Il cammino dell'oscurità

di Gold93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il risveglio ***
Capitolo 2: *** L'obiettivo è Naruto! ***
Capitolo 3: *** I preliminari ***
Capitolo 4: *** La chiave ***
Capitolo 5: *** Forze portanti e cercoteri ***
Capitolo 6: *** La crisi di Naruto ***
Capitolo 7: *** Verso le tenebre ***
Capitolo 8: *** Verità e decisioni ***
Capitolo 9: *** Missione di recupero ***
Capitolo 10: *** L'ultimo legame ***
Capitolo 11: *** Imboccando la via per le tenebre ***



Capitolo 1
*** Il risveglio ***


Salve, prima di tutto, avviso che questo mio what if è stato deciso in merito:
- Al capitolo in cui Naruto e Sasuke si scontrano, precisamente dopo il summit dei kage.
In quell’occasione Naruto afferma che è i loro ruoli potrebbero essere invertiti.
- A una long-fic “L’amico di un mostro” che mi ha dato non poca ispirazione e che vi consiglio di seguire, l’autore è nanaep7!
- Al fatto che al principio l’Akatsuki viene presentata come un organizzazione che voleva Naruto tra le sue file, o almeno questa era l’impressione, in realtà si trattava di una cattura.
Secondo questi tre elementi, ho dato inizio al mio what if!
Vi chiedo solo una cosa:
Il mio obiettivo primario in tutto questo è mantenermi IC e realista su certe linee, esempio banale: non importa quale what if venga fatto, che a Naruto non garbi il ramen è un motivo più che valido per mettere l’avviso OOC.
Quindi, se vado troppo fuori dagli schemi, avvisatemi!

 

Capitolo Uno: Il risveglio

 

La battaglia era sul punto di cessare.
Aveva combattuto bene e avrebbe anche vinto, se non fosse per la superiorità dell’avversario.
Dopotutto un genin non avrebbe mai battuto un criminale di livello S, nemmeno se il genin in questione era la forza portante della volpe a nove code.
E tantomeno se tra tutti i criminali, l’avversario era lui: Orochimaru.
“Dunque il marmocchio della volpe a nove code è ancora vivo” sibilò il Sannin, osservando il volto del biondo che assumeva i lineamenti della volpe.
“Quando le tue emozioni aumentano la potenza della volpe viene rilasciata, interessante” continuò a osservare il genin con interesse, mentre egli tentava in ogni modo di sfuggire alla sua presa facendo leva sulla forza.
“Che potenza... non mi sorprende se i piani di cattura delle forze portanti siano cambiati se questo è il vantaggio”.
E poi lo vide, impresso sullo stomaco, il sigillo della volpe a nove code.
“Ormai il sigillo a dodici anni, il chakra della volpe inizia a fondersi con quello di Naruto”.
Si formò un sorriso nel volto di Orochimaru, sapeva cosa fare, al momento però mancava degli strumenti.
“Purtroppo non so dove possa essere la chiave, poco importa, so come rimediare”.
Su quattro delle cinque dita del Sannin presero forma dei segni e le impresse sul sigillo di Naruto, il quale urlò di dolore e svenne sul colpo, il chakra rosso svanì.
“Ora bisogna aspettare, domani vedrò i risultati”.
“Sasuke-kun! Naruto è in pericolo!” urlò Sakura, non sapeva quale tecnica fosse stata usata sul biondo e ciò la preoccupava, però Sasuke non dava segni, era immobilizzato tra la paura e la rabbia della sua incapacità.
“Lo vuoi? Te lo consegno” sibilò il Sannin lanciando il giovane alla ragazza, non senza aver prima rubato il rotolo del team sette.
La ragazza non ebbe il tempo di prendersi cura del compagno che vide Orochimaru bruciare il rotolo, come avrebbero superato l’esame?
Anzi, la vera domanda è come sarebbero sopravvissuti a un ninja di livello così alto.
“Un giorno verrò a riprendermi Naruto” annunciò e questa frase destò per un momento Sasuke, quel ninja voleva riprendersi Naruto? Che significava? Anche Sakura era afflitta dalle stesse domande.
“Di cosa parli!? Figurati se vogliamo rivedere la tua faccia!” urlò contro il ninja, che ghignò come risposta alla sua espressione persa tra la rabbia e la paura, come l’Uchiha.
“Naruto-kun verrà da me in cerca di potere, per questo vi lascerò rimanere con vita, per vederlo con i vostri occhi” terminò sparendo dal terreno e dai loro occhi.


Saltava da un ramo all’altro mentre il bruciore al collo diventava più intenso, era un buon segno.
“Ormai devo essere vicina a lui... a Orochimaru”
Anko non riusciva ancora a credere a ciò che aveva visto, indubbiamente era opera del suo vecchio maestro e dentro di lei non vi erano solo preoccupazioni, sentimenti di rabbia e odio guidavano il suo cuore.
E poi il dolore divenne fortissimo, quasi insopportabile e a momenti cade, quando di colpo svanì.
Come la fitta di dolore era arrivata, era sparita.
“Che significa...?”
Orochimaru, non sapeva come, non era più lì

 
“Perché sei venuto?” domandò il Sannin al ninja vestito in nero, l’uniforme che indossava si distingueva per delle nuvole scarlatte.
“Devi scusarmi, non era mia intenzione impedirti di ricongiungerti alla tua vecchia allieva” si scusò il ninja, indossava una maschera arancione a spirale, aveva un'unica fessura dalla quale s’intravedeva un bagliore rosso, quello dello sharingan.
“Parla Tobi, cosa vuoi?”
“Sentire dalle tue parole come andata la missione, l’hai trovato?”
“L’eredità del quarto hokage? Sì, insieme a lui c’era il fratello di Itachi”
L’informazione ebbe un certo peso, il fratello di Itachi insieme alla forza portante? Molto bene.
“Il fratello di Itachi?”
“Sì, ha acume però manca di spina dorsale, sembrava un coniglio davanti a me”
Questo lo deluse, si aspettava di più dal ragazzo che a soli sette anni aveva risvegliato a sua stessa insaputa lo sharingan, tenendo testa a Itachi.
“Capisco... allora lasceremo che cresca e poi ci avvicineremo anche a lui” disse dando le sue prime disposizioni.
“Ho bisogno di testare ancora un po’ Naruto-kun, manderò dei miei subordinati” comunicò e un cenno della mano di Tobi gli fece capire che poteva procedere.
“Orochimaru, una volta finiti i preliminari degli esami, mi occuperò io di Naruto, la tua priorità diverrà il figlio del Kazekage”
“Gaara del deserto?” domandò ricordando il truce sguardo del ninja della sabbia.
“Sì, Gaara del deserto” ripeté senza attendere una risposta, poiché sparì.

 
A passo veloce e silenzioso, Sasuke perlustrava la foresta, in cerca di ben due rotoli, quello della terra e del cielo.
Si era riscosso dalla paura una volta che il misterioso Ninja era scomparso ed era questo a mandarlo in bestia.
Lui, l’ultimo Uchiha, si era comportato come un codardo e aveva saputo essere razionale solo a pericolo scampato.
E le parole di Sakura, prima che andasse in cerca dei due rotoli, non avevano di certo aiutato.
“E’ vero che a differenza tua Naruto è goffo e da nervi ma almeno non è un codardo”
Anche Sakura aveva fatto ben poco, però non era rimasta paralizzata dalla paura, non come lui.
E le parole della compagna erano vere.
Non sapeva poi cosa volesse il ninja da Naruto e una domanda lo attanagliava, chi era? Ormai aveva capito che non si trattava di un genin, troppo forte.
Inoltre il suo obiettivo era Naruto, non da subito, si era interessato a lui quando aveva mostrato una forza fuori dal comune.
Su di lui aveva lasciato un sigillo che sembrava fosse la causa del suo dolore.
“Quando finirà tutto questo, forse il maestro Kakashi saprà rispondermi...”

 
Attendeva Sasuke da molto ormai, temeva che il ninja non fosse riuscito a recuperare nemmeno un rotolo.
Tempo fa non si sarebbe preoccupata ma dopo averlo visto contro il ninja misterioso, si era ricreduta.
Non che lei potesse far meglio di Sasuke, però anche l’Uchiha aveva dei limiti e un po’ se ne dispiaceva.
Fino a ieri giorno lo vedeva come un vero guerriero, sebbene sapesse che al mondo c’è ne fossero di più forti.
Però Naruto si era dimostrato ciò che Sasuke non era, aveva lottato e mostrato una forza sorprendente, quello scontro l’aveva fatta ricredere sui suoi confronti.
Provava più stima, più fiducia.
La stessa verso Sasuke, che però si era abbassata.
I suoi però non erano che i pensieri di una ragazzina, Naruto aveva comunque rischiato la morte e la paura di Sasuke era comprensibile nonostante tutto, anche lei l’aveva avuta.
Guardò ancora Naruto e con lui il sigillo, da quando gli era stata applicata quella tecnica era apparso, o almeno così credeva…
“Hehe, sveglia tutta la notte?”
Si voltò spaventata verso la voce che aveva udito, il suo sguardo si poso sui tre ninja del suono che avanzavano verso di loro.
Al centro un ragazzo bendato, colui che aveva parlato, e al suo fianco i suoi compagni.
Il primo seduto comodo su un masso, l’altra accanto al capo.
“Alzati Naruto-kun... vogliamo saggiare il tuo potere e quello della volpe!”
Volpe? Quale Volpe? E cosa centrava Naruto in tutto questo? Inoltre portavano il copri fronte del villaggio del suono, come il ninja di prima.
“Di cosa state parlando!? Siete in combutta con quel ninja di prima vero!? Quale il vostro scopo?” urlò dando sfogo alle sue domande, era frustrata, voleva sapere di più su quella faccenda, su cosa stesse accadendo attorno.
Doveva comunque prendere tempo, fino al ritorno di Sasuke.
“Che cos’è il sigillo che gli è stato impresso sullo stomaco!?”
Quell’ultima affermazione suscitò l’ilarità e le risate dei tre, dopo quelli che parvero interminabili minuti, smisero e il bendato rispose.
“Vorresti dirmi che tu, ninja di Konoha, non sai nulla sulla vostra forza portante?”
“Forza portante?” domandò Sakura, incapace di intendere e di volere.
“E così che sono chiamati le persone come Naruto-kun, quel sigillo c’è la da sempre”.
Quest’ultima informazione sorprese la ragazza, non aveva ancora capito bene cosa fosse una forza portante, però era chiara una cosa: il sigillo c’era da sempre.
Allora cosa aveva fatto quell’uomo a Naruto?
“Dosu, non abbiamo tempo per spiegargli, sembra che sappiano più del dovuto, peccato non ci sia Sasuke, l’avrei ucciso” esclamò beffardo, pronto a entrare in azione ma fu fermato.
“Aspetta Zaku” blocco Dosu, indicando al suo compagno una trappola a parer suo ‘inutile fuorché passi inosservata’.
“Stupida” commentò Zaku.
“Bene, iniziamo” annunciò Dosu e i tre si lanciarono all’attacco.

 
La solitudine è il peggiore dei mali.
“Nessuno ti vuole, nessuno ti amerà mai!

Non aveva nessuno dalla nascita.
Fin dall’inizio, non aveva da perdere, solo da soffrire.
“Mostro! Non ti vogliamo!”

Ora non era più solo.
Aveva il teme, aveva Sakura-chan, aveva i maestri Iruka e Kakashi.
Eppure il dolore rimaneva.
“Ciò che otterrai lo perderai, perché sei destinato a essere solo e rimanere tale!”


 
Spalancò gli occhi di colpo, sveglio più che mai.
Si era risvegliato in una stanza vuota e spoglia, il cui pavimento era bagnato, davanti a lui una cella.
All’interno di quella prigione due occhi rossi come il fuoco lo studiavano.
“Il moccioso è giunto qua... ragazzino, avvicinati”.
E Naruto, spaventato, ma curioso, si avvicino.

 
Non c’era fine alla disperazione, Sakura aveva provato tutto ciò che era in suo potere per proteggere, per non essere più lei a essere protetta.
Rock Lee giaceva a terra inerme, giunto per aiutare la sua amata, nonostante fosse un ninja capace, era stato sconfitto da Dosu, merito anche di Zaku che in un momento cruciale aveva salvato il compagno da sconfitta certa.
In compenso Kin era svenuta, grazie a una tempestiva e combinata azione del team dieci, tuttavia i tre erano al limite.
 
“Groaaaaar!”
Poco ci manco che le zanne della volpe a nove code lo colpissero, perché di lui si trattava, il demone che portava dentro di se.
“Se solo... non ci fosse questa cella... ti sbranerei”.
Naruto cadde per lo spavento, i due occhi rossi non smettevano di fissarli.
“Così sei venuto da me... cosa vuoi?”
In realtà non voleva nulla, come ci era finito lì dentro? Poi si ricordò, stava combattendo con un ninja del suono.
“Dove il ninja!?” l’urlò riecheggio in tutta la stanza, senza ricevere risposta.
“Ragazzino, tu non sai cosa ti accade attorno, guarda sotto di te”
E Naruto spostò lo sguardò al pavimento bagnato, l’acqua rispecchiava gli avvenimenti che accadevano attorno a lui, ancora svenuto.


 “Sembra che si siano aggiunti altri scarafaggi della foglia” notò Dosu, ora la situazione diventava alquanto complicata.
Erano giunti due nuovi ninja.
“Patetico, ninja del suono che tiranneggiano ninja della foglia e dichiarano vittoria”.
Si trattava di Neji, affiancato da Ten Ten.


“Non posso rimanere a guardare! Come faccio a uscire?”
“Se anche ci riuscissi, non combineresti nulla, sei ferito e stanco” gli fece notare il demone.
“E allora cosa dovrei fare?”
“Chiedi aiuto a me? Alla Volpe a nove code?”
“A chi sennò? Ci sei solo tu!”
Quel ragazzino era esuberante, come la madre, il suo primo dialogo con Kushina era stato quasi identico.
“Ahahahahah!” rise sguaiatamente e di gusto, Naruto aspetto che terminasse e quando finì continuava a guardarlo, speranzoso.
“Come esco da qui?” ripeté senza essersi scomposto, nemmeno il Kyuubi fu da meno, in fin dei conti l’aveva osservato da sempre, aveva capito che era il genere di moccioso dal quale si può aspettare di tutto.
“Impavido davanti al pericolo, non male il ragazzino”
“Ti guiderò io e come premio per essere giunto fin qui, ti darò il mio chakra!”
Un chakra rosso si avvicina a Naruto per poi avvolgerlo mentre la volpe sorrideva beffarda, voleva vedere fino a quanto si sarebbe spinto quel ragazzo.

 
“Questo chakra... ”
Non ebbe bisogno del byakugan per guardarlo, il chakra si manifestava come se fosse una forte corrente d’aria e proveniva da Naruto.
“Naruto! Ti sei svegliato!”
Sakura sorrise, non che contasse sull’aiuto del compagno, appena svegliatosi, ma vederlo di nuovo alzarsi gli sollevava l’animo.
Poi il sorriso scomparve, lentamente.
Anche lei percepì la forza inaudita di quel chakra rosso visibile e guardando Naruto, si accorse di alcuni particolari.
I canini ben affilati, i baffi aumentati, le pupille rosse come il fuoco le cui iridi erano diventate verticali e infine, l’espressione del volto: una collera che non ammetteva la minima pietà.
“Sakura... so già tutto” la voce suonò diversa, quasi non fosse lui e questo la spavento, era davvero Naruto?
“T-tutto?”
“So chi ti ha fatto questo... e mi basta come motivazione per ucciderli”.
Naruto individuò Zaku e Dosu, il primo spavaldo, il secondo spaventato, aveva capito quanto fosse pericoloso il ragazzo.
“Questo chakra... no, questo ragazzo è troppo pericoloso!”
A guardare con terrore Naruto non era solo Dosu, anche chi lo conosceva bene, lo fissava come se fosse un estraneo, stentavano a credere che fosse l’esuberante ragazzo biondo, l’ultimo della classe.
Naruto poggio le mani sul terreno, assumendo una posizione a quattro zampe.
“Guardalo Dosu! Si comporta come un gatto!” schernì Zaku.
Naruto non si lasciò intimidire dalle parole dell’avversario e si mosse a una velocità fuori dal comune.
“Che velocità! Quando l’ha ottenuta? Io ci ho impiegato mesi di allenamento!” furono i pensieri di Lee, mentre Naruto si lanciava su Zaku che per respingerlo ricorse all’onda tagliente.
“Zaku attento!”
“Tranquillo, ormai è fatto a pezzi” ammirava ciò che aveva lasciato la tecnica al suo passaggio: il nulla e Naruto-kun che si rialzava...
“Cosa!? E ancora vivo?”
L’attacco di Zaku aveva ferito Naruto che però proseguiva come se nulla fosse, Zaku ripeté la tecnica ma stavolta fu respinta da un ruggito del biondo.
“Ha respinto le onde sonore con il solo chakra!?”
Era veloce, non quanto il suono però! Proprio quando stava per colpire il compagno Dosu indirizzo le onde sonore contro Naruto, il quale si tappo le orecchie, dimenandosi per il fastidio.
“Forse ho trovato il modo di tenerlo buono...”
Si pentì subito di averlo pensato, Naruto ruggì e il suo urlò era un concentrato di chakra così forte da respingere la tecnica adoperata da Dosu.
“Quelli non sono semplici ruggiti, a ogni urlo emana chakra!”
Tentò una seconda volta ma stavolta Naruto aveva capito il trucco, si mosse velocemente impedendo a Dosu di prendere la mira.
“Il tuo suono è inutile se non sai dove colpire!”
Dosu approfitto della poca accortezza della forza portante, voltandosi verso la fonte della voce e preparando la tecnica, Naruto fu comunque più veloce e riuscì a colpirlo in tempo.
Dosu fu scagliato a diversi metri di distanza mentre Zaku, arrabbiato per la superiorità dell’avversario, puntò le mani su Naruto e usò la tecnica ancora una volta l’onda tagliente, anche questa volta però venne fermata da un ruggito carico di chakra.
“Le sue ferite...”
Neji studiò Naruto con il Byakugan e vide che le ferite inferte dal primo attacco di Zaku, erano già guarite.
“Chi diavolo sei tu!?”
Quel ragazzo non era umano, da quando l’aveva visto a inizio esame sembrava solo un buffone, ora era così diverso…
Sfruttando ancora una volta la velocità, Naruto si avvicinò a Zaku e prima che se ne accorgesse, il ninja del suono aveva entrambe le braccia bloccate dalle mani del biondo.
“Lasciami ti prego! Non volevo, ti giuro, non volevo!” gridò disperato, capendo di essere al capolinea.
L’espressione di Naruto s’infuriò di più e il chakra rosso si manifesto con maggior forza, arrivando a distruggere sulle braccia di Zaku i cavi riempiti d’aria con la quale il ragazzo faceva uso dell’onda tagliente.
“No, no ti prego...” continuò inerme ma Naruto non sembrava propensò al perdono.
Mollo la presa alle braccia e contemporaneamente lo colpì al mento con un calcio e Zaku si schiantò una seconda volta, semi-svenuto.
Torno nella posizione a quattro zampe e spiccò una corsa verso il Ninja.
“Vuole inferire su di lui!”
Stavolta però venne fermato, Sakura stessa s’interpose tra lui e Zaku, spalancando le braccia.
“Naruto, fermati, questo non sei tu!”
“Sakura, spostati! Terminerò io questo battaglia!”
Si sbagliava, quello era davvero Naruto, nonostante fosse diversa la voce sempre quella era.
Ripensò al volto dell’uomo, cosa gli aveva fatto? Era opera sua?
“Il sigillo c’è da sempre…” le parole di Dosu rimbombavano nella sua mente.
Sakura rimase sulla sua posizione e una lacrima solcò il suo volto, colpendo Naruto al cuore, il chakra rosso si affievolì, la stava facendo piangere lui? Eppure aveva voluto solo proteggerla…
“Sei forte…” intervenne Dosu che uscì il rotolo del cielo.
“Riconosco la sconfitta, non possiamo batterti adesso, considera questo rotolo come una scusa per ciò che ti abbiamo causato, ti prometto però una cosa, la prossima volta, non scapperemo, né correremo”
Detto questo gli lanciò il rotolo che venne afferrato da Naruto, il chakra rosso svanì del tutto mentre il ninja del suono raccolse i suoi due compagni, stava per avviarsi quando venne fermato da una domanda di Sakura.
“Chi è quel ninja? Cosa ha fatto a Naruto e perché a lui?”
“Una domanda alla volta a ragazzina... non so cosa gli abbia fatto, probabilmente è cosa da forze portanti, ci è solo stato ordinato di ucciderlo e il nome di quel ninja… è Orochimaru”


Angolo dell’autore:
Ebbene sì, da qui inizia il mio what if!
Iniziò con il spiegare alcune cose, in questo what if Naruto percorrerò il cammino dell’oscurità mentre Sasuke quello della luce, in pratica avviene l’incontrario!
Come succederà sta a voi leggerlo.
Ho già in mente delle idee per rendere la trama diversa e interessante.
Qui vengono dette alcune cose indirettamente, che però non chiarisco, sta a voi capirle fino a quando non troverò il modo di inserire tale informazione.
Ogni capitolo saranno circa cinque pagine di Word.

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Capitolo 2
*** L'obiettivo è Naruto! ***


Ed eccomi tornato con il secondo capitolo! Vi auguro buona lettura!

Capitolo Due: L’obiettivo è Naruto!

 
Sasuke non era di certo uno sprovveduto, fu per questo che ancor prima di tornare da Sakura e Naruto, notò dei movimenti e di conseguenza, attuò in modo vigile.
Nonostante avesse preparato la mente a ogni sorta di scenario, si sorprese lo stesso: ben due team della foglia erano presenti.
Non uscì dal nascondiglio e osservò i suoi due compagni, Sakura era ricoperta di ferite mentre Naruto sembrava essersi ripreso.
Non era però l’aspetto fisico a preoccuparlo, Naruto teneva lo sguardo verso il basso e da quel poco che s’intravedeva, si capiva quanto fosse triste, di cosa poi?
A Sasuke gli faceva un certo senso vedere Naruto in quello stato.
Sakura era vicino a lui, non lo toccava, non gli parlava, aveva uno sguardo di apprensione e... paura? Di cosa?
Decise di uscire mantenendosi in allerta e tenendo una mano sul kunai.
La sua improvvisa apparizione suscitò da prima delle reazioni di difesa da parte degli otto genin, pronti a un secondo assalto, quando videro però che si trattava di lui, si calmarono e Sasuke divenne sospettoso.
“E’ successo qualcosa... “
Non si trattene dal chiedere.
“Che cosa è successo qui?”
Nessuno rispose e poté notare che molti degli sguardi passarono su Naruto, i cui occhi rimanevano piantati verso il basso.
“Starà a loro spiegarti cosa è successo Uchiha, noi non abbiamo più motivo di rimanere, Lee, Ten Ten, andiamo” ordinò Neji e Sasuke li lasciò andare, in circostanze normali non avrebbe permesso questa ‘fugga’, tuttavia non erano nelle condizioni di dare battaglia e si sarebbero sicuramente rivisti all’esame.
“Anche noi andiamo, Ino, Choji” stavolta a parlare fu Shikamaru e i due amici lo seguirono senza obiettare, Ino diede un ultimo sguardo a Sakura mentre Choji a Naruto.
“Volete spiegarmi cos’è successo?”
“Ecco... ”
 
“Neji, sicuro di voler lasciare le cose così?” la domanda arrivò da Ten Ten, osservava Neji che manteneva un silenzio religioso, i pensieri altrove.
“Ehi Neji, dico a te!” lo richiamò, non era da Neji stare con la testa fra le nuvole.
“Sì, avrò modo di chiarire all’esame” rispose riuscendo a mettere fine alle domande persistenti della ragazza.
Lee ascoltava tutto, l’espressione confusa, poiché era semi-svenuto, lui non sapeva di cosa stessero parlando e dovette domandare a Ten Ten per ricevere delucidazioni in merito.
“Uzumaki Naruto. Anch’egli è segnato dal destino, come me”
L’obiettivo di Neji, da quel momento, era battersi con Naruto.
 
“Quindi Naruto è... ” iniziò Choji, senza finire.
I due ragazzi lo guardarono, intuendo dove volesse parare il loro compagno.
“Temo di sì, Choji”
“Non l’avrei mai detto... ” ammise Ino ripensando a come Naruto fosse evitato, odiato e considerato l’idiota del villaggio.
Per loro era diventata un’abitudine e quindi non si erano chiesti il perché di tutto quello.
Si senti male per Naruto che gli ricordò la piccola Sakura, in lacrime per la sua ‘fronte spaziosa’, dovette però riconoscere a se stessa che il caso era ben più grave e qualche parola d’incoraggiamento, sarebbe servita a poco.
Soprattutto da lei, che come gli altri l’aveva allontanato.
“Un po’ mi dispiace per lui... anch’io ero allontanato, non da tutti e per motivi... meno gravi” spiegò l’Akimichi agli amici, Shikamaru lo capì meglio di Ino, sapeva bene cosa aveva sofferto Choji.
“Siamo stati degli sciocchi, sapevamo del dolore di Naruto ma l’abbiamo guardato solo superficialmente... abbiamo sbagliato tutti”.
Sperava di chiudere la faccenda, quell’argomento era una seccatura e abbatteva gli animi dei compagni già di loro abbassato, anche a lui dispiaceva per Naruto, riteneva però il biondo capace di rialzarsi da quel trauma.
La sua mente vagò alla ritirata di Dosu e alle sue parole, prima di andarsene.
 
