Ragazza ideale?!

di Shee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prenderlo per la Gola ***
Capitolo 2: *** al Cluby! ***
Capitolo 3: *** Un Pittore che non sa disegnare ***
Capitolo 4: *** Fedifrago fu il Riso Soffiato [C.B.] ***
Capitolo 5: *** Ruoli invertiti ***
Capitolo 6: *** Non è una tua scelta ***
Capitolo 7: *** Il Tomollo è salvo ***



Capitolo 1
*** Prenderlo per la Gola ***


Credits: i personaggi non appartengono a me ma al grande genio J. K. Rowling, a parte alcuni personaggi inventati (ad esempio Melinda, Alice...)
Autore: Io! che domande!
Coppie: Harry/Hermione, Ron/Luna, Tonks/Lupin
Generi: Commedia (ironica), Romantico, Malinconico a tratti, a volte Introspettivo
Avvertimenti: un ipotetico settimo anno che non tiene conto del sesto libro
Riassunto: Quando le Weasley ci mettono lo zampino faranno un bel casino, così dice il proverbio. Ma Hermione Granger non crede ai proverbi. E in fondo Molly Weasley ne deve pur sapere qualcosa di uomini, visto quanta prole ha convinto il marito a mettere al mondo. Tra donne ideali, malintesi, occhiate tenere ed esperimenti terrorizzanti; una breve fanfiction a capitoli dolce e, spero, fresca. Buona lettura!

E' una fanfiction leggera, nata come una one-shot che è degenerata in una fanfiction breve a più capitoli. ci saranno in tutto sei capitoli più uno bonus, per chiamarlo così.
Anche per questo non ho tenuto conto dei fatti avvenuti in HBP, visto che non voleva essere pesante o seria, quindi... niente Horcrux o morte di silente, niente Ginny innamorata, sarebbe stato troppo lungo da sbrigliare, soprattutto quel noioso fatto degli Horcrux.
Non fate caso al titolo, non sapevo proprio come chiamarla xD
Spero comunque che vi piaccia^-^
un'ultima raccomandazione: leggete e commentate!!! xDxD

***

"mi sono abituato ad amare in segreto:
 mi sembra questa l'unica cosa che possa dare una meraviglia
o un mistero all''era moderna [...]
ci fa illudere di dare alla vita un senso romanzesco."
(O. Wilde - Il ritratto di Dorian Gray)

***

Hermione si alzò presto quella mattina, molto prima del solito, che pure era parecchio presto, e aveva un luccichio strano negli occhi, uno sfavillio sinistro.

Sembrava una notte normale, come tutte le altre, quando di punto in bianco Hermione si era seduta, lasciando che le coperte volassero in avanti frusciando nel buio, gli occhi perfettamente spalancati e la mente ancor più perfettamente lucida. Aveva un piano, un piano da mettere subito in atto.

Con le idee offuscate dalla luce della lampadina babbana che le si era appena accesa in testa scese dal letto con un saltello e cominciò a vestirsi frenetica.

Prenderlo per la gola: avrebbe cominciato da lì, l’avrebbe preso per la gola, e per farlo sarebbe dovuta scendere nelle cucine e preparare qualcosa di buono. La lampadina baluginò, come fosse andata un attimo in tilt. Di buono? Ma lei non era brava a cucinare, anzi, proprio non sapeva da che parte si tenesse una padella.

Ridacchiò brevemente a quel pensiero, che domande! La padella si tiene dal manico.

Scosse la testa ricciuta e afferrando la bacchetta dal comodino fece alcuni saltelli calcolati, per produrre poco rumore e ottimizzare la velocità, quindi uscì dalla porta del dormitorio.

Lavanda stava seduta e guardava la porta chiusa con gli occhi dilatati.

Quella era la Granger?

Quella che stava uscendo in mezzo la notte?

Quella che stava uscendo in mezzo la notte saltellando?

La ragazza ghignò, anche se non si poteva notare molto, dato che la crema applicata sul viso nascondeva gran parte del bel visino, qui c’era di mezzo un lui.

 

Scese le scale del dormitorio si fermò, saltellando da un piede all’altro, indecisa, poi salì a precipizio le scale del dormitorio maschile e si fermò di fronte alla porta del dormitorio del settimo anno. Il dormitorio dei ragazzi del settimo anno. Arrossì in modo istantaneo, cercando di trattenersi dal sorridere.

Socchiuse la porta e lanciò un piccolo incantesimo insonorizzante, fortunatamente era abbastanza brava con gli incantesimi non verbali. Secchiona. Scosse ancora una volta la testa ricciuta e si chinò sul baule di Harry Potter, rovistò un po’, almeno finché non si sentì tagliare da un vetro, lasciandosi scappare un gemito annullato dall’incantesimo. Un vetro nel baule di Harry? Aggrottò le sopraciglia, mentre succhiava il dito ferito. Immerse di nuovo la mano e trovò il vetro incriminato, uno specchio, uno specchio rotto a dirla tutta. Sette anni di sfortuna. Pensò subito, non credeva a queste cose, ma ormai le associava automaticamente dopo aver letto per babbanologia, anni prima, “superstizioni e iella: guida ai bigottismi babbani”, aveva preso un bel 10 tondo tondo per la relazione che ne aveva redatto.

Gettò il frammento sul pavimento vicino al baule, ripromettendosi di portarlo via dopo, subito il suo sguardo fu attirato da un qualcosa d'argenteo che scintillava ammaccato sulla destra nel baule, giusto sotto una maglia appallottolata e una scarpa. L’altra dov’era? Si guardò intorno senza successo.

Questo ragazzino ha davvero bisogno di una donna accanto.

Estrasse con fatica il mantello dell’invisibilità e lo indossò, si avvicinò ad un’Harry dormiente e incautamente gli soffiò via i capelli dalla fronte, come per prepararlo ad un bacio della buona notte che invece non venne.

Si voltò, mentre Harry apriva pigramente gli occhi senza vedere nulla, se non la finestra aperta, richiuse gli occhi e ritornò a dormire, intanto Hermione aprì la porta, ma lui era già tornato nel mondo dei sogni.

 

Sgattaiolò giù e uscì in corridoio sotto gli occhi assonnati ed irritati della signora grassa.

In capo a due minuti era davanti al famigerato quadro di frutta, cercando di individuare la pera che soffriva il solletico. Trovatala la stuzzicò per un poco, considerando che la cosa era alquanto ridicola, e finalmente aprì il quadro, entrando nelle cucine deserte.

O almeno così credeva.

Rimase con la bocca spalancata, dentro c’erano almeno dieci ragazze che impastavano, infornavano, assaggiavano e condivano.

- che diamine…- una di loro alzò lo sguardo e le sorrise dolcemente, era leggermente in soprappeso, ma le donava, almeno secondo Hermione, i capelli scuri dovevano arrivarle alle spalle, tuttavia li teneva legati.

- ragazze guardate chi c’è!-le altre alzarono lo sguardo e la squadrarono gioviali, infine le sorrisero tornando al proprio lavoro, la ragazza che aveva parlato le si avvicinò con la mano tesa ma infarinata, quindi si scusò e la ritirò - piacere, sono Melinda Blueberry-

- ma voi che ci fate qui in piena notte?- chiese scendendo gli scalini dell’entrata e andando vicina a Melinda, che maliziosa le disse - potremmo farti la stessa domanda prefetto Hermione Jane Granger- quella arrossì ma non si fece intimidire, così sedendosi di fronte alla ragazza che stava per ricominciare a modellare il proprio impasto in tanti piccoli biscotti, chiese –no, davvero, sono curiosa, che ci fate qui?-

- noi siamo il club di cucina - rispose laconica Melinda ravviandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- siete un club di cucina?- Hermione aggrottò le sopraciglia, non n’aveva mai sentito parlare.

- siamo il club di cucina- ripeté asciutta ma divertita.

- non ne sapevo niente; mi sembrava di aver letto attentamente l’elenco dei …-

- non siamo nella lista ufficiale, abbiamo fatto domanda per creare questo club ufficialmente un anno fa, ma ci hanno rifiutato, in ogni caso il club non si è sciolto e siamo finite nell’altra lista-

- non avete paura che qualcuno vi scopra e vi denunci?-

- chiunque venga qua a quest’ora può essere denunciato quanto noi, dopotutto non siamo un club famoso, non abbiamo nemici… nell’altra lista noi siamo uno dei club meno popolati e non ci sono altri circoli simili che vogliano competere- Hermione sollevò le sopracciglia incuriosita.

- un’altra lista? Di cosa?-

- oh… Hermione sei così disinformata! La lista degli altri club, quelli non ufficiali-.

- non immaginavo che ne fossero stati scartati tanti-.

- sono parecchi, soprattutto attività poco magiche o poco tradizionali, se sei curiosa puoi chiedere dell’altra lista al mio…cioè, a Morag, Morag MacDougal, di corvonero, sesto anno- la informò la ragazza riportando gli occhi neri su di lei che annuiva distrattamente, conosceva quel ragazzo di vista – tu piuttosto, come mai sei qui, prefetto Granger?-

Hermione arrossì colta in fallo, credeva di essere riuscita a sviare il discorso in modo eccellente, ma evidentemente Melinda non era come Ron, con lui era ridicolmente facile evitare argomenti che non si volevano trattare.

- io stavo… facendo la ronda - rispose fissando i biscotti sul tegame non ancora pieno con interesse eccessivo.

- le ronde non toccano la cucina e non sono fino a quest’ora- Melinda accennò con un pollice ad una ragazzina molto magra, dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia che impastava con energia insospettabile il suo ciambellone –la nostra Jessie è prefetto da due anni-

- okay, in realtà volevo cucinare qualcosina- ammise avvampando, la mora che gli stava davanti la guardò di sottecchi, da sotto la folta frangia –non c’è bisogno che ti vergogni, siamo il club di cucina dopotutto- Melinda ridacchiò posando l’ultima porzione di impasto in alto a sinistra sulla teglia, la sollevò cautamente e cercò con lo sguardo un forno libero, finalmente lo trovò e ci infilò dentro la casseruola, poi girò il pomello finché non raggiunse la temperatura adatta, tornò al tavolo e cominciò a sgomberarlo degli attrezzi da cucina.

- spero rimarrai con noi per mangiare i nostri piatti- allora Melinda guardò a che punto erano le altre: quasi tutte stavano infornando –tra un quarto d’ora all’incirca-

Hermione le sorrise un po’ irritata, non era lì per questo!

- io veramente…-

- hai ragione, dovevi cucinare, beh intanto comincia!- la incitò –se vuoi ti diamo una mano- allora Hermione pensò che forse Dio esisteva.

- mi salvereste la vita! Non so da dove cominciare!-

Melinda aggrottò le sopraciglia, scettica –e se fossi stata sola come avresti fatto?- Hermione raddrizzò la schiena con orgoglio e le sorrise un po’ saputa –so che ci sono dei libri di cucina quaggiù, pensavo mi avrebbero aiutato molto- l’aria saccente di Hermione scivolò via quando la ragazzina che prima le stava guardando incuriosita era scoppiata a ridere, con un po’ di sdegno Hermione l’aveva squadrata: capelli biondo cenere, occhi verdi e unghie mangiucchiate.

- scusate, mi stavo venendo a presentare e ho sentito quello che hai detto- disse una volta smesso di ridere e avvicinandosi di più a loro –sono Alice Anchovy, tu sei Hermione Granger, ovviamente, il prefetto di grifondoro-

- già; perché un libro non potrebbe aiutarmi secondo te?-

- non ho detto questo. Io ho solo riso-

- ma era quello che intendevi-

- in un certo senso…sono convinta che un libro ti possa insegnare poco se non hai un po’ di fantasia nell’aggiungere o togliere ingredienti, un libro ti dà la base, tu dovresti costruirci sopra la tua ricetta- Marlene assentì brevemente col capo –comunque, Hermione, sei stata fortunata, - le disse la mora- ci siamo noi, e ti aiuteremo a fare… quello che vuoi fare. Cos’è esattamente?-

- non ne ho idea… dovrebbe essere qualcosa… per qualcuno-

- il tuo fidanzato?- chiese indagatrice e seria la bionda Alice, non senza una punta di malizia.

- non esattamente, è un amico-

- è una festa particolare?- la interrogò in cerca di maggiori informazioni Melinda

- ehm… no… veramente no-

- non mi dire che vuoi far colpo su di lui cucinandogli qualcosa!- esclamò quasi scandalizzata la bionda, Hermione assunse un cipiglio non indifferente, ma non spiccicò parola, non sapeva cosa dire in effetti. Fortunatamente, invece, gli occhi di Melinda s’illuminarono.

- ooohhh…- sospirò in modo melenso- è così che ho conquistato definitivamente Morag…-Hermione sollevata appoggiò il gomito al tavolo e posò il mento alla mano –e così sei fidanzata con Morag eh?-

- sì da qualche mese ormai!- commentò con gli occhi che le brillavano, poi come fulminata da un’idea disse –certo, tra poco è natale, non ti va di aspettare che…-

- no, veramente preferirei farlo il prima possibile, pensavo di dire una stupidaggine, come scusa, del genere che ho fatto una scommessa, o che ho promesso a mia madre di imparare a cucinare… scemenze del genere-

Melinda ed Alice si scambiarono uno sguardo lampeggiante, come un’idea le avesse colpite in contemporanea –i biscotti di natale di Melanie!-

- i biscotti di natale di Melanie?- chiese ad Alice mentre Melinda la andava a chiamare nel gruppo delle altre.

- Melanie ha una ricetta speciale per dei biscotti di natale: super! Ce li ha fatti assaggiare l’anno scorso, sono davvero, davvero ottimi. Perfetti per fingere che la mamma voglia insegnarci a cucinare, o meglio che ti abbia fatto promettere di cucinare alla cena a casa dei nonni-

- veramente non so neanche se andrò a casa-

- ma questo non importa, se vai a casa tutto risolto, se resti ad Hogwarts basterà dire che hai cambiato idea e preferisci rimanere… questi sono solo dettagli-

Subito Melinda tornò seguita dalle altre ragazze che dopo aver ascoltato il problema decisero che i biscotti di Melanie erano perfetti. La suddetta Melanie era arrossita parecchio sotto la cespugliosa frangia biondiccia, poi sorrise ad Hermione e le assicurò che avrebbe fatto del suo meglio per far sì che i suoi biscotti di natale fossero straordinari.

- meglio dei miei- disse strizzandole l’occhio, così si accordarono per restare dopo la fine della riunione, dato che ormai i dolci infornati erano cotti e pronti alla scorpacciata.

 

Tre quarti d’ora dopo Hermione stava indecisa di fronte alla farina e alle uova –che dovrei fare?-

Chiese presa dal panico, così sotto la supervisione e la guida della timida Melanie e di Melinda, che ormai aveva preso la sua questione a cuore, riuscì a fare l’impasto in modo decente, poi finalmente fu il momento di dare una forma ai biscotti e infine del forno.

Stava con gli occhi fissi sui piccoli biscotti a forma di stelle e manici di scopa che crescevano lentamente nella luce arancione del forno, seduta al tavolo della cucina, mentre le altre due chiacchieravano amabilmente del più e del meno, la mano sporca di farina era appoggiata al mento e le dita biancastre picchiettavano dolcemente sulla guancia destra in attesa, i capelli, legati in una arruffata coda che cominciava a cedere, sembravano crepitare nel riverbero arancio della fornace. Una mano si posò sulla sua spalla e lei mosse la testa di lato, per vedere chi era, subito dai capelli scuri e dal guizzo gaio degli occhi neri riconobbe Melinda, che le sorrideva.

- a chi pensi?-

- ad Harry- rispose sinceramente lei, senza neanche pensarci, senza più arrossire, dopotutto era solo la realtà; Melanie si sedette di fianco a lei, osservando pensosa i dolcetti.

- Allora è lui il fortunato-

- non so se sia esattamente una fortuna, bisognerebbe chiederglielo-

- meglio se con dei biscotti in mano, no?- commentò Melanie distrattamente, Hermione annuì altrettanto svagata –in effetti non so come, o se, troverò il coraggio di farlo-

- ma come? Pensa a tutta la fatica che hai fatto questa notte!- risero tutte e tre, poi continuarono a chiacchierare finché i dolci non furono pronti.

 

Giaceva a pancia in giù, con un braccio sotto il cuscino e l’altro sopra, vicino alla testa, la bocca spalancata e i capelli in stile cespuglio quando una ciabatta lo colpì sulla schiena violentemente.

- Harry, sveglia! È tardi!- quello grugnì irritato e si voltò verso Ron che strepitava nel tentativo di mettere fine alla tortura della vestizione mattutina e contemporaneamente di svegliare il compagno.

Il rosso gli lanciò una ciabatta che però finì al di là del letto senza sfiorare Harry, dato che Ron tirandola era inciampato nella scarpe dell’amico.

- Harry sei un disastro- gli disse da terra, allora gli lanciò una scarpa sotto al letto e una addosso costringendolo ad alzarsi, mentre lui invece giaceva ancora a terra cercando le proprie scarpe sotto al suo letto,  dopotutto anche lui era una calamità in quel campo.

Il moro si alzò, scompigliandosi i capelli e sbadigliando come un ippopotamo, e si avviò verso il bagno, per lavarsi la faccia.

Cinque minuti dopo stava seduto a carponi accanto al letto cercando di recuperare una scarpa, si era finalmente vestito e solo quella maledetta scarpa mancava all’appello.

Appello! Come aveva fatto a non pensarci prima? L’incantesimo di appello! Non fece in tempo a pensarlo che…

- AAAAAAAAAAAHHHHHHHH-  gridò in preda al più cieco e sordo dolore che avesse mai provato. Poi si rese conto che era solamente un piccolo taglio sul polpastrello, esaminò il pavimento circostante e trovò una scheggia di quello che sembrava uno specchio. Per un attimo non capì. Poi si alzò da terra e lasciò cadere nel baule il frammento dello specchio, uno specchio che aveva ricevuto un anno prima dal suo padrino.

 

- che succede di interessante?- chiese Harry lasciandosi cadere come un sacco, un sacco vuoto gli suggeriva lo stomaco in protesta, sulla panca accanto ad Hermione che nascosta dietro il giornale arrossì.

- niente di che-

- meglio niente che notizie cattive- commentò facendo spallucce, poi la guardò più attentamente, era nascosta quasi tutta dietro il giornale ma si vedeva che era un po’ nervosa –agitata per la verifica di incantesimi?- chiese servendosi della fette di pane tostato.

- come?- Hermione arrossì ancora di più -oh no, ho studiato, mi sento abbastanza sicura, basta che ripassi alcune parti, ma non è un problema, no…-

- e brava la nostra so-tutto-io – Harry ghignò afferrando la marmellata accanto alla zuccheriera

- suggerirai al tuo amico Harry?-

Hermione piegò seccamente il giornale e lo ripose vicino alla tazza di cappuccino che aveva davanti, irritata - no-

- ti sei offesa ‘Mione?-

- no-

- sorridi-

- no-

- dai…-

- no-

- hai studiato?-

- no- Harry sollevò un sopraciglio divertito e lei gli diede una spinta sorridendo -idiota!-

Harry estrasse dalla borsa il libro di incantesimi, forse era ancora in tempo per una ripassatina all’ultimo minuto, il giorno prima non aveva studiato molto.

Soprappensiero si portò un dito alle labbra e succhiò il polpastrello, si era dimenticato di mettere un cerotto, si era tagliato prima in camera con il frammento di specchio, poi si accorse del bizzarro sguardo di Hermione, così si spiegò –mi sono tagliato prima, in camera, c’era un vetro a terra-

Hermione capì subito che era il vetro che aveva pensato di togliere di mezzo ma che aveva dimenticato sul pavimento, accanto al letto di Harry, senza pensarci due volte quindi gli afferrò la mano e osservò per qualche attimo la ferita, prima di puntarle la bacchetta contro.

- ferula- borbottò, era lo stesso incantesimo che aveva usato su se stessa qualche ora prima e adesso anche il dito di Harry si stava magicamente fasciando nel punto dove c’era la ferita.

