Love on 30th Street.

di xmariaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One. ***
Capitolo 2: *** Chapter Two. ***
Capitolo 3: *** Chapter Three. ***
Capitolo 4: *** Chapter Four. ***
Capitolo 5: *** Chapter Five. ***
Capitolo 6: *** Chapter Six. ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine. ***



Capitolo 1
*** Chapter One. ***


 

‘Ahia.’ Ansimai nel momento in cui la cerniera del mio abito toccò un lembo della mia pelle.

‘Oh, sembra una bomboniera.. lei è così.. meravigliosa’. ‘Grazie’ Tirai su due piedi mascherando il sorriso più falso di questo mondo.

‘E’ perfetta signorina Elise, glielo assicuro io!’ ‘Sembrate una principessa signorina Elise.’ ‘Mio dio signorina Elise, è così bella.’

Signorina Elise, signorina Elise, signorina Elise. In certi casi non era mica facile saper interpretar bene una donna altezzosa di prima classe. Portamento, stesura: insomma era un vero e proprio dramma!

‘Mi chiamo Elise’ tirai d’un fiato. ‘Elise, semplicemente Elise.’

Passavano dalla cipria ad ogni tonalità di colore che potesse rendere ancora più deprimente quell’orribile momento.

Ombretti, rossetti, eye-liner ed arrivarono anche al punto di toccarmi ciò che ritenevo più sacro al mondo: i miei capelli. Ci mettevo ore a farli diventare così lisci, i miei meravigliosi capelli neri –lunghissimi- erano maneggiati da donne incapaci dove le uniche parole che riuscivano a dire erano ‘Signorina, signorina, signorina, mi scusi signorina, mi perdona signorina.’ Si salvi chi può.

Ad interrompere il silenzio che governava quell’enorme stanza fu un ticchettio.

 Toc-toc.

 ‘Signora Evangeline, sua figlia sarà la ragazza più bella che un principe volesse mai  amare stasera!’

Un principe, oh giusto, il mio ragazzo per scelta era un nipote di principi in pratica, ma in teoria aveva tutte le sembianze opposte a quelle di un principe. Sì, i capelli erano biondi, gli occhi erano azzurri e il fisico era perfetto, ma non era mai riuscito a conquistare per davvero il cuore di una donna –ragazza, nel mio caso- come un principe avrebbe fatto.

‘So che non lo ami per davvero, ma col tempo imparerai a farlo’ disse d’un tratto mia madre ‘neanche io amavo tuo padre all’inizio, ma quando mi ritrovai per sbaglio incinta di tuo fratello, non potetti far altro che accettare questo destino ed adesso guardaci! Ci amiamo per davvero.’

‘Mamma, io voglio poter essere libera di amare un vero uomo, uno che mi rendi felice per davvero.’

Sapevo che questo sogno, per quanto bello, fosse anche impossibile. Sin da bambina, pur non avendo nessun sangue reale che scorresse nel mio sangue, ero sempre stata la principessa di casa, la mia era una famiglia ricca, non quanto quella di David –il mio ‘ragazzo’- e sin da quando ero piccina la famiglia di David prescelse me come la futura moglie del loro dolce e amato figlio.

‘Ti voglio bene, Elise.’ Mi baciò forte sulla fronte, lasciando dire addio alla mia cipria sul viso, e nonostante tenessi particolarmente al mio aspetto estetico, per una volta lasciai che il mio viso affondasse sulle sue spalle liberandomi da ogni senso di tristezza e scontentezza che era presente un attimo prima.

Anche io e te ne vorrò sempre.’

Scesi le scale con notevole indifferenza, indossai il mio giaccone e per quanto avrei odiato quel momento per tutto il resto della mia vita, mi precipitai sul taxi. Destinazione? La mia morte.

 ‘Imparerai ad amarlo, Elise. Puoi farcela, Elise. Non succederà nulla, Elise’ continuai a ripetere a me stessa nel momento in cui mi ritrovai sotto quell’enorme cancello che conduceva  a casa dei Blake. Forza e coraggio, era quello ciò che mi serviva in quel momento.

‘Oh, Elise!’ Perfetto. La mia simpaticissima ‘suocera’ adesso si divertiva anche! Mi sbaciucchiò per ben tre minuti esatti e quando mi liberai di quell’orribile presenza vidi David scendere le scale con noncuranza.

Era bello, quello sì, ma era lo stronzo più arrogante che io avessi mai conosciuto in vita mia e, credetemi, ne ho conosciuti tanti.

‘Ciao David!’ Sorridi, sorridi, sorridi, cerca di sembrare una fidanzatina perfetta innamorata di un vero principe. Inutile. Ero più sconcertata che mai in quel momento.

 ‘Ciao Elise, sei bellissima.’ Detto questo mi scoccò subito un bacio sulla guancia.. disgustoso.  Oh, non c’era bisogno che tu mi dicessi quando bella fossi, sai?

‘Grazie, anche tu.’ L’educazione di certo non mi mancava, quello no.

La cena si sarebbe svolta tra mezz’ora ed io già sentivo la mia pancia implorarmi di metter sui denti qualsiasi cosa che potesse riempire quel vuoto. Mi fissai intorno, sospirai. Quello non era il mio mondo, lo sapevo bene. Eppure ci ero dentro, ero nella casa del lupo e non c’era via di uscita in quel momento.

 

Ben presto dovetti iniziare a salutare tutte quelle ochette vecchie e rimbambite, ovvero le dolcissime amichette –ricche sfondate- di Michelle, la mia carissima suocera. Per poco non sentivo gli zigomi andare in fiamme dal dolore visti i miei sorrisini falsi.

‘Piacere, Elise.’ ‘Oh, salve. Sì, sono io, Elise!’ ‘Salve ,Elise.’ Uccidetemi, vi scongiuro.

Continuavo a camminare mano nella mano con David, per quanto disgustoso fosse, mi piaceva ricevere tutte quelle attenzioni da gente di una certa classe pur sapendo di non aver nulla a che fare con loro.

‘Hai freddo?’ Mi chiese d’un tratto. Oh, ma dai! Eravamo in una casa che straripava di persone e la temperatura probabilmente superava i 30°C, ma apprezzai lo sforzo di quel feeling che cercava di creare in quel momento.

‘No, sto benissimo’ dissi ‘grazie’. Mi fece un sorrisetto prima di scomparire nel resto della folla.

Quella serata pareva non finire mai, la cena era andata un vero e proprio schifo. Tre bicchieri rotti, un piatto rovesciato sulla giacca di David e per non finire avevo persino sputato in faccia a Michelle. Beh, non posso non ammettere di  aver riso per due ore abbondanti al solo ricordo della sua faccia disgustata.

‘David, scusa. Ho rovinato tutta questa serata e so quanto tua madre…Michelle’ mi corressi immediatamente ‘ ci tenesse. Perdonami.’

‘E’ meglio che tu vada adesso, la cena si è conclusa prima del previsto a quanto vedo. Arrivederci Elise.’

Arrivederci? Arrivederci? Cazzo, ero la sua ‘ragazza’! Un ‘Ciao Elise’ non poteva farselo uscire da quella boccaccia? Ma tutti i torti non aveva, avevo appena condannato la mia dignità ad un futuro senza fine con la mia piacevole sceneggiata e per quanto divertente fosse stata, mi sentivo in colpa. Così presi il mio giaccone e, con testa alta, mi diressi versi l’uscita.

 ‘Vaffanculo a te, David, vaffanculo Michelle, vaffanculo vita di merda!’ Urlai piangendo contro uno stupido distributore di benzina.

Camminai per km con i piedi probabilmente a fuoco quando vidi un bar e in men di un secondo mi ci ritrovai dentro.

‘Cosa le offro bella signorina?’ ‘Lo stesso suo.’ Dissi indicando un uomo completamente ubriaco che si trovava al mio fianco.

Iniziai a bere senza sosta, senza neppure rendermi conto di ciò che stavo facendo. Volevo dimenticare? Ma perché farlo ubriacandosi? Eppure non avevo risposta a ciò che stavo facendo. Sentivo la testa scoppiare ad ogni sorso, sentivo le forze abbandonarmi  e mi sentivo completamente ubriaca.

Quando decisi di alzarmi da quel tavolino era troppo tardi, perché ero ridotta completamente uno schifo e se fosse stato per un altro sorso di vodka mi ritrovavo con un overdose.

Uscii dal locale traballando, se mi fossi guardata probabilmente avrei provato vergogna per me stessa da sola. In questo stato per un ragazzo che neppure amavo. I miei occhi color ghiaccio si trasferirono subito sul viso di un ragazzo, era così dannatamente bello. Una sigaretta era racchiusa tra le sue due labbra carnose ed aveva entrambi le mani in due tasche del suo jeans. Occhi verdi, moro, alto. La perfezione in persona, forse?

‘Mi piace quando… sorridi’ Aggiunsi improvvisamente, ero a soli pochi centimetri distante dal suo corpo. Oddio, cosa stavo dicendo? Fermatemi, cosa? Elise, mio dio. Elise, calma. Elise, smettila!

Sorrise, mio dio. Quella risposta mi fece appagare per un attimo tutti i sensi di colpa e tutti i filmini mentali che stavo costruendo.

‘Davvero?’ Inarcò un sopracciglio e iniziò a fissarmi abbandonando la sua sigaretta - ormai finita- sull’asfalto grigio proprio accanto al suo paia di vans nere.

Annuii mascherando la mia faccia da ermafrodite abbandonando i lunghi capelli neri sul mio viso.

Eppure sentivo che le forze mi avrebbero abbandonato e non avrebbero tenuto ancora per molto.

In men che non si dica caddi all’indietro, quando sentii qualcuno mantenermi. ‘Mi piace anche il tuo… profumo.’ Ormai non sapevo neppure io quello che dicevo! Mio dio, ero in seri problemi psichici.

Gli occhi si richiudevano come un guscio, cercavano riposo e il buio in quel momento era l’unica cosa che volevo. Sospirai e mi abbandonai tra le sue braccia, probabilmente ero troppo stanca persino per parlare.

 

Spazio d’autrice.

Questa è la mia prima storia, non potete neppure immaginare quanto sia felice! Volevo innanzitutto ringraziare Fabiana, la mia perla di saggezza, per avere invogliato a scrivere questo capitolo e la mia migliore amica, Emmanuela, che mi ha fatto scommettere su questo capitolo.(La scommessa l’ho persa,lol.) Grazie per tutti quelli che stanno leggendo questa schifezza.

Ah, voglio scusarmi in anticipo per eventuali ritardi che farò, ma la scuola purtroppo mi occuperà quasi tutto il mio tempo libero.

Una piccccccccccccolissssssima recensione? Un bacio!

Maria.

 

Marie.

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Capitolo 2
*** Chapter Two. ***


Il buio si scoloriva sempre più fino a dar posto ad immensi colori, la primavera era arrivata prima del previsto. Mi svegliai d’un botto quando mi resi conto che quel soffitto non era quello di casa mia e quell’odore non era quello delle mie fresche lenzuola di cotone ma era un odore tremendamente familiare… more fresche.

Il punto era un altro, dove mi trovavo? Chi mi aveva portato qui? E soprattutto perché? Ero completamente presa dal panico, e se mi avessero derubato o magari rinchiusa in quella stanza? Mio dio, iniziavo a delirare. Per davvero! Forse era una delle enormi stanze di casa dei Blake, forse ieri presa da un’immensa stanchezza mi ero addormentata prima ancora che la festa finisse.

D’un tratto, improvvisi flashback mi apparvero davanti agli occhi..

‘‘Presa dal panico aveva deciso di recarmi nel salone, accanto a me era posizionato su una lunga lastra di legno un enorme vassoio ripieno. Sempre neanche accorgermene istintivamente lo presi per poggiarlo sul tavolino di fronte, mi bastò un richiamo per farmi cedere tutto ciò che avevo nelle mie mani. Una donna emanò un grido ed iniziai a ridere nel vedere il suo lungo vestito di Dolce&Gabbana macchiarsi…’’

Cosa significa tutto questo? Cos’era successo ieri? Mio dio, forse era semplicemente un sogno di stanotte il mio. Decisi a passo deciso di fuggire da tutta quella situazione, ma una volta che mi ritrovai fuori la stanza notai con noncuranza che quella non era casa dei Blake, nulla somigliava per niente alla loro casa.

Cosa ci facevo lì? Chi mi aveva portata in quel luogo? Ma fu proprio quando decisi di scappare per la porta principale –azione sbagliatissima- qualcosa o meglio qualcuno mi bloccò.

‘Già vai via?’ tremai a sentir di nuovo il calore di quella voce, a quel contatto con la sua mano, a quegli occhi fissi nei miei.

‘Chi è lei? Cosa vuole da me? Mi lasci! Mi lasci!’ iniziai a scostarmi senza sosta urlando ed agitando le gambe come meglio potevo, ma l’altezza purtroppo tra me e lui era abbastanza evidente –lui era sicuramente un metro e settantacinque ben piazzato mentre io ero uno scarso metro e sessantuno- e ben presto mi arresi.

‘Ma sei pazza? Oh, questo è il ringraziamento per averti salvata ieri notte.’ Che cosa? Salvata? Ma da chi?

‘C-cosa?’ ‘Oh, hai capito benissimo piccola Elise. Ieri eri così talmente ubriaca che non riuscivi neppure a parlare, così ti ho portata qui.’

‘C-ci conosciamo per caso?’ Mio dio, ma cosa era successo ieri? E perché avevo quel mal di testa e quella voglia di dar di stomaco così all’improvviso?

‘Perché?’ Sorrise. ‘Mi hai chiamata Elise, come conosci il mio nome?’

‘Lo tieni scritto sul tuo braccialetto.’ Oddio, che stupida che ero! Che razza di figura ci avevo fatto?!

‘Grazie… comunque.’ Adesso ricordavo, quei flashback stamattina, quell’odore di more così familiare, quella voce così calda. Ma il problema era un altro: perché ero fuggita in quel modo?

‘Gradisci un caffè?’ Mi chiese improvvisamente. Quel tipo era…wow. I suoi capelli erano così belli e perfetti…No, ok. No. Ero in piena delirazione in un momento shock della mia vita e forse quei pensieri erano accettabili visto il mio stato di sobrietà.

‘Mh, sì grazie. Magari mi aiuterà a capire cosa è successo.’

Sorseggiai la mia gustosa ,oserei dire, tazza di caffè nel silenzio più assoluto. Era decisamente imbarazzante gustare un caffè con uno sconosciuto che ti ha ‘salvato’ la vita la scorsa notte.

