Eternity ϟ

di YallaYalla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PREPARATIVI PER L'INIZIO DELLA SCUOLA ***
Capitolo 2: *** Binario 9 ¾ ***
Capitolo 3: *** In treno ***
Capitolo 4: *** Arrivo a scuola ***
Capitolo 5: *** Ricordi ***
Capitolo 6: *** Tempo di lezioni = zero tempo per lui ***
Capitolo 7: *** Perché la mia famiglia non è come tutte le altre? ***
Capitolo 8: *** Ma dove si è cacciato Scorp? ***
Capitolo 9: *** Ti va di saltare la lezione di Astrologia? ***
Capitolo 10: *** Si avvicina Natale ***
Capitolo 11: *** Natale alla Tana ***
Capitolo 12: *** Merlino, fai che non si uccidano! ***
Capitolo 13: *** MIO PADRE E IL MIO MIGLIORE AMICO SONO AMICI? ***
Capitolo 14: *** PAURA POTTER? ***
Capitolo 15: *** MATTINA DI NATALE! ***
Capitolo 16: *** COMPITI A CASA ***



Capitolo 1
*** PREPARATIVI PER L'INIZIO DELLA SCUOLA ***


« James? È inutile che ti nascondi, lo so che sei qui col mantello di papà! È il mio turno di usarlo! » anche essendo la più piccola della famiglia Potter Lily sapeva come farsi ascoltare dai suoi fratelli. « James Sirius Potter, dai il mantello a tua sorella» Ginny non era sempre stata autoritari ama avendo come figlio un mezzo criminale aveva potuto affinare questa dote. Un nuovo anno stava per cominciare ad Hogwarts e i ragazzi erano in fermento. Per tutta la casa c’erano gufi, gatti, rospi, scope, divise e libri ovunque. Anche perché Rose e Hugo Weasley erano ospiti dei loro zii fino all’inizio dell’anno scolastico. Hugo era molto contento di trascorrere un paio di giorni con i suoi cugini, soprattutto con James anche se per passare il tempo con lui dovevi prima fare un’assicurazione contro gli infortuni. James non era il tipo da fermarsi se per caso si faceva male, era capace di continuare a volare sulla sua scopa anche con un braccio rotto. (in questo era simile a suo padre). «Rose, smettila di leggere, tra poco andiamo a Diagon Alley a fare spese! » Nessuna risposta da Rose, era immersa nella lettura di un grosso libro sulla storia delle quattro case di Hogwarts: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde … In quella casa c’era qualcuno a cui lei teneva molto: Scorpius Malfoy, il suo migliore amico. Fin da quando aveva mosso i primi passi all’interno del castello, Scorpius le era stato vicino. Finché erano entrambi bambini tutto questo le era bastato, ma ormai Scorpius occupava i suoi pensieri giorno e notte, era come un’ossessione per lei. Si erano scritti per tutta l’estate, aspettare una sua lettera era così bello e così terribile allo stesso tempo … Passava tutto il suo tempo vicino alla finestra per afferrare subito la lettera di Scorpius non appena Digger fosse arrivato a consegnargliela. « Roseeee?! In giornata » Hugo cominciava a spazientirsi « Eh? Oh si, arrivo! » « Muoviti o non faremo in tempo a trovare tutto prima di andare a comprare la mia scopa nuova! » Ron aveva promesso a Hugo che si sarebbero incontrati a Diagon Alley per comprare una nuova scopa. Quell’anno Hugo era sicurissimo di poter entrare nella squadra di Quidditch come sua sorella Rose che era il cercatore di Serpeverde e suo cugino James che era portiere e capitano. « Ron ci aspetta al Ghirigoro » Annunciò Harry. « Sbrighiamoci, forza! » Il piccolo Hugo spingeva tutta la famiglia verso il caminetto da dove sarebbero partiti con la polvere volante. “Chissà se ci sarà Scorpius?” I pensieri di Rose erano tutti per lui. Ma probabilmente sarebbe stato meglio che non ci fosse stato, suo padre non sopportava affatto quel ragazzo. Troppo simile a suo padre Draco, secondo lui. Fiato sprecato tentare di spiegargli che lui era diversissimo da suo padre, almeno secondo i racconti che le avevano fatto del periodo in cui Draco frequentava Hogwarts. Scorpius era dolce, gentile altruista … Ma per Ron, Scorpius era la copia di suo padre: stessi capelli biondi, stessa casa e, quindi, stesso carattere. « Rose, tocca a te tesoro! » « Si, zia, arrivo! » « Rose, ricordati di scandire bene le parole » « Si, zia, Diagon Alley » e in una vampata di fumo verde Rose sparì alla vista della famiglia. L’aria di Diagon Alley era proprio quello di cui aveva bisogno per distrarsi dal pensiero di Scorpius. Avrebbe passato un’oretta al Ghirigoro con sua madre mentre suo padre e suo fratello compravano la nuova scopa e altri accessori per il Quidditch. E poi per chiudere la giornata un bel gelato alla gelateria “Florian” di Florian Fortebaccio, tipica uscita per Diagon Alley della famiglia Weasley-Granger. Questa era quelloche aspettava Rose, senza un attimo per pensare a Scorpius … almeno secondo lei. Appena entrata al Ghirigoro aveva visto da lontano, di sfuggita, un ragazzo con l’uniforme dei Serpeverde e con i capelli biondo cenere e il cuore le era balzato in gola alla sola idea che Scorpius potesse essere lì. Si alzava sulle punte e allungava il collo per tentare di vederlo meglio e appena lo vide … fu una grande delusione dato che non era lui, ma anche un grande sollievo. Non lo vedeva dalla fine della scuola e non sapeva cosa avrebbe provato quando lo avrebbe rivisto. Il ragazzo era Winston Sharman, Serpeverde del terzo anno, capelli biondi, faccione cicciottello e occhi neri, neanche lontanamente comparabile ai meravigliosi occhi verdi di Scorpius. E come se non bastasse, ogni libro su cui l’occhio di Rose cadeva le ricordava un momento passato con Scorpius. A studiare nella sala grande o a leggere vicino al lago. Stava per scoppiare a piangere per quanto le mancava, ricevere lettere non le bastava, voleva averlo accanto …

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Capitolo 2
*** Binario 9 ¾ ***


Mentre la macchina procedeva lenta nel traffico di Londra e Hugo gridava al padre di muoversi o avrebbero perso il treno, Rose aveva l'aria assorta e guardava la città fuori dal finestrino. Vedeva auto, pullman, persone a piedi ma non faceva caso a niente... sarebbe anche potuto passare un unicorno e lei non lo avrebbe minimamente notato. Pensava solo al momento in cui avrebbe rivisto Scorpius e a tutto il tempo che avrebbero passato insieme nel treno per Hogwarts.
Nell'ultima lettera che aveva ricevuto, lui le aveva detto di essersi fatto ricrescere i capelli e la prima a cui lei aveva pensato era quale sensazione avrebbe provato a metterci le mani dentro.
Eccola lì, la stazione di King's Cross, si trattava di raggiungere la barriera del binario 9 ¾ e di arrivare al treno, e finalmente avrebbe incontrato Scorpius.  Il malumore di suo padre ne era testimonianza, mentre lei spingeva il suo carrello impaziente di arrivare alla barriera il padre si fermava a osservare i dettagli della stazione, a chiedere informazioni inutili ai babbani o a far finta di allacciarsi le scarpe, tutto pur di ritardare l'incontro di sua figlia con Scorpius Malfoy.
«Ron, è la quarta volta che ti abbassi per allacciarti le scarpe e ancora non ha capito che hai i mocassini... che non hanno lacci».
«Eh? Ah, sì, giusto».
«Ti vuoi sbrigare? Dobbiamo raggiungere il binario!»
«Sì, tesoro, arrivo».
Eccolo lì, il passaggio tra il binario 9 e il binario 10, accesso alla banchina d'attesa per l'espresso per Hogwarts. E Scorpius era dall'altra parte di quel muro di mattoni rossi!
Rose cominciò a correre per la stazione e si lanciò verso il passaggio, incurante dei babbani intorno a lei.
«Rose, aspettaci!»
«Ron, lasciala andare, è grande ormai».
«Non abbastanza da scegliere i suoi amici da sola».
«Ti riferisci a Scorpius, vero?»
«Certo!»
«Cos'hai contro quel ragazzo? È gentile, dolce, e manda sempre un gufo per i nostri compleanni».
«Ma è il figlio di Malfoy!»
«E con questo?»
«Ricordo solo io quello che ha fatto Malfoy?»
«No, Ron, anche io ricordo, ma Scorpius non è Draco e merita un'occasione per dimostrare che il sangue è solo un liquido e non forma il carattere di una persona».
«Mah, comunque se tocca mia figlia lo uccido lo stesso».
Ron faceva il duro, ma in fondo anche a lui Scorpius sembrava un bravo ragazzo... ma non lo avrebbe mai ammesso davanti alla sua famiglia.
Intanto Rose aveva attraversato il passaggio e cercava disperatamente segni di Scorpius tra la folla che occupava la banchina. Ma per quanto cercasse, lui non appariva da nessuna parte... quando all'improvviso qualcuno, da dietro, le mise le mani sugli occhi e le sussurrò all'orecchio: «Indovina chi sono!»
Non c'era bisogno di tirare a indovinare, lei sapeva perfettamente chi era lui. Scorpius Malfoy, Serpeverde, sesto anno, il suo unico, grande, migliore amico Scorpius!
Senza dire una parola, lei si girò di scatto e gli gettò le braccia al collo. Lui ricambiò e la strinse forte a se. Lei gli mise tutte e due le mani nei capelli biondo cenere e annusò il suo profumo che aveva il suo collo... Quel momento era perfetto! Quindi non poteva durare molto.
«Ehm...»
«Oh, papà... ehm... c'è Scorpius, hai visto?»
«Sì, l'avevo notato».
«Salve, signor Weasley, signora Weasley, Hugo!»
«Ciao, Scorpius» risposero quasi in coro madre e figlio, mentre il padre si limitò a un "buongiorno" di circostanza.
«Chissà dov'è Harry con Ginny?! Dovremmo andarlo a cercare, non pensi, caro?»
Hermione capiva sua figlia molto bene e desiderava lasciarla un po' da sola con Scorpius, e far allontanare soprattutto Ron.
«Penso che tu abbia ragione, andiamoli a cercare... Ci vediamo dopo, Rose».
«Vieni, Hugo, andiamo a cercare James e Al!»
«Arrivo, mamma. Ciao, Scorpius».
E prima di sparire tra la folla Ron lanciò uno sguardo nella direzione dei ragazzi che conversavano senza accorgersi di lui che li fissava.
«Stai benissimo con i capelli lunghi, anche se pensavo che dopo l'incidente con la superpalla gomma al terzo anno avessi rinunciato a farti crescere i capelli».
«Ci avevo pensato, ma quest'estate ho avuto un ripensamento e me li sono fatti ricrescere, e ho anche deciso di stare alla larga da tutti i tipi di gomme».
«Ahahah! Scorpius, mi sei mancato tantissimo quest'estate!»
Rose non avrebbe mai pensato di dirglielo, ma quando era con lui si dimenticava di tutto.
«Anche tu mi sei mancata, scimmietta» e la guardò fissa con i suoi grandi occhi verdi.
Un fischio acuto indicò che il treno stava per partire e che loro dovevano sbrigarsi, visto che non avevano nemmeno fatto salire i bagagli.
«Corri, Rose! Vai a salutare i tuoi mentre io faccio caricare i bagagli. Ci vediamo dentro!»
«Va bene, Scorpius».
Rose si mise a correre verso la massa di capelli rossi che riconobbe come sua zia Ginny, i suoi genitori non dovevano essere molto lontani da lei.
«Ciao mamma, ciao papà, ciao zia Ginny e ciao zio Harry!»
Dopo aver salutato in un lampo la sua famiglia, si gettò nel treno alla ricerca di Scorpius. Lo trovò in uno scompartimento quasi alla testa del treno. Lo scompartimento era vuoto, quindi ci sarebbero stati solo loro due... sperava!