- grazie- disse sorridendole, mentre ritirava la mano –anche tu ti sei fatta male?-

- oh si…- disse arrossendo –ieri… a pozioni…-

Harry la scrutò ancora per qualche secondo, poi scosse la testa e afferrò la borsa alzandosi, assieme a Ron che con una focaccina in bocca mugugnava qualcosa a proposito della professoressa di astrologia.

Hermione intanto era tornata al suo libro, così il rosso le sventolò una mano davanti al viso e Harry le posò la mano sulla testa per attirarne l’attenzione –noi andiamo, ti aspettiamo in classe-

- okay, arrivo tra due minuti, il tempo di finire questo paragrafo-

 

Tre ore dopo Hermione aveva in mano una scatolina con dei biscotti che sbatacchiavano dentro, e stava raggiungendo nella ressa Ron ed Harry.

- Harry! Ron!- disse arrivando vicino a loro – assaggiate questi biscotti?-

I due amici si scambiarono uno sguardo perplesso ma poi presero dalla scatola che Hermione porgeva loro due biscotti, e li addentarono.

- li ho fatti io- dichiarò abbastanza fieramente Hermione –dopotutto cucinare è l’unica materia nella quale non eccellevo. E poi l’ho promesso a mia madre- aggiunse arrossendo, Ron strabuzzò gli occhi e deglutì a fatica, il sapore in effetti non era proprio ottimo, stava per dire, ma Harry, ingoiando con lo stesso impegno, gli pestò il piede.

- Hermione… questi biscotti sono davvero… ehm…-

- so che non sono granché, sono un esperimento, una prova, è la prima volta che cucinavo qualcosa da sola-

- a-ehm… in effetti…- esordì Harry gentilmente, ma Ron lo precedette, scocciato.

- sono a dir poco immangiabili, Harry intendeva dire questo- Hermione diventò istantaneamente rossa per l’imbarazzo e la rabbia. Quale delle due scegliere?

- ma lui lo voleva dire gentilment…- Harry gli premette una mano sulla bocca - non gli dare retta: straparla, sai com’è fatto… magari non erano il massimo ma allenandoti un po’… sono solo troppo dolci, secondo me- Hermione lo guardò con gli occhi assottigliati, si morse un labbro e riportò lo sguardo su un Ron che stava per avere un principio di soffocamento e decise: rabbia.

- Ronald Weasley! Sei un essere privo di grazia! Ti sfido a fare questi biscotti buoni almeno una metà di quello che ho fatto io al tuo primo tentativo-

- io so cucinare- ribatté quello dopo aver morso la mano di Harry che se la stava pulendo contro la borsa del rosso.

- buon per te, così non rischierai di ricevere una padellata in testa quando fai l’idiota con tua improbabile moglie!- detto questo si voltò in uno svolazzare di capelli riccioluti e si avviò a passo di pachiderma verso un ignaro gruppo di studenti del secondo anno che ridevano allegramente e rumorosamente strillò loro una inviperita Hermione.

- che ho detto?- chiese passandosi la mano tra i capelli sbigottito.

- lascia perdere Ron, sei come un elefante in cristalleria con Hermione-

- un efelante dove?-

- un elefante in cristalleria- rispose quello irritato prendendo la borsa in spalla e avviandosi.

- e che è?

- ancora una volta, lascia perdere, Ron-

- ma perché?- si lagnò lui affrettandosi a seguire Harry –avanti Harry, ho detto solo la verità!-

- so che è quello che pensavi realmente Ron ma potevi dirlo con un minimo di tatto! Hai sentito cosa aveva detto Hermione, no?-

- ehm…-

- ha detto che non eccelle nella cucina e che vorrebbe riuscirci, no?- Harry si fermò sistemandosi la borsa sulla spalla e lo guardò cercando di capire se il suo amico c’era o ci faceva –sai quanto Hermione ami eccellere, dagli una chance!-

- non voglio morire avvelenato per causa sua- il moro riprese a camminare scotendo la testa, Ron era davvero impossibile.

- non capisci che te la farà pagare?-

Ed ecco il primo capitolo... che ne dite? Vale la pena recensire? *occhioni dolci mode on* Anche negativamente non importa ^-^
Comunque sappiate che non vi lascerò a secco come per lettere dal passato, l'ho già scritta tutta, quindi fidatevi questa volta non interrompo, a meno che babbo non mi requisisca il computer o che il pc mi scoppi in faccia xDxD.
Beh... pigna, pizzicotto, manicotto e tigre
baci!

PS: grazie emma xD ho modificato... è che all'inizio l'avevo programmato come un sesto... poi ho cambiato idea a metà e il dormitorio del sesto deve essermi sfuggita ^^' grazie infinite!!

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Capitolo 2
*** al Cluby! ***


Buondì! Ed eccoci al secondo capitolo... Buona Lettura, e non stramazzate a terra prima di avermi lasciato un commento xDxD

***

"Quando si è innamorati si comincia
sempre con l'ingannare se stessi
e si finisce regolarmente con
l'ingannare gli altri.
E' quello che il mondo chiama romanzo.
(O. Wilde- il ritratto di Dorian Gray)

***

 

 

Ok, la cucina non fa per me, pensava Hermione seguendo distrattamente le parole del professore di aritmanzia volare nell’aula sopra la sua testa, devo passare al piano B… che aveva detto Molly a proposito?

 

-allora Hermione, i segreti per conquistare un uomo sono moltissimi, ma se ho ben capito qual è la tua mira…- disse lanciando fuori uno sguardo dove Ron ed Harry giocavano a quidditch, Hermione arrossì leggermente, rivolgendo lo sguardo a quello che stava più in basso tra i due, Ron, per poi alzarlo all’altro che volteggiava più in alto: Harry –so cosa gli può piacere, non dico che devi cambiare, ma per legarlo a te bisogna renderti per un po’ di tempo la sua “donna ideale”, sai è da quando ha tredici anni che ne va farneticando- Hermione strabuzzò gli occhi, Harry parlava della sua donna ideale a casa degli Weasley da quando aveva tredici anni?

- davvero lui…-

- comunque so esattamente com’è, quindi ti potrò dire come arrivare ad assomigliarle. Ribadisco, non c’è assolutamente bisogno che tu diventi come lei ma che tu finga di assomigliarle. In somma così lui si innamora e… voilà!  les jeux sont fait!-

- si vede che ormai avete una francese in famiglia- rise Hermione allegramente, mentre Molly arrossiva un po’ imbarazzata.

- comunque dicevamo- riprese con tono un po’ autoritario – il primo passo sarà cercare di “prenderlo per la gola” bada bene non è una banalità: funziona. Gli uomini amano mangiare bene, e poi quella è una cosa che non cambia, una volta imparato questo non si toglie, quindi è solamente un punto a tuo favore. Poi sarebbe il caso di darti una sistematina, capisci? Trucco, capelli in ordine, vestiti alla moda… cose così, avete un’età nella quale queste stupidaggini sono importanti, passerà…-

 

Truccarsi?, pensò leggermente terrorizzata la ragazza, scotendo la testa e tornando sui propri appunti, ma se lo diceva Molly… dopotutto lei aveva fatto un sacco di figli con Arthur, un motivo ci doveva pure essere, pensò avvampando.

- signorina Granger?... signorina Granger?- la chiamò il professore, lei al secondo richiamo più la gomitata della vicina di banco alzò la testa di scatto –signorina si sente poco bene? Sembra un po’ rossa, forse è meglio che vada a misurarsi la febbre da Madama Chips…- Hermione gli sorrise un po’ distrattamente e annuì, cercando di fingersi malata, si alzò e dopo aver raccolto la cartella uscì dalla classe, appena fuori fece un saltello allegro.

Per prima cosa avrebbe chiesto a Lavanda o Calì, loro dopotutto erano esperte, così quella sera, nel loro dormitorio Hermione esordì nervosamente con un –ragazze…-

- Hermione, dicci!- la incitò Calì davanti allo specchio per applicarsi una delle solite creme.

- vorrei…ehm…- si schiarì la voce nervosamente e Lavanda si voltò verso di lei incuriosita –io volevo chiedervi… un consiglio-

- a noi?- sillabò Calì muovendo il meno possibile il viso per non rovinare il lavoro di “incremaggio” Lavanda aggiunse - Ron ed Harry non…-

- no… loro… è una cosa da ragazze- ammise avvampando, poi si sedette sul letto di Lavanda e senza guardarla chiese in un solo fiato - trucco, cosmetici. Queste cose qui. Non ne so nulla… potreste…-

Calì si voltò di scatto, sia perché aveva finito sia perché aveva sentito Hermione, Lavanda spalancò la bocca.

- sicura di essere Hermione Granger? Sei per caso sotto imperius?- Hermione ridacchiò nervosamente e allora quelle si scambiarono uno sguardo e un ghigno.

- Sei fortunata, domani sera c’è l’incontro con il Club di Bellezza-

- dell’altra lista?-

- ovviamente; non abbiamo nemmeno fatto domanda per entrare in quella ufficiale-

- immagino-

- allora domani sera ci troviamo tutte e tre qui alle 9:30, ok? e ora, per l'amor del cielo, promettici che non terrai ancora la luce accesa fino a tardi per leggere, ci stressa il viso!- Hermione ridacchiò e per una volta gliela diede vinta, decidendo di andare in quello che ormai da un anno considerava il suo rifugio.

 

Harry aprì il libro, sbattendolo un po’ sul tavolo, Hermione davanti a lui trasalì e gli scoccò un’occhiata incandescente, mai turbarla mentre studia, è una regola che tutti conoscono, perfino Ron lo guardò storto. Il moro alzò gli occhi al cielo e ringhiò qualcosa come -scusate- e tornò con lo sguardo sul libro di pozioni.

Quella materia si era complicata ancora di più, era sempre stato una frana, ma ora era tutto peggiorato, quello stupido libro sembrava quasi non dare indicazioni giuste. E Piton di certo non facilitava le cose, quell’anno gli stava ancora più addosso, con il suo lungo naso e gli occhi neri che lo scrutavano in cerca del più minimo errore.

E poi era un periodo difficile anche con i suoi amici, Ron sembrava più pasticcione e lamentoso del solito, ed Hermione… beh lei era strana ultimamente.

Parlava poco con loro, era più… in qualche modo più femminile, non che avesse cambiato nulla ma a volte aveva cose come forcine colorate tra i capelli, cerchietti, braccialetti. Cose di poco conto ma che si facevano notare, almeno da lui. Ma Ron non vedeva niente, non si accorgeva che lei evitava molte delle cose che normalmente facevano assieme, non si era reso conto del suo arrossire così spesso, non si era accorto della sue distrazione. Forse era solo paranoia la sua.

O forse era Hermione che aveva qualcosa di diverso. Aveva sentito dire che la cosa che di solito fa cambiare così le persone, che le fa essere distratte, disattente in tutto, peggiorare (anche se minimamente, davvero) a scuola e con gli amici… beh dicevano fosse l’amore.

Che Hermione fosse innamorata di qualcuno?, pensò mentre lo stomaco si lamentava per quel pensiero bizzarro, strano, assurdo, impensabile, inaccettabile. O forse la sua era solo paranoia.

Richiuse il libro con un tonfo secco ed ignorando le occhiatacce degli altri due tornò in camera torvo. Inaccettabile.

 

Quella sera Hermione stava seduta alla sua scrivania davanti ad un libro, assorta nella lettura quando due voci femminili ed ocheggianti la raggiunsero dalle scale, così posò il libro infilando una piuma alla pagina dove era arrivata si alzò dalla sedia e lisciò la gonna, come prima di un’interrogazione, infine preparò un sorriso.

Assieme a Lavanda e Calì raggiunse un gruppetto di ragazze nell’atrio dell’ala nord del castello e poi insieme si infilarono in una porta che si apriva solo se si girava la maniglia al contrario sussurrando la parola latina “deliciae”.

All’interno vi trovò altre ragazze che squittivano quasi all’unisono.

Allora iniziò la riunione ufficiale, le ragazze si divisero a gruppetti scegliendo tra loro un soggetto da truccare e consigliare, Hermione fu la “fortunata” del suo gruppo.

- Hermione siediti pure, vedremo cosa fare di bello con te, ti daremo consigli e se non altro per domani, per l’uscita ad hogsmeade sarei splendida- disse indicandole una poltrona girevole che le aveva fatto apparire, Hermione si sedette un po’ titubante e preoccupata, quelle ragazze potevano diventare pericolose secondo lei.

- secondo me ha bisogno di un po’ di colore, come abbronzatura- esordì una ragazza di colore scostando i capelli e lasciandoli ricadere alle sue spalle, ma un’altra scosse la testa i capelli scuri che ondeggiavano riflettendo la luce.

- io rivolgerei l’attenzione ai capelli, insomma guardate- disse sollevando una ciocca di capelli, Hermione la fulminò con lo sguardo ma quella la ignorò così come fecero tutte le altre.

- si, ma i capelli alla fine basta un balsamo decente e un po’ di piastra magica, insomma  niente di grave. Dobbiamo cominciare togliendo le imperfezioni- disse Calì,poi la sorella Padma continuò – si e poi valorizzare i suoi punti favorevoli: ad esempio gli occhi. O gli zigomi. Sono ben fatti, non è mica brutta, solo nessuno le ha imparato che non bisogna andare in giro come mamma l’ha fatta- Hermione la guardò quasi scandalizzata - mica vado in giro nuda!- Lavanda ridacchiò e le altre la seguirono subito poi le risatine si spensero e tornarono con il loro spirito critico e professionale.

Questo in qualche modo la calmò, dopotutto pur essendo oche idiote in quel campo ne sapevo di più di lei e di sicuro non avrebbero sbagliato, se non altro per dimostrarle che comunque qualcosa sapevano farla meglio di lei.

Quindi tra colpi di rossetto, lucidalabbra, mascara, ombretto, cipria e chi più ne ha più ne metta (tutto rigorosamente magico, dicevano loro, non come la robaccia babbana) un’ora dopo Hermione era un’altra. Le porsero uno specchio e lei costernata si osservò reprimendo la voglia di lanciare un grido.

Non era abituata a vedersi… così. Come mi sono cacciata in questo pasticcio? S chiese osservando le ciglia scurite e lunghe, consigliate da Mary, l’ombretto sulle tonalità del rosa, che Katy riteneva il più adatto alla sua carnagione, il lucidalabbra arancio scuro, applicatole dalla specialista Emy, gli zigomi arrossati su ordine di Susy… si sentiva pericolosamente simile ad una componente di quello strano gruppo, che tra di loro chiamavano affettuosamente “Cluby” (da leggersi cleeeebii) seguito da una inconfondibile risatina con la mano davanti alla bocca (mhmhmhmh), non premuta o il rossetto si sarebbe sbavato.

Oddio stava imparando troppo su di loro, meglio scappare, si disse alzandosi e sorridendo docilmente alle altre ragazze.

- ragazze… è stato un piacere e grazie di cuore, ora so come… abbellirmi quando ho qualche occasione speciale- sorrise mostrando i denti quasi nervosamente, quelle agitarono la manina con atteggiamento blando e due di loro la avvicinarono per abbracciarla e scoccarle immaginari (altrimenti si sbava il lucidalabbra) bacini sulle guance.

 - alla prossima tesoro!- le gridò una certa Anny dal fondo della sala, Hermione chiuse la porta con forse troppo entusiasmo a quel richiamo assurdo, appoggiò la schiena contro la porta e tirò fuori la lingua come per vomitare - addio amorucce belle-

Tornò al dormitorio in fretta e furia, e si scrutò allo specchio: era un’altra persona.

Che diamine, di chi erano quei capelli boccolosi? Di chi erano quelle lunghe sopracciglia? Di chi le unghie curate e lucide? Di chi era quell’odioso rosa sopra gli occhi? O santo cielo. Pensato ciò si tuffò nel lavandino per togliersi quella robaccia dal volto. Per almeno venti minuti sfregò, lavò, insaponò, strofinò, stropicciò, sciacquò, candeggiò… ma a nulla valsero i suoi sforzi, ogni volta che alzava lo sguardo era identica a prima, nemmeno un pelino più scolorita. Decisa a non dargliela vinta continuò, finché non tornarono Lavanda e Calì dal Cluby, voleva chiedere loro aiuto in un primo momento, ma poi aveva riflettuto che, povere, avevano fatto tanta fatica per conciarla così che o sarebbero scoppiate in lacrime o l’avrebbero uccisa.

Così uscì dal bagno e con un cenno della mano le salutò, si infilò il pigiama ed entrò nel letto aspettando che le due si addormentassero.

Si complimentò con sé stessa, aveva elaborato proprio un bel piano d’azione, sapeva che Calì e Lavanda andavano entrambe in bagno tutte le sere per mettersi creme su creme, e che poi facevano di tutto per addormentarsi in modo da avere il loro sonno di bellezza tutte le notti. Quindi aspettò che le due ronfassero e si recò di nuovo in bagno cercando disperatamente di togliersi di dosso quella roba.

Sfregò, lavò, insaponò, strofinò, stropicciò, sciacquò, candeggiò ancora a lungo, ma senza risultato alcuno, ma non si diede per vinta, continuò e continuò finché verso le tre del mattino, stremata, sentì le voci delle due oche amiche ciarlare fuori sommessamente.

Socchiuse la porta e nel buio intravide le cortine dei loro letti discostarsi lentamente ad opera delle loro proprietarie insonnolite che parlavano piano e intorpidite dal sonno.

- ma sei proprio sicura che faccia bene interrompere il sonno di bellezza per risciacquarsi il viso? A quest’ora di notte?- chiese Lavanda, Hermione si lanciò fuori dal bagno confidando nel fatto che loro non potevano vedere la porta da dove si trovavano e non fece il minimo rumore.

- l’ho letto sull’ultimo “Top Witch”, dicevano che anche le migliori creme notturne per la pelle, dopo la prima metà del sonno, non sono più così utili. Anzi. Hai visto quelle streghe attrici di 100 anni cos’hanno ora al posto della faccia?- le rispose Calì posando i piedi sullo scendiletto e infilando le pantofole da camera, così come l’amica che posandosi una mano sulla bocca disse - è a causa delle creme notturne?-

- già, Top Witch consiglia di lavarsi la faccia dopo la prima metà del sonno in modo da evitare di ritrovarsi, un giorno, la faccia rugosa come un’ultra tricentenaria-

- allora bisogna farlo tutte le notti d’ora in poi- commentò convinta Lavanda aprendo la porta del bagno, mentre Hermione le scrutava dal suo letto.

Ok, quando avranno fatto ritorno là e faccio mattino. Non importa questa roba deve togliersi! Non posso farmi vedere in giro così! Si quando escono… io… tornò là…però intanto magari appoggio la testa sul cuscino, tanto per riposarmi un pochino…se chiudo gli occhi non faccio male a nessuno… non fa differenza…

Calì e Lavanda quatte quatte uscirono dal bagno e spensero la luce con un colpo di bacchetta.

Sono uscite… adesso vado e mi tolgo il trucco… però…non riesco ad aprire gli occhi… dai Hermione forza… vai… dai Hermione… dai… alzati! Devi andare in bagno…

Ma tanto questa roba non va via…

Si però devi provarci ti immagini la vergogna domani?

Posso pensarci domani mattina…

No devi alzarti ora

E va bene, cinque minuti però

No alzati ora

Tre minuti

Ora!

Un minuto…

E va bene ma uno soltanto, poi ti alzi e torni in bagno a…a…

 

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!-

Un grido lacerante squarciò la torre dei grifondoro, ma nessuno lo udì, per fortuna.

Tempo trenta secondi che Hermione si era lanciata giù dalle scale a velocità folle schiantandosi contro il divano rosso della sala comune, spostandolo di un metro buono e accartocciando il tappeto, ma senza badarci aveva continuato la sua corsa, senza travolgere più nessuno: erano tutti in classe.

 

- Hai visto Hermione?- chiese Harry al rosso che trangugiava succo di zucca direttamente dalla brocca e, per prendere fiato, intervallava quell’occupazione per mangiare un boccone di pane con la marmellata all’albicocca.

- nunnnunflouisssctHemmmiun- rispose quello sputacchiando frammenti di pane e albicocca nel succo di zucche che aveva di fronte.