D’improvviso lo sentii rabbrividire, alzai lo sguardo e notai che si era rovesciato il suo buon caffè sulla sua canotta. Si riuscivano a vedere gli addominali, non era molto muscoloso, ma…dio mio. Non mi accorsi neppure che iniziavo a sbavare per quel tipo!

Tolse lentamente la sua canotta per poi mostrare il suo petto nudo e bagnato, deglutii un bel po’ di saliva e in quel momento ebbi paura che se ne potesse accorgere, l’ultima cosa che desideravo era un ragazzo in più nella mia vita convinto che ci andavo dietro.

‘Porca troia!’ Lo sentii gridare. Mi risvegliai per un attimo da quell’imbarazzante situazione per poi rendermi conto di che orario si fosse fatto… mio dio, mia madre sarebbe stata sicuramente preoccupata!

‘Ehm, s-s-enti devo scappare! Dove mi trovo qui?’ dissi mentre raccoglievo ciò che rimaneva delle mie cose.

‘Sulla trentaseiesima strada, basta girare a sinistra e ti ritrovai in pieno centro.’

‘Grazie! A mai più!’ dissi sulla soglia della porta. In effetti, chi lo avrebbe mai più rivisto?

Chase’s POV.

Non posso non ammettere di aver ridacchiato nel vedere la sua faccia sbavata nel momento in cui mi sfilavo la canotta. Ebbene, questo è ciò che faccio causare alle donne!

Non so perché, ma vedere ieri quella ragazza in quelle condizioni mi fece tenerezza, no. Insomma, non proprio tenerezza, ma diciamo che forse ne provavo…compassione? No, il caffè di mattina mi dava alla testa!

Improvvisamente il display del mio amatissimo I-phone vibrò.

                                         Un nuovo messaggio ricevuto da: Lucas!

Chase! Mi sei mancato stronzo, sto per fare ritorno a casa…non dire nulla a nessuno! E’ una sorpresa il mio ritorno. Fatti trovare in centro tra qualche oretta. Ok? P.S. Stasera ci divertiremo;)

Sorrisi. Quel bassotto rompicoglioni mi era mancato!

 

Oh, tu non mi sei mancato per nulla invece. A stasera bassotto!

 

Non gli avrei mai dimostrato un po’ di affetto, insomma…non è nel mio carattere! Ben presto decisi di andarmi a fare una doccia fredda per rinfrescarmi, mi diressi a passo spedito nella mia camera e sentii il profumo di quella ragazza ancora sul mio letto…

 

Elise’s POV.

Feci rientro a casa alla velocità della luce, ma non servì a nulla visto che ritrovai mia madre seduta sul divanetto principale di casa con le gambe accavallate pronta ad aspettarmi.

‘Sei stata a casa di Clare, giusto?’ Ommioddio, e adesso cosa le avrei dovuto dire?

‘Ehm, sì. Ieri non si è sentita molto bene e sono andata a farle visita…’ Dovetti inventarmi la prima scusa immaginabile per non farla troppo spaventare, l’ultima cosa che desideravo era che mi iniziasse a controllare passo dopo passo ogni mia azione, come se non bastassero i maggiordomi.

‘Ah, che sollievo! Pensavo fosse successo qualcosa…sai, ho saputo il pasticcio che hai combinato ieri sera!’ Disse avvicinandosi sempre più a me. Ah, benissimo! Adesso tutti dovevano rinfacciarmelo.

‘Non ne voglio parlare, ok? A dopo!’

Mi precipitai al piano di sopra, mi chiusi in stanza e decisi che un bagno caldo forse avrebbe potuto rilassare i miei neuroni che stavano per andare decisamente in iperventilazione.

Quando cercavo di chiudere gli occhi per rilassarmi il suo sguardo si faceva vivo, la perversione probabilmente stava occupando la mia mente visto che iniziai a pensarlo in un modo completamente diverso da come avrei dovuto…

‘Eliseeeeee! Presto, vieni di sotto! Lucas è tornato!’

Lucas? Lucas? Quel Lucas? Lucas era mio fratello, ed era il miglior fratello che potessi mai desiderare. Era sempre così spiritoso e anche molto protettivo nei miei confronti. Aveva dei capelli che andavano sul biondo –non si sa da chi abbia preso visto che io li ho completamenti neri- e i suoi occhi erano sul marroncino.

Mi precipitai dalla vasca, mi avvolsi in un asciugamano e andai a passo svelto verso il mio armadio per trovar qualcosa da mettermi.

L’emozione si prese gioco di me, visto che non riuscivo a cercare qualcosa di davvero carino da indossare, stavo impazzendo e morivo dalla voglia di abbracciare il mio carissimo fratellone!

‘Scusi, sa dove si trova Lucas? Lucas Edwards? Mi sono perso in quest’enorme casa!’

Sobbalzai, chi poteva mai entrare nella mia camera? Mi girai immediatamente per paura e anche per vergogna visto le mie condizioni –indossavo solo un asciugamano- quando..

‘CHE CI FAI TU QUI?!’ Urlai lasciando che l’asciugamano mi scivolasse di mano, scoprendo tutto il mio seno, o almeno speravo solo quello!

‘Tu?! Oh, ci ritroviamo ancora signorina Elise!’

‘ESCI IMMEDIATAMENTE DALLA MIA CAMERA PRIMA CHE URLI ANCORA PIU’ FORTE!’ Il suo sguardo dal mio viso scendeva sempre più verso il basso, fino a soffermarsi sul mio seno nudo…presi immediatamente l’asciugamano per poi riavvolgerlo velocemente al mio corpo.

Rideva, ah benissimo! Ci teneva anche da ridere quel cretino!

‘Comunque piacere, sono Chase! E’ la seconda volta che ci incontriamo in condizioni poco civili, almeno così siamo alla pari!’ Disse. Oh, perfetto. Se ne era accorto allora della mia sbavatura quella mattina!

‘Chase! Che ci fai qui? Non avevo detto di aspettarmi in centro?’ Lucas! Oh, era così perfetto, proprio come lo ricordavo! Gli andai incontro fino ad abbracciarlo sempre più possessivamente!

‘Sorellina!’ ‘Mi sei mancato fratellone..’ dissi.

‘Scusate l’intromissione, pensavo fosse meglio venire a casa tua ma mi sono perso nelle enormi stanze fino a ritrovarmi in quella della tua…sorellina’ Chase, era sicuramente lui!

Quel tipo era davvero uno interessante, ma anche molto sgarbato e con una certa aria di prepotenza.

‘Ti sei scusato, davvero? Comunque, forza…seguimi in cucina perché ho bisogno di raccontarti le mie ultime conquiste!’

Oh, adesso parlavano di conquiste davanti ad una donna?! Che razza di uomini erano quelli? Bah.

‘Hei tu, signorino siamo-alla-pari’ dissi improvvisamente indicando Chase, mh..bel soprannome quello che gli avevo dato il mio, non trovate?

‘Mh?’ SI girò con la solita aria scocciata verso di me.

‘Nessuno saprà nulla di ieri notte, intesi?’

‘Forse.’ Disse mentre richiudeva la porta della mia camera alle sue spalle.

Forse? Porca miseria, quel ragazzo mi faceva decisamente impazzire dalla voglia di saltargli addosso e di riempirlo di schiaffi.

Quando finalmente mi sistemai e mi vestii scesi a passo deciso dalle scale e vidi mia madre e Lucas parlare e ridacchiare, ma tracce di Chase non ce n’erano.

‘Allora cucciolo mio, com’era il college?’ ‘Mamma, ho diciannove anni! Il college era ‘na figata’

I soliti termini maschili che usava mio fratello… ‘Come va con David principessina?’

‘Non me lo nominare neppure…adesso voglio soltanto godermi questi mesi col mio amatissimo fratellone!’ Dissi abbracciandolo. C’era momento migliore? Decisamente no.

 

Era tutta la giornata che non controllavo il mio cellulare e che non avevo notizie di Clara. Clara era la mia migliore amica, la migliore per davvero! E’ sempre stata una mangiatrice di ragazzi, se ne porta a letto uno ogni volta che andiamo a qualche festa. E’ sempre attraente, riccia, alta, bionda. Insomma, una tipa bona, per dirla a modo suo.

Quando accesi il mio blackberry notai i mille messaggi di segreteria di Clara! Me lo aspettavo, così presi e la chiamai.

‘Che fine hai fatto? Porca miseria Elise! Mi hai fatta spaventare a morte!’

‘Oh, ciao. Sì, sto benissimo grazie e tu?’ Dissi ironicamente.

‘Scema!’ Ridacchiò.

‘Ti racconterò tutto più tardi, ok? Scusami.’

‘Non ce n’è bisogno, so già tutto! E so anche di quel ragazzo misterioso…Chase?’

Come diamine faceva quella ragazza? Mi spiava per caso?

‘Sì.’

‘Beh, comunque…tralasciando le tue piccole avventure notturne stasera andremo alla festa di tuo fratello,giusto? Eddddddddddai!’

Oh, no! Adesso ci mancava soltanto la maledetta festa di benvenuto di mio fratello.

‘Mh,no…non credo! Penso che stasera me ne starò a casa a vedere le mie amatissime puntate di The Vampire Diaries!’ The Vampire Diaries è da sempre il mio telefilm preferito e lei lo sapeva sin troppo bene!

‘Non vuoi mica passare la nottata a vedere uno stupido telefilm di vampiri?’

‘Mh, sì. E poi…hei! Non è stupido!’ Se c’era una cosa che non sopportavo era quando sottovalutano la bellezza di quel telefilm.

‘Andiamo Elise! Ti passo a prendere io insieme alla banda di tuo fratello alle 23, ok? Fatti trovare pronta bella pupa!’

‘Cosa?’ Ma fu troppo tardi, mi aveva già attaccato il telefono in faccia. Non mi rimaneva nient’altro da fare se non prepararmi per quella serata che speravo fosse stata la più breve della mia vita.

 

                                                                   Spazio d’autrice.

Ed eccoci qui con un nuovissimo capitolo. Spero che stavolta le cose siano abbastanza chiare per tutte, il nostro misterioso ragazzo salvatore era Chase, il migliore amico del fratello di Elise, uhuh.

Le cose si fanno interessanti, mh. Beh, inizio a scusarmi per quel piccccolissimo ritardo che ho fatto.

Grazie mille a tutte le recensione dello scorso capitolo, siete magnifiche.

Grazie per chi sta seguendo questa storia e per chi ha deciso di aprire questo link.

Un bacione. Come sempre, una piiiicccccola recensione?

Maria.

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Capitolo 3
*** Chapter Three. ***


‘Dove cazzo sono le mie louboutin nere?!’

Non ero in ritardo, peggio. Mio fratello mi aveva praticamente abbandonato per andare in moto con uno dei suoi amichetti e a me aspettava rimanere in silenzio e aspettare che qualche buon’anima si ricordi di me e mi venga ,per mia sfortuna, a prendere.

Quando sentii il citofono squillare corsi davanti al primo specchio che mi capitava per controllare la mia situazione esteticamente: il trucco era sotto controllo, qualche sbavatura di fondotinta, ma insomma niente di irrimediabile. Mi sistemai per bene la cerniera del mio vestito nero e mi precipitai ad aprire.

‘TU?! ANCORA TU?’ Trillai non appena mi accorsi che quell’arrogante e presuntuoso Chase era sulla soglia di porta di casa mia.

‘Neanche per me è un piacere esserci. Tuo fratello mi ha chiesto di passare a prenderti, ma posso benissimo lasciarti a casa a deprimerti con una busta di pop corn...’ Il suo sguardo si spinse subito in basso, forse troppo in basso facendomi arrossire per la vergogna.

‘Non getterò tre ore di preparazione per te. Che vuoi che siano dieci minuti in macchina con uno sconosciuto?’ Così dicendo presi le chiavi e gettai la porta alle mie spalle che si chiuse con un tonfo.

Mi fece salire sulla sua Mercedes nera e partì. In fin dei conti…cos’erano dieci minuti in macchina con lui? Niente.

 

‘CHE COSA? CI VORRANNO DUE ORE?!’ ‘Sì…tuo fratello non te l’aveva detto?’

Due ore in macchina con quell’arrogante tipetto sono-figo-solo-io? Quella sarebbe stata una tortura di sicuro.

‘No…’ Non mi rimaneva altro se non accucciolarmi in un angolo del sediolino ad osservare il paesaggio scorrere veloce alle mie spalle.

‘Dovresti allacciarti la cintura di sicurezza..’ Disse improvvisamente, da quando gliene fregava della mia sicurezza?

‘Neanche tu la porti!’ Osservai di gran lunga. ‘Servirà più a te che a me adesso.’

Non mi fu difficile capire le sue intenzioni, era tardi e non voleva che la festa finisse prima del nostro arrivo probabilmente.

Avevo paura, non so neanch’io di cosa, ma quando aveva iniziato ad accellerare iniziai a farmi vari filmini mentali.

‘Puoi rallentare cazzo?’ ‘Perché?’ Perché? Perché mi stai facendo cagare sotto dalla paura, coglione.

‘Perché sì!’ Nonostante le mie continue suppliche non rallentò, così iniziai a cercare un modo per distrarmi…

‘Tu hai paura di vivere, te lo si legge negli occhi…’ disse fissando l’asfalto nero dell’autostrada ‘hai paura del sesso…’ Cosa ne sapeva lui di me? Ommioddio, questo era decisamente troppo.. ‘hai paura semplicemente di vivere.’

‘Tu non mi conosci neppure!’ Dissi distogliendo lo sguardo dal suo.

Scossò la testa ed iniziò a fumare, odiavo il fumo ma non avevo neppure voglia di parlargli, per cui mi limitai a poggiare i piedi sul suo cruscotto  e affondare le spalle sul sediolino a ripensare a tutte quelle parole.

Avevo davvero paura del sesso? Della vita? Di vivere?

Improvvisamente sentii qualcuno toccarmi le gambe…Chase! Si abbassò e tolse i miei piedi da sopra al cruscotto…forse temeva che io glielo sporcassi?

‘Carine le mutandine rosse o…’ CHE COSA DIAMINE STAVA FACENDO QUEL MANIACO? ‘o forse sono rosa? Ed io che pensavo che stasera te le fossi dimenticate!’

‘SEI UN MANIACO!’ Gli urlai contro chiudendo completamente le gambe e cercando di ricoprirmi con quel po’ di stoffa avanzata dal vestito. Brutto maniaco sono-figo-solo-io! Questa me l’avrebbe pagata per certo.

