Smile

di Beauty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Books ***
Capitolo 2: *** Dream ***



Capitolo 1
*** Books ***


 

- Come hai potuto farlo?!- l’esclamazione rabbiosa di Belle mi distrae per un attimo dall’euforia silenziosa che l’aver riportato la magia a Storybrooke mi ha procurato.

Mi volto lentamente verso di lei, esterrefatto. Non ha mai usato un tono del genere, non s’è mai fatta prendere dall’isteria nemmeno quando l’ho fatta prigioniera o quando l’ho cacciata via dal mio castello, quindi la sua reazione mi lascia a dir poco sorpreso. E spaventato, ammetto.

- Come hai potuto farlo?- ripete, più calma ma ansimando, senza staccare gli occhi dal pozzo. La nube violacea s’è diradata, ma lei non la smette di far girare lo sguardo inorridito tutt’intorno alla foresta.

- Come ho potuto fare…che cosa?- chiedo, non sapendo se innervosirmi o no. Il mio sesto senso mi dice che c’è aria di litigio, e anche bello furioso.

- Questo!- strilla, indicando il pozzo.- Non ci posso credere…l’hai fatto di nuovo! Io sono tornata da te, sono qui, eppure tu…tu hai scelto ancora…

Non termina la frase, si limita a ringhiare e a girare i tacchi, dandomi le spalle neanche io fossi una stramaledetta quercia. Incomincia a discendere il pendio a passo svelto, fregandosene altamente di me, di tutti gli arbusti che si frappongono fra lei e la strada e del fatto che le basterebbe un solo passo falso per ruzzolare giù da questa discesa ripida.

La raggiungo di corsa, afferrandole un braccio, nel tentativo di fermarla; lei non mi guarda, ma si divincola con furia.

- Lasciami!- mi dice.- Lasciami, non far finta che te ne importi ancora qualcosa di me, fammi uscire da questo posto…

- Belle? Ma che stai dicendo? Perché non dovrebbe importarmi di te?- la trattengo ancora per un braccio.

- Ti ho detto di lasciarmi andare!- grida, puntandomi contro due occhi pieni di rabbia.- E poi, è ovvio che non te ne importa niente di me! L’hai fatto di nuovo…

- Fatto che cosa?- ripeto, quasi gridando, in preda all’esasperazione.

- Hai di nuovo scelto il potere, invece dell’amore…Hai preferito il potere, a me…- mormora, e vedo chiaramente le lacrime in agguato sulle sue ciglia. Forse questa visione dovrebbe commuovermi, ma quello che ha detto è solo in grado di farmi saltare i nervi.

L’afferro per le spalle, costringendola a voltarsi e a guardarmi in faccia, una buona volta.

- Ora stammi a sentire!- sibilo, e la mia voce suona minacciosa perfino a me stesso.- Belle, non voglio mai più sentirti dire una cosa del genere, sono stato chiaro?- lei mi guarda, senza dire nulla, senza che nessuna emozione traspaia dai suoi grandi occhi scuri.- Io non ho scelto il potere al posto dell’amore, mi hai capito? Non l’ho fatto, non più. Ti ho già persa una volta, non succederà anche una seconda. Io ti amo, ho promesso che ti avrei protetto e manterrò la mia promessa. Ma tu non ti azzardare mai più a pensare una cosa simile, intesi?

Forse sono stato un po’ troppo brusco, ma se non altro credo che il messaggio sia arrivato. Belle mi guarda ancora per diversi istanti, senza dire niente. Le lascio andare le spalle, sperando di non averle fatto male. Lei abbassa lo sguardo per un istante, quindi annuisce con vigore.

Stavolta devo aver proprio esagerato. Dannazione, non è che avesse poi tutti i torti ad avere dei dubbi su di me, non è che il mio comportamento sia stato proprio impeccabile, in passato. Complimenti, Rumpelstiltskin, hai ritrovato la donna che ami da neanche dieci minuti e già le hai urlato contro, ragguardevole!

Cerco di rimediare in qualche modo, anche se non è facile per niente. Con Belle, poi, non sono mai stato troppo sicuro delle mie capacità, questa ragazza ha sempre avuto il potere di farmi vacillare su tutto ciò di cui fino ad un attimo prima ero certo.

Continua a fissarsi le scarpe, e a non dire nulla. Non piange più, questo almeno è un lato positivo.

