Conseguenze

di Xenebe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Allora come mi ero ripromessa, prima di Natale e prima dell'epilogo di "Il ragazzo perfetto" (che arriverà comunque tra brevissimo!) ho postato il prologo del seguito di Ossessione, nel caso non abbiate letto la prima fic vi consiglio di farlo, perché sarebbe incomprensibile la trama di questa ff senza i 4 capitoli di cui è composta l'altra!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno chiesto di scrivere questa ff e vi prometto, che seppur non subito verranno a galla tutte le faccende lasciate in sospeso, e di cui mi avete chiesto spiegazioni!
Spero che vi piaccia!




4 anni prima …

Sento la sua mano cercare la mia e intrecciare le nostre dita.
-Addio Edward! Addio Masen … -
Esco da quella porta sperando di potermi lasciare tutto alle spalle.


Cammino per qualche metro lasciando che le deboli gocce di pioggia lavino via le lacrime, poi chiamo James e mi faccio riportare a casa.
Mi siedo sul mio divano.


Sono le 9,30; alle 11 ho lezione.



Quella sera quando avevo accettato l’invito a cena di Edward sapevo cosa sarebbe accaduto … immaginavo di risvegliarmi nuda, tra le sue braccia … e quando la mattina dopo ero uscita dal suo appartamento piangente … avendo avuto per quella notte il ruolo della sua amante  … ero preparata alle ripercussioni emotive che l’episodio mi avrebbe portato …

Ciò a cui non ero preparata erano le conseguenze di tutto!




°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*°°*


Quattro anni fa ero certa … certa di poter affrontare qualsiasi cosa … ero certa di essere pronta!
In realtà ero solo pronta a lasciarmi travolgere!

C’era una volta una giovane insegnante che credeva di aver preso in mano la sua vita, finché un giorno distratta da una bruciante attrazione, non lasciò le redini …
In meno di un giorno la sua vita cambiò.
Bruciò, morì e risorse come una fenice …
E quando fu finalmente pronta ad accorgersene … non fu sola!








Allora, che ne dite? Lo so ... è come mio solito molto criptico!
Ma del resto conoscete già molto di questa Bella, quindi non ho voluto partire annoiandovi con nè precipitandovi nel pieno della trattazione!
A presto,

Serena

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Conseguenze 1 Prima di tutto vorrei dirvi:



So di essere in ritardo (sia per gli auguri che per il capitolo)!!!!!!!
Me ne scuso immensamente, ma a quanto pare mi ha preso un attacco acuto di perfezionismo!!!!!!! Perfezionismo che non mi ha permesso di pubblicare un capitolo che non fosse almeno decente!
vi confido che non è stato molto semplice cercare di spiegare tutta la nuova situazione di Bella ... e infatti ho lasciato diverse questioni per il prossimo capitolo!
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite e chi ha commentato lo scorso cap!
Un mega grazie a chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti!!!!!!!
Vi lascio alla lettura!










Capitolo 1



Delicatamente traccio con la piccola matita nera il contorno del mio occhio destro … cercando di fare attenzione a renderlo perfettamente uguale a quello che ho già tracciato lungo il sinistro.

Poso la matita, soddisfatta al 90%, e afferro il mascara.

Poi è il turno del lucidalabbra.

Mentre lo stendo  posso permettermi di osservare attraverso lo specchio lo sguardo attento della bambina che, seduta alle mie spalle, segue ogni movimento delle mie mani.

È curiosa la dolce Charlotte!

Quando finalmente mi volto lei si alza dallo sgabello e mi viene incontro.

Mi abbasso e lei mi abbraccia, stando attenta a non rovinarmi il trucco e l’acconciatura per la consueta festa prenatalizia a casa di Rose.

Si stacca da me e la osservo sistemare delicatamente il fiocco tra i capelli e stirare con la piccola mano la gonna del vestito di velluto rosso.

È così bella … sembra quasi una di quelle splendide bambole da collezione, che si trovano nei negozi di antiquariato, con i suoi capelli ramati e gli occhi verdi.

La sola differenza è che lei, il mio piccolo angioletto, è viva e può sorridermi, può crescere, può imparare, può … vivere, e rendermi la vita un vero piccolo paradiso con tanti piccoli momenti di caos!

Non avrei mai immaginato di poter amare così tanto qualcuno, né soprattutto di saper fare la mamma.

Non credo potrò mai perdonare Edward, ma non riuscirò mai ad odiarlo completamente. Del resto ho imparato, negli ultimi quattro anni, ad amare smisuratamente quegli occhi verdi … i suoi occhi verdi ... gli occhi di Charlotte: mia figlia, nostra figlia, la cosa più bella che io abbia mai avuto.

Stamane, al mio risveglio, avevo in mente quelle ore che hanno cambiato la mia vita.

In poco più di un giorno distrussi il mio mondo per  ricostruirne poi uno migliore.

 

Questi pensieri mi hanno accompagnato anche attraversando i corridoi della scuola.

Solitamente mentre io sono a lavoro Charlotte resta con Alice e Rosalie, e i figli di quest’ultima: Elisabeth e Richard. Hanno la stessa età e sono molto uniti.

Oggi però era l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale e Leah, la nuova direttrice, mi aveva permesso di portarla con me.

Avevo osservato mia figlia nel mio mondo e l’avevo vista quando all’uscita da scuola si era separata dal suo nuovo amichetto, Adam, che veniva accolto da un uomo castano e dai lineamenti spigolosi.

L’avevo vista guardare attentamente quell’uomo … e come al solito mi ero chiesta se stesse pensando al padre …

 

-Mamma pensi che sono carina?-

Charlotte mi riporta al presente, impedendomi di naufragare in tristi pensieri.

La guardo mentre gira su se stessa.

Spesso accade che lei interrompa i miei ragionamenti quando questi prendono una piega poco piacevole. Per un periodo ho anche iniziato a credere che lei si rendesse conto del mio mutato stato d’animo, ma poi ho capito che semplicemente quelli sono gli unici momenti in cui per avere la mia completa attenzione ha bisogno di chiedere.

-Tesoro sei stupenda! E lo penserà anche Richard!-

-Uffa mamma … lui non fa testo! È il mio fidanzato! Quando compiremo diciott’anni ci sposeremo, lo sai?-

Mi comunica seria.

Scoppio a ridere a quella affermazione, mentre usciamo dalla stanza da letto.

Da quando Alice e Jasper le hanno spiegato cosa vuol dire essere fidanzati … lei e il suo adorato Richard credono di essere destinati a sposarsi … e non solo si divertono con questo gioco, ma ne sono fermamente convinti!

-Ma dimmi tesoro … hai già parlato a Richard di Adam?-

Mia figlia si sistema sulla poltroncina del salotto e risponde incrociando le mani sulle ginocchia.

-Non posso, mamma! È geloso!-

-Ma come? Non lo sai che non si deve tradire il fidanzato?-, la canzono.

Lei sbuffa e con tono esasperato spiega:- Adam è come Elisabeth per me! E’ come un fratellino!

Anzi,-continua entusiasta,- abbiamo deciso che saremo fratello e sorella da ora in poi!-

 

Ho passato tutto il tempo a scuola a scrutare mia figlia che interagiva con uno dei bambini più dolci che io abbia mai incontrato: Adam Smith.

Nonostante i due anni e mezzo di differenza sono perfettamente in sintonia e anzi, tra i due quella più spigliata è proprio la mia Charlotte!

Li vedo ridere e chiacchierare e credo che proprio la differenza caratteriale tra loro due sia il vero collante.

Adam è un ragazzo timidissimo … sempre sulle sue … in effetti sono un po’ preoccupata per il suo lento inserimento nel gruppo classe …

Charlotte invece ha quello spontaneo carisma che caratterizzava l’Edward quattordicenne … qualcosa di così puro, buono e spensierato che, non attirando quelle che sarebbero  più che giustificate invidie, attrae chiunque intorno a lei.

L’allegria che la caratterizza non le impedisce però di mostrare costantemente la curiosità e il forte senso di giustizia che invece sono sempre stati una mia caratteristica.

E sono state proprio queste sue ultime qualità a farla avvicinare al ragazzino.

I miei alunni stavano scherzando tra loro quando siamo arrivate in aula. Mentre mi scambiavo qualche parere con una mia collega vidi mia figlia guardarsi in torno, come ad analizzare l’ambiente , ed in un battito ci ciglia era già con gli altri bambini … Solo più tardi mi aveva spiegato che qualcuno stava prendendo in giro Adam per il colore insolito dei suoi capelli … per questo lei era intervenuta per difenderlo …

-E poi i suoi capelli sono così belli, mamma! Guarda! Assomigliano ai miei!-, aveva detto ingenuamente,-E la zia Rose dice sempre che ho dei capelli stupendi!-, concluse con il tono di chi stava semplicemente sottolineando l’ovvio.

 

Ritorno al presente non appena la vedo un po’ malinconica.

-Tesoro cosa c’è? Perché sei triste?-

-Mammina … è un segreto!-, bisbiglia con il ditino sulla boccuccia.

-E se ti prometto di non dirlo a nessuno?-, le chiedo con lo stesso tono, poi vedendo la sua titubanza ,-Che hai combinato, peste?!-

Incrocia le braccia con un moto di stizza e volta il visino dall’altro lato.

-Io non ho fatto niente mamma! È Adam …-, la sua espressione si addolcisce e fissa gli occhioni verdi nei miei,-Mamma … io lo so perché Adam è triste!-

Mi avvicino e piegando le ginocchia arrivo alla sua altezza, la mia bambina ha gli occhi lucidi a causa di due piccole lacrime che vorrebbero sfuggirle.

-Mamma … tu dici sempre che tutte le mamme e i papà vogliono bene ai bambini ..- annuisco leggermente,- Ma la mamma di Adam gli ha detto che il suo papà lo odia! Lui non sapeva che significava e così ha chiesto alla sua nonna e lei gli ha detto che “odiare” è quando non si vuole nemmeno un po’ di bene a una persona … e poi anche la sua mamma … non ha mai tempo per stare un po’ con lui! Gli dice sempre:”Vattene a colorare nella tua cameretta perché io ho da fare!”-

Guardo mia figlia e vedo quelle due lacrime che scendono giù accompagnate dalla mia preoccupazione crescente per quel piccolo ometto solo.









Giunti alla fine del primo capitolo ... avete finalmente conosciuto Charlotte!
Spero che vi piaccia il capitolo perché l'ho cancelato e riscritto 12 volte!!!!!!!!!

Ah ... un piccolo avvertimento: Edward probabilmente non sarà presente nemmeno nel prossimo capitolo ... soprattutto perché restano un mucchio di questioni in sospeso sulla vita di Bella adesso e anche sul passato di molti personaggi secondari ...
Sono abbastanza sicura invece che apparirà nel terzo capitolo ... e forse già lì ci sarà un piccolo pov Edward ...
Spero di riuscire a portare avanti in questo modo la mia idea!
Fatemi sapere cosa pensate della storia!
Un bacio,
Serena





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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


cons_2 Lo so, lo so il mio ritardo è ... abissalmente imperdonabile!
mi sto nascondendo sotto la sciania per la vergogna, ma (purtroppo c'è sempre un "Ma") è sempre la stessa soria ... tutta colpa del mio perfezionismo!
Ho letto e riletto il cap ma, ahimè non sono ancora soddisfatta ... ho cancellato e riscritto interi pezzi ... Uff!
Grazie immensamente a chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate, e a chi mi ha messo tra gli autori preferiti, nonché a chi ha recensito lo scorso capitolo!
Ad ogni modo vi chiedo scusa ancora e vi lascio alla lettura!






Capitolo 2




Osservo ancora il riflesso della mia bambina … stavolta dallo specchietto retrovisore dell’auto.
Spesso Charlie, mio padre, mi ha fatto notare che in un certo senso sono troppo apprensiva con lei … come se temessi che qualcuno potesse portarmela via …
Si sbaglia: voglio semplicemente godermi appieno ogni suo attimo e non dovermi perdere nulla, come invece ha dovuto fare lui dopo il divorzio con Renèe poco dopo la mia nascita.
Io  non avrei alcun motivo di temere che possano portarmi via Charlotte: suo padre non sa della sua esistenza e a ogni modo, seppur dovesse mai scoprirlo, non mi separerebbe mai da lei … Edward potrebbe arrabbiarsi con me, voler vedere la bambina; ma non ci separerebbe mai … Lui è una persona corretta!
So che lui non mi farebbe mai del male … anche se c’è una piccola vocina che mi ricorda di come si è comportato in occasione del concepimento del mio angelo … di come ha tradito la mia fiducia e, soprattutto, quella di Jane: sua moglie!
Come al solito scaccio via tutti questi pensieri: probabilmente questo è il modo di Charlie di chiedermi indirettamente del padre della sua nipotina … un modo centomila volte più discreto di quella di mia madre!
Già perché lui e i miei amici rispettano il mio silenzio … La politica che abbiamo adottato circa l’argomento è “Io non dico e voi non chiedete”. Unica eccezione: naturalmente mia madre, che ogni tre giorni mi chiama da Jacksonville e tra una conversazione e l’altra infila la solita domanda: -Ma hai poi rivisto il padre di Charlotte?-

-No mamma!-, le rispondo ogni volta.
-Ma … è qualcuno che conosco?-, ribatte prontamente, al che io chiudo la comunicazione.
Esattamente tre minuti dopo lei richiama senza riaccennare a nulla.

Questo è ormai parte della mia routine e, sebbene odi dare un cattivo esempio alla mia bambina … meglio chiudere il telefono che urlare ogni tre giorni!
Mi sono giustificata con Charlotte dicendole che questo è uno scherzo tutto mio e della nonna!
Mia madre sa essere di una insistenza sfiancante … ed intollerabile

-Avanti tesoro … non può non esserci nessuno!-
La mia tenera e ficcanaso mamma mi stava sottoponendo ad un interrogatorio degno dei migliori polizieschi! Ero certa che nemmeno Charlie fosse stato mai così insistente nel suo lavoro!
Tutto per strapparmi un nome …
Era certa “dall’alto della sua saggezza di mamma”, così la definiva lei, che io fossi innamorata!
Cercavo inutilmente di spiegarle che non poteva esserci nessuno.
Il liceo era iniziato solo da qualche mese e di certo mi avrebbe vista molto meno entusiasta di passare il Natale in Florida con lei, se fossi stata innamorata.

Ma infondo so che non si comporta così per cattiveria o puro amore del gossip … tutt’altro!
È mia madre e, per quanto possa spesso essere pedante, le voglio bene e lei ne vuole a me!
In più mi conosce … molto, anzi troppo, bene …
Quella volta … il mio primo Natale dal trasferimento con Charlie … il mio primo Natale dall’inizio del liceo … beh, io avevo già conosciuto Edward e, in effetti, ero stata molto colpita da lui.
Del resto credo che anche adesso lei insista tanto nel voler sapere del padre di Charlotte perché probabilmente ha intuito che non si tratta di qualcosa di insignificante per me …
No, Edward è stato molto più che una notte di divertimento …
Ma la mattina dopo, proprio per questo, lui ha potuto distruggere la mia splendida ossessione per lui, così appassionante e romantica al tempo stesso …

Non era stato facile inizialmente … non volevo parlarne con nessuno …
Nessuno.
Nessuno del resto avrebbe saputo …
Non potevo dirlo a nessuno … nemmeno a Rosalie.
Nemmeno a James che quella mattina mi aveva portata a casa … in silenzio … nonostante il mio stato emotivo distrutto.
Poi era arrivata la consapevolezza …
Ricordo bene quando me ne resi conto.

Ero di fronte allo specchio della mia camera e mi stavo vestendo .
Nell’ultimo mese ero stata una specie di figura evanescente come un fantasma, e il mio viso era segnato dalla mancanza di vitalità, come fossi uno zombi.
Mi sentivo uno straccio e ad ondate la vergogna mi assaliva, come se avessi una grossa lettera scarlatta tatuata sulla schiena.
Ero stata un’amante, la sua amante … lui era sposato con Jane … e io …
L’ennesima nausea mi colse.
Di ritorno dal bagno mi osservai ancora: il colorito pallido, quasi cadaverico; le solite onde scure dei miei capelli ora erano crespe e gonfie; persino gli occhi sembravano aver mutato colore … dal cioccolato al fango.
In più ero evidentemente gonfia.
A quel pensiero mi voltai al calendari notando un ritardo di ben due settimane …
Io non ero mai in ritardo … E da quanto tempo non prendevo la pillola?

Otto mesi dopo è nata Charlotte.
Ho partorito a Forks, essendo tornata da mio padre.
Sono partita subito dopo aver fatto il test, risultato ovviamente positivo, avvertendo solo telefonicamente Rose e pregandola  di chiedere ad Emmett di inviare una copia della mia cartella clinica al ginecologo di Forks.
Non è stato semplice mentire ai miei amici … ho detto di essere andata via per ridurre lo stress in gravidanza, ma in realtà avevo paura che scoprissero chi era il padre …
Dopo aver finto di credere alla mia scusa e aver smaltito l’indignazione per questa … Rose ha iniziato a chiamarmi ogni giorno per tenermi aggiornata sulle novità in città.
E così che, esattamente dopo tre mesi dalla mia partenza, ho saputo che Edward aveva lasciato Seattle per trasferirsi a L. A..
Rosalie, coerente con la sua idea del volermi aiutare a superare quella ridicola ossessione, non mi ha mai dato alcuna spiegazione su quella repentina partenza, né io gliene ho mai chieste.

-Mamma! Mamma!-

Ancora una volta, oggi, mi sono persa nei miei pensieri.
Finalmente ridestata mi accorgo che sono sotto casa di Rose.
-Tutto ok, mamma?-, mi chiede Charlotte.
In risposta mi volto e le sorrido.
-Allora Bella … a cosa pensavi?-, chiede l’uomo accanto a me, mentre estrae le chiavi dal quadro della sua auto.
-Niente James, saliamo!-

Entriamo nell’ascensore ed osservo mia figlia e il mio amico interagire.
Charlotte è molto affezionata a lui, e viceversa. È interessante vedere come sotto quell’aria strafottente e provocatoria si nasconda un ragazzo pieno di dolcezza e premura.
Un ragazzo che quando ha saputo che sarei diventata madre (col solito vecchio metodo del passa parola: Rose->Alice-> Jazz->James) è corso da me a Forks offrendosi si sposarmi per sottrarmi al pubblico biasimo.
Un ragazzo che, nonostante io avessi rifiutato la sua proposta si è preoccupato di cercarmi un nuovo appartamento, più ampio, con l’aiuto delle mie due amiche, e ha provveduto al trasloco, mentre io combattevo con la stanchezza e le caviglie gonfie che avevano accompagnato l’ultimo periodo della gravidanza.
Un ragazzo che si è lasciato amare da mia figlia sostituendo molto spesso la figura paterna, pur restando sempre lo “zio James”, presente, ma non opprimente, nella nostra vita.
Spesso Alice mi ha fatto notare come a suo avviso suo cognato sia probabilmente legato a me da qualcosa di più che un’amicizia; ma ha velocemente lasciato perdere l’argomento quando ha notato il mio imbarazzo.
Imbarazzo che invece non dovrebbe mai minare serate come questa.
Siamo tutti molto uniti perché ci conosciamo da tantissimi anni.
Siamo un gruppo ben affiatato.
Siamo … strani ed unici ...
Io, Rosalie ed Emmett ci conosciamo dal primo liceo, mentre Alice è divenuta parte del nostro gruppo ai tempi del college: era una compagna di studi di Rosalie.
È lei la nostra acquisizione più recente!
I fratelli Whitlock li abbiamo conosciuti in un contesto a dir poco particolare …

La famiglia di Rose, gli Hale, era molto agiata …
Emmett, invece … era solo Emmett! Con il padre postino che cercava di mettere da parte dei soldi per permettergli di studiare da medico, e orfano di madre dall’età di 7 anni.
Non vantava grossi patrimoni né antenati illustri …
I genitori di Rose non vedevano quindi di buon occhio il suo rapporto con Emmett, e decisero di spingere la loro adorata figlia verso qualcuno di più “adatto” a lei.
Qualcuno come Royce King.
Eravamo all’ultimo anno quando, dopo un malore del signor Hale, Rosalie decise di provare a rendere i suoi genitori felici.
Lei ed Emmett stavano cercando proprio di risolvere i loro problemi di coppia, legati al differente “ambiente” familiare da cui provenivano.
Rose era estenuata dai continui litigi con lui e dalle pressioni incessanti della sua famiglia, così decise di provare a dare ascolto ai suoi genitori.
Proprio in quel periodo  conobbe Jasper Whitlock, un compagno di classe di Royce.
Ad ogni modo non durò molto questa parentesi nella vita della mia migliore amica …
Dopo poco più di un mese fu lo stesso signor Hale a mettere fine a quel “malsano esperimento”, come lo aveva definito, chiamando direttamente Emmett perché tornasse a riprendersi la sua ragazza (tutto questo naturalmente dopo aver chiesto a me il suo numero di telefono).
Non so cosa si dissero i due in quella telefonata, Emmett non ha mai voluto dirlo. Fatto sta che suo suocero lo adora. Ha solo accennato qualcosa sul fatto che Rosalie era “tremendamente triste ed infelice” (sempre parole del padre di lei) e che certamente lui non se lo era fatto ripetere  due volte.
Anzi il suo commento era stato (cito testualmente!): -Dopo aver acquisito, anche se indirettamente (grazie ai demeriti di quel damerino di King), un credito agli occhi del mio futuro suocero … non avrei mai potuto rischiare troncando a metà la conversazione … Solo questo mi trattenne attaccato a quel telefono fino alla fine della “chiacchierata”!-


Emmett è così: estremamente corretto, buono, limpido, sincero, semplice e profondo.
È una persona preziosa,di quelle che si donano al prossimo senza sacrificio, come se fosse qualcosa di spontaneo  e naturale come bere un bicchiere d’acqua o, ancor meglio, offrire ad un bambino assetato quel bicchiere!
Ed è proprio con i bambini che si vede tutta la gentilezza del suo animo.
Una volta gliel’ho fatto notare, mi ha risposto che è perché lui è un bambinone … e forse è vero: ha conservato l’innocenza dell’infanzia unita però ad una maggior consapevolezza.
In un certo senso Emmett e Rosalie sono contrari ed identici.
Lei infatti possiede un’innata cordialità nei confronti di chiunque, ma in realtà non è così semplice conquistare il suo affetto, tutt’altro.
Probabilmente temprata dall’ambiente ricco di finti perbenismi, tipico del  “rango”sociale della sua famiglia, è capace di essere accogliente come un fuoco scoppiettante nel camino, ed arida come il deserto con chi cerchi di approfittarsi della sua gentilezza.
In questo è l’esatto contrario e il giusto contrappeso alla smodata generosità del marito.
Invece con noi, i suoi più cari amici … beh diviene anche peggio di Emm! Spesso negli anni l’ho rimproverata per  il suo eccessivo viziarmi di attenzioni!

Comunque come Royce King è scomparso per sempre ( e fortunatamente velocemente) dalla nostra vita, allo stesso modo Jasper e suo fratello James, invece, sono divenuti una parte sempre più importante , fino all’entrata in scena di Alice, la ragazza super simpatica e un po’ impicciona che seguiva le lezioni con Rose ai tempi dell’università.
Dapprima ne ero stata gelosa. Dopo tanto tempo mi ero riavvicinata a Rose e invece lei mi aveva sostituita! Per di più io non potevo vederla tutte le volte che volevo a causa dei differenti college in cui eravamo.
Con il tempo avevo imparato ad apprezzare l’esuberante e dolce invadenza di Alice, tanto che ora occupava nel mio cuore un posto pari a quello di tutti gli altri.
Ed è stato proprio grazie a lei che Jazz, da semplice amico, è divenuto per me Rose e Emmett, come un fratello.
E finalmente due anni fa sono convolati a nozze!


Nonostante la bella serata e la felice notizia di Alice, che ci ha annunciato l’arrivo nella nostra famiglia di un altro bimbo (già perché noi non siamo più semplicemente amici: siamo una famiglia) …
Nonostante questo … dietro l’immagine nitida di Alice che accarezza dolcemente il ventre ancora piatto, ma  che presto inizierà a crescere … per quanto  io cerchi di focalizzarmi sul volto felice dei miei due amici …
Nonostante io cerchi solo i loro occhi (entrambi) celesti  …
Continuo a non poter cancellare quello sfondo … come se stessi guardando un disegno e ne intravedessi dietro il primo foglio un altro, il successivo o il precedente.
Vedo due occhioni verdi tristi ed infantili.
“Devo fare qualcosa”, continuo a ripetere a me stessa.
Devo cercare di aiutare Adam!







Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Piccolissimo avvertimento: davvero non so quando posterò il prossimo capitolo a causa degli imminenti esami universitari! Cercherò ad ogni modo di farlo in tempi ragionevoli! Per chi segue anche "Scriviamo una canzone ... ", il problema è lo stesso ... il tempo!cercherò di scrivere al più presto i prossimi capitoli di entrambe le storie e di postarli! Non odiatemi per i ritardi ...

Ad ogni modo ecco per voi un piccolo teaser:


Vi ho incuriositi?


Un bacio,
Serena

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


cons_3 Tadan!!!!!!!
Eccomi tornata! Vi sono mancata?
Ok domanda migliore: vi è mancata la storia?
Direi, dal brusco calo delle recensioni che la risposta è no =(
Spero che non sia a causa di una perdita di qualità o originalità della storia! Vi prego fatemelo sapere!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e letto lo scorso cap, oltre a chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate ... un grazie anche a chi mi ha messo tra gli autori preferiti.
Un ringraziamento speciale a artemide88 che mi ha convinto a postare il cap ... fosse per me starei ancora rileggendolo per renderlo perfetto (nei miei limiti e possibilità)!

Passiamo alla storia ... avevo promesso che il terzo capitolo sarebbe stato quello in cui appariva Edward ... poi ho cambiati idea una trentina di volte ed è uscito questo! Spero che non mi lincerete per la mia scelta "diplomatica"!
Per quanto riguarda il teaser che vi ho lasciato ... riguarda la prima parte del cap!
Vorri dirvi di più ma poi vi rovinerei la sorpresa quindi credo sia il caso di passare direttamente alla storia!
Buona lettura!




P.S.: Non saltate alle conclusioni e soprattutto non maleditemi a metà del cap! Vi assicuro che la prima impressione è sbagliata! Capirete poche righe più avanti!












Capitolo 3






Sono finite le vacanze di Natale e siamo tornati a scuola da circa venti giorni.
Io e la preside Leah abbiamo inutilmente ed instancabilmente tentato di rintracciare la madre di Adam, che purtroppo non si è presentata a nessuna delle convocazioni.
L’unico recapito che abbiamo è proprio quello della donna, non sapevamo nulla del padre, almeno finché Sam, il marito di Leah, non ha iniziato ad indagare.
Sam è un investigatore privato, un vero segugio, e ha velocemente scoperto che in realtà i genitori del bambino sono divorziati da un paio d’anni.
È stato più difficile invece scoprire chi fosse l’uomo in questione.
Finalmente stamani Sam ha fornito a sua moglie il numero di cellulare dell’uomo.
Lei lo ha chiamato e poi ha avvertito me di rimanere oltre l’orario di lavoro per poter parlare con lui, che a quanto pare, al contrario dell’ex, si è subito preoccupato dell’urgenza.
Mi spiace dover sottrarre a mia figlia questa tempo prezioso, ma proprio in virtù del forte, inspiegabile e repentino affetto che ha mostrato per Adam, mi sento ancor più in dovere verso di lui.
Charlotte per il momento è con Rosalie.
Sono poggiata alla cattedra quando sento avvicinarsi la voce di Leah.
-Le sono grata per essere accorso immediatamente. Mi rendo conto delle possibili urgenze a cui va incontro come medico e so che solitamente non si procede in questo modo, ma è un caso particolare, e visto che non siamo riusciti in altro modo …
Venga le presento la maestra del bambino, sarà lei a spiegarle.-
Un colpo gentile alla porta mi preannuncia l’entrata di Leah, che dopo il mio permesso si affaccia alla porta ed invita l’altro a fare lo stesso.
Nonostante la mia preoccupazione per il bambino mi impongo di essere cordiale con l’uomo che sta per entrare.
Ma quando lo vedo entrare mi blocco e resto innaturalmente rigida, in piedi, vicino alla cattedra.


-Wow Bellina! Allora sei tu la maestra di Adam? Non avevo pensato all’opportunità!-
-Vedo che vi conoscete! Bene: sarà più semplice … La questione è molto delicata signor McCarty, ma Isabella saprà spiegarle esaurientemente.-, con questo Leah esce dalla stanza lasciandomi sola con il mio amico di sempre, basita più che mai!
-Allora Bella? Che è successo al piccolo Adam?-, non sta scherzando con questa domanda precisa e diretta; dietro il suo sorriso, lo sguardo è duro e preoccupato.
Ma io … non riesco a capire.
-Emmett … che diavolo sta accadendo?-, non riconosco nemmeno il mio tono  di voce: stravolto, un misto tra incredulo e decisamente incazzato! Non ricordo di essermi mai rivolta prima in  questi termini all’omaccione che ho davanti.
Lui mi guarda curioso, e forse anche sorpreso per i miei modi bruschi.
-Bella sono qui per Adam.-, dice serio, così serio da insinuare ancora di più in me la sensazione di trovarmi in un episodio di qualche strano telefilm …
E sono terrorizzata quando gli espongo il mio assurdo dubbio:
-Emmett, ma tu hai una doppia vita?-


Adesso tocca al mio amico essere gelato sul posto .
Poi lentamente i suoi lineamenti mutano in un espressione estremamente ilare.
Due secondi ed è praticamente piegato a metà dalle risa: una delle mani sul banchetto accanto a lui l’altra a sostenere lo stomaco.
Ok: la domanda era assurda, ma un po’ di contegno!
Del resto io DEVO parlare con il padre di Adam, e con la massima urgenza, e la sua reazione invece dimostra che fortunatamente per lui (Rosalie lo avrebbe come minimo castrato!)non è Emmett.
Finalmente l’attacco di risa sembra scemare e Emm alza il volto, quel tanto che basta per guardarmi.
-Adesso ho capito da chi ha ereditato tutta quella fantasia Charlotte!-, e ricomincia a ridere!
-Emmett … Emmett?-, ma da lui ancora nessuna risposta, quindi il mio tono diviene implorante:
-Emmett … -, e poi irritato:- Emmett!-, ed accompagnato da uno scappellotto.
-Ahia!-, replica riacquistando finalmente un contegno.
-Ora è molto meglio.-, commento con quello che l’omone di fronte a me definisce il “tono alla Mary Poppins”; mi appoggio alla cattedra e continuo,- Allora … :
1.    Non dire “Ahia!”. Sei grosso più del triplo di me e con la mia poca forza dici sempre che non potrei schiacciare nemmeno una formica!
2.    Non deridere il mio abbondante carico di fantasia!
3.    Dammi un buon motivo per cui sei qui; e questo ci porta dritti al
4.    Dov’è il padre di Adam?-
Ci pensa un po’ su socchiudendo gli occhi e portando l’indice destro sulla bocca, proprio come fa il suo Richard. Poi sorride e inizia a parlare:
-L’(1)  non è una domanda, quindi non devo rispondere … idem per il (2)! Quindi: (3) sono qui per parlare con la maestra di Adam, perché (4) suo padre ha avuto un’emergenza al lavoro.-
Emmett sorride ancora.
Lentamente, molto lentamente, la mia mano destra si solleva fino a portare il pollice e l’indice sulle mie tempie, che leggermente massaggio, più per mostrare al mio amico la mia irritazione per la situazione, che per una reale emicrania.
Emmett continua ad essere vago e a sorridere!

-Emmett io ti adoro, lo sai. Ma ho un urgentissimo bisogno di parlare con il padre di Adam.
Devo dedurre dalla tua presenza qui che sia un tuo amico …
Quindi ti chiedo (e stavolta mi aspetto una risposta meno vaga!): potresti dirmi dove si trova?-, il mio tono è calmo e misurato, ma ivi si affaccia una punta di nervosismo certamente udibile.
-Bellina,-inizia come se stesse spiegando qualcosa di difficile ai suoi figli,- il padre di Adam è un mio collega, un medico. E in questo momento sta eseguendo un’operazione d’urgenza su un paziente.- dice con una semplicità incredibile, -Ecco perché sono venuto io. Quindi mi piacerebbe capire il motivo della convocazione!-
-Veramente Emm …-
-Ho capito non puoi dirmelo …-, mi interrompe vedendomi in difficoltà, con un leggero sorriso che però subito viene adombrato, -Ma questo significa che è qualcosa di serio.
Spero tu possa risolvere il problema Isabella, mi fido di te!-
Mi avvicino e lo abbraccio.
-Grazie Emmett! Ma ora devi dirmi dove trovare il tuo amico … Ti prego!-, credo di avere le lacrime agli occhi, sia per l’affetto di Emmett, che per la mancanza di affetto che invece Adam avverte nella sua vita.
-Ho bisogno che tu mi fissi un incontro con lui …-
-Ma la madre?-, chiede con un tono duro, quasi astioso, che non gli è proprio.
-Ho cercato di rintracciarla, ma inutilmente. Ti prego … se anche lui non volesse … per il bambino … tu potresti farmelo incontrare per “caso” a casa tua!-, sorride malinconico prima di rispondermi.
-No Bella, non è così: lui è preoccupato … voleva davvero venire, essere qui.
E per quanto concerne l’organizzare un incontro … Posso fare di meglio: ecco.- mi porge una chiave,- Questa è la chiave del suo appartamento!-
-Ma?- inizio ma mi interrompe.
-Non preoccuparti Bella, non gli dispiacerà.-
-Come?-, ancora mi blocca.
-So che non si arrabbierà! E non gliele ho rubate (prima che la tua testolina fantasiosa inizi a viaggiare!), me le ha date lui perché è appena tornato in città dopo aver lavorato per qualche anno a L.A.: lo sto aiutando a modificare il vecchio arredamento … Suppongo tu abbia saputo del divorzio …-, annuisco e continua,-Diciamo che vuole cancellare le tracce di quella donna dalla sua casa. Dice sempre che l’unica cosa giusta che abbia mai fatto da quando ha iniziato ad uscire con lei, ai tempi dell’università, è stato Adam.- sento ancora irritazione nella sua voce, come se stesse parlando di qualcuno che detesta! Ma Emmett non può detestare nessuno! No? È nel suo DNA la gentilezza! Ma anche il suo sguardo è serio e ostile mentre mi passa la chiave.
-Allora? Dove abita il signor Smith?-, chiedo.
-Chi?-, mi guarda confuso.
-Il padre di Adam Smith … il signor Smith.-, dico con ovvietà, giocando con la chiave nella mia mano destra.
-Bella tu non sai chi sono i suoi genitori?-
-No. Leah, la preside … li ha convocati lei.-
-Beh … Smith è il nome della madre di Adam: Jane Smith.
Suo padre è Edward!-
Non so quale sia in questo momento l’espressione sul mio volto, né mi interessa capire cosa sta pensando il mio amico.
Afferro la mia borsa, infilo il cappotto e faccio scivolare nella tasca la chiave.
Senza dire che chiedere altro, esco dall’aula per tornare nella casa in cui non avrei mai pensato di rimettere piede: il luogo in cui è stata concepita mia figlia; il luogo in cui la mia vita è cambiata.
A casa di Edward Cullen!


POV Edward
Sono le tre … fortunatamente l’intervento non è durato troppo ed è andato bene.
Vorrei chiamare Emmett per sapere se posso raggiungerlo a scuola di Adam o se l’incontro è già finito.
Ma prima ho bisogno di una doccia, per questo sto tornando a casa.
Sono preoccupato per questa convocazione … non credo che Jane abbia dato il mio numero alla scuola, quindi devono averlo avuto in un altro modo …
Ma non è questo il motivo per cui sono preoccupato, o almeno non solo.
È da un bel po’ di tempo che Adam è strano … Quelle poche volte che mi è permesso vederlo, è triste, silenzioso, spento e come intimidito dalla mia presenza.
Credo che Jane abbia avuto torto, nel limitare le mie visite: invece che rendere a nostro figlio le cose meno confuse sembra che tutto gli sia solo più difficile.
Forse sente, erroneamente, che io mi sto allontanando.
Ma lei e il suo compagno hanno pensato fosse meglio così.
“-Edward fidati! Demetri è uno psicologo! Sa bene quello che dice!-”
Francamente non mi ispira alcuna fiducia quel tipo.
Forse perché è stato l’amante della mia ex moglie praticamente da sempre?
Forse perché entrambi volevano solo truffarmi sin dall’inizio?
Un riso sarcastico si forma sul mio viso mentre estraggo dalla tasca del mio cappotto le chiavi di casa.
Jane mi ha fatto del male … ma sarebbe capace di farne anche a nostro figlio? Questa è la domanda che spesso mi ha tormentato e che altrettanto spesso ho scacciato via dalla mia mente …
Entro nell’appartamento e noto le luci accese.

-Emmett?Sei già tornato dalla scuola?-, chiedo alzando la voce, del resto sono sorpreso di non aver notato la
sua auto parcheggiata, appena arrivato : probabilmente ero troppo preso dai miei pensieri.
Dopo un paio di minuti di assoluto silenzio da parte del mio amico, mi addentro verso la camera da letto, dalla cui porta socchiusa filtra un’altra luce accesa.
-Perché hai acceso le luci invece di lasciar entrare la luce di quel po’ di sole che ci spetta?-, ancora nessuna risposta.
Sono ormai all’uscio.
-Che ti ha detto la maestra?-
Ma quando entro, invece di trovarmi davanti il metro e novanta del ragazzone che conosco da anni, vedo l’esile corpo di una donna.
È stretta in un completo pantalone e giacca gessati. Mi da le spalle, cosicché non posso vederla in volto.
Deve aver posato il cappotto in soggiorno (siamo pur sempre in gennaio) e a causa del disordine imperante non l’avrò notato.
Intanto il mio sguardo dalle sue spalle, seguendo i capelli castani che le cadono morbidi sulla schiena con leggere onde, scende ad accarezzando la morbida curva dei fianchi.
Inizia a muoversi, a voltarsi.
I miei occhi corrono immediatamente al suo viso.
Non riesco a crederci.


