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di xjonaswhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***




- Hide

 









Era giusto? Non lo sapevo.
Sapevo solo che, mentre le mani di nick percorrevano le mie gambe, mi era ben difficile concentrarmi su qualcosa che non fosse lui.
Per mesi avevo provato a non cedere, a girare la testa quando lui mi fissava con quegli occhi scuri, ma poi, quando mi ero trovata a meno di 2 cm di distanza dalla sua bocca, ogni mio buon proposito era andato a farsi fottere.
E adesso, seduta sul tavolo della cucina di casa sua, con i pantaloni della tuta finiti chissà dove e le mani di Nick ovunque, non riuscivo proprio a pentirmene.
Sentii il suo respiro farsi via via più veloce ed eccitato, ed io affondai le mani nei suoi ricci.
Infilò le mani sotto la mia maglia e iniziò a palpare i miei seni, cosa che mi mandò letteralmente in estasi.
Mi scappò un gemito quando mordicchiò il mio lobo.
D’improvviso, però, qualcosa; probabilmente la mia coscienza, mi costrinse a fermarmi.
< Nick..> sussurrai, e mi accorsi di quanto la mia voce fosse arrochita.
< mmh..? > chiese lui, allontanandosi appena dal mio collo.
< non possiamo > decretai, e in mezzo secondo Nick aveva sospirato, lasciato cadere le braccia e ora mi stava di fronte, guardandomi con un cipiglio severo e deluso allo stesso tempo.
< e me lo dici adesso? > la sua voce era a metà tra l’indispettito e l’incredulo.
Mio malgrado, scoppiai a ridere < sei un professore, Nick. E io sono una tua alunna >
Lui sogghignò < tecnicamente, adesso sei solo una ragazzina mezza nuda sul tavolo di casa mia >
Io sospirai, alzandomi e recuperando la mia tuta < già, e sai meglio di me che questo non sarebbe dovuto succedere >
Nick aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse.
Mi guardò in silenzio, mentre raccoglievo le mie cose e mi avviavo alla porta.
Sulla soglia, mi girai verso di lui < Buonanotte professore. A domani >
Lui sorrise appena < Buonanotte Sanderson >
Chiusi la porta, e, mentre percorrevo il vialetto di casa Jonas, mi dissi che non era poi la fine del mondo.
Lo sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe durata, perciò era inutile.
E poi, da quando mi importava di una relazione?
Era solo uno dei tanti.
Questo non spiegava però perché una lacrima stava solcando la mia guancia, e, con un gesto rapido della mano, la feci sparire così in fretta come era arrivat
a.
 

Why be afraid
o make an honest mistake
If you acknowledge the pain ?
{ together – Demi Lovato Ft. Jason Derulo

 
 









Ciao!
L’ispirazione per questa FF mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno (?)
E lo so che ne ho altre 789 in corso, ma non riscuotono molto successo e questa idea mi sembrava davvero buona.
Allora, che ne pensate?
Ho già pronto il secondo capitolo, perciò prima commentate prima avrete il prossimo!
Loge
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***




- Hide








{6 mesi prima
 






Leslie mi stava aspettando, come al solito, appoggiata al muretto davanti a scuola.
Quella mattina i suoi capelli rossi erano stranamente in ordine, ma la calzamaglia bucata che portava era inconfondibile.
< ciao Lesl > la salutai, muovendo appena la mano e schioccandole un bacio sulla guancia
< allie! La sai la novità? > probabilmente Leslie era la ragazza più pettegola che avessi mai conosciuto
 < hanno trovato una supplente per la signorina Maddelson! Chissà chi sarà! >
Io alzai le spalle < probabilmente non potrà essere peggio di lei >
La signorina Maddelson era la donna più meschina e distaccata che avessi mai avuto la sfortuna d’incontrare. Era vecchia, e sfogava le sue frustrazioni sessuali su noi poveri studenti.
< oh dai, è una supplente al! Possiamo gestircela come vogliamo! > il luccichio nei suoi occhi non prometteva nulla di buono, e io scoppiai a ridere mentre lei mi tirava a forza verso la classe di storia.
Aprì la porta, ma con sua grande delusione l’insegnante non era ancora entrata in classe. Io e Lesl puntammo i nostri soliti bachi in fondo all’aula, e facemmo appena in tempo a sederci che la porta si chiuse, e una persona ben diversa da quella che la mia mente aveva elaborato fino a quel momento prese posto dietro alla cattedra.
Prima di tutto era un uomo. Anzi meglio, un ragazzo.
Non doveva avere poi molti più anni di noi.
Secondo, era fottutamente figo.
La camicia bianca, risvoltata fino ai gomiti e leggermente aderente metteva in mostra il fisico scolpito del ragazzo; i capelli ricci erano tenuti fermi dal gel e sembravano finti tanto erano perfetti, e le labbra a cuoricino, dischiuse in un leggero sorriso, erano una delle cose più belle che avessi mai visto.
A bocca a aperta, mi girai verso Leslie, che aveva la mia stessa espressione.
Mi strizzò l’occhio e sussurrò un < altro che la signorina Maddelson! > che mi fece ridere.
Il ragazzo-professore ci dedicò una breve occhiata prima di parlare.
La sua voce era bassa e pulita < Salve a tutti, io sono il professor Nicholas Jonas, e sarò il vostro supplente fino alla fine dell’anno >
Leslie, al mio fianco tossicchiò < ma lei quanti anni ha scusi? >
Io ridacchiai.
Io e Leslie non eravamo esattamente quelle che si potevano definire ‘ studentesse modello’. Raggiungevamo le sufficienze per miracolo e l’educazione in classe non era certo la nostra priorità.
Il professore la guardò per alcuni secondi, prima di aprirsi in un sorriso < ho 26 anni >
Leslie lo guardò sbigottita < ma ha solo 8 anni più di noi! >
Lui rise < so che siete abituati a vedere professori decrepiti, ma sono stati giovani anche loro, sapete? Ho avuto fortuna a trovare un posto di lavoro così presto, ma d’altra parte, credo che essere il nipote della professoressa Maddelson abbia aiutato.>
Lasciò che la classe si scambiasse ancora qualche commento stupefatto, prima di battere le mani e assumere un tono spaventosamente pratico < allora, la professoressa mi ha lasciato il programma che avete svolto fin ora, mi ha indicato gli alunni da cui stare alla larga > fui praticamente certa che il suo sguardo si posasse su me e Lesl < e io non vedo perché non passare il nostro primo giorno insieme provando a conoscerci un po’! allora, chi vuole cominciare? >
Senza alcuna sorpresa, vidi la mano di janette, l’oca più oca del mondo, scattare in alto prima di tutte le altre. Il professore le rivolse un breve cenno con la testa < prego..? >
La biondina si alzò, rivolgendogli un grande sorriso < Janette Benson, signore >

E, mentre Janette si lanciava nella dettagliata descrizione del suo enorme guardaroba, fui più che certa di aver visto il sorriso del professore attenuarsi leggermente, come se si stesse pentendo di aver dato carta bianca ad una tale oca.
< ehm ehm > tossii leggermente, ma tutti; chiaramente disinteressati al monologo di janette, mi prestarono attenzione.
< professore, non credevo che l’avrei mai detto, ma potremmo che so, studiare storia? So per esperienza che mancano almeno altre duecento paia di scarpe alla sua lista, e perfino le 360 pagine da studiare sulla scoperta dell’America sono una prospettiva migliore >
Dalla classe si levò una sonora risata, e per un attimo anche il professore sorrise. Si scusò poi con un’offesa janette, convenendo che forse una lezione di storia sarebbe stata meglio.
Passai così le due ore successive a fissare un punto indeterminato fuori dalla finestra, e, al suono della campanella, infilai il più in fretta possibile le mie cose nella borsa.
Fui costretta però ad aspettare Leslie, che aveva sparso le sue cose ad un raggio di distanza spaventoso, e alla fine fui l’ultima ad uscire dalla classe.
Il professor Jonas, in piedi di fianco alla porta, salutava tutti con un cenno del capo.
All’improvviso però, tese una mano come per fermarmi il passaggio.
< si? > chiesi, con una finta voce d’angelo.
Lui fece un sorriso sghembo, e mi invitò a sedermi al primo banco, proprio davanti alla cattedra dietro alla quale si era appena seduto.
Vidi Leslie lanciarmi una strana occhiata e poi sparire tra il mare di studenti.
< Sanderson, ha passato l’intera lezione a guardare fuori dalla finestra. Quando parlo, io pretendo attenzione >
Se la sua voce era passata da gentile a pratica, adesso era fredda e asciutta, e dovetti sforzarmi per trattenere una smorfia.
< vede professore, storia non è una materia che mi interessa particolarmente >
< questo non le da il diritto di ignorarmi quando parlo >
Roteai gli occhi e mi morsi la lingua per impedirmi di rispondere in un modo che, lo sapevo, mi avrebbe fatto guadagnare un biglietto di sola andata per la presidenza.
< ad ogni modo > continuò il professore < so che il suo rendimento non è del migliori, e che lei è l’unica della classe ad avere un insufficienza >
< quindi? > sbottai, arrossendo leggermente
< quindi, io ho ancora gli ultimi compiti che avete fatto con la professoressa; stasera li correggerò, e se il suo non sarà sufficiente temo che sarò costretto ad affiancarle un tutor >
E, senza lasciarmi il tempo di rispondere, si alzò; dirigendosi fuori dalla classe.
Feci mente locale sull’ultimo compito di storia: quello che avevo scritto lo avevo imparato grazie ad uno di quei cartoni animati interattivi di mio fratello Jonah, un bambino di sei anni.
Sospirai buttando la testa sul banco: ero fottuta.
 

 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Sfdhbgsfhsdj 17 recensioni per due capitoli?
IO VI AMO.
Comunque, questo capitolo non è granchè, ma il prossimo è bellissimo perciò recensite così lo posto prima :3
Loge xx

 
 

Fissai inorridita il compito davanti a me: una D enorme, scarabocchiata con sommo piacere del mio professore di storia, faceva bella mostra di se sul lato destro del foglio, e sembrava che gli sguardi di mezza classe fossero puntati proprio su di lei.
< ho corretto i vostri compiti ragazzi > esordì quella sottospecie di professore che mi ritrovavo < e devo dire che erano ottimi! Con qualche eccezione, ovviamente > il suo sguardo corse al mio banco e qualcuno ridacchiò in sottofondo.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, e sul suo viso comparve un sorrisino che non mi piacque per nulla
 < Sanderson, visto che ha tanta voglia di fare l’arrogante, perché non fa l’arrogante mentre la interrogo? >
Leslie non era stata l’unica a ridere, e la fulminai con lo sguardo mentre, con l’aria di chi si avvia al patibolo, mi trascinavo fino alla cattedra.
< l’avviso fin da adesso che è inutile professore, non so assolutamente nulla >
< ma è proprio per questo che voglio interrogarti, Sanderson. Così magari la prossima volta imparerai a studiare >
Mi rivolse un sorrisino di scherno mentre si alzava le maniche della camicia, e io abbassai lo sguardo.
Lo odiavo, certo, ma non si poteva dire che non fosse un gran figo.
La camicia, quel giorno azzurra, gli davano un’aria più matura che non mi dispiaceva affatto.
Scuotendo la testa, cercai di concentrarmi sull’ultima lezione di storia e di recuperare tutto ciò che sapevo sulla scoperta dell’America: davvero poche cose, a quanto pare.
< bene Sanderson > esordì il professore, con l’aria di chi si stava divertendo un mondo < chi ha scoperto l’America? >
Lo guardai di traverso, prima di rispondere < Cristoforo Colombo >
Lui battè le mani < giusto! Vedi? Non è vero che non sai niente!>
La classe scoppiò a ridere e io lo guardai male < potrebbe smettere di trattarmi come una bambina? >
< quando smetterai di comportarti come tale, lo farò >
La classe stava ormai morendo dalle risate, ma il prof, sbattendo una mano sulla cattedra, li richiamò all’ordine.
Ero più che sicura che sulle mie guance, in quel momento, ci si potesse cucinare un uovo.
< e in che anno è stata scoperta? >
Ehm, non ero mai stata brava con le date. E nemmeno con la matematica.
 < 1942? > chiesi, chiudendo un occhio quasi a voler evitare la furia dell’insegnante.
Il professore sospirò < Sanderson, potrebbe esattamente spiegarmi com’è possibile che l’America sia stata scoperta solo 70 anni fa? >
Mentre il mio rossore aumentava, riuscii a vedere Leslie che si contorceva sul banco con le lacrime agli occhi.
Bell’amica.
Sospirai, cercando di trattenere le lacrime; non certo di gioia, e tornai a guardare il professore
< bhè.. 1492? >
Lui sospirò, poggiandosi allo schienale della sedia < si Sanderson, 1492. E scommetto che non sai nemmeno dirmi dove approdò per la prima volta, vero? Anzi no, sai cosa? Non lo voglio sapere >
Sentivo le risatine in sottofondo dei miei compagni. Sospirai, lanciando al professore uno sguardo di sfida.
< bene, allora se non lo vuole sapere non gli importerà nemmeno se me ne vado, giusto? >
E, senza aspettarmi una risposta, girai le spalle al professore per sbattermi la porta alle spalle, tirare fuori una sigaretta dalla tasca e correre a rifugiarmi in cortile.
 
 
 
Mentre aspiravo il fumo, e poi lo ributtavo fuori creando dei cerchi di fumo, mi chiedevo che cos’avessi fatto di tanto brutto perché quel tipo mi odiasse.
Certo, non ero un’alunna modello, ma Leslie era peggio di me e lui sembrava non avere nulla contro di lei.
Sbuffai mentre il telefono nelle mie tasche vibrava.
Mattew mi aveva appena invitata ad una festa.
Ero più che certa che Leslie avesse anche già scelto che vestiti mettere.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Ciao Bella gente!
volevo ringraziarvi ancora per le 9 recensioni dello scorso capitolo!
siete meravigliose *w*
comunque, io AMO il modo in cui finisce il capitolo AHAH
Ahhh, volevo dirvi che ho finito di scrivere la storia,
quindi prima recensite prima arrivano i capitoli!
Bhè, la pianto e vi lascio al capitolo!
ribadisco: Siete meravigliose
E.






< sai, magari non gli stai simpatica a pelle. Insomma, a volte capita >
Leslie alzò le spalle, cercando di convincermi. Non mi andava proprio giù che quel pallone gonfiato del professore mi odiasse, ma non potevo farci proprio nulla.
Sbuffai e lasciai cadere per terra diversi vestiti < è inutile, non riesco a trovarlo! > urlai isterica.
Ci stavamo preparando per la festa, e il mio tubino turchese era magicamente evaporato.
Leslie sbuffò < hai provato a guardare tra le cose stirate? >
Mi si illuminarono gli occhi e leslie scoppiò a ridere < ridi poco rossa, poteva capitare a tutti >
< si certo > borbottò lei, mentre io sfrecciavo fuori dalla camera per dirigermi in bagno.
Tornai in camera raggiante, con il vestito stretto tra le mani.
mentre lo provavo, Leslie si girò verso di me < ehi, pensi che ci sarà anche Harry stasera? >
la guardai con un sorrisino furbo: aveva gli occhi che la brillavano.
< non so se il tuo principe azzurro ci sarà > ridacchiai <so solo che stasera voglio divertirmi >
 

Throw it away 
Forget yesterday 
We'll make the great escape 
We won't hear a word they say 
They don't know us anyway 
Watch it burn 
Let it die 
Cause we are finally free tonight 

{ The Great Escape – Boys Like Girls

 
 

Appoggiata alla ringhiera delle scale guardavo la gente schiacciata nel salotto di casa Mcpatterson che si scatenava a ritmo di musica house e alcool.
Leslie era sparita in una delle stanze del lunghissimo corridoio insieme a Harry, un biondino dall’aria suadente che non vedeva l’ora di scoparsi, ed ero sicura che non sarebbe ricomparsa per un altro bel po’ di tempo.
Ridacchiando, scesi piano le scale cercando di non cadere sui miei tacchi vertiginosi, e mi diressi in giardino, decisa a fumarmi una sigaretta.
Aprii la borsetta, ma con mia grande irritazione mi accorsi di aver lasciato il pacchetto in macchina.
Mi guardai intorno, ma le uniche persone che stavano fumando avevano tra le dita quelle che erano senz’altro canne, e siccome poi avrei dovuto guidare fino a casa non mi sembrava il caso di fumarmene una.
Con un sospiro rassegnato e irritato insieme, attraversai il giardino fino ad arrivare al cancelletto, lo aprii leggermente e mi ritrovai sul marciapiede. Mi ci volle qualche minuto per individuare la mia macchina in mezzo alle altre centinaia parcheggiate lungo la via, e stavo già andando verso di lei quando qualcuno afferrò il mio polso.
Mentre mi giravo, il famigliare odore di canna mischiato ad alcool e probabilmente anche ad una pessima igene orale mi colpì in piena faccia.
Simon, uno dei ragazzi più antipatici che avessi mai conosciuto in vita mia, mi guardava dall’alto in basso, chiaramente fatto.
< ma buonasera sanderson. Siamo proprio fighe stanotte > esordì, fissando le mie gambe lasciate scoperte dal vestito.
Rabbrividii impercettibilmente mentre lui stringeva un po’ di più la presa sul mio polso < andavi da qualche parte? > chiese
Indicai con la testa la mia macchina <ho dimenticato le sigarette > pregai perché la mia voce apparisse sicura e ferma
Lui ridacchiò; una risata strascicata e rauca < perché non vieni un po’ a divertirti con me? Sai, ci sono ancora tante camere libere >
< non mi sembra il caso > dissi, cercando di liberarmi dalla sua stretta.
Lui mi guardava fisso, quasi divertito, ed io ero sicura che se avesse davvero voluto trascinarmi di sopra io non sarei riuscita ad impedirglielo. ed in più in quella casa erano tutti troppo fatti per accorgersi di quello che stava succedendo.

D’improvviso però, una figura spuntata dal nulla assestò un pugno proprio sul naso di Simon, che barcollò all’indietro con le mani sul volto.
Approfittando del suo temporaneo vantaggio, il ragazzo mi prese il polso e iniziò a correre, fino a svoltare in una via illuminata e affollata.
Solo quando si girò, chiedendomi se stessi bene, lo riconobbi < prof?> chiesi sbalordita e scioccata allo stesso tempo.
Che cosa diamine ci faceva un professore ad una festa di adolescenti?
Lo guardai meglio: le camice e i pantaloni di lino avevano lasciato il posto a dei Jeans aderenti, una maglietta bianca e un cappellino che nascondeva la sua miriade di ricci.
Bhè, se tutto i professori fossero stati così sicuramente sarei andata a scuola molto più volentieri.
Rendendomi conto di quello che avevo appena pensato, scoppiai a ridere, dimenticandomi per un momento di quello che era appena successo.
Lui rise a sua volta, felice che non gli fossi scoppiata a piangere in faccia < esatto >
< ma che ci fai lei qui? Cioè, alla festa > chiesi ancora, mentre ci sedevamo su una panchina
< vedi, si da il caso che io abiti proprio davanti a quella casa. Ho visto Simon dalla finestra >
< oh > dissi semplicemente < e non poteva farsi vedere invece che prenderlo a pugni? >
Lui mi guardò come se fossi pazza < Allie, era fatto e ubriaco, probabilmente non mi avrebbe nemmeno riconiuscito e avrebbe provato a darmele >
< mi ha chiamata Allie? > dissi, sbalordita
Lui alzò le spalle < è il tuo nome, no? >
< andiamo, non faccia finta di non aver capito >
Lui mi guardò di traverso < ma io non ho capito davvero >
Emisi uno strano suono, a metà tra una risata e uno sbuffo < lei mi odia >
Lui mi guardò per dei secondi che mi sembrarono interminabili < io non ti odio, Allie >
< ah no? > chiesi, chiaramente scettica
< assolutamente! Ma dovresti iniziare a studiare storia > disse, alzandosi e ridendo < e ora, ti va un gelato? >
Lo guardai come se fosse pazzo < alle tre di notte di un sabato sera, dopo averla salvata da un pazzo maniaco, lei , un ventiseienne professore, sta chiedendo ad una sua alunna diciottenne … di andare a prendere un gelato? >
< esattamente! E non siamo a scuola Allie, puoi anche chiamarmi con il mio nome ora >
< oh, certo certo > mi affrettai a dire, mentre lo seguivo verso la gelateria più vicina.
Dopo qualche minuto di silenzio, mi girai verso di lui < ehm, prof? > chiesi titubante
Lui si girò con un gran sorriso < si? >
< ma com’è che si chiama lei esattamente? >
 

 
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Ciao bellissimi!
questo capitolo è davvero tenero (?)
comunque, vi avviso che il prossimo è BOOOM,
perciò più recensite questo prima arriva l'altro! 

