Seven Deadly Sins

di Moonwicked
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Le nove Muse erano pronte a suonare e cantare; le ancelle a servire il banchetto; Apollo ed Ecate si preparavano rispettivamente a spegnere il Sole e svegliare la Luna; Eolo si accertava che i Venti si placassero per quella importante notte. Tutto doveva essere perfetto. Per l’occasione erano stati chiamati anche Poseidone e Ade, fratelli di Zeus che risiedevano nei Mari e nell’Oltretomba. Tutti gli dei erano stati invitati alla grande festa in onore del dio della folgore e padre di tutti gli dei; persino Persefone era stata autorizzata dal marito Ade a lasciare gli Inferi sebbene sulla Terra fosse ancora inverno, e fu invitata anche la dea della discordia, Eris, di solito ignorata a causa dei disastri e dei litigi di cui era artefice. Insomma, proprio tutti erano riuniti sul monte Olimpo quella notte, dove si respirava un’aria di pace e felicità…
-Ora basta!- si sentì tuonare da una delle stanze -Hai superato il limite Vanity! Questa non te la farò passare liscia!-
-Madre, non vi corrucciate. Arrabbiarsi troppo fa venire le rughe, non lo sapete?-
-Come ti sei permessa di usare tutta la mia polvere?!- urlò ancora una volta Afrodite in preda alla collera.
-Ma per essere più bella ovviamente- rispose la giovane dea con i lunghi capelli color dell’oro e gli occhi azzurri come il cielo.
-Un po’ di quella polvere doveva essere destinata a Zeus ed Era! Questa stessa sera! Che male ho fatto per meritare una figlia così?! APOLLO! Tua figlia ne ha combinata una delle sue!- urlò poi.
-Signora- parlò timidamente un’ancella rivolta a un’altra dea, al piano di sotto -C’è un piccolo problema riguardante Sua figlia...-
-Gluttony?- chiese la donna spaventata -Che ha combinato questa volta? Non dirmi che...-
-Temo di sì maestà- rispose l’ancella timidamente -Da questa parte-
-So la strada per la cucina, grazie cara. Informa Dioniso del problema che si è venuto a creare-
La dea marciò verso la cucina, con la veste bianca che svolazzava nell’aria.
-Gluttony, ragazza mia- disse una volta vista un’innocua ragazza dagli occhi fucsia e i capelli viola lunghi fino alla vita -Questo è il banchetto che dovrebbe essere servito tra poco-
-Madre lo so, io ho provato a trattenermi ma... questi bellissimi chicchi d’uva e questo vino...-
-Demetra, che succede?- chiese un uomo giovane e allegro entrando nella cucina.
-Tua figlia ha di nuovo sabotato un banchetto, caro- rispose la dea incrociando le braccia -E spero proprio che Ebe non ne venga a conoscenza oppure...-
-GLUTTONY!- si sentì urlare una voce femminile dall’altra parte della stanza.
Intanto, in una delle stanze da letto, si stava consumando un’altra tragedia.
-Di nuovo? Con Eracle il figlio di Zeus per giunta! Lust questa volta hai superato davvero ogni limite ed ogni regola! Cosa ti ci vuole per farti stare al tuo posto!?-
-Andiamo signora Era, in fin dei conti non stavamo facendo niente di male...ancora- rispose una giovane dea dagli occhi verde acceso ed elettrico, mentre se ne stava seduta su un largo letto sfatto.
-Tu- disse Era, la madre degli dei, rivolta a un giovane ragazzo muscoloso e mezzo nudo -Vestiti come si addice il buon decoro e raggiungi gli altri di sotto! E dì immediatamente ad Ecate ed Eros di raggiungermi qui. Lust deve pagarla una volta per tutte. E guai a te piccola streghetta se oserai ancora chiamarmi “signora”!-
Il ragazzo corse di fretta fuori dalla stanza, mentre la ragazza sbuffava toccando una ciocca dei suoi lunghissimi capelli neri dai riflessi rossi e ramati. Mentre sorpassava un corridoio, un ennesimo problema faceva trasparire nulla di buono...
