Posso lasciare che i miei genitori distruggano Fiore e compiano così anche la mia vendetta. Però non voglio. Lucy ha perdonato, nonostante tutto e io mi rifiuto di diventare come voi altri. Non cederò ai miei più bassi istinti”.

I presenti abbassarono lo sguardo, consapevoli di essere tutti, anche se in minima parte, anche se indirettamente, responsabili del dolore e dell’astio che sentivano nella voce di Natsu.

Lucy strinse la mano al suo Drago, intrecciando le dita alle sue e avvicinandosi fino a posargli la testa sulla spalla. “Sapevo che non mi avresti delusa. Hai fatto la scelta giusta”.

“Lo faccio per te, solo per te. Non voglio diventare simile a chi ti ha fatto questo”, disse lui abbracciandola. “Partiremo entro poche ore”, disse, tornando a rivolgersi agli altri. “Lucy e Levy verranno con noi ma questo non dovrebbe rallentarci troppo, in pochi giorni saremo a Draconia. Farò il possibile perché sia in tempo”.

Gerard annuì, consapevole di non poter chiedere di più a Natsu. “Spero che basti”, disse soltanto.

“Lo spero anche io”, ribattè il Drago alzandosi. “Non posso fare di più, fermare mio padre con le mie sole forze è qualcosa che nemmeno io posso”.

Strinse più forte la mano di Lucy trascinandosela dietro e lei rivolse un ultimo sguardo a Gerard, sperando che capisse: da parte sua avrebbe fatto il possibile per convincere il re Igneel, anche se dubitava fortemente di avere su di lui lo stesso ascendente che aveva su Natsu.

 

I Draghi furono riuniti e pronti a partire nel giro di un’ora appena, molto meno di quanto Natsu avesse stimato: Gorgo lo raggiunse vicino all’enorme falò che ardeva al centro della Casa delle Fate.

“Siamo pronti, Natsu. Possiamo partire in ogni momento”.

“Bene. Andiamo adesso, subito”.

Luxus gli scoccò un’occhiata annoiata, alzandosi di malavoglia dal terreno sul quale era disteso. “Perchè tutta questa fretta principino?”, chiese incrociando le braccia al petto possente. Lucy non potè fare a meno di chiedersi quanto dovesse essere forte, massiccio com’era. “Temi che ci troveremo ancora qui quando sua maestà deciderà di attaccare?”, riprese il grosso Drago. “O forse c’è qualcosa che non ci dici?”.

Natsu lo fronteggiò senza timore, nonostante la differenza di stazza. “Non sono tenuto a spiegarti ogni mia mossa Luxus”.

“Vacci piano bamboccio, faccio parte della famiglia reale tanto quanto Gorgo, non puoi rivolgerti a me con quel tono”.

Il principe Drago strinse i pugni, ricacciando in gola la risposta sprezzante che avrebbe voluto sputare in faccia a Luxus; non gli era mai piaciuto troppo suo cugino, preferiva di gran lunga Gorgo.

“Adesso smettila Luxus”, intervenne Gorgo. “Natsu ha evidentemente i suoi motivi per questa urgenza e noi non possiamo disobbedire a un suo ordine diretto, anche se siamo parte della famiglia reale. Perciò muoviti”, chiosò gettandogli fra le braccia i suoi stessi bagagli. “Andiamo di fretta”.

Luxus, apparentemente più divertito che infastidito, si limitò a sogghignare prima di imboccare il condotto che conduceva all’esterno, dove Gajeel e gli altri lo stavano già aspettando.

“Avrei potuto cavarmela da solo, Gorgo”.

“Certo, Natsu”, rispose la principessa, “ma avreste finito con il lottare e non abbiamo tempo di assistere alle vostre schermaglie virili se vuoi salvare questo stupido regno”, sbuffò, e si allontanò senza dargli tempo di rispondere.

“Coraggio, andiamo”, disse Lucy afferrando e stringendo la mano di Natsu che sembrava essere molto contrariato dall’atteggiamento di Gorgo.