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Capitolo 3
*** In treno ***


Il treno fischiò, sbuffò e poi finalmente partì. Tutto il trambusto nel corridoio cessò e, visto che nessuno era entrato nella loro cabina, Rose chiuse la porta e si andò a sedere al suo posto, di fronte a Scorpius.
«Allora, che hai fatto di bello quest'estate, scimmietta?»
«Di bello quasi niente... solo la partita di Quidditch familiare e basta. Per il resto noia. Tu?»
«Io non ho fatto nemmeno quella... mi sono allenato da solo tutta l'estate. E ti ho pensato».
In un secondo Rose divenne più rossa dei suoi capelli. Scorpius aveva pensato a lei durante l'estate. Non sapeva cosa rispondergli, ma mentre ci pensava la sua bocca aveva già deciso per lei cosa dire.
«Anche io ti ho pensato, Scorpius!»
Probabilmente lui aveva pensato a lei come amica, come migliore amica al massimo, certo non come lei pensava a lui, ma questo le bastava.
E lo guardò negli occhi, con il riflesso del sole i suoi occhi verdi erano ancora più belli e più lucenti. Era meraviglioso il suo viso quando veniva colpito dalla luce del sole. Come quando, mentre stavano al Lago Nero a leggere, venivano sorpresi dal tramonto, quell'ultima esplosione di luce rendeva il volto di Scorpius pieno di luce... e se poi lui le sorrideva era una magia!
All'improvviso, dall'esterno della cabina si cominciarono a sentire dei rumori e tutti si alzarono e si sporsero dalle porte per vedere di che cosa si trattasse.
Due Serpeverde del sesto anno stavano tormentando Albus. E James che era dietro di loro non faceva niente per impedirlo.
«Albus! Oddio, Scorp, fai qualcosa per favore!»
«Ci penso io» e si avviò lentamente verso il capannello di ragazzi riuniti intorno ad Albus e ai suoi tormentatori.
«Dennis, Roland, smettetela!»
«Potter, ti fai proteggere da Malfoy ora?»
«Qualche problema con me, Baine?»
Roland Baine, Serpeverde, sesto anno. Grosso, grasso e stupido. Gli piaceva tormentare i Grifondoro solo perché lui ci sarebbe voluto andare, ma il cappello lo spedì in Serpeverde.
«No, nessun problema con te, Malfoy, ora ce ne andiamo» e se ne tornarono nella loro cabina, ma non prima di aver scoccato un'ultima occhiataccia ad Al, come a dire: ce ne andiamo, ma non pensare che non ritorneremo!
Si avviarono verso la cabina e intanto parlottavano tra loro, come la maggior parte degli altri ragazzi. Scorpius riusciva a sentire alcune frasi, frasi del tipo: "I Malfoy erano Mangiamorte" oppure "Chissà cosa avrebbe fatto a Roland, se non avesse lasciato Potter?!"
«Forza Al, tirati su, vieni».
«Ehm, grazie, Scorpius».
«Di niente, Al» e se ne tornò lentamente verso la sua cabina, da dove Rose, preoccupata, aveva assistito a tutta la scena.
«Grazie, Scorpius!»
«Di niente» e si sedette al suo posto con il viso attaccato al finestrino e lo sguardo perso nel vuoto.
Rose non poteva sapere cosa stava passando Scorpius in quel momento... Lui odiava che le persone parlassero della sua famiglia, probabilmente odiava proprio la sua famiglia. Suo nonno e suo padre avevano fatto cose orribili e lui non ce la faceva a sopportare gli sguardi di ragazzi come Baine, che avevano paura del suo cognome, che lo evitavano in corridoio e che parlavano di lui, in silenzio, alle sue spalle. Rose era l'unica amica che aveva. L'unica che lo capiva, l'unica che non aveva paura della sua famiglia. E per questo motivo Rose non ce la faceva a vederlo così, spento, triste e malinconico. Le piangeva il cuore sapere che per proteggere suo cugino si era sottoposto a questa tortura, solo per lei. E poi, perché James non aveva protetto suo fratello? Lui era il maggiore, era suo compito occuparsi di Albus e Lily. Si decise a chiedere a Scorpius se volesse parlarle.
«Scorp... io sono qui se hai bisogno di me».
Ma lui non rispondeva. Rose si alzò, voleva andare a vedere come stava Albus e anche a chiedere a James il perché del suo comportamento.
«Rose...»
«Sì, cosa c'è, Scorpius?»
«Mi abbracceresti?»
Sussurrò così piano che neanche lui fu sicuro di averlo detto per davvero.
«Cos'hai detto, Scorpius?»
«Niente, non fa niente» e continuò a guardare fuori dal finestrino.
Ormai il sole calava all'orizzonte... tra poco sarebbero arrivati a destinazione e un nuovo anno sarebbe cominciato!

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Capitolo 4
*** Arrivo a scuola ***


Rose si diresse a grandi passi verso la cabina dei Potter. Sia per vedere come stava Albus che per chiedere spiegazioni a James.
Nel corridoio tutti parlavano dell'accaduto e invece di dire quanto Dennis e Roland fossero degli esseri miserabili, parlavano tutti male di Scorpius. Da ogni parte si vedevano capannelli di ragazzi che parlavano sotto voce e quando vedevano lei passare abbassavano ulteriormente la voce. Rose conosceva la maggior parte dei ragazzi che vedeva, ma fu ferita da una ragazza in particolare.
«Mary Margaret, anche tu?»
«Rose, ehm... non ti avevo visto... non sto parlando male di Scorpius...»
Mary Margaret era una delle compagne di camera di Rose. Non che lei ci parlasse molto, ma tutti sapevano che lei e Scorpius erano grandi amici.
Appena entrata nella cabina dei suoi cugini avvertì che c'era qualcosa che non andava. James se ne stava in un angolo zitto, mentre, di solito, nel treno era sempre il più sfrenato e raccontava di tutte le cose che avrebbe fatto una volta arrivato a Hogwarts.
«James, posso parlarti un attimo?»
«Sì» rispose James, ma era evidente che l'intrusione della cugina nella sua cabina lo infastidiva.
«Perché non hai difeso Albus prima?»
«Che te ne importa? C'era il tuo Scorpius a difenderlo!»
«Tu sei suo fratello, dovresti essere tu a occuparti di lui! Se non ci fosse stato Scorpius chissà cosa avrebbero fatto a tuo fratello!»
«L'ha salvato, quindi non ne parliamo più... Adesso, se non ti dispiace, vorrei dormire per quello che resta del viaggio...»
E così Rose se ne andò, con l’idea fissa che qualcosa non andasse. Se ne ritornò nella sua cabina e Scorpius era ancora appoggiato al finestrino con aria assente, esattamente come lei lo aveva lasciato.
«Scorpius, posso sedermi accanto a te?»
«Certo!»
Si sedette accanto a lui e per un po' stette lì, con le mani giunte, persa nei suoi pensieri.
«Puoi appoggiarti, se vuoi».
Rose era molto stanca quindi non se lo fece ripetere due volte e si appoggiò a lui e si addormentò sulla sua spalla. Il tessuto della sua divisa era morbido e l'odore di Scorpius era, per lei, il profumo più bello del mondo.
Sognò di trovarsi a Hogwarts, sulle rive del Lago Nero, sotto un albero, con Scorpius. Lei era stesa con la testa sulle sue gambe e lui le carezzava i capelli. Lei lo guardava negli occhi e lui le sorrideva e la chiamava "piccola mia". In tutti gli anni che si conoscevano lui non l'aveva mai chiamata "piccola mia". Era un nome che le era sempre piaciuto, ma se usciva dalle labbra di Scorpius diventava meraviglioso. Tutto quello che lui faceva era meraviglioso e tutto quello che lui diceva era meraviglioso.
Lei invece si sentiva perennemente imperfetta, ogni cosa che faceva le sembrava sbagliata e, anche se era la prima in quasi tutte le materie, pensava sempre di essere impreparata. Ma questo era l'effetto che Scorpius aveva su di lei, in confronto a lui lei si sentiva piccola e inutile, ma anche protetta e al sicuro. Era difficile descrivere le sensazioni che provava quando era con Scorpius, erano un misto di gioia assoluta, senso d'inadeguatezza, calma e turbamento, e tutto all'ennesima potenza!
«Ehi, Rose? Bella addormentata!»
La mano di Scorpius la scuoteva.
«Siamo arrivati a Hogwarts!»
«Di già?»
«Eh sì, forza, in piedi, scimmietta!»
«Nooo... sono stancaaa, prendimi in braccio tu!»
«Va bene».
E così Scorpius, apparentemente senza alcuno sforzo, prese Rose in braccio e si avviò verso le carrozze che li avrebbero portati a Hogwarts. Un nuovo anno era cominciato!

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Capitolo 5
*** Ricordi ***


Arrivati sulla carrozza, Scorpius posò Rose accanto a lui e poi si sedette.
«Grazie, Scorp».
«Di niente, Rose».
E la carrozza partì, pronta a riportarli a Hogwarts, dove sarebbero stati solo loro due, per un anno intero, sempre insieme ad ogni lezione.
«Sei pronta per il nuovo anno?»
«Direi di sì. E tu?»
«Sì, penso di sì».
Appena entrati nel castello finalmente Rose si sentì a casa, tutto le era così familiare che per un attimo chiuse gli occhi e pensò alla prima volta in cui aveva varcato quella soglia, cinque anni prima.
 
