Niente è più dolce della vendetta

di JulietAndRomeo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Niente è più dolce della vendetta ***
Capitolo 2: *** L'abito perfetto ***
Capitolo 3: *** Un giorno da favola ***



Capitolo 1
*** Niente è più dolce della vendetta ***


-Mi devi un favore, Malfoy, non dimenticarlo-.
-So come farmi perdonare- disse sfiorando le mie labbra con un piccolo bacio.
Cominciai a borbottare senza ritegno su quanto fosse serpe il mio futuro marito.
E sì, stavo per sposarmi e stavo per farlo con Draco Malfoy. Chi lo avrebbe mai detto? Se non conoscete la risposta, ve la dico io: nessuno.
Quando l’ho detto ai miei amici, a Ron ed Harry per poco non è venuta una sincope. Fortunatamente, io e Ginny (che già sapeva della cosa) abbiamo avuto comunque l’accortezza di portarli al San Mungo, vedendoli svenire, per accertarci di non averli uccisi.

-Dove diavolo sono i miei pantaloni, donna?- urlò Draco, riportandomi alla realtà.
-Perché non provi nell'armadio, idiota? Chiamami ancora 'donna' e ti crucio-.
-Ma sei una donna, perché non dovrei chiamarti così?-.
-Perché è da maschilisti. E adesso muoviti, prima arriviamo e prima andiamo via-.
-La fai troppo lunga, è solo un pranzo, non morirai mica!-.
-Con tua madre nelle vicinanze, non è detto che riuscirò ad arrivare viva e vegeta alla fine del pranzo-.
-Già, non capisco… perché non ti sta simpatica mia madre?-.
-A me?! Ma sei scemo?! A me sarebbe anche potuta stare simpatica tua madre, ma lei tenta di uccidermi ogni volta che ci vediamo!-.
-Te l'ho già detto, Mezzosangue, sei troppo melodrammatica-.
-Io non sono melodrammatica, sono realista: ti ricordi la pianta carnivora che stava per strapparmi via un braccio? E il veleno finito, non si sa come, nel mio bicchiere a Natale? E la stanza chiusa a chiave, con dentro quello Schiopodo Sparacoda? Se non lo avessi schiantato, quel coso mi avrebbe carbonizzata. E non è stato tuo padre, visto che lui era con te ogni volta che succedeva qualcosa. Secondo me, lui non sa che tua madre vuole uccidermi... l'avrebbe fermata se così fosse stato, giusto?-.
Draco non rispose, come per evitare di deludere le mie aspettative, e io deglutii sonoramente.

