Sweet Child

di Marta Michelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 Agosto 1979
‘’Dove diamine ho messo quel disco’’  cercai ovunque,anche se ormai non c’era quasi più nulla. Avevo preparato tutte le valige, ma non trovavo il mio disco dei Queen. Mia madre entrò sconvolta nella mia stanza.
‘’cos’è questo chiasso?!’’ Mia madre è una signora snella e ben vestita, elegante e sempre ordinata, in perfetto stile anni ’60. Da una parte la invidiavo. Mio padre ci raggiunse con un sorrisino sulla faccia.
‘’Cos’è successo signorine?’’
‘’Tua figlia sta mettendo tutto sotto sopra’’
‘’Beh diciamo che non c’è molto da mettere sotto sopra,visto che la stanza è vuota’’ dissi girando su me stessa.
‘’Che stai cercando cara?’’ mi chiese mio padre.
‘’Il disco dei Queen!’’
‘’L’ho messo insieme al giradischi, lo avevi lasciato lì’’ lo guardai con faccia stupita. Lo abbracciai e con un sorriso dissi: ‘’Bene allora siamo pronti?’’
Scendemmo e ci sedemmo in macchina. Ci stavamo trasferendo in America, per un nuovo lavoro offerto a mio padre. Io mi chiamo Alice Cooper (si come il cantante!), sono nata a Londra il 3 Aprile del 1964, mio padre si chiama John e mia madre si chiama Anna. Si sono conosciuti quando mio padre andò per lavoro in Francia e da quel giorno non si separarono più. Ho anche un fratello maggiore, si chiama Henry, ha 24 anni ed è sposato,lui resterà qui a Londra, mi mancherà davvero tanto.
Appena saliti in macchina mia madre mi disse che il vestito che indossavo non era abbastanza consono. Portavo un vestitino turchese che scendeva dritto, e i capelli raccolti in una coda alta. Per lei era troppo poco elegante, ci dovevamo presentare bene alla città.
‘’Mamma stiamo andando nell’Indiana, mica a Buckingham Palace!’’
Arrivati in aeroporto non vedevo l’ora di salire su quell’aereo per potermi addormentare e non pensare a nessuno. Diciamo che ero abbastanza nervosa,anche se eccitata. Mio padre diceva che fosse normale il fatto che fossi nervosa, d’altronde cambiavo città,amici,scuola e modo di vivere. Finalmente salimmo sull’aereo e per tutto il viaggio dormii. Atterrammo a Indianapolis, per poi salire su una macchina,per arrivare fino a Lafayette. La città era carina, con molto verde, non era come Londra, sembrava più tranquilla. Arrivammo nella nostra casa: una casa fuori dal centro, di color crema e bianco, con un giardino verde che mi piaceva tantissimo. Il trasloco e la sistemazione della casa sembrò durare una vita, tanto che l’anno scolastico era già alle porte, e non ebbi nemmeno il tempo di conoscere i miei vicini.



Nuova storia, volevo scriverla da tanto tempo ma non sono mai riuscita a iniziare. Insomma è un esperimento, spero piaccia e aspetto delle recensioni (di tutti i tipi!) e spero vi piaccia.
Enjoy!
MMC