-Padre sono presenti tutti, tutti quanti, e non vedo mio fratello da vent’anni! Avete richiamato perfino Eris ed Ade, che male può fare...-
-Anger, non discutere- ribatté Ares irato -Taci e raggiungi gli altri di sotto-
-Non potete mettermi a tacere in questo modo!- ribatté mentre i capelli si arricciavano diventando da rossi a nero pece e gli occhi profondi come il petrolio si socchiudevano -È da anni che non parlate di lui, e pretendo di sapere perché voi e mia madre l’abbiate dimenticato in questo modo!-
-Ti ho ordinato di tacere piccola divinità insignificante!- tuonò Ares infuriato.
La dea tirò fuori la spada come un fulmine e attaccò il dio della guerra, che si difese con le sue armi.
-Hai osato attaccare tuo padre?- urlò adirato.
-Ares, Anger, abbassate i toni- disse una donna venendo avanti con la veste bianca e svolazzante -Non c’è motivo per litigare di nuovo. Avete dato spettacolo anche troppo per i miei gusti in questi giorni-
-Tua figlia è impertinente- ringhiò il dio ritraendo la spada, mentre invece la figlia non lo faceva.
-Ricorda che è anche tua figlia, e ha preso l’impulsività e la stupidità tipici del padre- rifletté Atena fredda -Ma cara, tu devi imparare ad essere saggia...-
-Al diavolo- ribatté Anger dando loro le spalle e allontanandosi.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ciao a tutti! :) Ringrazio chi ha letto il primo capitolo e qui vi propongo il seguito! :)
Grazie a MorgaineLeFay per la recensione! :)

 

-Apollo! Finalmente ti ho trovato! Tua figlia ha fatto uso di tutta la polvere di bellezza che avevo conservato per questa serata! E anche di tutte le scorte preparate mesi fa! Non sono più in grado di sopportare questo affronto!- esplose Afrodite nel mezzo del salone principale, mentre Vanity sorrideva e salutava tutti toccando i suoi bellissimi ed invidiatissimi capelli.
-Vanity, dolcezza, perché l’hai fatto?- chiese Apollo alla figlia.
-Beh lei è la dea della bellezza, ma credo non potrà mai più eguagliarmi riguardo ciò. Ormai...è vecchia, ha le rughe e non rende più molto. Invece io sono giovane bella, la più bella nell’Olimpo e devo mantenermi sempre perfetta in tutte le occasioni-
Ad ogni parola, la dea Afrodite arrossiva di rabbia, ma le sue parole di protesta vennero sormontate da altre urla di rimprovero, provenienti dal corridoio della cucina, che si avvicinavano sempre di più alla sala.
-Dioniso tua figlia è imperdonabile! Ha rovinato un altro banchetto, mangiato l’uva e bevuto il vino preservati esclusivamente per Zeus! In quanto coppiera dello stesso, sono incaricata di accertarmi che il suo calice e il suo cibo vengano...-
-Ebe, mia cara dea. Sono d’accordo sul fatto che Gluttony possa essere un tantino... ingorda alle volte ma...-
-Alle volte? Ogni qual volta che si prepara qualcosa in cucina, sparisce misteriosamente! Non abbiamo certo i topi come i mortali da incolpare, non credi?-
Mentre la discussione si accendeva, Gluttony se ne stava in disparte a mangiare piccoli spicchi d’uva, osservando incuriosita la scena -Se può migliorare la situazione, posso affermare con certezza che l’uva e il vino sono squisitamente ottimi-
La coppiera degli dei si tenne la testa tra le mani, sull’orlo di una crisi di nervi. Fu interrotta però dalle grida di Era, che urlava una serie di nomi di fila...
-...Efesto, Imeneo, Eolo, Zefiro, Ermes, e adesso persino Eracle! Non so che insegnamenti hai dato a tua figlia, Ecate, ma di certo non sono degni di una divinità!-
-Era, stai tranquilla- cercò di calmarla Eros, dio dell’amore -Lust sarà di certo...guidata dal desiderio il più delle volte, ma è la sua caratteristica, come la tua è quella di...-
-Urlare a più non posso e sopportare i tradimenti di tuo marito- completò Lust salutando con le dita Eracle, poco più lontano -E comunque, nella tua lista hai dimenticato Ares-
-Tu, brutta, piccola...- iniziò Era.