Probabilmente … non so … questo sarebbe il classico momento in cui dovrei chiedermi se sto vivendo un sogno, o un’illusione, e invece …
Invece so che è lei. So che è qui a poco più di un paio di metri da me. Lo sento dall’aria colma di elettricità, dall’attrazione che esercita su di me come fosse una calamita e io il ferro, il sole e io un girasole…
Lo vedo nello sguardo duro che mi rivolge.
-Emmett mi ha dato la chiave.-, dice mostrandomela.
So che dovrei chiederle perché è qui, perché Emm le ha dato la chiave (non che mi dispiaccia) … so che dovrei.
Ma so anche che una volta risolto ciò per cui è qui girerà sui suoi tacchi e scomparirà di nuovo dalla mia vita. E mi lascerà più solo ed abbandonato che mai, proprio come cinque anni fa.
È  per questo che resto zitto e solo una minima parte del mio cervello registra quello che dice, le singole parole e il loro significato.
Sono completamente impegnato a gustare il suono della sua voce; a sentirlo vibrare dentro di me, raggiungere la bocca del mio stomaco, scorrere lungo i nervi per poi implodere e lacerarmi il petto.
Socchiudo gli occhi mentre elaboro tutte queste sensazioni, e me le godo. Dio quanto mi è mancata!
-Non mi chiedi perché sono qui?-, sorrido, un sorriso amaro e colpevole e consapevole che mentre io cerco di rimandare il nuovo momento d’addio, lei spera di anticiparlo.
Sento nel suo tono l’urgenza di scappare via e contemporaneamente ricordo tutto il dolore e la vergogna visibile sul suo volto quella mattina.
-Bene!-, prosegue secca alla mia mancanza di risposta, -Sono qui per Adam! Per parlarti di lui! Sono io la sua maestra!-
Ed eccola di nuovo …
La mia vita è stata di nuovo travolta da Isabella Marie Swan!









Eccoci alla fine del capitolo ... spero che sia stato buono: attendo i vostri responsi!
Finalmente iniziamo a sapere qualcosa di Edward! Ma scopriremo di più andando avanti!
Per chi segue "Scriviamo una canzone ..."sto lavorando al prossimo capitolo!
A presto (ispirazione permettendo).
XoXo

Serena



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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Cons_4
Eccomi tornata!
Lo so come al solito sono in ritardo ... non ci sono scusanti, solo una realtà universitaria in cui mi sto impegnando duramente e un capitolo a dir poco difficile! Molti di voi avranno immaginato in mille modi differenti il cap, io invece l'ho visto in questo unico modo ... seguendo i miei personaggi non poteva andare in maniera differente ... so che questo mio intestardirmi mi porterà su una strada accidentata ed impervia, ma del resto ero ben consapevole dei rischi quando vi ho chiesto se continuare o meno "Ossessione".
Come saprà chi di voi ha seguito anche le mie altre storie sono una fautice dell'happy ending solitamente, ma ritengo ancora più importante il mantenermi coerente con il carattere dei personaggi e rispettare le loro priorità ... io sono la prima a sperare in un finale da favola, ma come spesso accade nelle mie storie saranno gli avvenimenti incidenti a determinare la fine ... io costruisco la storia mattone su mattone, nel modo più realistico possibile,  proprio da questo nasce spesso la mia difficoltà nell'affrontare determinate parti ...
Tutto questo per spiegarvi le numerose difficoltà che a volte incontro!

Tralasciando per un attimo questo discorso ringrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo, che hanno messo la storia tra le preferite, le suguite e le ricordate, chi mi segue come autore preferito e tutti coloro che leggono questa ff! Vi ringrazio davvero tanto, di cuore!

Piccolo avviso: nello scorso capitolo avevo fatto un errore madornale ... avevo detto che il compagno di Jane era Aro, che in realtà era stato già utilizzato da me nella prima parte della storia (avevo deciso per una volta di non fargli fare il cattivo ù_ù), quindi adesso è stato degnamente sostituito da Demetri! =)Scusatemi ancora per la svista!



Passando al capitolo ... come avrete capito dalla mia lunga nota non è un capitolo particolarmente attivo, come credo si aspettasse qualcuno. La difficoltà maggiore era proprio questa: mantenere i personaggi in equilibrio senza sbilanciarli! Spero di esserci riuscita. Ad ogni modo questo capitolo non ha implicazioni negative, tutt'altro ... a mio parere presenta la sola vera opportunità di approccio reale ... non che mi sia mai trovata in questa situazione!
Ok, smetto di ciarlare perché non credo di essere capace di spiegarmi bene ... è meglio lasciarvi alla lettura! =)
















Capitolo 4




Non so propriamente quale sia il mio stato d’animo mentre attraverso mezza città per tornare a casa di Edward.
Forse sono shockata, forse sono arrabbiata, forse delusa, forse arrabbiata … forse sono tutte queste cose insieme. Sì, molto semplicemente credo di provare tutte queste emozioni insieme, e anche altre … Alcune in realtà non voglio nemmeno tentare di comprenderle …
Perché mi ferirebbero … perché non avrebbe senso.

Tutto ciò si agita dentro di me … mi svuota, mi lascia stremata.
Le braccia sono pesanti, i muscoli di queste rigidi, e i gomiti doloranti; i polsi sono intorbiditi, e le dita frenetiche,  mentre stringono sul volante.
Il collo fermo, come bloccato; mentre i miei occhi guardano la strada.

Le gambe invece si muovono sicure per permettermi di guidare.
Il mio intero corpo sembra proteso alla corsa. Eppure sento come se in realtà volessi andare in direzione opposta, fuggire di nuovo.
Questo è qualcosa che mi rilassa in un certo senso, pensare al dualismo delle mie azioni …
Il mio corpo, anzi meglio, il mio istinto cerca la fuga da lui, dalla situazione, da tutto … La mia mente invece sa che dovrà continuare lungo questa strada.
Il mio istinto materno mi impone di proteggere quel bambino … Ma la mia razionalità mi urla che sto per dare il via a qualcosa di incredibilmente spiacevole e complicato: assurdo.
Mi sento allo stesso tempo fluttuante nell’irrazionalità dei miei  … sentimenti, e ancora perfettamente ancorata alla realtà di questo istante.
Ho sentito, o forse letto, di persone in coma che, nonostante l’incapacità di interagire con il mondo, sono perfettamente coscienti delle proprie sensazioni, non solo emotive, ma persino sensoriali, come udito, olfatto, tatto.
Io mi sento perfettamente all’opposto: rinchiusa in questa bolla di emozioni contrastanti e confuse, sento il mio corpo e una parte del mio cervello impegnati, concentrati, nell’atto di guidare.
Mentre io … quella parte di me così differente da mente e corpo, così primitiva in un certo senso,  è in una confusa dimensione emotiva.
Decisa muovo i piedi sui pedali; la mano dal cambio allo sterzo, e viceversa; mi fermo allo stop; rallento all’incrocio; mi fermo di nuovo, per il semaforo; e poi riparto. Con un’attenzione e una sicurezza persino superiori alle mie abitudini.
Parcheggio un po’ distante dal portone di Edward e scendo come una furia.
Sbatto la portiera e attraverso il portone con passo deciso, quasi correndo: prima affronterò il problema, prima potrò andare via.
Infilo la chiave nella topa, la giro ed entro.
Proprio in quel momento, mentre entro e chiudo la porta dietro di me, sento tutta la mia furia, tutta la mia confusione, tutta la mia agitazione, tutto ciò che avevo cacciato nell’angolo più recondito di me stessa, irrompere per poi  fluire via.
Mi sento come svuotata e sollevata.
Vengo assalita dai ricordi di una insulsa manciata di minuti. Ricordi che mi graffiano e colpiscono e … cullano; perché sono ricordi, sono realtà sì, ma passate, sono nostalgici e sono preziosi.
E sono così stralunata, attonita e sorpresa di ritrovarmi in quell’appartamento da non notare il leggero odore di pittura fresca, ricercando tutti gli oggetti ed i particolari che avevo notato la prima volta che ero stata lì.
Mi muovo lentamente, osservando ogni minimo particolare: sono rimaste davvero poche cose uguali in quella casa, o almeno nelle stanze che ho conosciuto.
Sono nella camera da letto: la stanza è completamente mutata, solo il mobile basso è uguale, per il resto … persino lo stile è differente, dal moderno è divenuto classico.
So di essermi attardata su ogni particolare e aver quindi lasciato passare un bel po’ di tempo … ma di certo non mi aspettavo già di sentire la chiave girare nella serratura.
Questo mi pietrifica: non sono ancora pronta!
Non so né cosa né come dirlo!
È tutto così paradossale, così irreale.
Quante possibilità avevo di incontrare, per ben due volte in cinque anni, l’unica persona che non avrei più voluto vedere?
Beh a quanto pare, se si parla di me le  probabilità sono del 100%!
In effetti però in questo caso sono stata io a cercarlo … Ma diamine! Con tante scuole e tante classi, Adam doveva proprio essere nella mia?
Ma proprio pensando al bambino i miei pensieri si addolciscono. Ora capisco l’affetto incondizionato e l’incredibile somiglianza con la mia Charly! Sono fratellastri!
Questo pensiero però mi riporta all’uomo che è appena rientrato  a casa e crede di trovarci Emmett.
Infatti lo sta chiamando, ma si zittisce entrando nella propria camera.
Chissà se mi ha riconosciuta di spalle … probabilmente no, a giudicare dall’espressione che assume quando mi volto.
È sorpreso … a dir poco.
Io invece sento di nuovo l’antica rabbia montare, ma devo calmarmi …
Lui è solo un vecchio amico, e casualmente anche il padre di un mio alunno, che ora ha bisogno di me … ma non posso scordare che è anche il padre di mia figlia, non quando quegli occhi mi guardano con l’identica espressione stupefatta e curiosa della mia bambina.
-Emmett mi ha dato la chiave.-, rompo il silenzio, più per distrarmi dal vortice impazzito dei miei pensieri, che per reale voglia di spiegargli.
Lui resta in silenzio e mi scruta attento, poi socchiude per un attimo gli occhi, quindi libera dal suo sguardo smeraldino, mi affretto a continuare:
-Non mi chiedi perché sono qui?-, ma contrariamente a quanto voglio, il tono che viene fuori è pregno di impazienza.
E lui sorride, come se si aspettasse tutto ciò nella mia voce, come se l’avesse calcolato.
E questo mi irrita … semplicemente perché è qualcosa che ha il sapore di complicità … poco importa il significato di ciò che diciamo o, nel suo caso, non diciamo … dà a tutta la situazione un alone di intimità …
E proprio per questo non posso sopportarla.
-Bene!Sono qui per Adam! Per parlarti di lui! Sono io la sua maestra!-, affermo (nella voce risentimento … per tutto)  sperando di riuscire a camuffare così il mio disperato tentativo di portare il discorso su un piano più professionale.
Gli occhi sbarrati e lo sguardo sorpreso di Edward mi inchiodano; probabilmente sarebbe stato meglio spiegarmi con maggiore calma!



Dopo la mia “rivelazione” Edward finalmente parla.
-È meglio andare di là. –, dice dopo essersi guardato intorno.
Il tono di voce che tradisce il recente shock non è però meno morbido, né meno caldo di come lo ricordavo.
E nonostante mi odi per questo, non posso fare a meno di sussultare accorgendomi che automaticamente la mia mente ha richiamato le sue parole di cinque anni fa … Dall’incontro fortuito, al dolce risveglio in una giornata che poi si era rivelata orribile!
Apre del tutto la porta della stanza e mi lascia uscire.
Quando gli passo davanti mi accompagna sfiorandomi con la mano la schiena, come volesse posarla, ma probabilmente sentendo il mio irrigidimento cambia idea. Arriviamo in salotto.
-Ti va un caffè?-, mi chiede.
-Si, grazie!-rispondo sempre con “cortese professionalità”.
-Ok! Accomodati , vado a prepararlo …-
-No, vengo con te.-, lo interrompo, ho paura a rimanere in luoghi in cui i ricordi possano invadermi.

Entriamo nella cucina e in silenzio lui inizia a preparare il caffè, io intanto mi siedo al tavolo poco distante, dando le spalle alla porta, osservandolo.
Non sembra imbarazzato dalla situazione: i suoi movimenti sono veloci e sicuri.
Nemmeno i miei occhi fissi su lui sembrano infastidirlo, posso solo intravedere, a tratti, una leggera ruga di preoccupazione sulla fronte.  E questo mi imbarazza, perché di nuovo siamo in una situazione troppo quotidiana! O forse è troppa la preoccupazione per suo figlio. Sono troppo … coinvolta da tutto: non riesco ad analizzare la situazione, e quindi non so come gestirla … probabilmente è questo che mi spaventa!
Edward posa il caffè sul tavolo e si siede di fronte a me.
Mentre prendo il primo sorso della bibita scura lui prova a conversare:
-Che ne pensi delle modifiche apportate alla casa?-
Ecco perché io preferisco il silenzio!
Seriamente: cosa c’è di male a starsene in silenzio cercando (io) di riordinare le idee per riuscire a spiegare bene la situazione, e (lui) di prepararsi a comprendere ciò che ho da dire?
Una semplice frase, una domanda banale … quasi quanto il “Pensi pioverà?”, è bastata da sola a rovinare tutto …
Perché sono sicura che adesso, così come lo sto facendo io, anche lui starà ricordando la mia ultima “visita”.
Non siamo più due vecchi compagni di classe, né genitore e maestra … ora siamo due ex amanti!
Scaccio con violenza questo pensiero e mi complimento con lui.
Seguono altri lunghi minuti in cui entrambi stiamo zitti.
Vorrei potermene andare, scappare e rifugiarmi dal mio piccolo angelo dagli occhi verdi.
Gli stessi occhi di Edward, suo padre, e gli stessi di Adam.
Devo pensare solo a lui ora! Sto per iniziare a parlare quando, come leggendomi nella mente, lui mi anticipa:
-Che è successo ad Adam?-


Non è semplice per me ripetergli ciò che ho saputo tramite Charlotte, ma DEVO farlo!
Naturalmente non accenno nulla sul fatto che la bambina che ha fatto da tramite tra me e i pensieri di suo figlio … beh è MIA figlia! ( E tecnicamente anche sua …)
Dovrei farlo …
Un problema alla volta, Bella! Mi dico.
Non è un problema, è una realtà …
Che, rivelata, potrebbe sconvolgermi la vita … e non in meglio!
Adam.
Adam.
Adam.
Devo focalizzarmi solo su Adam!
Questi i pensieri che affollano la mia mente dopo avergli spiegato tutto.
Scruto il suo viso: lo sguardo è basso e la mascella serrata, la pelle delle mani sembra pronta a lacerarsi per la forza con cui stringe i pugni.
Lentamente distende le dita della mano destra e le porta sul viso, a coprirsi gli occhi.
-Non posso crederci … è tutta colpa mia … tutta mia. Come ho potuto permetterglielo … -.
Queste parole sono pronunciate a volume così basso da essere poco più che sussurri.
Se non fossi stata completamente concentrata su di lui, per spiare la sua reazione, non le avrei colte, o perlomeno non le avrei comprese tutte chiaramente.
Quando solleva gli occhi trova i miei estremamente curiosi, e forse un po’ preoccupati per la sua espressione di angoscia.
-Scusami.-, dice cercando di accennare un piccolo sorriso rassicurante, ma la sua mascella è ancora serrata e i suoi occhi ancora preoccupati.
Poggia i gomiti sul tavolo.
Restiamo così, in silenzio, per un bel po’.
Posso vedere il tormento passare sul suo volto, come ad ondate, alternato dalla frustrazione.
Mi schiarisco la voce attirando su di me la sua attenzione:
-Potremmo parlare con Adam?!-, la mia è a metà tra una domanda e una proposta.
Lui mi guarda, poi si alza e prende il telefono, compone il numero e poi preme un tasto, probabilmente il vivavoce, poiché ora riesco a sentire gli squilli dell’apparecchio.
Si siede e portando l’indice alla bocca mi fa segno di tacere.
-Pronto … -, una voce cupa, molto poco rassicurante.
-Demetri?-, risponde Edward.
-Sì! Con chi sto parlando?-
-Sono Edward …-
-Ah!-, il tono è secco, poi diviene fortemente ironico, -Che piacere!-
-È un piacere anche per me!-, replica calmo Edward, ma ancora una volta le sue mani, strette a pugno, mostrano i suoi sentimenti.
-Senti … che vuoi?-, la voce ora è strafottente.
-Vorrei parlare con la tua compagna.-
-Credevo ti fossi messo l’animo in pace!- ancora pesante ironia da parte di questo Demetri.
Un pesante sospiro di Edward e una risatina smorzata dall’altra parte del ricevitore.
-Volevo dire a Jane-, inizia Edward,- Che sto per passare a prendere Adam … ho finito prima al lavoro!-
-Non è possibile!-
-Perché?-
-Non che io ti debba spiegazioni, ma non puoi passare a prendere il bambino … sta facendo i compiti, e sono davvero tanti!-
Non è vero!
I bambini non hanno mai molti compiti a casa!
Probabilmente il mio volto tradisce i miei pensieri perché nuovamente Edward mi fa segno di tacere.
-D’accordo … non comprometterei mai il suo rendimento scolastico. Arrivederci!-, dice un momento prima che gli venga chiuso il telefono in faccia.
Sospira e rimette il telefono a posto.
-Ti spiace se passo domani a scuola? Potremmo parlare con Adam in tutta calma.-
Il suo tono è stanco e rassegnato.
-Va benissimo, in realtà stavo per proportelo io! Comunque  quell’uomo ha mentito … cioè … i compiti a casa …-
-Lo so Bella, credimi, lo so!-, mi interrompe demoralizzato, ma non è il suo tono ad attirare la mia attenzione: è il mio nome … e non per qualche assurdo risvolto romantico, da favola … ma perché è suonato così semplice, così normale, così naturale … così spontaneo … in questa risposta è ritornato, per un solo momento, il ragazzino un po’ imbarazzato dal troppo successo che riscuoteva tra i coetanei .
E questo avrebbe dovuto portarmi ad allontanarmi immediatamente da lui.
Invece mi avvicino e sfioro il suo braccio in un gesto che vuole essere di conforto.
Poi ci salutiamo.
Ognuno torna alla propria vita … lui a rimodernare l’appartamento, credo, ed io … al mio dolce angioletto!








Spero che non siate in troppi ad odiarmi dopo questo capitolo ... davvero non era il momento per il romanticismo, nè la passione, nè la rabbia! Per prima cosa Bella deve pensare ad Adam, non c'è nulla di più importante, per me!
A presto, un bacio,

Serena

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Cons_5

Ehm Ehm  

Lo so ... lo so ... sono in ritardo ... Ma vi prego perdonatemi ... sono stata la protagonista di un colossale blocco!

Fino a ieri avevo su carta solo un'accozzaglia di parole malriuscita! Addirittura la storia rischiava di finire in 30 righe! qualcosa di orribilante e inutile! 

Mi sono messa al lavoro e il risultato rispetto a quella prima stesura è 1000 volte migliore, ma ahimè non ancora di mio gradimento! Il merito dell'aggiornamento va tutto alla mia beta artemide88, la quale mi ha praticamente ricattato per far mettere on line il cap, non perché non volessi postare, ma perché il cap mi faceva a dir poco ribrezzo!

Ringrazio tutto coloro che seguono, preferiscono e mettono tra le ricordate la storia, nonché chi ha messo me tra gli autori preferiti e chi ha recensito lo scorso cap!

Vi lascio a questo cap, che è moooooooolto lento e anche un po' corto! ( Io l'ho detto che è pessimo!)





Capitolo 5


 

 

Finalmente posso rilassarmi.

Sono nella mia auto, sotto casa di Rose.

Credo di essere ancora turbata.

Mi sento come se avessi trattenuto il fiato sin dalla scoperta della parentela tra Adam ed Edward; o come durante il mio primo giro sulle montagne russe, con lo stomaco in subbuglio … Una morsa salda e stretta allo stomaco.

Finalmente ora, con calma, posso tornare a respirare, mentre sto per raggiungere la mia bambina.

Ed è proprio Charlotte ad accogliermi sulla porta, poco dietro di lei Emmett la tiene d’occhio.

-Ciao tesoro!- Vieni a salutare la mamma!-

Dopo queste parole la bambina praticamente si lancia tra le mie braccia, pronte.

La prendo ed entro.

Lo sguardo di Emm, che ha seguito come incantato la scena, si intristisce quando mi avvicino.

-Allora? Come è andata?-

-Emmett … -, vorrei dirgli che non posso parlarne, che non so ancora quale sarà il risultato, che ho bisogno di staccare per un attimo almeno, ma evidentemente il mio sguardo tradisce tutto giacché lui dice:

-D’accordo: lascia perdere.-

Gli schiocco un bel bacio sulla guancia in risposta e lui sorride soddisfatto, mentre riprende Charlotte.

-Piccola lascia la mamma: la zia Rose sembra voglia cuocerla per bene.-

-E pecché?-chiede mia figlia, aggiungendo ingenuamente:- Mamma non è una pappa! La pappa si cuoce!-

Oddio questa bimba è un miracolo!

-Lo so, ma la zia Rose è mooooooolto arrabbiata e potrebbe iniziare a cacciare il fuoco dalla bocca.-, scherzò il mio amico.

-Come il dlago?-

-Si, proprio come il drago ! E cosa si fa con il fuoco? Si cuociono le cose!-, mia figlia ride mentre Emmett la fa sedere sul divano tra lui e Richard.

Da tutto questo discorso ho capito soltanto che Rosalie è arrabbiata con me … peccato non sappia perché!

 

Sento la voce della mia migliore amica provenire dalla camera dei suoi bambini, ed infatti è proprio lì che la trovo; mentre sistema i sottili capelli biondo cenere di Elisabeth in due morbide treccine.

Le osservo sorridendo, sono molto tenere: Rose è nata per essere madre!

Appena l’acconciatura è terminata Lizzie corre via per mostrare il nuovo look al suo adorato padre.

Proprio questo pensiero mi intristisce, i volti della mia Charly e di Edward si sovrappongono nella mia mente.

Sono ancora sulla soglia della stanza e a scacciare via la malinconia legata a quelle immagini ci pensa il saluto della bellissima bambina bionda che sta uscendo in tutta fretta.

Solo in quel momento Rosalie si accorge della mia presenza.

-Ciao.-, il suo saluto è asciutto.

-Emm mi ha detto che ho scatenato le tue ire, anche se non capisco come!-, cerco di scherzare, il mio tono è leggero, ma lo sguardo serio che mi viene puntato dritto negli occhi preannuncia certamente un problema!

 

 

-Credo che noi dovremo parlare … -, esordisce.

-Rose, sai che siamo amiche vero? Non puoi piantarmi!-

-No, hai ragione; però posso pretendere delle spiegazioni … Spiegazioni che non ho mai voluto avere prima.-

-Rose …-, inizio.

So perfettamente che si riferisce al padre di mia figlia , e la cosa mi preoccupa … perché proprio ora? Proprio oggi?

-Bella … io e te siamo amiche da sempre.-, annuisco, -La mia non era una domanda.-, dice con voce ferma ma comunque dolce, -E tu sai che mi fido di te, ti rispetto, ti voglio bene … Ora puoi annuire,- ,sorrido e per un momento lo fa anche lei, -Entrambe sappiamo che non puoi chiudermi il telefono in faccia come con tua madre, ma sappiamo anche che tu non mi racconterai nulla, l’ho sempre saputo.-, annuisco ancora una volta, -Appunto! Ho quindi pensato che se io ti esponessi la mia teoria e questa risultasse giusta … beh dovresti solo confermare o ridere divertita per il mucchio di sciocchezze che sto dicendo … Che ne pensi?-

-Ok, Rosalie: proviamo.-

Abbassa lo sguardo sulla sue dita che giocano con la fede all’anulare sinistro, come fa sempre per riordinare le idee prima di parlare.

 

 

-Bella ricordi quando ti dissi che ero incinta?-,per l’ennesima volta  annuisco, quel giorno ha cambiato completamente la mia vita,-Credo fu l’ultima volta che parlammo della tua “ossessione” .- fa una pausa, come per scegliere una per una le parole che userà,- Io  non ricordo tutto quello che ci dicemmo, sai com’è l’euforia di dividere con te quella stupenda notizia … ad ogni modo sono certa di una cosa: tu eri strana, troppo pensieroso, a tratti malinconica.

Poi circa un mese dopo sei partita per Forks …

Ho riflettuto a lungo e per quanto cerchi di ricordare … beh sono certa che tu non mi abbia mai parlato di qualcuno con cui stavi uscendo .

So che tu non sei una ragazza facile, non saresti mai stata con un ragazzo appena conosciuto e se invece tu avessi programmato di uscirci lo avrei saputo!

Ho formulato mille ipotesi differenti, ho persino pensato fossi ricorsa all’inseminazione artificiale, ma c’ero quelle poche volte in cui Charlotte ha chiesto di suo padre, e ho letto sul tuo volto quella miriade di sentimenti differenti.

Avevo completamente rinunciato a cercare di comprendere la realtà …-, ora sono davvero certa che abbia capito, ma ancora resto in silenzio, non mi giustifico, non abbasso lo sguardo, - Poi oggi Emmett torna a casa e mi dice che all’incontro a cui era andato a posto del suo migliore amico ha scoperto che tu sei l’insegnante di Adam.

Mi ha raccontato tutto il vostro incontro, finendo col dire che tu eri andata da Edward. Mi sono augurata che per una volta nella vita le sue indicazioni stradali fossero giuste e precise, quando lui, improvvisamente perplesso, mi ha detto che non gli avevi chiesto nemmeno l’indirizzo di Edward.  Ha poi aggiunto però che sembravi molto preoccupata ( a tratti sconvolta) e che non avevi nemmeno voluto parlare della faccenda con lui. E tutti sappiamo che quando tu non parli di un problema … beh ti ossessiona fino a farti fondere il piccolo cervellino che hai!-, sorride ilare poi torna seria.

-Ho immaginato che nella fretta della preoccupazione ti fossi dimenticata di chiedere l’indirizzo e che quindi mi avresti chiamato a breve per averlo.

Quando però una decina di minuti fa ho iniziato a preoccuparmi per non aver ancora avuto una tua telefonata, ho chiamato Edward per chiedergli di venirti incontro, immaginando che stessi girando intorno alla scuola impazzita e ansiosa! Con il pensiero di essere di nuovo stata tropo sbadata!

Immagina la mia sorpresa nel sapere che tu, che hai il senso dell’orientamento più scarso di quello di Emm, e questo è tutto un dire, eri non solo arrivata da lui, ma eri anche già uscita da quella casa che in teoria non avresti potuto raggiungere, non essendoci mai stata prima!-, ora la certezza della sua consapevolezza è piena, ad attendermi, con la rivelazione, arriverà solo il biasimo,-Improvvisamente mi è sovvenuto che poco dopo la tua partenza per Forks anche Edward è andato via, trasferendosi a L.A., “Che coincidenza” mi sono detta, del resto chi avrebbe pensato diversamente! Accidentalmente poi il mio sguardo si è posato su Charlotte! Sentendosi osservata lei si è voltata e mi ha sorriso.  Quei capelli, ma soprattutto quegli occhi: gli occhi che nemmeno Adam ha ereditato, ma sono solo di Edward …

È lui, vero? È il padre di Charlotte?-abbasso lo sguardo e questo per lei è una conferma, nel mentre rilascio un respiro che non mi ero accorta di trattenere.

-Bella?-, guardo la mia amica di sottecchi, sperando di non trovare uno sguardo troppo duro. Ma sorprendendomi i suoi occhi sono solo gentili e curiosi.

-Perché non me ne hai parlato?-, chiede dolce.

-Non volevo si sapesse … -, rispondo incerta, quasi confusa dalla sua domanda, solo  per un attimo vedo un leggero rimprovero nei suoi occhi mentre dice:- Lui non lo sa, ho ragione?-Non c’è bisogno di chiedere a cosa si riferisca: parla della mia bambina … annuisco lentamente.

Sospira e quando riporto i miei occhi nei suoi è solo … triste.

-Sul serio Bella … avresti dovuto dirmelo …-

-Rose non potevo!-, la mia voce è debole, il tono lamentoso, a dispetto delle mie intenzioni.

-Ma perché? Sono tua amica … Siamo t… VOSTRI amici, eppure …-

-Come avrei potuto Rose!? Era troppa la … vergogna e soprattutto la rabbia!-, un lampo di confusione sul suo volto,-Pensa … immagina … se foste stati tu ed Emmett al posto di Jane ed Edward? In quella situazione tu che cosa avresti provato?-

Lei immediatamente mi risponde che non sarebbe mai potuto accadere, e io so che è così; perché Emm non farebbe mai nulla per ferirla.

-Lo so … Ma sforzati, per favore. In quella stessa identica situazione?-

Ci pensa un po’ su e poi mentre io cammino per la stanza, frenetica, mi da una risposta assurda:

-Bella … io credo che non mi interesserebbe … anzi forse nella stessa situazione … Beh, forse sarei felice! Sì, non potrebbe che farmi piacere!-, mi dice sorridente.

No, deve esserci qualcosa che non va … forse è di nuovo incinta!

-Rose … io sono stata la sua a… am… amante!-, mi sforzo di pronunciare quella parola che tanto mi fa ancora soffrire.

Ma la mia amica scoppia a ridere.

Sono totalmente confusa.

Quando finalmente Rosalie smette di ridere mi chiede cosa io sappia davvero  sul matrimonio di Edward.

-Era sposato con Jane e ora sono divorziati!-, Rose mi scruta attentamente …

-Nient’altro?- nego, ma per un attimo, non capisco nemmeno bene il perché, mi viene in mente l’espressione di Edward mentre parla al telefono con quel tale, Demetri, e il tono canzonatorio di quello … ma scaccio via il tutto.

Con un’espressione interdetta la mia migliore amica mi fa una domanda inaspettata:

-Avete mai parlato di quello che è successo?-

La sua richiesta mi lascia sorpresa e perplessa.

-Bella  … è inutile aspettarmi una risposta affermativa, no? Anche perché altrimenti tu avessi saputo … Così come non dovevi sapere di Edward e Jane allora …-, non aspetta nessun cenno da parte mia, ma continua,- Non ti chiederò come hai scoperto di loro … Non ora, per lo meno!-, i suoi occhi diventano maliziosi,-Poi mi racconterai tutti i particolari-, sbuffo e lei ridacchi, l’atmosfera alleggerita; poi torna seria, - Ma vorrei che tu mi rispondessi sinceramente: -Gli hai chiesto spiegazioni o, come tuo solito, sei scappata?- non c’è biasimo nella sua voce, ma questo non fa altro che aumentare il mio imbarazzo.

Scuoto leggermente la testa, è inutile spiegarle come mi sono sentita quella mattina … mi conosce … la sua non era una vera domanda, ma una conferma, sa che Edward non ha potuto dire più di un paio di frasi.

Solo un attimo dopo Rosalie mi da la spiegazione a tutto, il suo comportamento e le sue risposte assurde:

-Bella … Allora Edward era già separato!-

 

 

Ecco sganciata la bomba! Questo tassello è solo il primo che ci mostrerà il passato di Edward ... Che ne pensate?

Ci voleva una bella chiacchierata con Rosalie! Io sono riuscita a uscire dal caos che avevo creato col capitolo solo dopo essere stata abilmente sgidata dalla mia migliore amica! 

P.S.: Visto che sono in ritardo non vi farò gli auguri di Pasqua ... spero solo che sia stata una giornata piacevole, se è così allora vi auguro che tutte le giornate siano simili! :*

Un bacio,

Serena

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


cons_6 Eccomi qui, finalmente!
Vi sono mancata? Ok ... cambio domanda: vi sono mancati i problemi relazionali di Edward e Bella? Ok, ok ... questa è la domanda giusta: Vi sono mancati Adam e Charlotte?Sì?
Il capitolo è stato duro da scrivere, non per mancanza di ispirazione ... ma per insubordinazione! Come saprà chi di voi ha letto qualche altra mia ff, io... come dire ... tendo ad essere maltrattata dai miei protagonisti ... nel senso che loro pretendono che la storia fili nel verso che vogliono loro!
Anche stavolta quindi è stato Edduccio a decidere ... lo so sono una debole ma ho una cotta per lui!

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, tra le ricordate e le seguite; oltre che, naturalmnte chi mi ha messo tra gli autori preferiti, e chi ha recensito lo scorso cap!
Spero che la piega che si accinge a prendere la storia vi piaccia ... e vi prego in caso contrario di farmi presente se qualcosa dovesse risultare poco lineare, o precipitoso!

Vi lascio alla lettura!







Capitolo 6

Sono passate più di quindici ore, e continuo a pensare interrottamente alla stessa frase: la frase che ha detto Rose … è qualcosa di così … strano.
Io non avrei mai potuto immaginare …
Mi rendo conto che non mi ha annunciato la terza guerra mondiale; eppure è proprio così che mi sento: come se dovesse cascarmi in testa, da un momento all’altro una bomba; sono totalmente impaurita!
Sembra strano, forse dovrei essere sollevata, tranquillizzata … o indifferente.
Invece ho paura: sono terrorizzata, e curiosa. E proprio questa mia curiosità è uno dei fattori che contribuisce a destabilizzarmi e a far aumentare il mio terrore.
Sono in classe, sola. I miei bimbi non sono ancora arrivati.
Ho avvertito Leah: quando arriverà Edward sarà lei stessa a sostituirmi in classe.
Del mio incontro con lui le ho solo detto il minimo indispensabile, quando l’ho chiamata ieri sera: lo conosco da tanto tempo, è molto preoccupato per il bambino e non ha un buon rapporto con l’ex moglie.
Ecco perché quando ci siamo incrociate stamani era molto incuriosita dal mio atteggiamento.
-Isabella, calmati. Anche a me preme risolvere la situazione, ma sembra che tu debba sciogliere il più grande nodo della tua vita.- .
Le ho sorriso, incerta, cercando di essere convincentemente rassicurante.
Ma pur inconsapevolmente Leah ha centrato il punto …
Io non c’entro nulla, tutto ciò non ha nulla a che fare con me …
E invece è come se venissi travolta … di nuovo … come sempre accade quando si tratta di Edward … E stavolta non posso permetterlo!
“L’ultima volta ti ha regalato la tua bambina …” insite qualcosa dentro di me … Come un martello pneumatico quella vocetta cerca di rompere le mura che dopo quella notte ho costruito intorno alla mia mente per evitare di essere abbattuta dalle mille emozioni dei ricordi.
Obbligo i miei pensieri su un’altra rotta: Adam, con il suo dolce visino che, come ormai tutti i giorni, spunterà a momenti dalla porta; il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, con la tristezza in quegli occhi verdi e sempre troppo espressivi, come lo sono quelli di Charlotte e del loro padre. Occhi capaci di esprimere curiosità, affetto, disappunto, allegria, malizia, passione, desiderio …
-Buongiorno maestra.-
Ad interrompere provvidenzialmente il filo dei miei pensieri e proprio il bimbo che mi sta cambiando la vita, scombussolandola, ma non posso fare a meno di dimenticare tutto quando lo vedo, timido ed impacciato mettere lo zainetto dietro la sedia e scostarla poi a fatica per sedersi. Prende un foglio e una matita e inizia a disegnare … solo un momento dopo afferra la gomma e cancella … disegna ancora e ricancella, continua così per un altro paio di minuti, poi un piccolo e silenzioso sbuffetto scappa alle sue labbra a cuore.
Ridacchio sottovoce per non offenderlo, che carino!
-Adam, vuoi un po’ d’aiuto? Che stai disegnando?-
-Sto cercando di disegnare il  mio papà, maestra.-
-Vuoi che ti aiuti? Che ne dici se tu me ne parli e io provo a disegnarlo?-, annuisce scompostamente, con tanto entusiasmo da far saltare su e giù i suoi capelli, passandomi intanto un foglio.
Inizia a descrivere Edward con un precisione impressionante, tale che chiunque potrebbe immaginare il suo volto reale, nonostante i termini semplici del bambino.
Quando smette di parlare gli chiedo del loro rapporto: se gli vuole bene, se gli piacerebbe passare con lui più tempo.
Ovviamente entrambe le risposte sono positive.