- che?- fece Harry distogliendo lo sguardo da quello spettacolo e osservando disgustato il succo di zucca, e pensare che se ne voleva versare un sorso; comunque Ron inghiottì e ripeté in lingua corrente, abbandonando per qualche minuto quella dei cavernicoli - no, non l’ho vista Hermione- disse, poi afferrando ancora il succo di zucca aggiunse –dopotutto vengo dal tuo stesso dormitorio, come facevo a vederla se non l’hai vista tu?-

Una delle poche volte che Ron diceva qualcosa di intelligente - boh, non si sa mai-

- Ma dai la conosci, sarà in biblioteca ad aggiungere altri quindici centimetri di pergamena ai trenta in più che aveva già fatto per il tema di Piton-

Harry assentì, aveva ancora ragione Ron, e la cosa era inquietante, facendo spallucce addentò la sua fetta di pane e crema di cioccolato.

In quel momento suonò la campana ed entrambi furono costretti a mollare lì la colazione e a correre, che dovevano entrare nella classe di Piton prima del suono della seconda campanella, che segnalava l’inizio vero e proprio delle lezioni.

- O forse è già in classe che sta pensando che siamo dei teppisti, teppisti in ritardo- rise Harry entrando in classe, ma Hermione dentro non c’era. Lui e Ron si sedettero in fondo un po’ impensieriti dal ritardo dell’amica e dall’assurda puntualità del professor Piton, che accompagnato dal suono della seconda campanella faceva il suo ingresso in aula. Ora sì che era tardi. Ed Hermione era nei guai.

 

È tardi... è tardi... è tardi... come ho fatto a ridurmi a fare così tardi???

Si chiedeva la ragazza che stava scendendo le scale dalla sala d’ingresso pronta a fiondarsi in aula e a profondersi in scuse.

Nervosamente controllò l’orario che aveva stretto in mano e con un gemito ricominciò a correre verso l’aula di pozioni, nei sotterranei.

 

Harry attirò l’attenzione di due ragazze del banco contiguo al suo.

- Hermione?- sillabò senza emettere suono, quella alzarono le spalle e una rispose allo stesso modo - Non so, l’ultima volta che l’abbiamo vista dormiva, ma noi siamo uscite alle sette come sempre, e lei a quell’ora più o meno sta ancora dormendo, per quel che ne sappiamo si alza alle 7 e trenta prima della altre-

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo perplesso e quella aggiunse - Sai noi dobbiamo incontrarci con le ragazze per accordarci sulla moda della giornata-

Il rosso stava per chiedere che moda e che ragazze erano ma fu interrotto da un tonfo proveniente dalla porta. O meglio da un metro davanti alla porta aperta.

Tutti allungarono il collo per vedere chi o che cosa avesse provocato il tonfo cadendo e videro una Hermione rossa in viso ma con i capelli perfettamente in ordine, boccolosi e lucidi.

Quella si alzò e si scusò vivamente con il professor Piton che la guardò come se fosse uno scarafaggio e tolse dieci punti a grifondoro: cinque per il ritardo e altri cinque per aver distratto la classe.

Hermione si avviò mogia verso il fondo della classe, tra risolini e sguardi perplessi e si sedette nel banco vicino a quello di Ron, ed entrambi guardarono stralunati la ragazza.

- Hermione che diamine…-

- Che hai sulla faccia?- concluse Harry quasi spaventato, videro l’espressione di Hermione cambiare rapidamente: da curiosa a spaventata, da irata a lacrimosa, da vergognosa a inviperita per il poco tatto che i due le avevano riservato.

- Hermione dai non prendertela noi non…-

- Cosa voi non? Non volevate prendermi in giro? Cosa non volevate Ron? Harry?- li guardò con un filo d’odio poi ritornò ai suoi appunti, torva.

 

Hermione tirò un calcio al comodino, ma non le servì a sfogarsi, anzi ora l’alluce gli pulsava terribilmente, e si sedette sul letto affondando le mani tra i capelli crepitanti.

Non stava funzionando, perché non funzionava? Eppure stava seguendo i consigli di Molly, eppure lei gli aveva assicurato che Harry avrebbe apprezzato.

Forse stava sbagliando qualcosa? Si certo era caduta e aveva fatto un’orrenda figura, ma non poteva essere solo quello.

Perché?

In quel momento entrarono Lavanda e Calì ed Hermione le guardò irata.

- Non riesco a togliere questa roba- disse secca guardandole duramente, Lavanda la fissò e chiese

- Cos’è che non si toglie?-

- Il trucco, non va via-

- Come non va via?- ripeté allarmata Lavanda, ma Calì prese in mano la situazione -con cosa hai provato?-

- Acqua, sapone, incantesimi…- elencò Hermione guardandola speranzosa, Lavanda ridacchiò e Calì le sorrise indulgente - è trucco magico, va via solo con il latte detergente, è idrorepellente, ma davvero, non come le schifezze babbane, che dicono lo sia e poi non funziona-

Fortunatamente le due erano in possesso di abbastanza latte detergente da struccare almeno tutto l’emisfero boreale quindi in men che non si dica Hermione era di nuovo libera da quel pasticcio ma depressa.

Aveva deciso comunque di tentare il terzo consiglio di Molly: farsi desiderare.

 

---

Ok, ok, capitolo idiota lo so, ma anche il primo non era da meno xD
vi ringrazio tutti tantissimo per le recensioni, vi amo *-*, lasciatene anche oggi mi raccomando xD più in particolare...

Adrienne: grazie, sia per qui che per il forum^-^ grazie grazie grazie

Ed_Ward: ohohoh, quasi mi spaventi che recezionciona! xDxD (ma che razza di parole uso? o.O) coooooomunque, hai ragione, le subordinate non mi piacciono particolarmente... ma credo che nei capitoli a venire io sia diventata via via più prolissa... io di solito sono moooooooolto prolissa e soprattutto un po' intrecciosa (lo dimostra il fatto che riesco benissimo a convincermi da sola della tesi opposta alla mia o cose del genere) xD... confusa diciamo... ma se non altro sta bene la dicitura "commedia" xD
si, le virgole, le adoro e le odio, sono sempre in disaccordo con la prof per quanto riguarda la punteggiatura xD terrò a mente quel consiglio dei segni "-" per la prossima fanfiction, perdonami, ma sono sfaticata, non mi va di cambiarli tutti xD
Come idea è partita leggera, ma ho la sensazione che verso la fine si sia in qualche modo... come dire...appesantita... è diventata più seria, ma solo perchè sentimenti di Hermione sono veri, no? la fine proprio non è seriosa, comunque, ma il modo in cui... beh ma non lo dico, che gusto c'è altrimenti xD
sono felicissima che i personaggi nuovi non siano mary sue! ero preoccupatissima! perchè a me francamente piacciono come personaggi, mi stanno simpatiche, e avevo un po' paura di trovarle maltrattate, povere Alice, Melanie e Melinda! xDxD
grazie, mille grazie, davvero! questa bella recensione "seria" e oggettiva mi è piaciuto moltissimo ^-^ aspetto altri consigli xD

wanda: grazie, non sapete quanto "gongolo" se mi dite che scrivo bene xD faccio del mio meglio e sentire che qualcosa cavo qualche ragnetto dal buco... xD grazie

costy24: costy caraaaa! xD grazie!!! confusa? beh in effetti si xD ma l'ho fatto apposta (si, si, dicono tutti così xD) ti ho mandato una mail per un plagio °__° sai ci hanno plagiate in coppia, è una cosa bizzara non trovi? xD bacione!

lisepotter: la punizione... beh... ecco io... ehm... menesonodimenticata *Carillon si nasconde, poi si sente una vocina proveniente da una posizione indefinita nel buio* grazie moltissime, sono felice che ti piaccia ^-^

emma: emmuccia! buondì! quanti complimenti immeritati!!! grazie grazie grazie! ho corretto quell'errore, come ho scritto nello scorso capitolo era perchè era nato come un sesto anno, poi ho cambiato idea ed ho corretto, solo che quello deve essermi sfuggito ^-^ grazie!!! ti aspetto su msn per una chiacchierata aurorosa xD un bacione xD

desdeus: grazie ^-^ sono davvero contenta che ti piaccia.

che dire ragazzi.. grazie vi adoro *__* adesso fatemi contenta e ditemi quanto fa schifo questo capitolo

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Capitolo 3
*** Un Pittore che non sa disegnare ***


In questo capitolo il piano di Hermione comincia a sfumare, e la cosa si fa un po' più seria. Ammetto però che questo capitolo non mi piace granché... accetto suggerimenti ^-^

beh vi lascio alla lettura, sperando che non siate scoraggiati da questa premessa xDxD
in questo capitolo comincia a comparire la Tonks/Lupin, il prossimo capitolo sarà brevissimo, su questi due, una specie di flash back, vi farò aspettare pochissimo, dato che è così minuscolo^-^

 

***


"Un vero poeta, un poeta realmente grande,
è la meno poetica delle creature,
mentre i poeti mediocri sono pieni di fascino
"
(O.Wilde - Il ritratto di Dorian Gray)

***

 

- è in ritardo, di questo passo chiuderanno i negozi- borbottò contrariato Ron ad Harry che tamburellava nervoso con il piede e le mani in tasca.

- è strano che sia così in ritardo, di solito è lei che rimprovera noi del ritardo!-

Hermione apparve sulla scale correndo all’impazzata, Ron allargò le braccia come ad invocare le campane.

- alleluja, Hermione! Ce l’hai fatta finalmente!- esclamò quello, Harry invece tacque e si voltò verso la strada preoccupato.

Che le prendeva? Che stava succedendo ad Hermione? Era sempre più lontana ultimamente, distratta, anche durante le lezioni, i suoi appunti erano ormai costituiti da disegni e cuoricini, spesso aveva i capelli in semi-ordine, non li rimproverava più e permetteva loro di copiare a volte, un giorno era venuta a lezione truccata e in tremendo ritardo, aveva le borse sotto gli occhi e sembrava sempre stanca e a quanto aveva sentito rientrava tardi la sera, probabilmente per studiare.

Probabilmente… beh più che altro era quello che lui sperava, che andasse a studiare.

E se invece uscisse per incontrare qualcuno?

Non era possibile, assolutamente. Lei era Hermione, ed Hermione non sarebbe mai uscita con qualcuno a loro insaputa. O forse si?

Hermione era così strana… davvero sembrava innamorata. Ma…non poteva essere.

Hermione era solo preoccupata per gli esami. Preoccupata per gli esami all’inizio di dicembre? Per gli esami di giugno?

- Harry? Harry stai bene? Sei arrabbiato?- gli chiese Hermione che camminava splendida accanto a lui, quello scrollò le spalle e sorrise titubante, quand’è che Hermione era così cambiata?

 

Il giorno dopo Hermione fu vista chiacchierare amabilmente con un certo Owen Caldwell, di Tassorosso, e si vociferava che quello la stesse corteggiando, nello stesso giorno giunse voce al trio meno una che Hermione quasi tutte le notti usciva e si incontrava con qualcuno.

Infatti Hermione aveva preso a visitare i vari club dell’altra lista, e soprattutto il club di cucina rimaneva il suo prediletto, non perché amasse cucinare ma perché ormai si era affezionata a Melanie, Melinda e anche ad Alice e ad altre ragazze del club; lei di solito non cucinava ma stava lì, aiutava a pulire, faceva da palo, chiacchierava e mangiava.

Ma ovviamente non era il club di cucina la "persona misteriosa" che si diceva in giro lei frequentasse.

- Hermione- esordì seccamente Harry facendo alzare gli occhi ad Hermione dal libro che stava leggendo per aritmanzia -scusa Harry devo finire il capitolo per domani e sono rimastra indietro quindi io…-

- stai con Caldwell?- Hermione sbatté le palpebre confusa e abbassò il libro - no, non sto con Owen-

-  è con lui che esci la sera?- chiese invece Ron, anche lui irritato dalle dicerie - vi ho detto che non sto con lui! Io vado… vado…- Harry sollevò le sopracciglia per incitarla a rispondere e lei balbettò confusamente - in biblioteca… io… vado in biblioteca- concluse contrariata, non voleva dire loro che andava al club di cucina, sarebbe stato troppo imbarazzante - ma che volete?- Harry abbassò lo sguardo e girò pagina - niente- il rosso scosse la testa e tornò a scrivere la sua relazione.

- Hermione…-

- prendila è dentro al libro- disse quella scoccandogli uno sguardo furente, lui invece le sorrise debolmente e cominciò a cercare la relazione di Hermione per “prendere spunto”.

- Grazie- disse Ron, ma Harry scoccò un’occhiata furiosa e indagatrice sulla ragazza che aveva riportato gli occhi sulle parole stampate sul libro non l’aveva mai fatto... come sei strana Hermione…

 

Hermione aveva deciso quasi fin da subito che il “farsi desiderare” e “le donne si fanno sempre aspettare” non faceva per lei, inoltre aveva visto Harry nero per questa cosa più di una volta quindi saggiamente evitò di seguire ancora quel consiglio.

L’unica nota positiva è che senza rendersene conto era passata al consiglio successivo, che Molly le aveva dispensato una sera, davanti al camino mentre quella sorseggiava una tazza di tea e lei cercava di leggere un libro.

 

Molly portò la tazza alla bocca fissando le fiamme, fiamme fredde, era un modo bizzarro di tenere fresca la casa inventato proprio da Hermione e che i Weasley avevano accolto con gioia, poi pensosa la donna inclinò la testa e esordì - sai, Hermione…- la ragazza mugugnò in risposta, non aveva voglia di ascoltarla, voleva finire di leggere il libro quella sera, ma non poteva mostrarsi scortese, dopotutto era una loro ospite - ora che i ragazzi non ci sono, posso darti un altro consiglio- Hermione staccò gli occhi dal libro, improvvisamente interessata, e lo posò sulla ginocchia portando lo sguardo su Molly.

- ecco… la gelosia- Hermione aggrottò le sopraciglia e fece per contraddire la signora quando lei la interruppe - fare credere a chi ti piace che tu sei interessata ad altri può essere il modo per smuoverlo, per fargli capire che rischia di perderti, in questo modo potrebbe capire di amarti oppure capire di non farlo-

- e se non gli interessassi affatto?- suggerì Hermione guardandosi interessata le ginocchia e arrossendo.

- può succedere Hermione, ma meglio saperlo che rimanere nel dubbio fino alla fine e sprecare del tempo prezioso- la riccia annuì e infilò un dito tra le due pagine dove si trovava a mo i segnalibro una piegatura. La signora Weasley girò il cucchiaino nella sua bevanda con un tintinnio e sorseggiò ancora, tornando a fissare le fiamme, poi, quando Hermione, riaprì il libro distrattamente lei commentò piano.

- il rischio vale la candela, Hermione-

 

Il rischio vale la candela si ripeté ancora una volta la ragazza come per convincersene, come per darsi coraggio. Aveva sempre creduto di essere coraggiosa, di avere del fegato eccetera, ma non si era mai trovata in situazioni del genere, mai ad essere messi a repentaglio erano i suoi sentimenti e non la sua vita fisica. Quando si lotta per la propria sopravvivenza è facile rifiutare di arrendersi, ma se in gioco ci sono i sentimenti è difficile trovare la forza di giocare con loro fino alla fine.

-Hermione-

Involontariamente aveva già usato la carta della gelosia, non voleva provocarla ma era successo ed era felice che non fosse stato tutto programmato, si sarebbe sentita in colpa, in un certo senso.

- ehm… Hermione?-

Owen l’aveva chiamata dopo la lezione di aritmanzia per farsi prestare degli appunti, e se lei sembrava così lusingata ed era perfino arrossita come un pomodoro è solo perché lui aveva lodato le sue capacità, e si sapeva che Hermione a questo non resisteva anche se c’era abituata.

- ehi Hermione!-

Inoltre aveva un vago sospetto che Lavanda e Calì alimentassero queste voci, probabilmente avevano notato che usciva spesso la sera e il fatto di aver chiesto loro aiuto in fatto di trucco le aveva messe in guardia.

- Hermione Jane Granger!!- la ragazza sollevò pigramente lo sguardo per incrociare quello dell’amico dai rossi capelli che sconcertato la fissava.

- si?-

- ti senti bene?-

- certo, Ron che domande fai?- rispose quella brusca alzandosi dalla poltrona sulla quale era sprofondata qualche minuto prima, davanti ad Harry e Ron stremati dagli allenamenti e demoralizzati dai compiti che ancora dovevano fare.

- sai quante volte ti ha chiamata?- borbottò Harry senza sollevare lo sguardo dal libro che stava “studiando” Hermione aggrottò le sopraciglia e con voce insolitamente debole disse - scusa, non me n’ero accorta. Hai bisogno di qualcosa Ron?-

- in effetti non ho capito tanto bene sta pozione-

- la pozione dell’ultima lezione?-

- già- Ron le passò il libro e le sopraciglia di Hermione si distesero, era abbastanza semplice da spiegare.

- in pratica serve per aumentare per qualche ora la forza fisica di un individuo, ovviamente è stata vietata nella competizioni e vigono severe punizioni per chi transige. Comunque comporla non è complicato, guarda questa pagina- Hermione si sedette accanto a Ron sul tappeto e gli indicò un punto della pagina.

 

Quel giorno si sarebbe tenuta una partita di Quidditch tra corvonero e grifondoro, e la scuola era sovraeccitata e gioiosa: la seconda partita della stagione era alle porte.

Hermione aveva fatto la sua comparsa al fianco di Harry e Ron, quella mattina, in perfetta tenuta da tifosa accanita, mentre gli altri due avevano già indossato la divisa per giocare, si sedettero tutti e tre al tavolo. Dopo l’arrivo della gazzetta del profeta e del resto dei giocatori Harry decise che era il momento di radunare tutti i componenti della squadra di grifondoro accanto a loro.

- allora ragazzi, mangiate qualcosa velocemente, poi andiamo subito al campo a verificare le condizioni, così possiamo premunirci-

- mi raccomando non mangiate troppo in fretta altrimenti dopo vi sentite male- commentò Hermione piegando la sua gazzetta sul tavolo, loro annuirono e presero dal piatto gli ultimi bocconi, poi si alzarono nervosi e si avviarono verso il portone.

Harry si alzò seguito da Ron ed Hermione, la ragazza scoccò un bacio sulle gote di ognuno augurando buona fortuna –vengo tra poco, finisco di leggere un articolo della gazzetta e poi mi sistemo sugli spalti. Buona fortuna, e mi raccomando, non fatevi male!- Harry le sorrise e Ron fece altrettanto, seppur con un sorriso più stiracchiato e verdognolo.

Una volta che i due furono usciti Hermione riaprì il giornale alla quinta pagina e fissò il suo sguardo su un articolo che aveva attirato la sua attenzione da subito.

Mezz’ora dopo Hermione era seduta sugli spalti vicino a Ginny e Neville e guardava un po’ impaziente il campo, poi, finalmente, i giocatori uscirono dagli spogliatoi e la partita iniziò.

 

Harry sorvolò il campo velocemente per mettere a fuoco la scena e passò in rassegna del pubblico: serpeverde che fischiavano, corvonero che sbandieravano varie bandiere piene di piccoli incantesimi che le rendevano speciali come alla coppa del mondo di quidditch, era proprio vero che quella era la casa di quelli intelligenti, pensò ridacchiando, ma voltandosi verso gli spalti del grifondoro non poté che sentirsi orgoglioso, loro erano dei grandi tifosi, caldi e scalmanati… inoltre avevano tra le loro fila una mancata corvonero dai capelli impossibili che prima delle partite distribuiva incantesimi ingegnosi e faceva si che le bandiere cantassero, che le sciarpe si illuminassero, che i cappelli saltassero sulla testa degli studenti gridando “Forza Grifondoro!” o slogan simili.

Individuando la suddetta ragazza dai capelli impossibili sorrise, lei ricambiò salutandolo accesamente, Harry si appiattì sulla scopa e aumentò la velocità. Non doveva distrarsi, avrebbe perso il boccino se avesse continuato a lodare mentalmente Hermione! Si disse un po’ irritato.

