Il cielo è blu perché tu vuoi che il cielo sia blu

di Eralery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorrisi inesistenti - Pansy/George ***
Capitolo 2: *** E lei ti morde di nuovo - Cho/Bellatrix ***
Capitolo 3: *** 10+1 things about Remus and Sirius ***
Capitolo 4: *** Questione di punti di vista - Lily/Scorpius ***



Capitolo 1
*** Sorrisi inesistenti - Pansy/George ***


In risposta alla sfida di Tefnut, che aveva richiesto una Mischief Fangirl – George/Pansy dal prompt “amavo il suo sorriso ma ho preferito il mio”.

 
 

*
 
Sorrisi inesistenti
PansyxGeorge
 

Pansy Parkinson non era mai stata una ragazza che elargiva complimenti a destra e a manca – a dire il vero Pansy Parkinson non era mai stata una ragazza a cui importavano i complimenti. La maggior parte delle volte, quando le veniva in mente qualcosa di carino su chissà chi, lo chiudeva a chiave dentro la propria testa ed iniziava a pensare ad altro, finché quel “pensiero carino” non scompariva del tutto.
Eppure, c’erano casi in cui anche lei, Pansy Parkinson, si scioglieva in complimenti. Ovviamente non capitava spesso – era quasi passato un anno, e quello era il secondo complimento su cento e qualcosa che gliene aveva fatti lui, anche se alcuni, Pansy ne era sicura, erano per scherzo.
“Hai davvero un bel sorriso,” aveva detto, avvolta nella coperta della stanza di una locanda ad Hogsmeade che dava sul bosco che si estendeva lì attorno – non era una locanda conosciuta, ma ne era venuta a conoscenza quando i suoi genitori, due anni prima, avevano dovuto prenotare una camera per un conoscente - e stringendo tra le mani una tazza di caffè ormai freddo ed imbevibile.
La causa di quei rari complimenti, Pansy Parkinson l’attribuiva al dopo – quando tutto si faceva più calmo, quando si sedeva sul letto con la schiena alla spalliera e George la osservava, sdraiato a pancia in sotto sul materasso, accanto a lei.
“Grazie, cara,” aveva risposto, mentre un guizzo divertito gli attraversava le iridi azzurre e la radio lasciata accesa faceva risuonare per la stanza note di canzoni a loro sconosciute. “Non posso dire lo stesso del tuo, però.”
Quando George Weasley aveva chiuso la bocca, Pansy Parkinson aveva spostato lo sguardo: non le piaceva quando la gente la prendeva in giro per il suo sorridere di rado.
Ma Pansy Parkinson non era mai stata una ragazza che aiutava gli altri – a dire il vero, Pansy Parkinson a malapena sapeva come si facesse ad aiutare gli altri. La maggior parte delle volte che vedeva qualcuno bisognoso d’aiuto, Pansy si tirava indietro, e lasciava che fossero altre persone a prendersi cura del bisognoso – se c’era una cosa che Pansy non dimenticava mai, era il mettere se stessa davanti a tutto il resto.
E neppure quella volta, nonostante tutto, Pansy Parkinson si smentì. Quando il sorriso di George Weasley sparì, quando teoricamente ci si sarebbe aspettati che lei lo aiutasse a ritrovarlo, Pansy Parkinson si tirò indietro.
Non si guardò nemmeno dietro, se ne andò e basta – voleva bene a George, dopo tutto quel che era successo, ma voleva più bene a se stessa, e lui, dopo la morte del fratello, non era più lo stesso, e lei non riusciva più far sorridere né lui né se stessa.
Aveva amato il suo sorriso, Pansy, ma aveva preferito il proprio.
E il proprio non esisteva più con lui, come quello di George non esisteva più con lei.



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Capitolo 2
*** E lei ti morde di nuovo - Cho/Bellatrix ***


Rating: Arancione.
Avvertimenti:Lemon, Fem!Slash, What If?, credo anche OOC, forse ‘non per stomaci delicati’ – io faccio parte di quelli, purtroppo.
Note: In risposta alla sfida di Artemis Kallisté, che richiedeva una flashfic Cho/Bellatrix lemon a rating arancione.
Nella fanfiction Cho è entrata a far parte dei Mangiamorte - non chiedete perché, vi prego, non lo so nemmeno io!
 
