And the seventh thing I hate the most that you do...

di Lola_Payne_Directioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Ho per caso l'insegna 'Hotel' che mi penzola sulla testa? ***
Capitolo 2: *** 1. Chi era lo stronzo che aveva parlato? ***
Capitolo 3: *** 2. Chiudi a chiave nello sgabuzzino i mostri e lasciami andare a questa sacrosanta festa! ***
Capitolo 4: *** 3. Non sapevo che avessi invitato anche l’ospizio qui affianco. ***
Capitolo 5: *** 4. Cosa c’è, April? Hai visto troppa nudità questa notte? ***
Capitolo 6: *** 5. Quali sono le sette cose che odi di me? ***
Capitolo 7: *** 6. Chi ti dice che io non abbia quei fottutissimi tre motivi? ***
Capitolo 8: *** 7. Allarme rosso, allarme rosso. Frase riciclata da quattro soldi. ***
Capitolo 9: *** 8. Ma…non si dovrebbe avere un cuore per piangere? ***
Capitolo 10: *** 9. Troverò il modo di farmi perdonare. ***



Capitolo 1
*** Prologo: Ho per caso l'insegna 'Hotel' che mi penzola sulla testa? ***


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Ho per caso l'insegna 'Hotel' che mi penzola sulla testa?




Ah, l’estate. Che magnifica stagione. Ti alzi quando ti pare, fai quello che ti pare, niente scuola, niente studio, niente istinti suicidi dati dai brutti voti…
Si, sarebbe una stagione veramente perfetta per me…se non fosse per IL RAGAZZO DELLA MIA MIGLIORE AMICA che viene qui tutta l’estate.


-Aaaaapriiil- oddio è Jane.
Mi alzo dal letto frettolosamente, lo rimetto apposto alla bell’e meglio e mi sistemo gli shorts del pigiama. Niente di questo puo’ aiutarmi a diventare presentabile. Ho le borse sotto gli occhi, il mascara colato, i capelli a mo’ di scopa e indosso un pigiama di Brontolo.
Ma dove voglio andare?!
Jane apre la porta della mia camera; la mia migliore amica ormai si comporta in casa mia come se fosse nella sua. Specie quando i miei non ci sono, cosa che succede tutte le estati.
E’ abbagliante come al solito e io faccio una smorfia notando il suo trucco perfetto, la sua coda di cavallo ordinata e il suo abbigliamento molto easy.
-Ti sei appena svegliata?- mi domanda, alzando un sopracciglio.
-Nooooo Jane…- dico, poco convinta.
Lei alza gli occhi al cielo e mi prende per le spalle.
-Siediti.- mi ordina.
Io lo faccio, lei si siede affianco a me, nel bordo del letto.
-Sai che io e Louis non ci vediamo da 11 mesi…giusto?- mi chiede.
Io annuisco. Ma cosa puo’ importarmi?
Io non lo ho neppure un ragazzo…dovrei lamentarmi di più!
-Sai che deve venire a trovarmi domani…giusto?- mi chiede.
Io annuisco, ma stavolta la guardo, iniziando a intuire. Faccio uno sguardo preoccupato e lei, accorgendosene, si morde un labbro.
-April, tu sei ricca. Abiti in una villa a due piani, con piscina, dieci camere da letto, due bagni e dio solo sa’ cos’altro…-
-No, Jane…- cerco di interromperla io, ma come al solito fallisco.
-Non potrebbe venire a stare qui? Con me e te?- mi chiede con tono e espressione da cane bastonato.
Mi fa perfino gli occhi dolci.
Oh, cristodddddiooo, ma cosa sono, un albergo? Ho per caso l’insegna 'Hotel' che mi penzola sulla testa?
-No!- le rispondo, impulsivamente.
Ma quando lei abbassa gli occhi e fa il labbruccio me ne pento.
-Quanto dovreste rimanere qui cravati in casa mia?- sibilo tra i denti.
Lei si illumina e mi abbraccia, esultando come una bimba di cinque anni davanti all’ultimissima Bratz, ancora più puttana delle altre.
-Oh graaazie graazie graaazie Apriiiil. Ti voglio un mondo di beneeeee-
Alzo gli occhi al cielo.
-Non ti ho ancora detto di si.- tento di dirle.
Ma è inutile..lei non mi sente più.
Fantastico. E ora, siccome sono una stupida imbecille che non sa’ dire di no, sono rimasta incastrata con Louis Hodueannidicervello Tomlinson e la mia migliore amica in questa enormissima villa che io odio con tutto il mio cuore.
Cazzo.











Buonsaaaalveee!! 

Scusate se questo prologo è corto e fa tanta pena ma, è la mia primissima fanfiction.
Perciò chiedo clemenza *si mette in ginocchio e prega*.
Che diiiirviii. Ero molto indecisa se pubblicarla o no xD e alla fine mi sono detta 'Che diamine ho da perdere?' e l'ho fatto! *applausi*
Aggiornerò la storia almeno due volte alla settimana, anche se non so' ancora i giorni esatti. *si sono brava lo so*
La protagonista è vista come la fighissima Daveigh Chase di Donnie Darko.

Mentre Jane è vista come l'altrettanto faiga Emma Stone.
Sono riuscita anche a mettere un banner, sono fiera di me stessa *si asciuga una lacrimuccia*
Tres bien, spero che la storia vi piaccia e di riceve almeno una recensione, per capire se volete che vada avanti.
ALMENO UNA, ve ne prego.
Adiooos bellezze, alla prossima.



 

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Capitolo 2
*** 1. Chi era lo stronzo che aveva parlato? ***


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'Chi era lo stronzo che aveva parlato?'


 

-Tesorooooo, sei pronta?- mi urla Jane dal piano di sotto. Io sbuffo e reprimo gli istinti omicidi che salgono ad ogni minuti che passa.
Ma perché perché perché sono così cazzona?
E’ semplice dire di no. L’avrei dovuta guardare negli occhi, essere un po’ spietata e dirle: ‘Mia adorata Jane, non ho intenzione di passare l’intera estate con Louis Testadicarota Tomlinson. Specie perché la casa mi serve intera al ritorno dei miei e, visto il quoziente intellettivo e l’età celebrale del tuo ragazzo, sarà una cosa molto improbabile se rimane qui’.
Ma..sono troppo buona. Cazzomerda!
-Siiiiii. Ora scendo.- le urlo.
Scrollo le spalle. A cosa serve curare il look per ricevere in casa Louis? Anche se Jane mi aveva accennato che lui aveva intenzione di portare uno o due amici…che senso aveva?
Me ne ero sempre fregata dei ragazzi, avrei continuato così. Non che non avessi mai baciato nessuno o avessi sempre fatto la sfigata che sta a casa tutte le sere a guardare film strappalacrime mentre sta sbragata sul divano in pantaloncini di tre taglie più grandi, magliette con stampe improponibili, calzettoni di lana, crocchione e il barattolo di Nutella alla mano.
Anzi, io uscivo mediamente tutte le sere anche nel periodo scolastico.
I miei se ne sono sempre fregati di me. Mio padre, ricchissimo imprenditore di bell’aspetto, era sempre troppo occupato con le sue carte, il suo giornale, i suoi clienti e a tradire mia madre e lei, beh, lei era troppo occupata con manicure, pedicure, parrucchieri, estetiste, le sue amiche super chic e le sue serate ai circoli più esclusivi.
Entrambi erano sempre assenti, e non solo in casa…
Perciò io avevo dei voti pessimi a scuola, uscivo tutte le sere, tornavo a casa la notte ubriaca e i miei non si sono mai accorti di nulla.
Scendo le scale con passo felpat…no che cavolata, scendo le scale con la grazia di un pachiderma in un negozio di porcellane e non posso non ridere alla vista della mia migliore amica.
Jane è vestita con un abitino nero tutto svolazzante che le arriva appena sopra il ginocchio, calza un paio di sandaletti neri e ha raccolto i capelli rossi in una coda di cavallo alta e stretta, dalla quale sfuggono due riccioli ribelli che le circondano il viso.
Non si è truccata quasi niente, ma il suo sguardo brilla di felicità e di emozione.
Seguo un po’ con gli occhi la sua figuretta piccola e snella che cammina avanti e indietro per il salotto, poi non riesco a reprimere una risata.
Mi fa tanta tenerezza.
E’ così emozionata e così tenera che per un attimo sono fiera di me stessa per averle detto si e mi metto a pensare che forse non sarà così tragico avere Louis ‘the Tommo’ Tomlinson che gira per la casa tre mesi.
Okay, basta con questo momento troppo dolcioso. Ho detto ‘per un attimo’.
Lei pare notare la mia risatina e si gira verso di me.
Sul suo viso passano una serie di emozioni che terminano in quella che pare indignazione.
Assume  un espressione alla ‘WTF?’ e io non riesco a capire se è arrabbiata sul serio o sbalordita.
-April Van Der Woodsen, ma come diavolo ti sei conciata?- mi urla.
Io le intimo di abbassare la voce e faccio spallucce, guardando il mio abbigliamento molto casalingo: felpona ‘Hollister’ di due taglie più grande e di un verde pisello andato a male, shorts di cotone giallo limone ammuffito e piedi nudi.
Niente trucco, niente parrucco. I capelli sono selvaggi, liberi…si spettinati insomma. Rassomigliano alla criniera di un leone barbone (?).
-Che c’è?- le chiedo. –E’ il tuo fidanzato, non il mio-
Lei fa per aprire la bocca ma il campanello glielo impedisce. Santo Dio, sposerò chiunque abbia inventato i campanelli. Mi sono scampata una ramanzina alla Jane su quanto il look sia importante da curare…è una grande cosa!
Lei si girà verso di me, alla disperata ricerca del coraggio che lei ha evidentemente lasciato a casa sua.
-Non apri?- le chiedo, alzando un sopracciglio.
Lei mi guarda e annuisce, rimanendo, però, ferma dov’è. Il campanello suona ancora e stavolta io la spingo verso la porta e accompagno la sua mano verso la maniglia, spingendola verso il basso.
Louis appare sulla soglia della porta; è un po’ più alto e più figo di quanto mi ricordassi, si è fatto crescere un po’ di barbetta sulla mascella pronunciata che gli da’ un’aria un po’ più matura, ho detto solo un’aria eh, ed è vestito con dei pantaloni rosso acceso e una maglia a righe larghe, bianche e blu.
Si, nell’abbigliamento è rimasto sempre un poppante.
Neanche mio cuginetto di cinque anni usa più le righe.
-Jane!- urla lui, poggiando il suo borsone per terra.
Jane ha gli occhi a cuoricino ed un sorriso a 93248 denti stampato in viso. Poi, nella frazione di un secondo, lei gli salta addosso e lui la afferra, facendola volteggiare in aria.
-Mi sei mancata amore mio. Mi sei mancata come mi mancherebbe l’aria- gli sussurra lui all’orecchio. E’ un sussurro, si…ma io sono talmente vicina da sentirlo.
Lei lo bacia e tra un bacio e l’altro gli sussurra quanto sia mancato anche lui a lei.
E’ una scena stomachevole, da diabete multiplo…eppure non riesco a smettere di sorridere mentre gli guardo.
Lui rimette giù Jane e si gira verso di me, rivolgendomi un sorriso accattivante.
-Ciao April.- mi dice.
Io fingo un sorriso, ma tutto ciò che mi esce è un ghigno sarcastico.
-Ciao Tommo-carota- gli rispondo.
Lui scuote la testa e mi rivolge un’occhiata divertita con i suoi penetranti occhi color ghiaccio.
Ecco, quegli occhi, l’espressione che c’è nel suo sguardo…è quello che lo fa sembrare sempre un bambino.
-Siamo sempre le solite acide stronze, vedo. Non sei cambiata- mi dice, ma naturalmente il suo ‘acida stronza’ è affettuoso.
Louis e Jane stanno insieme da ben 7 anni, sono la coppia più carina che io abbia mai visto.
Stanno insieme da quando sono dei bambini ma si amano ogni giorno di più.
E io, essendo la migliore amica di Jane dalla nascita, ho imparato ad affezionarmi a quello scemo del suo ragazzo.
Diciamo che gli voglio QUASI bene…..
Gli rivolgo un’occhiataccia e poi gli faccio la linguaccia. Oh, ho fatto anche la rima…
-Bene, adoro la tua stronzaggine. Mi diverte- mi dice, e sembra davvero sincero.
Alla fine la mia parte umana si fa vedere un po’ e io lo stringo in un abbraccio veloce.
-Wow, mi hai abbracciato. Sei di buon’umore…- dice.
Io gli do un pugno sul braccio, divertita. Poi lui abbraccia di nuovo Jane e tutti e due mi guardano.
-Bene, ne approfitto ora che sei di buon’umore. April, ti presento le altre 4 persone con la quale dovrai condividere la tua casa per i prossimi 3 mesi…- mi dice.
Io lo guardo a bocca spalancata. Ma che diamine sta blaterando adesso questo coglione? Quattro persone? Che cosa sono io, un bed &breakfast?
-Louis che cazzo blateri?- gli chiedo retorica, in modo fin troppo acido.
-Ragazzi, potete venire- urla, ignorandomi.
Tento flebilmente di protestare ma quattro ragazzi entrano in casa mia.
Ma che cazz…
-Oh porco cazzus…- mormoro io.
Quei quattro ragazzi sono uno più figo dell’altro. Sembrano quattro modelli, alti, con fisici asciutti e tonici, vestiti alla moda, sorrisi perfetti e occhi e capelli da far girare la testa. Jane viene verso di me e mi passa una mano davanti agli occhi.
-Prooontooo, Terra chiama April.- dice. Ma io la ignoro. Tutto ciò che vedo sono quattro dei dell’antica Grecia che stanno davanti a me, nel mio salotto, rivolgendomi sorrisi perfetti e reggendo borsoni gonfi.
-Attenta ragazzina, o ti si slogherà la mascella- sussurra uno dei cinque con un tono insopportabilmente sarcastico.
Quella voce così profonda mi risveglia dal sonno indotto da cotanta perfezione. Richiudo la bocca, ferita nell’orgoglio per essere stata sorpresa in uno stato di semi-trance. Chi era lo stronzo che aveva parlato?
Un ragazzo biondo che, tra una risata e l’altra dava un cinque ad un altro risponde silenziosamente alla mia domanda.
A parlare è stato il ragazzo più alto dei quattro. E, diamine, è anche il più bello. Ha dei capelli ricci, boccolosi, capelli con i quali giocherei ore e ore, due paia d’occhi grandi e verdi, fin troppo maliziosi, un sorriso a trentadue denti, e che denti…
Ha perfino le fossette. Perdio, più lo guardo più sembra diventare perfetto.
Oh cazzus, che cosa non gli farei…
-Oh no, ci risiamo. Hei Jane ma la tua amica ha qualche problema di cervello che si spegne o si incanta molto spesso?-
Un’altra domanda che mi ferisce nell’orgoglio. Il mio orgoglio smisurato. Indignata guardo nella sua direzione, sollevando il mento a mo’ di sfida.
-Senti, caro il mio Mr. Cespuglio, chi ha dei problemi di cervello tra noi due sei tu. Ricordati che sei sotto il mio tetto per tre mesi e posso farti fare la fine dei barboni in quattro e quattr’otto.- gli dico.
Sento un ‘uuuuh’ da parte degli amici. Rivolgo loro uno sguardo rapidissimo. Il pakistano e il ricciolo-sorriso dolce stanno ridendo sotto i baffi mentre il biondino si mette meno problemi a mascherare la sua risata, che riecheggia nella casa manco fosse dotato di un megafono.
Mr. Cespuglio mi si avvicina, senza mai staccarmi di dosso i suoi occhioni maliziosi e sorridendomi.
-Wow, sei molto aggressiva. Mi piace…- mi dice, arrotolandosi una ciocca dei miei capelli castano chiaro intorno al suo dito. Il suo lungo dito. Dio, anche il suo dito era perfetto…
Ma che cazzo dico?!
Sto per dire qualcosa ma Jane si mette tra noi.
-Va bene, okay. E’ chiaro che non vi state molto simpatici. Perciò, April, è meglio che mostri le loro camere ai ragazzi. Sennò rischi di ammazzare Harry prima della fine della prima settimana.-
Harry…che bel nome. Un bel nome, proprio come era bella chi lo aveva.
Ok, seriamente…devo smetterla di pensare queste cose. 
-Bene, massa di steroidi con braccia e gambe. Le camere sono tutte al piano di sopra.  La prima porta che vedete è la mia di camera perciò azzardatevi ad aprirla e vi eviro con un rasoio. Le altre nove camere potete dividervele come volete.
Se qualcuno di voi quattro è gay non mi metto problemi, sono una ragazza molto aperta. Ma se divide la camera con il suo boy abbia la decenza di non fare casino la notte.
Stessa cosa vale per voi due, Louis e Jane. La vostra camera sarà la matrimoniale dei miei genitori.
Le regole sono semplici; la casa deve arrivare intatta al ritorno dei miei perciò niente festini, niente puttanate.
-Se dovete invitare le ragazze, andate in albergo; questa non è una casa di appuntamenti. Per me è già abbastanza difficile accettare cinque ragazzi, di cui quattro sconosciuti, sotto il mio stesso tetto perciò faremo i turni per cucinare, fare la spesa e le pulizie.
Se qualcuno salta il suo turno, farà una fine ben poco raccomandabile.
Azzardatevi a fare una sola cosa della quale potreste pentirvi e giuro che vi grattugio i testicoli e ve li servo sugli spaghetti al posto del parmigiano.
Siamo intesi?-

I ragazzi, Jane compresa, mi guardano a bocca spalancata. Poi iniziano a metabolizzare il mio discorso e la smettono di fare le statue di sale.
Il ricciolo-dolce e il pakistano si scambiano un’occhiata intimidita, Louis se la ride sotto i baffi insieme a Jane, Niall è fermo alla parte del discorso dove alludevo agli spaghetti e continua a nominarli con le stelline agli occhi. Harry invece mi sorride.
-Che hai da sorridere, coso?- gli chiedo, retorica.
-Mi chiamo Harry Styles- mi dice lui facendo roteare gli occhi. Io faccio spallucce.
-Come vuoi, Styles. Perché mi sorridi in quel modo?-
-Niente, sono fermo alla parte in cui dicevi di essere una ragazza aperta…-
Mi batto una mano sulla fronte, cercando di non saltargli addosso e picchiarlo a sangue.
Li guardo, Harry soddisfatto per la sua battuta, i Jouis che si scambiano effusioni, il biondino che fantastica  sugli spaghetti e Pakistan e ricciolo-man che continuano a guardarmi come se fossi io l’assassino di Scream.
Porco cazzum…sarà davvero una luuuunga estate.