“Gorgo mi reputa ancora un bambino, Lucy”.

“Forse”, disse dolcemente la ragazza, abbracciandolo stretto. “Per questo devi dimostrarle che non lo sei più”.

“E come?”.

“Affronta tuo padre e convincilo a fermare questa follia di distruggere Fiore. Un bambino non può farlo ma un uomo sì”.

Natsu sorrise, rincuorato dalle parole di Lucy, e annuì baciandole i capelli. Ogni momento in cui poteva stringerla fra le braccia sembrava un dono prezioso dopo quello che avevano passato lontani l’uno dall’altra, e si ripromise che non sarebbe mai più accaduto che fossero allontanati contro il loro volere.

“Natsu?”.

“Sì?”.

“Dobbiamo andare”, disse la ragazza sciogliendosi dall’abbraccio e portandolo verso l’ingresso della galleria. “Pensi che tuo padre si convincerebbe più facilmente se gli parlassi anch’io?”.

“Temo di no, Lucy… non so quanto gli faccia piacere parlare con te. Ti considera la causa della mia ‘ribellione’”, confessò il Drago, l’imbarazzo a tingergli lievemente le guance. “Sicuramente però dopo averti conosciuta non potrà fare a meno di amarti anche lui!”.

Lucy gli scoccò un’occhiata obliqua ma prima che avesse il tempo di rispondere, l’enorme muso di un drago verde le si parò davanti, strappandole un urlo. “Ce ne avete messo di tempo”, ringhiò la bestia.

“Da quando sei così impaziente, Gorgo?”, sbuffò Natsu lasciando la mano di Lucy. Alla sua occhiata interrogativa si affrettò a spiegare. “Non posso tenerti troppo vicina mentre mi trasformo, ti farei del male. Va’ laggiù”.

La libraia si portò a una distanza tale da non essere ferita per sbaglio dai movimenti convulsi del Drago e rimase ad osservare meravigliata e atterrita al tempo stesso, le sembianze così amate di Natsu cedere il posto a quelle di un magnifico dragone rosso.

Solo quando la trasformazione fu completa trovò il coraggio di avvicinarsi e posare la fronte contro il muso del drago. “Sei meraviglioso”, disse con un sorriso, accarezzando lievemente le dure scaglie che lo proteggevano. “Portami in alto!”.

 

Anche potendo contare sulle poderose ali dei draghi, il viaggio fino alla loro terra natia richiese un’intera settimana: l’urgenza di raggiungere il sovrano e parlargli rese Lucy oltremodo ansiosa, preoccupata che non riuscissero a fermarlo o che nel frattempo il pazzo re di Fiore avesse trovato le Fate.

“Lucy”, la voce di Natsu la raggiunse prima che intrecciasse la mano alla sua. “Stai tranquilla, ci siamo ormai, Draconia è oltre quel crinale”.

“E se non riuscissimo, Natsu? Se tuo padre decidesse di attaccare comunque Fiore?”.

“Allora faremo il possibile per salvare quanta più gente possibile. Non possiamo fare altro”.

Lucy annuì mesta, voltandosi finalmente a guardare Natsu. “Non vedo l’ora di vedere Draconia, nonostante tutto”.

Il Drago l’attirò a sé, baciandole la fronte e strappandole un sorriso. “Ti piacerà la Rocca, è una città magnifica”, disse. “Coraggio, rimettiamoci in cammino, non possiamo tardare troppo”.

 

Nonostante il viaggio avesse richiesto non più di poche ore, a Lucy sembrò di aver volato in groppa a Natsu per degli interi, lunghissimi giorni. Nemmeno la vista della magnifica città dei Draghi fu sufficiente a distrarla dai suoi cupi pensieri e il suo Drago smise di provarci, guidandola velocemente all’interno del castello.

Igneel si trovava nella sala del trono, assieme alla regina Grandine e diversi dignitari ma Natsu irruppe senza farsi annunciare, avanzando fino a fermarsi a pochi passi da lui.

“Natsu”.

“Padre”, disse il principe accennando un inchino, subito imitato da Lucy. “Lei è…”.

