Everything is Niff and nothing hurts

di Marziolin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A perfect day ***
Capitolo 2: *** Tecniche di persuasione ***
Capitolo 3: *** Ten dollars ***
Capitolo 4: *** Only the good die young ***
Capitolo 5: *** Christmas gifts ***
Capitolo 6: *** I signori degli anelli ***
Capitolo 7: *** Together ***



Capitolo 1
*** A perfect day ***


#First day


A perfect day

 
 
Nick se lo sentiva, se lo sentiva che quel giorno non avrebbe portato niente di buono.
Per prima cosa, quando si era svegliato e aveva allungato il braccio verso il comodino per afferrare il cellulare e spegnere la sveglia, aveva accidentalmente fatto cadere la bottiglia d’acqua lì poggiata, facendo riversare il tutto per terra.
Come se non bastasse, alzandosi, era andato a sbattere contro il letto di Thad, ancora profondamente addormentato, facendosi un male assurdo al ginocchio.
Zoppicando, era riuscito ad arrivare vivo in bagno, lavarsi, cambiarsi e scendere per fare colazione, lì dove quel piccolo bastardo traditore, altresì  chiamato David, si era finito tutto il succo d’arancia.
E si sa, in una colazione che si rispetti il succo d’arancia non può mancare.
Giunto in classe una nuova sorpresa lo attendeva: la professoressa di Chimica aveva riportato i compitie un bella e chiara D- faceva sfoggia di sé dall’alto del suo foglio. Ormai rassegnato a passare la giornata peggiore della sua vita, Nick sbuffò, buttandosi di peso sul divanetto della sala canto degli Warbler, ai quali si era unito a inizio anno.
- Ehi, Nick, hai saputo…?
- No!- esplose il ragazzo, mettendosi a sedere sul divanetto e fissando Trent, appena entrato nella sala prove. – Non ho saputo niente e non lo voglio sapere. Ho avuto una giornata di merda e a meno che tu mi dica che sono appena diventato il re del mondo, non lo voglio sapere.
Trent sussultò, osservando sgomentato Nick – il pacato e posato Nick – dare di matto.
- Che io sappia, non sei nemmeno in nomination per quel posto, caro mio- rispose poi, sedendosi accanto all’amico. – Se può consolarti però, abbiamo un nuovo aspirante Warbler, e oggi farà il provino.
- Che culo- borbottò il ragazzo, trasmettendo nelle parole quanta più ironia possibile.
- Su, non essere scorbutico, sono certo che ti piacerà. Se non sbaglio, frequentate anche un paio di corsi insieme.
- Come si chiama?
- Jeff.
Nick aggrottò le sopracciglia, sorridendo automaticamente.
Jeff, Jeff, Jeff.
- Il ragazzo biondo che sembra avere sempre la testa fra le nuvole? Quello che morde la matita mentre la professoressa spiega o che quando prende appunti fa quella smorfia completamente adorabile con il naso?
- A quanto pare il ragazzo ha fatto colpo- rise Trent, vedendo poi Nick arrossire.
- Ma no- protestò Nick – è solo che ho un grande spirito d’osservazione, tutto qui.