Loge, E



p.s. Auguri arianna bella <3








Leslie mi guardava come se le avessi appena confessato un omicidio, e, ad essere sincera, sotto il suo sguardo accusatore, cominciavo anche io a credere di aver fatto una cazzata.
< sai che se la cosa viene fuori sei fottuta? > mi disse,serissima. E intendiamoci, lei non era mai seria.
Io sbuffai < oh Lesl, mi ha offerto un gelato! Presto! Qualcuno chiami la polizia! >
Mi tirò un’occhiataccia ma non replicò, anche perché il professore era appena entrato in classe.
Quel giorno la camicia era nera.
Sorrisi impercettibilmente mentre i nostri occhi si incrociavano, e potei giurare di averlo visto ricambiare.
Mentre iniziava a spiegare, mi sforzai per tenere gli occhi fissi su di lui e dare una parvenza di ascolto, ma in realtà la mia testa stava ripercorrendo per la centesima volta quel sabato sera.
Avevamo preso un gelato in un piccolo bar all’angolo della strada, che dava sulla spiaggia, e ci eravamo seduti in un piccolo tavolino d’angolo, lontani dalla confusione del bancone.
Avevamo passato minimo due ore seduti li, a parlare di tutto e di niente.
Per quelle due ore, non era stato il mio professore.
Era stato un ragazzo che mi aveva raccontato della sua vita, dei suoi Hobby, dei suoi amici.
Per quelle dure ore, non ero stata la sua alunna.
Ero stata una ragazza che rispondeva alle sue domande curiose, che rideva alle sue battute e che forse, iniziava a trovare dell’altro di bello in lui, non solo i suoi capelli perfetti o i suoi addominali scolpiti.
D’improvviso, accorgendomi di quello a cui stavo pensando, scossi forte la testa.
Era un professore. Il mio professore. Era off limits.
 
 
Finalmente, dopo le due ore più lunghe della mia vita, la campanella suonò, ma ancora una volta nicholas mi bloccò all’uscita dalla classe.
Ehm, volevo dire, il professore.
Risi di me stessa per quell’errore stupido, sperando però di non farlo mai di fronte alla classe.
Lui mi fece cenno di sedermi al primo banco di fronte alla sua cattedra, e io, con un sospiro sconsolato, mi sedetti davanti a lui.
< allora Allie, ti avevo detto che ti avrei affidato un tutor, no? >
Categoricamente decisa ad ignorare che mi avesse chiamata per nome e mi avesse dato del tu, sbuffai sonoramente < non ho bisogno di un tutor, prof >
Lui mi guardò di traverso < ah certo, perché vorresti dirmi che ti metteresti a studiare storia da sola? >
Il mio silenzio fu abbastanza eloquente.
< bene > sorrise compiaciuto < ho pensato e ripensato al tutor adatto per te, e sono giunto ad una conclusione >
I miei occhi si spalancarono < Non Mikey, vero? > Mikey era un secchioncello tutto casa e chiesa, ed il problema era che aveva una cotta per me fin dalla seconda elementare.
Lui rise < no! Confesso di averci pensato ma.. non mi sembrava giusto punirti così pesantemente >
Io sbuffai < e allora chi mi farà da tutor? >
Nella mia mente, vorticavano milioni di nomi di studenti modello, uno più insopportabile e raccapricciante dell’altro.
Ma la risposta che mi arrivò mi lasciò completamente spiazzata < io > disse il prof, guardandomi con la massima serietà.
< sta scherzando > non era una domanda.
< No, Allie. È l’unico modo per accertarmi che tu riesca a raggiungere la sufficienza>
< sa, ripensandoci, forse è meglio Mikey >
Lui sbuffò < oggi alle 4 a casa mia, non si discute. E fai in modo di esserci, o saranno guai >
E, con un occhiata molto eloquente, uscì dalla classe, lasciandomi lì come una scema.
 
 
 
 
< non ci credo! > le risate di Leslie continuavano da ormai 10 minuti, e da 10 minuti la mia voglia di ammazzarla continuava a crescere.
< la pianti per favore? > chiesi di nuovo.
Lei, sdraiata nel cortile della scuola durante la pausa pranzo, si tirò su lentamente, asciugandosi gli occhi.
< non ci credo! > ripetè, con le mani sulla pancia.
< ti rendi conto? È un disastro! > sbuffai, assumendo un’aria da condannato a morte.
Lei mi guardò, alzando gli occhi < Al, il supplente più affascinante e sexy dell’intero mondo ti da ripetizioni private a casa sua, e tu lo chiami disastro? Io lo chiamerei in un altro modo! >
< e come? > chiesi, pentendomene subito dopo
< sesso! >
Lo disse talmente ad alta voce che parecchie teste si girarono verso di noi.
Mentre lei rideva di nuovo come una matta e io diventavo rossa, una vocina nella mia testa mi disse che non sarebbe stata una brutta idea.
Fortunatamente la campanella la mise a tacere, e, dirigendomi verso la lezione di biologia, iniziai a pensare che da quella storia non sarebbe derivato proprio nulla di buono.
 
 
 
Fissavo la porta di casa di Nicholas \ del mio professore di storia da almeno dieci minuti.
Improvvisamente quella si spalancò, rivelando un ragazzo in tuta grigia e maglietta celeste, che realizzai poi essere proprio Nick.
< hai intenzione di entrare, o no? > chiese, sghignazzando
Io mi incupii < scusi, ma è una cosa davvero imbarazzante >
Lui alzò gli occhi al cielo < oh Allie, piantala di darmi del lei ed entra, muoviti >
 
Alzando gli occhi al cielo a mia volta, entrai in casa, dando un occhiata in giro.
C’era un semplice salotto, non esageratamente grande, con due divani messi davanti ad una TV, un pianoforte in un angolo e una libreria piena di libri e CD.
Alla parte c’era appeso un quadro davvero, davvero strano.
< lei viv- vivi solo? > chiesi, correggendomi  dopo una sua occhiata.
Il suo viso si rilassò < si! E scusa il disordine, ma sai, sono sempre un maschio >
Effettivamente c’era una maglietta buttata sul divano, ed il tavolino basso era pieno di giornali e cartacce varie, ma avevo visto di peggio.
Mi guidò in cucina, dove c’era un isolotto lungo e bianco, e mi fece segno di sedermi li.
Iniziai a tirare fuori i libri mentre lui riempiva due bicchieri d’acqua.
< allora > chiese dopo che si fu seduto < che compiti hai per domani? >
< c-compiti? > chiesi stranita. Non ero li per ripassare storia?
Lui annuì < si, compiti. Fidati, è meglio se li facciamo adesso, perché quando avrò finito di farti studiare storia non so se avrai ancora tempo per farli >
Lo guardai inorridita, ma sotto il suo sguardo duro mi rassegnai < ho matematica >
Lui si aprii in un sorriso < bene, tira fuori i libri che iniziamo >
Ero a metà di un problema alquanto complesso, quando alzai la testa e lo trovai a fissarmi.
Invece che distogliere lo sguardo mi fece un sorriso d’incoraggiamento < finito? >
Io scossi la testa < sai Nicholas, mi chiedevo.. non sei fidanzato? >
Non avevo idea del perché gli avessi fatto quella domanda, ma sorrisi impercettibilmente quando vidi le sue guance farsi leggermente rosse.
< non più, perché me lo chiedi? >
Io alzai le spalle < tutto piuttosto che evitare di risolvere il problema! >
Lui rise < e tu? > chiese poi, tornando serio.
Scossi la testa con energia < nemmeno! >
Lui mi sorrise, per poi incitarmi a continuare il problema. Dopo nemmeno due minuti però, rialzai di nuovo la testa.
< quindi ti porti una ragazza diversa a casa ogni notte? >
Questa volta il rossore sulle sue guance fu ben evidente.
< no Allie, non sono quel tipo di ragazzo >
Io alzai le spalle < io avrei detto di si >
Lui ridacchiò, per poi sbuffare spazientito e rubarmi il quaderno dalle mani
Lo sentii borbottare < altrimenti qui non finiamo più > mentre risolveva il mio problema.
Sorridendo soddisfatta, aspettai che finisse, per poi scoppiare a ridere e strascicare un <grazie > appena udibile.
Lui scosse la testa, ma sorrideva.
C’era una domanda che mi vorticava in testa, e vista l’atmosfera leggera che si era creata, decisi di buttarmi
< Nick, visto che non mi odi, allora perché mi hai trattata così male? >
Lui si fece serio, sospirando < preferirei non parlartene >
 < perché no? >
Lui sorrise appena < mi daresti del pazzo >
 < non potresti apparire più pazzo di quanto lo sembri adesso >
Lui rise, ma non sembrava intenzionato a continuare la conversazione.
Scoccai la lingua < facciamo così, se nella verifica di storia della prossima settimana prendo almeno una B tu me lo dici! >
Soppesò la proposta per qualche minuto, e poi sorrise < ci sto Al! Tanto non hai speranze >
Ridendo, lo colpii sul braccio; ma, mentre aprivo il libro di storia e contavo le pagine che avrei dovuto studiare, mi dissi che non aveva poi tutti i torti.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ciaaao!
Allora, volevo postare domani ma non vedevo l'ora di sapere
che avete da dire su questo capitolo, perciò ho postato ora :3
AHAHAHA, no seriamente.
mi piace un casino e spero che piaccia anche a voi !

p.s. lo volete un consiglio? a meno che non si tratti di vostro fratello \ cugino \ nonno \ zio ( ecc. )
state alla larga dai ragazzi. preferiranno sempre una troia a voi!


Loge, E











< quindi non avete fatto sesso? >
L’espressione delusa di Leslie mi fece scoppiare a ridere.
< no Lesl, smettila >
Lei sbuffò, per poi tornare a seguire la lezione di matematica.
Ripensai al pomeriggio prima e, con qualcosa che mi si agitava nello stomaco, sorrisi impercettibilmente tornando a guardare fuori dalla finestra.
 




La gomitata di Leslie mi fece voltare.
Nicholas ( ormai la mia testa si rifiutava di chiamarlo professore ) stava passando lungo il corridoio.
I nostri occhi si incontrarono per qualche secondo, e sentii di nuovo quella strana sensazione allo stomaco.
< ti ha guardata! > leslie era su di giri, e, anche se mi costava ammetterlo, forse io ero perfino più contenta di lei.




there’s a storm coming up and i gotta prepare myself
’cause this feeling’s getting stronger everyday
{ Critical – Jonas Brothers

 
 



una settimana passava troppo in fretta.
Prima che potessi rendermene conto, mi ritrovai in classe, il lunedì mattina, con un foglio pieno di domande sulla scoperta dell’America piazzato davanti, e gli occhi di Nicholas che continuavano a guizzare dalla mia parte. Probabilmente, la mia espressione terrorizzata era la causa di quel leggero sorriso di scherno che gli increspava il volto.
Sospirai, cercando di calmarmi.
Avevo studiato e ce la potevo fare.
Forse.
 



Due ore dopo, consegnai il foglio ad un Nick che mi guardava sorridendo, e quella volta fui io a fermarmi di mia volontà anche dopo il suono della campanella.
< correggilo subito > esordii, mentre lui alzava lo sguardo e iniziava a sorridere.
< non credo di poterlo fare Allie >
 <oh per favore > alzai gli occhi al cielo < che balla >
Lui ridacchiò, sfilando poi la mia verifica dal mucchio ed estraendo una penna rossa dall’astuccio.
Io mi coprii gli occhi facendolo ridere, e attesi pazientemente che finisse di correggere.
< allie.. > mi chiamò canzonatorio qualche minuto dopo.
< ho preso un’altra F? >
Lo sentii ridere < guarda tu stessa >
Fissai incredula la B+ che torreggiava sulla testata del mio foglio.
Dovevo avere un’espressione davvero stupida, perché Nicholas scoppiò a ridere.
< ora devi dirmi perché mi odiavi >
Lui sbuffò, alzandosi e facendo il giro della cattedra per posizionarsi di fronte a me.
Era più alto di almeno 20 cm, ma in quel momento non ci feci molto caso.
La vicinanza con lui aveva di nuovo fatto agitare qualcosa nel mio stomaco.
In quel momento, la mia mente formulò un immagine fin troppo reale di Leslie che diceva "si chiamano farfalle, idiota!"
Sbattei un paio di volte gli occhi per togliermela dalla testa, e finalmente guardai Nick.
Era estremamente serio e prima di parlare, trasse un lungo sospiro.
< non ti odiavo Allie, solo che dovevo comportarmi così se volevo che tu mi odiassi >
< perché avrei dovuto odiarti? > chiesi, senza capire.
Lui alzò le spalle < non volevo che noi due andassimo oltre al rapporto professore-alunno. Ma, come vedi, non sono riuscito nel mio intento >
< menomale > mi lasciai sfuggire. Pregai che non avesse sentito, ma la sua espressione diceva il contrario.
Seguirono degli attimi di silenzio assoluto che tinsero le mie guance di rosso.
Sospirai < e perché non volevi andare oltre al rapporto professore-alunno? >
Sospirò a sua volta < io.. >
Mi guardò per una frazione di secondo, e poi appoggiò le sue labbra sulle mie.
Non durò più di 3 secondi, ma bastò per far perdere un battito al mio cuore.
Mi guardava come in attesa di una reazione, una sua mano ancora poggiata sul mio fianco.
< scusami > sussurrò, come rendendosi conto improvvisamente di quello che aveva appena fatto
< scusami io.. non avrei dovuto, scusami >
Si portò le mani tra i capelli, chiaramente orripilato.
Io ridacchiai, prendendolo per i polsi per poi intrecciare le sue mani alle mie
< Nick, calmati, è tutto a posto >
Lui scosse la testa < no, non lo è! Io ti ho baciata e.. dio, mi dispiace Allie! Probabilmente ora penserai che sono un pazzo pervertito o qualcosa di simile, ma.. >
Non so dove trovai il coraggio, ma mi alzai in punta di piedi ed appoggiai di nuovo le mie labbra sulle sue.
Questa volta però, incrociai le braccia dietro al suo collo e non mi staccai.
Lo sentii sorridere impercettibilmente, mentre con la lingua mi accarezzava il labbro superiore e mi chiedeva il permesso di entrare.
Dischiusi leggermente la bocca, e quando la sua lingua si incontrò con la mia le ‘ farfalle ‘ che avevo nello stomaco presero ad agitarsi ancora di più.
Sentii le sue mani scendere lungo i miei fianchi e avvicinarmi ancora di più a lui.
All’improvviso però, la porta si spalancò, mostrando una Leslie con l’espressione più soddisfatta che le avessi mai visto in faccia.
Nonostante mi avesse quasi fatto prendere un infarto, le sorrisi di rimando, mentre lei si scusava e chiudeva la porta.
< se lo dicesse a .. > chiese subito Nick, ma io scossi la testa.
< no tranquillo, è la mia migliore amica. E poi mi ha perfino messo il broncio quando le ho riferito che ero venuta da te per prendere ripetizioni invece che per scopare >
Lui rise, le mani ancora strette ai miei fianchi.
< a proposito di ripetizioni > chiese < ancora oggi alle quattro? >
Io annuii, lasciandogli un leggero bacio a stampo e precipitandomi fuori dalla classe, certa che Leslie fosse appostata li fuori ad aspettare che uscissi, pronta a ripetermi ‘ io te l’avevo detto ’ per tutto il resto della giornata.

 
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


QUESTO OBROBRIO DI CAPITOLO E' FOTTUTAMENTE IMBARAZZANTE.
pensare che lo leggerete tutte mi fa accaponare la pellle D:

ma, prima di parlare del mio imbarazzo,
parliamo delle 13 recensioni che avete lasciato al capitolo precedente!
13, cioè, siete serie? D:
IO VI AMO.

tornando al mio inferno dantesco personale, scriverlo è stato imbarazzante,
pubblicarlo ancora di più.
non sono brava con le scene bollenti LOL

anyway, spero comunque che apprezzerete la versione ' Nick arrapato'
Buona lettura girls :3

E.

 












Nella cucina inondata dal sole, i libri giacevano abbandonati sul tavolo bianco, e dal salotto giungevano le risate soffocate mie e di Nick.
stavamo giocando a fare la lotta sul divano pieno di cuscini, ed era palese che Nick stesse avendo le meglio su di me, che; rossa in viso e con le mani sullo stomaco per le troppe risate, non facevo altro che urlare.
< mi stai fracassando i timpani > si lamentò il riccio, guardandomi mentre mi sorrideva.
Io alzai gli occhi al cielo e decisi che poteva bastare; ero arrivata al limite di sopportazione.
Allacciai le braccia dietro al suo collo e cercai di avvicinarlo a me.
Nick, che per la foga della lotta era finito disteso su di me, non si fece pregare e congiunse le nostre labbra.
Questo bacio fu diverso dai primi due: sentivo l’eccitazione di Nick crescere mentre mi avvicinava a lui e spingeva il suo bacino contro il mio.
Abbandonai il suo collo per passare le mani sotto la sua maglietta, accarezzandogli la pancia piatta per poi sfilargliela del tutto.
Lui sorrise sulle mie labbra, senza smettere di baciarmi, e qualche secondo dopo mi ritrovai senza i jeans che indossavo quel giorno.
Mi prese in braccio e mi portò fino in camera sua.
Era la prima volta che la vedevo, e, nonostante la foga del momento, non potei fare a meno di guardarmi in giro: era semplice, con le pareti bianche e i poster e le foto appese al muro, un letto matrimoniale troneggiava al centro della stanza e una parete intera era occupata da una libreria.
Feci appena in tempo a registrare tutti questi dettagli, che Nick mi buttò sul letto, poggiandosi poi su di me, cercando di non pesarmi troppo.
 
In meno di due secondi, mi ritrovai completamente nuda, pelle contro pelle con Nick, con i brividi che mi percorrevano il corpo.
Nick prese a giocare con il mio seno, mandando al diavolo ogni tentativo di rimanere lucida.
Sentivo la sua lingua fare su e giù per il mio corpo, e le sue mani lasciavano scie infuocate sulla mia pelle.
Mi accarezzò l’interno coscia e io non riuscii a trattenere un gemito.
< Nick, dio.. > affondai un po’ di più le mani nei suoi capelli.
Lui soffiò sul mio collo  < non riesco a credere che io stia per farlo con una studentessa >
Ridacchiai < c’è sempre una prima volta >
Lui tornò a baciarmi, e, finalmente, entrò dentro di me.
Affondai le unghie nella sua schiena, mentre sussurravo il suo nome e gli cingevo la vita con le gambe.
Sentivo il suo respiro sul mio collo, e quando lui incominciò a spingere più forte, non riuscii a trattenermi dall’urlare.
Lo sentii sorridere soddisfatto contro la mia pelle, poi cominciò a sussurrarmi cose irripetibili nell'orecchio, mordicchiandolo e passandoci più e più volte la lingua sui contorni.
Era decisamente il paradiso.
 
Qualche minuto dopo, ero appoggiata al suo petto imperlato di sudore, cercando di riprendere fiato.
Alzai lo sguardo e lo trovai a fissarmi < non male, per un professore >
Lui ridacchiò < non hai ancora visto tutto >
Mi prese per mano, e, sempre baciandomi, mi fece alzare, per poi spingermi fino a farmi finire con le spalle al muro.
Cominciò piano a baciarmi il collo, per poi scendere ad assaggiare la mia pelle. Succhiò e mordicchiò i miei capezzoli, mentre io chiudevo gli occhi e mi abbandonavo alla sensazione della sua lingua sulla mia pelle.
 Quando la sua lingua entrò nel mio corpo strinsi le gambe dal piacere.
Misi entrambe le mani sulla sua testa per aiutarlo nei movimenti e per incitarlo a continuare. Buttai indietro la testa e gemetti mentre la sua lingua usciva da me e rifaceva il percorso inverso.
Sorrise soddisfatto della mia espressione appagata, e ancora sorridendo mi trascinò di nuovo sul letto.
Mi baciò per un tempo che mi sembrò infinito, mentre le cose sconce si trasformavano in sussurri dolci,che ci portarono a fare l’amore, ancora e ancora.

In quel momento, lui non era il mio professore e io non ero la sua alunna.
in quel momento, io ero solo Allie, e lui era solo Nick.
ed ero sicura che Leslie ci avrebbe definiti qualcosa come ' scopa amici' o giù di li, e ad essere sincera, l'idea non mi dispiaceva affatto.
 
 
 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


 
 

 Ciao splendori!
scusate se non ho aggiornato ma il pc mi ha cancellato il capitolo, e in più
non sto passando un bel periodo e 
scrivere era l'ultima cosa che avevo voglia di fare.
sono assai cosciente della mediocrità e dello schifo del capitolo,
ma dovrete farvelo bastare.


LOVE U LIKE A LOVE SONG.
E.