Ma saaaaaaaaaalve dolci donzelleeee!

Come state?
Io bene. 'Ma sta stronza non aveva altro da fare che aggiornare la storia per la seconda volta nella giornata' direte voi.
Ssssii care, mi annoiavo, ero tanto eccitata per la mia PRIMISSIMA recensione nel prologo, per le tre ragazze che seguono
la mia fanfiction, che ringrazio un sacco, e ho deciso di aggiornare con il PRIMO CAPITOLO *yeeeeeeeeeeah*.
Lo so, lo so, lo so...avevo detto che avrei aggiornato due giorni alla settimana, ma il prologo era corto e io volevo postarvi un
qualcosa che vi facesse davvero capire se vale la pena di leggere questa storiella.
Ammetto, l'acidità della mia April si ispira a quella di Mary delle storie della miticissima extraordinharry. Se non la conoscete,
andate a leggere le sue storie. Quelle si che sono belle.
Se tinypic non ha fatto lo stronzo potete anche vedere un banner diverso. Ne avevo fatti due per questa storia.
Vorrei quindi che nelle recensioni, oltre che un parere per il capitolo, la storia, quanto vi fa schifo, etc etc...mi diciate quale dei 
due banner è più guardabile. Non sono una professionista con GIMP, faccio cagare. MA C'EST LA VIE.
Basta, la smetto di parlare.
Grazie a tutte per la pazienza, il capitolo è lungolungolungo, lo so. Ma spero non vi annoierete
Kisses, donzelle.
Al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** 2. Chiudi a chiave nello sgabuzzino i mostri e lasciami andare a questa sacrosanta festa! ***


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'Chiudi a chiave nello sgabuzzino i mostri e lasciami andare a questa sacrosanta festa!'




 

Sono già le sei di sera.
Porco cazzum, adesso per colpa dell’arrivo di Louis e dei suoi amichetti scassa-napoleoni dovrò prepararmi a tempo di record.
Penso a come lavarmi, vestirmi e uscire di casa senza coinvolgere anche i miei coinquilini, mentre contemplo il panorama  dalla finestra della mia stanza.
Si, certo, una massa infinita di alberi dal colore indefinito tanto quanto la loro forma.
-Hei April.-
Jane è entrata nella mia stanza, e, visto che ho lasciato la porta aperta, non mi sono accorta di nulla.
Mi giro verso di lei e ricambio il suo sorriso amorevole con una smorfia patetica.
Se c’è una cosa che ho sempre odiato di me è il mio sorriso. E’ ridicolo, da ebete.
Jane si siede nel letto, davanti a me.
-Anche stasera dovrai uscire?- mi chiede, con voce dolce.
Io annuisco.
-Si, ma non voglio assolutamente portarmi appresso Tommo e la sua combriccola di ragazzetti. Devo già conviverci tre mesi! Ti prego, legali, imbavagliali, fai in modo che non mi distruggano la casa. Io tornerò verso la solita ora della mattina e mi auguro di trovarvi tutti a nanna come degli angioletti.- le dico, con voce a metà tra il supplichevole e la minaccia.
Lei ride, una risata leggera.
Una risata familiare per me.
Una risata stupenda.
-A casa di chi è la festa stasera?- mi chiede.
Io scrollo le spalle. Raramente so’ i nomi degli organizzatori delle feste. So’ solo quelli dei ragazzi che mi invitano.
Okay, a volte neppure quelli...ma sono trascurabilissimi dettagli!
-Non lo so.- le rispondo.
Lei alza un sopracciglio.
-E almeno il nome del ragazzo con cui dovrai andare lo sai?-
Io annuisco.
-Wilson..- rispondo prontamente, ma appena pronuncio questo nome inizio ad avere dei grossissimi dubbi.
-Wilson..?- mi chiede Jane, strabuzzando gli occhi.
-Si…Wilson- ripeto, fingendo maggiore convinzione.
Ci penso bene.
Che pena che faccio con i nomi.
-O forse Nelson. Vabbè Wilson, Nelson. Stessa roba!- le dico, minimizzando il minimizzabile.
Lei alza gli occhi al cielo, poi li pianta su di me.
Fingo uno sguardo innocente.
-Oh Dio buono April, non ricordi neppure stavolta il nome del ragazzo con la quale stai per uscire?- mi domanda, retoricamente.
Io scrollo le spalle e mi alzo dal letto, prendendo la roba da mettere per il party e mi dirigo verso la porta.
Prima di uscire mi giro verso di lei.
-Oh andiamo Jane, non è una tragedia. E’ una festa! Voglio solo divertirmi, ubriacarmi e magari farmi qualche ragazzo carino- le dico.
Lei si alza e si avvicina a me, minacciosa.
-E no, signorina. Puoi bere, divertirti, ma non ti permetto di scoparti sconosciuti. Non sei una puttanella, April. Basta andare alle feste e farsi ogni sera un ragazzo diverso.- mi dice, con tono serio e deciso.
Io mi mordo il labbro.
Colpita e affondata, Jane. Hai toccato la mia parte più debole.
Ricordate quando vi ho detto che non facevo l’adolescente trassa Desperate Housewife?
Quando vi ho detto che me ne fregavo dei ragazzi?
Bene, tradotto in modo corretto era un ‘Vado alle feste, mi ubriaco e me ne faccio uno ogni sera.’
Ricordo ancora le parole del mio ex fidanzato, Jason.
‘Sei una puttanella, April’.
Le sue parole riecheggiano nella mia testa, rimbalzando sul mio cervello come i sassi sulla superficie liscia di un lago.
Scuoto la testa.
Non voglio ricordare.
Fa ancora troppo male.
-Va bene, mamma. Ma ora chiudi a chiave nello sgabuzzino i mostri e lasciami andare a questa sacrosanta festa!- le dico, cercando di tornare al mio tono ironico e acido.
Faccio per andare verso il bagno ma mi scontro con qualcosa.
Con qualcuno.
Un qualcuno riccio.
Alto un metro e sempre.
Occhi verdi.
Figo.
-Ahia- mormora lui.
-Cazzo Styles, non puoi appostarti dietro di me. E’ ovvio che se tu decidi di spiare la mia conversazione con Jane stando esattamente dietro di me, io come mi giro ti vengo addosso.- gli dico, o meglio, gli urlo.
Lui, a due metri da me, si tappa le orecchie.
-Evita di urlare April.- mi dice. –E comunque non vi stavo spiando. Stavo passando di qui e ho sentito la parola festa.-
Io spalanco gli occhi.
Oh cazzo, Styles aveva sentito della festa.
-No. Quale festa? Forse hai sentito…vespa!- gli dico io.
Sto arrancando. Sto brancolando nel buio. Sparo cose senza senso.
Cazzomerda!
Lui ride.
-Sei buffa, April- mi dice.
-Levati dai piedi, ricci-pasticci. Devo prepararmi.- gli dico per cercare di liquidarlo.
Provo a superarlo ma lui mi prende per un braccio.
-Mi dici che non vai ad un festa. Allora dove vai con un vestitino nero inguinale e un paio di decollettè tacco 12?- mi chiede, ammiccando con gli occhi verso la roba che reggo in mano.
Sto per rispondergli che non sono caz..ehm, fatti suoi, ma il biondo, che mi è stato detto si chiama Niall, si intromette.
Esce dalla stanza, due porte dopo la mia.
-Avete detto festa?- chiede, mentre gli si illuminano gli occhi.
Styles gli sorride annuendo e dal suo sorriso capisco le sue intenzioni.
Imbucarsi alla festa.
Con me.
-No Styles. No no no no, ti prendo a padellate sui coglioni se provi a trascinare il tuo bel culo piatto e i tuoi amichetti alla MIA festa.- gli dico, stringendogli un braccio per fargli arrivare meglio il messaggio.
Lui mi sorride, e io mi perdo nei suoi occhio verdi.
Sono così belli e brillanti, così profondi che potrei sciogliermi come un budino al sole.
Ma il budino, al sole, si scioglie?
Vabbè, mentre io affogo negli occhi di Styles sento Niall gridare:
-Hei ragazzi, preparatevi. Stasera April ci porta ad una feeeeestaaa!-
I mostri escono strillando dalle loro stanze, si battono cinque, dieci e quindici e ballano una specie di danza non meglio identificata.
Jane, sulla soglia della porta della mia stanza, ride divertita osservando il terrore dipinto sulla mia faccia.
Cammino, anzi vado al galoppo verso il bagno.
-Minchioni, avete dieci minuti di tempo per prepararvi. Aspettatemi giù nel salotto.- urlo prima di sbattere la porta e chiuderla con tre mandate di chiave.
Cazzo.
Merda.
Fanculo
.
Le scimmie anche alla festa no.
Come potrò divertirmi con Styles in mezzo alle patate?
E come spiegherò a Wilson…o Nelson…o come si chiama tutta questa gente?
Buttò la roba da una parte e mi infilo sotto la doccia.
E’ andata così, April.
Dovrai sopportarli tutta la notte.
 


Scendo le scale, sistemandomi con le dita i capelli ancora leggermente umidi e sforzandomi di non cadere dai tacchi vertiginosi.
Come se mi fossi cugurrata da sola, inciampo e, per riacquistare l’equilibrio perduto faccio due scalini ad una velocità inumana.
Poi, appena in tempo per non farmi vedere dai mostri che mi aspettano in salotto, riesco a rimettermi bene in piedi.
Mi aggiusto il vestitino, allungandolo dietro.
Non me lo ricordavo così dannatamente corto e aderente. Sembra che me lo sia cucito addosso.
E poi non posso inchinarmi, altrimenti si vede Londra, Parigi e anche Tokyo.
Cazzomerda, sono a disagio.
Perché? Non lo sono mai stata.
Finisco le scale e guardo il gruppo di decerebrati.
I Jouis sono sul divano che si mangiano rispettivamente le facce; Niall e Liam si scambiano le figurine dei Pokemon; Harry e Zayn si sistemano rispettivamente i capelli.
Ah tutto normal….cosa stanno facendo Niall e Liam?
Figurine? Dei Pokemon?
Ma dove siamo, nell’atrio di un asilo nido?
Alzo gli occhi al cielo, evitando di commentare a voce alta solo per mancanza di voglia, e  batto le mani per richiamare la loro attenzione.
Tutti mi guardano.
Mi guardano.
Mi guardano.
Mi guardano ancora.
Oh ma che cazzo hanno da guardare? Non hanno mai visto una ragazza prima d’ora?
Niall, Liam e Zayn mi corrono incontro, lanciandomi complimenti e sguardi ammirati; Louis mi fa l’occhiolino e Jane alza i pollici nella mia direzione.
Waw, potrei anche sentirmi lusingata da tutti questi complimenti silenziosi e non.
Punto gli occhi su Styles.
Ha la bocca semiaperta e continua a fissarmi con lo sguardo stralunato e i pugni stretti lungo i fianchi.
Soddisfatta mi avvicino, senza mai smettere di guardarlo e gli chiudo la bocca con una mano.
-Hei ragazzino, ti si potrebbe slogare la mascella.- gli sussurro all’orecchio.
Sono così vicina a lui che sento il suo profumo mascolino e pungente e il profumo dei suoi capelli.
Mela verde.
Il mio frutto preferito.
Ah, vai al diavolo, Styles…!
Lui si gira verso di me, con uno sguardo indecifrabile.
So’ che però, ho vinto io stavolta.
L’ho visto scosso da dei piccoli brividi mentre sussurravo al suo orecchio.
Io gli sorrido, acidamente soddisfatta e mi dirigo verso la porta mentre gli altri invertebrati e i Jouis mi seguono a ruota.
-Bene, Louis, prenderemo la tua decapottabile nera. Guidi tu.- gli dico.
Lui mi guarda, poi guarda la macchina parcheggiata sul vialetto, poi guarda il nostro gruppo, e infine me di nuovo.
-April-
-Si?-
-Non ci stiamo tutti!- mi fa notare, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e come se io fosse un’imbecille per non averla notata da sola.
Oh cazzo è vero…
Jane sorride.
-Beh, io Louis, Niall, Liam e Zayn possiamo andare con la decapottabile nera. E tu e Harry potete viaggiare sulla Ferrari del tuo paparino.- dice, infine.
Tutti annuiscono.
-Cosa? Io e Styles? NO!- rispondo, sottolineando il ‘no’ con quanta più durezza posso.
Ma neanche per sogno!
Io e Styles da soli per venti minuti di viaggio, in uno spazio di pochi metri.
Avrei perfino dovuto respirare la sua stessa aria!
No no no e no. L’ho già detto no?
Styles si gira verso di me strabuzzando gli occhi.
-Tu. Hai.Una.Ferrari.?- mi chiede, marcando ogni singola parola.
Alzo gli occhi al cielo e faccio per protestare ancora verso Jane ma con orrore noto che sono già saliti tutti sulla macchina nera di Louis.
Fanculo.
Riapro la porta di casa, mi sporgo appena per prendere le chiavi della Ferrari sul comodino dell’ingresso e gliele lancio, facendogli segno di seguirmi in garage.
Lui, che ha prontamente afferrato le chiavi, mi segue rigirandosele tra le mani come se fossero il tesoro perduto dei templari che cerca di trovare Nicholas Cage in quei suoi due cazzo di film.
Faccio alzare la porta del garage e accendo le luci. Lui rimane sulla soglia.
Tolgo il telo che copre la Ferrari rosso fiammante di mio padre e lo guardo.
-Allora Styles? Hai intenzione di portarmi a questa festa prima che mi si cucia addosso questo vestito oppure vuoi morire qui, ai piedi dell’auto?- gli chiedo, alzando un sopracciglio e sbuffando.
Lui annuisce, mentre un sorrisone gli si dipinge sulla faccia.
Dai, su, stringi i denti April.
Sono solo venti fottutissimi minuti di macchina.
Riuscirai a non ucciderlo.
Spero.








Hoooolaaa chicaaaaas!!
Ebbene si, aggiorno di nuovo. Contente? *noooooooooooo*
Domani mattina arriva il mio ragazzo dal continente, rimane con me fino a domenica pomeriggio perciò volevo
postare il secondo capitolo. So' già che tanto non posterò fino a Lunedì, quindi questo sarà l'ultimo
aggiornamento della settimana.
Si, lo so, il capitolo è penoso T.T mi dispiace!!
Avevo troppe idee confuse nella testa ed è venuto fuori un cagotto di capitolo, scusate! *si nasconde per sfuggire alla lapidazione*
Ho anche cambiato il banner, vi piace anime mie?
Fatemelo sapere nelle recensioni.
SI, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE. Fatemi sapere se volete che io continui questa cagat...ehm, questa fanfiction.
 

DEVO ASSOLUTAMENTE FARE DEI RINGRAZIAMENTI:
grazie a tutte le nove ragazze che hanno recensito i primi due capitoli. Le ragazze in questione sono:
extraordinharry, Cinquevoci, GiuliG, xineedairishboy, GodHatesUs, Sa2502, justdream, e Hazzina.
Poi un grazie davvero grande anche a coloro che hanno messo la storia fra le seguite, chi l'ha messa fra le preferite e chi fra le ricordate.
Non avrei mai pensato di riuscire a raggiungere questo successo con la mia prima fanfiction.
 