 

Hermione guardò Harry sorriderle e poi accelerare l’andatura, i capelli pettinati all’indietro dall’aria e gli occhi serrati, le sembrava di guardarlo da vicino anche se lui era ormai parecchio lontano dalla sua platea. Per un attimo immaginò di saper volare bene come lui, e per un momento, uno striminzito momento, le sembrò di capire il perché del suo amore per il volo. Per una semplice sensazione, per una condizione che spesso si da per scontata: la libertà.

Doveva essere fantastico sentirsi finalmente liberi di fuggire lasciando che il vento soffiasse a suo piacimento tra i capelli sciolti e che carezzasse le nostre gote arrossate.

Il pensiero se ne andò così com’era venuto ma la sensazione di volere essere lì accanto a lui anche in quella libertà non se ne andò così facilmente.

I grifondoro vinsero ma i serpeverde mantenevano la testa del campionato, con grande rabbia del resto della scuola, ma ciò non tolse che quella sera bisognava festeggiare. E festeggiare per Hermione aveva un solo significato: non poter leggere in Santa Pace.
 

Infatti quella sera, dopo la partita, nel caos più totale, provocato in parte dalle sue coccarde starnazzanti, Hermione posò il libro sull’unico tavolo sgombero da cibarie e bottiglie varie e posò una mano scocciata sulla guancia e il gomito appoggiato al bracciolo della poltrona.

Sono felice che abbiamo vinto, ma ora si esagera… domani c’è scuola…

Pensò mentre i suoi occhi vagavano sulla folla, poi si arrestò e spontaneo un timido sorriso le nacque sulla labbra; dall’altra parte della sala, seduto su una scomoda sedia con una burrobirra vacillante in mano dormiva Harry.

Il gomito del braccio libero appoggiato sul polso di quello che reggeva la burrobirra pericolante sul suo fianco destro, e la mano sotto il mento, gli occhi chiusi e rilassati, i capelli ancora peggio di quando era sceso dalla scopa. Hermione abbassò il braccio che sorreggeva la sua guancia e fece per alzarsi quando vide il gomito di Harry scivolare e il ragazzo svegliarsi di colpo lasciando cadere la bottiglia di burrobirra che si infranse a terra nel silenzio più totale. Silenzio subito sostituito da una risata cristallina e sinceramente divertita.

La ragazza si premette una mano sulla bocca e deglutì nel vedere che tutti la fissavano, poi Harry si unì a lei in una risata un po’ rauca, da addormentato, in effetti. Gli altri li seguirono a ruota, poi ricominciarono a fare casino ed Hermione si alzò dalla propria sedia ed estraendo la bacchetta (che ovviamente Harry aveva lasciato in camera) riparò il danno con un semplice –reparo- poi si sedette di fianco al moro - se vuoi dormire puoi andare al piano di sopra. Sai, ci sono dei letti-

- l’avevo immaginato- scherzò il ragazzo poi indicò con un cenno del capo i compagni nella ressa vociante –sono il capitano, non posso abbandonare la festa-

- si che puoi, nessuno ti obbliga e…- di colpo abbassò la voce e si avvicinò a lui con un fare un po’ dispettoso e cospiratore – ti dico, se non avessi gettato a terra quella bottiglia dubito che si sarebbero accorti della tua esistenza- entrambi risero e allora Harry si alzò stiracchiandosi come un gatto –meglio così, potrò andare a dormire in pace- Hermione lo imitò e si avviò verso le scale del dormitorio femminile – se il capitano va a letto posso andarci anche io-

- ti do il permesso- gli disse il ragazzo prima di scoccarle un bacio sulla guancia e avviarsi verso il suo dormitorio, con un ultimo sguardo incuriosito e fugace al cospicuo rossore sulle gote di Hermione, che quella sera decise di fare visita al suo rifugio per rilassarsi un po' e leggere qualcosa in tranquillità.

 

-Hermione! Hermione!- la chiamarono un gruppo di ragazze al tavolo di tassorosso, lei era appena entrata nella sala grande assieme ai due amici, lei le identificò come le ragazze del club di cucina e dopo essersi guardata un attimo attorno le raggiunse biascicando un -torno subito- ai due ragazzi che si stavano voltando verso il tavolo all’estrema destra.

- Buongiorno Hermione- augurarono le ragazze mentre questa si sedeva tra Alice e Kennedy e schiudeva le labbra in un sorriso, Melinda ricambiò il sorriso ed esordì - volevamo chiederti… se intendi riprovare con i biscotti, o con una torta… sai domani si torna a casa e sarebbe l’ultima sera prima di andare… magari potreste mangiarli sul treno o…-

Hermione considerò l’ipotesi un po’ scettica ma poi la voglia di fare  ebbe il sopravvento e decise di provarci ancora, anche se in teoria il tempo della prima tattica era passato.

- ci sto… stasera in cucina a che ora?- chiese mentre dalle altre salivano mormorii di approvazione, Alice con il suo solito tono secco e irritante rispose –alle undici e mezza, qualche problema?-

- no, perfetto- concordò Hermione alzandosi dalla tavolata –ora li raggiungo- dichiarò quindi indicando con il capo il tavolo di grifondoro -avevo detto che tornavo subito- la riccia si voltò e si avviò verso il suo tavolo, Melinda di alzò e le corse appresso per poi prenderla per un gomito.

- mi raccomando, Hermione, non essere troppo buona con lui, non essere più gentile del solito… anzi… fa che si accorga di cosa sta perdendo se non si dà una mossa-

Hermione la guardò leggermente turbata e assentì, poi si sedette al tavolo di grifondoro pensierosa.

Melinda le aveva fatto vedere la faccenda da una prospettiva diversa. Finora l’aveva sempre pensata come una caccia, una sfida, dove lei era chi doveva darsi da fare e catturarlo. Non aveva considerato che scappando i ruoli si sarebbero potuti scambiare, non si era mai sentita importante da questo punto di vista. Aveva preso in esame, sì, la possibilità che ad Harry non piacesse, che fosse già innamorato, o che, addirittura, lo attraesse in qualche modo, ma l’idea che lui potesse avere paura di perderla, potesse essere davvero innamorato non l’aveva sfiorata, finora era stata lei ad avere quei timori, ad essere perdutamente innamorata di lui.

Ultimamente pensava troppo. Cioè, lei pensava sempre, ma ora lo faceva di più e in modo più contorto, senza seguire un vero e proprio filo logico, senza più avere quegli schemi ben congegnati che prima le erano automatici nella mente. Ora il suo pensiero seguiva il pennello di un artista che non sapeva disegnare.

 

Fu così che quella sera assaggiando i biscotti che aveva appena finito di cucinare scoprì di non aver sbagliato le dosi, e nella stessa maniera la mattina dopo caricò il baule sulla carrozza senza chiedere l’aiuto di nessuno, fu così che durante quel viaggio verso la Londra babbana propose i suoi dolcetti, che dopo rimostranze varie furono ingeriti e sinceramente lodati dai due compagni di viaggio. Un viaggio che non era solo su un treno, un viaggio che era nuovo per tutti e tre ma che insieme sentivano di poter affrontare, nonostante tutto.

Il giorno dopo era Natale e lo avrebbero passato tutti alla Tana, con alcuni membri dell’ordine, avrebbe potuto chiedere consiglio a Molly.

- aaaaahhh- sospirò sazia Tonks gettandosi alle spalle i capelli rosso cupo e stiracchiandosi –Molly, un pranzo favoloso, davvero, favoloso- la donna le sorrise maternamente e rivolse lo sguardo agli altri che immediatamente cominciarono a vociferare complimenti e ad esprimere opinioni sulle pietanze proposte dalla signora Weasley.

Quel pomeriggio i ragazzi e il signor Weasley uscirono per fare una partita di quidditch, nonostante le contestazioni della signora Weasley, le donne rimasero in casa chi con delle occupazioni chi con altre e gran parte dei membri dell’ordine se ne andò per svariati motivi.

In casa, davanti ad una tazza di cioccolata calda, c’era aria di confidenze, sedute al tavolo illuminato dalla luce magica gialla e antiquata Fleur, Tonks, Hermione, Ginny e la Signora Weasley sorseggiavano soprappensiero.

- Tonks, hai più rivolto la parola a Remus?- chiese Molly un po’ brusca, mentre Hermione sollevava gli occhi dal libro e Ginny smetteva di mescolare la sua cioccolata.

- io… veramente…- cominciò titubante Tonks, ma la ragazzina dai capelli rossi appoggiò la tazza sul tavolo interrompendola –ne dubito, oggi non facevi che arrossire ogni volta che ti rivolgeva lo sguardo- Fleur allora ritenne opportuno dire la sua, nel suo inglese ormai quasi perfetto -e ogni volta i capelli si allungavano di almono due scentimetri-

Tonks appoggiò il viso alle braccia attorcigliate sul tavolo, mentre la signora Weasley premurosa spostava in fretta la tazza colma di cioccolata che aveva accanto.

- non ce la faccio, mi imbarazzo da morire- confessò con la voce attutita dalla stoffa del maglione, Ginny le posò una mano su un braccio in segno di conforto, Hermione aggrottò le sopraciglia e chiese –ma cos’è successo?- Ginny annuì vigorosamente, anche lei voleva sapere.

Tonks le guardò un po’ sofferente e rispose - immagino sappiate della mia sventurata “cotta” per Remus, no?- le due sorrisero e la piccola Weasley considerò -e come non saperlo? Si vede lontano un miglio- Tonks immerse di nuovo il volto nella stoffa delle maniche del proprio maglione imbarazzata e ricominciò a raccontare –Molly mi diede alcuni consigli, uno dei quali era di…cucinare per lui, dimostrargli che in qualcosa ero brava, o almeno impegnarmi. Insomma mi disse che sarebbe stata una cosa carina e si offrì di darmi una mano- Molly allora continuò per lei che intanto aveva rialzato la testa e stava trangugiando la cioccolata calda sgocciolandosi qua e là.

- lei rifiutò il mio aiuto e testarda come un mulo comprò un libro di ricette e provò a cucinare qualcosa per lui, Remus doveva passare da lei per ritirare cose dell’ordine e lei aveva intenzione di trattenerlo a cena con una scusa, il problema fu…- Tonks appoggiò bruscamente la tazza sul tavolo facendo volare il cucchiaino fuori da essa e spruzzando per tutta la tavolata della cioccolata, ma non ci badò.

- il problema è che Remus arrivò mentre stavo cucinando e io presa dal panico feci ancora più disastri del solito. Ma fin qui parrebbe tutto normale. Il problema è che lui mi venne in soccorso e io per non cadere mi aggrappai a lui. E… beh…lo presi per la gola in modo letterale…- concluse diventando paonazza.

La signora Weasley le batté solidale una mano sulla schiena e con naturalezza si rivolse ad Hermione  -e tu, Hermione, com’è andata?- la riccia arrossì, ma tossicchiando rispose – ho provato, sto seguendo i suoi consigli…-

- dicci, dicci- la incitò Ginny con gli occhi che brillavano.

- ho scovato il club di cucina di Hogwarts e loro mi hanno aiutato nel “prenderlo perla gola” –tossicchiò ancora, impacciata – ma… non ha avuto molto successo…-

- come mai?- fece accigliata mamma Weasley, allora Hermione rispose –beh mi hanno smontata subito, non erano un granché quei biscotti, ma erano il mio primo esperimento, incautamente ho lasciato che fossero Harry e Ron ad assaggiarli per primi e hanno detto che erano immangiabili perché troppo dolci- concluse, la signora Weasley gonfiò le guance esasperata – Ron è sempre senza tatto, gliene dirò quattro- Hermione scosse la testa –no, in effetti avevano ragione, facevano proprio schifo, ma due giorni fa ne ho fatti altri e sul treno, ieri, glieli ho fatti provare, e finalmente andavano bene- Tutte sorrisero più o meno felici per lei, ma Fleur rizzando la schiena orgogliosamente dichiarò che –io non ho bisogno di certi trucchetti, a me bosta sorridere… o scuotere i capelli. Poi i ragazzi mi vengono attorno come api col miele e allora hanno modo di conoscere le mie qualità, ma naturalmonte ormai non lo faccio più. Ora ho il mio Bill - le altre la guardarono irritate e perplesse, poi ripresero a parlare ignorandola, al che Fleur si alzò e se ne andò indignata dalla poca attenzione prestatale.

 

Forse sono stata un po' affrettata, ma mi è venuto naturale, dopo aver fatto preoccupare Harry nel capitolo scorso, fare questo via via meno allegro.
il fatto è che entrambi cominciano ad essere preoccupati. Hermione perchè il suo piano sembra non funzionare granchè, Harry perchè è spaventato da Hermione che sembra essere diventata così diversa, e ha paura che sia innamorata...xD

voi che recensite... vi adoro!

Costy24: ho spedito un'altra mail... arrivata? comunque nel caso ti etto il link anche qui: http://foreverwithdr.forumfree.net/?t=11748197&st=0
sono felice che ti sia piaciuto^^ bacione!

Evil_Angel: ora, lo vedi poco motivato xD si motiverà si motiverà ihihih xDxD bacio!

marco: marco! luce dei miei occhi xDxD che genio, dopotuto il proverbio dice che "Quando le Weasley ci mettono lo zampino faranno un bel casino" xDxD
Era parecchio che non ti leggevo, sono felice!!! bacione

Adrienne: grazie xDxD bacio :*

desdeus: beh si è proprio quello il punto... Hermione sta cercando di piacere ad Harry e per farlo è disposta anche a fare cose che non farebbe mai xD grazie, un bacio ^-^

emma: esagerata, perla! xDxD a proposito grazie della recensione a "Sei il fantasma della mia sera" ^_^ e anche tu geniazzo xDxD eeehh si... dove le Weasley mettono lo zampino succede un bel casino xDxD per ora ne abbiamo vista solo una in azione xD che Wilde sia con te, ho messo un'altra sua citazione all'inizio del capitolo...che uomo geniale xDxD un bacione!

 maripotter: grazieeeeee! ^_^ smak

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Capitolo 4
*** Fedifrago fu il Riso Soffiato [C.B.] ***


Ciao gente! come va la vita? a me bene *__* ho preso un 7 meno meno di latino e un 4 sempre di latino, strana la vita no? comunque la mia media era del quattro quindi il sette meno meno me lo godo comunque xD
E sono felice XD
Stasera vado al concerto di Tiziano Ferro... non fate quelle facce! Non è il mio cantante preferito ma molte sue canzoni sono bellissime *__* me l'ha proposto mamma di andare, che cosa carina *__* vado con mamma, un'amica, mia zia (alla lontana) sua figlia e un po' de amiche sue... mi piace sta cosa "in famiglia" xD

ma adesso partiamo con le cose serie: scusateee! sto capitolo è minuscolo, non è neanche un vero e proprio capitolo, è il famoso "bonus"... è piccolissimo, minuscolo davvero, ma non potevo non inserirlo, ma con la storia non centrava quasi nulla xD
l'avevo scritto per un'altra fanfiction ed era solo la prima parte di un capitolo, la fanfiction doveva essere qualcosa come "le regole acchiappa-uomini di Molly Weasley" ma ho lasciato perdere, anche perchè poi ho integrato l'idea in questa fanfiction xD
comunque ve lo beccate lo stesso xD
è un flashback di cosa è successo a Tonks e Lupin quella sera a cena... è una scemenza, non ci fate caso ^-^

 

-Fedifrago Fu il Riso Soffiato-

 

Tonks per attuare il suo piano aveva bisogno di una scusa, una scusa valida. Così l’aveva invitato a cena per discutere di lavoro. Beh certo non era molto fantasiosa ma lui era troppo gentile per farglielo notare. Da bravo rompiscatole Remus Lupin si presentò a casa Tonks con dieci minuti di anticipo, mentre la ragazza in presa a crisi isteriche minacciava il fornello di tirargli una pentolata.

Remus suonò il campanello facendo trasalire Tonks che per la sorpresa lasciò cadere la padella contenente la crema a terra, o meglio, sul suo piede; constatato che non era morta si era precipitata ad aprire impiastricciando tutto il corridoio di crema e facendo cadere il vaso vicino all’entrata.

- reparo - sussurrò mentre apriva la porta, Remus la guardò preoccupato ma poi le rivolse un gran sorriso.

- sei tutta intera?-

- grazie di essere venuto- rispose lei invece, l’uomo indicò con lo sguardo la strada di crema pasticcere che si era lasciata alle spalle, lei seguì il suo sguardo inorridita.

- vuoi che ti dia una mano?-

- no!- esclamò veemente scuotendo la testa, lo lasciò entrare e lo scortò fino al divano, dove avrebbe dovuto aspettare che lei avesse finito di cucinare.

Tonks tornò in cucina nervosissima (da notare che aveva sbattuto solo una volta il piede sul un mobile, giungendo fino in cucina). Perché si era ridotta all’ultimo minuto? Perché quel maledetto film babbano era così interessante? E perché lei così distratta? Fatto sta che era assorta nella visione di quel film e si era dimenticata che aveva una cena da cucinare, per il suo amato Remus, tra l’altro.

Esasperata si avvicinò ai fornelli –facciamo la pace, vi va? Su ora cocete questa cavolo di zuppa e non ne parliamo più, ok?- posò una pentola con l’acqua su un fornello e con un colpo di bacchetta lo accese.

Il forno era acceso e tentava di cuocere il pollo, si sentiva un buon odorino e magari quella volta sarebbe riuscita a portare a termine la cottura senza grossi problemi. Ora mancava il dolce. Quello si che era un problema… lei aveva preparato la crema ma le era caduta sul piede e ora era immangiabile…

- pensa Tonks… pensa…- le venne in mente un dolce babbano che faceva sua madre, non ci voleva molto e poi una volta cotti erano pronti da servire, e per di più era una ricetta molto semplice. La ragazza batté le mani allegramente e prese una pinza per raccogliere i capelli rosa che le arrivavano alle spalle.

Indossò il grembiule da cucina che prima si era dimenticata di mettere (con conseguenti orribili macchie sui vestiti) e aprì uno sportello sopra il lavello.

Tirò fuori una pentola piuttosto larga ma un’altra, sistemata male, le cadde addosso, non ci fece più di tanto caso, ormai c’era abituata, la appoggiò su un fornello e prese da un ripiano dei dolci babbani che dovevano essere sciolti con un po’ di burro nella pentola.

Fece tutto questo quasi senza fare danni, poi una volta che quelli si furono parzialmente sciolti si allontanò per qualche secondo per andare a prendere del riso soffiato, che stava dietro l’anta bianca sopra al frigorifero.

Fu il caos.

Nello allungarsi per prendere la scatola urtò con il piede la ciotola della frutta che stava nel ripiano più basso di uno scaffale di legno, con un gran fracasso dei cocci si sparsero ovunque assieme a mele, arance ed uva. Nel rendersi conto di quello che aveva fatto non badò a quello che maneggiava con la mano e inclinò troppo la scatola del riso soffiato che apertasi per la pressione ai lati sparse ovunque piccole palline biancastre e sformate simili a polistirolo, su tutto il pavimento e, purtroppo, anche dentro la maglia della ragazza, che spaventata perse l’equilibrio.

Quella non era la sua giornata fortunata, infatti tentando di rialzarsi si era aggrappata alla cosa sbagliata, infatti aveva rovesciato la pentola con l’acqua a terra miracolosamente senza lessarsi lei stessa. Stava per imprecare, finalmente in piedi quando Lupin entrò preoccupato.

- che diamin…- non fece in tempo a finire la frase che Ninfadora era scivolata sull’acqua appena versata e aveva strisciato il dorso della mano sul manico del forno. Un vecchio forno con qualche difetto e molti avvertimenti. Uno dei quali era non toccare il manico a mani nude quando il forno è acceso, un’ustione non ve la leva nessuno.

La ragazza ululò, tanto bene che Remus ne ebbe quasi invidia, e cadde a terra.

Seguirono istanti di silenzio, fin quando la risata di Remus riempì l’aria.

- ah grazie, ridi pure, ridi- commentò lei acida tentando di rialzarsi, allora Lupin smise di ridere subito e si avvicinò per aiutarla, le porsela mano che lei afferrò, dimenticandosi che era la mano che si era appena scottata. Nonostante ciò riuscì ad alzarsi, si aggrappò all’uomo che la condusse fino al lavandino, aprì l’acqua e le mise la mano sotto il getto freddo.