Sono quasi le dieci quando sento qualcuno bussare alla porta.
-Avanti-, rispondo interrompendo la lezione.
Alla porta si affaccia Leah che mi chiede di uscire un attimo; annuisco.
-Bambini restate un attimo in silenzio.-
Esco fuori e come immaginavo con la preside c’è Edward.
-Isabella è appena arrivato il padre di Adam,- esordisce Leah.
-Vedo.-, rispondo semplicemente, magari fossi in grado di ignorare la sua presenza … non ci sono mai riuscita e non credo potrò farlo mai.
-Bella.-, Edward mi sorride,- Stavo spiegando alla preside che ho tardato perché stamane dovevo passare a controllare le condizioni di alcuni pazienti.-, gli sorrido, ben conscia del suo, sempre presente, senso di responsabilità.
Sento gli occhi della mia diretta superiore addosso, e quindi sposto lo sguardo su di lei, che decide di entrare in aula per darci la possibilità di parlare.
-Tutto ok?-, chiedo ad Edward non appena siamo soli nel corridoio.
Lui sorride a disagio.
-Normalmente direi di sì … ma credo di potermi permettere di essere sincero, almeno con te: sono preoccupato!-
-È naturale Edward, ma ti vedo meno sconvolto. Ieri sembrava stessi per avere un infarto in piena regola, o più probabilmente un attacco isterico … Oggi sembri più … te stesso.-
Sorride ancora, mentre passa la mano tra i capelli, in imbarazzo:
-Beh … mi devo scusare per ieri … non deve  essere stato un bello spettacolo … Oggi la preoccupazione rimane e la rabbia cresce (non avrei mai immaginato che Jane potesse ferire intenzionalmente persino Adam!), ma ho un mio “piano d’attacco”!
Ho deciso di richiedere io l’affidamento … mi sono informato e ci sono precedenti in tal senso.
Devo solo trovare il modo di mettere il bambino a suo agio … Essendo il problema la solitudine di Adam ci vorrebbe l’aiuto di qualcuno di cui si fida per potergli rendere il cambiamento meno traumatico, se non piacevole.
Il mio avvocato pensa che questo dovrebbe favorire la mia causa … io invece credo che basteranno un bel po’ di soldi.-, conclude amareggiato.
Intanto vedo altri insegnanti gettarci qualche occhiata curiosa, chiedo quindi ad Edward di spostarci nella piccola biblioteca che si trova dall’altra parte del corridoio. Come previsto, o meglio come appositamente disposto da Leah, non c’è nessuno.
-E quindi, dicevi, a chi avevi pensato?-, gli chiedo mentre lui si appoggia ad uno dei banchetti disposti al centro della stanza.
-Beh … francamente a mia madre, quella adottiva naturalmente-, rettifica subito, come se con me ce ne fosse bisogno, come se io fossi un’estranea ( e questo anche se non voglio ammetterlo, inaspettatamente mi ferisce),-Fortunatamente Jane non ha mai negato ad Adam la presenza costante di entrambe le coppie di nonni, anche se i suoi genitori non ne hanno mai voluto approfittare …-, nel suo tono noto ben più di una punta di disappunto, irritazione e disprezzo, sentimenti a lui così poco congeniali, eppure io non conosco davvero l’uomo che Edward è ora … conosco il ragazzino, ma oggi è così semplice per me associarli, rifonderli insieme, così come invece è stato semplice far finta che fossero due individui distinti e separati negli ultimi anni … Ma anche se l’Edward della mia adolescenza era differente da quello da cui sono scappata QUELLA mattina ... la purezza di mia figlia mi ha sempre ricondotto al primo tra i due, come se solo la vita avesse insozzato la  genuina allegria e la dolcezza che lo caratterizzava …
Mi riprendo dalle mie considerazioni frenetiche sulla sua persona quando sospira, per poi continuare a spiegarmi con tono neutro:- Purtroppo però il fatto stesso che lei faccia parte della mia famiglia, la rende poco obiettiva agli occhi del giudice, nonostante Adam l’adori e viceversa.-
-E se fossi io?-, lo vedo guardarmi confuso. –Beh io sono la sua maestra lui mi conosce, si fida di me … Che ne pensi?-, propongo.
-Wow! Sarebbe perfetto. Come ho fatto a non pensarci ? Devi solo darmi un recapito al quale poterti contattare, per permettere al giudice di controllare la veridicità della mia proposta!-, dice in uno slancio entusiastico.
Inizio a dettargli il numero, mentre lui lo salva sul cellulare, ma mi blocca prima che pronunci le ultime tre cifre:
-Ma questo è il tuo vecchio numero!-
Arrossisco e spero che il trucco lo mascheri.
-Sì, è sempre questo!-
-Ma era disattivato  …-, ha ragione dopo il primo giorno in cui lui aveva chiamato ininterrottamente l’avevo fatto disattivare.
-L’ho riattivato qualche mese dopo … Quando potevo essere certa che avessi smesso di cercarmi.-.
Annuisce a volto chino, poi lo vedo sgranare gli occhi e puntarli su di me …
Io distolgo lo sguardo dopo qualche attimo di disagio; prima che lui possa chiedermi, l’avverto che sto per andare a chiamare Adam, lui annuisce soltanto.

Guardare Edward ed Adam insieme è uno spettacolo: entrambi imbarazzati ed entrambi emozionati …
Adam ha paura di essere respinto mentre Edward ha bisogno di abbracciarlo.
E vederli pian piano abituarsi di nuovo l’uno alla presenza dell’altro è affascinante; commuovente come Adam si confidi con semplicità al padre dopo solo un’ora trascorsa insieme, qui sotto i miei occhi.
Un’ora dopo nessuno potrebbe mai pensare che questi due siano stati lontani … ma forse è questa la vera particolarità del loro legame, che ora vedo così intenso, seppur reso sottile dalla mancanza di abitudine, di routine.
Quando Adam torna in aula io resto ancora qualche minuto sola con Edward.
Lui è radioso, il suo volto esprime un entusiasmo smisurato, pieno, completo … e forse è per questo che non ne parla, non lo banalizza con parole superflue … fa solo una cosa per mostrarmi il suo stato d’animo, ma probabilmente anche questa sua manifestazione è involontaria: sorride … un sorriso così puro, da imbarazzarmi, come se io stessi invadendo la sua privacy, osservandolo.
Abbasso lo sguardo su una pila di fogli, improvvisamente divenuta interessante, ma è proprio Edward a farmi partecipe dalla sua gioia:
-Bella grazie.-, mi dice, e sono sicura che se non fosse accaduto tra noi quello che c’è stato, se fossimo ancora degli adolescenti … lui mi starebbe abbracciando, la prova sono le sue braccia che si muovono impacciate … come se avesse avuto lo slancio, l’impulso a comportarsi come un ragazzino, ma fosse stato alla fine fermato dalla razionalità.
Chissà come avrei reagito se non si fosse fermato.
Forse l’avrei preferito … e non per qualche romantico desiderio di tornare tra le sue braccia, certamente un pensiero del genere non mi ha minimamente accarezzato in questo istante … semplicemente mi manca l’Edward del liceo, e la Bella di allora, quella che gli sapeva tener testa nonostante la sempre presente attrazione, quella che si divertiva a flirtare con lui (anche se allora lo chiamavo “stuzzicarlo”).
Ricevere da lui quell’abbraccio avrebbe significato avere ancora tra noi quella spontaneità priva di imbarazzo  … quello che noi, come tutti, abbiamo perso crescendo.
L’unica cosa che riesco a fare per evitare di fissarlo è chiedere: -Sei felice?-, una banalità, gli si legge negli occhi quanto lo sia, infatti annuisce:-Decisamente! Io  amo quel bambino, del resto come  potrei fare altrimenti? È mio figlio!-
Quando pronuncia quella frase … il mondo mi crolla addosso e vedo davanti ai miei occhi solo il volto della mia bambina.
So che dovrei parlare con l’uomo che ho di fronte, che dovrei dirgli :”Sai Edward ho una figlia … e indovina: sei tu il padre” …
Ok forse … probabilmente, anzi sicuramente dovrei trovare delle parole migliori, ma dovrei dirglielo …
Invece codarda come sempre mi trovo a sorridere falsamente e commentare con:
-È un bambino davvero dolcissimo!-, prima di salutarlo ed entrare in aula.









Che mi dite allora? Spero sia andato bene! Vi confesso che mi piace molto descrivere i bambini ... e quindi adoro le parti in cui posso parlare di Adam o Charlotte!
Ripeto in caso ci dovesse essere qualche appunto fatelo, potrebbe aiutarmi a gestire la storia che di per sè non semplice! Anche se si dovesse trattare di un errore di battitura (potrebbero sfuggire)!
Spero a presto (nonostante il prossimo inizio della sessione estiva d'esame!).
Un bacio,

Serena.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Conseguenze_7 Ehm ... Ciao ... buttate giù quei coltelli ... esatto: posso vedervi ... da bravi ...
Sono in ritardo ... Ve ne eravate accorti? Ok scherzo ... rimettete giù i coltelli ...
Allora iniziamo con lo spiegare il perché dell'enorme ritardo:
1) è perieodo d'esami! Questo implica che ho dovuto studiare per sostenere il primo dell sessione e dovrò studiare per gli altri ...
2) il capitolo è stato una bella gatta da pelare! e questo ci porta dritti dritti al punto 3 ...
3)questo capitolo doveva essere mooooooooooooolto più lungo ... doveva contenere altri due avvenimenti importanti ... forse più importanti a livello di trama rispetto a ciò che accade nel cap di seguito, ma francamente non solo il capitolo sarebbe stata chilometrico (ne ho scritto solo la metà e sono già arrivata a 18 pag in calibri 11) ma sarebbe stata anche emotivamente molto pesante, mentre io preferisco dare il giusto rilievo emotivo a questa parte ...


Ecco quindi dal punto 3 potete ben capire che questo capitolo sarà particolare ... ripeto: forse dal punto di vista della trama potrebbe non essere percepito come fondamentale, ma lo è sicuramente per la crescita emotiva di Bella ... per non parlare di tutto ciò che accadrà dopo (e intendo molto molto dopo), diciamo che le basi gettate adesso potrebbero poi aiutare Isabella a tenere tutto insieme!

Vi lascio alla lettura, non senza aver ringraziato tutti coloro che hanno messo me tra gli autori preferiti, la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite, e chi ha recensito ... oltre che la pazientissima artemide88 che mi sostiene e sopporta le mie pazzie nonostante i suoi numerosi impegni!
A dopo!


                                         
Capitolo 7




Mi sarei aspettata che le settimane che seguirono l’incontro tra Edward e Adam fossero più movimentate …
 Invece fu tutto stranamente calmo.
Naturalmente avevo ricevuto un paio di telefonate dal giudice che avrebbe dovuto presiedere al processo per l’affidamento, e una sua collaboratrice era venuta a controllare il mio “rapporto” con il bambino.
Del resto mi aspettavo una simile procedura: come avrei potuto garantire una sua acclimatazione positiva se non si fosse fidato di me?
E a quanto pare la mia idea di presentare la ragazza incaricata in classe, come una mia amica che avrebbe assistito alle lezioni, per poi avvicinarla ad Adam … beh sembra sia piaciuta parecchio!
“Denota una precisa volontà di voler mettere il  bambino a suo agio.”, questo è quello che lei ha detto.
Francamente io l’ho fatto solo per non metterlo troppo sotto pressione: dovrà già affrontare una situazione difficile!

Probabilmente Edward ha già portato la sua ex moglie in tribunale per un primo confronto poiché Adam mi ha raccontato che passa le domeniche anche con suo padre, e lui stesso viene a prenderlo a scuola almeno un paio di volte a settimana.
Ecco perché l’ho visto spesso, ma non ci siamo scambiati più di un saluto veloce.


È  sabato pomeriggio e mi dirigo da Rose … la mia Charly deve recuperare la collana che gli ha regalato Richard a Natale, purtroppo l’ha lasciata lì stamane.
Appena arriviamo ad aprire la porta è proprio Richard (sempre strettamente controllato da Emm),  la cosa strana è che non mostra nessun entusiasmo quando ci vede … anzi sbuffa mentre il padre ridacchia.
Charlotte con la manina ben stretta nella mia si volta e mi guarda confusa e triste.
Appena sorpasso la soglia, chiudendomi la porta alle spalle, incontro lo sguardo di un’Alice ormai enormemente incinta.
Mia figlia le corre incontro e riesce a stento ad ascoltare le mie raccomandazioni a far piano, prima di essere intercettata da Jazz che l’afferra e la coccola.
Mi avvicino alla futura mamma:
-Come mai qui?-
-Beh mio marito è ansioso … e Emmett è sempre pronto a sobbarcarsi i nostri problemi. Jazz è più tranquillo quando siamo qui … Dice sempre “A che serve un amico medico se non ne usufruiamo?”-
Ridacchiamo entrambe mentre anche Jazz ci raggiunge con Charly.
-E voi? Come mai qui, Principessa?-, naturalmente si riferisce alla piccola Swan, ed ecco svelato perché lei lo adora … ha una specie di cotta per lui! Suppongo sia l’equivalente di quelle che le altre bambine hanno per il proprio padre.
-Devo prendere la mia collana …-
-E come mai tutta questa fretta?-
-Non lo sai? Dgio Jasper domani viene Nonna Reneè e mi porta allo zoo!-
Intanto Richard è venuto a sedersi qui a terra: tra le gambe mie e quelle di Alice.
Mia figlia lo osserva e poi chiede allo “dgio Japper” perché Richard è arrabbiato con lei.
-Tesoro non è colpa tua! Richard è arrabbiato perché Elisabeth ha monopolizzato l’attenzione del suo nuovo amico.-
-E come si fa mopolizza?-
-“Monopolizzare” significa che qualcuno attira tutte le attenzioni solo per sé.-
-Uffa! Allora non si fa!-, scende dalle ginocchia del mio amico, offre la mano a Richard, che lui subito accetta, e a passo di carica scompare con lui dietro la soglia della camera di Elisabeth.
Incuriosita li seguo e mi trovo di fronte al piccolo e dolce Adam, che appena mi vede viene a salutarmi per poi tornare felice dai suoi amici.
Rose, che era con i bambini, quando mi vede si alza e mi viene incontro, e praticamente mi trascina nella sua camera da letto, non prima di aver chiesto a Jasper ed Alice di badare ai bambini.
Emmett invece esce per un paio di commissioni.
-Rosalie anch’io sono felice di vederti, amica mia.-, esordisco ironica.
-Beh, lo sarei davvero se tu la smettessi di fare sciocchezze e comportarti da irresponsabile!-
-Cosa-, provo ma mi interrompe.
-No, eh! Non provarci nemmeno a fare la finta tonta! Per quanto tempo hai intenzione di continuare così? Mentendo?-, è la prima volta che riparliamo della questione “padre di Charlotte”,-Oggi Edward è venuto e ci ha spiegato tutto … che a quanto pare Jane è più vipera di quello che tutti credevamo ( e beh è davvero assurdo che sia riuscita ancora a sorprenderci)… che infondo deve ritenersi fortunato ad aver trovato te, perché nessun altro si sarebbe preso la briga di rintracciarlo ed aiutarlo!-, sbraita.
-Non capisco perché ti stai arrabbiando così …-
-Bella … tu hai i tuoi difetti, come tutti, ma mai avrei pensato che fossi un’ipocrita!-
Ecco dove voleva andare a parare!
Dopo questo sfogo sembra calmarsi, infatti dopo qualche minuto di silenzio aggiunge:
-Mi  dispiace … ma la situazione … lo sai non mi piace mentire, né ai miei amici, né a  mio marito … Ma non voglio nemmeno mettere lui nella condizione di scegliere tra mantenere il tuo segreto o essere fedele al suo migliore amico … Io … Oddio la pressione  mi sta uccidendo.-, solo lei?, -Non dovevo prendermela con te … non deve essere facile …-, sospiro pesantemente mentre la mia migliore amica mi chiude in un affettuoso abbraccio … quello in cui mi rinchiudevo quando un compito in classe mi metteva ansia o quando mi sentivo sola … e che più tardi era stato il mio più grande aiuto, dandomi la forza, trasmettendomi il suo appoggio, per ricostruire la mia vita, per ben due volte.
Mi stacco e quel contatto impresso a fuoco sulla mia pelle e nelle mie ossa è come se mi avesse investito di nuova serenità.
-Rose … hai ragione … è difficile, non sai quanto lo sia stato vederlo felice ed emozionato con Adam o sentirlo parlare di quanto ami essere suo padre …-
Mi sorride affettuosa ed usciamo dalla sua camera.
-Almeno sai che è un buon padre … e quando sarai pronta  … anzi quando sarà arrivato il momento giusto, dopo tutta questa brutta storia, glielo dirai! E beh … diciamo che sarai più sicura di tutte le madri nel momento in cui devono comunicare ad un uomo che avrà un figlio: sai che adora essere padre.-, mi sorride e poi riprende,- Non so come io non abbia collegato prima il tutto … voglio dire: tua figlia è la sua fotocopia!-.
Rose si blocca improvvisamente, il volto a dir poco pietrificato mentre davanti a me, accanto ad Emmett c’è una bellissima donna dai capelli color caramello e gli occhi azzurri.
-Salve.- la sua voce è calma, soave ed elegante,ma allo stesso tempo fresca e spontanea. Sulle labbra un sorriso cortese, che contagia anche gli occhi, così chiari da sembrare trasparenti.
-Nonna! Nonna!-
A venire incontro alla donna è Adam, lei si abbassa e lo abbraccia:
-Allora tesoro, che ne dici di andare al lunapark con me e il nonno?-
Intanto Emmett si avvicina a noi e :-Visto amore chi c’è? L’ho incontrata in strada e parlando le ho detto che Adam era qui, così ha deciso di salire per portarlo al parco giochi.-
Io intanto osservo la misteriosa donna parlare con il mio alunno, che è a dir poco entusiasta:
-Sì, sì … ma aspetta …-, lascia la frase in sospeso e torna dai suoi amichetti, per poi uscire dalla stanza un minuto dopo con Charlotte per mano,- Io voglio venire, ma deve venire anche Charlotte!-
La donna si abbassa all’altezza dei bambini e tende la mano a mia figlia:
-Tu sei Charlotte?-, lei annuisce, -Ma che bel nome! Io sono la nonna di Adam … dimmi tu sei la sua fidanzatina?-
-Ma no, nonna!-, Adam sbuffa e “sua nonna” ridacchia,-Non vedi: lei è la mia sorellina! Siamo uguali, guarda!-, dice indicando prima mia figlia, poi se stesso.
A quelle parole io e Rosalie restiamo di sasso, semplicemente immobili.
-Ma Adam che dici!?- parlo con un po’ troppo impeto per passare inosservata e, per la prima volta da quando Adam ci ha raggiunto, la donna solleva lo sguardo al di sopra del metro e dieci, finalmente conscia della presenza nella stanza di altri adulti, compresi Alice e Jasper che ci hanno appena raggiunti con Richard ed Elisabeth.
-Ma maestra … perché Richard può avere una sorella? La voglio anche io!- la donna torna a guardare Adam, che intanto indica il suo amichetto e poi mi guarda incuriosita.
-Maestra?-, chiede.
Arrossisco come una bimba colta in fallo e mi presento:
-Mi scusi … Sono Isabella Swan … la maestra di Adam.-, lei mi scruta come cercando di ricordare qualcosa, poi guarda Emmett .
-Scusate … avrei dovuto far bene le presentazioni: Esme lei è Bella … la Bella che ha fatto il liceo con noi …-, in un lampo i suoi occhi sono di nuovo su di me a scrutarmi, io invece mi volto verso Emm cercando di capirci qualcosa,- E Bella? Lei è Esme Cullen,-Cullen?- La madre adottiva di Edward.-
A quelle parole … vorrei poter  semplicemente sparire o svenire non so bene perché ma la donna che ho di fronte mi spaventa … non è propriamente paura … diciamo soggezione … Per di più sono quasi certa che abbia sentito una parte del discorso tra me  e Rose, me lo dicono i suoi occhi attenti che guardano me e soprattutto mia figlia.
-Charlotte è sua figlia?- chiede, la sua domanda mi riscuote dai miei pensieri … perché e come dovrebbe sapere di Charlotte? Se anche avesse notato la somiglianza, beh non credo che Edward le sia andato a raccontare di noi …
-Sì, e mi dia del tu la prego-, rispondo riacquistando fiducia in me.
-D’accordo Isabella, ma dammi del tu anche tu: non sono così vecchia! E comunque, nonostante non ti somigli molto, Charlotte è una bimba davvero bella.-, i bambini intanto sono tornati tutti a giocare, con Emmett.
Alice e Jasper invece sono rimasti a chiacchierare con noi e ne sono davvero molto felice, perché sento lo sguardo di Esme insistere su di me e questo fa riemergere quella sensazione di disagio avuta appena scoperto chi fosse. Senza farmi notare ho osservato il suo volto: il sorriso dolce che aveva appena l’ho vista è stato sostituito da un’espressione pensosa, ma sempre cortese.
-Mamma, mamma!-, la mia bambina richiama la mia attenzione.
-Che c’è tesoro?-
-Mamma Richard e Lizzie dicono che io e Adam non possiamo essere fratelli … Uffa! Non è giusto!
Hanno detto che dobbiamo avere la stessa mamma e lo stesso papà! Io ho pensato che Adam deve scegliere te come mamma perché io non ne voglio una nuova e poi lui ti vuole già bene …  Poi io non ce l’ho un papà quindi posso usare quello di Adam! Lui ha detto che il suo papà ha gli occhi uguali uguali ai miei-
-È  vero  piccola sei davvero  ugualissima al papà di Adam!-, si intromette Esme.
-Visto mamma? Secondo te così possiamo diventare fratello e sorella?-
È Rose ad intervenire e salvarmi da quella situazione a dir poco paradossale!
-Su bambini, andate di là a giocare! Dai Charlotte potrai chiedere a tua madre tutto ciò che vorrai dopo!-, interrompe così il broncio di protesta di mia figlia, -Su andate dallo zio Emmett!-
-Va  bene …-, si arrende lei e si allontana con “suo fratello”.
Ritorniamo alla nostra adorabile chiacchierata e lo sguardo di Esme non si sposta mai da me.
Pochi minuti ed il telefono squilla. Rose si allontana per rispondere e prima di tornare da noi fa un salto da Emmett.
-Scusate era mio padre: mi ha chiamato per dirmi che domani verranno a pranzo qui da noi … e dovevo chiedere a mio marito di passare alla pasticceria qui vicino per ordinare la mousse che tanto piace a mia madre …-, sorride e torna a sedersi con noi.
“È il momento!” mi dico. Posso sfuggire a quello sguardo il tempo necessario per riacquistare lucidità.
-Rose vado io ad ordinare la mousse, ok?-, mi offro.
-Davvero? Ok.-
Ecco una delle cose più belle di essere amiche per anni! Rose sa quanto io odi quella pasticceria, ma sa anche che se mi sono offerta c’è un motivo! Niente domande, niente convenevoli, qualche sguardo preoccupato e un paio alla “spero che tu non mi stia nascondendo nulla di grosso come il padre di tua figlia!”, avverto mia figlia che tornerò subito e sono alla porta …
-Isabella vengo con te.-
È davvero la voce di Esme? No! Noo! Noooo!

Quindici minuti dopo siamo già uscite dalla pasticceria e abbiamo esaurito gli argomenti di cortesia.
-Quindi eravate tutti compagni al liceo … Beh deve essere stata una bella coincidenza trovare tra i tuoi allievi Adam … -, inizia.
Ohi ohi … credo che siamo arrivati al momento imbarazzante!
-Beh sì …Quando ho convocato suo padre e mi sono vista arrivare Emmett … non l’ho presa bene, diciamo.-,  cerco di ritardare lo scontro …
Ma poi quale scontro? Perché sono certa che affronteremo una conversazione difficile?
Eppure mentre attraversiamo il parco sotto casa di Rose e Esme si ferma davanti alla panchina chiedendo “Ti va se ci sediamo un attimo a chiacchierare?”, sto già sudando freddo. Eppure mi siedo!
Siamo in silenzio da un paio di minuti quando Esme prende un profondo respiro e inizia a parlare:
-Per prima cosa Isabella … Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per Adam ed Edward … so che tu credi sia qualcosa che avrebbe fatto chiunque … ma ti assicuro che non è così! Basta pensare a sua madre … davvero come si può ferire in questo modo un bambino così dolce? Credo che certe persone non sappiano proprio cosa sia l’istinto materno!-
-Io … ho riflettuto molto sulla faccenda … del resto non credo di aver tutte le informazioni per poter giudicare Jane … Ma lei non era così! Non so cosa sia accaduto ma Jane era una ragazza semplice, forse tendeva un po’ ad isolarsi e soffriva troppo la pressione dei suoi genitori … ma non era … non so … Rose e Emmett quando la nominano sembra stiano sputando fuori il nome del diavolo in persona! Ma io non me la sento di … condannarla … -
A queste mie parole Esme mi osserva confusa.
-Tu non sai cosa sia accaduto tra Edward e Jane …-, gli occhi chiari e trasparenti di Esme sono due lastre di ghiaccio mentre pronuncia il nome di sua nuora.
-Io .. no! Assolutamente! Ho scoperto un paio di mesi fa chi fossero i genitori di Adam e che erano divorziati … credevo Edward e Jane fossero una coppia felice … io non potevo sapere che invece erano separati già quattro anni fa!-, mi lascio sfuggire …
-Bella io pensavo che “dopo” … Rosalie o Emmett ti avessero spiegato tutto  o che per lo meno lo avesse fatto adesso Edward, so che vi siete incontrati un paio di volte  e io credevo …-, il suo discorso mi sembra strano e la mia confusione deve trasparire perché lei sorride triste e mi spiega:
-Io so cosa c’è stato tra te e mio figlio. So come hai saputo del suo matrimonio (non tutti particolari, non preoccuparti) e ora capisco perché sei sparita: tu non hai saputo nulla fin’ora … Ma lui ti ha cercata, Isabella, finché non si è arreso all’evidenza che tu non lo volessi più vedere.-.
Questa donna è una persona dolcissima mi guarda come se io stessi portando un peso enorme sulle spalle, come se nei miei occhi confusi leggesse tutta la vergogna e il dolore che mi investirono quella mattina.
-Capisco perché tu non abbia detto a  Edward di Charlotte … -, il mio viso deve esprimere tutto il mio sconcerto e tutto il mio terrore,-Non è difficile capire che è sua figlia! Soprattutto per chi, come me, conosce tutta la storia … E ti assicuro che non mi intrometterò perché capisco la tua scelta, così come so che questo non sarebbe un buon momento per dirgli la verità … Ma ti assicuro che quando glielo dirai  … beh lui potrà esserne solo felice.-
Non so perché ma non riesco a sostenere il suo sguardo … è tutto così difficile e sono confusa.
-Solo una cosa Isabella: so che è strano che io sappia, sono solo la sua madre adottiva … A questo punto credo ci sia tanto, troppo, che tu non conosca, ma credo di non poterti rivelare nulla … deve essere Edward a parlartene e sono sicura che lo farà … forse non ora, ma sicuramente lo farà!-
Poggia la sua mano sulla mia e la stringe e, per la prima volta da più di quattro anni, riesco a piangere davvero.






Allora? Delusi dall'apparizione di Esme? Spero proprio di no ... Bella aveva bisogno di questo incontro per affrontare tutto quello che verrà!
Ah non ho specificato prima ma vi avverto: non ci capisco proprio nulla di leggi, processi etc ... per di più americani ... Ho visto qualche telefilm ma niente di più, inoltre il sistema legale americano è molto differente da quello italiano e per quanto io abbia cercato di documentarmi ... potrei inserire qualcosa di poco appropriato alla situazione e mi scuso!
Spero di riuscire a scrivere il prossimo cap velocemente, ci proverò ... esami permettendo!
A presto,
Serena.

P.S.: stavo per postare ... ma stasera c'è il cambio di server, mi spiace ma dovrete aspettare un altro po'! :*
P.P.S.: Sono passate 20 ore e a quanto pare non sono l'unica a cui alle17.23 del 17 giugno 2011 EFP ancora non funziona! Mi spiace!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Cons_8
Eccomi finalmente tornata! Lo so, lo so ... ormai il mio è un ritardo cronico ... ma devo dire che in effetti stavolta stavo per mettere fine alla mia esperienza da "scrittrice", ma a quanto pare nonn sono capace di evitare la scrittura ... rischio di impazzire sanza scrivere qualcosa!
Passiamo a noi: ringrazio tutti coloro che leggono, commentano, hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite la storia e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! Grazie di cuore a tutti voi!
Un rigraziamento speciale ad
artemide88
che di solito mi supporta in ogni momento della mia creazione, ma stavolta si è subita -povera!- anche il mio sclero esistenziale! Quindi davvero la ringrazio ... senza di lei quasi certamente avrei lasciato perdere questa mia passione ...

Per quanto riguarda il capitolo vi avverto: la volta scorsa abbiamo avuto un incontro, che alla fine si è dimostrato positivo, tra Bella ed Esme ... stavolta ci sarà un'altro incontro, ma ... lascio a voi giudicare se positivo o negativo; il capitolo potrebbe risultare piuttosto confuso, l'effetto è voluto e dipende dallaa protagonista di questo cap!
Vi auguro buona lettura!










Capitolo 8


Questa mattina mi sento più leggera.
Ieri prima di andare a dormire, e dopo aver messo a letto Charlotte, ho chiamato Rosalie e le ho raccontato perché, al ritorno dalla pasticceria, i miei occhi erano gonfi.
Rosalie si è commossa di fronte alla dolcezza della donna :
-So che Esme è una buona madre, la migliore di certo per Edward … gli è sempre stata così vicino … anche quando lui non voleva … Ma mi sconvolge ripetutamente la sua dolcezza e il suo smisurato buon cuore.-
Rosalie ha conclusi dicendosi d’accordo con Esme: c’è davvero bisogno che io ed Edward parliamo, e non solo per dirgli di Charlotte.
-Io nemmeno conosco tutti i particolari … ma so per certo che a te mancano troppi tasselli per poter comprendere la situazione a pieno … Ma avrete tempo per chiarirvi.-
Avevo percepito dal suono della sua voce che stava sorridendo teneramente.

Ma tutte quelle allusioni mi avevano portato per la prima volta ad interrogarmi seriamente su quella che era stata la vita di Edward da quando avevo smesso di far parte della sua quotidianità … da quando avevo smesso di cogliere ogni sfumatura del suo umore nei suoi occhi …
Forse c’era qualcosa che non sapevo, forse quel qualcosa mi avrebbe portato a capire meglio le sue scelte e i suoi perché … o forse volevo solo trovare degli alibi alle incrinature sorte sull’immagine fiabesca che avevo costruito di lui anni addietro.
E l’assenza di mia figlia, in quel momento  con mia madre, mi permetteva di perdermi in quei pensieri quasi adolescenziali.
Stamane ero quindi quasi scivolata in una pigra riflessione ad occhi aperti e solo ora mi ero davvero “svegliata”.
Ho appena finito di vestirmi per il consueto aperitivo domenicale dai miei amici … E sono certa di arrivare in ritardo.
Ecco perché accolgo come una benedizione il suono del campanello: sicuramente sarà James, venuto a prendermi assicurandosi che non faccia tardi anche oggi che non c’è Charly con me.
Ma quando con ancora un piede scalzo guardo dallo spioncino vedo uno chignon biondo e una graziosa nuca, chiunque sia dall’altro lato di questa porta è una donna e si sta guardando intorno e , non so perché, ma ho l’impressione che il campanello sia in realtà stato una maledizione.


Sono a dir poco allibita …
E da ormai dieci minuti sto cercando di dare un senso  alla presenza dell’ospite seduto sul mio divano.
Già perché quando ho aperto la porta non immaginavo di certo di trovarmi Jane Smith di fronte.
-Salve Isabella-
Ero palesemente stupita.
-A-Accomodati Jane!-
E siamo in silenzio da allora!
Ma direi che è il momento di chiedere spiegazioni:
-A cosa devo la tua visita, Jane?-
-Intendi la mia piacevole visita?-, il suo tono è fortemente ironico, quasi tagliente.
-Già.-, rispondo laconica,- E come hai avuto il mio indirizzo?-
-Era negli atti d’ufficio … Forse non lo sai ma quando si accetta di essere garante per una delle due parti in un processo civile, i tuoi dati sono accessibili anche all’altra parte.-
-Giusto, non ci avevo pensato …-, mi lascio sfuggire, poi mi ricompongo,-Non mi hai ancora detto il perché della tua piacevole sorpresa.-, il mio sorriso è falso e tirato, quasi derisorio.
So che questa donna è stata una delle mie amiche più care in un particolare periodo della mia vita, ma adesso non posso che vedere di fronte a me l’ex moglie di Edward e la madre egoista di Adam.
-Bella … Bella … Bella … -, Jane adesso è in piedi e il rumore dei suoi tacchi risuona sul mio parquet mentre lei si muove in circolo e si guarda in torno, come per intimidirmi … conosco il suo modo di fare, usava certi giochetti anche da ragazza per allontanare quelli che non le andavano a genio; ecco perché io non mi muovo, resto immobile sotto l’arco della porta che conduce nella mia cucina e quando lei porta gli occhi nei miei non mi trova per nulla intimidita.
Le sorrido e le offro qualcosa da bere.
-Beh devo dire che mi aspettavo un’altra reazione, ma forse sono stata sciocca a sperare di trovare la verginella spaurita e timida di quattordici anni fa!-Sospira in atteggiamento falsamente nostalgico,- Come eri brava a fare la santarellina allora! Ma, prima che tu possa provare a incantarmi di nuovo con quella maschera di brava ragazza, ti avverto: non abbocco più cara.-
Ok questo è un film di fantascienza … come si fa a sputar fuori il disco dal lettore dvd?

Sono rimasta a dir poco gelata dalle parole di Jane: ma a cosa si riferisce?
Pochi  attimi di silenzio, poi riprende con quelle che sono le sue assurde teorie:
-Sai una cosa? Io e te non siamo molto differenti! Del resto ognuna di noi voleva qualcosa da Edward … solo che io ho tutto il biasimo … Invece tu ti atteggi a salvatrice della situazione quando sei colei che l’ha davvero distrutto!-
È in casa mia da qualche minuto e già mia ha stufata!
-Jane non ho la più pallida idea di ciò di cui tu stia parlando … sei pregata di smetterla di parlare per enigmi, dirmi chiaramente il motivo che ti ha portato qui ed andartene!-
Sono scortese, ma non riesco a comprendere i suoi discorsi astiosi e la cosa mi irrita.
-Io parlerei per enigmi? E dimmi Bella quando sei sparita per inseguire la tua passione letteraria e ci hai abbandonati a noi stessi? Sia me che Edward? Quando ti sei portata a letto il suo migliore amico confidandogli tutto quello che pensavi di noi, poveri idioti? Allora Bella? Cos’hai da dire?-
La sua rabbia è così potente da spaventarmi.
-Io non so cosa tu stia dicendo, davvero …-, biascico confusa.
-Vuoi dire che non sei andata a letto con Jacob?-
Jacob era uno dei migliori amici di Edward ai tempi del college e … ebbene sì , era con lui che avevo perso la verginità.
Ero stanca, confusa, eravamo ubriachi … lui era stufo della relazione sterile in cui era incastrato a causa delle leggi della sua tribù con Emily, la vedova di suo cugino Sam; lei aveva sei anni più di lui e si odiavano profondamente … inoltre lui aveva una cotta, assolutamente non ricambiata, per Jane, fidanzata con un tale di nome … Demetri! (Forse quello stesso Demetri?)
Ad ogni modo una sera c’eravamo incontrati per caso e avevamo iniziato a bere in preda allo sconforto per i nostri sentimenti non ricambiati … naturalmente io mi riferivo segretamente ad Edward (chi altro!), ma non potevo dirlo ad uno dei suoi più grandi amici …
Il mattino dopo ci eravamo svegliati nudi nello stesso letto … quella era stata la mia prima volta, nulla di romantico né indimenticabile come in quelle commedie romantiche o telefilm adolescenziali, di cui mi imbottivo all’epoca.
Prima di uscire dalla stanza che mi aveva visto bruciare una delle più importanti esperienze dopo una sbronza, Jacob mi aveva supplicato di non raccontare nulla ad Edward e io ero stata d’accordissimo, pur senza capire il motivo della sua richiesta!
Ora non capisco perché Jane cacci fuori quella vecchia storia!
-Prima cosa: io non ho abbandonato nessuno … ti ho cercata a casa per spiegarti ciò che mi era accaduto e raccontarti della mia decisione, ma i tuoi mi hanno detto che non volevi né vedermi né sentirmi …-
Lei sembra sorpresa prima e delusa poi.
-Sai che non avresti dovuto credergli Bella! E comunque perché invece io adesso dovrei credere a te?-
-Perché dovrei mentirti?-, le chiedo seriamente alterata.
-Perché so quello che pensavi di me! Jacob me lo ha raccontato, anzi lo disse all’intera facoltà! Tutti hanno saputo che secondo te ero “una patetica sociopatica” e che passavi del tempo con me perché ti facevo pena!-, urla.
-Ti posso assicurare che non ho mai detto una cosa del genere!
Nonostante io non ricordi nulla di quella notte, perché ero ubriaca, so di non aver mai detto nulla del genere, perché non l’ho mai pensato!-
Jane ride, di una risata scettica e cattiva.
-Ubriaca? È così che si dice di una p … non farmi usare certi termini , ti prego! –
-Jane ti assicuro che ero ubriaca!-, le dico con calma,- Perché Jacob cosa ha raccontato?-
Jane mi scruta e per un momento rivedo la ragazza spaventata e sola a cui volevo bene.
-Jacob ha raccontato che tu l’hai sedotto … che l’hai provocato in ogni modo, fino a farlo ubriacare …-
Le sue parole mi lasciano completamente interdetta: non posso crederci! Perché mai Jacob …?
Forse … forse aveva paura che al suo villaggio scoprissero che aveva tradito la sua futura moglie Emily … ma …
Prendo un paio di respiri per calmarmi! Non posso fare più niente per questo … sono passati anni … e non so nemmeno in quale parte del mondo sia Jacob, altrimenti sarei già su un aereo per andare a prenderlo a calci …
Ma ormai è tardi …
-E voi ci avete creduto?-, chiedo triste.
-Beh io … ero arrabbiata per quello che aveva raccontato … la storia della pietà … gli altri, beh sì … quasi tutti … del resto tu eri scappata via e lui invece era lì a raccontarlo … Edward non ci credeva, ma alla fine questo non importava più …-
-Jane io non capisco … Che significa che non importava più?-
I suoi occhi diventano glaciali.
-Bella non sono qui per rimembrare i vecchi tempi: lascia perdere mio figlio! Non intrometterti … altrimenti ti distruggerò, lo giuro! Sono abbastanza ricca per poter pagare il migliore avvocato della città, distruggere la tua vita e restare sorridente a guardare! E sai perché?Sai a chi devo la mia fortuna? -, il suo volto e la sua voce sono inquietanti in questo momento, sembra completamente  un’altra persona rispetto a pochi attimi fa.
-Il tuo adorato Edward con la sindrome d’abbandono … era innamorato perso di te … e quando te ne sei andata e dopo tutte le voci che circolavano … era talmente sconvolto e depresso che sono riuscita a farmi sposare! Ihihihihih!-, la sua risata è sgraziata e sguaiata, -Ci credi? È tutta colpa tua! O dovrei dire merito! Già perché in questo modo ho fatto finalmente felici i miei genitori! Ho sposato un riccastro e l’ho persino convinto a dare a nostro figlio il mio cognome! Ti rendi conto? È un debole! Ah e devo ringraziare te anche per essere riuscita ad ottenere il divorzio! Non voleva divorziare lui! Per il bene del bambino … Poi però dopo averti portata a letto ha deciso di non voler essere più legato! Eri il suo sogno romantico! -, conclude falsamente dispiaciuta.
Si avvicina alla porta e i suoi lineamenti si induriscono prima di concludere: -Stai fuori da questa faccenda Bella! O ti distruggerò!-, si volta e esce dal mio appartamento.
 