-Perché? In fin dei conti ha ragione- disse Anger entrando nella stanza a braccia conserte -Tutti sanno dei tradimenti di tuo marito. Non mi sorprende se questa strega fosse andata a letto anche con lui-
-Come hai detto? Strega a chi maleducata pezzente?- intervenne Ecate infuriata.
-E come ti permetti di parlare così a me, la regina degli dei?!- tuonò Era a bocca aperta.
-Già, le nuove generazioni mancano di rispetto sempre più sovente e sono un tantino troppo maleducate - intervenne Afrodite fredda.
-E ladre- sottolineò Ebe arrabbiata.
Da lì, si scatenò una nuova e lunga discussione che si protrasse fino a quando due porte in lamina d’oro si aprirono, provocando il silenzio di tutte le divinità.
-Sono stanco di sentire queste liti che disturbano il quieto vivere- parlò Zeus in tutta la sua imponenza -Cosa è successo questa notte, che doveva essere una festa e si è trasformata... nell’ennesima lotta tra di noi?-
-Queste due osano mancarmi di rispetto, e mancare di rispetto all’intero Olimpo con il loro comportamento vergognoso- tuonò Era irata indicando Lust e Anger.
-Questa ladra sabota tutti i banchetti che preparo con cura e devozione, e rovina ogni tentativo di preservare il cibo per le feste!-
-Mia figlia osa discutere sulla mia bellezza e la mia importanza!-
-Basta!- disse poi Zeus alzando una mano -Sono anni che la vita trascorre in questo modo, e ogni giorno sento le stesse lamentele da parte di tutti- fece una pausa, carica di tensione -È ora di prendere seri provvedimenti al riguardo-
-Zeus sono giovani- lo pregò la figlia prediletta, Atena, madre di Anger -Non esagerare-
-Atena ha ragione- intervenne Apollo, padre di Vanity -Ognuna ha le proprie caratteristiche, che siano positive o negative-
-Matureranno queste loro caratteristiche altrove- decise Zeus dopo gli interventi dei figli.
-Altrove? Zeus siamo ragionevoli...- disse Dioniso prendendo per le spalle Gluttony -Devono solo controllare le loro voglie, i loro vizi...-
-Non accadrà più, vedrai. Le terremo sotto controllo- disse Eros, il padre di Lust.
-Le terrete sotto controllo mentre controlleranno ed espieranno i loro vizi lontano da qui... nel mondo dei mortali-
-Mondo dei mortali?- chiese Demetra lentamente -Zeus non ti pare di esagerare?-
-Abbiamo avuto altri casi provocatori di problemi- intervenne Ares distaccato guardando con disprezzo Anger -E li abbiamo estirpati in questo modo-
-Sono d’accordo- disse Afrodite incrociando le braccia -Nell’Olimpo non c’è spazio per i vizi-
-Ma nemmeno sulla Terra- ricordò Ecate -Non riusciranno a controllare i loro poteri laggiù ed andranno in contro a morte certa-
-Dovranno sapersela cavare- terminò Zeus -E potranno tornare sull’Olimpo solo e solo se riusciranno a controllare questi loro...vizi. Vanity tu sconterai la pena tra i mortali, dove la tua bellezza sarà notevolmente ridotta dalla mortalità; Gluttony, sulla Terra capirai che l’ingordigia è inutile e, a volte, causa gravi problemi; Lust, tra i mortali vedrai che il desiderio sessuale non è la cosa più importante, e il tuo potere di ammaliare svanirà; Anger, la tua ira e la tua arte bellica devono trovare pace, senza fuoriuscire per ogni minima sciocchezza. Ora andatevene, sono stanco-
Tese le mani verso le quattro ragazze, che furono circondate da una nuvola con fulmini minacciosi e, senza avere il tempo di salutare i genitori divini, esse svanirono dall’Olimpo, esiliate fino a nuovo ordine.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Buongiorno a tutti! ^^
Ecco il prossimo capitolo della storia, dal prossimo ci si inizierà a divertire vedendo come le nostre dee si adeguano alla vita terrestre! :) 


Le quattro giovani dee si ritrovarono ai piedi di un alto monte, che aveva la sommità coperta da nubi, nella notte. Le loro vesti da divinità erano sparite: niente più veste elaborata per Vanity, niente più armi per Anger, niente veste ammaliante e attraente per Lust, niente più corona di frutta per Gluttony. Solo normali vesti da mortali, indignatamente povere ed estremamente scomode.