Era, per lei, il primo giorno a Hogwarts ed era emozionata e spaesata. C'erano i suoi cugini ma lei non sapeva dove andare, né cosa fare. Un ragazzo del secondo anno le passò davanti in tutta fretta, evidentemente era in ritardo per l'inizio della cerimonia dello smistamento, era biondo, bello, ed era un Serpeverde a giudicare dalla sua divisa. Si fermò un paio di metri più avanti e tornò indietro verso di lei.
«Primo anno, vero?»
«Sì» rispose sotto voce Rose.
«Vieni con me, ti porto in Sala Grande, dove sarai smistata nella tua casa. Sai cosa significa?»
«Sì, mio cugino sta al secondo anno».
«Davvero? Come si chiama?»
«James Sirius Potter».
«Lo conosco, è un Grifondoro. Io, invece, mi chiamo Scorpius, Scorpius Hyperion Malfoy!» e le sorrise.
«Io invece mi chiamo Rose Weasley» e gli tese una mano.
Lui la strinse e insieme si avviarono verso la sala grande. A un certo punto lui la lasciò insieme agli altri ragazzi del primo anno, tra cui Rose riconobbe suo cugino Albus, si andò a sedere al tavolo della sua casa e le lanciò uno sguardo che valeva come un "buona fortuna".
Il professor Paciock cominciò a chiamare tutti gli studenti e quando arrivò al turno di Rose lei lentamente e con un po' di paura si avvicinò allo sgabello e il professore le mise il cappello in testa.
«Oh-oh, ecco la piccola Weasley! Sei la figlia di Ronald, vero? Ma sei anche la figlia di Hermione Granger, si capisce, il tuo cervello è identico al suo. Ma in te c'è qualcosa che i tuoi genitori non avevano, tu sei determinata, ami la competizione e sei alla ricerca di conquiste... be', allora so esattamente dove metterti: Serpeverde!»
La sorpresa di tutti fu grande, era la prima Weasley che entrava nei Serpeverde. Dal tavolo dei Serpeverde si sentì una serie di urla e applausi e tutti si alzarono in piedi per festeggiare l'ingresso della nuova arrivata. Timidamente Rose si avvicinò al tavolo e, tra le facce di tutti i Serpeverde, cercava quella di Scorpius. Essendo l'unico Serpeverde che conosceva, voleva mettersi vicino a lui. Tra tutti i ragazzi che si sbracciavano per salutarla finalmente vide Scorpius e si andò a sedere tra lui e Leenock Finnigan, il figlio di Seamus Finnigan.
«Benvenuta in Serpeverde, Rose!»
«Grazie, Scorpius».
«Ma vi conoscete già voi due?»
«Sì, Leeck, l'ho incontrata prima nell'ingresso e l'ho accompagnata nella Sala Grande».
«Be', allora molto piacere, Rose, io sono Leenock Finnigan. Puoi chiamarmi Leeck se vuoi».
«Piacere, Leeck!»
«Ti suggerirei di stare almeno a tre banchi di distanza da lui alla lezione di Incantesimi, tende a far scoppiare le cose!»
Passarono tutta la serata a mangiare e a parlare di com'era stare a Hogwarts, le parlarono del gigantesco albero di Natale e della festa di Halloween. Giunto il momento in cui la tutti dovevano andare nel proprio dormitorio, Scorpius e Leeck accompagnarono Rose nei sotterranei, dove si trovava la Sala Comune, e le mostrarono dove si trovano le camere delle ragazze.
«Buonanotte, Rose!»
«Buonanotte, Leeck!» e il ragazzo, mezzo assonnato, si allontanò barcollando.
«Domani mattina la nostra prima lezione è Erbologia, ci vediamo nella serra 3».
«Va bene. Grazie, Scorpius, senza di te non sarei nemmeno stata smistata!»
«Non c'è di che, Rose. Buonanotte!»
«Buonanotte!»
 
«Rose, dai, muoviti! A cosa pensi?»
«Pensavo a quando ci siamo conosciuti, io ero proprio qui».
«Sai, non sono mai stato così felice di aver fatto tardi alla cerimonia!»

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Capitolo 6
*** Tempo di lezioni = zero tempo per lui ***


Era cominciato il nuovo anno, e da una settimana Rose non riusciva a stare un secondo con Scorpius. Al mattino una colazione veloce e poi si correva a lezione, poi il pranzo e di nuovo a lezione, serata con gli allenamenti di Quidditch e dopo volevi soltanto gettarti nel letto con tutta la scopa tanta la stanchezza.
«Rose, che lezione abbiamo oggi?»
«Storia della Magia, Leeck».
«E perché allora tu hai il libro di Pozioni?»
«Oddio! Corro a prendere quello di Storia della Magia, aspettami qui!»
Rose non si aspettava che il quarto anno potesse essere così stancante, non si concedeva una gita al lago da quando era arrivata e non vedeva Scorpius da una settimana! Non era possibile continuare così!
«Adesso lo vado a cercare, chi se ne importa se faccio tardi a lezione!»
«Chi vai a cercare, scimmietta?»
All'improvviso era sbucato Scorpius, probabilmente da dietro l'angolo, e aveva sorpreso Rose da dietro le spalle, come amava sempre fare.
«Stavo venendo a cercare te. Dove eri finito?»
«Mi sono svegliato tardi perché ieri sera siamo rimasti alzati fino a tardi a spegnere l'incendio che Leeck aveva appiccato alle lenzuola di Jordan».
«Leeck non cambierà mai!»
E si avviarono ridendo verso la lezione, dimenticandosi completamente di Leeck che li aspettava nella Sala Grande e del libro che Rose aveva preso sbagliato. Infatti Leeck arrivò tardi e fu sgridato dal professore mentre Rose non seguì la lezione e s'inventò una scusa per aver dimenticato il libro. La lezione era insieme ai Grifondoro, quindi con James e Albus.
«Oggi parleremo di un avvenimento recente, la battaglia di Harry Potter contro Voldemort. Prima che tutti voi nasceste questo nome non era mai pronunciato, per timore del mago cui si riferiva, Lord Voldemort. Questo mago malvagio aveva compiuto azioni riprovevoli e spietate. Harry Potter era un ragazzo come voi, uno studente di questa scuola e aveva un paio di anni più di voi quando sconfisse uno dei più grandi maghi della storia. Ma voi di certo conoscerete questa storia, forse meglio di me, in quanto in questa classe ci sono i figli di Harry Potter: James Sirius e Albus Severus».
Albus sorrise quando si sentì chiamare e si alzò all'invito del professore ad andare vicino alla cattedra. James invece era scuro in volto, se ne stava con la testa fra le mani e guardava il banco.
«James, raggiungi tuo fratello!» lo invitò il professore.
«No, professore, non ho voglia di raccontare di com'è grande mio padre o di quanto è meraviglioso essere suo figlio, questi sono i discorsi che di solito fanno i miei fratelli».
Detto questo, James si alzò e uscì dall'aula. Rimasero tutti scioccati, Rose soprattutto. Suo cugino aveva sempre nutrito poca stima per le grandi imprese di suo padre, ma arrivare addirittura a rispondere in questo modo a un professore. Rose non lo credeva capace di tutto questo!
«Secondo te cose gli è preso a James a lezione?» chiese Rose a Scorpius mentre pranzavano.
«Forse non gli piace che si parli di suo padre in classe, forse lo mette in imbarazzo il fatto che il professore usi costantemente lui e i suoi fratelli come fenomeni da baraccone per farsi raccontare di come piega le mutande il grande Harry Potter».
«Come fai a sapere tutte queste cose?»
«Ho incontrato James nel bagno dei maschi».
«Lui ti ha detto queste cose?»
«No, parlava da solo e non ho potuto fare a meno di ascoltarlo mentre mandava a quel paese mezzo mondo magico».
«Ma perché? Mi chiedo perché ce l'abbia così tanto con suo padre!»
«Questo non lo so. Potresti provare a chiederglielo».
«Inutile tentativo, dall'inizio dell'anno mi evita come la peste».
«Non so».

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Capitolo 7
*** Perché la mia famiglia non è come tutte le altre? ***


Tutti i ragazzi ricevevano posta, ma non tanta quanta quella che arrivava ai Weasley-Potter. A loro arrivavano vagonate di posta ogni giorno. Da nonna Molly, da nonno Arthur, dai loro genitori e anche dai loro zii. Era impossibile mangiare in pace senza essere disturbato ventimila volte da un gufo che arrivava in picchiata nella tua zuppa di zucca con un fascio di lettere in mano, dieci delle quali erano lettere del tipo: "Perché non mi rispondi? Hai così tante cose da fare che non puoi prendere la piuma per rispondere a tua madre?!"
Era passato un mese da quando era cominciato l'anno scolastico e nelle camere dei ragazzi c'era già una pila di lettere alta quasi fino al soffitto!
«Lily, amore, questa lettera è per te».
«No, ti prego, dimmi che non è mia madre, che per la millesima volta, mi chiede se ho qualche malanno!»
«Anche tu non ce la fai più con loro, vero?»
«Chiaro! Sono assillanti! Pensa che ho una lettera da due settimane e ancora non riesco a leggerla perché continuano ad arrivarne altre!»
«Dobbiamo unirci tutti e dirglielo, devono smetterla con tutte queste lettere! È imbarazzante!»
«Io lo dico ai miei fratelli e anche a Fred e Roxane, tu dillo a Hugo, a Dominique e a Louis!»
«E a Molly e Lucy?»
«Secondo te zio Percy la smetterà di riempirle di lettere chiedendole quando diventeranno prefetti?»
«Hai ragione tu!»
Tutti i Weasley mandarono le medesime lettere ai loro genitori per chiedergli, gentilmente, di limitare le lettere a una alla settima, se ci riuscivano.
«Leeck, hai visto Scorpius?»
«Rose, se te lo perdi così spesso perché non gli metti un segnalatore sotto pelle? Come quello che mettono ai cani?»
«È un'idea da prendere in considerazione!»
«Certo! Io sono un genio! Comunque è da molto che non vedo Scorp, torna in camera che io già dormo e si sveglia prima di me. Sempre ammesso che dorma!»
«Non ci vuole molto a svegliarsi prima di te. Nemmeno se ti lanciassimo con tutto il letto dalla Torre di Astronomia riusciremmo a farti svegliare!»
«Ma come siamo divertenti oggi!»
«Vado a cercare Scorp, ci vediamo dopo».
«Ciao, Rose».
«Ciao, Leeck».
Anche lei non vedeva Scorpius da molti giorni... a lezione niente, a pranzo niente e non lo vedeva nemmeno nella Sala Comune. Sembrava scomparso nel nulla!
«Ehi, sorellina!»
«Hugo! Ma sei pazzo? Arrivarmi da dietro le spalle! Stavo pensando, mi hai fatto morire di paura!»
«Sei proprio una fifona!»
«Comunque, cosa vuoi di così urgente da dovermi piombare addosso alle spalle?»
«Oggi ci sono le selezioni per il Quidditch. Mi verrai a vedere?»
«Certo che verrò, piccoletto!»
«Allora io vado ad allenarmi, ci vediamo al campo alle sei».
«Ci sarò!»
Rose sperava tanto che Hugo fosse ammesso nella squadra, lo desiderava fin da quando ci era entrata lei. Ma stavolta sarebbe ricorsa ai trucchi che sua madre aveva usato per far entrare in squadra suo padre pur di far entrare suo fratello! Litigavano sempre, si picchiavano, ma lui era suo fratello e lei, a modo suo, lo adorava.
«Forza Hugo!»
L'intera famiglia si era riunita sulle gradinate del campo da Quidditch per assistere alla selezione. Hugo si presentava come battitore e il suo compito era riuscire a far segnare il suo compagno di squadra evitando di farlo colpire da un bolide.
«Hugo, alla tua destra!»
James urlava come un pazzo per farsi sentire da suo cugino. Essendo il capitano della squadra del Grifondoro era in campo, sulla scopa per aiutare gli aspiranti giocatori.
«Speriamo che questa volta ce la faccia, non potrei sopportare un altro anno di partite con lui che commenta ogni minima mossa di tutti i giocatori in campo!»
Ad Albus il Quidditch non entusiasmava come a Rose o a James, andava a vedere le partite solo per accompagnare Hugo. Quindi con il suo ingresso in squadra sarebbe potuto rimanere in biblioteca a studiare in pace, senza tutti gli studenti che si accalcavano sulle tribune dello stadio.
«Questa volta ce la farà, ne sono certa» disse Rose prendendo la bacchetta e puntandola contro un bolide che stava per disarcionare Hugo. Lo rallentò, cosicché Hugo poté avere il tempo di vederlo e colpirlo.
«Ma cosa fai, Rose? Sei impazzita?»
«Voglio che lui entri in squadra e ho l'approvazione di mia madre».
«Sul serio?»
«Proprio così! Anche lei usò dei trucchi per far entrare papà in squadra».
«Cavolo, non lo sapevo!»
«Non dirlo a nessuno però! Me lo prometti, Al?»
«Va bene!»
In fondo, ma molto infondo, la sua non era una famiglia così strana.