GRAZIE DOLCEZZE, senza di voi non sarei mai andata oltre il prologo.
 
CONTINUATE A RECENSIRE TUTTI E TRE I CAPITOLI e alla prossima, pivelle!!!
                               

 

 

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Capitolo 4
*** 3. Non sapevo che avessi invitato anche l’ospizio qui affianco. ***


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'Non sapevo che avessi invitato anche l’ospizio qui affianco.'

 

Harry aveva guidato con una velocità eclatante, tanto che mi ero dovuta aggrappare alla maniglia sul tettuccio per non andargli addosso quando faceva le curve.
Quando scendo dalla macchina e i miei piedi toccano terra, mi trattengo dal baciarla.
Anche Harry scende e si infila le chiavi della Ferrari nella tasca dei jeans.
Gli lancio un occhiataccia.
-Styles, caccia le chiavi- gli ordino, facendo il giro per andargli vicino e mostrandogli il palmo della mano.
Lui sorride e mi sorpassa, raggiungendo Louis e gli altri, parcheggiati poco più avanti.
Rimango li, ancora con la mano aperta, e con essa ora c’è anche la bocca.
Infine sospiro, e mi avvio verso la villa di Wilson-Nelson.
Fottiti, Harry Styles. Io voglio divertirmi.
La villa è una bassa costruzione stile Miami beach, bianca con le vetrate azzurre, circondata da un giardino curato, una strada di ciottoli bianchi e delle alte palme.
Vista da lontano sembra tranquilla, ma avvicinandomi all’ingresso scopro che è stata trasformata in una vera discoteca dalla quale proviene un casino bestiale.
Raggiungo Jane, la prendo sottobraccio e assieme varchiamo la soglia della porta, con i cinque dietro di noi che fanno un’entrata alla ‘Bradford-Bad-Boys’.
Wilson-Nelson è alla console che discute animatamente con un ragazzo di colore con dei rasta biondi di cattivissimo gusto.
Le luci al neon del soffitto falsano il colore giallo della sua maglietta e donano riflessi innaturali ai suoi capelli biondo grano.
Waaaw April, complimenti. Wilson-Nelson è davvero uno schianto.
Lui, come se mi ha letto nel pensiero, si gira e mi sorride.
Quando si avvicina lancio un’occhiata a Harry che, dietro di me, mi guarda con i suoi occhioni verde foglia.
Io, forse apposta o forse no, vado verso Welson.
-Ciao Wilson- gli dico io, squillante.
-Nelson.- mi corregge e io lo seguo a ruota, ripetendo giusto il suo nome.
-Loro sono degli amici.- gli dico, indicando il gruppo di mostri e Jane.
Lui fa loro un cenno con la mano e poi mi prende per il braccio, portandomi nella mischia.
-Vuoi bere qualcosa?- mi dice all’orecchio, urlando per sovrastare la musica.
Ma che razza di musica è? Forse è di quello sfigato di Donatello, no David…David Guetta, si.
L’ho detto io che sono una sega con i nomi.
Io annuisco e attendo, appoggiandomi con i gomiti sull’isoletta in marmo che divide la cucina dal salotto.
Mi guardo intorno, oscillando la testa a ritmo di musica.
Minchia, una musica senza parole.
Che senso ha?
Che noia!
Sbuffo, faccio per girarmi, e mi ritrovo Nelson a due centimetri da me.
Sorrido, anche se in realtà gli avrei voluto urlare un ‘Cazzo ti appiccichi?’.
Su su su su su su April, per una volta che a chiederti di venire ad una festa è un figone…
Prendo il bicchiere che mi porge e osservo il liquido biancastro.
Oramai li conosco tutti i drink, quello è un Mojito.
Io odio il Mojito.
Faccio una smorfia disgustata e mi guardo intorno, alla ricerca dei miei coinquilini.
Jane e Louis sono appartati nei divanetti bianchi al lato della ‘pista’, Niall e Zayn parlano con due ragazze bionde, probabilmente due tedescone, con gonne che si sollevano ad ogni respiro che fanno, Liam sta parlando invece con una riccia dall’aria sobria e carina.
Che bravo ragazzo quel Liam, proprio a modo.
Non si interessa neppure alle puttanone nel bel mezzo di una mega festa.
Un angelo insomma.
Harry?
Non lo vedo, e questo mi disturba inspiegabilmente.
-Tutto bene, April?- mi chiede Nelson.
Io aggrotto la fronte.
Perché non dovrebbe andare bene?
-Si. Perché?- gli chiedo.
Lui scuote le spalle e prende un altro sorso dal suo Mojito.
-Ti guardi intorno, come se fossi alla ricerca di qualcuno, e hai fatto una faccia infastidita. Inoltre, il tuo Mojito è ancora pieno- mi fa notare.
Io gli sorrido, in realtà non ho capito neppure mezza parola di quello che ha detto.
-Bella questa canzone di David Guetta…- gli dico, così, tanto per farmi vedere partecipe, mentre cerco ancora Styles con lo sguardo.
Lui ride divertito.
-Non è Guetta. E’ Levels di Avicii.- mi corregge.
Cazzo, sono una pippa anche con i cantanti.
Rido, anche se dentro di me penso alla figura di merda megagalattica che ho appena fatto.
Rido e mentre lo faccio scorgo Styles, impegnato a rimorchiare una bionda che potrebbe essere sua nonna.
Interrompo la risata, e doveva essere anche una cosa buffa vista dall’esterno.
-Chi è quella donna?- chiedo a Nelson, indicando la bionda e senza lasciar trasparire quell’enorme senso di fastidio che provo.
-Uhm quella che parla con il tuo amico riccio? E’ una conduttrice televisiva, Caroline Flack.- mi risponde.
-Caroline Flack? E quanti anni ha scusa? Non sapevo che avessi invitato anche l’ospizio qui affianco- dico io, acida.
Lui fa una faccia strana.
-Ne ha 32. April, ti senti bene?-
Scuoto la testa, mentre Harry incomincia a pomiciare con la vecchietta.
Ah davvero Styles?
La metti così?
Ora ti faccio vedere io!
Scolo tutto il Mojito in un solo sorso, poggio il bicchiere sul banco, facendolo sbattere talmente forte da guadagnarmi un’occhiataccia dai vicini di bancone e prendo Nelson per il colletto della camicia, avviandomi verso la mischia di gente che balla.
Levels finisce e al suo posto parte una canzone dal ritmo inascoltabile, troppo estivo e troppo ‘Chi-la-canta-è-sicuramente-una-pompinara’.
Ma me ne frego e inizio a ballare e a strusciarmi sul petto di Nelson, assicurandomi sempre di stare nel campo visivo di Ricci-pasticci.
Mr. Cespuglio apre gli occhi, mentre nonna-Flack lo continua a baciare, e quando il suo sguardo incontra il mio, la allontana in modo brusco.
Io sorrido tra me e me della vittoria e continuo a ballare, muovendo il bacino contro quello di Welson.
E in poco tempo succede quello che succede ogni santa sera.
Qualche ragazzo o ragazza mi passa il suo cocktail per andare a pomiciare in bagno e io me li scolo, fino a che la vista non si annebbia, la testa non si libera e il corpo non segue più le mie istruzioni.
Le mani di Nelson, così come quelle di Jack, quelle di Oliver e quelle dei ragazzi delle altre sere, si fanno largo sul mio corpo; prima toccano le braccia, in questo caso coperte dalle maniche nere in pizzo del vestito, poi scendono verso il bacino, poi giù, giù verso le gambe, fino a che non le sento sotto il vestito.
E tutto ciò stavolta mi piace.
Mi piace perché accade sotto lo sguardo di quello stronzo di Harry Styles.
Quello stronzo che, in qualche modo, è riuscito ad incantarmi.
A piacermi.
Più del consentito.
 
 
 


-April, scendi di li. Rischi di farti male.-
Io continuo a ballare, assieme a me sul bancone c’è una delle due bionde con la quale stavano parlando Niall e Zayn.
Ha dei tacchi vertiginosi, fucsia, due gambe chilometriche.
Come diamine ci sono salita sul bancone?
Guardo verso il basso e scorgo Styles che agita le mani verso di me e continua a chiedermi di scendere.
Mi tocca una caviglia.
Sento una scossa lungo tutto il corpo. La testa inizia a girare.
E’ per l’alcool o per la sua mano che sfiora il mio piede?
E questa frase romantica da quattro soldi perché cavolo l’ho scritta?
Si, è decisamente l’alcool.
Sto per cadere dal bancone, ma Mr. Cespuglio mi afferra prontamente.
-Presa, cara la mia ubriacona- mi dice, nella sua voce c’è un tono fin troppo confidenziale e tenero.
Scalcio, per farmi posare a terra, e gli rivolgo un’occhiataccia.
‘Lasciami Styles’ o ‘Fatti gli affari tuoi’ sono le frasi che vorrei dire, ma in qualche modo mi esce solo un:
-E la bionda dov’è?-
Lui sembra notare l’acidità nella mia voce e ride.
-Non fare la gelosa, April. Tu non mi sopporti. Tu mi tratti male da quando mi hai incontrato.- dice.
E’ brillo anche lui, lo capisco da come parla.
-Beh, vaffanculo Harry. Io non sono gelosa di te. Lasciami.- gli rispondo, urlando anche troppo.
Qualche ragazza si gira a guardarci e lui toglie la sua mano dalla mia vita.
Sembra non trovare nulla da dire, mi guarda con un sorrisino leggero sulle labbra.
Un sorrisino che, appena mi volto e trascino Nelson su per le scale, vedo scomparire.
Geloso Styles?
Beh, non dovresti esserlo.
Vai dalla tua nonna-Flack.
Scopatela fino a farla morire di crepacuore.
Magari stai attento a non smontarla come i Lego, le ossa alla sua età non si rompono, diciamo che si sbriciolano come un savoiardo.
Arrivo davanti alla camera da letto di Nelson, mi giro verso di lui e lo bacio con foga.
Spero che Harry senta tutto da la sotto.
E spero che muoia di gelosia.








Buonsaalve donzelle!!

Co
me state? Tutto bene?
Io pure!
Vi sono mancata? No? BENE! xD
Come promesso, ho aggiornato oggi. Sapete, chi di voi legge lo spazio autrice, che questo fine settimana
c'era il mio ragazzo e che non ho potuto aggiornare.
Non mi tratterrò molto. Scusate il capitolo di merda xD ma non avevo ispirazione, 
sono un po' triste per la sua partenza. Lo rivedrò solo fra due settimane...*sinonvenefregaloso*.
Alloraaaa il nostro Wilson-Nelson-Welson *miscugliodeiduenomi* l'ho immaginato come quel figone di Matt Lanter.
Andatelo a cercare, Tinypic è in sciopero xD
Sono riuscita a mettere però un nuovo banner, ho deciso che sarà diverso ad ogni capitolo e che seguirà ciò che succede.
Tipo, in quello di oggi ci sono i personaggi vestiti come li ho immaginati alla festa.
Spero che il capitolo vi piaccia e che mi perdonerete per essere poco simpatica oggi.
RECENSITE, RECENSITE E RECENSITE. L'ultimo capitolo ha avuto 4 recensioni. 
Ne vorrei di più, anche perchè nel settimo ce n'erano 7 -.-''.

GRAZIE A CHI SEGUE LA MIA STORIA e A CHI LA RECENSISCE SEMPRE.
Alla prossima, kisseees.

 

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Capitolo 5
*** 4. Cosa c’è, April? Hai visto troppa nudità questa notte? ***


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'Cosa c’è, April? Hai visto troppa nudità questa notte?'



Vorrei iniziare col dirvi che ci ho messo mesi per convincermi a pubblicare
questa FF  sul sito, quindi vorrei che i capitoli avessero qualche
recensione in più.

Ci tengo molto.
Visto che non aggiornerò probabilmente per un mese,partirò 
in vacanza in campeggio, vorrei tornare e trovare i capitoli con almeno
dieci recensioni ognuno.
O anche di più. Giusto per farmi capire se
vi sono mancata e se volete davvero che io continui.

Perchè io ci metto il cuore nelle mie storie e mi piacerebbe essere
gratificata dai vostri pareri, negativi o positivi che siano.
Detto questo, buona lettura. Ci vediamo nello spazio autrice sotto.

xxxxxxxxxxxxxxxxxx





 

Apro gli occhi e scorgo un soffitto bianco latte con delle spugnature azzurre stile ‘Cielo’, appena visibili nella penombra della stanza.
Si, ma che stanza?
Non è la mia stanza.
Il soffitto della mia è bianco, pieno di stelline che la notte si illuminano e poster di Hayden Christensen.
Forse le stelline che si illuminano non le dovevo nominare…
Scatto a sedere sul letto, un enorme letto a baldacchino coperto da raffinate lenzuola in raso color cioccolato.
Si ma, quale letto?
Non è il mio letto.
Il mio letto è un letto basso, stile casa Tropicale, a due piazze di fortuna, con un copriletto in cotone di un rosa gomma da masticare.
Mi giro, lentamente, rassegnata a rivivere la stessa esperienza di ogni notte.
Un ragazzo è steso accanto a me, il petto nudo e ben scolpito si abbassa ad un ritmo regolare, è coperto solo dal lenzuolo.
Wilson. Nelson.
Quello che è.
Strizzo gli occhi, e mi alzo lentamente, per non svegliarlo. Raccolgo il mio vestitino in pizzo nero, il mio coordinato push-up in raso nero e le mie decolleté.
Mi rivesto velocemente ed esco fuori dalla camera.
Dalla casa.
Senza lasciare neppure un biglietto.
Ci sono abituata a sparire così il giorno dopo.
L’alba è fresca e umida, il sole ancora non è sorto. Controllo l’ora nel display del cellulare mentre cerco un modo per tornare a casa.
Le 5 del mattino.
Taxi? No, non ho più spiccioli.
A piedi? No, e chi riesce a camminare per così tanto su questi tacchi?!
L’unica cosa da fare è chiamare per chiedere un passaggio.
Chi se ne fotte se a casa saranno tutti nel mondo dei sogni, io devo tornare assolutamente.
Senza pensare digito il numero di casa e attendo.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
Quattro squilli.
Cinq…e ma minchia, qualcuno vuole rispondere?
-Pronto, casa Van Der Woodsen.- finalmente risponde Jane, con voce assonnata.
-Jane, sono io. April. Devi assolutamente venire a prendermi.- le dico.
-COSA?- mi chiede lei, urlando in modo che mi fa capire che non è più tanto assonnata.
-Jane, davvero. Ho passato la notte con Nelson e ora non so’ come tornare a casa.-
La sento sospirare dall’altro capo.
-Va bene, sveglio Louis e lo faccio andare a prenderti. A dopo- mi dice, infine.
-Grazie grazie grazie Jane. Sei la migliore. A dopo- le rispondo io.
Ah, Jane.
Se non era per lei sarei rimasta lì…e chissà che avrebbero pensato i genitori di Nelson una volta tornati.
Non avrei mai voluto che pensassero che ho una relazione col figlio.
Ew.
 
