I love you the best I can.

di _myhappyending
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A real one? ***
Capitolo 2: *** Psychoanalysis. ***
Capitolo 3: *** Unbelievable return ***



Capitolo 1
*** A real one? ***


chapter one.

Kurt dorme beato nel suo letto, e Blaine non può far altro che guardare l’amore della sua vita dopo una notte passata a fare l’amore.
Blaine si abbassa a dargli un leggero bacio sulla fronte, e il sonno sensibile di Kurt fa sì che si svegli quasi subito. All’olfatto giunge subito un forte odore di dolce, di cornetti. E, infatti, quando gli occhi azzurri di Kurt si aprono, incontrano un vassoio pieno di dolci e una tazza di latte.
-Buongiorno- Lo saluta Blaine, e gli da un bacio sulle labbra. Kurt cerca di tirarsi indietro, gli da fastidio essere baciato al mattino, perché ancora non ha i denti puliti. Ma Blaine insiste, e glielo ruba ugualmente.
-Buongiorno a te- Mormora Kurt, tirandosi su con la schiena. –A cosa devo tutto questo?-  domanda, riferendosi al vassoio. Sono otto anni che ormai stanno insieme, e da tre convivono. Sono diventati unitissimi, e la forza dell’abitudine ha portato Blaine a non preoccuparsi più dei piccoli particolari come ‘coccolare’ o viziare il suo fidanzato con piccoli pensierini. E Kurt se n’è accorto, perciò guarda con fare sospetto il vassoio di fronte a sé.
-Dobbiamo parlare, ho qualcosa di importante da dirti- incalza Blaine, e gli sfrega la testolina.
-Bene, parliamo-
-Oh no, non ora. Mangia, lavati, vestiti e… Io ti aspetto in soggiorno, d’accordo? Fai presto, ti amo- Conclude, e gli lascia un altro bacio sulle labbra.
 
-Okay, okay- inizia Kurt, scendendo con fare da prima donna le scale della loro grande casa. Grazie al lavoro da insegnante di Blaine alla Dalton e a quello di teatro di Kurt, sono riusciti a tirar su una bella casetta a due piani, troppo grande per due sole persone. –Sono la perfezione in terra, vuoi dirmi cosa succede, mr. Mistero?- Domanda, atterrando finalmente dall’ultimo gradino, e avvicinandosi al suo fidanzato che è seduto sul divanetto in pelle bianca.
Blaine sorride e guarda i nuovi stivali di pelle di Kurt, che non ha mai smesso di vestirsi in quel modo stravagante che a lui piace tanto. –Ho un proposta da farti.. E voglio tu mi stia a sentire, Kurt, seriamente. Non parlare, annuisci quando te lo chiedo e basta- Blaine sorride, e prende fiato. –Ti amo, Kurt. E sono ormai otto anni che stiamo insieme. Hai ventisei anni, e io venticinque. Abbiamo quell’età che i giovani d’oggi sprecano andando a ballare e a bere. Ma noi, ammettiamolo, non siamo una coppia normale. E con questo non intendo che siamo gay, intendo che preferiamo rilassarci sul divano a vedere l’ultima commedia teatrale di cui hai fatto parte, oppure rimanere abbracciati sotto una spessa coperta a bere cioccolata calda, piuttosto che uscire e bere fino a non capire più nulla- Kurt annuisce. –Molto tempo fa ti ho detto che sei l’amore della mia vita, perché pensavo che un giorno all’altro sarebbe finito, anche se non lo speravo. Beh, adesso posso dirti che sei l’amore della mia esistenza, Kurt. Sei quello con cui mi vedo seduto su una poltrona, a ottant’anni, di fronte al camino acceso della nostra baita in montagna. Ed è per questo che ho pensato che abbiamo bisogno di una svolta. Una svolta… che deve cambiarci la vita, capisci?- Kurt annuisce di nuovo, anche se non capisce sul serio cosa sta cercando di dirgli. Blaine se ne accorge dallo sguardo perso che ha di solito Kurt. –Voglio adottare un bambino. E… No, hei, non.. Non piangere!-
Kurt spalanca gli occhi, che subito si inumidiscono. Avevano parlato tante volte di come sarebbe stato adottare un piccolo bambino, qualcosa che li avrebbe tenuti legati per sempre. Infondo è quello che vogliono entrambi, da sempre. Si amano in un modo che nessuno può capire e che non possono spiegare. –C-cioè, un bambino.. vero?- Kurt non riesce nemmeno a parlare, per quanto è emozionato. Sa solo che ama quel ragazzo e che per lui morirebbe, anche subito.
-Direi che è ora di smetterla di giocare con i bambolotti, no?- ironizza Blaine, ridacchiando. –Che ne dici? Non voglio metterti fretta, rispondimi come più te la senti, okay?-
-S-sì! Certo che voglio. Sarà fantastico, Blaine..- Kurt ride e poi si sporge per abbracciare il suo ragazzo. –Ti amo tantissimo-
-Certo che lo sarà- Risponde Blaine. –Ti amo anch’io- e lo stringe più forte, pensando a quanto sarà dura trovare un bambino per una coppia gay nemmeno sposata.