- Certo… Allora dimmi, di che colore sono le tende? E non guardare!
- Blu?
- Gialle, Nick.
Nick sbuffò nuovamente, contrariato, cercando di trovare qualche risposta decente, quando nella stanza entrarono gli altri Warbler, parlottando tra loro e seguiti a ruota da Jeff.
Nick sorrise automaticamente, facendo un segno di saluto al ragazzo, che ricambiò, entusiasta.
- Allora ragazzi- iniziò Wes, - siamo qui riuniti oggi….
- Non è un matrimonio, amico, taglia corto!
Wes sbuffò, fulminando con lo sguardo colui che aveva appena parlato – ovvero Thad.
- Come stavo dicendo, siamo qui perché Jeff vorrebbe unirsi ai Warbler- concluse, indicando il ragazzo con un cenno del capo, il quale si schiarì la vocemettendosi poi al centro della sala.
- Ehm, d’accordo. Quindi devo… cantare?
- A meno che tu non conosca qualche trucco di magia, direi di sì- rispose Trent, sorridendogli incoraggiante.
Il ragazzo rise, schiarendosi nuovamente la voce, per poi cominciare a cantare.
In quel momento, il cervello di Nick smise di funzionare, lasciando il posto a un totale senso di smarrimento.
Non che avesse una voce particolarmente fantastica o un timbro eccezionale, ma era bella. Bella davvero.
E poi era la sua voce.
Rimase così per un po’ , perso tra le parole della canzone, fino a quando Jeff smise di cantare e gli applausi invasero la sala, facendo arrossire il ragazzo in maniera inverosimile.
- Data la reazione generale, posso solo che dirti: benvenuto nei  Warbler, Jeff!- esordì David, seduto accanto a Wes, unendosi poi agli applausi generali. – E detto questo, potete anche sloggiare.
I ragazzi risero, alzandosi dalle loro postazioni per poi uscire mano a mano dalla sala, dando qualche pacca sulle spalle a Jeff in segno di incoraggiamento e congratulazioni.
- Ehi, Nick.
- Jeff- salutò l’altro, avvicinandosi al ragazzo mentre la sala continuava a svuotarsi. –Sei stato davvero bravo, sai?
- Beh, grazie-rispose Jeff, sorridendo imbarazzato.
Nick annuì, mentre afferrava la tracolla stracolma di libri da sopra al divano. – Eri tanto nervoso?- domandò poi, iniziando a camminareaffiancato da Jeff.
- Oddio, sì!- rispose il ragazzo, alzando gli occhi al cielo. –E’ da ieri che sono agitato. Questa notte non riuscivo a dormire, avrò chiuso occhio sì e no tre ore in tutto. E sta mattina… non ne parliamo! A lezione è andata uno schifo, e poi quando sono tornato in camera non trovavo più gli spartiti e avevo una paura matta di dover rinunciare a fare il provino e dire addio così alla possibilità di entrare a far parte degli Warbler!- disse Jeff tutto d’un fiato, causando l’ilarità di Nick. – Scusami, a volte parlo troppo. A te invece com’è andata la giornata?
Nick alzò lo sguardo, lanciando una breve occhiata al sorriso sereno di Jeff.
- Perfetta, assolutamente perfetta.