 
 
Louis apre la porta di casa con le mie chiavi, poiché io sono un tantino troppo stordita per farlo da sola.
-Siamo a casa.- urla.
Jane mi corre incontro e mi abbraccia.
Io le sorrido, mentre la imploro con gli occhi di non chiedere spiegazioni neppure stavolta.
-Ti ho preparato la colazione, April. Vai, lavati e cambiati. Gli altri sono già giù in cucina.- mi dice soltanto, con il suo tono da mammina apprensiva.
Io annuisco e filo in bagno, sotto la doccia, per levarmi dalla pelle l’odore di Nelson, dell’alcool e della festa della sera prima.
Mentre l’acqua tiepida mi scorre sulla testa, mi rendo conto che sia aspettando Louis, sia in macchina con lui, c’è sempre stato un particolare della festa di ieri che io non volevo ricordare.
E ora, il mio cervello mi costringe a farlo.
Harry Styles.
Io che sono al bancone con Nelson, il Mojito in mano. Cerco disperatamente la sua chioma tipo nido di rondine. La trovo. Sta pomiciando con una parente della mummia di Tuthankamon. La cosa mi infastidisce. Prendo Nelson, lo trascino in mezzo alla mischia e faccio la puttana davanti agli occhi di quello stronzo.
Poi, bevo tanti cocktail e salgo a ballare sul bancone. Styles mi implora di scendere. Mi tocca una caviglia. Io perdo l’equilibrio.
Cado.
Fra le sue braccia.
Le sue braccia mi cingono, mi tengono stretta, quasi avessero lavorato giorni interi su come dovevano accogliere il mio corpo alla perfezione.
Poi Harry fa lo stronzo e io gli sputo addosso veleno, per mascherare quanto cavolo mi ecciti stare fra le sue braccia.
E poi trascino Nelson su per le scale. Lo bacio. Lo spingo sul letto. E tutta la notte mi immagino che lui sia Harry Styles.
Ah cazzo, e ora?
Esco dalla doccia, friziono i capelli chiari con un asciugamano e indosso la mia tutina in cotone bianca con i pantaloncini corti.
Quando mi guardo allo specchio, mi accorgo che potrei fare il remake del video di Thriller.
Michael Jackson si complimenterebbe per la mia splendida interpretazione della morta-vivente.
Scendo giù in cucina, le orecchie mi ronzano e, non appena vengono a contatto con il caos dei miei coinquilini, minacciano di dare le dimissioni.
La cucina è nel trambusto più totale.
Louis, Niall e gli altri tre smidollati sono in pigiama, e, credetemi, i loro pigiami sono uno più ridicolo dell’altro.
Quello di Liam ha i personaggi di Toy Story, Niall ha una tutona da bambinone gialla con le fette di torta, Louis ha un pigiama con le righe nella maglia e i quadretti neri nei pantaloni, Zayn ha un pigiama rosso con tanti piccoli specchi e Harry, beh, Harry ha semplicemente un paio di boxer neri aderenti firmatissimi fino al buco del sedere.
Non so’ da dove cominciare a commentare.
-Dio, ragazzi. Potete abbassare il volume delle vostre corde vocali? Le mie orecchie stanno minacciando di divorziare da me.- protesto.
Mi avvio verso il tavolo e mi siedo vicino a Liam, davanti a Styles.
-Ma avete svaligiato il guardaroba di un asilo nido? Niall, quelle sono fette di torta? Ma pensi sempre al cibo?- chiedo, ma il mio tono risulta fiacco e stanco.
-Buongiooornoo April.- mi dicono loro in coro.
L’unico a non salutare è proprio Styles, che continua a guardare cupo i suoi cereali.
Liam sgrida Louis per qualcosa e lui, come risposta, si avvicina a Sonodolcecomeilmiele con un cucchiaio.
Ma, lo vuole sul serio minacciare con un cucchiaio?
Cosa pensa che farà?
Che scapperà a gambe levate urlando come un donnina?
Liam lo guarda con occhi terrorizzati, poi si alza e si nasconde dietro Zayn, implorando Louis di stargli lontano con quell’aggeggio infernale.
E’ cucchiaiofobico? O.O
Decido di rimandare a dopo le domande e concentro tutta la mia ironia aciduncola verso Styles.
-Styles, buon Dio, copriti. Di prima mattina ho lo stomaco debole.- gli dico, sibilando.
Lui mi fulmina con lo sguardo mentre Liam, da dietro Zayn, soffoca una risatina.
-Cosa c’è, April? Hai visto troppa nudità questa notte?- mi domanda lui, per vendicarsi.
Io faccio una smorfia indispettita.
-La nudità che ho visto non ti riguarda. Ed era senz’altro meglio della tua- gli rispondo, incazzata come una belva quando gli portano via il suo pranzo.
Ah, April, bella cazzata.
Dillo, non hai mai visto un fisico più fisico di quello di Sonostronzo Styles.
-E poi, la nudità che ho visto io era sotto i sessant’anni. Tu invece? Con la…come si chiama? Flaccid? Flick?-
-Flack. E, sinceramente, non ti riguarda.- mi risponde, e dal suo tono capisco che non sta scherzando.
Harold è incazzato.
Tanto.
Ma da che pulpito?!
-E a te non importa con chi ho scopato questa notte. Quindi impicciati degli affari tuoi, Styles- gli urlo.
Tutti si ammutoliscono e ci fissano ad occhi sbarrati.
Noi ci guardiamo, con il fumo che ci esce dalle orecchie.
A momenti mi aspetto che passino le balle di fieno come nel Far West e che ad Harry spuntino due baffoni e un capello da cowboy.
Potremmo fare il remake di ‘Mezzogiorno di fuoco’ che in questo caso bisognerebbe chiamare ‘Otto e un quarto di fuoco.’
-Che ne dite di andare a fare un bagno in piscina?- propone Jane, spezzando l’imbarazzante silenzio.
Tutti annuiscono e io, sbattendo la tazza nel lavandino, esco dalla cucina e mi chiudo in camera.
Come si permette quel coglione di farmi le battutine sulla notte appena trascorsa?
Cosa gliene frega? Niente!
Lui non è il mio fidanzato, non ha il diritto di essere geloso.
Jane bussa ed entra, senza neppure aspettare il mio permesso.
-Che ti succede April?- mi chiede, venendosi a sedere accanto a me nel letto.
Io scuoto le spalle.
-Non ti ho mai visto così…incazzata prima d’ora.-
-E’ lui. Non lo sopporto. Lo odio. Voglio sbatterlo fuori di casa. Posso?- le dico, tutto d’un botto.
Lei mi sorride.
-No April, resisti. E’ il migliore amico di Louis.- mi risponde.
Io abbasso la testa.
-Dai, mettiti un costume e raggiungici in piscina.- mi dice, prima di uscire.
Fanculo Styles, la piscina è mia. E’ lui che non dovrebbe andarci, non io.
Afferro il mio costumino rosso e verde che ho comprato a Barcellona due anni fa. Il mio bellissimo costumino.
Ti farò crepare di gelosia Styles.
 
 
 
 
La giornata è così calda che sudo appena metto piede fuori di casa.
La piscina, prima così tranquilla e ordinata, è messa a soqquadro da quei pirati dei miei coinquilini.
Niall si tuffa dal trampolino, Liam lo schizza dalla piscina, e Harry e Louis e Jane sono appoggiati al bordo che parlano e schiamazzano.
Zayn è l’unico fuori dall’acqua, seduto nel bordo che fa ciuff ciuff con i piedi.
Mi siedo accanto a lui.
-Ciao, ciuffo.- gli dico.
Lui si gira e mi sorride.
-Ciao acido muriatico.- mi risponde.
Io arriccio il naso.
Acido Muriatico?
Ma è scemo?
-Acido muriatico?!-
-Si, in onore della tua dolcezza e della tua gentilezza.-
Io non posso fare a meno di ridere.
-Mi passeresti la bottiglietta d’acqua, April?- mi chiede, sghignazzando.
Io, istintivamente, lo guardo male.
-Malik hai le gambe?! Bene, allora alzati e prenditela. Non sono una cameriera.-
Lui ride.
-Visto?- mi dice.
Io rimango un attimo a pensare, poi capisco e rido.
Stronzo.
Mi ha teso una trappola.
Non c’è neppure una bottiglietta d’acqua nei dintorni.
-Fottiti, Malik.- gli dico, ridendo.
Poi mi alzo e vado verso uno dei lettini bianchi. Mi stendo e chiudo gli occhi.
Evito di pensare. Da un po’ di tempo cerco sempre di non farlo.
Sto per addormentarmi, cullata (per modo di dire) dal grande vociare dei mostri, quando davanti ai miei occhi passa un ombra.
Li apro e trovo seduto nel lettino accanto a me il Mr. Sonostronzoemenevanto.
-Sparisci Styles.- gli dico.
Lui si avvicina, poggiando i gomiti sulle ginocchia. La sua fronte sfiora quasi la mia.
-Mi dispiace per prima, April. Lo so che la tua vita sessuale e sentimentale non sono affatto affari miei.-
Rimango spiazzata.
Mi sta chiedendo scusa?
Mi alzo a sedere, evitando di scontrarmi con lui, e mi metto di fronte a lui, nella sua stessa posizione.
-Noi ci conosciamo da ieri, e…davvero, mi dispiace.-
Arranca, le parole fanno fatica ad uscirgli.
Scruto nei suoi occhi verdi per capire se mente, ma non c’è traccia di ilarità.
La parte umana di me vorrebbe dirgli che va’ tutto bene e vorrebbe confessargli del fastidio provato nei confronti della Flaccid. Flack.
Vabbè, qualche lettera di differenza….
Ma, la April che è stata segnata dal passato decide di non rivelargli nulla.
Guardandolo negli occhi, vedendolo implorandomi silenziosamente di rispondergli, sento qualcosa crescere dentro me.
Harry Sembrostronzo Styles mi piace.
Mi incuriosisce.
Mi attrae da morire.
Pensando questo arrossisco e mi avvicino lentamente a lui.
E se lo baciassi?
E se gli dicessi quello che ho appena pensato?
Apro la bocca per dirgli qualcosa.
-Harry, io…-
‘Make me come alive. Com’on and turn me on.’
Ha turn me on come suoneria?
-Pronto.- risponde.
Cavolo, interrotta da un cazzutissimo cellulare.
Mi ha risvegliato come una doccia fredda.
Come una secchiata d’acqua dei Poli.
Lui mi guarda.
-Ah ciao, Caroline- dice, poi si allontana, continuando a parlare.
Carol….cosa?!
Cosa?!
Caroline? La Flaccid?
Nonna?!
Inspiegabilmente, mi viene da piangere.
Mi viene voglia di andare e urlarle di andare a incularsi Geppetto.
Di lasciar perdere Harry, perché sarebbe potuta essere benissimo la sua bisnonna.
E invece non faccio niente di tutto questo.
Mi limito a prendere la rincorsa e a buttarmi in piscina.
L’acqua fresca lava via la mia gelosia.
La lenisce.
La anestetizza.
Nuoto fino a Jane e Louis e inizio a parlare con loro, facendo l’indifferente e guardando ogni tanto Styles che, con un sorrisino malizioso sul volto, fa avanti e indietro al telefono.
Stringo i denti e non ho bisogno di guardare Jane per capire che lei ha capito.









Hoooolaaa!! 

Come state? Io benissimissimo. Dovrei andare in vacanza tra poco quindi non aggiornerò più per un mese. Temo che questo sarà l'ultimo capitolo fino a Settembre. 

Non ho molto da dirvi, spero vi piaccia, vi diverta e che mi scusiate se non è il massimo.
Devo fare dei ringraziamenti a tutte coloro che seguono la mia storia, a chi la recensisce e chi l'ha messa nelle preferite o nelle ricordate.
Siete meravigliose *.*
Ringrazierò individualmente nel prossimo capitolo.
Beh, questo è davvero lungolungo, sono dieci pagine di Word. Se vi ha indotto al suicidio, fatemi pure causa.
Come ho già anticipato all'inizio, vorrei vedere i capitoli aumentare con le recensioni.
Io ci metto passione nelle mie storie e vorrei un parere da tutti, negativo o positivo che sia.
Per favore, non deludetemi. Fate aumentare le recensioni.
Fatele arriva a dieci. Anzi, superatele le dieci recensioni.
Ho fiducia in voi bellezze.
Alla prossima,

xxxxxxxxxxxxxxx
 

 



 

 






 



 

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Capitolo 6
*** 5. Quali sono le sette cose che odi di me? ***


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'Quali sono le sette cose che odi di me?'




 

-April, avanti. Sono più di sei ore che sei chiusa in camera. Vuoi uscire di li?- mi chiede Jane.
La sua voce risulta imbottigliata per via della porta spessa che ci separa.
Tu, che hai inventato le porte, sia santificato il tuo nome.
Cavolo, sono già sei ore qui dentro?
Guardo l’orologio sul comodino, segna le sei del pomeriggio.
Mi alzo dal letto e vado verso la porta, aprendola.
Jane è in shorts e canottiera rossa, con i capelli legati in uno chignon esageratamente alto.
E mi fissa in cagnesco, poggiata allo stipite della porta.
Io le sorriso, fingendo indifferenza.
-Cazzo April, ma sei diventata scema?- mi dice.
Io scuoto la testa, incapace però di rispondere.
Si, forse sono davvero diventata scema.
Altrimenti non mi importerebbe di Styles, di nonna Flack, della conversazione di prima in piscina e dei sentimenti che hanno provato a uscire.
Me ne fregherei altamente.
-Ti prego, Jane. Quando riuscirò a capirci qualcosa anche io, cercherò di informarti.- le dico.
Lei scuote la testa.
-Odio avere sempre il ruolo della mammina apprensiva con te, April. Ma da quando Jason ha…- dice, ma io la interrompo appena nomina l’innominabile.
Allarmata, spalanco gli occhi.
-Noo, non lo nominare, per carità. Quel nome porta sfiga.- le dico, buttandola sull’ironia.
In realtà, non è solo per la sfiga.
Nominare J. sarebbe come rigirare il coltello in una piaga che è ancora fin troppo aperta.
E non voglio sanguinare più di quanto non abbia già fatto.
-April, devi fartene una ragione…Jason ti ha fatto soffrire ma…- cerca di dirmi, ma io la interrompo di nuovo, mettendole una mano davanti al viso.
-Jane sul serio, va da Louis. Va di sotto, posso sentire i mostri urlare e il mio salotto piangere. Per me l’hanno distrutto. Vai e tienili d’occhio tu.- la imploro, ironica.
Lei mi guarda, strizzando gli occhi con sospetto.
-Ti prego. Dammi dieci minuti e scenderò anche io.-
-Ok. Ma se non scendi fra dieci minuti vengo io a prenderti e ti porto giù tirandoti per gli alluci.- mi dice.
Poi si gira e sparisce giù per le scale.
Io, una volta constatato che il piano è deserto e che quindi tutti quanti sono giù o fuori di casa, entro in camera mia e accendo lo stereo.
 
‘I probably shouldn't say this                               
But at times I get so scared                                  
When I think about the previous                        
Relationship we shared‘  
                                    
 
Canta Miley, dalle casse.
Io mi abbandono sulla sedia della scrivania, che ruota su se stessa prima di fermarmi davanti alla finestra.
Osservo gli alberi, la foresta, aspettandomi da un momento all’altro che Edward Cullen spunti dalla cima di un cipresso e mi faccia ciao-ciao con la manina.
E, intanto, penso.
Ho sempre adorato ‘7 things’ di Miley Cyrus, specie da quando Jason mi ha lasciata, dopo avermi usata e presa in giro.
E dire che quella è stata la prima volta, e anche l’ultima, che mi sono concessa di fidarmi dell’amore…

‘The 7 things I hate about you!                                
The 7 things I hate about you, oh you                           
You're vain, your games, you're insecure                    
You love me, you like her                                          
You make me laugh, you make me cry                   
I don't know which side to buy ‘


Jason era così, un ragazzo dai principi superficiali, dal carattere insopportabile, con un bel visino da dannato, un fisico da giocatore di calcio e l’intelligenza di un comodino smontato.
Mi amava, ma le piaceva anche lei.
E lei.
E lei.
Insomma, ogni qualsiasi cosa che avesse due tette, un culo e una figa e che respirasse.