“Chi è quel ninja? Che cosa ha fatto a Naruto e perché a lui?”.
“Una domanda alla volta a ragazzina... non so cosa gli abbia fatto, probabilmente è cosa da forze portanti, ci è solo stato ordinato di ucciderlo e il nome di quel ninja… è Orochimaru”.
Nessuno sapeva di che ninja stessero parlando, meno Naruto e Sakura, che avevano lottato contro il Sannin.
“Non mi hai ancora detto cos’è una forza portante”.
“Sicura di volerlo sapere?”
Sakura guardò per un attimo Naruto e dalla sua espressione capì che neanche lui sapeva cosa fosse una ‘forza portante’, l’unico a potergli rispondere si trovava davanti a lui.
“Sì”
“Una forza portante... è chi contiene un demone, nel caso di Naruto, la volpe a nove code”.
La rivelazione suscitò sorpresa e tutti fissarono Naruto, il quale aveva rivolto lo sguardo altrove, evitando gli occhi dei compagni della foglia.
E Sakura capì.
Naruto sapeva della sua situazione, di avere un demone dentro di se.
“Questi demoni son chiamati cercoteri e si contraddistinguono per il numero di code... “.
“Vuol dire che c’è ne sono altri come me?”
Il biondo fissò Dosu, interessato da quell’affermazione, possibile che non fosse l’unico?
“Sì... non so quanti ma non dovrebbero essere più di nove, te incluso”.
“E loro... ” non sapeva come chiederlo, anzi, non sapeva se il bendato sapesse... della loro vita sociale.
Avrebbe voluto chiedere se anche loro, come lui, soffrivano di quell’ingiustizia, forse Dosu capì perché rispose.
“Sono come te, Naruto-kun, giudicati non da ciò che sono ma dal demone che portano dentro... “.
Il suo sguardo torno verso il basso, sapere che non era l’unico lo rallegrava, era un pensiero egoista però non poteva farne a meno.
Quel pensiero lo consolava.
“C’è un modo... per liberarsi del demone che una persona porta dentro di se?”
La domanda di Sakura stupì tutti i presenti, Naruto compreso, la cui sorpresa fu sostituita da speranza, però…
“Sì ma il processo... lo ucciderebbe”
A quella notizia Naruto torno triste, dunque era segnato per sempre a quegli sguardi? Sarebbe stato visto per il mostro che portava dentro?
Rifletté un momento su ciò che stava pensando e gli venne un dubbio al quale non diede voce.
Dosu poté finalmente avviarsi lasciando Naruto ai suoi pensieri, il biondo si sedette a terra con poco garbo mantenendo il suo silenzio, sapeva di avere gli sguardi attirati a se e non gli importava.
“Naruto... ”
La voce di Sakura lo chiamò, preoccupata e... spaventata.
“Sakura... solo... non dirlo a Sasuke”

“Sakura... non ti ho chiesto nulla prima, vista la situazione, non volevo coinvolgere Naruto”.
Sasuke iniziò a parlarle, ormai erano al sicuro nella torre dove gli esami avrebbero continuato a svolgersi.
Dopo la sfortuna d’inizio esame, nell’incontrare un ninja così forte, era riuscito a recuperare il rotolo della terra e al suo ritorno il rotolo del cielo ottenuto dai compagni.
Così avevano potuto dirigersi sulla metà fissata e riposarsi in attesa del termine della seconda prova, alla quale mancavano due giorni.
“Ho come l’impressione che mi stiate nascondendo qualcosa”.
Sakura scosse la testa, assicurando a Sasuke che non c’era nulla da nascondere, in realtà avevano omesso che fosse stato Naruto a sconfiggerli ed era questo a insospettire Sasuke, dubitava che in uno slancio di bontà le due altre squadre della foglia gli avessero consegnato il rotolo.
Naruto non li ascoltava, era seduto da qualche tempo senza parlare e i compagni si erano convinti per un po’ che il suo fosse un isolamento, si erano dovuti ricredere, una volta avvicinati.
“Dorme?”
“No e non è nemmeno svenuto”
“Sembra stia meditando”
“Naruto meditare? Andiamo Sakura, non dire sciocchezze”
“Forse è il caso di chiamare qualcuno”
 
“Sei tornato... ”
Non credeva fosse capace di tornare in quella stanza per conto suo, aveva insistito da molto per arrivare e dopo diverse ore ci era riuscito.
Il merito era stato un po’ del demone, al principio non aveva interesse né a incontrarlo, né ad aiutarlo, tuttavia la sua insistenza era diventata snervante e si era limitato a mostrargli il cammino per raggiungerlo.
“Ci rivediamo... moccioso”
Naruto aveva lo sguardo triste verso il basso, lo alzò su di lui e quella sofferenza divenne più grande, nel vederlo.
“Cos’è una forza portante?”
“Ti è stato già detto”
Naruto scosse la testa, non era quello il punto.
“Quale lo scopo della nostra esistenza?”
Kyuubi non rispose subito, i due si fissarono intensamente, come a comunicare con lo sguardo, come se la volpe suggerisse a Naruto di evitare quell’amara verità che l’avrebbe ferito.
Però il biondo non si scompose e la volpe, ancora una volta, non fu da meno, voleva sapere la verità?
Che sia, se ne sarebbe pentito.
“Tu non sei che un’arma per i ninja e un mostro, per gli abitanti del villaggio”
Le parole dure e vere della volpe ferirono i sentimenti di Naruto.
“Le forze portanti hanno il compito di soggiogare il demone al loro interno e accedere al loro chakra... “.
Quelle parole, invece, ricordarono a Naruto i momenti in cui era riuscito a usufruire della forza della volpe: contro Haku, Orochimaru e la squadra di Dosu.
“E più potere otterrai da me, più sarai visto come un mostro, sei ancora sicuro di voler usare il mio chakra?”
Naruto sentiva di essere debole, in fin dei conti, non era stato per il chakra della volpe se era riuscito a sopravvivere? Inoltre…
“Non capisco... io volevo proteggere Sakura-chan, volevo proteggerli tutti e loro... hanno paura”.
“La gente non guarda l’uso che fai del potere, ma quanto ne hai”.
Lo sapeva bene e l’aveva imparato a spese sue quando Mito Uzumaki l’aveva sigillato dentro di se, per ordine di Hashirama che l’aveva considerato pericoloso.
“... e stato lo stesso per te?”
Naruto non smetteva di osservare la volpe, intravedendo in quella creatura un dolore simile al suo.
“Anche tu eri visto per il tuo potere e non per ciò che facevi?”
Per dei secondi, l’odio di quegli occhi rossi scomparve, sostituito da una profonda tristezza, non rispose ma basto a far capire a Naruto che fosse un sì.
 
“Naruto, finalmente ti sei ripreso, ci hai fatto preoccupare!”
Sakura istintivamente fece per abbracciarlo, per poi fermarsi all’ultimo imbarazzata, ancor di più davanti allo sguardo perplesso del biondo a occhi chiusi.
Diede quindi un forte pugno in testa a Naruto e avvisò Sasuke dello stato di salute del biondo.
“Dobe, ci hai fatto prendere un colpo”
Naruto non rispose e tenne il broncio, si sentiva un po’ meglio, nonostante tutto i suoi compagni continuavano a trattarlo come sempre e questo lo faceva sentire meno solo.
Fu per questo che sorrise e comincio a insultare Sasuke il quale, come contagiato dal ritorno del vero Naruto, tornò ad attuare come se nulla fosse.
 
“Hai osservato lo scontro?”
“Sì, Uzumaki Naruto si è dimostrato una forza portante capace”.
“Bene”
“Che cosa intendi fare Tobi?”
Il ninja di nome Tobi si voltò verso Zetsu, un essere simile a una pianta il cui corpo umano era meta bianco e meta nero.
Anch’egli indossava come lui un’uniforme nera caratterizzata da nuvole scarlatte, dopotutto erano membri della medesima organizzazione.
“Intendo agire lentamente e al momento più opportuno, interverrò io stesso”.
“Parlerai con lui?”
Tobi non rispose subito, fissò prima il volto del quarto hokage, l’uomo che sedici anni fa l’aveva fermato dal catturare la volpe e distruggere il villaggio della foglia.
“Oh sì... ci sono cose che Uzumaki Naruto non sa ed io posso fargliele scoprire”.
 
“Dunque è questa la mia nuova missione”
“Esatto Kabuto... vedi di non fallire”
Kabuto fissò i suoi due superiori, entrambi indossavano un’uniforme nera che si distingueva dalle nuvole scarlatte, il primo era Sasori, all’interno della sua marionetta Hiruko, il secondo invece, era Orochimaru.
“La forza portante di Konoha, interessante”
“Kabuto, sbaglio o sembri provare dell’interesse?” sorrise Orochimaru, gli era sempre piaciuto quel ragazzo, era un valido subordinato.
“Nulla, pensavo... che un po’ lo capisco”
“Davvero?” continuò divertito, spesso erano le persone che Kabuto riusciva a comprendere a essere le più sfortunate o fortunate, dipendeva dai casi.
“Ti direi che non sei qui per fare amicizia Kabuto... però è quello che vogliamo fare” esclamò Sasori, la voce suonava roca e profonda dalla marionetta.
“Lo capisco Sasori-sama… metterò in atto gli insegnamenti di Orochimaru-sama”.
“Così mi piaci ragazzo”
Sarebbe stato molto interessante confrontarsi con quel ragazzo, perché Kabuto non voleva lottare con la volpe e il potere che ne poteva trarre Naruto dal demone, voleva un confronto unicamente con lui: Uzumaki Naruto della foglia.
 
“Dunque la maledizione ti fa ancora male?”
“No, ora va meglio, però lui e qui vicino a noi... “.
In una delle stanze della torre, l’hokage conferiva con Anko in merito agli avvenimenti della seconda prova, anche Kotetsu e Izumo erano presenti e nonostante l’argomento non fosse stato toccato, si sentiva una tensione insopportabile, nessuno osava dar via a quell’intricata discussione.
Fu Kotetsu a parlare per primo.
“Perché Orochimaru è tornato adesso? Quale il suo obiettivo?”
Nessuno parlò, era la stessa domanda che si stavano ponendo.
L’entrare di qualcuno li scosse tutti.
“Credo di avere la risposta alle vostre domande”.
A parlare ed entrare nella stanza era Jiraiya, il vecchio eremita dei rospi e uno dei tre Sannin della foglia.
“Jiraiya! Tu qui?”
“Sì vecchio, son tornato dal mio viaggio e purtroppo, non porto buone notizie”.
Avrebbe voluto parlare tranquillamente con il suo maestro, ricordare i vecchi tempi, però non né aveva il tempo, un po’ perché le informazioni erano prima di ogni cosa e un po’ perché aveva fretta di tornare alle sue ‘indagini’…
“Che cosa sai che noi non sappiamo Jiraiya?”
“Orochimaru fa parte di un’organizzazione di nome Akatsuki, si tratta di una decina di membri che si muovono a coppie alla ricerca d’informazioni e tecniche proibite” spiegò attirando su di se l’attenzione dei presenti.
“Non c’è da temere se si tratta di un’organizzazione di pochi membri” osservò Kotetsu, appoggiato da Izumo, Anko sospettava che a capo di tutto c’era Orochimaru.
Solo il terzo Hokage Hiruzen preferì non dare un giudizio affrettato.
“No, però questa non è un’organizzazione qualsiasi, son tutti criminali di livello S e all’interno so solo che ci sono Itachi Uchiha e Kisame Hoshigaki”.
L’affermazione colpì tutti, lo sterminatore di un clan e il possessore di pelle di squalo, nonché superstite dei sette spadaccini della nebbia, facevano parte della stessa organizzazione?
“E il loro obiettivo... è Naruto”


Angolo dell’autore: Salve! Allora, questo cap si è scritto meglio di quanto pensassi, son riuscito a introdurre Jiraiya (sebbene in modo campato, lo ammetto) e l’Akatsuki.
Come avrete capito, Orochimaru fa ancora parte dell’Akatsuki ma ha comunque creato il villaggio del suono!
Nel prossimo, darò spazio ai preliminari che saranno leggermente diversi! Spero di avervi incuriosito!

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Capitolo 3
*** I preliminari ***


Ecco a voi il terzo cap, come avrete notato ho cambiato la presentazione, piccolo spoiler per un cap un po' distante! Alla prossima!

Capitolo 3: I preliminari

 
I preparativi per i preliminari erano finalmente pronti, i ventuno partecipanti erano chiaramente seccati di dover partecipare a quella competizione prima dell’evento finale, sapendo inoltre di avere solo il cinquanta percento delle possibilità.
Naruto sembrava indifferente, aveva ritrovato un po’ della sua forza d’animo ed era pronto a passare in ogni caso.
La sua mente vagò per un attimo al chakra rosso per poi dimenticarlo, doveva poggiarsi sulle sue forze... non voleva rivedere gli sguardi di paura nel volto dei suoi amici.
“Amici”
Poter usare quella parola lo confortava, aveva instaurato dei legami.
Il terzo Hokage iniziò un discorso sul secondo aspetto degli esami e annunciò che da lì in poi, si sarebbe combattuto a costo della vita e dei propri sogni, nonostante quelle parole intimidatorie la forza portante non si fece abbattere.
A spiegare meglio l’evento, fu l’esaminatore del momento che diede la possibilità di arrendersi, rimarcando il concetto di lotta a costo della vita.
L’unico che rinunciò fu Zaku, le braccia prive degli strumenti sulle quali faceva leva durante le lotte a causa della battaglia con Naruto.
Prima di ritirarsi però, mando un messaggio intimidatorio.
“Uzumaki Naruto, non finisce qui la prossima volta non rimarrai illeso dalla potenza del suono”.
Molti dei genin passati fissarono Naruto e altri, che avevano assistito allo scontro, evitarono di farlo.
Gli stessi maestri, primo fra tutti Kakashi, erano rimasti incuriositi dall’affermazione del ninja del suono.
“Jiraiya aveva ragione, qualcosa è successo a Naruto durante la seconda prova... “.
Guardo il suo allievo e figlio del suo maestro con visibile preoccupazione, Gai gli diede una pacca di conforto.
Naruto guardò Zaku senza rispondergli, gesto che diede fastidio al ragazzo, era stato ignorato e la cosa non gli andava giù.
Tuttavia, uno sguardo di Dosu gli fece capire che non era il caso di insistere e di andare.
Kabuto, per la prima volta, decise di proseguire, dopotutto aveva una missione…
E a supervisionare il suo operato, c’era Orochimaru stesso, camuffato come uno jonin del suono.
“Ci divertiremo molto Naruto-kun... e perché no, anche Sasuke-kun... “.
“Dunque, nessuno più vuole ritirarsi?”
Ormai nessuno era propenso alla ritirata, avrebbero combattuto a costo della vita, tuttavia, una certa persona era contraria alla partecipazione di un suo compagno.
“Naruto, dovresti ritirarti”
“Uh?”
Se non l’avesse visto con i suoi occhi, non ci avrebbe creduto, Sakura che gli chiedeva di ritirarsi? Già che gli chiedesse qualcosa e per di più con tono gentile, senza l’irascibilità che la contraddistingue, era fuori dal normale.
Che però gli chiedeva di arrendersi, no.
In quel momento Naruto vide in Sakura preoccupazione, eppure non poteva dimenticare gli sguardi spaventati di prima.
“Me lo chiede perché ha paura di ciò che posso fare... “.
Sasuke ascoltava, anche lui e interessato, già dalle parole di Zaku aveva compreso che il suo sospetto era fondato: Naruto e Sakura gli nascondevano qualcosa e qualunque cosa fosse, riguardava Naruto.
La cosa non gli riguardava, eppure, Naruto era un suo compagno.
Da quando lui, Sasuke Uchiha, si preoccupava per Naruto?
Scacciò dalla mente il ricordo in cui era corso in difesa del biondo all’assalto di Haku e il terrore che l’aveva attanagliato quando il serpente evocato da Orochimaru sembrava sul punto di divorarlo.
“Ti prego Naruto... fallo per me”
Naruto abbassò lo sguardo, come poteva chiederle di fare questo? Sapeva quanto ci teneva a quell’esame, lo avvicinava al tanto ambito sogno di diventare Hokage.
“Tu non sei in condizione di combattere!”
Insisteva, Naruto si sentiva di nuovo sofferente, Sakura si preoccupava per lui perché ci teneva o perché lo temeva? L’interesse della ragazza nei suoi confronti era iniziato da quando era salita a galla la verità di ciò che era.
Non solo lei, tutti.
“Io l’ho capito, hai nascosto tutto il tuo dolore per questo tempo!”
Si sentì rincuorato a quelle parole, dunque l’aveva notato finalmente?
“Smettila!”
A parlare era stato Sasuke, in difesa di Naruto, il cui intervento aveva sbalordito i due compagni.
“Non parlare di dolore quando non l’hai mai provato”.
Le sue erano parole dure e forti, Naruto era a bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite, il mondo era forse impazzito? Sasuke che lo difendeva da una Sakura, non arrabbiata, bensì apprensiva per lui?
“Non parlare così tu non sai... ”
“Non dirlo!”
Naruto intervenne bloccando Sakura, alcuni dei genin attorno si erano accorti di cosa stesse succedendo e di come la situazione fosse surreale.
“Sakura, mi hai già fermato tre giorni fa, ricordi?”
Sakura ricordava bene, si riferiva all’assalto dei tre ninja del suono e al momento in cui si era messa tra lui e Zaku.
“Non ripeterlo”
“Naruto, tu...!”
“Stai zitta”
L’ultimo a parlare era stato Sasuke, Sakura era come allibita, lui ovviamente non poteva sapere eppure parlava.
“Mi pare di vedere che Naruto non ti abbia chiesto di preoccuparti per lui”
“Nemmeno a te!” fu la sua contro risposta, come poteva Sasuke mettersi contro di lei? La battaglia con Orochimaru non gli aveva insegnato nulla?
“Perché sei così testardo? Anche tu dovresti arrenderti, per me tu sei...”
“Non sono fatti tuoi, nemmeno io ti ho chiesto di preoccuparti per me”
A quelle parole una lacrima solcò il volto di Sakura e rivide le immagini delle spalle di Sasuke e Naruto, loro avanti, lei indietro...
“Non ti permetterò di intrometterti nel cammino di Naruto, né nel mio” finì infine.
Naruto non capiva perché Sasuke lo difendesse, un po’ gli era grato, però sospettava che Sasuke volesse solo atteggiarsi da figo com’era solito fare.
“Sasuke, smettila di fare il figo, Sakura-chan e preoccupata per noi!”
Tentò di rimediare alle parole dette prima con rudezza alla sua compagna, d’altra parte Sasuke si volto e sembrò non aver fatto caso a ciò che aveva detto il biondo, né al malessere causato a Sakura.
“Naruto, io non so cosa ti stia succedendo e la cosa non mi riguarda, tuttavia, rimaniamo compagni di squadra, ed è per questo che ripeto ciò che ho detto al ponte: non morire, non rinunciare al tuo sogno, Naruto... io voglio affrontarti!”
Non avevano mai più parlato di ciò che si erano detti al ponte, era come Tabu, un argomento proibito.
E ora citava quel momento in cui aveva usato il suo corpo come scudo e non solo, gli parlava come un pari, come un compagno di squadra, come... un amico.
Naruto non riuscì a trattenere un sorriso, Sasuke voleva combattere contro di lui…

 “Come temevo, dobbiamo isolarlo”
“Non credo accetterà, parliamo di Uzumaki Naruto”
“Non scherzare! Lo faremo ritirare con la forza se necessario! Hokage-sama!”
Hiruzen sbuffò, quando uno dei suoi Jonin discuteva con Kakashi, finiva sempre così, il copia ninja era sempre di un’opinione tutta sua non condivisa da altri.
“Faremo proseguire Naruto e osserveremo la situazione” furono le sue ultime disposizioni.
 
Il primo scontro dei preliminari si svolse velocemente.
Sasuke vinse contro un compagno del team di Kabuto, Akado Yoroi.
Ricorse alle arti marziali come ultima risorsa, data la capacità dell’avversario di assorbire chakra e ottenne una meritata vittoria.

Inseguito, fu il turno di Kabuto contro Shino, il ninja del suono uso delle tecniche appartenenti al campo medico, con il quale riusciva a contrastare gli insetti dell’avversario.
“Kabuto Yakushi, bocciato sei volte, dunque è come si pensava, si tratta dello stesso bambino adottato da uno dei nostri jonin medici”
“Hai combattuto bene, però non ho intenzione di perdere altro tempo”
Non poteva di certo respingere gli insetti per sempre, passo quindi al corpo a corpo nel quale prese il sopravvento.
“Come possibile, i miei insetti...”
“Vedi, la mia tecnica non si ferma al danno fisico, va oltre, colpisce anche all’interno”.
Shino aveva perso e la vittoria fu decretata a Kabuto.
“Non capisco Neji, come ha fatto?” non capiva come avesse fatto a battere così facilmente Shino.
“Pensavo avesse evocato gli insetti, guardandolo con il Byakugan, ho capito che mi sbagliavo, costui tiene nascosto gli insetti all’interno del proprio corpo...”
“E dal momento che la tecnica di Kabuto colpisce anche internamente, ha colpito gli insetti” finì Ten Ten per Neji.
“Esatto”.

Dopo Kabuto, fu il turno di un altro dei suoi membri di squadra che però perse contro Kankuro.
“Accidenti, sembra che del mio gruppo sia rimasto solo io...”
Pochi percepirono il suo sarcasmo, dopotutto, Kabuto sapeva che i due membri che gli aveva affiancato Orochimaru, erano due idioti sacrificabili.
Dopo fu il turno di Sakura contro Ino, una battaglia serrata che per un momento vide Ino vincitrice, non fosse stato per l’intervento di Naruto che diede l’incoraggiamento necessario a Sakura per reagire, nonostante ciò, la ragazza pareggio.
La quinta battaglia vide Temari contro Ten Ten, la sorella di Gaara non ebbe problemi a battere la giovane allieva di Gai, sconfitta facilmente.
Dei ninja del suono, stavolta tocco a Kin lottare, sconfitta da Shikamaru che diede sfoggio delle sue abilità di stratega.
 
E ora era il suo turno: Uzumaki Naruto vs Kiba Inuzuka.
“AH! E’ come se avessimo già vinto! Siamo stati fortunati, vero Akamaru?”
Il cane abbaiò in risposta e uscì dalla giacca del padrone, pronto per dare battaglia.
“Hey! Arbitro è consentito?”
“Sì, sia animali, sia insetti, sono considerati armi ninja” spiegò in modo conciso.
Naruto sbuffò osservando Kiba e il cane.
“Capisco, hai bisogno di aiuto” sbeffeggiò l’avversario per provocarlo, Kiba però era sicuro di se, anche troppo.
Il team dieci e quello di Gai, dopo ciò che avevano visto, non erano tanto sicuri della vittoria dell’Inuzuka, cosa data per certa da Kurenai
Iniziò quindi la lotta, Naruto testo le capacità di Kiba e una volta capito fino a quanto poteva spingersi, diede iniziò alle sue strategie che misero in crisi Kiba e Akamaru.
“Non credevo Naruto fosse così intelligente!” commentò Choji, pensava che il ninja avrebbe vinto sotto l’aspetto di forza, non d’intelligenza.
“Nemmeno lui scherza quando usa il cervello” ammise Shikamaru.
Sasuke era molto soddisfatto, Naruto non stava nemmeno usando la tecnica della moltiplicazione del corpo e Sakura stessa dovette ammettere che forse si era preoccupata troppo.
“E’ maturato” pensò Kakashi.
Facendo leva sulle tecniche del suo clan, Kiba uso le zanne perforanti e la situazione per Naruto precipitò, però l’Uzumaki non si arrese e con l’ennesima strategia non solo sfuggì al mini tornando della coppia, ma spinse Kiba ad attaccare Akamaru con l’inganno.
“Ti sconfiggerò facendo leva sulla mia nuova tecnica speciale!”
Kiba non aveva intenzione di lasciargli il tempo di attaccare, concentrando il chakra su piedi e mani, si mosse a velocità così elevata da impedire a Naruto di attaccare.
“Se non puoi eseguire la tua tecnica è inutile!”
Prima che l’inuzuka lo colpisse, intravide degli occhi rossi…
 
Era di nuovo lì, davanti al cancello della prigione della volpe.
“Cosa vuoi? Possiamo parlare dopo, ho una battaglia da mandare avanti!”.
Aveva fretta, non poteva sostenere un dialogo con la volpe e allo stesso tempo affrontare Kiba.
“Sei obbligato a usare il mio chakra”
L’offerta era alettante, avrebbe vinto lo scontro senza problemi, però avrebbe rivisto quegli sguardi e stavolta a guardarlo non era solo Sakura.
“Io... non posso... ”
“L’esaminatore ha parlato chiaro, gli animali sono considerati come armi ninja, usalo prima che sia tardi Naruto!”
“Per lui! Io non considero gli animali armi, tantomeno te!”.
L’ultima affermazione aprì una breccia nel cuore del Kyuubi, che dopo un iniziale smarrimento, torno in se, aveva iniziato quella discussione per soggiogarlo, non per essere soggiogato!
“... e stato lo stesso per te? Anche tu eri visto per il tuo potere e non per ciò che facevi?”.
“…”
 
“Lo sapevo che eri un poppante Naruto! Ormai non reggi il confronto!”
Stava per infliggergli il colpo di grazia quando Naruto emano un chakra rosso, il rilasciò fu così forte da respingere Kiba.
“Cosa? Questo chakra... ” Kakashi lo riconobbe: la stessa quantità di chakra come quella volta sul ponte.
“E’ come quella volta!” notò Sakura, il volto e il fisico ancora una volta cambiati dal chakra del demone.
“Inizia a usare il chakra rosso... allora la mia tecnica ha funzionato” aveva avuto una buona intuizione, il sigillo ottagonale non era che un raddoppiamento della versione quadrangolare.
“Se si conosce la formula di liberazione del sigillo quadrangolare, si apre parzialmente il cancello sostenuto da quello ottagonale “.
Le ferite inferte da Kiba stavano guarendo a gran velocità.
“Le sue ferite... come fa?”
Naruto si mosse e superò Kiba in velocità, compose i sigilli e uso la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo, con il quale uso la sua nuova tecnica, una variante del leone concatenato di Sasuke: il colpo concatenato di Naruto Uzumaki.
“Quel dobe, mi ha praticamente copiato la tecnica!” giurò a se stesso che gliel’avrebbe fatta pagare a quell’idiota.
L’arbitro si avvicino al corpo esamine di Kiba e decretò la vittoria di Naruto.
“Uzumaki Naruto è il vincitore!”
Naruto si voltò verso gli spettatori, soddisfatto, nessuno però sorrideva.
Molti Jonin erano visibilmente preoccupati e alcuni genin lo guardavano spaventati.
“Quel ragazzo... è come me!”
Gaara si sentiva strano, riconobbe per la prima volta in Naruto una forza portante come lui, dunque non era solo un buffone…
“Più userai il tuo chakra, più inizierà a manifestarsi quello della volpe... e solo questione di tempo e inizierai a diventare una forza portante in tutto e per tutto”.
Orochimaru era soddisfatto, si avvicino a Kabuto per ascoltare la sua opinione.
“Cosa ne pensi?”
“Non importa la mia opinione, voi avete già deciso tutto”.
“Intelligente come sempre” lodava Kabuto, era per questi suoi ragionamenti che lo preferiva di gran lunga agli altri suoi subordinati.
E Naruto li rivide, quegli sguardi spaventati, che ancora una volta lo ferirono.
Si avvicino a Kiba che aveva riportato gravi danni, l’inuzuka lo respinse.
“Allontanati!” strascicò lui, risentito della sconfitta e allo stesso tempo spaventato dal chakra del biondo, era questo Naruto? Non gli sembrava possibile.
Naruto abbasso ancora lo sguardo e ricordò il dialogo tra lui e Zabuza.
“Diventando più forti, si diventa così!?”
“Non importa quanto ci sforziamo, noi ninja rimaniamo comuni esseri umani, non possiamo azzerare le nostre emozioni”

E’ nella mente di Naruto passo un pensiero triste e oscuro allo stesso tempo, il primo di molti che avrebbe avuto.
“Non si diventa un’arma spietata per propria volontà, lo diventi per mano dei forti e per paura dei deboli, senza possibilità di scelta, senza poter tornare umano”
 
Angolo dell’autore:
Capitolo intenso!
Naruto inizia a sprofondare nel baratro dell’oscurità e a legare con la volpe.
D’altra parte, Sasuke non ha avuto il tempo di preoccuparsi della figura fatta con Orochimaru, vista la crisi del biondo che incoraggia a proseguire, nonostante tutto.
Parlando di Orochimaru, nel prossimo capitolo spiegherò cosa ha fatto a Naruto!
Personalmente, mi è piaciuto il dialogo che ho fatto tra Naruto, Sakura e Sasuke, sebbene abbia preso spunto dal manga.
Il prossimo capitolo un poco –ma poco eh- di spazio a Gaara.

