Just open your eyes

di demois
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A single rose left to remember ***
Capitolo 2: *** when i call your name ***
Capitolo 3: *** feeling good ***
Capitolo 4: *** Don't regret this life ***
Capitolo 5: *** capture the moment ***
Capitolo 6: *** Everybody's Wrong ***
Capitolo 7: *** thinking of you ***
Capitolo 8: *** The only way ***
Capitolo 9: *** lost and found ***
Capitolo 10: *** we are ***
Capitolo 11: *** see the world without you ***
Capitolo 12: *** she loves me ***



Capitolo 1
*** A single rose left to remember ***


Nota dell’autrice: ‘’Autrice’’ wow, mi sento quasi importante! Comunque ragazzi, sono tornata con un’altra storia, non so perché ma ogni tanto mi viene voglia di scrivere e lo faccio. Però la domanda che voglio farvi è un’altra… Esiste l’amicizia tra uomo e donna? A voi la parola, scrivetemi una recensione e rispondetemi. Ovviamente ditemi anche se vi piace o meno la storia almeno vedo se farla continuare o meno! Grazie, Demois! Un bacio

Guardavo il soffitto. Non so per quale motivo. Ero appena tornata dalla palestra e l’unica cosa giusta da fare in quel momento era cercare di dormire, ma come al solito.. battaglia persa. Io e Morfeo in questi ultimi tempi, avevamo qualche problema di comunicazione.

°Ero lontana dalla mia famiglia, mi mancava, Dio se mi mancava. Le mie sorelle, i miei familiari, le litigate, tutto era diverso senza di loro. Mancava costantemente qualcosa. Certo skipe era un buon amico, ma non era lo stesso.
Abitavo da sola ormai da qualche mese. Il mio appartamento era carino. L’unica porta era quella del bagno e della mia camera da letto. Il resto era tutto esclusivamente aperto con grandi finestre che illuminavano le varie stanze.  L’arredamento era costituito solo da qualche mobile trovato agli angoli della strada e rimesso a nuovo con qualche domenica di lavoro, divani e basta. Minimalista era il mio motto di vita. Perché dovevamo sempre annegare in mobili, mobili e ancora mobili? Per me le pareti sono sempre state come tele da dipingere, dove potevo esprimere quello che ero realmente ed è per questo che non potevo comprare tante cose, sennò la mia tela sarebbe diventata sempre più piccola fino a quando non sarebbe sparita. No, assolutamente, volevo esprimere chi fossi.°

Mi alzai tanto non valeva la pena di restare sdraiata a non fare niente, meglio prepararsi un buon caffè.
 Il caffè è sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Lui c’è sempre stato: quando dovevo studiare per scuola, quando avevo dormito poco e dovevo lavorare il giorno dopo, in ospedale nei momenti più dolorosi e infine aveva unito delle persone.  Improvvisamente fui presa dai ricordi… andai subito in camera mia dove sotto al letto era custodita la mia fedelissima scatola di cui nessuno aveva mai visto il contenuto. La aprì. Foto, tantissime foto. Io e le mie sorelle sotto un albero in giardino con le nostre biciclette nuove di zecca, il primo giorno di scuola, il mio primo bagnetto con delle forti braccia che mi sostenevano in una piccola vasca da bimbi, io e mio papà a cavallo. Scorrevo le foto sorridendo felice ripensando a tutti i bei ricordi legati alla mia infanzia.. quando arrivai alle foto dell’adolescenza. Superiori. La mia amata scuola immersa nel verde nel centro della città,  proprio come  un ossimoro.  Io e le mie amiche l’ultimo giorno di scuola con dei pantaloncini con sotto dei pantacollant di colori improbabili, feste, compleanni, bevute di troppo… adolescenza! Girai l’ennesima foto e come un flash tutto ritornò come 10 anni prima. Ricordavo bene quel giorni. Era la gita in Italia anno 2000, una foto nel corridoio. Io e lui con la bocca aperta e gli occhi socchiusi intenti a urlare qualcosa a chi scattava la foto. Una notte, bevute di troppo e un ascensore che non si doveva aprire facendoci ritrovare uno davanti all’altro ubriachi . Un attimo. Lui che mi prende per i fianchi, mi solleva, le mie gambe attorno al suo bacino, il suo volto sul mio collo, le mia mano dietro la sua nuca.
‘’Cosa hai bevuto?’’ dissi guardandolo nei suoi occhi
‘’Di tutto’’ mi dissi. Due parole.
Mi afferrò saldamente per i fianchi e in pochi secondi mi trovai al muro con lui che mi teneva fermi i polsi alla parete. Un secondo dopo la lucidità che durò quei pochi secondi per far in modo che non succedesse nulla. Le porte dell’ascensore si richiusero dietro di me.  Entrai in camera come se non fosse successo niente.
‘’Puzzi di alcool’’ Furono le uniche parole che sentii prima di sdraiarmi a letto e dormire fino al giorno dopo. Non volevo e non dovevo pensare a quello che era accaduto.
La mattina dopo  nessuno disse nulla. Le mie compagne di stanza non avevano la minima idea di quello che era successo e mai lo seppero. Io e lui eravamo gli stessi di sempre: Shannon e Lyla. Soltanto un mese più tardi, eravamo distesi a prendere il sole in giardino una decina di amici e a un certo punto lui mi disse…
‘’Mi ha detto Jared che nella gita in Italia ti ho quasi stuprato in ascensore’’
Un attimo e il mio cuore smise di battere,  lo fissai negli occhi con tutta la calma che riuscivo a esternare..
‘’Ah si, e cosa è successo? Mi sa che ero troppo ubriaca e non mi ricordo niente’’
‘’Fortunatamente nulla’’
‘’Perfetto’’ fu l’unica cosa che riuscii a dire. Mi sdraiai di nuovo e mi misi gli occhiali da sole.
Un assolo di Jimmy Page mi riportò alla realtà, Heartbreaker continuava a suonare nella stanza mentre io continuavo a fissare quella foto di me e lui così giovani e così felici. Richiusi la scatola e la rimisi sotto al letto. Dovevo andare a lavoro.

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Capitolo 2
*** when i call your name ***


Nota dell’autrice: Intanto grazie mille per la prima recensione di ‘’_FraVi’’. Se  a te piace come scrivo a me piacciono le tue recensioni  e spero che tu possa continuare a dirmi cosa ne pensi della storia :D. Detto questo, ecco il prossimo capitolo! Buona lettura



Facevo la cameriera in un locale di L.A il ‘’Poison’’. Era un locale abbastanza popolare da quelle parti, ma la cosa che mi piaceva di più di quel posto era la divisa che non c’era, l’unica cosa che dovevi avere erano degli anfibi ai piedi.. il resto era a tuo piacimento. Non avevo mai capito il perché, ma la cosa non conta, a me gli anfibi piacevano e quindi non avevo alcun problema a indossarli; meglio quelli che avere una minigonna che delle semplici cuolette ti avrebbero coperto molto di più.
Il locale era diviso in due diverse zone:  il privè e l’auditorium… Stasera a me toccava il privè. Amavo quel posto era tutto concentrato su due colori: nero e viola. Il viola per le pareti e il nero per le sedie, tavoli, tappeti ecc.. Mi erano stati assegnati due tavoli quella sera.
‘’Buonasera ragazzi, io sono Lyla.. volete ordinare?’’ dissi sorridendo
Un ragazzo biondo con gli occhi verdi si girò verso di me e disse: ‘’Si: un sex on the beach, un  cubalibre, un bicchiere di spumante e una bottiglia di vodka’’
Annotai il tutto e andai a ordinare: cinque minuti dopo era tutto sul loro tavolo. Andai al secondo.
Sempre la solita frase ‘’Buonasera ragazzi, io sono Lyla.. volete ordinare?’’ ma nessuno mi aveva sentito.. erano troppo presi a mangiarsi con le rispettive ragazze.. ‘’bene, torno dopo’’ fu l’unica cosa che dissi prima di incamminarmi verso il bancone per scambiare due parole con il mio amico Daniele. Il barman.
Sentii delle voci: ‘’hei dolcezza vieni qua, noi vogliamo ordinare’’.
Bene, non vedo l’ora. Anche stasera mi toccano i clienti strafottenti e pieni di se. La serata si prospetta molto gradevole.
Mi girai con il mio miglior sorriso falso sulle labbra e raggiunsi di nuovo il tavolo.
‘’Ditemi tutto’’ sorrisi guardando il biondo del tavolo accanto che continuava a guardarmi
‘’Scusa come hai detto che ti chiami?’’
Una voce mi riporto alla realtà.
‘’Lyla.. Comunque a parte questo, cosa ordinate?’’
‘’Avevamo un amica con quel nome’’ Mi disse uno dei due
‘’Fortuna che non sono l’unica al mondo  allora’’ risposi
‘’ok, allora vogliamo due birre’’
‘’Perfetto, torno fra poco’’ Mi allontanai e finalmente raggiunsi Daniele

‘’Eih, Dan mi faresti per favore due birre per quel tavolo laggiù?’’
‘’Subito Lyla, per te questo e altro’’
Oddio adoravo quel ragazzo. Sempre solare, sempre allegro e il migliore amico che ogni donna vorrebbe avere.
‘’Grazie, sei un angelo’’
Presi le birre e andai al tavolo.
‘’Queste sono per voi ragazzi, buona serata’’ Sorrisi di nuovo.
‘’ Scusa Lyla che scuola hai fatto?’’ di nuovo mi disse uno dei due
‘’Scusa sconosciuto, ma non ti riguarda’’ risposi acida
Questo era quello che mi aveva insegnato il mio capo il primo giorno di lavoro. Mai troppa confidenza con i clienti.
Li sentii bisbigliare qualcosa, ma non mi interessava. Andai via.

‘’Jared. Ma quella non ti sembra la Lyla del liceo?’’ Chiesi con una vena di curiosità\illusione e aspettativa
‘’Shannon, non vedi che sono impegnato? E sai potresti esserlo anche tu se non facessi il coglione!’’
Aveva ragione.. la ragazza che era con me fino a due secondi fa se ne era andata dal biondo del tavolo accanto. Ero rimasto solo. Tanto valeva farsi un giro.
Uscii fuori per fumare una sigaretta e vidi che non ero solo. C’erano anche Lyla e il barman.. erano abbracciati, appena mi videro si lasciarono imbarazzati.
‘’Scusa ma questa è la zona per il personale’’ quella voce non mi era nuova, ma non poteva essere la Lyla del liceo. Lei aveva i capelli mossi che lasciava sempre arruffati perché era troppo pigra per sistemarli e sicuramente non si sarebbe vestita con un paio di pantaccolant neri e una canottiera bianca sopra… troppo audace. Lei viveva in jeans e felpa.
‘’Ah giusto hai ragione, scusa vado’’

Lo guardai andare via, camminava come un vecchio amico delle superiori, non riuscii a fermare un..
‘’Scusa come ti chiami?’’
Si girò osservandomi , sorriso e disse ‘’Shannon’’.
Non saprei descrivere la mia faccia. Mi avvicinai al ragazzo. Ora lo riconobbi. Shannon.
‘’Tu sei quello Shannon?’’ dissi guardandolo negli occhi
‘’Si, sono io. Il batterista dei Mars’’ Ripose con un sorriso fiero sulle labbra.
‘’Ma fanculo il batterista. Te sei il mio amico caffeinomane del liceo’’
Passarono 20 secondi e lui mi rispose: ‘’Allora anche te sei la mia amica Lyla caffeinomane’’
Ci guardammo per qualche secondo osservandoci quanto eravamo cambiati dal liceo.
‘’Ma cavolo, l’avevo detto a Jared che eri tu’’
Sorrise, mi faceva piacere rivederlo. Convinta fosse solo per quella notte.
‘’Sei cambiata un sacco e… in meglio’’ disse abbassando lo sguardo imbarazzato
‘’eih orso.. non ti preoccupare le felpe e i jeans sono nell’armadio’’
‘’si, ma hai i capelli lisci. Tu hai sempre odiato i capelli lisci’’
‘’Ora smetterò di chiamarti orso, ma elefante…bella memoria. Comunque si, preferisco i miei riccioli ma stasera li ha fatti lisci e ti prego non chiedermi il perché’’
‘’Lo sai che non i avevo mai vista vestita così?’’
‘’Oh, grazie al cielo non sono così monotona come pensavo. Grazie’’ Sorrisi raggiante.
Mi era mancato. Si.
‘’Beh.. scusa ma il mio tempo è scaduto..torno al lavoro’’ Detto questo mi allontanai da lui ancora con mezzo sorriso sulle labbra

Cavolo se era migliorata. Era uno schianto. Con i capelli lisci stava davvero bene e poi non l’avevo mai vista vestita con indumenti così attillati. Ho sempre pensato ci fosse un bel corpo sotto quelle felpe e pantaloni di tuta. Tutto questo ne è la conferma.