Quando fummo pronti, lui mi porse il braccio e ci Materializzò davanti l'ingresso di casa sua.
Bussammo alla porta e dopo nemmeno dieci secondi, un piccolo elfo aprì.
Avevo ormai smesso di lottare per i diritti degli elfi domestici: avevo provato in tutti i modi e avevo miseramente fallito, quindi evitavo di avvalermi degli elfi quando era possibile e quando non lo era li ringraziavo sempre per i loro servigi… ciò non mi impedì di fare una smorfia alla vista del piccolo essere.
-Buongiorno, i padroni vi aspettano nel salotto grande- disse l'elfo con un inchino.
Io rivolsi un'occhiataccia a Draco. Lui la notò e si affrettò a congedare l'elfo, pur di non dirgli che non c'era bisogno s'inchinasse.
L'elfo sparì con un piccolo POP e io guardai in tralice il mio futuro marito. Lui mi ignorò e mi pilotò attraverso corridoi e stanze, fin quando non arrivammo davanti alla porta del salotto grande.
'Merlino, aiutami tu!' pensai, mentre prendevo un respiro profondo.
Entrammo e la strega, ci venne a 'salutare', o meglio, salutò Draco.
-Draco, tesoruccio, come stai? Sei magrissimo! Non ti piacciono i cibi babbani, vero? Adesso ci penso io a te, ho detto agli elfi di preparare un pranzo degno di una corte imperiale, sappiamo che devi dirci qualcosa di importante, quindi devi essere in forze!- disse Narcissa vedendoci entrare.
Lucius invece, se la rideva seduto sul divano: mi fece un sorriso, mentre Narcissa stritolava Draco, e io ricambiai.
I nostri rapporti erano sempre stati un tantino freddi e anziché salutarci, preferivamo sorriderci educatamente.
-Mamma... mamma, sto bene, tranquilla, mangio anche troppo e non mi sento per niente debole, quindi tranquillizzati. Buongiorno, padre, come stai?-.
-Bene, figliolo, non posso lamentarmi. Ma che ci fate ancora in piedi? Sedetevi- disse con un ghignetto, fissando la mia mano sinistra con particolare insistenza.
Dallo sguardo di Lucius, capii che lui aveva compreso quello che avevamo da dire.
Ebbene sì, signore e signori: non avevamo ancora detto niente ai genitori di Draco dell'imminente matrimonio.
Draco mi aveva chiesto di sposarlo due mesi prima e convivevamo ormai da tre anni, tuttavia il Furetto aveva chiesto la massima discrezione con tutti quelli che sapevano, per evitare che la storia arrivasse alle orecchie di sua madre che non avrebbe retto ad un simile colpo.
Secondo me, invece, l'arpia avrebbe retto benissimo ed ero consapevole che avrebbe usato tutti i suoi mezzi per uccidermi prima che potessi muovere anche un solo passo lungo il tappeto rosso, con l'abito bianco.
Parlammo per circa mezz'ora del più e del meno, finché un elfo non venne a comunicarci che il pranzo era pronto.
Ci alzammo dai divani e cominciammo a dirigerci verso la sala da pranzo.
Narcissa prese sottobraccio Draco e Lucius e mi mollò indietro come fossi l'ultima ruota del carretto.
'Quanto la odio' pensai furente.
Arrivammo in sala da pranzo e, essendo io rimasta un po' indietro, nonostante avessi notato un movimento della mano destra della megera, non vi prestai particolare attenzione.
Così, inconsapevole, inciampai in un filo di nilon, teso tra gli stipiti della porta. Questo, una volta tirato, fece aprire l’elmo di una statua, posta accanto ad uno degli stipiti, che cominciò a sputare lingue fuoco, neanche fosse un drago.
-Aguamenti!-.
Ebbi appena il tempo di buttarmi per terra e di pronunciare l'incantesimo che l’elmo della statua si richiuse e il getto di fuoco si dissolse nell'aria.
-Stai bene?- disse Draco correndo nella mia direzione appena mi vide sdraiata per terra e con la bacchetta in mano puntata contro la statua.
-Quella statua ha appena sputato fuoco!- dissi.
-Hermione, quella statua non ha mai sputato fuoco, è la statua di...-.
-Un semplice cavaliere, sì… lo so-.
-Ecco appunto, i cavalieri non sputavano fuoco-.
-Sono inciampata in un filo teso qui, in mezzo alla porta, e l’elmo si è sollevato facendo uscire fuoco!-.
Draco mi guardò come se avessi sbattuto la testa. Al suo silenzio e al suo sguardo dubbioso, mi sentii in dovere di ribattere.
-Non sto mentendo, è vero! Guarda!- dissi passando la mano dove c'era il filo.
La mia mano, però, tastò solo aria e l'espressione di Draco diventò più eloquente che mai.
-Ok, lo so che può sembrare strano, ma... oh, lascia perdere!- dissi rimettendomi in piedi.
Lui mi guardò strano, ma poi semplicemente mi aiutò ad alzarmi e ci accomodammo a tavola.

Il pranzo avanzò in tutta tranquillità, a parte qualche ghigno qui e lì di Narcissa nella mia direzione. Subito dopo ogni ghigno, annusavo la bevanda o il boccone di cibo che stavo per mangiare, alla ricerca di un qualunque veleno, magico o non, che Narcissa-La-Vecchia-Megera-Malfoy aveva messo per uccidermi.
-Madre, padre, io ed Hermione abbiamo qualcosa da dirvi-.
-Dicci figliolo- disse Narcissa ignorandomi palesemente.
Almeno non mi aveva fulminata con lo sguardo. Draco, ignorò il comportamento maleducato di sua madre e andò avanti.
Quindi, venne vicino a me e mi prese la mano: -Ci sposiamo-.
Narcissa boccheggiò per qualche istante, indecisa, forse, se svenire o cominciare ad urlare. Nel dubbio scelse il teatro, forma massima d’espressione. Svenne e cadde dalla sedia, al contrario, Lucius, inquietantemente calmo, ci guardò e sorrise, fintamente allietato dalla notizia.
 