- Hai…hai bisogno di una casa, vero?- mormoro, e subito mi prenderei a calci per la stupidità della domanda. E’ ovvio che ha bisogno di una casa, dove potrebbe mai andare, dopo ventotto anni passati in un reparto psichiatrico?

Questo fatto, comunque, potrebbe essere un passo avanti nella direzione giusta. Ora che l’ho ritrovata, non voglio perderla di nuovo, e so che in qualche modo dovrò rimediare ai miei sbagli. Adesso che Belle si ricorda tutto, mi dico, devo trovare il modo di fare ammenda, di farmi perdonare per essermi comportato come una bestia, con lei.

Belle annuisce, sempre senza guardarmi.

- Io…sì, in effetti ne ho bisogno…- mormora.

Le sfioro piano una mano, abbastanza sollevato quando vedo che lei non si ritrae.

- Vieni, andiamo…- sussurro, cominciando a scendere il pendio al suo fianco.

Il silenzio è imbarazzante, sento il bisogno di cercare qualcosa da dire. Inizio a parlare, le racconto di tutto quel che è successo, di come la Regina ci abbia intrappolati tutti qui, con l’unico scopo di vendicarsi di Biancaneve, di come l’abbia tenuta rinchiusa per usarla come arma contro di me, se fosse stato necessario. Lei mi ascolta, non parla, si limita ad annuire e a guardarmi di tanto in tanto.

Improvvisamente sento la mancanza delle nostre chiacchierate al castello, e mi chiedo se, un giorno, le cose potranno tornare ad essere come prima.

 

***

 

Casa mia è un ammasso di cianfrusaglie, alcune delle quali Belle ha sicuramente visto al castello. La osservo mentre si guarda intorno, sicuramente si ricorda di questo e quest’altro. Per un attimo, mi sembra di vedere sulle sue labbra un debole sorriso, ma è stato solo per un istante troppo fugace da potermi permettere di illudermi.

- Io…non ho abiti per te…- ammetto ad un certo punto, gettando un’occhiata a quella specie di pigiama che indossa, la “divisa” che i pazienti di psichiatria dovevano essere costretti ad indossare.- Mi dispiace, io…se avessi saputo, avrei provveduto a…

- Non fa niente - mi dice, interrompendomi. Sa che odio essere interrotto, ma non gliene è mai importato nulla. E’ sempre la stessa Belle. In un’altra situazione mi sarei innervosito, ma in questo momento è un vero sollievo sentire la sua voce. - Non fa niente, davvero. Qualunque cosa è meglio di…questa - ridacchia, indicando i propri vestiti.- Mi basta una camicia, sul serio.

- Io…va bene, allora…- acconsento. Non posso fare altrimenti. Anche se l’idea di poterle offrire soltanto una camicia mi disgusta.- Domani ti comprerò qualche vestito, promesso.

- Grazie…- sorride ancora. E’ un piacere vedere il suo sorriso, ora sembra essere ritornata serena. Chissà, magari si è dimenticata di quanto sono stato insensibile e idiota e mi ha già perdonato…

Sì, come no, aspetta e spera, Rumpelstiltskin!

- Dov’è che dormo?- mi chiede d’un tratto, riportandomi alla realtà.

Le faccio cenno di seguirmi di sopra, lei ubbidisce senza fiatare. La mia casa è a due piani, sotto ci sono il negozio con la cucina e il salotto, sopra il bagno e le due camere da letto.

- Vieni, ti mostro la tua stanza…- dico, aprendo la porta della camera degli ospiti.

- Spero che non sia una cella!- ridacchia. Il tono è scherzoso, probabilmente l’ha detto con l’intento di fare una battuta, ma a me è riuscita solo a ricordare un altro dei miei innumerevoli sbagli. Tuttavia sto al gioco, e mi apro in una smorfia che vorrebbe essere un sorriso.

- No, ho smesso con certe misure drastiche, tesoro…- dico, e apro la porta.

La stanza è piccola, ma Belle dovrebbe trovarsi a suo agio.

Lei osserva un attimo l’insieme, quindi sorride e si getta sul letto con un balzo ben poco aggraziato.

- Mi piace - dichiara.- Vedo che con l’accoglienza sei migliorato, in questi anni…

- Sì, mi sono reso conto che un letto e una stanza come si deve sono più confortevoli di una cella…- dico, abbozzando un sorriso.

- Ce ne hai messo di tempo per arrivarci! - ride Belle.- E tu?

- Io?

- Dormi qui anche tu?