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Capitolo 8
*** Ma dove si è cacciato Scorp? ***


«Leeck, ancora non hai notizie di Scorp?»
«No, Rose, e devo dirti la verità, sono molto preoccupato! Non è da lui sparire così!»
Ormai erano due settimane che Scorpius Hyperion Malfoy non si faceva vedere. Anche i professori erano preoccupati per lui.
«Signorina Weasley!»
«Sì, professor Paciock?»
«Sa per caso il motivo per il quale il signor Malfoy non viene a lezione da due settimane?»
«No, professore, mi dispiace. È da due settimane che non lo vedo».
«Mmm... capisco. Bene, torniamo alla lezione!»
A questo punto Rose stava per chiamare la Guardia Nazionale per cercare Scorpius. E quando lo avrebbe trovato, lo avrebbe riempito di pugni per esserle rimasto così tanto tempo lontano. E poi lo avrebbe abbracciato perché le mancava ogni secondo la sua voce, il suo viso, il suo odore e il fatto che lui c'era sempre stato per lei. Era il periodo scolastico più lungo che non passava con lui. Di solito passavano tutto l'anno insieme. Non era mai successo che lui scomparisse nel nulla per quindici giorni.
«Hai visto Scorpius?»
«No, mi dispiace».
«Hai visto Scorpius?»
«No, ma se lo vedo gli dico che lo cerchi».
«Hai visto Scorpius?»
Ormai queste erano le uniche tre parole che uscivano dalla bocca di Rose. Lo chiedeva a chiunque vedesse passare per il corridoio. Sembrava una madre che, dopo aver perso suo figlio al supermercato, ferma ogni signora facendogli vedere la foto del suo bambino che ha nel portafoglio.
«Basta, io vado dalla preside!»
«Per fare cosa, Rose?»
«Per chiederle dove si trova Scorpius!»
«Pensi che lei lo sappia?»
«Certo! Lei sa tutto quello che succede nella scuola, è la preside!»
«Va bene, ti accompagno?»
«Non ce n'è bisogno, grazie comunque, Lily».
E così, sola, si avventurò nei corridoi per andare nell'ufficio della preside, quando all'improvviso... eccolo, davanti a lei! Era Scorpius, che usciva proprio dalla porta dalla quale lei voleva entrare. Voleva corrergli incontro ma la preside uscì dalla porta e allora lei si nascose dietro un muro e spiava quello che si dicevano.
«Allora siamo d'accordo, signor Malfoy?»
«Certo, signora preside!»
«Bene. Bravo ragazzo!»
«Grazie, professoressa!»
«Alla settimana prossima allora!»
E la preside rientrò nel suo ufficio, cosicché, finalmente, Rose uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso Scorpius.
«Scorp!»
«Ciao, Rose».
«"Ciao, Rose"? Dopo due settimane in cui sei scomparso da scuola tutto quello che hai da dirmi è "ciao, Rose"?»
«Scusa, non volevo farti preoccupare. Ho avuto da fare con la mia famiglia».
«Scusa tu, non volevo aggredirti. È solo che eravamo tutti preoccupati: Leeck, il professor Paciock...»
«E tu?»
«Sì, anche io!»
Lui si avvicinò, lentamente, facendo una pausa dopo ogni passo, finché non li divideva solo un millimetro.
«Ehi, Scorp...»
E lui la tirò verso di se e l'abbracciò così stretta che quasi non respirava.
«Mi sei mancata moltissimo, Rose!»
Dopo un po' Scorp allentò la presa su Rose e la lasciò libera di respirare.
«Cosa facevi con la preside?»
All'istante Scorpius sbiancò, tentò di dissimulare buttando la testa indietro e mettendosi le mani nei capelli.
«Ehi, Scorpius?»
Rose non era la tipa che dopo aver fatto una domanda poteva rimanere senza una risposta. Avrebbe insistito finché lui non le avrebbe risposto.
«Ehm... ho fatto un casino con il permesso per la gita a Hogsmeade. Mio padre si era dimenticato di firmarlo e lo avevo fatto io al posto suo ma la preside l'ha capito e mi ha fatto tornare a casa per farlo firmare da mio padre. Ma lui era in viaggio e l'ho dovuto aspettare a casa. Tutto qui» e poi scoppiò una risata isterica.
Rose lo conosceva troppo bene per capire che le stava raccontando una marea di cavolate ma, per la gioia di riaverlo vicino, non gli disse niente e se ne andarono tutti e due verso la Sala Comune. Avevano un sacco di compiti da fare. Scorpius a causa della sua lunga assenza e Rose perché aveva occupato i suoi pomeriggi alla ricerca del fuggitivo. Si misero su un divano a studiare insieme ma dopo un po' Scorpius si adagiò con la testa sulle gambe di Rose. Appena si appoggiò Rose sobbalzò perché era completamente immersa nella lettura, ma poi non si mosse per non svegliarlo. E continuò a studiare con lui che le dormiva in grembo.
Era così bello da guardare, era tenero, indifeso. Adesso era identico al bambino che l'aveva aiutata a trovare la Sala Grande il primo giorno di scuola, non sembrava l'uomo che ormai era diventato e che le stava rubando il cuore.

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Capitolo 9
*** Ti va di saltare la lezione di Astrologia? ***


Si addormentarono entrambi sul divano quella notte.
«Ehi, voi due?»
Leeck, che per uno strano caso dell'universo era già sveglio, scuoteva le spalle di Rose per farla svegliare.
«Abbiamo lezione tra poco!»
«Oh cavolo, è vero!» disse Rose tentando di alzarsi.
Si era completamente dimenticata di Scorpius che dormiva sulle sue gambe.
«Buongiorno, Scorp!» gli urlò Leeck nelle orecchie e, per zittirlo, Scorpius voleva colpirlo, ma, appena alzò la mano per farlo, si accorse che era ben stretta in quella di Rose. Durante la notte avevano dormito mano nella mano. Diventarono entrambi rossi mentre Leeck guardava le loro mani unite e si separarono.
«Io vado a vestirmi!» disse Rose, respirando lentamente per tornare al suo colore originale.
«Anch'io vado a vestirmi!» le fece eco Scorpius e corsero nelle loro camere intanto che Leeck li aspettava tutto orgoglioso. Un po' perché si era svegliato prima di entrambi e un po' perché era una specie di cupido e da anni tentava di farli mettere insieme.
Anche se avevano studiato fino a notte fonda ancora non erano in pari con il programma. E, come se ciò non bastasse, passarono tutta la giornata a parlare durante le lezioni, facendosi riprendere varie volte dai professori.
«Sono stanchissimo!» annunciò Leeck mentre rientravano nella Sala Comune.
In effetti quel giorno aveva studiato molto e aveva anche fatto esplodere, per sbaglio, la cattedra del professor Paciock a Erbologia.
«Ragazzi, io vado a nanna».
«Notte, Leeck!»
«Notte, piromane!»
E Leeck si avviò, barcollando, verso il dormitorio maschile.
«Cos'abbiamo domani?» chiese Scorpius sedendosi sul divano, lo stesso su cui aveva dormito quella notte.
«Astrologia, per tutta la giornata» rispose Rose, sprofondando accanto a lui.
«Mmm... ti va di saltare la lezione di Astrologia?»
«Cosa?»
«Ho detto: TI VA DI SALTARE LA LEZIONE DI ASTROLOGIAAA?» urlò Scorpius come se Rose fosse sorda.
«Avevo sentito anche prima» rispose Rose massaggiandosi l'orecchio. «Ma mi chiedevo perché».
«È da un po' che non andiamo al Lago Nero, e poi un'intera giornata di Astrologia non la reggo!»
«Va bene. Ma come facciamo?»
«Chiediamo a Leeck di dire che siamo malati, siamo studenti modello, nessuno verrà a sincerarsi delle nostre condizioni. E per uscire dal portone usiamo questo» disse prendendo il mantello dell'invisibilità di Harry da un baule.
«Come hai avuto il mantello di mio zio?»
«Me lo sono fatto prestare da Albus!»
 Era un piano molto studiato, probabilmente non era frutto del momento, ma di un'accurata progettazione. Il giorno dopo si svegliarono presto e Scorpius svegliò anche Leeck e gli spiegò il piano. Il ragazzo eseguì la sua parte alla perfezione e, a un segnale convenuto, Rose e Scorpius s'incamminarono verso il lago sotto il mantello.
«Eccoci qui!» disse Scorpius non appena furono arrivati al lago.
«Eh sì!» rispose Rose, togliendo il mantello e mettendolo per terra, a mo' di tovaglia da pic-nic. «Bene, che piani hai per la giornata, Scorpius?»
«Per prima cosa leggiamo» disse e fece comparire una torre di libri i piedi di Rose, che rimase strabiliata. «E poi mangiamo» e fece comparire un cestino pieno di cose da mangiare.
Allora entrambi si sedettero e Rose prese un libro e cominciò a leggerlo.
«Puoi leggere ad alta voce?»
«Certo» e cominciò a leggere mentre Scorpius, steso sulla schiena, guardava il cielo.
Si tolsero le scarpe e si avvicinarono al lago lasciando il mantello e il cestino all'ombra di un albero. Rose lesse per molto tempo, e quando aveva la gola secca, Scorpius leggeva per lei. Era molto dolce, le prendeva dell'acqua dal cestino e la faceva riposare. Verso l'ora di pranzo tornarono sotto l'albero e apparecchiarono per mangiare. Scorpius aveva preparato tutti i suoi piatti preferiti. Mangiarono finché non furono sazi e poi si appoggiarono all'albero per riposare un po'.
«Mi ha fatto molto piacere saltare la lezione» disse Scorpius a un certo punto.
«Anche a me» rispose Rose.
«Chissà come se la sta cavando Leeck senza di noi?!»
«Ahahahah!»
«Spero solo che non abbia incendiato niente».
Speranza vana. Leenock aveva incendiato, in ordine: sei libri, dodici bicchieri, un banco e un calderone.
«Posso appoggiare la testa sulle tue gambe?» chiese Rose. «Mi s'impigliano tutti i capelli nell'albero!»
«Certo! Prego!»
«Grazie, Scorpius».
«Grazie a te, piccola mia, grazie di essere qui ora!» disse e chiuse gli occhi.
Anche Rose chiuse i suoi, ma una lacrima riuscì a uscire lo stesso. Il sogno che aveva fatto nel treno si era avverato.

