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Piccoli sassolini si staccarono dalla parete rocciosa, precipitando
verso il vuoto
Piccoli sassolini si staccarono dalla parete rocciosa,
precipitando verso il vuoto.
-Sta attento Al, rischi di cadere.
-Si, scusa. – i fratelli Elric continuarono a
camminare, in fila indiana, sullo stretto sentiero che portava dall’altra
parte della montagna.
-Certo che potevi scegliere un’altra strada…qui
non è certo il massimo- constatò Al, poggiando una mano alla
propria destra, sul fianco della montagna. Guardò distrattamente a
sinistra, dove vi era un’enorme e profonda voragine.
-No, da qui facciamo prima.- rispose l’altro,
affettando il passo.
Altri sassolini cedettero sotto il loro peso, diventando
sempre più grandi.
-Oh, fratellone! Lì c’è qualcosa!
– Ed guardò al di là dell’enorme armatura.
-Non c’è nemmeno bisogno di usare
l’alchimia. Basterà scavalcarlo.- davanti a loro c’era un
masso più o meno grande, che gli bloccava la strada.
Un pezzo di roccia si staccò sotto i loro piedi.
-Ok.- Al appoggiò le mani sul masso, e con un piccolo
salto si tirò su. Ed guardò perplesso dietro di se.
La terra sotto di lui ebbe un tremito.
-…merda! – si girò verso il fratello, che
stava ancora salendo. - Al, muoviti!!!
-Cosa?- l’altro guardò sotto di se.
L’unica cosa che vide fu la roccia sgretolarsi sotto i piedi di Ed,
mentre quello veniva sbalzato via.
-FRATELLONE!
Il ragazzo spalancò gli occhi, sorpreso, mentre precipitava
verso il vuoto. Vide la figura del fratello divenire sempre più piccola,
finchè pochi secondi dopo non scomparve del tutto.
Che modo stupido di morire, pensò il ragazzo. Non
poteva nemmeno usare l’alchimia, visto che era troppo lontano dalla
parete rocciosa.
Tutta quella fatica per niente. Tutto quel tempo passato
alla ricerca della pietra filosofale era stato inutile. Non aveva potuto ridare
al fratello il suo corpo umano.
Vide il terreno venirgli incontro velocemente.
Però…non era giusto.
In un attimo si diede dell’idiota. Non era ancora
finita. Non era ancora morto.
Ormai poteva distingue ad occhio persino le forme degli
alberi.
No, avrebbe trovato quella maledetta pietra!
Batté i palmi della mani l’uno con
l’altro.
Camminava svogliatamente per la foresta, con le mani dietro
la nuca e lo sguardo al cielo. Si annoiava. Da morire. Ma Lust aveva detto che
il piccoletto d’acciaio andava lasciato in pace per un po’, quindi
non aveva nulla da fare.
Vide con la coda dell’occhio qualcosa cadere dalla
montagna.
-Uh? – si mise a correre, in direzione del posto dove
probabilmente sarebbe…atterrato l’oggetto. O quello che era.
Lo vide scomparire tra le cime degli alberi, e
aumentò la velocità. Un bagliore azzurro lo fece fermare poco
lontano.
-Che cavolo è stato?- raggiunse il posto, stringendo
gli occhi non appena si rese conto dell’enorme nuvola di polvere e terra
che si era alzata. Si incamminò verso il centro del posto, dove vi era
un piccolo cratere, anch’esso pieno di terra.
Improvvisamente si sentì afferrare per una gamba.
-YIKES! – fece per allontanarsi, ma la stretta era
troppo forte. Abbassò lo sguardo sulla mano che lo teneva.
-Co…- si abbassò, e prese per il polso
dell’altro, tirando verso di se. Guardò perplesso il ragazzo
svenuto.
Fece un piccolo salto in avanti per evitare una buca
Fece un piccolo salto in avanti per
evitare una buca. Il ragazzo che portava sulle spalle mugugnò
infastidito, girando la testa dall’altra parte.
Envy girò leggermente la testa per guardarlo,
continuando a camminare.
-Che tizio assurdo…- ripensò
a quello che aveva visto poco prima. Aveva recuperato il ragazzino da
una voragine, ancora satura di alchimia. Probabilmente
il piccoletto d’acciaio aveva fatto una trasmutazione nello stesso
istante in cui aveva toccato terra. Ma si era fermato
alla seconda fase, la scomposizione. Così aveva attutito la caduta. Certo, la teoria era una cosa, la pratica un’altra.
Lo vide stringere gli occhi, mentre faceva una smorfia.
Ed schiuse lentamente gli occhi,
sbattendo le palpebre. Gli girava la testa, e aveva
caldo. Si rese vagamente conto di essere sulle spalle di qualcuno.
-…Al? – mormorò - Sei tu? - sentì
la persona fermarsi, e chinarsi, come per farlo scendere. Si appoggiò
con la schiena ad un albero e guardò davanti a se. Vide un ragazzo dai
corti capelli castani e gli occhi azzurri che lo fissava.
-Come ti senti?- gli si accovacciò
davanti, piegando leggermente la testa di lato. La sua espressione era
indecifrabile.
-Sono morto?- gli chiese
debolmente, chiudendo gli occhi e poggiando anche la testa contro il tronco.
-No…-rispose l’altro
-…ma ci sei andato vicino.
-Chi sei?
-Mi chiamo…- pensò
velocemente ad un nome qualsiasi, sperando che l’indecisione passasse
inosservata. Ma dubitò che in quelle condizioni il ragazzino avrebbe fatto caso a quello -…Jin. Ti ho
trovato poco fa vicino alla montagna.
-Ah…-disse semplicemente l’altro.
-Tu invece sei…?
-Edwar…Elric.
-Oh…l’Alchimista d’Acciaio…- il
ragazzo annuì con una smorfia. Envy gli toccò la fronte con una
mano. Era bollente. Si rese conto che l’alchimista aveva di nuovo perso i
sensi. Se lo caricò di nuovo sulle spalle, sbuffando.
-Vedi di non morire, tu. –
borbottò –Altrimenti ti ammazzo.
Bussò con una mano alla porta della capanna. Gli
venne ad aprire un uomo.
-Mi scusi, il mio amico è
ferito. Credo che abbia la febbre.- l’altro lo guardò
dubbioso, ma si fece da parte.
-Entrate. Nell’altra stanza c’è un letto,
puoi metterlo là.- Envy gli fece un segno di gratitudine e entrò. Come aveva detto l’uomo nella stanza affianco vi era un letto, dove stese l’alchimista.
Sentì l’altro indugiare sulla porta.
Envy diede un’ultima occhiata al
ragazzino, poi uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle
spalle.
–Avete bisogno di qualcos’altro?-
l’Homunculus sorrise, riprendendoli suo aspetto sotto lo sguardo
allibito dell’altro.
-No grazie, al resto ci penso io.
Ancora una volta aprì gli occhi, portandosi una mano
davanti al viso per proteggersi dalla luce del sole. Si mise a sedere,
guardandosi intorno.
Si trovava in una piccola stanza, arredata solo con un
armadio, una scrivania e il letto devo si trovava.