Rise. Quella risata era davvero bellissima…No, no. Scherzo del destino, stavo delirando.

‘Sono stanca, fammi scendere!’ Gli urlai contro, non avrei mai e poi mai passato un’altra ora a sopportare le sue continue critiche mentali e statistiche.

Accostò su un lato di autostrada libero, spense il motore e mi fissò.

‘Scendi.’ Mi disse indicando la portiera, senza farmelo ripetere due volte gli sbattei contro i peggio nomignoli, presi la mia borsa ed iniziai a camminare nel timore sull’autostrada…ma cosa stavo facendo?

Dove sarei andata su un’autostrada completamente desolata e da sola per di più. Lo guardai dallo specchietto, sorrideva nel vedermi nel panico quello stronzetto arrogante!

Feci dietro-front e salii in macchina con lui. ‘Non. Dire. Nulla.’ Gli dissi non appena mi ritrovai accanto a lui. Al contrario di come aspettavo reagisse non fiatò, neppure per respirare e forse, ma dico forse, gliene ero grata per questo.

Ero stanca e sapevo che una volta arrivati mi aspettava una lunga serata insieme a dei depravati accanto ad un falò a sentire i loro inutili argomenti sul sesso.

La mia prima volta fu un disastro completo, fu con David. Inutile dire quanto me ne sia pentita, ma avevo soltanto sedici anni…ero una ragazzina. Mi aveva detto che sarebbe stata una cosa divertente, che avrei provato qualcosa di speciale, ma mi fece soltanto male. Quello fu per me sesso senza amore, non aveva significato nulla tranne che un segno indelebile: avevo ormai peccato la mia anima con quel gesto.

‘Siamo arrivati.’ Disse improvvisamente liberando la mia testa da quegli inutili pensieri.

Scesi e mi diressi verso il lido ‘Bitch Beach’ oh, carini i nomignoli! Quando vidi Clara comparire nel nulla dietro il grande falò corsi ad abbracciarla –era da tanto che non ci sentivamo per colpa dei suoi impegni-.

‘Chi è quel bonazzo con cui sei venuta?!’ Lo sapevo che me l’avrebbe chiesto: pensa soltanto ai ragazzi, solo a quello!

‘Chase, un amico di Lucas..’ ‘QUEL CHASE?!’ Annuii e la vidi completamente saltare dalla gioia.

‘Mio dio Elise, è un bonazzo assoluto quello lì!’ In fine dei conti aveva ragione, era proprio bono.

La festa era decisamente troppo rumorosa per i miei gusti, così mi allontanai su una spiaggia vicina e  una volta che mi liberai dalle mie meravigliose scarpe col tacco –non le avrei mai rovinate con la sabbia!- immersi i piedi in riva. Era decisamente appagante sentire quell’odore di mare, spesso papà mi ci portava…lui era l’unico che mi capiva davvero, al contrario di mia madre e dei suoi discorsi inutile per farmi relazionare con David.

‘Ehy bella ragazza…corri a ballare con me dai!’ ‘Arrivo Clara!’ Se c’era una cosa che odiavo fare era proprio ballare, ma forse un po’ si svago con la mia migliore amica mi avrebbe fatto bene, così mi alzai ed iniziai a raggiungerla.

Non appena raggiunsi Clara la vidi strusciare contro Jack; Jack era il suo ex ragazzo, beh diciamo che lei era ancora pazzamente innamorata di lui, quindi decisi di allontanarmi in cerca di un nuovo posto solitario.

Le feci l’occhiolino come per augurarle ‘buona fortuna’ e mi sedetti nel bel mezzo della sabbia, lontano dal caos e dalla festa.

‘La festa è finita, dovremmo andare.’ Mi girai e vidi Chase completamente intatto dietro di me …ed io che credevo che si fosse ubriacato e che si fosse dimenticato di avvisarmi quando dovevamo andarcene!

Ma proprio quando mi rialzai per andargli incontro, mi ricordai della nostra conversazione prima, in macchina…

‘Tu hai paura di vivere, te lo si legge negli occhi…hai paura del sesso…hai paura semplicemente di vivere.’

Qualcosa, non so precisamente cosa, scattò in me. Dovevo reagire a tutto quello e lo sapevo bene.

‘Aspetta!’ Gli urlai tenendolo per il braccio. Ero sobria, ma forse la mia mente non lo era più di tanto visto che avevo iniziato a slacciare con cautela la cerniera del mio abito che immediatamente mi scivolò di dosso… ‘Voglio dirti che…’ ‘Che..?’ Mi incitò lui, la sua voce usciva strozzata –cosa che mi fece completamente andare in tilt- era eccitato e sapevo che lo era per un solo valido motivo: io. Stavo impazzendo a quell’idea…

‘Voglio dirti che…non sono quella che tu credi’ dissi avvicinandomi sempre più a lui, che invece di indietreggiare, rimase immobile fermo ad osservarmi.

‘E dimmi, chi sei realmente?’

‘Sono quella ragazza che non ha paura di vivere’ gli sussurrai nell’orecchio, mi avvicinai al suo collo, sempre più affiatata di prima ‘non ho paura del sesso…’

‘Cazzo Elise…’ mi disse in preda all’eccitazione. Le sue mani erano schiuse in un palmo, probabilmente per paura di toccarmi..

‘Seguimi.’ Gli dissi improvvisamente, il mio giochetto forse iniziava a durare più del previsto. Non volevo far nulla con lui, anche se dopo quell’avvicinamento prima, qualche pensierino ce l’avevo.

Mi avvicinai alla riva, ci misi i piedi dentro e mi allontanai sempre di più..

‘Bagno di mezzanotte?’ Mi disse. ‘Guarda che mezzanotte però è passata da un pezzo.’ Rise.

‘A chi importa? Vieni qui se hai coraggio.’ Lo incitai: con quel gesto avevo davvero battuto tutti e gli avevo dimostrato che non avevo per niente paura di nulla! Ben gli stava.

‘Che c’è? Hai paura di me o dell’acqua adesso?’ Lo guardai. Presi proprio il suo punto debole, l’orgoglio –che era anche il mio per di più!-

Si liberò della sua maglia, i suoi addominali mi fecero sbavare per un bel po’, ma poi mi ripresi per mia fortuna! Poi passò ai jeans, dando posto a dei lunghissimi boxer bassi.

‘Non ho paura di te.’ Mi disse, avvicinandosi verso la riva.

 

                                                                       Spazio d’autrice.

                         Ta-daaaaaaaaaaaaaaan! Eccomi qui bellezze con questa nuova schifezza di capitolo.

                       Voglio ringraziare davvero tutte quelle che mi hanno recensito nello scorso capitolo.

                                             Siete magnifiche e non smetterò mai di ripeterlo.

                                      Elise si è avvicinata un po’ troppo a Chase, non credete?

                                                 Cosa succederà nel prossimo capitolo?

                                         Un altro avvicinamento che farà cedere Elise?!

                                                               Ok, adesso la smetto.

                                         Una picccccola recensione come sempre? Siete i migliori!

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Capitolo 4
*** Chapter Four. ***


Si avvicinava sempre più, rischiavo per poco di prendere un infarto. Lui era così maledettamente perfetto, il suo corpo lo era, i suoi lineamenti lo erano..

Lentamente indietreggiavo, ma non per paura di avvicinarmi troppo a lui, ma per paura di perdere il controllo psicologicamente. E più mi allontanavo più si avvicinava, ero ormai in mezzo al mare, l’acqua era così terribilmente ghiacciata.

‘Vuoi continuare ancora per molto?’ Mi disse d’un tratto, la sua voce era quasi sforzata a causa dei brividi di freddo, era così…sexy.

‘Credo che qui basti.’ Dissi ormai constatando di non mettere più piede, e non volevo rischiare di affogare a causa sua. Ma, quando mi girai, tracce di lui non ce n’erano…iniziavo a rabbrividire sempre più ma forse non più per il freddo, ma perché ero sola in mezzo al mare nelle notte più scura che io abbia mai visto.

‘Chase! Chase!’ Urlai il suo nome –avrei di certo urlato il suo cognome se solo lo sapessi-, ma persi immediatamente la speranza quando sentii qualcosa sotto ai miei piedi…sentivo il battito impazzire e dei brividi sulla schiena a causa del suo respiro dietro al mio collo.

‘Paura Edwards?’ Afferrò la mia vita, avevo paura di lui? Era banale, no che non avevo paura! Non avrei mai perso il controllo per un ninfomane testa di cazzo!

‘Di te, no.’ Affermai girandomi di scatto e sorprendendolo faccia a faccia.

E, quando vidi quegli occhi così maledettamente belli dritti nei miei, quando sentii le sue mani affermarmi la vite, quando vidi i suoi capelli bagnati e le gocciole che rigavano il collo non potetti far altro se non incantarmi…perché era così tremendamente carino?

Non so cosa successe in quel momento nella mia mente, presi le mie mani e accarezzai le sue guance, le sue labbra per poi avvicinarmi sempre più. Lui non si mosse, rimaneva fermo e fisso nei miei occhi.

Lo baciai, successe così velocemente da non rendermene neppure conto, avevo intenzione di dargli un piccolo ed innocente bacetto, ma quando sentii la sua lingua spingersi violentemente sulle mie labbra chiuse impazzii. Lo assecondai senza neppure pensarci due volte, lasciai che la sua lingua girovagasse libera…baciava da Dio, questo dovevo ammetterlo.

Avvolsi le mie gambe sul suo bacino e sentii le sue mani reggermi i glutei e spostarsi sempre sopra, non riuscivo neppure a capire le sue intenzioni, volevo soltanto assaporare quel bacio ancora, ancora e ancora.

Gli strinsi i capelli per poi giocarci dal momento che erano bagnati. Lo stringevo sempre più a me e ogni volta che mi avvicinavo a lui, rabbrividiva –come me d’altronde-.

Improvvisamente sentii una sensazione di libertà appartenersi sempre più a me, la stretta che prima avevo dietro la schiena non c’era più e non mi ci volle molto per capire che mi aveva slacciato il reggiseno.

Ci fermammo per un attimo, l’ossigeno iniziava a mancare ad entrambi visto l’intenso bacio, tolsi le bretelle del reggiseno ormai slacciato e mi sorrise, incominciando ancora a baciarmi.

Strinsi più forte che potevo il mio petto nudo sul suo, rimanemmo abbracciati quasi come due innamorati. Beh, era ovvio che non eravamo come loro…insomma…noi due ci odiavamo ed era stupido fare questi esempi.

‘Hai freddo?’ Mi chiese improvvisamente, quell’acqua era completamente gelata, eppure nella mia testa c’era soltanto il ricordo di quel bacio, quel bacio così maledettamente meraviglioso. Stavo delirando, di nuovo.

‘Sì’ Ammisi sotto tortura, forse –ma forse, forse, forse, forse- mi piaceva stare in sua compagnia. Naaaah, il freddo mi fa dire certe stupidaggini.

Nuotammo fino ad arrivare in riva, ma poi ricordai di non avere il reggiseno. Si accorse subito di quel momento al quanto imbarazzante e iniziò a sorridere sotto al suo meraviglioso ciuffo.

‘Il tuo reggiseno starà nuotando nell’Oceano Pacifico adesso.’ Mi alzai e mi coprii con entrambi le mani, che situazione porca miseria!

‘Dov’è il mio vestito?’ Mi girai e mi rigirai ma tracce del mio vestito non ce n’erano…cos’ho fatto per meritarmi tutto questo?!

Quando lo vidi osservai che cercava di indicarmi qualcosa che si trovava dietro di me…IL MIO MERAVIGLIOSO VESTITO ERA COMPLETAMENTE INSABBIATO E BAGNATO?!

Faceva freddo, sin troppo freddo e indossare un vestito completamente bagnato non mi avrebbe di certo aiutata. D’improvviso sentii avvolgermi da calore, da un qualcosa di tremendamente piacevole.

Poggiò la sua giacca sulle mie spalle, lo guardai come per ringraziarlo e chiusi tutti i bottoni presenti per coprirmi. Ci incamminammo verso l’auto, dopo quello che era successo nessuno dei due ne aveva più riparlato…e se non gli fosse piaciuto quel bacio? Mio dio Elise! Ti preoccupi di un ragazzo di cui vita non ti interessa per nulla?

Per tutto il viaggio –quasi- rimanemmo in silenzio, nessuno dei due fiatò fino a quando non accostò l’auto e si girò verso di me.

‘Che fai?’ Domandai.

Prese e si sposto sopra di me, si posò sui gomiti per non pesarmi  sul mio corpo ed iniziò ancora una volta a baciarmi.

Mi era…mancato? Era completamente una droga per me ogni suo bacio, insinuò la sua mano sotto la giacca fino ad arrivare al seno per poi lasciarmi una serie di brividi per tutto il petto. Avvolsi ancora una volta le mie gambe sul suo bacino e lo sentii avvolgermi completamente…stavo impazzendo all’idea di voler fare qualcosa di più di un semplice bacio, quel ragazzo risvegliava ogni mio lato perverso…ma ad un tratto si fermò, si avvicinò all’orecchio che mordicchiò per farmi ancora di più impazzire, stavo quasi per iniziare a gemere dal piacere delle sue labbra sul mio collo, si bloccò completamente nel momento in cui insinuai le mie mani sotto la sua maglia per poi sussurarmi un ‘Baci bene, Edwards.’

BACI BENE EDWARDS? ERA UNA PRESA PER I FONDELLI QUELLA O COSA?! QUEL RAGAZZINO MI FACEVA COMPLETAMENTE IMPAZZIRE, MA IN LATO NEGATIVO OVVIAMENTE.

Come mi era venuto in mente di fare quella pazzia? Non mi riconoscevo davvero. E se gli avesse dato fastidio quella toccatina?

Ritornò al volante, e mi aggiustai la giacca…ancora silenzio. Quando arrivammo a casa mi limitai a ringraziarlo. Volevo solo dormire e cercare di non pensare a tutto quello che era successo prima, quindi mi precipitai a letto senza neppure assicurarmi che Lucas fosse a casa.

Due anni fa scappò di casa ed è proprio in quei due anni che le cose in famiglia iniziarono a precipitare, la depressione di mia madre, il disinteresse di mio padre…In due anni si era fatto sentire poco e niente fino a stamattina: aveva deciso di ritornare a vivere da noi. Le solite raccomandazioni di mia madre erano ‘Mi raccomando, controlla tuo fratello’ e blablabla, ma era stupido dirmi certe cose. Avevo diciassette anni, lui ne aveva diciannove era maggiorenne e vaccinato e penso che doveva imparare a cavarsela anche da solo.