Poco dopo l’uomo sussurrò –ferula- e con un incanto fasciò la mano alla ragazza che lo ringraziò piano. Ella fece per allontanarsi ma scivolò per l’ennesima volta sul riso soffiato e sull’acqua e per non cadere si aggrappò al collo di Remus che finì a terra tossendo, dopo un po’ quello disse

- Dora, mi stavi quasi strozzando lo sai?-

- scusa…- mormorò arrossendo, aveva realizzato il suo obiettivo, prenderlo per la gola, anche se non era esattamente quello che credeva Molly intendesse…

 

Prometto che aggiornerò presto con la storia vera
Non mi fate penare qualche recezioncina la voglio lo stesso xD


Costy24: ho avuto la stessa reazione xD ci sono rimasta malissimo, soprattutto vedendo che mi aveva modificato la storia per farla filare con la tua, ringrazia emma, è lei che mi ha avvertita, altrimenti questa avrebbe continuato a riceve i complimenti per le nostre storie xD ti ho mandato un massaggio privato su splinder... -bacione-

marco: grazie ^-^ lo so che sono stata veloce, non volevo ma i passaggi proprio non li so fare, abituata come sono alle one-shot... rischio sempre di ripetermi, speriamo bene... xDgrazie ancora -bacione!-

Carol87: grazie sono felice che sia originale secondo te *___* grazie grazie e ancora grazie ^-^

hermione_granger_es: grazissimo ^-^

emma: eheheh devi stare attenta con queste abitudini sbagliate! abituarti a lodarmi è una di quelle abitudini sbagliate, sbagliatissime xD sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, adesso saranno sempre più come quello, il prossimo non è molto ironico o brillante è più... malinconico forse? più calmo di sicuro ^-^ sono felice che ti sia piaciuta quella frase *-* è piaciuta anche a me,  anche se forse non dovrei dirlo xD
ti ho mandato un messaggio privato su splinder con il mio contatto l'hai ricevuto?
-bacione-one!-

 

Ho una proposta! voi ora commentate, poi andate e leggervi Lumos, la mia nuova one-shot, e mi dite come vi sembra (se volete, ovvio)... e io aggiorno il più presto possibile xDxD



Sono negata nel contrattare vero? xDxD

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Capitolo 5
*** Ruoli invertiti ***


Buondì! ma cosa fate mi abbandonate? ç__ç se non vi è piaciuto il capitolo, non importa, anzi a maggior ragione dovete recensire per dirmi se vi piace o no, e se no in cosa sbaglio ^-^

in fondo i ringraziamenti a voi carissimi che recensite xD

e ora un'altro capitolo, piuttosto breve, ma avevo avvertito all'inizio, una breve storia, con pochi e brevi capitoli, quindi non vi lamentate è.é
questo è dolce, romantico, eccetera eccetera... è passato Natale, e si spiega tutto dentro. Qui cominciano a sentirsi veramente i pensieri sul futuro, su Voldemort eccetera. Non ero partita con l'idea di farla finire sul serio, ma non sono riuscita a trattenermi. è che io ho sempre visto la storia un po' così, nell'arco dei libri, o anche di un solo libro. si comincia sempre più o meno felici, si passa dalla felicità del ritorno, e si stabilisce una serenità, ci sono fatti di minore importanza eccetera, poi verso la fine comincia ad incupirsi sempre di più fino all'apice. E in quel momento tutto potrebbe andare bene o tutto potrebbe andare male. Questo è il bello, no? Nei libri, nel mio caso non so se sarà "bello" ma c'ho provato...

 

- oh Ron sei impossibile!- esclamò la ragazza alzando le braccia al cielo in segno di resa - nel caso non te ne fossi accorto… è sera! E sai cosa ho fatto io tutto il pomeriggio? Sai cosa ho fatto tra un boccone e l’altro a cena?- Ron si fece piccolo piccolo e pigolò titubante - mi hai… insegnato perché la Violocea non va mischiata con i pistilli di Orchidea?-

- sbagliato!- tuonò Hermione alzandosi –ho cercato di insegnarti perché la Violocea non va mischiata ai pistilli di Orchidea, ma a quanto pare sono stati tentativi vani!-

Un Ron dalle orecchie rosse cercò di spiegarsi ma Hermione scocciata buttò uno sguardo fuori,  sulla neve candida sulla quale ancora si vedevano le impronte di qualcuno che si allontanava in giardino, erano le impronte di Harry che era uscito un po’di tempo prima. La riccia si alzò, prese il suo mantello e con fare pratico ordinò –tu finisci di scrivere quel tema, poi io ti dirò dove hai sbagliato. Adesso vado a vedere che fine ha fatto Harry- si strinse il mantello addosso ed uscì seguendo le impronte lasciate da Harry, che la portarono prima dietro un albero poi allungando un po’ l’occhio vide che in fondo ad una strada di buchi sagomati nella neve c’era una figura alta. Alta e priva di mantello svolazzante, constatò esasperata Hermione, ma voleva morire congelato?

Si avvicinò ancora un po’ fino ad arrivare alle sue spalle, il rumore del respiro e dei passi attutiti dalla neve che ancora scendeva in minuscoli e sporadici fiocchi acquosi. Sospirò ed esordì – Perché ho a che fare con due idioti?- Harry sorrise, per niente sorpreso della sua presenza e della sua battuta, a metà tra l’esasperato e l’affettuoso.

- Bella domanda… chiedilo a Troll che ti voleva molestare in bagno al primo anno-

- Harry!-

Harry le lanciò un’occhiata divertita e lei gli diede una spinta sulla spalla, affiancandosi poi a lui con le mai appoggiate sulla staccionata che avevano davanti. Passarono alcuni minuti di silenzio durante i quali entrambi cercavano di capire, ascoltando il respiro dell’altro e spiandolo in quelle nuvoletta di condensa che uscivano dal naso e dalle labbra.

La ragazza azzardò un’occhiata al viso di Harry che la intercettò e sorrise facendo intravedere appena i denti, mentre le gote di Hermione si arrossavano un po’, ricambiando quel sorriso.

- non hai freddo?- il ragazzo fece spallucce ma lei si strinse di più nel suo mantello - sei anormale- concluse la ragazza rabbrividendo, Harry la guardò un attimo e concesse - beh,ora che me lo fai notare un po’ di freddo ce l’ho, ma posso resistere-

- ricordati queste parole, quando domani, a letto con la febbre e il naso gocciolante, invocherai aiuto e mi chiederai perché non ti ho trascinato dentro per le orecchie- Harry scoppiò a ridere voltandosi ancora a guardare oltre la staccionata, il dolce pendio della collina innevata e il boschetto che scaldava come una coperta i piedi del colle.

- a che pensi, Harry?- il ragazzo strinse un po’ più forte il bordo superiore della staccionata, lasciando che un po’ di neve residua cadesse al suolo confondendosi con il candore che vestiva il terreno.

- a…- deglutì - a Voldemort, a Hogwarts…a Ron… a…a te…mi sento inutile, ecco- concluse sfregando le mani l’una contro l’altra come per distrarla, ma lei non si mosse, batté le ciglia pensierosa e rispose lentamente.

- anche io mi sento inutile- Harry, colpito da questa dichiarazione, si bloccò e sospirò.

- a volte, ho paura che tornare ad Hogwarts quest’anno sia stato un enorme sbaglio… non sono di molto aiuto a scuola…-

- lo so… mi sembra di dare l’impressione di aver paura, mi sembra di aver paura a starmene rintanata a scuola tra i miei bei voti e i professori che ci impongono regole e ritmi sempre più severi… mi sento che se fossi ancora una bambina… impotente…- Harry fece per dire qualcosa ma lei voltandosi di scatto, con un cipiglio deciso dipinto sul volto arrossato dal freddo, lo bloccò sollevando una mano - ma la razionalità ci ha imposto tale scelta. Penso sia lo stesso un po’ per tutti gli studenti, soprattutto quelli più grandi. Ma non ci possiamo fare nulla, Harry, nulla. Lo so che per te è peggio, so che è un tuo preciso dovere essere fuori a combattere… ma come potresti battere Voldemort senza neanche essere in grado di eseguire un incantesimo a livello MAGO? –

- Hermione, stai calma- la ammonì lui bonariamente, vedendola gesticolare - lo so anche io tutto questo… non ho intenzione di lasciare Hogwarts…hai visto... ho chiesto all'ordine di poterli accompagnare a volte, così faccio un minimo di esperienza, raccogliamo informazioni in biblioteca, ci alleniamo a scuola… facciamo tutto ciò che ci è possibile… non lascerò Hogwarts- Hermione tirò un sospiro di sollievo, improvvisamente gran parte di quello che aveva fatto nella ultime settimane per cercare di conquistare Harry le sembrava così stupido, così inutile. Si sentì come se lo avesse tradito, lo amava eppure per stargli accanto aveva rinunciato ad aiutarlo come faceva prima e ad essergli prima di tutto amica, la migliore amica. Che stupida che era stata.

Prese fiato e con un gran sorriso sulle labbra lo rimproverò - e ancora sei qui? Domani dobbiamo tornare ad Hogwarts e tu ancora non hai neanche iniziato a fare il baule!- Harry rise e con una mano sul cuore e una all’altezza della spalle disse –giuro solennemente che lo farò prima di andare a letto- Hermione lo guardò sospettosa e replicò - dovrei crederle mister Potter? Io non mi fid…-

- Hermione! Hermione!- la interruppe la voce di Ron che gridava come se fosse su un altro pianeta - Hermione! voglio andare a letto, vieni? Devi correggere il…-

- arrivo, arrivo!- sbraitò lei di rimando, poi con gli occhi al cielo borbottò - ti concedo di stare qui fuori per massimo altri due minuti, poi fili dentro e vai a fare il baule-

- signorsì, signora!-

Hermione si avviò verso la casa mentre Harry si voltava di nuovo verso la palizzata, la ragazza si fermò e si voltò come presa da un improvviso pensiero.

Fece qualche passo silenzioso verso il ragazzo che le dava le spalle e si sfilò il mantello, poi avanzò di un passo appena e glielo appoggiò sulle spalle, e prima che Harry se ne potesse rendere conto schizzò via sfregandosi le braccia infreddolite.

- Hermione…- mormorò Harry ridacchiando un po’ intenerito, poi si voltò verso la casa per vederla concludere la sua corsa e si rimise il mantello sulle spalle. Hermione aveva ragione, faceva veramente freddo. Specialmente ora che lei era corsa via.

 

Nel dormiveglia udì la porta a vetri che dava sul giardino aprirsi e cigolare, poi richiudersi e qualcuno sospirare beandosi del calore che regnava all’interno.

Avevo promesso che stavo poco fuori… Hermione mi ucciderà…pensò Harry sperando vivamente che la ragazza fosse a letto addormentata, anche se non era poi così tardi, era certo che mamma Weasley li avesse spediti tutti a letto in vista del viaggio del giorno dopo.

Invece avvicinandosi furtivo alle scale aveva intravisto la luce del salotto accesa ed era entrato.

Era ancora lì, sul divano, davanti alle ceneri rossastre del fuoco, il libro stretto tra le dita semi chiuso, una guancia schiacciata sul bracciolo del sofà e la bocca dischiusa.

Non poté fare a meno di ridacchiare, sembrava così innocua e dolce quando dormiva, invece da sveglia era una piccola leonessa dagli affilati artigli.

Guardò per alcuni attimi Hermione dormicchiare sul divano e poi il suo mantello. Tanto glielo doveva restituire, si disse, che male c’era se lo faceva con un po’ di dolcezza? Mica significava niente… stava solo ricambiando il favore. Concluse trionfante il ragazzo accovacciandosi di fronte  a lei.

Le sistemò il mantello sopra per ripararla un po’ dal freddo e sorrise mentre lei sbuffava facendo arruffare ancora di più i riccioli sparsi - Grazie Hermione- Harry ravvivò il fuoco e cercando di fare meno rumore possibile salì le scale e si infilò in camera sua, dove Ron russava da un pezzo.

 

Si stava vestendo, o meglio, stava saltellando in giro per la stanza buia con una gamba infilata nel pigiama e l’altra che tentava di fare altrettanto, quando la porta della camera si socchiuse e una striscia luminosa faceva capolino, subito coperta da qualcosa, o qualcuno, che si era piazzato sull’apertura.

- prego, Harry- soffiò una voce un po’ roca e tremante dall’esterno, in piedi nel corridoio.

Il suddetto rimase in equilibrio su una gamba, l’altra infilata per metà cercando di non dare segni di vita, troppo imbarazzato. Osservò ondeggiando pericolosamente lo spiraglio assottigliarsi e poi scomparire, ascoltò i passi di Hermione allontanarsi e poi si sentì finalmente autorizzato a cadere come un sacco vuoto, mentre Ron si svegliava di soprassalto spaventato dal rumore che il sacco… cioè, volevo dire…che Harry aveva provocato.

 

Tornati a scuola era ricominciato il solito tran tran che portava i nostri eroi da un capo all’altro del castello, senza avere il tempo di riflettere sul perché dovevano andare da una parte e dall’altra.

Soprattutto visto che spesso erano in ritardo per la lezione della McGranitt.

Già dall’inizio dell’anno era chiaro che i professori avevano intenzione di spremerli in modo da ricavare dei MAGO decenti, era il loro ultimo anno ad Hogwarts, ripetevano quasi ad ogni lezione, e dovevano lasciare la scuola con il giusto onore. Poi sorridevano convinti di aver fatto una battuta divertente.

In effetti, a ben guardare, l’anno visto dopo le vacanze di Natale sembrava decisamente in discesa. Non perché più facile ma perché vicino alla fine. Con una fitta di terrore Harry si accorse che non riusciva a padroneggiare gran parte degli incantesimi di trasfigurazione che gli venivano richiesti, e a dirla tutta neanche difesa contro le arti oscure gli risultava più così semplice. Ora dovevano affrontare veri e proprio pericoli, per i quali sapere degli incantesimi non bastava più, ora bisognava imparare a ragionare, distinguere le varie nature delle arti oscure e trovare il modo migliore per neutralizzarle. Se non altro era allenato, anche se di rado le scelte che lui avrebbe preso concordavano con le scelte che gli suggeriva il rigido ed antiquato professore Harsh.

Un altro particolare inquietante era la velocità con la quale si avvicinava San Valentino, e molte ragazze lo assediavano, o lo bloccavano nei corridoi. Un gruppetto formato da quattro o cinque amiche l’aveva bloccato mentre tentava di andare verso il bagno dei prefetti (che poteva usare in quanto capitano della squadra di quidditch del grifondoro) durante la lezione di trasfigurazione, dichiarando che avevano studiato le sue abitudini per poterlo sorprendere da solo, una volta era arrivato perfino a farsi prestare il rifugio di Hermione, sebbene quel luogo non esercitasse su di lui il fascino che invece aveva sedotto Hermione. Quel posto l'aveva stregata fin dalla prima volta che ci aveva messo piede.

 

Harry si sedette di peso sulla solita poltrona rossa della sala comune, a terra Ron tentava di finire il tema per Vitius, che invece lui aveva fatto il giorno prima obbligato da Hermione, che ora con le gambe al petto sulla poltrona accanto alla sua leggeva un libro che le era stato assegnato dalla professoressa di antiche rune.

Harry sbuffò rumorosamente ricevendo un’occhiata curiosa di Hermione, che subito dopo riportò lo sguardo sul libro.

- come vanno i preparativi per San Valentino?-

Ron rotolò a pancia in su, Harry sapeva che lui stava disperatamente tentando di invitare qualcuno e che però aveva timore di ricevere una bella risata in faccia invece che un sì.

- niente… ho provato ad invitarla ma mi è sfuggita… domani lo faccio, prometto- ridacchiò, quindi Harry portò gli occhi su Hermione, e altrettanto fece Ron, quella dopo alcuni secondi sollevò entrambe le sopraciglia sorpresa e abbassò lievemente il libro.

- che avete da guardare?-

- San Valentino…- borbottò Ron, lei emise un sospiro esasperato e risollevò il libro scocciata.

- è la festa dei cioccolatieri e dei fiorai. Non contribuirò in alcun modo- Ron ghignò un po’ maligno, guardando Harry e non abbandonandola con la coda dell’occhio commentò - nessuno l’ha invitata-

Hermione non fece una piega e ribatté - ti sbagli- entrambi voltarono di colpo la testa, Harry chiese precipitosamente - chi?-

- Owen… ma come ho già detto non contribuirò- Harry fece uscire un sospiro di sollievo e Ron ridacchiò in maniera abbastanza insulsa, ma Hermione continuò dopo quella bizzarra reazione dei suoi amici - evidentemente non sono poi così pessima come credi Ronald- lui si zittì subito e fece per dire - dai Hermione scherzavo…-

- non ne dubito- ribatté lei voltando pagina, Harry sorrise al fuoco rimuginando sulle informazioni appena avute.

Così quell’Owen l’aveva invitata, ma lei aveva rifiutato. Bene. Quell’Owen aveva avuto quel che si meritava, Hermione non era una persona facile, di certo non si sarebbero divertiti.

- tu Harry, invece?- chiese Hermione dopo qualche minuto di silenzio, Harry sobbalzò e si voltò un po’ arrossito.

- ho ricevuto qualche invito- l’espressione di Hermione non mutò, in modo alquanto insolito. La ragazza scomparve ancora dietro il suo libro e dopo essersi schiarita la voce domandò - e… tu…?-

- penso che non contribuirò neanche io all’arricchimento di fiorai e cioccolatieri-

Gli occhi di Hermione spuntarono da dietro il libro ed Harry non poté fare a meno di notare che ora erano diversi da prima, anche se non poteva vederle le labbra intuì che aveva sorriso, dalla piccola fossetta creatasi sotto l’occhio, dall’incurvarsi dell’angolo esterno degli occhi, il chiudersi leggermente e dolcemente delle palpebre.

Harry chiuse la bocca improvvisamente e distolse lo sguardo scotendo un po’ la testa, mentre Hermione posava il libro sulla poltrona accanto a lei, per guardarlo meglio.

- c’è qualcosa che non va, Harry?- senza averlo comandato gli occhi ritornarono sulla riccia, esaminando la sua nuova espressione leggermente preoccupata. Le labbra socchiuse ed increspate, il mento leggermente in fuori, gli occhi assottigliati, le guance lisce, le sopraciglia aggrottate a formare una sottile ruga verticale tra di loro, gli occhi un po’ assottigliati, la frangia che ricadeva su un sopraciglio leggermente più alto dell’altro. E ora uno sbuffo con gli occhi che salgono al cielo.

Harry non poté fare a meno di sorridere leggermente, di riflesso - no, tutto bene…-

La vide sbattere le palpebre perplessa mentre le sottili linee scure sopra gli occhi si alzavano e scomparivano sotto i ciuffi ribelli e crespi, la bocca chiusa e assottigliata, come a disapprovare qualcosa. Dopotutto l’essere perplessi significa essere dubbiosi, e quindi non essere certi di sapere qualcosa. E non sapere qualcosa per Hermione era grave, infatti la sua perplessità si avvicinava molto alla sua espressione di fastidio.

Colpito Harry si chiese da quanto registrava questi dati sulla sua migliore amica, da quanto sapeva tutte quelle piccole ed indecifrabili espressioni, tutti quei piccoli gesti, quei mutamenti di luce…

Da quanto Hermione era pervasa così profondamente in lui?

 

Il 14 febbraio passò in un lampo, mentre tutti erano fuori e loro si scrutavano un po’ preoccupati, per la bufera che sentivano nell'intimo, da una parte all’altra della sala comune prima, della biblioteca più tardi e del tavolo grifondoro ancora dopo. Una sala comune, una biblioteca e un tavolo praticamente vuoti, dato che quasi tutti erano ad Hogsmeade per la festa degli innamorati, magari stipati nel regno dei merletti di Madama Piediburro. Era incredibile quante, e quali, coppiette erano fiorite in tutta la scuola.