In quel momento, anche se a Draco non l’ho mai detto, ho creduto che si sarebbe alleato con quella megera di sua moglie per farmi fuori. Fin’ora non è mai successo, ma io continuo ad annusare il cibo e ad aprire le porte con la bacchetta spianata.

Draco corse a soccorrere sua madre che, tra borbottii e imprecazioni, esprimeva tutto il suo dissenso alle nostre nozze.
Quando Narcissa si riprese, o meglio fece finta di riprendersi, Draco la fece accomodare di nuovo sulla sedia e tornò a sedersi vicino a me.
-Le nozze sono fissate il 23 agosto di quest'anno, pensavamo di organizzare qualcosa all'aperto, qui al Manor. Che ne pensate?- continuò Draco.
A questo punto, the show must go on: Narcissa entrò, come ogni attrice che si rispetti, nella parte di una donna in stato quasi catatonico e non spiccicò parola a spiccicare parola.
'Se sta facendo così per il matrimonio, non oso pensare a quello che farà quando saprà che sono incinta!' pensai.
Nemmeno Draco sapeva ancora che ero incinta. L'avevo scoperto il giorno prima e intendevo dirglielo quando saremmo tornati a casa, dopo il pranzo dai suoi. Sperando di uscirne viva, ovviamente.
-Ottimo!- disse Lucius, con un sorriso tirato.
Draco sorrise felice e io non potei fare a meno di fare lo stesso, vedendo la sua espressione così rilassata.
-No! Non lo permetterò! Il mio unico filgio che sposa te!- esplose a quel punto Narcissa mettendo da parte il teatro e fissandomi con ira: -Inaccettabile! Semplicemente inaccettabile!-.
-Madre, Hermione è la mia fidanzata, che ti piaccia o no e io la sposerò! O qui o altrove non mi importa, volevo solo che voi poteste assistere alle mie nozze senza violare le restrizioni imposte dal ministero- disse Draco, questa volta palesemente irritato.
-Lei non è degna di te! Non è ricca...- cominciò Narcissa.
'Questo è vero' pensai.
-... non è bella...- continuò.
'Questo non è vero!'.
-... non è intelligente...- proseguì.
'Questo poi è del tutto falso!'.
-... non è adatta a te!- concluse.
La mia indignazione e la mia incazzatura si palesarono e sbottai: -Io sono sempre stata buona e cara con lei, signora Malfoy, ma ha detto una serie di idiozie degne di un Troll! Vero, non sono ricca, ma sono abbastanza carina e molto intelligente, o almeno, molto più di quanto lei non sarà in tutta la sua vita!- dissi alzandomi e andandomene via.
Uscii dalla sala da pranzo a passo di marcia, con la stessa carica di un panzer da sfondamento. Dopo qualche secondo, sentii il rumore dei passi di Draco: -Granger, fermati! Ti prego- disse afferrandomi un polso e facendomi voltare verso di lui.
Mi bloccai: -Odio tua madre. Ma mi dispiace-.
-Non preoccuparti, stai bene?-.
-Io sto benissimo, ma se quella megera travestita da donna ci riprova, intendo ad uccidermi, a farmi risultare pazza o ad insultarmi, tuo padre diventerà vedovo! E ti scongiuro, non farmi tornare lì dentro- pregai.
-Ti prego, Granger, fallo per me, lei non è cattiva, è solo un po'... possessiva- disse esitando un po’ sull’ultimo aggettivo.
Io sospirai pesantemente. Lo guardai, abbassai gli occhi sulle mie scarpe e poi sospirai di nuovo, riportando lo sguardo su di lui.
-Ok, ma se sgarra un'altra volta la crucio- concessi.
Lui sorrise e mi baciò. Poi mi prese per mano e tornammo insieme in sala da pranzo.
Il silenzio era palpabile e non venne interrotto per un po'.
Draco avviò poi una nuova conversazione sui rapporti interpersonali sul lavoro, durante la quale Narcissa non perse occasione di attaccarmi di nuovo.
-Quando io avevo la tua età, avevo tutti gli uomini ai miei piedi, proprio come mio figlio adesso ha tutte le donne ai suoi- disse con supponenza.
-Quando io avrò la sua età, non tenterò di uccidere la mia futura nuora!- ribattei acida come un limone.
-Sei solo una piccola Mezzosangue!- esclamò furiosa Narcissa.
-Oh, no! Si sbaglia!- risposi incazzata come una iena. -Sono una piccola Mezzosangue, sono la futura moglie di suo figlio e sono anche incinta, porco mondo!-.
Narcissa questa volta non si preoccupò neanche di fingere: sbiancò come se avesse appena avuto un faccia a faccia con un Dissennatore, si afflosciò su se stessa e cadde di nuovo dalla sedia.
Draco, invece, colto alla sprovvista dalla mia uscita, sputò tutto quello che stava bevendo sul tavolo, andando subito dopo a fare compagnia sul pavimento a sua madre.
Lucius mi guardò con un sorrisino furbo e una risatina sulla punta della lingua.
-Magari non tenterai di fare fuori la tua futura nuora, Granger, ma stai sicuramente tentando di fare fuori tua suocera- disse.
Io mi prodigai in una smorfia e una scrollata di spalle. Poi tentai di far rinvenire Draco: quando questo avvenne lui, sedutosi sul pavimento, cominciò a farmi un milione di domande sulla mia salute, mentre Narcissa ancora giaceva svenuta sul pavimento, ignorata da tutti.
'Niente è più dolce della vendetta!' pensai, mentre tentavo di non confondermi con le mille domande di Draco.