 
 







mancava solo una settimana alle vacanze di Natale, e, mentre prendevo i libri dall’armadietto pensai velocemente a quell’ultimo mese. Avevo passato ogni pomeriggio libero a casa di Nick, non propriamente a studiare, e oramai pensarlo come ‘ il mio professore di storia ‘ era impossibile.
< Allie! >
La voce squillante di Leslie mi fece trasalire, e le regalai un’occhiataccia prima di lasciarle un bacio sulla guancia.
< allora, com’è andata ieri con il bel professore? >
La sua risata cristallina risuonò per il corridoio, e io mi guardai in giro preoccupata < Lesl, abbassa la voce, qualcuno potrebbe sentirti >
Ero paranoica, nel vero senso della parola.
Vivevo nel terrore che qualcuno ci scoprisse.
Non sapevo se fosse una cosa propriamente illegale, ma ero sicura che se fosse venuto fuori che Nicholas se la faceva con una delle sue studentesse avrebbe di sicuro perso il lavoro.
Sospirai, ma, mentre pensavo alla sera precedente mi spuntò un sorriso < è andata bene > mi limitai a dire
Leslie ridacchiò < avete passato tutto il tempo a scopare come vostro solito? >
< guarda che non facciamo solo quello >
La risposta di Leslie fu cancellata dal suono della campanella.
In quel preciso momento il telefono che avevo in tasca vibrò, e leggendo il messaggio sul mio viso si formò un sorriso inconsapevole.
< fammi indovinare; il riccio? > chiese Leslie, sbirciando da dietro la mia spalla.
Io annuii, dandole poi un veloce bacio sulla guancia e scappando via senza dare spiegazioni.
Attenta che nessuno mi vedesse, salii le scale che portavano al terrazzo della scuola; sentivo il cuore martellarmi nel petto ed ero sicura che non avesse nulla a che fare con la corsa.
Quel giorno non c’erano nuvole e tirava un leggero venticello, che sfiorò leggermente i bordi della mia gonna facendoli svolazzare. Con la mano spostai i capelli che mi erano finiti in bocca, e mi guardai in giro per il terrazzo.
Nick, che quel giorno aveva una camicia azzurro chiaro, quasi bianca sotto quel sole, era appoggiato al parapetto con i gomiti appoggiati alla ringhiera, lo sguardo perso nel vuoto.
Sorrisi impercettibilmente e lo abbracciai da dietro, lasciandogli un delicato bacio sul collo
< ciao riccio! >
Lui sussultò < al! Mi hai fatto spaventare >
La mia risata si perse nel vuoto < mi stai facendo perdere un’ora di lezione, non ti senti in colpa? >
< sei qui con me, perciò nemmeno un po’ >
Lo guardai per qualche secondo < bene, sei fin troppo mieloso. Che cosa vuoi? >
< perchè dovrei volere qualcosa? >
< bhè, perché di norma mi avresti risposto con un ‘ chissenfrega, sei tu quella che va nei cazzi’ >
< e non negare > aggiunsi, quando scoppiò a ridere.
Mi prese per i fianchi e mi avvicinò di più a lui, facendo aderire i nostri corpi.
Quando le sue labbra si posarono sulle mie avvertii quella famigliare sensazione di vuoto allo stomaco, come se all’improvviso mi fosse venuta a mancare la terra sotto ai piedi.
Passai le mani fra i suoi capelli e lo sentii sorridere, mentre mi spostava la spallina della canottiera e mi baciava la spalla
< sai, forse Leslie ha ragione. Siamo un po’ troppo arrapati >
La sua risata mi solleticò l’orecchio < scusami. È che mi fai quest’effetto >
Risi a mia volta e poi mi voltai ad ammirare il passaggio : i tetti delle case e del grattacieli si estendevano a vista d’occhio, e continuavano fino alla linea dell’orizzionte.
< perché mi hai fatta salire qui? >
Lui alzò le spalle < avevo bisogno di stare un po’ con te >
< ma ci siamo visti ieri! >
< ma mi mancavi! >
Lo fissai per quelli che mi sembrarono 5 minuti < va bene. Con chi mi hai tradita Nicholas?>
La sua risata rimbombò fra i grattacieli vicini < con nessuno tesoro! >
Cedette sotto il mio cipiglio arrabbiato < e va bene! domani pensavo di farvi una verifica a sorpresa di storia! >
La mia faccia doveva essere alquanto buffa, perché scoppiò a ridere
< sei un fottuto bastardo Jonas >
Mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte < sono sicuro che andrà benissimo >
< andrebbe benissimo se il tipo che dovrebbe aiutarmi a studiare non cercasse continuamente di distrarmi , cercando di convincermi a fare altro. e sai con altro cosa intendo, Jonas? vuoi saperlo? >
< ehm no grazie > rispose ridacchiando
< andrò malissimo >
Mise le mani sui miei fianchi e mi attirò a se < ma sei bellissima, e in questo momento basta e avanza, a te no? >
Scoppiai a ridere < sei un ruffiano Nick Jonas, un ruffiano >
 
 
 
 
 
 
Stavo ancora pensando all’ora particolarmente piacevole che avevo passato sul tetto, quando la mia attenzione fu catturata da un bisbiglio.
Eravamo in classe, la prof di matematica stava interrogando un mio compagno ed io non avrei per nulla voluto essere al suo posto: era uno di quei giorni cui le prof sono maledettamente scazzate e se la prendono con il povero innocente di turno.
Mi girai alla mia sinistra e notai Ariana Miller che mi tendeva un bigliettino.
Ariana Miller era la ragazza più oca, viziata e troia che avesse mai messo piede a scuola.
Sbuffando, aprii il bigliettino, ma il disegnino sbilenco che c’era sopra e la frase scritta con la calligrafia tutta tonda di Ariana mi gelarono il sangue
nelle vene.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


bbbene!
perdonate la mia assenza :3
Alors, questo capitolo è abbastanza noioso, però mi piace!
Ad ogni modo,
volevo ringraziarvi tutte:
recensite sempre in tante ed è una cosa che apprezzo enormemente,
non immaginate nemmeno quanto!
siete meravigliose! 



Vi amo come Joseph ama instagram <3

E.







Non aspettavo altro che il suono della campanella.
Non appena quel suono acuto e fastidioso distrasse la prof dalla sua filippica sulla matematica e su quanto fosse importante per noi studiarla, mi precipitai fuori dalla classe, aggrappandomi quasi allo zaino di Ariana per evitare che scivolasse via nel mare di studenti.
La sua espressione infastidita sparì non appena vide che ero stata io ad essermi aggrappata al suo zaino, facendo spazio ad un espressione furba che non mi piacque per nulla.
< bene,benne,bene Allie. Un professore eh? >
Io sbuffai < come l’hai scoperto? >
Lei alzò le spalle < ti ho vista salire le scale e ti ho seguita. Certo che però ti tratti bene eh?  è proprio un gran figo >
< ti prego, dimmi che starai zitta >
Finse di pensarci su < non lo so, sai? Chi mi dice che non è grazie a lui che ora vai bene in storia? Sai, non credo che gli costi molto trasformare una D in una B dopo che.. ehm.. lo hai fatto felice; o no? >
La sua risata acuta rimbombò per il corridoio ormai deserto, e io dovetti lottare contro il mio istinto di spalmarle quella faccia da rana che si ritrovava contro gli armadietti.
< devi stare zitta Ariana, ti prego >
< uhm, bhè, innanzitutto tu potresti dimostrarmi che non ti regala i voti >
La guardai stralunata < cioè? >
< cioè prendi una F in tutti i prossimi compiti di storia, smetti di vederlo e torni a fare la ragazzina ribelle insieme alla tua amichetta. E forse, forse starò zitta >
Mi rivolse un ultimo sorrisino compiaciuto, uno di quelli che hai quando sai di aver vinto, per poi voltare i tacchi e sparire lungo il corridoio.
Mi appoggiai con la schiena al muro e scivolai lentamente per terra, prendendomi la testa tra le mani.
Lo sapevo. Sapevo che non sarebbe finita bene.
Sentii una lacrima scivolarmi leggera lungo la guancia, e non feci nulla per fermarla.
Il mio stomaco era un groviglio di emozioni.
Avevo paura. Paura perché Ariana di sicuro non si sarebbe fermata alla mia F in storia. Paura perché se la storia fosse venuta fuori come minimo mi avrebbero espulsa.
E forse, avevo anche paura di perdere Nicholas?
Mi sfregai le guance con forza, e, senza nemmeno pensarci, mi diressi fuori da scuola.
Non sarei riuscita a concentrarmi, e se avessi incontrato Nick sarei di sicuro scoppiata a piangere.
Con il senso di colpa che mi pesava sullo stomaco, le cuffie nelle orecchie e l’immagine di ariana ben stampata in mente, mi diressi verso casa, sperando che ne a Leslie ne a Nick venisse la brillante idea di venire a cercarmi.
 
 
 
 
 
< le stacco la testa >
< Leslie.. >
< no. La uccido. Te lo giuro. Le do fuoco. Io.. io.. mamma mia. È solo una povera sfigata gelosa>
Mio malgrado, ridacchiai.
< lascia perdere. Non possiamo farci nulla >
Leslie sbuffò, scostandosi il ciuffo di capelli rossi dagli occhi < mi dispiace Al. Suo serio. >
Alzai le spalle < fa niente. Non è poi così importante >
< si certo >
< ti giuro >
Mi lanciò un occhiata storta < Allie, per una volta nella vita, evita di fare l’orgogliosa. Non è proprio il caso >
< ma è così! È solo un’altra relazione basata sul sesso, e non mi sono ancora stancata solo perché l’idea che lui sia un professore mi eccita >
< ti stai prendendo in giro da sola, tesoro. E lo sai >
Abbassai lo sguardo, senza rispondere. Forse era vero, mi importava di Nick; ma auto convincermi che non mi importava era più facile che ammettere che forse era diventato qualcosa di più che un semplice passatempo, e che farla finita mi avrebbe davvero distrutta.
Il suono della campanella mi distrasse dai miei pensieri, e, entrando nell’aula di storia, vidi Ariana rivolgermi un sorrisino tirato.
Sbuffai, buttando la testa sul banco e trattenendomi a mala pena dallo scoppiare a piangere.
Ci avevo lavorato così tanto. Avevo passato intere nottate sveglia studiando capitoli che già sapevo a memoria solo per non deluderlo, e ora, per colpa di una fottutissima stronza, avrei mandato tutto al diavolo.
Le uniche a non sfociare in versi scocciati, quando Nick annunciò la verifica a sorpresa, fummo io, Leslie e Ariana, ma qualcosa mi diceva che io ero l’unica a non volere quella verifica per una ragione valida. D'altra parte, da quando era Nick ad insegnare il livello generale si era alzato di molto: le ragazze ci tenevano un casino a fare bella figura, e quindi non arrivavano mai impreparate a lezione, e, i ragazzi, che vedevano Nick come una specie di coetaneo, studiavamo molto più volentieri.
Quando abbassai lo sguardo sul foglio, mi colpì una fitta allo stomaco.
Erano 15 domande,e di una sola di quelle non ero sicura della risposta.
Cercando di non far salire le lacrime, sbagliai deliberatamente più della metà delle risposte.
Bhè, alla fine dov’era il problema?
All’inizio dell’anno avevo preparato psicologicamente mia madre per la mia bocciatura in storia, alla fine non se la sarebbe presa poi così tanto.
 
Quando la campanella suonò, mi alzai di malavoglia strisciando i piedi, e consegnai il foglio nelle mani di Nick senza nemmeno guardarlo in faccia.
L’avrei deluso, e questa consapevolezza mi pesava sullo stomaco più di quanto facessero la possibilità di essere scoperti o l’insufficienza in storia.
Tornai al mio banco e raccolsi le mie cose in fretta,e uscii dalla classe senza nemmeno degnarmi di salutarlo.
Con la coda dell’occhio lo vidi fissarmi, ma resistetti alla tentazione di tornare indietro e mi chiusi in bagno, cercando di darmi una calmata e di convincermi che non mi ero davvero innamorata del mio professore di storia.
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Ciao meraviglie!
scusate il ritardo, ma questo capitolo proprio
non si decideva a venire fuori D:
spero comunque che vi piaccia e che..
apprezziate la novità! ahahah

comunque, ho seriamente bisogno di un consiglio,
vero che posso chiederlo a voi? <3

sono una ruffiana 
LOL
ok, vi lascio al capitolo!

vi amo tutte, E








Avevo ignorato Nick per una settimana intera, evitando di rispondere al cellulare, di rimanere in classe per più di dieci secondi dopo il suono della campanella e girando per i corridoi sempre in compagnia di qualcuno che non fosse Leslie.
Mi svegliai,  per la prima volta dopo mesi, senza l’insistente suono della sveglia che mi martellava nelle orecchie. Era il primo giorno di vacanza e, se non avessi avuto quel perenne peso sullo stomaco, ero sicura che me lo sarei goduta a pieno.
 
Infilandomi dei pantaloncini a caso e una tuta sgualcita, scesi in cucina, e lo spettacolo che mi si presentò davanti mi gelò il sangue nelle vene.
C’era mamma, affaccendata ai fornelli, che dava le spalle a mio padre, seduto al tavolo, che parlava tranquillamente con il mio insegnante di storia.
Mossi qualche passo incerto verso la cucina, e Nick alzò lo sguardo dalla tazza fumante che mamma gli aveva messo davanti.
< professore? Che cosa ci fa qui? > arrossii di botto, abbassando gli occhi e fissandomi le pantofole.
< volevo parlarti della tua verifica di storia, Allie >
Chiusi gli occhi, dandomi mentalmente dell’idiota.
Mi ero completamente dimenticata di dirlo ai miei genitori.
< ah. E perché? >
< penso che tu sappia benissimo il perché > era stato mio padre a parlare, e mi guardava con un cipiglio severo che non prometteva nulla di buono.
Tutta la tensione che mi portavo dentro da giorni stava per esplodere, e fissavo Nick con sguardo supplicante, sperando che capisse, che non continuasse ad infierire.
< sentite, vi dispiace se io e Allie parliamo un attimo in privato? Il fatto che lei non studi storia perché pensa che io la odi è qualcosa che riguarda noi due >
Nick aveva parlato senza guardarmi in faccia, rivolgendo un sorrisino tirato a mio padre, che annuì appena.
Sia lui che mamma uscirono dalla cucina, non prima di avermi fulminato con un’occhiataccia.
Sospirando, mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti di fronte a Nicholas.
I capelli, più spettinati del solito, erano tenuti indietro da una fascia, la maglia bianca con scollo a V era semi nascosta da una camicia da boscaiolo che aveva risvoltato sui gomiti.
Più che un professore sembrava uno di quei ragazzini fighetti ai quali piace atteggiarsi.
Notai che evitava il mio sguardo, e io rimasi in silenzio,fissando un punto indefinito sul tavolo.
Dopo quelle che mi parvero ore, lo sentii sospirare
< perché mi eviti, Al? >
< non ti sto evitando > risposi, fin troppo frettolosamente.
< oh no, certo. Non rispondi alle mie chiamate, non ti fermi dopo la lezione.. e quella verifica, Al! Il giorno prima mi avevi ripetuto tutto perfettamente! >
< prof, a tutti capita di sbagliare a volte >
Azzardai uno sguardo al suo viso.
Sembrava sconvolto, e confuso, e qualcosa nel mio stomaco iniziava a pesare in una maniera insopportabile.
< che cos’è successo? E da quando mi chiami professore? >
Io sbuffai < senti, tu sei il mio professore, io la tua alunna. Andrai a casa di tutti quelli che hanno preso una F? io non credo. >
< è questo il problema? Che sono venuto a casa tua? >
< ma non capisci, Nicholas? > dissi, la voce ridotta ad un sussurro tremulo < noi non possiamo stare insieme >
Una lacrima rigò silenziosa la mia guancia, mentre gli occhi di Nicholas si posavano nei miei.
Nessuno parlò, il silenzio rotto solo dai miei singhiozzi.
< c’è un motivo preciso per il quale non possiamo stare insieme? >
< me lo dica lei, professore >
Lo sguardo che mi rivolse era sprezzante, ferito < cos’è Allie, ti sei stancata del tuo giochetto? Fartela con un professore non ti eccita più? >
Io scossi la testa < no idiota.. è che.. è sbagliato >
Lo sentii ripetere sarcasticamente la parola ‘sbagliato’, per poi alzarsi di scatto e superare il tavolo
< dove vai? > chiesi, una nota acuta nella voce
< suonerà melenso, ma me ne vado fuori dalla tua vita. dopotutto, sono sbagliato, no? >
Sobbalzai quando sentii la porta sbattere.
Un’altra lacrima rigò il mio viso, seguita da un’altra, un’altra, e un’altra ancora.
 
 
 
 

So keep in mind all the sacrifices I’m making,
to keep you by my side, and keep you from walking out the door
 Don’t you say, goodbye, don’t you say, goodbye,
I’ll pick up these broken pieces till I’m bleeding, if that’ll make it right

Cuz there’ll be no sunlight, if I lose you baby
There’ll be no clear skies, if I lose you baby
Just like the clouds pass, I would do the same,
If you walk away, everything will rain, rain, rain
{ it will rain – Bruno Mars

 





Nemmeno due giorni e saremmo tornati a scuola.
Seduta su una panchina del parco, osservavo malinconica una coppia  che si scambiavana effusioni.
La ragazza, con dei lunghi capelli neri legati in una coda, rideva ad una battuta appena fatta dal ragazzo.
Sospirai, abbassando lo sguardo.
Se anche la storia con Nick fosse andata avanti, non avremmo mai potuto fare cose del genere; come uscire a prendere un gelato, o semplicemente tenerci per mano.
Eppure, nonostante questo, pensare a lui riusciva sempre a farmi stare male, e; siccome sbucava nella mia mente più o meno ogni 30 secondi, non avevo passato delle vacanze molto felici.
Quella mattina, guardandomi allo specchio, avevo notato le occhiaie che avevo sotto gli occhi, e che sembravano arrivare fino alle ginocchia. Ero davvero uno straccio.
Tornai ad osservare la coppia che rideva, e, quando la ragazza appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo, scorsi un viso fin troppo familiare per non riconoscerlo.
Cercai di ricacciare indietro le lacrime, mentre vedevo Nicholas lasciare un bacio sulla testa della ragazza, che sorrideva mesta.
Cercando di dominare l’istinto di strappare la testa ad entrambi, fissai il cappuccino che stringevo fra le mani tremanti, che rischiava di strabordare.
Feci un profondo respiro per calmarmi, e, a passo lento, mi avviai verso la panchina.
Ero a pochi metri da loro quando Nick alzò lo sguardo, incrociando il mio.
Lo vidi spalancare leggermente gli occhi e togliere immediatamente il braccio dalle spalle della ragazza, che guardava da me a lui con un espressione confusa sul viso.
< salve prof > finsi un sorriso, cercando di moderare la voce
< A-Allie! >
<oh! È una tua alunna? > intervenne la ragazza, sorridendomi.
Nicholas annuì appena.
< si , e tu chi sei? > chiesi, sperando che il tono omicida passasse inosservato.
Quella si aprì in un largo sorriso < bhè,fino a qualche ora fa la ex-ragazza del tuo prof, ora, chi lo sa! > scoppiò a ridere, senza accorgersi dell’atmosfera gelata che si era appena venuta a creare.
Fissai Nicholas, che mi guardava come a chiedermi scusa.
< sono felice che siate tornati insieme > dissi, a denti stretti.
Quella annuì < anche io! Non immagini quanto! Ci eravamo lasciati perché io sono andata a studiare all’estero, e ci sembrava stupido continuare una storia a distanza. Ma ora sono tornata, e la prima cosa che ho fatto è stato chiamarlo! >
Chiusi gli occhi per un secondo, giusto il tempo per impedire alle lacrime di iniziare a scendere.
Contemplai per un attimo la mano della ragazza appoggiata al ginocchio di Nicholas, prima di sospirare.
Che senso aveva cercare di strapparle i capelli?
Forse era meglio così.
Forse così Nicholas non avrebbe dovuto nascondersi e non avrebbe rischiato di perdere il lavoro, e io ..
Bhè, e io avrei trovato qualcun altro.
< bhè ehm, io ora dovrei andare! Salve >
E, con un sorriso tirato, voltai le spalle al mio professore di storia, troppo impegnato a ridere con la sua ex-nuova fidanzata per accorgersi che dentro stavo cadendo a pezzi.





Say she can love you like I do
Look me in the eyes and say it's true
I ask myself is this love at all
When I need you most you let me fall
I'm always here at the side of your stage
Let you live your life
Pretend I'm okay
I'll be okay
{ Take Me Along – Miley Cyrus
 

 
 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Hello :3
nnnuovo capitolo, che, personalmente, a me piace un sacco!
c'è una novità, ossia c'è anche il punto di vista di Nick!
fatemi sapere se vi piace o se devo lasciare solo quello di Allie!


loge u

E.