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Capitolo 10
*** Si avvicina Natale ***


Erano passati tre mesi dall'inizio della scuola e ormai tutti i ragazzi contavano i giorni che mancavano alle vacanze di Natale. I Weasley avrebbero trascorso le vacanze con i Potter, come facevano tutti gli anni, a casa di nonna Weasley, tra partite di scacchi dei maghi e racconti davanti al camino. In quel periodo dell'anno Scorpius diventava sempre molto triste. Lui passava sempre le vacanze di Natale a scuola, da solo, mentre Rose stava con la sua famiglia.
«Anche quest'anno rimarrai a scuola?»
«Penso di sì, non ho voglia di passare un'altra farsa di festa a casa mia».
«Mi dispiace molto, vorrei fare qualcosa per te».
«Conosci un incantesimo per cambiarmi la famiglia?»
«No, ma potrei farti adottare dalla mia durante le feste!»
«Cosa vuoi dire?»
«Potresti passare le vacanze con noi. Tanto uno in più o uno in meno non lo nota nessuno!»
«Non penso sia il caso, voi siete una famiglia, io sono un estraneo».
«Ma dai, viene anche Casper, il ragazzo di Roxane!»
«Ma io non sono il fidanzato di nessuna!»
«Be'... non fa niente. Sei il mio migliore amico!»
Dicendolo, Rose arrossì e tentò di dissimulare gettandosi i capelli in faccia.
«Ci penserò».
«Va bene».
Passarono i giorni e né Rose né Scorpius tornarono sull'argomento. Era ormai la vigilia della partenza e Rose cercava Scorpius per tutta la scuola.
«Domi, hai visto Scorpius, per caso?»
«No, Rose, ma puoi mandargli gli auguri di Natale via gufo. Tra un po' dobbiamo partire!»
«No, se non lo trovo non possiamo partire!»
«Io inizio ad andare verso le carrozze, se vedi Louis diglielo!»
Ma ormai Rose si era già infilata tra la folla di ragazzi che uscivano dalla scuola per raggiungere le carrozze.
«Rose! Sono qui».
«Scorpius! Ho fatto in giro della scuola venti volte per cercarti!»
«Stavo in voliera. Aspettavo la risposta di mio padre».
«Riguardo cosa?»
«Il fatto che passassi le vacanze con voi!»
A Rose si fermò il respiro per un attimo, appena ritrovò la calma necessaria per parlare chiese, trepidante, il responso di Draco.
«Ha detto che non gli importa dove passo le vacanze, e a mia madre interessava sapere dove passassi le vacanze solo per mandarmi il mio regalo».
«Quindi passi le vacanze di Natale con noi?»
«Se non disturbo».
«Oh!» e gli si lanciò addosso rischiando di far cadere entrambi. «Chissà cosa diranno tutti quando ti vedranno arrivare?!»
«Non lo hai detto a nessuno?»
«Assolutamente no! Sarà la sorpresa dell'anno».
Scorpius sbiancò immaginandosi la reazione di Ron quando lo avrebbe visto entrare dalla porta.
«Tutto bene, Scorp?»
«Più o meno!»
«Non ti preoccupare, mia nonna ci sequestra le bacchette per tutto il periodo delle feste. Soprattutto quella di mio padre!»
«Ora mi sento meglio!»
E insieme si avviarono verso le carrozze. Sarebbe stato un Natale da ricordare!

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Capitolo 11
*** Natale alla Tana ***


La casa di nonna Weasley profumava di biscotti e di allegria, Scorpius non aveva mai sentito questo calore a casa sua.
«Nonnaaa?! Sono arrivata! E ho una sorpresa per tutti!»
«Rose! Quale sorpresa?»
«Forza, Scorpius, entra!»
Appena Scorpius varcò la soglia dodici paia di occhi lo scrutarono da cima a fondo. Scorpius non si aspettava un'accoglienza molto calorosa ma neanche che tutti si zittissero al suo ingresso!
«Entra! Scorpius, vero?»
«Sì, signora, mi chiamo Scorpius Hyperion Malfoy».
«Bene, Scorpius, sei il benvenuto!»
«Grazie mille, signora».
«Sei il ragazzo di Rose?»
Rose e Scorpius si guardarono immediatamente negli occhi con il viso sconvolto mentre diventavano tutti rossi.
Scorpius rinvenne per primo e disse alla signora Weasley: «No, signora, sono il suo migliore amico».
«Peccato, sei molto carino!» e Scorpius divenne di nuovo tutto rosso.
«Nonna, smettila! Vai a parlare un po' con il ragazzo di Roxane!»
Poi prese Scorpius, ancora intontito, per la mano e lo portò di corsa, verso le stanze.
«Questa sarà la camera tua, di Casper, il ragazzo di Roxane, di James, di Hugo, di Albus, di Teddy, di Fred e di Louis».
«Wow!»
«Eh sì! Tutti i maschietti tutti insieme!»
«Invece nella camera accanto ci staremo io, Lily, Roxane, Dominique, Victoire, Molly, Lucy e Christa, la ragazza di Fred» aggiunse Rose.
«Preferisco di gran lunga una camera di soli uomini a una di sole donne!»
«Antipatico!»
«Però è vero».
«Hai ragione. Mi piacerebbe stare nella stanza con voi, ma sono femmina e dovrò sopportare tutte le mie cugine che parlano di ragazzi».
«E tu? Non parli di ragazzi?»
A Rose venne un colpo e cominciò a tossire.
«Tutto bene?»
«Sì, ho inghiottito la gomma da masticare».
«Capito, scusa».
«Non ti preoccupare. Adesso è meglio se scendiamo, la nonna avrà distrutto il povero Casper».
«Va bene, scendiamo».
La serata trascorse meravigliosamente per tutta la grande famiglia. Mangiarono, giocarono e si divertirono molto. Erano tutti molto stanchi quando salirono le scale per andare a dormire.
«Buonanotte, Roxy!»
«Buonanotte, Domi!»
«Buonanotte, Hugo!»
«Bonne nuit, Louis
«Bonne nuit, maman
«Buonanotte, Molly!»
«Buonanotte, mamma!»
«Buonanotte, papà!»
«Notte, scimmietta!»
«Notte, Scorp!»
E tutti andarono nelle camere... peccato che quasi nessuno dormì! Tra Fred e James che ideavano scherzi per quando sarebbero tornati a scuola, Roxane, Dominique e Victoire che parlavano di trucchi e filtri d'amore e Hugo e Casper che cantavano a squarciagola dormire fu impossibile. Rose passò tutta la notte a pensare a Scorp, a cosa faceva, a se dormiva, a cosa avrebbero fatto durante le vacanze. Un po' si sentiva anche in colpa: aveva praticamente obbligato Scorpius a unirsi alla festa della sua famiglia. Loro erano una famiglia molto unita, magari lui si sentiva fuori posto.
Con questi pensieri per la mente, Rose non si accorse che ormai era giorno. Si alzò dal letto solo quando Roxane, nel letto di fianco al suo, scivolò silenziosamente fuori dalle coperte e uscì furtivamente dalla porta della camera. Probabilmente andava nella camera dei ragazzi a svegliare il suo ragazzo. Lentamente e pacatamente anche Rose si alzò dal letto e andò in bagno a lavarsi la faccia. Si vedeva che non aveva dormito. Frugò nella borsa dei trucchi di Dominique alla ricerca di un correttore di occhiaie per tentare di coprire quei segni viola che vedeva sotto i suoi occhi nocciola.
Intanto dalla stanza si sentivano i rumori di tutte le ragazze che si svegliavano. Prima Lily, poi Molly, e dietro di loro tutte le altre. E anche i ragazzi si stavano svegliando. Probabilmente Roxane per arrivare fino al letto di Casper, che era quello più lontano dalla porta e più vicino alla finestra poiché soffriva di asma, aveva calpestato qualcuno dei ragazzi che dormivano nei sacchi a pelo a terra.
«Roxane, ma che cavolo! Che ore sono? Non potevi aspettare una mezz'oretta per pomiciare col tuo ragazzo?»
Ecco, infatti, la voce di suo fratello Fred che si lamentava.
«Fred, smettila! Torna a dormire e non urlare sennò svegli mamma e papà!»
«Se non dovessi passare sul corpo del ragazzo di Rose, li andrei a svegliare proprio!»
E così Fred, e probabilmente ogni altro essere umano in quella casa, pensava che Scorpius fosse il suo ragazzo. Non che l'idea dispiacesse a Rose, ma non sapeva cosa che ne pensava Scorpius di tutto questo.
«Rose, muoviti! Al tuo ragazzo piaci così come sei».
«Dominique, Scorpius non è il mio ragazzo!»
«Come dici tu, cara, ora spostati!» e, dopo averla spostata da davanti allo specchio, Domi cominciò a specchiarsi e a spazzolarsi i suoi lunghi capelli biondi.
«Bambini! È pronta la colazione. Scendete, forza!»
Naturalmente nonna Molly era già sveglia da molto prima di loro e aveva già preparato la colazione. La nonna era grandiosa! E giusto cinque secondi dopo la chiamata della nonna dalla stanza dei ragazzi parte un rumore, come una carica di bufali. I ragazzi si stanno buttando uno sull'altro per arrivare alla cucina a mangiare.
«Muovetevi, ragazze! Fate in fretta nel bagno o i ragazzi si spazzoleranno tutto!» e tutte le ragazze bussavano, invano, alla porta del bagno, dove Dominique si era rinchiusa insieme alla povera Rose, che si sentiva come se fosse stata rapita.
«Domi, ti aspetto giù in cucina».
«Va bene, Rose».
E così Rose, aprendo la porta, fece un errore gravissimo. Tutte le ragazze, che stavano attaccate alla porta, le caddero addosso e la schiacciarono.
«Ehi! Sono qui sotto, ragazze. Alzatevi!»
«Molly, levati da dosso!»
«Lily, ti ho fatto male?»
«No, Christa, non ti preoccupare!»
«Alziamoci, abbiamo schiacciato Rose!»
Finalmente, dopo un'eternità, Rose riuscì a liberarsi dalla folla di ragazze e scese in cucina.
«Ehi, Rose! Ti ho tenuto delle focacce» disse Scorpius appena la chioma fulva di Rose fece capolino in cucina.
«Dovresti ringraziarlo, le ha praticamente dovute tirare dalle grinfie affamate di Teddy!»
«Cosa ci devo fare col fatto che ho fame e che voi ragazze siete lente?!» mugugnò Teddy con la bocca piena di cibo.
«Grazie mille, Scorpius» disse Rose andandosi a prendere il piatto dalle mani di Scorpius e dandogli un bacio sulla guancia.
«Oh-oh!» urlarono tutti i ragazzi in coro mentre Scorpius tentava di tornare al suo colore originale.
Rose si sedette tra Casper e Albus e cominciò a mangiare le frittelle che Scorpius, così dolcemente, le aveva salvato dall'ingordigia del ragazzo con i capelli blu.
«Grazie di averci aspettate, ragazzi».
«Non c'è di che, sorella!»
«Esilarante, Louis!»
«Mai come te, Vic!»
«Ciao, amore!» e Victorie si avvicinò a Teddy per baciarlo ma lui s'indicò la bocca come a dirle che non era il caso, visto che gli colava sciroppo d'acero su tutta la faccia.
Era divertente vedere un ragazzo di ventitré anni ingozzarsi come un bambino a una festa di compleanno.
«Teddy! Ma non fai altro che mangiare?»
E il ragazzo fece segno di sì con la testa. Allora Vic gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Sciroppo d'acero o no era comunque il suo ragazzo. Tutti si misero a ridere guardando la bellissima e perfetta Victorie Weasley-Delacour con una gigantesca macchia di sciroppo sulla faccia. Erano questi i momenti in cui Rose era orgogliosa della sua famiglia. Ognuno di loro era particolare e speciale, e lei, anche se spesso diceva il contrario, li adorava.
«Ragazzi, lasciate qualcosa anche per gli altri!»
«Va bene, papà, ma più che a noi dovresti dirlo a Teddy» ribatté Albus indicando il ragazzo che continuava, imperterrito, a ingozzarsi.
«Ma perché quando si parla di cibo parlano tutti di me?» disse Teddy sputacchiando pezzi di torta addosso a tutti quelli che aveva vicino.
Bastò solo questo gesto per scatenare l'ilarità di tutta la famiglia riunita a colazione. Rose, allora, guardò Scorpius per vedere se anche lui si divertiva. Lo vide ridere di gusto e parlare con James e Louis. Era una vista bellissima. Il suo migliore amico, in pigiama, tutto spettinato, che mangiava a casa di sua nonna, la vigilia di Natale, che parlava con i suoi cugini e si divertiva a lanciare pezzi di frittella a Teddy come se fosse una papera.
«Tesoro, tutto bene?»
Rose non si era accorta che due lacrime le rigavano il volto. Ma erano lacrime di felicità.
«Sì, mamma. Mai stata meglio!» e un'altra lacrima, calda, le scese verso la bocca sorridente.