Ehi tu! Dove credi di andare? Lasciami una recensione! xDxD

marco: grazie per la recensione a Lumos, ho risposto anche lì al fatto di Seamus e Ron,
prima di tutto non era lontano dalla casa di Dean, in un quarto d'ora erano dove dovevano essere, e poi non scordiamo che sono maghi, solo Harry ed Hermione sono così stupidi da esserselo quasi dimenticati xD
Era questo che intendevo quando Seamus evoca la benzina e loro arrossiscono ^-^ grazie per entrambe le recensioni!!!

desdeus: grazie ^-^ sai avevo anche io la vaga impressione di aver esagerato, ma mi sono divertita troppo a "esagerarla" dopotutto nessuno persona è così goffa, né da fare il casino che ho descritto, né però da inciampare SEMPRE sullo stesso portaombrelli, eheheheh... ho voluto compensare l'altra fanfiction che avevo scritto su tonks/lupin nella quale lei sa cantare bene e cade solo una volta xD grazie ancora (visto che se anche mi dite che c'è qualcosa che non va non vi uccido???xD)

emma: ohohoh ciao! xD si in effetti Molly è monotona, ma suppongo che non conoscendo i gusti di tonks e vedendolo sempre così magro e provato le abbia consigliato di "prenderlo per la gola" apposta xD comunque si è troppo abituata con gli uomini rossi, ihihih... però per Hermione ha capito proprio tutta un'altra cosa xD
beh per il plagio... risolto è dire tanto. l'admin di quel forum non si connette da giorni, la tipa che ha plagiato anche, e nel forum nessuno ci calcola xD beh prima o poi verrà qualcuno xD

Elodie: che bel nick! che significa? *-* comunque sono felicissima che ti piaccia! bene bene, mi piace che chiami Harry tonto perchè sono completamente d'accordo xD non capisce n'a sema (come dice mia nonna) ha preso fischi per fischi fin dall'inizio xD come mamma Weasley, però, dopotutto... xD a presto!!!


Un bacio anche a chi leggere soltanto (cosa precisamente vi impedisce di dare la vostra opinione? su su, mano alla tastiera! xD)
 

Carillon

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Capitolo 6
*** Non è una tua scelta ***


Buondì! ci avviciniamo alla fine, questo è il penultimo capitolo. La fine non mi piace, con tutta onestà. La fine comincia praticamente da qui xD
Il fatto è che l'avevo immaginata una fanfiction molto molto molto leggera, ma alla fine gli animi si surriscaldano xD beh ho ancora qualche chiacchiera alla fine...
Comunque vi lascio al capitolo!

***

Gli errori rendono l'uomo amabile.
(Goethe)
 

***

 

- Lupin mi ha mandato una lettera- dichiarò asciutto Harry mentre durante la lezione di incantesimi, da sempre la più comoda per scambi di opinioni per la confusione che sempre vi regnava, cercavano di incantare una molletta per capelli in modo da farla volare in diversi modi.

- che dice?- chiese Ron mentre osservava la sua molletta volteggiare come una foglia fino al banco invece di rimanere in aria, Hermione lo guardò di sfuggita, senza lasciar vacillare la propria pinzetta, alla quale erano spuntate due piccole ali azzurre.

- scrive che stanno tutti abbastanza bene, a parte Moody che si è perso l’occhio magico in uno scontro… e che hanno deciso di portarmi con loro, la prossima volta…- la molletta di Hermione perse quota ma lei con un gesto secco della bacchetta la rispedì in alto, voltando poi la testa completamente verso Harry.

- perché ora? Cos’è cambiato da un mese fa?-

- beh veramente sono io che gliel’ho chiesto durante le vacanze…e Lupin mi disse che ne avrebbero discusso appena possibile. Aveva detto che dovevano sentire Silente… e lui si fa poco vivo all’ordine…- si spiegò un po’ imbarazzato dall’averlo taciuto con i due amici.

- ma ti porteranno a fare ricognizioni o appostamenti… o in mezzo ad una battaglia?- chiese Ron mentre si chinava sul banco tentando di rianimare la pinzetta che era appena precipitata sul ripiano con un piccolo tonfo, dopo che Ron l’aveva fatta alzare in volo lentamente e faticosamente.

Harry agitò la bacchetta e la sua molletta roteò più forte alzandosi di più - veramente non lo so… non ha specificato…ma credo comunque che spesso ricognizioni o simile sfocino in battaglie- Hermione aggrottò le sopraciglia pensierosa frustando l’aria con la bacchetta, la pinzetta fece un giro della morte - credo che la prossima volta sia intesa come la prossima volta priva di rischi-

- o la prossima volta che Voldemort potrebbe farsi vivo, dicono che in battaglia si faccia vedere poco…- ribatté Harry un po’ cupo, non voleva ammetterlo ma aveva paura, passarono alcuni minuti di silenzio, poi Hermione, lasciando che la sua molletta planasse sui loro banchi dolcemente, disse

- saremo con te- la pinzetta di Harry scese in picchiata sul banco mentre lui si voltava, ansioso

- no…io non…- Ron abbandonò la pinzetta che gli era stata consegnata prima al suo destino, e cioè di scendere in caduta libera, mentre gli sorrideva un po’ di sbieco, mentre osservava la molletta di Hermione passare sotto quella di Harry e salvarla dall’impatto con il banco e poi volare verso la sua.

- non è una decisione tua-

- ma è pericoloso- ribatté stringendo i pugni il moro, Ron rise - credi che ce ne sia mai importato?-

Hermione fece atterrare le mollette ed aggiunse - non è la prima volta che facciamo qualcosa di pericoloso no?-

- è diverso… - balbettò Harry, mentre dentro sentiva la paura diminuire un po’ e un sorriso cercare di risalire, nonostante la sua parte razionale non volesse rischiare la vita dei due amici era felice che loro volessero rimanergli accanto. Sospirò, non sapeva ancora se li voleva veramente con lui. Loro erano tutto per lui, dopo la morte di sirius due anni prima e perderli per una sua sciocchezza…per il suo capriccio di provare a combattere,per il suo stupido sentirsi inutile…non sapeva cosa avrebbe fatto.

- hai ragione… è diverso… le altre volte non sapevamo quanto grande fosse il pericolo- osservò Hermione mentre la sua pinzetta si risollevava in aria con quella di Harry sopra, la molletta di Ron si era schiantata prima che lei potesse bloccarla - ora lo sappiamo e siamo pronti, perlomeno moralmente… è molto meglio non trovi?- e a questo Harry non trovò nulla da ribattere, purtroppo. Si limitò a borbottare l’incantesimo e a sollevare la molletta di Hermione dall’onere di sorreggere la sua, che cominciò a fare dei cerchi attorno alla pinzetta della riccia, che con un gesto stizzito prese a far rincorrere le due pinzette.

 

Harry si svegliò a causa di un ticchettio insistente ma leggero sulla finestra vicino al suo letto, con gli occhi assonnati ed annebbiati dalla miopia si alzò ed inforcò gli occhiali, mettendo a fuoco un gufo dall’aspetto importante che portava una breve lettera legata alla zampa sinistra.

Il ragazzo aprì la finestra e lui gli tese la zampa, Harry prese la lettera e guardò per alcuni secondi il gufo allontanarsi nella notte. Lanciò uno sguardo all’orologio e si rese conto che erano le quattro della mattina, quindi lesse il nome del destinatario (al signor Harry Potter, letto vicino alla finestra, dormitorio dei ragazzi settimo piano, torre grifondoro, Hogwarts) e sciorinò il foglio, individuando una calligrafia ordinata, elegante ma un po’ affrettata.

 

Stasera pattuglieremo le vie del villaggio di St. Patrol, in seguito ad un avvertimento di una delle nostre spie. Se ancora desideri venire il professor Piton si unirà a noi per le prime ore del mattino e si è detto disponibile ad attenderti per alcuni minuti davanti al portone principale, alle 5:30 di questa notte. Porta il mantello dell'invisibilità.

R. J. Lupin

 

Harry contemplò il foglio, poi guardò ansioso l’orologio, erano le cinque e venti minuti.

E lui non aveva ancora deciso.

Hermione e Ron?

Li doveva svegliare? Li voleva con sé? Il ragazzo strizzò gli occhi confuso e si tolse velocemente il pigiama, indossando dei jeans e una felpa sotto il mantello pesante.

Aveva paura, e se pensava ai suoi due amici ne aveva ancora di più. Non voleva perderli, anche se non era certo dello scontro, non voleva perderli. Guardò Ron grugnire nel sonno, penso ad Hermione con il respiro leggero nel suo dormitorio e capì che non solo non voleva… ma non poteva. Non se lo permetteva.

Non poteva rischiare ancora la vita degli amici, non poteva sentirsi di nuovo il responsabile della morte di qualcuno che amava. Non ce l’avrebbe fatta a vincere senza di loro, una volta che sarebbe stato il momento, quando tutto sarebbe finito. Lasciò il foglietto sul comodino di Ron vicino alla sua bacchetta in modo che lo vedesse, afferrò il mantello ed uscì, con un lieve sospiro.

 

Hermione stava versandosi del caffelatte quando Ron era entrato nella sala grande più bianco del solito, la riccia aveva aggrottato le sopraciglia, preoccupata e una volta che lui si era seduto gli aveva chiesto - Harry dov'è?- lui aveva abbassato lo sguardo sulle sue mani, che stringevano qualcosa, poi le porse il foglietto che aveva stropicciato, mentre lei appoggiava la tazza dalla quale aveva appena bevuto. Con le labbra strette glielo tolse dalle mani bruscamente e lo lisciò prima di leggerlo.
Subito il suo sguardo si incupì e la mascella si serrò, negli occhi lampeggiò ira e preoccupazione, come una tempesta in procinto di scoppiare.

 

- Hermione e Ron sarebbero voluti venire - buttò lì Harry mentre, dopo ore che lo stavano facendo, con la bacchetta alzata e lo sguardo vigile controllava che non ci fosse niente di sospetto in quel vicolo, a fianco a lui Remus J. Lupin faceva altrettanto.
Erano nella parte magica del villaggio di St. Patrol, e con le bacchette sfoderate e un lumos che illuminava la strada che avevano dinnanzi stavano controllando ogni vicolo, qualche passo più indietro Tonks li guardava accigliata.
- hanno cambiato idea?-

- affatto... erano decisi penso che abbiano un po' paura di lasciarmi solo- Lupin respirò un po' più pesantemente, poi con fare dolce replicò - è comprensibile, sono tuoi amici- aggrottò le sopraciglia accentuando le rughe verticali che le dividevano - come mai quindi non sono venuti?-

Tonks inciampò mentre tentava di avvicinarsi a loro, cadendo a terra di faccia, poi si mise subito a sedere un po' rossa in viso e guardandoli dal basso imbarazzata - scusate- il mago cambiò espressione mentre gli tendeva la mano e lei arrossiva ancora di più.
- non ti preoccupare, ti sei fatta male Ninfadora?- chiese con la voce ridotta ad un sussurro, lei scosse la testa, evidentemente stordita dalla insolita vicinanza e dolcezza di Lupin, che parve accorgersene poiché si allontanò dalla donna voltandosi, Harry con la coda dell'occhio la vide sospirare in modo un po' teatrale mentre ricominciava a camminare con più attenzione.
- allora Harry?- riprese Lupin un po' brusco, il ragazzo sospirò e rispose, sentendosi un po' in colpa e stupido per quanto aveva fatto, o meglio che non aveva fatto.
- io... veramente non li ho avvertiti-

- e perchè scusa?- chiese leggermente scandalizzata Tonks, affiancandosi.

- perchè... beh... io... non volevo... avevo paura di...- fu il mago, con voce sommessa e greve a toglierlo dall'impiccio di trovare una scusa adatta.
- dopo Sirius... dopo la sua- sospirò, un sospiro tremolante -morte... e dopo l'avventura al ministero... l'aver rischiato la vita dei tuoi amici... deve essere stato duro- Harry calciò un sassolino a terra rispondendo - ho paura per loro... non voglio che loro rischino per me...- Lupin però gli rivolse un sorriso un po' sbieco, Tonks al vederlo si morse le labbra distogliendo lo sguardo.

- ma ciò non toglie che è una loro decisione, e che or di sicuro ti aspetta una bella ramanzina da Hermione- il volto di Harry si contrasse in una smorfia divertita e preoccupata.
All'improvviso alle loro spalle udirono dei sonori "crak" da materializzazione e videro diversi mangiamorte comparire nelle loro vesti nere in fondo alla via, Tonks lanciò un getto di luce argentea verso l'alto, che si trasformò in un quadrupede particolarmente peloso: un lupo, che subito corse a cercare gli altri dell'ordine che erano in perlustrazione per altre vie.

 

Incredibile ma vero Hermione Jane Granger quel giorno era riuscita a prendere cinque rimproveri in sole quattro ore di lezione, due dei quali dallo stesso, ed aveva rischiato una punizione, per non parlare di quando stava per mettere i semi di Frillio nella sua pozione contro il dolore alle ossa, rischiando di farla scoppiare in mezzo all'aula di Piton.

La notizia fece il giro della scuola in pochissimo tempo, e quella sera, dopo altre due ore di Erbologia e altri due rimproveri, Hermione fu raggiunta al tavolo grifondoro da Melanie, Alice e Melinda.

- ehi Hermione! che è successo con la professoressa di aritmanzia?- chiese Alice come per prenderla amichevolmente in giro, Hermione sorrise mestamente ed abbassò lo sguardo, Melinda allora si sedette alla sua destra, spingendo via un Ron contrariato e ancora bianchiccio, Melanie invece occupò il posto alla sua sinistra, mentre Alice in malo modo faceva alzare due ragazze che erano sedute davanti a loro.
Intanto Melinda, tirandosi indietro i capelli scuri, le aveva chiesto sommessamente -con quella di aritmanzia, con Harsh, con Piton, con la McGranitt... che succede Hermione?- Alice alzando un sopraciglio disse - ti sei scordata la Sprite, a quanto pare la nostra Hermione ha fatto scoppiare un germoglio di Orchidea starnazzante... mossa sbagliata visto che sono i fiori preferiti della Sprite...- Melanie le guardò truce e con un gesto minimizzò le sue parole.
- come mai Hermione?- le chiese dolcemente Melinda mentre Melanie le appoggiava la mano sopra le sue, che erano appoggiate seppur agitate sul bordo del tavolo, se le stringeva tra loro in gesti convulsi e nervosi.
- non posso dirlo. Non credo di potere- tutte e tre sbatterono le palpebre un po' colpite e lei si affrettò a chiarire, guardandole una ad una -non fraintendetemi... vorrei dirvelo... ma è una cosa che... sappiate solo che non dipende da me-
seguirono alcuni istanti di silenzio fra le quattro, allora Alice, stranamente dolce per i suoi canoni le chiese - e noi cosa possiamo fare?- Hermione scosse la testa - non vi preoccupate, la mia è solo preoccupazione- allora la bionda con un lampo negli occhi chiari -è colpa di Potter vero? quell'idiota...- le altre due stavano per zittirla quando Hermione con un gesto fiero del capo l'aveva guardata e a denti stretti aveva dichiarato - Hai perfettamente ragione. è un idiota. è senza cervello. è assolutamente insopportabile. il suo comportamento è inaccettabile... lui... sembra quasi che non gli importi di noi- disse lanciando uno sguardo a Ron che sbocconcellava mogio dal suo piatto -di noi... di me... non si è reso conto di quanto...-
- a proposito... dov'è?- chiese Alice sollevando le sopraciglia e registrando in quel momento la sua assenza. -è questo il punto! non ci ha detto niente! non ci ha avvertiti! eppure glielo avevamo detto! lui... lui...- Hermione strinse forte i pugni, con gli occhi lucidi e le gote rosse di rabbia, era tutto il giorno che era preoccupata per lui, era tutto il giorno che era in collera per lui, in un solo giorno aveva distrutto il suo autocontrollo, la sua reputazione da studentessa modello. Eppure ancora non era sicura di che cosa avrebbe fatto quando lo avrebbe rincontrato, quando sarebbe tornato. Poteva mollargli un pugno quanto abbracciarlo e dichiararsi, poteva baciarlo in mezzo a tutti o cominciare a strillare, poteva lanciargli uno storno di mollette dotate di pungiglioni come poteva fargli una carezza, poteva capire all'improvviso le sue ragione come poteva essere che non le avrebbe mai capite.
Mentre pensava tutto ciò Melinda la abbracciò, e lei sbigottita ricambiò l'abbraccio mentre Melanie le faceva un sorriso incoraggiante, chissà cosa avevano capito da tutte le idiozie che aveva appena detto, rifletté Hermione ritornando in sé, Alice invece, nel suo solito modo brusco e stizzoso, le stava riempiendo il bicchiere di succo di zucca, poi con un accenno di sorriso glielo aveva messo in mano con un semplice - Bevi che ti strozzi, mamma mia quanto parli- le altre tre avevano soffocato uno sbuffo divertito, poi Hermione scusandosi, con un lieve sorriso deciso sulla labbra, si era alzata e aveva portato il proprio piatto vicino a quello di Ron, che le aveva risposto con uno sguardo curioso e grato, in effetti un po' vacuo.

 

La professoressa McGranitt lo accompagnò fino alla sala comune Grifondoro, Harry stava appunto tormentando una mano con l'altra quando il quadro si spalancò alla parola d'ordine pronunciata dalla professoressa, che prima che lui entrasse lo avvertì - signor Potter, nessuno sa della sua uscita, racconti qualcosa di sensato, qualunque cosa. Solo il Signor Weasley e la signorina Granger lo sanno. E si è visto durante la mattinata. Mai visto il Signor Weasley così sbadato e assente... né tanto meno la Signorina Granger così disattenta, ha perfino rischiato una punizione con il professor Harsh -fece per andarsene poi si ricordò - e veda di riposare, che domani dovrà recuperare tutte le ore perse oggi-

Harry assentì, anche se in verità aveva ascoltato poco di tutto il discorso della professoressa, già era preoccupato per le reazioni degli amici, aveva già deciso di dire che era morto un lontano parente, ma Ron ed Hermione... aveva paura.

Con un respiro profondo si arrampicò per il buco nel muro ed entrò.

 

La riccia stava china su un libro, accanto una relazione facoltativa per Vitius della quale aveva scritto solo una riga, pure avendo impegnato con essa gran parte del pomeriggio, china su di un libro del quale non ricordava neanche l'argomento tanto era attenta. I suoi occhi continuavano a saettare in tutte le direzioni, nella sala affollata fuorché quella naturale delle parole.

Ron seduto nella poltrona poco più in là osservava le fiammelle del fuoco diradarsi sempre di più, lo vide sospirare e stringere di più i denti, come qualcosa lo avesse irritato, forse un suo stesso pensiero.

Improvvisamente Hermione decise di rompere quel silenzio, chiuse con un tonfo il libro e chiese trattenendo il fiato - perchè non è ancora tornato, Ron?- Lui scosse un po' la testa rispondendo - se gli fosse successo qualcosa certamente ce lo avrebbe detto la McGranitt o Piton- La riccia fece di sì con la testa, il ragionamento filava ma aveva comunque un timore che non riusciva ad esprimere.
Si alzò dalla poltrona per riporre il libro, tanto per quella sera non avrebbe comunque combinato nulla. Piano piano la sala comune cominciò a sfollarsi, e in pochi rimasero alzati, chi per finire i compiti chi per battere gli amici ad una partita di gobbiglie.
L'aria era tersa, fuori, in lontananza si scorgeva uno spicchio di capo da Quidditch, la luna, ormai ridotta a poco più di una linea curva e preziosa, scintillava tra gli anelli che Ron avrebbe difeso da lì a qualche settimana.

Hermione si sedette sul bracciolo del divano per attizzare il fuoco quando un cigolio proveniente dal buco del ritratto attirò la sua attenzione, e anche quella di Ron che senza quasi rendersene conto scattò come una molla, pronto ad alzarsi, le orecchie tese e gli occhi spalancati.

 

La prima cosa che Harry vide fu il fuoco acceso, troppe volte quelle giornate aveva avuto un freddo che non sapeva scaldare, e subito gli occhi salirono sulla figura che tenendo la bacchetta puntata sul fuoco lo guardava con un'aria strana, come se avesse visto un fantasma. Era così sporco?