-Che hanno fatto?- chiese Anger a bocca aperta -Come hanno osato?!-
-Come farò a mantenere la mia bellezza senza quella polvere? Mi imbruttirò e ricoprirò di rughe!- si allarmò Vanity.
-Della tua bellezza ti preoccupi?- le chiese Lust divertita -Sei proprio senza speranza-
-Sta zitta la colpa è stata tua- intervenne Gluttony acida -Tu hai mancato di rispetto ad Era-
-E tu hai sabotato il banchetto per la festa, quindi buona parte del lavoro l’hai fatta anche tu!-
-Ora basta!- esplose Anger alzando le mani -Smettetela, non risolverete nulla così-
-Ed arrabbiarsi serve invece?- chiese Vanity passando le dita tra le ciocche di capelli.
-Dobbiamo risalire. Non posso credere al fatto che i nostri genitori ci lascino marcire quaggiù- disse Lust avvicinandosi al pendio.
Qualcosa le sbarrò la strada, come una barriera invisibile.
-Siamo esiliate. Non possiamo risalire- disse Gluttony toccando con mano la barriera magica.
-O andiamo, perché esiliarci? Che abbiamo fatto di male? Se non hanno esiliato mia madre per la sua isteria, perché dovrebbero allontanare me?- chiese Vanity.
Nessuna rispose, e lei respirò profondamente portandosi una mano al petto -Ora è tutto chiaro. La mia infinita bellezza aveva fatto ingelosire tutte di me, e per invidia mi hanno cacciata. Solo per la mia infinita bellezza...-
-Ma piantala- disse Anger incrociando le braccia -Eri insopportabile ecco perché. Mi chiedo perché non abbiano esiliato anche Ade ed Eris dall’Olimpo, vista la loro facile ira-
-O perché abbiano allontanato me- intervenne Lust.
-Sei una strega ammaliatrice, ecco perché- disse Gluttony divertita.
-Capirai, solo perché me la spasso con alcuni dei! Tutti i nostri genitori hanno figli nati da altre relazioni e sono passati di letto in letto, e non per questo li hanno esiliati!-
-Andiamo tu hai passato il limite- disse Vanity -C’è un equilibrio da rispettare, e far arrabbiare Era, la dea dei matrimoni e della fedeltà, non mi sembra un’ottima via per mantenerlo-
-Ma io non ho fatto niente- disse poi Gluttony -Io mangio e basta. Durante i banchetti metà di quelle cose non vengono mangiate e io mi assicuro prima che siano buone-
-Fatto sta che siamo tutte colpevoli in un modo o nell’altro, e che non possiamo risalire- disse Anger -Dannazione!-
-Potremmo andare da Ade, negli Inferi- suggerì Lust -Ci potrebbe riportare sul monte Olimpo-
-Peccato che chi entra nell’Oltretomba non lo faccia che da morto, e non può uscire per nessun motivo. Solo Ermes ne è capace- disse Vanity.
-Non combineremo niente qui- disse Anger -Allontaniamoci, torniamo domattina. Magari troviamo qualche Vestale o qualche Ninfa dei dintorni, e chiederemo loro aiuto-
Le ragazze ormai umane si incamminarono lontane dal monte Olimpo, inoltrandosi all’interno di un folto bosco che le portò ad una piccola cittadina illuminata.
-E questa è la Terra?- chiese Lust schifata -Seriamente?-
-Ci prendono in giro- disse Vanity ridendo con gusto -Bene lo scherzo è finito, fateci tornare adesso!-
-Che razza di posto è mai questo?- chiese Gluttony guardandosi intorno.