Questa visita mi ha lasciata a dir poco interdetta … Confesso: speravo che Jane potesse in qualche modo chiarirmi le idee su ciò che è accaduto anni fa … invece grazie al suo discorso sconclusionato, ora ho solo una gran confusione in testa.
Credo che l’unico modo per capirci qualcosa sia andare direttamente alla fonte.
Afferro la mia borsa e le chiavi dell’auto: adesso pretendo delle spiegazioni!




Allora, che ne pensate? Siete stati sorpresi dall'arrivo di Jane? Ci avete capito qualcosa, più o meno di Bella?
Secondo voi dove sta correndo la nostra protagonista? Su questa domanda è davvero semplice!

Per chiunque volesse contattarmi, nella mia pagina autore, nell'apposito bottoncito trovate il mio contatto FB, se mi inviate la richiesta di amicizia identificatevi con l'account di EFP ... troverete tra pochissimo (max 1 giorno) lo spoiler del prox cap!
Un bacio,

Serena

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


cons_9 Lo so, non ho ancora risposto alle recensioni, ma il punto è che ho pochissimo tempo e dovevo scegliere se rispondervi o aggiornare ... e ho pensato che voi preferireste l'aggiornamento! Ho fatto bene? Altrimenti mi scuso profondamenete. Ad ogni modo risponderò alle recensioni dello scorso cap tra al massimo 2 settimane! Lo so è tanto, ma finalmente iniziano anche per me le vacanze! ^_^
Proprio per la mancanza di tempo vi lascio immediatamente al cap! Spero vi piaccia!















Capitolo 9


Dopo poco più di un mese sono di nuovo al portone di Edward e di nuovo ci sono arrivata a passo di carica!
Ma stavolta non so se sono arrabbiata con lui, con me o solo con Jane!
Non sono ancora certa di quello che gli dirò … ma sta di fatto che pretendo delle spiegazioni, e solo lui può darmene.

Naturale …
Scontato …
Prevedibile …
Sì, perché la mia vita oggi è proprio la brutta copia di un film … Oddio brutta … in questa situazione non direi “brutta”.
Ovvio che, dopo la visita della visita dell’ex moglie psicopatica (già perché non credo di essere troppo severa nel giudicare Jane tale dopo  la sua performance da dottor jeckil e mister hyde), non potevo che trovarmi  in questa situazione … un banale cliché … che comunque preferisco di gran lunga alla situazione vissuta pochi minuti fa, ma che mi confonde alquanto … se un attimo fa ero furiosa … adesso la rabbia è stata letteralmente spazzata via …
E tutti questi miei discorsi mentali dovrebbero servire a distrarmi momentaneamente e cercare di riprendere il controllo su quante più ghiandole esocrine(*) possibili , ma non sono molto certa del successo di questa “manovra” …
Appena  arrivata alla porta, ho suonato il campanello, con una foga degna di una pazza isterica.
Nessuna risposta.
Ho suonato una seconda volta.
Niente.
Una terza.
Nulla.
Suono per la quarta, quinta e sesta volta, ma di Edward nessuna traccia.
“L’ultima volta!” mi sono detta, se non risponde evidentemente non c’è!
Poi ho aspettato qualche minuto … stavo per voltarmi pronta a tornare a casa …
In quel momento ho sentito la porta aprirsi.
È da allora sono qui.
Voglio sperare che in realtà non sia passato tutto il tempo che credo … sarebbe ancora più imbarazzante!
-Scusa se ti ho fatto aspettare … ero sotto la doccia.-, e sfodera un sorriso da infarto.
Questo lo vedo!
-Entra non restare sulla porta. Come mai qui?-
Prima di trovarti mezzo nudo, con solo un asciugamani legato in vita, avevo i nervi a fior di pelle … in effetti li ho ancora adesso ma per un motivo diverso …
-Vedo che avete finito di ridipingere.-, tergiverso.
-Sì infatti.-, risponde confuso.
Beh Edward non sto mica guardandomi intorno per evitare di guardarti! Per nulla!  E in effetti sono proprio venuta per parlare del tuo arredamento!
Mi sento una ninfomane in questo momento …
-Bella?-
-Si?-, e gli do ancora le spalle.
Quanto sarebbe stato più semplice quando credevo ancora che fosse un fedifrago bastardo!
-Perché eviti il mio sguardo?-, nelle sue parole c’è anche una punta di tristezza, è questa che mi spinge a voltarmi immediatamente.
-Non sto evitando il tuo sguardo-, dico cercando di circoscrivere il mio campo visivo solo ai suoi occhi.
Si avvicina incredibilmente e ringrazio il fondotinta super coprente che ho messo per coprire le occhiaie dovute alle molte emozioni di ieri … è solo per questo che forse riuscirò a mascherare il mio viso color peperone almeno per qualche minuto …
-Edward …-, non è più che un sussurro.
-Sì?-, anche lui si adegua al mio tono di voce.
-Potresti andare a vestirti?-

-Cosa?-, adesso è molto confuso.
-Potresti vestirti?-, e mentre lo dico so che tutto il fondotinta del mondo non potrebbe coprire le mie guancie, per questo distolgo lo sguardo, -Sai com’è fa freddo e tu sei praticamente nudo … -.
Non l’ho detto … Non l’ho detto, vero? Non l’ho detto!
L’ho detto.
Mi allontano velocemente da lui sperando che non abbia notato il mio maldestro (anche di più) tentativo di giustificarmi.
-Bella?-, la sua voce è morbida,-Non dirmi che sei in imbarazzo … -, ma nasconde una buona dose di incredulità.
-Ma no figurati!-, come se non bastasse il colore del  mio viso a dargli conferma dei suoi sospetti, continuo a non guardarlo … e la mezza risatina isterica finale direi che è un toccasana per la mia situazione.
-Bella potresti parlare guardandomi?-
Mi volto e sorrido forzatamente.
-Sei davvero  in imbarazzo? Cioè … stai scherzando?- sembra seriamente divertito, ma quando non sollevo lo sguardo su di lui si avvicina e, con due dita sotto il mento, solleva in mio viso fino a guardarmi negli occhi.
Non so cosa vede, né se come me risente della distanza sempre minore tra i nostri corpi, ma il suo sguardo cambia: adesso è serio e malizioso.
Si avvicina ancora di più.
Mi ritraggo e cerco di mettere tra noi un paio di metri, ma in due falcate lui è di nuovo vicino a me, arretro fino a trovarmi incastrata tra il muro e il suo corpo.
-E-Edward … -, inizio  ma vengo subito bloccata.
-Bella sul serio?-, la sua voce è bassa e vibrante,- Ricordi? Mi hai visto anche meno vestito … -
-Io …-, poi mi rendo conto che ha ragione … e ricordo che adoro stuzzicarlo: -E se io mi fossi presentata in accappatoio?-, accarezza il mio collo, fino alla clavicola lasciata scoperta dallo scollo della camicetta e sorride furbo, mentre mi lancia uno sguardo … che a dir poco mi spoglia …
-Avrei gradito.-, si volta e va nella sua stanza.
Quando ritorna indossa un jeans e una t-shirt, i capelli sono ancora umidi e il suo sorriso è imbarazzato …
Ok … non era colpa della mise!
-Eccomi … vestito.-, ridacchia, -Ma davvero avevi scordato che tra noi era così? Siamo sempre stati –
-Elettrici?-, suggerisco, lui sorride passandosi la  mano destra tra i capelli.
-Sì, siamo sempre stati elettrici. Anche se credo di aver perso il mio smalto …-, scherza.
Ti assicuro di no!
Intanto ci sediamo sul divano … è arrivato il momento di parlare sul serio.


-Allora? Sei qui per Adam?-, mi chiede. Alzo gli occhi fino ad incontrare i suoi:
-No … Sono qui per te.-, il suo sguardo è confuso.
-Bella se non ti spieghi credo che fraintenderò … -, adesso è lui quello in imbarazzo, quando glielo faccio notare ridacchia.
-Edward ho appena ricevuto una visita della tua ex moglie …-
-Cosa?-, è meravigliato? Impaurito?
-Sì è andata via da casa mi pochi minuti primi che io piombassi qui -, mi interrompe:
-Scusami Bella … avrei dovuto prevederlo; mi spiace davvero tanto … immagini ti abbia “convinto” a non intrometterti … non preoccuparti, ti capisco-
-Edward rallenta! Si mi ha “chiesto” di non intromettermi, ma non ho intenzione di esaudire i suoi desideri. Te l’ho detto sono qui per te … non per la questione di Adam … Mi ha raccontato delle cose … del tempo dell’università … qualcosa a proposito di quello che raccontava Jacob e dell’essere diventata ricca per averti sfruttato, grazie a me … non ci ho capito molto … e solo tu puoi dirmi la verità.-
Alza la testa al cielo e la scuote leggermente.
-Perché? Perché doveva cacciare questa vecchia storia?- sembra rassegnato.
Allungo la mano e sfioro la sua.
Maledetta scossa elettrica!
-Ti prego Edward … spiegami.-
Si gira e mi guarda intensamente, poi si alza e senza guardarmi inizia a parlare.
-Io ti dirò tutto … ma dopo tu dovrai rispondere a qualche domanda … ho bisogno di risposte da parte tua …-
-È giusto …-


-Uff … non so da dove iniziare … Vediamo … Partiamo così: avevo una cotta per te … Ho sempre avuto una cotta per te …-
E io non posso non arrossire: Edward è davanti a me e mi confida che aveva una cotta per me … chiunque, persino la regina dei ghiacci in persona, arrossirebbe!
E naturalmente lui lo nota.
Sbuffo, lui ridacchia, poi riprende.
-Dicevo: avevo una cotta per te … tienilo a mente … questa è la premessa …-, mi guarda negli occhi come a volermi convincere e io, le guancie ancora in fiamme, sostengo il suo sguardo.
-Ricordi quando mi trasferii dopo la morte dei miei?-, annuisco,-Beh diciamo che sono cambiato molto dopo quell’avvenimento … senza Esme, la mia madre adottiva, non so cosa avrei fatto … È stata essenziale per me in quel periodo … io non volevo far parte della loro vita né sopportavo che loro facessero parte della mia … ma lei è stata perseverante e testarda … in conclusione: non è stato semplice …-, e si ferma ombrato, quando riprende il suo tono di voce è forzatamente leggero,-Ad ogni modo il residuo di tutto questo è stata un’enorme insicurezza … ma in vostra presenza, con voi che eravate i miei vecchi amici, riuscivo a mascherare … Ai vostri occhi, da ciò che diceva Emm, sembravo solo più sensibile …-
Lo blocco:
-Sei sempre stato sensibile.-, mi sorride con enorme dolcezza … e ringrazio di essere seduta altrimenti mi sarei sciolta come neve al sole d’agosto …
Perché anche in un momento come questo deve farmi quest’effetto?
-Ero divenuto più sensibile agli … atteggiamenti che gli altri avevano nei miei confronti … ero in un certo senso più egoista … E ti vedevo … vedevo il modo in cui tu mi evitavi, in cui mi scappavi … e mi feriva …-
-Mi dispiace … -, mi intrometto.
-Bella non ti sto raccontando questo per farti sentire in colpa … ma per farti capire … Davvero Bella: tu non hai colpe … -, annuisco e lui continua,-Poi ci fu il viaggio … lì credetti di aver abbattuto quel muro che avevi erto … ma quando ci ritrovammo all’università … c’era gelo ed imbarazzo tra di noi … e io non ero più il ragazzo carismatico in grado di bucare quella barriera … non eravamo più tra tutti i nostri amici … io non riuscivo ad essere QUELL’Edward … il vostro Edward … E poi tu sei sparita … E le parole di Jacob … sapevo che non avrei dovuto credergli … Cioè lui mentiva di certo su ciò che avresti detto di Jane … lo sapevo e lo so … tu non potevi aver detto nulla del genere … Poi aveva evidentemente inventato dei particolari , come le lunghe unghie laccate di rosso … cioè tu avevi il vizio di mangiarti le unghie e ti avevo visto pochi giorni prima ed erano corte … Pensai che probabilmente mentiva anche sulla cosa in sé … Lo affrontai e glielo dissi.
Ma lui scattò subito sulla difensiva e mi raccontò tutta la sua versione: tu volevi a tutti i costi perdere la verginità e volevi farlo con qualcuno che conoscevi, di cui ti fidavi … lui per rispetto ai sentimenti che vedeva io provavo verso di te si era rifiutato inizialmente e anzi ti aveva proposto di chiedere a me , visto che ci conoscevamo da anni … ma tu avresti risposto che non volevi di certo uno sciocco sentimentale solo al mondo! Col rischio che mi attaccassi morbosamente a te …
Ero ferito e lo era anche Jane … ti avrà raccontato ciò che Jacob ha detto di lei …- annuisco debolmente,- beh noi eravamo molto fragili … lei continuava a essere sempre da sola, io … avevo allontanato Jacob e tutti i nostri amici … eravamo soli, insieme … ed eravamo stato feriti dalla stessa persona:tu. Inizialmente eravamo amici … Jane iniziò ad avere problemi all’università … lasciò il suo ragazzo e iniziò a stare sempre con me, finché non decidemmo di stare insieme … Solo poi ho saputo che lei DOVEVA sposare un uomo ricco … i suoi lo pretendevano … e io, con il fondo fiduciario lasciatomi dai miei e la cospicua rendita mensile versatami da Carlisle ed Esme … ero quello che faceva per lei …-
Ecco a cosa si riferiva Jane: io ho permesso che lei usasse Edward, quando, scomparendo senza dare spiegazioni, l’ho reso vulnerabile …
-È colpa mia!-
-Bella … no!-, afferra il mio volto tra le sue mani e mi obbliga a guardarlo,-So cosa stai pensando … ma non è colpa tua … La colpa è mia e delle miei insicurezze … Tu sapevi dei miei sentimenti per te? No. Né avresti potuto immaginarlo … IO non avrei dovuto credere a Jacob … Non è colpa tua … Ok?-, annuisco lentamente e lui mi sorride.
-Ah … a proposito poi, anni dopo, ho scoperto che Jacob aveva inventato tutta la sua versione della storia solo per avere un alibi … era certo che tu avresti raccontato tutto e non sapeva come giustificarsi agli occhi del suo villaggio, così aveva seguito la tattica “la miglior difesa è l’attacco”!
Naturalmente una volta che sbronzo mi aveva confessato la verità nessuno ha potuto salvarlo dalla mia ira … ho atteso il mattino dopo (in modo che ricordasse bene cosa avevo fatto), sono andato da lui e l’ho messo a tappeto … con un solo pugno! Quell’armadio!-.
Ridacchiamo, poi tornati seri sento le sue mani, che ancora racchiudono il mio volto, muoversi.
Il suo pollice sinistro infatti si muove lungo la mia guancia a mo’ di carezza, mentre le dita della mano destra affondano nei miei capelli.
Vedo il suo volto avvicinarsi al mio e chiudo gli occhi  … sento il suo respiro sulle mie labbra …
Non so con quale forza, ma riesco a bloccarlo.
-Edward … no … non credo …-
Lui apre gli occhi e allontana il viso, senza lasciare il mio … Mi scruta e sotto la forza del suo sguardo arrossisco.
-Scusami.-, dice per poi allontanarsi e darmi le spalle.
Passa le mani tra i capelli, ormai quasi asciutti, una,  due, tre volte.
-Edward  … io …-
-Non mi devi spiegare nulla … piuttosto scusami … Non avrei dovuto … sicuramente il tuo compagno …-
-No, no! NO! Non c’è alcun compagno … è solo che … è che … è già tutto complicato …-, molto più di quanto lui non pensi,- e non credo sia giusto … Dovremo risolvere il resto …-
Mi guarda e mi sorride di nuovo, più rilassato.
In quel momento squilla il mio cellulare.
Naturalmente ci metto un bel po’ per trovarlo in quella specie di giungla che è la mia borsa … e quando finalmente lo afferro … non squilla più!
Mi chiedo quando questa giornata smetterà di essere un pourpour rid di cliché da telefilm!
Sullo schermo del mio Blackberry lampeggia il nome di Rose e l’orario della chiamata.
Oddio è tremendamente tardi! Dovevo essere da lei tre quarti d’ora fa!
Schiaccio il pulsante per la richiamata, ma sento solo la voce preregistrata che mi avverte che ho terminato il credito.
-Perfetto!-, sbotto e sento Edward ridacchiare … mi volto e lo fulmino con lo sguardo, per notare solo adesso che non ha staccato gli occhi da me nemmeno per un secondo. Arrossisco e intanto il cellulare squilla di nuovo: ancora Rose, ma stavolta è un sms molto poco amichevole, che mi invita, con garbo, a richiamarla immediatamente!
Sbuffo e ancora una volta Edward ride, ricevendo un’altra occhiataccia.
-Che c’è?-, chiede curioso, cauto, ma naturalmente divertito.
-Dovevo essere da Rosalie 47 minuti fa.-
-Ahia!-
-Esatto! E non ho più traffico per poterla richiamare.-, sbuffo ancora … devo sembrare un treno a vapore …
-Beh puoi usare il mio telefono, è in cucina … ricordi dove?-
-Sì, grazie.-, mi alzo e poso il cellulare sul tavolino basso accanto al divano.
Compongo velocemente il numero di casa di Rosalie.
-Ciao Edward.-, esordisce la mia amica dall’altro capo del telefono … avevo dimenticato che può vedere il numero di chi la chiama.
-Ehm … No, veramente …-, inizio.
-BELLA?!-, probabilmente il mio timpano destro resterà danneggiato a vita … sposto la cornetta all’altro orecchio.
Sto per parlare, ma Rose mi precede.
-Ti prego non dirmi che hai passato la notte da lui e che avete dimenticato di nuovo di prendere precauzioni …-, bisbiglia arrabbiata.
-Rose  …-
-No, perché per quanto io adori Charlotte, devi ammettere che in effetti una gravidanza è l’ultima cosa di cui avete bisogno … -, ora il suo tono è quello di quando ripete un ragionamento che per lei è scontato …
-Rose, non ho dormito qui … -
-E invece avete …?-, prova a chiedermi con tatto.
-NO!!! Rosalie sono arrivata qui meno di un’ora fa per parlare con Edward … e non della “situazione”-, abbasso il tono di voce,- che ora è con sua nonna allo zoo.-
-Ah … ecco.-, sospira di sollievo, poi riprende,-Allora? Perché hai chiamato?-
-Volevo avvertirvi che non verrò per l’aperitivo … ho fatto troppo tardi … mi spiace.-
-Figurati …-
Sento la suoneria del cellulare, mi agito pensando a mia figlia … poi mi rendo conto che la suoneria non è quella assegnata a mia madre.
-Bella? Bella? Sei ancora in linea?-
-Sì, sì … Scusami: ero distratta. Dicevi?-
-Ti chiedevo se Charlotte resta con tua madre anche per  pranzo.-
-Sì, perché?-
-Beh … anche i miei hanno rapito i bambini … Perché tu ed Edward non venite a pranzo da noi? Per ricordare i vecchi tempi …-
-Glielo chiedo e ti faccio sapere …-
-Nel caso tu ci raggiungi comunque a pranzo, no?-
-Veramente …-
-Forse non mi sono spiegata: Isabella Marie Swan -, ecco il suo tono autoritario,-Non è un invito! Tu pranzerai con noi! Ci vediamo alle 13.30! E non portare nulla … ti ricordo che il dolce sei andata ad ordinarlo ieri ed Emm l’ha già ritirato.-
E riattacca.
Uff … ma perché non mi sono trovata un’amica normale?
Poso il telefono e torno in salone.
Edward è in piedi e mi da le spalle, mentre guarda fuori attraverso l’enorme vetrata che occupa la mezza parete perpendicolare a quella dove è poggiato il divano. La sua postura è stranamente rigida e spero non sia per l’incidente del quasi bacio di prima.
Mi schiarisco la voce per segnalargli che sono tornata e metto il miglior sorriso disinvolto che in questo momento riesco a fingere.
Recupero il cellulare e controllo lo schermo: James.
Nemmeno il tempo di reinserire il blocca tasti che riparte la suoneria.
Guardo Edward ancora immobile e rispondo:
-Pronto?-
“-Ehi tesoro!-“
-Ciao James! Come va?-
“-Tutto ok Bella! Tu piuttosto: non sei venuta da Rose ed Emm … ti aspettavo, non ti vedo da quasi un mese! Mi manchi.-“, la sua voce è scesa, dolce come quella di un bambino sull’ultima affermazione.
-Mi manchi anche tu …-, e non sto mentendo … mi manca la tranquillità che il mio migliore amico riesce ad infondermi con la sua presenza rasserenatrice.
“-E alla mia piccola Principessa?-“
-Sì, anche a lei.-, stavolta sono io ad abbassare il tono, per essere sicura che Edward non mi senta … come se potesse capire che parlo di sua figlia!
“-E allora? Come mai non sei venuta? Non dirmi che l’auto ti ha dato di nuovo problemi …-“
-No,no … non è l’auto.-, ridacchio.
“-Meglio! Però adesso scendi sono sotto casa tua.-“
-Ah … veramente … io non sono a casa …-
Deve aver percepito l’agitazione nella mia voce.
“-Bella? Tutto ok? Devo venire a prenderti?-“
-No James … non preoccuparti …-, improvvisamente sento lo sguardo di Edward su di me, alzo gli occhi ed incontro i suoi.
-Senti James … io devo andare, ok?-
“-D’accordo … Ciao Bella!-“
-Ciao.-
Chiudo di fretta perché il viso di Edward è duro e … deluso.


Restiamo in silenzio per un po’.
-Edward …-
Finalmente lui si muove, avvicinandosi.
I suoi passi sono fermi, decisi, nervosi … niente a che vedere con i movimenti fluidi di qualche minuto fa.
-Tsk … Naturalmente …-, anche la sua voce è dura.
-Cosa?-, chiedo intimidita … Dov’è il MIO Edward?
-Naturalmente mi hai mentito!-, sputa fuori con rabbia.
-Ma che?-, sono  confusa, completamente confusa.
-Non c’era  nessun compagno, vero Bella?-
-Non capisco cosa tu stia blaterando … perché avrei dovuto mentire? MentirTI? Non c’è nessun uomo nella mia vita.-
-E ancora negli l’evidenza! Proprio come quattro anni e mezzo fa!-
-Oddio!-, mi scappa una risata isterica,-Siamo di nuovo a questo?-, chiedo esasperata.
-Tu mi hai mentito … allora come oggi: “Non c’è nessuno” … Mentre eri di là ha squillato il tuo cellulare … indovina chi era? “James” … e la telefonata di poco fa? Sempre “James” … Lo stesso “James” di quella mattina!-





*ghiandole esocrine= sono quelle ghiandole del nostro corpo i cui prodotti vengono secreti all'esterno, ad esempio le ghiandole sudoripare, salivari e lacrimarie.

Allora? Dite la verità, non vi aspettavate questo tipo di capitolo! Iniziate a capirci qualcosa di più?
Vabbè come ho già detto devo scappare!
Un bacio,

Serena

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


cons_10 Un losco figuro con barba  e baffi si affaccia allo schermo ... un pesante cappello calato sui capelli castani, la carnagione sorprendentemente chiara per una fine d'estate e un cappottone a coprire tutto il corpo:
-Ehi voi? Avete voglia di uccidere l'autrice?-
No? Sicuri?
Ok allora tolgo il travestimento!
Ho fatto di nuovo tardi!
Non posso nemmeno chiedervi scusa perché l'ho fatto talmente tante volte che risulterebbe poco credibile ... vi dico solo la verità: l'ultimo mese e mezzo è stato terribile ... sono riuscita ad andare al mare solo per 4 giorni, il resto l'ho passato tra cimitero e ospedale ... fortunatamente gli ultimi 15 giorni sono nettamente migliorati, ma devo anche studiare per gli esami all'università, tra l'altro! Quindi ...
Lasciamo perdere, vi lascio a IL capitolo ... esatto proprio IL capitolo!





Capitolo 10



-Tu mi hai mentito … allora come oggi: “Non c’è nessuno” … Mentre eri di là ha squillato il tuo cellulare … indovina chi era? “James” … e la telefonata di poco fa? Sempre “James” … Lo stesso “James” di quella mattina!-


Non ci credo! La situazione sarebbe comica se non ci fosse un Edward geloso che urla in giro per il suo appartamento … No aspetta  la situazione è comica … ma anche snervante.
-Ecco perché te ne sei andata senza guardarti indietro: c’era “James”!-, urla.
-Edward … ma sei ubriaco, o cosa?-, adesso anche il mio tono di voce è alterato.
-No … non sono ubriaco … sono solo un illuso! Jane aveva ragione: non ha significato nulla per te … Solo un passatempo! Ecco perché te ne sei andata … Andavi da “James”!-, il suo tono è tornato più o meno normale, ma adesso le sue parole sono ancora più intrise di sferzante disprezzo ed amarezza.
-Non andavo da nessuno …-, cerco di farlo ragionare.
-Una domanda, Isabella: tu eri senza automobile … come sei arrivata a casa tua? Dall’altra parte della città?-
Oh oh … ma non ho intenzione di mentirgli.
-Ho chiamato James e mi sono fatta venire a prendere.-, dico.
-Visto? VISTO??? E tutta quella scenetta, che hai messo in atto? Ecco il vero motivo per cui te ne sei andata!-
Ora sono stufa!
-IO me ne sono andata perché TU eri sposato … SPOSATO!!!
Vuoi sapere di James?
Abbiamo avuto una storia, ok? Contento?
Ma è finita parecchi anni fa … Era finita parecchio tempo prima di … noi. È durata sei mesi, ok? E forse è vero: lui potrebbe provare qualcosa di più per me … ma io lo considero un amico … uno di migliori …-
Ho iniziato urlando, ma alla fine il mio tono è tranquillo e … triste …
Perché non potevo innamorarmi di James? Me lo sono chiesto un’infinità di volte …
Sarebbe stato tutto così semplice … Invece  … allora, come ora … è solo lui: l’uomo che ho davanti.
Si passa le mani tra i capelli con foga, poi mi guarda.
-Bella … io non capisco … cioè tu te ne sei andata perché ero sposato … Ma come facevi a non sapere del matrimonio e della separazione? … Io questo davvero non lo capisco!-
Passa di nuovo le mani nervosamente tra i capelli.
Sospiro: questo potrebbe essere un po’ imbarazzante.
-Rosalie non me ne ha mai parlato …-
Adesso è confuso, posso chiaramente vederlo sul suo viso.
-Aspetta … cioè … io mi rendo conto di non essere il centro del mondo, ma non siete mai capitate in argomento? Non avete mai ricordato il liceo?-
-Certo che sì!-
-E quando mi avete nominato Rose non ti ha mai parlato del matrimonio?-
-No … noi …-, sento le guancie in fiamme, -Noi  … non parlavamo mai di te … o almeno ci provavamo … -
-E perché? Non pretendo di essere il fulcro della vita altrui … ma non capisco …-
Prendo fiato e sputo fuori:
-Hosempreavutounacottaperteunaspeciediossessione-, apro gli occhi che inconsciamente ho chiuso,- Pensavamo … più Rose in realtà, io mi preoccupavo di smentire quella verità … dicevo: pensavamo fosse meglio richiamare alla mente il tuo pensiero il meno possibile, sì insomma  … distrarmi.-
-Ah-, questo è l’unico suo commento, prima di sedersi accanto a me ed aiutarmi in una proficua attività: fissare la parete dall’atro lato della stanza.
È lui il primo a rompere il silenzio, dopo una decina di minuti.
-Quindi … io ero ossessionato da te, tu da me … come due idioti ci siamo allontanati …-, il suo tono è neutro ma dopo una piccola pausa torna confuso,-Ma io non capisco … Perché andartene via?-, il suo tono si è alzato alla fine e lui ora è  in piedi, mi da le spalle.
-Non capiresti …-, sussurro più a me  che a lui, rendendomi conto dell’enorme casino che abbiamo creato.
-Spiegami! Spiegami! Bella per la prima volta proviamo a spiegarci!-, ora è decisamente esasperato.
-Edward … perché? Perché tirar fuori tutto questo? Vuoi davvero far del male ad entrambi?-
-Farci del male? Ci siamo già fatti del male! Ci siamo feriti … Mi sono ferito, spesso  e a più riprese. Vogliamo parlare davvero di ciò che è successo cinque anni fa? Ah, Bella?-, urla.
-Edward … -, cerco di smorzare i toni, ma lui mi interrompe per riprendere sempre più infervorato:
-No Bella … No! Dobbiamo far finta che non sia accaduto nulla? Dobbiamo continuare così?-, chiede con un’improvvisa inflessione triste nella sua voce, che ormai staranno sentendo anche i suoi vicini.
Deglutisco.
-Il … processo … Io devo essere obiettiva … -, in effetti anche solo per questo non sarebbe il momento per una “ricaduta da Edward”!
-Non mascherarti dietro il processo Bella! Anche prima … Quando sei venuta, cercavi di non guardarti intorno-, la sua voce adesso ha un volume più basso e anche il suo tono è meno aspro, meno triste, diviene quasi dolce,-Bella, noi .. noi per una manciata d’ore siamo stati felici.-, abbasso lo sguardo imbarazzata, ma lui mi riprende, -Non siamo più due ragazzini … Dobbiamo parlare Bella! Dobbiamo capire … capirci. Ti prego.-
-Basta!-, inizio,- Smettila di fare la vittima. Di chi è la colpa di tutto? Sei stato tu, quella mattina, ad avere un attacco di gelosia! Sei stato sempre tu a non spiegare tutta la situazione! È solo per questo che io ho frainteso!-, mi sfogo finalmente.
-Tu non mi hai dato modo!,- risponde alterato,- Hai urlato, hai pianto e sei scappata via! Non mi hai risposto al telefono, per giorni! Mi hai ignorato!-.
-Non volevo vederti!-, gli vomito addosso, come se non fosse ovvio,-Ti odiavo! E odiavo me stessa … Io non volevo neppure pensare a ciò che era successo! Sono scappata, ok?-
Non so come accade.
Un attimo prima stiamo urlando … forse eravamo troppo vicini … Un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie, dapprima urgenti e avide, poi più delicate, dolci … così tenere da far bagnare le mie ciglia di minuscole lacrime.
Ci stacchiamo.
Vorrei guardarlo, vorrei poterlo guardare negli occhi, ma non posso … perché non so cosa troverei … perché so che questo bacio è stato un grave errore … perché non riesco a mentirgli in questo momento.
Le mie braccia, che erano salite sulle sue spalle, ricadono lungo il mio corpo … il mio sguardo resta basso.
Le sue mani invece sono ancora su di me, sui miei fianchi, e sento il suo sguardo addosso, che mi scruta.
Restiamo così, fermi e in silenzio, per quella che sembra un’eternità, in realtà, lo so, sono solo pochi minuti.
A riscuoterci è il cellulare di Edward, che squilla. Lo prende.
-È  Emmett-, mi comunica prima di rispondere.
La sua mano sinistra ancora sul mio fianco.
-Pronto … Sì … Certo … Arriviamo subito.-, chiude la comunicazione e, finalmente (o purtroppo, mi suggerisce la mia parte irrazionale) si allontana dal mio corpo.
-Rosalie ed Emmet ci stanno aspettando-, dice con voce dolce, -Andiamo con la mia auto, poi torniamo a riprendere la tua: non abbiamo ancora concluso la nostra discussione.-
Annuisco, afferro la borsa e in un attimo siamo nella sua auto.


Emmett POV

Naturalmente  se Edward è spesso in ritardo e Bella è una ritardataria cronica, non potevamo nemmeno sperare che insieme potessero essere puntuali.
Chiamo il mio amico-
“-Pronto?-“
-Eddino … ho interrotto qualcosa?-
“-Sì.-“, la sua risposta laconica mi incuriosisce … appena  arriva dovrà spiegarmi tutto!
-Sai che dovete venire a pranzo da noi?-
“-Certo …-“
-E allora?-
“-Arriviamo subito.-“
-Bene … sbrigatevi e non fate gli adolescenti in calore!-
Gli dico prima che riattacchi.
Rose mi lancia un’occhiataccia, mentre io ridacchio.
Magari quei due si decidessero una buona volta a finire insieme!
Non credo potrebbe esistere una coppia migliore … Mi spiace un po’ per James, che ha preso una bella sbandata per la nostra Bellina, ma sa che lei non lo amerà mai.
Impegnato in queste riflessioni non mi sono accorto che mia moglie ha lasciato la stanza.
-Rose? Rose?-
-Che c’è?-, il suo tono nasconde una punta di fastidio.
-Rose perché sei andata via?-, chiedo curioso.
-Emm non dovevi dire quelle cose ad Edward …-
-Perché?-, sono confuso.
-Perché quei due non possono stare insieme!-, sbotta esasperata.
La guardo stralunato.
-Sai bene quanto me, tesoro, che sarebbero una coppia stupenda.-, indugio, poi riprendo,-Noi non abbiamo mai parlato di loro … per non metterci in difficoltà l’un l’altro, ma … io credo che Edward la ami … e Bella?-
Mi guarda e poi lascia andare un sospiro.
-Certo … anche lei … ma loro …-, sbuffa e cambia ancora stanza.
-Rosellina? Angelo della mia vita? Mogliettina mia adorata?- ,la chiamo seguendola nella stanza di nostra figlia.
-Che c’è?-, dice guardandomi, la squadro bene.
-Tesoro … sei di nuovo incinta?-
-Cosa?-, quasi urla strabuzzando gli occhi.
-Beh … tutti questi cambiamenti  d’umore …-, dico scollando le spalle.
-No, Emm … è che … non posso più evitare di dirtelo … Ok.-
Sto cercando disperatamente di capirci qualcosa quando suona il campanello e Rose si precipita ad aprire, aperta la porta praticamente sequestra la sua amica, lasciandomi solo con Edward.
-Ciao anche a te, Rosalie!-, le dice ironico Edward, ancora sulla porta.
Intanto dopo un veloce saluto con la mano (mia moglie sta impazzando!) la sento discutere con Bella: “Si può sapere cosa ci facevi da lui?”
Io ed Edward intanto andiamo in sala da pranzo. Due minuti dopo le ragazze sono da noi, ma Rose è strana.
-Mi sembra di essere ritornato indietro nel tempo, stando qui tutti e quattro insieme, senza i bambini!-, noto prima che ci accomodiamo a tavola,-Eddy ma Adam è con sua madre?-, a quella domanda vedo Bella irrigidirsi.
-No, è con Esme … E non chiamarmi “Eddy”, lo sai che lo odio.-
-Bella invece C…- mia moglie mi trascina via con una scusa.
Siamo in cucina e la guardo confuso.
-Allora Emmett devi sapere una cosa: Edward e Isabella sono stati a letto insieme …-
-COSA?????????-, urlo.
-Shh … abbassa la voce e farmi finire: è successo cinque anni fa  …-
-Aspetta …   È Edward il padre di Charlotte? Stai per dirmi questo?-, annuisce,- E scommetto che lui non lo sa.-, annuisce ancora, poi parla:
Bella glielo dirà dopo il processo … Quindi acqua in bocca! Charlotte non esiste!-, sto per ribattere ma lei mi assicura che mi spiegherà tutto dopo.
Torniamo dai nostri amici, che intanto sono seduti sul divano.
-Emm sei sempre il solito esagerato! Perché hai urlato? Intendo: per un bacio?-, chiede Edward, lievemente imbarazzato.
Lo sguardo di Bella invece è spaventato mentre Rose chiede:
-Quale bacio????-
-Non gli hai detto questo? Emmett non ha urlato per questo?-, Rose fa un cenno di diniego e lui guarda Bella,-Non stavate parlando di questo appena arrivate?-, un'altra negazione,-Non le hai detto del nostro bacio?-
Così Rosalie trascina di nuovo via la sua migliore amica.
“Ma sei impazzita?” si sente dall’altra stanza.
Io intanto guardo il MIO migliore amico.
-Edward, non hai mai risposto ad una mia domanda : La ami?-
-Non ho mai risposto perché era una domanda sciocca … io l’ho sempre amata, non ho amato nessun’altra come lei … e non potrò mai farlo.-
-Allora andrà tutto bene, vedrai  amico mio!-






Eccoci alla fine del cap ... spero di non aver deluso nessuno, ma per me questo capitolo era essenziale, e doveva esserci proprio così "strano".
Che ne dite del POV di Emmett?
 Fatemi sapere!

Non l'ho fatto prima ma non mi sono dimenticata di tutti voi che leggete la storia: ben 500 visite, nè di chi l'ha messa tra le seguite, le ricordate o le preferite, così come di chi mi ha messo tra gli autori preferiti! VIi ringrazio! Immensamente! E ancor di più dico GRAZIE a chi ha commentato lo scorso capitolo!
Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma purtroppo la vita incombe!
Un bacio,

Serena


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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


cons_10 Tadan! Dite la verità ... non ci credete neanche voi! Un capitolo a meno di un mese dall'altro! Sono stata proprio brava stavolta!
Finalmente in questo capitolo si capisce tutta la scombinata storia di Edward e Jane! Era ora, direi!
Ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano e recensiscono la storia: avere il vostro sostegno mi rende sempre felice!
E grazie tantissimo a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti! Ne sono stra-lusingata!
Adesso vi lascio al capitolo!




Capitolo 11


Il  pranzo da Rose ed Emm è andato discretamente bene … considerando com’è iniziato!
Appena arrivati infatti mi ero dovuta sorbire un piccolo interrogatorio da parte della mia amica. Interrogatorio a cui avevo deciso di non rispondere, tagliando corto con un: “Ero da lui perché dovevo parlargli.”
Ben più aspra era stata la reazione dopo che Edward si era lasciato sfuggire il “particolare” del bacio.