Poi Ron gli venne accanto in un baleno, appena era riuscito ad entrare completamente, e l'aveva abbracciato, chiedendogli come era andata, poi alcuni compagni del loro anno, Calì, Lavanda e Dean più Ginny, che lo aveva guardato con una consapevolezza negli occhi ben sapendo quello che lui aveva fatto.

- come mai oggi non sei stato a lezione?-

- ero ad un...-

- ti sei perso un sacco di cose, stavi male? non è che gira di nuova quella influenza bastarda dell'anno scorso...-

-  veramente sono andato ad un fune...-

- no speriamo che non giri ancora quell'influenza... mi si erano gonfiati tutti gli occhi-

- e neanche il MagicTinta funzionava con quel rossore orrendo ed irregolare sulle guance-

- sono stato ad un funerale. Un vecchio parente, neanche me lo ricordavo più- aggiunse vedendo che Calì si era premuta una mano sulla bocca in modo teatrale, quella la abbassò accennando un sorriso.

Harry cercò con lo sguardo l'unica che mancava.

 

La ragazza non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, le sembrava impossibile eppure quanto mai desiderabile. Voleva smettere di guardarlo come se non l'avesse mai visto, voleva smettere di recepire ogni piccolo particolare di lui, in quel momento, ogni sua espressione. Dopo quella orrenda giornata era stanca, soprattutto ora che la tensione si era finalmente sciolta. Continuava a sentirsi però sulle spine, insicura e spaventata, arrabbiata e irritata. Ma non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Aveva dei jeans un po' sporchi e stropicciati, così come lo era un po' la maglia, il mantello strappato in fondo, la mano con qualche graffio, i capelli spettinati come sempre e gli occhi scintillanti e accigliati da dietro la montatura nera, non sembrava uscito da una battaglia dopotutto, considerò mestamente e con un pizzico di sollievo, forse non c'era stata nessuna battaglia, nessun attacco. Poi lui si voltò, quasi a cercarla, e lei notò sullo zigomo destro qualcosa che le fece cambiare idea, c'era stato uno scontro, ed Harry aveva combattuto. Distolse immediatamente lo sguardo, sentendosi ancora divisa a metà, voleva assicurarsi che stesse bene, anche se la ragione le diceva che stava bene se era lì, in piedi, ma voleva anche prenderlo a pugni.

Hermione si alzò dal bracciolo e lui si liberò degli altri, che vociando cominciarono a raccattare le loro cose per andare a dormire, e Ron lo seguì con un grande sorriso sulle labbra, che si spense alla vista di un'Hermione così strana, si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata, ma aveva anche gli occhi lucidi, forse l'espressione più adatta che poteva adottare era ferita.

 

Harry le si piazzò davanti e la abbracciò, senza potersi trattenere, si era sentito così male al pensiero di aver tradito la sua fiducia, si era sentito così male a non averla lì con sé a sussurrargli consigli, si era sentito così male lontano da lei, anche se per poco. E il suo sguardo poco prima l'aveva scosso, e ancora una volta si era sentito colpevole, in un modo doloroso come non aveva mai immaginato. Ma aveva i suoi buoni motivi... e glieli avrebbe spiegati finché non avesse capito che era proprio perchè l'amava che non aveva valuto portarla, anzi, portarli.

Sentì Hermione irrigidirsi e poggiare le mani sul suo petto e, prima di comprendere ciò che stava per fare, lei lo aveva spinto allontanandolo e lo aveva guardato con gli occhi luccicanti di lacrime trattenute e le gote rosse, le labbra strette pronte. E una mano era volata con insospettabile violenza ad abbattersi sulla sua guancia sinistra. Gli aveva mollato un ceffone. Gli aveva lanciato uno schiaffo, che ora bruciava, non solo la pelle, ma anche qualcosa più intimo, più nascosto.

E ora lei stava lì, con una mano premuta sulla bocca leggermente aperta, l'altro pugno serrato lungo i fianchi e gli occhi sgranati, Ron a fianco a loro si era buttato sul divano, sconsolato. Harry sentiva gli occhi di molti dei pochi rimasti in sala puntati su di loro, rivolse a tutti uno sguardo fiammeggiante che li indusse a ritornare alle loro occupazioni, alcuni addirittura scapparono in dormitorio.

- che significa questo, Hermione?- chiese con voce più fredda di quanto volesse, la riccia abbassò la mano e serrò anche quella a pugno. Il rosso continuava a scuotere la testa, anche se aveva capito che era meglio non intromettersi, l'ultima volta che ci aveva provato, nella loro prima vera litigata, si era ritrovato dei tentacoli al posto dei capelli, ed era stato scioccante.

- che sono arrabbiata, e molto- Harry non sapeva bene che rispondere, voleva chiarire con lei, dirle quello che provava, la sua paura, ma la rabbia stava montando rapidamente.

- cosa avrei fatto di tanto grave, sentiamo-

- non ci hai detto niente, non ci hai avvertiti, non ci hai permesso di venire con te-

- non vi volevo con me- sussurrò, voleva continuare ma non trovava le parole. Con suo sommo orrore vide gli occhi di Hermione riempirsi di lacrime, che lei ostinata non fece scendere.
- perchè non....- cominciò lei alzando il tono di voce gradualmente - perchè non ci volevi con te?-

- io... avevo paura... non ti avevo promesso che te lo avrei permesso! -

- HARRY QUESTA NON è UNA TUA SCELTA!- gridò Hermione facendo un passo indietro per gridare più agevolmente, lui fece un gesto improvviso con la mano, esasperato, mentre i pochi grifondoro che erano ancora rimasti in sala comune scappavano nei dormitori, sapevano che anche un respiro di troppo sarebbe stato fonte di punizione quando Hermione urlava.

- FINCHE' POSSO EVITARE DI RISCHIARE LA VOSTRA VITA LO FARO'- Hermione scosse la testa

- non si tratta di questo Harry!-

- PER ME SI TRATTA DI QUESTO INVECE!-

- ASCOLTAMI: NON SEI IL PADRONE DELLA MIA VITA! DECIDO IO SE VOGLIO VENIRE CON TE O NO!-

- NON CAPISCI CHE HO PAURA?-

- CHE SUCCEDE NON TI FIDI PIU' DI ME? NON CREDI CHE RIUSCIREI A CAVARMELA?-

- non dire sciocchezze...-

- CHE COS'è ALLORA, HARRY? ABBIAMO FATTO TUTTO INSIEME!-

- questo è diverso... ora... è... ora posso evitarlo, Hermione!-

- MA IO NON VOGLIO EVITARE DI AIUTARTI! NON VOGLIO EVITARE DI STARTI ACCANTO! SE LO AVESSI VOLUTO TI AVREI ABBANDONATO AL PRIMO ANNO!-

- io non ho mai...-

- LO HAI APPENA DETTO HARRY! TU NON MI VUOI CON TE!-

- non volevo dire...-

- SAI QUANTO SONO STATA PREOCCUPATA HARRY? LO SAI? SAI QUANTO SONO STATA ANGOSCIATA? NO CHE NON LO SAI. TU NON ERI CON ME! TU ERI A FARE L'EROE E CI AVEVI BELLAMENTE IGNORATI QUANDO TI AVEVAMO DETTO CHE VOLEVAMO ESSERE CON TE!-

- FARE L'EROE? IO NON HO MAI... MA CHE DIAMINE... IO... IO VI AVEVO DETTO CHE NON VOLEVO!-

- LO RIPETERO' PER L'ULTIMA VOLTA, HARRY. NON è UNA SCELTA CHE SPETTAVA A TE!-

- sono io che ho dovuto scegliere se svegliarvi o no, ho scelto di lasciarvi dormire- disse cercando di avvicinarsi, ma Hermione fece degli altri passi indietro e lo guardò scuotendo la testa, prima di andarsene verso il proprio dormitorio disse - a quanto pare non hai capito nulla di me- Harry scattò in avanti di un passo, tendendo una mano nel vuoto, ma lei era già all'entrata dei dormitori femminili, proprio lì dietro, e velocemente stava salendo le scale che a lui erano impossibili da percorrere. Quindi il moro si sedette di peso sul divano e Ron si avvicinò a lui, che prendendosi la testa tra le mani mormorava

- Hermione...-

Ron scosse la testa greve - l'hai fatta grossa amico-

- tu sei arrabbiato?- gli chiese Harry sollevando gli occhi verdi sui suoi scuri, che gli sorrisero - sono troppo felice di rivederti in piedi, e poi sapevo perfettamente che Hermione te l'avrebbe fatta pagare... era così scossa stamattina quando le ho fatto vedere la lettera... a lezione è stato un disastro... e a cena perfino delle sconosciute, beh probabilmente lei le conosce, sono venute a sentire cosa succedeva...-

- mi ha sempre capito... ha sempre capito il perchè delle mie azioni...- mormorò Harry, Ron lo squadrò comprensivo -beh le ipotesi sono due: o si è talmente allontanata da te, l'hai vista, com'è diversa... me l'hai detto in continuazione quest'anno... o semplicemente non vuole comprendere i tuoi motivi, sono certo che li abbia recepiti... ma non li accetta... resta da scoprire il perché -

più tardi, nel suo letto, Harry non poté fare a meno di rievocare tutti i timori che l'avevano tormentato su Hermione quest'anno, e soprattutto uno lo fece rabbrividire nel caldo delle coperte scarlatte. Hermione innamorata di qualcuno? Inaccettabile.

Ma perchè lo riteneva così inaccettabile? Hermione era forse sua sorella? era un oggetto? Perchè trovava improvvisamente, beh non proprio improvvisamente, così inaccettabile? Perchè Hermione nella sua mente era sempre stata intoccabile dagli altri? Perchè aveva sempre respinto così vigorosamente l'ipotesi che a lei piacesse veramente Krum... o Ron... o chiunque altro? Che diamine gli era preso adesso? Perchè pensare ad Hermione gli faceva un effetto così...

Saltò in ginocchio sul letto e scese velocemente, si accostò al baule e rovistò finché non trovò quale che cercava. Era stranamente certo che Hermione non fosse nel suo letto. E pensava anche di sapere dov'era, ma per esserne sicuro prese la bacchetta e la puntò sul foglio mormorando - giuro solennemente di non avere buone intenzioni-

 

I lunghi archi gotici incastonavano un vetro prezioso in quella notte zaffiro, la punta di vetro ricamata a complicati ed astratti arabeschi colorati che proiettavano le loro ombre luminose su una vecchia pendola rotta, accanto a questa stavano accatastati vari beni della scuola pressoché distrutti, soprattutto provenienti dalla sala comune di grifondoro: vecchi divani consunti, tappeti sfiniti o macchiati da inchiostro magico antico, indelebile, alcune poltrone ormai sbiadite del loro rosso originario, libri vecchi e lacerati in più punti, qualche arazzo arrotolato ed impolverato, addirittura un grammofono con molti grandi dischi di musica classica, piume spennacchiate, boccette d'inchiostro secco, qualche quaderno contenente disegni, diari, compiti, citazioni, libri babbani, una scrivania scheggiata, delle sedie... era il tipo di luogo che faceva per lei.

Lei, quella che ora stava seduta sul basso e largo davanzale di una delle tre grandi finestre arcuate e puntute, che guardando il lago riflettere quella piccola falce di luna che già in sala comune aveva accarezzato con lo sguardo, si stringeva nella larga felpa della tuta che indossava, appartenuta a sua madre, conservava ancora il suo profumo. Si strinse di più nella stoffa felpata e cala, aspirando profondamente, avrebbe tanto voluto che sua madre fosse lì a sussurrarle consigli.

Che diamine, era così arrabbiata! Non riusciva a soffocare quel senso di rabbia, ma anche quella voglia di piangere. Il solo pensare che lui non li aveva voluti con sé...sentiva come un doloroso salto nel petto ogni volta che pensava a quanto si era allontanata negli ultimi tempi, a quanto si era inutilmente affaticata, a quanto si era vanamente illusa. Ora più che mai quelle parola che lui aveva urlato le facevano male. E non riusciva ad accettare che lui avesse tutto quel controllo sulla sua anima, o meglio come lui riuscisse a scatenare tutta quella irragionevole ed incontrollabile reazione, quella stupida voglia di piangere, lei odiava piangere, quella stupida voglia di prenderlo a pugni, quella stupida voglia di curarlo, quella stupida voglia di immergersi in un libro e non tornare, quella stupida voglia di sentirsi abbracciata...stupida stupida. Picchiò la testa sulla proprie ginocchia raccolte al petto, poi appoggiò la fronte sulle ginocchia e sospirando circondò la testa con le braccia. Eppure neanche una di quelle stupide voglie le sembrava così stupida, e si odiava perchè non riusciva a realizzarne neanche una. Alzò ancora lo sguardo e appoggiò il mento sulle ginocchia.

Quel posto le era sempre piaciuto, fin da quando, la prima volta, durante il sesto anno, ci aveva messo piede. In sala comune c'era un festino per il compleanno di non sapeva neanche chi e gran parte della casata vi si era unita pur non sapendo neanche che cosa si festeggiava, così irritata aveva preso la pila di libri in equilibrio precario tra le braccia e se ne era andata. Aveva fatto poca strada quando qualcuno l'aveva urtata, correndo e i libri erano caduti a terra, assieme a piume, pergamene e boccette di inchiostro che al contatto violento con il suolo si ruppero. Hermione respirò a fondo per calmarsi, non poteva neanche urlare, quel vandalo che l'aveva fatta cadere, sì perchè era a terra anche lei, era già lontano e non si sentiva più neanche l'eco del suo scalpiccio frenetico. Esasperata poggiò una mano al muro schiaffandosene un'altra in faccia al vedere che i suoi compiti si erano tutti imbrattati di inchiostro, così come gran parte dei libri. Non fece in tempo a pensare all'incantesimo utile per certi inconvenienti che era caduta di fianco con uno strillò acuto poiché il muro era scomparso. Ancora una volta stesa a terra nel giro di cinque minuti, ma Hermione rialzò di scattò la testa con uno scintillio negli occhi.

La ragazza osservò il muro richiudersi e vide lampeggiare il mattone sul quale aveva poggiato la mano pochi attimi prima, l'unico liscio che rifletteva la luce delle torce, girò lo sguardo e vide una scala a chiocciola illuminata da alcune finestre che davano sull'esterno e dalle torce, le più vicine si erano accese quando lei era entrata, visto che si stava facendo lentamente buio. Si alzò in piedi con un balzo e pigiò di nuovo il mattone, il muro si riaprì, quanto bastava per farla passare e lei afferrando la bacchetta che era appena lì fuori fece lievitare i suoi averi fino a dentro il nascondiglio, mormorò una parola e con un gesto secco della bacchetta divise l'inchiostro dalla carta, e lo rificcò nella boccetta che aveva riparato con un reparo.

Con un altro gesto distratto della bacchetta fece accatastare tutto in un angolo buio e rivolse il suo sguardo alle scale di pietra. Non poteva sapere cosa c'era lassù, per quel che ne sapeva poteva benissimo essere pericoloso, ma la curiosità era forte e lei ormai doveva sapere cosa c'era lassù. Così prese a salire le scale nel silenzio più totale, potendo avvertire i suoi stessi passi riecheggiare lievi fino alla base delle scale. Con un colpo al cuore aprì una porticina che si apriva verso l'esterno e vide che c'era un piccolo davanzale che dava sul campo da quidditch, che però sembrava lontanissimo laggiù in basso, richiuse di botto, spaventata. Continuò la sua scalata ignorando le varie porticine finché non arrivò in cima, dalle finestre aperte poteva già intravedere il tetto circolare tipico di una torre fiabesca, e si ritrovò su una specie di pianerottolo, infine aprì l'ultima porta, che assomigliava stranamente alle porte sgangherate della stamberga strillante, che aveva visto anni prima.

Entrò in una piccola stanza circolare, tre grandi finestre ad arco appuntito ed alte, con la punta della finestra decorata in modo astratto e colorato, e le ombre che coloravano molte cose accatastate dall'altro lato, davanti ad una delle finestre.

Era tornata giù di corsa e si era precipitata in sala comune per avvertire i suoi amici, poi erano ritornati tutti lì ed Harry le aveva messo in mano la mappa del malandrino e le aveva detto di disegnare la torre.

Hermione sorrise mestamente a quei ricordi, era stata così felice quando le aveva detto di aggiungere lei quel nuovo passaggio alla mappa, all'improvviso sentì dei passi fuori, passi che conosceva, che aveva già sentito più di una volta salire quelle scale per cercarla. Si irrigidì preparandosi alla sua entrata.

Questo capitolo non è come volevo, e neanche il prossimo, il problema è che le mani mi sono andate da sole, e hanno stravolto tutte le mie aspettative, che dire, neanche le mie fanfiction mi danno retta! xD
Non è che sarà una tragedia, sia ben chiaro, sarebbe stato orrendo con l'inizio, del tutto incoerente, ma diciamo che non sarà come i primi, ma avete visto come il tono della fanfiction sia cambiato nel corso... quindi... xD
Per quanto riguarda i loro sentimenti non vorrei essere stata affrettata. Lei sa di provare qualcosa, lui ancora non lo sapeva. Lui fa quei suoi casini e lei scoppia... ho pensato che poteva essere una bella scossa, per portarlo a capire. Non gioite troppo, siamo di fronte ad un Harry più che stupido xD
E...avete visto? Nei precedenti capitoli ogni tanto parlavo di questo rifugio finalmente ne ho descritta la breve storia dalla parte del trio... è un luogo importante, non so neanche da dove sia uscito...
beh ho blaterato troppo, passo a ringraziare chi ha recensito!

Summers84: già, si amano da sempre, concordo *__*  San Valentino non l'ho descritto, non mi piace molto come festa xD spero ti sia piaciuto questo capitolo^-^

granger90: grazie! visto ho aggiornato... ed è il penultimo! mi dispiace quasi! xD

desdeus: sono felicissima che le turbe di Harry siano piaciute! Avevo paura di farlo troppo lagnoso, forse in questo capitolo lo è... boh xD grazie ancora!!!

emma: sono super-contenta che ti sia piaciuto tanto quel capitolo, piace abbastanza anche a me... forse un po' fuori dalla linea della storia, ma mi piace... anche quella era in origine un'idea per una one-shot xD oh beh romantico è bello *__* anche io adoro il romantico è così... dolce *__* xD
Sai il titolo del capitolo "ruoli invertiti" si riferisce a questo, lei che lo copre col suo mantello, di solito sono i maschi che tutti machi coprono le ragazze no? Beh qui abbiamo una novella "macha" xD e poi si scambiano quel mantello come una pallina da ping pong, tra ringraziamenti e romanticherie varie... oddio sono un caso patologico O.O vabbè, questo com'era? un bacione!

dalastor: grazie^-^ è una cosa piacevolissima sentirsi dire di essere brava a scrivere, so che ho ancora molto da imparare ma mi impegno e vedere che un qualche risultato c'è mi fa davvero tanto felice *__* grazie grazie *_*



A questo punto che dveo dire? ho ciarlato abbastanza... uff... beh vi saluto, e (strano oggi non l'ho mai scritto!) lasciatemi una recensione, mi raccomando, eh!

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Capitolo 7
*** Il Tomollo è salvo ***


Ed eccoci qui... questo... questo è... è l'ultimo capitolo ç__ç
Sapete? questa è la prima storia più lunga di una one-shot che concludo... e che pubblico... ho finito anche "crema e cioccolato" nella sezione ufo baby, ma non l'ho finita di pubblicare^-^
Sono un po' preoccupata... ma ovviamente tutti voi che finora avete soltanto letto mi direte cosa ne pensate, almeno della fine. Se ve l'aspettavate, se l'avevate immaginata così, se anche voi avevate pensato a... ma vabbè. lo leggerete.
avrei voluto fare un bel discorso, ma non so che dire xDxD

ahuahauahu
soltanto... grazie *__*

Ah quasi dimenticavo... volevo dedicare, so che non vale molto come dedica ma accontentatevi di più non posso dedicare xD, dicevo, volevo dedicare questo capitoletto ad emma, che, povera, sta male e mi ha recensito lo stesso l'ultimo capitolo, e allora un bacione in più se lo merita! che così passa la bua! xD


*si commuove*

 

Harry respirò a fondo una volta in cima alle scale, per riprendere fiato, poi entrò ascoltando la porta cigolare; dapprima non la vide poi, voltandosi verso sinistra, si accorse che stava seduta sul davanzale della finestra, con le ginocchia al petto e il capo poggiato su di esse. La luce tenue e azzurra che proveniva da fuori illuminava solo metà di lei, tra ombre impenetrabili e chiarore lunare che si rifletteva sulla sua pelle solitamente dorata.