Tornai in sala da Jared. Era solo.
‘’Eih, lo sai che quella è veramente la Lyla del liceo?’’ Gli dissi sorridendo.
‘’Ah bene’’.
Nessun entusiasmo da parte sua. Effettivamente lei e lui non erano mai stati tanto amici.. diciamo erano dei semplici conoscenti che se si incontravano per la scuola si salutavano per educazione dicendosi frasi di circostanza.

La serata passò normalmente, niente di esaltante. A fine serata Daniele voleva spiegazioni su Shannon.. quindi, perché non dargliele?
‘’Allora.. cosa vuoi sapere?’’ Chiesi io
‘’beh, che domande.. tutto’’
‘’Ok, io e Shannon ci conosciamo dalle superiori. Quando io ero all’inizi della scuola lo odiavo perché entrava sempre in classe mia a salutare tutti credendosi il re dell’universo, l’anno dopo frequentavamo lo stesso corso di chimica e non volendo iniziai a parlarci, fino a che non iniziammo a mandarci qualche messaggio, conversazioni lasciate a metà ecc.. poi niente più, fino all’anno successivo… le nostre classi andarono in gita insieme. Lui era fidanzato. Una sera eravamo in camera insieme e lui mi disse:  ‘’Sai Lyla, l’anno scorso alcune volte ero veramente tentato di prenderti da una parte e baciarti’’ ricordo che lo guardai con gli occhi spalancati e mi misi a ridere.
Dopo… una partita a biliardo e tra me e una mia amica lui aveva scelto me in squadra pur sapendo fossi una vera frana, mi insegnava a giocare tenendomi stretta e facendo aderire il suo corpo e giocando come se fossimo in simbiosi, e poi l’ultima sera,  che stavamo per far succedere quello che non doveva succedere in ascensore. Contento?’’
‘’e vi siete fermati qui’’ chiese sorpreso.
Aveva ascoltato il racconto rapito dalle mie parole come se stessi dicendo una qualche verità nascosta.
‘’Si. Nessuno ha mai accennato all’evento. Anzi, lui c’ha provato, ma io ho detto che ero troppo ubriaca per ricordarmelo’’
‘’E perché l’hai fatto?’’
‘’Perché era giusto così’’ Risposi. Non volevo approfondire l’argomento e lui se n’accorse.

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Capitolo 3
*** feeling good ***


Ecco il terzo capitolo. È un po’ più corto degli altri, scusate, ma è incentrato a come si sono conosciuti e come la loro amicizia si è evoluta (?).

Shannon 

Intanto io pensavo a quando conobbi Lyla.. Un rapporto assolutamente tra i più strani che avessi mai avuto con una persona. Ogni tanto pensavo che lei fosse lesbica perché quando erano di moda i pantaloni stretti lei metteva quelli larghi con le sue amate felpe, ma comunque amavo parlare con lei. Lei mi ascoltava e poi faceva le sue battute facendomi ridere. Oppure quando gli mandai quel messaggio dicendogli che era morto un mio amico e mi rispose che le dispiaceva e se volevo parlare lei era li per ascoltarmi. Ricordo l’emozione che provai verso di lei quando lo lessi. Era sincera, ci sarebbe veramente stata per me. Ma poi come al solito io ero stato il solito coglione e ci eravamo persi di vista. Ogni tanto ci ripensavo e non lo so. Forse abbiamo sempre saputo che la nostra sarebbe potuta diventare più di un amicizia, ma nessuno dei due voleva ammettere all’altro i suoi sentimenti e così passammo gli anni facendo finta di essere solo amici e a volte neanche quello. Andavamo soprattutto a momenti. Ma stasera quando l’ho rivista tutto è tornato a galla. I messaggi che ci mandavamo a giornate. Parlavamo di tutto. Io la prendevo in giro perché non faceva attività fisica e lei mi prendeva in giro dicendomi che avevo più tette di lei, per non parlare delle serate che ci eravamo ripromessi di passare insieme scommettendo per come si sarebbe vestiti l’altro, forche programmate e mai fatte ecc.. se tornassi indietro rifarei tutto con lei e sicuramente non farei il coglione e gli direi tutto subito prima di perderla.  Intanto la serata era finita e stavo rientrando a casa stremato da tutta quella giornata assurda.
Sentii suonare la sveglia che mi diceva di alzarmi.. andaii in bagno e mi feci una doccia. Uscii di casa per andare in un bar.. ordinai un caffè forte per fermare il mal di testa e una ciambella. Presi il telefono in mano per mandare un messaggio a Jared per dirgli che c’era una bella bionda al bar. Non ricordavo il numero di Jared a memoria e così andai a rubrica.. Jared, Kitty, Karoline…. Lyla!  ! Non ci potevo credere avevo ancora il suo numero.. involontariamente premetti il pulsante per vedere il numero e invece di vederlo gli invia il messaggio destinato a Jared.. bene, bella figura stavo per farci.. Cercai di richiamarla, mi risposte squillante ridendo come una matta..
‘’Chiunque tu sia sei un genio’’ mi disse, non mi aveva riconosciuto
‘’Mmmmm Lyla.. sono Shannon. Scusami ma il messaggio non era per te ma per Jared’’
Silenzio, sentivo solo silenzio dall’altra parte sembrava non ci fosse nessuno
‘’Lyla?? Ci sei??’’
‘’Si, certo! Ah, ok. Ciao Shannon’’ Così interruppe la chiamata. Non mi spiegavo il perchè, improvvisamente si era incupita appena aveva capito che ero io. Perché?

Lyla

Quel messaggio mi aveva davvero divertito, non sapevo chi fosse dato che alcuni numeri erano andati persi perché li avevo salvati nella memoria del telefono ( Stupida) e cambiando modello non ero riuscita a recuperarli. Vabbè.  Lo scoprii subito dopo a chi apparteneva quel numero. Era Shannon. La sera prima mi aveva fatto davvero piacere rivederlo, ma doveva finire lì. Già ai tempi del liceo quando parlavo con lui stavo bene, potevo scherzare, ridere senza preoccuparmi di niente, ci divertivamo a mandarci messaggi stupidi e tutte le volte che il telefono segnalava un messaggio, speravo inconsciamente fosse lui.  Quando mi chiamò non volevo che tutto tornasse a galla come ai vecchi tempi. Non volevo di nuovo affezionarmi a lui, nonostante in tutti questi anni ancora ogni tanto ci pensavo… ci speravo. Tutti i giorni a scuola lo cercavo tra la folla nella pausa pranzo, ci divertivamo a stuzzicarci. Ma ora basta, era ora di voltare pagina. D’altra parte a lui di me non gliene è mai fregato niente, perché doveva importare a me. Perché dovevo sempre io a fare il primo passo. Da ora avrei incominciato a aspettare che gli altri venissero da me. Quindi avevo deciso di fare quella distaccata, almeno non davo false speranze o cosa. Comunque il suo numero l’avevo salvato.
Shannon

Tornai a casa pensando a lei. Ma molto probabilmente lei era impegnata con il barman… la notte scorsa li vidi abbracciati e sembravano davvero due fidanzati. D’altra parte quante volte durante il liceo io ero fidanzato e lei no. Ora i ruoli si sono invertiti. Lei è occupata e io no. Ogni tanto ricordo che su twitter ci sentivamo, gli mandavo foto divertenti ecc.. e poi come al solito divagavamo su tutt’altri argomenti. Una volta mi disse addirittura che ero palloso. Dai, nessuno si sarebbe sognato mai di dirmelo, ero il divertimento in persona.. lo sapevano tutti. Poi il buio, ci eravamo persi totalmente di vista. Eravamo cresciuti prendendo strade diverse, dimenticandosi l’uno dell’altro.. o meglio, lei si era dimenticata di me, io ogni tanto pensavo a come poteva essere stare con lei. Ci saremmo sicuramente divertiti, ma io ero troppo preso dalla mia musica e lei voleva viaggiare.. voleva conoscere il mondo, le sue diverse culture, abitudini e imparare cose nuove. Lei era così, uno spirito libero che non poteva, ma soprattutto non voleva legarsi con nessuno, diceva sennò la sua vita sarebbe stata molto più limitata e lei questo non lo voleva. Ma questa volta l’avevo ritrovata e impegnata o no, volevo riprendere i contatti con lei, volevo di nuovo stare con la mia amica caffeinomane che mi prendeva in giro per le mie tette quadrate e con cui correvo appena suonava la fine della lezione di chimica per vedere chi arrivava prima alla macchinetta del caffè facendo quasi cadere chiunque incontrassimo per le scale e, ovviamente, chi ultimo arrivava pagava il caffè all’altro. Che ricordi…. Che bei ricordi!

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Capitolo 4
*** Don't regret this life ***



Nota dell'autrice: Beh, ragazzi, su questo capitolo non ho niente da dirvi.. dovete solo leggerlo e farmi sapere cosa ne pensate! Un bacio, come al solito. Demois :)