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Capitolo 4
*** La chiave ***


Capitolo Quattro: La chiave

 
“Basta!”
La voce di Naruto era persa tra il gridò e il lamento.
“Non userò più il tuo potere, per colpa tua.. “
Gli occhi rossi del Kyuubi non smettevano di fissarlo dalla sua cella, quel moccioso era così difficile da accontentare.
“Non hai scelta Naruto”
“Io non voglio QUEL genere di forza!”
“Sei un ingenuo Naruto” la volpe rimproverò il biondo e continuò “dai peso all’opinione di gente che giudicano dalle apparenze, dai fiducia a chi in te vede solo un guadagno o una minaccia da tener a bada”
La cruda verità era insopportabile e Naruto voleva convincersi che non era così, che ci fosse un'altra strada, eppure qualunque scegliesse soffriva.
Che fosse quello il destino di un ninja?
“Noi ninja rimaniamo comuni essere umani”
Le parole di Zabuza rimbombavano nella sua mente.
“Naruto, quando ti ho conosciuto.. mi son rivisto in te”
Alle parole dello spadaccino si aggiunsero quelle di Haku.
“Io lo so, tu tornerai da me Naruto, in cerca di aiuto.. e io ti aspetterò”
 
I preliminari proseguivano, Naruto non aveva rivolto la parola a nessuno al suo ritorno dallo scontro, a peggiorare il suo stato d’animo erano gli sguardi di rimprovero di Rock Lee e Sakura.
“Naruto-kun, ti ho sempre ammirato per la tua volontà, questo però non sei tu… o devo forse crede che stai diventando come la volpe che porti dentro?”
“Io te l’avevo detto Naruto, tu non mi hai voluto dare ascolto”

Ora toccava a Hinata e il suo avversario era Neji, dopo una battaglia serrata il cugino aveva prevalso e inferito sulla Hyuga, un intervento di Naruto però la spinge a continuare.
La ragazza aveva guadagnato la sua stima, quando gli aveva offerto la medicina per sanare le sue ferite e aveva ammesso sì, di aver paura, però si trattava di un tipo differente.
“N-Naruto-kun.. so che può sembrare che io abbia paura di te ma credimi.. io ho paura ma non di te, ho paura per te, per ciò che può succederti!”
E lui gli aveva creduto, non sapeva spiegarlo il perché ma sentiva che le parole di Hinata arrivavano dal profondo del cuore, per questo non poteva sopportare l’oltraggio inferto da Neji alla ragazza.
“Hinata, non arrenderti!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
La ragazza proseguì e Neji stavolta la finì definitivamente.
Quasi la uccise, quando risalì a galla il motivo del tanto odio del cugino verso Hinata, tuttavia venne fermato dai Jonin.
Hinata, ferita e svenuta, venne portata in barella.
“Ehi tu, un ninja non urla come uno scalmanato” gridò Neji di rimando a Naruto.
L’Uzumaki stava per scagliarsi su di lui quando venne fermato da Lee, che non solo lo calmo ma si complimento anche, ora riconosceva il biondo per ciò che era e non per la volpe che portava dentro di se.
“Uzumaki Naruto.. spero di poterti affrontare nel torneo e saggiare sia la tua di forza, sia quella della volpe”.
Con queste parole, Neji si allontanò.
 
La penultima battaglia vide Gaara contro Rock Lee.
L’arte marziale di Rock Lee non riusciva a superare la sabbia, il ragazzo punto quindi sulla velocità, rilasciando i pesi sotto consiglio del maestro.
Una volta tolti, la battaglia passo a suo favore e uso il loto frontale, Gaara riuscì a sfuggire usando una copia di sabbia e Lee, al limite delle forze, ricorse al loto posteriore aprendo cinque delle otto porte.
Gaara sopravvisse comunque e finì per distruggere sia il braccio, sia la gamba sinistra.
A salvare Lee dalla morte fu Gai, il maestro.
Una volta decretato il vincitore molti corsero a vedere le condizioni del ninja, Naruto compreso, il quale però, venne fermato da Gaara.
“Spostati!” gli soffiò contro, odiava quel ragazzo.
“Voglio parlarti, Uzumaki Naruto”
Naruto non vedeva proprio di cosa dovessero parlare i due e fece per passare ma venne bloccato dalla sabbia di Gaara.
“Vuoi farmi arrabbiare?”
Il ragazzo rimase impassibile e questo rese Naruto ancor più nervoso, poi si degno di parlare.
“Perché tieni a lui?”
“E’ mio amico!”
“Hai amici?”
Naruto iniziava a credere che Gaara lo stesse prendendo in giro, si sorprese però nel vedere la spontaneità della sua domanda.
“Perché? Non dovrei averne?”
“Perché sei come me”
Al che, Naruto ricordò le parole di Dosu, non era la sola forza portante e come lui, gli altri erano giudicati per l’apparenza, possibile che lui fosse…
“Tu sei..”
“Una forza portante, sì”
Nel frattempo Lee venne portato in infermeria e venne annunciato l’ultimo incontro, Gaara e Naruto dovevano tornare ai loro posti.
“L’altra volta stavi per dirmi il tuo nome, mi scuso per non averti dato l’occasione di parlare.. presentati adesso”
Naruto sapeva che Gaara conosceva ormai il suo nome, non capiva quindi il perché di quella domanda, eppure, guidato dall’istinto, rispose lo stesso e nei suoi occhi lampeggiò una luce rosse.
“Uzumaki.. Uzumaki Naruto”
“Gaara del deserto.. avremo modo sia di parlare, sia di lottare, Uzumaki Naruto”
 
“Maestro, dobbiamo parlare”
Kakashi chiuse il suo amato libro e posò lo sguardo su Sasuke.
L’ultimo incontro, Choji contro Dosu, era finito e aveva visto vincitore il ninja del suono, quindi erano state date le ultime disposizioni sull’ultima prova che si trattava di un torneo, per il quale avrebbero avuto tempo un mese di allenamento.
“Dimmi Sasuke”
Sasuke iniziò a parlare riguardò la seconda prova, Kakashi però lo fermò.
“So cosa vuoi chiedermi, Naruto non è vero?”
A sorpresa Sasuke scosse la testa.
“Non so cosa gli stia succedendo, né che potere abbia usato contro l’inuzuka.. però non è questo, quando ho lottato contro Orochimaru, mi sono comportato da codardo, voglio superare questo mio punto debole” spiegò lui, aspettando una risposta affermativa.
“C’è una sola cosa che può colmare questa lacuna, l’esperienza nel campo di battaglia”
La risposta non lo soddisfò.
“Non ho intenzione di lasciare al tempo di rimediare ai miei difetti, devo compensarli ora”.
Kakashi sospirò, sapeva che sarebbe finito così e quindi si arrese all’inevitabile.
“Va bene, vorrà dire che mi seguirai nel mio viaggio”
“Quale viaggio?” domandò dubbioso.
“Mi è stata affidata una missione il cui compimento prevede che io parta, quindi verrai con me”
A Sasuke non andò a genio l’idea di viaggiare solo con Kakashi ma accettò di buon grado, questo e altro per diventare più forte.
“Un'altra cosa Sasuke, si tratta di una missione segreta, quindi acqua in bocca”
Missione segreta? Forse si trattava di qualcosa di serio, come a leggergli nella mente, Kakashi diede una risposta che calmo la curiosità di Sasuke.
“Ti spiegherò ogni cosa al cancello del villaggio, stasera partiamo”
 
Sperava di poter tornare subito a casa per riposarsi, erano stati giorni intensi in cui aveva pensato su molte cose, lui che pensava, il mondo stava per finire, non vedeva altre spiegazioni!
Purtroppo, un vecchio pervertito si era messo di mezzo.
E dopo che gli ebbe dato le spiegazioni necessarie, sul perché spacciasse le sue sbirciatine per indagini e del suo ruolo lì, Naruto fu felice di accettare l’ero-sennin come maestro.
“Mi è stato dato l’incarico di insegnarti a difenderti..”
A onor del vero, si era incaricato lui stesso di allenarlo, con approvazione di Kakashi.
“Dimmi Naruto, tu conosci un ninja di nome Orochimaru?”
Naruto capì che quella domanda non gli era stata fatta a caso.
“Sì, l’ho incontrato alla seconda prova, un genin del suono, perché?”
Jiraiya scosse la testa, aveva lottato e tenuto a testa a Orochimaru e credeva ancora che si trattasse di un semplice genin?
“Non è un genin ma un traditore della foglia, fa parte di un organizzazione i cui interessi non sappiamo a cosa mirino e io voglio insegnarti a difenderti da loro, perché se ciò che penso è corretto, nel loro scopo rientri tu in qualche modo”
La rivelazione scioccò non poco Naruto, dunque non era un ninja qualunque, ecco spiegata la sua incredibile forza!
L’idea di aver tenuto testa a un ninja così forte gli diede più fiducia nelle sue capacità, poi però si ricordò di aver usato il chakra della volpe…
“Inizieremo l’allenamento da una tecnica, presta attenzione, il suo nome è rasengan”.
 
“Dunque lo scopo del viaggio è quello di trovare la futura Hokage?”
“Esatto” confermò Kakashi, erano partiti da poco e aveva dato le direttive della missione.
Avrebbero rintracciato Tsunade e convinta a prendere la carica di Hokage, il compimento della missione dipendeva dalle capacità di oratore di Kakashi, da sempre famoso per questa sua abilità al quale solo Naruto era immune.
Kakashi stesso andava fiero di quella sua arte, il segreto era sapere su cosa far leva e per Tsunade, aveva preparato una lista di locali e luoghi in cui giocare d’azzardo all’interno del villaggio.
“Perché Jiraiya non se ne occupa personalmente?” domandò al maestro, dopotutto la missione era stata assegnata dal Sannin, non dall’hokage.
A Sasuke gli sembrava la cosa più logica, capiva l’hokage, che doveva rimanere a firmare quelle scartoffie, non capiva però perché un ninja libero come Jiraiya, non potesse incaricarsi di quel fardello.
“Il grande Jiraiya allenerà Naruto”
L’Uchiha invidiò il compagno, Kakashi era forte ma un Sannin di più e se avesse scelto, avrebbe preferito Jiraiya.
Non vedeva quali difetti potesse avere l’eremita rispetto a un accanito lettore di libri perversi…
 
Ansimava, il suo allenamento non procedeva come sperato, inoltre si sentiva strano.
Le unghie si allungarono…
Sperava di concludere la prima fase per l’apprendimento della tecnica in breve tempo, non era stato così.
I baffi aumentavano…
Da quasi un’ora provava invano a far ruotare il proprio chakra all’interno del palloncino, eppure nulla.
Gli occhi passarono dall’azzurro limpido al rosso fuoco…
Si sentiva insolito, dei ricordi non suoi percorrevano la sua mente, cosa gli stava succedendo?
A osservare quel fenomeno da lontano, fu Zetsu, il quale scomparve.
 
“Come procede?”
“Come sperato, quando Naruto consuma il chakra, subentra quello della volpe”
A parlare non fu la l’entità bianca ma bensì controparte nera di Zetsu, più afferrata nelle spiegazioni.
Tobi ascoltò con interesse le parole del suo compagno e subordinato.
“Altre osservazioni?”
“Assume inconsciamente i lineamenti della volpe”
“Orochimaru aveva previsto tutto in ogni cosa”
Doveva riconoscere che la serpe dell’organizzazione, per quanto sgradita dai membri, sapeva il fatto suo, dopotutto era stata una sua idea di avvicinare Naruto alla volpe e Tobi la condivideva.
Una forza portante incapace di usare il chakra del proprio cercoterio, non poteva ritenersi tale.
“E’ questione di tempo, quando se ne accorgeranno, verrà affidata a Naruto la chiave”
Questo era un secondo aspetto del piano, non potevano prendere l’Uzumaki con se, non prima che il giovane mettesse mani sulla chiave del sigillo.
“Non ho ancora ben capito, come avviene questa metamorfosi?” domandò la parte bianca di Zetsu, al che la sua controparte nera, rispose seccata.
“Ti è già stato detto, il sigillo ottagonale non è assoluto, non per il Kyuubi”
“Infatti” intervenne Tobi “Si tratta di una delle tecniche di confinamento pensate per i cercoteri, il sigillo quadrangolare, il pentagonale, l’ottagonale.. al numero del sigillo corrisponde le code”
“Però il Kyuubi ha ben nove code” osservò Zetsu bianco e Tobi annuì.
“Difatti, una minima parte del chakra del Kyuubi, fuoriesce in continuazione e si fonde in quello di Naruto, si tratta però di misere dosi le quali si fondono al chakra di Naruto”
“Ed è qui che Orochimaru attua il suo piano” subentrò nel discorso Zetsu nero “quando le dosi son piccole, non riescono a prendere il sopravvento, pertanto si fondono, se però più consistenti, finiscono con il sostituire il chakra di Naruto”
“E se il processo continuerà, il chakra di Naruto muterà fino a diventare come quello del Kyuubi, i ninja della foglia non vogliono una seconda volpe a nove code in miniatura” concluse infine Tobi.
Ora doveva solo aspettare…
 
“Naruto, hai finito?”
Era tornato da una fruttuosa indagine! Soddisfatto dei progressi fatti delle sue ricerche, a migliorare il suo umore furono le parole dell’allievo.
Si avvicinò all’allievo che continuava a dargli di spalle, che era già passato alla seconda fase, teneva i resti della palla di gomma scoppiata
“Sì, mi ci è voluto del tempo però ho capito il trucco!”
Si voltò sorridente, mostrando i canini e gli occhi rossi come quelli della volpe.
Jiraiya si stupì non poco, era ricorso al chakra della volpe?
“Naruto, mi sorprende che tu sappia usare il chakra della volpe, però non credi sia superfluo usarlo anche nell’allenamento?”
Gli sembrava assurdo, lui mica usava le sue tecniche durante le indagini! Se non nella fugga…
“Il chakra della volpe?” domandò dubbioso, poi a Jiraiya venne un dubbio.
“Spogliati Naruto”
“Tu, brutto pervertito! Non solo le donne, anche gli…”
“Che cosa hai capito! Devi solo rimanere a petto nudo, mica toglierti anche le mutande!”
Naruto arrosi per l’imbarazzo e bofonchiò qualcosa, mentre si spogliava, alla fine rimase a petto nudo come chiesto e Jiraiya esaminò il sigillo.
“Come pensavo, quella serpe di Orochimaru..”
“Sospendiamo momentaneamente l’allenamento per l’apprendimento del rasengan.. “
“PERCHEEEE’???” rimase di sasso, mancava così poco all’apprendimento, ormai aveva capito sia il concetto di rotazione, che quello di concentrazione.
Doveva solo mettere in atto tutto ciò che aveva imparato.
“Ti insegnerò delle tecniche di confinamento ma prima.. tecnica del richiamo!”
Naruto rimase stupefatto dalla tecnica di cui fece uso l’ero-sennin, aveva evocato un rospo dall’insolita forma! Si segnò subito di farsi insegnare quella tecnica.
A farlo cascare dalle nuvole dei suoi pensieri, fu il maestro.
“Naruto, questo rospo.. contiene la chiave per il sigillo del Kyuubi!”
 
Angolo dell’autore:
Non mi dilungo molto, fatte attenzione al discorso di Tobi sul sigillo, risalterà fuori più tardi e avrà la sua importanza.
Detto questo, spero vi sia garbato il cap!

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Capitolo 5
*** Forze portanti e cercoteri ***


Prima di tutto, chiedo venia per chi seguisse questa fan fiction: vi prego, non linciatemi! Vi potrei dire una scusa qualsiasi, essendo però io una persona onesta e coscienziosa del fatto che per quanto vogliate decapitarmi non possiate, in quanto potrei essere ovunque ... vi dirò la verità: non avevo ispirazione! 
Ho ripreso questa long-fic quando ho sentito di poter andare avanti e così facendo scrivere qualcosa di decente, farlo senza voglia sarebbe stato come darsi la zappa sui piedi.
Detto questo, vi lascio al capitolo!


Capitolo Cinque: Forze portanti e cercoteri

 
“Ci rivediamo!”
Gli occhi rossi si spalancarono, come sospettava, era tornato.
“Gli è stata data la chiave..”
Vide il ragazzo chiudere il proprio sigillo, impedendo così al suo chakra di prendere il sopravvento.
“Ora che non avrai più il mio potere, pensi di poter sostenere la vita da ninja?”
Naruto non solo era ingenuo, anche debole, per questo rimaneva un moccioso ai suoi occhi.
Il biondo però non sembrava risentito di quelle parole.
“Nonostante tutto, se son vivo è merito tuo, quindi grazie! D’ora in poi, però, me la cavo da solo!”
“Non fraintendermi, se muoio io, muori tu”
Lo disse subito, per mantenere le distanze, indipendentemente dall’aiuto che gli forniva, Naruto rimaneva la sua prigione e pertanto lo odiava.
“Allora perché hai voluto avvisarmi?”
Il demone si stupì, dunque aveva capito il suo intento?
“Cosa te l’ha fatto capire?”
Era proprio curioso di sentirlo.
“Ultimamente mi chiamavi spesso e.. le tue frasi, sì insomma, erano strane! Te ne uscivi con discorsi ‘sarai obbligato a usare il mio chakra!’ e ‘prima o poi tornerai!’ pensavo ti stessi prendendo gioco di me, invece volevi solo aiutarmi!”
La volpe si sentì infastidita dalla deduzione dell’Uzumaki e non solo.
“Naruto”
“Sì?”
“Imitare la mia voce ti riesce male”
Naruto sorrise, la volpe non capiva cosa ci trovasse da ridere, poi il ninja parlò.
“E oltre il grazie, ti porgo anche le mie scuse..”
Il volto della volpe era di solo stupore, un ragazzino che chiedeva scusa a un cercoterio, i suoi simili non gli avrebbero mai creduto se l’avesse raccontato.
“Per aver diffidato di te”
Era un demone, che diffidasse di lui era più che normale.
“In fondo, né io, né tu, volevamo questo, no?”
La volpe convenne che sì, nonostante l’odio covato nei confronti di Naruto, lo sapeva, lui non voleva quel destino quanto non lo voleva lui.
“Naruto, ciò non cambia la realtà dei fatti, io, sono la tua maledizione, mentre tu, sei la mia prigione” dichiarò irremovibile e Naruto capì fin troppo bene cosa voleva dire.
“Allora addio”
“Addio”
A differenza di Naruto, la volpe sapeva che in ogni caso si sarebbero rivisti, il destino li legava.
 
Che i Sannin fossero forti, Sasuke non lo metteva in dubbio.
Tuttavia, dopo aver affrontato un travestito da kunoichi del suono, scoperto che Jiraiya è l’autore dei libri del maestro e infine, incontrato una donna più fastidiosa di Sakura, era dell’opinione che ninja più immorali non esistevano.
“Suvvia Tsunade, Hokage non vuol dire libertà azzerata”
“Kakashi, non mi farò intenerire dalle tue parole”
Sasuke rimuginava, era coinvolto nella missione e il tempo di durata avrebbe influito su quello dell’allenamento.
Di questo passo, però, avrebbero girato intorno alla missione e per allenarsi ne avrebbe avuto poco di tempo.
“Senta, io ho poco tempo, accetti questa carica così posso tornare ad allenarmi”
Kakashi sospirò, ora anche Sasuke interveniva, si metteva male.
“Che ragazzino insolente! Kakashi, si tratta di un tuo allievo?”
“Sì, lady Tsunade”
“Lady? Tsk”
A Tsunade si corrugò la fronte, Kakashi stavolta non solo sospirò, iniziò a sudare.
“Cosa stai insinuando ragazzino?”
Kakashi prego che Sasuke rispondesse a modo.
“Non ho insinuato un bel niente io”
Meglio di nulla.
“Codardo”
La peggiore delle parole che si potessero rivolgere a Sasuke.
“Codardo!? A parlato il diavolo!”
La missione era da ritenersi fallita.
“Ragazzino, io e te, fuori!”
“Con piacere”
E non solo, sarebbe tornato con un Sasuke ridotto a un cumulo di cenere.
 
L’allenamento procedeva, dopo l’intoppo per il sigillo e gli insegnamenti di base per le tecniche di confinamento, aveva ripreso ad apprendere il rasengan.
“Prima devo rifare le prime due fasi con il mio solo chakra, non sarà un problema, ormai ho capito come funziona!”
Non ebbe l’occasione di ripercorrere né la prima, né la seconda fase.
La causa era un personaggio che conosceva fin troppo bene, il quale fece la sua apparizione: Gaara del deserto.
“Tu..”
Interruppe l’allenamento, mentre Gaara si avvicinava e lo studiava, senza parlare e proferire, Naruto attese fino a quando il ninja della sabbia, disse la sua.
“Non sei ancora arrivato a quel punto”
Il tono freddo e distaccato non aiutava a capire, a quale punto si riferiva? Non chiese, perché Gaara lo anticipo.
“Lo capisco dai tuoi occhi, non hai ancora realizzato quanto sia inutile sforzarsi di amarli”
Si riferiva al villaggio e quella sua frase lo rabbuiò, la pensava così?
“Ti sbagli! Parli così perché non hai mai avuto un legame, se tu li avessi...” affermò convinto delle sue stesse parole, Gaara scosse la testa sconsolato.
“Avevo un legame” esclamò e Naruto rimase scioccato, dunque qualcuno c’era nel suo cuore!
“E si è rivelato uno dei tanti che ha provato a uccidermi” l’ultima affermazione lo lasciò disgustato e amareggiato, capì che quel ragazzo aveva patito più di lui.
“Un tempo ho provato, l’ho fatto davvero” ammettere quel suo vecchio ‘io’ di se stesso lo metteva in difficoltà, però si trattava di una forza portante come lui, sentiva di potersi confidare.
Confidarsi, quella parola gli si addiceva così poco.
“Per loro non sono che la reliquia che porto dentro e vado eliminato per questo”
Le parole di Dosu echeggiavano nella mente di Naruto, forze portanti discriminate per il cercoterio che contenevano.
“Il tuo è uno sguardo di speranza Uzumaki Naruto, di qualcuno che ha visto e sentito l’amore ma che non riesce ad averlo a pieno.. capirai che l’unica persona alla quale ci possiamo affidare siamo solo noi stessi”
“Perché mi dici questo?”
Non capiva lo scopo di Gaara, voleva deriderlo per aver sognato? Per aver sperato di essere considerato come gli altri?
“Non lo so” ammise, osservava Naruto con maggior interesse “Sei così vicino e così diverso da me..”
Anche Naruto pensava alla stessa maniera, segnati dallo stesso destino, eppure di carattere opposto.
Poi, pensò che fosse il caso di aprirsi un po’, dopotutto, Gaara l’aveva fatto.
“Quando ho saputo del Kyuubi.. ho considerato l’odio degli abitanti del villaggio, più umano..” iniziò a parlare, attirando su di se l’attenzione del rosso.
“Poi ho conosciuto Kyuubi stesso.. non so se per il tuo demone sia lo stesso, però.. ho capito che in fondo, i cercoteri sono come le forze portanti, ci hai mai fatto caso? Quegli sguardi sono per loro, anche loro, hanno patito lo stesso dolore e per più tempo”
Gaara rimasse di sasso, non ci aveva fatto caso, Shukaku era una massa di odio che smaniava di uccidere.
“Anche io son così.. per gli stessi sguardi..”
In quel momento capì, aveva patito la stessa sorte del demone, ciò lo faceva odiare di più, però gli permetteva di capirlo.
“So che tra cercoterio e forze portanti, non ci sia un bel rapporto, eppure.. invece di odiarsi, non dovrebbero andare d’accordo e salvarsi a vicenda?”
 