Fece per alzarsi, quando la porta alla sua destra si
aprì. Vide il ragazzo di nome Jin guardarlo perplesso, mentre teneva tra
le mani un vassoio con una bacinella d’acqua e un paio di stracci.
-Dove credi di andare?- Ed
tentò nuovamente di alzarsi, ignorando lo vista annebbiata e il ronzio
che sentiva nella testa.
-Lontano da qui. Devo…trovare…Al.
Al terzo tentativo riuscì ad alzarsi, dirigendosi
leggermente malfermo verso la porta dove si trovava l’altro.
Quando lo raggiunse, Envy si fece
da parte.
-Come ti pare- disse con
un’alzata di spalle.- se ci riesci…
Come se quelle parole lo avessero colpito letteralmente,
l’alchimista inciampò. L’Homunculus lo
prese al volo, prima che cadesse per terra.
-Andiamo, non fare il bambino – lo
riportò sul letto, facendolo stendere. Ed
piegò leggermente la testa verso di lui.
-Chi sei?
-Mi sembrava di essermi gia
presentato. Mi chiamo Jin.- l’alchimista fece
una smorfia.
-Certo, come no. Farò finta di crederci se ti fa piacere- si mise a sedere.
-Stai giù…
-Non rompere! Non posso restare qui. – batté i
palmi delle mani, trasmutando la mano d’acciaio
in una lama. – e tu di certo non mi puoi
costringere.
-Sai, forse ti dovevo avvertire
prima…
-Uh?
-…io…non sono un tipo molto paziente.
-Co…- prima che potesse
finire la frase, l’altro lo afferrò per la gola e lo
inchiodò al letto. Ed spalancò gli
occhi, preso alla sprovvista. Provò ad allontanarlo con la lama
dell’auto-mail, ma il ragazzo castano lo bloccò con l’altra
mano.
I loro sguardi si incrociarono per
un attimo.
-…Envy?- l’homunculus sorrise
beffardo, riprendendo il suo solito aspetto.
-Gia, piccoletto d’Acciaio. Sorpreso?
Ahhhh…*sospira* e il secondo
è andato. Faccio sempre così: quando mi viene in mente una nuova
storia continua a scriverla finchè non perdo l’ispirazione (ma che
bello) e naturalmente lascio da parte le altre. Bha
Comunque, spero vi sia piaciuto
questo pezzo. Il prossimo sarà ancora più
interessante, non credete? *ghignò sadico*
Sinceramente non so se diventerà una yaoi…è probabile…e dire
che a me non sono mai piaciute. Mi davano il voltastomaco.
Beh, pazienza. Naturalmente ( ? ) anche se diventerà
una yaoi non sarà
nulla di spinto, don’t worry.
Ok, fine.
Commentate please, così sono più contenta quando scrivo XDperché so che a qualcuno
interessa.
-Come…- provò a divincolarsi, ma senza
successo. Tutta la stanchezza e la confusione che aveva in testa sembrava
essere scomparsa. La vista dell’Homunculus lo aveva svegliato del tutto.
-A-ah-ah- disse in tono canzonatorio l’altro – così
non va bene Acciaio, proprio no. Ti ho salvato la vita, dovresti ringraziarmi.
-Vai al diavolo!- diede un altro strattone al braccio. Envy
strinse la presa sulla gola, mozzandogli il fiato.
-Vengo in pace, 'O chibi-san,
non ti preoccupare. – senza preavviso lo lasciò andare, alzandosi
in piedi. Gli sorrise divertito.
-Sei un sacrificio umano troppo importante, mi sembrava di
avertelo gia detto. – l’altro si mise a sedere, incrociando le
gambe e guardandolo sospettoso.
-Che vuoi?
-Assolutamente nulla- rispose con un’alzata di spalle
l’altro. L’auto-mail del ragazzino tornò normale.
-Beh, allora io vado. Ci vediamo – uscì dalla
stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Lo sguardo gli finì sul
corpo senza vita dell’uomo che poco prima li aveva “accolti”.
-Giornata storta per te amico…- fece per allontanarsi,
quando sentì un rumore sordo provenire dalla stanza da cui era appena
uscito.
-Ehy…piccoletto tutto a posto? – non
sentì risposta.
-Acciaio? – lo chiamò ancora. Poi fece una
smorfia irritata. – Che se la sbrighi da solo!- borbottò.
Guardò l’Homunculus andarsene senza voltarsi.
Non riusciva a capire quanto era appena successo. Si grattò la testa,
perplesso. Poi si slegò con una mano la treccia, toccandosi con
l’altra la fronte. Era bollente. Fece una smorfia di disappunto.
Improvvisamente tutto divenne buio, e lui precipitò
verso il vuoto.
Incrociò le braccia al petto e si appoggiò con
una spalla alla porta, fissandolo impassibile. Ed era steso per terra, vicino
al letto, svenuto.
Ancora una volta fu tentato di andarsene.
Ma poi il ragazzino si girò di lato, dischiudendo
leggermente la bocca e rannicchiandosi, portando il viso vicino alle ginocchia.
-Razza di stupido…
Quando si svegliò era buio, l’unica luce che
gli permetteva di vedere era quella della luna. Si mise a sedere,e un panno
bagnato gli cadde sulle gambe. Si tastò la fronte, e, sebbene fosse
ancora calda, sentì delle gocce d’acqua scivolargli giù per
il viso.
-Ti sei ripreso, 'O chibi-san?- si
voltò di scatto, sorpreso.
Envy era seduto sul bordo della
finestra e fissava il cielo impassibile. Non si voltò nemmeno.
-Che ci fai ancora qui?
-Evita quel tono scocciato,
piccoletto.
-E NON CHIAMARMI PICCOLETTO!!!-
urlò irritato l’alchimista, scostando le lenzuola e alzandosi in
piedi sul letto. L’Homunculus sorride beffardo e piegò leggermente
la testa di lato, guardandolo negli occhi.
-Mi sembra che stai meglio…-
con un piccolo salto scese dalla finestra, poggiando le mani sui fianchi e
dirigendosi verso Ed. Anche lui salì sul letto.
-Che diavolo…- ad ogni passo
che Envy faceva in avanti, l’alchimista ne faceva uno indietro.
Finchè non fu con la schiena contro il muro.
-Paura, piccoletto?- ormai gli era
di fronte.
-Certo che no!- rispose con tono
di sfida il biondo. L’homunculus poggiò le mani sulla parete, sopra
le spalle dell’altro pericolosamente il viso.
-E ora, Acciaio? Ora hai paura?- ripetè il ragazzo,
sussurrandogli poco distante.
-N-no…- Envy si
avvicinò ancora di più, rendendo la distanza nulla. Ed strinse gli
occhi.
Oddio, oddio, fa che sia un incubo. Ti prego, fa che mi
lasci in pace.
L’homunculus poggiò
la fronte su quella dell’altro. L’alchimista aprì gli occhi
di scatto, ritrovandosi a guardare profondi e freddi occhi viola. Rimasero in
quella posizione per qualche secondo. Poi Envy si allontanò, facendo
schioccare la lingua.
-38,7. Non si è abbassata
nemmeno un po’. – scese dal letto con un balzo, incrociando le mani
dietro la nuca. Si diresse nuovamente verso la finestra, mentre l’altro
si lasciava scivolare verso il basso.