‘Your friends, they're jerks 
When you act like them, just know it hurts 
I wanna be with the one I know 
And the 7th thing I hate the most that you do 
You make me love you’


I suoi amici erano insopportabili. Lui, all’inizio sembrava diverso da loro.
Ma poi ho scoperto che si comportava esattamente uguale.
E faceva male.
Ma la settima cosa della canzone, quella non era giusta.
Lui non faceva in modo che io lo amassi.
Io lo amavo perché ero una stupida incosciente, sadica e masochista, che per una delle sue prime storie d’amore in prima superiore aveva scelto il più bastardo dei bastardi.
Le sette cose che odio di te…
-Bella.- commenta qualcuno.
Io sobbalzo dalla sedia e scatto in piedi, girandomi verso la porta, assumendo una posizione da tartaruga ninja (?).
Styles è in piedi, appena oltre la porta, appoggiato al muro.
Ha i capelli ricci leggermente umidi, segno che è appena uscito dalla doccia, una canotta nera e un paio di jeans, con il cavallo che arriva alle caviglie.
Mi domando se abbia il sedere nei talloni o se gli piacciano semplicemente i pantaloni messi così…
-Styles!- grido.
Lui mi guarda, sorridente.
-Che cazzo ci fai nella mia camera?!-
Stavolta aumento i decibel e lui si tappa le orecchie.
-La porta era aperta, io ero appena uscito dal bagno, ho sentito musica e sono entrato.- mi dice, semplicemente.
Io vado verso di lui e cerco di spingerlo verso la soglia della porta.
-Bene, grazie. Ora puoi anche evaporare.-
Lui però oppone resistenza e mi sorpassa, andandosi a sedere nel letto.
Io lo guardo a bocca spalancata, mentre lui si sistema meglio e infine si corica, braccia dietro la testa e caviglie incrociate.
Ma che minchia?!
Non ha capito?!
Si deve levare da mezzo al cazzo.
-Styles, cosa non è chiaro al tuo cervello da procione? Devi.uscire.da.qui.- gli dico, scandendo bene le parole, in modo che il messaggio arrivi dritto dritto a quella figurina delle Winx che ha al posto del cervello.
Lui, per tutta risposta, chiude gli occhi e inizia a canticchiare.
Io mi siedo sulla sedia.
Minchia, è bravo.
Ha una voce bellissima.
E’ roca, profonda, dolce, sexy.
E…April, dacci un taglio.
Lui si sente osservato evidentemente, perché apre gli occhi e mi fissa in modo interrogativo.
-Che c’è?- gli chiedo.
-No, che c’è tu. Mi stavi osservando…- dice.
Io fingo una risatina, mascherando l’evidenza.
-Io? Osservandoti? Ti prego Styles…veramente credi che io possa perdere secondi preziosi del mio tempo a fissarti?-
Che buuugiaardaa.
Potrei andare a fare il provino per fare l’attrice.
Mi prenderebbero al volo.
Nessuno dei due risponde.
I nostri occhi si cercano, si trovano e si catturano.
I suoi mi sorridono, dolci. I miei rispondono goffamente.
Distolgo lo sguardo.
Restiamo ancora qualche secondo ad ascoltare la canzone. E quando finisce, rimaniamo ad ascoltare il silenzio e il brusio di sottofondo degli energumeni giù in salotto.
-April?- dice, all’improvviso.
-Mh?-
-Quali sono le sette cose che odi di me?-
Io spalanco gli occhi.
Le sette…cosa?
-Come prego?- esclamo.
Lui si mette a sedere sul letto e assume la stessa posizione di stamattina in piscina. Gomiti sulle ginocchia e testa posata sulle mani.
Quanto è stuprab….carino.
-Hai capito bene. Quali sono le sette cose che odi di me?-
-Ma perché mi fai questa domanda?- gli chiedo, senza ironia. Provando a capire.
-Perché ormai ho capito che mi odi, quindi voglio sapere almeno sette motivi validi.-
Io sorrido.
-Styles io non ti odio….- gli dico.
Lui si illumina.
-Ah no?!-
-No. Mi stai diversamente simpatico. Diciamo che se per caso dovessi scegliere se buttare da un burrone te o Giustino Biberon, beh butterei te.-
Lui ride di gusto.
Dio, la sua risata.
Mi stuprerei anche quella.
E’ la risata più bella che io abbia mai sentito.
E’ una risata dolce e sexy allo stesso tempo; cristallina, pura, allegra…
E le sue fossette…
Oh, Styles…
-Comunque, dai. Dimmele.- mi dice.
Io lo guardo, per vedere se scherza, ma lui è serio.
E io, contro voglia, sospiro e penso.
-Odio la tua vanità. Sei più vanitoso di un pavone in calore. Se tu fossi un pavone faresti la ruota anche davanti agli alberi.-
Lui ride di nuovo.
-Poi odio la tua strafottenza. Te ne vai in giro camminando tre metri dal suolo e guardando cosa fanno gli altri, sfottendoli, senza mai considerare la tua vita.
Poi…sei antipatico.
E sei un playboy senza speranza. Anzi, un puttaniere, lo preferisco come aggettivo.-

Lui mi sorride.
Nonostante tutte le cose davvero poco carine che ho detto, mi sorride.
Non se l’è presa.
-Siamo solo a quattro. Ne mancano tre.- mi fa notare.
Io balbetto.
-Ti chiami Harold Edward Styles. Il tuo nome è il nome più brutto mai sentito in tutta la mia vita.-
-Non vale, April.- mi dice, con voce bassa, suadente.
Si alza e si avvicina a me. Poi mi prende le mani e mi fa alzare in piedi.
I nostri nasi si toccano, le sue mani che avvolgono le mie sono morbide e grandi.
Il suo respiro sul mio viso è caldo e dolce.
Dio, quanto romanticismo…
Le sue labbra sfiorano le mie.
Chiudo gli occhi e mi preparo, ma lui si allontana e va verso la porta.
-Non ti sei allontanata, e io stavo per baciarti. April, April, April, allora non mi odi così tanto.- mi canzona, ridendo.
Io mi incazzo come una belva e parto al suo inseguimento.
-Non provare mai più a sfottermi, Styles.- gli grido.
Scendiamo le scale e arriviamo in salone.
Passiamo davanti al televisore, guadagnandoci le proteste di Liam che sta guardando Toy Story.
Harry gira intorno a Niall, facendogli quasi cadere il sandwich e beccandosi insulti che io neppure credevo esistessero.
Jane e Louis ci guardano, divertiti.
Zayn, fa capolino dalla cucina.
-Ragazzi, che succede?-
-Niente- risponde Styles, fermandosi davanti a me, dietro il tavolino da caffè e sorridendomi.
-Styles mi sfotte.- dico io.
-Ti fotte?- dice Malik, prendendomi in giro.
-Ragazzi, queste cose tenetevele per voi.- grida Niall dal divano, con la bocca mezzo piena.
Io alzo gli occhi al cielo, esasperata.
-Vaffanculo, Pakistan. Torna in cucina a specchiarti nelle pentole. Quanto a te Niall, strozzati con il tuo sandwich.-
Entrambi ridono.
Styles si avvicina a me.
-Non è ancora finita, Harold.- gli dico, puntandogli l’indice contro.
-Oh, non direi proprio, Van Der Woodsen. Spera di trovare tutti i mancanti motivi entro domani, altrimenti ti toccherà uscire con me a cena.-
-Questa è una vera e propria minaccia, Riccio.- gli dico.
Lui mi fa l’occhiolino e prende posto affianco a Niall nel divano.
Cavolo, perché non mi dispiace non sapere i mancanti tre motivi?
 








Shaaaaaaaaaao beleeee!!

Pooooovere illuse voi che pensavate di esservi liberate di me fino a Settembre. Puahahahahaha!
Apparte le minchiate, ho oggi e domani mattina per mettervi almeno altri due capitoli.
Contente? NOOO! xD
Ho fretta, scusatemi.
Ringrazio ancora tutte colore che seguono e recensiscono la mia storiella.
RECENSITE, RECENSITE BELE.
Se recensite Liam verrà a vedere Toy Story a casa vostra (?)
Volooooo. Alla prossima,
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Capitolo 7
*** 6. Chi ti dice che io non abbia quei fottutissimi tre motivi? ***


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 'Chi ti dice che io non abbia quei fottutissimi tre motivi?'

 

Belleee!
Vi avverto subito: questo è ufficialmente l'ultimo capitolo fino a Settembre.
Buona lettuna splendori, ci vediamo nello spazio autrice sotto.
Anche quello sarà lungolungo come il capitolo di oggi, quindi mettetevi comode.

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Sono sul divano, spaparanzata in maniera inguardabile, che osservo il soffitto del salotto.
Qualcuno si butta a peso morto vicino ai miei piedi.
Liam.
-Ciao Payne- gli dico, zuccherosa.
Liam mi sta simpatico.
E’ un tipo davvero apposto. Tanto dolce e carino.
-Ciao April- mi risponde lui.
Mi tiro su a sedere e lo guardo.
Oltre a essere dolce ed educato è anche un gran pezzo di fig….è un ragazzo davvero molto bello.
Ha morbidi ricci castano-biondi, simili a quelli di Harry, due occhioni nocciola grandi ed espressivi, le labbra piene e un fisico da modello.
E ringraziate che sto descrivendo Liam James Payne, altrimenti avrei usato aggettivi molto meno casti.
-Senti, avrei bisogno di un consiglio…- mi dice, abbassando lo sguardo.
-Dimmi pure, Liam.-
-Mi piace una ragazza…-
Io sorrido, intenerita.
Com’è dolcino!
-Eh?-
-Beh, vorrei invitarla a cena, stasera. Ma non so come farlo. Non so se le piaccio.-
Sembra un bambino di dieci anni alle prese con la sua prima cotta.
-Oh, caro il mio Toy Story. Senza alcun dubbio ti dico che le piaci. Come mai potresti non piacere? Ti sei visto? Sei veramente un grande gnoc…- dico, ma lui mi interrompe, con un occhiataccia.
Già, dimenticavo il perché gli altri lo chiamano Daddy Liam.
-Sei un gran bel ragazzo.- mi correggo e lui sorride.
-Quindi, prendi il telefono, chiamala e invitala.- concludo.
Lui annuisce, ma rimane fermo li.
-Adesso- lo incito, a voce un po’ più alta.
Lui annuisce di nuovo, senza muoversi.
-Vuoi alzare quel cazzo di culo dal divano, prendere quel fottutissimo telefono e chiamare quella ragazza prima che le cadano i capelli e le crescano le rughe?!- gli urlo, stavolta.
-Okay, okay, okay, Miss Finezza.- dice, alzandosi.
Sospiro sollevata e lo guardo prendere il telefono dalla tasca e comporre un numero.
Mentre aspetta una risposta mi guarda.
-Poi faremo i conti più tardi per le parolacce che hai detto, signorinella- mi dice, sorridendo.
Io gli faccio la linguaccia.
-Pronto? Danielle?- dice, salendo le scale e sparendo dalla mia vista e dal mio udito.
Accendo la tv con fare pigro e inizio a fare zapping.
Cazzum, c’era Gossip Girl e io me lo sono persa.
Blair sta per baciare quel figone di Ed Westick, quando qualcuno mi ruba il telecomando dalla mano e gira il canale.
Harry si siede dove era Liam qualche minuto fa e, sorridente, si ferma su Dragonball.
-Styles, rendimi il telecomando. Subito!- gli dico.
Lui fa finta di non ascoltarmi.
Oh cazzo, ma quanti anni ha? 2?
Dragonball?!
Mi alzo e mi metto davanti al televisore.
-Hei April, che fai? Majin Bu si sta trasformando, levati.- protesta, facendo cenno con la mano per togliermi.
Io, per tutta risposta, spengo la tv e mi avvicino a lui.
-Finito il divertimento, Harold.-
-Non mi chiamare Harold.- mi risponde, facendo la faccina corrucciata come i bambini.
Mi giro per andarmene in camera, ma lui mi afferra per i fianchi e mi fa sedere vicino a lui.
-Sbaglio o oggi devi uscire con me?- mi dice.
Io rido.
Moooolto divertente, Styles!
-Sbagli!- gli rispondo io.
-Io non credo. Ti ricordo che ieri abbiamo fatto una scommessa. Se tu non fossi riuscita a trovare i mancanti tre motivi entro oggi, saresti dovuta uscire con me. Quindi ti consiglio di andare a prepararti.- dice, ammiccando.
-Chi ti dice che io non abbia quei fottutissimi tre motivi?- bleffo, alzando il mento nella sua direzione.
-Ah davvero? Beh, dimmeli. Sono tutto orecchi.-
Oh cazzomerda, e ora?
Dai April, tu odi Harry Styles, non puo’ essere così difficile trovare altri tre motivi.
-Beh, giri nudo per la casa.- esclamo, poco convinta.
E' la prima cosa che mi è passata per la mente.
Lui si avvicina pericolosamente al mio viso, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Si, vorre
i muovermi ma non ci riesco.
-E sei sicura che questo sia un motivo per cui mi odi? O forse ti piace…?- mi sussurra, vicino all’orecchio. 
Io rabbrividisco.
-Vado a prepararmi.- dico, con il poco fiato che mi rimane in gola.
Meglio uscire con Styles e cercare di stargli un po’ più lontana, che rimanere attaccata a lui nel divano, cercando degli stupidi motivi.
C’è meno rischio che mi venga voglia di baciarlo.
Lui ride mentre io salgo le scale.
-Pronta alle 7 e mezza. Hai mezz’ora- mi urla.
-Vaffanculo- gli rispondo io.

 
 
 




Mentre mi guardo allo specchio e mi sistemo il vestito color panna, Liam passa nel corridoio e mi nota.
-Ah, ciao April. Vai ad una festa?- mi chiede.
-No, esco con Harry.- dico, con quanta più nonchalance posso.
Lui strabuzza gli occhi.
-Con Harry?!-
Io annuisco.
-Hai intenzione di portarlo fuori per ucciderlo e seppellirlo in qualche bosco?- mi chiede, alzando un sopracciglio.
-Payne, tu guardi troppi film. Abbiamo solo fatto una scommessa.-
-Ah. Beh, buona fortuna. Visto che lo odi, è mio dovere avvisarti che Harry bacia al primo appuntamento.- dice.
Io spalanco gli occhi.
C-o-s-a?!
Harry. Bacia. Al. Primo. Appuntamento.
Merda.
Lui ride, vedendo la mia faccia.
Devo essere sbiancata.
Jane fa irruzione nel corridoio.
-Payne, che le hai fatto?- gli chiede.
Liam fa spallucce.
-Le ho solo detto che Harry bacia al primo appuntamento.-
Jane alza un sopracciglio.
-Beh, visto che deve uscire con lui…- dice, poi si avvia verso le scale. -Bene, io devo uscire con Danielle. A dopo.-
Jane continua a osservarmi, con gli occhi quasi più spalancati dei miei.
E, vi assicuro, è già tanto se i miei bulbi non sono fuori.
-Esci con Harry Styles?- mi chiede.
Io non faccio in tempo a spiegarle che Zayn Pakistan Malik esce dal bagno, con solo un asciugamano in vita.
Ma Gesù, tutti così fighi dovevi mandarmeli?
-April esci con Harry?!- mi chiede anche lui, strabuzzando gli occhi.
Niall esce dalla camera, forse in cerca di cibo, e strabuzza gli occhi anche lui.
-Esci con Harry?-
Louis fa capolino in quel momento e abbraccia Jane per la vita.
Poi, notando tutti questi occhi strabuzzati chiede:
-Che succede?-
-April esce con Harry.- gli risponde Jane.
Lui spalanca la bocca per lo stupore.
Io roteo gli occhi al cielo e mi avvio per le scale, lasciandoli li con il loro stupore.
-E’ solo per una stupidissima scommessa.- urlo.
Poi prendo Harry per il braccio e lo trascino fuori di casa.
-Come mai tanta fretta?- chiede lui, ironico.
-Non farti strane idee, Styles. Lo faccio solo perché mi stanno facendo troppe domande.- gli rispondo e mi avvio verso la strada.
Lui mi raggiunge, mi prende per un braccio e mi sussurra all’orecchio.
-Sei bellissima.-
-Odio quando mi sussurri all’orecchio.- gli dico.
Lui annuisce.
-Non bastano, April. Ne devi trovare ancora due.- dice, ammiccando.
-Odio quando ammicchi e fai quel tuo sorriso malizioso.-
-Sei. Sono commosso. Se mi dici anche il settimo potrei anche farti tornare a casa.- mi dice.
Io apro la bocca, ma il settimo motivo mi manca.
-Beh, la settima cosa che odio di te…è…-
Cazzominchiamerdaputtanaevatroia.
Che finezza.
Harry ride.
-Pazienza, zuccherino. Dovrai uscire con me.-
Alzo gli occhi al cielo.
-Dove mi porti?- gli chiedo, mentre lui apre la decapottabile nera di Louis.
-A cena nel mio ristorante preferito. E poi…beh sarà una sorpresa.-
 
 
 
 
 
 
 
Due ore dopo, finito di cenare, Harry mi prende per mano e mi conduce fuori dal ristorante.
-Lasciami la mano, Styles.- sibilo fra i denti.
Lui sorride e mi lascia.
Lo seguo, mentre si addentra in una stradina stretta e buia.
-Non è che poi spunta fuori qualche assassino che ci vuole uccidere?- gli chiedo, tremando leggermente.
Questa stradina mette i brividi.
-Ma va. Al massimo, ci sono io a proteggerti, babe.- mi dice, facendomi l'occhiolino.
Io roteo gli occhi al cielo.
-E allora stiamo freschi.- commento, sarcastica.
Dopo qualche minuto finalmente sbuchiamo alla luce della luna piena.
-Eccoci.- mi dice.
Io mi guardo attorno.
Siamo sul molo di quello che sembra un piccolo porto.
La luce della luna si riflette sul mare blu, le barche ondeggiano dolcemente con le onde.
Se non fosse stato per Styles, sarebbe stato veramente romantico.
Lui si siede sul muretto che si affaccia sul mare aperto e mi fa cenno con la mano di salire vicino a lui.
Io esito un momento.
Eddai, April. Ormai ci sei dentro.
Sei qui, con lui.
Tanto vale sederti.
Prendo lo slancio e salgo anche io.
Lo guardo.
La luce della luna si staglia su di lui, riflettendosi sui suoi riccioli e dando ai suoi occhi verdi una consistenza quasi di vetro.
-Sei bellissimo…- sussurro.
No, aspetta, perché l’ho detto? Volevo solo pensarlo!
Lui si gira per guardarmi meglio negli occhi e sorride.
-Come hai detto?- mi chiede.
Ma, da come mi guarda, ho capito che, sfortunatamente, mi ha sentito benissimo.
Ma io dico, non potevi donargli un po’ più di sordità (?).
Io arrossisco e abbasso la testa, giocherellando con l’orlo in pizzo del vestito.
Lui mi solleva il mento con un dito e mi costringe a guardarlo.
Per tutta la sera avevo evitato il suo sguardo, i suoi occhi.
Per tutta la sera avevo ignorato i miei sentimenti.
Ora invece,  lui mi sta costringendo a guardarlo negli occhi.
E io non posso più sfuggirli.
-Hai trovato la settima cosa che odi di me?- mi sussurra.
Io annuisco senza pensarci.
Cazzo si, l’ho trovata.
Ma, aspetta, le sue labbra si avvicinano alle mie.
Cavolo, cosa stavo dicendo?
Settima cosa…? Quale settima cosa?
-Mi stai per baciare…- commento io.
Lui annuisce.
-Vuoi tirarti indietro?- mi chiede.
Senza pensarci, scuoto la testa.
E fottitene April.
Bacialo.
Le sue labbra morbide sfiorano le mie. Il suo respiro solletica il mio volto.
Mi accarezza la guancia con il pollice prima di accostare finalmente la sua bocca alla mia.
E’ un bacio di appena due secondi, duro, asciutto.
Quando si stacca, io lo guardo confusa.
Che è, un bacio quello?
Lui ride, come se mi abbia letto nel pensiero e si riavvicina.
Questa volta mi schiude le labbra con la lingua e io, obbediente, lascio che le nostre lingue si accarezzino, si intreccino.
La sua è liscia e calda come l’olio bollente.
Sento la testa cominciare a vorticare.
Le sue labbra sanno del budino che abbiamo mangiato come dolce e di tante cose altre cose dolci che la mia povera mente annebbiata non riesce a riconoscere.
Il tempo si ferma, la mia mano va a giocare con i suoi ricci morbidi.
Gli mordo il labbro inferiore e lui sorride, senza mai smettere di baciarmi.
Gemo, soddisfatta, completa.
Nessuno mi aveva mai baciata così prima d’ora.
Quando lui si stacca, mi passo la lingua sulle labbra per sentire ancora il suo sapore.
-Mi odi ancora?- mi chiede.
Io lo guardo, incapace di rispondere.
Non l’ho mai odiato.
Mai.
Ma non gli darò mai la soddisfazione di ammetterlo.
E per quanto riguarda quella settima cosa…
Beh, credo di averla trovata.