Lyla

I giorni passavano e ormai la mia scatola era sempre aperta sul letto. Non ricordo per quale motivo, ma le foto che avevo con lui erano tutte lì. Le sfogliavo sorridendo  ricordandomi di tutti le nostre avventure insieme. Arrivai a una dove eravamo noi due, uno di fronte all’altro mentre ci stavamo guardando con aria di sfida con  i nostri bicchieri mezzi pieni di caffè nelle mani. Una fragorosa risata arrivò da dietro le mie spalle. Mi girai impaurita e lo vidi, non potei far a meno di pensare che era sempre lo stesso di 10 anni fa. Con il solito sorriso beffardo sulle labbra. Poi mi riscossi dai miei pensieri.
‘’ma che cazzo fai qui’’ gli dissi con un mezzo sorriso sulle labbra
‘’Ah, giusto.. beh, volevo vederti per prendere un caffè insieme e la porta era aperta, ti ho chiamata, ma non hai risposto e alla fine ti ho trovata qui con queste foto nelle mani’’
Lo guardai..
‘’Si, ma come hai fatto a scoprire dove abito?’’
‘’Sono un uomo potente io’’ Disse sorridendomi felice
‘’Bene, dato che sei qui.. vuoi accomodarti?’’ dissi indicandogli un angolo libero dalle foto nel letto. Annui con la testa e andò a sedersi. Mi guardava, ma io non avevo nulla di strano, almeno speravo
‘’Scusa che c’è? Ho un asino che vola sulla mia testa?’’
‘’No, è che mi sembra così strano rivederti dopo 10 anni’’
‘’Beh.. anche a me’’ ammisi abbassando lo sguardo sulle foto.
Prese la foto che avevo prima io sule mani e disse:’’ mi ricordo quel giorno’’
‘’Anche io. Te con tutta la tua eleganza e finezza da orso mi eri venuto addosso facendomi versare mezzo bicchiere di caffè sui miei jeans. E il bello è che hai avuto la splendida idea di farlo alle 8 di mattina. E lo sanno tutti che non era certo l’ora migliore per farlo.’’ Lo guardai con un sopracciglio alzato e l’altro no con l’aria da accusatrice. In riposta lui scoppiò a ridere dicendomi ‘’ ma è stato un errore, non l’ho fatto a posta di buttarti addosso il caffè’’
‘’si, si me lo dicesti anche quel giorno.. non c’ho mai creduto bello mio’’
‘’si lo so.. mi ricordo come ti girasti verso di me con una calma che non ti avevo mai visto negli occhi, bevesti un po’ del tuo caffè e poi con uno sguardo assassino me lo versarti a dosso’’
Scoppiai a ridere, non ce la facevo più a fare a scontrosa..
‘’chiamasi vendetta orso.. vendetta’’
‘’e ti ricordi che lo stesso giorno fummo interrogati dal professore di chimica che ci guardò e disse- buondio ragazzi, ma che avete combinato?-’’
‘’Ahahahahah. Hai ragione, puzzammo di caffè tutta la gionata’’
Continuammo a guardare foto per tanto altro tempo… fino a quando lui non alzò la testa dicendo ‘’Lyla, perché  quando l’altra mattina ti ho chiamata e mi hai riconosciuto ti sei come incupita?’’
Cazzo. Ora cosa gli dico. Abbassai lo sguardo, e feci finta di cercare una foto solo per riuscire a prendere un po’ di tempo. 
‘’perché sono una donna lunatica e mentalmente instabile’’ gli dissi con un mezzo sorriso sulle labbra. Mentii come al solito. Era la cosa che mi era sempre riuscita meglio. Mentivo riguardo i miei sentimenti, non riuscivo neanche a dire un semplice ‘’ti voglio bene’’ alle mie sorelle, amiche o chiunque altro. E anche stavolta la mia abilità non mi aveva abbandonato.
Guardai l’orologio, era l’ora di andare a lavoro. ‘’Shannon, scusami ma devo andare a lavoro’’
‘’Ah ok. Dato che non siamo lontani ti accompagno a piedi, ok?’’
‘’Certo, dammi il tempo di prepararmi. Ovviamente.. fai come se fossi a casa tua’’ Così me ne andai il bagno. Sempre le colite cose, un po’ di fondotinta, copri occhiaie e mascara. Poi step vestiti. Jeans attillati per mettere  in risalto le mie forme, una maglietta a mezze maniche a righe bianche e nere e i miei anfibi. Borsa, occhiali da sole e… Pronta. Uscii di camera dopo 10 minuti e lui era sul divano che guardava una partita di rugby.
‘’Ovviamente le partite ti piacciono ancora’’ Sorrisi.
‘’Certo.. il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dai andiamo, sennò fai tardi’’
Spensi tutte le luci, chiusi la porta a chiave e uscimmo. I primi due minuti furono davvero imbarazzanti, nessuno sapeva cosa dire.
‘’Allora, Shannon cosa mi racconti di bello? Cosa hai fatto in questi 10 anni?’’
‘’Beh, mi sono affermato come musicista, ho fatto carriera e sono sempre in tour. Te invece?’’
‘’Assolutamente niente. Lavoro come cameriera’’
‘’E cosa ne è stato dei tuoi sogni, di partire, di viaggiare per scoprire tutte le diverse culture?’’
‘’Beh sai Shannon. Non sono una musicista famosa, ho un affitto da pagare, le bollette, la macchina e non posso permettermi di viaggiare molto. Diciamo che entro i miei 80 anni conto di aver visitato almeno dieci paesi diversi’’ dissi con un sorriso amaro sulle labbra. Mi fermai, ero arrivata.
‘’Beh, a parte tutto, è stato bello rivederti.. Ciao Shannon’’ detto ciò andai via.
Shannon ‘’Ciao Lyla’’ furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca. Non riuscii a dire niente di meglio. Avevo fatto fiasco. Mi ero divertito un sacco a casa sua a riguardare le vecchie foto e ricordare i vecchi tempi.  Ma non eravamo gli stessi, eravamo cresciuti. Il giorno dopo sarei dovuto partire per l’Europa per 10 giorni e non ero neanche riuscito a dirglielo.

Lyla

Bene. Ero arrivata a una conclusione. Io e lui potevamo essere amici, i miei sentimenti per lui ora erano chiari.. amici, si, potevamo essere buoni amici. Non eravamo più in crisi ormonali ogni 10 giorni come quando eravamo adolescenti, quindi era una scelta fattibile. Sicura e felice della mia deduzione andai a parlare con Dan del più e del meno come al solito, fino a che i primi clienti iniziarono ad arrivare.
La serata continuò come al solito, per me nella monotonia, sicuramente per altri sarebbe stata la serata più bella della loro vita o quasi.
Erano ormai giorni che non vedevo e non sentivo Shannon, un po’ ero delusa, ma a quanto pare aveva ragione lui: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Anche da adolescenti facevamo così, stavamo insieme per una settimana e poi più niente per dei mesi. E si, questo mi dava noia ora come mi dava noia 10 anni fa. Pazienza. Life must go on.

 Shannon

Dieci giorni senza ne vedere ne sentire Lyla, un po’ mi mancava, come mi mancava quando eravamo adolescenti e non ci sentivamo per diversi giorni. Quindi decisi di passare la serata nel locale dove lavorava. Appena entrai la vidi subito, aveva un vestito aderente nero che gli arriva a metà coscia a maniche lunghe, i capelli legati in una coda alta, gli anfibi e le sue immancabili collane. Era veramente uno schianto. Andai da lei per salutarla.capire dove voleva arrivare
‘’Niente Shannon. Devo lavorare’’
‘’No, ora te mi spieghi tutto’’
Si voltò e potevo vedere benissimo che era arrabbiata.
‘’Senti, non so se hai notato che sto lavorando. Siccome non sono una rockstar famosa, non posso fare quello che voglio. Quindi ciao.’’ 
‘’Per 10 minuti non ti ucciderà nessuno’’ la presi per il braccio prima che potesse andare via. Voltò la testa e tra le sue collane intravidi quella che gli regalai io 10 anni fa. Sorrisi.
‘’Lasciami subito’’ ordinò, ma poi seguì il mio sguardo e si accorse che avevo visto la mia collana.
‘’Allora ci tieni ancora a me?’’ Dissi
‘’Precisiamo un cosa.. ho questa collana solo perché mi piace’’
Scoppiai a ridere davanti a lei.
‘’Per favore Lyla, ma se è solo un laccio nero!’’
‘’Beh, e allora.. anche loro hanno il loro fascino!’’
L’atmosfera tra di noi era subito migliorata. Alla fine non ci eravamo mai arrabbiati per più di cinque minuti l’uno con l’altro.
‘’Allora, vieni fuori con me per una sigaretta?’’
‘’Ok, credo che per 5 minuti nessuno mi licenzierà. Male male mi assumerai tu come groupie e per informazione.. ho smesso’’ Sorrise.
Gli sorrisi anche io e ci inviammo fuori.
‘’Comunque ci tieni ancora a me’’ dissi subito.
‘’la smetti per favore.. non ti dirò mai che ho sempre tenuto alla nostra amicizia, l’hai sempre saputo che quando qualcuno mi regalava un anello, collana o braccialetto, non lo toglievo fino a che non si rompeva o lo perdevo.. e così è rimasto’’
‘’Ah bene e allora io non ho mai sentito dirti – io ho sempre tenuto alla nostra amicizia-‘’
‘’Vedi.. hai già capito’’
Dopo un po’ lei tornò dentro a lavoro e io tornai a casa felice.

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Capitolo 5
*** capture the moment ***


Lyla
Erano le 11 e mi ero appena alzata.
Tutto quello che mi ero ripromessa di fare era andato a puttane. Tutte le volte che lo vedevo o ci parlavo, io stavo bene, guardavo la giornata con nuovi occhi ed ero più simpatica con tutti. Dan ieri sera mi aveva addirittura detto: ‘’Sei più simpatica quando hai il ciclo’’, beh, lui dava il merito al ciclo non sapendo chi lo aveva veramente. I miei pensieri furono interrotti dal telefono che vibrava sul tavolo, lo raggiunsi. Messaggio. Shannon : ‘’Caffè?’’
Risposta. ‘’Caffè sia! Dove?’’
‘’Sono sotto casa tua, quindi casa tua va bene?’’
‘’Ti apro, Sali’’.
Fanculo quello che mi ero promessa, è soltanto un amico.
‘’Eih bellezza che fai?’’
‘’Mi sono appena alzata non lo vedi?’’
‘’Effettivamente si’’
Avevo i capelli legati in una coda, i pantaloni della tuta larghi e una canottiera vecchia macchiata di vernice che nonostante avessi provato a lavarla 300 volte non era venuta via.
‘’Eih, orso… sempre un cucchiaino di zucchero vero?’’
‘’Certo’’
Gli porsi la sua tazzina piena di liquido nero fumante e sorrise come un bambino a cui viene regalato un gelato. Io presi la mia e andammo sul divano.
Avevo un bel divano fatto a isola, rigorosamente nero di eco pelle, io mi misi nel mio angolo rannicchiata con le ginocchia vicine alla bocca mentre Shannon era dall’altra parte stravaccato.
‘’Eih, Shannon che ci facevi sotto casa mia?’’
‘’Volevo un caffè!’’
‘’Proprio a casa mia?’’
‘’Senti se disturbo tanto vado via’’ disse scherzando.
‘’No non ci sono problemi puoi rimanere, saremo  due persone che prendono un caffè parlando del più e del meno’’
‘’Giusto, allora come va con Dan’’
Tossì un paio di volte e lo guardai: ‘’Che c’entra Dan ora?’’
‘’Niente, non state insieme?’’
‘’Sinceramente siamo stati insieme e poi ci siamo accorti che insieme come fidanzati non funzionavamo bene come da amici, quindi diciamo che no, non stiamo insieme’’
Vidi che nascose un sorriso bevendo un altro sorso di caffè dalla tazza.
‘’perché sorridi?’’
‘’Io non sto sorridendo’’
‘’Invece si, hai sorriso prima’’
‘’Non è vero, te sogni’’
Parlammo ancora un po’ e poi ci salutammo.

Shannon

Non era fidanzata con Dan. Non stavamo insieme. Lei era libera. Che bello!
Tornai a casa soddisfatto di tutto e corsi da Jared  per raccontargli la novità. Lo trovai in cucina con davanti un biscotto al cioccolato e una tazza di the in mano.
‘’Jared, la vuoi sapere una cosa?’’ Dissi
‘’Tanto anche se non la volessi sapere me la diresti comunque…quindi dimmi tutto’’
‘’Dan e Lyla non sono fidanzati, cioè lo sono stati e non ha funzionato quindi ora sono solo amici. Lei è libera’’ Dissi tutto di un fiato
‘’Bene  Shannon’’
‘’No, scusa devi dirmi solo questo- bene Shannon- Cazzo Jared sono tuo fratello, un po’ di sostegno’’
‘’Ok ok, scusa, ma io mi sono appena svegliato e devo subito iniziare a fare conversazione con te… non credere sia così facile’’
‘’Immagino. La notte di sesso sfrenato con la modella bionda deve essere stata davvero faticosa’’
‘’Era rossa stupido’’
‘’Scusa’’
‘’Tornando a noi, cosa pensi di fare?’’
‘’Provarci’’
‘’Scusa Shannon, ma da quello che ricordo io, al liceo lei era contro a tutte queste cose, un po’ come me’’
‘’ma dai fratello, ora ha quasi 30 anni.. si cambia dai tempi del liceo’’
‘’Ok, se lo dici te. Ma io non ci conterei troppo’’
‘’mmm, ok’’
Andai via, in camera mia a riguardare le foto che avevo ancora anche io, di noi due. Una attirò la mia attenzione. Sorrisi al ricordo di quel giorno, l’ultimo giorno di scuola, io che avevo stretto in una morsa Lyla con una bottiglia di acqua piena che stavo per rovesciargli a dosso e lei con gli occhi spalancati a guardarmi come se volesse supplicarmi. Ricordo che non servirono.. si beccò 2litri di acqua e poi vabbè, si vendicò.
Riguardano quelle foto mi resi conto di quanto mi fosse mancata in questi ultimi dieci anni la mia amica che ho sempre considerato più speciale rispetto alle altre.
Non voglio dire che forse Lyla sia la donna della mia vita, ma so per certo che con lei mi sento strano, come non mi sono mai sentito e non so dare un nome a questa cosa, non credo sia amore o che mi sia innamorato, siamo realisti, io sono Shannon Leto il batterista dei 30 seconds to mars, il rubacuori, lo sciupacuori, sono io, io non posso innamorarmi. Ma forse stavo solo cercando di autoconvincermi.