- Ehm…no…- dico, cercando di non sembrare imbarazzato.- Io dormo nell’altra stanza…

- Oh…- Belle si sporge in avanti a guardare fuori dalla porta.

- Se vuoi scusarmi un attimo…- dico, dopo qualche istante.- Credo di aver lasciato il negozio aperto. Solo il tempo di sistemare un paio di cose e sono subito da te…

- Sì, certo. Fai con comodo…- mi sorride nuovamente.

Cerco di sorriderle di rimando, ma mi riesce sempre la solita smorfia. Non è che mi sforzi molto per migliorarla, ho sempre odiato il mio sorriso. Più che un sorriso, a dire il vero, è un ghigno malefico, di quelli che spaventano la gente.

L’ideale per il sottoscritto, no?

Non appena entro in negozio trovo uno sfacelo. Sì, altro che un paio di cose, me e la mia dannata mania di non mettere mai in ordine a fine giornata! Comincio a dare una ripulita, senza magia. Trovo in continuazione qualcosa in disordine, ma chi voglio prendere in giro?

Il negozio è a posto, sono io che continuo a temporeggiare. Ho voglia di stare con Belle, muoio dal desiderio di stare con lei e di stringerla fra le mie braccia, ma allo stesso tempo ho paura di affrontarla. So di aver combinato un disastro, e che mi dovrò scusare, prima o poi, se voglio che le cose ritornino com’erano una volta. Dopo averla rifiutata, dopo che la Regina mi ha detto che era morta, ho davvero creduto di averla persa per sempre, e ora non voglio che questo accada di nuovo.

Sento dei rumori sordi provenire dal piano di sopra, quindi Belle gemere.

In un attimo sono al piano superiore; faccio per entrare nella sua stanza, ma mi accorgo che la porta della mia camera è spalancata. Entro con cautela: sul pavimento sono sparsi almeno una ventina di libri, mentre Belle è inginocchiata sulle mattonelle al loro fianco. Si è cambiata, ora indossa una mia camicia, che le arriva fino alle ginocchia nude. Ha i capelli sciolti che le ricadono continuamente sugli occhi mentre cerca di raccogliere i libri che, puntualmente, le scivolano di mano.

- Che stai facendo?- chiedo, cercando di non sembrare troppo brusco.

Lei alza lo sguardo, e subito la vedo avvampare.

- Io…io volevo solo…ecco, cercavo di mettere un po’ d’ordine…- mormora.

Sospiro, inginocchiandomi accanto a lei e iniziando ad aiutarla a raccogliere i libri.

- Non sei più una domestica, ora - le dico.

- Questo lo so, ma…ecco, il punto è che stavo facendo un giro mentre tu eri al piano di sotto - dice.- Sono entrata in camera tua e ho visto tutti questi libri ammassati a casaccio per la stanza, pur essendoci una libreria che, come dice il nome stesso, è fatta apposta per contenerli - ridacchia.- Ora capisco perché mi hai fatta prigioniera. Non sei in grado di sopravvivere, senza qualcuno che tenga in ordine la casa…

La guardo, sollevando un sopracciglio.

- Per tua informazione, mia cara, sono abbastanza autonomo, se si tratta di pulizie…

- Ah, davvero? Vorrà dire che in nostra assenza in casa tua è passato un tornado…

- Non ti sembra di esagerare, ora?

- No, niente affatto. I libri sono importantissimi, Rumpelstiltskin, e tu non mostri il minimo rispetto per loro…

- Prometto che chiederò scusa personalmente ad ognuno di loro, una volta rimessi in ordine…- rido, ricordando quanto sia piacevole scherzare con lei.

- Sono sicura che apprezzeranno molto, non vedevano l’ora di essere riposti in libreria…- dice, alzandosi dal pavimento e sistemando alcuni volumi sullo scaffale di legno.

- Vuoi dirmi che sono stati i libri a chiederti di rimetterli in ordine e a spingerti a combinare questo disastro?

Belle non risponde, continuando a riporre i libri sullo scaffale. Abbassa lo sguardo, lentamente.

- Io…scusami, non volevo combinare tutto questo pasticcio, io…ho pensato di rimettere in ordine per farti piacere - dice alla fine, voltandosi a guardarmi.- Mi sei sembrato parecchio triste, da quando siamo arrivati…- continua, ignorando il mio sguardo da pesce lesso.- Lo so che mettere in ordine dei libri non cancella la tristezza, ma…insomma, ho pensato che fosse una cosa carina, e che magari avrebbe potuto strapparti un sorriso…- conclude, stringendosi nelle spalle.