-Ma sei impazzita?-,aveva urlato.
-Rose … calmati …-, avevo bisbigliato e lei, nonostante il suo sguardo continuasse a lanciarmi fulmini e saette, aveva abbassato la voce.
-Bella sul serio: cosa diavolo ti è passato per la mente? Andare da lui e baciarvi? E Adam? E Charlotte?-
A quel punto ero esplosa, pur modulando il volume della mia voce in modo che i due uomini in salone non ci sentissero.
-Certo! Perché io sono andata da lui appositamente per baciarlo! Ma stai scherzando? È capitato! Diamine! È capitato! Credi non mi odi per questo? Beh allora sbagli! Dio Rose! Non so nemmeno come sia accaduto … un momento eravamo lì ad urlarci addosso, uno di fronte all’altro, e quello dopo ci stavamo baciando. Io so … SO … che è stato un ENORME errore … ma è tutto così difficile … e io credevo d’esser guarita … GUARITA da quell’ossessione, e invece … invece è bastato non essere più così impegnata ad odiarlo, abbassare per un attimo la guardia, farsi trascinare solo dal momento senza pensare “se sapesse” o “dovrei dirgli” … per una frazione di secondo, solo una, senza rimpianti, rimorsi e sensi di colpa … sono finita di nuovo tra le sue dolci spire intossicanti … Io … io …-, ero esausta molto più che esasperata da quella situazione.
Rosalie, con le lacrime agli occhi, mi strinse a sé; solo dopo essersi staccata mi parlò:
-Scusa Bella … ti mostri sempre così forte che a volte dimentico quanto in realtà tu sia fragile, perdo di vista quanto tutto ciò possa divorarti … Scusa … Scusami, amica mia.-
Dopo questo eravamo tornate di là e tutto si era svolto in modo più naturale, eccezion fatta per l’imbarazzo che mi attanagliava quando incrociavo lo sguardo allegro della mia ossessione di sempre.


Ora siamo tornati a casa di Edward.
Il viaggio di ritorno è stato estremamente silenzioso, ma quando sono scesa dall’auto e invece di seguirlo mi sono avvicinata alla mia Edward mi è coso dietro e, afferratomi il polso, mi ha chiesto di salire.
Ecco perché ora siamo di nuovo in questo maledetto salotto, in cui sembra debbano iniziare tutte le svolte della nostra storia.
“Ma quale storia?”
Giusto : tra di noi non c’è alcuna storia … non c’è niente.
C’è solo una dolcissima bambina di 4 anni e mezzo.
Scuoto la testa per scacciare questi pensieri, preparandomi ad affrontare un nuovo atti di  … qualsiasi cosa ci sia tra noi.
Purtroppo però lui nota il mio movimento.
-Che c’è?-, mi chiede.
-Nulla … pensavo.-
-A noi vero?-, chiede in un fiato solo; sono confusa.
-No. Non esiste alcun “Noi”.-
-Ma …-,  si avvicina, la mano tesa per toccarmi la spalla.
Scuoto la testa e mi allontano.
-Edward dobbiamo parlare, no?-.
È così che mi ha detto prima di salire, guardandomi con occhi così limpidi e allo stesso tempo profondi da sembrare ipnotici.
Annuisce, ma resta in silenzio.
-Quindi? Parla. Vorrei cercare di capire meglio alcune cose …  Ho capito più o meno perché tu e Jane vi siete sposati, ma cosa c’entro io invece con il tuo divorzio? Inoltre vorrei capire perché al matrimonio di Rose e Emm ti sei comportato in quel modo, pur essendo sposato. E perché tu e Emmett non vi parlavate … Cosa c’era nella lettera …?-
-È  un interrogatorio?-, ridacchia.
-Io sono seria. Vuoi parlare? Bene: spiega.-
-Ok … -
-Aspetta … -, lo blocco e prendo un bel respiro,- Tu finora non hai mai detto di … hai amato Jane?-
Un lampo di sorpresa nei suoi occhi; scuote la testa e un sorriso amaro si disegna sulle sue labbra.
-Le ho voluto bene … molto, ma non l’ho mai realmente amata …-, risponde in un sussurro deciso.
-Allora perché farci un figlio? Credevi che l’affetto potesse bastare a mandare avanti un matrimonio? A volte persino l’amore è troppo poco.-
Il sorriso amaro non ha lasciato il suo volto.
-Hai ragione Bella …-, sospira,- Adam … Vedi io amo … AMO dal profondo del mio cuore Adam, e ho sempre desiderato diventare padre …-
-Questa non è una buona ragione …-, inizio ma lui mi blocca.
-Fammi finire, ok?-, annuisco e lui continua,- Quando ho saputo che Jane era incinta per me è stato una specie di shock … il nostro matrimonio era in crisi, avevo appena scoperto che mi tradiva con Demetri … invece, per lo stesso motivo per cui mi ha sposato, Jane aveva smesso di prendere la pillola qualche mese prima, a mia insaputa: mi ha incastrato, di nuovo, per i soldi, aveva paura che non gliene dessi abbastanza dopo il divorzio.
Ma saputo del bambino io feci un passo indietro cercando si risollevare il nostro matrimonio. Lei invece ormai aveva l’assicurazione sulla vita che le serviva: ecco cos’è per lei Adam!
Per convincermi a concederle il divorzio mi raccontò che sposarmi era solo un modo per realizzare gli intenti dei suoi genitori e che mi aveva tradito per anni, sempre con Demetri, che era il suo ragazzo prima che iniziassimo a uscire insieme: l’unico che lei avesse mai amato. Mi spiegò anche che aveva sempre avuto intenzione di chiedere il divorzio, stava aspettando solo il giusto momento, che per lei era dopo la nascita di nostro figlio, perché grazie agli alimenti che le avrei versato lei e il suo “amato” avrebbero vissuto una vita perfetta.-
-E perché non hai cercato di avere l’affidamento? Sapevi di che pasta fosse tua moglie!-, lo rimprovero indignata e inorridita da ciò che è divenuta Jane.
-Non hai capito … Io non volevo nemmeno concederle il divorzio mentre lei aveva bisogno che fosse consensuale per aver maggiori benefici … e alle sue condizioni … -, mi spiega visibilmente alterato, alzandosi in piedi e iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza, furiosamente.
-Se non volevi più divorziare … cosa ti ha fatto cambiare idea?-, chiedo cercando di non attaccarlo.
Lui ha certamente fatto la sua parte di errori, ma non mi sento di condannarlo.
-Tu.-, dice guardandomi dritta negli occhi e facendomi arrossire.
Distolgo lo sguardo.
-E poi?-, riesco a chiedergli dopo qualche minuto.
-Intendi quando le ho concesso il divorzio?-, annuisco,-Io volevo l’affidamento ma sarebbe stato impossibile ottenerlo …-
-Non potevi far leva sul fatto che lei ti avesse tradito?-, gli chiedo, ma ancora una volta quel sorriso amaro è lì a indurire i suoi lineamenti.
-L’ho fatto anche io, no? E lei lo sapeva … non so come ma aveva scoperto di noi, e mi ha detto che l’avrebbe portato in tribunale  e … ad ogni modo lei poteva offrire al bambino un ambiente stabile,lei aveva una relazione con Demetri; io invece sarei risultato come un uomo in cerca della storia di una notte …-
Porto le mani alla bocca, mortificata.
-Se io non fossi scappata …- sussurrò.
Se io non fossi scappata, se fossi restata accanto a lui, Edward avrebbe potuto avere delle speranze di ottenere l’affidamento, se solo gli fossi stata accanto … di certo si sarebbe presentato in un modo molto diverso. E Adam non avrebbe sofferto per la mancanza d’amore.
Lui si avvicina e si abbassa fino a prendere il mio viso tra le mani.
-Non è colpa tua … Io non immaginavo … Non credevo che Jane potesse non amare suo figlio … o amarlo in questo modo perverso : ancora non riesco a realizzare che non lo ami, ma per come lo tratta sembra proprio così … -
Si allontana di nuovo.
-Io avrei dovuto capire … sono un medico … e Jane presenta un forte disturbo bipolare, causato dalle soffocanti pressioni dei suoi genitori … Ma trattare nostro figlio in questo modo, senza alcuna considerazione: proprio lei che non ha ricevuto che biasimo dai suoi genitori … Ero cero potesse essere migliore di loro, che potesse amare Adam …-
Mi alzo e lo raggiungo cercando di distrarlo dai suoi sensi di colpa:
-Jane ha detto che hai deciso di concederle il divorzio a causa mia … lei ha detto …-, mi blocco imbarazzata di fronte a lui.
-Cosa? Che l’ho fatto per essere libero di stare con te?-, il suo tono è basso e roco, le sue dita mi accarezzano delicatamente la nuca, ma mentre il suo volto  esprime malizia i suoi occhi sono imbarazzati … sta di nuovo fingendo di essere quello che era un tempo, come mi ha spiegato poche ora fa.
-Sì … -soffio sulle sue labbra accorgendomi di essergli troppo vicina.
Poi accade qualcosa che non mi aspettavo: per la prima volta è lui ad allontanarsi.
-Per quanto riguarda il matrimonio di Rose e Emmett … -, riprende come se non fossimo stati sul punto di baciarci di nuovo,- Ricordi quanti anni fa è stato?-
-Quasi sette anni fa ormai-, annuisce.
-Esatto:il mio matrimonio era sull’orlo del naufragio e ancora non sapevo di Adam … il giorno dopo avevo appuntamento con il mio avvocato per iniziare la pratica di divorzio … o annullamento.-
-E tu ed Emmett?-
-Beh ecco … -, passa la mano destra tra i capelli … -Scusa, ma è imbarazzante … Quando io e Jane abbiamo iniziato a uscire insieme come amici … non frequentavamo buone compagnie né posti molto raccomandabili e a quanto pare Emmett mi “spiava” tramite un vostro amico, Jane lo conosceva, un certo Jasper credo …-, in effetti avevo io stessa presentato Jasper e Jane il primo anno all’università,- E questo ragazzo sembrava sapesse sempre dove fossi, lo comunicava a Emm, che a sua volta chiamava i miei genitori adottivi, che venivano a recuperarmi ubriaco fradicio … Io non volevo quest’aiuto, e io e Jane ci convincemmo che Emmett fosse una specie di nemico che congiurava con i miei per non farci divertire … In quel periodo si creò anche una profonda frattura tra me e gli unici genitori rimastimi, frattura sanata solo recentemente … ecco perché Adam non porta il mio cognome, non volevo che un mio figlio dovesse avere la mia stessa maledizione: portare il cognome di quelli che vedevo come spodestatori … non erano i miei genitori e invece si volevano spacciare per tali ed interferire nella mia vita, ecco perché nel contratto prematrimoniale stabilimmo che dei nostri eventuali figli avrebbero portato il cognome Smith, del resto sarebbe stato assurdo usare Masen, visto che nemmeno io lo usavo più … poi ho scoperto che anche questo era un desiderio dei miei ex suoceri: avere un erede col proprio cognome!-, sputa l’ultima frase come se fosse veleno e mi rendo conto che effettivamente i desideri contorti dei signori Smith non hanno avvelenato solo la mente della figlia, ma anche la vita di Edward, e che forse siamo ancora in tempo per sottrarre Adam da questo perverso domino.
-Sto facendo la figura dello stupido …mi sono fatto ingannare da una ragazza e dalle mire dei suoi genitori!-, lo raggiungo.
-Edward … tu hai solo dovuto affrontare momenti difficili, ma ne sei uscito e riuscirai a tirarne fuori anche Adam. Io farò tutto il possibile per aiutarti.-, gli accarezzo la guancia non perfettamente rasata e mi ritrovo ancora una volta a meno di un centimetro dalle sue labbra, e lui si allontana di nuovo.
Vorrei chiedergli perché … perché non mi ha baciata. Io ho i miei motivi per volerlo tenere a distanza, ma lui …
Sto per parlare ma il campanello suona, quando Edward apre la porta appare una donna a dir poco meravigliosa, che lo saluta con un veloce bacio sulle labbra.

Di fronte a me un tornado dai lunghi boccoli rossi e qualche lentiggine.
La pelle è così bella da sembrare intinta in latte e fragole, gli occhi talmente chiari da ricordare una sorgente d’acqua fresca. 
Il sorriso è franco e i suoi movimenti fluidi.
Questa donna è l’esatta reincarnazione di Venere, nemmeno Rose può competere con la sicurezza e l’eleganza dei suoi modi … forse sarebbe splendida anche se non fosse alta un metro e ottanta, o se non avesse un vitino  vespa, o se i suoi fianchi perfetti non fossero fasciati da uno stupendo paio di jeans taglia 40, o la candida camicia sbottonata fino a far intravedere la pelle ancor più chiara del suo decolté!
Forse sarei comunque insignificante messa a confronto con lei.
-Tesoro sono venuta il prima possibile, ma avresti dovuto avvertirmi prima … è l’ultima volta che corro appena tu chiami!-, conclude facendo la linguaccia ad Edward. Credo non mi abbia ancora notata.
-Vic …-, Edward si volta verso di me e così fa lei, mi sorride.
-Non sapevo che avessi visite! Mi costringi ad intromettermi tra voi!-, dice in tono scherzoso.
Si avvicina e mi tende la mano mentre noto i particolari: i bassi stivali di camoscino che si abbinano al gilet, i semplici orecchini di perle, il braccialetto d’argento semirigido e lo smalto trasparente sulle unghie.
-Piacere io sono Victoria, per gli amici Vic!-, dice mentre stringe la mia mano.
-Io sono Isabella.-, un altro sorriso e si accomoda sul divano.
-Edward, caro, avresti dovuto dirmi che avevi compagnia … è il momento sbagliato, vero?-
-No, Vic … veramente …-, inizia lui e io capisco l’antifona.
-Me ne vado subito. Ci vediamo Edward … È stato un piacere Vic.-
Mentre sto per andarmene vengo bloccata da Edward.
-No, aspetta.-, lo guardo interrogativa e lui mi trascina di fronte a Victoria facendole segno di alzarsi in piedi,- Bella, lei è Victoria  Strong, il mio avvocato … Vic, lei è … beh … lei è Bella.-

Non so perché ma Victoria mi guarda completamente shockata.
-Tu sei Bella? La Bella che ha frequentato il liceo con Edward ed Emmett?-, annuisco e lei scoppia a ridere,- Oddio! Sei davvero tu!-, mi abbraccia, poi si allontana di qualche passo e mi osserva attentamente,-Che peccato: non posso proprio mettermi tra di voi!-, sono abbastanza confusa, ecco perché lei mi spiega:- Edward non me lo perdonerebbe mai.-
-Bella smetti di lambiccarti il cervello: Vic è lesbica.-, credo di avere la mascella slogata.
-Ma … è così bella!-, sono totalmente spiazzata … ecco perché blatero senza senso.
-Grazie!-, risponde ammiccando,- Ma come ho detto … non posso mettermi tra di voi … questo musone mi odierebbe!-, scherza e poi mi tende di nuovo la mano,-E così tu ci aiuterai a farla pagare a quella strega, vero? Benvenuta a bordo.-

Abbiamo passato più di un’ora a discutere su quella che sarà la mia testimonianza e in sostanza la nostra strategia sarà solo una: la sincerità!
Jane potrebbe tirare in ballo quello che è accaduto tra me ed Edward cinque anni fa, per rendermi un testimone poco affidabile, perché di parte, ma ovviamente il problema non sussiste essendo io all’oscuro del rapporto di parentela tra il bambino ed Edward fino a poco fa. Inoltre Vic vuole raccogliere in merito le testimonianze di Leah e Sam, per fugare ogni dubbio.
Vic mi ha spiegato come devo parlare, quali parole possono essere più persuasive in tribunale e per quale abbigliamento optare per esercitare a livello inconscio una maggiore credibilità.
È uscita da un paio di secondi.
-Wow! È un peperino!-, dico.
-Già! È così da quando la conosco, circa quindici anni. E sì, prima che tu lo chieda, ha sempre odiato Jane. Diceva che era inquietante e che ad ogni modo non era giusto che stessi con qualcuno che non amavo.-
-Beh non posso dire di essere in disaccordo.-
Si siede accanto a me sul divano e pochi secondi dopo sta ridendo a crepapelle. Lo guardo in attesa di una spiegazione.
-Scusami … è che … è che tu … tu credevi che avesse una storia con me …-, dice tra una risata e l’altra,- Victoria …! E invece lei stava provandoci con te! Oddio!-, ride ancora e quel suono è così pieno da essere trascinante, e mi ritrovo ad unirmi a lui, ridendo scompostamente.
Dopo un infinità di risate siamo finalmente seri; controllo l’ora: devo tornare a casa, tra poco mia madre riporterà Charlotte  e non voglio che il solito interrogatorio pre-partenza abbia come argomento”dove sei stata tutto il giorno”.
-Io devo andare, adesso.-, lui annuisce.
Prendo la mia borsa.
-Aspetta ti accompagno alla porta!-
Siamo già lì e mi volto per salutarlo … ora che siamo di nuovo così vicini vorrei chiedergli perché non mi ha baciato, prima; perché si è allontanato, quindi mi sbrigo ad uscire da quell’appartamento prima di dire qualcosa che non devo.
-Bella?-, mi chiama e mi volto, trovandomi stretta tra le sue braccia in un abbraccio stritolatore. Mi da un bacio sulla guancia sinistra, e sussurra:
-Non ti ho baciato perché non volevo più metterti in difficoltà … anche se sappiamo entrambi che avrei dovuto … e che avresti voluto. Ma non fa nulla … lo farò quando avremo risolto questa questione … Non potrai più scapparmi Isabella.-, poi mi lascia finalmente andare via.
















Eccoci alla fine del cap ... adesso si sarà finalmente capito un po' di più di tutta questa storia incasinata, no? Spero di sì! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio,

Serena


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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


cons_12 Allora per prima cosa è mio dovere scusarmi per l'attesa.
Ringrazio tutti voi che leggete questa storia, chi la commenta, chi l'ha inserita tra le seguite, le preferite e e le ricordate, e chi mi ha inserito tra i suoi autori preferiti.
Oggi sono un po' più formale ... perché il capitolo che state per leggere è importante, forse il più importante e per quanto iio sapessi perfettamente cosa scrivere non è stato semplice metterlo su foglio e concermi che la mia scelta possa essere giusta. Questa è la "scena madre" della ff, nel momento in cui decisi, alla fine di  Ossessione di sccrivere il seguito questa scena era ben presente nella mia mente, ancor prima di creare la story line di Edward sapevo che Bella sarebbe arrivata al banco dei testimoni, prima ancora di saper bene il perché.
Come avrete capito questo è il capitolo dell'atteso processo e ... basta con le mie ciance, vi lascio al capitolo.













Capitolo 12







È passato esattamente un mese dal mio primo incontro con Victoria Strong ed è ormai arrivato il giorno del processo.
Ho indossato, secondo le indicazioni della donna, un paio di ballerine, dei jeans non troppo attillati e una semplice camicia bianca, i capelli stretti in una coda bassa e un filo di trucco.

-Dovrai apparire come una ragazza acqua e sapone, rassicurante.- la osservavo seria, annuendo alle sue parole.
-Vic … Bella è una ragazza acqua e sapone …-
-Edward per favore!-
Eravamo di nuovo a casa Cullen, ma stavolta c’era anche Adam.
-Vic …-, lei sbuffò e si rivolse al bambino.
-Adam puoi andare a prendermi quei disegni che volevi farmi vedere?-
In risposta il bambino sorrise, scappando nella sua stanza.
-Ve lo spiegherò solo una volta perché abbiamo poco tempo prima che Adam torni di qui … Edward apri bene le orecchie: Jane tirerà sicuramente in ballo quello che c’è stato tra di voi e cercherà di descrivere Bella come una spodestatrice che vuole rubarle la famiglia … e noi sappiamo bene che è un’ottima attrice … -, probabilmente avrebbe detto altro, ma  Adam era appena tornato.

Ci siamo incontrati molte volte, io, Edward, Adam e Victoria. E tutte le volte siamo arrivati a ripetere quasi a memoria le stesse cose.
Ho imparato a fidarmi della donna e un paio di giorni fa stavo anche per confessarle dell’esistenza di una figlia mia e di Edward.

-Allora direi che siamo pronti per affrontare il processo-, aveva esordito Vic.
-Eravamo pronti anche un mese fa, secondo me …-, sbuffò Edward scomodamente seduto sulla sedia.
Avanti a noi c’erano un mucchio di carte, che continuavamo a consultare, ma di cui l’unica a capirci qualcosa era la rossa.
-Silenzio Cullen! Sei pedante quando fai così!-
-Io invece credo che tu volessi solo rivedere Bella!-, cacciò la lingua come se avesse solo dieci anni, scoppiai a ridere.
-E tu no?-, provò lei, mentre la mia risata si spegneva per l’imbarazzo.
-Certo!-, rispose sfacciato.- Ma lei sarebbe comunque venuta qui per poter descrivere il mio rapporto con Adam, quindi …-, ad interromperlo fu proprio il bambino che seduto sul divano a qualche metro da noi, lo chiamò.
-Ah! Quasi dimenticavo … dille della minaccia.-, buttò lì.
-Bella … di cosa parla?-, mi chiese immediatamente Vic, mentre osservavamo padre e figlio divertirsi.
-Sì … Jane è venuta da me, il giorno in cui poi noi due ci siamo conosciute, e mi ha detto: “Non intrometterti … altrimenti ti distruggerò, lo giuro! Sono abbastanza ricca per poter pagare il migliore avvocato della città, distruggere la tua vita e restare sorridente a guardare!”-, lei pensò un attimo prima di parlare.
-Bella … tu … c’è qualcosa che lei potrebbe usare contro di te? Per minare la tua credibilità?-
-Qualcosa come un’ amica morta assassinata per mano mia?-, scoppiò a ridere.
-Pensavo più a una notte d’amore con l’ex di questa tua amica.-, ammiccò mentre io arrossivo furiosamente, suscitando in lei un altro scroscio d’ilarità.
Per sfuggire al suo sguardo posai gli occhi sulla coppia che rideva poco distante da noi.
Erano stupendi.
In passato ero stata certa che non potesse esistere al mondo un padre migliore di Emmett, ma era solo perché non avevo mai visto Edward con suo figlio: era affettuoso, gioviale ed entusiasta di ogni momento che passavano insieme, era dolce eppure pronto ad essere severo nei momenti in cui ce ne era bisogno.
Io avevo un segreto: era Charlotte e in quel momento, guardando Edward con Adam fui tentata di confidare a Victoria la verità … ma a che pro? Rischiavo solo che lei lo dicesse ad Edward e non era il momento … l’avrebbe saputo qualche giorno dopo.

Siamo davanti alla porta dell’aula di tribunale, in largo anticipo.
È venuta  a prendermi Victoria stamattina a casa, perché come al solito, nei momenti clou, la mia automobile mi ha abbandonato e decisamente non era il caso di farmi dare un passaggio da James che invece resterà a casa mia con Charlotte.
Edward naturalmente era già qui quando siamo arrivate, e mancavano due ore al processo!

Il processo procede come previsto: richieste, domande, obiezioni …
Edward ha raccontato la sua versione dei fatti, la vera versione dei fatti; Jane ne ha raccontata una in cui Adam cerca solo di attirare l’attenzione su di sé e per questo esagera gli avvenimenti …
È il momento della mia testimonianza.
Mentre mi siedo al banco dei testimoni posso vedere tutta l’aula: è enorme e proprio per questo appare semideserta, anche se dietro Edward, accanto al mio posto vuoto sono seduti Rosalie ed Emmett, che hanno lasciato i bambini con Alice e Jazz, accanto a loro Esme e suo marito, Carlise. Al lato opposto, dietro Jane c’è solo quello che mi è stato indicato come Demetri, che ho subito riconosciuto come l’uomo moro che spesso, prima di tutta questa storia, veniava a prendere Adam a scuola.
I miei pensieri sono interrotti dalla voce di Victoria.
-Signorina Swan, potrebbe spiegare come ha capito il disagio del piccolo Adam?-
-Certo. Adam è sempre stato un bambino molto chiuso, solitario e silenzioso, ma estremamente dolce, così dopo che si è confidato con un’amichetta ho convocato sua madre, ma lei non si è mai presentata, così io e la preside della scuola abbiamo ricorso all’aiuto di un investigatore privato per rintracciare il padre del bambino.-
-Lei conosceva da tempo il dottor Cullen … sapeva che fosse lui il padre di Adam?-
-No, anzi. Per me è stata una sorpresa quando me l’hanno detto.-
-Chi glielo ha detto?-
-È stato il nostro comune amico Emmett. Quando ho convocato a scuola il padre di Adam, Edward ha avuto un’emergenza in ospedale e all’ultimo momento non si è potuto presentare, così ha mandato il nostro amico … nemmeno lui sapeva che io fossi la maestra di Adam.-
-Signorina lei è anche la garante scelta per verificare le interazioni tra padre e figlio… cosa può dire a riguardo?-, annuisco lentamente.
-Ho osservato Adam e suo padre passando molto tempo con loro: il rapporto si è facilmente rinsaldato ed approfondito. A scuola ho invece potuto notare che il bambino ha iniziato ad aprirsi considerevolmente con gli altri bambini e ad essere meno triste e solo.
-Quindi secondo lei la presenza del padre è un fattore rasserenante e positivo nella vita di Adam?-
-Decisamente sì.-, concludo più che mai convinta.
In pochi minuti ho reso la mia testimonianza.
Sapevo già cosa avrei dovuto dire, lo sapevo talmente bene che avrei potuto recitarlo a memoria.
È stato come estraniarmi, recitare la mia parte perfetta, per quanto non abbia detto altro che la verità …
Eppure mi sono sentita attrice e sceneggiatrice di me stessa.
Il difficile però arriva adesso, solitamente. Io però sono preparata.
Il rumore dei tacchi di Victoria che si allontana è come lo squillo dell’adunata militare. So quello che devo fare, ma devo comunque stare all’erta.
Finalmente mentre si siede Victoria Strong torna ad essere  semplicemente Vic, con i capelli resi completamente lisci che per un secondo guizzano nell’aria come fiamma, e lo sguardo che arde di determinazione.
Intanto l’altero e snob avvocato di Jane si avvicina a me.
Avrà la mia stessa età, più o meno, indossa un completo nero firmato, una camicia candida e la cravatta a fasce oblique che scendono dalla sua destra celeste cielo e nere, intervallate da delle linee bianche.
-Signorina Swan … lei conosce da molto tempo il signor Cullen?-
-Sì.-, confermo.
-Da quando?-
-Dai tempi del liceo:eravamo compagni di classe.-
-E negli anni non si è tenuta in contatto con lui, esatto?-
-Esatto.-
-Precisamente mi risulta che i vostri rapporti si siano improvvisamente interrotti ai tempi dell’università … così come con la signora Smith.-
-Infatti.-
-Quando vi siete rivisti?-
-Più o meno sette anni fa, al matrimonio di alcuni amici.-
-Sette anni fa? Guarda caso coincide con la crisi del matrimonio tra il dottor Cullen e la sua ex moglie.-
-Obiezione! L’affermazione è tendenziosa.-, interrompe posata VIc.
-Ritiro l’affermazione-, disse lo “squalo” che avevo di fronte.
-Ad ogni modo, signorina, dopo di ciò quando vi siete incontrati di nuovo?-
-Cinque anni fa, più o meno.-
-Sa che dopo il vostro incontro il signor Cullen ha finalmente concesso il divorzio alla mia cliente-, scrutando dietro le spalle dell’avvocato cerco lo sguardo di Edward.
-L’ho saputo da poco.-
-In quell’occasione l’incontro tra lei e il Dottore è stato una banale e semplice rimpatriata tra vecchi amici?-, arrossisco di botto, negando.
-È giusto dire che abbiate vissuto una notte di passione?-, la mia voce trema e sento gli occhi di tutti addosso mentre confermo. Lo sguardo che però brucia sulla mia pelle è quello di Edward.
-La vostra … “storia” non ha mai avuto seguito … Sa dirmi il perché?-
-Non sapevo che fosse sposato … quando l’ho scoperto non sono stata molto entusiasta della cosa.-
-Quindi non sapeva nemmeno della separazione in atto? O della richiesta di divorzio? Né dell’esistenza di Adam?-
-È esatto … sono cose che ho scoperto da pochissimo.-, l’uomo annuisce lentamente dandomi le spalle, quando si volta il suo sguardo è freddo e il suo volto duro.
-Sa dirmi il nome della bambina con cui Adam si sarebbe sfogato?-
Sento le voci di Victoria ed Edward parlottare tra di loro.
L’avvocato di Jane, per la prima volta dall’inizio del mio interrogatorio, si sposta liberandomi la visuale e permettendomi di guardare cosa accade dalla “mia” parte dell’aula.
Edward prende i documenti delle deposizioni e li osserva, Vic allunga le mani e scuotendo la testa gli dice qualcosa, probabilmente che non troverà quel nome.

-Vic non sarà necessaria la testimonianza della bambina che mi ha parlato del problema, vero?-, le avevo chiesto un pomeriggio mentre eravamo stranamente sole.
-No Bella, il disagio di Adam era visibile a tutti e comunque si preferisce coinvolgere il meno possibile i minorenni in aula. La bambina potrebbe anche non esistere.-, mi aveva spiegato l’avvocato.

-Allora?-, l’uomo è lontano da me, avanti il banco dove siede Jane, ma sento il suo fiato sul collo.
Lentamente si avvicina.
-Obiezione! È irrilevante!-, dice confusa Vic, forse preoccupata dall’espressione terrorizzata che sento scolpita sul mio viso.
-Tutt’altro.- continua il suo collega e dopo un cenno si assenso del giudice incalza:
-Le ricordo che è sotto giuramento, signorina.-
Scorgo gli sguardi spaventati di Emmett e Rose e quello trionfante di Jane.
-Charlotte Tony Swan-, dico in un soffio. Intravedo Victoria aggrottare le sopracciglia e rivolgersi ad un confusissimo Edward.
-Swan?-, il tono è fintamente sorpreso,-Ha il suo stesso cognome? Siete imparentate?-
-È mia figlia.-, adesso Vic ha gli occhi sbarrati, ma non oso guardare verso Edward che immagino abbia la stessa espressione.
-E quanti anni ha sua figlia?-
-Quattro e mezzo.- e mentre rispondo già so che se questa storia è uscita fuori Jane già sa chi è il padre di mia figlia, e non mi importa scoprire come l’abbia saputo, voglio solo trovare la forza per rispondere alla prossima domanda e affrontare tutto ciò che ne conseguirà.
Ora realizzo che è a questo che si riferiva Jane con la sua minaccia.
Intanto l’avvocato allunga la mia agonia chiedendomi dove sia adesso mia figlia.
-A casa con un mio caro amico.-passano alcuni secondi, o forse alcuni minuti, di silenzio.
La prossima domanda distruggerà il rapporto tra me ed Edward … lo stesso rapporto che lui voleva recuperare.
-E dov’è il padre?-, temporeggio.
-Non c’è … non sa della sua esistenza.-, mi affretto a precisare per non rovinare tutto quello che Edward sta facendo per avere suo figlio.
-Chi è il padre, signorina?-
Guardo Victoria.
-Obiezione! Non è pertinente.-,prova,  ma l’altro ribatte prontamente:
-Sì, che lo è! Signorina Swan risponda: chi è il padre di sua figlia?-, incalza impietoso.
-È … Edward …-
-Intende Edward Antony Cullen?-, annuisco,- Quindi signorina, lei può ancora definirsi imparziale? Imparziale nel giudicare se il padre di sua figlia sia un buon padre?-, chiede retorico prima di sedersi.
Torno a posto consapevole che dobbiamo aspettare la decisione del giudice, che potrebbe anche non essere un giudizio definitivo dopo le mie dichiarazioni.
Quando il giudice esce dall’aula Victoria si volta verso Edward, che improvvisamente esplode: sbatte le mani sul banchetto di legno a cui sono seduti, si alza ed esce.
Io invece mi avvicino ad Esme e Rosalie.
-Non doveva scoprirlo così.-, sussurro trovando nei loro sguardi comprensione.
Rose mi abbraccia, mentre Esme mi sfiora il braccio in una carezza rincuorante.
Intanto vedo Emmett seguire Edward.
So che sto per piangere.
-Scusatemi … ho bisogno di una boccata d’aria.-, spiego per poi incamminarmi verso l’esterno del tribunale.
Uscendo sento le urla di Edward venire dal fondo del corridoio che io attraverso solo fino a metà per imboccare il portone d’ingresso ed uscire.
Prendo il cellulare dalla borsa.
“-Bella!-“
-Ciao James, tutto ok?-
“-Sì tutto bene, la principessa sta guardando il dvd di Cenerentola.-“
-Quindi è tranquilla …-
“-Certo! Vuoi parlarle?-“
-No, no … volevo solo sapere come andava …-
“-Bella …-“, il tono di James muta da gioviale a preoccupato,”-Tutto ok? Sembri strana …-“
-Non preoccuparti … sono solo un po’ stanca, non ho dormito bene … Ci vediamo prima di pranzo, spero.-, cerco di modulare il mio tono di voce per non fare preoccupare il mio amico.
-“Allora oggi porto le mie due principesse a pranzo fuori … Che ne pensi?-“
-D’accordo … a dopo.-
“-A dopo Bella.-“
Finalmente mi guardo intorno: il tribunale è circondato da un piccolo giardino semicircolare in cui non mancano i fiori e soprattutto gli alberi sempreverdi.
Mi siedo su una delle panchine immerse nel verde, ma nonostante siano ormai le undici l’aria è ancora piuttosto rigida, e ho lasciato la mia giacca dentro: non voglio rientrare subito, non voglio riaffrontare tutto adesso; così resto ferma a lasciare che l’aria pungente penetri nel mio corpo.
Almeno finché non mi viene posata sulle spalle quella che riconosco subito essere, dal profumo forte e avvolgente, la giacca di Edward.
Mi irrigidisco un istante pensando alle sue urla ed aspettandomi una sfuriata, quando però lo sento lasciarsi cadere di malagrazia accanto a me, mi rilasso impercettibilmente, senza tuttavia voltarmi a guardarlo.
-E così hai una figlia …-, inizia, come se improvvisamente gli fosse tutto chiaro.
-Senti … io …-
-Anzi … dovrei dire “abbiamo”.-
-Edward …-
-Bella risparmiami le tue scuse.-, il suo tono è stanco.
-Io … -
-“Tu” avresti dovuto dirmelo.-, dice duro.
-Lo so .-
Finalmente mi volto.
Il suo viso è ancora animato dallo scoppio d’ira che ho sentito poco fa, ma gli occhi sono tristi e quasi lucidi.
I capelli sono più disordinati che mai, segno che deve averli torturati nella foga degli scorsi minuti.
Le labbra sono una linea drittae sottile, in una chiara espressione di determinazione.
Le braccia abbandonate sulle gambe mentre guarda dritto davanti a sé.
Probabilmente sentendosi osservato, si volta verso di me.
I suoi occhi sono di un verde abbagliante, quasi artificiale, che ricorda molto quello degli attori nei film, quando le lentine colorate o i giochi di luce vengono utilizzati per creare colori che finiscono per sembrare innaturali.
Invece so che Edward non porta nessuna lente colorata e di certo la luce del sole non può raggiungerci sotto le fronde di questa imponente quercia.  Il colore dei suoi occhi è filtrato solo dalle sue forti emozioni.
Sto per dirgli qualcosa, non so ancora cosa , qualunque cosa …
-Ma che scenetta romantica! Mi spiace per voi ma per il tramonto sullo sfondo dovrete aspettare qualche ora!-
La risata sgraziata di Jene giunge più inopportuna del suo sarcasmo.
-Jane-, questo è l’unico saluto che Edward le rivolge alzandosi.
Io faccio lo stesso.
-Era a questo che ti riferivi.-, ma la mia non è una domanda, difatti l’unica risposta che ricevo è un sorriso derisorio.
-Avresti dovuto prevederlo-, mi spiega-, come io ho previsto che tu non avresti detto nulla al nostro Edward …-, parla con me ma il suo tono di scherzo è per lui,- Povero! Passa da una bugia all’altra … Io gli mento, tu gli menti … No forse la prima sei stata tu quando hai finto di essere una santarellina, che ne dici Isabella?-
-Jane piantala!-, s’intromette Edward.
-Poverino-, dice spostando lo sguardo su di lui,- adesso come farai a riacquistare credibilità là dentro? Quando nemmeno la tua sgualdrina ti ha voluto come padre di tua figlia?-, lo deride.
-Non è vero … Io-, ma lui mi blocca con un movimento del braccio.
Poi prende il portafogli, ne estrae un biglietto e lo tende verso Jane, che lo afferra.
-Ho già i tuoi recapiti, non mi serve il tuo biglietto da visita.-, dice annoiata.
-Giralo.-, mentre lei lo fa, Edward a voce bassissima continua,-Anche se non avrei voluto arrivare a tanto.-
Jane sorride soddisfatta.
-Vuoi l’affidamento esclusivo?-, domanda, lui annuisce.
-Sarà fatto.-, e torna dentro.
Guardo interrogativa Edward.
-Le ho offerto un cospicuo vitalizio mensile in cambio.-, spiega frustrato.
Mezz’ora dopo il giudice dichiara che Jane Cornelia Smith rinuncia all’affidamento di suo figlio in favore dell’ex marito.

Quando usciamo da tribunale ci avviciniamo tutti ad Edward, pochi secondi ed ecco Jane.
-Potrò vederlo qualche volta?-, chiede stranamente dolce.
-Se vorrai .-, le risponde Edward.
-Ma?-, continua lei.
-Non provare nemmeno a ferire i miei figli Jane!-
-D’accordo. Addio Edward! Ragazzi!-, saluta Emm, Rose e Vic,- Suoceri!-, Esme e suo marito,- Bella!-, e se ne va. Dieci minuti dopo io ed Edward siamo rimasti soli.

