'O Chibi-san

di Duffy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caduta ***
Capitolo 2: *** Jin ***
Capitolo 3: *** 'O chibi-san ***
Capitolo 4: *** Auto-mail ***
Capitolo 5: *** Visite...visite??? ***
Capitolo 6: *** Colpa loro. ***
Capitolo 7: *** "Envy...perchè?" ***
Capitolo 8: *** a mangiare!!! ***
Capitolo 9: *** deja-vu ***



Capitolo 1
*** Caduta ***


Piccoli sassolini si staccarono dalla parete rocciosa, precipitando verso il vuoto

Piccoli sassolini si staccarono dalla parete rocciosa, precipitando verso il vuoto.

-Sta attento Al, rischi di cadere.

-Si, scusa. – i fratelli Elric continuarono a camminare, in fila indiana, sullo stretto sentiero che portava dall’altra parte della montagna.

-Certo che potevi scegliere un’altra strada…qui non è certo il massimo- constatò Al, poggiando una mano alla propria destra, sul fianco della montagna. Guardò distrattamente a sinistra, dove vi era un’enorme e profonda voragine.

-No, da qui facciamo prima.- rispose l’altro, affettando il passo.

Altri sassolini cedettero sotto il loro peso, diventando sempre più grandi.

-Oh, fratellone! Lì c’è qualcosa! – Ed guardò al di là dell’enorme armatura.

-Non c’è nemmeno bisogno di usare l’alchimia. Basterà scavalcarlo.- davanti a loro c’era un masso più o meno grande, che gli bloccava la strada.

Un pezzo di roccia si staccò sotto i loro piedi.

-Ok.- Al appoggiò le mani sul masso, e con un piccolo salto si tirò su. Ed guardò perplesso dietro di se.

La terra sotto di lui ebbe un tremito.

-…merda! – si girò verso il fratello, che stava ancora salendo. - Al, muoviti!!!

-Cosa?- l’altro guardò sotto di se. L’unica cosa che vide fu la roccia sgretolarsi sotto i piedi di Ed, mentre quello veniva sbalzato via.

-FRATELLONE!

Il ragazzo spalancò gli occhi, sorpreso, mentre precipitava verso il vuoto. Vide la figura del fratello divenire sempre più piccola, finchè pochi secondi dopo non scomparve del tutto.

 

Che modo stupido di morire, pensò il ragazzo. Non poteva nemmeno usare l’alchimia, visto che era troppo lontano dalla parete rocciosa.

Tutta quella fatica per niente. Tutto quel tempo passato alla ricerca della pietra filosofale era stato inutile. Non aveva potuto ridare al fratello il suo corpo umano.

Vide il terreno venirgli incontro velocemente.

Però…non era giusto.

In un attimo si diede dell’idiota. Non era ancora finita. Non era ancora morto.

Ormai poteva distingue ad occhio persino le forme degli alberi.

No, avrebbe trovato quella maledetta pietra!

Batté i palmi della mani l’uno con l’altro.

 

Camminava svogliatamente per la foresta, con le mani dietro la nuca e lo sguardo al cielo. Si annoiava. Da morire. Ma Lust aveva detto che il piccoletto d’acciaio andava lasciato in pace per un po’, quindi non aveva nulla da fare.

Vide con la coda dell’occhio qualcosa cadere dalla montagna.

-Uh? – si mise a correre, in direzione del posto dove probabilmente sarebbe…atterrato l’oggetto. O quello che era.

Lo vide scomparire tra le cime degli alberi, e aumentò la velocità. Un bagliore azzurro lo fece fermare poco lontano.

-Che cavolo è stato?- raggiunse il posto, stringendo gli occhi non appena si rese conto dell’enorme nuvola di polvere e terra che si era alzata. Si incamminò verso il centro del posto, dove vi era un piccolo cratere, anch’esso pieno di terra.

Improvvisamente si sentì afferrare per una gamba.

-YIKES! – fece per allontanarsi, ma la stretta era troppo forte. Abbassò lo sguardo sulla mano che lo teneva.

-Co…- si abbassò, e prese per il polso dell’altro, tirando verso di se. Guardò perplesso il ragazzo svenuto.

-Acciaio?

 

 

________________________________________________________________________________

 

Commento dell’Autrice:

 

Allora, che ve ne pare? E’ un’idea che mi è venuta in mente per caso, e ho voluto subito metterla su…word XD

Non so bene come continuerà la storia, e soprattutto non so quando potrò aggiornare, perché ho altre cinque fanfic in corso. Ma spero vi piaccia.

Un piccolo commenti please

See you.

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Capitolo 2
*** Jin ***


Fece un piccolo salto in avanti per evitare una buca

Fece un piccolo salto in avanti per evitare una buca. Il ragazzo che portava sulle spalle mugugnò infastidito, girando la testa dall’altra parte.

Envy girò leggermente la testa per guardarlo, continuando a camminare.

-Che tizio assurdo…- ripensò a quello che aveva visto poco prima. Aveva recuperato il ragazzino da una voragine, ancora satura di alchimia. Probabilmente il piccoletto d’acciaio aveva fatto una trasmutazione nello stesso istante in cui aveva toccato terra. Ma si era fermato alla seconda fase, la scomposizione. Così aveva attutito la caduta. Certo, la teoria era una cosa, la pratica un’altra.

Lo vide stringere gli occhi, mentre faceva una smorfia.

Ed schiuse lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre. Gli girava la testa, e aveva caldo. Si rese vagamente conto di essere sulle spalle di qualcuno.

-…Al? – mormorò - Sei tu? - sentì la persona fermarsi, e chinarsi, come per farlo scendere. Si appoggiò con la schiena ad un albero e guardò davanti a se. Vide un ragazzo dai corti capelli castani e gli occhi azzurri che lo fissava.

-Come ti senti?- gli si accovacciò davanti, piegando leggermente la testa di lato. La sua espressione era indecifrabile.

-Sono morto?- gli chiese debolmente, chiudendo gli occhi e poggiando anche la testa contro il tronco.

-No…-rispose l’altro -…ma ci sei andato vicino.

-Chi sei?

-Mi chiamo…- pensò velocemente ad un nome qualsiasi, sperando che l’indecisione passasse inosservata. Ma dubitò che in quelle condizioni il ragazzino avrebbe fatto caso a quello -…Jin. Ti ho trovato poco fa vicino alla montagna.

-Ah…-disse semplicemente l’altro.

-Tu invece sei…?

-Edwar…Elric.

-Oh…l’Alchimista d’Acciaio…- il ragazzo annuì con una smorfia. Envy gli toccò la fronte con una mano. Era bollente. Si rese conto che l’alchimista aveva di nuovo perso i sensi. Se lo caricò di nuovo sulle spalle, sbuffando.

-Vedi di non morire, tu. – borbottò –Altrimenti ti ammazzo.

 

Bussò con una mano alla porta della capanna. Gli venne ad aprire un uomo.

-Mi scusi, il mio amico è ferito. Credo che abbia la febbre.- l’altro lo guardò dubbioso, ma si fece da parte.

-Entrate. Nell’altra stanza c’è un letto, puoi metterlo là.- Envy gli fece un segno di gratitudine e entrò. Come aveva detto l’uomo nella stanza affianco vi era un letto, dove stese l’alchimista. Sentì l’altro indugiare sulla porta.