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Capitolo 2
*** Psychoanalysis. ***


chapter two.

Lo diverte quasi, quello sguardo perso e impaurito di Kurt, che è in ansia per il loro turno dal consulente. Blaine ha sul volto quell’aria spensierata di sempre, anche se in cuor suo sa che sarà difficile convincere la dottoressa all’adozione.
Ci ha pensato molto, e ha deciso che niente e nessuno l’avrebbe smosso da quella decisione.
Avvicina una mano a quella di Kurt, che è seduto affianco a lui con l’aria di un malato terminale e osserva con fare inorridito il piccolo orologio a cucù appeso al muro.
-E io che pensavo fossi in ansia per la seduta- Ridacchia Blaine, stringendogli la mano.
-Lo sono. Il fatto che io stia guardando quell’orribile coso appeso al muro è solo un diversivo per non scappare urlando- Sospira, e butta un occhio verso la segretaria, bionda, con i capelli raccolti e l’espressione occupata. –Quanto ci mette?- Domanda, martellando col dito sulle nocche di Blaine.
-Tra poco, Kurt, tra poco- Gli risponde il fidanzato, e poi affonda di più nella sedia scura.
Aveva chiamato tutte agenzie di adozioni, e quando avevano sentito che i nomi dei genitori erano entrambi maschili, avevano chiuso lasciandolo con l’amaro in bocca. Ma Blaine non aveva lasciato perdere, anzi, aveva insistito.
E infatti, eccoli, seduti sulle sedie scomode di un’agenzia di adozioni, appena fuori Lima.
Dalla porticina bianca che nascondeva la dottoressa Jackson, esce una coppia sorridente, che si tiene per mano.
-Signor Anderson?- domanda la segretaria, sporgendosi per osservare bene i presenti in sala.
Blaine si alza, e Kurt lo afferra dalla giacca. –N-non posso- balbetta, guardando con sguardo terrificato la porta.
-Avanti, amore. Mi ami?- il tono di voce di Blaine è caldo e vellutato, come al solito.
-Sì che ti amo-
-Allora alzati e andiamo incontro al nostro futuro, insieme..- Blaine continua a dargli fiducia e convince Kurt ad alzarsi e seguirlo.
Blaine sorride alla segretaria, e lei li invita cortesemente dentro, richiudendo la porta.
Blaine e Kurt si ritrovano in uno studio enorme, con una scrivania al centro, una grande libreria e dei divanetti in pelle nera.
Dietro la scrivania, vi è una donna coi capelli rosso fuoco, ondulati, che sorride cordialmente.
La prima cosa che Kurt nota è che non è tinta, sia dal colorito candido della pelle, che da quello verde smeraldo degli occhi, e infine da quello naturalmente ripreso dai capelli delle sopracciglia.
Molto tranquillizzato da quei particolari, Kurt si avvicina e le porge la mano. –Salve, Kurt Hummel- si presenta, per poi sedersi.
-Blaine Anderson- interviene il bruno, e poi imita il suo fidanzato.
-Violet Jackson, piacere. Bene, voi siete qui perché volete un bambino, ed io sono qui perché voglio darvelo, ma prima dovrete partecipare ad una serie di incontri in cui..-
-Aspetta, vuole psicanalizzarci?- la interrompe Kurt, alzando un sopracciglio.
-E’ il mio lavoro. Devo verificare la solidità della coppia, insomma, non siete nemmeno sposati, signor Hummel- dice lei, con un tono non molto autoritario, ma tranquillo e amichevole. –E’ ovvio, non posso affidare un bambino nelle mani della prima coppia che mi trovo davanti-
-E’ perché siamo gay, vero?- la accusa, guardando Blaine per ricevere il suo appoggio. Blaine però non fa una piega e prende la mano di Kurt, per incitarlo a smetterla.
-Mi sta accusando di qualcosa, signor Hummel?- a quel punto, la voce della consulente cambia, e si fa più seria. –E’ la routine, si applica a tutte le coppie che si sottopongono ai test per l’adozione. Per caso pensava di venire qui e.. non so, trovare un bambino pronto in una culla? Non funziona proprio così- conclude, e chiude con forza l’agenda.
-Dottoressa, lo scusi, è davvero molto agitato- si intromette Blaine, fulminando con lo sguardo il fidanzato. –Ci hanno rifiutato la seduta in molti a causa del nostro orientamento sessuale e per questo partiamo un po’ prevenuti; in ogni caso saremo pronti a sottoporci a qualsiasi tipo di test e analisi per garantirvi la solidità della nostra coppia. Ci amiamo, davvero tantissimo… Stiamo insieme da ormai otto anni e non riusciamo a stare separati. Litighiamo, sì, ma sempre per cose futili. L’avvento di un bambino porterebbe così tanta gioia nelle nostre vite… Vogliamo legarle per sempre, al più presto, se non in Ohio, anche fuori- conclude. Kurt lo guarda, e nota che sta facendo quello sguardo. Lo sguardo da cucciolo impaurito, quando fa sfarfallare le sue lunghe e folte ciglia.
La dottoressa sospira e annuisce, ancora un po’ irritata dal tono di Kurt di poco prima. –Bene, allora vi segno un appuntamento. C’è qualche problema, per caso?- Domanda, punzecchiando Kurt con lo sguardo. Il ragazzo annuisce, sentendosi un po’ in imbarazzo e ferito nell’orgoglio da Blaine. –Perfetto, per dopo domani, va bene?- e apre l’agenda, prendendo una penna.
-Certo, non abbiamo impegni- sorride contento Blaine, stringendo forte la mano di Kurt, che ride forzatamente.
-Perfetto, allora a dopo domani- la dottoressa segna sull’agenda il loro nome e poi la richiude, alzandosi per  stringere la mano ai due.