 

 

‘HAI. BACIATO. CHASE. GREY?’ Mi disse sbalordita Clara, il giorno dopo la festa si era precipitata a casa mia per raccontarmi non so cosa dell’accaduto di ieri…ma…un attimo. Chi aveva mai nominato il suo cognome? Non lo sapevo neppure!

‘Come fai a conoscere il suo cognome?’

 ‘Me lo hai detto tu…?’ Mi domandò in tono ironico.

‘Io so a mala pena il suo nome! Clara…’ dissi con tono superiore ‘quella sera…quando scappai da casa Blake, come facevi a sapere che ero andata a casa sua?’

Iniziò a mordicchiarsi il labbro, lo faceva quando era completamente in imbarazzo…la conoscevo benissimo ormai!

‘Clara!’ urlai, meritavo di sapere la verità.

‘Ok, ok… ti racconterò tutto, ok?’ Annuii ed iniziò a prendere posto sul mio enorme letto, la assecondai e la invitai a parlare.

‘Conosco già Chase…quando tuo fratello scappò di casa due anni fa venne da me che lo portai dal mio ex…’ CHASE ERA L’EX DI CLARA? CHE COSA? Oh, benissimo. Ci mancava soltanto quello adesso! Congratulazioni Elise, congratulazione davvero.

‘COSA?’ Urlai ancora più forte di prima.

‘Tranquilla, Jack…il mio ex Jack!’ Sospirai, in quel momento ero diventata forse…gelosa? No, impossibile. ‘comunque Luca non potendolo ospitare lo portò a casa di un suo grande amico, Chase…lui e la sua famiglia lo tennero fino a quando Lucas non fu pronto ad andare al college. Da lì conobbi Chase, tra me e lui ci fu una sera…ma lui di me non se ne importava e si vedeva dal modo in cui mi baciava…’

Per un momento mi sentii morire: si portava a letto tutte, ed io ero una stupida ragazzina che l’avevo anche baciato. Che stupida sono. Era un fottuto puttaniere.

‘Ehy, stai bene?’ Annuii, in fin dei conti…chi se ne fregava? Quel ragazzo era odio, odio solo per me e dovevo odiarlo ancora di più fino a non reggerlo per niente.

‘Comunque Elise…ieri io e Jack l’abbiamo fatto! E’ stato tutto così tremendamente romantico…’ mentre iniziava a raccontarmi la sua interessantissima avventura io continuavo a pensare alla mia di serata, a quel bacio che non riuscivo a toglierlo dalla testa, ma nonostante tutto io lo odiavo. Lo odiavo ed era più forte di me non pensare a questo.

‘Mi ascolti?’ Mi risvegliai per un attimo e le sorrisi cercando di sembrare interessata alla sua storiella.

 

Chase’s POV.

Fui svegliato dalle grida di Carly, la mia amatissima –per modo di dire- sorellina. La volevo bene, quello sì, ma era come tutti i bambocci della sua età: bambole sparse ovunque in casa, si irritava per ogni minima cosa…peggio di una donna durante la fase premestruale –ed aveva soli cinque anni!-

‘Cazzo ti gridi?’ ormai era abituata al mio modo di fare mattutino, odiavo che mi svegliassero senza motivo e non vorrei ritrovarmi a diciannove anni ad aver a che fare con le rughe!

‘Antipatico fratellone! Ho fame, mamma è andata già al lavoro con papà quindi mi devi cucinare tu, ma non avvelenarmi altrimenti lo dico a papino!’ L’immaginazione di Carly andava davvero sopra ogni cosa, eh.

‘Come farai a dirglielo se prima morirai a causa mia di avvelenamento?’ La cosa migliore dello scherzare con lei era che lei non riusciva quasi mai a capire le battute e si limitava a farmi la linguaccia o a calpestarmi un piede.

‘Allora io ti taglierò il tuo amichetto.’ Disse indicando le mie parti basse, ma da chi razza aveva preso quella pedofila? Oh, forse da me…

Iniziai a ridere a crepapelle accarezzandole la testa prima di aggiungere ‘D’accordo, il mio amichetto mi servirà ancora per molto quindi vado a preparare qualcosa!’

Non riuscivo a dimenticare quel bacio, ed era strano cazzo! Era strano perché mi sono fatto così tante ragazze che non ricordo neanche il numero e adesso per un bacio mi comportavo così?

Ero diventato sdolcinato, e questa non è per certo una delle cose che amo fare! Mi sentivo un debole, per un bacio?!

Stavo impazzendo per quel bacio.

Stavo morendo dalla voglia di averla accanto per quel bacio.

Ma, in fin dei conti lei rimaneva sempre una rivale per me. La sorella del migliore amico rompipalle, ecco cos’era.

 

Elise’s POV

Clara se ne era ormai andata da una bella mezz’oretta così decisi di indossare qualcosa di più comodo per andare a mangiare qualcosa visto che stavo morendo di fame.

Addentai il primo panino col salame che vidi e per un attimo sperai che fosse la sua bocca quella che toccavo, iniziavo a sudare freddo e mi stavo davvero sentendo male a quell’idea.

D’un tratto vidi il display del mio cellulare illuminarsi.

‘Fa che sia Chase, fa che sia Chase!’

Un nuovo messaggio ricevuto da: David.

Il mio volto si intristì immediatamente, porca troia Elise TU ODI CHASE.

Hey piccola, ti va di rimediare a ciò che è successo l’altra sera?

Come ho fatto a dimenticarmene? Io avevo un ragazzo.

 

 

                                                                                                Spazio d’autrice.

                                                        Ho scritto questa storia il più in fretta possibile perché tra un paio di giorni parto!

                                                                                   Beh, Buon Ferragosto innanzitutto!

                                                             Nello scorso capitolo mi avete resa davvero felice con le vostre recensioni,

                                                        anche  se ne sono poche ho apprezzato davvero le vostre meravigliose parole.

                                                                            Beh, che ne dite di quest’ultima schifezza?!

                                                                     Morivo dalla voglia di pubblicare il loro primo bacio, lo giuro.

                                                                                         Una piccola recensione? Vi va?

                                                                                             Siete i migliori, love you!

                                                                                                        Maria.

 

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Capitolo 5
*** Chapter Five. ***


‘Ti ha chiesto di rimediare a quella sera? E tu cosa gli hai risposto? Oddio.’

‘Niente Clara, niente! Cosa avrei dovuto dirgli?’ sbuffai, ero stanca dei soliti litigi tra me e David, stanca della sua solita noncuranza nei miei confronti. Lo amavo? Non lo sapevo neppure.

‘Ieri l’hai combinata grossa eh…’ Oh, grazie! Ed io che l’avevo chiamata per consolarmi.

‘Grazie per avermelo ricordato, eh!’ Mi guardò per un instante e sembrava che dalla sua bocca uscisse uno ‘scusa’ silenzioso. Sorrisi, dove l’avrei mai trovata una migliore amica così deliziosa? Deliziosa sì, perché non appena aveva saputo del messaggio misterioso di David era corsa a casa per darmi un aiuto psicologico…una vera amica insomma!

‘Ciao David ci vediamo stasera al Night Club, passami a prendere tu…ti va?’

Dovevo pur sempre dargli un’altra possibilità, quindi gli inviai il primo messaggio che la mia mente elaborò in quell’istante e glielo mandai. Per me non c’era un altro futuro se non lui, purtroppo.

 

Avevo opzionato per delle ballerine, una gonna alta ed una camicetta di filo per quella serata…chi se ne fregava di come apparire davanti a quel coglione? Non appena slacciai il reggiseno per gettarmi sotto una rilassante e bella doccia calda il primo ricordo fu Chase. Ma perché cazzo proprio lui? Insomma, dovevo pensare a David adesso e alla serata che ci aspettava e non di certo a quel coglione…cazzo Elise forse è la fase premestruale in anticipo di due settimane.

Come sempre David era in ritardo di una buona mezz’oretta quindi decisi di stare per un po’ con Lucas perché nonostante tutti i litigi, le bugie dette, i dispetti, senza di lui non saprei davvero cosa significasse amare, amare per davvero qualcuno perché io lo amavo, lo volevo sin troppo bene.

‘Dove vai di bello stasera eh fratellone?’

‘Esco con degli amici…e tu?’ Se usciva con degli amici di conseguenza usciva con Chase, oddio…e se dovesse venire a casa prima di David? E se rivelasse tutto ciò che è successo ieri notte?

‘David. Ehm…scusa credo che sia lui ad aver bussato adesso di sotto! Divertiti allora…non portare ragazze a casa, eh!’ Sorrise, tanto lo sapevo che le avrebbe portate per un po’ di divertimento detto a modo suo.

Ma quando aprii la porta vidi Chase, avrei dovuto immaginarlo… David puntuale? Ma scherziamo?

‘Che fai, me la apri o no questa porta?’

‘Abbassa il tono, signorino! Lucas è di sopra, credo che tra poco sia pronto.’ Iniziavo già ad innervosirmi per colpa sua…vedete cosa mi fa? Quel ragazzo era così arrogante e cacciava anche il lato volgare nascosto di me!

Si sedette su uno dei divanetti del salone, feci le stessa cosa…non mi andava di risalire di sopra e di fare come minimo cento gradini prima di ritrovarmi in camera mia.

Era silenzioso, messaggiava con il suo cellulare e le cuffiette nell’orecchio. Il jeans era abbastanza basso e si intravedevano i suoi boxer, non che mi importasse eh!

‘Esci anche tu?’ Quel ragazzo qualche giorno mi avrebbe fatto morire dalla paura: doveva smetterla di parlare all’improvviso nel mezzo del silenzio!

‘Sì.’ Dopo quello non ci fu nessun’altro discorso tra noi due, visto anche che David entrò proprio in quel preciso momento.

‘Piccola!’ Mi disse baciandomi…mi prendeva in giro?! Perché poi proprio davanti a Chase? Oddio volevo morire, le guance erano completamente rosso fuoco dalla vergogna.

‘Cha…David!’ AMMAZZATEMI, VI PREGO. STAVO PER PRONUNCIARE IL SUO NOME? ELISE COSA CAZZO STAI FACENDO? ELISE CAZZO FERMATI E NON PARLARE.

Mi girai soltanto per vedere il suo sguardo, era tra il disgusto e la gelosia? No, togliamo gelosia ed aggiungiamoci sorpreso.

‘Ehy tu!’ Disse improvvisamente David rivolgendosi a Chase…oddio cosa voleva adesso da quel tipo? Maledetto David, maledetto David !

‘Dici a me?’

‘Sì, piacere…sono David e sono il ragazzo di Elise!’

‘Ho sentito parlare di te.’

‘La mia piccola te ne avrà parlato di certo, ci amiamo tanto!’ La tua piccola? Cosa? Mi prendeva in giro?

‘Buon per voi.’ Distolse lo sguardo da quello di David e mi fissò, mi spogliava completamente con gli occhi…lo aveva capito probabilmente che non era vero dal momento che vide la mia faccia disgustata al tocco di David. Sorrise. Per un attimo anche il mio cuore sorrise.

‘Andiamo Elise.’ Chiusi la porta alle mie spalle, Chase mi rendeva davvero debole e dovevo smetterla di stargli vicino.

‘Che arrogante quel tipaccio!’ ‘Già.’ Dissi sorridendo, un arrogante carino però…no? Decisamente no.

Arrivammo finalmente al Night Club, attendevo il solito discorso di David che infatti non tardò…ordinammo due chupiti per poi sederci al primo tavolo libero.

‘Elise…’ mi disse tenendo la mia mano ‘ voglio che le cose tra noi due funzionino, non so se mi spiego..’ in effetti non si era spiegato abbastanza bene! ‘voglio dirti che con te ho voglia di iniziare una nuova vita, il mio futuro è con te e il tuo con me e non possiamo cambiarlo…insomma tua madre…’ già sapevo cosa intendeva dire. Mia madre non me lo avrebbe mai permesso. ‘Che ne dici quindi?’

‘Iniziamo di nuovo.’ dissi tenendo in mano il mio chupito in segno di brindisi, si alzò e mi sussurrò all’orecchio ‘Vieni con me, adesso.’

Lo seguii fino ad uno dei grandi stanzini liberi del Night Club, avevo già capito le sue intenzioni…non era difficile visto la sua mente perversa.

Prese ed iniziò a baciarmi il collo, si liberò per prima cosa della mia camicetta e mi maledetti più volte per non aver indossato un pantalone, mise la sua mano sotto la gonna mi accarezzò le gambe e poi passò a baciare i capezzoli, mi stava facendo male con tutti quei morsi ma lo lasciai fare fino a quando non sentii la sua mano spingersi troppo sotto e sul bordo dei miei slip…  ‘No!’

‘Perché?’ ‘Non…mi va adesso.’ Mentii, in realtà mi disgustava da matti l’idea che lui mi toccasse, mi disgustava ogni cosa di lui!

‘Sarà per la prossima volta allora, promesso?’ ‘Promesso.’ Come si poteva promettere di fare sesso? Insomma era così banale e stupido quel ragazzo da arrivare a tanto?

Lui mi faceva completamente schifo.

Mi riportò a casa, ma proprio quando stavo per scendere mi bloccò.

‘Io ti voglio adesso.’ Indietreggiai, mi faceva paura il suo sguardo fisso su di me, avevo paura di lui in quel momento.

‘Lasciami adesso, dai…’ prese le mie gambe e se le cinse sulla sua vita e più cercavo di allontanarmi più mi stringeva…anche Chase quella volta mi strinse a sé, ma David mi faceva male, Chase lo faceva con…amore?

Infilò la testa nel mio reggiseno e morse più volte il seno destro facendomi gridare dal dolore.

‘Mi fai male!’ ‘Scusa piccola…’ Continuò a baciarmi, non successe nient’altro se non quello.

Si bloccò non appena intravide una luce accendersi fuori al portoncino di casa, Lucas.

‘Ehy Elise…tutto apposto?’ Annuii e sorrisi, scesi dalla macchina e salutai David con un bacio.

‘Grazie.’ Dissi non appena entrata in casa, mi aveva salvato la vita da quel cretino! Scrollò le spalle e si allontanò in cucina.

Feci una corsa in camera, mi spogliai e indossai uno dei miei enormi pigiamini con quei strani disegnini di orsettini sopra.