 
 
 
 





Angolo autrice:
Happy Niff Week to everyone!
E’ da sta mattina che non aspetto altro che fiondarmi a casa, pubblicare la prima Niff e leggere quelle di tutte le altre partecipanti, e finalmente eccomi qui <3
Amo la Niff con tutta me stessa, e quindi non potevo dire di no a questa iniziativa, giusto? *w*
Ah, premetto che con i titoli faccio schifo quando ho una settimana a disposizione per trovarne, figuriamoci un giorno solo D:
Detto ciò, vi saluto!
A domani con il secondo giorno!
Marziolin

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Capitolo 2
*** Tecniche di persuasione ***


Tecniche di persuasione
 

 
Quando, a inizio anno, si era ritrovato a leggere sulla bacheca l’assegnazione delle stanze, era stato abbastanza entusiasta di trovare il suo nome affiancato a quello di Nick Duvall.
Povero illuso.

- Nick, preparati a morire lentamente e dolorosamente.
- Ciao anche a te, Jeff.
Il ragazzo sbuffò, alzando gli occhi al cielo e chiudendosi la porta della camera alle spalle.
- E’ chiedere tanto sperare di trovare una camera che non assomigli a un porcile ogni volta che sto via per il week and?
Nick alzò le spalle, sistemandosi meglio sul proprio letto, mentre osservava Jeff afferrare una sua maglietta con la punta delle dita, tirandola poi sul suo letto.
- Avrei preferito un’accoglienza del tipo: “Oh, Nick, mi sei mancato così tanto!” con tanto di abbraccio e lacrime, sai.
- Davvero, è una cosa inquietante, non riesco quasi a vedere il pavimento!- continuò Jeff, ignorando l’altro ragazzo.
Nick rise, togliendosi le cuffie dalle orecchie e alzandosi dal letto, raggiungendo Jeff.
- Ma di cosa ti lamenti… sono un ragazzo, è normale che sia disordinato- disse poi, spostando con un piede tutti i vestiti sparsi per terra.
- E io che sono, un pupazzo?- protestò Jeff, posando la piccola sacca che si era portato dietro per andare a trovare i propri genitori sulla scrivania.
­- Più un peluche, direi. Per essere adorabile sei adorabile, e ispiri anche coccole- rispose Nick, scompigliandogli i capelli. –Quindi direi che potresti esserlo, sì.
Jeff rise leggermente, cercando però di non farsi notare da Nick. – Farmi dei complimenti non ti aiuterà a passarla liscia, Duvall.
- Sicuro?- chiese Nick, cingendogli un fianco con la mano destra.
- Sicurissimo- rispose Jeff, in imbarazzo, cercando di allontanare da sé il braccio del compagno di stanza.
- Nemmeno se faccio questo?- domandò, sporgendosi leggermente per baciare Jeff, immobile davanti a lui.
- Sei sleale, Nick.
- Oh, ma davvero?- rispose il ragazzo, le labbra a pochi centimetri da quelle di Jeff, facendo scontrare i loro nasi.
- Sleale e anche bastardo- controbatté Jeff, lasciandosi trascinare da Nick verso il letto.
- Le mie tecniche di persuasione possono essere abbastanza efficaci, se mi ci impegno…
- A quanto pare- rispose Jeff, impedendo però al proprio ragazzo di spingerlo sul letto.
- Che c’è?- protestò Nick, senza lasciare i fianchi di Jeff.
- Io con tutto questo macello, a letto con te non ci vengo.
- Ma come…?
- Affari tuoi, Nick- rispose Jeff, allontanandosi dal ragazzo con un sorrisetto di trionfo sul viso. –Se proprio ci tieni, vedi di mettere apposto.
- Ma come, proprio adesso?- insistette, guardando eloquentemente Jeff.
- Tu metti apposto, e poi ne riparliamo. Torno tra una mezz’oretta, vado a salutare Thad… vedi cosa puoi fare- disse, aprendo la porta e uscendo dalla stanza.