- Un sorriso?- ripeto.

- Sì. Tu non sorridi mai, non lo facevi nemmeno quand’eravamo al castello. O almeno, lo facevi molto raramente. Mi ricordo la prima volta che mi hai sorriso…- dice, distogliendo brevemente lo sguardo e arrossendo.- E’ stato bello…

- Bello?- faccio eco. - Tu trovi bello il mio sorriso? Così tanto da volerlo vedere?

- Che c’è di strano a voler vedere sorridere qualcuno?

- Niente, se quel qualcuno non sono io. Il mio sorriso è orribile, spaventoso. Credo che si romperebbero gli specchi, se sorridessi.

- Non è affatto così!- sbotta Belle.- Il tuo sorriso non è affatto spaventoso, è…insomma, quando…

Si blocca, non sa come continuare. Si passa una mano fra i capelli, guardando il pavimento ormai quasi sgombro dai libri.

- Sarà meglio che finisca qui…- mormora.- Sono stanca, non vedo l’ora di andare a letto…

- Vai pure - dico, di slancio.- Riposati, se sei stanca. Dormi un po’, finisco io qui…

- No, davvero, non voglio che tu…

- Sul serio, Belle - rimarco con fermezza.- Devi essere stanca, hai il diritto di riposarti.

Lei ci pensa un po’ su, quindi acconsente ed esce dalla stanza.

Finisco di riordinare, quindi mi affaccio alla porta della sua camera, attento a non fare rumore. La vedo distesa a letto, sotto le coperte, con gli occhi chiusi. Sembra tranquilla, ha un’aria rilassata. Non l’avevo mai vista dormire, ha un’espressione così serena, come se tutto quello che ha passato non fosse mai esistito. Potrei stare a guardarla per ore, ma già adesso mi sembra di compiere un’intrusione, quasi come se il mio sguardo fosse qualcosa di velenoso a fronte di tanta purezza. E forse è proprio così.

Torno nella mia stanza, comincio ad essere stanco anch’io. Mi stendo sul letto senza nemmeno togliermi i vestiti, e chiudo gli occhi.

Mi ero ripromesso di parlarle con calma il prima possibile, ma evidentemente sono più vigliacco di quanto credessi. Chissà se mi perdonerà mai, dopo tutto quello che le ho fatto…Perché io ho bisogno del suo perdono, ho bisogno di lei come ho bisogno dell’aria che respiro.

Potranno mai le cose tornare come prima?

 

Angolo Autrice: Due paroline di spiegazione nel caso vi steste chiedendo se io non sia completamente impazzita.

Allooora, per chi segue la mia ff Il mostro e la fanciulla **silenzio…silenzio…palla di fieno che rotola…**, sappia che non me ne sono dimenticata. Quindi, prima che qualcuno gridi al massacro, ci tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di abbandonarla dopo la bellezza di 20 capitoli e proprio ora che sono arrivata alla fine. La mia storia avrà una conclusione! E allora perché, vi starete chiedendo, ho iniziato questa nuova cosa di dubbia utilità? Perché…non lo so. Semplicemente perché mi andava, la mia testolina da quaglia scervellata ha partorito quest’idea e ora pretende che venga messa in atto…A questo proposito, questa ff è una storia che mi è venuta in mente vedendo l’ultimo episodio di Once upon a time, il cui finale generale mi ha lasciato un po’ delusa, benché sia stata contenta che Belle e Rumpelstiltskin (lo chiamo così non perché è più figo, solo perché Tremotino non mi piace granché, e avendo visto la serie in inglese mi riesce difficile chiamarlo diversamente) si siano ritrovati, e ho immaginato cosa sarebbe potuto succedere fra di loro una volta concluso l’episodio. Questa non è una long, è una “two-shot”, perché una semplice one-shot sarebbe risultata troppo lunga, e non ho idea di dove sia finito il mio amore per la tragicità e il melodramma, so solo che in questa ff ci ho messo parecchio fluff, spero che la cosa non faccia salire eccessivamente la glicemia a nessuno…J.

Anyway, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, il secondo sarà pubblicato a breve: e ricordate, la tastiera non morde! Una recensioncina ina ina aumenterebbe il livello di felicità nel mondo (o perlomeno della mia XD)!

Grazie a tutti per aver letto, al prossimo capitolo!

Ciao!