“Tu sei la figlia di Layla”, intervenne Igneel, un’espressione sconvolta sul viso terreo. “Non è forse così? Layla è tua madre?”.

Lucy si irrigidì, ricambiando lo sguardo intenso del Re. “S-si… era quello il nome di mia madre”.

Grandine portò una mano alle labbra, come a soffocare un’esclamazione, mentre un brusio concitato si levava nella sala e i presenti chinavano o distoglievano lo sguardo quando quello di Lucy si posava su di loro.

“Che vuol dire tutto questo?!”, esclamò Natsu, contenendo a stento la rabbia. “Chi diavolo è questa Layla?!”.

“Layla è un Drago, come noi”, disse Grandine, posando una mano su quella di Igneel. “E’ stata esiliata molto tempo fa”.

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Ehm… salve ragazze/i

Mi dispiace moltissimo, non ho scusanti ç_ç Spero vogliate ancora seguirmi per sapere come finisce questa storia.

Layla un Drago? E perché no :D?

Grazie mille come sempre a chi mi segue costantemente, a chi recensisce e a chi legge soltanto!

Alla prossima <3

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Lucy sbarrò gli occhi a quelle parole, guardandosi intorno come se si aspettasse di svegliarsi da un momento all’altro: non poteva essere vero, doveva trattarsi di un errore, eppure… tutto quello che lei sapeva sui Draghi, l’ammirazione che aveva sempre provato per loro e per Draconia, tutte quelle informazioni che non aveva più ritrovato su nessun libro, tutto combaciava. E alla fine, un ricordo squarciò la nebbia che avvolgeva la sua infanzia: l’ultima immagine di sua madre, il suo sorriso… i canini ferini, tipici dei Draghi.

“Mia madre era un Drago”, sussurrò, più a se stessa che ad altri.

Igneel annuì con aria grave, alzandosi dal trono. “E’ così Lucy”, disse avvicinandosi alla ragazza. “E se avessimo saputo che sua figlia era viva avremmo smosso le fondamenta della terra pur di riportarti qui”.

Lucy levò lo sguardo a incontrare quello del re dei Draghi, ancora scossa. “Ma lei… perché è stata esiliata?”.

“Siamo stati ingiusti con lei, Lucy. Tua madre non era felice della guerra tra noi e gli Uomini, soprattutto per via di Jude, io credo”.

“Mio padre?”.

“Sì. Tuo padre era un Uomo e prima che scoppiasse la guerra la cosa non avrebbe fatto molta differenza”, interloquì Grandine, fissandosi le mani intrecciate in grembo. “Durante il conflitto invece, la loro relazione era considerata qualcosa di inconcepibile. Gli Uomini ci avevano attaccati ed erano causa di molte sofferenze per la nostra gente, non potevamo tollerare che lei sposasse uno di loro. Ma Layla era testarda”, sorrise la regina. “Piuttosto che separarsi da Jude, preferì rischiare tutto e tentare di negoziare segretamente la pace col regno degli Uomini: fallì e noi non potemmo far altro che condannarla. Ciò che aveva fatto è alto tradimento secondo le leggi di Draconia”.

“Tutto quello che potei fare fu concederle di scegliere tra la pena di morte e l’esilio”, disse di nuovo Igneel, posando una mano sul viso di Lucy con delicatezza. “E anche se questo la disonorava, decise per l’esilio pur di vivere con Jude, perché portava te in grembo. Non poteva lasciar morire anche te”.

Natsu, che aveva ascoltato in silenzio, strinse la mano di Lucy per darle conforto e la giovane libraia tornò bruscamente alla realtà: quello che aveva appena appreso sul conto di sua madre avrebbe potuto forse darle una carta in più da giocare per convincere i Draghi a non attaccare Fiore. “Se siete pentiti di ciò che avete fatto a mia madre”, disse fissando coraggiosamente Igneel, “se lo siete davvero, allora fermate questa guerra. Non attaccate Fiore, ci vive molta gente, brava gente, come lo era mio padre”.