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Settembre 1979
Primo giorno di scuola. Prima lezione: letteratura. Entrai in classe, e venti occhi si fissarono su di me. Eppure quel giorno avevo messo dei pantaloni, una camicetta blu e avevo lasciato i miei capelli sciolti. Mi sedetti al primo banco. Accanto a me una ragazza con dei lunghi capelli rossi mi fissava.
‘’Scusa hai bisogno di qualcosa?’’ chiesi più gentilmente possibile.
‘’Tu sei quella nuova dall’ Inghilterra, Alice giusto?’’ mi sorrise.
‘’Sa più tu di me che io!’’ rise alla mia,scadente, battuta.
‘’ Io sono Ramona!’’ mi porse la mano, gliela strinsi e dissi: ‘’ Bel nome! Comunque se non ti dispiace potresti farmi da guida, sembri l’unica che non mi stia squadrando qui dentro!’’
‘’Certo!’’ mi sorrise. In quel momento entrò il professore.
‘’Buongiorno ragazzi! Per prima cosa diamo il benvenuto alla nostra nuova studentessa Alice Cooper’’
Mi alzai e feci un cenno con la mano verso i compagni. Sentivo che ridacchiavano ma cercavo di non farci caso, d’altronde con un nome così cosa dovevo fare.
‘’Allora oggi parleremo di Shakespere, chi mi sa dire qualcosa?’’  che gran fortuna, primo giorno di scuola e parlano di un inglese, spero che non dica il mio nome. ‘’Alice?’’
‘’Si’’ risposi alzando la testa, e dissi quelle due cose che ricordavo su Shakepeare.
‘’Oh molto bene signorina’’ disse un ragazzo dal fondo dell’aula con un finto accento inglese.
Una delle cose che mi fa più imbestialire è quando imitano il mio accento, così mi voltai e diretto al signorino dissi : ‘’ perché non prendi il tuo finto accento il tuo hamburger e te li metti su per il cu…’’
‘’Signorina Cooper!’’ piccolo imprevisto,avevo dimenticato il prof dietro di me. Mi voltai e chiesi scusa.
‘’Mi dispiace ma le devo dare una punizione!’’ gran bella mossa Alice, primo giorno di scuola ti becchi subito la punizione.
Dopo la lezione Ramona mi accompagnò in punizione e mi diede appuntamento per il pranzo, la salutai e ringraziai. Aprii la porta, mi diressi verso l’insegnante e consegnai il foglio. Le facce in quell’ aula non mi piacevano molto. Mi guardai intorno e l’unico posto libero era all’ultimo banco, vicino ad un tizio con i capelli neri come la fuligine. Mi sedetti e cominciai a leggere gli orari delle lezioni.
‘’Sei nuova?’’ alzai lo sguardo e incontrai due bellissimi occhi marroni che mi guardavano.
‘’Si, è il mio primo giorno!’’ mi scrutò e poi rise, rimasi perplessa.
‘’Hai battuto il record! Come mai sei qui, in punizione intendo?’’
‘’perché un simpaticone mi ha fatto il verso, a causa del mio accento inglese, e io ho risposto un pochino male’’ dissi sorridendo.
‘’Invece è carino il tuo accento!’’ Sorrise. Era un sorriso stupendo, lo rimasi a guardare per qualche minuto e poi imbarazzata abbassai lo sguardo.
‘’Grazie! Ma la usi con tutte le straniere questa frase?’’ mi misi a ridere.
‘’fino ad ora non me ne era mai capitata una così carina’’ mi sorrise di nuovo.
‘’Comunque non ci siamo presentati, io sono Alice Cooper’’
‘’Wow! Sono un tuo grandissimo fan!’’ scoppio in una risata fragorosa , lo guardai con una faccia perplessa ‘’Scusami è che non ho potuto resistere. Io sono Jeffrey Isbell, ma se vuoi  mi puoi chiamare Jeff!’’
‘’Bene, piacere!’’ gli strinsi la mano sorridendogli. Passammo il resto dell’ora a parlare principalmente di musica: lui ascoltava Rolling Stones e Led Zeppelin, mentre i ascoltavo Beatles e Queen.
‘’Andresti d’accordo con un mio amico, lui adora Freddie Mercury’’
‘’Beh semmai avrò il piacere di conoscerlo…’’ gli sorrisi. In quel momento suonò la campanella.
Più tardi a pranzo mi sedetti accanto a Ramona.
‘’Allora com’è stata la punizione?’’
‘’Piacevole’’ dissi sorridendo e guardando Jeff che intanto era entrato in mensa. La ragazza si girò in direzione del mio sguardo.
‘’Ti piace Jeffrey?’’ mi chiese.
‘’Diciamo che è interessante. Perché lo conosci?’’
‘’ è il mio vicino di casa,anche se preferisco il suo amico William, eccolo quello con i capelli rossi!’’
Era un ragazzo davvero carino, eppure la mia attenzione era altrove.
‘’Magari qualche giorno puoi passare a casa mia!’’ mi disse con aria maliziosa, le risposi ridendo.
Dentro di me pensavo che uno come quello avrebbe fatto morire mia madre, ma pensavo anche un ragazzo a un ragazzo come lui non sarebbe mai piaciuta una come me, sempre attenta,studiosa, che si mette solo un filo di cipria, che ha i capelli che gli aggiungono 2 cm all’altezza. Come sarebbe mai potuto accadere!
 