Dora93

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Capitolo 2
*** Dream ***


 

E’ ora di chiudere. Mi avvicino alla porta e rivolto la faccia del cartello. Finalmente, è tutto il giorno che aspetto…ora potrò stare un po’ con Belle, abbiamo tante cose da dirci.

Ritorno dietro al bancone e mi volto, intento a sistemare le ultime cose prima di andarmene.

Sento il campanello suonare, quindi la porta aprirsi e il rumore di tacchi sul pavimento. M’infastidisco, ma non sanno leggere, chi è che scoccia a quest’ora?

- Siamo chiusi!- esclamo, voltandomi di scatto, ma quello che vedo mi lascia pietrificato.

Quello che è appena entrato non è un cliente normale.

E’ la Regina.

Non ha gli abiti di questo mondo, è vestita come una vera regina. Che sia impazzita del tutto?

- Buona sera, Rumpelstiltskin - dice, con quel suo sorriso degno di un serpente.- Disturbo?

- A dire il vero, Vostra Maestà, sì - rispondo, senza preoccuparmi di nascondere l’ira. - Non avete letto il cartello? Siamo chiusi!

Lei getta il capo indietro, in una risata sgangherata. Quanto odio quella donna!

- Andiamo, Rumpelstiltskin, per una volta puoi fare un favore ad una vecchia amica, no?

- Voi non siete mia amica!- ringhio.- E se non ve ne andate subito da qui sarò costretto a buttarvi fuori con la magia, mi avete capito?!

Non si scompone, inizia ad esaminarsi le mani e le unghie con apparente noncuranza, ma io la conosco troppo bene per non capire che sta tramando qualcosa.

- Capisco…- dice infine.- Sul serio, comprendo perfettamente. Non vedi l’ora di poter chiudere il negozio per stare con la tua amata Belle, dico bene?

Rimango ancora più interdetto. Allora ha saputo quel che è successo…maledetta! Maledetta! Ma se crede di potermi ancora prendere in giro allora si sbaglia di grosso. No, non mi ingannerà di nuovo, non mi porterà di nuovo via Belle!

- Statele lontano…!- sibilo, conficcando le unghie nel legno del bancone.- State lontano da lei, non vi azzardate a toccarla, altrimenti…

- Calmati, calmati! Non c’è bisogno di agitarsi tanto…- ghigna, muovendo qualche passo nella mia direzione e incrociando le braccia al petto.- Chi te la tocca, la tua Belle? Non ho alcuna intenzione di farle del male, Rumpelstiltskin, fidati di me…

Fidarmi di lei?! Sarebbe come fidarsi di un serpente velenoso! Questo suo tono distaccato non mi convince, che diavolo è venuta a fare qui, che cosa vuole?

- Sul serio, non le farò del male - continua, imperterrita.- Anzi, a dire il vero, sono felice che vi siate ritrovati. Dopotutto, tutti hanno il diritto di godere di un po’ di felicità, no?- ghigna di nuovo, quindi gira i tacchi e si avvia verso la porta.- La felicità è un bene così effimero…bisogna goderne finché si può, perché da un momento all’altro ci si può ritrovare soli…- apre la porta, voltandosi un’ultima volta a guardarmi con quel sorriso serpentino stampato sulle labbra.- Soli. Con la sola compagnia di un cuore vuoto…e di una tazza scheggiata.

Esce senza aggiungere altro.

Rimango immobile dove sono, all’improvviso sento una vampata di gelo. Comincio a sudare freddo, mentre il cuore mi batte furiosamente. Ho un presentimento orribile, sento che sta per succedere qualcosa di brutto.

Entro in casa di corsa, ispeziono la cucina e il salotto, ma non trovo nessuno.

- Belle!- chiamo, ma non ottengo risposta.

Salgo le scale di corsa, mentre il cuore continua a battere sempre più forte.

- Belle!

Non mi risponde. No, non può essere vero. Quello che sospetto non può essere veramente…

Il piano di sopra è deserto, le porte delle stanze sono spalancate, ma dentro non c’è nessuno.

No…

- Belle!

Entro nella sua stanza, ma mi fermo sulla soglia. Il letto è in ordine, tutta la camera sembra che non sia stata toccata. Non c’è traccia di Belle. Mi porto le mani al volto, scorgendo inorridito un oggetto abbandonato sulle coperte.

Una tazza bianca e blu dal bordo scheggiato.

 

***

 

Mi sveglio di soprassalto, emettendo senza volerlo un urlo soffocato. Mi guardo intorno, osservo la mia camera immersa nel buio. Sento un orologio suonare la mezzanotte. Ho la fronte imperlata di sudore, era un incubo orrendo, ed era così…reale.