 

*
 
E lei ti morde di nuovo
BellatrixxCho

 
Quando ti eri unita ai Mangiamorte forse eri ancora troppo scossa dalla perdita di Cedric, che ti rimaneva in testa ogni giorno ed ogni notte, torturandoti da dentro, Cho. Non era davvero quello che volevi – uccidere non ti piace, tu volevi semplicemente vendicarti con chi ti aveva tolto tutto, non rivedere gli occhi vuoti di Cedric in quelli della vittima giornaliera.
Quando vedevi qualcuno stramazzare a terra, urlando e chiedendo pietà, non potevi fare a meno di chiederti se per caso anche Cedric avesse sofferto così.
Te lo chiedi ancora, a dire il vero, Cho, ma la notte gli incubi non ci sono più.
Non ci sono più perché non ci sono sogni. E non ci sono sogni perché tu, la notte, non dormi. Tu la notte stai sveglia, in quella camera tetra ma piena di lussi, seduta a gambe incrociate sulle verdi coperte pregiate del grande letto. Aspetti che lei rientri, si tolga gli stivali alti e neri, getti il mantello scuro su una sedia e poi salga sul letto e ti faccia stendere.
Come sta succedendo adesso, dopotutto, Cho.
Bellatrix è rientrata da nemmeno un minuto, ma sta già salendo sul letto – e tu nei suoi occhi già vedi quel che succederà tra poco. E infatti, non hai nemmeno il tempo di pensare a qualcosa – qualunque cosa – che Bellatrix ha già posato i palmi delle mani sulle coperte, accanto ai tuoi fianchi, e si avventa sulla tua bocca – la morde, un po’ ti fa male, ma non pensi a nient’altro e quindi ti va bene comunque.
Bellatrix è violenta, e prova piacere nel sentirti piegare un po’ quando ti graffia le pelle morbida e chiara dei fianchi con le unghie lunghe. Bellatrix è sadica, lo è sempre, mentre ti stende e ti fa allargare le gambe e si toglie i vestiti. Li toglie anche a te, i vestiti – che poi dovrai ritrovare tu –, mentre con la bocca scende sempre più, mordendo la tua pelle delicata, lasciando strie rossastre sulle tue braccia e sulle tue spalle.
Ad un certo punto, non sai come o perché, Cho, ma la fai tornare con il viso sopra al tuo e cerchi la sua bocca – è facile annegare i propri pensieri e le proprie paure in questo modo, vero?
Non ci capisci più un granché – a volte pensi di star diventando matta, ogni giorno di più -, percepisci solamente il suo respiro sul tuo viso e poi le sue labbra a contatto con le tue e la sua lingua che cerca la tua in modo insistente.
Ti dà alla testa, Belletrix, vero, Cho? Solo che non sai in che modo, non sai se è una cosa positiva o meno.
Però – mentre le sue mani ti toccano rudemente, mentre il suo corpo ti schiaccia contro il materasso, mentre senti il suo respiro riempire la stanza insieme al tuo, mentre senti le sue labbra scendere sempre di più – pensi che, almeno, passerai un’altra notte senza pensare a niente.
E lei ti morde di nuovo.


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Capitolo 3
*** 10+1 things about Remus and Sirius ***


Rating: Verde
Pairing: Wolfstar – Remus/Sirius
Avvertimenti: Slash.
Parole: 576 (Word)
Note:niente, è una ff ispirata allo stile della mia “Thirty things about Regulus Black”. Ed è dedicata ad una persona speciale – che sperò mi perdonerà per aver sforato di venti minuti, ma il pc non funzionava.

A Silvia.
Ti ho già detto tutto su Facebook,
quello era il biglietto, questo è il regalo.
Ti voglio bene, diciottenne!