Envy diede un’ultima occhiata al ragazzino, poi uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

–Avete bisogno di qualcos’altro?- l’Homunculus sorrise, riprendendoli suo aspetto sotto lo sguardo allibito dell’altro.

-No grazie, al resto ci penso io.

 

Ancora una volta aprì gli occhi, portandosi una mano davanti al viso per proteggersi dalla luce del sole. Si mise a sedere, guardandosi intorno.

Si trovava in una piccola stanza, arredata solo con un armadio, una scrivania e il letto devo si trovava.

Fece per alzarsi, quando la porta alla sua destra si aprì. Vide il ragazzo di nome Jin guardarlo perplesso, mentre teneva tra le mani un vassoio con una bacinella d’acqua e un paio di stracci.

-Dove credi di andare?- Ed tentò nuovamente di alzarsi, ignorando lo vista annebbiata e il ronzio che sentiva nella testa.

-Lontano da qui. Devo…trovare…Al.

Al terzo tentativo riuscì ad alzarsi, dirigendosi leggermente malfermo verso la porta dove si trovava l’altro.

Quando lo raggiunse, Envy si fece da parte.

-Come ti pare- disse con un’alzata di spalle.- se ci riesci…

Come se quelle parole lo avessero colpito letteralmente, l’alchimista inciampò. L’Homunculus lo prese al volo, prima che cadesse per terra.

-Andiamo, non fare il bambino – lo riportò sul letto, facendolo stendere. Ed piegò leggermente la testa verso di lui.

-Chi sei?

-Mi sembrava di essermi gia presentato. Mi chiamo Jin.- l’alchimista fece una smorfia.

-Certo, come no. Farò finta di crederci se ti fa piacere- si mise a sedere.

-Stai giù…

-Non rompere! Non posso restare qui. – batté i palmi delle mani, trasmutando la mano d’acciaio in una lama. – e tu di certo non mi puoi costringere.

-Sai, forse ti dovevo avvertire prima…

-Uh?

-…io…non sono un tipo molto paziente.

-Co…- prima che potesse finire la frase, l’altro lo afferrò per la gola e lo inchiodò al letto. Ed spalancò gli occhi, preso alla sprovvista. Provò ad allontanarlo con la lama dell’auto-mail, ma il ragazzo castano lo bloccò con l’altra mano.

I loro sguardi si incrociarono per un attimo.

-…Envy?- l’homunculus sorrise beffardo, riprendendo il suo solito aspetto.

-Gia, piccoletto d’Acciaio. Sorpreso?

 

 

 

 

Ahhhh…*sospira* e il secondo è andato. Faccio sempre così: quando mi viene in mente una nuova storia continua a scriverla finchè non perdo l’ispirazione (ma che bello) e naturalmente lascio da parte le altre. Bha

Comunque, spero vi sia piaciuto questo pezzo. Il prossimo sarà ancora più interessante, non credete? *ghignò sadico*

Sinceramente non so se diventerà una yaoi…è probabile…e dire che a me non sono mai piaciute. Mi davano il voltastomaco.

Beh, pazienza. Naturalmente ( ? ) anche se diventerà una yaoi non sarà nulla di spinto, don’t worry.

Ok, fine.

Commentate please, così sono più contenta quando scrivo XD  perché so che a qualcuno interessa.

Ok, fine sul serio.

Ciao!!!

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Capitolo 3
*** 'O chibi-san ***


-Come…- provò a divincolarsi, ma senza successo

-Come…- provò a divincolarsi, ma senza successo. Tutta la stanchezza e la confusione che aveva in testa sembrava essere scomparsa. La vista dell’Homunculus lo aveva svegliato del tutto.

-A-ah-ah- disse in tono canzonatorio l’altro – così non va bene Acciaio, proprio no. Ti ho salvato la vita, dovresti ringraziarmi.

-Vai al diavolo!- diede un altro strattone al braccio. Envy strinse la presa sulla gola, mozzandogli il fiato.

-Vengo in pace, 'O chibi-san, non ti preoccupare. – senza preavviso lo lasciò andare, alzandosi in piedi. Gli sorrise divertito.

-Sei un sacrificio umano troppo importante, mi sembrava di avertelo gia detto. – l’altro si mise a sedere, incrociando le gambe e guardandolo sospettoso.

-Che vuoi?

-Assolutamente nulla- rispose con un’alzata di spalle l’altro. L’auto-mail del ragazzino tornò normale.

-Beh, allora io vado. Ci vediamo – uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Lo sguardo gli finì sul corpo senza vita dell’uomo che poco prima li aveva “accolti”.

-Giornata storta per te amico…- fece per allontanarsi, quando sentì un rumore sordo provenire dalla stanza da cui era appena uscito.

-Ehy…piccoletto tutto a posto? – non sentì risposta.

-Acciaio? – lo chiamò ancora. Poi fece una smorfia irritata. – Che se la sbrighi da solo!- borbottò.

 

Guardò l’Homunculus andarsene senza voltarsi. Non riusciva a capire quanto era appena successo. Si grattò la testa, perplesso. Poi si slegò con una mano la treccia, toccandosi con l’altra la fronte. Era bollente. Fece una smorfia di disappunto.

Improvvisamente tutto divenne buio, e lui precipitò verso il vuoto.

 

Incrociò le braccia al petto e si appoggiò con una spalla alla porta, fissandolo impassibile. Ed era steso per terra, vicino al letto, svenuto.

Ancora una volta fu tentato di andarsene.

Ma poi il ragazzino si girò di lato, dischiudendo leggermente la bocca e rannicchiandosi, portando il viso vicino alle ginocchia.

-Razza di stupido…

 

Quando si svegliò era buio, l’unica luce che gli permetteva di vedere era quella della luna. Si mise a sedere,e un panno bagnato gli cadde sulle gambe. Si tastò la fronte, e, sebbene fosse ancora calda, sentì delle gocce d’acqua scivolargli giù per il viso.

-Ti sei ripreso, 'O chibi-san?- si voltò di scatto, sorpreso.

Envy era seduto sul bordo della finestra e fissava il cielo impassibile. Non si voltò nemmeno.

-Che ci fai ancora qui?

-Evita quel tono scocciato, piccoletto.

-E NON CHIAMARMI PICCOLETTO!!!- urlò irritato l’alchimista, scostando le lenzuola e alzandosi in piedi sul letto. L’Homunculus sorride beffardo e piegò leggermente la testa di lato, guardandolo negli occhi.

-Mi sembra che stai meglio…- con un piccolo salto scese dalla finestra, poggiando le mani sui fianchi e dirigendosi verso Ed. Anche lui salì sul letto.

-Che diavolo…- ad ogni passo che Envy faceva in avanti, l’alchimista ne faceva uno indietro. Finchè non fu con la schiena contro il muro.

-Paura, piccoletto?- ormai gli era di fronte.

-Certo che no!- rispose con tono di sfida il biondo. L’homunculus poggiò le mani sulla parete, sopra le spalle dell’altro pericolosamente il viso.

-E ora, Acciaio? Ora hai paura?- ripetè il ragazzo, sussurrandogli poco distante.

-N-no…- Envy si avvicinò ancora di più, rendendo la distanza nulla. Ed strinse gli occhi.