Mi alzo di scatto dal letto, dirigendomi verso la camera di Belle.

Vedo la porta aperta, e subito sento il cuore farmi una capriola nel petto, ma m’impongo di rimanere calmo. Mi affaccio a sbirciare dentro, e subito scorgo la luce lunare che getta delle ombre sul letto sfatto di Belle. E’ vuoto, lei non c’è.

Inizio a respirare sempre più affannosamente, spero di svegliarmi. Perché questo è ancora un incubo…sì, deve esserlo per forza…

Non può essere vero…

- Belle!- chiamo con tutta la voce che ho, ma mi risponde solo il silenzio.

No…

Scendo le scale di corsa, mi trattengo a stento dal mettermi a piangere.

- Belle…ti prego…

Scorgo una luce accesa nella cucina, e subito faccio capolino sulla porta.

- Belle…

- Hai detto qualcosa?

Belle, con ancora addosso la camicia, si volta a guardarmi. E’ in piedi accanto al fornello, in mano tiene un pacchetto di biscotti che sta sgranocchiando con noncuranza.

La guardo per un attimo, assicurandomi di essere sveglio, che questo non sia un altro maledetto incubo e che lei sia reale. Alla fine, tiro un sospiro di sollievo.

- Belle…che…che ci fai qui?- chiedo, cercando di non suonare brusco.

- Avevo fame…- ammette lei, stringendosi nelle spalle. Si volta e apre uno sportello della cucina, iniziando a rovistarci dentro, riprendendo a chiacchierare come al suo solito.- Scusa, so che questo non è esattamente l’orario adatto per uno spuntino, è solo che ieri non ho mangiato niente, e sono anni che mi devo sorbire quella porcheria che ci propinavano in ospedale. Anche se non è che qui da te le cose vadano molto meglio. Non fraintendermi, sempre meglio di quella sbobba che avevano il coraggio di chiamare “cena”, ma in casa tua c’è poco o niente. Da quanto tempo non fai la spesa? Lo dicevo io che ti occorreva una domestica, si vede che non hai più mangiato come si deve da quando me ne sono andata, ho trovato solo questi orridi biscotti integrali, santo cielo, ma come fai a ingoiarli, non sanno di niente, sono disgustosi…

Si blocca, smettendo per un attimo di parlare a raffica quando si accorge della mia aria sconvolta. Mi passo una mano sulla fronte, ammetto di non essermi ancora ripreso dallo spavento.

- Ehi, ma che cos’hai? Ti senti bene?- mi chiede, aggrottando le sopracciglia e muovendo qualche passo verso di me.

- Sì, io…sto bene - rispondo, cercando di sembrare convincente, ma evidentemente non ho ancora imparato che, se le mie menzogne funzionano con tutti, ciò non vale anche per Belle. Lei, infatti, non è affatto convinta, e non si preoccupa di nasconderlo. Si avvicina ancora di più a me.

- E tu? Come mai sei in piedi a quest’ora?

- Io…nulla, un brutto sogno…- confesso.

- Oh…- mormora lei.- Ti va di raccontarmelo?

- Non è niente, davvero…- cerco di schernirmi.

- E non fare l’orso come al tuo solito, Rumpelstiltskin! Tutti abbiamo degli incubi, ogni tanto, lo sai? E se lo racconti non vuol dire che sei un bambino piagnucoloso, come immagino tu stia pensando. Quindi, forza, sputa il rospo!- incrocia le braccia al petto, in attesa che io mi decida ad aprire la bocca. A volte sa essere davvero determinata e testarda, ma forse è per questo che la amo. E’ sempre riuscita a cavarmi fuori qualunque cosa, e tentare di resisterle adesso sarebbe inutile, lo so fin troppo bene.

- Io…ho sognato che Regina…che lei ti…ti portava via da me…- ecco, l’ho detto.

Dannazione, Rumpelstiltskin, tu sei l’Oscuro! Che diamine ti è successo, una volta non avresti ammesso una cosa del genere neanche sotto tortura, ora perché hai confessato tutto quanto come un bambino in cerca della mamma?

Belle, comunque, non sembra pensarla così. Continua a guardarmi, e il suo sguardo mi fa vacillare. Cerco di guardare altrove per nascondere l’emozione, ma è tutto inutile.