-Voglio vedere mia figlia.-
-D’accordo, oggi pomeriggio …-
-Non credo tu abbia capito! Ero arrabbiato … Diamine: ero incazzato nero! Me la stavo prendendo con Emmett quando è arrivata Esme e mi ha spiegato che lo sapeva anche lei. MA che lo hanno saputo tutti solo da poco … che dovrei farti spiegare, che è giusto.-, annuisco e ringrazio mentalmente sua madre, vorrei parlare ma lui me lo impedisce continuando,-E io voglio sapere … DAVVERO. Dovrai spiegarti per bene Isabella. Lo pretendo. Me lo devi. Ma ancor di più io pretendo di vedere mia figlia, ORA!-
-Beh …-, ma ancora lui continua.
-Quindi prendi la tua giacca e sali sulla mia auto: andiamo a casa tua.-.




Spero che questo cap non vi abbia deluso. Soprattutto mi piacerebbe sapere delle vostre impressioni su Edward, il suo atteggiamento e le sue scelte.
Per chiunque voglia contattarmi può farlo tramite FB: Serena Ebe EFP in cui trovere spoiler e anticipazioni su i prossimi cap e su future ff (mi raccomando quando inviate le richieste di amicizia ditemi il vostro nick su EFP) oppure andare sul mio blog: My pure wings  aperto da un paio di giorni.
Inoltre qualche giorno fa ho pubblicato una drabble per coloro a cui può fa piacere passare: Un grande segreto, è ambientata durante Eclipse e  il POV è Charlie (p.s.: risponderò al più presto alle belle recensioni che mi avete lasciato!)
Detto questo mi vado a nascondere aspettando le vostre opinioni.
Serena.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Cons_13 Salve ragazzi come va?
Spero a voi tutto ok perché io sono straaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa occupata!
Lo so lo so ... siete sorpresi di vedermi prima della scadenza del solito mesetto, ma volevo festeggire il superamento delle 100 recensioni!
Ok scherzo (sul mesetto, eh!) , e vi ringrazio tantissimo per le recensioni! davvero grazie mille a chi ha recensioto , così come a chi segue la storia, a chi l'ha messa tra le preferite, e tra le ricordate, grazie a tutti coloro che la leggono e grazie mille ha chi mi ha messo tra gli autori preferiti!
Parliamo un attimo di questo capitolino ... già capitolino perché è un po' breve, è un capitolo abbastanza di passaggio ... ecco perché ci hop messo tanto ad aggiornare: volevo inserirvi qualcosa di più ma non potevo mettere cose che dovevano andare nel prossimo capitolo ...
Ok dopo queste chiacchiere vi lascio al capitolo ...








Capitolo 13


Questo viaggio sembra essere infinito.

Appena saliti in auto Edward mi ha passato il navigatore satellitare.
-Imposta il tuo indirizzo.-,ha detto atono.
Queste le uniche parole che si sono sentite , eccezion fatta per la voce femminile un po’ stridula e metallica che lo guida attraverso le strade di Seattle.

“Siete arrivati”, gracchia l’apparecchio che ha riempito il nostro silenzio fino ad ora, e ho l’impressione che entrambi tiriamo un sospiro di sollievo.
Esco dall’auto e mentre raggiungo il portone di casa cerco le chiavi nella mia solita borsa super capiente, che naturalmente in questo momento d’agitazione diviene mia acerrima nemica.
Quando finalmente tiro fuori dalla mia borsa alla Mary Poppins le chiavi il sospiro di sollievo è di nuovo doppio.
Apro e sbircio un tesissimo Edward.
-Credevo che non arrivassimo più.-, e come credevo tutta la sua risolutezza si è tramutata in ansia.
-Già.-, rispondo semplicemente … forse dovrei dirgli qualcosa di più, ma non so cosa: ha appena scoperto di avere un’altra figlia e tra qualche momento la incontrerà … e sono certa che solo il suo senso di responsabilità lo ha portato a non urlarmi addosso … a messo NOSTRA figlia prima di tutto, e non posso esserne più felice.
Siamo alla porta, la serratura scatta ed entriamo. Mi soffermo solo un attimo a pensare che è la prima volta che Edward entra in casa mia …
-Principessa andiamo …  È arrivata la tua mamma.-, James sentendo la porta aprirsi ha capito che sono arrivata, infatti subito dopo le sue parole sbuca fuori dalla stanza di Charlotte con lei tra le braccia.
Con la coda dell’occhio vedo Edward irrigidirsi, come se non si aspettasse di vederla immediatamente.
Il mio amico si avvicina e lascia che la bambina si getti tra le mie braccia, e entrambi dopo un cenno d’intesa mi schioccano ognuno su una guancia un bel bacio di bentornato.
Poi James si rende conto della presenza dietro di me.
-Salve.-, lo saluta Edward distaccato , mentre io metto a terra mia figlia.
James lo guarda, lo studia, lo soppesa, poi guarda me e di nuovo lui.
-Immagino tu sia Edward Cullen. Io sono James Whitlock.-
Come … ? Come conosce Edward?
Edward invece di essere confuso, mi guarda risoluto e davvero non capisco cosa significhi quello sguardo.
-Esattamente … E così sei tu il caro amico di Bella.-, dice calcando sulla parola amico.
Se solo la situazione non fosse così … strana, starei arrossendo per il tono che ha usato … il cui sottotesto sembrava essere “Tu sei solo l’amico di Bella.”
E forse non dovrei essere così felice mentre rimarca al mio amico i confini che io stessa ho tracciato … la tensione è palpabile, e l’ultima cosa che voglio è turbare mia figlia … ma sono euforica: sto chiaramente intravedendo la possibilità che l’unico uomo che io abbia mai amato non mi odi … ed è troppo, semplicemente tropo, oggi.
James annuisce lentamente poi si volta verso di me.
-Tesoro ho prenotato nel tuo ristorante preferito.-
-Ah … Veramente … -
-Mamma …-, la mia bambina è attaccata alle mie gambe.
-Lei ..-, sento bisbigliare Edward e guardandolo annuisco, sorride emozionato e si accoccola per arrivare all’altezza di mia nostra figlia.
-Ciao … tu devi essere Charlotte …-
-Sì … ciao … e tu chi sei?-, chiede curiosa inclinando leggermente la testolina con fare interrogativo.
Edward mi guarda e poi risponde:
-Io … sono Edward, un amico della tua mamma.-, lui mi guarda ed io sorrido.
Intanto mi abbasso anche io, intanto sento James sussurrare un “certo come no!”, e sbuffando sedersi sul divano.
-Charly … vuoi sapere un’altra cosa? Edward non è solo un mio grande amico  …-
-Un amico come lo zio James?-, chiede lei.
-Più come Emmett e Rosalie … ti sono simpatici Emmett e Rosalie?-, interviene Edward.
-Siiiiiiiiiiì … Voglio tanto tanto bene alla zia e allo zio!-, sorride.
-Tesoro,- riottengo l’attenzione di mia figlia mentre suo padre (è stranissimo poterlo finalmente chiamare così!) mi guarda preoccupato,-Edward è anche il papà di Adam.-, i volti di entrambi si aprono in due favolosi sorrisi, l’uno di sorpresa e l’altro rassicurato.
-Tu sei il papà di Adam?-, lei annuisce,-E tu gli vuoi bene, vero?-
-Certo! Tutti i papà vogliono bene ai loro figli!-, risponde lui guardandomi con la coda dell’occhio.
.Anche la mamma e lo zio Emm lo dicono sempre.-
-E allora dicono bene!-sorride offrendo la mano alla bambina che subito l’afferra permettendogli di prenderla in braccio.
-Mamma guarda: abbiamo i capelli uguali!-, nota Charly e io lotto con tutta me stessa per non sciogliermi in un milione di lacrime di commozione.
-Bella … dovremmo andare …-, ci interrompe James.
Sono un po’ in imbarazzo.
-Giusto …-, inizia Edward e io lo guardo curiosa,- Hai detto che avevi prenotato nel ristorante preferito di Bella?-, l’altro annuisce,-Ti spiacerebbe far aggiungere un posto e spostare la prenotazione a nome Cullen?- James è attonito, io curiosa, lui però ci ignora e si rivolge allo scricciolo che ha in braccio,-Allora Stellina, che ne dici se andiamo a prendere Adam a scuola e poi io, tu, lui e la mamma ce ne andiamo al ristorante?-
-Siiiiiiiì!-, esulta lei ancora tra le braccia del padre.
“In braccio al padre”: ripeto mentalmente questa frase fino a d esserne ebra.
-E lo zio James?-, chiede il mio tesoro.
-Lo zio James ha molto da fare, vero?-, Edward si rivolge a lui con finto garbo, sorridendo mentre l’altro non può far altro che annuire, allontanandosi.
Pochi minuti e avendo recuperato il suo giubbino di pelle nera ci avverte di aver “concluso la missione giornaliera”!
-Principessina non vieni a salutarmi?-, Charlotte lo guarda dubbiosa,-Non dirmi che ora che ti sei fatta questo nuovo amico mi hai già sostituito?-, lei in preda al panico guarda Edward e con garbo gli chiede di farla scendere: deve salutare lo zio … e mentre  si spiega è talmente seria e composta da sembrare davvero una principessa, il ché mi porta a sorridere.
Quando il padre la mette a terra lei sussurra un grazie e fa l’inchino, poi scappa da James. Edward mi guarda meravigliato e mi avvicino a lui.
-Stava guardando Cenerentola prima-, gli spiego rivolgendomi per la prima volta da quando siamo arrivati direttamente a lui.
Intanto Charlotte sta abbracciando James.
-Nessuno ti sostituisce zio!- io intanto racconto ad Edward della passione che Charlotte ha per le principesse Disney, ma improvvisamente James mi attira a sé, poi guarda la bambina e scoppia a ridere.
-E tu, amor mio?-, dice con un tono pomposo, la sua mano ancora dietro la mia schiena, all’altezza della vita a schiacciarmi contro di lui,-Tu mi dimenticherai? Mi sostituirai presto?-, mia figlia ride a crepapelle  perciò sto al gioco ignorando l’imbarazzo e quello sguardo penetrante che sento addosso.
Assumo un’espressione scandalizzata e porto la mano a coprire le mie labbra.
-Mai, mio cavaliere!-, per un attimo vedo negli occhi di James un’espressione seria ed intensa, ma è solo un attimo troppo breve per cui io possa decifrarla, poi torna giocoso e mi schiocca sulla guancia  un sonoro bacio; finalmente mi libera e dandomi le spalle allunga la mano verso Edward.
-Arrivederci straniero … -, continua calato nella parte,- Ora posso andarmene senza paura sapendo che nessuno prenderà il mio posto.-, la voce di James è ora meno giocosa, ma dalla mia posizione non posso vedere nulla se non il volto di Edward.
In compenso  lo sfrontato e splendido sorriso di sfida di Edward mi è ben visibile, quando risponde strafottente:
-Non voglio il tuo posto, AMICO.-, vedo le spalle di James irrigidirsi un attimo prima che si allontani e sorridendo allegro si diriga alla porta.

Appena James è fuori un Edward soddisfatto guarda l’orologio.
-Vogliamo andare? Dobbiamo sempre passare a prendere Adam.-, dice serio.
La risposta euforica di Charlotte non si a attendere:
-Siiiiiiiiiiiiì!-











Come sempre spero che il cap vi sia piaciuto ...
Per chiunque voglia contattarmi può farlo tramite FB:
Serena Ebe EFP in cui trovere spoiler e anticipazioni su i prossimi cap e su future ff (mi raccomando quando inviate le richieste di amicizia ditemi il vostro nick su EFP) oppure andare sul mio blog: My pure wings  dove tra tre quattro giorni potrete trovare qualche spoiler del prossimo cap! ;)
A presto,
Serena

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Cons_14
Eccomi! Vi sono mancata? No? Ok ... non mi offendo, ma sono strasicura che vi son mancati i miei piccoli tesorini: Adam e Charlotte!
Prima di lasciarvi al capitolo ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e ricordano la storia e chi mi ha inserito tra i suoi autori preferiti; e vi auguro



Detto questo vi lascio a questo importante capitolo! A dopo!





Capitolo 14



Sapevo che stava arrivando, sapevo di doverlo fare , sapevo che prima o poi avrebbe fatto una domanda, ma non immaginavo ora, in questo momento, dopo solo qualche ora dacché si sono incontrati, non mentre agita una patatina fritta, prima di addentarla e sorridere ad Adam.

Guardo Edward e noto che non sa cosa dirle, né come dirlo. Decido allora che è l momento per mettere tutte le carte in tavola.
Mi alzo dalla sedia e mi abbasso, accanto a loro, alla loro altezza.
Prendo un bel respiro.


-Vogliamo andare? Dobbiamo sempre passare a prendere Adam.-, dice serio.
La risposta euforica di Charlotte non si a attendere:
-Siiiiiiiiiiiiì!-*
Qui erano cominciati i guai (se così si poteva dire dopo quello che avevamo passato oggi).
Dopo aver vestito Charlotte ero uscita dalla sua stanza e avevo trovato Edward fermo davanti alla porta d’ingresso, poggiato al muro.
Stavamo per scendere quando allungò la mano.
-Le chiavi.-, lo guardo confusa,-Le chiavi della tua auto … nella mia non c’è il seggiolino per Charlotte, dobbiamo prendere la tua …-
-Ok…-
-Naturalmente guido io .-
-Cosa?- nostra figlia intanto aveva preso la sua piccola sediolina bianca e aveva assistito allo spettacolo che avevamo portato avanti per più di dieci minuti, spettacolo a suon di”Perché dovresti guidare tu la mia auto?” “Dovrei fare il passeggero?”  “Non essere maschilista” e “Perché sei così contraria?”; finché le risate di nostra figlia non avevano attirato la nostra attenzione.
-Edward dobbiamo ancora andare a prendere Adam …-
-D’accordo-, concesse prendendo Charlotte in braccio.
Scendemmo e mentre io facevo il giro per entrare al posto di guida Edward si adoperava per allacciare le innumerevoli cinte del seggiolino.
Quando mi voltai lo trovai con il seggiolino in braccio su cui Charlotte sedeva perfettamente imbracata, così carico uscì dalla mia auto e rimontò il seggiolino nella sua.
Scesi e lo raggiunsi.
-Cosa fai-
-Monto il seggiolino. Tu intanto salta su!- disse ridendo soddisfatto.
Sbuffando salii in auto e quando mi raggiunse bisbigliai in modo che Charlie non sentisse:
-Hai vinto solo perché è tardi.-
Sorrise e mise in moto mentre io incrociavo le braccia sotto il seno, proprio come avrebbe fatto nostra figlia.

Dopo aver recuperato Adam ed aver impostato sul navigatore di Edward l’indirizzo, eravamo finalmente giunti al ristorante in cui eravamo stati subito scambiati per una famigliola felice. Avevo provato più volte  spiegare che io ed Edward non eravamo una coppia, ma lui mi aveva sempre zittita cambiando argomento  … Quando gli chiesi il motivo di quelle intenzionali, ne ero certa, interruzioni la sua risposta non era stata delle più gentili.
-Credi sia il caso di spiegare a tutti quelli che in questo momento ci vedono come una famiglia, che in realtà non lo siamo? Che ho scoperto solo oggi dell’esistenza di tua figlia, che guarda caso è anche mia figlia? Evitiamo scene penose.-, mi aveva sussurrato con tono deluso.
Questo mi faceva capire che in realtà il suo atteggiamento sereno e rilassato era solo una maschera per i bambini, così decisi di adeguarmi al suo comportamento e rivolsi tutte le mie attenzioni a quei due angioletti, tralasciando il pensiero del suo umore.
E il pranzo era trascorso in modo molto tranquillo e divertente, non si era creato più alcun imbarazzo tra me e Edward, anzi dopo la mattinata sembrava tutto fin troppo calmo …
-Papà di Adam? Ma perché prima non stavi mai con lui? Non lo volevi bene?-


-Tesoro-, mi rivolgo a mia figlia,- ricordi quando hai visto in tv tutti quei dottori che lavoravano in ospedale?-lei annuisce e io continuo, gli occhi di entrambi a fissarmi,-Hai chiesto allo zio Emmett perché lui non lavorava in ospedale … e lui che ti ha risposto?-
-Che lavorare in ospedale era una cosa molto difficile e che chi lavora in ospedale non ha tanto tempo per stare a casa.-
-Esatto tesoro … Edward lavora in ospedale …-
-Ohhhhhh.-, risponde la mia bambina mettendo la sua piccola mano davanti alla bocca e guardando affascinata suo padre.
È il momento di sganciare la bomba, mi dico, prima accadrà prima andrà tutto a posto.
-Charlotte-,richiamo la sua attenzione su di me,- ricordi cosa ti ho detto del tuo papà?- annuisce ed intanto vedo Edward irrigidirsi con la coda dell’occhio, ma il mio sguardo non abbandona nemmeno per un momento i due bambini- Ti dissi che non c’era perché faceva un lavoro molto importante … Infatti il tuo papà lavora nell’ospedale …-
-È amico del papà di Adam?- chiede lei sorridendo.
-Tesoro ti piace molto il papà si Adam?- lei annuisce,- Sono contenta che ti piaccia piccola mia… Edward-, mi avvicino con fare cospiratorio ai due bambini che si stringono accanto a me, - Edward è anche il tuo papà Charlie … solo che aveva tanti tanti pazienti che avevano bisogno di lui, e visto che lui è tanto buono …-
-Come tutti i papà.-dice Adam.
-Sì, come tutti i papà … non poteva sapere che anche voi volevate vederlo …-, i bambini mi guardano seri, poi Charlotte scende dalla sedia  e va vicino ad Edward, che non ha potuto ascoltare i nostri discorsi.
Lo guarda, lo squadra la lontano, poi si avvicina e osserva le sue mani, e sempre seria si arrampica aiutata da lui, sulle sue gambe; lo osserva ancora bene, poi lo abbraccia.
-Ciao papà!- dice gioiosa attaccata al collo del padre, che l’abbraccia felice e un po’ commosso mimandomi un grazie, mentre io scompiglio i capelli di Adam.


Sono  placidamente rilassata nella vasca da bagno, probabilmente da più di un’ora , ma la cosa non mi preoccupa … avevo proprio bisogno di rilassarmi dopo la giornata movimentata di oggi: il processo, il pranzo con Edward e i bambini … tutto ciò era nettamente fuori programma, ecco perché ho bisogno di rilassarmi …
Eppure non è così semplice: continuo a guardare il mio cellulare poggiato sul lavandino, potrei allungare la mano ed afferrarlo: non sono abituata a staccarmi da lei per così tanto tempo …
Charlotte è da suo padre, già … Ha chiesto di restare a dormire con lui e il fratellino; naturalmente Edward non mi avrebbe permesso di dire di no nemmeno se avessi voluto … e comunque non volevo, è giusto, maledettamente giusto che Edward conosca sua figlia, glielo devo, ad entrambi … eppure, per quanto mi fidi ciecamente di Edward sono in ansia, è la prima notte che trascorro senza la mia bambina … tutta la mia vita negli ultimi anni si è svolta solo in funzione di mia figlia.
Prima di entrare in vasca mi ha chiamato Rose chiedendomi come andava: Emmett aveva saputo da Edward della novità così la mia migliore amica voleva sapere quanto mi sembrasse strano essere in casa senza il mio angioletto, mi aveva persino proposto di andare a dormire da lei per non sentirmi sola, ma ho preferito restare qui, a casa mia, a rilassarmi …
Esco finalmente dalla vasca e infilo l’accappatoio mentre si sente un tuono.
Mi concedo di prendere in mano il cellulare, sperando di resistere all’impulso di chiamare Edward per sapere come sta andando. Mi chiuderebbe il telefono in faccia, lo so.
Sono quasi le undici.
Charlotte dovrebbe essere al letto … spero che la presenza di Adam non l’abbia sovraeccitata: faticherebbe a prendere sonno altrimenti.

Arrivo in camera ed infilo l’intimo. Non ho nemmeno il tempo di scoprire le calde coperte: qualcuno bussa con insistenza al campanello.

Mi precipito ad aprire preoccupata, senza nemmeno fermarmi a pensare che per qualsiasi emergenza Edward avrebbe chiamato, non si sarebbe precipitato qui a quest’ora con due bambini …
Spalanco la porta e vengo travolta da un corpo pesante.
Sono a terra, immobilizzata da un pesante corpo maschile, sarei spaventata se non riconoscessi i liscissimi e biondi capelli di James.
Solleva il busto.
-Scusa B-Bella.- nel momento in cui solleva il volto mi rendo conto che è ubriaco fradicio.
-Sei ubriaco … -
-S-Solo un p-po’-
-Alzati James-
-S-Sì … o-ora mi alzo-, ci prova ma è talmente ubriaco da ricadermi addosso.
La porta di casa è ancora aperta.
-James … su!-, dico provando a spingerlo via per alzarmi, ma lui mi stringe forte a sé.
-La mia Bella … So che Charlotte non c’è …-, mormora baciandomi le guancie.
-James!- alzo un po’ la voce per catturare la sua attenzione, ma invece di lasciarmi andare mi stringe forte la braccia e mi guarda intensamente … sembra voglia … baciarmi?
Chiudo gli occhi e volto il viso prima che possa farlo e un attimo dopo sono finalmente libera dal peso del suo corpo.
Sento il tonfo della porta che si chiude e riapro gli occhi … ma non sono di nuovo sola come pensavo, anzi! Di fronte a me c’è Edward che tiene fermo un agitato James.
Mi alzo e li guardo leggermente incuriosita: cosa ci fanno qui? Entrambi?
Vorrei fare delle domande, ma prima che io possa anche solo avvicinarmi a loro James si libera dalla presa di Edward.
-La colpa è solo tua … Toglimi le mani di dosso, bastardo!-, e dopo questo prova a colpirlo, ma invece riceve un colpo alla mascella che lo fa cadere a terra seduto e finalmente lo calma.


Siamo tutti e tre seduti in salotto, Edward occupa la poltrona, James è disteso sul divano, e io gli tengo il ghiaccio sulla mandibola. Sotto le mie carezze James si è appisolato ed ora è caduto il silenzio.
Edward sbuffa e si alza, passandosi le mani tra i capelli bagnati.
Solo ora noto che è zuppo.

-Vado a prenderti un asciugamano-, sussurro per non svegliare James.

Mi alzo, stringo la cinta della vestaglia che ho indossato poco dopo l’arrivo di Edward e scappo in bagno.
Ritorno e trovo Edward in cucina.
-Sei qui.-dico entrando.
-Sì scusami … volevo vedere la collezione di calamite che hai sul frigo di cui mi ha parlato Charlotte …-
-Non preoccuparti … fai come se fossi a casa tua.-gli sorrido e lui semplicemente mi guarda in silenzio.
Gli porgo l’asciugamano ma non lo prende resta solo a guardarmi serio.
Mi sento in imbarazzo, molto; poso l’asciugamani sullo schienale della sedia e gli do le spalle.
-Che ne dici di un the per scaldarti? Ne ho uno buonissimo ai frutti di bosco.-
Ma lui continua a non parlare, così torno a guardarlo: il suo volto è serio, accigliato.
-Edward … è accaduto qualcosa? I bambini?- a quell’ultima domanda si riscuote.
-Sono con mia madre … - sospiro di sollievo anche se ci avevo già pensato: ma perché è qui?
Allungo la mano verso l’asciugamani per porgerglielo di nuovo, ma lui mi blocca: afferra delicatamente con la mano destra il mio braccio piegato e si avvicina a me, lentamente, è vicinissimo, posso sentire il suo respiro sfiorarmi il viso, alza la mano sinistra e mi lascia una tenera carezza sul viso.
Non so cosa stia succedendo, riesco solo a scorgere nei suoi occhi una scintilla di determinazione.
-È sempre lui, vero Bella? Era lui il motivo per cui nessuno era mai abbastanza, vero? Era lui quello che Rose ti chiedeva di dimenticare? Era lui quello che ti ha ridotto in quello stato pietoso cinque anni fa? Era per lui che non hai voluto sposarmi? Ed è ancora per lui che non hai mai voluto nessuno accanto a te!-, urla James appena apparso nella stanza, e le sue domande diventano affermazioni, e continuando ad urlare avanza verso di me.
Edward mi si para avanti, ma deve indietreggiare per non colpirlo ancora.
-Smettila amico, stai esagerando … sei ubriaco, domani ti pentirai di tutto questo … -
-Mi pentirò? MI PENTIRÒ ? Ma che ne vuoi sapere tu? Che ne sai tu di Bella? O di Charlotte? Vieni qui e pretendi di entrare nella loro vita?-, poi sorride ironico,- Ma io lo capisco … è tua figlia … Ma stai lontano da Bella!-, strattona Edward leggermente,-TU non la meriti … e dovresti saperlo … Io invece … Dio … IO LA AMO!-, urla prima di inginocchiarsi a terra e dare di stomaco, un attimo dopo Edward lo afferra per le spalle prima che svenga.
Pulisco tutto e chiamo Jazz scusandomi per l’orario, chiedendogli di venire a recuperare suo fratello …
-Non preoccuparti, Bella eravamo già svegli … ormai ad ogni minima contrazione Alice pensa di star per partorire … Vengo subito a prenderlo.-
Quando arriva Edward lo aiuta a caricarlo in auto e poi torna su, ci sediamo sul divano in silenzio.
-Come mai sei qui?- rompo quella strana atmosfera che si crea ogni qualvolta siamo nella stessa stanza in silenzio: quel misto di aspettativa, attrazione e paura.
-Charlotte …-
-Cos’è accaduto?- mi agito.
-Nulla … mi ha chiesto di raggiungerti: dice che hai paura dei temporali … e che solitamente per non lasciarti da sola lei finge di aver paura a sua volta … Ha insistito affinché venissi … mi ha quasi supplicato …- resta in silenzio un attimo, ma prima che io possa parlare continua,-Non ti fidi proprio di me?-
-No … è che … non sono abituata ad averla per tanto tempo lontana … e non sono abituata ad affidarla ad altri … certo spesso resta con Rose, ma al massimo per quattro, cinque ore … non per una notte intera … Io … mi sono sempre presa cura di lei da sola …- cerco di spiegarmi arrossendo e portando le ganbe sotto di me, schiacciandomi contro il bracciolo del divano.
-Non è colpa mia … sai bene che non mi sarei mai tirato indietro …-
-Io … certo che lo so … È per questo che allora non ti dissi nulla … non volevo rovinare il tuo matrimonio … Io …-, lui sorride sarcastico e porta la mano a coprirsi gli occhi.
-Lasciamo perdere …-, sbuffa leggermente, -Hai davvero paura dei temporali?-
-Certo che no! Non so come sia venuta questa idea a mia, nostra figlia.-
-Dice di averti sentito piangere di notte qualche settimana fa, durante una tempesta.-, arrossisco in imbarazzo: ricordo quella notte, fu la notte dopo aver rivisto Edward.
-Io … Io non piangevo per quello … io …-
-Spero non piangessi per qualche episodio simile a quello di poco fa … e voglio sperare che Charlotte non abbia assistito a molti spettacoli del genere.-
Scatto immediatamente in piedi.
-Come può saltarti in mente?- urlo,-Stai insinuando che io non sappia prendermi cura di mia figlia?-
-NOSTRA.-urla alzandosi anche lui.
-Per tua informazione è la prima volta che accade una cosa del genere: James è venuto solo perché sapeva che Charlotte non c’era … non che io debba darti spiegazioni!-, urlo allontanandomi per tornare in cucina, ma lui mi blocca e facendomi voltare di nuovo la sua mano destra sul mio fianco sinistro, la sinistra sulla spalla destra e la testa poggiata all’altra, le sue labbra a pochi centimetri dal mio orecchio.
-Lo stiamo facendo di nuovo: urlare e arrabbiarci per poi scappare … dobbiamo smetterla. Smetterla di fare i bambini.-
Sospiro senza muovermi: ho paura, la situazione è troppo … troppo … intima.
La mano sinistra di Edward si sposta fino a racchiudere la mia guancia, anche la sua testa si muove:  fino ad arrivare all’altra mia guancia.
-Dovremo parlare di tutto con calma e razionalità … e soprattutto non nel cuore della notte …- mi bacia il volto,- e non mentre sei mezza nuda.- dice prima di baciarmi famelico, Lo ricambio con altrettanto impeto: da quando lo stavo aspettando? Da quando aspettavo di abbandonarmi completamente alle sue labbra? Sono cinque anni … e mi sembra di star respirando solo adesso.
Si stacca e poggia la fronte sulla mia.
Dopo qualche minuto schiude gli occhi e mi guarda.
-Io … non avrei dovuto … Mi spiace : avevi ragione quando dicevi che dovevamo risolvere prima tutto … - il suo sguardo è duro, severo,- Mi spiace.-
Prima che io possa dire altro esce quasi correndo dal mio appartamento.



*fine del cap 13






Allora, allora, allora ... che mi dite? Sono stata troppo affrettata nello svelare ai bambini la verità? Sono stata troppo cattiva con James?
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, che per me è molto importante!
Detto questo vi rinnovo il mio augurio di buon Natale e vi ricordo di passare sul mio blog o sul mio profilo FB (i cui link sono negli appositi bottoni nella mia pagina autore o nello scorso cap).
A presto, un bacio,
Serena.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Cons_15 Sì, non avete un'allucinazione ... è arrivato il capitolo!
Mi devo scusare per l'immane ritardo ma se inizialmente il problema è stato proprio il capitolo arduo, poi a causa degli esami sono stata stra-impegnata.
Ad ogni modo finalmente il capitolo è pronto e pur essendo un cap di passaggio è abbastanza sostanzioso: 8 pag!
Ringrazio tutti coloro che seguono, ricordano e preferiscono la storia, nonchè chi mi preferisce conme autrice! Un ringraziamento speciale a chi recensisce, e un mega grazie ad artemide88 che come al solito si sorbisce tutte le mie paturnie e mi sostiene, e a vampirellawolf che mi ha spronato a postare: mi ha fatto molto piacere!
Scusate ancora per il ritardo, vi lascio al cap! A dopo! ;)




Capitolo 15




I giorni passano e finalmente sembra che nella vita di mia figlia ci sia un minimo di stabilità e routine familiare.
Trascorre il suo tempo dividendosi tra me e suo padre … Ed è felice, totalmente felice, come solo i bambini sanno esserlo.
Naturalmente ho avvisato Leah, la mia preside, della particolare situazione che in qualche modo mi lega ad Adam.
-Ti senti in grado di essere imparziale nei confronti del bambino?-
Era stata la sua unica domanda quando le avevo spiegato del passato che legava me e Edward, e quindi anche Adam, naturalmente io le avevo risposto positivamente.
-Finché la tua coscienza e la tua professionalità ti supporteranno, per me non ci sarà alcun problema.-, aveva concluso.
Per quando riguarda i miei rapporti con Edward, dopo il bacio di quella notte, quasi un mese fa, si sono praticamente annullati, eccezion fatta per qualche saluto gentile e qualche chiamata per concordare quando vedere Charlotte.
Mi ha spiegato Rose che ha deciso di lasciare l’ospedale per tornare a lavorare come privato nello studio di Emm, in modo da aver più tempo per i suoi figli.

Al mattino spesso viene a prendere Charlotte, la porta a fare colazione con Adam, da quel che lei mi ha raccontato, e poi accompagnano il bambino a scuola. All’uscita da scuola invece sembra che avvenga uno scambio tra di noi: lui prende Adam e mi riporta Charlotte.
Molte mamme iniziano a notare la cosa, soprattutto quelle che, come me, sono madri single … di certo Edward non passa inosservato.
Oggi però la routine sarà un po’ diversa: Edward deve lavorare quindi non è passato a prendere Charlotte che adesso è con Rose.
Nel bel mezzo di un compitino dato ai ragazzi sento la mia borsa, poggiata sulla cattedra, vibrare, la vedo oscillare e cadere in veloce sequenza. Mi alzo e la prendo controllando, senza farmi vedere, il cellulare: un messaggio da Edward.
“Hai un momento?”
Lascio un attimo la classe con una mia collega e lo chiamo, nascosta nel bagno degli insegnanti, proprio come un adolescente chiama il suo fidanzatino … peccato che io non sia più un’adolescente e tra me e lui non ci potrà essere mai più nulla ... di sicuro ho  rovinato tutto per sempre nascondendogli l’esistenza di Charlotte, nonostante lui sembri aver capito le mie motivazioni.
“-Pronto?-“
-Edward cos’è successo?-
“-Bella scusami se ti ho disturbato durante la lezione … Ho un problema: ho un’operazione e non potrò venire a prendere Adam …-“
-Non preoccuparti … resta con me … Oggi sono a pranzo da Rose ed Emm, ci troverai lì!-
“-Grazie mille … Ora devo scappare.-“
Torno in classe, non prima di aver mandato un sms a Rosalie per avvisarla di aggiungere un posto a tavola.

Il pranzo è stato strano … è stato il primo da parecchio e il primo dalla nascita della bimba di Alice: Gwen Sophie, nome strano … ma infondo l’ha scelto Alice, quindi perché sorprendermi?
I quattro bambini sono stati tutto il tempo calamitati da quel fagottino dalle guance rosee, gli occhietti grigio chiaro e un ciuffetto biondo di capelli.
È una bambina davvero bellissima, e minuscola … devo confessare che nonostante io abbia affrontato una gravidanza e cresciuto una bambina, ancora mi sorprendono i piccoli particolari che mi hanno sempre colpito nei neonati: le piccole dita, sottili e fragili, eppure così perfette, il nasino, così piccolo da sembrare solo accennato, la boccuccia …
Molti dicono che i neonati sono tutti uguali … eppure non è vero … guardo quelle piccole labbra e mi dico che quel tratto lo conserveranno per sempre, così come è successo alla mia Charlotte, che ha conservato le labbrucce piene e ben definite. Quello è un simbolo dei piccoli uomini e delle piccole donne che verranno: Gwen Sophie avrà anche tra vent’anni quelle labbra a cuoricino, è un tratto che la distinguerà per sempre, e mentre la guardo non posso fare a meno di sentirmi un po’ triste … quando era Charlotte ad essere così piccola, ad indicarmi come quel minuscolo particolare, che in quel momento erano le sue labbra, l’avrebbe caratterizzata per sempre era stato James, che è assente …
Già il mio dolce amico James non se la sentiva di vedermi dopo la scenata che mi aveva fatto da ubriaco … non che non ne avessimo parlato, ma nonostante il chiarimento che c’era stato tra di noi, a quanto pare non se la sentiva.
Mi aveva chiesto scusa, si era quasi inginocchiato ai miei piedi, ma nonostante questo sembrava non riuscire a perdonarsi per quell’episodio. Da parte mia la cosa era più … difficile, avevo perdonato James per le azioni di quella sera, del resto non potevo che dar ragione ad Edward: e se ci fosse stata Charlotte in casa?
Non riuscivo inoltre perdonare me stessa nei suoi confronti … Lo avevo fatto soffrire, e continuavo a farlo soffrire.Lui mi amava, aveva detto quella sera, e me lo aveva ripetuto anche quando si era scusato,  ma io non lo avevo capito, credevo che la sua infatuazione fosse una cosa passeggera, e soprattutto ero certa di non avergli dato false speranze, di essere stata chiara con lui … e invece lo avevo ferito …
Mi allontano dal salotto in cui siamo tutti dopo pranzo ed entro in cucina. Prendo un bicchiere d’acqua e lo butto giù, cercando di dimenticare tutto … come forse ha fatto quella sera James con del rum, ma io sono una mamma e non posso inebriarmi tra i fumi dell’alcol, non posso sentire il bruciore alla gola che sovrasta il disagio che sento in ogni momento … perché questa situazione è semplicemente un assurdo impasse!
Questa calma forzata … questa routine completamente pianificata … queste abitudini prepotentemente imposte … non sono sospesa su un filo, no , non è l’istrione la figura che sento caratterizzarmi. Mi sento più come un cieco affacciato nel vuoto su una balaustra troppo bassa, è come se stessi già per cadere … ed è proprio la paura per la sconosciuta altezza a tenermi paralizzata.
Prendo un altro bicchiere d’acqua, sbuffo e abbasso il capo … con il pollice e il medio mi massaggio le tempie, poi faccio scivolare le dita tra i capelli lasciati sciolti fino a tirarli indietro mentre alzo la testa al cielo; mi viene da piangere, ma non una minuscola stilla bagna le mie ciglia … mi sento profondamente stanca e delusa dalle mie stesse sensazioni … gli occhi mi dolgono come se avessi ricevuto delle botte proprio ai bulbi oculari, sono stanca … tanto tanto stanca …
-Bella …- il sussurro di Emmett non mi spaventa, mi mette solo a disagio … ho paura, ho il terrore che possa chiedermi il perché di tutto questo … abbasso di nuovo il capo, faccio ricadere il braccio lungo il mio fianco, l’altra mano poggia il bicchiere mentre anche le mie spalle si abbassano … deve essere così che si sente Atlante con il peso del mondo sulle spalle.
Mi sforzo di chiudere di nuovo tutto in quel piccolo ma pesantissimo baule che mi preme alla bocca dello stomaco, ma sembra troppo difficile farlo da sola.
Non so perché questa consapevolezza mi schiaccia ancora di più: un lamento, qualcosa di molto simile ad un singhiozzo, ma più profondo, squarcia l’aria … ed è solo quando sento l’abbraccio soffocantemente delicato di Emmett, che capisco che quello era il suono dell’ ultimo brandello della mia forza che si schiantava sulla realtà.
-Sfogati Bella, lo so che ne hai bisogno …-
-No .. io … Charlotte …- sono le uniche parole che riesco a malapena ad articolare, mentre vengo scossa da silenziosi singhiozzi e il mio volto resta asciutto.
Le palpebre sono pesanti, troppo: le socchiudo … per un solo attimo, un solo attimo … eppure sembra che il tempo continui a passare, senza che io riesca a riprendermi. Sono sempre più confusa, quasi non percepisco quando alla presa di Emm si sostituisce quella di sua moglie, non percepisco nulla di fisicamente diverso, ma so che ora è lei che mi stringe in silenzio, fin quasi a stirare tutti i suoi muscoli. Lo so perché sento tutto quel calore, quel tepore, che solo lei riesce a darmi … molti scienziati pensano che noi conserviamo memoria del grembo materno … non so se è vero, ma immagino che la sensazione dovrebbe, anzi è, proprio di questo stesso calore, con cui la mia migliore amica mi avvolge.
Questo è l’ultimo pensiero coerente.