 

Oddio, oddio, fa che sia un incubo. Ti prego, fa che mi lasci in pace.

 

L’homunculus poggiò la fronte su quella dell’altro. L’alchimista aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi a guardare profondi e freddi occhi viola. Rimasero in quella posizione per qualche secondo. Poi Envy si allontanò, facendo schioccare la lingua.

-38,7. Non si è abbassata nemmeno un po’. – scese dal letto con un balzo, incrociando le mani dietro la nuca. Si diresse nuovamente verso la finestra, mentre l’altro si lasciava scivolare verso il basso.

-Che…che cosa sei, un termometro vivente?!?- il ragazzino aveva ripreso un po’ di colorito. L’homunculus sorride divertito.

-Dormi, 'O chibi-san, che è meglio. – poggiò i gomiti sul davanzale, scrutando nuovamente perso nei suoi pensieri la luna.

Ed lo guardò sbigottito per qualche minuto. Poi, quando capì che l’altro non avrebbe più detto nulla, si infilò scocciato sotto le lenzuola, sbuffando e rivolgendo lo sguardo verso la porta.

 

Fece una smorfia di dolora, continuando a tenere gli occhi chiusi. Non capiva perché quel maledetto mal di testa non se ne andava. Poi un pensiero lo fece svegliare completamente. Scostò le lenzuola dal viso con uno scatto e si mise a sedere.

-AL! AHHHHHH! – cadde dal letto, preso alla sprovvista. Poco dopo sbirciò sopra il letto, impallidendo ancora una volta. Un Envy scocciato lo fissava.

-Non credi che le tue reazioni ultimamente siano esagerate? –era seduto affianco a dove lui poco prima stava dormendo, con le gambe incrociate, il mento poggiato sopra una mano e il gomito poggiato su un ginocchio. Se lo era ritrovato davanti quando si era alzato.

-Da…da quanto tempo…- deglutì a fatica.

-Oh, neanche tanto. Ma sai, mi stavo annoiando…- poi cambiò espressione, sorridendo gelido.- Sali, che prendi freddo. - quando il ragazzino fu di nuovo sul letto, anche se a debita distanza, l’altro continuò. – Beh, visto che sei sveglio, preparo qualcosa da mangiare. Non so tu, ma io muoio di fame. – scese dal letto, dirigendosi verso la porta.

-Ah proposito, 'O chibi-san. Sei davvero carino quando dormi con la pancia scoperta.

Ed arrossì violentemente, mentre l’altro scoppiava a ridere e usciva dalla stanza.

 

La porta si aprì con uno scatto.

-'O chibi-san ti ho chiamato più di un quarto d’ora fa!- cercò con lo sguardo il ragazzo, e lo trovò ancora seduto sul letto.- mi hai sentito?

-Vai al diavolo. Non voglio avere niente a che fare con te. Me ne sto andando.- e in effetti l’alchimista si stava vestendo.

-Che seccatura…- l’altro lo raggiunse, salendo nuovamente sul letto. Ed alzò lo sguardo su di lui.

-Che vuoi?

-Sai a cosa stavo pensando mentre dormivi?

-Non me ne frega niente- rispose secco il biondino, che fece per alzarsi. Ma Envy lo afferrò per un polso e lo costrinse a stare fermo.

-Mollami subito!- ma quello con uno scatto gli prese con la stessa mano anche l’altro polso, poggiandoli sopra la sua testa e costringendolo a sdraiarsi. Gli si sedette sul bacino, e continuò a parlare, come se non fosse stato interrotto.

-Pensavo…visto che ti ho salvato la vita…devi darmi qualcosa in cambio no? – si chinò su di lui, sotto lo sguardo allibito del ragazzino.- scambio equivalente, eh alchimista?

-Levati!

-Altrimenti? – l’homunculus sorrise beffardo, mentre l’altro lo guardava con odio. Si chinò su di lui, sfiorandogli il collo con le labbra. Gli diede un piccolo bacio sul mento.

-IO TI AMMAZZO!- l’alchimista in un attimo avvicinò i palmi delle mani, e colpì con forza la parete. Una mano di pietra si diresse con forza verso Envy, che lo schivò poggiandovi sopra una mano e saltando.

-Te la prendi sempre per niente.- sentenziò il ragazzo sorridendo.

-Vieni qui che ti rompo quel brutto muso da idiota che ti ritrovi!- Ed scattò in piedi e gli saltò addosso, sferrandogli un pugno in pieno viso.

O almeno l’intenzione era quella.

Perché l’latro gli bloccò l’auto-mail con una mano. Lo colpì violentemente alla bocca dello stomaco, mozzandogli il fiato e facendolo cadere a terra.

Lentamente gli si accovacciò davanti, sollevandogli il mento con due dita. L’alchimista gemette per un attimo, contraendo l’addome dal dolore.

-E’ colpa tua, ‘O chibi-san. Sei troppo…invitante, per restarti indifferente.

-Fo…tti...ti!- finì con l’urlare. Envy sorrise.

-Ti piacerebbe, eh Acciaio? – si alzò in piedi, scrollando le spalle.- beh, non ora. Spiacente. – si allontanò, lasciandolo per terra. – Muoviti a venire di là. Per colpa tua il caffé sarà diventato uno schifo, mi tocca rifarlo.

-Muori!!!- sentì urlargli dietro mentre chiudeva la porta. Si potò le mani dietro la nuca.

Si sarebbe divertito a fare da balia al piccoletto d’Acciaio, finchè non si fosse rimesso.

Oh, eccome se si sarebbe divertito.

 

 

naturalmente commenti, grazie XD spero che questo chappy vi sia piaciuto. see you

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Capitolo 4
*** Auto-mail ***


Aprì lentamente la porta e sbuffò, fissandolo imbronciato

Aprì lentamente la porta e sbuffò, fissandolo imbronciato. L’homunculus sedeva scomposto sulla sedia, leggendo un giornale. Alzò gli occhi verso di lui, ma non disse nulla.

Ed si sedette dall’altra parte del tavolo, lasciandosi cadere pesantemente e sbuffando ancora una volta.

-Mi vuoi far morire di freddo? Piantala e mangia.- l’alchimista abbassò lo sguardo sulla tavola.

-Non ho fame- sentenziò bruscamente. L’altro inarcò un sopracciglio, richiudendo il giornale e posandolo. Seguì con lo sguardo quello che Ed fissava con astio, e una volta tanto il bersaglio non era lui.

-Problemi? – gli chiese innocentemente, anche se sapeva gia la risposta.

-Gia.

No, questa non se l’aspettava. Era pronto a un bell’insulto, uno sguardo gelido, un lungo silenzio.

-Ti fa schifo?

-Esattamente. – Envy sospirò, e si alzò in piedi. Prese in mano la bottiglia di latte, scrutandola impassibile. Poi si voltò e la lanciò contro la finestra aperta. Entrambi la videro volare lontano dalla casa.

-Ok, problema risolto.- si risedette senza guardarlo, riprendendo in mano il giornale.

Rimasero in silenzio per qualche minuto.

-Envy…

-Che vuoi?

-Che intenzioni hai? Perché mi costringi a stare qui?

-Oh, nessuna intenzione. – lo guardò ancora una volta – diciamo che improvviso.