< gli stacco la testa >
< Lesl.. >
< lo aspetto sotto casa e lo meno con una spranga >
< Lesl..>
< poi mi darà il debito – se sopravvive – ma è una cosa che deve essere fatta >
< la smetteresti? >
< tu zitta. Sei di parte >
< Sei impazzita? >
< no, sono incazzata >
Sbuffai, nascondendo la testa tra le gambe.
Era il primo giorno di scuola, e, sedute sui gradini dell’ingresso, avevo raccontato a Leslie quello che era successo. Probabilmente le mie occhiaie erano una sufficiente spiegazione, ma leslie aveva voluto i particolari.
Sbirciai l’orologio; di lì a 10 minuti sarei dovuta tornare in classe, e sapevo troppo bene che le prime due ore del lunedì mattina erano occupante interamente da storia, e quindi, da Nicholas. A ripensarci, mi sentivo una stupida. Probabilmente lui mi vedeva come una bambinetta con cui divertirsi mentre la sua fidanzata figa era all’estero.
Alzai la testa appena in tempo per notare Ariana che si avvicinava, con un sorrisetto da demente stampato in faccia.
< vedo che hai fatto quello che ti ho detto > commentò sarcastica.
< ciao anche a te, Ariana >
La sua risatina finita fece voltare alcuni studenti < vedo che non ci ha messo molto a rimpiazzarti >
Fece un cenno con il mento alle sue spalle, e io mi sporsi per vedere di che cosa parlava, anche se potevo benissimo immaginarlo.
La ragazza della panchina, era attaccata alle labbra di Nicholas, che la stringeva in un abbraccio mozzafiato.
< Allie.. > leslie mi aveva appoggiato una mano sulla spalla, ma la scansai, e, alzandomi di scatto, entrai a scuola.
Sapevo che fuggire non sarebbe servito a niente, che senza presentarmi in classe gliel’avrei data vinta, ma non ci riuscivo, era più forte di me.
Mi fiondai in bagno, sbattendo la porta e chiudendomi a chiave in uno dei tanti cubicoli vuoti.
Non era giusto.
Possibile che mi fossi sbagliata tanto su di lui? Che lui fosse quel tipo di ragazzo che entra ed esce dalle relazioni come se fossero nulla? Possibile che io non significassi assolutamente nulla per lui?
Iniziai a piangere senza nemmeno rendermene conto, stringendo i pugni così forte da conficcare le unghie nella carne.
 
 
 
 
 
 
 
Ero in ritardo di mezz’ora, ma non volevo che nessuno si accorgesse che avevo pianto. Prendendo un bel respiro, bussai alla porta dell’aula, e sentii un debole avanti provenire dall’interno.
Mi affacciai alla porta e notai l’espressione sorpresa sul viso di Nicholas
< sanderson? Le pare l’orario di arrivare? > doveva trovare il disegno sulla mia maglietta molto interessante, perché era a lui che si stava rivolgendo
< mi scusi prof, sa, la sveglia >
Mi guardò stralunato e mi fece segno di andare a sedermi. Notai lo sguardo accusatore di Leslie, ma cercai di non farci troppo caso.
Per l’ora e mezza successiva feci di tutto per cercare di chiudere fuori dalla mente la voce di Nicholas, con la testa china sul banco.
Mi sforzavo di non ascoltarlo, pensando a tutto meno che a lui.
Non tentò nemmeno di richiamarmi, e quando suonò la campanella, mi lasciò uscire senza degnarmi di uno sguardo.
 
 
 
 
 
 


< dai Nicky, mi porti a fare shopping? > chiese la ragazza, facendo gli occhi dolci.
< non posso Zoe > sbuffò Nick < ho più di 20 compiti in classe da correggere >
erano le quattro, e l’indomani aveva promesso alla sua classe che avrebbe riconsegnato i compiti, che non aveva nemmeno ancora iniziato a leggere.
Il suo nervosismo era alle stelle, senza contare che quel giorno non era riuscito a non notare gli occhi fin troppo rossi e lucidi di Allie.
E ora ci si era messa anche Zoe, che voleva portarlo a tutto costi a fare shopping, e che lo seguiva ovunque.
Sospettava che la ragazza avesse capito che fra lui ed Allie c’era qualcosa, perché non appena lei se n’era andata, quel giorno al parco, aveva iniziato a tempestarlo di domande, e quella mattina aveva insistito per accompagnarlo a scuola.
< dai Nick, hai tutta la sera per farlo! >
Nick sbuffò spazientito < ti capita mai di ascoltare quello che dico? Ho 20 compiti da correggere, sarà un miracolo se riuscirò a dormire stanotte >
Zoe alzò gli occhi al cielo. Nick la vide mettere il broncio e capì che si aspettava che lui si scusasse.
Bhè, si sbagliava di grosso.
Non solo era rispuntata nella sua vita da un momento all’altro senza il minimo preavviso, ma aveva anche mandato a farsi fottere le ultime poche speranze che gli erano rimaste con Allie.
Quella mattina, quando si era accorto che allie l’aveva visto baciare Zoe, aveva provato a correrle dietro, ma leslie si era frapposta fra lui e la porta.era rimasta a guardarlo come a dire, provaci.
Era irritato dal fatto che Leslie gli avesse impedito di raggiungere Allie.
Irritato dal fatto che Zoe pretendesse che le cose tornassero come prima.
Ma, più di tutto, era irritato dalla consapevolezza di amare Allie ma di non poterla avere.
 

 
 
 

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


15 recensioni per un capitolo?
POSSO DIRE DI AMARVI?
mio dio sfjdbsfjh
ora, scusate infinitamente se ci ho messo tanto a postare, ma ehm,
scrivere di storie amorose (?) ultimamente non fa
bene al mio umore ><
perdonatemi :3

ora, godetevi il capitolo e non mi ammazzate Zoe, per favore AHAHA
la canzone alla fine secondo me è perfetta, e in più ultimamente sta facendo
da colonna sonora alla mia vita :3
in questo capitolo non ho messo il POV di Nick, ma nel prossimo ci sarà :)

l

LOVE U LIKE A LOVE SONG 
E
































Le ore di storia erano diventate una specie di incubo, ne avevo già saltate molte ma non potevo permettermi di assentarmi a tutte, quindi ero costretta a vederlo.
Vedere come sembrasse a suo agio, come sembrasse felice, mi pesava sullo stomaco in una maniera quasi insopportabile. Certo, alla fine la nostra storia non era durata nemmeno un mese, ma mia madre mi aveva sempre detto che non bisogna necessariamente conoscersi da anni per innamorarsi. Puo’ bastare uno sguardo, un giorno, un mese. E, di sicuro, la voragine che avevo al centro del petto indicava chiaramente che mi fossi innamorata.
Leslie era profondamente convinta che sarei dovuta sgusciare nel suo ufficio, chiudere la porta e fargli passare i venti minuti migliori della sua vita, ma io ero convinta che un po’ di sesso non avrebbe sistemato le cose.
Sbuffai, sentendo una lacrima scivolarmi lungo la guancia.
Oramai i miei pomeriggi erano tutti uguali: me ne stavo chiusa in camera mia, ascoltando musica deprimente, e ogni tanto scoppiavo a piangere, così, senza motivo.
Quel giorno però, Leslie aveva insistito per portarmi fuori a fare shopping, dicendo che se continuavo così sarei arrivata all’età di 50 anni ancora single e circondata da gatti.
Sbuffando al suono del mio cellulare, afferrai la borsa e mi precipitai giù dalle scale.
Leslie era in macchina che mi aspettava, e non feci in tempo ad entrare che mi buttò le braccia al collo
< allora Sanderson! Pronta per un pomeriggio di shopping selvaggio? >
Mio malgrado sorrisi, e leslie, mettendo la musica al massimo, partì di scatto verso il centro commerciale.
Se c’era una cosa che a Leslie piaceva più dei ragazzi, era lo shopping.
Era capace di passare ore in un negozio, per poi uscire senza aver comprato nulla.
Di solito, mi trascinava sempre con lei ogni volta che c’era una festa o un evento importante in vista, ed attualmente il mio armadio era grande il doppio di quanto lo sarebbe stato se non ci fosse stata lei.
Praticamente, per lei, mettere lo stesso vestito per due volte di seguito era un abominio.
Parcheggiammo la macchina davanti all’entrata del centro commerciale, e Leslie mi prese per un braccio e mi trascinò dentro.
Ridendo dell’espressione estasiata che aveva assunto adocchiando una camicetta in vetrina da H&M la seguii nel negozio, dove iniziò a piantarmi in mano vestiti su vestiti.
Quel giorno, stranamente, non eravamo lì per lei, ma per me.
Leslie aveva una teoria tutta sua, che partiva da ‘ quando una donna vuole cambiare, inizia dai capelli ‘ e finisce con ‘ ogni scusa è buona per cambiare guardaroba’ .
In pratica, era convinta che per dimenticare Nick mi ci volesse un nuovo taglio di capelli e un nuovo stile, e bom! .. sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.
Non ero molto convinta che avrebbe funzionato, ma Leslie aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto. E poi, sinceramente, i miei anonimi capelli castani mi avevano un po’ stancato, e; dopo aver avuto sotto gli occhi ogni santa mattina il look sofisticato della fidanzatina del prof, le mie magliette tinta unita e le felpone enormi iniziavano a mettermi a disagio.
Leslie, che aveva già ideato uno stile del tutto nuovo, mi obbligò a comprare fiumi di calzoncini, collant e Jeans strappati, maglioni enormi e magliette molto alternative.
Non ero esattamente sicura che quello fosse il mio stile ma, una volta che fummo a casa,Leslie mi posizionò davanti allo specchio e io fui costretta ad ammettere che non ero niente male.
I miei capelli castani, un tempo dritti come spaghetti e lunghi fino alla schiena, ora erano tinti di un castano scuro tendente al mogano, erano scalati in più punti e la parrucchiera li aveva lasciati asciugare da se, così che ora scendevano leggermente mossi e vaporosi lungo la schiena. Il ciuffo laterale che mi aveva fatto non nascondeva del tutto la matita nera con cui leslie mi aveva obbligato a contornare gli occhi, e il rossetto rosso che avevo sulle labbra le faceva sembrare fin troppo carnose.
I mini pantaloncini che avevo quasi sparivano sotto la maglia, grigia e con un disegno complicato sopra. Le collant nere quasi strappate fasciavano le mie gambe, e le Dr. Martens nere con le cuciture gialle  le facevano sembrare ancora più sottili.
Leslie mi guardava con gli occhi spalancati, e, se dovevo essere sincera, mi piacevo da morire.
Per festeggiare la novità, Leslie mi offrì un aperitivo, e, mentre ci dirigevamo verso il nostro bar preferito, vidi qualcosa che avrei preferito evitare.
Mano nella mano, proprio come i fidanzatini che erano, c’erano Nick e Zoe, e stavano camminando proprio nella nostra direzione.
Emisi un suono che era a metà tra un pigolio e il rumore che farebbe un topo calpestato, ma Leslie mi rivolse un’occhiata severa.
< piantala di fare la cordarda. Ora andiamo la e ci parliamo, e tu gli fai vedere che non hai bisogno di lui >
Avrei tanto voluto ribattere con un ‘ ma io ho bisogno di lui’ , però colsi l’espressione che aveva Leslie e stetti in silenzio.
La seguii mentre si avvicinava a loro.
Zoe fu la prima a notarci, e ci rivolse un breve sorriso. Sembrava seccata di vederci. Anzi; lo era di sicuro.
Anche Nick ci vide, e potrei giurare di aver visto le sue guance tingersi di rosso per qualche secondo.
< prof! > esclamò Leslie allegra; sembrava l’unica del gruppo a non desiderare di essere ovunque meno che li.
Nick si aprì in un sorriso tremulo < ragazze, ciao >
Con la coda dell’occhio, lo vedevo osservarmi, dalla testa ai piedi,e poi ancora.
Di colpo, tutta la sicurezza che avevo provato davanti allo specchio era sparita.
Forse le mie gambe erano troppo magre.
I capelli scuri non mi stavano bene.
La maglia era troppo larga, i pantaloncini troppo corti.
Probabilmente ero orrenda e nick si stava trattenendo dallo scoppiare a ridere, chiedendosi come aveva fatto a preferire me a quello schianto di ragazza a cui ora teneva la mano.
< sei bellissima >
Queste parole volteggiarono nel silenzio più assoluto per qualche secondo, e io ci misi un po’ a convincermi che era stato Nick a pronunciarle.
< eh? > chiesi, un po’ esitante.
Vidi  Leslie roteare gli occhi.
< sei bellissima > ripetè nick, questa volta guardandomi dritta in faccia.
Non lo guardavo negli occhi da settimane, e d’improvviso sentii le gambe farsi molli, e uno stormo di ucceli agitarsi nel mio stomaco.
Ma, a spezzare tutto, fu la risata melliflua di Zoe
< il tuo prof ha ragione > disse, sottolineando le parole ‘il tuo prof’ < questo stile ti dona proprio. Ricordo che ne avevo uno simile, quando ero piccola come te >
Feci appena in tempo a dare una gomitata a Leslie, che aveva appena aperto bocca per rispondere.
Zoe, sempre sorridendo, prese di nuovo Nick per mano, e, salutando, ci superò, senza evitare di darmi una piccola spinta.

 
 




and i should've been there, in the back of your mind 
i shouldn't be asking myself why 
you shouldn't be begging for forgiveness at my feet... 

i can't resist... 
before you go, tell me this 
was it worth it? 
was she worth this? 

{ Taylor Swift - Should've Said No

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


 

ehi vooi!
questo capitolo non mi piace molto, ma è lunghissimo!
scusate se non rispondo mai alle vostre recensioni,
ma ho pochissimo tempo!
sappiate però che le apprezzo da morire, dalla prima all'ultima,
e che riuscite sempre a strapparmi un sorriso!

bhè, che dire, vi lascio al capitolo!

siete meravigliose.

E.






















Close enough to start a war
I can’t keepup with your turning tables
Under your thumb, I can’t breathe
So I won’t let you close enough to hurt me
No, I won’t rescue you to just desert me
I can’t give you the heart you think you gave me
It’s time to say goodbye to turning tables
To turning tables
 
{ Adele – Turning Tables
 

 
 









Fin da piccola avevo sempre voluto trovare qualcuno che mi amasse incondizionatamente.
Qualcuno che mi guardasse nel modo in cui tutti i ragazzi guardano le proprie ragazze nei film, qualcuno che mi facesse sorprese, che cantasse per me anche se stonato, che mi amasse.
Ora, mentre guardavo Nick e Zoe che ,come ogni mattina arrivavano a scuola insieme; avevo la certezza che io una persona del genere non l’avrei mai trovata.
Non tanto perché non ci fosse nessuno a cui piacevo, ma più che altro perché andavo sempre ad innamorarmi degli stronzi, prendendola puntualmente nel culo.
Oramai, tutte le mattine era la stessa storia:
arrivavano, Nick scendeva dalla macchina ed apriva il baule, tirava fuori la sua 24ore, raggiungeva Zoe che nel frattempo era scesa dalla macchina e lasciava che lei gli si avvolgesse addosso come un polipo, sotto gli sguardi divertiti della metà degli studenti.
Non il mio.
E ovviamente, ogni santissima volta, prima di andarsene, Zoe mi rivolgeva quel fottuto sorrisetto, che per ogni persona all’oscuro della mia  "relazione" con il prof avrebbe voluto dire ‘ ehi ciao, tu sei l’alunna del mio ragazzo’ mentre per chi, come me e leslie, aveva buone ragioni per credere che mi odiasse, quel sorrisetto significava ‘ ehi sfigata, guarda come mi limono il tuo ex ragazzo proprio sotto al tuo naso’
Era qualcosa di patetico.

Quel giorno, concentrarmi sulle lezione fu più difficile del solito.
Era sabato, e quei geni dei miei amici avevano organizzato una specie di serata alunni – professori. Inutile dire che Nick era uno dei pochi professori che aveva accettato; mentre la maggior parte degli altri aveva gentilmente declinato l’offerta, facendo però capire che si sarebbero volentieri fatti immergere nell’acido piuttosto che passare con noi più tempo del necessario.
Mentre suonava l’ultima campanella della giornata, e la prof. di matematica ci augurava buona fortuna per il nostro ‘ festino alternativo’ , fui colpita dall’atroce dubbio che probabilmente Nick si sarebbe portato dietro quella sanguisuga.
Troppo occupata a pensare a come avrei fatto ad evitare il suo sorrisino strafottente, andai a sbattere contro qualcuno.
L’intero contenuto della mia borsa finì a terra facendo un rumore assordante, e poco ci mancò che non mi rompessi l’osso del collo scivolando su una matita.
Grazie a dio, una mano mi si strinse attorno al polso, impedendomi di finire a gambe all’aria.
Carica di riconoscenza, alzai gli occhi per vedere chi era stato il mio salvatore, pentendomene all’istante.
Davanti a me – con ancora la mano stretta al mio polso- c’era Nick.
Un Nick che si stava chiaramente sforzando di non scoppiare a ridere.
< si, molto divertente davvero >
Borbottai, chinandomi per rimettere le cose nella borsa.
Lui ridacchiò, iniziando ad aiutarmi. Il mio cuore fece un balzo: ora le nostre mani si sarebbero sfiorate, avremmo alzato la testa e ci saremmo guardati negli occhi; lui avrebbe capito di amarmi, avrebbe mollato la spilungona e avrebbe dichiarato a tutti il suo amore per me.
Scossi la testa. Dovevo dire a Leslie di smetterla di farmi guardare le sue soap opera.
< ma quanta roba hai nella borsa? > chiese, mentre si sbilanciava per raccogliere un pacchetto di caramelle.
< ho quello che mi serve > ribattei acida, e lo vidi ancora stringere le labbra per non scoppiarmi a ridere in faccia.
Nel frattempo, il corridoio si era svuotato, e le nostre voci venivano amplificate tre volte più del normale.
< allora, stasera ci vieni alla festa? > chiese, appoggiandosi all’armadietto di fianco al mio mentre io lo aprivo per rimetterci dentro i libri.
< si, probabile > ribattei. Ce la stavo davvero mettendo tutta per apparire fredda e disinteressata, ma il rossore sulle mie guance rendeva difficile essere credibile.
All’improvviso, posò una mano sul mio fianco scoperto, posizionandosi dietro di me e facendo aderire i nostri corpi.
Cercai di rimanere immobile mentre il respiro mi si mozzava e venivo scossa da un brivido, e sentii chiaramente qualcosa esplodere nel mio stomaco quando i suoi ricci mi solleticarono la guancia, mentre lui lasciava qualche bacio disordinato sul mio collo e sulla mia spalla, spostando di poco la maglietta.
< mi farebbe tanto piacere se venissi > l’aveva detto talmente piano che avrei anche potuto far finta di non sentirlo, e, prima che potessi rispondergli o decidere di reagire in qualche modo, si era già voltato e stava già scendendo i gradini che portavano al parcheggio.
Sospirai, chiudendo gli occhi e lasciandomi scivolare lungo gli armadietti fino a terra.
Non potevo continuare in quella maniera.
Dovevo smettere di dipendere da lui, se lui non dipendeva da me.
Quella sera, mi sarei trovata un ragazzo figo e mi sarei divertita. Ero stanca. Stanca di basare il mio umore a seconda di come lui si comportava con me, stanca di lui, in verità.
Stanca di dipendere da lui.
 
 






 
 
 
Erano almeno dieci minuti che fissavo Nicholas ballare strusciandosi su Zoe.
Il mio professore di storia aveva avuto la brillantissima idea di portare la sua ragazza alla festa alunni – insegnanti.
Eravamo in un locale fuori città, poco frequentato, con la musica che spaccava i timpani e fin troppi drink alcolici tra le mani.
Mentre tutti si scatenavano in pista, io ero rimasta ferma immobile a fissarli.
Volevo spostare lo sguardo, lo volevo davvero, ma c’era qualcosa che me lo impediva. Forse era il fatto che stavo analizzando ogni suo minimo sguardo, gesto e comportamento, cercando di trovare le differenze che c’erano tra come si comportava con Zoe e come si comportava con me.
Inutile dire che Zoe sembrasse fatta su misura per lui.
Chiusi gli occhi e buttai la testa all’indietro, con la testa che mi girava in maniera spaventosa a causa di tutti i bicchieri che avevo bevuto.
Ma più alcool mandavo giù meno faceva male vederli insieme.
 