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Capitolo 2
*** L'abito perfetto ***


Mi è stato suggerito di scrivere un altro capitolo e l'ho fatto quindi eccolo qui :)



Due mesi: questo era il tempo passato dal famoso pranzo con i Malfoy.
Due mesi di totale pace.
Forse non avete capito a cosa io mi stia riferendo e quindi mi affretto a spiegarvi: Narcissa non aveva più tentato di uccidermi.
Attenzione, non sto dicendo che non mi aveva più insultata o derisa, ma non aveva tentato di ucccidermi, forse perché adesso ero incinta e non voleva rischiare di perdere il nipotino prima ancora di averlo tra le mani.
Nonostante gli attentati alla mia persona fossero finiti, gli attentati alla mia salute mentale erano appena iniziati.
Quel giorno, subito dopo essersi ripresa, ormai rassegnata al fatto che essendo incinta avrei dovuto per forza sposare suo figlio, aveva cominciato a fare progetti sul matrimonio e sulla sua organizzazione: i fiori, il vestito, il catering, gli invitati e via dicendo.
Se io volevo i fiori rossi, lei li voleva bianchi; se io volevo un vestito senza pizzi, lei voleva il vestito stracolmo di pizzi; se io volevo una cena semplice, lei voleva la più ricercata; se io volevo evitare di invitare tutta la comunità magica, lei aveva intenzione di invitare il ministro della magia americano! Ma dico: chi diavolo lo conosce?!
Ok, potevo anche assecondare la scelta di invitare Kingsley, infondo era mio amico, ministro della magia inglese e anche pseudo-salvatore dei componenti della famiglia Malfoy insieme ad Harry, ma il ministro americano, da dove era saltato fuori???
Fatto sta che avevamo aggiunto un tavolo proprio per ospitare gli uomini (politici e non) più importanti dell'inghilterra e del mondo.
Draco mi chiedeva sempre di tentare di andar d'accordo con lei, perché era pur sempre sua madre, di non farla stressare troppo perché era una signora di sessant'anni... una strega di sessant'anni!
-Hey, Granger, mia madre ti ha spedito una lettera- disse Draco appena rientrato dal lavoro.
-Oh, che Morgana me la mandi buona!- borbottai.
-Hai detto qualcosa?-.
-No, Malfoy, fammi vedere cosa vuole l'arpi... tua madre- risposi correggendomi all'ultimo momento.
Lui mi passò la lettera ed io, con la morte nel cuore all'idea di quello che vi era scritto, la aprii.
Più che una lettera, sembrava un telegramma: l'unica differenza e che non erano presenti le parole STOP al posto dei punti.

Futura moglie di mio figlio,

Si, l'arpia mi chiamava così, non voleva pronunciare neanche il mio nome.

Domani andremo insieme a Diagon Alley, per l'ultima prova del vestito. 

Non era una domanda, era un ordine. Un ordine che mi spaventava e non poco per le cose che implicava.

Ci vediamo davanti al Ghirigoro alle 9 in punto.