-Dico sul serio!

-E poi non ti costringo mica.

-Posso andarmene?

-No.

Il biondo scattò in piedi.

-Non puoi tenermi qua a vita!

-No…a vita no…giusto un paio di annetti, fino a quando non diventerai abbastanza grande per farti quello che so io – sorrise maliziosamente.

-E da quando ti fai certi scrupoli?- l’homunculus lo guardò scettico. Poi si alzò in piedi e lo raggiunse, lentamente, poggiando una mano sul tavolo e l’altra sul fianco. Gli si avvicinò pericolosamente.

-Preferisti subito,O chibi-san…?- Ed tratte il respiro, ricambiando lo sguardo. Envy sorrise.

Poi prese il caffè che era sul tavolo e lo bevve, senza staccargli gli occhi di dosso. Poi fece una smorfia, guardando il contenuto della tazzina.

-Tz’…hai fatto diventare freddo pure questo…- la lanciò dietro di se, e anche quella volò fuori dalla finestra. Il biondo la seguì con lo sguardo.

Senza preavviso l’homunculus gli posò una mano sulla fronte, scostandogli i capelli.

-Ehy!

-Ahhh, non rompere Acciaio.- il biondino gli allontanò la mano, arretrando di un passo.

-Sto bene! E stammi lontano.- gli occhi viola dell’altro brillarono per un attimo, e Ed se ne accorse. Si allontanò di un altro passo, sbattendo contro la sedia e cadendoci sopra. Fece per rialzarsi, ma Envy lo bloccò, sedendosi sopra il suo bacino. Gli pese i polsi e gli piegò le braccia dietro la schiena.

-Hai voglia di giocare, alchimista d’Acciaio?

-Envy…-gli ringhiò contro Ed, cercando di avvicinare i palmi delle mani.

-Ah-ah-ah. Fai il bravo ‘O chibi-san – l’homunculus lo ammonì, allontanando i polsi l’uno dall’altro. Poi cominciò a succhiargli il collo.

-Ahia! Cazzo Envy! Cazzo i succhiotti no!

-Lo vedi? Senza alchimia non sei nient’altro che un moccioso impertinente. Un fagiolino presuntuoso. – sorrise allo sguardo pieno di odio dell’altro.- sei semplicemente inutile.

-Appena mi lasci andare ti ammazzo!!! Razza di schifoso…gay…di merda!

-E se io non ti lasciassi andare? – tornò sul suo collo, ricominciando a mordicchiarlo e a succhiarlo. – E poi a me non piacciono gli uomini. A me piaci tu.

-VAFFANCULO, I SUCCHIOTTI HO DETTO DI NO! - il ragazzino cercò ancora una volta di scrollarselo di dosso.

Si diede una spinta con le gambe, facendo inclinare la sedia. L’homunculus si staccò da lui per un attimo.

-Porc…!

Ed cadde sulla schiena, e l’altro finì su di lui. Il biondo diede un altro calcio alla seggiola, facendola scivolare lontano.

Ora l’unico problema era il ragazzo che gli stava sopra. Aveva le ginocchia vicino ai fianchi di Ed, e le mani sopra le sue spalle, vicino al viso.

-Levati immediatamente – gli sibilò il biondo – altrimenti ti ammazzo sul serio.

-Oh…- l’altro fece finta di meravigliarsi – e allora fallo. – gli scostò una ciocca di capelli dal collo. – Perchè in caso contrario…posso fare quello che voglio no?- si chinò su di lui.

L’alchimista sfiorò i palmi delle mani, furioso, passando la sinistra sull’auto-mail.

 

 

scusate, capitolo molto corto, ma è tardi e il pezzo che ho scritto per dopo deve andare assolutamente nell'altro chappy. in più non potrò aggiornare fino a...(rullo di tamburi) sabato! perchè porto il computer a riparare. beh, dei commenti potete lasciarmeli lo stesso XD non mi offendo mica. See you.

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Capitolo 5
*** Visite...visite??? ***


Fece una smorfia divertita, mentre una goccia di sangue gli scivolava per il mento

Fece una smorfia divertita, mentre una goccia di sangue gli scivolava per il mento. Quella indugiò per un attimo, per poi spiccare un salto verso il vuoto. Morì sulla guancia del biondo, sotto l’occhio destro, che era spalancato dalla sorpresa.

Envy invece si divertiva da morire, nel vederlo così sconvolto.

-L’hai fatto sul serio…

-Tu…potevi evitarlo…sei rimasto fermo apposta….

L’homunculus afferrò l’auto-mail e lo estrasse con forza dal proprio corpo, lasciando che fiotti di sangue rosso bagnassero l’alchimista. Si alzò in piedi e si passò una mano tra i capelli.

-E’ la prima volta che muoio…non credevo fosse così doloroso, accidenti. – afferrò Ed per il colletto e lo sollevò di peso.

-Sei meglio di quanto pensassi- increspò le labbra in un altro sorriso, quasi sofferente, e cadde addosso all’altro.

-Envy!- il ragazzino lo prese al volo, guardandolo sorpreso.

-Envy! ENVY!!!

 

Aprì lentamente gli occhi e si mise a sedere, incrociando le gambe e grattandosi la testa con una mano, mentre con l’altra si sfiorava il taglio che aveva allo stomaco. Il piccoletto lo aveva addirittura trapassato, con quello stupido braccio.
Si guardò distrattamente intorno, notando di essere sul letto della piccola casa, da solo. Sbuffò e si lasciò cadere sul letto, allargando le braccia sopra la testa.
-Ahhh…quel piccolo bastardo se ne è andato!
-Chi sarebbe piccolo? – voltò di scatto la testa, sorpreso.
-Acciaio!- lo disse entusiasta, come un bambino di fronte al suo nuovo giocattolo. Si mise nuovamente seduto. –allora non te ne eri andato!- l’altro fece una smorfia di disappunto, entrando nella stanza e
raggiungendolo.
-Colpa del mio stupido senso del dovere. Roba da umani, tu non puoi capire. – anche lui si sedette sul letto.
-Gia, non posso capire. E nemmeno mi interessa. – il biondo finse di non averlo sentito.
-Quando sei svenuto stavi benissimo, a parte quella, – indicò la ferita nel ventre dell’homunculus – quindi…perché hai perso i sensi?
Envy lo guardò sorpreso per un attimo. Poi sembrò venirgli in mente qualcosa.
-Avevo sonno…- rispose semplicemente, con un’alzata di spalle.
-Razza di…stupido!- Ed gli tirò un pugno sulla testa, alzandosi in piedi rabbioso. L’altro si premette le mani sul punto colpito, strizzando gli occhi.
-Ahiaaa! Che maleeeee!
-Mi stai dicendo che tu….tu…ti sei solo addormentato???- l’alchimista era fuori di se dalla rabbia, senza capirne nemmeno lui il motivo.
-Beh…si.
-E non dire “si” con quel tono!! – il ragazzo dagli occhi color ametista ridacchiò. Poi anche lui si alzò in piedi, portandosi le mani dietro la nuca.
-Accidenti a te, io non lo sopporto il dolo…- spalancò gli occhi, sorpreso nel sentire Ed inchiodarlo  al muro. Gli strinse le spalle con forza per non farlo muovere, cominciando a succhiargli il collo.
-Ahi, ahi…- l’homunculus strinse gli occhi, quando il biondo spostò di poco le labbra per fargli un altro succhiotto.