Una vocina insistente mi diceva di tornare a sedermi, mentre mollavo il bicchiere sul tavolino davanti a me e mi avvicinavo alla pista da ballo.
La musica mi rimbombava nelle orecchie e, per quanto i miei giramenti di testa me lo permettessero, con le braccia in alto, iniziai a muovermi a ritmo di musica.
Poco dopo, qualcuno mi venne addosso colpendomi lo stomaco, e poco mancò che non gli vomitai tutto addosso.
Dedicai solo una velocissima occhiata a Zoe,la quale ero sicura mi fosse venuta addosso di proposito, prima di voltarmi e di lanciarmi verso il bagno, con una mano sulla bocca.
Mi piegai sul water, chiudendo gli occhi e vomitando anche l’anima. Forse non avrei dovuto bere così tanto.
All’improvviso, sentii qualcuno che si inginocchiava accanto a me e delle mani fredde che mi tiravano indietro i capelli.
Non avevo bisogno di aprire gli occhi per capire chi fosse.
< non sei costretto a stare qui. È una cosa schifosa >
Lo sentii ridacchiare < lo so, ma sei comunque una mia studentessa >
Roteai gli occhi senza farmi vedere, prima di piegare di nuovo la testa sul gabinetto.
 
 

< stai meglio? >
Guardai la mia e la sua immagine riflessa nel grande specchio che c’era sulla parete opposta ai gabinetti, mentre masticavo la cicca che avevo messo in bocca per far sparire il sapore di vomito.
Stare nella stessa stanza con lui, da sola, nonostante fosse un bagno maleodorante, mi innervosiva. Troppo.
Come stavo? La testa mi faceva ancora male, ma non mi veniva più da vomitare. A meno che non pensassi a lui e Zoe.
< si grazie >
Sorrisi leggermente, per poi recuperare la mia borsa dal pavimento e dirigermi verso la porta.
< Allie? >
Da quant’era che non mi chiamava per nome?
Sentii qualcosa contorcersi nel mio stomaco, e la stessa vocina insistente che prima mi aveva detto di non alzarmi dai divanetti ora mi stava imponendo di fare finta di non aver sentito.
Ovviamente, non gli diedi ascolto.
Non feci in tempo a girarmi che sentii le sue labbra premere forti sulle mie, e la sua lingua cercare un varco tra le mie labbra.
Non un solo muscolo del mio corpo cercò di opporre resistenza.
Era un bacio disperato. Le nostre labbra si cercavano con una violenza tale che più volte dovetti soffocare i gemiti, e le sue mani stringevano possessive il mio bacino.
Dopo quelle che sembrarono ore, si staccò.
Passò la sua mano sulla mia guancia, delicatamente, e poi, senza darmi il tempo di dire nulla, si diresse fuori dalla porta.
 




Abbastanza vicini da iniziare una guerra,
Non riesco a stare al passo con i tuoi rovesciamenti di situazione
Sotto il tuo controllo, non riesco a respirare
Perciò non ti lascerò avvicinare abbastanza da ferirmi
No, non ti soccorrerò solo perché tu mi possa abbandonare
Non ti posso dare il cuore che tu credi di avermi dato
E’ il momento di dire addio ai tuoi rovesciamenti di situazione

 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***






 

SSalve gente!
avrei postato prima, ma oggi il mio pc è impazzito! :0
vi spiego: ho riscritto il capitolo almeno 3 volte, perchè ogni volta il pc si spegneva all'improvviso e .. BOM!
spariva tutto DD:
quindi, ero nervosa e ogni trenta secondi pensavo ' adesso si spegne '
perciò il capitolo è corto e fa un po' schifo !
mi rifarò con il prossimo :3



vi amo come Kevin ama Danielle,
come Nick ama il beatlab
e come Joseph ama instagram 


<3












I was blind but baby now I see
Broke your heart but now I know
That I was being such a fool
And I didn't deserve you
 
I don't wanna fall asleep
Cause I don't know if I'll get up
And I don't wanna cause a scene
But I'm dyin' without your love
I'm beggin' to hear your voice
Tell me you love me too
Cause I'd rather just be alone
If I know that I can't have you
{ Jonas Brothers – Can’t Have You
 

 
 
 
 
 
 
Non era possibile.
Esattamente, quante probabilità ci sono che durante una lezione di storia un alunno faccia i complimenti al professore per la sua fidanzata?
E quante probabilità ci sono che il professore risponda anche, dando origine a una discussione?
Bhè, zero se non vi chiamate Allie Sanderson.
Ma, purtroppo, io mi chiamo così, e da almeno venti minuti dovevo sorbirmi Nick che raccontava allegramente di Zoe.
Leslie, di fianco a me, non sapeva se ridere o se essere dispiaciuta per me.
Dal canto mio, avrei solo voluto alzarmi e chiedere a Nicholas perché, visto che la sua ragazza era così fantastica, sabato sera mi aveva infilato la lingua in gola.
Fortunatamente, avevo ancora un po’ di buonsenso che mi impedì di parlare, ma probabilmente gli avrei fatto quella domanda in privato.
Ogni tanto, notavo Ariana che si girava verso di me sorridendo.
Aveva smesso con i ricatti, convinta che fra me e Nick oramai fosse storia.
Bhè, anche io pensavo che lo fosse, almeno fino a sabato sera. Perché mi aveva baciata? Perché mi era corso dietro? Si sentiva in colpa? Farsela con un’alunna era maledettamente eccitante?
Avevo fin troppe domande e nessuna risposta, e di li a poco sarei impazzita.
Appoggiai la fronte sul banco, facendo più rumore di quanto avessi voluto.
< Allie, stai bene? > la voce canzonatoria di Ariana superò quella del prof, e tutti si voltarono dalla mia parte.
< eh? > chiesi, spaesata
Leslie ridacchiò < sta bene, sta bene >
< tu dici? Sembra che stia per scoppiare a piangere >
Era vero, stavo per scoppiare a piangere, ma ammetterlo davanti a Nicholas non mi sembrava la scelta migliore.
< oh no, sai ieri sera si è divertita fin troppo con il suo amichetto e non ha dormito molto >
Spalancai gli occhi, fissando Leslie che rideva, mentre dalla classe partivano risatine e fischi d’ammirazione.
Ariana aveva uno sguardo scocciato, ma i miei occhi cercarono Nicholas.
Aveva uno sguardo divertito, come la maggior parte dei ragazzi nell’aula, ma notai la sua mano stretta a pugno, tanto che le nocche erano quasi diventate bianche.
Bhè, ben gli stava.
Ringraziai Leslie con lo sguardo, e fortunatamente in quel momento suonò la campanella.
< Sanderson.. >
Mi bloccai nel bel mezzo della classe, rischiando di rompere un dente a leslie che mi era finita addosso
< che c’è prof? >
< possiamo parlare del tuo ultimo compito di storia? > chiese, rimproverandomi con lo sguardo
< è necessario? >
Notai Ariana che mi guardava sorridendo, appoggiata allo stipite della porta
< direi di si, visto che hai preso l’ennesima F >
Sbuffando, mi sedetti al primo banco, e mi sorpresi quando Nick, una volta che furono usciti tutti dalla classe, si sedette di fianco a me
< chi diamine è questo tuo ‘amichetto’? >
Sorprendente la rapidità con cui era passato dalla storia al sesso.
Ridacchiai < non ho nessun amichetto, Nicholas >
Lui mi guardò storto < ma Leslie ha detto.. >
< bhè, avresti preferito che dicesse che stavo per scoppiare a piangere per colpa tua? >
Abbassò la testa, senza rispondere.
Per un po’ nell’aula regnò il silenzio, ed io facevo di tutto per non guardarlo.
Sicuramente, guardandolo sarei scoppiata a piangere.
< Allie.. > la sua voce era poco più di un sussurro, ma la sentii come se mi avesse urlato in faccia.
< che c’è? > risposi più duramente di quanto avessi voluto, ma forse un po’ se lo meritava
< io.. mi dispiace >
Alzai le spalle < tranquillo, hai solo frainteso >
< no > scosse la testa < mi dispiace per tutto. Per non aver lottato, per essermi messo con Zoe, per aver fatto finta che non mi interessasse.. >
A quel punto, trattenere le lacrime era diventato impossibile.
Scoppiai a piangere, fin troppo rumorosamente; ma quando lui si sporse per abbracciarmi mi scostai di scatto.
< dispiace anche a me Nicholas, ma non possiamo >
Tutto quello che avrei voluto, in quel momento, era farmi stringere da lui, come una bambina; sentirmi protetta, sentirmi a casa.
Ma non potevo.
Sentivo la voce di ariana che mi rimbombava nella testa.
Nick fece per dire qualcosa, ma io scossi la testa.
< credimi, non c’è niente che mi farebbe più felice che riaverti indietro ma.. non possiamo >
Corsi fuori dall’aula il più velocemente possibile, rischiando anche di andare a sbattere contro diversa gente.
Mi catapultai in cortile, appoggiandomi al muro esterno della scuola e lasciandomi andare ad un pianto disperato.
La cosa stava degenerando.
Totalmente.
Non solo perché era il mio insegnante, ma perché ci ero finita sotto in una maniera impressionante. Non avevo pensiero che non riguardasse lui, il mio umore, dipendeva da lui.
La dovevo smettere. Non potevo andare avanti così.
Una porta che sbatteva mi fece sobbalzare, alzai gli occhi e me lo ritrovai davanti.
Feci per dire qualcosa, ma mi bloccò.
< allie, devi ascoltarmi >
< Nick, io non .. >
< io ti amo >

 
 



ero cieco ma tesoro adesso vedo tutto
ho spezzato il tuo cuore ma ora lo so
che sono stato uno stupido
e che non ti ho meritato
non voglio addormentarmi
perchè non so se mi sveglierò
e non voglio fare una scenata
ma sto morendo senza il tuo amore
ti sto implorando per sentire la tua voce
dimmi che anche tu mi ami
perchè io piuttosto starei solo
se sapessi che non posso averti






 

se a qualcuno di voi piace Niley, ho postato una nuova OS su di loro :3
andate sul mio profilo, si chiama ' i think i love you better now ' 

 
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***



 
 

Ciao!
scusatemi se sono sparita, davvero!

ma non vi interessa, quindi passiamo al capitolo:
è scritto tutto in terza persona, non so, ero ispirata :3
e siccome avevate apprezzato ho aggiunto di nuovo il
punto di vista di Nicholas!
spero vi piaccia :33



Loge






You make it hard for me to see somebody else
I’m calling her 
your name
Yea its messed up, cause I’m thinkin bout you
It’s your fault babe
I never wanted us to break up
No not this way
But you don’t understand it girl
When she touches me, I’m 
wishing that they were your hands
And when I’m with her its only bout the sex
With you I had a bad romance
And if I could, just trade her in I would
Cause nobody can pass ya


I think I better let her go
Cause I can’t leave you alone

Every day that I’m with her, all I want is you
I wanna leave but I’m afraid
That you don’t even feel the same

And now I realize that she aint you

 













 
< Nicholas muoviti! Siamo in ritardo! >
La voce di Zoe sovrastò la musica che si diffondeva nell’appartamento, facendo sbuffare il ragazzo.
Nick si guardò allo specchio: i capelli tirati indietro con il gel, la camicia bianca e i pantaloni neri. Li aveva tolti da nemmeno 5 minuti e già sentiva la mancanza dei suoi vestiti da “ ragazzino del liceo” come li aveva definiti Zoe.
Il fatto che lei avesse qualche anno più di lui la spingeva a trattarlo come se fosse un bambino, e la cosa iniziava ad irritarlo parecchio.
All’ennesimo richiamo della ragazza, Nick sbattè la spazzola sul bordo del lavandino e sbottò irritato < arrivo, Arrivo! Datti una calmata Gesù cristo! >
 
Zoe si limitò a lanciargli un’occhiata irritata, aprendo la porta e precedendolo in ascensore.
Quella domenica avrebbero cenato tutti a casa dei genitori di Nicholas, e lui e Zoe avrebbero reso ufficiale la loro relazione.
Non che Nick volesse farlo.
Eppure, dopo che Allie aveva risposto al suo ‘ti amo’ con un alquanto imbarazzato < io no > aveva gettato la spugna. Che senso aveva cercare di riconquistarla se lei non lo amava? Per quanto avesse sussurrato quel rifiuto, Nicholas lo aveva sentito forte e chiaro, e da quel giorno aveva un peso nel petto che non accennava a sparire. Il fatto di vederla tutti i giorni poi, non aiutava.
E così, quando Zoe gli aveva proposto di dire anche alle loro famiglie che stavano insieme, Nick aveva accettato. Magari con il tempo si sarebbe innamorato di nuovo di lei, chi poteva dirlo.
 
Parcheggiò davanti a casa dei suoi; per tutto il viaggio lui e Zoe non si erano rivolti la parola e lui non aveva intenzione di fare nulla per rimediare: di sicuro lei si era offesa per come le aveva risposto prima, ma lo sorprendeva il fatto che non avesse capito che lui non era più il suo zerbino, pronto a leccargli il culo ogni volta che metteva il broncio.
Denise, la mamma di Nick, aprì la porta, abbracciando stretto il figlio e rivolgendo un breve sorriso a Zoe. Non gli era mai andata molto a genio.
Entrando in salotto, Nick scoprì che non erano gli unici ad essere stati invitati quella domenica.
I signori Maddelson se ne stavano comodamente seduti su uno dei due divani, e la donna aveva ancora una gamba ingessata.
< zio, zia! > sorridendo Nick si avvicinò salutandoli, non riuscendo a non pensare ad Allie: se sua zia non avesse avuto quell’incidente e non avesse proposto lui come suo sostituto, ora probabilmente lui si sarebbe trovato in quel salotto felice di essere li con Zoe, felice e senza una preoccupazione al mondo.
Nick e Zoe presero posto sull’altro divano, mentre i genitori del ragazzo tornavano in cucina per finire di cucinare le ultime cose.
< allora Nick, ragazzo mio, come va la mia classe? > chiese la signora Maddelson, sorridendo dolcemente < a volte mi mancano, sai? >
< non ne dubito > rispose subito Nick < sono dei ragazzi fantastici. E si impegnano molto >
La donna rise bonariamente < e che mi dici di quei due mostriciattoli? >
< mostriciattoli? >
< oh si, Leslie e la sua amica! Ti hanno fatto dannare? >
Mentre il cuore aumentava di velocità, Nick rispose alla zia < oh bhè, Leslie un filino, ma allie ha deciso di studiare quest’anno >
Nel frattempo si erano aggiunti alla conversazione anche denise e paul, che avevano finito di mettere la pasta sul fuoco e si erano seduti in attesa che cuocesse
< Allie Sanderson? Quella di cui ti lamenti sempre? > chiese Denise con una risatina
La zia annuì < è la peggiore studentessa che io abbia mai avuto, e insegno da ben 30 anni >
Nick voleva ribattere, ma sentiva gli occhi di Zoe perforagli la nuca. In qualche strano modo, aveva intuito che fra lui ed Allie c’era qualcosa, e non perdeva momento per cercare di scoprire la verità.
< ma che stavi dicendo Nick? > riprese la zia < che si è messa a studiare? >
Il ragazzo annuì < si, ha dei voti discreti ora. A parte nelle ultime verifiche, ma non sta passando un bel periodo >
< oh bhè, si sarà accorta che passarsi un ragazzo ogni sera non è una bella cosa >
Nick sentì Zoe ridere al suo fianco, e ribattè irritato < non credo tu debba giudicare in questo modo i tuoi studenti senza nemmeno conoscerli zia. Non mi sorprende che fossero tanto contenti della tua assenza >
E, senza badare all’espressione scandalizzata di tutti i presenti, si diresse fuori dal salotto sbattendo la porta.
 
 
 
 
 
< Dio Al, dovrebbero chiuderti in un manicomio. >
< senti, ho dovuto dirglielo.. >
< perché? Non era più facile dire ‘ ti amo anche io’? >
< sai Lesl, a volte proprio non capisci. Ho dovuto lasciarlo andare. Non possiamo stare insieme e continuare ad illuderci non serve a nulla >
Leslie sbuffò, voltandosi a guardare le pesanti occhiaie sul volto stanco dell’amica < oh si, perché invece dirgli una bugia ti ha reso sprizzante di gioia, eh? >

 
 

 






Tu rendi difficile per me vedere qualcun’altra
sto chiamando lei con il tuo nome
già è un casino, perchè sto pensando a te
E’ colpa tua baby
io non ho mai voluto che noi due rompessimo
no, non in questo modo
ma tu non lo capisci ragazza
quando lei mi tocca, desidero che siano le tue mani a farlo
e quando sto con lei è solo sesso

Penso che farei meglio a lasciarla andare
non posso lasciare te in pace
ogni giorno in cui sono con lei, tutto ciò che voglio sei tu
Vorrei lasciarla ma ho paura
che tu non senta lo stesso

ed ora mi rendo conto che lei non è te


 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Spiacente di essere sparita :3
Però ora sono tornata, con un capitoletto che a me piace assai (?)
AHAHAH mi autocensuro che è meglio.
Comunque, sono due settimane che sono al mare e quindi sono rilassatissima e felicissima.
Può esserci qualcosa di meglio?
Ora vi lascio al capitolo va!
Recensite in tante!
Loge, E
 

 
 
 









But you didn't have to cut me off 
Make out like it never happened 
And that we were nothing 
And I don't even need your love 
But you treat me like a stranger 
And that feels so rough 
You didn't have to stoop so low 
Have your friends collect your records 
And then change your number 
I guess that I don't need that though 
Now you're just somebody that I used to know

{ Gotye – Somebody That I Used To Know
 

 
 
 
 
 

Probabilmente la preside voleva vedermi perché Ariana le aveva detto di Nicholas. Oppure perché pensava che avessi copiato per quei compiti di storia. O forse per punirmi per qualcosa che non avevo combinato.
Bussai alla porta del suo ufficio, un peso fermo nel petto e la mano che tremava leggermente.
Sentii il suo debole e quando aprii la porta per poco non mi scappò un urlo.
Seduto sulla sedia davanti alla scrivania c’era Nicholas, che aveva la stessa espressione terrorizzata e colpevole che probabilmente in quel momento avevo io.
Mormorai un < buongiorno > appena accennato per poi andare a sedermi, a testa bassa e il più lontano possibile da Nicholas.
< allora > incominciò la preside, e mio malgrado alzi gli occhi per fissarla < noi tre dobbiamo parlare di una cosa molto importante che riguarda voi due >
Con la coda dell’occhio vidi Nicholas muoversi nervosamente sulla sedia, e a mia volta faticai a rimanere seduta sulla mia e ad impedirmi di scappare a gambe levate.
La preside ci lanciò uno sguardo indagatore, per poi togliersi gli occhiali e passarsi stancamente le mani sugli occhi
< Allie, perché non studi storia? >
Io e nicholas ricominciammo a respirare quasi nello stesso momento, mentre il nodo che avevo nello stomaco si scioglieva e mi sentivo invadere dal sollievo
< è noiosa >
 riuscii a malapena a soffocare una risata di fronte allo sguardo stralunato di nicholas.
< noiosa? > commentò la preside, una punta di acidità nella voce
Io annuii.
Lei mi fissò in silenzio per qualche minuto, per poi esclamare < sei l’unica della tua classe ad avere l’insufficienza. Perfino gente che nelle altre materie non arriva al 2 va meglio di te >
Fece una pausa per vedere se le sue parole avevano fatto effetto < ti farei aiutare da un tuo compagno, ma so che riusciresti a cavartela in qualche modo. È per questo che sarà proprio il professor Nicholas ad aiutarti >
Strabuzzai gli occhi, voltandomi verso Nick che non aveva fatto nemmeno una mossa.
< per lei va bene professore? >
Volevo che rispondesse di si, ma volevo anche che rispondesse di no.
Volevo che rispondesse di si perché così avrei potuto stare con lui, ma volevo che rispondesse di no perché se fossi stata con lui sapevo che non avrei resistito più di cinque minuti prima di baciarlo.
Cazzo.
< si, se Allie è d’accordo per me va bene >
La preside mi lanciò un occhiata < Allie è d’accordo senz’altro >
Io annuii, visto che non avevo scelta.
 
 
 
 
 
< Allie.. >
Sobbalzai, mentre infilavo gli ultimi libri nell’armadietto.
Mi voltai e trovai Nicholas che mi fissava; spostava nervosamente il peso da un piede all’altro e sembrava rimpiangere di avermi chiamata
< si? >
Con la coda dell’occhio notai Leslie che si allontanava
< per le ripetizioni.. ehm.. facciamo sabato? Perché lunedì c’è il compito e pensavo che.. >
< si, ok > lo interruppi, senza nemmeno lasciarlo finire < sabato va bene >
Lui annuì < alle quattro? >
< alle quattro> assentii
< bhè, ciao >
< ciao >
Lo guardai allontanarsi e sospirai, mentre gli angoli degli occhi iniziavano a pizzicare.
Come avevamo fatto a finire così?