Come trasformare la libreria preferita di tua nuora nel peggiore degli incubi: manuale d'istruzione firmato Narcissa Black in Malfoy.

Cordiali saluti,
Narcissa Black in Malfoy.


Neanche stesse salutando il primo ministro.

-Allora? Che dice mia madre?- mi chiese Draco.
-Che vuole torturarmi in modo lento ed estremamente doloroso-.
-Dai non farla tento lunga, dammi la lettera-.
Lui la lesse in silenzio e poi tornò a guardarmi: -Andiamo, Hermione, non sarà così terribile!-.
-Sarà un incubo!-.
Sorrise e mi baciò. Da lì a smaterializzarci in camera, il passo fu breve.
La mattina dopo, la prima cosa che mi venne in mente fu l'appuntamento con la strega.
-Buongiorno amore- disse Draco uscendo dal bagno.
-Buongiorno- dissi dimenticandomi dell'appuntamento con l'arpia.
-Come stai?-.
-Bene, Draco, non c'è bisogno di preoccuparti per me-.
-Come vuoi-.
Mi alzai dal letto e dopo essermi preparata e aver fatto colazione, mi recai all'appuntamento con la vecchia.
Ero davanti al Ghirigoro già da venti minuti,  quando Narcissa decise di onorarmi con la sua presenza: -Allora, sei pronta?-.
-Signorsì signora- borbottai a mezza bocca: -Ma dobbiamo aspettare Ginny-.
-Chi?- disse Narcissa preoccupata.
-Ginny Weasley, stamattina le ho detto che andavamo a provare l'abito e, visto che la prima volta non è potuta venire, l'ho invitata. Le da fastidio?-.
-Ma certo che no- disse irritata.
Io ghignai come la più degna dei Malfoy e insieme, senza parlare, aspettammo Ginny.
Arrivò dopo circa cinque minuti, trafelata e con il fiatone: -Scusa Herm, James e Albus non mi hanno mollata un secondo, li ho lasciati da mia madre e sono corsa subito da te-.
-Non preoccuparti Ginny, vogliamo avviarci?- dissi rivoglendomi all'arpia.
-Ma si, certo- rispose lei.
Arrivammo davanti al negozio di Madama McClan, ma non entrammo, anzi proseguimmo svelte lungo la via e quando arrivammo alla fine, svoltammo a sinistra. In un angolo poco conosciuto e frequentato di Diagon Alley, stava il più bel negozio che avessi mai visto: piccolo e somigliante alla casetta di marzapane di Hansel e Gretel.
Era già la seconda volta che andavo lì, ma non smetteva di affascinarmi.
Entrammo e la commessa ci riconobbe subito: certo le avevamo lasciato duemila galeoni, mi sembrava il minimo.
-Vado a prendere il suo abito, signorina, vogliate nel frattempo accomodarvi nel salottino di prova- disse la donna prima di sparire nel retrobottega.
Ginny e Narcissa si accomodarono e, mentre la prima parlava a ruota, senza fermarsi, discutendo di quanto era eccitata nel vedermi con l'abito da sposa, l'altra ghignava apertamente.
'Che cavolo ha da ridere?' pensai sospettosa.
La mia domanda trovò presto risposta quando, una commessa particolarmente carica di stoffa bianca si avvicinò a noi.
-Non so perché abbia voluto cambiare vestito, signorina Granger, ma eccolo qui, se le serve aiuto mi chiami.
-Cambiare vestito? Io non ho mai cambiato vestito!-.
-Eppure mi è arrivato un gufo un paio di settimane fa con una lettera in cui lei diceva di voler cambiare il vestito che aveva scelto, con il primo che aveva provato-.
-Sta scherzando vero?!-.
Aprii il vestito che la commessa mi porgeva e una montagna di stoffa, ricoperta di pizzi e merletti mi ricoprii per intero.