Il re sembrò colpito da quelle parole e si voltò a guardare la sua consorte, altrettanto stupita. “Lascia che ci pensi, Lucy, d’accordo?”.

Lucy dissimulò la delusione accennando un sorriso. “Va bene”.

Grandine osservò per qualche istante Natsu che da parte sua non distoglieva lo sguardo da Lucy se non per rivolgerlo a Igneel, e sempre per brevissimi momenti; la figlia di Layla doveva essere davvero molto importante per lui e quel pensiero le strappò un sorriso compiaciuto: forse, finalmente, avrebbero trovato il modo di riscattarsi di fronte alla coraggiosa Drago che era stata sua madre.

“Natsu”, esordì d’un tratto, “perché non porti Lucy a visitare La Rocca? Nel frattempo noi pondereremo con attenzione le sue parole, è una promessa”.

Natsu annuì e sorrise, stringendo appena più forte la mano di Lucy perché lo guardasse. “Andiamo. Sono certo che ti piacerà Draconia, in fondo è la tua terra e… un momento!”, esclamò guardando i propri genitori. “Questo significa che Lucy è un Drago per metà, vero?”.

“Lucy è un Drago”, intervenne Gorgo che aveva taciuto fino a quel momento. “Il nostro sangue non si mescola a quello delle altre razze. I nostri figli saranno sempre Draghi; è per questo motivo che sopravviviamo ancora, pur essendo un regno così piccolo e così antico”.

“Ma…”, fece il principe perplesso, voltandosi e afferrando le guance di Lucy nel tentativo di scoprirle i denti. “Lei non ha i canini come noi!”.

“Natsu!”, esclamò Lucy liberandosi della sua stretta. “Ti ha dato di volta il cervello?!”.

Gorgo scosse la testa imbarazzata. “Non cambierai mai… probabilmente Lucy non mostra i caratteri della nostra gente perché non è vissuta a Draconia. Fra qualche mese sarà come noi in tutto e per tutto”.

Il sorriso di Natsu si fece più largo e afferrò Lucy per la vita sollevandola leggermente per poterla fissare dritto negli occhi. “Questo significa che anche tu potrai trasformarti in un drago! Sarà fantastico poter volare assieme nei cieli di Draconia!”, sussurrò posando la fronte contro la sua.

Lucy rise felice, sorridendo a sua volta. “A proposito di questo, non vuoi farmi vedere il mio paese?”.

Natsu annuì vigorosamente e la rimise coi piedi a terra, afferrandole la mano. “Andiamo!”, esclamò portandola via.

 

Natsu e Lucy avevano appena lasciato la sala che Grandine si alzò per avvicinarsi a Igneel. “Non abbiamo scelta, mio re”.

“Lo so”.

“Di cosa parlate?”, intervenne Gorgo, guardandoli preoccupata. In fondo, non voleva davvero che Fiore venisse distrutta, non desiderava che la reputazione di mostri accompagnasse i Draghi più che nel passato.

“Fermeremo l’attacco a Fiore”, disse Igneel, fissandola intensamente. “Abbiamo fatto un grave torto a lady Layla, non possiamo ripetere lo sbaglio con sua figlia, tanto più che Natsu ha tutte le intenzioni di farne la principessa di Draconia”.

“A proposito di questo”, mormorò Grandine pensosa. “La famiglia Strauss non sarà felice della rottura del fidanzamento. Erano sicuri che una delle loro figlie sarebbe diventata la prossima regina”.

“Zia, sai meglio di me che quando Natsu si mette in testa qualcosa è impossibile fargli cambiare idea”, disse Gorgo ridacchiando. “Soprattutto se si parla dei suoi sentimenti. E d’altra parte non conosce affatto lady Lisanna, mentre Lucy… lei ha fatto di tutto per lui e Natsu la ama come non potrebbe amare nessuno”.

La regina annuì, posando una mano sulla spalla di Gorgo. “Hai ragione, come sempre quando si tratta di Natsu! Non avrebbe potuto desiderare di avere un’amica migliore di te, Gorgo”, sorrise accarezzando il viso della giovane Drago.