Buonaaaaaseraaaa!!

Sono molto triste. Si, perchè mi ero affezionata alla mia storiella e invece ora la devo interrompere fino a Settembre. T.T
Bene, ragazzuole, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che come al solito recensirete.
RECENSITE.
RECENSITE.
Vorrei che almeno uno dei capitoli arrivi a dieci recensioni.
Pleaz, fatelo per me *.*
Alloooora iniziamo a ringraziare.
Grazie prima di tutto a tutte quelle ragazze che seguono le mie storie. Cavolo, siete 25.
Siete meravigliose!
Grazie alle meravigliose 11 ragazze che hanno messo la storia nei preferiti e alle 4 che l'hanno messa nelle ricordate.
Vorrei ringraziare le due ragazze, Rika1D e SwEeTy_MaRtY_, per avermi messa tra le autrici preferite.
Sul serio, non me lo sarei mai aspettata! *.*
Grazie anche a tutte quelle che hanno recensito la mia storia. Siete state veramente un grande supporto.
Ma un grazie speciale va ad alcune ragazze:
xineedairishboy, GiuliG, Sa2502 e Reghen

perchè hanno recensito praticamente tutti i capitoli e mi hanno davvero fatto trovare la forza di andare avanti con la storia.
GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE. A TUTTE.

Beh, prima di lasciarvi, volevo farvi vedere quanto è faiga la mia April/Daveigh Chase:

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E' troppo ahdwujnsndj *.* questa ragazza.
E non dimentichiamoci anche di Jane:

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vedendo le protagoniste femminili della mia storiella mi si abbassa l'autostima. >.<
Ma facciamo anche un saluto specialissimo al mio protagonista maschile *.*, il mio amatissimo Styles e alla sua boyband di mostri
che in questa storia fanno da contorno, ma che non sono meno importanti, in qualità di mia band preferita:

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Ccccciaaaao bellezze, ci rivediamo a Settembre.
MI MANCHERETEEE!!

RECENSITE. RECENSITE. RECENSITE.

xxxxxxxxxxx

 

 

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Capitolo 8
*** 7. Allarme rosso, allarme rosso. Frase riciclata da quattro soldi. ***


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‘Allarme rosso, allarme rosso. Frase riciclata da quattro soldi.’



 

Continuo a fissare il soffitto della mia camera, che si schiarisce man mano che il sole sorge e filtra attraverso le tende arancioni.
Per la prima volta in due anni non mi ritrovo a fissare soffitti sconosciuti, su letti sconosciuti e con affianco qualche sconosciuto molto attraente che se la dorme alla grande.
Era stato un sogno? Una pia illusione?
Avevo davvero baciato Harold Edward Styles?
Scuoto la testa e mi libero delle lenzuola rosa.
Mi meraviglio, poggiando i piedi per terra e alzandomi, di quanto la mia testa sia incredibilmente leggera senza il peso della sbronza.
E’ quasi come rinascere.
Do’ una veloce occhiata alla sveglia. Le 7 e 30.
Niente fughe dalle case, niente chiamate per venirmi a prendere.
Solo un semplice risveglio mattutino, accompagnato dal canto degli uccelli e dal pallido sole delle mattine d’estate e da un tonfo di stoviglie al piano di sotto, seguito da delle risate sguaiate.
Con tutta questa poesia di una minchia mi sono quasi dimenticata dei miei coinquilini.
Chissà cosa hanno fatto cadere a terra.
Forse il servizio di cristallo di mia madre.
Oppure le posate d’argento della mia bisnonna.
Apro la porta della camera e mi fiondi giù per le scale, pensando a che tortura infliggere a chiunque ha combinato i danni.
Potrei evirarlo con un cacciavite oppure staccargli gli alluci a morsi e infilarglieli negli occhi.
Appena entro in cucina trovo il povero Niall seduto a terra e circondato dal pentolame che ride, circondato dagli altri quattro minchioni e da Jane, tutti che ridono rumorosamente.
-Che minchia vi ridete tutti?- urlo, per farmi sentire.
Tutti si voltano verso di me.
-April, dovevi vedere la scena. Niall si è messo in piedi su una sedia per arrivare a prendere il bollitore del latte dallo scola piatti e Zayn è passato, gli ha pizzicato il sedere e Niall è caduto rovinosamente a terra portandosi dietro tutte le pentole.-
Louis mi saltella incontro e mi racconta l’esilarante scenetta senza mai prendere fiato.
Liam aiuta Niall ad alzarsi e insieme iniziano a raccogliere le cose da terra e a rimetterle al posto.
Io aggrotto le sopracciglia e, per quanto mi sforzi di non ridere, il pensiero di Niall che casca e delle pentole che lo seguono è troppo comica per resistere.
Così scoppio anche io a ridere.
E’ una sensazione bellissima.
E’ come se per anni avessi portato un peso sul cuore e ora lo abbia tolto.
Mi sento leggera come una piuma nel vento.
Sono così presa dal suono sconosciuto della mia stessa risata, che non noto il silenzio che si è creato.
Louis, Liam, Zayn, Harry, Niall e Jane mi guardano a occhi spalancati.
-Che c’è? Volete una foto?-
Jane scuote la testa.
-Erano…anni che non ti vedevo ridere, April.- mi dice.
Io la fisso, lei ricambia il mio sguardo e ci sorridiamo.
-Già, April da quando siamo qui non ti abbiamo mai visto ridere.- osserva Zayn.
Io, a corto di battute taglienti da lanciargli, mi siedo e inizio a gettare il latte nella tazza per la mia colazione.
Intuendo che voglio pace e un cambio di argomento, i miei coinquilini riprendono a mangiare.
Harry si siede vicino a me, mi posa un bacio sulla guancia.
Io rabbrividisco, ricordandomi il bacio di ieri sera.
-E’ stato bellissimo vederti ridere, April.- mi sussurra, con un tono di voce sensuale.
Io volto il viso verso di lui, incontro il suo a pochi centimetri di distanza e fisso i suoi infiniti occhi di vetro smeraldino.
Non c’è nessun lampo di malizia o ironia.
Gli è piaciuto davvero vedermi ridere.
Istintivamente arrossisco e mi avvicino a lui, alla ricerca disperata delle sue labbra.
E’ un bacio veloce, un bacio lampo.
Quando mi volto per riportare la mia attenzione sul mio latte con i cereali, capisco che nessuno se n’è accorto.
Poi vedo un luccichio, degli occhi verdi e castani e un sorriso.
Jane ha visto tutto.
E si sta per commuovere.
 
 
 
-Dai mi lasciate vedere Toy Story?- ci implora Liam con voce lagnosa.
-No!- rispondiamo noi in coro.
-Payne, sarà la dodicesima volta che rivedi quel film. Non ti sembra il caso di piantarla?- gli dico io.
Lui mi guarda con il broncio mentre gli altri annuiscono, d’accordo con me.
-Ma io voglio vedere Toy Story- insiste.
Mi aspetto che da un momento all’altro si metta a saltare sulla poltrona di camoscio grigia urlando e piangendo, ma rimane seduto con braccia e gambe incrociate.
Il suo labbruccio inizia e tremolare e io inizio a temere che possa piangere.
Niall se ne accorge e lo va ad abbracciare.
-Siete dei mostri. Avete visto cosa avete fatto?! Avete fatto piangere Liam.- ci dice, con tono fin troppo melodrammatico.
Io alzo gli occhi al cielo mentre lui mormora frasi consolatorie all’orecchio del cucchiaiofobico.
-E tu saresti il Daddy Liam?!- commento io, sarcastica.
Niall mi fulmina con un’occhiataccia.
-Horan, fulminami ancora e ti lancio in piscina con una trave attaccata alla caviglia.- sibilo fra i denti.
Qualcuno mi stringe la mano.
Mi giro e vedo Harry, seduto vicino a me nel divano, che mi sorride teneramente.
Improvvisamente, non esiste più nessuno al di fuori di me e lui.
Vado lentamente verso le sue labbra quando Zayn irrompe nel salotto, reggendo una ciotola enorme, colma di pop corn con sopra del burro fuso.
-Pop Corn?!-
Io lo fulmino.
-Pakistan, interrompici di nuovo e ti infilo il telecomando su per il culo.- sibilo.
-Come?- chiede lui, che non ha sentito.
Io gli sorrido.
-Niente Jawaad, niente.-
Lui fa spallucce e sprofonda nel divano, affianco a Harry.
-Che ne dici se andiamo a fare un giro?- mi sussurra quest’ultimo all’orecchio.
Io, in preda ad una sorta di trance, annuisco.
Lui mi prende per mano e mi aiuta ad alzarmi.
-Gente, noi andiamo a fare un giro.- dice.
Cinque teste si sollevano a guardarci, volgendo soprattutto a me sguardi interrogativi.
Mi limito ad annuire e ad avviarmi verso la porta.
La apro e, appena prima di richiuderla, sento Louis chiedere a Jane:
-Che è successo ieri sera tra quei due?-
 
 
 
 
 
 
Una volta svoltato l’angolo,  Harry mi attira a se.
-Ciao.- mi saluta.
-Perché mi hai salutata?- gli domando.
Lui alza le spalle, come a mimarmi un ‘boh’ e avvicina il suo viso al mio.
Le sue labbra sanno di menta dolce e di fragola.
La sua lingua si intreccia alla mia.
La testa prende a girarmi vorticosamente e le gambe minacciano ancora una volta di cedere.
Mi aggrappo al collo della sua camicia bianca per non cadere.
Quando lui si stacca, indugio ancora un po’ con gli occhi chiusi.
Non era stato tutto un sogno allora.
Era davvero accaduto qualcosa la notte prima.
I suoi occhi forzano i miei ad aprirsi e mi sorridono, caldi come il sole di questo 20 Luglio.
-Mi era mancato baciarti.- mi dice.
Sorrido, nonostante qualcosa nella mia testa si sia smosso.
Un campanello rosso inizia a lampeggiare e una sirena inizia a gridare:
‘Allarme rosso, allarme rosso. Frase riciclata da quattro soldi.’
Ignoro il campanello e la vocina e mi lascio prendere la mano e guidare verso la spiaggia.
Per tutta la giornata, dalla mattina in cui mi aveva baciata, al pomeriggio in cui ci siamo riuniti tutti per vedere qualche film, lo avevo visto poco e niente.
E, strano a dirsi, mi era mancato.
Il sole è quasi all’orizzonte, e le poche nuvole sono dipinte di rosa.
Il mare è calmo, piatto come una tavola, di un blu stupendo.
Mi levo i sandali e lascio che la sabbia fresca e bianca mi passi fra le dita.
-Facciamo il bagno?- mi propone Harry, con l’entusiasmo di un bambino.
Io strabuzzo gli occhi e mi volto a guardarlo.
-Ti sei sniffato il cervello?- gli chiedo.
Lui mi continua a sorridere.
-Dai.-
-No. E poi, non abbiamo il costume.-
Lui volta la testa a destra, poi a sinistra, infine ammicca, sorridendomi.
-Per quello non c’è problema.-
-Styles, cosa…- provo a dire, ma mi interrompo bruscamente quando lui si sfila la maglietta nera.
La luce d’oro del tramonto gli disegna ancora meglio il fisico scolpito.
Poi si sfila i pinocchietti beige e rimane davanti a me, in boxer neri, con un sorriso falsamente innocente.
Ma cosa…?
Ma come…?
Ma…?
Porco cazzulo.

-Dio!- esclamo, a voce eccessivamente alta.
Lui mi guarda stralunato.
-Che c’è?-
-Sembri photoshoppato!-
Harry ride di gusto, mostrando i denti bianchi e le sue affascinanti fossette.
-Adesso tocca a te.-
Faccio una smorfia.
-Non se ne parla neppure, Mr. Cespuglio. Io non mi spoglio per fare il bagno. Non davanti a te.- dico, incrociando le braccia.
-Avanti, cara la mia puritana. In spiaggia non c’è nessuno…-
Io scuoto la testa.
Lui alza gli occhi al cielo e il resto accade in una frazione di secondo.
E una frazione di secondo dopo mi trovo in acqua, completamente fradicia.
-Styles!- grido.
Lui continua a ridere, divertito.
-Hai osato buttarmi in acqua?!-
Lui annuisce, fiero.
E’ ancora asciutto, solo le gambe sono immerse nell’acqua cristallina.
Io mi afferro ad una e lui perde l’equilibrio, cadendo rovinosamente in acqua.
Riemerge e scuote i riccioli, guardandomi con un espressione fin troppo eloquente.
Io scoppio a ridere di gusto, per la seconda volta nella giornata.
-Che c’è, Styles? Ti trovi un po’…bagnaticcio?- lo prendo in giro.
Lui si finge arrabbiato e si alza.
Io mi alzo a sua volta e lancio un grido quando inizia ad inseguirmi.
-Vieni qui. Tanto ti prendo.- mi urla dietro.
Corro più che posso, fino a che l’acqua non si alza di livello e il vestito bianco incollato alle gambe mi impedisce di muovermi.
Lui mi afferra prontamente.
-Presa.-
Mi aggancio al suo collo quando lui mi prende in braccio.
-Mh, in acqua sembri quasi leggera…- commenta.
Io spalanco la bocca e gli tiro uno schiaffetto leggero.
-Con questo stai dicendo che sono grassa?!-
Lui ride e io lo seguo.
-Scherzavo.- mi dice.
I nostri occhi si catturano, per la milionesima volta e le sue labbra si avvicinano alle mie.
E’ un bacio salato, morbido e dolce.
Il sole finisce di calare e una leggera brezza fresca colpisce le mie braccia bagnate, facendomi rabbrividire.
Le sue mani si stringono intorno al mio corpo, facendomi subito venire vampate di caldo.
Affondo una mano nei suoi riccioli bagnati e sospiro, avvolta in una nuvola di soffice beatitudine.
Poi l’immagine di un ragazzo dai profondi occhi di ghiaccio e i lineamenti duri si fa largo nei miei pensieri, rievocando un bacio simile, di qualche anno più indietro.
Colta da un improvviso senso di panico, mi libero dalla stretta di Styles.
-Fa freddo. Usciamo?- dico, iniziando ad incamminarmi verso la spiaggia.
-April…- mi chiama Harry, seguendomi.
Io, appena tocco la sabbia della riva, accellero per arrivare ai nostri vestiti.
-April, che ti è preso?- mi domanda, afferrandomi un braccio.
Io evito il suo sguardo, ma lui mi alza il mento con un dito e i suoi occhi verdi trafiggono i miei.
Non dovevo lasciarmi andare a lui.
Che stupida.
Sto per mormorare che non possiamo avere una storia e che dobbiamo tenere le distanze, quando il suo telefono squilla.
-Che diamine…- impreca.
Lo sfila dalla tasca dei pantaloni e io riesco a leggere il nome sul display.
‘Caroline’.
La Flaccid? Ancora?
Ma non è ancora morta di vecchiaia?
-Ciao Caroline.- risponde lui.
Una voce cinguettante stride dall’altra parte.
-Per stasera? Certo, nessun problema. Ti passo a prendere alle 8? Va bene. A dopo.-
Io, per tutta la conversazione rimango a guardarlo a bocca spalancata.
Deve uscire con la Flack?
Dopo che mi ha portata a cena fuori e baciata un paio di volte, e giocato con me nell’acqua, al tramonto, lui esce tranquillamente con quella mummia?
‘Io te l’ho detto’ mormora l’allarmino nella mia testa.
Raccolgo i sandali e vado verso la strada, senza neppure aspettarlo.
-April, aspetta…- mi grida dietro, rivestendosi il più in fretta possibile.
-Va’ al diavolo, Harold- gli rispondo, accelerando il passo.
Mai, mai, mai più Harry Styles potrà sorpassare il muro di cinta che ho costruito attorno a me in tutti questi anni.
Nessuno lo potrà mai più sorpassare.
Anche se mi sto iniziando a innamorare di te, Styles, d’ora in poi dovrai starmi lontano.
 