Inutile dire che, nemmeno quindici minuti dopo, la camera era talmente pulita da potersi specchiare nel pavimento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





Angolo autrice
Ecco a voi il secondo giorno, la Niff!Roommate!
Non è niente di che, ovviamente, ma spero di non aver deluso nessuno D:
E… niente, progetti scolastici reclamano la mia presenza, a domani con la Niff AU!
… Per la quale non so dove mettere le mani u.u
Lettore avvisato... xD
Marziolin

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Capitolo 3
*** Ten dollars ***


Ten dollars
 
Jeff non era un ragazzo che faceva molto caso a quello che avveniva intorno a lui.
Così quando quella mattina, passeggiando per strada in direzione dell’università si era scontrato con un ragazzo moro decisamente carino, non aveva fatto altro che scusarsi e continuare a camminare, sebbene il suo sorriso gli fosse rimasto impresso nella mente.
Quando poi, in ritardo per una lezione particolarmente importante si era ritrovato al posto accanto al suo – l’ultimo rimasto disponibile – di nuovo quel ragazzo, lo aveva salutato con un leggero gesto del capo, mentre l’altro gli aveva riservato un allegro sorriso.
Lo stesso pomeriggio, entrando in un negozio di strumenti musicali, lo aveva rivisto lì, in piedi davanti alle chitarre, intento a studiarne una con particolare interesse e sta volta non aveva potuto non farci caso; ovviamente non si era avvicinato, aveva continuato per la sua strada passando ore nella sezione dei bassi.
E le cose erano andate avanti così per giorni.
Lo incontrava a lezione, al parco, addirittura credette di averlo visto entrare nella pasticceria sotto casa sua, una di quelle sere.
Inutile dire che quando si era ritrovato lo stesso ragazzo in piedi davanti al reparto ortofrutticolo nello stesso negozio in cui lui stesso lavorava, il grembiule verde tipico dei commessi stretto in vita, stentava a crederci.
“Non è possibile…” pensò, camminando poi verso di lui con passo deciso.
- Questa cosa deve finire. Ora mi spieghi cosa ci fai tu qui- esordì, catturando l’attenzione del ragazzo intento a riordinare dei cestini di fregole.
- Lavoro…?- rispose il ragazzo, girandosi leggermente per fronteggiare Jeff.
Jeff sbuffò, allargando le braccia. – Non intendo questo. Cosa ci fai qui, davanti a me,ancora.
Il ragazzo s’immobilizzò, fissandolo con perplessità.
- Continuo a non capire, mi dispiace- rispose l’altro, con tutta la semplicità del mondo.
- Non è possibile che tu non ti sia accorto che da una settimana a questa parte, ci incontriamo praticamente ovunque… e adesso ti ritrovo pure nel mio posto di lavoro! E’ una cosa assurda!
Lo sguardo del ragazzo s’illuminò, mentre le labbra si piegavano in un sorriso consapevole.
- Tu sei il ragazzo dell’università!- esclamò poi, mentre tutto gli appariva più chiaro.
- E del parco, del negozio di musica, della pasticceria… Jeff, tanto per la cronaca.
- Nick, piacere- il ragazzo sorrise, tendendogli la mano. –Quindi vorresti dirmi che per qualche scherzo del destino, finiamo sempre per incontrarci?
- Più che altro sono io che incontro te, tu ti limiti a ignorarmi.
Nick rise, passandosi le mani sul grembiule.
- E che poi, da quant’è che lavori qui?
- Ho iniziato sta mattina. Mi sono trasferito giusto un paio di settimane fa, e avevo bisogno di un lavoretto e questo è il massimo che sono riuscito a trovare.
Jeff sbuffò, facendo capire all’altro che sapeva di cosa stesse parlando. – Io sono ormai quattro mesi che sto qui, e da quando ho iniziato l’università trovare un lavoro decente è impossibile.
- Effettivamente, hai ragione- rispose Nick, dando una veloce occhiata all’orologio da polso. –Senti, io finisco il turno tra cinque minuti… che ne dici se quando finisci anche tu, ci andiamo a prendere qualcosa da bere? Così magari cerchiamo di capire perché mi ritrovi ovunque tu vada- domandò, iniziando a camminare verso la cassa, con Jeff accanto a lui.
Il ragazzo annuì, mentre Nick si toglieva il grembiule e si dirigeva all’uscita.
- A che ora stacchi?
- Orario di chiusura- rispose semplicemente Jeff, poggiandosi con una mano alla cassa dove una ragazza osservava la scena.
- Ti aspetto qui fuori allora, così decidiamo dove andare, va bene?
- Perfetto, direi.
- Allora a più tardi, Jeff! Linda, noi ci vediamo domani- concluse, uscendo e salutando sia il ragazzo sia la cassiera accanto a lui.
Linda rise leggermente, mentre Jeff si lasciava andare a un sorrisetto vittorioso.
- A quanto pare, Sterling, hai rimediato un appuntamento.
- Macché- protestò leggermente il ragazzo, alzando le spalle. –E’ solo una bevuta tra colleghi, tutto qui.
 Linda sbuffò, scuotendo la testa.
- Dieci dollari che sta sera combinate qualcosa.
- Andata- rispose Jeff, stringendo la mano della ragazza e allontanandosi verso il reparto forno.