-Se non vogliono farci salire io me ne vado da qui- affermò Anger -Deve pur esserci un posto più... lussuoso, adeguato e...profumato- aggiunse guardando un mucchio di mucche guidate da un pastore.
-Oh che leggete lì in quel grande foglio?- chiese Lust indicando quello che in realtà era un manifesto -Voli in America a basso costo-
-Ti danno le ali?- chiese confusa Vanity.
-E se devi volare per raggiungerlo vuol dire che è un posto in alto da cui possiamo raggiungere l’Olimpo!- concluse Gluttony saltellando allegramente.
-Ecco, così capiranno che non siamo soltanto...viziate- aggiunse Anger sorridendo.
-Andiamo a chiedere indicazioni, vedo dei mortali laggiù!- disse Vanity allegramente.
-Ma non diciamo loro che siamo dee, potrebbero rapirci- suggerì Gluttony seguendola per le strade buie.
-Ovvio questo, no? Non vado a spifferare al mondo intero la mia natura divina- disse poi Lust mentre Anger rideva di gusto.
E così scesero velocemente verso il piccolo villaggio, non sapendo che si sarebbero imbattute in una grande delusione.

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Capitolo 4
*** 4 ***


 ESATTAMENTE UN ANNO DOPO...
-O cielo! Sono in ritardo! Avete visto la mia piastra per capelli?!- stava urlando Chanel dal bagno.
-Chi la tocca se non tu?- commentò aspramente Cherry mangiando una grande fetta di torta con cioccolato, crema e fragole.
Poteva mangiare quanto voleva e il suo corpo non ne risentiva in alcun modo: restava sempre magra e slanciata. L’unica cosa che cambiava erano i capelli, in base al colore e alla quantità del cibo che mangiava. Quella mattina erano color cioccolato al latte, con qualche meches rosa che sfumava al bianco.
-Dannazione farò in ritardo per lavoro- strillò di nuovo la ragazza biondissima, che ormai aveva perso però il color oro puro dai capelli.
-Sei bellissima così, quindi ti prego piantala di massacrarmi i timpani- rispose a denti stretti Electra, seduta sul tappeto del loro piccolo appartamento ad occhi chiusi, tentando di concentrarsi.
-Tu credi?- si fermò Chanel sorridendo e guardandosi in uno specchietto -Si, hai ragione. Sono proprio bellissima-
Cherry rise divertita mentre i capelli di Electra si arricciavano diventando nerissimi. La sua particolarità era proprio questa: solitamente portava i capelli ricci sulla testa che diventavano via via lisci e sempre più rossi; quando si arrabbiava o innervosiva, però, diventavano tutti intricati e neri come la pece.
-Oh-oh, Chanel ha fatto arrabbiare la nostra Miss Isteria- commentò ridendo Cherry mentre la seguiva a ruota anche Chanel.
-PIANTATELA, INSOMMA!- esplose Electra con i capelli e gli occhi completamente neri -NON VI SOPPORTO PIÚ, VOI CON IL VOSTRO INUTILE CHIASSO!-
Le due si zittirono, e guardarono divertite da un’altra parte. Seguì un attimo di silenzio, in cui i capelli di Electra ritornarono lisci e rossi. Dopodiché...
-Ahahahahah!-
Uno scoppio di risa provenne dal corridoio d’ingresso, dopo che una porta di una stanza di si spalancò. I capelli di Electra iniziarono ad arricciarsi e scurirsi, mentre si avvicinavano al salotto un ragazzo moro con gli occhi azzurri, e una ragazza bellissima dai lunghissimi capelli lisci e neri. Lei lo spinse contro il muro e gli infilò la lingua in bocca, infilando la mano sul retro dei suoi jeans. Si tolse dopo circa due minuti, e il ragazzo uscì dal piccolo appartamento ancora spettinato e provato dalla lunghissima notte. La ragazza entrò nella piccola cucina ancora con addosso un mini-mini abitino intimo e una sottoveste molto provocante, e si sedette su una delle sedie, guardando distratta fuori dalla finestra.
-Nottata dura Blame?- chiese Cherry servendosi immediatamente dopo aver terminato la torta una porzione di uova e pancetta.