Avevo fame, l’unica cosa che c’era nel mio stomaco era quello stupido drink quindi optai per la pizza…il mio unico amore.

Mi precipitai in cucina, Lucas non c’era…meglio! Non mi andava di condividere la mia pizza con nessuno.

Mi voltai alla ricerca di un coltello quando sentii qualcuno dietro di me…

‘Vi amate davvero tanto allora?’ Era lui, proprio lui. Avrei dovuto immaginarlo…Lucas non guida e chi lo aveva mai accompagnato a casa? Chase. BINGO!

‘Sì, ci amiamo davvero tanto.’

‘Non si direbbe dall’urlo di…dolore che si è sentito sin qui.’ Si sedette e iniziò a sorseggiare un succo di frutta.

‘Mi spii per caso?’

‘No, tuo fratello era uscito fuori ed ha sentito tutto.’

Rossa dalla vergogna girai i tacchi con l’intenzione di salire in camera mia e pregare Dio che un giorno si sarebbe dimenticato dell’accaduto.

‘Aspetta!’ Mi girai, voleva umiliarmi ancora per molto?

‘Che cazzo vuoi Grey?’

Si avvicinò a me e sorrise a pochi millimetri dal mio labbro prima di sussurrare ‘Voglio questo..’ disse baciandomi, la sua lingua era così tremendamente bella, ogni cosa di lui quando mi baciava lo era.

Non me lo lasciai ripetere due volte, mi aggrappai a lui che immediatamente mi mantenne le cosce per reggermi stretta sulle sue spalle, insinuai la mia mano sulla sua schiena. Mi spostò sul tavolo dove mi sedetti stringendo sempre più stretta a me i suoi capelli che sapevano di quell’odore che tanto amavo. Mise la sua mano sotto alla maglia del mio pigiama, accarezzò più volte la mia schiena con leggeri tocchi che mi fecero rabbrividire immediatamente…quel nostro bacio sapeva tanto di amore, anche se amore non era.

Lo guardai per un istante, mollò la presa alle mie gambe che parevano essere ormai addormentate, senza il suo appoggio mi sentivo completamente cedere per terra da un momento all’altro.

Perché avevo assecondato quel bacio? Io ero FIDANZATA, avevo un ragazzo ed io baciavo il mio nemico?

‘Edwards…’ la sua voce usciva strozzata, non aveva più il respiro come me d’altronde.

‘Grey?’ lo incitai, se c’era cosa che odiavo era aspettare, cosa voleva dirmi? Cosa?

Posso chiederti un favore?’ Chase Grey mi aveva chiesto un favore? Signori segnate questo giorno!

‘Mi hai chiesto per favore?’ Risi.

‘Sì. Posso?’ Annuii, cos’era successo di così tanto grave a tal punto da costringere CHASE GREY a chiedermi un favore?

‘Voglio togliermi uno sfizio…con te.’ Stavo sudando freddo? Decisamente sì.

‘Che tipo di sfizio?’ Stavo tremando, non riuscivo più a trattenere la gioia o il timore che c’era in me. Il mio stomaco era ormai un’ Oceano!

‘Voglio farlo con te, solo per provarci. Non ho mai desiderato farlo con nessuno come lo voglio fare con te.

 

                                                                       Spazio d’autrice.

Salve a tutti! Sono tornata dalle vacanze e il mio primo pensiero è stato aggiornarvi!

Visto quanto sono dolce e carina?

Beh ragazzi, tra poco ormai inizia la scuola, panico! Non so se riuscirò ad aggiornare sempre molto velocemente come lo faccio adesso e spero che mi capiate!

Beh, eccovi un nuovo capitolo…sinceramente non è uno dei migliori…ma giudicate voi!

Grazie per tutte le recensioni, mi rendono felicissima tutte quelle bellissime parole.

Alla prossima ! 

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Capitolo 6
*** Chapter Six. ***


‘C-cosa?’ Ripetetti dandomi dei leggeri schiaffi alla nuca, avevo capito bene? Chase Grey voleva scoparmi?

‘Solo sesso, una notte e basta.’ Come poteva parlare in quel modo dopo aver saputo del mio fidanzamento con David?

‘Solo SESSO?’ Evidenziai l’ultima parola, probabilmente per cercare di essere più chiara…eppure qualcosa dentro me moriva dalla voglia di provarci. Avevo un ragazzo cazzo, era un crimine pensare a certe cose!

‘Devo ripetertelo ancora?’ Inarcò il suo sopracciglio destro come era solito fare, mi irritava da matti il suo solito comportamento arrogante.

Rimasi imbambolata nelle sue ultime parole, probabilmente avevo la bocca semiaperta - giusto per sembrare ancora più stupida di quel che potevo essere in quel momento- sentivo una voglia di lasciarmi andare, ma c’era sempre qualcos’altro pronto a tirarmi con tutte le corde la gola.

‘Pensaci bene, Edwards.’ Disse prima di voltarsi indietro, sentii la porta del salone sbattersi con un tonfo e solo allora riuscii a respirare senza quel suo odore opprimente –ma irresistibile- che aveva inondato la stanza.

Mi era persino passata la fame, per colpa sua. Tutto per colpa sua: per colpa sua ho quasi tradito il mio r..agazzo, per colpa sua e di quel suo dannatissimo bacio lo trovo sempre più irresistibile e carino, tutto per colpa di CHASE GREY.

IO. ODIO. CHASE. GREY.

Addormentarmi quella notte sarebbe stata di sicura un’impresa, eppure lo feci: quella serata era stata una via vai di sorprese inaspettate e di poco gradimento, direi.

 

Fui svegliata dalle urla di Clara –come fosse la prima volta- da quando avevo avuto la stupidissima idea di correre insieme la mattina, non faceva altro che svegliarsi di buon’anima e precipitarsi da me. Amava correre da quando ha iniziato a sentirsi a disagio col proprio corpo: troppo grasso, secondo lei.

Clara era tutto l’opposto di me, lei aveva i capelli corti, biondi e ricci mentre io ero una mora dai capelli lunghi, aveva gli occhi verdi mentre i miei erano color ghiaccio. Insomma eravamo due opposti completamente paralleli! Per non parlare dell’altezza…io ero la ‘nana’ – detta a modo suo-, io penso che sia lei che sia decisamente più alta invece!

‘Ancora non sei pronta?’ Balbettai un ghigno prima di alzarmi moribonda a cercare qualcosa da indossare.

‘Sono le 7.15 del mattino, cazzo Clara!’

‘Per mantenersi in forma si inizia dal mattino!’ ‘E questa dove l’hai presa? Su frasicarine.it?’

Mi diede una leggera pacca sulla spalla prima di iniziare a ridere, nel frattempo avevo optato per dei pantaloncini elastici ed una canotta, eravamo in pieno Maggio eppure il sole era abbastanza violento.

‘Da quando indossi i reggiseni di pizzo?’ disse dando un’occhiata al mio cassetto dedicato interamente alle mie cose più intime.

‘Ehi! Lascia stare, dai!’ Era tempo perso parlare con Clara: era come un bambino, più gli dicevi di non toccare, più ci prendeva gusto a punzecchiarti toccando quante più cose possibili.

‘Vi date da fare tu e David, eeeeeh!’ Disse tirando fuori un completino intimo in versione argg, insomma quella era l’idea!

Se solo fosse con David che utilizzerò quelle cose…pensai. Non avevo intenzione di dirgli della proposta di Chase di ieri notte sapevo benissimo che lui se l’era portata a letto e non mi andava di riprendere quel discorso.

‘Sei una vera cretina!’ Risi, in fin dei conti…che toccasse pure, tanto quelle cose le poteva soltanto toccare e neppure indossare vista la sua quinta abbondante –io ero solo una seconda piena!-

‘Mi stanno crescendo le tette, sai?’ disse buttandosi a peso morto sul mio letto ancora disfatto nel frattempo che io prendevo le ultime cose necessarie prima di andare.

‘Davvero? Fai vedere!’ Dissi allargando la sua maglia e costatando che erano davvero due bombe quelle cose lì sotto!

Le diedi una pacca sulla spalla come segno di andare, rideva ancora per la sua battutina…era una vera bambina –in senso positivo, ovviamente-.

 

Ero stanca, correvo da un quarto d’ora e sentivo l’aria pesante entrare nei polmoni. Si, ero una tipa abbastanza debole…insomma dopo un quarto d’ora avevo già deciso di prendermi una pausa mentre Clara sembrava più viva che mai.

Mi passai l’asciugano sulle cosce per constatare il mio sudore, era appagante metterci qualcosa di fresco sopra. Mi appoggiai leggermente sul ginocchio con entrambi mani per cercare di riprendere tutto il respiro necessario.

Erano ormai le 8 del mattino e tutti gli abitanti del paesino sembravano essere ormai svegli e pronti per la solita routine quotidiana, mi soffermai a guardare su delle panchine vuote di un parco e in lontananza a due figure maschili abbastanza alte.

Avrei riconosciuto ovunque il suo modo di restare fermo, con le mani in tasca ad un jeans e con il suo solito movimento del sopracciglio.

‘Clara, Clara!’ chiamai il più sottovoce possibile, non volevo di certo farmi riconoscere!

‘Chi hai visto? Hai ‘na faccia che sembra fuoco!’

Mi accarezzai leggermente le guance e constatai che erano diventati ormai fuoco ardente, erano completamente bollenti, cosa mi stava succedendo?

‘N-essuno. Ripartiamo?’ Dissi ancora col fiatone, spostai lo sguardo ancora una volta su quella panchina e notai la sua solita sigaretta accesa tra le labbra: lo sapeva che il fumo prima o poi lo avrebbe ucciso?!

‘Sei strana oggi, eh!’

 

Ero strana? Ci credo, provateci voi a resistere a quell’idiota arrogante di quel Grey!

Notai Clara accarezzarsi più volte la pancia, come fosse avvolta da delle fitte improvvise…aveva forse le sue cose?

‘Clara? Stai bene?’

‘Portami in un bagno!’ Non riuscivo davvero a capire cosa gli stesse succedendo, il labbro era diventato di un colorito scuro. L’unico bar aperto era quello in direzione di Chase, ma me ne fregai della sua presenza non appena mi accorsi che il dolore peggiorava sempre più, sembrava morire.

‘Mi scusi, possiamo usare il bagno?’

Il barista mi volse diverse occhiate, lo sapeva che fissare le persone era maleducazione?! In più mi metteva decisamente in imbarazzo il suo sguardo. Seguì le indicazioni ‘toilette’ e ci intrufolammo dentro.

Diede di stomaco, le tenevo i capelli e cercavo di non fissarla e di non sentire certi odori o altrimenti le avrei vomitato addosso anch’io.

‘Hai mangiato qualcosa di strano oggi a colazione?’ ‘No, solo un po’ di latte…’

‘Clara…quella sera, con Jack, avevi le precauzioni…vero?’

Indietreggiò, quasi con le lacrime agli occhi mi fissò e scosse la testa.

‘Ma è successo una settimana fa, è assurdo che le mie tette si siano ingrandite dopo una settimana!’

‘Cazzo Clara!’ Non riuscivo davvero a credere che la mia migliore amica potesse –anche soltanto per ipotesi- avere in grembo un bambino, non riuscivo ad accettarlo. Aveva diciotto anni, era vero, ma per me rimaneva la stupida e vecchia Clara!

‘S-s-senti non è detto sia quello, ok?’

‘Clara cazzo, non so cosa si faccia in questi casi, ma cerca di scoprirlo!’

‘Non voglio Elise, io non voglio questo…’ la sua voce era completamente strozzata dal pianto, la strinsi al mio petto prima di sussurrarle un ‘andrà tutto bene!’

Uscimmo da quel bagno pubblico solo dopo una buona mezz’oretta. In fin dei conti, poteva anche sembrare normale che una diciottenne fosse …insomma avesse un bambino. C’è gente che si sposa a diciott’anni!

‘Stasera lo scoprirò, Elise. E se i miei genitori mi odiassero per questo?’

‘Tua mamma sogna un nipote sin da quando eravamo ragazzine!’ Ed era vero, spesso mi diceva che non vedeva l’ora che Clara diventasse grande, si sposasse  l’amore della sua vita e porterebbe alla luce suo nipote…donna abbastanza strana quella!

 

Chase’s POV

 

‘Ehi amico, una tizia bona prima ci osservava!’

‘Sai come sono le ragazze non appena vedono un figo da paura come me!’ Sorrisi, e involontariamente mi guardai intorno per vedere tracce di ragazze bone, come mi aveva detto Jack.

Quello stronzo ninfomane mi aveva svegliato prestissimo per andare a fare un giro per il parco, ma per chi cazzo mi aveva preso? Per un neonato? Gliene avrei cantate quattro se non si sbrigava a spiegarmi il motivo di tutto ciò quando d’un tratto iniziò a parlarmi…

‘Senti amico, tu sei un playboy, insomma…’ playboy? E’ così che adesso mi chiamano? Interessante… ‘io vorrei ricominciare con Clara, cioè mi piace insomma…’

Ma quanto era snervante quel tipo? ‘Cioè, insomma’ Sapeva la grammatica oppure era un optional per lui?

‘Quindi?’

‘Come fai a far urlare in quel modo le ragazze?’

Ma quel ragazzo aveva una mente davvero da far paura, lo avrei preso a sprangate ai denti.

‘Boh, ce l’ho nel sangue forse.’

‘Voglio riconquistarla comunque.’

‘Fiori e cioccolatini. Le piaceranno!’ Feci un finto sorriso e lo salutai…mi aspettava un’intera serata sdraiato nel mio bel divanetto a vedere magari qualche porno…no dai, non che mi piacessero quei generi di film.

 

Elise’s POV

Le ore passavano, tracce di Clara? Nessuna.

Mi accoccolai sul letto, la testa mi scoppiava e sentivo sempre più il bisogno di sentire anche per un attimo la sua voce, cazzo, era vero che l’odiavo…ma volevo vederlo.

Quella voglia mi stava bruciando dentro, sentivo tutta me stessa andare in fiamme.

C’era qualcosa che mi diceva che quello sarebbe stato un tradimento bello, grosso ed indimenticabile…ma qualcos’altro mi diceva di provare a farlo: una notte e basta.

Cosa volevo davvero? In quel momento volevo lui, nessun’altra cosa, nessun’altro.

Non so cosa si scatenò in me, chiamai il primo taxi disponibile e mi precipitai sulla trentesima strada, il suo indirizzo.