“Poi ho conosciuto Kyuubi stesso.. non so se per il tuo demone sia lo stesso, però.. ho capito che in fondo, i cercoteri sono come le forze portanti, ci hai mai fatto caso? Quegli sguardi sono per loro, anche loro, hanno patito lo stesso dolore e per più tempo”
Kyuubi aveva lo sguardò vuoto verso il basso, ascoltava le parole di Naruto.
Era la prima volta che un umano lo comprendeva e Naruto, a onor del vero, era il primo in molte cose.
Gli aveva detto grazie, si era scusato, lo comprendeva nonostante tutto.
Tentò di dormire e non ascoltarlo, Naruto rimaneva la sua prigione, non doveva farsi intenerire.
“So che tra cercoterio e forze portanti, non ci sia un bel rapporto, eppure.. invece di odiarsi, non dovrebbero andare d’accordo e salvarsi a vicenda?”
Kyuubi sbuffò, aiutare a diventare Naruto Hokage, non era nei suoi interessi.
Se avesse avuto l’occasione, si sarebbe goduto la libertà e dimenticato tutto, però non poteva, aveva patito troppo per comportarsi come se nulla fosse.
Chiuse gli occhi, aveva decisamente bisogno di dormire.
 
“Poteva andare peggio” lo consolò Kakashi.
Sasuke lo guardò truce, fra i tre era rimasto indietro a causa del troppo peso che si portava appresso, ovviamente si trattava degli oggetti di Tsunade.
“Forse riuscirà a mettere un po’ di muscoli, quella femminuccia”
L’insulto spazzò via la poca pazienza di Sasuke che spinto dall’orgoglio, superò prima Kakashi e poi Tsunade, dirigendosi verso Konoha.
“Questo è altro per diventare forte! Questo è altro!”
“Tu guarda, è un piccolo Uchiha in tutto” ammise Tsunade, quel ragazzo ne aveva di tenacia se stuzzicato nell’orgoglio.
“Devo ringraziarla, lui non se ne reso conto, però è riuscito a superare la sua paura”
Ed era stato così per davvero, aveva affrontato Tsunade degnamente e durante la lotta, padroneggiato il mille falchi, tuttavia la Sannin aveva usato la sua forza per incrinare il terreno e far perdere l’equilibrio a Sasuke.
“Ha anche spirito di osservazione, ha capito i difetti della tua tecnica e si sta adoperando a superarli”
Kakashi annuì, il punto forza di Sasuke era compensare quelli deboli.
“Tsunade, non che mi dia fastidio, vorrei però sapere cosa l’ha spinta ad accettare” era curioso di sapere. Dopo la battaglia con l’Uchiha, si era ravveduta.
“Il ragazzo” disse soltanto e Kakashi annuì, la tenacia di Sasuke doveva averla colpita.
“Forse le interesserà, a Konoha c’è un ragazzo ancora più determinato”
Tsunade sorrise, il villaggio della foglia stava dando alla luce nuove reclute promettenti.
“Il suo nome?”
 
“Uzumaki Naruto”
Tobi aveva preso l’abitudine di osservare Naruto di sua volontà, sostituendo Zetsu.
“Hai ottenuto la chiave e ti spingi verso le code del Kyuubi.. e questo ti allontanerà dal villaggio”
Avvicinarsi alla volpe significava allontanarsi dal villaggio e questo Naruto lo sapeva, però non poteva rinunciare al Kyuubi, dopotutto era una parte di se e anche Gaara l’aveva capito.
“Bene, Naruto influenza Gaara e viceversa, questo facilità il compito a Orochimaru e Sasori”
 
“Cosa volete?”
Gaara era solo, così sembrava.
La forza portante si era accorta delle presenze che la seguivano, infatti apparvero due ninja vestiti in nero, le cui uniformi avevano nuvole scarlatte.
“Solo parlarti” disse Orochimaru, lo sguardo del ragazzo non era cambiato, freddo e distaccato.
Gaara non rispose, segno che potevano discutere con lui.
“Siamo Akatsuki, un organizzazione che è intenta a reclutare forze portanti”
 
“Bene, domani è il gran giorno” annunciò Jiraiya, il mese era passato e Naruto fatto progressi, per quanto breve fosse stata la durata del suo allenamento.
“Ti ho insegnato quello che potevo, ora sta a te mettere in atto i miei insegnamenti!”
Naruto annuì, il sorriso sornione, se avesse vinto il torneo e diventato Chunin il villaggio avrebbe constatato il suo valore e rispettato.
In cuor suo, continuava ancora ad ambire al sogno di hokage, quell’esame era l’ultima occasione per dimostrare a se stesso e agli altri, di potercela fare.
Lui era Naruto Uzumaki, il futuro sesto hokage!
Questo però significava una cosa… dimenticare il dubbio sorto dallo scontro di Dosu.
Il dubbio della vendetta.
“Ero-sennin, un ninja può adempiere a due scelte?”
“Ovviamente! Il ninja è colui che non si arrende, più la sua volontà è ferrea, più andrà avanti!”
“Se però si tratta due scelte che si annullano a vicenda?”
Jiraiya capì quanto Naruto fosse afflitto, di cosa, non lo sapeva.
Non chiese, non gli sembrava il caso e da una parte era giusto che fosse Naruto ad aprirsi, non che venisse obbligato.
“In quel caso, bisogna prendere una decisione sola, non si tratta solo di potere e tecniche, un ninja deve saper giudicare e prendere le decisioni corrette, se vuoi vivere come ninja, devi essere saggio”
Naruto annuì, entrambe le decisioni avevano del corretto, doveva spettare a lui giudicare quale delle due fosse la migliore.
“A fine esame lo saprò.. dimostrerò a tutti quanto sono forte e alle loro reazioni, capirò quale la decisione corretta!”

Angolo dell'autore:
E qui finisce il cap! Vi ho detto quanto dovevo prima che il capitolo iniziasse, non credo di dovervi dire altro, al massimo, se volete chiarimenti chiedete! Cercherò di non fare spoiler!
Una cosa mi sembra vada detta assolutamente: come potete notare Orochimaru è ancora dentro Akatsuki, inoltre, stavolta non vogliono catturarli ... bensì reclutarli!
Badate bene a questi due punti, perché sono il fulcro del 'What if?' che cambierà la storia rispetto al manga.
Detto questo, vi saluto!

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Capitolo 6
*** La crisi di Naruto ***


 

Capitolo Sei: La crisi di Naruto



Il momento finalmente arrivò.
Dopo essersi allenati per ben un mese, i sette partecipanti si ritrovarono all’interno dell’arena e di fronte a un jonin, il quale avrebbe arbitrato le varie sfide tra i ninja rimasti.
In realtà, nove dovrebbero essere, tuttavia, Dosu era come scomparso mentre Sasuke era in ritardo.
“Sasuke, vedi di non arrivare tardi!”
Finito il discorso sia dell’arbitro, sia dell’hokage, venne dato il via all’inizio dell’esame conclusivo, cinque dei sette raggiunsero un’area riservata ai partecipanti, mentre Naruto Uzumaki e Neji Hyuga, si sarebbero dati battaglia, sotto lo sguardo del pubblico, tra cui spiccava Hinata.
“In bocca al lupo, Naruto-kun”
 
“Dunque è lui... Uzumaki Naruto”
Tsunade, la futura hokage, osservava il ragazzino della volpe a nove code.
“L’aspetto è quello del padre” notò con piacere, ricordando i lineamenti di Minato.
“Il carattere, però, l’ha preso decisamente dalla madre” intervenne Jiraiya, giunto da chissà dove, il quale mostrava soddisfazione –e anche perversione- nel vedere Tsunade.
Kakashi era dunque riuscito nella missione data.
“Jiraiya, tempo che non ci si vede, faceva fatica venire a trovarmi invece di mandare Kakashi?”
Si finse offesa, in realtà, qualunque uomo sarebbe andato meglio di Jiraiya, vista la sua indole pervertita.
“Ho dovuto allenare Naruto” si scusò lui, osservando l’allievo preoccupato, poi si rilasso.
Sarebbe andato tutto bene.
 
La battaglia ebbe iniziò nel momento stesso in cui Neji attivò il Byakugan e Naruto, ricordando gli insegnamenti di Kakashi, si mise in allerta e creò delle copie, affinché fronteggiassero il byakugan.
“Il chakra è distribuito equamente, non posso sapere quale sia il vero” non si fece impensierire, uno rimaneva comunque l’originale, doveva solo scovarlo.
Iniziò quindi la sfida, fu una battaglia in cui Naruto tenne testa a Neji e al suo byakugan, sventando più volte una sconfitta imminente e dando comunque non poche grane allo Hyuga.
Tuttavia, Neji rimaneva sempre e comunque in vantaggio.
“Sbaglio o volevi diventare Hokage? E’ ovvio che non ti è possibile, non senza la forza della volpe” sbeffeggiò l’avversario che infatti si arrabbiò alle parole dello Hyuuga, infastidito da quella sua insinuazione.
“Ti sbagli! Non dare tutto per scontato!” voleva provocarlo ma non sarebbe andata così.
“Tu dici che con il solo impegno si può diventare Hokage, sbagli, solo un abile ninja può esserlo” lo corresse, quel ragazzo era cieco all’ovvietà.
“Il destino che accomuna tutti è la morte, non di più” terminò riuscendo solo a far montare la rabbia di Naruto, alle sue orecchie quelle non erano che le parole di un codardo, avrebbe dovuto prendersela con se stesso, non con il destino.
Naruto creò più copie, Neji scosse la testa, dunque non aveva capito?
Riuscì a tener testa a tutte le copie, puntando l’ultima.
“E’ ovvio che sia questo, l’ultimo è chi teme che io gli chiuda i punti di fuga”
Si sbagliava, Naruto non era di certo il tipo da rimanere per ultimo e quella colpita da Neji era una copia, il quale si mostro non poco sorpreso, sia per la mancata vittoria, sia per la tecnica sfoggiata dal biondo.
“Ora! Rasengan!”
Naruto apparve dietro, con l’ausilio di un clone aveva creato un rasengan e si apprestava a colpire Neji, il quale, colto di sorpresa, dovette ricorrere alla rotazione suprema per difendersi.
“Sono entrambe due tecniche che richiedono una gran capacità di rotazione...”
E fu per questo che nessuno dei due prevalse, anche se la difesa di Neji vacillò per un momento, al contrario l’offensiva di Naruto rimase ferma e vincente.
“L’ho sottovalutato, che tecnica è mai quella? Se mi colpisse non avrei scampo!”
Anche Naruto rimase sorpreso e Neji approfittò di questo: volendo terminare lo scontro in fretta, si esibì in una pericolosa tecnica del suo clan, le sessantaquattro chiusure.
Il biondo non ebbe né la prontezza, né la difesa per sostenere la tecnica, finendo così investito in pieno dalla mossa Hyuga.
Lo scontro sembrava finito, ciò nonostante, Naruto si rialzò, forse più combattivo di prima e deciso a vincere.
La cosa non impensierì Neji, il quale guardò Naruto senza ritenerlo un degno avversario, ferito e sporco di sangue com’era.
“Arrenditi, perché continuare a combattere?”
“Non mi aspetto che tu capisca!” sbottò inviperito, davvero non riusciva a vincere senza l’ausilio del demone? Le più grandi battaglie sostenute lo avevano visto vincitore con un potere che non gli apparteneva, la cosa lo frustrava.
“Ho sentito che vuoi diventare Hokage per guadagnare la fiducia del villaggio … è ovvio che questo non succederà mai”
“Cosa!?”
“Contieni la volpe a nove code Uzumaki … è il tuo destino essere odiato e rimanere solo, arrenditi di fronte a questa evidenza” esclamò serafico e fu il tono di Neji, insieme alle sue parola, a istigare Naruto.
“Adesso … mi hai fatto davvero arrabbiare! Tu non sei nessuno per parlare del mio destino!”
“E invece sì, perché anch’io come te porto un sigillo”
“Come!?” domandò e di colpo l’ira diminuì, sostituita da una dosa notevole di curiosità, la quale aumento quando Neji fece segno di sfilarsi il copri fronte mettendo così in mostra il marchio al quale la casata cadetta doveva sottostare, per ordine di quella principale.
E lo Hyuga parlò, confidò a Naruto il suo rancore, il suo odio, per appartenere alla schiera dei falliti di quel clan fiero e orgoglioso, uno dei più potenti.
Ben presto, arrivò a raccontare anche del padre e di come lo perse, parole che colpirono Naruto nel suo profondo, tuttavia, una parte di lui che iniziava a conoscere si trovava in disaccordo.
La stessa personalità che emergeva da quando aveva finito la seconda prova: odio, rancore, frustrazione …
E in cuor suo sapeva di non poter incolpare alla volpe, perché quei sentimenti erano suoi e chi gli si avvicinava, lo spregiudicava, credendo che fossero quelli della volpe.
Alla fine, su una cosa Neji aveva ragione: le forze portanti hanno un destino delineato segnato da odio.
Questo però non significa che non poteva cambiarlo, il problema era come: perseverando con l’impegno … o attuando una vendetta?
“ … perché mi dici questo?” chiese infine, quando Neji terminò il suo discorso sul passato sofferente e di quanto avesse subito dai membri della casata cadetta.
“ … perché tu, come me, sai cosa significa avere un sigillo … e questo ci rende entrambi vittime di un destino immutabile” terminò infine, osservando lo sguardo di Naruto, cadere verso il basso.
Credete che finalmente si sarebbe arreso, tuttavia, oscurità o luce che accompagnasse l’uzumaki, la solfa non cambiava: lui non si sarebbe arreso.
“Ti sbagli, non siamo così simili … perché a differenza di me, tu, sei un fallito” soffiò esibendo i denti in un espressione arrabbiata, sorprendendo Neji che si rabbuiò sia per il tono usato, sia per la parola offensiva.
“Come osi tu fallito …!?”
“Io oso eccome, vanterai anche di tecniche incredibili ma sai solo piangerti addosso … no, anzi, pur di non farlo accusi il destino! Sei un codardo come non se ne sono mai visti!”
L’esclamazione ebbe molto effetto, più di quanto pensasse, giacché diceva il vero e nel suo inconscio Neji lo sapeva.
“E sei anche ipocrita! Hai colpito Hinata ingiustamente, perché volevi ribellarti al destino e te la sei presa con lei perché pensavi fosse più debole, lei invece è dodici volte migliore di te! Ha combattuto, non è rimasta a piangere sul destino e si è sforzata!”
“Adesso basta!” urlò il castano, riattivando il Byakugan “Arbitro, visto che questo … fallito!... Non intende arrendersi, lo ucciderò!”
L’arbitro non sembrò particolarmente colpito, anche se guardava curioso Naruto, per le forti parole dette e la sua volontà.
Naruto assunse una posizione di combattimento, ottenendo solo lo schernimento di Neji, in quanto, come fece ben notare, il biondo non aveva una sola goccia di chakra.
“Quale che sia il mio destino, io lo cambierò!”
“Non puoi fare nulla senza chakra, tenta quanto vuoi, rimarrai un fallito” ribadì il concetto e rimase sorpreso quando vide Naruto sorridere beffardo.
“E chi ti dice che intendo usare il mio?”
E con il Byakugan, Neji poté vedere un chakra rosso avvolgere Naruto, sia dentro, sia fuori, mutandone i lineamenti, così facendo assunse fattezze parziali a quelli del demone che conteneva.
“Che potenza! E’ dunque questa la forza della volpe di Naruto Uzumaki!?”
Le ferite guarirono e il chakra si manifestò su tutto il campo di battaglia. Dotato di una velocità fuori dal comune, il biondo si lanciò su Neji, il quale non si fece trovare impreparato.
Iniziò a lanciare contro la forza portante una serie di shuriken, sperando di allontanarlo e riflettere su come agire, ottenendo solo un effetto peggiore: il contenitore della volpe iniziò a muoversi zigzagando e sebbene fosse dotato di una visuale di 360° gradi, lo Hyuga aveva difficoltà a seguirne i movimenti.
“E come con lo sharingan, può vedere la mia mossa ma a questa velocità non ha il tempo per anticiparla!”
Conscio di questo, Naruto riutilizzò la moltiplicazione superiore del corpo, creando cinque copie il cui chakra scarlatto si divideva equamente.
Neji riuscì solo a parare la prima con la rotazione suprema, il cui impatto fu tale da sbalzarlo nonostante la potente difesa attuata. Prima di toccare terra, si vide circondato da tre copie.
La prima lo afferrò lanciandolo in alto, le altre due lo colpirono al mento in un pugno sincronizzato e infine l’originale stesso infierì su di lui con un poderoso calcio sullo stomaco.
Stavolta Neji venne davvero scagliato a terra e l’impatto creò un’esplosione di detriti, quando il polverone cessò si poteva vedere lo Hyuga ancora cosciente, ma sconfitto.
“Il vincitore è Naruto Uzumaki!”
Il pubblico, chiaramente sorpreso, applaudì, non capendo cosa fosse quella dimostrazione di forza a differenza di molti jonin e anbu che osservarono sia preoccupati, sia intimoriti, il biondo contenitore della volpe.
Naruto non bado a nessuno, semplicemente si avvicinò a Neji, accompagnato da un forte odio.
“Tu .. non solo il chakra della volpe, anche il tuo modo di usare la moltiplicazione del corpo …” costatò pensando alla sincronizzazione dei cloni, odiava ammetterlo, però se la cavava nonostante tutto.
“Sai? E’ ironico, la moltiplicazione del corpo è la tecnica dove fallivo sempre e quella in cui venivo bocciato in accademia” confidò il biondo lasciando basito Neji che iniziò a guardarlo seriamente, senza giudicarlo dal principio un ninja inetto.
“Non conta ciò che dicano gli altri, conta ciò che vuoi tu per te … invece di lamentarti su come possa essere la tua vita, cambiala al meglio … oppure il primo a essere definito un perdente sarai tu” .
Dette quelle parole, si allontano dallo Hyuga che lo fissò con sguardo fermo e indecifrabile, senza capire perché di colpo si sentisse più sollevato.
 
Il successivo incontro vide Kankuro contro Kabuto, ancora una volta l’intelligenza del ninja del suono, gli consentì di vincere facilmente, infatti, riuscì ad analizzare lo scontro e finirlo nel più breve tempo possibile.
Si avvicinò a Karasu, saltando agilmente sullo stesso pugnale con cui la marionetta tentò di trafiggerlo. Atterrò vicino a Kankuro, il quale indietreggio e richiamo Karasu a se mentre il ninja del suono tentava un affondo con il bitsuri di chakra, senza riuscirci e mandando un colpo a vuoto.
Il marionettista approfittò di quel suo errore per colpirlo, quando costatò con suo errore qualcosa di inaspettato.
“La mia marionetta!” urlò scioccato, non rispondeva ai controlli, si accorse che i fili di chakra erano stati tagliati.
Come li aveva li aveva visti? Poi capì, lo stesso colpo a vuoto serviva a tagliare i fili, non colpirlo.
“Ha tenuto conto del fatto che i fili inizino dalle mie dita e si è avvicinato per tagliarli!”
Kankuro non lo sapeva ma l’avversario di fronte a se aveva avuto modo di lavorare con Sasori, il marionettista di Akatsuki. Conosceva quindi alcune debolezze e basi di chi utilizzava quegli oggetti come strumenti d’attacco.
Il pupillo di Orochimaru  terminò la battaglia con un colpo diretto al quale Kankuro non riuscì né a difendersi, né a incassare, disarmato della sua fidata marionetta Karasu.
“Un altro scontro facile” esclamò soddisfatto mentre il pubblico esultava.

Il terzo confronto ebbe uno svogliato Shikamaru contro la leonessa di Suna, Temari, la quale finì quasi per essere sconfitta dalle doti di stratega di Shikamaru, non fosse stato che il ninja, pigro com’era, si arrese all’ultimo.

“Finalmente!”
Sasuke era arrivato sul campo, chiaramente seccato per il ritardo causato dal suo stesso maestro.
“Scusate, avevo perso il gatto” fu la scusa accampata di Kakashi
“Non c’è l’hai nemmeno un gatto!” gridò Sasuke, stanco delle assurde scuse del maestro.
Il maestro Kakashi raggiunse i due Sannin mentre Sasuke rimaneva sul campo di battaglia, attendendo Gaara.
Lo scontro iniziò da subito, Sasuke aveva ottenuto una velocità pari a quella di Rock Lee, merito anche dell’allenamento per apprendere il mille falchi.
La sabbia non riusciva ad attaccarlo ma poteva difendersi e Gaara mantenne la concentrazione, che non venne da meno alla sconfitta della copia di sabbia, anzi, aumentò la ferocia della sua offensiva mantenendosi in difesa.
Dovette quindi ricorrere alla tecnica difensiva più forte che conosceva, venendo così ricoperto da una sfera di sabbia che a ogni attacco dell’Uchiha rispondeva, provando a ferirlo o intrappolarlo.
“Devo indietreggiare..”
Dal momento che né le arti marziali, né l’arte del fuoco, sortiva effetto, uso il mille falchi, tuttaviaGaara osservava il tutto con la tecnica del terzo occhio e si preparò a modo per contrastarla.
Sasuke correva contro l’avversario, evitando la sabbia, riuscendo infine a colpire la difesa avversaria ottenendo come effetto la rottura del guscio di sabbia.
Il mille falchi andò oltre fino a raggiungere Gaara e colpirlo con la tecnica adoperata, per poi sgretolarsi.
“Una copia di sabbia?”
Gaara, intuendo la potenza della tecnica osservata con il terzo occhio, pensò bene di uscire da dietro il guscio fintanto Sasuke si concentrava sul lato frontale, lasciando dentro una copia di sabbia come esca.
Ciò che rimase della copia avvolse Sasuke, il quale venne intrappolato dalla sabbia, la mano di Gaara aperta e puntata su di lui.
“Funerale del deserto!”
La tecnica ebbe successo, ci furono istanti di silenzio e di tensione, in cui Sasuke era dato per morto…
“E’ sopravvissuto..” notò Gaara, mentre Sasuke cadeva a terra, percosso dai fulmini.
“Ha emesso un secondo mille falchi di minore intensità in tutto il corpo come difesa.. non scherzava quando diceva di voler migliorare la mia tecnica”.
“Il vincitore è Gaara del deserto!”
Il corpo stanco di Sasuke venne recuperato da Kakashi.
“Sono fiero di te, anche se hai perso, hai fronteggiato la paura è creato una variante del mille falchi..”
Sasuke non era comunque soddisfatto del risultato, aveva perso e questo era frustrante.
Ciò nonostante, le parole di Kakashi ebbero comunque un certo effetto, quando il sensei disse che non mancava più della spina dorsale per fronteggiare Itachi senza timore della morte.
“Peccato, avrei voluto affrontarti nella finale, teme” in cuor suo però, voleva affrontare anche Gaara.
 
Con somma sorpresa di Naruto e altri, la semifinale tra il biondino e Kabuto non si tenne, poiché il genin del suono si arrese suscitando le lamentele della forza portante.
“Kabuto-san! Perché? Non ci eravamo promessi di impegnarci al massimo?” domandò rimembrando la promessa fatta tra i due durante gli esami, poco prima dei preliminari, quando il genin dimostrò un improvviso interesse nei suoi confronti prendendolo da parte e discutendo del più e del meno.
Kabuto rise e scosse la testa.
“Devo riconoscere la tua forza Naruto-kun, mi congratulo con te, nonostante tutto, la forza della volpe è anche tua”
L’improvvisa rivelazione di Kabuto lascio di stucco il biondo, sapeva della sua condizione?
“Come …”
“Come lo so? Semplice” affermò evocando la sua carta ninja la quale, come ormai i genin della foglia sapevano, conteneva le informazioni del soggetto contenuto, in questo caso Naruto.
“Ah ecco perché … dicevi che la forza della volpe … è anche mia?” Naruto non aveva mai considerato il potere della volpe proprio.
“Sì, il potere è della volpe ma sei tu che ne fai uso, questo è una forza portante, chi fa proprio il potere del demone  e.. scusami per prima, sai, mi sono informato su di te, gli abitanti ti vedono come la volpe però tu rimani Naruto Uzumaki e nonostante tu non riesca a farti accettare, rimani te stesso, hai la mia ammirazione”
Quei complimenti erano sinceri, Naruto era forte in un modo tutto suo e quel tipo di forza era quella sottovalutata, la stessa che un tempo lo caratterizzava.
“Secondo questa carta” sventolò la suddetta carta “Tu non sei nulla di speciale … non lo trovi ingiusto?”
“Abbastanza ma cambieranno opinione” disse fiducioso e determinato, il ninja del suono però non intendeva assecondare il sogno del genin.
“E quindi li perdoneresti? Dopo tutto quello che ti hanno fatto diventeresti loro amico come se nulla fosse successo?” la domanda colpì Naruto, lui aveva sempre pensato di cambiare le cose, per avere un futuro migliore, sapeva bene però che il passato rimaneva immutabile.
“Il passato non può essere dimenticato Naruto-kun … se vuoi diventare Hokage, dovresti farlo per chi ti accetta così come sei senza giudicarti, non per chi ti ha perseguitato ingiustamente” esclamò lasciando il biondo soppesare su quelle parole.
Naruto si trovava d’accordo con lui e da quando era iniziato l’esame Chunin aveva compreso il motivo del dolore, eppure non sapeva trovare una risposta.
Perché lui era una forza portante? Perché conteneva la volpe? Quelle risposte erano più crudeli del motivo stesso e ogni volta non poteva fare a meno di pensare che la vera risposta fosse che gli abitanti del villaggio non erano le belle persone che lui credeva.
E come potevano esserlo? Lo avevano odiato e perseguitato, nonostante stesse raggiungendo la vetta per diventare Chunin, le sue convinzioni diminuivano, la domanda posta a Zabuza diventava sempre più forte.
“Diventando più forte diventerò come te?”
“I Ninja rimangono pur sempre essere umani”.