- Ehi…- sussurra Belle, abbracciandomi e posando il capo nell’incavo fra la mia spalla e il collo.- Io sono qui, non preoccuparti…non vado da nessuna parte, non più…- ridacchia.

Ricambio l’abbraccio, anche se volessi non potrei farne a meno. Ho bisogno di sentire che lei è reale, che è qui vicino a me.

- Perdonami…- sussurro, stringendola a me.

- Perdonarti?- mi guarda, staccandosi un poco ma senza sciogliersi dal mio abbraccio.- Per che cosa?

- Per tutto quanto. Per averti fatta prigioniera, per averti costretta a lavorare come una serva, per averti trattata male e rifiutata in modo così ignobile quando tu stavi solo cercando di dimostrare che mi amavi e di salvarmi da me stesso. Per averti scossa, per averti urlato contro, per averti gettata in una cella e per averti scacciata. E per averti abbandonata per tutti questi anni.

Mi sembra quasi di essermi liberato di un peso. Sapevo che prima o poi avrei dovuto dire queste cose, cercavo solo il momento adatto. Forse su quest’ultimo punto ho sbagliato, lo ammetto, chiedere scusa a mezzanotte passata in cucina dopo un incubo non era esattamente quello che avevo in mente, ma ormai è fatta. E sono felice che sia così. Sapevo che non avrei potuto instaurare più niente con lei, che non saremmo mai tornati come eravamo prima che Regina si mettesse in mezzo, se non le avessi prima chiesto scusa.

Mi guarda senza dire nulla, probabilmente sta ancora mettendo a fuoco quello che ho detto.

- So di essermi comportato in modo orribile…- dico.- E non mi stupirebbe se tu non volessi perdonarmi, ma io ti giuro che sarò sempre…

- No!- m’interrompe, chiudendo gli occhi e posando il capo contro il mio petto.- Io non ho niente da perdonarti, Rumpelstiltskin. Per favore, dimentica questa storia come ho fatto io. Non parliamone più, va bene?

Mi apro nella mia solita smorfia, sentendomi immediatamente il cuore più leggero, e la stringo più forte a me. Volto leggermente il capo, e lo sguardo mi cade su un oggetto posato sulla tavola: una tazza scheggiata.

- Belle?- chiamo.- Hai portato tu, qui, quella?

Lei si scioglie dall’abbraccio e segue la direzione del mio sguardo, vedendo la tazza.

- Oh, sì!- esclama, allontanandosi di un passo e prendendola con entrambe le mani. - L’ho presa dal negozio, spero non ti dispiaccia…

- No. No, certo che no.

- Meno male. Non pensavo l’avessi conservata…- ridacchia.- Credevo che l’avessi gettata via.

- A dire il vero, è l’unica sopravvissuta di un intero servizio…- ammetto, rivedendo me stesso mentre scaglio le altre tazze contro una parete del castello.

- E le altre, che fine hanno fatto?

- Ehm…diciamo che hanno…avuto un incidente contro una parete…in una nottata orribile…- aggiungo a mezza voce.

Lei abbassa lo sguardo, rigirandosi la tazza fra le mani per poi riporla lentamente sul tavolo.

- Ti ho sentito, quella notte…- mormora.- Mi sono sentita malissimo, per te. Credevo che ce l’avessi con me, che mi odiassi per quello che avevo fatto…

- No!- mi affretto a dire.- No, Belle, io non ti odiavo affatto…io…non so neanch’io cosa provavo, con esattezza…- era vero; quella notte tutte le emozioni erano indistinte, ma non odiavo lei. Piuttosto, odiavo me stesso.- In realtà, sapevo di averti persa…e non potevo sopportarlo.

- Tu non mi hai persa!- esclama, con un sorriso.- Non mi hai mai persa.

Mi avvolge le braccia intorno alle spalle, avvicinando il suo volto al mio. La guardo, serio, indeciso sul da farsi. Lei sbuffa, vedendo la mia espressione.

- E sorridi, una volta tanto!- ride.

Io volto il capo di lato, poi però, d’un tratto, ricordo la nostra conversazione del giorno prima.

- Belle…- mormoro.- Cosa…cosa stavi dicendo, ieri?

- A che proposito?

- A proposito di…beh, di questa smorfia orribile che tu ti diverti a chiamare sorriso…- dico, accennando alle mie labbra.

- Non è una smorfia, Rumpelstiltskin. E’ un sorriso, il tuo sorriso. E io lo adoro, se proprio vuoi saperlo - ribatte lei, con fermezza.