Ma, quando mi ritrovai con la faccia dietro quella porta e con le mani completamente in coma, mi accorsi che tutto quello era sbagliato.

Era sbagliato desiderare un altro uomo al di fuori di David, era sbagliato lui ma a me non importava.

Non importava se questa sarebbe stata una scelta stupida da parte mia.

Premetti il dito contro il campanello, sentii dei strani rumori avvicinarsi alla porta principale.

Respira, respira, ancora un altro po’. Sentivo lo stomaco divorarmi in un vuoto.

Spalancò la porta, indossava soltanto un pantalone di una tuta, i suoi addominali erano completamente nudi…inarcò un sopracciglio e ne uscì fuori un ghigno divertito.

‘I tuoi sono in casa?’ Ma che domande fai, Elise?!

‘No, che vuoi?’

‘Questo.’ Dissi avvicinandomi a lui, mi alzai sulle punte anche se non fu molto di aiuto e lo baciai.

Sorrise tra i denti prima di aggiungere un ‘Lo sapevo che prima o poi avresti ceduto.’

‘Ti odio.’ Dissi, trascinandomi con lui in una stanza libera.

‘Anche io.’

 

 

Spazio d’autrice.

Ciao bei ragazzi!

Oggi è il 1 Settembre? Davvero? Che trauma! Aiuto! Penso che questa sia il mio ultimo aggiornamento veloce…la scuola inizia a momenti!

Per la prima volta, mi piace un capitolo! Clara, povera ed innocente Clara…non trovate?

Elise alla fine è ceduta…e Chase? Chase è più stronzo di prima, credetemi!

Alla prossima belle ragazze!

Una piccccccola recensione?

Maria.

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Capitolo 7
*** Chapter Seven. ***


Avevo paura, paura che dopo quella volta il desiderio di lui non diminuiva, ma cresceva, cresceva sempre più.
Sospirai distaccandomi dal suo famelico bacio, respirai prima di ritrovarmi di nuovo le sue labbra incollate alle mie…stavo morendo dalla voglia di saltargli addosso, ma cercai di trattenere ogni istinto contro di lui.
‘Ch…ase?’ Mi distesi lentamente sul suo letto, dall’apparenza sembrava così morbido ed aveva un odore tremendamente piacevole.
Si mise a cavalcioni su di me mantenendosi con i gomiti per non pesarmi, insinuò la sua mano ancora e ancora sotto la mia maglia, rabbrividii al contatto delle sue mani calde contro la mia pelle fredda e tesa.
Avevo paura? Paura di cosa? Paura di quello che stavo per fare? Stavo tradendo, se solo non ci fosse stato quel bacio quella notte, non lo avrei mai desiderato. Dovevo odiarlo, lo odiavo ma lo volevo, e tutto questo era stupido , contorto e perverso.
Mi liberai immediatamente delle mie converse e con le mie gambe  cinsi la sua vita stringendolo sempre più a me.
Ero eccitata? Da morire. Non riuscivo neanche più a capire quello che stavo facendo perché le mani si muovevano da sole sul suo corpo, non riuscivo a ragionare avendo di fronte il suo viso.
Si staccò per un millesimo di secondo, mi tolse la maglia ed iniziò a giocare liberamente contro il mio collo che mordicchiò e baciò più volte,  lo lasciai libero di fare di me ciò che voleva: poteva toccarmi, baciarmi a me non importava, solo di una cosa ero convinta: stavo morendo quasi  da tutta quell’eccitazione.
Gli sfilai lentamente il pantalone della tuta che ancora aveva addosso, si staccò solo per aiutarmi in quel gesto prima di accarezzarmi lentamente i capelli…
‘Il tuo odore mi fa impazzire…’ sussurrò, emisi un gemito nel momento in cui mi liberò anche di quell’inutile reggiseno che non faceva altro che dividerci in quel momento.
Oddio… iniziò a toccare leggermente il mio seno prima di stringerlo col suo palmo dolcemente, riseguì lo stesso movimento della sua mano con la sua lingua…esisteva momento migliore di quello? No.
Gli strinsi con quella poca forza rimasta in me il suo capo verso il mio viso, nei suoi occhi vidi improvvisamente preoccupazione, timore…
Si alzò improvvisamente dal bordo del letto, e prima ancora che potessi ribattere mi chiuse leggermente le labbra con un bacio dolce e lento.
‘Cazzo.’ Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo, si era improvvisamente alzato e si era avvicinato alla soglia della porta per orecchiare qualcosa. Ridacchiai non appena mi accorsi la condizione dei suoi capelli: completamente disordinati…quant’era bello.
‘Che c’è?’ Dissi cercando di coprire il mio petto nudo con le mie mani ancora in coma dopo averlo toccato…possibile che quel ragazzo mi facesse quest’effetto?
‘Ho sentito dei rumori, cazzo Elise!’ lo vedevo preoccupato e la sua voce usciva come un sussurro lieve e timoroso allo stesso tempo.
Scattai all’in piedi e mi avvicinai verso di lui, sembrava così concentrato che non si accorse neppure della mia presenza dietro di lui, dei miei passi e persino della mia botta contro il suo comodino!
Lo abbracciai da dietro, improvvisamente lo vidi trattenere per un attimo il respiro… ‘Proprio adesso che ho una pazza voglia di te, devi investigare per dei strani rumori in cucina?’ Mi accorsi solo dopo della maniera in cui avevo usato quelle parole…avevo messo dentro emozione e eccitazione, troppa eccitazione.
Sorrise, prima di girarsi improvvisamente verso di me…c’era cosa più bella dei suoi occhi verdi? Mi spinse indietro fino a quando non toccai leggermente con la caviglia al comodino accanto al suo letto. Si sedette, aspettava quasi che facessi io la prima mossa, e forse per me quella sarebbe stata anche un modo per dimostrargli la mia ‘paura del sesso’, detta a modo suo.
Mi fece salire sulle sue gambe, viso contro viso, petto contro petto, cosce contro cosce.
Mi avvicinai col bacino più vicino al suo, lo baciai quasi come se fosse passata un’eternità al suo ultimo bacio, e man mano scesi al suo collo. Annusai quasi con disperazione l’odore della sua pelle calda, intanto le sue mani mi strinsero sempre più forte a lui…
‘Elise…’ ‘Mh?’ Mugugnai intenta ad accarezzargli il collo… ‘Posso farti impazzire se me lo permetterai…’ Sorrisi nel suo bacio e lui capì che quello era decisamente un ‘sì’.
Posò dapprima le sue mani su entrambi i miei seni, mi alzai quasi di scatto per il piacere della sua stretta, ma arrivò purtroppo il momento che in fin dei conti aspettavo sin dall’inizio di quella serata…
Scese con la sua mano accanto agli elastici degli slip, insinuò dapprima la sua mano dentro per provare ad accarezzarmi, ma mi ritrassi immediatamente lasciandolo con una faccia completamente perplessa e la sua mano a mezz’aria.
Cosa stavo facendo? Non potevo, anche se lo volevo da impazzire, non potevo e non dovevo far accadere una cosa del genere. IO ERO FIDANZATA. In quell’istante pensai a David e a quanto lui mi fosse stato fedele per tutto questo tempo…
‘Sono fidanzata…’ dissi col cuore che quasi piangeva per quella pronuncia di quelle parole.
‘Non è un errore tutto questo se davvero lo vuoi.’ Ero a cavalcioni su di lui, la situazione forse non era delle migliori, ma nonostante le condizioni del mio nudo quasi integrale proprio di fronte al suo viso, non smise di fissarmi per un secondo.
‘No, non posso.’ Mi alzai immediatamente, presi tutte le cose rimaste ancora sul pavimento e cercai velocemente di vestirmi: non diedi neanche retta al reggiseno, infilai maglia e pantalone con una fretta innaturale…ero completamente imbarazzata.
‘Aspetta, prima sono venuti i miei…’
‘COSA?’ Mi girai di scatto, con la paura che ci avessero scoperti ‘MA NON AVEVI DETTO…’ Mi bloccò immediatamente prima di aggiungere ‘Infatti dovevano rientrare tardi stanotte, tranquilla…staranno in letargo ormai.’
‘Ciao Chase.’ Non mi rispose mentre abbandonavo la sua camera da letto, ero una stupida, ecco cos’ero! Una stupida testarda e incosciente delle sue azioni.
Solo quando uscii da quella casa respirai a fondo, tutto mi sapeva ancora di lui… improvvisamente sentì qualcosa nella mia tasca vibrare, ne uscì il mio cellulare e notai che era Clara! Come avevo fatto a dimenticarne?
‘Clara?’ domandai quasi, per paura di una sua morale GIUSTA per il modo in cui l’avevo abbandonata proprio in quel momento.
‘Elise! Non sarai mica a casa?’ ‘No…sto per tornare.’ Non avevo intenzione di parlarne di Chase proprio in quel momento…
‘Perfetto! Passi a casa mia? Sai per quel fatto…ho paura Elise! Ah…passeresti in farmacia per un test di gravidanza? Per favore! Ah…all’angolo di fronte alla farmacia c’è un negozio di graffette…me ne prenderesti una? Ne ho una voglia matta!’
Ma quanto diamine parlava quella ragazza?!
‘Ok, a tra poco. Sta’ tranquilla!’ Le dissi, forse quel pizzico di tranquillità serviva più a me che a lei in quel momento visto le mie condizioni…
 
 
‘Come si usa questo coso?’ Mi disse Clara mentre azzannava la sua graffa calda ancora.
‘Non lo so, se magari la smettessi di mangiare e di aiutarmi con questo maledetto foglio!’ ‘Ok, ok! Scusa!’
Se davvero era incinta, credo che qui l’unica davvero in crisi e che sembrava una donna in menopausa ero io in quel momento.
‘Ti aspetto qui.’ Dissi sorridendole, era notte fonda e ormai il mio unico momento di relax per dormire era saltato per stanotte: sarei rimasta accanto a Clara qualsiasi cosa sarebbe accaduta. Lei c’era sempre per me, volevo esserci per davvero anch’io stavolta.
‘Allora?’ Le domandai mentre usci boccheggiando con il test in mano quasi in coma.
‘E’…è…p…o…si…ti…vo.’ Scattai all’improvviso accanto a lei: ne era davvero sicura?
‘Come positivo? Hai controllato bene le istruzioni?’
‘Sì…due volte l’ho rifatto.’
Ci sono, Clara. Cascasse il mondo, io ci sarò sempre per te.’ Questa frase mi uscì completamente dal cuore, anche se forse non era adatta per quel momento volevo che sapesse che non era sola.
‘Per una volta che non uso le precauzioni mi succede questo! PERCHE’ A ME? PERCHE’ ELISE? Tante troie scopano senza mai pensare ai risultati e per una volta…UNA SOLA è successo a me! Perché?’
‘Vieni qui…’ Le dissi mentre la avvolgevo completamente al mio petto, mi scappò qualche lacrima dolce e forse ero anche molto scossa per l’accaduto. Di solito, queste cose erano sempre state fuori dal nostro mondo…
‘Elise…’
‘Mh?’ ero rimasta tutta la notte completamente accanto a lei, e nel momento in cui riuscì a prendere sonno iniziai a pensare anche a Chase e quanto fossi stata codarda.
‘Voglio questo bambino.’
Le sorrisi, era decisamente questa la mia migliore amica, io ci sarei stata fino alla fine dei suoi giorni, e so che lei avrebbe fatto la stessa cosa, avremmo superato questo momento insieme come tutte le cose che ci erano successe.
 
Da poco ero tornata da casa, nella mia testa regnava un caos totale così decisi che per rilassarmi mi serviva un bel bagno caldo.
Proprio nel momento in cui decisi di dedicarmi un sincero relax, sentii parlare Lucas a telefono, così mi avvicinai dietro alla sua porta di camera…
‘Chase ultimamente sei strano…’ una fitta mi colpì proprio al cuore…maledetto cuore.
‘Va beh comunque che ne dici questo pomeriggio di venire a trovarmi qui? Ci sarà anche Jack…credo che ci sia un problema di cui parlare.’
Jack? Problema? Panico.
Mi richiusi subito nel bagno e preparai un bagno caldo con qualche aroma dolce dentro, spesso mi aiutava a pensare.
DrinDrin. Un nuovo messaggio ricevuto.
Clara? Sarebbe stata sicuramente lei.
‘Prima o poi cederai e mi vorrai così tanto da sentirti male.’
Chase.
Sussultai per un attimo, purtroppo anche adesso lo volevo da star male.
‘Davvero? Da cosa lo capiresti?’
Lo stavo decisamente provocando, sì.
‘Sono dietro la porta del tuo bagno, Elise. Ti ho vista.’
Presi immediatamente un asciugamano e me ne uscii dalla vasca, stupido ninfomane testa di cazzo.
‘Ho visto anche questo, carina quando ti arrabbi.’
‘Dove cazzo stai?’ Chiesi con stupore dal momento in cui fuori alla porta del bagno tracce di lui non c’erano.
Dietro di te.’ Urlai per un attimo dallo spavento di quel messaggio in relazione al movimento del suo corpo contro il mio.
‘Sorpresa!’
‘Sei uno stronzo, Grey!’ Ed era davvero stronzo, come cazzo aveva fatto a nascondersi in quel modo e come avevo fatto io a non vederlo?
‘Mi vuoi ancora?’
‘No.’ Dissi con tutte le mie forze pur di far apparire queste parole come fatti reali e non completamente bugie.
‘Cederai, Elise. Lo farai.’ Disse voltandosi e entrando in camera di Lucas dove ad aspettarlo c’era anche Jack, che aveva visto tutta la situazione. Con quell’altro stronzo ci avrei parlato magari in privato con qualche bel cazzotto  e calci in culo.
Chiusi irritata la porta di camera mia, come aveva fatto ad avere il mio numero di cellulare? Che mistero quel ragazzo.
Mi vestii di fretta e furia prima di correre di nuovo a casa di Clara che non avrei mai voluto abbandonarla proprio in questo momento.
‘Ti prego raccontami qualcosa che non mi faccia ricordare tutto questo…’ disse, con un panino tra i denti. Dovevo distrarla, quindi iniziai a parlare dell’argomento che più mi interessava in quel momento: lui.
‘Ci sei…andata a letto?’
‘No, e non ci andrò. E’ stato uno sbaglio, solo questo. Domani andremo in ospedale, ok?’
Annuii abbracciandomi per poi mimarmi un ‘grazie’. Ci sarei sempre stata per lei, è così che fanno le migliori amiche.
 