-Benvenuto nel mondo vero, Envy.- gli sussurrò all’orecchio. Poi si allontanò con una spinta, passandosi il dorso della mano sinistra sulla bocca, mentre l’altro si sfiorava il segno sul collo. Si mordicchiò il labbro inferiore, scrutandolo un po’ scocciato.

-Dovrei ucciderti per questo, lo sai?

-Fa pure- rispose l’alchimista, allargando le braccia e piegando leggermene il busto in avanti. – Non hai che da provarci.

Envy scese dal letto con un salto. Si passò una mano fra i capelli, sospirando e poggiando l’altra sul fianco, mentre faceva scrocchiare le dita dei piedi premendole sul pavimento.

Poi semplicemente scomparve.

-Ma cosa…?

Ed fece per voltarsi, quando sentì un braccio cingergli la vita e un mano afferrargli il polso destro, piegandogli il braccio dietro la schiena.

-Sei sicuro ‘O Chibi-san?- la voce fredda e controllata dell’homunculus lo fece rabbrividire.-…hai forse dimenticato che nelle tue attuali condizioni non puoi uccidermi?

-Anche io non ho che da provarci, no?- qualcosa di freddo gli sfiorò la gola, costringendolo ad alzare il mento. Vide di sfuggita da dove arrivava la lama. Si fondeva con il braccio dell’altro ragazzo.

-Non lo sapevi, piccoletto d’Acciaio? Con il mio potere posso fare anche questo.

-Non-dire-piccolo!- il biondo piegò la schiena all’indietro, liberandosi della presa. Poggiò la mano sinistra per terra e alzò quasi verticalmente la gamba, per poi riabbassarla violentemente sulla testa dell’homunculus. Si rialzò con uno scatto, usando l’alchimia per deformare l’auto-mail.

Ma Envy era scomparso ancora una volta. Ed si voltò di scatto, alzando il braccio per colpire.

Si fermò di colpo, sbigottito, nel vedere lunghi capelli biondi e occhi azzurri.

-Bingo. A quanto pare ho fatto centro al primo colpo. – la ragazza fece un passo avanti, sorridendo.

-Bastardo…trasformati subito! – venne colpito con violenza al viso. Cadde sulle ginocchia, ansimando. Sentì qualcosa muoversi davanti a lui. Envy lo prese per i capelli e gli alzò la testa, guadandolo negli occhi, che era tornati viola.

-Mi stai dando ordini, Acciaio? No, vero? Dimmi che mi sto sbagliando…

-Crepa…razza di…viglia…!- si fermò, distratto da qualcosa.

-Beh, che ti prende?

-‘STA GIU’!- Ed fece uno scatto in avanti, atterrando l’altro. Nello stesso istante si sentì rumore di spari.

I due caddero pesantemente per terra.

-Ma che diavolo…?- un’altra scarica di colpi li costrinse ad appiattirsi dietro la scrivania.

-Non starai correndo troppo,O Chibi-san?

-Ma ‘sta zitto.- il biondo evitò lo sguardo dell’altro, per nascondere il rossore sulle guance. Erano uno addosso all’altro, completamente. Cercò di cambiare discorso, non appena tornò il silenzio.

-Allora…amici tuoi o amici miei?

-Uhm…- Envy fece finta di pensarci. – che importa? Li facciamo fuori e abbiamo risolto il problema.

-Fammi il favore di non parlare al plurale...

-Come ti pare…allora ci penso io!- in un attimo sgusciò dalla “presa” del ragazzino, correndo verso la finestra.

-No aspetta! Envy!

Ma quello era gia uscito, lasciandolo da solo. Si alzò anche lui, e fece per inseguirlo.

-Aspe…- per un attimo tutto divenne buio. Sbattè le palpebre più volte, confuso, e la vista a poco a poco tornò.

Si portò una mano alla fronte. Scottava.

-Ma che diavolo...?

 

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Capitolo 6
*** Colpa loro. ***


Sospirò

Sospirò. Un gruppo di uomini armati gli stava davanti, e lo guardavano infuriati.

-Che volete? Mi avete interrotto in un momento…cruciale.- fece un sorrisetto al pensiero del piccoletto d’Acciaio che era arrossito in quel modo.

-Questa casa appartiene al vecchio Joe. Tu chi diavolo sei?

-Cioè, fatemi capire. Voi prima sparate e poi fate le domande?

-Rispondi!

-Uff, che permalosi. Il vecchio è morto. Probabilmente se cercate in fondo al fiume lo trovate ancora là. E ora sparite. – si voltò, dandogli le spalle e dirigendosi verso la casa.

 

Fu proprio mentre scavalcava con un salto la finestra che sentì lo sparo.

 

L’Homunculus si sfiorò con le dita il sangue che usciva a fiotti dalla ferita al petto. Poi si voltò lentamente, e guardò gelido il gruppo di uomini.

 

Arrivò di corso davanti alla casa, ansimando, ma non vide nessuno. Eppure gli spari sarebbero dovuti arrivare da li

-AHHHHHHHH!!!- un urlo agghiacciate echeggiò per la foresta, facendolo rabbrividire.

-Ma che diavolo sta succedendo?- riprese a correre, inoltrandosi nel bosco. Si fermò un attimo, alzando lo sguardo al cielo. Stava diventando buio.

Preoccupato, continuò ad avanzare. Camminò per diverso tempo, finche non cadde sulle ginocchia, colpito da un giramento di testa. Fece una smorfia, stringendo i denti. Non riusciva a capire cosa gli stava succedendo. Era impossibile che avesse ancora la febbre a causa della caduta, ma non sapeva darsi altre spiegazioni.

Poggiò una mano per terra, aiutandosi ad alzarsi, quando toccò qualcosa di umido. Si portò la mano davanti agli occhi, e inorridì. Era sangue. Si voltò di scatto, e vide poco lontano il corpo di un uomo. A poco a poco ne vide altri, sparsi poco lontano, ognuno di essi ricoperto di sangue, morto.

-Ma perché…?

-E’ colpa loro…mi hanno fatto arrabbiare... – gli sussurrò una voce dietro di lui. Sobbalzò, voltandosi di scatto. Vide l’homunculus accovacciato dietro di se.

-Envy ma co…- non terminò la frase, finendo steso per terra. Il ragazzo gli si era praticamente gettato addosso, cominciando a baciargli il collo, il mento, avvicinandosi sempre di più alle labbra del biondo.

-Mi odi,O Chibi-san?- gli disse lui tra un bacio e l’altro – Io voglio che tu mi odi. Devi soffrire, devi provare il dolore che provo io. Eppure…- si fermò per un attimo, alzandosi in modo da poterlo guardare negli occhi. - Eppure…- ripetè, senza staccargli gli occhi di dosso. Po improvvisamente si allontanò, sedendogli di fronte.

-Odiami, Ed. Odiami. Sarà tutto più facile. – prima che l’altro potesse rispondere, si alzò in piedi.

-Andiamo. Questo posto mi fa schifo.- si allontanò, senza voltarsi, lasciando il giovane alchimista ancora più confuso di quanto gia non fosse.