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Capitolo 6
*** Everybody's Wrong ***


Nota dell’Autrice: Io ho sempre odiato le ‘’note dell’autrice’’ o meglio non le ho mai lette. E’ come se mi rovinassero il capitolo, quindi da ora smetterò di scriverle. Comunque, continuate a farmi sapere cosa ne pensate della storia.  Un bacio, Demois

Lyla

Erano passati 5 giorni dal caffè con Shannon ed era il mio giorno libero. Dan lavorava e così passai la serata al locale. Avevo deciso di vestirmi normalmente, dei jeans attillati, le mie converse nere alte e una maglia nera che mi lasciava completamente scoperta la schiena. Diciamo che era un normale ma potevo comunque attirare l’attenzione di alcuni ragazzi su di me.
Ero seduta a un tavolino in compagnia di una mia amica del locale quando vidi Shannon entrare e attirare su di se lo sguardo di tantissime ragazze arrapate. Continuai a bere il mio cocktail facendo finta di niente fino a quando la mia amica mi strattonò il braccio: ‘’ Lyla guarda chi c’è là. E’ Shannon il batterista dei Mars, ma che ci fa qui?’’
‘’Ah, non lo so’’
Non potevo dirgli che lo conoscevo sennò sarebbe stata la fine. Ma lui si stava avvicinando pericolosamente a noi, non ero riuscita a mantenermi in ombra, lui sapeva che ero qui.
‘’Ciao bellezza, come va?’’
Avvampai di vergogna. Non davanti a lei, non davanti a lei. Cazzo.
‘’Eih, Shannon, ciao, come stai, tutto bene?’’
Intanto lei mi guardava in modo strano, non capivo se voleva uccidermi per avergli tenuto nascosta la mia amicizia con Shannon o se era soltanto sbalordita. Credo tutte e due
‘’Shannon, siediti con noi’’ Disse subito
Ovviamente lui obbedì mettendosi accanto a me.
‘’Allora voi vi conoscete?’’ Disse curiosa
‘’Già’’ Fu l’unica cosa che riusci a dire
‘’E come mai non me l’avevi mai detto?’’
‘’perché l’ho rivisto solo ora dopo 10 anni’’
‘’E come vi fate a conoscere’’
‘’Eh, a questa rispondo io’’ Disse Shannon, spiazzandomi ‘’Ci siamo conosciuti al liceo, eravamo nello stesso corso di chimica. Io la notai subito tra le altre, era una tipa che si faceva i cazzi suoi, ma quando era insieme ai suoi amici si divertiva come una pazza. Si vestiva in modo strano, cioè non comune a quello che la moda diceva, metteva sempre pantaloni larghi e t-shirt, ma era comunque intrigante. Così decisi di conoscerla, iniziai a parlarci sempre di più fino a che non diventammo amici sentendoci con una certa regolarità, poi la scuola finì e ognuno prese la sua strada, io diventando un musicista famoso e lei rimanendo a vivere qui.. ma io non l’ho mai dimentica’’
Ero visibilmente scioccata. Avevo il bicchiere a mezz’aria e io non stavo più torturando la cannuccia. Lo guardavo, non avevo mai saputo tutte queste cose. Mi riscossi dai miei pensieri e dissi:’’ Bene, ora sai tutto’’
Fortunatamente la serata era finita e Dan venne in mio soccorso al tavolo. Iniziammo a bere sempre più shot con la scusa di trovare una nuova ricetta migliore delle altre. Alla fine eravamo completamente ubriachi. Shannon propose di accompagnarmi a casa e accettai. Prendemmo un taxi e in silenzio arrivammo fino a casa mia, aprì la porta e salimmo in ascensore. Un secondo e la storia riebbe inizio.
Lui che mi prende per i fianchi e io in collo a lui, baci sulle scapole, respiri corti ecc…
‘’Shannon, siamo sicuri di quello che stiamo per fare?’’
Mi guardò con lo sguardo fisso nei miei occhi
‘’Mai stato più sicuro di una cosa’’
‘’Ricorda, solo sesso, niente di più’’ Fu l’ultima cosa che dissi, lui mi baciò subito dopo, un bacio che sapeva di attesa, di voglia, di tutto. Avevo sempre immaginato  come fosse stato baciarlo, assaporare le sue labbra. Ora lo sapevo, era bello. Arrivammo alla porta di casa mia, aprì velocemente e iniziammo a spogliarci al buio. Gli tolsi la maglietta e lui fece lo stesso con la mia. Continuavamo a baciarci come se non riuscissimo a fare altro, le nostre bocche si cercavano continuamente. Accarezzai il suo torace, tonico e muscoloso mentre lui scendeva a baciarmi il collo, il seno e l’ombelico. In pochi secondi ci trovammo sul pavimento, io gli tolsi velocemente i pantaloni e anche i miei andarono via in poco tempo. Un secondo e lui entrò dentro di me lasciandomi senza fiato.  Iniziò a muoversi  sempre più velocemente fino a che non raggiungemmo l’orgasmo insieme lasciandoci andare esausti sul pavimento.
La mattina dopo mi svegliai presto e uscii di casa per fare colazione.

 
Shannon

Mi svegliai e lei non c’era. Inizialmente ci rimasi male, ma poi mi ricordai della frase ‘’solo sesso Shannon, solo sesso, nient’altro’’ Così mi vestii tranquillamente e scesi per un caffè. La trovai seduta al tavolino mentre stavo bevendo, mi avvicinai a lei.
‘’Buongiorno Lyla’’
‘’Ciao Shannon. Abbiamo fatto una cazzata stanotte. Mi dispiace, eravamo ubriachi e non ci siamo resi conto di quello che stava accadendo. Non voglio che tu ti faccia strane idee, ma io non voglio una storia seria. Non voglio tutto questo, voglio potermi alzare la mattina e mandarti un messaggio stupido e raccontarti della mia serata. Ti voglio davvero bene e credo che questo rovinerebbe la nostra amicizia. Scusa per tutto’’ Detto questo si alzò per allontanarsi. Mi alzai anche io subito e corsi verso di lei
‘’E se ci provassimo Lyla?’’
‘’Shannon, ti prego, non rendere le cose più difficili di quanto già non siano. Non hai idea di quanto mi abbia fatto ripiacere vederti dopo dieci anni e ricordare tutte le cose divertenti che avevamo fatto insieme. Ti ho sempre considerato un amico speciale, ma noi siamo sempre stati un casino totale. Prima ci sentivamo, poi stavamo a mesi senza sentirci, non voglio tutto questo. Voglio un amico che ci sia quando le avrò il bisogno e ora fammi smettere di parlare che non voglio dire qualcosa di sbagliato e rovinare tutto’’
‘’Ok, Lyla come vuoi tu’’
Tornammo ognuno a casa sua. Io ci ero rimasto davvero male e volevo parlare con Jared, volevo un fratello che mi ascoltasse. Lo trovai sul divano davanti alla tv, mi buttai accanto a lui, appena si voltò capii tutto.
‘’Ci sei andato a letto però lei vuole solo la tua amicizia!’’
‘’Si vede così bene?’’
‘’Già’’
‘’Jared, non so che fare. Io  sto davvero bene con lei, è intelligente, simpatica, intraprendente, allegra, acida, fuori di testa e mi fa ridere.. ‘’
‘’Shannon , lei è sempre stato tutto questo, era questo anche quando aveva 18 anni, ma te eri troppo impegnato a fare il coglione e nascondere i tuoi sentimenti per dirglielo. Molto probabilmente se gliel’avessi detto 10 fa sarebbe stato tutto diverso, chi può saperlo’’
‘’Jared grazie per le parole di conforto’’
‘’Cazzo Shannon. Io non ti devo dire niente che ti conforti perché lei è l’unica ragazza che sa tenerti testa, è l’unica con la quale  ti trovi davvero bene, è l’unica di cui ti importi qualcosa e… poi sai quante volte mi hanno chiesto se ti piacesse Lyla, al liceo, sai quante volte? Un’ infinità e chissa quante volte lo hanno chiesto anche a lei. Siete sempre stati più di semplici amici ma l’unici coglioni che non l’avevano capito eravate voi due. Ricordo le tue espressioni quando ti arrivano i suoi messaggi, quando scoppiavi a ridere dal niente controllando il telefono perché trovavi un suo messaggio buffo e ricordo come eri felice e spensierato dopo che avevi passato un intero pomeriggio messaggiando con lei finendo tutte le ricariche appena fatte, facendo scatenare l’ira di mamma. E voglio dirtelo ora e mai più… è la tua occasione per non dimostrati il coglione di dieci anni fa, vedi di non buttarla al vento’’
Le sue parole erano arrivate come una pugnalata, ma mi avevano anche aperto gli occhi. Avevo capito che se volava la mia amicizia io ci sarei stato sperando che alla fine sarebbe diventata qualcosa di più! Mi alzai dal divano abbracciai Jared.
‘’Grazie fratellino, sei un angelo’’
‘’Mi fai schifo. Sdolcinato’’
Ora sapevo cosa dovevo fare, e lo avrei fatto.

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Capitolo 7
*** thinking of you ***