“E’ il caso di sciogliere il consiglio di guerra”, disse pensosamente Igneel. “E di organizzare una festa, una vera festa, che coinvolga tutto il reame, abbiamo molto da festeggiare! Natsu è tornato ancora una volta e in qualche modo è tornata anche Layla e poi… c’è un matrimonio da organizzare”.

“E una delle famiglie più potenti del regno da addolcire”, borbottò Grandine. “Forse potremmo proporre un matrimonio tra mio nipote Luxus e una delle giovani Strauss”.

“Non pensiamoci adesso, ce ne preoccuperemo domani!”, esclamò Igneel allontanandosi. “Abbiamo altro da fare adesso!”.

Gorgo ridacchiò guardandolo. “Non te la prendere zia, lo sai com’è fatto”.

La regina sospirò affranta. “Lo so bene; in questo momento sarebbe inutile tentare di farlo giungere a più miti consigli, pensa solo a organizzare i festeggiamenti”. Sorrise, felice. “E’ giusto così, finalmente Natsu è di nuovo con noi, con il corpo e con lo spirito. Gli affari di stato possono attendere”.

 

Natsu portò Lucy a visitare ogni più remoto angolo della Rocca, dopo essersi liberato della scorta reale; non sopportava di avere tutti quei soldati alle calcagna, tanto meno quando era in compagnia della sua fidanzata, così alla prima occasione era fuggito via, trascinandosela dietro attraverso vicoli affollati dove le guardie avevano facilmente perso le loro tracce.

“Natsu non avremmo dovuto, potrebbero passare dei guai per averci persi di vista!”, protestò Lucy quando finalmente le permise di fermarsi. Si trovavano su una terrazza in uno dei punti più alti della città, da cui si godeva la visuale dell’intero centro.

“Mio padre non è il tiranno che vuole sembrare a volte, non farà niente”.

Lei sorrise e annuì, stringendogli le braccia al collo. “Sono così felice Natsu! Finalmente siamo insieme, qui a La Rocca, dove abbiamo sempre desiderato vivere e… sono come te! Non è meraviglioso?”.

Natsu ricambiò l’abbraccio, posando un bacio sulla spalla di Lucy. “Lo è. Ma sarebbe stato meraviglioso anche se tu fossi stata davvero una donna degli Uomini”, disse intrecciando le dita nei suoi capelli biondi.

“Soltanto… Natsu… dobbiamo fermare la guerra, ti prego! Anche se ho sofferto così tanto a Fiore, non sopporterei che venisse distrutta, per favore!”.

Il giovane Drago sorrise sornione, prendendole il viso fra le mani. “E pensi davvero che mio padre andrebbe avanti con quel folle progetto dopo essersi ritrovato davanti la figlia di Layla? Per amore di tua madre non attaccherebbe gli Uomini nemmeno se dovessero di nuovo dichiararci guerra”.

“Per amore di mia madre?”.

“Lady Layla è stata una presenza costante nei racconti di mio padre, era la sua più cara amica. Sono cresciuti insieme e non si sono mai separati, nemmeno quando Igneel è succeduto a suo padre… almeno fino a quando lei non si è innamorata di Jude. Forse, se non avesse perso Layla, non avrebbe mai reagito in maniera tanto violenta agli attacchi di Fiore”.

Lucy chinò il capo per nascondere le lacrime. “Natsu, sono stati i Draghi di tuo padre a uccidere i miei genitori. Hanno colpito il tetto della nostra casa che ci è crollata addosso e loro sono morti per proteggere me. E’ stata la sua stessa gente a uccidere mia madre!”.

Natsu la strinse più forte, lasciando che sfogasse in quell’abbraccio tutto il dolore che si era portata dentro sin da quando era bambina. “Mi dispiace Lu. Te lo giuro, farò di tutto per impedire che altri bambini soffrano quello che hai subito tu. Non ci sarà nessuna guerra tra Draconia e Fiore”.