Rimasi senza parole per qualche minuto, guardando lo scempio di vestito che mi ritrovavo davanti e in pochi secondi ricollegai il ghigno della Strega con quella massa di pizzi che avevo addosso.
-Io la ammazzo!!!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
-Perché, non ti piace?- disse Narcissa.
-Mi riporti subito il vestito che avevo scelto prima o io la crucio per bene!- dissi rivolta alla commessa.
Lei deglutì a vuoto e mi rispose balbettando: -Beh, vede... n-noi... lo abbiamo... v-v-venduto-.
Scattai in piedi come una molla: -Ve-ve, ve-ve, ve-ve...-.
Ginny mi diede uno schiaffo per aiutare il mio cervello a riconnettere i fili: -Venduto?!- urlai: -Grazie- dissi poi a Ginny.
-Quando vuoi- rispose la mia migliore amica.
-Beh, vede quello era un vestito bellissimo e molte spose lo volevano, così quando lei ha disdetto l'acquisto, cambiando abito, lo abbiamo venduto subito- disse esitante la commessa.
Se le occhiate avessero potuto uccidere, al posto di un matrimonio avremmo celebrato un funerale: Narcissa mi guardava con sguardo soddisfatto e Ginny con sguardo preoccupato.
'Se vuole la guerra, l'avrà!' pensai.
Dopo essemi calmata, dissi: -Ok, ne troverò un altro, ma non sarà questo scempio!-.
-Cosa?!-.
-Mi hai sentito bene, cara Narcissa: rimarrò qui anche fino al giorno del matrimonio se è necessario, per trovare il vestito giusto e ovviamente tu rimarrai con me! Non voglio che tu non veda l'abito!-.
-Io veramente avrei da fare..-.
-Oh, no! Tu rimarrai qui, devi consigliarmi, sei la mia futura suocera e hai il diritto di assistere! Ginny si assicurerà che tu non vada via, giusto Ginny?-.
-Ma certo, Herm!- disse Ginny ghignando.
-Mi porti gli abiti più costosi e belli che ha, mia suocera sarà felice di pagare, alla fine della giornata- dissi sorridente alla commessa.
Passarono i minuti, che si trasformarono in ore, ma io ancora non riuscivo a trovare l'abito. L'unica cosa degna di nota era che ogni volta che uscivo dal camerino con un abito diverso, Narcissa sveniva e veniva svegliata da Ginny con un colpo di bacchetta.
Ero fiera di me, stavo facendo soffrire mia suocera e la mia migliore amica mi aiutava: non poteva andare meglio... o forse si?
Alla fine provai l'ultimo vestito: era senza spalline e la gonna partiva da sotto il seno, allungandosi fino ai piedi e terminando con uno strascico. Il punto di incontro tra la gonna e il corpetto era segnato da un fiore bianco.
Quando lo misi, pensai subito fosse meglio del primo che avevo comprato e uscii dal camerino.
Capii che a Ginny piaceva dal fatto che alla mia amica linguacciuta non era uscita più nemmeno una parola dalla bocca e capii che piaceva a Narcissa dal fatto che continuava a tentare di svenire ogni due per tre. Riuscì finalmente a svenire sul serio quando le venne presentato un conto di cinquemila galeoni. Si afflosciò per terra come un sacco di patate e dopo averle lanciato un ultimo sguardo, io e Ginny ci guardammo negli occhi, decidendo che sarebbe stata meglio lì, come decoro al pavimento del negozio, anziché come incubo nella mia vita.
Quindi, io e Ginny uscimmo dal negozio con un bellissimo vestito in mano e un sorriso divertito sulle labbra.