-Envy, aspetta…

-Che vuoi?- l’homunculus si voltò irritato, e vedere l’altro ancora per terra non migliorò le cose.

-Ecco…non riesco ad alzarmi…-il ragazzo lo guardò gelido.

-In che senso?

-Non lo so. Credo mi sia tornata la febbre.

-Cristo Acciaio, da quand’è che sei così delicato? – gli si avvicinò, scocciato, e lo afferrò per un braccio, facendolo alzare. Poi gli voltò la schiena e gli fece segno di salire. Ed lo guardò quasi allibito.

-Non…non era quello che intendevo!

-Se non sali immediatamente giuro che ti ammazzo! E ora MUOVITI!

Stava perdendo la pazienza, rischiava di per arrabbiarsi sul serio. Il biondo salì sulle sue spalle, riluttante, ma gli si dovette avvinghiare per non cadere.

 

 

 

 

 

Vi chiedo perdonoooooooooooo!!!

Questo è l’unico pezzo che sono riuscita a scrivere, ed è cortissimo. ma vi prometto che mi impegnerò per continuare.

(giuro che ancora non sono riuscita a finire una, cioè dico UNA, fanfic. Ma si può? XD

Recensite °w°

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Capitolo 7
*** "Envy...perchè?" ***


Ed eccomi di nuovo XD e dire che è mezzanotte e mezza…bah, è che volevo postarlo subito

Ed eccomi di nuovo XD e dire che è mezzanotte e mezza…bah, è che volevo postarlo subito. Naturalmente dovete recensire *__* anche se vedo che in questa fanfic commentate in tanti XD sono contenta vi piaccia.

Nel prossimo chappy probabilmente succederà un bel casino…non lo so, perché invento al momento…

E, visto che ci sono, mi faccio pubblicità da sola °w°

Che ne dite di andare a leggere le mie altre fanfic di full metal alchemist? (e recensite…non sopporto vedere che avete letto in 130 e commentato solo in 7. fa una rabbia….)

 Proposito, ne sto scrivendo un’altra su ed e envy, che dovrebbe essere una one-shot…ma sono gia a pagina 8 e la devo ancora continuare XD

Va beh…so che non centra niente…o forse si…dovete ringraziare jacky_dragon se potete leggere così presto (oddio…) questo chappy. È stata lei che mi ha dato (involontariamente) l’ispirazione su msn con la sua musica di “pirati dei carabi” XD e si, quella ispira sul serio.

Ma quanto parlo…-__-

Ok, buon chappy ^w^

 

 

 

 

Bussò alla porta.

Sospirò, non sentendo ancora una volta risposta.

-Ehi Acciaio. E’ pronto da mangiare.- fece una smorfia, scocciato.

-Beh, piccoletto, ti lascio il piatto qua fuori.- si voltò, muovendo qualche passo verso la cucina, quando un rumore sordo non lo fece sobbalzare.

-Moccioso…-bofonchiò, poi si allontanò.

 

Era seduto sul letto, con il viso immerso nella ginocchia, stringendosi con forza.

Stava male.

Tremendamente male.

Sentì l’homunculus bussare alla porta, ma non rispose. Non ce la faceva.

-Beh, piccoletto, ti lascio il piatto qua fuori.- alzò la testa di scatto, furioso. Si alzò in piedi, e, anche se a fatica, si levò una scarpa e la lanciò con forza verso la voce.

Poi ricadde pesantemente sul letto, chiudendo gli occhi.

Non riusciva a capire.

Perché? Perché aveva ucciso tutte quelle persone?

Al solo pensiero ebbe una stretta allo stomaco.

-Perché Envy…

 

Sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Chiuse gli occhi, stringendo forte i pugni, ancora sulla testa.

Era di umore nero.

Quegli idioti gli avevano fatto saltare i nervi, e il piccoletto d’Acciaio non lo aiutava di certo, con quell’atteggiamento del cavolo.

Sapeva perché non gli parlava. Lui non voleva veder morire la gente.

Questo lo face arrabbiare ancora di più.

-Tsk…- prese con uno scatto in mano il vassoio con il cibo che aveva portato pochi minuti prima all’alchimista, e tornò davanti alla porta. Bussò.

-Ehi, Acciaio. Devi mangiare, non mi interessa se non ti va’. Hai ancora quella cazzo di febbre, dio solo sa perché!

Silenzio. Ancora.

-E rispondimi quando ti parlo! Cazzo Elric!

Serrò i pugni, tanto che gli diventarono le nocche bianche.

-Adesso basta.

 

Sfondò letteralmente la porta, colpendola con un calcio. Vide immediatamente il biondo voltarsi verso di lui, sorpreso.

Percorse con aria seccata la stanza, e gli si sedette di fronte, poggiando con forza il vassoio davanti al ragazzino, sfidandolo con lo sguardo.

-Mangia. Adesso non me ne frega neanche se stai male. Quando ti dico una cosa è quella.

L’altro distolse lo sguardo, e si strinse ancora di più a se.

L’homunculus respirò lentamente, cercando di trattenersi.

-Lo so perché ce l’hai con me. Li ho uccisi. E allora? La gente muore, Acciaio. In un modo o nell’altro muore.

-Ma che significa??? Che cavolo di ragionamento è??? Certo, gli esseri umani muoiono, ma non per questo li si può uccidere solo per divertimento!

-Credi che li abbia uccisi per…per…e poi che diamine sto qui a scusarmi con te?

Envy si alzò arrabbiato.

-Sai che ti dico? Vaffanculo! Mi sono rotto di farti da balia. Sei soltanto un moccioso capriccioso, che non capisce un accidenti della vita! Fai come ti pare!!!

-Envy aspetta…- fece per prendergli una mano, ma quello si scansò, furioso. Lo guardò ancora una volta, poi si girò e fece per uscire dalla stanza.

-Envy la schie…- niente, era andato.

 

Ribaltò il tavolo della cucina con una mano, senza nemmeno guardarlo. Quello si andò a schiantare contro la parete, rompendo una finestra.

Non voleva andarsene.

Ma quel…quel…bambino gli dava sui nervi quando faceva così. Non aveva nemmeno voluto dirgli che erano stati prima “i suoi carissimi amici umani” a sparargli, e che li avrebbero uccisi entrambi se non si fosse difeso. No, anzi, avrebbero ucciso solo lui.

 

Strinse il bordo delle lenzuola, mordendosi nervosamente un labbro.

Un rumore dalla stanza affianco lo fece sobbalzare.

Scese velocemente dal letto, rincorrendo l’homunculus.

-Envy! Envy aspetta!!!- quando entrò nella cucina si bloccò, sorpreso. La stanza era completamente distrutta, non si era salvato nemmeno un bicchiere. Il ragazzo dagli occhi viola era seduto per terra, con la schiena poggiata contro un muro. Fissava con occhi vuoti davanti a se e aveva il respiro pesante.

L’alchimista gli si accovacciò davanti, mentre l’altro alzava lentamente lo sguardo.

-Acciaio…

-Scusa, è colpa mia. – lo guardò senza cambiare espressione.

-Che significa?

-Ti hanno sparato loro, vero? Ho sentito uno sparo, prima di trovarti.

-A-ha. E allora? Li ho pur sempre uccisi. Non sono degno di te, giusto? – il biondo lo guardò perplesso.