-Che…che cosa sei, un
termometro vivente?!?- il ragazzino aveva ripreso un po’ di colorito.
L’homunculus sorride divertito.
-Dormi, 'O chibi-san, che è
meglio. – poggiò i gomiti sul davanzale, scrutando nuovamente
perso nei suoi pensieri la luna.
Ed lo guardò sbigottito per
qualche minuto. Poi, quando capì che l’altro non avrebbe
più detto nulla, si infilò scocciato sotto le lenzuola, sbuffando
e rivolgendo lo sguardo verso la porta.
Fece una smorfia di dolora,
continuando a tenere gli occhi chiusi. Non capiva perché quel maledetto
mal di testa non se ne andava. Poi un pensiero lo fece svegliare completamente.
Scostò le lenzuola dal viso con uno scatto e si mise a sedere.
-AL! AHHHHHH! – cadde dal
letto, preso alla sprovvista. Poco dopo sbirciò sopra il letto,
impallidendo ancora una volta. Un Envy scocciato lo fissava.
-Non credi che le tue reazioni
ultimamente siano esagerate? –era seduto affianco a dove lui poco prima
stava dormendo, con le gambe incrociate, il mento poggiato sopra una mano e il
gomito poggiato su un ginocchio. Se lo era ritrovato davanti quando si era
alzato.
-Da…da quanto tempo…-
deglutì a fatica.
-Oh, neanche tanto. Ma sai, mi
stavo annoiando…- poi cambiò espressione, sorridendo gelido.-
Sali, che prendi freddo. - quando il ragazzino fu di nuovo sul letto, anche se
a debita distanza, l’altro continuò. – Beh, visto che sei
sveglio, preparo qualcosa da mangiare. Non so tu, ma io muoio di fame. –
scese dal letto, dirigendosi verso la porta.
-Ah proposito, 'O chibi-san. Sei
davvero carino quando dormi con la pancia scoperta.
Ed arrossì violentemente,
mentre l’altro scoppiava a ridere e usciva dalla stanza.
La porta si aprì con uno
scatto.
-'O chibi-san ti ho chiamato
più di un quarto d’ora fa!- cercò con lo sguardo il
ragazzo, e lo trovò ancora seduto sul letto.- mi hai sentito?
-Vai al diavolo. Non voglio avere
niente a che fare con te. Me ne sto andando.- e in effetti l’alchimista
si stava vestendo.
-Che seccatura…-
l’altro lo raggiunse, salendo nuovamente sul letto. Ed alzò lo
sguardo su di lui.
-Che vuoi?
-Sai a cosa stavo pensando mentre
dormivi?
-Non me ne frega niente- rispose
secco il biondino, che fece per alzarsi. Ma Envy lo afferrò per un polso
e lo costrinse a stare fermo.
-Mollami subito!- ma quello con
uno scatto gli prese con la stessa mano anche l’altro polso, poggiandoli
sopra la sua testa e costringendolo a sdraiarsi. Gli si sedette sul bacino, e
continuò a parlare, come se non fosse stato interrotto.
-Pensavo…visto che ti ho
salvato la vita…devi darmi qualcosa in cambio no? – si chinò
su di lui, sotto lo sguardo allibito del ragazzino.- scambio equivalente, eh
alchimista?
-Levati!
-Altrimenti? – l’homunculus sorrise beffardo,
mentre l’altro lo guardava con odio. Si chinò su di lui,
sfiorandogli il collo con le labbra. Gli diede un piccolo bacio sul mento.
-IO TI AMMAZZO!- l’alchimista in un attimo
avvicinò i palmi delle mani, e colpì con forza la parete. Una
mano di pietra si diresse con forza verso Envy, che lo schivò
poggiandovi sopra una mano e saltando.
-Te la prendi sempre per niente.- sentenziò il
ragazzo sorridendo.
-Vieni qui che ti rompo quel brutto muso da idiota che ti
ritrovi!- Ed scattò in piedi e gli saltò addosso, sferrandogli un
pugno in pieno viso.
O almeno l’intenzione era quella.
Perché l’latro gli bloccò
l’auto-mail con una mano. Lo colpì violentemente alla bocca dello
stomaco, mozzandogli il fiato e facendolo cadere a terra.
Lentamente gli si accovacciò davanti, sollevandogli
il mento con due dita. L’alchimista gemette per un attimo, contraendo
l’addome dal dolore.
-E’ colpa tua, ‘O chibi-san. Sei
troppo…invitante, per restarti indifferente.
-Fo…tti...ti!- finì con l’urlare. Envy
sorrise.
-Ti piacerebbe, eh Acciaio? – si alzò in piedi,
scrollando le spalle.- beh, non ora. Spiacente. – si allontanò,
lasciandolo per terra. – Muoviti a venire di là. Per colpa tua il
caffé sarà diventato uno schifo, mi tocca rifarlo.
-Muori!!!- sentì urlargli dietro mentre chiudeva la
porta. Si potò le mani dietro la nuca.
Si sarebbe divertito a fare da balia al piccoletto
d’Acciaio, finchè non si fosse rimesso.
Oh, eccome se si sarebbe divertito.
naturalmente commenti, grazie XD
spero che questo chappy vi sia piaciuto.
see you
Aprì lentamente la porta e sbuffò, fissandolo imbronciato
Aprì lentamente la porta e sbuffò, fissandolo
imbronciato. L’homunculus sedeva scomposto sulla sedia, leggendo un
giornale. Alzò gli occhi verso di lui, ma non disse nulla.
Ed si sedette dall’altra
parte del tavolo, lasciandosi cadere pesantemente e sbuffando ancora una volta.
-Mi vuoi far morire di freddo? Piantala
e mangia.- l’alchimista abbassò lo sguardo sulla tavola.
-Non ho fame- sentenziò
bruscamente. L’altro inarcò un sopracciglio, richiudendo il
giornale e posandolo. Seguì con lo sguardo quello che Ed
fissava con astio, e una volta tanto il bersaglio non era lui.
-Problemi? – gli chiese innocentemente, anche se sapeva gia la risposta.
-Gia.
No, questa non se l’aspettava. Era pronto a un bell’insulto, uno sguardo gelido, un lungo
silenzio.
-Ti fa schifo?
-Esattamente. – Envy sospirò, e si alzò
in piedi. Prese in mano la bottiglia di latte, scrutandola
impassibile. Poi si voltò e la lanciò contro la finestra
aperta. Entrambi la videro volare lontano dalla casa.
-Ok, problema risolto.- si risedette senza guardarlo,
riprendendo in mano il giornale.
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
-Envy…
-Che vuoi?
-Che intenzioni hai? Perché mi costringi a stare qui?
-Oh, nessuna intenzione. – lo
guardò ancora una volta – diciamo che
improvviso.
-Dico sul serio!
-E poi non ti costringo mica.
-Posso andarmene?
-No.
Il biondo scattò in piedi.
-Non puoi tenermi qua a vita!
-No…a vita no…giusto un
paio di annetti, fino a quando non diventerai abbastanza grande per farti
quello che so io – sorrise maliziosamente.
-E da quando ti fai certi
scrupoli?- l’homunculus lo guardò scettico. Poi si alzò in
piedi e lo raggiunse, lentamente, poggiando una mano sul tavolo e l’altra
sul fianco. Gli si avvicinò pericolosamente.