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Capitolo 3
*** Un giorno da favola ***


Ed eccoci qua: il giorno delle mie nozze.
Il giorno in cui si celebrerà un matrimonio organizzato in fretta e furia nel giro di 4 mesi, prima che la mia pancia renda impossibile entrare in un abito da sposa non calibrato; un matrimonio che renderà felici tante persone (me e Draco) e infelici molte altre (solo Narcissa e tutte le oche sbavanti per Draco).
Incredibile, vero?
Ammetto che sono stati i 4 mesi più stressanti della mia intera esistenza e non li dimenticherò neanche con il più potente degli oblivion, ma tutto sommato ne è valsa la pena.
Il Manor, sempre cupo, oggi sembra più allegro: detesto con tutta l'anima la mia futura suocera e auguro a tutti quelli che leggono queste poche righe di non beccarne mai una come Narcissa (a meno che non siate Grifondoro incoscienti, sconsiderati e masochisti come me), ma ammettiamolo, ha fatto un gran lavoro con i fiori (rosa, visto che alla fine abbiamo trovato un compromesso e abbiamo fatto decidere Draco), le decorazioni (bianche e rosse, sempre decisione di Draco), gli invitati (su cui Draco ha deliberato avesse ragione la Strega) e il ricevimento (con menù deciso da me, dopo aver minacciato il mio futuro marito che lo avrei fatto dormire sul divano a tempo indeterminato).
Detto questo, non vorrei voi mi fraintendiate: la Strega non ha abbandonato i dissapori contro di me, ma dopo lo scherzetto del vestito, non ha più osato sabotarmi, forse per amore di suo figlio o forse perché ha capito che anche un''amabile' Grifondoro, può essere serpe nell'animo.
-Herm, posso entrare?- dice Ginny attraverso la porta.
-Si certo-.
La mia amica rossa scivola nella stanza attraverso uno spiraglio di circa quindi centimetri.
-Come diavolo hai fatto a passarci?!- esclamo sconvolta.
-Abitudine... non guardarmi così, dovevo pur sgattaiolare nella stanza di Harry ad Hogwarts senza che nessuno se ne accorgesse, no?-.
-Tu che cosa?!-.
-Ok, forse questo non dovevo dirtelo, ma ormai è acqua passata-.
Ammettendo che Ginny ha ragione e che ormai, anche volendo, non posso fare più niente, le pongo un'altra domanda: -Perché tutta questa furtività? Sembravi una ladra!-.
-Il Furetto è appostato qui fuori, vuole vederti e Harry e Ron stanno cercando di trattenerlo, ma con scarsi risultati, li conosci. Quindi, per evitare che lui ti vedesse prima della cerimonia ho dovuto quasi materiallizzarmi qui dentro... poi mi sono ricordata che non è possibile e sono entrata come una ladra-.
-Tu sei tutta pazza!-.
-Si, è vero. Comunque, di sotto c'è una cosa che dovresti vedere-.
-Cioè?-.
-Vieni a vedere, no?- dice Ginny come se fosse una cosa ovvia.
-Hai appena detto che non posso farmi vedere da Draco!-.
-Qual è il problema? Lo rendiamo cieco per qualche minuto-.
-Non sarebbe meglio bendarlo?-.
-Ma bendarlo è troppo sicuro! Io volevo rischiare di danneggiargli permanentemente la vista!- dice lei con una smorfia degna di una ragazzina capricciosa.
-Scordatelo, lo voglio in ottimo stato, dopo il matrimonio, lo potrai danneggiare... forse-.
-Uffa e va bene! Aspetta qui-.
Ginny esce dalla camera e trona qualche secondo dopo: -Esci-.
Mi alzo e la seguo: fuori dalla stanza trovo Harry e Ron che, avvinghiati a lui, tentano di tenere fermo un Draco bendato con la cravatta di Harry.
-Lasciatemi, idioti! Voglio solo vederla, è la mia futura moglie, ne ho il diritto!- dice tentando di strapparsi la cravatta di Harry dagli occhi.
Mi avvicino a lui e lo bacio piano sulle labbra: -Porta un altro po' di pazienza, tra un po' potrai vedermi-.
Lui di colpo si blocca e annuisce: -Va bene, ma se passa più di un'ora schianto i due idioti..-, e a questo insulto segue un coro di 'Hey' da parte dei suddetti, : -E sfondo la porta della tua camera-.
-Sei troppo melodrammatico, Draco-.
-Si, è vero, Furetto- mi appoggia Ginny.
-Sta zitta Weasley!-.
Dopo aver scosso la testa, Ginny mi trascina di sotto e per poco non mi metto ad urlare: i fiori erano rossi, le decorazioni rosse e i cuochi stavano discutendo su quale piatto (sconosciuto) dovesse essere servito per primo.
Maledetta Stro... Strega!!!
Dato il mio evidente stato catatonico, Ginny mi passa una mano davanti agli occhi: -Herm, ti sei incantata? Devi risolvere questo casino!-.