E mentre Naruto rifletteva, anche Kabuto aveva cose sulle quali soppesare.
“Naruto-kun, tu sapevi fin dal principio chi eri, io l’ho dimenticato e lo ricorderò, sarà allora che ci affronteremo ancora”.
 
Nemmeno il secondo incontro delle semifinali non si tenne, visto che Temari si ritiro, in breve si passò direttamente alla finale: Naruto Uzumaki contro Gaara del deserto.
Entrambi scesero sul campo di battaglia, il rosso sperava che il biondo non fosse più scosso, così da poter combattere al pieno delle capacità.
L’Uzumaki stava sostenendo una battaglia interiore, le parole di Kabuto erano vere: nonostante tutto, lui non si era dimenticato chi fosse.
Era una forza portante non per volere, per destino, si sarebbe quindi opposto a quella crudele scelta della sua vita.
“Sono come te, Naruto-kun, giudicati non da ciò che sono ma dal demone che portano dentro... “.
E davanti aveva Gaara, qualcuno che come lui aveva sofferto, che poteva dargli la risposta.
Ormai nulla per lui era più certo, confrontarsi con un simile l’avrebbe aiutato.
“La gente non guarda l’uso che fai del potere, ma quanto ne hai”.
Lui aveva il potere di cambiare le cose, di ribellarsi a quell’ingiustizia, era quello che faceva paura al villaggio? Per questo non lo ritenevano degno di diventare Hokage, indipendentemente dal suo impegno?
“Pronto Uzumaki Naruto?” domandò Gaara, impaziente di lottare per dar via al divertimento.
Naruto dovette chiederselo anche a se stesso.
Era pronto? Aveva iniziato l’esame con l’intento di diventare Chunin, per avvicinarsi al sogno di essere Hokage.
Da quando l’esame era iniziato, aveva avuto molto su cui riflettere, da lottare.
Si era accorto di molte cose ed era arrivato lì, al capolinea.
Se avesse vinto, si sarebbe davvero avvicinato al sogno di diventare Hokage.
“Allora perché non m’importa più?”
Gaara attaccò e Naruto non si difese, prese il colpo in pieno.
Non aveva più l’interesse di diventare Hokage, perché? Che cosa gli era successo?
“Che gli succede?” Jiraiya era visibilmente preoccupato e insieme a lui, anche Kakashi e Tsunade.
“Naruto-kun! Reagisci!” Rock Lee era allibito, dopo essere arrivato a tanto, non era da Naruto arrendersi, per di più senza lottare.
“Naruto-kun..” Hinata invece aveva capito, vedeva il dolore di Naruto e stavolta capì: non si sarebbe rialzato.
Perché Naruto era stanco di dover soffrire, di provare dolore per l’ingiustizia, di voler cambiare gli sguardi del villaggio.
Lui era lui, non era mai cambiato e non né aveva mai avuto bisogno, eppure doveva sputare sangue per qualcosa che non era.
“Te ne sei accorto, vero? Uzumaki Naruto” Tobi osservava gli esami nascosto e dentro di se gongolava per la soddisfazione del suo obiettivo sempre più vicino: aizzare Naruto contro Konoha stessa.
“Dobe, reagisci, che ti succede!?” Non voleva vedere Naruto perdere, non riusciva a riconoscerlo.
Solo Gaara capiva fino in fondo cosa stesse succedendo a Naruto.
“Trova un motivo per vivere Uzumaki Naruto... solo così, potrai tornare a lottare e vivere, altrimenti, sarai come morto ancor prima che ti uccida!”
 
Angolo dell’autore:
Sono molto soddisfatto del finale!
Nel prossimo capitolo, Naruto contro Gaara!
Come avrete capito, niente invasione della foglia, ho voluto far concludere gli esami Chunin e c’è un motivo!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Verso le tenebre ***


 

Capitolo Sette: Verso le tenebre

 
Naruto incassava colpo dopo colpo, doveva reagire e subito.
Combattere con Gaara per trovare la risposta a quel suo cuore così cambiato.
Avrebbe dovuto posticipare a dopo la battaglia con i propri sentimenti.
Non riusciva però a riprendersi da quello stato in cui era caduto, rimaneva immobile e Gaara infieriva, spronandolo a reagire, a non lasciare che gli abitanti avessero la meglio, perché era anche con loro che Naruto stava combattendo.
E quella lotta era iniziata da quando era nato.
“Mi aspettavo di più da te Uzumaki Naruto” disse Gaara alquanto sconsolato, intrappolo Naruto e si preparò a usare il funerale del deserto.
Naruto non aveva scampo, sarebbe morto e solo così il dolore l’avrebbe abbandonato.
Vide ancora i loro sguardi, di odio, misto a timore e speranza.
Speranza che lui muoia lì, davanti a loro, per liberarsi di lui, della volpe.
“Funerale del deserto!”
E prima che la tecnica si attivasse, gli occhi di Naruto lampeggiarono di rosso, non sarebbe andata come volevano gli abitanti del villaggio.
La battaglia che da dodici anni lo vedeva perdente, stava per prendere una piega improvvisa.

“Vieni, Naruto”
Le parole della volpe accolsero il biondo che si avvicinava al cancello, passo dopo passo.
“Via il dente, via il dolore, spazziamola insieme questa sofferenza, Naruto”.
L’Uzumaki varcò il cancello, il quale s’incrinò.

“E’ finita... l’unica persona che mi capiva... uccisa da me”.
Mai si era sentito pentito dopo aver ucciso una persona, sebbene conoscesse Naruto da poco, sembrava che insieme a lui avesse passato una vita intera.
Si sentiva strano, uccidendo il biondo credeva che avrebbe potuto provare la massima soddisfazione per vivere siccome lui camminava in quelle terre ninja solo per portare morte e sofferenza, non per altro.
“Il vinci..”
L’arbitro non finì la frase e non ci fu bisogno di chiedere il perché, un boato squarciò il silenzio e del chakra rosso si sprigiono dalla sabbia, dalla quale usciva Naruto.
I baffi aumentavano e le unghie si allungavano, mentre gli occhi assumevano un colore rosso fuoco, le iridi divennero diagonali.
Le ferite da poco inferte a causa della sabbia, stavano già guarendo.
“Scusa l’attesa.. ora siamo pronti ad affrontarti”
Gaara non dovette chiedersi il perché usasse il plurale e quella volta, anche lui sarebbe ricorso al cercoterio di sua spontanea volontà e stranamente, quella volta Shukaku stesso si dimostrò incline a prestare la sua forza al rosso senza sopprimere la sua volontà.
Quella battaglia non serviva più a diventare Chunin, da essa dipendeva molto di più.
Lentamente il braccio del rosso si ricoprì di sabbia, la quale assunse un aspetto simile a quello della monocoda.
“Fatti sotto, Uzumaki Naruto!”
 
“Sarebbe il caso di fermarli, Hokage!”
Due forze portanti si stavano scontrando e si trattava entrambi di casi instabili, tuttavia l’Hokage non volle saperne e diede l’ordine di lasciar proseguire, interrompendo solo se avessero perso il controllo.
Il terzo rimaneva curioso di vedere come Naruto sapesse padroneggiare il potere della volpe, dopotutto il quarto hokage sigillò la volpe in lui affinché ne usasse il chakra.
Più di ogni cosa, l’hokage pensava che le cose stessero per cambiare e aveva ragione, ciò che non comprendeva era quanto sarebbero cambiate e come …
 
“Naruto, perché ti ostini a usare quel potere?”
Sakura non capiva Naruto, il quale gli dava l’impressione di usare il chakra non più per necessita, bensì per abitudine, che la volpe lo stesse soggiogando?
Anche Choji e Ino avevano lo stesso dubbio e non erano gli unici in tutta l’arena.
 
“Dunque hai deciso di usarlo Naruto-kun … il potere della volpe ormai è tuo” costatò Kabuto mentre i fratelli della sabbia osservavano preoccupati lo scontro, sebbene Kankuro rimanesse della sua idea, in altre parole Gaara vincitore.
Anche Sasuke si stava preoccupando, ancora non comprendeva il potere sprigionato di Naruto, iniziava tuttavia a definire l’Uzumaki speciale in quanto, qualunque tipo di forza fosse quella, di sicuro non era comune.

Lo scontro tra Naruto e Gaara era appena iniziato.
Gaara assumeva un aspetto sempre più simile a quello di Shukaku, mentre Naruto creò tre copie e sferrò la sua offensiva.
La prima copia spiccò un balzò e tento un attacco da sopra, venne però anticipata da dei shuriken di sabbia realizzati dallo stesso strato di sabbia che ricopriva Gaara.
La velocità nella creazione e nel lancio di tale armamento di sabbia, fu tale e sufficiente a permettere di Gaara di difendersi dalle due restanti copie, le quali tentarono di prenderlo di lato, senza successo: le possenti braccia simili allo Shukaku si allungarono anticipandoli.
Gli ultimi due cloni svanirono, schiacciati dalla molle della mano di sabbia.
“Manca solo l’originale!”
E infatti Naruto attaccò, le copie usate servivano solo come diversivi e lui approfittò per sferrare un potente pugno il quale non manco il bersaglio … ma il colpo affondo nella sabbia.
Gaara stava per approfittare della situazione quando senti un dolore al braccio, l’Uzumaki aveva creato un rasengan nella stessa mano affondata della sabbia, non ebbe bisogno di creare una copia, come ausilio aveva il chakra della volpe.
Non solo si liberò, ferì anche Gaara.
“Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo!”
Deciso a non dare tregua al suo avversario, Naruto creò un numero esorbitante di copie che colpirono più volte Gaara, il quale non reggeva più il confronto e a sorpresa, si trasformò.
Si alzo un polverone e parte dello stadio cedette, suscitando le urla e lo spavento del pubblico, insieme all’allerta dei jonin.
Gaara non solo aveva fatto svanire le copie, aveva anche assunto la forma di Shukaku e il suo corpo apparve dalla fronte del cercoterio.
“Ora! Fermateli!”
Non poteva di certo acconsentire a un cercoterio di vagare libero e terrorizzare i propri abitanti, anche il Kazekage stava per intervenire, di tutti lui era il più indicato a fermare lo Shukaku con l’ausilio della sabbia d’oro.
Il quarto chiese scusa all’Hokage per l’improvvisa trasformazione del figlio, quando…
“Hokage, guardate!”
L’hokage si voltò e vide Naruto arrampicarsi sul braccio dello Shukaku che iniziò ad agitare il braccio.
“Stanno continuando lo scontro..”
 
Doveva finire lo scontro prima dell’intervento dei Jonin e la sua stessa preoccupazione era condivisa da Gaara.
“Colpisci la forza portante dello Shukaku, solo così metterai fine allo scontro!”
Naruto seguì subito il consiglio della volpe e si arrampicò sul braccio, il cercoterio sventolò in aria il braccio, tentando di liberarsi dell’Uzumaki.
Naruto lasciò la presa al momento giusto, quando il braccio si porto sopra Gaara.
“Stupida bestia, gli hai solo facilitato l’impresa” pensò Gaara e non stette nemmeno a sentire la risposta poco garbata del demone, uso la sabbia per fermare Naruto ma lui la squarciò con il rasengan e atterrò a quattro zampe di fronte a lui.
Un confronto avvenne: la sabbia trattene Naruto, il quale sprigionò il chakra rosso come un propulsore la cui forza era tale da liberarsi quasi del tutto della sabbia.
“Non riuscirò a trattenerlo per molto!”
Doveva resistere fino a quando avrebbe esaurito il chakra, il rosso fuoco diventava lentamente azzurro, i Jonin stavano per raggiungerli, ormai era quasi fatta.
All’ultimo Naruto si spinse in avanti e lo colpì con una testata, il colpo, accentuato dal copri fronte, lasciò Gaara in uno stato semi-svenuto.
Shukaku si dissolse in un cumulo di sabbia e i due caddero precipitando.
Naruto salvo entrambi usando il restante chakra della volpe per creare delle copie che fecero da ‘cuscino’.
Sospirò e quando vide i Jonin arrivare, poté rilassarsi.
“Era tempo che non mi divertivo così” sussurrò Gaara, sfinito per la quantità di chakra usata.
“Anch’io” ammise lui stesso, mai era stato percorso da così tanta adrenalina, nonostante la criticità della situazione, iniziava a comprendere il desiderio costante del rosso di lottare contro avversari del suo calibro.
“Come fai a essere così forte?” domandò il rosso, osservando Naruto con interesse persino maggiore di quanto non fosse prima.
Naruto ci pensò su e poi rispose.
“L’odio... non ti da tutto quello che darebbe l’amore... ma per noi forze portanti non c’è amore e se siamo diventati forti e perché l’odio ci spronava ad aggrapparci alla vita”.
Gaara si voltò verso il cielo, pensava che l’unica medicina fosse l’amore, per fortuna, non era così.
“L’odio... ” sussurrò a se stesso, aveva ottenuto la forza solo odiando, quel sentimento non guariva del tutto il cuore ma dava la soddisfazione, se soddisfatto, lo appagava.
 
“Hokage, Naruto va isolato” tuonò Utatane, uno dei due consiglieri della foglia.
Anche a lui, Homura annuiva, convinta delle parole del suo collega.
“Vorrei ricordarvi chi ha fermato lo Shukaku?” domandò Hiruzen, anch’egli aveva assistito ed era rimasto colpito dall’abilità di Naruto nel saper fermare così prontamente un cercoterio.
“Naruto fa sempre più affidamento sul chakra rosso e senza che nessuno gli desse alcun insegnamento” rimarcò Homura.
Hiruzen guardava i due consiglieri, possibile che in Naruto vedessero sulla una minaccia e una forza portante inaffidabile?
Era anche colpa loro se la volontà del quarto hokage non veniva rispettata.
“Il quarto hokage voleva che Naruto fosse visto come un eroe, stiamo infangando le sue ultime volontà!”
Tentò anch’egli di rimarcare la sua politica, o meglio, il suo credo ninja.
“Il quarto capirebbe che tutto ciò è dovuto solo e unicamente per il bene del villaggio!”
Su questo Hiruzen ne dubitava, ai due vecchi compagni interessava solo l’aspetto economico e politico, sospirò, non sapeva più come convincerli.
“Ne parleremo un’altra volta”
“Non finisce qui, Hokage”

Gaara camminava per le vie del villaggio, da quando era tornato, la gente sembrava evitarlo ancora di più.
La notizia che si fosse trasformato in Shukaku doveva essersi diffusa velocemente, poco gli importava.
Più lo temevano, meno rogne avrebbe avuto, eccezion fatta per il padre, il quale aveva aumentato il numero di attentati alla sua vita.
“Stupido padre” pensò con un moto d’ira.
Tentò di calmarsi, di solito si sfogava uccidendo ma in quel momento, aveva altro da pensare.
L’esame per diventare Chunin si era concluso e lui era intrappolato lì, in quel pattume di villaggio.
“Non ho intenzione di rimanere...” non l’avrebbe fatto, non dopo aver conosciuto Uzumaki Naruto.
“L’odio... non ti da tutto quello che darebbe l’amore... ma per noi forze portanti non c’è amore e se siamo diventati forti e perché l’odio ci spronava”
L’odio, quel sentimento aveva salvato Gaara, gli aveva dato una motivazione per vivere.
“Uzumaki Naruto... spero tu abbia trovato la tua motivazione di vita e ti sia deciso a unirti ad Akatsuki”
 
Dondolava nell’altalena, al suo passaggio, i bambini lo additavano, ammirati, per poi essere ripresi dai genitori, i quali sfoggiavano un sorriso falso.
Naruto sorrise, nascondendo l’amarezza, un bambino era così puro, era triste che dovesse essere contaminati dalla stupidità degli adulti.
Dopotutto, anche la sua purezza era stata macchiata dal loro odio.
“Smettila di deprimerti”
“Scusa Kyuubi...”
Stranamente, dalla conclusione dell’esame, Kyuubi era diventato loquace!
Gli rivolgeva la parola e consolava Naruto, ripetendogli quanto gli abitanti e i loro ninja fossero solo feccia, interessati al proprio tornaconto.
Sapeva che non era giusto ma quelle parole compiacevano Naruto, riuscivano a consolarlo.
“Naruto!”
A chiamarlo era Sakura, seguito da Sasuke.
“Hai saputo!?” la ragazza era chiaramente infervorata, anche Sasuke lo era ma lo nascondeva.
Naruto scosse la testa, preoccupato che potesse essere successo qualcosa.
“Shikamaru è diventato Chunin!”
Naruto sorrise, ironia della sorte, il più pigro tra i genin della foglia era riuscito nell’intento da molti sperato.
“E anche tu!”
Oh.
Continuo a sorridere, un po’ meno, nonostante fosse arrivato in finale e avesse vinto, diventando Chunin e avvicinandosi al sogno di diventare Hokage, si sentiva poco soddisfatto.
“Capisco”
“Come? Non dici nulla!?”
Il sorriso di prima tornò in tutto il suo splendore, sentire Sakura complimentarsi di lui e della meritata premiazione lo compiaceva un po’.
Nonostante la ragazza disapprovasse il suo continuò uso del chakra rosso, per quella volta aveva deciso di mettere da parte la ramanzina e congratularsi per il successo del compagno.
Non capiva poi cosa ci facesse lì Sasuke, non fino a quando gli diede una pacca.
Si voltò sorpreso e vide il volto dell’Uchiha corrugato, mentre Sakura lo esortava a fare di meglio.
Rise, Sakura che spingeva Sasuke a fargli dei complimenti, l’Uchiha non l’avrebbe mai fatto, teneva a lui ma voleva preservare quel poco di dignità che gli era rimasta, visti i recenti fallimenti.
“Va bene così Sakura, non ho bisogno di un grado per sentirmi forte, io lo sono”
Lo disse risoluto e quelle parole, fecero invidia a Sasuke.
Gli altri lo ritenevano forte, lui non era però della stessa opinione, si sentiva debole.
Con Naruto era l’incontrario, ritenuto debole ma forte.
La cosa peggiore e che effettivamente, Naruto era forte e lui debole.
“Mi ha superato”
Capì che ora la situazione si era capovolta, lui voleva sorpassare Naruto mentre il biondo non né aveva più interesse.
“Però... diventando Chunin, il tuo sogno per diventare hokage è più vicino ... ” gli fece presente Sakura, senza ottenere nulla, poiché Naruto scosse la testa e parlò, pronunciando parole che mai avrebbero creduto di sentire.
“Non m’interessa più”
Silenziò.
“Eh? Naruto, sei tu? Ti senti bene?”
“Dobe, vedi di non scherzare”
Naruto non scherzava e le parole di Gaara gli ricordavano che ora non aveva un motivo per vivere, poteva morire e a nessuno sarebbe importato più di tanto.
Forse Sakura, forse Sasuke.
In cuor suo però il loro affetto non bastava a colmare l’odio, non dopo dodici anni di dolore e sofferenza ingiustificata.
“Davvero, non importa più, non che non possa realizzarlo... potrei, però... devo andare”.
Chiuse il discorso e se ne andò, a nulla servirono gli intenti dei compagni di fermarlo.
“Naruto... e per la volpe vero?”
“Che ti succede Dobe?”

 
Il tempo passava inesorabile e Naruto rifletteva, gli occhi semichiusi e sconsolati.
Dentro di se, il Kyuubi non riusciva a sopportare quello stato di Naruto, doveva rialzarsi e impedire a quell’insulso villaggio di avere la meglio sul suo forte animo di guerriero ninja.
Poi qualcuno parlò.
“Uzumaki Naruto... cosa dici di parlare un po’?”
Naruto si voltò e vide un uomo mascherato, vestito in nero, l’uniforme che indossava aveva delle nuvole scarlatte.
“E’ lui!”
Il Kyuubi lo riconobbe e quella frase mise in allerta Naruto, doveva essere qualcuno di pericoloso.
Il sospetto si confermo quando dalla fessura della maschera vide un bagliore rosso, quello dello sharingan.
“Chi sei tu!? Un parente di Sasuke?”
“Non proprio... ora, Uzumaki Naruto, ti convincerò a seguirmi”
A Naruto già non piaceva quell’uomo, non sapeva quali intenzioni avesse e gli avrebbe dato battaglia se la situazione lo richiedeva.
“Convincermi? Non credo proprio!”
“Nemmeno se ti svelò la verità sulla tua nascita?”
Quell’informazione lasciò Naruto bloccato, gli occhi sbarrati dalla sorpresa, lui sapeva.
“Ti dirò tutto, Uzumaki Naruto, ti dirò la verità che si cela in quel sigillo”


Angolo dell’autore: e dal prossimo capitolo, nulla sarà più come prima!

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Capitolo 8
*** Verità e decisioni ***


 

Capitolo Otto: Verità e decisioni

 

Una donna piangeva, sorrideva come faceva lui e sempre come lui, nascondeva il dolore.
Il dolore di perdere il figlio e lasciarlo all’odio degli abitanti, perché lei sapeva cosa comportava essere una forza portante, anche il marito, però rimaneva l’hokage.
“No.. no..”
Piangeva, era stato amato dai genitori, avevano sacrificato la vita per lui.
E anche per il villaggio.
“Sì, Uzumaki Naruto, la seconda forza portante dell’enneacoda e il quarto hokage... erano i tuoi genitori”.
“Basta!” gli urlò contro e tentò di colpirlo con un rasengan, Tobi si rese intangibile.
“Il quarto per proteggersi chiese che ti trattassero come eroe e tu lo sai, non è stato così”.
Il padre sorrideva, non era certo della sua scelta, però non poteva fare altrimenti.
Rimaneva l’hokage e doveva proteggere il villaggio e Naruto, nonostante l’odio nei suoi confronti per quella scelta, lo capiva, in fondo aveva voluto diventare hokage e sapeva bene cosa comportava, altrimenti non avrebbe scelto quella strada.
E non era per quello che aveva perso il sogno, era per la gente che doveva proteggere, persone che non meritavano i suoi sforzi.
“Naruto... svegliati!”
Il Kyuubi liberò Naruto dall’illusione e il biondo si riprese per degli istanti.
“Tu li hai uccisi!” urlò di rabbia e tentò di colpirlo con un secondo rasengan, a nulla servì, Tobi si rese ancora intangibile.
“Prevede le mosse con lo sharingan e si rende intangibile al momento opportuno, un attacco frontale non ti servirà!” gli fece notare il Kyuubi.
“Non avevo scelta” si difese Tobi e continuò “Tu sai il perché, Uzumaki Naruto, credo tu abbia visto e conosciuto la gente del villaggio, dimmi adesso, non vuoi distruggerli come lo voglio io?”
La risposta sincera era sì, suo padre l’hokage e la madre, lo avevano affidato a loro, chiesto che fosse trattato come un eroe.
E le alte sfere avevano rispettato quella volontà? No, avevano mentito.
“Le alte sfere hanno nascosto la tua identità di figlio di quarto hokage e non hanno rispettato le volontà di qualcuno che voleva proteggere la foglia, anzi, di qualcuno che ha effettivamente protetto il villaggio”.
Naruto sentiva le parole di Tobi trafiggerli il cuore, andare oltre, farlo precipitare in quell’abisso.
“E credo che tu sappia, cosa sarebbe successo, se avessero saputo chi fosse tuo padre”.
Naruto ricordò Konohamaru, considerato e rispettato non per ciò che era, bensì per essere il nipote del terzo.
Avrebbe sofferto meno ma il dolore ci sarebbe stato comunque, in quel caso.
Sarebbe stato diverso, questo sì, il senso però no: sarebbe stato considerato come qualcuno che non era.
“E dimmi, ora mi capisci, Uzumaki Naruto? Anch’io facevo parte di questo villaggio e per i tuoi stessi principi, lo voglio distruggere”.
Naruto alzò lo sguardò, il volto rigato dalle lacrime, guardò Tobi.
Lo odiava per il ruolo avuto sedici anni fa, tuttavia, comprendeva i suoi intenti, perché li condivideva.
Odiava anche il padre, per avergli sigillato il Kyuubi, comprendeva però anche lui, era l’hokage e adesso lui sapeva quanto l’avesse amato.
Non odiava però il Kyuubi, era colui che più capiva e ancor più vittima di lui.
“Chi sei tu?” domandò, ormai stanco di combattere, non aveva più forze.
Forse l’avrebbe ucciso e non gli importava, gli venne in mente che il Kyuubi sarebbe morto e si disse che forse, era il caso di liberarlo.
“Non ci pensare nemmeno a morire!” ammonì Kyuubi, Naruto sorrise, preferiva vederlo vivo rinunciando alla sua libertà.
Il Kyuubi odiava ammetterlo ma dal discorso avuto tra Naruto e Gaara, si era affezionato sempre di più al biondo e sentire il suo dolore, lo faceva arrabbiare, il villaggio avrebbe pagato non solo per lui, anche per Naruto.
“Io sono Madara Uchiha e son qui, per reclutarti nella mia organizzazione: Akatsuki”
 