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Capitolo 3
*** Unbelievable return ***


chapter three.

 
-Quella mi odia, non ci darà mai un bambino!- Dice Kurt con fare altezzoso a Blaine, mentre camminano per tornare a casa.
-Ma che dici? Non ti odia, è solo che… Sei molto scortese a volte. È un miracolo che non ci abbia cacciati dallo studio. Che bisogno c’era di accusarla in quel modo?- Domanda Blaine, fermandosi ad osservare le vetrine.
-Oh, andiamo, la maggior parte delle persone è contro l’adozione delle coppie omosessuali, ci vado solo coi piedi di piombo e con una mente realistica- Kurt si aggiusta il cappello alla francese sul capo, e poi si volta a guardare un negozio di dolciumi. –Oddio, guarda, una torta saker! La compriamo?-
Blaine scuote la testa divertito, già preparato al fatto di dover occuparsi di due bambini, e non di uno solo. Annuisce per accontentarlo, e nel mentre gli squilla il telefono. –Certo, comprala, rispondo alla chiamata ed entro- Kurt si morde un labbro saltellando ed entra nel locale, Blaine apre la chiamata. –Pronto?-
-Ciao, cotonato, come stai?-
-Santana! Diciamo, st..-
-Oh certo, tutto bene anche a me.- La solita Santana. Blaine alza gli occhi al cielo, ridendo. –Devi farmi un favore, devi passare dalla prof..- Santana comincia a parlare al telefono, ma in quel momento Blaine si gira e nota una sagoma familiare scendere le scale d’accesso all’ospedale, infilarsi gli occhiali da sole, e fermarsi a prendere il giornale da un giornalaio.
Blaine sbianca, specialmente perché si ricorda con chi è al telefono.
Si ricorda perfettamente quella notte. Dopo il diploma di Brittany, Santana l’aveva lasciata per avere più spazio per sé. Brittany era rimasta sola, disperata, e Blaine aveva pensato bene di fare una ramanzina coi fiocchi a Santana, e invece, quando era arrivato a casa della ragazza, dalla finestra aveva potuto vedere chiaramente Sebastian nudo, nel letto dell’ispanica.
Ne aveva parlato con entrambi, e sembravano così presi l’uno dall’altro che non avrebbe mai interferito. E quando era con Santana, qualcosa negli occhi di Sebastian cominciava a brillare.
Per questo non aveva detto niente a nessuno, nemmeno a Kurt.
Ma poi, poco tempo dopo, Brittany aveva avuto un’incidente sul palco, e Santana era stata costretta a starle vicino e la cosa, forse, aveva infastidito Sebastian perché da quel giorno non aveva più messo piede a Lima, per sette lunghi anni.
E invece, quel giorno, eccolo, mentre esce fuori da un giornalaio, con il quotidiano. –Blaine!?- Urla Santana alla cornetta, spazientita.
-S-scusa, devo andare- Balbetta il moro, e le chiude il telefono.
-Eccomi- Esclama Kurt alle sue spalle. Lui si gira di scatto, il solo pensiero che Kurt possa vedere Sebastian lo terrorizza. –Tutto okay? Hai visto un fantasma?-
-No, no- Blaine riassume un’espressione umana, e accarezza il braccio del fidanzato. –E’ che Santana mi ha chiamato incaricandomi di comprarle un lucidalabbra, quindi penso che devierò. Ci vediamo a casa, okay?-
