Il Principe (anzi il Re) e il Povero - Questione di punti di vista

di Ryta Holmes
(/viewuser.php?uid=107)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Desclaimer: Merlin e Arthur non mi appartengono, se lo fossero sarei ben contenta di dare un'altra trama a questa serie e soprattutto avrei uno stipendio.

Il Principe (anzi il Re) e il Povero – Questione di punti di vista

1.

Quando quel giorno sua regalità Arthur Pendragon aprì gli occhi rimase sorpreso nel constatare che il soffitto sopra il suo letto, che tra l’altro non gli era mai parso tanto scomodo, fosse così rovinato dal tempo.
Il suo primo pensiero fu chela sua stanza da Re era stata attaccata dalla muffa e che quindi il primo ordine che avrebbe dato a Merlin sarebbe stato quello di grattarla via e poi di cercare qualcuno che andasse a controllare il tetto. A quel pensiero ne seguì un altro, in cui rientrava il suo servitore perdigiorno che quella mattina ancora non si era fatto vivo per la consueta sveglia.
Stava quasi per aprire la bocca e chiedersi dove fosse finito, quando la porta della stanza si spalancò e Arthur si mise a sedere smettendo di guardare il soffitto e rivolgendosi all’uscio… e scoprendo con orrore che la muffa in quella stanza c’era perché quella non era la sua stanza.
“Merlin! Sei ancora a letto?!” la voce severa era quella di Gaius, il medico di corte. Arthur ci mise alcuni istanti per rispondere, un po’ perché frastornato dal fatto di essersi ritrovato in camera del suo servitore – perché quella era la stanza umida di Merlin – e un po’ perché proprio non si spiegava il perché Gaius fosse così convinto che quel perdigiorno fosse con lui.
“Merlin non c’è!” chiarì infatti poco dopo, passandosi una mano sulla faccia e poi tra i capelli. Si fermò. Qualcosa non andava.
Gaius sollevò il suo famoso sopracciglio incrociando le braccia. “E questa dovrebbe essere la tua nuova scusa per non lavorare? Alzati pelandrone!”
Arthur rivolse al medico un’espressione indignata. Con che coraggio quell’uomo si rivolgeva così a lui? Si alzò – ma non perché glielo avesse ordinato quell’altro, era chiaro – e posò a sua volta le mani sui fianchi con fare autoritario. “Fino a prova contraria io non lavoro, perché io sono…” le parole si spensero mentre le pronunciava perché improvvisamente si rese conto che la situazione oltre che ridicola nascondeva qualcosa di più… grave? Dove erano finiti i suoi muscoli torniti? Perché aveva poggiato le mani su quegli ossicini spigolosi? E perché la sua voce era così… così diversa?
Gaius lo squadrò perplesso, mentre Arthur apriva e richiudeva la bocca un paio di volte. Il giovane prese il respiro come per liberare la mente nella vana speranza che quel brillio di consapevolezza fosse solamente un fuoco fatuo.
“Come mi hai chiamato?” provò quindi a domandare, mentre nel frattempo la preoccupazione si insinuava.
Gaius a quel punto sbuffò. “Merlin! Ma si può sapere cosa ti è preso questa mattina?”
Merlin. Lo aveva chiamato… Merlin.
Seguirono pochi attimi di silenzio, nel quale Arthur strinse le labbra e si chiese se per caso non fosse vittima di uno scherzo di cattivo gusto. Poi finalmente lo raggiunse l’illuminazione e si guardò le mani. E le gambe. E si tastò le orecchie.
Una breve risatina nervosa è tutto ciò che si concesse quando toccò gli immensi padiglioni auricolari, poi sgranò gli occhi così tanto che avrebbe potuto farseli scappare dalle orbite e infine prese a correre.
Superò Gaius che urlò qualcosa che lui non capì e uscì dalle stanze del medico correndo come un folle. Non era possibile una cosa del genere, doveva esserci un malinteso! Forse Gaius stava invecchiando… o forse quell’infame di Gwain lo aveva pagato per reggere il gioco in quello stupido scherzo… e perché diamine le sue orecchie erano così grandi?
Spalancò la porta della sua vera stanza senza nemmeno prendersi la briga di bussare. All’interno regnava il silenzio ma lui si diresse subito verso il letto e con immenso orrore vide se stesso che dormiva beatamente nel suo grande e comodo giaciglio. I suoi capelli biondi come il grano maturo, i suoi muscoli frutto di anni di allenamenti e sacrifici, tutta la sua immensa beltade era lì davanti a lui… ma non era lui.
“Merlin!!” gridò spaventato. “Svegliati!”
L’altro si rigirò senza ritegno nel letto abbracciando un cuscino. “Ancora un attimo Gaius, poi mi alzo…”
“Io non sono Gaius e ti devi alzare!” sbraitò ancora Arthur con quella voce che… oh persino quella voce!!
Il Merlin con le sembianze di Arthur si mise a sedere stropicciandosi gli occhi ancora chiusi. “Ma si può sapere che succede? Non ho mai dormito così… bene.” Aveva aperto gli occhi finalmente. E si era visto. O lo aveva visto… insomma, aveva visto se stesso davanti a lui.
Immediatamente balzo in piedi sul materasso e portò le mani in una strada posizione. “Chi sei?! Che cosa vuoi da me?”
Arthur non sprecò parole e lo acchiappò per la manica della camicia per tirarlo giù dal letto. Non fu impresa facile, perché a quanto pareva anche le sue forze erano rimaste in quel bel corpo da combattente che si ritrovava e che già gli mancava tanto.
Non senza difficoltà riuscì a trascinarlo davanti allo specchio e solo quando furono tutti e due di fronte alla loro immagine riflessa quello nel corpo di Arthur – che altro non poteva essere se non Merlin – si acquietò.
“C’è qualcosa che non va.”
“Ma no…” sbuffò esasperato il Re, quello vero.
“Che diamine è successo?!”

Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. ***


Aloha! Metto qui un salutino, visto che nel primo capitolo non ho avuto il tempo di farlo. Ogni tanto riemergo dalla mia latitanza su questo fandom… che ho notato ha un po’ perso di verve ultimamente ._. spero che l’arrivo della nuova stagione porti una ventata di freschezza!
Quanto a questa storia è una commedia, niente più. Penso diventerà slash più avanti… o se non lo diventerà comunque ci saranno accenni. La verità è che questi due mi mancavano ma non avevo voglia di farli nuovamente deprimere, perciò mi sono inventata questa cosa che poi non è neanche tanto originale. Mi sono solo chiesa: che farebbe Merlin al posto di Arthur? E Arthur quanto resisterebbe al posto di Merlin? E ho scritto. Ho in mente un po’ di gag e le scriverò per puro divertimento, quindi chi vuole leggermi, spero lo faccia col sorriso sulle labbra  se poi mi aggiungete anche un commentino non mi dispiace. Leggere 0 recensioni è deprimente, sappia telo u_u
Detto questo, buona lettura!

Desclaimer: Merlin e Arthur non mi appartengono, se lo fossero sarei ben contenta di dare un'altra trama a questa serie e soprattutto avrei uno stipendio.


Il Principe (ora Re) e il Povero – Questione di punti di vista


2.

“Che diamine è successo?”
Merlin, quello vero, guardò allarmato il suo corpo che lo fissava sempre più arrabbiato. “E’ a te che lo sto chiedendo, idiota!”
L’altro si guardò ancora nello specchio, senza capirci nulla. “N-non lo so!” si tastò la faccia e il corpo come per accertarsi che tutto quello che vedeva fosse vero.  Quando aveva aperto gli occhi quella mattina, si era reso conto di trovarsi in un letto molto più comodo del solito ma a parte quello non si era reso conto di niente finché Arthur non lo aveva strattonato verso lo specchio.
“Ehi non toccare!” minacciò il Re, puntandogli un dito contro. “E fammi tornare come prima!”
Merlin gli rivolse un’occhiata preoccupata. “E secondo voi io so cosa fare?!”
Lo sapeva forse, anche se ancora non riusciva a capire come fosse accaduta una simile magia – perché di magia si trattava – ad ogni modo il Re non sapeva che lui era un mago, quindi la soluzione avrebbe dovuto cercarla più tardi con Gaius, che…
“Aspettate!  E Gaius? Non vi ha detto niente?”
“Mi ha svegliato come se fossi stato te e non so cosa abbia compreso di tutta la faccenda, dato che sono corso qui per vedere dov’ero finito.”
Merlin continuava a guardare il riflesso di Arthur nello specchio e non riusciva a capacitarsi che fosse lui adesso. Si mise le mani tra i capelli per un momento, spostandosi poi camminando per la stanza.
“D’accordo, cerchiamo di mantenere la calma. Parliamo con Gaius intanto, magari saprà dirci qualcosa…” sollevò lo sguardo senza in realtà vedere nulla, la testa che vorticava di pensieri. “Volete che vi prenda dei vestiti puliti?”
“Certo. E poi magari tu vesti di stracci… sarà divertente girare per il castello conciati così.”
“Non c’è bisogno di fare dello spirito!” replicò Merlin accalorandosi. “E’ solo l’abitudine. Tornate da Gaius allora e vestitevi di stracci, mentre io indosso qualcosa di consono al mio ruolo!” la lingua tagliente del mago colpì in pieno il Re evidentemente troppo scosso dall’accaduto.
“Osi già darmi ordini? Ti ricordo che il Re sono io!”
Merlin si portò le dita alle tempie, disperato. “Per favore, sua maestà, sarebbe così gentile da fare come le ho detto?”
Arthur sbuffò sedendosi sul letto. “Vestiti. Ci andremo assieme da Gaius.” Merlin sospirò. Effettivamente forse così il medico li avrebbe creduti… forse.