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Capitolo 12
*** Merlino, fai che non si uccidano! ***


Dopo colazione tutti i ragazzi tornarono nelle loro camere per vestirsi. Roxane, per sbaglio, si era infilata nella stanza dei ragazzi e non voleva uscire per permettere ai maschi di vestirsi in pace. Anche se alcuni, tipo Teddy che la conosceva da quando si faceva il bagnetto nuda nella piscinetta gonfiabile, non si fecero nessuno scrupolo a spogliarsi davanti a lei.
«Rose, per pietà, vai a prendere Roxi dalla stanza dei ragazzi!»
«Va bene, Molly» e così a Rose toccò il compito di andare a recuperare la fuggiasca nella stanza degli uomini.
Sperava solo di non trovare nessun ragazzo nudo.
Mise la mano sul pomello, lo girò, aprì la porta dicendo: «Roxi, esci, forza!» e si ritrovò, proprio in faccia, i pettorali di Scorpius che si stava cambiando maglia.
Strabuzzò gli occhi, si bloccò all'istante e si era completamente dimenticata di come si respirasse.
Salazar, aveva dei pettorali così scolpiti che sembravano finti! Sembrava una specie di tatuaggio. E la parte migliore era che aveva le braccia dietro la testa, gli occhi chiusi e faceva ginnastica, proprio davanti alla sua faccia. Rose stava attenta a non fare un respiro, per paura che, se l'avesse sentita, lui avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe fermato. Era molto tentata da toccare quella massa di muscoli ma si tratteneva.
«Rose, stai sbavando!» disse James.
Ed era vero. Ma, cavolo, davanti a quello spettacolo era impossibile non avere una reazione del genere.
«Oh, Rose, scusa, passa!»
Scorpius divenne tutto rosso e, in fretta, si spostò da davanti a Rose che si diresse verso Roxi, rossa anche lei.
«A dopo, amore!» fu l'ultima cosa che i ragazzi sentirono dalla bocca di Roxane prima che Rose la tirasse a forza fuori dalla porta.
«Rose, il tuo ragazzo ha dei pettorali davvero niente male!»
«Uh, grazie».
Rose era ancora sconvolta e non si accorse nemmeno che Roxane avesse chiamato Scorpius "il suo ragazzo".
Dopo circa un'ora tutte le ragazze si erano vestite ed erano usciti tutti fuori casa con le scope e cominciarono a volare un po' per sgranchirsi le gambe.
«Hugo, ho saputo che sei entrato in squadra, congratulazioni!»
«Grazie, Teddy».
«Perché non ci facciamo una partitella?» propose James.
«Sì, dai! Ma cosa facciamo con queste due Serpi?» rispose Fred indicando Rose e Scorpius. Loro erano i soli Serpeverde che avessero mai messo piede in quella casa.
«Che c'è? Hai paura di noi, Fred?» disse all'improvviso Scorpius, avvicinandosi in volo a Rose.
«Assolutamente no, Scorp!»
Era bello quando chiamavano Scorpius per nome, a scuola solo lei e Leeck lo chiamavano così, il resto della scuola lo chiamava solo Malfoy, quelle rare volte che qualcuno gli parlava.
«Bene, allora facciamo una bella partita! Io, Rose, Teddy, Vic, Casper e Christa contro te, James, Albus, Dominique, Roxane e il nostro novellino!»
E così le squadre si formarono, zio Bill prese le palle e si candidò per fare l'arbitro e la partita cominciò. Scorpius si mise vicino ai pali che zio Fred e zio George avevano costruito da giovani pronto a fare il portiere, Teddy e Vic erano i battitori, Casper e Christa erano i cacciatori e Rose era la cercatrice. Quindi doveva scontrarsi direttamente con sua cugina Dominique che era la cercatrice della sua squadra.
«Forza, ragazzi, ai vostri posti!» disse zio Bill mentre si avvicinava al centro del campo. «E niente falli!» aggiunse guardando Fred e James.
Liberò il boccino, i bolidi, lanciò la pluffa e partita finalmente cominciò. Albus prese la pluffa ma sbagliò a passarla a Roxane e Christa la intercettò. Fece per andare verso James e la porta, ma Fred lanciò un bolide verso di lei e per schivarla le cadde la pluffa, direttamente nelle mani di Roxane che volò velocemente verso Scorpius, tirò, ma Scorpius, senza nemmeno muoversi, la parò e la lanciò verso Casper che la infilò in uno degli anelli accanto a James.
«Grande passaggio, Scorp!»
«Grande punto, Casper!»
«Forza, ragazzi, datevi una mossa, siamo sotto di dieci punti!»
E la partita andò avanti per un'ora così. Il risultato era di 40 a 70 per la squadra di Scorpius e Rose. Erano in vantaggio all'inizio, ma Casper era stato colpito da un bolide ed era stato costretto a scendere dalla scopa perché non si sentiva affatto bene.
«L'unica speranza è che tu prenda il boccino, scimmietta!»
«È il mio lavoro, Scorp».
«Brava ragazza! Forza, vai!» e le diede una pacca sulla schiena per spingerla verso il centro del campo.
«Non ti sforzare, tesoro. Il boccino è mio».
«Te lo sogni, Domi!» e le ragazze si lanciarono all'inseguimento del boccino per tutto il campo. Ormai era proprio sotto il loro naso, Rose si fece più avanti sulla scopa per prenderlo. Stavano volteggiando sugli anelli di Scorpius quando Rose si sporse un po' troppo sulla scopa, perse l'equilibrio e cadde... dritta tra le braccia di Scorpius, che, avendola vista svolazzare pericolosamente sulla sua testa, si era preparato a prenderla se fosse caduta.
«Ehi, scimmietta! Hai preso il boccino?»
«Sì, eccolo qui» disse Rose aprendo la mano per mostrare il suo contenuto dorato.
«Bene. La partita è finita. Vince la squadra di Scorpius e Rose per 190 a 70».
«Yeah!»
«Grande, Rose!»
«Fa niente ragazzi, era solo una partitella in famiglia!» disse James scendendo dalla scopa.
«Piccioncini, volete tornare sulla terra ferma insieme a noi?»
Scorpius e Rose non si erano mossi di un millimetro da quando la ragazza era piombata giù dalla sua scopa, che ancora era sospesa a mezz'aria sopra di loro. Si guardavano negli occhi, erano tutti rossi per lo sforzo della partita e anche per l'imbarazzo.
«Forza, ragazzi, venite giù!»
«Eh? Oh, sì, arriviamo!» disse Scorpius mentre scendeva lentamente, dopo aver recuperato anche la scopa di Rose.
Intanto tutti gli altri ragazzi erano già entrati in cucina, dove nonna Weasley aveva preparato latte e biscotti per tutti.
"Il riposo del guerriero", così lei chiamava lo spuntino dopo le partite di Quidditch, ma questo nome le faceva sempre venire i lucciconi... lo aveva inventato Fred. Le mancava terribilmente suo figlio. Ron la vide piangere, di nascosto, mentre guardava se i biscotti che aveva messo nel forno fossero pronti. Lui sapeva perché lei piangesse, lui era presente il giorno che Augustus Rookwook aveva ucciso suo fratello.  E non potendolo vendicare uccidendo il suo assassino, perché era già stato ucciso da suo fratello Percy, cominciò a ritenere responsabile della morte di Fred Draco Malfoy, che aveva fatto entrare i Mangiamorte a Hogwarts.
E così uscì fuori, nel cortile, dove sua figlia era ancora mezza avvinghiata al figlio di quell'assassino. Questa visione gli fece salire il sangue alla testa.
«Lascia immediatamente mia figlia!»
Scorpius si spaventò, lasciò andare Rose e mise le mani in alto come se avesse commesso un reato e Ron lo stesse arrestando.
«Papà, ma sei pazzo? Scorpius mi ha salvato la vita!»
«Dovrebbe salvare la vita a tutti e non riuscirebbe a sanare il debito che ha con noi, con tua nonna, per la morte di zio Fred!»
Ron era livido in viso mentre urlava queste cose a un ragazzo che, nonostante fosse alto quasi due metri, sembrava un bimbo spaventato.
«Ma di cosa parli? Lui non era neanche nato quando zio è morto!»
«Non ti preoccupare, Rose, ci sono abituato» disse Scorpius a testa bassa e, facendo cadere la scopa per terra, entrò dentro casa e se ne andò di sopra, senza prendere neanche un biscotto della vittoria.
«Scusami, Rose, la nonna stava piangendo per zio Fred e tu eri abbracciata a lui e non ci ho visto più... mi dispiace!»
Ora anche Ron aveva la testa bassa, era sinceramente dispiaciuto di aver trattato così male quel povero ragazzo che, come sua figlia gli aveva detto, non era nemmeno nato a quel tempo.
«Non devi scusarti con me, papà, ma con lui!» disse Rose lasciando cadere anche la sua scopa per terra e precipitandosi dentro casa per andare a scusarsi con Scorpius di quello che suo padre gli aveva detto.
«Ron, cos'hai detto a quel ragazzo?»
Hermione aveva capito immediatamente che qualcosa non andava quando Scorpius era passato per la cucina, in silenzio, a testa bassa.
«Ronald Weasley! Mi vuoi rispondere?» chiese ancora Hermione uscendo anche lei fuori al cortile.
«L'ho accusato della morte di Fred» rispose Ron a voce bassissima per non farsi sentire da sua madre e da tutti gli altri che si erano affacciati alla porta-finestra per ascoltare la conversazione.
«Cosa? Lo hai fatto davvero? Ron, sei imperdonabile!»
«Mamma stava piangendo ed io...»
«E tu ti sei comportato da perfetto cretino, come sempre! È soltanto un ragazzo, poco più che un bambino! Come hai potuto accusarlo di una cosa così terribile?»
«Mi dispiace, mi dispiace molto!»
Ron stava quasi per piangere, ma lui era un uomo, non poteva piangere. Doveva andare a chiedere scusa a Scorpius. E lo avrebbe fatto.

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Capitolo 13
*** MIO PADRE E IL MIO MIGLIORE AMICO SONO AMICI? ***


Rose stava appoggiata alla porta della camera dei ragazzi, all’esterno della camera, seduta a terra con la testa tra le mani e piangeva.