 

Ma non dovevi tagliarmi fuori
Far finta che non fosse mai successo e che noi non fossimo stati niente
Non mi serve neppure il tuo amore
Ma tu mi tratti come un estraneo e sembra così brutale
No, non dovevi abbassarti a tanto
Lasciare che i tuoi amici collezionino i tuoi messaggi e poi cambiare numero
Credo di non aver bisogno di questo, anche se
Adesso sei solo qualcuno che un tempo conoscevo
 

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Non sapevo che canzone mettere, questa non c’azzecca molto ma vabbè, si riferisce alla storia in generale :3
oora, il capitolo mi piace, perciò vedete di farvelo piacere e di lasciare taaante recensioni è.é

È un ordine.
 
I love you like Kevin Jonas Loves Danielle.

E.

 






Yeah, it's difficult
Watching us fade
Knowing it's all my fault
My mistake
Yeah, it's difficult
Letting you down
Knowing it's all my fault
You're not around
{ These Four Walls – Miley Cyrus
 

 
 
 
 










Se la prima volta che avevo bussato a quella porta ero nervosa, non era niente a come mi sentivo in quel momento, con un peso sullo stomaco e la voglia di correre per chilometri, solo per mettere più distanza possibile fra me e quella casa.
Un po’ per tutte le cose non dette,per le incomprensioni, per le lacrime, e più di tutto per la paura di ritrovarmi Zoe che gironzolava per casa, avrei dato tutto per essere ovunque tranne che lì; ma poi mi venne in mente mio padre che mi diceva che se non avessi superato il corso di storia non sarei andata in vacanza con Leslie, e quindi mi costrinsi a bussare.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti quando Nicholas aprì la porta mi lasciò senza fiato.
Era chiaramente appena uscito dalla doccia, perché aveva solo un asciugamano stretto in vita, i capelli erano fradici e lungo tutto il suo corpo di rincorrevano centinaia di goccioline d’acqua.
« Al, scusa ma sono tornato tardi da scuola! Tu entra e fai come se fossi a casa tua, io vado a cambiarmi»
Non mi diede nemmeno il tempo di replicare che sparì su per le scale, lasciandomi come una deficiente davanti alla porta.
Con un sospiro rassegnato entrai in casa, buttando la borsa sul divano e accendendo la TV.
Dopo qualche minuto in cui cercavo invano qualcosa di decente da guardare, sentii un rumore di passi e vidi Nicholas scendere dalle scale: si era frizionato i capelli con un asciugamano, dato che erano ancora un po’ umidi e di una forma strana; con mio grande disappunto però, si era vestito, ed ora indossava una maglia nera con una tuta grigia.
Sospirando, mi alzai dal divano e mi diressi in cucina, con lui al seguito.
Non sapevo dove fosse Zoe e non avevo intenzione di chiederlo.
Dopo un quarto d’ora però, la mia ansia di vederla spuntare da dietro la porta era diventata tale che faticavo a leggere il paragrafo che Nick mi aveva dato da riassumere, e così non resistetti alla tentazione « Zoe non c’è? » chiesi, senza guardarlo negli occhi.
« ehm.. » pregai che dicessi di no « lei non abita qui, sai.. e in più tu non gli stai molto simpatica, quindi ho convenuto che non fosse il caso di avervi entrambe sotto lo stesso tetto »
Io aggrottai le sopracciglia « non gli sto simpatica?»
« non molto » lo vidi scuotere la testa « è convinta che fra noi ci sia qualcosa»
Fece una pausa, e poi mi guardò come per aggiungere qualcosa. Prevedendo già quello che mi avrebbe detto, scattai a sedere e gli porsi il libro, esclamando che ero pronta per esporgli le cause della prima guerra mondiale.
Lui mi guardò storto, ma deciso a non commentare, e io mi ricordai troppo tardi che per colpa dell’ansia per Zoe non avevo nemmeno letto la prima riga del paragrafo.
 
 
Erano ormai le 19.30 quando Nick mi diede il permesso di alzare la testa dai libri, e non avevo nemmeno fatto in tempo ad andare in salotto che sentimmo il campanello suonare.
Mentre Nick si trascinava verso la porta io pregavo silenziosamente che non fosse Zoe.
Dopo qualche minuto di snervante attesa sentii la voce sorpresa di Nick esclamare « mamma! Papà! Che ci fate qui? »
E io che pensavo che non potesse succede niente di peggio che trovarmi Zoe sulla porta di casa.
« si è allagato il bagno, così abbiamo deciso di venire a farti compagnia! » sentii la donna ridere ed entrare in casa.
La sentii dirigersi vero la cucina e cercai freneticamente un posto dove mimetizzarmi, prima di darmi mentalmente della stupida.
« Oh! E questa chi è? » una donna davvero molto bella con dei folti capelli neri mi stava guardando, con un sorriso molto dolce stampato in faccia.
« ehm.. » ricambiai incerta il sorriso « sono Allie Sanderson, un’alunna di suo figlio, signora Jonas »
Lei mi sorrise un’altra volta « l’alunna preferita della mia cara sorella! »
Arrossii di botto e borbottai un « come no » che scatenò le risate della signora Jonas « tranquilla cara, io non sono mia sorella, e per ora mi stai simpaticissima »
Sorrisi rincuorata mentre anche Nicholas e quello che doveva essere il signor Jonas entravamo in cucina.
Anche lui mi sorrise « ciao cara, io sono Paul, il papà di Nick. E lei è mia moglie Denise. Piacere di conoscerti »
Annuii impercettibilmente mentre gli stringevo la mano, per poi mettermi la borsa in spalla ed esclamare « è meglio che vada! »
Stavo già puntando la porta quando sentii la signora Jonas esclamare « Oh no! Perché non ti fermi qui a cena cara? »
Tutte le mie scuse, i miei « non mi sembra il caso » e i « non vorrei disturbare » non servirono a nulla, perché mezz’ora dopo mi ritrovai seduta a tavola di fronte a Nicholas e di fianco al signor Jonas.
Quando Leslie l’avrebbe saputo sarebbe collassata dal ridere.
« allora » esclamò il signor Jonas ad un certo punto « dov’è Zoe? »
Notai che Nick arrossiva fino alla punta dei ricci mentre sussurrava « ehm, non lo so »
« non sarà stato maleducato non invitarla? » esclamò il padre, mandando un’ occhiata di rimprovero al figlio.
« ultimamente io e lei non andiamo molto d’accordo, direi che stare un po’ lontani ci farà solo bene »
Sentii la signora Jonas che sottovoce commentava con un « menomale » e non potei fare a meno di trattenere un sorriso.
Il signor Jonas si girò di scatto verso di me « allora, tu conosci già Zoe? »
Mentre Nick quasi si strozzava con gli spaghetti, io risposi con un « si » appena accennato.
« e come ti sembra? » domandò la signora Jonas.
Feci un sorriso sghembo « non un granchè a dire il vero. È la tipica ragazza con la puzza sotto il naso »
Il battito di mani della signora Jonas mi fece prendere un colpo « ah! » esclamò, guardando il figlio con uno sguardo trionfante « vedi che non sono l’unica a pensarlo? Dovresti trovartene una un po’ meno muffa, una come la nostra Allie ad esempio! »
Arrossi di botto, e Nick si alzò di scatto afferrando il suo piatto e quello di suo padre – ancora pieno per metà – esclamando  « è ora del secondo! » per poi sparire di nuovo in cucina.
Guardai il sorrisino che si era formato sul volto della signora Jonas mentre fissava me e poi il posto appena lasciato vuoto da Nicholas con l’aria di chi ne sapeva una più del diavolo.
Sarebbe stata una serata molto, molto lunga.



si, è difficile
vederci cadere

sapendo che è tutta colpa mia
un mio errore,
si, ed è difficile
lasciarti cadere
sapere che è colpa mia
e non sei più qui
 
 

 

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


JSFDJ 17 RECENSIONI PER UN CAPITOLO?
Ma siete favolose.
Cioè, 17?
Bene.
Come premio godetevi quello che succede in questo capitolo :3
 
p.s. mi arrivano tipo 347848 commenti brevi alla storia, non potreste allungare un po’ di più le recensioni? Anche mettendoci parole senza senso, ma vi prego, fatelo per me :’)
 

 
 

I just want to be there when you discover
When you wake up next to your new lover
She might cook you breakfast and love you in the shower
The flavor of the moment, cause she don’t have what’s ours
{ Madonna - She’s Not Me
 

 
 
Ferma immobile sul vialetto di casa di Nicholas un solo pensiero mi frullava nella mente: doveva essere uno scherzo.
Dopo aver passato la serata più imbarazzante della mia vita ero finalmente riuscita a svignarmela, avevo sbattuto la portiera con più forza del necessario e avevo girato le chiavi e premuto l’accelleratore con rabbia e fastidio; volevo andarmene da li il più presto possibile.
Peccato che la macchina non fosse partita.
E così, rossa come un pomodoro, mi era toccato risalire il vialetto e suonare di nuovo alla porta di casa Jonas, chiedendo aiuto perché la macchina non partiva.
« Mi sa che ti tocca chiamare il carro attrezzi Al.. » sentenziò Nicholas, riemergendo da sotto il cofano.
« Cosa? E io come ci torno a casa? » strillai.
Denise mi mise una mano sulla spalla « non preoccuparti cara. È sabato sera, no? Puoi fermarti a dormire qui »
Per qualche secondo nessuno disse niente. Poi scoppiai a ridere « mi scusi signora, ma è già stato abbastanza imbarazzante cenare a casa del mio professore. Dormire anche da lui mi sembra eccessivo »
La signora Jonas scoppiò a ridere a sua volta « non credo che a Nicholas dispiaccia, sul serio »
Mentre nick diventava bordò – almeno per la 2376 volta quella sera- vidi il signor Jonas che da dietro le spalle della moglie mi rivolgeva uno sguardo di compassione.
Guardai la faccia allegra della signora e capii che non avrebbe sentito ragioni.
Sbuffai e mi arresi « e va bene, ma guai se lo dite a qualcuno »
 
 
 
Avevo addosso una vecchia maglia di Nicholas che mi arrivava alle ginocchia, e io, Nick e la signora Jonas eravamo in salotto a vedere uno stupido gioco a premi alla TV. La signora Jonas aveva insistito per farmi dormire nella camera degli ospiti mentre lei e suo marito avrebbero dormito nel divano letto in salotto, ma mi ero categoricamente rifiutata.
Mi avevano già fatto abbastanza ‘favori’.
Ad un certo punto staccai gli occhi dalla televisione e notai la signora Jonas che spostava lo sguardo da me a Nick, con espressione assente.
Lei notò la mia espressione corrucciata e sorrise « stavo solo pensando… voi due sareste carini insieme »
Mi sentii avvampare « ehm, non lo escludo ma.. lui è un professore »
Dissi sorridendo, mentre Nicholas annuiva.
Desiderosa di mettere fine a quell’imbarazzante conversazione afferrai il bicchiere e mi diressi in cucina, aprendo il frigor e facendo il più lentamente possibile.
Mi sedetti sul tavolo bianco della cucina, e sentii giungere la voce della signora Jonas dal salotto « sono tua madre Nick, ti conosco.. »
« è solo una mia alunna mamma »
Mi sentii gelare il sangue nelle vene. Ora sua mamma lo avrebbe obbligato a starmi alla larga, e sotto sotto io non volevo che lo facesse.
« ma non dire balle. Si vede lontano un miglio che fra voi due c’è qualcosa, e non capisco perché non fai niente per mollare Zoe e stare con lei »
Sentii Nick sbuffare, irritato « mamma, tu vuoi che stia con Allie solo perché odi Zoe! »
« no Nick » riuscii quasi a figurarmi Denise che scuoteva la testa « io voglio che tu sia felice. E stasera ho visto abbastanza da capire che non è Zoe quella che ami »
Stringendo i denti, cercai di non lasciarmi scappare i singhiozzi.
 
 
 
 
Erano più o meno ore che mi rigiravo inutilmente nel letto.
Continuavo a pensare a quello che aveva detto Denise. Non si era arrabbiata, non gli aveva detto di lasciarmi stare. Voleva che lui stesse con me, che lui fosse felice. Sarebbe stato un male?
Le mie riflessioni furono interrotte da un rumore proveniente dalla cucina, che mi fece accapponare la pelle.
Per un attimo pensai che fosse sceso qualcuno dal piano di sopra, ma in quel caso avrei dovuto sentire i passi sulle scale.
Chiudendo un attimo gli occhi e dicendomi che probabilmente era stata solo la mia immaginazione, li riaprii di nuovo, ma fu una pessima idea.
Quello che solo dopo realizzai essere Nicholas, mi stava fissando in piedi di fianco a me, e non cacciai un urlo spacca timpani solo perché mi ritrovai il cuore in gola.
« Sei un fottuto coglione! » urlai divincolandomi dalle coperte, mentre lui iniziava a ridere.
« scusa al, ma dovresti vedere la tua faccia »
Afferrai il cuscino e iniziai a tiraglielo addosso, mentre lui rideva così tanto che dovette sedersi per non cadere sul pavimento.
Stremata e con il cuore che ancora batteva a mille, mi sedetti di fianco a lui.
« si può sapere che cosa ti è saltato in mente? » chiesi scocciata
« volevo vedere se dormivi » anche nel buio riuscivo a vedere il sorriso che gli increspava il volto.
Feci un lungo sospiro e mi trattenni dalla voglia di saltargli addosso.
« Nick, mi dispiace » sussurrai.
Lui si voltò verso di me « per cosa? » chiese leggero; anche se il sorriso sul suo volto era sparito.
« per essere quasi riuscita a sconvolgerti la vita »
Lui rise « Allie, ma tu mi hai sconvolto la vita »
Non riuscii nemmeno a registrare la frase che mi ritrovai le sue labbra premute sulle mie.
Tutte le ragioni per finire la storia con lui, per stargli lontano, per dimenticarlo e farsi dimenticare sparirono.
Le nostre labbra esultavano per essersi ritrovate, e per la prima volta dopo mesi sentii il nodo allo stomaco che si scioglieva, sostituito dalle farfalle.
Passammo la notte parlando sottovoce e scambiandoci un bacio di tanto in tanto; mentre lui mi sussurrava quando gli fossi mancata e quanto mi amasse.
Dopo quelle che mi parvero ore, finalmente, stretta tra le sue braccia, mi addormentai.
 
 
Un rumore lontano mi solleticò l’orecchio, mentre aprivo gli occhi e sentivo la bocca impastata dalla saliva.
Mi guardai intorno e notai Denise che si avviava alla porta: doveva essere stato il rumore del campanello a svegliarmi.
Notò che ero sveglia e mi rivolse un sorriso raggiante, insieme ad uno sguardo d’intesa.
Ci misi qualche secondo per capire a cosa fosse riferito.
Nicholas era sdraiato di fianco a me e mi abbracciava da dietro, la sua mano saldamente intrecciata alla mia, mentre il suo respiro tranquillo mi solleticava il collo.
Chiusi gli occhi per godermi quel momento, ma poco dopo fui disturbata da un rumore di passi frettolosi e da una voce che esclamava « che cosa diavolo ci fa lei qui? »
 


Voglio solo essere li quando lo scoprirai,
quando ti sveglierai vicino alla tua nuova amante,
lei potrà anche prepararti la colazione e  amarti nella doccia
è solo l’eccitazione del momento, perché lei non ha quello che abbiamo noi.
Lei non è me.

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Ciao!
Il capitol non è lunghissimo, ma a me piace un casino!
Non ho voluto allungarlo perché il prossimo è sfjhd e volevo lasciarvi con la sospance (?)
AHAHAH
Occhei dai, vi lascio al capitolo belli!
E recensite <3
 
E
 
p.s. se a qualcuno piace Niley sul mio profilo troverete un’OS fresca fresca di pubblicazione 
 
 
 







Even though I'll never need her, 
even though she's only giving me pain, 
I'll be on my knees to feed her, 
spend a day to make her smile again 
{ winning a battle, losing a war – kings of convenience

 
 
 
 
Seduti sul divano, io e Nick fissavamo Zoe che da almeno 10 minuti stava facendo avanti e indietro per il salotto urlandomi insulti e chiedendo a Nick come avesse potuto farle una cosa del genere.
Da un certo punto di vista mi dispiaceva, sapevo cosa voleva dire stare dall’altra parte; ma sentivo ancora le braccia di Nick intorno al mio corpo, e il sapore delle sue labbra mi impediva di provare rimorso.
« Nick, ora devi dirmi una cosa»
Finalmente Zoe si era fermata, si era piazzata davanti a Nick con le mani sui fianchi e lo fissava come a volerlo disintegrare con lo sguardo. Non mi sarei sorpresa se Nick se la fosse fatta addosso.
Si limitò a farle un piccolo gesto con la testa, cosa che, a quanto pare, la fece incazzare ancora di più.
« se io ti chiedessi di scegliere tra me e lei, chi sceglieresti? »
Oddio.
La vocina nella mia testa mi diceva di alzarmi, prendere le mie cose e andarmene prima di sentire cose che non avrei voluto sentire.
Eppure le mie gambe erano come paralizzate, ignorando gli ordini del mio cervello.
Mio malgrado mi girai lentamente verso Nicholas, sperando che dalle sue labbra uscisse il mio nome.
« vuoi davvero saperlo, Zoe? »
Sorridere mi venne spontaneo.
Così come probabilmente venne spontaneo a Zoe tirare uno schiaffo in piena faccia a Nicholas, che lo accettò senza dire nulla.
« sei proprio uno stronzo »
E, senza nemmeno guardarmi in faccia, afferrò la borsa posata sul tavolino e si diresse a grandi passi fuori dal salotto.
Quando sentimmo la porta di casa sbattere, ci girammo contemporaneamente uno verso l’altra.
« quindi.. deduco di essere la tua scelta, no? »
Lui rise « avrei sempre scelto te, fin dall’inizio. Ma quanto ti ho detto che ti amavo tu hai detto di non amarmi e io.. »
« Nick..» lo interruppi « dovevo farlo, per il bene di tutti e due » alzai le spalle e lo vidi alzare gli occhi.
« sai che mi è quasi venuto un infarto, vero? »
Io sorrisi leggermente, accoccolandomi contro il suo petto.
« che cosa succederà adesso?» chiesi, quasi sussurrando
« non lo so »
« ho paura Nick »
Lui mi strinse un po’ di più « ci sono io qui con te »
Alzai la testa verso di lui « è proprio questo il problema , Nicholas »
Lui scoppiò a ridere e si finse offeso, girando la testa dall’altra parte.
Gli ero appena saltata addosso, facendolo finire lungo disteso sul divano, quando la faccia di Denise comparve da dietro la porta.
« ragazzi che cos- oh. » si interruppe, soffocando una risatina « come non detto, scusate »
Tornai a sedermi, le guance rosse come la maglietta che indossavo.
Nicholas mi guardava, cercando di trattenere le risate.
Mi girai verso di lui, serissima « Nick, portami via di qui. Ho fatto abbastanza figure di merda per una vita intera »
Lui sorrise e si portò una mano alla testa « agli ordini capo »
 
 
 
 
 
 
« dimmi dove stiamo andando » ordinai secca, spiando curiosa fuori dal finestrino.
« è una sorpresa Al, respira » lo sentii ridere e scossi la testa, chiudendo gli occhi e godendomi la brezza che entrava dai finestrini abbassati.
Dopo qualche minuto Nick parcheggiò la macchina al limitare di una piccola macchia di vegetazione, e mi fece segno di scendere.
« dove siamo? » chiesi, un po’ preoccupata.
Lui non mi rispose, si limitò ad afferrarmi la mano e a trascinarmi nel bel mezzo degli alberi.
Sorprendentemente, dopo qualche metro, il terreno iniziò a confondersi con la sabbia, man mano gli alberi si facevano più radi e il sole illuminava interi spiazzi di sabbia bianca.
Poco dopo, emergendo dalla vegetazione, ci trovammo in una piccola baia, protetta dagli scogli e con il mare di un azzurro quasi cristallino. La vegetazione continuava a crescere quasi fino in riva al mare, e piccoli animaletti e gabbiani zampettavano indisturbati sul bagno asciuga.
Mi voltai verso Nicholas, che scrutava sorridente la mia espressione « ti piace? » chiese, ansioso.
Io sorrisi  « è uno dei posti più belli che io abbia mai visto »
 
Mentre fissavo il mare, cullata dalle braccia di Nick e dal suo respiro dolce che mi solleticava l’orecchio, pensai che non mi importava se era il mio insegnante, se era una cosa illegale o se mi avrebbero buttata fuori da scuola.
Io ero innamorata di Nick, e niente e nessuno avrebbe potuto portarmelo via.





senza nemmeno sapere come, finii sdraiata sulla spiaggia bianca, mentre Nick si pesava leggero sopra di me.
controluce, con la pelle lucida per il sudore e un sorriso malizioso che gli spuntava sul volto, era ancora più bello del solito.
« sei sicuro che qui non ci viene mai nessuno, Jonas? »
Lui annuì « più che sicuro » e detto questo iniziò a baciarmi piano il collo, sfiorandomi i fianchi con le dite.
« Nicholas » mio malgrado lo fermai « quel gabbiano ci sta guardando malissimo »
E mentre la sua risata rimbombava nella piccola baia e mi riempiva la testa, pensai di essere la ragazza più fortunata del mondo.
 