 

10+1 things about Remus and Sirius

 
1. La prima volta che ebbe un contatto con Sirius, Remus pensò che fosse davvero idiota.
(era il secondo giorno del primo anno, e Sirius gli era andato a sbattere contro. Non si era nemmeno scusato: era scoppiato a ridere, gli aveva battuto una mano sulla spalla e poi era corso via verso James Potter)
 
2. Era stato Sirius a voler stringere amicizia con lui.
(Sirius e James stavano sempre assieme, sembrava che si conoscessero da sempre. Remus, d’altronde, passava il suo tempo con un ragazzino basso di nome Peter Minus. Poi, un giorno, Sirius gli si era seduto accanto a lezione ed aveva iniziato a parlare con lui – fino a ricevere una punizione assieme)
 
3. Remus aveva paura di Sirius, all’inizio.
(aveva sentito parlare dei Black, quando aveva chiesto a suo padre chi fossero, durante le prime vacanze di Natale, e John gli aveva detto che erano una famiglia con molti pregiudizi. Remus aveva paura che Sirius potesse averne altrettanti e poi allontanarlo quando avrebbe saputo della sua condizione)
 
4. Effettivamente, Sirius era quello che ci aveva messo di più ad imparare a convivere con la consapevolezza di un Remus Lupo Mannaro.
(l’aveva evitato per settimane, e ogni volta che si incrociavano o Remus abbassava lo sguardo e andava in biblioteca oppure Sirius si inventava un impegno improvviso. Poi, alla terza settimana, Sirius gli aveva regalato una tavoletta di cioccolata che avevano finito con il mangiare subito, seduti sulla scalinata del Portone)
 
5. Remus sapeva che se Sirius non sopportava Lily c’era un motivo.
(Sirius non voleva che lei lo distruggesse, non voleva che lei gli portasse via il suo amico. Era geloso, e aveva paura)
 
6. Tuttavia, Sirius fu trai più felici, al matrimonio di Lily e James.
(Remus ricorda ancora il Sirius spensierato – e forse un po’ alticcio – che volteggiava in pista prima con Mary, poi con Marlene. Poi anche con lui)
 
7. Sirius però non ricordava nulla.
(Sirius non ricordava niente, aveva voluto dimenticare, quando stava ad Azkaban, perché faceva dannatamente male rivedere James e Lily vivi, i Malandrini uniti e loro due assieme. O magari faceva solo finta)
 
8. Remus davvero aveva dubitato di Sirius, davvero l’aveva odiato per dodici anni.
(quando l’aveva rivisto, quando aveva capito di aver vissuto nell’ignoranza per anni, aveva odiato se stesso con ancora più intensità)
 
9. Sirius aveva degli incubi, da quando era uscito da Azkaban.
(a volte si svegliava, e sgattaiolava da Remus.
“Ci siamo solo noi due, Moony,” iniziava, facendolo sobbalzare sulla poltrona.
“Lo so, Sirius,” rispondeva lui, cercando di celare l’amarezza.
“Siamo solo noi due,” ripeteva lui, e Remus sapeva che solo loro due non erano abbastanza a riempire la voragine che si era aperta nel petto di Sirius)
 
10. Non era mai stato sicuro dei sentimenti di Sirius, fino a quella sera.
(Sirius non era una persona che si può legare ad un dito e te lo lascia fare. Sirius voleva essere libero, e a volte Remus di questo aveva un po’ paura – lui, l’aveva capito, lo amava, ma Sirius era troppo criptico per capire davvero cosa provasse. Poi, una sera, a Grimmauld Place, quel corpo dal viso scavato che era il suo fantasma gliel’aveva detto.
“Ti ho amato davvero, Moony.”
E per Remus il mondo aveva ripreso a girare)
 
11. Sirius lo sta aspettando.
(lo sta aspettando, e insieme a lui ci sono James e Lily, e quest’ultima continua a dire che lei lo aveva capito, di lui e Remus)
 


Fine

 *



Bene.
La mia prima Wolfstar.
Sono anche piuttosto soddisfatta, sapete? Okay, non molto, però un po’ sì.
In questa storia ci sono due ‘citazioni’. La prima alla storia “Di ciò è importante” di Pudentilla Mc Moany. Ve la consiglio e non vi dico qual è la citazione, così magari la leggete XD
La seconda è alla bellissima Anna, con la sua “Nur Wir Beide”, sempre Wolfstar. Qui la citazione è piccola ed è nel punto nove.
Con questo, chiudo.


