Il sogno di una vita.

di MartinaaP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, questa è la mia vita. ***
Capitolo 2: *** Royal Ballet School ***
Capitolo 3: *** Preparazione al provino. ***



Capitolo 1
*** Ciao, questa è la mia vita. ***


‘Ellen, tesoro vieni è prontooo!’
‘Arrivo!’
Da quando mia madre era un continuo spostarsi per lavoro, e trasferirsi sempre ovunque, ho deciso di restare a casa, assieme alla mia ‘badante’ Janet che mi conosce fin da quando ero piccola.
Sono Ellen, e sono una ragazza come tante, forse però non proprio come tutti si aspetterebbero.
Ho 15 anni, e sono sempre in mezzo ai casini.
Come detto prima sono una tipa diversa. Sono introversa, mi piace chiudermi in libri, testi di canzoni, o nel ballo, sì è la mia più grande passione e da quando mio padre non si è fatto più vivo ho smesso, circa un annetto fa.
Le persone senza la quale non vivrei? Sì i miei migliori amici, Nate e Cassie.
Janet: Cos’è non hai fame? Su su ingoia qualcosa che poi ce ne andiamo a giocare alla play.
Lei è fatta così. Una tipa giovane, che sa capirmi, sa come farmi ragionare e sa come ricattarmi. La adoro mica per niente.
Io: Boh, non so che mi prende questi giorni.
Janet : Uhm, ho capito và, vieni con me.
Sono un paio di giorni che sono agitata, mia madre è partita un'altra volta, che novità (?) Ma stavolta il problema era un altro.
Dovrei fare un passo indietro, uhm, vediamo.


24 Giugno 2012:


Nate: Hai mai pensato di riprendere il ballo? Voglio dire, sei un talento sprecato, dovresti riprovare, ti sfogheresti.
Cassie: Giusto, ne stavamo parlando, e sinceramente sei giù questo periodo, non c’è la nostra Ellen di sempre, quella che prende per il culo, che se ride non smette più, quella bella dentro e fuori, dovresti avere un attività che ti distragga, perché non ricominciare con la danza? Che ti succede?
Ero rimasta estrefatta.
Il bello è che neanche io sapevo cosa mi succedeva quel periodo, ero cupa, strana. E gli unici due che se ne sono accorti Nate e Cassie. (Avevamo dubbi? Non credo.)
Io: Comunque voi dovreste fare gli investigatori. Ragazzi non se ne parla, non mi va di riprendere, non voglio sprofondare nei ricordi, no.
Nate e Cassie: vabene, scusaci, ma sai come la pensiamo.
In effetti le loro parole mi avevano un po’ turbata, come se fossi pronta a riaccendere la fiamma. Mi serviva legno però, e in questo caso mi serviva coraggioe fiducia.
Come potevo rimettere piede in quell’accademia? Dopo tutto quello che è successo in famiglia, ho lasciato tutto così a merda e sono fuggita dai miei stessi problemi dando la colpa al ballo.
Da quella chiacchierata, avevo cominciato a dubitare di me stessa, delle mie insicurezze.


2 Luglio 2012


Io: Ebbene, questo è quello che è successo.
Sono in terrazza con Janet, amavo quella terrazza, di notte potevi andarci, potevi stenderti e guardare il cielo, guardare le stelle, e pensare.
Janet: Ragazza. Scherzi vero?
Le sue uniche parole dopo tutto il mio discorso sono state queste. Tre parole che non sapevo interpretare.
Io: No, sinceramente no.
Janet: Merda! La danza, la danzaaaa. Venivo a ogni tuo saggio all’inizio venivo nei camerini e ti davo la mia collana porta fortuna, e alla fine ti portavo sempre i fiori.
Eri allegra, spensierata, e sorridevi, avevi un sogno, diventare ballerina professionista, ed ora tutto andato in fumo? No cara Ellen, se non ti decidi a continuare, ti faccio decidere io.
Io: Seriamente, Janet, non ne sono convinta, non ne ho più le forze, e poi ho 15 anni dove vado?!
Janet: E io ne ho 27, come la mettiamo?
Janet sapeva essere convincente, sapeva come prendermi e sapeva i miei punti deboli.
Quella serata era stata di grande importanza per me, ma ora ero sull’indecisione totale, ero distrutta dai miei stessi sogni.
La mattina seguente arriva una telefonata a casa che mi ha svegliata, stavo per alzare la cornetta e mandare a fanculo chiunque fosse che alle 8 del mattino non avesse nulla da fare quando Janet entra in camera…

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Capitolo 2
*** Royal Ballet School ***


CAPITOLO  2
 
 
Janet: Bambola è per te! 
Ellen: e chi è?
Mi passa la cornetta, ed io, con il mio solito tono tendente a  mandare tutti a quel paese rispondo.
 