- maledetti tu e la tua stupida mappa- ringhiò Hermione guardando ostinatamente verso l'esterno e stringendo un po' di più la stoffa delle maniche tra le mani, lui fece qualche passo e appoggiò la mappa sulla scrivania, notando che lì sopra erano stati ordinatamente sistemati alcuni libri che prima erano sparsi per la stanza, quello in cima aveva un segnalibro verso la fine.

- non volevo litigare, prima- disse semplicemente, rimanendo in piedi a qualche passo da lei, che in qual momento voltò leggermente la testa, come per ascoltarlo e lui continuò - sarei voluto riuscire a spiegarti le mie ragioni, solo che mi hai spaventato- alla ragazza scappò un mezzo sorriso e replicò, cercando di rimanere fredda come si era prefissata, ma senza riuscirci, la voce si incrinò leggermente mentre diceva

- si, è una mia caratteristica. Spavento spesso la gente- riportò lo sguardo fuori ed Harry le si avvicinò ancora di qualche passo - Hermione...- sussurrò - che succede?- Lei sorrise mestamente - non sei la prima persona che me lo chiede oggi-

- finora avevi sempre compreso il perchè di ogni mia azione...-

- ho capito cosa c'è dietro, Harry- affermò lei guardandolo soltanto ora direttamente, i suoi occhi indugiarono sul taglio che aveva sullo zigomo e si assottigliarono leggermente, preoccupati - hai paura, paura per me e Ron. Hai paura che ci succeda qualcosa, hai il terrore di rimanere senza di noi, noi che siamo la tua famiglia ormai. E' una paura egoistica ma più che comprensibile... anche io ho paura di perdervi, di perderti... ma so che tu ti sentiresti responsabile se ci accadesse qualcosa. Ed è questo il tuo problema Harry... non è colpa tua se Sirius è morto- Hermione tirò giù le gambe dal ripiano e posò le mani sul bordo del davanzale, stringendolo e fissandosi le ginocchia pensosa, poi continuò - Il problema Harry è che così è molto peggio per noi. Tu sei convinto che sarebbe un bene che non ti avessi mai conosciuto, io penso che al contrario sia stata una delle cose più belle della mia vita. E non ho intenzione di lasciarti, dopo che mi hai dato tutto questo. Ti voglio stare accanto, capisci? Sarebbe... troppo per me dover sopportare il tuo ricordo e sapere che non ho fatto niente per aiutarti- tacque per qualche istante poi continuò - il mio più grande rimpianto in questo momento è non aver deviato l'incantesimo che ti ha graffiato la guancia, so che può sembrare stupido ma...-

Harry la guardò mentre, tirava su una mano e con l'indice interrompeva il viaggio di una lacrima sulla gota, e capì cosa aveva spinto Hermione ad urlare, cosa l'aveva spinta a piangere, cosa l'aveva spinta a rifugiarsi quassù, cosa l'aveva spinta a tormentarsi per tutto il giorno e si sentì in colpa. Non un senso di colpa normale, ma all'improvviso sentì l'impulso di abbracciarla e scusarsi per non aver capito, per non aver voluto capire perchè loro volevano venire con lui, perchè lei voleva rimanergli accanto.

- non è affatto stupido. Se avessi saputo che lasciarti qui sarebbe stato così sbagliato, che ti avrebbe fatto così... così male... non l'avrei mai fatto- la riccia lo guardò, con gli occhi lucidi e brillanti, le gote arrossate, e con una lieve nota nervosa disse - è cambiato tutto da quest'anno... quanto vorrei tornare indietro di qualche anno per ricordarci come eravamo...- Harry addolcì lo sguardo e si sedette accanto a lei, dando le spalle all'esterno.

- anche tu, Hermione, sei talmente tanto cambiata. Anche per questo avevo paura. Ho tormentato Ron dall'inizio dell'anno perchè ti vedevo cambiare e ...- il ragazzo sospirò, era il momento di chiederlo, ma lei lo precedette - no, non sono cambiata... io non...- Harry rise, senza allegria -oh, andiamo Hermione!- lei spalancò la bocca un po' sdegnata - Hai cominciato a cucinare anche se prima d'ora mai ti aveva interessato, sei diventata più femminile, ti sei truccata, acconciata e sistemata, esci di notte, torni al dormitorio tardi, anche dopo il coprifuoco... dov'è finito il prefetto perfetto Hermione Granger? - un vago tono disperato trapelava dalle sue parole, allora Hermione richiuse la bocca incapace di comprendere a fondo quello che lui gli aveva detto, quindi Harry continuò - sembri quasi...- abbassò la testa e la voce, come sconfitto - innamorata...-

La riccia sgranò gli occhi, quei suoi grandi occhi scuri che sempre gli avevano letto dentro - e io... non riesco ad accettarlo...- il moro la guardò cercando di capirla fino in fondo, cercando di scavare dentro i suoi occhi come lei aveva sempre fatto nei suoi, uno sguardo doloroso in un certo senso - sei innamorata Hermione?-

Lei assentì lievemente e non si accorse che una lacrima le stava solcando il viso lentamente, lui la asciugò e scese dal ripiano infilando le mani in tasca - io... io vado a dormire...- disse con voce sommessa, fece per girarsi ma sentì le braccia di Hermione infilarsi tra le sue e stringerlo.

- Hermione io...- Ma Hermione scosse il capo, sfregando il naso contro la stoffa della felpa di Harry - di te, di te! Sono innamorata di te cretino!- in effetti Hermione non sapeva se ridere o piangere, non sapeva bene che credere. L'Hermione innamorata e sognante le diceva che lui ricambiava... ma una voce le ripeteva di non illudersi, perchè come aveva appena constatato lui era in grado di distruggerla, così come di renderla felice sopra ogni altra.

Le braccia di Harry la avvolsero e lui la tenne stretta, stretta come se fosse l'ultimo appiglio sulla terra, stretta come se fosse la sua stessa vita, stretta come se fosse una lucciola che vuole scappare, serrata ma senza farle male. Poi con un sorriso tra il furbo e il divertito, lo sguardo emozionato e semplicemente affettuoso, le soffiò all'orecchio - allora è una vera fortuna che anche io sia innamorato di te, non trovi?-

Hermione sbuffò ridacchiando e sollevò lo sguardo su di lui, gli occhi scintillanti di gioia riflettevano il verde limpido e sereno degli occhi del ragazzo - non sono cambiata, non in quello che credi. Credo sia normale cambiare un pochino, quando si è... innamorati - faceva ancora fatica a credere di poter usare quella parola ad alta voce e con lui che la scrutava raggiante - ma... non sono io che... per intenderci: odio ancora cucinare, e odio ancora truccarmi- il sorriso sulle sue labbra si accentuò ancora -pensavo che così avrei avuto più possibilità-

Harry aggrottò leggermente le sopraciglia e chiese - e con chi ti vedevi la notte e la sera?- la ragazza arrossì vistosamente e lei allentò un pochino la presa sulla sua vita - veramente... beh... io... andavo... - Harry la guardò incoraggiante e lei buttò fuori tutto in un solo fiato - alclubdicucina- il moro fece una smorfia confusa e lei sospirando ripeté - al club di cucina- allora Harry la mollò di botto scoppiando a ridere - ma... ma non cucinavo!- esclamò lei alzando un dito come a volerlo precisare, come se fosse qualcosa di importante - io assaggiavo!- vedendo che Harry non smetteva afferrò un cuscino dal divano lì accanto e glielo tirò addosso - Harry! Smettila immediatamente!- ma prima che se ne potesse rendere conto lui, con un ghigno da malandrino, aveva raccolto il cuscino e glielo aveva sbattuto in faccia.

- ehi!-

- la guerra è guerra, Hermione!-

- ah, se è così allora...- prese anche lei un'altro cuscino e fece per darglielo addosso ma lui fu più veloce e lei cadde seduta sul divano, lui si avvicinò con il cuscino sollevato, ma lei lo colpì in pieno viso col suo e lui si buttò seduto al suo fianco, Hermione lo guardò, splendida come sempre, e gli stampò ancora una volta il cuscino in faccia, ridendo come non faceva da giorni. Abbassato il cuscino però si ritrovò il viso di Harry a poca distanza dal suo, le sua labbra piuttosto vicine al sorriso malizioso che accendeva l'espressione del ragazzo, poi lui la baciò. Hermione lasciò cadere il cuscino che brandiva tra le mani e le infilò tra i capelli di Harry, un remoto pensiero di quello che stavano facendo prima che lui decidesse di baciarla.

SPAFF!

- Harry questo non vale!- esclamò indignata cominciando a rincorrerlo per tutta la stanza con il cuscino alto sopra la testa per scagliarglielo contro.

- in guerra e in amore tutto è concesso no?- ridacchiò lui e lei strepitò irritata -non ti premetto di usare luoghi comuni con me, Potter!-

- beh un bacio seguito da una cuscinata non è molto comune no?-

- avrei preferito rimanere sulla prima parte dell'azione- considerò lei poggiando un dito sul mento.

- ma un bacio romantico è un luogo comune- lei fece spallucce mentre lui si avvicinava, stavolta il ghigno malizioso toccò alla ragazza che, prima di baciarlo, mormorò -se è comune ci sarà pure un motivo...-

 

Un ragazzo ed una ragazza stavano seduti sul divano della sala comune, quasi tutti erano fuori a godersi un'uscita ad Hogsmeade, ma loro avevano deciso di rimanere per godersi un po' di tranquillità, e avevano tutta la sala comune per loro. Così, seduti schiena contro schiena, una leggeva e l'altro cercava di scrivere un assurdo tema per Harsh.

- Hermione?- esordì il ragazzo chiudendo il libro, mentre lei invece voltava pagina.

- mmm?-

- come ti era venuto in mente che mi saresti piaciuta di più se avessi saputo cucinare, se fossi stata più femminile, se fossi stata così diversa da come sei?-

- Harry me l'hai chiesto un'infinità di volte!- sbottò lei alzando gli occhi al cielo, ma lui testardo ribatté.

- sì, ma non mi hai mai risposto! Dai Hermione sono curioso!-

- ma perchè lo vuoi sapere?!- chiese esasperata lei staccando la propria schiena da quella del suo ragazzo e chiudendo il libro sul segnalibro.

- è curiosità!- Harry la guardò con un sogghigno - mi era venuto il dubbio che a te piacesse Ron!-

- e che centra scusa?-

- dimmelo...- si lagnò lui facendo gli occhioni luccicanti da cucciolo bastonato, Hermione sbuffò e borbottò qualcosa di simile a - siete tutti impossibili voi Potter!-

- noi Potter?-

- Anche tu padre era così! Ne sono certa! Lily era troppo assennata per dargli retta, ma lui poi faceva questa faccina che fa sciogliere le ragazze ragionevoli! Sono convinta che è così che l'abbia convinta a sposarlo!- Harry ridacchiò e chiese - dovrò anch'io farti questi occhioni per convincerti?- lei arrossì e scosse la testa, mentre un lieve sorriso le raddolciva le labbra - dov'eravamo rimasti? mmm... ah sì! Perchè hai fatto tutte quelle cose strane?- Hermione capì che l'aveva incastrata, prima aveva fatto tutto il dolce e il malizioso, e ora era obbligata a rispondergli, così un po' imbarazzata disse - l'ho chiesto alla signora Weasley-

- cosa mi piace in una ragazza?- esclamò scettico Harry, mentre la abbracciava teneramente.

- no, gli ho chiesto come si conquista un uomo...- il ragazzo sembrò divertito dalla cosa, e lei capì che in effetti la cosa era piuttosto esilarante, vista da quel punto di vista, quindi tentò di giustificarsi dicendo

- mi aveva detto che erano anni che parlavi della tua ragazza ideale!-

- chi? Io?- chiese sbigottito Harry, e la riccia sollevò le spalle - ha detto così, mi ha detto che non dovevo cambiare veramente ma solo sembrare la donna dei tuoi sogni per un po'. Ha detto che lo sapeva bene dato che ne andavi parlando da anni-

- non ho mai detto che mi piacerebbe una che sa cucinare, che è femminile e tutto il resto... non l'ho mai detto in vita mia!- Hermione incrociò le braccia al petto stizzosamente - vuoi farmi credere che la signora Weasley si è inventata tutto?-

- no! cioè...- fece ripensandoci, assentì vigorosamente con la testa - si invece! Se avessi detto come era la mia donna ideale tutti, tranne me, ovviamente, avrebbero capito che mi riferivo a te! - Hermione arrossì ancora, era così dolce quando non voleva esserlo e non se ne rendeva conto... - non è quella la mia donna ideale! è quella di Ron! Non la ...- entrambi tacquero guardandosi ed Harry finì la frase in un soffio -mia...-

Hermione sgranò gli occhi,e si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito - ha travisato tutto quello che le avevo detto- dopo alcuni attimi di silenzio, mentre Harry guardava fuori un po' sbigottito lei chiese - con chi è uscito oggi Ron? Con chi è uscito a san Valentino? Con chi è uscito quasi tutti i sabati da due mesi a questa parte?- Harry la guardò serio e con tono lugubre le rispose ciò che lei già sapeva ma che aveva richiesto incredula - Luna Lovegood-

 

- Sicura che non sai cucinare?- chiese il rosso chinandosi sulla ragazza stesa sull'erba con una coroncina di margherite poggiata sbilenca sulla testa, lei ridacchiò socchiudendo quei suoi grandi occhi azzurri

- no, Ronald, non so cucinare- lui sembrò abbattuto dalla notizia, anche se lei glielo ripeteva da giorni, ogni tanto lui se ne usciva ancora con questo argomento.

- e proprio non ti piacerebbe imparare?-

Luna meditò un attimo e poi rispose - non ne vedo l'utilità- detto questo si alzò a sedere baciandolo leggermente sulla bocca rosea.

- come non ne vedi...- lei lo bloccò alzando la mano.

- mi spiego, c'è la magia, ci sono i ristoranti. Non mi importa di imparare. Se mai ce ne sarà bisogno imparerò, per ora non mi serve. Per non parlare poi degli spergoli che sono attirati dall'odore del cibo cotto. Di qualunque cibo cotto!- Ron si imbronciò e si sedette meglio a gambe incrociate, poi alzò la testa per scrutare il sole che filtrava attraverso le foglie verdi della betulla, ormai era primavera inoltrata.

- è così importante per te?- Ron scosse la testa e le sorrise.

- un tempo era una mia fissa-

- e perchè credevi che io cucinassi? La prima volta che me l'hai chiesto sembrava che ne fossi certo- Ron fece spallucce e rispose candidamente

- Ginny aveva detto che la ragazza che mi piaceva, e mi aveva fatto intendere che le piacevo, adorava cucinare... sai, la mia ragazza ideale doveva saper cucinare allora lei aveva pensato che mi facesse piacere saperlo- la ragazza lo guardò per un breve attimo poi scosse la testa - evidentemente la tua ragazza ideale non sa nulla del rischio di avere uno spergolo affamato dietro la schiena- annunciò facendo per alzarsi, ma lui con un sorriso di comprensione le afferrò il polso e la fece risedere, ormai la conosceva - oh Luna... Sono così felice che quello spergolo abbia mangiato la mia ragazza ideale! Altrimenti non mi sarei mai accorto di quanto sei più fantastica tu...- Luna gli sorrise e lo travolse abbracciandolo e baciandolo, poi si ritirò subito con un - ops- e la mano sulla bocca, Ron a terra, un po' contrariato dall'interruzione chiese - che succede Luna?-

- credo che abbiamo schiacciato un tomollo... sai loro si nascondono nell'erba, e mi sembrava di averne visto uno che...- il rosso ridacchiò e la attirò di nuovo a sé dicendole -non ho sentito nulla dietro la schiena quando mi sono appoggiato, il tomollo è in salvo-

 

FINE

 

.*...*.

 

La fine è di una scemenza colossale... lo so xDxD
Ma mi sono divertita un mondo xDxD
Beh... è... finita! xDxD
Qualche ringraziamento speciale:

Summers84: è esattamente quello che volevo dire! e poi così si mette ancora di più in risalto  il fatto che ginny alla fine del sesto libro gli dà "l'ok" per lasciarla da parte mentre lui rischia la vita e lei se ne sta a casa al calduccio xD ormai il mio motto è "nel bene e nel male, finché morte non ci separi", probabilmente sono malata... ma sono fermamente convinta che questo in Harry/Ginny non ci sia affatto, ma che invece in Harry/Hermione c'è, eccome xDxD

granger90: grazie, spero che il finale ti sia piaciuto^-^ l'ha capito alla fine hai visto? in realtà lo sapeva, anche se non l'avevo mai nominato amore, da quando aveva pensato all'eventualità di una Hermione innamorata di qualcun'altro e lui aveva pensato che era inaccettabile. L'ho ripetuto in questo capitolo, nel precedente... la prima volta che lo pensa neanche ricordo in che capitolo è... forse il secondo xD beh comunque... grazie grazie grazie!

K94: grazie, sono felice che ti piaccia, sia questa che le altre. Ho aggiornato abbastanza presto? xD beh è finita... ti aspetto alla prossima fic!

dalastor: che bella recensione *__* già le storie vanno da sole, non riesco a farmi obbedire neanche da loro, per questo trovo quasi difficile imbarcarmi in fanfiction più lunghe... perchè quasi sempre comincio dalla fine, ma se è lunga non riesco mai a mettere le cose come voglio io, e alla fine esce solo una forzatura... per questa invece avevo solo vagamente immaginato qualcosa sul cambiare. all'inizio doveva essere qualcosa come Harry che le chiede perchè è cambiata tanto e poi si lasciava sfuggire che a lui piace la vera Hermione, e di conseguenza... ma non sono riuscita a farcelo stare, ma non mi sono accanita... dovrò allenarmi di più, in questo senso^-^
Sono felice che il mio modo di descrivere i caratteri dei personaggi sia gradito, è una cosa che mi preoccupa, ho sempre una paura folle di andare ooc, e ammetto che spesso sforo xD

emma: emmuzzola! stai male? ç__ç susu riprenditi presto! e grazie *__* tu che ci sei sempre, tu che lasci così belle recensioni, che quasi non ci credo xD su questi ultimi capitoli mi sono impegnata, perchè volevo, dovevo, finirla. Almeno questa! ci tenevo... e così ci ho faticato sopra. Mi piace di più scrivere quando ci fatico meno, lo ammetto... ma quando ci fatico i risultati sono sempre migliori xD Anche di italiano... ultimamente nei temi mi impegno un casino perchè sono difficili, delle belle batoste di saggi su promessi sposi e simili mattoni... ma sto migliorando la mia media in modo impressionante xD mi faccio quasi schifo ihihih
No... non credo che tornerò a scrivere, mi sono stufata... nono xDxD scherzo! ma ti pare che non scrivo più? Mi diverto troppo!
Nunu, non siamo delusional =P noi siamo "speranzose" xDxD o "fedeli" e la speranza sarà l'ultima a morire! *luce folle negli occhi*
Per msn... beh dai ti perdono perchè stai male xD e ti perdono anche gli errori che non sono, non riesci a scrivere in modo grammaticalmente scorretto neanche con un capitello in testa =.='
xDxD
Hai visto? un capitolo per te *__* un bacione-one-one!

 


madò quando chiacchiero... è più lunga sta parte blu che la fanfiction, tra un po'!
Beh è l'ultimo capitolo, me la lasciate una recensione, vero? se mi ricordo risponderò nella prossima one-shot (che sia domani o tra mille anni, ma soprattutto se non mi dimentico, ho la memoria di un babbuino)
beh, beh, beh...
Io vi lascio qui...

Qualche parola:

Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre






ahuahuahauh



Baci!

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