In un’altra situazione non avrei obiettato, ma su questo argomento mi sento molto restio a crederle.

- Andiamo, Belle, è impossibile. Il mio sorriso è un ghigno malefico, ci sono addirittura delle persone che si sono spaventate a vederlo, e dico sul serio. Non può piacerti davvero…- aggiungo, a mezza voce.

- Beh, pensala come vuoi, ma io trovo che sia meraviglioso. Certo, non è un sorriso come gli altri, come quello di tutte le persone comuni, ma questo non vuol dire che sia bellissimo…e dolce - aggiunge, timidamente.

- Dolce?- faccio eco, sempre più incredulo.- Questa smorfia secondo te è dolce? Amore mio, non so che cosa ti abbiano fatto in quell’ospedale, ma sto cominciando a preoccuparmi…

- Parlo sul serio. E’ stato quello che ho pensato quando mi hai sorriso la prima volta…

- Intendi dire, quando ho esultato per averti fatta prigioniera?- chiedo, non senza una nota di rammarico nella voce.

- No, non quella. Per me, quando mi hai sorriso per la prima volta, è stato quel giorno delle tende…

- Le tende?

Belle annuisce, abbracciandomi ancora più stretto.

- Ti ricordi? Io ero in piedi sulla scala, mentre cercavo di aprire le tende che tu avevi cucito in modo che assecondassero la tua mania per l’oscurità. Volevo far entrare la luce del sole nel maniero, ma sono scivolata…e tu mi hai preso in braccio.

- Sì, mi ricordo…- ammetto, imbarazzato.- Ma mi sfugge ancora la storia del sorriso.

- Davvero? Beh, io invece me lo ricordo molto bene. Mentre mi tenevi in braccio, hai guardato un attimo fuori dalla finestra, e lì ho visto le tue labbra incresparsi leggermente per la prima volta. E poi, quando ti ho chiesto se dovevo rimettere a posto le tende, allora lì tu mi hai sorriso, sorriso per davvero, e mi hai detto che non faceva niente, che potevo lasciarle così…Da quel gesto, ho capito di averti fatto piacere, che vedere la luce ti aveva reso contento. E’ stato il primo momento in cui ho capito che in te c’era del buono, che non eri così cattivo come volevi dare ad intendere…

Solleva lo sguardo su di me.

- Era lo stesso sorriso che avrei voluto vedere dopo che ti ho baciato…ma, beh, ho fatto male i miei conti…- increspa un po’ le labbra, posandomi una lieve carezza sulla guancia. Intercetto la sua mano e la prendo fra le mie, intrecciando le mie dita con le sue.

- Si può sempre rimediare, non credi?- sussurrò, avvicinando le mie labbra alle sue.

- Non mi rinchiuderai di nuovo in una cella, vero?- ridacchia, e intanto si avvicina a me.

- Sai, amore, a dire il vero ci stavo pensando. Perché tu sei un tesoro che va custodito gelosamente. Sei colei che ha rubato la chiave del mio cuore.

Non aggiungo altro, e poso le mie labbra sulle sue.

Per un attimo, assaporo quel momento che avevo a lungo sognato di rivivere; mi dimentico dell’essere malvagio che sono stato, di Regina, della magia…Ora, ci siamo solo Belle ed io.

E questo è un sogno da cui non mi voglio svegliare.

 

FINE

 

Angolo Autrice: Ehm…okay, spero tanto di non aver deluso le aspettative di nessuno…

Per chi ha già letto qualcosa di mio (no, non sto facendo pubblicità occulta XD), si renderà conto che questa è una ff un po’ anomala, per certi versi, ma volevo buttarmi in qualcosa di nuovo…Niente cattivi (se escludiamo l’apparizione di Regina nel sogno di Rumpel), niente azione, solo fluff per mostrare due persone che si amano e che, dopo numerose vicissitudini, devono ritrovare la loro realtà e il loro amore…

Spero davvero di non aver combinato un mezzo disastro, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando J. Questa piccola ff è in attesa della seconda stagione di Once upon a time, che sarà sicuramente migliore di quello che ho scritto io…J.

Dunque, un grazie a tutti coloro che hanno letto, in particolare a ChibiRoby per aver aggiunto questa ff alle seguite, Dresda per averla aggiunta alle seguite e alle preferite, Nimel17 per averla aggiunta alle seguite e per aver recensito, ed Ellyra per averla aggiunta alle preferite e per la sua recensione!

Ciao a tutti, grazie per aver letto!

Bacio,

Dora93

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