Il pomeriggio seguente, sedendosi alla cassa, Linda sorrise, afferrando un foglietto piegato a metà poggiato accanto all’interfono.

“I dieci dollari meglio spesi in tutta la mia vita”.




 
 
 
 
 
 
Angolo autrice(anche se non merito di essere chiamata tale, dopo sta porcheria)
Sono in ritardo per il terzo giorno, e mi presento pure con una storia abbastanza inutile .___.
Ma vabbè, ora sto qua u.u
Spero che almeno a voi non abbia fatto così schifo tanto quanto lo ha fatto a me >.<
Ah, la cassiera si chiama Linda in onore della mia Lin, che mi ha dato l'idea <3
A dopo – o domani, a sto punto D: -  con il quarto giorno!
Ps: con i titoli, come sempre, faccio schifo u.u

Marziolin <3



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Capitolo 4
*** Only the good die young ***


Only the good die young


Jeff tirò sul con il naso, passandosi poi il braccio coperto dalla camicia sugli occhi per asciugare le lacrime.
Era seduto per terra accanto a letto, così com’era solito fare ogni volta che qualcosa non andava nel verso giusto e non si sarebbe alzato fino a data da destinarsi.
E così lo trovò anche Nick, entrando in camera del ragazzo dopo le lezioni.
 - Ehi, Jeff, che è successo?- domandò il ragazzo, inginocchiandosi davanti al compagno di stanza, accucciato a terra.
Jeff scosse la testa, stringendo poi le braccia attorno alle ginocchia strette contro il petto.
- Jeff, cosa…
Il ragazzo evitò ancora di rispondere, alzando però la testa e asciugandosi nuovamente gli occhi.
Nick si girò, afferrando la borsa dietro di lui per tirarne poi fuori un fazzoletto e porgerlo a Jeff che lo afferrò soffiandosi rumorosamente il naso.
- Prego, fai pure…- disse Nick, facendo sorridere per un momento Jeff.
- Mi dispiace Nick, ti giuro che te lo laverò e te lo stirerò- rispose il ragazzo mentre Nick si sedeva a terra accanto a lui.
- Certo, come lavi e stiri i tuoi vestiti da due anni a questa parte- disse Nick, dandogli una leggera spallata. – Allora, vuoi dirmelo perché quando sono entrato, frignavi come una ragazzina? Ti è forse morto il gatto, Jeff?- domandò Nick, lasciandosi andare a una leggera risata, convinto di coinvolgere nella sua ilarità anche Jeff, cosa che però non avvenne.
- Oh mio Dio, Rainbow è morto per davvero? Mi dispiace così tanto, Jeff!
- Lo so che è stupido, che ho diciassette anni e sono un ragazzo e che quindi dovrei evitare di disperarmi per queste cose ma… sono cinque ore che non riesco a smettere di piangere. Avevo quel gatto da quando ero piccolo e sarà pure una stronzata, ma mi manca da morire.
Jeff sospirò, poggiando il mento sulle ginocchia mentre Nick gli poggiava una mano sulla spalla in segno di conforto.
- E che poi, non poteva morire come tutti i gatti del mondo? Sotto una macchina o di vecchiaia?
Nick lo fissò, perplesso. – Perché, scusa, com’è morto…? Non avevi detto che era vecchio?
- Infatti lo era, ma Rainbow ha voluto fare l’eroe. Ha visto che un gattino si era incastrato nei fili dell’alta tensione ed è andato ad aiutarlo… risultato? Un gatto abbrustolito.
- Non ci credo. E il gattino?
- E’ scappato via. Che gatto idiota, il mio… uno normale non poteva capitarmene, vero?
- Anche tu hai fatto la tua parte, eh. Insomma, hai chiamato il tuo gatto “Rainbow”, ti sembra una cosa normale? Potevi forse sperare che questo non influisse su di lui?
Jeff rise, scuotendo la testa.
- Non riesco nemmeno a deprimermi, con te.
- Lo so- Nick gli sorrise, piegandosi verso Jeff. –E sai anche cosa è utile per tirare su il morale?
- Nutella?
- Un barattolo intero, sì.
- Nick Duvall, io ti amo.


 Toc-Toc
- Jeff, sono io! Apri!
Il ragazzo sbuffò, alzandosi dal letto sul quale era sdraiato.
- Le chiavi le hanno inventate per una ragione, Nick, che ne dici di iniziare a usarle?- domandò, aprendo poi la porta e trovandosi a fronteggiare il ragazzo con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
- Avevo le mani occupate- rispose, allungando le braccia per mostrare a Jeff cosa stesse tendendo in mano.
Miao.
- Un gatto, Nick?
- Il tuo gatto, Jeff. O meglio, il gatto che Rainbow ha cercato di salvare. Sono andato al centro per accoglienza per animali sta mattina e mi hanno detto che questo mostriciattolo- s’interruppe per fare un paio di carezze alla testa del cucciolo, - si era incastrato nuovamente tra i fili dell’alta tensione e… Jeff, ti prego, dì qualcosa.
Il ragazzo annuì, fissando con aria critica l’animale in braccio a Nick.
- Quindi, dopo un gatto che si sentiva Superman, adesso devo gestirne uno con manie suicide?
- Così pare- rispose Nick, passando a Jeff il gattino che iniziò subito a fare le fusa.
Il ragazzo sorrise, alzando il gattino per aria.
- Diamine, è adorabile.
- Vero? Dovresti dargli il mio nome.
- Il mio, semmai. Sono io quello adorabile, tra i due.
Entrambi risero, mentre Nick si avvicinava a Jeff per coccolare il nuovo arrivato.
- Nick o Jeff?
Il gattino miagolò, sporgendosi vero le carezze dei due.
- Una fusione? Almeno facciamo contenti entrambi.
- Perfetto. Allora benvenuto a casa, Niff.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Sono in ritardo per ieri, lo so D:
Ma la primavera fa sì che la vita sociale ritorni, quindi è difficile giostrarsi fra Niff, vita e scuola >.<
In ogni caso, ecco qui il quarto giorno, con molto fluff (così come la Niff deve essere <3 )
E… niente, spero vi piaccia!
Marziolin

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Capitolo 5
*** Christmas gifts ***