 










Sebbene non avrò mai bisogno di lei
Sebbene lei mi stia dando solo dolore
Mi inginocchierò per nutrirla
passerei un giorno a cercare di farla sorridere di nuovo

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


21 recensioni?
2 1 ?
io vi amo.

perdonatemi se il capitolo fa schifo, è che sono stra a corto di ispirazione e mi sono costretta a scrivere solo perchè siamo arrivate a 21 recensioni.

ho già detto che vi amo?


















remember those walls I built
Well, baby they’re tumbling down
And they didn’t even put up a fight
They didn’t even make up a sound
I found a way to let you in
I got my angel now


Everywhere I’m looking now
I’m surrounded by your embrace
Baby I can see your halo
You know you’re my saving grace
You’re everything I need and more
It’s written all over your face


{ Halo- Beyoncè

 
 







« secondo me sei matto » fissavo a bocca aperta Nicholas, in piedi davanti a me con una scatola enorme completa di fiocco colorato.
Lui sorrideva, più che soddisfatto di se stesso « buon compleanno amore »
Il mio sorriso sembrava più una smorfia, ma il contenuto di quel pacco mi spaventava alquanto. Era di Nicholas che stavamo parlando.
« allora.. » esclamai, dopo parecchi minuti di silenzio « posso aprirlo?»
Lui scosse energicamente la testa « direi proprio di no. Questo è il regalo finale! »
« vuoi dire che ce ne sono altri? » non feci nulla per nascondere la disperazione nella mia voce.. odiavo i regali, li odiavo.
Lui annuì « esatto, te li darò nel corso della giornata »
Non potei non sorridere davanti alla sua espressione entusiasta, che non era stata per nulla scalfita dalla mia reazione « amore mio, lo sai vero che c’è scuola oggi? »
« certo che lo so genietto, ma tranquilla, ho già pensato a tutto »
E mentre mi passava la borsa e mi spingeva fuori di casa, una vocina mi urlava che quella giornata non l’avrei dimenticata tanto facilmente.
 
 
Fissavo a bocca aperta il mio banco.
Bhè, teoricamente ora il mio banco non si vedeva più. Era completamente ricoperto di girasoli, erano enormi e perfino il banco di Leslie era nascosto sotto di essi.
« ma chi cazzo..? » la mia migliore amica si girò verso di me, sulla faccia la stessa espressione sorpresa che dovevo avere io.
Mi avvicinai cauta ai fiori, come temendo che potessero scomparire da un momento all’altro.
Scrutai fra di essi per qualche secondo prima di trovarvi un bigliettino. Sorrisi non appena riconobbi la scrittura ‘ buon compleanno mio piccolo disastro. Avrei potuto scegliere delle banali rose, ma tu non sei come tutte le altre. Per te volevo qualcosa di speciale’
Mentre la gente cominciava ad entrare in classe e a fare domande sui fiori, io nascosi in fretta il bigliettino, con le farfalle nello stomaco e la sensazione che nicholas non fosse poi così un disastro con i regali.
 
« è un matto! » la voce di Leslie mi arrivò come da molto lontana.
Avevo appena aperto il mio armadietto e sopra ai libri – stranamente in ordine- c’era un piccolo cofanetto giallo. Un altro bigliettino, che spiegava il perché del colore così eccentrico, mi aveva fatto salire le lacrime agli occhi
‘ ciao di nuovo amore. La scatolina si intona con i fiori,no? E poi non è del solito blu o rosso.. è più.. te. E tu sei unica amore mio, per questo ti meriti il contenuto di questa scatolina gialla’
« che aspetti Al? Aprila! »
Io annuii, ma rimasi a fissarla.
Fin da piccola avevo sempre sognato una cosa del genere.
Un ragazzo che mi facesse sentire.. come in un film.
Non mi sarei sorpresa se da dietro un angolo fossero spuntati dei tizi con la telecamera, pronti a mandare la mia sorpresa di compleanno su uno di quei canali tipo MTV.
Sorrisi, prendendo coraggio e aprendo la scatola.
Dentro c’era una catenina sottilissima, sulla quale faceva bella mostra di se una piccola fogliolina d’argento.
Chi si sarebbe mai sognato di regalarmi una collana con una foglia? Solo Nicholas, e lo amavo per questo.
 
 
« ora posso sapere dove mi stai portando? »
Lo sentii ridacchiare alle mie spalle, mentre teneva le sue mani ben salde sui miei occhi.
L’orario scolastico era finito, e dopo averlo ringraziato per la collana ed i fiori mi aveva per così dire rapito, ed ora, dopo un viaggio in macchina che mi era sembrato infinito mi stava portando non so dove per l’ennesima sorpresa.
In sottofondo, sentivo grida, risate e tante musiche diverse mischiate insieme, ma non riuscivo ad inserirle in un contesto. Stavo diventando matta.
« ti ricordi l’altro giorno, quando stavamo guardando quel film e tu hai detto che uno dei tuoi sogni era quello di partecipare ad una fiera di paese? Ecco »
Tolse le mani dai miei occhi e io mi trovai davanti ad uno spettacolo incredibile. Ero sempre vissuta a Los Angeles, e non avevo mai visto una cosa simile: eravamo in uno spiazzo immenso, qua e la notavo delle balle di fieno su cui la gente si sedeva. Era pieno di bancarelle con ogni sorta di cianfrusaglie, caramelle e giochi a premio. A dominare il tutto c’era la classica ruota panoramica, che, visto che oramai era quasi il tramonto, risplendeva illuminata da mille lucine di colori diversi.
Mi voltai verso Nicholas, che mi guardava sorridendo « nessuno ha mai fatto tanto per me, nick »
Sentii le sue mani posarsi leggere sui miei fianchi « nessuno ti ha mai amata quanto ti amo io Al, questo è sicuro »
E, mentre le sue labbra si posavano sulle mie, la solita vocina dentro la mia testa mi disse che quello era stato il compleanno migliore di tutta la mia vita.
 
 
 
« non salirò mai più sulle montagne russe con te! Non ho più un timpano »
Mentre Nicholas si lamentava per le mie urla da ‘squinternata’, come le aveva definite, io mi ero seduta sul molo, mi ero tolta le scarpe e avevo immerso i piedi nell’acqua.
Poco dopo lui mi aveva raggiunta facendo lo stesso, e mentre mi stringeva tra le braccia il suo cellulare aveva preso a squillare, spezzando l’atmosfera che si era creata.
Vidi la sua espressione farsi seria, e non rispose più che a monosillabi.
Finita la chiamata, si voltò verso di me « domani la preside vuole vedermi.. a quanto pare sono nei guai. »
 
 





Ricordi quei muri che avevo costruito? 
beh tesoro, stanno crollando 
e non resisteranno, 
non faranno nemmeno rumore 
ho trovato un modo per farti entrare 
ho il mio angelo, adesso 



ovunque guardi adesso 
sono circondata dal tuo abbraccio 
 sei tutto quello di cui ho bisogno e di più 
è scritto su tutto il tuo viso 
 

 

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


Ciao bella gente!
allora, questo capitolo mi piace abbastanza, chissà se piacerà anche a voi! (?)
bene, la smetto.
grazie per le 20 recensioni dello scorso capitolo, siete le migliori! 



















I see your face in my mind as I drive away
Cause none of us thought it was gonna end that way
But people are people and sometimes we change our minds
But its killin me to see you go after all this time

And we know it’s never simple never easy
Never a clean break, no one here to save me
You’re the only thing I know like the back of my hand
And I can’t breathe without you but I have to
{ Breathe – Taylor Swift
 

 
 
 








































Seduta sulle scale del corridoio del secondo piano, fissavo ansiosa l’ufficio della preside. Nick era lì dentro da quasi mezzora, e io ero sul punto di entrare sfondando la porta. Controllai nervosamente l’orologio: ancora 20 minuti e la mia ora di libertà sarebbe finita, e io sarei stata costretta a ritornare in classe.
Stavo impazzendo, ne ero più che certa.
Nella peggiore delle ipotesi la prof aveva scoperto di me e di Nick. Se c’era di mezzo lo zampino di Ariana, allora l’avrei uccisa. Magari avrebbero cacciato Nick da scuola qualche settimana prima della fine delle lezioni, e allora non sarebbe successo niente di grave; anzi, Nick avrebbe avuto le vacanze anticipate e avremmo potuto stare insieme davvero. Il problema si sarebbe presentato se avessero deciso di punirmi, o peggio, di espellermi. Probabilmente l’avrebbero fatto, però anche in quel caso io avrei finalmente potuto stare con nicholas per davvero. Certo, sempre se fossi riuscita a scampare alla furia omicida di mia madre.
Sospirai, mentre il rumore freddo della campanella invadeva i corridoi, e sentivo in lontananza le sedie che grattavano sul pavimento. Con un ultimo sguardo all’ufficio della preside, mi trascinai in classe.
 
« magari non c’entri tu, insomma, a scuola praticamente non vi guardate nemmeno» l’ora di matematica era iniziata, e come di consueto nessuno stava veramente prestando attenzione alle parole della prof.
« senti, Nick è un professore modello, lo amano tutti qui dentro, cosa vuoi che abbia combinato? »
Leslie sbuffò, l’aria preoccupata quasi quanto la mia « che palle però! Saranno cazzi vostri se scopate, no? »
Nonostante la situazione, non potei trattenere una risata « leslie! Ti sembrano cose da dire? »
Anche lei si lasciò andare ad una risata « sinceramente, a mio parere la preside ti farà espellere solo perché anche lei se lo vuole portare a letto »
Finsi un espressione abbattuta « hai ragione, e magari nick ci mette tanto perché ci stanno dando dentro »
« bleeeah!» lesliè arricciò il naso « che schifo Allie! Quella vecchia rugosa proprio no! »
Scoppiammo a ridere, beccandoci un’occhiataccia dalla professoressa.
Tornai a pensare a come sarebbe finito tutto quel casino, anche se adesso, grazie a Leslie, sorridevo.
 
 
 
 
Avevo fatto avanti e indietro per la mia stanza talmente tante volte che la testa iniziava a girarmi.
Non ero riuscita a parlare con Nicholas a scuola, e ora, palesemente mi stava ignorando.
L’avevo chiamato almeno 10 volte, e a parte un messaggio in cui mi diceva ‘ più tardi ti racconto’ non si era nemmeno degnato di rispondermi. Sapevo benissimo che mi stavo comportando da pressa assurda, ma non potevo farne a meno. La mia storia con Nicholas dipendeva da quello che lui e la preside si erano detti in quello studio.
Mi alzai dal letto e recuperai le mie all star da sotto il letto. Se non voleva dirmelo con le buone, lo avrebbe fatto con le cattive.
 
 
La casa era quella giusta, eppure il tipo che aveva aperto la porta non era sicuramente Nicholas.
« ciao » mi sorrise leggero, porgendomi la mano « sono Joe »
Io sorrisi di rimando « Allie .. ehm, scusa se te lo chiedo, ma chi ci fai qui? »
Lui rise di gusto « essendo casa di mio fratello, dovrei essere io a chiedere a te che cosa ci fai qui! »
Io chinai la testa da un lato « sei il fratello di Nicholas? » lo scrutai per bene, notando che in effetti si assomigliavano.. stesso sguardo, stesso sorriso smagliante e, bhè, stessa bellezza.
Lui annuì « tu invece sei..?»
Soppesai per un attimo la risposta « una sua alunna. Lui, ecco.. dovrebbe darmi delle ripetizioni» dissi, inventando la prima scusa che gli veniva in mente.
« oh, ok! Però mi sa che dovrai aspettare qualche minuto, è appena uscito »
Io annuii e lo seguii all’interno della casa, fingendo di non conoscerla come le mie tasche e astenendomi dal buttare la borsa sul divano come facevo sempre.
« allora, vuoi qualcosa da bere? »
Io annuii e Joseph tirò fuori due birre dal frigo « se nick scopre che te la sto facendo bere mi uccide.. sarà un nostro segreto,ok? » disse, alzando gli occhi dalle bottiglie e sorridendomi.
io agrottai le sopracciglia,lui rise e mi porse il mignolo « devi promettere seriamente però, ne va della mia vita qui »
Io scoppiai a ridere « e promettere con il mignolo per te è un modo serio? »
Lui annuì, guardandomi male « mi hai appena ferito nell’orgoglio »
Scoppiai a ridere rischiando di strozzarmi con la birra che stavo bevendo, e proprio in quel momento sentimmo la serratura scattare.
Velocemente, Joe fece sparire la mia birra, e facendomi l’occhiolino si sporse dalla porta della cucina « ‘sera fratello, ti informo che abbiamo visite »
Vidi spuntare i capelli di Nick da dietro la porta, e dalla sua espressione potei dedurre che non sapeva se essere felice di vedermi o se buttarmi fuori a calci.
« Allie! Che ci fai qui? » chiese infine, la sorpresa nella voce.
« ehm.. » indugiai leggermente « prof, non si ricorda? Oggi avrebbe dovuto aiutarmi in storia » lanciai un veloce sguardo a Joe, e Nick fece lo stesso.
« si ehm,» vidi balenare nei suoi occhi un lampo di comprensione « hai ragione, solo che.. me ne sono completamente scordato! È un problema se facciamo domani? »
Lo guardai in silenzio, senza nemmeno rispondergli.
Vedevo sul suo viso un’espressione colpevole, ma non riuscivo a spiegarmene il motivo « Nick… » sospirai « potresti dirmi cos’è successo oggi? »
Lui scosse la testa « niente di che, davvero »
Io sospirai « bene »
Senza aggiungere altro, afferrai la borsa e mi diressi verso la porta, facendo attenzione a sbatterla il più forte possibile.
 
 
 
 
« che diamine..?» joe stava fissando Nick con gli occhi spalancati, l’eco della porta che sbatteva che ancora risuonava per il corridoio.
Nick si lasciò cadere su una delle sedie della cucina, il volto fra le mani.
« niente, lascia perdere »
Joe lo scrutò per qualche secondo, per poi alzare le spalle.
« fratello..senti, quella ragazza, Allie, quanti anni ha? » chiese, ostentando noncuranza.
Nick alzò la testa « perché? » chiese, duro
« semplice curiosità » commentò Joe, portando le mani in avanti
Nick sospirò « ne ha 18 »
Il maggiore si limitò ad annuire, estraendo dal frigo la birra che aveva aperto per Allie « senti, ti dispiace se le chiedo di uscire? »
 

 

Vedo il tuo viso nella mia mente mentre guido
Perché nessuno di noi pensava che sarebbe finita così
Ma le persone sono persone e a volte cambiamo idea
Ma mi sta distruggendo vederti andar via dopo tutto questo tempo
 
E sappiamo che non è mai semplice, mai facile
Mai una rottura chiara, nessuno qui a salvarmi
Tu sei la sola cosa che conosco come il palmo della mia mano
E non riesco a respirare senza te, ma devo

 

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


PERDONATEMI IL RITARDO IMMENSO, DAVVERO.
Solo che è estate, e ho sempre un casino di cose da fare e non sono mai a casa!
Vi chiedo perdono in ginocchio e spero che non mi ucciderete per come finisce questo capitolo!
Ciao belle <3
 
 




















The scars of your love remind me of us
They keep me thinking that we almost had it all
The scars of your love they leave me breathless
I can’t help feeling
We could have had it all
Rolling in the deep
You had my heart inside your hand
And you played it
{ Rolling In The Deep - Adele
 

 
 
 




















« scusami?» Nicholas guardava incredulo il fratello, che si lasciò scappare un piccolo sospiro prima di rispondere « ti dispiace se chiedo ad Allie di uscire? »
Nicholas spalancò gli occhi « io..no,c’è..ecco.. è una mia studentessa Joe »
« si e allora? Tua, mica mia » un sorrisetto comparve sul viso di Joe, ma Nicholas era troppo impegnato a guardarsi le mani, e non lo notò.
« si ma.. io potrei andare incontro a complicazioni, capisci.. e poi, insomma magari la gente penserebbe che lo fa apposta e ..»
« Nick..» Joe interruppe il balbettare insensato del fratello « guarda che lo so che state insieme, era per prenderti un po’ per il culo »
Nick guardò il fratello in silenzio per qualche secondo, prima di chiedere « mamma? »
L’altro annuì « mamma »
« vaffanculo joe »
Lui rise « comunque fratello, te la sei scelta proprio bene.. ma mi pare che tu abbia fatto un po’ la testa di cazzo, o no? »
Nick sospirò « più che altro c’è una cosa che le devo dire, ma non voglio farlo. La prenderebbe da schifo »
« quindi preferisci evitarla per il resto della tua vita? »
« ma tu da che parte stai? »
Il maggiore rise sonoramente « scusa fratellino, ma non dalla tua »
 
 
 
 
 
 
Nick stava fissando la porta della casa di Allie da almeno 5 minuti, ma non riusciva proprio a trovare la forza per bussare.
Si passò una mano sul collo, cosa che faceva solo quando era nervoso, e proprio in quel momento la porta si spalancò.
La madre di Allie lo guardava sorpresa, una valigetta 24ore stretta in una mano e l’altra sospesa nell’aria « lei.. lei è il professore di Allie, giusto? »
Nick annuì, cercando in fretta una scusa per giustificare la sua presenza li « esatto, io e Allie oggi dovevamo vederci per delle ripetizioni »
« oh » la madre sorrise « non mi ha neanche avvertito, quella ragazza è proprio sbadata » gli fece un cenno con la mano, per poi voltarsi ed urlare « allie! Vieni qui »
Si voltò di nuovo verso di lui « ora scende. Io devo scappare, buono studio! » si congedò con un ultimo sorriso, e Nick, sospirando, si accinse ad entrare in casa.
« che c’è mamma?» allie sbucò da dietro la porta del salotto, e nick che non l’aveva sentita arrivare si prese un colpo « allie! Non farlo mai più cazzo »
La ragazza lo guardò seria « che ci fai qui? »
Lui sospirò « dobbiamo parlare »
« a si Nick? E ovviamente ti aspetti che io faccia la brava e ti ascolti, vero? » il ragazzo notò gli occhi di Allie farsi lucidi, e fece un passo verso di lei
« io non sapevo come dirtelo, ero terrorizzato, scusami »
Tese una mano verso di lei, che però si scansò « dirmi cosa? » nick poteva chiaramente sentire la paura nella sua voce
« quello che mi ha detto la preside »
 
 
 
 
 
 
 
« quindi glielo hai detto? »
Joe fissava la schiena del fratello, che era in piedi davanti ai fornelli e stava mescolando la pasta.
Prima di rispondere, Nicholas sospirò « no »
Joe quasi si strozzò con l’acqua che stava bevendo « ma ti sei ammattito tutto d’un colpo? »
Nicholas non rispose, e dopo qualche attimo di silenzio emise un altro sospiro
« che le hai detto allora? »
« io.. » la voce di nicholas si incrinò « le ho detto che non volevo più stare insieme a lei »
« cosa?» se la voce di nicholas era bassa ed incerta, joe stava urlando e la rabbia e la sorpresa si undivano chiaramente nella sua voce « sei diventato scemo? E meno male che non volevi farla rimanere da schifo! Nicholas, che cosa ti dice il cervello? Ti rendi conto che le hai ment- »
« si! » nicholas battè il pugno sul tavolo « me ne rendo conto Joe! »
Si girò a guardare il fratello, gli occhi pieni di lacrime « me ne rendo conto, ma non potevo fare altrimenti »
Joe stava per ribattere quando qualcuno suonò al campanello, distraendo i due fratelli dal litigio.
Joe andò ad aprire, mentre Nick si calmava un attimo. Da quando era uscito da casa di Allie qualcosa gli si era piantato nello stomaco, una specie di mattone di cemento che gli impediva di respirare e di pensare lucidamente.
Stava quasi pensando di mollare tutto e mettersi a letto quando dalla porta della cucina spuntò Joe, seguito da una Leslie con gli occhi rossi e l’aria sconvolta.
« leslie? Che è successo? » chiese allarmato, mentre un presentimento si faceva largo dentro di lui
« Allie è sparita.. sua madre ha detto che l’ha incrociata mentre tornava a casa, ha detto che aveva l’aria sconvolta e non le ha nemmeno rivolto la parola.. ha lasciato il suo cellulare a casa e.. Nick, che cosa diavolo le hai fatto? »
 

 