-Preferisti subito, ‘O
chibi-san…?- Ed tratte il respiro, ricambiando lo sguardo. Envy sorrise.
Poi prese il caffè che era sul tavolo e lo bevve,
senza staccargli gli occhi di dosso. Poi fece una smorfia, guardando il
contenuto della tazzina.
-Tz’…hai fatto diventare freddo pure
questo…- la lanciò dietro di se, e anche quella volò fuori dalla finestra. Il biondo la seguì con lo
sguardo.
Senza preavviso l’homunculus gli posò una mano
sulla fronte, scostandogli i capelli.
-Ehy!
-Ahhh, non rompere Acciaio.- il biondino gli
allontanò la mano, arretrando di un passo.
-Sto bene! E
stammi lontano.- gli occhi viola dell’altro brillarono per un attimo, e Ed se ne accorse. Si allontanò di un altro passo,
sbattendo contro la sedia e cadendoci sopra. Fece per rialzarsi, ma Envy lo
bloccò, sedendosi sopra il suo bacino. Gli pese
i polsi e gli piegò le braccia dietro la schiena.
-Hai voglia di giocare, alchimista d’Acciaio?
-Envy…-gli ringhiò contro Ed, cercando di
avvicinare i palmi delle mani.
-Ah-ah-ah. Fai il bravo ‘O chibi-san
– l’homunculus lo ammonì, allontanando i polsi
l’uno dall’altro. Poi cominciò a succhiargli il collo.
-Ahia! Cazzo Envy! Cazzo i succhiotti no!
-Lo vedi? Senza alchimia non sei nient’altro che un
moccioso impertinente. Un fagiolino presuntuoso. – sorrise allo sguardo
pieno di odio dell’altro.- sei semplicemente
inutile.
-Appena mi lasci andare ti
ammazzo!!! Razza di schifoso…gay…di merda!
-E se io non ti lasciassi andare? –
tornò sul suo collo, ricominciando a mordicchiarlo e a succhiarlo.
– E poi a me non piacciono gli uomini. A me
piaci tu.
-VAFFANCULO, I SUCCHIOTTI HO DETTO DI NO! - il
ragazzino cercò ancora una volta di scrollarselo di dosso.
Si diede una spinta con le gambe,
facendo inclinare la sedia. L’homunculus si staccò da lui per un
attimo.
-Porc…!
Ed cadde sulla schiena, e
l’altro finì su di lui. Il biondo diede un altro calcio alla
seggiola, facendola scivolare lontano.
Ora l’unico problema era il ragazzo che gli stava
sopra. Aveva le ginocchia vicino ai fianchi di Ed, e le mani sopra le sue
spalle, vicino al viso.
-Levati immediatamente – gli sibilò il biondo
– altrimenti ti ammazzo sul serio.
-Oh…- l’altro fece finta di meravigliarsi
– e allora fallo. – gli scostò una ciocca di capelli dal
collo. – Perchè in caso contrario…posso fare quello che
voglio no?- si chinò su di lui.
L’alchimista sfiorò i palmi delle mani,
furioso, passando la sinistra sull’auto-mail.
scusate, capitolo molto corto, ma è tardi e il pezzo che ho scritto per dopo deve andare assolutamente nell'altro chappy.
in più non potrò aggiornare fino a...(rullo di tamburi) sabato!
perchè porto il computer a riparare.
beh, dei commenti potete lasciarmeli lo stesso XD non mi offendo mica.
See you.
Fece una smorfia divertita, mentre una goccia di sangue gli scivolava
per il mento
Fece una smorfia divertita,
mentre una goccia di sangue gli scivolava per il mento. Quella indugiò
per un attimo, per poi spiccare un salto verso il vuoto. Morì sulla
guancia del biondo, sotto l’occhio destro, che era spalancato dalla
sorpresa.
Envy invece si divertiva da
morire, nel vederlo così sconvolto.
-L’hai fatto sul
serio…
-Tu…potevi
evitarlo…sei rimasto fermo apposta….
L’homunculus
afferrò l’auto-mail e lo estrasse con forza dal proprio corpo,
lasciando che fiotti di sangue rosso bagnassero l’alchimista. Si
alzò in piedi e si passò una mano tra i capelli.
-E’ la prima volta che muoio…non credevo fosse così doloroso,
accidenti. – afferrò Ed per il colletto e
lo sollevò di peso.
-Sei
meglio di quanto pensassi…- increspò
le labbra in un altro sorriso, quasi sofferente, e cadde addosso
all’altro.
-Envy!- il ragazzino
lo prese al volo, guardandolo sorpreso.
-Envy! ENVY!!!
Aprì lentamente gli
occhi e si mise a sedere, incrociando le gambe e grattandosi la testa con una
mano, mentre con l’altra si sfiorava il taglio che aveva allo stomaco. Il
piccoletto lo aveva addirittura trapassato, con quello stupido braccio.
Si guardò distrattamente intorno, notando di essere sul letto della
piccola casa, da solo. Sbuffò e si lasciò cadere sul letto,
allargando le braccia sopra la testa.
-Ahhh…quel piccolo bastardo se ne è
andato!
-Chi sarebbe piccolo? – voltò di scatto la testa, sorpreso.
-Acciaio!- lo disse entusiasta, come un bambino di fronte al suo nuovo giocattolo.
Si mise nuovamente seduto. –allora non te ne eri
andato!- l’altro fece una smorfia di disappunto, entrando nella stanza e
raggiungendolo.
-Colpa del mio stupido senso del dovere. Roba da umani, tu non puoi capire.
– anche lui si sedette sul letto.
-Gia, non posso capire. E nemmeno mi interessa.
– il biondo finse di non averlo sentito.
-Quando sei svenuto stavi benissimo, a parte quella, – indicò la
ferita nel ventre dell’homunculus – quindi…perché hai
perso i sensi?
Envy lo guardò sorpreso per un attimo. Poi sembrò venirgli in
mente qualcosa.
-Avevo sonno…- rispose semplicemente, con un’alzata di spalle.
-Razza di…stupido!- Ed gli tirò un pugno
sulla testa, alzandosi in piedi rabbioso. L’altro si premette le mani sul
punto colpito, strizzando gli occhi.
-Ahiaaa! Che maleeeee!
-Mi stai dicendo che tu….tu…ti sei solo
addormentato???- l’alchimista era fuori di se dalla rabbia, senza capirne
nemmeno lui il motivo.
-Beh…si.
-E non dire “si” con quel tono!! –
il ragazzo dagli occhi color ametista ridacchiò. Poi anche lui si
alzò in piedi, portandosi le mani dietro la nuca.
-Accidenti a te, io non lo sopporto il dolo…- spalancò gli occhi,
sorpreso nel sentire Ed inchiodarloal muro. Gli strinse le spalle con
forza per non farlo muovere, cominciando a succhiargli il collo.
-Ahi, ahi…- l’homunculus strinse gli
occhi, quando il biondo spostò di poco le labbra per fargli un altro
succhiotto.
-Benvenuto nel mondo vero,
Envy.- gli sussurrò all’orecchio. Poi si allontanò con una spinta, passandosi il dorso della mano sinistra sulla bocca,
mentre l’altro si sfiorava il segno sul collo. Si mordicchiò il
labbro inferiore, scrutandolo un po’ scocciato.