Christmas gifts
 

Dormitori Dalton, ore 21.53

- Mi spieghi perché abbiamo dovuto mettere del vischio in camera nostra, Nick?
Il ragazzo sorrise, osservando Jeff in piedi sul ciglio della porta intento a fissare i rametti della pianta appesi sopra alla sua testa.
- Perché è Natale, Jeff.
- E bravo capitan ovvio.  Intendevo perché deve stare proprio qui, già la Dalton ne è piena zeppa e la cosa non è poi molto normale, essendo una scuola prettamente maschile.
Nick alzò le spalle, alzandosi dalla scrivania per raggiungere il proprio ragazzo e stampargli un bacio sul naso, facendolo sorridere.
- E secondo te, io dovrei perdermi l’opportunità di fare questo ancora e ancora? Povero illuso…
Jeff rise, scuotendo la testa e camminando poi verso il letto buttandocisi sopra, seguito poco dopo da Nick, che gli si stese accanto.
- Posso darti il mio regalo di Natale? O meglio, il regalo figo. Quello romantico e banale te lo darò il venticinque, ovviamente.
Jeff si voltò, facendo peso sulle braccia per mettersi su un fianco, così da fronteggiare Nick.
- Di già? Ma Natale è dopo domani…
- Lo so, so leggere anch’io il calendario, sai?
- Ma quanto sei spiritoso- disse Jeff, sorridendo a Nick. – Allora?
- Il regalo, sì. Giusto- Nick gattonò sul letto, cercando di raggiungere una borsa poco lontana, tirandone fuori un pacchetto rosso con il nastro oro.
- Sei addirittura riuscito a incantarlo per bene?
- Mentirei se ti dicessi che è vero. Sono stato al negozio a fare anche il regalo a mia madre sta mattina e con l’occasione ho fatto incartare pure il tuo. Il suo sono andato a portarglierlo prima di pranzo, e ora sta a te.
- Le è piaciuto, almeno?
- Non so, ha detto che lo avrebbe aperto direttamente a Natale.
Jeff sorrise, mettendosi seduto e incrociando le gambe sopra al letto, iniziando poi a scartare il pacchetto.
- Questo è… questo è un grembiule per cucinare con scritto “Mamma ti voglio bene”, Nick.
Il ragazzo sbiancò, togliendo al volo la scatola dalle mani del proprio ragazzo e osservandone il contenuto, il tutto mentre Jeff, piegato in due dalle risate, iniziava a rotolarsi nel letto.
- Non ci credo… ti prego, dimmi che non lo hai fatto…
- HO DATO IL TUO REGALO A MIA MADRE!


Nello stesso momento, a casa Duvall.

- Tesoro, prima Nick è passato a portarmi il regalo di Natale… non è un tesoro, nostro figlio?
Il Signor Duvall annuì, sistemandosi meglio sulla poltrona davanti al caminetto.
- E cosa ti avrebbe regalato?
- Non ne ho idea… non l’ho ancora aperto. Non è Natale, non mi sembrerebbe giusto.
Il Signor Duvall sorrise, afferrando la scatola poggiata sopra il camino.
- Nick questo non lo saprà mai- disse poi, porgendo il pacchetto alla moglie.
- E’ per questo che ti ho sposato- rispose la donna, allentando il nastro dorato mentre il marito si sporgeva dalla poltrona per sbirciare.
La donna aprì la scatola, afferrando tra pollice e indice il contenuto per poi mostrarlo al marito, incerta se scoppiare a ridere o scandalizzarsi.
- Manette con i polsini di peluche…?-
- Tuo figlio ha davvero bisogno di farsi un ragazzo- rispose il Signor Duvall, vedendo poi la donna afferrare il cellulare da sopra il caminetto, leggendo un messaggio appena arrivato e lasciandosi andare a una leggera risata.
- Sai, tesoro, credo che quando ha comprato questo regalo l’intenzione fosse proprio quella.


“Mamma, NON APRIRE il pacchetto che ti ho portato oggi. Nel caso tu l’abbia giù fatto, sappi che OVVIAMENTE non era per te, ma per Jeff.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Angolo autrice:
Inutile dire che sono in ritardo mostruoso D:
Pensavo non fosse così difficile scrivere sette storie in sette giorni, invece è davvero complicato!
Quindi, ecco qui la Niff del quinto giorno u.u
Spero  che vi piaccia, e intanto ne approfitto per ringraziare chiunque abbia recensito i capitoli precedenti!
Alla prossima, Marzia =D

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Capitolo 6
*** I signori degli anelli ***


Sesto giorno: Engagement - Hod did they get together?

I signori degli anelli

 

Jeff lo sapeva, lo sapeva che era una cosa completamente stupida e banale, un vero e proprio cliché per farla breve, ma quando si era ritrovato davanti a quella gioielleria, rientrando dal lavoro, con la neve che aveva pian piano incominciato ad ammucchiarsi ai bordi della strada e a cadere silenziosamente sopra al cappello di lana che Nick gli aveva regalato per Natale – insieme a una scorta di dolci da far invidia a Willy Wonka in persona –, non aveva potuto evitare di soffermarsi a fissare la vetrina con occhi sognanti, puntando una coppia di anelli di fidanzamento che, a suo modesto parere, sarebbero stati perfetti per lui – e anche per Nick, ovviamente.