-Una tra le migliori- si stiracchiò lei sorridendo.
I riflessi rossi tra i capelli scintillarono al sole, mentre il suo sguardo si posava su Electra, i capelli totalmente neri e gli occhi serrati.
-Sta dormendo?- chiese poi Blame alle amiche in un sussurro.
-MI STAVO CONCENTRANDO! ORA CHE MI AVETE BEATAMENTE INTERROTTA, DISTURBATA E INFASTIDITA, SIETE PREGATE DI USCIRE DA QUESTA CASA!- esplose balzando in piedi e fulminandole con gli occhi.
-Sai quello che ti manca tesoro?- le chiese Chanel osservandola attentamente -Una maschera di bellezza...si perché sai, arrabbiandoti sempre così tanto ogni giorno favorisci la nascita delle rughe. E sei così giovane... E ti farei anche una bella piastrata ai capelli...sì, quella sicuramente. Poi ti sentirai meglio, vedrai-
-NON HO BISOGNO DI UN TRATTAMENTO DI BELLEZZA!- strillò Electra infuriata.
-Forse di un po’ di dolcezza?- suggerì Cherry lentamente -Assaggia una fetta di questa torta. È ottima! Forse ti addolcirà un po’...-
-Vi dico io quello che le manca- intervenne Blame alzandosi e dirigendosi verso il bagno -Il sesso!-
-FUORI!- urlò ancora Electra sull’orlo di una crisi -NON AVETE UN LAVORO?! FILATE!-
-Oh santo cielo- strillò Chanel correndo verso una delle stanze del corridoio e chiudendosi dentro. -Mmm, Electra?!- chiese Cherry cauta -Non credi dovremmo avvisarla che oggi è domenica?-
La ragazza la guardò storta e Cherry si zittì, continuando a fare la sua abbondante colazione.
-Non so se ve ne siete accorte- disse la voce di Blame mentre la ragazza usciva dal bagno raccogliendosi i capelli in una lunghissima coda -Oggi è esattamente un anno da quando Zeus ci ha cacciate dall’Olimpo...-
Electra aprì gli occhi, rinunciando ormai ai suoi esercizi mattutini. Quello che però aveva detto Blame era vero: quel giorno erano tramontati esattamente trecentosessantaquattro soli e sorte altrettante lune da quella maledetta notte.
-Propongo di fare shopping nel pomeriggio!- disse Chanel uscendo dalla stanza con un bellissimo vestito bianco e verde e un paio di scarpe mozzafiato -Che ne dite?-
-Io propongo di consolarci con chili e chili di cioccolato- ribadì Cherry tristemente.
-Ci manderanno anche oggi qualcuno a controllare che siamo vive? Ogni mese è così- fece presente Electra sprezzante.
-Oh al diavolo! Sapete che vi dico?!- chiese Blame sorridendo -Oggi andremo alla spiaggia, mangeremo chili di gelato, ci faremo ammirare dagli umani e rimorchieremo miliardi di ragazzi carini, che ne dite?-
-Ma io devo lavorare al salone di bellezza- brontolò Chanel imbronciata -Anch’io voglio farmi ammirare-
-È domenica, pezzo di cretina- le disse Electra sorpassandola ed entrando in bagno -A Miami la domenica è giorno di festa!-

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Capitolo 5
*** 5 ***


Ecco un altro capitolo :)
Grazie alle recensioni di Morgaine You,
  Ayla_,  blood_eyes e  lory42 , continuate a farmi sapere che ne pensate! :)


-Oh Zeus, guarda che pettorali ha quel bel pezzo di dio laggiù- commentò Blame -E che culo divino! Deve per forza essere un Dio-
-Siete sicure che questo costume mi stia bene?- chiese Chanel per l’ennesima volta -Insomma, mi risalta abbastanza le curve?-
-Te le risalto io le curve se non la pianti- la avvertì Electra con le cuffie alle orecchie e un libro davanti agli occhiali da sole.