-Dovrei ucciderti per questo,
lo sai?
-Fa pure- rispose
l’alchimista, allargando le braccia e piegando leggermene il busto in
avanti. – Non hai che da provarci.
Envy scese dal letto con un
salto. Si passò una mano fra i capelli, sospirando e poggiando
l’altra sul fianco, mentre faceva scrocchiare le dita dei piedi
premendole sul pavimento.
Poi semplicemente scomparve.
-Ma
cosa…?
Ed
fece per voltarsi, quando sentì un braccio cingergli la vita e un mano
afferrargli il polso destro, piegandogli il braccio dietro la schiena.
-Sei sicuro ‘O
Chibi-san?- la voce fredda e controllata dell’homunculus lo fece
rabbrividire.-…hai forse dimenticato che nelle tue attuali condizioni non
puoi uccidermi?
-Anche
io non ho che da provarci, no?- qualcosa di freddo gli sfiorò la gola,
costringendolo ad alzare il mento. Vide di sfuggita da dove arrivava la lama.
Si fondeva con il braccio dell’altro ragazzo.
-Non lo sapevi, piccoletto
d’Acciaio? Con il mio potere posso fare anche questo.
-Non-dire-piccolo!-
il biondo piegò la schiena all’indietro, liberandosi della presa.
Poggiò la mano sinistra per terra e alzò quasi verticalmente la
gamba, per poi riabbassarla violentemente sulla testa dell’homunculus. Si
rialzò con uno scatto, usando l’alchimia per deformare
l’auto-mail.
Ma
Envy era scomparso ancora una volta. Ed si
voltò di scatto, alzando il braccio per colpire.
Si fermò di colpo,
sbigottito, nel vedere lunghi capelli biondi e occhi azzurri.
-Bingo. A
quanto pare ho fatto centro al primo colpo. – la ragazza fece un
passo avanti, sorridendo.
-Bastardo…trasformati
subito! – venne colpito con violenza al viso.
Cadde sulle ginocchia, ansimando. Sentì qualcosa muoversi davanti a lui.
Envy lo prese per i capelli e gli alzò la
testa, guadandolo negli occhi, che era tornati viola.
-Mi stai dando
ordini, Acciaio? No, vero? Dimmi che mi sto
sbagliando…
-Crepa…razza
di…viglia…!- si fermò, distratto da qualcosa.
-Beh, che ti prende?
-‘STA GIU’!- Ed fece uno scatto in avanti, atterrando l’altro.
Nello stesso istante si sentì rumore di spari.
I due caddero pesantemente per
terra.
-Ma che
diavolo…?- un’altra scarica di colpi li costrinse ad appiattirsi
dietro la scrivania.
-Non starai correndo troppo, ‘O Chibi-san?
-Ma
‘sta zitto.- il biondo evitò lo sguardo dell’altro, per
nascondere il rossore sulle guance. Erano uno addosso
all’altro, completamente. Cercò di cambiare discorso, non appena
tornò il silenzio.
-Allora…amici tuoi o
amici miei?
-Uhm…- Envy fece finta di
pensarci. – che importa? Li facciamo
fuori e abbiamo risolto il problema.
-Fammi il favore di non parlare
al plurale...
-Come ti pare…allora
ci penso io!- in un attimo sgusciò dalla “presa” del
ragazzino, correndo verso la finestra.
-No aspetta! Envy!
Ma
quello era gia uscito, lasciandolo da solo. Si alzò anche lui, e fece
per inseguirlo.
-Aspe…- per un attimo
tutto divenne buio. Sbattè le palpebre più volte, confuso, e la
vista a poco a poco tornò.
Sospirò. Un gruppo di uomini armati gli stava davanti, e lo guardavano
infuriati.
-Che
volete? Mi avete interrotto in un momento…cruciale.- fece
un sorrisetto al pensiero del piccoletto d’Acciaio che era arrossito in
quel modo.
-Questa casa appartiene al
vecchio Joe. Tu chi diavolo sei?
-Cioè, fatemi capire.
Voi prima sparate e poi fate le domande?
-Rispondi!
-Uff, che permalosi. Il vecchio
è morto. Probabilmente se cercate in fondo al fiume
lo trovate ancora là. E ora sparite. – si
voltò, dandogli le spalle e dirigendosi verso la casa.
Fu proprio mentre scavalcava con un salto la finestra che
sentì lo sparo.
L’Homunculus si
sfiorò con le dita il sangue che usciva a fiotti dalla ferita al petto.
Poi si voltò lentamente, e guardò gelido il gruppo di uomini.
Arrivò di corso davanti
alla casa, ansimando, ma non vide nessuno. Eppure gli spari sarebbero dovuti
arrivare da li
-AHHHHHHHH!!!-
un urlo agghiacciate echeggiò per la foresta, facendolo rabbrividire.
-Ma che
diavolo sta succedendo?- riprese a correre, inoltrandosi nel bosco. Si
fermò un attimo, alzando lo sguardo al cielo. Stava diventando buio.
Preoccupato, continuò ad
avanzare. Camminò per diverso tempo, finche non cadde
sulle ginocchia, colpito da un giramento di testa. Fece una smorfia, stringendo
i denti. Non riusciva a capire cosa gli stava succedendo. Era impossibile che
avesse ancora la febbre a causa della caduta, ma non sapeva darsi altre
spiegazioni.
Poggiò una mano per
terra, aiutandosi ad alzarsi, quando toccò qualcosa di
umido. Si portò la mano davanti agli occhi, e inorridì.
Era sangue. Si voltò di scatto, e vide poco lontano il corpo di un uomo.
A poco a poco ne vide altri, sparsi poco lontano, ognuno di essi
ricoperto di sangue, morto.
-Ma
perché…?
-E’ colpa loro…mi hanno fatto
arrabbiare... – gli sussurrò una voce dietro di lui.
Sobbalzò, voltandosi di scatto. Vide l’homunculus accovacciato
dietro di se.
-Envy ma co…- non
terminò la frase, finendo steso per terra. Il ragazzo gli si era praticamente gettato addosso, cominciando a baciargli il
collo, il mento, avvicinandosi sempre di più alle labbra del biondo.
-Mi odi,
‘O Chibi-san?- gli disse lui tra un bacio e l’altro –
Io voglio che tu mi odi. Devi soffrire, devi provare
il dolore che provo io. Eppure…- si fermò
per un attimo, alzandosi in modo da poterlo guardare negli occhi. - Eppure…- ripetè, senza staccargli gli occhi di
dosso. Po improvvisamente si allontanò, sedendogli di fronte.
-Odiami, Ed. Odiami. Sarà tutto più facile. –
prima che l’altro potesse rispondere, si alzò
in piedi.
-Andiamo. Questo posto mi fa
schifo.- si allontanò, senza voltarsi, lasciando
il giovane alchimista ancora più confuso di quanto gia non fosse.
-Envy, aspetta…
-Che vuoi?-
l’homunculus si voltò irritato, e vedere l’altro ancora per
terra non migliorò le cose.
-Ecco…non riesco ad alzarmi…-il ragazzo lo guardò gelido.
-In che senso?