Erano in piedi lì davanti da alcuni minuti. Gaius li guardava seriamente, osservandoli. Merlin spostava il peso del corpo da un piede all’altro sentendosi incomodo, quanto ad Arthur non faceva che incrociare e sciogliere le braccia, sbuffare e lamentarsi. Si erano presentati tutti e due davanti la porta del medico e cercando le parole adatte per risultare credibili avevano dato la notizia all’uomo. Questi aveva ascoltato in silenzio e senza fiatare li aveva poi osservati, forse prendendosi il tempo per capire se quei due non avessero deciso di scherzare con lui. Poi aveva rivolto a Merlin – quello vero – un’occhiata penetrante e infine aveva sospirato.
“E’ un bel problema…”
Il mago aveva  sospirato di gratitudine, certo che il suo mentore lo avesse riconosciuto nonostante l’aspetto. Quanto ad Arthur aveva allargato le braccia esasperato. “Certo che è un bel problema! Come facciamo a risolverlo?!”
“Maestà, non è così facile come sembra, questo è senza dubbio un incantesimo molto potente e chi lo ha fatto voleva colpire sia voi che Merlin.”
Il mago deglutì il boccone amaro preoccupato delle affermazioni del medico. Se colpivano entrambi, allora doveva essere qualcuno che sapeva del ruolo fondamentale di Merlin a corte ed erano poche le persone a conoscenza dei suoi poteri: tutte pericolose ovviamente.
Arthur si abbandonò su una sedia, la sua disperazione era molto meno controllata di quella di Merlin. “Non posso crederci… condannato a fare…. Merlin!”
Il mago strinse le labbra. Una condanna. Tutto diventava chiaro. Essere Merlin significava essere un servitore, triste e scialbo. Significava perdere ogni diritto, a meno che la notizia di quello “scambio” non avesse fatto il giro del castello… un brivido percorse la schiena del giovane.
“Troveremo una soluzione!” provò Gaius cercando di consolarlo. “Nel frattempo però… credo sia il caso di… ehm… interpretare i ruoli.”
Un gemito sfuggì dalle labbra di Arthur – quello vero. Merlin invece, sorrise improvvisamente divertito e preda di una sensazione di… rivalsa.
“Sarà un sacrificio ma dobbiamo pur farlo…” gli sfuggì con ironia. Arthur si alzò in piedi e si avvicinò puntandogli contro il dito. “Prova ad approfittarne e te la farò pagare.” Poi si accorse che il dito era magro e affusolato e che la stazza del suo interlocutore era il doppio della sua. Gemette di nuovo e poi uscì a grandi passi dalla stanza.
Merlin ridacchio e quando alzò lo sguardo notò che anche Gaius pareva divertito. “Non esagerare con lui.”
Il giovane assunse un’aria innocente. “Io? Ma no… cercherò soltanto di sembrare il vero Arthur Pendragon.”
Gaius gli rivolse uno sguardo severo. “Merlin…” poi sospirò. “Ad ogni modo cercherò sui libri quali sono gli incantesimi di scambio. Tu sei sicuro di non sapere nulla a riguardo? Non è successo niente nelle ultime ore che potrebbe aiutarci?”
Merlin scosse il capo. “Ma no, non credo… voglio dire ieri sera abbiamo soltanto…” non continuò. Bastò il suo sguardo per far capire al suo maestro che qualcosa era accaduto.

Continua…

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1177025