Shannon

Feci passare i tre giorni canonici e gli mandai un messaggio- Eih bellezza che fai senza di me?-
Lei in risposta fece passare i suoi tre minuti canonici e rispose quello che non avrei mai voluto leggere –Shannon, forse è meglio se facciamo passare un po’ di tempo prima di risentirci o vederci. Ti voglio bene, Lyla-
Non gli risposi. Ero deluso. Sapevo che da adesso dovevo solo aspettare che lei si rifacesse viva, se avessi continuato a mandargli i messaggi l’avrei solo allontanata, ormai la conoscevo piuttosto bene. L’unico problema era riuscire ad aspettare per un tempo indefinito. Ce l’avrei fatta? Forse mi sarei scopato tutte quelle che mi passavano sotto al naso solo per cercare di dimenticarla. Non lo sapevo.
Intanto i giorni passavano, cercavo di distrarmi con le interviste, sessioni acustiche presso le radio e mio fratello cercava di farmi uscire tutte le sere oppure di curarmi riempiendomi di cibo e birra. Ma non funzionava niente, così decisi di chiamare la mamma. D’altra parte la mamma è sempre la mamma. Presi il telefono e mi accertai che Jared non fosse in casa.
‘’Ciao mamma, che fai di bello?’’
‘’Ciao Shannon che hai combinato? Sappi che se sei nei guai ancora una volta ti tolgo tutta l’eredità lasciando tutto a Jared’’ Disse subito
‘’Ma mamma sei ingiusta, solo perché lui ha gli occhi celesti non puoi fare tutti questi favoritismi, e ora scusa, passiamo a cosa più serie ho solo una telefonata e di soli cinque minuti’’
‘’Shannon… non sei in prigione vero?’’
‘’Ahahahahah, no mamma ti stavo prendendo in giro. Sono a casa, ma ho comunque un problema’’
‘’Senti amore, te l’ho detto cento volte, non so come si cucina il tofu per tuo fratello, dovete comprare un libro’’
‘’Mamma, zitta due minuti’’
‘’Si, scusa è che…’’
‘’Mamma!’’
‘’Ok, ti ascolto’’
‘’Mi sono innamorato’’ Sentivo solo silenzio.
‘’Eih mamma stai bene, non dirmi che ti è preso un infarto, ora chi lo sente Jared, mamma, mi preoccupi rispondimi’’
‘’Ci sono! Shannon mi prendi in giro o fai sul serio?’’
‘’Sono serio mamma’’
‘’Chi è lei? Dimmi solo che è maggiorenne e ha almeno il q.i. abbastanza alto per saper chiamare il numero dei take away’’
‘’Ahahahahah, si mamma, lo è. E la conosci’’
‘’Aaaahh, Shannon caro allora ti sei innamorato della figlia dei vicini! Ho sempre saputo che sarebbe stata la ragazza perfetta per te’’
‘’No, non è lei’’ presi un respiro profondo  e continuai ‘’ ti ricordi dell’unica ragazza che è mai venuta a casa nostra quando eravamo al liceo? Venne perché dovevamo fare una relazione di chimica insieme e ti mettesti a discutere su come fosse possibile che con una madre meravigliosa come te, potesse essere venuto fuori un figlio scapestrato come me?’’
‘’Ah, si mi ricordo. Era adorabile con quella salopette e la canottiera sotto’’
‘’Beh, è lei’’
‘’Sapevo che un giorno o l’altro ti saresti accorto di lei. Eravate così carini insieme. Se devo essere sincera io e tuo fratello avevamo fatto talmente tante congetture su di voi che alla fine mi era venuto il mal di testa. Comunque qual è il problema?’’
‘’Beh, diciamo che l’ho rivista dopo dieci anni, e se credevi che quando aveva 18 anni era adorabile ora è veramente uno schianto. A parte questo, possiamo ipotizzare che ci sia stato a letto perché non eravamo, per così dire, molto lucidi ma ora lei vuole rimanere solo amici, il problema non si porrebbe se la pensassi anche io così, ma la penso diversamente. Non la sento da 20 giorni e mi manca; mi manca terribilmente e non so che fare’’
‘’Beh, sai una cosa, penso che per lei sia lo stesso. Ma devi aspettare che sia lei a fare il primo passo. Non puoi forzarla in nessun modo sennò finirai solo per perderla. E siccome quella ragazza mi piace, vedi di non farlo’’
‘’Questo lo so mamma, ma non so per quanto ancora resisterò’’
‘’Tutte le volte che vorrai chiamarla o mandargli un messaggio, chiama me e sfogati. Dimmi tutto quello che vorresti dire a lei, ma non affrettare le cose’’
‘’Grazie mamma, ti voglio bene’’
‘’Ciao Shannon’’
Chiusi la telefonata e potevo farcela. Potevo aspettarla, era quello che volevo.
I giorni continuavano a passare e l’idea di mamma funzionava. Quando la chiamavo mi sentivo meglio, almeno per i primi cinque minuti ma sempre meglio di niente. Ormai era un mese che non la sentivo, un mese che non sapevo cosa faceva e un mese che non scopavo. Mi ero trasformato in un adolescente alla prima cotta con gli ormoni impazziti e considerando il fatto che io scopavo minimo una volta al giorno la cosa era davvero grave. Mio fratello si stava iniziando a preoccupare, lo vedevo benissimo, ma cercava di far finta di niente. Passavo le mie giornate a vagare per la casa oppure andando a giro vestito peggio del solito passando davanti a tutti i bar sperando di vederla seduta a un tavolino intenta a bere il suo caffè nero con una ciambella accanto. Ma niente, tutti i giorni era la stessa storia. Ormai stavo per cedere, lo sentivo.
 

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Capitolo 8
*** The only way ***


Lyla
Un mese. Un mese che non ci sentivamo. E si, avevo ragione quando dicevo non sono più un adolescente in calore con gli ormoni impazziti. Sono peggio.
-Senti è tutta la mattina che piove e i miei nervi sono stati messi a dura prova, ti va un caffè a casa mia?- Invio, Shannon. Fatto! Mi sarei maledetta per il resto della mia vita per questo, ne ero assolutamente certa, ma ora ne avevo davvero bisogno.
-Direi che sarebbe un vero insulto al re della caffeina se rifiutassi l’offerta-
-Ti aspetto-

Shannon

Limitarsi a dire che sono saltato giù dal divano quando ho visto il messaggio di Lyla è riduttivo. Sono corso da Jared urlando che si era fatta sentire e che andavo da lei per un caffè. Certo con la risposta che ho dato a lei sul telefono sembrava che fossi la persona più controllata del mondo e non un pazzo che corre in camera a pensare a come si deve vestire. E infatti avevo optato per dei jeans larghi chiari un po’ strappati, una maglia a maniche corte dei led zeppelin e sopra il mio chiodo.  Ero pronto. Arrivai a casa sua, trovai la porta aperta ed entrai trovandola seduta alla finestra con la salopette che diceva mia madre. Sorrisi. Si accorse di me subito dopo.
‘’la vuoi smettere di entrare in casa mia senza neanche bussare, potevo essere nuda screanzato!’’
‘’Se tu la smettessi di lasciare la porta aperta forse non entrerei così e poi potrebbe entrare chiunque e trovarti nuda. Screanzata!’’  sorrise
‘’Smetti di rubarmi le parole. Sei proprio privo di fantasia’’
‘’L’ho sempre saputo ed è per questo che mi vuoi bene’’
‘’Certo e ovviamente per il fratello figo che ti ritrovi’’
‘’Ah, bene è lui quello che vuoi? Non ci sono problemi ora lo chiamo e tolgo il disturbo’’ Mi voltai di spalle per non fargli vedere il sorriso che era appena nato sulle mie labbra quando sentii qualcuno abbracciarmi da dietro. Un calore inaspettato si diffuse in tutto il corpo facendo accentuare ancora di più quel sorriso  che era nato poco prima.
‘’Eih orso mi sei mancato’’
‘’Anche tu Lyla’’ Mi voltai per poterla abbracciare meglio. Ci staccammo e la guardai negli occhi. Era felice.
‘’Senti ti va una gita fuori porta’’
‘’solo se vado bene vestita così’’
La guardai meglio, aveva la salopette e aveva girato la fine dei pantaloni in delle rovesce, un paio di converse e sopra la maglia dei def leppard. La stessa che aveva anche Jared.
‘’Direi che sei perfetta’’
‘’allora andiamo, che aspettiamo’’
La casa di mamma è sempre stata così da quando ricordo io non era mai cambiata. Il giardino fuori sempre pieno di fiori colorati e profumati e l’interno sempre con l’odore di biscotti o torte. Adoravo casa mia.
Entrai urlando come al mio solito
‘’Mammaaaa, che c’è per pranzo? ‘’
‘’Shannon, smetti di urlare sono in cucina ti sento benissimo’’
‘’Scusa mamma. Comunque siamo due a pranzo’’ le dissi mentre lei stava finendo di preparare il pranzo e io poggiavo il mio chiodo sul divano
‘’E perché non sento Jared urlare?’’
‘’Mmm.. mamma, voltati per favore. Non è Jared’’
Nel momento in cui si voltò la sua espressione fu indecifrabile per cinque interminabili secondi , ma appena capì la sua bocca si allargò in un bellissimo sorriso: ‘’Lyla, tesoro, ma sei bellissima. Aveva ragione Shannon, quando diceva che eri diventata uno schianto’’
Non potevo credere che l’avesse davvero detto davanti a lei. Ora sapevo da chi aveva preso Jared. Che bella figura, sì, davvero.
‘’Grazie Costance. Ma se sapevo che venivamo qui mi sarei almeno truccata un minimo, mi dispiace sono un disastro’’
‘’ma per favore, cara. Considerati di famiglia, e poi adoro le ragazze al naturale sono così belle’’
‘’Beh, allora grazie un’altra volta’’
‘’Oh, smetti di ringraziarmi e vieni a mangiare un bel piatto di pasta… sei così magra’’
Si voltò verso di me regalandomi uno dei sorrisi più belli che gli avessi mai visto fare.
Nel frattempo il pranzo andò veramente bene, sembrava che ci conoscessimo tutti da sempre, abbiamo riso, scherzato, ricordato momenti imbarazzanti e… ringrazio chiunque ci sia lassù per non aver fatto dire a mamma qualcosa di inappropriato.
Dopo mamma ci buttò fuori di casa perché ‘’aveva da fare’’ costringendoci a fare una passeggiata. Era il momento perfetto per parlare da soli e in tranquillità.
‘’Mia madre ti adora’’ dissi per rompere il ghiaccio
‘’Oh, beh, io adoro lei. E’ una donna fantastica’’
‘’Grazie’’
‘’perché mi hai portato qui oggi?’’
‘’L’altro giorno la chiamai, gli raccontai del fatto che ci eravamo rivisti e lei si ricordava di te per la salopette che portavi il giorno in cui vi siete conosciute, così oggi quando ti ho visto alla finestra con la salopette mi è venuta a mente lei e ho deciso di portarti qui. Ho fatto male?’’
‘’Assolutamente no. Mi ha fatto bene un po’ di aria familiare. Ne avevo bisogno’’ Disse guardandomi negli occhi sorridendo.
‘’Ah Shannon. Scusa per l’altra volta. Sono stata davvero una stronza, come al solito penso solo a me stessa e non agl’altri’’
‘’No, va bene Lyla. Ci voleva anche per me questa pausa’’
Mi maledissi da solo per quella risposta. Ma ok, era la cosa più giusta da dire in quel momento.

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Capitolo 9
*** lost and found ***


Lyla
I giorni continuavano a passare e loro erano in pausa con il tour per altre quattro settimane.
Io e Shannon continuavamo a uscire almeno due volte a settimana, ma in compenso ci sentivamo tutti i giorni. Oggi dovevamo andare al lago perché tutti e due avevano delle novità per l’altro, ma non potevamo dircele per telefono, così avevamo deciso di vederci per il nostro classico Caffè!
Mi passò a prendere e io avevo un paio di pantaloni di tuta grigi da uomo e sopra una canottiera nera. Ero vestita come stavo in casa, ma non avevo voglia di cambiarmi, tanto era Shannon, quindi potevo farlo. Lui era vestito con un paio di jeans vecchi e mal ridotti e una canottiera che metteva in risalto la sua parte migliore, secondo me , le braccia muscolose. Arrivammo al lago e iniziammo a parlare come facevamo sempre. C mettemmo a sedere sull’erba e io presi il telefono.
‘’Shannon , lo vedi lui?’’
‘’Certo’’
‘’Ecco, ci esco domani’’
In risposta lui prese il suo telefono e disse: ‘’Io esco con lei domani’’
‘’Ahahahaha, perfetto! Parlami di lei’’
‘’Avvocato , 25 anni, in carriera, Echelon, conosciuta in un bar, bionda, occhi da gatta, poi non so nient’altro.. il tuo?’’
‘’Ex nuotatore agonistico, Australiano, biondo, occhi verdi, megafisico, conosciuto grazie a un’amica favolosa’’
‘’Devo dire che siamo messi bene. Domani, stessa ora stesso posto e ci raccontiamo tutto, ok?’’
‘’Ma noi non abbiamo ‘’stessa ora stesso posto’’ che vuol dire’’ chiesi ridendo
‘’Antipatica. Diciamo allora dopo domani alle 11 a casa tua’’
‘’A Mercoledi allora’’

Shannon

Cavolo che delusione. Stava succedendo di nuovo come al solito, due amici che escono insieme, stanno bene ma che non riescono a dirsi quello che provano. D’altra parte nessuno dei due però si era fatto scrupoli a trovarsi un rimpiazzo. Ero deluso di me stesso. Avevo ceduto. L’astinenza non faceva per me. Per stasera basta pensieri dovevo uscire con l’avvocato sexy e basta.
Avevo optato per un paio di jeans, maglia nera e giacca dello stesso colore lasciata aperta. Si, ero davvero uno schianto. Andai a prenderla a casa sua e lei aveva indossato un abito rosso aderente al livello del busto e terminava con una gonna di tulle rosso sopra il ginocchio. Che dire? Stava davvero bene.
Iniziò la serata, andammo a un ristorante e lei ordinò un piatto con un livello calorico pari a zero, arrivammo al dolce dopo aver parlato di noi, di cosa ci piaceva fare, i nostri interessi , insomma i classici argomenti da primo appuntamento.  Per dolce avevo preso una torta al cioccolato mentre lei una torta al limone.
‘’Eih, posso assaggiare la tua torta?’’
‘’Ma Shannon è disgustoso!’’ Disse
‘’Ah, giusto, si scusa’’
Disgustoso? Ma cosa? Con Lyla lo facevamo  sempre di scambiarci i piatti che ordinavamo, è divertente non disgustoso. Ma già, lei non era Lyla.
La serata terminò e no, non ci andai a letto. Lei ci aveva provato chiedendomi di salire da lei per un drink, ma l’avevo liquidata con la scusa della stanchezza.