-Non lo so. Credo mi sia
tornata la febbre.
-Cristo Acciaio, da
quand’è che sei così delicato?
– gli si avvicinò, scocciato, e lo afferrò per un braccio,
facendolo alzare. Poi gli voltò la schiena e gli fece segno di salire. Ed lo guardò quasi allibito.
-Non…non era quello che
intendevo!
-Se
non sali immediatamente giuro che ti ammazzo! E ora
MUOVITI!
Stava perdendo la pazienza,
rischiava di per arrabbiarsi sul serio. Il biondo
salì sulle sue spalle, riluttante, ma gli si dovette avvinghiare per non
cadere.
Vi chiedo perdonoooooooooooo!!!
Questo è l’unico
pezzo che sono riuscita a scrivere, ed è
cortissimo. ma vi prometto che mi impegnerò per
continuare.
(giuro
che ancora non sono riuscita a finire una, cioè dico UNA, fanfic. Ma si può? XD
Ed eccomi di nuovo XD e dire che è mezzanotte e mezza…bah,
è che volevo postarlo subito
Ed eccomi
di nuovo XD e dire che è mezzanotte e mezza…bah,
è che volevo postarlo subito. Naturalmente dovete recensire *__* anche
se vedo che in questa fanfic commentate in tanti XD sono contenta vi piaccia.
Nel
prossimo chappy probabilmente succederà un bel casino…non lo so, perché invento al momento…
E, visto che ci
sono, mi faccio pubblicità da sola °w°
Che ne dite di
andare a leggere le mie altre fanfic di full metal alchemist? (e recensite…non sopporto vedere che avete letto in
130 e commentato solo in 7. fa una rabbia….)
Proposito, ne sto scrivendo un’altra
su ed e envy, che dovrebbe essere una one-shot…ma
sono gia a pagina 8 e la devo ancora continuare XD
Va beh…so
che non centra niente…o forse si…dovete ringraziare jacky_dragon se
potete leggere così presto (oddio…) questo chappy. È stata
lei che mi ha dato (involontariamente) l’ispirazione su msn con la sua
musica di “pirati dei carabi” XD e si, quella ispira sul serio.
Ma quanto parlo…-__-
Ok,
buon chappy ^w^
Bussò alla porta.
Sospirò, non sentendo
ancora una volta risposta.
-Ehi Acciaio. E’ pronto da mangiare.- fece una smorfia, scocciato.
-Beh, piccoletto, ti lascio il piatto qua fuori.-
si voltò, muovendo qualche passo verso la cucina, quando un rumore sordo
non lo fece sobbalzare.
-Moccioso…-bofonchiò, poi si allontanò.
Era seduto sul letto, con il
viso immerso nella ginocchia, stringendosi con forza.
Stava male.
Tremendamente male.
Sentì l’homunculus
bussare alla porta, ma non rispose. Non ce la faceva.
-Beh, piccoletto, ti lascio il piatto qua
fuori.- alzò la testa di scatto, furioso. Si alzò in piedi, e,
anche se a fatica, si levò una scarpa e la lanciò con forza verso
la voce.
Poi ricadde pesantemente sul
letto, chiudendo gli occhi.
Non riusciva a capire.
Perché?
Perché aveva ucciso tutte quelle persone?
Al solo pensiero ebbe una
stretta allo stomaco.
-Perché Envy…
Sospirò, passandosi una
mano fra i capelli. Chiuse gli occhi, stringendo forte i pugni, ancora sulla
testa.
Era di umore nero.
Quegli idioti gli avevano fatto saltare i nervi, e il piccoletto d’Acciaio non
lo aiutava di certo, con quell’atteggiamento del cavolo.
Sapeva perché non gli
parlava. Lui non voleva veder morire la gente.
Questo lo
face arrabbiare ancora di più.
-Tsk…- prese con uno
scatto in mano il vassoio con il cibo che aveva portato pochi minuti prima all’alchimista,
e tornò davanti alla porta. Bussò.
-Ehi, Acciaio. Devi mangiare,
non mi interessa se non ti va’. Hai ancora quella cazzo
di febbre, dio solo sa perché!
Silenzio. Ancora.
-E
rispondimi quando ti parlo! Cazzo Elric!
Serrò i pugni, tanto che
gli diventarono le nocche bianche.
-Adesso basta.
Sfondò letteralmente la
porta, colpendola con un calcio. Vide immediatamente il biondo voltarsi verso
di lui, sorpreso.
Percorse con aria seccata la
stanza, e gli si sedette di fronte, poggiando con forza il vassoio davanti al
ragazzino, sfidandolo con lo sguardo.
-Mangia. Adesso non me ne frega
neanche se stai male. Quando ti dico una cosa è
quella.
L’altro distolse lo
sguardo, e si strinse ancora di più a se.
L’homunculus
respirò lentamente, cercando di trattenersi.
-Lo so perché ce l’hai con me. Li ho uccisi. E
allora? La gente muore, Acciaio. In un modo o nell’altro muore.
-Ma che significa??? Che cavolo
di ragionamento è??? Certo, gli esseri umani muoiono, ma non per questo li si può uccidere solo per divertimento!
-Credi che li abbia uccisi per…per…e
poi che diamine sto qui a scusarmi con te?
Envy si alzò arrabbiato.
-Sai che ti dico? Vaffanculo!
Mi sono rotto di farti da balia. Sei soltanto un moccioso capriccioso, che non capisce
un accidenti della vita! Fai come ti pare!!!
-Envy aspetta…- fece per prendergli una mano, ma quello si scansò,
furioso. Lo guardò ancora una volta, poi si girò e fece per
uscire dalla stanza.
-Envy la schie…- niente,
era andato.
Ribaltò il tavolo della
cucina con una mano, senza nemmeno guardarlo. Quello si andò a
schiantare contro la parete, rompendo una finestra.
Non voleva andarsene.
Ma
quel…quel…bambino gli dava sui nervi quando faceva così. Non
aveva nemmeno voluto dirgli che erano stati prima
“i suoi carissimi amici umani” a sparargli, e che li avrebbero
uccisi entrambi se non si fosse difeso. No, anzi, avrebbero ucciso solo lui.
Strinse il bordo delle
lenzuola, mordendosi nervosamente un labbro.
Un rumore dalla stanza affianco lo fece sobbalzare.
Scese velocemente dal letto,
rincorrendo l’homunculus.
-Envy! Envy aspetta!!!- quando entrò nella cucina si bloccò,
sorpreso. La stanza era completamente distrutta, non si era
salvato nemmeno un bicchiere. Il ragazzo dagli occhi viola era seduto per
terra, con la schiena poggiata contro un muro. Fissava con occhi vuoti davanti
a se e aveva il respiro pesante.
L’alchimista gli si
accovacciò davanti, mentre l’altro alzava lentamente lo sguardo.
-Acciaio…
-Scusa, è colpa mia.
– lo guardò senza cambiare espressione.
-Che
significa?
-Ti hanno sparato loro, vero? Ho sentito uno sparo, prima di trovarti.
-A-ha. E
allora? Li ho pur sempre uccisi. Non sono degno di te,
giusto? – il biondo lo guardò perplesso.