Indossava un costume due pezzi rosso scuro, semplice ma mozzafiato; Chanel portava un bikini bianco super fashion, con i bordi intorniati da perline e una ciocca in mezzo al reggiseno; Blame aveva optato per un costume due pezzi nero che si univa però tramite un cerchio metallico intorno all’ombelico, molto scollato e aderente sul seno e con la mutanda a brasiliana che ne risaltava il fondoschiena.
-Vanity, mi passi per favore quel pacchetto di patatine  alla tua destra?- chiese Cherry nel suo due pezzi rosa shocking e il cappello di paglia in testa.
La ragazza glielo passò distrattamente, mentre Electra commentava -Chanel, Cherry, CHANEL! Non Vanity! Siamo sulla Terra ora, non ricordi?-
-Odio questi nomi- brontolò lei prendendo il sacchetto -Suonano così...umani-
-Forse perché è quello che vogliono farci diventare- brontolò la ragazza dai capelli rossi.
Blame strillò -Campo da volley libero! Forza mie dee!-
Lei e Cherry saltarono in piedi e, mentre la seconda prendeva il pallone da beach volley, la prima strattonò e obbligò le altre due a dirigersi, controvoglia, verso il campo. Proprio mentre stavano per entrare, un gruppo di quattro ragazzi le anticipò, lanciandosi una palla uguale alla loro. Le ragazze si fermarono seccate, guardandoli con odio. Tutti e quattro parevano usciti da una rivista di modelli: costume basso in vita, fisico scolpito e perfetto, occhi magnetici...Ma nessuna delle quattro ci fece caso in quel momento.
-Scusate- intervenne Blame con una mano sul fianco -Stavamo per utilizzare il campo-
-Ah si? Beh ora è nostro per tutto il giorno- commentò un ragazzo biondo ridendo e schiacciando contro un altro con lo stesso chiarissimo colore di capelli che respinse la palla in bagher.
-Scusa, puoi ripetere?- chiese Electra innervosendosi, mentre i suoi capelli si scurivano.
-Ssh, Electra, ricorda i capelli- le sussurrò Chanel accarezzandoglieli.
-Ha detto che lo usiamo noi tutto il giorno, qualche problema?- chiese un altro ragazzo, uno alto moro e dagli occhi grigi.
-A dire la verità- si immischiò Cherry in soccorso dell’amica -Volevamo fare soltanto una partita, poi il campo sarebbe vostro...-
-Oh andiamo ragazzi, lasciamoglielo, non ho voglia di giocare- disse poi un altro ragazzo dai capelli castano chiaro.
-Ho un’idea- disse il ragazzo biondo che prima aveva respinto la palla -Ce la giochiamo con un premio finale-
-Un bel mucchietto di soldi- suggerì quello che aveva schiacciato.
-Nemmeno per sogno- commentò Chanel indignata -Non ci vendiamo per queste barbarie-
-Un aperitivo questa sera?- suggerì Blame sorridendo ammiccante verso i ragazzi -Chi perde paga-
-E chi vince?- chiese il ragazzo dagli occhi grigi.
-Chi lo sa- commentò piccantemente la ragazza mora.
-Ok, ok- intervenne Electra -Ragazze andiamo-
Ammonì con lo sguardo Blame, che pareva delusa.
-Che c’è, hai paura di perdere?- chiese il ragazzo dagli occhi grigi ridendo.
Electra si fermò di scatto -Parli con me?- chiese poi.
-No rossa, con l’aria- ribatté lui ridendo di gusto.
Lei si innervosì, tantoché i capelli divennero scuri, provocando la curiosità dei ragazzi.
-Electra, tesoro- le disse Cherry sorridendo -Questo qua ha tanta voglia di scherzare. Facciamogli vedere chi comanda qui, eh?-
-Sono d’accordo- disse Blame rubando la palla al ragazzo biondo, guardandolo ammaliante.
Il ragazzo castano sbuffò controvoglia, e Chanel si toccò preoccupata i capelli -Non dovrò buttarmi in mezzo alla sabbia vero? Ho sentito che i granellini rovinano...-
-Taci ed entra in campo- le disse Cherry trascinandola.
La partita iniziò, ma nessuno degli otto ragazzi sapeva che da quel momento ci sarebbe stato in gioco molto più che un semplice aperitivo.

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