Settembre 1979
Quella mattina dovevo tornare a scuola. Mi alzai dal letto sfaticato solo per fare un piacere a mia madre. Misi i primi vestiti che trovai e scesi a fare colazione. Mia madre era lì, sempre sorridente, con un sorriso che ti metteva allegria. Sulla strada per la scuola incontrai William, il mio amico e compagno di guai. Arrivati a scuola un nostro amico ci fece una proposta che non potevamo rifiutare.
‘’Ehi ragazzi vi va di fare due tiri?’’
Andammo dietro la scuola e nemmeno il tempo di farmi un tiro che il prof di Ed.Fisica ci beccò. Gli altri sono scappati e io sono rimasto lì come uno stronzo. Belli gli amici eh! Così dopo la prima ora mi diressi in aula punizione e mi sedetti al mio solito posto. Quando ecco entrare qualcosa che catturò la mia attenzione. Mi catturò talmente tanto che nemmeno dovetti alzare la testa per notarla. Una ragazza: alta circa 1.65, snella, lunghi capelli ricci e castani scurissimi, dei pantaloni a vita alta che risaltavano il suo bel sedere tondo e una camicetta che si poggiava delicatamente sul suo corpo lasciando intravedere le sue forme. Si sedette accanto a me, allora decisi di rompere il ghiaccio. Quando alzo lo sguardo per parlarmi i nostri occhi si incontrarono, aveva sue grandi occhi verdi smeraldo. Parlammo per tutta l’ora. Non potevo staccare gli occhi dalle sue labbra rosse e dal suo sorriso così affascinante, e poi quando le facevo dei complimenti arrossiva come una ragazzina. Aveva dei gusti musicali buoni, diversi dai miei, ma buoni. Più tardi a pranzo la rividi, era seduta delicatamente accanto alla mia vicina di casa. Dentro di me speravo che fossero amiche per vederla più spesso, ma pensavo anche che lei non era affatto il tipo di ragazza che piace  a uno come me, una ragazza così per bene e carina sarebbe quello che vuole mia madre, anche se ho capito che ha un bel  caratterino dalla nostra conversazione.
‘’Ehi Jeff che guardi?’’ mi chiese William, che si girò subito in direzione delle ragazze.
‘’E quella lì? È nuova? Ha già l’esclusiva Jeff?’’
‘’Ma che cazzo dici. È solo una ragazza.’’ Ma in realtà sapevo che non era solo una ragazza,ma dovevo convincermene per non cascare in qualcosa più grande di me.



Ecco il secondo capitolo, spero di ricevere recensioni per sapere le vostre opinioni e per ricevere dei suggerimenti.
Enjoy. 
MMC

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ottobre 1979

Era passato circa un mese dal mio primo incontro con Jeff e da quel giorno non ci eravamo più parlati, solo qualche sguardo sfuggevole alla mensa. Ormai io e Ramona eravamo diventate inseparabili, passavamo le giornate intere insieme a fantasticare su cosa avremmo potuto fare nella vita. Ramona disse che sarebbe voluta diventare un'attrice; se mia madre l'avesse sentita avrebbe subito cercato di farle cambiare idea. E io cosa avrei voluto fare della mia vita? Dovevo pensare a qualcosa che mi rendesse speciale, una cosa che solo io sapevo fare bene. La risposta era ancora troppo difficile da trovare che decisi allegramente di non pensarci per ora.

In una fredda mattina di Ottobre decisi di andare a trovare Ramona a casa sua. Avevo gentilmente declinato tutti i suoi inviti, costringendola a venire sempre a casa mia. La ragione? Avevo paura di vedere Jeff; lui non mi aveva cercato e di certo non lo avrei cercato io, “Non è consono ad una signorina fare il primo passo” mi aveva suggerito mia madre quando gli parlai di Jeff. Sì avevo parlato con mia madre di Jeff, ma lo avevo descritto molto vagamente e avevo omesso le simpatiche storielle che avevo sentito su di lui. Mentre camminavo verso casa di Ramona cominciai a pensare ai possibili incontri tra me e Jeff. Già mi immaginavo la scena: io che mi avvicino alla porta della casa di Ramona, quando una voce mi chiama, mi volto e vedo Jeff che mi saluta con la mano, e io che goffamente lo risaluto e sbatto sulla porta di Ramona... Che illusa, nemmeno si ricorderà il mio nome. Questo mi fa pensare ad una situazione peggiore: io che arrivo a casa di Ramona quando lo vedo, vado verso di lui,lo saluto e lui mi risponde: “ Scusa ma ci conosciamo?”. In questo caso potrei comprare una pala e scavarmi una fossa in cui vivere per sempre. Basta pensare, devo essere seria e matura, se lo incontrerò lo saluterò, altrimenti risparmierò un po' di voce. I miei pensieri mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo, al punto che senza accorgermene mi ero ritrovata a pochi metri da casa di Ramona. Entrai attraverso il cancello e suonai il campanello...Nessuna risposta. Suonai altre cinque o sei volte ma ancora nessuna risposta.