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Ci sono ancora >.<

Dunque… non ho resistito all’impulso di fare di Lisanna la promessa sposa delusa, perdonatemi ma la NaLi non la sopporto proprio come coppia XD

E a proposito di questo: magari quel passaggio potrebbe farvi venire in mente GoT, me ne sono accorta dopo averlo scritto ma mi piaceva così e quindi l’ho lasciato :P

Ultima cosa, poi la smetto di tediarvi: la storia è praticamente conclusa, manca solo l’epilogo T_T

Grazie come sempre a chi legge e due volte a chi mi recensisce, siete davvero impagabili :*

Alla prossima <3

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Il mio nome è Natsu Dragneel. Sono un Drago e non uno qualsiasi, sono il principe ereditario del potente regno di Magnolia.

Ma la mia storia la conoscete già! Quello che vorreste sapere è se davvero c'è stato un lieto fine ed è così; ho finalmente sposato la mia Lucy, poche settimane dopo averla riportata a Draconia, alla sua vera casa.

Proprio come aveva detto Gorgo, è bastato poco tempo sotto l'influenza del nostro antico potere perché mostrasse i segni del suo essere Drago e ormai possiamo solcare assieme i cieli. È bellissima anche in forma animale, è dorata e non ce ne sono altri come lei: Wendy dice che insieme tingiamo l'aria del più bel tramonto nella storia del mondo.

Siamo sereni ma non è stato sempre così. La guerra ha distrutto Fiore, anche se noi Draghi vi abbiamo rinunciato. La confusione scatenata dalla mia fuga e dal tradimento di Gray è stata il pretesto che le Fate aspettavano per ribellarsi apertamente al Re e la guerra civile ha dilaniato il paese per dei lunghissimi, interminabili mesi. Lucy era molto preoccupata e per darle un po' di sollievo, Igneel ha aiutato come ha potuto i ribelli ma questo non ha impedito che molti fra loro perdessero la vita e alcuni erano cari amici della mia giovane sposa.

È stato un periodo lungo e tormentato, tuttavia non è stato inutile: il re di Fiore è stato deposto e ora sul trono siedono due sovrani, Gray e Gerard. Hanno chiesto il consiglio di mio padre e tutti hanno convenuto che due sovrani si controlleranno a vicenda, impedendo improvvise manie di grandezza, anche se non credo sarà necessario: sono entrambi ottime persone e non si lasceranno corrompere dal potere come il loro predecessore.

Oggi porterò Lucy alla tomba che mio padre ha voluto erigere per lady Layla e suo marito Jude, vuole dare anche a loro la bella notizia: presto saremo genitori di un principino - principessina dice lei, ma sono sicuro di avere ragione, è un maschietto - e vuole che i suoi genitori lo sappiano da lei.

Sarà meglio che vada.

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Salve ragazze/i :D

Vi ho fatto aspettare tantissimo per un epilogo minuscolo, siete liberi di maledirmi T_T

Spero apprezziate il lieto fine e il “gemellaggio” che ho voluto fare tra prologo ed epilogo (visto il tempo che è passato probabilmente dovrete rileggerlo per capire, gomen T_T).

Vi saluto ringraziandovi caramente per avermi seguita per così tanto tempo senza abbandonarmi come avrei meritato per i ritardi biblici e per avermi fatto sentire così apprezzata, grazie, grazie davvero!

Infine, penso che prenderò una pausa dallo scrivere; tornerò a inventare improbabili avventure per i nostri beniamini ma non tanto presto e soprattutto, mai più pubblicherò senza avere già tutta la storia scritta XD

Grazie mille di nuovo.

Alla prossima <3

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Capitolo 28
*** Epilogo dell'epilogo ***


Mi chiamo Levy McGarden e sono un’umana che vive a Draconia.

Proprio così. Natsu, preso com’è dalla sua Lucy, non vi ha raccontato poi molto di cosa è accaduto a noi altri ma le nostre vite sono cambiate radicalmente.