-Envy ma che cavolo…
-Non è forse
così? Tu sei il migliore, perché riesci a risolvere i problemi
senza dover uccidere nessuno, senza sporcarti le mani. Beh, io, povero homunculus,
non ci riesco. E non me ne frega nemmeno. Non sento
niente, quando uccido. Non mi faccio certo problemi. Voi umani siete solo dei
sacrifici. Ecco cosa siete per me.
Abbassò
lo sguardo, sentendo nuovamente la rabbia crescergli nel petto.
-…he
io?
-Mh? Alza la
voce, non ti sento. - il biondo fece un respiro profondo.
-Anche
io? Anche io sono solo un sacrificio?
Si guardarono a lungo.
L’alchimista non aveva nemmeno il coraggio di respirare. Sentiva che se
l’homunculus avesse detto sarebbe morto.
Vi avverto, questo capitolo è davvero ma davvero corto
Vi avverto,
questo capitolo è davvero ma davvero corto. Mi dispiace, ma so
che vi piace tanto comefic,
quindi vi volevo accontentare un po’
È che l’ispirazione
si sta dedicando solo alla mia ficsado ( XD ) su ed e envy, che alla
fine ho messo su manga.itcon il nome di roxas.
Morale della storia: beccatevi
sto piccolo pezzeto di ‘O Chibi-san.
Però
è un bel pezzo gente, sul serio *_*
Ok, credo di aver detto tutto. See
ya ^_____^
E commentate =__=
Rimasero in silenzio,
continuando a fissarsi.
L’homunculus era
impassibile, mentre l’alchimista stringeva forte i pugni, per paura di
sentire una risposta a quella domanda che non aveva senso aver posto.
-Envy io…lascia perdere…non è una cosa che ho il diritto
di chiederti…
-Hai ragione,
non ne hai il diritto.
-…- il biondo si morse un
labbro, alzandosi in piedi.
-Acciaio, ascolta.
-No, va bene così.
-Ascoltami, razza di idiota! – si guardarono ancora una volta, poi Ed si sedette nuovamente.
-Io sono un homunculus. Sai che
significa, no? Non provo dei sentimenti. E’ tutta una finzione. Un
ricordo, capisci?
-…si,
lo so.
-Con te ho solo giocato, non
farti strane idee. Io ti odio, perché sei quello che io non sarò
mai. Un essere umano.
-Ma…
-Hai una
famiglia, delle persone che si preoccupano per te.Sei
libero, puoi andare dove vuoi. Io no. Nonostante questo corpo,
nonostante non abbia legami, io non sono libero.
-Non mi hai risposto. Per te
sono solo un sacrificio? Posso essere rimpiazzato da chiunque? –
l’homunculus fece un sorrisetto amaro.
-No, questo no. Tu sei
l’unico idiota che può affezionarsi ad uno
come me.
Il biondo non seppe se
prenderlo come un complimento o un insulto. Protendeva per la seconda. Incrociò
le braccia al petto e gonfiò le guance, stizzito.
-Io…io non
mi sono affatto affezionato!!! – l’altro ridacchiò
-Certo, come no…dai,
vieni qui
Con quelle poche parole
l’homunculus era tornato normale. L’aura negativa che emanava un attimo prima era scomparsa del tutto.
L’alchimista
sorrise, sollevato, almeno finche Envy non gli andò vicino, o per
meglio dire, ancora, più vicino.
-Ehi! Che cavolo fai?
-Dai…fammi
un po’ contento…- lo abbracciò, baciandogli il collo e il
mento, sorridendo. Ed emise una specie
di soffio rabbioso, come un gatto, ma non si mosse.
-Piantala! Non…non…
-“Non…non”…cosa?
– gli fece il verso l’altro, ridacchiando. – Lo so che ti
piace.
Questa volta il biondo non
rispose, e Envy rise ancora di più.
-Lo vedi? Lo vedi? – lo
canzonò divertito.
-Almeno stai zitto, no? –
sbottò Ed.
-Ok…- lo costrinse a
sdraiarsi, continuando a stuzzicarlo con i denti, mordicchiandogli il collo, il
mento, avvicinandosi sempre di più alle labbra.
Il biondo cercò come
potè di non pensarci, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
Stava per allontanarsi, quando
l’homunculus prese a baciargli la spalla, facendo scorrere le fredde dita
sulla schiena del più piccolo.
Era tutto
così…assurdo.
Era assurdo che si stesse
facendo baciare in quel modo da qualcuno.
Era assurdo che quel qualcuno
fosse Envy.
Ed era ancora più
assurdo che lui non facesse nulla per farlo smettere.
Assurdo.
-Ma che cavolo…- Envy improvvisamente si
fermò, sedendosi sulle ginocchia. – Girati un attimo
‘O Chibi-san.
Sorpreso, senza capire, il ragazzino
ubbidì.
Non pensò nemmeno quanto
potesse essere pericoloso un simile ordine.
-Cos’è questo?
– Envy premette un dito sulla schiena dell’atro, che gemette di
dolore. Era un piccolo taglio, neanche profondo, ma di un colore viola
preoccupante.
-Ahi! Cosa?
Cos’è? – si portò le mani alla schiena, cercando di
toccarsi, ma senza riuscirvi.
-Sta fermo! E’ solo un
taglio. Devi essertelo fatto quando sei…- si
fermò, trattenendo per un attimo un sorriso. Ed
capì, e incrociò le braccia al petto, offeso.
-Dillo pure. Quando
mi sono schiantato a terra cadendo dalla montagna.
Envy scoppiò a ridere,
senza ritegno. Si portò le mani alla pancia, sotto lo sguardo offeso e
risentito del biondo. Quest’ultimo, dopo qualche secondo, gli diede una spinta che lo fece cadere a terra, ma l’altro
continuò a ridere, se possibile più di prima.
-E piantala!
Non è divertente!!! – gli saltò
sopra, colpendolo con i pugni sul petto.
-Ahi! Ahia! Mi fai male! –
la risata gli morì lentamente in bocca, e un sorriso sciocco gli rimase
sul viso.
-Ehi piccoletto…che stai
facendo? – il biondo si accorse di tenerlo per i polsi, impedendogli di
muoversi.
-…ecco…io…niente!
Non sto facendo niente! – si allontanò con uno scatto,
imbarazzato. E magari anche un po’ scocciato.
Envy si appoggiò ai gomiti,
rimanendo per terra. Lo guardò, curioso e divertito, senza staccargli
gli occhi di dosso.
-Beh – Ed
si alzò in piedi, guardandosi nervosamente intorno. – Io vado di
là.
L’alchimista
uscì velocemente dalla stanza, sistemandosi i vestiti. Era rosso in
volto e sentiva, dannazione, un caldo
insopportabile.
Si
portò una mano sul collo, sentendo ancora qualcosa. Come se vi si fosse
attaccato, quel dannato homunculus, e stesse continuando
a torturargli il collo.
Camminava
nervosamente per la cucina, senza badare all’arredamento semi distrutto.
Era
imbarazzato. Da morire.
Ma
non perché Envy lo aveva baciato, anche se non
“tradizionalmente”.
Perché
gli era piaciuto.
Rabbrividì
solo al ricordo, che era decisamente troppo vivido.
Fece
un grosso respiro, fermandosi al centro della stanza.
Che
era venuto a fare? Ah si,a mangiare.