-Envy ma che cavolo…

-Non è forse così? Tu sei il migliore, perché riesci a risolvere i problemi senza dover uccidere nessuno, senza sporcarti le mani. Beh, io, povero homunculus, non ci riesco. E non me ne frega nemmeno. Non sento niente, quando uccido. Non mi faccio certo problemi. Voi umani siete solo dei sacrifici. Ecco cosa siete per me.

Abbassò lo sguardo, sentendo nuovamente la rabbia crescergli nel petto.

-…he io?

-Mh? Alza la voce, non ti sento. - il biondo fece un respiro profondo.

-Anche io? Anche io sono solo un sacrificio?

Si guardarono a lungo. L’alchimista non aveva nemmeno il coraggio di respirare. Sentiva che se l’homunculus avesse detto sarebbe morto.

Perché, poi?

Che diavolo gli stava succedendo?

 

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Capitolo 8
*** a mangiare!!! ***


Vi avverto, questo capitolo è davvero ma davvero corto

Vi avverto, questo capitolo è davvero ma davvero corto. Mi dispiace, ma so che vi piace tanto come fic, quindi vi volevo accontentare un po’

È che l’ispirazione si sta dedicando solo alla mia fic sado ( XD ) su ed e envy, che alla fine ho messo su manga.it  con il nome di roxas.

Morale della storia: beccatevi sto piccolo pezzeto di ‘O Chibi-san.

Però è un bel pezzo gente, sul serio *_*

 

Ok, credo di aver detto tutto. See ya ^_____^

E commentate =__=

 

 

 

 

Rimasero in silenzio, continuando a fissarsi.

L’homunculus era impassibile, mentre l’alchimista stringeva forte i pugni, per paura di sentire una risposta a quella domanda che non aveva senso aver posto.

-Envy io…lascia perdere…non è una cosa che ho il diritto di chiederti…

-Hai ragione, non ne hai il diritto.

-…- il biondo si morse un labbro, alzandosi in piedi.

-Acciaio, ascolta.

-No, va bene così.

-Ascoltami, razza di idiota! – si guardarono ancora una volta, poi Ed si sedette nuovamente.

-Io sono un homunculus. Sai che significa, no? Non provo dei sentimenti. E’ tutta una finzione. Un ricordo, capisci?

-…si, lo so.

-Con te ho solo giocato, non farti strane idee. Io ti odio, perché sei quello che io non sarò mai. Un essere umano.

-Ma…

-Hai una famiglia, delle persone che si preoccupano per te. Sei libero, puoi andare dove vuoi. Io no. Nonostante questo corpo, nonostante non abbia legami, io non sono libero.

-Non mi hai risposto. Per te sono solo un sacrificio? Posso essere rimpiazzato da chiunque? – l’homunculus fece un sorrisetto amaro.

-No, questo no. Tu sei l’unico idiota che può affezionarsi ad uno come me.

Il biondo non seppe se prenderlo come un complimento o un insulto. Protendeva per la seconda. Incrociò le braccia al petto e gonfiò le guance, stizzito.

-Io…io non mi sono affatto affezionato!!! – l’altro ridacchiò

-Certo, come no…dai, vieni qui

Con quelle poche parole l’homunculus era tornato normale. L’aura negativa che emanava un attimo prima era scomparsa del tutto.

L’alchimista sorrise, sollevato, almeno finche Envy non gli andò vicino, o per meglio dire, ancora, più vicino.

-Ehi! Che cavolo fai?

-Dai…fammi un po’ contento…- lo abbracciò, baciandogli il collo e il mento, sorridendo. Ed emise una specie di soffio rabbioso, come un gatto, ma non si mosse.

-Piantala! Non…non…

-“Non…non”…cosa? – gli fece il verso l’altro, ridacchiando. – Lo so che ti piace.

Questa volta il biondo non rispose, e Envy rise ancora di più.

-Lo vedi? Lo vedi? – lo canzonò divertito.

-Almeno stai zitto, no? – sbottò Ed.

-Ok…- lo costrinse a sdraiarsi, continuando a stuzzicarlo con i denti, mordicchiandogli il collo, il mento, avvicinandosi sempre di più alle labbra.

Il biondo cercò come potè di non pensarci, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.

Stava per allontanarsi, quando l’homunculus prese a baciargli la spalla, facendo scorrere le fredde dita sulla schiena del più piccolo.

Era tutto così…assurdo.

Era assurdo che si stesse facendo baciare in quel modo da qualcuno.

Era assurdo che quel qualcuno fosse Envy.

Ed era ancora più assurdo che lui non facesse nulla per farlo smettere.

Assurdo.

-Ma che cavolo…- Envy improvvisamente si fermò, sedendosi sulle ginocchia. – Girati un attimo ‘O Chibi-san.

Sorpreso, senza capire, il ragazzino ubbidì.

Non pensò nemmeno quanto potesse essere pericoloso un simile ordine.

-Cos’è questo? – Envy premette un dito sulla schiena dell’atro, che gemette di dolore. Era un piccolo taglio, neanche profondo, ma di un colore viola preoccupante.

-Ahi! Cosa? Cos’è? – si portò le mani alla schiena, cercando di toccarsi, ma senza riuscirvi.

-Sta fermo! E’ solo un taglio. Devi essertelo fatto quando sei…- si fermò, trattenendo per un attimo un sorriso. Ed capì, e incrociò le braccia al petto, offeso.

-Dillo pure. Quando mi sono schiantato a terra cadendo dalla montagna.

Envy scoppiò a ridere, senza ritegno. Si portò le mani alla pancia, sotto lo sguardo offeso e risentito del biondo. Quest’ultimo, dopo qualche secondo, gli diede una spinta che lo fece cadere a terra, ma l’altro continuò a ridere, se possibile più di prima.

-E piantala! Non è divertente!!! – gli saltò sopra, colpendolo con i pugni sul petto.

-Ahi! Ahia! Mi fai male! – la risata gli morì lentamente in bocca, e un sorriso sciocco gli rimase sul viso.

-Ehi piccoletto…che stai facendo? – il biondo si accorse di tenerlo per i polsi, impedendogli di muoversi.

-…ecco…io…niente! Non sto facendo niente! – si allontanò con uno scatto, imbarazzato. E magari anche un po’ scocciato.

Envy si appoggiò ai gomiti, rimanendo per terra. Lo guardò, curioso e divertito, senza staccargli gli occhi di dosso.

-Beh – Ed si alzò in piedi, guardandosi nervosamente intorno. – Io vado di là.

-A fare che? – lo disse canzonatorio, sorridendo.

-A…a…- si guardò ancora intorno. – A mangiare!

 

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Capitolo 9
*** deja-vu ***


Rimasero in silenzio, continuando a fissarsi

L’alchimista uscì velocemente dalla stanza, sistemandosi i vestiti. Era rosso in volto e sentiva, dannazione, un caldo insopportabile.

Si portò una mano sul collo, sentendo ancora qualcosa. Come se vi si fosse attaccato, quel dannato homunculus, e stesse continuando a torturargli il collo.

Camminava nervosamente per la cucina, senza badare all’arredamento semi distrutto.

Era imbarazzato. Da morire.

Ma non perché Envy lo aveva baciato, anche se non “tradizionalmente”.