Kurt fa spalline. –allora cucino io. A dopo- Gli sorride, e poi si incammina per la sua strada.
Non appena Kurt svolta l’angolo, Blaine attraversa velocemente la strada e cerca di correre il più possibile per raggiungere Sebastian, che ormai si è quasi confuso tra l’altra gente.
E poi, invece, eccolo, appoggiato a un muretto, al telefono. Blaine si avvicina lentamente, attirando piano l’attenzione del francese, che alla sua vista sospira, scuotendo la testa. –Devo andare, grazie per la chiamata, buona giornata- dice al telefono, e poi lo chiude. –Interessante, hai il fiatone per me? Quando ti venivo dietro mi ignoravi, questo cambio di atteggiamento potrebbe piacermi- afferma, con la solita sicurezza.
-Sei sparito! Per sette anni! Così, da un giorno all’altro…- Esclama il moro, cercando di regolare il respiro.
Di tutta risposta, Sebastian fa spalline. –Volevo andare in vacanza-
-Sebastian!- Lo canzona Blaine. –Perché sei tornato?-
-Ah, ah!- Sebastian spalanca la bocca, con l’espressione di chi ha appena realizzato qualcosa di importante. –Quindi non ti importa perché sono andato via. Ti importa che io sia tornato, e non in positivo, direi decisamente negativo, dal tono della tua voce..-
Blaine sbuffa. –Non si può dire che tu abbia portato molte buone notizie nella nostra vita, Seb..-
-Avanti, Blaine!- A quel punto, la faccia di Sebastian si fa più seria, quasi infastidita. –Siamo adulti ormai, non mi metterò in mezzo fra te e Kurt ancora, se è questa la tua paura. Non è tuo problema il perché del mio ritorno- conclude, alzandosi. –E ora, se permetti, avrei da fare, sono un avvocato impegnato- sorride fulmineo e poi si gira, per incamminarsi verso la sua strada.
Ma Blaine non vuole lasciarlo andare. Aveva visto perfettamente il modo in cui guardava Santana, come se… come se fosse quasi rapito da lei. Sicuramente doveva essere stato ferito abbastanza, e se aveva deciso di tornare doveva esserci una buona ragione. Vuole forse riconquistare l’ispanica?
-Quindi posso dire a Santana che sei in città- Urla Blaine, sapendo perfettamente di colpirlo in pieno.
E infatti, Sebastian si ferma, immobile, pietrificato. In un lampo, però, si gira e a passo veloce si avvicina a Blaine, dandogli una botta col petto contro il suo. Il ragazzo ne rimane un po’ sorpreso. Sebastian non era mai stato un tipo da rissa. –Ti giuro, Blaine, che se le dici che sono in città, potrai dire addio a qualsiasi carriera tua, di Kurt e delle persone che ami. Ti distruggerò e ti farò diventare il nulla- sibila, con lo sguardo piantato in quello di Blaine. Quasi lo spaventa il modo in cui la sua voce sembra una lama affilata, il modo in cui il suo sguardo sembra trafiggerlo.
Seb era sempre stato un tipo sicuro di sé, ma Blaine è sicuro che mai avrebbe minacciato qualcuno senza sapere di poterlo fare. Per questo ha un po’ di timore ad insistere, e si limita a sorreggere lo sguardo del francese.
Alla fine, Blaine deglutisce e poi annuisce, spostandosi per far andare via Sebastian.

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