Non so cosa sia accaduto. Non sono svenuta, non sono addormentata … è strano … ma solo ora sono lucida, eppure ricordo che ad un certo punto Rose mi ha portato in questa stanza, la stanza degli ospiti, e che passava le sue dita tra i miei boccoli, delicatamente, ma non so bene perché io lo sappia, è come se fossi stata tutto il tempo … confusa; ho percepito tutto ma non in modo chiaro … come se tutto fosse uno di quei sogni assurdi, di quelli che hanno senso solo mentre li vivi, con le paure assurde e i ragionamenti campati per aria.
In questo momento mi sento proprio come se tutto ciò che è accaduto fosse uno di quei sogni, eppure so che è perfettamente sensato … ho avuto un crollo emotivo, questo è quello che Emmett ha spiegato a sua moglie, l’ho sentito … ma non ha senso, io non ho crolli emotivi … io … perché dovrei averne?
-Deve riposarsi.-la voce di Emmett è ferma mentre parla a sua moglie, ed è severa, -È stanca … sfinita.- non capisco … non può parlare di me … io sto bene! Vorrei dirglielo ma sembra che sia troppo faticoso … oppure questo è davvero solamente un sogno, uno di quelli che posso solo guardare, a cui posso solo assistere senza intervenire.
Il citofono suona.
Jasper viene e con voce triste sussurra:
-Edward è venuto a prendere i bambini …-, la mano di Rose ancora mi accarezza i capelli.
Devo sbrigarmi … mi devo alzare, non posso stare così, non devo … io sto bene!
Sento in lontananza la voce di Edward, poi Charlotte e Adam che mi salutano.
Un attimo dopo la porta della camera degli ospiti viene sbattuta.
-Emmett!-, lo rimprovera la moglie.
-Mi spiace-, sussurra, poi la sua voce si alza di parecchie ottave,-Ti rendi conto di che persona sei?-, posso capire solo dalla risposta con chi stia parlando.
-Che cos’ha?-, è Edward.
-Non ti interessa cos’ha!-, urla Emmett, poi la sua voce si abbassa ma diviene ancora più dura,-Il punto non è cosa lei abbia … il punto è che non te ne sei interessato! Sei un medico, diamine , Edward! E anche bravo!Si presume che ti stiano a cuore le persone …-
-È così!-, ribatte debolmente.
-Certo! Se si tratta di un estraneo sul tuo tavolo operatorio! Ma se si parla di Bella! Della madre di tua figlia … potrebbe essere morta e tu non te ne accorgeresti!-
-Ma come sta?-
-Sta bene.-, si intromette per un attimo Rose, con voce debole.
-Edward tu devi spiegarmi: i tuoi figli ti hanno detto che venivano a salutarla … e tu hai detto “Ok”? Stavi per andartene, amico! E non ti sei chiesto perché lei non era uscita a salutarti! Perché? Anzi, non voglio saperlo … Sai che ti dico? Sei il mio migliore amico e questo non credo potrà mai cambiare, ma devi crescere … fingere che lei non esista non ti aiuterà in alcun modo … non è questa la soluzione! Questo è solo un massacro!- la voce di Emmett sul finire si è addolcita, poi riprende,-E non fare quella faccia, sta bene … Davvero! Ha solo avuto un crollo emotivo … può capitare … soprattutto alle persone come lei … Ora vai dai bambini … hanno bisogno di te … vedere Bella in questo stato non è stato un bello spettacolo per loro … hanno bisogno di te.-
Poi sento una carezza sul volto: le dita affusolate da pianista sfiorano il mio zigomo e poi la guancia.
Un attimo dopo dal tonfo attutito capisco che la porta d’ingresso si richiude portandosi dietro le risate di due testoline dai capelli color bronzo.

 Apro lentamente gli occhi … mi sono addormentata?
Ricordo il crollo nervoso, o emotivo, come ho sentito dire a Edward da Emmett, ricordo quando Charlotte e Adam sono andati via con loro padre, ma poi … devo essere scivolata nel regno di Morfeo senza accorgermene.
Mi guardo intorno, le pareti salmone, la testiera del letto in legno, così come tutti i mobili in arte povera, la trapunta di un rosa poco convenzionale, diametralmente opposto  al rosa pallido, potrebbe quasi essere un fucsia o un rosso carminio un po’ matto, lo stesso colore dei petali della rosa la cui stampa è appesa proprio quindici centimetri  sopra la testiera: ora sono nella camera da letto di Rose e Emm.
Mi metto seduta e sbircio dalla finestra alla mia sinistra, deve essere quasi il crepuscolo, sento un rumore alle mie spalle, mi volto e noto la piccola Elisabeth che mi guarda, mi sorride e torna dalla mia migliore amica.
-Mamma, mamma … la zia Bella è sveglia, vieni!-
Meno di due minuti dopo soni stretta tra le braccia di Rosalie, suo marito insieme ai gemelli ci guarda dalla porta.
-Bella, ricorda: sei anche tu un essere umano … hai bisogno di sfogarti di tanto in tanto …- dice quello che è anche il mio medico, prima di lasciarci da sole.
Stringo forte Rose, mi ci aggrappo … a volte credo di avere solo lei … sento che lei è il mio unico punto fermo … è strano: chi ci ha conosciuto ai tempi del liceo direbbe che tra le due sono io quella più protettiva, più materna, forse perché ho sempre dato l’idea di essere quella responsabile, e invece è proprio lei che rappresenta il mio punto fisso, il mio porto sicuro … come una seconda mamma vista la lontananza geografica con Reneè.

Sono riuscita a tornare a casa prima di cena … Edward sta per riaccompagnare Charly a casa.
Dopo avermi stretta in un abbraccio soffocante per circa mezz’ora, Rosalie ha deciso che dovevo avere una bella strigliata.
Naturalmente ha rimarcato più e più volte che sono un’incosciente e che dovrei sfogarmi di tanto in tanto … che tenermi tutto dentro può solo farmi male e in fine ha cercato di stemperare le due ore di ramanzina dicendomi  che il fatto che io non mi sia confidata con lei l’ha offesa pesantemente.
Prima di farmi tornare a casa ho dovuto giurarle che penserò almeno per 10 minuti al giorno a me stessa, che non mi farò fagocitare dai problemi e dalla mia solita visione pessimista della vita, che la chiamerò anche solo per distrarmi parlando di gossip!! E naturalmente Emmett mi ha prescritto delle vitamine!!
I miei amici sono iperprotettivi, ahimè, e io lo sapevo già!


Suona i citofono proprio mentre sto finendo d’impanare la prima cotoletta di pollo.
-Bella, sono Edward … ho riportato Charlotte.-
-O-ok …-, rispondo un po’ confusa. Solitamente è nostra figlia a rispondere e, anzi, lei mi ha spiegato che il padre la prende in braccio per portarla all’altezza del citofono.
Apro la porta e mi aspetto che a portare su mia figlia sia come ogni sera il portiere, Benjamin, un ragazzo dalle origini egiziane, la pelle olivastra e i capelli corvini.
Torno quindi in cucina.
Un colpo alla porta.
-Avanti … Benjamin vieni …. Sono in cucina.-, alzo un po’ la voce per farmi sentire.
-Lo vedo …-la voce che mi risponde però non è quella bassa del mio portiere …
Edward è sulla porta della mia cucina e sta facendo scendere dalle sue braccia Charlotte; accanto a lui Adam si guarda intorno, timido.
-Maestra Bella… Come stai?- mi chiede dolce, imbarazzato ma anche un po’ preoccupato.
Mi avvicino a lui e mi abbasso alla sua altezza.
-Sto bene, Adam … non preoccuparti.- lo rassicuro mentre gli scompiglio i capelli sottili come fili di seta.
Solo allora noto che Edward ha tra le mani un sacchetto della farmacia, che, notando il mio sguardo, subito mi porge: sono le vitamine che mi ha segnato Emmett.
-Mi ha mandato a comprarle e si è raccomandato che mi assicurassi che tu ne prenda almeno stasera.-,mi sorride e mi osserva, poi si rivolge ai bambini.-Bambini perché non andate un attimo di là a giocare … Devo parlare un attimo con Bella…-
-Va bene, papà …- rispondono in coro i bimbi, prima che Charlotte tiri Adam nella sua stanzetta.
Non dovrei più emozionarmi per queste cose, eppure ogni volta che sento la mia bimba chiamare Edward papà … non è solo emozionante, ma anche strano.
Appena i bambini scompaiono alla nostra vista cala un imbarazzante silenzio.
-Mi spiace per la ramanzina di Emmett … Non è colpa tua …-inizio.
-Eri sveglia?-
-Ho sentito, sì …-
-Beh … ho riflettuto molto … sicuramente il nostro comportamento … non ci stiamo comportando da adulti responsabili … da genitori .. e questa situazione non è certo idilliaca … e non puoi tenerti tutto dentro … -si ferma un attimo poi chiede,-Sei sicura di star bene?-
-Sì … davvero.-
-Ti spiace se controllo?-, lo guardo interrogativa, quando poi mi fa segno di sedermi, vorrei potermi tirare indietro, ma le sue insistenze mi obbligano a permettergli di controllare le mie funzioni vitali.
Quando ha finito la nostra peste si precipita accanto a me, trascinando suo fratello.
-Mamma, mamma! Papà ed Adam possono restare a cena? Ti prego, mamma!- chiede lamentandosi.
-Charlotte … per prima cosa sai che non voglio che tu piagnucoli, io ti ascolto anche se parli normalmente, anzi riesci a convincere meglio le persone se ti spieghi senza lamenti! Te l’ho già detto, no?-
-Sì, mamma, me l’hai già detto.-, dice compita, raddrizzando anche la postura.
-Bene, tesoro … Comunque devi chiedere a tuo padre, per me non ci sono problemi.-
-Papà?-si gira verso Edward e gli fa gli occhietti dolci. Lui la prende in braccio.
-Stellina stasera non posso … ho promesso a nonna Esme di andare a trovarla.-
-È … è che Adam non ha mai visto il film di Narnia e lo vuole vedere … poi potrebbe piangere …-tenta lei, provando a mettere il padre in difficoltà.
-Io non credo che Adam piangerà per questo, vero?-, mi intrometto chiedendo al bambino che risponde che è troppo grande per piangere per queste cose,-E se proprio non vuoi farlo andare via triste, perché non gli presti il dvd, tesoro?-, lei annuisce mesta.
-Andiamo a prendere il film-, si incammina con suo fratello, poi si volta,-Papà possiamo giocare un altro pochino, vero?-
-Sì, ma poi io e Adam dobbiamo andare.-, i bambini annuiscono e scompaiono di nuovo in camera di Charlotte.
Il silenzio imbarazzante stavolta viene rotto da Edward.
-Mi dispiace che ti abbiamo invaso casa …-
-Figurati … non è affatto un problema … e lo dico sul serio … non è una frase fatta.-gli rispondo guardandolo dopo settimane negli occhi, almeno per un secondo.
-Emmett mi ha detto che tornerai a lavorare nel suo studio.-, cerco di intavolare una conversazione.
-Già … l’ospedale richiede troppo tempo ed energie … voglio vivermi i bambini …-
-È giusto.-, commento con un sorriso.
-A proposito … Non so proprio come tu abbia fatto a trovare una giustificazione alla mia continua assenza, quella volta al ristorante … -, il suo tono è, nonostante l’argomento, sereno,- Davvero: sei un genio!-
-Non lo sono … è che avevo sempre detto a Charlotte che suo padre era impegnato con il lavoro … Poi odio mentire ai bambini, non ritengo sia educativo, e non volevo continuare a farlo, e non volevo nemmeno privarti di altro tempo con tua figlia, o meglio non volevo privare lei di altro tempo con te … e poco tempo fa lei aveva chiesto ad Emmett perché non lavorava in ospedale … ho fatto due più due ...-
-Ah … Comunque Emmett mi passa alcuni dei suoi pazienti, come Charlotte, naturalmente, e … te .-
-Cosa?-
-Già … dice che non ha senso avere solo la bambina … -, sono sorpresa,-Ma se per te è un problema … - aggiunge.
-No, no … non mi aspettavo che Emmett mi scaricasse così!-, scherzo.
Quando se ne va mi rendo conto che non so come sia accaduto, ma è come se fossimo due estranei.





Allora che mi dite? Spero di non avervi deluso con questo cap. La situazione è decisamente ingarbugliata di suo, del resto il comportamento che hanno tenuto fino ad ora i nostri due protagonisti non li ha per nulla aiutati, anzi!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre molto piacere!
Per lo spoiler del prossimo capitolo vi aspetto tra una settimana sul mio blog o sul mio profilo FB (i cui link sono negli appositi bottoni nella mia pagina autore).
Un bacio,

Serena.


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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Con_ 16 Lo so che sono come al solito in ritardo, ma davvero non immaginavo di metterci tanto a scrivere il cap ... speravo di farlo in poco tempo ... mi spiace ...
Oggi giacché sono un po' stra occupata non vi tedierò con le mie ciarle ma vi lascio subito al capitolo, ringraziando tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano, recensiscono e leggono la storia.














Capitolo 16




Emmett POV

“-Vorrei davvero fare qualcosa … ma lei è così …-”
-Autonoma?-
“- … Direi piuttosto testardamente indipendente! È frustrante!-”

Se negli ultimi venti giorni ho avuto delle perplessità sull’idea di mia moglie questa telefonata me li sta decisamente fugando tutti!
Non posso credere che la situazione sia cambiata tanto nell’ultimo mese e mezzo, quando ho dovuto fare la voce grossa con Edward su come fosse impostato il suo rapporto con Bella, ed ora proprio lui mi ha chiamato per sapere cosa fare per aiutarla … Tutto merito di Rose: mia moglie è un genio!
-Ora dov’è?-
“-Ancora a telefono con la preside!Non so cosa le abbia raccontato ieri pomeriggio Adam, ma non è convinta della competenza della sua sostituta…-”il suo tono è rassegnato mentre io rido.
-Charlotte, invece?-,chiedo appena ricompostomi.
“-Con Esme! Bella dice che è stata già troppo chiusa in casa … anzi probabilmente domani vorrà che la porti da voi … per liberarsi anche di me…-”
-E perché?-
“-Dice che la stresso … che non è una bambina, ma un’adulta con una gamba ingessata, e non ha bisogno di un infermiere!-”
-Ma non eri medico, amico?-,lo prendo in giro.
“-Simpatico! Francamente non credevo fosse una paziente così difficile, anche se avrei dovuto immaginarlo … non è mai stata una persona arrendevole …-”
-Uhuh! Quanti anni ti ha fatto penare per un bacio?-
“-Simpatico! Allora, hai qualche consiglio?-”svia abilmente.
-Se è stressata potresti aiutarla a preparasi un buon the …-
“-Intendi che potrei prepararle un buon the?-”
-Credo sia più fattibile che tu la aiuti … Ad ogni modo prova.-
“-Francamente non la vedo molto tipo da the … Sei certo?-”
-Certissimo … ma hai ragione non è proprio un tipo da the … ma durante la gravidanza non poteva abusare di caffè … quindi ha iniziato a bere il the…-
“-D’accordo … proverò! Spero che non mi cacci da casa per questo! Ne saresti responsabile!-”
-D’accordo amico, ci sentiamo!-
“-Ciao.-”sussurra prima di riattaccare.

Tre settimane fa è accaduto uno spiacevole episodio: mentre, in piedi su uno scalotto pericolante, cercava delle vecchie foto, in uno scatolone in cima ad un armadio, Bella è caduta. Ha cercato di rialzarsi, ma non riuscendoci (dopo averci provato più e più volte) ha deciso di chiamare Rose, che ha una copia delle sue chiavi. Naturalmente mia moglie non è andata da sola: non avrebbe potuto far nulla per aiutarla, ma ha portato con sé il medico di Isabella, Edward. Il nostro amico ha appurato che la gamba sinistra di Bella era rotta e l’ha accompagnata in ospedale, ad ingessarla.
Naturalmente Bella non poteva restare da sola: conoscendola avrebbe preso il “Riposo assoluto” come un “Può correre la maratona di NY”.
“Quale soluzione migliore del convincere Edward a restare da lei?” mi aveva prospettato mia mogli, un sorriso malizioso sulle labbra perfette.
Da allora Edward e Adam si sono trasferiti temporaneamente a casa di Bella!

“Rose mi ha appena chiamato Ed per chiedermi cosa può fare per aiutare concretamente Bella … Tesoro sei un genio. A dopo”
Invio l’sms e faccio entrare il mio prossimo paziente, in fondo occuparmi anche degli assistiti di Edward non è un problema se può servire ad aiutare quei due testoni!


Bella POV
-Non m’interessa quanto siano chiassosi! Leah … non può! Non lo permetto! Sì, esatto! D’accordo … parlale tu! Tanto verrò a saperlo … No, non dirglielo … sì … ma mi raccomando … altrimenti vengo a scuola, a costo ti togliermi il gesso da sola … Già … a presto.-,chiudo il telefono, dopo aver urlato per bene con la preside.
Quell’incompetente della mia supplente ha detto ai MIEI bambini che non vado a scuola perché loro mi hanno fatto stancare troppo ed ammalare … la sua scusa è stata “Cercavo un modo per tenerli tranquilli”!
Se non sei capace di tenere una classe come la mia tranquilla allora non puoi fare l’insegnante! Questo avrei voluto dirle!
Che rabbia!
-Lo sai che non ti permetterò di toglierti quel gesso prima della tua completa avvenuta guarigione?-sobbalzo a quella voce alle mie spalle, nonostante sia come sempre melodica … persino con quella nota di saccenza !
-Che fai? Origli le mie telefonate?-lo accuso senza nemmeno guardarlo, mentre cerco di allungarmi per poggiare il cordless sul tavolino di fronte a me, invano.
Imita il soffio di un gatto, poi prende il telefono dalle mie mani e lo posa.
-Ritira le unghie, gattina! Non era mia intenzione.-, a quelle parole scoppio a ridere.
È strano a dirsi eppure siamo diventati amici …
Siamo passati dalla cordialità alla cortesia e poi all’amicizia.
Ammetto che la convivenza forzata ci ha fatto saltare parecchie tappe.
E spesso non so come comportarmi con lui … non solo perché è il padre di mia figlia e vive nella mia stanza degli ospiti con suo figlio, ma soprattutto perché lui abbatte tutte le mie difese …
Sia perché così, rilassato ed allegro, è incredibilmente, assurdamente, bello, ma perché questo ambiente sereno mi fa abbassare la guardia … quanto è facile dimenticarsi i nostri problemi e scoprire che ancora il mio cuore batte forte, quando lo vedo sorridere!
-Cos’è successo?- mi chiede appena ritorniamo seri, con il tono accondiscendente con cui chiederebbe a nostra figlia cosa ha combinato a casa di Rose.
-Lascia perdere …- rispondo.
-Perché?-
-Non posso parlarti di lavoro … già è deontologicamente scorretto che io viva con un mio alunno … se poi dovessi anche sfogare i miei problemi lavorativi su suo padre …-
-Se è un tentativo di mandarmi via è inutile! Non lo farò: non ti lascerò sola!-,afferma con tono leggero come se stesse ribadendo una certezza assodata …
-Ma Edward! Francamente non ho bisogno di nulla … Non voglio cacciarti, ma non ho bisogno d’aiuto.-, spiego, sorvolando sull’imbarazzo che comporta questa situazione.
-No. Tu non VUOI accettare aiuto … nemmeno una cortesia!-
Sbuffo e mi mordo la lingua.
“L’ultima volta che ho accettato la tua cortese offerta di un passaggio mi sono ritrovata incinta!” dirgli questo però non sarebbe saggio.
Decisamente!
-Che ne diresti se ti preparassi un the?- propone.
-Un the sarebbe un’ottima idea! Lo preparo!-
-Veramente avevo intenzione di prepararlo IO …- mi fa notare con tono ovvio.
-Non potresti-, gli spiego mentre cerco d’alzarmi,- Devo farlo io …-, finisco mentre mi aiuta a sollevarmi.
Appoggiandomi alle stampelle raggiungo la cucina, ma sento la sua presenza sempre dietro di me , a meno di un passo.
Apro i vari stipetti per prendere gli ingredienti, ma mentre cerco d’afferrare la cannella, in alto a destra, perdo l’equilibrio.
Sono le mani di Edward che si ancorano alla mia vita ad impedirmi di cadere ed è il suo corpo a sorreggere interamente il mio, mentre preparo la bibita calda.
-Ne vuoi una tazza?-chiedo sforzandomi per non mostrare l’imbarazzo di cui sono preda  essendo completamente poggiata su di lui.
-Sì mi piacerebbe … Che miscela è?-, la sua voce è bassa, calda, e il suo fiato sfiora il mio collo.
-È un mix speciale … si chiama “Romeo e Giulietta” …- rispondo un  po’ incerta.
-Davvero?-, la sua voce è come ipnotica in questo momento, ecco perché cerco di stemperare l’atmosfera parlando come una conduttrice di quei programmi di cucina che Alice tanto ama.
-Per prima cosa scaldo dell’acqua, intanto prendo la tisaniera e preparo gli ingredienti: un misurino di the nero alle rose, mezzo di the ai frutti rossi e mezzo alla vaniglia … per finire una spolverata di cannella. Verso l’acqua nella tisaniera e metto gli ingredienti in infusione per cinque minuti. Ecco!-
Avevo davvero bisogno di riempire il silenzio, così come ora ho bisogno di mettere della distanza tra noi.
Mi appoggio al piano cucina con la mano destra e mi volto un po’ a guardare Edward.
-Ti spiace se torno al divano e versi tu il the?-, gli chiedo con un sorriso innocentissimo.
-Va bene, ma … vuoi che ti accompagni di là?-, chiede cortese.
-No, no …-
Inforco le stampelle e torno al mio posto. Dopo pochi minuti Edward mi raggiunge sul divano e mi porge la mia tazza.
Come faccio sempre l’afferro saldamente con due mani e quasi tocco con il naso la superficie del liquido scuro, per godermi appieno quell’aroma dolce ed allo stesso tempo speziato, che subito mi rilassa.
-Credo che tu abbia esagerato con la cannella, è troppo …-
-Pungente.-, affermo soddisfatta.
-Sì … pungente.-, ripete incerto scrutandomi per capire.
Bevo un sorso di the e poi rialzo gli occhi su di lui.
-È per questo che il suo nome è “Romeo e Giulietta” -, suono entusiasta, è infatti questo l’effetto che questa bevanda in particolare ha su di me.
-Immagino debba essere forte per esemplificare la tragedia finale, no?-chiede curioso.
-Beh, forse … anche … Il punto è che è finto …-, lui aggrotta la fronte spiazzato,e io continuo,-Diciamo la verità … ci hanno pensato tutti almeno una volta: questo adolescente volubile che in una sera muta rapidamente l’oggetto del suo amore; una ragazzina di buona famiglia che, tenuta fino ad allora nella bambagia, s’innamora degli slanci di quell’incosciente … decidono di sposarsi, senza nemmeno conoscersi, senza potersi fidare l’uno dell’altra. Tanto che dopo pochissimo Giulietta perde fiducia in lui, poi la riacquista con la facilità propria del temperamento adolescenziale  …
E si uccidono per quell’amore forte e appassionante come può essere solo in quel momento, scevro di tutte le implicazioni razionali e realistiche di un vero rapporto …-
-Stai dicendo che è utopico ed assurdo?-, mi chiede duro.
-Sì, è folle e sconsiderato … Quale storia con questi presupposti potrebbe mai durare? Quale storia può essere vera se nata a quell’età?- non so perché oggi sono così dura … solitamente nonostante quello che io stia esprimendo è vero, non sono così cinica!
-Rose ed Emmett.-, risponde compito.
-Hai ragione: loro e poi? Quanti altri credi che possano amare per tutta la vita la persona di cui si sono innamorati a quindici anni? Morire poi per quell’amore è da egoisti e sconsiderati … È  come morire per nulla.-, gli rispondo con tono convinto anche se in realtà mi  vorrei prendere a schiaffi da sola.
Lui poggia la tazza sul tavolino senza averla nemmeno sfiorata con le labbra e mi guarda dritta negli occhi.
-Perché allora bevi un the che ti ricordi questa storia?- sorrido, sorrido amara, sorrido amara a me stessa, sorrido amara a quella parte di me stessa che nonostante tutto continuo a coltivare.
-Perché è così bello crederci! Lasciare che il cuore ci creda … che lo senta, per un momento. Come quando vedi la tragedia recitata avanti ai tuoi occhi, quell’amore totale, travolgente ed appassionante … che tu ci speri … che sogni di morire anche tu per esso.-
Ho parlato chiudendo gli occhi istintivamente, come a proteggermi …
Perché questa contraddizione è per me così intima, così avvolgente, che rappresenta totalmente la mia essenza.
Quando apro di nuovo gli occhi, solo per evitare di versare il the, trovo i suoi a scrutarmi … come a scavare nelle mie pupille, a sezionare le mie iridi.
Poi riprende la tazza, beve un sorso e sorride compiaciuto.
-Sei sempre la stessa.-, imbarazzata sorriso appena non sapendo cosa fare, poi lui mi togli ed’impaccio,-Emmett ha detto che hai iniziato a prendere questo the in gravidanza.-, grata colgo lo spunto e inizio a raccontargli tutto, dal primo giorno di nostra figlia, a ritroso, fino al primo calcetto, al trasferimento a Forks … cercando di glissare il più possibile sulla presenza di James, che lui a malapena tollera.
Edward sorride mentre racconto e si entusiasma, poi d’improvviso diviene serio e mi blocca.
-Noi dovremmo affrontare la questione …-
-Quale questione? –
-Tutto … Il fatto che tu non mi abbia parlato di Charlotte, come prendesti la scoperta della gravidanza … come sei riuscita a crescere da sola nostra figlia … dovremmo parlarne per bene … -
-Vuoi davvero parlarne ora?-
-E perché no? È vero che la situazione è strana, ma normalmente siamo bravi ad evitare le questioni spinose io e te … Semplicemente scappiamo o le ignoriamo, ma oggi abbiamo delle ore intere da passare da soli … tu non puoi scappare a causa della gamba e io per il giuramento d’Ippocrate … Non guardarmi così, non ho mica detto eresie! Non posso abbandonare una paziente sola e ferita …
Sul serio Bella, so di essermi comportato da codardo con te, spesso ... anche quella notte, la prima notte che Charlotte dormì da me … ti ho baciata e sono scappato … non avrei dovuto …-
-Fare quali delle due cose?- gli chiedo d’istinto, pentendomi di aver interrotto il suo pseudo monologo con una domanda così scomoda e pericolosa per il precario equilibrio in cui ci troviamo.
Ancora una volta lui mi scruta, poi sorride.
Un sorriso differente da quelli che ho visto ultimamente, freddi cortesi, gentili o dolci …
È un sorriso che conosco bene, che una volta vedevo spesso disegnato sulle sue labbra, un sorriso malizioso e compiaciuto che scompare dopo un attimo.
-Non lo farò Bella … Non mi esporrò di nuovo così, non ora … Ho appena detto di non voler essere un codardo, ma come hai detto tu prima del processo, dobbiamo prima risolvere il resto … ed è quello che voglio fare in questo momento.-
Mentre mi rispondeva ho sentito i muscoli stirarsi, rilassarsi, irrigidirsi, per le molteplici emozioni che ho provato.
Ora però semplicemente annuisco ed inizio a parlare, a raccontare.
Racconto di come mi sono sentita durante la gravidanza, di come  era bella Charlotte da piccola … Ma lui mi blocca.
-Bella io voglio sapere tutto … TUTTO! Non solo della nostra bambina, ma anche di te … Da quando sei scappata da casa mia quel mattino, ti prego.-
Lo scruto: è completamente sincero … e io voglio esserlo a mia volta, senza preoccuparmi del perché di questa richiesta.
Le domande, le implicazioni, i perché … verranno dopo la sincerità, almeno per una volta.
Prendo una bella boccata d’aria.
-Io ti ho odiato, Edward, davvero, sul serio … ti ho odiato e maledetto, e mi sono odiata a mia volta … ho provato schifo e vergogna per me stessa …
Poi ho scoperto di essere incinta …-
-E devi avermi odiato ancora di più …- constata.
-No … io … non so come spiegarti, ma ero shockata, molto, troppo … e poi mi sono innamorata di quell’esserino che cresceva dentro me … E non potevo perdonarti, ma non potevo nemmeno fingere che non fosse successo nulla tra di noi … perché c’era il tesoro che viveva in me a testimoniare il contrario, ed io già lo amavo … - deglutisco prima di ammettere ad alta voce, a lui, la verità,- E lui non era nato da una sbandata, da una cotta e da una semplice attrazione … era nato dal mio primo amore, l’amore della mia adolescenza, quello che non avrei mai dimenticato, che sarebbe stato per sempre il più puro, il più vero, il più grande …- parlando ho abbassato leggermente lo sguardo, tanto da non permettergli di scrutare i miei occhi ma non abbastanza da non permettere a me di guardare la sua reazione alle mie parole, reazione sin troppo pacata, tanto da essere ancor più imbarazzante: ha annuito leggermente, serio.
Prendo un bel respiro e riprendo dalla nascita di Charlotte, fino al nostro incontro di qualche mese fa, quando ho scoperto che era lui il pare di Adam.
-Io ho sbagliato allora a non chiamarti per dirti che ero incinta, ma non volevo rovinare il tuo matrimonio, pensavo di aver già fatto abbastanza danni ad una coppia felice, e comunque ero ferita  dal tuo comportamento … E ho sbagliato a non dirtelo poi , ma davvero volevo che tu risolvessi prima la questione di Jane e Adam … ti giuro che ti avrei detto di Charlotte uno o due giorni dopo il processo … davvero!-
-Ti credo … io …  Io avrei dovuto spiegarmi meglio quella mattina, dirti che ero separato, parlarti dell’imminente divorzio … tentare in tutti i modi di contattarti … e non avrei dovuto trattarti così freddamente dopo il processo , ma ero shockato …  credevo mi avessi mentito anche tu … che non potessi fidarmi nemmeno di te … E questo mi distruggeva perché io davvero ho creduto che noi -, in quel momento, mentre fremo per sapere cosa significhi quel “noi”, suona il telefono.
Edward risponde e mi porge il ricevitore.
-È tua madre.-, mi gelo …
“-Tesoro non ci sentiamo da una vita!-“
-Ciao mamma.-
“-Prima di raccontarti le ultime novità … posso farti una domanda?-“
-Sì…-, chiudo gli occhi ed abbasso il capo mentre aspetto avvicinarsi l’inevitabile quesito.
“-Chi ha risposto al telefono?-“, alzo lo sguardo per incontrare quello di Edward che, probabilmente per darmi un po’ di privacy, è a  qualche metro da me.
-Il padre di mia figlia.-





Che ne dite? Valeva la pena di aspettare per avere finalemente un chiarimento tra questi due testoni?
Nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Reneè e non solo ...
Un bacio,

Serena.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Con_ 16 Allora allora allora ... ringrazio tutti colore che seguono, preferiscono e ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito ...
Vi annuncio che dopo questo capitolo ce ne saà un'altro e poi l'epilogo ... eh già vi siete temporaneamente liberati di me ... Vi lascio al capitolo, a dopo...














Capitolo 17


“-Chi ha risposto al telefono?-“
-Il padre di mia figlia.-*

Silenzio assoluto … questa è l’unica risposta di mia madre.
-Mamma?- improvvisamente sento cadere la linea.
Osservo il cordless, spaesata …
Non può averlo fatto davvero … Ha … Ha riattaccato?
-Bella?-guardo Edward,-Cosa … ?-
-Ha riattaccato …-
-E … perché?-, sto per rispondere che non ne ho la più pallida idea quando squilla il mio cellulare: è arrivato un sms.
“Domani sono da te … mi devi delle spiegazioni. La donna che ti ha messo al mondo e che estrometti regolarmente dalla tua vita.”
-Ah.-
Probabilmente mentre nella mia mente passano tutte i possibili scenari per la giornata di domani passano alcuni minuti … a svegliarmi da questa specie di incubo ad occhi aperti, che irrimediabilmente finisce con me che vengo disconosciuta da Reneè, è il tocco delicato e caldo della mano di Edward sulla spalla.
-Che c’è? -, scuoto la testa,-Sai che non sto capendo nulla?-, lo guardo abbozzando quello che dovrebbe essere un sorriso.
Lui lentamente sposta la mano sulla mia guancia.
Purtroppo non ho il tempo di arrossire perché il cellulare squilla nuovamente: un altro sms di mia madre.
“Non preoccuparti di venirmi a prendere in aeroporto … ci pensa tuo padre.”
Nel momento in cui la colorita imprecazione lascia le mie labbra sono felice che Charlotte sia con Esme.
Edward mi guarda interrogativo.
Abbasso lo sguardo e sparo la notizia.
-Domani verranno i miei genitori.-
Dopo una manciata di secondi alzo gli occhi, ma l’espressione di Edward non è affatto cambiata.
-È un problema che vengano i tuoi?- chiede cauto.
-Decisamente!-, rispondo agitando le braccia, se solo potessi mi alzerei stizzita.
Io non so cosa dire e come, e lui invece mi chiede se è un problema?!
-Edward … -, espiro cercando di ricordare che abbiamo finalmente messo le cose a posto tra di noi e che quindi aggredirlo sarebbe solo deleterio,- Ok … praticamente così come non dissi nulla ai miei amici, non raccontai nemmeno a mio padre e mia madre di noi due  … e nemmeno negli ultimi tempi ho spiegato loro la nuova situazione … e prima che tu lo chieda: non l’ho fatto perché è tutto troppo complicato … speravo di riuscire a venire a capo della situazione prima di dover affrontare il discorso con mia madre … Oddio! Io già so cosa mi chiederà … e io non ho le risposte che lei vorrebbe … E mio padre … potrebbe decidere di farti fuori appena ti vede … -
Lui m guarda, stringe leggermente l’occhio sinistro come per focalizzare qualcosa, poi spalanca entrambi gli occhi …
-Lo sceriffo …- sussurra e io pianissimo annuisco.
Restiamo in silenzio per un po’, seduti uno accanto all’altra, senza guardarci.
-Beh … probabilmente non vorrà far fuori il padre di sua nipote, no?-
-Ma forse l’uomo che ha messo incinta sua figlia, sì.- gli faccio presente.
Resta ancora in silenzio, poi inspira e si alza.
-Siamo adulti Bella, e ci stiamo comportando di nuovo da adolescenti insicuri … -, mi passa la stampella e mi aiuta ad alzarmi,-Domani parleremo con i tuoi, cercheremo di spiegargli tutto, e pregheremo che a fine giornata io sia ancora tutto intero … Ma dobbiamo farlo insieme …-, mi dice mentre mi stringe la vita.
Inclino il capo leggermente verso destra e osservo i suoi splendidi occhi verdi che adesso brillano di determinazione e senza volerlo o pensare, parlo.
-Sempre … insieme ...-
-Da oggi in poi affronteremo tutto insieme.- mi fa eco, sorridendo.


È l’alba quando decido finalmente di alzarmi … inutile dire che nel momento in cui mi sono allontanata da Edward tutti i miei dubbi e le mie paure si sono ripresentate, con nuovi interrogativi, riguardanti le sue frasi enigmatiche.
Cosa vuol dire con quei “noi” con quei “insieme” … io so perfettamente che cosa intendo, io so che vorrei averlo al mio fianco, perché in realtà non ha mai smesso di essere la mia ossessione … non ho mai smesso di amarlo.
Ma lui?
E mi terrorizza anche poterlo scoprire oggi, di fronte ai miei genitori … o forse mi terrorizza sempre perché in realtà ho paura che lui ci veda insieme solo come i genitori di Charlotte.
Lentamente mi metto in piedi aiutandomi con la stampella, notando che ormai sono quasi le sette, e mi avvio in cucina, dove un assonnato Edward sta sorseggiando il suo caffè …
-Cosa ci fai già alzato?-, gli chiedo.
-Quello che ci fai tu immagino …-, semplicemente annuisco e mi siedo accanto a lui, che mi versa il caffè.
-Ieri sera ho chiamato Rose: tra mezz’ora viene a prendere Charlotte e Adam, porta lui a scuola e lei a casa sua … andrà poi lei a prenderlo.-
-Ok ... Chiamerò lei per avvisarla che non andrai tu … Ma perché?-
-Semplicemente non voglio lasciarti sola … E comunque ho controllato i voli, quello da Jacksonville sarà qui per le 7:45 … Non credo che i bambini debbano assistere alla … discussione.-, ancora una volta annuisco (sembra che io non possa fare altro ultimamente) stupita dalla sua premura, ha praticamente pensato a tutto, e questo mi risolleva … in fondo avrò il suo solido braccio a sorreggermi oggi.