Perché gli era piaciuto.

Rabbrividì solo al ricordo, che era decisamente troppo vivido.

Fece un grosso respiro, fermandosi al centro della stanza.

Che era venuto a fare? Ah si,a mangiare.

…oddio.

Si diede dell’idiota. Ma che scusa era?!? Che significa: non possiamo continuare perché “devo mangiare”. E poi…

Si guardò dietro la schiena, cercando a tentoni il taglio sospetto con una mano.

-…ahi! – l’aveva trovato.

…che diavolo era quella ferita? Non ne aveva ricordo.

Per un attimo la stanza oscillò pericolosamente.

Cadde sulle ginocchia, chiudendo gli occhi. No, forse non era stata la stanza a muoversi.

-…envy…- lo biascicò piano come se non volesse farsi sentire. –Envy!!! – non era il momento di essere orgogliosi. Stava decisamente da schifo.

Niente, Ed rimase da solo.

Dannazione.

Fece un respiro profondo, schiarendosi un po’ la gola.

-ENVY! – ancora qualche minuto, e l’homunculus finalmente arrivò. Di corsa, un po’ preoccupato e leggermente scomposto. Ma quando vide il biondo per terra si fermò di colpo, limitandosi a sbuffare.

-Accidenti a te! Mi hai fatto prendere un colpo. – gli si avvicinò e lo prese in braccio.

-Va al diavolo! Sto agonizzando per terra e…- l’alchimista si portò una mano davanti alla bocca, tossendo. –E poi *cough* lascia…*cough cough* …mi!

-Oh, sta zitto. Mi hai proprio rotto consta malattia.

Ed tossì ancora, coprendo le sue parole. Si sentiva il viso in fiamme, eppure il corpo era scosso da brividi gelidi.

Abbozzò un sorriso, che gli procurò un ultimo colpo di tosse.

Almeno non era arrossito in quel modo per Envy.

Non solo.

 

 

Lo poggiò per l’ennesima volta sul letto.

-…deja-vu…- lo disse piano, un po’ seccato. Certo, non era colpa non Full Metal se aveva questa fottuta febbre, senza contare che era lui a stare male, ma era una vera noia badare al moccioso.

-Mh…- ecco, il biondino si era addormentato un'altra volta. Ok, svenuto, ma era la stessa cosa.

Edward tossì ancora un paio di volte, per poi sospirare e poggiare il viso sul cuscino.

-Beh, io vado. – l’homunculus si voltò, quando sentì qualcosa tirargli una mano.

-…mh…envy…- era Ed, naturalmente.

Quanto può essere fastidioso uno che sta sul letto di morte?

Troppo, evidentemente.

-Torno subito, non fare il…

-…no dai…- Envy strinse gli occhi, con fare diffidente -…resta…

Oh, il piccoletto stava delirando. 

-Senti chibi-san, ti devo cercare qualcosa per quella febbre, altrimenti starai così a vita. O a morte, non lo sappiamo.

Ma l’alchimista lo trascinò sopra di se, stringendo il braccio come se fosse un cuscino.

-…envy…

Ok, era una buona occasione. Ma poteva attaccargliela, quella febbre dalle dubbie origini.

Ci pensò un attimo.

Nha, lui non si poteva ammalare.

Tanto valeva approfittarne. Gli scostò una ciocca di capelli dal viso, chinandosi a sussurrargli all’orecchio.

-…posso Full Metal? Posso davvero?

Tanto se delirava non si sarebbe ricordato di nulla.

L’altro non rispose, respirando piano, con le sopracciglia aggrottate e la bocca dischiusa.

Envy si chinò nuovamente sull’alchimista. Piano, senza fretta, fissando con insistenza la sua bocca sottile e invitante. Gi diede un piccolo bacio, assaporando il suo sapore come se fosse miele. Un altro bacio, semplice e casto.

Il biondino emise un piccolo gemito quando venne privato dell’aria, ricambiando inconsciamente. Si inumidì le labbra, sfiorando quelle dell’homunculus.

Questi si ritirò, con una smorfia.

Violentare mocciosi febbricitanti non rientrava nei suoi hobby, e la cosa si stava rivelando anche un pochetto noiosa.

E poi doveva fare tutto lui.

Che palle.

Sarebbe stato più divertente con il Full Metal lucido. Avrebbe opposto più resistenza.

…forse neanche tanta.

Fece schioccare la lingua, alzandosi in piedi.

Era ora di risolvere la questione “febbre”.

Sarebbe dovuto andare in città.

-…palle…- ma prima doveva prendere una cosa. -Ciao piccoletto. – lo disse piano, uscendo dalla stanza.

 

 

Envy fissò con occhi annoiati la piccola città. Gli ci erano volute due ore solo per trovare quello che gli serviva, e altre due per arrivare in città.

Strinse tra le dita una piccola pianta, dalle foglie chiare e i fiori viola. Aveva piccole spine nere sullo stelo, che avevano subito richiamato ‘attenzione dell’homunculus.

Era quasi sicuro fosse quella la causa della febbre del Full Metal. L’aveva raccolta nel luogo dove aveva trovato l’alchimista, che probabilmente doveva essersi ferito senza accorgersene.

Aveva preso l’aspetto di quello che ormai aveva nominato “Jin”. Camminava svogliata per le strade, cercando qualcosa che gli potesse essere utile.

Trovò una farmacia e fece per entrarvi, quando un rumore familiare lo fece voltare. La grande armatura che lo superò velocemente lo sorprese non poco. Ma dopo un attimo si diede dello sciocco. Era ovvio che il fratellino cercasse ‘O Chibi-san.

-Scusate – sentì Alphonse fermarsi e richiamare l’attenzione di un gruppetto di persone. –Avete per caso visto un ragazzo biondo? Indossa una mantella rossa e….

Dannazione.

Doveva fare qualcosa.

-Io l’ho visto. – l’homunculus si avvicinò all’armatura, con un mezzo sorriso.

-Davvero? Sa dirmi dove è andato?

-Mh…-fece finta di pensarci. –Diceva di essersi perso…non ho capito bene, credo stesse cercando suo fratello…aveva intenzione di risalire la montagna, comunque.

-Ah, la ringrazio. Mi sa dire dove…?

-Di là. –indicò il ragazzo, dalla parte opposta dove si trovava Edward.

Diamine, così era troppo facile. Quasi noioso.

-Grazie mille. Arrivederci! – e l’armatura prese a correre verso la montagna.

Envy abbozzò un sorriso, soddisfatto.

Entrò nella farmacia con noncuranza, deciso a tornare in fretta dal suo “piccolo” ospite.

 

 

_____________________________________

 

 

 

^______^ ma dai, che bastardo envy XD mandare alphonse dall’altra parte del mondo per torturicchiare in santa pace Full Metal Midget.

Che tenero -.-

Chi è contento dell’aggiornamento alzi la mano! (alzare mano = commentare T_T )

Approposito di commenti…grazie! GRAZIE GRAZIE GRAZIE XD mi piacciono troppo le vostre recensioni, e si, anche secondo me Shorty si poteva inventare una scusa più plausibile. Oppure avere davanti un Envy…in quella versione, diciamo, fa venire fame. Non saprei.

Appena mi capita vi faccio sapere *_*

See ya gente, al prossimo aggiornamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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