Era passata quasi una settimana, mancava poco al momento in cui Madara sarebbe tornato.
“Ti do tempo una settimana per decidere, se accetterai, verranno a prenderti dei ninja del suono, subordinati di Orochimaru, credo che il nome non ti sia nuovo”
Nel tentativo di rilassarsi e dimenticare, si allenava, aveva proseguito incessantemente per cinque giorni, fino a quando Sakura non l’aveva interrotto.
“Naruto! Va bene allenarsi ma così si esagera!”
Naruto non le rispose e questo ferì Sakura, andando avanti con il tempo, parlava sempre meno e le ricopriva poche volte delle attenzioni di una volta.
Sasuke si avvicinò, sfiancato e anche lui, si beccò un’occhiataccia di Sakura.
“Sasuke, ancora a migliorare quella tecnica!?”
Sasuke non rispose, per padroneggiare il mille falchi più di quanto lo facesse il maestro doveva migliorare la sua manipolazione della forma del chakra.
Naruto lo guardò per istanti interminabili, anche Sasuke si allenava, non sapeva il perché però ricordo che al ponte gli confido di non poter morire, non prima di aver ucciso una persona della quale doveva vendicarsi.
“Sasuke...” lo chiamò lentamente e l’Uchiha si volto verso di lui, incuriosito da quel richiamò così flebile, era abituato a sentirsi urlare il suo nome, soprattutto se a chiamarlo erano Naruto o Sakura.
“Che vuoi dobe?”
Se doveva andarsene, voleva prima sconfiggere Sasuke, fargli riconoscere il suo valore a una delle poche persone che considerava di quel villaggio, perché come lui aveva sofferto e voleva vendetta.
“Affrontami” tuonò e si alzò, risoluto.
Sasuke non si lasciò impensierire da quelle parole, anzi, se ne rallegro, pensò che il Naruto di una volta fosse tornato e anche Sakura lo credette.
Sbagliavano entrambi.
“Dobe, non sei al mio livello”
“Ho detto di affrontarmi”
Insistette, se necessario, avrebbe usato la forza.
“Dobe, devo ripetermi?”
“Combatti Uchiha!”
Gli occhi di Naruto lampeggiarono e l’azzurro divenne rosso, le iridi verticali, le unghie allungate e i baffi aumentati.
Sasuke venne come folgorato, sia dalla trasformazione, sia dalle parole usate da Naruto.
Anche i suoi occhi divennero rossi, aveva attivato lo sharingan.
“Sakura... allontanati...”
“Sasuke.. Naruto..”
Sakura li chiamò, nell’intento di fermarli.
Naruto non la ascoltò e fece cennò a Sasuke di seguirlo, il quale non si fece pregare.
Arrivarono nel luogo dove erano diventati Genin, il ninja biondo si mise in posizione e anche il moro.
Poi, Naruto esegui un gesto che lasciò entrambi basiti, si tolse il copri fronte.
“Dobe, meglio che tu indossi la protezione alla fronte o potrei farti un graffio”
Non era di certo per rinunciare a una protezione che Naruto si era tolto la protezione, doveva iniziare a cambiare e avrebbe iniziato recidendo il legame con la foglia, la battaglia con Sasuke era il suo punto di partenza.
“Non ho bisogno di protezioni per fronteggiarti”
“Sei il solito sempliciotto, Naruto”
Si studiavano prima di fronteggiarsi, tentando di indurre l’altro ad attaccare, provocandolo.
“Sono cambiato mentre tu, sei rimasto un alloco”
“Tu osi...”
“Sì, io oso, Uchiha!”
Sia Naruto, sia Sasuke, concentrarono il proprio chakra.
“Vedo che vuoi farmi arrabbiare”
“E quello che voglio, se non combatti seriamente da subito, farai la figura del fallito come Neji”
Sasuke venne come colpito da quelle parole, Naruto rispettava e riconosceva i meriti altrui, non li disprezzava, non dava del fallito.
“Questo non sei tu, Naruto”
“Te l’ho detto Sasuke, sono cambiato”
Lo era davvero e Sasuke solo ora se ne stava rendendo conto, lui era maturato, non quanto Naruto però.
“Allora mostrati che anche la tua forza lo è!”
“Oggi invertirò i nostri ruoli!”
Non aveva più intenzione di essere pari a Sasuke, non si sarebbe accontentato, doveva essergli superiore.
“Narutooooo!”
“Sasukeeeee!”
Entrambi scattarono e pararono corrispettivamente il pugno dell’altro, si allontanarono, studiandosi, Naruto ebbe però un idea.
Creò un numero esorbitante di copie.
Sasuke riuscì a prevedere le loro mosse ma erano in troppi e non poteva fermare tutti i colpi, infatti, dopo averle sapute respingere alla lunga, due lo colpirono e lo lanciarono in aria.
Naruto stava per eseguire il colpo concatenato ma l’Uchiha riuscì non solo a prevedere la mossa, anche a fermarla e scagliare Naruto verso il suolo.
Le copie attutirono la caduta.
Sasuke uso la palla di fuoco suprema, in quel momento, Naruto si appellò al chakra della volpe e neutralizzo con il solo chakra la tecnica.
Sasuke si lanciò su di lui, usando il mille falchi, Naruto invece, creò un rasengan.
Stavano per scontrarsi e Sakura, incapace di rimanere a guardare, stava per intervenire.
L’intervento tempestivo di Kakashi fermò i due dallo scontrarsi, lanciandoli in aria.
Naruto riuscì ad atterrare a quattro zampe, mentre Sasuke precipitò a terra.
“Mph...”
Naruto si sentiva soddisfatto, Sasuke al contrario, sospettava di una sua sconfitta se avessero continuato.
Per la prima volta, si sentiva inferiore a Naruto.
“Quel potere... chi diavolo è Naruto in realtà?”
Non riconosceva più il suo compagno e non era l’unico, Naruto annullò il chakra rosso e si avvicinò a Sakura.
“Sakura... non intrometterti più o la prossima volta, combatterò prima con te e poi, mi occuperò di Sasuke”
Quelle parole la ferirono e abbassò lo sguardò, mentre Naruto si allontanava, Kakashi sospirò.
“Cosa ti succede... Naruto...?”
Ci avrebbe pensato il grande Jiraiya, ora doveva occuparsi di Sasuke
 
“Sono molto deluso” sentì dire da un punto del bosco, Naruto si volto e vide Jiraiya e il suo sguardo era di disapprovazione.
Ferì Naruto e allo stesso tempo gli fece montare la rabbia, sapeva il legame tra Jiraiya e il padre, sapeva che fosse suo padrino, l’aveva sentito quasi come un padre, però gli aveva nascosto la verità che di diritto lui doveva conoscere.
Dov’era stato in quei dodici anni mentre lui soffriva?
Fu per questo quindi che prosegui, senza far caso al maestro, che non lo fermò, era ancora convinto che fosse Naruto a doversi aprire e non che dovesse essere obbligato.
Tuttavia, disse la sua.
“Ti ho insegnato quella tecnica per proteggere, non per uccidere, per questo scopo il quarto hokage inventò il rasengan”
Jiraiya non si accorse di quanto le sue parole fossero sbagliate, la rabbia di Naruto nei suoi confronti aumentò, non solo gli aveva nascosto la verità, osava citare il padre anche?
Continuò il suo cammino, imperterrito.
 

Aveva ricevuto la ramanzina di Kakashi, ricordandogli perché gli avesse insegnato il mille falchi e suscitando in Sasuke una reazione di odio, che lo portò a urlargli contro di come lui non sapesse come si sentisse.
Si era ravveduto poco dopo, quando Kakashi aveva affermato che tutte le persone a lui care erano morte e nel dirlo con un sorriso intravisto dalla maschera, fece sentir male Sasuke che per la prima volta, considerò il maestro per quello che era, un tutore.
“Dunque è così..”
Ora, invece, parlava con Sakura.
La quale gli aveva confidato del segreto di Naruto e degli avvenimenti durante la seconda prova, Sasuke però non era impensierito più del dovuto.
“Sakura, dovresti saperlo, il dobe è troppo idiota per andare da Orochimaru in cerca di potere, sta diventando forte.. anche più di me” ammise a malincuore, stava riuscendo a dimenticarsi di Itachi e vivere, senza l’odio e il dolore ed era… una bella sensazione.
Avrebbe difeso i suoi compagni, non voleva perdere le persone a lui care una seconda volta.
“Grazie Sasuke-kun”
Parlare con l’amato Uchiha era stata la giusta scelta, ora sentiva di potersi rilassare.
 
Era giunto il momento, Tobi era apparso.
“Hai scelto?”
Naruto era sdraiato sul letto, braccia e gambe spalancate, lo sguardò vuoto e fissò sul soffitto.
“Sì”
“E la tua risposta?”
Passarono interminabili secondi, in cui Naruto si ostinò a guardare il soffitto, per poi voltarsi verso Tobi.
“Vengo”
Dietro la maschera, un sorriso soddisfatto si apriva.
“Qui ti aspetteranno dei subordinati di Orochimaru, lo conosci, l’hai incontrato durante l’esame”
Naruto si sarebbe difficilmente dimenticato di quell’uomo, facendo uso di un’illusione, Tobi gli mostro il punto e Naruto lo riconobbe, al limitare della foresta della foglia.
“L’incontro è per stanotte”
Tobi svanì e Naruto sospirò, si sarebbe portato poche cose.
Guardò la foto del team sette e l’abbasso, quella sarebbe rimasta lì a prendere polvere.
 
Camminava, il passo sicuro e deciso, prima di andare voleva passare sul posto dove era diventato Genin.
E ancora una volta, trovo Hinata.
“Ancora qui e per di più a notte fonda?”
Hinata sussultò e si nascose dietro l’albero, Naruto non riusciva proprio a capirla.
“N-Naruto-kun.. s-scusa, i-io mi allenavo.. t-tu invece?”
“Prendevo aria” mentì e Hinata lo capì, perché vide Naruto che portava lo zaino.
“N-Naruto-kun.. se non vuoi d-dirmi la verità, n-non mentirmi, p-puoi anche dirlo che non v-vuoi..”
Naruto scosse la testa, felice di parlare con Hinata, una delle poche persone che lo rispettava.
Prima di andare, voleva essere sincero e onesto, con l’unica che abbia riconosciuto la sua forza.
“Hinata.. non è che non voglia, non posso.. ti ringrazio e.. mi scuso, per averti deluso, perché stavolta mi sono rialzato ma.. non è per tentare ancora”
Hinata guardò Naruto perplessa, non capiva cosa volesse dire e lo preoccupava.
“N-Naruto, t-tu non mi hai deluso, n-non ancora..”
“Già.. non ancora” pensò tra se, chissà cosa avrebbero detto i suoi amici del suo tradimento.
Non ci teneva a sapere l’opinione del villaggio, sapeva già come avrebbero reagito.
“Hinata.. grazie..”
“C-ci vediamo d-domani N-Naruto-kun..”
Naruto si fermò, domani non si sarebbero rivisti, non più, sarebbe passato il tempo e il suo ritorno significava la sua vendetta: la distruzione della foglia.
“Hinata.. grazie, pensavo fossi una ragazza strana ma la verità… e che mi piacciono le persone come te”
Quelle parole lasciarono di sasso Hinata che vide Naruto allontanarsi, non sapeva il perché ma sentiva che sarebbe passato molto tempo, prima di rivederlo.
 
“Ti aspettavamo, Naruto-sama”
Naruto si avvicinò al quartetto del suono, ninja scelti appositamente da Orochimaru e suoi pupilli.
La loro guida, Sakon, lo accolse e Naruto si compiacque dell’appellativo.
“Quando abbiamo lasciato il villaggio è stato deciso che saresti stato il nostro capo, ti prego di non trattarci con rudezza”
“Non era mia intenzione, andiamo via da qui…”
“Sei sicuro di ciò che fai?”
Naruto sentì la voce della volpe e fu preso dai sensi di colpa.
“Scusa se non ti ho reso partecipe della mia scelta..”
“Non chiedere scusa, fa senso!” lo rimproverò, non si era ancora abituato ad andare d’accordo con Naruto e gli faceva ancora fatica mostrare quel suo vecchio ‘io’ alla propria forza portante.
Naruto sembrò sconsolarsi ma la volpe lo rassicurò.
“Ricorda cosa ti dissi all’esame Naruto, via il dente, via il dolore, spazzeremo insieme il villaggio e anche Madara pagherà!”
Naruto annuì, non aveva di certo intenzione di perdonare il vecchio Uchiha per ciò che aveva fatto, si ricordò di Sasuke ma poi accostò il ricordò, aveva avuto lo scontro e il suo addio, per quanto poco garbato fosse stato.
“Pronto Naruto-sama?”
Naruto guardò tutti i membri del quartetto del suono, uno a uno, per poi posare lo sguardo sul villaggio, avrebbe voluto che sparisse dalla sua vista, ma alla fine sarebbe stato lui a sparire dalla vista del villaggio.
“Andiamo”
Aveva fatto il primo passo per il cammino dell’oscurità.


Angolo dell’autore:
Ebbene, dopo ben otto capitoli, Naruto tradisce la foglia!
Mancano pochi capitoli ormai alla conclusione del primo arco del manga!

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Capitolo 9
*** Missione di recupero ***



Capitolo Nove. Missione di recupero

 
L’ora più oscura è quella prima dell’alba.
Mai frase fu più adatta per Naruto, soprattutto nell’attimo in cui aveva preso la decisione di abbandonare i suoi compaesani e amici.
Non gli sarebbe stato facile sradicare i legami con la foglia e tra questi, uno si era già adoperato a impedirgli di farlo.
Hinata correva verso l’ufficio dell’hokage, preoccupata dalla bizzarra attitudine di Naruto, l’aveva seguito dopo il suo saluto e facendo uso del Byakugan era riuscita a vedere il reale intento del biondo: tradire la foglia.
“Tsunade-sama!”
Fortuna volle che entrasse urlando e quel gridò servì a destare subito l’hokage dalla sua priorità: dormire.
“Si può sapere perché urli!? Stai disturbando l’hokage dal svolgere il suo incarico!”
Il rivolo di bava tradiva le parole di Tsunade alla quale Hinata non fece molto caso, un po’ per la brusca accoglienza dell’hokage e un po’ per la criticità della situazione.
“Tsunade-sama, Naruto-kun è scappato dal villaggio!”
La notizia lasciò di stucco Tsunade, l’Uzumaki era fuggito? Già dal suo arrivò aveva visto nel biondo qualcosa di strano, era descritto come un ragazzo irruento ed esuberante, eppure aveva costatato tutt’altro dal suo rientro.
Il figlio del quarto hokage si era come chiuso in se stesso e forse iniziava a capire il perché.
“Spiegati meglio”
“Con il Byakugan ho potuto vederlo allontanarsi con quattro ninja”
La cosa si faceva sospettosa ma le mancavano gli elementi per dipingersi un quadro generale della situazione.
“Hai visto il copri fronte?”
“Sì, appartenevano al villaggio del suono”
“Bingo!” pensò a suo rammarico, a volte odiava aver ragione quanto vincere una scommessa, sebbene si riempissero le tasche, la sua vittoria era associata a una grande sventura.
“Scommetto che dietro c’è Orochimaru... quella viscida serpe”
“Hinata, hai visto Naruto opporre resistenza?” domandò l’hokage e vide Hinata farsi titubante.
“Ecco... lui non si è opposto... e quindi non sapevo se intervenire o no, si trattava di quattro ninja...” cercò di giustificarsi, sapeva di aver lasciato Naruto al nemico e il suo mancato coraggio non solo la fece sentire male, ebbe anche timore che questa sua debolezza recasse danno al suo amato.
L’hokage non la pensava così.
“Hai agito come da dovere Hinata, hai fatto la tua parte avvisandomi” la consolò, dopotutto la Hyuga avrebbe potuto fare ben poco contro quattro dei ninja di Orochimaru.
“Hokage, cosa intende fare?” domandò con ansia percepibile.
“Arrivati a questo punto, vedo una sola soluzione”

“COSA?”
Shikamaru non credeva a ciò che sentiva, guardò Hinata incredulo, cercando conferma alle parole dell’hokage e quando la Hyuga abbassò lo sguardo, capì di aver sentito bene: Naruto aveva tradito la foglia.
“E come ho detto Shikamaru”
Era preoccupato per l’amico ma gli venne spontanea una domanda alquanto egoista.
“Ed io cosa dovrei fare?”
“Recuperarlo”
Quell’affermazione lo lasciò basito, non che volesse negarsi al volere dell’hokage e mettere in dubbio la sua parola, tuttavia non poteva rimanere in silenzio ad alcune sue domande senza quesito.
“Perché io? Non sarebbe meglio mandare una squadra di Jonin?”
“Purtroppo ci sono delle tensioni tra sabbia e foglia e ho dovuto mandare molti dei jonin, l’apparizione dello Shukaku non è stata gradita” spiegò al Chunin, il quale non poté fare a meno di concordare, vedere quella bestia aveva suscitato in lui tutto meno sicurezza.
“Dunque spetta a me, che seccatura” esclamò seccato e nonostante le parole, era deciso a riportare Naruto e se non fosse per lo sforzo e la perdita di tempo, gli avrebbe fatto anche un discorsetto.
“Ti vorrei consigliare qualcuno...”

“COSA?”
“Dannazione, proprio l’Uchiha” pensò Shikamaru.
Sasuke era un ragazzo alquanto impassibile e difficile da scomporre , ciò nonostante, alla notizia del tradimento del biondo, persino lui perse quella sua aria da bello e dannato.
Shikamaru lo capì, in fin dei conti, a quell’informazione lui aveva perso un po’ della sua comune pigrizia, il che era già tanto.
Il moro ricordò le parole di Sakura riguardò il cambiamento di Naruto, non poteva credere che i dubbi della compagna fossero diventati realtà, senza rispondere entrò in casa per uscire quasi subito, già pronto per la missione.

“Sei stato veloce”
“Mh”
Sasuke e Shikamaru correvano a più non posso, dove lo sapeva solo il Chunin e dopo cinque minuti, giunsero in casa Akimichi.
L’Uchiha non condivideva la scelta e ancor meno lo fu quando Shikamaru lo esortò a finire il pacchetto di patatine, il cui scopo era di far uscire allo scoperto l’amico Choji.
Il piano funzionò più di quanto sperato, il ninja segugio di nome Kiba era passato per caso da quelle parti e alla notizia del tradimento del biondo, si era unito.
“Se serve ad aiutare Naruto, vengo” esclamò risoluto Choji.
“Non m’interessa cosa abbia deciso Naruto, non andrà via fino a quando mi sarò ripreso la rivincita” spiegò ai compagni, nonostante le parole usate in verità l’Inuzuka, aveva perdonato l’Uzumaki dopo che il biondo aveva sconfitto Neji e vendicato Hinata.
“Perfetto, siamo in cinque”
A sorpresa, avevano incontrato Rock Lee il quale aveva consigliato Neji, lo Hyuga non si era opposto per due motivi: il primo era il livello della missione, il secondo era sdebitarsi con l’Uzumaki.
Grazie alle sue parole finalmente non vagava più nelle tenebre, al contrario, lui aveva fatto sprofondare sempre di più il biondo.
Si organizzarono e decisero la disposizione della squadra: Kiba avanti, Shikamaru al secondo posto, Sasuke in mezzo, Choji penultimo e Neji ultimo.
“Siamo pronti...” annunciò e prima di dare il discorso, vide giungere Sakura, il quale aveva il fiatone.
“Sasuke-kun! Arrivo adesso dalla magione dell’hokage, dimmi, è vero?”
Non chiese di cosa parlasse, si capiva e quindi annuì come conferma, Sakura chiese subito di unirsi ai cinque ma Shikamaru negò, avrebbero dovuto riorganizzarsi e ormai il tempo non gli consentiva ulteriore spreco.
“Sasuke-kun... ti prego, promettimi che riporterai Naruto”
Calò il silenziò, nonostante la fermezza dei cinque non c’erano certezze nella riuscita della missione, Sasuke parlò comunque.
“Non sono tipo che fa promesse... perché quando dico una cosa, la faccio, Sakura: io riporterò Naruto”
Quella frase basto a dare sicurezza alla genin compagna, poi fu il turno di Shikamaru.
“Voi quattro, prima di andare, ascoltatemi”
L’attenzione di Choji, Kiba, Sasuke e Neji venne riportata sul capo squadra della missione.
“Credo che ormai tutti lo sappiamo … Naruto è il contenitore della volpe a nove code” esordì osservando le varie reazioni, ciò nonostante, ciascuno rimase impassibile a suo modo, esortandolo a continuare.
“Naruto è sempre stato visto come un mostro … ed è quello che sta per diventare, lui era uno della foglia e la foglia stessa, con il suo odio, sta facendo di lui la volpe tanto temuta … io però, per quanto poco, lo conosco: Naruto è un ragazzo semplice, un po’ buffone, idiota, ma di buon cuore”.
Tutti abbozzarono un sorriso, ognuno sempre a modo loro, Neji e Sasuke con le labbra leggermente curvate, Choji esibiva un ampio sorriso e Kiba mostrava i denti in un ghigno divertito.
“Non stiamo andando a riprendere l’arma della foglia, noi stiamo andando a recuperare un nostro compagno e riportarlo com’era … questa è la nostra missione” decretò Shikamaru dando prova di grandi capacità di capo, poiché aveva usato le giuste parole e al contempo caricato di adrenalina il suo plutone.
“Andiamo” disse infine e si avviarono.

“Naruto-sama, fermiamoci un momento” annunciò Sakon, il capo del quartetto del suono.
Naruto fece come chiesto e anche i tre compagni seguirono il suo esempio.
“Dobbiamo parlare”
“Che succede?” domandò Naruto senza far trasparire la sua preoccupazione, l’improvviso fermarsi l’aveva insospettito e non riusciva ancora ad apprezzare quel gruppo, soprattutto Tayuya la quale litigava spesso con Jirobo e che negli ultimi minuti, aveva infastidito anche il biondo.
“Ci sono delle questioni sulle quali discutere, avete la chiave del sigillo?”
Naruto annuì, gli era stata data dall’Ero-sennin, il quale aveva colto l’occasione per insegnargli qualche tecnica di confinamento base.
“Bene, sapete il motivo per cui vi è stata affidata?”
“Per controllare il Kyuubi” rispose scocciato, temendo che volessero metterlo contro il cercoterio, non aveva intenzione di inimicarsi l’unico amico nonché aiuto per distruggere il villaggio, inoltre dubitava di avere possibilità contro il demone.
“Non solo, ricorderete che il chakra del Kyuubi in quel periodo sostituiva il vostro” gli ricordò Sakon ottenendo l’effetto sperato, Naruto sapeva che in quel periodo a causa di quell’apertura nel sigillo, l’eccessivo chakra della volpe subentrava al posto di quello che consumava durante gli scontri.
“Sì e allora?”
“Vi sono stati detti gli effetti?”
Naruto annuì.
“Ora, noi vogliamo ripetere il processo”
“E’ perché mai?” chiese nuovamente insospettito, da quanto aveva capito, comportava dei rischi.
“Questo la avvicinerà a essere una forza portante più forte di quanto non lo siate già, vi ricordò che non sapete ancora usare le code del vostro cercoterio”.
“Code?” domandò senza capire, dove voleva arrivare quel ragazzo?
“Lo capirete più avanti” si limitò a rispondere.
“Non ci sono dei rischi?”
“Sì, vedete, se aprite troppo il sigillo, insieme al chakra, subentrerà la volontà del cercoterio”.
Questo Naruto non lo sapeva e gli fece venire un dubbio al quale pretendeva subito risposta.
“Kyuubi, quando perdevo il controllo, dipendeva dalla tua volontà?”
“Sì e no”
rispose enigmatico il cercoterio “Più chakra usi, più la mia volontà giunge a te e t’influenza. Ora, tu hai usato una minima quantità del mio potere e la mia volontà, era come il chakra in questione, piccola e quindi non prendeva il sopravvento, tuttavia, può far emergere in te i tuoi pensieri oscuri”.
“Non mi stai mentendo?”
domandò Naruto ma il diniego della volpe fu sufficiente e il biondo gli credette.
“D’accordo, cosa devo fare?”
“Iniziate con l’aprire il sigillo appena, così da farlo passare dall’ottagonale all’eptagonale, una volta fatto, il chakra rosso si fonderà prepotentemente con il vostro e dipenderà unicamente da voi: diverrete la volpe e rimarrete Naruto Uzumaki?”
Il ghignò di Sakon, accompagnato dai tre compari, trasmetteva l’idea di quanto quei ninja fossero sadici e divertiti da tale situazione.
Naruto stavolta decise di ricorrere alla volpe, la quale sembrava d’accordo.
“Abbassarlo di più sarebbe eccessivo, questo è il cammino più sicuro per usare il mio potere senza rischi”.
Sapeva bene quanto il suo chakra poteva recare danno al minuto corpo di Naruto, al momento il solo controllo di una coda l’avrebbe consumato.
Naruto d’altra parte voleva aiutare la volpe a guarire dall’odio che la attanagliava e di cui lui stesso era colpevole, distinguersi dal cercoterio e sopportare il suo peso significava aiutarlo.
Il primo passo per salvare l’amico demone stava nel comprenderlo a pieno.
“Lo farò”
“Una volta fatto, prendete questa” disse Sakon porgendo una pillola, Naruto la osservò incuriosito.
“Cos’è?"
“Una pillola che vi aiuterà nel processo, sentirete del dolore e per un po’ non sarete capace né di intendere, né di volere, vi consigliamo quindi, una volta presa, di entrare qui e affidarsi alla nostra tutela” spiegò indicando il contenitore che l’avrebbe conservato, a Naruto non andava a genio di stare chiuso in quella carcassa ma se era necessario, non aveva scelta.
Fece come chiesto, usando la chiave, aprì appena il sigillo e il chakra della volpe entrò prepotentemente in contatto con il suo, ingoio la pillola e subito ne sentì gli effetti.
Tutto iniziò a essere sfocato e si sentì preso con cautela e adagiato all’interno del contenitore, ii tutto velocemente.
La battaglia tra la sua volontà e l’odio della volpe era iniziata.