Stessa serata, ma Lyla

Avevo deciso per un vestito bianco candido aderente sul seno con sotto una fascia nera . Mi stava davvero bene. Trucco ovviamente invisibile, solo un po’ di mascara e matita.
Lui venne a prendermi puntualissimo alle otto con un paio di pantaloni neri, una maglia bianca e una giacca nera. Appena lo vidi rimasi un attimo interdetta mi sorrideva con il suo sorriso bianco, perfetto e i suoi occhi verdi splendevano. Quel ragazzo era un sogno. Andammo a cena in un ristorante Italiano e ordinammo pasta tutti e due. Sarebbe stata davvero una serata piacevole se lui non avesse parlato solo ed esclusivamente di se stesso e delle sue vittorie sia a livello sportivo che sentimentale.
No, non ci andai a letto. Era veramente un bel ragazzo, forse  il più bello con cui fossi mai uscita, ma allo stesso tempo era anche il più idiota.
Tornai a casa delusa, mi cambiai e mi infilai a letto.
Erano le tre e ancora non dormivo. Decisi di mandare un messaggio a Shannon. –Ti ho svegliato?-
-No, non riesco a dormire-
-Vieni da me per una cioccolata calda e marshmallow? Almeno ci raccontiamo delle rispettive serate-
-Dammi dieci minuti-
Non mi preoccupai neanche di togliermi il pigiama e andai in cucina a preparare le cioccolate. Quando arrivò io ero seduta sul divano a bere la mia mentre la sua era posata sul tavolino. Si tolse il giacchetto e si mise sul divano a berla insieme a me.
‘’Allora, come è andata la tua serata?’’ Mi domandò
‘’Benissimo. Lui un gran figo’’ 
‘’Ci sei stata a letto?’’
‘’SI. Dotato il ragazzo. E tu, ci sei stato a letto?’’
‘’Si. Brava la ragazza’’
L’unica cosa che riuscii a pensare è di sperare di non venir scoperta. Avevo mentito, di nuovo, e non sapevo perché. Perché non potevo dire a Shannon la verità dicendogli- no, non ci sono stata a letto, e si, sarà anche un megafigo ma a cervello siamo messi male- invece mi ero limitata a dirgli- benissimo, dotato il ragazzo-. Dove avevo la testa?

Shannon                                                                                                                                                  

Dopo che ci fummo detti quelle due parole sulle nostre serate bevemmo la cioccolata in silenzio. Ero rimasto male quando Lyla mi aveva detto di esserci stata a letto. Speravo che dicesse che era stata una bruttissima serata almeno potevo raccontargli la mia che era stata veramente orrenda. Invece gli ho detto che sono stato a letto con l’avvocato. Pessimo.  Decisi di tornare a casa, ero davvero stanco. Finì la mia cioccolata e mi avviai verso la porta.
‘’Grazie per la cioccolata, ci sentiamo domani’’
‘’Ok, grazie per la compagnia’’
Mi stavo mettendo il mio chiodo quando sentii Lyla muoversi sul divano. Mi girai e mi stava fissando con la tazza a mezz’aria.
‘’Shannon, ci sei stato davvero a letto con l’avvocato sexy?’’
‘’No, e tu con il megafigo?’’
‘’Neanche’’
‘’Perchè?’’
‘’Non lo so, e tu?’’
‘’Non era te!’’
Sul suo viso si fece largo un sorriso. Misi via il chiodo e mi avvicinai a lei che mi accolse in un abbraccio.
‘’Shannon! Non ci sono stata a letto perché era un cretino muscoloso e non era il batterista dei Mars’’
La baciai. Non mi importava di niente volevo solo baciarla. Ci eravamo detti finalmente quello che provavamo, a modo nostro, ma l’avevamo fatto. Lei si apri subito a me e le nostre lingue iniziarono a danzare insieme fino a quando non iniziammo a spogliarci. Lei accarezzava i miei addominali mentre io accarezzavo i suoi seni.  Finimmo sul letto in venti secondi e fu una bella nottata di amore.
 

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Capitolo 10
*** we are ***


Lyla
La mattina dopo mi svegliai e sentii una strana presenza accanto a me, mi voltai e mi accorsi che Shannon era nel mio letto. Bastarono cinque secondi e mi ricordai tutto. Il nuotatore australiano megafigo, la sua stupidità, i messaggi di Shannon alle tre di notte, la cioccolata e cazzo… ci ero stata a letto. Ieri sera non mi ero ubriacata, eppure mi sentivo davvero strana. Forse era il ciclo che doveva ritornare, ma no, l’avevo avuto dieci giorni fa. Improbabile. Non lo so, appena Shannon si fosse svegliato ne avrei parlato con lui.
Intanto mi vestii e andai alla finestra guardando il giardino. Non so quanto tempo ci stetti, ma a un certo punto delle braccia mi cinsero la vita. Era lui.
‘’Buongiorno raggio di sole’’ gli dissi scherzando
‘’Giorno anche a te, Lyla’’
‘’Eih, orso. Oggi mi sento strana, ho un fastidio a livello della pancia’’
‘’Sei sicura che sia fastidio?’’
‘’Boh, non lo so. E’ una sensazione mai provata prima’’
Si avvicinò a me e mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
‘’Forse sei innamorata’’
‘’E di chi?’’ Dissi
Lui sfoggiò uno dei suoi sorrisi e alzò le sopracciglia
‘’Ma no. Non sono mai stata innamorata e non voglio certo iniziare ora. Ho tutta la vita davanti’’
Shannon iniziò a ridere
‘’Lyla hai quasi 30anni’’
‘’Certo, vista così potresti anche avere ragione. Ma se pensi che la vita media di una donna si aggira intorno agli 80 anni, allora ho ancora 50 anni davanti a me. E non voglio affrettare le tappe’’
Tornò da me e mi baciò. Stavolta era un bacio come si deve, di quelli che ti fanno nascere il sorriso sulle labbra.
‘’Certo se la metti così però giochi sporco’’
‘’Donna strana, allora adesso sei la mia ragazza?’’
‘’Se vuoi stare con una caffeinomane, acidona, lunatica e strana.. fai pure’’ Sorrisi
‘’Se te vuoi stare con un caffeinomane, bellissimo, simpaticissimo,modestissimo batterista dei mars.. fai pure’’
‘’Allora diciamo che si, stiamo insieme. Ma ci sono delle regole’’
‘’ti ascolto’’
‘’-La mattina non correrò a truccarmi perché la mia faccia fa schifo appena sveglia.
-Non ho intenzione di seguirvi in tour perché qui ho la mia vita e non intendo lasciarla
-Non diventarò un echelon
-Alla fine, ma non per questo meno importante… non ho intenzione di comprare i vostri cd. OK?’’
‘’Direi che…. Va bene che tu faccia schifo la mattina, perché lo faccio anche io.
 Va bene che non mi segua in tour almeno non avrò distrazioni.
Va bene che non tu voglia diventare un echelon, ma non so quanto vada bene a Jared.
E.. mi sembra giusto che tu non voglia comprare i nostri cd perché io posso averli gratis dato che sono il fantastico batterista’’
‘’Allora sei il mio sfortunato ragazzo…. ‘’
‘’Che il calvario inizi’’
Sorridemmo felici inconsapevoli di quanto potesse durare questa relazione.
‘’Ti va, di andare a salutare Jared’’ Mi propose Shannon
‘’perché no?’’
Arrivammo a casa loro e Shannon si mise a urlare: ‘’Jared, se sei vestito e presentabile vieni giù che c’è Lyla’’
Sentii dei passi per le scale e mi si presentò davanti un Jared leggermente diverso da come lo ricordavo dai tempi della scuola. A torso nudo con dei pantaloni al ginocchio. Bello spettacolo.
‘’Ciao Jared. Sei invecchiato, ma ti trovo bene’’
vidi che Jared fece per aprire la bocca, sconcertato da quello che avevo appena detto ma continuai: ‘’Shannon, ho cambiato idea, voglio tuo fratello come fidanzato non tu… hai visto che fisico che ha?’’
‘’Si. L’ho visto, ma mi dispiace deluderti si fa solo le bionde’’ mi disse sorridendo
‘’Beh.. posso farmi il colore’’
‘’Allora è tutto tuo. Ciao Lyla’’
‘’Ciao Shannon. Grazie per avermelo fatto rincontrare, saremo felicissimi insieme. Ti chiamo più tardi per dirti se bacia bene’’
Mi voltai di nuovo verso di Jared, ma in pochi secondi mi trovai scaraventata sul divano con Shannon sopra.
‘’Eih tu. Non ho intensione di dividerti con mio fratello’’
‘’Potresti essere più convincente’’ Dissi maliziosa.
MI baciò di nuovo. Oggi stavo ricevendo parecchi baci dovevo dire. Ma questo mi lasciò letteralmente senza fiato.
‘’Ok, diciamo che farò uno sforzo e rimarrò con te’’
‘’Saggia decisione’’
Ci alzammo e Shannon mi presentò di nuovo a Jared.
‘’Ora facciamo sul serio. Jared conosci già Lyla ma non sai che adesso stiamo insieme’’
‘’Bravi. Ci siete riusciti finalmente. Dopo dieci anni ce l’avete fatta’’
‘’Già, ma devi sapere delle cose… precisamente: -La mattina non correrò a truccarmi perché la mia faccia fa schifo appena sveglia.
-Non ho intenzione di seguirvi in tour perché qui ho la mia vita e non intendo lasciarla
-Non diventarò un echelon
-Alla fine, ma non per questo meno importante… non ho intenzione di comprare i vostri cd. OK?’’
‘’Mi va tutto benissimo, ma ho una domanda: Chi hai votato alle ultime elezioni?’’
‘’Obama!’’Dissi
‘’Shannon.. mi piace’’disse lui voltandosi verso suo fratello.

Lyla

I mesi continuavano a passare e io e Shannon stavamo ancora insieme. Più che mesi erano anni. Oggi erano due anni che ci sopportavamo a vicenda. Direi da record. E pensare che questa è la prima relazione seria per entrambi. Prima il mio massimo si aggirava intorno alla settimana e per lui erano i tre mesi. Forse eravamo cresciuti o forse la stronzata dell’anima gemella e del ‘’vissero felici per sempre’’ esistevano davvero. Sentii la porta sbattere e Shannon arrivare.
‘’Ciao Shannon, sono incinta’’ dissi vivace
‘’Stai scherzando per mettermi alla prova?’’
‘’Non credo bello mio. Credi che possa scherzare su una cosa che entro nove mesi mi avrà sformato la mia bellissima pancia piatta per farmi urlare dal dolore per partorire?’’
‘’Giusto. Allora è vero?’’
‘’Già!’’
Improvvisamente stava tremando e aveva gli occhi lucidi.
‘’Ecco, no Shannon. Non piangere, ti prometto che dopo andrò in palestra. Non rimarrò con la pancia, ma non mi sembra il caso di fare questa tragedia’’ Gli sorrisi
‘’Non la smetti mai di scherzare te, vero?’’
‘’Direi di no’’
‘’Ti voglio bene Lyla.. Non te ne ho mai voluto così tanto in tutta la mia vita’’ °°
‘’OH, menomale.. Comunque sono strafelice anche io e non sto scherzando’’

°°: questo era un altro accordo. Mai dire ‘’Ti amo’’. Secondo me era veramente sopravvalutata come parola. Meglio un Ti voglio bene detto con il cuore che un Ti amo.. rendeva di più.