 
 

Spazio d’autrice!
Quanto mi siete mancati? Non lo immaginate neppure! Oggi sono stata molto ispirata a scrivere questo capitolo…la scuola è iniziata e purtroppo sono già stanca e impegnata per i compiti, studio e roba varia. Scusate per quest’assenza!
Non voglio farvi un papiro di cose decisamente inutile, quindi arriverò al sodo.
Ogni giorno penso a questa storia, al finale, al continuo, sono sempre più ossessionata a farlo specie per i meravigliosi commenti al riguardo. Siete meravigliosi, davvero. Ogni volta che prendo la cumana per andare a scuola (un vero strazio) penso sempre alla storia per tornare a sorridere. Scrivere mi aiuta molto!
Beh, che ve ne pare di questo nuovo capitolo?
Non è il meglio, ma vi assicuro che da oggi in poi darò il massimo per voi!
Un bacione enorme!
Maria.

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Capitolo 8
*** Chapter Eight. ***


Una settimana fa mi ritrovavo tra le sue braccia ed avevo la possibilità di potermi sentire sua.
Oggi sono una stupida ragazzina in fase ormonale ancora in prognosi riservata con una pizza in mano e una pepsi buttata davanti al divano in attesa di qualcosa di decente in tv.
Era tutto il giorno che stavo completamente immersa nei miei pensieri senza voler sentire e vedere nulla e nessuno. Clara passava la giornata dai nonni e pensava in tutti i modi un discorso decente da fare ai suoi genitori apparentemente comprensibili e di buon’animo.
Quel pomeriggio, però, successe qualcosa che mi lasciò col dubbio per tutto il resto della giornata: un insolito messaggio lasciato in segreteria nel cellulare di Lucas ed io –da brava sorellina quale ero- avevo deciso di risentirlo per volermi assicurare le condizioni di Chase…non che me ne importasse qualcosa! Era solo curiosità la mia, come sempre d’altronde.
‘Lucas, stasera organizziamo in discoteca al Vodka’s…ci sarà Jack e Clara! Sarà il momento adatto per Jack di rivelarsi probabilmente dopo che la farà ubriacare un po’. Richiamami bassotto.’
Per quanto sapessi che Clara sarebbe rimasta tutta la giornata dai nonni, conoscendola, se ne fosse venuta a conoscenza dell’invito di Jack –innamorata com’era- avrebbe sicuramente accettato e trovato un modo per rivelargli di essere incinta…ma ubriacarsi? Non potevo permettere che accadesse e sapevo quanto Clara ci fosse cascata.
Morale della favola del principe scassacazzo e la povera principessa ferita? Mi ero preparata per andare a controllare la presenza di Clara al locale e una volta accertata la sua sicurissima assenza me ne sarei fuggita senza che nessuno mi scoprirà. Nessuno tranne Lucas.
 
‘Sorellina, che ci fai qui?’ La musica ad alto volume mi permetteva di capire poco e niente, per cui mi limitai ad annuire senza aver capito un emerito tubo delle sue parole ed andare avanti.
Jack era seduto accanto ad un palo con un bicchiere di vodka in mano, mi avvicinai a lui che non appena mi vide mi fece cenno di avanzare.
‘Ciao Jack…hai visto Clara?’ La solita guastafeste.
‘No…non è venuta, ha preferito starsene a casa. Chi la capisce.’
Sospirai, era davvero cambiata in quelle poche settimana passate. Mi sentivo quasi fiera di lei.
‘Grazie. Ci sentiamo, Jack!’ Mi fece cenno di sì con la testa prima ancora di sparire tra la folla…
Non appena mi girai vidi ridere Chase a crepapelle con due troie con dei tacchi alti cento metri, quasi quasi erano persino più alte di lui, gli strusciavano contro col sedere e giocavano insieme con della panna…che schifo. Mi veniva quasi il voltastomaco: io a casa a deprimermi perché lo volevo da impazzire, e lui ad una festa a divertirsi con delle troie a pensare ai suoi progetti per stasera.
‘Vuoi ballare con me dolcezza?’ Mi voltai per cercare di capire chi fosse stato a parlare, quando mi ritrovai davanti un ragazzo che più di vent’anni non poteva avere, alto, magro e con dei capelli castani chiaro.
‘Oh…no…stavo per andare via.’
‘No, tu ballerai con me.’
Mi lasciai trasportare in pista anche se cercavo di oppormi ad un metro e ottanta di altezza. Mi arresi subito, in fin dei conti un ballo che costava? Quello stronzo stava per scoparsele in pubblico quelle due oche.
‘Sai ballare?’ Mi chiese con un sorriso a trentadue denti, avrebbe smesso di ridere con un bel pungo nello stomaco se non smetteva di palparmi le tette.
‘No.’ Ammisi.
Lo vidi alzare in alto le mani come per batterle a ritmo di musica.
‘Muoviti a caso, ti sto dietro!’ Mi disse mentre continuava ad agitarsi.
Sembravo un pinguino decisamente, i movimenti erano sempre più lenti e sempre più imbarazzata pensavo di scapparmene a gambe levate fino a quando non vidi i suoi occhi addosso: geloso, geloso marcio.
Iniziai a muovermi un po’ di più proprio in quel momento, non volevo fare una sceneggiata, volevo soltanto che sapesse che sto benissimo anche senza di lui.
Il tizio ancora nome sconosciuto, mi sollevò di poco una gamba per toccare la mia pelle candida e morbida. Mi pentii di aver addosso un tubino corto e decisamente troppo stretto in quel momento.
‘E menomale che non sapevi ballare.’ Mi disse il ragazzo facendomi comparire quasi un sorriso: in fin dei conti me la cavavo.
Non appena lo vidi entrare in pista con una ragazza quasi nuda se non per quel velo di filo mi salii in sangue nel cervello. No insomma, non era proprio nuda ma poco ci mancava! E poi non dovevo avere ragioni di essere gelosa di questo: poteva fare ciò che voleva.
Presi il tizio-nome-sconosciuto e gli morsi il labbro inferiore per poi giocare con la sua lingua.
Voleva giocare sporco? Lo avrei accontentato subito.
Toccò il ventre di quella troietta e vidi le sue mani scendere sempre più: panico.
Non potevo resistere ancora per molto a quella visione, non potevo essere così sapendo di essere FEDELMENTE fidanzata. Ecco, io ero fidanzata e di Chase non me ne dovevo fregare nulla.
Uscii dal locale, non so come quel tizio abbia preso la mia improvvisa reazione, so soltanto di averlo visto quasi sussurrare un ‘ma che…?’ beh, ad essere stronza lo ero e anche tanto.
Mi posai accanto ad un albero quasi priva di sensi, poi lo vidi uscire con una sigaretta in mano e senza nessuna troia stavolta.
Quando si avvicinò a me si limitò a gettarmi un bel po’ di fumo in faccia.
‘Ehi…!’ Mi lamentai quasi soffocando da quel terribile odore di fumo.
‘Che cazzo ci fai qui, Edwards?’
‘Ero venuta a controllare una cosa, e poi non sono cazzi che ti riguardano.’ Che stronza davvero che ero, eh.
‘Che c’è hai rimasto in bianco anche David?’
‘Che c’è le troiette ti hanno appeso o hanno il ciclo? Povero cuore di uno stronzo ninfomane infranto.’ Mi amavo, ero un vero genio!
‘Non immagini come quel tizio ti guardava, Edwards. Non immagini che pensieri aveva su di te per stanotte.’
‘Gli stessi che hai tu, non pensi?’ Stavo esagerando forse a ricordargli di quella proposta terribilmente irresistibile.
‘Non ti toccherei mai per farti del male.’
Solo allora capii il senso di quella frase precedente, voleva divertirsi o costringermi a farlo con lui. Quello stronzo.
‘Ah…comunque quelle troie erano semplicemente due amichette del tuo caro fratellone Lucas, una scommessa persa e dovevo starci per dieci miseri minuti. Non tocco una ragazza da una settimana in quel modo.
Una fitta partì da sotto, cazzo, cazzo, cazzo.
‘Smettila che queste cazzate non se le beve manco mia nonna.’
‘Sai cosa mi sta controllando adesso dal saltarti addosso?’
‘Cosa?’ Dissi con tutta la spavalderia esistente al mondo e con testa alta.
‘Mi stai stringendo le mani così forte che credo non riuscirò più a toccare qualcosa per un bel po’…’
Mollai immediatamente la presa, non me ne ero neppure accorta di quello stupido gesto. Che stupida che ero, stupida per davvero.
‘Stronzo.’
‘Che ho fatto stavolta?’ disse con la sua solita aria stufa.
‘Come fai a sapere tutto su di me o su ciò che mi circonda? Come fai a sapere i pensieri di quel tizio, chi mi dice che non è un preteso per spaventarmi?’
‘Sei fidanzata, Elise…’ Mi ricattava anche con le stesse parole che usai io quella notte…
‘…Non vedo il motivo per cui tu vorresti portarti a letto un semplice incontro, e poi quello è George Black, sai quante ragazze ha toccato violentemente con forza? Non ne hai idea.’
Mi sentivo così protetta con lui, mi sentivo così bene che avrei voluto restarmene lì con lui per sempre.
‘Grazie…’ Ammisi sotto tortura in qualche modo di esserne grata per avermi avvertito, perché so che con il mio orgoglio probabilmente sarei ritornata lì dentro e mi sarei lasciata andare –anche se solo per ballare- con quel tizio.
‘Grey, è normale che io desideri ciò che non è mio?’ Cosa stavo dicendo? Le parole con lui mi uscivano completamente di bocca, perdevo il controllo di me stessa.
Sorrise. Sperai con tutto il mio cuore che non avesse capito che il soggetto in questione era lui…
‘Credo di sì. Posso dirti una cosa?’
Qualsiasicosa, Chase. Qualsiasi
‘Dimmi.’
‘Ho fame.’
Era serio? No perché aveva rovinato l’unico momento di pace in quel momento tra noi, entrambi sapevamo che il giorno dopo sarei stata la solita vipera con lui.
‘Sei un povero scemo.’
‘E tu sei una stronza. Sta’ attenta Edwards. Torna a casa.’
‘Altrimenti?’
‘David sarà geloso, non pensi?’ Colpita e affondata. Se solo sapesse che in realtà chi desidero è lui, nessun’altro…
Mi alzai di botto, stavo quasi per traballare…sembrava quasi di essere tornata alla prima volta in cui lo vidi. Io una povera ubriaca senza speranze e lui un giovane salvatore di anime impure.
‘Ah…un’ultima cosa…’ Mi girai, le sue parole mi facevano sentire così bene.
‘Ti sai muovere davvero benissimo.’
‘Grazie.’ Dissi d’un botto, mi sembrava naturale anche ringraziarlo per quel complimento che mi fece arrossire. Al solo pensiero che mi avesse vista mentre magari ballavo mi faceva impazzire.
 
Il rientro a casa fu doloroso e frustante, sarei voluta rimanere lì con lui per sempre, magari avrei dovuto baciarlo perché mi mancava da impazzire.
L’unica cosa che mi distrasse in quel momento fu la chiamata di Chase, sembrava quasi piangere dal tono della voce che aveva con me in quel momento.
‘Elise…Chase…’ respirai a fondo, cosa aveva da dirmi su Chase? Perché quell’aria così triste?
‘Si?’ Lo spronai pur di cercare di capire cosa c’entrasse Chase in quella che sarebbe dovuta essere una nostra conversazione.
‘…Ha avuto un incidente…ma non guidava lui…guidava…’ Attaccai prima ancora di sentire altro, CHASE. HA. AVUTO. UN. INCIDENTE? Mi strinsi a forza i pugni, le lacrime sembravano uscire così velocemente, sentivo una perdita così forte. Non riuscivo a controllarmi, dovevo vederlo. Dovevo assicurarmi che stia bene, dovevo essere lì adesso. Non mi spogliai neppure e mi precipitai a correre verso un taxi disponibile in piena notte a Brooklyn, un vero e proprio dramma.
Il mio Chase. Per quanto io potessi odiarlo, io avevo bisogno di lui. Sì, lo avevo ammesso: ho bisogno di quello stronzo. Ho bisogno di lui adesso, domani, per sempre. Al solo pensiero che potesse star male, mi sentivo morire. Non poteva esser vero, non a lui. Non al mio Chase.
Scesi con una fretta probabilmente soprannaturale dal taxi e mi diressi verso la prima entrata di quell’enorme edificio. Avevo sempre odiato quei muri grigi e quella struttura pezzente, chissà quante lacrime, quante perdite nascondeva.
Pronto soccorso, seconda svolta a sinistra. Il viso era completamente bagnato e il mascara iniziò a colare senza controllo. ‘Signorina! Si fermi!’ Evitai le parole completamente inutili in quel momento dell’infermiera e mi precipitai al pronto soccorso. Dov’era? Dove lo avevano portato?
‘Edwards…’ Mi girai di scatto quasi colma di felicità dopo aver sentito le sue parole, la sua voce. Stava bene.
‘Grey?’ Mi asciugai al meglio le lacrime, il mio cuore piangeva di gioia dopo averlo visto in gran forma. Che stupida ero stata.
‘Come mai col fiatone?’
Pensavo stessi morendo, stronzo.
 ‘Ho fatto le scale di corsa, ho saputo dell’incidente ed ero venuta per vedere…’
‘Per vedere Jack? Era alla guida lui e ci ha portato fuori strada. E’ ancora sotto shock.’
‘Sì, per vedere Jack.’ Non avevo ascoltato come erano andati i fatti da Lucas, quindi ringraziai mentalmente Chase per avermi dato una scusa bella e buona.
‘Ah, quindi sei venuta qui solo per lui?’ Annuii e pregai Dio che non si fosse accorto di quell’enorme cazzata.
‘Beh, sì. Ho saputo anche di te, ma vedo che stai bene. Vado da Jack.’
‘Elise…’ Mi girai, cosa voleva ancora?
‘Sai vero che Jack si trova al primo piano almeno?’ Ero completamente rossa come un peperoncino, bella figura davvero.
‘Cos’hai fatto…’ Dissi quasi spaventata quando mi avvicinai a lui e vidi il sopracciglio rotto e il labbro completamente insanguinato.
‘Nulla di grave.’ Disse, seduto su una barella del tutto insanguinato in viso.
Cercai un po’ di stoffa e un detergente che si trovavano proprio all’entrata del pronto soccorso e iniziai a tamponargli lentamente e cautamente le ferite.
 ‘Non c’è ne è bisogno.’ Disse sussultando, gli avevo fatto male con la ferita aperta.
‘Scusa…’ Sentivo i suoi occhi addosso, gli bendai il sopracciglio con una farfallina. Presi un altro pezzo di stoffa e mi avvicinai al labbro: morbido come lo ricordavo, insanguinato e estremamente sexy.
‘Perché fai tutto questo, Elise?’
‘Perché mi va.’ Dissi con tutta la sincerità, con lui mi sembrava tutto così semplice.
‘Grazie.’ Mi disse sorridendomi. Sembrava un vero sorriso, mi si riempì il cuore d’amore per un attimo.
‘Sai cosa mi farebbe guarire adesso?’
‘Cosa?’ Dissi concentrata a tamponare il labbro superiore, non riuscivo a controllare tutto quel sangue…
‘Un tuo bacio.’
Mi prese saldamente per la vita, la cinse in un secondo con le sue mani. Mi era mancato…
‘Baciami adesso.’ Dissi con tutta onestà, non aspettavo altro: un suo bacio. Solo quello e me lo sarei fatta bastare per sempre.
Mi baciò, quel bacio sapeva tanto di sangue, cercavo di baciarlo dolcemente per non fargli del male ma non riuscivo mai a controllarmi per davvero con lui.
‘Puoi baciarmi come si deve? Non mi fai mica del male così…’ Un sorriso a trentadue denti si sporse davanti a me, presi a baciarlo come si deve…mi era mancato per davvero.