Scorpius stava appoggiato alla porta della camera dei ragazzi, all’interno della camere, seduto a terra con la testa tra le mani e piangeva.

Rose sentì i passi di suo padre che saliva le scale, si alzò velocemente da terra e corse nella camera delle ragazze, ma non prima di essersi fatta vedere mentre piangeva da suo padre.

«Rose, io … » Rose sbattè la porta delle ragazze e si buttò sul suo letto a piangere.
Ron si avvicinò alla porta dei ragazzi e bussò, da dentro nessuna risposta, bussò ancora e allora Scorpius si alzò e si spostò in modo da far aprire la porta.

«Posso entrare? » Scorpius si asciugò in fretta le lacrime con la manica della maglia.
«Sì, prego signor Weasley. »
«Scorpius io volevo chiederti scusa, mi dispiace per quello che ti ho detto poco fa … »
«Non si preoccupi signore » disse Scorpius tirando su col naso «Sono abituato ad essere accusato di cose che mio nonno o mio padre hanno fatto. »
«Ti prego Scorpius, ascoltami. » e Ron si sedette accanto a lui sul letto di James «Sono stato meschino e scorretto, tu non centri assolutamente, e nemmeno tuo padre se è per questo … sono solo io che lo accuso. »
«Mio padre centra con ogni cosa, centra sempre lui! » urlò Scorpius tra le lacrime. Ron sobbalzò sentendo la testa di Scorpius che si appoggiava sulla sua spalla e sentendolo singhiozzare come un bambino.
«Su, Scorpius tirati su! » gli diceva e lo accarezzava sulla testa. Come faceva con Hugo e Rose quando, da piccoli, cadevano dalla bicicletta e si sbucciavano le ginocchia.
«Scorpius, i genitori non possiamo sceglierli ma possiamo scegliere se seguire le loro orme o crearci la nostra strada, e io sono certo che tu hai già la tua strada. » Scorpius si alzò dalla spalla di Ron, sorrideva ma aveva ancora delle lacrime che gli imperlavano il volto.

«Grazie signor Weasley! » disse soffiandosi rumorosamente il naso con il fazzoletto che Ron gli aveva dato
«Chiamami Ron! »
«Grazie Ron! »

Intanto Rose era uscita dalla stanza delle ragazze e stava andando verso la camera dei ragazzi per origliare suo padre e Scorpius.

«Forza Scorpius, andiamo giù, ci sono i biscotti caldi! »
Scorpius aprì la porta e Ron lo seguì, in quel momento Rose si trovava proprio davanti alla camera dei ragazzi e fu incredibilmente sorpresa nel vedere suo padre che teneva una mano sulla spalla del ragazzo, che aveva pochi minuti prima insultato, e che ridevano come se fossero vecchi amici.
«Tu vieni a prendere i biscotti, Rose? » le chiese Scorpius, ormai completamente calmo.

«Si, arrivo. »
«Velocemente o finiranno tutti! » disse Ron e lui e Scorpius sparirono per le scale.
I maschi, Rose non li avrebbe capiti mai!
 

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Capitolo 14
*** PAURA POTTER? ***


Anche Rose scese di sotto e trovò tutta la famiglia che rideva e mangiava. Suo padre che si abbracciava con sua madre, che era molto fiera di lui per aver chiesto scusa a Scorpius. Hugo si girava dall’altra parte e li implorava di non baciarsi in pubblico perché era imbarazzante e tutti gli altri ridevano di quella scena.
Anche Rose abbandonò la sua tristezza e si andò a sedere vicino a Scorpius, che le aveva tenuto un posto.
«Tutto bene, Scorp? » gli chiese sotto voce
«Sì, tutto bene! » rispose lui, sorridendo e girandosi verso Ron che, dietro di lui, lo guardava soddisfatto.
 
«Perché non facciamo una bella partita a scacchi dei maghi? » propose Harry nel pomeriggio.
«Ti va di sfidarmi Potter? » gli chiese Ron.
«Certo Weasley! » rispose Harry  prendendo la scacchiera.
Allora si spostarono tutti in salotto per assistere all’epica battaglia.
Harry posò i suoi pezzi e la partita cominciò, Ron mosse per primo e Harry guardava i pezzi con apprensione. Ron non si fece scappare l’occasione e disse: «Paura Potter? »
«Ti piacerebbe! » rispose Harry.
E così lui, Ron, Hermione e Ginny cominciarono a ridere. Ma poi Ron si zittì per guardare dalla parte di Scorpius e, con suo enorme sollievo, notò che anche lui rideva.
La partita durò poco, erano passati molti anni da quando i due frequentavano Hogwarts ma la bravura di Ron era sempre la stessa.
 
Ron prese la scacchiera in mano e brandendola come se fosse una spada la puntava verso i presenti, che ormai erano solo Rose e Scorpius chiedendogli se qualcuno aveva l’ardire di sfidarlo, certo che nessuno l’avrebbe sfidato.
«Io!>> rispose Scorpius. Ron non si scompose e posò l scacchiera sul tavolino.
«Ne sei sicuro giovanotto? » gli chiese
«Certo signor Weasley … ehm … certo Ron! »
Rose allora prese un libro e si accovacciò su una poltrona vicino al campo di battaglia, dove suo padre e il suo migliore amico si sarebbero affrontati.
Cominciò Ron , come al solito, ma si rese subito conto che Scorpius non era Harry. Scorpius sapeva giocare. Fu una partita combattuta, fino al’ultimo secondo. Rose non girò nemmeno una pagina, stette tutto il tempo a guardare la partita , che so concluse con la vittoria di Scorpius.
«Dove hai imparato a giocare così? » gli chiese Ron alla fine della partita.
«Da solo, a casa. Essendo figlio unico passo  molto tempo da solo, e ho imparato giocando con me stesso. »
Rose era molto orgogliosa di Scorpius, aveva battuto suo padre in ciò in cui lui eccelleva. (oltre che nel fatto di essere una emerita testa di cavolo! )
«Vi siete resi conto che avete giocato per due ore senza un attimo di pausa? » era la voce di Angelina Jones, moglie di George, che chiamava i giocatori e la loro spettatrice per la cena.
«Arriviamo, grazie Angelina! » rispose Ron mentre aiutava Scorpius a riporre i pezzi degli scacchi.
«Rose, posso parlarti un attimo? »
«Certo zia!>>
«Sai, penso che tu abbia fatto proprio un’ottima scelta, intendo con Scorpius! »
«Non è il mio ragazzo! »
«Se lo dici tu, comunque ho visto il modo in cui ti guarda» disse Angelina e Rose, istintivamente, guardò Scorpius che la stava osservando ed entrambi arrossirono.
«Visto? Lui non ti guarda come di solito si guardano le amiche … rifletti su questo tesoro mio! » le disse la zia e dopo averle dato un bacio in testa, si avvicinò di soppiatto a Ron e gli diede uno scappellotto dietro la testa, scatenando l’ilarità di tutto il tavolo.
Ancora un po’ sconvolta dalla rivelazione della zia, Rose si avviò verso il tavolo. Si sarebbe voluta sedere vicino a Scorpius e invece si sedette tra suo zio Percy e suo zio Bill, dalla parte opposta rispetto al suo migliore amico e ai suoi cugini. Come a dire “chi tardi attiva, male alloggia!”
«Allora Rose, come sono i tuoi voti? Pensi di diventare prefetto? »  le chiese suo zio Percy.
«Eh che cavolo Percy! È la vigilia di Natale e tu parli di scuola? » disse Bill a suo fratello. «È l’unico argomento che conosce! » gli rispose Audrey, sua moglie.
Rose lanciò uno sguardo in direzione di Scorpius pregandolo di salvarla, lui la vide e poi si girò verso Albus, che era seduto alla sua sinistra. Lui si alzò, andò verso di lei e le chiese, gentilmente, di fare cambio posto con lui. Rose accettò immediatamente e si andò a sedere accanto a Scorpius.
«Come hai fatto a farlo spostare? »
«Gli ho promesso un libro che vuole leggere da molto tempo! »
«Non so che farei senza di te! » disse Rose, senza quasi pensarci, diventando subito dopo tutta rossa per quella sua inaspettata rivelazione.
«Nemmeno io! » le disse Scorpius e le strinse la mano sotto il tavolo.
 

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Capitolo 15
*** MATTINA DI NATALE! ***


Rose andò in camera con il pensiero pieno di lui. Erano successe molte cose in quella giornata. Lui le aveva, in rapida successione: fatto venire un infarto, salvato la vita e fatto venire un altro infarto. Il tutto intervallato da biscotti caldi e sguardi di sfuggita.
«Amore, va tutto bene? Sei sicuro di poter dormire da solo? » a quando Casper si era fatto male Roxane si comportava come un’infermierina provetta.
«Amore siamo otto in questa stanza … anche volendo è impossibile dormire soli! » tentava di spiegare Casper.
«Ma loro che c’entrano? Non sono capaci di mettersi neanche un cerotto! » si alzò un coro di proteste da parte dei ragazzi presenti e, per evitare un linciaggio, Domi, Vic e Rose andarono nella stanza dei ragazzi a recuperare Roxi.
«Notte Scorp! » gli aveva detto Rose passandogli accanto mentre andava a recuperare Roxane. Ma lui l’aveva presa per la mano, l’aveva tirata giù, verso il suo letto/sacco a pelo, l’aveva guardata negli occhi e le aveva detto «Buonanotte piccola mia! » le aveva dato un bacio in fronte e poi l’aveva lasciata andare. Lei si era alzata, con gli occhi sbarrati e completamente imbambolata si era diretta nella sua camera e nel suo letto. Stette tutto il tempo a guardare il soffitto pensando a lui … finché non si addormentò, sempre pensando a lui.
 