Il ragazzo scosse la testa, infilando nuovamente le mani in tasca – mani che negli ultimi cinque minuti erano state appoggiate alla vetrina come quelle di un bambino – per poi allontanarsi dal negozio con aria sconfortata, borbottando tra sé mentre percorreva la strada davanti a lui, accompagnato solamente dal freddo e da un sasso, succube dei suoi calci fino al momento in cui giunse al portone del palazzo in cui conviveva con Nick.
Stava per varcare la soglia, quando, voltandosi leggermente per cercare le chiavi nella tasca laterale dei jeans, si ritrovò a fissare una coppia di ragazzi che avevano circa la sua età, fermi sotto la neve ad aspettare presumibilmente un taxi, le mani intrecciate e le spalle che si sfioravano.

Jeff sorrise inconsciamente al gesto del ragazzo che, accogliendo la mano sinistra della ragazza tra le sue, la portò alla bocca, lasciando un leggerò bacio proprio lì dove scintillava un anello di fidanzamento.
 

Jeff giunse al negozio circa cinque minuti dopo, le guance rosse per la corsa e i capelli attaccati alla fronte a causa del sudore.
Prese un paio di respiri – giusto per evitare di avere un principio d' infarto – e guardò nuovamente la vetrina. Stava per sorridere trionfante quando una mano, probabilmente quella dell'orefice, apparve da dietro lo scaffale, afferrando poi gli anelli.
Quegli anelli.
Il ragazzo trattenne un gesto di stizza, spalancando poi la porta del negozio con fare omicida.
- Mi scusi, mi dispiace davvero molto per chi aveva intenzione di prendere quegli anelli ma io ne ho bisogno. Ho corso fino a qui e il mio ragazzo...
- … è davanti a te e si sta chiedendo perché diamine ancora non te ne sia accorto.
Jeff sussultò, spalancando gli occhi per la sorpresa.
- Nick!
Il ragazzo rise leggermente, fece un segno al gioielliere che li stava osservando con aria divertita e allungò la mano dietro al collo in un gesto imbarazzato.
-Jeff, ciao.

- Perché sei... Voglio dire, come mai non sei al lavoro?- domandò Jeff, osservando con la coda dell'occhio il negoziante andare nel retrobottega.
Nick alzò le spalle, poggiando un braccio sul bancone.
- Sai, mi ero preso il pomeriggio libero per poter organizzare in grande la mia proposta di matrimonio al più grande idiota del pianeta, con tanto di cena preparata da me, champagne e cioccolata, ma a quanto pare qualcuno è intenzionato a rovinarmi i piani- confessò il ragazzo, lo sguardo leggermente basso, in preda all'imbarazzo. -Piuttosto, perché tu avresti bisogno di... Oh. Mio. Dio. Volevi comprare quegli anelli di fidanzamento!- boccheggiò Nick, fissando il ragazzo in piedi davanti a lui come se fosse un alieno.
- L'idea era quella, sì- rispose Jeff, trattenendo una risata davanti alla faccia sconcertata del proprio ragazzo.
- Tu vuoi sposarmi!- lo accusò Nick puntandogli contro il dito.
- Ovvio che voglio sposarti, cretino! E tu vuoi sposare me!- ribatté Jeff, allargando le braccia in un gesto di stizza.
- Certo che lo voglio!
I due ragazzi sorrisero, mentre i loro occhi si incrociavano in uno sguardo tra l'emozionato e il divertito.
Restarono così, immobili, a fissarsi per dei minuti interi, almeno fino a quando una voce non li riscosse dai loro pensieri.
- Ora che la cosa è chiarita,- si intromise il gioielliere – gli anelli chi li paga?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Ehm... sì, ecco.
La raccolta era andata leggermente alla deriva, lo so. L'avevo iniziata nel periodo peggiore a scuola e non ho mai avuto tempo di finirla. E quando ho avuto tempo, è mancata l'ispirazione.
Non che ora ci sia, è solo che erano tentata di cancellarla ma sono una codarda quindi non l'ho fatto, ragion per cui ho deciso di terminarla.
Spero che questo piccolo mostriciattolo vi sia piaciuto, o almeno che non vi abbia fatto schifo xD
In ogni caso, un parere è sempre gradito.
Alla prossima,
Marzia :)

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Capitolo 7
*** Together ***


Day 7: Future

Together

 

 

 