Ellen: Seh? Chi è?
X: Buongiorno. Chiamiamo dall’Accademia internazionale di ballo di Londra, la Royal Ballet School. Volevamo dirle che la sua richiesta è stata approvata, e potrà iniziare le selezioni per il saggio a partire dalla prossima settimana, il nostro numero è  +44 524 2177135. Buona giornata, a risentirci.
Ero appena riuscita a dire arrivederci, che avevano attaccato, ero rimasta di sasso, come cazzo avevano il mio numero?
Che ne sapevano che avevo un mezzo dubbio di rimettermi in scena? C’era puzza qui, centravano di sicuro Cassie, Nate e Janet. Qualcosa centravano di sicuro.
Con un sobbalzo scendo dal letto, e in meno di un secondo scendo tutte le scale, arrivando in cucina da Janet, che mi guarda con uno sguardo da furba.
 
Ellen: Avanti, sputa il rospo, prima che mi incazzo!
Janet: Ehii bimba bella, keep calm. 
Ellen: MI CHIAMA LA ROYAL E IO DOVREI KEEP CALM??????? MA DOVE VIVI? Asdfghjkl sono stra-felice ma stra-confusa, stra-incazzata e stra-paurosa.
Janet: Vestiti e in 5 minuti devi stare qui, andiamo da cass.
 
Corro di sopra, perché mi serviva una spiegazione logica a tutto questo. Giuro che quando avrò le idee chiare, li uccido. 
Infilo una maglietta dei 30 Seconds To Mars, pantaloncini e converse, i capelli legati e corro giù. Janet mi aspettava in macchina.
Arrivati a casa di Cass, riconosco subito il motorino di Nate, ecco qua. 
Suono e mi apre Nate, che subito mi abbraccia. 
 
Nate: Bellissimaaaaaa, allora, che ci fai qui?
Ellen: Finiscila di fare il leccaculo, caro mio e non fate i vaghi! 
Cassie: El! Allora, dicci tutto.
Ellen: Forse siete voi che dovete spiegarmi un po’ di cosucce, e pure tu, Jan. 
 
Ci sediamo e dopo qualche sguardo riparatorio Nate tira un lungo sospiro ed inizia a parlare per primo. (il cosiddetto, uomo con le palle) 
 
Nate: Sei giù El, in una maniera impressionante, manco ti accorgi che non mangi da giorni! Si vede che ti serve qualcosa con cui sfogarti e sei una scema rincretinita se pensi che il ballo e la tua bravura non possano risolvere le cose, perciò abbiamo fatto qualche telefonatina.
Ok, devo ammettere che le sue parole mi avevano colpita, in fondo avevano ragione, ero abbastanza depressa, il che a 15 anni non è normale, ma quel fottuto ….non sport, quel fottuto  ballo era un miscuglio di ricordi. 
Ricordi di papà, quando veniva a prendermi agli allenamenti. Quando ai saggi  era il primo che veniva ad abbracciarmi. I suoi incoraggiamenti, e i suoi ‘piccola sarò sempre a sostenerti’.
BELLA MERDA, dove sei ora? Eh? Sparito! Fanculo pure tu, tanto il giorno in cui verrai, se verrai, non ti degnerò nemmeno di uno sguardo. 
 
Ebbene dopo il piccolo ‘flash back’, torno a piedi per terra, si aspettavano una risposta, ma le uniche parole che mi sono uscite sono state: ci penserò su. 
Janet: La scelta è tua piccola, la vita è tua e le conseguenze sono tue, noi ti consigliamo il meglio è ovvio, ma poi scegli tu.
 
Ellen: Grazie ragazzi, grazie davvero.
Cassie: E moooooooo, El, chiudi gli occhietti belli!
Ellen: Mi preoccupate quando fate così…
Nate: Fai bene ciccia, fai bene. 
Mi mettono una benda, e in pochi secondi ero nella piscina in giardino completamente bagnata. Ebbene sì, sono dei deficenti idioti, ma loro mi completano, senza di loro la mia vita non avrebbe senso. 
Una volta asciutta, torno a casa, dovevo richiamare l’accademia, prima che cambiassi idea. 