Le cicatrici del tuo amore mi ricordano di noi
Mi fanno soffermare a pensare che eravamo vicini all’avere tutto
Le cicatrici del tuo amore, mi lasciano senza fiato
Non riesco a fare a meno di sentirle

non riesco a non sentire che potevamo avere tutto  
rotolando nel profondo
Tu hai avuto il mio cuore in pugno
E ci hai giocato

 
 
 

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


Due cose, ma non uccidetemi:
1-      Il capitolo è corto, dovevo creare sospance (?)
2-      Siamo agli ultimi capitoli, ne mancheranno 1 o 2, massimo 3
Amatemi e visto che siamo alla fine recensite in taaantissime :’)
 
p.s. mi fareste un favore se passaste a leggere la mia nuova FF ‘ wrong again’ c:

 
 











I see your face in my mind as I drive away
Cause none of us thought it was gonna end that way
But people are people and sometimes we change our minds
But its killin me to see you go after all this time

Music starts playing like the end of a sad movie
It’s the kind of ending you don’t really wanna see
Cause it’s tragedy and it’ll only bring you down
Now I don’t know what to be without you around
{ Breathe – Taylor Swift

 
 
 
 
 












« sai, questo in teoria è il mio posto segreto, non il tuo »
Allie si voltò appena verso Nick, che si era appena seduto sulla sabbia di fianco a lei « come hai fatto a trovarmi? »
Lui alzò le spalle « non sei venuta qui proprio perché volevi essere trovata da me? »
La ragazza lo guardò interdetta per qualche secondo « no, in verità è stato il primo posto che mi è venuto in mente ma.. complimenti, ottima teoria »
Si sorrisero appena, per poi tornare subito seri.
 « non è vero che non ci voglio più stare con te, ma i- »
« ma quello che mi devi dire è così tragico da farti preferire una rottura? »
Al silenzio di Nick, Allie rispose con un sospiro « senti Nick, me lo devi dire. Tira fuori le palle una buona volta. Ho il diritto di saperlo »
Il ragazzo la guardò per qualche secondo, prima di piegare le spalle « e va bene. la preside ha detto che tutti a scuola mi adorano, e che mia zia ormai è in età da pensione e quindi.. mi ha offerto il posto anche per l’anno prossimo e io ho detto di si »
Seguì un silenzio quasi totale, rotto solo dalle onde del mare che si infrangevano a riva. Da qualche parte, probabilmente al sicuro tra gli scogli, una colonia di gabbiani strideva felice, ignara della tragedia che si stava per consumare a pochi passi dal loro nido.
« quindi.. quindi vuol dire un altro anno di incontri clandestini? » la voce di Allie tremava appena, ormai aveva esaurito le lacrime.
« Allie, ti giuro che mi dispiace da morire, ma non possiamo andare avanti così. È meglio se la finiamo »
Nel dire quelle parole nick sentì un groppo formarsi in gola, e gli angoli degli occhi bruciare.
« e molli tutto così? Mandi tutto a fanculo solo per un anno di supplenza? » ora Allie era in piedi e stava urlando; la sua voce rimbombava per tutta la baia, e i versi dei gabbiani erano cessati.
« che dovrei fare scusami? Mollare tutto per te? Che quando la novità avrà perso il suo sapore mi mollerai come un coglione? »
Anche nick si era alzato, ma il suo tono era calmo
« sai che non lo farei, stai solo cercando scuse perché hai paura » l’ultima parola uscita dalle labbra di Allie sembrò incombere su di loro come una scure.
« paura? si allie, io ho paura. Io non ho 18 anni. Non ho una famiglia che mi para il culo, non vado a scuola, non ci sono i grandi che mi proteggono. Io devo spezzarmi la schiena per andare avanti, capisci? Non posso buttare via tutto per te »
« ma almeno possiamo provare a stare insieme, no? » ora Allie, singhiozzava, e dei grossi lacrimoni le scendevano giù dalle guance.
Nick si costrinse a mantenere le distanze « non ne vale la pena, Allie »
« oh certo » il tono della ragazza era cambiato così rapidamente che perfino lei se ne era stupita « vale molto di più la pena passare un anno in una cazzo di scuola a farsi prendere per il culo da dei ragazzini che non capiscono un cazzo. Sei un fallito, nicholas! »
Il ragazzo strinse i pugni, ma quando parlò la sua voce rimbombò molto più forte di come aveva fatto quella di Allie qualche minuto prima « sarò anche un fallito, ma ricordati che tu fai parte di quei ragazzini che mi prendono per il culo, e questa conversazione è la prova del fatto che non capisci un cazzo. Cresci un po’ Allie, fammi ‘sto favore »
A Nick bastò guardare la faccia di Allie per capire che aveva esagerato « no senti, io non v- »
« non volevi è? Non volevi brutto bastardo, vero? » la ragazza si slacciò velocemente la collana con il ciondolo a foglia che nick le aveva regalato per il compleanno, per poi buttarlo a terra « vaffanculo Nicholas, vaffanculo »
Nick non aveva fatto in tempo a piegarsi per recuperare la collana che Allie era già sparita nell’ombra.
Imprecando, si sedette di nuovo sulla sabbia, infilandosi le mani tra i ricci.
Allie aveva ragione, era un fallito.








 
 

Vedo il tuo viso nella mia mente mentre guido
Perché nessuno di noi pensava che sarebbe finita così
Ma le persone sono persone e
a volte cambiamo idea
Ma mi sta distruggendo vederti andar via dopo tutto questo tempo

La musica inizia a suonare come alla fine di un film triste
E’ il tipo di finale che non vuoi proprio vedere
Perché è una tragedia e ti farà solo abbattere
Adesso non so cosa essere senza di te

 
 

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


È l’ultimo capitolo.
Sinceramente, questa è la storia che mi è riuscita meglio, e mi dispiace un casino finirla.
Però tutte le cose belle finiscono prima o poi, perciò doveva capitare anche a lei (?)
Proprio perché è l’ultimo l’ho fatto lunghissimo, spero che vi piaccia e ch recensiate tutte, anche quelle che non l’hanno mai fatto, solo per farmi felice :3
E poi, prima di passare alla storia, volevo dirvi grazie.
Grazie perché questa storia esiste grazie a voi, adoro ognuna di voi, le vostre recensioni da pazze furiose, quando mi mandate al diavolo perché li ho fatti litigare o quando fate le fusa perché Nick ha fatto il romanticone.
Non c’è stata recensione per la quale io non abbia sorriso, quindi questo capitolo è dedicato a voi.
Ve lo meritate.
Per l’ultima volta, la vostra Ellie.
 

 
 











You could be happy
And I won't know
But you weren't happy
The day I watched you go
And all the things

That I wished I had not said
Are played on loops
Till it's madness in my head
Is it too late to remind you

How we were
But not our last days of silence
Screaming, blur
Most of what I remember

rMakes me sure
I should have stopped you from walking
Out the door

You could be happy

I hope you are
You made me happier
Than I'd been by far

 
 
 
 
 







« che ci fai a scuola così presto? »
Nicholas si sedette sulla panchina ancora coperta dalla brina mattutina, di fianco ad una ragazza con dei capelli rossi.
« aspettavo te » Leslie si girò a guardarlo, e il suo sguardo era talmente serio che per un attimo Nicholas pensò che fosse successo qualcosa di brutto.
« e perché? » sapeva che voleva parlargli di Allie, ma aveva esaurito le parole sull’argomento; Joe l’aveva tormentato per tutta sera e l’aveva fatto sentire più verme di quanto già non si sentisse.
« perché Nicholas, lo sai che Allie lo capisce che non puoi rinunciare ad un lavoro che ti è stato offerto su un piatto d’argento, ma la distruggi così,va bene ? »
Nicholas alzò le spalle « io.. io non posso farci niente Leslie. Lo sapevamo sin dall’inizio che non avrebbe funzionato!.. siamo diversi. »
Leslie proruppe in una risata sarcastica « bella scusa del cazzo »
« si, è piuttosto bravo ad inventarsele » una terza voce giunse da dietro le loro spalle, e dopo qualche secondo Joe si sedette al fianco di Nicholas, allungandogli il cellulare « l’hai dimenticato sul tavolo »
Il fratello lo prese e se lo mise in tasca, ringraziandolo, e per un po’ nessuno disse una parola.
« quindi hai deciso?» era stato Joe a parlare, voltandosi verso il fratello.
Nicholas piegò le spalle, tirando un calcio ad un sassolino « si. Dopo che mi sono laureato sono a malapena riuscito a tenermi casa mia e a mangiare.. e io potrei mollare tutto per Allie si, ma pensateci, quando durerebbe? Un anno? Anche meno? E poi? Non me la sento di buttare in aria così il mio futuro, mi dispiace »
 
 

 







It's the girl you let get away 
It's the one you saw that day on the train 

But you freaked out and walked away 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
« …e per questo ho deciso di rimanere anche l’anno prossimo »
Un’ovazione e un mare di persone che si alzava in piedi, ansiosi di congratularsi con il professore e togliendo così ad Allie la possibilità di guardarlo negli occhi.
Se lo aspettava, alla fine. Ci aveva riflettuto, ed era stata davvero infantile ed immatura. Era il suo lavoro, quello che gli permetteva di andare avanti e non stava a lei decidere per lui.
Però faceva male lo stesso.
Dopo qualche attimo di esitazione, anche Leslie era andata a congratularsi con il professore, ma Allie non aveva nessuna intenzione di muoversi dal suo banco.
Osservava i ragazzi che sorridevano e ridevano perché qualcuno aveva espresso il suo sollievo nel non dover più rivedere la professoressa Maddelson. Tutti erano convinti che Nicholas fosse un professore stupendo.
Sorrise appena mentre pensava che lei lo conosceva mille volte meglio di loro, e lo poteva confermare: Nicholas era fantastico in tutto.
Partendo da quando erano sotto le lenzuola a quando lei aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.
Per un attimo la sua mente tornò a tutti i momenti che avevano passato insieme, dal loro primo bacio, al disegnino di ariana sino al giorno del suo compleanno.
Istintivamente si portò la mano al collo, pronta a stringere il ciondolo a forma di foglia, ma come un flash si ricordò della sera prima e della fine che aveva fatto fare al ciondolo.
Sperava almeno che Nicholas l’avesse raccolto.
Sempre pensando al suo compleanno, si ricordò che ancora Nicholas non le aveva dato il pacchetto enorme che consisteva nel ‘regalo finale’.. con tutto il casino della preside e quello che era venuto dopo se ne era completamente dimenticata.
E forse era meglio che se ne dimenticasse del tutto, perché dubitava che dopo la sera prima Nicholas avrebbe ancora voluto avere a che fare qualcosa con lei.
Alzò lo sguardo proprio nel momento in cui Nicholas si era girato dalla sua parte, e per qualche secondo il mondo parve fermarsi; come se lei e nicholas fossero finiti sott’acqua: le risate dei ragazzi giungevano ovattate, e tutto sembrava andare a rallentatore.
Nicholas le sorrise appena e lei stava per ricambiare, quando un ragazzo diede una pacca sulla spalla al ragazzo, spezzando l’incantesimo.
Allie cercò con tutte le sue forze di non piangere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 






Never wanted this, never wanted to see you hurt
Every little bump in the road I’ve tried to swerve

But people are people and sometimes it doesn’t work out

Nothing we say now is gonna save us from the fall out

 




non ho mai voluto questo, non ho mai voluto vederti ferita
ho cercato di evitare ogni piccolo dosso sulla strada
ma le persone sono persone e a volte non funziona
niente di quello che diciamo ora ci salverà dalla caduta

 

 
 
 
 
 









« sono contenta che tu abbia ottenuto quel posto, tesoro » sua madre gli sorrise da dietro uno scatolone mentre lo aiutava a sgomberare la soffitta.
« anche io mamma, davvero »
Sua mamma fece una piccola smorfia « non si direbbe »
Nicholas alzò le spalle « conflitto d’interessi »
La donna rise « c’entra Allie? »
« uhm »
« sai, quando sei con lei sei diverso.. non ti ho mai visto così felice »
Nicholas sospirò rumorosamente, lasciandosi cadere sul pavimento « non ti ci mettere anche tu, ti prego. È già abbastanza difficile così »
La donna si sedette di fianco a lui, poggiandogli una mano sul ginocchio « sai tesoro, fin da quando eravate piccoli io e tuo padre vi abbiamo cresciuti cercando di farvi capire che non esistono scelte giuste e scelte sbagliate. Esistono solo scelte fatte col cuore e scelte prese perché ci si sente in dovere di prenderle. È raro che queste ultime portino alla felicità, e la gente tende a chiamarle ‘scelte sbagliate’. Non è il senso di colpa verso Allie che deve precluderti di fare quello che ami »
Nicholas sorrise appena « vorrei tanto che fosse il senso di colpa a farmi stare così mamma, lo vorrei tanto »
La donna sorrise appena, alzandosi e dirigendosi verso la scala « io vado a prendermi un bicchiere d’acqua, eh? »
Il ragazzo osservò Denise mentre scendeva le scale, cercando di ignorare quel senso di vuoto alla stomaco.
« ah, Nicholas? » la donna si girò appena verso di lui « smettila di avere paura »
 
 
 
 
 
 








Aveva deciso.
Doveva parlarci, almeno un’ultima volta.
Erano due settimane che si evitavano, e lei era stufa di quel giochetto da prima elementare.
Quel giorno Nicholas avrebbe firmato il contratto, e a lei veniva voglia di piangere.
Voleva almeno chiedergli scusa, dirgli che lo appoggiava e magari chiedergli se aveva recuperato la collana a forma di foglia.
Era seduta sulle scale davanti alla presidenza, aspettando che passasse.
Si torturava le mani in grembo, cercando disperatamente un modo per iniziare, per finire.
Se ne rendeva conto. Se gli avesse chiesto scusa, se gli avesse fatto le congratulazioni per la cattedra e se gli avesse detto che d’ora in poi sarebbero solo stati professore e alunna, bhè, allora sarebbe finita davvero.
I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore di passi sulle scale, e di un uomo con una camicia a quadri che correva verso l’ufficio.
« Nicholas! » se a lei la sua voce era sembrata fin troppo isterica, figuriamoci a lui.
Il ragazzo si fermò di botto, girandosi e sgranando gli occhi « allie? Che ci fai qui? »
Lei prese un respiro profondo « volevo dirti che mi dispiace. E che avevi ragione, è il tuo lavoro, il tuo futuro, ed è più importante di qualsiasi altra cosa. Vorrei solo.. che ne dici se ricominciamo? Magari l’anno prossimo potremmo davvero avere un rapporto alunno-insegnate .. sono davvero felice per te .»
‘bugiarda,bugiarda,bugiarda’ la sua testa non faceva altro che ripeterlo, ma lei provò a non farci caso. Era per il bene di Nicholas, e forse anche per il suo.
Nicholas la guardò interdetto per qualche secondo, e stava per rispondere quando la porta della presidenza si spalancò « professor Jonas, la stavo aspettando! Prego, si accomodi »
Nicholas lanciò un occhiata di sbieco ad Allie « continuiamo dopo signorina Sanderson, ora vada in classe, l’ultima ora sta per iniziare »
Allie si limitò ad annuire, mentre guardava Nicholas che si allontanava, accingendosi a firmare la condanna a morte per la loro storia d’amore.
 
 



















Potresti essere felice e io non lo saprei
Ma non lo eri il giorno in cui ti ho guardato andartene

 E tutte le cose che ho desiderato non aver mai detto

continuano a riapparire finchè ci sarà pazzia nella mia testa


E' troppo tardi per ricordarti come stavamo
Ma non nei nostri ultimi giorni, di silenzio, urla, confusione
 La maggior parte di ciò che ricordo mi rende sicuro

che
avrei dovuto impedirti di uscire dalla porta

Potresti essere felice, spero che tu lo sia
Mi hai reso più felice di quanto non lo fossi mai stato prima

 


 
 
 
 







« scusi, il professor Jonas? »
Allie fissava il bidello che stava pulendo la classe di storia, il fiato corto a causa della corsa.
La campanella della fine delle lezioni era appena suonata, e invece che fare festa con i suoi compagni per l’inizio dell’estate, lei si era precipitata al secondo piano per parlare con Nicholas.
L’uomo ci pensò qualche secondo « stava andando via mi pare, è uscito qualche minuto fa »
Senza neanche ringraziare Allie si precipitò di nuovo verso le scale, scendendole tanto in fretta che se fosse caduta sicuramente si sarebbe rotta qualcosa.
Arrivò nel parcheggio con il fiatone e la milza che le doleva, ma la vista di Nicholas che stava per salire in macchina la trattenne dallo svenire lì per terra.
Fece di corsa gli ultimi metri che li separavano, per poi bussare violentemente contro il suo finestrino.
Aspettò che il ragazzo lo tirasse giù per farfugliare « meno male che dovevamo parlare »
Quello rise per poi scendere dalla macchina « scusa, mi ero illuso che preferissi festeggiare con i tuoi amici piuttosto che pensare a me »
« cretino » disse la ragazza, alzando gli occhi al cielo « .. comunque, riguardo a quello che ti ho detto prima.. »
Nicholas la interruppe « sai, quello che mi hai detto.. pensavo che fosse quello che volevo sentirmi dire. Che stavo facendo la cosa giusta, che ne andava del mio futuro.. volevo che tu fossi felice per me e per la vita che avevo deciso di costruirmi, pensavo che una volta che tu avessi ammesso questo, io sarei stato bene con me stesso »
Allie storse la bocca « e non è stato così? »
Nicholas sorrise « no, ci sono rimasto male.. all’inizio non capivo perché, ma trenta secondi prima di firmare l’ho capito: volevo che tu mi fermassi, che mi chiedessi di non firmare. Avevo solo paura di ammetterlo »
Tra i due calò il silenzio, mentre il cuore di Allie mancava un battito « quindi.. »
« quindi.. » Nicholas frugò nella tasca della giacca estraendo la collana con il ciondolo a forma di foglia « quindi non ho firmato »
Allie non fece nemmeno in tempo a realizzare la cosa che sentì le labbra di Nicholas premere sulle sue, e, incurante che almeno metà scuola li stesse fissando, affondò le mani tra i suoi ricci rispondendo al bacio.
 
Forse Nicholas aveva ragione, forse non sarebbe durata.
Forse fra qualche mese si sarebbero stancati, o forse non sarebbero riusciti a sopportare i giudizi degli altri.
Ma di una cosa Allie era certa: Nicholas le aveva cambiato la vita, e di certo lei non se lo sarebbe fatto scappare così facilmente.










The sun goes down
The stars come out

And all that counts

Is here and now

My universe will never be the same

I’m glad you came

 
 
 










Da sopra la spalla di Allie, Nicholas fissava i ragazzi, che a loro volta li guardavano allibiti.
Si lasciò sfuggire un leggero « cazzo » quando notò la preside venire verso di loro.
Anche Allie si girò nella sua direzione, e in fretta cercò la sua mano.
« mi spiegate che diavolo ‘sta succedendo? » chiese furiosa, fissando le mani intrecciate dei due ragazzi.
Nicholas alzò le spalle e contemporaneamente le loro mani « stiamo insieme »
« che cosa? » la professoressa alzò di scatto la voce, diventando rossa in viso « signor Jonas, le ricordo che secondo il regolamento ad un ins- »
« ad un insegnate è vietato avere relazioni con una studentessa .. ma io mi sono licenziato, ricorda? Di fatto, non sono più un suo insegnante »
La donna li guardò in silenzio per qualche minuto « è per lei.. insomma, è per Sanderson che non ha firmato ? »
Nicholas annuì, e la donna lo guardò di traverso « non è stata una decisione un po’ campata per aria? »
Il ragazzo rise « oh, lo è stata senz’altro, una totale mancanza di razionalità e maturità.. ma vede, se anche firmando quel contratto con gli anni io fossi finito ad insegnare a Yale, alla brown, o in qualsiasi altra illustre università, mi sarei per sempre dato del coglione per aver lasciato andare questa stupenda ragazza. Non sono ancora pronto per barattare la mia felicità con la carriera »
« come ti pare » la donna li guardò per qualche secondo, per poi sorridere brevemente « ho sempre pensato che sareste stati una bellissima coppia »
Mentre la donna si allontanava, i due ragazzi scorsero Leslie e Joe che li guardavano sorridendo, e notarono che Joe aveva un braccio sulle spalle della ragazza.
Nicholas rise « mi sa che una sera di queste faremo un’uscita a quattro »
« hai idea di che uragano saranno quei due se si mettono insieme? »
Nicholas finse una faccia terrorizzata « siamo spacciati »
 « scemo » allie gli diede una piccola spinta, e mentre, mano nella mano, raggiungevano Leslie e Joe, entrambi erano sicuri di aver fatto la scelta giusta.
O meglio, la scelta che gli aveva dettato il cuore.
 
 


Tramonta il sole e sorgono le stelle
e tutto quel che conta è qui e adesso

il mio universo non sarà più lo stesso

sono felice che tu sia arrivata

 

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