“E’ inutile Kimimaro, ormai puoi fare poco, il tuo destino di contenitore è andato perduto” esclamò Kabuto dinanzi al più fido dei ninja del suono di cui Orochimaru potesse vantare.
“Il nuovo contenitore . anf …” gemette tentando di parlare, senza molto successo, respirava a malapena.
“E’ una forza portante … sai, mi domando chi di voi due vincerebbe, siete molto simili in un certo senso” esclamò il medico del suono, mentre osservava il suo maestro prendere possesso del nuovo corpo sostitutivo fino a quando Naruto non sarebbe giunto.
“Akatsuki … “
“Non sospettano di nulla, mai potrebbero pensare che Orochimaru vuole fare suo il potere della volpe invece di condividerlo” decretò infine e Kimimaro si sentì un po’ più rassicurato, tuttavia, prosegui il suo vaneggiare, in parte derivato dalla mente lucida di un fedele servitore.
“Ora che ho perso il destino di contenitore … ho il dovere di portare qui il nuovo, ripagando Orochimaru per la mia inutilità!” affermò convinto e leale al suo maestro, cieco al ghigno divertito di Kabuto.
Kimimaro un tempo aveva potere e mai più avrebbe potuto recuperarlo, adesso andava mandato al macello.

Shikamaru aveva sostenuto un discreto numero di missioni per la sua età, ognuna pericolosa a sua modo.
E lo stesso valeva per gli altri, eppure nessuno si trovò preparato a quanto avevano davanti: quattro ninja del suono dotati di segno maledetto e pupilli di Orochimaru.
L’unico modo per giungere a Naruto stava nel riporre la fiducia in un compagno, il quale avrebbe trattenuto uno dei quattro, fino a quando l’ultimo sarebbe rimasto per recuperare il contenitore in cui giaceva Naruto.
Jirobo venne sconfitto da Choji.
Kidomaru vinto da Neji.
Tra l’inseguimento e le due battaglie quasi un giorno passò e l’alba annunciò un nuovo susseguirsi di sfide.
Infatti, il genio Nara attuò una nuova strategia: Sasuke attaccò frontalmente sia Tayuya, sia Sakon.
La prima rimase a difesa del contenitore, mentre Sakon rispose alle arti ninja di Sasuke facendo leva sulle arti marziali, usando a velocità inaudita una serie di pugni i quali sferzarono l’aria neutralizzando la pioggia di fuoco.
“E’ davvero un’arte marziale!? A vista sembra simile a quella di Rock lee ma … “
Mentre rifletteva, il suo compagno Inuzuka attuava una nuova offensiva, infatti Sakon aveva ormai preso di punta Sasuke e quando si avvicinò, il moro si abbassò di colpo e dietro di lui guizzò un piccolo tornado.
Sakon lo evitò facilmente, troppo, infatti l’obiettivo sembrava essere lui ma non lo era: puntava a Tayuya la quale non poté evitare l’offensiva, poiché a sorpresa venne bloccata dalla tecnica ombra di Shikamaru.
“Tayuya, che cosa fai!?”
Guidata dalla tecnica del Nara, Tayuya venne fatta urtare contro Sakon, mentre Kiba afferrò il contenitore e lo lanciò a Sasuke, ormai sembrava fatta e Akamaru aveva preparato le carte bombe, tuttavia si sbagliavano.
“Akamaru!”
Il cane inciampò e Kiba si lanciò nel salvarlo, Sakon volle approfittarne per finirli.
Dallo scoppio che avvenne, si creò il caos: Sakon, Kiba e Akamaru precipitarono lì, dove si sarebbero dati battaglia, il contenitore preso da Sasuke e Shikamaru venne recuperato, non da Tayuya, bensì da un nuovo arrivato.
Si trattava di Kimimaro, il quale diede subito sfoggiò della sua forza intimidendo Tayuya e avviando, tuttavia un astuto e semplice stratagemma permise a Sasuke di seguirlo.
Finse di attaccare la ragazza e in realtà andò oltre, la rossa cercò di recuperarlo, il Nara però non glielo permise facendo leva sulla sua ombra e ingaggiando uno scontro.
L’Uchiha si lanciò dunque verso Kimimaro, attivando lo sharingan, gli ci volle un po’ ma alla fine lo raggiunse.

“Una missione?”
“Sì, dobbiamo sdebitarci con la foglia” spiegò Baki ai tre fratelli della sabbia, i quali ascoltavano le sue parole con interesse, soprattutto Gaara, non da meno Kankuro e Temari.
Il marionettista aveva un conto in sospeso con il suono e Temari aveva un debito con Shikamaru, Gaara invece aveva tutt’altro in mente, un certo biondo di sua conoscenza e una viscida serpe vestita in nero con nuvole rosso sangue.
“Approfittando di questa missione potrò a mia volta unirmi ad Akatsuki … e a te, Uzumaki Naruto!”

La battaglia tra il quintetto del suono e quello della foglia continuava accanita più che mai.
Kiba e Akamaru tentavano la fuga, sconfitti dalla coppia Sakon e Ukon, entrambi nella forma più elevata del segno maledetto, a sua volta Shikamaru tentava di concludere la battaglia con Tayuya.
Gli bastava un colpo, eppure gli stava costando molto e se avesse fallito, la sua vita sarebbe venuta meno.
Infine, Kimimaro venne raggiunto da un Sasuke furiosi, la cui rabbia bolliva, pronta a eruttare.
“Tu … “ esclamò guardando Sasuke, insieme a lui ultimo membro di un prestigioso clan, superstiti di un genocidio.
Ironia della sorte.
“Cosa volete da Naruto!?” urlò irritato, mentre Kimimaro pensò bene su cosa dire, poiché il progetto d’immortalità di Orochimaru tramite il contenitore della volpe doveva mantenersi segreto.
Pensò dunque di rivelare i piani di Akatsuki, dubitava il ragazzo sarebbe sopravissuto per rivelarli, tuttavia, viste le sue condizioni precarie, il margine di sopravvivenza poteva concederglielo.
“Akatsuki recluta le forze portanti, o almeno, quelle inclini ai loro progetti” dichiarò e Sasuke indagò maggiormente.
“Lo avete obbligato!?” accusò il moro ricevendo tutt’altra risposta.
“Sbagli a pensarlo, lui ha scelto di sua volontà questa strada e non di certo per paura” si difese, per poi proseguire “Faranno di Naruto più di una forza portante, tempo qualche anno, anche due e sarà un criminale di livello S conosciuto in tutto il mondo”.
“E’ dunque questo ciò che volete fare di Naruto!?”
“Sì”
“Non ve lo permetterò!” sibilò furioso e si lanciò su Kimimaro applicando una serie di attacchi sulle arti marziali, la sua offensiva venne facilmente respinta e Kimimaro diede mostra della sua abilità innata, il controllo delle proprie ossa.
L’improvvisa dimostrazione di abilità sorprese non poco Sasuke, anche così, il moro prosegui la sua battaglia, convinto delle proprie possibilità.
Potendosi aspettare un attacco da un qualunque osso e da qualsiasi sua parte del corpo, Sasuke dovette abbandonare l’arte marziale, poiché lo sharingan prevedeva ciascuna delle offensive ma non gli conferiva la velocità necessaria per evitare tutti i colpi.
Provo con l’arte del fuoco, dapprima tastò le capacità dell’avversario con la pioggia di fuoco, di cui ciascun proiettile venne neutralizzato da pallottole ossee.
Inseguito, lanciò una definitiva palla di fuoco suprema, la quale venne sferzata e tagliata in due da una lama ossea, ormai gli restava solo il mille falchi e stava per metterlo in atto, giacché la battaglia pendeva a sua svantaggio nonostante fosse ancora in salute.
E avvenne di colpo, il contenitore iniziò come a ribollire di chakra rosso, simile a una pentola piena d’acqua, fino a quando scoppio.
Si alzò un polverone e Sasuke punto il suo sguardo su Naruto, vedendolo di spalle, opto quindi per chiamarlo ma si bloccò alla vista del biondo.
Aveva l’aspetto di sempre, eccezion fatta per una quantità esorbitante di chakra rosso, tale da prendere forma e ricoprirlo come un manto scarlatto, conferendogli, sebbene fosse solo di spalle, un aura di terrore.
Tale manto prendeva la forma di una volpe e Sasuke lo collego subito al demone contenuto dentro Naruto.
Rimase bloccato, lo sharingan svanito e dopo lo shock iniziale, lo chiamò.
“Naruto … Naruto! Cosa fai ancora lì! Non essere sciocco e torna alla foglia!” urlò al suo compagno, si aspettò di vederlo voltarsi, temendo di vedere in lui gli occhi del demone.
Le sue aspettative non si compirono e arrivò un segno ben peggiore, una risata macabra, sinistra, mai sentita.
“ … ahahah … ahahahah … ahahah!”
S’interrompeva e riprendeva, senza sosta e questo lasciò Sasuke sorpreso più di quanto già non fosse: la risata non veniva dalla volpe, veniva da Naruto Uzumaki.



Angolo dell'autore:
Bene e con questo siamo a nove capitoli!
Posso già annunciarvi due informazioni, la prima riguarda il prossimo capitolo, poiché sarà incentrato sulla battaglia tra Naruto e Sasuke.
La seconda invece riguarda l'epilogo, perché sì, ormai manca poco alla fine di questa long-fic che sarà la prima di una serie su Dark Naruto.
Il prossimo capitolo sarà appunto il penultimo, dopo questo, vi lascio.
Al prossimo cap!


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Capitolo 10
*** L'ultimo legame ***


 

Capitolo Dieci. L’ultimo legame



Rideva Naruto, in modo macabro, quasi irriconoscibile.
Sasuke puntava gli occhi sulle spalle, il biondo, di voltarsi, non ne voleva proprio sapere.
“Dobe, voltati quando ti parlo!” esclamò adirato e per risposta, il traditore della foglia spiccò un salto, il moro gli andò dietro per essere fermato da Kimimaro, il quale aveva intenzione di coprire il nuovo contenitore del fidato maestro Orochimaru.
L’improvviso intervento di un inaspettato alleato salvo Sasuke da Kimimaro, il quale fu respinto e alzò il mento, insieme agli occhi, fissando l’allievo della nobile bestia della foglia: Rock lee.
“Rock lee? Non dovresti essere in ospedale?”
“A dopo le domande Sasuke, vai a prendere Naruto”.
“Mph! Fai come ti pare, attenzione alle sue ossa, sono le sue armi!” avvisò il compagno delle folte sopracciglia e si avviò verso Naruto, sebbene fosse preoccupato della sua salute, la missione aveva la priorità, ormai Sasuke aveva imparato a trattare con garbo i suoi compagni sebbene rimanesse per i suoi metodi da Uchiha.
Il moro si allontanò, mentre Rock lee e Kimimaro davano inizio alla battaglia.


“Che cosa avete detto!?” quasi urlò nel sapere le informazioni sulla missione di recupero riguardo Naruto, rimanendo scioccato per il numero e il rango: quattro genin e un chunin novizio.
“Non guardarmi così Kakashi, conosci la situazione del villaggio … e inoltre ho approfittato della missione mandando i ninja della sabbia” esclamò senza riuscire a rassicurare Kakashi, il quale si avviò, sordo alle proteste del suo hokage poiché aveva una missione già fissata.
L’hatake tuttavia campo in aria qualche parola, nemmeno di scuse o di bugia, inseguito poté costatare di non ricordarsi nemmeno cosa disse.
Fatto sta che poco dopo stava alle porte del villaggio, richiamando i propri cani ninja i quali ricevettero l’ordine di cercare l’odore di Naruto e Sasuke.
“Naruto … sono stato ingenuo non è vero? Davo per scontato tu potessi sobbarcarti di tanto dolore, visto di chi sei figlio … ma d’altronde, non hai avuto al tuo fianco Minato, altrimenti sarebbe stato diverso … anzi … non avresti nemmeno sofferto” pensò il ninja copia, perso nelle sue riflessioni e sensi di colpa, sperava Sasuke riuscisse a riportarlo.
D’altra parte lo sharingan iniziato del moro poteva poco contro il potere demoniaco del biondo, il quale cresceva a dismisura.
Senti abbaiare e capì: si trattava del segnale, avevano trovato l’odore, adesso andava seguito.
“Vado!” pensò mentre scattava verso i suoi due allievi.


La battaglia che vedeva il quintetto del suono vincitore, stava per essere invertita, infatti, i rinforzi della sabbia giunsero in aiuto della foglia.
Kankuro salvo Kiba e Akamaru, intrappolando Sakon e Ukon nel suo macabro spettacolo rosso sangue.
Temari giunse tempestivamente ponendo fine alla vita di Tayuya, per poi sorridere a Shikamaru.
Nello stesso tempo Rock lee soccombeva di fronte a Kimimaro, nemmeno da ubriaco aveva potuto molto e adesso le cose si mettevano male per lui, stava per soccombere quando Gaara, l’ultimo de fratelli, arrivò in sua difesa.
O almeno così credeva.
“Gaara … “
“Sei un ragazzo bizzarro quanto interessante … ma puoi essermi d’intralcio” esclamò e sollevò la sabbia soffocando Rock lee.
“Agh!” il prediletto allievo di Gai si sentì finito, tuttavia, ben presto notò un particolare.
Lo stava soffocando con la sabbia per farlo svenire, anziché ucciderlo.
“Perché non mi finisci!?”
“Non ho più quella motivazione di vita, sono cambiato, come lo è Naruto Uzumaki” decretò mentre Rock lee sveniva e volgeva lo sguardo verso Kimimaro.
“Gaara del deserto, la forza portante della monocoda … che fortuita coincidenza”
“Portami dal tuo maestro”
E insieme si avviarono.


“Naruto!”
Il nome della forza portante echeggiò nella vallata, il biondo rimase di spalle e Sasuke iniziava a odiarle.
Quelle spalle che non riusciva a raggiungere, come se le sue parole non arrivassero a lui. Ormai Naruto sembrava segnato dal dolore e dalla solitudine.
Il ragazzo prosegui imperterrito, ignorando Sasuke, sembrava che ormai il moro non esistesse per lui.
“Dobe! Voltati! O sei forse un codardo!?” provocò volutamente e il suo insulto sembrò avere effetto, giacché Naruto si fermò e lentamente iniziò a voltarsi verso di lui.
“Teme … sei diventato rumoroso più del solito, sai?”
La domanda e l’insinuazione ebbe poca considerazione, visto lo stato di chi parlava, il portatore dello sharingan quasi non riconosceva Naruto: le labbra non più rosee ma nere come l’inchiostro, i baffi aumentati e gli occhi di un rosso vivo come il fuoco, le cui iridi erano verticali.
Stavolta la trasformazione mancava del chakra rosso ed era più marcata del solito.
“Non scocciarmi teme, io ho chiuso con voi … e non guardarmi così, come se poi t’importasse qualcosa …” disse con fredde parole e un ghigno divertito, Sasuke però non si fece intimidire, anzi, le parole del biondo lo rabbuiarono.
“Come se non m’importasse!? Se così fosse, non sarei qui!” esclamò furioso, incapace di rivedere la testa quadra del suo amico.
“Perché Naruto!? Cosa ti ha fatto diventare così?” domandò in preda a una disperazione che cercava di non dare a vedere, mentre i lineamenti del biondo diventavano freddi, assumendo uno sguardo duro.
“Domandalo ai tuoi compaesani e compagni! Ho finito di farmi trattare come un’idiota”.
“Akimichi, Inuzuka, Nara … persino Hyuga, ti hanno rivalutato e seguito per riportarti a casa!”
“Tu guarda che strano villaggio … quando vi chiedevo attenzione, m’ignoravate e adesso i ruoli si sono invertiti, voi della foglia non avete molto cervello” terminò voltandosi di nuovo e avviandosi per la sua strada.
Sasuke però non volle arrendersi e si lanciò su di lui spiccando un grande balzo, il biondo si volto in tempo per vedere la sagoma del portatore dello sharingan schiantarsi su di lui e atterrarlo.
“E’ questa la considerazione che hai di noi dopo il tempo passato insieme!?” domandò alzando il pugno e sferrandolo con quanta più forza aveva, colpendolo in pieno volto.
Sebbene sputo del sangue, il biondo rimase indifferente e i lineamenti della volpe sparirono.
“E stando con voi ho forse trovato la felicità? No, altrimenti non sarei qui a voltarvi le spalle, come tu non saresti qui a impedirmelo, Sasuke” esclamò con improvvisa serietà e Sasuke in quelle parole non senti odio o rancore, anzi, solo sincerità.
Stava dunque così? A Naruto il loro affetto non bastava?
“E pensi di trovarlo in Akatsuki!? Lì c’è Orochimaru! E stato lui ha farti questo dobe!”.
“Sembra tu voglia proprio terminare la nostra battaglia … “ esclamò di colpo Naruto sorprendendo Sasuke, il quale ricordò l’inaspettato rude lanciò di sfida dell’Uzumaki, già da lì avrebbe dovuto capire quanto l’amico stesse precipitando nelle tenebre.
“Naruto, ti pare il momento?”
“L’hai voluto tu, Sasuke!”
E il volto di Naruto si fece sadico, il biondo afferrò Sasuke alzandolo con inaudita forza e sferrò un pugno mirato al suo stomaco, il quale lo scagliò verso le acque della vallata.
Sia Sasuke, sia Naruto stesso, si sorpresero.
“Anche senza l’uso del chakra rosso la mia forza arriva a tanto? Quindi è questo il risultato della sincronia tra forza portante e cercoterio?”
Sorriso compiaciuto, per il potere guadagnato, mentre Sasuke si rimetteva in piedi in acqua camminando sopra di essa, sorpreso da quanto forte fosse diventato.
“Pazzesco, è diventato persino più forte di prima e senza usare il chakra del demone!” notò portando i suoi occhi sulla figura di Naruto, poggiata in piedi nel volto di uno dei fondatori della foglia: Madara Uchiha.
Naruto osservò la statua sotto di se e desiderò distruggerla, segnando in lei la morte del soggetto stesso.
Ciò nonostante, avrebbe distrutto prima la foglia, d’altronde rimaneva una creazione di Madara stesso sebbene adesso volesse distruggerla, aiutarlo e rivoltarsi contro di lui sarebbe stato gratificante.
E di fronte a se vide poi Sasuke, un superstite del clan e suo unico amico.
“Sembra tu voglia farmi arrabbiare a ogni costo Naruto … “esclamò Sasuke sfrontato, sebbene ci fosse poco per cui essere tronfi, la situazione pendeva a vantaggio di Naruto sotto ogni punto di vista.
“Sì Sasuke, voglio vedere il tuo sguardo diventare lo stesso di quello degli abitanti! E sarai il primo di loro a perire per mano mia!” affermò rude l’Uzumaki lasciando Sasuke sconvolto, la rabbia di Naruto arrivava a tanto da sfogarla anche contro di lui, colpevole di cosa poi?
“Dunque vuoi uccidermi … sei caduto così in basso, Naruto?”
“In questo momento, la nostra posizione si è invertita” esclamò il biondo, attirando l’attenzione del moro.
“Guardami Sasuke, sono qui, sopra di te mentre tu lì, in basso”.
“Dunque per te sono stato solo un rivale da schiacciare!?” urlò l’Uchiha la cui scarsa pazienza si stava ormai esaurendo, accogliendo il silenzio della vallata, per essere rotto di colpo dalle parole di Naruto.
“No, al contrario, sei il mio unico e vero amico” esclamò con tono apparentemente indifferente, eppure le improvvise parole usate sbalordirono il moro Uchiha.
“Ed è per questo che ti ucciderò, perché tu, Sasuke, sei l’unico che potrebbe riportarmi alla foglia”.
Quelle parole diedero un po’ di speranza in Sasuke, il quale si compiacque dell’ammissione di Naruto e intendeva realizzare quella sua preoccupazione.
“E così sarà dobe!”
I due scattarono verso l’altro, incontrandosi a meta sul fianco sinistro della statua di Madara, il corrispettivo pugno parato dal nemico stagliato di fronte.
Naruto si appoggio alla spalla di Sasuke e fece leva su quella per saltare e arrivargli dietro.
Preso di spalle il vecchio amico,creò una copia la quale lo afferrò e scagliò una seconda volta nelle acque della vallata, dopodiché iniziarono a riprodurre un rasengan.
Sasuke invece si porto indietro ed eseguì dei sigilli per il mille falchi, mentre la copia lanciava l’originale indirizzandolo contro il moro.
Veloce come un razzo e il rasengan in mano, il biondo precipitava su Sasuke, il quale alzò il mille falchi.
Avvenne un impatto titanico la cui stabilità era precaria.
Oltre la propria mano, più in là del mille falchi, Sasuke vedeva il volto irritato e pieno di rancore di Naruto, un’altra persona rispetto a quello che era.
La verità? Si era accorto di Naruto troppo tardi per poterlo salvare.
“Dobe, solo adesso mi rendo conto di come me, anche tu fossi da solo”
Le acque si scuotevano per il vorticare del rasengan e il suono dei mille falchi, in conflitto.
“Ti sei accorto della mia solitudine, non è vero? Tutto ha senso adesso: il tuo volermi superare e attirare la mia attenzione, volevi dirmi che tu eri lì, vicino a me”
Nella vallata echeggiava l’urlo deciso di Sasuke e il grido di rancore di Naruto.
“E per farlo sei diventato il mio rivale, sapendo che mai ti avrei visto come un amico”
Due ninja un tempo amici, adesso nemici.
“Alla fine il più stupido tra noi due sono stato io, quante volte mi hai chiamato Naruto? Non sono mai riuscito a sentire la tua voce”
La volontà del fuoco accesa nell’ultimo Uchiha.
“E proprio quando mi sono accorto di te, ti sei voltato, stanco di chiamarmi”
Il seme della vendetta piantato nell’ultimo Uzumaki.
“Perdonami Naruto”
Il rasengan venne sbalzato via con sorpresa di Naruto, come una palla calciata e il mille falchi proseguiva, affondando su di lui.
Il biondo riuscì a deviare la traiettoria, senza salvarsi del tutto, difatti il colpo giunse allo stomaco e quasi lo trapasso.
Il sangue iniziò a sgorgare dalla ferita e Naruto si accasciò su Sasuke, il quale lo afferrò impedendogli di cadere.
“Non è ancora troppo tardi Naruto … ti riporterò al villaggio” esclamò Sasuke, lo sguardo duro e al contempo triste, osservando il capo del suo compagno.
E poi la risata, sempre di Naruto, il quale lo sorprese e spaventò.
Come faceva a ridere in modo così malvagio? Per di più con una tale ferita? Solo allora notò come il presunto sangue fosse nero, come l’inchiostro e sul punto trapassato si notava il sigillo diventare appena sfocato.
Il chakra rosso avvolse il biondo e la trasformazione di poco fa nei lineamenti del ragazzo Uzumaki si ripeté con orrore di Sasuke, il quale si allontanò, comprendendo come la situazione si fosse fatta precaria.
Naruto riveda, ghignava di divertimento, adesso a non ascoltare la voce dell’altro era lui, non più Sasuke.
“E’ questo Naruto!? No, non può essere, si tratta per forza della volpe” pensò non del tutto sicuro, la risata e il timbro di voce appartenevano al biondo.
“Chi sei tu!?” urlò alla figura della forza portante, la quale, alla sua domanda, riassunse compostezza e si dispose per combattere.
“Tuo nemico!”
Le parole appena pronunciate pugnalarono Sasuke al cuore e non finì lì, no, il biondo ne aveva da dire di cose e infierì con la sua voce non più melliflua e rancorosa, bensì quella seria e determinata, quella di Naruto Uzumaki.
“E’ per questo che da oggi il nostro legame si spezza! Per quanto difficile possa essere, d’ora in poi combatteremo per uccidere l’altro!”.
E la battaglia proseguì, in colpi di arti marziali e magiche, momenti in cui Naruto prevaleva e Sasuke riportava a galla la sua vecchia superiorità.
Il chakra scarlatto respingeva l’arte del fuoco, gli artigli di Naruto dilaniavano i pugni di Sasuke, la velocità del biondo eguagliava quella del moro, per quanto l’Uchiha si sforzasse il suo avversario gli rimaneva superiore.
E poi il colpo di scena: lo svilupparsi dello sharingan a tre tomoe, riportò la battaglia in parità e Sasuke. Ancora inferiore in termini di forza e potenza, il moro giocava sulla velocità e previsione della prossima offensiva avversaria per vincere.
Tuttavia di fronte a se dimenticava di avere due avversari: se Naruto vedeva a sinistra, la volpe vedeva a destra.
La battaglia era tutt’altro che conclusa, anzi, il vero inizio stava per cominciare: Sasuke e Naruto si scambiavano sguardi, ansimanti e piegati sulle ginocchia.
“Riprenditi Dobe! O credi ancora in quei tuoi vaneggiamenti sull’uccidere l’altro?” tentò Sasuke.
“Chiudi la bocca Uchiha! Smettila di guardarmi così!” tuonò Naruto “Come se sapessi tutto, come se mi capissi, tu sei sempre stato amato! Nel bene o nel male, hai avuto sempre qualcuno … io mai!”.
L’uchiha presto attenzione alle parole di Naruto, sebbene sembrasse indifferente, capì che forse, per smuovere il compagno, doveva ascoltare e capire il suo messaggio.
“Si odia e si soffre per la mancanza di amore, di legami! Qualcosa a cui tutti abbiamo diritto eppure a me è stato negato!”
Naruto ansimava per lo sfogo avuto appena avuto, il volto di colpo disteso, stanco e più posato, come se si fosse tolto un peso dal cuore.
“ … Hai ragione, io non posso capirti, però … tu non sai cosa significa invece perdere dei legami”.
L’espressione di Sasuke ricordava quella al ponte quando sembrava sul punto di morire per i troppi colpi subiti da Haku, forse fu per il ricordo del tragico momento che Naruto presto quanta più attenzione alle parole del moro.
“E non voglio perdere anche il nostro legame … tu sei il fratello che Itachi non ha saputo essere” esclamò poi di colpo, alzando lo sguardo su Naruto.
“Questo Itachi … sarebbe l’uomo di cui vuoi vendicarti?”
“Sì, lui ha reciso ogni mio legame con la mia famiglia, il mio clan … “
Un momento di silenzio arrivò, prontamente rotto da Naruto.
“Hai detto che non vuoi perdere il nostro legame … e hai ragione, non lo è” esclamò a Sasuke, il quale adesso pendeva dalle sue labbra, possibile Naruto si fosse ravveduto?
Si sbagliava: Naruto afferrò dalla sacca legata alla vita il copri fronte.
“Ma sta per esserlo” esclamò di colpo indossando il simbolo della foglia.
“Eppure indossi il copri fronte” costatò Sasuke, il tono leggermente esasperato per la testardaggine di Naruto, la quale persisteva, nel bene o nel male.
“Perché sono ancora legato a te … se al termine della battaglia vinco, porrò fine a ogni vincolo con la foglia e mi sfilerò il copri fronte” spiegò, per poi proseguire il suo discorso.
“Ma ricorda Sasuke, se anche dovessi riuscire a riportarmi, non sarà questo a farmi smettere di odiare la foglia, né a perdonarli” decretò infine assumendo un’improvvisa posizione a quattro zampe.
“Naruto … possibile le parole non ti entrino in quella testa vuota?”
“Mi conosci Sasuke, le parole con me non servono, da adesso si combatte!”
Sasuke si mise in allerta tenendo lo sharingan attivo e lo scontro riprese, nessuno dei due ne vacillava, ne prevaleva, la situazione stava in stallo.
“Tu sei speciale Sasuke …”
Il chakra infuocato della volpe e l’occhio scarlatto degli Uchiha.
“Ma io … “
Il vendicatore demone contro il giustiziere Uchiha.
“… lo sono ancora di più!”
Ed eccoli alla fine, ancora ansimanti, la sagoma dell’Uzumaki sotto la statua di Madara Uchiha, al contrario la figura dell’Uchiha giaceva sotto il monumento di Hashirama Senju.
“E’ questo che chiami essere speciale … Naruto!?”
“Non perderò Sasuke, stanne certo!”
I due sguardi scarlatti s’incrociarono, lentamente Sasuke iniziò a comporre i sigilli per il mille falchi mentre Naruto ricreava il rasengan.
“Sai Naruto, questo posto porta il nome di valle dell’epilogo … hai scelto luogo sbagliato per perdere Naruto”.
Il mille falchi, di un azzurro come il cielo, venne eseguito.
“Io non credo Sasuke, anzi, lo vedo perfetto per troncare il nostro legame”.
Il rasengan, stavolta di un rosso scarlatto, venne completato.
“Questa è la fine non solo di questa battaglia … ma di tutte le battaglie avute!”
E scattarono, correndo sopra l’acqua sottostante, sfidandosi con lo sguardo, nelle mani le corrispettive tecniche più potenti.
Naruto levo il braccio, Sasuke a sua volta lo fece.
E l’impatto decisivo accadde.
“Rasengan!”
“Mille falchi!”
Il rasengan impatto contro il mille falchi, il chakra rosso urto contro quello blu, lo sguardo di odio incrocio quello di determinazione.
Lentamente una luce bianca invase tutta la vallata e quando si spense, iniziarono a cadere gocce dal cielo.
Una sagoma bionda si ergeva su una figura mora, accasciata a terra.
Sasuke Uchiha aveva perso, sconfitto e superato da Naruto Uzumaki.
“Sasuke … io … “
Lo guardò, proprio come Hinata, qualcuno gli aveva voluto bene.
Forse non da sempre, ma adesso sapeva che gliene aveva voluto.
Si sfilò il copri fronte, graffiato dal mille falchi, per poi gettarlo vicino a Sasuke.
“Bravo Naruto, non hai dovuto nemmeno usare la prima coda” si congratulò Kyuubi osservando da dentro la sua cella il corpo dell’Uchiha.
“Già …”
“Vuoi lasciarlo vivo?”
“Sì”
“Fai come credi ma bada bene, questo Uchiha un giorno potrebbe essere una minaccia concreta … “.