…oddio.
Si
diede dell’idiota. Ma che scusa era?!? Che
significa: non possiamo continuare perché “devo mangiare”. E
poi…
Si
guardò dietro la schiena, cercando a tentoni il
taglio sospetto con una mano.
-…ahi!
– l’aveva trovato.
…che
diavolo era quella ferita? Non ne aveva ricordo.
Per
un attimo la stanza oscillò pericolosamente.
Cadde
sulle ginocchia, chiudendo gli occhi. No, forse non era stata la stanza a
muoversi.
-…envy…-
lo biascicò piano come se non volesse farsi sentire. –Envy!!! – non era il momento di essere orgogliosi. Stava
decisamente da schifo.
Niente,
Ed rimase da solo.
Dannazione.
Fece
un respiro profondo, schiarendosi un po’ la gola.
-ENVY!
– ancora qualche minuto, e l’homunculus finalmente arrivò.
Di corsa, un po’ preoccupato e leggermente scomposto. Ma quando vide il
biondo per terra si fermò di colpo, limitandosi a sbuffare.
-Accidenti
a te! Mi hai fatto prendere un colpo. – gli si avvicinò e lo prese
in braccio.
-Va
al diavolo! Sto agonizzando per terra e…- l’alchimista si
portò una mano davanti alla bocca, tossendo. –E poi *cough*
lascia…*cough cough* …mi!
-Oh,
sta zitto. Mi hai proprio rotto con ‘sta
malattia.
Ed
tossì ancora, coprendo le sue parole. Si sentiva il viso in fiamme,
eppure il corpo era scosso da brividi gelidi.
Abbozzò
un sorriso, che gli procurò un ultimo colpo di tosse.
Almeno
non era arrossito in quel modo per Envy.
Non
solo.
Lo
poggiò per l’ennesima volta sul letto.
-…deja-vu…-
lo disse piano, un po’ seccato. Certo, non era colpa non Full Metal se
aveva questa fottuta febbre, senza
contare che era lui a stare male, ma era una vera noia badare al moccioso.
-Mh…-
ecco, il biondino si era addormentato un'altra volta. Ok, svenuto, ma era la
stessa cosa.
Edward
tossì ancora un paio di volte, per poi sospirare e poggiare il viso sul
cuscino.
-Beh,
io vado. – l’homunculus si voltò, quando sentì
qualcosa tirargli una mano.
-…mh…envy…-
era Ed, naturalmente.
Quanto
può essere fastidioso uno che sta sul letto di morte?
Troppo,
evidentemente.
-Torno
subito, non fare il…
-…no dai…- Envy strinse gli occhi, con fare diffidente
-…resta…
Oh,
il piccoletto stava delirando.
-Senti
chibi-san, ti devo cercare qualcosa per quella febbre, altrimenti starai
così a vita. O a morte, non lo sappiamo.
Ma
l’alchimista lo trascinò sopra di se, stringendo il braccio come
se fosse un cuscino.
-…envy…
Ok,
era una buona occasione. Ma poteva attaccargliela, quella febbre dalle dubbie
origini.
Ci
pensò un attimo.
Nha,
lui non si poteva ammalare.
Tanto
valeva approfittarne. Gli scostò una ciocca di capelli dal viso,
chinandosi a sussurrargli all’orecchio.
-…posso
Full Metal? Posso davvero?
Tanto
se delirava non si sarebbe ricordato di nulla.
L’altro
non rispose, respirando piano, con le sopracciglia aggrottate e la bocca
dischiusa.
Envy
si chinò nuovamente sull’alchimista. Piano, senza fretta, fissando
con insistenza la sua bocca sottile e invitante. Gi diede un piccolo bacio,
assaporando il suo sapore come se fosse miele. Un altro bacio, semplice e
casto.
Il
biondino emise un piccolo gemito quando venne privato
dell’aria, ricambiando inconsciamente. Si inumidì le labbra,
sfiorando quelle dell’homunculus.
Questi
si ritirò, con una smorfia.
Violentare
mocciosi febbricitanti non rientrava nei suoi hobby, e la cosa si stava
rivelando anche un pochetto noiosa.
E
poi doveva fare tutto lui.
Che
palle.
Sarebbe
stato più divertente con il Full Metal lucido. Avrebbe opposto
più resistenza.
…forse
neanche tanta.
Fece
schioccare la lingua, alzandosi in piedi.
Era
ora di risolvere la questione “febbre”.
Sarebbe
dovuto andare in città.
-…palle…-
ma prima doveva prendere una cosa. -Ciao piccoletto. – lo disse piano,
uscendo dalla stanza.
Envy
fissò con occhi annoiati la piccola città. Gli ci erano volute
due ore solo per trovare quello che gli serviva, e altre due per arrivare in
città.
Strinse
tra le dita una piccola pianta, dalle foglie chiare e i fiori viola. Aveva
piccole spine nere sullo stelo, che avevano subito richiamato ‘attenzione
dell’homunculus.
Era
quasi sicuro fosse quella la causa della febbre del
Full Metal. L’aveva raccolta nel luogo dove aveva trovato
l’alchimista, che probabilmente doveva essersi ferito senza accorgersene.
Aveva
preso l’aspetto di quello che ormai aveva nominato “Jin”.
Camminava svogliata per le strade, cercando qualcosa che gli potesse
essere utile.
Trovò
una farmacia e fece per entrarvi, quando un rumore familiare lo fece voltare.
La grande armatura che lo superò velocemente lo sorprese non poco. Ma
dopo un attimo si diede dello sciocco. Era ovvio che il fratellino cercasse
‘O Chibi-san.
-Scusate
– sentì Alphonse fermarsi e richiamare l’attenzione di un
gruppetto di persone. –Avete per caso visto un ragazzo biondo? Indossa
una mantella rossa e….
Dannazione.
Doveva
fare qualcosa.
-Io
l’ho visto. – l’homunculus si avvicinò
all’armatura, con un mezzo sorriso.
-Davvero?
Sa dirmi dove è andato?
-Mh…-fece
finta di pensarci. –Diceva di essersi perso…non ho capito bene, credo stesse cercando suo fratello…aveva intenzione di
risalire la montagna, comunque.
-Ah,
la ringrazio. Mi sa dire dove…?
-Di
là. –indicò il ragazzo, dalla parte opposta dove si trovava
Edward.
Diamine,
così era troppo facile. Quasi noioso.
-Grazie
mille. Arrivederci! – e l’armatura prese a correre verso la
montagna.
Envy
abbozzò un sorriso, soddisfatto.
Entrò
nella farmacia con noncuranza, deciso a tornare in fretta dal suo
“piccolo” ospite.
_____________________________________
^______^
ma dai, che bastardo envy XD mandare alphonse dall’altra parte del mondo
per torturicchiare in santa pace Full Metal Midget.
Che
tenero -.-
Chi
è contento dell’aggiornamento alzi la mano! (alzare
mano = commentare T_T )
Approposito
di commenti…grazie! GRAZIE GRAZIE GRAZIE XD mi
piacciono troppo le vostre recensioni, e si, anche secondo me Shorty si poteva
inventare una scusa più plausibile. Oppure avere davanti un Envy…in
quella versione, diciamo, fa venire fame. Non saprei.