 







Weeeeeeaaaaaaaah donzelle!!
Finalmente sono tornata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Si!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Vi sono mancata, beautiful people? *Nooooooooooooo, vattene*
Ieri notte sono rientrata dal camping e...beh la prima cosa che ho fatto è stata controllare come andava la mia storiella.
Grazie mille a tutte per i complimenti ricevuti, per seguire in tante la mia storia e per incoraggiarmi sempre.
Siete uanderful (?)
Allora, scusate se in questo capitolo sono stata poco ironica ma il mio umore non è al massimo questi giorni.
Scusatemi davvero.
Vorrei chiarire una cosa alla ragazza che ha recensito il capitolo precedente dicendomi che le recensioni non me le merito
e che il fatto che io abbia scritto: 'RECENSITE. RECENSITE.' non stia ne in cielo ne in terra perchè si chiede per favore.
Accetto le critiche, assolutamente. Ma ho chiesto per favore più di una volta e ho spiegato perchè AVREI VOLUTO più
recensioni.
Si prega di informarsi prima di parlare.
Io non costringo nessuno a recensirmi. E' una scelta vostra.
Grazie comunque per avere scritto il tuo parere.
Per il resto, spero che il capitolo vi piaccia.
E' incentrato per la maggiore sul cambiamento di April in seguito al bacio.
Sulla sua lotta interiore.


Alla prossima pivelle,
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Capitolo 9
*** 8. Ma…non si dovrebbe avere un cuore per piangere? ***


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'Ma…non si dovrebbe avere un cuore per piangere?'


 

Non fatevi ingannare dal titolo quasi comico, questo capitolo sarà parecchio triste.
E lungo. Quindi mettetevi comode, uanderfoul(?) girls.
Ci vediamo sotto nello spazio autrice, babies.
Buona lettura e  RECENSITE, fatemi sapere se vi fa schifo, pleaz.
xxxxxxxx





 

Apro la porta di casa, trattenendo una lacrima.
Stronzo bastardo.
Mi dirigo verso il divano, pronta a tuffarmici sopra, e mando la porta a sbattere.
Qualcuno la blocca col piede ed entra.
-April.- mi urla Styles.
Io affondo il viso fra i cuscini del divano, respirandone l’odore di fumo.
Malik.
Quelle sigarette gliele infilo in culo, le accendo e lo faccio saltare in aria come un fuoco d’artificio.
Giuro che, se si azzarda a fumare di nuovo dentro casa mia, lo scuoio, lo cospargo di sale e lo appendo al lampadario per le orecchie.
Quel brutto pakistano di un…
-April, per favore. Mi dispiace.-
-Ti dispiace?- urlo io, alzandomi dal divano.
-Mi hai portato a cena fuori, mi hai detto che ero bellissima, mi hai baciata. Hai fatto tutte le cose che fanno i ragazzi interessati e poi? Esci con un’altra? Ma non con un’altra qualsiasi. Con Caroline Flack.- dico, anzi urlo, puntandogli l’indice contro.
-Ti ho detto che…- cerca di intervenire lui, ma io non lo lascio parlare.
-Caroline Flack. Dio, Styles, mia nonna è più giovane. Te lo immagini fra dieci anni? Dovrai imboccarla, servirle il semolino caldo perché non avrà più denti. Dovrai cambiarle il pannolone perché soffrirà di incontinenza. Dovrai comprarle una dentiera, accompagnarla a fare una passeggiata al centro anziani con le stampelle.Sarai condannato ad una vita da schifo, con la nonna dei tuoi sogni…- dico, calcando un tono melodrammatico finto.
In realtà, sono incazzata nera e delusa come una bestia.
Ma maschero i miei sentimenti con melodrammi, scenate e sarcasmo.
Non voglio che pensi che mi importa.
Perché, April, ti importa?
Oh al diavolo, vocina del cazzo.
-Ma si può sapere qual è il tuo problema, April? Caroline ha 35 anni. E’ una stimata conduttrice televisiva. E’ una bella donna.-
Io strabuzzo gli occhi.
Bella?
Ma sai almeno che cosa vuole dire bella, bello?!
-Il mio problema, Styles, è che mi ha ingannato. Sei uscito con me, mi hai baciata, mi hai fatto ridere, hai scalfitto il muro che per anni ho innalzato intorno a me. L’hai soprassato come se fosse fatto di burro. E te ne sei fregato di lasciare aperto un passaggio quando te ne sei andato perché non eri più comodo.-
Lui sembra non capire la mia metafora e alza un sopracciglio.
-Era un modo per dirti che…- cerco di spiegargli, abbassando la testa e il tono di voce.
Lui mi prende il viso fra le mani.
-Che?-
Io mi scosto.
-Che mi hai usata. Mi hai illusa. Iniziavi a piacermi e…adesso esci con lei.- concludo io, mettendo in mostra troppa vulnerabilità.
-April, io…- tenta di dirmi, ma io alzo una mano per zittirlo.
-Non ti voglio sentire, Casanova. Divertiti con la Flaccid.-  dico, prima di sparire in camera mia a piangere.
No aspetta…lo sto davvero facendo?
Sono davvero chiusa in camera mia a piangere?
La situazione è più grave del previsto…
Sento i passi di Styles sulle scale, e poi fermarsi davanti alla porta della mia camera.
Non bussare, non bussare, non bussare…
 
 
 
 
 
Mezz’ora dopo scendo in salotto. La casa è vuota.
Jane e Louis sono andati a cena fuori; Liam è uscito con Danielle; Niall è in camera sua che dorme e Harry…beh lui è uscito per andare a prendere la Flaccid all’ospizio e andare a cena con lei.
Disgustoso.
Patetici.
Dovrebbero arrestarla per pedofilia.
Sprofondo nel divano e, al ricordo della discussione avvenuta li quasi un’ora fa, mi scende una lacrima.
Una lacrima di delusione, perché credevo che si stesse davvero interessando a me.
Un’altra lacrima, di rabbia, perché non piango mai. Se qualcuno piange è perché gli importa no?
E a me non importa di Styles.
Un’altra lacrima, per quella puttana zoccola stronza della Flack.
Una lacrima di gelosia.
Profonda.
Acuta.
Gelida e scottante come l’inferno.
Presa dal mio dramma interiore, non vedo Zayn SonofigoPakistano Malik arrivare e sedersi vicino a me.
-Ciao April- mi dice.
-Mettiti una bomba in culo e accendi la miccia, Pakistan.- gli dico, senza neppure alzare il volto dal cuscino.
Lui ride.
-Gentile come sempre.-
Io gli faccio il verso della risata e gli tiro un pugno sul braccio.
-Stai piangendo, April- commenta lui, diventando subito serio.
-Ottima intuizione, Suami Salami.-
-Ma…non si dovrebbe avere un cuore per piangere?- domanda lui, di nuovo sarcastico.
Poco incline a rispondere alle sue provocazioni, mi limito ad accennare ad alzarmi e andarmene, ma lui mi trattiene per un braccio.
-Che è successo…?- mi domanda, guardandomi negli occhi.
Io ci affondo dentro, e mi lascio cullare dal suo calore. I suoi occhi sono come soffici tappeti di velluto color cioccolato, dove ci si può sdraiare e sentirsi al riparo.
Non sembro neppure più io, facendo queste descrizioni.
Va bene, ok.
Dovrebbe essere illegale avere degli occhi del genere.
Potrei denunciarlo per stupro.
Andare dalla polizia e dire: ‘Salve, vorrei denunciare Zayn Jawaad Pakistan Malik per stupro oculare.’
-Non sono affari tuoi.- rispondo.
Lui mi tira leggermente la mano e mi porta a sedere vicino a lui.
-E’ per Harry?- mi chiede.
Io annuisco.
-Che ha fatto…?-
-E’ uscito con la Flack.- urlo.
Lui mi guarda, confuso.
-Ma tu non lo odiavi?-
Io apro la bocca per ribattere che lo odio ancora, ma non riesco ad emettere neanche un suono.
Zayn mi guarda e mi sorride, comprensivo.
-Sei gelosa di Harry.- mi sussurra.
-Ma hai sniffato borotalco?!- gli urlo io.
Lui ride, vedendo il mio viso corrucciato.
-Si si si si, April è gelosa di Harry.- mi canzona.
-Pakistan, ti tiro una sberla talmente forte che diventi sordo e cieco.- lo minaccio.
Lui si tranquillizza un po’, mi guarda negli occhi ed è come se mi accarezzasse una guancia dicendomi che va tutto bene.
-Che ne dici se usciamo io e te stasera? Come amici…solo per svagarci un po’- mi propone.
Io spalanco gli occhi e reprimo un conato.
Io.Uscire.Con.Mr.Salami.?
Lo guardo.
Alto, moro, figo.
-Si, ok.- rispondo, senza pensarci.
Ma come mi è saltato in mente?
-Perfetto. Prendi il cappotto.- mi dice.
 
 
 
 




Il locale è affollato, puzzolente e caldo da morire. Attaccata al braccio di Zayn, improvvisamente il vestitino in cui mi sono infilata, nonostante le proteste di Malik, sembra troppo piccolo e mi soffoca.
-Hei, Jude. Come butta?- lo sento dire, rivolto verso un bel ragazzo distinto. Lui si avvicina a noi.
-Ciao Jawaad. Da quanto tempo eh?- gli dice.
Zayn gli sorride, stringendogli la mano.
-Lei è April, una mia amica.- mi presenta.
Jude si sporge verso di me per vedermi meglio, visto che io sono rimasta indietro di un passo e Pakistan mi copre.
-Incantato. Hai fatto proprio un bell’acchiappo, vecchio birbone.- dice poi, sorridendo malizioso.
Zayn ride, visibilmente nervoso.
Perché non ha detto che sono la quasi-ragazza di uno dei suoi migliori amici?
Mormoro un grazie, delicato quanto il gracchiare di un corvo in calore, diretto verso Jude.
-Allora, sei venuto ad unirti ad Harry e alla sua nuova amichetta?- dice.
Spalanco gli occhi e lancio Malik da una parte, per andare più vicino a Jude.
-Cosa?-
Malik mi prende per il braccio.
-Jude, ci sono Harry e Caroline qui?- chiede, al posto mio.
Jude annuisce, indicandoci un tavolo dove sono seduti Styles e la pedofila bionda.
Stringo i denti, mentre li vedo ridere e scherzare, e mi dirigo a passo di carica verso di loro.
Malik mi insegue e mi blocca, proprio poco prima che possa afferrare un’ascia e fare a pezzi quella minchiona.
-Ferma. Dove vai April?-
-A fare il culo a quei bastardi.- rispondo, impulsivamente.
Zayn mi trascina nel tavolo vicino all’angolo, cercando di non farsi vedere.
-L’hai fatto apposta?- gli chiedo, sfilandomi la stola di seta dalle spalle.
Zayn mi guarda con aria interrogativa.
-Mi hai portato qui apposta? Sapevi che qui c’erano Harry e Caroline?- gli richiedo.
Lui scuote la testa.
-Certo che no, April. Il locale è di un mio amico. Noi ci siamo decisi tardi ad uscire e con il caos di un Sabato sera di Luglio, dubitavo di trovare posto da altre parti.- spiega.
Non fa una grinza.
-Scusa…- mormoro io.








 Una mezz’ora dopo, anzi due bicchieri di Bourbon dopo, inizio a ridere, leggera come una farfalla.
Zayn è davvero una buona compagnia, nonostante la sua minchiataggine.
Non mi ero accorta di quanto fosse buono di Bourbon, ne di quanto fosse alcolico, fino a quando non mi trovo con la testa che inizia a girare.
Un’altra sbronza?
Dai, ormai ci ho fatto il callo.
Ma perché, allora, rifiuto quando Zayn mi chiede se voglio il terzo bicchiere?
Cosa mi succede?
Mi alzo, improvvisamente troppo accaldata per poter stare li seduta. Devo lavarmi il viso.
-Ti senti bene?- mi chiede Zayn, preoccupato.
Io annuisco.
-Vado un attimo alla toilette.-
Mi volto per andare quando mi scontro contro qualcuno.
-Scusi.- mormora una voce femminile.
Io sollevo la testa e mi trovo naso a naso contro la Flack.
-Mi scusi, ‘sta ceppa.- urlo.
Lei, spaventata, si ritrae.
-Che maleducata…- mormora.
-Senti, cocca, vedi di andare a vedere dove posi quelle zampe da rinoceronte la prossima volta.- urlo, di nuovo.
Harry e Zayn si alzano e ci vengono incontro; Zayn mi prende per le braccia, cercando di calmarmi e Harry prende Caroline per il gomito, cercando di portarla via.
-Caroline, ci conviene andare. April è pazza…- mormora.
Io strillo: -Che cosa hai detto, brutto figlio di una Trota?-
Lui mi guarda, senza però controbattere.
Ha tutta l’aria di uno colpevole.
-Che c’è? Non rispondi? Ti senti in colpa? Beh, dovresti. Sei un verme. Mi hai usata, incantata e poi gettata via. Mi hai baciata. E ora sei uscito con lei.- gli urlo contro.
Una lacrima mi sfugge, mentre do’ sfogo a tutta la mia rabbia repressa.
-April, ti ho già chiesto scusa…- sussurra.
-Io mi ci pulisco il culo con le tue scuse.- gli urlo.
Poi mi dirigo verso la porta e la sbatto dietro le mie spalle, iniziando a correre.
Lontano da tutti.
Lontano da lui.
Corro, mentre le lacrime mi offuscano la vista.
Non so’ più dove sono.
Sono in un vicolo cieco, buio, puzzolente di pipì.
-Ciao, April.- mormora una voce possente.
Spalanco gli occhi, mentre una paura folle si fa largo tra le mie vene.
Conosco quella voce.
Jason.
Non puo’ essere.
Ditemi che è un incubo.
-Vattene via.- urlo, al buio totale.
Dove cazzo è quel bastardo?
Ride, spuntando fuori dal nulla.
Gli occhi glaciali catturano i miei e in due balzi soltanto, mi cattura fra le sue braccia possenti.
Il suo corpo muscoloso, fasciato da jeans e maglietta nera, aderisce al mio e mi sospinge verso il muro.
Cerco di divincolarmi, ma lui è troppo forte per me.
Ancora una volta sono fra le sue grinfie.
E non c’è via di fuga.
Dall’alto del suo metro e settantacinque, contro il mio metro e sessanta, Jason abbassa il suo viso per sfiorare il mio.
Emetto un gemito di paura, che lo fa ridere e lo rende ancora più potente.
-Mi sei mancata, piccola- mi sussurra.
Io cerco di nuovo di divincolarmi, ma lui mi ferma i polsi alla parete.
Il suo alito sa di alcool.
-Come mi hai trovata, Jason? Mi segui per caso?- gli chiedo, con voce tremante.
-Io saprò sempre dove tu sei, mia piccola. Sempre. Non importa quanto spazio metti fra noi.- sibila, minaccioso.
Io inizio a piangere di paura, silenziosamente.
-Cosa vuoi da me, Jason? E’ finita da tempo tra noi. Lasciami in pace- gli intimo, tra le lacrime.
Lui ride.
-Ma, tesoro, voglio esattamente quello che dai agli altri ragazzi. Mi pare corretto che, se ti comporti da puttanella, un po’ di te debba essere anche mio. Sono stato il primo no? Ti ho preso la verginità, ti ho amato per primo. Sono stato il tuo primo ragazzo. Un minimo di gratitudine?- dice, sarcastico e minaccioso.
-Tu non eri il mio primo ragazzo. Tu non mi hai mai amata, Jason. Mi hai solo usata per fare sesso e per far ingelosire quella puttana di Joanne.- gli dico.
Le sue mani iniziano a trafficare sul mio corpo.
Oh, no.
No, no, no, no.
Mi alza il vestito, si slaccia la cerniera dei pantaloni.
-Aiuto!- inizio a gridare.
Ho una paura folle.
Paura di quello che sta per succedere. Paura che risucceda di nuovo.
Paura che lui mi violenti di nuovo.
Comincio a tempestare il suo petto con pugni e a graffiargli il viso, ma sembra tutto inutile.
-April- grida qualcuno, da infondo alla via.
Harry.
-Harry, aiuto.- grido io, poco prima che Jason mi tappi la bocca.
Harry corre verso di noi.
-Levale le mani di dosso, lurido bastardo.- urla, poco prima di avventarsi su Jason.
Nella frazione di qualche secondo mi trovo a terra, stordita, e Jason e Harry, davanti a me, fanno a botte.
Harry da un calcio nelle palle di Jason, che si accascia a terra, poi lo tempesta di calci in viso e all’addome, fino a che quello non perde i sensi.
Vedendo il sangue che sgorga dal suo naso, reprimo un conato di vomito.
Harry si china vicino a me, e mi prende tra le braccia.
-Tutto bene?- mi sussurra.
Io annuisco, abbandonandomi contro di lui e iniziando a piangere in silenzio.
Mi aveva salvato.
-Andiamo via di qui.- sussurra.
Poi mi sistema il vestito e mi prende in braccio, allontanandosi a passo deciso verso la strada principale.
 