“Se cerchi gli Smith sono usciti questa mattina presto!” mi voltai e vidi una signora dall'aria gentile.

“Grazie dell'informazione” risposi, e mi incamminai un po' delusa.

“ Scusami cara, vuoi entrare per una tazza di tè? Sembri infreddolita!”.

Mi parlava con il sorriso sulle labbra, un sorriso che ti dava gioia e sicurezza. Non volevo sembrare scortese così accettai l'invito. Appena lessi il nome sulla cassetta della posta mi bloccai.

“Qualche problema...” esitò come per invitarmi a dire il mio nome.

“Alice...Mi chiamo Alice! Stavo solo guardando la cassetta della posta, è molto carina!”

Mi sorrise e mi fece strada nel salotto. Quando fu sparita dietro la porta della cucina,cominciai a guardarmi intorno,Non c'era traccia di nessuna sua foto da piccolo, finché non notai una piccola cornice dove era conservata una foto di un bambino. Era assolutamente lui. Quello era proprio Jeff.

“Quello è mio figlio, avrà più o meno la tua età”.La signora Isbell era entrata con un vassoio, sobbalzai al suono della sua voce. Si sedette su un divano e mi offrì il tè, e poi cominciò a parlarmi e a farmi domande. Gli dissi tutto di me, senza mentire. Mentre parlavamo sentii dei passi dirigersi verso il salottino. Pregai che fosse suo marito, o un altro suo figlio. Invece a varcare la porta fu proprio Jeff. Era ancora in pigiama, come il resto dei ragazzi di Lafayette di Domenica mattina (escluse io e Ramona naturalmente), Aveva i capelli scompigliati, gli occhi socchiusi e credo non avesse ancora realizzato chi fossi. Mi guardò per circa un minuto e poi aprì gli occhi,rendendosi conto della situazione. Soffocai una risata in un sorriso e dissi: “ Buongiorno, se ti ho svegliato mi dispiace tanto, ma tua madre mi ha chiesto di entrare”. Mi fissò ancora, e sua madre fissava entrambi, mi sentivo a disagio. Molto a disagio.

“ Signora Isbell la ringrazio del tè ma devo proprio andare. Arrivederci! Ciao Jeff.”.

La signora Isbell mi chiese di restare ancora,mentre Jeff sembrava pensare a cosa dire. Infilai cappotto e guanti e aprii la porta quando Jeff dietro di me disse:

“ Se aspetti cinque minuti ti accompagno”. Mi voltai stupita, e con un sorriso da ebete risposi con un “si”sfiatato.

Jeff fu pronto in meno di cinque minuti. E mentre camminavamo decise di rompere il ghiaccio.

“ Non credevo venissi a cercarmi addirittura a casa!” sorrise.

“Veramente cercavo Ramona e tua madre mi ha invitato dentro, nemmeno ricordavo fossi il vicino di casa della mia amica!” mentii.

“Ed era buono il tè?” lo guardai perplessa, poi sorrisi e dissi:

“Molto buono!”

“Bene sono contento” calò un silenzio imbarazzante, finché lui non prese la mia mano. Mi voltai e lo guardai con aria interrogativa.

“Avevo freddo e i tuoi guanti mi sembravano caldi!” mi disse disinvolto guardandomi negli occhi.

Cominciai a ridere e lui mi seguì. Ora mi sentivo a mio agio, avevamo rotto il ghiaccio, e la prossima cosa a rompersi sarebbe stato il mio cuore ,che stava battendo all'impazzata.

“Vuoi venire in un posto speciale?”.

Stavo per collassare. Che cosa sarebbe successo? Nella mia testa già stavo girando mille film. Svoltammo a destra e Jeff mi mise il braccio intorno alle spalle. Ora il mio cuore batteva alla velocità della luce.



Holaaa a todos! Ecco un nuovo capitolo scritto forse un po' di corsa, ma aspetto le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate e per ricevere magari qualche  suggerimento (Come quello di Nadim,che spero di non aver deluso!). Spero il capitolo vi piaccia e mi metterò all'opera per scrive il prossimo.
Baci a tutti
Marta Michelle

 

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