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Capitolo 4
*** Questione di punti di vista - Lily/Scorpius ***


Pairing: Lily Luna/Scorpius.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Commedia, Romantico.
Note: Non lo so. Non ho idea, davvero, non ho idea del perché io abbia scritto questa storia. Nel senso, io amo le Lily/Scorpius, ma non sono mai riuscita a scriverne una. E... questa sarebbe la millesima, anche se è la prima che pubblico. Spero vi piaccia, perché a me, sinceramente, non dispiace. Diciamo che è idiota XD

Per Somochu

 

*

Questione di punti di vista
LilyxScorpius 


“Santa Morgana, Lily, sorridi.”
“Non mi parlare,” sputò lei, senza neanche guardarlo in faccia.
Lily sentì Scorpius sospirare e far rimanere in bilico la sedia su due gambe sole.
“Lily, era solo un bacio,” riprovò Scorpius, tornando alla posizione di prima e protendendosi in avanti e verso di lei. “Non tenermi il muso, o penseranno che abbiamo litigato.”
“Infatti abbiamo litigato,” ribatté lei, girandosi verso di lui e cercando di non soffermarsi sulle sue labbra sottili.
Perché si ricordava ancora bene quel che aveva provato quando quelle labbra si erano posate sulle sue – quando lui l’aveva stretta a sé, vicino alla rimessa delle scope della Tana, e aveva immerso una mano trai suoi capelli rossi. Se si concentrava, a Lily poteva sembrare di avere ancora le labbra posate su quelle di Scorpius. Ed era piacevole, molto, solo che… lei non era pronta. Aveva quindici anni, sì, e aveva già avuto un ragazzo, ma ormai era un anno che provava qualcosa per Scorpius, e non sapeva ancora ben cosa voleva. Il fatto che lui fosse il migliore amico di James, poi, rendeva tutto più complicato.
“Io non lo chiamerei litigare.” Scorpius sorrise, con quella sua faccia da schiaffi – eppure, non si poté trattenere dal pensare Lily, anche così carina. “Penso possa essere definitivo pomic- Ahia!” Non era riuscito a finire la frase, perché Lily, sentendo qualcuno che apriva la porta, gli aveva colpito una gamba con il piede.
“Tutto bene, ragazzi?” chiese loro Harry, uscendo in veranda e girandosi verso il tavolo a cui erano seduti.
“Sì, signor Potter,” sorrise Scorpius, cordiale e gentile – strano a dirsi, ma il figlio di Draco Malfoy aveva conquistato anche Harry Potter, con quelle sue maniere anche troppo educate per un Grifondoro. “Lily mi stava giusto spiegando perché le piaceva tanto la rimessa delle scope.”
Intanto, accanto a lui, Lily lo maledì mentalmente.
 

“Anche questo lo chiameresti litigare, Lily?” le domandò Scorpius, la bocca a pochi centimetri dalla sua, sorridendo. Erano di nuovo dietro la rimessa, mandati dagli altri per prendere le scope – Scorpius poteva usare la magia, quindi poteva tranquillamente farle levitare e non dover quindi far muovere tutto il gruppo –, e Scorpius l’aveva baciata di nuovo.
“Zitto, Malfoy, o quest’anno ti toglierò più punti possibili,” ghignò, serafica, ricordandogli della sua nomina a Prefetto di Serpeverde, prima di stringere la maglietta di Scorpius con una mano piccola e dalle unghie mangiucchiate.
Quando Scorpius, dopo averle dato della serpe senza smettere di sorridere, premette nuovamente le labbra sulle sue, Lily capì che alla fine sapeva benissimo cosa voleva.


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