 






-Mi dispiace di essere uscito con Caroline.- mormora, mentre mi porge una tazza di tisana.
Siamo seduti nel divanone grigio del mio salotto, io con il mio pigiama rosa e lui con la maglietta blu e i pantaloni neri.
-Mi dispiace di averti detto quelle cose, al locale, prima.- mormoro io, con la testa bassa.
-Tu avevi tutte le ragioni del mondo, April.- mi dice.
Poi si avvicina a me e mi prende fra le braccia.
-Ho avuto così tanta paura, Harry. Se non ci fossi stato tu, mi avrebbe violentata di nuovo.- dico, singhiozzando.
Harry mi culla, baciandomi i capelli.
-Tranquilla, piccola mia. Niente di brutto ti accadrà mai, finchè ci sarò io con te.-
Io annuisco, sentendomi protetta al solo suono di quelle parole.
Poi mi scosta per guardarmi in viso.
-Chi era? E cosa significa ‘violentata di nuovo’?- mi chiede, preoccupato.
Io prendo un lungo respiro.
Harry Styles mi aveva salvata.
Aveva lasciato Caroline Flack nel locale per rincorrermi e aveva fatto a botte con Jason per salvarmi.
Glielo dovevo.
-Era il mio ex fidanzato, Jason. Lui…da quando ci siamo lasciati continua a minacciarmi e a seguirmi.
Stavamo insieme due anni fa. Io ero al primo anno di liceo, lui all’ultimo. Era un ragazzo così bello e affascinante che, credetti di innamorarmene subito.
Ci fidanzammo e fummo felici per qualche mese. Poi, una sera, ad una festa, mi ubriacai e  andai a letto con un suo amico.
Io non avrei voluto tradirlo, ma quando bevo non sono padrona di me stessa.
Lui, quando l’ha scoperto, mi ha chiamato puttanella e mi ha violentata, dicendomi che visto che facevo la troia, lui aveva il diritto di prendersi una parte di me.-
racconto, singhiozzando.
Harry mi prende di nuovo fra le braccia.
-Quel brutto bastardo. Se lo rivedo lo ammazzo.- sibila.
Inspiro a fondo il suo profumo, consolata dal suo calore e dalla sua forza.
Ho ancora paura di Jason.
Ma so’ che, adesso, fino a che sarò con Harry, non potrà farmi del male.










Sciaaaao beleee!!


Come vi butta, stupendezze?
Chi di voi è già rientrata a scuola?
Io rientro il 17. Muahahahahahahhaahahh.
E, amatemi, perchè invece che finirmi le versioni di greco per le vacanze, sono qui a postarvi l'ottavo capitolo.
Si, si, si, amatemi. *nonselafilanessuno*
Bene, che dire di questo capitolo? E' un pastrocchio. Tutto confuso.
Mi viene mal di testa solo a rileggerlo.
Spero non venga anche a voi.
Ha fatto la sua prima comparsa Jason, il temibile Jason. L'ex di April.
Il suo aspetto è quello di Ian Somerhalder, di TVD.
Approfondirò la storia successa tra questi due nei prossimi capitoli.
Avevo intenzione di far andare Harry e April insieme a letto, ma poi ho inserito la sscena del quasi stupro
e non mi sembrava il caso.
Comunque, adesso April e Harry pare che sono tornati in pace.
E April ha mostrato emozioni.
Che altro dire?
Grazie a tutte le ragazze che seguono la mia storia e che l'hanno inserita nelle preferite, ricordate e etc.
Siete meravigliose.
Spero vi piaccia questo capitolo e spero che lascerete una piccola RECENSIONE.
Vi amo tutte di bene (?) piccole.
Alla prossima, 
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Capitolo 10
*** 9. Troverò il modo di farmi perdonare. ***


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'Troverò il modo di farmi perdonare'



 

-Ma, è ancora viva?- sento chiedere in lontananza, da Niall.

Apro leggermente gli occhi, due fessure di luce si infiltrano nella mia pupilla.
Li richiudo immediatamente.
Vade ret
rum, luce.
-Secondo me è morta.- sussurra Zayn.
Un rumore secco.
-Ahia.- esclama il pakistano.
Apro gli occhi di scatto.
Merda, mi sono persa Daddy Liam che prendeva a schiaffi Pakistan.
-Buongiorno.- esclama Harry.
Mi giro prima a destra, poi a sinistra.
Sono in salotto, nel mio divano di pelle grigia, Harry è seduto a fianco a me e gli altri animali da cortile sono sparsi fra il tappeto e la poltrona rimasta.
Jane mi fissa severa, poggiata allo stipite della porta della cucina.
Ho un mal di testa da cani, le gambe a pezzi e…indosso il mio pigiama rosa con i maialini.
Merda.
Tento di alzarmi e di correre dietro un cespuglio a nascondermi dalla vergogna, ma Styles mi afferra prontamente e mi porta di nuovo a sedere.
-Non se ne parla, Miss Van Der Woodsen. Lei sta’ seduta qui ancora un po’.- mi rimprovera, con voce severa.
-Non scassare i maroni, Styles. Voglio alzarmi.- protesto.
Jane interviene.
-No, April. Harry ha ragione. Stai sdraiata, mentre io ti preparo la colazione.-
Niall, con gli occhi a cuore si gira verso Jane.
-Anche io voglio la colazione pronta…- sussurra.
Jane, che stava entrando in cucina, si volta.
La bimba di The ring fa molta meno paura in questo momento.

-S.c.o.r.d.a.t.e.l.o.- dice, scandendo bene ogni lettera.
Niall si alza e saltella verso di lei. Ogni saltello è scandito da un ‘Ti prego’.
Abbraccia Jane e inizia a implorarla.
-Niall, giù le zampe dalla mia ragazza.- lo rimprovera Louis, amichevolmente.
Liam si alza e scrosta Niall di dosso a Jane, mentre lei continua a fare movimenti convulsi per scrollarlo.
Louis e Zayn li raggiungono e spariscono tutti in cucina.

-No…- gemo.
Dopo quanto successo ieri notte, l’ultima cosa che voglio è rimanere da sola con Styles.
Non l’ho ancora perdonato del tutto.
E quella patetica scena dolciosa di ieri notte, non servirà a nulla.
Stavo per essere violentata di nuovo da quel bastardo e Harry mi ha salvata.
Gli devo la vita, ma nulla di più.
A fatica mi alzo e mi allontano da lui.
-April…- sussurra, alle mie spalle.
-Senti Harry, per quanto è successo ieri notte, io volevo…- inizio.
-Non devi ringraziarmi. E’ un bastardo e io ho solo avuto fortuna a trovarti in tempo. Perciò non mi ringraziare…-
-Non stavo per ringraziarti, Styles. Stavo per dirti che anche se mi hai salvata e ti devo la vita, non ti ho ancora del tutto perdonato.-
Mi volto e lui mi guarda.
Sembra ferito.
Si alza e mi stringe le spalle, guardandomi con i suoi penetranti occhioni verdi.
Si morde le labbra.
Eh no…
No, così mi provochi però, eh.
Così rischi lo stupro.
-April, ti prego. Non puoi continuare ad essere arrabbiata con me per quella storia di Caroline.- mi dice, implorante.
-Harry, tu iniziavi a piacermi…- dico, ma me ne pento immediatamente.
Mi mordo il labbro.
Non dovevi dirlo, cazzona.
-Senti, tra me e Caroline non c’è nulla.-
- Neppure fra me e te. Quindi lasciami stare…- sussurro, improvvisamente stanca.
Non ho neppure le forze di essere sarcastica.
-Troverò il modo di farmi perdonare.- esclama, sicuro di sé.
-Se, contaci Casanova.- lo sfotto un po’.
-Tu mi piaci, April…- sussurra, avvicinandosi alle mie labbra.
Mi lascio avvolgere da una spirale di magia, mentre il suo respiro fa il solletico al mio.
-Colazione.- urla Jane dalla cucina.
Mi risveglio dall’intorpidimento e sorpasso Harry, lasciandolo ancora li, in salotto a occhi chiusi.
 
 
 
 
 
-Io esco a passeggiare- urlo, dopo pranzo.
Nessuno mi calcola.
Niall ronfa sul divano, Zayn sulla poltrona, Liam è al telefono con Danielle, sul portico, e Jane e Louis sono rintanati in stanza.
E non voglio sapere che cosa fanno.
Ew.
Harry?
Ma com’è che non si capisce mai che fa ‘sto ragazzo?
Faccio spallucce a me stessa e esco.
Il sole è caldo, limpido.
Mi avvio verso il centro della cittadina e, in shorts in jeans e canottiera gialla di cotone, passeggio guardando distrattamente le vetrine, pensando agli affari miei.
Non posso negare che sono estremamente cambiata negli ultimi giorni.
Loro sono qui da una settimana, e mi hanno sconvolto le abitudini.
Più che loro, Harry.
Mi ha completamente sconvolto l’esistenza.
Con il suo fottuto sorrisino malizioso, i suoi occhi verde smeraldo, le sue labbra saporite e il suo essere così perfetto.
E le sue sette cose…
I sette motivi per cui lo odio.
Mi ricordo la nostra discussione in camera mia.
Mi ricordo lui, steso nel mio letto che, a occhi chiusi canticchia ‘7 things’ di Miley Cyrus.
‘Quali sono le sette cose che odi di me?’
La scommessa, la nostra prima uscita e il bacio.
Tutto da sette cose.
E, per giunta, non so’ ancora il settimo motivo per cui lo ‘odio’.
La parola odio mi riporta alla mente due occhi di ghiaccio e gli eventi di ieri notte.
Gemo, mentre le ginocchia mi tremano e le lacrime mi rigano le guance.
Stava per succedere ancora.
Se lui non fosse arrivato in tempo…
-Signorina, sta bene?- domanda una signora dall’aria distinta.
Io annuisco accettando la sua mano per alzarmi.
-Tutto bene.-
-Dev’essere un calo di pressione dovuto al caldo. Vada a riposarsi, le farebbe bene.- mi dice, con tono da mamma.
Io le rivolgo un sorriso di gratitudine.
-Grazie signora.- sussurro.
E, per la seconda volta nella mia vita, seguo il suo consiglio e faccio dietro-front.
Ma non perché ho davvero la pressione bassa.
Piuttosto perché tutto quel ripensare a Jason e all’aggressione mi ha fatto capire che ho davvero bisogno di Harry.
Me ne frego di Caroline Flack.
Io lo voglio.
Ne ho bisogno.
E’come una droga.
E, adesso, ammetterlo a me stessa mi rende leggera come una piuma.
 
 
 
 
 
 
-People, sono tornata.- urlo, entrando in casa.
Chiudo la porta.
Liam sbuca dalla cucina, assieme a Niall.
-Ciao April- dicono, all’unisono.
Zayn ancora ronfa sulla poltrona.
Resisto all’istinto di andare li e gridargli nelle orecchie per svegliarlo.
-Ragazzi, avete visto Harry?- domando.
I due si guardano, perplessi.
Tutti in questa casa sono ancora scioccati dal fatto che tra me e lui ci sia qualcosa.
Ah, c’è qualcosa quindi, April?
-In terrazzo.- rispondono, sorridendo maliziosi.
Mi allontano verso il terrazzo, guardandoli con espressione tipo ‘Cazzo vi sorridete?’.
Prima di sparire dal salotto, mi avvicino furtivamente a Zayn e lancio un gridolino nel suo orecchio.
Pakistan salta letteralmente dalla poltrona.
-Che.cazzo.ti.viene.in.mente.April?- dice, fulminandomi con lo sguardo.
Liam e Niall sghignazzano e io, ridendo sotto i baffi, vado in terrazzo.
 
 

Harry qui non c’è.
Liam e Niall mi hanno mentito.
Liam e Niall moriranno presto.
Mi siedo sul dondolo in legno, e chiudo gli occhi, pensando dove può essere.

‘Girl I see it in your eyes, you’re disappointed.
‘Cause I’m the foolish one that you anointed with your heart.
I tore it apart.
And girl what a mess I’ve made upon your innocence.
And no woman in the world deserve this.
But here I am, asking you for one more chance.’


Harry sbuca da dietro una pianta.
Nessuno strumento lo accompagna, eppure quello che canta sembra la canzone più bella  e melodica che abbia mai sentito.
Ed è la sua voce ad essere melodica.
Appena appena roca, dolce e profonda.
Rimango di sasso, a bocca spalancata e occhi sgranati.
Harry arriva di fronte  a me, continuando a cantare a capella.

‘Can we fall one more time?
Stop the tape and rewind, oh
And if you walk away I know I’ll fade
‘Cause there is nobody else.
It’s gotta be you.’

 
Quando finisce, mi asciugo una lacrima.
-L’hai scritta tu?- gli chiedo.
Lui annuisce.
-L’ho scritta per te.- esclama.
-Oh, Harry…- sussurro, intenerita.
-E’ il mio modo per chiederti di perdonarmi e di darmi un’altra possibilità.-
Io gli sorrido.
-Me la concederai?-
Ci penso su.
D’altronde, ho fatto marcia indietro dal centro del questo no?
Per lui.
Perché ho bisogno di lui.
-Si.- sussurro.
Lui sorride, sollevato.
-Come ti è sembrata la canzone?- mi chiede.
Io fingo di pensarci un po’ su come una grande critica di musica.
-Allora, buono il testo. Hai una bella voce. Ma nell’acuto sembravi un cane inculato da un cavallo.- rispondo, scuotendo la testa.
Lui ride di gusto.
Io, come attirata dalla sua magica risata, mi lancio fra le sue braccia.
Le nostre labbra si incontrano, mentre lui mi solleva e mi fa leggermente girare.
-Mi sei mancata, April.- sussurra contro le mie labbra.
Respiro il suo odore di mela verde e il sapore dolce delle sue labbra.
-Anche tu mi sei mancato, Styles.- rispondo senza pensare.
Per la prima volta nella vita, sento di essere nel posto giusto.






Shalalalalalalala, sono tornata!

Seeeeeeee. Sono quiiiii. Again.
E dopodomani torno a scuola T.T
Scussate bellezze, ma avevo il blocco dello scrittore.
Continuavo a scrivere e cancellare il capitolo.
E, si, a momenti cancellavo anche questo.
E' una schifezza.
*Se lo cancellavi era meglio. Evitavi il linciaggio*
Bene, bando alle scemenze, pivelle.
Ho sonno e freddo, perciò ve la faccio breve.
In questo capitolo Harry e April fanno UFFICIALMENTE pace.
Scusate se ho mollato un po' l'ironia ma se sono sentimentale, non riesco ad essere ironica.
Scussatemi.
Harry ha scritto da se e cantato da solo, senza musica, Gotta be you per April.
Si, lo so che è una loro canzone.
Si, lo so che non la ha scritta lui.
No, non me ne fotte una minchia.
In questa storia non esistono i One Direction come band.
Ragazzuole, cercate di non sputare sopra il pc appena leggete questo schifoso capitolo.
Spero vi faccia meno schifo di quanto fa schifo a me.
GRAZIE ancora a chi segue questa storia e a chi recensisce sempre.
Siete STRABELLE!
Mh, prima di andarmene volevo chiedervi, se non vi reca troppo disturbo, e se vi va', di andare a leggere la mia nuova OS e 
magari di darmi anche un parere.
E' un po' la mia storia riadattata e mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate.

Ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1257922&i=1

Alla prossima pivels (?),
xxxxxxxxxxxxx

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