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Capitolo 11
*** see the world without you ***


Lyla

4 Agosto: Ormai i nove mesi stavano per giungere al termine e io ero una mongolfiera. Una mongolfiera felice. Shannon non mi lasciava sola neanche un attimo e ogni tanto si prendeva delle belle strigliate da ‘’ormoni sballati’’, ma a lui andava bene così. Stava per diventare padre ed era davvero felice.
Io stavo vagando per la cucina alla ricerca dei miei biscotti al cioccolato mentre lui era sul divano a vedere una delle sue partite quando una fitta mi prese al livello della pancia. Passarono pochi secondi che mi si ruppero le acque.  Presa letteralmente alla sprovvista dissi: ‘’Shannon. Credo che fra poco diventerai padre. Andiamo all’ospedale’’. Ricorderò per sempre la sua faccia quando glielo dissi. Sbiancò del tutto spalancando gli occhi, saltò giù dal divano correndo verso la camera da letto per prendere la borsa con tutto il necessario già preparata in precedenza. Io nel frattempo mi stavo contorcendo dal dolore che aumentava con lo scorrere del tempo. Scese in pochi secondi e corremmo all’ospedale dove venni accolta con una barella e portata in sala parto.
Le ore continuavano a passare e con loro il dolore aumentava in modo esponenziale. Non potevo farcela. Scelsi di avere un epidurale per alleviare un po’ il dolore. Mi venne fatta subito. Dopo dieci ore di travaglio era l’ora di partorire. Entrammo nella sala e ormai la mano di Shannon non esisteva più da quanto gliela stavo torturando.
Non riuscii a partorire in modo naturale o dovettero farmi un cesario.
 Quando vidi la mia bambina –era una femmina- per la prima volta fu una sensazione talmente forte che pensavo di sentirmi male. Shannon non la smetteva di ridere e scattare foto fino a quando ci fu portata via per poterla lavare ecc..
Io fui riportata in camera mia e Shannon con me. Sembrava andasse tutto bene fino a quando non mi sentii bene. Pensavo fosse la stanchezza. Chiamai le infermiere che si accorsero subito che qualcosa non quadrava. Fecero per allontanare Shannon ma io rifiutai subito.  Le infermiere non dissero niente ma andarono subito a chiamare il dottore correndo. Stavo morendo, lo sentivo, non mi rimaneva troppo tempo e dovevo parlare per l’ultima volta con l’uomo che avevo sempre amato a che avrei sempre amato. Guardai Shannon in faccia e stava piangendo.  Con le ultime forze che mi rimasero dissi: ‘’Shannon, io non ci sarò, non potrò vederla crescere, digli che la vita può essere bella, digli che gli vorrò sempre bene anche se non ci sarò e ti prego.. raccontagli la nostra storia’’
‘’No, Lyla tu non morirai. Loro ti salveranno’’ disse piangendo
‘’No Shannon. Non potranno è troppo tardi. Ti amo’’ Furono le ultime parole che riuscii a dire prima che tutto intorno a me si oscurò. Sentii per pochi secondi ancora le infermiere che tornavano e Shannon urlare.

Shannon

Emorragia interna. Così mi avevano detto. Una stupidissima complicazione che colpisce un paziente su chissà quanti me l’aveva portata via.
Guardavo nostra figlia che dormiva beata nella sua culla con tutti gli altri bambini e non potevo non pensare che nonostante tutto non ero solo. Avevo lei.Sentii una mano posarsi sulla mia spalla mi voltai e vidi mio fratello. Lo guardai negli occhi e scoppiai a piangere sulla sua spalla.
‘’Jared, mi ha lasciato. Se ne è andata. E stavolta per sempre. Non posso più mandargli messaggi stupidi e aspettare impaziente la sua risposta acida. Mi manca già, terribilmente. Non ce la posso fare senza di lei’’
‘’Eih, fratellone non sei solo. Hai me, la mamma e poi hai quello splendore di figlia. Devi farcela per lei, devi farcela perché lei avrebbe voluto così. Avrebbe voluto vederti forte e sai una cosa… sarai uno splendido padre’’
L’infermiera mi vide dietro il vetro e prese la mia bambina tra le braccia facendomi segno di entrare. Non l’avevo mai presa in braccio, ma in quel momento, la tristezza per la perdita di Lyla si alleviò un po’. Jared aveva ragione, io avevo lei. Avevo questo splendore di figlia che era il frutto del nostro amore. Ce l’avrei fatta per riuscire a crescerla nel migliore dei modi e ce l’avrei fatta per raccontargli di quanto splendida fosse stata sua madre.
In quel momento arrivò Jared e mi disse: ‘’Mi fai tenere mia nipote in braccio?’’
‘’Certo fratello’’ Gli sorrisi e gliela porsi
‘’Sai fratellone, è davvero bella. A preso tutto dallo zio. ‘’ -Eih piccolina, non ti preoccupare che ti aiuterò io a conquistare qualche bel ragazzo quando sarai al liceo.- Disse Jared sorridendo
Io stavo continuando a guardarla rapita e pensavo a Lyla e a quanto fosse stato bello crescerla insieme. Ma il destino aveva voluto che ci separassimo di nuovo e stavolta per sempre. Jared interruppe i miei pensieri
‘’Shannon. Ma come la chiamerai?’’
Fui preso dai ricordi…
- Senti Shannon. Il o La primogenita\o prenderà il tuo cognome, ma per il secondo non ci sono dubbi, gli voglio dare il mio cognome. Lo sai che sono una femminista convinta e non ho intenzione di farti avere tutti questi privilegi. Quindi sappilo. Il secondo è mio. -
Sorrisi al solo ricordo e una lacrima scese sulla mia guancia.
‘’Lyla Kennedy. Lei si chiamerà così’’
Jared mi sorrise e sapevo che aveva capito. Era la scelta più giusta. Lei avrebbe voluto così, o almeno lo spero.

Adesso Lyla aveva sei mesi. Continuava a crescere in modo sorprendente e non c’era giorno che io non pensassi a sua madre. Mia madre mi aiutava davvero tanto con lei. Adesso si era trasferita da noi per assicurarsi che andasse tutto bene, era davvero preoccupata per i primi tempi, pensava che avessi potuto fare una sciocchezza e quindi si era trasferita da noi e devo dire che se non ci fosse stata lei l’avrei fatta davvero una cazzata. Ogni volta che guardavo Lyla rivedevo sua madre. Faceva ancora molto male.
Fui riportato alla realtà a sentire Lyla che urlava. Corsi in camera sua pensando che stesse male, invece la trovai sul tappeto con Jared che gli faceva le linguacce e lei che rideva come una pazza. Andai a prendere la macchina fotografica e inizi a scattare foto. Era davvero una bella bambina. Aveva i capelli marroni come sua madre, gli occhi celesti come mio fratello e il padre di Lyla e sorrideva sempre.

4 Agosto di 5 anni dopo.

‘’Papà, papà. Sveglia, oggi è il mio compleanno, dobbiamo andare dalla mamma. Papà smetti di dormire, la mamma ci aspetta, papà’’
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti la mia piccola Lyla di cinque anni. E aveva ragione.. dovevamo andare dalla mamma. Mi vestii e salimmo in macchina. Arrivammo al cimitero e ci dirigemmo verso la sua tomba. Tutti gli anni venivamo qui per il suo compleanno. Volevo che lei stesse con noi per questo giorno speciale. Le prime volte fu davvero difficile spiegare a una bambina il perché venivamo qui sempre lo stesso giorno e soprattutto fu difficile spiegargli che sua madre non c’era più.
 Lei come al solito arrivava alla tomba, guardava la foto, cambiava l’acqua ai fiori, la salutava raccontandogli di quanto era cresciuta e alla fine dava un bacio alla fotografia come gli avevo insegnato.  Io nel frattempo gli raccontavo di tutto quello che succedeva e sui progressi di Lyla. Era il mio appuntamento per aggiornarla sulle ultime vicende che riguardavano nostra figlia. Alla fine venivamo via mano nella mano.
Il pomeriggio festeggiammo il compleanno in famiglia come al solito e poi andai a mettere Lyla a letto.
‘’Papà… Mi racconti una storia?’’ disse guardandomi con la sua faccia innocente
‘’Certo.. Quale vuoi che ti racconti stasera? Cappuccetto rosso, biancaneve o…’’
Non mi fece finire che disse: ‘’ La storia di te e la mamma’’
Mi spiazzò del tutto. Ancora non gli avevo mai raccontato la storia di me e Lyla perché pensavo fosse troppo piccola e adesso era lei che me la chiedeva. Mi alzai e usci dalla sua camera. Tornai dopo pochi minuti con un album pieno di foto.
Lo aprii e fu come un tuffo al cuore. Tutti i ricordi tornarono a galla e a stento riuscii a trattenere le lacrime tanto che una rigò il mio volto.
‘’Papà, perché piangi?’’
‘’Sai piccola, mi manca la mamma, davvero tanto’’
‘’Dai Papà, adesso ci sono io’’
Usci da sotto le coperte e venne ad abbracciarmi. Affondai il mio volto tra i suoi capelli e un’altra lacrima solcò il mio volto.

Shannon

Dopo aver sfogliato velocemente l’album, tornai alla prima pagina e iniziai a raccontargli la nostra storia.
‘’ Sai piccola. La storia mia e della mamma non è come le tue favole. Quando ci siamo conosciuti, non sapevamo di essere il principe e la principessa dell’altro. Inizialmente eravamo come te e il tuo Teddy. Eravamo due buoni amici. Ci volevamo bene come te ne vuoi al tuo orsacchiotto preferito, poi però la mamma e il papà non si videro per dieci anni, io stavo sempre con lo zio Jared e lavoravamo molto e così ci dimenticammo l’uno dell’altro. Soltanto quando ci rivedemmo dieci anni più tardi, papà si rese conto di voler davvero tanto bene alla mamma, molto di più di quanto tu non ne voglia a Teddy, così iniziammo a sentirci e vederci più spesso, ma sai, non era facile dire alla mamma quello che provavo per lei perché era una principessa un po’ strana. Alla fine però capì anche lei, che mi voleva tanto bene e così io diventai il suo principe e lei la mia principessa’’
Mentre gli raccontavo la nostra storia, sfogliavo l’album indicandogli sua madre e me da giovani fino a quando non arrivai alle foto della sua nascita. Lei teneva in bocca il pollice, nell’altra mano Teddy e aveva la sua testa sul mio petto lasciandosi cullare dal mio respiro. Appena fini di raccontare la storia lei si addormentò mentre io continuavo  a guardare quelle foto che tanto mi facevano male. Vederci così sorridenti davanti all’obiettivo inconsapevoli di quello che sarebbe successo dopo mi distruggeva di nuovo.

Nota dell’autrice: Scusatemi ragazzi per tutti gli errori che potete trovare in questo capitolo per quanto riguarda la medicina. Non ne capisco assolutamente niente.