«Sveglia signorine! » nonna Weasley aveva fatto irruzione nella camera delle ragazze e le scuoteva affinché si svegliassero. 
«Nonna, che succede? » disse Lucy svegliandosi di soprassalto e cadendo giù dal letto.
«Dovete svegliarvi tutte, e anche tutti i maschietti, nonno Arthur è da loro. Stanno per arrivare altri ospiti e dbiamo aggiungere dei letti. »
«Chi sta arrivando? » chiese Victorie. «Neville e Luna con le loro famiglie! »
«Neville Paciock? Il professor Paciock?! » urlò Lily.
«Si tesoro mio, ma noi lo chiamiamo solo Neville! » rispose Ginny, sbucata da chissà dove.
»Oddio! » fu il grido unanime di tutte le ragazze, tranne che di Molly e Lucy, su cui la bellezza e lo charme del professor Paciock non avevano fatto effetto. E poi non si capì più nulla. Tutte le ragazze si accalcavano in bagno per pettinarsi, lavarsi e truccarsi. E in mezzo a quest’isteria collettiva, zio Bill e zio Charlie portavano i letti mentre la nonna li sistemava. La stessa cosa avveniva nella camera dei ragazzi, eccetto per la corsa ai bagni. Hermione sistemava i letti che Harry e Ron avevano portato sopra e che erano destinati a Lorcan e Lysander, i figli di Luna.
«Ragazze, qualcuna di voi può venire ad aiutarmi? »
«Sì zia Fleur! Arriviamo! » e Roxane e Lily scesero ad aiutare la zia a preparare la colazione per tutta la famiglia e per i loro ospiti.
«Ehilà! Voi di casa? Siamo arrivati! » annunciò George entrando in cucina.
«Ancora grazie George, senza il tuo aiuto staremmo ancora vagando per la campagna. »
«Di niente Rolf! Aiutare la gente è il mio mestiere! » rispose George mentre prendeva un plumcake che sua cognata aveva appena sfornato.
«Mmm … delizioso Fleur! » disse, con mezzo milione di molliche che si riversavano direttamente dalla sua bocca al pavimento.
«Merci George! Ora Sali da tua moglie e vedi di non combinare disastri! »
«Mi tratti come se fossi un bambino! »
«Ma tu sei un bambino! »> rispose lei tirandogli un pungo di farina in testa.
«Non c’è mai pace in questa casa, vero? »
«No mai! Neville , da quanto tempo! » Neville e Fleur si abbracciarono e lei gli coprì il maglione di farina.
Intanto tutta la famiglia era scesa di sotto ed era il momento delle presentazioni.
«Permettetevi di presentarvi mia moglie Hannah e le mie figlie Alice e Augusta! »
«Salve a tutti! » disse una bambina di circa sei anni uscendo da dietro suo padre.
«Ciao piccolina! » disse Rose, abbassandovi sulle ginocchia per essere alta quanto lei. Ma la bambina tornò a nascondersi dietro il padre. «Tao! » disse invece la sorellina, che probabilmente aveva tre anni.
Augusta era decisamente più socievole di Alice si faceva coccolare e distribuiva baci a tutti.
«Ma che bel posto! »
«Luna! Che piacere rivederti! »
«Harry! Che piacere vedere anche te! »
«Luna, tesoro, potresti dire ai tuoi figli di smetterla di tirarsi fango addosso? »
«Lorcan, Lysander, vi pregherei si smetterla, siamo ospiti! Comportatevi come si deve! » disse Luna senza scomporsi neanche un po’. Non era da lei avere degli attacchi d’ira.
«Si mamma! » risposero in coro i due gemellini, me continuavano a picchiarsi.
 
 

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Capitolo 16
*** COMPITI A CASA ***


«Ragazzi» disse il professor Paciock all’improvviso «come va con i compiti per le vacanze? » tutti gli studenti si fissarono con la stessa espressione sul viso, la maggioranza di loro non li aveva neanche cominciati. Una cosa era mentire ai tuoi genitori dicendogli che avevi quasi finito i compiti, tutto un altro paio di maniche era mentire ad un professore, che in quel momento aiutava tua nonna a sparecchiare la tavola.
«Ehm, ci manca ancora qual cosina» si arrischiò a rispondere Lily.
«se volete potrei darvi una mano, fatemi vedere a che punto siete. » e li guardava come a dire “prendete i libri!” i ragazzi non sapevano come uscirne.
«Io e Molly li abbiamo finiti tutti, se vuole può controllare»
“ Come se qualcuno avesse qualche dubbio in proposito”.
Anche se era stato estremamente irritante l’intervento di Lucy aveva permesso ai ragazzi di uscire di soppiatto dalla cucina, andare in camera, prendere i libri e correre in salotto a studiare.
«Domi, tu non vieni a studiare? »
«No, i compiti li copio da qualcuno quando torniamo al castello»
Louis e gli altri Corvonero (Fred e Christa) erano andati a farli in cucina, sotto lo sguardo vigile ed ipercritico di Lucy e Molly. Quindi, dopo che Roxane e Casper se ne andarono a fare una passeggiata rimasero solo James, Albus, Lily,Rose,Hugo e Scorpius a studiare … o a tentare di studiare.
«Hugo spostati, voglio stare io sul divano! »
«No cara. Chi tardi arriva, male alloggia! »
«Hugo, fai sedere Lily! »
«Non ti preoccupare Rose, mi siedo a terra con te. Tuo fratello è proprio un troll! »
«Allora vi faccio compagnia» e così anche Scorpius si sedette a terra, sul tappeto, vicino a Lily e Rose.
«Bravo Scorp! Difendi il sesso maschile! » urlò James.
« vienilo a difendere tu e mi ci metto io sul divano » gli rispose Scorpius lanciandogli un cuscino.
«No, ma grazie della generosa offerta Scorp»
«Gioventù, vogliamo fare questi dannati esercizi? »disse Rose all’improvviso
«Va bene professoressa McGrannit » la prese in giro Hugo.
«Mi dispiace Hugo, ma la McGrannit non dice cose come dannati »
«Lei usa più espressioni come “perdindirindina” »
Tutti i ragazzi cominciarono a ridere, l’idea di fare i compiti era stata definitivamente accantonata.
Lily era sdraiata a pancia sotto con un libro aperto davanti e guardava un punto imprecisato nel vuoto davanti a lei.
«a che stai pensando Lily? » le sussurrò James all’improvviso nell’orecchio. Lily balzò in piedi dando una testata a James che si era chinato su di lei e ora si toccava il naso imprecando e rotolando.
«Ben ti sta Jamie! » disse Lily soddisfatta di aver avuto la meglio su uno scherzo del fratello. E saltellando se ne andò in cucina.
«Cavolo James, te lo sei meritato proprio! » disse Hugo mentre si contorceva dalle risate. Anche Albus, che era il più tranquillo, si stava scatenando. Anche perché di solito era lui la vittima designata degli scherzi del fratello e sapere che questa volta non solo non era stato lui l’obbiettivo ma che Lily gli aveva reso pan per focaccia gli metteva dentro una tale allegria.
«Zia Ginny, tuo figlio sanguina! » urlò Hugo verso la cucina.
«Albus, tesoro ti sei fatto male? James Sirius Potter, se non la smetti di tormentare tuo fratello ti spedirò ad Azkaban! » diceva Ginny mentre attraversava la porta scorrevole che divideva la cucina dal salotto. Mai si sarebbe aspettata di trovare James sanguinante e Albus che rideva delle disgrazie del fratello.
«James, ti sei fatto male tu? » la donna non riusciva ancora a crederci. Dopo che Rose le ebbe spiegato tutta la storia, Ginny, accompagnata da James, si diresse verso il bagno per medicare il figlio.
«Anche James è andato, Weasley 2-Potter 1. Pluffa al centro! » ormai in qualunque cosa dicesse Hugo inseriva una relazione con il Quidditch.
«ed io? Cosa faccio? » disse Scorpius, fingendosi offeso.
«Tu sei il boccino d’oro! » rispose Rose scompigliandogli i capelli.
«Ehi, i miei capelli! » si lamentò il biondo tentando di riordinarsi.
«Che mi fai se ti disordino un altro po’? »
«Ti mangio! » rispose Scorpius. Poi si mise a quattro zampe come un leone, si scompigliò ancora di più per farli assomigliare ad una criniera e ruggì.
 Rose lo imitò e si ritrovarono tutti e due a rincorrersi per il salotto, a quattro zampe, con i capelli tutti scompigliati e facendo strani versi.
Hugo e Albus si erano defilati, un po’ per il terrore di essere divorati dalle terribili bestie e un po’ per paura che la loro insanità mentale gli si trasmettesse per osmosi.
E, avendo accuratamente chiuso la porta dietro di loro, Hugo e Al avevano lasciato Rose e Scorpius da soli.
I due, incuranti del fatto che non avevano più quattro anni, continuavano a rincorrersi e a lanciarsi cuscini addosso.
Ad un tratto, sempre gattonando per il salotto, Rose inciampò in un cuscino e si ritrovò con la schiena per terra, stava per battere anche la testa quando Scorpius le mise un cuscino sotto. Ma per farlo si era praticamente lanciato su di lei ed ora le si trovava sdraiato sopra, con una mano tra la sua testa e il cuscino e con la faccia a due centimetri dalla sua. Erano entrambi sudati e senza fiato per essersi inseguiti a quattro zampe, rossi in viso per lo sforzo e per la posizione in cui si erano trovati ed ora si guardavano negli occhi.
Lui le scostò una ciocca di capelli rossi dalla faccia e piano le sussurrò: «sei bellissima Rose».
Lei tentò di spostare lo sguardo, ma gli occhi di Scorpius erano una calamita per i suoi. Lei lo vide avvicinarsi, avvicinarsi sempre più alla sua faccia, ormai le punte dei nasi si toccavano. Chiuse gli occhi aspettando quello che sarebbe successo e…
«Rose, dovresti venire a vedere. C’è mamma che tormenta James e ».
Albus, il caro, carissimo Albus Severus Potter era entrato nel salotto senza disturbarsi a bussare interrompendo il momento più bello nella vita di Rose. Ma tanto, ci aveva messo appena cinque anni a trovarsi in quella posizione con Scorpius, altri cinque anni e avrebbe potuto riprovare la sensazione.
Rose voleva alzarsi e strangolare suo cugino ma era comunque schiacciata da un ragazzo alto quasi due metri.
«Ehm… io vado a farmi una doccia» disse Scorpius e delicatamente si alzò.
Rose rimase imbambolata a guardare il soffitto per un bel po’.
Albus si coricò accanto a lei e si misero a guardarlo assieme.
«Scusa Rose, mi dispiace da morire».
«Non fa niente, Al. Non è colpa tua».
Rose si alzò da terra, aiutò Al ad alzarsi e andò anche lei a farsi una doccia.
“CHISSÀ SE LO AVREBBE FATTO DAVVERO SE ALBUS NON FOSSE ENTRATO”
Rose non pensava alla parola bacio, le sembrava ancora inverosimile che Scorpius stesse per baciarla.
Entrò in bagno, si spogliò, si infilò nella doccia e aprì l’acqua.
“MA PERCHÉ SOLO QUEST’ANNO È COSÌ… COSÌ VICINO? PROPRIO QUANDO IO COMINCIO AD AMARL… EHM, QUANDO COMINCIA A PIACERMI. DECIDE DI ABBRACIARMI, STRINGERMI E PROVARE A BACIARMI. SE NON SAPESSI CHE È IMPOSSIBILE PENSEREI CHE ANCHE IO PIACCIO A LUI. MA È IMPOSSIBILE, GIUSTO?
Rose non riuscì a darsi una risposta.
Dopo una doccia lunghissima Rose uscì dal bagno solo con un asciugamano addosso. I lunghi capelli rossi ricadevano sulle spalle ancora bagnate.
Lo stesso accadeva nella camera accanto dove Scorpius era uscito dalla vasca e aveva solo un asciugamani a coprirlo. Il petto ampio era ancora umido e delle gocce cadevano dalle punte dei suoi capelli biondi, che da bagnati erano quasi castani, e scendevano giù per la schiena fino ad entrare nell’asciugamani, ne prese un altro e si asciugò con forza i capelli. Si asciugò il resto del corpo, si mise un paio di pantaloni e si sdraiò sul letto a fissare il soffitto.
I capelli ancora umidi bagnavano il cuscino, il petto muscoloso si muoveva ritmicamente seguendo il respiro e la sua mente vagava, fuori da quella camera.
Nella camera accanto Rose si stava asciugando i capelli e pensava a tutto quello che era accaduto. Lui le aveva detto che era bellissima. Non glielo aveva mai detto.
Dopo che ebbe finito di asciugarsi i capelli uscì dalla camera, nello stesso istante in cui anche Scorpius usciva dalla sua… si ritrovarono faccia a faccia, divisi solo da un paio di metri.
Entrambi arrossirono violentemente.
 

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