- Dottore. Dottor Nick Duvall... non credi anche tu che suoni benissimo?
Jeff sorrise, stringendosi un po' di più nell'abbraccio del suo ragazzo, strusciando il naso tra l'incavo del collo del futuro dottore.
Quando, alla fine del liceo, Nick gli aveva casualmente messo tra le mani non una, ma ben due lettere di ammissione alla Columbia, Jeff non poteva crederci.
Non pensava di poter ambire a qualcosa di più del college statale dell'Ohio, date le sue scarse attività curricolari, ma a quanto sembrava, essere membro del coro della scuola, far parte della squadra di lacrosse e essere nel comitato di benvenuto della Dalton erano attività da non sottovalutare.
Lui e Nick erano quindi andati al College insieme, così come avevano trascorso gli anni del liceo, inseparabili come una coppia di sposini in luna di miele – così almeno li aveva definiti Sebastian quando li aveva beccati a saltellare come due idioti con le lettere del college in mano.
Naturalmente, avevano fatto di tutto pur di farsi assegnare la stessa camera, tra cui allungare mazzette alla signora della segreteria e riempire di polvere orticante il letto di un compagno di stanza particolarmente ostinato che non sembrava avere la minima voglia di sloggiare.
Mai un litigio, mai una discussione, almeno fino a quando Jeff aveva attirato l'attenzione di un ragazzo particolarmente carino lavorando alla caffetteria vicino al college.
Nick aveva retto ben tre mesi – tre mesi pieni di sarcasmo e battute infelici – prima di perdere la pazienza e inveire contro il ragazzo, utilizzando una serie di epiteti decisamente poco carini.
Poi le cose erano andate come da copione: Jeff gli aveva urlato contro di rimando, cercando di sovrastare la voce di Nick con la propria, fino a quando non erano finiti a rotolarsi nel letto con pochi vestiti addosso.
- Affatto- ripose infine, sorridendo a Nick. – Ma non dimenticarti che domani mi laureo anche io, caro il mio “dottore”.
Nick rise, osservando Jeff fare pressione sulla sua spalla per alzarsi dal letto sul quale erano sdraiati.
- Dove vai?- protestò – nessuno ti ha dato il permesso di alzarti.
- Nick, per quanto io ami stare a letto con te – e fidati, lo amo davvero tanto – non posso stare qui tutta la giornata. E' l'ultimo giorno da studenti, ci sono persone da salutare, valige da preparare...
- E fidanzati da baciare no, eh?- lo interruppe Nick, alzandosi a sua volta dal letto per poi appoggiarsi alla scrivania così da fronteggiare Jeff.
- Anche quello, sì- rispose Jeff, poggiando le sue labbra su quelle di Nick per un momento.
- Lo sai che adesso lasciarti andare via sarà ancora più complicato?- borbottò poi Nick, senza allontanarsi dal proprio ragazzo.
- Lo immaginavo.

- Pensa come sarà difficile stare separati per dei giorni interi ora che non saremo più compagni di stanza.
Jeff tossicchiò, spostandosi da Nick e arricciando il naso in una smorfia leggermente colpevole.
- A proposito di questo...- cominciò, facendo a Nick un gesto per invitarlo a sedersi sul letto, piazzandoglisi poi davanti, entrambe le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans.
- Stavo pensando... - cominciò, dondolandosi leggermente avanti e indietro con le punte dei piedi. - Dopo le vacanze a casa, ognuno di noi dovrebbe trovare un appartamento decente che non costi troppo, no?- chiese, attendendo un segno da Nick, che annuì confuso. -Ecco, stavo pensando... visto che siamo stati coinquilini per gli ultimi otto anni, potremmo continuare semplicemente a farlo, che ne dici?
- Vuoi dire andare a vivere insieme? Come una coppia vera?
Jeff annuì, osservando Nick afferrargli una mano e cominciare a giocare con il braccialetto che lui stesso gli aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno. - A te andrebbe bene? Insomma, vivere insieme, dividere le bollette, il letto, i turni in cucina, l'affitto e... insomma, continuare a stare insieme fino a data da destinarsi. So che è una cosa impegnativa ma...
- Ti amo.
- Come?
- Ti amo, e tu sei decisamente l'essere più adorabile sulla faccia della terra, Jeff Sterling.
- Verrai, quindi?
Nick rise, afferrando poi Jeff per il polso e trascinandolo su letto con lui – Prova a fermarmi.

 














Angolo autrice:
Saaaaalve! Ecco qui l'ultimo capitolo della raccolta, d'ora in avanti sono una donna libera! *sventola bandiera*
Spero che vi sia piaciuta almeno un po' e... niente, non ho altro da aggiungere.
Buon Niff a tutti voi <3
Marzia

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