 
 
Spazio d’autrice!
Ciao bellezze! Sono ritornata prima del previsto, avete visto? Ve lo avevo promesso, quindi eccomi qui.
Innanzitutto voglio ringraziare tutti per i commenti dello scorso capitolo, grazie a voi ho sempre ispirazione per scrivere!
Scrivere è davvero ciò che amo fare di più, anche se magari non lo faccio in maniera perfetta…abbiate pietà che è la mia prima storia che scrivo!
Beh, vi lascio per adesso mie care lettrici!
Ricordate che vi voglio davvero bene, e non dimenticatevi di me.
Un bacione.
Maria.

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Capitolo 9
*** Chapter Nine. ***


Era la terza volta che facevo dietro-front davanti a quell’immagine riflessa in quel vetro appannato dal calore di quella stanza. Il viso era ancora bagnato da quelle piccole lacrime che si erano accumulate nascoste dietro quegli occhi sofferenti d’amore, spesso affondavo leggermente il palmo al di sotto di quell’enorme abito bianco panna con tanto di cristalli ai lati della chiusa lampo rimasta ancora aperta a scoprire schiena e fianchi.
Quella mattina avevo trovato un regalo decisamente inaspettato da David: un abito da sposa ereditato probabilmente dalla sua amatissima madre. Era proprio lì, sul mio letto senza un foglio, una lettera che potesse spiegare il motivo di quel gesto.
‘Non sei emozionata?’ Mi chiese mia madre proprio qualche ora prima, emozionata? Ero decisamente sconvolta, impaurita e chi più ne ha ne metta! Avevo cercato di nascondere la mia tristezza dietro ad una paralisi facciale per tutto il mattino, avevo provato a chiamare David per spiegarmi il motivo di quel gesto, ma mia madre mi bloccava proprio sul procinto di farlo…che mi stesse nascondendo qualcosa, lo sospettavo da sin troppo. La cosa inimmaginabile è che avessero preso queste iniziative senza neppure consultarmi. Avevo deciso di affrontare mia madre proprio nel momento in cui si preparava, agitandosi, ad aprire il pacco rimasto ancora socchiuso per paura probabilmente.
‘Che mi nascondi?’
‘Oh, tesoro…niente!’ Occhi bassi, sussurri leggeri: mentiva spudoratamente.
‘Mamma!’
‘E va bene, sai che non resisto a quegli occhioni…Ti sposerai con David, l’anno prossimo, tra due anni, tre anni, quattro forse…ma lo farai con lui. Sai già del fedele patto, tra qualche mese ci sarà il fidanzamento ufficiale.’ Tirò tutto d’un fiato senza mai fissarmi neanche per un secondo.
Come potevo reagire a quelle parole? Ero cosciente di quello che avrei dovuto affrontare, una parola era una parola. Aggiungiamoci anche le bugie di mia madre, dette a Michelle, riguardo al fatto che io provassi un’attrazione in tutti i sensi per David…
Il tempo sembrava non passare mai, più mi guardavo e più avevo voglia di strapparmi di dosso quel terribile e strettissimo abito, chi lo avrebbe mai immaginato che per i miei primi diciassette anni avrei dovuto preoccuparmi di cosa indossare al mio matrimonio. Altra fitta al cuore, non amavo ancora David. Come posso imparare ad amarlo tra qualche anno? Come?
Improvvisamente sentii qualcosa di caldo coprire leggermente i fianchi ancora scoperti, il freddo della cerniera laterale del vestito si alzava e finiva contro la mia calda pelle…Chase.
‘Questo non è l’abito che fa per te, Elise.’ Per una volta mi aveva chiamato Elise senza pronunciarlo in maniera altezzosa, ma in un modo unico che mi lasciava decisamente senza fiato.
‘Sentiamo…qual è l’abito che fa per me allora?’ Ero ritornata la solita stronza con Chase, mentre lui era più serio che mai.
‘Un abito che stringa il tuo piccolo seno…’ Disse poggiando la sua mano sotto al mio seno destro, non fiatai. Lo lasciai continuare…
‘Uno che lasci liberi i tuoi bellissimi fianchi, magari lungo e di un bianco più scuro che valorizzi i tuoi morbidi capelli neri…’ Impugnò una ciocca dei miei capelli per poi giocarci liberamente.
Quello era il mio abito dei sogni, era sempre stato così nei miei più oscuri pensieri. Mi conosceva così bene in così poco tempo. Non parlai, lasciai che la voglia di saltargli addosso e abbracciarlo mi sfiorò la mente, avrei voluto abbracciarlo per così tanto tempo probabilmente da fargli mancare il respiro. Illusa.
Non avevo più parole, avevo smesso di usare il mio atteggiamento duro con lui, in quel momento ero diventata debole eppure non mi importava.
‘Comunque le tue tette sono troppo piccole.’ Volevo abbracciarlo? No, cambiamo decisamente azione, volevo ucciderlo.
‘Meglio di niente.’ Per la prima volta mi sembrava di scherzare per davvero con lui, senza quelle provocazioni stupide e quei punzecchiamenti frequenti tra di noi: stavamo scherzando proprio come due…amici.
 Non mi interessai neppure del perché era a casa mia in quel momento, probabilmente cercava Lucas che era uscito da lì a qualche minuto.
‘Che fai, non ti spogli?’ Mi domandò, vedendomi rossa in viso e con una gran voglia di rinchiudermi nel mio bagno per liberarmi effettivamente del regalo del mio carissimo David.
‘Ti gireresti?’ Dissi con tono imbarazzato, avrei dovuto cacciarlo fuori, ma non mi andava né fisicamente né moralmente.
‘Cos’è che non ho ancora visto di te, Edwards?’ Imbarazzo al cento per cento.
Mi spogliai alla velocità della luce e mi venne spontaneo sorridere vedendolo girato dall’altra parte della stanza senza fiatare a scrutare la mia libreria.
‘Perché sei qui?’
‘ Sto aspettando Lucas.’ Illusa, non sarebbe mai venuto per te.
 
19.10 Doccia e shampoo.
19.35 Vestiario.
20.00 Cena a casa di David.
Fine serata: il mio funerale.
‘Amore, sei pronta? Sai quanto è importante per loro essere in orario.’ Mio padre, come era solito fare, mi aspettava fuori alla porta di casa per potermi salutare come si deve e darmi delle raccomandazioni importanti per riuscire ad arrivare viva a casa.
Durante il tragitto pensai a chi in quei momenti mi incoraggiava meglio di tutti in quelle situazioni: la mia migliore amica. Tracce di Clara ne avevo davvero poche, i genitori vivono ancora nell’oscurità di tutto, ogni sera ci sentiamo tramite uno stupido cellulare: aveva deciso di trasferirsi da sua nonna che viveva a distanza di km da me. Mi faceva male tutto questo, ma sapevo che ben presto sarebbe ritornata più in forma di prima e magari con un po’ di coraggio in più.
‘Siamo arrivati, tesoro. Mi raccomando! Mostraci quel bel sorrisone adesso, dai!’ Che la serata infernale senza fine abbia inizio…
 
Per il momento mi sembrava essere la serata perfetta, eravamo tutti in armonia attorno a quel tavolo e per una volta mi sentii appartenere ad un certo senso a quella famiglia. Tra una parola e l’altra sembrava già essere arrivata l’ora del dessert, servita personalmente dallo chef della serata e dal suo cameriere personale. Chissà che avrà di speciale questo cameriere, forse era un nipote, o magari il suo migliore amico o magari…CHASE?
 Mi affogai in un istante col pezzo di frutta ancora in gola, David mi fissò quasi sconvolto vedendomi lacrimare prima di darmi qualche colpo alle spalle.
‘Tutto apposto?’ Mi chiese David, e, con un sorriso annuii. Possibile che facesse parte di ogni minima cosa nella mia vita quel coglione? Era assurdo quasi da pensare.
Mi fissò con uno sguardo stupito, probabilmente neanche lui sapeva per chi fosse stato organizzato tutto quel catering e non sapeva neppure la famiglia a cui era destinato tutto quel cibo.
La cosa che più mi stupì era immaginare Chase, giovane e intelligentissimo ragazzo Universitario, come cameriere. Era un lavoro nobile, ovviamente, ma non ce lo vedevo proprio in quelle vesti, specie per il suo caratterino e la sua vita da nullafacente.
‘Attenzione, signorina.’ Mi disse, quasi con un sorriso divertito mentre mi versava lentamente un drink.
‘No, grazie. Non bevo.’
Iniziò a ridere, non capivo sinceramente il motivo, ma iniziavo a vedere tutti la famiglia di David aggiungersi alla sua risata divertita.
Lo guardai quasi implorando e sperando di non aver fatto una delle mie figure, mi sussurrò un leggero ‘tranquilla’.
‘Lo devi versare sul dessert, è crema tesoro!’ David mi porse la sua mano, quasi volendomi tranquillizzare per la bellissima figura fatta. Chase guardò tutta la scena, chinai il capo per non fargli notare del mio rossore presente ancora in viso, poi sentii dei passi allontanarsi. La serata in fin dei conti era davvero volata, avevo sbagliato a giudicare la famiglia di David così in fretta. Sembrava anche che l’incidente della prima cena fosse stato dimenticato.
‘Vuoi che ti accompagno?’ Mi chiese gentilmente David, avevo deciso di fare quattro passi a piedi quindi inventai una scusa ben valida e mi allontanai cercando di aumentare il passo quando vidi Chase distante pochi metri da me camminare tranquillamente.
‘ASPETTA!’ Gridai, sperando si fermasse e così fu. Mi guardò con un ghigno di stupore, con una sigaretta in bocca e intento a fissarmi. Gli strappai dalle mani un accendino e , come se avessi il permesso, frugai nella sua tasca per estrarre una sigaretta.
‘Che cazzo fai?’
‘Voglio provare a fumare.’ Ammisi, in realtà volevo soltanto sapere che cosa si provasse a farlo, ero sempre stata indifferente alla nicotina, erbe o cose del genere.
Provai ad aspirarla, ma il risultato fu abbastanza schifoso visto il fatto che avevo praticamente inghiottito il fumo o quel che era.
‘Non sai neppure fumare!’ Sorrise.
‘Insegnamelo tu.’ Dissi, morivo dalla voglia di vedere di cosa sarebbe stato capace.
‘…Aspetta…’ Dissi tra un salto e l’altro mentre cercavo di togliermi quel bel quindici di tacco, ero decisamente bassa in confronto a lui senza quei maledetti cosi.
Aspirò d’un botto la sua sigaretta, era così bello che sarei rimasta a fissarlo per ore, così concentrato…così…
‘Apri la bocca, adesso.’ Disse soffiando dentro il fumo, era così assurdo essere a soli pochi centimetri dalla sua bocca e oppormi di baciarlo o anche semplicemente di toccarlo.
‘Mi prometti una cosa?’ Si sporse verso di me, con un sorrisino adorabile.
‘Cosa?’
‘Non provarci mai più, intendo col fumo, non prendere questo vizio e se sei depressa sfogati col sesso.’
‘Possibile che tu pensi solo a quello? Dammi la sigaretta che mi spetta.’
‘Come sei cattiva…’ disse ridendo scroccandomi la sigaretta che avevo preso senza permesso dalla sua tasca.

‘Cattivissima.’ Ci scherzai anch’io su, ancora una volta quella era una prova di quanto mi facesse bene stare con lui.
 ‘Ti accompagno, non vorrei che una macchina ti buttasse sotto piccolina come sei.’
‘Non importa. Ho ancora due gambe.’ Non finii neppure di pronunciare l’ultima sillaba che inciampai nei gradini e se non ci fosse stata la mano di Chase probabilmente avrei fatto una caduta universale.
‘Ahia.’ Dissi, toccandomi leggermente la parte lesa del sedere.
‘Ti devo ancora accompagnare?’
‘Accompagnami, ti prego.’ Dissi saltellando, avevo decisamente esagerato con quella caduta.
‘…Mi dai quella sigaretta prima?’ Chiesi, in realtà non volevo assolutamente fumare, volevo vedere la sua reazione…
‘Scordatelo.’ Era il genere di risposta che mi aspettavo, sorrisi quasi involontariamente…
‘Edwards…mi prometti una cosa?’ Finalmente la sua voce spezzò quel silenzio insopportabile.
‘Dimmi.’
‘Nessuno saprà del mio lavoro extra, chiaro?’
‘Promesso.’

 

Spazio d’autrice!
Tadaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan! Eccomi qui! Sono ritornata, non ho ritardato molto stavolta dai!
Non abituatevi troppo a questa versione di Chase dolce e carino con Elise, ancora non deve arrivare il primo! Siamo solo agli antipasti! Ho avuto un periodo ultimamente che avevo preso l’iniziativa di fermarmi qui col scrivere questa storia, l’ispirazione non mi manca mai, ma non riesco a scrivere. E’ una cosa stranissima! Ho tantissime idee in mente, ma quando mi ritrovo con la mia fottuta tastiera tra le mani non prendo iniziativa di nulla…
Vi prego ditemi che non fa così tanto schifo questo capitolo!
Bacione! A presto (spero).
Maria!

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