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Capitolo 12
*** she loves me ***


Lyla
‘’Papà. Possibile che tutte le volte debba venire io a svegliarti. Non ti sei degnato neanche di portarmi la colazione a letto, sei un pigrone. Diciotto anni si fanno una volta sola.’’
Si alzò di scatto e mi fissò negli occhi.
‘’Oggi hai diciotto anni? ‘’
‘’Davvero’’
‘’Come hai potuto farmi questo Lyla. Come hai potuto? Non ti mettere in testa di andare via da questa casa prima che io sia morto perché non voglio rimanere solo con tuo zio. Ti prego non lasciarmi’’
‘’Sei il solito idiota papà’’ Disse
‘’Vestiti, andiamo dalla mamma.’’ Il mio sorriso si spense subito.
Shannon
 Mi mancava terribilmente e non ero riuscito a rifarmi una vita dopo lei. Tutte erano troppo perfette, troppo poco vere. Forse la verità è che per me c’era stata solo una persona davvero importante nella mia vita e questa era lei. Nessuno era capace di sostituirla. Alla fine non ne sentivo neanche il bisogno, avevo Lyla che era assolutamente la fotocopia di sua madre. Magra e slanciata come lei, con i suoi soliti capelli mossi mori, il viso magro, gli occhi sorridenti… e quelle labbra identiche alle sue. Il labbro superiore che tutte le volte che sorrideva diventava talmente fine da sparire, la risata e il carattere talmente testardo che a volte mi faceva saltare i nervi. Era assolutamente figlia di sua madre. I tratti Leto? Gli occhi celesti come mio fratello e come il padre di Lyla. Altro? Si, credo. Era stonata come me.
Salimmo in macchina e come al solito arrivammo al cimitero prendendoci per mano. Stavolta andai io a cambiare l’acqua ai fiori e lasciai Lyla sola con sua madre. Mi allontanai e vidi che si metteva seduta accanto alla tomba lucidando la foto.

Lyla
‘’Eih, ciao Mamma! Spero che lassù vada tutto bene, qua va tutto alla grande. Papà continua a litigare con zio come se fossero due adolescenti, zio è vegano e quando c’è lui ci tocca mangiare segatura per cena, però non ti preoccupare appena va via io e papà ordiniamo una bella pizza per riempirci lo stomaco. Oggi, come saprai faccio diciotto anni, ho la stessa età di quando incontrasti papà, però mi dispiace deluderti che ancora non ho conosciuto nessuno fantastico come lui, appena lo conoscerò verrò a dirtelo. Stai tranquilla’’ In quel momento mi scese una lacrima che asciugai subito con la mia maglia.
‘’Io non ti ho mai conosciuto e non sai quanto mi manchi. Tutte le volte che mi sento sola vado dallo zio e mi faccio raccontare di te. Non vado da papà perché ho paura che stia male ricordandoti. Guardo spesso le tue foto e sai, ti somiglio davvero tanto. Zio mi ha detto che eri una delle persone più testarde che abbia mai conosciuto, poi sono arrivata io e credo che adesso ti abbia scalzato dal tuo posto. Sono io la prima. Mi dispiace.  Beh, allora ciao mamma. Ci vediamo presto. Un bacio.’’ Non riuscivo a dire altro. Sentivo le lacrime salire e non volevo piangere, non volevo che papà mi vedesse in quello stato. Arrivò subito dopo con dei fiori freschi. Mi alzai e andai via, verso la macchina.
Shannon

‘’Ciao amica caffeinomane. Sai, adesso la nostra bimba ha diciotto anni e ti somiglia tanto. Saresti fiera di lei e di come sta crescendo. E’ una ragazza forte, che non scende a compromessi, lotta per quello che vuole ed è molto più intelligente di noi due. Mi dispiace dirtelo, ma ci supera su tutta la linea. Tutte le volte che la guardo rivedo te al liceo. Sai mi manchi ancora, mi manca tutto di te, i tuoi baci, i tuoi messaggi, oddio quelli mi mancano davvero, e il tuo sarcasmo che a volte odiavo così tanto, darei tutto per risentirlo almeno una volta. Ho mantenuto la promessa, gli ho raccontato la nostra storia però solo poche volte perché mi fa davvero male ripensare a noi e a quanto mi rendeva felice stare con una pazza, strana e lunatica come te. Ah, bellezza, quasi dimenticavo.. ti amo’’ E andai via verso la macchina dove Lyla mi stava aspettando.
Tornammo a casa in silenzio. Decidemmo di festeggiare solo noi tre insieme perché lei odiava festeggiare il suo compleanno. Mangiammo una pizza e vedemmo un film. Era arrivato il momento dei regali. Il primo fu Jared che gli regalò tutti i cd in vinile del suo gruppo preferito. Lei gli saltò subito al collo ringraziandolo felicissima. Adesso era il mio turno. Presi le mie chiavi e ne sfilai due dal mazzo.
‘’Buon compleanno Lyla’’ Dissi dandogli le due chiavi
‘’Cos’è papà?’’
‘’E’ un appartamento piccola’’
‘’Ma questa mattina non avevi…’’
‘’Vieni con me’’
Jared sapeva tutto, quindi stette sul divano con una scusa. Salimmo in macchina con Lyla che continuava a farmi domande a cui non rispondevo. Arrivammo, salimmo le scale e aprii la porta.
‘’Questo è tuo’’
Lyla stava girando per la casa guardando tutto.
‘’Papà è bellissimo, ma è troppo’’
‘’Tua madre avrebbe voluto così. Avrebbe voluto che questo fosse tuo’’ Una lacrima rigò il mio volto che asciugai subito con una manica della maglia, ma lei se ne accorse dubito.
‘’Papà che succede?’’
‘’Succede che questo è l’appartamento di tua madre.  Non l’ha mai venduto, neanche quando si trasferì da me, e quando morì venni per svuotarlo ma non ce la feci. Così decisi di tenerlo e ogni settimana viene una signora, amica di tua nonna, a pulirlo. Sai, è rimasto tutto com’era. Non ho mai toccato niente.’’ Ormai piangevo, non ce la facevo più a trattenere le lacrime. Lei venne da me abbracciandomi.
‘’grazie papà è il regalo più bello che tu potessi farmi. Ti voglio bene’’
Iniziò a girare per la casa guardando tutto, ma la colpì subito il soggiorno spoglio di mobili, ma con le pareti decoratissime. Sapevo la storia di quei muri quindi iniziai a raccontargliela.
‘’Tua madre pensava che fosse più bello usare le pareti come tele da dipingere e dove esprimere se stessi piuttosto che riempirle di mobili così iniziò a decorarle da sola. Quella – dissi indicando la parete dietro il divano- la fece lei in un momento di rabbia. Andò a comprare tutti i colori e dei palloncini. Puntellò nel muro alcuni chiodi e iniziò a farci rompere i palloncini pieni di colore. Così a caso. E alla fine quello che venne fuori gli piacque e lo tenne.  Mentre le altre tre le ha fatte sempre lei con le sue frasi preferite. E’ bastato un pennello e della vernice nera. Non a tutti piace, ma io lo trovo grandioso. Come potevo, solo pensare, di  vendere questo? Questo appartamento era lei, era la sua personalità e non potevo certo darlo a estranei’’
Lei si mise a leggere tutte le frasi
‘’ (Sappi che hai fatto una grande differenza, tutto quello che ti lasci alle spalle, durerà per sempre), ( la neve è per terra, l’inverno è arrivato, tu senti ancora la mia voce, ma io sono lontano)’’
‘’Guarda – dissi indicando un punto sulla parete-‘’
‘’Quale la frase scritta in piccolo?’’
‘’Esatto’’ Iniziò a leggerla:’’ you lost your way, but hope is not gone, ‘cause the sun always sets, the moon always falls, it feels like the end, just no pay mind at all, keep rolling… life must go on (hai perso la tua strada, ma la speranza non è andata, perchè il sole tramonta sempre, la luna ‘cade’ sempre, sembra la fine, non prestare attenzione a tutto, continua a girovagare la vita deve andare avanti). Bellissima, mi piace, ma perché è rimasta in piccolo?’’
‘’Sai… non lo so! Però lei l’aveva tatuata sulla schiena, centrale spostata un po’ in alto. Mi piaceva carezzargli quel tatuaggio. Mi rilassava’’
‘’Papà, ti va di raccontarmi di lei?’’
Feci un sorriso e annuii.
‘’Andiamo in camera sua’’
Lyla andò a sedersi sul letto di sua madre mentre io presi la scatola sotto al letto. Quella scatola che conteneva tutto di lei. L’aprii e subito i miei occhi si riempirono di lacrime.  Cercai di calmarmi e ci riuscii così iniziai a raccontargli di lei.
‘’Tua madre era una delle persone più fastidiose che avessi mai conosciuto. Riusciva a far uscire il mio lato peggiore, a volte avrei voluto ucciderla. Il suo sarcasmo poi… Cavolo, quello lo odiavo. Era sarcastica su tutto, non sapevi mai se una cosa la diceva sul serio o meno. Odiosa. Assolutamente lunatica e a volte così acida da rischiare la vita anche solo a rivolgergli la parola. Verso il 90% della popolazione terrestre era diffidente. Non credeva nel migliore amico, non credeva nell’amore eterno o stronzate varie. Se non fossi stato una persona masochista e cogliona forse non mi sarei neanche avvicinato a lei, come il resto dei ragazzi, ma invece lo ero, quindi iniziai a conoscerla e… Era una delle persone più simpatiche, solari e divertenti che avessi mai conosciuto. Riusciva a trovare sempre il lato positivo delle cose, riusciva a farmi ridere anche quando non ne avevo voglia e quando mi guardava mi sentivo bene. Però tuo padre era un coglione da giovane e aveva capito che con lui non avrebbe attaccato. Anche se ci sentivamo quasi tutti i giorni e stavamo bene insieme io non ero per lei, mi diceva sempre ‘’ troppe divergenze’’ e così non ci provai neanche. Fecevamo passare dei mesi senza neanche sentirci e inizialmente era dura, volevo sempre mandargli un messaggio o cose del genere, ma poi si sa, l’orgoglio fa il suo e continui la tua vita normalmente dimenticandoti di persone che ti facevano stare bene. Sai adesso mi faccio davvero schifo, ma sentivo tua madre soltanto quando ero single. Quando ero fidanzato, si ogni tanto ci sentivamo, ma poi ognuno per gli affari suoi, e sai, il bello è che continuavo a pensarla anche da fidanzato, ma non avevo capito che quella strana sensazione quando messaggiavo con lei per un giorno intero, fosse stata qualcosa di più intenso della sola amicizia. Infatti, finito il liceo, finì tutto. La nostra amicizia, il nostro scherzare e tutto il resto. Io avevo da diventare un grande musicista, non avevo tempo per queste cose… mi ci vollero dieci anni per capirlo. Mi servii rivederla per far riscattare tutto quello che avevo messo in un angolo del mio cuore. Tutto tornò come sempre, ma stavolta mi ero accorto di voler passare sempre più tempo con lei, non mi accontentavo più dei soli messaggi, volevo stare pomeriggi con lei. Volevo fare quello che non avevo fatto in precedenza, poi sei nata tu e lei se n’è andata lasciandomi con questa splendida bimba che ho deciso di chiamare come lei e non perché volevo fare di te la sua fotocopia, ma soltanto perché tua madre era una fottuta femminista e voleva che il secondogenito prendesse il suo cognome, ma dato che, purtroppo, il secondogenito non potevamo più farlo, appena ti vidi decisi di darti il suo nome. Mi sembrava la cosa più giusta da fare. Spero non ti dispiaccia. Comunque tua madre è stata una delle donne più eccezionali che abbia mai conosciuto. Si difendeva dietro a una maschera di ostilità, ma bastava toglierla per vedere che donna fantastica fosse e sai, tu gli somigli davvero molto. Come tua madre è stata la donna perfetta per me scommetto che te sarai la Lyla perfetta per qualcun altro.’’
‘’Papà ti voglio bene. Te ne vorrò sempre e non ti abbandonerò mai. Grazie per tutto quello che hai fatto per me, mi hai cresciuto come se lei fosse stata lì con te e mi dispiace così tanto che tu stia male tutte le volte che la ricordi. Posso solo dirti che io ci sarò, sarò sempre la tua piccola Lyla.’’

THE END

Nota dell'autrice: Beh, la storia è finita. Spero vi sia piaciuta. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e un ringraziamento speciale a _FraVi che mi ha sempre detto, capitolo dopo capitolo, cosa ne pensava! Alla prossima, se una prossima ci sarà!  Un bacio,Demois :D

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