Un ora dopo sono fremente in attesa che il campanello suoni … sobbalzo ad ogni minimo rumore, sperando e temendo che Charlie, Reneè e Phil arrivino presto.
Quando finalmente qualcuno bussa alla porta mi alzo per andare ad aprile, ma Edward mi guarda in tralice, obbligando mia sedermi di nuovo.
La porta gira sui cardini …
-Salve, lei deve essere la signora  Dwyer, lieto di conoscerla sono Edward Cullen … Sceriffo Swan, è un piacere rivederla. So che è strano , visto che questa è casa di vostra figlia, ma … prego accomodatevi.-
Un attimo dopo di fronte a me ho Charlie e Reneè … ahi, male! Phil non c’è, avrei potuto aperare nel suo supporto per blandire mia madre.
I loro volti sono tesi, tentando di non far trasparire la curiosità di mio padre, che sicuramente non ricorda che Edward è stato un mio compagno di scuola, e la compiaciuta sorpresa di mia madre di fronte al benvenuto di quello che, nelle prossime venti ore, sarà il mio compagno di battaglia.
Le loro espressioni mutano radicalmente quando notano il mio gesso.
Il viso di Reneè ora è preoccupato, disperato quasi e lei mi corre incontro ansiosa di stringermi. Mio padre invece adesso è sospettoso e si avvicina cauto non staccando gli occhi da Edward che ci osserva un po’ divertito per la reazione di mia madre.
Appena riesco a divincolarmi dalla soffocante stretta di Reneè mi sbrigo a puntualizzare, prima che mio padre apra un fascicolo su Edward con presunto capo d’imputazione “violenza domestica”.
-Mamma lasciami … mi sono solo rotta una gamba cadendo dallo scalotto … non ho mica scalato l’Everest! E … papà Edward è un medico, non un criminale.-
-Non ho mai detto che lo fosse.- risponde mentre l’imputato soffoca una risata.
-Ma tu ieri mi hai detto …-, inizia debolmente Reneè mentre si accomoda accanto a me.
Edward si avvicina e lo stesso fa mio padre afferrando una sedia e sedendosi di fronte a noi.
-Signora io sono un medico, ma sono anche il padre di Charlotte … una cosa non esclude l’altra …- il modo son cui semplicemente tira fuori l’argomento lascia i miei genitori imbarazzati e me senza fiato.
In questo momento francamente mi sembra il mio principe azzurro … solo molto più sexy e molto più complicato.
Ora oltre i miei altri due paia di occhi lo scrutano, in modo molto meno adorante di me.
-Io e Bella ci conoscevano dal tempo del liceo … e ci attraevamo già d’allora …-, inizia e poi continua a spiegare la sua situazione con Jane al tempo, e la mia scoperta dell’esistenza di Adam, il processo e come abbiamo cercato abituarci l’uno all’altra …
Mi padre lo osserva e, quando lui finisce il racconto con la mia caduta che l’ha portato a vivere qui, gli chiede:
-Hai detto che il tuo cognome è Cullen?-
-Sì, ora lo è, capo Swan … sono stato adottato dopo la morte dei miei genitori, è stato allora che ho cambiato scuola…-
-Tu sei Edward Antony Masen?-
-Vedo che ora si ricorda di me …-
-Sì, conoscevo e stimavo tuo padre … e tua madre spesso mi raccontava che credeva che tra te e Bells ci fosse del tenero.-
Arrossisco … mentre Edward sorride.
-Già mia madre era molto perspicace … ci aveva visto interagire qualche volta all’uscita da scuola.-, dopo questo commento tutti ci zittiamo, mentre Edward in piedi dietro di me mi poggia una mano sulla spalla.
Il silenzio riflessivo di mio padre è interrotto da Reneè.
-Quindi avevo ragione … non era una storiella … Hai fatto proprio bene a non sposare James, allora!-
Oddio! Guardo Edward e noto i suoi lineamenti contrarsi in una smorfia di fastidio, ma è solo un attimo.
-Quindi ora che intendete fare?- mio padre porta fragorosamente la mano alla fronte, io e Edward la guardiamo senza capire.
-Reneè …-
-No, Charlie, devono rispondermi … Ok, hanno intenzione di essere dei buoni genitori per Charlotte … ma poi? Come va tra voi?-, sbarro gli occhi,-Non guardarmi così, signorina, tenendomi fuori dalla tua vita hai già incasinato troppo le cose … E lo vedo il rossore sulle tue guancie quando ti tocca, proprio come un’adolescente, e Edward … ho notato il tuo volto quando ho nominato James … Dovete mettere a posto tutta la vostra vita … non solo mantenere un’apparenza serena, credi che i bambini non se ne accorgano?  Dovete essere sinceri l’uno con l’altra … se non provate nulla va bene, ma se provate ancora qualcosa di forte è il momento di buttarvi … prima che tutto diventi troppo difficile, per le complicazioni, i bambini che crescono, i sentimenti che mutano, l’imbarazzo che cala …-
-Reneè …- prova mio padre ma fortunatamente squilla il telefono di mia madre.
Dal tono di voce e dalle paroline d’affetto con cui risponde posso dire che è Phil, sono sposati da quasi vent’anni e sembrano due quindicenni alla prima cotta.
Charlie intanto ci assicura che proverà a rimetterla sull’aereo entro un’ora: di certo i suoi consigli non sono quello che ci serve per capire come tirare avanti.
Quando due ore dopo Edward li accompagna alla porta lo sento sussurrare a mio padre:
-Sceriffo … io non ho risposto alle domande della sua ex moglie solo perché credo sia più giusto parlarne prima con Bella …- la sua voce è incerta e se lo conosco bene ha la mano affondata nei capelli sopra la nuca.
-Lo capisco ragazzo … E chiamami Charlie.-
E la porta si chiude.
 Quando Edward è davanti a me fingo di controllare il cellulare.
-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?

* capitolo 16






Che ne dite? Siete d'accordo con Reneè? siete curiosi di sentire cos'abbia da dire Eddino?
Dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare "Scriviamo una canzone ..." eh già ... qualcuno la ricorda? E' ora di continuare e concludere anche quella storia, intanto per chiunque fosse interessato ho pubblicato una nuova storia sul fandom de "Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame.
Un bacio,

Serena.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Con_ 16 Sono in stra mega ultra ritardo, lo so!
Ho avuto una sorta di blocco per questa storia, è assurdo averne uno all'ultimo capitolo, ma credo mi sia preso il panico proprio per questo!
Detto questo senza ulteriori indugi ringrazio tutti coloro che seguono, preferiscono e ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito, e vi lascio al capitolo.














Capitolo 18


-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?*

-Aspetta … prima che tu parli voglio dirti che sono terrorizzata.-
Edward mi guarda confuso, sollevando le sopracciglia.
-Non sto per dirti che devi ammazzare tua madre … Terrorizzata da cosa?-, prendo un bel respiro.
-Noi … abbiamo appena raggiunto un equilibrio … un equilibrio che abbiamo impiegato tanto, appunto,  per raggiungere … e solo ieri abbiamo chiarito tutto, ci siamo stabilizzati … -
-In questo impasse?-, m’interrompe,-Bella io non voglio cambiare la situazione, non subito … non ora che siamo “obbligati” a vivere insieme … sarebbe sbagliato e pesante …-
-E allora non capisco di cosa dobbiamo parlare!-
-Bella … ti prego … non vuoi scappare, no? Io devo parlarti … e che tu lo voglia o meno dovrai ascoltarmi!-, dice determinato mentre si avvicina a passi sicuri e si siede accanto a me.
-Edward  in questo momento … non lo so.- gli dico sospirando.
-Vuoi smetterla? Vuoi darmi la possibilità di parlare? Vuoi darci una possibilità? Io non voglio un risposta,-mi prende le mani,- non ora, non ancora. Voglio solo poterti parlare: puoi ascoltarmi? Puoi ascoltarmi davvero almeno adesso, solo adesso? Ho bisogno di parlarti, senza nessuna pretesa, ma ne ho bisogno davvero.-, il suo volto è serio e triste.
-Se devi.- sussurro sperando che lui cambi idea.
-Devo Bella. Devo.-
-Ok.-
Ma cala il silenzio mentre abbasso lo sguardo.
Un silenzio che sembra durare un’eternità.
Un silenzio che mi spaventa, anche più delle parole che Edward potrebbe pronunciare, ecco perché alzo lo sguardo, trovando quello di lui quasi lucido ma sereno.
-Sai perché odio James?-inizia spiazzandomi.
-Perché è stato vicino a Charlotte in questi anni, al posto tuo?-, rispondo dopo qualche attimo di sorpresa, ma la mia risposta è incerta, debole, tentennante: sembra una domanda.
-Hai ragione: è anche per questo. Ma lui è stato vicino anche a te, ti ha aiutata quando io non c’ero, ti ha consolata quando io ti ho ferita, e ti ha amata, in modo concreto, in modo reale, ti è stato accanto e ti ha dimostrato il suo amore amando a sua volta anche nostra figlia … e tu gli vuoi bene, tanto, e lo so che tenerlo lontano ti ferisce, lui è stato per te come un marito, ma meno soffocante, come un padre per Charlotte, ma meno autoritario, lui vi ha amato, vi ha SAPUTO amare, e io invece … Io non ho saputo amarti, non ho saputo lottare per te, non sono venuto nel cuore della notte ad urlarti che ti amavo, non l’ho fatto, mi sono arreso, e me ne vergogno! E Charlotte?Non so se saprò amare nostra figlia come merita, io sono debole, sono debole e meschino … perché sono scappato ancora. Quando ho saputo di Charlotte ti ho allontanato, mi sono chiuso in una roccaforte di rancore per tenerti lontana perché non sono sicuro di saper amare te, Charlotte ed Adam, non sono sicuro di potervi amare abbastanza, di poter ESSERE abbastanza.-
Dire che non era quello che mi aspettavo dal suo “discorso” sarebbe un eufemismo.
-Cosa intendi dire?-, la mia voce è stridula mentre si alza di parecchie ottave,- Non ti permetterò di abbandonare nessuno dei tuoi figli! Non puoi farlo!- le mie urla ricevono in risposta solo una risata sincera.
-Ma sei impazzito?-, lui smette di ridere e mi sorride.
-Edward , io pensavo volessi discutere seriamente; volessi fare un discorso da adulti! Non ho i nervi abbastanza saldi adesso per pensare alle tue ragazzate!-, vorrei alzarmi ed allontanarmi, ma essendo impossibilitata incrocio le braccia sotto il seno, stizzita.
-Bella perché non mi lasci mai finire?- mi sorride bonariamente, aumentando a dismisura la mia stizza,-Io non sono sicuro di essere abbastanza per voi … non sono sicuro di poter essere abbastanza per te, ma non posso fare a meno di amarti, di amarvi … e so che sto chiedendo molto, troppo, chiedendovi di accontentarvi di me, ma io non posso più fare a meno di nessuno di voi! Forse  James sarebbe davvero la scelta più sana per te, per Charlotte, forse sarebbe meglio affidare Adam ai miei genitori … oppure dovrei semplicemente prendermi cura dei miei bambini, perché non voglio e non posso stare lontano da loro, ma non posso stare nemmeno senza di te. Forse io sono troppo poco, forse sono solo un fantasma del tuo passato, ma per me non è cambiato nulla: ti ho sempre amato, al liceo come all’università, cinque anni fa come prima del processo per l’affidamento di Adam, allo stesso modo ti amo adesso, e so che ti amerò sempre perché questo sentimento che negli anni speravo si esaurisse, si calmasse, non ha fatto altro che crescere incontrastato, bruciare le barricate che cercavo di costruirgli intorno ed esplodere totalmente fino ad occupare ogni mia sinapsi, ogni mio neurone, fino ad impedirmi di ragionare, e se inizialmente speravo che l’amore per Adam prima e Charlotte poi potesse sottrarne a te, sono stato un’idiota, un ingenuo totale.
Quel fuoco non è diminuito, continua a bruciare in ogni mia vena, ve ne sono solo aggiunti altri, più benevoli, più salutari, meno distruttivi. Già perché ogni volta che penso alle mani di Jacob o di James su di te mi sento ribollire, distruggere dalla gelosia.
Forse non potrò mai essere un buon padre e un buon compagno come i due modelli che mi hanno aiutato a crescere, né come Emmett, ma vi amo, semplicemente, totalmente e disperatamente e posso solo assicurarti che continuerò ad amarvi per il resto dei miei giorni.-.
Quando finisce il suo discorso è quasi affannato per la passione e la convinzione che ha messo nelle sue parole, e mi guarda con gli occhi di un verde così intenso da sembrare artificiale, occhi quasi lucidi.
-Edward …-
-No, Bella … non pretendo una risposta ora, anzi non la voglio … me la darai quando starai meglio, quando la convivenza forzata non influenzerà i nostri rapporti, quando torneremo alle nostre vite, quando ci avrai riflettuto per bene, quando ne sarai sicura, quando ti avrò restituito i tuoi spazi tornando a casa.-
Mi da un bacio sulla fronte, premendo le sue labbra sulla mia pelle molto più del necessario, ed esce per andare a prendere i bambini.


E i giorni continuano a passare.
Ormai sono certa di odiare Edward con tutte le mie forze.
Perché doveva fare quella stupenda dichiarazione e lasciarmi il tempo per riflettere?
Il tempo e la riflessione sono sempre stati due dei miei nemici giurati: non voglio tempo e non voglio riflettere, l’ho già fatto troppo da quanto l’ho incontrato,non voglio valutare tutti i pro e tutti i contro, e voglio odiarlo per questa sua iniziativa, invece lui va in giro per casa con tranquillità, come se non mi avesse detto che mi ama, mi ha sempre amato e continuerà ad amarmi!
Lui va in giro facendo il perfetto infermiere, il perfetto padre, il perfetto amico, e sorridendomi con lo stesso candido sorriso dei suoi figli, senza imbarazzo né malizia.
Sono l’unica che, dopo quello che ha detto, arrossisce anche se mi sistema un cuscino sotto la gamba, nonostante la mia pelle non entri nemmeno in diretto contatto con la sua.


Ho finalmente tolto il gesso da cinque giorni, domani sera Edward tornerà a casa e l’espressione sul suo volto è sempre più distesa, più tranquilla, più raggiante.
Mentre lo aiuto a mettere in valigia la roba di Adam lo osservo di sottecchi, mentre fischietta un motivetto allegro.
Lui intercetta il mio sguardo e mi sorride tranquillo, io mi alzo a dir poco arrabbiata ed esco da quella che per un’altra notte sarà la stanza sua e di Adam.
Arrivo in cucina, mi verso dell’acqua e bevo, per calmare i nervi.
Ha una tale faccia da schiaffi!
-Bella? Tutto ok?-, naturalmente mi ha raggiunto.
-Hai vinto alla lotteria?-, gli chiedo voltandomi verso di lui.
-Cosa? Perché?-
-Rispondi!-, ordino perentoria, lui ha un’espressione scettica.
-Certo che no … -, sta per continuare ma lo blocco.
-Allora mi spieghi a cosa è dovuta tutta questa ilarità? Sul serio non riesco a capire quale sia l’avvenimento che ti rende così gioviale!-, credo che nella mia voce ci sia giusto una “puntina” d’isterismo.
E lui scoppia a ridermi in faccia! Ma come sempre non per deridermi, solo per puro divertimento: peccato che questo non lo salvi dalla mia furia.
Mi avvicino a lui.
-Smettila.-gli dico con tono gelido, poi inizio ad urlargli di smetterla.
Lui in tutta risposta mi sorride e sfiora una ciocca di capelli che mi è caduta sul viso.
-Io non capisco perché tu sei così … allegro!-, gli faccio notare ma il mio tono è quello di una bambina che rinfaccia al padre di non aver soddisfatto un suo capriccio.
-Sembrerà una frase di film romantico, ma sono felice di averti detto ciò che provo.- ancora mi sorride.
Io incrocio le braccia sotto il seno e assumo uno sguardo duro.
-Non conosci la mia risposta.-
-Infatti e aspetto di averla al più presto.-, dice serio, poi si avvicina e inaspettatamente mi bacia.
Non è un bacio a stampo, né un bacio urgente, passionale, no! È il bacio più dolce, più delicato e più avvolgente che io abbia mai ricevuto. È come se mi stesse ripetendo che mi ama.
Poi si allontana, sorride e torna alle valigie.


Edward e Adam sono sulla porta, hanno appena salutato Charlotte che si è fatta promettere che domenica pranzeremo tutti e quattro insieme da “nonna Esme”.
Edward bacia ancora una volta il capo di nostra figlia, mi sorride, si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia, poi mi guarda negli occhi.
-Aspetto una tua risposta Bella.-, poi mi bacia l’altra guancia e sulla mia pelle sussurra un “Ti amo”, prima di staccarsi.
Sta per voltarsi quando gli butto praticamente le braccia al collo. Sento le sue stringermi e sollevarmi a pochi centimetri da terra prima di inalare il profumo dei miei capelli.
-Ti odio … Ho odiato questo periodo di riflessione che mi hai imposto. Non avresti dovuto Edward.-, lui mi lascia scivolare via dalle sue braccia,-Io non volevo rifletterci … Non devo, non voglio. Perché ti amo anche io, a dispetto di tutto, e non so se potrò mai smettere.-
Lui mi stringe fin quasi a soffocarmi e mi bacia fino a togliermi il fiato.
Sento Charlotte chiamarci e Adam dirle di stare zitta e portarla a vedere la televisione.
Quando ci stacchiamo e ci salutiamo promettendoci di vederci l’indomani i bambini tornano da noi.

Ho chiuso la porta da due minuti circa e vi sono ancora appoggiata.
-Mamma … che significa?-, guardo la mia bambina e le sorrido lieta.
-Che io e papà ci vogliamo bene tanto quanto ne vogliamo a te.- e Charlotte felice mi abbraccia.



* capitolo 17






Che ne dite? Vi piace questo capitolo? Spero di sì!
Spero di riuscire a scrivere presto l'epilogo, conto di farlo al massimo entro dieci giorni.
Vi ricordo che dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare Scriviamo una canzone ... 
In questi giorni ho pubblicato un extra di questa storia, intitolato Semplicemente Victoria che parla della nascita dell'amicizia tra Edward e, appunto, Victoria.
Intanto per chiunque fosse interessato ho iniziato una long sul fandom de "Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame e pubblicato una OS nel fandom "The vampire diaries" intitolata Broken Curse.

A presto con l'epilogo.
Un bacio,

Serena.

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Con_ 16 Visto che sono in stra-mega-ultra-ritardo (persino per l'epilogo, dannazione!)vi lascio leggere ... a dopo.




Dedicato a Sara, che mi supporta sempre, e a Chiara, la mia Rosalie.














Epilogo





-Tesoro? Che stai facendo? Sono le due.-
-Scusami Ed, non mi ero resa conto di che ora fosse.-, mi risponde mia moglie rannicchiata sul divano panna che tanto non voleva acquistare quando abbiamo arredato questa casa.
“Con due bambini piccoli sarebbe meglio qualcosa di meno chiaro e meno delicato.”, sosteneva, ma quando lo posizionammo  undici anni fa era incantata come me dalla sensazione che fosse stato fatto apposta per il nostro soggiorno.
Mi siedo dietro di lei, passando le braccia intono ai suoi fianchi e poggiando il mento sulla sua spalla.
-Bella ma sei gelata!- la rimprovero appena entro in contatto con la sua pelle,- Perché non hai messo una coperta addosso?-
-Non ci ho pensato. Mi sono alzata quando ho sentito Charlotte rientrare un paio d’ore fa …-
-E come mai non sei tornata a letto?-, le chiedo mentre afferro la coperta sulla poltrona  e gliela sistemo addosso.
-Beh …-, mormora stringendo a sé un quaderno piccolo ma molto spesso, con la copertina nera impreziosita da fantasie in rilievo, oro e verde acqua.
-Che fai? Tieni un diario?-,scherzo, lei si volta imbarazzata,-Davvero è un diario?-
Vedendo la mia espressione perplessa mi da uno schiaffetto sul braccio e mi stampa un bacio leggero sulle labbra.
-E che ci sarebbe di male a tenere un diario?- alzo un sopracciglio.
-Non ti ho mai visto un tipo da diario amore mio … ma se lo sei diventata, ok! Mi preoccupa questa involuzione ma ti amo lo stesso!- le do un bacetto sul naso, lei invece mi fa la linguaccia e torna a darmi le spalle appoggiando la schiena al mio petto.
-Vuoi sapere cosa sto facendo davvero?-, dice dopo essersi sistemata in modo da essere comodamente semisdraiata su di me.
-Se vuoi dirmelo.-, dico cauto conoscendo bene mia moglie, odia quando m’impongo in modo troppo possessivo. A volte dice che sono invadente … ma non credo sia un crimine voler conoscere tutto della propria anima gemella.
Gira il volto e mi sorride.
-Ti amo.-, sussurra, poi mi spiega,-Sto scrivendo una storia … In realtà è la nostra storia … Mi è venuta l’idea oggi pomeriggio: Alice diceva che la nostra è una storia da favola in un certo senso, una favola un po’ diversa da normale, di quelle che sarebbe bello tramandare ai propri nipoti … così ho deciso di scriverla, non per forza per i nostri nipoti … ma anche per noi … mi piace l’idea di rendere indelebile la nostra storia, che seppur difficile …-
-… È stata piena d’amore.-, finisco per lei posandole un bacio tra i capelli.



Sospiro passando le mie mani ormai vecchie su quella copertina scolorita … ricordo ancora quando dopo aver riletto per l’ennesima volta questa storia, la nostra storia, venivi da me con le mani impiastricciate di vernice dorata, che si staccava da questa stessa copertina, e mi lasciavi un’impronta d’oro sul naso.
-S’intona ai tuoi occhi smeraldo!-, ti giustificavi ridendo.
La tua risata … Credo di non aver mai più sentito un suono più musicale. Nemmeno il clavicembalo che suona nostra nipote Isobel o il violino della sua gemella Catherine hanno lo stesso suono dolce e cristallino della tua risata .. Già le nostre adorate gemelline … ormai hanno 17 anni!
Hanno 17 anni e hanno trovato questo libricino stamani frugando in soffitta. Credo che abbiano già letto qualche passo.
So che questa storia gli appartiene, ma ho voluto rileggerla ancora una volta, amore mio, prima di consegnarla, prima che possano spiare la tua anima … Perché nonostante abbiamo partecipato anche io ed Emmett  a questa “stesura” qui ci sono i tuoi pensieri e le tue insicurezze.
E so che è giusto che le abbiamo loro, loro a cui tu hai donato la vita, diciassette anni fa, quando quell’auto stava per investire la nostra Charlotte e il suo pancione, dentro cui crescevano le gemelle, quando ti sei buttata su di lei, per impedire che quell’automobilista distratto mettesse fine a quelle vite appena accennate.
Ricordo ancora tutta la sofferenza, la sofferenza e lo shock, quando mi chiamarono dall’ospedale: stavo visitando il piccolo William, il nostro nipotino di soli 5 anni, Adam lo aveva portato allo studio perché suo figlio voleva vedermi fare il dottore, invece che il nonno, per una volta; poi la chiamata.
Ricordo Adam che mi chiedeva cosa stesse accadendo prima di ricevere la chiamata da sua sorella, decisamente isterica.
Sono arrivato in ospedale con ancora il camice che avevo allo studio, credo di aver infranto tutte le leggi stradali nel correre da te.
Quando sono arrivato eri già in condizioni pessime, ho spinto via tutti gli infermieri e mi sono precipitato al tuo capezzale, letteralmente in ginocchio.
Appena mi hai visto hai sorriso.
-Cullen sei di fretta? Non fare il prepotente.-hai sussurrato e so di aver carpito quel sussurro solo perché ero totalmente ed incondizionatamente concentrato su di te.
-Tesoro … ti prego…-, ti avevo detto accarezzandoti i capelli.
-Edward … ti amo.-, avevi posato la mano sulle tue labbra e poi sulle mie, dove la pressione dei tuoi polpastrelli si era pian piano affievolita fino ad annullarsi.
Mentre sono perso in questi pensieri un foglio scivola dal libricino.
Non l’ho mai letto, probabilmente Bella deve averlo aggiunto dopo.


-Charlotte dove sei stata tutta la giornata?- chiedo a gran voce.
-Ero con Richard!-
-Potevi avvertire, ero in pensiero! A cosa ti serve il cellulare altrimenti?-, la riprendo alzando ancora la voce per superare il rumore del phon, lei dopo un attimo è dietro di me, sulla porta del bagno.
-Voi siete sempre in pensiero.-sbuffa.
Le lancio un’occhiataccia attraverso lo specchio.
-Ok,ok …  scusa- dice alzando le mani come a scusarsi ed uscendo.
Un paio di minuti dopo risbuca dietro di me.
-Papà dov’è?-
-È andato a ritirare l’auto…-
-Sai che ne voglio una anche io per i miei sedici anni?-
-Ti ricordo che tuo fratello ha messo i soldi da parte da solo , noi abbiamo solo aumentato il suo budget  … E comunque prima di poter chiedere un’auto devi migliorare i tuoi voti a scuola.-
-Mamma a proposito: dov’è Adam?- cambia discorso la mia “bambina”.
-Sua madre lo sta distraendo ancora per un po’.-
Non si comprende l’importanza di qualcosa finché non la perdi, è proprio vero!
Un anno e mezzo dopo il processo per l’affidamento di Adam, io ed Edward ci siamo sposati, e subito dopo è arrivata una notizia fino a quel momento insperata: Jane sentiva la mancanza di suo figlio e, visto che Demetri non voleva nemmeno sentirlo nominare lo aveva lasciato per tentare di ricoprire un ruolo nella vita del bambino.
L’ex-moglie di Edward aveva quindi anche smesso di essere sua paziente e si era  trovata un altro psicologo, dopo essere tornata a vivere con la madre, rimasta ormai vedova e consapevole dei propri errori.
Da quel momento era un’altra persona, era ritornata la ragazza dolce che avevo conosciuto e a cui avevo voluto bene al college, aveva smesso di pretendere soldi da Edward, ed era tornata piano piano nella vita di suo figlio, senza nessun altro processo: Adam Cullen era ancora affidato a suo padre ma oltre ad avere in me una seconda madre, aveva finalmente conosciuto la vera Jane.
Oggi è proprio lei che sta “distraendo” il ragazzo mentre noi ultimiamo i preparativi per la sua festa di compleanno: compie sedici anni, un traguardo importante!
Adam è rimasto il ragazzo silenzioso e timido, tanto da non amare i festeggiamenti per il suo compleanno. Non perché non gli piaccia essere in compagnia, tutt’altro, ma ha una teoria tutta sua sulla festa di compleanno: crede che “obbligare” tutti quelli che ami a riunirsi in un determinato luogo e momento per festeggiarlo abbia un che di narcisistico … ecco perché io e sua madre abbiamo deciso di organizzargli una mega festa a sorpresa, naturalmente ci siamo fatte aiutare da Charlie, Lizz e Richard.
Ci saranno proprio tutti, dai suoi amici alla nostra famiglia, compreso il pazzo gruppo dei nostri amici.
Gruppo che è cambiato da quando Edward è entrato nella mia vita e ha presentato Victoria ad Alice.
Ora quelle due sono inseparabili, mentre la compagna dell’una e il marito dell’altra si disperano per le somme che evaporano ogni qualvolta decidono di andare a fare shopping insieme!
Con il tempo però mi sono dovuta abituare all’allontanamento, tutt’ altro che graduale, del mio amico James, ormai trasferitosi a L.A..
Suonano alla porta: è Edward, ed è ormai tutto pronto per il festeggiato.
Appena apro mio marito mi saluta con un bacio dolce e passionale, come da sempre è stata la nostra storia e come sempre sarà, condita dall’ossessione del nostro amore e dalla tenerezza della nostra splendida famiglia.


Sul retro del foglio c’è scritto qualcosa.


Al mio grande amore, Edward, mio marito.
Cosa significa questo pezzettino? Non lo so … lo sto scrivendo due anni dopo aver concluso questa storia, ma credevo fosse giusto includerci anche un piccolissimo momento della nostra routine familiare.
Non sorridere in quel modo tesoro, lo so che in realtà non ho descritto un bel niente, ma avevo bisogno di inserire queste poche righe, e sai perché? Perché leggendo la nostra storia tutta d’un fiato sembra davvero una bella favola, probabilmente non sarà scritta bene, ma mi ha riportato a vivere quelle stesse emozioni … e avevo bisogno di questo piccolo promemoria per ricordarmi che tutto ciò è reale e non solo una fiaba che sparirà appena chiuderò questo libro.
Ricorda Cullen: non potrai mai più liberarti di me, il mio cuore batterà col tuo nel tuo petto in ogni momento.
Tua per sempre,
Bella.


Sorrido.
Ti amo Isabella, ti amo ancora oggi, diciassette anni dopo la tua morte, ed è così assurdo pensare che non sei qui in carne ed ossa, perché io continuo a sentirti accanto a me, nel calore della nostra famiglia e nei momenti di gioia che questa mi regala.



Fine





Eccoci arrivati alla fine di questa storia ... che dire?
È stranissimo scrivere la parola fine a questa storia ... stranissimo e tristissimo ...
Ho scritto quest'epilogo tantissime volte e solo adesso mi soddisfa ...
Spero non mi starete odiando, ma questa era la fine perfetta, la vera fine che questa storia doveva avere ...
Qualcuno ricorderà che quando iniziai Ossessione spiegai che partiva da uno sfondo autobiografico, quindi visto che questa storia descriveva realmente la vita della protagonista (perché vi assicuro che ogni cosa che ho descritto l'ho incontrata se non personalmente  grazie alle persone che mi circondano) doveva finire con la fine della vita della protagonista ... non vedeteci nulla di strano, non sto aspettando la morte, anzi sono in piena salute!
Non so se
vi siete accorti che oltre all'extra Semplicemente Victoria (che parla della nascita dell'amicizia tra Edward e, appunto, Victoria), ho pubblicato un mese fa un'altra OS decisamente importante, in cui potrete leggere come Jane sapesse dell'esistenza di Charlotte: Drunk fail.


In questo lungo cammino che è stata questa serie devo ringraziare diverse persone ...
Tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite:
1 - Aless__ 
2 - Alesya 
3 - alice77 
4 - Anna Rita 
5 - anna71 
6 - artemide88 
7 - baby2080 
8 - cali11 
9 - ciaiciai 
10 - cl85 
11 - concetta cullen 
12 - cuchiric 
13 - dany60 
14 - darky81 
15 - fffabi 
16 - francesca1980 
17 - giulietta93 
18 - iced_swan 
19 - Ily92 
20 - jaia 
21 - jero 
22 - kija_salvatore 
23 - kikacullen 
24 - kristen StewPatzz 
25 - LacrymaNera 
26 - Lapam8842 
27 - Let_It_Be 
28 - Lola_96 
29 - Longo7838 
30 - loy90 
31 - maps92 
32 - mariagrazia45 
33 - meggyna_96 
34 - micol_cullen1997 
35 - Nensy_Cullen 
36 - nessie mimi 
37 - noracullen18 
38 - pami2812 
39 - PiccolaBella 
40 - Rebussiii 
41 - reny89999 
42 - rikima 1 
43 - robness 
44 - sabryepenny 
45 - Sairen 
46 - sbrilluccica 
47 - sene 
48 - shary83 
49 - sissilotti 
50 - sky79 
51 - sole_luna87 
52 - starlightL7 
53 - Suellen 
54 - valecullen_thedevil93 
55 - valesimo 
56 - vampira97cullen 
57 - vemarilu 
58 - Venereacchiappamosche 
59 - veronica1982 
60 - yog 

Tutti coloro che l'hanno messa tra le ricordate:
1 - amm1966 
2 - Antzu 
3 - Ashely_96 
4 - chachy 
5 - cicci751 
6 - fede710 
7 - gwen_87 
8 - Longo7838 
9 - MagariFossiLibera 
10 - mimi1234 
11 - orchidea85 
12 - perrypotter 
13 - scricciolo90 
14 - silvia70 
15 - sky79 
16 - starlightL7 
17 - stez 
18 - Veronicas 
19 - Vivien L 
20 - _Cloe 
21 - _RoBeRtInA96_ 

Tutti coloro che l'hanno inserita tra le seguite:
1 - 1717 
2 - 3things 
3 - 7Ginny7 
4 - acqua1879 
5 - adg 
6 - akira96 
7 - ale1982 
8 - aleda776 
9 - aleinadp 
10 - alessandraxxx81 
11 - alessia 21 
12 - alessia_masencullen_ 
13 - alexa_cr81 
14 - alice cullenhales nlgdr 
15 - alice91 
16 - alkermes 
17 - alyssa976 
18 - angel24 
19 - anna71 
20 - Anninaa 
21 - annucciafg 
22 - ant0n3lla 
23 - antonella64 
24 - ary94 
25 - aurora03 
26 - Baby77 
27 - babycullen 
28 - bea1997 
29 - bellad93 
30 - BellaKris94 
31 - bellina4ever 
32 - Bells85 
33 - benny1 
34 - BennySmolder 
35 - betty boop 
36 - blea 
37 - cassandra76 
38 - Chiaretta93 
39 - chicca923 
40 - chicca_75 
41 - ciaspola 
42 - claudia swan 
43 - cochi85 
44 - concetta cullen 
45 - crys 
46 - crystal777 
47 - Cullenuzza 
48 - cuoricina1996 
49 - danybor 
50 - debby_6 
51 - delfinoblu 
52 - Desyree92 
53 - Divoratricedisogni 
54 - eeffepiina 
55 - elita 
56 - Ellie_96 
57 - elly_87 
58 - emabel 
59 - Emily Cullen 
60 - enzachan 
61 - ep1988 
62 - epril68 
63 - fabyp 
64 - Fantasy_Mary88 
65 - fede1207 
66 - fede710 
67 - federika88 
68 - federobi 
69 - francydon 
70 - frassrock 
71 - FrencyCullen94 
72 - gaia98 
73 - gaialuna 
74 - gattoncini 
75 - gennyp 
76 - Giada is owned by Edward 
77 - giagiotta 
78 - giova71 
79 - gla 
80 - googletta 
81 - hantaro2812 
82 - ilariaechelon 
83 - ishizu 
84 - Joey88 
85 - Kahlan Amnell 
86 - Kalimera2 
87 - karman 
88 - kekina 
89 - kittylit90 
90 - Kristen Cullen 
91 - LacrymaNera 
92 - lali28cullen 
93 - lauxxx 
94 - Lavandarose 
95 - lcaries 
96 - leonessa 
97 - lidiacullen 
98 - litflo 
99 - LittleDia 
100 - Longo7838 
101 - loulou72 
102 - luluCullen91 
103 - lulu_t 
104 - mabi90 
105 - maila79 
106 - malyegiro 
107 - Manda 
108 - Mara71 
109 - marcella 
110 - maria concetta 
111 - Maria Swan 
112 - maria50 
113 - mariamax 
114 - mariellina67 
115 - marios 
116 - marty15 
117 - Mavala 
118 - mayamanu 
119 - Melunacchia 
120 - merina 
121 - mery123 
122 - meryj 
123 - mickym 
124 - micol_cullen1997 
125 - mifinafa_93 
126 - mikelina 
127 - mikichan510 
128 - milra 
129 - mippippippi 
130 - MiSa93 
131 - Miyakochan_89 
132 - moiraluca 
133 - mokyy 
134 - momo73 
135 - monibiondina 
136 - Monika1 
137 - Moon Light 
138 - mux 
139 - nancyuccia92 
140 - nene1964 
141 - nickka 
142 - Nicosia 
143 - Nizzy_74 
144 - Noe89 
145 - nuvolabella 
146 - Odiata 
147 - Olthir_84 
148 - OneDirectionITA 
149 - orchidea85 
150 - pame 
151 - paperottamartina 
152 - paride 
153 - Perverse 
154 - pinkprincess 
155 - pocaontas1979 
156 - PrincessRory 
157 - principessacar88 
158 - Radiant_Shadow 
159 - raf 
160 - ranocchia 
161 - Red_Rose 
162 - RenEsmee_Carlie_Cullen 
163 - Robertsavedme 
164 - romina_cullen 
165 - Rose_Zampa 
166 - Ros_Ros 
167 - roxb 
168 - Roxy 
169 - sabribot 
170 - sackiko_chan 
171 - scricciolo90 
172 - Signorina Caprapall 
173 - silvia70 
174 - sky79 
175 - slytherine_in love 
176 - slyvapi 
177 - starlightL7 
178 - stars92 
179 - stefania881 
180 - sweet _girl 
181 - tati1984 
182 - tenerona 
183 - tequila 
184 - TerryAl 
185 - terrystar 
186 - the_vampire_girl 
187 - Tianie 
188 - Tifa27 
189 - titina10 
190 - titty27 
191 - twilightina92 
192 - UAUI84 
193 - Vale984 
194 - vannuccini 
195 - verdeblue 
196 - Veronica91 
197 - vero_v 
198 - wilma 
199 - youandme 
200 - _Cloe 

Chi mi ha messo tra i suoi autori preferiti:
1 - alice91  
2 - antonella64  
3 - artemide88  
4 - BabyIWillLoveYouForever  
5 - bellad93  
6 - braking down  
7 - CassandraARM  
8 - Chicca montagna  
9 - cocorita1234  
10 - cullen91  
11 - Cullenuzza  
12 - dany60  
13 - edwardina84  
14 - federobi  
15 - giorgina_cullen97  
16 - Giulia_Cullen  
17 - GiusyStew_Pattz  
18 - iced_swan  
19 - iuliuscaesar  
20 - Joey88  
21 - Kristen Cullen  
22 - Lapam8842  
23 - Little Redbird  
24 - maria50  
25 - marti89  
26 - Midnight Sun_  
27 - mishy  
28 - Mix  
29 - moira_chan  
30 - nannavis  
31 - noemi s  
32 - Queen Alexia  
33 - Red_Rose  
34 - RenEsmee_Carlie_Cullen  
35 - rosa62  
36 - santa70  
37 - Suellen  
38 - sweet _girl  
39 - vittoriaKf  
40 - volpessa22  
41 - _Heartless_  

Tutte le persone che hanno recensito, fino ad arrivare a 153 recensioni.
E chi ha letto silenziosamente: questa storia ha avuto in media tra i 1500 e i 2000 lettori per capitolo, escludendo i primissimi, e questo non può che farmi infinitamente piacere!
Un ringraziamento speciale alle due persone a cui è dedicato questo capitolo, Sara a.k.a. artemide88 e Chiara, e a Luisa e Giovanna (a.k.a. Red Rose) per sostenermi sempre!

Purtroppo per voi non vi libererete di me ... mi prenderò qualche giorno per ricominciare a scrivere  Scriviamo una canzone ...  portandomi possibilmente avanti in modo da ridurre le attese, finita questa lavorerò ad una nuova long molto diversa che spero vi piacerà! Intanto mi trovate sul fandom de Il diario del vampiro.

Mi mancherete e mi mancherà questa storia spero di ritrovarvi tutti nelle prossime ...
Un bacio,

Serena.

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