Io ho seguito Gajeel nella sua terra, rassicurata dal fatto che il potere di Draconia donerà anche a me una vita immortale; non ci saremmo mai separati in ogni caso ma il mio cuore piangeva all’idea di doverlo lasciare solo, un giorno. Io avrei vissuto una vita lunga e felice ma cosa volete che siano pochi decenni nell’arco di un’esistenza eterna? Sento le lacrime pungermi gli occhi al solo pensiero e le ricaccio indietro con un sorriso: non accadrà e ben presto saremo sposati e potremo farci una famiglia insieme. Io non sono un Drago ma lui mi ha spiegato che nonostante questo i nostri figli lo saranno, in tutto e per tutto, e dal momento che non possiedo i loro straordinari poteri, Gajeel mi ha assicurato che starà sempre al mio fianco per proteggermi.

“Non allontanarti mai da me”, mi ha detto una volta. “Sei così piccola che rischio di perderti nella folla. E io non voglio proprio perderti”.

L’ultima frase l’ha detta a mezza voce, rosso come un peperone e non ho potuto fare altro che abbracciarlo e rassicurarlo che non mi avrebbe persa; chi mai lascerebbe la persona che ama?

Abbiamo deciso di restare a vivere alla Rocca, così che io e Lucy non dobbiamo separarci e lei è riuscita a farmi ottenere un incarico alla biblioteca della reggia; in questo modo possiamo vederci quando più ci piace e io vengo a sapere fatti che dovrebbero restare segreti o quasi.

Per esempio, ho saputo molto prima del resto del regno che lady Lisanna Strauss avrebbe sposato il nipote della Regina, Luxus. A quanto pare, la sua famiglia ha accettato di buon grado, cogliendo comunque l’occasione di imparentarsi alla famiglia reale, per prestigio se non altro: Igneel ha già il suo erede, nella sfortunata eventualità che dovesse accadergli qualcosa e Natsu stesso sarà padre fra qualche tempo, di certo Luxus non ascenderà mai al trono di Draconia.

Ho anche avuto modo di conoscere tutto della guerra che ha scosso il nostro paese d’origine, Fiore. Ero lì quando Lucy ha saputo che Loki era stato ferito troppo gravemente per poter sopravvivere e l’ho vista crollare sotto il rimorso di averlo lasciato in termini non troppo amichevoli, certa che un giorno lo avrebbe rivisto e avrebbe trovato il modo di rimettere a posto le cose fra loro; anche Natsu era presente e piuttosto che vedere sua moglie consumarsi nel rimpianto, ha mandato immediatamente dei medici a occuparsi di lui, con l’ordine di portarlo a Draconia se e quando si fosse ripreso. Incredibilmente, Loki è riuscito a rimettersi abbastanza da poter essere accompagnato qui e credo che la gioia sul viso di Lucy quando ha potuto rivederlo, abbia fatto dimenticare a Natsu tutta la rabbia che ancora provava verso di lui. Loki non poteva rimanere dopo essersi rimesso del tutto ma almeno Lucy è riuscita a fargli capire quanto sia felice da quando assieme a Natsu è tornata nel suo paese d’origine e il suo vecchio amico è tornato a Fiore lasciandola con un sorriso.

Sapete già com’è finito il conflitto – almeno di questo Natsu ne ha parlato – e ormai viviamo in una tale pace che sembra quei fatti siano accaduti in tempi così remoti da dover essere ricercati nei libri di storia.

La mia mano corre istintivamente a coprirmi il ventre quando sento i passi pesanti di Gajeel risuonare fra le pareti di casa nostra. Devo dargli una notizia davvero importante ma quella è un’altra storia.

È proprio il caso che vada.

 

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Buongiorno ^-^

Non so quanti di voi si ricordano ancora di me ma questo epilogo dell’epilogo era una promessa fatta a qualcuno – sto parlando di te, Fin_Light, se ci sei ancora :D – e anche se è passato tanto tempo, dovevo proprio scriverlo.

Se qualcun altro lo leggesse e avesse voglia di farmi sapere cosa ne pensa, la cosa mi farebbe molto piacere.

Grazie!

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