Mi riprendo all'istante e dopo la 'sorpresa' arriva la rabbia: -IO LA AMMAZZO!! LE CAVO GLI OCCHI E ME LI MANGIO A COLAZIONE AL POSTO DELLE UOVA!!!-.
Il mio urlo disumano (perché aveva un che di mostruoso), riscuote i cuochi dai loro battibecchi e fa accorrere un Draco bendato che, scendendole, cade dalle scale, una Narcissa soddisfatta e direi anche terrorizzata dalla mia espressione, un Harry stranito e un Ron altrettanto perplesso.
-TU!!- ruggisco in direzione di Narcissa puntandole un dito contro: -TU, BRUTTA STRONZA SILICONATA!! COME HAI POTUTO?!- dico tirando fuori la bacchetta e puntandogliela contro.
Con la coda dell'occhio, noto Draco che tenta di togliersi la cravatta dagli occhi e Harry e Ron che lo pietrificano e lo legano, con un colpo di bacchetta a testa, per impedirglielo.
-Io? Non so di che parli- dice Narcissa con aria innocente.
Mi avvicino a lei lentamente, con uno sguardo da folle, e dopo essermi piazzata ad un soffio dal suo naso dico con un'insolita e terrificante calma: -Adesso tu sistemi tutto prima della cerimonia e fai tornare tutto per come era prima, oppure io ti giuro che ti tiro il collo proprio come si fa con i tacchini il giorno del Ringraziamento. Spero di essere stata abbastanza chiara-.
Lei deglutisce a vuoto e balbettando, con un colorito più pallido del solito mi dice: -N-non mi f-fai p-p-paura-.
-Ah, no?-.
Prima che lei possa difendersi, le punto contro la bacchetta e la trasformo in un tacchino con l'abito elegante: -Credi ancora che io sia una ciarlatana? Ti dirò di più, Cissy cara: tu rimmarrai così fin quando non comincerà la cerimonia, in modo tale che io sia certa tu non mi faccia altri scherzetti. Ti ricordo anche che dietro di te, ci sono due cuochi, che hai chiamato tu stessa, che adorano cucinare i tacchini: giusto, ragazzi?- chiedo ai due cuochi che annuiscono con gli occhi che brillano alla vista del tacchino.
-Dalle un occhio, Ginny, io vado a finire di prepararmi-.
Ginny annuisce e immobilizza il tacchino: -Ci penso io-.
-Ragazzi- proseguo poi rivolgendomi a Harry e Ron: -Sbloccate e fate uscire Draco, tra cinque minuti appena sistemo questo casino cominciamo. Ron, mandami tuo padre-.
Entrambi annuiscono e con l'aiuto di Ginny, in cinque minuti sistemiamo tutto e sostituiamo i cuochi con la magia con la speranza che nessuno se ne accorga.
Fatto questo, torno di sopra e mi do una ritoccata ai capelli e al trucco che per colpa del tacchino mi si sono leggemente rovinati. Dopo pochi minuti, Arthur Weasley, che mi accompagna all'altare in assenza di mio padre, fa il suo ingresso nella mia stanza.
-Sei pronta?-.
-Si, andiamo-.
-Sei bellissima, Hermione-.
-Grazie, vorrei che i miei fossero qui-.
-Ci saranno sempre, sono dentro il tuo cuore, ma adesso non è il momento per i pensieri tristi, dobbiamo andare-.
Scendiamo di sotto, incontrando solo Ginny con il tacchino sotto braccio.
-Ginny, che stai facendo con un tacchino?- chiede Arthur.
-Niente papà, sta tranquillo. Posso?- mi chiede Ginny indicando il tacchino.
-Portalo fuori e fallo sedere, appena è seduta davanti a tutti la trasformi così non può andare da nessuna parte-.
Ginny annuisce e sparisce in mezzo agli alberi del giardino con il pollo sotto il braccio.
Arthur mi guarda stranito e io gli rispondo con un cenno della mano, intendendo che non era niente di importante.
-Arthur, ho tacchi da quindici centimetri ai piedi e io non sono capace di andare con quelli da due, non farmi scivolare, perfavore- gli dico quando siamo già in mezzo alle due file di sedie su cui sono seduti gli invitati.
-Sta tranquilla-.
Alzo gli occhi da terra e guardo Draco nel suo completo scuro accanto all'altare: mi sento la donna più fortunata del mondo... a parte per quanto rigurarda mia suocera.
Siamo già arrivati all'altare e il celebrante ha già rivolto a Draco la fatidica domanda, adesso l'ha rivolta a me. La risposta non è difficile ed esce spontanea dalle mie labbra. Adesso siamo marito e moglie e la strega non può fare più niente.
Sorrido e, mentre tutti si congratulano con noi, non posso far altro che pensare che la mia prossima realizzazione massima, dopo questo matrimonio, sarà il mio bambino.
Ma questa è un'altra storia..

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