La voce della volpe si ritiro e Naruto, dopo aver contemplato Sasuke, si avviò, verso le tenebre dove avrebbe percorso il cammino dell’oscurità.


Kakashi atterrò quasi con grazia, nonostante la pioggia incessante, il volto così preoccupato da sembrare stanco.
E quando vide Sasuke a terra, svenuto, realizzò quanto successo.
“… troppo tardi …” gemette chiudendo l’occhio e stringendo il pugno, lentamente si avvicinò e raccolse Sasuke, mentre iniziava a schiarire.
Le sue ferite avevano la precedenza, inoltre la pioggia aveva fatto sparire la traccia dell’odore di Naruto.
“Perdonami Sasuke … perdonami anche tu, Naruto”


Naruto camminava, verso il rifugio di Orochimaru, sebbene non avesse una chiara idea.
A guidarlo stava la volpe e il biondo ascoltava, in parte preso da ricordi speciali di una settimana fa: quella di una donna dai lunghi capelli rossi, sua madre.
“Naruto … proverai tanto dolore e sofferenza … ricordati chi sei! Creati uno scopo … un sogno … e non smettere di tentare finche diventerà realtà! Ci sono … così tante cose che vorrei dire! Così tanto da insegnarti e non potrò! Voglio restare con te …!”
Naruto si fermò d’un tratto, le lacrime rigavano il suo volto e teneva gli occhi chiusi.
Il cielo si schiarì con il ragazzo Uzumaki bloccato, i cui occhi si spalancarono di colpo, in uno sguardo d’odio.
“Da questo momento, non sono più un ninja della foglia, sono un membro di Akatsuki e il mio obiettivo sarà uno solo: distruggere la foglia!”



Angolo dell’autore:
Sebbene questo capitolo sia molto, forse anche troppo incentrato su Naruto e Sasuke, sono molto soddisfatto.
Introduciamo un Sasuke che non si è lasciato influenzare dall’odio, mentre Naruto fa emergere il suo odio e vediamo la sua versione dark, non delineata ma in parte già lo è.
Inoltre alcuni dialoghi li ho leggermente cambiati, poiché mi sembrava banale la solfa di uccidere il migliore amico per l’aumento di potere, no, ho preferito che Naruto pensasse di uccidere Sasuke per troncare ogni legame con la foglia.
Per quanto riguarda il dialogo sul non capirsi, Sasuke afferma sempre ‘tu non hai mai perso un legame’.
Ma è anche vero che a Sasuke c’è sempre stato qualcuno che gli volesse bene, anche nei suoi tempi più oscuri, Naruto mai invece.
Spero vi sia garbato il cap!

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Capitolo 11
*** Imboccando la via per le tenebre ***


Capitolo 11. Imboccando la via per le tenebre

 

Tornati sconfitti, da falliti.
Lo sconforto generale e palpabile, un Sasuke bendato e ricoverato teneva gli occhi chiusi.
Non gli importa di nulla, ha semplicemente fallito e Naruto adesso aveva abbracciato le tenebre.
Il suo cuore si contorceva nel capire perché fosse vivo: l’Uzumaki non aveva detto di ucciderlo?
La risposta più semplice stava nel credere che non l’avesse ritenuto più opportuno, lo diceva il copri fronte di fianco a se, con lo stemma della foglia rigato.
Shikamaru Nara entrò senza perdersi in molte parole se non quelle per salutarlo, il moro ricambiò con un verso, né più, né meno.
Shikamaru non inquisì più di tanto, prima di ogni cosa lo informo sullo stato dei compagni: Choji e Neji avevano rischiato non poco, ciò nonostante l’intervento di Tsunade e di una squadra medica capeggiata da Shizune aveva salvato i due genin.
Le condizioni di Kiba risultavano migliori ma non per questo da prendere alla leggera.
“Siamo stati traditi da un alleato della sabbia” rivelò a Sasuke ignaro dei rinforzi ricevuti.
“Tsunade aveva richiesto dei rinforzi della sabbia, tre genin della sabbia uno ci ha pugnalato alle spalle … penso tu ricordi di Gaara del deserto” esclamò infine e l’espressione rabbuiata di Sasuke gli fece comprendere che sì.
L’Uchiha ricordava eccome la forza portante della monocoda.
“Come ha potuto Tsunade pensare che fosse affidabile?” sbottò Sasuke alterato, Shikamaru sospirò.
“Infondo non è andata così male, strano a dirsi ma Rock lee e stato trovato solo privo di coscienza, i fratelli poi hanno comunque salvato me e Kiba” disse infine senza nascondere però una certa scocciatura.
“L’unico rischio adesso sono le tensioni tra sabbia e foglia per la perdita delle for …”
“Non chiamarlo così” sbottò Sasuke di colpo suscitando sorpresa nel Nara.
“Ti riferisci a Naruto? Sai che non era mia intenzione” si difese il membro della squadra dieci giustificandosi.
“Non farlo comunque” decretò Sasuke, se Naruto non era lì al villaggio la colpa stava anche nel considerarlo un mostro o un arma del paese, probabilmente Shikamaru capì perché non ripete l’errore.
“Comunque hai capito, per questa perdita si sono create delle tensioni ma alla fine è una debolezza comune, se l’hokage gestisce il tutto con diplomazia sarà possibile strappare un’alleanza” spiegò infine senza arrivare al vero punto della questione poiché sebbene sottinteso la fugga di Naruto non era ancora divulgata.
E Shikamaru di questa fugga voleva sapere il parere di Sasuke poiché dei cinque solo lui l’aveva incontrato.
“Parlando di Naruto … cosa mi dici di lui?” domandò girando i pollici e scoccando un fugace sguardo, il volto di Sasuke si chino verso il basso.
“E’ cambiato” troncò l’argomento di netto e Shikamaru sospirò.
“Ti prego Sasuke, sii ragionevole, abbiamo rischiato la vita per recuperarlo … vorrei sapere quantomeno il più possibile” esortò lui e il volto di Sasuke si rialzò fissando gli occhi del Nara.
Come avrebbe reagito alla verità sul cambiamento di Naruto? Doveva vederlo per saperlo.
“Ha detto di odiare il villaggio, di non essere compreso, di … non aver trovato la felicità con noi” iniziò a spiegarsi rimembrando ogni singolo momento sia del dialogo, sia della battaglia tra i due.
Il volto di puro odio del biondo, il tono rancoroso del non più futuro hokage.
“Abbiamo combattuto” continuò rimembrando la superiorità di Naruto, il chakra rosso della volpe.
“E lui ha vinto …” epilogo con una punta di amarezza, Shikamaru aveva ascoltato tutto e non disse nulla, la sua unica reazione fu lo sguardo vuoto e triste.
Ci fu poi un bussare ed entro Sasuke, accompagnata da una Tsunade positiva nonostante il fallimento ottenuto da parte del plutone di genin organizzato per il recupero.
“Sasuke …”
La voce di Sakura fu un macigno per Sasuke, il tono triste, forse anche di delusione, per colpa della sua inadeguatezza avevano perso un caro membro della loro squadra.
Non rispose, non disse nulla.
Solo chino il capo, ferito più dentro che nel fisico.
Sakura non parlò oltre o almeno se lo fece evito di parlare di Naruto.
Tsunade verificò le sue condizioni e l’Haruno apriva le tende, blaterando sul bel tempo e su come assomigliasse a una mummia.
Sasuke non sopporto quel trattamento.
“Sei fastidiosa” proruppe e Sakura si volto verso di lui, lo sguardo forse ferito e ancora deluso.
“Io non faccio promesse, perché quando dico una cosa la faccio”.
Silenzio nella sala, tutti volgevano lo sguardo su Sasuke.
“Ho detto che avrei riportato il dobe, oggi ho fallito …” ammise a malincuore stringendo i pugni.
“… ma la prossima volta terrò fede a quanto detto” epilogo e le sue parole portarono sollievo nel cuore della ragazza, Tsunade e Shikamaru abbozzarono un sorriso per la risolutezza del genin Uchiha.
Anche le labbra di Sakura alla fine si curvarono in un leggero sorriso, proprio lei compativa Sasuke e invece dovrebbe essere l’incontrario.
Aveva sempre giudicato Naruto quando dei due il biondo manteneva fede a quanto detto e non si arrendeva, così anche Sasuke.
Lei invece cosa aveva fatto? Nulla.
“Sasuke … la prossima volta ci sarò anch’io a riportarlo” disse risoluta e anche le labbra del genin Uchiha si curvarono in un percettibile sorriso, sbuffando di soddisfazione.
Alla fine tutti avevano compresso da questo errore una lezione.
E gli diede la forza per andare avanti.
Tutti meno uno.
Perché l’unico che più di tutti aveva da imparare qualcosa sui concetti di volontà e speranza, aveva vinto perdendoli.
 

Naruto camminava in un corridoio privo di luci, seguendo il passo di Orochimaru e affiancato da Kabuto.
Non diede peso alle condizioni del Sannin poiché egli aveva il volto bendato, per sua insaputa proprio per lo scambio del nuovo contenitore.
Passavano da cella a cella, il ninja leggendario si rivolgeva a Naruto.
“Alle volte ti dovrai incontrare con altri membri dell’Akatsuki, lo scopo del nostro capo è che tutti conosca ciascuno e impari da ognuno di noi qualcosa” spiegò rivolgendosi al piccolo Uzumaki il quale lo seguiva prestando attenzione.
“Non importa il metodo, voglio ottenere il potere” esclamò dritto andando al sodo, la serpe della organizzazione Akatsuki gli scoccò un fugace sguardo.
Kabuto pensò bene di ammonirlo della pericolosità del suo maestro.
“Il suo aspetto sarà differente ma davanti a te hai sempre il grande Orochimaru …” gli sussurrò al biondo.
“E davanti a te?” domandò enigmatico Naruto fissando il ninja del suono con i suoi occhi azzurri.
“Hai Naruto Uzumaki …” le pupille passarono a un rosso scarlatto “… o la volpe a nove code?”.
Kabuto rabbrividì e Orochimaru sogghigno, ci sarebbe stato da divertirsi con quel ragazzo.
 

Sasuke osservava il soffitto della stanza, ormai non vedeva altro.
Rifletteva su cosa fare, allenamenti, tecniche, quando udì un rumore.
Si alzò di scatto e si avvicino alla finestra, guardando un enorme rospo e sopra di esso un anziano ninja dai capelli bianchi tenuti in una lunga coda.
“Ma cosa …”
“Credo tu non mi conosca Uchiha … sono l’ex maestro di Naruto, il grande Jiraiya!”
 

“Signorina Tsunade … ho una richiesta” cominciò Sakura una volta entrata con il consenso dell’hokage.
Tsunade gli fece segno di continuare.
“Vorrei che mi prendeste come allieva!” affermò e l’hokage la studiò, rivedendosi in lei e rimembrando ciò che le era caro, ormai perduto.
Non voleva che anche lei condividesse quel dolore.
“Sakura Haruno … ho sentito parlare di te da Kakashi, va bene … d’ora in poi non ci andrò alla leggera con te!” decise e Sakura la ringrazio, scolpita nella sua mente l’immagine di Sasuke e quella di Naruto.
Li avrebbe aiutati entrambi, appoggiando Sasuke nel suo cammino e riportando Naruto sulla giusta via.
 

“Son venuto qui per proporti di diventare mio allievo” disse Jiraiya andando al sodo.
Sasuke rimase sorpreso e in parte allettato da quella proposta, dopotutto si parlava del grande Jiraiya.
Gli venne poi spontanea una domanda.
“Ho sentito che avete allenato Naruto” affermò senza chiedere, lo sapeva per certo e Jiraiya infatti non ribadì l’ovvietà.
“Posso sapere qualcosa su questo allenamento?” domandò poi al ninja leggendario e Jiraiya soppeso su cosa dire.
“Come ormai ben sai, Naruto contiene la volpe a nove code … al principio volli insegnargli ben altro ma con il tempo mi vidi costretto a insegnargli come domare il potere del demone”.
Sasuke ascolto le parole del futuro maestro ripensando alla battaglia tenuta, poteva competere con un potere così grande?
Rimaneva pur sempre un Uchiha.
“Potrei sapere a cosa è dovuta questa vostra richiesta di prendermi come allievo?” inquisì l’Uchiha ricevendo una pronta risposta.
“Come ben sai, ho allenato Naruto … ma come maestro ho fallito” esclamò grave ammettendo il suo errore e vergognandosi di se stesso, chissà cosa avrebbe detto Minato se fosse stato ancora vivo.
Anzi, se lo fosse stato, il biondo Uzumaki mai sarebbe andato via.
“E pensa di rifarsi con me?” proseguì l’Uchiha ma Jiraiya scosse il capo.
“Non proprio … se verrai con me sarà appunto per salvare Naruto …” spiegò al moro genin.
“Allora cosa stiamo aspettando? Naruto sarà già a Akatsuki!”
“Non avere fretta, al momento Naruto e fuori dalla tua portata, ho investigato e quanto hanno detto è vero: reclutano forze portanti inclini ai loro scopi …”
Sasuke si rabbuiò a quella voce e continuò imperterrito.
“Appunto! Forze portanti inclini ai loro …” non finì la frase che Jiraiya lo interruppe.
“Dopo le ferite subite da Naruto stesso credi ancora che lui non fosse incline!?” tuonò e la sua affermazione blocco Sasuke.
Incapace di rispondere, alla fine chino il viso verso il basso.
“Ora come ora abbiamo tempo ma … comunque, sonda bene se diventare mio allievo … io stesso non so se è la cosa giusta da fare” esclamò cominciando un nuovo punto del discorso, avrebbe preferito ignorarlo ma andava intrapreso.
“Cosa vorreste dire?”
“Come ho detto poco fa, Naruto è incline ai progetti di Akatsuki, ha scelto di sua volontà di seguirli e anche se lo riportassimo il suo odio non si allevierebbe, forse aumenterebbe” proseguì e Sasuke ricordò le parole di Naruto alla vallata, il biondo aveva appunto detto qualcosa di simile.
“Avendo visto molti ninja capisco che Naruto non è né come Akatsuki, né come Orochimaru … tuttavia l’odio del villaggio lo sta spingendo verso di loro e sta facendo di lui il mostro tanto temuto”.
In quelle parole Sasuke rimembrò il discorso d’inizio missione di Shikamaru, tutto combaciava.
“Se percorrerai i miei insegnamenti non ti garantisco nessun risultato, anzi, forse un giorno ti serviranno non per riportarlo ma per ucciderlo” rivelò e Sasuke inorridì.
Uccidere diventava qualcosa di comune nel mondo ninja, prima o poi avrebbe dovuto farlo e la cosa non gli aveva mai gravato sulle spalle.
Ma pensare di uccidere Naruto …
Non sapeva trovare una risposta a come evitarlo se non rischiare.
“Accetto allora”
“Sicuro? Probabilmente acquisterai solo la forza per batterlo, non per riportarlo” insistette Jiraiya ma Sasuke lo fisso con sguardo carico.
“Per Naruto rischierò … se dovrò arrivare a ucciderlo, voglio farlo almeno sapendo di aver provato a salvarlo in ogni modo consentito” decretò Sasuke e Jiraiya sospirò, alzandosi da dove sedeva e spiccando un balzo verso il rospo evocato.
“ … quando lascerai l’ospedale, inizieremo il nostro viaggio”.
Silenzio tra Sasuke e Jiraiya, nessuno fiata, il vento passa.
E poi l’esclamazione di Sasuke.
“Va bene!”
 

Il tempo è passato dal fallimento della missione guidata da Shikamaru.
Ognuno ha ripreso le proprie attività con motivazione più forte di quella precedente.
Sakura, sotto lo sguardo vigile di Tsunade, svolgeva il suo allenamento come ninja medico.
Kiba e Shino, dopo lunghe passeggiate, si confrontavano: il primo per migliorare affinché possa proteggere amici e Akamaru, il secondo per non essere escluso.
Hinata e Neji affrontavano Hiashi, dopo l’abbandono di Naruto la Hyuga aveva intrapreso intensi allenamenti, tant’è che il padre iniziava a ravvedersi su di lei.
Dopo l’allenamento in casata Hyuga, la genin si univa ai compagni Kiba e Shino.
Vi erano poi il team dieci, Choji mangiava quanto si allenava con la supervisione di Asuma e le cure di Ino.
Nel mentre Shikamaru proseguiva da solo, alle volte accompagnato da Temari, entrambi avevano perso qualcuno in quella missione: Naruto e Gaara.
Infine Rock Lee sfoggiava la forza della giovinezza alla quale persino Gai veniva meno.
Sasuke camminava fianco a fianco con Jiraiya varcando le porte del villaggio, guardandolo un’ultima volta e avviandosi infine.
Da lontano Iruka osservava l’Uchiha, il ritorno del suo alluno più scapestrato dipendeva dal più brillante.
Anche se in cuor suo era proprio il caso perso chiamato Naruto ad avere tutto il suo affetto.
Sasuke prima di andar via, passo di fronte al ponticello dove ogni giorno si sedeva.
Un ricordo della sua infanzia nei tempi in cui Itachi gli privo di ogni legame, proprio lì ne acquisto uno nuovo: Naruto stesso, il biondo passava sempre di lì.
“Quanto avete detto …” iniziò Sasuke.
“Sì … Itachi Uchiha fa parte di Akatsuki”.
Sasuke strinse il pugno e serro i denti.
“Itachi … questo sarà l’ultimo legame che mi porti via!”
E si avviò al seguito del suo maestro.
 

“Kimimaro è morto …” osservò Orochimaru.
Il cadavere del più forte del quintetto del suono giaceva di fronte a lui, in piedi, di fianco Gaara del deserto.
“E sembra l’abbia fatto portando con se un fidato alleato …” notò la serpe di Akatsuki e Gaara si fece avanti presentandosi come forza portante della monocoda.
“Tranquillo so già chi sei … Naruto sarà felice della tua presenza, si sta allenando proprio adesso”.
 

“AHAHAHAHAHAH! Questo moccioso sarebbe il nostro avversario?” tuonò con vigore uno dei ninja banditi tenuti in cella da Orochimaru, di fronte a se aveva il biondo Uzumaki.
“Non prendeteci in giro e fate sparire questa mo … mosca …” la sua voce venne meno quando vide gli occhi azzurri del’ex ninja di Konoha passare a un rosso scarlatto.
“Tranquillo … sarò io a farti sparire!”
Poco dopo, quando Gaara arrivò sul posto, giacevano tutti a terra agonizzanti.
“Gaara … vedo che Akatsuki ha reclutato anche te” esclamò Naruto sorridendogli e porgendogli la mano, il rosso rimase alquanto sorpreso.
“Ecco … e così che si fa tra amici … scusa! Non avrei dovuto prendermi tanta confi …” vaneggiò Naruto per poi essere interrotto dalla sabbia di Gaara.
Non lo ferì, non lo attacco, solo accompagno la sua mano delicatamente alla sua.
E per la prima volta vide Gaara sorridere.
“Amici … e compagni” disse il rosso e Naruto sorrise.
Alcuni ninja si alzarono, sputando sangue e armandosi di nuove armi.
“Alla fine siete solo dei mocciosi!” urlò con ardore uno dei ninja, approvato dai compagni.
Subito si raggelarono alle espressioni fredde e dure dei due, incredibile come potessero sorridere con così armonia e poi mettere un volto così spietato.
“Posso aggiungermi?”
“Con piacere”
I due si affiancarono e sabbia e chakra scarlatto invasero la sala, riempita dalle urla agonizzanti dei banditi e poi tutto tacque.
Il silenziò arrivo e giunse anche il buio.
Gaara del deserto e Uzumaki Naruto in Akatsuki, le prime due forze portanti della organizzazione a nuvole rosse.
Orochimaru li osservava, domandandosi quanti altri si sarebbero aggiunti e chi avrebbe negato soccombendo al potere di Akatsuki.
 

Nel frattempo nove ologrammi si riunivano in una cava, capeggiati da uno particolare dotato di occhi grigi e iridi centriche.
“Il nostro obiettivo è vicino … “
Tempo tre anni e l’oscurità sarebbe calata sulle terre ninja.
 

Angolo autore:

E con questo ho concluso la prima parte della storia!
La serie, sotto suggerimento di Christopher (il quale non manca di recensire un singolo capitolo! Grazie!) si chiamerò: Light and Darkness.
La seconda parte (di cui ho fatto qualche bozza ma scritto nulla) non so come la chiamerò, quindi, se volete essere avvisati della sua pubblicazione, fatemelo sapere nella recensione o con un messaggio.
Infine, passiamo a qualche anticipazione premeditata.
Nella seconda parte avremo:
- Sasuke in versione Road to Ninja, avete presente quello del film casanova munito di rose? Pensavo fosse perfetto visto che sta per allenarsi sotto la supervisione di Jiraiya.
- Naruto e Gaara formeranno un team insieme ad altre due forze portanti, per bastardaggine non vi dico quali.
- I sopravissuti di Akatsuki dopo la saga Pain (ovvero Kisame, Zetsu & Tobi) potrebbero avere delle variazioni.
Detto questo ci si sente alla seconda parte della fic!

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