 
 
Spazio Autrice:
Ehiii, bellissimi, scusate se l'ho messo dopo, ma ho avuto dei problemi col sito. 
Diciamo che è troppo corto, venuto un pò male ma non avevo idee! <.<
Spero vi piaccia, recensitelo in tanti mi farebbe piacere!! 
Ciao belli! 

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Capitolo 3
*** Preparazione al provino. ***


CAPITOLO 3

Misi piede a casa, e in tempo in tempo per rispondere al telefono che squillava ininterrottamente da chissà quanto.
Ellen: Pronto?
X: Ciao tesoro!
Ellen: Ciao mamma!
Mamma: Allora? Come va? Io sono a Miami ti ha avvertito il mio agente? Con Janet tutto ok?
Ma una domanda alla volta non le piaceva? Tanto ci saremmo sentite massimo 2 minuti non di più.
Ellen: Bene grazie,  no nessuno dei tuoi amichetti muscolosi mi ha avverito se mia madre fosse viva o morta, ma no problem, ho 15 anni, ormai sono grande e le solite cazzate che si dicono di solito, sto bene mà.
Mamma: Brava piccola, ora ti saluto, devo andare a immergere il mio corpo in un bel bagno di latte freddo, au revoir amore.
Ellen: Ciao mà.
Ecco come al solito,  menefreghismo di mia madre mode: ON. Che stronza di donna.
Comunque si sapeva, e sinceramente Miami o no, non avevo tempo di pensare a lei e le sue stupide pretese ma dovevo  riflettere al mio futuro e in quanto mia madre  non era necessario  lo sapesse da  subito.
Nel frattempo chiamai la scuola per capire il giorno a che ora e dove.
Era stato fissato a Londra, il lunedì seguente alle ore 15.00, era la mia unica occasione  per crearmi un futuro! E non potevo di certo sprecarla, perciò da quello stesso pomeriggio mi sarei messa sotto giorno e notte per provare e riprovare, di corsa mi cambiai e avvisai Janet che sarei andata alle prove, e avrei fatto tardi.
Per le 16.00 ero arrivata a scuola di danza.  Salutai le ragazze del corso precedente, Marie e Gabriela, e poi iniziai le mie prove con Mrs.Jolie che mi seguiva da quando ero bambina, come fossi una seconda figlia per lei.
Mrs. Jolie, era una di quelle che ti dice le cose in faccia senza ma o senza però, ed era una donna che aveva lottato tanto col suo passato, con una tragedia familiare simile alla mia, a differenza però, lei aveva 3 fratelli  a sostenerla.
Mrs.Jolie:Quella schiena! Cos’è? Stai per caso andando a lavorare in miniera? Su il viso!
Ero molto stanca, visto che eravamo a metà anno,  c’erano le pagelle e quindi molti compiti in classe e interrogazioni, studiavo come una matta.
Ellen: Scusa Mrs. Jolie.
Mrs. Jolie: Ellen cara, non devi scusarti, solo cos’hai? Non ti concentri, non vai a tempo, sguardo perso e tra meno di una settimana hai il provino!
Ellen: Lo so, scusa mi impegnerò di più.
Quella fu una delle sere più lunghe mai viste, cercai di spezzare il tempo tra televisione (in cui non c’era nulla)  pc, (sempre le solite cose)  e libri (che non riuscivo a leggere, per essere troppo sovrappensiero.
Le prove i giorni seguenti migliorarono, ero più sicura di me, ed ero motivata e ciò bastava a rendermi un pizzico più energica e sorridente.
Mr. Jolie si complimentava con me, e anche le altre ragazze del gruppo, perfino Christine, la più snob/stronza/prepotente che potesse esistere mi fece un occhiata di approvazione.
Mi sentivo pronta e sicura per la prima volta nella mia vita.
Nel frattempo tre giorni prima dell’audizione provavo una serie di salti, e per atterrare misi il piede male. Bum. Caviglia slogata, era la fine ..o forse no!?
Medico: Fa male se tocco qui?
E intanto lo maledicevo con tutta me stessa per il male che mi stesse causando.
Ellen: Ahia!
Gridavo come una matta, ma non potevo saltare l’audizione, mi serviva, ero nella merda più assoluta, e non potevo fare nulla.
Quella stessa sera non riuscivo ad addormentarmi, un po’ per i dolori un po’ per l’ansia, così inviai un sms a Nate, sperando in una sua risposta...



Spazio autrice:
Beh ragazzi spero vi piaccia anche il mio 3° capitolo, anche se non è niente di che.
Recensite in tanti! :)
xx

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